title
stringlengths
1
163
summary
stringlengths
5
41.2k
source
stringlengths
125
672k
Organo a pompa
L'''organo a pompa''' è un tipo di organo a serbatoio d'aria costituito da una tastiera, ''manuale'', e da due pedali per azionare i mantici per l'aria. Nella classificazione Hornbostel-Sachs, rientra nella famiglia denominata "serie di aerofoni ad ancia libera" , poiché il suono che esso produce è dovuto a delle ance. Ci sono due differenti tipi di organi a pompa: * l'organo ad aria compressa , meglio noto come armonium o armonio; * l'organo ad aria aspirata reed organ'' americano).
Col termine italiano armonium si comprendono due differenti tipi di strumento: quello ad aria compressa, che è l''harmonium'' di tipo francese, e quello ad aria aspirata, che è il ''reed organ'' americano (ma anche inglese e tedesco). Nel primo caso, i mantici pompano l’aria, attraverso una “camera del vento” o “serbatoio” (''réservoir'', in francese), verso le ance facendole vibrare; nel secondo caso, essi aspirano l’aria atmosferica, che passando attraverso le ance le mette in vibrazione. Il ''reed organ'' nasce in America nella prima metà dell'Ottocento (come afferma Gellerman), risultato finale di tutta una serie di strumenti sperimentali (come il "Pan Harmonicon" di Goodrich, di Boston, o la "Seraphine" di Green, di Londra), probabilmente ad opera di un tale Aaron Merrill Peaseley, anche lui di Boston. Lo stesso Gellerman tuttavia riconosce che mancano documenti probanti questa attribuzione, mentre il primo produttore certo di ''American reed organs'' fu James Amireaux Bazin, inventore di Canton, Massachusetts, che ne costruì un primo esemplare nel 1824. Tali strumenti non ebbero immediata diffusione tanto che nel 1846 in tutti gli Stati Uniti se ne contavano meno di trecento; venivano prodotti a mano in piccoli negozi, da artigiani che ne costruivano perciò tipi assai differenti per foggia e materiali, spesso a seconda della richiesta. Per una produzione di tipo industriale su più larga scala bisogna attendere la metà del secolo, con l'affermarsi delle prime compagnie e dei primi marchi di fabbrica: la George A. Prince Company (che divenne un'azienda leader in America tra gli anni '50 e '60 dell'Ottocento) di Buffalo, New York; la Jones, Woodbury & Burditt di Brattleboro, Vermont; la Carhart & Needham di New York. L'epoca d'oro del ''reed organ'' americano, tuttavia, ha inizio con la seconda metà dell'Ottocento, ad opera di grandi produttori come Jacob Estey di Brattleboro (fondatore della Estey Organ Company, attiva per più di un secolo, dal 1852 fino al 1959) o William Wallace Kimball di Chicago (W.W.Kimball & Co.). Ad essi si affiancano altri nomi di aziende produttrici di ''reed organ'', come Mason & Hamlin, Farrand, la Aeolian Company: gli strumenti prodotti andavano da quelli più sofisticati (come il "Vocalion" o l'"Orchestrelle"), spesso caratterizzati da forme assai elaborate, a strumenti portatili pieghevoli (''folding organ''), che vennero assai impiegati dai missionari o dai cappellani dell'esercito americano durante le missioni belliche della Seconda Guerra Mondiale. L''harmonium'' francese nasce invece nel 1840 per opera di Alexandre-François Debain e diviene ben presto uno strumento molto richiesto ed artisticamente assai pregiato: per alcuni esemplari particolarmente elaborati, dal punto di vista tecnico ma anche estetico, si parla appunto di ''harmonium d’art''. Tra questi, i più notevoli si devono a Victor Mustel, che ne affinò notevolmente la tecnica costruttiva e ampliò la ricchezza timbrica: i suoi strumenti presentano una bellezza estetica indiscutibile (data anche dall’utilizzo di legni pregiati, come il rovere francese o il palissandro), l'eleganza delle forme e dei particolari costruttivi ne fecero modelli imprescindibili; ma è soprattutto la perfezione tecnica, il fascino timbrico e la novità delle invenzioni che egli introdusse (come il ''Prolongement'', col quale si possono prolungare alcune note del basso, il ''Métaphone'', che modifica il timbro di alcuni registri, o la ''Double Expression'', capace di dare differenti sfumature dinamiche alla parte bassa e alta della tastiera) che rendono unici tali strumenti. Altri celebri produttori francesi di ''harmonium'' furono Alexandre, Dumont-Lelièvre, Christophe et Étienne, Kasriel, Rodolphe, Richard. Lungi dall’essere etichettato come un “parente povero” dell’organo, l'armonium di tipo francese si ricavò così un posto stabile, oltre che nelle chiese, anche nei salotti, accanto al pianoforte. Proprio per questa ragione, per questo strumento vennero scritti anche brani non esclusivamente pertinenti all’ambito sacro, che costituiscono un repertorio importante per qualità e ricchezza musicale. Compositori che scrissero specificamente per ''harmonium'' furono Saint-Saëns, Guilmant, Louis James Alfred Lefébure-Wély e, in Germania, Sigfrid Karg-Elert. L''harmonium'' francese venne ripreso in Italia da Graziano Tubi che nel 1860 fondò una casa di produzione di strumenti molto curati per fattura e qualità timbrica: Tubi, multiforme personalità di imprenditore, si servì di ance provenienti da Parigi (le celebri ance Estève) e si basò sui modelli francesi per la produzione dei propri strumenti. L’azienda, con sede a Lecco, ebbe vita fino agli anni Settanta del ‘900, prima di chiudere definitivamente la propria attività. Altri produttori italiani di armonium (che presero a modello sia strumenti di tipo francese sia di tipo americano) sono Giuseppe Mola (1837-1928, di Torino: menzione di merito all’Esposizione Universale di Parigi, 1867), Egidio Galvan (1873-1944, di Trento: medaglia di bronzo all’Esposizione Universale di Liegi, 1905), Iginio Delmarco e Arcangelo Bozzetta (attivi a Tesero dal 1920), Giovanni Lanzani (attivo a Seveso dal 1926), Achille Radice (attivo pure a Seveso dal 1929: noto anche col marchio AREF), Enrico Ciresa (1922-1991, di Tesero, in attività dal 1952), Arienti. I registri dell'armonium sono tutti ad ancia (ance libere) e il timbro è determinato dalla curvatura e dalla forma delle ance; rispetto all’organo esso ha minore estensione, ma attraverso il registro denominato “Espressione” permette un enorme controllo di sfumature dinamiche; i suoi effetti meccanici sono il tremolo, la voce umana e la sordina. Per regolare la dinamica si utilizzano anche le ''ginocchiere'' poste ai due lati delle ginocchia, che aprono e chiudono delle gelosie e che permettono così di graduare la quantità di suono prodotta dalle ance. In alcuni modelli, infine, una ginocchiera centrale permette di inserire contemporaneamente tutti i registri (“grande gioco” o “grand jeu”). Su molti strumenti è disponibile almeno un''unione'', che funziona meccanicamente e serve a far suonare anche le note all'ottava rispetto a quelle che si stanno suonando. Quando le unioni sono due, la prima serve per la metà inferiore della tastiera, la seconda per quella superiore, e permettono di far suonare le note raddoppiandole rispettivamente con l'ottava bassa e con l'ottava alta. A causa dell'alto costo della manutenzione specializzata necessaria e della relativa difficile reperibilità, nonché dell'avvento dell'organo liturgico elettronico, gli armonium sono progressivamente scomparsi dalle chiese o vi rimangono inutilizzati. Armonium indiano L'armonium indiano è simile a quello occidentale, ma di minori dimensioni. È stato portato in India dall'Occidente dai missionari cristiani, da circa metà Ottocento in poi. Essi avevano bisogno di uno strumento facilmente trasportabile da usare nelle funzioni religiose, e lo trovarono in questo tipo di armonium, grande all'incirca come una fisarmonica e di funzionamento simile. La forma è quella di un mobiletto rettangolare, vicino al suonatore ha una tastiera (tipo pianoforte) che si estende da due a quattro ottave, e si suona con una sola mano, l'altra mano aziona un mantice a soffietto posto sul lato distante dal suonatore. La versione indiana ha poi la possibilità di mettere in funzione un certo numero di bordoni diversi (note costanti di sottofondo), onnipresenti nella musica classica indiana (viene azionato quello corrispondente alla tonica del pezzo suonato). La storia dell'armonium in India è strettamente correlata a quella del sarangi. La caratteristica più importante dell'armonium, rispetto al contesto indiano, è l'intonazione. Essendo uno strumento occidentale, è accordato secondo il temperamento equabile, sviluppato in Occidente per le esigenze della musica armonico-tonale (quindi dell'armonia basata sugli accordi e la modulazione da una tonalità all'altra). Questo tipo di accordatura è del tutto estraneo alla musica indiana, che è modale e non contempla accordi né cambiamenti nella tonica in una esecuzione musicale, ed è fondata su numerose e precise sfumature di intonazione dei suoni delle varie scale, che vengono usate (incompatibili con il nostro temperamento equabile). Ma altre caratteristiche hanno fatto in modo che si inserisse ugualmente nel contesto della musica indiana (anche di quella "classica"). La principale è che è appunto capace di passare immediatamente da una "tonalità" all'altra. La musica indiana è fondata su una tonica immutabile, ma è anche vero che ogni cantante ha la sua tonica personale, e questo rende l'armonium estremamente flessibile se usato per accompagnare cantanti diversi che usano toniche diverse. Inoltre la tecnica di questo strumento, applicata alla musica indiana, è relativamente semplice. Tradizionalmente l'accompagnamento dei/delle cantanti classici era affidato al sarangi, strumento ad arco molto importante in India, dalla voce estremamente caratteristica (grazie anche alle numerose corde di risonanza), ma che per una serie di motivi si trovò a perdere in preminenza. Tra questi, la difficoltà tecnica che richiede grande dedizione da parte del musicista, ed il fatto di avere così tante corde di risonanza (che non hanno un ruolo marginale, ma sono molto importanti per la sua sonorità e per la creazione del giusto "sentimento" musicale). Ogni pezzo musicale (raga), basato su una diversa scala, richiede che queste corde vengano riaccordate (cosa che richiede tempo e perizia); inoltre se un medesimo sarangista si trova a dover accompagnare diversi cantanti che usano toniche diverse, deve riaccordare completamente l'intero strumento (quando non sostituire addirittura le corde). In più, i mutamenti sociali favoriti dalla dominazione coloniale britannica hanno contribuito a spingere nell'ombra i suonatori di sarangi, che si sono visti soppiantare dai nuovi suonatori di armonium: capaci di passare rapidamente da una tonica all'altra, in grado di accompagnare diversi cantanti in rapida sequenza, più adatti al nuovo contesto rapido e "tecnologico" che si stava formando (ad esempio i concerti radiofonici di All India Radio). La gran parte dei cantanti si è adattata a farsi accompagnare nelle loro esecuzioni dall'armonium, nonostante l'irrimediabile fatto di essere fuori intonazione. Fatto musicalmente accettabile se mantenuto in un ruolo marginale, che non si scontrasse con la voce (intonata correttamente) del/della cantante. Si venne così a creare un circolo vizioso in cui i sarangisti veramente esperti divennero pochi, ed i cantanti cominciarono a preferire i suonatori di armonium (stonati, ma sempre più intonati di un cattivo sarangista).
Antropologia
''Prometeo porta il fuoco all'umanità'', Heinrich Fueger Prometeo è stato talvolta citato dagli antropologi in quanto simbolo mitico della coscienza e del pensiero dell'uomo sul mondo e su di sé. L'''antropologia''' è una branca scientifica sviluppatasi in particolar modo in epoca moderna che studia l'essere umano sotto diverse prospettive , indagando i suoi vari comportamenti all'interno della società; nata come disciplina interna alla biologia, ha acquisito in seguito anche un importante valore umanistico.
Già gli antichi Egizi solevano distinguere le differenze tra i popoli, raffigurando i nemici catturati con un colore della pelle diverso, come ad esempio i Libici dalla pelle chiara, ed evidenziando inoltre usanze e tratti fisici differenti, come la barba lunga degli stessi uomini libici, ma bisognerà attendere gli studi dello storico e geografo greco Erodoto di Alicarnasso, per poter leggere una descrizione dei caratteri di varie popolazioni antiche (Etiopi, Greci, Egizi, Sciti), nella quale l'autore distinse tra i caratteri fisici e quelli etnografici. Uno dei primi precursori dell'antropologia, nell'antichità fu Aristotele, che si preoccupò di classificare il mondo zoologico, comprendente l''uomo animale ragionevole''. Le conoscenze dei tipi umani si approfondirono grazie agli studi dei medici Ippocrate e Galeno e ai racconti dei viaggiatori, da Marco Polo a Magellano. Nel XVII secolo, in uno studio sulle Antille, il padre domenicano Jean-Baptiste Du Tertre (1610-1687) descrisse in chiave antropologico-razziale gli abitanti di quelle isole. Nel Settecento Linneo istituì una catalogazione delle varietà umane imperniata sia sui caratteri fisici sia su quelli morali o etnologici e l'antropologia ottocentesca ricevette un grande sviluppo grazie alle ricerche fornite, qualche anno prima, da Buffon (1707-1788), basate sul concetto di ''razza umana'' e dalla teoria dell'adattamento ai vari ambienti naturali. Seguirono Lamarck (1744-1829), Blumenbach (1752-1840), con le sue norme descrittive del cranio, Paul Broca (1824-1880) e la craniometria, Léonce Manouvrier (1850-1927) con la focalizzazione dei rapporti tra morfologia e funzionalità. In Italia si misero in evidenza, oltre al caposcuola Giustiniano Nicolucci (1819-1904), che nel 1857 scrisse il primo trattato italiano di antropologia ed etnologia; Giuseppe Pitrè (1841-1916) considerato il più importante antropologo italiano, anche Paolo Mantegazza (1831-1910) ed Enrico Morselli (1852-1929). === Fondazione dell'antropologia: Morgan e Tylor === Malinowski fotografato tra i trobriandesi La nuova scienza antropologica (basata sull'analisi delle strutture sociali dei popoli arcaici) ebbe un inizio promettente con Lewis Henry Morgan (1818-1881) ed Edward Burnett Tylor (1832-1917), i quali, nei loro studi sugli amerindi e su altre popolazioni primitive, rivelarono la comune struttura sociale di tribù di diversi paesi: una struttura caratterizzata da un sistema complesso di rapporti, spesso matrilineari e dalla mancanza di proprietà privata e di un apparato repressivo (prigioni, polizia, ecc. L.H. Morgan, ''Ancient society'', Londra, 1877; E.B. Tylor, ''Anahuac'', Londra, 1861). Questo fu per loro lo stato primitivo della nostra civiltà, corrispondente all'antica organizzazione sociale della Grecia antica e di Roma antica. Ma questa traccia, che minacciava di minare alla sua stessa base la morale, la proprietà privata e lo Stato borghese, era troppo pericolosa per gli antropologi accademici, i missionari, gli esploratori che avevano raccolto le prime informazioni dirette sulle civiltà selvagge. Anche questo compito fu lasciato a Marx e a Engels. Da parte sua, la scienza borghese preferì porsi sul terreno del comparativismo di James Frazer (1854-1941) e di Edvard Westermarck (1862-1939) e limitarsi alla raccolta di oggetti d'arte e folclore, alla ricerca delle origini razziali attraverso la misurazione dei crani. Col miglioramento delle comunicazioni e con l'intensificarsi dello sfruttamento coloniale che caratterizzarono gli ultimi decenni dell'Ottocento, i contatti con i popoli primitivi si moltiplicarono. E sebbene nella maggior parte dei casi questi contatti avvenissero unicamente in funzione dello sfruttamento e dello sterminio delle popolazioni indigene, resero anche possibile una maggiore conoscenza dei loro costumi e delle loro credenze. I primi studi antropologici sul posto furono quelli effettuati nel 1871 da Nikolaj Miklucho-Maklaj (1846-1888) nella Nuova Guinea e da una spedizione zoologica nello stretto di Torres e nella Nuova Guinea (1898-1899). Di questa fecero parte Alfred Cort Haddon (1855-1940) e William Rivers (1864-1922). Dal suo canto, Robert Henry Codrington studiò su isole della Melanesia, scoprendo il mana. Ma neanche di queste osservazioni dirette, che valsero a confermare lo schema di organizzazione tribale fornito da Morgan e Tylor, si seppe dare altro che un'interpretazione psicologica, mentre gli aspetti economici seguitarono a essere trascurati. Con il grande contributo di studiosi come Bronisław Malinowski ci si avvierà verso una nuova stagione antropologica e si potrà parlare di nuovi modelli di studio. L'antropologia si muove dalla vecchia prassi, essere antropologo ad inizio novecento significa andare verso le realtà di cui si parla, verificare, riportare, immedesimarsi: nasce la cosiddetta osservazione partecipante, ovvero la capacità di calarsi a fondo in un ambiente sociale diverso dal proprio con il fine di riportare in maniera oggettiva e scientifica ciò che si osserva. Malinowski fu anche tra i primi ad usare nuovi mezzi per ottenere informazioni, per esempio apparecchi di registrazione, strumenti per filmare e soprattutto la macchina fotografica. Oltre a ciò, il grande studioso tenne numerosi diari di appunti sulla popolazione delle Trobriand (il locus antropologico di Malinowski) che saranno pubblicati dopo la sua morte e che rivelarono la grande difficoltà di immedesimarsi dell'antropologo in contesti lontani e molto diversi dal proprio, oltre al fatto dell'mpossibilità di riportare oggettivamente certe realtà. Claude Levi Strauss nel 2005 Negli anni sessanta e anche precedentemente, le discipline antropologiche subirono ulteriori cambiamenti, uno dei più clamorosi fu l'unione con la linguistica (la linguistica strutturale di Saussure) operata da Claude Levi Strauss con la finalità di superare il pregiudizio etnocentrico occidentale e arrivare a riconoscere la presenza di strutture comuni a tutti gli uomini, idea criticata in modo diverso da tutti i post strutturalisti. Nella contemporaneità, dal punto di vista accademico, l'antropologia è suddivisa, nella tradizione di studi italiana, in due aree principali: * l'antropologia fisica (o "antropologia biologica"), che studia l'evoluzione e le caratteristiche fisiche degli esseri umani, la genetica delle popolazioni e le basi biologiche dei comportamenti della specie umana e dei suoi parenti più stretti, le grandi scimmie (primatologia); * le discipline demo-etno-antropologiche, che si occupano degli aspetti socio-culturali ecc. (ad esempio le reti di relazioni sociali, i comportamenti, usi e costumi, gli schemi di parentela, le leggi e istituzioni politiche, le ideologie, religioni e credenze, gli schemi di comportamento, i modi di produzione e consumo o scambio dei beni, i meccanismi percettivi, le relazioni di potere). Grande importanza ha per tale area di studi la ricerca etnografica, spesso considerata come base imprescindibile per riflessioni teoriche ed eventuali comparazioni. Generalmente, quando viene utilizzato il termine ''antropologia'' senza specificazioni, ci si riferisce a questo secondo gruppo. Le definizioni "antropologia culturale", di derivazione statunitense, "antropologia sociale", di provenienza britannica, ed "etnologia", di scuola francese, vengono spesso utilizzate per riferirsi genericamente al campo di studi delle ''scienze antropologiche'' o ''etnoantropologiche''. L'utilizzo di queste etichette comporta diverse letture teoriche dell'antropologia, che possono essere in linea di massima messe in relazione con le diverse tradizioni di studi. Tuttavia vi è ampio consenso nella contemporaneità nell'individuare un'unità epistemologica di fondo del campo disciplinare. In Italia si tende quindi a preferire la dizione "scienze (o discipline) etnoantropologiche" per evitare le implicazioni teoriche della scelta tra etnologia e antropologia ''sociale'' e ''culturale''. In accordo con questa tendenza la voce enciclopedica di riferimento per tale campo di studi è Scienze etnoantropologiche, e in essa viene trattata la storia della disciplina. === Considerazioni generali === Data l'enorme varietà di fenomeni che ricadono nel campo di interesse di questa disciplina e in seguito a evoluzioni storiche delle configurazioni e delle politiche accademiche, e non, relative ad essa, proliferano le direzioni di ricerca ed esiste, di conseguenza, una grande varietà di sottodiscipline istituzionalizzate in corsi e specializzazioni nelle università di tutto il mondo (per citarne solo alcune: antropologia visuale; antropologia dello stato; antropologia economica; antropologia amazzonica; antropologia dello sviluppo; antropologia delle organizzazioni, ecc.). La grande quantità di sottodiscipline e campi di interesse che caratterizza l'antropologia culturale e sociale deve la sua esistenza principalmente alla crisi di due pilastri delle costruzioni teoriche di entrambe: gli stessi concetti di "cultura" e "società". D'altra parte va pur tenuto presente che una qualsiasi società si esprime all'interno di una cultura e una cultura crea il proprio esoscheletro nella società. L'antropologia è quindi "un sapere di frontiera", in quanto “nasce sulla frontiera tra culture diverse”. === Fondamenti filosofici === Immanuel Kant, uno dei maggiori filosofi della storia, viene spesso indicato come contributore del pensiero antropologico Le tradizioni di pensiero moderno che possono essere definite come costituenti una ''antropologia filosofica'', hanno i principali esponenti in Immanuel Kant, Friedrich Hegel, Johann Gottfried Herder, Ralph Waldo Emerson, Friedrich Nietzsche, Max Scheler, Arnold Gehlen e Helmuth Plessner. === Tematiche === * Essere umano e natura (la specie umana, le teorie dell'evoluzione, la primatologia comparata, l'ecologia umana, la paleoantropologia, l'antropologia molecolare) * Società e politica ** politica, la guerra, (la ricerca del potere e dell'autorità) ** Antropologia economica (economia delle società tradizionali, antropologia dell'impresa) * Antropologia culturale e Antropologia dei simboli ** Aspetti simbolici (arte e creatività, simboli gestuali, aspetti visuali, magia e credenze, filosofia e religione) ** Usanze e rituali (giochi della crescita e sociali, parole e comunicazione, riti, costumi) ** Corpo (antropologia medica, tecniche corporali) * Cognizione e mente (educazione, percezione, categorizzazione, teorie della mente) * Disagi e problematiche esistenziali nell'ambito delle professioni di aiuto (Antropologia Filosofica, Antropologia Clinica Esistenziale, Counseling, Consulenza Filosofica). * Modelli e classificazioni sociali (cultura, etnia, identità, ruoli, scambi culturali, reti sociali, gerarchia, generi sessuali) * Antropologia delle religioni (in prospettive storica e comparata, nella definizione di religione e negli aspetti magici e soprannaturali) Sono inoltre strettamente collegate le discipline dell'etno-linguistica, che si occupa delle variazioni linguistiche delle diverse società umane, e l'archeologia e la paletnologia, che indagano le società del passato attraverso i resti materiali che esse hanno lasciato ("cultura materiale").
Agricoltura
Agricoltura egizia L'''agricoltura''' è l'attività umana che consiste nella coltivazione di specie vegetali. Lo scopo basilare dell'agricoltura è ottenere prodotti dalle piante, da utilizzare soprattutto a scopo alimentare. In economia, l'agricoltura rientra nel settore primario. Tradizionalmente è popolarmente riferita alla produzione di risorse vegetali a fini alimentari sia direttamente sia indirettamente tramite produzione animale nell'allevamento. A fini scientifici e giuridici, comunque, entrambe le materie sono comunemente riunite nella più vasta accezione di agricoltura, che abbraccia la coltivazione delle piante , l'allevamento degli animali e lo sfruttamento delle foreste. La definizione a livello burocratico può comprendere anche altre attività derivate da altri settori produttivi a seconda delle politiche attuate nei diversi Paesi in vari periodi: a titolo di esempio parziale in Italia col passare degli anni si sono aggiunte al settore agricolo: forestazione, floricoltura, agriturismo, fattorie didattiche, allevamento cani. Seppur molto spesso legati a convenzioni ed usanze locali, i patroni universalmente riconosciuti per l'agricoltura nel mondo cattolico sono: San Martino di Tours , Sant'Antonio Abate, Sant'Isidoro agricoltore, San Leonardo di Noblac Abate, San Biagio e San Benedetto da Norcia.
La storia e l'evoluzione dell'agricoltura vanno di pari passo con lo sviluppo tecnologico umano e lo sviluppo di conoscenze o tecniche di coltivazione. In generale nella storia dell'agricoltura si passa progressivamente, attraverso varie tappe, da un'agricoltura di sussistenza, ad un'agricoltura estensiva basata su latifondo e la rotazione delle colture fino ad un'agricoltura di tipo intensivo e specializzata, sempre più meccanizzata, con uso di fertilizzanti e tecniche di ingegneria genetica e con finalità di commercializzazione sul relativo mercato agricolo, sebbene questi tipi di coltivazione continuino a coesistere in diverse parti del mondo, legati al livello di sviluppo economico del rispettivo paese di interesse. === Origini === Nel Paleolitico gli uomini erano cacciatori-raccoglitori e si nutrivano con le risorse che la natura offriva loro spontaneamente e cacciando gli animali. Verso il 10.000 a.C., alla fine dell’ultima glaciazione, qualche gruppo umano incomincia a produrre in forma stabile e continua il cibo che prima trovava o cacciava in abbondanza, nacque così l'agricoltura. Le prime ad essere coltivate furono le terre ricche d'acqua dei bacini fluviali come il Nilo e la zona tra il fiume Tigri ed Eufrate, terre che venivano inondate periodicamente dalle piene dei grandi fiumi lasciando i terreni puliti livellati morbidi e fertilizzati dal limo, pronti a essere semplicemente seminati, in cui germogliavano cereali di vario tipo. Dati dalla ricerca molecolare e archeologica generati nel corso degli ultimi 15 anni indicano che l'agricoltura è iniziata in modo indipendente in diverse aree del mondo, e comprendente una vasta gamma di taxa. Almeno 11 regioni del Vecchio e del Nuovo Mondo sono state coinvolte come centri indipendenti di origine, comprendenti regioni geograficamente isolate sulla maggior parte dei continenti, ma molti di più sono stati suggeriti Il primo sviluppo è datato circa 11.500 anni fa, separatamente nella mezzaluna fertile e al Chogha Golan nel moderno Iran, dove orzo selvatico, grano e lenticchie sono stati coltivati e dove le forme domestiche di grano sono apparsi circa 9800 a.C.. L'agricoltura sarebbe quindi evoluta circa 10.000 anni fa attraverso la domesticazione. Pur esistendo esempi di insediamenti stanziali anche notevoli precedenti all'avvio delle coltivazioni, fu l'introduzione dell'agricoltura a portare allo sviluppo di comunità sedentarie di sempre maggiori dimensioni, progressivamente strutturate in villaggi e città. L'economia dell'Egitto era basata sull'agricoltura e fu tra le prime popolazioni a utilizzare l'aratro in legno, e zappa; soprattutto nel bacino del Medio Oriente e del Mediterraneo, l'uomo, abbandonata la vita nomade per insediarsi stabilmente, cominciò ad addomesticare gli animali. L'allevamento garantiva disponibilità di carne e latte, oltreché materie prime come lana e pelli e fino alla scoperta dei motori a scoppio, fu la più importante forza di lavoro come aiuto nell'aratura e nella fertilizzazione del terreno. Dalle analisi sui reperti scheletrici risulta che gli agricoltori, a differenza dei cacciatori-raccoglitori, soffrissero molto più di salute, anemici,con denti cariati, più bassi di 6 centimetri, dovevano lavorare di più e avessero meno varietà di cibi, in compenso avevano più figli. . Il rapporto tra la proprietà della terra e ruolo sociale divenne ben presto fondamentale. Nel mondo classico e latino, il sistema agrario si basava sulla divisione della terra in funzione all'esigenza della città e sull''ager publicus'' oltreché nella rotazione biennale dove, in autunno, circa metà della terra veniva seminata con cereali e l'altra metà veniva lasciata a riposo (maggese). Il secondo anno s'invertivano le due porzioni. ==== Agricoltura nomade ==== Oltre all'allevamento di tipo nomade praticato da millenni da intere popolazioni, vi è anche una coltivazione di tipo nomade che persiste presso alcune popolazioni che vivono in ambiente tropicale che viene chiamata tecnica del taglia e brucia consistente nel disboscamento di un'area boschiva e successivo abbruciamento e semina nel terreno bruciato che esaurita la fertilità viene cambiato di anno in anno. Un'antica consuetudine successivamente scomparsa di agricoltura nomade in ambienti continentali è attestata in Russia chiamata Obščina. === Nuove piante === Durante il Medioevo giunsero in Europa nuove piante portate dagli arabi: riso, cotone, carrubo, pistacchio, spinacio, agrumi. Dopo la scoperta dell'America giunsero il mais, la patata, la zucca, il fagiolo, l'arachide, il pomodoro, il peperone, la papaya e il girasole. === La prima rivoluzione agricola === L'agricoltura basata sulla rotazione triennale e sul maggese rimase predominante fino al XVII secolo. In particolare, nelle Fiandre e nel Brabante il terreno era poco fertile, ma il notevole sviluppo del commercio marittimo fece aumentare notevolmente la domanda di prodotti quali il lino per le tele, i coloranti per il panno, l'orzo e il luppolo per la birra, la canapa per le funi, il tabacco, ecc. La densità della popolazione, inoltre, favoriva lo sviluppo dell'orticoltura e della frutticoltura. Si adottarono quindi nuove tecniche basate sulla rotazione pluriennale e sulla sostituzione del maggese con pascoli per il bestiame, anche per ottenerne concime naturale. Tali innovazioni vennero studiate da esperti europei ed americani. L'inglese Richard Weston visitò le province fiamminghe intorno al 1650 e descrisse in una sua famosa opera, ''A discourse of husbandrie used in Brabant and Flanders'', il loro metodo basato sulla rotazione delle colture (lino, rapa, avena, trifoglio). I nuovi metodi dettero origine al cosiddetto ''sistema di Norfolk'', generalmente considerato il prototipo di una nuova agricoltura che, grazie alla rotazione e ad altri aspetti (recinzioni, grandi aziende, lunghe affittanze, aratro in metallo tirato da cavalli, ecc.), consentì all'Inghilterra di esportare grandi quantità di grano e farine nel periodo 1700-1770. Secondo Paul Bairoch, il notevole sviluppo dell'agricoltura stimolò la successiva rivoluzione industriale grazie alla domanda di aratri e altri attrezzi in metallo. Altri paesi seguirono l'esempio dell'Inghilterra. Ad esempio, in Francia, in cui le tecniche agricole medioevali dominarono fino al 1750, la scuola fisiocratica di François Quesnay propose espressamente fin dal 1756 (data dell'articolo ''Fittavoli'' che Quesnay scrisse per l'Encyclopédie) l'adozione del modello inglese. Giovane contadina italiana, fine Ottocento === La seconda rivoluzione agricola === La rivoluzione industriale chiamò a sé dalle campagne numerosi braccianti che si riversarono verso altri continenti e/o nelle grandi città. In Italia la migrazione fu dal sud verso il triangolo Piemonte/Veneto/Emilia e per contrastarla furono previsti dei piani governativi ossia piani di bonifica delle terre governative che venivano destinate all'agricoltura. Nel corso del XIX secolo migliori strumenti aratori e sistemi di semina, acquisizione sul mercato di nuove sementi e di nuove piante con elevata produttività (mais), la comparsa delle macchine agricole e dei concimi chimici, attuarono una profonda ristrutturazione rurale che stimolò ancora la costruzione di nuove attrezzature e macchine per tutte le esigenze lavorative agrarie. L'attività agricola divenne ben presto di tipo industriale nei Paesi economicamente avvantaggiati, mentre nell'Europa dell'Est, Sud America, Asia e Africa rimasero grandi terreni non coltivati, anche se coltivabili. === Agricoltura moderna === patate Nei secoli l'agricoltura ha avuto sempre primaria importanza per lo sviluppo dei popoli e degli Imperi; nel ventunesimo secolo è spesso degnata di un'attenzione superficiale nelle economie moderne, mentre resta fonte primaria di sussistenza e perno dello sviluppo economico dei paesi più poveri ed arretrati. L'importanza di questa pratica è dimostrata dal fatto di essere a tutti gli effetti una scienza e di essere ormai al confine con numerose altre scienze come la genetica e la biologia sia animale che vegetale. I governi dei paesi industrializzati tra il 1960 e fine anni novanta hanno indotto la cosiddetta rivoluzione verde, ossia hanno investito in maniera consistente nella ricerca agricola, direttamente sui campi degli agricoltori, cercando altri sistemi per incrementare la produzione alimentare con lo sviluppo di prodotti pesticidi e fertilizzanti, incoraggiandoli ad utilizzare queste nuove tecnologie e rivoluzionando le pratiche agrarie, con l'abbandono di quelle tradizionali. L'agricoltura moderna si basa sempre più sull'immissione di energia esterna al sistema sotto forma di fitofarmaci, meccanizzazione, fertilizzanti, ingegneria genetica, tecnologia; si parla quindi di agricoltura intensiva, in contrapposizione all'agricoltura estensiva. Ferme restando le implicazioni negative di una pratica agricola intensiva troppo spinta, la continua crescita dei fabbisogni alimentari mondiali, la necessità di mantenere bassi i prezzi degli alimenti, la riduzione della superficie coltivabile, l'esigenza di coltivare anche in zone nettamente sfavorevoli (talvolta anche per inquinamento) e di poter ottenere prodotti di qualità nutrizionale elevata, pongono gli operatori davanti ad una limitata rosa di scelte. Le pratiche tradizionali usate prima della rivoluzione verde avevano il difetto di non essere in grado di fornire prodotti in larga quantità ed economici, attraenti per i consumatori, ma soprattutto coerenti con gli standard qualitativi e di sicurezza imposti dalla legge nonché adatti ai processi di trasformazione industriale. Una parte di questa agricoltura tradizionale prende il nome di agricoltura biologica, che costituisce comunque una nicchia di mercato di una certa rilevanza e presenta prezzi medio-alti. D'altra parte l'agricoltura intensiva presenta evidenti problemi di sostenibilità e per questo di anno in anno cresce l'esigenza di tecnologia di settore sempre più attenta alle problematiche ambientali. Tra le soluzioni tecnologiche, si è avuto da un lato l'adozione di approcci di lotta integrata, dall'altro il miglioramento dei composti chimici (meno tossici e persistenti) e delle varietà impiegate. In questa ottica si collocano anche gli O.G.M.. === Sviluppo italiano === ''Agricoltura'', formella del Campanile di Giotto, Andrea Pisano, 1334-1336, Firenze Anche se la meccanizzazione ha uno stampo anglosassone, le primissime macchine agricole del XVII secolo, sono il frutto dell'ingegno italiano: * Giuseppe Locatelli costruì la prima semplice seminatrice, composta da un cassetto contenente i semi applicato all'aratro. Procedendo, l'aratro faceva ruotare un distributore a cucchiaio inserito nel cassetto ed il seme cadeva a terra. * Giovanni Cavallina costruì la prima macchina seminatrice meccanica, che con un sistema di ripiani a fori e dei piccoli tubi, deponeva i semi nei solchi appena tracciati dall'aratro. * Nel XIX secolo Lambruschini e i fratelli Ridolfi, costruirono un rovesciatore di tipo elicoidale per sminuzzare le zolle più grosse. La prima forza motrice di tipo meccanico fu la macchina a vapore, utilizzata per far funzionare le trebbiatrici per cereali e le presse per paglia e fieno. Negli Stati Uniti si costruì il primo trattore, la macchina motrice per eccellenza. Erano però macchine pesantissime e difficili da maneggiare. Dopo vent'anni di prove, le industrie Ford fornirono agli agricoltori americani trattori più leggeri, facili da riparare, semplici nella manutenzione, a prezzi accessibili. * nel 1930, le industrie Landini costruirono il primo trattore con motore testa calda, ben utilizzato nelle grandi opere di bonifica e dissodamento. === Agricoltura, agronomia e raccolta === I fattori naturali della produzione vegetale sono i seguenti: * ''Fattori biologici-mutrofici intrinseci'': sono tali le basi genetiche che influenzano l'anatomia, la morfologia (biologia) e la fisiologia delle singole specie agrarie e le caratteristiche specifiche dei loro prodotti. * ''Fattori biologici estrinseci'': sono tali le relazioni ecologiche che si instaurano fra le specie agrarie e gli altri organismi viventi (piante, animali, microrganismi) che popolano l'ecosistema naturale, con interazioni di competizione, predazione, parassitismo, simbiosi, neutralismo, ecc. * ''Fattori climatici'': sono tali i fenomeni dovuti all'interazione dell'atmosfera e del sole con la superficie terrestre nelle sue diverse componenti (litosfera, idrosfera, biosfera). I principali fattori climatici che influenzano la produzione vegetale sono la radiazione solare, la temperatura, le precipitazioni o idrometeore, il vento, l'umidità atmosferica, l'evapotraspirazione, la composizione chimica dell'aria. Di minore rilevanza diretta è invece la pressione atmosferica. * ''Fattori pedologici'': sono tali i fenomeni dovuti all'interazione del terreno con l'idrosfera, l'atmosfera, il sole, l'idrosfera e la biosfera. Il terreno è un ambiente complesso, derivato dalla pedogenesi, generato dall'equilibrio fra la litosfera e gli altri elementi che interagiscono sulla superficie terrestre. Sono fattori pedologici le proprietà fisiche del terreno, le proprietà chimiche, le proprietà biologiche, che nel complesso concorrono a determinarne la fertilità. La vita quotidiana di agricoltori all'opera su una ''terrazza'' delle Cinque Terre (particolare di un murale a Riomaggiore) A differenza della semplice raccolta dei prodotti naturali della terra, l'agricoltura è una tecnica che interviene modificando i fattori naturali della produzione vegetale allo scopo di incrementare, in qualità e quantità, il prodotto. La raccolta, infatti, sfrutta la produzione naturale del tutto subordinata alle esigenze specifiche delle piante e alle dinamiche dell'ecosistema senza alcun intervento dell'uomo. L'agricoltura prevede invece l'intervento dell'uomo nel correggere, a suo favore, le condizioni intrinseche ed estrinseche che determinano la produzione vegetale. Gli interventi dell'uomo che concorrono a delineare un'attività agricola, distinguendola da quella della semplice raccolta, sono ad esempio i seguenti: * ''Interventi sui fattori biologici intrinseci'': sono tali ad esempio la selezione, il miglioramento genetico, le biotecnologie, l'ibridazione, la potatura, l'innesto, la densità di piantagione. Nel complesso questi interventi concorrono a indirizzare la naturale tendenza produttiva delle singole specie agrarie verso specifiche esigenze dell'uomo. * ''Interventi sui fattori biologici estrinseci'': sono tali ad esempio il diserbo, la fitoiatria e la difesa dei vegetali in senso lato, che mirano a contenere i fenomeni di antagonismo biologico, altri come la consociazione o forme più o meno avanzate di biotecnologia (micorizzazione, batterizzazione e altre forme di inoculo di organismi simbionti), mirano a promuovere fenomeni di sinergia biologica. Altri ancora, come l'avvicendamento colturale, hanno un ruolo complesso nel determinare l'equilibrio fra antagonismi e sinergie. * ''Interventi sui fattori climatici'': sono tali ad esempio gli apprestamenti protettivi mirati a ridurre l'influenza negativa del clima o potenziarne quella positiva fino a correggere drasticamente uno o più fattori. Sono interventi sui fattori climatici l'allestimento di frangiventi, di opere di protezione dal freddo (serra, tunnel, pacciamatura, ecc.), l'irrigazione. Meno palese è il ruolo svolto da altre pratiche agricole in quanto si tratta di forme di adattamento a condizioni climatiche esistenti: sono tali la scelta dell'epoca di semina, il trapianto, la scelta varietale, la densità di piantagione, l'orientamento dei filari, alcune lavorazioni del terreno, ecc. * ''Interventi sui fattori pedologici'': sono i più complessi perché trattasi di azioni che possono modificare contemporaneamente differenti proprietà del terreno. Sono tali le lavorazioni del terreno e l'ammendamento, che influenzano principalmente (ma non solo) le proprietà fisiche, la fertilizzazione, che influenza principalmente le proprietà chimiche ma ha un ruolo non secondario anche su quelle fisiche e biologiche, l'irrigazione, che influenza le proprietà fisiche, chimiche e biologiche, ecc. Coltivazione in serra delle fragole L'agronomia è una scienza applicata che studia il ruolo dei singoli fattori della produzione vegetale e le interazioni reciproche, elabora le tecniche agricole con il coordinamento dei fattori a differenti livelli, al fine di ottimizzare la produzione ai fini economici. Per estensione agronomia e agricoltura sono talvolta usati come sinonimi, tuttavia, a rigore l'agronomia è una scienza applicata collegata alle altre scienze (biologia, chimica, fisica, geologia, ecc.), il cui ambito principale d'applicazione è l'agricoltura. L'agricoltura è invece un insieme di tecniche che riassumono le conoscenze empiriche tramandate di generazione in generazione in una pratica millenaria e quelle tecniche fornite dalla ricerca scientifica in campo agronomico. Le varie forme di agricoltura derivano dal ruolo ponderale che hanno, da un lato, l'agronomia e, dall'altro, la tradizione. === Anno internazionale dell'agricoltura familiare === Logo dell'anno internazionale dell'agricoltura familiare Durante la 66ª sessione dell'assemblea generale delle Nazioni Unite, il 2014 è stato formalmente dichiarato “Anno internazionale dell'agricoltura familiare” (IYFF). La FAO è stata invitata a facilitarne la realizzazione, in collaborazione con i governi, le agenzie di sviluppo internazionale, le organizzazioni di agricoltori e altre organizzazioni attinenti al sistema delle Nazioni Unite; così come le organizzazioni non governative. L'obiettivo dell'anno internazionale è quello di riposizionare l'agricoltura familiare al centro delle politiche agricole, ambientali e sociali delle agende nazionali per individuare le lacune e le opportunità esistenti e per promuovere uno sviluppo più equo e bilanciato. L'anno internazionale dell'agricoltura familiare intende promuovere il dibattito e la cooperazione a livello nazionale, regionale e globale con lo scopo di identificare al meglio le sfide affrontate dagli agricoltori per poter efficacemente sostenere sia loro che le loro famiglie. centro Fonte: http://dati.istat.it/Index.aspx?DataSetCode=DCSP_COLTIVAZIONI il dipinto "Campo di grano" di Vincent van Gogh Molti artisti, soprattutto nel XIX secolo in coincidenza con il trionfo dell'Impressionismo e della pittura ''en plein air'', hanno scelto la vita dei campi come oggetto delle loro opere. Colui che sovrasta tutti gli altri per la capacità di raccontare la fatica della povera gente e di dare un senso umile e religioso a quella fatica è Vincent van Gogh, il pittore visionario morto suicida quando aveva appena 37 anni. Ad Arles, nel sud della Francia, s'innamorò dei colori della campagna provenzale. Usciva di casa all'alba, raggiungeva i campi, e dipingeva fino a sera, ne uscì il quadro "La mietitura". Aveva adottato gli stessi orari e si sottoponeva alla stessa fatica dei contadini ed alla fine della giornata ne coglieva i frutti: un quadro carico di colori incredibili e gioiosi. Nell'ultimo periodo della sua vita, i campi si trasformarono in oscuri presagi di sventura. Ad Auvers-sur-Oise, nei dintorni di Parigi, dipinse immagini sempre più cupe. Il suo ultimo soggetto fu un campo di grano sorvolato da uno stormo di corvi. In quel campo, pochi giorni dopo, si sparò un colpo di rivoltella al fianco.
Architettura
Incisione dell'interno del Pantheon ; ''Pierers Konversationslexikon encyclopedia'', editore: Joseph Kürschner, 1891. Il Pantheon è attribuito all'architetto Apollodoro di Damasco L'''architettura''' è la disciplina che ha come scopo l'organizzazione dello spazio a qualsiasi scala, ma principalmente quella in cui vive l'essere umano. Semplificando si può dire che essa attiene principalmente alla progettazione e costruzione di un immobile o dell'ambiente costruito. In essa concorrono aspetti tecnici ed artistici. Insieme alla scultura, fa parte delle cosiddette arti visive plastiche. Da quando l'uomo ha avuto capacità cognitive tali da potersi organizzare in civiltà, l'architettura è sempre esistita. L'architettura è nata anzitutto per soddisfare le necessità biologiche dell'uomo quali la protezione dagli agenti atmosferici, e proprio per questo è tra le discipline maggiormente presenti in tutte le civiltà. Solo in un secondo momento, con lo sviluppo della divisione del lavoro nella società, alla funzione primaria vennero aggiunte funzioni secondarie in numero sempre crescente. Con la comparsa di caratteri estetici si ebbe la nascita dell'architettura anche come arte visiva, dotata però di proprie caratteristiche peculiari. Sarebbe riduttivo anche parlare di valori estetici in quanto una buona architettura è spesso frutto di valori etici e di uno studio antropologico. Definire l'architettura risulta difficile in quanto il fenomeno architettonico è stato sempre presente nella cultura dell'uomo, acquistando caratteristiche, definizioni, funzioni, aspetti spaziali e costruttivi spesso differenti o addirittura contrastanti da civiltà a civiltà o da epoca ad epoca.
"Architettura" deriva da architetto, termine derivato nelle lingue occidentali dal latino ''architectus'', ma di origine greca: (pronuncia ''architéktōn''), parola composta dai termini ἀρχή (árche) e τέκτων (técton) che significa "ingegnere", "capo costruttore", "primo artefice" o proprio "architetto". Il primo termine, ἀρχή – connesso con ἀρχειν (árchein), “principiare”, “comandare” –, esprime in greco antico il significato di "impresa", "partenza", "origine", "fondazione" o "guida". Introdotto da Anassimandro, ἀρχή trova nella ''Metafisica'' di Aristotele (V, 1, 1012b-1013a) la sua prima completa definizione, conservatasi fino alla modernità. Aristotele distingue almeno sei accezioni del termine, riconducibili ai due significati principali di ἀρχή, ossia primo per importanza o primo in ordine temporale. Quando primato valoriale e primato temporale coincidono, ἀρχή esprime la divinità: Dio come massimo valore e causa prima di tutte le cose. Il secondo termine, τέκτων (técton), richiama diversi significati, tra i quali "inventare", "creare", "plasmare", "costruire": il fare tecnico ma anche l'arte, il fare manuale ma anche l'artigianato. L'unione dei due termini in ἀρχιτέκτων la troviamo per la prima volta da Erodoto, ''Storie'' (III, 60, 4), e vuole indicare chi provveda a dar norma razionale alla costruzione di alcunché. Il riferimento all'edilizia o all'abitazione non è affatto esplicito; anzi, l'ἀρχιτέκτων originariamente si occupa di quanto è "costruibile" in generale. Questa interpretazione è sancita da Vitruvio, il quale definisce l'architettura come attività che "nascitur ex fabrica et ratiocinatione", cioè dalla capacità fabbricativa congiunta alla consapevolezza teorica. Altro aspetto interessante è costituito dalla permanenza fonetica e dalla somiglianza letterale e dalla somiglianza grafica che il termine ha conservato in molte lingue europee: ''architecture'' in francese, ''architecture'' in inglese, ''arquitectura'' in spagnolo, ''architektur'' in tedesco (che però gli aggiunge il termine ''baukunst'' che letteralmente significa "arte del costruire"). === Antichità === Il primo vero trattato di architettura è il ''De architectura'' di Vitruvio, in cui viene data una prima definizione della disciplina e si delinea la figura dell'architetto e delle sue conoscenze. Il ''De architectura'' influenzerà in particolar modo l'architettura dal secolo XV al secolo XIX. === Medioevo === Nel Medioevo l'architettura è assimilata alle ''artes mechanicae'' da filosofi quali Scoto Eurigenia e Ugo di San Vittore. Durante il periodo romanico e quello gotico la figura più simile a quella dell'architetto, era quella del capomastro, un ''magister operis'' che dopo anni di esperienza curava la progettazione dell'edificio e l'andamento del cantiere. === Rinascimento e Umanesimo === Mentre nel resto dell'Europa il gotico resterà lo stile predominante per lungo tempo, in Italia il Rinascimento pone l'architettura sotto una nuova luce. Uno dei trattati fondamentali fu il ''De re aedificatoria'' di Leon Battista Alberti che si rifà alla triade Vitruviana (''firmitas'', ''utilitas'', ''venustas''). Nel secoli XV e XVI si sviluppò il concetto di città ideale, per la prima volta l'architettura si interessa alla città e alla corretta disposizione dei suoi elementi. Fu durante l'umanesimo invece il passaggio dell'architetto da artista-artigiano a quello di artista scienziato universale. Particolarmente importante fu anche la figura del Vignola che contribuì a creare un lessico uniforme dell'architettura mediante la catalogazione degli ordini architettonici classici. === Il Seicento === L'antropocentrismo rinascimentale viene sostituito da un'indagine volta alla sintesi della contrapposizione tra infinitezza e centralità. Grazie anche alle scoperte tecniche e matematiche si generano concezioni architettoniche basate sulla riscoperta della natura come elemento scenografico, sul dinamismo e sul movimento. Gli schemi classici vengono modificati dall'inserimento di linee curve e si adottano soluzioni che aprono le porte alla modernità. === Il Settecento === Nel corso del secolo XVIII vi è la nascita del concetto di estetica e di una grande riflessione su questo termine da parte dei filosofi e storici del tempo (Giambattista Vico, Immanuel Kant). Carlo Lodoli e Giovanni Battista Piranesi teorizzarono per primi un'architettura priva di ornamenti, senza concessioni all'effimero piacere visivo e che tenesse in massima considerazione l'utilità e la finalità funzionale. Anche grazie alla Rivoluzione industriale, gli architetti vengono chiamati a progettare gli oggetti da realizzare in serie, è il caso della manifattura Etruria di Josiah Wedgwood, primo caso di disegno industriale modernamente inteso. === L'Ottocento === Palazzo De Parente di Gaetano Koch (1887) a piazza Cavour Roma È durante l'Ottocento che avviene la definitiva scissione della professione di ingegnere da quella dell'architetto; in più mentre alcune facoltà di ingegneria si andranno formando in Europa nelle università, l'architettura verrà confinata nelle accademie di belle arti, rimanendo in alcuni casi un mero esercizio artistico, lontana da questioni di ordine pratico e funzionale. Negli Stati Uniti d'America si sviluppa invece la scuola di Chicago, in cui l'architettura si troverà a confrontarsi con edifici molto alti e con un materiale nuovo: il calcestruzzo armato. In Francia, grazie al contributo di Viollet-Le-Duc, nasce il restauro e un intenso dibattito attorno a questa disciplina coinvolgerà anche l'Inghilterra prima (John Ruskin e William Morris) e l'Italia poi (Camillo Boito e Luca Beltrami). === Il Novecento e il Razionalismo === Una serie di fattori, fra cui la teoria dell''einfuhlung'' dell'Art Nouveau e quella della ''pura visibilità'' di Konrad Fiedler, la questione delle abitazioni popolari nata dalla prima guerra mondiale, i conflitti fra le classi sociali, porteranno alla nascita in architettura di quel movimento progettuale e teorico chiamato razionalismo. Città Universitaria di Marcello Piacentini a Roma L'architettura farà propria tutta una serie di discipline per poter permettere all'architetto di arrivare a progettare dagli oggetti più piccoli a quelli più grandi; si tenderà ad eliminare qualsiasi velleità artistica dal concetto di architettura in favore di opere maggiormente improntate all'utilità e al servizio della gente. Tra i grandi teorici e fautori di questo movimento vi sono stati Le Corbusier, Walter Gropius, Ludwig Mies van der Rohe, Frank Lloyd Wright. Tra gli altri grandi maestri del Novecento si ricordano Alvar Aalto, Oscar Niemeyer e Kenzō Tange. In Italia grande importanza ha avuto l'esperienza futurista di Antonio Sant'Elia e Mario Chiattone. Sempre in Italia vale la pena ricordare Marcello Piacentini, Pier Luigi Nervi, Ludovico Quaroni, Michele Valori, Bruno Zevi, Aldo Loris Rossi. La Passerella delle Due Rive di Marc Mimram sul Reno, Jardin des deux rives, Strasburgo === Definizioni === Data la vastità e la complessità della disciplina, è pressoché impossibile dare una definizione univoca che descriva cosa sia l'architettura; di seguito ne vengono riportate alcune celebri e significative. * ''Il sapere dell'architetto è ricco degli apporti di numerosi ambiti disciplinari e di conoscenze relative a vari campi, e al suo giudizio vengono sottoposti i risultati prodotti da altre tecniche.'' Vitruvio, ''De architectura'', 25 a.C. circa; * ''Architettore chiamerò io colui, il quale saprà con certa, e meravigliosa ragione, e regola, sì con la mente, e con lo animo divisare; sì con la opera recare a fine tutte quelle cose, le quali mediante movimenti dei pesi, congiungimenti, e ammassamenti di corpi, si possono con gran dignità accomodare benissimo all'uso de gli homini.'' Leon Battista Alberti, ''De re aedificatoria'', 1450 circa; * ''Cos'è l'architettura? La definirò io, con Vitruvio, l'arte del costruire? Certamente No. Vi è, in questa definizione, un errore grossolano. Vitruvio prende l'effetto per la causa. La concezione dell'opera ne precede l'esecuzione. '' - Étienne-Louis Boullée, 1780; * ''L'Architettura è l'arte di fabbricare.'' - Francesco Milizia, ''Principii di architettura civile'', 1781; * ''L'architettura è l'arte di disporre e di adornare gli edifici, innalzati dall'uomo per qualsivoglia scopo, in modo che la loro semplice vista possa contribuire alla sanità, alla forza, al godimento dello spirito.'' - John Ruskin, ''Lectures on Architecture and Painting'', 1854; * ''Il mio concetto di architettura abbraccia l'intero ambiente della vita umana; non possiamo sottrarci all'architettura, finché facciamo parte della civiltà, poiché essa rappresenta l'insieme delle modifiche e delle alterazioni operate sulla superficie terrestre, in vista delle necessità umane, eccettuato il puro deserto'' - William Morris, ''Prospects of Architecture in Civilization'', 1881; * ''La casa deve piacere a tutti. A differenza dell'opera d'arte che non ha bisogno di piacere a nessuno. … Dunque la casa non avrebbe niente a che vedere con l'arte e l'architettura non sarebbe da annoverare tra le arti: proprio così. … Se in un bosco troviamo un tumulo lungo sei piedi e largo tre, disposto con la pala a forma di piramide, ci facciamo seri e qualcosa dice dentro di noi: qui è sepolto un uomo. Questa è Architettura'' - Adolf Loos, ''Parole nel vuoto'', 1910; * ''L'architettura è il gioco sapiente, rigoroso e magnifico dei volumi nella luce'' - Le Corbusier, ''Verso una architettura'', 1923; * ''Chiarezza costruttiva portata alla sua espressione esatta. Questo è ciò che io chiamo architettura'' - Ludwig Mies van der Rohe, 1925; *''L'architettura è in qualche modo un ordinare l'ambiente che ci sta intorno, un offrire migliori possibilità all'insediamento umano.'' - Vittorio Gregotti, ''Il territorio dell'architettura'', 1966; * ''L'architettura è la più antica professione sulla terra, l'arte del costruire, ma anche l'arte di rappresentare le cose.'' - Renzo Piano, 2007 * L'architettura nasce dalla civiltà di un popolo, da un'industria attrezzata, da scuole serie e selezionatrici, dall'educazione della gente, dall'onestà delle imprese, da buone semplici sensate legislazioni e da un minimo di fede nell'avvenire. - Michele Valori === I tre fattori dell'architettura === Un celebre crollo: il Campanile di San Marco, a Venezia, in seguito ai danni di un fulmine fu restaurato male e rovinò il 14 luglio 1902 (l'immagine è tuttavia una elaborazione e non una vera foto). Una delle definizioni più antiche risale a Marco Vitruvio Pollione, l'architettura è un insieme di tre fattori o meglio tre categorie: * ''firmitas'' (solidità); * ''utilitas'' (funzione, destinazione d'uso); * ''venustas'' (bellezza). In altre parole nell'architettura si devono ritrovare qualità: # strutturali # funzionali # estetiche Senza stabilità l'architettura è pericolosa ed effimera; senza utilità l'architettura fine a sé stessa è semplicemente una scultura in larga scala; senza bellezza (come sottolineano Ruskin, Le Corbusier e Pevsner) si parla solo di edilizia. In ogni edificio questi tre aspetti sono di vitale importanza, anche se durante le epoche storiche non sempre ebbero il medesimo peso. Si pensi per esempio all'architettura del cosiddetto Movimento Moderno: il fattore estetico inteso come mera decorazione era volutamente trascurato nella progettazione, focalizzata solo sulla funzione degli edifici; dalla semplicità essenziale scaturì tuttavia una naturale valenza estetica. Un'evoluzione di questa prima definizione è stata per esempio data nel 1624 da Sir Henry Wotton, che nel suo ''Elements of Architecture'' parlava di tre imperativi dell'opera architettonica: robustezza, funzionalità e piacere, ovvero solidità dei materiali e della costruzione (=stabilità), adattamento razionale degli spazi alle loro finalità (=utilità) e produzione di un piacere estetico (=bellezza). Questi tre fattori possono essere messi in un'ipotetica scala gerarchica: un edificio ha innanzitutto bisogno di stare in piedi, poi può ricoprire una funzione per la società, infine può essere costruito secondo criteri estetici; ma l'attenzione alla bellezza non può venire prima dell'attribuzione di una destinazione, né qualsiasi uso o decorazione possono essere messi in atto se manca la stabilità strutturale. ==== Architettura e stabilità: la statica ==== Per garantire stabilità a un edificio si deve ricorrere alle nozioni della statica e della scienza delle costruzioni, cioè a quei principi di fisica, chimica e meccanica che assicurano l'equilibrio della costruzione, cioè lo ''stare in piedi'' e non crollare. Le forze che agiscono su una costruzione sono molteplici: innanzitutto il peso proprio della struttura, i carichi accidentali (persone, arredi, merci depositate...); poi vi sono le forze esterne, dovute agli agenti atmosferici (vento, peso della neve), ad eventi ordinari (oscillazioni del traffico stradale, spinta del corso dell'acqua su un ponte) o straordinari (sismi, bufere) o ad altro. Nonostante i carichi possano essere numerosi e la struttura molto complessa, gli edifici vengono sollecitati da soli due tipi di azione: trazione e compressione. Essendo ogni forza compensata da un'altra di pari grandezza ma di direzione opposta, la condizione di equilibrio viene raggiunta quando la somma di tutte le forze e dei loro momenti è zero. ==== Architettura e utilità: opera architettonica o opera scultorea? ==== Architettura come spazio interno, Basilica di Sant'Apollinare in Classe, Ravenna. Secondo il critico Bruno Zevi il criterio distintivo dell'architettura era lo spazio interno: la presenza o meno di un ambiente abitabile e usufruibile per l'uomo era la ''condicio sine qua non'' si poteva parlare di architettura; tutto il resto era in funzione di questo assunto. Le conseguenze di questa affermazione sono che edifici fatti senza spazio interno (o con uno spazio irrilevante) non sarebbero architettura: Zevi indicava come esempio lampante le Piramidi di Giza, enormi "sculture" all'aperto, ma non architetture; nemmeno il tempio greco era architettura, poiché la sua limitata cella era destinata all'abitazione simbolica del dio e non all'uso degli individui, che svolgevano le cerimonie religiose all'esterno. Walter Gropius era sostanzialmente d'accordo con questa definizione, anche se la adattò in senso più astratto: per lui l'architettura era l'arte di organizzare lo spazio e si esprime per mezzo della costruzione di edifici. La definizione di Zevi è logica, ma è molto rigida ed esclude dal campo d'indagine dell'architettura molte opere tradizionalmente considerate "architettoniche". Un suo superamento si può avere considerando anche la struttura e la costruzione di un'opera: quando un fabbricato viene murato secondo i criteri dell'edilizia, anche se non ha uno spazio interno, ecco che comunque si può parlare di edificio, non di scultura. È chiaro pertanto nel nostro modo di pensare che una scultura nasca dallo "scolpire" (ovvero dal ''togliere'') e un edificio dal "murare" (ovvero dal ''mettere''): ecco che quindi il Monte Rushmore, per quanto colossale, è considerato intuitivamente scultura e le Piramidi, anche se fossero prive di qualsiasi ambiente interno, architettura. Una via di mezzo tra le due concezioni è guardare invece alla funzione delle strutture "costruite" che definiamo edifici: grazie all'utilità (sia accogliere la salma di un faraone, lo spirito di un dio o una comunità in preghiera) possiamo parlare di architettura, altrimenti si parla semplicemente di scultura in grande scala. Così vengono ricomprese nell'architettura anche strutture "aperte" come i ponti o gli anfiteatri. ==== Architettura e bellezza: opera architettonica o opera edilizia? ==== Edilizia: una rimessa di biciclette ad Amsterdam. L'edilizia in genere può essere definita come la costruzione di edifici per fini pratici (difendersi dagli agenti atmosferici): non è necessariamente contemplata la componente estetica, cioè non è detto che vengano dati all'edificio connotati di "bellezza". Fino ad alcuni secoli fa la discriminante era la presenza o meno di un progetto teorico a monte, di un disegno. Nel ventunesimo secolo questa distinzione si è un po' complicata perché nel mondo moderno sono scomparse quelle forme di edilizia ''spontanea'' priva di progetto e l'uso del disegno è necessario anche in opere di semplice edilizia. Si può dire che per parlare di "estetica" di un'opera architettonica ci deve essere un'idea, un concetto formale, che si aggiunga alle considerazioni strutturali e funzionali, e si espliciti nella forma dell'opera architettonica (in questo senso può esistere anche un'architettura spontanea). In altre parole serve che ci sia un elemento di "gratuità" intesa nel senso greco del termine (di bellezza, grazia, e di gratuità come la intendiamo noi), cioè una ricerca del bello senza condizionamenti. Si esprime così la volontà di espressione dell'architetto determinata dal suo sentire estetico e artistico. Architettura: il Capitolo della Cattedrale di Lincoln, Inghilterra. Esiste anche infatti una separazione tra colui che si occupa prevalentemente (ma non solo) di aspetti tecnici strutturali, l'ingegnere, e colui che si dedica più in generale ad aspetti estetici, l'architetto (anche se nel ventunesimo secolo i due campi hanno confini ormai molto labili). Tra i tre elementi basilari dell'architettura quello visivo, in senso spaziale e monumentale, è quello che ci impressiona maggiormente. Le qualità strutturali (cioè come l'edificio faccia a stare in piedi) sono infatti spesso nascoste o pienamente comprensibili solo dagli esperti del settore; le qualità funzionali sono invece spesso date per scontate od ovvie e sebbene ci possano impressionare positivamente non riescono a colpirci profondamente come la monumentalità. Ad esempio si può restare colpiti dalla comodità di una stazione ferroviaria o dall'accoglienza di una chiesa, ma è più facile che ci resti scolpita nella memoria la sensazione di bellezza e di imponenza degli edifici stessi. Lo stesso Pevsner individua tre elementi che contribuiscono al raggiungimento di un effetto estetico: * il trattamento delle superfici, i rapporti tra pieni e vuoti, la disposizione delle aperture e la presenza di un apparato decorativo; * la relazione tra i diversi blocchi che costituiscono un edificio e la loro articolazione volumetrica; * l'effetto sensoriale che scaturisce dal trattamento degli interni e dalla disposizione dei vari ambienti. L'architettura si configura quindi come un'arte spaziale, capace di modellare le superfici ed i volumi con gli stessi criteri di percezione e comunicazione visiva dei pittori e degli scultori, che non si riduce alla sola componente visiva, ma che è anche legata alle sensazioni che vivere uno spazio (oltre che vederlo) riesce a trasmettere. === Architettura e volume === Piramidi di Giza. Tra i fattori costitutivi dell'architettura c'è la valutazione del ''volume costruito'', cioè del modo di disporsi e rapportarsi degli edifici nello spazio. Si hanno così due estremi, tra i quali esiste una vasta gamma di possibilità: # architetture in funzione del solo volume. # architetture in funzione del solo spazio. Con spazio si intende uno spazio "artificiale" creato dalla costruzione, che sia finito, ordinato e protetto, a differenza dello spazio naturale aperto. Un esempio di architettura di solo volume è una forma pura come quella delle Piramidi, la cui struttura è dettata dal raggiungimento di una forma esterna e si disinteressa quasi completamente dello spazio interno. Un caso opposto di architettura eretta a partire dello spazio può essere quello di una basilica cristiana, nella quale la costruzione esterna può essere vista come un semplice involucro determinato dallo spazio interno. Un esempio di compenetrazione intermedia può essere quello del tempio greco, dove spazi vuoti e pieni sono determinati da precisi rapporti, con alcuni elementi di volume indipendente, come le colonne, e altri che invece perderebbero di significato se isolati dal contesto dell'edificio al quale appartengono. Lo studio della storia dell'architettura non è solo un mero esercizio di individuazione degli stili e delle tecniche e della loro evoluzione nel tempo. È importante capire anche quali sono i fini che una società rispetto a un edificio, le conoscenze tecniche e i materiali disponibili che hanno determinato la costruzione. Per esempio si possono elencare le differenze oggettive tra: un tempio greco dell'antichità e una chiesa. Nell'antichità le funzioni religiose avvenivano all'esterno dell'edificio: la cella era riservata alla simbolica residenza del dio, qui accedevano solo pochissimi sacerdoti, mentre nella chiesa la comunità dei fedeli si riuniva al suo interno, quindi è chiaro che l'edificio diventava luogo chiuso dove praticare le ritualità religiose. Nella realizzazione di un'opera architettonica hanno da sempre concorso sia le richieste di una committenza sia l'estro e la fantasia degli artisti. La mancanza di fatto di edifici fini a sé stessi (quando si costruisce c'è sempre almeno uno scopo pratico per il quale la costruzione è destinata) fa sì che l'aspetto della convergenza degli interessi di artisti e committenti sia rimasto un concetto chiave, rispetto ad altre forme di attività artistica dove l'artefice si è ormai affrancato dalla domanda. La Cattedrale di Brasilia di Oscar Niemeyer: la sua architettura è carica di riferimenti simbolici. I primi esempi di "architettura" come unione di stabilità, funzionalità e bellezza non sono quindi da ricercare nell'edilizia di tipo abitativo (in antico dettata solo da basilari esigenze di sussistenza), ma negli edifici collettivi (religiosi o civili) di quelle prime civiltà come quella mesopotamica o egizia: in tali opere confluivano infatti tutti gli sforzi di una comunità, compresa l'esigenza di abbellimento quale specchio del suo prestigio e della sua ricchezza. Un'architettura istintivamente votata alla bellezza si rintraccia già all'origine della civiltà, ma è comunque con il tempio greco che la maggior parte degli studiosi concordano nello stabilire almeno un punto fermo nell'evoluzione dell'arte del costruire: un primo traguardo inequivocabile di struttura architettonica completa di valenze progettuali, estetiche e funzionali, corroborata dalla teorizzazione degli ordini architettonici. I tre tipi di ordine (dorico, ionico e corinzio) infatti sono relativi a questioni puramente estetiche e la loro nascita indica come ormai non si guardasse più all'edificio solo secondo un punto di vista funzionale. Negli edifici infine sono confluiti nel tempo tutta una serie di valori, con diversi gradi di intensità, che ne hanno influenzato la storia e la forma: * valori funzionali, legati cioè a determinati bisogni dell'individuo e della società; * valori simbolici, rapportati a realtà di altro ordine; * valori sacri, della sfera religiosa; * valori sociali, in relazione ai caratteri e alla configurazione della società; * altri valori (personali del committente o dell'architetto, valori universali, ecc.) L'effetto estetico non scaturisce quindi da un mero impatto visivo: ad esempio, nelle architetture riconducibili al Movimento Moderno, lo spazio viene modellato sulla base di precise esigenze funzionali e quindi il raggiungimento di un risultato estetico deriva dal perfetto adempimento di una funzione. Colle di Val d'Elsa: l'edificio della filiale della Banca Monte dei Paschi di Siena In definitiva l'architettura, più che espressione del singolo individuo (l'architetto) è quella di un ambiente, di un'epoca, di una società: tutt'al più, proprio valutando il maggiore o minore apporto personale dell'architetto rispetto al contesto generale, emergerà con più o meno forza il suo "genio". Nell'architettura high-tech, che vede nel Centre Pompidou di Renzo Piano una delle opere paradigmatiche, sono gli aspetti tecnici e strutturali che delineano i canoni di una nuova estetica, più aperta alle innovazioni tecnologiche e che porta di fatto ad un superamento della costante e dannosa dicotomia tra architetti ed ingegneri. === Lo "sguardo architettonico" === Galleria di Palazzo Spada, opera di Francesco Borromini. La galleria è lunga 8,82 metri, ma dà l'impressione di una trentina di metri. L'architettura, a differenza di altre forme artistiche quali per esempio la pittura e la scultura, non si presenta in maniera "completa" allo spettatore: per esempio un dipinto è fatto per essere visto standogli di fronte, una scultura può richiedere di girarci intorno, ma di un'architettura si possono avere solo delle impressioni parziali dell'insieme: ad esempio solo la facciata dell'edificio, solo una stanza per volta, solo una veduta in pianta. Soltanto con uno sforzo intellettivo possiamo quindi valutare l'insieme reale di un complesso architettonico. Su questo aspetto di esperienza "parziale" dell'osservatore a volte alcuni architetti ed artisti hanno anche giocato: si pensi solo all'esempio della ''galleria prospettica'' di Palazzo Spada a Roma, dove Francesco Borromini deformò gli elementi architettonici per dare l'idea di una grande profondità che in realtà non esiste. Witelo, un matematico e fisico del XIII secolo originario della Slesia, scriveva che «L'occhio non può comprendere la forma vera delle cose con il semplice sguardo (''aspectus''), ma sì con l'intuizione diligente (''obtudus'')». L''obtudus'' è quindi un sguardo penetrante, raziocinate, mentre l''aspectus'' è la semplice visione esteriore: va da sé che solo con l'uso del primo si può comprendere un'opera architettonica, mentre l''aspectus'' è sufficiente per la pittura e gran parte della scultura. La percezione dello spazio è un aspetto complesso dell'esperienza umana e non è riducibile al senso della vista. Ammirare la foto di un edificio in una rivista e visitare lo stesso edificio inserito nell'ambiente costituiscono esperienze diverse, incomparabili. Ancora, più visite allo stesso edificio possono dare sensazioni molto diverse, ad esempio a seconda dell'ora del giorno e della stagione. Per cogliere la ricchezza dell'architettura è necessario farne esperienza diretta. Basilica di Saint Denis, presso Parigi (opera di Emil Pierre Joseph de Cauwer). Un altro elemento di difficoltà è rappresentato dalla costante evoluzione nei secoli delle forme degli edifici, in relazione al mutare delle necessità della società. I grandi edifici antichi non venivano considerati come opere "finite", al pari di una quadro o di una statua, ma venivano periodicamente modificati e aggiornati, acquisendo una sorta di "vita" evolutiva: alcuni parlano in questo caso di ''formatività'', intesa come il processo dinamico a più riprese di invenzione e produzione. Per questo davanti ad un'opera del passato, in maniera più frequente davanti ad un'opera architettonica, dobbiamo immaginare di sfogliare strati a "cipolla" di aggiunte, manomissioni e sottrazioni di epoche diverse. Questa difficoltà di percezione ha come conseguenza che sia difficile avere un'esperienza "univoca" dell'architettura e il concetto stesso di quest'arte è difficilmente inquadrabile in termini assoluti, come testimoniano anche la grande varietà di definizioni che si sono succedute nei secoli. Una corretta percezione di una costruzione dà luogo alla comprensione della ''forma architettonica''. La forma architettonica è la summa di tre fattori sostanziali, combinati organicamente e non in gerarchia: # Le strutture (gli elementi costruttivi) # Lo spazio (inteso come la disposizione nell'ambiente con volumi pieni e vuoti) # Il disegno Una perfetta fusione di questi tre fattori dà un'opera architettonica quale "opera d'arte". Un esempio possono essere i pilastri gotici di una basilica come Saint Denis presso Parigi: la ''struttura'' è composta dai conci di pietra appositamente scolpiti e sovrapposti; questa struttura dà vita a uno spazio pieno, cioè al volume stesso del pilastro, che si estende nello spazio vuoto della navata; questo volume ha un disegno tridimensionale, che però non è dovuto solo a motivi decorativi, ma ciascuna semicolonnina che vi si affaccia si prolunga in precisi elementi architettonici (degli archi, del cleristorio, fino ai costoloni delle volte), per cui si può dire che i tre fattori sono inestricabilmente collegati. L'architettura, la cui vastità deriva anche dai vari campi cui essa può essere applicata, si suddivide in diverse branche; al di là della progettazione del singolo edificio, vi sono infatti una serie di interventi propri dell'architettura che definiscono le varie discipline in cui essa si articola. === Progettazione architettonica ed urbana === La progettazione architettonica è una delle discipline principali su cui si fonda l'architettura. Il progetto è l'elaborazione teorica che precede la realizzazione dell'oggetto architettonico, espresso in un certo numero di grafici (sezioni, piante, prospetti, render, ecc.) ed elaborati (computo metrico, analisi strutturale, VIA, ecc.). Esso si basa sulle indicazioni fornite dalla committenza e su una serie di indagini e studi effettuati dallo stesso architetto anche in concertazione con altre figure professionali; tali studi possono essere estremamente variegati ed abbracciare molteplici discipline. Il progetto architettonico può essere esemplificato in tre fasi principali: * una preliminare nella quale si descrive graficamente l'opera da realizzare e si esplicano i vari vincoli desunti dalle indagini effettuate; * una definitiva composta dai grafici utili a comprendere l'opera in tutte le sue parti e da una serie di relazioni inerenti alla descrizione completa dell'area d'intervento; * una esecutiva costituita da tutti i grafici relativi alla realizzazione del manufatto, compresi i dettagli in opportuna scala, e tutti gli studi di fattibilità nonché i calcoli relativi alle strutture e agli interventi. === Architettura d'interni === Disciplina che si occupa della progettazione degli interni di edifici residenziali e non. === Scienza e tecnica delle costruzioni === Si occupa della teoria, pratica e applicazione della meccanica delle strutture (statica e dinamica). Questa branca è relativa alla progettazione esecutiva-strutturale di qualsiasi manufatto e/o costruzione, particolarmente riguardo al dimensionamento, la verifica, le tipologie costruttive e i materiali costituenti (che possono essere ad esempio calcestruzzo armato, acciaio, legno e muratura) degli elementi strutturali portanti. === Urbanistica === Si tratta di interventi relativi alla costruzione, l'ampliamento o il miglioramento di zone urbane. === Pianificazione territoriale === === Restauro === Il restauro è quella disciplina che si occupa degli interventi diretti sui beni culturali volti alla conservazione dell'oggetto architettonico al fine di valorizzarlo, proteggendone i suoi valori storici e culturali, e consentirne il riuso. === Ristrutturazione === La ristrutturazione è quella disciplina che si occupa degli interventi diretti sugli immobili volti alla conservazione dello stesso al fine di valorizzarlo, proteggerlo, e consentirne il riuso. === Architettura del paesaggio === Si occupa della progettazione di ampi spazi, siano essi urbani o rurali, basandosi su caratteristiche culturali, ambientali, storiche e sociali del territorio. === Tecnologia dell'architettura === Si occupa delle problematiche esecutive, dello studio del processo di progettazione e di esecuzione, della qualità della costruzione, del controllo della sostenibilità e della programmazione della manutenzione, riparazione e demolizione. === Disegno industriale === È quella branca dell'architettura che si occupa della progettazione di oggetti riproducibili in serie, tenendo conto degli aspetti tecnici, funzionali ed estetici del prodotto finale.
Astronomia
Allegoria dell'astronomia nella sala delle Arti liberali e dei Pianeti, ad opera di Gentile da Fabriano L'''astronomia''' è la scienza che si occupa dell'osservazione e della spiegazione degli eventi celesti. Studia le origini e l'evoluzione, le proprietà fisiche, chimiche e temporali degli oggetti che formano l'universo e che possono essere osservati sulla sfera celeste. È una delle scienze più antiche e molte civiltà arcaiche in tutto il mondo hanno studiato in modo più o meno sistematico il cielo e gli eventi astronomici: egizi e greci nell'area mediterranea, babilonesi, indiani e cinesi nell'Oriente e infine i maya e gli incas nelle Americhe. Questi antichi studi astronomici erano orientati verso lo studio delle posizioni degli astri , la periodicità degli eventi e la cosmologia e quindi, in particolare per questo ultimo aspetto, l'astronomia antica è quasi sempre fortemente collegata con aspetti religiosi. Nel ventunesimo secolo, invece, la ricerca astronomica moderna è praticamente sinonimo di astrofisica. L'astronomia non va confusa con l'astrologia, una pseudoscienza che sostiene che i moti apparenti del Sole e dei pianeti nello zodiaco influenzino in qualche modo gli eventi umani, personali e collettivi. Anche se le due discipline hanno un'origine comune, esse sono totalmente differenti: gli astronomi hanno abbracciato il metodo scientifico sin dai tempi di Galileo, a differenza degli astrologi. L'astronomia è una delle poche scienze in cui il lavoro di ricerca del dilettante e dell'amatore può giocare un ruolo rilevante, fornendo dati sulle stelle variabili o scoprendo comete, nove, supernove, asteroidi o altri oggetti. Un foto mosaico della Nebulosa del Granchio, un resto di supernova, ripresa dal telescopio spaziale Hubble
Una regione di formazione stellare nella Grande Nube di Magellano. Etimologicamente, la parola "astronomia" proviene dal latino ''astronomĭa'', che a sua volta proviene dal greco ''ἀστρονομία'' ('astronomia' composta da ''ἄστρον'' 'astron' «stella» e da ''νόμος'' 'nomos' «legge, norma»). La maggior parte delle scienze utilizzano il suffisso greco ''λογία'' ('logia' «trattato, studio»), come per esempio cosmologia e biologia. Di fatto, "astronomia" avrebbe potuto prendere il nome di ''astrologia'', ma questa denominazione venne attribuita a quella che è ritenuta una pseudoscienza, ma che nelle credenze di molti popoli aveva lo scopo di prevedere il futuro attraverso lo studio del cielo. Anche se entrambe condividono una origine comune, esse sono molto differenti: mentre l'astronomia è una scienza che applica il metodo scientifico, l'astrologia moderna è una pseudoscienza che segue un sistema di credenze non comprovate. === Uso dei termini "astronomia" e "astrofisica" === HST nel gennaio del 2002, che rappresenta delle nubi di gas attorno ad una stella variabile. (V838 Monocerotis) Generalmente, i termini "astronomia" o "astrofisica" possono essere usati per riferirsi allo stesso soggetto. In base alle definizioni del dizionario, il termine "astronomia" viene riferito allo "studio della materia e di oggetti fuori dall'atmosfera terrestre e delle loro proprietà fisiche e chimiche" mentre l'"astrofisica" si riferisce alla branca dell'astronomia che tratta "il comportamento, le proprietà fisiche e i processi dinamici degli oggetti celesti e altri fenomeni". In alcuni casi, come nell'introduzione al trattato ''L'Universo Fisico'' (''The Physical Universe'') di Frank Shu, viene detto che l'"astronomia" può essere utilizzata per descrivere lo studio qualitativo del soggetto, laddove l'"astrofisica" è usata per descriverne la versione orientata verso la fisica. Comunque, poiché la più moderna ricerca astronomica tratta soggetti relativi alla fisica, la moderna astronomia potrebbe essere chiamata astrofisica. Vari dipartimenti che fanno ricerche su questo soggetto possono usare "astronomia" e "astrofisica" a seconda se il dipartimento sia storicamente associato ad un dipartimento di fisica, e molti astronomi professionisti sono laureati in fisica. Una delle principali riviste scientifiche nel campo è denominata ''Astronomy and Astrophysics''. Urania,la musa greca protettrice dell'astronomia e delle scienze naturali ''Astronomi che studiano un'eclissi'', pittura su tela, opera di Antoine Caron del 1571. All'inizio della sua storia, l'astronomia si occupò unicamente dell'osservazione e della previsione dei movimenti degli oggetti celesti che potevano essere osservati ad occhio nudo dall'uomo e sulla loro origine. In alcuni luoghi, le prime civiltà costruirono enormi manufatti che avevano probabilmente scopi astronomici, oltre che essere usati a fini cerimoniali. Questi osservatori potrebbero essere stati utilizzati per determinare le stagioni, un fattore indispensabile per l'organizzazione della vita sociale ed agricola, nonché per la comprensione della lunghezza dell'anno. Prima dell'invenzione del telescopio i primi studi sulle stelle furono condotti a occhio nudo, come fecero in particolare le civiltà che vivevano in Mesopotamia, in Grecia, in Persia, in India, in Cina, in Egitto e in America centrale, che costruirono osservatori astronomici iniziando a esplorare la natura dell'universo. In realtà l'astronomia di quei tempi consisteva principalmente nel mappare la posizione di stelle e pianeti, scienza che viene chiamata astrometria. Da queste osservazioni si formarono le prime teorie sui movimenti dei pianeti e sulla natura del Sole, della Luna e della Terra, che inizialmente si pensava fosse al centro dell'universo. Questa concezione dell'universo era nota come sistema geocentrico, o sistema tolemaico, dal nome dall'astronomo greco Claudio Tolomeo. Di particolare importanza fu l'applicazione all'astronomia della matematica, che ebbe inizio con i Babilonesi, che fondarono le basi per tradizioni riprese successivamente da altre civiltà, scoprendo tra l'altro che le eclissi lunari ricorrevano secondo un ciclo ripetitivo conosciuto come saros, mentre all'astronomia egizia si deve il perfezionamento del calendario. Una meridiana equatoriale greca ad Alessandria sull'Oxus. Dopo i Babilonesi, significativi progressi astronomici avvennero in Grecia e nel mondo ellenistico, con l'astronomia greca volta alla ricerca di una spiegazione fisica razionale per i fenomeni celesti. Nel III secolo a.C., Aristarco di Samo stimò le dimensioni e la distanza di Luna e Sole, e fu il primo a proporre un modello eliocentrico del sistema solare, mentre nel II secolo a.C., Ipparco scoprì la precessione degli equinozi, calcolò le dimensioni e la distanza della Luna e inventò uno dei primi strumenti astronomici, l'astrolabio. Ipparco creò anche un catalogo completo di 1020 stelle, e la maggior parte delle costellazioni dell'emisfero boreale furono definite dall'astronomia greca. La macchina di Anticitera (c. 150-80 a.C.) era un calcolatore meccanico progettato per conoscere la posizione del Sole, della Luna e dei pianeti a una determinata data. Manufatti di tale complessità non si rivedranno che nel XIV secolo, quando apparvero gli orologi astronomici meccanici in Europa. Uno dei primi manoscritti astronomici, intorno all'anno 1000. L'astronomia, per lo più stagnante nell'Europa medievale, fiorì nel mondo islamico e in altri luoghi, portando alla nascita dei primi osservatori astronomici tra i popoli musulmani, ad iniziare dal IX secolo. Nel 964, l'astronomo persiano Azophi descrisse per primo la Galassia di Andromeda, la più grande galassia del Gruppo Locale, nel suo ''Libro delle stelle fisse''. La supernova SN 1006, l'oggetto stellare più luminoso della storia, fu studiata dall'astronomo arabo egiziano Ali ibn Ridwan e da astronomi cinesi nel 1006. Alcuni astronomi islamici che diedero un contributo significativo all'astronomia furono Al-Battani, Thebit, Azophi, Albumasar, Biruni, Arzachel, Al-Birjandi, e gli astronomi degli osservatori di Maragheh e Samarcanda. Gli astronomi di quel periodo diedero molti nomi arabi tradizionali alle stelle, ancora in uso; si ritiene che le rovine di Great Zimbabwe e Timbuctù possano aver ospitato un osservatorio astronomico. Fino a poco tempo fa invece in Europa si pensava che non ci fosse stata nessuna osservazione astronomica nell'epoca precoloniale nell'Africa subsahariana. La Chiesa cattolica romana diede un sostegno finanziario e sociale per lo studio dell'astronomia per oltre sei secoli, con la principale motivazione di trovare la data della Pasqua. === Rivoluzione astronomica === Disegni di Galileo sulle sue osservazioni della Luna, che rivelarono come la sua superficie fosse montagnosa. Durante il Rinascimento ebbe inizio la svolta conosciuta come rivoluzione astronomica, a cominciare dal lavoro di Niccolò Copernico, sostenitore del sistema eliocentrico, sebbene egli non fosse il primo a proporre un modello con al centro il Sole, ma di certo il primo ad argomentare in maniera scientifica la sua teoria. Il suo lavoro fu difeso, sviluppato e corretto da Galileo Galilei e Keplero. Quest'ultimo fu il primo astronomo a fornire leggi che descrivessero correttamente i dettagli del movimento dei pianeti intorno al Sole, anche se non comprese le cause fisiche delle sue scoperte, chiarite poi in seguito da Newton che elaborò i principi della meccanica celeste e la legge di gravitazione universale, eliminando completamente la distinzione tra i fenomeni terrestri e celesti. Tra le altre cose Newton inventò anche il telescopio riflettore. L'astronomo britannico John Flamsteed catalogò oltre 3000 stelle, mentre con i miglioramenti della qualità dei telescopi si susseguivano ulteriori scoperte. Cataloghi stellari più estesi furono compilati da Lacaille e da William Herschel, il quale compilò un catalogo dettagliato di nebulose e ammassi, prima di scoprire, nel 1781, il pianeta Urano. La prima stima della distanza di una stella avvenne nel 1838, quando Friedrich Bessel misurò la parallasse di 61 Cygni. Nel corso del XVIII e XIX secolo, lo studio del problema dei tre corpi di Euler, Clairaut e D'Alembert portò a ottenere previsioni più precise sui movimenti di Luna e pianeti, e tale studio fu successivamente perfezionato da Lagrange e Laplace, permettendo di ottenere le masse dei pianeti e della Luna dalle perturbazioni che essi esercitavano. Progressi significativi in astronomia avvennero con l'introduzione di nuove tecnologie, come la spettroscopia e l'astrofotografia. Si scoprì che le stelle sono oggetti molto lontani e fu provato che esse erano simili al Sole, ma differenti quanto a massa, temperatura e dimensioni. Con l'avvento della spettroscopia fu infatti possibile studiare la natura fisica degli astri, che portò all'astrofisica, ovvero alla fisica applicata allo studio dei corpi celesti. Fraunhofer scoprì circa 600 linee nello spettro del Sole nel 1814-1815, riconducibili a diversi elementi chimici, come più tardi, nel 1859, descrisse il fisico tedesco Kirchhoff. L'esistenza della nostra galassia, la Via Lattea, e la comprensione che essa fosse un ammasso isolato di stelle rispetto al resto dell'Universo, fu provata solamente nel XX secolo, assieme alla scoperta dell'esistenza di altre galassie. Molto presto, grazie all'utilizzo della spettroscopia, ci si accorse che molti oggetti presentavano redshift, ossia uno spostamento dello spettro verso il rosso rispetto a quanto ci si attendeva. Questo era spiegabile solo con l'effetto Doppler, che fu interpretato come una differenza di moto negativa, ovvero di allontanamento rispetto al nostro pianeta. Venne formulata allora la teoria dell'espansione dell'Universo. L'astronomia teorica portò a speculazioni sull'esistenza di oggetti come i buchi neri e le stelle di neutroni, che furono usati per spiegare alcuni fenomeni osservati, come quasar, pulsar, blazar e radiogalassie. La cosmologia, una disciplina che ha larghi settori in comune con l'astronomia, ha fatto enormi passi in avanti nel XX secolo, con il modello del Big Bang, supportato da prove sperimentali fornite dall'astronomia e dalla fisica, come l'esistenza e le proprietà della radiazione cosmica di fondo, la Legge di Hubble e lo studio dell'abbondanza cosmologica degli elementi chimici. I telescopi spaziali hanno permesso di osservare parti dello spettro elettromagnetico normalmente bloccate o schermate in parte dall'atmosfera terrestre. Universo osservabile illustrazione logaritmica. I principali oggetti celesti osservati dall'astronomia sono etichettati. In astronomia, il metodo principale per ottenere informazioni richiede la rilevazione e l'analisi di radiazioni elettromagnetiche. Una tradizionale divisione dell'astronomia è data seguendo le differenti regioni dello spettro elettromagnetico che vengono osservate. Alcune parti dello spettro possono essere osservate dalla superficie terrestre, mentre altre parti sono osservabili solo ad alta quota o al di fuori dell'atmosfera terrestre, in quanto l'analisi da Terra di diversi tipi di radiazione (infrarosse, raggi X, raggi gamma, ecc.) risulta penalizzata dall'assorbimento atmosferico. Tuttavia anche nel vuoto è difficoltoso separare il segnale dal "rumore di fondo", ossia, dall'enorme emissione infrarossa prodotta dalla Terra o dagli stessi strumenti. Qualsiasi oggetto che si trova sopra lo zero assoluto (0 K, -273,15 °C) emette segnali elettromagnetici e, per questo, tutto quello che circonda gli strumenti produce radiazione di fondo. Realizzare una termografia di un corpo celeste senza conoscere la temperatura alla quale si trova lo strumento risulta molto difficile: oltre ad utilizzare pellicole fotografiche speciali, gli strumenti sono continuamente refrigerati criogenicamente con elio e idrogeno liquidi. === Astrometria e meccanica celeste === L'Orsa Maggiore è una costellazione tradizionalmente utilizzata come punto di riferimento celeste per l'orientamento tanto marittimo quanto terrestre. Uno dei rami più antichi dell'astronomia, e di tutta la scienza, è la misura delle posizioni in cielo degli oggetti celesti. Storicamente, la conoscenza precisa delle posizioni di Sole, Luna, pianeti e stelle è stata essenziale nella navigazione astronomica (l'uso di oggetti celesti come guida per la navigazione) e nella realizzazione di calendari. La misura accurata delle posizioni dei pianeti ha portato ad una notevole comprensione delle perturbazioni gravitazionali e la capacità di determinare le posizioni passate e future dei pianeti con grande precisione ha portato alla nascita della branca nota come meccanica celeste. Negli ultimi decenni il monitoraggio degli oggetti vicini alla Terra ha consentito di prevedere sempre più meticolosamente incontri ravvicinati o possibili collisioni con oggetti come asteroidi o comete. La misura della parallasse stellare di stelle vicine fornisce una base fondamentale per definire la scala delle distanze cosmiche e viene utilizzata per misurare la scala dell'intero Universo. Lo studio di stelle vicine fornisce anche una base di studio per le proprietà fisiche di stelle lontane, rendendo possibili le comparazioni tra oggetti molto distanti tra loro. Le misurazioni della velocità radiale e del moto proprio delle stelle permette agli astronomi di tracciare il movimento di questi sistemi attraverso la Via Lattea. I dati astrometrici servono anche per calcolare la distribuzione della materia oscura che si pensa esista nella Galassia. Negli anni 1990, l'uso della spettroscopia Doppler per misurare la velocità radiale di stelle vicine è stata usata per rilevare grandi pianeti extrasolari orbitanti attorno ad alcune di esse. === Astronomia ottica === galassia M87 emette segnali elettromagnetici in tutti gli spettri conosciuti. Il telescopio fu il primo strumento per l'osservazione del cielo. Anche se la sua invenzione la si attribuisce a Hans Lippershey, il primo ad utilizzarlo per uso astronomico fu Galileo Galilei, che decise di costruirne uno lui stesso. Da allora, i progressi tecnologici di questo strumento sono stati continui, grazie soprattutto al miglioramento delle ottiche e dei sistemi di puntamento. Il più grande è quello costituito da quattro specchi del diametro di 8,2 metri presso l'European Southern Observatory (ESO), che insieme compongono il Very Large Telescope (VLT) === Radioastronomia === La radioastronomia si basa sull'osservazione degli oggetti celesti tramite i radiotelescopi, antenne paraboloidi che raccolgono e registrano le onde radio alla lunghezza d'onda superiore a 1 millimetro. La radioastronomia ha permesso un importante incremento delle conoscenze astronomiche, con la scoperta di molte classi di nuovi oggetti, includendo le pulsar, i quasar, le galassie attive, le radiogalassie e i blazar. Ciò è dovuto al fatto che la radiazione elettromagnetica permette di "vedere" oggetti che non è possibile rilevare con l'astronomia ottica. Questi oggetti costituiscono alcuni dei processi fisici più estremi ed energetici dell'universo. Questo metodo di osservazione è in costante sviluppo e con potenzialità ancora inesplorate. Differenza tra la luce visibile e infrarossa della Galassia Sombrero, o Messier 104. === Astronomia all'infrarosso === Grande parte della radiazione proveniente dallo spazio (situata tra 1 e 1000 μm) è assorbita dall'atmosfera terrestre; a tale scopo gli odierni telescopi all'infrarosso sono costruiti su montagne molto elevate, o posizionati su aerei speciali ed anche su satelliti lanciati in orbita attorno alla Terra. La rilevazione e lo studio della radiazione infrarossa è particolarmente utile per oggetti troppo freddi per irradiare luce visibile, come i pianeti, i dischi circumstellari o le nebulose la cui luce è bloccata da polveri scure. Alle lunghezze d'onda dell'infrarosso è possibile rilevare protostelle all'interno di nubi molecolari o di nuclei galattici. Alcune molecole irradiano fortemente nell'infrarosso e possono essere rilevate con lo studio in questa banda, come ad esempio l'acqua nelle comete. === Astronomia ultravioletta === Immagine che offre un'osservazione nell'ultravioletto degli anelli di Saturno. Immagine ottenuta dalla sonda Cassini-Huygens. L'astronomia ultravioletta basa la sua attività nella rilevazione e studio della radiazione ultravioletta nella lunghezza d'onda compresa tra 10 e 320 nm. Questo campo di studi copre tutti i campi dell'astronomia; le osservazioni realizzate mediante questo metodo sono molto precise e hanno consentito progressi significativi riguardo alla scoperta della composizione del mezzo interstellare e intergalattico, dei dintorni delle stelle, dell'evoluzione e delle interazioni in sistemi di stelle doppie e delle proprietà fisiche dei quasar e di altri sistemi stellari attivi. Nelle osservazioni realizzate con il satellite artificiale International Ultraviolet Explorer, gli scienziati scoprirono che la Via Lattea è avvolta da un'aura di gas a elevata temperatura. Con questo sistema si misurò anche lo spettro ultravioletto di una supernova che nacque nella Grande Nube di Magellano nel 1987. Questa banda dello spettro elettromagnetico viene normalmente usata per lo studio delle calde stelle blu, di tipo O e B, per nebulose planetarie e resti di supernova. === Astronomia a raggi X === Si pensa che le emissioni di raggi X provengano da sorgenti che contengono materia a temperature molto elevate; spesso le sorgenti sperimentano emissioni di gas con temperature nell'ordine dei 10 milioni di kelvin. La scoperta nel 1962 della prima sorgente a raggi X proveniente dallo spazio si tramutò in una sorpresa. Questa fonte denominata ''Scorpio X-1'' è situata nella costellazione dello Scorpione in direzione del centro della Via Lattea. Per questa scoperta Riccardo Giacconi ottenne il Premio Nobel di Fisica nel 2002. Sorgenti a raggi X possono essere binarie X, pulsar, resti di supernova, galassie attive, galassie ellittiche e ammassi di galassie. === Astronomia a raggi gamma === Swift è specificamente progettato per rilevare la radiazione gamma. I raggi gamma sono radiazioni emesse da oggetti celesti coinvolti in processi energetici estremamente violenti. Alcuni astri emettono lampi gamma, considerati i fenomeni fisici più luminosi dell'universo producendo una enorme quantità di energia in tempi relativamente brevi, che possono durare da qualche millisecondo a poche ore. Quelli di lunga durata, superiore ai due secondi, sono spesso causati da esplosioni di supernove, da stelle di neutroni, da buchi neri e galassie attive; lo studio in questa lunghezza d'onda è usato per il rilevamento della radiazione cosmica di fondo e per chiarire l'origine del Big Bang. === Altri campi di studio === resto in espansione di SN 1987A, grande fonte di neutrini. ''NASA'' Tutte le discipline sopra menzionate sono basate sulla rilevazione di fotoni, ma è possibile ottenere informazioni anche rilevando i raggi cosmici e i neutrini. Nell'astronomia dei neutrini, vengono usate strutture sotterranee schermate per il rilevamento dei neutrini. La maggior parte di queste particelle che sono state rilevate proviene dal Sole, tuttavia ne sono stati rilevati alcuni anche provenienti dal resto di supernova della SN 1987a, nella Grande Nube di Magellano. I raggi cosmici, che consistono in particelle ad alta energia, possono decadere o essere assorbiti quando entrano nell'atmosfera terrestre, dando luogo a una cascata di particelle secondarie che possono essere rilevate dagli osservatori. Alcuni rilevatori di neutrini futuri potrebbero essere sensibili alle particelle prodotte nel momento in cui i raggi cosmici colpiscono l'atmosfera terrestre. L'astronomia delle onde gravitazionali è un settore emergente dell'astronomia che impiega rilevatori di onde gravitazionali per raccogliere dati su oggetti massicci e lontani. Sono stati costruiti alcuni osservatori specifici, come il LIGO (Laser Interferometer Gravitational Observatory), che il 14 settembre 2015 ha osservato le onde gravitazionali provenienti da un buco nero binario. Successive onde gravitazionali sono state rilevate il 26 dicembre 2015 ed il 4 gennaio 2017 e ci si attende di rilevarne altre in futuro, nonostante l'estremità sensibilità richiesta agli strumenti per questo tipo di osservazioni. Considerando la diversità degli oggetti celesti e dei fenomeni presenti nell'universo, gli astronomi professionisti sono specializzati nello studio di specifiche discipline astronomiche, e difficilmente un astronomo può occuparsi di più di una di queste sottodiscipline. === Astronomia solare === Un'immagine nell'ultravioletto della fotosfera solare ripresa dal telescopio spaziale TRACE. Foto ''NASA'' osservatorio solare Lomnický štít (Slovacchia) costruito nel 1962. La stella più frequentemente studiata è il Sole, stella madre del sistema solare, posto ad una distanza di appena 8 minuti luce. Il Sole è una tipica stella di sequenza principale di classe G2 V (chiamate anche nane gialle), di circa 4,6 miliardi di anni di età. Pur non essendo considerata una stella variabile, anch'esso subisce variazioni periodiche della propria attività: si tratta del ciclo undecennale dell'attività solare, durante il quale le macchie solari, regioni con temperature inferiori alla media e associate all'attività magnetica, variano in numero. La luminosità del Sole è in costante aumento; da quando divenne una stella di sequenza principale la sua luminosità è aumentata del 40%, e nel corso della sua storia ha subito variazioni periodiche di luminosità che possono aver avuto un impatto significativo sulla Terra. Il minimo di Maunder, per esempio, si pensa che abbia causato il fenomeno della piccola era glaciale durante il Medioevo. La superficie esterna visibile del Sole è chiamata fotosfera, sopra alla quale è presente una sottile regione nota come cromosfera, la quale è circondata da una regione di transizione caratterizzata da un rapido aumento delle temperature, fino ad arrivare alla caldissima corona. Al centro del Sole si trova il nucleo, nel quale temperatura e pressione sono sufficientemente alte per consentire la fusione nucleare. Al di sopra del nucleo vi è la zona radiativa, dove il plasma convoglia il flusso di energia tramite l'irraggiamento, e sopra ad esso vi è la zona convettiva, dove l'energia viene invece espulsa verso l'esterno con lo spostamento fisico della materia. Si ritiene che sia il movimento della materia all'interno della zona di convezione a creare l'attività magnetica che genera le macchie solari. Il vento solare, costituito da flussi di particelle di plasma, viene irradiato costantemente verso l'esterno del sistema solare, fino a quando, al limite più esterno, raggiunge l'eliopausa. Quando il vento solare arriva nei pressi della Terra, interagisce con il campo magnetico terrestre e ne viene deviato, tuttavia alcune particelle vengono intrappolate creando le fasce di Van Allen che avvolgono la Terra. Le aurore polari si generano quando le particelle del vento solare sono spinte dal flusso magnetico verso i poli magnetici terrestri, dove interagiscono con la ionosfera. === Scienza planetaria === Immagine multispettrale ad alta risoluzione di Plutone con i colori risaltati per mostrare le differenze di composizione della superficie. L'immagine è stata scatta dal telescopio Ralph montato a bordo della sonda New Horizons. La scienza planetaria, o planetologia, è lo studio delle proprietà fisiche di pianeti, satelliti, pianeti nani, comete, asteroidi e altri corpi in orbita attorno al Sole, così come dei pianeti extrasolari. Il sistema solare è stato relativamente ben studiato, inizialmente tramite i telescopi e successivamente dai veicoli spaziali. Questo ha fornito una buona comprensione della formazione e dell'evoluzione del sistema solare, anche se avvengono continuamente nuove scoperte. La formazione di un pianeta in un'animazione. Il sistema solare è suddiviso in pianeti interni, la fascia degli asteroidi e pianeti esterni. I pianeti terrestri interni sono Mercurio, Venere, la Terra e Marte, mentre i pianeti esterni giganti gassosi sono Giove, Saturno, Urano e Nettuno. Al di là di Nettuno si trova la fascia di Kuiper, e infine, la nube di Oort, che può estendersi fino a un anno luce. I pianeti si sono formati 4,6 miliardi di anni fa nel disco protoplanetario che circondava il neonato Sole, attraverso un processo che ha portato, col tempo, alla nascita dei protopianeti. Solo i pianeti con massa sufficiente hanno mantenuto la loro atmosfera gassosa. Una volta che un pianeta raggiunge una massa sufficiente, i materiali di diversa densità vengono segregati all'interno, durante il processo che porta alla differenziazione planetaria, e che può formare un nucleo roccioso o metallico, circondato da un mantello e una crosta esterna. Il nucleo può includere regioni di materia solida e liquida, e alcuni nuclei planetari possono essere in grado generare il proprio campo magnetico, in grado di proteggere le loro atmosfere dal vento solare, come avvenuto per la Terra. Il calore interno di un corpo planetario viene prodotto dalle collisioni che lo hanno creato, oppure dal decadimento di materiali radioattivi (ad esempio uranio), o dal riscaldamento mareale causato da interazioni con altri corpi. Alcuni pianeti e satelliti accumulano sufficiente calore per generare processi geologici come il vulcanismo e la tettonica a placche. Quelli che mantengono un'atmosfera possono anche subire l'erosione della superficie causata da vento o acqua. I corpi più piccoli, senza riscaldamento mareale, si raffreddano più velocemente; e la loro attività geologica cessa completamente, con l'eccezione della craterizzazione causata da impatti. === Astronomia stellare === Immagine della Nebulosa Formica, che mostra dei lobi simmetrici causati dall'esplosione della stella centrale, a differenza di altri casi dove l'espulsione della materia di una supernova è avvenuta in modo caotico. Lo studio delle stelle e della loro evoluzione è fondamentale per la nostra comprensione dell'Universo. L'astrofisica delle stelle è stata determinata attraverso osservazioni e simulazioni teoriche. La formazione stellare si verifica nelle regioni dense di polvere e gas, note come nubi molecolari giganti, che quando vengono destabilizzate possono collassare per gravità formando delle protostelle, all'interno delle quali, se i nuclei sono sufficientemente densi e caldi, si attiverà la fusione nucleare, creando così una stella di sequenza principale. Quasi tutti gli elementi più pesanti dell'idrogeno e dell'elio sono stati creati all'interno dei nuclei delle stelle. Le caratteristiche della stella risultante dipendono principalmente dalla sua massa iniziale: più massiccia è la stella, maggiore sarà la sua luminosità, e più rapidamente terminerà la riserva di idrogeno interno da trasformare in elio. Nel corso del tempo, quando l'idrogeno si è completamente trasformato in elio, la stella inizia ad evolversi, poiché la fusione dell'elio richiede una temperatura interna superiore. Una stella con una temperatura interna sufficientemente alta spingerà verso la superficie i suoi strati esterni, aumentando la densità del nucleo. La gigante rossa risultante formata dagli strati esterni in espansione avrà vita breve, prima che anche l'elio venga totalmente consumato. Le stelle molto massicce possono avere diverse fasi evolutive, fondendo via via elementi sempre più pesanti. Il destino finale della stella dipende dalla sua massa; nelle stelle di massa superiore a circa otto volte il Sole avviene il collasso del nucleo che porta all'esplosione della stella morente in supernova, mentre le stelle più piccole espellono i loro strati esterni lasciando come residuo una inerte e densa nana bianca, con gli strati espulsi che formano una nebulosa planetaria. I resti delle supernove sono invece le stelle di neutroni, ancora più dense delle nane bianche, oppure, in caso di stelle particolarmente massicce, dei buchi neri. Stelle di sistemi binari possono seguire percorsi evolutivi più complessi, come il trasferimento di massa verso compagne nane bianche che possono portare anch'essi all'esplosione in supernove. Le nebulose planetarie e le supernove arricchiscono il mezzo interstellare dei "metalli" prodotti dalla stella durante la sua esistenza; senza di esse, tutte le nuove stelle (e i loro sistemi planetari) sarebbero formate solo da idrogeno ed elio. Per questo motivo le vecchie stelle che si sono formate agli albori dell'universo sono solitamente povere di metalli, al contrario di stelle formatesi in tempi successivi. === Astronomia galattica === La struttura dei bracci a spirale della Via Lattea. Il nostro sistema solare orbita all'interno della Via Lattea, una galassia a spirale barrata importante membro del Gruppo Locale di galassie. Si tratta di una massa rotante di gas, polvere, stelle e altri oggetti, tenuta assieme dalla reciproca attrazione gravitazionale. Ampie porzioni della Via Lattea che sono oscurate alla vista, e la stessa Terra si trovano in uno dei bracci densi di polvere che la costituiscono. Nel centro della Via Lattea vi è il nucleo, un rigonfiamento a forma di barra nel quale si trova il buco nero supermassiccio Sagittarius A*. Il nucleo è circondato da quattro bracci a spirale principali, regioni ad alta formazione stellare e di conseguenza ricca di giovani stelle di popolazione I. Il disco galattico è circondato da un alone popolato da stelle più vecchie e da dense concentrazioni di stelle conosciute come ammassi globulari. Tra le stelle si trova il mezzo interstellare e nelle regioni più dense, nubi molecolari di idrogeno e altri elementi creano regioni di intensa formazione stellare; quando si formano stelle massicce, trasformano la nube in una regione H II (idrogeno ionizzato) illuminando il gas e il plasma presenti. I venti stellari e le esplosioni di supernove di queste stelle possono causare la dispersione della nube, formando uno o più giovani ammassi aperti di stelle. Studi cinematici sulla Via Lattea e altre galassie hanno dimostrato che vi è una considerevole quantità di materia oscura che predomina sulla materia visibile e i cui effetti gravitazionali sono evidenti, anche se la natura di questa materia resta ancora poco conosciuta. === Astronomia extragalattica === Immagine che mostra un chiaro effetto di lente gravitazionale: gli oggetti blu a forma di anello sono più immagini della stessa galassia, duplicati dal campo gravitazionale dell'ammasso di galassie di colore giallo posto al centro dell'immagine, che si trova più vicino a noi Lo studio degli oggetti al di fuori della nostra galassia è una branca dell'astronomia che si occupa della formazione ed evoluzione delle galassie, della loro morfologia e classificazione, dell'osservazione delle galassie attive, e dei gruppi e ammassi di galassie; inoltre è importante per la comprensione della struttura su larga scala del cosmo. La maggior parte delle galassie sono classificate secondo la loro forma in tre classi distinte: a spirale, ellittiche e irregolari, a loro volta divise in sottoclassi. Come suggerisce il nome, una galassia ellittica ha la forma di un'ellisse e le stelle al suo interno si muovono lungo orbite casuali senza una direzione preferenziale. Queste galassie contengono poca polvere interstellare e poche regioni di formazione stellare, e sono quindi composte da stelle relativamente vecchie. Si trovano generalmente al centro di ammassi di galassie, e si pensa che si siano formate da fusioni di grandi galassie. Una galassia a spirale ha la forma di un disco rotante, solitamente rigonfio al centro, con bracci luminosi a spirale che si snodano verso l'esterno. Le braccia sono generalmente regioni di formazione stellare dove giovani e calde stelle massicce contribuiscono a dare ai bracci un colore azzurrognolo. In genere sono circondati da un alone di stelle più vecchie. Sia la Via Lattea che una delle nostre più importanti vicine, la Galassia di Andromeda, sono galassie a spirale. Le galassie irregolari sono in apparenza caotiche, senza nessuna somiglianza con quelle ellittiche o a spirale. Sono circa un quarto di tutte le galassie presenti nell'universo e quelle di forma peculiare sono probabilmente il risultato di qualche interazione gravitazionale. Una galassia attiva è una galassia che emette, soprattutto dal suo nucleo, una notevole quantità di energia non generata da stelle, polveri e gas, ma probabilmente da materiale in caduta verso un buco nero supermassiccio posto nel centro. Una radiogalassia è una galassia molto luminosa nella banda dello spettro delle onde radio, che spesso emette grandi pennacchi e lobi di gas. Le galassie attive che emettono radiazioni ad alta energia a frequenze più brevi sono le galassie di Seyfert, i quasar, e i blazar. I quasar sono ritenuti essere gli oggetti più luminosi dell'universo conosciuto. Su più larga scala gruppi e ammassi di galassie costituiscono i superammassi, che a loro volta costituiscono dei complessi di superammassi, legati tra loro da filamenti, che connettono queste strutture separate tra loro da grandi spazi vuoti. === Cosmologia === Il ''campo ultra profondo di Hubble'' è un'immagine ad altissima risoluzione realizzata con centinaia di esposizioni del telescopio spaziale Hubble. Si stima che in questa immagine siano presenti oltre galassie, le più vecchie delle quali viste com'erano 13 miliardi di anni fa, poche centinaia di milioni di anni dopo il Big Bang. La cosmologia è la scienza che studia l'Universo nel suo complesso. Le osservazioni della struttura su larga scala dell'Universo, un ramo noto come cosmologia fisica, hanno fornito una profonda comprensione della formazione ed evoluzione del cosmo. Fondamentale per la cosmologia moderna è la teoria ben accettata del Big Bang, che prevede che il nostro Universo si sia formato da un'unica singolarità gravitazionale nel tempo e nello spazio, e si sia espanso nel corso dei successivi 13,8 miliardi di anni, arrivando alle condizioni attuali. Il concetto del Big Bang nacque quando si scoprì la radiazione di fondo nel 1965. Nel corso di questa espansione, l'Universo ha subito diverse fasi evolutive. Si pensa che nei primissimi momenti l'Universo abbia subito un processo di inflazione cosmica molto rapida, che omogeneizzò le condizioni di partenza e che successivamente la nucleosintesi abbia prodotto l'abbondanza degli elementi primordiali. Quando i primi atomi stabili si formarono, lo spazio divenne trasparente alla radiazione, rilasciando l'energia vista come radiazione di fondo a microonde. L'Universo in espansione passò poi per un'età oscura a causa della mancanza di fonti energetiche stellari. Da piccole variazioni (o increspature) nella densità della materia nello spazio iniziarono a formarsi le prime strutture: la materia accumulata nelle regioni più dense formò nubi di gas e nacquero le prime stelle, la popolazione III. Queste stelle massicce innescarono il processo di reionizzazione creando molti degli elementi pesanti nell'universo primordiale, che, attraverso il decadimento nucleare, crearono elementi più leggeri, permettendo alla nucleosintesi di continuare più a lungo. Poco a poco, le strutture di gas e polveri si fusero per formare le prime galassie, e nel corso del tempo, queste si raggrupparono in ammassi di galassie, e poi in superammassi. Fondamentale per la struttura dell'Universo è l'esistenza della materia oscura e dell'energia oscura, che si pensa siano i componenti dominanti dell'universo, formando il 96% della massa totale. Per questo motivo, numerosi sforzi sono stati fatti nel tentativo di comprendere la fisica di questi componenti. Vi sono altre discipline, inoltre, che, sebbene non possano essere considerate branche dell'astronomia, si interessano di argomenti fortemente correlati con essa. Queste sono: * Archeoastronomia - lo studio delle conoscenze astronomiche dei popoli antichi e degli orientamenti architettonici. È studiata da storici, archeologi ed etnologi, oltre che da astronomi, utilizzando evidenze archeologiche e antropologiche; * Astrobiologia - scienza che si occupa dell'origine, dell'evoluzione, della distribuzione e del futuro della vita al di fuori della Terra sia della vita dell'essere umano che della vita extraterrestre. Affronta in particolar modo la questione sulla possibile diffusione di altre forme di vita su altri pianeti e di come fare per rilevarle, cercando di risolvere le due opposte ipotesi della rarità della Terra e del principio copernicano. Esobiologia è quasi un sinonimo, tuttavia essa si occupa specificatamente di ambienti extraterrestri e dei loro effetti sulla vita biologica; * Astrochimica - lo studio della chimica del mezzo interstellare, in particolare delle nubi molecolari di gas; * Astrofotografia - per lo studio e lo sviluppo di metodi per l'ottenimento di immagini astronomiche. * Autocostruzione: per lo studio e la progettazione di metodi per l'autocostruzione di telescopi e strumenti per l'astronomia da parte degli astrofili. * Astronautica - Coniata dal termine "aeronautica" si occupa nella costruzione di strumenti utili nell'osservazione, come ad esempio i satelliti, e nell'esplorazione del Cosmo. * Astronomia nautica - parte dell'astronomia che studia la risoluzione dei problemi di posizione e direzione, in mare o in volo, utilizzando i principi dell'astronomia sferica; * Astronomia digitale - branca dell'astronomia che studia i metodi, i software e gli strumenti per l'ottenimento di immagini digitali. * Fisica astroparticellare - Utilizza conoscenze e metodi di fisica delle particelle (detta anche fisica delle alte energie) per studiare fenomeni celesti estremamente energetici o, viceversa, utilizza la volta celeste ed i fenomeni estremamente energetici che vi si verificano come luogo privilegiato di osservazione per ottenere risultati sul Modello Standard e sulle sue eventuali estensioni. Gli astrofili possono costruirsi la propria attrezzatura e organizzano spesso riunioni e convegni a tema astronomico, come Stellafane. L'astronomia è una di quelle scienze alla quale i dilettanti possono contribuire maggiormente. Gli astrofili osservano una varietà di oggetti celesti e fenomeni con apparecchiature talvolta costruite da loro stessi. Obiettivi comuni per gli astrofili sono la Luna, i pianeti, le stelle, le comete, gli sciami meteorici, e una varietà di oggetti del cielo profondo, come ammassi stellari, galassie e nebulose. Associazioni e circoli astronomici si trovano in tutto il mondo e i loro membri svolgono solitamente programmi di osservazione di diversi oggetti celesti, come quelli del Catalogo di Messier (110 oggetti) o del catalogo Herschel 400 o altre categorie particolari di oggetti. Un ramo dell'astronomia amatoriale è l'astrofotografia amatoriale, che prevede l'acquisizione di foto del cielo notturno. Molti dilettanti si specializzano nell'osservazione di una certa categoria di oggetti o eventi che più gli interessano. La maggior parte dilettanti lavora nelle lunghezze d'onda visibili, tuttavia una piccola parte si dedica anche ad osservazioni al di fuori dello spettro visibile, ad esempio mediante l'uso di filtri infrarossi su telescopi convenzionali, e talvolta anche con l'uso di radiotelescopi, come il pioniere della radioastronomia amatoriale, Karl Jansky, che iniziò a osservare il cielo alle lunghezze delle onde radio nel 1930. Un certo numero di astrofili utilizza telescopi fatti in casa oppure radiotelescopi originariamente costruiti per la ricerca astronomica, ma che sono in seguito divenuti disponibili per i dilettanti (come l'One-Mile Telescope). Gli astrofili continuano a dare contributi scientifici significativi in campo astronomico: in caso di occultazioni stellari da parte di pianeti minori possono effettuare misurazioni che possono aiutare ad affinare le orbite degli stessi pianetini. Gli astrofili possono scoprire nuove comete e supernove, asteroidi e altri corpi minori del sistema solare, effettuare osservazioni regolari di stelle variabili per meglio definirne i picchi di luce alla massima e minima luminosità. I miglioramenti della tecnologia digitale hanno permesso ai dilettanti di fare notevoli progressi nel campo dell'astrofotografia, inoltre, tramite il programma Planet Hunters che ha reso pubblici i dati del telescopio spaziale Kepler, nel 2012 è stato scoperto Kepler-64 b, il primo esopianeta scoperto da parte di astronomi dilettanti. === Bianco e nero === Image:Lockyer - Astronomia, 1904 (page 150 crop).png| image:Lockyer - Astronomia, 1904 (page 139 crop).png| Image:Lockyer - Astronomia, 1904 (page 169 crop).png| Image:Lockyer - Astronomia, 1904 (page 239 crop).png| === Colorate === Image:SAT 79HC432.jpg|
Archeologia subacquea
Il recupero dei cosiddetti bronzi di Riace nel 1972. L'''archeologia subacquea''' è una branca dell'archeologia. A causa delle sue specificità, richiede particolari tecniche di indagine, e a seconda del campo di interesse , si divide in diverse discipline. Oltre al recupero di antichi oggetti sommersi, si occupa di ricostruire e contestualizzare storicamente i ritrovamenti, con l'obiettivo di tutelare, conservare e valorizzare il patrimonio culturale.
Una delle prime tecniche per l'archeologia subacquea è legata all'uso delle campane subacquee, usate sin dal XVI secolo. L'archeologia subacquea moderna si è sviluppata a partire dagli anni '30 del 1900, con l'investigazione del relitto della nave Elefanten, in Svezia. Un picco di interesse alla materia si è verificato come conseguenza dei due conflitti mondiali, e dei relitti prodotti da questi. In particolare, Jacques Cousteau racconta alcune esperienze collegate all'esplorazione di relitti nel suo libro ''Il mondo silenzioso''. Uno dei più famosi ritrovamenti di archeologia subacquea in Italia è quello dei cosiddetti Bronzi di Riace, avvenuto nel 1972. Ancora più recenti sono le ricerche in corso sul relitto di Anticitera, relitto di un naufragio avvenuto nel I secolo a.C. in prossimità dell'isola di Anticitra, ritrovato per caso nel 1900 da un equipaggio di pescatori di spugne. Tra le diverse discipline dell'archeologia subacquea, si possono includere: * Archeologia navale: lo studio della tecnologia riguardante qualunque tipo di imbarcazione e il relativo equipaggiamento; * Archeologia marittima: la ricerca dei resti materiali dell'uomo e delle sue attività sul mare, ma anche la scoperta di porti, approdi, navi e carichi mercantili; * Archeologia delle acque interne: lo studio dei resti materiali dell'uomo e delle sue attività sui fiumi, laghi o lagune (insediamenti, attracchi navali, imbarcazioni); * Archeologia dei pozzi e degli ipogei: settore atipico che prende in considerazione strutture artificiali o cavità naturali, legate a forme di antropizzazione particolari. Pur ispirata dalle medesime regole che operano in quella terrestre, l'archeologia subacquea necessita di accorgimenti particolari legati all'ambiente di operazione. L'operazione sott'acqua, infatti, comporta alcune difficoltà specifiche, così come nella subacquea in generale. Il più evidente tra questi problemi è legato alla profondità dei reperti che, ad esempio nel caso dei relitti, può essere talmente alta da causare problemi fisiologici per gli operatori, e richiedere l'uso di attrezzature specifiche quali rebreather o diverse miscele per l'immersione (Nitrox, Trimix). Molti dei relitti presenti in Italia, infatti, sono situati oltre i 40 metri di profondità, il limite per la subacquea ricreativa. La disciplina si è evoluta con l'utilizzo di tecnologie quali batiscafi, droni, veicoli subacquei filoguidati e lo sviluppo di dispositivi di supporto ai restoauratori subacquei per la conservanzione in situ dei reperti. Queste tecnologie, in parallelo con un affinamento delle conoscenze collegate alla fisiologia della subacquea, stanno permettendo di esplorare relitti e resti a quote sempre più profonde.
Aerofoni
I flauti sono aerofoni Gli '''strumenti aerofoni''' sono strumenti musicali nei quali l'aria stessa è il mezzo primario che viene messo in vibrazione producendo suono. Nella classificazione di Hornbostel-Sachs, gli strumenti aerofoni sono divisi in due classi, a seconda che l'aria che vibra sia contenuta in una cavità dello strumento , oppure no .
La prima classe comprende gli "aerofoni liberi", nei quali lo strumento genera direttamente un'onda sonora nell'aria circostante, senza produrre un'onda stazionaria in un volume d'aria racchiuso dallo strumento. Questa classe comprende gli strumenti ad ancia libera come l'armonica a bocca e l'organo a bocca di origine orientale e anche altri strumenti come la sirena e l'armonica o gli aerofoni a vortice come il cosiddetto Rombo, la rotula della zampa di suino (o il bottone) che vengono fatti roteare su sé stessi. Negli aerofoni liberi (41), quindi, l'aria vibrante non è contenuta dallo strumento, ma si trova al di fuori, lo circonda. Negli "aerofoni liberi a deviazione" (411) (ad esempio frusta, lama della sciabola che emette il caratteristico sibilo, ecc.) l'aria colpisce un corpo affilato, oppure un corpo affilato viene mosso attraverso l'aria. Negli "aerofoni liberi ad interruzione" (412) il passaggio dell'aria viene interrotto in maniera periodica generando una frequenza udibile. Gli "aerofoni ad interruzione ad ancia" (412.1) presentano un'ancia sulla quale viene indirizzato e forzato un flusso d'aria che la mette in vibrazione, originando un'interruzione periodica del flusso stesso, tenere conto del fatto che negli aerofoni di questo tipo, se sono presenti dei tubi, l'aria non vibra in modo primario, ma secondario, cioè arricchendo il suono timbricamente (canne ad ancia dell'organo). Ancora, negli aerofoni liberi ad interruzione ad ancia troviamo: * le ance battenti doppie (412.11) (es. lo stelo d'erba spaccato in due); * le ance libere singole (412.131); * e le ance libere in serie (412.132) (armonium, armonica a bocca, fisarmonica…); * nonché le ance a nastro (412.14) (ottenute, ad esempio, nel soffiare contro i bordi affilati di una foglia lanceolata o di un fogliettino di carta). Negli "aerofoni liberi ad interruzione a spostamento" (412.21) (come ad esempio nella sirena a disco forato) è il dispositivo di interruzione che si muove senza l'intervento di un flusso d'aria. Negli "aerofoni liberi ad interruzione a vortice" (412.22) (come, ad esempio, il rombo, il frullo, ma anche il ventilatore a pale che emette il caratteristico suono), il dispositivo interruttivo ruota attorno al suo stesso asse. Negli "aerofoni ad esplosione" ("413"), l'aria viene colpita da un solo impulso di compressione (il palloncino che scoppia, il sacchetto pieno d'aria fatto scoppiare, il tubofono, lo schioppetto come giocattolo infantile d'altri tempi). La seconda grande classe di aerofoni è quella degli strumenti a fiato veri e propri. (H.F.: 42). A questa (con tutte le possibili varianti catalogate dalla classificazione Hornbostel-Sachs) appartengono i tipi: * dei flauti (421); * dei tubi ad ancia (422), a loro volta suddivisi in oboi (422.1), clarinetti (422.2), tubi ad ancia libera (422.3); *delle trombe (423), a loro volta suddivise in "trombe naturali"(423.1) e "trombe cromatiche" (423.2). === Il serbatoio d'aria === Per quanto riguarda la riserva d'aria, gli aerofoni possono ricevere il flusso d'aria dai polmoni dell'esecutore o da altre fonti, attingendo ad un serbatoio d'aria. In pratica l'aria non viene insufflata direttamente nello strumento a fiato, ma viene accumulata in serbatoi (zampogne, cornamuse) o caricata con mantici (organi a canne, fisarmoniche, organetti diatonici, eccetera) è anche possibile utilizzare la bocca dell'esecutore come serbatoio d'aria (launeddas, respirazione continua con trombe, sax, clarinetti nelle performance jazz, eccetera). === Denominazioni storiche nella cultura occidentale === Nella cultura occidentale gli strumenti a fiato (detti anche brevemente "fiati") vengono spesso ancora indicati e classificati con le denominazioni storiche di ottoni e legni, basate appunto sui materiali di costruzione in tempi passati, e non più adeguate. Nell'uso comune troviamo fra gli ottoni: trombe e cornette, tromboni, tuba, bassotuba e flicorni, corno francese. Mentre fra i legni si annoverano: flauto e ottavino, clarinetto e clarinetto basso, sassofoni, oboe e corno inglese, fagotto e controfagotto.
Arte
Particolare della ''Gioconda'' di Leonardo da Vinci L''''arte''', nel suo significato più ampio, comprende ogni attività umana – svolta singolarmente o collettivamente – che porta a forme di creatività e di espressione estetica, poggiando su accorgimenti tecnici, abilità innate o acquisite e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall'esperienza. Pertanto l'arte è un linguaggio, ossia la capacità di trasmettere emozioni e messaggi. Tuttavia non esiste un unico linguaggio artistico e neppure un unico codice inequivocabile di interpretazione. Nel suo significato più sublime l'arte è l'espressione estetica dell'interiorità e dell'animo umano. Rispecchia le opinioni, i sentimenti e i pensieri dell'artista nell'ambito sociale, morale, culturale, etico o religioso del suo periodo storico. Alcuni filosofi e studiosi di semantica, invece, sostengono che esista un linguaggio oggettivo che, a prescindere dalle epoche e dagli stili, dovrebbe essere codificato per poter essere compreso da tutti, tuttavia gli sforzi per dimostrare questa affermazione sono stati infruttuosi. L'arte può essere considerata anche una professione di antica tradizione svolta nell'osservanza di alcuni canoni codificati nel tempo. In questo senso le professioni artigianali – quelle cioè che afferiscono all'artigianato – discendono spesso dal Medioevo, quando si svilupparono attività specializzate e gli esercenti arti e mestieri vennero riuniti nelle corporazioni. Ogni ''arte'' aveva una propria tradizione, i cui concetti fondamentali venivano racchiusi nella ''regola dell'arte'', cui ogni ''artiere'' doveva conformarsi.
Analizzando la storia del concetto di arte vediamo che nel corso del tempo esso subisce una trasformazione graduale ma radicale. Antichità: Sanscrito ''Are'' (ordinare) Latino: ''Ars'', Greco: ''Τέχνη'' stava quindi a significare la capacità di fare qualche oggetto. La capacità consisteva nella conoscenza delle regole, mediante le quali era possibile produrre un oggetto. L'arte quindi includeva quello che chiameremmo artigianato, più una parte delle scienze (Astronomia, Storia). Inoltre, gli antichi Greci non si servivano di termini quali Musica, Architettura o Arti Visive per indicare una disciplina artistica: questi termini non esistevano oppure avevano un significato diverso da quello moderno. Si servivano invece di concetti di minore estensione, come ad es: "mimica", "commedia", "tragedia", concetti che sono inclusi nell'ambito del Teatro. Dall'idea di arte rimaneva fuori la Poesia in quanto, anche se era compresa nel campo del sapere, era priva delle caratteristiche tipiche dell'arte: anzitutto, dal momento che era per lo più recitata e cantata, non era una produzione materiale, quindi non si basava su regole specifiche ma sull'invenzione individuale; in secondo luogo la poesia era vista come irrazionale, capace di incantare, affascinare e sedurre le menti. La Poesia era quindi considerata una pratica a sé stante: la si credeva ispirata dalle Muse, e per questo era considerata superiore. Nel periodo ellenistico iniziarono le prime classificazioni e le arti vennero divise in ''comuni'' e ''liberali'', a seconda che richiedessero uno sforzo fisico o uno sforzo intellettuale. Nel Medioevo si cominciano a rivalutare le arti ''comuni'', che verranno chiamate ''meccaniche'', ma continueranno ad avere un ruolo subalterno rispetto alle ''arti liberali''. Dalle arti "meccaniche" vennero escluse diverse di quelle che noi chiamiamo "belle arti", come la pittura e la scultura; le arti liberali e meccaniche erano state ridotte al numero di sette, e tra quelle che richiedevano lo sforzo fisico, si annoveravano soltanto le arti che miglioravano la vita dell'uomo, che lo nutrivano, lo riparavano dalle intemperie, ovvero quelle arti il cui punto peculiare era l'utilità quanto la piacevolezza. Si conoscono, di queste arti meccaniche medievali, due elenchi di riferimento: quelli di Ugo di San Vittore e Rodolfo di Longo Campo. La poesia non rientra ancora nell'ambito concettuale dell'arte indicato in epoca moderna, in quanto il ''poeta'' era considerato un vate che componeva i versi ispirato dal Dio, o dalle Muse nell'Antica Grecia. Non esisteva la regola nelle composizioni poetiche, almeno per quanto riguarda il contenuto. A fornire il contributo essenziale affinché la poesia venisse considerata un'arte fu Bernardo Segni che nel 1549 tradusse in volgare la ''Poetica'' di Aristotele, opera in cui lo Stagirita già annoverava la poesia tra le altre arti. La condizione sociale degli artisti, che migliorò notevolmente nel corso del Rinascimento, contribuì a separarli dagli scienziati e dagli artigiani. Nel 1735 Baumgarten conia il termine estetica utilizzandolo per la prima volta nella propria tesi di laurea| Nel 1750 pubblicherà un saggio intitolato ''Æsthetica''. Charles Batteux nel 1746 definisce, nel suo libro ''Le belle arti ridotte ad un unico principio'', il sistema delle ''belle arti'', indicando cinque arti in senso proprio - la pittura, la scultura, la poesia, la musica, la danza - a cui associava due arti connesse - l'eloquenza e l'architettura - il cui carattere comune risiedeva nell'imitazione della realtà per il fine di creare oggetti belli. Dalla fine del Settecento cominciarono le prime crisi del concetto di ''bello'' e di arte. Stavano nascendo nuove forme di espressione come la fotografia, l'architettura industriale, l'oggettistica per la casa, e bisognava farle rientrare nel concetto di arte. Per tale motivo nel Novecento si è abbandonata l'idea di una definizione onnicomprensiva di arte e di ''opera d'arte''. Il termine arte diventa un ''concetto aperto'', in cui tutte le possibili definizioni dell'arte confluiscono. Il Novecento si fa portavoce della crescita intimista portata avanti dai pensatori del secolo precedente, ma rinnova le necessità interiori dell'artista e si fa portavoce dell'innovazione tecnica, di cui i nuovi materiali (il ferro e gli elementi prefabbricati) sono gli elementi fondamentali. La nuova architettura deve essere il segno del rinnovamento culturale e sociale, per questo si procede ad una omogeneità dei caratteri della nuova costruzione architettonica, si stabilisce un carattere nuovo, uno "stile moderno". All'interno del “Modernismo” si riassumono ed interagiscono le correnti artistiche che nei precedenti due decenni interpretano ed affiancano lo sforzo progressivo della civiltà industriale. Quando all'entusiasmo per il progresso industriale segue la consapevolezza della trasformazione che opera nelle strutture della vita e della società, attorno al 1910, all'interno del “Modernismo”, si formano le “avanguardie” artistiche con l'obiettivo di mutare le modalità e le finalità dell'arte. Le principali forme di arte, da cui emanano o a cui si ricollegano tutte le altre - dette arti minori - sono: * Pittura (inclusi il disegno, l'incisione e la grafica digitale) * Scultura (inclusi l'oreficeria, l'arte tessile, l'arazzo e l'origami) * Architettura * Letteratura * Musica * Danza * Teatro * Cinema (inclusa la videoarte) * Fotografia (inclusa la multivisione) * Fumetto Esse possono essere raggruppate in arti visive, che non richiedono un'esecuzione perché l'opera si presenta al fruitore già perfettamente definita, e arti performative, che invece richiedono all'artista non solo di essere prodotte, ma anche eseguite: * Arti visive: **Pittura ** Scultura ** Architettura ** Scrittura (forma di letteratura) ** Cinema **Fotografia **Fumetto * Arti performative: **Musica ** Danza ** Teatro **Illusionismo **Lettura (forma di letteratura) Un'altra possibile suddivisione delle arti, basata sui sensi umani, è la seguente: * Arti visive: **Arti figurative o Belle Arti: *** Pittura (inclusi il disegno, l'incisione e la grafica digitale) *** Scultura (inclusi l'oreficeria, l'arte tessile, l'arazzo e l'origami) *** Architettura ** Fotografia ** Scrittura (forma di letteratura) ** Fumetto * Arti uditive ** Musica ** Lettura (forma di letteratura) * Arti audiovisive ** Teatro ** Cinematografia ** Danza Un'ultima suddivisione delle arti, sebbene non le includa tutte, è quella delle "nove arti". Stilata originariamente nel 1923 dal poeta italiano Ricciotto Canudo, fu ampliata con le ultime due voci dal critico francese Claude Beylie nel 1964: # Architettura # Pittura # Scultura # Musica # Poesia # Danza # Cinema # Radio-televisione # Fumetto
Adige
L''''Adige''' è un fiume dell'Italia nordorientale, per lunghezza – circa 410 km – il secondo fiume italiano dopo il Po, il terzo per ampiezza di bacino dopo Po e Tevere e il quarto per volume d'acque dopo Po, Ticino e Tevere, con 235 m³/s di portata media annua presso la foce. Nasce presso il passo Resia nell'Alta Val Venosta in Alto Adige e sfocia nel mare Adriatico presso i comuni di Chioggia e Rosolina nelle rispettive frazioni di Ca'lino di Chioggia e di Rosolina Mare, dopo aver attraversato le città di Trento, Rovereto, Verona, Legnago, Cavarzere, lambendo Merano, Bolzano e Rovigo, passando interamente per le regioni Trentino-Alto Adige e Veneto. La valle in cui scorre assume vari nomi: val Venosta tra la sorgente e Merano, valle dell'Adige tra Merano e Trento, Vallagarina tra Trento e Verona, e quindi val Padana tra Verona e la foce, con un'ampia area destra del fiume vicino alla foce che fa anche parte del Parco Delta del Po MAB UNESCO .
La falsa sorgente dell'Adige presso il passo Resia Complessivamente il suo bacino idrografico è di  km² (che lo rendono il terzo in Italia per ampiezza dopo il Po e il Tevere): di questi ben 7.200 sono in provincia di Bolzano, nel cui territorio scorre per 140 km (oltre 1/3 del suo percorso complessivo), mentre i restanti sono suddivisi tra le province di Trento, di Verona, di Padova, di Rovigo e di Venezia. I suoi principali affluenti sono: * il rio Ram (''Rambach'') presso Glorenza (''Glurns'') (BZ); * il Passirio (''Passer'') presso Merano (''Meran'') (BZ); * l'Isarco (''Eisack'') presso Bolzano (''Bozen'') (BZ); * il Noce presso Zambana (TN); * l'Avisio presso Lavis (TN); * il Fersina presso Trento (TN); * il Leno presso Rovereto (TN); * l'Alpone presso Albaredo d'Adige (VR). Nel suo tratto iniziale, il rio Ram (''Rambach'') scorre nella val Monastero, politicamente appartenente alla Svizzera (Cantone dei Grigioni). Il fiume Adige percorre nel suo cammino zone pianeggianti o montuose, con climi alpini, continentali e miti. Sulle sue sponde è quasi sempre presente una striscia di vegetazione, incluse piante di latifoglie e arbusti, di un verde acceso, donatogli appunto dalle acque del fiume. Il fiume è stato protagonista di alcune devastanti alluvioni. Già in epoca romana la sua idrografia subì una variazione: Plinio il Vecchio non cita più il Po di Adria perché l'Adige aveva subito una rotta ed era confluito nella Filistina e in altri due canali, chiamati il Fossone e la Carbonaria (Po di Goro).Successivamente la rotta della Cucca, la catastrofica alluvione del VI secolo (589), secondo le cronache di Paolo Diacono, provocò morte e distruzione a Verona e nelle campagne. Vi è la notizia di altri fenomeni di questo tipo in passato: tra i più gravi sono da ricordare le inondazioni del 1882, del 1966 e del 1981. Il 9 novembre 1046 il corso del fiume venne sbarrato per oltre dieci giorni a seguito di una frana causata da un violento terremoto nella media valle dell'Adige. Nel 1474, vicino a Castel Firmiano presso Bolzano, l'Adige in piena - chiamato nel documento ''«wasszer Etsch»'' - aveva inondato e distrutto le vie di passaggio, al che i duchi d'Austria misero in atto misure di ripristino delle comunicazioni viarie. Nel 1858 il corso del fiume fu deviato dal centro della città di Trento con uno spostamento del corso verso ovest: si trattò di rettificare il percorso che invece in origine faceva un'ansa verso est, fin quasi sotto alle mura del castello del Buonconsiglio. Tale operazione, che nei progetti doveva servire ad evitare inondazioni e piene nel centro della città, di fatto trasformò profondamente la zona del tracciato originale. Nel settembre 1882 il fiume ruppe gli argini in nove punti a Bolzano e a San Michele all'Adige, e inondò la parte nord della città di Trento; la piena provocò anche un'alluvione a Verona e un'alluvione in Polesine. Proprio per salvare la città di Verona da possibili inondazioni, nella prima metà del XX secolo fu progettato, costruito e completato nel 1959 un tunnel scolmatore (Galleria Adige-Garda) che congiunge l'Adige in località Mori con il lago di Garda in località Nago-Torbole e che è in grado di convogliare le acque in eccesso dal fiume al lago. A causa della notevole differenza di temperatura e qualità delle acque, si fece ricorso al travaso delle acque molto raramente, soltanto quando strettamente necessario. Il tunnel venne usato infatti soltanto 11 volte tra il 1960 e il 2018: nel 1960, 1965, 1966 (due volte) 1976, 1980, 1981, 1983, 2000, 2002 e il 30 ottobre 2018. L'utilizzo dello scolmatore deve essere coordinato con il livello del lago di Garda e del fiume Mincio per evitare problemi. Nel novembre 1966 la città di Trento conobbe la più grande alluvione della sua storia: buona parte della città e circa 5.000 ettari di campagna furono sommersi da circa due metri d'acqua. In seguito all'alluvione, gli argini vennero alzati di circa un metro. Nell'agosto del 1981 gli argini cedettero nei pressi di Salorno che fu sommersa assieme alle campagne circostanti. Nel 2019 la portata massima che può transitare nel fiume era pari a 2.500 metri cubi al secondo ed era corrispondente a un tempo di ritorno di 200 anni. Lungo le rive del fiume, sfruttando le strade degli argini, si sviluppa la ciclopista della valle dell'Adige, una delle più lunghe presenti in Italia, che unisce la provincia di Verona con quella di Bolzano. Ogni anno nel mese di ottobre nel tratto compreso tra Borghetto (TN) e Pescantina (VR) si svolge l'''Adige marathon'', una gara canoistica sia a livello agonistico che amatoriale. Sorgente Adige vera.jpg|La vera sorgente dell'Adige, in un bunker dello sbarramento Passo Resia Sorgente Adige falsa.JPG|La falsa sorgente dell'Adige Vinschgaubahn_04.jpg|Nei pressi di Naturno, con la linea ferroviaria Merano-Malles in primo piano Valle Adige.jpg|La Valle dell'Adige sopra Trento ripresa dalla Paganella Trento - Vista dal Monte Calisio.JPG| A Trento, vista dal monte Calisio Valle dell'Adige dal Castel Beseno.jpg|L'Adige tra Besenello e Calliano Panoramarovereto.jpg|A Rovereto il Leno confluisce nell'Adige Adige Belluno V..jpg|Il fiume nell'alto veronese Adige dal Corno d'Aquilio.jpg| Il percorso in Vallagarina visto dal Corno d'Aquilio; sullo sfondo il Garda Adige canyon.jpg|Adige a Chiusa Adige Verona.jpg|Il fiume a Verona, visto da Ponte Pietra; sullo sfondo la chiesa di San Giorgio in Braida Adige e San Giovanni Lupatoto.jpg|Il fiume nei pressi di San Giovanni Lupatoto Adigesudbonavigo.jpg|A sud di Bonavigo fra Orti e il Santuario Madonna di San Tommaso Beckett adigecastagnarobadia.jpg|All'entrata della provincia di Rovigo a nord di Badia Polesine L'Adige_a_San_Martino_di_Venezze.JPG|A San Martino di Venezze, località Penisola Adige foce.jpg|La foce del fiume Foce dell'Adige a Rosolina Mare.jpg|La foce a Rosolina Mare La torretta a Rosolina Mare che permette di vedere la foce dell'Adige.jpg|La nuova torretta a Rosolina Mare che permette di vedere la foce dell'Adige Mauro Vittorio Quattrina "L'Adige di carta". Docufilm narrato in "prima persona" da Berto Barbarani interpretato da Stefano Paiusco - 2019 -
Accordo De Gasperi-Gruber
La firma dell'accordo L''''accordo De Gasperi-Gruber''' , così chiamato dai nomi degli allora ministri degli Esteri italiano e austriaco , fu firmato il 5 settembre 1946 a Parigi a margine dei lavori della Conferenza di pace, per definire la questione della tutela della minoranza linguistica tedesca del Trentino-Alto Adige.
Dopo la prima guerra mondiale il Trattato di Saint-Germain aveva assegnato all'Italia il Trentino-Alto Adige che, seppur geograficamente incardinato nella penisola italiana, era popolato in prevalenza da abitanti di lingua tedesca (ciò riguarda soprattutto l'Alto Adige, sebbene anche in Trentino vi fossero e vi siano tuttora piccole comunità germanofone). Il governo fascista adottò una serie di misure volte alla snazionalizzazione della popolazione. L'uso della lingua tedesca in pubblico e il suo insegnamento vennero vietati. Ulteriori provvedimenti come l'obbligo all'italianizzazione dei cognomi miravano all'oppressione dell'identità etnica e culturale tedesca. Furono inoltre adottate speciali misure di natura militare (edificazione del Vallo alpino in Alto Adige). Fu anche portata avanti una massiccia industrializzazione. A ciò si aggiunse la politica demografica del fascismo (vedi italianizzazione), culminata nelle opzioni in Alto Adige (e in parte in Trentino), che videro l'adesione massiccia della popolazione di lingua tedesca al trasferimento nel Reich nazista. Durante la seconda guerra mondiale il Trentino e l'Alto Adige vennero occupati dalle truppe tedesche, accolte come liberatrici da molti abitanti di lingua tedesca e non solo, la cui Resistenza fu piuttosto limitata (vedi Josef Mayr-Nusser). Durante l'occupazione nazista si verificarono gravi crimini che colpirono tutti i gruppi linguistici (vedi Lager di Bolzano). Molti altoatesini e trentini si arruolarono o furono arruolati in due reparti al servizio della Wehrmacht: ''SS-Polizeiregiment "Bozen"'' e ''Corpo di Sicurezza trentino''. La questione altoatesina venne affrontata nel 1946, dopo la fine della guerra. Con il benestare degli Alleati (e nonostante le resistenze dell'Unione Sovietica, che stava attuando l'espulsione dei tedeschi dall'Europa orientale), si giunse a un accordo fra l'Italia e l'Austria. Il testo dell'accordo venne accluso al trattato di pace italiano del 10 febbraio 1947. Il trattato venne implementato dall'Italia, che ripristinò l'uso ufficiale del tedesco e il suo insegnamento, reintrodusse i toponimi tedeschi e permise il ritorno degli optanti, anche di quelli compromessi con il nazismo. La stragrande maggioranza delle controversie sull'applicazione del trattato si risolsero compiutamente all'ingresso dell'Austria nell'Unione Europea, nel 1995. Se da una parte ovviamente il trattato vide chiaramente contrapposti interessi italiani e austriaci, la posizione personale e biografica dei contraenti era più sfumata. De Gasperi era stato cittadino dell'Impero austro-ungarico e nella sua attività politica aveva sviluppato un'intima convinzione dell'autonomia come mezzo per affrontare i problemi delle minoranze; Gruber d'altra parte era più dubbioso sulle intenzioni degli altoatesini:Conosco i miei conterranei, essi sono l’elemento più duro e più tenace della terra. Quanto maggiore sarà la libertà che loro concederete, tanto più essi ne useranno a ne abuseranno, se volete, per chiedere ed insistere di ritornare a far parte dell’Austria. Tutte le autonomie che voi italiani accorderete loro, con tutta la buona volontà di creare una collaborazione con loro, saranno altrettante armi che essi rivolgeranno contro voi stessi.Nonostante il parto e l'implementazione travagliata, l'Accordo De Gasperi-Gruber funzionò ed è a oggi considerato un modello per i territori multiculturali in Europa e nel mondo. Traduzione dal testo inglese: ;Accordo di Parigi 5 settembre 1946 # Agli abitanti di lingua tedesca della Provincia di Bolzano e quelli dei vicini comuni bilingui della Provincia di Trento saranno garantite una completa uguaglianza di diritti rispetto agli abitanti di lingua italiana, nel quadro delle disposizioni speciali destinate a salvaguardare il carattere etnico e lo sviluppo culturale ed economico del gruppo di lingua tedesca. #: In conformità con le disposizioni legislative già in vigore o in procinto d'esserlo agli abitanti di lingua tedesca sarà specialmente concesso: ## l'insegnamento primario e secondario nella loro lingua materna; ## la parità delle lingue italiana e tedesca negli uffici pubblici e nei documenti ufficiali, nonché nelle denominazione topografica bilingue; ## il diritto di ristabilire i cognomi tedeschi che sono stati italianizzati nel corso degli ultimi anni; ## l'uguaglianza di diritti per ciò che concerne l'ammissione nelle pubbliche amministrazioni con lo scopo di raggiungere nell'impiego una proporzione più adeguata tra i due gruppi etnici. # È concesso alle popolazioni delle zone sopramenzionate l'esercizio di un potere legislativo ed esecutivo regionale autonomo, nel quadro del quale queste disposizioni saranno applicate verrà stabilito consultando anche gli elementi locali rappresentativi di lingua tedesca. # Il governo italiano, con lo scopo di stabilire delle relazioni di buon vicinato tra l'Austria e l'Italia, s'impiegherà, in consultazione con il governo austriaco, e entro un anno a partire dalla firma del presente trattato: ## a rivedere, con spirito di equità e con ampia comprensione, la questione delle opzioni di cittadinanza avvenute in seguito agli accordi Hitler-Mussolini del 1939; ## a trovare un accordo di mutuo riconoscimento della validità di alcuni titoli di studio e diplomi universitari; ## a stabilire una convenzione per la libera circolazione delle persone e dei beni tra il Tirolo del Nord e il Tirolo orientale, sia su ferrovia sia, nella misura più ampia possibile, per strada; ## a concludere degli accordi speciali destinati a facilitare l'espansione del traffico scambi frontaliero e degli scambi locali di determinate quantità di prodotti e merci caratteristiche tra l'Austria e l'Italia. ''Firmato da: Gruber e Degasperi'' ''5 settembre 1946''.
Anni 2000
A cavallo tra il secondo e il terzo millennio, ovvero primo decennio del XXI secolo, è stato definito il ''decennio breve'' per la velocità delle innovazioni in tutti i settori e per la durata virtualmente limitata tra il 2001, con il crollo delle Torri Gemelle, e il 2008, con l'inizio della crisi economico-politica del decennio successivo.
=== 2000 === * Le preoccupazioni per il Millennium bug si rivelano sostanzialmente infondate. * L'inizio degli "anni 2000" (seppur non coincidente con quello del Terzo millennio) è salutato con grandi festeggiamenti in tutto il pianeta. * L'Assemblea generale delle Nazioni Unite proclama il decennio 2000-2009 "Decennio Internazionale per la Cultura della Pace e della Non-Violenza". * Bashar al-Assad succede al padre Hafiz come presidente della Siria. * Le elezioni presidenziali del 7 novembre 2000 negli Stati Uniti vedono la vittoria di misura del repubblicano George W. Bush contro il candidato democratico Al Gore, sebbene quest'ultimo abbia ottenuto più voti. La Corte Suprema stabilisce con una sentenza la vittoria di Bush anche in Florida, lo Stato dove i risultati sono più contesi. In molti però contestano la regolarità delle elezioni. * Si diffonde in tutta Europa la mucca pazza, una malattia che colpisce i bovini alimentati con mangimi contenenti farine animali. Crollano i consumi di carne bovina in tutto il Vecchio Continente. *Crisi della new economy. *Inizia la diffusione domestica di Internet. === 2001 === Un vigile del fuoco di New York osserva i resti delle Torri GemelleL'attentato alle Torri Gemelle * Proseguono gli scontri fra israeliani e palestinesi. A agosto la formazione estremista Hamas proclama la seconda intifada. * Dal 19 al 22 luglio si tiene, a Genova (Italia), il vertice mondiale dei G8, con molti episodi di scontri fra manifestanti e forze dell'ordine e gravi disordini all'interno della città. Il 21 luglio un giovane manifestante di nome Carlo Giuliani viene ucciso dai Carabinieri, mentre cercava di lanciare un estintore contro una pattuglia dell'Arma. Secondo Amnesty International si tratta della "Più grave sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale". * L'11 settembre un gruppo di terroristi islamici affiliati ad al-Qāʿida (Al Qaeda) fa schiantare due aerei civili contro le Torri Gemelle di New York, che crolleranno nell'arco di 102 minuti per i danni causati dagli impatti e dai conseguenti incendi. Un altro aereo viene indirizzato contro il Pentagono mentre un quarto, che avrebbe dovuto colpire la Casa Bianca o il Campidoglio, grazie ad una rivolta dei passeggeri non raggiunge il suo obiettivo ma precipita in un prato della Pennsylvania. Si conteranno vittime, più altre circa negli anni successivi per i fumi e i detriti tossici sprigionati dal collasso delle torri, che contenevano centinaia di tonnellate di asbesto. L'America e tutto l'Occidente sono sotto shock. La paura del terrorismo si diffonde in tutto il mondo e in molti paesi si realizzano imponenti misure di sicurezza. * La Swissair, la compagnia di bandiera svizzera, dichiara la bancarotta per problemi economici. L'evento è conosciuto come ''Grounding della Swissair''. * Il 7 ottobre Bush ordina l'attacco al regime Talebano che controlla l'Afghanistan e che secondo la Casa Bianca è responsabile degli attacchi dell'11 settembre. * 8 ottobre: un volo diretto in Danimarca si scontra sulla pista di Linate con un Cessna uccidendo oltre 100 persone. === 2002 === * Il 1º gennaio viene introdotto in 12 paesi dell'Unione europea (Italia, Francia, Austria, Germania, Spagna, Portogallo, Irlanda, Paesi Bassi, Belgio, Finlandia, Grecia, Lussemburgo) l'Euro, la moneta unica. * I primi detenuti talebani giungono nella base militare americana di Guantanamo, che sorge davanti alle coste cubane. La prigione è fuori dalla giurisdizione dei tribunali statunitensi. Negli anni successivi, aumentano le accuse contro la prigione, dove si sospetta che la CIA utilizzi torture e metodi "poco rispettosi dei diritti umani" nei confronti dei detenuti. Sarà chiusa nel 2009. * Il 30 giugno La Nazionale brasiliana vince il mondiale di calcio tenutosi in Corea del Sud e in Giappone, conquistando il suo quinto titolo. === 2003 === Collage di foto rappresentante la guerra in Iraq * Reid Hoffman e Allen Blue lanciano LinkedIn, ispirati dalla teoria dei sei gradi di separazione di Stanley Milgram. * Si diffonde, soprattutto in Asia, la "polmonite atipica" detta SARS. * Lo Space Shuttle Columbia si disintegra mentre rientra sulla Terra. I sette astronauti a bordo moriranno sul colpo. Un'inchiesta accerterà che il Columbia aveva avuto dei guasti pericolosi, prima della partenza, e che poi sarebbero stati la causa principale del disastro. Una pioggia di accuse cade sulla NASA. * Il 20 marzo gli Stati Uniti invadono l'Iraq, in seguito alle accuse rivolte al governo di Saddam Hussein di possedere armi di distruzione di massa. Il presidente Bush aveva tentato nei mesi precedenti di ottenere l'avallo dell'ONU, ma aveva incontrato l'opposizione di Francia e Russia, nonché della maggior parte delle opinioni pubbliche di tutto il mondo. Anche papa Giovanni Paolo II si unì al coro di protesta. La guerra, (ribattezzata Seconda Guerra del Golfo), iniziò a marzo e si concluse abbastanza velocemente; tuttavia, nonostante la cattura di Saddam Hussein nove mesi dopo, le armi non saranno mai ritrovate mentre il paese precipita in una violenta guerra civile con scontri fra sciiti e sunniti, le due maggiori confessioni islamiche irachene. Gli scontri e gli attentati hanno provocato fra il 2003 e il 2006 1.2 milioni di morti iracheni e più di 3.000 soldati americani uccisi. *Si diffonde in molti paesi dell'Europa una forte Ondata di caldo durante l'estate 2003. Tra i mesi di giugno ed agosto 2003. * La regione del Darfur, nel Sudan occidentale è sconvolta da una guerra civile logorante e da continue razzie dei mercenari arabi che procurano migliaia di morti e profughi fra la popolazione civile. === 2004 === * Il 4 febbraio nasce il social network Facebook. *L'11 marzo una serie di attacchi coordinati al sistema di treni locali di Madrid provoca 191 morti e 2.057 feriti. La Brigata Abu Hafs al Masri rivendica l'attentato: è il primo messo a segno da Al-Qaida sul territorio europeo dopo l'11 settembre 2001. * Raggiungono la Terra straordinarie immagini a colori di Marte da parte della sonda spaziale Spirit che analizza alcuni crateri del pianeta rosso. Già nel 1997 erano pervenute quelle storiche della missione Mars Pathfinder. * Il 1º maggio entrano a far parte dell'Unione europea dieci nuovi paesi: Polonia, Slovenia, Ungheria, Malta, Cipro, Lettonia, Estonia, Lituania, Repubblica Ceca, Slovacchia. *Il 15 agosto Michael Schumacher si aggiudica matematicamente il 7º titolo piloti nel campionato mondiale di Formula 1. * Il 1º settembre un commando di terroristi ceceni occupa una scuola elementare di Beslan, in Russia, e sequestra 1127 persone fra adulti e bambini. Tre giorni dopo, l'esercito russo irrompe nella scuola, causando la reazione dei terroristi. Muoiono 386 persone, di cui 186 bambini. I feriti sono oltre 700. Molti bambini restano mutilati o orfani. Oltre il 90% delle persone prese in ostaggio rimase in qualche modo ferita. L'enormità di feriti mise a dura prova l'intera macchina sanitaria locale con un'inadeguata disponibilità di bende e medicazioni. Le foto delle piccole vittime di Beslan durante una cerimonia commemorativa * In Ucraina milioni di persone scendono in piazza, contestando il risultato elettorale che attribuisce la vittoria a Viktor Janukovyč. Le elezioni sono annullate e il successivo responso porta alla vittoria Viktor Juščenko, leader della Rivoluzione Arancione. * Il repubblicano George W. Bush viene rieletto presidente degli USA, battendo il candidato democratico John Kerry. * Il 26 dicembre l'intera area dell'Oceano Indiano, in particolare le coste asiatiche, è sconvolta da un violentissimo Tsunami che procura miliardi di danni e più di 200.000 morti. È considerata una delle più grandi catastrofi naturali della storia. Subito dopo lo tsunami, si apre in tutto il mondo una campagna di solidarietà verso i paesi maggiormente colpiti (India, Sri Lanka, Myanmar, Thailandia, Malaysia, Indonesia, ecc.), (v. Maremoto dell'Oceano Indiano del 2004). === 2005 === *Il 14 febbraio nasce YouTube. * Le elezioni politiche in Germania portano ad un pareggio fra i socialdemocratici del cancelliere uscente Gerhard Schröder e i cristiano-democratici di Angela Merkel che diventa il primo cancelliere cresciuto nell'Est. La Merkel è costretta a costituire un governo di "grande coalizione". Giovanni Paolo II * Il 2 aprile muore papa Giovanni Paolo II dopo ventisette anni di pontificato. Nei giorni successivi più di un milione di persone si riversa su Roma e su Piazza San Pietro per assistere ai suoi funerali. Il 19 aprile viene eletto, dopo un rapido Conclave, il suo successore: il cardinale tedesco Joseph Ratzinger che assume il nome di Benedetto XVI. * Il 7 luglio attacchi terroristici alla Metropolitana di Londra e su un autobus provocano 52 vittime e 700 feriti. La Brigata Abu Hafs al Masri rivendica l'attentato e lo replica due settimane dopo, senza provocare però vittime. * L'uragano Katrina travolge il sud degli Stati Uniti e devasta completamente la città di New Orleans. Si contano svariate migliaia di morti, feriti e senzatetto. * Il partito Hamas vince le elezioni palestinesi, provocando dure reazioni nella comunità internazionale. === 2006 === * Febbraio: XX Giochi olimpici invernali a Torino * Italia: il 10 maggio al quarto scrutinio, viene eletto Presidente della Repubblica il senatore a vita Giorgio Napolitano. * Il 7 luglio muore Syd Barrett, il leggendario fondatore dei Pink Floyd. * Il 9 luglio la Nazionale italiana vince il mondiale di calcio in Germania battendo la Francia 5-3 ai calci di rigore e conquistando il quarto titolo mondiale. * Il 12 luglio, un commando di Hezbollah entra in territorio israeliano e uccide tre soldati, catturandone altri due. Israele considera l'atto una dichiarazione di guerra, invade il Libano del Sud e bombarda alcune città libanesi. Dopo qualche giorno, la controffensiva degli Hezbollah, nonostante l'intervento, persiste tramite i lanci missilistici e continua a mettere in forte difficoltà la popolazione israeliana. Ad agosto, dopo il conseguimento della tregua, il Consiglio di Sicurezza dell'ONU approva una risoluzione per inviare nella zona i caschi blu. * Un giornale danese pubblica vignette satiriche su Maometto e l'Islam. In molti paesi arabi, in Pakistan e in India vengono assaltate le ambasciate danesi. Il Vaticano esprime la sua solidarietà al mondo islamico. * Trasportato dagli uccelli migratori, arriva in Europa il virus dell'influenza aviaria che minaccia di colpire anche gli allevamenti avicoli, nonostante il rafforzamento delle misure di sicurezza. * Il 30 dicembre Saddam Hussein viene condannato a morte. Protestano numerosi paesi e organizzazioni contro la pena capitale, mentre nel paese aumentano le tensioni dopo la diffusione di video illegali in cui si vede l'ex dittatore accompagnato al patibolo fra gli insulti dei presenti. === 2007 === * Il 1º gennaio Bulgaria e Romania entrano a far parte della Unione europea, mentre in Slovenia entra in circolazione l'Euro. * Il 9 gennaio Apple presenta la prima versione dell'iPhone: inizia così la diffusione su larga scala degli smartphone, inventati più di 10 anni prima. *Ban Ki-Moon, ministro degli esteri sudcoreano, diventa il nuovo Segretario generale delle Nazioni Unite. * Dagli USA, a causa della crisi immobiliare dell'anno precedente, prende il via la crisi finanziaria che porterà alla grande recessione. * Nella ex Birmania, la popolazione, stanca della corruzione e della miseria estrema, scende in piazza protestando pacificamente, guidata da gruppi di monaci buddhisti. Il regime militare, che controlla il paese, reprime con durezza le manifestazioni, provocando l'indignazione di tutte le opinioni pubbliche mondiali. === 2008 === * Il 17 febbraio il Kosovo dichiara la sua indipendenza dalla Serbia aprendo una nuova crisi politica nei Balcani, poiché la Serbia, appoggiata dalla Russia, si rifiuta di accettare la decisione del Kosovo. A favore del Kosovo si schierano però gli Stati Uniti e la maggioranza dei paesi Ue. * Le primarie per la scelta del candidato alla Casa Bianca del Partito Democratico sono segnate da una dura battaglia, ricca di colpi di scena e rovesci di fortuna fra Hillary Clinton, la prima donna a presentarsi e Barack Obama, il primo afroamericano. Obama riesce a superare la rivale per pochi voti e il 4 novembre vince storicamente le elezioni presidenziali; la sua elezione è salutata con entusiasmo in tutto il mondo. Obama durante la campagna elettorale nel 2008 Soldati georgiani in posizione di tiro, durante la Seconda guerra in Ossezia del Sud * La Cina reprime con la violenza manifestazioni pacifiche in Tibet, a favore dell'autonomia culturale e politica della regione. In molti ipotizzano un boicottaggio per protesta della cerimonia d'apertura delle Olimpiadi che ospiterà il Paese ad agosto. Poco dopo la Cina è sconvolta da un grave terremoto che causa una decina di migliaia di morti. Ciò nonostante le Olimpiadi di Pechino saranno un successo sorprendente. *Crisi militare fra Russia e Georgia causate da tensioni sullo status dei territori autonomi georgiani dell'Ossezia del Sud e dell'Abkazia. La Russia invade il territorio georgiano, giungendo fino a Gori, centro nevralgico e città natale di Stalin. Con la mediazione europea viene firmato un cessate il fuoco, che prevede il ripristino dello status quo, tuttavia nella regione la tensione resta alta. * Il 10 settembre il Cern di Ginevra lancia un ambizioso progetto, tramite un complesso acceleratore di particelle, per scoprire le dinamiche del Big Bang. Viene definito ''l'esperimento fisico più importante della storia'', ma dopo pochi giorni il progetto viene interrotto a causa di un cedimento dell'acceleratore. * Il 15 settembre muore Richard Wright a Londra. Lo storico tastierista dei Pink Floyd muore dopo una breve lotta contro il cancro. * La crisi dei mutui, scoppiata l'anno prima negli Stati Uniti, si allarga a livello mondiale dopo i crack di importanti colossi bancari e assicurativi. I governi di tutto il mondo varano in tutta fretta piani di salvataggio. È la più grave crisi finanziaria dagli anni trenta. * Il senatore democratico Barack Obama vince le elezioni ed è il nuovo presidente Usa (4 novembre). È il primo afroamericano a ricoprire la carica. Battuto il repubblicano John McCain. * Il 26 novembre l'India è sconvolta da una serie di attentati contro obiettivi occidentali a Mumbai rivendicati da un'organizzazione vicina ad al-Qāʿida: si conteranno più di 200 morti, tra cui un italiano, e 327 feriti. === 2009 === Proteste a Teheran contro la rielezione di Ahmadinejad * L'anno inizia con la guerra di Gaza; Israele decide di reagire agli attacchi missilistici di Hamas e programma una dura operazione militare contro la striscia di Gaza. Dopo una serie di raid aerei che provocherà più di 850 morti fra i palestinesi (colpita anche una scuola dell'ONU), gli israeliani iniziano l'invasione di terra arrivando alla periferia di Gaza. Dopo una conferenza di pace a Sharm el-Sheikh viene firmata una nuova tregua. Israele si ritira dalla striscia. * Il 6 aprile un violento terremoto colpisce l'Italia nella regione dell'Abruzzo, provocando enormi danni e 309 vittime. * Si diffonde un nuovo tipo di influenza, chiamata colloquialmente influenza suina, sviluppatosi in Messico, dove provoca 152 morti, raggiunge ben presto l'America del Nord e l'Europa. * Precipita un aereo di linea Air France nell'Oceano Atlantico. Saranno ritrovati solo pochi cadaveri mentre le cause del disastro resteranno misteriose. * Muore, all'età di 50 anni, Michael Jackson, star internazionale della musica pop. Commozione e manifestazioni mediatiche amplissime in tutto il pianeta. * Migliaia di giovani scendono in piazza in tutte le città dell'Iran in difesa della democrazia, accusando il presidente uscente Ahmadinejad di aver vinto le elezioni grazie a brogli. Dopo alcuni giorni, il regime interviene reprimendo duramente le proteste. Si contano numerosi morti e feriti, numerosi dissidenti vengono arrestati. I giovani diffondono sui social-network di Internet le immagini e le testimonianze della repressione, che fanno così il giro del mondo. È la prima rivoluzione nata sul Web. Gli sviluppi economici della prima metà del decennio sono stati concentrati sull'Asia e il Sud America e sul loro impatto sul mercato mondiale. L'economia dell'India si è integrata grazie alla tecnologia con le nazioni più industrializzate. La Cina ha avuto un'immensa crescita economica, ed ha ottenuto lo status di potenza mondiale. Molte economie asiatiche fiorite rapidamente hanno avuto crescente domanda di combustibili fossili, le quali insieme ad un calo delle scoperte di giacimenti petroliferi, grossi costi di estrazione e un'agitazione politica mondiale hanno portato a una salita del prezzo del petrolio e una spinta da parte dei governi e del commercio al fine di promuovere lo sviluppo di energie rinnovabili. Comunque, un effetto collaterale della spinta da parte di qualche nazione industrializzata al fine di naturalizzare e utilizzare biocarburanti ha portato a un calo dei rifornimenti di cibo e una conseguente salita del prezzo dello stesso. Questo ha minacciato le nazioni del terzo mondo colpite dall'insufficienza di cibo. L'economia della fine del decennio è stata dominata da una crisi economica, iniziata con la crisi dei subprime negli Stati Uniti d'America nel tardo 2007 che ha guidato alla crisi finanziaria dell'Islanda nel 2008-2009 e del Regno Unito nel settembre 2007 e una generale recessione globale. Nel 2009 nasce Bitcoin, la prima Criptovaluta. * Giunge al picco di popolarità per poi entrare in crisi il teen pop, che vedeva allora come maggiore esponente una giovane Britney Spears, artista di grande impatto per la cultura pop dell'intero decennio. Continua con un grande successo l'R&B, grazie ad artisti come Chris Brown, Ne-Yo, Usher, Beyoncé e Alicia Keys. * Per quanto riguarda la musica dance si registra un elevato successo dell'house music sia nelle sue forme più pure sia, verso la seconda metà degli anni 2000, nelle sue forme più elettroniche e commerciali con generi come l'electro house e la tech-house. * Il genere nu metal, nato alla fine degli anni novanta, comincia ad acquistare popolarità: nel 2000 inizia infatti il successo dei Linkin Park con l'uscita del loro primo album in studio, ''Hybrid Theory'', disco di maggiore successo del genere, che vende più di 30 milioni di copie (CD più venduto del decennio), risultati poi ripetuti con ''Meteora'' e ''Minutes to Midnight''. Continua il momento d'oro dei Red Hot Chili Peppers, con gli album ''By the Way'' e ''Stadium Arcadium''. * Sempre a partire dal 2000 torna in voga anche il rap, che viene trainato da artisti come Eminem e 50 Cent. Il rock impegnato o "alternative" si evolve e trova grandi interpreti come i Muse, i Coldplay, gli U2 (già celebri negli anni 80 e 90), i Depeche Mode (più legati al synth pop) e i Foo Fighters. * I Radiohead di Thom Yorke vivono nella prima parte del decennio un periodo positivissimo, realizzando ''Amnesiac'', ''In Rainbows'' e soprattutto ''Kid A'', considerato dalla prestigiosa rivista ''Rolling Stone'' il miglior album del decennio. Altra band del panorama britannico, gli Oasis, iniziano invece negativamente il decennio (dopo essere stati mattatori e innovatori musicali in quello scorso), con l'album ''Standing on the Shoulder of Giants'', che con quasi 4 milioni di copie vendute si rivela il loro più grande insuccesso commerciale in carriera. Tuttavia, si riprendono verso la metà del decennio con l'album ''Don't Believe the Truth'', che vende 8 milioni di copie e viene seguito da un colossale tour mondiale, che si rivela poi essere uno tra quelli di maggior successo del decennio stesso. Dopo aver pubblicato il loro settimo album, ''Dig Out Your Soul'', il gruppo si scioglie nell'agosto 2009, dopo una violenta lite tra i due volti storici del gruppo, i fratelli Noel e Liam Gallagher, a seguito del quale i due intraprendono percorsi artistici separati, troncando ogni rapporto ed smentendo categoricamente un qualsiasi ritorno del gruppo. * Sono popolari artisti della scena pop punk-emo pop-punk rock come My Chemical Romance, Panic! At The Disco, Fall Out Boy, Paramore e Green Day. In Europa si diffonde l'indie rock, infatti cresce la popolarità di gruppi come Kaiser Chiefs, White Stripes, Arctic Monkeys e Strokes. * Torna inoltre prepotentemente di moda il genere soul pop con atmosfere anni sessanta, in particolar modo dopo il grande successo internazionale di Amy Winehouse, al quale seguono nuovi nomi come Duffy o Adele. Negli ultimi anni avvengono numerose reunion fra le band che in passato hanno ottenuto grande successo, col ritorno di gruppi come, fra i tanti, Spandau Ballet, Duran Duran, The Cranberries, Take That, Led Zeppelin, Pink Floyd, Police, Genesis, Spice Girls, AC/DC e il ritorno alla formazione storica da parte degli Iron Maiden. * Negli ultimi anni del decennio ritorna prepotentemente la musica synth pop in stile anni ottanta sia nella musica pop, con artisti come Katy Perry o Lady Gaga, che nella scena alternativa, con artisti come Hot Chip, Mystery Jets, Empire of the sun, La Roux, Santigold o i The Killers. * I Pink Floyd perdono due importanti membri: il primo a morire, il 7 luglio 2006, è il fondatore, Syd Barrett e poi, il 15 settembre 2008 toccherà al tastierista Richard Wright dire addio al mondo. * Il 25 giugno 2009 muore il Re del Pop, Michael Jackson, stroncato da un attacco cardiaco dovuto ad un'intossicazione da Propofol. Il suo medico personale, Conrad Murray, è stato condannato a 4 anni di carcere per omicidio colposo. * Il già citato Eminem è l'artista più venduto del decennio, con un totale di 32,2 milioni di album venduti. * Il cinema statunitense è dominante assoluto del mercato occidentale. Durante il decennio molti sono i film "pigliatutto", ovvero che guadagnano più di 500 milioni di dollari. Tra i più famosi ricordiamo ''Io sono leggenda'', ''Il gladiatore'', ''Il Signore degli Anelli - Il ritorno del re'', ''Shrek'', ''Harry Potter e la pietra filosofale'', ''Il curioso caso di Benjamin Button'', ''Pirati dei Caraibi'', ''Il cavaliere oscuro'' e ''Avatar'', che incassando in tutto il mondo 2.718 miliardi di dollari diventa il primo film di maggiore incasso nella storia del cinema, superando ''Titanic''. Inoltre, con il successo di ''Harry Potter e l'Ordine della Fenice'' (938 milioni di dollari nel mondo, sesto successo più grande di tutti i tempi e secondo più grande nella serie), i film di ''Harry Potter'' diventano gli adattamenti cinematografici più produttivi di tutti i tempi. Di grande successo anche la saga del ''Signore degli Anelli'': con i tre film usciti nel 2001, nel 2002 e nel 2003, la trilogia verrà premiata complessivamente con 17 premi Oscar (4 per ''La Compagnia dell'Anello,'' 2 per ''Le due torri'' e 11 per ''Il ritorno del re''). Per il cinema americano è un decennio, sul piano attoriale, improntato dal divismo. Tra i divi più celebri George Clooney, Brad Pitt, Angelina Jolie, Johnny Depp, Charlize Theron, Will Smith, Leonardo DiCaprio e Heath Ledger, la cui fama è alimentata dopo la tragica morte, con l'oscar come migliore attore non protagonista vinto postumo per la sua interpretazione in ''Il cavaliere oscuro''. * Il cinema asiatico continua ad ottenere sempre più consensi internazionali. In India diventa sempre più forte ed indomabile l'industria cinematografica di Bollywood, la più produttiva del mondo, che tuttavia si limita a produrre film per il mercato nazionale, ma acquisisce consenso in occidente almeno nei festival cinematografici, e attraverso un film influenzato dai suoi canoni come il premio Oscar ''The Millionaire''. Il cinema cinese realizza tanto opere ad alto budget e kolossal, come ''Hero'' e ''La foresta dei pugnali volanti'', entrambi diretti da Zhang Yimou, quanto film più introspettivi e minimalisti, campo in cui è molto significativa (anche a livello internazionale) l'opera di Wong Kar-Wai. Il cinema sudcoreano tocca una punta di celebrità grazie a ''Old Boy'' di Park Chan-Wook. Il cinema asiatico che, tuttavia, continua ad essere il più celebre a livello internazionale rimane quello giapponese. Due volte nel decennio un film nipponico è stato candidato all'Oscar per il miglior film straniero, vincendolo nel 2008 per ''Departures'' di Yōjirō Takita. Altro prospero versante di questo cinema è l'animazione. Nel 2002 ''La città incantata'' di Hayao Miyazaki vince l'Oscar per il miglior film d'animazione. * In Europa sono significative perlopiù le opere di notevoli autori, che spesso vincono a festival internazionali. Tra gli autori europei più apprezzati durante il decennio ricordiamo Roman Polański, Michael Haneke, i Fratelli Dardenne, Pedro Almodóvar, Alejandro Amenabar, Lars von Trier, Aki Kaurismaki e Emir Kusturica. Il cinema tedesco rievoca aspetti della vita nella DDR con pellicole quali ''Good Bye, Lenin!'' di Wolfgang Becker e ''Le vite degli altri'' di Florian Henckel von Donnersmarck, che vince anche l'Oscar per il miglior film straniero nel 2006. Celeberrimi ed importanti in tutti il mondo due film che vengono prodotti in Europa in questo decennio: ''Il favoloso mondo di Amélie'' di Jean-Pierre Jeunet e ''Parla con lei'' di Pedro Almodóvar. * Gli anni 2000 segnano il successo universale della saga di ''Harry Potter'' della scrittrice inglese J. K. Rowling, che segnerà un nuovo filone di libri ''fantasy'' e di libri per ''teenager''. Dal 1997 fino al 2007, i sette libri della serie vendono un totale di 450 milioni di copie, facendo di ''Harry Potter'' la saga letteraria di maggior successo nella storia della letteratura. *Nel 2003 Dan Brown pubblica il suo romanzo di enorme successo ''Il codice Da Vinci''. * Nel 2005 viene pubblicato Twilight, primo libro della tetralogia di vampiri di Stephenie Meyer. Inizialmente accolto con entusiasmo dai fan del genere, diventa poi un fenomeno di massa con l'omonima serie di film, che vedono il successo di Robert Pattinson oscurare la serie stessa. * Nel campo dell'elettronica digitale, i progressi sono stati considerevoli. Telefoni cellulari, fotocamere e videocamere digitali e lettori MP3 sono diventati oggetti d'uso comune nel corso di pochi anni. Nei paesi industrializzati è stata notevole la crescente diffusione dell'utilizzo della posta elettronica e la progressiva diffusione della banda larga. * Nel 2001 Microsoft presenta quello che diventerà uno dei più famosi Sistemi Operativi del mondo: Windows XP. * L'industria dell'intrattenimento ha cercato nuovi sistemi di consegna digitale per musica, film e altri media che hanno ridotto la privacy. Il commercio elettronico è diventato lo standard per il trading di azioni, prenotazioni, shopping e altre attività. * In seguito alla diffusione di lettori DVD, streaming video, e la successiva nascita del formato Blu-ray Disc, il formato VHS esce definitivamente di scena dalla distribuzione dei film dall'inizio del 2007, relegato unicamente alla videoregistrazione domestica. * Progressivamente abbandonati o usciti di produzione a fine decennio oggetti comuni quali floppy disk, musicassette, rullini fotografici, walkman, videoregistratori, stampanti ad aghi. Enorme diffusione invece di chiavette USB e Memory card, fotocamere digitali, iPod e lettori mp3, lettori DVD e Blu-ray. Cominciano a diffondersi dispositivi multi-touch. * Con la diffusione del social networking viene coniato il termine web 2.0. Simboli del quale saranno siti quali YouTube, MySpace, Facebook e Flickr. * Si diffonde in modo capillare, anche tra i giovanissimi e le persone più anziane, l'uso del telefono cellulare, sostituito molto frequentemente da modelli più sofisticati. Molto diffusi a fine decennio saranno anche navigatori satellitari e computer portatili. * Dilaga il fenomeno della pirateria on-line: musica, film, DVD e applicativi software, vengono scambiati illegalmente tra computer connessi alla rete Internet a mezzo di programmi di file sharing. * I social network più utilizzati dagli adolescenti e dai giovani furono Myspace e Netlog. Questi due social network furono usati in maggioranza fino al 2009 per poi passare, in pochi mesi, all'innovativo Facebook. * Nel 2007 la Apple Inc. presenta l'iPhone, che aprirà la strada alla produzione e alla diffusione di massa degli smartphone nel decennio successivo.
Anni 1930
Gli '''anni '30 del 1900''', comunemente chiamati "'''anni trenta'''", corrispondo al decennio che va dal 1930 al 1939 compresi.
=== 1930 === * Dal 13 al 30 luglio, l'Uruguay ospita la prima edizione dei campionati mondiali di calcio: la vittoria sarà dei padroni di casa. * Viene prodotto il lungometraggio ''Il re del jazz'', uno dei primi musical a colori. * Viene scoperto il pianeta Plutone. === 1931 === * 1º maggio: a New York viene inaugurato l'Empire State Building, che toglie al Chrysler Building il titolo di grattacielo più alto del mondo. * A Chicago Al Capone viene arrestato per evasione fiscale da Eliot Ness e i suoi compagni (gli ''Intoccabili'') e condannato a undici anni di reclusione. * 19 settembre: il Giappone invade la Manciuria, instaurando lo stato fantoccio del Manciukuò. * Ernst Ruska mette a punto il microscopio elettronico === 1932 === * 16 giugno - 9 luglio – Svizzera: alla conferenza di Losanna si stabilisce di condonare alla Germania i pagamenti dovuti per le riparazioni di guerra. * 21- 22 maggio: l'americana Amelia Earhart è la prima donna a sorvolare l'Atlantico. * Viene prodotta la prima pellicola in Technicolor. * Vladimir Koz'mič Zvorykin crea la telecamera elettronica. === 1933 === * 30 gennaio: Adolf Hitler viene eletto Cancelliere tedesco. Inizio del regime nazista in Germania che porterà alla Seconda guerra mondiale; vengono costruiti i primi campi di sterminio e l'antisemitismo diventa sempre più marcato. * Il Presidente degli Stati Uniti d'America Franklin D. Roosevelt avvia la politica del New Deal per combattere la Grande depressione. * Negli Stati Uniti viene abolito il Proibizionismo. === 1934 === * 25 luglio: in Austria viene assassinato il cancelliere Dollfuss. * Negli Stati Uniti, a Hollywood, nasce la 20th Century Fox. *Wallace Carothers inventa il nylon. * Il 10 giugno l'Italia vince il suo primo titolo ai Mondiali di calcio. * 14 giugno, a Venezia il primo incontro ufficiale tra Benito Mussolini e Adolf Hitler. === 1935 === * Lo swing si afferma come componente definitiva del jazz e inizia a diffondersi in tutto il mondo. Inizia l'era delle numerose big band. * Gerhard Domagk sperimenta il primo sulfamidico. * All'alba del 3 ottobre le prime truppe italiane partite dall'Eritrea superano il confine con l'Etiopia; inizia la guerra d'Etiopia. La comunità internazionale condanna all'unanimità l'Italia, e il 18 novembre la Società delle Nazioni gli infligge delle sanzioni economiche. === 1936 === * Il 20 gennaio muore re Giorgio V del Regno Unito, gli succede il figlio primogenito col nome di Edoardo VIII. * Nel pomeriggio del 5 maggio, il maresciallo Pietro Badoglio entra ad Addis Abeba; ha così termine la guerra d'Etiopia. * Un fallito tentativo di colpo di Stato contro il legittimo governo repubblicano da parte di gruppi nazionalisti spagnoli di estrema destra, sfocia rapidamente in una guerra civile. Scoppia così la guerra civile spagnola. * Alle Olimpiadi di Berlino l'atleta afro - americano Jesse Owens vince quattro medaglie d'oro nell'atletica. * L'11 dicembre re Edoardo VIII del Regno Unito abdica per sposare l'americana Wallis Simpson, gli succede il fratello col nome di Giorgio VI. === 1937 === * Venne pubblicato il primo libro di H. P. Lovecraft, ''Dagon''. * Il 14 giugno negli Stati Uniti d'America il presidente Roosevelt firmò il Marijuana Tax Act, dando il via al Proibizionismo nei confronti della cannabis. * Martedì 21 dicembre: al Carthay Circle Theatre di Los Angeles venne presentato in anteprima mondiale Biancaneve e i sette nani, film che diede inizio al successo disneyano. * Seconda guerra sino-giapponese. === 1938 === * Con l'Anschluss, il 12 marzo alla Germania nazista si annette l'Austria. * In giugno si svolgono i mondiali di calcio, vinti per la seconda volta consecutiva dall'Italia. * Esce a giugno il numero uno di Action Comics, serie a fumetti che vede il debutto di ''Superman''. * In Germania, le persecuzioni contro gli ebrei raggiungono il culmine in novembre nella Notte dei cristalli. === 1939 === * In marzo Madrid viene conquistata dai falangisti. Si conclude in Spagna la guerra civile con la vittoria del generale Franco e l'instaurazione di un regime dittatoriale nel paese. * Viene pubblicato a maggio il n. 27 di Detective Comics, in cui fa la sua prima apparizione Batman. * 1º settembre: la Germania invade la Polonia, atto che segna lo scoppio della Seconda guerra mondiale. * Frank Sinatra diviene il primo idolo dei giovanissimi grazie alla sua canzone All or Nothing at All. * 15 dicembre: ad Atlanta viene presentato in anteprima mondiale il film Via col vento, vincitore di 10 Premi Oscar. *Igor Sikorsky e Ernst Heinkel costruiscono rispettivamente l'elicottero a un rotore e l'aereo a reazione. * Luther George Simjian progetta il primo bancomat. * Adolf Hitler * Benito Mussolini * Francisco Franco * Albert Lebrun * Ramsay MacDonald * Stanley Baldwin * Neville Chamberlain * Franklin Delano Roosevelt * Hirohito * Stalin * Chiang Kai-shek * Amelia Earhart * Shirley Temple * Walt Disney
Alfred Nobel
È noto per essere stato l'inventore della dinamite e l'ideatore e fondatore del premio Nobel.
=== Origini e formazione === Lontano discendente dello scienziato e scrittore svedese del XVII secolo Olof Rudbeck e membro della famiglia Nobel (una eminente dinastia di industriali svedesi), nacque da Immanuel Nobel detto "il Giovane", a sua volta inventore e ingegnere, e da Karolina Ahlsell. Il padre, dopo una bancarotta, si trasferì con moglie e figli a San Pietroburgo, in Russia, nel 1838, dove riuscì a risollevare le economie di famiglia, entrando nell'industria degli armamenti russi. Alfred venne qui istruito privatamente, eccellendo soprattutto in lingue straniere e in chimica (ebbe come insegnante privato lo scienziato Zinin). All'epoca, l'industria degli esplosivi era ferma alla polvere da sparo; tuttavia erano già in atto promettenti esperimenti chimici sui nitrati come, ad esempio, il nitrobenzene, la nitronaftalina e l'acido picrico. Nel 1850 giunse a Parigi, dove frequentò i laboratori dello scienziato Théophile-Jules Pelouze e incontrò il professor Ascanio Sobrero, che pochi anni prima, nel 1847, aveva inventato la nitroglicerina. Due anni dopo (1852) si stabilì negli Stati Uniti, dove perfezionò gli studi chimici, collaborando con l'ingegnere minerario Ericsson e brevettando qui anche il primo contatore a gas; nel frattempo, in Russia, l'azienda del padre si accingeva a costruire gli armamenti per la guerra di Crimea. === L'invenzione della dinamite === Tornato in Europa, nel 1856, Nobel brevettò una serie di perfezionamenti per le bombe. Inventò un primo detonatore relativamente sicuro nel 1863, mentre due anni dopo inventò il primo tappo di sabbiatura. Purtroppo, il 3 settembre 1864, Emil, il suo fratello più giovane, perse la vita durante una grave esplosione nel capannone-laboratorio. Altri incidenti meno gravi con la nitroglicerina accaddero nei mesi successivi, finché Alfred, in uno stabilimento di Geesthacht, in Germania, riuscì a perfezionare l'uso della stessa, attraverso una polvere inerte composta da farina fossile e, in seguito, anche della semplice segatura compressa, rendendo quindi l'esplosivo più maneggevole, solido e stabile. Nacque così la dinamite, il cui brevetto però venne depositato soltanto agli inizi del 1867. L'invenzione gli consentì, in breve tempo, di aprire società e laboratori in una ventina di paesi esteri, fra cui uno dei più grandi stabilimenti proprio in Italia, presso la località Valloja di Avigliana, nelle vicinanze di Torino. Socio francese di Nobel e suo rappresentante in Francia fu l'abile imprenditore e politico francese Paul Barbe, assai più spregiudicato dell'inventore. Assommando la disponibilità dei suoi allora 360 brevetti industriali, Nobel diventò quindi un ricco imprenditore, acquistando anche la Bofors, una grande industria svedese, e riconoscendo una parte di paternità dell'invenzione della dinamite anche al collega chimico piemontese Sobrero, intestandogli un vitalizio. Dopo la morte del padre, Nobel continuò sia i suoi affari che i suoi esperimenti: nel 1875 inventò la ''gelignite'', esplosivo gelatinoso ancor più stabile e potente della dinamite, e nel 1887 brevettò la balistite, base della futura cordite. === L'istituzione del Premio Nobel === Una consigliera critica sull'utilizzo della dinamite a scopo bellico fu la sua segretaria pacifista Bertha von Suttner. Nel 1888, il fratello di Alfred, Ludvig, morì mentre si trovava a Cannes. Per errore un giornale francese pubblicò il necrologio della morte di Alfred, condannandolo aspramente per l'invenzione della dinamite. Il titolo del necrologio recitava ''Il mercante di morte è morto'' (''Le marchand de la mort est mort''), continuando poi: "Alfred Nobel, che divenne ricco trovando il modo di uccidere il maggior numero di persone nel modo più veloce possibile, è morto ieri". A seguito di questo episodio, Nobel avrebbe iniziato a preoccuparsi di come sarebbe stato ricordato dopo la sua morte e sarebbe quindi maturata la volontà di lasciare un'eredità migliore. Perciò il 27 novembre del 1895 sottoscrisse il suo famoso testamento, con il quale istituì quei riconoscimenti che sono diventati noti come premi Nobel. === Gli ultimi anni e la morte === Filantropo nella più classica delle accezioni, negli ultimi anni Alfred Nobel fu sinceramente tormentato in coscienza dalle possibili applicazioni belliche e distruttive delle sue scoperte. In tale contesto contraddittorio istituì quindi il premio Nobel, che rese immortale il suo nome, per stimolare con la premiazione la ricerca nei campi che illuminano e aiutano l'essere umano a vivere degnamente. Ebbe anche delle velleità letterarie: scrisse infatti un certo numero di poesie e drammi e pensò anche di dedicarsi esclusivamente a questa attività. Non si sposò mai; tuttavia, dal 1876 circa, il suo grande amore fu l'austriaca Sofie Hess. Nel 1896 Nobel morì per un'emorragia cerebrale in Italia, nella sua villa sulla Riviera ligure, precisamente a Sanremo, nota in seguito come Villa Nobel. Il suo corpo venne quindi restituito alla Svezia, dove riposa al ''Norra begravningsplatsen'', cimitero di Stoccolma.
Sport individuale
Lo '''sport individuale''' è una categoria agonistica, amatoriale o professionistica, in cui l'atleta gareggia per conto proprio.
In una disciplina individuale l'atleta compete singolarmente, coi risultati ottenuti ascrivibili al ruolino personale anziché collettivo: vi sono anche varianti «di coppia», quali per esempio il ''doppio'' nel tennis e badminton. Una pluralità di atleti può inoltre gareggiare unitamente, formando una squadra come avviene (tra gli altri) nel ciclismo. Esempi di sport in solitario comprendono discipline con racchetta, lotta, corsa (podistica e motoristica), atletica, nuoto e ginnastica: ricadono inoltre sotto la definizione alcune delle cosiddette attività estreme, quali l'arrampicata e le specialità acquatiche, nonché pratiche riconducibili all'aspetto ludico tra cui freccette, bowling e bocce. Pur competendo da solo in campo, l'atleta può seguire una preparazione condotta dall'allenatore. Gli sport olimpici sono contrassegnati dal simbolo : *Alpinismo *Aquilonismo *Arrampicata *Arti marziali *Atletica leggera *Automobilismo *Badminton *Biathlon *Biliardo *Bocce **Pétanque *Boccia su strada *Bowling *Canoa *Canottaggio *Ciclismo **Ciclismo su strada **Ciclismo su pista **Ciclocross **Mountain biking **BMX *Combinata nordica *Culturismo *Croquet **Roque *Equitazione *Freccette *Frisbee *Ginnastica artistica **Ginnastica ritmica **Ginnastica aerobica **Ginnastica acrobatica **Ginnastica attrezzistica **Twirling *Golf **Golf su pista *Immersione in apnea *Ippica *Judo *Karate *Kubb *Motociclismo *Motocross *Motonautica **Offshore *Mountainboard *Nuoto **Nuoto di fondo **Nuoto pinnato *Orientamento **Sci orientamento *Pattinaggio a rotelle **Pattinaggio corsa **Pattinaggio artistico *Pattinaggio su ghiaccio **Pattinaggio di velocità **Pattinaggio di figura *Pentathlon moderno *Pesca sportiva **Pesca in apnea *Pesistica *Poker sportivo *Powerlifting *Pugilato *Qianball *Ruzzola *Sa strumpa *Scacchi *Scherma *Sci **Sci alpinismo **Sci alpino **Sci di fondo *Shuttlecock *Skateboard *Skeleton *Skicross *Slittino **Slittino su pista naturale *Smash-ball *Snowboard *Sollevamento pesi *Speed-ball *Speedcubing *Speed Down *Sport acquatici **Sci nautico **Windsurf **Kitesurfing **Vela *Squash **Squash tennis **Racquets **Racquetball **Paddleball **Frontenis *Surf *Taekwondo *Tennis **Beach tennis **Gym tennis **King pong **Paddle tennis **Platform tennis **Pickleball **Pallacorda **Tennis su sedia a rotelle *Tennistavolo *Tiro **Tiro a segno **Tiro a volo *Tiro con l'arco *Triathlon *Tuffi *Volo a vela *Wakeboard
Anni 1490
Muhammad XII, ultimo sultano di Granada, consegna la città all'esercito di Ferdinando e Isabella Colombo scopre le Americhe
*Il 12 ottobre 1492, Cristoforo Colombo raggiunge le coste del continente che poi sarebbe stato chiamato America, ancora popolarmente considerato un territorio delle Indie. È la scoperta dell'America. * 1492: Viene eletto al soglio pontificio Rodrigo Borgia, col nome di papa Alessandro VI. A differenza di tutti i papi eletti sino a quel momento, egli riconosce pubblicamente i suoi figli, donando loro titoli e potere: Giovanni (duca di Gandia), Cesare (che diverrà il duca di Valentinois, dal quale prenderà il soprannome di duca Valentino), Goffredo (duca di Squillace, che sposerà Sancia d'Aragona, figlia illegittima del re di Napoli Alfonso II) e Lucrezia (pedina del padre e strumento politico, verrà data in moglie a tre uomini solo a scopo di alleanza: Giovanni Sforza, Alfonso d'Aragona, fratello di Sancia, e Alfonso I d'Este). * 1494: Guerre d'Italia. * Lorenzo il Magnifico * Piero della Francesca * Enrico VIII Tudor, futuro re d'Inghilterra, nasce nel 1491
Austria
L'''Austria''' , ufficialmente '''Repubblica d'Austria''' , è una repubblica federale composta da nove Länder, membro dell'Unione europea, situato nell'Europa centrale. Confina con Svizzera e Liechtenstein a ovest, Slovenia e Italia a sud, Ungheria a est, Slovacchia a nord-est, Germania e Repubblica Ceca a nord. Stato senza sbocco sul mare, con capitale la città di Vienna posta sulle rive del fiume Danubio, le sue origini moderne risalgono al IX secolo, quando il territorio dell'Alta e della Bassa Austria divenne sempre più popolato. Il nome ''Ostarrichi'' è attestato per la prima volta in un documento ufficiale dal 996 di Ottone I. Da allora questa parola si evolse in ''Österreich''. È una democrazia rappresentativa parlamentare ed è uno dei sei paesi europei che hanno dichiarato la neutralità permanente, nonché tra i pochi paesi al mondo che include il concetto di neutralità eterna nella sua costituzione. È membro delle Nazioni Unite dal 1955 mentre l'ingresso nell'Unione europea è avvenuto il 1º gennaio 1995.
La prima menzione scritta del nome "Austria" si trova nell'opera ''Historia Langobardorum'' e risale al 796. Il nome ''Österreich'' è derivato dal vecchio tedesco ''Ostarrîchi'' (territorio orientale). Il nome fu latinizzato come ''Austria'' (nel significato di ''territorio orientale'', così come l'Austria longobarda, e non meridionale come ad esempio il termine australe) e ''Reich'' che potrebbe anche significare ''impero'', almeno nel contesto dell'Impero austro-ungarico o del Sacro Romano Impero, anche se non nel contesto della moderna Repubblica d''Österreich''. Il termine probabilmente trae origine da una traduzione volgare del nome latino medievale della regione: ''Marchia orientalis'', che si traduce anche come “marca orientale” o "confine orientale", in quanto situata sul margine orientale del Sacro Romano Impero, che è stato anche rispecchiato nel nome ''Ostmark''. Tuttavia, Friedrich Heer, uno dei più importanti storici austriaci nel XX secolo, ha dichiarato nel suo libro ''Der Kampf um die österreichische Identität ''(la lotta sull'identità austriaca), che la forma germanica ''Ostarrîchi'' non è stata una traduzione della parola latina, ma entrambe il risultato di un termine molto più antico risalente alle lingue celtiche della regione: più di anni fa, la maggior parte del paese veniva chiamato ''Norig'' dalla popolazione celtica (cultura di Hallstatt); ''No-'' o ''Nor-'' significava Est o Orientale, mentre ''Rig'' è stato correlato al moderno ''Reich'' tedesco: regno (tra le altre cose). Di conseguenza ''Norig'' significherebbe ''Ostarrîchi'' e ''Österreich'', così come Austria: il nome celtico sarebbe stato in seguito latinizzato in Noricum, all'epoca della conquista romana della regione. La denominazione ufficiale è ''Repubblica d'Austria'' (''Republik Österreich''). Dopo la caduta dell'Impero austro-ungarico nel 1918 venne originariamente conosciuta come ''Republik Deutschösterreich'' (''Repubblica dell'Austria Tedesca''), ma fu costretta a cambiare la sua denominazione in ''Repubblica d'Austria'' nel 1919 con il Trattato di Saint-Germain. Il nome venne cambiato di nuovo nel corso del regime austro-fascista (1934-1938) in ''Stato Federale d'Austria'' (''Bundesstaat Österreich''), seguito dall''Ostmark'' della Germania nazista post-Anschluss; ma restaurato alla versione precedente dopo aver riacquistato l'indipendenza e la nascita della ''Seconda Repubblica'' (''Zweite Republik'', 1955 - presente). Anticamente abitata dai Celti e dagli Illiri nella parte orientale; l'avanzata dei Celti ridusse sensibilmente la presenza degli Illiri che ripararono principalmente sulle coste adriatiche. Fu conquistata da Romani e per secoli fece parte dell'Impero Romano. Longobardi, Ostrogoti, Bavari, Alemanni e Franchi ne occuparono il territorio che fu germanizzato. L'Austria finì sotto il dominio dei Babenberg dal X al XIII secolo. I Babenberg vennero quindi scalzati dagli Asburgo, la cui linea continuò a governare l'Austria fino al XX secolo. l'284x284px Poco prima dello scioglimento del Sacro Romano Impero germanico nel 1806, venne fondato l'Impero austriaco (1804), che venne trasformato nel 1867 nella doppia monarchia dell'Austria-Ungheria. Dopo la sconfitta delle Potenze Centrali nella prima guerra mondiale l'impero venne diviso in diversi stati indipendenti, mentre altri estesi territori furono ceduti ad altre potenze vincitrici del conflitto, portando così l'Austria a ottenere la forma odierna. Nel 1918 l'Austria divenne una repubblica, con il nome di ''Repubblica dell'Austria Tedesca'' (''Republik Deutschösterreich''), sebbene le fosse imposto il cambio di nome a ''Repubblica d'Austria''. L'Austria mantenne istituzioni democratico-rappresentative fino al 1934, quando il Cancelliere federale Engelbert Dollfuß dopo un breve governo autoritario (sciogliendo il parlamento nel 1933, seguendo l'esempio fascista) venne ucciso in un attentato nazista finalizzato all'annessione dell'Austria alla Germania nazista. L'Austria venne infine annessa al Terzo Reich nel 1938 (il cosiddetto ''Anschluss''), anche se una parte degli austriaci non ne fu entusiasta, a quanto scrive un testimone come il fascista Manlio Morgagni. Alla fine della seconda guerra mondiale, dopo la sconfitta nazista, l'Austria venne occupata dagli Alleati fino al 1955, quando lo Stato divenne nuovamente indipendente, a condizione che rimanesse neutrale. Nonostante ciò, dopo il collasso del comunismo, in Europa Orientale, l'Austria venne sempre più coinvolta nelle questioni europee: nel 1995 entrò a far parte dell'Unione europea e nel 1999 della zona dell'Euro. === Dati generali === L'Austria è uno Stato situato nell'Europa centrale sul versante settentrionale della parte orientale dell'arco alpino, in particolare comprende parte delle Alpi Retiche e tutto il gruppo delle Alpi Orientali (Alpi Austriache, Tauri, Alpi Noriche e Carniche). Tre quinti del Paese sono occupati da territorio alpino. Muovendosi verso oriente l'altitudine dei rilievi delle Alpi Orientali cala progressivamente in direzione dei Carpazi e della pianura ungherese. Il punto più occidentale del paese si trova a , in corrispondenza del fiume Reno nei pressi del comune di Bangs nello Stato Federato del Vorarlberg. È da notare però che non vi è un accordo preciso che definisca i confini internazionali tra Austria, Svizzera e Germania all'interno dello specchio del Lago di Costanza. Il punto più orientale del Paese è a è nel territorio del Comune di Deutsch Jahrndorf nello Stato Federato del Burgenland. Il punto più settentrionale del Paese è il torrente Neumühlbach () nei pressi di Rottal, Alta Austria, anche se il centro abitato più settentrionale è il comune di Haugschlag, Alta Austria, () mentre il punto più meridionale () è situato nelle Alpi di Kamnik e della Savinja, in Carinzia. L'Austria confina a nord con la Repubblica Ceca (), a nord-ovest con la Germania (), a est con la Slovacchia () e l'Ungheria, a sud-ovest con l'Italia e a sud-est con la Slovenia, a ovest con la Svizzera e il Liechtenstein. La Kleinwalsertal e il paese di Jungholz sono raggiungibili solo dalla Germania. Il paese di Samnaun (Svizzera) fino a era raggiungibile unicamente dall'Austria. Il territorio austriaco si estende per in direzione est-ovest e per in direzione nord-sud. La superficie complessiva del paese è pari a e senza contare la superficie acquatica, il paese non ha sbocchi sul mare. === Morfologia === Il territorio è in gran parte ricoperto di catene montuose. Le principali catene sono: Alpi Venoste, e a nord Alpi Noriche, Alti Tauri con la vetta più alta del paese: il Großglockner, e le Alpi Salisburghesi. Altre cime importanti sono il Palla Bianca, il Wildspitze e il Großvenediger. === Idrografia === Gran parte del territorio del paese () è compreso nel bacino del fiume Danubio e quindi del Mar Nero. Fanno eccezione il Vorarlberg () che è compreso nel bacino del Reno e quindi del Mare del Nord e una piccola parte del Massiccio Boemo () che è tributario dell'Elba tramite il fiume Moldava. ==== Fiumi ==== L'Austria è attraversata dal Danubio che scorre nel Paese per circa in direzione est. Il Danubio entra nel territorio austriaco in corrispondenza della città bavarese di Passavia (Passau) subito dopo la confluenza con i fiumi Eno (Inn) e Ilz, e ne esce, dopo averne attraversato la Capitale, e aver segnato per un breve tratto il confine fra Austria e Slovacchia, a ovest di Bratislava. Sono affluenti del Danubio (elencati da ovest a est): * i fiumi Lech e Inn () (che attraversano il Tirolo), quest'ultimo ha come affluente il Salzach (che ha come bacino gran parte del Salisburghese). * i fiumi Ager, Traun, Enns, Ybbs, Erlauf, Traisen, Wien, Caris e Fischa che passano nei territori della Stiria, dell'Alta Austria, della Bassa Austria e di Vienna. * il fiume Drava (), che nasce in Italia nei pressi di Dobbiaco/Toblach, indi attraversa parte della Carinzia e confluisce nel Danubio fuori dal territorio austriaco. * la Mura (), che attraversa buona parte della Stiria, compresa Graz e confluisce nella Drava in territorio croato. === Clima e ambiente === Il clima nelle regioni montuose è prevalentemente di tipo alpino, essendo il territorio prevalentemente montuoso, con estati per lo più fresche e ventilate e inverni freddi e rigidi. La vegetazione è molto rigogliosa con boschi di conifere e latifoglie. A est, nella pianura pannonica e lungo la valle del Danubio, il clima mostra caratteristiche continentali con temperature più calde e meno pioggia che nelle zone alpine. A sud invece la regione è caratterizzata da un vento caldo, chiamato ''föhn'', che favorisce la coltura della vite e della frutta. ==== Effetti del riscaldamento globale ==== La crisi climatica colpisce l'Austria in vari modi. La relazione di valutazione austriaca sui cambiamenti climatici 2014 (Österreichischer Sachstandsbericht Klimawandel 2014) fornisce i seguenti risultati: In Austria, la temperatura è aumentata di quasi 2 °C nel periodo dal 1880 al 2014. Nello stesso periodo, la temperatura è aumentata a livello globale di soli 0,85 °C. Le misure finora adottate dall'Austria non coprono il contributo previsto del paese al raggiungimento dell'obiettivo globale di 2 °C. Nel 21º secolo, ci si può aspettare un aumento delle precipitazioni nel semestre invernale e una diminuzione nel semestre estivo. La durata del manto nevoso si è ridotta negli ultimi decenni, soprattutto ad altitudini medio-alte (circa 1000 m). Tutti i ghiacciai misurati in Austria hanno chiaramente perso area e volume nel periodo dal 1980. Ad esempio, nelle Alpi meridionali Ötztal, la più grande area glaciale contigua in Austria, l'area del ghiacciaio è diminuita da 144,2 km² nel 1969 a 126,6 km² nel 1997 e 116,1 km² nel 2006. Frane, cascate e altri fenomeni gravitazionali aumentano significativamente nelle regioni montane. Il rischio di incendi boschivi aumenterà in Austria. I disturbi negli ecosistemi forestali aumentano di intensità e frequenza in tutti gli scenari climatici discussi. Gli ecosistemi con un lungo periodo di sviluppo e gli habitat delle Alpi sopra la linea degli alberi sono particolarmente colpiti dai cambiamenti climatici. Il turismo invernale continuerà a subire pressioni a causa del costante aumento delle temperature. centro Circa il 90% della popolazione austriaca è di ceppo bavarese, il restante 10% proviene principalmente dalle nazioni circostanti: ungheresi (che sono fluiti durante l'Impero austro-ungarico) e slavi. Gli Stati federati di Carinzia e Stiria ospitano una significativa minoranza slovena di circa membri, nello Stato di Burgenland c'è una minoranza croata e ungherese. L'Austria, composta da 9 Stati federati, è caratterizzata dalla distribuzione poco omogenea della popolazione. La densità demografica è bassa nelle regioni alpine, mentre nelle valli del Danubio ci sono maggiori concentrazioni. Circa un quinto della popolazione totale si concentra nell'area urbana di Vienna, mentre altre città sono di piccole dimensioni e a stento raggiungono i abitanti. Ancora elevata è la percentuale di popolazione che vive nei villaggi ''rurali''. e tende a un progressivo invecchiamento. È rilevante la presenza di lavoratori stranieri, provenienti soprattutto dall'area balcanica e dalla Turchia, anche se gli immigrati hanno avuto difficoltà a integrarsi nell'area austriaca. . === Etnie === Austriaci 91,0%, Tedeschi 1,0%, Bosniaci 1,5%, Turchi 1,5%, Serbi 1,5%, Romeni 1,3%, altri 2,5%. === Religione === Cattolici in Austria Anno Popolazione Cattolici Percentuale 1951 89,0 % 1961 89,0 % 1971 87,4 % 1981 84,3 % 1991 78,0 % 2001 73,6 % 2005 68,5 % 2007 67,4 % 2008 66,8 % 2009 66,0 % 2010 5,45 milioni 64,8 % 2017 5,11 milioni 57,9 % Negli ultimi quarant'anni del XX secolo si è assistito a una progressiva riduzione del numero di coloro che professano la religione cristiana: i cattolici rappresentano nel 2010 il 64% della popolazione (erano l'89% nel 1951) e i protestanti il 4% (nel 1962 il 6,2%). I fedeli ortodossi rappresentano nel 2018 8,8% della popolazione. Sono d'altra parte aumentati coloro che non dichiarano nessun'appartenenza religiosa: nel 2001 il 12% degli austriaci non dichiara alcun'appartenenza religiosa (erano il 3,8% nel 1962). Gli ebrei hanno vissuto nell'area che ora forma la Repubblica Austriaca per secoli. Una gran parte della comunità ebraica austriaca emigrò durante gli anni trenta, e molti di quelli che restarono vennero uccisi durante l'Olocausto. Nel 1930 l'Austria ospitava almeno ebrei e alle persecuzioni ne sopravvissero solo . Le stime del 2001 parlano di una comunità ebraica piccola ma in espansione (ha accolto numerosi israeliti russi e ucraini), compresa tra le e le persone. L'islam, in espansione in seguito all'arrivo di numerosi immigrati, si attesta all'8% nel 2016. === Lingue === La lingua ufficiale, il tedesco è parlata da quasi tutti i residenti. La natura montuosa del terreno ha portato allo sviluppo di numerosi dialetti, che appartengono tutti al gruppo austro-bavarese, con l'eccezione di un dialetto che appartiene al gruppo di dialetti alemanni nella regione del Vorarlberg. Il dialetto bavarese è parlato nel Tirolo ed è anche la madrelingua di molti abitanti dell'Alto Adige italiano. L'Austria è una repubblica federale divisa in nove stati federati. === Suddivisioni === L'Austria è composta da 9 stati federati (tedesco: ''Bundesland'', plurale: ''Bundesländer'') a loro volta suddivisi in 84 Distretti (''Bezirk'' plurale ''Bezirke'') e 15 Città a Statuto Autonomo (''Statutarstadt'', plurale ''Statutarstädte''). Gli 84 Distretti sono suddivisi in Comuni (''Gemeinde'', plurale ''Gemeinden''). Stati federati austriaci # Burgenland (Capoluogo Eisenstadt) # Carinzia (Capoluogo Klagenfurt) # Bassa Austria (Capoluogo St. Pölten) # Alta Austria (Capoluogo Linz) # Salisburghese (Capoluogo Salisburgo) # Stiria (Capoluogo Graz) # Tirolo (Capoluogo Innsbruck) # Vorarlberg (Capoluogo Bregenz) # Vienna === Città principali === Le città principali sono la capitale Vienna e i capoluoghi degli altri 8 Stati federati: St. Pölten, Linz, Salisburgo (Salzburg), Innsbruck, Bregenz, Klagenfurt, Graz ed Eisenstadt. Fra le città non capoluogo dei Bundesländer le più popolose sono Wels e Villaco (Villach). === Istituzioni === L'Austria è una repubblica parlamentare federale. Il Presidente federale (tedesco: ''Bundespräsident'') è eletto ogni sei anni a suffragio universale diretto. Il Presidente a sua volta nomina il Cancelliere, espressione della maggioranza parlamentare; tradizionalmente è il leader del partito di maggioranza relativa. Il Parlamento austriaco consta due ''camere'', il ''Consiglio federale austriaco'' (''Bundesrat''), composto da 64 rappresentanti degli Stati federati, a seconda della popolazione, e il ''Consiglio nazionale austriaco'' (''Nationalrat'') (sola Camera con la quale il Potere esecutivo intrattiene il rapporto di fiducia), composto da 183 membri eletti direttamente. ==== Ordinamento scolastico ==== L'istruzione scolastica è obbligatoria da 6 a 15 anni. Scuola Primaria/Volksschule (6-10 anni), Scuola Secondaria/ Hauptschule o AHS-Unterstufe (10-14 anni) Anno integrativo prima delle superiori/Polytechnische Schule (PTS) (14-15 anni) Superiori/Upper level (15-18 anni). ==== Università ==== La più antica università austriaca e, in genere, dei paesi di lingua tedesca è l'Università di Vienna, fondata il 12 marzo 1365, dal Duca Rodolfo IV d'Asburgo e dai fratelli Alberto III d'Asburgo e Leopoldo III d'Asburgo, da cui proviene il nome aggiuntivo di Alma Mater Rudolfina. ==== Sistema sanitario ==== La nazione austriaca ha un sistema sanitario a due livelli in cui i cittadini possono ricevere assistenza pubblica, ma hanno anche la possibilità di stipulare un'assicurazione sanitaria privata supplementare. L'assistenza sanitaria in Austria è universale per i residenti in Austria e per quelli provenienti da altri paesi dell'UE. ==== Forze armate ==== Le Forze armate austriache sono nate nel 1955 in seguito all'indipendenza della Seconda Repubblica austriaca. Contano - uomini e hanno una mobilitazione di uomini. ==== Forze di polizia ==== Le forze di polizia in Austria sono inquadrate nella Direzione generale di pubblica sicurezza, una suddivisione del Ministero federale dell'interno. Il sistema delle forze dell'ordine è stato profondamente riformato nel 2005, alcuni corpi di polizia sono stati sciolti e i loro appartenenti sono confluiti in nuovi soggetti appositamente creati. La riforma del 2005 ha portato allo scioglimento della: Bundesgendarmerie (gendarmeria federale, nata nel 1849), del Bundessicherheitswachekorps (corpo federale guardie di sicurezza) e del Kriminalbeamtenkorps (corpi investigativi); tutti confluiti nella polizia federale. Alla Direzione generale di pubblica sicurezza rispondono: * Bundeskriminalamt: nato nel 2002, è un ufficio che svolge soprattutto funzione di coordinamento e investigazione * Bundespolizei (polizia federale): nata nel 2005 con la riforma del sistema, è organizzata su base federale con 9 comandi, uno per ogni stato federato, che rispondono al ministero. Svolge le normali funzioni di polizia comprese quelle di controllo delle frontiere. * Gemeindesicherheitswache: è la polizia municipale dell'Austria * Flugpolizei (polizia dell'aria): unità che si occupa del supporto aereo durante diverse operazioni (antincendio, soccorso, repressione illeciti). Svolge anche attività di addestramento * Justizwache: gestisce gli istituti di pena e i detenuti. Al suo interno è istituita un'unità speciale che prende il nome di Justizwache Einsatz Gruppe. === Simboli === Bandiera di Stato dell'Austria * La bandiera d'Austria è composta da tre bande orizzontali di uguali dimensioni. I colori, partendo dall'alto, sono: rosso, bianco e rosso. Questa bandiera risale al 1230. Insieme alla bandiera danese è considerata tra i più antichi simboli nazionali del mondo. La versione attuale è stata adottata il 1º maggio 1945. * Lo stemma dell'Austria è in uso sin dalla fine della prima guerra mondiale per simboleggiare il paese dopo la caduta dell'Impero austro-ungarico. I simboli del passato regime rimangono nell'aquila, non bicefala come nel periodo austro-ungarico, ma a una sola testa. Un'ultima modifica è stata effettuata dopo la fine della seconda guerra mondiale, con le catene spezzate in simbolo della liberazione dalla dittatura nazista. === Politica interna === Il Parlamento è bicamerale ed è costituito dal Nationalrat di 183 seggi (dieta nazionale), i cui membri sono direttamente eletti dal popolo per una durata di 5 anni e dal Bundesrat (dieta federale) che rappresenta, tramite alcuni delegati, le 9 Regioni. Dal 1945 al 1970 l'Austria fu governata dal Partito Popolare Austriaco (ÖVP), Democratico-Cristiano e poi Conservatore. Nel 1970 le elezioni furono vinte dal Partito Socialdemocratico Austriaco (SPÖ), guidato da Bruno Kreisky. I socialdemocratici avrebbero dominato il Governo per tre decenni, con i cancellieri Kreisky, Fred Sinowatz, Franz Vranitzky e Viktor Klima. In seguito alla sconfitta socialdemocratica alle elezioni del 3 ottobre 1999 e all'impossibilità di formare una coalizione a guida socialdemocratica, il 4 febbraio 2000 venne formata una coalizione di destra, consistente dei popolari e dei liberali (FPÖ). Comunque, dopo qualche tumulto interno sulla politica e la leadership del partito, il Cancelliere Federale Wolfgang Schüssel (ÖVP) annunciò il 9 settembre 2002 che si sarebbero tenute elezioni generali anticipate per la fine di novembre. Il 24 novembre la ÖVP vinse (42,3%) ma non ottenne la maggioranza assoluta (79 seggi su 183). Dopo le elezioni lunghissimi colloqui ("Sondierungsgespräche") si svolsero tra l'ÖVP e gli altri maggiori partiti: FPÖ, SPÖ e Verdi. Il 28 febbraio 2003, la coalizione tra ÖVP ed FPÖ venne continuata, sempre con Wolfgang Schüssel (ÖVP) come Cancelliere Federale. Il suo Vice Cancelliere fu Herbert Haupt (FPÖ) fin quando non venne rimpiazzato da Hubert Gorbach (FPÖ) il 20 ottobre 2003. Nelle elezioni del 1º ottobre 2006, l'SPÖ superò (35,34% dei voti e 67 seggi) la ÖVP (34,33% e 66 seggi) e divenne Cancelliere il suo leader Alfred Gusenbauer, anche se si dovette piegare a una grande coalizione, non avendo ottenuto la maggioranza assoluta. La difficile coabitazione di SPÖ e ÖVP portò alle elezioni politiche anticipate che si tennero nel settembre 2008. Dalle urne uscì nuovamente un paese frazionato con nessun partito capace di formare da solo un governo stabile. Da rilevare è il considerevole aumento dei due partiti di destra, FPÖ e BZÖ, i quali, se non fossero divisi per motivi di contrasti personali, avrebbero lo stesso peso del partito socialdemocratico. Al 2008 la Dieta Nazionale austriaca (183 seggi) è così composta: * 57 seggi SPÖ (Partito Socialdemocratico d'Austria) (29,3%) * 51 seggi ÖVP (Partito Popolare Austriaco) (26,00%) * 34 seggi FPÖ (Partito della Libertà Austriaco) (17,5%) * 21 Seggi BZÖ (Alleanza per il Futuro dell'Austria) (10,7%) * 20 seggi Die Grünen (I Verdi) (10,4%) L'SPÖ, sebbene indebolita dai risultati, è risultata ancora primo partito e il Presidente della Repubblica ha quindi conferito a Werner Faymann (SPÖ) l'incarico di formare il nuovo Governo. Josef Pröll (ÖVP) è stato nominato invece Vice Cancelliere. Il nuovo gabinetto è quindi una riedizione della grande coalizione che governava l'Austria dal 2006. Le elezioni regionali del 2009 in Carinzia hanno confermato la tendenza dell'elettorato austriaco di premiare i due partiti di destra (specie la BZÖ) a danno dei due storici partiti austriaci. Allevamento bovino L'Austria, con la sua economia di mercato ben sviluppata e la sua alta qualità della vita, (il servizio verso le madri incinte e gli anziani è uno dei migliori a livello europeo, altissimo il livello di istruzione, visto l'alto tasso di alfabetizzazione) è strettamente legata alle altre economie dell'Unione europea, specialmente a quella tedesca. Il rallentamento della crescita economica in Germania e del resto d'Europa (in seguito alla crisi del 2009) e del mondo ha influenzato l'Austria, rallentandone l'incremento. Tuttavia il paese ha reagito bene alla crisi e il PIL sta tornando a crescere. Si allevano bovini e si coltivano barbabietole da zucchero, cereali e alberi da frutta. Celebre in tutto il mondo è il comparto alimentare dolciario, la Torta Sacher è la torta più conosciuta. Particolarmente sviluppata è la coltura delle viti con cui si fanno degli ottimi vini bianchi, in particolare nella Bassa Austria, Burgenland e Stiria. Per lungo tempo i settori siderurgico e metallurgico hanno rappresentato una voce molto importante nell'economia austriaca. Nelle regioni dell'Austria superiore e della Stiria in particolare sono sorte molte industrie, agevolate dalla ricchezza di risorse minerarie del territorio come lignite, ferro, piombo, magnesite e alla disponibilità di risorse energetiche, soprattutto di quella idroelettrica. Quindi il settore industriale è limitato territorialmente alle città di Vienna, Linz e Graz. La crisi del settore negli anni settanta ha fatto crescere l'importanza di nuovi comparti: chimico, meccanica di precisione, apparecchi ottici, tessile, che si sono specializzati in produzioni di qualità molto elevata. Il settore terziario dà lavoro a quasi 7 austriaci su 10 contribuendo per il 71% al PIL nazionale. Il sistema dei trasporti austriaco supporta adeguatamente un flusso commerciale interno ed esterno, (Italia, Germania, Svizzera i principali partner commerciali) ponendo al suo centro Vienna. Dalla capitale, infatti, parte un ramificato complesso di linee ferroviarie () e stradali (), costruite nel più assoluto rispetto del naturale paesaggio austriaco. Molto intenso è anche il traffico fluviale che sfrutta l'estensione del Danubio. Importantissimo nell'economia del paese è il turismo, sia per quanto riguarda le città d'arte, Vienna, Linz e Salisburgo in primis, sia per il turismo invernale, con località rinomate e modernamente attrezzate per lo sci alpino. Di una certa importanza anche il turismo estivo, nelle località dei laghi carinziani e salisburghesi. === Eurozona === L'Austria è tra gli undici paesi che hanno adottato l'euro come moneta nazionale, già nel 1999; l'euro è entrato in circolazione il 1º gennaio 2002, in sostituzione dello scellino austriaco. L'Austria è tra i paesi che ha deciso di avere il rovescio delle monete tutti diversi, come l'Italia. === Trasporti === La rete autostradale austriaca non è molto estesa, anche a causa del territorio alpino su cui si sviluppa il Paese. In particolare non esiste una trasversale Est-Ovest, ma quattro direttrici Nord-Sud che collegano il paese con i principali Stati confinanti (Italia, Germania e Slovenia). Ne consegue che alcune regioni contigue, come il Tirolo del Nord, il Salisburghese e il Tirolo orientale, non sono collegate tra di loro per mezzo di strade a scorrimento veloce. Per circolare sulle autostrade austriache è necessario munirsi di un bollino disponibile segnatamente presso le stazioni di rifornimento. Il contrassegno esiste in tre versioni: per 10 giorni, due mesi o annuale. === Arte === Franz Joseph Haydn Le prime testimonianze artistiche risalirono alle sculture e ai prodotti di oreficeria del 780 d.C. conservati presso il monastero di Kremsmünster. Dal 1100 vennero eretti sul territorio austriaco numerosi castelli e abbazie per opera dei cistercensi, ma per lo sviluppo dell'arte bisognerà attendere l'affermazione degli Asburgo, seppur sotto l'influsso iniziale tedesco e francese. Dal XIII secolo alla scultura lignea si affiancò quella in pietra realistica, che ebbe il suo centro a Vienna presso i cantieri della cattedrale di Santo Stefano. Se agli inizi del Quattrocento si affermò il gotico cortese, ben rappresentato da Han von Tübigen, verso la metà del secolo si ebbe un ritorno del realismo, i cui migliori rappresentanti furono Conrad Laib per la pittura e Jacob Kaschauer per la scultura. In questo secolo molto forti furono le influenze fiamminghe. Nel Cinquecento si impose il naturalismo della Scuola Danubiana e alla corte di Massimiliano I si affiancarono molti artisti rinascimentali tedeschi, sulle cui opere aleggiò la derivazione italiana. Il Seicento viene ricordato per le pregevoli costruzioni del duomo di Salisburgo, di importanti palazzi e opere di impronta barocca, come la Collegiata di Salisburgo. Al barocco seguì il neoclassicismo e il romanticismo contraddistinto dal recupero di stili diversi, tra i quali il ''Biedermeier''. Dalla metà dell'Ottocento Vienna conquistò una posizione di assoluto primo piano nelle arti, giustificata dalla fioritura del razionalismo e del movimento di avanguardia ''Secessione viennese'', nell'orbita del liberty. Anche l'espressionismo e l'astrattismo fecero proselitismo in Austria. Importante l'esperienza dell'architettura austriaca moderna. Tra gli esponenti di spicco del periodo della Secessione viennese ricordiamo Gustav Klimt (1862-1918) === Letteratura === Per quanto riguarda il passato, talvolta, non appare semplice distinguere il contributo della letteratura austriaca separato nitidamente dalla letteratura tedesca. Basti pensare a tal proposito che alle origini della letteratura tedesca bisogna inserire un'opera come l'epopea dei Nibelunghi, nata in un ambiente austro-bavarese. Inoltre sul territorio austriaco, durante il Medioevo fu fertile la produzione di lirica cortese, così come dal Seicento all'Ottocento si diffuse il filone della comicità popolare, dal quale scaturì il genere della ''farsa magica''. Tra gli scrittori austriaci più noti vi sono Hugo von Hofmannsthal, Franz Grillparzer, Joseph Roth, Arthur Schnitzler, Johann Nestroy, Robert Musil, Karl Kraus, Friedrich Torberg, Felix Mitterer, Thomas Bernhard, Peter Handke, Premio Nobel per la letteratura del 2019, Leo Perutz, Stefan Zweig. Tra gli scrittori moderni e contemporanei vanno menzionati Bertha von Suttner, vincitrice del premio Nobel per la pace nel 1905 e Elfriede Jelinek, Premio Nobel per la letteratura nel 2004. === Teatro === Il rito liturgico fu alla base del teatro in Austria, che venne strutturato e organizzato intorno al Medioevo. Dal Seicento le corti disposero di teatri, nei quali svolgevano attività permanenti gruppi stabili di attori. Questa fu l'origine dei teatri stabili ottocenteschi, luoghi di diffusione di arte drammatica, come i viennesi ''Volkstheater''. Le compagnie di giro, dopo un lungo periodo di incertezza e precarietà, dopo la seconda guerra mondiale ripresero impulso e slancio. Tra i teatri austriaci, uno dei più antichi e dei più importanti è il ''Theater in der Josephstadt'', fondato nel 1788. === Musica === L'Austria è stata anche la patria di diversi famosi compositori come i fratelli Joseph e Michael Haydn, Wolfgang Amadeus Mozart, tra i massimi esponenti del Classicismo musicale, e il padre Leopold, Franz Schubert, Anton Bruckner, i membri della Famiglia Strauss, oltre ai membri della seconda scuola viennese, come Arnold Schönberg, Anton Webern, e Alban Berg. Ed è austriaco il celebre Canto di Natale Stille Nacht, heilige Nacht, noto in Italia come ''Astro del Ciel'': il brano è datato 24 dicembre 1818 su musica di Franz Xaver Gruber e testo di Joseph Mohr. Nel XIX secolo si distinse, inoltre, il compositore Franz von Suppé, noto anche per l'operetta Cavalleria leggera (1866). Tra i cantanti austriaci spiccano Conchita Wurst e Falco === Filosofia e scienza === L'Austria è la patria di importanti filosofi e scienziati tra cui si ricordano Sigmund Freud, Alfred Adler, Melanie Klein, Edmund Husserl, fondatore della fenomenologia, Karl Popper, Paul Feyerabend, Ludwig Boltzmann, Christian Doppler, Ernst Mach, Kurt Gödel, Paul Ehrenfest, Wolfgang Pauli, Hermann Bondi, Erwin Schrödinger, Max Perutz, l'economista Joseph Schumpeter, e Konrad Lorenz, fondatore dell'etologia. Si è sviluppata qui anche una delle più importanti scuole di teoria economica, detta appunto "austriaca", che fu fondata da Carl Menger e poi sviluppata da Eugen von Böhm-Bawerk, Ludwig von Mises e Friedrich von Hayek. Tra i più importanti filosofi del XX secolo ricordiamo anche Ludwig Wittgenstein, tra i principali esponenti della filosofia analitica, e autore del Tractatus logico-philosophicus (1921), uno dei testi filosofici più rilevanti del novecento. ==== Biologia e medicina ==== * Le Leggi di Mendel (Legge della dominanza, Legge della segregazione, Legge dell'assortimento indipendente) e la genetica, il cui padre viene spesso considerato Gregor Mendel (1822-1884). * 1900: La scoperta dei gruppi sanguigni, da parte del biologo austriaco Karl Landsteiner: l'anniversario della sua nascita, il 14 giugno, è celebrato nel mondo con la Giornata mondiale del donatore di sangue. * La psicologia e i ''Metodi della scuola viennese'': Sigmund Freud (fondatore della psicoanalisi), Alfred Adler e Viktor Frankl ==== Chimica e fisica ==== * il fenomeno fisico dell'effetto Doppler (1845), di Christian Doppler * La meccanica quantistica, l'equazione di Schrödinger (1926) e il contributo alla fisica del XX secolo di Erwin Schrödinger. * 1912: La scoperta dei raggi cosmici, da parte di Victor Franz Hess === Tecnologia === * 1º ottobre 1869: viene emessa dalle poste dell'Impero austro-ungarico la Correspondenz-Karte, la prima cartolina postale del mondo, inventata da Emanuel Herrmann. ==== Austria nello spazio ==== * 2 ottobre 1991: Franz Viehböck è il primo austriaco nello spazio * 25 febbraio 2013: vengono lanciati TUGSAT-1 e UniBRITE-1, i primi satelliti austriaci ====Esplorazioni==== Verso la metà del XIX secolo la SMS Novara (1850) fu la prima nave austriaca a circumnavigare la terra. === Cinema === Tra i vari attori austriaci che si sono distinti tra il XX e il XXI secolo ricordiamo Arnold Schwarzenegger, anche politico, e Christoph Waltz e tra le attrici Hedy Lamarr e Romy Schneider, nota anche per il ruolo da protagonista nel celebre film La principessa Sissi (1955). === Televisione === ORF (''Österreichischer Rundfunk'' / ''Televisione Austriaca'') è la radiotelevisione nazionale austriaca, nata nel 1955. L'ORF ha un ruolo predominante nei media austriaci: infatti l'Austria è stato uno degli ultimi Paesi europei, a parte l'Albania, a permettere trasmissioni televisive private. Collabora con la televisione pubblica tedesca ARD e ZDF. I canali televisivi ORF 1 e ORF 2 si ricevono anche in Alto Adige, dove viene trasmesso un notiziario regionale, ''Südtirol Heute'' (''Alto Adige oggi''). Le reti che formano ORF sono 6 reti radio e 4 canali televisivi. === Sport invernali === Per la sua particolare posizione geografica sulle Alpi l'attività sportiva più diffusa nel paese è lo sci alpino in stazioni sciistiche come Kitzbühel, Soelden, Schladming, Lienz, Flachau, Saalbach-Hinterglemm, Sankt Anton, Nassfeld-Pramollo eccetera: in questo sport la nazionale austriaca di sci alpino primeggia per numero complessivo di vittorie nella Coppa del Mondo, sia maschile che femminile, ed è largamente la prima nazione nel medagliere olimpico. Anche altre discipline degli sport invernali hanno grande seguito e tradizione in Austria e tra queste: il salto con gli sci (due delle località dove si svolge annualmente lo storico torneo dei quattro trampolini sono austriache: Innsbruck e Bischofshofen), la combinata nordica e lo snowboard. L'Austria ha ospitato per due volte i Giochi olimpici invernali, nel 1964 e nel 1976: entrambe le edizioni si sono svolte a Innsbruck. === Giochi olimpici === Il primo oro olimpico per l'Austria fu vinto nel nuoto da Paul Neumann, ai Giochi olimpici di Atene 1896. === Calcio === Le squadre calcistiche più famose del Paese sono il Rapid Vienna, l', lo Sturm Graz e il Red Bull Salisburgo. Nel 2008 l'Austria, insieme alla Svizzera, ha ospitato il campionato europeo di calcio. La Nazionale di calcio dell'Austria ha ottenuto, in particolare, un terzo posto nel Campionato del mondo del 1954 e Campione nella Coppa Internazionale negli anni 1931-1932. Tra i grandi campioni del calcio austriaco possiamo ricordare Matthias Sindelar e Ernst Ocwirk, inseriti nella lista dei Migliori calciatori del XX secolo IFFHS, rispettivamente ventiduesimo e cinquantanovesimo. E ancora Franz Binder e Hans Krankl. Capocannoniere della Nazionale austriaca è Anton Polster con 44 reti. === Ciclismo === In ambito ciclistico si tiene ogni anno il Giro dell'Austria. Il Giro d'Italia talvolta sconfina in territorio austriaco e vi pone l'arrivo di una tappa: l'ultima volta è avvenuto nel 2011 con una tappa con arrivo al Großglockner. === Automobilismo === Con la nazionalità austriaca corre la scuderia di Formula 1 Red Bull Racing. Fra i numerosi piloti austriaci che hanno gareggiato in Formula 1 vanno ricordati i campioni del mondo Niki Lauda e Jochen Rindt e il pilota Gerhard Berger. L'Austria ospita annualmente il Gran Premio d'Austria. === Dolci === Tra le specialità dolciarie austriache ricordiamo la Sachertorte o Torta Sacher, inventata a Vienna nel 1832, dal pasticciere austriaco Franz Sacher, in onore del conte Klemens von Metternich. Data Nome italiano Nome austriaco Note 1º gennaio Capodanno ''Neujahr''   6 gennaio Epifania ''Heilige Drei Könige''   ''Data mobile'' Pasqua ''Ostersonntag'' Venerdì Santo (''Karfreitag'') festivo per i protestanti Lunedì dell'Angelo ''Ostermontag''   1º maggio Festa dei lavoratori Staatsfeiertag ''Data mobile'' Ascensione ''Christi Himmelfahrt'' giovedì, 40 giorni dopo Pasqua Pentecoste ''Pfingstsonntag'' domenica, cinquantesimo giorno dopo Pasqua Lunedì di Pentecoste ''Pfingstmontag''   Corpus Domini ''Fronleichnam'' giovedì, 11 giorni dopo Pentecoste 15 agosto Assunzione di Maria ''Mariä Himmelfahrt''   26 ottobre Festa Nazionale ''Nationalfeiertag'' Dichiarazione di neutralità austriaca, del 1955 1º novembre Ognissanti ''Allerheiligen''   15 novembre San Leopoldo ''Leopoldstag'' Festa del Santo patrono dell'Austria 8 dicembre Immacolata Concezione ''Mariä Empfängnis''   25 dicembre Natale ''Christtag'', ''Weihnachten''   26 dicembre Santo Stefano ''Stefanitag''   === Mass media === L'ente televisivo austriaco (ORF) gode di un forte monopolio soprattutto nel campo dell'emittenza televisiva. Le due emittenti ORF1 e ORF2 sono state per lungo tempo gli unici programmi nazionali disponibili nel Paese. Solo con l'avvento della liberalizzazione del settore sono nate le prime televisioni private. Per ovviare a questa situazione, alcune emittenti tedesche hanno potuto aggirare la questione proponendo delle "finestre" austriache sui programmi satellitari (in particolare SAT.1, RTL e PRO7). Il primo programma pubblico, ORF1, presenta una programmazione generalista. Esso collabora con le consorelle svizzera e germanica (SRF e ARD) per la produzione di alcuni programmi che vengono trasmessi a reti unificate nell'area germanofona. La programmazione di ORF2 offre in particolare dei notiziari regionali trasmessi dai 9 Länder che compongono l'Austria, oltre a un'edizione specialmente concepita per la Provincia Autonoma dell'Alto Adige in Italia. La zecca austriaca (Münze Österreich), che si occupa della coniazione delle monete austriache, è una delle più antiche: la sua istituzione risale al 1194 ai tempi del duca d'Austria Leopoldo VI di Babenberg.
Anatra
''Moretta '' Anatra dal piumaggio chiaro '''Anatra''' è il nome comune di un importante numero di uccelli anseriformi, generalmente migratori, appartenenti alla famiglia degli Anatidi. Si tratta di una definizione priva di valore sistematico, in quanto raggruppa specie appartenenti a svariati generi e sottofamiglie diverse; in linea generale il termine "anatra" si applica alle specie di Anseriformi di dimensioni inferiori e con spiccato dimorfismo sessuale, in contrapposizione ad oca, che definisce al contrario specie di grande mole e prive di dimorfismo.
Le anatre hanno abitudini diverse a seconda della specie, ma sono, assai più delle oche, legate all'acqua; tutte le specie sono infatti ottime nuotatrici. Gli ambienti più frequentati dalle anatre sono gli stagni e i laghi, ma possono trovarsi anche lungo le coste marine, i piccoli corsi d'acqua o addirittura le fontane e i laghetti artificiali dei parchi urbani. Alcune specie sono appositamente allevate nei giardini quali uccelli ornamentali, in virtù della colorazione variopinta, soprattutto dei maschi. Le specie più spiccatamente acquatiche non hanno un buon coordinamento dei movimenti sulla terraferma; altre si trovano invece a proprio agio in entrambi gli ambienti. Anatre nel Tevere, 11 settembre 1992 Anche il nutrimento delle anatre dipende dalla specie e dalle abitudini: quelle che vivono negli stagni hanno generalmente un'alimentazione prevalentemente vegetariana e raccolgono il cibo sulla terraferma o poco al disotto della superficie dell'acqua, immergendo solo la testa, il collo e parte del corpo, restando con il posteriore in posizione verticale; quelle marine o che abitano in laghi estesi e profondi sono invece tuffatrici e si nutrono anche di pesci. Le specie esclusivamente piscivore hanno becchi dal bordo seghettato, atti a trattenere la preda. L'anatra non è una specie monofiletica. La maggior parte delle razze deriva infatti dal germano reale, ma esistono varietà che discendono invece dall'anatra muta; molti incroci industriali utilizzati per la produzione di carne e di ''foie gras'' sono incroci sterili tra le due specie precedenti. La sottofamiglia dei Tadornini si colloca a metà strada tra anatre e oche: gli uccelli che vi appartengono hanno infatti, come le anatre, colori brillanti e abitudini strettamente acquatiche, ma hanno grande mole e dimorfismo sessuale molto ridotto (vedasi volpoca e casarca). Tra le anatre osservabili in Italia si ricordano: * alzavola (''Anas crecca'') * canapiglia (''Anas strepera'') * germano reale (''Anas platyrhynchos'') Due Anas platyrhynchos Anatre - Puerto Ayora- Galápagos. Testa di anatra comune Elenco delle anatre presenti in Europa e nell'area mediterranea: * anatra mandarina ''(Aix galericulata)'' * moriglione ''(Aythya ferina)'' * moretta ''(Aythya fuligula)'' * moretta dal collare ''(Aythya collaris)'' * moretta tabaccata ''(Aythya nyroca)'' * moretta grigia ''(Aythya marila)'' * germano reale ''(Anas platyrhynchos)'' * fischione ''(Anas penelope)'' * fischione americano ''(Anas americana)'' * canapiglia ''(Anas strepera)'' * alzavola ''(Anas crecca)'' * alzavola asiatica ''(Sibirionetta formosa)'' * codone ''(Anas acuta)'' * marzaiola ''(Anas querquedula)'' * marzaiola americana ''(Anas discors)'' * mestolone ''(Anas clypeata)'' * Mergus (smerghi): Non è presente in Italia, ma in Europa centrale e settentrionale. Si tratta di anatre di stazza da medio-piccola a grande. Si immergono; i becchi hanno denti seghettati. Svernano sulle coste marine e nei laghi, e nidificano nelle cavità degli alberi. * Smergo minore ''(Mergus serrator)'' * Smergo maggiore ''(Mergus merganser)'' Un'anatra mandarina ''Dendrocygna bicolor'' L'anatra è un animale piuttosto comune nella letteratura e nell'arte, spesso antropomorfizzato.Fra gli esempi più celebri possiamo ricordare: * le rappresentazioni sia plastiche sia disegnative testimoniate nella protostoria europea, tanto nella ceramica quanto nella bronzistica; tra le raffigurazioni più complesse della semplice paperella incisa o modellata, si ricordano gli schemi della cosiddetta ''barca solare'' e delle due teste ("protomi") contrapposte; * la celebre fiaba ''Il brutto anatroccolo'' di Hans Christian Andersen (nella quale tuttavia, nonostante il titolo, il protagonista non è un'anatra perché si scoprirà essere un cigno); * dalla fiaba "Il brutto anatroccolo", in spagnolo "El patito feo", nasce la telenovela argentina chiamata ''Il mondo di Patty'' in Italia; * la fiaba musicale ''Pierino e il lupo'' di Sergei Prokofiev, dove l'anatra è rappresentata dall'oboe. * numerosi personaggi di Walt Disney, tra cui Paperino, Qui, Quo, Qua, Paperina, e Paperon de' Paperoni; * uno dei personaggi più amati dei cartoni animati Warner Brothers, Daffy Duck; * la mascotte dell'università dell'Oregon. La carne di anatra è molto apprezzata come alimento e il volatile è soggetto ad allevamento a scopo culinario. Particolarmente apprezzata in Francia, è famosa la cottura di ali, cosce e petto d'anatra nel grasso del volatile stesso, piatto noto come ''confit de canard'', così com'è nota la preparazione culinaria del petto di anatra, il ''magret''. * Per molto tempo si è creduto che il verso dell'anatra non producesse l'eco. Tale fatto è stato smentito da studi specifici che hanno dimostrato che il verso produce un'eco come qualunque altro suono, ma che tale eco è solitamente difficile da rilevare a causa delle sue peculiarità timbriche. * L'anatra, per tenersi le uniche parti del corpo scoperte (becco e zampe) al caldo, le inserisce sotto l'ala.
Adam Smith
La prima edizione de ''La ricchezza delle nazioni'', l'opera principale di Smith Dopo aver studiato filosofia sociale e morale - non essendo ancora l'economia una disciplina accademica - all'Università di Glasgow e al Balliol College di Oxford, gettò le basi dell'economia politica classica e viene pertanto considerato unanimemente il primo degli economisti classici, sebbene non sia facile individuare con precisione la fine del mercantilismo e l'inizio dell'economia politica classica, poiché per un certo periodo ci fu una sovrapposizione tra le due correnti di pensiero. Spesso è stato anche definito il padre della scienza economica; in effetti, molti precursori dell'economia classica produssero tessere o parti del mosaico, ma nessuno di essi fu in grado di fornire in un'unica opera il quadro generale delle forze che determinassero la ricchezza delle nazioni, delle politiche economiche più appropriate per promuovere la crescita e lo sviluppo e del modo in cui milioni di decisioni economiche prese autonomamente vengano effettivamente coordinate tramite il mercato. L'opera più importante è intitolata ''Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni'' , che chiude il periodo dei mercantilisti e dei fisiocratici, da lui così definiti e criticati, dando avvio alla serie di economisti classici, diventando il testo di riferimento per tutti gli economisti classici del XVIII e XIX secolo, come David Ricardo, Thomas Robert Malthus, Jean-Baptiste Say, John Stuart Mill, che o ne ripresero il contenuto per elaborare le proprie posizioni, anche divergenti fra di loro, oppure la criticarono alla ricerca di nuove vie, oltre a rappresentare un importante libro di storia economica dove vengono descritte le trasformazioni dell'economia inglese del tempo. La sua concezione a proposito dello scopo della scienza economica segue quella dei mercantilisti, tendente alla spiegazione della natura e delle cause della ricchezza delle nazioni, mentre in termini moderni si direbbe che fu un teorico della macroeconomia, interessato alle forze che determinano la crescita economica, anche se queste erano ben più ampie rispetto all'ambito della moderna economia. Il suo modello economico è ricco di considerazioni di tipo politico, sociologico e storico.
=== La divisione del lavoro === François Quesnay, principale esponente dei fisiocratici Francis Hutcheson, maestro di Smith Nel libro primo de ''La ricchezza delle nazioni'' Adam Smith analizza le cause che migliorano il "potere produttivo del lavoro" e il modo con il quale la ricchezza prodotta si distribuisce naturalmente fra le classi sociali. La ricchezza di una nazione viene identificata all'insieme dei beni prodotti suddivisi per l'intera popolazione, si può quindi parlare di reddito pro-capite. La ricchezza viene prodotta attraverso il lavoro e può essere incrementata aumentando la produttività del lavoro o il numero di lavoratori. Il lavoro permette inoltre di determinare il ''valore di scambio'' di un bene: Adam Smith sviluppa così una teoria del valore-lavoro, in contrapposizione all'idea di una ricchezza proveniente dalla natura sostenuta dai fisiocratici. La divisione del lavoro permette l'incremento della produttività del lavoro, come illustrato dal celebre esempio della "manifattura di spilli": se un individuo deve, da solo, fabbricare spilli partendo dall'estrazione dal suolo della materia prima fino alla realizzazione di ogni singola fase artigianale, riuscirà difficilmente a produrre quantità elevate di spilli in poco tempo; se a questo stesso individuo viene fornito il filo metallico già pronto riuscirà ad aumentare la sua produzione; con la suddivisione delle varie fasi artigianali e l'assunzione di queste da parte di più artigiani specializzati in una singola fase, allora la produzione di spilli sarà nettamente superiore alla somma degli spilli che verrebbero prodotti, dallo stesso numero di individui, nelle modalità produttive precedenti. Le ragioni dell'incremento produttivo indotto dalla divisione del lavoro sono tre: (a) aumento dell'abilità manuale di ogni lavoratore (specializzazione), (b) riduzione tempo perso per passare da un'azione o da un'attività all'altra, (c) diffusione, per il desiderio di ognuno di ridurre la propria pena lavorativa, ma anche per l'emergere di un'industria di costruttori di macchinari, dell'invenzione e dell'applicazione di macchine che facilitano e riducono il lavoro permettendo ad un solo lavoratore di realizzare l'attività di più persone. Questi vantaggi appaiono più facilmente nell'industria che nell'agricoltura e si applicano sia all'interno di un'attività (''divisione tecnica'') sia fra settori (''divisione sociale''). La divisione del lavoro porta i suoi benefici in termini produttivi anche quando induce la differenziazione fra mestieri e professioni. Questo genera un'"interdipendenza sociale" e presuppone lo "scambio" e il "mercato", attraverso il quale un individuo cede beni da lui prodotti in sovrappiù rispetto ai propri bisogni per acquisire prodotti realizzati da altri e necessari per soddisfare gli altri bisogni. Alla base della divisione del lavoro non vi è un atto razionale, ma una passione: la tendenza naturale a "trafficare". La divisione del lavoro comporta però anche "conseguenze negative": la specializzazione verso un'unica attività e la realizzazione di operazioni semplici, ripetitive e meccaniche, non sviluppa l'immaginazione e riduce le capacità intellettuali dell'individuo. Per compensare questo effetto, Adam Smith sostiene lo sviluppo dell'istruzione finanziata dallo Stato. La divisione del lavoro è incrementata e 'trainata' verso gradi applicativi via via più complessi, dall'evolvere della tecnica industriale che accompagna in relazione binaria e dipendente l'''estensione del mercato'', che può – non sempre – essere esteso attraverso sia lo sviluppo di mezzi e di infrastrutture di trasporto sia l'estensione del commercio estero. Ampliando il mercato, l'incremento della produzione che risulta da una maggiore divisione del lavoro può così trovare sbocchi commerciali. Infine, la divisione del lavoro dipende dal "livello di risparmio": per incrementare la divisione del lavoro è necessario disporre di maggiore capitale fisso e circolante, entrambi finanziati con il risparmio realizzato nel periodo precedente. Il risparmio, essendo una condizione per la divisione del lavoro, è dunque un elemento determinante per lo sviluppo economico. Senofonte e Diodoro Siculo come pure William Petty e Francis Hutcheson, suo maestro, hanno affrontato la divisione del lavoro prima di Adam Smith, il quale ne fa però un elemento centrale per comprendere le ragioni della ricchezza e del benessere di una nazione. === Il valore di scambio e la ripartizione dei redditi === David Ricardo Con il celebre esempio dell'acqua e del diamante, Adam Smith introduce la distinzione fra "valore d'uso" (utilità) e "valore di scambio" (facoltà che il possesso di un oggetto conferisce nell'acquisire altri beni). L'acqua, bene quanto mai necessario, ha un prezzo inferiore al diamante, il più superfluo fra tutti gli oggetti superflui. L'acqua ha un elevato valore d'uso, ma un basso valore di scambio mentre il diamante possiede uno scarso valore d'uso ma ha un elevato valore di scambio. Il valore d'uso, nel ventunesimo secolo considerato soggettivo, era considerato oggettivo da Adam Smith così come il valore di scambio lo è essendo quest'ultimo misurabile e risultante dallo scambio. Il valore di scambio dipende dal "lavoro comandato", vale a dire quel lavoro che l'oggetto offerto nello scambio permette di acquisire e corrispondente al lavoro risparmiato necessario per produrre l'acquisto. Più elevato è il lavoro comandato di un oggetto, più elevato sarà il suo valore di scambio. Il valore di scambio non è basato né sul tempo del lavoro né sul lavoro incorporato come presso altri autori (ad esempio David Ricardo) ma risulta dallo scambio stesso: il valore viene determinato in una relazione, non è preesistente allo scambio. Il valore di scambio è un potere d'acquisto, non inteso come accumulazione di beni o in rapporto alla moneta, ma potere di un oggetto nell'acquisire un altro oggetto. Ponendo lo scambio fra due beni X e Y, il cui costo di produzione in termini di lavoro è rispettivamente Lx e Ly, e ammettendo il loro valore di scambio Vx e Vy, si giunge all'equivalenza seguente: Vx = lavoro risparmiato al possessore di X = lavoro necessario alla produzione di Y = Ly. Analogamente, Vy = lavoro risparmiato al possessore di Y = lavoro necessario alla produzione di X = Lx. Ne risulta che Vx=Vy e Lx=Ly: l'"uguaglianza nello scambio" implica l'"uguaglianza del costo del lavoro" fra i due beni. In una "società antica", precedente all'accumulazione del capitale e all'appropriazione della terra, il "prezzo reale (o prezzo naturale)" è composto e determinato dalla quantità necessaria di lavoro per acquisire il prodotto (ciò significa che l'intero prodotto appartiene al lavoratore); mentre in una "società avanzata", suddivisa fra lavoratori, imprenditori capitalisti e proprietari terrieri (suddivisione corrispondente alla nascente società capitalistica in sostituzione alla società feudale basata sulla triade nobiltà-clero-Terzo Stato), il prezzo reale si compone di salari, profitto e rendita fondiaria. Il prezzo reale è quindi determinato dal costo dei mezzi di produzione necessari a realizzare il prodotto. Il "prezzo di mercato" di un prodotto dipende dal confronto fra la domanda e l'offerta dello stesso e tende a convergere verso il prezzo reale ("teoria della gravitazione o dell'oscillazione dei prezzi"). Di fatto, il prezzo di mercato gravita attorno al prezzo reale a seguito delle fluttuazioni della domanda e dell'offerta: il prezzo di mercato sarà superiore al prezzo reale se la domanda supera l'offerta, mentre sarà inferiore se l'offerta supera la domanda. Il prezzo di mercato non può distanziarsi durevolmente dal prezzo reale in quanto gli agenti, accorgendosi, aggiustano l'offerta allineandola alla domanda (meccanismo d'aggiustamento). Solo l'assenza di informazioni, l'esistenza di risorse rare e la presenza di monopoli legali permettono al prezzo di mercato di distanziarsi costantemente dal prezzo reale. Le tre componenti del prezzo reale si determinano in modo distinto secondo un rispettivo saggio naturale, questo non implica però una teoria dell'addizione dei differenti componenti. "Determinazione del salario" – Il tasso di salario dipende dal confronto fra l'offerta e la domanda di lavoro (dove gli imprenditori hanno però un'influenza maggiore rispetto ai lavoratori), ma anche da altri fattori come la piacevolezza o meno del tipo di lavoro, il costo della formazione associato al tipo d'impiego, la continuità nel tempo dell'occupazione (attività stagionale o annuale) e la fiducia o meno che una professione richiede. Il tasso di salario non può però essere costantemente inferiore al minimo di sussistenza, corrispondente al livello che permette di soddisfare i bisogni vitali del lavoratore e della sua famiglia. Adam Smith non condivide l'idea pessimista della "legge bronzea (o ferrea) dei salari" secondo la quale gli stipendi si mantengono costantemente al livello del minimo vitale. "Teoria del profitto" – Per il ''finanziamento'' del profitto, Smith ha esitato fra due differenti idee: (a) il profitto ''si aggiunge'' ai salari per la determinazione del valore di scambio, (b) il profitto ''è complementare'' al salario all'interno di un valore di scambio dato. Secondo la teoria lavoro comandato, i lavoratori ricevono, nel salario, l'intero prodotto del loro lavoro. Di conseguenza, il profitto deve aggiungersi al salario nella determinazione del valore. Tuttavia, Smith sostiene che il profitto non è una remunerazione di un lavoro, per cui non può aggiungere altro valore ciò che porta all'idea di una complementarità con il salario all'interno di un valore dato, mettendo però in dubbio la teoria del lavoro comandato. Adam Smith cade in un dilemma senza soluzione. Per quanto riguarda il ''montante'' del profitto è chiaro che questo dipende dal valore del capitale impiegato ed è più o meno elevato in proporzione al volume del capitale. Il tasso medio di profitto, tasso unico per l'intero sistema economico, può inoltre essere stimato con il tasso d'interesse medio sulla moneta, mettendo così in relazione il capitale finanziario (il risparmio) e il capitale reale (i beni corrispondenti al risparmio). "Teoria della rendita" – La rendita è un prezzo di monopolio grazie al quale i proprietari terrieri approfittano di una situazione nella quale l'offerta di terreni è limitata e costantemente inferiore alla domanda di terreni. La rendita è quindi prelevata sui profitti dell'agricoltore, lasciando a questo quel tanto sufficiente per pagare i salari e ammortizzare i capitali secondo i rispettivi tassi normali. A complemento della ripartizione del reddito, occorre citare la distinzione di Adam Smith fra "lavoro produttivo" (fabbricazione di oggetti materiali che si possono vendere sui mercato o che dà origine ad un sovrappiù) e "lavoro non produttivo" (attività immateriali come i servizi). Fra i lavoratori non produttivi Adam Smith inserisce i domestici, i funzionari, le professioni liberali e gli artisti, in quanto vivono con il reddito altrui. Adam Smith, ingannandosi sulla non produttività di questi settori, elimina giustamente l'errore dei fisiocratici della sterilità dell'industria ed evidenzia la distinzione fra "reddito primario" e "reddito di trasferimento". === La mano invisibile === La teoria di una regolazione spontanea dello scambio e delle attività produttive di Adam Smith è incentrata sulla nozione di mano invisibile secondo la quale il sistema economico non richiede interventi esterni per regolarsi, in particolare non necessita l'intervento di una volontà collettiva razionale. Il ruolo della mano invisibile è triplice. "Processo con il quale si crea un ordine sociale" – Dati l'uguaglianza di fronte al diritto, il non intervento dello Stato e il principio di simpatia, la mano invisibile assicura il realizzarsi di un ordine sociale che soddisfa l'interesse generale (convergenza spontanea degli interessi personali verso l'interesse collettivo). "Meccanismo che permette l'equilibrio dei mercati" – Domanda e offerta su differenti mercati tendono ad uguagliarsi: il libero funzionamento di un mercato concorrenziale, oltre a far convergere il prezzo di mercato al prezzo reale, tende a fare scomparire qualsiasi domanda o offerta eccedentaria. "Fattore che favorisce la crescita e lo sviluppo economico" – La regolazione si applica alla popolazione attraverso il mercato del lavoro (in caso di popolazione eccessiva, il salario scende al di sotto del minimo di sussistenza conducendo ad una riduzione della popolazione e viceversa in caso di popolazione deficitaria); la regolazione si applica pure al risparmio, condizione necessaria per l'accumulazione del capitale e quindi della crescita economica attraverso una maggiore divisione del lavoro (gli individui tendono spontaneamente a risparmiare in quanto desiderosi di migliorare la propria condizione); infine la regolazione si applica anche alla locazione dei capitali (investimenti indirizzati spontaneamente verso le attività più redditizie). La teoria della mano invisibile è il concetto a noi più noto di Adam Smith e, pure, quello più abusato. La mano invisibile è valida, come descritto sopra, date certe condizioni. Tuttavia, questa teoria non permette di spiegare il fenomeno della disoccupazione e di trattare adeguatamente le produzioni non-mercantili come pure ambiti particolari dove bisogni fondamentali devono essere soddisfatti (educazione obbligatoria, salute di base). Contestabile anche il ruolo nell'allocazione dei capitali, basti pensare ai molti esempi di risparmio privato gettato al vento. Infine, Adam Smith assimila -discutibilmente- l'ordine economico all'ordine morale, definendo la mano invisibile come conforme alla giustizia. John Maynard Keynes, fautore dell'intervento pubblico in economia La metafora della mano invisibile, cardine della dottrina liberista del ''laissez faire'', compare nel secondo capitolo (''Delle restrizioni all'importazione dai paesi stranieri di quelle merci che possono essere prodotte nel paese'') del Libro quarto (''Dei sistemi di economia politica'') della ''Ricchezza delle nazioni''. Merita di essere segnalata l'interpretazione del concetto di mano invisibile data dal noto giurista italiano Guido Rossi (da un'intervista del 6 giugno 2008 a ''la Repubblica''): "Uno dei suoi concetti più equivocati è quello della mano invisibile. Nella vulgata si è imposta l'idea che Adam Smith con la mano invisibile abbia inteso dire che il mercato deve essere lasciato a se stesso perché raggiunge automaticamente un equilibrio virtuoso. La mano invisibile è diventato l'argomento principe in favore di politiche di laissez-faire, fino ai neoliberisti. In realtà Adam Smith prende a prestito l'immagine della mano invisibile, con molta ironia, dal terzo atto del Macbeth di Shakespeare. Macbeth parla della notte e della sua mano sanguinolenta e invisibile che gli deve togliere il pallore del rimorso prima dell'assassinio. Smith ha preso in giro ferocemente quei capitalisti che credevano di avere il potere di governare i mercati. Tra l'altro Adam Smith capì allora che la Cina sarebbe tornata ad essere una grande potenza dell'economia mondiale, e auspicò una sorta di Commonwealth universale per governare il nuovo ordine internazionale". Con l'opera di John Maynard Keynes, in particolare con la nozione di disoccupazione involontaria, si rimise in discussione la non necessità di un intervento pubblico nel sistema economico a garanzia di un giusto equilibrio. === La moneta === La moneta, così come viene presentata nel capitolo IV del primo libro della ''Ricchezza delle nazioni'', è essenzialmente un mezzo di scambio che facilita la convergenza degli interessi nello scambio di beni contro beni. La moneta s'inserisce, in modo temporaneo, nello scambio attraverso due operazioni distinte: bene contro moneta e moneta contro bene. La moneta sorge quindi dalle necessità dello scambio commerciale di prodotti preesistenti, non è quindi intrinseca al processo produttivo e alla remunerazione della produzione. Fino alla metà degli anni settanta del XX secolo, l'apporto di Adam Smith alla teoria della moneta è stato considerato marginale, in quanto simile a suoi predecessori. Successive letture della sua opera portano ad una certa rivalutazione facendone uno dei primi sostenitori del ''Free Banking'' e di argomenti che saranno ripresi dalla ''Banking School'', in contrapposizione quindi alla ''Currency School'' avviata da David Hume e rilanciata da David Ricardo. === Il libero scambio e il ruolo dello Stato === Adam Smith critica e si distanzia dai mercantilisti e dalla loro politica sostanzialmente protezionista, contrapponendo la difesa del libero scambio. Una prima giustificazione al libero scambio si deduce dall'effetto sulla produttività del lavoro di una maggiore estensione del mercato: la soppressione di freni al commercio interno ed esterno, come pure l'accesso a nuovi mercati attraverso lo sviluppo o il miglioramento della rete di trasporti, favorisce la divisione del lavoro aumentando di conseguenza la produzione economica e il benessere collettivo.Una seconda giustificazione deriva dal ruolo equilibratore fra domanda e offerta esercitato dalla ''mano invisibile'': nessun intervento esterno al mercato è necessario per raggiungere lo stato di equilibrio. Il mercato possiede forze di auto-regolazione. Tuttavia, il libero scambio e il funzionamento dell'economia di mercato descritto da Adam Smith suppongono il ''principio di simpatia'': ogni individuo conosce come nessun altro i propri interessi ma in questi interessi vi è il desiderio di essere apprezzato dagli altri, ciò rende il mercato non un campo di combattimento, ma un luogo di convergenza di differenti interessi personali. Infine, il libero-scambio non implica l'assenza assoluta dello Stato, piuttosto ne limita l'influenza. In un certo senso l'idea che ha Smith sull'influenza dello Stato è simile a quella moderna, riducendo l'intervento statale alla tutela della nazione (difesa), all'amministrazione della Giustizia affinché nessun individuo potesse ledere gli interessi di un altro individuo della nazione stessa e infine l'intervento per le opere pubbliche e le istituzioni pubbliche: le prime in modo da migliorare le condizioni per commercio (strade, ponti, canali ecc. ecc.) il secondo con particolare riferimento all'Istruzione. ''Inquiry into the nature and causes of the wealth of nations'', 1922 * ''Abbozzo della Ricchezza delle nazioni'', Editori Riuniti, Roma, 1971 * ''La ricchezza delle nazioni'' (1776), Newton Compton Editori, Roma, 1976 ** ** * ''Saggi filosofici'' anno?, Franco Angeli, Milano, 1984 ** * ''Lezioni di retorica e delle lettere'', Quattro Venti Editori, Urbino, 1985 * ''Lezioni di Glasgow'', Giuffrè, Milano, 1989 * ''Teoria dei sentimenti morali'' (1759), Rizzoli, Milano, 2001 * ''Primo abbozzo di parte de «La ricchezza delle nazioni» e altri materiali sulla divisione del lavoro'' (introduzione di Roberto Finzi), ETAS, Milano, 2002
Anatidae
Gli '''anatidi''' costituiscono la più importante famiglia di uccelli dell'ordine degli Anseriformes. Si tratta di uccelli acquatici migratori, con zampe relativamente corte, piedi palmati.
Cranio di anatidae La famiglia Anatidae comprende 172 specie suddivise in 59 generi e 5 sottofamiglie. === Sottofamiglia Dendrocygninae === * Genere ''Dendrocygna'' Swainson, 1837 ** ''Dendrocygna viduata'' (Linnaeus, 1766) - dendrocigna facciabianca ** ''Dendrocygna autumnalis'' (Linnaeus, 1758) - dendrocigna pancianera ** ''Dendrocygna guttata'' Schlegel, 1866 - dendrocigna macchiata ** ''Dendrocygna arborea'' (Linnaeus, 1758) - dendrocigna delle Indie Occidentali ** ''Dendrocygna bicolor'' (Vieillot, 1816) - dendrocigna fulva ** ''Dendrocygna eytoni'' (Eyton, 1838) - dendrocigna falcata ** ''Dendrocygna arcuata'' (Horsfield, 1824) - dendrocigna errante ** ''Dendrocygna javanica'' (Horsfield, 1821) - dendrocigna minore * Genere ''Thalassornis'' Eyton, 1838 ** ''Thalassornis leuconotus'' Eyton, 1838 - anatra dal dorso bianco === Sottofamiglia Stictonettinae === * Genere ''Stictonetta'' Reichenbach, 1853 ** ''Stictonetta naevosa'' (Gould, 1841) - anatra lentigginosa === Sottofamiglia Plectropterinae === * Genere ''Plectropterus'' Stephens, 1824 ** ''Plectropterus gambensis'' (Linnaeus, 1766) - oca armata === Sottofamiglia Anserinae === ==== Tribù Biziurini ==== * Genere ''Biziura'' Stephens, 1824 ** ''Biziura lobata'' (Shaw, 1796) - anatra muschiata australiana ==== Tribù Nettapodini ==== * Genere ''Nettapus'' Brandt, 1836 ** ''Nettapus auritus'' (Boddaert, 1783) - oca pigmea africana ** ''Nettapus coromandelianus'' (J.F.Gmelin, 1789) - oca pigmea indiana ** ''Nettapus pulchellus'' Gould, 1842 - oca pigmea verde ==== Tribù Oxyurini ==== * Genere ''Heteronetta'' Salvadori, 1865 ** ''Heteronetta atricapilla'' (Merrem, 1841) - gobbo testanera * Genere ''Nomonyx'' Ridgway, 1880 ** ''Nomonyx dominicus'' (Linnaeus, 1766) - gobbo mascherato * Genere ''Oxyura'' Bonaparte, 1828 ** ''Oxyura jamaicensis'' (J.F.Gmelin, 1789) - gobbo della Giamaica ** ''Oxyura ferruginea'' (Eyton, 1838)- gobbo rugginoso americano ** ''Oxyura vittata'' (Philippi, 1860) - gobbo lacustre ** ''Oxyura australis'' Gould, 1837 - gobbo beccazzurro ** ''Oxyura maccoa'' (Eyton, 1838) - gobbo maccoa ** ''Oxyura leucocephala'' (Scopoli, 1769) - gobbo rugginoso ==== Tribù Anserini ==== * Genere ''Malacorhynchus'' Swainson, 1831 ** ''Malacorhynchus membranaceus'' (Latham, 1802) - anatra guancerosa * Genere ''Coscoroba'' Reichenbach, 1853 ** ''Coscoroba coscoroba'' (Molina, 1782) - cigno coscoroba * Genere ''Cereopsis'' Latham, 1802 ** ''Cereopsis novaehollandiae'' Latham, 1802 - oca di Capo Barren * Genere ''Cygnus'' Bechstein, 1803 ** ''Cygnus atratus'' (Latham, 1790) - cigno nero ** ''Cygnus melancoryphus'' (Molina, 1782) - cigno collonero ** ''Cygnus olor'' (Gmelin, JF, 1789) - cigno reale ** ''Cygnus buccinator'' Richardson, 1831 - cigno trombettiere ** ''Cygnus columbianus'' (Ord, 1815) - cigno minore ** ''Cygnus cygnus'' (Linnaeus, 1758) - cigno selvatico * Genere ''Branta'' Scopoli, 1769 ** ''Branta canadensis'' (Linnaeus, 1758) - oca del Canada ** ''Branta hutchinsii'' (Richardson, 1832) - oca della tundra ** ''Branta sandvicensis'' (Vigors, 1834) - oca delle Hawaii ** ''Branta bernicla'' (Linnaeus, 1758) - oca colombaccio ** ''Branta leucopsis'' (Bechstein, 1803) - oca facciabianca ** ''Branta ruficollis'' (Pallas, 1769) - oca collorosso * Genere ''Anser'' Brisson, 1760 ** ''Anser cygnoides'' (Linnaeus, 1758) - oca cigno ** ''Anser fabalis'' (Latham, 1787) - oca granaiola ** ''Anser serrirostris'' Gould, 1852 - oca granaiola ** ''Anser brachyrhynchus'' Baillon, 1834 — oca zamperosee ** ''Anser anser'' (Linnaeus, 1758) — oca selvatica comune ** ''Anser albifrons'' (Scopoli, 1769) — oca lombardella maggiore ** ''Anser erythropus'' (Linnaeus, 1758) - oca lombardella minore ** ''Anser indicus'' (Latham, 1790) - oca indiana ** ''Anser caerulescens'' (Linnaeus, 1758) - oca delle nevi ** ''Anser rossii'' Cassin, 1861 - oca di Ross ** ''Anser canagicus'' (Sevastianov, 1802) - oca imperatrice === Sottofamiglia Anatinae === Anatra comune a Roma, Giardino del lago di Villa Borghese ==== Tribù Tadornini ==== * Genere ''Merganetta'' Gould, 1842 ** ''Merganetta armata'' Gould, 1842 - anatra di torrente * Genere ''Neochen'' Oberholser, 1918 ** ''Neochen jubata'' (von Spix, 1825) - oca dell'Orinoco * Genere ''Chloephaga'' Eyton, 1838 ** ''Chloephaga melanoptera'' (Eyton, 1838) - oca delle Ande ** ''Chloephaga picta'' (J.F.Gmelin, 1789) - oca di Magellano ** ''Chloephaga hybrida'' (Molina, 1782) - oca del kelp ** ''Chloephaga poliocephala'' Sclater, PL, 1857 - oca testagrigia ** ''Chloephaga rubidiceps'' Sclater, PL, 1861 - oca testarossiccia * Genere ''Alopochen'' Stejneger, 1885 ** ''Alopochen aegyptiaca'' (Linnaeus, 1766) - oca egiziana ** ''Alopochen mauritiana'' (Newton, A & Gadow, 1893) † - casarca di Mauritius ** ''Alopochen kervazoi'' (Cowles, 1994) † - casarca di Réunion * Genere ''Tadorna'' F. Boie, 1822 ** ''Tadorna tadorna'' (Linnaeus, 1758) - volpoca ** ''Tadorna radjah'' (Lesson, 1828) - casarca del ragià ** ''Tadorna ferruginea'' (Pallas, 1764) - casarca comune ** ''Tadorna cana'' (J.F.Gmelin, 1789) - casarca del Sudafrica ** ''Tadorna tadornoides'' (Jardine & Selby, 1828) - casarca australiana ** ''Tadorna variegata'' (J.F.Gmelin, 1789) - casarca del paradiso ** ''Tadorna cristata'' (Kuroda, 1917) - casarca crestata ==== Tribù Mergini ==== * Genere ''Histrionicus'' Lesson, 1828 ** ''Histrionicus histrionicus'' (Linnaeus, 1758) - moretta arlecchina * Genere ''Camptorhynchus'' Bonaparte, 1838 ** ''Camptorhynchus labradorius'' † (J.F.Gmelin, 1789) - anatra del Labrador * Genere ''Clangula'' Leach, 1819 ** ''Clangula hyemalis'' (Linnaeus, 1758) - moretta codona * Genere ''Polysticta'' Eyton, 1836 ** ''Polysticta stelleri'' (Pallas, 1769) - edredone di Steller * Genere ''Somateria'' Leach, 1819 ** ''Somateria fischeri'' (Brandt, 1847) - edredone dagli occhiali ** ''Somateria spectabilis'' (Linnaeus, 1758) - re degli edredoni ** ''Somateria mollissima'' (Linnaeus, 1758) - edredone comune * Genere ''Melanitta'' Boie, 1822 ** ''Melanitta perspicillata'' (Linnaeus, 1758) - orco marino dagli occhiali ** ''Melanitta fusca'' (Linnaeus, 1758) - orco marino ** ''Melanitta deglandi'' (Bonaparte, 1850) - orco marino del Pacifico ** ''Melanitta nigra'' (Linnaeus, 1758) - orchetto marino ** ''Melanitta americana'' (Swainson, 1832) - orchetto marino americano * Genere ''Bucephala'' Baird, 1858 ** ''Bucephala albeola'' (Linnaeus, 1758) - quattrocchi minore ** ''Bucephala clangula'' (Linnaeus, 1758) - quattrocchi ** ''Bucephala islandica'' (J.F.Gmelin, 1789) - quattrocchi d'Islanda * Genere ''Mergellus'' Selby, 1840 ** ''Mergellus albellus'' (Linnaeus, 1758) - pesciaiola * Genere ''Lophodytes'' Reichenbach, 1853 ** ''Lophodytes cucullatus'' (Linnaeus, 1758) * Genere ''Mergus'' Linnaeus, 1758 ** ''Mergus australis'' † Hombron & Jacquinot, 1841 - smergo dal ciuffo ** ''Mergus octosetaceus'' Vieillot, 1817 - smergo brasiliano ** ''Mergus merganser'' Linnaeus, 1758 - smergo maggiore ** ''Mergus serrator'' Linnaeus, 1758 - smergo minore ** ''Mergus squamatus'' Gould, 1864 - smergo cinese ==== Tribù Cairinini ==== * Genere ''Cairina'' Fleming, 1822 ** ''Cairina moschata'' (Linnaeus, 1758) - anatra muschiata * Genere ''Aix'' Boie, 1828 ** ''Aix sponsa'' (Linnaeus, 1758) - anatra sposa ** ''Aix galericulata'' (Linnaeus, 1758) - anatra mandarina ==== Tribù Callonettini ==== * Genere ''Callonetta'' Delacour, 1936 ** ''Callonetta leucophrys'' (Vieillot, 1816) - alzavola anellata ==== Tribù Aythyini ==== * Genere ''Chenonetta'' Brandt, 1836 ** ''Chenonetta jubata'' (Latham, 1802) - anatra arboricola australiana * Genere ''Hymenolaimus'' G.R.Gray, 1843 ** ''Hymenolaimus malacorhynchos'' (J.F.Gmelin, 1789) - anatra blu * Genere ''Sarkidiornis'' Eyton, 1838 ** ''Sarkidiornis sylvicola'' von Ihering, H & von Ihering, R, 1907 - oca dal pettine ** ''Sarkidiornis melanotos'' (Pennant, 1769) - oca bernoccoluta * Genere ''Pteronetta'' Salvadori, 1895 ** ''Pteronetta hartlaubii'' (Cassin, 1860) - anatra di Hartlaub * Genere ''Cyanochen'' Bonaparte, 1856 ** ''Cyanochen cyanoptera'' (Rüppell, 1845) - oca aliazzurre * Genere ''Marmaronetta'' Reichenbach, 1853 ** ''Marmaronetta angustirostris'' (Ménétries, 1832) - anatra marmorizzata * Genere ''Asarcornis'' Salvadori, 1895 ** ''Asarcornis scutulata'' (Müller, S, 1842) - anatra arboricola alibianche * Genere ''Rhodonessa'' Reichenbach, 1853 ** ''Rhodonessa caryophyllacea'' (Latham, 1790) - anatra testarosa * Genere ''Netta'' Kaup, 1829 ** ''Netta rufina'' (Pallas, 1773) - fistione turco ** ''Netta peposaca'' (Vieillot, 1816) - fistione beccoroseo ** ''Netta erythrophthalma'' (Wied-Neuwied, 1833) - fistione australe * Genere ''Aythya'' Boie, 1822 ** ''Aythya valisineria'' (Wilson, A, 1814) - moriglione dorsotelato ** ''Aythya americana'' (Eyton, 1838) - moriglione testarossa ** ''Aythya ferina'' (Linnaeus, 1758) - moriglione eurasiatico ** ''Aythya australis'' (Eyton, 1838) - moretta australiana ** ''Aythya innotata'' (Salvadori, 1894) - moretta del Madagascar ** ''Aythya baeri'' (Radde, 1863) - moriglione di Baer ** ''Aythya nyroca'' (Güldenstädt, 1770) - moretta tabaccata ** ''Aythya novaeseelandiae'' (J.F.Gmelin, 1789) - moretta della Nuova Zelanda ** ''Aythya collaris'' (Donovan, 1809) - moretta dal collare ** ''Aythya fuligula'' (Linnaeus, 1758) - moretta eurasiatica ** ''Aythya marila'' (Linnaeus, 1761) - moretta grigia ** ''Aythya affinis'' (Eyton, 1838) - moretta americana ==== Tribù Anatini ==== * Genere ''Salvadorina'' Rothschild & Hartert, 1894 ** ''Salvadorina waigiuensis'' Rothschild & Hartert, 1894 - anatra del Salvadori * Genere ''Lophonetta'' Riley, 1914 ** ''Lophonetta specularioides'' (King, 1828) - anatra crestata * Genere ''Amazonetta'' Boetticher, 1929 ** ''Amazonetta brasiliensis'' (J.F.Gmelin, 1789) - alzavola brasiliana * Genere ''Speculanas'' Boetticher, 1929 ** ''Speculanas specularis'' (King, 1828) - anatra dagli occhiali * Genere ''Tachyeres'' Owen, 1875 ** ''Tachyeres patachonicus'' (King, 1831) - anatra vaporiera volatrice ** ''Tachyeres pteneres'' (J.R.Forster, 1844) - anatra vaporiera di Magellano ** ''Tachyeres brachypterus'' (Latham, 1790) - anatra vaporiera delle Falkland ** ''Tachyeres leucocephalus'' Humphrey & Thompson, 1981 - anatra vaporiera testabianca * Genere ''Sibirionetta'' von Boetticher, 1929) **''Sibirionetta formosa'' (Georgi, 1775) - alzavola del Baikal * Genere ''Spatula'' Boie, 1822 **''Spatula querquedula'' (Linnaeus, 1758) - marzaiola **''Spatula hottentota'' (Eyton, 1838) - alzavola ottentotta **''Spatula puna'' (Tschudi, 1844) - alzavola della puna **''Spatula versicolor'' (Vieillot, 1816) - alzavola argentata **''Spatula platalea'' (Vieillot, 1816) - mestolone rosso **''Spatula cyanoptera'' (Vieillot, 1816) - alzavola cannella **''Spatula discors'' (Linnaeus, 1766) - marzaiola americana **''Spatula smithii'' Hartert, 1891 - mestolone del Capo **''Spatula rhynchotis'' (Latham, 1801) - mestolone australiano **''Spatula clypeata'' (Linnaeus, 1758) - mestolone comune * Genere ''Mareca'' Stephens, 1824 **''Mareca strepera'' (Linnaeus, 1758) - canapiglia **''Mareca falcata'' (Georgi, 1775) - anatra falcata **''Mareca penelope'' (Linnaeus, 1758) - fischione eurasiatico **''Mareca sibilatrix'' (Poeppig, 1829) - fischione del Cile **''Mareca americana'' (J.F.Gmelin, 1789) - fischione americano **''Mareca marecula'' (Olson & Jouventin, 1996) - fischione dell'isola di Amsterdam † * Genere ''Anas'' Linnaeus, 1758 **''Anas capensis'' J.F.Gmelin, 1789 - alzavola del Capo **''Anas sparsa'' Eyton, 1838 - germano nero africano **''Anas rubripes'' Brewster, 1902 - germano nero americano **''Anas platyrhynchos'' Linnaeus, 1758 - germano reale **''Anas fulvigula'' Ridgway, 1874 - germano maculato **''Anas diazi'' Ridgway, 1886 - germano messicano **''Anas wyvilliana'' P.L.Sclater, 1878 - germano delle Hawaii **''Anas laysanensis'' Rothschild, 1892 - germano di Laysan **''Anas luzonica'' Fraser, 1839 - germano delle Filippine **''Anas superciliosa'' J.F.Gmelin, 1789 - germano del Pacifico **''Anas poecilorhyncha'' Forster, JR, 1781 - germano beccomacchiato **''Anas zonorhyncha'' Swinhoe, 1866 - germano beccomacchiato orientale **''Anas undulata'' C.F.Dubois, 1839 - germano beccogiallo **''Anas melleri'' P.L.Sclater, 1865 - germano di Meller **''Anas bernieri'' (Hartlaub, 1860) - alzavola di Bernier **''Anas theodori'' † A.Newton & Gadow, 1893 - anatra di Mauritius **''Anas gibberifrons'' S.Müller, 1842 - alzavola d'Indonesia **''Anas albogularis'' (Hume, 1873) - alzavola delle Andamane **''Anas gracilis'' Buller, 1869 - alzavola grigia **''Anas castanea'' (Eyton, 1838) - alzavola castana **''Anas aucklandica'' (G.R.Gray, 1844) - alzavola attera **''Anas nesiotis'' (J.H.Fleming, 1935) - alzavola delle Isole Campbell **''Anas chlorotis'' G.R.Gray, 1845 - alzavola bruna **''Anas bahamensis'' Linnaeus, 1758 - codone guancebianche **''Anas erythrorhyncha'' J.F.Gmelin, 1789 - anatra becco rosso **''Anas flavirostris'' Vieillot, 1816 - alzavola marezzata **''Anas andium'' (P.L.Sclater & Salvin, 1873) - anatra delle Ande **''Anas georgica'' J.F.Gmelin, 1789 - codone beccogiallo **''Anas acuta'' Linnaeus, 1758 - codone comune **''Anas eatoni'' (Sharpe, 1875) - codone di Eaton **''Anas crecca'' Linnaeus, 1758 - alzavola comune **''Anas carolinensis'' J.F.Gmelin, 1789 - alzavola americana
Anseriformes
'''Anseriformes''' è un ordine di uccelli che comprende circa 180 specie viventi suddivise in tre famiglie: Anhimidae , Anseranatidae e Anatidae, la famiglia più numerosa, che comprende oltre 170 specie di uccelli acquatici, tra cui anatre, oche e cigni. La maggior parte delle specie moderne di quest'ordine presentano diversi adattamenti ad uno stile di vita acquatico o semi-acquatico. Con l'eccezione dei kaimichi sudamericani, tutti gli esponenti di quest'ordine presentano un phalli, un tratto perso dai Neoaves. A causa della loro natura acquatica, la maggior parte delle specie presenta piedi palmati.
Gli Anatidi e i kaimichi sono tutti di costumi acquatici o semiacquatici. In maggioranza nidificano in o vicino a una distesa di acque dolci, ma numerose specie (ad esempio l'oca colombaccio, le anatre vaporiere, gli orchetti) trascorrono gran parte della loro esistenza negli estuari e lungo le coste oceaniche. A differenza dei kaimichi dell'America meridionale, gli uccelli di palude si rinvengono in ogni continente, a eccezione dell'Antartide, su tutte le isole più grandi e su molti isolotti sperduti. Alcune specie, tra cui l'oca delle Hawaii e certe sottospecie, o razze, contano soltanto qualche centinaio di individui e sono magari circoscritte a un'unica isola. Altre hanno invece areale distributivo amplissimo e si valutano nell'ordine dei milioni di esemplari. Una diffusione così variegata si può spiegare con la grande adattabilità a un considerevole ventaglio di habitat e regimi alimentari, come nel caso del germano reale, ovvero con la capacità di migrare a lunga distanza, come succede per l'oca lombardella maggiore, o ancora come conseguenza di una causale colonizzazione di un'isola oceanica seguita dalla perdita di ogni istinto migratorio e dal graduale adattamento alle condizioni locali, come si è ad esempio verificato per il germano di Laysan nel Pacifico, il codone di Eaton nell'Oceano Indiano e l'anatra vaporiera delle Falkland nell'Atlantico meridionale. Due specie di Anatidi sono stanziali, vagabondi a parte, in Europa, 12 in Asia, 18 in Africa, 10 nell'America del Nord, 30 nell'America centro-meridionale e 25 in Australasia. Le 61 specie restanti sono più cosmopolite, abitano due o più continenti. Tra i primi uccelli ad essere addomesticati, oche e anatre erano già allevate a scopi alimentari più di 4500 anni fa. Anche i cigni sono da tempo tenuti in cattività, ma a scopo ornamentale. Gli Anseiformi comprendono alcuni uccelli incapaci di volare, ma per la maggior parte sono grandi volatori e possono coprire lunghe distanze durante le migrazioni. In volo, battono continuamente le ali e possono raggiungere i 122 km/h. Alcuni anseiformi sono stati osservati mentre volavano a quasi 8500 m di altitudine, vicino alla cima dell'Everest. Alcune specie restano in acqua anche per dormire, altre salgono sulle rive; emettono tutte una vasta gamma di suoni. Le razze degli anseiformi domestici discendono dai germani, dalle anatre mute, dalle oche cigno e dalle oche selvatiche. I germani, originari dell'emisfero boreale, sono stati introdotti diffusamente nel resto del mondo e si sono ibridati provocando spesso una diluizione genetica delle specie locali. Molti anseiformi sono erbivori e mangiano erbe, semi e altri tipi di materiale vegetale; alcune specie si nutrono invece di pesci, insetti, molluschi e crostacei. Gli anseiformi sono diffusi soprattutto nell'emisfero nord (il numero maggiore di specie è presente in nord America), ma vivono praticamente ovunque, a eccezione dell'Antartide. Si possono trovare in quasi tutti i tipi di zone umide, dai laghetti cittadini alle lagune del Mar Glaciale Artico. Alcune specie trascorrono molto del loro tempo in mare. Dati i loro costumi acquatici, gli Anseriformi in generale hanno corporatura ampia, zona inferiore appiattita, collo da medio a lungo e zampe piuttosto brevi con dita palmate. Il becco è di solito slargato e sottile, con un'«unghia» cornea verso la punta che in talune specie termina con un uncino poco accennato. Sui lati le mandibole, in moltissime specie, presentano lamelle a pettine che fungono da setaccio per trattenere le particelle alimentari, mentre la lingua è discretamente spessa e provvista ai margini di corte formazioni spinose utili per afferrare e manipolare quanto verrà inghiottito. Le anatre per lo più hanno zampe arretrate, talora molto indietro rispetto al baricentro, per cui sul terreno si muovono in modo lento e impacciato. D'altra parte questo accorgimento consente alle numerose specie che trovano di che sfamarsi sott'acqua (anatre tuffatrici, smerghi, anatre dalla coda rigida) di muoversi a loro perfetto agio nell'elemento liquido. Pochissime anatre (citiamo lo smergo minore) si servono in immersione anche delle ali, che viceversa in linea di massima sono tenute aderenti al corpo. Oche e tadorne sono di norma più legate alla terra, soprattutto quando vanno in cerca di cibo: le zampe, più lunghe, hanno un'ubicazione più centrale, la postura è più eretta e la deambulazione meno difficoltosa. Tutte le specie di anseiformi sono simili nella forma e hanno il collo relativamente lungo, zampe corte, piedi palmati e becchi larghi e appiattiti. Sono quasi tutti ottimi nuotatori, anche se molte specie si sono adattate alla terraferma. Per proteggersi dall'acqua fredda, hanno piume fitte e idrorepellenti, e, sotto, uno spesso strato di piumino isolante. Il piumaggio esterno è spesso vivacemente colorato. Gli Anseriformi e i Galliformi (fagiani, ecc.) sono gli uccelli neorniti più primitivi, e seguono i ratiti e i tinamosi nei sistemi di classificazione degli uccelli. Insieme appartengono a Galloanserae. Diverse famiglie di uccelli estinti dalle insolite caratteristiche come i pelagornithidi, simili ad albatross, e i giganti terricoli come i gastornithidi e i dromornithidi, sembrano essere imparentati con i moderni anseriformi, sulla base di alcune peculiari caratteristiche della regione del cranio, nella fisiologia del becco e nella zona pelvica. Il genere ''Vegavis'' è stato per un po' di tempo considerato il primo membro del gruppo corona degli anseriformi, ma un recente documento del 2017, ha dimostrato che questo uccello si posizionava appena fuori dal gruppo corona, nella famiglia dei Vegaviidae. Tra gli anseriformi più antichi si ricordano ''Conflicto'' e ''Presbyornis''. Di seguito è riportato un cladogramma, sulla filogenesi degli anseriformi e dei loro parenti: === Evoluzione === Gli Anseriformi sono uno dei due soli tipi di uccelli moderni di cui abbiamo prove fossili risalenti al Mesozoico, ed infatti sono tra i pochissimi uccelli a sopravvivere all'estinzione di massa del Cretaceo-Paleogene che sterminò tutti i dinosauri non-aviari. L'altro gruppo sono i loro cugini i Galliformes. Durante il Mesozoico, questi due gruppi occupavano le stesse nicchie ecologiche che occupano oggi, vivendo in ambienti fluviali e nel sottobosco, mentre gli enantiorniti dal becco dentato erano gli uccelli dominanti che governavano le cime degli alberi e l'aria. L'asteroide che pose fine al Mesozoico distrusse tutti gli alberi e la maggior parte degli animali volanti, una condizione che impiegò secoli per riprendersi. Si ritiene che gli anseriformi e i galliformi siano sopravvissuti a questo periodo trovando rifugio in ambienti fluviali o in cavità e tane nel terreno, non avendo bisogno di alberi per nutrirsi o per riprodursi. La forma cretacica più vicina all'ultimo antenato comune di galliformi ed anseriformi a noi conosciuta, è ''Asteriornis'' vissuto circa 66,8-66,9 milioni di anni fa (Maastrichtiano), in Belgio, suggerendo che i moderni anseriformi e galliformi potrebbero essersi diffusi nei continenti meridionali nella loro prima evoluzione. Il primo anseriforme Cretacico ritrovato fu ''Vegavis'', un uccello acquatico simile ad un'anatra che si ritiene visse circa 99 milioni di anni fa. Originariamente, si pensava che alcuni membri apparentemente sopravvissuti all'estinzione del Cretaceo-Paleogene, inclusi i presbyornithidi, fossero gli antenati comuni di anatre, oche, cigni e kaimichi, l'ultimo gruppo una volta ritenuto appartenenti ai galliformi, ma ora confermato geneticamente di essere strettamente imparentato con le oche. I primi fossili di anatre vere e proprie conosciuti iniziano ad apparire circa 34 milioni di anni fa. Gli uccelli acquatici sono gli esempi più conosciuti di coevoluzione genitale sessualmente antagonista nei vertebrati, facendo adattare gli apparati genitali in ciascun sesso per far avanzare il controllo sull'accoppiamento e sulla fecondazione. La coevoluzione evolutiva sessuale (o SAC) si verifica come conseguenza del conflitto sessuale tra maschi e femmine, con conseguente processo coevolutivo che riduce l'adattamento, o che funziona per diminuire la facilità dell'accoppiamento. La sistematica degli Anatidae, in particolare per quanto riguarda il posizionamento di alcuni generi "dispari" degli anatini o delle casarche, non è completamente risolta. Gli Anatidi sono tradizionalmente divise nelle sottofamiglie Anatinae e Anserinae. Anatinae è composta dalle tribù Anatini, Aythyini, Mergini e Tadornini. La classificazione di ordine superiore riportata di seguito segue un'analisi filogenetica eseguita dall'archivio filogenetico di Mikko e dal sito Web di John Boyd. Kaimichi meridionale Oca gazza Dendrocigna falcata Oca selvatica Oca del Canada Oca collorosso Oca delle nevi Oca imperatrice * '''Ordine Anseriformes''' ** † ''Conflicto''? Claudia P. Tambussi ''et al.'', 2019 ** † ''Naranbulagornis'' Zelenkov, 2019 ** Sottordine '''Anhimae''' Wetmore & Miller, 1926 *** Genere † ''Chaunoides'' deAlvarenga, 1999 *** Famiglia Anhimidae Stejneger, 1885 - Kaimichi **** Genere ''Anhima'' (Linnaeus 1766) Brisson 1760 **** Genere ''Chauna'' Illiger 1811 ** Sottordine '''Anseres''' (veri anseriformi) *** Superfamiglia '''Anseranatoidea''' **** Famiglia Anseranatidae Sclater, 1880 ***** Genere † ''Anserpica'' Mourer-Chauviré, Berthet & Hugueney, 2004 ***** Genere † ''Eoanseranas'' Worthy & Scanlon, 2009 - Oca gazza di Hand ***** Genere † ''Anatalavis'' Olson & Parris, 1987 ***** Genere ''Anseranas'' (Latham 1798) *** Superfamiglia '''Anatoidea''' **** Famiglia † Presbyornithidae Wetmore 1926 ***** Genere † ''Teviornis'' Kuročkin, Dyke & Karhu, 2002 ***** Genere † ''Telmabates'' Howard, 1955 ***** Genere † ''Headonornis'' (Lydekker, 1891) Harrison & Walker, 1976 ***** Genere † ''Presbyornis'' Wetmore, 1926 ***** Genere † ''Wilaru'' Boles ''et al.'', 2013 **** Famiglia † Paranyrocidae Miller & Compton, 1939 ***** Genere † ''Paranyroca'' Miller & Compton, 1939 **** Famiglia Anatidae Leach, 1820 (quasi 150 specie) ***** Sottofamiglia † Romainvilliinae Lambrecht, 1933 ****** Genere † ''Romainvillia'' Lebedinský, 1927 ****** Genere † ''Saintandrea'' Mayr & De Pietri, 2013 ***** Sottofamiglia Dendrocygninae Reichenbach, 1849–50 ****** Genere ''Dendrocygna'' Swainson, 1837 ****** Genere ''Thalassornis'' Eyton 1838 ***** Sottofamiglia † Dendrocheninae Livezey & Martin, 1988 ****** Genere † ''Dendrochen'' Miller, 1944 ****** Genere † ''Manuherikia'' Worthy ''et al.'', 2007 ****** Genere † ''Mionetta'' Livezey & Martin, 1988 ***** Sottofamiglia Stictonettinae ****** Genere ''Stictonetta'' (Gould, 1841) Reichenbach, 1853 ***** Sottofamiglia Anserinae Vigors 1825 ''sensu'' Livezey 1996 (cigni e oche) ****** Genere † ''Anserobranta'' Kuročkin & Ganya, 1972 ****** Genere † ''Asiavis'' Nesov, 1986 ****** Genere † ''“Chenopis”'' De Vis, 1905 ****** Genere † ''Cygnavus'' Lambrecht, 1931 ****** Genere † ''Cygnopterus'' Lambrecht, 1931 ****** Genere † ''Eremochen'' Brodkorb, 1961 ****** Genere † ''Megalodytes'' Howard, 1992 ****** Genere † ''Paracygnus'' Short, 1969 ****** Genere † ''Presbychen'' Wetmore, 1930 ****** Genere † ''Cnemiornis'' Owen, 1866 ****** Genere ''Coscoroba'' (Molina, 1782) Reichenbach, 1853 ****** Genere ''Cereopsis'' Latham, 1801 (Cape Barren goose) ****** Genere ''Cygnus'' Garsault, 1764 ****** Genere † ''Afrocygnus chauvireae'' Louchart ''et al.'', 2005 ****** Genere ''Branta'' Scopoli, 1769 ****** Tribù Anserini Vigors, 1825 ******* Genere ''Anser'' Brisson, 1760 ***** Sottofamiglia Tadorninae Reichenbach, 1849–50 ****** Genere † ''Australotadorna'' Worthy, 2009 ****** Genere † ''Brantadorna'' Howard, 1964 ****** Genere † ''Centrornis'' Andrews, 1897 ****** Genere † ''Miotadorna'' Worthy ''et al.'', 2007 ****** Genere † ''Nannonetta'' Campbell, 1979 ****** Genere †''Pleistoanser'' Agnolín, 2006 ****** Genere ''Plectropterus'' (Linnaeus, 1766) ****** Genere ''Merganetta'' Gould, 1842 ****** Genere ''Chloephaga'' Eyton, 1838 ****** Genere ''Neochen'' Oberholser, 1918 ****** Genere ''Cyanochen'' (Rüppell, 1845) Bonaparte, 1856 ****** Genere ''Tadorna'' Boie, 1822 ****** Genere ''Radjah'' Reichenbach, 1853 ****** Genere ''Alopochen'' Stejneger, 1885 ****** Genere ''Cairina'' (Linnaeus, 1758) Fleming 1822 ****** Genere ''Hymenolaimus'' (Gmelin, 1789) Gray 1843 ****** Genere ''Sarkidiornis'' Eyton, 1838 ****** Genere ''Tachyeres'' Owen, 1875 ***** Sottofamiglia Anatinae Vigors, 1825 ''sensu'' Livezey, 1996 ****** Genere ''Aix'' Boie, 1828 ****** Genere ''Callonetta'' Delacour, 1936 ****** Genere ''Chenonetta'' von Brandt, 1836 ****** Genere ''Biziura'' Stephens, 1824 ****** Genere ''Pteronetta'' (Cassin, 1860) Salvadori, 1895 ****** Genere ''Marmaronetta'' (Ménétries, 1832) Reichenbach, 1853 ****** Genere ''Asarcornis'' (Müller, 1842) Salvadori, 1895 ****** Genere ''Netta'' Kaup, 1829 ****** Genere ''Lophonetta'' (King, 1828) Riley, 1914 ****** Genere ''Amazonetta'' (Gmelin, 1789) von Boetticher, 1929 ****** Genere † ''Dunstanetta'' Worthy ''et al.'', 2007 ****** Genere † ''Lavadytis'' Stidham & Hilton, 2015 ****** Genere † ''Pinpanetta'' Worthy, 2009 ****** Genere † ''Tirarinetta'' Worthy, 2008 ****** Tribù Oxyurini Swainson, 1831 ******* Genere ''Heteronetta'' (Merrem, 1841) Salvadori, 1865 ******* Genere ''Nomonyx'' (Linnaeus, 1766) Ridgway, 1880 ******* Genere ''Oxyura'' Bonaparte, 1828 ****** Genere ''Nettapus'' von Brandt, 1836 ****** Genere † ''Anabernicula'' Ross, 1935 ****** Genere ''Malacorhynchus'' Swainson, 1831 ****** Genere ''Salvadorina'' Rothschild & Hartert, 1894 ****** Genere ''Speculanas'' (King, 1828) von Boetticher, 1929 ****** Tribù Mergini Rafinesque, 1815 ******* Genere † ''Chendytes'' Miller, 1925 ******* Genere † ''Shiriyanetta'' Watanabe & Matsuoka, 2015 ******* Genere ''Histrionicus'' Lesson, 1828 ******* Genere † ''Camptorhynchus'' (Gmelin, 1789) Bonaparte, 1838 ******* Genere ''Clangula'' Leach, 1819 ******* Genere ''Polysticta stelleri'' (Pallas, 1769) Eyton, 1836 ******* Genere ''Somateria'' Leach, 1819 ******* Genere ''Melanitta'' Boie, 1822 ******* Genere ''Bucephala'' ******* Genere ''Mergellus'' Selby, 1840 (Smew) ******* Genere ''Lophodytes'' (Linnaeus, 1758) Reichenbach, 1853 ******* Genere ''Mergus'' Linnaeus, 1758 non Brisson, 1760 ****** Tribù Anatini Vigors, 1825 ''sensu'' Livezey, 1996 ******* Genere † ''Matanas'' Worthy ''et al.'', 2007 ******* Genere ''Anas'' Linnaeus, 1758 ******* Genere ''Sibirionetta'' (Georgi, 1775) ******* Genere ''Mareca'' (Stephens, 1824) ******* Genere ''Spatula'' Boie, 1822 ****** Tribù Aythyini Delacour & Mayr, 1945 ******* Genere ''Aythya'' Boie, 1822 Alcuni taxa di anseriformi fossili non assegnabili con certezza ad una specifica famiglia: * † ''Proherodius'' (London Clay, Eocene inferiore di Londra, Inghilterra) – Presbyornithidae? * † ''Garganornis ballmanni'' Meijer, 2014 Anatidi non assegnati: * † ''"Anas" albae'' Jánossy, 1979 ?''Mergus'' * † ''"Anas" amotape'' Campbell, 1979 * † ''"Anas" isarensis'' Lambrecht, 1933 * † ''"Anas" luederitzensis'' * † ''"Anas" sanctaehelenae'' Campbell, 1979 * † ''"Anas" eppelsheimensis'' Lambrecht, 1933 * † ''"Oxyura" doksana'' Mlíkovský, 2002 * † ''"Anser" scaldii'' "Anas" scaldii * † ''Ankonetta larriestrai'' Cenizo & Agnolín, 2010 * † ''Cayaoa bruneti'' Tonni, 1979 * † ''Eoneornis'' ''nomen dubium'' * † ''Eutelornis'' * † ''Aldabranas cabri'' Harrison & Walker, 1978 * † ''Chenoanas deserta'' Zelenkov, 2012 * † ''Cygnopterus alphonsi'' Cheneval, 1984 non ''Cygnavus senckenbergi'' Mlíkovský, 2002 * † ''Helonetta brodkorbi'' Emslie, 1992 * † ''Loxornis clivus'' Ameghino, 1894 * † ''Mioquerquedula minutissima'' Zelenkov & Kuročkin, 2012 ''Anas velox'' Milne-Edwards, 1867 * † ''Paracygnopterus scotti'' Harrison & Walker, 1979 * † ''Proanser major'' Umanskaya, 1979 * † ''Teleornis'' Ameghino, 1899 * † ''Protomelanitta'' Zelenkov, 2011 * † ''Nogusunna conflictoides'' Zelenkov, 2011 * † ''Sharganetta mongolica'' Zelenkov, 2011 * ''Metopiana'' Bonaparte, 1856 * † ''Bambolinetta'' (Portis, 1884) Mayr & Pavia, 2014 * † ''Heteroanser vicinus'' (Kuročkin, 1976) Zelenkov, 2012 * † ''Sinanas'' Yeh, 1980 * † ''Talpanas'' Olson & James, 2009 * † ''Wasonaka'' Howard, 1966 * † ''Chelychelynechen'' Olson & James, 1991 * † ''Ptaiochen'' Olson & James, 1991 * † ''Thambetochen'' Olson & Wetmore, 1976 Inoltre, è stato descritto un numero considerevole di fossili principalmente risalenti al Cretaceo superiore e Paleogene dove non è chiaro se siano o meno anseriformi. Questo perché quasi tutti gli ordini di uccelli acquatici viventi hanno avuto origine o hanno subito una radiazione maggiore durante questo periodo, rendendo difficile decidere se un osso simile ad un uccello acquatico appartiene a questa famiglia o è il prodotto di un'evoluzione parallela in una discendenza diversa a causa di pressioni adattive. * "Presbyornithidae" gen. et sp. indet. (Barun Goyot Cretaceo superiore di Udan Sayr, Mongolia) – Presbyornithidae? * UCMP 117599 (Formazione Hell Creek, Cretaceo superiore di Bug Creek West, USA) * ''Petropluvialis'' (Eocene superiore dell'Inghilterra) – potrebbe essere un esemplare di ''Palaeopapia'' * ''Agnopterus'' (Eocene superiore – Oligocene superiore dell'Europe) – include ''Cygnopterus lambrechti'' * ''"Headonornis hantoniensis"'' BMNH PAL 4989 (Oligocene inferiore dell'Isola di Wight, Inghilterra) – formalmente ''"Ptenornis"'' * ''Palaeopapia'' (Oligocene inferiore dell'Isola di Wight, Inghilterra) * ''"Anas" creccoides'' (Oligocene inferiore/medio del Belgio) * ''"Anas" skalicensis'' (Miocene inferiore del "Skalitz", Repubblica Ceca) * ''"Anas" risgoviensis'' (Miocene superiore della Bavaria, Germania) * † ''"Anas" meyerii'' Milne-Edwards, 1867 * †''Eonessa anaticula'' Wetmore, 1938 ===Filogenia=== Anseriformi viventi, basato sulle ricerche di Boyd (2007). Classifica degli anseriformi
Astronomo
Un '''astronomo''' è uno scienziato che si occupa dello studio dei corpi e dei fenomeni esterni all'atmosfera terrestre. Per le sue ricerche egli si avvale principalmente della matematica e della fisica, ma anche di altre discipline a seconda del suo campo specifico di studi. Dal punto di vista dell'apparato strumentale, il telescopio ottico ha accompagnato dai tempi di Galileo il lavoro di ogni astronomo: prima del XVII secolo l'osservazione era praticata a occhio nudo, e ci si avvaleva perlopiù di strumenti che permettessero l'orientamento sulla volta celeste e una corretta previsione dei fenomeni celesti, come l'astrolabio. Nel XX secolo ad un continuo perfezionamento dei telescopi ottici si è affiancato lo sviluppo di altre strumentazioni, come la spettroscopia ed il radiotelescopio, che ha aperto la porta dell'osservazione alle lunghezze d'onda diverse dal visibile, mentre la nascita dell'astronautica ha permesso agli astronomi di studiare dettagliatamente i corpi del Sistema Solare e di osservare l'Universo con l'accuratezza che permette l'assenza dell'atmosfera .
Incisione del XVI-XVII secolo La figura dell'astronomo agli albori della sua scienza è strettamente legata alla funzione a cui era indirizzata l'astronomia: nelle civiltà mesopotamiche e in quella egizia lo studio dei fenomeni celesti costituiva uno strumento fondamentale di previsione dei cicli naturali legati all'agricoltura e di divinazione. Chi custodiva questo patrimonio di conoscenze era la classe sacerdotale, che proprio dall'esclusivo possesso della cultura traeva il suo potere. È solo con la civiltà greca che lo studio del cielo passa dai sacerdoti, e da un legame esclusivo con le pratiche agricole e divinatorie, ai filosofi, quell'élite laica che emerge per la prima volta in Grecia nel VII secolo a.C. L'astronomo viene a coincidere con il matematico, lo studioso della natura che osserva gli astri nel quadro di un'elaborazione speculativa ampia e libera da condizionamenti mitici. I filosofi presocratici mostrano ad esempio un forte interesse per il problema cosmologico, e le prime teorie non mitiche sulla struttura dell'Universo risalgono a Talete (noto per aver previsto l'eclissi del 585 a.C.), Anassimandro e Anassimene. === L'astronomo professionista === Galileo, spesso considerato il padre dell'astronomia moderna. Storicamente, l'astronomia era più interessata alla classificazione e alla descrizione dei fenomeni nel cielo, mentre l'astrofisica ha tentato di spiegare questi fenomeni e le differenze tra loro usando le leggi fisiche. Oggi questa distinzione è per lo più scomparsa e i termini "astronomo" e "astrofisico" sono intercambiabili. Gli astronomi professionisti sono individui altamente istruiti che in genere hanno un dottorato di ricerca in fisica o astronomia e sono impiegati da istituti di ricerca o università. La maggioranza di loro effettua ricerche scientifiche mentre altri hanno compiti come l'insegnamento, la costruzione di strumenti o l'aiuto nel funzionamento di un osservatorio. L'Unione Astronomica Internazionale comprende oltre 11.000 membri provenienti da 107 diversi paesi che sono coinvolti nella ricerca astronomica. Contrariamente all'immagine classica degli antichi astronomi che scrutavano il cielo attraverso un telescopio nelle ore buie della notte, nell'ultimo secolo è divenuto molto più comune fotografare il cielo, prima su lastre fotografiche tradizionali e in seguito, con il progresso tecnologico, usando sensori CCD. Gli astronomi moderni trascorrono relativamente poco tempo ai telescopi, mentre è più lungo il lavoro dell'analisi dei dati e i confronti con i modelli teorici. Gli astronomi delle università dedicano invece molto tempo all'insegnamento degli studenti delle facoltà di astronomia e astrofisica, e spesso per le stesse università svolgono programmi di sensibilizzazione operando a telescopi pubblici e/o planetari per la divulgazione dell'astronomia. Coloro che si laureano come astronomi solitamente acquisiscono fin dal liceo buone nozioni di matematica, scienze, informatica e fisica. === L'astronomo dilettante === Giuliano Romano, astronomo dilettante, nel 1957 scoprì la supernova extragalattica SN 1957b, primo italiano nel riuscire nell'intento. Mentre c'è un numero relativamente basso di astronomi professionisti, numerosi sono i dilettanti, chiamati anche astrofili. Diversi centri abitati del mondo hanno gruppi di astrofili che si riuniscono tra loro per le osservazioni e programmano conferenze e visite divulgative negli osservatori, collaborando anche coi professionisti. Come per ogni hobby, la maggior parte delle persone che si considerano astronomi dilettanti possono dedicare alcune ore al mese a osservare il cielo. Nonostante gli astronomi amatoriali non abbiano a disposizione grandi telescopi, nelle ricerche di diversi oggetti dove è necessaria una grande costanza nelle osservazioni (ma non telescopi enormi), sono fondamentali. Diversi astrofili hanno scoperto numerose comete, asteroidi, supernovae, stelle variabili e possono monitorare diversi oggetti collaborando con i professionisti, che però non avrebbero il tempo per sorvegliare tutto il cielo notturno.
Augusto Pinochet
Con un colpo di Stato militare si autonominò presidente e, durante la sua dittatura militare, venne attuata una forte repressione dell'opposizione, ritenuta da alcuni un vero sterminio di massa, con l'uccisione di un numero tra 1.200 e 3.200 oppositori, tra 80.000 e 600.000 internati, esiliati o arrestati in maniera arbitraria e tra 30.000 e 130.000 torturati e/o vittime di violenza. La Commissione Rettig e altre commissioni, istituite dopo la dittatura, contarono ufficialmente 3508 morti - 2.298 assassinati o giustiziati, 1.210 sparizioni forzate - oltre a 28.259 vittime di tortura e prigionieri politici, nei circa 17 anni di potere di Pinochet, ma in particolare durante il primo decennio. Taluni autori hanno aumentato il numero delle vittime a 17.000 , mentre un computo del 2011 quantifica in 3.065 i "morti o forzatamente scomparsi" e in 40.018 le vittime anche "solo" di violazioni di diritti umani da parte del regime, ma la questione è ancora aperta. Generale dell'esercito, di orientamento fortemente conservatore, guidò un governo considerato militarista e reazionario. Nonostante la definizione di simpatizzante o appartenente ai regimi fascisti, data da molti oppositori, l'esercizio del potere da parte di Pinochet è distante da tale orientamento poiché privo delle strutture corporative e sociali tipiche di quei regimi. Il reale orientamento politico del generale, al di là del suo governo di stampo conservatore e accanitamente anticomunista, è stato discusso: indubbia è l'ammirazione che Pinochet aveva nei confronti del generale Francisco Franco, dittatore spagnolo, anticomunista e filofascista. Pinochet arrivò al potere a seguito del golpe del 1973, inizialmente sollecitato da parte del Parlamento: il colpo di Stato militare - appoggiato dagli Stati Uniti d'America, nelle persone di Richard Nixon ed Henry Kissinger, in funzione anticomunista e da esponenti di ceti elevati cileni - rovesciò il legittimo governo, coinvolto in una grave crisi economica e in un'impennata dell'inflazione, del Presidente socialista Salvador Allende, il quale si suicidò dopo il golpe. Pinochet attuò una politica economica fortemente liberista, con l'assistenza di un gruppo di giovani economisti cileni, guidati da José Piñera, detti Chicago boys, poiché formati a Chicago da Milton Friedman. Secondo Friedman questa politica provocò una grande crescita economica che egli stesso battezzò il "miracolo del Cile", mentre secondo altre ricostruzioni la crescita fu dovuta a un cambio di rotta di Pinochet, il quale in seguito a un crollo finanziario decise di allontanare quasi tutti i Chicago boys dal governo e nazionalizzare numerose aziende cilene. Spinto dalle pressioni estere a una consultazione elettorale regolare, un referendum nel 1988 mise fine alla dittatura, con il 55% dei votanti che si espresse contro Pinochet, e lo costrinse ad avviare la transizione, reintroducendo la democrazia con libere elezioni nel 1989. Lasciò ufficialmente il potere solo nel 1990, rimanendo però capo delle forze armate fino al 1998. Divenne poi senatore a vita, godendo dell'immunità parlamentare fino al 2002. Arrestato nel Regno Unito su mandato del governo spagnolo per la sparizione di cittadini iberici e accusato di crimini contro l'umanità, di corruzione ed evasione fiscale, non fu però mai condannato per motivi di salute: rientrò in Cile, dove riuscì ad evitare i processi e dove morì nel 2006. Il suo governo coincise con l'inizio della maggior parte delle sanguinose dittature militari in America meridionale, come quella della confinante Argentina, con cui Pinochet rischiò anche una guerra per contrasti di confine. Il periodo del suo governo è noto nella storiografia del Cile come il ''Regime militare'' .
=== Origini === Suo padre era Augusto Pinochet Vera, medico e nipote di contadini. Gli avi paterni di Pinochet lasciarono Lamballe in Bretagna nel XVIII secolo per trasferirsi in Cile, mentre sua madre Evelina Ugarte Martínezil era invece di origine basca. Pinochet frequentò la scuola primaria e secondaria al Seminario San Rafael di Valparaíso, l'Istituto "Rafael Ariztía" di Quillota (tenuto dai Fratelli maristi), la Scuola dei Fratelli francesi di Valparaíso, e la Scuola militare Bernardo O'Higgins, nella quale entrò nel 1933 a 17 anni. Dopo quattro anni di studio, si diplomò in quest'ultima con il grado di ''alférez'' di fanteria. === Carriera militare === Nel settembre 1937, fu inviato al Reggimento ''Chacabuco'', a Concepción. Due anni dopo, nel 1939, con il grado di sottotenente, si trasferì al Reggimento ''Maipo'', di stanza a Valparaíso. Ritornò alla scuola di Fanteria nel 1940. Nel gennaio del 1943 sposò la ventunenne Lucía Hiriart Rodríguez, figlia di un avvocato radicale che fu poi ministro dell'Interno e senatore, con la quale ebbe cinque figli. Alla fine del 1945, entrò nel Reggimento ''Carampangue'', a Iquique. Nel 1948 entrò nell'Accademia di Guerra, ma dovette posporre i suoi studi, perché, essendo l'ufficiale più giovane, doveva portare a termine una missione nella zona carbonifera di Lota. L'anno seguente ritornò ai suoi studi in Accademia, ottenendo il titolo di ufficiale di Stato maggiore, e nel 1951, ritornò ad insegnare alla Scuola Militare. Nello stesso periodo, lavorò come aiuto insegnante all'Accademia di Guerra nei corsi di geografia e geopolitica militare. In aggiunta a questo, era attivo come direttore della rivista istituzionale ''Cien águilas'' (Cento Aquile), un organo che rappresentava la voce degli ufficiali. Durante l'inizio del 1953, con il grado di maggiore, fu inviato per due anni al Reggimento ''Rancagua'' ad Arica. Mentre si trovava là, fu nominato professore dell'Accademia di Guerra, e ritornò a Santiago del Cile per occupare il suo nuovo incarico. Ottenne un baccellierato e, con questo diploma, entrò nella Scuola di Legge dell'Università del Cile. All'inizio del 1956 Pinochet fu scelto, insieme ad un gruppo di giovani ufficiali, per formare una missione militare che avrebbe collaborato con l'organizzazione dell'Accademia della Guerra dell'Ecuador a Quito, il che lo obbligò a sospendere i suoi studi di legge. Rimase con la missione a Quito per tre anni e mezzo, tempo durante il quale si dedicò allo studio della geopolitica, della geografia militare e dell'''intelligence''. Alla fine del 1959, ritornò in Cile e fu inviato al Quartier generale della 1ª Divisione dell'esercito, ad Antofagasta. L'anno successivo, fu assegnato come comandante al 7º Reggimento di fanteria ''Esmeralda''. Grazie al suo successo in questa posizione, fu nominato vice-direttore dell'Accademia di Guerra nel 1963. Nel 1968 fu nominato capo di stato maggiore della 2ª Divisione dell'esercito, a Santiago, e alla fine dell'anno fu nominato generale di brigata e capo di stato maggiore della 6ª Divisione del presidio di Iquique. Nella sua nuova funzione, fu anche nominato intendente rappresentante della regione di Tarapacá. Nel gennaio del 1971, salì al grado di generale di divisione e fu nominato comandante della guarnigione dell'esercito di Santiago. All'inizio del 1972, fu nominato capo di stato maggiore dell'''Ejército de Chile''. Mentre i conflitti interni crescevano in Cile, con le dimissioni del generale Carlos Prats, Pinochet fu nominato comandante in capo dell'Ejército de Chile, il 23 agosto 1973, dal Presidente, il socialista Salvador Allende, che lo considerava fedele e lo definì ''un militare tutto d'un pezzo'': poco tempo prima infatti, accanto a Prats stesso, Pinochet aveva contribuito a stroncare il golpe fallito di giugno (Tanquetazo o golpe dei carri armati): a capo del 1º Reggimento di Fanteria aveva fatto puntare le armi contro i militari rivoltosi spinti da Patria y Libertad, formazione paramilitare che poi si sarebbe schierata con Pinochet nel golpe dell'11 settembre. === Massoneria === Iniziato in Massoneria nella Loggia ''Victoria nº15'', all'oriente di San Bernardo, della Grande Loggia del Cile, il 28 maggio 1941 all'età di 25 anni, forse dietro raccomandazione di Osvaldo Hiriart Corvalán, suo suocero, Augusto Pinochet non è mai andato oltre il grado di compagno. È stato radiato dalla sua loggia il 24 ottobre 1942 per mancato pagamento delle quote associative e non frequentazione delle riunioni di loggia. === Situazione sociale del Cile prima del golpe === Al momento del colpo di Stato, l'economia era in forte crisi. Il presidente Salvador Allende, che era stato eletto nel 1970 con il 36 per cento dei voti, per risollevare l'economia del Paese, aveva varato numerose riforme economiche e sociali, come la nazionalizzazione delle miniere di rame, carbone e ferro, riforma costituzionale approvata all'unanimità dal parlamento, controllate fino allora da imprese straniere, un'autentica riforma agraria e la nazionalizzazione di piccole e medie imprese strategiche e banche. Queste riforme non erano però gradite alla borghesia cilena e agli investitori stranieri. Le numerose nazionalizzazioni crearono una fuga di capitali, il blocco degli investimenti e quindi una inflazione galoppante che colpì duramente anche le classi popolari. Il 15 luglio 1971 i commercianti cominciarono ad accaparrare generi alimentari e di prima necessità, mettendo in ginocchio economicamente il Paese. Il 4 giugno 1972 i camionisti cileni organizzarono uno storico sciopero contro il governo, provocando l'interruzione dei rifornimenti di carburante e aggravando ancor di più la situazione a livello di approvvigionamento alimentare; il primo dicembre le donne del Barrio Alto (quartieri eleganti come Las Condes, ecc. letteralmente "quartiere alto") scesero nelle strade per un "cacerolazo", forma di protesta sonora con concerto di pentole vuote. L'università era sotto il controllo del Movimento gremialista di Jaime Guzmán. Il 22 agosto 1973 il Congresso cileno votò una risoluzione in cui si elencavano le violazioni della legalità compiute dal governo Allende e si invitava l'esercito a rimuovere il presidente. Secondo la costituzione cilena, per essere approvata, una risoluzione simile necessitava del voto favorevole di due terzi del parlamento. La votazione si concluse con una maggioranza di voti favorevoli, ma senza raggiungere i due terzi richiesti. La tesi della guerra civile imminente, e di Allende ormai esautorato dalle forze di guerriglia comunista, fu sostenuta anche da Patricio Aylwin, il primo presidente del ritorno alla democrazia negli anni Novanta: ''"Il governo di Allende aveva esaurito, con un totale fallimento, la via cilena verso il socialismo e si apprestava a consumare un autogolpe per instaurare con la forza la dittatura comunista. Il Cile visse sull'orlo del "Golpe di Praga" che sarebbe stato tremendamente sanguinoso, e le Forze Armate non fecero altro che anticipare quel rischio imminente"''. === Colpo di Stato del 1973 === Nell'estate del 1973 il governo Allende rimosse il generale Carlo Prats da Capo di Stato Maggiore e affidò l'incarico al generale Pinochet I vertici militari cileni, l'11 settembre 1973, destituirono Allende con un colpo di Stato militare. I leader del golpe, i comandanti delle quattro forze armate cilene, usarono aerei da combattimento Hawker Hunter per bombardare il Palazzo Presidenziale che lo ospitava. Lì morì Salvador Allende, ma la reale causa della sua morte rimane un mistero: secondo la versione ufficiale si suicidò (come afferma anche l'autopsia effettuata nel 2011 sui resti di Allende), mentre altri sostengono che fu ucciso dai golpisti di Pinochet durante la difesa del palazzo presidenziale. Come sostenuto dalla figlia, egli si uccise pur di non arrendersi a Pinochet, che voleva offrirgli l'esilio al posto dell'arresto, almeno a parole (forse per inscenare poi un incidente aereo), anche se i golpisti sono considerati senza dubbio i responsabili morali della sua fine. La giunta militare, Pinochet è il secondo da destra Pinochet fu nominato a capo della giunta militare di governo, e si mosse per frantumare l'opposizione socialista del Cile, arrestando approssimativamente 130.000 individui in un periodo di tre anni. Il ruolo di Pinochet nella pianificazione del colpo di Stato è oggetto di discussione. È comunemente accettato che Pinochet sia stato il capo dei congiurati e che abbia usato la sua posizione di Comandante dell'esercito per coordinare un piano ad ampio raggio con le altre forze militari. Questa è la versione degli eventi che Pinochet stesso conferma nelle sue memorie. In anni recenti, comunque, alti ufficiali militari del tempo hanno raccontato che Pinochet, riluttante, fu coinvolto da Nixon nel colpo di Stato solo pochi giorni prima che questo avvenisse. Quale che fosse la verità, una volta che la Giunta fu al potere, Pinochet presto consolidò il suo controllo su di essa. Lo storico e accademico italiano Sergio Romano, nelle Risposte al Lettore del Corriere della Sera e in uno suo importante saggio sulla storia del novecento, ha negato il ruolo americano nell'insurrezione nazionale cilena e ha parlato di un atto autonomo dell'élite militare Conservatrice Cilena anticomunista e antiliberale In contrasto con la maggior parte delle altre nazioni dell'America Latina, il Cile aveva avuto, prima del colpo di Stato, una lunga tradizione di governi democratici civili, con diverse eccezioni come la giunta militare di Luis Altamirano (1924), il golpe del generale Carlos Ibáñez del Campo (1925), il colpo di Stato militare filo socialista dei generali Arturo Puga e Bartolomé Blanche (1932) o il governo di Gabriel González Videla (1946-1952), che era comunque un governo civile e salito al potere regolarmente, anche se presto ebbe un'involuzione dittatoriale. Alcuni ricercatori politici hanno ascritto la violenza del colpo di Stato alla stessa stabilità del sistema democratico esistente, che richiese azioni estreme per essere rovesciato. La politica economica di Allende implicava il possesso da parte dello Stato di molte compagnie chiave, soprattutto le miniere di rame possedute dagli USA. In altri termini Allende si attirò l'odio dei grandi proprietari terrieri cileni, che accentravano nelle proprie mani una gran parte della ricchezza del paese. Inoltre rifiutava la politica di privatizzazione delle risorse primarie dello Stato cileno, temendo abusi, e arrivò persino a statalizzare il sistema bancario. Pinochet promise di promuovere lo sviluppo di un mercato più aperto o, per usare le sue parole, "di fare del Cile non una nazione di proletari, ma una nazione di imprenditori". Il governo di Allende era in rapporti amichevoli con Cuba. Archivi desecretati degli USA provano che gli Stati Uniti d'America approvarono fondi per azioni che prevenissero l'elezione di Allende e, più tardi, per destabilizzare il suo governo. Il ruolo degli USA nel golpe stesso non è stato stabilito, ma un documento pubblicato dalla CIA nel 2000, intitolato "CIA Activities in Chile", rivelava che l'agenzia statunitense supportò attivamente la giunta militare prima e dopo il rovesciamento di Allende e che essa fece di molti ufficiali di Pinochet degli agenti pagati dalla CIA o dai militari USA, anche se l'agenzia sapeva che erano coinvolti in sistematiche e ampie violazioni dei diritti umani. === Tra repressione e normalizzazione === Fino al 27 giugno 1974 Pinochet era semplicemente il presidente della Giunta militare cilena, leadership che avrebbe dovuto alternarsi con quelle dei comandanti delle altre forze armate. Da quella data assume il titolo di "Capo Supremo della Nazione", poi ufficializzato in Presidente del Cile, usato soprattutto dopo il trasferimento del generale alla Moneda ricostruita, e l'apparente smilitarizzazione del governo (Pinochet cominciò ad apparire in pubblico, nelle occasioni politiche e non militari, in abiti civili anziché in divisa). Il 17 dicembre 1974 è la data ufficiale dell'insediamento come presidente della Repubblica cilena. La violenza e il bagno di sangue del colpo di Stato continuarono però durante l'amministrazione di Pinochet. Una volta al potere, Pinochet governò con pugno di ferro. La tortura contro i dissidenti era pratica comune, sia per avere informazioni, sia come metodo per incutere terrore, in modo che, se un oppositore fosse stato rilasciato, non avrebbe più avuto la forza di impegnarsi politicamente. Molte delle persone sequestrate difatti, a differenza di quanto avvenne in Argentina, furono poi rilasciate dopo tempi più o meno lunghi di detenzione, ma costrette all'esilio o all'isolamento sociale e politico (come accadde al futuro scrittore e regista Luis Sepúlveda). I dissidenti assassinati per aver pubblicamente parlato contro la politica di Pinochet venivano invece per la maggior parte definiti "scomparsi" (desaparecidos). Non si sa esattamente quanta gente sia stata uccisa dalle forze del governo e dai militari durante i diciassette anni in cui Pinochet rimase al potere, ma la Commissione Rettig, voluta dal nuovo governo democratico, elencò ufficialmente 2.115 morti e "scomparsi dopo l'arresto", oltre a 164 vittime politiche, per un totale di 2279 deceduti. L'ultimo computo aggiornato, presentato nell'agosto 2011 da una commissione incaricata dal governo, porta il numero totale delle vittime di omicidio o tortura a 40.018. L'organizzazione per i diritti umani Amnesty International afferma che vi furono gravissime e continuate violazioni di diritti, configurabili come crimini contro l'umanità, ma ridimensiona le cifre dei morti a 3216. Ufficialmente vennero riconosciuti poi 2.298 morti, 1.210 desaparecidos e 28.259 vittime di tortura o di persecuzione politica Il periodo più sanguinoso fu il primo decennio, in particolare l'anno stesso del golpe. Alcuni hanno aumentato il numero delle vittime a 17.000 (15.000 morti e 2000 scomparsi) o forse di più, ma la questione è ancora aperta e controversa. Tra le vittime, ucciso nell'Estadio Nacional de Chile insieme a molti altri durante i giorni del golpe, anche il regista e cantante Víctor Jara. Migliaia di cileni lasciarono il Paese per sfuggire al regime. Tranne che per la strage dell'Estadio Nacional de Chile - altro teatro della carneficina - ascritta dal dittatore ad una conseguenza della "guerra civile", Pinochet tentò di insabbiare questi crimini parlando di morti in scontri di guerriglia o di esiliati, anziché di sequestri e omicidi. Pinochet sostenne anche, interrogato in Inghilterra dopo la fine del regime, di non aver mai personalmente ordinato torture, ma solo di aver usato la mano dura sul comunismo, scaricando la responsabilità delle violenze sui capi della DINA, come Manuel Contreras. Pinochet tentò anche di difendersi giustificando il terrorismo di Stato come difesa dai guerriglieri del MIR (molti dei quali rimasero effettivamente vittime della repressione), che già avevano compiuto atti di terrorismo nell'ultima parte del governo Allende, che pure sostenevano ufficialmente. La presidenza di Pinochet era frequentemente resa instabile da sollevazioni e da isolati attacchi violenti (nel 1986 sfuggì per poco a un attentato dinamitardo del Fronte Patriottico Manuel Rodriguéz). I tentativi di assassinio erano comuni, il che aumentò la paranoia del governo e probabilmente alimentò il ciclo dell'oppressione. La situazione in Cile raggiunse l'attenzione internazionale nel settembre 1976 quando Orlando Letelier, un ex-ambasciatore cileno negli Stati Uniti e ministro del governo Allende, fu assassinato con un'autobomba a Washington. Il generale Carlos Prats, predecessore di Pinochet come comandante dell'esercito, che si era dimesso piuttosto che sostenere le azioni contro Allende, era morto in circostanze simili a Buenos Aires, Argentina due anni prima. Nell'ottobre del 1999, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d'America desecretò una raccolta di 1.100 documenti prodotti da varie agenzie degli USA che trattavano degli anni che portarono al colpo di Stato militare. Uno di questi documenti diede indicazione della scala della collaborazione degli USA con Pinochet. L'aiuto militare USA crebbe notevolmente tra la venuta al potere di Allende nel 1970, quando ammontava a 800.000 dollari all'anno, fino a 10,9 milioni di dollari nel 1972, quando avvenne il colpo di Stato. Il 10 settembre 2001, una causa fu intentata dalla famiglia del generale René Schneider, una volta capo dello staff del generale cileno, accusando il precedente Segretario di Stato Henry Kissinger di aver preparato il suo assassinio nel 1970 per essersi opposto al colpo di Stato militare. Nonostante il regime di Pinochet sia durato 17 anni, non tutti i Paesi riconobbero il nuovo Governo. L'Italia e la Svezia non riconobbero mai il cambio degli ambasciatori, e formalmente rimasero in carica quelli nominati da Salvador Allende. === Politica economica === Pinochet e i membri della giunta fotografati ad una sfilata militare il 1º maggio 1975 La brutale repressione politica di Pinochet fu attuata in parallelo alle riforme economiche. Per formulare la sua politica economica, Pinochet si affidò ai cosiddetti ''Chicago Boys'', che erano giovani economisti cileni istruiti all'Università di Chicago fortemente influenzati dalle teorie monetariste di Milton Friedman: privatizzazione, taglio della spesa pubblica e politiche anti-sindacali colpirono soprattutto i ceti meno abbienti della nazione, sebbene strati della società abbiano beneficiato di una crescita reale. Il principale di questi economisti fu José Piñera, Ministro del Lavoro e delle Miniere, autore della riforma liberista delle pensioni, che vennero privatizzate. Sotto i primi anni del governo Pinochet l'economia cilena mise in campo un massiccio recupero. Alcuni economisti mondiali lo chiamarono il miracolo del Cile, mentre altri hanno contraddetto questa affermazione teorizzando che, anche se le riforme di Pinochet attrassero grossi investimenti esteri, poca parte di quei soldi venne investita a fini produttivi. Il regime dei cambi fissi strideva, però, con il paradigma liberista del regime e nel 1976 infatti l'aumento dei tassi di interesse internazionale, attuato per fermare l'inflazione, innescò una fortissima recessione, anche se dal 1978 in poi queste politiche cominciarono a dare i loro frutti. Nei primi anni Ottanta, alcune personalità che avevano sostenuto il golpe come un male necessario, cominciarono a prendere le distanze, una volta appresi i crimini che Pinochet perpetrava ai danni degli oppositori: tra i critici vi furono il ministro José Piñera, il quale intercedette per un importante leader sindacale, impedendo il suo arresto e anche il suo esilio. L'economista lasciò la giunta, e nel 1988 lui e suo fratello Sebastián, ricco imprenditore e futuro presidente cileno, si schierarono contro il generale nel plebiscito che lo costrinse al ritiro. Dal maggio 1983, l'opposizione e il movimento sindacale organizzarono dimostrazioni e scioperi contro il regime, provocando una violenta risposta da parte delle forze di sicurezza. Molte piccole imprese dichiararono bancarotta, mentre l'economia, comprese le industrie appena privatizzate, finì per essere dominata da monopoli favoriti dalle connessioni della giunta e dai legami con le imprese straniere. L'inflazione dopo aver toccato il suo massimo nel 1976 (a causa della crisi petrolifera), venne ridotta mediante una politica di stabilizzazione dei cambi e l'economia iniziò a crescere di nuovo verso la fine degli anni settanta con la ripresa economica mondiale. Benché la disoccupazione rimanesse alta, la povertà iniziò a diminuire. Comunque, una seconda recessione colpì il Cile nel 1982, e l'economia non ripartì fino al 1986, quando ci fu un nuovo boom economico, in seguito all'introduzione nella politica liberista di interventi statali, che da allora non si è più arrestato. Anche la disoccupazione cominciò a calare, arrivando al 7,8% nel 1990, quando Pinochet lasciò la presidenza. La crescita durante quel periodo fu superiore di molto al resto dell'America Latina. Queste politiche liberiste, seppure temperate, vennero mantenute in vigore dai partiti democratici. Al 2004, il Cile è considerato un esempio di successo economico nell'America Latina, avendo sostenuto la crescita delle esportazioni e del PIL per diversi anni, mentre l'enorme debito pubblico del periodo precedente al 1973 venne drasticamente ridotto, facendo del paese quello con meno debito al mondo (il record fu toccato con l'8,8 % del PIL nel 2011, estremamente basso se si pensa a quello degli Stati Uniti). La relazione tra le politiche economiche di Pinochet e questo boom rimangono materia di discussione. Secondo Amartya Sen e altri, non fu il monetarismo (che avrebbe dimostrato inconsistenza, seguendo questa tesi) imposto dalla giunta nel periodo 1973-1983 a portare a questa crescita (come sostenuto da Friedman), ma il successivo interventismo statale dello stesso governo militare e di quelli successivi, tralasciando il modo in cui queste politiche vennero attuate, ossia con la soppressione di diritti civili e politici. === Ritorno alla democrazia === Nel settembre del 1986, un attentato alla vita di Pinochet venne organizzato, senza successo, dal Fronte Patriottico Manuel Rodríguez (FPMR), che si pensava fosse connesso al fuorilegge Partito Comunista. Pinochet subì solo ferite superficiali. Dopo l'omicidio di Rodrigo Rojas, giovane residente negli Stati Uniti, brutalmente linciato in pubblico dai militari nel maggio 1986, per aver scattato alcune foto, anche l'amministrazione statunitense di Ronald Reagan prese le distanze dal regime cileno, rimasto così quasi isolato e sottoposto a pressioni internazionali sempre più forti. La giunta cominciò ad allentare la morsa del proprio potere: nel 1988, in accordo con le norme transitorie della nuova Costituzione del Cile (che Pinochet stesso aveva voluto, e scritta da Jaime Guzmán), venne deciso di indire un plebiscito nell'ottobre dello stesso anno, per votare un nuovo mandato presidenziale di 8 anni per Pinochet, convinto che avrebbe vinto. A seguito del plebiscito del 1988, che si svolse senza brogli sotto osservatori stranieri neutrali e il cui esito fu considerato regolare, a sorpresa i sostenitori del "NO" vinsero con il 55,99% dei voti contro il 44,01% dei favorevoli a Pinochet e, in accordo con le norme della costituzione, nel novembre 1989 si tennero elezioni libere. Pinochet lasciò la presidenza l'11 marzo del 1990, e gli succedette il Presidente eletto Patricio Aylwin. ==== Capo dell'esercito e senatore ==== Pinochet nel 1995 Grazie alle norme transitorie della costituzione cilena, Pinochet mantenne nel 1990 la carica di comandante in capo dell'esercito del Cile democratico, dove restò fino al marzo 1998. Una volta abbandonato questo ruolo, divenne senatore a vita e gli fu garantita l'immunità parlamentare. ==== Rapporti con il Regno Unito ==== Pinochet permise il rifornimento di carburante agli aerei britannici durante la Guerra delle Falkland, cementando così la propria alleanza con il Regno Unito e con il Primo Ministro Margaret Thatcher. Successivamente andò in visita da Margaret Thatcher per il tè e per molte altre occasioni. I rapporti controversi di Pinochet con la Thatcher furono oggetto di scherno da parte del Primo Ministro laburista Tony Blair, che, nel 1999, derise il Partito Conservatore britannico definendolo "il partito di Pinochet". ==== Arresto ==== Pochi mesi dopo l'abbandono del ruolo di capo dell'esercito, divenuto senatore, nell'ottobre del 1998, mentre si trovava a Londra, Pinochet fu arrestato e fu posto agli arresti domiciliari, prima nella clinica nella quale era appena stato sottoposto ad un intervento chirurgico alla schiena e poi in una residenza in affitto. Il mandato di arresto era stato emesso dal giudice spagnolo Baltasar Garzón per crimini contro l'umanità e le accuse includevano 94 casi di tortura contro cittadini spagnoli e un caso di cospirazione per commettere tortura. La Gran Bretagna aveva solo di recente firmato la Convenzione internazionale contro la tortura, e tutte le accuse erano per fatti avvenuti negli ultimi 14 mesi del suo regime. Il governo del Cile si oppose al suo arresto, alla sua estradizione e al suo processo. Ci fu una dura battaglia legale nella Camera dei lord, allora il massimo organo giurisdizionale britannico, che durò 16 mesi. Pinochet rivendicò l'immunità diplomatica in quanto ex capo di Stato, ma i lord gliela negarono in considerazione della gravità delle accuse e concessero l'estradizione, pur con vari limiti. Poco tempo dopo, però, una seconda pronuncia della Camera dei lord consentì a Pinochet di evitare l'estradizione a causa delle sue precarie condizioni di salute (aveva 82 anni al momento del suo arresto). Dopo alcuni accertamenti sanitari, l'allora ministro degli esteri britannico Jack Straw consentì a Pinochet, dopo quasi due anni di arresti domiciliari o in clinica, di fare ritorno nel suo Paese. Al suo rientro in Cile (3 marzo 2000), comunque, un giudice era stato nominato per indagare su di lui a seguito di numerose accuse, e il generale viene nuovamente arrestato, in Cile. Nonostante il suo rilascio per cause di cattiva salute, la detenzione di Pinochet in uno Stato straniero per crimini contro l'umanità commessi nel suo Paese costituisce un punto di svolta molto rilevante nel diritto internazionale. Il mandato d'arresto emesso da Baltasar Garzón si fondava infatti in maniera significativa sul principio della giurisdizione universale: alcuni crimini internazionali sono talmente gravi che qualsiasi Stato può procedere per eseguire la loro punizione. ==== Rapporti con il Vaticano ==== Papa Giovanni Paolo II visitò il Cile nell'aprile 1987 e incontrò Pinochet. A volere fortemente quel viaggio fu l'allora nunzio apostolico nel Paese sudamericano Angelo Sodano. Suscitarono polemiche l'affacciarsi del Papa al balcone del Palazzo della Moneda con il generale e la benedizione impartita, nel cortile interno dello stesso palazzo ai funzionari del governo. Il 18 febbraio del 1993 giunsero a Pinochet due lettere di auguri da parte del papa Wojtyła e del Segretario di Stato Angelo Sodano in occasione della ricorrenza delle sue nozze d'oro. === Processo in patria per crimini contro l'umanità === Nel 2000 la Corte d'Appello di Santiago votò per togliere a Pinochet l'immunità parlamentare (13 voti a favore e 9 contrari), ed egli venne quindi inquisito. Comunque, il caso venne annullato dalla Corte Suprema per motivi medici (demenza vascolare) nel luglio 2002. Poco dopo il verdetto, Pinochet si dimise dal Congresso, e visse da ex senatore. Fece rare apparizioni pubbliche, e fu soprattutto assente dagli eventi che celebravano il 30º anniversario del golpe, l'11 settembre 2003. Il 28 maggio 2004 la Corte d'Appello votò per revocare lo stato di demenza di Pinochet (14 voti a favore e 9 contrari), e quindi la sua immunità al processo. Nel sostenere il suo caso, l'accusa presentò una recente intervista televisiva concessa da Pinochet ad un canale televisivo di Miami. I giudici trovarono che l'intervista sollevava dubbi sulle reali facoltà mentali di Pinochet. Il 26 agosto 2004, con un voto di 9 a 8, la Corte Suprema confermò la decisione che Pinochet dovesse perdere l'immunità senatoriale e affrontare il processo, portando i suoi critici a sperare di vederlo giudicato per le numerose violazioni di diritti umani. Come parte importante del processo, il suo reale stato di salute mentale è stato valutato da un gruppo di esperti proposto dal giudice e dalle parti (12 ottobre 2004). Il 2 dicembre 2004 la Corte d'Appello di Santiago del Cile ha tolto a Pinochet l'immunità dal processo per l'assassinio del suo predecessore, il generale Carlos Prats, che fu ucciso nel 1974 da un'autobomba mentre era in esilio in Argentina. Dal 13 dicembre 2004 Pinochet fu messo agli arresti domiciliari. Lo annunciò il giudice Juan Guzmán, il magistrato che indagava sul suo ruolo nella Operazione Condor, il piano concordato negli anni settanta tra le dittature latinoamericane e gli Stati Uniti d'America per reprimere le derive progressiste del continente. Nel gennaio del 2005 viene pubblicato il Rapporto Valech il quale ha indicato in 35.000 i casi di torture commesse dal regime, di cui 28.000 provate. Sostenitori di Pinochet === Antisemitismo === Secondo Ilaria Croce, i pinochettisti usarono il pugno di ferro e la violenza contro quelle correnti che definivano complottisticamente, sull'esempio del fascismo anni '30, "giudei-comunisti". Il carattere del pinochetismo, secondo lo storico Mosse e secondo lo stesso Ernst Nolte, è una oscillazione molto pericolosa tra nazionalsocialismo e cattolicesimo conservatore. Pinochet era un noto ammiratore del leader falangista spagnolo Franco ma ebbe parole di elogio per gli stessi nazisti, come Mosse ha messo in rilievo, e molti suoi collaboratori esibivano busti del leader fascista Mussolini. Si calcola che migliaia di ebrei furono uccisi nella generica lotta contro il progressismo rivoluzionario di Sinistra, oggi a Santiago campeggia il Monumento delle vittime ebraiche del "fascismo cileno". === ''Riggs Bank'' e processi per evasione fiscale e riciclaggio === Un comitato investigativo del Senato degli Stati Uniti, ha pubblicato il 15 luglio 2004, dopo un anno di lavori, un rapporto sulla Riggs Bank, che valutò tra i quattro e gli otto milioni di dollari il patrimonio di Pinochet. Secondo il rapporto, la Riggs partecipò al riciclaggio di denaro per conto di Pinochet, costituendo società di comodo ''offshore'' (riferendosi a Pinochet solo come a "un ex funzionario pubblico" di nome ''Daniel López'') e nascondendo i suoi conti correnti alle agenzie regolatrici. Il rapporto diceva che le violazioni erano "sintomatiche di una scorretta e, a volte, inefficace applicazione di tutte le regolamentazioni bancarie federali o del compimento da parte della banca degli obblighi contro il riciclaggio di denaro". Cinque giorni dopo una corte cilena aprì formalmente un'investigazione sulle finanze di Pinochet, per la prima volta, con accuse di frode, appropriazione indebita di fondi e corruzione. Quindi, poche ore dopo, il procuratore di Stato del consiglio di difesa statale del Cile (''Consejo de Defensa del Estado''), presentò una seconda richiesta allo stesso giudice per investigare sul patrimonio di Pinochet, ma senza accusarlo direttamente di reati. Il 1º ottobre 2004, il Servizio delle Imposte Interne cileno (''Servicio Impuestos Internos'') istruì un'azione legale contro Pinochet, accusandolo di frode ed evasione fiscale, per un totale di 3,6 milioni di dollari in conti di investimento alla Riggs, tra il 1996 e il 2002. Nella sua ultima intervista, pubblicata da "Mercurio", noto quotidiano cileno, il generale cileno smentì punto per punto queste accuse. La questione è perciò controversa. === Ultimi anni === La salma di Pinochet nella bara durante i funerali Dall'età di ottantatré anni ha vissuto nella sua villa di Santiago, afflitto da problemi di salute. Pur essendo finito per ben quattro volte agli arresti domiciliari (l'ultima delle quali il 30 ottobre 2006 per i crimini avvenuti nel centro di detenzione clandestino di Villa Grimaldi) riesce ad evitare fino alla fine un processo vero e proprio. Il 3 dicembre 2006, all'età di 91 anni, viene ricoverato in un ospedale militare di Santiago per un arresto cardiaco e un edema polmonare, e subisce un intervento di bypass. Il giorno seguente si aggrava ulteriormente, al punto tale da ricevere il sacramento dell'estrema unzione. Il 10 dicembre 2006, Pinochet muore per scompenso cardiaco presso l'Ospedale Militare di Santiago del Cile. Anche da morto il dittatore ha diviso il suo Paese: nel giorno della sua morte sono state fermate, a Santiago del Cile e in un'altra dozzina di città, 53 persone, in seguito a scontri tra i sostenitori dell'ex dittatore, che ne piangevano la morte, e gli oppositori che manifestavano per festeggiare l'evento. Esequie militari di Pinochet Il Presidente della repubblica, la socialista Michelle Bachelet, il cui padre morì in prigione a causa di Pinochet (lei e sua madre furono arrestate e poi esiliate), ha negato al generale i funerali di Stato, ma non ha potuto evitare le esequie militari. Sessantamila persone hanno reso omaggio alla salma. Poco prima della cerimonia religiosa hanno fatto il loro ingresso, alla scuola militare di Santiago del Cile, 3.000 persone (altre 5.000 sono rimaste fuori). Alla cerimonia era presente, per il governo, il Ministro della Difesa Vivianne Blanlot. La salma è stata cremata, probabilmente per evitare profanazioni del corpo come accaduto al presidente argentino Perón, e le ceneri sono state tumulate a Los Boldos, in una cappella privata in un terreno annesso a una residenza di famiglia, dopo il rifiuto delle Forze armate di accoglierle in un terreno di proprietà dell'esercito. Parallelamente al funerale un migliaio di oppositori ha reso omaggio alla memoria di Salvador Allende. I cileni rimangono divisi tra quanti vedono in lui un brutale dittatore, che pose fine al governo democratico di Allende e guidò un regime caratterizzato da violente repressioni, e quanti affermano che egli abbia evitato al Paese una deriva verso il comunismo e guidato la trasformazione dell'economia cilena in un'economia moderna. Anche se vi è un crescente riconoscimento dell'innegabile brutalità del suo regime, i suoi sostenitori giustificano ciò nel contesto della crescente violenza nella società cilena provocata dai gruppi politici armati rivoluzionari nel decennio che precedette il colpo di Stato. La sua azione politica ha ispirato il movimento cileno di estrema destra detto pinochetismo. Nel 2012 il governo conservatore di Sebastián Piñera (fratello di José Piñera) è stato accusato di promuovere il revisionismo e il negazionismo nei confronti della dittatura pinochetista: in particolare il Ministero dell'Istruzione ha ordinato di cancellare la parola "dittatura" per descrivere il periodo di Pinochet nei libri di scuola elementare. Le disposizioni, che hanno suscitato moltissime polemiche, definiscono il suo governo solo come "regime militare", che ristabilì l'ordine in un periodo di guerra civile e violenze in tutto il Cile. Pinochet e il suo ruolo dittatoriale sono abbastanza presenti nella cultura popolare e non solo: === Letteratura === * Pinochet è nominato nell'ultima poesia di Pablo Neruda, ''I satrapi''. === Musica === * Pippo Pollina, Inti-Illimani - ''Il giorno del falco'' * Modena City Ramblers - ''2 Magliette Rosse'' * La Famiglia Rossi - ''È morto Pinochet'' * Deborah Holland - ''Pinochet and Margaret Thatcher'' * Sting - ''They Dance Alone (Cueca Solo)'' * Litfiba - ''Santiago'', che si riferisce alla visita di Papa Giovanni Paolo II nel 1987 * Francesco De Gregori - ''Tutti hanno un cuore''; la seconda strofa racconta di un viaggio dell'autore a Santiago, con alcuni amici cileni che tornavano dall'esilio verso la fine della dittatura * Nomadi - ''Salvador (15 anni dopo)'' * Cranchi - ''11 Settembre '73'' * Pinguini Tattici Nucleari - ''Antartide'' === Cinema === * ''No - I giorni dell'arcobaleno'', sulla campagna referendaria contro Pinochet (compare in immagini di repertorio) === Onorificenze cilene === === Onorificenze straniere ===
America del Nord
L''''America del Nord''' è la parte del continente americano posta a nord dell'Istmo di Panama: nella letteratura geografica italiana, dell'Europa occidentale e dell'America Latina, è considerata un subcontinente, facente parte del continente America, mentre secondo la letteratura geografica di cultura inglese, cinese e russa sarebbe invece un continente a sé stante. Contenuta completamente nell'emisfero boreale, è delimitata a nord dal mar Glaciale Artico, a est dall'oceano Atlantico, a sud-est dall'America meridionale e dal mar dei Caraibi, a sud e a ovest dall'oceano Pacifico. Copre una superficie di circa che corrisponde al 4,8% circa della superficie terrestre e al 16,5% circa delle terre emerse. Considerata come continente, per superficie è il terzo del mondo e il quarto per popolazione, dopo le due citate e l'Europa. ==Etimologia== Comunemente accettato che Nordamerica e Sudamerica siano stati così nominati in onore dell'esploratore fiorentino Amerigo Vespucci dal cartografo tedesco Martin Waldseemüller, Vespucci fu il primo europeo a suggerire che le Americhe non fossero le Indie Orientali, ma un diverso territorio, precedentemente non ancora scoperto e fu inoltre il primo a scoprire il Sudamerica, collegando le sue scoperte con quelle di Cristoforo Colombo. L'etimologia fu ulteriormente complicata dalla necessità dei cartografi di arrivare ad un nome che parallelamente a quello degli altri continenti fosse di genere femminile ; la convenzione era quella di usare il cognome per la denominazione delle scoperte, tranne nel caso dei diritti d'autore o quando una derivazione potesse presentarsi problematica.
=== L'America precolombiana e le esplorazioni europee === Nativi americani Prima dell'arrivo degli europei, l'America settentrionale era popolata da innumerevoli tribù indigene non molto evolute che si distinguevano in grossi gruppi, tutti presumibilmente discendenti da genti asiatiche che attraversarono lo Stretto di Bering 40.000 anni fa: gli indiani delle zone più vicine al Messico erano più evoluti, e arrivarono a edificare vere e proprie città con il fango, in zone desertiche. Fu qui probabilmente che nacquero gli Aztechi prima di migrare verso sud. Le altre popolazioni erano invece più primitive, e spesso non conoscevano né l'agricoltura né la pastorizia, ma erano cacciatori e raccoglitori, come gli indiani delle Grandi Pianure, la cui sopravvivenza fu sempre legata intimamente con le mandrie dei bisonti. I primi a giungere nell'America del nord dall'Europa furono certamente i Vichinghi, che intorno all'anno 1000 sbarcarono nei pressi del Labrador (Canada). Tuttavia, per ragioni sconosciute, non vi si stabilirono a lungo e presto abbandonarono l'unico insediamento perdendo il ricordo della colonia. L'America settentrionale fu così riscoperta da Giovanni Caboto al servizio della Gran Bretagna, che il 24 giugno 1497 raggiunse l'isola di Terranova e credette di trovarsi in Asia. È considerato il primo europeo ad essere sbarcato nell'America continentale (Colombo fino a quel momento aveva esplorato solo le isole dei Caraibi), sempreché non sia stato preceduto da Amerigo Vespucci in Sudamerica. L'interesse dell'Inghilterra fu però di breve durata anche perché nel corso del suo secondo viaggio (1498) Caboto scomparve. Pertanto la classificazione dell'America del nord come continente, e non come uno sparuto gruppo di isole o come parte dell'Asia, fu ritardata di quasi un trentennio. Nel 1513 intanto lo spagnolo Juan Ponce de León sbarcò in Florida, divenendo il primo europeo a toccare ciò che sarebbe diventato gli Stati Uniti d'America (a meno che non l'avesse preceduto Caboto, che forse raggiunse il Maine prima di scomparire); di conseguenza si compirono in seguito parecchi viaggi, sia per colonizzare la Florida, sia per raggiungere il ricco Messico dal momento che gli Spagnoli avevano ricevuto informazioni sull'esistenza degli Aztechi, sia per appurare se il Golfo del Messico fosse una baia o uno stretto per l'Oriente. Nel 1519 Alonso Álvarez de Pineda scoprì che era un grosso golfo e vide per primo il fiume Mississippi. In seguito alla conquista dell'impero azteco (1521) partirono molte spedizioni nei due decenni seguenti per raggiungere il nord e colonizzarlo. Molti erano spinti dalla leggenda delle Sette città di Cibola, mitici ricchi regni indigeni oltre l'impero azteco. Fu così che nel 1539 Francisco de Ulloa giunse fino in California scoprendo il golfo di California e il fiume Colorado. Nel 1540-1541 Francisco Vázquez de Coronado sfatò il mito delle sette città raggiungendo il Kansas e trovando solo villaggi di fango. Con la spedizione di Coronado l'interesse spagnolo per l'America settentrionale decadde del tutto: gli stessi territori appena esplorati furono in parte dimenticati e la California venne colonizzata solo alla fine del Settecento. La spedizione di Coronado Tuttavia altri navigatori nel frattempo avevano definitivamente classificato l'America settentrionale come continente: Giovanni da Verrazzano al servizio della Francia e Lucas Vázquez de Ayllón ed Esteban Gómez per la Spagna avevano risalito la costa dalla Florida fino al Canada tra il 1524 e il 1527; in particolare Verrazzano fu il primo a vedere la baia di New York. Questi esploratori trovarono terre selvagge abitate da popolazioni barbare povere e decretarono così l'inutilità di quei territori immensi. Malgrado ciò nel 1534 Jacques Cartier diresse una seconda spedizione francese che esplorò il Canada e risalì il fiume San Lorenzo, ma che non fu di stimolo ai francesi per altri viaggi: essi sarebbero tornati in loco solo agli inizi del Seicento. L'America settentrionale, abbandonata da francesi e spagnoli, tornò d'interesse per i britannici, che essendo meno impegnati dei francesi nei problemi dell'Europa intendevano farsi strada tra le potenze iberiche per il commercio con le Indie. Iniziarono pertanto quell'infinita serie di viaggi nell'America del nord per scoprire il favoleggiato Passaggio a nord-ovest che conducesse al Pacifico e quindi all'Asia. Dalla seconda metà del Cinquecento diversi navigatori tentarono la sorte nelle fredde acque del nord, ricavando solo magri risultati come la scoperta di una baia o di uno stretto, che poi composero il "puzzle" del Passaggio a nord-ovest; in particolare Martin Frobisher (1576), John Davis (1590), Henry Hudson (1610-1611), da cui prende il nome il fiume di New York e l'omonima baia, e William Baffin (1612). Per quanto queste spedizioni non raggiunsero l'Asia, consolidarono nel Nordamerica la presenza britannica, che farà la storia e la cultura del continente fino ai giorni nostri. === L'era coloniale === I Padri Pellegrini Oltre alla ricerca del Passaggio a Nord Ovest, gli Inglesi si interessarono fin dall'inizio alla colonizzazione di questi territori, per insidiare il dominio iberico nell'America centro-meridionale. Già Walter Raleigh nel 1584 tentò, senza successo, di fondare una colonia stabile sull'isola di Roanoke; la più antica città dell'America Settentrionale e dunque la prima colonia europea fu comunque Saint John's sull'isola di Terranova. L'interesse britannico risvegliò quello francese e accese per la prima volta quello olandese: all'inizio del Seicento ben tre potenze erano "in corsa" per la conquista di questi territori. Samuel de Champlain fece ritorno nel 1604 nelle zone esplorate da Cartier e fondò le prime due colonie stabili francesi: Montréal e Québec. Gli Inglesi si insediarono in modo definitivo negli attuali Stati Uniti e nella tanto bramata Virginia con la fondazione della colonia di Jamestown nel 1607. Per finire gli olandesi fondarono Nuova Amsterdam (odierna New York) alle foci dell'Hudson (1624). Compagnie commerciali appositamente fondate si impegnarono assieme alle rispettive corone a colonizzare i nuovi territori in cambio del monopolio sugli scambi commerciali. Le colonie europee, soprattutto quelle inglesi, si caratterizzarono in modo assai bizzarro: in Nord America si insediarono in numero sempre crescente comunità religiose perseguitate in Europa (celebri i “Padri Pellegrini”, puritani inglesi giunti nel 1620 in Massachusetts sulla ''Mayflower''). La carta concessa dal re d'Inghilterra garantiva la possibilità di governarsi secondo principi propri, fermi restando gli obblighi di carattere economico-commerciale (esclusività degli scambi con la madrepatria). La proprietà terriera era molto diffusa, perché divisa di diritto fra tutti i membri maschi della comunità, accentuando il carattere democratico delle strutture di governo e creando uno stretto legame tra i concetti di autonomia economica e libertà politica. In quest'opera di popolamento i coloni anglo-francesi dovettero confrontarsi con la tenace resistenza opposta dalle numerose tribù indiane sospinte sempre più verso l'interno e private dei loro tradizionali territori di caccia e pascolo. Compagnia della Baia di Hudson Progressivamente il quadro politico dell'America settentrionale si andò configurando in questo modo: i francesi avevano occupato il territorio canadese, gli inglesi la costa statunitense e la Baia di Hudson (in virtù delle esplorazioni nel 1611): qui venne fondata nel 1665 la Compagnia della Baia di Hudson, che sarà alla base del Canada moderno. Mentre gli spagnoli iniziavano a temere l'avanzata francese verso sud (che dalla regione dei grandi laghi nel 1681 avevano annesso tutto il bacino del Mississippi (Grandi Pianure) fino al golfo del Messico) e consolidavano la Florida, gli olandesi avevano perso nel 1667 le colonie di Nuova Amsterdam e del Delaware a vantaggio degli inglesi, che unificavano così tutta la costa orientale e i territori alle loro spalle, organizzati nelle Tredici colonie. Nel XVIII secolo la situazione, già abbastanza complessa, sfociò nella guerra dei sette anni tra Francia e Gran Bretagna (1756-1763); a vincerla furono i britannici, che così si guadagnarono il dominio su tutto il Canada conosciuto e sull'America settentrionale in generale, scacciando per sempre i francesi; la Louisiana, ovvero le Grandi Pianure, fu spartita tra Britannici e Spagnoli (ad est e ad ovest del Mississippi). Ma fu un apogeo di breve durata: nel 1776 le Tredici colonie che componevano i possedimenti inglesi della costa orientale ottennero l'indipendenza e nacquero gli Stati Uniti d'America, la prima nazione del nuovo mondo. === Dal XIX secolo all'epoca contemporanea === Minatori nel Klondike I britannici si ritirarono in Canada e proseguirono da lì le esplorazioni: nel 1787 Alexander Mackenzie raggiunse il mar Glaciale Artico discendendo il fiume che porta il suo nome e avviò la colonizzazione del Canada occidentale, mentre nel 1794 raggiunse il Pacifico attraverso quelle stesse terre. Si risvegliò inoltre la ricerca del passaggio a nord-ovest, che portò alla definitiva mappatura delle isole artiche canadesi e all'attraversamento del fantomatico passaggio con Robert McClure nel 1850. Contemporaneamente la Compagnia della baia di Hudson venne accorpata al Canada (1870), aggiungendo così nuovi sterminati territori ai coloni anglofoni. Si compose dunque il dominio, la colonia inglese del Canada; alla fine dell'800 l'uomo bianco si era ormai spinto fino al fiume Yukon, dove nel 1896 scoppiò la memorabile corsa all'oro del Klondike. Nel Settecento la Russia era comparsa sulla scena colonizzando l'Alaska e divenendo un serio pericolo per i possedimenti inglesi in Canada e addirittura per quelli spagnoli in California, ma i Russi vendettero il territorio agli Stati Uniti nel 1864. La presenza spagnola passò di mano: con la decolonizzazione dell'America centro-meridionale contemporanea ai moti europei del primo Ottocento, nel 1821 nacque lo Stato del Messico, che controllava gran parte degli attuali Stati Uniti Occidentali; questi tuttavia nei decenni successivi si unirono progressivamente agli Stati Uniti fino al 1848, con l'annessione della California. Con la definitiva unificazione tra nord e sud e l'abolizione della schiavitù dopo la guerra di secessione americana (1861-1865) gli Stati Uniti si imposero come potenza moderna ed effettiva, sebbene gli sterminati territori occidentali fossero scarsamente popolati e in parte sconosciuti: nacque così l'epopea del Far West, che portò migliaia di coloni in territori lontanissimi e durò fino all'inizio del '900; come in Canada, essa fu incoraggiata anche da numerose corse all'oro. Guerra di secessione americana La ricchezza permise a questa nazione, mentre nel vecchio mondo era in corso la Belle Époque, di influenzare l'equilibrio mondiale, e di inserirsi tra la schiera delle nazioni colonizzatrici; essi espansero la loro influenza su tutto il resto dell'America, dove le deboli nazioni che da quasi un secolo si erano rese indipendenti da Spagna e Portogallo, benché potenzialmente ricchissime grazie alle risorse naturali non riuscivano a spiccare il volo a causa dei grandissimi divari sociali e delle guerre civili: gli Stati Uniti invece erano figli della moderna società borghese inglese, ed erano nati dai valori dell'Illuminismo e del liberalismo. La loro influenza si estese inoltre sul Pacifico, contemporaneamente alla colonizzazione della Polinesia da parte degli Europei: a loro andarono le colonie tedesche nel 1918, dopo la vittoria nella prima guerra mondiale. Nel frattempo il potere europeo in America settentrionale svaniva del tutto con la totale indipendenza del Canada dal Regno Unito e il suo ingresso nel Commonwealth nel 1931. Il novecento vide il trionfo degli Stati Uniti come effettivi dominatori del globo: fu tuttavia un cammino irto di ostacoli; con la vittoria della seconda guerra mondiale essi sarebbero rimasti i sovrani del pianeta, se non fosse stato per la Guerra fredda che scoppiò subito con l'URSS e divise il mondo in due macrofazioni. Nella loro sfera d'influenza comunque gli Stati Uniti ottennero un prestigio a livello culturale, sostituendo il loro dominio intercontinentale a quello che avevano esercitato gli Inglesi fino a pochi decenni prima: nacque la globalizzazione, che portò al trionfo del sistema democratico e della cultura occidentale in ogni dove, nonché all'ingerenza economica e politica di questa nazione dappertutto; gli Stati Uniti, con la definitiva vittoria sulla Russia alla fine del secolo non hanno avuto più ostacoli nella politica planetaria, ma di fronte a nuove superpotenze (India, Cina, Brasile, Giappone, Corea) sembra che il loro potere sia progressivamente messo in discussione. La loro influenza mediatica è comunque ormai consolidata, come anche la loro posizione di predominio nel nuovo continente. === Geografia fisica === Il Nordamerica occupa la parte settentrionale del territorio generalmente denominato Nuovo Mondo, le Americhe, o semplicemente l'America (che a volte è considerata un unico continente e la porzione settentrionale, il Nordamerica, un subcontinente). L'America del Nord si lega con il Sudamerica presso il confine tra Colombia e Panama secondo la maggior parte delle convenzioni. Altri individuano il confine presso il Canale di Panama. Prima che l'America Centrale fosse sollevata, la regione era sommersa e le isole delle Indie Orientali (Caraibi) delineavano un ponte di terra che collegava l'America del Nord con il Sudamerica attraverso la Florida e il Venezuela. La costa continentale è lunga e irregolare. Il Golfo del Messico è il più grande corpo idrico che rientri nel continente, seguito dalla Baia di Hudson. Fra i principali si segnalano il Golfo di San Lorenzo e il Golfo di California. ==== Isole ==== Numerose sono le isole al largo delle coste del continente: principalmente l'Arcipelago artico canadese, le Grandi e le Piccole Antille, l'Arcipelago Alexander e le Isole Aleutine. La Groenlandia, sotto la corona danese, è l'isola più grande del mondo. Si trova nella stessa placca tettonica (la Placca nordamericana) e fa parte geograficamente del Nord America. ==== Placche tettoniche ==== Placche tettoniche che interessano il Nordamerica. La maggioranza del Nord America poggia sulla Placca nordamericana. Parte della California e del Messico occidentale sono sul bordo con la Placca pacifica dove le principali zolle si incontrano lungo la Faglia di Sant'Andrea. La maggior parte della porzione meridionale del continente e delle isole caraibiche si trovano nella Placca caraibica, mentre lungo le coste sud-occidentali il bordo è segnato dalla Placca di Cocos. ==== Regioni convenzionali ==== Il continente può essere suddiviso in quattro grandi regioni (ciascuna delle quali comprende diverse sotto-regioni): le Grandi Pianure che si estendono dal Golfo del Messico all'Artico canadese; le montagne geologicamente giovani dell'ovest, che comprendono le Montagne Rocciose, il Gran Bacino, California e Alaska; l'altopiano dello Scudo canadese; la variegata regione nord-orientale, che comprende i Monti Appalachi, la piana costiera lungo il litorale atlantico, e la penisola della Florida. Il Messico, con le sue lunghe cordigliere e altopiani, rientra in larga parte nella regione occidentale, anche se la piana costiera orientale si estende verso sud lungo il litorale del Golfo del Messico. ==== Orografia ==== L'America settentrionale è caratterizzata da due grandi catene montuose che partono dal nord ovest e arrivano a sud ovest esse sono: le catene costiere di California, Oregon, Washington, e Columbia Britannica e le Montagne Rocciose. I monti più elevati sulla costa est sono gli Appalachi. La vetta più alta è il Monte Denali in Alaska. Le pianure più ampie sono: le Grandi Pianure, Pianure Costiere e lo Scudo Canadese. ==== Idrografia ==== I fiumi più importanti dell'America settentrionale sono il Mississippi, il Missouri e il San Lorenzo. Il primo e il secondo scorrono negli Stati Uniti, il terzo negli Stati Uniti e in Canada. Altri fiumi importanti sono il Colorado e il Columbia, entrambi negli Stati Uniti. In America settentrionale ci sono cinque laghi importanti: il Grande Lago degli Orsi, il Michigan, il Superiore, l'Erie, l'Ontario e l'Huron. Altri laghi importanti sono: il Lago Athabasca, il Grande Lago degli Schiavi e il Lago delle Renne, tutti in Canada. L'America settentrionale è bagnata dall'Oceano Atlantico a est, dall'Oceano Pacifico a ovest e dal Mar Glaciale Artico a nord. ==== Centro geografico ==== La United States Geographical Survey afferma che il centro geografico del Nordamerica è "10 km a ovest di Balta, nella Contea di Pierce nel Dakota del Nord" a circa . Immagine:North america rock plutonic.jpg|Roccia magmatica (Plutonite) Immagine:North america rock volcanic.jpg|Roccia magmatica (Vulcanica) Immagine:North america rock sedimentary.jpg|Roccia sedimentaria Immagine:North america rock metamorphic.jpg|Roccia metamorfica === Geografia umana === Vista di Los Angeles. New York, la seconda città più popolata dell'America Settentrionale. Toronto, la città più popolata del Canada. Le lingue più diffuse nel Nordamerica sono inglese, spagnolo, e francese. Il termine Anglo-America è utilizzato per riferirsi ai paesi anglofoni delle Americhe: vale a dire il Canada (dove l'inglese e il francese sono lingue ufficiali) e gli Stati Uniti d'America. Talvolta vengono compresi il Belize e alcune isole dei Caraibi. L'America Latina è in riferimento a quella parte delle Americhe (generalmente a sud degli Stati Uniti) dove le lingue neolatine sono predominanti: per quanto concerne il Nordamerica ci si riferisce pertanto alle altre repubbliche dell'America Centrale, al Messico, e alla buona parte delle isole dei Caraibi (oltre naturalmente alla maggior parte del Sudamerica). La lingua francese ha storicamente svolto un ruolo significativo nel Nord America e conserva una presenza distintiva in alcune regioni. Il Canada è ufficialmente bilingue; il francese è la lingua ufficiale della provincia canadese del Quebec ed è ufficiale assieme all'inglese nella provincia del Nuovo Brunswick. Il francese è lingua ufficiale anche in alcune isole delle Indie Occidentali (Haiti, Guadalupa, Martinica, Saint Barth, Saint Martin) e a Saint-Pierre e Miquelon, così come in Louisiana, dove il francese è una lingua ufficiale. Vista di Città del Messico la prima città più popolosa del Nord America. Socialmente e culturalmente l'America del Nord presenta una ben definita entità. Il Canada anglofono e gli Stati Uniti hanno una cultura e tradizioni similari essendo state entrambe ex colonie britanniche. Una comunanza culturale e un'economica di mercato si è sviluppata tra le due nazioni, dettato dal potere economico e da legami storici. Analogie si possono riscontrare nella componente linguistica spagnola del Nordamerica. Anche qui si è condiviso un passato comune, come ex colonie della Spagna. In Messico e nei paesi centroamericani in cui la civiltà Maya si è sviluppata, le popolazioni indigene preservano alcune tradizioni. Il Québec da parte sua costituisce una regione che presenta una cultura propria legata all'eredità coloniale francese ed è la capitale francofona del paese. Vista di Chicago Economicamente il Canada e gli Stati Uniti sono le due nazioni più ricche e sviluppate del continente, seguite dal Messico, paese di nuova industrializzazione. I paesi dell'America Centrale e dei Caraibi si presentano molto meno sviluppati. I più importanti mercati comuni sono il Caribbean Community and Common Market (CARICOM) e il North American Free Trade Agreement (NAFTA). Dai paesi centro americani è stato firmato un accordo di libero scambio il CAFTA con l'intento di migliorare la loro situazione finanziaria. ==== Paesi e territori ==== L'Istmo di Tehuantepec. L'America del Nord è spesso suddivisa in sottoregioni, anche se sempre non unanimemente condivise. L'America Centrale comprende la regione meridionale del continente, ma la sua estremità settentrionale varia tra le fonti. Geograficamente la regione inizia con l'Istmo di Tehuantepec in Messico (vale a dire gli stati messicani di Campeche, Chiapas, Tabasco, Quintana Roo e Yucatán). Le Nazioni Unite includono il Messico nell'America Centrale (d'altro canto l'Unione europea vi include sia il Messico che il Belize), ma Geopoliticamente il Messico non è spesso considerato parte del Centro America. Il concetto di Nordamerica è anche utilizzato per fare riferimento ai paesi e ai territori più settentrionali: il Canada, gli Stati Uniti, la Groenlandia, Bermuda, e Saint-Pierre e Miquelon. Vengono considerati distintamente dalle regioni meridionali delle Americhe, che comprende in gran parte l'America Latina. Paese oTerritorio Superficie(km²) Popolazione(luglio 2007) Densità(ab/km²) Capitale (Regno Unito) 102 134,1 The Valley 443 157,0 Saint John's (Paesi Bassi) 193 518,2 Oranjestad 21,9 Nassau 430 651,8 Bridgetown 12,8 Belmopan (Regno Unito) 54 1241,3 Hamilton 21x21px Bonaire (Paesi Bassi) 294 12093 41,1 Kralendijk (Regno Unito) 153 153,9 Road Town 3,3 Ottawa (Regno Unito) 262 177,9 George Town Clipperton (Francia) 9 0 0,0 — 80,9 San José 102,8 L'Avana Curaçao (Paesi Bassi) 444 140 794 317,1 Willemstad 754 96,0 Roseau 192,2 Santo Domingo 330,2 San Salvador (Danimarca) 0,026 Nuuk 344 261,5 St. George's (Francia) 246,1 Basse-Terre 116,9 Città del Guatemala 313,7 Port-au-Prince 66,8 Tegucigalpa 252,9 Kingston (Francia) 396,5 Fort-de-France 55,1 Città del Messico (Regno Unito) 102 93,5 Plymouth; Brades Navassa (Stati Uniti) 5 0 0,0 — 43,8 Managua 41,5 Panama (USA) 444,7 San Juan 21x21px Saba (Paesi Bassi) 13 1 537 118,2 The Bottom (Francia) 21 326,3 Gustavia 261 150,8 Basseterre 620 277,0 Castries (Francia) 54 608,5 Marigot (Francia) 242 29,1 Saint-Pierre 389 303,7 Kingstown 21x21px Sint Eustatius (Paesi Bassi) 21 2 739 130,4 Oranjestad 21x21px Sint Maarten (Paesi Bassi) 34 40 009 1176,7 Philipsburg 5128 206,0 Port of Spain (Regno Unito) 430 50,6 Cockburn Town 30,6 Washington (USA) 346 313,4 Charlotte Amalie Totale 22,9 Alla fine degli anni novanta gli Stati Uniti erano la prima nazione al mondo per la produzione economica. Nel 2000 il prodotto interno lordo era di 9.837.405 milioni di dollari USA, equivalente a un PIL pro capite di 34.940 dollari USA. Le attività del settore primario contribuiscono nella misura dell'1,7% alla formazione del prodotto interno lordo annuale, il settore secondario nella misura del 26,2% e il terziario, di gran lunga il più redditizio, nella misura del 72,1%. Il Dollaro venne unanimemente scelto come unità monetaria degli Stati Uniti il 6 luglio 1785. Alla fine della guerra di indipendenza americana, il Congresso continentale adottò per la valuta il sistema decimale. I primi dollari coniati negli Stati Uniti furono emessi dal governo federale a Filadelfia nel 1794 in seguito all'approvazione del Coinage Act del 1792, che istituiva due misure di valore: il dollaro d'argento e il dollaro d'oro (dal 1792 al 1873 il Dollaro era supportato liberamente da oro e argento, con un sistema chiamato Bimetallismo). Quest'ultimo, una moneta molto piccola, fu coniato solo dal 1849 al 1889. Con il tempo il contenuto d'argento e oro è stato variato. Una disposizione del Congresso del 1900 definì il dollaro d'oro l'unità monetaria degli Stati Uniti e fissò il valore delle banconote a corso legale in rapporto al dollaro d'oro. Attraverso una serie di cambiamenti legislativi avvenuti tra il 1873 e il 1900, l'importanza dell'argento fu via via diminuita fino all'adozione formale del ''gold standard''. Il Gold Standard, sopravvisse, con molte modifiche fino al 1974. Prima del 1934, per effetto del cosiddetto Gold Standard, la carta moneta statunitense era convertibile in monete d'oro; con la legge sulle riserve auree del 1934 la convertibilità fu abolita. Da allora in poi la moneta circolante, sia cartacea sia metallica, è stata del tipo fiduciario. Il dollaro americano ha ufficialmente subito diverse svalutazioni successivamente al 1934; durante gli anni settanta il suo valore è diminuito bruscamente rispetto ad altre valute più stabili, mentre il prezzo dell'oro è aumentato. Dal 1986, tuttavia, si sono compiuti vari tentativi per ridurre l'enorme deficit commerciale statunitense abbassando il valore del dollaro rispetto ad altre valute, tentativi che hanno avuto particolare successo nei confronti del marco e dello yen. Il dollaro d'argento rimase in circolazione fino al 1965, allorché fu abbandonato poiché il valore del suo contenuto d'argento era superiore al valore nominale. A partire dal 1975, i cittadini americani furono autorizzati a possedere, comprare e vendere l'oro come un qualsiasi prodotto, benché le monete d'oro non potessero circolare come denaro corrente. Il dollaro è considerato la principale riserva valutaria internazionale, anche se esistono segni evidenti di un suo declino negli anni novanta: oltre il 60% delle riserve di valute estere globali è detenuto in dollari e oltre due terzi del commercio mondiale è fatturato in dollari. Il governo federale statunitense iniziò a emettere valuta, supportata dal Dollaro Spagnolo, durante la Guerra di secessione americana. Queste banconote, conosciute come "greenbacks" per il loro colore, diedero inizio alla tradizione statunitense di stampare la valuta in verde. Contrariamente alle altre nazioni tutte le banconote statunitensi sono state stampate con lo stesso colore per la maggior parte del XX secolo. Le moderne banconote statunitensi, indipendentemente dalla denominazione, misurano 6,63 cm. in larghezza, 15,6 cm. in lunghezza e 0,11 mm. in spessore. Il 13 maggio 2003, il ministero del Tesoro degli Stati Uniti ha annunciato l'introduzione di una banconota da 20$ a colori (la prima dal 1905). La scelta è dettata dalla necessità di contrastare la crescente contraffazione. Le nuove banconote sono entrate in circolazione il 9 ottobre 2003. Altre banconote da 50$ e 100$ verranno introdotte nel 2004 e 2005, ognuna con differenti schemi di colori. Nome dell'unità monetaria di diversi paesi, tra i quali Australia, Canada, Hong Kong, Nuova Zelanda, Singapore, Stati Uniti. Il termine deriva dall'antico tedesco daler o taler, nome di una moneta d'argento coniata nel 1519 in Sassonia. Il dollaro per antonomasia è quello statunitense, che derivò il suo nome da un'altra moneta d'argento, il peso duro, o doleras, coniata in Spagna e utilizzata nelle colonie spagnole e nell'America settentrionale anche dai coloni inglesi.
Abies
Gli '''abeti''' sono un genere comprendente 48 specie di conifere sempreverdi della famiglia delle Pinaceae.
Il nome generico ''Abies'', utilizzato già dai latini, potrebbe, secondo un'interpretazione etimologica, derivare dalla parola greca ''ἄβιος'', ovvero longevo. Il genere comprende diverse specie di alberi che raggiungono altezze di 10- e un diametro del tronco di 0,5- da adulti. Si distinguono da altre Pinacee in quanto: * hanno le foglie (vale a dire, gli "aghi") inserite singolarmente, mentre gli aghi dei pini (''Pinus''), larici (''Larix'') e cedri (''Cedrus'') sono riuniti a gruppi (di 2-5 ma anche 10-40) su particolari rametti detti brachiblasti; * hanno gli aghi appiattiti, mentre i pecci (''Picea'') hanno aghi con sezione rombica; * gli strobili crescono eretti, mentre nelle specie di ''Picea'', ''Tsuga'' e ''Pseudotsuga'' crescono inclinati o penduli; * gli strobili si disintegrano a maturità per rilasciare i semi alati. === Portamento === Come la maggior parte degli altri generi di Pinaceae, gli abeti sono alberi sempreverdi monoici con chioma conica o a forma di guglia, spesso appiattita o arrotondata negli esemplari anziani. Alle alte quote, vicino al limite della vegetazione arborea, raggiungono in genere dimensioni più contenute e forme più irregolari e contorte. Il loro portamento si distingue all'interno delle altre Pinaceae per la particolare uniformità: tipicamente presentano un fusto monopodiale, ovvero un unico tronco diritto, con i rami che crescono secondo uno schema a spirale, con ogni spirale che rappresenta un anno di età, così che è talvolta possibile determinare l'età di un abete semplicemente contando le spirali. I rami sono estremamente regolari, con un virgulto terminale, e due virgulti laterali che crescono ogni anno sulla punta dei rami più attivi. La regolarità della forma degli abeti si riscontra parzialmente solo nei pecci e nei larici, mentre è molto meno comune nei pini e assolutamente assente nelle tuie. File:Abies cilicica in Ehden cedar reserve.jpg|''A. cilicica'' File:Abies fargesii Jiuzhaigou.jpg|''A. fargesii'' File:Abies lasiocarpa 7458.jpg|''A. lasiocarpa'' File:Abies-nordmanniana-habit.JPG|''A. nordmanniana'' File:Abies densa Wangdicholing Palace.jpg|''A. densa'' File:Abies nebrodensis.jpg|''A. nebrodensis'' === Corteccia === Si presenta liscia e sottile, con vesciche resinose, negli esemplari giovani, mentre negli esemplari maturi è spessa, rugosa e solcata, a volte sfaldata in placche. File:PacificSilverFir 7645.jpg|''A. amabilis'' File:Abies balsamea 1.jpg|''A. balsamea'' File:Abies concolor (16).JPG|''A. concolor'' File:Abies grandis bark.jpg|''A. grandis'' File:Abies holophylla 2.JPG|''A. holophylla'' File:Abies numidica-bark.JPG|''A. numidica'' === Rami === Sono verticillati, diffusi e disposti su un piano orizzontale, con rami internodali irregolari occasionalmente sviluppatisi da germogli dormienti. === Germogli === Sono ramoscelli o rametti legnosi rugosi o lisci. Le gemme fogliari lasciano delle cicatrici prominenti, circolari o ellittiche, rossastre. === Foglie === Sono aghi generati singolarmente e persistenti per 5 o più anni (fino a 53 anni in ''A. amabilis''), disposti a spirale o a pettine, sessili, con guaina assente; sono lineari o lanceolati, piatti, con due bande biancastre di stomi inferiormente, arrotondati o dentellati in punta, con due canali resinali. Siccome in molte specie si seccano velocemente, vi sono grosse differenze tra il fogliame profondo e quello esposto alla luce solare, vicino alle punte dei rami superiori: il fogliame esposto è più o meno eretto, incurvato o quasi falcato, inspessito o quadrangolare. Per questo nell'identificazione morfologica delle specie si fa riferimento generalmente al fogliame maturo, se non specificato altrimenti. Le gemme vegetative sono di forma ovata o oblunga con apice arrotondato o appuntito, quelle terminali circondate da 4-5 gemme secondarie. I cotiledoni sono 4-10. File:Abies numidica zampach1.JPG|''A. numidica'' File:Abies recurvata bud foliage.JPG|''A. recurvata'' File:Abies veitchii - Flickr - odako1.jpg|''A. veitchii'' File:Abies pinsapo 03 by Line1.jpg|''A. pinsapo'' File:P20131102-0007—Abies bracteata (31391434494).jpg|''A. bracteata'' File:Koreatanne P6033536.jpg|''A. koreana'' === Fiori === Sono strobili maschili, disposti a gruppi lungo la parte inferiore dei rametti annuali. Appaiono in primavera e hanno forma globulare o conica, portamento pendente, e colore variabile dal giallo al rosso, verde o porpora, lasciando protuberanze color bile dopo la loro caduta. File:Abies koreana pollen cones.jpg|''A. koreana'' File:Abies balsamea pollen cones2.jpg|''A. balsamea'' File:Abies veitchii Japaninpihta Fujigran C DSC02580.JPG|''A. veitchii'' File:Abies sibirica kz3.jpg|''A. sibirica'' File:Abies procera - Copenhagen Botanical Garden - DSC08072.JPG|''A. procera'' File:Abies cilicica 2c.JPG|''A. cilicica'' === Frutti === Sono coni femminili che crescono sui rametti annuali e che maturano in una stagione, a portamento eretto e di forma da ovoidale a cilindrica; sono generalmente resinosi e deiscenti, con la parte centrale che rimane eretta come una ''spina'' sul rametto. Le scaglie, quasi prive di apofisi e umboni, sono arrotondate con brattee lobate, nascoste o talvolta protruse File:Abies delavayi - Flickr - S. Rae (1).jpg|''A. delavayi'' File:Abies pindrow India3.jpg|''A. pindrow'' File:Detmold - 2016-05-27 - LSG-4119-0029 Magerwiesen (027).jpg|''A. procera'' File:Abies alba R1.JPG|''A. alba'' File:Abies fabri - Mendocino Coast Botanical Gardens - DSC02070.JPG|''A. fabri'' File:Abies nephrolepis cone.JPG|''A. nephrolepis'' === Semi === Hanno una parte alata, con una sacca resinosa alla giuntura tra corpo e ala. File:Abies amabilis 28166.JPG|''A. amabilis'' File:Abies fraseri seeds.jpg|''A. fraseri'' File:Abies alba seeds.jpg|''A. alba'' File:Abies-pinsapo-seeds-1.jpg|''A. pinsapo'' File:Abies balsamea seeds.jpg|''A. balsamea'' File:Abies numidica seeds.JPG|''A. numidica'' === Legno === Non contiene canali resinali. Gli abeti si trovano in Europa, Africa settentrionale, Asia, America settentrionale e America centrale, ovvero nelle regioni temperate e boreali dell'emisfero settentrionale, in prevalenza montane, a parte ''A. balsamea'' e ''A. sibirica'' che hanno areale nordico. La distribuzione è molto articolata, in base ai requisiti ecologici e alla storia paleobotanica delle varie specie. In Italia, la specie più diffusa è l'abete bianco (''Abies alba''), sulle Alpi e sugli Appennini, dove è l'unico abete spontaneo (con rarissime eccezioni). Nel Nord della Sicilia è presente una specie rarissima di abete: l'abete dei Nebrodi (''Abies nebrodensis''), limitato peraltro oggi alle Madonie e non ai Nebrodi, monti che gli hanno dato il nome. Immagine:Abies_eurasien.png|Distribuzione del genere in Eurasia Image:Abies_amerika.png|Distribuzione del genere in Nord America Inizialmente (1753) inseriti da Linneo nel genere ''Pinus'', insieme ai pini e ai pecci, gli abeti vennero assegnati un anno dopo al genere ''Abies'' da Miller (specie-tipo: ''A. alba''). Nel tempo diversi autori hanno provato ad assegnarli a taxa superiori al livello di famiglia: ordine Abietales da Koehne nel 1893, famiglia Abietaceae da Bercht. e J.Presl nel 1820, sottofamiglia Abietoideae da Rich. ex Sweet nel 1826, tribù Abieteae da Rich. ex Dumort. nel 1827, sottotribù Abietinae da Eichler nel 1887. Il genere è stato recentemente rivisto prima da Rushforth (1987) e poi da Farjon (2010); la classificazione infragenerica qui di seguito, basata su 10 sezioni e 9 sottosezioni si riferisce proprio a questo ultimo studio: * '''Sezione ''Abies''''' Miller ** ''Abies alba'' Mill. ** ''Abies × borisii-regis'' Mattf. ** ''Abies cephalonica'' Loudon ** ''Abies cilicica'' (Antoine & Kotschy) Carrière ** ''Abies nebrodensis'' (Lojac.) Mattei ** ''Abies nordmanniana'' (Steven) Spach * '''Sezione ''Piceaster''''' Spach emend. Farjon et Rushforth ** ''Abies numidica'' de Lannoy ex Carrière ** ''Abies pinsapo'' Boiss. * '''Sezione ''Bracteata''''' Engelm. emend. Sargent ** ''Abies bracteata'' (D.Don) Poit. * '''Sezione ''Momi''''' Franco ** '''Sottosezione ''Homolepoides''''' (Franco) Farjon et Rushforth *** ''Abies homolepis'' Siebold & Zucc. *** ''Abies kawakamii'' (Hayata) Ito *** ''Abies recurvata'' Mast. ** '''Sottosezione ''Firmae'' (Franco) Farjon et Rushforth''' *** ''Abies beshanzuensis'' M.H.Wu *** ''Abies firma'' Siebold & Zucc. ** '''Sottosezione ''Holphyllae''''' Farjon et Rushforth *** ''Abies chensiensis'' Tiegh. *** ''Abies holophylla'' Maxim. *** ''Abies pindrow'' (Royle ex D.Don) Royle *** ''Abies ziyuanensis'' L.K.Fu & S.L.Mo * '''Sezione ''Amabilis''''' (Matzenko) Farjon et Rushforth ** ''Abies amabilis'' (Douglas ex Loudon) J.Forbes ** ''Abies mariesii'' Mast. * '''Sezione ''Pseudopicea''''' Hickel emend. Farjon et Rushforth ** '''Sottosezione ''Delavayianae''''' Farjon et Rushforth *** ''Abies delavayi'' Franch. *** ''Abies densa'' Griff. *** ''Abies fabri'' (Mast.) Craib *** ''Abies fanjingshanensis'' W.L.Huang, Y.L.Tu & S.Z.Fang *** ''Abies fargesii'' Franch. *** ''Abies forrestii'' Coltm.-Rog. *** ''Abies spectabilis'' (D.Don) Mirb. *** ''Abies yuanbaoshanensis'' Y.J.Lu & L.K.Fu ** '''Sottosezione ''Squamatae''''' E. Murray *** ''Abies squamata'' Mast. * '''Sezione ''Balsamea''''' Engelm. emend. Farjon et Rushforth ** '''Sottosezione ''Laterales''''' Patschke emend. Farjon et Rushforth *** ''Abies balsamea'' (L.) Mill. *** ''Abies lasiocarpa'' (Hook.) Nutt. *** ''Abies sibirica'' Ledeb. ** '''Sottosezione ''Medianae''''' Patschke emend. Farjon et Rushforth *** ''Abies fraseri'' (Pursh) Poir. *** ''Abies koreana'' E.H.Wilson *** ''Abies nephrolepis'' (Trautv. ex Maxim.) Maxim. *** ''Abies sachalinensis'' (F.Schmidt) Mast. *** ''Abies veitchii'' Lindl. * '''Sezione ''Grandis''''' Engelm. emend. Farjon et Rushforth ** ''Abies concolor'' (Gordon) Lindl. ex Hildebr. ** ''Abies durangensis'' Martínez ** ''Abies grandis'' (Douglas ex D.Don) Lindl. ** ''Abies guatemalensis'' Rehder * '''Sezione ''Oiamel''''' Franco ** '''Sottosezione ''Religiosae''''' (Matzenko) Farjon et Rushforth *** ''Abies religiosa'' (Kunth) Schltdl. & Cham. *** ''Abies vejarii'' Martínez ** '''Sottosezione ''Hickelianae''''' Farjon et Rushforth *** ''Abies hickelii'' Flous & Gaussen *** ''Abies hidalgensis'' Debreczy, I.Rácz & Guízar * '''Sezione ''Nobilis''''' Engelm. ** ''Abies magnifica'' A.Murray bis ** ''Abies procera'' Rehder
Abies alba
L''''abete bianco''' , detto anche '''abete comune''', '''abezzo''' o '''avezzo''', è una pianta tipica delle foreste e delle montagne dell'emisfero boreale. L'abete bianco è un albero maestoso, slanciato e longevo, e data anche la sua notevole altezza , è soprannominato "il principe dei boschi". Il più grande abete bianco d'Europa mai documentato era alto 50 metri e aveva una circonferenza di 4,8 metri. Si trovava a Lavarone, in Trentino , in località Malga Laghetto.
Illustrazione di ''A.alba'' ''Abies alba'' L'abete bianco è un albero sempreverde e monoico (cioè presenta sulla stessa pianta fiori maschili e femminili distinti e separati). È una pianta vascolare (Tracheobionta), con semi (Spermatophyta) contenuti in un cono portato eretto. Vive ad altitudini comprese fra 500 e 1.900 metri, in alcune zone oltre 2.000 metri e risulta essere un albero molto longevo: può superare i seicento anni d'età. L'abete bianco è una specie sciafila (cioè che può vivere in zone d'ombra); allo stato di giovane, può restare sotto copertura anche per trent'anni, con conseguente malformazione del fusto, mentre allo stato adulto ha la necessità di vegetare in piena luce. L'abete bianco ama umidità, terreni freschi e profondi, tipici delle zone ombreggiate e piovose. === Portamento e dimensioni === L'abete bianco può crescere fino a un'altezza di circa 60 metri, presenta un fusto dritto che può arrivare ad un diametro di 3 metri. Se la pianta cresce isolata, il fusto si caratterizza fin dalla base dalla presenza di fitti rami, se invece la pianta cresce a contatto con altre piante, il fusto risulta spoglio per gran parte della sua altezza. La chioma, di colore verde-blu cupo, ha forma piramidale negli esemplari giovani, mentre negli adulti (ossia dopo 60-80 anni) si forma un appiattimento, definito "nido di cicogna", in quanto la punta principale ferma la crescita e i rami sottostanti continuano a svilupparsi fino a formare una specie di conca. Tale pianta ha una ramificazione molto regolare: i rami principali sono raggruppati in palchi regolari e disposti orizzontalmente e mai penduli (ramificazione simpodiale). I rami secondari sono disposti lungo il tronco seguendo un andamento a spirale. Il più grande abete bianco d'Europa era l'''Aveδòn,'' un esemplare alto 60 metri e con una circonferenza di circa 10 metri è situato in Val Noana (in Italia, provincia di Trento); un altro esemplare alto 50 metri e con circonferenza di 4,8 metri, si trovava a Lavarone, sempre in Trentino, in località Malga Laghetto, ed era chiamato dalla gente locale Avez del Prinzipe. Il più grande, tutt'ora vivente, si trova in Montenegro ed è stato scoperto solo nel 2018 nel Biogradska Gora National Park, dalla Giant tree foundation, che lo ha battezzato col nome di "Doria GTF"; possiede una circonferenza di oltre 7 metri e 10 cm e un'altezza verificata di quasi 60 m. === Corteccia === La corteccia, negli esemplari giovani, è liscia, ha un colore bianco-grigio argenteo e presenta delle piccole sacche resinose che, se premute, diffondono odore di trementina; nelle piante più vecchie (oltre i cinquant'anni d'età) la corteccia si ispessisce tendendo a desquamarsi in placche sottili e diventa, partendo dalla base, rugosa, screpolata (fessurata) e di colore tendente al nero. La corteccia di abete bianco è tra le specie di ''Abies'' una delle meno ricche in tannino (solo il 5%). Tuttavia, a differenza di altre conifere che possiedono un legno resinoso, nell'abete bianco il legno ne è poco ricco mentre nella corteccia sono presenti delle sacche da cui è possibile estrarre la trementina. === Foglie === Particolare di un rametto di abete bianco. Notare la disposizione a "pettine" e come gli aghi degli abeti siano solitari e inseriti singolarmente nei rami, particolare che li differenzia dai pini che hanno, invece, aghi riuniti in gruppetti. Le foglie sono persistenti (8-10 anni) e costituite da aghi appiattiti, rigidi e inseriti singolarmente e separatamente sui rametti, secondo una disposizione a pettine (cioè come i denti di un doppio pettine). Gli aghi sono lunghi circa 1,5–3 cm e larghi 1,5–2 mm, leggermente ristretti alla base, con la punta arrotondata non pungente e i margini lisci. La pagina superiore, di colore verde scuro, è lucida, mentre quella inferiore presenta due caratteristiche linee parallele biancastre-azzurrognole, dette bande stomatifere, che presentano 6-8 file di stomi e canali resiniferi marginali. Altra caratteristica tipica di questa specie sono i rametti coperti da sottili peli di colore bruno chiaro. === Fiori === Alle nostre latitudini la fioritura dell'abete bianco avviene tra maggio e giugno. Parlare di fioritura delle conifere è in realtà inesatto, dal momento che queste piante sono gimnosperme e non producono fiori come siamo abituati ad intenderli né frutti. Gli organi riproduttivi consistono di sporofilli raggruppati a formare coni o strobili: gli sporofilli maschili (microsporofilli), cui si deve la formazione del polline, sono riuniti in coni maschili o strobili; gli sporofilli femminili (macrosporofilli) portano alla formazione degli ovuli e sono riuniti in coni femminili (le pigne). * I macrosporofilli si rinvengono nella parte superiore dei rametti del primo anno e nella parte alta della chioma. Sono eretti e formano infiorescenze cilindrico-ovali di colore verde o rosso-violaceo, con squame copritrici più lunghe delle squame ovulifere; * I microsporofilli fioriscono nella parte centrale e alta della chioma, sono più piccoli e numerosi di quelli femminili, raggruppati sul lato inferiore dei rametti. Hanno forma ovoidale, sono di colore giallastro e presentano due antere che contengono il polline di colore giallo. Il polline viene facilmente trasportato in alto dall'aria calda. Le strutture comunemente chiamate "pigne" derivano dai coni femminili che possono lignificare e rimanere sui rami. Sono quasi cilindrici, si trovano soprattutto nella parte superiore della chioma e, a differenza dell'abete rosso, sono rivolti verso l'alto. Formati da squame fitte con brattee sporgenti dentate che proteggono i semi all'interno, gli strobili sono lunghi dai 10 ai 18 cm e larghi 3–5 cm; inizialmente di colore verde, diventano rosso-bruno quando giunti a maturità. A settembre-ottobre gli strobili si sfaldano, le squame cadono una ad una insieme ai semi, lasciando l'asse centrale, detto rachide, nudo sul ramo, dove può rimanere anche diversi anni (tipica caratteristica del genere ''Abies''). La produzione dei semi è piuttosto tardiva, soprattutto per le piante in bosco in quanto avviene dopo i cinquant'anni; trent'anni, invece, per le piante isolate. Le squame degli strobili hanno consistenza legnosa, variano in numero da 150-200 e ogni squama porta due semi. In totale ogni "pigna" contiene circa una cinquantina di semi fertili. Questi sono di forma triangolare, lunghi 6–9 mm, di colore giallo-bruno e presentano un'ala 3-4 volte più grande, saldamente attaccata al seme stesso, che gli permette, una volta liberati, di volteggiare in aria. Dai semi si ricava l'''Olio di abete'', che trova impiego e con le seguenti caratteristiche: * numero di Iodio: da 120 a 160 * numero di saponificazione: da 190 a 195 * indice di rifrazione a 40º: 1,472 * numero di Reichert-Meisl: da 1 a 2 * peso specifico: da 0,921 a 0,931 === Radici === L'apparato radicale è inizialmente di tipo fittonante: un'unica grande radice che penetra nel terreno raggiungendo una profondità di circa 1,60 metri che ancora saldamente la pianta al suolo; in seguito si formano alcune radici laterali (ramificazione laterale) che continuano ad accrescersi e ingrossarsi spingendosi, se possibile, in profondità. L'abete bianco è, per questo, una delle conifere che meglio si ancora al terreno e risulta quindi poco soggetta a sradicamenti. L'abete bianco vegeta in zone montane, ad altitudini comprese tra i 500 e i 2100 , trovando il suo clima ideale nelle zone a piovosità e umidità atmosferica medio-alte comprese tra i 900 e i 1800 m. L'abete bianco è una specie sciafila che raramente forma boschi puri (abetine), è invece una componente importante dei boschi misti del piano montano e subalpino, ad esempio può formare estese foreste associandosi al faggio (''Fagus sylvatica''), albero con il quale condivide esigenze climatiche e pedologiche, mentre a quote subalpine si può trovare associato al larice (''Larix decidua'') e all'abete rosso (''Picea abies''), inoltre, nelle Alpi sud-occidentali forma una caratteristica associazione (denominata ''Rhododendro-Pinetum uncinatae subas. abietosum'') con il rododendro rosso (''Rhododendron ferrugineum'') e con il pino uncinato (''Pinus mugo subsp. uncinata''). Abete bianco in bosco misto nella Riserva Statale di Vallombrosa (FI) L’abete bianco ha un areale europeo ampio ma frazionato, caratterizzato da quattro subareali più o meno collegati tra loro e collocati rispettivamente sui rilievi della Germania centro-meridionale, nei Carpazi, sulle catene montuose della penisola balcanica centro settentrionale e lungo la catena alpino-appenninica. Il nucleo principale è sicuramente quello centro-europeo, dove si possono trovare bellissime abetine come quella della Selva Nera. I genotipi presenti in Italia sono costituiti da quelli di origine balcanica nelle Alpi orientali, e nelle Alpi occidentali da quelli di origine alpino-appenninica. In nord Italia l'abete bianco è presente sulle Alpi, ma in maniera discontinua: è comune nelle Alpi orientali, mentre è poco diffuso (e talvolta assente su ampi tratti) lungo le aree interne dei settori centrale e occidentale della catena alpina, zone nelle quali le condizioni microclimatiche ed ecologiche favoriscono il larice e (in misura minore) l'abete rosso, ritorna invece ad essere frequente nelle Alpi Marittime e nelle Alpi Liguri. Nell'Appennino settentrionale (in Toscana e in Emilia-Romagna) l'abete bianco è presente sia con nuclei autoctoni di estensione a volte limitata, sia in associazione al faggio, o in foreste vaste e più o meno pure, di origine sia silvicolturale che spontanea; in Centro Italia si trova in gruppi isolati sui Monti della Laga e nel bacino del Trigno. Nel Meridione lo si rinviene sia nell'Appennino lucano e sia nell'Appennino calabro: in Basilicata, lo si ritrova nella Riserva regionale Abetina di Laurenzana e nel versante settentrionale Parco nazionale del Pollino, associato al faggio; in Calabria lo si rinviene oltre che in Aspromonte, anche sulla Sila e sulle Serre calabresi. In questa zona è degno di nota il Bosco Archiforo, nel comune di Serra San Bruno, dove sono presenti alcune piante di grandi dimensioni, mentre sulla Sila, specie nei pressi del Gariglione, in provincia di Catanzaro, sono ancora presenti esemplari monumentali. Le abetine appenniniche, soprattutto quelle toscane, sono, però, da considerare in gran parte non naturali, in quanto sono il risultato di interventi umani di rimboschimento attuati dai granducati e da alcuni ordini monastici oppure sono il prodotto di una selezione, operata all'interno di foreste miste (faggio e abete bianco), che ha favorito la conifera a discapito della latifoglia. Le zone appenniniche dove tale pianta cresce spontanea sono soprattutto il bosco intorno all'Eremo di Camaldoli, nelle Foreste Casentinesi, e a sud del monte Amiata zone in cui l'abete bianco, seppure autoctono, è stato comunque favorito dai tagli selettivi; assai interessante è infine il bosco formato da abete bianco, in associazione con il pino mugo (Pinus mugo subsp. mugo), che si sviluppa in prossimità della vetta del Monte Nero (1752 m) nell'Appennino Ligure orientale e che rappresenta l'estremo lembo relitto di una fitocenosi ad abete bianco e pino mugo, che pare sia stata molto diffusa in tempi preistorici (grossomodo dal 6000 all'800 a.C.) su gran parte dell'Appennino settentrionale e che oggi è attestata da rilievi palinologici. === Distribuzione in calo === Durante gli ultimi anni l'abete bianco ha subito una diminuzione di numero. Ad esempio, in 15 anni, nell'Altipiano svizzero, l'abete bianco è diminuito di circa l'11% e al 2004 rappresenta solo il 13% degli alberi, cifra decisamente inferiore al 37% del più diffuso abete rosso. Tale diminuzione è in gran parte dovuta all'azione antropica (cioè dell'uomo) che, nella maggior parte dei casi, ha sfavorito questa conifera a favore di altre piante, in particolar modo del faggio. Da non sottovalutare anche il taglio delle giovani piante per l'utilizzo come albero di Natale. Il ritiro dell'areale dell'abete bianco è comunque un fenomeno generalizzato che si registra a partire dagli ultimi 2000 anni. Le cause non sono ancora state accertate, ma sono probabilmente da ricercarsi nelle variazioni climatiche e nell'azione antropica. In Sicilia esiste l'abete dei Nebrodi, una specie endemica, un tempo classificata come sottospecie dell'abete bianco, oggi ritenuta, invece, una specie autonoma che potrebbe essersi formata per speciazione durante l'inizio dell'ultimo periodo interglaciale post-wurmiano. È una specie in via di estinzione e, ad oggi, ne esistono solo una trentina di esemplari sulle Madonie, protetti da filo spinato. Si differenzia dall'abete bianco in quanto è più piccolo e compatto, con rami glabri, foglie più corte (9–10 mm) e strobili di circa un quarto più piccoli. Nell'ambito della regione mediterranea vivono nove specie affini all'abete bianco, solitamente interfertili e poco differenziate fra loro. Fra queste: ''A. pinsapo marocana'' che si trova solo in Marocco; ''A. pinsapo'' in Spagna; ''A. numidica'' in Algeria; il già citato ''A. nebrodensis'' in Sicilia; ''A. cephalonica'' in Grecia; ''A. × borisii-regis'' parte meridionale del Balcani ''A. equi-trojani'' in Turchia (nella zona vicino alla città di Troia); ''A. born-mulleriana'' e ''A. cilicica'' in Turchia. In totale il genere Abies comprende circa 45-55 specie. === Legno === Il legno dell'abete bianco è leggero, abbastanza tenero, di colore chiaro con venature rossastre; ritenuto qualitativamente inferiore a quello dell'abete rosso, è comunque ampiamente impiegato dalle industrie cartiere per ottenere cellulosa tramite il processo al solfito e nelle falegnamerie, dove viene utilizzato per varie costruzioni sia di interni (arredamenti) che per gli esterni, nonostante sia abbastanza vulnerabile a tarli e agenti atmosferici. Alcuni vantaggi rispetto al legno dell'abete rosso si possono trovare nel fatto che tale legno non contiene resina, poiché questa è presente solo nella corteccia, una maggiore resistenza e portata statica ed una superiore attitudine all'impregnazione. Gli svantaggi rispetto all'abete rosso stanno in una maggiore presenza di durame con elevato contenuto di umidità (tale difetto viene definito "cuore bagnato") e nella presenza di "cipollatura", un difetto del legno che consiste in un maggior sfaldamento in corrispondenza degli anelli annuali di accrescimento. Alcuni dati tecnici: * Resistenza a compressione assiale = circa 35 N/mm² * Resistenza a flessione = circa 70 N/mm² * Modulo di elasticità = circa 14.000 N/mm² * Peso specifico: allo stato fresco circa 920 kg/m³, dopo normale stagionatura circa 440 kg/m³ Il legno è molto utilizzato in Giappone per la costruzione di case antisismiche. === Medicinale === Le gemme, che vengono raccolte in primavera, contengono un olio ed un glucoside, detto piceina, che le rende balsamiche, con proprietà sfiammanti, antireumatiche e diuretiche. Il decotto di gemme unito è molto utile per trattare problemi alle vie respiratorie per l'attività antisettica ed espettorante. Tale olio viene anche usato per aromatizzare prodotti da bagno e per massaggi tonificanti. Le foglie, ricche di provitamina A, anticamente venivano utilizzate per curare malattie agli occhi. Dal legno e dalle foglie si ricava l'essenza di trementina, utilizzata in medicina e in veterinaria per strappi e contusioni grazie alle sue proprietà antisettiche e antireumatiche. === Altri usi === * In passato, tra il XV e il XVIII secolo, la pianta veniva utilizzata, data la notevole altezza dei suoi fusti, come albero di maestra per le navi, mentre ancora oggi, soprattutto nell'Europa centrale, gli esemplari più giovani vengono utilizzati come alberi di Natale al posto del più usato abete rosso, in quanto i suoi aghi sono aromatici e resistenti, cadendo molto più tardi rispetto a quelli dell'abete rosso. Oggi, però, l'abete bianco è poco utilizzato come albero di Natale, è stato, infatti, in gran parte sostituito dall'abete del Caucaso (che ha un fogliame più denso e attraente), dall'abete rosso (più diffuso ed economico) e da altre specie. * I frati Servi di Maria di Monte Senario (Firenze) producono un liquore con estratti di questa pianta chiamato "Gemma d'Abeto", ideato nel 1865 da fra Agostino Martini da Sant'Agata di Mugello, speziale del convento. * I monaci di Camaldoli (AR) producono un liquore con estratti di questa pianta chiamato "Lacrima d'abeto". * La corteccia dell'abete bianco contiene una resina, da cui si ricava la cosiddetta "Trementina di Strasburgo" o "di Alsazia", utilizzata soprattutto per le vernici. * Ogni tre anni a Spelonga, in occasione della Festa Bella, si taglia un abete bianco e in tre giorni lo si trasporta a mano in paese per rievocare la Battaglia di Lepanto. *I boschi di abete forniscono il miele di melata, molto apprezzato nei paesi dell'Europa Centrale. L'abete bianco predilige un clima di montagna: può sopportare temperature particolarmente basse (-25 °C), è molto resistente al vento e alle intemperie e tollera condizioni d'ombra (sciafilia). È però sensibile a gelate tardive e per questo non scende nelle valli, dove tale fenomeno avviene più spesso. Necessita di elevata piovosità (condizioni ottimali 1500–2000 mm/anno) e soprattutto umidità. Cresce su terreni silicei freschi e profondi, è in grado di superare periodi di siccità, ma non ama il ristagno idrico che causa la marcescenza dell'apparato radicale. Questa specie non forma mai in natura popolamenti puri ma si incontra sempre in boschi misti: questo è dovuto al fatto che le plantule non trovano un substrato adeguato nell'humus prodotti dalla decomposizione delle foglie degli abeti bianchi adulti per cui possono svilupparsi solo sotto esemplari arborei di altra specie. Se coltivato al di sotto dei 500 metri, dove il clima è più mite, diviene meno resistente in quanto è costretto a prolungare il ciclo vegetativo a causa della stagione favorevole più duratura. Ciò porta alla formazione di anelli di accrescimento più larghi e contenenti una maggiore quantità d'acqua, rendendolo di fatto più vulnerabile a rotture e attacchi di parassiti. Questa specie sulle Alpi non è in genere oggetto di impianti selvicolturali e non esistono, quindi, fustaie coetanee ma solo esemplari isolati o a chiazze in popolamenti naturali di faggio ed abete rosso. Il taglio effettuato è quindi del tipo saltuario. Diversa la situazione sull'Appennino, soprattutto toscano dove prevalgono fustaie coetanee di impianto trattate a taglio raso con rinnovazione artificiale. Questo tipo di trattamento è in via di abbandono e questi boschi stanno evolvendo in boschi misti.
Picea abies
''Picea abies'' L''''abete rosso''' o '''peccio''' H.Karst., 1881) è un albero appartenente alla famiglia Pinaceae, ampiamente diffuso sulle Alpi, nonché nel resto d'Europa.
=== Portamento === Alto fino a 40 metri, con tronco diritto e chioma conica relativamente stretta. Il portamento può comunque differenziarsi in base all'altitudine, essendo questa una specie caratterizzata da un certo polimorfismo: la chioma, infatti, può assumere una forma più espansa alle quote alpine più basse, mentre tende a divenire più stretta a quote maggiori (per contenere i danni provocati dalla neve). === Corteccia === La corteccia è sottile e rossastra (da quest'ultima caratteristica deriva il nome comune dell'albero); con l'età diviene bruno-grigiastra e si divide in placche rotondeggianti o quasi rettangolari (di circa 10–20 mm).Aghi di Abete rosso Strobili di abete rosso miniatura === Foglie === Le foglie sono costituite da aghi appuntiti, a sezione quadrangolare, lunghi fino a circa 25 mm, inseriti su cuscinetti in rilievo posti tutti intorno al rametto, con tendenza a disporsi su un piano orizzontale. === Strutture riproduttive === Essendo gimnosperme non fanno fiori. Gli sporofilli, detti anche coni, maturano in aprile-maggio. * Macrosporofilli: formano coni sessili nella parte apicale dei rami, riuniti in genere in 3-4, appaiono dapprima eretti poi penduli. Sono le strutture riproduttive femminili, che dopo l'impollinazione danno origine agli strobili, detti comunemente pigne. * Microsporofilli: formano coni lunghi 10 mm all'estremità dei rami dell'anno precedente, nella parte superiore della chioma. Sono le strutture riproduttive maschili, generalmente si sviluppano alla base dei coni femminili. === Strobili === Gli strobili, comunemente detti "pigne", sono cilindrici, penduli, lunghi 100–200 mm e larghi 20–40 mm, dapprima di color verde o rossiccio, poi marroni (in autunno). Cadono interi a maturità. La fruttificazione è tardiva (20-50 anni). Europa e Asia centrale e settentrionale. Utilizzatissimo per impieghi silvicolturali e come albero ornamentale. In Italia è presente allo stato spontaneo sulle Alpi, dalla Liguria (con un nucleo relitto in alta Val Tanarello) alle Alpi Giulie; ne sono conosciuti anche alcuni popolamenti relitti nell'Appennino Tosco-Emiliano (valle del Sestaione presso il Passo dell'Abetone); altrove il peccio è stato diffusamente coltivato per rimboschimenti. Nell'arco alpino l'abete rosso forma boschi di notevole estensione solo a partire dalla sezione nord-occidentale delle Alpi Marittime (Vallone del Boréon), ma fino alla Valle d'Aosta è spesso subordinato all'abete bianco nell'orizzonte montano ed al larice in quello subalpino. Le peccete si estendono maggiormente nelle Alpi centrali ed orientali, dove questa specie approfitta di condizioni climatiche per essa ideali, soprattutto estive (caldo moderato e precipitazioni regolari nel trimestre estivo), fattori che nei settori alpini orientali appaiono maggiormente distribuiti. Sulle Alpi è specie tipica dell'orizzonte montano medio e superiore e di quello subalpino inferiore, trovando condizioni climatiche ottimali tra i 1200 e i 1800 m di altitudine, anche se in casi particolari può scendere fino a soli 600–800 m di altitudine, come nel Tarvisiano, oppure risalire fino a 2100–2200 m, come in alcune località dell'Alta Valtellina (Bormio). Questa specie è oggetto di selvicoltura in un numero sterminato di ettari nell'Europa settentrionale ed in Russia, ma anche, su più ridotte superfici, sulle Alpi. In Italia sono rari gli impianti artificiali trattati a taglio raso, mentre essa appare comunemente associata all'abete bianco, al faggio ed al larice. Il trattamento preferenziale è quello del taglio saltuario. Un grave problema della selvicoltura dell'abete rosso è costituito dalle difficoltà nella rinnovazione, soprattutto in caso di fitto sottobosco che impedisce la crescita del novellame; in questi casi si preferisce ricorrere alla rinnovazione integrata. È accettata la seguente varietà naturale: * ''Picea abies'' var. ''acuminata'' (Beck) Dallim. & A.B.Jacks. - endemica delle Alpi, del Giura, dei Carpazi e del sud della Norvegia. Ha coni lunghi 12-16 cm con scaglie rombiche dalla punta elongata e acuminata. Abete rosso Si distingue dall'abete bianco: * per gli aghi: nell'abete rosso hanno sezione quadrangolare, mentre nell'abete bianco sono piatti; * per la corteccia: nell'abete rosso è più scura, rossastra, e si stacca in placche rotondeggianti o irregolarmente rettangolari (di circa 10–20 mm); * per le pigne: nell'abete bianco sono erette, non cadono ma si sfaldano, mentre nell'abete rosso sono pendule e cadono intere (si possono dunque osservare sul terreno); * per il portamento dei rami: nell'abete rosso (peccio) quelli principali sono orientati verso l'alto e quelli secondari sono penduli, mentre l'abete bianco li ha esclusivamente orizzontali. L'abete rosso (come tutti i pecci e gli abeti) si distingue dal pino silvestre e dal larice – con i quali condivide nelle Alpi l'habitat – per l'attacco degli aghi: nei pini e nei larici gli aghi sono raggruppati a ciuffetti, mentre nei pecci (e negli abeti) sono inseriti singolarmente sui rametti. Tale caratteristica distingue i pecci anche dai cedri. Di questa specie esistono numerose varietà ornamentali. Una pianta simile all'abete rosso, con la quale esso può condividere parchi e giardini, è il peccio del Caucaso (''Picea orientalis'' Carr.). Di solito, però, l'abete rosso ha gli aghi più grandi, appuntiti, e il peccio del Caucaso ha una corteccia che ricorda quella dell'abete bianco. Il legno di questo peccio ha ottime proprietà di amplificazione del suono e, per questa ragione, viene utilizzato nella costruzione delle tavole armoniche degli strumenti a corda.Tale riferimento generico all'abete rosso va specificato, restringendolo preferibilmente all'abete rosso "di risonanza", così chiamato per le sue caratteristiche acustiche, che risultano ottimali per detti strumenti. Esso è un particolare tipo di abete rosso (spesso designato, commercialmente e in liuteria, col termine "abete maschio"), il cui legno presenta anomalie di accrescimento degli anelli annuali (cosiddette "maschiature") e da secoli viene ricercato dai liutai e costruttori per realizzare la tavola armonica di svariati strumenti musicali a corda, tra i quali strumenti ad arco (violini, viole, violoncelli...) nonché clavicembali, pianoforti, chitarre classiche. La distribuzione di questo "albero che canta" è limitata a poche zone europee.Si ritiene che numerosi strumenti musicali, anche di illustri liutai dei secoli scorsi, siano stati costruiti con il legname di risonanza della Val di Fiemme e della foresta di Paneveggio in provincia di Trento, nonché della Val Canale e del Tarvisiano in provincia di Udine. Antonio Stradivari, per i suoi straordinari violini, si riforniva presso la Magnifica Comunità di Fiemme. Famose case costruttrici di pianoforti da concerto di alta gamma (quali, ad esempio, Bechstein, Blüthner, Fazioli) utilizzano per i loro strumenti tavole armoniche realizzate con abete di risonanza della Val di Fiemme. Questo albero, inoltre, in Germania è riscontrabile solo in alcuni distretti alpini, mentre in Austria è assente. La su descritta caratteristica negli abeti rossi è stata scoperta anche in Valle di Ledro, sul monte Tremalzo, dove è in atto uno studio più approfondito. Il Corpo Forestale dello Stato ha condotto un censimento sugli alberi monumentali d'Italia, nel quale viene segnalato un grande abete rosso a Bagni di Mezzo di San Pancrazio: è alto 45 m e ha una circonferenza di 4,8 m. L'abete rosso, a differenza del larice, è una specie simbionte del fungo porcino (''Boletus edulis'') ed è la specie ospite prediletta per il dannoso bostrico tipografo (''Ips typographus''). Dalla distillazione della resina dell'abete rosso si ricava la trementina (acquaragia). La stessa resina si usa anche per produrre il nerofumo. Dalla corteccia si estraggono tannini, usati per la concia delle pelli. Old Tjikko Inoltre, l'abete rosso è una delle piante più longeve al mondo. In particolare, un esemplare clonale scoperto in Svezia nel 2004 e datato al carbonio da Leif Kullman, botanico all'università di Umeå in Svezia, avrebbe ben 9550 anni, risultando così l'organismo vivente clonale più anziano del pianeta. È stato battezzato Old Tjikko.
America centrale
L''''America centrale''' o '''Centro America''' è una delle tre principali macroregioni, distinte per posizione geografica, in cui viene suddivisa l'intera America . In particolare l'America centrale rappresenta la parte minoritaria di quello che secondo alcuni geografi è il continente nordamericano mentre secondo altri geografi è il subcontinente nordamericano. Caratteristica peculiare dell'America centrale è quella di essere un "ponte" fra le due Americhe e nello stesso tempo un'area di passaggio fra i due maggiori oceani della Terra, il Pacifico e l'Atlantico, grazie alla presenza del canale di Panama.
=== La dominazione europea === Evoluzione politica dell'America centrale dal 1700 in poi Questa regione, in cui anticamente prosperarono le evolute civiltà mesoamericane come la civiltà mexica, la civiltà maya, la civiltà teotihuacana, la civiltà zapoteca, la civiltà mixteca, la civiltà olmeca o la civiltà tarasco, è stata sottoposta per tre secoli (dall'inizio del Cinquecento alla fine dell'Ottocento) alla dominazione spagnola. La lingua e la religione dei conquistatori si sono così imposte nell'area: in gran parte dei paesi dell'America centrale si parla correntemente lo spagnolo e la religione più diffusa è quella cattolica. Anche la composizione della popolazione si è profondamente modificata: agli originari amerindi si sono sovrapposti e mescolati i bianchi europei (spagnoli, inglesi, francesi e olandesi) e i neri importati dall'Africa come schiavi per lavorare nelle piantagioni. === L'egemonia degli Stati Uniti d'America === Il raggiungimento dell'indipendenza, nei primi decenni dell'Ottocento, non ha portato nella regione stabilità e democrazia. La storia di gran parte dei paesi centroamericani è stata infatti segnata, anche nel Novecento, da regimi autoritari, colpi di stato e guerre civili. A partire dal XIX secolo si è affermata nell'area l'influenza dei vicini Stati Uniti d'America, che hanno forti interessi economici, politici e militari nella regione. Gli Stati Uniti d'America hanno costruito il canale di Panama e sono intervenuti più volte, militarmente ed economicamente, per condizionare le politiche di molti paesi dell'area. === Geografia fisica === Carta geografica (in lingua inglese) dell'America Centrale L'America Centrale, come dice il nome stesso, occupa la parte centrale del continente americano. È delimitata a nord dal Golfo del Messico e dall'Oceano Atlantico, a nord-ovest dall'America Settentrionale, a ovest dall'Oceano Pacifico, a est dall'Oceano Atlantico e a sud dall'Oceano Pacifico e dall'America Meridionale. ==== Geomorfologia ==== L'America Centrale è formata da una regione continentale situata ad ovest e da una regione insulare situata ad est. La regione continentale collega l'America Settentrionale all'America Meridionale ed ha una forma stretta e allungata che si produce in una successione di istmi, golfi e penisole. È delimitata a nord dall'Istmo di Tehuantepec (istmo del Messico), a ovest dall'Oceano Pacifico, e a est dal Mare dei Caraibi. Come limite sud, prevalentemente viene considerato l'Istmo di Darién (istmo della Repubblica di Panama). Più precisamente viene considerato lo spartiacque dei fiumi Atrato (fiume della Colombia) e Tuiria (fiume della Repubblica di Panama). Più raramente, invece che l'Istmo di Darién, viene considerato il Canale di Panama, situato più a nord-ovest. La regione insulare è rappresentata dall'arcipelago delle Antille. È situata nell'Oceano Atlantico, a sud della Florida (stato federato dell'America Settentrionale) e a nord del Venezuela (stato dell'America Meridionale), ed è delimitata ad ovest dal Mare dei Caraibi. L'arcipelago della Antille è disposto ad arco e si estende dal Golfo del Messico alle coste del Venezuela. La parte concava dell'arco è rivolta verso il Mare dei Caraibi. Le due maggiori isole delle Antille sono Cuba e Hispaniola. ===== Orografia ===== ===== Idrografia ===== Il territorio dell'America centrale non presenta reti fluviali di rilievo: i maggiori corsi d'acqua sfociano nel mar dei Caraibi, mentre il Pacifico riceve le acque di fiumi brevi e a regime torrentizio. Un fiume importante è, nel Nicaragua, il Rio San Juan (192 km), emissario del lago di Nicaragua che scorre in una depressione che, come un corridoio, collega la costa del Pacifico con quella caraibica segnando per un lungo tratto il confine tra Costa Rica e Nicaragua. Altro importante lago nel Nicaragua è il Managua. Sulla dorsale di Panama, il lago Gatún è stato utilizzato come importante serbatoio per il funzionamento del sistema di chiuse del canale di Panama, che collega il mar dei Caraibi all'oceano Pacifico. === Geografia politica === Carta politica della parte continentale dell'America Centrale Politicamente e amministrativamente l'America Centrale è suddivisa in 20 stati indipendenti di cui 7 sono Stati istmici, rientrano cioè nell'America Centrale continentale (tra parentesi è indicata la capitale): * (Belmopan), reame del Commonwealth; * (San José); * (San Salvador); * (Città del Guatemala); * (Tegucigalpa); * (Managua); * (Panamà). I rimanenti 13 stati indipendenti sono stati insulari delle Antille (tra parentesi è indicata la capitale): * (L'Avana); * (Roseau); * (Port-au-Prince); * (Santo Domingo); * (Port of Spain); di cui 8 sono reami del Commonwealth: * (Saint John's); * (Nassau); * (Bridgetown); * (Kingston); * (Saint George's); * (Basseterre); * (Castries); * (Kingstown). La popolazione dell'area si aggira intorno agli 80 milioni di abitanti. Rientra nell'America Centrale solo una piccola parte del Messico composta dagli stati federati di Tabasco, Campeche, Yucatán, Quintana Roo e Chiapas cui si aggiunge una piccola parte del Veracruz e dell'Oaxaca. Considerando l'Istmo di Darién come confine tra l'America Centrale continentale e l'America Meridionale, non rientra nell'America Centrale una piccola parte della Repubblica di Panama costituita da gran parte della Provincia di Darién, dalla comarca Emberá-Wounaan e da una piccola parte della comarca Kuna Yala. I rimanenti succitati 18 stati indipendenti sono invece compresi interamente nell'America Centrale. Il territorio dell'America Centrale non compreso nei succitati stati indipendenti è suddiviso politicamente e amministrativamente nei seguenti 17 territori dipendenti da stati indipendenti (tutti europei ad eccezione degli Stati Uniti): * Anguilla (dipendenza del Regno Unito); * Aruba (nazione costitutiva del Regno dei Paesi Bassi) * Collettività di Saint-Martin (dipendenza della Francia); * Curaçao (nazione costitutiva del Regno dei Paesi Bassi); * Guadalupa (dipendenza della Francia); * Isole Cayman (dipendenza del Regno Unito); * Isole Vergini britanniche (dipendenza del Regno Unito); * Isole Vergini americane (dipendenza degli Stati Uniti d'America); * Martinica (dipendenza della Francia); * Montserrat (dipendenza del Regno Unito); * Porto Rico (dipendenza degli Stati Uniti d'America); * Saba (nazione costitutiva del Regno dei Paesi Bassi); * Saint-Barthélemy (dipendenza della Francia); * Turks e Caicos (dipendenza del Regno Unito). Questi 17 territori dipendenti sono compresi interamente nell'America Centrale. === L'America Centrale in ambito geopolitico === In ambito geopolitico normalmente, per quanto riguarda le macroregioni sovranazionali, si prescinde dai confini riconosciuti in ambito geografico e si considera i confini degli stati ad essi più prossimi. Secondo tale consuetudine, in ambito geopolitico l'America Centrale continentale è delimitata a nord e a sud da confini diversi. In particolare a nord è delimitata dal confine tra il Messico e il Guatemala e tra il Messico e il Belize, a sud invece è delimitata dal confine tra la Repubblica di Panama e il Colombia. L'America Centrale secondo l'ONU In ambito geopolitico si considera quindi tutto il Messico non appartenente all'America Centrale e tutta la Repubblica di Panama appartenente all'America Centrale. Per quanto riguarda invece la regione insulare dell'America Centrale, non ci sono differenze in ambito geopolitico. Discostandosi da quanto normalmente avviene in ambito geopolitico, l'ONU considera invece tutto il Messico appartenente all'America Centrale. Cioè considera, come confine tra l'America Settentrionale e l'America Centrale, il confine tra Messico e Stati Uniti d'America. Considera inoltre tutte le Antille non appartenenti all'America Centrale. Secondo l'ONU l'America Centrale è dunque formata dai territori dei seguenti otto stati indipendenti: Belize, Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Honduras, Messico, Nicaragua, Panama. Paese Area (km²) Popolazione (1º luglio 2007) Densità (per km²) Capitale Belize 22.966 256.062 11 Belmopan Costa Rica 51.100 4.325.838 85 San José El Salvador 21.040 6.948.073 330 San Salvador Guatemala 108.890 12.974.361 119 Città del Guatemala Honduras 112.090 6.406.052 57 Tegucigalpa Nicaragua 129.494 5.603.000 42 Managua Panama 78.200 3.231.000 43 Panama === Religione === Religione per paese: Paese Cattolici Protestanti Altre religioni Nessuna Censimento Belize 53,9 % 35,5 % 3,3 % 7,3 % 2000 Costa Rica 75,2 % 17,9 % 2,7 % 4,2 % 2006 El Salvador 50,6 % 38 % 2,5 % 8,9 % 2009 Guatemala 47,9 % 38,2 % 2,3 % 11,6 % 2012 Honduras 67 % 27 % 1 % 5 % 2001 * Nicaragua 58,5 % 23,2 % 2,6 % 15,7 % 2005 Panama 79,1 % 15,9 % 2 % 3 % 2004 '''*''' CID-Gallup sondaggio luglio 2001 La maggior parte della popolazione è di religione cattolica; in Costa Rica e Panama i cattolici sono più dei tre quarti della popolazione, in Honduras più dei due terzi, in Nicaragua e Belize più della metà, in El Salvador la metà e in Guatemala meno della metà. Il Cattolicesimo introdotto dagli spagnoli costrinse gli indigeni a convertirsi al cattolicesimo, che era l'unica religione ammessa e molto vicina allo stato. Il protestantesimo è una minoranza, ma in crescita; in El Salvador e Guatemala sono circa il 40%, mentre in Costa Rica e Panama è inferiore al 20%. La maggior parte dei protestanti sono evangelici, ma ci sono anche alcuni gruppi di mormoni, di testimoni di Geova e di avventisti e in minor misura di ortodossi. Altre religioni praticate sono l'Islam, il Buddismo, l'Ebraismo, il paganesimo, le credenze Maya e il Bahá'í. === Etnie === Gruppi etnici in America Centrale sono attribuiti come segue : Paese Meticci Bianchi Amerindi Neri Asiatici Belize 47 % 5 % 11 % 37 % Costa Rica 13 % 80 % 2 % 4 % 2 % El Salvador 87 % 12 % 1 % Guatemala * 53 % 5 % 40 % 1 % 1 % Honduras 88 % 3 % 7 % 2 % Nicaragua 69 % 17 % 5 % 9 % 1 % Panama 70 % 10 % 6 % 14 % 3 % '''*''' Censimento del 2002 Circa il 65 % della popolazione dell'America Centrale è meticcia (misto tra spagnolo e indigeno) ed è la maggiore etnia in tutti i paesi eccetto la Costa Rica. La popolazione bianca è maggioritaria in Costa Rica e, come nel resto dei paesi, i bianchi sono quasi esclusivamente di origine spagnola. La popolazione indigena fu notevolmente ridotta durante e successivamente la conquista spagnola. L'unico paese con una grande popolazione indigena è il Guatemala, con 4,6 milioni di indigeni che rappresentano il 41 % della popolazione, tutti di origine maya. Anche in Belize e Honduras la popolazione indigena è di origine maya e vive principalmente lungo la costa spesso con la popolazione nera di questi paesi. Circa il 5% della popolazione nicaraguense è indigena, divisa in diversi gruppi etnici: miskito, sumo, rama, creoli, ulwa, chorotega, nicarao e garifuna. Il 9% della popolazione nicaraguense è di origine africana. In Costa Rica ed El Salvador i nativi sono pochi, meno dell'1% della popolazione. Negli stati più poveri le risorse (in primo luogo terreni agricoli) appartengono a poche grandi famiglie, nelle cui mani si concentra la maggior parte della ricchezza. L'agricoltura, specialmente quella di piantagione, svolge ancora un ruolo primario. I prodotti sono destinati per la maggior parte all'esportazione. Poiché queste attività sono gestite da imprese straniere, i vantaggi economici per le popolazioni locali sono molto ridotti. Lo stesso avviene del resto per le attività industriali e turistiche (particolarmente sviluppate nei paesi delle Antille), settori in gran parte controllati da imprese straniere. Un settore importante dell'economia di alcuni stati dell'America centrale è l'esportazione di materie prime, principalmente verso il continente nord americano. +'''Indicatori economici per paese''' Paese PIL nominale PIL pro capite PIL PPA Aspettativa di vita Alfabetizzazione ISU Povertà Moneta 1,604 US$ 8,400 US$ 13,929 US$ 74 anni 76 % 619 39 % Dollaro del Belize 49,621 US$ 12,900 US$ 72,524 US$ 81 anni 96 % 763 21 % Colon 24,512 US$ 7,500 US$ 59,191 US$ 72 anni 78 % 680 58 % Dollaro statunitense 54,383 US$ 5,300 US$ 124,385 US$ 73 anni 75 % 628 51 % Quetzal 18,813 US$ 4,800 US$ 31,879 US$ 71 anni 67 % 614 69,7 % Lempira 11,272 US$ 4,500 US$ 47,921 US$ 78 anni 69 % 617 42 % Cordova di Oro 40,329 US$ 16,500 US$ 77,125 US$ 79 anni 93 % 765 26 % Balboa
Analisi della varianza
L''''analisi della varianza''' è un insieme di tecniche statistiche facenti parte della statistica inferenziale che permettono di confrontare due o più gruppi di dati confrontando la variabilità ''interna'' a questi gruppi con la variabilità ''tra'' i gruppi. L'ipotesi nulla solitamente prevede che i dati di tutti i gruppi abbiano la stessa origine, ovvero la stessa distribuzione stocastica, e che le differenze osservate tra i gruppi siano dovute solo al caso. Si usano queste tecniche quando le variabili esplicative sono di tipo nominale . Nulla impedisce di usare queste tecniche anche in presenza di variabili esplicative di tipo ordinale o continuo, ma in tal caso sono meno efficienti delle tecniche alternative .
L'ipotesi alla base dell'analisi della varianza è che dati gruppi, sia possibile scomporre la varianza in due componenti: ''Varianza interna ai gruppi'' (anche detta ''Varianza Within'') e ''Varianza tra i gruppi'' (''Varianza Between''). La ragione che spinge a compiere tale distinzione è la convinzione, da parte del ricercatore, che determinati fenomeni trovino spiegazione in caratteristiche proprie del gruppo di appartenenza. Un esempio tipico, ripreso dalle analisi sociologiche, si trova nello studio dei gruppi di tossicodipendenti. In questo caso l'analisi della varianza si usa per determinare se più gruppi possono essere in qualche modo significativamente diversi tra loro (la varianza ''between'' contribuisce significativamente alla varianza totale - il fenomeno è legato a caratteristiche proprie di ciascun gruppo come la zona di residenza) o, viceversa, risultano omogenei (la varianza ''within'' contribuisce significativamente alla varianza totale - il fenomeno è legato a caratteristiche proprie di tutti i gruppi). In altre parole, il confronto si basa sull'idea che se la variabilità interna ai gruppi è relativamente elevata rispetto alla variabilità tra i gruppi, allora probabilmente la differenza tra questi gruppi è soltanto il risultato della variabilità interna. Il più noto insieme di tecniche si basa sul confronto della varianza e usa variabili di test distribuite come la variabile casuale F di Fisher-Snedecor. Le diverse tecniche vengono suddivise a seconda se il modello prevede: * una sola causa: ad esempio: il gradimento di un cibo dipende dal colore del medesimo; * più di una causa: ad esempio: il successo scolastico dipende sia dal grado di interesse individuale nei confronti dello studio e dell'ottenimento di buoni voti, sia dal grado di istruzione dei genitori; * interazione tra più cause: ad esempio: la velocità di guarigione dipende da due farmaci, i quali però si annullano (o rinforzano) a vicenda. La relazione tra varianza totale riferita alle unità e varianze calcolate sui singoli gruppi (con ) risulta essere: : La prima sommatoria è la varianza within mentre la seconda è la varianza between. Quindi, equivalentemente, si potrà scrivere: : dove è la ''media totale'' delle unità, uguale alle ''medie parziali'' di ciascun gruppo con pesi uguali alle rispettive frequenze relative di gruppo . A loro volta, le medie parziali dei valori del -esimo gruppo sono date da: : Inoltre si ha che: : La varianza within è uguale alla media ponderata delle varianze parziali, calcolate in ogni gruppo. I pesi sono uguali alle loro frequenze relative. La varianza between è uguale alla varianza ponderata delle medie parziali. I pesi sono uguali alle frequenze relative di gruppo. In questo esempio abbiamo gruppi di uguale numerosità (per semplificare l'esempio), con , indicati con e unità statistiche (cioè il numero di osservazioni sperimentali totali). Il modello prevede che : con che indica il gruppo e . L'ipotesi nulla prevede che: * i valori osservati derivino da una distribuzione gaussiana; * con stessa media e stessa varianza ; * sia uguale per tutti i gruppi (e pertanto nullo). I dati osservati nei quattro gruppi sono: j A B C D 1 0,72 0,75 0,68 0,78 2 0,69 0,85 0,70 0,86 3 0,71 0,82 0,67 0,87 4 0,70 0,80 0,65 0,84 5 0,68 0,88 0,70 0,85 Siano adesso: * : la somma degli scarti quadratici delle medie dei singoli gruppi () dalla media generale ; * : la somma degli scarti quadratici dei singoli valori rispetto alla media del gruppo a cui appartengono; * : la somma degli scarti quadratici di tutti singoli valori rispetto alla media generale . Ovvero: : : : : : La variabile test diventa: : dove: : è il numero di gruppi (nel nostro esempio: ); : la numerosità dei singoli gruppi (nel nostro caso per ogni gruppo); :, ovvero il numero complessivo di casi osservati (nel nostro caso ). Nell'esempio si ottiene che: : : : e pertanto : Tale valore viene confrontato con i valori dei una variabile casuale F di Snedecor con e gradi di libertà. Se si accetta una percentuale di falsi positivi del tale valore è: : Pertanto, essendo si rigetta l'ipotesi nulla che prevedeva l'assenza di effetti e si afferma che molto probabilmente almeno uno dei quattro gruppi è diverso dagli altri. Forse tutti i gruppi sono diversi uno dall'altro, forse solo uno di loro. Un test (proposto per la prima volta da Ronald Fisher) permette di determinare la più piccola differenza significativa tra la media di due gruppi, confrontandoli uno a uno. Tale differenza è: : Il calcolo dell'ANOVA con il software R si esegue in diversi modi: a seconda dei dati da analizzare. Prima di procedere nel calcolo vero e proprio è necessario verificare i seguenti assunti: # Indipendenza dei punteggi osservati (se i soggetti sono tra loro indipendenti ci troviamo nell'opzione 'TRA CASI'; se l'assunto non è rispettato (ovvero si fanno più misurazioni agli stessi soggetti) siamo nell'opzione 'ENTRO CASI' che segue modalità di calcolo proprie); # normalità della distribuzione; # omoschedasticità (o omogeneità delle varianze); Il secondo assunto può essere valutato in due modi: * test di normalità di Kolmogorov-Smirnov: >ks.test(x, pnorm, mean(x), sd(x)) dove: * x è la variabile di cui si vuole valutare la normalità; * mean(x) calcola la media di tale distribuzione; * sd(x) calcola la deviazione standard di tale distribuzione; * pnorm esegue il confronto tra la distribuzione e una distribuzione normale teorica con media=mean(x) e deviazione standard=sd(x). Dell'output restituito si legge solo il p-value: deve essere maggiore o uguale a 0.05 (o ad un alpha prefissato). L'ipotesi nulla sostiene infatti che la distribuzione è normale; * test di normalità di Shapiro-Wilk: >shapiro.test(x) questo comando richiede solo la variabile da analizzare. Stesso discorso di prima per l'output e le ipotesi del test. Il terzo assunto, omogeneità delle varianze (ossia delle diverse varianze considerate suddivise in funzione dei livelli del fattore), viene così calcolato: >bartlett.test (y~A) dove: * y è la variabile dipendente; * A è il fattore; per quanto riguarda l'output è sufficiente leggere il p-value e assicurarsi che sia maggiore o uguale ad un livello alpha prefissato (di default è 0.05). L'ipotesi nulla sostiene infatti che tutte le varianze sono tra loro omogenee. Nel caso questo assunto non sia rispettato è necessario eseguire il calcolo dell'ANOVA con la correzione di Welch. Verificati gli assunti si può procedere con l'ANOVA vera e propria. === Modello tra casi === In questo caso è sufficiente utilizzare il seguente comando: >anova(lm(y~A)) la cui ipotesi nulla è che le diverse medie dei gruppi del fattore sono uguali. Si noti che l'ipotesi alternativa sostiene che almeno una è diversa dalle altre, non necessariamente tutte diverse tra loro. nel caso avessimo più fattori possiamo scrivere: >anova(lm(y~A*B)) se vogliamo tenere conto delle interazioni tra diversi fattori >anova(lm(y~A+B)) se non vogliamo considerare l'interazione; ===Modello entro casi=== In questo caso dobbiamo verificare i 3 assunti di prima più un quarto: l'assunto di sfericità (che sostiene che le covarianze siano omogenee). Per tale verifica: >mauchly.test(lm(y~x)~1, X=~1) e si valuta il p-value: deve essere maggiore o uguale al livello di significatività imposto: l'ipotesi nulla è quella che sostiene la sfericità. nel caso non sia verificato si esegue il calcolo con la correzione di Greenhouse-Geisser nel caso in cui tale assunto è verificato basta inserire il comando: >summary(aov(y~A)) e si osserva il p-value: anche qui l'ipotesi nulla depone a favore dell'uguaglianza tra le medie.
Antoine de Saint-Exupéry
È conosciuto nel mondo per essere stato l'autore del famoso romanzo ''Il piccolo principe'', che nel 2017 ha superato il numero di 300 traduzioni in lingue e dialetti diversi, ed è il testo più tradotto se si escludono quelli religiosi, e per i suoi racconti sul mondo dei primi voli aerei, tra i quali ''Volo di notte'', ''Terra degli uomini'' e ''L'aviatore''. Scrittore riconosciuto, vinse vari premi letterari durante la sua vita, in Francia come all'estero. Durante la seconda guerra mondiale si arruolò nell'aeronautica militare francese e, dopo l'armistizio nelle Forces aériennes françaises libres, passò dalla parte degli Alleati. La sua scomparsa nel corso di un volo di ricognizione, avvenuta sul finire della guerra, restò per molti anni misteriosa, finché nel 2004 venne localizzato e recuperato il relitto del suo aereo, nel mare antistante la costa marsigliese. In seguito è stato possibile accertare che fu un caccia tedesco della Luftwaffe ad abbattere il velivolo. Nel centenario della nascita, gli è stato intitolato l'aeroporto di Lione, fino a quel momento chiamato ''Lyon Satolas''.
Casa natale di Antoine de Saint-Exupéry nella Presqu'île di Lione Nato a Lione da una famiglia cattolica di nobili origini, terzo di cinque figli del visconte Jean de Saint-Exupéry e di Marie Boyer de Fonscolombe, rimane a quattro anni orfano di padre, ma trascorre comunque una infanzia felice. Allevato dalla madre, ottima pittrice, la famiglia si trasferisce a Le Mans, dove cresce con i quattro fratelli nel castello di Saint-Maurice-de-Rémens. Frequentò il collegio gesuita di Notre-Dame de Sainte-Croix, dove trascorse la sua infanzia. È il più fantasioso ma anche il più prepotente e viziato degli alunni. Solo, malinconico afferma: ''C'è una cosa che mi rattristerà sempre, ed è di essere diventato grande''. Nel 1912 all'aeroporto di Ambérieu, sale per la prima volta su un aereo, un Berthaud-Wroblewski. Proprio la guerra accentuò la solitudine del futuro scrittore: prima la separazione dalla madre (infermiera all'ospedale di Ambérieu), poi il soggiorno - con il fratello François - al Collegio di Montgré a Villefranche-sur-Saône e quindi a Friburgo (Svizzera) in un collegio di padri maristi. Nel 1917 il reumatismo articolare del fratello, che non sopravvisse, li riportò in Francia. Nello stesso anno si iscrisse prima al liceo Bossuet, poi al liceo Saint-Louis di Parigi. Dopo una breve e sfortunata esperienza alla Scuola navale (fu respinto all'esame di ingresso), nel 1921 si arruola nel II reggimento di aviazione di Strasburgo e ottiene il brevetto di pilota dapprima civile, poi militare. Per un breve periodo si ferma a Parigi dedicandosi a un lavoro sedentario e si lega alla futura scrittrice Louise Lévèque de Vilmorin. Nel frattempo scrive, pubblicandolo nel 1926, il suo primo racconto, ''L'aviatore'', sulla rivista ''Le Navire d'Argent''. === Aéropostale === Il 12 ottobre 1926 viene assunto come pilota dalla Compagnia Generale di Imprese Aeronautiche Latécoère (poi ''Aéropostale''): cinquemila chilometri per trasportare la posta, da Tolosa a Dakar. Nel 1929 pubblica il suo primo libro, ''Corriere del sud'' (''Courrier Sud''), seguito due anni dopo da ''Vol de nuit'' (premio Femina 1931). Dopo l'avventura africana, Saint-Exupéry nel 1930 approda a Buenos Aires come direttore della linea aeropostale Argentina-Francia. Il lavoro che fa è ottimo ed il servizio è molto elogiato. Nella metropoli incontra l'amore della sua vita, Consuelo Suncín-Sandoval Zeceña de Gómez, scrittrice, pittrice e artista salvadoregna, che sposa nel 1931. Consuelo diverrà la musa ispiratrice di Saint-Exupéry, ma il matrimonio sarà abbastanza turbolento: i lunghi periodi di assenza e le relazioni extraconiugali di lui, il sodalizio artistico di lei con il gruppo dei surrealisti (André Breton, Marcel Duchamp, Balthus ai quali sarà ispirata la sua pittura) saranno narrati in un'autobiografia che verrà ritrovata dopo la sua morte (avvenuta nel 1979) e pubblicata vent'anni più tardi, divenendo in Francia un best seller. Nel 1932 la compagnia Aéropostale è minata dalla politica e destinata a essere assorbita da Air France. Antoine mal sopporta la situazione e torna in Francia, cercando di dedicarsi alla scrittura e al giornalismo. Tra varie vicissitudini brevetta la sua prima invenzione, un dispositivo per l'atterraggio di aerei. A questo brevetto seguiranno numerosi altri, sempre riguardanti dettagli tecnici di velivoli. Si giunge al maggio 1933 e nasce la compagnia di bandiera francese Air France. L'Aéropostale è ormai storia passata. Nel 1935 Saint-Exupéry tenta il raid aereo Parigi-Saigon. L'avventura si tramuta in una sciagura nel deserto, dove viene prima aiutato da un beduino poi tratto in salvo dagli aerei della Regia Aeronautica basati a Derna. Nel 1936 è inviato dell'''Intransigeant'' in Catalogna durante la Guerra civile spagnola. Nel 1939 pubblica ''Terra degli uomini''. Il libro diventa un best seller e riceve un premio anche dall'Académie française. Prima dell'inizio della Seconda guerra mondiale scrive per ''Paris-Soir''. === La guerra === Il 3 settembre 1939, il capitano di complemento Saint-Exupéry si arruola nell'Armée de l'air chiedendo il comando di una squadriglia di caccia, ma la sua età e le sue condizioni fisiche glielo impediscono. Viene impiegato in una squadriglia di ricognizione aerea. Il 22 maggio 1940 effettua una missione di ricognizione su Arras che gli ispirerà ''Pilota di guerra'' (''Pilote de guerre''), e viene citato per la croce di guerra. Un grave incidente lo costringe a riparare a New York, ponendosi come obiettivo quello di far entrare in guerra gli Stati Uniti; di qui passa nel Québec nel 1942. Considerato gollista dagli statunitensi e pétainista dai canadesi, fatica a farsi ascoltare, ma quando gli Alleati sbarcheranno in Africa del Nord, Antoine chiederà di essere arruolato nell'aviazione americana, per tornare in Francia volando. In piena seconda guerra mondiale (1943) saranno proprio gli statunitensi a pubblicare, per primi e in inglese, ''Il piccolo principe'', oggi uno dei libri più venduti. Romanzo in forma di favola sulla ''educazione sentimentale'' divenuto poi un ''best-seller'', ''Il piccolo principe'' ha avuto una notorietà internazionale, è compreso nelle principali liste dei libri più venduti al mondo ed è il libro più tradotto al mondo se si escludono i testi religiosi. === Il mistero della morte === Ripresa nello stesso anno l'attività aviatoria e tornato in Europa, gli viene affidata una serie di cinque missioni di ricognizione fra la Sardegna e la Corsica. Dall'ultima non torna più, precipitando in mare, in circostanze non chiarite con assoluta certezza, dopo essere decollato con un F-5 (una versione da ricognizione del Lockheed P-38 Lightning) dalla base militare di Borgo in Corsica in direzione di Lione (molti hanno parlato di incidente o suicidio). Era il 31 luglio 1944, e lui aveva 44 anni, un mese e 2 giorni. Ville de Québec in Canada Il 7 aprile 2004 la stampa francese riportò con grande evidenza la notizia del ritrovamento, al largo dell'Île de Riou (nella zona di mare dove avvenne la tragedia), a sessanta metri di profondità, dei rottami dell'aereo su cui si trovava Saint-Exupéry quando scomparve durante la missione ricognitiva del 31 luglio 1944. Braccialetto di Saint-Exupéry ritrovato nel 1998 da un pescatore Già nel 1998 un pescatore di nome Jean-Claude Bianco aveva ritrovato ad est dell'isola di Riou un braccialetto d'argento che portava il nome di Saint-Exupéry, sua moglie e quello del suo editore americano agganciato ad un pezzo di metallo presumibilmente del suo aereo. Il ritrovamento del braccialetto a considerevole distanza dal luogo di presunto inabissamento dell'aereo, fece inizialmente ritenere ai discendenti del pilota che si trattasse di un falso e alimentò speculazioni sulla vera causa della morte dello scrittore. Un primo ritrovamento di parte dei rottami si era avuto due anni prima grazie a un sub di Marsiglia. Successive indagini hanno permesso di accertare che si trattava realmente dell'aereo con il quale era decollato lo scrittore, un Lockheed P-38 Lightning di produzione statunitense. Continuando le ricerche sulla morte di Saint-Exupéry, trovarono nella zona vicino allo schianto dell'aereo un braccialetto con le sue iniziali sopra. Visto che su quell'aereo erano piazzate delle mitragliatrici anziché una cinepresa e una macchina fotografica per la ricognizione, alcuni hanno ipotizzato che quello non fosse il suo aereo, anche perché non fu mai trovata traccia del corpo dello scrittore. La morte in volo di Saint-Exupéry, fino alle dichiarazioni del pilota tedesco che lo abbatté, non fu mai accertata. Data la fama leggendaria e romantica del personaggio, nacquero diversi miti, come quello secondo cui l'aereo che fu visto precipitare al largo dell'Île sarebbe un altro aereo francese abbattuto dalla contraerea mentre il P-38 guidato il 31 luglio da Antoine de Saint-Exupéry sarebbe scomparso portando con sé il mistero della fine del pilota e scrittore francese. === Ipotesi di soluzione del mistero === Il numero 725 della rivista tedesca ''Der Landser'' citava una presunta lettera del pilota tedesco Robert Heichele in cui egli affermava di aver abbattuto un P-38 il 31 luglio 1944. La credibilità di questa lettera venne messa in discussione perché in essa si riportava che tale Heichele e il suo copilota volavano su un Focke-Wulf Fw 190 D-9, una variante che non era ancora entrata nel servizio della Luftwaffe. Robert Heichele sarebbe stato abbattuto a sua volta il giorno 16 agosto 1944 e sarebbe morto cinque giorni dopo. Tuttavia, sempre nella stessa lettera, si narra che il presunto velivolo di Saint-Exupéry avrebbe iniziato l'attacco nei confronti dell'unità tedesca, un'incongruenza grave, dato che il velivolo dello scrittore era da ricognizione e non da battaglia. Nel marzo del 2008, Horst Rippert, un ex-pilota della Luftwaffe che durante la guerra ebbe al suo attivo 28 vittorie in scontri aerei, e fratello maggiore del cantante popolare Ivan Rebroff, ha dichiarato che nella notte del 31 luglio 1944 stava sorvolando il Mediterraneo a bordo di un Messerschmitt Bf 109, quando vide più in basso un F-5 e decise di abbatterlo, senza ovviamente sapere chi fosse il pilota francese al quale stava sparando. «Quando ho saputo di chi si trattava — ha detto — ho a lungo sperato che non si trattasse di lui». Saint-Exupéry era infatti all'epoca già conosciuto anche in Germania, non tanto per ''Il piccolo principe'' (scritto nel 1943), quanto per le precedenti pubblicazioni legate al mondo dell'aviazione. Per questo motivo Rippert avrebbe tenuto nascosta per quasi sessantaquattro anni la storia di quella notte, finché non arrivarono a lui il sommozzatore Luc Varnell, il ricercatore di aerei caduti Lino von Gartzen e il giornalista Jacques Pradell, autori di un'approfondita indagine sulla scomparsa dello scrittore francese. Alcuni studiosi hanno dubitato di queste dichiarazioni: in particolare, Horst Rippert sostiene di aver trasmesso via radio il resoconto delle sue responsabilità personali sull'abbattimento, ma non ci sono prove a sostegno di tali affermazioni, considerando che molta documentazione bellica è andata perduta o distrutta. Dopo la sua morte, nel 1948 esce ''Cittadella'', raccolta di note e pensieri. Nel 1982 viene invece pubblicata un'altra raccolta di appunti, intitolata ''Ecrits de guerre''. Nel novembre 2007, durante un'asta pubblica, compaiono alcune sue lettere inedite che vengono acquistate da un collezionista che le dona al Museo delle lettere e dei manoscritti di Parigi. L'editore Gallimard le pubblica nel 2008 con il titolo ''Lettres à l'inconnue''. Nel 1943 ad Algeri, per caso, conosce la "petite fille" che sarebbe "l'inconnue". Ne nasce un amore romantico, lui è per lei "il piccolo principe". Nelle ''Lettres'' lo scrittore disegna per il suo eroe una "piccola principessa" ... che "è ben più gentile di voi" scrive all'"inconnue". * Il fumettista Hugo Pratt ha dedicato una storia, ''Saint-Exupéry. L'ultimo volo'', alla vicenda della morte dello scrittore; il fumetto, in pieno stile prattiano, ripercorre gli ultimi istanti della vita del protagonista intrecciando al fatto i ricordi della sua vita vissuta. * Una delle frasi de ''Il piccolo principe'' "Si vede bene solo con il cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi" è utilizzata come citazione da Daniel Goleman nel suo libro ''Intelligenza emotiva'' come apertura del primo capitolo. La frase è citata anche in ''Guarire'', dello psichiatra David Servan-Schreiber. * Nel 1987 Francesco De Gregori pubblica un brano intitolato ''Pilota di guerra'' dedicato ad Antoine de Saint-Exupéry all'interno dell'album ''Terra di nessuno''. * Nel 1995 il regista Jean-Jacques Annaud gli dedica il film biografico ''Wings of Courage'', cortometraggio di 45', che è anche il primo film 3-D non documentaristico presentato con il sistema IMAX 3D. * Nel 1996 viene realizzato il film biografico ''Saint-Ex'', diretto da Anand Tucker, con Bruno Ganz nella parte dello scrittore. * Nel 2015 viene realizzato il film d'animazione ''Il piccolo principe'', diretto da Mark Osborne. * Nel 2017 viene pubblicato il libro "Le renard et l'aviateur" (La volpe e l'aviatore) scritto da Luca Tortolini e illustrato da Anna Forlati (éditions Notari, Ginevra) ispirato alla vita di Saint-Exupery: l'incontro e l'amicizia tra Antoine e la volpe. * Nel 2017 la nota marca di penne di lusso Montblanc dedica allo scrittore un penna stilografica ad edizione limitata in oro 18 carati * "Il Piccolo Principe" è citato nel romanzo di Yoru Sumino del 2014 "Kimi no suizou wo tabetai" (Vorrei mangiare il tuo pancreas), del quale sono stati in seguito tratti un Manga del 2016, un Film/Dorama del 2017 ed un Anime movie nel 2019. Il libro di Saint-Exupéry, nell'opera, è un oggetto che diviene il legame tra i due giovani protagonisti della storia * Nel 2019, ad Alghero in Sardegna, l'Area Marina Protetta Capo Caccia - Isola Piana inaugura il MASE _ Museo Antoine De Saint-Exupéry: il primo museo in Italia dedicato alla biografia dello scrittore-aviatore. Saint-Exupéry trascorse ad Alghero gli ultimi mesi della sua vita: il 10 maggio del 1944 arrivò in città con l’amico John Phillips, pioniere del fotogiornalismo. Il MASE ripercorre le tappe salienti della biografia dello scrittore, in quei luoghi che lo accolsero nel 1944: la Torre Nuova di Porto Conte ad Alghero, torre aragonese edificata nel 1572. * ''Lettres de jeunesse à l'amie inconnue'' 1923-31 (1953), tr. Maria Cristina Marinelli, ''Lettere di giovinezza all'amica inventata'', Passigli, Firenze, 1990 * ''L'Aviateur'' (1926), tr. Francesco Saba Sardi, ''L'aviatore'', in ''Opere I'', a cura di Michel Autramd e Michel Quesnel, Bompiani, Milano, 1994, pp. 27–37 * ''Textes de jeunesse'', tr. Francesco Saba Sardi, ''Testi giovanili'', in ''Opere I'', cit., pp. 1–23 * ''Courrier Sud'' (1929), tr. Cesare Giardini, ''Corriere del sud'' in ''Volo di notte - Corriere del sud'', Mondadori, Milano, 1932 * ''Vol de nuit'' (1931), tr. Cesare Giardini, ''Volo di notte'' in ''Volo di notte - Corriere del sud'', cit. * ''Préfaces'' (1938), tr. Francesco Saba Sardi, ''Prefazioni'', in ''Opere I'', cit., pp. 513–530 * ''Terre des hommes'' (1939), tr. Michele Saponaro, ''Terra degli uomini'', Garzanti, Milano, 1942; tr. Renato Prinzhofer, introduzione di Renato Barilli, Mursia, Milano, 1988 * ''Le pilote et les puissances naturelles'' (1940), tr. Francesco Saba Sardi, ''Il pilota e le potenze naturali'', in ''Opere I'', cit., pp. 353–366 * ''Pilote de guerre'' (1942), tr. Maria Chiappelli, ''Pilota di guerra'' in ''Pilota di guerra - Lettera a un ostaggio - Taccuini'', Bompiani, Milano, 1959 * ''Le Petit Prince'', New York, Reynal & Hitchcock, 1943 (trad. it. di Nina Bompani Bregoli: ''Il piccolo principe'', Milano, Bompiani, 1949) * ''Lettre à un otage'' (1944), tr. Maria Chiappelli, ''Lettera a un ostaggio'' in ''Pilota di guerra - Lettera a un ostaggio - Taccuini'', cit. * ''Citadelle'' (1948), tr. Enzo L. Gaya, ''Cittadella'' edizione ridotta, Borla, Roma, 1978; edizione integrale AGA Editrice, 2017 * ''Carnets'' 1935-40 (1953 e 1975), tr. Fabrizio Ascari, ''Taccuini'', in ''Opere I'', cit., pp. 531–772 * ''Lettres à sa mère'' 1910-44 (1955), tr. Giuliano Vigini, ''Lettere alla madre'', Paoline, Cinisello Balsamo (Mi), 1989; tr. Marco D'Aliberti, ''Lettere a mia madre'', Santi Quaranta, Treviso, 2015 * ''Articles'' (1956), tr. Francesco Saba Sardi, ''Articoli'', in ''Opere I'', cit., pp. 369–442 * ''Pages choisies'', a cura di Claude Reynal, tr. Ezio L. Gaya, ''Un senso alla vita'', Borla, Roma, 1985 * ''Écrits de guerre'' 1939-44, a cura di Raymond Aron, Gallimard, Paris, 1982 * ''Reportages'' (1982), tr. Francesco Saba Sardi, ''Reportage'', in ''Opere I'', cit., pp. 443–512 * ''Correspondance'', tr. Francesco Saba Sardi, ''Corrispondenza'', in ''Opere I'', pp. 773–1025; tr. Marco D'Aliberti, ''Lettere intime e lettere agli amici'', Santi Quaranta, Treviso, 2017 * ''Dessins: aquarelles, pastels, plumes et crayons'', a cura di Delphine Lacroix e Alban Cersier, tr. Marina Rotondo e Fabrizio Ascari, ''Disegni'', prefazione di Hayao Miyazaki, Bompiani, Milano, 2007 * ''Manon, danseuse'' 1925, a cura di Alban Cerisier e Delphine Lacroix 2007, tr. Anna D'Elia, ''Manon, ballerina'', Bompiani, Milano, 2008
Aeroporto
Pianta dell'Aeroporto di Milano-Malpensa: sono evidenziate le piste in grigio scuro, le strutture di supporto e le aree collaterali in grigio chiaro e i due terminal in nero Un '''aeroporto''' è un'infrastruttura attrezzata per il decollo e l'atterraggio di aeromobili, per il transito dei relativi passeggeri e del loro bagaglio, per il ricovero e il rifornimento dei velivoli.
L'aeroporto di Pearson Field situato a Vancouver nello Stato di Washington, USA, costruito nel 1905 è il più vecchio aeroporto tuttora in attività, anche se fino al 1911 servì come punto d'attracco per i dirigibili. Il primo vero aeroporto è quello di College Park, situato a College Park in Maryland e costruito nel 1909 e tuttora in attività. Gli aeroporti italiani più antichi sono quelli di Roma-Centocelle costruito nel 1908 e di Torino-Mirafiori costruito anch'esso nel 1908 e inaugurato ufficialmente due anni dopo. Entrambi gli aeroporti sono caduti in disuso come aeroporti civili dopo la seconda guerra mondiale e l'aeroporto di Centocelle è adibito al solo uso militare. L'aeroporto di Bisbee-Douglas costruito nel 1941 a Douglas in Arizona è il primo aeroporto internazionale ed è tuttora in attività. Gli aeroporti moderni sono caratterizzati da due grandi macro-aree, dette ''air-side'' e ''land-side'', costituite rispettivamente dalle infrastrutture di volo o a esso asservite e dalle strutture e aree accessibili al pubblico. Della zona ''air-side'' fanno parte la pista di atterraggio, generalmente in conglomerato bituminoso, eventualmente con testate rigide pavimentate in calcestruzzo, un piazzale di sosta per gli aeromobili, uno o più raccordi che collegano il piazzale alla pista di volo e, talvolta, una o più vie di rullaggio. Negli aeroporti più grandi, in zona ''air-side'' vi sono inoltre degli hangar per il ricovero e la manutenzione dei mezzi aeroportuali (trattori, mezzi di rampa, ecc.) e una caserma dei vigili del fuoco. Della zona ''land-side'' fanno invece parte l'aerostazione passeggeri, la viabilità, i parcheggi per le autovetture e altre eventuali strutture aperte al pubblico. ===La pista=== Una pista d'atterraggio dove sono ben visibili i punti chiave dell'atterraggio riconoscibili dai segni di contatto degli pneumatici degli aerei Le moderne piste degli aeroporti hanno una sovrastruttura semirigida, attentamente studiata nel suo orientamento per tener conto della presenza di eventuali ostacoli naturali, della direzione dei venti preponderanti nella zona e della posizione del sole lungo l'arco della giornata. La pista deve sempre essere dotata di luci di bordo, mentre sono obbligatorie le luci d'asse solo per le piste di categoria più elevata. Sia le luci di bordo sia le luci d'asse forniscono al pilota delle indicazioni metriche per cui esse sono bianche nel tratto iniziale e diventano rispettivamente arancioni e rosse nel tratto terminale. Le luci di soglia e di fine pista sono sempre obbligatorie, disposte trasversalmente alla pista e rispettivamente di colore verde e di colore rosso. L'illuminazione della pista serve per renderla visibile di notte o in condizioni di scarsa visibilità. L'intensità delle luci di pista è stabilita dal "Regolamento per la costruzione e l'esercizio degli aeroporti" emanato dall'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile (ENAC) e viene periodicamente misurata. La pista può essere dotata di sistemi PAPI e ILS, che permettono gli atterraggi strumentali, anche in condizioni di scarsa visibilità. Meno precisi sono invece gli atterraggi con l'utilizzo di VOR, RNAV o GPS. Negli aeroporti più grandi e trafficati le piste sono spesso più di una, per separare atterraggi e decolli oppure sono disposte in varie direzioni per consentire sempre le operazioni nella giusta direzione di vento. Le piste sono affiancate da strade di servizio per l'intervento dei mezzi di soccorso e sono collegate alla zona di parcheggio degli aeromobili per mezzo di raccordi. La sicurezza del traffico aereo prevede anche la presenza, entro apposite superfici prospicienti le piste, di luci di segnalazione per segnalare strutture (fabbricati, ciminiere, tralicci) che possono costituire un ostacolo alla navigazione aerea. Gli aeroporti aperti al traffico notturno, inoltre, devono essere segnalati da appositi fari aeronautici come il faro di aerodromo e il faro di identificazione, installati secondo precisi criteri. ===Vie di rullaggio, raccordi e piazzale di sosta=== Aerei in fase di rullaggio Le piste di volo sono talvolta affiancate da vie di rullaggio a esse parallele con la funzione di far circolare in senso rotatorio gli aeromobili, evitando possibili interferenze, in modo da poter movimentare contemporaneamente più macchine, riducendo i tempi di attesa. Le luci di bordo delle vie di rullaggio, ove presenti, sono di colore blu. I raccordi, detti anche ''bretelle'', sono dei tratti pavimentati che collegano il piazzale direttamente alla pista o alla via di rullaggio. In alcuni casi i raccordi presentano un angolo di incidenza con la pista di volo sufficientemente ridotto per consentire l'uscita rapida in situazioni di emergenza. Le luci di bordo dei raccordi, se presenti, sono di colore blu. Il piazzale di sosta è un'area destinata alla sosta degli aeromobili, alle operazioni di salita a bordo e sbarco dei passeggeri e, talvolta, alle operazioni di de-icing. In genere il piazzale è realizzato con lastre di calcestruzzo non armato e pertanto di elevato spessore per sostenere i notevoli carichi cui è soggetto (aerei con il pieno di carburante, di passeggeri e di bagagli). Le luci di bordo del piazzale sono obbligatorie e sono di colore blu. === Torre di controllo === La torre di controllo è posizionata in modo da permettere di controllare a vista i movimenti in pista. Aeroporto di Milano-Malpensa, torre di controllo ENAV. La torre di controllo (TWR) è il luogo dove i controllori del traffico aereo gestiscono i movimenti degli aeromobili in arrivo, a terra e in partenza. Essi sono in contatto con i controllori del traffico aereo che operano presso i centri di controllo d'aerea (ACC) dai quali prendono in consegna i velivoli in arrivo e ai quali consegnano i velivoli decollati. Dalla torre si controllano i movimenti a terra degli aeromobili e dei veicoli che transitano in pista, anche avvalendosi di appositi radar di terra. ===Il terminal=== L'interno di un moderno terminal aeroportuale. Aeroporto di Singapore-Changi, Singapore Aeroporto di Mosca-Šeremet'evo, Mosca Il terminal è la parte più vicina alle aree di parcheggio per le auto dei passeggeri in partenza, fermate d'autobus e di taxi, talvolta stazioni ferroviarie o metropolitane per consentire un collegamento veloce con le località più prossime. Il terminal di un grande aeroporto civile moderno contiene al suo interno tutto quello che serve per le operazioni di imbarco e sbarco dei passeggeri, dai banchi del check-in, dalle postazioni di controllo dei documenti e di imbarco, dalla dogana (nel caso di aeroporti internazionali) ai servizi relativi ai bagagli. All'interno della struttura, sono sempre presenti anche servizi accessori come bar, ristoranti e negozi. Le procedure di imbarco e in arrivo, sempre più evolute, sono soggette a continue variazioni. Possono comunque essere riassunte in quanto segue. ===Partenza=== Lasciato il mezzo di trasporto usato per raggiungere l'aeroporto, il passeggero si reca al terminal aeroportuale, dove trova indicato su appositi tabelloni il banco presso il quale va espletata la procedura di accettazione, il cosiddetto check-in, se non è già stata sbrigata online, in altro luogo o con l'aiuto degli appositi apparecchi installati all'aeroporto. Al banco del check-in è normale che il passeggero depositi il suo bagaglio da stiva, cioè da imbarcare e trasportare separatamente, su un nastro trasportatore, dove viene pesato, etichettato con le indicazioni del volo su cui va imbarcato e poi trasportato nella stiva dell'aereo. In genere sono ammessi senza sovrapprezzo bagagli pesanti da 10 a 32 kg. I limiti di peso e dimensione variano a seconda del vettore e della classe di volo scelti. Ci può anche essere un secondo bagaglio, più leggero e meno ingombrante, il cosiddetto ''bagaglio a mano'', che viene portato personalmente dal passeggero in cabina (le dimensioni e il peso massimi sono fissati spesso intorno ai 55x40x20 cm e a una decina di chili). A tale proposito sono spesso presenti dei cestelli che servono per verificare se il proprio bagaglio a mano non eccede i limiti (se si riesce a introdurre agevolmente il bagaglio nel cestello esso rientra nelle tolleranze). Generalmente è durante la procedura del check-in che al viaggiatore viene assegnato il posto a sedere. Esso viene riportato sulla carta d'imbarco, ossia il documento che consente e garantisce l'accesso alle zone dell'aeroporto riservate ai viaggiatori. Questa carta (detta in inglese ''boarding pass'') riporta l'uscita o cancello dove avverrà l'imbarco (''gate''), l'orario dell'imbarco (''boarding time''), il numero del posto (''seat'') e i dati del bagaglio da stiva. Per accedere alla zona d'imbarco il passeggero deve passare attraverso dei varchi presidiati dalle forze di polizia, dove si effettuano i controlli di sicurezza: si verifica con il passaggio nel metal detector ed eventualmente con una perquisizione manuale (detta ''palpazione'', eseguita in caso di dubbi) che nel bagaglio a mano o sotto gli indumenti il passeggero non abbia armi oppure altri oggetti pericolosi. Il bagaglio a mano viene ispezionato depositandolo su un nastro trasportatore che attraversa una macchina a raggi X (anche il bagaglio da stiva viene ispezionato in questo modo all'atto del deposito), mentre il passeggero cammina attraverso il metal detector a cancello. Nuovi apparecchi in uso all'aeroporto di Amsterdam-Schiphol mostrano al personale un'immagine scannerizzata di tutto il corpo del passeggero, in grado di mostrare anche ciò che si trova sotto i vestiti. A questo punto solitamente si devono esibire un documento d'identità (valido per l'espatrio, nel caso di voli internazionali) e la carta d'imbarco; il tipo di documento richiesto può variare a seconda del paese di destinazione. Superati i controlli, il passeggero può entrare nell'area riservata ai viaggiatori (in inglese ''air side'') e si reca, a piedi o con il mezzo di trasporto riservato ai passeggeri, al cancello o uscita del proprio volo. È in questa zona che si trovano i cosiddetti duty-free shop, negozi presso i quali si possono fare acquisti esentasse di prodotti che si possono portare in aereo. All'atto del passaggio attraverso il cancello possono essere nuovamente controllati i documenti d'identità e la carta d'imbarco. Il trasferimento dal cancello al velivolo può avvenire di nuovo a piedi oppure attraverso un servizio di navetta interno che trasferisca i passeggeri nelle vicinanze dell'aereo. Per salire a bordo dell'aereo si usano o i manicotti d'imbarco, passerelle coperte che consentono il passaggio diretto dal cancello al velivolo e che sono una soluzione particolarmente comoda per i passeggeri a mobilità ridotta, oppure le apposite scale trasportabili, che non sempre sono munite di elevatori per disabili e anziani. ===Arrivo=== Dopo il decollo, il percorso aereo e l'atterraggio, i passeggeri che sono giunti a destinazione e quelli in transito seguono due percorsi differenti. I viaggiatori in transito, cioè quelli che devono continuare il viaggio su un altro aereo, dopo essere usciti dall'aereo seguono la segnaletica dell'aeroporto dove effettuano lo scalo fino a raggiungere una zona speciale, detta ''area di transito'', da dove, spesso senza dover rifare i controlli di sicurezza, possono accedere all'area d'imbarco dello stesso aeroporto, da cui potranno accedere all'aereo che devono prendere. Invece chi è giunto a destinazione passa nuovamente i controlli di identità, per poi avvicinarsi a un nastro trasportatore da cui si recupera il bagaglio precedentemente consegnato al check-in in cambio di una ricevuta (il nastro a cui arrivano i bagagli di ciascun volo viene indicato su appositi tabelloni, i viaggiatori devono recarsi al nastro corretto ed attendere l'arrivo su di esso del loro bagaglio). Il personale dell'aeroporto può controllare che i viaggiatori siano gli effettivi proprietari del bagaglio controllando questa ricevuta. Il regolare arrivo dei bagagli e la loro consegna sono tra le procedure più soggette a errori e inconvenienti (soprattutto se i bagagli sono privi dell'indicazione nominativa del proprietario o se il viaggio è interrotto da trasbordi). Il viaggiatore, per finire, passa attraverso i controlli doganali. Un corridoio segnalato con un cartello verde è riservato ai passeggeri che non hanno nulla da dichiarare. Gli altri scelgono il percorso segnalato da un cartello rosso per espletare la dichiarazione alla dogana (per esempio se si deve dichiarare che si trasportano grosse somme in denaro contante). Fatto ciò, il viaggiatore entra nella zona accessibile a tutto il pubblico per poi recarsi al prossimo mezzo di trasporto. L'aeroporto dell'isola di Barra, Isole Ebridi, Scozia, l'unico al mondo che utilizza la spiaggia come pista. Gli aeroporti minori possono non avere il terminal, avere una sola pista, eventualmente erbosa, e nessuna pista di rullaggio. Esistono inoltre aeroporti controllati e non controllati. Tra quelli controllati, quelli maggiori hanno una torre, che fornisce autorizzazioni agli aeromobili, altri hanno semplicemente un servizio di informazioni sul traffico e sul meteo detto AFIS (''Airport Flight Information Service''), che però non fornisce autorizzazioni e non ha responsabilità. Sta al pilota verificare se lo spazio che sta per occupare è effettivamente libero o meno. Gli aeroporti non controllati inoltre hanno semplicemente una frequenza radio dedicata detta ''biga'', a cui non è detto che qualcuno risponda, che i piloti usano per comunicare agli altri aerei in zona la propria posizione. L''aviosuperficie'' invece è un'area su cui è possibile atterrare perché il proprietario lo consente. Le aviosuperfici in genere sono semplicemente grandi prati livellati, ma nulla vieta al proprietario di costruire un vero e proprio aeroporto, dotato di piste asfaltate, luci e terminal. Le aviosuperfici si suddividono in segnalate e non segnalate, e in pendenza o non in pendenza (il limite per quelle non in pendenza è il 2% di inclinazione). I piloti che desiderano usufruire di ognuna di queste quattro categorie di aviosuperfici devono conseguire un'apposita abilitazione. Gli aeroporti vengono identificati univocamente da un insieme di 4 lettere, detto indicatore di località o codice ICAO. La prima lettera identifica la regione geografica (regione ICAO tecnicamente), la seconda la nazione, e le altre due l'aeroporto. Per fare un esempio, l'aeroporto di Roma Fiumicino è '''LIRF''', dove '''L''' sta per Europa Meridionale e bacino del mediterraneo, '''I''' è l'Italia, '''R''' indica (in questo caso, ma non necessariamente) la regione informazioni volo di Roma e '''F''' l'aeroporto. L'ultima lettera dovrebbe coincidere con l'iniziale della città ma se questo non è possibile viene assegnata una lettera casuale. Altri esempi: l'aeroporto di Viterbo è '''LIRV''', mentre Barcellona, in Spagna, è '''LEBL''', dove la '''E''' sta per Spagna (España). I codici sono pubblicati nel Doc 7910 dell'ICAO. Un altro sistema di codici aeroportuali è quello IATA, utilizzato ad esempio sulle etichette nominative applicate sui bagagli al check-in, costituiti da tre lettere ispirate al nome dell'aeroporto. Ad esempio il codice IATA di Bergamo Orio al Serio è BGY; quello di Milano Malpensa MXP, Londra Stansted STN, Londra Heathrow LHR e così via. Altre nazioni, come gli Stati Uniti, adottano una loro classificazione di aeroporti: per ogni aeroporto il codice viene assegnato con la prima lettera della regione ICAO (K, Stati Uniti) seguito dal codice IATA dell'aeroporto. Es. il John F. Kennedy Intl Airport di New York, porta il codice KJFK (K è la regione, JFK è il cod. IATA) In territori con molti aeroporti, soggetti quindi alla carenza di nominativi (è ancora il caso degli Stati Uniti), si accettano anche codici misti di lettere e numeri. La IATA dà anche i codici alle compagnie aeree. Per esempio il codice IATA di Alitalia è AZ, di British Airways BA, di American Airlines AA, di Air Malta KM. Normalmente i grandi aeroporti civili internazionali sono situati nelle vicinanze di una grande città e a essa collegati da strade o autostrade. Il loro posizionamento, soprattutto nei tempi attuali, è molto complesso anche per gli ostacoli posti dalla popolazione alla loro costruzione; nessuno infatti è ben disposto ad accettare vicino alla propria casa una installazione che porta con sé delle problematiche accentuate di inquinamento dell'aria e di rumore. Spesso la popolazione residente nelle adiacenze degli aeroporti si costituisce in comitati antirumore, con lo scopo di limitare l'attività degli impianti e/o la costruzione di apposite barriere che limitino l'impatto ambientale. La tabella sottostante è relativa a una statistica pubblicata dalla CIA nel 2013 e indica le nazioni con più di 50 aeroporti (senza distinzione tra piste pavimentate e sterrate). Stato Aeroporti Anno 1 13.513 2013 2 4.093 2013 3 1.714 2013 4 1.467 2013 5 1.218 2013 6 1.138 2013 7 855 2013 8 836 2013 9 799 2013 10 673 2013 11 566 2013 12 561 2013 13 539 2013 14 507 2013 15 481 2013 16 480 2013 17 464 2013 18 460 2013 19 444 2013 20 432 2013 21 346 2013 22 319 2013 23 291 2013 24 247 2013 25 231 2013 26 214 2013 27 198 2013 28 197 2013 29 196 2013 30 191 2013 31 187 2013 32 176 2013 33 175 2013 34 166 2013 35 161 2013 36 157 2013 37 151 2013 38 150 2013 39 148 2013 40 147 2013 41 146 2013 42 133 2013 43 133 2013 44 132 2013 45 129 2013 46 128 2013 47 126 2013 48 123 2013 49 117 2013 50 117 2013 51 114 2013 52 112 2013 53 111 2013 54 103 2013 55 102 2013 56 101 2013 57 98 2013 58 98 2013 59 96 2013 60 96 2013 61 95 2013 62 90 2013 63 88 2013 64 85 2013 65 83 2013 66 83 2013 67 82 2013 68 80 2013 69 77 2013 70 74 2013 71 74 2013 72 69 2013 73 68 2013 74 68 2013 75 65 2013 76 64 2013 77 64 2013 78 63 2013 79 61 2013 80 61 2013 81 61 2013 82 59 2013 83 57 2013 84 57 2013 85 55 2013 86 55 2013 87 54 2013 88 54 2013 89 53 2013 90 52 2013 91 52 2013 Sono tre gli Stati del mondo ad avere un solo aeroporto e sono Gambia, Brunei e Nauru, che condividono la stessa particolarità con il territorio speciale cinese di Macao. Invece sono cinque gli Stati senza alcun aeroporto e sono Andorra, il Liechtenstein, San Marino e Città del Vaticano, ma questi ultimi Stati posseggono almeno un eliporto. In Italia, la gestione degli aeroporti civili è spesso svolta da compagnie di gestione locali, come ad esempio la Società Aeroporti di Roma (AdR) o la Società Esercizi Aeroportuali di Milano (SEA), la Società Azionaria Gestione Aeroporto Torino (SAGAT), Gestione Aeroporto Palermo (GESAP) o Società Aeroporto Catania (SAC), la SAVE di Venezia. La gestione delle norme in materia aeronautica spetta all'Ente nazionale per l'aviazione civile (ENAC), mentre la gestione del traffico aereo in aeroporto è di competenza dell'ENAV, o dell'Aeronautica Militare oppure di altri fornitori di servizi a seconda degli aeroporti. L'Italia è membro dell'ICAO, un'agenzia dell'ONU, e applica i documenti normativi approvati da questa organizzazione. Fa parte inoltre dell'ECAC, omologo europeo dell'ENAC, e di EUROCONTROL, l'organizzazione dei fornitori di servizi al traffico aereo europei. Secondo la regolamentazione dell'ENAC, gli aeroporti italiani si dividono nelle seguenti tipologie demaniali: # Aeroporti civili # Aeroporti civili con qualifica di privati # Aeroporti privati # Aeroporti militari aperti al traffico civile autorizzato # Aeroporti militari eccezionalmente aperti al traffico civile previa autorizzazione # Aeroporti promiscui (civili/militari) * L'aeroporto di Qamdo Bamda, a Bamda (Cina) è l'aeroporto con la pista più lunga (5,5 km) al mondo e, fino al 16 settembre 2013, il più alto (4.400 m s.l.m.). * L'Aeroporto di Daocheng Yading, in Tibet (Cina), è quello situato all'altitudine maggiore (4.411 m s.l.m.). * L'aeroporto di Ul'janovsk-Vostočnyj a Ul'janovsk (Russia), è quello con la pista di atterraggio più larga (105 m). * L'aeroporto Internazionale di Atlanta-Hartsfield-Jackson, ad Atlanta (Stati Uniti), è l'aeroporto più trafficato per numero di passeggeri e velivoli, con 96.178.999 passeggeri in arrivo e 911.074 velivoli in arrivo e in partenza nel 2013. * L'aeroporto Internazionale di Hong Kong (Hong Kong) è l'aeroporto con il maggior traffico di aerei cargo, che nel 2013 vedeva 4.166.303 tonnellate di merci in transito nello scalo. * L'Aeroporto di Dammam-Re Fahd, a Dammam (Arabia Saudita), è quello che si estende sulla maggiore superficie (780 km²).
Anas (zoologia)
'''''Anas''''' Linnaeus, 1758 è un genere di uccelli della famiglia Anatidae, comprendente una trentina di specie di anatre diffuse in tutto il mondo.
Il genere comprende le seguenti specie: Maschio di germano reale (''Anas platyrhynchos'') Maschio di fischione americano (''Anas americana'') Mestolone rosso (''Anas platalea'') *''Anas capensis'' J.F.Gmelin, 1789 - alzavola del Capo *''Anas sparsa'' Eyton, 1838 - germano nero africano *''Anas rubripes'' Brewster, 1902 - germano nero americano *''Anas platyrhynchos'' Linnaeus, 1758 - germano reale *''Anas fulvigula'' Ridgway, 1874 - germano maculato *''Anas diazi'' Ridgway, 1886 - germano messicano *''Anas wyvilliana'' P.L.Sclater, 1878 - germano delle Hawaii *''Anas laysanensis'' Rothschild, 1892 - germano di Laysan *''Anas luzonica'' Fraser, 1839 - germano delle Filippine *''Anas superciliosa'' J.F.Gmelin, 1789 - germano del Pacifico *''Anas poecilorhyncha'' Forster, JR, 1781 - germano beccomacchiato *''Anas zonorhyncha'' Swinhoe, 1866 - germano beccomacchiato orientale *''Anas undulata'' C.F.Dubois, 1839 - germano beccogiallo *''Anas melleri'' P.L.Sclater, 1865 - germano di Meller *''Anas bernieri'' (Hartlaub, 1860) - alzavola di Bernier *''Anas theodori'' † A.Newton & Gadow, 1893 - anatra di Mauritius *''Anas gibberifrons'' S.Müller, 1842 - alzavola d'Indonesia *''Anas albogularis'' (Hume, 1873) - alzavola delle Andamane *''Anas gracilis'' Buller, 1869 - alzavola grigia *''Anas castanea'' (Eyton, 1838) - alzavola castana *''Anas aucklandica'' (G.R.Gray, 1844) - alzavola attera *''Anas nesiotis'' (J.H.Fleming, 1935) - alzavola delle Isole Campbell *''Anas chlorotis'' G.R.Gray, 1845 - alzavola bruna *''Anas bahamensis'' Linnaeus, 1758 - codone guancebianche *''Anas erythrorhyncha'' J.F.Gmelin, 1789 - anatra becco rosso *''Anas flavirostris'' Vieillot, 1816 - alzavola marezzata *''Anas andium'' (P.L.Sclater & Salvin, 1873) - anatra delle Ande *''Anas georgica'' J.F.Gmelin, 1789 - codone beccogiallo *''Anas acuta'' Linnaeus, 1758 - codone comune *''Anas eatoni'' (Sharpe, 1875) - codone di Eaton *''Anas crecca'' Linnaeus, 1758 - alzavola comune *''Anas carolinensis'' J.F.Gmelin, 1789 - alzavola americana Le seguenti specie, assegnate in passato al genere ''Anas'' sono state segregate, sulla base delle risultanze di studi filogenetici, nei generi ''Sibirionetta'', ''Spatula'' e ''Mareca''. *''Anas formosa'' Georgi, 1775 = ''Sibirionetta formosa'' (Georgi, 1775) *''Anas querquedula'' Linnaeus, 1758 = ''Spatula querquedula'' (Linnaeus, 1758) *''Anas hottentota'' Eyton, 1838 = ''Spatula hottentota'' (Eyton, 1838) *''Anas puna'' Tschudi, 1844 = ''Spatula puna'' (Tschudi, 1844) *''Anas versicolor'' Vieillot, 1816 = ''Spatula versicolor'' (Vieillot, 1816) *''Anas platalea'' Vieillot, 1816 = ''Spatula platalea'' (Vieillot, 1816) *''Anas cyanoptera'' Vieillot, 1816 = ''Spatula cyanoptera'' (Vieillot, 1816) *''Anas discors'' Linnaeus, 1766 = ''Spatula discors'' (Linnaeus, 1766) *''Anas smithii'' (Hartert, 1891) = ''Spatula smithii'' Hartert, 1891 *''Anas rhynchotis'' Latham, 1802 = ''Spatula rhynchotis'' (Latham, 1801) *''Anas clypeata'' Linnaeus, 1758 = ''Spatula clypeata'' (Linnaeus, 1758) *''Anas strepera'' Linnaeus, 1758 = ''Mareca strepera'' (Linnaeus, 1758) *''Anas falcata'' Georgi, 1775 = ''Mareca falcata'' (Georgi, 1775) *''Anas penelope'' Linnaeus, 1758 = ''Mareca penelope'' (Linnaeus, 1758) *''Anas sibilatrix'' Poeppig, 1829 = ''Mareca sibilatrix'' (Poeppig, 1829) *''Anas americana'' J.F.Gmelin, 1789 = ''Mareca americana'' (J.F.Gmelin, 1789) *''Anas marecula'' Olson & Jouventin, 1996 = ''Mareca marecula'' (Olson & Jouventin, 1996) †
Anno bisestile
Un'immagine che mostra quale secolo anni sono anni bisestili nel calendario gregoriano Un '''anno bisestile''' è un anno solare in cui avviene la periodica intercalazione di un giorno aggiuntivo nell'anno stesso, un accorgimento utilizzato in quasi tutti i calendari solari per evitare lo slittamento delle stagioni. Per correggere questo slittamento, agli anni "normali" di 365 giorni si intercalano gli anni "bisestili" di 366: il giorno in più viene inserito nel mese di febbraio, il più corto dell'anno, che negli anni bisestili arriva a contare 29 giorni anziché 28. In questo modo si può ottenere una durata ''media'' dell'anno pari a un numero non intero di giorni. Il prossimo anno bisestile sarà il 2024. L'aggiunta dell'anno bisestile non compensa completamente lo slittamento delle stagioni: ogni 128 anni e ogni 3323 anni si accumula comunque un giorno in più di ritardo rispetto all'evento astronomico. Nella tradizione popolare l'anno bisestile sarebbe foriero di sventure, secondo il detto ''anno bisesto, anno funesto'', esempi di questi sono gli anni di guerre, epidemie e carestie, come il 2020 in cui è iniziata la pandemia di Covid-19.
Nel calendario giuliano è bisestile un anno ogni quattro (quelli la cui numerazione è divisibile per 4). La durata media dell'anno diventa così di 365,25 giorni (365 giorni e 6 ore) e la differenza rispetto all'anno tropico si riduce da 5,8128 ore in difetto ad appena 11 minuti e 14 secondi in eccesso. Il calendario gregoriano riduce ulteriormente questa approssimazione eliminando tre anni bisestili ogni 400, portando la durata media dell'anno a 365,2425 giorni (365 + 97/400), con una differenza di soli 26 secondi in eccesso. Nel calendario gregoriano, quindi, sono bisestili: * gli anni ''non secolari'' il cui numero è divisibile per 4; * gli anni ''secolari'' il cui numero è divisibile per 400. Per fare qualche esempio, il 1896 e il 1996 sono stati entrambi bisestili (non secolari divisibili per 4), il 1700, il 1800 e il 1900 non lo sono stati (secolari non divisibili per 400), mentre il 1600 e il 2000 lo sono stati (secolari divisibili per 400). Il calendario gregoriano si applica dal 1582, anno della sua introduzione. Benché, in via teorica, sia possibile estenderlo anche agli anni precedenti, per questi, di norma, si usa il calendario giuliano. Perciò sono bisestili tutti gli anni divisibili per 4, compresi quelli secolari, dal 4 al 1580 dell'era volgare. Per gli anni precedenti l'era volgare, invece, non si applicano gli anni bisestili, visto che Ottaviano Augusto regolò definitivamente l'applicazione degli anni bisestili nell'8 a.C. I Romani aggiungevano il giorno in più dopo il 24 febbraio, che essi chiamavano ''ante diem sextum Kalendas Martias'' (sesto giorno prima delle Calende di marzo); il giorno aggiuntivo si chiamava ''bis sextus dies'' (sesto giorno ripetuto) da cui l'aggettivo "bisestile". Oggi i giorni di febbraio vengono semplicemente numerati a partire da 1, per cui normalmente si considera che il giorno aggiunto sia il 29. Solo in Svezia il 1712 fu un anno "doppiamente bisestile", cioè con il 29 e il 30 febbraio (diverso è invece il caso del 30 febbraio nel calendario rivoluzionario sovietico). Mentre negli anni comuni ogni data cade un giorno della settimana più avanti rispetto all'anno precedente, negli anni bisestili si salta un giorno e le date dopo il 29 febbraio sono spostate di due giorni della settimana più avanti anziché uno solo, e lo stesso accade alle date fino al 28 febbraio dell'anno successivo: per questo motivo in inglese l'anno bisestile è chiamato ''leap year'' (anno del salto), in riferimento appunto al fatto di saltare un giorno in più rispetto all'anno precedente. Risulta inoltre caratteristico che in presenza di un anno bisestile si creano due "triplette" di mesi distanti fra loro tre mesi, che presentano gli stessi giorni della settimana. Esse sono: *settembre e dicembre (dell'anno precedente) e marzo (dell'anno bisestile); *gennaio, aprile e luglio dell'anno bisestile. Inoltre, per ritrovare un mese con gli stessi giorni della settimana di luglio, e quindi anche di gennaio e aprile dell'anno bisestile, bisogna attendere il settembre dell'anno successivo. Accorgimenti analoghi all'intercalazione bisestile dei calendari solari sono usati anche nei calendari lunari (come quello islamico), ma con la funzione di mantenere l'allineamento dell'inizio di ogni mese con le fasi lunari. I calendari lunisolari (come quello ebraico) applicano entrambi questi accorgimenti e, inoltre, inseriscono periodicamente un mese intercalare per mantenere fissa la stagionalità dei mesi. Il 29 febbraio (''leap day'') è legato anche a varie tradizioni: * il ''Bachelor's day'' ("giorno dello scapolo") è una tradizione irlandese che concede alle donne di iniziare danze e di proporre matrimoni solo in questo giorno. Se la proposta è rifiutata, l'uomo è tenuto a comprare alla donna un abito o dei guanti per rimediare all'imbarazzo arrecato; * nella città statunitense di Aurora nell'Illinois, nel ''leap day'' donne nubili hanno il diritto di arrestare uomini celibi e di multarli di quattro dollari, mentre ad Anthony, in Texas, si tiene un'enorme festa di compleanno per i nati il 29 febbraio.
Aki Kaurismäki
È noto per i suoi film ambientati negli strati sociali meno fortunati, soprattutto del nord Europa, spesso con situazioni e personaggi stravaganti.
Con il fratello Mika Kaurismäki ha fondato il Midnight Sun Film Festival di Sodankylä e la società di distribuzione ''Ville Alpha'' (chiamata così dal film ''Alphaville'' di Jean-Luc Godard). Nel 1981, i due fratelli dirigono il film-documentario ''La sindrome del lago Saimaa'', girato in riva al più grande lago della Finlandia. Nel 1987, Aki dà una interpretazione 'anticapitalistica' di Shakespeare con la pellicola ''Amleto si mette in affari''. ''La fiammiferaia'', del 1989, racconta la solitudine sentimentale di una ragazza, operaia in una fabbrica di fiammiferi. Nello stesso anno dirige il paradossale ''Leningrad Cowboys Go America'', road movie musicale. Nel 1990 Kaurismäki gira ''Ho affittato un killer'', con Jean-Pierre Léaud, presentato con successo alla mostra del cinema di Venezia. Segue ''Vita da bohème'', in cui sembra ispirarsi più all'omonimo romanzo di Henri Murger che all'opera di Puccini, utilizzando composizioni di Wolfgang Amadeus Mozart e valzer francesi. Il 1992 è, anche per Kaurismäki, un anno molto importante. In quell'anno dirigerà il mega-concerto dei Leningrad Cowboys ad Helsinki (''Total Balalaika Show''), concerto che darà fama internazionale al gruppo russo/finlandese. Sul palco, insieme a loro, inoltre, l'Orchestra ed il coro dell'Armata Rossa. L'intero concerto è stato registrato ed il DVD è stato uno dei più venduti in assoluto (soprattutto nel nord Europa, Francia, Inghilterra, Germania e Russia) in quegli anni, difficile, però, da trovare in Italia. Nel 1994 dirige ''Leningrad Cowboys Meet Moses'', sequel meno fortunato ma più ironico del precedente ''Leningrad Cowboys Go America'', dove si racconta il ritorno del loro dispotico manager Vladimir (Matti Pellonpää, 1951-1995). Il manager, "scomparso" alla fine del primo film («E nessuno ne seppe più nulla... succede!»), convertito al cristianesimo dopo un lungo studio della Bibbia, ritorna come "Moses" e li convince a ritornare in patria. Lungo la strada le difficoltà non saranno poche; nuovamente inseguiti dalle autorità americane in seguito al "furto" del naso della Statua della Libertà, lungo il tragitto, dopo esser approdati con una improvvisata imbarcazione sulle coste francesi (nelle zone di Amiens), incontrano la nuova formazione dei Leningrad Cowboys (che, tra l'altro, è l'effettiva e tuttora esistente formazione, coloro che, ancora, solcano i palchi di mezzo mondo). La vecchia formazione del gruppo finlandese, in seguito, a quanto si dice nel prologo del film, è stata uccisa dalla "tremenda bevanda", la Tequila, dopo un anno di enorme successo commerciale in Messico. ''Leningrad Cowboys Meet Moses'' è costellato da una serie di esilaranti battute e soluzioni sceniche, e, dopo mille peripezie, riusciranno a ritornare in patria. ''Tatjana'' (1994), quasi una pellicola muta, definisce meglio il carattere surrealista del lavoro di Kaurismäki. Nel 1996 ''Nuvole in viaggio'' riscuote un discreto successo: la commedia, dai toni leggeri, parla anche di crisi economica e disoccupazione. Nel 1999 realizza ''Juha'', adattando un classico della letteratura finlandese di Juhani Aho. Questo film, corredato da titoli esplicativi, non ha dialoghi e si presenta come un vecchio film muto. Nel 2002 è premiato al Festival di Cannes con il Grand Prix Speciale della Giuria per ''L'uomo senza passato'' (''Mies vailla menneisyyttä''). Lo stesso film riceve la nomination agli Oscar quale miglior film straniero ma il regista si rifiuta di partecipare alla cerimonia di premiazione affermando di non voler festeggiare in un paese in stato di guerra. La stessa protesta si ripete nel 2006 per il film ''Le luci della sera'' (''Laitakaupungin valot''). Nel 2006 riceve il Premio Fiesole "Maestri del Cinema". Lo stesso anno esce nelle sale ''Le luci della sera'', uno tra i suoi film più pessimisti e malinconici. === Cortometraggi === * ''Rocky VI'' (1986) * ''Thru the Wire'' (1987) * ''Rich Little Bitch'' (1987) * ''Those Were the Days'' (1992) * ''These Boots'' (1992) *''Välittäjä'' (1996) * ''Dogs Have No Hell'' – episodio di ''Ten Minutes Older: The Trumpet'' (2002) * ''Bico'' – episodio di ''Visions of Europe'' (2004) * ''La Fonderie'' – episodio di ''Chacun son cinéma'' (2007) * ''Tavern Man'' – episodio di ''Centro historico'' (2012) === Mediometraggi === * ''Total Balalaika Show'' (documentario, 1992) === Lungometraggi === * ''Delitto e castigo'' (''Rikos ja rangaistus'', 1983) * ''Calamari Union'' (1985) * ''Ombre nel paradiso'' (''Varjoja paratiisissa'', 1986) * ''Amleto si mette in affari'' (''Hamlet liikemaailmassa'', 1987) * ''Ariel'' (1988) * ''Leningrad Cowboys Go America'' (1989) * ''La fiammiferaia'' (''Tulitikkutehtaan tyttö'', 1990) * ''Ho affittato un killer'' (''I Hired a Contract Killer'', 1990) * ''Vita da bohème'' (''La vie de bohème'', 1992) * ''Tatjana'' (''Pidä huivista kiinni, Tatjana'', 1994) * ''Leningrad Cowboys Meet Moses'' (1994) * ''Nuvole in viaggio'' (''Kauas pilvet karkaavat'', 1996) * ''Juha'' (1999) * ''L'uomo senza passato'' (''Mies Vailla Menneisyyttä'', 2002) * ''Le luci della sera'' (''Laitakaupungin valot'', 2006) * ''Miracolo a Le Havre'' (''Le Havre'', 2011) * ''L'altro volto della speranza'' (''Toivon tuolla puolen'', 2017) === Documentari === * ''La sindrome del lago Saimaa (Saimaa-ilmiö)'', documentario diretto insieme a Mika Kaurismäki (1981) === Televisione === *''Likaiset kädet'' (1989)
Pernis apivorus
Il '''pecchiaiolo occidentale''' è una specie di rapace diurno appartenente alla famiglia degli Accipitridi. Specie protetta, insettivora e migratrice, è presente in Europa solamente in estate.
La specie è stata descritta per la prima volta dal naturalista svedese Carl von Linné nel 1758 con il nome iniziale di ''Falco apivorus''. ''Pernis'' è considerato un'alterazione del termine greco ''pternis'' che significa «uccello da preda»; ''apivorus'' deriva dal latino ''apis'' e ''voro'' che significano «ape» e «divoratore», e indicano le sue preferenze alimentari. Alcune fonti considerano il pecchiaiolo orientale (''Pernis ptilorhynchus''), specie asiatica, conspecifico, ma il piumaggio è sempre diverso (in modo particolare non ha la macchia carpale scura) e non si conoscono individui con caratteri intermedi. Grande rapace simile alle poiane, il pecchiaiolo occidentale è privo della sporgenza ossea sopra l'occhio cosicché il capo appare simile a quello del piccione. La testa piccola, il collo lungo e la coda lunga con gli angoli arrotondati sono caratteristici dell'individuo in volo, che presenta una macchia carpale scura, ovale o rettangolare, nel sottoala. Negli individui posati, la punta delle ali è più corta dell'estremità della lunga coda. A causa delle zampe corte, quando è posato sul terreno tiene una postura orizzontale. Il piumaggio ha più morfismi, ma, nel maschio adulto, nella femmina adulta e nel giovane, le variazioni della colorazione di fondo del corpo e delle copritrici inferiori dell'ala sono simili. In ogni caso, l'età e il sesso sono facilmente determinabili in base alla colorazione dell'occhio, della cera e della faccia e dall'estensione del nero sulle primarie esterne. Il colore di fondo del piumaggio del corpo è uniforme e varia tra bianco, crema, marrone chiaro, rossiccio, marrone scuro e nero, con molte colorazioni intermedie. Nelle parti inferiori l'adulto è marcato con una quantità variabile di sottili strie scure, di macchie scure o di larghe barre scure, oppure con una loro combinazione; il giovane, solo con larghe strie scure. L'adulto ha l'occhio giallo e la cera grigio scura; il giovane ha l'occhio di un marrone medio e la cera gialla. La femmina è solo leggermente più grande del maschio. ===Dimensioni=== Lungo 51–57 cm, questo rapace ha un'apertura alare di 115–136 cm e un peso compreso tra 510 e 1050 g. ===Aspetto dell'adulto=== Pecchiaiolo in volo, visto dal basso. I lati della faccia sono grigi. Inferiormente, le primarie esterne presentano le punte nere e una linea netta di separazione con la parte restante delle penne biancastra. La faccia inferiore delle secondarie è biancastra con un'ampia banda subterminale scura e un ampio spazio non barrato tra questa e le altre barre. In buone condizioni di luce, le parti superiori hanno una sfumatura grigiastra, l'ala presenta un margine posteriore scuro e la punta delle copritrici primarie scura. Le parti inferiori presentano una quantità variabile di macchie scure o di strie sottili sul petto e di barrature scure su ventre e fianchi, ma possono anche essere completamente prive di qualsiasi marcatura. Da sopra, la coda presenta un'ampia banda subterminale scura e due barre più sottili scure vicino alla base. ===Aspetto del giovane=== Primo piano della testa di un giovane pecchiaiolo. Di solito il capo è piuttosto chiaro, a volte completamente bianco, ma sempre con la fronte bianca. Le parti superiori sono marrone scuro, con un pannello chiaro sulla faccia superiore delle primarie, con la punta chiara delle grandi copritrici superiori dell'ala e con le copritrici caudali superiori chiare che formano una «U» evidente. Sulla parte inferiore delle primarie esterne il colore scuro si estende oltre la metà esterna della penna e la base è biancastra. Nel piumaggio nuovo, le secondarie e le primarie interne hanno ampie punte chiare. La faccia inferiore delle secondarie è bruna, queste contrastano con le primarie biancastre e formano una macchia scura nel sottoala degli individui in volo. Le grandi copritrici inferiori secondarie sono più chiare delle secondarie e delle altri copritrici, spesso risultano come una barra color camoscio che attraversa la faccia inferiore dell'ala. Le parti inferiori sono striate. Da sopra, la coda può presentare sia quattro barre scure, ugualmente distanziate ma meno evidenti, sia il disegno della femmina adulta. Pecchiaiolo nel sud della Francia. Questa specie si riproduce nella maggior parte dell'Europa ed è diffuso, a est, fino al lago Balkhash e al fiume Ob, ma non è presente in gran parte della Scandinavia e delle isole Britanniche. Manca anche nell'Italia meridionale e insulare, in Grecia, in gran parte della penisola iberica e nelle isole del Mediterraneo. La popolazione nidificante europea, sostanzialmente stabile nel periodo 1970-1990, venne stimata nel 2001 a 110.000-160.000 coppie, delle quali oltre 500 in Italia. Proprio in Italia, in particolare, la sua presenza è chiaramente molto diffusa lungo le Alpi (specialmente nelle foreste con ampie boscaglie o pinete) e negli Appennini settentrionali (Liguria ed Emilia Romagna), meno concentrato negli Appennini centro-meridionali fino alla sua assenza nel Meridione. In Pianura Padana, la cui nidificazione era ritenuta rara, sta pian piano tornando ad occupare nuovi territori con buona presenza boschiva. I falchi pecchiaioli vivono in zone boscose, ricche di grossi alberi, ma vengono spesso avvistati anche in radure o in territori più aperti, al lato di strade o corsi d'acqua. Alla fine della stagione riproduttiva, i falchi pecchiaioli migrano verso l'Africa centrale o meridionale. Migrando, essi volano spesso in gran numero, non in veri stormi, ma piuttosto in flussi continui, che seguono degli itinerari ben precisi: lungo le rive dei laghi, ad esempio. Essi attraversano il Mediterraneo a Gibilterra o in altri punti in cui la traversata del mare sia la più corta possibile, sciamando nella traversata quando le condizioni atmosferiche sono favorevoli. Molti uccelli perciò attraversano lo stretto di Gibilterra, lo stretto di Messina o il Bosforo, nel loro viaggio verso l'Africa. Inoltre questi accipitridi, come tutti gli uccelli di maggiori dimensioni, quali falchi, aquile e cicogne, prendono quota con l'ausilio di correnti termiche (correnti ascensionali di aria calda) mentre si trovano sulla terraferma, poi planano attraverso il mare, spendendo così il minimo possibile di energia. Sfortunatamente, essi vengono abbattuti durante la loro migrazione attraverso l'Europa meridionale; il che non è necessario ed è addirittura insensato, poiché i falchi pecchiaioli raramente attaccano uccelli o mammiferi, ma predano principalmente a spese delle vespe, le quali possono comportarsi da parassite nei frutteti. ===Locomozione=== Il volo battuto è caratterizzato da battiti lenti e profondi con l'ala elastica. Volteggia con le ali piatte, talvolta leggermente a «V»; scivola con il polso al livello del corpo, ma con la punta dell'ala abbassata in modo evidente. Non fa mai lo spirito santo. In volo sposta spesso il capo da una parte e dall'altra; mentre manovra muove la coda come i nibbi. ===Alimentazione=== Primo piano della testa di un pecchiaiolo adulto in cui sono evidenti le piume che proteggono la base del becco e gli occhi. Primo piano di un pecchiaiolo adulto trovato ferito nel sud della Francia. Il pecchiaiolo è chiamato in tedesco ''Wespenbussard'', vale a dire «poiana delle vespe», e questo sarebbe un nome più adeguato, specie per quanto riguarda il suo cibo fondamentale che è rappresentato da larve di vespe. Occasionalmente, mangia anche miele e cera. È stato spesso visto tirar fuori i favi dai grandi nidi di vespe e di api, così come dai nidi più piccoli dei calabroni. Comunque l'interesse maggiore dei falchi pecchiaioli nei favi è rappresentato dalle larve e dalle pupe. Agendo così, tuttavia, rischiano di essere punti dalle api e dalle vespe operaie. Il piumaggio costituisce senza dubbio una sufficiente protezione e questi uccelli sono provvisti anche di speciali penne, simili a scaglie, attorno agli occhi e alla base del becco. Non c'è poi da meravigliarsi se il pecchiaiolo non viene visto ascendere a grandi altezze tanto spesso quanto la poiana eurasiatica: infatti il suo cibo è al suolo o in prossimità di esso. Al contrario, i falchi pecchiaioli possono essere visti mentre corrono sul terreno, qua e là, assai agilmente. Scoperto un nido di vespe, vi scavano attorno, grattando poi la terra sul retro con ambedue le zampe e tirando quindi fuori pezzi di favo. Talvolta è necessario un buco assai profondo e sono stati visti falchi pecchiaioli sparire persino entro buche profonde 48 cm Si è anche detto che i falchi pecchiaioli a malapena meritano il nome di uccelli da preda, a causa della loro preferenza per le vespe e le api. Essi, tuttavia, si nutrono anche di formiche, farfalle, maggiolini e locuste e, occasionalmente, catturano anche piccoli mammiferi, lumache, serpenti, vermi, rane e uova e piccoli di altri uccelli. Mangiano anche un po' di frutta. ===Comportamento sociale=== ====Relazioni intraspecifiche==== Il sito di nidificazione è situato entro i confini di un territorio le cui dimensioni (di 10–40 km²) sono determinate dalla quantità di risorse alimentari nelle vicinanze del nido. I confini di questo territorio possono sovrapporsi a quelli di una coppia di falchi pecchiaioli vicini, ma i dintorni del nido vengono difesi ferocemente da ogni tipo di uccelli rapaci. ====Vocalizzazioni==== Il pecchiaiolo emette un acuto ''kii-er'' completamente diverso dalla lamentevole nota della poiana, o anche un rapido ''ki-ki-ki''. ===Riproduzione=== ====Fondazione del territorio e costruzione del nido==== La stagione della riproduzione ha luogo tra aprile e giugno, coincidendo quindi con il periodo di maggior abbondanza di larve di imenotteri, nutrimento principale dei nidiacei. Il pecchiaiolo tende a tornare agli stessi siti di nidificazione ogni anno. Il corteggiamento, simile a quello della poiana eurasiatica, avviene piombando giù e innalzandosi più volte come per percorrere una strada ricca di dossi e cunette. Poi, al culmine dell'ascensione, il pecchiaiolo si libra per qualche secondo e batte le sue ali sul dorso due o tre volte, in rapida successione. Ambedue gli uccelli possono anche salire piuttosto in alto al disopra del nido, quindi il maschio si tuffa sulla femmina. Nido di pecchiaiolo contenente due nidiacei di 28 e 30 giorni. Il pecchiaiolo costruisce generalmente un nuovo nido, ma può anche riutilizzare un nido di Corvide o di poiana eurasiatica, aggiungendo rami freschi al rivestimento. Il nido viene di solito costruito su un albero, su un ramo laterale a 10–20 m d'altezza dal terreno; è costituito da piccoli rami e da ramoscelli che portano ancora le foglie. La costruzione del nido è realizzata essenzialmente dalla femmina, che completa questo lavoro in 10-15 giorni. ====Covata, incubazione e allevamento dei piccoli==== Uovo di pecchiaiolo - Museo di Tolosa. Il pecchiaiolo depone un'unica covata all'anno; se la prima covata viene distrutta, la femmina può deporre una covata sostitutiva, ma ciò sembra accadere molto raramente. La femmina depone 1-3 (generalmente 2) uova bianche fortemente chiazzate di rosso-bruno, che misurano in media 52 × 41 mm e pesano circa 49 g. Le uova vengono deposte a 3-5 giorni di intervallo; l'incubazione ha inizio dopo la deposizione del primo uovo. Maschio e femmina covano le uova a turno per 30-35 giorni (sembra che la femmina sia più assidua a questo compito e che si occupi dell'incubazione durante la notte). La schiusa delle uova avviene a qualche giorno di distanza, ma a differenza di quel che accade presso un gran numero di rapaci, non vi è alcuna rivalità in seno alla covata, e le dispute per il nutrimento sono rare. Nel corso dei primi 7-10 giorni, a occuparsi dei piccoli è quasi esclusivamente la femmina. Il maschio si allontana quindi in cerca di cibo, principalmente di frammenti di favi di sciami selvatici di imenotteri, che la femmina frantumerà con il becco per nutrire i nidiacei con le larve contenute all'interno. A partire dal 18º giorno, i piccoli sono in grado di estrarre da soli le larve dai frammenti di favo portati dai due genitori, che depositano il nutrimento nel nido. Le altre prede, soprattutto i piccoli vertebrati, vengono spesso ridotte in piccoli pezzi prima di essere portate al nido. Il maschio si occupa molto frequentemente dei piccoli anche quando la femmina è presente. È stato osservato che se la femmina muore, il maschio è in grado di portare avanti da solo l'allevamento dei piccoli. I giovani, che sono nidicoli pur essendo ricoperti di piumino fin dalla nascita, si involano dopo 35-45 giorni; rimangono tuttavia per qualche tempo in vicinanza del nido, dove i genitori continuano a nutrirli fino a quando hanno circa 55 giorni di età. Poco tempo dopo abbandonano il nido, ma divengono del tutto indipendenti verso i 75-100 giorni. Il pecchiaiolo raggiunge la maturità sessuale attorno ai 3 anni di età. Il record di longevità, registrato da un esemplare inanellato in Germania e trovato morto per cause naturali, è di 29 anni. In Europa, benché le popolazioni di Finlandia e Svezia abbiano conosciuto un certo declino nel decennio 1990-2000, le popolazioni di Russia, Bielorussia e Francia vengono considerate stabili. BirdLife International e la IUCN includono questa specie nella categoria LC (''Least Concern'', «rischio minimo»), poiché l'areale che occupa è molto vasto (stimato a 10 milioni di km²) e la sua popolazione totale è numerosa (tra 100.000 e 1 milione di esemplari). Nel dettaglio, tuttavia, la specie viene ancora considerata vulnerabile in Italia, Svizzera e Portogallo, e prossima alla minaccia in Svezia e Norvegia. Il pecchiaiolo subisce la pressione venatoria, in particolare durante le migrazioni. È inoltre minacciato dal degrado dell'habitat e dalla diminuzione del numero delle sue prede, a causa dell'utilizzo dei pesticidi e dei cambiamenti climatici. Inoltre la specie sembra preferire per la nidificazione gli alberi di Aghifoglie, pertanto bisogna considerare di dare un'accurata preservazione delle pinete. La concentrazione di migliaia di rapaci sullo stretto di Messina, durante la migrazione primaverile, ha determinato nel passato il nascere di una forma di caccia tradizionale al pecchiaiolo. Con il divieto della caccia primaverile, introdotto nei primi anni '70, tale caccia è diventata una forma di bracconaggio contrastata dagli organi competenti dello Stato italiano e, con grande impegno, dalle associazioni ambientaliste. Il Corpo Forestale dello Stato compie ogni primavera un apposito servizio antibracconaggio, denominato «Operazione Adorno» (adorno è il nome in dialetto calabrese dell'animale), che vede impegnato il reparto speciale NOA (Nucleo Operativo Anti-bracconaggio). La specie compare nell'appendice I della direttiva Uccelli dell'Unione europea, e dal 1979 è protetta in parte dalla CITES nell'appendice II (statuto convalidato nel 2003), come tutti gli Accipitriformi. È inoltre protetta dalla Convenzione di Berna e dalla CMS (Convenzione di Bonn, che protegge tutti gli Accipitridi), in entrambi i casi nell'appendice II, nonché dalla African Convention on Conservation, dove compare nella classe B. Il pecchiaiolo compare su numerosi francobolli di vari Paesi.
Animalia
Gli '''animali''' o '''metazoi''' sono un regno del dominio degli eucarioti, comprendono in totale più di specie di organismi classificati, presenti sulla Terra dal periodo ediacarano; il numero di specie via via scoperte è in costante crescita, e alcune stime portano fino a 40 volte superiore la numerosità reale; delle 1,5 milioni di specie animali attuali, sono appartenenti solo alla classe degli Insetti. Sono inclusi nel regno animale tutti gli eucarioti con differenziamento cellulare, eterotrofi e mobili durante almeno uno stadio della loro vita. Inoltre gli animali, con poche eccezioni, sono eterotrofi, cioè consumano materiale organico, respirano ossigeno, sono capaci di movimento e crescono a partire da una sfera cava di cellule, la blastula, durante lo sviluppo embrionale. Il regno animale raggruppa i propri appartenenti in categorie tassonomiche definite dal sistema di classificazione scientifica. La disciplina biologica che studia gli animali viene detta zoologia. Nel linguaggio comune, a causa dell'antropocentrismo, viene a volte utilizzato erroneamente il termine ''animale'' per riferirsi solo a quelli che non sono esseri umani, sebbene anche questi ultimi siano animali. La locuzione corretta in quel caso è invece ''animali non umani''.
Nella diversità delle specie appartenenti al regno animale, possiamo generalizzare alcuni aspetti. Con diverse eccezioni, in particolare parazoi, placozoi, e mesozoi, gli animali hanno un corpo differenziato in quattro tessuti distinti: epiteliale, connettivo, muscolare e nervoso. In genere, c'è anche una cavità interna digerente, con una o due aperture. Gli animali con questo tipo di organizzazione sono chiamati eumetazoi Tutti gli animali hanno cellule eucariotiche, circondate da una caratteristica matrice extracellulare composta di collagene e glicoproteine elastiche. Questa può essere mineralizzata a formare strutture come conchiglie, ossa e spicole. Durante lo sviluppo, secondo un quadro relativamente flessibile ma definito, le cellule possono muoversi e riorganizzarsi, realizzando strutture complesse. Altri organismi pluricellulari come piante e funghi hanno cellule tenute in posizione da pareti cellulari rigide, sviluppando una crescita progressiva. Inoltre, le cellule animali possiedono le giunzioni intercellulari seguenti: occludenti, aderenti e comunicanti. === Tegumento, scheletro e muscoli === In tutti gli animali, escludendo quelli più primitivi da un punto di vista evolutivo, il tegumento e il sistema muscolare sono variamente in rapporto tra loro e dipendono strettamente dall'ambiente in cui gli organismi vivono. Il tegumento, oltre alla funzione di protezione dell'ambiente interno da eventuali pericoli provenienti dall'ambiente esterno all'animale, può nei vari taxa svolgere anche altre funzioni. === Apparato digerente e metabolismo === Gli animali, come già ricordato sono organismi eterotrofi, non sono cioè in grado di fabbricarsi da soli l'alimento come le piante, ma devono procurarselo nutrendosi di esse, altri animali o resti animali. Così come per gli altri sistemi e apparati, varie sono le modalità sviluppate dai vari phyla riguardo alle abitudini alimentari, alla digestione delle sostanze ingerite e ai propri processi metabolici. === Sistema circolatorio === L'apparato circolatorio svolge la funzione di distribuire le sostanze nutritive alle cellule del corpo. Può eventualmente contenere anche cellule e pigmenti respiratori (emoglobina, emocianina), e quindi distribuire l'ossigeno. Può essere chiuso (Anellidi, Vertebrati, molluschi Cefalopodi) o aperto (Insetti, gli altri Molluschi), o addirittura mancare del tutto, come in alcuni Phyla. === Apparato respiratorio ed escretore === La funzione svolta dall'apparato respiratorio è la respirazione. La finalità di questo processo è rifornire i tessuti di ossigeno e liberarli dall'anidride carbonica, prodotto di scarto dell'attività cellulare. Una qualsiasi superficie sottile, umida, è in grado di adempiere a questa funzione; riconosciamo branchie e polmoni a seconda che l'animale sia acquatico o meno. L'apparato escretore si occupa di eliminare cataboliti, principalmente prodotti azotati, dall'organismo, sotto forma di ammoniaca, urea o acido urico. === Sistema nervoso e organi di senso === Gli organismi unicellulari sono in grado di rispondere a uno stimolo esterno con una reazione, dimostrandosi eccitabili o irritabili. Dal passaggio alle forme pluricellulari nasce la necessità di un sistema nervoso capace di gestire e coordinare le funzioni dei vari tessuti, apparati e sistemi in modo che essi agiscano come un'unità. Troviamo neuroni sensoriali e neuroni motori, spesso collegati fra loro attraverso neuroni associativi. === Riproduzione e sviluppo === La riproduzione può avvenire sessualmente o asessualmente. La riproduzione asessuale, tipica dei Batteri e dei Protozoi, è nel regno animale molto meno diffusa e, sostanzialmente, presente solo nei phyla meno evoluti, dove comunque si può avere anche una riproduzione sessuale. A volte è presente l'alternanza di generazioni. Per biodiversità si intende l'insieme di tutte le forme viventi, geneticamente dissimili e degli ecosistemi ad esse correlati. Quindi biodiversità implica tutta la variabilità biologica: di geni, specie, habitat ed ecosistemi. L'anno 2010 è stato dichiarato dall'ONU l'Anno internazionale della biodiversità. La distribuzione nei vari ambienti degli animali È ormai accertato che la nascita della vita è avvenuta nell'ambiente acquatico. Ancora oggi, dei circa 70 phyla di animali viventi conosciuti, la maggioranza abita prevalentemente quest'ambiente. Addirittura esistono phyla che possono essere considerati endemici dell'ambiente marino (13 phyla su 28 che vivono in tale ambiente) mentre nessun phylum viene considerato endemico dell'ambiente delle acque dolci. Dall'acqua, nel corso delle ere geologiche, vari gruppi hanno saputo conquistare spazio nell'ambiente terrestre (1 phylum endemico, gli '''Onychophora'''), mentre altri hanno optato per una vita di simbiosi o parassitismo (4 phyla endemici). Il passaggio dall'ambiente acquatico a quello terrestre è avvenuto grazie all'azione fotosintetica delle alghe unicellulari prima e delle piante poi, che hanno via via arricchito l'atmosfera di ossigeno. Mentre l'acqua infatti è in grado di contenere una bassissima concentrazione di O2 al suo interno, nell'ambiente fuori da queste, le concentrazioni arrivavano addirittura al 20-30% del totale; questo ha sicuramente favorito un graduale spostamento degli animali da un ambiente sommerso, scarsamente ossigenato, ad uno emerso, ricco di tale gas. Diverse classificazioni degli animali, così come quella degli altri regni, sono state proposte nel corso degli anni. Le prime classificazioni si basavano perlopiù su caratteristiche morfologiche, prendendo in considerazione, a seconda dell'autore un numero più o meno grande di caratteri. Successivamente si è passati a raggruppare gli organismi considerando anche il loro sviluppo embrionale. Negli ultimi anni, così come avviene per gli altri regni, si cerca una classificazione basata su studi di genetica molecolare, in base al principio che determinati geni si conservano pressoché uguali nei vari raggruppamenti e il numero di variazioni nelle basi del Dna può essere correlato col tempo trascorso dall'allontanamento da un antenato comune (Orologio Molecolare). Cronologicamente si fanno risalire ad Aristotele le prime osservazioni tassonomiche, raccolte nei vari scritti scientifici come "''Ricerche sugli animali''", "''Le parti degli animali''" e "''Sulla generazione degli animali''". Sebbene venga spesso considerato il padre fondatore della Zoologia moderna, Aristotele non propose mai un sistema tassonomico esaustivo e scientifico. I suoi studi erano per lo più annotazioni di carattere ora scientifico, ora fisiologico ora etologico, senza applicare in nessun caso un vero progetto tassonomico teorico.Dalle sue notazioni emerge comunque una primitiva suddivisione del regno Animale affine per certi aspetti a quella moderna. Aristotele suddivideva gli animali in due primi gruppi, gli '''''Enaima''''' (''Animali con sangue'') ed '''''Anaima''''' (''Animali senza sangue''). Al primo gruppo appartenevano l'Uomo, i Quadrupedi, i Cetacei, i Pesci e gli Uccelli. Al secondo appartenevano la maggior parte dei Crostacei decapodi, dei Molluschi e quelli che Aristotele definiva '''''Entoma''''', vale a dire un insieme più o meno confuso degli attuali Insetti, Miriapodi, Aracnidi, Anellidi e Vermi parassiti. Il criterio di classificazione che Aristotele adottò per gli Entoma fu la suddivisione del corpo degli animali in più segmenti ben individuabili, sulla faccia ventrale, dorsale o entrambe. Se si escludono gli Anellidi e i Vermi parassiti la definizione aristotelica di Entoma si avvicina molto a quella contemporanea degli Artropodi. Aristotele si interessò, seppure marginalmente, anche dei Vegetali. Le sue intuizioni al riguardo non furono vicine a quelle moderne come invece è stato per gli Animali. Aristotele sosteneva infatti che le Piante si fossero originate a partire da animaletti dalle dimensioni modeste provvisti di un gran numero di zampe che, a causa di una vita sempre più immobile e sedentaria, avrebbero perso le articolazioni finali andando a sostituire le funzioni vitali svolte dalla bocca. Le teorie zoologiche di Aristotele ricevettero molto successo nel corso del tempo rispetto a quelle botaniche, tant'è che perdurarono per circa duemila anni; soprattutto grazie alle adesioni che i suoi libri ricevettero da parte dei primi scrittori e teologi cristiani, come Origene, Agostino d'Ippona e Tommaso d'Aquino: una tendenza che continuò nei tempi successivi come nel XVI secolo con l'opera del presbitero Giovanni Domenico de Nigris che si dedicò alla descrizione di animali secondo un'ottica religiosa. Segue una classificazione (incompleta) del regno terminante con le varie classi di ogni phylum e comprendente (quando è indicato) categorie tassonomiche intermedie: Una spugna marina * '''''Phylum Porifera''''' (Poriferi o Spugne) ** classe ''Calcarea'' o ''Calcispongiae'' (Calcispongie o Spugne calcaree) ** classe ''Hyalospongiae'' o ''Hexactinellida'' (Ialospongie o Esattinellidi o Spugne vitree) ** classe ''Demospongiae'' (Demospongie o Spugne cornee) ** classe ''Sclerospongiae'' (Sclerospongie o Spugne coralline) Trichoplax adhaerens * '''''Phylum Placozoa''''' (Placozoi), due sole specie oggi note: ** ''Trichoplax adhaerens'' ** ''Treptoplax reptans'' (non si hanno dati a sufficienza per dimostrare l'esistenza di questa specie) === Ramo Radiata (Radiati) infraregno === * '''''Phylum Coelenterata''''' o '''''Cnidaria''''' (Celenterati o Cnidari) ** ''Hydrozoa'' (Idrozoi) ** ''Scyphozoa'' (Scifozoi) ** ''Cubozoa'' (Cubozoi) ** ''Anthozoa'' (Antozoi) * '''''Phylum Ctenophora''''' (Ctenofori) ** ''Tentaculata'' (Tentacolati) ** ''Nuda'' (Nudi o Atentacolati) === Ramo Bilateria (Bilateri) infraregno === ==== Protostomi ==== ===== ''Clade Ecdysozoa'' ===== * '''''Phylum Kinorhyncha''''' (Chinorinchi) * '''''Phylum Priapulida''''' (Priapulidi) Un platelminte turbellario * '''''Phylum Nematoda''''' (Nematodi o Vermi cilindrici) ** ''Secernentea'' o ''Phasmidia'' (Fasmidari) ** ''Adenophorea'' o ''Aphasmidia'' (Afasmidari) * '''''Phylum Lobopodia''''' (Lobopodi) * '''''Phylum Nematomorpha''''' (Nematomorfi) ** ''Nectonematoida'' (Nectonematoidi) ** ''Gordioida'' (Gordioidi) * '''''Phylum Loricifera''''' (Loriciferi) * '''''Phylum Arthropoda''''' (Artropodi) ** ''Subphylum Trilobitomorpha'' (Trilobiti) † ** ''Subphylum Chelicerata'' (Chelicerati) *** ''Merostomata'' (Merostomi) *** ''Pycnogonida'' (Picnogonidi) *** ''Arachnida'' (Aracnidi) ** ''Subphylum Myriapoda'' (Miriapodi) *** ''Diplopoda'' (Diplopodi) *** ''Chilopoda'' (Chilopodi) *** ''Symphyla'' (Sinfili) *** ''Pauropoda'' (Pauropodi) ** ''Subphylum Hexapoda'' (Esapodi) *** ''Enthognatha'' (Entognati) **** ''Collembola'' (Collemboli) **** ''Protura'' (Proturi) **** ''Diplura'' (Dipluri) *** ''Insecta'' (Insetti) ** ''Subphylum Crustacea'' (Crostacei) *** ''Branchiopoda'' (Branchiopodi) *** ''Remipedia'' (Remipedi) *** ''Cephalocarida'' (Cefalocaridi) *** ''Maxillopoda'' (Maxillopodi) *** ''Ostracoda'' (Ostracodi) *** ''Malacostraca'' (Malacostraci) * '''''Phylum Tardigrada''''' (Tardigradi) ** ''Heterotardigrada'' (Heterotardigradi) ** ''Mesotardigrada'' (Mesotardigradi) ** ''Eutardigrada'' (Eutardigradi) * '''''Phylum Onychophora''''' (Onicofori) ===== ''Clade Lophotrochozoa'' ===== * '''''Phylum Nemertea''''' o '''''Rhynchocoela''''' (Nemertini o Nemertei o Rincoceli) * '''''Phylum Entoprocta''''' o '''Kamptozoa''' (Endoprocti o Endoprotti o Camptozoi) * '''''Phylum Mollusca''''' (Molluschi) ** ''Subphylum Aculifera'' (Aculiferi) *** ''Poliplacophora'' (Poliplacofori) *** ''Caudofoveata'' (Caudofoveati) *** ''Solenogastres'' (Solenogastri) ** ''Subphylum Conchifera'' (Conchiferi) *** ''Monoplacophora'' (Monoplacofori) *** ''Gastropoda'' (Gasteropodi) *** ''Bivalvia'' (Bivalvi) *** ''Scaphopoda'' (Scafopodi) *** ''Cephalopoda'' (Cefalopodi) *** ''Rostroconchia'' (Rostroconchi) † *** ''Helcionelloida'' (Helcionelloidi) † *** ''Tentaculita'' (Tentaculiti) † Ammothea verenae * '''''Phylum Annelida''''' (Anellidi o Vermi Metamerici) ** ''Polychaeta'' (Policheti) ** ''Clitellata'' (Clitellati) * '''''Phylum Echiura''''' (Echiuridi o Echiuridei) * '''''Phylum Sipuncula''''' (Sipunculidi) * '''''Phylum Bryozoa o Ectoprocta''''' (Briozoi o Ectoprocti) ** ''Stenolaemata'' (Stenolaemati) ** ''Gymnolaemata'' (Gymnolaemati) ** ''Phylactolaemata'' (Phylactolaemati) * '''''Phylum Phoronida''''' (Foronidei) * '''''Phylum Brachiopoda''''' (Brachiopodi) ** ''Articulata'' (Articulati) ** ''Inarticulata'' (Inarticulati) * '''''Phylum Hyolitha''''' (Ioliti) ===== ''Clade Platyzoa'' ===== * '''''Phylum Platyhelminthes''''' (Platelminti o Vermi piatti): ** ''Turbellaria'' (Turbellari) ** ''Monogenea'' (Monogenei) ** ''Trematoda'' (Trematodi) ** ''Cestoda'' (Cestodi o Cestoidei) Stylocidaris affinis * '''''Phylum Gastrotricha''''' (Gastrotrichi) * '''''Phylum Gnathifera''''' * '''''Phylum Rotifera''''' (Rotiferi) ** ''Seisonoidea'' (Seisonoidi) ** ''Bdelloidea'' (Bdelloidi) ** ''Monogononta'' (Monogononti) * '''''Phylum Acanthocephala''''' (Acantocefali) ** ''Archiacanthocephala'' (Archiacanthocefali) ** ''Palaeacanthocephala'' (Palaeacanthocefali) ** ''Eoacanthocephala'' (Eoacanthocefali) * '''''Phylum Gnathostomulida''''' (Gnatostomulidi) ===== Non assegnato ===== * '''''Phylum Pentastomida''''' (Pentastomidi o Linguatulidi) ==== Deuterostomi ==== Plectaster decanus * '''''Phylum Chaetognatha''''' (Chetognati o Sagittoidei) * '''''Phylum Hemichordata''''' (Emicordati) * '''''Phylum Echinodermata''''' (Echinodermi) ** ''Subphylum Eleutherozoa'' (Eleuterozoi) *** ''Superclasse Asterozoa'' (Asterozoi) **** ''Asteroidea'' (Asteroidei o Stelle di mare) **** ''Somasteroidea'' (Somasteroidei) *** ''Superclasse Cryptosyringida'' (Cryptosyringidi) **** ''Echinoidea'' (Echinoidei o Ricci di mare) **** ''Holothuroidea'' (Oloturoidei od Oloturie o Cetrioli di mare) **** ''Ophiuroidea'' (Ofiuroidei od Ofiure o Stelle serpentine) ** ''Subphylum Crinozoa'' (Crinozoi) *** ''Crinoidea'' (Crinoidei o Crinoidi o Gigli di mare) * '''''Phylum Chordata''''' (Cordati) ** ''Subphylum Urochordata'' (Urocordati o Tunicati) ** ''Subphylum Cephalochordata'' (Cefalocordati) ** ''Subphylum Vertebrata'' (Vertebrati) *** ''Infraphylum Agnatha'' (Agnati o Pesci senza mascelle) **** ''Cephalaspida'' (Cefalaspidi)Branchiostoma lanceolatum **** ''Heterostraci'' (Eterostraci) **** ''Anaspida'' (Anaspidi) † *** ''Infraphylum Gnathostomata'' (Gnatostomi) **** ''Chondrichthyes'' (Condroitti o Pesci cartilaginei) **** ''Osteichthyes'' (Osteitti o Pesci ossei) **** ''Amphibia'' (Anfibi) **** ''Reptilia'' (Rettili) **** ''Aves'' (Uccelli) **** ''Mammalia'' (Mammiferi)
Acronimo
L''''acronimo''' , o '''inizialismo''', è un nome formato con le lettere o le sillabe iniziali , o più genericamente con sequenze di una o più lettere delle singole parole o di determinate parole di una frase o di una denominazione, leggibili come se fossero un'unica parola. Generalmente sono esclusi dall'acronimo verbi e articoli.
=== Classificazione === Spesso gli acronimi sono sigle pronunciabili, come FIAT o ONU (pronunciate "fìat", "ònu"), ma non tutti gli acronimi sono sigle, in quanto la caratteristica essenziale dell'acronimo è la leggibilità come un'unica parola della sequenza di lettere, sillabe o gruppi di lettere consecutive che compongono l'acronimo, che quindi non è sempre costituito solo da lettere iniziali: ad es., ''laser'' (''Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation'') è sia un acronimo sia una sigla, mentre ''radar'' (''RAdio Detection And Ranging'') è un acronimo ma non è una sigla. D'altra parte, non tutte le sigle sono acronimi: le sigle costituite da sequenze di lettere che richiedono la compitazione lettera per lettera dell'intera parola per poter essere pronunciate, come nel caso di CGIL o BMW (pronunciate "ci-gi-elle", "bi-emme-vu"), non sono acronimi. Nell'uso comune i due termini vengono comunque spesso considerati sinonimi (a tal proposito va ricordato che la sinonimia non indica la perfetta coincidenza di uso e significato). === Formazione === L'acronimo può essere costituito o dalle sole lettere iniziali di ciascuna parola che lo compone (CEDAM, acronimo di «Casa Editrice Dott. Antonio Milani») o da più lettere iniziali (Polfer, di «Polizia ferroviaria») o dalle sillabe iniziali (SINDIFER, di «Sindacato Dirigenti Ferrovie dello Stato») o da consonanti e vocali variamente scelte (SINASCEL, di «Sindacato Nazionale Scuola Elementare»), proprio perché siano leggibili come una sola parola. Negli acronimi mancano sovente i punti di suddivisione degli elementi componenti, che sono invece più frequentemente usati nelle sigle (CGIL o C.G.I.L., ma CONAD, di «Consorzio Nazionale Dettaglianti»). L'uso diffuso di alcuni acronimi ha fatto sì che non venga più percepita la loro natura di acronimo, come nel caso di laser, radar, sonar, ufo, suv, che sono diventati nel tempo veri e propri lemmi. Alcuni acronimi sono formati fondendo due parole, in genere eliminando l'ultima o le ultime sillabe della prima parola, in modo tale che le due parole originarie siano abbastanza riconoscibili e quindi il significato dell'acronimo sia abbastanza trasparente, come in palacongressi (palazzo + congressi), cantautore (cantante + autore) ed eliporto (elicottero + porto): si tratta in questo caso di un vero e proprio sistema di composizione (o formazione) di nuove parole (dette parole macedonia), che si è sviluppato soprattutto recentemente, in particolare per opera di giornalisti e pubblicitari. Altri acronimi sono ottenuti eliminando l'ultima o le ultime sillabe della prima parola e la prima o le prime sillabe della seconda parola, come nei vocaboli inglesi entrati nel vocabolario italiano motel (''mot''''or'' + ''hot''''el''), ''smog'' (''smo''''ke'' + ''fo''''g''), quasar (''quas''''i'' + ''stell''''ar'') e nel calco stagflazione (stagnazione + inflazione, sul modello inglese di ''stagflation''). Questi acronimi non solo non contengono punti, ma sono scritti in minuscolo; soltanto in pochi casi sono nomi propri e hanno quindi l'iniziale maiuscola. Un'ulteriore evoluzione dell'acronimia è la fusione di un numero maggiore di parole con soppressione di sillabe in posizioni più varie, come in postelegrafonico (postale + telegrafico + telefonico); si parla anche in questo caso di parole macedonia; il processo è detto anche ''sincrasi''. === Acronimo ricorsivo === Un acronimo ricorsivo è un acronimo che contiene sé stesso all'interno della propria scrittura per esteso. Esistono diversi esempi di acronimi ricorsivi, specialmente in ambito informatico, quali ad esempio: * GNU, ''Gnu's Not Unix''; * XNU, ''Xnu's Not Unix''; * PHP, ''PHP: Hypertext Preprocessor''; * XNA, ''XNA is Not an Acronym''; * Wine, ''Wine Is Not an Emulator''; * LAME, ''Lame Ain't an MP3 Encoder''; * YAML, Yaml Ain't a Markup Language; * Elle, ''Elle Looks Like Emacs''; * GOD, ''GOD Over Djinn'' (dal libro ''Gödel, Escher, Bach'' di Douglas Hofstadter ). Esistono anche acronimi mutuamente ricorsivi, come GNU Hurd, dove ''Hurd'' sta per ''HIRD of Unix-Replacing Daemons'', e ''HIRD'' significa ''HURD of Interfaces Representing Depth''. === Acrostico === Simile all'acronimo è l'acrostico, che ha anche rilevanza come componimento poetico (στίχος ''stìchos'', infatti, significa «verso»). Esso si distingue dall'acronimo, in quanto le lettere che lo compongono, ciascuna delle quali è l'iniziale di un verso o di una parola, formano una parola o una frase di senso compiuto. Ad es., ''ISOLA'', acronimo di «Istituto sardo organizzazione lavoro artigianale», è un acrostico (che è meglio scrivere tutto maiuscolo per non confonderlo con il nome comune). === Abbreviazione === L'abbreviazione si distingue dall'acronimo, ma nasce dalla medesima esigenza di esprimere con pochi segni un concetto complesso; l'abbreviazione, a differenza dell'acronimo, non crea una nuova parola, ma è solo una rappresentazione diversa della stessa parola. In italiano, ma anche in altre lingue, l'abbreviazione può avere regole proprie di declinazione: ad esempio, ''pag.'' o ''p.'' è l'abbreviazione di "pagina", mentre ''pagg.'' o ''pp.'' è l'abbreviazione di "pagine"; esistono anche abbreviazioni declinate solo al plurale, come ad esempio ''AA.VV.'' che sta per "autori vari". Le contrazioni rientrano in questa categoria. L'ISO 4 è uno "standard per l'abbreviazione" dei titoli seriali, che permette di mantenere una loro identificazione univoca e uniforme, internazionale e indipendente da quella di altri codici alfanumerici diffusi. Presenta il vantaggio di essere "parlante", anche per i non esperti perché è una scelta delle parole più significative del titolo stesso.
Alga
''Caulerpa taxifolia'' Automezzi al lavoro per lo smaltimento delle alghe nell'estate del 2013 a Pinarella di Cervia, Italia Le '''alghe''' afferiscono ad un raggruppamento, non appartenente ad un ''taxon'' sistematico, rappresentato da organismi di struttura vegetale, autotrofi, unicellulari o pluricellulari, che producono energia chimica per fotosintesi, generando ossigeno e che non presentano una differenziazione in tessuti veri e propri. Nel corso del tempo, e nell'evoluzione della sistematizzazione scientifica dei viventi, all'interno di questo raggruppamento si sono venuti a trovare differenti gruppi sistematici aventi caratteristiche congruenti come la struttura molto semplice e non differenziata in tessuti e molto spesso la capacità fotosintetica. Le sole alghe verdi o clorofite, insieme alle embriofite, o piante terrestri, costituiscono il clade delle piante verdi, o viridiplantae. Non tutte le alghe utilizzano per la fotosintesi la clorofilla ''a''. Esse sono un gruppo molto vasto e diversificato di organismi autotrofi semplici, unicellulari e pluricellulari, come i kelp giganti che crescono fino a 65 metri di lunghezza. La maggior parte sono fotosintetici come le piante, e ''"semplici"'' perché non hanno la cellula tipica delle piante terrestri e non si trovano strutture tissutali distinte. Anche se i cianobatteri procarioti sono informalmente indicati come alghe blu-verdi, questo utilizzo non è ulteriormente corretto, alghe è un termine ora limitato solo a organismi eucarioti. Tutte le alghe vere devono avere un nucleo racchiuso in una membrana e plastidi legati in una o più membrane. Le alghe costituiscono quindi un gruppo parafiletico e polifiletico, in quanto non tutte discendono da un unico antenato comune, anche se i loro plastidi sembra che abbiano una origine unica. Le alghe presentano una vasta gamma di strategie riproduttive, dal più semplice, la divisione cellulare asessuata a forme complesse di riproduzione sessuale. Le alghe non hanno le varie strutture che caratterizzano le piante terrestri, come le foglioline delle briofite, i rizoidi delle piante non vascolari e le radici, foglie e altri organi che si trovano nelle tracheofite. Molti gruppi sono fototrofi, anche se alcuni contengono membri che sono mixotrofici. Alcune specie unicellulari dipendono interamente da fonti di energia differenti dalla luce e hanno un limitato o nessun apparato fotosintetico. Quasi tutte le alghe hanno un apparato fotosintetico in definitiva derivato dai cianobatteri, e producono ossigeno come sottoprodotto della fotosintesi, a differenza di altri batteri fotosintetici come i solfobatteri viola e verdi. Alghe filamentose fossili dal bacino di Vindhya sono state datate a 1,6-1,7 miliardi di anni fa.
Pur nell'ambiguità del termine, in passato venivano considerate alghe anche le cosiddette "cianoficee" o "alghe azzurre", organismi unicellulari (che tuttavia possono unirsi in colonie) procarioti e autotrofi, oggi più correttamente inserite nel taxon dei cianobatteri facenti parte del regno (e dominio) ''Bacteria''. Le vere alghe sono perciò quelle eucariotiche, che appartengono tradizionalmente al regno dei protisti e che possono essere sia unicellulari sia pluricellulari. Tale raggruppamento è però sicuramente parafiletico o polifiletico: le alghe sono quindi state recentemente separate in vari gruppi di eucarioti, sebbene tale tassonomia sia ancora assai incerta e vari in modo considerevole da autore ad autore. In generale si può dire che un'alga rappresenta un ''grado'', più che un raggruppamento con valore tassonomico. Generalmente le alghe non hanno le strutture tipiche delle piante terrestri come i rizoidi nelle piante non vascolari e le foglie, radici e altri organi che sono tipici delle tracheofite e hanno solo pseudotessuti (talli), invece che veri tessuti distinti formati da cellule separate fra loro da setti trasversali. Le alghe sono generalmente fotosintetiche, sebbene esistano forme sia autotrofe che eterotrofe e alcune alghe ora incluse nel clade Archaeplastida, come ''Chlamydomonas'', siano state talvolta inserite tra i protozoi. Alcune alghe unicellulari dipendono unicamente da sorgenti di energia esterne e hanno un apparato fotosintetico limitato o assente. Le strutture fotosintetiche delle alghe derivano primariamente o secondariamente dai cianobatteri e così producono ossigeno dalla fotosintesi, a differenza di batteri fotosintetici come i batteri solforosi. Le alghe sono organismi strutturalmente molto semplici. Nella maggior parte dei casi hanno un ciclo vitale aploide, altre sono aplo-diplonti — con un'alternanza di generazioni aploidi (sporofite) e diploidi (gametofite) — e solo le alghe più evolute (come tipo le Bacillariophyta) hanno un ciclo diploide. Nelle alghe l'embrione non è protetto da cellule di origine materna. Le alghe sono diffuse in tutti i mari e nei luoghi d'acqua dolce. Prima della comparsa delle classificazioni filogenetiche, si dividevano in nove Divisioni (suffisso -phyta) a seconda della conformazione e del tipo di pigmento fotosintetico utilizzato: * Regno: Chromista ** Euglenophyta (euglenoidi) ** Chrysophyta (alghe giallo-brune) ** Dinophyta (dinoflagellate) ** Bacillariophyta (diatomee) ** Phaeophyta (alghe brune) ** Cryptophyta * Regno: Plantae ** Chlorophyta (alghe verdi) ** Rhodophyta (alghe rosse) ** Glaucophyta ** Charophyta Illustrazione di macroalghe e microalghe Come classificazione generale le alghe si possono dividere secondo le loro dimensioni in macroalghe e microalghe. Le prime sono osservabili senza l’ausilio del microscopio, solitamente si trovano in acque salate con una colorazione che può variare dal blu, al verde, al rosso e al marrone e si distinguono anche in base alla loro forma. Le microalghe di dimensioni più ridotte invece differiscono dalla macroalghe in quanto osservabili solo al microscopio a meno che non si incatenino insieme in numeri abbastanza grandi diventando visibili all'occhio umano senza aiuto; le loro dimensioni variano da pochi a qualche centinaia di micrometri. Nelle alghe la morfologia è varia si passa da organismi unicellulari a organismi pluricellulari. Si possono presentare come: * flagellate, costituite da una singola cellula flagellata (es. ''Euglena'') o in colonia (es. ''Eudorina''); * rizopodiali, costituite da una sola cellula, priva di pareti rigide, si muove emettendo pseudopodi; * capsali, costituite da cellule immobili, prive di parete, aggregate in piccole colonie avvolte da materiale gelatinoso; * coccali, formate da una sola cellula, uninucleata, priva di flagelli, con parete rigida; * sifonali o cenocitiche, formate da una sola cellula, con parete, plurinucleate anche di dimensioni notevoli; * tricali, pluricellulari formate da cellule uninucleate, con tallo semplice o ramificato; * sifonocladali, pluricellulari, con cellule plurinucleate; * pseudoparenchimatiche, con tallo laminare originatosi per divisione delle cellule in un piano, con uno o due strati di cellule (es. ''Ulva lactuca''). Si trovano vicino alla superficie delle distese di acqua, dove la luce è più abbondante. Sono costituite da un'unica cellula, completamente autosufficiente. Fanno parte del fitoplancton, hanno quindi un ruolo basilare come produttori nelle catene alimentari, da cui dipende la vita degli animali acquatici. Inoltre riforniscono l'atmosfera di grandi quantità di ossigeno. Vivono generalmente in acque poco profonde. Sono caratterizzate da forme particolari e da colori diversi dovuti ai pigmenti accessori, grazie ai quali utilizzano tutto lo spettro della luce. L'acqua funge da filtro per le varie radiazioni dello spettro visibile. Le alghe verdi si trovano più vicine alla superficie dell'acqua, assorbono la luce rosso-arancio che ha lunghezze d'onda maggiori e che viene arrestata per prima. A profondità maggiori si trovano le alghe brune che assorbono i raggi blu-verdi (più penetranti). Ancora più in basso è l'habitat delle alghe rosse che assorbono la tenue luce blu, in grado di penetrare ancora più in profondità. Le alghe pluricellulari sono organismi acquatici che presentano cellule poco differenziate che formano un tessuto, detto tallo, senza radici, fusto, foglie. Le alghe non hanno bisogno di radici, né di vasi conduttori, perché vivono immerse nell'acqua. Ogni cellula può assorbire per conto proprio tutto il nutrimento di cui ha bisogno. Alcune alghe vengono usate in erboristeria; tra queste possiamo ricordare il fuco, la quercia marina e la coda di pavone. Vengono impiegati anche alcuni cianobatteri (spirulina, klamath) con il nome di "micro-alghe". L'agar agar, ricavato da varie specie di rodofite, è la fonte dell'agarosio utilizzato per le piastre di coltura microbiologiche. Molte alghe vengono tra l'altro usate nella cucina vegana e in quella macrobiotica; tra queste sono di notevole importanza le seguenti: kombu, arame, dulse, hijiki, nori (quest'ultima usata per fare il famoso sushi), wakame. D'altra parte le alghe vantano una lunga tradizione di consumo alimentare anche nei paesi del nord Europa e lungo le fasce costiere mediterranee. In particolare in Italia è ancora viva la tradizione delle Zeppolelle di mare, frittelline preparate con l'alga verde lattuga di mare. Fino a 20 anni or sono nel catanese, in Sicilia, si raccoglieva l'alga "mauru" che veniva venduta in appositi chioschi e consumata cruda condita con limone. Alcune alghe producono dimetil solfuro, una sostanza che condensa le particelle di vapore acqueo provocando la formazione di nubi e combattendo l'effetto serra. Dalla fibra delle alghe è possibile ricavare della carta, che può essere realizzata senza uso di cloro. Il nome di questo prodotto è stato registrato come Shiro alga carta. Dalle alghe brune è possibile estrarre, attraverso un processo chimico di micronizzazione a freddo, sostanze in grado di migliorare la nutrizione delle piante conosciute come Biostimolanti algali.
Aldo Moro
Tra i fondatori della Democrazia Cristiana e suo rappresentante alla Costituente, ne divenne prima segretario e poi presidente e fu più volte ministro. Cinque volte Presidente del Consiglio dei ministri, guidò governi di centro-sinistra promuovendo nel periodo 1974-76 la cosiddetta strategia dell'attenzione verso il Partito Comunista Italiano attraverso il cosiddetto compromesso storico. Fu rapito il 16 marzo 1978 e assassinato il 9 maggio successivo dalle Brigate Rosse. È uno dei quattro Presidenti del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana ad aver ricoperto questa carica per un periodo cumulativo maggiore di cinque anni.
=== Ambiente familiare, formazione culturale ed impegno accademico === Casa natale di Aldo Moro a Maglie, provincia di Lecce Con la moglie Assieme a Padre Pio da Pietrelcina Nacque il 23 settembre 1916 a Maglie, in provincia di Lecce. Suo padre Renato era un ispettore scolastico, originario di Gemini (Ugento), la madre Fida Stinchi un'insegnante elementare di Cosenza. Conseguì la Maturità Classica al Liceo "Archita" di Taranto. S'iscrisse presso l'Università di Bari alla facoltà di Giurisprudenza, dove al termine di un percorso brillante (superò tutti gli esami con la votazione di 30 o 30 e lode) conseguì la laurea il 13 novembre 1938 presentando una tesi su ''La capacità giuridica penale'', sotto la guida del prof. Biagio Petrocelli, ordinario di diritto penale e in quel periodo anche Rettore dell'ateneo barese. Dopo un breve periodo come assistente volontario e poi segretario particolare dello stesso Petrocelli, a partire dall'anno accademico 1940-1941 e fino all'ottenimento della cattedra nel 1951 Moro tenne come professore incaricato corsi in svariate facoltà dell'università, fra i quali si segnalano quello in filosofia del diritto, dal quale fu tratto un apprezzato libro di testo, le sue lezioni furono infatti raccolte in dispense con il titolo ''Lo Stato,'' e l'insegnamento di diritto penale nel corso di laurea in giurisprudenza, che Moro ricoprì nel 1942-43, in quanto il titolare, prof. Giovanni Leone (poi presidente della Repubblica dal 1971 al 1978), era stato richiamato in servizio militare. Nel 1942, Moro svilupperà inoltre la sua seconda opera, intitolata ''La subiettivazione della norma penale'', che, assieme al lodevole giudizio espresso nei confronti della attività didattica precedentemente menzionata, nello stesso anno gli varrà la concessione della libera docenza in diritto penale. La sua carriera universitaria proseguì spedita: nel 1948 fu nominato professore straordinario di diritto penale presso l'Università di Bari e nel 1951, al termine del prescritto triennio di straordinariato, ad appena 35 anni di età completò il ''cursus honorum'' ottenendo la cattedra da professore ordinario di diritto penale, sempre presso l'ateneo del capoluogo pugliese. Nel 1963, anche per poter meglio conciliare gli impegni governativi e politici con quelli accademici, ottenne il trasferimento all'Università di Roma, in qualità di titolare della cattedra di Istituzioni di Diritto e Procedura penale presso la Facoltà di Scienze politiche. Nonostante i molteplici impegni politici e istituzionali che lo accompagnarono negli anni, Moro non venne mai meno ai suoi impegni accademici e continuò ad insegnare regolarmente fino alla morte, dedicando sempre la necessaria attenzione ai suoi studenti, con i quali era solito anche intrattenersi a dialogare, dopo le lezioni. È stato ritenuto emblematico di questa sua vocazione didattica il fatto che, fra le borse rinvenute nella Fiat 130 da cui fu rapito il 16 marzo 1978, ve ne fosse una contenente alcune tesi di laurea dei suoi allievi. Nel 1935 entrò a far parte della Federazione universitaria cattolica italiana di Bari, segnalandosi ben presto anche a livello nazionale. Nel luglio 1939 venne scelto, su consiglio di monsignor Giovanni Battista Montini, di cui, proprio in quegli anni, divenne amico, come presidente dell'Associazione; in questo periodo prese i voti nella Fraternità Laica di San Domenico. Durante gli anni universitari partecipò, inoltre, ai Littoriali della cultura e dell'arte. Mantenne l'incarico nella FUCI sino al 1942, quando fu chiamato alle armi, prima come ufficiale di fanteria, poi come commissario nell'aeronautica, con incarichi prevalentemente d'ufficio (da principio come esperto di problemi giuridici e in seguito come addetto stampa). Gli succedette Giulio Andreotti, sino ad allora direttore della rivista degli universitari cattolici ''Azione Fucina''. Dopo qualche anno di carriera accademica, fondò nel 1943 a Bari, con alcuni amici, il periodico ''La Rassegna'' che uscì fino al 1945. Nel luglio dello stesso anno prese parte ai lavori che portarono alla redazione del Codice di Camaldoli. Nel 1945 sposò, a Montemarciano, Eleonora Chiavarelli (1915–2010), con la quale ebbe quattro figli: Maria Fida (1946), Anna (1949), Agnese (1952) e Giovanni (1958). Fra i suoi interessi privati, si segnala la passione per il cinema ed in particolare per i western, i polizieschi e le commedie con Totò. === Primi passi in politica con Dossetti === Nel giorno dell'elezione a segretario della Democrazia Cristiana (17 marzo 1959). Nel settembre del 1942, quando la sconfitta del regime fascista era ancora di là da venire, Aldo Moro cominciò a incontrarsi clandestinamente con altri esponenti del movimento cattolico nell'abitazione di Giorgio Enrico Falck, noto imprenditore milanese; tra gli altri, erano presenti Alcide De Gasperi, Mario Scelba, Attilio Piccioni, Giovanni Gronchi, provenienti dal disciolto Partito Popolare Italiano di Don Sturzo; Giulio Andreotti dell'Azione Cattolica; Amintore Fanfani, Giuseppe Dossetti e Paolo Emilio Taviani della FUCI. Il 19 marzo 1943, il gruppo si riunì a Roma, in casa di Giuseppe Spataro, per discutere e approvare il documento, redatto da De Gasperi, "Le idee ricostruttive della Democrazia Cristiana", considerato l'atto di fondazione ufficiale della Democrazia Cristiana. Nel nuovo partito, Moro mostrò subito la sua tendenza democratico-sociale, aderendo alla componente dossettiana, considerata comunemente la "sinistra DC". Nel 1945 divenne direttore della rivista ''Studium'' e fu eletto presidente del "Movimento laureati di azione cattolica" (poi Movimento ecclesiale di impegno culturale), che era stato fondato nel 1932 da Igino Righetti. Nel 1946, Moro divenne vicepresidente della Democrazia Cristiana e fu eletto all'Assemblea Costituente, dove entrò a far parte della commissione che si occupò di redigere la Carta costituzionale. Eletto deputato al parlamento nelle elezioni del 1948, fu nominato sottosegretario agli esteri nel gabinetto De Gasperi (23 maggio 1948 - 27 gennaio 1950). Dopo il ritiro di Dossetti dalla scena politica (1952), Moro, insieme a Segni, Colombo, Rumor e altri, costituì la corrente democristiana ''Iniziativa democratica'', sotto il comando di Fanfani. Nel 1953 fu rieletto alla Camera, ove ricoprì la carica di presidente del gruppo parlamentare democristiano. Nel 1955 fu ministro di Grazia e Giustizia nel governo Segni I e l'anno dopo risultò tra i primi eletti nel consiglio nazionale del partito, durante il VI congresso nazionale della DC. Ministro della Pubblica Istruzione nei due anni successivi (governi Zoli e Fanfani) introdusse lo studio dell'educazione civica nelle scuole (D.P.R. n. 585, 13 giugno 1958), elaborò un ''Piano decennale per l’istruzione'' diretto a rendere effettivo il diritto alla scuola con nuovi edifici, borse di studio e assistenza e fu sua l’intuizione di sfruttare la neonata Rai per agevolare l'alfabetizzazione del paese dando l'avvio alla creazione di quella che, inizialmente chiamata ''Telescuola'', diventerà la trasmissione ''Non è mai troppo tardi'' del maestro Alberto Manzi. === La fase "dorotea" === Il 14 marzo 1959, in conseguenza delle dimissioni di Fanfani da Presidente del Consiglio e segretario del partito, fu convocato a Roma un consiglio nazionale della DC: gli esponenti di ''Iniziativa Democratica'' si erano riuniti nel convento delle suore di Santa Dorotea e in quella sede, la maggioranza della corrente (Rumor, Taviani, Colombo e, sia pure in una posizione più autonoma, Aldo Moro) scelse di accantonare la linea politica fanfaniana di apertura a sinistra costituendo la corrente dei ''"dorotei"''. Al Consiglio Nazionale, su indicazione dei ''dorotei'', Aldo Moro fu nominato segretario. Guidò il VII congresso nazionale, svoltosi a Firenze dal 23 al 28 ottobre 1959, che lo rielesse per pochi voti, respingendo nuovamente la piattaforma politica "fanfaniana" che affermava la necessità di una collaborazione con il PSI. === Moro e il centro-sinistra === Dopo la parentesi del governo Tambroni (1960), appoggiato dai voti determinanti del MSI, la convergente iniziativa di Moro alla segreteria e di Fanfani nuovamente al governo, guidò il successivo Congresso nazionale, svoltosi a Napoli nel 1962 ad approvare con ampia maggioranza una linea di collaborazione della DC con il Partito Socialista Italiano. L'esperienza delle maggioranze di centrosinistra prese forma con il quarto governo Fanfani (1962) di coalizione DC-PSDI-PRI e con l'appoggio esterno del PSI. Camera il primo governo di centro-sinistra (1963) ==== Il primo governo di Moro ==== Il 28 aprile 1963 si votò per le elezioni politiche. Nel dicembre 1963 (IV legislatura, 1963 - 1968) Moro divenne presidente del Consiglio, formando per la prima volta, dal 1947, un governo con la presenza di esponenti socialisti. All'età di 47 anni, fu il più giovane presidente fino ad allora della storia repubblicana. Il programma di governo del Moro I fu così vasto e poco credibile che il presidente del Senato Cesare Merzagora lo ribattezzò ironicamente ''Brevi cenni sull'universo''. Esso conteneva, fra le altre cose, la riforma delle regioni, riforma della scuola, riforma agraria, dell'edilizia, del fisco, delle pensioni e dei monopoli. Risultati concreti di questo governo furono invece: l'istituzione della Regione Molise, la ventesima regione d'Italia, dallo scorporo dalla precedente ripartizione denominata Abruzzi e Molise; la disciplina della vendita a rate e la riforma finanziaria per trattenere la fuga di capitali (tra le altre cose, il governo ridusse al 5% la quota di possesso sui titoli nominativi e mantenne al 30% quella sui titoli anonimi). Il primo esecutivo Moro dovette affrontare subito la tragedia del Vajont con molte decisioni a partire dalla punizione dei responsabili amministrativi della diga alla ricostruzione, esempio di programmazione territoriale sotto la guida di grandi urbanisti. Altri grandi impegni furono il compimento della nazionalizzazione dell'energia elettrica cominciata nel 1962 da Fanfani, la messa in atto della riforma della scuola dello stesso anno che istituiva la scuola media unica ed innalzava l'obbligo scolastico e la preparazione della legge urbanistica che, però, non arrivò neppure al Consiglio dei Ministri per un vastissimo schieramento di opposizione. La coalizione resse fino alle elezioni del 1968 ma trovò, inizialmente, la contrarietà del Presidente della Repubblica Antonio Segni (1962-1964). Quando il primo governo Moro fu battuto sulla discussione del bilancio del Ministero della pubblica istruzione (25 giugno 1964) riguardante il finanziamento dell'istruzione privata, il Presidente del Consiglio rassegnò le dimissioni. ==== I giorni del Piano Solo ==== Segni, durante le consultazioni per il conferimento del nuovo incarico, esercitò pressioni sul leader socialista Pietro Nenni per indurre il PSI a uscire dalla maggioranza governativa. Il 16 luglio, il Presidente della Repubblica Antonio Segni inviò il generale dei carabinieri Giovanni De Lorenzo a una riunione dei rappresentanti della DC, per recapitare un suo messaggio che, secondo alcuni storici, si ritiene che si riferisse alla disponibilità del presidente, qualora le trattative per la formazione di un nuovo governo di centrosinistra fossero fallite, a conferire un successivo incarico al Presidente del Senato Cesare Merzagora, per la formazione di un "governo del presidente". De Lorenzo, il 25 marzo 1964, si era incontrato con i comandanti delle divisioni di Milano, Roma e Napoli e aveva proposto loro un piano finalizzato a far fronte a una ipotetica situazione di estrema emergenza per il Paese. Per l'attuazione del piano si prevedeva l'intervento dell'Arma dei Carabinieri e "solo" di essi: da qui il nome di "Piano Solo". Era inclusa una lista di 731 uomini politici e sindacalisti di sinistra che i carabinieri avrebbero dovuto prelevare e trasferire in Sardegna nella base militare segreta di Capo Marrargiu. Il piano prevedeva inoltre il presidio della RAI-TV, l'occupazione delle sedi dei giornali di sinistra e l'intervento dell'Arma in caso di manifestazioni filocomuniste. Il piano prevedeva infine l'uccisione di Moro per mano del tenente colonnello dei paracadutisti Roberto Podestà. Il 10 maggio De Lorenzo aveva presentato il suo piano a Segni, che ne rimase particolarmente impressionato, tanto che nella successiva sfilata militare per l'anniversario della Repubblica, lo si vide piangere commosso alla vista della modernissima brigata meccanizzata dei carabinieri, allestita dallo stesso De Lorenzo. Tuttavia sia Giorgio Galli che Indro Montanelli ritengono che non fosse nelle intenzioni del Presidente Segni eseguire un colpo di Stato, ma agitarlo come uno spauracchio a fini politici. La contrapposizione politica che si stabilì, a livelli quasi di scontro, fra il Capo dello Stato ed il premier uscente riguardava appunto il centrosinistra: alle proposte di Moro (cui peraltro Segni doveva buona parte delle sue fortune politiche, compreso il Quirinale), che avrebbe aperto alla sinistra con maggior fiducia, col sostegno di una parte della DC e un tiepido avvicinamento del PCI, Segni rispose proponendo, o forse minacciando, un governo di tecnici sostenuto dai militari. Il 17 luglio, invece, Moro si recò al Quirinale, con l'intenzione di accettare l'incarico per formare un nuovo esecutivo di centrosinistra. Durante le trattative, infatti, il PSI, su impulso di Pietro Nenni, aveva accettato il ridimensionamento dei suoi programmi riformatori. La crisi rientrò, nessun carabiniere dovette muoversi. Moro, insieme a Nenni (che nel 1967 rievocherà quel periodo come quello del «tintinnio di sciabole»), optò per un più tranquillo e morbido ritorno alla formula governativa precedente, che avrebbe evitato rischi alquanto inquietanti, e il PSI rilasciò prudenti comunicati di rinuncia ad alcune richieste di riforme che prima aveva avanzato come prioritarie. Il 7 agosto, dopo pochi giorni dall'insediamento dell'esecutivo, dopo aver allontanato la famiglia da Roma rimandandola a Bari, Moro accompagnato da Saragat, in quel momento Vice-Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri, ebbe un colloquio con Segni - di cui tuttora si sospetta il coinvolgimento nel "Piano Solo" - al termine del quale il Capo dello Stato fu colpito da trombosi cerebrale. Nessuno dei presenti ha mai fatto dichiarazioni ufficiali sul contenuto del colloquio. Si è sempre ritenuto che Segni si sia sentito male durante una lite con i due membri del governo che gli chiedevano interventi risoluti contro il generale De Lorenzo, forse minacciando la caduta dello stesso Capo di Stato tramite un ricorso alla Corte Costituzionale. Tuttavia, secondo la testimonianza del suo segretario particolare Costantino Belluscio, Saragat avrebbe confidato al medesimo che i tre stavano discutendo di un avvicendamento di diplomatici, ma senza accalorarsi particolarmente. Ne seguì l'accertamento della condizione d'impedimento temporaneo, avvenuto con atto congiuntamente firmato dai Presidenti delle due Camere e dal Presidente del Consiglio. Nel dicembre 1964, nella carica di Presidente della Repubblica, a Segni successe lo stesso Giuseppe Saragat e non vi furono altri ostacoli al prosieguo della formula di centrosinistra. ==== Secondo governo Moro ==== Come detto Moro riuscì a ricomporre una maggioranza avviando il suo secondo governo. Questo secondo esecutivo guidato dallo statista pugliese vide tornare sulla scena politica Amintore Fanfani in qualità di Ministro degli Esteri, a seguito dell'elezione di Saragat al Quirinale, in un momento di tensione internazionale dovuto alla guerra in Vietnam. Si ripropose inoltre lo scontro che aveva infervorato il governo precedente riguardante temi come il piano urbanistico, le Regioni e le nazionalizzazioni. Altri risultanti importanti di questo governo furono: l'approvazione di provvedimenti per i finanziamenti straordinari alle aziende in crisi sancendo la nascita delle cooperative, delle società e dei gruppi immobiliari; il varo della nuova normativa sul Cinema con ormai la produzione cinematografica che ha raggiunto livelli da record, vengono prodotti film di ogni genere con una variegata libertà di espressione; l'approvazione della legge sui patti agrari e sull'abolizione della mezzadria; la promulgazione della Legge Sabatini (dal nome di Armando Sabatini) sull'incentivazione all'innovazione tecnologica per le piccole e medie imprese; l'inaugurazione dell'Autostrada A1 e del Traforo del Monte Bianco. A far cadere il governo è il voto sull'istituzione della Scuola Materna Statale, uno dei punti chiave del programma concordato con i socialisti. Il 20 gennaio 1966 la Camera dei Deputati respinge con voto segreto il provvedimento (ci sono 250 no e 221 sì; il voto è condizionato dal fatto che molti istituti infantili privati erano guidati da ordini religiosi). Appena il giorno prima il governo aveva chiesto e ottenuto la fiducia, con 317 sì e 232 no, su un ordine del giorno di natura procedurale. Moro si dimette il 21 gennaio. ==== Il terzo governo Moro ==== Il terzo governo Moro (23 febbraio 1966 - 5 giugno 1968) batté il record di durata (833 giorni) e rimase uno dei più longevi della Repubblica. ==== Provvedimenti principali ==== A seguito di catastrofi come l'alluvione di Firenze, durante questo governo, venne varata la cosiddetta legge 6 agosto 1967 n. 765, detta "legge-ponte" o legge Mancini (dal nome dell'allora ministro Giacomo Mancini) contro le resistenze di numerosi settori della Democrazia Cristiana. La legge è tuttora (2012) in vigore e stabiliva la partecipazione dei privati alle spese di urbanizzazione ed avviava una estesa applicazione dei piani urbanistici cercando di garantirne il rispetto per porre un freno allo sviluppo edilizio incontrollato. Al terzo governo Moro si deve anche il provvedimento che doveva portare, a venti anni dall'entrata in vigore della Costituzione e dopo un lungo cammino, all'attuazione definitiva del decentramento regionale dopo un serrato dibattito parlamentare. I partiti di destra diedero vita ad un estenuante ostruzionismo (l'intervento di Giorgio Almirante, leader del MSI, durò ben otto ore), nel tentativo di far saltare il progetto di legge. La maggioranza riuscì a contrastare questo ostruzionismo con l'inizio, il 17 ottobre, di una seduta ad oltranza che durò ininterrottamente per 15 giorni e, con l’approvazione della legge elettorale n. 108 del 17 febbraio 1968, si avviò concretamente la costituzione delle Regioni a statuto ordinario i cui consigli regionali vennero eletti per la prima volta nel 1970. Nel 1968 con la cosiddetta ''legge Mariotti'' (legge 12 febbraio 1968, n. 132), dal nome dell'omonimo ministro della Sanità, recante disposizioni in tema di ''enti ospedalieri e assistenza ospedaliera'', il comparto ospedaliero fu profondamente riformato attraverso la trasformazione degli ospedali in enti pubblici distinti dagli enti di assistenza del tipo IPAB. Venne inoltre avviato il processo di coinvolgimento nelle attività di protezione civile delle associazioni di volontariato (cattoliche e laiche). === Moro ministro degli affari esteri === Dopo le elezioni del 1968 venne costituito un governo balneare in attesa del congresso DC, previsto per l'autunno. Al congresso, Moro uscì dalla corrente dei "dorotei" e passò all'opposizione interna al partito. Nei governi della seconda fase del centrosinistra (1968-1972), Moro mantenne a lungo l'incarico di ministro degli affari esteri (nel secondo e nel terzo governo Rumor, nel governo Colombo e nel primo governo Andreotti), durante il quale proseguì la politica filo-araba del suo predecessore Fanfani. Moro dovette far fronte anche alla difficile situazione creatasi a seguito del golpe di Muammar Gheddafi in Libia, paese molto importante per gli interessi italiani non solo per i legami coloniali, ma anche per le sue risorse energetiche e per la presenza di circa 20.000 italiani. ==== Il ''lodo Moro'' ==== In veste di Capo della Farnesina, Moro riuscì a strappare a Yasser Arafat la promessa di non porre in atto condotte di terrorismo in territorio italiano, con un impegno che fu battezzato ''patto Moro'' o ''lodo Moro''. Con Francesco Cossiga L'esistenza di tale patto, e la sua validità per oltre un decennio, fu confermata da Bassam Abu Sharif, ''leader'' "storico" del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina. Intervistato dal giornalista del ''Corriere della Sera'' Davide Frattini su quanto dichiarato dal senatore Francesco Cossiga in merito all'esistenza di un ''lodo Moro'' con l'Italia, ovvero di «un'intesa con il Fronte Popolare» per cui appartenenti a quest'ultimo potevano «trasportare armi e esplosivi, garantendo in cambio immunità dagli attacchi», Abu Sharif dichiarava: «Ho seguito personalmente le trattative per l'accordo. Aldo Moro era un grande uomo, un vero patriota. Voleva risparmiare all'Italia qualche mal di testa. Non l'ho mai incontrato. Abbiamo discusso i dettagli con un ammiraglio, gente dei servizi segreti, e con Stefano Giovannone (capocentro del SID e poi del Sismi a Beirut). Incontri a Roma e in Libano. L'intesa venne definita e da allora l'abbiamo sempre rispettata. ... Ci veniva concesso di organizzare piccoli transiti, passaggi, operazioni puramente palestinesi, senza coinvolgere italiani. Dopo il patto, ogni volta che venivo a Roma, due auto di scorta mi aspettavano per proteggermi. Da parte nostra, garantivamo anche di evitare imbarazzi al vostro Paese, attacchi che partissero direttamente dal suolo italiano», specificando che ad essere informati fossero i servizi segreti italiani. Lo stesso Cossiga, in una lettera al direttore del ''Corriere della Sera'', ha dichiarato: «Ho sempre saputo non da carte o informazioni ufficiali - che mi sono state sempre tenute segrete - dell'esistenza di un "patto di non belligeranza" segreto tra lo Stato italiano e le organizzazioni della resistenza palestinese, comprese quelle terroristiche quali la Fplp, che si è fatta viva nuovamente in questi giorni. Questo patto fu ideato e concluso da Aldo Moro ... . Le clausole di questo patto prevedevano che le organizzazioni palestinesi potessero avere basi anche di armamento nel Paese, che avessero libertà di entrata e uscita e di circolazione senza essere assoggettati ai normali controlli di polizia perché "gestiti" dai servizi segreti ...». ==== Strage dell'Italicus ==== In questo periodo si colloca la Strage dell'Italicus del 4 agosto 1974. Stando a quanto affermato nel 2004 dalla figlia Maria Fida, Moro, all'epoca ministro, si sarebbe dovuto trovare a bordo del treno, ma pochi minuti prima della partenza venne raggiunto da alcuni funzionari del Ministero che lo fecero scendere per firmare alcuni documenti. Stando ad alcune ricostruzioni lo statista pugliese sarebbe stato il vero motivo dell'attentato che va quindi interpretato o come un tentativo di eliminare Moro o un avvertimento diretto al politico da parte di servizi segreti deviati. === Declino della formula di centrosinistra === Aldo Moro Alle elezioni per la presidenza della Repubblica del dicembre 1971, dopo il ritiro della candidatura Fanfani, Moro fu proposto all'assemblea degli elettori DC come candidato simbolo della continuità della politica governativa dell'ultimo decennio, in contrapposizione al conservatore-moderato Giovanni Leone, che prevalse di stretta misura. La sconfitta della candidatura Moro alla presidenza della Repubblica portò alla formazione di una maggioranza alternativa a quella di centro-sinistra che sorreggeva il governo di Emilio Colombo e al ritorno al centrismo (Governo Andreotti II). Moro, pertanto, uscì temporaneamente dalla compagine governativa. L'esperienza del governo centrista guidato da Andreotti, tuttavia, durò soltanto un anno, sino al giugno del 1973. A seguito dei cosiddetti "accordi di Palazzo Giustiniani" tra Fanfani e Moro, infatti, il XII Congresso nazionale del partito di maggioranza relativa approvò un documento favorevole al ritorno alla formula di centro-sinistra. Si formarono, quindi, ancora due governi organici di centrosinistra (DC-PSI-PSDI-PRI), il quarto e il quinto governo Rumor (1973-1974), con Moro nuovamente al Ministero degli Esteri. ==== Di nuovo Presidente del Consiglio ==== Dopo la caduta del V governo Rumor, Moro riprese la guida di palazzo Chigi, riuscendo a formare due governi a maggioranza di centrosinistra ma senza la partecipazione di tutti i partiti della coalizione. Superando i veti incrociati dei due partiti laici di sinistra, PSI e PSDI, Moro riuscì a formare un governo bicolore con il PRI di Ugo La Malfa scongiurando il rischio di elezioni anticipate. Un'impresa non semplice in un paese segnato da una crisi economica senza precedenti in epoca repubblicana, dall'assedio del terrorismo, dalla conflittualità fra i partiti laici di governo. La stessa Democrazia Cristiana attraversava una delle fasi più difficili della sua storia a seguito della sconfitta nel referendum del 12 maggio 1974 per l'abrogazione della legge sul divorzio. La benevolenza con cui il Partito Comunista Italiano guardò al governo Moro, unitamente al prestigio di cui il ''leader'' democristiano godeva in ampi settori del paese, garantirono una certa tranquillità al governo consentendogli una capacità di agire che andava oltre le premesse che l'avevano visto nascere. Il quarto governo Moro, con La Malfa vicepresidente, avviò quindi un primo dialogo col PCI di Enrico Berlinguer nella visione di una necessaria nuova fase finalizzata al compimento del percorso avviato con la costruzione del sistema democratico italiano. Nel 1975 il suo governo concluse il Trattato di Osimo, con cui si sanciva l'appartenenza della Zona B del Territorio Libero di Trieste alla Jugoslavia. Altri risultati ottenuti da questo governo furono l'introduzione della ''Legge Reale'' (dal nome dell'esponente del PRI Oronzo Reale) per il contrasto del terrorismo, la nuova legge sul decentramento amministrativo e la riforma del diritto di famiglia italiano del 1975. Nel 1976 il segretario socialista Francesco De Martino ritirò l'appoggio esterno del PSI al quinto governo Moro determinandone la caduta. ==== Moro contro i processi di piazza ==== Il 7 marzo 1977 cominciò in Parlamento il dibattito sullo scandalo Lockheed. Il deputato radicale Marco Pannella, tra i primi a parlare, sostenne la tesi che il responsabile delle tangenti non fosse il governo, ma il Presidente della Repubblica in persona, Giovanni Leone. Ugo La Malfa si schierò dalla sua parte chiedendo le dimissioni del Presidente. Moro intervenne il 9 marzo e difese il suo partito dall'accusa di aver posto in essere un «regime»; difese inoltre i ministri Luigi Gui (DC) e Mario Tanassi (PSDI), che erano al centro dell'inchiesta. Poi replicò all'intervento di Domenico Pinto, deputato di Democrazia Proletaria, che aveva detto che la corruzione della DC era provata dallo scandalo Lockheed; per questo i democristiani sarebbero stati processati nelle piazze: «Nel Paese vi sono molte opposizioni ... ; e quell'opposizione, colleghi della Democrazia Cristiana, sarà molto più intransigente, sarà molto più radicale quando i processi non si faranno più in un'aula come questa, ma si faranno nelle piazze, e nelle piazze vi saranno le condanne». Moro replicò: «Onorevoli colleghi che ci avete preannunciato il processo nelle piazze, vi diciamo che noi non ci faremo processare». In seguito la frase si prestò a diverse interpretazioni politiche. La sua difesa di Rumor nella discussione parlamentare sullo scandalo Lockheed fu da taluni spiegata con un suo personale coinvolgimento nel sistema di tangenti versate dall'impresa aerospaziale americana Lockheed in cambio dell'acquisto di aerei da trasporto militari C-130. Secondo alcuni giornali dell'epoca Moro era il fantomatico Antelope Cobbler, destinatario delle bustarelle. L'accusa, che avrebbe avuto lo scopo di fare fuori politicamente Moro e far naufragare i suoi progetti politici, venne ridimensionata con l'archiviazione della posizione di Moro, il 3 marzo 1978, tredici giorni prima dell'agguato in via Fani. La vicenda giudiziaria si concluse nel 1979 con l'assoluzione di Gui e la condanna di Tanassi. === Verso la solidarietà nazionale === Con Giulio Andreotti Roma, 28 giugno 1977. Una stretta di mano tra il segretario comunista Enrico Berlinguer e il presidente democristiano Aldo Moro, i principali fautori dell'opera di riavvicinamento tra le rispettive (ed opposte) forze politiche, il Partito Comunista Italiano e la Democrazia Cristiana Alle successive elezioni politiche anticipate, la Democrazia Cristiana mantenne la maggioranza relativa, in Parlamento, nonostante una crescita impressionante del PCI di Enrico Berlinguer. Andreotti riuscì a comporre il cosiddetto "governo della non sfiducia" e Moro fu eletto presidente del Consiglio Nazionale della DC. Nel gennaio 1978, ricevette nel suo studio di via Savoia a Roma Piersanti Mattarella, Michele Reina e Rino Nicolosi per parlare della costituenda Giunta regionale della Sicilia. La sopravvivenza del sistema politico aveva bisogno sia di regole precise, sia di scendere continuamente a compromessi alla ricerca di una forma di tolleranza civile. Sandro Fontana così riepiloga i dilemmi di Moro: «Come conciliare l'estrema mobilità delle trasformazioni sociali con la continuità delle strutture rappresentative? Come integrare nello Stato masse sempre più estese di cittadini senza cedere a seduzioni autoritarie? Come crescere senza morire?» Nell'opinione di Moro la soluzione a tali quesiti non poteva non essere raggiunta che con un compromesso politico, ampliando l'esperienza dell'"apertura a sinistra" della DC nei confronti del PSI di Pietro Nenni, avvenuta all'inizio degli anni sessanta. Ma la situazione era diversa: fin dal 1956 (rivoluzione ungherese) il PSI si era dichiaratamente staccato dal PCI intraprendendo una strada autonoma. Negli anni settanta e soprattutto dopo le elezioni del 1976, Moro concepì l'esigenza di dar vita a governi di "solidarietà nazionale", con una base parlamentare più ampia comprendente anche il PCI. Ciò rese Moro oggetto di aspre contestazioni: i critici lo accusarono di volersi rendere artefice di un secondo “compromesso storico”, più clamoroso di quello con Nenni, in quanto prevedeva una collaborazione di governo con il Partito Comunista di Enrico Berlinguer, che ancora faceva parte della sfera d'influenza sovietica. Consapevole di questo, Berlinguer anticipò le eventuali preclusioni ai suoi danni prendendo pubblicamente le distanze da Mosca e rivendicando la capacità del PCI di muoversi autonomamente sullo scacchiere politico italiano. Il segretario nazionale del PCI aveva proposto un accordo di solidarietà politica fra comunisti e cattolici, in un momento di profonda crisi sociale e politica in Italia: la conseguenza fu un intenso confronto parlamentare tra i due schieramenti, che fece parlare di "centralità del Parlamento". All'inizio del 1978 Moro, allora presidente della Democrazia Cristiana, fu l'esponente politico più importante che ritenne possibile un governo di "solidarietà nazionale", che includesse anche il PCI nella maggioranza, sia pure senza una presenza di ministri comunisti nel governo, in una prima fase. Tale soluzione presentava rischi sul piano della politica internazionale, in quanto non trovava il consenso delle grandi superpotenze mondiali: * Disaccordo degli Stati Uniti: l'ingresso al governo di persone che avevano stretti contatti con il partito comunista sovietico avrebbe consentito loro di venire a conoscenza, in piena guerra fredda, di piani militari e di postazioni strategiche supersegrete della Nato. Inoltre, una partecipazione comunista in un paese d'influenza americana sarebbe stata una sconfitta culturale degli Stati Uniti nei confronti del resto del mondo, e soprattutto dell'Unione Sovietica; * Disaccordo dell'Unione Sovietica: la partecipazione al governo del PCI sarebbe stata interpretabile come una forma di emancipazione del partito dal controllo sovietico e di avvicinamento autonomo agli Stati Uniti. === Il sequestro, la morte e la sepoltura === La celebre foto del presidente Moro sequestrato dalle Brigate Rosse Il 16 marzo 1978, giorno della presentazione del nuovo governo, il quarto guidato da Giulio Andreotti, la Fiat 130 che trasportava Moro dalla sua abitazione nel quartiere Trionfale zona Monte Mario di Roma alla Camera dei deputati, fu intercettata da un commando delle Brigate Rosse all'incrocio tra via Mario Fani e via Stresa. Gli uomini delle Brigate Rosse uccisero i cinque uomini della scorta (Domenico Ricci, Oreste Leonardi, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera, Francesco Zizzi) e sequestrarono il presidente della Democrazia Cristiana. Dopo una prigionia di 55 giorni nel covo di via Camillo Montalcini 8, le Brigate Rosse decisero di concludere il sequestro uccidendo Moro: lo fecero salire dentro il portabagagli di un'automobile Renault 4 rossa – rubata il precedente 2 marzo a un imprenditore (Filippo Bartoli) nel quartiere Prati, due settimane prima dell'eccidio di via Fani – e gli ordinarono di coricarsi e coprirsi con una coperta dicendo che avevano intenzione di trasportarlo in un altro luogo. Dopo che Moro fu coperto, gli spararono dodici proiettili, uccidendolo. Il corpo di Aldo Moro fu ritrovato nella stessa auto il 9 maggio a Roma in via Caetani, emblematicamente vicina sia a piazza del Gesù (dov'era la sede nazionale della Democrazia Cristiana) sia a via delle Botteghe Oscure (dove era la sede nazionale del Partito Comunista Italiano). Aveva 61 anni. Il successivo 13 maggio si tenne una solenne commemorazione funebre nella basilica di San Giovanni in Laterano, a cui parteciparono le principali personalità politiche italiane e che venne trasmessa in televisione. Il rito fu celebrato dal cardinal vicario di Roma Ugo Poletti ed, eccezionalmente, vi presenziò anche papa Paolo VI, che pronunciò un'accorata omelia per l'amico assassinato. La cerimonia tuttavia si svolse senza il feretro di Moro per esplicito volere della famiglia, che non vi partecipò, ritenendo che lo Stato italiano poco o nulla avesse fatto per salvare la vita dello statista, rifiutando i funerali di Stato e svolgendo le esequie in forma privata presso la chiesa di san Tommaso di Torrita Tiberina (RM), comune ove Moro aveva amato soggiornare e nel cui cimitero fu sepolto. === Corrispondenza dalla prigionia === 13 maggio 1978, commemorazione funebre per Aldo Moro. In prima fila, iniziando dalla seconda persona a sinistra: Pietro Ingrao, Giovanni Leone, Amintore Fanfani, Giulio Andreotti e Virginio Rognoni. Rinchiuso dalle Brigate Rosse nella "prigione del popolo", Aldo Moro scrisse moltissime lettere, indirizzate perlopiù ai familiari e alla dirigenza della Democrazia Cristiana, più precisamente a Benigno Zaccagnini, a Francesco Cossiga, a Giulio Andreotti, a Riccardo Misasi e ad altri; oltre che al capo socialista Bettino Craxi, l'unico esponente di governo che abbia sostenuto la necessità di trattare per salvare la vita di Moro. L'autenticità delle lettere è da lungo tempo oggetto di dibattito. Gli esami grafologici hanno sicuramente attribuito la scrittura materiale delle stesse al politico, ma buona parte dell'allora dirigenza politica (soprattutto DC e in generale chi era ascritto alla "linea della fermezza" per chiudere ogni spiraglio alla trattativa) sosteneva che non fossero pensate da Moro, bensì dettate dalle Brigate Rosse. Il parere dei familiari e di diversi studiosi è invece quello di riconoscere pienamente Moro in quegli scritti. Trentotto di queste lettere vennero pubblicate, con una introduzione attribuita a Bettino Craxi, nel pamphlet ''Lettere dal Patibolo'' dalla rivista «Critica Sociale». === Il ''Memoriale Moro'' === Durante i 55 giorni di prigionia, Aldo Moro viene sottoposto a lunghi interrogatori da parte del brigatista Mario Moretti. Per ogni argomento, poi, il Presidente D.C. scriveva di proprio pugno un "verbale" sui fogli quadrettati riempiendo diversi blocchi. Questi documenti, redatti personalmente da Moro e poi dattiloscritti dalle BR durante la prigionia costituirono il cosiddetto ''Memoriale Moro''. La copia originale non verrà mai ritrovata, mentre alcuni esemplari dattiloscritti e fotocopiati vennero ritrovati nel covo di via Monte Nevoso 8 a Milano il 1º ottobre 1978 e il 9 ottobre 1990. Gli interrogatori vennero registrati su un normale registratore, ma le bobine contenenti le domande di Moretti e le risposte di Moro non furono mai ritrovate. === Le polemiche successive === Il settimanale ''Panorama'', nel numero del 19 maggio 1980 in un articolo dal titolo ''Perché rubano tanto?'', aveva sollevato il caso delle fattorie del senese amministrate dal consigliere di Aldo Moro, Sereno Freato. La polemica fu poi ripresa da Giorgio Pisanò sul settimanale ''Candido''. === Termine della secretazione dei lavori governativi di Aldo Moro === Ormai i termini di secretazione sono scaduti, e lentamente vengono pubblicati alcuni documenti realizzati durante la sua attività politica. Nell'ottobre 2014 è stata costituita la commissione d'inchiesta parlamentare, alla cui presidenza si è insediato Giuseppe Fioroni. Nel 1978 Il pensiero moroteo è stato scandagliato negli ultimi anni alla ricerca di una traccia che possa teorizzare un piano teoretico di Moro. Ricercatori, collaboratori, filosofi si sono impegnati, non soltanto in ambito storiografico, a decifrare la vasta memoria di scritti e discorsi, opere, articoli e pubblicazioni dello statista. Giovanni Galloni racconta nel suo ''Trent'anni con Moro'' l'esperienza politica e personale con lo statista all'interno della DC e della politica italiana. Il libro non è pàrco di aneddoti, teorie e considerazioni personali dell'ex ministro della Pubblica istruzione. Angelo Schillaci, nel suo lavoro ''Persona ed esperienza giuridica nel pensiero di Aldo Moro'' individua le radici di una filosofia del diritto all'interno del pensiero di Moro, che afferisce ad autori quali Mounier e Maritain. In particolare Schillaci sottolinea il concetto di subiettivazione della norma penale nella teoria giuridica morotea in cui il soggetto di reato è ''in primis'' titolare di un diritto innato, appunto soggettivo, al quale il legislatore deve sottostare; ne derivano temi come la pena di morte, l'ergastolo e la rieducazione dell'ergastolano in cui Aldo Moro s'impegnerà durante la sua attività politica. La filosofia politica di Aldo Moro è stata studiata da Danilo Campanella che, dopo un'attenta ricerca sulla sua storia personale e sulla sua opera come esperto di diritto, ha individuato in Moro un vero e proprio filosofo della politica. Nei suoi studi Campanella ha illustrato come la filosofia di Aldo Moro partisse dal diritto romano arricchito dal cristianesimo, indagasse il contrasto tra il concetto cristiano di persona e la sua radicalizzazione nella subiettivazione, per poi estendersi all’ambito della filosofia politica approdando, infine, a una forma di teologia pratica del vivere civile. Campanella distingue quella di Moro come teologia "della" politica e, in quel "della", esprime il ruolo della religione nel vivere civile come ispirazione, e non come imposizione: per lo statista pugliese, infatti, il cristiano deve essere uomo politico non da cristiano, bensì in quanto tale. Questo concetto è necessario per capire, nella differenza fra democrazia partecipativa e tutorale, come il cristiano, nella riflessione teologico-politica morotea, sia tale solo in quanto partecipante alla vita politica. Lo statista non s'impegnò in una commistione di filosofie precedenti, né criticò teorie politiche, ma cercò di dare risposte nuove ai problemi della politica all'interno della filosofia, come Campanella ha illustrato durante l'Inaugurazione nazionale delle presentazioni Aldo Moro, in cui il filosofo ha trattato il ruolo del cittadino nella democrazia, una nuova concezione di Stato, il ruolo della Resistenza come nuovo e vero Risorgimento, l'alternanza tra cattolicesimo e socialismo, il pluralismo, una nuova e innovativa concezione di laicità (polo pubblico e polo privato che Moro trasla dalla giurisprudenza), la comunità sociale e le prospettive europee negli Stati Uniti d'Europa, la politica reale e quella ideologica. === Moro e la DC === Aldo Moro «era un cattolico osservante e praticante e la sua fede in Dio si rispecchiava nella sua vita politica». Era considerato un mediatore tenace e particolarmente abile nella gestione e nel coordinamento politico delle numerose "''correnti''" che agivano e si suddividevano il potere all'interno della Democrazia Cristiana. All'inizio degli anni sessanta Moro fu un convinto assertore della necessità di un'alleanza tra il suo partito e il Partito Socialista Italiano, per creare un governo di centro-sinistra. Nel congresso democristiano di Napoli del 1962 riuscì a portare su questa posizione l'intero gruppo dirigente del partito. La stessa cosa avvenne all'inizio del 1978 (poco prima del rapimento), quando riuscì a convincere la DC della necessità di un "governo di solidarietà nazionale", con la presenza del PCI nella maggioranza parlamentare. La sua intenzione dominante era di allargare la base del sistema di governo, ossia il vertice del potere esecutivo avrebbe dovuto rappresentare un numero più ampio di partiti e di elettori. Questo sarebbe stato possibile solo con un gioco di alleanze aventi come fulcro la DC, seguendo così una linea politica secondo il principio di democrazia consociativa. Secondo Sandro Fontana, Moro nella sua attività politica si trovava nella difficoltà di conciliare la missione cristiana e popolare della Democrazia Cristiana con i valori di tendenza laica e liberale della società italiana. Il “miracolo economico”, che aveva portato l'Italia rurale a diventare in pochi decenni una delle grandi potenze industriali mondiali, comportò anche un cambiamento sociale, con il risveglio delle masse richiedenti una presenza attiva nella vita del paese. Moro, quando affermava che “di crescita si può anche morire”, esprimeva un suo giudizio sui rischi di una società in rapida crescita. Il risveglio delle masse aveva favorito nuove e più forti fasce sociali (tra cui i giovani, le donne e i lavoratori) che avevano bisogno di integrazione (anche economica con precise riforme) all'interno del processo politico. Le masse popolari, secondo alcuni, tendevano a esprimere in forma “emotiva e mitologica” il loro bisogno di una partecipazione diretta alla gestione del potere. Secondo altri, più semplicemente, le masse popolari italiane erano e sono – per ragioni storiche, politico-culturali e di fragilità del ceto intellettuale – propense a inclinare verso una destra autoritaria. In questo quadro variegato e in evoluzione, la missione che Moro avrebbe ascritto alla Democrazia Cristiana fu di recuperare le classi popolari dal fascismo e traghettarle nel sistema democratico. Per questo motivo, Moro si sarebbe ritrovato nella situazione di dover “armonizzare” realtà apparentemente inconciliabili tra loro. Questo fattore era un fondamentale presupposto per la nascita di gruppi terroristici che, visti sotto quest'ottica, sarebbero il frutto dell'estremizzazione della partecipazione attiva ed extraparlamentare alla politica del paese da parte di una piccola frazione della popolazione in cui componenti emozionali e mitologiche si mescolerebbero provocando quasi sempre “situazioni drammatiche”. Memoriale di Aldo Moro, in via Caetani, a Roma. Il 4 maggio 2007, il Parlamento ha votato e approvato una legge con la quale si istituisce il 9 maggio il "Giorno della memoria" in ricordo di Aldo Moro e di tutte le vittime del terrorismo. Tra aprile e maggio 2007 è stata presentata presso l'Istituto San Giuseppe delle suore Orsoline a Terracina e presso la sede dell'associazione Forche Caudine a Roma, presente la figlia Agnese, una raccolta ragionata dei suoi scritti giornalistici, curata da Antonello Di Mario e Tullio Pironti editore. Nella notte tra l'8 e il 9 giugno 2007, giorni della visita del presidente degli Stati Uniti d'America George W. Bush in Italia, la lapide di via Fani che ricorda il rapimento di Aldo Moro e le cinque persone della scorta uccise è stata imbrattata con la scritta "Bush uguale a Moro". Il giorno della domenica delle Palme del 2008, 16 marzo, a trent'anni dal suo rapimento, il vescovo di Caserta Raffaele Nogaro nell'omelia pasquale ha chiesto l'avvio di un processo di beatificazione per Aldo Moro: "uomo di infinita misericordia, che perdonò tutti". Il 20 settembre 2012 il presidente del tribunale diocesano di Roma dà il via libera all'inchiesta sulla beatificazione di Aldo Moro dopo il nulla osta concesso dal vicario del Papa, cardinal Agostino Vallini, che ha indicato lo statista «servo di Dio». È stato nominato postulatore per la causa di beatificazione dello statista il dottor Nicola Giampaolo di Rutigliano. Nel giorno del 30º anniversario della sua morte, l'Università degli Studi di Bari, di cui Moro fu studente e docente, ha deliberato di intitolarsi allo statista, la decisione ha avuto il consenso e apprezzamento della figlia Agnese Moro. Ad Aldo Moro è dedicato il ponte omonimo di Taranto conosciuto anche come Ponte Punta Penna Pizzone. Aldo Moro e Amintore Fanfani, definiti i due "cavalli di razza" della Democrazia Cristiana. * È stata attribuita ad Aldo Moro l'espressione ''convergenze parallele''. Il termine specifico fu coniato da Eugenio Scalfari in un articolo pubblicato sul settimanale ''L'Espresso'' in data 24 luglio 1960. In realtà, pochi giorni prima, il 16 luglio 1960, Aldo Moro aveva parlato - in un comunicato ufficiale - di «convergenze democratiche». Non è chiaro se e quando Moro abbia veramente pronunciato questa espressione: alcuni (tra cui Corrado Guerzoni, stretto collaboratore e biografo di Moro, e Mino Martinazzoli, ex collega di partito) considerano l'attribuzione a Moro una leggenda urbana traente, verosimilmente, origine da un discorso pronunciato nell'ambito del congresso di Firenze della Democrazia Cristiana del 1959, inerente alla politica delle alleanze. L'affermazione secondo cui "in tale direttrice diviene indispensabile progettare convergenze di lungo periodo con le sinistre, pur rifiutando il totalitarismo comunista" avrebbe dato spunto al concetto delle convergenze parallele. Si noti che la frase sopra citata si riferiva alla collaborazione con il PSI, che dal 1956 portava avanti una politica autonomista, nettamente distaccandosi dall'URSS e dal PCI, il che avvalora la tesi della leggenda metropolitana. La locuzione è comunque considerata un'epitome della carriera politica di Moro (sempre rivolta alla ricerca del compromesso), tanto da aver dato titolo a un libro a lui dedicato. * Moro e Fanfani furono definiti i due "cavalli di razza" della Democrazia Cristiana. L'espressione fu lanciata da Carlo Donat Cattin al Consiglio nazionale del 9 novembre 1969 che elesse Arnaldo Forlani segretario del partito. In tale occasione Donat Cattin affermò: «La DC ha due cavalli di razza, Fanfani e Moro, ma ha deciso di non farli correre». Dato il successo dell'espressione, il politico ligure la ripropose in occasione delle elezioni del Presidente della Repubblica del 1971, relativamente all'individuazione del candidato DC: «Non dimentichiamoci che la DC può contare solo su due cavalli di razza: Fanfani e Moro. Gli altri al più sono ottimi mezzosangue». Aldo Moro si occupò, assieme di politica attiva, anche di filosofia, principalmente filosofia del diritto e filosofia politica. * * ''La capacità giuridica penale'', Padova, CEDAM, 1939. * ''La subiettivazione della norma penale'', Bari, Macrì, 1942. * ''Lo stato. Corso di lezioni di filosofia del diritto tenute presso l'Università di Bari nell'anno accademico 1942-43, raccolte a cura e per uso degli studenti'', Padova, CEDAM, 1943. * ''Il diritto. Corso di lezioni di filosofia del diritto tenute presso la R. Università di Bari nell'anno accademico 1944-45, raccolte a cura e per uso degli studenti'', Bari, L.U.C.E., 1945. * ''L'antigiuridicità penale'', Palermo, Priulla, 1947. * ''Appunti sull'esperienza giuridica. Lo stato. Lezioni di filosofia del diritto tenute presso l'università di Bari nell'anno accademico 1946-1947'', Bari, L.U.C.E., 1947. * ''Unità e pluralità di reati. Principi'', Padova, CEDAM, 1951; 1954. * ''La parità della scuola'', in ''Libertà e parità della scuola non statale nella Costituzione'', Roma, Fidae, 1957. * ''Pensiero politico di Luigi Sturzo'', Napoli, Ediz. Politica popolare, 1959. * ''Relazione al VII Congresso nazionale della Democrazia cristiana. Firenze, 23-28 ottobre 1959'', Roma, DC Spes, 1960. * ''La Democrazia cristiana per il governo del paese e lo sviluppo democratico nella società italiana'', Roma, Cinque lune, 1961. * ''Le funzioni sociali dello Stato'', in ''Funzioni e ordinamento dello Stato moderno'', Roma, Studium, 1961. * ''Per garantire e sviluppare la democrazia in Italia. Relazione dell'on. Moro al Consiglio nazionale della D.C.'', Roma, DC Spes, 1961. * ''La continuità della politica di sviluppo democratico promossa in Italia dalla Democrazia cristiana'', Roma, DC Spes, 1962. * ''Discorsi elettorali. Elezioni amministrative 10 giugno 1962'', Roma, Cinque lune, 1962. * ''Il discorso al Consiglio nazionale. Roma 3-4-5 luglio 1962'', Roma, DC Spes, 1962. * ''La Democrazia cristiana per la donna nella famiglia e nella società'', Roma, DC Spes, 1963. * ''La professione forza coesiva della società'', in ''Cristianesimo e democrazia'', Roma, Civitas, 1964. * ''Dichiarazioni programmatiche di governo. Dicembre 1963'', Roma, Spes centrale, 1964. * ''La linea Moro'', Livorno, Il telegrafo, 1964. * ''Luigi Sturzo: una vita per la libertà e la democrazia'', in ''Il movimento politico dei Cattolici'', Roma, Civitas, 1969. * ''Una politica per i tempi nuovi'', Roma, Agenzia Progetto, 1969. * ''Per la società italiana e la comunità internazionale'', Roma, Agenzia Progetto, 1971. * ''Prima e dopo il 7 maggio'', Roma, Agenzia Progetto, 1972. * ''Per una iniziativa politica della Democrazia cristiana'', Roma, Agenzia Progetto, 1973. * ''Il diritto. Lezioni di filosofia del diritto tenute presso l'Università di Bari: 1944-1945'', Bari, Cacucci, 1978. * ''Il diritto, 1944-1945. Lezioni di filosofia del diritto tenute presso l'Università di Bari''; ''Lo Stato, 1946-1947. Appunti sull'esperienza giuridica'', Bari, Cacucci, 1978. * ''Discorsi politici'', Roma, Cinque lune, 1978. * ''Nella società che cambia. Discorsi della prima seconda e terza fase'', Roma, EBE, 1978. * ''L'intelligenza e gli avvenimenti. Testi 1959-1978'', Milano, Garzanti, 1979. * ''Scritti e discorsi'', 6 voll., Roma, Cinque lune, 1982-1990. * ''Al di là della politica e altri scritti. Studium, 1942-1952'', Roma, Studium, 1982. * ''Moro. I giorni del tormento'', Roma, Cinque lune, 1982. * ''Italia nell'evoluzione dei rapporti internazionali. Discorsi, interventi, dichiarazioni e articoli recuperati e interpretati da Giovanni Di Capua'', Roma-Brescia, EBE-Moretto, 1986. * ''Aldo Moro. Il potere della parola (1943-1978)'', Roma, EBE, 1988. * ''Dichiaro aperta la fiera del Levante.... I discorsi da Presidente del Consiglio alle edizioni del 1964, 1965, 1966, 1967, 1975 della Campionaria barese'', Bari, Safra, 1991. * ''Il memoriale di Aldo Moro rinvenuto in via Monte Nevoso a Milano'', Roma, Coletti, 1993. ISBN 88-7826-501-2. * "Il fine è l'uomo", Edizioni di Comunità, Roma, 2018 * La prudenza e il coraggio. Articoli e interviste negli anni della segreteria politica della Democrazia Cristiana (1959-1964), a cura di P. Totaro e R. Ambrosino, Giappichelli, Torino 2018. * ''Lettere dal patibolo'', Milano, Giornalisti editori, 1995. * ''Discorsi parlamentari. 1947-1977'', 2 voll., Roma, Camera dei Deputati, 1996. * ''Il mio sangue ricadrà su di loro. Gli scritti di Aldo Moro prigioniero delle Br'', Milano, Kaos, 1997. ISBN 88-7953-058-5. * ''Moro: lettere dal carcere delle Brigate Rosse. 9 maggio '78 - 9 maggio '98'', Roma, L'Editrice Romana, 1998. * ''Pietro Nenni, Aldo Moro. Carteggio 1960-1978'', Firenze, La Nuova Italia, 1998. ISBN 88-221-3000-6. * ''Ultimi scritti. 16 marzo-9 maggio 1978'', Casale Monferrato, Piemme, 1998. ISBN 88-384-3198-1. * ''La democrazia incompiuta. Attori e questioni della politica italiana, 1943-1978'', Roma, Editori Riuniti, 1999. ISBN 88-359-4684-0. * ''55 giorni di piombo. Le lettere dal carcere di Aldo Moro, i ricordi di Francesco Cossiga, Claudio Martelli, Agnese Moro, Eugenio Scalfari'', Roma, Elleu Multimedia, 2000. * ''55 giorni. Aldo Moro-voci e carte dalla prigione'', Roma, Nuova iniziativa editoriale, 2003. * ''Lezioni di istituzioni di diritto e procedura penale. Tenute nella Facoltà di scienze politiche dell'Università degli studi di Roma'', con DVD audio, Bari, Cacucci, 2005. ISBN 88-8422-404-7. * ''Lo Stato, il diritto'', Bari, Cacucci, 2006. ISBN 88-8422-536-1. * ''Lettere dalla prigionia'', Torino, Einaudi, 2008. ISBN 978-88-06-18585-5. * ''La democrazia incompiuta'', Milano, RCS Quotidiani, 2011. * ''Libertà e giustizia sociale. Per un'autonomia della persona umana (13 marzo 1947)'', in ''I valori costituzionali del riformismo cristiano'', Soveria Mannelli, Rubbettino, 2011. ISBN 978-88-498-3056-9. * ''L'Italia di Donat-Cattin. Gli anni caldi della prima Repubblica nel carteggio inedito con Moro... (1960-1991)'', Venezia, Marsilio, 2011. ISBN 978-88-317-1146-3. * ''"Siate indipendenti. Non guardate al domani ma al dopo domani". Le lettere di Aldo Moro dalla prigionia alla storia'', Roma, Direzione Generale per gli Archivi-Archivio di Stato di Roma, 2013. ISBN 978-88-7125-329-9. === Cinema === * ''Todo modo'': film di Elio Petri, 1976, nel quale il personaggio del presidente, interpretato da Gian Maria Volonté, è palesemente ispirato ad Aldo Moro. Il film è tratto dall'omonimo romanzo di Leonardo Sciascia. * ''Il caso Moro'': film di Giuseppe Ferrara, 1986. Il protagonista è nuovamente Gian Maria Volonté. * ''L'anno del terrore'': film di John Frankenheimer, 1991. Tratto dal romanzo ''Year of The Gun'' di Michael Mewshaw; il personaggio dello statista compare brevemente in alcune scene ed è interpretato da Aldo Mengolini. * ''Piazza delle Cinque Lune'': film di Renzo Martinelli, 2003. Il vero Moro appare in immagini di repertorio. Quello finto è interpretato da un caratterista mai in primo piano. Il film è dedicato all'allora ventisettenne nipote Luca Bonini Moro, che compare sui titoli di coda in veste di cantautore, interpretando il brano ''Maledetti voi''; sullo sfondo del ragazzo (figlio di Maria Fida Moro e spesso affettuosamente citato nelle lettere dello statista durante la prigionia), alcune fotografie di lui a due anni col nonno nei giorni immediatamente precedenti il sequestro. * ''Buongiorno, notte'': film di Marco Bellocchio, 2003. Moro è interpretato da Roberto Herlitzka. * ''Nel cuore dello Stato'': film documentario di Alberto Castiglione, scritto con Fabrizio Scibilia, presentato a Palermo il 18 marzo 2008. * ''Se sarà luce sarà bellissimo - Moro: Un'altra storia'': film di Aurelio Grimaldi, (2004, uscito nel 2009); Moro è interpretato da Roshan Seth * ''Il divo'': film di Paolo Sorrentino, 2008. Lo statista è interpretato da Paolo Graziosi. * ''Romanzo di una strage'': film di Marco Tullio Giordana, 2012. Lo statista è interpretato da Fabrizio Gifuni. === Musica === * * ''Io se fossi Dio'' di Giorgio Gaber (1980): la canzone, della durata di 14 minuti, esprime - tra gli altri - un giudizio negativo anche su Aldo Moro. Fu pubblicata dalla F1 Team su disco da 12 pollici inciso solo da un lato, per il rifiuto della Carosello. La canzone era stata scritta nel 1978, dopo l'uccisione di Aldo Moro, ma fu pubblicata due anni dopo perché evidentemente le case discografiche temevano ripercussioni legali. === Teatro === * ''L'ira del sole, un 9 di maggio'' (1998) di Maria Fida Moro e Antonio Maria Di Fresco, regia di Antonio Raffaele Addamo. Con Maria Fida Moro e Luca Bonini Moro. Teatro Biondo Stabile di Palermo. * ''Aldo Moro – Una tragedia italiana'' (2007) di Corrado Augias e Vladimiro Polchi, regia di Giorgio Ferrara. Con Paolo Bonacelli (Aldo Moro) e Lorenzo Amato (il narratore). Teatro Stabile della Sardegna, Teatro Eliseo di Roma. * ''Corpo di stato – Il delitto Moro: una generazione divisa'' (1998) di Marco Baliani, regia di Maria Maglietta. Con Marco Baliani. Casa degli Alfieri – Trickster Teatro. * ''Se ci fosse luce – i misteri del caso Moro'' (2007) scritto, diretto e interpretato da Giancarlo Loffarelli. Con Emiliano Campoli, Marina Eianti, Giancarlo Loffarelli, Luigina Ricci, Elisa Ruotolo, Maurizio Tartaglione. Compagnia "Le colonne". * ''Roma, Via Caetani, 55º giorno'' (2008) scritto e interpretato da Lucilla Falcone – Associazione Culturale "La Buona Creanza". * ''ALDO MORTO - Tragedia'' (2012) di Daniele Timpano, regia di Daniele Timpano. Con Daniele Timpano. amnesiA vivacE, Area 06, Cité internationales des Arts - Résidence d'artistes di Parigi === Studi scientifici === * Alberto Boscolo, ''Aldo Moro docente universitario'', Le Monnier, Firenze 1978; * Corrado Pizzinelli, ''Aldo Moro'', Longanesi, Milano 1964; * Danilo Campanella, ''Aldo Moro, filosofia, politica, pensiero'', Edizioni Paoline, Milano 2014; * Danilo Campanella, ''Aldo Moro: origine filosofica ed elementi politici dell'umanesimo comunitario'',in “Schegge di filosofia moderna XII”, a cura di Ivan Pozzoni, deComporre Edizioni, Gaeta 2014, p. 111; * Danilo Campanella, ''La teologia della politica di Aldo Moro e le sue radici tomiste'',tesi di Laurea Magistrale in Filosofia Morale, Università di Roma Tor Vergata, Roma 2015; * Danilo Campanella, ''L'umanesimo comunitario nella filosofia politica di Aldo Moro e le sue radici personaliste'',theses ad doctoratum in philosophia, Pontificia Università Lateranense, Città del Vaticano 2014; * Danilo Campanella, ''La filosofia politica di Aldo Moro come spinta riformatrice per l'unità europea, '',Rivista Istituto Studi Politici San Pio V, 3/2012 - Anno XXIV - Luglio/Settembre; * Danilo Campanella, ''Il postmodernismo tra politica e strategia: Aldo Moro e Henry Kissinger'', in rivista Geopolitica, Anno 2013; * Domenico Tarantini, ''La democrazia totalitaria; il Moro necessario, potere e rivoluzione oggi in Italia; Le lettere di Moro'', Bertani, Verona 1979; * Renato Moro, ''La formazione giovanile di Aldo Moro'', Il Mulino, Bologna 1983; * Renato Moro, ''Aldo Moro negli anni della FUCI'', Studium, Roma 2008. === Televisione === * ''Assolvenza Aldo Moro (Blob Speciale)'' antologia di filmati ed estratti dagli archivi Rai (servizi tratti dai TG, pubblicità, frammenti di film, programmi vari) risalenti al periodo del rapimento dello statista. Fu realizzata dalla redazione di Blob nel 1998 in occasione del ventennale dei noti avvenimenti. Fu trasmessa su Rai 3 dal 9 marzo al 16 maggio per cinque giorni a settimana (lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì e sabato); ogni puntata durava circa una dozzina di minuti e precedeva l'inizio di Blob. * ''Aldo Moro - Il presidente'': fiction televisiva in due puntate, prodotta dalla Taodue di Piero Valsecchi, diretta da Gianluca Maria Tavarelli e interpretata da Michele Placido, in onda su Canale 5 il 9 e 11 maggio 2008 in occasione del trentennale dalla morte dello statista. * Alcuni filmati di repertorio dell'omicidio di Aldo Moro compaiono all'inizio del primo episodio della seconda stagione della serie televisiva inglese "''Utopia''". * ''Aldo Moro - Il professore'', regia di Francesco Miccichè - DocuFilm, interpretato da Sergio Castellitto (2018)
AbiWord
'''AbiWord''' è un software libero di videoscrittura completo e stabile, particolarmente adatto per computer con scarse risorse hardware . È un programma multipiattaforma non è legato ad un particolare formato di file.
AbiWord è compilato nativamente su un'ampia gamma di architetture hardware e per diversi sistemi operativi e può gestire un gran numero di formati di ''file''. AbiWord fornisce le funzionalità che ci si aspetta da un moderno programma di videoscrittura, alcune delle quali sono: # Un'interfaccia utente familiare ed intuitiva # Importazione ed esportazione in diversi formati, anche in formati proprietari di Microsoft Word # "Annulla Modifica" e "Ripeti Modifica" illimitati # Esportazione in formato HTML # Possibilità di inserire immagini # Funzionalità di controllo ortografico # Elenchi e liste # Gestione degli stili AbiWord salva i documenti in un formato aperto nativo che ha estensione .abw. Un documento salvato in questo formato, non essendo compresso o codificato, può essere modificato anche attraverso un comune editor di testo. Le funzionalità di AbiWord possono aumentare attraverso l'utilizzo di plug-in. Documentazione e manuale d'uso sono anch'essi distribuiti attraverso una licenza libera, la GNU Free Documentation License.
Arcipelago toscano
L'''arcipelago toscano''' è formato da un gruppo di sette isole maggiori, di cui la più grande è l'isola d'Elba, più alcune minori, secche e scogli situati tra la terraferma toscana e la Corsica. L'arcipelago è bagnato da quattro mari: il mar Ligure a nord dell'isola d'Elba, il canale di Piombino a est, il mar Tirreno a sud e il canale di Corsica a ovest delle coste elbane. Il canale di Corsica e il canale di Piombino possono essere considerati come canali naturali di collegamento tra il mar Ligure e il mar Tirreno, rispettivamente a ovest e ad est dell'isola d'Elba.
Le isole maggiori sono: Isola km² Popolazione isola d'Elba 224 32043 isola del Giglio 21 1439 isola di Capraia 19 410 isola di Montecristo 13 2 isola di Pianosa 10 10 isola di Giannutri 3 13 isola di Gorgona 2 147 '''Totale:''' 292 km² 34054 Le isole minori sono: * Isola di Palmaiola * Isola di Cerboli * Formiche di Grosseto Le secche e gli scogli affioranti sono: * Argentarola (Monte Argentario) * Formica di Burano * Isola Rossa (Monte Argentario) * Isolotto (Monte Argentario) * Scoglio d'Affrica o Formica di Montecristo * Secche della Meloria * Secche di Vada Gli isolotti e gli scogli affioranti presso le isole sono: * Formiche di Capraia (Isola di Capraia) * Isola della Praiola o Peraiola (Isola di Capraia) * Scoglione di Capraia (Isola di Capraia) * Scoglio del Gatto (Isola di Capraia) * Scoglio della Manza (Isola di Capraia) * Scoglio dell'Ògliera (Isola d'Elba) * Formiche della Zanca (Isola d'Elba) * Scoglietto di Portoferraio (Isola d'Elba) * Isolotto della Paolina (Isola d'Elba) * Isola dei Topi (Isola d'Elba) * Isolotto d'Ortano (Isola d'Elba) * Isole Gemini (Isola d'Elba) * Scoglio Remaiolo (Isola d'Elba) * Isola Corbella (Isola d'Elba) * Scoglio della Triglia (Isola d'Elba) * Isolotto della Scarpa (Isola di Pianosa) * Isolotto della Scola (Isola di Pianosa) * Le Scole (Isola del Giglio) * Isola della Cappa (Isola del Giglio) * Scoglio del Corvo (Isola del Giglio) * Faraglione dell'isola del Giglio (Isola del Giglio)
Amiga
'''Amiga''' è una famiglia di home/personal computer commercializzati dalla Commodore a partire dal 1985. La piattaforma informatica da cui derivarono fu originariamente sviluppata a partire dal 1982 dall'azienda ''Hi-Toro'', che nel 1984 cambiò nome in ''Amiga Corporation''; l'ideatore del progetto fu Jay Miner, che già aveva sviluppato i progetti dell'Atari 2600 e dei computer Atari ad 8 bit. L'Amiga 1000, il primo prodotto commerciale basato sulla piattaforma Amiga. I computer hanno in comune un processore della serie Motorola 68k e diversi coprocessori dedicati alla gestione della grafica, del suono e delle risorse del sistema. L'azienda fu acquisita dalla Commodore nel tardo 1984; nel 1985 fu presentato il primo modello, l'Amiga 1000 . Nel 1987 uscì il modello di maggior successo, l'Amiga 500, seguito dall'Amiga 2000. A seguire furono presentati altri modelli che riscossero poco successo, come l'Amiga CD32, una versione del computer senza tastiera venduta come console per videogiochi. L'Amiga 4000T del 1994 rappresenta l'ultimo modello commercializzato dalla Commodore: in seguito al fallimento di quest'ultima, avvenuto nello stesso anno, i diritti sul marchio passarono attraverso diverse società.
=== La creazione e primi progetti === Nel 1980 Jay Miner, che lavorava all'Atari ed aveva già sviluppato i chipset della console Atari 2600 e dei computer Atari 400/800, propose alla dirigenza di utilizzare il Motorola 68000, un microprocessore da poco presentato da Motorola, per realizzare un nuovo computer. I vertici aziendali rifiutarono la proposta perché soddisfatti della piattaforma a 8 bit su cui erano basate le loro macchine e Miner, che non considerava giusta quella scelta, decise di abbandonare Atari, andando a lavorare presso la Zimast, una società produttrice di chip per pacemaker. Nel 1982 Miner fu contattato da Larry Kaplan, il quale gli confidò che non era soddisfatto di Activision e che stava cercando qualche finanziatore per avviare una nuova società per lo sviluppo di un nuovo sistema per videogiochi. Miner lo mise in contatto con il proprietario di Zimast, il quale lo presentò a degli investitori con cui instaurò delle trattative ed ottenne i fondi per avviare l'attività. L'accordo prevedeva che Miner progettasse i chip per la nuova macchina e che Zimast li producesse, mentre la nuova società di Kaplan si sarebbe occupata dello sviluppo dei giochi. La nuova società fu fondata nel 1982 e fu chiamata ''Hi-Toro'', stabilendone la sede a Santa Clara (California). Come presidente fu assunto David Shannon Morse. Poco dopo l'inizio delle attività della Hi-Toro Kaplan fu contattato da Nolan Bushnell per proporgli di tornare in Atari: Kaplan, che aveva ben presto perso interesse nella Hi-Toro per via del fatto che lo sviluppo della piattaforma non stesse evolvendo con la voluta celerità, decise di accettare l'offerta e lasciò l'azienda appena formata alla fine del 1982. A Miner, che ancora era alle dipendenze di Zimast, fu proposto da Morse di essere assunto dalla Hi-Toro e di prendere il posto occupato in precedenza da Kaplan, quello di vice-presidente e responsabile tecnico. Miner accettò a condizione che fossero esaudite due sue richieste: che il nuovo sistema da gioco usasse il 68000 e che esso fosse un computer. === Il prototipo "Lorraine" === All'interno della Hi-Toro furono create due divisioni, una dedita allo sviluppo, produzione e commercializzazione di joystick e giochi per l'Atari 2600 ed una, più piccola, destinata allo sviluppo della nuova macchina da gioco: i guadagni prodotti dalla prima sarebbero stati usati per finanziare la seconda. Il sistema da gioco doveva essere, nei piani iniziali, dotato di un floppy disk da 5,25", di una tastiera e di un insieme di porte di espansione in stile PC IBM; come CPU il Motorola 68000, 128 KB di RAM e 64 KB di ROM. La società Hi-Toro iniziò a sviluppare un prototipo che fu denominato ''Lorraine'', dal nome della moglie di David Morse. Lorraine riprendeva il concetto di un sistema basato su una CPU supportata da ''chip custom'' originariamente presentato da Miner nella console Atari 2600 e nei computer Atari ad 8 bit. Verso la fine del 1982 un altro fatto importante accadde alla Hi-Toro: la società decise di cambiare nome in ''Amiga Corporation'', sia per differenziarsi dalla quasi omonima società giapponese ''Toro'' produttrice di tagliaerba sia perché Miner voleva un nome "amichevole" che distinguesse il computer dai concorrenti ed il termine ''Amiga'', che in spagnolo significa "amica", faceva al caso. Lo sviluppo di Amiga e del suo sistema operativo AmigaOS, necessario per coordinarne le potenzialità hardware, risale al 1983. In quell'anno però accadde un evento che segnò l'intero settore, la crisi dei videogiochi del 1983 che portò al fallimento diverse aziende operanti nel settore ed anche la stessa Atari, che aveva dominato il settore fino a quel momento con la sua 2600, accusò pesanti perdite. La neonata Amiga Corp., nonostante avesse differenziato i suoi affari, accusò il colpo e le vendite dei giochi e delle periferiche non riuscirono più a finanziare lo sviluppo del nuovo sistema da gioco. Per accelerare lo sviluppo di Lorraine, visto in quel periodo come unica speranza di salvezza per l'azienda, fu deciso di assumere nuovi impiegati: Bob Burns, Glenn Keller, Dale Luck, Robert J. Mical (un ingegnere software), Dave Needle, Ron Nicolson, Bob Pariseau e Carl Sassenrath. La presenza di così tanti elementi permise di creare due differenti gruppi di sviluppo, uno per la parte software ed uno per quella hardware: Jay Miner prese le redini di quest'ultimo mentre a Dale Luck fu affidata la guida del primo. Sebbene molte parti del sistema non fossero state ancora realizzate, Dale Luck ed un gruppo di ingegneri iniziarono la progettazione del sistema operativo simulando via software l'hardware non ancora disponibile. grazie ad una workstation Sun Alla fine del 1983 il sistema operativo offriva già un'interfaccia grafica a finestre e menù: era stata realizzata tutta la gestione grafica (''Intuition'') progettata e implementata da R.J. Mical ed il tutto era controllato da un microkernel (''Exec'') creato da Carl Sassenrath. Anche i chip custom erano quasi finiti: essi erano stati denominati ''Agnus'' (generatore di indirizzi); ''Daphne'', in seguito ribattezzato ''Denise'' (gestione video); ''Portia'', divenuto in seguito ''Paula'' (audio e gestione delle porte). Il problema di fondo erano i soldi: la società era a corto di liquidità e diversi impiegati avevano iniziato a chiedere finanziamenti personali ed a versare i soldi nelle casse dell'azienda per portare avanti lo sviluppo del computer. === La presentazione del 1984 e le trattative con Atari === Nel tentativo di cercare nuovi finanziamenti Amiga Corp. decise di presentare Lorraine al Consumer Electronics Show il 4 gennaio 1984: l'hardware non era ancora completato del tutto per cui il computer mostrato era composto da 4 schede collegate insieme. Nonostante l'interesse mostrato verso il computer da diverse aziende, l'unica che si interessò fu Atari, offrendo un accordo che Amiga Corp., nonostante fosse molto svantaggioso per essa, non poté che accettare: Atari offrì 500 000 dollari ed un mese di tempo per avere una licenza di sfruttamento dei chip custom finiti, trascorso quel tempo Amiga Corp. avrebbe non solo dovuto restituire il denaro ricevuto ma anche cedere la proprietà intellettuale dei chip stessi. L'accordo prevedeva anche che Atari si impegnasse ad acquistare 1 milione di azioni di Amiga Corp. al prezzo di 3 dollari ciascuna ma, ben sapendo che la società versava in cattive acque e che non sarebbe riuscita a restituire il denaro offerto, iniziò ridurre progressivamente il prezzo da pagare per ogni singola azione, arrivando ad offrire 98 centesimi. Amiga Corp., durante le trattative, venne a sapere che Atari era interessata solo ai chip finiti perché voleva accelerare la presentazione di una macchina a 16 bit per battere sul tempo la rivale Commodore e non aveva interesse di accollarsi anche l'assunzione delle persone che avevano realizzato l'hardware. Il 3 luglio la Time Warner, proprietaria di Atari, cancellò lo sviluppo di tutti i sistemi ad 8 bit e sospese la trattativa con Amiga Corp. Nel contempo iniziò un riassetto societario dividendo Atari in 2 società: la divisione che sviluppava giochi, che divenne Atari Games, che rimase all'interno del gruppo, e la divisione console e personal computer, che fu messa in vendita. In quello stesso periodo Jack Tramiel era stato costretto a lasciare la Commodore, l'azienda da lui fondata, per divergenze con l'allora presidente del gruppo; quando seppe che la Warner vendeva la parte di Atari che si occupava della produzione di hardware da gioco, subito la acquistò creando la Atari Corporation, pensando di sfruttare la catena di distribuzione e le capacità produttive dell'azienda per rientrare nel mondo dei computer. Quando Tramiel prese possesso dell'azienda, scoprì l'accordo fra Atari ed Amiga. === L'acquisizione da parte della Commodore === Fu durante questi eventi che nel 1984 si intromise la Commodore International, azienda che in quel momento godeva di ottimi risultati economici per il successo commerciale del C64, interessata al sistema sviluppato da Amiga Corp., con cui Miner iniziò a trattare. Quando Tramiel venne a sapere delle trattative in corso, il 13 agosto 1984 decise di denunciare sia la Commodore che lo stesso Miner per il mancato rispetto del contratto stipulato in precedenza fra Atari ed Amiga. Per accelerare i tempi il 15 agosto Commodore annunciò pubblicamente l'intenzione di acquisire la società, offrendo 4,25 dollari per azione ed 1 milione di dollari in contanti per permettere ad Amiga Corp. di saldare il debito con Atari e sciogliere il contratto. Qualche settimana dopo tutto il gruppo di sviluppo dell'Amiga fu spostato in una nuova società appena creata, denominata ''Commodore-Amiga Inc.'' con sede a Los Gatos, a cui la casa madre concesse un'ulteriore iniezione di liquidità pari a 27 milioni di dollari per terminare lo sviluppo del sistema. Commodore decise di accelerare lo sviluppo del computer, decidendo di utilizzare l'architettura a 16 bit, per battere Atari sul tempo, che si era messa anch'essa a lavorare su un computer dello stesso tipo. La nuova proprietà rivide il progetto Lorraine, raddoppiando la RAM a 256 KB e sostituendo il floppy disk con un modello da 3,5" a doppio lato. All'epoca dell'acquisizione il sistema operativo del computer, denominato ''CAOS'' (Commodore Amiga Operating System), era ancora incompleto pertanto Commodore, al fine di completare celermente il progetto, decise di metterlo da parte e di commissionare a MetaComCo, una società di sviluppatori, l'integrazione di parte del sistema operativo TripOS con il codice di ''Intuition'', il gestore dell'interfaccia grafica di Lorraine. Da questa integrazione, il cui diretto responsabile fu Tim King, nacque l''AmigaDOS''. Il 23 luglio 1985 venne presentato al CES il primo computer derivato dal progetto Lorraine, l'Amiga 1000, al tempo conosciuto semplicemente col nome di Amiga, in un evento che vide la storica partecipazione tra gli altri di Andy Warhol. Il sistema operativo non era ancora terminato per cui per avviare i programmi dimostrativi fu necessario usare un computer di Sun Microsystems. Dotato di un'interfaccia grafica a colori e di un'architettura multiprocessore, il computer fu messo in commercio nel mese di settembre dello stesso anno al prezzo di 1 500 dollari, anche se questo collocò la macchina nella fascia di mercato dominata dal Macintosh. Il computer stentò ad affermarsi sul mercato sia perché in ritardo rispetto ai suoi concorrenti sia perché considerato costoso: l'Atari ST, grazie alle soluzioni adottate volte a contenerne i costi produttivi, costava circa la metà e per questo risultò diretto concorrente dell'Amiga nonostante avesse caratteristiche tecniche inferiori. Subito dopo la commercializzazione del primo Amiga, la società iniziò lo sviluppo di 2 nuove macchine basate sulla medesima architettura, l'Amiga 500, da destinare alla fascia più bassa del mercato e pensato con l'obiettivo di contrastare l'Atari ST, e l'Amiga 2000, un computer più potente da collocare su una fascia di mercato superiore. Per stimolare l'innovazione, i vertici dell'azienda decisero di creare 2 gruppi di sviluppo per la progettazione dell'Amiga 2000, uno a Los Gatos ed uno in Germania. Tuttavia, per ridurre i costi, il gruppo di Los Gatos fu sciolto scegliendo per il modello 2000 il progetto tedesco. Questo portò del malcontento all'interno del gruppo originale di Amiga Inc., ma Jay Miner cercò di vedere le cose in maniera positiva, pensando che l'Amiga 2000 per come era stata pensata soddisfacesse le sue idee originali di un computer professionale espandibile. Nel 1987 furono presentati al pubblico i nuovi computer: l'Amiga 500 riscosse subito un ottimo successo, anche perché poteva offrire agli utenti dei computer ad 8 bit argomenti validi per passare ad un sistema a 16 bit, riuscendo a contrastare efficacemente l'Atari ST tanto che in Europa superò quest'ultimo in termini di vendite. === Gli anni novanta e il fallimento di Commodore === Verso la fine degli anni '80 il monopolio di Commodore iniziò a vacillare, sebbene forte della posizione dominante e con il rivale Atari ST ormai superato nelle vendite, la dirigenza aveva perso interesse nello sviluppo della piattaforma: dall'epoca della presentazione del primo computer, solo l'Amiga 500 aveva ricevuto un aggiornamento nel 1989, con il chipset rivisto per poter gestire fino ad 1 MB di RAM. Commodore cercò di dare una scossa al mercato presentando il 24 aprile 1990 l'Amiga 3000, un computer basato su una CPU a 32 bit, il supporto allo standard SCSI e la nuova interfaccia grafica ''Workbench 2'': rispetto alla precedente versione 1.x la nuova interfaccia rappresentava un notevole salto in avanti con una grafica molto più pulita e professionale, basata su una combinazione di tinte grigie e blu. Nel mese di luglio dello stesso anno fu presentato il Commodore CDTV, un sistema multimediale che in pratica non era altro che un'Amiga 500 con un lettore di CD-ROM integrato. Entrambi i modelli non vennero sostenuti da un'adeguata campagna pubblicitaria, finendo per rivelarsi dei fallimenti. L'assenza di interesse da parte di Commodore nel promuovere i nuovi prodotti si mostrò nuovamente durante il 1991 quando non solo commercializzò l'Amiga 500 Plus senza in pratica presentarlo in modo ufficiale ma togliendo anche dal commercio il CDTV senza dare nessuna comunicazione. Il 1991 fu l'anno in cui venne messo in commercio anche l'Amiga 3000UX, una workstation Unix, e annunciato l'Amiga 3000 Plus che però non verrà mai commercializzato. Il 1992 fu un altro anno critico per l'Amiga: l'Amiga 500 Plus, presentato l'anno prima, venne tolto dal commercio per sostituirlo con l'Amiga 600, un computer che non riuscì a soddisfare pienamente le richieste della clientela sia per le soluzioni adottate (design compatto ottenuto miniaturizzando la scheda madre dell'Amiga 500 ma mantenendone in pratica il costo produttivo, eliminazione del tastierino numerico) sia per la classificazione della macchina, definita da Commodore come una "console con tastiera". Questo computer fu infatti messo in commercio per contrastare Nintendo e Sega che stavano dominando il settore dei videogiochi con le loro console domestiche ma non riuscì a scalfire il loro mercato né a rappresentare un valido sostituto dell'Amiga 500. Inoltre l'Amiga 600 fu introdotto poco prima del lancio di due nuove macchine basate su un aggiornamento hardware della piattaforma: il nuovo chipset ''AA'' (Advanced Amiga), in seguito ribattezzato ''AGA'', Advanced Graphics Architecture, che debuttò prima sull'Amiga 4000 l'11 settembre e poi sull'Amiga 1200, presentata a fine anno. Il 1993 si aprì con notizie contrastanti: nonostante le vendite record dell'Amiga 1200 la proprietaria Commodore continuava ad annunciare perdite. Questo non impedì alla società di presentare l'Amiga CD32, una console basata sull'hardware dell'Amiga 1200. Le vendite andarono molto bene, surclassando quelle del Sega Mega CD e dei primi sistemi PC con lettore CD-ROM. Tuttavia Commodore aveva presentato il CD32 come una console inserendolo quindi in un settore di mercato, quello delle macchine da gioco, dove i sistemi a 16 bit già dominavano incontrastati. L'Amiga 1200 restava l'unico modello appetibile ma anche le sue vendite iniziarono a calare, erose dal lento ma continuo affermarsi dei PC anche in ambito domestico. Nell'aprile del 1994 la Commodore e con essa fini lo sviluppo dell'Amiga: il 29 aprile la società fu messa in liquidazione. Alcune filiali furono chiuse ed il tempo passò in cerca di investitori che non arrivarono, inoltre il 20 giugno morì in ospedale Jay Miner. Nel 1995 la Commodore fu messa in liquidazione per saldare le sue insolvenze. Durante il decennio il marchio subì innumerevoli vicissitudini legate ai fallimenti di Commodore, divenendo proprietà di Escom e Viscorp poi, e successivamente di Gateway 2000 per poi passare alla statunitense Amino Development. Parallelamente un gruppo di appassionati creò il progetto AROS allo scopo di realizzare una versione open source del sistema operativo dell'Amiga. === Gli anni duemila e "AmigaOne" === AmigaOne X1000 Amino Development, fondata da due ex dipendenti della Gateway, Bill McEwen e Fleccy Moss, acquistò i diritti Amiga dalla Gateway il 1º gennaio 2000 e subito cambiò nome in Amiga Inc. L'acquisizione costò 5.000.000$ e comprendeva marchi, siti Internet, parti di ricambio, licenze esistenti, AmigaOS, e la tecnologia Amiga già in produzione, mentre non comprendeva gli impiegati e numerosi brevetti che la Gateway tenne per sé. McEwen sostenne che la Gateway era stata interessata fin dall'inizio solo ai brevetti, mentre la Amino credeva ancora nelle potenzialità della comunità di utenti Amiga; la fama di attivi amighisti di McEwen e Moss faceva in effetti sperare, più che in passato, nello sviluppo di una nuova linea di Amiga. Amiga Inc. ha concesso in licenza dai primi anni 2000 sia lo sviluppo del sistema operativo AmigaOS che quello relativo all'hardware. Riguardo al primo, fu stretto un accordo con la software house europea Hyperion Entertainment, avente sede in Belgio. Riguardo all'hardware, basato su architettura PowerPC, fu sviluppato da varie aziende esterne su licenza: nel 2002 prima a Bplan con schede acceleratrici PowerPC per Amiga 1200 e 4000, e poi da Eyetech con le prime piattaforme AmigaOne. Inoltre dal 2002 l'azienda Genesi ha prodotto e distribuito una propria piattaforma ad architettura PowerPC predisposta per l'esecuzione di MorphOS, una reimplementazione non ufficiale di AmigaOS, oltre a svariate distribuzioni GNU/Linux e altri sistemi operativi. La produzione di queste schede madri è successivamente cessata, lo sviluppo di MorphOS invece continua, per esempio su alcuni modelli Apple Macintosh appartenenti alla passata generazione PowerPC. Altre società che sviluppano hardware sono l'italiana ACube Systems e la britannica A-EON Technology. La società belga Hyperion ha pubblicato nel 2008 le versioni 4.0 e 4.1. AmigaOS, e nel 2014 la società A-EON, che ha creato una linea di prodotti funzionanti con il sistema operativo AmigaOS chiamata AmigaOne X1000, basate su processore PowerPC, coprocessore Xena, 2 o 4 GB di memoria RAM di tipo DDR2, disco fisso da 1TB, lettore DVD e chip audio integrato HD. I computer indicati come Amiga NG, sono in commercio come AmigaOne 500 e AmigaOne X1000, oltre ad alcuni modelli della serie Sam4x0 dell'italiana ACube Systems. L'azienda italiana ACube Systems produce piattaforme con CPU PowerPC (Sam440ep, Sam440ep-flex e Sam460EX) Minimig totalmente compatibili con AmigaOS. Un sistema Amiga 500. Fin dalla sua prima introduzione sul mercato con il personal computer Amiga 1000 il sistema si focalizzò sulla multimedialità, grazie a chip custom in grado di gestire grafica, animazione e suono a costi più competitivi rispetto alle piattaforme concorrenti dell'epoca. L'hardware di Amiga era gestito dal sistema operativo AmigaOS che già nella sua prima release 1.0 del 1985 presentava il multitasking preemptive – caratteristica successivamente implementata in Microsoft Windows nel 1995, e in macOS nel 2001 – un'interfaccia grafica WIMP a colori, la possibilità – non implementata su altri sistemi operativi – di avere per ogni programma in funzione uno schermo grafico dotato di caratteristiche indipendenti. Nel 1986, con la release 1.2, Amiga implementò il plug and play, caratteristica che Microsoft poi introdusse nel proprio sistema operativo per personal computer solo nel 1995. Il ''plug and play'' di AmigaOS, AutoConfig, a causa di un bug non fu utilizzato fino al 1988 con la release 1.3 di AmigaOS. Grazie ad essa sono nate innovazioni come il puntatore del mouse animato, icone animate e oggetti in formato file IFF, che divennero uno standard, soprattutto per la piattaforma. Alcune delle principali possibilità di manipolare file sono nate su Amiga, per esempio gli oggetti multimediali (file audio) incorporati all'interno di un file documento. I sistemi operativi Amiga 4.0 e 4.1 presentavano caratteristiche comuni ad altri OS concorrestesso periodo, nonostante alcune soluzioni tampone provvisorie inerenti alla memoria protetta, non ancora completamente implementata. Le particolari caratteristiche del software e dell'hardware Amiga, che furono la ragione del suo successo iniziale, diventarono le cause che ne resero difficile la naturale evoluzione: il sistema operativo mancava di protezione della memoria, il che portava a blocchi del sistema quando alcuni programmi si appropriavano di memoria senza restituirla o sovrascrivevano erroneamente aree di memoria non assegnate a loro. Le grandi capacità grafiche e sonore derivavano da chipset specializzati proprietari e non facilmente aggiornabili, mentre i PC potevano contare su un numero sempre più elevato di potenti schede grafiche, grazie alla concorrenza fra i produttori di schede video, stimolati a migliorare le prestazioni dei propri prodotti. Tra le caratteristiche presenti ci fu una nuova gestione della memoria virtuale con partizione di swap, deframmentazione ''on the fly'' della RAM con un sistema intelligente che si occupava di deframmentare nei momenti in cui il sistema non era impegnato e che accedeva alla partizione di swap in automatico, per aumentare la memoria virtuale a disposizione del sistema. L'area RAM occupata dai vettori del kernel Amiga Exec NG (Exec New Generation) era protetta dalla scrittura involontaria di programmi software; i vecchi programmi Amiga in formato Motorola 68000 e Motorola 68xxx, che non avevano nessun sistema di protezione della memoria, potevano però girare sul sistema PPC tramite un emulatore che convertiva al volo il codice 68000 in codice PPC con una ''Just In Time Machine'', ma non potevano scrivere oltre la locazione di 384 Megabyte di RAM cui potevano accedere solo i programmi ELF PPC. A partire dalla versione 4.1 il sistema grafico di Amiga divenne completamente vettoriale grazie alle librerie Open Source Cairo, integrate con un ''compositing engine 3D'' che usava algoritmi Porter-Duff (gli inventori dell'Alpha Channel) ed era gestito interamente dalle CPU delle schede grafiche di moderna concezione. Questo motore grafico permetteva effetti di ''rescaling'' e zoom in tempo reale, come sulle librerie Beryl e Compiz di Linux, o come su macOS. Numerose sono state negli anni le modifiche proposte da produttori hardware di terze parti. In particolare, sono state rese disponibili schede acceleratrici con processori PowerPC, schede di espansione slot con bus PCI, schede audio a 16 bit, periferiche USB. Il sistema operativo di Amiga è stato aggiornato nel tempo da ditte terze per conto di Amiga Inc. fra cui la tedesca Haage&Partner che ha prodotto la versione 3.5 e 3.9, nel 1999. === Il software === Sono stati realizzati per Amiga alcuni dei primi programmi di Authoring (Amiga Vision), e i primi linguaggi di animazione interpretati (The Director). Sono nati in ambiente Amiga i primi programmi di modellazione e animazione di scene tridimensionali disponibili al grande pubblico a costi contenuti, quali Sculpt 3D, VistaPro, Imagine, Caligari Truespace 3D, Lightwave 3D, Maxon Cinema 4D, Realsoft 3D, resi disponibili anche su altre piattaforme. Notevole la disponibilità di programmi per la videotitolazione tra cui Scala, divenuto poi programma di authoring multimediale col nome di Scala Multimedia e reso disponibile anche per PC. È riconosciuta la semplicità d'uso di alcuni programmi di grafica quali DeLuxe Paint, realizzato da Dan Silva e distribuito da Electronics Art, che permetteva funzioni quali il ritaglio di parti dell'immagine da usare come pennello ''brush'' (effetto timbrino di Adobe Photoshop) senza però dover ricorrere necessariamente alla copia in ''clipboard'' o aver bisogno di canale alfa. L'architettura dei programmi Amiga fu presa ad esempio da varie software house: ad esempio, il programma di sequenziamento e montaggio audio Bars and Pipes fu acquistato dalla Microsoft che utilizzò alcuni concetti presenti nel programma per la progettazione della componente audio di DirectX. L'Amiga fu uno dei computer più utilizzati nell'ambito dei videogiochi, sia come prodotti commerciali, sia nel pubblico dominio, con migliaia di titoli a oggi conosciuti. La rivista ''The Games Machine'', in una selezione di dieci giochi rappresentativi della famiglia Amiga, inserisce ''Lionheart'', ''Dungeon Master'', ''It Came from the Desert'', ''Kick Off'', ''Shadow of the Beast'', ''Turrican II: The Final Fight'', ''Speedball 2: Brutal Deluxe'', ''Formula One Grand Prix'', ''The Secret of Monkey Island'', ''Disposable Hero'' === La ''demoscene'' === Notevole, per il suo interesse artistico, culturale e tecnico (ingegneria di tecniche di programmazione estreme) lo sviluppo della ''demoscene'', già esistente per altri computer, ma che trovò in Amiga - e nel suo principale rivale, l'Atari ST - la piattaforma di riferimento grazie alle caratteristiche grafiche e sonore intrinseche dell'hardware e in particolare del Blitter, che apparve per la prima volta proprio su Amiga e successivamente utilizzato nelle schede grafiche standard. === La tastiera === La tastiera era simile a una comune tastiera PC a 101 tasti, ma con alcune sottili differenze: la ripetizione continua del carattere (tenendo premuto a lungo il tasto corrispondente) non era gestita dal BIOS ma dal sistema operativo, risultando perciò sincronizzata con la stampa a video (specie se si pensa che i PC all'epoca consentivano al massimo trenta ripetizioni al secondo). Il ''layout'' della tastiera si distingueva sia per la presenza degli speciali tasti nelle posizioni in cui si trovano i tasti e dei tasti e in luogo dei tasti , , , , e , sia per l'assenza dei tasti ", , e dei tasti funzione e . === Il bus ''Amiga Zorro'' per le schede di espansione === Il sistema di bus per gli slot delle schede di espansione di Amiga era dotato di caratteristiche Plug & Play; il bus era denominato Zorro per la sua capacità di autoconfigurarsi velocemente e per quella di riconoscere le schede al volo con una "furbizia" quasi umana. Il sistema Bus Zorro di Amiga era presente in due versioni: * Zorro II a 16 bit, dotato di funzionalità di accesso diretto alla memoria (DMA) * Zorro III a 32 bit e 33 MHz anch'esso con funzionalità di accesso diretto alla memoria e in grado di gestire anche le schede a 16 bit, e la possibilità di lavorare sia in modalità sincrona che asincrona: in quest'ultima, la scheda Zorro, una volta ricevuta l'autorizzazione dalla CPU, diventava autonoma e non necessitava più di istruzioni da essa, fino al successivo comando diretto esplicito. Il sistema BUS Zorro III a 32 bit nacque diversi anni prima dell'analogo sistema a 32 bit PCI. L'architettura base su cui poggiava la piattaforma Amiga degli anni ottanta e dei primi anni novanta era di tipo proprietario e faceva capo ad una CPU di tipo Motorola 68000. Il ''chipset'' originale era composto da 3 chip custom: Denise, Agnus/Fat Agnus e Paula, ed erano tutti prodotti da MOS Technology. Una delle più importanti caratteristiche di Amiga è stata quella di poter definire ogni periferica, dispositivo, o partizione con un nome univoco a sé stante, e di farne il montaggio per usi interni, in maniera totalmente indipendente, sin dal 1987 grazie alla tecnologia ''AutoConfig''. === I ''chipset'' === La CPU era supportata da un insieme di chipset che offrivano capacità grafiche e sonore all'avanguardia per l'epoca, rappresentando una soluzione economica rispetto alle architetture concorrenti del periodo. La tradizione Amiga prevedeva che ogni chip del chipset venisse chiamato con un nome proprio di persona, generalmente di donna, ognuno spesso con proprie caratteristiche. Questi ultimi erano detti ''chip custom'', ne sono stati prodotti vari modelli, ma tutti possono essere raggruppati in tre grandi tipologie: * Gli Amiga dotati di Original Chip Set (OCS); * Gli Amiga dotati di Enhanced Chip Set (ECS); * Gli Amiga dotati di Advanced Graphics Architecture (AGA). Elaborando i dati di audio e grafica, lavoravano in totale modalità DMA, lasciando così la CPU libera di elaborare altri dati. I chipset gestivano inoltre una particolare modalità grafica chiamata HAM, con la quale era possibile visualizzare contemporaneamente tutti i colori che i chipset riuscivano a gestire, offrendo così risoluzioni fino a 12 bit (OCS/ECS) e 24 bit (AGA). I chipset erano in grado di interfacciarsi sia alla TV di casa che ai monitor dedicati e rendevano gli Amiga Classic una piattaforma adatta a diverse esigenze dell'utente. Da segnalare infine che nel 1989 la Commodore stava lavorando ad un nuovo chipset che avrebbe accompagnato la successiva generazione denominato Advanced Amiga Architecture (AAA). Tuttavia il progetto fu abbandonato nel 1993, anno in cui iniziarono i lavori per un AmigaOS indipendente dai chip custom di difficile e costoso aggiornamento. ==== Denise ==== Immagine dimostrativa della modalità "Hold And Modify" (HAM) dell'Amiga, capace di visualizzare 4.096 colori Denise (8362) era il chip preposto a generare il segnale video (15 kHz). La tavolozza disponibile su Amiga era, grazie a Denise, di 32 colori da 4096, eccezionale per l'epoca. Denise metteva a disposizione una modalità a bassa risoluzione (320x256 negli Amiga venduti per il sistema televisivo PAL, 320x200 per gli Amiga venduti per il sistema televisivo NTSC) ed una ad alta risoluzione (640x256 PAL, 640x200 NTSC) e diverse modalità intermedie, e gestiva nativamente l'interlacciamento raddoppiando la risoluzione verticale ed arrivando fino a 320x512 o 640x512 (320x400 o 640x400 in NTSC). Le temporizzazioni video erano parzialmente programmabili e si potevano inoltre ottenere risoluzioni prive di bordi (''overscan''). Denise poteva segnalare sul connettore video se stava visualizzando il colore di sfondo o meno: questo permetteva di realizzare effetti ''genlock'' o ''chroma key'' con apparati notevolmente economici per l'epoca. Interlacciamento, ''overscan'' e ''genlock'' fecero di Amiga la macchina di riferimento per le produzioni video a basso costo. L'organizzazione della memoria grafica era basata sul concetto di ''bitplane'', che si fonda sulla sovrapposizione di piani di bit. Questo tipo di organizzazione è per certi versi opposto a quello di chunk presente nel mondo PC, e permetteva di risparmiare RAM, all'epoca molto costosa. Il risparmio derivava dal fatto che si poteva scegliere di usare solo il numero di ''bitplane'' (da 1 a 6) strettamente necessari. Inoltre ogni piano di bit doveva essere memorizzato in un'area contigue di memoria, ma non era necessario che i vari piani di bit fossero contigui tra loro e questo permetteva di ottimizzare l'utilizzo della memoria grafica. * Esistevano modalità video con tavolozze da 2 colori (1 ''bitplane'') fino a 32 colori (5 ''bitplane''). * La modalità EHB (Extra Half-Brite) utilizzava 6 ''bitplane'' e aggirava il limite della tavolozza a 32 valori utilizzando il sesto bit come bit di stato per dimezzare la luminosità del corrispondente pixel, raddoppiando i colori visualizzabili. Questa modalità non era implementata nei primi modelli A1000 usciti negli Stati Uniti e non era neppure presente nella documentazione ufficiale redatta prima della commercializzazione del computer. * La modalità DP (Dual Playfield) utilizzava 3+3 ''bitplane'' per realizzare 2 piani sovrapposti a 8 colori ciascuno, capaci di scorrere indipendentemente uno dall'altro. Utilizzando il colore "trasparente" nel piano sovrastante era possibile creare dei "buchi" attraverso i quali visualizzare il piano sottostante. Questa modalità era la chiave per ottenere lo scorrimento parallattico, effetto speciale che decretò la superiorità di Amiga sul suo rivale Atari ST. * La modalità video che però rese famoso Amiga fu quella HAM (Hold And Modify) con cui era possibile visualizzare tutti i 4096 colori sullo schermo. Questa modalità utilizzava solo 6 ''bitplane'' invece dei 12 teoricamente necessari. Questo era possibile perché veniva adottata una codifica differenziale in cui ogni pixel poteva differire dal precedente solo per una componente cromatica (RGB). * Erano supportati fino a 8 ''sprite'' per linea. Gli sprite erano larghi 16 pixel con 4 colori dalla tavolozza. Si poteva fare ''attach'' di due sprite per ottenerne uno a 16 colori. In hardware erano rilevate eventuali collisioni tra sprite e oggetti dello sfondo. Utilizzando tutti gli sprite l'elaborazione dei dati video non poteva iniziare troppo presto e dunque il bordo sinistro dello schermo doveva restare molto largo. All'epoca il sottosistema sprite era già obsoleto ed infatti venne utilizzato pochissimo nei videogiochi che invece fecero largo uso del Blitter. + Tabella riassuntiva delle modalità grafiche riferite ai modelli europei PAL. Modalità Risoluzione massima Colori massimi Piani di bit massimi Nota Bassa risoluzione standard 320x512 32 5 Alta risoluzione standard 640x512 16 4 Extra Half Brite 320x512 32+32 5+1 I colori 33-64 sono a luminosità dimezzata rispetto ai 1-32 Dual Playfield 320x512 8+8 3+3 Due schermi indipendenti di 3 piani di bit ciascuno Hold And Modify 320x512 4096 2+4 In ogni pixel è codificata una singola componente RGB ==== Agnus ==== Agnus (8361 NTSC/8367 PAL, realizzato in package DIP) era il responsabile dei 25 canali DMA a disposizione della macchina e del refresh della DRAM riservata ai chip custom. Agnus conteneva: * Copper: era un circuito-processore dotato di un set interno di sole 3 istruzioni (MOVE, WAIT, SKIP). Permetteva di cambiare i registri hardware in sincronia con il pennello video, liberando la CPU da questo onere. Questa tecnica permetteva ad esempio di cambiare modalità video nel mezzo dello schermo, visualizzare più colori e più sprites. AmigaOS traeva vantaggio del Copper per implementare il concetto di ''Schermo''. * Blitter era un circuito inserito nel coprocessore che implementava alcune primitive grafiche in hardware. Elaborando un ''bitplane'' alla volta poteva combinare fino a tre porzioni di schermo, rettangolari (A, B e C) copiandole in una quarta zona rettangolare (D). I cosiddetti BOB (''Blitter OBject''), cioè quelli che in altri sistemi sono semplici "sprite", su Amiga erano entità grafiche mobili realizzati dal Blitter. Una delle loro caratteristiche peculiari grazie al Blitter, era di essere indipendenti dal refresh di tutto il resto dello schermo grafico. Il Blitter implementava un'altra primitiva grafica: il disegno di una linea, durante il disegno di essa poteva effettuare anche un fill. ==== Fat Agnus ==== Fat Agnus, successore di Agnus, si distingue da esso per il package PLCC (Agnus è realizzato in package DIP). Sono state utilizzate versioni (8370 NTSC/8371 PAL) in grado di indirizzare fino a 512 kB di Chip RAM, altre (8372A, compatibile PAL/NTSC) in grado di indirizzare fino a 1 MB di RAM. Presenti su Amiga 500 e Amiga 2000 (e assimilati come Amiga 1500 e Amiga 2500 / 2500ux), secondo le diverse revisioni della piastra madre. ==== Paula ==== Il chip custom 8364 ''Paula'' versione R4 montato sull'originale Amiga 1000 Paula (8364) integrava in sé diverse funzioni, tra cui l'audio e le porte Input/Output. La parte che pilotava l'audio forniva 4 canali DAC (''Digital to Analogue Converter'') PCM 8 bit, in modalità stereo (2 sul canale destro, 2 sul sinistro). Ogni canale aveva un volume a 6 bit ed un controllo di periodo. Un canale poteva modulare l'altro in periodo o volume (da cui 8+6 = 14 bit). I campioni audio potevano essere forniti via DMA o via CPU. Con il DMA la frequenza di campionamento, relata alle temporizzazioni video, era programmabile fino a circa 29 kHz. Era possibile applicare un filtro passa basso sull'uscita audio. I 4 canali audio vennero col tempo ritenuti insufficienti e si svilupparono mixer software (trackers) per incrementare il numero dei canali. L'hardware audio era dunque innovativo per l'epoca. Tuttavia la mancanza di un'economica porta MIDI integrata, fece sì che ad Amiga i musicisti preferissero gli Atari ST, che invece ne erano dotati di serie. Erano presenti anche due chip CIA (Complex Interface Adapter), responsabili insieme a Paula delle varie operazioni di I/O che coinvolgevano i floppy drive, la porta seriale, la parallela, la porta del joystick e quella del mouse. I chip in questione erano dei MOS 8520 a 8 bit, evoluzione dei MOS 6526 usati nel Commodore 64. === Enhanced Chip Set === Introdotto con l'Amiga 3000 venne poi esteso a tutta la gamma. Il chipset ECS era fondamentalmente l'Original Chip Set con alcune migliorie. Super Denise (8373), successore di Denise, introdusse la super alta risoluzione (fino a 1280 pixel per linea) e la capacità di generare segnali video non interlacciati fino a 31 kHz, quindi adatti ai riposanti monitor multiscan. Un effetto collaterale del raddoppio delle frequenze video era il raddoppio della frequenza massima di riproduzione di Paula. Altri miglioramenti apparvero sul fronte ''genlock''. Mentre OCS permetteva di "bucare" solo il colore 0 della tavolozza, ECS permetteva di bucare un colore qualsiasi della tavolozza oppure un ''bitplane''. Quest'ultimo modo permetteva di partizionare la tavolozza in 2 insiemi di pari dimensione, uno "bucabile" e l'altro no. Fat Agnus, presente nell'ECS, è in grado di indirizzare fino a 1 MB o fino a 2MB di Chip RAM, a seconda della versione utilizzata. Denominata in via non ufficiale come Super Agnus o Fatter Agnus. * su Amiga 3000 (8372AB / 8372B - compatibile PAL/NTSC) * su Amiga 500 (8375 1MB, solo l'ultima versione con piastra madre rev.8a1 e 512KB di ram) * su Amiga 500 Plus e Amiga 600 (8375 2MB, due diversi part number identificano le versioni separate per PAL e NTSC) Altri chip "minori" comparvero o vennero aggiornati. Il nuovo chip custom Buster, chiamato Super Buster, e il nuovo chip custom Gary, chiamato Fat Gary, supportavano i nuovi slot per espansioni di tipo Zorro III a 32 bit ed i nuovi bus a 32 bit. Solo su Amiga 3000 il chip custom chiamato Amber consentiva di visualizzare anche le modalità video originali (pensate per l'uso con i televisori) sui monitor VGA, incapaci di agganciare frequenze molto basse ottenendo dunque uno "scan-doubler", un componente hardware in grado di portare a 31 kHz tutti i modi video Amiga. Infine con il modello Amiga 600 fece il suo ingresso il chip custom Gayle che gestiva il controller IDE di questa macchina. === Advanced Graphics Architecture === Il chipset AGA presentava, al posto dei chip Fat Agnus e Super Denise, i nuovi chip Alice e Lisa. Nonostante fosse passato molto tempo dalla distribuzione di ECS il nuovo chipset era ancora una rifinitura del precedente. L'unico chip realmente riprogettato era Lisa, che disponeva di una banda maggiore grazie all'utilizzo di bus a 32 bit e memorie DRAM FastPage. Alice si distingueva pochissimo da Fat Agnus e forniva esigui miglioramenti rispetto al suo predecessore. Lisa gestiva 256 colori simultanei da una tavolozza di 24 bit in tutte le risoluzioni disponibili. Inoltre in ogni risoluzione video poteva essere utilizzato HAM8 che consentiva una profondità colore di 24 bit. Lisa offriva tre tipi di risoluzione: bassa, alta e super alta. Tutte le risoluzioni potevano essere visualizzate sia in modalità 15 kHz (supportata dai televisori), sia in modalità 31 kHz (il minimo per i monitor). Amiga 4000 includeva inoltre i chip custom Bridgette (un bus buffer integrato) e Gayle che fungeva da controller IDE. L'Amiga 1200 presentava inoltre il chip custom Budgie, con funzione di bus controller e il chip custom Gayle. Amiga CD32 montava uno speciale chip custom chiamato ''Akiko'' deputato alla conversione hardware tra grafica bitplane e grafica chunky. === La memoria === L'architettura Amiga prevede due tipi di memoria RAM per gli Amiga Classic: * Chip RAM, che utilizza un bus dati a 16 bit condiviso tra chipset e CPU; * Fast RAM, che utilizza un bus dati a 16 bit riservato alla CPU. Sugli A500 era disponibile un connettore d'espansione interno. La RAM qui inserita veniva detta Slow Fast RAM perché inaccessibile ai chip custom (Agnus non poteva indirizzare più di 512 KB o 1024 KB a seconda delle versioni) e tuttavia soggetta a contese tra i chip poiché montata sullo stesso bus della RAM. OCS, 68000 e RAM funzionavano in modo sincrono. OCS e 68000 funzionavano ad un quarto del color clock. La Chip RAM funzionava ad un ottavo del color clock. Sulle macchine PAL, il color clock era di circa 28,36 MHz, mentre sulle macchine NTSC era di circa 28,6 MHz. Gli Amiga NTSC erano quindi, impercettibilmente, più veloci di quelli PAL. La RAM poteva arrivare fino a 1024 KB di DRAM. Pur girando a metà della frequenza del 68000, garantiva un surplus di banda anche per OCS. Questo perché nel processore 68000 ogni accesso al bus richiedeva 4 cicli e ad OCS restavano tutti i cicli dispari della DRAM. Questa pacifica coesistenza veniva messa in crisi quando si sceglievano modalità video con più di 4 bitplane in bassa risoluzione (o 2 bitplane in alta risoluzione). In questi casi, OCS iniziava ad accedere al bus anche durante i cicli pari rallentando il 68000. Questo era il motivo per cui il Workbench utilizzava di default solo 2 bitplane. Utilizzandone di più, le prestazioni della CPU calavano drasticamente. Questo era anche il motivo per cui la Fast RAM (alla quale accedeva soltanto il 68000) aveva quel nome. Anche il Blitter all'interno di OCS consumava banda. Normalmente il 68000 aveva la priorità su questi accessi, ma un flag detto BLITHOG permetteva di ribaltare la situazione. Sulle ultime serie di Amiga 2000 prodotte (dalla rev. 6 in avanti della piastra madre), venne integrato il chip Fat Agnus (8372A), evoluzione di Fat Agnus (8371, presente sulle versioni 4.1 sino alla 4.5 della piastra madre) e di Agnus (8367, presente sulle rev. 4 della piastra madre, lo stesso montato su Amiga 1000), che permetteva, fra le altre cose, di aumentare l'indirizzamento della memoria RAM a 1 Megabyte. === La CPU === ==== Motorola 68000 ==== La CPU di Amiga era un processore Motorola 68000 a 7,16 MHz. La frequenza si abbassava leggermente nei modelli europei con grafica PAL a 7,09 MHz. Il set di istruzioni interne è di tipo CISC. Per motivi di economicità Motorola aveva creato un processore ibrido a 16/32 bit (vedi la voce Motorola 68000). Il modello 68000 aveva cioè un accesso a 16 bit alla memoria, anche se poi questa memoria era indirizzata a 24 bit e "ragionava" a 32 bit nei registri interni. I manuali di Amiga segnalavano chiaramente questo fatto e i programmatori distinguevano fra parole "word" di 16 bit e "long word" a 32 bit. Per questo motivo Amiga non si può definire né un semplice sistema a 16 bit, come molti credono, né un vero sistema a 32 bit. È però già l'antesignano dei sistemi a 32 bit, da cui la semplicità di aggiornamento del sistema e del SO sui nuovi modelli di computer a 32 bit. ==== Motorola 68010 ==== Per velocizzare gli Amiga 500/1000/2000 esisteva una particolare versione della CPU Motorola 68010 che aveva una piedinatura compatibile con il 68000 originale. Nonostante la frequenza rimanesse identica, essendo questa fornita dal generatore di clock e non dal processore stesso, alcune istruzioni matematiche sul 68010 erano eseguite in modo leggermente più efficiente. Questo permetteva un incremento delle prestazioni globali, soprattutto in programmi di grafica ed alcuni giochi, di circa il 2-8%. Un software molto diffuso per questa modifica era Decigel che correggeva un'istruzione MOVE che era erroneamente interpretata dal 68010 nonché da tutte le CPU superiori al 68000. In verità era praticamente inutile, dato che tutti i programmatori erano a conoscenza della limitazione ed evitavano l'utilizzo di quella particolare istruzione. === Original Chipset (OCS) === * Amiga 1000 * Amiga 500 * Amiga 2000 * Amiga 2500/20 (scheda acceleratrice A2620 integrata) * Amiga 2500/30 (scheda acceleratrice A2630 integrata) * Amiga 2500/UX (scheda acceleratrice A2620/A2630 e UNIX preinstallato. Primo Unix ad uscire nel mercato con interfaccia grafica X Window di serie) * Amiga 1500 (privo di disco fisso ma con un lettore floppy aggiuntivo) * CDTV set-top box multimediale basato su CD-ROM (Commodore Dynamic Total Vision) Amiga 600, il più piccolo della serie Amiga a montare il chipset ECS === Enhanced Chipset (ECS) === * Amiga 500 Plus * Amiga 600 * Amiga 600HD (disco fisso integrato) * Amiga 3000 * Amiga 3000T (versione in case tower) * Amiga 3000UX (UNIX preinstallato) === Advanced Graphical Architecture (AGA) === * Amiga 1200 * Amiga 1200HD (disco fisso integrato) * Amiga 4000/030 (CPU 68030) * Amiga 4000/040 (CPU 68040) * Amiga 4000T (versione in case tower) * CD32 (prima console a 32 bit con CD-ROM) === Amiga NG (processori PowerPC) === * AmigaOne (Eyetech) * AmigaOne G3-SE * AmigaOne XE * AmigaOne G3-XE * AmigaOne G4-XE * microA1-C === AmigaOne (ACube Systems/A-EON) === * AmigaOne 500 * AmigaOne * AmigaOne X1000 Amiga ha visto relativamente pochi cloni attorno a sé, a causa delle politiche restrittive di Commodore. Di seguito si indicano le macchine prodotte e commercializzate: * CD Express ** Cubo CD32: commercializzato nel 1994 dall'azienda milanese CD Express. Si trattava di un Amiga CD32 che, grazie a interfacce dedicate era compatibile con lo standard Jamma e si poteva quindi inserire all'interno dei tradizionali cabinet arcade. Per questa piattaforma sono stati sviluppati circa una decina di titoli ma essendo un computer Amiga garantiva anche la compatibilità con il relativo parco giochi. * Eagle ** 4000T e 4000TE: prodotti su licenza, stessa motherboard dell'Amiga 4000, ma case stilisticamente differente. * Macrosystems ** DraCo: non usava custom chip, ma comuni schede video. ** DraCo Vision: si differenzia dal Draco per il particolare case cubico. ** Casablanca: le cui prime versioni impiegavano AmigaOS su hardware proprietario compatibile. * Index Information ** Access * ACube Systems ** Minimig: venduto senza AmigaOS, da procurarsi a parte. ** Sam440ep ** Sam440ep-flex ** Sam460ex
Agropoli
'''Agropoli''' è un comune italiano di abitanti della provincia di Salerno in Campania.
=== Territorio === Importante centro costiero situato nel Cilento, alle porte occidentali del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, sul mar Tirreno all'estremità meridionale del golfo di Salerno. Oltre che dal mar Tirreno, il territorio comunale è delimitato dal primo gruppo collinare cilentano a ovest e a sud, che lo separa dai comuni di Ogliastro Cilento, Prignano Cilento, Torchiara e Laureana Cilento, mentre a sud-est il gruppo orografico che culmina nel monte Tresino costituisce il confine con il comune di Castellabate. A nord i declivi collinari digradano nella piana del Sele, in cui il fiume ''Solofrone'' segna i confini coi comuni di Capaccio-Paestum e di Cicerale. Trovandosi esattamente al confine fra la pianura del Sele e il territorio cilentano, dal profilo orografico collinare-montuoso, la morfologia del territorio comunale appare diversificata; anche la costa è variegata, con un susseguirsi di tratti rocciosi intervallati da strette spiagge sabbiose. Il territorio è attraversato da diversi corsi d’acqua di modesta o scarsa entità, perlopiù a regime torrentizio. Il principale è il fiume ''Testene'', che nasce dalle alture sovrastanti il comune di Perdifumo. Peculiare è il rilievo roccioso su cui sorge il centro storico della cittadina, con la caratteristica rupe che affaccia sul porto, da cui deriva il toponimo cittadino di ''Acropolis'' ("''città posta in alto''", dal greco ''ἄκρος'' "akros", alto, ''πὸλις'' "polis", città). * '''Classificazione sismica''': '''zona 3''' (sismicità bassa), Ordinanza PCM. 3274 del 20/03/2003. === Clima === La stazione meteorologica più vicina è quella di Capaccio. In base alla media trentennale di riferimento 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a ; quella del mese più caldo, agosto, è di . * Classificazione climatica: zona C, 1021 GG Porto e cittadina di Agropoli Il territorio di Agropoli è stato frequentato a partire dal Neolitico da popolazioni dedite alla caccia e alla pesca. Alla foce del fiume Testene in passato c'era una baia, utilizzata dai Greci per scambi commerciali, sia prima che dopo la fondazione della vicina Poseidonia (''Paestum''). Sul vicino promontorio, che prese il nome di "''Petra''", a metà del VII secolo a.C. venne edificato un tempio dedicato ad Artemide. In epoca romana, a partire dal I secolo a.C. è attestata la presenza di un piccolo borgo marittimo, ''Ercula'', in prossimità dell'attuale lungomare San Marco, destinato a servire da approdo anche per la vicina ''Paestum'', il cui porto andava insabbiandosi. Nelle acque antistanti la piccola insenatura del ''Vallone'', in zona monte Tresino, in passato sono state recuperate dai fondali numerose ancore di pietra (greche, puniche o etrusche), ancore in piombo romane (costituite da ceppi e contromarre), un’anfora di tipo etrusco, anfore vinarie e olearie di epoca romana. Ciò è prova del passaggio e dell’attracco di navi fin da epoca antichissima, e di una costante frequentazione del sito, fino al IV secolo d.C.. L’approdo del Vallone ha una notevole profondità sottocosta, adatta anche a navi onerarie, ossia da trasporto, lente e panciute, usate per la navigazione costiera. In seguito alle incursioni dei Vandali nel V secolo il borgo, difficilmente difendibile, venne abbandonato dagli abitanti, che si trasferirono sul vicino promontorio. Tra il 535 e il 553, con la guerra greco-gotica i Bizantini greci vi collocarono una roccaforte, che prese il nome di ''Acropolis''. Alla fine del VI secolo vi si rifugiò il vescovo di Paestum per sfuggire ai Longobardi. Con l'arrivo di profughi bizantini dalla Lucania Agropoli si ingrandì e divenne sede di un vescovato. Nell'882 i Bizantini furono cacciati dai Saraceni, i quali costruirono un ''ribàt'' (nuova fortificazione): da qui partivano gli attacchi ai paesi vicini fino a Salerno. Nel 915 i Saraceni furono cacciati e Agropoli tornò in mano ai vescovi, che intanto si erano stabiliti a Capaccio. I vescovi dominarono la città per tutta l'epoca medioevale, insieme ai centri di Ogliastro ed Eredita, e ai villaggi di Lucolo, Mandrolle, Pastina, San Marco di Agropoli e San Pietro di Eredita, che componevano il feudo di Agropoli. Nel 1412 i feudi di Agropoli e Castellabate furono ceduti da papa Gregorio XII al re Ladislao di Durazzo (1386 – 1414) come parziale pagamento di debiti accumulati nell'arco di alcune guerre. Il 20 luglio 1436 Alfonso V d'Aragona concesse i feudi di Agropoli e Castellabate a Giovanni Sanseverino, già conte di Marsico e barone del Cilento, che come compenso doveva versare ai vescovi di Capaccio 12 once d'oro l'anno. Solo nel 1443 il re riprese possesso del territorio. Successivamente Agropoli passò sotto il dominio di diverse casate: tra il 1505 e il 1507 i D'Avalos marchesi del Vasto e, fino al 1552, i Sanseverino. In seguito alla perdita dei suoi possedimenti da parte del principe Ferrante, ultimo rappresentante dei Sanseverino, accusato di tradimento nel 1553, Agropoli passò ai D'Ayerbo d'Aragona, nel 1564 ai Grimaldi, nel 1597 agli Arcella Caracciolo, nel 1607 ai Mendoza, nel 1626 ai Filomarino già principi di Roccadaspide, nel 1650 ai Mastrillo, che si alternarono per un breve periodo con gli Zazzero d'Aragona. I Sanfelice, duchi di Laureana, conservarono il potere sulla cittadina fino all'abolizione del sistema feudale. Nel Ottocento Agropoli iniziò l'espansione oltre l'antico borgo. Dal 1811 al 1860 fece parte del circondario di Torchiara, appartenente al distretto di Vallo del Regno delle Due Sicilie. Dal 1860 al 1927, durante il Regno d'Italia fece parte del mandamento di Torchiara, appartenente al circondario di Vallo della Lucania. === Onorificenze === . Lo stemma L'abitato è sormontato dal centro storico, che conserva il centro antico, gran parte delle mura e il portale seicentesco. Vi si accede attraverso la caratteristica salita degli "scaloni", uno dei pochi esempi di salita a gradoni e la porta monumentale, ben conservata. * La porta: ha due aperture; sulla destra della porta principale ce n'è una, secondaria, ad arco ribassato, aperta agli inizi del XX secolo; tra le aperture è visibile una feritoia che permetteva la vigilanza e la difesa. La porta è sormontata da cinque merli, due dei quali sostengono altrettante palle di pietra. Le palle, alternate con altre di cemento e una croce di ferro indicante l'anno 1909, ricordo delle sacre missioni, decorano il parapetto sul ciglio della rupe. Al di sopra della porta principale si nota lo stemma marmoreo dei Duchi Delli Monti Sanfelice, ultimi possessori feudali della città (lo stemma originariamente decorava l'ingresso del Castello). La Porta d'ingresso al centro storico L'imponente stemma marmoreo è sovrastato da una corona rovinata ed è rifinito in basso da un mascherone. Il campo principale ha forma di scudo ed è suddiviso in due parti dove sei oche sono unite in due gruppi di tre (in alto allineate, in basso riunite in triangolo), originario emblema dei Sanfelice, e una croce, che era il simbolo della famiglia estinta Delli Monti. La porta è parte integrante della cinta muraria, costruita in pietra locale e composta da due bracci, uno meridionale e uno settentrionale che si imperniano sul Castello e si concludono sullo strapiombo della "Rupe", difesa naturale dagli invasori. * Gli scaloni: Il borgo antico è raggiungibile a piedi percorrendo la caratteristica salita degli "scaloni", per secoli unica via d'accesso al borgo e oggi uno dei pochi esempi di salita a gradoni, caratterizzati da gradinate larghe e basse, sopravvissuti alle esigenze del traffico veicolare, che altrove ne hanno determinato il livellamento. Per la poca popolazione locale residente sul promotorio storico vi è una strada secondaria retrostante, carrabile, e per un tratto, quello finale, a traffico limitato. Il muro di protezione degli scaloni è ornato da merli con estremità sferica che richiamano i merli della porta ed una croce di ferro indicante l'anno 1909, ricordo delle sacre missioni. Gli scaloni. Sul fondo, l'ingresso al centro storico * Il castello: A pianta triangolare e con tre torri circolari, si erge sul promontorio incastrandosi come un vertice nell'interno dell'area del borgo antico, mentre la base si protende fuori del nucleo abitato, come fortificazione avanzata sul versante collinare dal pendio più dolce e più esposto agli assalti. Il Castello Attorno alle mura del castello si trova un fossato largo e profondo, ora distinguibile sul lato verso il borgo, mentre è quasi scomparso il dislivello sul lato orientale a causa dei lavori agricoli e dei cedimenti del terreno avutisi nel corso dei secoli. Il castello presenta l'aspetto assunto dopo le ristrutturazioni d'età aragonese (XV secolo d.C.) che devono aver notevolmente ampliato l'originario impianto, a forma triangolare. L'interno del castello è occupato dalla piazza d'armi e da edifici addossati sui lati settentrionale e orientale. La piazza, oggi adibita a giardino e a teatro all'aperto, non è frutto di un riempimento artificiale, ma poggia sulla roccia inglobata a suo tempo nelle mura del castello, mentre sul lato settentrionale si trova la "Sala dei francesi", così chiamata a ricordo della sosta del drappello delle truppe francesi nel periodo napoleonico. Il castello di Agropoli è legato a due personaggi: Luisa Sanfelice, personaggio minore della rivoluzione napoletana del 1799, la cui vicenda umana ispirò il romanzo di Alexandre Dumas (padre), ''La San Felice'', e la scrittrice francese Marguerite Yourcenar, che lo menzionò nel racconto "Anna, soror". Agropoli - Il Faro * Il Faro Punta Fortino: L'altezza della luce, a due lampi bianchi con intermittenza di 6 secondi, è posta a 10 metri su un fabbricato quadrato ad un piano. La torre, in stile veneziano, fu costruita nel 1929, è visibile dal lungomare ed è posto sull'estremità del centro storico delimitando il limite della ''Rupe''. Agropoli - Torre S. Marco * Le torri: La presenza di torri fortificate sulla costa di Agropoli, come del resto lungo l'intera costa tirrenica meridionale, è collegata alla minaccia costituita dalle scorribande dei pirati. A seguito dell'ordine generale di costruzione di una catena ininterrotta di torri costiere, emanato nel 1564 dal viceré spagnolo don Pedro de Toledo, iniziano a sorgere lungo la costa che da Agropoli giunge a Sapri torri di avvistamento nei punti strategici. A seguito di quest'ordine verrà rafforzata la Torre di San Marco, di forma circolare, all'epoca esistente, cui si affiancherà la Torre di San Francesco, costruita su un'alta sporgenza a picco sul mare, poco più a sud del promontorio sovrastato dal Castello. Agropoli - Torre S. Francesco e scoglio omonimoPosto accanto al convento francescano qui sorto fin dal 1230, questa torre, di forma quadrangolare, risultava in posizione strategica, comunicando a Nord col Castello e con la Torre di San Marco, mentre a Sud con la torre costruita a Trentova e con quella di Punta Tresino (rientrante nel territorio del comune di Castellabate). Di oggi restano ruderi. * La fornace: La data dell'inaugurazione risale al 1880, fu l'ingegner Vincenzo Del Mercato ad avere l'idea di una fornace per la produzione di mattoni. Dopo accurate ricerche, si optò di costruire la fornace in località Campamento, a pochi passi dal Fiume Testene, in quanto qui c'erano giacimenti di argille plastiche. La lavorazione consentiva molti tipi di mattoni, quali rex, tegole, cannocchiali, proveri, quattro fori, tre fori. La Fornace Dopo anni di attività la fornace declinò, fino a cessare la sua attività nel 1970. * Chiesa Madre dei SS Pietro e Paolo: è di origini antiche: nel 593 una lettera di papa Gregorio Magno documenta nel borgo la presenza del presule pestano e si connette nella dedica alla tradizione dell'approdo di San Paolo in una località agropolese ed a S. Pietro, pescatore come molti degli abitanti del borgo antico. Nell'ultimo ventennio del XVI secolo la chiesa è visitata da vescovi o da loro rappresentanti, che vi osservano l'altare maggiore (ricostruito nel 1714 e nel 1875, con tela raffigurante S. Antonio tra S. Bartolomeo e S. Gaetano di Tiene); inoltre, gli altari dedicati ai SS Pietro e Paolo (dal 1742), al Crocifisso (dal 1905), alla Santissima Concezione (dal 1698; dal 1875: fam. Troise), alla Madonna dell'Arco (1875: fam. Vecchio, tela con Madonna tra S. Francesco di Paola e S. Carlo Borromeo), al Rosario (1742, con confraternita e tela con Misteri; 1771, con porta sulla strada; 1875: tre statue entro nicchie con Madonna del Rosario tra S. Lucia e S. Rosa e, inoltre, tavola antica della Vergine della pietà), a S. Giuseppe (1742, 1771, insieme a S. Gennaro, fam. Storti; 1875: fam. Rosa, tela con la Vergine tra S. Giuseppe e S. Gennaro), a S. Antonio di Padova (dal 1583: altare, 1698: altare, 1875: già delle famiglie Magnoni e Del Baglivo), a Sant'Antonio Abate (dal 1612; 1875: sepoltura della famiglia Rotolo, tavola con S. Antonio abate e tela piccola con Santissima Trinità). L'edificio, che possiede tre campane, tre porte inclusa la principale, ha avuto bisogno di recenti e lunghi restauri. Ad unica navata, ha il coro, il pulpito e i confessionali. Gli Scaloni e il Porto * Chiesa Santa Maria di Costantinopoli: la tradizione la dice costruita dopo il rinvenimento in mare della statua della Madonna che, degli infedeli, al tempo delle scorrerie turche della metà del Cinquecento, avevano cercato inutilmente di portar via. Anche questa chiesa è documentata soprattutto a partire dal 1583, quando si accerta nella stessa l'esistenza di una confraternita. Nella visita apostolica del 1612 la chiesa risulta edificata di recente, provvista di un confessionale e della sepoltura per i marinai. La sagrestia ed una tela sono riscontrate nel 1742 e si specifica che è stata costruita con i contributi degli uomini di mare. Oltre al campanile con due campane, all'organo, al pulpito ed all'orologio, non mancano nel 1875 l'altare ed il presbiterio in marmo, quest'ultimo munito di balaustra e cancello in ottone, ed una "statua a telaio". Troviamo, inoltre, nel 1905, una statua in legno e tre porte. Alcuni anni dopo (1913) viene interdetta insieme ad altre, perché occupata da soldati per la pioggia torrenziale. Agropoli - Monumento ai Caduti * Monumenti ai Caduti: Il primo monumento ai caduti di Agropoli, risale all'11 maggio del 1924, costruito per volontà del popolo agropolese, che contribuì senza distinzione di ceto o di credo politico e con entusiasmo alla realizzazione del monumento. Tuttavia durante il secondo conflitto mondiale la statua sarà tolta dal suo piedistallo per dare bronzo alla patria. L'attuale monumento risale al 20 novembre 1985. Fu inaugurato il 9 dicembre 1973, invece, il monumento dei caduti in mare di Agropoli. È composto da una grande ancora posta su un piedistallo di marmo, e alla base i nomi dei caduti i mare durante le guerre. Agropoli - Monumento dei Caduti in Mare * La statua di San Francesco, situata sulla collina di San Marco, è stata realizzata nel 1982. La statua scolpita in marmo bianco di Carrara è alta 6 m ed è collocata su una torre che misura 32,60 m di altezza. Agropoli - San Francesco * La costa: La zona costiera visitabile si estende per una lunghezza di circa 3 km, rientra tra i siti di interesse comunitario (S.I.C.) e comprende lo scoglio Trentova, famoso per la panoramica caratteristica che lo vede legato alla terraferma da una sottilissima lingua di terra percorribile a piedi, lo "scoglio di san Francesco" e una serie di piccole insenature che si susseguono fino alla spiaggetta del Vallone (Castellabate), prima di Punta Tresino. La baia di ''Trentova'' prende il nome dallo scoglio omonimo. Il nome deriva dal fatto che secondo la leggenda furono trovate nelle grotte sotto la roccia trenta uova di gabbiano o di tartaruga marina. Qui si trovano bar, lidi ed attrezzature turistiche. La Baia di San Francesco, Agropoli Accanto alla baia di Trentova c'è una piccola baia detta di ''San Francesco'', dal nome del monastero sovrastante e dallo scoglio sito in mezzo al mare, riconoscibile per la croce posta sull'estremità superiore. Verso nord si estende una lunga spiaggia attraversata da diversi torrenti che arriva alla zona archeologica di Paestum. Per il quinto anno consecutivo la città di Agropoli è Bandiera Blu. === Evoluzione demografica === === Etnie e minoranze straniere === Al 31 dicembre 2007 ad Agropoli risultavano residenti 809 cittadini stranieri. Le nazionalità sono: # Ucraina, 199 # Romania, 152 # Polonia, 96 # Tunisia, 77 # Bulgaria, 46 # Algeria, 33 # Marocco, 33 # Bangladesh, 27 # India, 20 === Religione === La maggioranza della popolazione è battezzata di fede cristiana, appartenenti principalmente alla Chiesa cattolica; il comune appartiene alla diocesi di Vallo della Lucania che comprende sette parrocchie. ==== Culto di San Francesco d'Assisi ==== La comunità cattolica locale è legata al culto del patrono d’Italia per il suo passaggio presso Agropoli in una o due riprese (1219, probabilmente anche 1222). Al passaggio del santo nel borgo cilentano è legata una leggenda che narra di una predica ai pesci: si racconta che il frate, giunto in barca, cercò di predicare alla popolazione locale; rendendosi conto tuttavia dell'indifferenza alle sue parole decise di ritirarsi in preghiera presso uno sperone roccioso sulla costa, affiorante dal mare a poca distanza dalla spiaggia di Trentova. Come si legge in uno scritto dello storico Costantino Gatta del 1732, A celebrazione dell'evento sullo scoglio è stata installata una croce ben visibile da mare e da terra. Scoglio di San Francesco durante una mareggiata. In accordo con la leggenda, assecondata dalla conformazione del fondale e della costa, lo scoglio non viene mai sommerso completamente dalle onde.Sulla roccia che sovrasta lo scoglio della predica, inoltre, fu fondato (pare per sua espressa volontà) un convento con annessa chiesa, la cui data di ultimazione risale al 1230, quattro anni dopo la sua morte. La chiesa, distrutta dall’incuria del tempo, venne riedificata, consacrata e riaperta al culto nell’ottobre del 1974, mentre l'edificio che ospitava il convento oggi è una struttura ricettiva. === Tradizioni e folclore === miniatura Il 24 luglio si svolge una caratteristica celebrazione cattolica in onore della Madonna di Costantinopoli, protettrice dei pescatori. La statua della Madonna viene portata in processione dalla chiesa omonima fino al porto; da qui la funzione prosegue in mare, su imbarcazioni pavesate, dopo il tramonto. === Musei === Dal 2011 è presente un piccolo Antiquarium comunale presso il ''Palazzo Civico delle Arti'', una costruzione del centro risalente al 1892. I reperti, attraverso i quali si ripercorre tutta la storia dell’abitato, coprono un arco cronologico piuttosto ampio, dalla protostoria al medioevo. === Teatro === Il CineTeatro comunale Eduardo De Filippo è stato inaugurato nel dicembre del 2014, a 30 anni dalla scomparsa del grande attore, regista e drammaturgo napoletano al quale è intitolato. La sua sala dispone di 476 posti a sedere. Viene proposta annualmente una stagione teatrale. La prima stagione teatrale è stata inaugurata dalla Compagnia di teatro di Luca De Filippo, figlio di Eduardo, il 25 novembre 2015, che ha portato in scena la commedia Non ti pago!, un classico del teatro eduardiano. Nella stessa stagione teatrale è stato ospitato anche Luigi De Filippo, figlio di Peppino De Filippo, che con la sua compagnia ha fornito una magistrale interpretazione de “Il berretto a sonagli” di Luigi Pirandello. La direzione artistica delle stagioni teatrali è di Pierluigi Iorio. === Cucina === La cucina locale riflette le caratteristiche della cucina cilentana, costituita sia da piatti di terra (pasta, verdure, latticini, salumi) sia da piatti di mare (pesce, crostacei, molluschi). Tipico prodotto di Agropoli sono le alici che vengono preparate secondo molte ricette tradizionali: "''mbuttunate''" (imbottite, ripiene), "''arreganate''" (cioè condite con l’origano), "marinate" o "salate"; comuni anche ad Agropoli le rinomate alici di "menaica" di Pisciotta, che prendono il nome dalla tecnica con cui vengono pescate, utilizzando cioè la ''menàica'' o ''menàide'', un tipo di rete a maglia larga. Altro prodotto tipico è il fico bianco D.O.P., così detto per la colorazione chiara della buccia dei frutti, una volta essiccati; i fichi in genere vengono ulteriormente lavorati e trasformati in specialità quali i ''fichi pelati'' (ricoperti da un velo di zucchero), i ''fichi 'mbaccati'' (cotti al forno, infarciti di mandorle tostate, aromatizzati con semi di finocchio o buccia di agrumi e con foglie di alloro, e in genere disposti a mo' di spiedini); ''fichi al cioccolato'' (glassati con cioccolato, in genere fondente). === Frazioni === Lo statuto di Agropoli non menziona frazioni. Secondo il 14º Censimento, le località abitate sono: * Campanina, , 99 abitanti; * Cannetiello, , 57 abitanti; * Destre, , 49 abitanti; * Fonte Saraceno, , 58 abitanti; * Iscalonga, , 45 abitanti; * La Vecchia, , 28 abitanti; * Mancone, , 73 abitanti; * Marettima, , 60 abitanti; * Marrota, , 27 abitanti; * Mattine, , 457 abitanti; * Moio, , 217 abitanti; * Monaci, , 49 abitanti; * Mutalipassi, , 14 abitanti; * Palombe, , 19 abitant; * Piaggese, , 56 abitanti; * Picone, , 39 abitanti; * Piscone, , 29 abitanti; * Ponti Rossi, , 23 abitanti; * Principe, , 34 abitanti; * San Biagio, , 31 abitanti; * Serra, , 70 abitanti; * Streppina, , 219 abitanti; * Torre, , 43 abitanti; * Torretta, , 50 abitanti; * Ventre, , 49 abitanti. Attualmente le attività economiche principali sono il turismo, il commercio e i servizi; in passato tale ruolo spettava alla pesca e all'agricoltura. È presente anche l'industria, con quaranta piccole aziende, che danno lavoro a circa persone. L'economia locale si basa sulle attività del terziario, alle quali si affianca un sistema di microimprese artigiane legate in prevalenza all'edilizia ed a piccole produzioni manifatturiere per lo più rivolte al mercato locale, e un insieme di piccole imprese agricole a conduzione familiare. Secondo l'ISTAT le attività del terziario, istituzioni, commercio ed altri servizi, sono il 47% del totale, quelle del secondario, industria ed artigianato, il 13%, quelle del primario, agricoltura e pesca, il 40%. === Turismo === Il turismo ad Agropoli è tra le attività più redditizie. In inverno vi sono persone, d'estate più del doppio, grazie a turisti italiani e stranieri. La ricettività alberghiera è composta da ''Bed and breakfast'' e hotel di media categoria sul lungomare. === Agricoltura === Il parco nazionale del Cilento ha il maggior numero di produzioni recentemente riconosciute dal Ministero dell'Agricoltura. Ai marchi Denominazione di Origine Controllata (DOC) e Indicazione Geografica Tipica (IGT) dei vini di produzione locale, si aggiunge la produzione di olio extravergine di oliva (DOP) e di liquori vari. Quanto agli altri prodotti tipici della zona, oltre alla mozzarella di Bufala Campana DOP, alla mozzarella vaccina "co' a mortedda" al cacioricotta di capra cilentana e al "caciocavallo" tipico, vanno ricordati il miele, il carciofo di Paestum (IGP), il cece di Cicerale, il fagiolo di Controne, il fico bianco del Cilento; rinomata anche la produzione dolciaria di fichi secchi e al cioccolato. === Strade === Il principale asse stradale di accesso al territorio comunale è la Strada Provinciale 430/a con uscite agli svincoli di ''Agropoli Nord'' e ''Agropoli Sud''. La Strada statale 18 Tirrena Inferiore lambisce il territorio attraversando la frazione nord-orientale di Mattine. Le strade regionali e provinciali per i collegamenti con i comuni limitrofi sono: * Strada Regionale 267/a; * Strada Regionale 267/b, che collega Agropoli con Castellabate; * Strada Provinciale 45 ''Agropoli-S. Cosma-Innesto SS 18''. * Strada Provinciale 184 ''Agropoli-Trentova''. * Strada Provinciale 278 ''Agropoli-Licinella''. === Ferrovie === Agropoli - Stazione Ferroviaria Agropoli - Castellabate La stazione di Agropoli-Castellabate, posta sulla ferrovia Tirrenica Meridionale, è servita da un discreto numero di treni sia regionali che a medio-lunga percorrenza. === Porti === Agropoli - Il Porto al TramontoIl porto di Agropoli è un porto turistico-peschereccio di IV classe. Con circa 1.100 posti barca, è il primo porto del Cilento ed uno dei maggiori a Sud di Salerno. Il porto è ricavato all’interno dell’insenatura che si apre a sud di Punta del Fortino ed è costituito da un molo di sopraflutto a gomito orientato rispettivamente per N e per NE lungo 572 metri, da una banchina di riva, con ampio piazzale retrostante, lunga 327 metri e da un molo di sottoflutto orientato per NNW lungo 159,43. L’imboccatura del porto ha un’ampiezza di 145 metri ed il successivo bacino di evoluzione ha un diametro di 165 metri; i fondali per l’atterraggio e l’evoluzione nel bacino variano dai 6 ai 5 metri. Ogni ormeggio è dotato di sistemi di fornitura energetica, idrica, sanitaria e antincendio. Nel porto sono presenti anche servizi igienici e bagni per disabili, docce e una sala lavanderia. La città è collegata nei mesi estivi agli altri maggiori porti delle coste campane mediante il servizio aliscafi "Metrò del Mare".Agropoli - Il Metrò del Mare al Porto === Mobilità urbana === La rete di trasporti su autobus è gestita dall'azienda Giuliano Bus, che si avvale anche del parco mezzi della precedente azienda di autoservizi locale (''SCAT s.r.l.'') recentemente inglobata. Vengono forniti due servizi circolari urbani dalla zona centro (rispettivamente per le zone "Madonna del Carmine/Fuonti" e "Moio/Baia di Trentova"), mentre la periferia a nord dell'abitato (zona "San Marco/Mattine") è servita mediante linee extraurbane in direzione Paestum/Capaccio/Giungano. Dal 2011 è presente un terminal bus in via Salvo D’Acquisto per l'interscambio con le linee extraurbane. === Gemellaggi === * === Altre informazioni amministrative === Il comune fa parte dell'Unione dei comuni Alto Cilento. === Impianti sportivi === I principali impianti sportivi della città sono: * Stadio Raffaele Guariglia, struttura dedicata al calcio e all'atletica leggera. L'impianto, inaugurato il 1º Novembre 1995 e ristrutturato nel 2015, è dotato di 1.900 posti a sedere (due tribune coperte da 950 posti); l'area di gioco del campo principale è di 105x63 metri e il terreno è in erba naturale. Dispone inoltre di una pista d'atletica ad otto corsie e altre aree dedicate all'atletica leggera, un campo da calcio a 11 secondario in erba sintetica ("campo Gianfranco Torre"), e diversi complessi comunali per la pratica del calcio a 5 e ad 8. * Pala Di Concilio, edificato sull'area della vecchia tendostruttura comunale e inaugurato nel 2010, è dotato di 1.000 posti a sedere ed è principalmente dedicato alla pallacanestro. * PalaGreen, palazzetto dello sport polifunzionale inaugurato nel 2014 in località Moio, da 500 posti. === Calcio === La squadra calcistica di maggior rilievo della città è l'Unione Sportiva Agropoli, che milita nell'Eccellenza campana. L'U.S. Agropoli disputa le partite di casa allo Stadio Raffaele Guariglia. La città è anche sede di altre manifestazioni calcistiche, principalmente la competizione giovanile ''Torneo Internazionale Città di Agropoli'', che si svolge nella settimana di Pasqua. === Pallacanestro === La principale compagine cestistica locale è arrivata a partecipare alla serie A2, sotto la denominazione di Polisportiva Basket Agropoli, nelle stagioni 2015-16 (in cui arrivò a disputare i play-off) e 2016-17. Al termine di tale stagione, conclusasi con la retrocessione, per problemi economici scelse di cedere il titolo sportivo che le avrebbe permesso la partecipazione alla serie B alla Napoli Basket (2016) e cambiò denominazione in ''New Basket Agropoli'', ripartendo dalla serie D. La società attualmente milita in Serie C Gold maschile. Le partite di casa si giocano al Pala Di Concilio. === Atletica === L'Associazione Sportiva Atletica Libertas Agropoli, fondata nel 1986, è la più importante società d'atletica comunale e ha ottenuto risultati rilevanti anche al di fuori del contesto locale. La ''Libertas Agropoli'' è inoltre promotrice di eventi sportivi legati al territorio, su tutti la ''Agropoli Half Marathon'', in programma ogni primavera, e la ''Transmarathon'', in programma ogni anno alla fine del mese di agosto. Dall'1 al 3 giugno 2018 presso lo stadio Raffaele Guariglia si sono disputati i ''Campionati Italiani Juniores e Promesse''. Tra il 21 e il 23 giugno del 2019 si sono svolti presso la medesima struttura i ''Campionati Italiani Allievi'', assurti agli onori delle cronache per il record italiano U20 nel salto in lungo fatto registrare dall'allora sedicenne Larissa Iapichino. === Ciclismo === Per il ciclismo, nel 1984 Agropoli è stata sede di arrivo di una tappa del Giro d'Italia, vinta da Urs Freuler, e nel 2013 è stata sede di passaggio della terza tappa, Sorrento-Marina D'Ascea, vinta da Luca Paolini. Nel 2018, Agropoli è stata ancora sede di passaggio dell'ottava tappa, Praia a Mare-Montevergine di Mercogliano, vinta da Richard Carapaz.
Anno
Un '''anno''' indica un periodo di tempo pari approssimativamente a quello impiegato dalla Terra per completare la sua orbita attorno al Sole. Stando alla definizione astronomica, un anno dovrebbe essere diviso in 365 giorni, 6 ore, 9 minuti e 9,54 secondi: questo è quello che viene chiamato "anno siderale" o "anno astrale". Per motivi pratici, nel tempo si sono utilizzate altre definizioni. In particolare, al fine di ricondurre l'anno ad un numero intero di giorni, nel calendario gregoriano si definisce anzitutto un anno pari a 365 giorni , introducendo i cosiddetti "anni bisestili" della durata di 366 giorni, per correggere la discrepanza con l'anno siderale. L'anno è un'unità di misura del tempo non accettata dal sistema internazionale di unità di misura, dove si preferisce utilizzare i secondi, proprio a causa del fatto che l'anno non è costante in valore oltre a non essere direttamente riconducibile al numero di giorni. Per estensione, il termine "anno" si applica al periodo orbitale di qualsiasi pianeta; in tal caso "anno" viene fatto seguire da un aggettivo inerente al pianeta a cui si riferisce .
Già nel II secolo a.C. Ipparco di Nicea, astronomo e matematico greco, calcolò che la durata dell'anno era di 365 giorni, 5 ore, 55 minuti e 12 secondi. Il calendario cerca di adeguarsi all'anno tropico, poiché le stagioni sono determinate da questo tipo di anno. Per ragioni pratiche l'anno del calendario è composto da un numero intero di giorni. Nel calendario attualmente in uso della società occidentale, il calendario gregoriano, gli anni hanno 365 giorni. Allo scopo di tenerlo sincronizzato con l'anno tropico, ogni quattro anni il calendario conta 366 giorni. La principale eccezione al calendario gregoriano è il calendario islamico, un calendario lunare senza anni bisestili, nel quale le ricorrenze si spostano attraverso le stagioni. In astronomia, vengono definiti diversi tipi di anno: === Anno siderale === Definisce il periodo in cui la Terra completa una rivoluzione della propria orbita, misurata relativamente a un insieme di punti di riferimento (come le stelle fisse). La sua durata media è di 365,256363051 giorni (365 d 6 h 9 min 10 s). La reale durata dell'anno varia, in quanto il movimento della Terra è influenzato dalla gravità della Luna e degli altri pianeti. lang=it === Anno tropico === Il periodo in cui la Terra completa una rivoluzione, con riferimento alla struttura formata dall'intersezione tra l'eclittica (il piano su cui orbita la Terra) e il piano dell'equatore (il piano perpendicolare all'asse di rotazione della Terra). A causa della precessione degli equinozi, questa struttura arretra leggermente lungo l'eclittica, rispetto alle stelle fisse. Come conseguenza, l'anno tropico è leggermente più breve di quello siderale. La sua durata media corrisponde a 365,24218967 giorni (365 d 5 h 48 min 46,98 s). Schema dell'anno tropico, che illustra il lieve cambio di direzione dell'lang=it === Anno anomalistico === Il periodo in cui la Terra completa una rivoluzione della sua orbita rispetto ai suoi apsidi. L'orbita terrestre è ellittica; i punti estremi dell'ellisse, chiamati apsidi, sono: # il perielio, dove la Terra è più vicina al Sole (attorno al 2 gennaio) # l'afelio, quando la Terra è più lontana dal Sole (attorno al 2 luglio). A causa dell'interferenza gravitazionale degli altri pianeti, la forma e l'orientamento dell'orbita non sono fissi, e gli apsidi si spostano lentamente rispetto ai punti di riferimento. Per questo, l'anno anomalistico è leggermente più lungo dell'anno siderale. In media 365,259635864 giorni (365 d 6 h 13 min 52 s). === Anno eclittico === Si definisce anno eclittico (o anno draconico) il periodo impiegato dal Sole (come viene visto dalla Terra) per completare una rivoluzione con riferimento a un nodo lunare, dell'orbita della Luna (il punto in cui l'orbita lunare interseca l'eclittica). Questo periodo è associato con le eclissi: avviene solo quando sia il Sole che la Luna sono vicini a uno di questi nodi; quindi le eclissi avvengono entro circa un mese ogni mezzo anno eclittico. Ci sono quindi due stagioni eclittiche ogni anno. La durata media dell'anno eclittico è di 346,620 075 883 giorni. === Ciclo completo lunare === Similarmente all'anno eclittico, viene definito un periodo in cui il Sole (come viene visto dalla Terra) completa una rivoluzione con riferimento al perigeo dell'orbita lunare. Questo periodo, poco citato nella letteratura astronomica, è associato con la dimensione apparente della Luna piena, e anche con la durata variabile del mese sinodico. La durata di questo periodo è di 411,78443029 giorni (411 giorni 18 ore 49 min 34 s). === Anno gaussiano === Dura 365,2568983 giorni, ed è derivato dalla "costante gravitazionale gaussiana" che viene espressa in unità del sistema solare. === Anno giuliano === Base del calendario gregoriano, aveva una durata di 365,25 giorni. === Anno besseliano === L'anno besseliano: è un anno tropico che inizia quando il Sole raggiunge la longitudine eclittica di 280°. Tale longitudine viene sempre raggiunta attorno al 1º gennaio. Prende il nome dall'astronomo e matematico del XIX secolo Friedrich Bessel. Sebbene non esista un simbolo ufficiale nel Sistema internazionale di unità di misura (SI), essendo tale unità di misura non contemplata da tale sistema, gli standard NIST SP811 e ISO 80000-3:2006 propongono il simbolo '''a''', con i multipli ka, Ma, Ga, rispettivamente per 103, 106, 109 anni. Nel SI '''a''' è inoltre il simbolo per l'ara (un'unità di misura dell'area), ma si ritiene che ci sia sufficiente distanza semantica per evitare confusione. In ogni caso, l'uso delle abbreviazioni inglesi ''kya'', ''mya'', ''gya'' è fortemente sconsigliato nella geofisica moderna.
Aix galericulata
L''''anatra mandarina''' è un uccello anseriforme appartenente alla famiglia degli Anatidi. È una delle anatre più famose per l'elegante bellezza, tenuta in grande stima dal popolo cinese dove ha influenzato l'arte e la cultura nel corso dei secoli.
Testa della femmina. Testa del maschio. anatra sposa a confronto. Il nome del genere ''Aix'' è un nome greco menzionato da Aristotele: si riferisce a un uccello, e significa «piccola oca», «svasso», «anatra», anche se è un termine tuttora indefinito. Il termine indicante la specie, ''galericulata'', deriva dal latino ''galericulum'' e significa «parrucca», «finto cappello», «cappuccio», in riferimento al fluente ciuffo e alle lunghe penne delle guance posseduti dai maschi di questa specie che, abbinati, formano una struttura che ricorda un cappuccio o una sorta d'elmo. È una piccola e compatta anatra lunga 41-49 cm, ha un peso medio sui 440-570 g e un'apertura alare di 65-75 cm. Conosciuta semplicemente con il termine di «mandarina», i maschi hanno una livrea splendida resa ancor più evidente per le note e strane «vele» laterali di colore arancio-mattone (con piccolo bordino superiore biancastro) che si estendono verticalmente. Tale struttura particolare origina da una notevole espansione della porzione interna della dodicesima penna remigante. Questa espansione, molto caratteristica, ha proprio una forma che ricorda una vela, con una curva dorsale e una punta rivolta cranialmente. Tali penne espanse si osservano quando l'anatra è posata e non si apprezzano quando l'animale vola perché portate appiattite contro il corpo. I maschi di anatra mandarina sono molto differenti dagli altrettanto, ma diversamente, variopinti maschi dell'unica altra specie appartenente al medesimo genere: l'anatra sposa (''Aix sponsa''). Il piumaggio nuziale del maschio (questa specie effettua la muta d'eclissi) è vivacemente variopinto; ha colorazione arancione a livello di testa e guance. Sui lati della testa e del collo, le penne formano una larga gorgiera allargata sui lati dove le voluminose penne aranciate presentano delle lineette centrali appuntite leggermente più chiare che formano un caratteristico disegno a «pioggia di scintille cadenti di fuochi d'artificio». Il capo ha il vertice che parte dall'attaccatura dorsale del becco con penne iridescenti verdi, continua con penne blu, da metà testa prosegue con penne arancio-rosso mattone e termina con un abbondante ciuffo posteriore verde-bluastro che assieme alle penne guanciali arancioni costituisce una sorta di voluminoso cappuccio variopinto erettile. Nella parte dorso laterale della testa, dal livello dell'occhio in «su», vi è un'ampia fascia bianca, che inizia sfumata in arancione chiaro vicino al becco, che prosegue ad arco lungo il collo lateralmente e si riduce, procedendo posteriormente, in una sottile striscia che si sdoppia in due strisce parallele soprattutto quando il ciuffo è eretto. Verdi e blu-brune sono anche le penne copritrici dorsali. Vi è una striscia multipla posta alla base delle «vele» arancioni che è bianca-nera e blu (con una parte blu che si vede maggiormente a «vele» spiegate); sempre le «vele» sono bordate posteriormente di nero e anteriormente, per un tratto partendo dalla base, di nero e bianco (con il nero adeso all'arancio della vela). Il petto ha colorazione blu-viola cangiante e lateralmente continua con due righe trasversali bianche seguite da due più ampie strisce trasversali nere. I fianchi sono color ''beige''-arancio sfumati e vermicolati di chiaro, la coda leggermente puntuta è verde-bruno cupo dorsalmente e bianca latero-ventralmente (sottocoda). Il petto, dopo la parte blu-viola, continua con una parte bianca candida che inizia a punta dividendo parzialmente proprio la parte blu-viola e che prosegue per tutto il ventre fino al sottocoda. L'ala è bruno nerastra con specchio alare verdastro cangiante e bordo posteriore allo specchio alare bianco. Il sottoala è scuro, bruno marrone, alquanto uniforme. Il becco, piuttosto piccolo, è colore rosso vivo con unghia color carnicino. Le zampe sono arancioni. L'occhio ha iride bruno scura. Quando è in volo la voluminosa cresta-ciuffo, a forma d'elmo, è portata adesa al collo. La femmina presenta una livrea grigio-bruna, con una macchia bianca sotto la gola e una sottile riga, sempre bianca, che ingloba l'occhio. Una riga trasversale bianca può essere presente vicino alla base del becco. Il petto e i fianchi presentano una punteggiatura bianco-crema, il ventre è bianco, le ali sono più scure, il becco è grigiastro con base rossastro-scura e le zampe sono colore grigio con sfumature giallastre. Le femmine di anatra mandarina e anatra sposa sono, a un'osservazione grossolana, simili tra loro. Le femmine di mandarina sono però complessivamente più pallide, hanno specchi alari più verdognoli (invece che blu-viola), in proporzione hanno occhi leggermente più grandi e dolci, privi di colorazione giallastra sulla rima palpebrale, e il bianco che circonda l'occhio limitato a un sottile anello che prosegue verso la nuca con una sottile linea bianca. Il piumaggio eclissale del maschio è simile a quello della femmina. Uovo di anatra mandarina. Un anatroccolo. Quest'anatra è maggiormente attiva nelle ore che precedono l'alba e al crepuscolo, mentre passa gran parte della giornata a oziare tra la vegetazione delle rive o appollaiata su rami o tronchi emergenti dalle acque. Nonostante in Asia continentale l'anatra mandarina abbia comportamenti schivi e timidi, si adatta alla presenza umana quando indisturbata. === Alimentazione === La dieta è costituita principalmente da piante e semi e viene integrata con lumache, insetti, rane e piccoli pesci; è più vegetariana nel periodo invernale. === Riproduzione === Il corteggiamento, in questa specie, è fortemente sincronizzato e le coppie sono maggiormente inclini a pavoneggiarsi reciprocamente a confronto della «cugina» americana. Il corteggiamento ha generalmente luogo nel periodo di massima attività giornaliera (mattino presto-tramonto) quando la luce è fioca oppure durante il giorno, ma in luoghi riparati dalla vegetazione, probabilmente per non attirare troppo l’attenzione di potenziali predatori. Il maschio, durante il corteggiamento, ha movenze impettite, torace espanso, porta la testa indietro sulla schiena con le penne della testa erette, i ciuffi laterali della faccia estesi lateralmente e le penne delle «vele» ben dispiegate. Mentre le femmine si occupano dell'incubazione delle uova, i maschi possono avere comportamenti promiscui accompagnandosi a eventuali altre femmine. I legami di coppia vengono generalmente sciolti durante la cova anche se alcune coppie possono rimanere unite anche successivamente. Entrambe le specie appartenenti al genere ''Aix'' prediligono nidificare in cavità d'albero sopraelevate ad altezze che possono arrivare ai 15 metri. I nidi possono tuttavia venire ubicati anche in ceppi, radici o tronchi caduti d'albero e raramente sul terreno sotto cespugli o tronchi e ramaglie. I nidi artificiali, a cassetta nido, vengono ben accettati e utilizzati sia da questa specie che dalla «cugina» americana. La deposizione avviene in primavera e la covata è costituita solitamente da 9-15 uova di colore crema-''beige'' traslucide. Questa specie, come la cugina americana, può praticare il parassitismo intraspecifico. Alcune femmine, infatti, depongono le loro uova nel nido di altre femmine; questi nidi possono arrivare a contenere anche alcune decine di uova. La cova dura circa 30-33 giorni e i piccoli seguono la madre gettandosi dal nido tentando di planare estendendo al massimo il corpo e le zampette palmate. Gli anatroccoli di anatra mandarina hanno colorazione simile a quella degli anatroccoli di germano reale (''Anas platyrhynchos''), ma si differenziano da questi e dai simili anatroccoli dell'anatra sposa (''Aix sponsa'') per avere tonalità di marrone meno cupe e maggiormente bruno-cannella e per avere gli occhi, in proporzione, piuttosto grandi. I giovani sono simili alle femmine e raggiungono l'indipendenza a circa 45-60 giorni d'età. I maschi emettono dei vocalizzi che sono dei fischiettii non molto forti; le femmine, invece, possono emettere vocalizzi lamentosi e ripetuti, versi simili al chiocciare o richiami più forti, nitidi e acuti che ricordano i vocalizzi delle folaghe (''Fulica atra''). L'anatra mandarina è ampiamente diffusa in Cina, Russia, Corea e Giappone, anche se negli ultimi 200 anni ha subito una riduzione a causa della distruzione degli habitat dove viveva, della caccia e delle catture che ha subito; non è comunque considerata specie a rischio. Nei paesi europei la specie è stata introdotta a causa di fughe accidentali o volontarie inselvatichendosi in diversi paesi: Belgio, Germania, Svizzera, Austria, Polonia, area del Mar Nero e Gran Bretagna, dove vive la popolazione extra-asiatica più numerosa. Piccole popolazioni isolate, inselvatichite, sono presenti anche negli Stati Uniti d'America. In Italia la specie è registrata in Piemonte e Lombardia come inselvatichita, svernante e occasionalmente (2014, 2016) nidificante, in particolare in provincia di Varese. La specie frequenta vallate fino a 1500 metri d'altitudine, dimostrando una preferenza per piccole isole, corsi d'acqua che supportano abbondante vegetazione emergente e boschi che presentano laghetti al loro interno. In autunno e inverno le anatre mandarine sono maggiormente attratte da paludi o fiumi più aperti e dalle risaie. Anche se più raramente, possono frequentare anche estuari o lagune salmastre. Anatra mandarina in un parco di Lipsia. Maschio in fase di eclisse a Mülheim an der Ruhr. L'anatra mandarina è stata importata in Inghilterra, dalla Cina, prima del 1745 e si è qui, più recentemente, insediata e stabilita a causa di liberazioni e fughe dalla cattività. La popolazione naturalizzata di anatre mandarine inglesi occupava inizialmente la parte sud-orientale dell'Inghilterra, ma si è ampliata notevolmente negli ultimi decenni. In alcune zone dell'Inghilterra la specie sopravvive solo se riceve un'integrazione alimentare artificiale; inoltre essa deve competere con gli scoiattoli grigi (''Sciurus carolinensis'') soprattutto per le cavità di nidificazione. La popolazione inglese è comunque passata dalle circa 500 unità del 1950 ai circa 3000 esemplari del 1988 e, nonostante le introduzioni di specie esotiche non siano da favorire, . Inoltre, le anatre mandarine, contrariamente ad altre specie esotiche, non sembrano competere troppo negativamente con le specie inglesi autoctone. La popolazione asiatica continentale ha abitudini migratorie svernando, a latitudini più basse, nella Cina orientale; tutte le altre popolazioni, quella giapponese e la introdotta inglese in particolare, sono per lo più sedentarie. In passato l'anatra mandarina era l'anatra più numerosa di estese zone del proprio areale, ma è stata drasticamente ridotta, con la contemporanea grave frammentazione del proprio habitat, nel corso dello scorso secolo. Il declino della popolazione russa si è avuto a causa delle grandi deforestazioni delle foreste vallive, per colpa della navigazione dei fiumi, per l'inquinamento industriale e per l'irrazionale caccia praticata durante la stagione riproduttiva e la migrazione della specie. Il declino della popolazione russa è stato in qualche modo contrastato grazie alla riduzione della navigazione sui corsi d'acqua a partire dal 1980 e grazie al recupero selettivo delle foreste. Le foreste cinesi primarie, dove le anatre mandarine si riproducevano, sono state completamente distrutte tra il 1911 e il 1928. Tale deforestazione non ha risparmiato neppure gli importanti terreni di caccia imperiali della foresta del Tung Ling. Un incalcolabile numero di anatre mandarine sono state catturate ed esportate; le catture invernali di massa possono essere state un importante fattore di declino della specie, anche se il governo cinese ha bandito l'esportazione già a partire dal 1975. La popolazione asiatica di questa specie era stimata essere nel 1992 di circa 70.000 esemplari; di questi 15.000 risiedevano in Cina, 5000 in Russia e Corea e addirittura 50.000 in Giappone. In Giappone le anatre mandarine erano state decimate dalla caccia eccessiva, ma la specie ha successivamente risposto alla successiva protezione messa in atto a partire dal 1947. Osservazioni più recenti fanno presumere che la popolazione invernale cinese, che si raduna nel sud della Cina, sia presumibilmente attorno ai 30.000 esemplari. Comunque tutti i dati non recenti, riguardanti la presenza di questa specie, sono probabilmente sovrastimati e andrebbero aggiornati. La splendida anatra mandarina è uno degli uccelli acquatici maggiormente diffusi e allevati negli allevamenti amatoriali e nei laghetti ornamentali di tutto il mondo. In cattività sono stati ottenuti e continuano a ottenersi soggetti con colorazioni mutate che non raggiungono mai la bellezza degli esemplari con livrea ancestrale. Quest'anatra può arrivare a vivere circa 10 anni in natura e circa il doppio in cattività.
Approssimazione di Stirling
Al crescere di ''n'', il rapporto tra e tende a 1. In matematica l''''approssimazione di Stirling''' o '''formula di Stirling''' o '''formula approssimata di Stirling''' è un'approssimazione per fattoriali grandi. Deve il suo nome al matematico scozzese James Stirling . La formulazione corretta è: : che viene scritta spesso come: : Per valori elevati di ''n'' il secondo membro della formula fornisce una buona approssimazione di ''n''! che si può calcolare rapidamente e facilmente. Ad esempio la formula per 30! fornisce l'approssimazione 2,6452 × 1032, mentre un valore più preciso è 2,6525 × 1032; in questo caso si ha una discrepanza minore dello 0,3%, più precisamente: :
Una stima elementare per il fattoriale si può ricavare tramite una tecnica di somma parziale. Sia un intero, allora : : : dove e sono la parte intera e la parte frazionaria di . Segue che : che, passando all'esponenziale, diventa : La formula, come pure la stima dell'errore, può essere derivata sviluppando il logaritmo naturale del fattoriale : e per espressioni come questa si può utilizzare la formula di Eulero-Maclaurin. Tale formula di approssimazione può essere espressa in forma logaritmica: : o ancora, applicando le proprietà dei logaritmi all'ultimo termine: : La costante o vale approssimativamente '''0,918938533204673''', arrotondata alle 15 cifre decimali. La formula si può ottenere anche attraverso ripetute integrazioni per parti. Il termine principale dell'espressione può ottenersi applicando il metodo dello steepest descent. Una formula alternativa per usando la funzione Gamma è : (come si può vedere attraverso ripetute integrazioni per parti). Effettuando il cambio di variabile si ha : Applicando il metodo di Laplace si ottiene: : e si ricava nuovamente la formula di Stirling, : Difatti ulteriori correzioni si possono ottenere utilizzando il metodo di Laplace. Per esempio, espandendo all'ordine successivo, il metodo di Laplace fornisce : e dà la formula di Stirling con un ulteriore ordine : Una versione dell'analisi complessa di questo metodo è di considerare come un coefficiente della serie di Taylor della funzione esponenziale , calcolato con la formula integrale di Cauchy: : L'integrale di linea può essere approssimato utilizzando il metodo dello steepest descent con un'appropriata scelta del raggio del contorno . La porzione dominante dell'integrale vicino al punto di sella è successivamente approssimato dall'integrale reale e dal metodo di Laplace, mentre la parte rimanente può essere maggiorata per avere un termine d'errore. Più precisamente si ha : con : In effetti la formula di Stirling è una approssimazione della seguente serie (ora chiamata '''serie di Stirling'''): : Quando , l'errore della serie troncata è asintoticamente uguale al primo termine omesso. Questo è un esempio di sviluppo asintotico. È chiamata '''serie di Stirling''' anche quella dello sviluppo asintotico del logaritmo: : In questo caso si dimostra che l'errore che si commette troncando la serie ha lo stesso segno e al più la grandezza del primo termine omesso. La formula di Stirling si può applicare (non sempre) anche alla funzione gamma, la funzione che estende il fattoriale al campo complesso, denotata con le seguenti scritture : e definita per tutti i numeri complessi eccetto gli interi non positivi. Se allora : Integrando per parti ripetutamente si ottiene lo sviluppo asintotico : dove ''B''''n'' è l'n-esimo numero di Bernoulli. La formula vale per |''z''| sufficientemente grande quando , con ε positivo, con un termine di errore del tipo quando si usano i primi ''m'' termini dello sviluppo. Per ottenere una versione convergente della formula di Stirling bisogna valutare : Un modo per far questo si serve di una serie convergente di fattoriali crescenti. Se scriviamo , si trova : dove : Da qui si ottiene una versione della serie di Stirling : :: che converge quando . La formula venne scoperta per la prima volta da de Moivre (1667-1754) nella forma : Il contributo di Stirling consiste nell'aver dimostrato che la costante di proporzionalità è uguale a . Versioni più precise sono state ottenute da Binet.
Accelerazione
In fisica, in primo luogo in cinematica, l'''accelerazione''' è una grandezza vettoriale che rappresenta la variazione della velocità nell'unità di tempo. In termini differenziali, è pari alla derivata rispetto al tempo del vettore velocità. Nel SI l'unità di misura del modulo dell'accelerazione è il m/s², ovvero metro al secondo quadrato. Le derivate temporali della velocità di ordine superiore al primo vengono studiate nel moto vario. Quando non specificato, per "accelerazione" si intende l''accelerazione traslazionale'', sottintendendo che lo spostamento a cui si fa riferimento è una traslazione nello spazio. Il termine, "accelerazione", infatti, può essere utilizzato con un significato più generale per indicare la variazione di una velocità in funzione del tempo. Ad esempio, nella descrizione del moto rotatorio, per definire l''accelerazione di rotazione'' si usano l'accelerazione angolare e l'accelerazione areolare.
In alto: rappresentazione della velocità (variabile dipendente) in funzione del tempo (variabile indipendente). L'accelerazione, definita come la derivata della velocità rispetto al tempo, ha un valore pari alla pendenza della retta tangente, mostrata in blu nella figura.In basso: andamento della derivata, che rappresenta il valore dell'accelerazione in funzione del tempo.L'accelerazione di un punto materiale è la variazione della sua velocità rispetto al tempo. Il modo più immediato per quantificare tale variazione consiste nel definire l''accelerazione media'' come il rapporto tra la variazione di velocità al tempo finale e iniziale posseduta dall'oggetto, e l'intervallo finito di tempo di durata del moto: : Un modo preciso per caratterizzare l'accelerazione si ottiene considerando la velocità in ogni istante di tempo, ovvero esprimendo la velocità in funzione del tempo e, ove la funzione è continua, calcolandone la derivata. Si definisce in questo modo l''accelerazione istantanea'': : Si tratta del limite per l'intervallo di tempo tendente a zero del rapporto incrementale che definisce l'accelerazione media: : L'accelerazione media coincide con l'accelerazione istantanea quando quest'ultima è costante nel tempo (), e si parla in tal caso di ''moto uniformemente accelerato''. Nel moto del punto materiale su una curva, il vettore accelerazione in un punto è orientato verso la concavità della traiettoria in quel punto. Può succedere che durante il moto il vettore velocità cambi soltanto in direzione e verso, restando costante in modulo, come ad esempio nel caso di moto circolare uniforme. La componente del vettore accelerazione nella direzione del moto è in questo caso nulla, e il vettore è quindi radiale (perpendicolare alla traiettoria). Data una traiettoria curvilinea arbitraria e continua, per individuare la direzione ed il verso dell'accelerazione di un oggetto che la percorre si utilizza il metodo del cerchio osculatore. In un contesto più formale, sia la lunghezza di un arco della curva percorsa dall'oggetto in moto. Se è lo spostamento dell'oggetto nel tempo , la norma della velocità istantanea nel punto è la derivata dello spostamento rispetto al tempo: : con il vettore velocità che è quindi scritto come: : dove è il vettore unitario tangente alla curva. Il modulo dell'accelerazione istantanea è allora: : ed il vettore accelerazione è dato da: : dove è la curvatura e si sono evidenziate la componente in direzione del moto e la componente in direzione perpendicolare, con vettore unitario normale alla curva. In generale è possibile introdurre una terna di versori ortonormali, detta triedro di Frenet, costituita ortogonalizzando i vettori velocità, accelerazione ed un terzo vettore, generato dal prodotto vettoriale dei primi due. I versori così generati prendono il nome di ''versore tangente'', ''normale'' e ''binormale''. L'accelerazione giace sempre, per costruzione, nel piano individuato dal versore tangente e da quello normale. La geometria differenziale sfrutta il triedro di Frenet per permettere di calcolare in ogni punto la curvatura e la torsione della traiettoria. alt= In uno spazio a tre dimensioni si può scrivere l'accelerazione come: : dove , e sono i versori del sistema di riferimento cartesiano utilizzato. Poiché, nella sua definizione generale, l'accelerazione è il vettore che quantifica la variazione di direzione e modulo della velocità, data una traiettoria qualsiasi, è sempre possibile scomporre l'accelerazione del corpo in una componente ad essa tangente, detta ''accelerazione tangenziale'', e in una componente perpendicolare, detta ''accelerazione normale'': : L'accelerazione tangenziale descrive il cambiamento in norma della velocità, mentre quella normale è associata alla variazione della direzione della velocità. Sapendo che la velocità lineare , che è sempre tangente alla traiettoria, è legata alla velocità angolare dalla relazione: : dove denota il prodotto vettoriale, la velocità angolare e il raggio di curvatura della traiettoria nel punto considerato. Pertanto è ortogonale al piano formato da e da , e viceversa, il vettore è ortogonale al piano formato da e da , cioè dal piano sul quale avviene il moto. Cerchio osculatore in una traiettoria qualunque Data una traiettoria giacente in un piano, e tracciato per un punto in moto il cerchio osculatore, ovvero la circonferenza tangente in ogni istante alla traiettoria in '''', la quale approssima al meglio la traiettoria in quel punto, si trova che: : dove è l'accelerazione angolare. Considerando la derivata del vettore velocità , si ha: : Eguagliando quanto ottenuto dalle equazioni precedenti e identificando i termini si ha che le componenti sono: : In due dimensioni il versore normale è univocamente determinato, mentre in tre dimensioni bisogna specificarlo; infatti, esso risulta parallelo al raggio del cerchio osculatore. === Moto rettilineo === Da quanto mostrato segue inoltre che se la componente normale dell'accelerazione è nulla, allora il moto si svolge su una retta; infatti, la direzione del vettore velocità è costante, e dato che la velocità è sempre tangente alla traiettoria, quest'ultima è rettilinea. Nel caso in cui l'accelerazione tangenziale sia costante si ha un moto rettilineo uniformemente accelerato. Se, invece, anche la componente tangenziale dell'accelerazione sia nulla, il vettore velocità è allora costante e si ha un moto rettilineo uniforme. === Moto circolare === Componenti dell'accelerazione del moto circolare genericoViceversa, se a essere costante è la componente normale la traiettoria risulterà circolare. In questo caso, essa prenderà il nome di ''accelerazione centripeta'' perché punta istante per istante verso il centro della circonferenza. Se l'accelerazione angolare, quindi anche l'accelerazione tangenziale, è costante, si ha un moto circolare uniformemente accelerato. Invece, nel caso di moto circolare uniforme l'accelerazione angolare è nulla, per cui l'accelerazione si riduce alla sola componente centripeta, pertanto la velocità angolare sarà costante nel tempo. === Accelerazioni apparenti === Un osservatore solidale a un sistema di riferimento non inerziale sperimenterà delle accelerazioni apparenti. Per il teorema delle accelerazioni di Coriolis, le accelerazioni apparenti dall'osservatore sono due: la prima detta ''accelerazione centrifuga'', avente modulo e direzione identici all'accelerazione centripeta, ma con verso opposto, e la seconda che prende il nome di ''accelerazione complementare'', o ''accelerazione di Coriolis'', il cui valore è: : Il segno dell'accelerazione istantanea può essere interpretato come la concavità del grafico spazio-tempo del moto. L'accelerazione media si rappresenta con il grafico velocità-tempo, dal quale si comprende come l'accelerazione media sia uguale alla pendenza della retta che congiunge i punti iniziale e finale del grafico velocità-tempo in cui andiamo a calcolare la media. L'accelerazione istantanea è la tangente alla curva velocità-tempo nel punto fissato, così come è il significato geometrico della derivata prima. Essa è quindi uguale alla pendenza della retta tangente alla curva nel punto in cui viene calcolata. Attraverso lo studio della curva nel grafico velocità-tempo si possono ricavare ulteriori importanti informazioni: dall'angolo che la tangente forma con l'asse del tempo si evince che l'accelerazione è negativa se la tangente forma un angolo superiore ai 90 gradi con l'asse delle ascisse, è positiva se rimane sotto i 90 gradi mentre è nulla se la tangente è parallela all'asse. Inoltre, si noti come a valori positivi della curva accelerazione-tempo corrispondano valori crescenti della curva velocità-tempo. Poiché l'accelerazione è la derivata seconda della posizione, si può anche ricavare l'andamento della relazione accelerazione-tempo anche studiando la concavità del grafico. Se gli punti materiali di un sistema sono in movimento, solitamente, la posizione del centro di massa varia. Pertanto, nell'ipotesi in cui la massa totale sia costante, l'accelerazione del centro di massa sarà: : dove la quantità di moto totale del sistema e è la sommatoria delle forze esterne.
Antonio Fogazzaro
Fu nominato senatore del Regno d'Italia nel 1896. Dal 1901 al 1911 fu più volte tra i candidati al Premio Nobel per la letteratura, che tuttavia non vinse. Aderì al Modernismo teologico.
Nasce a Vicenza, nella casa al numero civico 111 dell'attuale corso Fogazzaro, da Mariano, industriale tessile, e da Teresa Barrera, in un'agiata famiglia di tradizioni cattoliche: lo zio paterno Giuseppe era prete e una sorella del padre, Maria Innocente, era suora nel convento di Alzano, presso Bergamo. Antonio scriverà di sé stesso: «Dicono che sapessi leggere prima dei tre anni, che fossi un ''enfant prodige'', antipatico genere. Infatti ero poco vivace, molto riflessivo, avido di libri. Mio padre e mia madre mi istruivano con grande amore. Avevo un carattere sensibile, ma chiuso». Nel maggio 1848, nelle giornate della prima guerra di indipendenza, la madre lo porta con la sorella minore Ina a Rovigo: Vicenza è insorta e prepara la sua difesa contro la reazione dell'Imperial regio Esercito austro-ungarico. Il padre Mariano e lo zio prete don Giuseppe partecipano ai preparativi della città, ma sarà tutto vano e il 10 giugno l'esercito di Radetzky entra in Vicenza. Concluse gli studi elementari nel 1850: scriverà poi di non avere «mai studiato con gran zelo quello che dovevo studiare, anche da ragazzetto leggevo con avidità ogni sorta di libri dilettevoli; per il vero studio non avevo nessun entusiasmo. Leggevo poi malissimo, in fretta e furia, disordinatamente ... Il mio libro prediletto erano le ''Mémoires d'Outre-tombe'' del Chateaubriand. Andavo pazzo dell'autore; m'innamoravo fantasticamente di ''Lucile'' del Chateaubriand, come più tardi mi innamorai di ''Diana Vernon'', un'eroina di Walter Scott». Nel 1856 inizia a frequentare il liceo; tra i suoi professori è il poeta Giacomo Zanella: «Fu lui che mi fece innamorare di Heinrich Heine. Io non vedevo, non sognavo più che Heine». Non si crea amici fra i suoi compagni di scuola: «Passavo per aristocratico, reputazione che ho poi avuto più o meno dappertutto per il mio esteriore freddo, riservato e soprattutto per il mio odio della trivialità» ed è un adolescente timido e romantico: «Le mie fantasie amorose erano sempre tanto fervide quanto aeree: mi figuravo di avere un'amante ideale, un essere sovrumano come Chateaubriand descrive la sua ''Silfide''. Con le signore ero di un imbarazzo, d'una timidezza, di una goffaggine straordinarie». Scrive modeste poesie d'occasione, conservate in un suo quaderno e in lettere familiari, come una ''Campana a stormo'', del 1855, o ''La Rassegnazione'', del 1856. Il Parco del Valentino con il Borgo medioevale Terminato il liceo nel 1858, i suoi interessi lo spingerebbero verso studi di letteratura ma trova l'opposizione del padre, che non trova in lui capacità letterarie e intende farne un avvocato. Iscritto all'Università di Padova, tra alcune lunghe malattie e la stessa chiusura d'autorità dell'Università nel 1859 a causa delle proteste studentesche contro il regime austriaco, Antonio perde due anni di studi. Nel novembre del 1860 la famiglia Fogazzaro si trasferisce a Torino e Antonio è iscritto alla facoltà di giurisprudenza dell'Università sabauda. Studia poco e malvolentieri, frequenta più spesso i caffè, giocando al biliardo, che le aule dell'Università e perde anche la fede cattolica; scrisse poi di aver provato allora «una certa soddisfazione come per aver rotto una catena pesante; sentivo però anche un lontano dubbio di errare. Lo provai specialmente la prima Pasqua che passai senza Sacramenti. So di avere passato delle ore di grande agitazione interna, passeggiando per il giardino deserto del Valentino». Continua a scrivere poesie e il giornale ''Universo'' ne pubblica alcune nel 1863: si ricordano ''Campana del Mezzogiorno'', ''Nuvola'', ''Ricordanza del Lago di Como''; si laurea nel 1864 con voti modesti. Nel novembre dell'anno successivo la famiglia si trasferisce a Milano e Antonio svolge il proprio praticantato presso uno studio legale. Antonio Fogazzaro Fogazzaro conosceva fin dall'infanzia la famiglia vicentina dei conti Valmarana; rivide in particolare la giovane Margherita già a Torino nel 1862 e poi durante le vacanze degli anni successivi, finché i Valmarana resero visita a Milano alla famiglia Fogazzaro nel 1866, in quella che doveva essere la preparazione a una richiesta di fidanzamento, avvenuta qualche mese dopo. I due giovani si sposarono il 31 luglio 1866 a Vicenza, da poco occupata dalle truppe italiane a seguito della terza guerra di indipendenza, e pochi mesi prima che il Veneto entrasse ufficialmente a far parte del Regno d'Italia. Il suo lavoro di collaboratore svogliato di uno studio legale non gli permette di mantenere se stesso e la moglie senza il soccorso economico della sua famiglia di origine. A Milano conosce Abbondio Chialiva, un vecchio carbonaro che lo introduce nell'ambiente letterario degli scapigliati, scrittori che, come Emilio Praga, i fratelli Arrigo e Camillo Boito, Iginio Ugo Tarchetti, cercavano, consapevoli del provincialismo letterario italiano, nuove strade nell'arte, rifacendosi alle tradizioni romantiche tedesche e francesi. Si lega in particolare con Arrigo Boito ma non farà mai parte di quella corrente che, per quanto confusa e velleitaria, appariva troppo ribelle ai suoi occhi di borghese conservatore e intimamente conformista. Nel 1868 supera gli esami di abilitazione alla professione di avvocato; scrive allo zio Giuseppe il 21 maggio: «Eccomi avvocato; bell'affare per i miei futuri clienti! Intanto metto il Codice Civile in disponibilità, mando la Procedura in licenza e condanno il Codice Penale alla reclusione». Pensa infatti di dedicarsi ancora alla poesia; nel 1869 nasce Gina, la prima figlia, e intanto comincia a lavorare a un romanzo e a un poemetto in versi. === ''Miranda'' === Fogazzaro inviò al padre il manoscritto del poemetto ''Miranda'' il 3 dicembre 1873: «A me pare buono e in certe parti, devo dirtelo? molto buono, ma sono il primo a convenire che tutti gli autori, sino a' più ladri, hanno la stessa opinione delle cose proprie». Anche al padre, che è deputato del collegio di Marostica al Parlamento italiano, l'opera pare «bella, bellissima ... ho divorato i tuoi versi tutti d'un fiato ...» e ricerca un editore che la pubblichi, ricevendo tuttavia solo rifiuti, tanto da far pubblicare il libro a proprie spese nel 1874. Il critico Francesco de Sanctis Sollecitò giudizi da un letterato di fama come Gino Capponi che, non si sa con quanto spirito di circostanza, ne dà una valutazione lusinghiera ma riceve, il 15 giugno 1874, un giudizio netto e severo dal grande critico, e collega al Parlamento, Francesco de Sanctis: ''Miranda'' si compone di tre parti: ''La lettera'', ''Il libro di Miranda'' e ''Il libro di Enrico'' svolgendo la vicenda di un amore irrealizzato: in Enrico, Fogazzaro avrebbe voluto rappresentare la figura di un giovane poeta estetizzante e troppo egoista per amare altri fuori di sé stesso, un figlio del suo tempo visto nel lato più negativo, mentre in Miranda è raffigurata una ragazza – come scrive il Gallarati Scotti (''Vita di A. F.'') - «nata tutta dal sogno, anima e corpo, e dei sogni ha perciò il pallore e l'inconsistenza. I suoi piedi non toccano terra e il suo cuore, in fondo, non batte con violenza, come chi ami in questo mondo reale un uomo reale ... essa ci commuove per quel tanto del mondo interiore che del suo poeta che si accende in lei. Ma non appena essa si muove come un personaggio che è centro di un piccolo intreccio di avvenimenti ... noi sentiamo che essa non ha mai avuto vita vera». Se non ai critici e ai letterati, quella poesia piacque però al pubblico dei lettori dei quali solleticava l'allora dominante spirito sentimentale e Fogazzaro ne trasse incoraggiamento per proseguire nella via intrapresa della scrittura letteraria. === ''Valsolda'' === Veduta di Valsolda, sul lago di Lugano Due anni dopo, nel 1876, esce la raccolta di versi ''Valsolda'', legata alla omonima località sul lago di Lugano, presso una piccola casa editrice milanese, giacché il maggior editore dell'epoca, il Treves, rifiuta di pubblicarla. Questa volta, all'insuccesso critico si somma la delusione del pubblico, che in quei versi non trova il tono sentimentale di ''Miranda'', che tanto era piaciuto agli spiriti romantici del tempo; in ''Valsolda'' Fogazzaro privilegia la nota paesistica ma il suo verseggiare, pur immaginoso e musicale, è privo di note personali, ha un che di accatto dilettantesco: vi si trova del Prati e dello Zanella, dell'Aleardi, dell'Hugo e del Heine, ma la poesia è assente. Era intanto ritornato alla fede cattolica; scriverà anni dopo che a questo passo un influsso decisivo aveva avuto un libro di Joseph Gratry, la ''Philosophie du Credo'': «Volevo aver fede, riposarmi, ristorarmi in Dio, sola pace sicura, e tante volte non potevo. Incominciai a leggere con desiderio e speranza; ero molto commosso quando chiusi il libro». === ''Malombra'' === Fu forse la consapevolezza di non avere nelle sue corde l'espressione poetica a spingerlo verso la prosa. Iniziato nella seconda metà degli anni settanta, nel 1881 esce il suo primo romanzo, ''Malombra''. Protagonista è Marina di Malombra, bella e psicotica nipote del conte Cesare d'Ormengo, nel cui palazzo vive dopo la morte dei genitori. Qui trova casualmente un biglietto scritto nei primi anni dell'Ottocento da un'antenata – moglie infelice del padre del conte d'Ormengo e amante di un certo Renato – Cecilia Varrega, che invitava chi avesse trovato il suo messaggio a vendicarla contro i discendenti del marito. Il lago del Segrino, dove s'immagina ambientata la vicenda del romanzo ''Malombra'' Puntualmente Marina, che si considera una reincarnazione della disgraziata Cecilia, consumerà la vendetta, facendo morire lo zio Cesare e uccidendo lo scrittore Corrado Silla, a sua volta considerato come la reincarnazione dell'amante di Cecilia. In una notte tempestosa, Marina scomparirà nelle oscure acque del lago. I protagonisti del romanzo, Marina e Corrado, sono figure che Fogazzaro riprenderà pressoché in tutti i suoi romanzi successivi: Marina è la donna bella, aristocratica, sensuale ma inafferrabile, inquieta e nevrotica; Corrado Silla è l'intellettuale ispirato da importanti ideali che vorrebbe realizzare, ma ne è impedito dalle lusinghe del mondo e dall'inettitudine che lui stesso sente come fondamento del proprio essere. Nel romanzo, percorso da un'atmosfera morbosa di occultismo, sensualità e morte, Fogazzaro introduce personaggi umoristici e generosi (il segretario del conte e sua figlia Edith, di casta purezza) o macchiettistici, come la contessa Fosca e il figlio Nepo. L'utilizzo del dialetto nei dialoghi di alcuni personaggi e il cogliere l'umana cordialità della provincia lombarda attenua la tensione di mistero e d'imminente tragedia che agita la vicenda. Il libro, che mostra anche gli interessi spiritisti dello scrittore, suscitò reazioni contrastanti. Criticato da Salvatore Farina e da Enrico Panzacchi, fu parzialmente lodato da Giovanni Verga, che lo definì «una delle più alte e delle più artistiche concezioni romantiche che siano comparse ai nostri giorni in Italia». Anche Giuseppe Giacosa lo descrisse come «il più bel libro che siasi pubblicato in Italia dopo ''I promessi sposi''», ma le maggiori riviste letterarie non lo citarono nemmeno. La vicenda è ambientata sulle rive del lago del Segrino, un piccolo lago della Brianza comasca. Il palazzo, invece, è l'antica villa Pliniana sul Lago di Como, che Fogazzaro visitò e che con la sua lugubre atmosfera costituì una delle principali fonti di ispirazione del romanzo. La versione cinematografica di Mario Soldati (1942), uno dei capolavori del cinema italiano, venne girata nella stessa villa Pliniana. === ''Daniele Cortis'' === Si conosce con esattezza il periodo di composizione del successivo romanzo, il ''Daniele Cortis'', indicato dallo stesso scrittore: iniziato il 30 maggio 1881, fu compiuto l'11 marzo 1884. In tale periodo Fogazzaro ebbe una relazione, che si prolungherà per una decina d'anni, con Felicitas Buchner, una bavarese istitutrice dei figli del cognato dello scrittore, vissuta da entrambi con forti sensi di colpa, fra sensualità e volontà misticheggianti, che si riflette nello stesso intreccio del romanzo. Protagonista è un deputato cattolico che si propone la costituzione di un nuovo partito nel panorama dell'Italia del tempo, una democrazia cristiana che raccolga l'adesione dei tanti cattolici alla vita politica – vietata allora dal ''Non expedit'' papale – e abbia a capo un uomo di alte qualità intellettuali e morali. Il tentativo si rivela un fallimento, come un fallimento è la vicenda d'amore del Cortis con la cugina Elena, sposata a un personaggio indegno, che si conclude con la rinuncia in nome di un amore sublimato nel sacrificio e nella lontananza degli amanti. Nel romanzo Fogazzaro esprime, per bocca del suo protagonista, le proprie convinzioni politiche: «Io lascerò dunque la Camera, augurando che vi entrino presto degli uomini sciolti dalle superstizioni e dalle ignoranze di un certo individualismo liberale, che si crede alla testa dell'umanità, e non s'accorge di passare alla coda; non si accorge di aver lavorato utilmente sì, a distruggere tante cose, ma di aver lavorato non per sé, sibbene per uno molto più forte, molto più potente, che ora, trovando le vie sgombre, arriva e se lo piglia lui il mondo, e lascerà forse a simili liberali qualche prato d'Arcadia e poche pecore. Questi uomini penetrati dal futuro, questa gente positiva, verrà alla Camera, convinta, a differenza di altri retori e mitologi, che nel lungo lavoro di rinnovamento sociale cui le forme moderne della produzione impongono, il migliore strumento sarà una monarchia forte, sciolta da qualunque legame con qualunque chiesa, ma profondamente rispettosa del sentimento religioso». Il libro ebbe successo e il Giuseppe Giacosa, che lo propose all'editore torinese Casanova per la pubblicazione, scrisse a Fogazzaro che « ... ''Daniele Cortis'' va per la strada del trionfo. Quanti lo leggono ne sono entusiasti; io me lo rilessi e me lo gustai deliziosamente: ho inteso Verga esclamare leggendolo: questo non è solamente il primo romanziere d'Italia ma dei primissimi in Europa». === ''Il mistero del poeta'' === Nel 1887 comparve una mediocre raccolta di novelle e poesie, ''Fedele e altre novelle''; l'11 aprile di quell'anno morì il padre: la figura di Mariano Fogazzaro rivivrà nel protagonista del suo migliore romanzo, ''Piccolo mondo antico'' da cui è tratto l'omonimo film del 1941 ad opera di Mario Soldati, che ne consacra il titolo fra i classici del cinema italiano. La chiesa di santa Elisabetta a Norimberga Il 28 marzo Fogazzaro aveva tenuto al Circolo filologico di Firenze una conferenza sul tema ''Un'opinione di Alessandro Manzoni'', criticando il rifiuto dello scrittore milanese di trattare nel suo romanzo dell'amore – più propriamente potremmo dire dell'erotismo. Manzoni aveva scritto, motivando con la consueta, sottile ironia, la sua scelta, che « ... l'amore è necessario a questo mondo: ma ve n'ha quanto basta e non fa mestieri che altri si dia la briga di coltivarlo; e che col volerlo coltivare non si fa altro che farlo nascere dove non fa bisogno». Fogazzaro, romanziere del resto estraneo in tutto al Manzoni, ne critica l'assunto, sostenendo che è proprio dell'arte dover esaltare l'amore che « ... incompreso da loro stessi tende continuamente là, aspira al suo fine, all'unità piena, impossibile su questa terra». È la teorizzazione del "grande amore", quello esclusivo, delle anime nobili o singolari o tormentate, un amore che appartiene sostanzialmente alla letteratura ma non alla realtà. === Fogazzaro e l'evoluzionismo darwiniano === Con ''L'origine delle specie'' (''The Origin of Species''), pubblicata nel 1859, Charles Darwin diede un colpo decisivo sia alle teorie creazioniste che si fondavano sulla tradizione biblica dell'origine delle specie, sia all'evoluzionismo lamarckiano che postulava che gli organismi fossero il risultato di un processo graduale di modificazione che avveniva sotto la pressione delle condizioni ambientali. Nonostante le polemiche sulla teoria darwiniana si trascinassero ancora per diversi decenni, Fogazzaro, che lesse il libro del Darwin nel 1889, ne fu conquistato e turbato insieme; consapevole dei seri problemi che la nuova teoria, alla quale aderì senza riserve, comportava per il magistero della Chiesa, egli volle tentare di conciliarla con la tradizione del pensiero cattolico. Credette di trovarla nella lettura del libro di Joseph LeConte ''Evolution and its relations with religious thought'', ove lo scrittore statunitense formula l'ipotesi che le forze naturali responsabili dell'evoluzione delle specie sarebbero una diretta emanazione della volontà divina. L'edizione de ''L'origine delle specie'' del 1859 Con questo spirito Fogazzaro tenne, il 22 febbraio 1891, una conferenza all'Istituto veneto di scienze, lettere ed arti di Venezia (del quale sarà anche presidente tra il 1902 e il 1905), sul tema ''Per un recente raffronto delle teorie di Sant'Agostino e di Darwin sull'evoluzione'', che tuttavia scontentò i cattolici senza peraltro conquistarsi le simpatie dei darwiniani. Il vescovo di Cremona Geremia Bonomelli gli scrisse il 2 maggio invitandolo alla prudenza, perché «le ottime sue pagine sono gravissime e domandano maggior svolgimento: è necessario a cessare certi pericoli e certe accuse». Fogazzaro rispose due giorni dopo sostenendo di essere stato spinto, « ... col desiderio sincero di dar gloria di Dio», a contrastare « ... la protervia, la ignoranza e la malafede di quegli evoluzionisti che giudicano spacciato il cristianesimo e così predicano facendo un male immenso come io stimo, sopra tutto ai giovani di ingegno e di cuore, cui la dottrina dell'Evoluzione, ormai professata da una grande maggioranza di scienziati, invincibilmente attrae». Frontespizio de ''L'origine dell'uomo e il sentimento religioso'' Il 2 marzo 1893 tenne, al Collegio Romano, una conferenza sull'''Origine dell'uomo e il sentimento religioso'', presente anche la regina Margherita di Savoia, ove ribadì la sua adesione alla teoria darwiniana, sostenendo anche la teoria, ripresa da Antonio Rosmini, sull'origine dell'anima che non si formerebbe immediatamente con l'embrione, ma solo dopo un certo grado del suo sviluppo. Fu attaccato dal quotidiano ''L'Osservatore Cattolico'' il 16 marzo e da ''La Civiltà Cattolica'' il 15 e il 31 ottobre che rimproverò che un « ... laico di sua privata autorità si presenta a insegnare ad altri fedeli ciò che è o non è da credere e come s'abbia a concepire d'ora innanzi la creazione», ravvisando in questa pretesa un pericolo di compromissione non solo della dottrina teologica ma della stessa struttura gerarchica della Chiesa. Lo studioso vicentino Paolo Marangon scrive: «In buona sostanza l'autore di ''Piccolo mondo antico'', nel momento stesso in cui riconosce la grandezza di Darwin e la sua onestà di studioso, ne riduce l'opera a livello di spiegazione tecnica dell'origine e della varietà delle specie, sostituendo il meccanismo mutazione-selezione-caso tipico del darwinismo con un ''Potere occulto'', una ''segreta Potenza'', che presiederebbe internamente non solo al processo dell'evoluzione biologica, ma all'ascensione complessiva dell'universo e della storia umana secondo un immenso, imperscrutabile disegno trascendente». === ''Piccolo mondo antico'' === Frontespizio di ''Piccolo mondo antico'' Nel luglio 1894 decise di cessare la relazione con la Buchner – la Elena del ''Daniele Cortis'' – la quale, dopo la morte di Fogazzaro scrisse al Gallarati Scotti, nel settembre 1911, che dopo aver provato «... un dolore amaro, durai fatica a perdonare; la ragione comprendeva molto bene ma il cuore non voleva comprendere, si ribellava ... tre anni fa ... avevo ritrovato l'equilibrio morale e sentivo che quel passato era un tesoro che nessuno poteva togliermi ... cominciavo a dire al Signore, pensando all'amore perduto: Tu l'hai donato, tu l'hai tolto, sia benedetta la tua mano severa». Il 16 maggio 1895 morì a vent'anni il figlio Mariano; scrisse alla cugina Anna: «... adesso è lui che guida me, è lui che mi assiste, che mi consiglia, che mi aiuta col mio stesso pianto». Isola Bella sul Lago Maggiore L'anno dopo uscì il suo capolavoro, ''Piccolo mondo antico'', meditato e lentamente composto fin dal 1889. Ambientata negli anni che precedono la seconda guerra di indipendenza, sullo sfondo del lago di Lugano, è la storia della famiglia del nobile Franco Maironi, cattolico e liberale, e della piccolo borghese Luisa Rigey, al cui matrimonio si era opposta la filoaustriaca marchesa Orsola, nonna di Franco. Le difficoltà economiche e il senso profondo di schiettezza e di giustizia che anima Luisa, rispetto al carattere flessibile di Franco, rendono difficile il rapporto fra i due coniugi fino ad allontanarli quando la piccola figlia Maria muore annegando nel lago; ma mentre Luisa si chiude in sé stessa e si dedica allo spiritismo nell'illusione di ricostituire un contatto con la bambina, Franco si trasferisce a Torino, dove lavora e acquisisce la coscienza della necessità di partecipare attivamente alla liberazione delle terre italiane dall'occupazione austriaca. Il romanzo si conclude con l'incontro dei due coniugi all'Isola Bella, nel 1859, dove Franco s'imbarca per raggiungere la riva lombarda del lago Maggiore e combattere con le truppe italiane: l'annuncio del rinnovamento risorgimentale allude a un prossimo, rinnovato rapporto tra Franco e Luisa. Come scrisse il Gallarati Scotti nella sua biografia, in questo romanzo il Fogazzaro «... ha scoperto le pure sorgenti della sua sincerità e della sua ispirazione. L'accento nuovo e originale egli l'ha trovato nella rinuncia a tutti i sentimenti torbidi e convenzionali che attraggono le masse e in una più intima comunione con gli ideali che gli erano stati trasmessi dai suoi padri; con gli uomini e la terra della sua infanzia. Egli ha voluto glorificare le cose umili e non comprese dal mondo: un paese nascosto tra le ultime pieghe della terra lombarda; anime generose, dolorose e buone, nascoste tra le pieghe della grande storia del Risorgimento; virtù eroiche ma non apparenti, vicende piane, affetti sani, l'amore nel matrimonio, il dolore nella famiglia, il dramma intimo fra le pareti di una modesta casa borghese». Fu l'unanime successo del romanzo a spingere re Umberto I a emanare, il 25 ottobre 1896, il decreto di nomina a senatore del Fogazzaro il quale tuttavia, avendo un censo inferiore alle canoniche 3.000 lire d'imposta, poté entrare in Senato solo il 14 giugno 1900, soddisfacendo allora ai requisiti richiesti. Piazza dei Signori e la Basilica Palladiana Il 2 marzo 1897, centenario della nascita di Antonio Rosmini, furono pubblicati dall'Accademia degli Agiati di Rovereto due volumi sul filosofo trentino, nei quali è contenuto anche lo studio di Fogazzaro ''La figura di Antonio Rosmini'', da lui considerato «... il propugnatore dell'unità italiana, delle istituzioni liberali e d'una riforma ecclesiastica; il contraddittore formidabile di certi teologi e moralisti e soprattutto il patrono, per così dire, di una specie di opposizione costituzionale cattolica, che osa disapprovare l'azione del partito preponderante nella Chiesa». Il 6 giugno, a Vicenza, tenne un discorso dalla loggia della Basilica Palladiana per l'inaugurazione di un busto di Cavour, esaltando l'opera del politico piemontese che «... affrontò intrepido, per la libertà dei commerci, le collere di plebi ingannate; stette nella questione ecclesiastica, a difesa della libertà civile, contro tutto che nel suo paese era più potente, l'alto clero, gran parte della classe cui egli stesso appartenne, gli uomini più provati nel servizio del Re e dello Stato», opponendosi a ogni ipotesi di restaurazione del potere temporale e facendo propria la massima famosa della «Libera Chiesa in libero Stato». === ''Piccolo mondo moderno'' === Il 21 novembre 1900 terminò il manoscritto del nuovo romanzo ''Piccolo mondo moderno'', pubblicato l'anno dopo. Protagonista è Piero Maironi, il figlio di Franco e Luisa; sposato a una donna mentalmente malata, è attratto dal fascino sensuale di Jeanne Dessalle, un'intellettuale raffinata, bella e ricca, appartenente al "bel mondo" internazionale; il rapporto, fatto di ambiguità e di desideri deviati, non si conclude: con la morte della moglie, Piero decide di vivere asceticamente, ripromettendosi di agire per la riforma della Chiesa. Anche per i protagonisti di questo romanzo può riferirsi il giudizio che Luigi Russo (''I Narratori'', 1922) diede per tutti gli altri – con l'esclusione di quelli di ''Piccolo mondo antico'': «I personaggi del Fogazzaro parlano spesso di Dio, ma sempre in compagnia di una donna; immaginano di amare, ma non amano mai attivamente: sentono i contrasti e i richiami dei doveri superiori, ma come se obbedissero allo scatto di una molla meccanica. Donde quel misticismo diffuso, quell'erotismo cronico, che non arriva mai a una conclusiva catarsi di vita e di arte». Il 20 luglio 1903 morì papa Leone XIII: a suo successore, Fogazzaro sperava nell'elezione del cardinale Alfonso Capecelatro di Castelpagano, nel quale credeva di vedere interpretati i suoi desideri di rinnovamento della Chiesa; ma il 4 agosto venne eletto il cardinale Giuseppe Sarto, col nome di Pio X. Fu una delusione per lo scrittore, che vide nel nuovo papa uno spirito semplice, persino rude, ma nemico delle sottigliezze della politica come dei tormenti delle meditazioni dell'intelletto; ne temeva un'accentuazione dell'autoritarismo gerarchico e una chiusura nei confronti dello spirito più moderno. === ''Il Santo'' === Il 27 dicembre 1902 Fogazzaro scriveva al vescovo Geremia Bonomelli che le « ... letture di Loisy, di Houtin, di Tyrrell, conversazioni con Semeria, P. Gazzola, don Brizio, P. Genocchi mi hanno scosso, illuminata, qualche volta pure, se vuole, turbata l'anima; turbata di quel turbamento del quale il Tyrrell dice che è facile prenderlo per una febbre mortale mentre non è che una febbre di sviluppo. Ho finalmente capito, leggendo quei libri, quello che Semeria mi disse anni sono: "bisogna conoscere la critica biblica"» e alla contessa Caterina Colleoni: « ... ora ho per le mani due libri nuovi dell'abate Loisy: ''L'Evangile et l'Eglise'' è una confutazione di Harnack che mi fa particolarmente piacere, perché Harnack col suo cristianesimo depurato (''Das Wesen des Christenthums'') mi pare abbia sedotto molti». Fogazzaro nel suo studio Il Loisy sosteneva che la Chiesa aveva mostrato nella storia capacità di adattare i dogmi ai bisogni dei tempi, senza con ciò alterare la propria tradizione; il 16 dicembre 1903 il Sant'Uffizio condannava gli scritti del Loisy, al quale Fogazzaro fece pervenire la propria solidarietà. Nel novembre 1905 uscì il nuovo romanzo ''Il Santo'', protagonista ancora Piero Maironi che, ortolano nell'abbazia benedettina di Subiaco, si fa chiamare Benedetto e conduce una vita di preghiera e di penitenza. Qui è riconosciuto da Jeanne Dassalle che, rimasta vedova, sperava di poter riallacciare una relazione ma si rende subito conto che Piero è ormai troppo mutato; venerato come un santo nel paesino di Jenne, Piero va a Roma, contando di convincere lo stesso papa della necessità di una radicale riforma della Chiesa, ma viene ostacolato tanto dai cattolici tradizionalisti che dagli esponenti dello Stato laico. Sfiduciato e malato, muore in casa di un amico, assistito da Jeanne. Se non ebbe successo di critica, grande fu la sua risonanza fra il pubblico; gli espresse la propria ammirazione perfino il presidente degli Stati Uniti d'America – e premio Nobel per la pace – Theodore Roosevelt: «'' ... it is a good book for any sincerly religious man or woman of any creed, provided only that he realizes that conduct counts for more than dogma''», ma fu condannato tanto dai laici intransigenti quanto dai cattolici. Si pensò subito alla sua messa all'''Indice'': nel romanzo, il personaggio di padre Clemente, monaco di Subiaco, sostiene che « ... probabilmente dopo la morte le anime umane si troveranno in uno stato e in un ambiente regolati da leggi naturali come in questa vita» e Piero sostiene la presenza attiva delle anime dei defunti su questa terra. E in effetti, il 4 aprile 1906 il libro fu condannato con un Decreto della Congregazione dell'Indice. Lo scrittore fece atto di obbedienza: « ... ho risoluto fin dal primo momento di prestare al Decreto quella obbedienza che è mio dovere di cattolico, ossia di non discuterlo, di non operare in contraddizione di esso autorizzando altre traduzioni e ristampe». === ''Leila'' === Pur avendo fatto atto di sottomissione, Fogazzaro continuò a ribadire la convinzione della necessità di un rinnovamento delle istituzioni ecclesiali che le rendessero aperte alle esigenze dello spirito moderno. Il 18 gennaio 1907 tenne all'École des Hautes Études di Parigi una conferenza su ''Le idee di Giovanni Selva'', uno dei personaggi del romanzo ''Il Santo'', l'intellettuale modernista le cui dottrine sono riprese da Piero Maironi. Vi sostiene che « ... l'avvenire vedrà uno straordinario ringiovanimento della Chiesa», certo che vi coopereranno forze nuove e vitali. La religione è per lui, più che dogma, azione e vita, e soprattutto carità attiva e amore fraterno, le migliori dimostrazioni della verità cattolica, e un rinnovato spirito evangelico quale egli credeva di vedere espresso da un George Tyrrell « ... l'uomo davanti al quale tutti i Giovanni Selva del mondo s'inchinano con venerazione», che tuttavia la Chiesa scomunicherà solo pochi mesi dopo. A ribadire ogni chiusura col mondo moderno viene, l'8 settembre 1907, l'enciclica ''Pascendi Dominici gregis'', che condanna il movimento modernista, accusato di non porre « ... già la scure ai rami e ai germogli, ma alla radice medesima, cioè alla fede e alle fibre di lei più profonde ... ogni modernista sostiene e quasi compendia in sé molteplici personaggi: quello di filosofo, di credente, di teologo, di storico, di critico, di apologista, di riformatore»; di qui la necessità di istituire in ogni Diocesi un Consiglio di disciplina che scruti « ... gli indizi di modernismo tanto nei libri che nell'insegnamento, con prudenza, pacatezza ed efficacia, stabilendo quanto è necessario per l'incolumità del clero e della gioventù». Come scrive il Gallarati Scotti, « ... si entrava in un'ora grigia di spionaggi e di denunce, forme odiose e non infrequenti in tutti i secoli e in tutte le società, ma che il Fogazzaro s'illudeva non dovessero e non potessero mai più risorgere nel mondo cosiddetto moderno e che perciò lo turbavano e gli parevano maggior male degli errori stessi, per l'antipatia che avrebbero provocato nei regimi di libertà contro la Chiesa». Il critico Giuseppe Antonio Borgese Iniziato nel 1905, ''Leila'', l'ultimo romanzo di Fogazzaro, fu presentato a Milano l'11 novembre 1910 ma era già noto da una decina di giorni: infatti, il 10 novembre, il critico Giuseppe Antonio Borgese poteva già scriveva dalle colonne de ''La Stampa'' di Torino che « ... i personaggi di Leila partecipano vivamente alla vita dello spirito. Vi sono i rappresentanti dell'estrema destra, l'arciprete don Tita, il canonico don Emanuele, le bizzochere che fan loro bordone, gente di costumi immacolati, ma di cuor gretto e di mente chiusa, cristiani osservantissimi secondo la lettera, ma ignari di ciò che sia veramente la fede e la carità, sepolcri imbiancati. La gente di mal costume, il losco sior Momi, padre di Leila, la madre galante, i furbi e gl'imbroglioni fan lega con costoro: sante alleanze. L'estrema sinistra è rappresentata, fino a un certo punto, da Massimo Alberti. Egli è divenuto un vero e proprio modernista. Scolaro ed amico del Santo, ne ha portato tropp'oltre gli insegnamenti, è giunto a credere che l'organismo del cattolicesimo è consunto, e che dalla Chiesa esaurita nascerà una nuova fede migliore, come dalla Sinagoga nacque la Chiesa ... Leila è l'estrema ombra fuggiasca di quella figura femminile che ha per lunghi anni tormentato la fantasia di Fogazzaro, l'estrema progenie spirituale di quella "''sciura'' Luisa", devota a un'altra fede morale nel cuore, vagamente e capricciosamente ribelle alla Chiesa nella sua piccola mente irrequieta. Ma è appena un'ombra, è appena un ricordo. Le sue crisi sono scatti di nervi provocati da onde torbide di sensualità». Fogazzaro scrisse di aver voluto, col nuovo romanzo, presentare una « ... propaganda religiosa e morale conforme alle mie profonde convinzioni cristiane e cattoliche, ottenuta rappresentando un'anima ignara delle lotte che oggi straziano la Chiesa, penetrata di Vangelo e ferma nelle credenze tradizionali», così che il libro deluse tanto i cattolici progressisti che i conservatori e fu condannato dalla Chiesa. Gli ultimi mesi della sua vita furono segnati dalla delusione e dal senso di aver fatto il proprio tempo. Era molto malato e alla fine di febbraio venne ricoverato all'Ospedale di Vicenza: operato il 4 marzo 1911, si aggravò rapidamente; il 7 marzo ricevette l'unzione degli infermi: « ... con le labbra già bianche della morte, l'agonizzante rispose con l'ultimo soffio di voce alle preghiere della Chiesa: ''amen''. E chi gli era vicino comprese che egli si era addormentato ''in lumine Vitae''». Un saggio di Benedetto Croce, apparso nel 1903 e poi inserito nella sua ''Letteratura della nuova Italia'', era molto critico nei confronti del vicentino: « ... cattolico, tiene fermo persino all'infallibilità del papa: ma è insieme ossequente alla moderna scienza naturale darvinistica, e pensa che la fede non le si opponga, e anzi la compia e le si armonizzi; e riconosce importanza ai fenomeni della suggestione, della telepatia, dello sdoppiamento, della chiaroveggenza, dello spiritismo, come segni di futura unione della scienza con la fede.» Messa così in luce la contraddizione fra il panteismo dinamico di Darwin e la fede in un Dio trascendente di Fogazzaro, e rilevato anche come l'etica dello scrittore odorasse « ... di blandizie e di alcova», il filosofo napoletano ne criticava la visione politica: « ... la sua politica sembra antistorica, un neoguelfismo socialistico, che la chiesa e il gesuitismo imperante respingeranno, salvo il caso che non si riveli adatto a servire da maschera a intenti di reazione». Il critico Natalino Sapegno coglie nel poemetto ''Miranda'' e nelle liriche di ''Valsolda'' gli elementi della formazione letteraria di Fogazzaro: il romanticismo sentimentale di Aleardo Aleardi e certe irrequietezze della Scapigliatura. I temi dei romanzi, evidenziati da Sapegno, sono: il gusto degli ambienti aristocratici, dei conflitti interiori che agitano le anime elette e i cuori sensibili; gli influssi del Romanticismo, specie inglese tedesco e francese; il lirismo e l'ambiguità delle situazioni tra erotiche e religiose, infernali e paradisiache; la tendenza all'autobiografia; l'amore del vago, dello strano, del misterioso; il cattolicesimo torbido e combattuto, incerto fra tradizione e rinnovamento. Importante fu poi per lo scrittore l'adesione al modernismo. Un anziano Antonio Fogazzaro Mentre la biografia del Gallarati Scotti resta fondamentale per la mole di informazioni che racchiude, ma poco plausibile per l'intenzionalità programmatica di presentare la sua vita come un ''itinerarium ad Deum'', lo scrittore fu ammirato dal Momigliano, che trovava in lui « ... un'inquietudine, un'ombra, un'indeterminatezza, che il nostro romanticismo non aveva conosciuto e che ti fa pensare a uno Chateaubriand meno solenne e più nervoso. Lo spirito del paesaggio del Fogazzaro non è pittoresco, ma musicale: Fogazzaro, in certo modo, ha preceduto Pascoli, e aperto in Italia la via di quella sensibilità indefinita, fatta di accordi occulti che accosta inevitabilmente la poesia alla musica». Scrisse il Piromalli che Fogazzaro era stato giudicato « ... in relazione a una determinata società ottocentesca chiusa e narcisista, era uno scrittore di un luogo e di un tempo, di un particolare pubblico; saltavano in aria l'universalità e l'eternità; il magismo musicale che i crociani vi avevano rinvenuto era l'estenuazione letteraria del sentimentalismo veneto tardo-romantico, era l'elegia della falsa spiritualità, l'orgoglio fatuo di volere essere spiritualmente al di sopra degli altri, di avere per sé e per il proprio amore un cantuccio riservato in un paradiso dell'aldilà quando le leggi della società civile non lo consentivano sulla terra», finché un saggio di Gaetano Trombatore, pubblicato nel 1945, « ... aveva fatto cadere le impalcature mistificatrici, i belletti fasulli, la maschera idealistico-cattolica, aveva fatto vedere la miseria morale di una società angusta e greve». In realtà Fogazzaro è stato uno dei romanzieri italiani più aggiornati e consapevoli (da qui la sua fortuna internazionale): la sua critica alle debolezze concettuali della cultura decadente, in particolare all'estetizzazione del male, operata da Charles Baudelaire, è arrivata diversi decenni prima di quella identica proposta da autori come Hermann Broch o Elias Canetti. Fogazzaro fu ripetutamente candidato al Premio Nobel per la letteratura che, pur essendo tra i favoriti, non vinse mai. === Il pubblico di Fogazzaro === «Fogazzaro fu l'idolo della borghesia italiana nel periodo che corre all'incirca tra il 1880 e il 1910; dell'alta borghesia prevalentemente intellettuale e terriera, che confinava con l'aristocrazia, con cui talvolta riusciva a confondersi; e anche della borghesia media e piccola in quanto seguiva i gusti di quella e ne condivideva i sentimenti e ne ammirava le forme. E fu adesione tanto più spontanea e naturale, in quanto lo scrittore stesso apparteneva a quella classe sociale; e vi apparteneva non pure per la nascita, ma per la sua formazione intellettuale e morale, con tutte le fibre del suo essere» (Gaetano Trombatore). Se scrittori come il Farina, il Barrili e il Rovetta, pur scrivendo per gli stessi lettori, non ebbero il suo stesso successo, si dovette, secondo il Trombatore, al fatto che essi non li seppero, come fece il Fogazzaro, « ... scuotere e rasserenare, commuovere e divertire e lusingare, e soprattutto non seppero farli vivere, e vivere pienamente, in un mondo che pareva reale ed era ideale, che pareva ideale ed era reale, e che rimaneva pur sempre il loro mondo». Canale a Bruges I personaggi dei romanzi di Fogazzaro appartengono essi stessi alla borghesia « ... ma i loro parenti sono conti e marchesi; accanto al lustro dei blasoni essi portano la luce della loro nobiltà d'animo, della loro intelligenza, della loro cultura, e vivono perfettamente intonati in quegli ambienti di elegante mondanità. Siamo in quella zona di confine in cui le due classi riescono a convivere fino a confondersi insieme. La scena è di solito una villa con un paesetto fra i monti o in riva a un lago; ma non così isolata che non vi giungano le voci del mondo circostante. Non manca in ''Malombra'' qualche riflesso della mondanità milanese, c'è la mondanità romana del ''Santo''; e non bisogna neanche dimenticare le località del turismo mondano, Isola Bella, l'abbazia di Praglia, Subiaco, Bruges, Norimberga. Ecco veramente gli ambienti in cui potevano alimentarsi e fiorire i nobili pensieri, le alte passioni. Il Fogazzaro non deludeva mai i suoi lettori. Mentre rispondeva alle loro tendenze sentimentali e morali, egli ne appagava e ne lusingava le esigenze mondane e intellettuali». I lettori che amavano Fogazzaro « ... aspiravano, almeno nell'illusione, a evadere in una vita più nobile e alta, avevan perduta la fede e volevano credere, si sentivano insozzati di colpa e anelavano alla purezza, volevano amare non grettamente ma col tumulto dei sensi e dell'anima: lo scrittore offrì il vasto pascolo ideale che cercavano, fece, di là dalle tenebre della carne, balenare la sublimità dello Spirito, ed essi arsero nella fiamma della sua anima». Il declino del successo sopravvenne con un mutamento del gusto che pure partiva da quelle premesse, il romanticismo crepuscolare espresso dallo scrittore vicentino non essendo più adeguato all'esigenza di un «...sublime che, abbandonata la sua sede sopramondana, si celebrasse tutto sulla terra, incarnandosi nell'individuo e sollevandolo sulla servile umanità a sbramare la sua bruciante sete di conquista e di dominio. Nacque, o meglio, si perfezionò così il gusto della vita come avventura inimitabile, e, secondo alcuni, il Fogazzaro dové a poco a poco consegnare i suoi lettori a un incantatore ben più agguerrito e più ricco di multiformi e incestuose magie: il despota dell'estetismo dannunziano, lordo di sangue e d'oro». In realtà, a Fogazzaro interessava una critica radicale dei presupposti dell'estetismo, del suo soggettivismo esasperato, come mostra chiaramente il romanzo ''Malombra'': «Se l’illusa Emma Bovary di Gustave Flaubert è prima di tutto la giovane donna preda del ciarpame romantico di cui ha nutrito da ragazza il suo spirito, analogamente Marina incarna la deriva di quella cultura e degli sviluppi che essa aveva avuto alla metà dell’Ottocento. 'Non le mancava un solo romanzo della Sand' - osserva nel cap. V (Parte Prima) del romanzo l'autore, che descrive anche Corrado come un viaggiatore "fantastico", con un aggettivo capace di riportare subito, per associazione, a Ernst T. A. Hoffmann e al giovane «innamorato e fantastico come lo Stenio di George Sand» dell’operetta satirico-parodica ''Un romanzo in vapore'' dell'estroso Collodi. Ciò chiarisce meglio perché Fogazzaro proceda ad una "contemporaneizzazione del fantastico", unendo nella sua narrazione alcuni elementi realistici e altri contrari nel senso dell'astratto, della fascinazione, dell'oscuramente misterioso, dell'invisibile. Tale patronato letterario spiega anche molto dei personaggi: ... per loro, i diritti della passione verranno prima di qualsiasi altra cosa o si dovranno imporre ineluttabilmente contro ogni barriera. Non per nulla Silla, orgoglioso, superbo, incapace di "giusto equilibrio" fra spirito e sensi, si definisce "inetto a vivere": ha "la forza ... di resistere a qualunque disinganno, a qualunque amarezza", ha un "cuore ardente", ma gli mancano la "potenza" e "l’arte" per portare a compimento le cose (Parte Prima, cap. VIII). Per questa carenza di volontà, nel segno di Arthur Schopenhauer, ... il personaggio sembra assomigliare piuttosto a certe moderne figure di Svevo e della narrativa nordica del Novecento. Corrado Silla vorrebbe resistere a Marina, ne avrebbe la possibilità, ma non riesce a compiere questa scelta morale.... Silla non è capace di seguire la sincera e appassionata Edith, letteralmente impaniato nella “mala ombra” del fascino di Marina: intelligente, questa, brillante, innamorata dell’amore oltre tutto e tutti, ma allo stesso tempo circondata da amicizie fatue, frivola, piena di sarcasmo, di "pensieri torbidi" (Parte Prima, cap. IV), di uno spirito "scettico e falso" (Parte Prima, cap. I). In breve la giovane donna è angelo e demonio insieme. Marina è, come Enrico di ''Miranda'' al maschile, una versione femminile del dandy: bella, elegante, sprezzante, ma anche capricciosa, annoiata e ricca di odio. Disdegna le parole di Friedrich Schiller e Johann Wolfgang Goethe che gli cita il segretario Steinegge, padre amatissimo di Edith, e possiede, significativamente accanto ai ''Fiori del male'' di Baudelaire che l’ebbe particolarmente cara, l’opera di Edgar Allan Poe, il cui destino fu presto segnato dall’alcoolismo e dalle allucinazioni. Inoltre "al concetto del bene e del male" Marina ha voluto sostituire "il concetto meno volgare del bello e del brutto" (Parte Prima, cap. V): cede così alla lusinga baudelairiana della bellezza del Male, confondendo l’etica con l’estetica e dando a quest’ultima il primato assoluto». === L'amore === Fogazzaro apparteneva dunque a una borghesia moderna e attiva e a un pubblico di tal fatta egli si rivolgeva; moderno, ma che teneva ben presenti le tradizioni di un cattolicesimo non gretto, ma sostanzialmente conservatore, capace di rendersi conto della necessità di accogliere quanto di nuovo lo sviluppo sociale proponesse ma senza stravolgimenti. Nella rappresentazione della vita familiare Fogazzaro si mosse seguendo quell'impostazione e, seguendo il proprio temperamento, preferì trattare, nell'ambito dei rapporti familiari, il tema dell'amore. «La precedente esperienza romantica aveva sancita l'incompatibilità dell'amore con il matrimonio, nel senso che l'amore non può raggiungere le vette della passione senza un forte ostacolo che lo alimenti e lo esasperi. Perciò l'amore fogazzariano è preconiugale o extraconiugale (nel caso di Franco e Luisa i protagonisti di ''Piccolo mondo antico'' la questione non verte sull'amore, ma sui contrasti ideologici dei due coniugi). Anche l'amore preconiugale si alimenta di ostacoli: in Violet la protagonista de ''Il mistero del poeta'' è il senso dell'occulta colpa, è il suo carattere irresoluto, è la sua salute cagionevole; in Leila è la fede giurata al morto fidanzato, è il suo orgoglio .... S'intende che la più ricca è l'impostazione dell'amore extraconiugale, quello di Piero e di Jeanne in ''Piccolo mondo moderno'' o quello di Daniele e di Elena in ''Daniele Cortis'', che è rimasto il più caratteristico. Ma sempre in lui l'amore è un ardore nascosto, una pena struggente, un lento spasimo, vi si sentono i brividi della voluttà sfiorata, le seduzioni del peccato; si rasenta l'orlo della colpa. Ecco l'innovazione: codesto amore ideale e platonico egli lo fa vivere alle sue eroine con le fiamme della passione vera, coi sensi sempre in subbuglio. Ma è sempre un amore d'eccezione e l'istituto matrimoniale, se non è proprio salvo, è almeno conservato; il Fogazzaro corre sempre ai ripari; ognuno patisce la sua tragedia nel chiuso della propria anima; non vi sono scandali; le norme della moralità borghese non sono sovvertite». === Il romanticismo === Il percorso del romanzo italiano quasi non conobbe il romanticismo, inteso come letteratura di forti contrasti, che spazino dal dramma all'idillio, dal sentimento del patetico alle vette del sublime; non poté averlo nel Manzoni, per il programmatico rifiuto di quello scrittore a farsi interprete dei pur tanti temi romantici che nei ''Promessi sposi'' erano presenti; quanto alla Scapigliatura, fu un fenomeno di breve durata, un'artefatta costruzione intellettualistica, non l'espressione di un'esigenza intimamente sentita; in Italia il romanticismo ebbe la sua maggiore espressione nella musica, raggiungendo il vertice del successo popolare nel melodramma verdiano. Secondo alcuni critici, fu proprio il Fogazzaro a farsi interprete dell'esigenza romantica presente nei lettori italiani: « ... lo spirito borghese fu al tempo stesso il movente e il limite del romanticismo fogazzariano: lo fece nascere ma ne circoscrisse i motivi e l'intensità. Perciò non fu tutto genuino e compiuto; tuttavia, anche a giudicarlo deteriore, bisogna riconoscere che esso rispose largamente all'aspettativa. Il Fogazzaro ebbe il senso del Destino, pur senza saperne sceverare e decifrare il volto maligno e inesorabile, l'implacabilità che atterra e annichila; non seppe perciò riuscire veramente tragico, nel senso alto della parola, ma decadde nel suo surrogato che è il teatrale. Sincero e costante fu però il suo gusto delle situazioni drammatiche, e suggestive le sue evasioni nell'atmosfera del sublime ...». Queste tempeste dell'anima sono vissute da esseri culturalmente e spiritualmente superiori: gli umili vivono accettando con semplicità la volontà divina, non le provano né le comprendono quando le vedono vissute dai "signori", e questo è motivo, nel Fogazzaro, di ricorrere all'umorismo e alle risorse del macchiettismo. In realtà, Fogazzaro alimenta la sua scrittura di un confronto profondo con il più impegnativo pensiero teologico, cosicché le consuete categorie "romanticismo", "macchiettismo" e simili, decadono subito non appena si individuino le sue fonti da sant'Agostino a Ruysbroek il Mirabile, da san Tommaso d'Aquino a Madame Guyon (che si chiamava Jeanne, si noti, come la protagonista di ''Piccolo mondo moderno''). Ma nei protagonisti dei suoi romanzi vi è un « ... mareggiare fra l'ideale e il reale, fra l'essere e il dover essere, fra un'ansia di elevazione e un ardore di perdizione. E da questo conflitto non si può uscire per una composizione armonica dei due termini, si può uscire solo per la via che conduce al sublime ... e tutto quel vario agitarsi e cozzare di passioni aspira sempre a risolversi e a sublimarsi nell'atmosfera assorta del Mistero, dove, a tratti, par di scorgere anche il volto velato del Destino. Il tema del mistero è forse il tema più alto e romantico del Fogazzaro. Sempre è avvertibile in lui il senso di una nascosta, arcana realtà .... Allora anche la natura partecipa all'azione con una sua vasta coralità ... Questo largo fremito romantico, non incomposto, anzi sempre decorosamente atteggiato, fu l'elemento decisivo della vittoria del Fogazzaro, quello per cui egli riuscì a rapire e a sollevare con sé l'animo dei suoi lettori». === La religione === Fogazzaro fu profondamente cattolico e osservante e se tentò di conciliare Darwin e sant'Agostino fu soltanto perché riteneva, così facendo, di non violare alcun articolo di fede. Anche la sua adesione al modernismo, che non portò a nessun contributo concreto, era dettata dalla sua convinzione di mantenersi nel solco dell'ortodossia, tanto che si piegò subito alla condanna. La sua vera innovazione fu l'espressione del sentimento religioso; in sintonia con le esigenze dei lettori del suo tempo, manifestò nei suoi romanzi una fede religiosa che « ... si alleava con l'amore e si profumava di peccato; sempre compromessa, sempre in pericolo e pur sempre divincolantesi e risorgente, viveva nella coscienza e pur anche nel subcosciente; non era un fatto ma un fare perenne, un'inesausta esperienza. Perciò si attirava facili anatemi e sarcasmi; eppure sempre avvinceva, sempre attirava nel suo gorgo meduseo, specialmente le donne. E sempre salvo rimaneva il principio, sempre intatta splendeva la maestà di Dio. In fondo, la maggior seduzione dei romanzi del Fogazzaro consisteva nell'appagare il gusto borghese di affrontare il rischio e di ritraersene in tempo. Nella religione, come nella politica e nell'amore, si era condotti all'orlo del baratro, ma non ci si cadeva; si provavano le vertigini dell'abisso, ma da un fidato belvedere. Era come – tanto per restare nell'Ottocento e cioè in un'epoca che non conosceva ancora le acrobazie aeree – era come sulle montagne russe, che facevano sentire le ebbrezze delle ascese, le angosce dei vorticosi aggiramenti, lo spasimo della caduta; girava la testa, la coscienza si smarriva e si oscurava, ma solo per un attimo; il carrello funzionava a dovere, e alla fine si toccava terra palpitanti e felici». === La politica === Otto von Bismarck Negli anni ottanta, dopo la caduta della Destra, era diffuso in Italia un senso di sfiducia e di scontento verso una classe politica, considerata corrotta e pronta a ogni compromesso, e verso il parlamentarismo, considerato inefficiente e limitante una possibile e auspicata azione della monarchia. Si era fatta largo l'idea che occorresse l'azione di un uomo forte, un Bismarck italiano che limitasse l'istituto parlamentare, desse forza alla monarchia, risolvesse la Questione romana e rendesse l'Italia autorevole e rispettata nel mondo. Sono le idee espresse nel ''Daniele Cortis'' e sono i progetti che Fogazzaro non ripresentò più nei suoi romanzi: nel ''Piccolo mondo antico'' torna ai passati ideali del Risorgimento, a un patriottismo semplice e generoso, che scaturisce dall'animo come un dovere morale, come affermazione di dignità contro la sopraffazione e l'ingiustizia. Dei tanti temi che agitavano la vita politica del suo tempo – l'avventura africana, la questione sociale, i moti in Sicilia e in Lunigiana, la sommossa di Milano, lo scandalo della Banca Romana – non si occupò mai. Erano temi troppo forti, innaturali per un Fogazzaro che se poteva esprimere il dramma dei sentimenti, non poteva sottrarsi all'idillio nella rappresentazione della vita sociale che, nei suoi romanzi, è « ... una beata e quieta arcadia, dove tutto va per il suo giusto verso, che è poi il verso gradito a chi sta in alto ... in lui, profondamente sincero e convinto cattolico, viveva e operava sempre implicito il senso dell'uguaglianza delle anime, e questo non gli faceva avvertire, o gliela faceva avvertire troppo scarsamente, l'ingiustizia delle disparità sociali. L'uguaglianza giuridica e formale, che allora si era già raggiunta, lo appagava compiutamente ... Fra i vari strati sociali non corrono relazioni d'interesse, ma d'affetto. Gli abitanti dei ranghi superiori trattano gl'inferiori con arguta bonomia, con amorevole condiscendenza, e ne riscuotono una commovente devozione». Utilizzando il dialetto, introducendo effetti comici con l'impostare figure macchiettistiche al limite del verismo, e senza dar loro troppo rilievo, Fogazzaro trovò « ... il talismano segreto che lo salvò dall'arcadia ... Questo vivace brulicare di vita minuscola è sempre in funzione di quel che vibra nell'alto declamato della vita superiore. La scala sociale di questi romanzi si dispone come una scala armonica e non tollera né dissonanze né stonature: al virtuosismo del compositore rimane però la risorsa di ricavarne pregevoli effetti di contrappunto». Antonio Fogazzaro fu molto amico del compositore italiano Gaetano Braga, il quale musicò il testo ''Il canto della ricamatrice''. A sua volta, il Fogazzaro, ritrasse il compositore nella novella ''Il Maestro Chieco''. Il vescovo Geremia Bonomelli intrattenne un'amicizia sincera con Fogazzaro, che lo portò ad essere richiamato più volte dalle autorità papali per avere espresso giudizi positivi su alcune opere dello scrittore, questo anche se Bonomelli tentò di tenere un po' a freno le teorie sulla evoluzione darwiniana che il Fogazzaro, in un certo periodo della sua vita, approvava. Il Fogazzaro scrisse nel 1901, su invito del vescovo che intendeva così favorire e incrementare lo spirito religioso dei marinai italiani, la Preghiera del marinaio. Nei primi mesi del 2011, in occasione del centenario della morte dello scrittore, è stato aperto uno scatolone donato alla Biblioteca civica Bertoliana di Vicenza nei primi anni sessanta contenente tutti i taccuini e i diari di Fogazzaro che per disposizioni testamentarie doveva essere aperto proprio in questo anno. Sempre per volere dello scrittore molti carteggi sono conservati nell'Abbazia di Praglia a Teolo in provincia di Padova ;Romanzi * 1881 - ''Malombra'', Milano, Brigola * 1885 - ''Daniele Cortis'', Torino, F. Casanova * 1888 - ''Il mistero del poeta'', Milano, Galli * 1895 - ''Piccolo mondo antico'', Milano, Galli * 1901 - ''Piccolo mondo moderno'', Milano, Hoepli * 1905 - ''Il Santo'', Milano, Baldini & Castoldi * 1910 - ''Leila'', Milano, Baldini & Castoldi * ;Racconti * 1887 - ''Fedele e altre novelle'', Milano, Galli '''Saggi''' *1899 - ''Ascensioni umane.'' Teoria dell'evoluzione e filosofia cristiana. Baldini e Castoldi.Rieditato da Longanesi nel 1977 con introduzione di Paolo Rossi. * 1901 - ''Il dolore nell'arte'', Milano, Baldini Castoldi Dalai Editore ;Poesia * 1874 - ''Miranda'', Firenze, Le Monnier * 1876 - ''Valsolda'', Milano, Brigola, raccolta di liriche dedicate al comune omonimo '''Appunti di viaggio''' * 1868 - Diario di viaggio in Svizzera, Accademia Olimpica Edizioni * 1885 - Taccuino Bavarese, Accademia Olimpica Edizioni '''Altro''' * 1863 - ''Una ricordanza del Lago di Como'', Vicenza, Paroni, (pubblicazione per le nozze Scola-Patella) * 1865 - ''Albo veneziano: San Marco, Barcarola, Lido, Serenata'', Vicenza, Longo, (pubblicazione per le nozze Clementi-Marchesini) * 1868 - ''A mia sorella. Ode'', (pubblicazione per le nozze Fogazzaro-Danioni) * 1870 - ''Discorso tenuto al Teatro Olimpico per la dispensa dei premi agli alunni delle scuole serali civiche e rurali'', Vicenza, Paroni * 1871 - ''Najadi: 1. Al fonte, 2. Nel lago'', Vicenza, Burato, (pubblicazione per le nozze Casalini-Barrera) * 1872 - ''Dell'avvenire del romanzo in Italia'', Vicenza, Burato; discorso * 1901 - ''Sonatine bizzarre'', ed. Cav. Giannotta, Catania; miscellanea di articoli
Alpi
Le '''Alpi''' sono la catena montuosa più importante d'Europa, situata a cavallo dei confini di Italia, Francia, Svizzera, Liechtenstein, Germania, Austria, Slovenia e, sia pure in modo del tutto marginale, l'Ungheria. Separano l'Europa centrale da quella meridionale e racchiudono la regione geografica italiana, comprendendo al loro interno le vette più alte del continente europeo, tra cui il Monte Bianco, che con i suoi 4.810 m d'altezza è la montagna più alta della catena, d'Italia, di Francia e in generale del continente.
Nell'ambito europeo questa catena montuosa assume notevole importanza, sotto numerosi aspetti: geografici, storici, culturali e naturalistici; in particolare la natura alpina è contraddistinta da molti ambienti incontaminati, perché protetti da condizioni geografiche particolari e da una precoce attenzione alla loro conservazione; non è un caso infatti che il primo parco nazionale d'Europa sia stato istituito nelle Alpi Svizzere nel 1914 e che la Francia e l'Italia abbiano i loro più antichi parchi nazionali situati proprio nelle Alpi; significativo inoltre è il fatto che ben diciassette siti alpini appartengono al Patrimonio dell'umanità, quattro per criteri naturalistici e tredici per criteri culturali. La regione alpina ha una popolazione di 14 milioni di persone nell'intera area e possiede una forte identità culturale, che spesso supera i confini nazionali; si può infatti parlare di "civiltà alpina", di "cultura alpina" e di "folclore alpino". Anche a livello economico le Alpi presentano molti elementi di omogeneità; infatti nei villaggi alpini di ogni nazione è fiorente la cultura tradizionale dell'agricoltura di montagna, della produzione di latte e formaggio e della lavorazione del legno, sebbene l'industria turistica, che cominciò a svilupparsi all'inizio del XX secolo, si espanse notevolmente dopo la seconda guerra mondiale, fino a diventare l'attività economica dominante in gran parte del territorio alpino. Le notevoli bellezze naturali delle Alpi sono infatti meta di un considerevole flusso turistico: ogni anno vi si recano 120 milioni di visitatori Anche per ciò che riguarda gli sport invernali, le Alpi rivestono un'importanza notevole; a riprova di ciò, dieci edizioni dei giochi olimpici invernali, sulle ventitré in tutto disputate, sono state ospitate nelle Alpi svizzere, francesi, italiane, austriache e tedesche. William Turner, ''Bufera di neve: Annibale e il suo esercito attraversano le Alpi'' (1812) La storia della colonizzazione delle Alpi ebbe inizio con la fine dell'ultima glaciazione (circa 15.000 anni fa), quando la fusione dei ghiacci incominciò a rendere abitabili vaste zone vergini. Nella tarda preistoria i laghi prealpini ospitavano villaggi palafitticoli. Il testimone più famoso di quest'epoca è l'uomo di Similaun (detto anche "Oetzi"). Nell'età del ferro, dai Reti e Camuni (Alpi Retiche), dai Veneti e Illiri (le Alpi Orientali), dai Celti delle culture di Hallstatt e La Tènè (il versante settentrionale). Intorno alla metà del primo millennio i Celti irruppero a sud delle Alpi e invasero buona parte del versante meridionale e occidentale, prima abitati da Liguri. A tali quattro gruppi etnici appartenevano i popoli, politicamente organizzati in piccoli stati o confederazioni tribali, esistenti all'arrivo dei Cartaginesi e dei Romani. Durante la Seconda guerra punica i Liguri si allearono con i Cartaginesi, mentre i Galli si allearono preferibilmente con i Romani. L'episodio più famoso della guerra fu la traversata delle Alpi forse attraverso il colle del Moncenisio in val di Susa da parte dell'esercito di Annibale con gli elefanti. Alla fine della Seconda guerra punica l'Italia Settentrionale divenne la provincia romana della Gallia Cisalpina. Tuttavia le Alpi rimanevano in buona parte autonome. Una quarantina di popoli delle Alpi Occidentali furono combattuti e vinti dai Romani nel 15 a.C. E a commemorare la vittoria fu costruito il Trofeo di Augusto, che si può vedere a La Turbie: rappresenta, per i francesi, la porta d'ingresso alla catena alpina. Alcuni popoli mantennero una certa autonomia sotto l'impero romano e non furono inglobati in alcuna delle province, bensì mantennero un'amministrazione particolare: si tratta dei regni di Cozio e dei Graii. A ricordo di tale trattamento privilegiato rimangono gli archi di Augusto eretti nelle rispettive capitali, Susa e Aosta. Da quanto descritto si capisce che nell'antichità le Alpi Occidentali erano le Alpi per antonomasia, attraversate da Annibale e da Giulio Cesare. Anche il nome "''Alpes''", che è utilizzato nel senso moderno per la prima volta in latino, è preso in prestito da una lingua parlata nelle Alpi Occidentali, probabilmente ligure, in cui significava semplicemente "montagne". Durante il Medioevo le Alpi furono una delle aree dell'Europa Occidentale meno toccate dal feudalesimo, in quanto il territorio non produceva abbastanza, oltre a quanto necessario alla famiglia del contadino o del pastore, per permettere di dare una parte del raccolto al feudatario. In effetti i territori alpini non erano di alcun interesse economico per gli Stati della pianura, ma erano strategici su un piano militare. Cosicché ci furono due tendenze, spesso riscontrabili nello stesso territorio: da un lato parecchi territori alpini godevano di una sostanziale autonomia interna pur appartenendo a uno Stato confinante, che aveva diritto di tenervi guarnigione. Dall'altro lato molti di essi erano organizzati come comuni rustici, piccole repubbliche di montanari, o di piccoli nobili locali. Il caso estremo di queste due tendenze è la Confederazione, pienamente indipendente, dei cantoni svizzeri. Tuttavia godevano di autonomia all'interno dei rispettivi stati anche gli écartons delle Alpi francesi e dell'alta Val di Susa, le comunità delle valli valdostane, i tre "terzi" della Valtellina, nonché le contee di Bormio e Chiavenna, le Magnifiche Comunità di Fiemme e di Fassa e la Magnifica Comunità di Cadore, che si autogovernava attraverso i propri statuti. Tutte queste autonomie locali cessarono con l'occupazione napoleonica dei vari stati e l'Ottocento vide l'affermarsi delle amministrazioni centralizzate in tutti gli stati alpini, forse esclusa la Svizzera. A partire dalla seconda guerra mondiale questa tendenza si è invertita e, sia pure per motivi questa volta linguistici, territori come la Valle d'Aosta, e le province di Bolzano e Trento hanno riottenuto un'autonomia che ricorda per certi versi quella di cui avevano goduto i territori alpini prima di Napoleone. === Toponimo === spazio (maggio 2002) Il toponimo deriva dal latino ''Alpes'', che può significare "pietra", "collina", "montagna", "bianco". Si chiamano in francese ''Alpes'', in occitano ''Aups/Alps'', in tedesco ''Alpen'', in romancio ''Alps'', in sloveno ''Alpe'', in friulano ''Alps''. Sesto Pompeo Festo nel suo Primo Libro attesta che il nome deriva da ''albus'' (bianco) che i Sabini pronunciavano ''alpus'' e indicava il colore sempre bianco della catena innevata anche durante la stagione estiva. === Limiti ed estensione === Bocchetta di Altare Secondo tutte le più diffuse convenzioni, il limite occidentale delle Alpi è la Bocchetta di Altare o colle di Cadibona; il confine geologico è situato più ad est, nei pressi del Passo dei Giovi, lungo una discontinuità tettonica denominata linea Sestri-Voltaggio.. Il limite orientale, invece, è identificato diversamente, a seconda delle varie convenzioni. Secondo la Suddivisione Orografica Internazionale Unificata del Sistema Alpino, il limite orientale si distende tra Vienna, Graz, Maribor, Lubiana e la Sella di Godovici. Secondo la Partizione delle Alpi, invece, il limite orientale delle Alpi è il Passo di Vrata, dove iniziano le Alpi Dinariche. La suddivisione didattica tradizionale italiana segue, come limiti della catena alpina, il criterio della "Partizione delle Alpi". L'intero sistema montuoso si distende per circa 1.300 km, formando un arco tra l'Italia Settentrionale, la Francia sud-orientale, la Svizzera meridionale, il Liechtenstein, la Germania meridionale, l'Austria e la Slovenia occidentale, raggiungendo con le sue estreme propaggini l'Ungheria occidentale. Tra Verona e Monaco di Baviera, le Alpi raggiungono la larghezza massima (circa 250 km), mentre nella parte sud-occidentale si arriva a quella minima (la catena tra Saluzzo e Grenoble è larga circa 120 km). L'arco alpino italiano presenta 3 grandi archi concavi presso Cuneo, Varese e Udine e una parte convessa presso Verona. Le Alpi settentrionali sono più lineari, con un unico arco presso Ginevra. === Prealpi === Concarena, montagna delle Prealpi lombarde Alcuni tratti della catena alpina sono detti "Prealpi"; si tratta dei rilievi montuosi periferici, tipicamente meno alti e posti a contorno della fascia mediana e più elevata delle Alpi. Si estendono sia sul versante esterno, sia su quello interno o italiano. Tutti i criteri più comuni di suddivisione della catena, al di là delle differenti denominazioni e di piccole variazioni di estensione, concordano nell'identificare questi settori prealpini: Prealpi di Provenza, Prealpi del Delfinato, Prealpi di Savoia, Prealpi Lombarde, Prealpi Venete, Prealpi Carniche e Prealpi Giulie. Sono a volte definiti prealpini anche altri settori, ma su essi non c'è concordanza di vedute === Ripartizione montagne === Paese 2000m+ 2500m+ 3000m+ 3500m+ 4000m+ Totale 206 150 93 14 0 463 71 95 75 40 4 285 14 11 0 0 0 25 149 197 169 48 7 570 4 1 0 0 0 5 22 9 0 0 0 31 66 114 147 44 24 395 Totale 507 530 416 117 29 1599 === Montagne più alte === La montagna più alta è il Monte Bianco, posto a confine tra Italia e Francia, che con i suoi 4808 m è il più alto d'Europa. Si fornisce di seguito un elenco non esaustivo delle montagne più alte della catena. * Monti che superano i 4000 m ** Monte Bianco (4.808 m) ** Monte Rosa (4 634 m) ** Dom (4 545 m); ** Weisshorn (4 505 m); ** Cervino (4 478 m); ** Grand Combin (4 314 m); ** Finsteraarhorn (4 274 m); ** Grandes Jorasses (4 208 m); ** Aletschhorn (4 193 m); ** Dent d'Hérens (4 171 m); ** Jungfrau (4 158  m); ** Barre des Écrins (4 102 m); ** Gran Paradiso (4 061 m); ** Bernina (4 049 m). * Monti che superano i 3 500 m ** Eiger (3 970 m); ** Grivola (3 969 m); ** Monte Pelvoux (3 946 m); ** Ortles (3 905 m); ** Grande Casse (3 855m m); ** Monviso (3 842 m); ** Großglockner (3797 m); ** Cevedale (3769 m); ** Aiguille de la Grande Sassière (3751 m); ** Palla Bianca (3 738 m); ** Punta Roncia (3 612 m); ** Monte Emilius (3 559 m); ** Presanella (3 558 m); ** Adamello (3 554 m); ** Monte Leone (3 552 m); ** Rocciamelone (3 537 m); === Suddivisione === Le due catene delle Alpi considerate principali Anzitutto, si suole distinguere una catena alpina principale, che corre lungo la linea spartiacque tra Europa centrale ed Europa meridionale. Essa inizia dalla congiunzione con gli Appennini ed arriva al Picco dei Tre Signori, per poi dividersi in due; da una parte prosegue verso nord-est e con le sue ultime propaggini giunge in prossimità di Vienna, mentre dall'altra parte prosegue verso sud-est giungendo sino al punto in cui si unisce alle Alpi Dinariche. Inoltre, come richiamato sopra, le sezioni della catena poste a contorno della zona mediana, tipicamente meno elevate, sono chiamate Prealpi. Per quanto riguarda la suddivisione del territorio alpino in sezioni, non esiste un unico criterio, universalmente accettato da tutti. Vengono pertanto riportati nei capitoli seguenti i punti di vista dei più diffusi criteri di suddivisione. ==== Partizione delle Alpi ==== Le 26 sezioni della Partizione delle Alpi. A seguito del IX Congresso geografico italiano, svoltosi nel 1924, vennero ufficializzate nel 1926 le suddivisioni del sistema alpino sulla base del documento "Nomi e limiti delle grandi parti del Sistema Alpino". La Partizione delle Alpi è alla base di numerosissimi testi sulle Alpi; alcuni testi (2006-2007), la aggiornano, pur mantenendone i criteri fondamentali. Anche la suddivisione didattica tradizionale italiana segue la Partizione delle Alpi, a volte con alcune varianti. La ripartizione principale individua tre grandi parti: ''Alpi Occidentali'', ''Alpi Centrali'' e ''Alpi Orientali'', suddivise a loro volta in 26 sezioni e 112 gruppi. Le Alpi Occidentali vanno dal colle di Cadibona al col Ferret; le Alpi Centrali dal col Ferret al passo del Brennero; le Alpi Orientali dal passo del Brennero al Passo di Vrata. Queste tre grandi parti sono suddivise ulteriormente: * Alpi Occidentali: Alpi Marittime, Alpi Cozie, Alpi di Provenza, Prealpi di Provenza, Alpi del Delfinato, Prealpi del Delfinato, Prealpi di Savoia, Alpi Graie; * Alpi Centrali: Alpi Pennine, Alpi Lepontine, Alpi Retiche, Alpi Bernesi, Alpi Glaronesi, Prealpi Svizzere, Alpi Bavaresi, Prealpi lombarde; * Alpi Orientali: Alpi Noriche, Dolomiti, Alpi Carniche, Alpi Giulie, Caravanche, Alpi Salisburghesi, Alpi austriache, Prealpi di Stiria, Prealpi Venete, Carso. ==== SOIUSA ==== SOIUSA. Nel 2005 è stata presentata ufficialmente la classificazione SOIUSA, acronimo di Suddivisione Orografica Internazionale Unificata del Sistema Alpino, allo scopo di uniformare le denominazioni utilizzate negli Stati dell'area alpina. Questa classificazione prevede due grandi parti (''Alpi Occidentali'' e ''Alpi Orientali'') anziché le tre della Partizione delle Alpi e della suddivisione didattica tradizionale italiana, in accordo con le classificazioni in uso in Austria, e un'ulteriore suddivisione in 5 settori, 36 sezioni e 132 sottosezioni. Si elencano i cinque settori, con la loro suddivisione nelle 36 sezioni: * Alpi Sud-occidentali: Alpi Liguri; Alpi Marittime e Prealpi di Nizza; Alpi e Prealpi di Provenza; Alpi Cozie; Alpi del Delfinato; Prealpi del Delfinato. * Alpi Nord-occidentali: Alpi Graie; Prealpi di Savoia; Alpi Pennine; Alpi Lepontine; Prealpi Luganesi; Alpi Bernesi; Alpi Glaronesi; Prealpi Svizzere. * Alpi Centro-orientali: Alpi Retiche occidentali; Alpi Retiche orientali; Alpi dei Tauri occidentali; Alpi dei Tauri orientali; Alpi di Stiria e Carinzia; Prealpi di Stiria. * Alpi Nord-orientali: Alpi Calcaree Nordtirolesi; Alpi Bavaresi; Alpi Scistose Tirolesi; Alpi Settentrionali Salisburghesi; Alpi del Salzkammergut e dell'Alta Austria; Alpi Settentrionali di Stiria; Alpi della Bassa Austria. * Alpi Sud-orientali: Alpi Retiche meridionali; Alpi e Prealpi Bergamasche; Prealpi Bresciane e Gardesane; Dolomiti; Prealpi Venete; Alpi Carniche e della Gail; Alpi e Prealpi Giulie; Alpi di Carinzia e di Slovenia; Prealpi Slovene. ==== Suddivisioni nazionali ==== Suddivisione didattica tradizionale delle Alpi italiane Suddivisione delle Alpi Orientali (AVE): Sono diffuse anche le tradizionali classificazioni nazionali, che considerano soltanto la parte del sistema alpino ricadente nei vari territori nazionali e, a volte, le zone confinanti: * suddivisione didattica tradizionale delle Alpi italiane; * suddivisione delle Alpi italiane proposta dal Club Alpino Italiano e dal Touring Club Italiano; * suddivisione delle Alpi francesi proposta dal Club alpino francese; * suddivisione delle Alpi svizzere proposta dal Club alpino svizzero; * suddivisione delle Alpi austriache e delle Alpi bavaresi proposta dalla "Suddivisione geografica del territorio austriaco" (''Geographische Raumgliederug Österreich''); * suddivisione delle Alpi Orientali proposta dai Club alpini austro-tedeschi (''Deutscher und Österreichischer Alpenverein''); questa classificazione è conosciuta con la sigla "AVE"; * suddivisione delle Alpi slovene proposta dalla "Suddivisione geografica naturale della Slovenia" (''Naravnogeografska regionalizacija Slovenije''). === Idrologia === Dalle Alpi nascono importanti fiumi europei, che vanno a lambire importanti città europee nelle loro rispettive pianure. Lungo le creste più elevate poste in genere lungo i confini geografici delle nazioni interessate passa lo spartiacque alpino che delimita quattro bacini idrografici principali: * A sud il bacino del Mare Adriatico, costituito prevalentemente dalla Pianura Padana; in questo bacino si ricordano il Po e molti suoi affluenti (Adda, Ticino ecc.), l'Adige, il Brenta, il Piave, il Tagliamento, l'Isonzo. * A ovest il bacino del Mar Mediterraneo (costa francese e ligure), quasi interamente occupato dal bacino del Rodano con l'Isère e altri suoi affluenti (assai secondari sono il Varo e altri fiumi minori). * A nordovest il bacino del Mare del Nord, che viene raggiunto dalle acque del Reno e dei suoi affluenti (tra cui va ricordato l'Aar). * A nord, nordest ed est il bacino del Mar Nero, mare raggiunto dalle acque di vari affluenti del Danubio, tra cui i più importanti sono il Lech, l'Inn, la Drava e la Sava. Numerosi sono i laghi, quasi tutti di origine glaciale. Lago di Ginevra Sul versante meridionale il più grande è il Lago di Garda (o Benaco) mentre il più profondo è il Lago di Como (o Lario); altri laghi notevoli sono il Lago Maggiore (o Verbano), il Lago d'Orta (o Cusio), il Lago di Lugano (o Ceresio), il Lago d'Iseo (o Sebino) e altri più piccoli. Sul versante settentrionale sono particolarmente importanti i laghi posti in territorio svizzero o sui suoi confini: il Lago Lemano (o di Ginevra), che con i suoi 580 km² è il più grande tra tutti i laghi alpini, il Lago di Costanza, il Lago di Neuchâtel, il Lago dei Quattro Cantoni (o di Lucerna), il Lago di Zurigo, il Lago di Thun e molti altri più piccoli. Fuori della Svizzera vanno ricordati il Lago di Annecy e il Lago del Bourget in Francia, il Lago Atter in Austria, il Lago dell'Ammer, il Lago di Starnberg e il Lago di Chiem in Germania. Le Alpi costituiscono anche un serbatoio di acqua dolce con i suoi numerosi ghiacciai. Le Alpi formano una parte della cintura orogenetica terziaria, chiamata catena Alpino-Himalayana, che si estende quasi ininterrottamente dall'Europa sud-occidentale fino all'Asia, formatasi come risultato della collisione tra la placca africana e la placca euroasiatica, evento in cui si è chiuso l'oceano della Tetide. Durante l'Oligocene e il Miocene enormi sforzi tettonici hanno premuto i sedimenti marini della Tetide, spingendoli contro la placca di Eurasia formando quindi le Alpi. All'interno della catena è quindi possibile ritrovare porzioni del vecchio basamento cristallino, che costituisce il substrato dei depositi marini, affiorante in superficie. Il clima delle Alpi è il tipico clima delle zone montuose elevate. All'aumentare della quota diminuisce proporzionalmente la temperatura. A circa 3000 metri di altitudine c'è il limite delle nevi perenni che a questa altitudine il calore non riesce a fondere completamente. Gli inverni sono lunghi e con abbondanti nevicate, le estati sono fresche e piovose e quindi si formano ghiacciai anche di notevoli dimensioni. All'aumentare dell'altitudine, diminuisce la pressione atmosferica e l'aria contiene minori quantità di umidità e di anidride carbonica. Anche le piante risentono di questo fenomeno: infatti, l'acqua viene sottratta loro più rapidamente, mentre il loro livello di anidride carbonica diminuisce. Il versante meridionale italiano delle Alpi gode in genere di un clima più mite rispetto ai versanti settentrionali e orientali grazie, oltre alla latitudine, anche all'azione schermante della catena montuosa rispetto ai venti da nord (tramontana) che in caduta sottovento possono provocare il tipico effetto föhn (o favonio). A parità di altitudine Alpi orientali e centrali tendono a essere più fredde rispetto a quelle occidentali per allontanamento dall'Atlantico e avvicinamento al blocco Euroasiatico, risentendo a volte delle correnti meridionali (scirocco e libeccio) schermate invece dall'Appennino settentrionale nel caso delle Alpi occidentali. La piovosità è più elevata rispetto alle zone di pianura circostanti (es. Pianura Padana) e con essa anche la nevosità per effetto dell'altitudine. La stagione più piovosa è l'autunno seguita dalla primavera, l'inverno è rigido e moderatamente nevoso, l'estate è fresca e umida non mancando di frequenti rovesci e temporali. Il clima tende a essere di tipo continentale o ''steppico'', e cioè freddo d'inverno e caldo e asciutto d'estate, nella parti interne e a bassa quota delle valli alpine più sviluppate in lunghezza, come ad esempio la Valle d'Aosta e l'Alto Adige. Il clima e l'idrologia delle Alpi sono soggette a cambiamenti sia di origine naturale sia antropica. Le località più nevose dell'arco alpino italiano risultano essere Limone Piemonte, Madesimo e Sella Nevea. === Flora === File:Kosodrzewina (Sosna górska) Pinus mugo mugo.jpg|''Pino mugo'' File:Rhododendron ferrugineum.JPG|''Rhododendron ferrugineum'' File:Leontopodium alpinum1.jpg|''Leontopodium alpinum'' File:Gentiana acaulis.jpg|''Gentiana acaulis'' File:Chamorchis alpina 230705b.jpg|''Chamorchis alpina'' File:Pulsatilla alpina schneebergensis.jpg|''Pulsatilla alpina'' File:Androsace alpina02.jpg|''Androsace alpina'' File:Ranunculus glacialis.jpg|''Ranunculus glacialis'' Un limite naturale della vegetazione è l'altitudine, che si nota dalla presenza dei principali alberi decidui — quercia, faggio, frassino e acero montano. Questi non raggiungono esattamente la stessa quota, né è frequente che crescano assieme, ma il loro limite superiore di crescita corrisponde in modo abbastanza accurato ai cambiamenti di temperatura verso un clima più freddo che è ulteriormente confermato dai cambiamenti nel manto erbaceo nativo. Questo limite di solito rimane circa a 1200 m sopra il livello del mare sul lato nord delle Alpi, ma a sud spesso sale a 1500 m, talvolta anche a 1700 m. Non si deve supporre che questa regione sia sempre segnata dalla presenza degli alberi caratteristici. L'intervento dell'uomo in molte regioni li ha quasi eliminati e, con l'eccezione delle foreste di faggi delle Alpi austriache, una grande foresta di alberi decidui è rara. Molte regioni, dove tali alberi esistevano una volta, sono state occupate dal pino silvestre e dall'abete rosso, che soffrono meno le devastazioni delle capre, i peggiori nemici della vegetazione arborea. === Fauna === Le specie ritratte nelle immagini seguenti si trovano numerose in diverse aree protette alpine. File:Ibizea.jpg|Stambecco''Capra ibex'' File:Rupicapra rupicapra 0.jpg|Camoscio alpino''Rupicapra rupicapra'' File:Marmota marmota Alpes2.jpg|Marmotta alpina''Marmota marmota'' File:Ptarmigan9.jpg|Pernice bianca''Lagopus muta'' File:Alpenkauw2.jpg|Gracchio alpino''Pyrrhocorax graculus'' File:Steinadler Aquila chrysaetos closeup2 Richard Bartz.jpg|Aquila reale''Aquila chrysaetos'' File:Corvus monedula2.jpg|Taccola''Coloeus monedula'' File:Rothirsch.jpg|Cervo rosso''Cervus elaphus'' File:Aegolius-funereus-001.jpg|Civetta capogrosso''Aegolius funereus'' File:Lupo presso il parco faunistico di Spormaggiore 03.JPG|Lupo''Canis lupus italicus'' File:Plochacz 3001xx.jpg|Sordone''Prunella collaris'' ==== Mammiferi ==== Tra i ruminanti, uno dei più significativi mammiferi delle Alpi è lo stambecco, che ha rischiato l'estinzione. Salvato dall'istituzione del Parco Nazionale del Gran Paradiso è stato poi reintrodotto anche in altre aree protette delle Alpi ed è considerato fuori pericolo. L'affine camoscio alpino ha visto anch'esso una forte diminuzione per la caccia eccessiva, ma con problemi meno gravi dello stambecco; è diffuso in tutta la regione alpina, anche se in modo discontinuo. I camosci alpini appartengono alla stessa specie dei camosci dei Carpazi (''Rupicapra rupicapra'', sottospecie diverse), ma non dei camosci degli Appennini, che sono invece una sottospecie di ''Rupicapra pyrenaica''. Sono diffusi inoltre il cervo rosso (o cervo nobile), il capriolo e in qualche zona anche il daino, introdotto dall'uomo già in epoca medioevale. Successivamente in alcune parti delle Alpi (p.es. Adamello, Alpi Marittime) è stato introdotto il muflone. I carnivori più grossi erano il lupo grigio, l'orso bruno, la lince europea, tutti cacciati intensamente e scomparsi dall'intero arco alpino entro il 1915 circa, con la sola eccezione di una piccola popolazione di orsi in Trentino. Il lupo è tornato sulle Alpi a partire dalle popolazioni appenniniche, raggiungendo intorno al 1990 le Alpi Occidentali e dopo il 2000 anche le Alpi Centrali. Anche nelle Alpi Orientali è ormai accertato l'arrivo da pochi anni del lupo, dove però potrebbero incontrarsi sia esemplari provenienti da ovest (lupi appenninici) che esemplari orientali (lupi balcanici provenienti dalla Slovenia). ==== Uccelli ==== ==== Altri vertebrati ==== ==== Invertebrati ==== === Aree naturali protette === Parco nazionale del Gran Paradiso Le Alpi sono sede di numerosi parchi nazionali all'interno di ciascuno Stato a testimonianza della loro importanza naturalistica. In Italia si trovano il Parco nazionale del Gran Paradiso, il Parco nazionale dello Stelvio, il Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi e il Parco nazionale della Val Grande e numerosi altri parchi regionali e naturali. In Francia il Parco nazionale della Vanoise, il Parco nazionale degli Écrins e il Parco nazionale del Mercantour. In Austria il Parco Nazionale degli Alti Tauri, il Parco nazionale Gesäuse, Parco nazionale Kalkalpen. Principali insediamenti dell'arco alpino Le Alpi sono abitate in tutto da più di 14 milioni di persone. Le più grandi città dell'arco alpino sono Grenoble (Francia) con abitanti, Innsbruck (Austria) con , Trento (Italia) con , Bolzano (Italia) con e Lugano (Svizzera) con e nell'hinterland. I francesi chiamano Grenoble "Capitale delle Alpi" (Capitale des Alpes), gli austriaci chiamano Innsbruck "Capitale delle Alpi" (die Haupstadt der Alpen), mentre in Italia viene chiamata Torino "Capitale delle Alpi" ( abitanti), sorgendo in una pianura posta direttamente ai piedi delle Alpi. Nel 2013 la popolazione totale delle Alpi era di abitanti; con un'area considerata di  km² la densità media risultava di circa 74,6 abitanti/km². Di questi la maggior parte sono francofoni, germanofoni e italofoni. Significativa è anche la comunità slovena. Tuttavia, a causa dell'isolamento dovuto alla conformazione orografica, le Alpi hanno permesso più di altre aree la sopravvivenza di minoranze linguistiche. Ad esempio nelle valli Po, Maira e Varaita si è conservato per secoli l'uso della lingua provenzale, che invece il governo francese ha bandito dall'uso ufficiale e religioso. Analogamente è successo per la lingua francoprovenzale in Valle d'Aosta. Le lingue retoromanze o ladine (friulano, romancio e ladino dolomitico), poi, sono parlate solo (eccetto il friulano) nelle Alpi. Come solo nelle Alpi sono parlati alcuni dialetti tedeschi meridionali, come il Walser e il Cimbro. Nelle vallate alpine meridionali sono parlate (di più che nella pianura padana) le lingue gallo-italiche, cioè il ligure, il piemontese, il lombardo e il veneto. Quanto alla religione, le Alpi sono prevalentemente cattoliche. Sono protestanti i cantoni svizzeri, escluso il Ticino, che è a maggioranza cattolica. Ma anche a questo riguardo bisogna dire che le Alpi, grazie alla configurazione del territorio, sono state per secoli il rifugio di una minoranza, la comunità valdese, che era sorta a Lione, ma ne era dovuta fuggire a causa delle persecuzioni. === Comuni e centri abitati più elevati === Juf * Sestriere * Juf * Breuil-Cervinia * Livigno-Trepalle * Tignes * Val Thorens La catena alpina rappresenta un ostacolo per le principali reti di trasporto transeuropee, potendo essere oltrepassate solo con valichi o tunnel. Fra i corridoi di attraversamento principali ricordiamo: Traforo del Monte Bianco * '''Francia'''-'''Italia''' ** Nizza – Tenda – Cuneo – Torino / Asti – Milano ** Gap – Barcelonnette – Cuneo – Torino – Asti – Milano ** Lione / Valence – Grenoble / Chambéry – Modane / Albertville – Torino / Aosta – Milano ** Lione / Mâcon – Ginevra / Annecy – Chamonix – Aosta – Torino / Milano * '''Germania'''-'''Svizzera'''/ '''Austria''' -'''Italia''' ** Karlsruhe – Friburgo in Brisgovia – Basilea – Zurigo – San Gottardo – Bellinzona – Lugano – Milano ** Stoccarda – Singen – Costanza – Zurigo – San Gottardo – Bellinzona – Milano ** Ulma – Memmingen – Lindau – Bregenz – Coira – San Bernardino – Bellinzona – Milano ** Monaco di Baviera – Garmisch-Partenkirchen – Innsbruck – Brennero – Bolzano – Verona ** Monaco di Baviera – Rosenheim – Kufstein – Innsbruck – Brennero – Bolzano – Verona ** Monaco di Baviera – Rosenheim – Bad Reichenhall – Salisburgo – Villaco – Udine – Treviso – Mestre Alpe di Siusi (Dolomiti Superski) Le Alpi hanno una fortissima vocazione turistica. Già nel XIX secolo gli inglesi esaltavano il concetto di Alpi come ''playground of Europe'' (v. Alpinismo). Una speciale importanza per le Alpi ha il turismo associato agli sport invernali, ma anche il turismo degli amanti delle escursioni e delle arrampicate. Per molte comunità alpine il turismo è diventato praticamente l'unica fonte di reddito (a scapito delle attività tradizionali, relegate a un ruolo marginale). Famose in Italia sono stazioni invernali ed estive come Sestriere, Courmayeur, Breuil-Cervinia, Alagna Valsesia, Macugnaga, Madesimo, Livigno, Bormio, Tonale, Madonna di Campiglio, Cortina d'Ampezzo, Foppolo, ecc. in Francia Chamonix, Courchevel, Tignes, Méribel, Morzine, Les Deux Alpes, ecc., in Svizzera Zermatt, Saas-Fee, Sankt Moritz, Wengen, Adelboden, Veysonnaz, Crans-Montana, Gstaad, Lenzerheide, Davos, ecc., in Austria Kitzbühel, Soelden, Schladming, Lienz, Flachau, Saalbach-Hinterglemm, Sankt Anton, Nassfeld-Pramollo, ecc., in Slovenia Kranjska Gora, Plezzo, Maribor, ecc., in Germania Garmisch-Partenkirchen, ecc. Gli ambientalisti e una parte degli abitanti locali temono però sempre maggiormente i danni che il turismo di massa può arrecare e invocano sempre più spesso dei limiti all'utilizzo turistico delle Alpi. Ad esempio, vengono costruite sempre più vie di comunicazione attraverso le montagne, vengono alterate le strutture dei villaggi, aumentano i rifiuti da smaltire. D'altra parte, lo sviluppo delle infrastrutture turistiche ha già toccato in diverse vallate il suo limite perché la superficie utile è limitata da pericoli naturali (valanghe, frane, ecc.). Alcune tragiche disgrazie negli ultimi anni (ad esempio a Galtür, in Tirolo, nel febbraio 1999) hanno evidenziato questa problematica. Il turismo itinerante rappresenta invece un esempio di turismo ecologicamente sostenibile ("turismo dolce"), in particolar modo se riscopre vallate semi-abbandonate e minacciate dall'emigrazione, contribuendo ad assicurare una fonte di introiti per le popolazioni originarie. Questo tipo di turismo viene pubblicizzato in maniera esemplare dalla Grande Traversata delle Alpi in Piemonte. === Condizioni === Il Cervino La varietà paesaggistica, le bellezze culturali e le particolari condizioni climatiche sono prerequisiti ottimali per l'utilizzo turistico delle Alpi, poiché permettono offerte differenziate per i diversi interessi turistici (ad es. turismo di relax, attivo, di cura, culturale, ecc.). In estate sono possibili soggiorni riposanti o energizzanti (trekking, passeggiate, turismo balneare sui laghi), e soprattutto la vacanza sportiva nella sua forma più elevata, l'Alpinismo. Questa è stata anche l'attività che ha inaugurato lo sviluppo turistico delle Alpi. In particolar modo fu il turismo inglese a lasciare un'impronta decisiva al termine del XIX secolo. Già all'epoca vennero organizzati dall'inglese Thomas Cook dei viaggi di massa dalla Gran Bretagna verso le Alpi. In inverno le Alpi sono un'attrattiva mondiale per gli sport invernali, fra i quali domina lo sci nelle sue diverse evoluzioni e varianti. Negli ultimi decenni il turismo invernale ha però ceduto il passo alla sua variante estiva in numerose aree della catena montuosa. === Vantaggi e pericoli === Attraverso il turismo di massa si creano posti di lavoro e introiti a livello regionale, e si può ridurre lo spopolamento delle aree montane. Il turismo alpino è però spesso concentrato solo in determinati territori, città o paesi. Nei grandi territori privi di turismo di massa l'emigrazione è infatti ancora rilevante. Spesso si incontrano a breve distanza aree di grande sfruttamento e "terre di nessuno", almeno a livello turistico. Questo fenomeno si riscontra prevalentemente nelle Alpi italiane, anche a causa della loro estensione. Le popolazioni alpine sono ormai fortemente dipendenti dal turismo di massa. A questo fenomeno si sottomettono spesso intere aree del vivere civile, e talvolta le identità o le particolarità regionali si riducono a semplici cliché. Inoltre le condizioni di lavoro legate al turismo offrono spesso prospettive limitate e non interessanti (orari di lavoro estremamente flessibili, compensi ridotti, elevata stagionalità). I lavoratori che non vogliono o non possono sottostare a queste condizioni trovano soltanto le alternative dell'emigrazione o del pendolarismo. L'intensivo turismo di massa ha portato anche problemi ecologici, come inquinamento, problemi di smaltimento dei rifiuti, incremento del traffico stradale e "inquinamento estetico", ad esempio a causa di strutture altamente tecnologiche come le funivie, che hanno un notevole impatto ambientale. Con una lunghezza di 23 chilometri e uno spessore di 900 metri, il Ghiacciaio dell'Aletsch è stato il primo sito naturale dell'arco alpino, insieme a Jungfrau, Mönch, Eiger, Bietschhorn, a essere inserito tra i patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. Nelle Alpi ci sono in tutto diciassette siti del Patrimonio mondiale suddivisi tra Italia, Germania, Svizzera ed Austria, di cui tre transfrontalieri. ;Patrimonio naturale * Arena tettonica di Sardona (Svizzera) * Dolomiti (Italia) * Jungfrau, Mönch, Eiger, Ghiacciaio dell'Aletsch, Bietschhorn (Svizzera) * Monte San Giorgio (Svizzera/Italia) ;Patrimonio culturale. * Incisioni rupestri della Val Camonica (Italia) * Monastero di San Giovanni in Val Müstair (Svizzera) * Chiesa del Pellegrinaggio di Wies (Germania) * Abbazia di San Gallo (Svizzera) * Centro storico di Salisburgo (Austria) * Hallstatt, Dachstein, Salzkammergut (Austria) * Ferrovia del Semmering (Austria) * Centro storico di Graz e Castello Eggenberg (Austria) * Castelli, mura e bastioni della città-mercato di Bellinzona (Svizzera) * Sacri Monti di Piemonte e Lombardia (Italia) * Ferrovia Retica (Svizzera/Italia) * Siti palafitticoli preistorici attorno alle Alpi (Italia, Francia, Slovenia, Svizzera Germania Austria) * Longobardi in Italia: i luoghi del potere (solo alcuni di essi sono nelle Alpi)
Alba Longa
'''Alba Longa''' fu una città del ''Latium vetus'', a capo della confederazione dei popoli latini , di incerta localizzazione.Fu distrutta da Roma sotto il re Tullo Ostilio, dopo l'anno 673 a.C.
Il giuramento degli Orazi Secondo Dionigi di Alicarnasso la zona di Alba Longa in origine sarebbe stata abitata dai Siculi, poi scacciati da queste terre dagli Aborigeni, che vi avrebbero vissuto come tali, fino all'arrivo dei Troiani. Dall'unione dei due popoli sarebbero derivati i Latini La leggenda narra che la città di Alba Longa fu fondata da Ascanio, o Iulo, figlio di Enea, trenta anni dopo la fondazione di ''Lavinium''. Livio racconta che trascorsero circa trent'anni dalla fondazione di ''Laurentum'' a quella di Alba Longa, così chiamata per la sua posizione allungata sulla dorsale del monte; Cronologicamente l'avvenimento si collocherebbe intorno alla metà del XII secolo a.C., qualche tempo dopo la distruzione di Troia (avvenuta secondo gli eruditi antichi nel 1184 a.C.). Da Ascanio sarebbe quindi discesa una dinastia di Re albani, di cui conosciamo solo i nomi, fino ad arrivare a Numitore ed Amulio, figli del re Proca A quel tempo i domini di Albalonga si estendevano fino al Tevere. Il legittimo erede di Proca era Numitore, ma questi fu scacciato dal fratello Amulio che si impadronì del trono. Una profezia predisse che Amulio sarebbe stato deposto da un discendente di Numitore. Per questa ragione Amulio costrinse Rea Silvia, unica figlia di Numitore, a diventare vestale, cosa che comportava automaticamente fare voto di castità: in questo modo Numitore non avrebbe più avuto successori legittimi. Secondo la leggenda tuttavia Rea Silvia rimase incinta del dio Marte e successivamente partorì i gemelli Romolo e Remo. Amulio ordinò che i gemelli venissero uccisi, ma questi furono invece abbandonati nel fiume Tevere e si salvarono venendo allattati da una lupa Divenuti grandi e conosciuta la propria origine scacciarono Amulio dal trono, restituendolo al nonno Numitore e da questi ottennero poi il permesso di fondare una nuova città, Roma Con il crescere della potenza di Roma, sotto il re Tullo Ostilio (intorno dunque alla metà del VII secolo a.C.), le due città vennero a contrasto e la guerra fu decisa, per idea del re di Alba Longa Mezio Fufezio, da una disfida fra tre fratelli romani, gli Orazi, contro tre fratelli di Alba Longa, i Curiazi, vinta dai campioni romani. In seguito alla battaglia di Fidene, durante la quale Mezio Fufezio aveva tentato di tradire l'esercito romano, di cui era alleato, la città di Alba Longa venne distrutta dai Romani né fu mai più ricostruita. I suoi abitanti furono trasferiti a Roma e si insediarono sul Celio, andando ad ingrandire così la stessa Urbe I dati archeologici disponibili per l'età del ferro ci mostrano l'esistenza di una serie di villaggi, ciascuno con la propria necropoli, disposti lungo il lato sudoccidentale del lago Albano che saranno le future città albane di ''Tusculum'', ''Aricia'', ''Lanuvium'', ''Velitrae'' e ''Labicum''. Al momento della distruzione da parte di Roma i villaggi dovevano essere in una fase ancora preurbana, nella quale andavano aggregandosi intorno ad un centro maggiore che potrebbe essere nel sito dell'attuale Castel Gandolfo. Le necropoli sembrano essere qui infatti di maggiore estensione e permettono di ipotizzare la presenza di un considerevole abitato. Solo in epoca tardo-repubblicana il territorio albano (''Ager Albanus'') sarà interessato dall'insediamento di numerose ville residenziali, note dalle fonti e testimoniate dai resti tuttora conservati (tra queste la villa imperiale di Domiziano nell'odierna Castel Gandolfo). In seguito Settimio Severo vi stabilì gli accampamenti della ''Legio II Parthica'', che presero il nome di ''Castra Albana'' e dai quali ebbe origine la città di Albano Laziale. Tito Livio localizza la città sul Monte Albano, in posizione allungata nel senso della dorsale montana, da cui il nome ''Alba Longa''. La localizzazione dell'antica città latina è stata questione molto dibattuta già dal XVI secolo, sulla base del racconto della sua fondazione presente nello storico greco di età augustea Dionigi di Alicarnasso, che parla di una sua collocazione tra il Monte Cavo e il lago Albano .Il sito era stato identificato con il convento di San Paolo nella località di Palazzolo, presso Rocca di Papa, oppure nella località di Coste Caselle, presso Marino, o infine nel luogo occupato dall'odierna Castel Gandolfo. Quest'ultima infatti occupa il sito che le fonti dicono aver occupato l'antica ''arx'' della città. Una nuova interpretazione sostiene che la città sorgesse invece sul monte Artemisio, nei pressi dell'antico lago ora prosciugato agli attuali Pratoni del Vivaro, non lontano dalla via Latina. Sulla cima del ''Mons Albanus'' (maggiormente conosciuto col nome attuale di Monte Cavo) esisteva il santuario dedicato a ''Iuppiter Latiaris'' (Giove Laziale), di origini antichissime. L'oratore latino Floro racconta che il luogo fosse scelto dallo stesso Ascanio, il fondatore di Alba Longa, che dopo la fondazione della città vi aveva invitato i Latini per celebrare un sacrificio a Giove. Nel santuario si celebravano ogni anno le ''Feriae latinae'', in cui tutte le città appartenenti alla confederazione dei popoli latini si riunivano per sacrificare al dio un toro bianco, le cui carni venivano poi distribuite tra tutti i partecipanti. Si trattava dunque di un culto federale e la sua posizione presso Alba Longa ci testimonia quindi dell'egemonia che questa doveva esercitare sugli altri centri della regione, tra cui doveva esserci anche la stessa Roma. Dopo la distruzione di Alba Longa e la sostituzione di Roma come centro egemone, la tradizione ricorda l'erezione di un vero e proprio tempio dedicato a ''Iuppiter Latiaris'' sul ''Mons Albanus'' sotto il regno di Tarquinio il Superbo, e lo stesso tempio di Giove Ottimo Massimo sul Campidoglio, costruito nel 507 a.C., era destinato a rimpiazzare le funzioni del santuario federale latino, spostandone il centro religioso a Roma. Dell'antico santuario rimangono oggi solo alcuni filari dei blocchi che ne delimitavano il perimetro, ora fuori posto, e notevoli resti della via lastricata, la via Sacra, che ne costituiva l'accesso e si staccava dalla via Appia presso l'odierna Ariccia, giungendo nel territorio di Rocca di Papa. Secondo l'interpretazione classica, il nome di Alba Longa ha precisamente il significato delle due parole latine, ''alba'' (bianca) e ''longa'' (lunga). Il racconto leggendario della fondazione da parte di Ascanio lo associa al colore bianco della scrofa che indicò il luogo dove stabilirsi. Si pensava anche che il colore bianco era riferito all'altura su cui sorse la città o a un monte vicino: lo stesso monte Cavo secondo alcuni sarebbe stato chiamato ''albus'', come altri monti. Più probabilmente il nome deriva da una radice indoeuropea che significa "altura", "monte" oppure "pascolo montano", "alpeggio", attestata nel vicino sabino e nelle lingue celtiche, come molti altri toponimi montani, tra cui Alpi e Albania.
Assistenza infermieristica
L'''assistenza infermieristica''' indica l'attività terapeutica, palliativa, riabilitativa, educativa e preventiva rivolta all'individuo, alla comunità o alla popolazione, svolta su soggetti sani o malati, al fine di recuperare uno stato di salute adeguato e prevenendo l'insorgenza di alterazioni morfo-funzionali per l'individuo e/o la comunità. Essa è pianificata, operata, diretta e valutata dal professionista infermiere.
'''Secondo il DM 739/94:''' * L'infermiere è l'operatore sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante e dell'iscrizione all'albo professionale è responsabile dell'assistenza generale infermieristica. * L'assistenza infermieristica preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa è di natura tecnica, relazionale, educativa. Le principali funzioni sono la prevenzione delle malattie, l'assistenza dei malati e dei disabili di tutte le età e l'educazione sanitaria. * L'infermiere: ** Partecipa all'identificazione dei bisogni di salute della persona e della collettività; ** Identifica i bisogni di assistenza infermieristica della persona e della collettività e formula i relativi obiettivi; ** Pianifica, gestisce e valuta l'intervento assistenziale infermieristico; ** Garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico-terapeutiche; ** Agisce sia individualmente sia in collaborazione con gli altri operatori sanitari e sociali; ** Per l'espletamento delle funzioni si avvale, ove necessario, dell'opera del personale di supporto; ** Svolge la sua attività professionale in strutture sanitarie pubbliche o private, nel territorio e nell'assistenza domiciliare, in regime di dipendenza o libero-professionale. * L'infermiere contribuisce alla formazione del personale di supporto e concorre direttamente all'aggiornamento relativo al proprio profilo professionale e alla ricerca. * La formazione infermieristica post-base per la pratica specialistica è intesa a fornire agli infermieri di assistenza generale delle conoscenze cliniche avanzate e delle capacità che permettano loro di fornire specifiche prestazioni infermieristiche nelle seguenti aree: ** Sanità pubblica: infermiere di sanità pubblica; ** Pediatria: infermiere pediatrico; ** Salute mentale-psichiatria: infermiere psichiatrico; ** Geriatria: infermiere geriatrico; ** Area critica: infermiere di area critica. * In relazione a motivate esigenze emergenti dal Servizio sanitario nazionale, potranno essere individuate, con decreto del Ministero della sanità, ulteriori aree richiedenti una formazione complementare specifica. Il percorso formativo viene definito con decreto del Ministero della sanità e si conclude con il rilascio di un attestato di formazione specialistica che costituisce titolo preferenziale per l'esercizio delle funzioni specifiche nelle diverse aree, dopo il superamento di apposite prove valutative. La natura preferenziale del titolo è strettamente legata alla sussistenza di obiettive necessità del servizio e recede in presenza di mutate condizioni di fatto. Scultura raffigurante Ippocrate. Nel V secolo a.C., Ippocrate di Kos, studente di Chirone (considerato, secondo la mitologia, il padre della medicina), fu una delle prime persone al mondo a studiare il concetto di assistenza sanitaria, guadagnandosi così il titolo di "padre della medicina moderna". In Europa la concezione occidentale di assistenza infermieristica fu applicata inizialmente dai monaci cattolici, che si presero cura dei malati e degli infermi durante il Medioevo europeo. A partire dall'età moderna, nell'Europa nord-atlantica il processo di evoluzione sanitaria inizia precocemente, a differenza di quella orientale e meridionale la quale avviene in modo tardivo e lento. Effettuando un paragone con il XVIII secolo, nel secolo successivo avvenne un aumento della vita media europea di circa 12 anni, Fotografia di Florence Nightingale. La storia della moderna scienza infermieristica, intesa dal XIX secolo ai giorni odierni, è da considerarsi un processo in ascesa, culminato dai progressi della tecnologia, della cultura generale, del sapere scientifico e del progresso intellettuale in ambito sanitario. Infatti determinante fu l'opera di Florence Nightingale, che contribuì a determinare nuovi livelli di assistenza ed in onore della quale si celebra annualmente la giornata internazionale dell'infermiere. Quest'ultima infatti lavorando per migliorare le condizioni dei soldati nella guerra di Crimea, posò la prima pietra per la creazione della professione infermieristica, con i principi riassunti nel libro "''Notes of Nursing''". La figura dell'infermiere intanto superò alcuni pregiudizi, come ad esempio la concezione che lo scopo principale dell'infermiere sia eseguire le indicazioni del medico. Questa tendenza di certo non è assecondata nel libro, dove i medici sono citati raramente, e spesso con tono critico, in particolare in riferimento alla relazione medico-paziente. Nel 1853 Theodore Fliedner fondò un ospedale dove le infermiere assunte dovevano essere gentili. Molte persone furono positivamente colpite da questa scelta, e grazie a questo fu fondato il ''British Institute of Nursing Sisters''. Altre importanti infermiere che hanno contribuito all'evoluzione della professione sono: * Mary Seacole, che lavorò anch'essa come infermiera in Crimea; Agnes Elisabeth Jones e Linda Richards che fondarono scuole di infermieristica di alto livello negli Stati Uniti d'America e in Giappone; * Linda Richards che fu la prima infermiera americana ufficialmente educata in modo professionale. Diplomata nel 1873 nel "New England hospital for Women and Children" a Boston. Nei primi anni del XX secolo l'era delle scuole sul modello Nightingale, con gestione autonoma e dirette da infermiere, finì. Le scuole furono controllate dagli ospedali e fu scoraggiato un apprendimento teorico. Gli ospedali e i medici vedevano le infermiere come una risorsa di lavoro gratuita o poco costosa. Lo sfruttamento non era infrequente da parte dei datori di lavoro degli infermieri, dai medici e dagli educatori. La pratica infermieristica era controllata dalla medicina. Si registrò inoltre un aumento della vita media di 25 anni. Le malattie endemiche in questi secoli sono causa di numerosi morti, quali la malaria e la tubercolosi, in quanto quest'ultima trova il suo periodo di massima diffusione nell'Ottocento con una mortalità pari al 30% dei tisici. La Nuova Zelanda fu il primo Stato a regolamentare la figura dell'infermiere con l'adozione del ''Nurses Registration Act'' il 12 settembre 1901. Ellen Dougherty fu la prima infermiera ufficialmente registrata. La Carolina del Nord è stato il primo Stato negli Stati Uniti ad approvare la legge sulla concessione di licenze agli infermieri nel 1903. L'età contemporanea infine ha visto la creazione dei corsi di laurea in infermieristica e l'assistenza infermieristica ha numerose riviste dedicate, per ampliare le conoscenze alla base della professione. Gli infermieri possono assumere ruoli importanti nella gestione del servizio sanitario o nella ricerca all'interno delle università. La scienza infermieristica si è a lungo evoluta all'ombra della medicina, motivo per cui risultava difficile individuare il corpo di conoscenze proprio alle cure infermieristiche”. Già alla fine dell'XIX secolo Florence Nightingale sosteneva che la ''“natura dell'attività infermieristica esigeva un sapere proprio e distinto da quello medico”''. La Nightingale è oggi ritenuta il fondatore della concezione della moderna assistenza infermieristica, in quanto per assistere i malati è indispensabile possedere conoscenze che derivano dall'esperienza oltre che da approfondite e accurate ricerche fondate sul metodo scientifico, e che sono distinte da quelle mediche. Gli elementi che distinguono l'infermieristica dalla medicina vanno ricercati nella differenza tra il nursing e caring e del curing, quindi rispetto alla dimensione delle cure intese come bisogni dell'assistito, e del trattamento della malattia in sé e per sé. Nursing e caring sono basati su aspetti di relazione, orientamento e sviluppo delle potenzialità dell'assistito in modo indipendente dalla medicina: ''« Caring in the nursing profession takes place every time a nurse-to-patient contact is made. The nurse enters the world of the patient in order to come to know the patient as a caring person, and that it is from this “epistemology” that the caring of nursing unfolds". ».'' Nell'epoca moderna, la formazione dedica una particolare attenzione alla storia infermieristica, in quanto si cerca di utilizzare e sviluppare modelli teorici per la pratica infermieristica, rinforzando l'enfasi della professione sulla pratica basata sulla teoria. I modelli concettuali d'infermieristica generano conoscenze che migliorano la pratica e guidano la ricerca infermieristica. Progressivamente la professione ha sviluppato il proprio corpo di conoscenze, i concetti e le teorie continuano ad evolversi per sostenere e sviluppare sempre di più la componente intellettuale e la componente pratica dell'infermieristica. Gli impianti teorici sono fondamentali per l'evoluzione delle conoscenze infermieristiche e della pratica professionale. L'evoluzione concettuale del nursing ha inglobato anche teorie da fonti non infermieristiche, comprese le teorie dei sistemi, dei bisogni umani, del cambiamento, del problem solving e del decision making, portando così alla formazione di un corpus di conoscenze basate su evidenze scientifiche, supportate da migliaia di studi in tutti i settori dell'infermieristica, che forma oggi il nuovo professionista infermiere. L'organizzazione razionale dell'assistenza prodotta dall'infermiere è orientato a rispondere sia a generali che più specifiche esigenze di persone malate o persone sane o anche in fin di vita (Henderson). Vari autori hanno descritto la propria visione dell'assistenza in teorie generali, e molte di queste hanno contribuito allo sviluppo di altre più specifiche in rapporto a vari contesti e situazioni dell'assistenza spesso intesa come sequenza di fasi precostituite, ma anche come relazione tra soggetti o anche come influenza (si veda Rogers e la sua scuola). Le principali teorie infermieristiche, assieme ai loro scopi sono: *Florence Nightingale (1860) in Notes on Nursing, What it is and what it is not: la teoria indirizza verso i principali bisogni dei malati e i principi di base di una buona assistenza sanitaria. Considera inoltre i vari tipi di ambiente: fisico, psichico e sociale, per questo la sua teorica viene definita "ambientale". *Hildegard Peplau (1952) in Interpersonal relations in Nursing: la teoria sviluppa un rapporto interpersonale fra l'assistito e l'infermiere che consta di alcune fasi fondamentali: orientamento, identificazione, utilizzazione, risoluzione; *Virginia Henderson (1955) in The nature of Nursing: assistere la persona a riacquistare la propria indipendenza, il più rapidamente possibile; *Lydia E. Hall (1964) in Nursing-What is it?: fornire assistenza infermieristica alle persone terminato lo stato acuto di malattia; *Dorothea Orem (1971) in Nursing: Concepts of pratice: fornire assistenza e aiutare le persone a realizzare l'autocura; *Joyce Travelbee (1971) in Interpersonal aspects of Nursing: assistere e aiutare individui, famiglie, comunità e gruppi a prevenire o ad affrontare la malattia e a guarire; *Jean Watson (1979) in Nursing: The philosophy and science of caring: concentrarsi sui fattori curativi che derivano da una prospettiva umanistica e da conoscenze scientifiche; *Madeleine Leininger (1978) in Transcultural Nursing: prendere in considerazione i valori e le credenze dell’assistito al fine di raggiungere lo scopo precipuo dell’assistenza infermieristica. L'assistenza è uno strumento di cui il professionista adeguatamente formato si avvale, assieme ad altri strumenti scientifici, per rilevare e rispondere al bisogno di salute attraverso l'utilizzo della strategia del ''problem solving.'' Il processo di assistenza consiste nella presa in carico dell'individuo che presenti un bisogno di salute. È generalmente considerato come un approccio sistematico di ''risoluzione del problema'' che viene utilizzato nell'assistenza infermieristica individualizzata. È utilizzato dagli infermieri per identificare e trattare le risposte umane a problemi reali o potenziali, ed assisterli. Esso possiede le seguenti caratteristiche: * modello per erogare assistenza infermieristica ai pazienti, alle famiglie e alla comunità * è ordinato e sistematico; * è interdipendente; * offre assistenza infermieristica individualizzata; * è centrato sul paziente e sui suoi punti di forza; * il suo uso è appropriato in tutto l'arco della vita; * può essere usato in tutti gli ambienti. Il processo d'assistenza: * ''Promuove la collaborazione tra le varie discipline e figure professionali'', * ''Organizza e vigila le operazioni di vita quotidiana del paziente '', * ''Incoraggia la partecipazione del paziente e promuove la sua autonomia'', * ''Promuove un aumento del benessere dell'individuo e della popolazione in ordine di un miglioramento continuo della qualità di vita'', * ''Promuove un'assistenza di tipo personalizzato'', * ''È efficiente'' (miglior rapporto costo-beneficio). === Le fasi === Le fasi del processo infermieristico sono: * ''Accertamento (assessment)'': nel processo di assistenza l'accertamento è la valutazione critica di elementi informativi sulle capacità dell'individuo, gruppo o famiglia, allo scopo di identificare elementi migliorabili nell'indipendenza di cura del soggetto sensibili alle azioni di nursing (non invasive, non basate su farmaci). * ''Diagnosi:'' diagnosticare la capacità migliorabile con l'azione del nursing, è la fase del giudizio clinico che vincola l'infermiere ad assumere una responsabilità di presa in carico o meno, alla luce dei risultati perseguibili con la sua offerta di assistenza. Le diagnosi sono giudizi del nursing che risolvono il problema interpretativo iniziale costituito da comportamenti e performance accertate non corrispondere alle attese del soggetto stesso e del professionista. Con la diagnosi la differenza viene interpretata e correlata alla probabilità di miglioramento per evoluzione spontanea o indotta dall'assistenza (pertinenza con l'ambito del nursing). * ''Problemi collaborativi'': Spesso citati come "problema che l'infermiere deve riconoscere e risolvere in collaborazione con le altre figure sanitarie". Questa affermazione (proposta da Linda J. Carpenito) identifica la necessaria capacità dell'infermiere di identificare un possibile complicanza, anche fatale, che si può venire a sviluppare nel paziente preso in carico e l'obbligo di farlo presente al team sanitario tutto, così da poter prevenire, ognuno secondo le proprie competenze, e secondo scienza e coscienza, qualsiasi evento avverso al paziente. * ''Identificazione degli obiettivi'': i risultati che il paziente raggiungerà a seguito dell'intervento infermieristico * ''Pianificazione'': questa fase riguarda la preparazione del programma degli interventi assistenziali che si propongono di realizzare gli obiettivi di nursing. * ''Attuazione'': questa è la fase attiva del processo di assistenza. Corrisponde alla implementazione del piano nell'insieme delle attività da erogare all'assistito. * ''Valutazione'': si riferisce al giudizio sul rapporto tra esiti e obiettivi tenuto anche conto dell'impegno in azioni, tecnologia e altre risorse (efficacia e costi sostenuti). La valutazione costituisce la condizione necessarie per le ulteriori scelte di intervento e di miglioramento possibile del programma stesso. Il rapporto '''State of the world’s nursing 2020,''' stilato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, denuncia l'insufficienza di forza lavoro infermieristica e richiama gli stati membri a perseguire i seguenti obbiettivi: * Incremento dei finanziamenti nell'educazione ed assunzione di più infermieri (almeno 6 milioni di nuovi posti di lavoro per infermieri entro il 2030) * Rafforzare la capacità di raccogliere, analizzare ed interpretare i dati relativi al personale sanitario * Educare e formare gli infermieri in competenze scientifiche, tecnologiche e sociologiche * Promuovere posizioni di leadership * Migliorare le condizioni di lavoro promuovendo salari equi, il diritto alla salute e alla sicurezza sul lavoro * Rafforzare il ruolo degli infermieri nei settori strategici quali salute, istruzione, immigrazione, finanza.
Linguaggio assembly
Il '''linguaggio assembly''' è un linguaggio di programmazione molto simile al linguaggio macchina, pur essendo differente rispetto a quest'ultimo. Erroneamente viene spesso chiamato "assembler", ma quest'ultimo termine identifica solo il programma "assemblatore" che converte il linguaggio assembly in linguaggio macchina.
=== RISC e CISC === Il linguaggio assembly costituisce il cosiddetto ISA (''Instruction Set Architecture'') di un processore. I diversi ISA possono essere divisi in due grandi gruppi: i RISC (''Reduced Instruction Set Computer'') e i CISC (''Complex Instruction Set Computer''). Il primo gruppo tende ad avere operazioni semplici e veloci, con grande abbondanza di registri per memorizzare i risultati intermedi. Il secondo mette a disposizione del programmatore istruzioni più complesse, che a volte mimano quelle dei linguaggi di livello più alto (ad esempio, la copia di stringhe nei processori x86). In entrambi i casi, i migliori set di istruzioni tendono ad essere quelli cosiddetti ''ortogonali'', dove i diversi metodi di indirizzamento e i diversi registri possono essere usati indifferentemente in tutte le istruzioni. Famosi set di istruzioni ortogonali sono quelli del Motorola 68000 (CISC) e del MIPS (RISC). L'ISA dei processori Intel x86 era originariamente ben poco ortogonale, ed è andata via via migliorando. La distinzione tra ''set'' di istruzioni RISC e CISC è oggi un po' sfumata, perché la maggior parte dei processori consumer sono oggi dei CRISP, cioè un misto fra i due. Inoltre, alcuni processori traducono l'ISA originale in un set di istruzioni interno, per ragioni diverse e con modalità diverse: * nel caso dell'Intel Pentium 4 e dell'AMD Athlon, è per liberarsi dalle limitazioni causate da un'ISA retrocompatibile ormai arcaica, e la conversione è eseguita direttamente da hardware dedicato che effettua la necessaria ''decodifica''; * nel caso dei processori Transmeta, è per poter "tradurre" ISA di altri processori esistenti come se fossero proprie, e la traduzione è fatta da qualcosa di concettualmente molto simile a ''routine'' firmware (denominate ''microcodice'') memorizzate in un'area ROM ricavata sul silicio del microprocessore. === Scopo === L'assembly ha lo scopo generale di consentire al programmatore di ignorare il formato binario del linguaggio macchina. Ogni codice operativo del linguaggio macchina viene sostituito, nell'assembly, da una sequenza di caratteri che lo rappresenta in forma ''mnemonica''; per esempio, il codice operativo per la somma potrebbe essere trascritto comeADDe quello per il salto comeJMP. In secondo luogo, i dati e gli indirizzi di memoria manipolati dal programma possono essere scritti, in assembly, nella base numerica più consona al momento: esadecimale, binaria, decimale, ottale ma anche in forma simbolica, utilizzando stringhe di testo (identificatori). Il programma assembly risulta in questo modo relativamente più leggibile di quello in linguaggio macchina, con il quale mantiene però un totale (o quasi totale) isomorfismo. Il programma scritto in assembly non può essere eseguito direttamente dal processore; esso deve essere tradotto nel linguaggio macchina (binario) corrispondente, usando un programma compilatore detto assembler. === Non univocità === A causa di questa "vicinanza" all'hardware, non esiste un unico linguaggio assembly. Al contrario, ogni CPU o famiglia di CPU ha un suo proprio assembly, diverso dagli altri. Ad esempio, sono linguaggi assembly ben diversi quelli per i processori Intel x86, per i Motorola 68000 e per i Dec Alpha. Questo significa che conoscere un certo linguaggio assembly significa saper scrivere programmi solo su una determinata CPU o famiglia di CPU. Passare ad altre CPU però è relativamente facile, perché molti meccanismi sono analoghi o del tutto identici, quindi spesso il passaggio si limita all'apprendimento di nuovi codici mnemonici, nuove modalità di indirizzamento ed altre varie peculiarità del nuovo processore. Molto meno facile è invece portare un programma scritto in assembly su macchine con processori diversi o con architetture diverse: quasi sempre significa dover riscrivere il programma da cima a fondo, perché i linguaggi assembly dipendono completamente dalla piattaforma per cui sono stati scritti. Molti compilatori assembly supportano sistemi di macro che potrebbero essere impiegati per ovviare in parte a questo problema, ma si tratta di una soluzione poco efficace. Inoltre l'assembly non offre alcun "controllo sui tipi" (non esiste alcunché di vagamente simile al concetto di "tipo" nella programmazione ''low-level''), ma lascia al programmatore la responsabilità di occuparsi di ogni singolo dettaglio della gestione della macchina e richiede molta disciplina e un esteso lavoro di commento per non scrivere codice che risulti assolutamente illeggibile (ad altri programmatori come anche a se stessi dopo qualche tempo). A fronte di questi svantaggi l'assembly offre un'efficienza senza pari e il controllo completo e assoluto sull'hardware: i programmi in assembly sono, in linea di principio, i più piccoli e veloci che sia possibile scrivere su una data macchina. Scrivere (buon) codice in assembly è dispendioso in termini di tempo, difficile e quindi molto costoso, soprattutto in prospettiva (future modifiche): per questo, raramente l'assembly è il solo linguaggio usato in un progetto mainstream, a meno che questo non sia di dimensioni e portata limitate. In genere si usa in combinazione con altri linguaggi: la maggior parte del codice viene scritta in un linguaggio ad alto livello, mentre le parti più critiche (per motivi di performance, precisione del timing o affidabilità) si scrivono in assembly. Tali problematiche sono riscontrabili principalmente su piattaforme come i ''personal computer'' attuali, dove la vastità quantitativa e l'enorme gamma qualitativa dell'hardware disponibile crea alle applicazioni low-level un oggettivo problema mai risolto (e presumibilmente non risolvibile) a livello di unificazione e standard. A ciò si aggiunga l'evoluzione costante verso una sempre maggiore stratificazione dei comuni sistemi operativi, caratterizzata da numerosi vincoli e virtualizzazioni delle periferiche fisiche e dei canali di comunicazione, che non rendono agevole lo sviluppo di un software che interagisca direttamente con l'hardware sottostante e ne gestisca direttamente le caratteristiche. Si possono però citare due esempi, peraltro correlati, di totale inversione di questo paradigma generale: * Ha ampiamente senso creare programmi interamente in assembly destinati ad hardware caratterizzato architetturalmente da documentazione esaustiva, grande predicibilità, stabilità e scarsa variabilità temporale del design: per esempio, si possono citare gli ''home computer'' degli anni ottanta, come i Commodore Vic-20 e C64 o il Sinclair ZX Spectrum. * Ha parimenti senso, ed un forte riscontro nella pratica invalsa negli ultimi trenta anni, operare prevalentemente o esclusivamente in assembly nel vastissimo mercato dei sistemi embedded, per la programmazione di microcontroller e DSP, eventualmente anche sotto forma di ''core'' implementati tramite ASIC, CPLD ed FPGA, al fine di massimizzare performance e rispetto dei vincoli temporali, minimizzando nel contempo il ''footprint''. Ciò trova riscontro a tutti i livelli della filiera produttiva, a partire dalla progettazione dei chip e del relativo linguaggio utilizzando ISA di tipo RISC e fortemente ortogonali, la cui ottimizzazione (in spazio o in performance) è altamente semplificata. Questo approccio è fondamentale in quanto consente grandi economie di scala nei progetti tipici del mondo ''embedded'', caratterizzati dalla capacità di assorbire costi iniziali (''NRE, non-recurrent engineering costs'') anche elevati, purché finalizzati ad una forte compressione del costo unitario del prodotto finale, anche per volumi medio-bassi. Ecco allora che la possibilità di utilizzare un microcontroller con limitatissime risorse di memoria ROM e RAM scrivendo il firmware integralmente in assembly diventa essenziale al fine di minimizzare i costi, l'ingombro in piastra, la suscettibilità elettromagnetica, aumentando anche l'affidabilità (processori più "datati" hanno un incolmabile vantaggio in termini di milioni di ore di test e funzionamento sul campo, ossia la "merce" di gran lunga più preziosa per i sistemi embedded variamente critici) ed ottimizzando numerosi altri fattori. La struttura di un tipico listato Assembly x86 per PC si articola, a grandi linee, nei seguenti termini: * intestazione, in cui possiamo inserire, tramite dei commenti, il nome e la funzione del programma. * segmento dati, in cui andiamo a dichiarare formalmente le variabili usate dal programma (in pratica allochiamo delle zone di memoria nel segmento puntando dal DS data segment) * segmento di stack, in cui definiamo la struttura dello stack associato al programma (parleremo dello stack in seguito) * segmento di codice, in cui è presente il codice del programma * chiusura Vale la pena di ribadire che tale struttura, nella sua generalità, dipende quasi per intero dalla piattaforma e anche dall'assembler utilizzato e quindi non è in alcun modo universalizzabile. Architetture diverse, dai mainframe ai microcontroller, con relativi assemblatori e cross-assembler, impongono strutture di sorgente a volte nettamente diverse dal semplice esempio illustrato, relativo ai comuni PC. Per un controesempio banale, nelle architetture Harvard usate dalla quasi totalità dei microcontroller e da molte architetture di supercalcolo: * il segmento di codice non risulta scrivibile durante la normale elaborazione: ne consegue, tra l'altro, l'assoluta impossibilità di creare codice self-morphing (automodificante), ma anche un modo generalmente diverso di referenziare variabili (a rigore, label corrispondenti ad una o più locazioni in memoria dati) e codice nel sorgente; * i dati a loro volta risiedono in memorie fisicamente separate, talora dotate anche di persistenza tra le sessioni (EPROM, Flash EEPROM, RAM "tamponate" ossia dotate di batteria di backup...), e tutto ciò si riflette in modo esplicito e pervasivo nella sintassi supportata dall'assembler, nelle direttive specifiche e nella struttura effettiva di un sorgente Assembly; * ultimo, ma non meno importante: registri come DS e SS (stack segment) sono altre peculiarità della piattaforma x86, sovente lo stack di chiamata non è neppure direttamente accessibile nei core MCU più diffusi. === Esempio di codice === Esempio di programma "Hello world" in assembly Intel x86 con sintassi Intel (sfrutta le chiamate al sistema operativo DOS). Non è compatibile con le versioni Assembly UNIX GNU MODEL SMALL STACK 100H .DATA HW DB "hello, world", 13, 10, '$' .CODE .STARTUP MOV AX, @data MOV DS, AX MOV DX, OFFSET HW MOV AH, 09H INT 21H MOV AX, 4C00H INT 21H END Questo invece è l'esempio del programma scritto per sintassi AT&T (per le architetture UNIX GNU) .section .data hello: .ascii "ciao ciao mondo!\n" hello_len: .long . -hello # lunghezza della stringa in byte .section .text .global _start _start: movl $4, %eax # 4 corrisponde alla system call "write" movl $1, %ebx # stampa nello standard output (schermo) leal hello, %ecx # puntatore char a ciò che si vuole stampare movl hello_len, %edx # copia del contenuto della variabile. carica la lunghezza della variabile int $0x80 # system call (int sarebbe "interrupt"); con 0x80 si lancia una interaction generale # dichiarata (in base ai valori caricati precedentemente nei registri) movl $1, %eax # 1 corrisponde alla system call "exit" xorl %ebx, %ebx #azzera EBX; si può anche scrivere movl $0, %ebx ma risulta meno efficiente int $0x80 === Microistruzioni === Quando si esegue un'istruzione Assembly, il processore (in base all'architettura presa in considerazione) esegue una serie di operazioni chiamate "Microistruzioni Assembly", cioè delle operazioni hardware che servono per configurare i registri e gli operatori della CPU in modo che possa essere eseguita quella istruzione. Tale processo si divide, nel caso delle CPU Intel x86 e di alcune altre, in 3 parti: * Fetch: fase di caricamento in cui si incrementa il registro PC e si prepara la CPU a compiere l'operazione; * Decode: si configurano i multiplexer interni alla CPU e viene eseguita una codifica dell'istruzione qualora sia necessario (indirizzamenti indiretti, a spiazzamento, ecc...) * Execute: il momento in cui si esegue veramente l'operazione Da qui la sigla FDE, Fetch-Decode-Execute, riportata nei testi di architettura e nei datasheet. Per fare un esempio per l'architettura dell'Intel 80x86 con un singolo BUS, in sintassi AT&T, questa istruzione: ADD %EBX, %EAX in cui si somma il contenuto del registro EAX con il contenuto del registro EBX e il risultato verrà salvato in EAX, vengono svolte queste microoperazioni: 1. PCout, SELECT4, ADD, Zin, MARin, READ ;viene incrementato il PC per eseguire l'operazione successiva 2. Zout, PCin, WMFC ;si aspetta che sia avvenuta la lettura in memoria 3. MDRout, IRin ;viene inviata l'istruzione prossima in IR 4. EAXout, Vin ;viene inviato il contenuto di EAX in un registro temporaneo 5. EBXout, SELECTV, ADD, Zin ;viene sommato il contenuto di EBX tramite la ALU con EAX 6. Zout, EAXin, END ;il risultato viene copiato in EAX Su alcune architetture tali fasi risultano invece essere quattro (ad esempio, nei PIC Microchip, negli Intel 8051 e in numerosissimi core analoghi), da cui risulta anche l'effettivo rapporto tra velocità di clock ossia frequenza del quarzo esterno (es. 10 MHz) e numero di istruzioni effettivamente eseguite in un secondo. Per i PIC (famiglie ''baseline'' e ''midrange'' in particolare) tale rapporto è pari ad 1/4, poiché ad ogni ciclo di clock il core esegue effettivamente una singola fase Fetch-Decode-Execute-Write e dunque sono necessari quattro cicli del clock esterno per completare una singola istruzione. Su architetture di microcontroller e core più arcaiche o comunque di diversa concezione, sono necessari anche più cicli di clock per ciascuna fase (ad esempio tre o quattro), da cui il diverso rapporto tra clock e MIPS, che nel caso del design 8051 originale richiede ad esempio 12 cicli di clock per ciascuna singola istruzione. Si ricordi infine che talune istruzioni, tra le quali tipicamente i salti incondizionati, richiedono su un numero notevole di piattaforme (sia RISC che CISC, concepite in varie epoche) un numero di cicli superiore alle altre, a causa delle operazioni accessorie (non parallelizzabili) richieste dall'aggiornamento del registro IP e di eventuali code di prefetch interne. === C-asm === Talvolta, nella programmazione ad alto livello in ambienti come il DOS, c'è la necessità di effettuare alcune operazioni che sono molto più veloci usando delle istruzioni di linguaggi a basso livello (in Windows invece a causa delle protezioni della memoria si ricorre più frequentemente alle chiamate WINAPI, le chiamate in L/M sono usate per lo più per procedure matematiche accelerate o dai driver). Tra i linguaggi di alto livello che permettono questo vi sono il C e il C++, in cui possono essere inserite nei propri sorgenti parti scritte in assembly che, in fase di compilazione, verranno tradotte con un procedimento noto come assembler inline. Un esempio di codice scritto in C-asm (usando l'assembly Intel x86), che visualizza in binario un numero dato in input, è il seguente esempio che utilizza la direttiva ''stdio.h'' che gestisce le operazioni di input/output, la direttiva ''iostream.h'' che ha le stesse funzioni di quella precedente, ma che garantisce la compatibilità con i compilatori più datati e infine la direttiva ''conio.h'' deputata alla creazione di interfacce testuali. #include #include #include int main() { int a; /* Acquisizione del valore numerico */ printf("Inserisci un valore compreso tra -32768 e 32768: "); scanf("%d", &a); /* Visualizzazione del messaggio di risposta */ printf("Il valore corrispondente in binario è: "); /* Keyword per delimitare le sezioni di codice Assembly */ asm { /* Visualizzazione della stringa di bit corrispondente */ MOV BX,WORD PTR a MOV CX,00Ah } /* Etichetta esterna */ Ciclo: asm { /* Estrazione di un bit */ MOV DL,00H RCL BX,1 /* Il valore del bit viene posto nel flag di carry */ ADC DL,'0' /* Determino il carattere da visualizzare */ MOV AH,02H /* Visualizzazione */ INT 21h Loop Ciclo } return 0; } Per la maggioranza delle applicazioni ''mainstream'', è ormai convinzione comune nella comunità dei programmatori applicativi che fattori come le ottimizzazioni generate automaticamente dai compilatori nei linguaggi di più elevato livello, l'evoluzione di librerie a loro volta sempre più ottimizzate (almeno in linea di principio) e la sempre maggiore potenza elaborativa delle piattaforme comunemente diffuse rendano meno necessario rispetto al passato il ricorso alla verticalizzazione tramite assembly inline o moduli assembly, anche in favore della portabilità e leggibilità del codice. Tuttavia, non mancano numerose eccezioni in totale controtendenza rispetto a tale diffusa concezione: in particolare nel mondo dei sistemi dedicati, basato quasi per definizione su un paradigma ben diverso, come ricordato al paragrafo "Non c'è un solo assembly", ma anche in numerose nicchie specialistiche ai margini del ''mainstream'', dai sistemi CAD/CAM al calcolo numerico, alle applicazioni scientifiche di varia natura, fino allo sviluppo di driver e altro software di sistema. === Strutture di controllo in Assembly x86 === Il processore esegue le istruzioni così come si presentano, una dopo l'altra. Tuttavia, attraverso particolari strutture, si può controllare il flusso esecutivo in base ad una determinata condizione. In questo modo si possono creare strutture di semplice selezione o di tipo iterativo (cicli). Le istruzioni assembly che vengono utilizzate per questo scopo sono principalmente di due tipo: salto e confronto. I salti possono essere incondizionati o condizionati. JMP effettua un salto incondizionato. In genere l'indirizzo di riferimento è un'etichetta. La condizione del salto è sempre dettata dai valori del registro dei flag. I flag più usati per i salti sono: * ZF (flag zero) indica se l'ultima istruzione ha generato come risultato 0 * SF (flag segno) indica se l'ultima istruzione ha generato un risultato di segno negativo * OF (flag overflow) indica se l'ultima istruzione ha generato un overflow (con troncamento del bit più significativo del risultato) ====Il costrutto di selezione (if, else)==== La selezione è una struttura che permette di eseguire un blocco di istruzioni oppure un altro in base al verificarsi di una condizione. se blocco istruzioni 1 altrimenti blocco istruzioni 2 fine se in assembly, attraverso la logica dei salti, viene rappresentato così: se: JNcondizione altrimenti blocco istruzioni 1 JMP fine_se altrimenti: blocco istruzioni 2 fine_se: ====Il ciclo a controllo in coda (do...while)==== L'iterazione è una struttura che permette di ripetere più volte un'istruzione sotto il controllo di una condizione. ripeti istruzioni finché condizione in assembly, attraverso la logica dei salti, viene rappresentato così: inizio_ciclo: istruzioni Jcondizione inizio_ciclo esempio: MOV AX, 0000h inizio_ciclo: INC AX CMP AX, 000Ah ; confronta AX e il valore 0Ah (10d) JNE inizio_ciclo ; salta all'inizio (e ripete il ciclo) se diverso Dato che il controllo della condizione viene eseguito alla fine del ciclo, le istruzioni in sequenza vengono eseguite comunque almeno una volta, anche se la condizione era già verificata in partenza. In pratica: MOV AX, 000Ah inizio_ciclo: INC AX CMP AX, 000Ah JNE inizio_ciclo Questo spezzone di codice dovrebbe controllore se AX = 10d, e in caso contrario incrementare AX. In caso favorevole uscire dal ciclo. Vediamo però che AX vale già 10d, tuttavia tale registro viene comunque incrementato (alla fine varrà 000Bh). Inoltre, in questo particolare programma, il ciclo non finirà mai: AX varrà 11, poi 12, poi 13 e non diventerà mai uguale a 10. Sarebbe buona norma, nelle condizioni, evitare di esprimere un'uguaglianza: MOV AX, 000Ah inizio_ciclo: INC AX CMP AX, 000Ah JB inizio_ciclo ; salta se minore (invece di salta se non uguale) In questo modo abbiamo risolto il problema del ciclo infinito. Tuttavia, a causa del fatto che la sequenza viene eseguita almeno una volta, in genere si evita il ciclo a controllo in coda e si utilizza invece quello a controllo in testa. ====Il ciclo a controllo in testa (while)==== Una struttura iterativa a controllo in testa si può descrivere, ad alto livello, così: mentre condizione istruzioni fine ciclo Equivale alla while (condizione) { sequenza } del C. in assembly: inizio_ciclo: JNcondizione fine_ciclo sequenza JMP inizio_ciclo fine_ciclo esempio: inizio_ciclo: CMP AX,0Ah ; confronta AX con 10d JNE fine_ciclo ; salta se diverso INC AX ; incrementa AX JMP inizio_ciclo fine_ciclo La differenza tra questa struttura e quella a controllo in coda sta nel fatto che se la condizione è inizialmente verificata, la sequenza di istruzioni non viene eseguita nemmeno una volta. ====Il ciclo a contatore (for)==== Il ciclo a contatore ha una struttura di questo tipo: CONTATORE = 0 mentre CONTATORE 0 Come contatore si usa di solito il registro CX (registro contatore, appunto), perché esiste un'istruzione che esegue le ultime due istruzioni automaticamente: l'istruzione LOOP: decrementa CX e, se CX non è 0, salta all'etichetta specificata. MOV CX, 0 inizio_ciclo: CMP CX, N JGE fine_ciclo sequenza JMP inizio_ciclo fine_ciclo: Grazie all'istruzione LOOP diventa semplice scrivere un ciclo a contatore in assembly: MOV CX, ; dove N è il numero di ripetizioni da eseguire inizio_ciclo: sequenza LOOP inizio_ciclo Va sottolineato che nel primo esempio si ha un ciclo a controllo in testa, mentre nel secondo uno a controllo in coda, e che, sebbene il secondo sia più compatto e veloce da scrivere, possa generare degli errori, come già detto sopra, se non si sta attenti a come lo si usa, infatti in esso le istruzioni vengono eseguite almeno una volta, per cui se non si è sicuri che il numero di ripetizioni non possa mai essere zero, è meno rischioso usare il primo. === L'input/output tramite l'INT 21h del DOS === L'assembly, specialmente nel mondo dei PC, non prevede funzioni di input/output già pronte. Il programmatore deve quindi creare le proprie routine o appoggiarsi a quelle create da terze parti. Negli ambienti DOS è sufficiente porre il codice del servizio richiesto in AX ed usare l'istruzione INT 21h per richiamare il relativo software interrupt, una delle caratteristiche più peculiari delle CPU Intel x86. Tra le funzioni più comuni per l'input/output da tastiera: * servizio 01h==> Acquisizione di un carattere da tastiera con eco sul video. Attende la pressione di un tasto e restituisce il codice ASCII del tasto premuto * servizio 02h ==> Visualizzazione di un carattere a video. Stampa il carattere il cui codice ASCII è contenuto in DL * servizio 07h ==> Acquisizione di un carattere da tastiera senza eco sul video. Come il servizio 01h, ma non visualizza il carattere sullo schermo * servizio 09h ==> Visualizzazione di una stringa a video. Stampa la stringa a cui punta l'indirizzo di memoria contenuto in DX * servizio 4Ch ==> Servizio di ritorno al sistema operativo. Consente di terminare il programma. Quindi, per acquisire un carattere (con eco sul video): MOV AH, 01h ; servizio 01h INT 21h ; se AX=0001h, allora in AL va il codice ASCII del tasto premuto E volendo poi stamparlo: MOV DL,AL ; copio il codice ASCII del tasto letto il DL MOV AH,02h ; servizio 02h INT 21h ; se AX=0002h, allora stampa il carattere di codice ASCII in D Come si può vedere, sia le operazioni di acquisizione che di stampa fanno riferimento ai codici di carattere ASCII. Nel caso si voglia leggere in input una cifra numerica, per risalire al valore numerico basta sottrarre il valore 30h (48 in decimale) al suo codice ASCII. Infatti 30h in ASCII corrisponde al carattere "0", 31h (49 in decimale) all'"1" e così via... Nel caso in cui si voglia stampare una stringa: stringa DB 13,10,"questa è una stringa","$" ; alloco una variabile da un byte che chiamo stringa e in cui ci salvo una sequenza di caratteri (una stringa appunto) LEA DX,stringa ; copio l'indirizzo di memoria che punta alla stringa in DX MOV AH,09h ; servizio 09h INT 21h ; se AX=0009h, allora stampa la stringa a cui punta l'indirizzo di memoria contenuto in DX Assembly x86 è una famiglia di linguaggi Assembly, usati per creare codici oggetto per i processori Intel X86. Come tutti i linguaggi assembly, sfrutta brevi parole per realizzare le istruzioni per la CPU.
Andriano
'''Andriano''' è un comune italiano di abitanti della provincia autonoma di Bolzano, situato in fondovalle alla destra orografica dell'Adige, di fronte a Terlano ed ai piedi del Monte Macaion .
Il toponimo è attestato per la prima volta nel 1186 come ''Andrian'' nella storia in una pergamena originale dell'archivio del convento di Gries dell'anno 1186, in altri documenti ufficiali del periodo viene attestata l'esistenza di un traghetto che attraversava al tempo il fiume Adige. Nel 1240 come ''Aendrian'' e deriva dal nome di persona romano ''Andrius'' o ''Andraeus'', corrispondente ad uomo virile, dal greco "anèr-andròs". Altra possibile derivazione si fa ricadere da ''Andrien'', un villaggio in un angolo montano scarsamente boschivo dirimpetto a Terlano, probabilmente da ''antraeanum'', aggettivo derivante dal termine latino ''antrum'', in italiano ''antro'', equivalente a "piccola valle rotonda" o "grotta boscosa". La chiesa di S. Valentino È sostenuto a sufficienza da reperti archeologici, che il luogo era già abitato in epoca romana. Dal momento che l'Adige era navigabile da Andriano, il paese si è trovato in una posizione geografica tale da essere un punto di riferimento economico e d'importanza strategica. Il comune di Andriano, che in precedenza per più di cento anni era stato autonomo, venne incorporato con decreto del Re d'Italia Vittorio Emanuele III del 18 novembre 1928 nel comune di Nalles. Dal 1953 Andriano è di nuovo un comune indipendente. Notevoli sono le rovine del castello di ''Festenstein'', costruzione menzionata la prima volta nel 1220 che svetta su un burrone sopra il paese. === Stemma === Lo stemma è quello dei Signori di ''Andrian''. È partito di rosso e di argento con una pila, dai lati ricurvi ed i colori alternati. Lo stemma è stato adottato nel 1968. *Chiesa parrocchiale di San Valentino === Ripartizione linguistica === La sua popolazione è nella sua quasi totalità di madrelingua tedesca. Secondo il censimento del 1890 gli italiani erano il 12,5% della popolazione, diminuiti in seguito a causa di pressioni assimilatrici. Negli ultimi 10 anni si è visto un discreto aumento della minoranza linguistica italiana, che è passata dal 2,55% sulla popolazione totale a ben 9,53%. === Evoluzione demografica === === Etnie e minoranze straniere === Secondo i dati ISTAT al 1º gennaio 2016 la popolazione straniera residente era di 63 persone, di cui: * 95,2% provenienti dall'Europa; * 4,2% provenienti dal Sud America. La comunità straniera più numerosa è quella della Polonia che rappresenta il 25,40% degli stranieri. L'economia si basa sul turismo primaverile ed estivo con strutture di ricezione quasi esclusivamente a conduzione familiare, e sull'attività agricola (meleti, cooperative di trasformazione del prodotto). Elevata la percentuale dei residenti che lavorano nei comuni limitrofi o a Bolzano. === Turismo === Il comune ha una piscina all'aperto, campi da tennis e numerose piste ciclabili. Sentieri portano verso la Costiera della Mendola, fino al Monte Macaion (''Gantkofel'').
Appiano sulla Strada del Vino
Le frazioni di San Paolo e Cornaiano, viste da castel Boymont '''Appiano sulla Strada del Vino''' è un comune italiano sparso di abitanti della provincia autonoma di Bolzano in Trentino-Alto Adige. La sede municipale è nella frazione di San Michele .
Appiano sulla Strada del Vino è anche denominata la "Terra dei castelli, laghi e vini" (in tedesco ''Eppan – Burgen, Seen, Wein'') ed è situata a pochi chilometri da Bolzano. È zona nota per i suoi vini pregiati e ampi frutteti attorno alle diverse località che compongono questo comune. 180 tra fortezze, castelli e manieri caratterizzano il paesaggio di Appiano e dintorni lungo la Strada del Vino: una vasta zona coltivata a vigna, la più estesa dell'intero Alto Adige, nella quale s'inseriscono nove paesi vinicoli. Sul territorio comunale si trovano i due Laghi di Monticolo ("Grande" e "Piccolo"), di origine glaciale. Hanno uno scarso ricambio d'acqua a causa della mancanza di veri e propri immissari. Il toponimo è attestato per la prima volta da Paolo Diacono attorno al 590 come "Appianum", quando i Franchi occuparono la zona allora appartenente al ducato longobardo di Trento. Il primo abitante di Appiano di cui si sa il nome, è un tale ''Fritari de Apiano'', nominato nel 845 in una disputa rogata a Trento e chiamato ''teutiscus'' (tedesco). Altre menzioni sono del 1116 come "de Piano", del 1139-1145 come "de Ebpan", del 1169 come "Eppan" e del 1240 come "de Apiano". Il toponimo deriva presumibilmente dal nome di persona romano Appius o Appianus. Attorno al 1800 una fonte tedesca riporta la forma ''Deutschmichael auf dem Eppan'' (traducibile in "San Michele tedesco presso Appiano"), contrapposta al ''Welschmichael'' (San Michele italiano) da riferirsi a San Michele all'Adige nel vicino Trentino. === Origine === La ricerca archeologica ritiene che il paese sia un importante insediamento già della cultura di Luco-Meluno. Il primo personaggio, menzionato dalle fonti documentali, è un tal ''Fritari de Apiano'', elencato assieme a un ''Launulfus de Baovarius'' nel placito notarile redatto a Trento nell'845. Questo farebbe intendere che nel primo medioevo, in seguito alle invasioni barbariche vi sia presente un'immigrazione di Baiuvari. Con l'accordo di pace di Schönbrunn il 14 ottobre 1809 Appiano, assieme alla parte meridionale del Tirolo, viene annessa al Regno d'Italia e aggregata al Dipartimento dell'Alto Adige e la lingua italiana diviene lingua amministrativa. Dopo la sconfitta di Napoleone (1813) Appiano torna all'Impero austriaco. Nel frattempo, nel 1810, venne istituito il comune di Appiano, soppresso nel 1817 e nuovamente istituito nel 1849. Nel 1919, in seguito alla prima guerra mondiale, viene annesso assieme a tutto il Tirolo meridionale, al Regno d'Italia. Dall'8 settembre 1943, in seguito all'occupazione nazista, rientra nella Zona d'operazioni delle Prealpi. Nel 1973 il comune aggiunge al proprio nome la dicitura "sulla Strada del Vino". === Simboli === Lo stemma comunale riprende l'emblema di Castel d'Appiano, di proprietà dei conti di Appiano (''Grafen von Eppan'') fin dal XII secolo. Viene raffigurata nella parte sinistra mezza stella ad otto raggi e la luna crescente a destra, entrambe di colore oro su sfondo azzurro. Lo stemma è stato adottato nel 1967. === Architetture religiose === * Chiesa della Conversione di San Paolo nella frazione di San Paolo === Architetture civili === * Castel Matschatsch === Architetture militari === Ad Appiano si trovava la caserma Arturo Mercanti eretta nella seconda metà degli anni Trenta; venne dismessa e ceduta definitivamente alla Provincia di Bolzano nel giugno 2013, secondo il III accordo di programma per l'attuazione di intesa firmata dall'allora Ministero della Difesa e dalla Provincia autonoma di Bolzano nel 2007. === Siti archeologici === È stata rinvenuta una villa romana risalente al IV secolo d.C., gli scavi archeologici hanno avuto inizio nel 2005 e sono terminati nel 2010 e la villa verrà aperta al pubblico. === Evoluzione demografica === === Popolazione straniera === Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2015 la popolazione straniera residente era di persone. I paesi di provenienza maggiormente rappresentati in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano: # Germania 202 (1,37%) # Albania 155 (1,05%) # Slovacchia 117 (0,79%) # Austria 81 (0,55%) # Ungheria 73 (0,49%) # Kosovo 66 (0,45%) # Polonia 61 (0,41%) # Romania 56 (0,38%) # Marocco 52 (0,35%) # Macedonia del Nord 51 (0,35%) === Lingue e dialetti === La popolazione, al censimento 2011, risultava così ripartita: Ripartizione linguistica 1991 2001 2011 Madrelingua italiana 10,23% 12,47% 13,29% Madrelingua tedesca 89,27% 87,16% 83,23% Madrelingua ladina 0,50% 0,37% 0,48% Le attività economiche principali sono: * il turismo (primaverile e estivo, prevalentemente a conduzione familiare con forte ricorso a manodopera straniera), * l'industria artigianale, * nonché l'attività agricola legata ai vigneti e meleti. Circa un terzo degli abitanti che lavorano hanno un impiego nella vicina Bolzano, capoluogo di provincia. === Turismo === Le Buche di ghiaccio di Appiano, le ''Eislöcher'' Castel Appiano Interessanti i castelli (per es. Castel Appiano, Castel Corba, Castel Boymont, Castel Lodrone, Castel Moos), in parte visitabili e le cantine vinicole. I laghi di Monticolo (''Montiggler Seen'') sono balneabili (divieto di navigazione ai natanti a motore o vela), in inverno capita sovente che il lago ghiacci abbastanza da poter praticare il pattinaggio per qualche settimana. Sia d'estate che d'inverno i laghi di Monticolo sono meta di molti bolzanini. Infatti attraverso un sentiero si può scendere a Vadena nella valle dell'Adige (circa 30 minuti dal Lago Grande di Monticolo). Altri sentieri portano (a ovest) sulla Catena della Mendola (circa 1500 di dislivello, circa 4 ore). Si possono ammirare nei dintorni anche le Buche di ghiaccio, particolare monumento naturale detto Buche di ghiaccio di Appiano - ''Eislöcher''. === Artigianato === Per quanto riguarda l'artigianato, importante e rinomata è la produzione di mobili in legno, oltre all'attività di bottaio. L'ex stazione di Appiano-Cornaiano, sulla Ferrovia Bolzano-Caldaro Il paese si trova lungo la Strada del Vino dell'Alto Adige, un percorso pubblicizzato con appositi cartelli, lungo il quale insistono valori naturali, culturali e ambientali, vigneti e cantine di aziende agricole singole o associate aperte al pubblico. Accanto a questa, transita la ciclabile dell'Oltradige. Fra il 1903 e il 1971 la località era inoltre servita dalla stazione di Appiano-Cornaiano e dalle fermate di Ganda e San Paolo, poste lungo la ferrovia Bolzano-Caldaro. Nel territorio di Appiano sulla Strada del Vino (precisamente in località ''Rungg'' - Maso Ronco) sorge il ''FCS Center'', centro di allenamento e sede amministrativa del , maggior club calcistico della città di Bolzano e dell'Alto Adige. La squadra di pallamano dell'Eppan milita attualmente in Serie A, la massima serie nazionale. La squadra di hockey su ghiaccio, l'Hockey Club Eppan-Appiano, milita nella Italian Hockey League (Serie B).
Ātman
'''Ātman''' è un termine sanscrito di genere maschile, che indica l"essenza" o il "soffio vitale". Corrisponde al concetto di anima individuale, traducibile col pronome personale '''Sé''', che però in quanto identico a Brama può indicare anche l'anima universale del mondo.
Tale termine compare per la prima volta nel ''Ṛgveda'', la più antica raccolta degli inni vedici (XX-XV secolo a.C.) dove indica che l'essenza, il soffio vitale, di ogni cosa è identificabile nel Sole (''Sūrya''): Esso trae il significato da varie radici ''an'' (respirare), ''at'' (andare) ''va'' (soffiare). Nel ''Śatapatha Brāhmaṇa'', uno dei commentari in prosa dei ''Veda'' probabilmente composti in un periodo compreso tra il X secolo l'VIII secolo a.C., questa descrizione come "essenza" e "soffio che dà la vita" propria del ''Ṛgveda'' viene interpretata come una unità, trascendente ed immanente al tempo stesso, di tutta la Realtà cosmica e in questo senso un analogo del ''Brahman'', la formula sacrificale che genera e mantiene il Cosmo. Le successive riflessioni degli ''Āraṇyaka'', con l'importanza data alla «coscienza di Sé» (''prajñātman''), e poi delle ''Upaniṣad'', intorno all'VII-IV secolo a.C., iniziano a delineare l''ātman'' come Sé individuale distinto eppure inscindibile dal Sé universale (''Brahman''). Nelle ''Upaniṣad'' il termine "ātman" ricorre innumerevoli volte, è il perno centrale sul quale ruota tutta la riflessione ''upaniṣadica'', una ricerca sull'essenza ultima dell'individuo. Il termine vi ricorre però con molti significati, che vanno intesi come analogie o aspetti volti a spiegare ciò che non è certo spiegabile con gli elementi del linguaggio. "Ātman" indica via via il corpo, il soffio vitale, la coscienza spirituale, il vero soggetto dell'uomo, il Sé del mondo, e come elemento ultimo in questa scala ricostruita, ''Brahman'' medesimo. È questa identità fra ''ātman'' e ''Brahman'' il caposaldo che la letteratura critica delle ''Upaniṣad'' individua quale risultato rimarchevole. ===''Brahman'' e ''ātman''=== Secondo Raimon Panikkar quella fra ''ātman'' e ''Brahman'' può intendersi come un'identità qualificata: qualifica l'essenza individuale, il Sé, come la realtà del Tutto: la realtà ultima di ogni cosa non è che la realtà ultima in quanto tale, il che si può anche enunciare affermando che la trascendenza assume significato in relazione all'immanenza. Giuseppe Tucci interpreta scrivendo che ''Brahman'' è il polo oggettivo della realtà, la sua proiezione soggettiva è l''ātman''. Conseguenza della relazione fra l''ātman'' e il ''Brahman'', è uno dei concetti nucleari nelle religioni e correnti filosofiche hindu: la corrispondenza-equivalenza fra umano e divino, o, in altri termini, l'equivalenza fra microcosmo e macrocosmo. L'essenza dell'umano è il divino; l'essenza ultima di ogni singolo vivente è il suo ''essere'' divino: questo è uno fra i più pregnanti aspetti dell'equivalenza fra ''ātman'' e ''Brahman''. Questa corrispondenza la si ritrova, per esempio, in maniera evidente in alcuni culti tantrici, dove ogni parte del corpo umano è sede di un aspetto del divino; la si può cogliere nel rispetto per ogni essere vivente, essendo anche gli animali dotati di Sé (secondo alcune dottrine); nell'interpretazione dei fenomeni naturali come espressione del divino; nello Yoga, termine che vuol dire "unione", dove ''unione'' si riferisce proprio al legame, da conquistare, fra il Sé, l''ātman'', e ''Brahman'' (spesso identificato con un Dio ''personale''). Un'altra notevole conseguenza dell''equivalenza'' fra l''ātman'' e ''Brahman'' la si ha sul piano teologico: Dio non è totalmente altro da noi, noi siamo fatti della stessa ''sostanza'' di Dio. Pensare a un Dio completamente trascendente è persino ''blasfemo'': La realtà dell''ātman'' non è però immediatamente evidente, l''ātman'' va ri-conosciuto, e questo è il fine ultimo dell'uomo, la sua liberazione (''mokṣa''), quella che gli consente, dopo la morte, di ritornare in ''Brahman'': L'invito a seguire questa strada, a meditare sull''ātman'', è ripetuto più volte nelle ''Upaniṣad'', ma c'è un passo che la letteratura critica ha evidenziato fra gli altri, un passo, anzi una frase, che è quasi il condensato dell'intera ricerca, perché enuncia in maniera evidente, semplice e molto espressiva il collegamento fra l'individuo, l''ātman'' e ''Brahman'':'''''tat tvam asi''''': "quello ''ātman-Brahman'' sei tu". L'enunciazione, ripetuta più volte, è nel dialogo fra Uddālaka Āruṇi e suo figlio Śvetaketu, nella sesta parte della ''Chāndogya Upaniṣad''. Śvetaketu, dopo aver studiato per dodici anni i ''Veda'' nel suo periodo di noviziato come ''brahmacārin'', torna a casa. Il padre gli illustra allora quell'insegnamento per il quale ''ciò che non si è conosciuto è come se lo si avesse conosciuto''. Il dialogo fra padre e figlio procede, e: Il padre sta dicendo, in altre parole: tu, Śvetaketu, sei l'altro polo di ''Brahman'', l'altro suo modo di essere, la sua tensione. Tu non sei l'Io, ma un ''io'' di ''Brahman''. Śvetaketu, tu sei il Tu di ''Brahman'', perché è in te che ''Brahman'' e ''ātman'' si identificano. Da notare che il soggetto della frase non è ''tu'', ma ''quello'': ''tat tvam asi'', letteralmente: ''quello tu sei''. Da notare ancora che, a differenza del termine ''ātman'', il termine ''Brahman'' nelle ''Upaniṣad'' è di genere neutro, il che indica che esso non è riferito a qualcosa di particolare e definito. Il significato di ''ātman'', da quello originario di "soffio vitale", si è evoluto, come si è visto, fino a costituire un concetto metafisico precipuo della filosofia hindu. La traduzione del termine che più comunemente si riscontra in letteratura è "Sé". Questo termine, "Sé", è più in genere adoperato per indicare quel principio trascendente e autonomo, accettato da quasi tutte le filosofie hindu, fatta eccezione dei buddhisti e materialisti. Ognuna di queste correnti ha una propria visione del Sé. ===Sāṃkhya=== Il Sāṃkhya classico, dottrina codificata da Īśvarakṛṣṇa nel suo ''Sāṃkhyakārikā'' intorno al IV secolo CE, postula due principi metafisici fondamentali, eterni e antitetici: ''puruṣa'' e ''prakṛti''. ''Puruṣa'' è il principio trascendente insito in ogni essere, coscienza pura dell'individuo, il Sé. ''Prakṛti'' è tradotto con "materia", o "natura", intendendo con questo termine non soltanto ciò che nella filosofia occidentale si intende, pur nelle varie interpretazioni, con "materia", ma anche l'insieme delle funzioni intellettiva e affettiva dell'essere senziente: il concetto di ''prakṛti'' include quello di "mente", essendo quest'ultima considerata un aspetto dell'evoluzione della materia stessa. ''Puruṣa'' è in verità un'entità plurale, indicando l'insieme di tutti i Sé; ''Prakṛti'' ha affinità con ciò che in Occidente si indica con ''natura naturans'', la natura che nel suo divenire genera sé stessa. Il Sé (''puruṣa'') non va confuso con l"Io" empirico, che è, questo sì, legato alla materia (''prakṛti''), e in quanto tale è considerato come non reale, illusorio. Il concetto di ''puruṣa'' si può pertanto dire simile a quello di ''ātman'', sebbene il termine non sia utilizzato. Quello del Sāṃkhya è dunque un sistema dualista, e ateistico, nel quale il Sé appare vincolato alla materia, ma in realtà ne è eternamente distinto. È l'"io" empirico a trasmigrare da un corpo all'altro (''saṃsāra''), in quello che è l'ininterrotto processo di trasformazione della materia, non il Sé. Ed è proprio la comprensione metafisica di questa fondamentale distinzione (''viveka''), la conoscenza metafisica che discrimina fra spirito e materia cioè, a condurre alla liberazione (''kaivalya''): ===Yoga=== Il sistema religioso-filosofico dello Yoga, così come esposto da Patañjali negli ''Yogasūtra'' (composto fra il I e il V secolo CE), è molto vicino a quello del Sāṃkhya, con due principali differenze dottrinali. Lo Yoga ammette l'esistenza di un dio, o Signore (''Īśvara''), visto come uno speciale tipo di Sé (''puruṣa'') non vincolato in alcun modo alla materia (''prakṛti''), ed è quindi un sistema teistico, sebbene a ''Īśvara'' non sia assegnata una posizione preponderante nella dottrina. L'altra differenza sussiste nel modo di intendere e classificare le funzioni intellettive. Lo Yoga si distingue inoltre dal Sāṃkhya nel metodo: mentre quest'ultimo si serve della conoscenza metafisica (la gnosi), lo Yoga adopera tecniche psicofisiche per la sospensione degli stati normali di coscienza (l'ascesi), lungo un percorso costituito da esperienze sovrasensoriali ed extrarazionali che portano l'adepto al totale discernimento fra ''puruṣa'' e ''prakṛti'', e quindi alla liberazione (''mokṣa''), intesa come identificazione con il Sé, o col Signore, nelle scuole che prediligono l'aspetto devozionale. In conclusione, né il termine ''ātman'' né ''brahman'' sono centrali nello Yoga e nel Sāṃkhya, essendo questi concetti più propriamente pertinenti al Vedānta, sebbene il concetto di ''puruṣa'' abbia affinità con quello di ''ātman'', ciò senza dimenticare però che il primo è concetto plurale, l''ātman'' certo no. Una differenza fra il ''puruṣa'' e l''ātman'' ''vedantico'' è che il primo non è dotato dell'attributo della "felicità", poiché ''puruṣa'' è per definizione impassibile: piacere e dolore sono solo esperienze della mente. ===Vedānta=== Il Vedānta, altro sistema (''darśana'') ortodosso dell'induismo, prosegue la speculazione ''upaniṣadica'' sul Sé (''ātman''), prendendo avvio dai ''Brahmasūtra'', testo datato fra il IV e il V secolo CE e attribuito a Bādarāyaṇa, e che ha come oggetto di ricerca il ''brahman''. L'interpretazione dei 555 aforismi di questo testo, concisi ed ermetici, ha dato luogo a più di una scuola esegetica; fra le più note si ricordano: Advaita Vedānta ("Vedānta non dualista"); Viśiṣṭādvaita Vedānta ("Vedānta qualificato non duale"); Dvaita Vedānta ("Vedānta dualista"). Le differenze dottrinali vertono proprio sul modo di intendere il rapporto che sussiste fra Dio, il Sé e il mondo della materia. ====Advaita Vedānta==== Il fondatore nonché più noto esponente dell'Advaita Vedānta è Śaṇkara (788 – 820). Śaṇkara riprende i concetti di ''ātman'' e ''brahman'' delle ''Upaniṣad'' ed elabora una filosofia nella quale questi due princìpi sono presentati come ontologicamente identici. La liberazione (''mokṣa'') consiste nel discriminare fra ciò che è Sé (''ātman'') e ciò che non lo è, e quindi riconoscere nell''ātman'' il soggetto identico all'Assoluto (''brahman''). Il metodo che il filosofo indica per debellare l'ignoranza (''āvidya'') che offusca quest'unico soggetto, consiste nella corretta lettura e interpretazione dei testi rivelati, attraverso l'ascolto (''śravaṇa''), il pensiero (''manana'') e la meditazione (''nidhidhyāsana''). Non vi è spazio, nel pensiero di Śaṇkara, per l'azione (''karmakāṇḍa''), ossia per la ritualità, ma tutto è centrato sulla conoscenza (''jñānakāṇḍa''). Pur concedendo la possibilità di una fede (''bhakti'') in un Signore personale (''Īśvara''), Śaṇkara puntualizza che questa è una forma ''inferiore'' di conoscenza: concepire l'Assoluto come possessore di attributi (''saguṇa'') vuol dire ammettere ancora una distinzione fra l'Assoluto stesso e il Sé. ''Ātman'' e ''Brahman'', Sé e Dio, sono dunque per Śaṇkara sinonimi, rappresentando un'unica realtà spirituale. Il mondo sembra sì dotato di una sua realtà empirica, appare sì molteplice negli aspetti che si manifestano nello spazio e nel tempo, ma tutto ciò è soltanto frutto dell'ignoranza, non è opera di Brahman, ma conseguenza della ''maya'', evoluzione irreale dal reale, illusione, diretta conseguenza della nostra limitata visione. ====Viśiṣṭādvaita Vedānta==== Rāmānuja (1017 – 1137 circa), il principale esponente del Viśiṣṭādvaita Vedānta, pur restando vicino alle posizioni del Vedānta, critica e rifiuta l'interpretazione di Śaṇkara, là dove costui afferma che il mondo dell'esperienza sia illusione (''maya'') frutto dell'ignoranza, e che la fede in un dio personale sia una forma di conoscenza inferiore. Rāmānuja usa il termine ''jīva'' per indicare il "sé individuale" e sostiene che questo sé è distinto e al contempo partecipe del divino, del Signore (''Īśvara'') cioè, causa efficiente e materiale del tutto. Ne è partecipe poiché e la materia (''prakṛti'') e i sé (''jīva'') sono il corpo del Signore, e nulla esisterebbe se non esistesse Dio; ne è distinto poiché il sé ha una sua propria autentica realtà. La liberazione non consiste nell'eliminazione dell'ignoranza (come con Śaṇkara), ma nella piena comprensione della vera natura di Dio e nell'eliminazione del karman passato. Dio, nel suo aspetto esteriore, si manifesta per mezzo della grazia, dell'amore e della generosità, qualità che lo rendono pertanto accessibile. La liberazione conduce all'unione della ''jīva'' con Dio, ed è in questo senso che la dottrina è detta ''ādvaita'', cioè "non duale". Il Viśiṣṭādvaita Vedānta non fa quindi riferimento al concetto di ''ātman'', ma a quello di ''jīva'', concetto molto più vicino a quello occidentale di anima; la ''jīva'' è dotata di una sua realtà distinta da quella dell'Assoluto, pur essendo una manifestazione del corpo di Dio. ====Dvaita Vedānta==== Nel XIII secolo Madhva propose una nuova interpretazione del Vedānta, elaborando una teologia dualista (''dvaita'', da cui appunto Dvaita Vedānta) secondo la quale sussiste una ferma distinzione (''bheda'') fra l'Assoluto (inteso come dio personale, ''Īśvara'') e i sé (''jīvātman''). Secondo Madhva ogni cosa nell'universo è unica e non può essere ricondotta ad altra; sussiste una quintuplice differenza: fra il Signore e ogni sé; fra i singoli sé; fra il Signore e la materia (''prakṛti''); tra i sé e la materia; fra i singoli fenomeni della materia. Il Signore, però, è causa efficiente, ma non materiale, di ogni cosa, è il sostrato comune di tutto e nulla esiste che non dipenda da Lui: la materia e i sé sono stati creati da Lui, ma hanno una loro distinta realtà. Conseguenza di questa visione è che Dio, nella sua essenza ultima, non è conoscibile, essendo il principio interiore di ogni cosa. All'uomo resta soltanto la via della devozione (''bakhti''), mediante la quale il sé può essere partecipe della beatitudine (''ānanda'') del Signore.. ===Śivādvaita e teologie śaiva=== Nel fare riferimento a un Dio personale la tradizione ''vedantica'' è per lo più associata ai movimenti ''vaiṣṇava'', al culto cioè di Viṣṇu, o anche di Kṛṣṇa, suo avatāra. Un'interpretazione ''vedantica'' del culto di Śiva, altra principale divinità hindu, la si ha nel XIII secolo con Śṛī Kaṇṭha. Al di là di questa dottrina, gli altri movimenti ''śaiva'' sono considerati non ortodossi nell'Induismo, in quanto non riconoscono come fonte principale della rivelazione i ''Veda'', ma i ''Tantra''. Nello Śaivasiddhānta il Signore (''pati'') è altro dall'anima (''paśu'') e dal mondo (''paśa''). Si tratta quindi di una teologia essenzialmente dualista, che in ciò si differenzia dalle scuole moniste del Kashmir, per le quali il Sé, il mondo e il Signore costituiscono invece un'unica realtà. Secondo i principali pensatori della scuola monista del Pratyabhijñā, cioè Somānanda, Utpaladeva, Abhinavagupta e Kṣemarāja, vissuti fra il X e l'XI secolo, il Sé è caratterizzato da "coscienza" ed è identico a Dio (Śiva). In questa teologia, Dio, che è causa materiale ed efficiente dell'universo, opera servendosi della sua potenza (''śakti''), a Lui identica: il processo di espansione ed evoluzione della materia e delle funzioni umane si dispiega attraverso un insieme di categorie che ricalca in buona parte quelle del Sāṃkhya, aggiungendovi altre che appartengono al divino. In questo processo l'anima (''puruṣa'') si frammenta e si vede separata per effetto della ''maya'', intesa qui come potenza creatrice e non come illusione. La liberazione consta quindi nel riconoscimento della propria natura divina, nell'unione con Śiva, nell'essere completamente consapevoli che, come afferma l''incipit'' degli ''Śivasūtra'' di Vasugupta, testo fondamentale nello shivaismo kashmiro: In questo senso vi sarà la critica, nel Buddhismo dei Nikāya (IV secolo a.C.), dell''ātman'' (sans., ''atta'', pāli) inteso come ''anima'' o ''Sé'', riportata nell'insegnamento buddhista dell'anātman (sans., ''anatta'', pāli). È da notare tuttavia che questa possibile assenza, negli insegnamenti buddhisti del ''Sutrapitaka'' (sans., ''Sutta Piṭaka'', pāli) del canone buddhista (detti anche ''Āgama-Nikāya''), di una struttura portante nel ''continuum'' di consapevolezza e nella retribuizione karmica causerà, nello sviluppo del Buddhismo, segnatamente nelle scuole Sarvāstivāda e Vatsīputrīya, l'elaborazione di dottrine in qualche modo analoghi a quella dell''ātman'': ''svabhava'' e ''pudgala''. Ciò sarà comunque oggetto di dibattito e critica tra le scuole buddhiste nel corso del loro sviluppo storico, anche se la scuola Vatsīputrīya si estinse in India con la scomparsa in quel sub-continente dello stesso Buddhismo.
Arcevia
'''Arcèvia''' è un comune italiano di abitanti della provincia di Ancona nelle Marche.
Il territorio del comune di Arcevia giace su una pendice di bassorilievi che si estendono da sud terminando pochi chilometri a nord vicino al confine comunale. A sud la cittadina si trova a confinare con i monti della "Gola della Rossa", bassorilievi appenninici che si estendono per diversi chilometri a meridione anche in altri comuni adiacenti. Si potrebbe definire il comune di Arcevia un primo spartiacque tra la campagna marchigiana, prevalentemente collinare che si estende per molti chilometri nell'entroterra partendo dal mare, e i primi monti a carattere appeninico umbro-marchigiano, i quali, invece, cominciano ad attestarsi in modo massiccio oltre il comune di Arcevia procedendo ad ovest verso Fabriano e Sassoferrato. === Prime attestazioni === Rocca Contrada è il nome medievale di Arcevia. Un "monte de la Rocca" è ricordato in un documento del 1065, un "fundo de la Rocca" in altro del 1130 e una "Rocha de Contrado" nel 1147. Questi sono i documenti più antichi noti che attestano l'esistenza di un insediamento probabilmente già fortificato, comunque identificato da una rocca o fortezza, compreso nel comitato di Senigallia, posto sulla sommità del Sasso Cischiano, sulle ultime propaggini dell'Appennino marchigiano. L'atto del 1147 è di particolare interesse perché fornirebbe con l'appartenenza del castello ad un signore di nome Contrado, forse dal germanico "Konrad" o dalla contrazione di "Conte rado", la spiegazione del nome composto Rocca Contrada. === Origini === Si può comunque ritenere che il primo nucleo abitativo di Arcevia sia sorto durante le invasioni barbariche, per accogliere fuggitivi dalle devastate città romane, oramai in piena decadenza, di ''Suasa'', ''Ostra'' e ''Sena Gallica'' l'odierna Senigallia. Durante la dominazione longobarda questo abitato, per la sua posizione di controllo di importanti vie di comunicazione poste ai margini dei territori bizantini, può aver svolto funzioni di presidio militare. Nel suo territorio infatti confinava l'estremo nord del Ducato di Spoleto con il gastaldato longobardo di Nocera Umbra che comprendeva il Monte Sant'Angelo, Caudino, Costa e Civitalba. E forse proprio per questa sua posizione strategica Arcevia fu occupata dai Franchi e donata nel 754 da Pipino il Breve a papa Stefano II, insieme ad altre località. Ai Franchi viene inoltre attribuita, per antica tradizione, l'intitolazione della chiesa arceviese di San Medardo, santo venerato dal quel popolo, di cui è conservata una preziosa reliquia. === Il nuovo nome === Rocca Contrada fu chiamata ufficialmente Arcevia (pronuncia arcévia), con il titolo di città, con lettera apostolica del 16 settembre 1817 da papa Pio VII. Il nome trae origine dai termini latini di "arces" e "via", col significato di "luogo fortificato". === Onorificenze === Arcevia è tra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione, insignita della medaglia di bronzo al valor militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per l'attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale: Palazzo del Comune Collegiata di San Medardo Porta San Pietro, affresco Arcevia è luogo ricercato di soggiorno estivo conosciuto e apprezzato sin dal secolo XVI. Arcevia è città di storia (notissima per la sua inespugnabile rocca, la signoria dei Chiavelli, di Braccio da Montone e Francesco Sforza, ricordata come "Propugnaculum Ecclesiae" ) e città d'arte (per conservare capolavori rinascimentali come il ''Polittico di San Medardo'' e il ''Battesimo di Cristo'' di Luca Signorelli, opere di Giovanni, Andrea e fra Mattia della Robbia, e tra gli altri di Simone Cantarini, Giovanni Battista Salvi detto "Il Sassoferrato", Claudio Ridolfi, Francesco di Gentile, Gherardo Cibo, Ercole Ramazzani e suoi collaboratori, Cesare Conti, il Pomarancio e F. Silva e ancora Edgardo Mannucci, Quirino Ruggeri, Bruno d'Arcevia, Giuseppe Gigli). Tra le chiese spicca quella di San Medardo (rifatta nel 1634). * Collegiata di San Medardo. È il monumento più importante della cittadina. Costruita nel XVII secolo su edificio medievale, conserva notevoli opere d'arte come i polittici di Luca Signorili e e ceramiche dei Della Robbia. * ''Palazzo Comunale''. Già del podestà, venne eretto nel XIII secolo in stile gotico. Lo affianca la torre civica, alta 36 metri. * ''Chiesa di San Francesco''. Sorge lungo corso Mazzini e venne eretta verso il 1275 per i frati francescani. Venne totalmente ricostruita in stile rococò nel 1750 dall'architetto e plasticatore Lorenzo Bossi. Nelle frazioni di Arcevia sono presenti diversi castelli, tra i quali quello di Nidastore, Piticchio e il Castello di Loretello. === Siti archeologici === Il territorio di Arcevia è particolarmente ricco di testimonianze archeologiche, in particolare per la Preistoria e Protostoria, dal Paleolitico all'Età del bronzo e all'età del ferro. ====Paleolitico==== Per il Paleolitico superiore (Gravettiano – circa 20.000-18.500 anni da oggi) si segnala il giacimento di Ponte di Pietra, una stazione officina per la lavorazione della selce frequentata periodicamente da gruppi di cacciatori che erano soliti fabbricare qui i loro strumenti. Il ritrovamento di tracce di focolari e di buche di palo fa pensare a capanne di tipo leggero sostenute da piccoli pali di legno e con probabile copertura di pelli che costituivano accampamenti temporanei finalizzati all'approvvigionamento e alla lavorazione della selce. Le attività erano essenzialmente legate alla scheggiatura della selce e al ritocco dei manufatti per ricavarne strumenti utilizzati per la caccia e altri impieghi ad essa connessi. ====Neolitico==== A partire dal Neolitico si assiste alla nascita di villaggi stabili di agricoltori e allevatori, come il caso di Cava Giacometti, un sito che ha conosciuto tre fasi insediative e culturali distinte risalenti al Neolitico finale, all'età del rame e all'Età del bronzo. La prima fase di occupazione risale al Neolitico finale ed è caratterizzata soprattutto dalla produzione di recipienti in ceramica di uso domestico (pentole, contenitori, scodelle) e da un gran numero di manufatti in selce scheggiata per usi pratici e per la caccia. ====Età del rame==== Rappresentativo di un aspetto dell'età del Rame nelle Marche è l'insediamento di Conelle (circa III millennio a.C.), difeso da un fossato artificiale che ne sbarrava l'unico lato non protetto naturalmente. La presenza del fossato creato con finalità difensive e il rinvenimento dei primi esemplari di armi in selce scheggiata (pugnali e punte di lancia) rivelano la rottura delle relazioni pacifiche con le comunità vicine e l'insorgere di crescenti antagonismi generati dall'aumento dei beni da salvaguardare e dalla crescita del potere economico e sociale di alcuni individui o classi di individui. L'economia del villaggio era legata all'agricoltura e all'allevamento, anche se la caccia era ancora notevolmente praticata. Le attività artigianali erano assai diversificate. Ricca la produzione di recipienti in ceramica utilizzati per cuocere e contenere i cibi. La fabbricazione di strumenti in selce scheggiata era indirizzata a diversi scopi, non più esclusivamente pacifici, sia in ambito domestico sia per la caccia e per la guerra. Abbondante anche la produzione di strumenti in pietra levigata specifici per la lavorazione del legno (asce-martello forate) e di manufatti in osso e in corno di cervo che, come i pochi reperti metallici, presuppongono una specializzazione del lavoro non più confinato all'ambito strettamente domestico, ma ormai di tipo artigianale e specializzato. ====Età del bronzo==== Numerosi i rinvenimenti archeologici relativi all'età del Bronzo (II millennio a.C.) che mostrano una più intensa occupazione del territorio. All'età del Bronzo finale è riferibile l'abitato d'altura di Monte Croce Guardia (XII-X secolo a.C.) composto da capanne con il fondo scavato nel terreno roccioso, la cui posizione elevata rivela una scelta strategica dovuta ad esigenze difensive. All'interno del villaggio si svolgevano attività produttive e artigianali specializzate. Oltre alla produzione della ceramica si assiste ad uno straordinario sviluppo dei manufatti in osso e corno di cervo e alla comparsa di oggetti in bronzo. ====Età del Ferro==== Per l'età del Ferro risulta particolarmente rappresentata la fase finale della civiltà picena grazie alla ricca "necropoli gallica" di Montefortino d'Arcevia (metà del IV-inizi del II secolo a.C.) che segna il trapasso alla fase di occupazione romana del territorio. Le tombe, contrassegnate da grosse pietre, erano del tipo a fossa rettangolare scavata nel terreno e contenevano la cassa lignea (della quale si sono conservati solo i chiodi di ferro) con il corpo del defunto. La tipologia e composizione dei corredi consente di definire il sesso e il ruolo sociale dei defunti. Numerosi sono i guerrieri con armi da offesa (spade, lance, giavellotti) e da difesa (elmi) di ferro e di bronzo di tipo celtico. Particolarmente ricche anche le tombe femminili appartenute a donne di rango elevato che si distinguono per la preziosità degli ornamenti in oro. Tra gli elementi di corredo molti sono gli oggetti di importazione dall'Etruria, dall'Italia meridionale e dalla Grecia che confermano la ricchezza di queste comunità celtiche. A breve distanza dalla necropoli sorgeva un luogo di culto in uso dal V secolo a.C. fino all'età romana che ha restituito oggetti votivi. ===Evoluzione demografica=== === Tradizioni e folclore === Dal 1984, Arcevia invia una sua delegazione a Tredozio (FC) per partecipare alla ''Disfida dell'Uovo'', nel corso dell'annuale gara di scoccetta pasquale. Ogni anno, durante l'ultimo fine settimana di settembre, si svolge la ''Festa dell'Uva'', con sfilate di carri allegorici, Palio e stand enogastronomici. Vengono premiati il miglior carro, l'Associazione vincitrice del Palio e il miglior piatto povero tra quelli proposti dalle Associazioni che allestiscono gli stand enogastronomici. ===''Operazione Arcevia'': un audace progetto degli anni ‘70=== Tra il 1974 e il 1976, con il coordinamento dell'architetto Ico Parisi, dell'imprenditore Italo Bartoletti e dei critici Enrico Crispolti e Pierre Restany, viene proposto il progetto ''Operazione Arcevia'': la progettazione e la nascita di una comunità, che sarebbe dovuta sorgere in località Palazzo, unendo idee di pittori, scultori, architetti, di storici dell'arte, musicisti, scrittori, di psicologi e con il supporto delle istituzioni locali. I contributi, tra gli altri, degli artisti Arman, Alberto Burri, Nicola Carrino, Mario Ceroli, César, Nato Frascà, Jesús-Rafael Soto, Francesco Somaini, del regista Michelangelo Antonioni, del musicista Aldo Clementi, dello scrittore Tonino Guerra, del sociologo Aldo Ricci, vengono presentati, come opera d’arte in progetto, alla Biennale di Venezia del 1976. === Musica === Dal 1998 Arcevia ospita ogni estate i Seminari Estivi di Improvvisazione Arcevia Jazz Feast. Durante gli ultimi giorni del mese di luglio e i primi del mese di agosto, Arcevia si popola di musicisti di ogni età che arrivano da ogni parte d'Italia (e grazie alla cooperazione con il College of Music di Cape Town, dal Sud Africa) per frequentare lezioni con insegnanti internazionali, masterclass, laboratori e ogni sera partecipare a jam session e assistere ai concerti organizzati dall'Associazione Arcevia Jazz Feast, in un'atmosfera amichevole e festosa e nel clima fresco e ventilato del borgo. === Gemellaggi === * dal 10 marzo 1972 * ===Calcio=== La squadra di calcio è l'Avis Arcevia 1964 dai colori sociali biancorossi che milita in Prima Categoria. L'Avis Arcevia di calcio a 5 invece gioca in Serie C2 e disputa le proprie partite casalinghe presso la palestra di Castelleone di Suasa.
Alan Turing
La firma di Alan Turing Il suo lavoro ebbe vasta influenza sulla nascita della disciplina dell'informatica, grazie alla sua formalizzazione dei concetti di algoritmo e calcolo mediante l'omonima macchina, che a sua volta costituì un significativo passo avanti nell'evoluzione verso il moderno computer. Per questo contributo è solitamente considerato il padre della scienza informatica e dell'intelligenza artificiale, da lui teorizzate già negli anni trenta del '900, ed anche uno dei più brillanti crittoanalisti che operarono nel Regno Unito durante la seconda guerra mondiale, per decifrare i messaggi scambiati da diplomatici e militari delle Potenze dell'Asse. Turing lavorò infatti a Bletchley Park, il principale centro di crittoanalisi del Regno Unito, dove ideò una serie di tecniche per violare i cifrari tedeschi, incluso l'utilizzo di una macchina elettromeccanica in grado di decodificare codici creati dalla macchina crittografica Enigma. Morì, forse suicida, a soli 41 anni.
=== Infanzia === Alan Turing nacque a Maida Vale, quartiere di Londra, il 23 giugno 1912. Era figlio di Julius e Ethel Turing, entrambi impiegati della famiglia reale in India. Già in tenera età Turing diede segno della genialità che negli anni futuri lo avrebbe reso famoso in tutto il mondo. Tuttavia, a causa della sua enorme passione per le materie scientifiche, divenne malvisto dai professori del St. Michael, la sua prima scuola, che da sempre ponevano più enfasi sugli studi classici. Durante i primi anni ebbe quindi grandi difficoltà e ottenne il diploma a stento. Poco appassionato al latino e alla religione, preferiva letture riguardanti la teoria della relatività, i calcoli astronomici, la chimica o il gioco degli scacchi. Nel 1931 fu ammesso al King's College dell'Università di Cambridge dove fu allievo di Ludwig Wittgenstein e dove approfondì i suoi studi sulla meccanica quantistica, la logica e la teoria della probabilità (dimostrò autonomamente il teorema centrale del limite, già dimostrato nel 1922 dal matematico Lindeberg). Nel 1934 si laureò con il massimo dei voti e nel 1936 vinse il premio Smith (assegnato ai due migliori studenti ricercatori in Fisica e Matematica presso l'Università di Cambridge). Nello stesso anno si trasferì alla Princeton University dove studiò per due anni, ottenendo infine un Ph.D. In quegli anni pubblicò l'articolo "''On computable Numbers, with an application to the Entscheidungsproblem''" nel quale descriveva per la prima volta la futura "macchina di Turing". Nel 1940, a 28 anni, era a capo del gruppo di ricercatori impegnati nella decrittazione delle macchine usate dalla marina tedesca, fra le quali Enigma. === Il lavoro come crittoanalista === Bomba Durante la seconda guerra mondiale, Turing mise le sue capacità matematiche al servizio del ''Department of Communications'' del Regno Unito per decifrare i codici usati nelle comunicazioni tedesche, criptate tramite il cosiddetto sistema Enigma da Arthur Scherbius. Con l'entrata in guerra del Regno Unito, Turing fu arruolato nel gruppo di crittografi stabilitosi a Bletchley Park e con i suoi compagni lavorò per tutta la guerra alla decrittazione, sviluppando ricerche già svolte dall'Ufficio Cifra polacco con la macchina Bomba, progettata in Polonia da Marian Rejewski nel 1932 e ultimata nel 1938. La replica funzionante di ''Colossus'', realizzata nel 2007 Basandosi su tali esperienze, Turing realizzò una nuova versione, molto più efficace, della ''bomba'' di Rejewski. Nel 1942 il matematico di Bletchley Park, Max Newman, progettò una macchina chiamata Colossus (lontana antesignana dei computer) che decifrava in modo veloce ed efficiente i codici tedeschi creati con la cifratrice Lorenz SZ40/42, perfezionamento della cifratrice Enigma. La macchina, a dispetto dello scetticismo dei suoi superiori, fu realizzata, su progetto di Newman, dall'ingegnere Tommy Flowers, che la consegnò a fine 1943. Al termine della guerra Turing fu invitato al ''National Physical Laboratory'' (NPL, Laboratorio Nazionale di Fisica) situato a Teddington, nei pressi di Londra, per progettare il modello di un computer. Il suo rapporto che proponeva l'Automatic Computing Engine (ACE, Motore per il Calcolo Automatico) fu presentato nel marzo 1946, ma suscitò scarso interesse a causa degli alti costi preventivati. L'attività di Alan Turing nel gruppo di Bletchley Park fu coperta da un segreto assoluto. Finita la guerra il governo britannico impose a tutti coloro che avevano lavorato alla decrittazione, realizzando macchine e sistemi per violare i codici crittografici tedeschi, giapponesi e italiani, il divieto di parlare o scrivere di qualsiasi argomento trattato in quel periodo. Tale "silenzio" impedì che Turing e suoi colleghi anche meno famosi ricevessero i riconoscimenti che in altro ambito sarebbero stati loro ampiamente e pubblicamente riconosciuti. Dati e informazioni su queste attività cominciarono a essere pubblicate, previa autorizzazione dei servizi segreti inglesi, nel 1974, quando Turing e molti suoi colleghi nella decrittazione erano morti da tempo. Per l'anno accademico 1947/1948 tornò a Cambridge e spostò i suoi interessi verso la neurologia e la fisiologia, iniziando ad esplorare la relazione tra computer e natura. Iniziò a frequentare gli incontri del Ratio Club, un gruppo interdisciplinare di giovani scienziati britannici vicini agli interessi del movimento cibernetico. Ebbe interessi al di fuori dell'ambito accademico: divenne membro del ''Walton Athletic Club'' e vinse alcune gare di corsa sulle tre e sulle dieci miglia. Raggiunse inoltre ottimi livelli nella maratona, correndo con un record personale di 2 ore 46 minuti e 11 secondi (il vincitore della XIV Olimpiade nel 1948 vinse con un tempo inferiore di soli 11 minuti). Nel 1950, sulla rivista ''Mind'', scrisse un articolo dal titolo ''Computing machinery and intelligence'', in cui descriveva quello che sarebbe divenuto noto come ''il test di Turing'': era convinto che si potesse raggiungere un'intelligenza artificiale solo seguendo gli schemi del cervello umano. Su questo articolo si basa buona parte dei successivi studi sull'intelligenza artificiale. L'anno seguente fu eletto Membro della Royal Society di Londra. Si trasferì all'Università di Manchester, dove lavorò alla realizzazione del Manchester Automatic Digital Machine (MADM). Convinto che entro l'anno 2000 sarebbero state create macchine in grado di replicare la mente umana, lavorò alacremente creando algoritmi e programmi per il MADAM, partecipò alla stesura del manuale operativo e ne divenne uno dei principali utilizzatori. Nel 1952 sviluppò un approccio matematico all'embriologia. Quello stesso anno Turochamp, un programma di software scacchistico di sua creazione, giocò una partita contro il collega Alick Glennie considerata la prima giocata da un programma, benché le insufficienti capacità di calcolo dei computer dell'epoca costrinsero Turing a fare i calcoli lui stesso. === L'arresto e il suicidio === Il 31 marzo 1952 Alan Turing fu arrestato per omosessualità e portato in tribunale, dove a sua difesa disse semplicemente che «non scorgeva niente di male nelle sue azioni». Secondo alcune fonti, Turing avrebbe denunciato per furto un amico ospite in casa sua e avrebbe ammesso il proprio orientamento sessuale in risposta alle domande pressanti della polizia. In quel periodo nel parlamento britannico si discuteva l'abrogazione del reato di omosessualità ed è possibile che il clima mutato abbia indotto Turing a un comportamento incauto. Condannato per omosessualità, fu costretto a scegliere tra una pena a due anni di carcere o la castrazione chimica mediante assunzione di estrogeni. Per non finire in prigione, lo scienziato optò per la seconda alternativa. Per oltre un anno si sottopose a trattamenti che provocarono in lui un calo della libido e lo sviluppo del seno (ginecomastia). La depressione legata al trattamento e all'umiliazione subita fu, a parere di molti storici, il motivo che lo condusse, il 7 giugno 1954, al suicidio. === Morte === L'8 giugno 1954, la domestica di Turing, Eliza Clayton, lo trovò morto nel suo letto. Il medico legale stabilì che la morte era avvenuta il giorno prima. Un esame post mortem stabilì la causa del decesso nell'avvelenamento da cianuro di potassio. Al momento della scoperta, vicino al letto, accanto al suo orologio, fu trovata una mela, come era sua abitudine, non terminata. La sbrigativa inchiesta del giudice si concluse in appena due giorni e la mela non fu nemmeno sottoposta ad analisi per accertare se all'interno vi fosse del veleno. L'inchiesta concluse per il suicidio e il suo corpo fu cremato il 12 giugno 1954 al Woking Crematorium, nel Surrey, e le sue ceneri furono sparse sul posto, come era avvenuto per suo padre. === La grazia postuma === Nel 2012, centenario della nascita di Turing, la Royal Mail ha dedicato un francobollo alla sua memoria; però, è solo leggendone l'iscrizione ("Alan Turing 1912-1954 – Mathematician and WWII code breaker") che si può risalire all'identità del commemorato, dato che il francobollo non ne ritrae il volto bensì mostra la macchina Bomba britannica di cui Turing sviluppò il progetto. Nel dicembre 2012, importanti esponenti del mondo scientifico internazionale, tra cui il premio Nobel per la medicina Paul Nurse, il matematico e cosmologo Stephen Hawking, il matematico Timothy Gowers, il presidente del ''National Museum of Science'', Douglas Gurr, l'astronomo Martin Rees, mandarono una lettera aperta al Primo Ministro britannico David Cameron, intitolata ''Pardon for Alan Turing'', per sollecitare la grazia postuma, appello pubblicato dal ''Daily Telegraph;'' vi fu anche una campagna su Internet. Precedentemente, a 55 anni dal suicidio di Alan Turing, spiegabile con le torture a lui riservate, il 10 settembre 2009 vi fu una dichiarazione di scuse ufficiali da parte del governo del Regno Unito, formulata dal primo ministro Gordon Brown. Brown riconobbe che Turing fu oggetto di un trattamento omofobo: Il 24 dicembre 2013 la regina Elisabetta II elargì la grazia postuma per Alan Turing. Targa in memoria di Turing, presso la sua abitazione Ritratto in ardesia di Turing al Bletchley Park. Sullo sfondo, inquadrata, una foto di Turing a 39 anni * ''Alan Turing. Una biografia'' (1983), ripubblicato poi col titolo ''Alan Turing. Storia di un enigma'', biografia scritta da Andrew Hodges. * ''Breaking the Code'' (1986), opera teatrale di Hugh Whitemore. * ''Breaking the Code'' (1996), film TV britannico di Herbert Wise sulla vita di Alan Turing. * ''Cryptonomicon'' (1999), romanzo di Neal Stephenson. * ''Enigma'' (1995), romanzo di Robert Harris. * ''Enigma'' (2001), film di Michael Apted ispirato alla figura di Alan Turing e tratto dall'omonimo romanzo di Robert Harris. * '' Hacker, scienziati e pionieri, Storia sociale del cyberspazio e della comunicazione elettronica'' (2007). * ''Enigma: La strana vita di Alan Turing'' (2012), fumetto di Tuono Pettinato e Francesca Riccioni. * '' TURING a staged case history'' (2012), spettacolo multimediale di Maria Elisabetta Marelli, prodotto da AGON. * ''The Imitation Game'', regia di Morten Tyldum (2014), con Benedict Cumberbatch nel ruolo di Turing. * ''A Man from the Future'', colonna sonora composta dai Pet Shop Boys nel 2012 ispirata a Turing. * '' IL NASTRO E LA MELA'', diretto e interpretato da ''William Jean Bertozzo'', narrazione teatrale de ''il Teatro di Ipazia'' (2015). * ''Nessun titolo'', di Vincenzo Fiore racconta le particolari dinamiche del suo suicidio. * ''La caduta di un uomo'', di David Lagercrantz. * Salvatore Adamo, Alan et la pomme (song dedicated to Alan Turing) * Ian Mc Ewan, ''Macchine come me e persone come voi'', (titolo originale: ''Machines like Me and People Like You''), 2019.
Action directe (terrorismo)
'''''Action Directe''''', in lingua italiana ''Azione diretta'', la cui sigla era '''AD''', è stata un'organizzazione terroristica di estrema sinistra.
L'organizzazione fu creata da Jean-Marc Rouillan nel 1979 dalla fusione del Groupe d'Action Révolutionnaire Internationale (GARI) con il Noyaux Armés Pour l'Autonomie des Peuples (NAPAP). Nel marzo 1980 furono arrestati una ventina di membri dell'organizzazione, e nel settembre dello stesso anno fu il turno di Rouillan e della sua amica Nathalie Ménigon. Action Directe fu praticamente destrutturata, ma con l'elezione di François Mitterrand alla presidenza della Francia nel 1981, anche i leader del movimento beneficiarono dell'amnistia presidenziale: il movimento entrò allora in una fase di intensa attività. Nel 1982 le autorità sciolsero ufficialmente il movimento, che inasprì la sua attività. Emersero allora due fazioni: una "nazionale" ed una "internazionale" che propugnava la fusione dei movimenti terroristici europei. Si stima che i suoi membri effettivi fossero dai 10 ai 20 attivisti. La fazione internazionalista avviò una fase di collaborazione attiva con alcuni movimenti terroristici stranieri, fra cui l'Euskadi Ta Askatasuna (ETA), il Grupo de Resistencia Antifascista Primero de Octubre (GRAPO), Prima Linea, la Rote Armee Fraktion (RAF) ed i Comunisti Organizzati per la Liberazione Proletaria (COLP) ed il Movimento Iberico di Liberazione. Sebbene operasse prevalentemente in Francia, Action Directe collaborò e prese parte attiva ad alcune azioni comuni con la Rote Armee Fraktion tedesca (RAF) e le Cellules Communistes Combattantes belghe (CCC). Questa collaborazione internazionale continuò fino all'adozione di una strategia comune ed alla fusione con la RAF in seno a un ''Fronte Politico-Militare per l'Europa Occidentale'', annunciato in un comunicato congiunto delle due organizzazioni datato 15 gennaio 1985. Così, fra il 1985 e il 1986, si osservò una stretta collaborazione nelle azioni delle due organizzazioni da una parte e dall'altra della frontiera. Le sue azioni di più alto profilo furono: l'omicidio dall'ingegnere René Audran che lavorava presso il Ministero della Difesa, ucciso il 25 gennaio 1985 e l'omicidio di Georges Besse presidente della casa automobilistica Renault, assassinato il 17 novembre 1986. La fazione "nazionale" di Action Directe effettuò numerosi attentati dinamitardi e attacchi a mano armata nella regione parigina fra il 1982 ed il 1985. Il 28 marzo 1986 la rete "nazionale" fu smantellata con l'arresto di André Olivier e di numerosi suoi complici a Lione e a Saint-Étienne. Il 21 febbraio 1987, l'arresto dei capi storici di Action Directe (Jean-Marc Rouillan, Nathalie Ménigon, Régis Schleicher, Joëlle Aubron e Georges Cipriani), segnò la fine definitiva dell'organizzazione e della sua fazione "internazionale". Inattiva da quel momento, Action Directe si può ritenere dissolta.
Alba Adriatica
'''Alba Adriatica''' è un comune italiano di abitanti della provincia di Teramo in Abruzzo e fa parte dell'unione dei comuni Città Territorio-Val Vibrata. È comune autonomo dal 1956, precedentemente faceva parte del comune di Tortoreto.
Il territorio di Alba Adriatica è situato nella Val Vibrata. A nord confina con i comuni di Martinsicuro, Colonnella e Corropoli, a est confina con il mare Adriatico, a sud con il comune di Tortoreto e a ovest sempre con Corropoli. Nella classificazione sismica della protezione civile è identificato come ''Zona 3'', cioè zona a sismicità bassa, mentre nella classificazione climatica è contrassegnato come ''Zona C''. Pineta Villa Fiore negli anni cinquanta Alba Adriatica era parte del comune di Tortoreto, di cui, con il nome di ''Tortoreto Stazione'' (dato che nel 1863, venne creata la locale stazione della prima linea del treno del Regno d'Italia, sulla costa adriatica), fu sede comunale. Il 14 luglio 1956, dopo un periodo di campagna elettorale molto accesa, il piccolo quartiere Tortoreto Stazione, con referendum a cui fece seguito il decreto del Presidente della Repubblica, si staccò dall'originaria Tortoreto, mutando il proprio nome in quello di Alba Adriatica. Il suo stemma comunale ritrae un sole che sorge dal mare, Da alcuni anni è ormai accertata la presenza di siti neolitici di oltre cinquemila anni fa, nella parte ovest, in zona Ripoli, vicina al campo sportivo di calcio Vallese, dove sono stati trovati resti di un primitivo insediamento umano. Non si hanno riscontri archeologici o storici scritti di rilevanza, salvo una citazione di Plinio il Vecchio. Comunque, nella costruzione del viale Mazzini, negli anni Sessanta, furono ritrovati resti di anfore e altre indicazioni che, nell'epoca romana, vi erano ville romane, e centri di raccolta del sale. Vestigio di notevole interesse è la Torre di Carlo V, una delle torri costiere di avvistamento, volute dal viceré spagnolo d'Alcalá, del Regno di Napoli (XVI secolo), posta di fronte al piccolo delta della Vibrata, il torrente che divide Alba Adriatica da Martinsicuro. Non rimangono molti altri resti del passato, se non la chiesa patronale di Sant'Eufemia, di stile settecentesco, dove vi sono dei dipinti di artisti locali rimasti sconosciuti, ora riportata all'antico splendore da un profondo restauro strutturale. Sorgono nella zona le caratteristiche ville gentilizie settecentesche e ottocentesche dei Ranalli (in via Roma), dei Fiore (Villafiore), dei Marchesi De Sanctis (la villa del generale De Sanctis, sita in zona Stadio, a sud-ovest dell'abitato, è assolutamente da visitare, essendo una bellissima villa in stile Neoclassico, circondata dal verde), la villa del marchese Flajani, in seguito destinata a biblioteca comunale e parco pubblico, dove si può leggere e riposare all'ombra di alberi plurisecolari di oltre sessanta metri, su un perfetto giardino all'inglese, sita in via Roma, e la simpatica villa della famiglia Zanoni, molto particolare e interessante, costruita nel secolo scorso. Nell'arco dei primi anni del 1900 nell'area dell'antica stazione di Tortoreto era stanziato un primo centro abitato fatto di ville e dimore residenziali. La zona acquisì nel tempo nuove abitazioni, strade, attività commerciali e servizi . Residenza estiva della famiglia Fiore (Villa Fiore) Durante i primi anni del Novecento una ricca famiglia di Torano Nuovo (un paese nelle vicinanze di Alba Adriatica) con il suo capostipite Amadio Fiore decise di edificare una villa nella zona sud di Tortoreto Stazione. La residenza fu costruita con i primi mattoni creati dalla fornace della famiglia Fiore e di lì a poco nella zona circostante vi fu lo sviluppo di nuove costruzioni, di edifici e del lungomare, così "Villa Fiore" divenne il nome della nuova area sviluppata. Nell'estate del 2006 il comune di Alba Adriatica ha ricevuto il ministro plenipotenziario dell'ambasciata statunitense a Roma, John Dwyer, in una manifestazione pubblica. Successivamente, il ministro Dwyer ha inaugurato Villa Flaiani, trasformata in edificio ristrutturato, e il parco pubblico a fianco della caserma dei carabinieri. L'ambasciata statunitense a Roma ha donato alcuni libri alla biblioteca comunale, inaugurata dal Ministro, sull'America e sulla popolazione statunitense. Nella notte tra il 6 e il 7 ottobre 2007 le città di Alba Adriatica e Tortoreto vennero colpite da un'alluvione causata da piogge torrenziali e tre bombe d'acqua ed aggravata dallo straripamento dell'invaso Fonte del Vascello, situato a Tortoreto Alto. La tracimazione portò una grande quantità di fango e detriti sulle due cittadine costiere, provocando ingenti danni alla popolazione e alle attività economiche. Il Consiglio dei ministri dell'epoca dichiarò lo stato di calamità per le città colpite. La cittadina ci mise un anno intero a risollevarsi dal disastro. === Onorificenze === Torre Vibrata *Torre della Vibrata: torre di avvistamento della costa abruzzese, edificata durante il regno di Carlo V di Spagna per volere del viceré spagnolo di Napoli, nel 1568, essendo frequenti gli attacchi dei Saraceni. Campanile della chiesa di Sant'Eufemia Fontana La Rotonda Nel XVI secolo, quando Carlo V era Imperatore del Sacro Romano Impero e - tra l'altro - re di Napoli, il confine tra il Regno di Napoli a sud e lo Stato della Chiesa a nord era segnato dal corso inferiore del fiume Tronto. Proprio vicino alla foce di questo fiume, per volere del viceré don Pedro di Toledo, nel 1547 si costruì una torre, come posto di guardia e difesa della costa dalle incursioni saracene, ed anche un edificio adiacente, destinato all'ufficio doganale del confine con lo Stato Pontificio. Solo successivamente tale fortificazione entrerà a far parte del sistema di torri costiere del Regno di Napoli. Progettista fu il valenciano ''Pirro Luis Escribà'' (italianizzato in ''Pirro Aloisio Scrivà''), capitano ed architetto militare, lo stesso del Forte spagnolo dell'Aquila e di Castel Sant'Elmo a Napoli. La realizzazione fu diretta dal capitano ''Martin da Seguera'' o ''Martín De Segura'' dal quale presero il nome sia il centro abitato di Martinsicuro che la stessa torre, detta anche di Carlo V. Nel XVI secolo, dopo l'alleanza tra Francia e Impero Ottomano, crebbe la minaccia di incursioni da parte dei Saraceni, che furono particolarmente intense nell'estate del 1556 quando all'Abruzzo furono risparmiate le terribili devastazioni subite dalle coste italiane solo grazie alle difese ed al sistema di punti d'avvistamento predisposte dal duca d'Atri Giovan Girolamo Acquaviva. Di conseguenza si decise di costruire un sistema integrato di avvistamento e difesa delle coste italiane; il viceré don Pedro Perafán de Ribera, duca di Alcalá, volle che anche il litorale abruzzese, come già altre coste della penisola, fosse dotato di una serie di torri costiere, destinate non solo a dare l'allarme in caso di incursioni nemiche ma, essendo dotate di guarnigione e colubrine, anche a respingere tali incursioni. Nel 1568, Alfonso Salazar, commissario del presidente della Regia Camera di Summaria, dopo aver effettuato un sopralluogo insieme all'ingegnere Scala, dispose la costruzione di quattordici torri: Tronto, Vibrata, Salinello, Tordino, Vomano, ''Chirano'', Fossacesia, Senella e le sei del 1563; i lavori furono portati a termine entro il 1569. *La torre fu costruita da Alfonso Salazar, e mantenne la funzione di avamposto militare fino all'Ottocento, assieme alle torri di Roseto degli Abruzzi, Tortoreto Alto, Giulianova, Martinsicuro. Negli ultimi decenni è stata restaurata e adibita a ristorante. La torre ha robusta pianta quadrata a scarpa, con merlature nella cornice superiore. I pirati rapitori barbareschi potevano essere avvistati da ben dieci miglia sull'Adriatico. La parte superiore non è più praticabile ed è chiusa al pubblico, per motivi di sicurezza. *Villa Flajani: la villa appartenuta alla prestigiosa casata dei Marchesi Flajani ora biblioteca comunale è la dimostrazione dell'alta nobiltà del territorio sotto il regno borbonico. *Chiesa parrocchiale di Sant'Eufemia: la chiesa fu costruita nel 1920 nell'allora nascente Alba Adriatica, ancora frazione di Tortoreto. Fu costruita con forme classicheggianti a metà tra il gotico e il romanico. Dopo i bombardamenti della Seconda guerra mondiale, è stata ampliata e consacrata nel 1949, con la costruzione del campanile qualche anno dopo, dai vaghi caratteri di torre littoria. La chiesa ha pianta rettangolare a navata unica, con facciata a capanna, decorata da un rosone e semplice portale romanico. I fianchi hanno finestre e portali gotici. Il campanile è una semplice torre, costruita negli anni '50. *Parrocchia dell'Immacolata Concezione: è stata costituita come parrocchia presso il quartiere Basciani nel 1977, ma la chiesa risale solo al 2003, consacrata nel 2008 dal vescovo di Teramo Michele Seccia. L'edificio vuole dare l'idea di una barca in navigazione con tre grandi vele spiegate, rappresentate dal campanile di facciata. Lo stesso tema della barca è ripreso all'interno dove una poppa e una prua in ceramica di Castelli sostengono l'altare e l'ambone. Pregevole è anche l'organo a canne. *Chiesa di Santa Maria in Villa Fiore: si trova in questa contrada, è stata realizzata nel 1971. La chiesa è a pianta rettangolare con i lati convessi, eccettuata la facciata in mattoni e cemento, preceduta all'ingresso da un nartece. Gran parte della facciata è occupata da una grande finestra policroma con la rappresentazione di Gesù benedicente i fedeli. L'interno in mattoni e costoloni di cemento armato, è a navata unica. *Lungomare Guglielmo Marconi: è attraversato dal "Corridoio Verde Adriatico", ossia una pista ciclabile che parte da Martinsicuro, con collegamenti fino alla Puglia. In Abruzzo, la pista è ferma a Ortona, provincia di Chieti. Il lungomare, realizzato negli anni '50, è stato decorato di una fontana monumentale, chiamata "Fontana Nilo" in onore del commissario prefettizio Nilo, il quale, con il suo interessamento, permise di ottenere finanziamenti per la sua costruzione e si adoperò per dare un punto di riferimento ai turisti dell'epoca. *Villa Chiarugi: fu costruita nel 1720 dall'architetto Rolli per la nobile famiglia Ranalli, sulle rovine di un castello di guardia, forse appartenente all'epoca di Carlo V. La villa ha pianta rettangolare, di tipico stile neoclassico, con stucchi, e ordine di finestre centrale, di cui la principale è la maggiore. Vi sono statue in stile classico, poste in corrispondenza delle lesene. Sita in via Roma, la villa seicentesca, ora conosciuta in tutta Europa, come "Il Gattopardo", è un ex night club, ora disco dance e locale da ballo per giovani. Vi si tengono serate di musica latina, DJ set e menù di pesce e pizza in una sofisticata discoteca all'interno; è in fase di ristrutturazione. È monumento nazionale secondo l'Intendenza alle antichità e belle arti. *Monumento ai Caduti: Statua di bronzo sita in piazza IV Novembre, opera del famoso scultore internazionale di Nereto Francesco Perilli, uno dei padri del Multiculturalismo, che rappresenta i caduti di tutte le guerre, che vengono portati in paradiso, come martiri, dalle colombe della pace. *Monumento ai caduti della Prima guerra Mondiale: sito in piazza IV Novembre, nella zona sud ovest, ricorda i caduti di Alba Adriatica, durante la grande guerra. Vi sono i nomi della maggior parte delle famiglie di Alba Adriatica colpite da lutti di guerra In origine, era sito dinanzi alla scuola Fabio Filzi, ora dismessa e pericolante, rudere storico e luogo predestinato a far posto a opere moderne e funzionali. * Monumento pedestre AD MERCATUM: sito a terra, in forma di targa di bronzo ottagonale, in piazza IV Novembre, realizzato da Francesco Perilli, messo al posto della storica fontana del comune, recita, in latino volutamente maccheronico «AD MERCATUM UNDIQUE VENIEBANT». La traduzione, voluta dal sindaco Lino Fracassa, ricorda che "un giorno, qui, in questo punto, si svolgeva il mercato del lunedì, e che venivano da tutta la Val Vibrata, ad Alba Adriatica". Il maccheronico veniebant al posto del classico latino Venibant, illustra che qui si svolgeva un mercato per gente semplice, di campagna o povera. Tra gli anni '50 e '60, Alba Adriatica era un centro agricolo molto povero, che poi si è evoluto e arricchito come nuovo centro turistico e di interesse commerciale, soprattutto nel settore pellettiero (borse e cinture). * Monumento a Ivan Palazzese: sito sul lungomare Marconi in confluenza di viale Mazzini, ricorda l'albense Ivan Palazzese, giovane pilota del motociclismo internazionale, morto in un incidente di gara a Hockenheim (Germania). * Monumento alla Madonnina dei marinai: sito sul lungomare Marconi, è la protettrice dei marinai e dei turisti. * Le sessantennali Pinete, piantate alla nascita del comune di Alba Adriatica, e ora molto sviluppate, sono uno dei segreti del successo turistico di Alba Adriatica. Sono costituite da Pini di Montagna, trasferiti dalla Montagna dei Fiori, per concessione delle autorità demaniali e che si sono ben adattati alla vita sulla riva del mare. Vi è una forza di polizia, ex guardia forestale, ora sezione dei Carabinieri, che controlla che le leggi sulla tutela ambientale e le quattro pinete siano rispettate ad Alba Adriatica. === Evoluzione demografica === === Lingue e dialetti === Il dialetto di Alba Adriatica è il primo, andando da nord a sud, che può essere inserito nel gruppo dei dialetti abruzzesi adriatici. Ha molte caratteristiche in comune con il dialetto di Giulianova, con cui condivide una cadenza molto simile, ma è in alcuni aspetti influenzato dai dialetti aso-truentini, in particolar modo dall'area sambenedettese. Esso presenta innanzitutto l'apocope dei finali di parola in ''-ne'', ''-no'' e ''-ni'' (''pallò''/''pallù'' per "pallone"/"palloni"): si tratta fenomeno tipicamente marchigiano, che ha inizio a partire da Ancona e termina a Giulianova. A differenza di altre parlate della costa teramana, nel dialetto albense sono assenti i frangimenti vocalici di ''ù'' in ''ì'' (''brìttë'' per "brutto", ''tì'' per "tu"), di ''é'' in ''ò'' e di ''é'' in ''à'' (''fòmmënë'' per "femmina", ''sigaròttë'' per "sigaretta", ''quallë'' per "quello"), presenti invece a Giulianova (i primi due) e Tortoreto (l'ultimo). È però già riscontrabile l'apertura indistinta delle vocali in pressoché tutti i vocaboli (''ròppe'' per "rómpere", ''mònnë'' per "móndo", ''nòmë'' per "nóme", ''mèttë'' per "méttere", ''spèsë'' per "spésa"): tale fenomeno incomincia già a Corropoli, Colonnella e Martinsicuro, ed è una delle caratteristiche più vistose dell'area teramana, trovando estensione specie lungo la costa addirittura fino a Pescara. Tra gli elementi che più chiaramente differenziano il dialetto di Alba dal sambenedettese (e dal martinsicurese), è la metafonesi sannitica da "-o" finale solo per la "e" e non per la "o" (''bìllë'' per "bello", ''macìllë'' per "macello" ma ''pòrchë'' per "porco", ''mòrtë'' per "morto"), tipica dei dialetti abruzzesi adriatici, mentre nella vicina Martinsicuro, a San Benedetto del Tronto e in generale nei dialetti della costa marchigiana meridionale è presente la metafonesi anche per la "o" (''pùrchë'' per porco, ''mùrtë'' per morto). Quest'ultima caratteristica consentirebbe perciò di considerare il dialetto albense come di transizione tra quelli aso-truentini e quelli abruzzesi. === Etnie e minoranze straniere === Nel 2008 la popolazione straniera residente ad Alba Adriatica risulta essere il 10,81% del totale. La comunità più numerosa è quella cinese (3,24% del totale della popolazione residente); seguono, tra le più consistenti, quella albanese (1,76%), quella rumena (1,67%) e quella ucraina (0,52%). === Eventi === L'economia si basa essenzialmente sulle attività turistiche, sviluppate lungo tutta la costa. Il comune si è fregiato per tredici anni della bandiera blu fino al 2013, riconoscimento conferito dalla FEE alle migliori località costiere europee. Nella Guida Blu 2015 di Legambiente è segnalata con una vela. La ciclovia adriatica nel tratto di Alba Adriatica Alba Adriatica è attraversata da una pista ciclabile che corre parallelamente alla costa permettendo di pedalare senza soluzione di continuità per circa 25 km, da Martinsicuro a Roseto degli Abruzzi, grazie ai ponti in legno costruiti sul torrente Vibrata, sul fiume Salinello e sul fiume Tordino. La pista già realizzata è parte del più ampio progetto della ciclovia Adriatica, che prevede un percorso che colleghi Ravenna con Santa Maria di Leuca. Ad ovest, vi è la deviazione della statale sedici, nel tratto detto di via Vittorio Veneto, che passa a Ovest del centro di Alba Adriatica, strafficandolo. Non molto lontano da via Veneto, vi è l'ingresso dell'autostrada A14, ''Val Vibrata''. A metà di via Veneto, vi è il cavalcavia che collega la strada statale 16 con il centralissimo viale Mazzini, il lungomare e le strutture ricettive, turistiche e alberghiere. Una società privata, convenzionata dal comune, compie giornalmente il lavoro di collegamento delle periferie con il centro e l'intero lungomare Marconi. Palazzo comunale === Gemellaggi === * . La squadra di calcio locale, l'A.S.D. Alba Adriatica Calcio, ha disputato campionati dilettantistici regionali. Altre società calcistiche della cittadina sono state l'Atletico Alba e il Villa Fiore, non più attive, e l'Alba Nova, che ha disputato campionati dilettantistici. Ha sede nel comune la società di pallavolo Iseini Volley, fondata nel 1989, che disputa il campionato di serie B nazionale maschile. Nel 1973 Alba Adriatica è stata sede di arrivo della nona tappa del Giro d'Italia partita da Carpegna e vinta Patrick Sercu. Nel 2002 vi si è inoltre conclusa una tappa del Giro femminile. Negli anni dal 1984 al 1990, la locale squadra di tennis tavolo ha raggiunto la Serie A nazionale. Nel 1996, ad Alba Adriatica si è svolto il primo torneo di scacchi della CEE. Nel 2011 Alba Adriatica è stata l'arrivo della cronometro, valida come sesta tappa del Giro d'Italia Giovani Under 23. Lo stesso anno si è svolta la prima edizione della competizione annuale Gran Fondo "Costa dei Parchi". Nel 2012 il comune ha ospitato l'arrivo di due tappe del Giro d'Italia Giovani Under 23; la prima, con partenza da Colonnella, la seconda una cronometro partita da Giulianova. Ogni anno vengono organizzati tornei estivi di beach volley, beach soccer e il master finale del campionato italiano di beach rugby. Per il basket la squadra locale era l'Alba Adriatica Basket che ha militato in serie C1, raggiungendo una finale di Coppa di Lega. La società ha ceduto il titolo sportivo all'Ascoli Basket nel 2009; la pallacanestro albense è rappresentata dalla società Alba Basket TE. ===Impianti sportivi=== * Stadio comunale "Luca Vallese", dedicato un giovane calciatore locale morto a 20 anni; viene utilizzato dall'Alba Adriatica Calcio; * Stadio comunale "Valeria Rosini", dedicata a una giovane ragazza albense morta a 24 anni; viene utilizzato dal settore giovanile dell'Alba Adriatica Calcio e da altre società calcistiche minori; * Palazzetto dello sport comunale di via degli Oleandri, utilizzato dalle locali squadre di pallacanestro e pallavolo.
Azoto
L'''azoto''' è un elemento chimico della tavola periodica degli elementi. Il suo numero atomico è 7. Il suo simbolo è '''N''' (dal latino ''nitrogenum'', passando dal francese ''nitrogène'', coniato nel 1790 dal chimico Jean-Antoine Chaptal fondendo il greco νίτρον, ''nitron'', «nitrato di potassio» con la radice γεν-, ''ghen-'', «dare vita a». Dal francese passò all'italiano come '''nitrogeno''', termine ormai obsoleto. L'azoto è costituente fondamentale delle molecole organiche più importanti dal punto di vista biochimico , oltre che di composti inorganici estremamente diffusi e importanti come l'ammoniaca e l'acido nitrico. L'azoto molecolare è un composto formato da due atomi di azoto; esso costituisce il 78% dell'atmosfera terrestre e allo stato puro si presenta sotto forma di gas incolore, inodore, insapore e inerte.
Daniel Rutherford, un allievo di Joseph Black, è considerato lo scopritore dell'azoto, nonostante esso sia stato contemporaneamente identificato da Joseph Priestley, Carl Wilhelm Scheele e Henry Cavendish. Black, scopritore dell'"aria fissa" (anidride carbonica), aveva osservato che bruciando una sostanza "carboniosa" in un recipiente chiuso e assorbendo l'anidride carbonica che si sviluppa con potassa caustica (KOH), permane un residuo gassoso. Rutherford studiò questo gas e notò che non mantiene la combustione e la respirazione, che contrariamente all'anidride carbonica non viene assorbito da sostanze caustiche, ma non lo riconobbe come una distinta specie chimica e lo considerò come aria atmosferica saturata con flogisto. Fu Lavoisier a riconoscere che l'aria è una miscela di un gas attivo O2, che mantiene la combustione e la respirazione, e di un gas inattivo N2. Azoto deriva dal francese ''azotè'', voce formulata dallo stesso Lavoisier che significa "privo di vita" (dal greco ζωή, ''zoè'', ''"vita"'', preceduto dall'alfa privativo, e quindi ''"privo di vita"''); fu attribuito tale nome in quanto l'azoto molecolare N2 costituisce il componente dell'aria non necessario alla respirazione degli esseri viventi. Fu parallelamente adottata la denominazione nitrogène (generatore di nitron), proposta da Chaptal in seguito alla scoperta che l'acido nitrico e i nitrati contengono azoto; da questo nome deriva il simbolo N. Nella lingua inglese si è conservata la denominazione ''nitrogen'', mentre in tedesco viene chiamato ''stickstoff''. L'azoto è il quinto elemento più abbondante nell'universo, il 19º sulla crosta terrestre (di cui costituisce lo 0,03%), il primo elemento per abbondanza nell'aria (di cui costituisce il 78,09%) ed è il quarto elemento più abbondante del corpo umano (di cui costituisce il 3%). Sotto forma di molecola biatomica N2 (numero CAS ) è il costituente principale dell'atmosfera terrestre (78,08% in volume; per confronto, nell'atmosfera di Marte costituisce il 2,6% in volume). È poi contenuto in depositi minerali come nitrato, soprattutto 3 (salnitro del Cile, derivato del guano), ma anche KNO3, Ca(NO3)2 e Mg(NO3)2; questi sali, tutti di derivazione biologica, sono solubili in acqua e giacimenti si trovano solo in zone particolarmente aride. È inoltre presente in tutti gli organismi viventi in numerosissime molecole quali DNA, proteine e ATP e dunque anche nei residui fossili. In particolare il carbone contiene di norma quantità significative di ammoniaca (NH3) e di N2. L'azoto è contenuto, come ione ammonio, nei minerali rari buddingtonite e tobelite. Ancora più rari sono i nitruri osbornite, carlsbergite, roaldite, nierite e sinoite rinvenuti in meteoriti e il siderazoto di origine vulcanica (Vesuvio). La massa atomica relativa dell'azoto è . Sono noti due isotopi stabili (14N 99,63% e 15N 0,37%) e numerosi isotopi radioattivi con tempo di dimezzamento brevissimo (12N, 13N, 16N, 17N, 18N, 19N, 20N, 21N, 22N, 23N e 24N). Nuclide Abbondanza Massa Spin Emivita Decadimento 10N — 2- p 11N — ½ p 11mN — ½ - n.m. 12N — 12,0186 1 0,011 s β+ 13N — 13,0057 ½ - 9,965 min β+ 14N 99,636 14,0031 1 stabile — 15N 0,364 15,0001 ½ - stabile — 16N — 16,0061 2- 7,13 s β− 17N — 17,0084 ½ - 4,173 s β− 18N — 18,0141 1- 0,622 s β− 19N — 19,0170 ½ - 0,271 s β− 20N — 20,0237 n.m. 0,13 s β− 21N — 21,0270 ½ - 87 ms β− 22N — 22,0344 n.m. 13,9 ms β− 23N — 23,0405 ½ - >14,5 ms β− 24N — 24,0505 n.m. 25N — ½ - 14N e 15N. Di gran lunga il più comune è il 14N (99,634%), che è prodotto nel ciclo del carbonio-azoto nelle stelle. Dei dieci isotopi prodotti sinteticamente, il 13N ha un'emivita di dieci minuti e gli isotopi rimanenti hanno emivite nell'ordine di secondi o meno. Reazioni mediate biologicamente (ad esempio assimilazione, nitrificazione e denitrificazione) controllano fortemente la dinamica dell'azoto nel suolo. Queste reazioni danno tipicamente come risultato l'arricchimento in 15N del substrato e l'impoverimento del prodotto. Una piccola parte (0,73%) dell'azoto molecolare nell'atmosfera della Terra è l'isotopomero 14N15N, e quasi tutto il resto è 14N2. Il radioisotopo 16N è il radionuclide dominante nel refrigerante dei reattori ad acqua pressurizzata o dei reattori ad acqua bollente durante il normale funzionamento. È prodotto dall'16O (in acqua) attraverso la reazione (n, p). Ha una breve emivita di circa , ma durante il suo decadimento di ritorno all'16O produce radiazioni gamma ad alta energia (da 5 a ). A causa di questo, l'accesso alla conduttura primaria del refrigerante in un reattore ad acqua pressurizzata deve essere segregato durante il funzionamento del reattore della centrale. Il 16N è uno dei principali mezzi usati per rilevare immediatamente anche le più piccole perdite dal ciclo primario del refrigerante a quello secondario del vapore. Similmente, l'accesso a uno qualsiasi dei componenti del ciclo del vapore in una centrale elettrica con un reattore nucleare ad acqua bollente deve essere segregato durante il funzionamento. La condensa del condensatore è tipicamente trattenuta per 10 minuti per consentire il decadimento del 16N. Questo elimina il bisogno di schermare e di segregare l'accesso a qualsiasi conduttura o pompa dell'acqua di alimentazione. === Reazioni nucleari === Ernest Rutherford nel 1919 osservò la prima transmutazione realizzata in laboratorio. Egli fece passare le particelle alfa generate da un radionuclide naturale attraverso una camera contenente atomi di azoto. Scoprì che veniva prodotta un'altra radiazione, più penetrante. Egli dimostrò che questa nuova radiazione consisteva di protoni di alta energia e concluse che questo era il risultato della conversione dei nuclei di azoto in nuclei di ossigeno. Rutherford ipotizzò che la cattura di una particella alfa da parte del nucleo dell'azoto produce un nucleo eccitato di fluoro-18, che a sua volta emette un protone formando nuclidi di ossigeno-17, un isotopo raro ma stabile :α + 14N → 18F* → 17O + p Nell'atmosfera, per effetto dei raggi cosmici, avviene la seguente reazione: :14N + n → 14C + p         ΔE = Questo processo è all'origine del nuclide carbonio-14. Poiché il carbonio-14 viene largamente impiegato come tracciante, lo si produce artificialmente sfruttando la stessa reazione. Se i neutroni hanno energia molto elevata la reazione può decorrere in modo differente dando luogo a trizio: :14N + n → 12C + 3H         ΔE = 4,015 MeV Impiegando neutroni termici e quindi di minor energia rispetto a quelli dei raggi cosmici si ha invece: :14N + n → 15N* → 15N + γ         ΔE = −10,83 MeV Ciclo del carbonio 12C + p  →  13N + γ 13N  →  13C + ''e''+ + ''v'' 13C + p  →  14N + ''γ'' 14N + p  →  15O + ''γ'' 15O  →  15N + ''e''+ + ''v'' 15N + p  →  12C + ''α'' I raggi γ emessi hanno frequenza caratteristica (intorno a ΔE/h) e poiché la maggioranza degli esplosivi di più largo impiego contiene quantità importanti di azoto (per esempio tritolo 18,5%, nitroglicerina 18,5%, ciclonite o T4 37,8%, PETN 17,7%, tetryl 24,4%), questo fatto permette di sfruttare tale reazione nei rilevatori di esplosivi negli aeroporti. I nuclidi dell'azoto giocano un ruolo importante nel ciclo del carbonio-azoto, una serie di reazioni nucleari che avviene nelle stelle della sequenza principale quando vi è una sufficiente quantità di 12C. Nella nostra stella non vi è ancora una temperatura abbastanza elevata da produrre una sufficiente quantità di 12C perché questo ciclo sia competitivo nei confronti del ciclo protone-protone. === Separazione isotopica === L'arricchimento isotopico di 15N viene solitamente eseguito per scambio chimico, anche se recentemente sono stati messi a punto promettenti metodi cromatografici che sfruttano polimeri criptanti. Il sistema più efficiente e dunque più usato, si basa sul seguente equilibrio bifasico: 15NO(g) + 14NO(aq) ⇄ 14NO(g) + 15NO(aq)       (K = 1,055) grazie al quale si riescono a ottenere concentrazioni di 15N superiori al 99,5%. Altre reazioni che sono state impiegate per l'arricchimento sono: 15NH3(g) + 14NH(aq) ⇄ 14NH3(g) + 14NH(aq) 15NO(g) + 14NO2(g) ⇄ 14NO(g) + 15NO2(g) Anche la distillazione frazionata di NO è un altro buon metodo per l'arricchimento dell'isotopo 15N. Il prodotto finale conterrà anche una significativa concentrazione dell'isotopologo 15N18O, fonte utile del più pesante isotopo stabile dell'ossigeno. L'acido nitrico, l'ammoniaca, i sali di ammonio, l'azoto molecolare N2, gli ossidi NO e NO2, sono disponibili in commercio con diversi gradi di arricchimento dell'isotopo 15N; da questi si possono ottenere i traccianti impiegati in numerosi ambiti di ricerca, molti dei quali sfruttano le tecniche di risonanza magnetica nucleare. === Spettroscopia di risonanza magnetica nucleare === Entrambi gli isotopi stabili dell'azoto (14N e 15N) hanno spin nucleare e possono dunque essere sfruttati nelle tecniche di spettroscopia NMR. La sensibilità con cui può essere rivelato 14N è di circa un millesimo rispetto a quella di 1H, ma superiore di circa 5 volte rispetto a quella di 13C. Per 15N è notevolmente inferiore sia a 1H che a 13C. 14N ha inoltre un momento di quadrupolo nucleare che comporta l'allargamento delle linee, un inconveniente che può indurre in taluni casi a preferire 15N nonostante la scarsa abbondanza e la minore sensibilità. Gli studi NMR dei nuclidi di azoto hanno ormai acquisito notevole importanza e versatilità, il loro impiego spazia dall'indagine strutturale a quella sui meccanismi di reazione, dal riconoscimento di nuove specie allo studio della natura dei legami di specie contenenti azoto. Caratteristiche atomiche Configurazione elettronica fondamentale 1s22s22p3 Stati '''4S''', 2D, 2P Energia di 1ª ionizzazione Energia di 2ª ionizzazione 29,6013 eV Energia di 3ª ionizzazione 47,44924 eV Energia di 4ª ionizzazione 77,4735 eV Energia di 5ª ionizzazione 97,8902 eV Energia di 6ª ionizzazione 552,0718 eV Energia di 7ª ionizzazione 667,046 eV Affinità elettronica −0,07 eV Elettronegatività (Pauling) 3,04 Elettronegatività (Mulliken) 3,08 Elettronegatività (Allred-Rochow) 3,07 Polarizzabilità - Raggio atomico Raggio ionico di N3− 1,71 Å Raggio di van der Waals 1,55 Å L'azoto è il primo elemento del 15º gruppo della tavola periodica. L'atomo di azoto ha 5 elettroni nel guscio di valenza, lo stato elettronico fondamentale è 4S. L'energia di 1ª ionizzazione ha un valore particolarmente elevato, contrariamente a quanto si potrebbe prevedere dall'andamento periodico è maggiore del valore per l'ossigeno. Anche l'affinità elettronica assume un valore che devia, in questo caso in maniera molto più marcata, dalla periodicità della proprietà, presentando addirittura un valore negativo. Questi dati si ripresentano per tutti gli elementi del gruppo, anche se in misura più sfumata man mano che aumenta il numero atomico e possono essere giustificati, nell'ambito del modello orbitalico, considerando che gli elettroni nello stato fondamentale dell'atomo di azoto si dispongono riempiendo per metà il guscio p. Tale disposizione, con un solo elettrone per ogni orbitale p minimizza le repulsioni interelettroniche e rende relativamente stabile l'atomo rispetto sia alla perdita che al guadagno di un elettrone. Per quanto riguarda invece l'elettronegatività e il raggio atomico i valori rispettano bene la regolarità dell'andamento periodico. L'azoto atomico può essere prodotto da N2, a bassa pressione, con scariche elettriche. Ha un tempo di vita relativamente lungo perché la ricombinazione ha ordine di reazione 3 :N(g) + N(g) + M(g) → N2(g) + M*(g) M può essere sia l'azoto atomico N che l'azoto molecolare N2. La costante di velocità a è La ricombinazione dev'essere necessariamente del 3º ordine per via dell'elevata esotermicità della reazione, è indispensabile che una terza specie chimica assorba l'energia sviluppata, altrimenti il sistema dissocerebbe nuovamente. Come è facile immaginare l'azoto atomico è estremamente reattivo, per esempio: # reagisce gli idrocarburi formando HCN, RCN e C2N2 # con O2 formando NO e NO2 # con H2 dà ammoniaca # con CO2 dà NO e CO È stata preparata la specie NC60 in cui l'atomo di azoto è incapsulato nel fullerene C60. L'unico allotropo rilevato in natura è la molecola diatomica o biatomica N2, che viene di norma chiamato semplicemente "azoto", ma le seguenti diciture sono molto più chiare: azoto molecolare, azoto biatomico o diazoto. Dal 1890 è nota la specie chimica N, chiamato ione azoturo, tende a formare composti esplosivi con metalli: gli azoturi di piombo, mercurio e bario, per esempio, vengono impiegati nelle capsule di detonazione. Recentemente è stata riportata la sintesi della specie N detta pentazenio in ambiente superacido. In laboratorio N2 si può ottenere sottraendo O2 all'aria facendola passare attraverso fili di rame al calor rosso; si può anche, e questa è un'area di ricerca in forte crescita, separare N2 e O2 sfruttando membrane permeabili all'ossigeno biatomico ma non all'azoto biatomico. Un altro metodo di preparazione è la decomposizione termica di alcuni sali che lo contengono, per esempio: :NH4NO2(aq) -> N2(g) + 2H2O Se si vuole ottenere N2 a maggior grado di purezza si sfrutta la decomposizione termica di un azoturo di un metallo alcalino o alcalino terroso: : 2NaN3(s) -> 3N2(g) + 2Na(s) Nell'industria viene invece esclusivamente ottenuto dalla distillazione frazionata dell'aria liquida. Di norma l'azoto molecolare N2 che ne risulta contiene impurezze in ppm, soprattutto Ar e O2 , in misura più o meno significativa a seconda dei metodi impiegati e della qualità dell'impianto di produzione; le moderne colonne di frazionamento garantiscono purezze superiori al 99,9995%, dato che soddisfa la massima parte delle necessità. Tra i metodi di purificazione (tesi a ridurre il tenore di O2) resi oggi obsoleti dal miglioramento delle colonne di frazionamento si annoveravano: # la reazione con piccole quantità di idrogeno su catalizzatore di platino; # il passaggio del gas su rame al calor rosso; # il passaggio del gas attraverso soluzione riducente (p.e.contenente V2+ o Cr2+). === Strutturali === Caratteristiche strutturali di N2 Gruppo puntuale D∞h Distanza di legame(pm) 14N2 110,010 14N15N 110,003 15N2 109,998 Massa molecolare(u.a.) 14N2 28,0062 14N15N 29,0032 15N2 30,0002 Momenti d'inerzia 14N2(g m2) Ia = 0 Ib = Ib = === Elettroniche === Caratteristiche elettroniche di N2 Configurazione elettronica (σg1s)2(σu*1s)2(σg2s)2(σu*2s)2(πu2p)4(σg2p)2 Stati 1Σ Energia di legame 14N2(kJ mol−1) 941,7 Energia di ionizzazione Momento di dipolo (Debye) 0 Polarizzabilità (10−30m³) 1,77 Sia la configurazione elettronica MO, che le teorie elementari della valenza sono concordi nel ritenere l'ordine di legame dell'azoto molecolare (N2) uguale a 3. Ciò è coerente con gli elevati valori dell'energia di dissociazione e della costante vibrazionale. === Spettro UPS === Spettro UPS di N2 Il primo picco che si osserva nello spettro fotoelettronico UPS He I, quello a , porta a N2+ (2Σ) strappando un elettrone dall'orbitale σg2p. Mostra una struttura vibrazionale molto modesta, vi è solo un debole picco secondario distanziato dal primo di circa 0,267 eV, quindi la costante vibrazionale di N(2Σ) è 1906,87 N m−1. È un valore inferiore a quello di N2 ma ancora elevato, sintomo del fatto che il contributo legante dell'orbitale σg2p è scarso. Il secondo picco, che porta a N (2Πu), presenta invece una struttura vibrazionale molto marcata. Si può notare che il picco più intenso della serie è quello del primo stato vibrazionale eccitato, ciò significa che la distanza di legame in N (2Πu) è sensibilmente superiore a quella di N2 (1Σ). L'espulsione di un elettrone πu2p comporta quindi un importante indebolimento del legame, come si può anche dedurre dalla separazione dei livelli vibrazionali di N (2Πu) che è di circa 0,224 eV, con una costante vibrazionale che questa volta diminuisce decisamente (1351,46 N m−1). L'ultimo picco che si può osservare in UPS è a 18,75 eV, porta a N (2Σ), la struttura vibrazionale è simile a quella del primo picco, questa volta la separazione dei livelli vibrazionali è 0,296 eV e quindi la costante vibrazionale uguale a È un valore superiore a quello di N2 (1Σ) e infatti l'elettrone espulso proviene da un orbitale debolmente antilegante (σu*2s). === Spettroscopiche === '''Caratteristiche spettroscopiche di N2''' Costante rotazionale 14N2 (cm−1) 1,9987 Costante della distorsione centrifuga al 1º ordine (cm−1) Frequenza vibrazionale fondamentale 14N2 (cm−1) 2358,07 Energia di punto zero 14N2 Costante vibrazionale 14N2 (N m−1) 2293,8 Termine spettroscopico 4So3/2 Il piccolo valore della costante al 1º ordine della correzione centrifuga e l'elevata costante vibrazionale sono indici di una notevole rigidità della molecola e sono coerenti con l'elevata energia di legame e con l'ordine di legame uguale a 3. Mentre lo spettro rotazionale Raman della molecola 14N15N, di simmetria C∞v, presenta intensità concordi con quanto ci si aspetterebbe dalla distribuzione di Boltzmann, la molecola 14N2, di simmetria D∞h, mostra le tipiche alternanze (in questo caso I = 1 quindi Jdispari : Jpari = 1: 2) dovute alla statistica nucleare che possono essere interpretate solo alla luce del principio di Pauli. === Termodinamiche === Diagramma p-V dell'azoto '''Caratteristiche termodinamiche di N2''' Punto di fusione (p = 1 bar) 63,179 K Entalpia di fusione (kJ mol−1) 0,719 Punto di ebollizione (p = 1 bar) 77,244 K Entalpia di vaporizzazione (kJ mol−1) 5,586 Entropia molare a 298 K (J K−1 mol−1) 191,61 Cp,m a 298 K (J K−1 mol−1) 29,125 Cv,m a 298 K (J K−1 mol−1) 20,818 Coefficiente di Joule-Thomson a 298 K (K atm−1) 0,27 === Stato gassoso === '''Caratteristiche di N2 in fase gassosa''' Densità (kg m−3, 1 bar, 298 K) 1,1308 Temperatura critica 126,3 K Pressione critica (atm) 33,54 Volume critico (cm³ mol−1) 90,10 Collision cross section (nm2) 0,43 Parametro ''a'' dell'eq. di van der Waals (atm L2 mol−2) 1,408 Parametro ''b'' dell'eq. di van der Waals (10−2L mol−1) 3,913 Parametro ε del potenziale di Lennard-Jones (K/k) 91,85 Parametro r0 del potenziale di Lennard-Jones (pm) 391,9 Costante della legge di Henry a 298 K (K/torr) per H2O Entalpia di fisisorbimento (max osservata) (kJ mol−1) −21 Entalpia di chemisorbimento (kJ mol−1) Ta −589 Fe −293 === Stato solido === Sono state osservate sei fasi solide dell'azoto, denominate α, β, γ, δ, ε e ζ, ma a pressioni inferiori a esistono solo le fasi alfa e beta. La temperatura di transizione tra le due fasi alla pressione di 1 bar è . La fase alfa, quella che esiste a minor temperatura, ha un reticolo cubico a facce centrate ), mentre la fase beta un reticolo esagonale ( e ) La fase gamma ha un reticolo tetragonale a corpo centrato. Le altre fasi sono stabili solo a pressioni superiori a . Sopra l'elevatissima pressione di 1,5 Mbar vi è una fase semiconduttrice. Studi strutturali accurati non sono ancora stati eseguiti, ma da misure spettroscopiche si può dedurre che non siano più presenti molecole N2. === Proprietà di trasporto === '''Proprietà di trasporto di N2 in fase gassosa (p = 1 bar, T = 298 K)''' Conducibilità termica (W m−1 s−1) 0,025724 Conducibilità elettrica — Viscosità (μP) 178,05 Velocità del suono (m s−1) 351,98 '''Proprietà di trasporto di N2 in fase liquida (p = 1 bar, T = 77,244 K, p.eb.)''' Conducibilità termica (W m−1 s−1) 0,14605 Conducibilità elettrica — Viscosità (μP) 1613,7 Velocità del suono (m s−1) 852,53 === Reattività di N2 === La molecola N2 è incolore, inodore e insapore. Presenta un'eccezionale inerzia chimica, dovuta principalmente alla elevata energia di legame, alla scarsa polarizzabilità e all'assenza di momento dipolare. ==== Reazioni a temperatura ambiente ==== Le uniche reazioni note di N2 a temperatura ambiente sono le seguenti. ;L'ossidazione del litio metallico :N2(g) + 6 Li(s) → 2 Li3N(s) :Si tratta però di una reazione lenta. ;La coordinazione di alcuni complessi metallici: :Ru(NH3)5(H2O)2+(aq) + N2(g) → Ru(NH3)5(N2)2+(aq) + H2O :WCl4(PMe2Ph)2 + 2 N2(g) + 2 PMe2Ph + 4 Na(Hg) → W(PMe2Ph)4(N2)2 + 4 :5 + 4 PR3 + 2 N2(g) + 5 Na(Hg) → ''trans''-Mo(N2)2(PR3)4 + 5 :Nel primo caso la molecola di azoto non viene particolarmente influenzata dalla coordinazione, mentre nei complessi con gli elementi del 6º gruppo viene attivata nei confronti di forti elettrofili e forti nucleofili. ;Fissazione biologica: ==== Reazioni a temperature elevate ==== A temperature elevate N2 mostra una reattività maggiore combinandosi direttamente con berillio, magnesio, calcio, stronzio, bario, torio, alluminio, scandio, titanio, vanadio, cromo, manganese, ittrio, zirconio, afnio, molibdeno, tungsteno, torio, uranio, plutonio e tutti i lantanoidi con formazione dei rispettivi nitruri. Scaldando il coke all'incendescenza in atmosfera di azoto si ha la sintesi di cianogeno, (CN)2. La reazione che più è stata studiata per via dell'enorme interesse pratico è la sintesi dell'ammoniaca secondo il processo Haber-Bosch: :N2(g) + 3 H2(g) → 2 NH3(g) Si esegue a temperature comprese tra 450 e , a pressioni comprese tra 200 e 1000 atm, in presenza di un catalizzatore costituito da ferro e tracce di Al2O3. La grande importanza di questa reazione deriva dal fatto che tutto l'azoto impiegato nell'industria chimica per la preparazione di numerosissimi composti viene tutto dall'ammoniaca. L'impatto del processo Haber a livello sociale, economico, militare e politico nel corso del Novecento è stato notevolissimo. Ogni anno circa 50 milioni di tonnellate di N2 vengono convertiti in ammoniaca. Prima della messa a punto del processo Haber uno dei metodi utilizzati per la fissazione dell'azoto era la reazione di azoto con carburo di calcio per dare calcio cianammide: :N2(g) + 2(s) → (s) La reazione avviene intorno ai 1000 °C. Ma il primo metodo industriale per la fissazione dell'azoto, proposto dall'inglese William Crookes e poi migliorato dai norvegesi Birkeland ed Eyde, era basato sull'ossidazione da parte di O2: :N2(g) + O2(g) → 2 NO(g)   ΔrHº(298 K) = 90,29 kJ mol−1 Data l'elevata endotermicità della reazione, nel processo Birkeland-Eyde si operava ad elevata temperatura insufflando aria su un arco elettrico di forma circolare. Questa reazione è responsabile ogni anno della conversione di circa 30 milioni di tonnellate di azoto in monossido di azoto e biossido di azoto; 20 milioni di tonnellate sono prodotte nelle combustioni, soprattutto nei motori a scoppio delle automobili, mentre circa 10 milioni di tonnellate a causa dei fulmini. Questo fenomeno influisce notevolmente sulla chimica dell'atmosfera. Nella troposfera gli ossidi di azoto catalizzano la formazione di ozono O3 secondo il seguente ciclo: :NO2(g) + ''hν''(λ 2(g) + M(g) → O3(g) + M*(g) :2 NO(g) + O2(g) → 2 NO2(g) Sia l'ozono che il biossido di azoto sono dannosi per gli animali attaccando la mucosa respiratoria (vedi bronchite acuta irritativa). Nella stratosfera invece, gli ossidi di azoto possono distruggere lo strato di ozono necessario per l'assorbimento della radiazione UV di alta frequenza: :NO(g) + O3(g) → NO2(g) + O2(g) :NO2(g) + O(g) → NO(g) + O2(g) L'apparente comportamento contraddittorio è determinato dal fatto che la concentrazione di ozono e ossigeno atomico nella stratosfera è molto superiore rispetto alla troposfera. ===== Piogge acide ===== Gli ossidi di azoto sono inoltre tra i maggiori responsabili dell'elevata acidità delle piogge in alcune aree particolarmente sottoposte a inquinamento atmosferico: il biossido di azoto reagisce con l'acqua formando acido nitrico: :3 NO2(g) + H2O(g) → 2 HNO3(g) + NO(g) Piogge troppo acide, oltre a rovinare i monumenti costruiti con rocce calcaree, possono creare non pochi problemi alle piante aumentando l'acidità dei terreni e di conseguenza la solubilità di alcuni ioni metallici, quali per esempio Al3+, che se assimilati indeboliscono la pianta compromettendone la crescita e in alcuni casi la sopravvivenza. === Considerazioni generali sulla chimica dell'azoto === L'azoto è un tipico non metallo. È uno dei pochi elementi per cui la regola dell'ottetto è valida con poche eccezioni. La sua chimica è quasi esclusivamente covalente, l'anione N3− è fortemente polarizzabile e può essere individuato come tale solo nei nitruri dei metalli alcalini e alcalino terrosi. ==== Stereochimica ==== '''Numero di coordinazione''' '''Geometria''' '''Esempi''' 0   azoto atomico 1   NO, N2, C2N2, CN−, RCN, '''N'''NO 2 lineare HN'''N'''N, NO angolare NO, NH, ClNO, NO2 3 piramidale NH3, N2H4, Ammine, NCl3 planare HNO3, FNO2 4 tetraedrica NH, NF3O, NF 5 bipiramide trigonale N(AuPPh3)5+ 6 ottaedrica nitruri interstiziali 8 cubica nitruri ternari L'azoto forma legami con tutti gli elementi della tavola periodica a eccezione dei gas nobili più leggeri (He, Ne e Ar). Nella tabella a fianco sono riportate le numerose stereochimiche che può adottare. ==== Legami a idrogeno ==== L'azoto è tra gli atomi più elettronegativi e quindi, così come l'ossigeno e il fluoro, è in grado di partecipare alla formazione di legami a idrogeno agendo sia da donatore di protoni che come accettore. La lunghezza tipica dei legami a idrogeno N-H··N si aggira intorno ai . Legami di questo tipo sono responsabili dell'elevato punto di ebollizione dell'ammoniaca se paragonato a quello degli altri idruri degli elementi del 15º gruppo della tavola periodica. Questo costituisce un esempio classico degli effetti del legame a idrogeno. Legami a idrogeno in cui sono coinvolti atomi di azoto giocano un ruolo fondamentale nell'accoppiamento dei nucleotidi nella struttura del DNA, tenendo "incollati" i due filamenti che formano la doppia elica. Anche la struttura delle proteine è fortemente influenzata da legami a idrogeno che coinvolgono atomi di azoto. ==== Chimica redox in soluzione acquosa ==== Nonostante non abbiano significato fisico i numeri di ossidazione sono spesso impiegati, soprattutto in ambito didattico per razionalizzare la chimica degli elementi e per bilanciare le reazioni di ossidoriduzione. L'azoto in questo senso è uno degli elementi che presenta la maggior varietà, adottando tutti i valori da −3 a +5. Uno strumento efficace per visualizzare le stabilità termodinamiche relative dei diversi stati di ossidazione in soluzione acquosa può essere fornita da un diagramma di Frost: 500px Specie chimiche che hanno elevata stabilità termodinamica rispetto a numerose reazioni e che dunque sono in grado di favorire spesso le reazioni che le vedono come prodotti, vengono talvolta chiamate pozzi termodinamici. Fra queste si possono annoverare CO2, H2O, e appunto N2. Questa caratteristica dell'azoto è l'aspetto più evidente del diagramma. È però necessario osservare che la formazione di N2 è cineticamente sfavorita e quasi sempre la riduzione di nitrati e nitriti si ferma a NO2 o NO, talvolta anche procedere fino a NH. Si può notare che la chimica redox dei composti dell'azoto è significativamente influenzata dal pH, in particolare nitrati e nitriti, che a pH bassi sono forti ossidanti, perdono quasi totalmente il loro potere ossidante in ambiente alcalino. Viene di seguito riportata una tabella che raccoglie i potenziali standard per alcune semireazioni in cui compaiono specie chimiche contenenti azoto. '''Semireazione di riduzione''' Eº (V) H2N2O2 + 2 H+ + 2 e− → N2 + 2 H2O +2,65 HN3 + 3 H+ + 2 e− → NH + N2 +1,96 N2O + 2 H+ + 2 e− → N2 + H2O +1,77 NO+ + e− → NO +1,46 2 NH3OH+ + H+ + 2 e− → 2 N2H + 2 H2O +1,42 NH3OH+ + 2 H+ + 2 e− → NH + H2O +1,35 HNO2 + 4 H+ + 4 e− → N2O + 3 H2O +1,29 N2H + 3 H+ + 2 e− → 2 NH +1,275 N2O4 + 2 H+ + 2 e− → 2 HNO2 +1,065 N2O4 + 4 H+ + 2 e− → 2 NO + 2 H2O +1,035 HNO2 + H+ + e− → NO + H2O +0,983 NO + 4 H+ + 3 e− → NO + 2 H2O +0,957 NO + 3 H+ + 2 e− → HNO2 + H2O +0,94 2 HNO2 + 4 H+ + 4 e− → H2N2O2 + 2 H2O +0,86 2 NO + 4 H+ + 2 e− → N2O4 + 2 H2O +0,803 2 NO + 2 H+ + 2 e− → H2N2O2 +0,712 HN3 + 11 H+ + 8 e− → 3 NH +0,695 H2N2O2 + 6 H+ + 4 e− → 2 NH3OH+ +0,387 N2 + 5 H+ + 4 e− → N2H -0,23 3/2 N2 + H+ + e− → HN3 -3,09 composti eterociclici dell'azoto Meritano una menzione particolare i composti più importanti. * Ammoniaca (NH3) * Idrazina (H2N-NH2) *Idrossilammina (H2N-OH) *Ossido di diazoto (N2O) * Ossido di azoto (NO) * Diossido di azoto (NO2) *Tetrossido di diazoto (N2O4) *Pentossido di diazoto (N2O5) * Acido nitrico (HNO3) * Acido nitroso (HNO2) * Acido cianidrico (HCN) *Nitrati * Nitriti *Cianuri * Urea * Amminoacidi La maggior parte dell'azoto prodotto è destinato alla sintesi dell'ammoniaca, da cui saranno poi preparati fertilizzanti, polimeri, esplosivi, coloranti e altri prodotti. Grandi quantità sono anche destinate alle applicazioni criogeniche e per la creazione di atmosfere inerti. === Applicazioni criogeniche dell'azoto liquido === Frappé ottenuto con azoto liquido. L'azoto liquido, o meglio N2 liquido, avendo il punto di ebollizione a −195,82 °C e un costo di produzione ragionevole, è molto utilizzato per il raffreddamento di apparecchiature scientifiche, la crioconservazione di campioni biologici e vari altri processi nei quali è necessario ottenere o conservare temperature estremamente basse. === Applicazioni per atmosfere inerti === L'azoto molecolare N2 è particolarmente indicato per la creazione di atmosfere inerti in diversi ambiti industriali e tecnologici in virtù della sua scarsa reattività, dell'abbondanza e del basso costo. Viene dunque preferito all'argon Ar, gas che offre in assoluto le prestazioni migliori, in quasi tutte le applicazioni a temperatura ambiente, talvolta anche alle alte temperature. ==== Industria chimica e petrolchimica ==== In diverse reazioni chimiche, condotte sia nell'industria sia nei laboratori, è richiesta un'atmosfera priva di O2 affinché si giunga ai prodotti desiderati. Grandi quantità di azoto sotto forma di azoto molecolare (N2) vengono riservate per questo scopo. N2 viene anche impiegato per le bonifiche e le polmonazioni di reattori e serbatoi, sempre per evitare che i composti contenuti possano reagire, anche in maniera esplosiva, con O2 contenuto dell'aria. Nella lavorazione delle materie plastiche si usa l'azoto per la produzione di polimeri espansi e nello stampaggio ad iniezione assistito da gas. ==== Metallurgia ==== In numerosi processi metallurgici è indispensabile un'atmosfera priva di ossigeno per evitare la formazione di ossidi, l'azoto non è indicato come materiale inerte per tutti i trattamenti, poiché ad alta temperatura reagisce con alcuni metalli, in alcuni trattamenti termico-metallurgici l'interazione è voluta: * Nell'annealing (ricottura), di acciai, rame, alluminio e altri metalli e leghe; in alcuni processi è necessaria una diluizione con argon (decisamente migliore) per mantenere l'inerzia dell'azoto. * Nella sinterizzazione di acciaio e alluminio. * Come costituente delle miscele nella carbocementazione in fase gassosa degli acciai. * Nella protezione durante la brasatura, il taglio e la saldatura; i metalli più reattivi nei confronti dell'azoto, per esempio titanio e zirconio, necessitano dell'argon come gas protettivo. * Nella tempra di acciai in forni sottovuoto. * Come elemento di apporto nella nitrurazione ad alta temperatura degli acciai; dove la formazione di azoturi conferisce durezza e resistenza alla usura al metallo negli strati superficiali, conservando per contro resilienza agli strati profondi. ==== Industria alimentare ==== L'azoto è largamente impiegato, puro o in miscela, nella conservazione in atmosfera protettiva di prodotti alimentari industriali. Miscele particolarmente ricche di azoto sono usate nella protezione di alimenti in cui i grassi insaturi sono presenti in quantità significative, in questi casi l'O2 viene eliminato per evitare l'irrancidimento. L'azoto molecolare N2 viene di norma impiegato anche nel processo di imbottigliamento dei vini, per evitare che il vino venga a contatto con ossigeno molecolare O2. ==== Industria elettronica ==== Nella produzione di componenti elettronici come transistor, diodi e circuiti integrati si usa l'azoto sia come gas vettore dei gas di processo, sia per la creazione di atmosfere inerti durante i trattamenti termici. ==== Altre applicazioni ==== L'azoto molecolare viene usato per gonfiare gli pneumatici delle automobili, per spurgare l'interno dei binocoli (sostituendo l'ossigeno per evitare l'appannamento delle lenti) o nell'estrazione di petrolio e gas naturale. Costituisce il mezzo attivo del laser ad azoto e viene anche utilizzato per il "lavaggio" (flussaggio) di serbatoi e delle tubazioni nelle industrie (il flusso di N2 rimuove l'ossigeno con gli eventuali gas o fluidi combustibili o reattivi contenuti). Ad alte pressioni parziali, raggiungibili con camere iperbariche o durante le immersioni subacquee, l'azoto si comporta come gas narcotico, ed è la causa principale della malattia da decompressione. Particolare attenzione va posta nell'utilizzo di tale gas nella forma liquida. Le ustioni dovute al freddo non sono immediatamente avvertibili. I recipienti contenenti azoto liquido a contatto con l'aria tendono a rilasciare il liquido e contemporaneamente a condensare umidità, O2 e acetilene al loro interno, formando in tal modo atmosfere ipossiche, (con scarsità di O2) che in ambiente poco ventilato possono risultare fatali. In caso di flussaggio (lavaggio gassoso) con azoto di serbatoi o di altri vani accessibili occorre ricordare che le atmosfere inerti sono incompatibili con la sopravvivenza umana, l'azoto è inodore, l'anossia, anche totale, può non essere avvertita, infatti il soggetto non prova alcuna difficoltà con l'attività respiratoria, l'anossia si manifesta con la improvvisa perdita dei sensi e la morte in breve tempo. Deve essere quindi impedita la possibilità fisica che le persone abbiano accesso ai vani, e prima di ammetterne la presenza deve essere verificata la rimozione completa dell'atmosfera inerte. * All'azoto è dedicato uno dei racconti del ''Sistema periodico'' di Primo Levi.
Arzano
Monumento al Milite Ignoto La villa comunale di Arzano, sede di manifestazioni ed eventi estivi Il campanile ottocentesco '''Arzano''' è un comune italiano di abitanti della città metropolitana di Napoli in Campania.
Arzano è parte integrante della periferia settentrionale di Napoli ma svolge anche un ruolo di cerniera con la seconda fascia periferica partenopea, la zona frattese-atellana. È situato a circa 7 km dal mare. Ha una superficie di 4,7 chilometri quadrati e sorge a 74 metri sopra il livello del mare. Elevata a "città" dal presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi nel 2004, confina, a sud, con il capoluogo e precisamente con il quartiere di Secondigliano. L'origine del toponimo è controversa. Alcuni associano il nome Arzano ai tanti archi antichi presenti sul territorio. Per altri, come il Giustiniani, il toponimo deriva da ''Aer sano'', aria sana. Altri ancora, invece, lo riconducono al nome di un antico possessore ''Artius'' a cui si aggiunge il suffisso -anus che indica appartenenza. I primi documenti su Arzano riguardano atti di vendita di terreni. Il primo documento risale all'anno 937 d.C. durante l'impero di Costantino VII, detto il Porfirogenito: ''Die 28 m. novembris ind. XI. Neapoli. Imperante d. n. Constantino porfirogenito m. i. an. 30, sed et Romano m. i. an. 17. Iohannes Tzola, filius Leonis vendit Iohanni tabulario terram arbustatam positam in Arzano, (1) qui Iohannes tabularius obtulit omnes res suas monasterio Insule Salvatoris. Blanca vero filia Boni Massarii, coniux Andree emit a dicto monasterio dictam terram, deinde litigat cum dicto Iohanne Tzola, denique ad conventionem veniunt. Actum per Stephanum curialem. — Notam. instrum. S. Gregorii n. 403. (1) Pagus adhuc extat in agro Neapolitano ad septentrionem tertio ab urbe lapide.'' Il secondo documento è dell'anno 1110 durante l'impero di Alessio, il terzo è del 1291, del periodo angioino e in cui Arzano viene chiamata con il nome ''Artianu''. Arzano nasce come territorio facente parte della Liburia (oggi Terra di Lavoro), attraversata dal fiume Clanio. Tra il VII e l'VIII secolo fu devastata dalle lotte interne tra i duchi di Napoli e il ducato longobardo di Capua e Benevento. Nel XII secolo fu assorbita nel Ducato di Napoli e restò, per la sua vicinanza al capoluogo, un casale demaniale godendo degli stessi privilegi fiscali. Nel XIII secolo iniziarono delle opere di bonifica, volute dagli angioini, nella zona del fiume Clanio. Di questo periodo è anche la facciata della chiesa dell'Annunziata (ancora visibile), laddove come in tutta l'Europa occidentale ci fu un grande fervore religioso, successivo alla scisma fra chiesa ortodossa e chiesa cattolica, ed essendosi affermato e rafforzato enormemente il potere della chiesa di Roma furono costruite, come su gran parte del territorio europeo, numerose chiese – prima ce ne erano solo nelle grandi città e la pratica religiosa non era così sentita – facendo capo al riaffermato e rafforzato potere cattolico. Tuttavia nel XIV secolo Arzano fu travolta da una grave crisi demografica. Fu nel XVI secolo che i lavori di fertilizzazione del terreno ripresero grazie al viceré, il conte Lemos, che affidò il progetto all'architetto Giulio Cesare Fontana. Questo progetto prevedeva la creazione di una serie di canali, i Lagni, utilizzati dai cittadini per ammorbidire la canapa. Nel 1637 si rischiò di perdere il casale e di cederlo nelle mani del demanio regio, provocando proteste da parte dei cittadini. Purtroppo nel 1656 la popolazione si dimezzò a causa della peste. Dal 1813 al 1860, la città di Arzano si concentrò sulla struttura urbana, ponendo l'attenzione su strade ed edifici pubblici e privati. Si racconta anche che prospiciente alla piazza principale sorgesse il palazzo di un nobile con titolo addirittura di principe, probabilmente residenza di campagna della vicina nobiltà cittadina. Con il periodo fascista (1922-1943) l'amministrazione, come per tutti gli altri comuni italiani, passò nelle mani di un podestà. Negli anni sessanta la città ha vissuto intensamente il boom economico nazionale, sviluppandosi industrialmente come poche altre in Campania, tanto da meritarsi l'appellativo con Casavatore e Casoria di "Brianza del sud" e triangolo industriale napoletano. Nel 1990 Arzano divenne famosa per essere la città in cui era ambientata la raccolta ''Io speriamo che me la cavo'', scritta dal maestro Marcello D'Orta. Dopo la crisi economica del 2008 la ripresa, facendo il paragone al fervore industriale degli anni Sessanta e la grande abbondanza degli anni Ottanta, è uno degli obiettivi fondamentali della città. Il comune di Arzano è stato nel corso degli ultimi quindici anni più volte sciolto e commissariato per infiltrazioni mafiose. L'ultimo commissariamento (ancora in corso) risale al 20 maggio 2019, quando, con un provvedimento del Consiglio dei Ministri, è stato rilevato "che, all’esito di approfonditi accertamenti, sono emerse forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata che espongono il Consiglio comunale di Arzano (NA) alla compromissione del buon andamento dell’attività amministrativa". Il provvedimento deliberava pertanto "lo scioglimento per un periodo di 18 mesi, a norma dell’articolo 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, affidandone la gestione a una Commissione straordinaria". Il commissario prefettizio ha successivamente ricevuto minacce di morte. Dal 14 Ottobre 2020 al 4 Novembre 2020 la città di Arzano viene decretata zona rossa, dopo l'ordinanza della Regione Campania in seguito all'elevato numero di contagi da COVID-19 sul territorio. Con l'ausilio dell'Esercito Italiano, Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri vengono disposti dei blocchi stradali, per contenere gli spostamenti sia in entrata che in uscita, nei vicini comuni confinanti. Centro storico di Arzano, sullo sfondo la Torre dell'Orologio Chiesa Dell'Annunziata === Architetture religiose === * Chiesa dell'Annunziata (facciata del XIII secolo) * Chiesa dello Spirito Santo *Campanile Ottocentesco * Chiesa di Sant'Agrippino *Cappella di Santa Giustina (1858) *Cappella della Confraternita del Rosario (1634) *Cappella del Salvatore (XVII Secolo) *Cappella della Madonna della Bruna (XI Secolo) *Chiesa di Santa Maria della Squillace (X secolo) * Chiesa del Sacro Cuore Di Gesù *Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo e San Ludovico da Casoria * Chiesa del Cristo Redentore === Architetture civili === * Torre dell'orologio * Piazza Raffaele Cimmino * Monumento al Milite Ignoto * Villa comunale === Archeologia === Durante i lavori di ristrutturazione e di scavo della chiesa di Santa Maria della Squillace da parte della soprintendenza ai beni archeologici di Napoli, sono state trovate delle strutture facenti parte di preesistenti templi di culto risalenti al periodo greco/romano, che testimoniano come quasi sempre gli edifici fossero riutilizzati nel tempo adeguandoli alle diverse divinità. Nella zona tra le attuali via Luigi Rocco e corso Salvatore D'Amato, all'epoca della costruzione dello stabilimento dell'allora "Metaltecnica spa" fu ritrovato un sepolcro di presumibile epoca italica, composto da una "lapide" ed all'interno dei vasetti, di cui uno metà "rosso pompeiano". === Evoluzione demografica === === Etnie e minoranze straniere === Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2018 i cittadini stranieri residenti ad Arzano erano 419, corrispondenti al 1,2% della popolazione. Le nazionalità maggiormente rappresentate erano: #Ucraina, 107 0,3% #Pakistan, 99 0,2% #Marocco, 65 0,1 #Bangladesh 58 0,1% #Cina, 41 0,1% *''Museo della cultura contadina e degli antichi mestieri''. La sua realizzazione è stata resa possibile grazie alla generosità di un cittadino arzanese, che ha donato gli attrezzi della sua collezione privata. Il Museo si compone di vari oggetti attinenti all’attività contadina e ai mestieri più antichi, disposti per aree tematiche con lo scopo di rievocarne il percorso nella storia. *Dal 2001 al 2007 nella Villa Comunale si è svolta la rassegna di cortometraggi "''Arzano Humor Ciak"'' diventando un punto di riferimento nazionale per la realizzazione di corti cinematografici esclusivamente comici, ironici, e surreali. Vi sono stabilimenti di grandi gruppi industriali nel settore cartario, delle telecomunicazioni, metalmeccanico, tessile, e calzaturiero. Arzano è principalmente un polo cartario, infatti vi sono numerosi scatolifici, cartotecniche di medie dimensioni e aziende specializzate nella lavorazione della carta, dall'uso igienico e sanitario a quello alimentare. Inoltre, in loco si trova l'unica cartiera presente sul territorio della città metropolitana di Napoli. Tra le principali attività produttive del settore cartario, ricordiamo le attività della SEDA, società di imballaggi di rilievo multinazionale che ha espresso un presidente di Confindustria; oltre alla Cartiera Partenope e la Ecocart della famiglia Serrao e ad altre realtà del settore (scatolifici, cartotecniche ecc.). Un'unità produttiva della casa di prodotti micro elettronica STMicroelectronics e l'impresa tessile Kiton. Negli anni sessanta era definita ''la Brianza del Sud'' per le numerosissime aziende site nel suo territorio. Nei primi anni del Novecento l'agricoltura si basava sulla coltivazione del lino e della canapa, che veniva utilizzata per la fabbricazione delle corde, come testimoniato dal simbolo che appare sul gonfalone ufficiale della città, canapa e lino. === Strade === Il territorio del comune di Arzano è attraversato dall'Asse Mediano, strada a scorrimento veloce che unisce la strada statale 7 quater Via Domitiana nei pressi di Lago Patria e termina lungo l'Asse di Supporto Nola-Villa Literno. L'altra arteria principale è la strada statale 87 Sannitica nuova, variante del vecchio tracciato riclassificato della Sannitica che attraversava i comuni dell'hinterland di Napoli. L'attuale Corso Salvatore D'Amato si chiamava prima "Rettifilo al bravo", e fa parte di un assetto viario di importante collegamento che da piazza Capodichino o dalla strada statale 87 "Sannitica" in Napoli arriva fino a Frattamaggiore. I "bravi" erano una sorta di guardie del corpo e milizie più alte al soldo di signorotti di un tempo, e nelle zone di Villa Elisabbetta (inizio della strada) vi è ancora una località taverna "al bravo". === Mobilità urbana === Arzano è collegata con la contigua area urbana di Napoli e comuni limitrofi mediante autoservizi pubblici gestiti dalla CTP. Fra il 1882 e il 1959 la località era servita da una stazione della tranvia Napoli-Aversa/Giugliano, gestita dalla Société Anonyme des Tramways Provinciaux (SATP). Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune. === Gemellaggi === Arzano è gemellata con l'omonimo paese francese, Arzano e dal 19 ottobre 2006 con la cittadina francese di Cléguer. * * * La squadra di calcio di Arzano è l'Unione Sportiva Arzanese 1924. Ha disputato diversi campionati professionistici, in particolare nel 2011-2012 e nel 2012-2013 ha disputato il campionato di Lega Pro Seconda Divisione, ex serie C2. * La squadra femminile di pallavolo Arzano Volley nella stagione 2005/2006 ha disputato il campionato di Serie A1 nazionale. ;Pallacanestro * *A.S.D Basket Arzano – milita nella serie "C" femminile Campania *Enjoy Basket Arzanese - milita nella promozione Campana === Impianti sportivi === * Stadio comunale "Sabatino De Rosa". * Palazzetto “Domenico Rea”.
Ancona
'''Ancona''' è un comune italiano di abitanti, capoluogo della provincia omonima e delle Marche. Affacciata sul mare Adriatico, possiede uno dei maggiori porti italiani.È uno dei principali centri economici della regione, oltre che suo principale centro urbano per dimensioni e popolazione. La città sorge su un promontorio a forma di gomito piegato, che protegge l'ampio porto naturale. L'origine greca di Ancona è ricordata dall'appellativo la "città dorica". Vista del porto di Ancona Ancona nel 1860
=== Territorio === Passetto Le montagne della Dalmazia viste da via Panoramica Il golfo di Ancona visto dal faro vecchio La città di Ancona sorge sulla costa dell'Adriatico centrale su un promontorio formato dalle pendici settentrionali del monte Conero o monte d'Ancona. Questo promontorio dà origine a un golfo, il golfo di Ancona, nella cui parte più interna si trova il porto naturale. In città vi sono varie spiagge, sia di costa alta sia di costa bassa. Tra quelle del primo tipo, la più centrale è quella del Passetto, con diversi scogli bianchi tra i quali la Seggiola del Papa, uno dei simboli della città, e lo scoglio del Quadrato. Altre spiagge rocciose, si susseguono verso sud, tra le quali quelle di Mezzavalle e Portonovo. A nord del porto la costa è bassa e sabbiosa, e ospita la spiaggia di Palombina, bordata dalla linea ferroviaria. Dal punto di vista orografico il territorio urbano è contraddistinto da un'alternanza di fasce collinari e di alcune vallate. La fascia di colline più settentrionale, affacciata direttamente sul mare, comprende il colle Guasco, il colle dei Cappuccini e infine monte Cardeto. Più a sud si trova la vallata un tempo detta Piana degli Orti. Vi è poi la seconda fascia collinare, con il colle Astagno, il colle di Santo Stefano, monte Pulito, monte Pelago e infine il monte Santa Margherita. La vallata che si trova ancora a sud è costituita da valle Miano e dal Piano San Lazzaro, occupato dal quartiere omonimo, il solo pianeggiante della città. A sud di questa valle si estende la fascia di colline periferiche; le ultime zone urbanizzate occupano la vallata dei Piani della Baraccola. Il luogo dove sorge Ancona rientra nella zona a sismicità medio-alta, è classificata di livello 2 dalla Protezione Civile. La scossa maggiore verificatasi a partire dal secondo Dopoguerra è quella del 14 giugno 1972, che raggiunse il X grado della scala Mercalli ed ebbe epicentro sul mare di fronte la città. === Clima === Secondo i dati della Stazione meteorologica di Ancona Monte Cappuccini e la Stazione meteorologica di Ancona Falconara, in base alla classificazione dei climi di Köppen, Ancona appartiene alla zona ''Cfa'' e ''Csa'', poiché un mese estivo riceve una quantità di precipitazioni superiore a 40 millimetri. Il clima di Ancona (classificazione climatica: zona D, 1.688 GG) è caratterizzato dall'unione di elementi tipicamente continentali con altri spiccatamente mediterranei, che la accomunano ad altre città costiere del Mediterraneo centro-orientale, come per esempio Istanbul. Se dal punto di vista termico sono evidenti le influenze mediterranee, che stemperano i rigori invernali e la calura estiva, dal punto di vista pluviometrico la città non conosce la "secca" estiva tipica delle altre località a clima mediterraneo (l'andamento delle piogge è quanto mai regolare, con totale annuo sui 750 mm e addirittura un massimo assoluto proprio ad agosto). La nevicata del 2012 Nebbia in dissolvimento Gli inverni sono moderatamente freddi e umidi (media gennaio +5 °C), con precipitazioni abbastanza frequenti e possibilità di nebbia (sebbene gennaio sia il mese meno piovoso dell'anno, con una media di 43 mm). Il decennio 2000-2010 è stato il meno nevoso della storia recente di Ancona, ma anche nell'ultima parte degli anni novanta si è assistito a un drastico calo delle nevicate rispetto agli inverni precedenti (tra il primo e il secondo dopoguerra la città aveva una media nivometrica sui 20 cm annui). Precipitazioni nevose, comunque, sono sempre possibili - soprattutto nei quartieri e nelle frazioni collinari della città - ogni qual volta si hanno irruzioni di aria sufficientemente fredda, sia in quota che al suolo, dai quadranti settentrionali ed orientali (parliamo quindi di masse d'aria provenienti dal Nord Europa, dai Balcani e dalla Russia). Ciò per lo scorrimento delle correnti fredde sopra il Mar Adriatico, che dà vita al c.d. fenomeno dell'''Adriatic Effect Snow'', oppure per l'interazione con minimi depressionari presenti nel Mediterraneo centrale. Durante le maggiori nevicate degli ultimi 40 anni il capoluogo dorico ha registrato accumuli fin sui 40-50 cm. e oltre (v. gennaio 1985, febbraio 1991, dicembre 1996, dicembre 2010), con addirittura accumuli complessivi ben oltre il metro nelle frazioni collinari durante lo storico evento della prima metà del febbraio 2012. Il record cittadino risale comunque al febbraio 1929, quando furono raggiunte punte intorno al metro pure in città. Le temperature più basse registrate a partire dagli anni '60 del secolo scorso all'aeroporto di Ancona-Falconara sono state: -13° nel gennaio 1963; -15.5° nel gennaio 1967 (record assoluto di freddo); -12.5° nel gennaio 1968; -12° nel marzo 1971; -11° nel gennaio 1979; -13° nel gennaio 1985; -12.5° nel febbraio 1991; -10° nel dicembre 1996. Dal 2000, invece, all'aeroporto non si è più scesi al di sotto dei -8/-9°, con ogni probabilità a causa del riscaldamento globale. Le stagioni intermedie sono generalmente miti e assai variabili, presentando a volte caratteristiche tipiche della stagione precedente o di quella successiva: basti pensare alle ondate di freddo tardive che si verificano pure ad aprile inoltrato, o alle parentesi estive che possono avvenire in pieno autunno o in primavera. Le estati sono in genere moderatamente calde ed afose (media luglio e agosto +22.5°), con un buon soleggiamento. Ondate di calore intense, provocate da risalite anticicloniche provenienti dal vicino Nord-Africa, si sono verificate con sempre maggiore frequenza durante gli ultimi 20-25 anni. Non mancano comunque periodi instabili e freschi pure nel cuore della stagione estiva, associati a piogge e temporali in qualche caso anche intensi e accompagnati da forti raffiche di vento e/o grandine. Tra Agosto e Settembre, in passato, hanno avuto luogo veri e propri nubifragi, i quali hanno causato alluvioni lampo (nella storia cittadina è rimasta indelebile quella della sera del 5 settembre 1959, che causò 10 vittime e danni gravissimi). I venti caratteristici di Ancona e della zona circostante sono i seguenti: la Bora da N/E, che spira a volte con violenza e che è in grado di causare intense mareggiate; lo Scirocco, da S/E, umido e spesso piovoso (afoso d'estate); il Garbino, da O–S/O, vento di caduta dall'Appennino che spira con maggiore frequenza in autunno e in primavera, ma possibile in ogni stagione. Quest'ultimo vento provoca sbalzi termici notevoli, facendo impennare la temperatura e provocando vistosi cali dell'umidità relativa (''effetto fohn''). D'inverno può portare a valori massimi anche di +20° e oltre, mentre d'estate fa sì che le temperature tocchino valori di oltre +35° (il record assoluto di caldo all'aeroporto di Ancona-Falconara, di +40,8 °C, risale al luglio 1968, mentre +40.5° sono stati registrati nel luglio 1983 e +40° nell'agosto 2017). I greci di Siracusa, che fondarono la città nel 387 a.C., notarono la forma particolare del promontorio, caratterizzato da una costa sporgente, e per questo motivo chiamarono la nuova città Ἀγκών, ''Ankón'', che in greco significa "gomito" === Periodo antico === I primi insediamenti sorsero nell'Età del bronzo; successivamente, nell'Età del ferro, Ancona fu un villaggio piceno. Con il nome di Ankón divenne una città nel 387 a.C.: in quell'anno un gruppo di greci siracusani, esuli dalla tirannide di Dionisio, fondò una colonia sulle pendici del colle ora chiamato Guasco; sulla sommità del colle sorse l'acropoli, con il tempio dedicato a Afrodite. Dato che i siracusani fondatori della città erano greci di stirpe dorica, Ancona è fin dall'epoca antica chiamata "la città dorica". Una delle più importanti caratteristiche di questa polis è il suo persistente attaccamento al carattere greco e la sua resistenza culturale alla romanizzazione All'arrivo dei Romani nel Piceno Ancona attraversò un periodo di transizione tra la civiltà greca e quella romana. Le tappe principali della romanizzazione sono due: il 133 a.C., quando ci fu la deduzione di una colonia romana nell'agro anconitano in seguito alla Lex Sempronia Agraria, e il 90 a.C. quando fu istituito il municipio romano in seguito alla Guerra Sociale. Da quell'anno Ancona può dirsi città romana, pur rimanendo per alcuni decenni un'isola linguistica e culturale greca. In età imperiale svolse per Roma la funzione di collegamento marittimo con l'Oriente e per questo l'imperatore Traiano ne ampliò il porto. === Medioevo === Vie commerciali, sedi di consolati e di fondachi anconitani all'inizio del XVI secolo Alla caduta dell'Impero romano d'Occidente Ancona, come tutta la penisola, fu soggetta prima al dominio di Odoacre e poi degli Ostrogoti (493-553). Dopo la guerra gotica fu tra i possessi dell'Impero bizantino e dopo l'arrivo in Italia dei Longobardi rimase ancora possesso dell'Impero Bizantino, costituendo insieme a quattro altre città la Pentapoli marittima. Nel 774 la città passò allo Stato Pontificio. Con l'istituzione del Sacro Romano Impero la città fu posta a capo della Marca di Ancona, che dopo aver assorbito le marche di Camerino e di Fermo, comprese quasi tutta l'odierna regione Marche. Alla fine del XII secolo Ancona iniziò a reggersi come libero comune e repubblica marinara, la Repubblica di Ancona. Per difendere la propria indipendenza si scontrò sia con il Sacro Romano Impero, che tentò ripetutamente di ristabilire il suo effettivo potere, sia con Venezia, che non accettava nell'Adriatico altre città marinare. Nell'assedio del 1173 da parte dell'imperatore Federico I Barbarossa si distinsero le gesta di Stamira, eroina anconitana (alla quale sono intitolati uno dei corsi principali ed una piazza del centro cittadino di Ancona), e del sacerdote Giovanni di Chio. Tale assedio si concluse in favore dei difensori anconetani, grazie alle forze congiunte di Bertinoro e Ferrara guidate rispettivamente dalla contessa Aldruda Frangipane e dal nobile Guglielmo Marcheselli, che arrivarono in aiuto della città ormai allo stremo, costringendo l'esercito imperiale guidato dall'arcivescovo Cristiano di Magonza a ritirarsi. === Periodo moderno === Agli inizi del XVI secolo, a causa della scoperta dell'America e della caduta di Costantinopoli nelle mani dei turchi, il centro dei commerci iniziò a spostarsi dal Mediterraneo all'Atlantico e per tutte le città marinare italiane, compresa Ancona, iniziò un periodo di recessione che raggiunse il suo apice nel XVII secolo. Tuttavia, agli inizi del 1500, Ancona era ancora florida, anzi aveva la nomea di essere una delle città più ricche d'Italia. Ciò destò la cupidigia del papa Clemente VII, il quale, ansioso di reintegrare le vuote casse vaticane dopo il Sacco di Roma del 1527, cedette il governo della città al cardinale di Ravenna Benedetto Accolti per una somma tra i 5700 ducati d'oro ed i 20000 scudi d'oro l'anno, nominandolo Legato pontificio della Marca di Ancona. La perdita della libertà fu segnata dalla costruzione della Cittadella progettata dall'architetto Antonio da Sangallo il Giovane, offerta dal papa alla città con il pretesto di fornirle difesa da un imminente attacco da parte dei turchi, ma in realtà realizzata per mantenere Ancona strettamente sotto il dominio papale, con la maggior parte dei cannoni puntati sulla città e sulle sue principali vie di accesso. Il 19 settembre 1532, infatti, papa Clemente VII vincolò Ancona alla Santa Sede. Nonostante l'imprigionamento del cardinal Accolti deciso dal nuovo papa Paolo III Farnese, il riconoscimento dell'innocenza dei cinque nobili anconetani giustiziati sommariamente dall'Accolti ed il ritorno in città degli esiliati (il ritorno alla libertà è simboleggiato nel grande dipinto commissionato al pittore veneziano Lorenzo Lotto, detto Pala dell'Alabarda, conservato nella Pinacoteca civica), con il ripristino di una qualche autonomia del Senato anconetano, la città non fu più libera di autodeterminarsi, ma rimase sotto lo stretto controllo dei legati pontifici nominati di volta in volta dal Vaticano. La perdita della libertà condusse a partire dalla seconda metà del Cinquecento ad una lenta decadenza che durò oltre un secolo e che si interruppe solo nel 1732 con la concessione da parte del papa Clemente XII del ''porto franco'', ovvero dell'esenzione delle imposte doganali. Oltre a dare alla città questo nuovo ''status'', Clemente XII incaricò l'architetto Luigi Vanvitelli di restaurare ed ampliare il porto. Grazie a queste misure, la città visse un nuovo momento di benessere, legato alla ripresa della grande navigazione. === Periodo napoleonico === Nel 1797 Napoleone occupò la città e dopo poco venne proclamata la Repubblica Anconitana, che nel 1798 venne annessa alla Repubblica Romana. Dopo alterne vicende ed assedi che la videro passare in mano francese ed austriaca, fu annessa nel 1808 al Regno Italico napoleonico, all'interno del Dipartimento del Metauro. Mappa dell'Ancona seicentesca ("Civitates orbis terrarum " - Georg Braun e Frans Hogenberg, 1572) Nel 1815 fu assediata dalle forze anglo-austriache e, con la Restaurazione, nello stesso anno, tornò a far parte dello Stato Pontificio. === Periodo risorgimentale === I patrioti anconetani parteciparono ai moti del 1831 che vennero repressi con processi e condanne. Durante la Prima guerra di indipendenza, nel 1849, Ancona si dichiarò libera dal dominio papale e aderì alla Repubblica Romana. Il papa allora chiamò gli austriaci per riprendere il possesso delle sue terre. Compagna di Venezia e di Roma, la città di Ancona per settimane resistette eroicamente all'assedio austriaco, grazie anche alla guida del Ten. Colonnello Giulio Especo y Vera, comandante della Guarnigione militare pontificia, che aveva aderito alla Repubblica romana, e del colonnello bolognese Livio Zambeccari, capo dei volontari provenienti da varie regioni d'Italia. Si distinse nella lotta l'anconetano Antonio Elia, che fu uno dei più strenui difensori della città e che, dopo la resa dei patrioti e l'occupazione austriaca, venne arrestato con false accuse e fucilato. Per l'eroismo e l'attaccamento agli ideali di libertà e di indipendenza dimostrati nel 1849 Ancona venne insignita della medaglia d'oro come "benemerita del Risorgimento nazionale". === L'adesione al Regno d'Italia === Nel 1860, dopo la sconfitta di Castelfidardo, le truppe pontificie si rifugiarono ad Ancona per tentare l'ultima difesa dei territori pontifici. Seguì un difficile assedio da parte delle truppe sarde. Il 29 settembre le truppe dei generali Enrico Cialdini e Manfredo Fanti entrarono vittoriose ad Ancona, seguite dopo pochi giorni dal re Vittorio Emanuele II. Il 4 novembre dello stesso anno un plebiscito ufficializzò l'ingresso di Ancona, Marche ed Umbria nel Regno di Sardegna, poi Regno d'Italia. Nel decennio tra il 1860 e il 1870, a causa della situazione geopolitica nazionale, Ancona rivestì un ruolo militare di primo ordine e fu dichiarata ''piazzaforte di prima classe'' insieme a sole altre quattro città italiane; il nuovo ruolo fu alla base di un notevole sviluppo urbano e dell'introduzione di tutti i servizi pubblici che il progresso metteva a disposizione in quegli anni. === Dal Novecento ai giorni nostri === A cavallo della prima guerra mondiale, due momenti diversi videro la città sulla ribalta nazionale: nel 1914 per la Settimana rossa e nel 1920 per la Rivolta dei Bersaglieri, episodio culminante del Biennio rosso. Nel periodo della prima guerra mondiale si ricordano il precoce bombardamento navale di Ancona e le azioni della Regia Marina in Adriatico. La difesa del cielo della città era affidata alla 102ª Squadriglia di Osimo del Corpo Aeronautico del Regio Esercito ed alla 264ª Squadriglia idrovolanti della Marina. Il Viale della Vittoria visto da Piazza IV Novembre Durante il ventennio fascista la città di Ancona ebbe un notevole sviluppo urbanistico, con l'apertura del viale della Vittoria e la costruzione del rione Adriatico. Targa a ricordo delle oltre 700 vittime perite in questo rifugio Negli ultimi anni della seconda guerra mondiale Ancona, a causa della sua importanza strategica, subì numerosissimi bombardamenti da parte delle forze alleate, che dovevano preparare il passaggio del fronte. In particolare, quello del 1º novembre 1943 fu uno dei più tragici; in pochi minuti migliaia di persone persero la vita, di cui settecento all'interno di un solo rifugio di fortuna, e un intero rione della città storica (rione Porto) venne quasi cancellato. Il gen. Władysław Anders, comandante del II Corpo d'Armata polacco In seguito alla Battaglia di Ancona, il 18 luglio 1944 il generale Władysław Anders a capo del II Corpo polacco entrò ad Ancona, assieme alle formazioni partigiane ed ai militari italiani del C.I.L., liberandola dai tedeschi. Nel secondo dopoguerra Ancona si riprese velocemente dalle pur gravi ferite della guerra. Si sono abbattute poi sulla città tre gravi calamità naturali: un'alluvione nel 1959, un terremoto nel 1972 e una frana nei rioni Posatora e Palombella nel 1982. Anche in queste disastrose occasioni la ripresa della città fu rapida. Da segnalare negli ultimi anni vi è nel 1959 la fondazione dell'Università, nel 2002 la riapertura del Teatro delle Muse, nel 2005 l'inaugurazione del grande Parco del Cardeto e negli ultimi due decenni la grande intensificazione dei traffici del porto nelle comunicazioni con l'Europa balcanica e la Grecia. Nel 2008 il governo ha scelto Ancona come sede del Segretariato permanente dell'Iniziativa Adriatico Ionica, nella storica Cittadella cinquecentesca. Nel 2013 Ancona ha celebrato i suoi 2400 anni di storia, contati a partire dalla data presunta fondazione della colonia greca. === Simboli === Il gonfalone Dallo Statuto comunale si ricavano le descrizioni dello stemma, del bollo e del gonfalone. ;Stemma ;Bollo ;Gonfalone La bandiera del libero comune di Ancona, usata come base del gonfalone === Onorificenze === La città di Ancona è la sedicesima tra le 27 città decorate con medaglia d'oro come "benemerite del Risorgimento nazionale" per le azioni altamente patriottiche compiute dalla città nel periodo del Risorgimento. Veduta dell'Arco di Traiano con il Duomo sullo sfondo Il Faro vecchio di Ancona al Colle dei Cappuccini. I monumenti più significativi della città sorgono nel suo promontorio: il Duomo, al suo vertice, l'Anfiteatro romano, l'Arco di Traiano e il Lazzaretto sulle banchine del porto, il Faro vecchio e la Cittadella sulle sommità di colline a picco sul mare e il Monumento ai Caduti nel luogo in cui la vallata centrale della città sbocca sulla costa alta. Le testimonianze storiche più importanti sono legate ai due periodi di massimo splendore della città e del suo porto: l'epoca del libero comune e quella del porto franco settecentesco. === Architetture religiose === Duomo di San Ciriaco Santa Maria della Piazza Il portale della Chiesa di San Francesco alle Scale, di Giorgio da Sebenico ;Duomo di San Ciriaco: Romanico nella decorazione, bizantino nella pianta a croce greca, è uno dei simboli della città, e ha un portale caratterizzato da due leoni stilofori. ;Chiesa di Santa Maria della Piazza: Caratteristica per la facciata ad archetti di ispirazione bizantina e per le figure simboliche scolpite intorno al portale, conserva nelle sue fondamenta i resti di una basilica paleocristiana. ;Chiesa di San Francesco alle Scale: Con portale decorato da sculture quattrocentesche dell'architetto e scultore dalmata Giorgio da Sebenico e interno del XVIII secolo, conserva dipinti di Lorenzo Lotto, Andrea Lilli e di Pellegrino Tibaldi. ;Chiesa del Santissimo Sacramento: Ha una facciata cinquecentesca e un interno barocco (di Francesco Maria Ciaraffoni) decorato dalle statue degli apostoli di Gioacchino Varlè e dagli affreschi dei quattro evangelisti di Francesco Podesti. ;Chiesa del Santissimo Nome di Gesù: Costruita nel 1743 su progetto di Luigi Vanvitelli, con essa l'architetto completò il suo programma di ridisegno della città; è caratterizzata da una facciata concava. ;Chiesa di San Domenico: La settecentesca chiesa, progettata da Carlo Marchionni, domina Piazza del Plebiscito e conserva dipinti di Guercino e del Tiziano. Inoltre la chiesa ospita anche quadri di Andrea Lilli e sculture di Gioacchino Varlè. ;Chiesa dei Santi Pellegrino e Teresa.: Detta ''degli Scalzi'', è una costruzione del XVIII secolo a pianta centrale, con una cupola ricoperta di rame. ;Cattedrale di Santo Stefano: Edificata sul colle Santo Stefano, venne distrutta in seguito all'assedio di Federico Barbarossa nel 1176. ;sinagoga: Situata nell'antico ghetto, è stata costruita nell'Ottocento e presenta una struttura doppia: al piano superiore la sinagoga di rito levantino e al piano terra quella italiana, entrambe le sale conservano gli arredi cinquecenteschi dei precedenti edifici sacri. ;Campo degli Ebrei: Dal XV al XIX secolo è stato l'ampio e antico cimitero israelitico, panoramicamente situato nei pressi dell'orlo della falesia. * Si segnala inoltre la presenza, in quartieri non centrali o fuori città, di altre chiese: ;Santa Maria di Portonovo: La chiesa monastica medievale è una fusione di basilica e di croce greca; si trova sotto le rupi di Monte Conero tra il bosco e la spiaggia di Portonovo. ;Chiesa di Santa Maria Liberatrice: Cinquecentesca, piccola chiesa che sorge in Piazza Padella (Piazza Posatora), ha una pianta circolare e fu eretta per voto popolare dal Comune (come testimonia il civico stemma in pietra sopra la porta d'ingresso) in ringraziamento per una cessata epidemia di peste. ;chiesa di San Francesco d'Assisi: Neogotica, detta comunemente "dei Cappuccini", fu eretta su disegno di frà Angelo da Cassano d'Adda ed è importante perché conserva all'interno pale d'altare e decorazioni di frà Paolo Mussini. === Architetture civili e militari === Palazzo del Senato Loggia dei Mercanti, con la facciata di Giorgio da Sebenico Veduta con l'Arco Clementino Lazzaretto e il Mandracchio ; Palazzo del Senato Romanico con facciata a bifore del XIII secolo. È uno dei tre palazzi nei quali in epoche successive ebbe sede il governo della Repubblica di Ancona. ; Palazzo degli Anziani Gotico, con la facciata principale rifatta nel Seicento e prospetto verso il porto ancora con il suo aspetto originario. È uno dei tre palazzi nei quali in epoche successive ebbe sede il governo della Repubblica di Ancona. ; Palazzo del Governo Rinascimentale, a cui lavorò anche l'architetto Francesco di Giorgio Martini; è affiancato dalla Torre civica. È uno dei tre palazzi nei quali in epoche successive ebbe sede il governo della Repubblica di Ancona. ; Loggia dei Mercanti Esempio di architettura gotica di influsso veneziano con la facciata quattrocentesca opera dell'architetto e scultore dalmata Giorgio da Sebenico, ha l'interno decorato nel XVI e ancora nel XVIII secolo. ; Palazzo Benincasa Edificio gotico di mattoni del XV secolo. ; Cittadella Fortificazione cinquecentesca a cinque baluardi, opera di Antonio da Sangallo il Giovane; è sede del Segretariato permanente della Iniziativa Adriatico Ionica. ; Palazzo Ferretti Tardo rinascimentale (1560), sede del Museo archeologico nazionale delle Marche dal cortile pensile e dai finestroni cinquecenteschi, fu progettato e affrescato da Pellegrino Tibaldi e conserva dipinti di Taddeo e Federico Zuccari. ; Lazzaretto Costruito su un'isola artificiale a pianta pentagonale realizzata all'interno del porto sotto la direzione dello stesso artista. Il Lazzaretto è circondato dal canale del mandracchio, zona peschereccia del porto, ed è tra le opere portuali svolte da Luigi Vanvitelli, del 1733. ; Arco Clementino Accesso al ''Molo Nuovo'', tra le opere portuali di Luigi Vanvitelli, del 1733. ; Palazzo Jona-Millo Eretto in stile tardobarocco fra il 1759 e il 1770. ; Porta Pia Eretta in stile tardobarocco nel il 1783-89. ; Teatro delle Muse Il principale teatro della città, con la facciata neoclassica recante sul frontone gli altorilievi delle nove muse, di Apollo e di Palamede, co-intitolato al tenore anconetano Franco Corelli. ; Mercato delle Erbe Architettura di ghisa e vetro in stile liberty del 1926, ospita un mercato. ; Monumento ai caduti Al ''Passetto'', opera eseguita da Guido Cirilli nel 1932. Nei dintorni sono presenti la Torre di Guardia ed il Fortino Napoleonico a Portonovo e i Castelli di Ancona. === Siti archeologici === Arco di Traiano ;Arco di Traiano: Sul Molo Nord, fu edificato nel 115 d.C. su probabile progetto di Apollodoro di Damasco sul molo che l'imperatore volle a protezione del porto. In ottimo stato di conservazione, ha le linee eleganti e slanciate degli archi romani ad un solo fornice e a prospetto rettangolare. Subì lo spoglio delle decorazioni bronzee dorate nel IX secolo da parte dei pirati saraceni. Fin dall'epoca romana uno dei simboli della città e della sua apertura verso i paesi del Mediterraneo orientale. ;Anfiteatro romano: Risalente al I secolo d.C., con annessi spazi termali dai quali affiorano mosaici con epigrafe (Via Pio II). Alcuni settori dell'anfiteatro sono ancora oggetto di scavi e dunque sono di difficile lettura per il profano. La zona dell'ingresso principale, visibile da Piazza Anfiteatro, è invece godibile da tutti; l'ingresso è comunemente detto "Arco Bonarelli", in quanto costituiva le cantine del palazzo nobiliare della famiglia Bonarelli, che sorgeva a fianco dell'anfiteatro. ;Basilica paleocristiana: Sottostante la Chiesa di Santa Maria della Piazza, del IV - VI secolo d.C. Situata in piazza S. Maria, secondo alcuni era l'antica cattedrale di Santo Stefano. Sono visibili mosaici policromi con simbologia paleocristiana, resti delle absidi, dei colonnati, del fonte battesimale e della cattedra. Sono visibili, dietro l'abside, mura in blocchi di arenaria di età ellenistico-repubblicana (II secolo a.C.) pertinenti alle mura cittadine oppure alle strutture portuali. Per la visita si deve presentare richiesta al Museo Diocesano di Ancona o all'Ufficio per la cultura dell'Arcidiocesi. ;Tempio di Afrodite: resti del tempio dedicato alla dea Afrodite/Venere, del IV o del II secolo a.C., a seconda delle ipotesi dei vari studiosi. Sotto il Duomo rimane il basamento del tempio, studiando il quale è stato possibile ricostruire idealmente tutto l'edificio. Il tempio è citato anche da Giovenale e da Catullo ed era uno dei simboli della città romana. L'edificio più sacro della città antica era dunque costruito nello stesso luogo di quello della città moderna. Lo scavo sarebbe accessibile dalla Cripta delle Lacrime del Duomo, ma nonostante il notevole interesse la visita è da anni impossibile. === I luoghi urbani più rappresentativi === Piazza del Plebiscito, detta comunemente Piazza del Papa, per la presenza della statua di papa Clemente XII Fontana delle Tredici Cannelle o del Calamo Piazza Roma e la Fontana dei Cavalli Monumento ai caduti all'alba Come accade in tutte le città, per conoscere Ancona non è sufficiente vedere i suoi monumenti principali, ma è necessario percorrere strade e luoghi caratteristici. ;Via XXIX Settembre: È una passeggiata affacciata sulle banchine portuali, dalla quale si ha una bella vista sugli arrivi e sulle partenze delle navi; da questa via si può ammirare uno dei più classici panorami della città, dominato dal Duomo e dal Faro vecchio che si specchiano sul mare e dominano dall'alto i vecchi rioni arrampicati sui colli del Guasco e dei Cappuccini. All'inizio della via si trova la statua bronzea di Traiano, che ricorda l'ampliamento del porto deciso dall'imperatore; è una copia degli anni Trenta di un originale marmoreo antico: la statua di Traiano da Minturno. La via inizia in Piazza della Repubblica, comunemente detta "del Teatro". Questa piazza è il punto di unione tra centro e porto; vi si ammira uno scorcio delle banchine, con i traghetti in partenza per la Grecia e i paesi balcanici; vi si affaccia il prospetto principale del Teatro delle Muse. ;Piazza del Papa: È il cuore dei rioni più antichi della città. Prende nome dalla statua di papa Clemente XII, responsabile della rinascita settecentesca dei traffici portuali, ma vi si trovano anche il medievale Palazzo del Governo, la chiesa di San Domenico e la cinquecentesca Torre civica (1581); numerosi tavolini di bar all'aperto permettono di godere della visione scenografica della piazza, definita il "salotto di Ancona". ;Via della Loggia: È l'antica via del Porto, sulla quale si affacciano edifici che hanno visto la storia della città marinara, tra i quali la Loggia dei Mercanti e il Palazzo Benincasa, entrambi della metà del Quattrocento, le cui facciate furono entrambe curate dal grande architetto dalmata Giorgio da Sebenico. ;I quartieri ottocenteschi: Esempi di urbanistica post-unitaria, sono caratterizzati da tre corsi paralleli che formano il centro commerciale della città: Corso Garibaldi o Corso Nuovo, Corso Mazzini o Corso Vecchio, occupato da un amatissimo mercato di bancarelle, e Corso Stamira. Centro di questi quartieri sono Piazza Cavour, una piazza-giardino del 1868, e Piazza Roma. Nei suoi dintorni si trova la storica Fontana delle Tredici Cannelle dell'architetto, scultore e pittore Pellegrino Tibaldi; secondo la tradizione chi deve partire può assicurarsi il ritorno in città bevendo l'acqua di questa fontana. ;Via del Comune (Via Pizzecolli): Prima dell'apertura dei corsi ottocenteschi, fu per secoli la strada principale della città. Percorre in salita tutto l'antichissimo rione di San Pietro e conduce sulla sommità del Colle Guasco, dove sorge il Duomo; ha aspetto medievale ed è ricca di palazzi storici, monumenti e di scorci panoramici sul porto. ;Rione di Capodimonte: Antica e popolare zona della città, vi si trova la suggestiva scalinata di via ad Alto e il belvedere di Capodimonte (nei pressi di Piazza del Forte), il miglior punto da cui osservare l'isola pentagonale del Lazzaretto. La zona di via Astagno costituiva l'antico Ghetto ebraico, con i suoi alti palazzi e le strade strette e ripide. ;Molo nord: È da percorrere fino alla Lanterna Rossa ed è interessante soprattutto per l'Arco di Traiano, l'Arco Clementino del Vanvitelli, e per il panorama sul porto e sulla città storica. ;Viale della Vittoria: Con begli esempi architettonici di edifici degli anni 1920 e 1930, insieme ai tre corsi paralleli (Garibaldi, Mazzini e Stamira), è la passeggiata preferita dagli anconetani, che permette di congiungere i due lati del promontorio sul quale sorge la città; la corsia centrale, pedonale, è bordata di alberi e piante e panchine. Il Viale termina davanti allo slanciato Monumento ai caduti, e conduce alla Pineta del Passetto, affacciata in alto sul mare; da essa si può ammirare un bel panorama sulla costa alta. Lo sguardo spazia fino al lontano Monte d'Ancona; dalla Pineta si può scendere sulla riva del mare percorrendo la scenografica scalinata del Passetto, oppure, nei soli mesi estivi, servendosi di un ascensore panoramico. La costa del Passetto è caratterizzata da grandi scogli pittoreschi e dalla presenza, alla base delle rupi, di una peculiarità della città: le caratteristiche grotte del Passetto, scavate dai pescatori fin dalla metà dell'Ottocento per il ricovero delle barche. ==== Giardini e parchi urbani ==== La città è ben dotata di viali, piazze alberate e parchi panoramici perché posti sulle parti più alte delle colline. Tra essi si elencano i più importanti dal punto di vista storico e paesaggistico. Veduta del Parco del Cardeto ;Parco del Cardeto: È il più vasto della città (circa 35 ettari) è caratterizzato da numerose testimonianze storiche e da un'elevata naturalità. Si estende lungo la falesia e occupa la sommità di due colline: Monte Cardeto e il Colle dei Cappuccini. Al suo interno zone di prato naturale, di boschetti sempreverdi, di macchie di ginestre; le fioriture spontanee (tra cui quelle di varie orchidee selvatiche) si susseguono lungo il corso dell'anno. Nell'area del Parco sono presenti il Campo degli Ebrei, antico cimitero ebraico, la Polveriera "Castelfidardo", il vecchio Faro. Passetto ;Pineta del Passetto: È sita nelle adiacenze del Monumento ai Caduti. Si trova affacciata direttamente sul mare con vista sulla sottostante spiaggia del Passetto, con stabilimenti e ristoranti costruiti a palafitta sul mare. Dalla Pineta si accede all'ascensore che conduce alla spiaggia: esso presenta nel piano a livello della Pineta un'ampia terrazza protesa sul mare con vista a 180°. Ancona, Piscina del Passetto ;Parco del Passetto: È sito a sud del Monumento ai Caduti. È separato dall'area della Pineta, oltre che dal Monumento, dal caratteristico edificio ovale del Ristorante "Passetto". Il Parco è diviso in due dalla via Thaon de Revel: nel lato prospiciente il mare un sentiero da un lato conduce al mare, dall'altro porta ai laghetti e all'area giochi per bambini, alla pista di pattinaggio a rotelle e alla piscina all'aperto. ;Parchi posti sulla dorsale collinare interna ;Parco della Cittadella: Parco della Cittadella, percorso con parallele Frequentatissimo, cinto dalle mura del Campo Trincerato ed ancora mancante dell'area fortificata da cui prende il nome; una parte di quest'ultima ospita la sede dell'Iniziativa Adriatico Ionica e ciò permetterà finalmente di completare il restauro e quindi di estendere il parco anche nell'area della vera e propria Cittadella di Ancona. All'interno del parco le antiche strutture militari convivono con una vegetazione in gran parte spontanea; interessante la presenza di un percorso dedicato alla conoscenza tattile e olfattiva del mondo vegetale; esso è destinato a tutti, ma in particolar modo a coloro che hanno disturbi della vista; porto visto dal parco del Pincio Pincio, Monumento ai caduti della Resistenza di Pericle Fazzini ;Parco del Pincio: Piccolo, ma di grande importanza storica, dato che è il più antico della città, essendo sorto dopo la presa di Roma del 1870. Il nome ricorda infatti il famoso Pincio della capitale, nel quale Mazzini fece porre le statue degli Italiani più celebri. Per rievocare il suo omonimo romano, il Pincio di Ancona è ricco di sempreverdi, ha un impianto geometrico dei sentieri ed ha un belvedere da cui si gode di un'ampia vista sulla città. Al suo interno è collocato il Monumento ai caduti della Resistenza, con il complesso scultoreo di Pericle Fazzini. ;Giardini storici Oltre al Pincio, ottocentesco, si segnalano altri due giardini storici. Veduta del Parco del CRASS ;Parco dell'ex Crass: Al Piano San Lazzaro. Nacque nel 1901 come giardino dell'Ospedale Psichiatrico; ha gli alberi più rigogliosi della città, dato che da molti anni sono stati risparmiati dalle potature: magnolie, tassi, platani, tigli, lecci sono dei veri monumenti naturali. È interessante anche per l'organizzazione degli spazi in grandi cortili verdi collegati da porticati coperti da capriate in legno. Questi camminamenti rendono il parco visitabile anche con la pioggia. Nonostante la presenza della sede del Corpo forestale dello Stato, ci si deve rammaricare per una preoccupante diffusione di gravi fitopatologie, specie sui tassi e sugli ippocastani. Villa Santa Margherita ;Villa Santa Margherita: Nella zona del Passetto, (nota anche con i nomi di Villa Almagià, Giardino dei Frati e di Villa Gusso). Sorta nel 1889, è organizzata come un giardino romantico, con eleganti elementi architettonici, splendide palme, ippocastani, tassi, un ginkgo secolare e un singolare viale di tigli potati a candelabro. Negli ultimi anni sono stai eliminati tutti i grandi vasi di agrumi che d'inverno trovavano ricovero nell'aranciera; potature malfatte hanno favorito l'insorgere di fitopatologie specie nel viale di tigli, che ha subito abbattimenti notevoli, senza alcuna sostituzione; i perimetri delle aiuole, prima realizzati in cristalli di gesso, come tradizione della città, sono stati sostituiti con cordoli di pietra bianca completamente inadatti. Nota positiva è invece il restauro dell'aranciera, del loggiato panoramico e del belvedere, elementi tipici dei giardini antichi. * Viali e piazze alberate Ancona, Viale della Vittoria ;Viale della Vittoria: Aperto da quasi un secolo, è la più apprezzata passeggiata cittadina; ha due filari misti di acacie ornamentali, sofore, frassini e gli ultimi superstiti olmi originari. Il Viale della Vittoria è nel complesso la strada alberata nelle condizioni migliori: potature rispettose, piazzole ampie, manutenzione costante. Notevole è in questa strada anche il complesso degli edifici che la bordano, quasi tutti buoni esempi di architettura eclettica e liberty. Altre strade alberate importanti della città sono: corso Carlo Alberto, via Giordano Bruno, via Torresi, via Tavernelle, via Marconi, viale Leonardo da Vinci, tutti alberate a platani. Le piazze alberate storiche sono piazza Cavour, piazza Cappelli e piazza Stamira; sono nate tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del secolo scorso, ed ancora conservano i caratteri originali. Tipica del periodo è la presenza di cycas e di palme di varie specie: palma di San Pietro, della California, delle Canarie, della Cina. === Il Parco del Conero === La costa alta anconitana rientra nel Parco del Conero. In lontananza la punta delle Due Sorelle e il Monte Conero Una gran parte della fascia costiera del territorio comunale di Ancona rientra all'interno del Parco regionale del Conero, caratterizzato da ampi boschi sempreverdi di macchia mediterranea, da scogliere a picco sul mare, da spiagge raggiungibili solo a nuoto o per impervi "stradelli", da una campagna di alto valore paesaggistico e ricca di prodotti tipici, come la lavanda, il miele, l'olio, i legumi. Tra le località anconetane all'interno del Parco va citata almeno la baia di Portonovo, meta suggestiva e frequentatissima da anconetani e turisti, con i suoi boschi a ridosso delle spiagge e con i suoi antichi monumenti. Peculiarità della città è il fatto che il Parco del Conero comprende anche aree prettamente urbane: tra esse la zona del Passetto (con le rupi, la pineta, la spiaggia e le scogliere) e delle valli di Pietralacroce, che dal centro abitato scendono verso il ciglio delle rupi e poi giù fino al mare. Il parco ha senz'altro fornito uno strumento prezioso di tutela della zona; d'altro canto esso ha provocato una valorizzazione economica di tutte le case coloniche, che si stanno trasformando in ville suburbane, con inevitabili conseguenze negative sulla fruibilità pubblica delle aree naturali e sulla stessa permanenza dei valori naturalistici. Una delle caratteristiche più importanti del Parco del Conero è il rapporto strettissimo tra boschi, campagna e il mare, raggiungibile percorrendo stretti e panoramici sentieri che scendono lungo le rupi. Si deve registrare a questo proposito una nota dolente: la decisione dell'amministrazione comunale e della Capitaneria di Porto di chiudere, per motivi di sicurezza, tutti i sentieri che conducono al mare. Di fatto, quindi, al 2015 molte delle zone del Parco più caratteristiche ed importanti dal punto di vista naturalistico e paesaggistico sono precluse alla visita di turisti ed abitanti. La preoccupazione per la sicurezza sembra eccessiva alle associazioni naturalistiche, che ricordano che, seguendolo stesso criterio, si dovrebbero chiudere al pubblico tutte le coste alte e le zone montuose d'Italia, soggette agli stessi tipi di rischi. ==== Le valli di Pietralacroce ==== Tra i luoghi naturalistici più interessanti del Parco del Conero ci sono le valli di Pietralacroce, ai margini del centro abitato; sono affacciate sui dirupi della costa alta e sono ricoperte da una fitta vegetazione mediterranea. Alcuni punti panoramici permettono di ammirare begli scorci sul promontorio del Conero e sui rioni della città costruiti sopra le falesie; quattro sentieri conducono alle scogliere naturali sottostanti, caratterizzate dalla presenza delle grotte scavate dai pescatori, nei secoli scorsi, alla base delle rupi. L'Ente Parco ha deciso nel 2012 di comprendere nel suo itinerario ufficiale nº 13 i percorsi che attraversano le valli della Fonte, della Selva e della Scalaccia, riconoscendo il valore naturalistico della zona. ==== I fondali marini ==== Da anni è in discussione al Ministero dell'Ambiente l'ipotesi di istituire un parco marino nel mare che bagna la costa orientale della città e il parco del Conero, motivata dalla presenza di fondali di grande ricchezza naturalistica: non è certo comune in Adriatico incontrare, ad esempio, madrepore, gorgonie e tante specie di nudibranchi. In una costa così frequentata e nella quale il rapporto con il mare è intenso ed antico, si dovrà tutelare la zona senza impedire gli usi tradizionali e innocui per la natura, come la balneazione, la nautica a vela o a remi e la piccola pesca amatoriale. === Selva di Gallignano e Orto Botanico Universitario === Nei pressi della frazione di Gallignano si trova la selva omonima, interessante esempio del bosco autoctono di caducifoglie che una volta caratterizzava le colline marchigiane; nei secoli passati la messa a coltura di quasi tutto il territorio collinare delle Marche ha risparmiato solo questa selva, quella di Castelfidardo, entrambe in provincia di Ancona, e quella dell'Abbadia di Fiastra, in provincia di Macerata. La selva di Gallignano è il cuore dell'Orto Botanico dell'Università di Ancona ed è anche la sua maggiore peculiarità, in quanto in altri orti botanici, normalmente, non ci sono zone di bosco autoctono. Le collezioni di piante, tipiche di ogni orto botanico, si trovano negli ex terreni agricoli dai quali la selva era circondata. Alcune collezioni permettono di conservare ''ex-situ'' alcune specie endemiche adriatiche, specie alimentari spontanee e piante officinali locali. La Selva di Gallignano si estende su una superficie di circa cinque ettari ed è posta sul versante settentrionale del colle di Gallignano, tra 100 e 200 m di altezza. Essa è un''area floristica protetta'' ed è riconosciuta come ''emergenza botanico-vegetazionale di eccezionale interesse'' dal Piano Paesistico Ambientale Regionale; inoltre è all'interno di un''oasi faunistica'' dell'estensione di 99,49 ettari e sede di un ''centro di educazione ambientale''. ==== Ambiente ==== L'oasi di protezione si sviluppa nella fascia di collina litoranea dell'entroterra anconetano, a nord-est del rilievo ove sorge la frazione di Gallignano (235 m s.l.m.), e comprende il bacino idrografico del Fosso della Selva, la cui testata è formata dal Monte degli Elci (307 m s.l.m.) e dal Monte di Sappanico (222 m s.l.m.). L'area è caratterizzata dalla presenza del modesto bosco relitto della Selva di Gallignano (8 ettari) e da estesi seminativi a cui si affiancano vigneti, uliveti, aree incolte, arbusteti e piccole porzioni di prato-pascolo. La Facoltà di Agraria dell'Università Politecnica delle Marche, che si occupa della gestione della Selva, ha realizzato un Orto Botanico Interdipartimentale con scopi scientifici e didattici. ==== Fauna ==== Tra i mammiferi sono presenti tutte le specie che frequentano la fascia basso-collinare, come Riccio, Toporagno comune, Volpe, Tasso. Le zone incolte e cespugliate sono un ambiente idoneo ai passeriformi, come Averla piccola, Upupa e Sterpazzolina, ai rapaci, quali Gheppio, Poiana, Assiolo e Civetta, e ad alcune specie di rettili (come Ramarro occidentale e Lucertola campestre); il bosco ospita, tra le altre specie, Allocco, Torcicollo, Picchio muratore, Scricciolo, Usignolo, Orbettino. Nelle poche aree umide sono presenti alcuni anfibi (Tritone crestato italiano, Tritone punteggiato, Raganella italiana, Rospo comune e rane verdi). ==== Flora e vegetazione ==== Nonostante le ridotte dimensioni, la Selva ospita 4 tipi di bosco ben differenziati tra loro: sul versante collinare si sviluppano il querceto a Cerro e il bosco a Carpino nero, mentre nella fascia di impluvio è presente il raro bosco a Frassino meridionale. Alla base del versante si osserva il "bosco a galleria" con Nocciolo, Alloro e Rosa di S. Giovanni, mentre un querceto a Roverella si sviluppa sul pendio meridionale del Monte Sappanico. Nelle fasce ecotonali troviamo, tra le altre, Ginestrella comune, Sanguinelle, Berretta da prete, Pungitopo, Caprifoglio peloso e Rovo. Lungo il Fosso della Selva la vegetazione ripariale è formata essenzialmente da Salice bianco e Pioppo nero. I terreni non più coltivati ospitano praterie a Enula ceppitoni e Bambagione. ==== Come raggiungere il sito ==== In auto: dal casello dell'A-14 di Ancona-Nord prendere in direzione di Agugliano, da dove si prosegue verso Casine di Paterno (e Ancona). Dal casello di Ancona-Sud si seguono le indicazioni per Agugliano-Polverigi, svoltando quasi subito per Montesicuro. Da Jesi raggiungere Agugliano e proseguire per Gallignano. Mezzi pubblici: Gallignano è servito dalle autolinee della Conerobus. Le stazioni ferroviarie più vicine sono quelle di Ancona e Chiaravalle. ==== Orto Botanico ==== Il frammento superstite di vegetazione forestale autoctona della Selva di Gallignano è stato inserito nell'elenco delle Aree Floristiche Protette della Regione Marche, in virtù della sua importanza quale "testimone vivente" dell'antica copertura boschiva delle aree pianeggianti e collinari. Oggi l'area è oggetto di importanti progetti di recupero e valorizzazione promossi dalla Facoltà di Agraria dell'Università di Ancona: una delle iniziative è quella di creare la "Banca del germoplasma" della flora autoctona. L'oasi è percorsa da alcuni facili sentieri didattici attrezzati con bacheche illustrative che ne descrivono le peculiarità ambientali: partendo dalla confluenza tra il Fosso della Selva con il Fosso del Vallone, si risale la valle e, superata l'area dell'Orto Botanico, si entra nel bosco. Da qui si può raggiungere la frazione di Gallignano o completare il percorso ad anello imboccando la sterrata che, tra due file di maestose roverelle, ci riporta in pochi minuti al punto di partenza, passando nei pressi del futuro centro visite (un bel casolare attualmente in ristrutturazione). I due itinerari si percorrono in due ore circa (percorso lungo, 3 km) o in un'ora (percorso breve, 2 km). === Evoluzione demografica === + Evoluzione della popolazione di Ancona Anno centro urbano frazioni e case sparse totale 1174 11 000 1565 18 435 1582 20 500 7 270 27 770 1656 10 326 6 707 17 033 1701 8 644 7 568 16 212 1708 8 274 7 920 16 194 1725 7 000 1763 13 828 1769 10 078 12 950 23 028 1770 14 000 1809 17 072 14 159 31 231 1816 18 776 13 860 32 636 1828 22 697 14 119 36 816 1844 22 757 20 460 43 217 1846 22 704 21 249 43 953 1853 22 999 21 834 44 833 1861 17 403 29 827 47 230 1871 28 031 17 650 45 681 1881 28 557 20 331 48 888 1901 34 159 27 443 58 602 1911 38 978 26 410 65 388 1921 46 395 22 126 68 521 1931 48 670 26 702 75 372 1936 56 065 22 574 78 639 dicembre 1939 62 313 luglio 1944 4 000 novembre 1946 44 779 marzo 1950 57 022 dicembre 1950 59 630 1951 61 996 23 767 85 763 1961 75 019 25 466 100 485 1971 88 410 21 379 109 789 1981 106 432 1991 101 285 2001 90 565 9 942 100 507 2011 101 497 Per la corretta lettura dei dati si ricorda che nel 1928 vennero accorpati ad Ancona i comuni di Paterno, Montesicuro e Falconara Marittima; quest'ultimo nel 1948 ritorna ad essere autonomo. Nella storia dell'evoluzione demografica di Ancona si nota il brusco calo avvenuto nel 1944 per lo sfollamento della popolazione verso le città e le campagne limitrofe a causa dei numerosi bombardamenti durante la seconda guerra mondiale. Altre cause del calo di popolazione sono la grave epidemia del XVIII secolo, il terremoto del 1972 e, in misura minore, la frana del 1982. Ancona ha avuto il massimo degli abitanti nel 1971. Da allora si è assistito ad un lieve calo, favorito dai saldi naturale (differenza fra nati e morti) e migratorio (differenza fra immigrati ed emigrati) entrambi negativi dal 1979. Dopo un minimo di abitanti, registrato nel 1999, si è registrato un progressivo incremento della popolazione, grazie soprattutto al consistente flusso migratorio, che ha riportato la città a superare di nuovo le centomila unità, attestandosi a più di abitanti nel rilevamento anagrafico di dicembre 2008. === Etnie e minoranze straniere === Ad Ancona il fenomeno della presenza di cittadini stranieri in città non è nuovo, in quanto l'esistenza del porto ha sempre richiamato folti gruppi di persone da paesi anche lontani, che spesso si organizzavano in comunità vere e proprie. Le principali nei secoli furono: l'ebraica (con i due rami levantino ed italiano, ognuno fornito di propria sinagoga); l'albanese; la ragusea (aveva il suo riferimento nella chiesa di San Biagio); la greca (aveva il suo riferimento nella chiesa di Sant'Anna dei Greci); l'armena (la cui chiesa era San Gregorio illuminatore). Anche i musulmani hanno sempre frequentato la città, tanto che nel periodo medievale ad essi erano stati assegnati alcuni locali nel palazzo del Comune. La presenza in città di varie etnie è testimoniata anche dall'esistenza, all'indomani dell'Unità d'Italia, di tre cimiteri: quello ortodosso (il Campo de' Greci, chiuso dopo L'Unità e non più esistente), quello protestante (il Campo degli Inglesi, ancora visitabile), quello ebraico (il Campo degli Ebrei, sistemato). I cittadini stranieri residenti ad Ancona sono (31º dicembre 2019). Le comunità nazionali più numerose sono: * Romania * Bangladesh * Albania * Perù * Filippine 734 * Ucraina 582 * Tunisia 567 * Nigeria 399 * Cina 383 * Marocco 350 Campo degli Ebrei, Ancona === Comunità ebraica di Ancona === Ancona è sede di una delle più antiche e significative comunità ebraiche d'Italia. A testimonianza della sua storia rimangono l'antico ghetto con le due sinagoghe e il suggestivo cimitero (uno dei più vasti ed antichi d'Italia) nel Parco del Cardeto: il Campo degli Ebrei. === Lingue e dialetti === Il dialetto cittadino, che alcuni considerano un vernacolo vista la limitata zona di suo utilizzo (circoscritta praticamente alla sola città) viene quasi unanimemente considerato il dialetto più settentrionale del gruppo umbro-laziale-marchigiano (secondo la linea Roma-Perugia-Ancona), poiché già a Montemarciano, che dal capoluogo dista solo circa 20 km, gli elementi gallo-italici sono prevalenti. Secondo la tradizione il vernacolo anconitano sarebbe nato nel rione Porto, in una piccola piazza ora non più esistente, detta ''la Chioga'', nella quale si mescolavano tre parlate: quella locale dei ''purtulòti'' (portolotti), lavoratori portuali, quella dei marinai levantini (provenienti dall'Oriente) stabilitisi in città e quella dei ''Buranèli'', ovvero le famiglie originarie dalla laguna veneta, trasferitesi ad Ancona in cerca di fortuna e dedite alla pesca come attività e sussistenza Nel corso del tempo si è modificato e reso assai singolare dagli influssi dovuti agli scambi del porto. Nel dialetto anconetano convivono elementi dei due macro-gruppi italiani: infatti malgrado la già citata appartenenza al gruppo dialettale umbro-laziale-marchigiano, non è difficile accorgersi, accanto agli elementi centro-meridionali, anche di elementi gallo-italici, nonché di alcuni fenomeni linguistici tipici anche dei dialetti veneti, il che porta un cospicuo numero di studiosi a considerare l'anconitano come parlata di "transizione" con i dialetti galloitalici. Le caratteristiche gallo-italiche più evidenti nel vernacolo di Ancona sono lo sdoppiamento di tutte le consonanti geminate tranne la ''s'' e l'utilizzo dell'articolo ''el'' anche davanti alla ''s'' impura e alla ''z'', fenomeni comuni anche ai dialetti veneti, romagnoli e lombardi. Il dialetto anconitano è usato nella poesia vernacolare anconetana, nel teatro e in alcune canzoni popolari. Il poeta che ha reso il dialetto cittadino lingua letteraria è stato Duilio Scandali, a cui sono seguiti molti altri, fino al contemporaneo Franco Scataglini, la cui lingua non è però il dialetto popolare, ma quello trasfigurato dalla poesia. Da più di un secolo numerose compagnie di teatro dialettale si sono susseguite, creando una buona tradizione e l'annuale festival del dialetto di Varano, frazione cittadina che sorge sulle pendici del Conero. Tra le canzoni più note ci sono: l'"''Inno del portoloto''", "''Erane tre surele''", "''Alba''", "''El carnevale''". Vi sono poi le frazioni anconitane del Conero, come Poggio e Massignano, che, assieme a Camerano, fuori dai confini comunali, formano l'area dell'isola linguistica gallica del Conero. I dialetti di questi centri non sono varianti del dialetto anconitano, ma costituiscono un nucleo gallico, simile a quello parlato a nord dell'Esino; il fenomeno era più netto fino a trenta anni fa, ma anche oggi è rilevante. Nei versi riportati sotto si dà un esempio del dialetto del Poggio. === Tradizioni e folclore === Un mascherone della Fontana del Calamo Antichissima credenza, attestata fin dal Cinquecento, è quella di bere l'acqua della Fontana del Calamo (comunemente chiamata ''le Tredici Cannelle'') per assicurarsi il ritorno in città. Assai singolare e prova di amore per il mare è la presenza di tre associazioni di "grottaroli", cioè di coloro che usufruiscono delle più di quattrocento grotte artificiali scavate alla base della rupe per ricoverare le barche. Le associazioni sono: "Grotte di Monte Cardeto", "Grotte del Passetto" e "Ginestra del Conero", che interessa tutte le altre spiagge a Sud del Passetto. In città si usano tradizionalmente le carte da gioco piacentine, e ciò è dovuto al fatto che nello Stato Pontificio, del quale Ancona fece parte dal 1532 al 1860, la città di Piacenza aveva l'esclusiva per la fabbricazione delle carte. In città il gioco di carte più caratteristico è la "petrangola", specie durante le festività natalizie; questo gioco è praticato anche nel resto della regione e in Emilia-Romagna. Festa del mare del 2009 Tra gli appuntamenti tradizionali più importanti si segnalano i seguenti. ==== Festa del mare ed eventi collegati ==== La festa del mare di Ancona si tiene nella prima domenica di settembre e consiste in un'animatissima processione di centinaia di imbarcazioni che dal porto si recano al largo per onorare i caduti del mare con una cerimonia religiosa. A terra si tengono spettacoli, sfilate, concerti e la fiera "degli Archi", nel rione marinaro della città. Conclude la giornata un attesissimo spettacolo di fuochi d'artificio, a specchio delle acque del porto. La festa del mare ha fatto da catalizzatore per altre iniziative più recenti, ma già molto seguite: intorno alla prima domenica di settembre si svolgono il festival musicale multiculturale "Adriatico Mediterraneo" (nato dalla trasformazione del festival di musica klezmer) e la spettacolare regata del Conero. ==== La Venuta ==== La festa della Venuta, che si tiene le sere dell'8 e del 9 dicembre accendendo grandi falò in varie parti della città ed anche in campagna; il 10 dicembre infatti si festeggia la Madonna di Loreto, e la tradizione vuole che i fuochi odierni ricordino quelli che nel 1200 servirono ad illuminare la strada alla Santa Casa che in volo stava giungendo nel vicino centro di Loreto. Nel 1617, grazie all'iniziativa del frate cappuccino anconitano fra Tommaso, l'usanza si diffuse capillarmente in tutte le Marche. Una curiosità: alla festa della Venuta del 1849 assistette Garibaldi, in città per chiedere sostegno ai circoli patriottici. ==== Carnevale ==== Il Carnevale è da secoli molto onorato in città. Dagli anni cinquanta in poi viene festeggiato con sfilate di maschere nelle vie del centro ed è stato denominato "Carnevalò". La maschera storica della città era ''Papagnoco'', nato nella metà dell'Ottocento dalla fantasia di un burattinaio anconitano. Dalla ribalta dei teatrini passò presto ad essere usato come maschera. Ne fu proibito l'uso, per decreto regio, nel 1861, probabilmente per la sua carica troppo trasgressiva. Papagnoco era il tipico contadino trasferitosi in città; dal contrasto fra le sue origini e l'ambiente urbano nascevano le situazioni comiche che lo caratterizzavano. Rozzo, ''paccó'' (spaccone), vestito di grigio con fazzoletto rosso al collo e cappello a larghe falde nero, era armato di un bastone con il quale minacciava i cittadini, che con la sua mentalità agreste accusava di malcostume. Nella ribalta dei burattini, spalla di ''Papagnoco'' era ''Burlandoto'', anch'esso poi diventato una maschera. Rappresentava la guardia della dogana papalina, sciocco e dalla divisa rappezzata e sudicia, burlato dai popolani e dai contrabbandieri. La nuova maschera carnevalesca anconitana, scelta nel 1999 con votazione popolare, è ''Mosciolino'', ideata dal grafico Andrea Goroni. Prende nome dalla conchiglia più amata dagli anconitani: il ''mosciolo'' (mitilo). Mosciolino ha l'aria di un ragazzino scanzonato, caratterizzato da orecchie a sventola, un po' a punta come quelle di un folletto, da uno sguardo birichino e dal naso a ''sgnaffarì'' (cioè "a patatina", un po' schiacciato e all'insù). Porta maglia e calzamaglia di color giallo ocra scolorito dal sole. Sopra la maglia ha una casacca senza maniche, azzurra e due bande ondulate bianche e bordate di giallo oro. Questa casacca nei quindici anni di esistenza della maschera si è leggermente modificata: ora è decorata da alghe verdi, pezzi di rete da pesca e sul margine inferiore, da mezzi gusci di mosciolo (mitilo). Alghe si trovano anche tra i capelli. Sulla testa porta un cappuccio lungo, azzurro, con una banda simile a quella della casacca. sulla punta di questo cappuccio è attaccato un mosciolo intero oppure la figura di un pesciolino. Le scarpe sono con risvolto e appuntite. La storia di questa maschera è narrata nel paragrafo "La storia di Mosciolino". ==== Fiera di maggio ==== La fiera di San Ciriaco, o Fiera di maggio, che si tiene in città fin dal XIV secolo, si tiene dal 1º al 4 maggio in onore del Santo Patrono, vede i fedeli salire al Duomo per onorare il corpo del martire paleocristiano, esposto nella cripta solo nel mese di maggio. Da un punto di vista più profano, centinaia di bancarelle invadono per l'occasione le strade del centro, cosa assai particolare per una città delle dimensioni di Ancona. Dagli anni cinquanta in poi, la visita di un luna park accompagna sempre la settimana della fiera. A volte un certo numero di bancarelle viene localizzato in piazza del Papa, sede storica delle fiera insieme alle vie che conducono al Duomo. Il noto film di Visconti ''Ossessione'' ha una scena in cui i protagonisti si aggirano sul piazzale del Duomo tra la bancarelle della Fiera di maggio. La fiera, che è una delle più grandi del centro Italia per numero di bancarelle è frequentatissima da parte degli abitanti di tutta la provincia e di quelle limitrofe. ==== Festa della Madonna del mare ==== Nel giorno di Ferragosto, da circa un secolo (ma le origini sono più antiche), gli abitanti del castello del Poggio, una delle frazioni di Ancona, festeggiano la "Madonna del mare". La festa si articola in una processione durante la quale i membri della confraternita di Santa Lucia si recano dal Poggio a Portonovo accompagnando l'immagine della Madonna del pescatore; da qui la processione continua su imbarcazioni che raggiungono il largo dove si svolge il rituale delle corone gettate tra le onde in onore delle vittime del mare. La processione continua fino a raggiungere la chiesa di Santa Maria di Portonovo, dove si svolge la funzione religiosa. ==== Festival del dialetto ==== Ogni settembre dal 1970 si svolge nella frazione di Varano il Festival del Dialetto, che dal 1995 ospita anche compagnie teatrali di tutta la regione. In occasione della rassegna teatrale si svolge nel paese anche la mostra "Rosso Conero DOC", dedicata al noto vino prodotto da epoca immemorabile nell'area del Conero. ==== La salita al Monte ==== Un'antica tradizione (almeno vecchia di due secoli) vuole che in primavera gruppi di giovani partano quando ancora è notte per salire al Monte d'Ancona (il Conero) a vedere l'alba sul mare, con la vista che spesso si allarga ai monti della opposta sponda dalmata. Dal dopoguerra in poi l'uso è cambiato, ma ancora centinaia di persone si recano al Monte in primavera o in estate, ma in macchina e non solo all'alba. ==== Festa del Covo ==== La Festa del Covo, sorta di santificazione della vita dei campi, è un'antica tradizione della frazione di Candia. Si tiene alla fine di agosto almeno dalla fine del XIX secolo fu interrotta solo durante le due guerre mondiali e dal 1955 al 1988. Il Covo è un modellino di un tempietto o di una chiesa realizzato con un'impalcatura di legno e ricoperto di spighe di grano e paglia; posto su un tipico biroccio marchigiano, viene trainato da mucche o da buoi scelti tra i più belli ed ornati con fiocchi, campanelli e specchietti. Il biroccio è seguito da contadini vestiti con i vecchi abiti tradizionali, che dopo aver sfilato per le vie di Candia giungono al centro della città. === Miti e leggende === ==== Il mito di Diomede ==== Il mito di Diomede riguarda Ancona nella sua parte centrale, compresa tra la fine della Guerra di Troia e il suo definitivo stabilirsi in Italia; per le parti restanti del mito vedi alla voce Diomede. Dopo la distruzione di Troia Diomede tornò velocemente nella città di Argo, della quale era il re. Diomede scoprì però ben presto che nessuno si ricordava di lui: né i suoi sudditi, né sua moglie. Diomede non voleva cedere alla disperazione, ma ormai non aveva più senso rimanere. Abbandonò perciò le sue armi ed il suo scudo sull'altare del tempio di Era e decise di riprendere le vie del mare insieme a sei compagni, ai quali era legato fin dall'infanzia: Akmon, Likos, Abas, Ida, Rexenor e Niktis. Navigarono verso Ovest, entrando in Adriatico. Durante la navigazione Diomede ripensò alla guerra e capì che ciò che gli era capitato ad Argo era opera di Afrodite, che si era vendicata dell'affronto ricevuto durante la guerra: Diomede infatti l'aveva ferita ed offesa; aver perso il trono e la moglie era la diretta conseguenza della sua ''hýbris'' (tracotanza). Ora poteva fare solo una cosa: cercare di ottenere il perdono della dea. Trasformò così il suo navigare in un'opera di diffusione dell'arte della navigazione, per onorare Afrodite, che come è noto oltre ad essere la dea della bellezza e dell'amore, sotto l'epiteto di "euplea" era anche considerata la divinità della buona navigazione. L'eroe si fermava con le sue navi ovunque ci fosse un porto naturale e istruiva le popolazioni sull'arte di viaggiare per mare. Oltre a ciò, insegnava ad addomesticare i cavalli, altra sua grande passione. Si fermò così in un punto della costa dove un gomito di roccia proteggeva un porto naturale: era il luogo dove più tardi sarebbe sorta Ancona. Insegnò agli abitanti l'arte di costruire le navi e di orientarsi con le stelle. Diomede sentì infine di avere ottenuto il perdono di Afrodite, e si stabilì in terra italiana, fondando città e diffondendo la civiltà greca. Alla sua morte, ad Ancona venne eretto sulla riva del mare un tempio in suo onore, sulla cui facciata si leggeva: "Al nostro benefattore". ==== Gli specchi ustori ==== ''Gli specchi ustori'', dipinto di scuola italiana, ante 1824 (Milano, Pinacoteca Ambrosiana). La leggenda trae spunto da dati storici, come la fondazione di Ankón (Ancona) da parte dei Greci di Siracusa, l'assedio e la conquista romana di questa città, avvenuta nel 212 a.C. e si sofferma sulla figura del celebre scienziato siracusano Archimede. Egli aveva partecipato alla difesa della sua città inventando nuove e straordinarie armi per respingere i Romani, nuovi tipi di fortificazioni, e soprattutto avendo ideato gli specchi ustori, in grado di concentrare i raggi del sole e di rifletterli potenziati verso le navi nemiche per incendiarle. Durante il saccheggio Archimede venne ucciso, e i suoi discepoli, addolorati per la morte del loro grande maestro, cercarono almeno di non far cadere nelle mani dei nemici le sue geniali invenzioni. Pensarono così di inviarli clandestinamente ad Ancona, città fondata proprio dai Siracusani, di lingua e cultura greca e in ottimi rapporti con la propria città madre. Dato che i Romani minacciavano di conquistare anche Ancona gli specchi sarebbero serviti ancora, e vennero nascosti in una grotta che il mare aveva scavato alla base delle rupi sulle quali sorge la città. La città di Ancona però non diventò romana con un atto di forza, ma gradualmente e senza colpo ferire. Secondo la leggenda gli specchi ustori sono così ancora nascosti sotto la città, in una cavità delle rupi della quale nessuno ricorda più l'accesso. A volte, però, all'alba, per brevi istanti un raggio di sole riesce a penetrare all'interno della grotta e si riflette sugli antichissimi specchi. Se qualcuno, in quel momento, da una barca guarda verso le rupi, vede un bagliore, quasi un incendio, che poco dopo, quando il sole si solleva dall'orizzonte, svanisce. ==== La campana sommersa ==== Sotto lo sperone del Guasco ci sono ancora i resti di un'antichissima roccia sulla quale sorgeva la chiesa di : con il nome della chiesa è infatti indicato lo scoglio. La chiesa non esiste più, crollata secoli or sono in mare a causa dell'erosione delle onde. Secondo la leggenda la campana della chiesa è ancora nascosta sul fondo del mare, e durante le tempeste ancora si può sentire il suo suono, in mezzo al fragore delle onde. Non sono però più i fedeli ad essere richiamati, ma le creature del mare, che accorrono a frotte sotto l'antico scoglio. Una variante localizza la campana sommersa al largo di un altro scoglio, quello del Trave. Secondo alcuni il compositore Ottorino Respighi si ispirò a questa leggenda quando compose "La campana sommersa" ==== I leoni del Duomo e la leggenda del Calmucco ==== La leggenda del Calmucco è alla base di un'usanza molto diffusa in città: quella che hanno i bambini di introdurre le mani all'interno delle fauci dei leoni di pietra posti ai lati del portale del Duomo. A causa di questa antica usanza le fauci dei leoni sono levigatissime, così come la groppa, sulla quale i bambini montano a cavallo; la finitura originale della pietra è invece ruvida. La leggenda dice che durante la notte di luna piena d'agosto, nel tempo della canicola, c'è sempre la possibilità che torni il Calmucco, sotto forma di spirito. Egli era stato uno dei più temibili pirati, di quelli che nei tempi più bui del Medioevo provavano ad assaltare la città. Secoli fa, questo Calmucco, sbarcato al porto proprio durante la luna piena d'agosto, era penetrato all'interno delle mura con l'intento di commettere un furto tanto ardito quanto sacrilego: voleva impadronirsi dei leoni del Duomo, anche in segno di sfregio nei confronti di Ancona, che da sempre considera queste statue uno dei suoi simboli più preziosi. Quando il pirata cominciò a manomettere le sculture, però, esse si animarono e gli azzannarono le mani staccandogli tre dita. Preso da terrore, il Calmucco fuggì via a perdifiato, perdendo anche le sue babbucce d'oro. I ragazzini di Ancona allora, nella ricorrenza del tentato furto, nottetempo si recano in gruppo sul piazzale del Duomo e stando bene attenti a non farsi scorgere dai leoni, salgono le scale che conducono al portale del Duomo e pronunciano le parole di rito: La prova serve ad avere conferma di essere "buoni", il segno è una "stella filante" (stella cadente), il pegno è un bottone o un altro piccolo oggetto che abbia un valore, sia pur minimo. Quando qualcuno del gruppo vede una stella cadente, uno alla volta i ragazzini poggiano il bottone per terra e, velocemente, passano la mano nelle fauci di un leone. Il fatto che i leoni lasciano integre le mani dà ai ragazzini la conferma di essere buoni. A questo punto tutti si allontanano di corsa, passando per lo scalone che riporta verso la base della collina del Duomo. ==== La storia di Mosciolino ==== La maschera di Mosciolino Questa è una leggenda moderna, nata in seguito all'adozione di Mosciolino come maschera del Carnevale anconitano, nel febbraio del 1999 grazie ad un concorso, vinto dal grafico Andrea Goroni. Prende nome dal "mosciolo", nome locale del mitilo. Mosciolino era un ragazzo senza famiglia ed era chiamato così perché lo si vedeva sempre nei pressi del mare e perché spesso si sfamava con i moscioli. Sembrava che fosse nato proprio lì, in mezzo ai bianchi scogli della spiaggia del Passetto, con il retino per la pesca dei frutti di mare in mano. Era amico di tutti gli animaletti del mare. I suoi vestiti erano sbiaditi dal sole e qualche pezzo di rete e qualche guscio di mosciolo spesso rimanevano tra le tasche e le cuciture. I suoi capelli, pieni di sale erano diventati durissimi, e se si guardava bene, tra le ciocche c'era sempre qualche alga. Un giorno mentre era sulla spiaggia sentì un gran chiasso provenire dalla città: musica, risate, trombette e urla di allegria. Incuriosito volle andare a vedere. Si festeggiava il Carnevale, e tutti erano in maschera. Lui si nascose per osservare senza essere visto. Era stata indetta una gara per la mascherina più bella, ma ancora non si era riusciti a trovarne una degna della vittoria. Mosciolino osservava tutto incuriosito quando vide un carro che gli sembrò meraviglioso: riproduceva, con grandi figure di cartapesta, Nettuno, re del mare, con un grande tridente e con tutto il corteo. Incantato da quella visione, uscì dal suo nascondiglio per seguire il carro di Nettuno. Così la gente lo vide e tutti rimasero a bocca aperta: non si era mai vista una maschera così bella e fantasiosa. Quando Mosciolino si accorse di essere stato scoperto, si spaventò e tentò di tornare tra i suopi scogli, ma ormai era troppo tardi, perché lo stavano trascinando verso il palco. Le persone intorno lo tranquillizzarono spiegandogli che aveva vinto un premio per la sua bella maschera. Mosciolino scoppiò a ridere e disse che la sua non era una maschera, ma il suo vestito normale. Vollero premiarlo ugualmente, ma Mosciolino non volle il premio previsto, chiedendo invece di poter fare un giro sul carro di Nettuno. Lo accontentarono volentieri. Così Mosciolino salì sul carro di Nettuno e girò tutta la città. La gente vedendolo passare lo ammirava e gridava: “È nata una nuova maschera!" === Istituzioni, enti e associazioni === Ancona è sede delle seguenti istituzioni di importanza superiore alla provinciale. * Giunta Regionale delle Marche. * Consiglio regionale delle Marche. * Università Politecnica delle Marche. * Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche * Organi periferici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali: ** Soprintendenza archeologica delle Marche, ** Soprintendenza ai Beni Ambientali ed Architettonici delle Marche, ** Soprintendenza archivistica delle Marche. * Organi periferici del Ministero della giustizia: ** Tribunale di Ancona, ** Tribunale per i minorenni di Ancona, ** Corte d'appello di Ancona, ** Carcere di Montacuto, ** Carcere minorile di Ancona. * Organi periferici del Ministero dell'interno: ** Prefettura di Ancona, ** Questura di Ancona, ** Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile. * Organi periferici del Ministero dell'Economia e delle Finanze: ** Ufficio delle Dogane di Ancona, ** Direzione regionale Marche dell'Agenzia delle Entrate, ** Direzione regionale Marche ed Umbria dell'Agenzia del territorio. * Segretariato permanente dell'Iniziativa Adriatico Ionica, emanazione del Ministero degli Affari Esteri. * Ufficio Scolastico Regionale per le Marche, ufficio periferico del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca. * Direzione delle Poste per le Marche e l'Umbria (I.T.C.), organo periferico del Ministero dello sviluppo economico. * Direzione Regionale Marche della Trenitalia S.p.A.; * Arcidiocesi metropolita di Ancona-Osimo, facente parte della Provincia ecclesiastica di Ancona. ==== Strutture sanitarie ==== La sanità ad Ancona è gestita principalmente dall'"Azienda Ospedaliero-Universitaria Ospedali Riuniti", che accorpa l'Ospedale "Umberto I", il cardiologico "G. M. Lancisi" e l'Ospedale dei Bambini "G. Salesi". I primi due sono situati in un unico polo, nel quartiere delle Torrette, mentre il terzo è localizzato al Passetto. È presente una forte collaborazione con la facoltà di medicina dell'Università Politecnica delle Marche. Sono presenti anche l'ospedale geriatrico "U. Sestilli", sede locale dell'INRCA e la casa di cura convenzionata "Villa Igea". === Biblioteche ed altre istituzioni culturali === * biblioteche comunali, statali e regionali ** biblioteca comunale Luciano Benincasa, fondata nel 1669, con più di 100.000 volumi; annessa è l'emeroteca, che conserva copie di 12 quotidiani attuali e gli archivi del Corriere Adriatico (dal 1951) e de Il Resto del Carlino (dal 1953) ed altre testate nazionali; Nel 2011 la biblioteca è stata chiusa per lavori di restauro della sede e nel 2012 è stata parzialmente riaperta; ** biblioteca dell'Archivio di Stato; ** biblioteca della Soprintendenza archeologica, specializzata in archeologia e storia locale; ** biblioteca della Soprintendenza per i Beni Ambientali ed Architettonici; ** biblioteca della Deputazione di storia patria per le Marche; ** biblioteca del Consiglio regionale delle Marche; * biblioteche di istituzioni religiose ** biblioteca del Pontificio Seminario Regionale Pio XI; ** biblioteca dei Frati Cappuccini; ** biblioteca dei Frati Minori Conventuali; ** biblioteca dell'Opera Salesiana ** biblioteca diocesana; * biblioteche universitarie ** biblioteca universitaria dell'Istituto Teologico Marchigiano; ** biblioteca universitaria della facoltà di Economia; ** biblioteca universitaria della facoltà di Medicina e Chirurgia; ** biblioteca universitaria della facoltà di Ingegneria; ** biblioteca universitaria della facoltà di Scienze ** biblioteca universitaria del Dipartimento di Elettronica ed Automatica; ** biblioteca universitaria del Dipartimento di Energetica; * altre istituzioni culturali ** Accademia marchigiana di scienze, lettere ed arti, con annessa biblioteca; ** Istituto per la storia del movimento di Liberazione delle Marche, con annessa biblioteca; ** Orchestra Filarmonica Marchigiana; è una delle tredici Istituzioni Concertistiche Orchestrali italiane (ICO) riconosciute dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali; ** biblioteca privata Franco Amatori, aperta al pubblico dal 2008 nello storico Palazzo Benincasa. Nel luglio 2020 Ancona ha ottenuto il riconoscimento di "Città che legge" 2020-2021. === Istruzione universitaria === Il Rettorato, ex-sede della Provincia di Ancona, sul lato sud di piazza Roma Gli studi universitari moderni ad Ancona iniziano nel 1959 con l'apertura della facoltà di Economia. Nel 1969 viene fondata l'Università degli Studi di Ancona, dal 2003 denominata "Università Politecnica delle Marche", che conta quaranta corsi di laurea e cinque facoltà: Agraria, Economia, Ingegneria, Medicina e Scienze. Gli studenti sono più di 16.000. Hanno inoltre sede in città l'Istituto Teologico Marchigiano, aggregato alla Facoltà di Sacra Teologia della Pontificia Università Lateranense, l'Istituto Superiore di Scienze Religiose «Lumen gentium» collegato alla medesima facoltà e la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici, un istituto di grado universitario che offre un corso di laurea per interpreti e traduttori. Per ciò che riguarda gli studi musicali, in città svolgeva la funzione di Conservatorio l'Istituto Superiore di Studi Musicali "G.B.Pergolesi", attivo dal 1924 al 2014. Nel 2001 era stato pareggiato a tutti gli effetti di legge ai conservatori di musica statali. Esso comprendeva i corsi accademici di Chitarra, Clarinetto, Fisarmonica, Flauto, Strumenti a percussione, Pianoforte, Cultura musicale generale, Storia della Musica, Teoria e solfeggio, Pianoforte Complementare, Musica di insieme per fiati. === Musei === * '''Museo archeologico nazionale delle Marche''' Il Museo archeologico nazionale delle Marche, di gestione statale, è ospitato all'interno del cinquecentesco palazzo Ferretti e permette un interessante viaggio nel tempo grazie alle testimonianze ricchissime di tutte le civiltà della regione. Comprende le sezioni elencate di seguito. * Sezione Preistorica, con reperti che vanno dal Paleolitico, all'età del Bronzo; tra essi i manufatti più antichi delle Marche, ritrovati a Monte Conero e risalenti a circa 200.000 anni fa * Sezione Protostorica, sezione caratterizzante il museo, grazie alla eccezionale e completa documentazione sull'arte e sulla vita quotidiana del popolo piceno, che abitava nelle Marche nell'età del Ferro; la sezione comprende anche testimonianze dell'invasione gallica del VI secolo a.C., tra cui alcune raffinatissime corone d'oro composte da elementi vegetali * Sezione Greca, che espone i reperti della necropoli ellenistica di Ancona, con stele funerarie scolpite, oggetti in vetro, gioielli e un modellino ricostruttivo del tempio di Afrodite che sorgeva sull'acropoli della città * Sezione Romana, ricchissima, riaperta parzialmente; la riapertura totale si attende sin dal 1972 * Sezione Medievale, la cui riapertura si attende sin dal 1972 * Collezione numismatica, notevolissima e ancora preclusa al pubblico. Irrisolta è ancora la questione dei Bronzi Dorati di Cartoceto, statue di epoca romana di eccezionale valore: si tratta dell'unico gruppo equestre in bronzo dorato rimastoci dall'antichità. Trovati nel 1946 a Cartoceto di Pergola, salvati da un emissario della soprintendenza dalla vendita all'estero, furono esposti al Museo nazionale fino al 1972, quando a causa del terremoto il museo chiuse. Alla riapertura del Museo si aprì un contenzioso con Pergola, comune nel cui territorio il reperto era stato trovato. Dopo alterne vicende si giunse ad un compromesso alla cui formulazione parteciparono il Ministero, la regione Marche e la Soprintendenza archeologica: vennero realizzate copie conformi del gruppo bronzeo e si decise di esporre alternativamente a Pergola e ad Ancona gli originali e le copie. Il patto venne rotto dal Ministero; al 2011, le statue originali sono a Pergola in un museo appositamente istituito. Sul tetto del Museo nazionale svettano le copie ricostruttive delle statue, realizzate in bronzo dorato. * '''Museo della città''' Il Museo della città di Ancona è un museo di storia urbana, situato in Piazza del Papa. Tra i pezzi da segnalare le vedute della città di Luigi Vanvitelli e un grande plastico in legno che ricostruisce la città di Ancona nel 1844. * '''Pinacoteca civica Francesco Podesti''' La Pinacoteca civica "Francesco Podesti" nel 2016 è stata parzialmente riaperta con nuovo allestimento dopo una chiusura di quattro anni. È situata all'interno di palazzo Bosdari, in via Pizzecolli. Tra le opere più importanti si segnalano quelle di Carlo Crivelli, del Tiziano, di Lorenzo Lotto, del Guercino, di Sebastiano del Piombo, di Orazio Gentileschi, di Andrea Lilli, di Francesco Podesti. * '''Galleria d'Arte Moderna''' La Galleria d'Arte Moderna nel 2016 è stata parzialmente riaperta con nuovo allestimento dopo una chiusura di quattro anni. Presenta opere di autori contemporanei marchigiani e non solo, come Carlo Levi, Ivo Pannaggi, Luigi Veronesi, Corrado Cagli, Valeriano Trubbiani ed Enzo Cucchi. * '''Museo tattile statale Omero''' Il Museo Omero ha sede all'interno del Lazzaretto. È uno dei pochi al mondo, e l'unico in Italia, che permette anche ai non vedenti di avvicinarsi all'arte, facendo toccare calchi in gesso a grandezza naturale di famose opere scultoree, modellini architettonici di celebri monumenti, ma anche reperti archeologici e sculture originali di artisti contemporanei. La visita è piacevole e istruttiva per tutti coloro che amano l'arte. * '''Museo diocesano''' Il Museo diocesano di Ancona è allestito nel vecchio Episcopio situato nel piazzale del Duomo, alla sua sinistra. Ricco delle testimonianze di una fede che ha origini antichissime, essendo legato l'arrivo del Cristianesimo al protomartire Santo Stefano, comprende una collezione di sculture, di dipinti, di oggetti sacri e i resti delle chiese abbattute o bombardate (tra tutte le parti recuperate, suggestive quelle della storica chiesa di San Pietro). Tra i pezzi più celebri non possono non essere citati quattro arazzi dai colori vivissimi, tratti da cartoni del Rubens. * '''Museo diffuso urbano''' Il Museo diffuso urbano è un museo a cielo aperto, consistente in un percorso detto “Chayim”, che si snoda tra i luoghi della presenza ebraica, mettendo in luce l'importanza sociale e culturale di questa comunità per la città di Ancona. Comprende il Campo degli ebrei, antico cimitero ebraico all'interno del parco del Cardeto. * '''Sala museale Contrammiraglio Guglielmo Marconi''' La Sala museale Contrammiraglio Guglielmo Marconi è un museo di storia dedicato alle telecomunicazioni ed in particolare alla radio; ha sede nei locali della ex chiesa di Sant'Agostino, di proprietà della Marina Militare. Aperto al pubblico solo su prenotazione, ha visto la luce nel maggio del 2009. * '''Lazzaretto o Mole Vanvitelliana''' Le mostre d'arte si tengono in genere all'interno del settecentesco Lazzaretto, isola artificiale a pianta pentagonale all'interno del porto, costruito sul progetto e sotto la direzione dell'architetto papale Luigi Vanvitelli. * '''Museo di scienze naturali Luigi Paolucci''' Il Museo di scienze naturali Luigi Paolucci, pur essendo un museo nato e cresciuto in città grazie all'opera del noto scienziato anconitano Luigi Paolucci, ha ora sede nel vicino e suggestivo centro di Offagna, uno degli storici castelli di Ancona. Il museo, di proprietà della Provincia di Ancona, espone una piccola ma significativa parte delle ricchissime collezioni naturalistiche: fossili, minerali, materiali didattici storici, esemplari impagliati di animali; testimonia i vari aspetti degli ambienti naturali delle Marche. La sua gestione è affidata all'Associazione Sistema Museale della Provincia di Ancona. * '''Sistema Museale della Provincia di Ancona''' Ad Ancona ha la propria sede legale l'Associazione Sistema Museale della Provincia di Ancona, rete provinciale costituita su iniziativa della Provincia di Ancona e della Comunità Montana dell'Esino-Frasassi. Ad essa aderiscono circa 20 Comuni della provincia di Ancona, proprietari di una trentina di musei. La sede è presso l'Ente Provincia di Ancona. === Media === ==== Stampa ==== Tre erano i giornali che pubblicavano la cronaca cittadina: * ''Corriere Adriatico'' (edito ad Ancona); * ''Il Resto del Carlino''; * ''Il Messaggero''. A partire dall'estate 2016 l'edizione anconetana de ''Il Messaggero'' è stata chiusa. Il quotidiano romano viene venduto in abbinamento al ''Corriere Adriatico'', stante la comune proprietà delle due testate. Negli anni 1990 vi fu per alcuni anni l'effimera pubblicazione del quotidiano "''La Gazzetta di Ancona''". Si pubblica anche la Gazzetta aste ed appalti pubblici. === Ancona nell'arte === La città di Ancona è stata nel corso dei secoli fonte di ispirazione ed oggetto di attenzione da parte di pittori, registi, scrittori, poeti. Riportiamo qui gli episodi più significativi di questo fenomeno. ==== Pittura e scultura ==== L'Arco di Traiano di Ancona in un dipinto del Domenichino Pio II arriva ad Ancona, del Pinturicchio Nell'elenco sottostante sono riportate le opere di artisti che rappresentano Ancona. Non sono segnalate le opere di artisti locali; tra queste opere locali si ricordano soprattutto la ''Veduta di Ancona'' di Andrea Lilli (XVI secolo) conservata in Pinacoteca, lacerto di una pala d'altare smembrata dopo il 1860, il ''Giuramento degli Anconitani'' (XIX secolo), di Francesco Podesti, elemento caratterizzante la Sala Consiliare del Comune, e varie vedute urbane della metà del XIX secolo dei coevi pittori locali Filippo Boni e Barnaba Mariotti. * Maestro delle imprese di Traiano: Scena 79 della colonna Traiana, ''Partenza da Ancona dell'Imperatore Traiano per la Seconda Guerra Dacica'' (115 d.C., Roma). * Antonio Danti, ''Veduta della città e del porto di Ancona'', tra il 1580 e il 1583 (Musei vaticani, Galleria delle carte geografiche, Roma) * Vittore Carpaccio, ''Ritratto di cavaliere'' (1510, Collezione Thyssen-Bornemisza, Madrid), da molti identificato nel duca di Urbino Francesco Maria I della Rovere, con veduta del rione di Capodimonte. * Vittore Carpaccio, ''San Giorgio e il drago'' (1502, Scuola di San Giorgio degli Schiavoni, Venezia); nello sfondo è rappresentato il duomo; Ancona qui serve per rappresentare Silene di Libia; * Vittore Carpaccio, ''Predica di santo Stefano'' (1514, Museo del Louvre, Parigi); sullo sfondo una bella rappresentazione dell'Arco di Traiano. * Giovanni Bellini, ''Crocifissione'' (1430, Collezione della Cassa di Risparmio, Prato); sullo sfondo il Duomo e panorama del colle Guasco. * Giovanni Bellini, ''Sacra Conversazione'' 'Giovannelli' (1516, Galleria dell'Accademia, Venezia); sullo sfondo c'è Capodimonte vista dal porto; * Giovanni Bellini, Vittore Belliniano e Lorenzo Lotto, ''Martirio di San Marco'' (1526, Scuola Grande di San Marco, Venezia); sullo sfondo il Duomo e il colle Guasco; Ancona qui serve per rappresentare Alessandria d'Egitto. * Pinturicchio, ''Papa Pio II arriva per la Crociata al porto di Ancona'', tra il 1502 e il 1507 (Libreria Piccolomini nella cattedrale di Siena); * Carlo Crivelli, ''Visione del Beato Gabriele Ferretti'' (1435-1494, Galleria Nazionale, Londra), con veduta della campagna nei pressi della Chiesa di San Francesco ad Alto; * Tiziano, ''Noli me tangere'' (1502 circa, Galleria Nazionale di Londra); è rappresentata Porta Capodimonte. * Domenichino, ''Arco di Traiano'' (galleria del Prado, Madrid). * Antonio Balestra, ''Veduta di Ancona'' (1690 circa, collezione privata). * Luigi Vanvitelli, ''Veduta del Molo nuovo dal Lazzaretto'' (1732 circa, Ancona, Museo della città) * Giovanni Battista Piranesi, ''Arco di Traiano'' (1748). * Gerolamo Gambarato (attivo dal 1561 al 1628), ''La storia di Ancona'' (Venezia, Sala del Maggior Consiglio al Palazzo Ducale); il papa giunge ad Ancona accompagnato dall'Imperatore Federico Barbarossa e dal doge e dona a questo un ombrello d'oro. * Jakob Philipp Hackert, 1780 circa, ''Veduta del porto di Ancona con l'Arco di Traiano'' (incisione), (Ancona, Pinacoteca civica; dipinto segnalato in questo elenco in quanto è opera di artista non locale). * Giuseppe Pallavicini, pittore lombardo, nel XVIII secolo decorò i soffitti delle sale interne dal Palazzo Benincasa con rare ''vedute di Ancona'', oggi ancor più preziose in quanto rappresentano un'importante testimonianza dell'aspetto della città prima delle distruzioni belliche delle due guerre mondiali. ==== Letteratura ==== * Catullo (''Carmina'', 36) cita Ancona parlando dei più celebri luoghi di culto di Venere; * Giovenale (''Satire'', libro IV) in una celebre immagine parla del ''tempio di Venere sorretto dalla dorica Ancona''; è dall'epoca romana, dunque che Ancona viene definita dorica; * Dante Alighieri, nel ''canto XXI del Paradiso'', dice: È san Pier Damiani a parlare nei versi del Poeta. Il "loco" di cui il santo parla all'inizio è l'eremo di Fonte Avellana, mentre l'identificazione della dimora di nostra Signora sul lido adriatico ha fatto molto discutere. Secondo alcuni si tratterebbe della chiesa di Santa Maria in Porto di Ravenna, secondo altri invece di Santa Maria di Portonovo, presso Ancona. Per ciò che riguarda gli argomenti a favore dell'una o dell'altra ipotesi, si veda la voce "Santa Maria di Portonovo". Comunque sia, sulla facciata della chiesa di Portonovo è stata collocata nel XX secolo una targa con i predetti versi di Dante. * Michel de Montaigne, nel suo "''Giornale di viaggio in Italia''" del 1581, descrive Ancona come * Torquato Tasso, nel sonetto 319 dice: * Giacomo Casanova nei suoi diari si sofferma a lungo a proposito dei suoi due soggiorni ad Ancona (nel vecchio lazzaretto e nell'albergo che sorgeva di fronte alla fontana delle Tredici Cannelle), e ci racconta belle ed intriganti avventure capitategli con due donne incontrate qui. * Stendhal riferisce nei suoi diari della sua permanenza ad Ancona (19 - 20 ottobre 1811) * Madame de Staël nel romanzo "''Corinna ou l'Italie''" dà una bella descrizione dell'atmosfera cosmopolita della città nei primi anni dell'Ottocento. * Victor Hugo ne ''I miserabili'' parla dell'ideale di libertà che da Parigi arriva ''all'orecchio dei patrioti di Ancona radunati nell'ombra degli Archi, davanti all'albergo Gozzi, in riva al mare'' * Ippolito Nievo, nelle ''Confessioni di un italiano'', parla varie volte di Ancona, dove il protagonista arriva via mare; vengono evocati i giorni dell'assedio austro-russo-turco e l'affascinante figura del giovane generale Giuseppe Lahoz. * Robert Musil ambienta ad Ancona le vicende dei protagonisti del romanzo "''Viaggio in Paradiso''", prefigurazione de "''L'uomo senza qualità''"; in particolare si ricordano le descrizioni delle vele nel porto e delle piccole spiagge sotto le rupi. * Joyce Lussu nel romanzo "''Anarchici e Siluri''" ci riporta indietro nel tempo, facendoci immergere nell'Ancona degli anni 1910, che nella finzione letteraria ospitava Sherlock Holmes alle prese con spie, ricevimenti alle Muse e passeggiate nei boschi del Conero assieme al celebre naturalista anconetano Luigi Paolucci. ===== Autori odierni ===== * Iride Cristina Carucci ha ambientato ad Ancona gran parte del suo primo romanzo “''Amalia a perdere''”, entrato nella rosa della prima selezione del Premio Strega 2001; * Pelagio D'Afro trasfigura Ancona nella ''Gomitona'' de "I ciccioni esplosivi", mentre ambienta il romanzo "''L'acqua tace''" nell'Ancona di inizio Novecento. === Cinema === Tra i titoli più significativi si citano i seguenti. * ''Ossessione'', di Luchino Visconti (1943). Il capolavoro di Visconti, considerato il primo film neorealista, nelle sequenze centrali è stato girato ad Ancona. Le prime immagini attraverso cui Visconti ci presenta cinematograficamente la città sono quelle del cavalcavia della Stazione Ferroviaria, crocevia di destini, dal momento che è sul treno che Gino (Massimo Girotti) arriva ad Ancona e sul treno fa amicizia con “lo spagnolo” (Elio Marcuzzo). Per arrivare alla Cattedrale della città Gino e l’amico si arrampicano per una strada in salita (che è Via Cialdini, ripresa all’altezza dell’accesso al vicolo oggi intitolato a San Marco, via che nella realtà conduce a Capodimonte, il quartiere sul colle opposto al Guasco su cui si trova il Duomo). cattedrale di S. Ciriaco - foto di scena del film ''Ossessione'' di Luchino Visconti Giunti sul piazzale di San Ciriaco, Gino si siede accanto allo spagnolo sul muretto del belvedere del piazzale del Duomo, con lo sguardo sognante perso a scrutare l’orizzonte lontano alla ricerca di uno spazio interiore nel quale rifugiarsi e porre fine ad un’esistenza vagabonda. L'immagine riassume forse l’aspetto peculiare dell’Ancona cinematografica: città di mare, levantina, terra di confine di una geografia ideale, linea di cesura tra la nebbiosa Pianura Padana e il caldo Mediterraneo che qui inizia a manifestarsi compiutamente. Da qui, dal sagrato del Duomo medievale di San Ciriaco, dall’alto del colle Guasco, la macchina da presa scorre in panoramica sulle banchine del porto ingombro di traghetti e navi passeggeri. Quindi il porto, non-luogo per antonomasia, contraltare alla prosaicità della ferrovia, diviene con il suo anfiteatro naturale riferimento filmico ricorrente, margine tra la terra e il mare, limite estremo, quello che nella fuga di Gino sarà anche porta d’ingresso verso un dramma esistenziale che troverà la sua conclusione nella tragedia. Nello sfondo dell'inquadratura si nota sul colmo del tetto della cattedrale un personaggio vestito di chiaro, in compagnia di alcuni operai: si tratta dell'allora trentacinquenne Riccardo Pacini, soprintendente ai monumenti che proprio nel 1942 fu richiamato ad Ancona per guidare le attività a protezione e salvaguardia degli edifici dorici dal rischio dei bombardamenti. Del Duomo venne "imballato" il protiro principale. La sequenza del film continua e, con essa, questo sguardo cinematografico su Ancona, quasi un lungo piano – sequenza, che riprende il campanile del Duomo e l’edificio che gli stava accanto (oggi non più esistente) incluso negli antichi annessi di servizio alla cattedrale e addossato all’impianto probabilmente parte della chiesa medievale di Santa Maria di Nazareth. Lo sfondo e le soggettive cambiano continuamente: viene inquadrata la parte superiore dell’antica chiesa di Santa Maria in Curte, distrutta, pochi mesi dopo le riprese, dal pesante bombardamento aereo alleato del 1º novembre 1943 (che causerà centinaia di vittime), così come alcune vie dei rioni di Ancona affacciantisi sul porto che fanno da sfondo ad altre scene del film: lo scalone Nappi, Palazzo Davalos (entrambi distrutti durante la guerra), il Palazzo Ferretti sul lato in Piazza del Senato (gravemente danneggiato). Con il prezioso supporto della memoria filmica Visconti ha potuto fissare su pellicola immagini della fiera di San Ciriaco, di salite, scalinate e di alcuni dei luoghi più antichi e caratteristici del centro storico di Ancona non più visibili altrimenti, per cui il film è divenuto una preziosa testimonianza visiva di come si presentava la città prima che la guerra ne modificasse l'aspetto. * ''Un'anima divisa in due'', di Silvio Soldini (1993). Anche in questa pellicola Ancona rappresenta per i protagonisti, fuggitivi da Milano, il desiderio di una vita migliore. In questo caso non è la presenza del porto, ma la dimensione a misura d'uomo e la vicinanza con la natura a far assumere alla città questo ruolo. Ben presto si accorgeranno però che la vita moderna non risparmia alcun luogo dove ogni apertura al "diverso" viene pagata con l'isolamento e la solitudine. * ''La regina degli scacchi'' di Claudia Florio (1998). Ancona in questo film è nebbiosa, inquietante e, con le sue vie in salita, le sue antiche scalinate, le sue spiagge invernali, fa da sfondo perfetto alla difficile e combattuta introspezione di una giovane ragazza. * ''La stanza del figlio'' di Nanni Moretti (2001). Vincitore della Palma d'oro al 54º Festival di Cannes, è stato girato interamente in città; qui Ancona è usata senza citarla, pur con notevoli riferimenti, per rappresentare una tipica città dell'Italia di oggi. Ci sono altri film, o parti di essi, che sono stati girati in città. Ne diamo un elenco decennio per decennio. * Negli anni sessanta Ancona è stata usata in vari film, poi proiettati nelle sale di tutta Europa, per rappresentare i luoghi più disparati ed esotici. Ne ''Il giustiziere dei mari'' (1961, per la regia di Domenico Paolella) le spiagge rocciose di Ancona rappresentano la costa australiana e ne ''Le prigioniere dell'Isola del Diavolo'' (1962, sempre di Domenico Paolella), rappresentano invece l'Isola del Diavolo della Guyana francese. A queste due pellicole va il merito di aver conservato le immagini della Riviera del Cònero prima dell'antropizzazione a scopo turistico avvenuta a partire dalla metà degli anni sessanta. È possibile, in particolare, apprezzare gli scogli del Passetto e la spiaggia di Portonovo nella sua naturalità quasi intatta, costellata dalle rare capanne dei pescatori, demolite a metà degli anni sessanta, e dalle rovine del fortino napoleonico, allora in abbandono. Ne ''La ragazza con la pistola'', (1968, di Mario Monicelli) il molo nord di Ancona, nonostante il Duomo che si intravede sullo sfondo, serve per rappresentare il porto di Brighton, in Inghilterra. Al largo della lanterna rossa la protagonista Monica Vitti fugge dal Regno Unito con il traghetto. La scena doveva essere girata realmente a Brighton, come gran parte del resto del film, ma il mare proibitivo nella località inglese ed impegni già presi in Italia subito dopo il film dall'altro protagonista Carlo Giuffrè, spinsero la regia a ripiegare sullo scalo adriatico, focalizzando la scena sulla corsa sul molo e la nave in partenza. * Negli anni settanta alcune scene del film di Valerio Zurlini ''La prima notte di quiete'' (1972) sono state girate all'interno, allora in rovina, della storica Villa Favorita, restaurata nel 1998. Altri film girati in città negli anni settanta sono stati i "poliziotteschi"'' Dio, sei proprio un padreterno!'' del regista Michele Lupo (1973) con le scene girate nel 1973 nelle vecchie carceri di Santa Palazia; le riprese, a cui parteciparono molti giovani di Ancona, durarono diversi giorni. Da ricordare anche la scena girata al Campo degli Ebrei, dove era stata ricostruita la frontiera Italo-Francese, e ''La belva col mitra'' (1977) del regista Sergio Grieco; esso documenta l'aspetto della città negli anni settanta, (zona della Stazione, Largo XXIV Maggio, Lazzaretto, spiaggia del Passetto) la vicenda di un criminale evaso con l'intenzione di vendicarsi dei suoi ex complici, che alla fine verrà catturato. * Dopo il 2000 sono stati girati ad Ancona alcuni film a distribuzione nazionale. Nel 2007 ''Alma'', regia Massimo Volponi, che narra la reale vicenda umana dell'equipaggio dell'omonima nave russa, abbandonata dal suo armatore nel porto di Ancona. Nel 2010 è uscito nelle sale ''La Polinesia è sotto casa'', regia di Saverio Smeriglio e Andrea Goroni, girato soprattutto nella spiaggia di Portonovo, che ha per argomento la passione per il surf. Nel 2013 sono state girate ad Ancona alcune scene dell'ultimo film di Krzysztof Zanussi, ''Foreign Body (film 2014)''; il film, con scene ambientate al Duomo e a Santa Maria di Portonovo, si svolge tra Italia, Russia e Polonia e narra le vicende di un giovane italiano appartenente ad un movimento di rinnovamento cattolico. È uscito nelle sale nel 2014. === Storia dell'Arte === ==== Arte antica ==== L'arte picena e quella greca sono testimoniate dai reperti, anche di eccezionale qualità, ritrovati nelle antiche necropoli ed esposti al Museo archeologico nazionale delle Marche e al Museo della città. L'arte greca ha un interessante esempio nei resti del tempio dorico dedicato ad Afrodite, visibili nella zona archeologica sottostante il Duomo, oltre ad un lacerto murario a blocchi regolari nei pressi del lungomare Vanvitelli. L'arte romana è ben rappresentata dall'Arco di Traiano, di proporzioni slanciate, su un molo anch'esso di epoca traianea. L'anfiteatro, il cui scavo non è ancora completato, è comunque notevole per la ''porta pompae'', detta Arco Bonarelli, e per l'annessa palestra gladiatoria. Il busto dell'imperatore Augusto in veste di pontefice massimo, ritrovato nell'area dell'antico foro ed esposto al Museo archeologico nazionale, è di pregevole fattura. ==== Arte medievale ==== L'arte paleocristiana e bizantina trova testimonianza soprattutto nella pianta del Duomo a croce greca, nella basilica inferiore di Santa Maria della Piazza, nei sarcofagi del museo diocesano. Ad Ancona l'arte ebbe un notevole sviluppo durante i secoli della Repubblica marinara. Per ciò che riguarda l'architettura romanica si ricorda soprattutto il grande cantiere della cattedrale di San Ciriaco, una delle più importanti chiese romaniche d'Italia che sorge sulle fondamenta di un tempio pagano dedicato a Venere, pregevole anche per le sculture dell'interno e del portale, tra cui i leoni stilofori, tra i simboli della città e per la cupola orientaleggiante. Chiese note a livello nazionale sono anche Santa Maria della Piazza, costruzione romanica (con le interessantissime sculture della facciata e un pregevole portale in stile gotico) e la chiesa di Santa Maria di Portonovo. L'architettura gotica è rappresentata dal Palazzo degli Anziani al quale lavorò Margaritone d'Arezzo. Giorgio Orsini da Sebenico, esponente del Rinascimento Adriatico, lasciò in città le facciate della Loggia dei Mercanti, di San Francesco alle Scale e di Sant'Agostino, ricche di sue sculture. Una scuola di pittura gotica, la Scuola di Ancona, era attiva in città tra Trecento e Quattrocento, e Olivuccio di Ciccarello ne era il maestro ==== Rinascimento e Manierismo ==== Per l'architettura rinascimentale va segnalato il Palazzo del Governo, alla cui realizzazione partecipò anche Francesco di Giorgio Martini. Da ricordare anche la Cittadella, uno dei più interessanti esempi europei di fortificazione alla moderna, opera di Antonio da Sangallo il Giovane. La scultura del Quattrocento è ben rappresentata da Giovanni Dalmata. Il pieno Quattrocento in pittura è segnato dall'anconitano Nicola di Mastro Antonio. Pittori rinascimentali di altre regioni che lavorarono ad Ancona furono Piero della Francesca, Carlo Crivelli, Melozzo da Forlì e Lorenzo Lotto, mentre Tiziano inviò in città due grandi pale d'altare. Nel periodo manierista si distinguono i nomi di Pellegrino Tibaldi e dell'anconitano Andrea Lilli, che lavorò molto in tutta Italia. Lazzaretto, conosciuto anche come Mole Vanvitelliana, isola pentagonale all'interno del porto ==== Barocco e Neoclassicismo ==== L'arte del XVIII secolo è contraddistinta dalla figura di Luigi Vanvitelli. Come ricordato nel paragrafo dedicato alla storia, egli progettò il nuovo Lazzaretto su un'isola artificiale di forma pentagonale. Inoltre prolungò il molo realizzato secoli prima dall'imperatore Traiano e vi edificò l'Arco Clementino. Queste opere, al di là dei pregevoli aspetti formali anticipanti il neoclassicismo, sono notevoli per il perfetto inserimento nell'ambiente naturale e per gli aspetti tecnici e costruttivi. In città il Vanvitelli realizzò anche la chiesa del Gesù, con la facciata concava che domina il porto dall'alto, seguendone la naturale curvatura. Dopo l'istituzione del porto franco e la ripresa dei traffici, in città ci fu un periodo di fioritura artistica, testimoniato ancora dalle chiese del Santissimo Sacramento di Francesco Maria Ciaraffoni (con le statue di Gioacchino Varlè) e di San Domenico (di Carlo Marchionni), dai tanti palazzi nobiliari affrescati e rinnovati nelle facciate, da Porta Pia (il nuovo ingresso monumentale della città), dalle statue dei continenti all'interno della Loggia dei Mercanti, segno delle nuove correnti di traffico marittimo. Testimonianze del periodo napoleonico sono soprattutto alcune fortificazioni: la Lunetta di Santo Stefano, Forte Cardeto e il fortino di Portonovo. ==== Ottocento e Novecento ==== Francesco Podesti, ''San Matteo'', Chiesa del Ss. Sacramento Nell'Ottocento spicca la figura del pittore anconetano Francesco Podesti, che tra accademismo, pittura storica e romanticismo raggiunse fama internazionale. Fu uno degli ultimi grandi maestri dell'affresco, e con tale tecnica dipinse in Vaticano la sala dell'Immacolata Concezione. Uno dei suoi capolavori, il "''Giuramento degli Anconitani''", è uno dei simboli della città ed è esposto nella sala consiliare del Comune. Il Teatro delle Muse di Pietro Ghinelli ben rappresenta l'architettura neoclassica del primo Ottocento. Fra Paolo Mussini, Pala d'altare della Chiesa dei Cappuccini Nel periodo post-unitario la città si ingrandì e si rinnovò completamente; interessante dal punto di vista artistico ed urbanistico è tutta la zona della spina dei Corsi, ma sono notevoli anche le tante fortificazioni risalenti al periodo in cui la città era piazzaforte di prima classe, opere dell'architetto militare Giuseppe Morando. Il pittore Fra' Paolo Mussini lavorò molto in città, lasciando alla Chiesa dei Cappuccini ottimi esempi di arte di inizio Novecento tra Divisionismo e Simbolismo.. Durante il ventennio fascista si aprì il Viale della Vittoria e si completò Corso Stamira. Sull'itinerario segnato da queste due arterie, ricco di edifici eclettici e in stile Novecento, ma anche di esempi di tardo liberty, Guido Cirilli realizzò il Palazzo delle Poste e il Monumento ai caduti, Amos Luchetti Gentiloni progettò il Palazzo del Popolo (dal dopoguerra al 2011 sede del municipio) e Pio Pullini ne decorò l'interno con i suoi dipinti, Eusebio Petetti progettò invece il Palazzo del Mutilato. La seconda guerra mondiale, con i pesanti bombardamenti anglo-americani, fece sparire importanti testimonianze artistiche della città. Tra queste la chiesa romanica di San Pietro, la chiesa gotica della Misericordia, la chiesa seicentesca di San Primiano, la chiesa greca di Sant'Anna; al museo diocesano della città si conservano alcune icone tardo-bizantine dell'iconostasi di San'Anna e alcune sculture del portale di San Pietro. ==== L'arte dei nostri giorni ==== Monumento alla Resistenza (particolare), opera di Pericle Fazzini La scultura contemporanea ha alcune ottime testimonianze ad Ancona. Si citano qui le opere che più si sono inserite nella vita quotidiana della città. Nel 1954 Vittorio Morelli ha lasciato in città la statua a Pinocchio, suggerita dal nome del quartiere omonimo; la scultura è stata subito molto amata e rappresentata nelle cartoline, inserendosi in breve tra i simboli cittadini. Il Pinocchio di Morelli è la prima scultura dedicata al burattino collodiano realizzata in Italia. Pericle Fazzini ha creato per Ancona un monumento alla Resistenza posto sul colle panoramico del Pincio. Tra le opere installate si ricorda la ''Mater amabilis'' di Valeriano Trubbiani (popolarmente detta ''I Rinoceronti''), situata in piazza Pertini; essa riprende l'idea del rinoceronte realizzato da Trubbiani per le scene del film di Federico Fellini ''E la nave va''. Si segnala anche il ''grande cavallo reale'' di Aligi Sassu, collocato in corso Stamira, che sembra emergere dal suolo (dal 2013 esposto provvisoriamente nel cortile della Facoltà di Economia dell'Università Politecnica delle Marche, in piazza Martelli, a causa dei lavori di ristrutturazione dell'edificio della Provincia di Ancona davanti al quale l'opera era collocata). Due suggestive opere di Arnaldo Pomodoro sono visibili all'interno della Facoltà di Ingegneria dell'Università Politecnica delle Marche, a Monte d'Ago. Molto discussa è stata l'installazione della statua ''Violata'', dello scultore anconetano Floriano Ippoliti, collocata nel marzo 2013 in via Marconi, nei pressi dell'imbocco della galleria San Martino, la prima in Europa dedicata alle donne vittime di violenza. "Fontana dei due soli", al porto antico di Ancona, opera di Enzo Cucchi Il 1º giugno 2017 è stata inaugurata al Porto antico della città nei pressi dell'Arco di Traiano, la "Fontana dei due soli" dello scultore morrese Enzo Cucchi. Il titolo dell’opera si rifà alla possibilità in Ancona di vedere il sole sorgere e tramontare sul mare, per la forma a gomito del suo territorio (Ancona deriva dalla parola greca ''Ἀγκών'', ovvero ''gomito'') Per ciò che riguarda l'architettura, è notevole la sede della facoltà d'Ingegneria dell'Università Politecnica delle Marche, progettata dall'architetto Pietro Belluschi; con la sua alta torre si è inserita con carattere nel panorama cittadino; negli spazi esterni della facoltà è presente la scultura ''Tarpare le ali'', di Valeriano Trubbiani. Altra notevole opera di architettura moderna è il palazzo Leopardi, una delle sedi della Regione Marche, di Vittorio Gregotti, che con il suo rivestimento in mattoni riecheggia la vicina Cittadella cinquecentesca. Dal punto di vista urbanistico si ricordano le realizzazioni, assai criticate, di tre opere di grande impatto: la "stecca" di unità abitative in Via Scosciacavalli (arch. Sergio Lenci), la nuova Piazza Pertini e i "toroidi" di Piazza Ugo Bassi, importante snodo del trasporto pubblico urbano. === Teatro === La facciata del Teatro delle Muse * Teatro delle Muse. Costruito nel 1827 su progetto di Pietro Ghinelli, ha conservato soltanto la struttura esterna e la neoclassica facciata a colonne ioniche. Durante la seconda guerra mondiale il tetto fu parzialmente danneggiato da uno spezzone incendiario d'aereo, cosa che suggerì agli amministratori un'assai discussa demolizione e ricostruzione degli interni in stile moderno, avviando una ristrutturazione durata decenni. Capace di accogliere più di mille spettatori, ospita dal 2003 una stagione lirica di livello internazionale, una stagione sinfonica, una di prosa ed una di musica jazz. Da segnalare il sipario tagliafuoco del palcoscenico, decorato da un'opera dell'artista Valeriano Trubbiani. * Teatro sperimentale "Lirio Arena". Inaugurato nel maggio 1960 per far rinascere ad Ancona il teatro drammatico, in attesa della riapertura del Teatro delle Muse, divenne il teatro cittadino e per finanziarne le spese di gestione fu costituito un comitato di sostenitori, che diede solidità finanziaria consentendo alle migliori compagnie italiane di esibirvisi. Nel 1967 si decise l'ampliamento che fu completato solo tra il 1974 e 1979. * Teatro Metropolitan (già Teatro "Vittorio Emanuele II"), gioiello del XIX secolo ubicato nel corso principale, è attualmente (2011) oggetto di complesse opere di ristrutturazione ad uso ricettivo-commerciale; dell'originale rimarrà il solo involucro esterno. * Teatro Goldoni, altro teatro storico realizzato a metà Ottocento. Pur essendo originariamente di notevole valore architettonico, con architettura Liberty e interessanti strutture in ghisa, con un progetto del 1995 è stato sventrato per realizzare un cinema multisala. === Cucina === Il simbolo universalmente riconosciuto delle tradizioni gastronomiche di Ancona è lo stoccafisso all'anconitana, celebrato da manifestazioni ricorrenti nell'anno e tutelato dall'Accademia dello Stoccafisso. Caratterizzato da un delizioso profumo, da una lunghissima cottura, dalla presenza di patate in pezzi grossi e pomodori, e da una grande abbondanza di vino ed olio di frantoio. Mitili e anemoni sul fondale di Portonovo (Ancona) Dopo lo stoccafisso, l'altro re della cucina anconitana è il ''mosciolo'', nome locale del mitilo, che da queste parti non si alleva, ma si pesca sulle scogliere naturali. Il "mosciolo di Portonovo" è stato riconosciuto come "prodotto di origine protetta". Durante l'estate uno spettacolo tipico della costa alta anconitana è costituito dal gran numero di persone che pescano i mitili in apnea, li puliscono sulla riva con attrezzi fabbricati artigianalmente, li cucinano in vario modo (ci si fanno sughi per la pasta, si preparano impanati alla griglia, o semplicemente alla marinara (alla ''tarantina''), con aglio prezzemolo e limone, li gustano in grandi tavolate sulla spiaggia con amici e parenti. ====Antipasti==== Gli antipasti più tipici sono a base di frutti di mare, preparati e venduti nei bar più attrezzati ed anche in piccoli chioschi nel centro della città. I più celebri sono: le crocette in porchetta (conchiglie dette in Italiano "piede di pellicano"), i bombetti in porchetta ("in porchetta" significa con aglio, pomodoro e finocchietto selvatico) e i tartufi di mare (nome locale delle uova di mare). Gli antipasti a base di affettati sono accompagnati, specie nel periodo pasquale, dalla pizza di formaggio detta anche pizza di Pasqua, caratterizzata dalla forma a panettone e da grandi pezzi di pecorino nell'impasto. ====Primi piatti==== Come primi piatti sono da ricordare i vincisgrassi, una sorta di lasagne particolarmente ricche di ingredienti, preparate in occasioni festive. Tutti i privati cittadini, nonché i ristoranti e le trattorie, preparano spessissimo durante l'estate i due primi piatti che celebrano l'amatissimo "mosciolo", cioè il mitilo, da solo o insieme ad altri frutti di mare; questi piatti sono gli spaghetti alla pescatora (con il pomodoro) e alla marinara (in bianco). Tra le paste asciutte sono da ricordare anche i ciavattoni allo scoglio (dei grandi maccheroni di produzione locale conditi con frutti di mare e crostacei). La tradizione di preparare in casa la pasta all'uovo è secolare ad Ancona e in tutte le Marche. I formati tradizionali il cui consumo è quasi d'obbligo nei giorni festivi sono: le tagliatelle, i cannelloni, i quadrelli, i cappelletti e i ravioli (questi ultimi due ripieni di carne o di ricotta e spinaci). Oggi, però, specie in città, la pasta fresca non si prepara più in casa, ma si acquista nei tanti negozi specializzati. Un altro primo piatto da sempre assai diffuso sono gli gnocchi di patate conditi con il sugo di pomodoro o con il ragù di papera. Essi sono sempre presenti, almeno una volta alla settimana (in genere il giovedì), in ristoranti e trattorie. ====Secondi piatti==== Oltre allo stoccafisso e ai ''moscioli'', altri secondi tipici sono il brodetto all'anconetana, che è appena meno famoso dello stoccafisso, ed è una delle succulenti varianti della zuppa di pesce adriatica. Da citare anche la ''saraghina a scottadeto'', ossia cotta sulla brace e mangiata caldissima. Altri piatti di pesce tipici sono le seppie con i piselli e il ''varolo'' (nome locale della spigola) al forno. Tra le pietanze di carne si ricorda il pollo e il coniglio cucinati in potacchio, cioè con rosmarino, aglio, vino e pochissimo pomodoro. La porchetta, che secondo alcuni sarebbe nata nelle Marche ed è un piatto tipico di tutta la regione, anche ad Ancona è molto apprezzata. ====Contorni==== Un contorno davvero tipico di Ancona è costituito dai ''paccasassi'' (finocchi marini), un'erba succulenta che, come dice il nome, vive nelle spaccature degli scogli marini. I ''paccasassi'' sono adatti ad accompagnare il pesce, ma anche per arricchire la pasta all'aglio e olio e per preparare la "pizza dorica". La raccolta dei ''paccasassi'' spontanei è proibita, ma basta raccogliere e mettere i semi in terra per ottenere delle piante da "tosare" ogni tanto. Un altro contorno caratteristico è l'insalata di ''mistiganza'', preparata cioè con erbe di campo miste tra cui ''caccialepri'' (grattalingua), ''grugnetti'' (cicoria selvatica), pimpinella e ''rùgola'' (rucola). Molto usata è anche la ''cucina'', un insieme di erbe di campo ''straginate'', cioè lessate e poi passate in padella con aglio, olio, olive nere e una patata lessa. Tra le specie che entrano a far parte della ''cucina'', si ricordano i ''grispigni'' (grespini) e le ''pappòle'' (papaveri non ancora andati in cima). In primavera nei mercati rionali si trovano i ''pincigarelli'', cioè i fiori di cardo selvatico, deliziosi se cotti in padella con le patate. ====Dolci==== Tra i dolci che si trovano tutto l'anno si ricordano i ciambelloni, con uvetta e, a volte, ripieni di crema. Fette al mosto e ciambella al mosto ''Sciugheti'' a base di mosto d'uva bianca Durante il periodo della vendemmia sono da assaggiare le ciambelle al mosto, che, tagliate e tostate, danno origine alle fette al mosto. Nelle case si preparava, con mosto e farina, una crema da arricchire poi con noci e pinoli: si tratta dei deliziosi ''sughetti'' (in anconetano ''sciugheti'') d'uva. Specie nell'area del Conero, frutti ottobrini molto apprezzati sono le giuggiole e i corbezzoli. A Carnevale il dolce tipico è la cicerchiata. È composto di piccole sfere (del diametro di un grano di cicerchia) realizzate con un impasto a base di farina, uova, zucchero ed anice, che poi vengono fritte e ricoperte di miele e mandorle. Molto usati in città a Carnevale anche gli arancini, le zéppole, le frappe e le castagnole, che con la cicerchiata formano il quintetto dei dolci carnevaleschi usati ad Ancona. Tradizionale e collegata all'antichissima ma ormai scomparsa festa del corbezzolo è la preparazione casalinga dei corbezzoli sotto spirito. Nei più forniti bar anconitani si possono gustare le "polacche" Nei bar più forniti si trovano i tradizionali cornetti anconetani: le polacche, il cui nome ricorda i soldati del II Corpo polacco che, dopo aver liberato Ancona nell'agosto 1944, rimasero qualche tempo in città e apprezzavano questi dolci. Di dimensioni più grandi di quelle dei comuni cornetti, di froma dritta, a pasta gialla, ripieni di un sottile strato di marzapane e ricoperti da una leggera glassa bianca a base di albume d'uovo e zucchero, sono considerati un ottimo inizio di giornata per chi fa colazione al bar. Altro dolce da forno e da bar tipico di Ancona è il maritozzo marchigiano, a forma di panino, con uvetta e glassa. I gelati al cono artigianali sono molto diffusi e sono generalmente di ottima qualità. ;''Pa' cu l'oio'' e crescia La semplicità e la genuinità della cucina anconitana si esprime in una pietanza molto nota nella regione, il cosiddetto ''pà cu l'ojo'' (pane con l'olio), una semplice bruschetta che la popolazione locale mangia nei diversi orari della giornata. Vi è anche una versione estiva e più "povera" fatta con il pane raffermo bagnato con dell'acqua ed uno spruzzo di aceto, insaporito oltre che con l'olio anche con maggiorana fresca, pepe e sale. L'uso anconitano di cibarsi di questa semplice vivanda è conosciuta in tutte le Marche, tanto che gli abitanti delle altre zone della regione usano burlescamente il termine ''pà cu l'ojo'' per indicare ogni abitante di Ancona. La pizza al taglio, che dal dopoguerra in poi si è diffusa dappertutto in città, è l'erede dell'antica crescia, con la quale ha in comune la presenza di strutto nell'impasto, che nella pizza di altre regioni è sempre assente. A volte lo strutto è sostituito dall'olio di oliva. Sono numerosissimi i negozi specializzati nella preparazione di pizza al taglio che poi vendono al pezzo e non a peso come in altre regioni. Le varianti tradizionali sono quattro: bianca con il rosmarino, bianca alla cipolla, rossa semplice e rossa con la mozzarella. Pizza con i grasselli Inoltre, ma solo durante l'inverno, si può trovare anche la ''pizza con i grasselli'', molto saporita, diffusa anche in tutto il resto della regione. È una preparazione invernale in quanto i grasselli sono i residui della fusione dello strutto e perciò sono disponibili solo in concomitanza la macellazione del maiale, tra novembre e gennaio La pizza al taglio viene venduta per l'asporto o viene consumata dai clienti al banco della pizzeria, in genere accompagnata da un bicchiere di vino sfuso o della caratteristica "spuma", bibita gassata analcolica aromatizzata a varie essenze (la più diffusa è quella "al cedro") Anche nelle panetterie si trova comunemente in vendita la pizza, ma di tipo diverso rispetto a quella delle pizzerie al taglio, essendo tipicamente alta e morbida. ====Bevande==== Il vino bianco più usato in città è senz'altro il Verdicchio, un DOC ottenuto dal vitigno omonimo proveniente dai castelli di Jesi o dalla zona di Matelica. Il rosso cittadino per eccellenza è naturalmente il Rosso Conero, un DOC di antichissima tradizione, che ha come base il vitigno Montepulciano. Le vigne che producono il Rosso Conero sentono l'aria del mare: sono dislocate nelle colline del Parco del Conero. Visitatori e cittadini che vogliono assaporare il rosso di Ancona direttamente nelle cantine di produzione, possono seguire la "strada del Rosso Conero". Vino cotto Caffè Sport Come in tutta la regione molto apprezzati sono il vino di vìsciole (ciliegie selvatiche), ideale per il dopocena e per accompagnare pasticceria secca, e il vino cotto, di antichissima tradizione contadina. Nei momenti più freddi dell'anno si usa bere il turchetto, un caffè molto lungo rinforzato con rum, buccia di limone ed anice: una vera carica di energia la cui origine è legata al modo in cui i marinai anconetani correggevano il caffè lungo che si vedevano servire in Grecia e in Turchia, al loro gusto troppo leggero. Tra i prodotti tipici che rischiano di scomparire si ricorda il ''vinello'', ottenuto facendo fermentare il succo dei corbezzoli di Monte Conero, da queste parti detti "cocomeri" o "cocomerini". Non si dimentichi inoltre che il noto Caffè Borghetti, o Caffè Sport, trova la sua origine proprio in questa città. === Urbanistica === Ancona è una tipica città policentrica, dato che sono quattro le piazze che giocano un ruolo centrale: Piazza del Plebiscito (conosciuta come Piazza del Papa), il cuore dei rioni più antichi; Piazza del Teatro (ufficialmente detta "della Repubblica"), punto di unione tra il centro e il porto; Piazza Roma, il centro della zona dei mercati all'aperto e al coperto; Piazza Cavour, la più vasta e alberata, centro dei rioni ottocenteschi. Le ultime tre piazze sono unite da un tridente di corsi paralleli: corso Mazzini (corso vecchio), corso Garibaldi (corso nuovo) e corso Stamira; sono considerati i corsi principali e la zona tra essi compresa è nota con il nome di "Spina dei corsi". Scorcio del Colle Guasco di Ancona dal porto Se quattro sono le piazze centrali e tre sono i corsi, uno solo è il vertice di questa città circondata per due lati dal mare: la sommità del colle Guasco, sul quale sorge il Duomo, vero punto di riferimento, dato che esso è visibile non solo dal porto e dal centro, ma anche da tutte le colline di periferia; la collina della cattedrale è il primo segno inconfondibile della città per chi proviene dal nord o dal mare. Anche la Cittadella, progettata da Antonio da Sangallo il Giovane, costituisce un caposaldo scenico di grande effetto per la città; infatti è posta sulla cima del Colle Astagno, affacciato sul porto. Dagli anni cinquanta è immersa in un bosco di pini piantato in occasione di una festa dell'albero per scongiurare le frane che interessavano il versante e dotare la città di una zona di fresca ombra. Il bosco forse sarà oggetto di uno moderato sfoltimento per recuperare una parziale visibilità della fortezza cinquecentesca. Caratteristica è la presenza di un asse stradale che attraversa tutto il promontorio da Ovest ad Est, da mare a mare: dalle banchine del porto al belvedere sulle rupi del Passetto. Questa direttrice urbana assume vari nomi: nel tratto iniziale è costituita dai tre corsi paralleli già citati, nel tratto finale invece prende il nome di viale della Vittoria. Dato che la città si adagia su numerose colline, altra caratteristica è la frequenza con la quale si incontrano salite, scalinate, belvedere e punti panoramici. Tra questi ultimi, i più rinomati sono il piazzale del Duomo, Piazza del Comune (B. Stracca), la pineta e la scalinata del Passetto, il belvedere di Capodimonte, quello del Pincio, la lanterna rossa del porto, il faro vecchio, gli spalti di Forte Cardeto, e per finire tutti gli "stradelli" che portano al mare da via Panoramica, dalla piscina del Passetto e dal quartiere di Pietralacroce. Anche i quartieri periferici sono interessanti per i panorami, ad esempio Posatora (dal parco Belvedere) e Torrette (Belvedere di Torrette). A nord, la conurbazione di Ancona si estende fino a Falconara Marittima, con la quale c'è una continuità di insediamento lungo la via Flaminia. Considerando anche i comuni confinanti, con alcuni dei quali c'è continuità d'insediamento, l'area metropolitana di Ancona supera i 200.000 abitanti. === Suddivisioni amministrative === Rioni della città (veduta parziale) I quartieri e i rioni di Ancona sono ventisette, mentre le frazioni sono dodici. Dal 2009 tutto il territorio è ripartito in tre circoscrizioni; nel 1977, anno in cui esse vennero istituite dalla legge nazionale, erano undici. La prima circoscrizione comprende tutti i quattro rioni del centro e altri cinque quartieri; la seconda circoscrizione comprende 10 quartieri e 5 frazioni; la terza circoscrizione comprende 8 quartieri (tra cui quelli di più recente origine) e 7 frazioni, tra cui quelle del Conero. Come il resto della regione, Ancona è caratterizzata da un tessuto industriale costituito da piccole aziende di elevato livello, e punta molto sul commercio grazie soprattutto al porto e sul turismo grazie al clima, alla natura, ai suoi chilometri di spiagge, ed al patrimonio storico-artistico-archeologico che racconta più di 5000 anni di storia. Inoltre, grazie al clima mite e tipicamente mediterraneo, eccelle in alcuni settori dell'agricoltura. === Servizi finanziari === La Banca delle Marche ''S.p.A.'', o brevemente ''Banca Marche'', fondata nel 1994, dal 22 novembre 2015 in liquidazione coatta amministrativa, è stato il principale ente creditizio della città, dove aveva la sede legale, e della regione. Dal giorno successivo è stata rifondata, come Good Bank, con la nuova denominazione di Nuova Banca delle Marche ''S.p.A.'', in breve ''Nuova Banca Marche'' con la "parte buona" della vecchia banca, che ha la sede sociale a Roma e, come in precedenza, la Direzione Generale a Jesi. === Industrie === Tipica della città è l'industria dei Cantieri Navali, che, di origine antichissima, ancora può contare su un'importante sede dello Stabilimento Fincantieri, a partecipazione statale, e su diversi cantieri privati tra i quali gli stabilimenti CRN S.p.A. del "Gruppo Ferretti", uno dei principali produttori mondiali di yacht di lusso, che fanno di Ancona un centro importante della cantieristica italiana. Molto importanti sono le industrie metalmeccaniche, chimiche, farmaceutiche; ad Ancona nacque il Gruppo Angelini farmaceutici, il quale è tuttora presente con un importante stabilimento di produzione in zona Baraccola. === Pesca === Il porto peschereccio di Ancona, accolto nel mandracchio, è uno dei maggiori italiani; i mercati ittici di Ancona sono nel loro insieme al secondo posto nell'Adriatico e al sesto posto in ambito nazionale. === Servizi e commercio === Il commercio è l'attività principale della città, per la grande rilevanza che ha il porto. Esso è il primo porto italiano per traffico internazionale di veicoli e passeggeri, con oltre 1,5 milioni di passeggeri, e uno dei primi dell'Adriatico per le merci, con il transito di circa 200.000 TIR ogni anno. Importante è anche la Fiera Internazionale della Pesca, che si tiene in città fin dal 1933. Dall'estate 2005 anche alcune navi da crociera fanno scalo nella città dorica. Moltissimi sono i cittadini impiegati nei servizi, in particolar modo quelli pubblici, mentre il settore del commercio è particolarmente attivo sia nelle strade del centro cittadino, dove la zona dei tre corsi Garibaldi, Mazzini e Stamira è tradizionalmente il centro commerciale della città, sia nelle periferie dove, negli ultimi anni, sono sorti numerosi centri commerciali di grandi dimensioni (Auchan, Carrefour, Ikea, per citarne alcuni), che attirano visitatori e acquirenti da fuori città e fuori provincia. === Fiere === Il quartiere fieristico di Ancona si trovava nella zona portuale della città, nel largo Fiera della Pesca, infatti sin dal 1933 si teneva la "Fiera Adriatica della Pesca" che assunse sempre maggior importanza, fino a diventare l'odierna "Fiera Internazionale della Pesca". Durante la seconda guerra mondiale il quartiere fieristico fu interamente distrutto. Ricostruito in breve tempo, venne inaugurato il 25 luglio 1948 alla presenza del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi e assume, di nuovo, carattere internazionale nel 1955. Negli anni ottanta si rinnovano i locali e l'ente fieristico inizia ad ospitare esposizioni di molteplici settori, iniziando la sua rinascita. Con 12 000 m² di superficie espositiva divisi in due padiglioni ed un centro congressi, ospita circa 30 manifestazioni e 250 convegni annui (dati 2002). Dal 1995, assieme al quartiere fieristico di Civitanova Marche, è gestito dall'"Ente regionale per le manifestazioni fieristiche". === Turismo === Il turismo ha una sua importanza, non tanto per l'alto numero di persone che si imbarcano (circa 1.500.000 all'anno), che in realtà spesso non escono dall'area portuale, ma per la spiaggia di Portonovo, dotata di alberghi e campeggi. Il settore alberghiero, ha infatti, aperto la strada ad un concreto sviluppo nel settore turismo, soprattutto in considerazione dell'amplissima gamma e ricchezza nell'offerta storico-culturale, naturalistica, balneare, e dell'intrattenimento che già la sola città può offrire, e che comporta ogni anno la presenza di un gran numero di turisti da tutto il mondo. ;Artigianato Per quanto riguarda l'artigianato, è rinomata la produzione di strumenti musicali, tra i quali la concertina e i mandolini elettrici, che Ancona esporta in tutto il mondo. Diffusa ed apprezzata è anche la lavorazione del rame, impiegata per realizzare una vasta gamma di prodotti, che spazia dal vasellame alle anfore, oltreché quella orafa e quella della ceramica. === Strade === Ancona è interessata dal percorso della Strada statale 16 Adriatica ed è servita dai caselli di Ancona Nord e Ancona Sud dell'Autostrada A14 Adriatica. L'entroterra è collegato tramite la strada statale 76 della Val d'Esino. Una strada di attraversamento della città chiamata ''bretella'' o Asse Nord-Sud, in parte sopraelevata, collega il centro cittadino con la SS16 presso la zona industriale Baraccola. Il porto è collegato anche dalla SS 681. === Ferrovie === Dalla stazione di Ancona partono treni che percorrono tre diverse linee: la Bologna-Ancona, l'Adriatica e la Roma-Ancona; è servita da collegamenti a lunga percorrenza operati da Trenitalia, nonché dai servizi regionali svolti anch'essi da Trenitalia nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la Regione Marche. La città è inoltre servita dalla stazione di Varano e dalle fermate Ancona Torrette, Ancona Stadio e Palombina, dedicate anch'esse al servizio regionale. Dal 13 dicembre 2015 è stata chiusa la stazione di Ancona Marittima e la linea che la univa alla stazione centrale. === Aeroporto === L'aeroporto ''Raffaello Sanzio'', situato a Falconara Marittima, offre sia voli di collegamento con hub internazionali (Monaco), che diversi voli low-cost (ad esempio per Londra, Catania, Tirana, Düsseldorf, Bruxelles). L'aeroporto è collegato al capoluogo tramite un servizio navetta che prende il nome di Aerobus Raffaello, operato dall'ATMA - la società di trasporto pubblico della città. A poche centinaia di metri sorge la Stazione di Castelferretti-Falconara Aeroporto delle Marche, sulla linea Ancona - Roma, dove fermano tutti i treni regionali della Tratta Foligno - Fabriano - Ancona e la collegano alla stazione centrale in circa 18/22 minuti. === Porto === Il porto di Ancona risulta uno dei maggiori dell'Adriatico, ed è località di scalo sia per servizi passeggeri diretti verso la penisola balcanica sia per servizi merci. Nell'area della Coppetella di Jesi è inoltre situato l'interporto di Jesi, una struttura di scambio per trasporti intermodali collegata con il porto di Ancona. Caratteristica era la regolare linea di trasporto marittimo effettuata con la motonave ''Gloria'' che dal 1959 al 1965 effettuava servizio dal porto a Portonovo. === Mobilità urbana === La rete filoviaria nel 2013 Il servizio di trasporto urbano è operato dalla Conerobus, che gestisce la rete filoviaria di Ancona, le autolinee urbane e suburbane nonché l'ascensore panoramico del Passetto. Fra il 1881 e il 1949 era attiva la rete tranviaria urbana, elettrificata nel 1909 e integrata nel 1915 dalla tranvia Ancona-Falconara Marittima. Nel 1994 è stato firmato un accordo per la realizzazione della metropolitana urbana di superficie, un progetto che a oggi risulta essere ancora incompiuto. === Consolati === * Consolato dell'Albania (Via G. Matteotti, 110) * Consolato del Belgio (Via dell'Industria, 2/F) * Consolato on. della Bulgaria (via F. Rismondo 1) * Consolato della Danimarca (via E. Cialdini 57) * Consolato di El Salvador (viale della Vittoria 24) * Consolato della Francia (corso G. Mazzini 107) * Consolato della Grecia (via L. Einaudi, 4) * Consolato del Messico (piazza Cavour 29) * Consolato dei Paesi Bassi (corso Stamira 49) * Consolato della Polonia (via Montebello 58) * Consolato della Repubblica Ceca (via G. Pastore 1) * Consolato della Repubblica Dominicana (piazza Stamira 10) * Consolato della Romania (via M. Fanti, 9) * Consolato della Russia (viale della Vittoria 7) * Consolato della Turchia (via XXIX Settembre 2) === Gemellaggi === * * * * * * Come è avvenuto per altre città italiane (come Roma, Venezia, Siracusa, Cagliari, Napoli, Padova, ecc.) anche il nome di Ancona è stato usato per denominare città di nuova fondazione nei vari continenti. Così abbiamo un'Ancona nordamericana negli Stati Uniti (nello Stato dell'Illinois), una sudamericana in Bolivia (nel dipartimento di Potosí) ed un'Ancona oceaniana in Australia (nello Stato di Victoria). La città di Ancona è chiamata ''Ancône'' in Francese, ''Ankona'' in Polacco, Lituano, Lettone, Albanese, Azero e in Turco, ''Jakin'' in croato antico, ''Ἀγκών'' (Ankón) in Greco antico e ''Ανκόνα'' (Ankona) in Greco moderno; in latino è detta ''Ancon'' o ''Ancona''. Nelle lingue che usano l'alfabeto cirillico diventa invece ''Анкона'' (Ankona). Quattro località croate derivano il loro nome dal nome di Ancona in croato antico, ''Jakin''. Esse sono: la baia di Jakišnica nell'isola di Pago, la baia di Jakinska e il promontorio di Jakisnica nell'isola di Melada e infine la località Jakin nell'isola di Brazza; in passato erano infatti molto frequentate da navigatori anconetani. In un noto canto popolare bosniaco si parla inoltre di un giovane ''jakinlija'' e di ragazze ''jakinke''. ;Calcio a 11 L''''', fondata nel 1905, vanta 2 presenze in Serie A (più una terza nel campionato misto di Serie A-B) e 27 presenze in Serie B ed ha disputato una finale di Coppa Italia (edizione 1993-1994) persa contro la Sampdoria. Dopo il fallimento e l'esclusione dell''A.C. Ancona Calcio'' da tutti i campionati, dal 2010 la principale squadra calcistica della città è l''U.S. Ancona 1905'', nata nel 1948 come ''S.S. Piano San Lazzaro'', che milita in Lega Pro. Squadre che rappresentano vari quartieri o frazioni doriche sono il ''Colle 2006'' militante in Prima Categoria, ''Ankon Dorica'', ''Nuova Folgore'', ''Pietralacroce, Ponterosso, Portuali Ancona'' che giocano in Seconda Categoria, ''Aspio 2005'', ''Candia Baraccola'', ''Dorica Torrette'', ''Juvenilia'', ''Konlassata'', ''L'Aquila'', ''Varano'' che invece disputano la Terza Categoria. ;Pallacanestro La squadra maschile della città, la Stamura Basket Ancona, ha disputato il campionato di Serie A nella stagione 1950-1951 ed attualmente milita in Serie B. La squadra femminile, l'Ancona Basket, milita in Serie B. Alla città legano il nome anche la Sutor Basket Montegranaro, che ha giocato le proprie partite interne (valide per il campionato di Serie A) al PalaRossini dal 2011 al 2013, e l'US Basket Recanati, che vi ha giocato nella stagione 2016-2017 gli incontri interni (validi per il campionato di Serie A2). Inoltre, Ancona ha ospitato nel 2014 l'All Star Game e la gara di schiacciate fu vinta dal cestista anconetano Achille Polonara. ;Calcio a 5 Le squadre principali sono il Cus Ancona Calcio a 5 che partecipa al campionato di serie B e l'Ankon Nova Marmi, militante nel campionato di serie C1. Il campionato di C2 girone A è stato vinto nella stagione 2011-12 dal P'73, squadra del quartiere di Pietralacroce, che dunque ha acquisito il diritto a disputare la C1, massima serie regionale, nella stagione 2012-2013. Numerose sono anche le squadre di Serie C2 (quali la Mantovani) e serie D. ;Pugilato Storicamente una delle attività sportive più amate in città. ;Canottaggio Il Gruppo Sportivo "Armando Maggi" del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco di Ancona vanta la conquista di numerosi titoli italiani. La società negli anni novanta è divenuta famosa grazie alle imprese di Alessandro Corona, tra le quali spiccano la conquista di 5 titoli mondiali e la partecipazione consecutiva a quattro edizioni olimpiche (Barcellona 1992, Atlanta 1996, Sydney 2000, Atene 2004). Tra il finire degli anni novanta e l'inizio del nuovo millennio sono inoltre da ricordare i risultati ottenuti dai tre anconetani Marco Ciavattini, Tommaso Filippi e Daniele Lo Iacono: titoli italiani e partecipazioni a campionati mondiali nelle categorie Juniores e Under 23. ;Ciclismo Ancona è stata per nove volte sede di arrivo di tappa del Giro d'Italia, la prima nel 1911, l'ultima nel 1999, quando ospitò una cronometro individuale con partenza e arrivo ad Ancona. La città fu inoltre sede di partenza di una tappa nel 1961. * 1911 - 8ª tappa Bologna- Ancona: vinta da Lauro Bordin * 1930 - 10ª tappa Teramo - Ancona: vinta da Michele Mara * 1934 - 10ª tappa Teramo - Ancona: vinta da Learco Guerra * 1937 - 13ª tappa Pescara - Ancona: vinta da Aldo Bini * 1946 - 5ª b tappa Cesena - Ancona: vinta da Aldo Bini * 1952 - 8ª tappa Roccaraso - Ancona: vinta da Rino Benedetti * 1955 - 13ª tappa Scanno - Ancona: vinta da Giorgio Albani * 1975 - 2ª tappa Modena - Ancona: vinta da Patrick Sercu * 1999 - 9ª tappa Ancona ''(cron. individuale)'' vinta da Laurent Jalabert ;Football americano Nel football americano sono attivi i Dolphins Ancona che partecipano all'Italian Football League. ;Lotta greco-romana La lotta greco-romana si pratica ad Ancona dagli inizi del XX secolo. Attualmente è attiva l'A.S. Propatria Ancona. ;Nuoto La società cittadina è la Vela Nuoto Ancona. Tra i suoi atleti ha avuto diversi atleti nelle squadre nazionali per un totale di 7 presenze a campionati mondiali e 6 ai campionati europei, oltre a incontri internazionali giovanili e assoluti. È "scuola nuoto federale" per l'avviamento al nuoto, pallanuoto e nuoto sincronizzato. ;Pallamano La principale società della città è la Handball Ancona che partecipa al campionato di serie A di élite. ;Pallavolo Nella pallavolo femminile la squadra principale è la Conero e Ponterosso Volley Club Ancona che partecipa al campionato di B1, mentre in quella maschile è attiva la Dorica Pallavolo Ancona. Nel settore femminile/giovanile, la Quartiere Ponterosso Volley, è la società più importante con circa 200 iscritte dai 5 ai 18 anni. Ancona ha ospitato partite del campionato mondiale di pallavolo maschile per due tornei: nel 1978 e nel 2010, quest'ultimo al PalaRossini. ;Rugby Nel Rugby, il CUS Ancona Rugby partecipa al campionato di C. Inoltre dal 2017, la città promuove una fiera del rugby aperta ai ragazzi dai 6 ai 14 anni. Nel novembre 2020 lo Stadio del Conero ha ospitato la prima partita ufficiale della nazionale italiana contro le Isole Figi. ;Vela Nella città, nel porto turistico di Marina Dorica, fanno base diversi circoli velici, tra questi il sodalizio ultracentenario della Sef Stamura, l'Ancona Yacht Club e la sezione locale della Lega Navale. Atleti e imbarcazioni di questi circoli partecipano a regate di ogni livello compresi i campionati del mondo. La manifestazione più importante per la vela d'altura è la Regata del conero, la seconda domenica di settembre e per le derive il trofeo dell'Ammiragliato. ;Atletica La città di Ancona, oltre ad ospitare diversi impianti sportivi dedicati all'atletica leggera, ha il privilegio di offrire ai suoi atleti il "Banca Marche Palas", o "Palaindoor". Inaugurato nel febbraio 2005, il Palaindoor rappresenta l'unico impianto permanente al coperto interamente dedicato all'atletica Leggera. Si tratta dell'unica struttura di questa tipologia in Italia ed una delle poche in tutta Europa. ;Pallanuoto La società cittadina è la Vela Nuoto Ancona. La squadra maschile è ormai in pianta stabile in serie A2. La squadra femminile è stata promossa nella stagione 2018-19, per la prima volta nella storia per una squadra marchigiana, in serie A1. Nella stagione 2019-20 avrà quindi la prima esperienza nella massima serie. ;Taekwondo Arte Marziale presente nella città di Ancona già dalla metà degli anni settanta; è ampiamente diffusa e praticata da oltre 300 atleti nel solo capoluogo marchigiano. Le Società del capoluogo sono: dal 1986 il Taekwondo Club Ancona (del Maestro Andrea La Marca), dal 1996 l'Accademia Dorica (del Maestro Moreno Buontempi) e dal 2009 il Taekwondo Olympic Ancona (del Maestro Paolo Barboni). Tutte e tre le Società sono affiliate alla FITA e praticano attività agonistica con ottimi risultati. === Impianti sportivi === * Stadio comunale Del Conero, il principale della città * Stadio Dorico * Palazzo dello sport "PalaRossini", il principale della città * Palazzo dello sport "PalaVeneto" * Palazzo dello sport "Palaindoor" * Palazzo dello sport "PalaSabbatini" (''Panettone'') * Pista di atletica leggera "Italico Conti" * Palazzo dello sport di Collemarino * Piscina comunale del Passetto * Piscina comunale di Vallemiano -chiusa a tempo indeterminato- * Piscina comunale di Ponterosso * Piscina comunale "Domenico Savio" * Diamante comunale "Conero" in zona Monte d'Ago * Palascherma comunale di Pietralacroce * Palajudo comunale di Ponterosso * Pallone geodetico di Varano * Palazzetto dello sport "Palamassimo Galeazzi" File:Crkva Chiesa del Santissimo Sacramento u Anconi.jpg File:Rimokatolička crkva Chiesa di San Domenico (Ancona) 2017.jpg File:Chiesa di Santa Maria della Piazza.jpg File:Pogled iz ankonskoga muzeja.jpg File:Muzej u Anconi.jpg File:Ankonska katedrala.jpg File:U Anconi spomenik.jpg File:Ancona u rujnu 2017.jpg File:Upravna zgrada u Anconi.jpg File:U Anconi u Italiji.jpg File:Zgrada u Anconi.jpg File:Na ulazu u Anconu.jpg File:U talijanskome gradu Anconi 13. rujna 2017.jpg File:Ancona 2017.jpg
Annelida
Gli '''anellidi''' sono il più importante phylum di elminti metamerici.
Il nome deriva dal fatto che questi animali presentano una evidente metameria di tutto il corpo, che appare suddiviso in molti anelli pressoché identici; deriva dal latino ''anellus'' (diminutivo di ''anulus'') ossia piccolo anello. La metameria interessa quasi tutti gli apparati importanti, tranne quello circolatorio e riproduttore. Dal sistema nervoso centrale, il cordone nervoso ventrale, si staccano i nervi principali, uguali in ogni metamero. Solo in quello cefalico c'è un cingolo nervoso che circonda il canale digerente e presenta, nella parte superiore, due gangli cefalici. Il sistema circolatorio è chiuso. Il vaso più importante, detto aorta, è un vaso sanguigno longitudinale dorsale e il sangue vi fluisce verso la testa. In ogni metamero, dei vasi sanguigni secondari partono dall'aorta e si riuniscono in un vaso sanguigno longitudinale ventrale, in cui il sangue scorre verso l'estremità caudale. Il pompaggio del sangue viene effettuato da cinque paia di cuori. Il celoma è suddiviso in cavità indipendenti, una per ogni metamero. Le sue funzioni principali sono il sostegno del corpo (scheletro idraulico) e la raccolta delle sostanze di rifiuto prodotte dal metabolismo. Ogni metamero ha due sistemi indipendenti di muscoli: * quelli longitudinali, fanno accorciare il metamero, che si allarga, perché il liquido celomatico ha un volume fisso. * quelli trasversali (circolari) lo fanno restringere ed allungare. Il movimento è garantito da un'onda di contrazione (prima allungamento, poi accorciamento) che parte dal capo e si muove verso la coda. L'ancoraggio al terreno, che permette il movimento dato dalla contrazione e l'allungamento dei due sistemi muscolatori, avviene grazie a delle setole disposte per metamero. In dipendenza del loro sviluppo si hanno anellidi oligocheti (dal greco όλιγος òligos, piccolo) e policheti (dal greco πολύς poliùs, molto) In ogni metamero ci sono due organi escretori, chiamati nefridi, che filtrano il liquido celomatico ed espellono le sostanze di rifiuto. Il tubo digerente attraversa, invece, tutto il corpo dell'anellide senza presentare metameria: è costituito da un semplice canale a scorrimento unico. A differenza di animali meno evoluti è completo, partendo dalla bocca presenta infatti la faringe, l'esofago, il gozzo, l'intestino e l'ano. Sono animali ermafroditi insufficienti, quindi per riprodursi si ha la fecondazione incrociata. Il metamero fecondato si gonfia prendendo il nome di clitellio. Negli anellidi si trovano già le presenze di sistemi formati da più organi. Esistono due classi principali viventi di Anellidi: * Policheti * Clitellata con quattro sottoclassi: ** Oligocheti (lombrichi) ** Irudinei (sanguisughe) ** Branchiobdellida ** Acanthobdellida Nelle vecchie classificazioni venivano indicate altre due classi: * Archianellidi (Archianellidi) che radunava ordini di Policheti * Myzostomida (Mizostomidi) ora considerati un ordine di Policheti Dal momento che gli anellidi sono animali a corpo molle, i loro fossili sono rari. I ritrovamenti fossili di policheti consistono principalmente in mascelle di alcune specie e in tubi mineralizzati che altre specie secernevano. Alcuni fossili della cosiddetta "fauna di Ediacara", come ''Dickinsonia'', assomigliano per alcuni versi ai policheti, ma le somiglianze sono troppo vaghe per poter classificare questi fossili con sicurezza. Sono appartenenti alla fauna del periodo Ediacarano i fossili più antichi di anellidi mai riconosciuti, appartenenti al genere ''Sabellidites'', anche se alcuni esperti non ne riconoscono che questi fossili possano essere completamente associati agli anellidi. Il fossile noto come ''Cloudina'', appartenente alla cosiddetta "piccola fauna dura" e risalente a circa 545 milioni di anni fa, è stato classificato da alcuni autori come un anellide, ma da altri come un appartenente agli cnidari (il phylum delle meduse e degli anemoni di mare). Un'altra forma dalle affinità incerte è ''Myoscolex'', proveniente dai sedimenti del Cambriano inferiore dell'Australia. Fino al 2008 i più antichi fossili ampiamente accettati come anellidi erano i policheti ''Canadia'' e ''Burgessochaeta'', entrambi provenienti dal giacimento di Burgess Shale in Canada, risalente a 505 milioni di anni fa (Cambriano medio). La successiva scoperta di ''Phragmochaeta canicularis'' da parte di Conway Morris e Peel, proveniente da strati di 518 milioni di anni fa di Sirius Passet (Groenlandia), hanno anticipato i più antichi resti di anellidi al Cambriano inferiore. I policheti si diversificarono nell'Ordoviciano (circa 480 milioni di anni fa). Verso la fine del Carbonifero (circa 300 milioni di anni fa) erano già comparsi la maggior parte dei gruppi di policheti mobili. In particolare, in giacimenti come quello di Mazon Creek (Illinois), sono noti numerosissimi fossili di policheti (''Astreptoscolex'', ''Esconites'', ''Fossundecima'', ''Dryptoscolex'', ''Hystriciola'', ''Didontogaster'' e altri ancora). Molti tubi fossili assomigliavano ai moderni policheti sessili, ma i primi tubi chiaramente prodotti da policheti datano al Giurassico inferiore (200 milioni di anni fa), periodo al quale è stato attribuito un altro fossile importante, il polichete ''Melanoraphia maculata'', proveniente dal giacimento di Osteno (Italia). I primi fossili convincenti di oligocheti si rinvengono nell'era Cenozoica, iniziata 65 milioni di anni fa, ed è stato suggerito che questi animali apparvero più o meno nello stesso periodo delle piante con fiori (Cretaceo inferiore, 130 - 90 milioni di anni fa). Una traccia fossile consistente in una tana convoluta parzialmente riempita di materia fecale potrebbe essere la prova che i lombrichi erano già presenti nel Triassico inferiore (245 milioni di anni fa). Altri fossili di possibili oligocheti risalgono addirittura all'Ordoviciano (465 milioni di anni fa), ma l'identificazione è molto incerta. Nel 2012, una specie di anellide risalente a 508 milioni di anni fa è stata rinvenuta nei pressi negli argilliti di Burgess, nella Columbia Britannica, ''Kootenayscolex'', ha cambiato le ipotesi su come si sviluppò la testa degli anellide. Questa creatura infatti presentava setole anche nel segmento del corpo che rappresentava la "testa", come se la "testa" si sviluppasse semplicemente come una versione specializzata di un segmento precedentemente generico.
Augustin-Louis Cauchy
Ha avviato il progetto della formulazione e dimostrazione rigorosa dei teoremi dell'analisi infinitesimale basato sull'utilizzo delle nozioni di limite e di continuità. Ha dato anche importanti contributi alla teoria delle funzioni di variabile complessa e alla teoria delle equazioni differenziali. La sistematicità e il livello di questi suoi lavori lo collocano tra i padri dell'analisi matematica.
Nacque a Parigi il 21 agosto del 1789. Dopo aver ricevuto una precoce educazione da suo padre Louis François Cauchy (1760–1848), che aveva ricoperto incarichi pubblici minori e contava tra i suoi amici Lagrange e Laplace, Cauchy entrò all'École centrale du Panthéon nel 1802, all'École polytechnique nel 1805 ed infine all'École nationale des ponts et chaussées nel 1807, uscendone ingegnere di ponti e strade nel 1809. Esercitando questa professione, lasciò Parigi per Cherbourg nel 1810, ma ritornò nel 1813 per motivi di salute. Lagrange e Laplace lo persuasero a rinunciare all'ingegneria e a dedicarsi completamente alla matematica pura. Le sue indubbie qualità gli fruttarono le cattedre alla stessa École polytechnique, al Collège de France e alla Sorbona. Intransigente legittimista, nel 1830, rifiutò di giurare fedeltà agli Orléans e fu perciò costretto a lasciare l'insegnamento e a recarsi in esilio, prima in Svizzera poi a Torino come docente di fisica sublime all'università (1831). Nel 1833 si trasferì a Praga in qualità di precettore del conte di Chambord, nipote di Carlo X. Grazie a questo ruolo, Cauchy ebbe la possibilità di viaggiare, scoprendo quanto bene i suoi lavori fossero stati accolti nella comunità scientifica. Carlo X lo nominò barone in ringraziamento per i suoi servigi. Ritornò in Francia nel 1838, dove prese ad insegnare in vari istituti religiosi, fino a quando, dispensato da Napoleone III dal giuramento alla repubblica, poté riprendere la cattedra di fisica matematica alla Facoltà di Scienze della Sorbona. Nel 1851, quando il giuramento fu reintrodotto in seguito al colpo di Stato, Cauchy e François Arago furono esonerati dal prestare giuramento. Morì a Sceaux, Seine, il 23 maggio del 1857. Cauchy sposò nel 1818 Aloise de Bure, parente stretta dell'editore che pubblicò la maggior parte delle sue opere. Cauchy aveva due fratelli: Alexandre Laurent Cauchy (1792–1857), che divenne presidente d'una divisione della corte di appello nel 1847 e giudice della corte di cassazione nel 1849; e Eugène François Cauchy (1802–1877), pubblicitario che scrisse anche varie opere di matematica. Cauchy ebbe due figlie. Frontespizio di ''Leçons sur le calcul différentiel'' Il genio di Cauchy è evidente nella sua semplice soluzione del problema di Apollonio, ovvero la descrizione di un cerchio che tocca altri tre cerchi dati che egli scoprì nel 1805, la generalizzazione della caratteristica di Eulero per i poliedri nel 1811, ed in molti altri problemi risolti elegantemente. Di grande importanza sono i suoi scritti sulla propagazione delle onde, grazie ai quali ottenne il Gran Prix dell'istituto nel 1816. I suoi più grandi contributi alla Matematica sono racchiusi nei metodi rigorosi che egli ha introdotto. Ciò si trova principalmente nei suoi tre grandi trattati: ''Cours d'analyse de l'École Polytechnique'' (1821); ''Le Calcul infinitésimal'' (1823); ''Leçons sur les applications de calcul infinitésimal''; ''La géométrie'' (1826–1828); ed anche nel suo ''Courses of mechanics'' (per l'École Polytechnique), ''Higher algebra'' (per la Faculté des Sciences), e della ''Mathematical physics'' (per il Collège de France). Cauchy scrisse numerosi trattati e pubblicò 789 scritti su giornali scientifici. Tali scritti coprono argomenti di grande importanza come la teoria delle serie (in cui sviluppò con grande perspicacia la nozione di convergenza), la teoria dei numeri e quantità complesse, la teoria dei gruppi e sostituzioni, la teoria delle funzioni, equazioni differenziali e determinanti. Egli chiarificò i principi del calcolo sviluppandoli con l'aiuto dei limiti e della continuità, fu il primo a provare rigorosamente il teorema di Taylor. In ottica, sviluppò una teoria delle onde, successivamente però risultata fisicamente insoddisfacente; al suo nome è associata la semplice formula di dispersione. In elasticità, ha iniziato la teoria dello stress, i suoi risultati hanno praticamente lo stesso valore di quelli di Simeon Poisson. Un altro contributo significativo è la dimostrazione del teorema del numero poligonale di Fermat. Ha creato il teorema dei residui e lo ha usato per derivare alcune delle più interessanti formule relative alle serie e agli integrali, fu anche il primo a definire i numeri complessi come una coppia di numeri reali. Ha anche scoperto molte formule basilari nella teoria delle q-series. Nell'ambito della ''meccanica del continuo'', delineò i fondamenti di un modello di corpo continuo, il ''continuo di Cauchy'', che rappresenta ancora oggi una pietra miliare della scienza delle costruzioni. Nello sviluppo di tale teoria ideò molti dei suoi teoremi di analisi. Cauchy è stato un autore molto prolifico: la raccolta di tutte le sue opere, ''Œuvres complètes d'Augustin Cauchy'', ha richiesto 27 volumi e portano il suo nome vari enti matematici, ad es. successione di Cauchy, e numerosi teoremi dell'analisi. Il complesso delle sue attività lo collocano tra i più grandi matematici. Nonostante fosse in genere rigoroso, Cauchy era molto avanti rispetto ai suoi contemporanei, così uno dei suoi teoremi fu smentito da un "contro-esempio" da parte di Abel, cosa che fu successivamente corretta grazie all'inclusione della continuità uniforme. In uno scritto pubblicato nel 1855, due anni prima della sua morte, Cauchy discusse alcuni teoremi, uno dei quali è simile all'argomento principale in molti moderni testi di analisi complessa. Nei moderni testi di Controllo automatico, l'argomento principale è usato di frequente per derivare il criterio di stabilità di Nyquist, che può essere usato per predire la stabilità di un amplificatore con contro-reazione negativa o di un generico sistema di controllo con contro-reazione. Dunque il lavoro di Cauchy ha avuto un forte impatto sia sulla matematica pura che sulla ingegneria applicativa. A Cauchy si devono alcuni dei primi studi sui gruppi di permutazioni e per questi viene considerato anche uno dei fondatori della teoria dei gruppi. Egli ottenne anche importanti risultati nella teoria dei numeri. Ottenne inoltre dei notevoli risultati nella teoria degli errori. In astronomia ottenne una trattazione più semplice del moto dell'asteroide Pallade. In suo onore è stato battezzato il cratere Cauchy, sulla superficie della Luna. Cauchy crebbe in una famiglia di convinte idee monarchiche. Ciò spinse il padre a fuggire con la famiglia degli Arculeil durante la Rivoluzione francese. Cauchy fu un cattolico egualmente convinto, e un membro della Società di San Vincenzo de' Paoli . Aveva anche contatti con la Compagnia di Gesù, e ne prese le difese anche dopo la soppressione dell'Ordine. Le sue idee monarchiche e la sua fede cattolica gli crearono molte inimicizie sia nel mondo accademico sia in quello politico-istituzionale. Per ben due volte gli furono preferiti colleghi, peraltro non alla sua altezza, per la cattedra di matematica presso il Collège de France: Guglielmo Libri Carucci dalla Sommaja e Joseph Liouville . Assiduo collaboratore nelle Conferenze di San Vincenzo, nel corso della sua vita si prodigò in numerose opere filantropiche. Scienza e fede, secondo lui, non potevano entrare in contrasto perché aventi la stessa origine, ovvero l'opera di Dio. Uno tra i maggiori matematici suoi contemporanei, Niels Henrik Abel, lo definì un "cattolico fanatico ", aggiungendo che "era pazzo e non c'era nulla da fare per lui", ma allo stesso tempo lo riconobbe come "il solo che sappia come si fa la matematica".
Arthropoda
Gli '''artropodi''' sono un phylum di animali invertebrati protostomi celomati, che comprende circa i 5/6 delle specie finora classificate. Il fatto che siano state descritte oltre un milione di specie di artropodi dimostra come la loro struttura di base sia versatile e adattabile a diversi modi di vita.
Il termine "artropodi" viene dalle parole greche ἄρθρον (''àrthron''), giunto, articolazione, e ποδόι (''podòi''), piedi, nel senso di "piedi articolati". Alcune caratteristiche che distinguono gli artropodi. * Una cuticola sclerificata che costituisce un ''esoscheletro'' poco denso ed elastico, e sufficientemente rigido da proteggere e sorreggere il corpo. Esso è formato da chitina, un materiale organico complesso prodotto dalle cellule immediatamente sottostanti.L'esoscheletro non contiene cellule: non è quindi in grado di crescere con l'animale e pertanto l'accrescimento avviene per mute. L'esoscheletro non è continuo bensì costituito da placche (scleriti) unite da tratti di cuticola non sclerificata (pleure) che costituiscono le articolazioni (per consentire i movimenti che sarebbero impediti da un esoscheletro rigido continuo). * Una ''metameria'' eteronoma che coinvolge tutto il corpo, che è quindi formato da segmenti (detti anche metameri o somiti). Nelle forme più primitive, la metameria tende a essere omonoma (come negli anellidi); nel corso dell'evoluzione i vari segmenti si sono sempre più differenziati raggruppandosi fino a formare delle parti del corpo o ''tagmi'' (metameria eteronoma, la regola per gli artropodi). Si nota in particolare una suddivisione del corpo in almeno due parti: prosoma e opistosoma nei chelicerati, capo e tronco nei mandibolati (l'insieme di Crustacea, Myriapoda e Hexapoda) più primitivi; nei mandibolati più evoluti si ha una suddivisione del corpo in tre parti: capo, torace e addome (per differenziazione del tronco; nei crostacei le tre regioni vengono chiamate ''cephalon'', ''pereion'' e ''pleon''). * Delle "appendici articolate", da cui il nome del ''phylum''. Le appendici non sempre contengono muscoli, ma sono spesso mosse da dei tendini collegati a muscoli che si trovano nel tronco. Il tipo più primitivo di appendici sono le zampe, che nelle forme più primitive sono presenti in tutti i segmenti. Con la differenziazione, le zampe tendono a rimanere solo nei segmenti toracici. Le appendici delle altre zone del corpo spariscono o si trasformano per assolvere ad altre funzioni. * Il celoma si modifica a formare un emocele. Tale cavità non è delimitata da pareti proprie e localizzata solo attorno all'intestino, come i tipici celomi, ma tende a raggiungere molte parti del corpo. Deriva, nel corso dello sviluppo embrionale, in parte dalle tasche celomatiche che si formano e in parte da un residuo del blastocele per sfaldamento dei celoteli e mescolamento delle due cavità: questo tipo di cavità di significato misto è detto sinceloma o mixocele. Il liquido dell'emocele, detto emolinfa, è lo stesso che scorre nel sistema circolatorio, che è aperto, e svolge tutte le funzioni di trasporto. * L'apparato respiratorio è molto efficiente, permettendo attività energicamente dispendiose come il volo. Negli artropodi acquatici la respirazione avviene grazie a delle branchie che sporgono verso l'esterno. In quelli terrestri vi sono due tipi principali di sistemi: attraverso piccolissime ramificazioni dette trachee, che sporgono verso l'esterno tramite piccoli pori detti stigmi (come gli insetti), o attraverso particolari strutture dette "polmoni a libro", costituiti da foglietti ripiegati all'interno del corpo per aumentare la superficie dedita agli scambi gassosi (come gli aracnidi). === Uova ed embriogenesi === Tutti gli artropodi si riproducono per mezzo di uova, anche se alcuni, in particolare gli scorpioni, sono ovovivipari, cioè le uova restano all'interno del corpo materno fino alla schiusa. Le larve in alcuni casi assomigliano all'adulto, ma nella maggior parte dei casi presentano differenze significative. === Mute === La crescita degli artropodi è ostacolata dalle caratteristiche dell'esoscheletro, che non è in grado di espandersi in funzione con l'aumento di grandezza del corpo. Pertanto tutti gli artropodi subiscono periodicamente delle mute con le quali l'esoscheletro esistente viene sostituito da uno nuovo. Alle mute si accompagnano, in moltissimi artropodi, trasformazioni del corpo che non si limitano alla semplice crescita dimensionale (metamorfosi). Nei crostacei è comune la comparsa di segmenti e piedi aggiuntivi, che corrispondono tipicamente alle tre fasi dette ''nauplio'', ''zoea'' e adulto (con varianti a seconda degli ordini e delle specie). Negli insetti la metamorfosi comporta trasformazioni varie, tra cui quasi sempre la comparsa delle ali, sempre assenti nelle larve. Negli insetti olometaboli la metamorfosi assume il suo grado massimo, con la presenza di tre fasi: la ''larva'' propriamente detta (fase che comprende vari stadi separati da mute); la ''pupa'', fase immobile (preceduta da un eventuale stadio di pre-pupa); infine la cosiddetta ''immagine'', che emerge dalla pupa e ha le caratteristiche dell'adulto. === Habitat === Gli artropodi si sono originati in ambienti marini e ancora oggi un grandissimo numero di artropodi abita i mari e gli oceani. Molti gruppi si sono adattati anche alle acque dolci. Alcuni gruppi di artropodi (aracnidi, insetti, ecc.) hanno avuto peraltro un grande successo nel colonizzare gli ambienti terrestri, persino se aridi. Gli insetti hanno infine colonizzato anche gli ambienti aerei, mediante l'acquisizione della capacità di volare, propria in diverso grado di quasi tutte le specie. === Cooperazioni preistoriche === Nel giacimento cinese di Chengjiang sono state ritrovate lunghe catene di artropodi antiche almeno 525 milioni di anni, legati l'uno all'altro; sembrerebbe la più remota forma di comportamento cooperativo pervenuto ai nostri giorni. Una delle spiegazioni plausibili per questo comportamento è quella di una migrazione di massa, resa in tal modo più sicura. Quello degli Arthropoda è il phylum più ricco di taxa e che conta il maggior numero di organismi viventi nel regno animale. Tradizionalmente sono riconosciuti quattro subphyla: * Chelicerata. Include ragni, acari, scorpioni, limuli e altri organismi caratterizzati dalla presenza di un paio di appendici dette cheliceri. * Myriapoda. Include millepiedi, centopiedi e altri organismi con un alto numero di segmenti del tronco molti dei quali portano uno o due paia di zampe. * Crustacea. Include aragoste, granchi, gamberi e altri organismi principalmente acquatici caratterizzati dal possedere due paia di appendici preorali (antenne e antennule) e appendici biramose. * Hexapoda. Include insetti, collemboli, proturi e dipluri, tutti organismi che portano tre paia di zampe. Fuori da questi quattro sottotipi, gli artropodi comprendono un certo numero di forme fossili, alcune risalenti al Cambriano, difficili da collocare nella filogenesi del gruppo per la mancanza di una chiara affinità verso un qualsiasi altro gruppo associata a somiglianze con più di uno. I trilobiti rappresentano uno dei più noti esempi di artropodi ormai estinti. Sono un gruppo di organismi marini scomparso durante l'estinzione permo-triassica, nonostante avessero già subito una forte riduzione dopo l'estinzione del Tardo Devoniano. === Filogenesi === Dopo diversi anni di dibattito la comunità scientifica è concorde nell'affermare che i sopramenzionati quattro subphyla formino un gruppo monofiletico chiamato Euarthropoda, ben individuato da caratteri morfologici e molecolari. Tuttavia le relazioni fra questi rimangono parzialmente incerte, come del resto è oggetto di dibattito la supposta parentela degli euartropodi con i tardigradi e gli onicofori che racchiuderebbe questi tre gruppi in un clade monofiletico denominato Panarthropoda. Recenti studi, fortemente supportati, suggeriscono che il subphylum Crustacea sia parafiletico, in quanto gli esapodi si sarebbero evoluti da un clade, di collocazione ancora incerta, all'interno di questo gruppo. Secondo questa ipotesi filogenetica, i crostacei e gli esapodi formerebbero un clade, detto Pancrustacea. Questa interpretazione si contrappone alla più antica idea di un clade, gli Atelocerata (o Tracheata, o Uniramia stricto sensu) che raccoglieva Esapoda con Myriapoda, escludendo i Crustacea, sulla base di caratteri morfologici. Un numero crescente di evidenze molecolari smentisce questa filogenesi. All'interno degli euartropodi, il maggior punto di disaccordo è stato a lungo rappresentato dalla posizione dei miriapodi. In alcuni studi i miriapodi vengono raggruppati con i chelicerati a formare un clade detto Myriochelata, ''sister-group'' dei pancrustacei; altre analisi, più recenti e maggiormente supportate da dataset molecolari, suggeriscono che i miriapodi siano strettamente imparentati con i Pancrustacea, a formare un clade, i Mandibulata, che esclude i chelicerati. Nell'ambito del più ampio raggruppamento degli Ecdysozoa, gli euartropodi mostrano tratti condivisi, tra cui la segmentazione e la presenza di appendici, con i Tardigrada e gli Onychophora, tuttavia una stretta relazione fra questi tre phyla non è stata chiaramente supportata da dati molecolari. Una parentela fra onicofori ed euartropodi è ampiamente accettata, ma le affinità con i tardigradi sono meno chiare, tant'è che questi ultimi sono spesso stati raggruppati con i nematodi in diversi studi filogenetici. Recentemente, studi che hanno limitato artefatti filogenetici come ''long-branch attraction'' e ''compositional attraction'', dovuti a ''fast-evolving taxa'' e a bias nella composizione in basi delle sequenze nucleotidiche di certi taxa del dataset, rigettano l'ipotesi che Nematoda e Tardigrada siano ''sister-group'' e mostrano una comune origine dei tre phyla che costituiscono i Panarthropoda. Analisi più specifiche, volte a risolvere le relazioni di parentela fra tardigradi, onicofori e artropodi, sono state condotte nel 2010 sui marcatori mitocondriali e sono risultate nell'unione di Tardigrada e Onychophora come ''sister-group'', una topologia che non trova un supporto morfologico. Una parte degli autori di questa filogenesi ha rimesso in discussione questa stessa ipotesi l'anno successivo, sostenendo il ''sister-group'' Arthropoda + Onychophora sulla base di un dataset costituito da EST e microRNA e utilizzando un modello di sostituzione più adeguato ai dati disponibili (CAT-GTR). === Subphyla e classi === * ''incertae sedis'' ** Classe: Marrellomorpha† - es. ''Marrella splendens''† ** Classe? - ''Burgessia'' † * '''Subphylum Trilobitomorpha'''† ** Classe: Trilobita- trilobiti† * '''Subphylum Crustacea''' ** Classe: Malacostraca- aragoste, gamberi, granchi, scampi, ecc. ** Classe: Branchiopoda- dafnie, anostraci, ecc. ** Classe: Maxillopoda- cirripedi, copepodi, ecc. ** Classe: Ostracoda- ostracodi ** Classe: Cephalocarida- brachipodi ** Classe: Remipedia- remipedi ** Classe: Thylacocephala † ** Classe: Protocaridida † ** Classe: Waptiida † * '''Subphylum Hexapoda''' ** Classe: Entognatha- proturi, dipluri e collemboli ** Classe: Insecta- insetti * '''Subphylum Myriapoda''' ** Classe: Diplopoda- millepiedi ** Classe: Chilopoda- centopiedi ** Classe: Pauropoda- pauropodi ** Classe: Symphyla- simfili * '''Subphylum Chelicerata''' ** Classe: Arachnida- ragni, opilioni, scorpioni, acari, ecc. ** Classe: Merostomata- limuli ed euripteridi † ** Classe: Pycnogonida- ragni di mare
Arachnida
Esempi di Arachnida Gli '''Aracnidi''' sono una classe di artropodi del subphylum dei chelicerati. Furono i primi animali a colonizzare le terre emerse. Molti di essi sono predatori. prosoma con i pedipalpi l'opistosoma o addome. Strutturalmente il loro corpo è suddiviso in due tagmata, quello anteriore detto prosoma o cefalotorace e quello posteriore detto opistosoma o addome. Hanno, in tutto, 8 appendici, o zampe. Hanno un primo paio di appendici, dette cheliceri, composte da due o tre articoli e con funzioni relative all'alimentazione e alla difesa e da un secondo paio, dette pedipalpi, composte da sei articoli e con funzioni sensoriali, locomotorie, fossorie e riproduttive a seconda degli ordini. Le appendici dell'opistosoma tendono a scomparire , ed in questa classe si nota la tendenza alla fusione dei segmenti di prosoma prima ed opistosoma poi, e nei più evoluti a fondere le due regioni. Le altre paia di appendici costituiscono le zampe ambulatorie, composte da sette articoli di diversa forma e lunghezza, adatte principalmente alla locomozione. Gli ordini più conosciuti sono quelli degli scorpioni e dei ragni.
Attualmente, al 2010, gli Arachnida si suddividono nei seguenti ordini: * Trigonotarbida †: aracnidi estinti da circa 280 milioni di anni, simili a ragni, con resti fossili in Europa e Nordamerica. * Amblypygi: sono simili nell'aspetto a ragni, ma non secernono seta e hanno il primo paio di zampe particolarmente robusto; sono note un centinaio di specie. * Araneae: sono i comuni ragni, cosmopoliti, rappresentano l'ordine più cospicuo con oltre 41.000 specie classificate. * Phalangiotarbida †: i resti fossili rinvenuti di questi aracnidi non consentono di discriminare se si tratta di antenati degli opilioni o degli acari; anch'essi estinti da circa 280 milioni di anni e finora rinvenuti nelle rocce dell'Europa e del Nordamerica. * Opilionidi: sono aracnidi con cefalotorace e opistosoma fusi insieme e gambe lunghissime; cosmopoliti, ne sono state finora classificate oltre 5.000 specie. * Palpigradi: sono aracnidi di dimensioni molto piccole e con un ''flagello'' nella parte finale dell'opistosoma; attualmente se ne conoscono circa 70 specie. * Pseudoscorpionidi: sono aracnidi di dimensioni molto piccole, più strettamente imparentati con i solifugi che con gli altri ordini; ne sono note oltre 2.500 specie. * Ricinulei: aracnidi di dimensioni ridotte, meglio noti come ''ragni zecche'', diffusi in Africa e nelle Americhe; ne sono note circa 75 specie. * Schizomida: questi aracnidi sono molto simili agli Uropygi, ne differiscono per lo scudo del prosoma diviso in due parti; comprendono circa 220 specie. * Scorpioni: sono aracnidi caratterizzati da un corpo allungato e segmentato e dal primo paio di zampe più grande delle altre, adatto ad afferrare la preda; sono cosmopoliti e comprendono oltre 2000 specie. * Solifugi: aracnidi diffusi nelle zone tropicali e in quelle aride, molto veloci sul terreno, hanno un potente morso, anche se non velenoso; comprendono attualmente circa 1000 specie. * Haptopoda †: ordine attualmente noto da una sola specie fossile, dalle fattezze simili a quelle di un ragno, anche se con il primo paio di zampe sproporzionatamente lungo. * Uropygi: sono aracnidi dall'addome molto piatto e dal tratto terminale a forma di flagello; sono state finora descritte circa 100 specie. * Acari: sono gli aracnidi che hanno maggiori contatti con la specie umana, dal punto di vista sanitario ed economico; cosmopoliti, contano circa 40.000 specie descritte.
Atletica leggera
L''''atletica leggera''' è un insieme di discipline sportive che possono essere sommariamente suddivise in: corse su pista, concorsi , prove multiple, corse su strada, marcia, corsa campestre e corsa in montagna. La parola ''atletica'' deriva etimologicamente dal latino ''athlēta'', che a sua volta deriva dal greco da , "impresa", "prodezza". Gli eventi di atletica leggera vengono solitamente organizzati attorno a una pista ad anello della lunghezza di 400 m, sulla quale si svolgono le gare di corsa. Le gare di lanci e salti, invece, si svolgono sul campo racchiuso dalla pista. Molte delle discipline dell'atletica leggera hanno origini antiche e si tenevano in forma competitiva già nell'antica Grecia. L'atletica leggera venne inserita nei Giochi olimpici fin dalla prima edizione del 1896, e da allora ha sempre fatto parte del programma olimpico. Il corpo di governo internazionale dell'atletica leggera è la World Athletics, fondata nel 1912 e precedentemente nota come International Association of Athletics Federations . La World Athletics organizza i campionati del mondo di atletica leggera, con cadenza biennale: la prima edizione si è svolta nel 1983 ad Helsinki. In Italia, l'attività dell'atletica leggera è regolata dalla Federazione Italiana di Atletica Leggera .
Antico stadio di Olimpia L'atletica leggera trova le sue origini nell'antica Grecia: i poemi omerici, la statuaria, Pindaro e la pittura vascolare testimoniano la profonda passione sportiva degli antichi greci e l'onore in cui tenevano gli atleti. Il canto ventitreesimo dell'Iliade descrive prove che anticipano gare che sono ancora tipiche nell'atletica moderna: una corsa a piedi e due prove di lancio, il disco e il giavellotto. Nel canto però dell'Odissea dedicato ai giochi dei Feaci, Omero, quasi per completare la gamma delle attività naturali di base (correre, saltare, lanciare) parla anche di una prova di salto ("il maggior salto Anfiolo spiccollo") senza specificare di quale salto si trattasse, anche se non è azzardato pensare che si trattasse di salto in lungo. === Origini === Un atleta dell'antichità in una scultura conservata al Museo archeologico nazionale di Napoli La nascita e gli inizi dell'atletica leggera, si perdono nella notte dei tempi, confondendosi con i primi gesti dell'uomo, alle prese con le sue necessità di sopravvivenza. Non si sa per quante migliaia di anni i primi uomini abbiano corso fuggendo ed inseguendo, e abbiano lanciato per aggredire o per difendersi, creando così la matrice naturale di un agonismo del tutto singolare e inconsapevole. Grecia, Egitto, Irlanda e poi Roma e l'Etruria, risultano essere in misura più probabile le terre in cui inizialmente il gesto atletico dell'uomo assunse le forme più definite, non escludendo comunque, per tempi più lontani la nascita di esso. Quasi nulla si conosce di quanto avveniva nei territori del Nilo e nella Valle dei Re, salvo alcune fragili notizie su gare di corsa avvenute verso il XV secolo prima dell'era di Cristo e su competizioni consistenti nel lancio a distanza di un blocco di pietra. Poco si conosce anche dei ''Giochi di Lugnas'', irlandesi, successivamente conosciuti come Giochi di Tailteann, datati intorno al 632 a.C. La radice di queste competizioni traeva origine da contenuti religiosi o celebrativi. Il programma dei giochi irlandesi era molto ricco, consistendo in gare di corsa, di lancio (pietra e giavellotto) e di salto (lungo ed asta). Alla Grecia, però viene assegnato un ruolo essenziale, quasi totale, nel contesto sportivo di ogni tempo, grazie allo spirito che ha alimentato per originalità e per ampiezza di contenuti morali ed agonistici una grandissima parte del gesto sportivo e atletico, complice anche un numero cospicuo di testimonianze letterarie ed iconografiche. Parlare della Grecia significa normalmente parlare di Olimpia e dei giochi, di fiaccole, di tregue sacre e atleti-eroi cinti di corone di olivo. In effetti l'origine più o meno ufficiale dello sport e dell'atletica coincide, in terra ellenica, con il battesimo dei Giochi olimpici, confusi con il mito di Ercole alle prese con le stalle di Augia, ma inequivocabilmente costituenti la prima organizzazione ufficiale. Numerose le date d'inizio delle Olimpiadi: 1222, 1000, 884, tutte date prima dell'era di Cristo, nessuna certa. Il primo grande atleta di cui si hanno notizie certe fu Corebo di Elide di professione cuoco, incontrastato dominatore delle gare veloci, che nel 776 a.C. fu primo alle soglie di pietra di Olimpia dopo 192 metri di gara. Il discobolo di Mirone (455 a.C.) Questa distanza, la più tradizionale, corrispondeva all'incirca alla lunghezza della pista originaria ed era denominata ''stadion''; nei successivi anni olimpici furono aggiunte altre distanze di corsa, il diaulo distanza doppia dello stadion, e il dolichos, la cui misura variava dai 7 ai 24 stadi, rimanendo così nei limiti delle nostre prove attuali di mezzofondo. Nei Giochi olimpici del 708 a.C. venne inserita la prova più complessa e difficile dell'antichità, il pentathlon, in cui, assieme alla corsa ed alla lotta, erano fissate gare di salto in lungo di lancio del disco e del giavellotto. Se poco si conosce delle misure e delle prestazioni di quel tempo, al contrario si sanno di alcuni particolari tecnici estremamente interessanti. Ad esempio, nel salto in lungo gli atleti si aiutavano nello slancio con degli speciali manubri di piombo o pietra agganciati alle mani, gli alteres, saltando, dopo aver battuto su un piano rialzato del terreno, al di là di una buca. Il disco, che era normalmente di legno o di bronzo, fin dall'inizio beneficiò, con ampie giustificazioni, data la bellezza degli assieme dei movimenti, di un'attenzione superiore rispetto agli altri lanci: artisti straordinari hanno lasciato all'attenzione e all'ammirazione del mondo civile alcune opere, il discobolo di Mirone, e il canto ventitreesimo dell'Iliade di Omero: «Pose, ciò fatto, i premii alla pedestre corsa: al primo un cratere ampio di argento, messo a rilievi, contenea sei metri, né al mondo si vedeva vaso più bello». Il getto del peso, o meglio il lancio della pietra, che come forma di lancio era sicuramente precedente al disco e che era in uso anche fra gli antichi egizi, viene citato come prova competitiva a Troia e ad Olimpia. Del lancio del giavellotto, specialità in cui l'originaria tradizione guerriera si accoppiava splendidamente al rituale agonistico, si sa che l'attrezzo, simile all'asta di guerra, aveva nella zona mediana un laccio di cuoio, occorrente a dare maggiore impulso al lancio ed una più facile precisione di traiettoria. Anche gli etruschi, una delle civiltà più affascinanti ed impenetrabili della storia, offrono enormi testimonianze storiche, per quanto riguarda lo sport e le gare. La ''Tomba dei carri'' o ''Tomba di Stackelberg'' datata al V secolo a.C., dal nome dello scopritore, a Tarquinia, ne è una testimonianza. Viene raffigurata un'immagine relativa al salto con l'asta. La ''Tomba della scimmia'', invece raffigura il salto in lungo esercitato con l'aiuto dei pesi, e la ''Tomba dei Giochi olimpici'' raffigura gare di corsa, salto in lungo e lancio del disco e giavellotto. Nella ''Tomba di Poggio al Moro'', la presenza di un affresco del VI secolo a.C. raffigura quattro corridori in partenza. === L'atletica nei secoli successivi === La rinascita e la diffusione dell'atletica leggera in epoca moderna divenne un dato di fatto alla fine del XIX secolo, anche grazie ad una piena regolamentazione. stadio olimpico del 1896 Nel 1817 venne fondato il primo club atletico a Necton, in Inghilterra. Ma fu l'inglese Thomas Arnold, nel 1828, a ripristinare alcuni esercizi praticati nell'antichità ed a fissarne le norme tecniche. Nel 1829, a Tailiti (Irlanda) vennero disputati per la prima volta dei giochi composti da corse, salti, lanci e salto con l'asta. Nel 1855 uscì il primo manuale riguardante le corse, intitolato ''Training of man for pedestrian exercise'' e nel 1867 venne inaugurata a Londra la prima pista di atletica in cenere. È nel 1860 che nasce l'Olympic Club, il primo club atletico statunitense, a San Francisco. Questo venne affiancato l'8 settembre 1868 dal New York Athletic Club; la prima gara per atleti dilettanti negli Stati Uniti venne disputata l'11 novembre dello stesso anno, e proprio in questa occasione venne introdotta la possibilità di indossare le scarpette chiodate. Grazie al barone francese Pierre de Coubertin, nel 1896 si tenne ad Atene la prima edizione dei Giochi olimpici moderni. Le gare allora più popolari erano i 100 metri piani e la prova di fondo, che si correva sulla distanza di 36 km. Si ebbe anche la distinzione tra atletica leggera e atletica pesante. Per quanto riguarda l'Italia, l'atletica leggera nacque alla fine dell'ottocento come attività podistica. Nel 1910 anche le gare di salto e di lancio (che erano ancora sotto il controllo della Federazione Ginnastica), iniziarono ad essere disciplinate dalla "''Federazione italiana degli sports atletici''" (che divenne Federazione Italiana di Atletica Leggera nel 1926), la quale venne riconosciuta dal CIO nel 1915. La rinascita dei Giochi olimpici diede un ulteriore incremento alla ripresa dell'atletica leggera: da allora essa ha guadagnato popolarità, evolvendosi col moltiplicarsi e l'affinarsi delle tecniche e con l'aumento del numero dei praticanti; aumento determinato anche da un fatto nuovo per l'atletica, cioè la partecipazione femminile alle gare (nel 1921, venne costituita la "''Fédération sportive féminine''") dopo secoli di esclusione quasi assoluta dalla vita sportiva. Attualmente l'atletica leggera è una delle discipline principali ai Giochi olimpici. Gare di lunghezza insolita (ad esempio i 300 m) sono corse molto di rado. Con l'eccezione della corsa sul miglio, tutte le corse si svolgono su distanze calcolate in metri. Uomini e donne competono in gare separate, ma il programma delle donne è, in generale, identico a quello degli uomini. Le uniche differenze sono costituite dall'altezza degli ostacoli e delle siepi (che è più bassa per le donne), dal peso degli attrezzi per i lanci (che è inferiore) e dal numero di discipline presenti nelle prove multiple, dieci (ovvero decathlon) per gli uomini, sette (eptathlon) per le donne. Dal 2004 è stato inserito il decathlon femminile nell'elenco ufficiale delle prove multiple ratificate dalla World Athletics. === Corse su pista === Rettilineo finale di una gara dei 400 metri piani Include tutte quelle specialità che prevedono una corsa con o senza ostacoli che si svolge interamente in pista: * Velocità: gare su distanze fino a 400 m. Le distanze sono 100 m, 200 m e 400 m o misure intermedie in casi rari. I 100 m e i 200 m sono considerati gare di velocità pura, i 400 m gara di velocità prolungata. * Mezzofondo: gare su distanze di 800 m, 1 500 m, 3 000 m piani e 3 000 m siepi. I 3 000 siepi presentano anche particolari aspetti tecnici legati al superamento delle varie barriere e riviere, che la rendono anche gara a ostacoli. * Mezzofondo prolungato, comprendente i 5 000 m ed i 10 000 m. * Ostacoli: 110 m ostacoli (100 m per le donne) e 400 m ostacoli. * Siepi: una corsa nella quale i corridori devono superare ostacoli detti siepi e riviere con l'aggiunta di una pozza d'acqua (la principale distanza su cui si corre questo tipo di gara è di 3 000 m). Gara considerata di mezzofondo. * Staffette: 4×100 m e 4×400 m. === Maratona e gare derivate === Gare condotte su strada, a volte con finale su pista. Distanze comuni sono la mezza maratona (21,097 km), la maratona,(42,195 km) oppure l'ultramaratona, con distanze superiori ai 42,195 km. Queste gare, considerate di fondo, possono svolgersi su circuito o anche avere il punto di arrivo diverso da quello di partenza. === Marcia === La marcia è la forma competitiva del camminare, spinto alla massima velocità compatibile con l'obbligo di mantenere sempre un piede a contatto con il terreno e l'arto di appoggio completamente esteso. Le gare si svolgono solitamente su strada, con percorsi da 3 fino a 50 km. Nelle manifestazioni internazionali seniores le gare di marcia previste sono di 20 km e 50 km, sia per gli uomini che per le donne. === Concorsi === ==== Lanci ==== * Getto del peso * Lancio del disco * Lancio del martello * Lancio del giavellotto * Lancio del vortex (praticato solo da alcune categorie giovanili in sostituzione del giavellotto) ==== Salti in elevazione ==== La statunitense Dawn Burrell alle prese con una gara di salto in lungo * Salto con l'asta * Salto in alto ==== Salti in estensione ==== * Salto in lungo * Salto triplo === Prove multiple === * Decathlon per gli uomini (e dal 2004 anche per le donne). * Eptathlon per le donne, nelle competizioni outdoor. * Eptathlon per gli uomini, nelle competizioni indoor. * Pentathlon per le donne, nelle competizioni indoor. === Regole principali delle varie specialità === * Corse, di 100 - 200 - 400 metri piani: ** Ad ogni atleta viene assegnata una corsia da cui non può uscire procurandosi vantaggi o ostacolando gli avversari, fino al traguardo. ** Gli atleti non possono in alcun modo toccarsi od ostacolarsi uno con l'altro. Se un atleta invade una corsia che non è la sua, viene squalificato. ** Ad ogni atleta che parte dai blocchi di partenza prima dello sparo o entro un decimo di secondo da esso viene assegnata una partenza falsa. Con il nuovo regolamento in vigore dal 2010 ogni atleta che effettua una partenza falsa viene squalificato. ** Nelle corse di 200 e 400 metri, poiché si svolgono anche in curva, viene assegnato alle corsie più esterne il cosiddetto "decalage" cioè la partenza più avanzata di alcuni metri rispetto alle corsie più interne in modo che ogni atleta possa percorrere una distanza uguale indipendentemente alla corsia in cui si trova. * Corsa di 800 metri piani: ** La corsa degli 800 metri si svolge su due giri di pista; ogni concorrente deve rimanere nella corsia assegnata per i primi 100 metri, dopo la prima curva (segnalata da bandiere o coni posti all'inizio del rettilineo opposto a quello di arrivo) ogni atleta può abbandonare la corsia assegnata (gli atleti tendono a spostarsi in prima corsia, cioè quella che permette di fare meno distanza possibile essendo quella più interna alla pista). ** Il regolamento per le partenze false è uguale a quello delle gare di corsa veloci. * Salto in lungo e salto triplo: ** Ogni atleta deve saltare prima e non oltre la pedana di stacco (una pedana posta prima della buca di sabbia). ** Il vincitore è l'atleta che percorre una distanza maggiore dalla pedana di stacco fino al segno lasciato sulla sabbia; tra tutti i salti che effettua l'atleta si considera solo il più lungo che esso compie (in caso di pari merito si considera il secondo miglior salto). ** Ogni atleta ha a disposizione tre salti (vengono anche chiamate "prove"), più tre salti detti "di finale" per gli atleti che nei salti "di qualifica" hanno ottenuto la distanza maggiore. ** Ogni atleta può fare il suo salto entro trenta secondi dal momento di inizio del suo turno di salto. ** Ogni salto viene misurato dalla pedana (o linea) di stacco al punto di atterraggio più vicino a questa, sempre in modo perpendicolare rispetto all'asse di battuta. * Salto in alto e salto con l'asta: ** Ogni atleta deve saltare in seguito ad una rincorsa e oltrepassare un'asticella posta fra due ritti (nel caso del salto con l'asta dandosi slancio con l'asta) senza farla cadere (in caso contrario il salto è nullo). ** Il vincitore è l'atleta che ha ottenuto la misura maggiore; in caso di parità si fa il conteggio dei vari errori commessi dagli atleti nel corso della gara. ** Ogni atleta ha a disposizione 3 tentativi di salto per ogni misura. Ogni volta che tutti gli atleti hanno passato una misura (o hanno sbagliato i tre tentativi venendo quindi eliminati) si passa alla misura successiva. ** Ogni atleta può fare il suo salto entro un minuto dal momento di inizio del suo turno di salto (2 minuti se sono rimasti in gara 2 o 3 atleti). * Lancio del disco, lancio del martello e getto del peso: ** Ogni atleta deve lanciare entro una pedana circolare (di diametro diverso in base al tipo di lancio) senza oltrepassarne la circonferenza. ** L'attrezzo lanciato deve cadere entro un settore compreso tra due fettucce che partono dal centro della pedana e si aprono con un certo angolo, in base al tipo di lancio; in caso contrario il lancio si considera nullo. ** Ogni atleta ha a disposizione 3 lanci, più tre lanci detti "di finale" per gli atleti che nei lanci "di qualifica" hanno ottenuto la misura maggiore. ** Il vincitore è l'atleta che lancia a una distanza maggiore dalla pedana di lancio; tra tutti i lanci che effettua l'atleta si considera solo il più distante che esso compie. ** Ogni atleta può effettuare il suo lancio trenta secondi dal momento di inizio del suo turno di lancio. ** Ogni lancio viene misurato dal punto di atterraggio dell'attrezzo al bordo interno della pedana circolare più vicino al punto stesso di atterraggio, lungo una linea immaginaria che passa per il centro della pedana. Il Giavellottista di Carl Eldh * Lancio del giavellotto: ** Ogni atleta deve lanciare in seguito a una rincorsa entro una pedana rettilinea senza superare la linea di nullo. ** La punta del giavellotto lanciato deve cadere entro un settore compreso tra due fettucce che partono da un punto preciso all'interno della pedana e si aprono con un certo angolo; in caso contrario il lancio si considera nullo. Il lancio è nullo anche se il giavellotto atterra di coda anziché di punta. ** Ogni atleta ha a disposizione 3 lanci, più tre lanci detti "di finale" per gli atleti che nei lanci "di qualifica" hanno ottenuto la misura maggiore. ** Il vincitore è l'atleta che lancia a una distanza maggiore dalla pedana di lancio; tra tutti i lanci che effettua l'atleta si considera solo il più distante che esso compie. ** Ogni atleta può effettuare il suo lancio entro trenta secondi dal momento di inizio del suo turno di lancio. ** Ogni lancio viene misurato dal punto di atterraggio della punta dell'attrezzo al limite interno della pedana più vicino al punto stesso di atterraggio, lungo una linea immaginaria che passa per il punto della pedana da cui parte il settore di lancio. === Attrezzature === Tipo Uomini Donne ''Pesi degli attrezzi'' Peso 7,260 kg 4 kg Disco 2 kg 1 kg Martello 7,260 kg 4 kg Giavellotto 0,800 kg 0,600 kg ''Altezza degli ostacoli'' 100 m hs - 0,84 m 110 m hs 1,06 m - 400 m hs 0,91 m 0,76 m 3000 m siepi 0,91 m 0,76 m Carta raffigurante le 6 suddivisioni della World Athletics: La World Athletics, fondata nel 1912 come ''International Amateur Athletics Federation'' e successivamente denominata ''International Association of Athletics Federations'', è l'organizzazione che regola l'atletica leggera a livello mondiale. Esistono poi federazioni continentali affiliate alla World Athletics; a queste sono affiliate numerose federazioni nazionali o confederazioni, come la Federazione Italiana di Atletica Leggera per l'Italia. Schema in pianta di una pista di atletica leggera In atletica leggera esistono due tipi di manifestazioni su pista: le gare outdoor e le gare indoor. Di conseguenza esistono due tipologie di stadi, ovvero le piste classiche, sprovviste di coperture e che consistono in un anello di 400 metri, e le piste indoor, completamente coperte e lunghe solo 200 metri. La FIDAL riconosce le seguenti categorie (seniores, under 20 e under 18 sono riconosciute anche dalla World Athletics): * Categorie giovanili: ** Esordienti A, B, C (6 - 11 anni) ** Ragazzi/e (12-13 anni) ** Cadetti/e (14-15 anni) * Categorie assolute: ** Allievi/e (under 18) (16-17 anni) ** Juniores (under 20) (18-19 anni) ** Promesse (under 23) (20-21-22 anni) ** Seniores (oltre i 23 anni) * Master (oltre i 35 anni) Nell'atletica leggera, come in tutti gli sport, è severamente vietato il ricorso a sostanze dopanti con lo scopo di aumentare artificialmente il rendimento fisico e le prestazioni dell'atleta, sia a livello nazionale che a livello globale. La World Athletics si appoggia all'Agenzia mondiale antidoping (tra le altre misure antidoping) per prevenire l'uso di tali sostanze. Questo perché, oltre ad essere spesso dannose alla salute, pratiche quali il doping del sangue e l'uso di steroidi anabolizzanti, ormoni peptidici, stimolanti o diuretici possono dare un vantaggio agli atleti che ne fanno uso, compromettendo così la correttezza sportiva.
Automobilismo
Campionato del Mondo Turismo, competizione automobilistica riservata ad automobili Turismo prodotte in grandi serie. L''''automobilismo''' è uno sport, consistente nel gareggiare con un'automobile da corsa - realizzata secondo uno specifico regolamento tecnico che varia in base alla competizione - entro un percorso chiuso alla normale circolazione .
Immagine di una corsa dell'American Le Mans Series, campionato nordamericano attivo dal 1999 al 2013 per vetture Sport Prototipo aderenti al regolamento LMP1 ed LMP2 e Gran Turismo di categoria GT1 e GT2. Il rally include gare su asfalto, sterrato e neve. La serie più prestigiosa di questa specialità è il Campionato del Mondo Rally. Campionato del Mondo di Formula Uno, la massima serie in termini prestazionali per monoposto. Ciascuna vettura è gestita da una squadra motoristica, composta di ingegneri e meccanici e con un coordinatore a capo; l'atleta che conduce il veicolo è detto "pilota". L'obiettivo di tale sport è percorrere il tracciato di gara (in base ad un determinato numero di giri oppure di km) impiegando un tempo minore rispetto agli avversari. I campionati di automobilismo sono, generalmente, basati su più gare che si disputano in tracciati differenti: ogni corsa attribuisce, in base al piazzamento del traguardo, punti ai singoli piloti ed alle rispettive squadre. Alla conclusione del campionato, il pilota e la squadra che hanno totalizzato il maggior numero di punti si aggiudicano il titolo. Nello specifico i titoli più prestigiosi sono quelli messi in palio nei Campionato del Mondo organizzati dalla Federazione Internazionale dell'Automobile (FIA). Ogni specialità automobilistica, differenziata da un'altra in base alla tipologia di vetture utilizzate, al numero di piloti che si possono alternare alla guida di uno stesso esemplare, alla distanza ed al fondo stradale (asfaltato, sterrato o neve) su cui la competizione si sviluppa, gode di un proprio Campionato del Mondo. Nel caso delle monoposto la massima espressione è il Campionato del Mondo di Formula Uno, delle Sport Prototipo e delle Gran Turismo il Campionato del Mondo Endurance FIA, delle Turismo la Coppa del Mondo Turismo e delle vetture da rally il Campionato del Mondo Rally. Per le case automobilistiche questo sport ha sempre rappresentato un ottimo campo di ricerca tecnologica. Sono infatti innumerevoli le innovazioni progettate e sviluppate sulle automobili da corsa che successivamente sono state adottate su quelle stradali, contribuendo a migliorarne le prestazioni velocistiche, l'efficienza e la sicurezza. Da sottolineare che all'automobilismo è connaturato il pericolo di incidenti, provocati da guasti meccanici o errori di pilotaggio, con esiti a volte mortali per i piloti, i commissari di percorso, i meccanici e in certe circostanze anche per gli spettatori. Col passare degli anni però l'incremento del livello di sicurezza ha limitato gli eventi luttuosi. === Gli inizi === Il primo evento agonistico automobilistico risale al 16 luglio 1878, quando due veicoli a vapore si sfidarono in una corsa di circa 201 miglia organizzata lungo le strade tra Green Bay e Madison, nello stato del Wisconsin (Stati Uniti d'America): per la cronaca la vittoria a poco meno di 10 chilometri orari di media arrise a Frank A. Shomer e Hans M. Farrand che guidavano un veicolo chiamato Oshkosh. Nel 1894 si svolse in Francia la prima competizione automobilistica propriamente detta, organizzata dal giornale di Parigi "''Le Petit Journal''" sul tratto stradale Parigi-Rouen, che vide affrontarsi le De Dion-Bouton, le Panhard-Levassor, le Peugeot e le ''Benz & Cie.'' di Karl Benz. Nel 1895 ci fu la ''Parigi-Bordeaux'', vinta da Émile Levassor, mentre in quello stesso 1895 venne indetta la prima corsa italiana (18 maggio, Torino-Asti-Torino). Anche la prima vera corsa americana è ascrivibile al 1895 ed ebbe luogo il 2 novembre, da Chicago a Waukegan e ritorno, per un totale di circa 92 miglia (148 chilometri): si impose la Mueller-Benz guidata da Oscar B.Mueller. Il 1º maggio 1898 si verificò il primo incidente mortale nella storia dell'automobilismo sportivo, durante la Corsa del Périgueux. Nei fatti, il marchese Renaud de Montaignac de Chauvance, in gara con la sua Landry et Beyroux, urta la Benz Parisienne di De Montariol, tentando un sorpasso. Entrambe le vetture finirono nella scarpata laterale alla strada. De Montariol rimase illeso, mentre de Montaignac subì gravi ferite e morì tre ore dopo il sinistro. La prima competizione automobilistica veramente "internazionale" fu la Gordon Bennett Cup, organizzata dal 1900 al 1905. L'ACF, la Federazione Francese dell'automobilismo, organizzò diverse corse, con partenza a Parigi e arrivo in diverse città transalpine o europee fino al 1903, quando per un incidente mortale morì, vicino ad Angouleme durante la ''Parigi-Madrid'', Marcel Renault. Altri 8 incidenti mortali convinsero il governo francese a vietare le corse automobilistiche. Nel 1906, nacquero la Targa Florio (93 Miglia sulle strade siciliane) e, nella cittadina di Le Mans, il primo vero Gran Premio. 32 sfidanti gareggiarono in un lunghissimo circuito di 105 km per due giorni, percorrendo in media 6 giri al giorno. I 1260 km di corsa furono completati per primo dall'ungherese Ferenc Szisz su una Renault. Nella stessa cittadina francese dal 1923 si svolge anche una delle manifestazioni automobilistiche più conosciute, la 24 Ore di Le Mans. Nel 1907, nacque la corsa sul circuito tedesco del ''Kaiserpreis'' (75 Miglia sulla catena del Taunus) e il GP francese del ''Dieppe'' (48 miglia di circuito). Il primo ''Ovale'' fu costruito in Inghilterra a Brooklands nel 1907, il secondo, ben più famoso, ad Indianapolis nel 1909, dove nel 1911 nacque la ''500 Miglia di Indianapolis'' che si corre ancora nel ventunesimo secolo. === 1910-1939 === L'Italia fu il secondo paese a chiamare la corsa "Gran Premio": la prima edizione si disputò nel 1921. Nel 1924 si aggregarono anche Belgio e Spagna. Nel 1922 fu costruito il circuito permanente di Monza, il terzo al mondo e il primo nell'Europa continentale; risale invece al 1927 un'altra pista leggendaria, quella del Nürburgring. Alberto Ascari al termine di una corsa a bordo di una Ferrari 500 Negli anni trenta si delineò in misura definitiva la differenziazione tra auto da Gran Premio e macchine Sport, con le varie case automobilistiche come Alfa Romeo, Auto Union, Bugatti e Mercedes-Benz che costruirono vetture da 600 cavalli. Il peso massimo era di 750 kg, limite in vigore dal 1934 al 1937. Un vero e proprio Campionato del Mondo per macchine da Gran Premio che premiava solo le Case fu organizzato per tre stagioni dal 1925 al 1927 e vide l'affermazione, in successione, di Alfa Romeo ('25), Bugatti ('26) e Delage ('27). Nel 1931 e 1932 fu istituito un Campionato Internazionale che il primo anno premiò Minoia (Alfa) e successivamente Nuvolari (anche lui su Alfa). Nel Gran Premio di Monaco del 1933, per la prima volta nella storia, la griglia di partenza fu determinata dai tempi di qualificazione. Le squadre già da anni erano differenziate dal colore della propria nazione: * Francia – Blu (''Blu di Francia'') * Italia – Rosso (''Rosso corsa'') * Gran Bretagna – Verde (''British racing green'') * Germania – Bianco e dopo Argento (''Frecce d'argento'') * Belgio – Giallo * Giappone - Bianco * Stati Uniti d'America - Bianco con strisce Blu o Blu (''Blu reale'') Il Predominio delle vittorie fino agli anni venti era dei costruttori francesi (Bugatti, Delage), ma con l'arrivo delle case italiane come Alfa Romeo e Maserati le cose iniziarono a cambiare, impossessandosi esse del dominio completo sul panorama automobilistico. Negli anni trenta, il Partito Nazista stanziò consistenti somme a favore delle case tedesche (Mercedes e Auto Union), per cercare di vincere le corse ed aumentare inoltre il prestigio del ''III Reich'', cosa che riuscì, giacché quelle case dominarono le corse dal 1934 al 1939. Nel 1935 nacque il primo "Campionato Europeo Grand Prix" per piloti, dove i migliori corridori si affrontavano in alcuni Gran Premi Europei. Questa competizione durò fino al 1939, anno dell'inizio della seconda guerra mondiale, e fu sempre dominato da piloti e vetture tedesche. === Dal 1950 in poi === A Parigi nel 1949, la Federazione Internazionale (successivamente diventata la FIA) organizzò il primo Campionato del Mondo di Formula 1 per l'anno successivo. Fu instaurato un sistema di punti per le sette gare del Mondiale, che racchiudeva anche la ''500 Miglia di Indianapolis''. Il primo Gp di Formula 1 fu svolto nel circuito inglese di Silverstone il 13 maggio. Quel Mondiale lo vincerà Nino Farina con l'Alfa Romeo. Da allora sono nate tantissime categorie di corse automobilistiche: quelle a "ruote scoperte" (che sono conosciute come vetture di Formula) e quelle a "ruote coperte" (come le vetture Sport Prototipo, GT, Turismo e da Rally). Dalla F1 sono nate la Champ Car e la Formula Indy negli Stati Uniti d'America, le categorie minori come la Formula 2 (ex Formula 3000, da cui sono usciti tantissimi talenti), la Formula 3 (dove Michael Schumacher e Mika Häkkinen si davano battaglia nella loro adolescenza), la Formula Renault, la Formula Nippon, la Atlantic Championship, il karting (la categoria base per tutti i piloti) e la nuovissima Formula E, campionato elettrico all'attivo dal 2014. Tra le ''ruote coperte'', oltre al Rally, il Granturismo si è evoluto con le gare GT3 come Intercontinental GT Challenge e GT World Challenge e le categorie GTE del Campionato del mondo endurance e dell'IMSA, mentre precedentemente la serie di riferimento è stata il FIA GT nella quale correvano le GT1 e le GT2. Tra i prototipi i massimi campionati sono il Campionato del mondo endurance (erede del defunto Campionato del mondo sportprototipi) e l'IMSA. Il turismo si è invece evoluto nel WTCC (successivamente divenuto WTCR), il Deutsche Tourenwagen Masters (Campionato Tedesco di altissimo livello). Le competizioni automobilistiche si dividono in due tipi: * gare di velocità: vince chi completa il percorso di gara nel minor tempo. * gare di regolarità: vince chi completa il percorso di gara mantenendo una velocità media il più possibile vicina a quella prestabilita. Questo tipo di gare mette alla prova soprattutto l'affidabilità della vettura, cioè la capacità di affrontare il percorso (spesso lungo e accidentato) senza guasti e rotture meccaniche. Si possono inoltre suddividere in base al tipo di percorso: * Corse in circuito: si percorre un numero prestabilito di giri di un tracciato chiuso, che può essere una pista permanentemente riservata alle competizioni (circuito permanente) oppure un percorso ricavato su strade normalmente aperte al traffico, spesso all'interno di una città (circuito cittadino), o un misto delle due cose (circuito semipermanente). Vi sono due tipi di circuiti: **''Stradali'': sono circuiti che presentano rettilinei di diversa lunghezza e curve di diverso raggio e sviluppo, singole o in successione. Questo tipo di pista impegna il pilota e la vettura in frequenti accelerazioni, frenate, cambi di marcia e ne mette alla prova tutte le qualità. I più famosi circuiti di questo tipo sono quello di Monza, del Nürburgring, di Le Mans (dove si corre la celebre 24 Ore), di Spa, di Silverstone, di Suzuka, di Bathurst e di Montecarlo (circuito cittadino). ** ''Ovali'': sono circuiti che presentano solo due, tre o quattro curve che girano tutte nella stessa direzione, generalmente di raggio molto ampio. La velocità media sul giro è di solito assai elevata: non vi sono né curve lente né frenate rilevanti. Questo tipo di pista è molto diffusa negli Stati Uniti d'America, mentre in Europa ve ne sono pochissime e scarsamente usate. La più celebre in assoluto è quella di Indianapolis dove ogni anno si disputa la famosissima 500 Miglia. Altri ovali famosi sono quelli di Daytona, Talladega, Charlotte, Bristol e Martinsville. * Corse su strada: si disputano su percorsi ricavati da strade normali. Un tempo molto praticate, sono quasi scomparse a causa della loro pericolosità. Le più celebri erano certamente la Targa Florio, la Carrera Panamericana e la Mille Miglia, che si corse fino al 1957 su un percorso appunto di circa 1600 km da Brescia a Roma e ritorno. * Corse su percorsi non asfaltati: si gareggia su strade sterrate, sentieri di campagna o persino piste tracciate nel deserto. Le più famose corse di questo tipo sono le gare del Campionato Mondiale Rally e la Parigi-Dakar. Spesso vengono inseriti nel percorso passaggi accidentati e dossi sui quali le vetture spiccano veri e propri salti. I campionati più famosi e seguiti sono Formula 1, Rally, il Mondiale Endurance e i campionati americani (NASCAR, Indycar, Imsa).
Acidi nucleici
Due acidi nucleici: l'RNA a sinistra, il DNA a destra Gli '''acidi nucleici''' sono macromolecole ''aperiodiche'' a debole reazione acida deputate alla conservazione e al trasporto dell'informazione genetica. Gli acidi nucleici sono macromolecole polimeriche lineari le cui unità ripetitive sono i nucleotidi. Questi ultimi sono formati da uno zucchero, una base azotata e alcuni gruppi fosfati. Gli acidi nucleici vengono prodotti a partire dai nucleotidi per disidratazione . Negli organismi viventi sono riscontrabili due tipi di acidi nucleici: DNA e RNA. I legami tra i tre gruppi che formano un nucleotide sono un legame fosfodiesterico tra il carbonio 3' e il gruppo fosfato, un legame tra il gruppo fosfato e il carbonio 5' del nucleotide seguente. La base azotata è esterna allo scheletro formato dagli altri due gruppi e si dice che "si affacci" all'interno della catena.
La replicazione del DNA o la sintesi del DNA è il processo di copia di una molecola di DNA a doppio filamento. Questo processo è fondamentale per tutta la vita così come la conosciamo. Struttura a doppia elica del DNA La ricerca sulla struttura degli acidi nucleici ebbe inizi più lenti di quella sulle proteine, soprattutto perché gli acidi nucleici non si trovano, come invece alcune proteine fibrose, in uno stato relativamente puro. Il loro nome li definisce come contenuti nel nucleo delle cellule. Furono trovati abbondanti dapprima nel lievito e poi nel timo, ghiandola endocrina attiva fino all'adolescenza. Il fatto che assorbivano luce ultravioletta e assumevano certi colori rivelò la loro presenza in vaste quantità nei cromosomi, già noti per essere associati alle trasformazioni genetiche e alla riproduzione. Chimicamente, sono polimeri di unità di base dette nucleotidi, formati da una base azotate (purinica o pirimidinica) legata a uno zucchero pentoso (ribosio nell'acido ribonucleico, RNA, desossiribosio, nell'acido desossiribonucleico, DNA) e a un gruppo fosfato che fa da ponte tra i pentosi di due nucleotidi successivi. Il loro difficile studio strutturale fu incominciato nel 1932 da W. T. Astbury, dopo che erano stati isolati e dopo che si era trovato che potevano essere dissolti in un liquido glutinoso, che poteva essere ridotto in filamenti rivelando una struttura polimerica fibrosa. Astbury dimostrò che i quattro nucleotidi – le purine, adenina e guanina, e le pirimidine, citosina e timina (uracile nel RNA) – si disponevano come monete ad angolo retto rispetto all'asse del filo. S. Furberg dimostrò che il cerchio delle molecole di zucchero era sistemato ad angolo retto in modo da poter essere raggiunto attraverso gli zuccheri dai fosfati per formare un polimero. Le analisi chimiche di E. Chargaff dimostrarono che il numero di purine e pirimidine era esattamente equilibrato. F. H. C. Crick e Watson enunciarono la loro famosa ipotesi secondo la quale l'organizzazione non è a elica singola ma doppia, dato che la purina di una catena si unisce con la pirimidina in un unico avvolgimento con essa. Wilkins e Rosalind Franklin fecero in seguito una verifica analizzandole con i raggi X. Sebbene un acido nucleico contenga generalmente tutti e quattro i nucleotidi, il loro ordine preciso è quello che costituisce la caratteristica di ogni specifico acido nucleico ed è trasmesso quasi automaticamente quando una nuova ma identica molecola di acido nucleico viene deposta sull'elica della vecchia. Il panorama di questa struttura molecolare degli acidi nucleici contiene tutto quanto è necessario, in linea di principio, per permettere che un nastro, il quale porti e trasmetta informazioni, possa essere costruito nella parte più interna di ogni cellula o particella virale. Struttura dell'RNA Negli organismi viventi si trovano due tipi di acidi nucleici: * DNA (''acido desossiribonucleico'') * RNA (''acido ribonucleico''). Tutti gli organismi contengono acidi nucleici sotto forma di DNA e RNA. Il DNA è il depositario dell'informazione genetica che viene trascritta – ossia copiata – in molecole di RNA. L'RNA decodifica le informazioni presenti nel DNA e con queste ultime vengono utilizzate per sintetizzare le specifiche proteine. Lo zucchero dell'RNA è il ribosio; quello del DNA è il deossiribosio o desossiribosio, che si differenziano in quanto il desossiribosio ha un atomo di ossigeno in meno rispetto al ribosio. In entrambe le sostanze vi sono due tipi di basi azotate: * puriniche (anello doppio): adenina e guanina * pirimidiniche (anello semplice): timina, citosina e uracile (derivanti rispettivamente dalla purina e dalla pirimidina). Le basi azotate che costituiscono il DNA sono adenina (A), guanina (G), citosina (C) e timina (T). Le basi azotate che costituiscono l'RNA sono adenina (A), guanina (G), citosina (C) e uracile (U). La doppia elica di DNA accoppia una pirimidina e una purina, l'adenina si accoppia con la timina e la citosina con la guanina. L'RNA (anche se singola catena) accoppia durante le trasmissioni e le traduzioni l'adenina all'uracile (la timina non è presente nell'RNA) e la citosina alla guanina. Nei batteri e nelle cellule di organismi superiori, sono presenti entrambi; alcuni virus possiedono solo l'RNA (ad esempio quello della poliomielite o quello dell'AIDS); altri solo il DNA. Negli eucarioti, il DNA si trova nel nucleo e nel mitocondrio, mentre l'RNA si trova nel nucleo, ma soprattutto nel citoplasma. Al DNA spetta il mantenimento dei caratteri ereditari, mentre all'RNA spettano altre mansioni, quale la trasmissione delle informazioni contenute nel DNA verso i siti di sintesi proteica. RNA e DNA sono molecole molto complesse: è quindi probabile che risultino dall'evoluzione di molecole esistenti precedentemente. Sebbene i loro antenati siano scomparsi dalle attuali forme viventi, sono stati creati in laboratorio diversi acidi nucleici sintetici che possiedono, ad esempio, altri zuccheri come scheletro della molecola. Un acido nucleico particolarmente interessante per queste ipotesi è il TNA (''acido treofuranosilnucleico''). === Annealing === Con il termine ''annealing'' (appaiamento), si intende la formazione di un acido nucleico a doppio filamento partendo da due molecole a singola elica. Il termine è entrato nel gergo tecnico di laboratorio per indicare l'appaiamento di un primer o di una sonda di DNA a una catena a singola elica di DNA durante una reazione a catena della polimerasi.
Adulto
Un gruppo di persone adulte Un '''adulto''' '', participio di ''adolescĕre'', 'crescere', da ''alĕre'', 'nutrire') è un organismo pluricellulare che ha raggiunto la piena capacità riproduttiva.
Con riferimento all'essere umano il termine è di non facile definizione, assumendo significati assai diversi nei diversi contesti argomentativi e disciplinari. Se infatti con questa parola si intende sempre e comunque alludere al raggiungimento di un certo grado di maturità, è il concetto di maturità stesso che cambia a seconda del contesto di riferimento. L'età adulta determina socialmente l'associazione al maschio il termine di uomo ed alla femmina il termine di donna per sottolineare la piena maturità raggiunta al compimento dell'età giovane. In biologia un soggetto è considerato adulto quando ha raggiunto, appunto, la capacità riproduttiva. Ciò si verifica nell'uomo con la manifestazione dei caratteri sessuali secondari e l'accrescimento di quelli primari, il che avviene di norma entro i 12-13 anni negli individui di sesso femminile ed entro i 14-15 in quelli di sesso maschile, sebbene tali limiti sono solo orientativi dal momento che il processo di crescita è influenzato da numerosi fattori, climatici, ambientali, legati alla maggiore o minore attività fisica e all'alimentazione e, secondo alcuni studiosi, anche psico-somatici. Nel diritto civile un soggetto è considerato adulto quando ha raggiunto la maggiore età, che va dai 16 anni circa (in alcuni paesi anche prima) ai 21 anni a seconda dell'ordinamento giuridico di riferimento della nazione (in alcuni ordinamenti varia a seconda del sesso, in altri, poco strutturati, è legata proprio alla manifestazione dei caratteri sessuali secondari e, in alcuni casi, a riti d'iniziazione). Con la maggiore età o l'emancipazione, nelle tradizioni giuridiche continentali (di diritto positivo), si acquisisce la capacità di agire, ovverosia di compiere atti giuridicamente validi, esercitando autonomamente diritti reali (diritti di cui si è titolari, in astratto, sin dalla nascita, soltanto che li si può esercitare solo mediante rappresentanza di chi esercita la potestà o del giudice tutelare) e compiere negozi giuridici unilaterali (come le disposizioni testamentarie). In psicologia un individuo è considerato adulto quando si ritiene che abbia raggiunto il completo sviluppo non solo sessuale o in generale fisico ma anche psichico, pertanto l'età adulta si colloca posteriormente all'adolescenza, un periodo di crescita caratteristico della specie umana, di tipo essenzialmente sociale e la cui durata è influenzata dal contesto, sia a livello micro che a livello macro, tant'è che oggi psicologi e sociologi parlano di una vera e propria dilatazione dell'adolescenza, nell'uno e nell'altro senso: mentre tradizionalmente essa veniva ricompresa nella fascia tra i 13 e i 19 anni, oggi si ritiene cominci addirittura prima della pubertà a causa degli stimoli determinati dai processi di mediazione simbolica, e che duri per molto più tempo rispetto al passato a causa sia di fattori sociali (difficoltà di rendersi indipendenti economicamente al fine di affrancarsi dalla famiglia d'origine, fuoriuscita dalla famiglia d'origine senza creare parallelamente un nuovo nucleo familiare) sia di problematiche soggettive diffuse e almeno in parte determinate dai fattori sociali stessi (mancanza del senso di responsabilità, difficoltà all'autorealizzazione, incertezza verso il futuro, proroga degli stili di vita e dei comportamenti di consumo acquisiti durante la fascia tradizionalmente considerata adolescenziale). In medicina solitamente si fa collocare la fase adulta con l'arresto della crescita, che può collocarsi, secondo le ultime attendibili ricerche, nella femmina intorno ai 18 anni, nel maschio intorno ai 20. L'accrescimento, infatti, prosegue dopo la maturazione sessuale e coinvolge soprattutto la struttura ossea. In alcuni individui di sesso maschile, inoltre, anche molti anni dopo la pubertà compaiono peli sul petto o sulle gambe, senza che ciò rappresenti un ritardo nello sviluppo, avendo questi raggiunto la piena maturità sessuale, in senso tecnico, durante l'età considerata normale. Con il termine del processo di accrescimento inizia la fase di degradazione cellulare, detta di invecchiamento.
Afelio
I punti di perielio e afelio attraversati dall'orbita della Terra In astronomia, l''''afelio''' è il punto di massima distanza di un corpo del sistema solare dal Sole.
A seconda dell'eccentricità dell'orbita, la massima distanza corpo-sole e quella minima possono essere più o meno differenti dalla distanza media. Per analogia, viene così chiamato anche l'analogo punto di massima distanza per un pianeta o una stella orbitanti attorno a una stella diversa dal Sole, anche se in tal caso si dovrebbe usare il termine ''apoastro''. Nel caso di un corpo orbitante attorno alla Terra si usa ''apogeo''. '''Date e ore degli afeli della Terra''' (UTC) Anno Luglio '''2000''' il 4 alle 00 '''2001''' il 4 alle 14 '''2002''' il 6 alle 04 '''2003''' il 4 alle 06 '''2004''' il 5 alle 11 '''2005''' il 5 alle 05 '''2006''' il 3 alle 23 '''2007''' il 7 alle 00 '''2008''' il 4 alle 08 '''2009''' il 4 alle 02 '''2010''' il 6 alle 11 '''2011''' il 4 alle 15 '''2012''' il 5 alle 03 '''2013''' il 5 alle 15 '''2014''' il 4 alle 00 '''2015''' il 6 alle 19 '''2016''' il 4 alle 16 '''2017''' il 3 alle 20 '''2018''' il 6 alle 17 '''2019''' il 4 alle 22 '''2020''' il 4 alle 12 '''2021''' il 5 alle 22 '''2022''' il 4 alle 07 '''2023''' il 6 alle 20 '''2024''' il 5 alle 05 Il punto di minima distanza è invece chiamato perielio. La linea immaginaria che unisce afelio e perielio è detta linea degli apsidi. La posizione angolare dell'afelio sull'orbita dei vari pianeti è quasi fissa: si sposta molto lentamente (di alcune decine o centinaia di secondi d'arco al secolo), a causa dell'interazione gravitazionale con gli altri pianeti. Questo effetto si chiama precessione anomalistica (o precessione del perielio). La velocità precessionale di Mercurio è però significativamente maggiore di quella calcolata teoricamente in base alle leggi di Newton. Questa differenza fu spiegata da Albert Einstein come un effetto della teoria della relatività generale: ciò rappresentò una delle prime conferme sperimentali di questa teoria. La Terra raggiunge il proprio afelio tra il 3 e il 7 luglio (per la data e l'ora esatta di ogni anno, si veda la tabella a fianco), quindi circa 2 settimane dopo il solstizio d'estate (che dà inizio all'estate nell'emisfero boreale della terra). La distanza della Terra dal Sole in questo punto è di 152,1 milioni di km (2,5 milioni di km più della sua distanza media).
Accattone
'''''Accattone''''' è un film del 1961 scritto e diretto da Pier Paolo Pasolini. Opera che segna il suo esordio alla regia, ''Accattone'' può essere considerato la trasposizione cinematografica dei suoi precedenti lavori letterari. In questa pellicola insegue una sua idea di narrazione epica e tragica. Il film è stato selezionato tra i 100 film italiani da salvare.
"Accattone" è il soprannome di Vittorio Cataldi, un sottoproletario romano il cui stile di vita è improntato al "sopravvivere" giorno per giorno. Accattone si fa mantenere da una prostituta, Maddalena, "sottratta" a un napoletano finito in carcere. L'uomo evita la vendetta degli amici del carcerato, incolpando Maddalena di tutto e abbandonandola. Maddalena finisce in carcere. Accattone, rimasto senza soldi, conosce la fame. Un giorno incontra Stella, una ragazza che cerca di convincere a prostituirsi, ma intanto se ne innamora. L'amore per Stella spinge Accattone a cercarsi un lavoro, guadagnandosi da vivere in modo onesto, ma la "redenzione" dura poco, infatti presto torna a rubare. Dopo un piccolo furto s'imbatte nella polizia e nel fuggire cade in motocicletta e muore, compiendo così il destino che pesa su di lui sin dall'inizio. Il film è una metafora di quella parte di Italia costituita dal sottoproletariato che vive nelle periferie delle grandi città senza alcuna speranza per un miglioramento della propria condizione, a cui non resta che la morte come via di uscita da una condizione disperante. Il film doveva essere prodotto da Federico Fellini, che tuttavia si tirò indietro all'ultimo momento, preoccupato dall'imperizia di Pasolini con le tecnicità del mezzo, a cui si avvicina per la prima volta con questo progetto. Il film sarà quindi prodotto da Alfredo Bini. Le riprese del film furono effettuate tra l'aprile e il luglio 1961. La scelta di utilizzare in massima parte attori non-professionisti esprime la convinzione di Pasolini che essi non sono "rappresentabili" da nessun altro che da essi stessi in quanto soggetti incontaminati, puri, privi delle sovrastrutture imposte dalla società. Per girare gli esterni, la piccola troupe (composta, tra gli altri, dal giovane Bernardo Bertolucci in veste di aiuto regista) si spostava nei luoghi simbolo della periferia romana: via Casilina, via Portuense, via Appia Antica, via Tiburtina, via Baccina, Ponte Sant'Angelo, Acqua Santa, via Manuzio, Ponte Testaccio, il Pigneto, borgata Gordiani, Centocelle, la Marranella e Subiaco (il cimitero). Il costo approssimativo del film si aggirò intorno ai cinquanta milioni, quanto un "film di serie B" di quegli anni. Presentato alla 22ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia il 31 agosto 1961, il film di Pasolini ricevette dure contestazioni. Alla "prima" del film al cinema Barberini a Roma, un gruppo di giovani neofascisti cercò di impedire la proiezione, lanciando bottiglie d'inchiostro contro lo schermo, bombette di carta e finocchi tra il pubblico. Ci furono colluttazioni e la visione del film fu sospesa per quasi un'ora. La pellicola uscì nelle sale il 22 novembre 1961. Il film sarà bloccato in sede di censura dal sottosegretario al Ministero del Turismo e Spettacolo Renzo Helfer e ritirato da tutte le sale italiane. Nel 1962 viene presentato al Festival Internazionale del cinema di Karlovy Vary (Cecoslovacchia) e vince il Primo premio per la regia. === Doppiaggio === La voce di Franco Citti è in realtà quella dell'attore Paolo Ferrari, scelto da Pasolini, che seguì personalmente il doppiaggio del film. La realizzazione dei manifesti del film, per l'Italia fu affidata al pittore cartellonista Sandro Symeoni. Nel 1962, l'avvocato e politico democristiano Salvatore Pagliuca fece causa a Pasolini e alla società Arco film perché nel film un criminale aveva il suo stesso nome, chiedendo il risarcimento dei danni morali e l'eliminazione del suo nome, ottenendo il risarcimento dei soli danni materiali. Pasolini citerà il politico nella poesia ''Poeta delle Ceneri''. * Il cantautore inglese Morrissey fa riferimento al film in una canzone intitolata ''You Have Killed Me'' presente nel suo album del 2006 ''Ringleader of the Tormentors''. Il primo verso della canzone è: ''«Pasolini is me, 'Accattone' you'll be...»'' * Il rapper romano Noyz Narcos ha citato una delle frasi più celebri del film in ''Mark Renton'', brano contenuto nell'album del 2018 ''Enemy''. * Nastri d'argento 1962: miglior produttore (Alfredo Bini) * Laceno d'oro 1962: migliore attore (Franco Citti) * Festival Internazionale del cinema di Karlovy Vary 1962: Primo premio per la regia * Nomination BAFTA al miglior attore protagonista straniero a Franco Citti 1963
Alfredo Binda
Ciclista completo, considerato uno dei più forti di sempre, fu definito "''l'Imbattibile''" per le numerose vittorie e "''Il signore delle Montagne''" per lo stile con cui affrontava le salite più difficili. Professionista dal 1922 al 1936, vinse cinque edizioni del Giro d'Italia, tre campionati del mondo su strada, quattro Giri di Lombardia, due Milano-Sanremo e quattro Campionati nazionali su strada. Durante la carriera si misurò con altri campioni del periodo come Costante Girardengo prima e Learco Guerra poi. Dopo il ritiro dalle corse fu per dodici anni Commissario tecnico della Nazionale italiana, guidando Fausto Coppi e Gino Bartali al Tour de France e ai campionati del mondo.
Legnano (1929) Decimo di quattordici figli di un piccolo imprenditore edile, si trasferì a Nizza subito dopo la guerra con il fratello maggiore Piero per lavorare come stuccatore presso uno zio materno. A Nizza iniziò l'attività ciclistica, cogliendo subito numerosi successi; rimase in Francia fino al 1924, quando aveva già vinto 30 corse. Proprio nell'autunno 1924, dopo essere tornato in bicicletta da Nizza a Milano, partecipò alla sua prima importante corsa in Italia, il Giro di Lombardia, concludendo quarto. Nel 1925 passò alla Legnano, la squadra con cui rimase per tutta la carriera e con cui vinse cinque edizioni del Giro d'Italia (1925, 1927, 1928, 1929 e 1933), record assoluto condiviso con Fausto Coppi ed Eddy Merckx. Nell'arco della carriera conquistò complessivamente 41 tappe al Giro, record mantenuto fino al 2003, quando fu superato da Mario Cipollini. In tutto rimase in testa alla classifica generale per 60 tappe. Nel 1927 vinse 12 delle 15 tappe del Giro e nel 1929 ben otto tappe consecutive: entrambi record imbattuti. A causa della sua manifesta superiorità, nel 1930 fu pagato dagli organizzatori per non partecipare al Giro d'Italia, ottenendo 22.500 lire, una cifra corrispondente al premio per la vittoria finale e ad alcune vittorie di tappa, che oggi corrisponderebbe a poco più di 15.000 €. Nel 1933 fu il vincitore della prima cronometro della storia del Giro: 62 km da Bologna a Ferrara. Alfredo Binda e Allegro Grandi si baciano ai Campionati del mondo di ciclismo su strada di Liegi 1930. Partecipò una sola volta al Tour de France, nel 1930 (anno della sua forzata rinuncia al Giro), vincendo due tappe pirenaiche consecutive, a Pau e a Luchon. Quando si stava avviando a dominare la corsa insieme al suo compagno di squadra Learco Guerra, un incidente meccanico (la rottura della sella) e forse dei dissidi con la federazione italiana, che ancora non gli aveva versato l'indennizzo promesso per non aver partecipato al Giro, lo spinsero ad abbandonare la corsa, anche per meglio preparare il campionato del mondo di Liegi, vinto poi trionfalmente davanti al rivale belga Georges Ronsse. Nel suo ricco ''palmarès'' figurano tre campionati del mondo (1927, 1930, 1932, record), due Milano-Sanremo (1929, 1931), quattro Giri di Lombardia (1925, 1926, 1927, 1931) e quattro campionati italiani (1926, 1927, 1928, 1929); tra le altre gare nazionali, si impose in due Giri del Piemonte e due Giri di Toscana. Lasciò l'attività nel 1936, dopo un incidente alla Milano-Sanremo che gli provocò la frattura del femore. Anche il fratello minore Albino fu un ciclista, compagno di Alfredo alla Legnano. upright=0.8 Nell'immediato dopoguerra Binda diventò commissario tecnico della Nazionale italiana di ciclismo, ruolo che ricoprì per ben dodici anni, in cui accumulò fama e successi degni della sua carriera da corridore: guidò infatti le trionfali spedizioni alla ''Grande Boucle'' con Bartali nel 1948, Coppi nel 1949 e 1952, e Nencini nel 1960. Vinse inoltre i titoli mondiali su strada con Coppi a Lugano nel 1953 e con Baldini a Reims nel 1958. La sua riconosciuta abilità tecnica e diplomatica fu alla base dell'accordo fra Bartali e Coppi negli anni ruggenti della loro rivalità. Nel 1974 si corse la prima edizione del Trofeo Alfredo Binda-Comune di Cittiglio, corsa femminile che si svolge nei dintorni di Cittiglio; Binda morì nel 1986 e le sue spoglie mortali oggi riposano nel cimitero del paese natale. === Strada === *1922 (Nice Sport, due vittorie) :Le Mont Faron-Ligne (cronoscalata) :Nizza-Puget-Théniers-Nizza *1923 (La Française, dieci vittorie) :Trophée du Petit Journal :Nizza-Monte Chauve (cronoscalata) :Gran Premio di Tolone :Nizza-Puget-Théniers-Nizza :Grand Prix de l'Express de Lyon :Tour du Var :Grand Prix du Souvenir :Gran Premio della Vittoria - Nizza :Marsiglia-Nizza *1924 (La Française, diciassette vittorie) :Gran Premio di Nizza :Grand Circuit Chemineau :Coppa Martini & Rossi :Tolone-Nizza :Gran Premio Magellano - Tolone :Le Mont Faron-Ligne (cronoscalata) :Grand Prix de Salon :Circuit Justin Berta :3ª tappa Tour du Sud-Est (Digne-les-Bains > Gap) :6ª tappa Tour du Sud-Est (Alais > Nîmes) :Classifica generale Tour du Sud-Est :Marsiglia-Nizza :Nizza-Annot-Nizza :Grand Prix du Saleya-Club :Grand Prix de Beau Soleil :Grand Prix de l'Avenir Cycliste - Nizza :Nizza-Puget-Théniers-Nizza *1925 (Legnano, tre vittorie) :6ª tappa Giro d'Italia (Napoli > Bari) :Classifica generale Giro d'Italia (3ª prova Campionato italiano) :Giro di Lombardia (8ª prova Campionato italiano) *1926 (Legnano, tredici vittorie) :Coppa Città di Milazzo :Giro del Piemonte (2ª prova Campionato italiano) :3ª tappa Giro d'Italia (Genova > Firenze) :6ª tappa Giro d'Italia (Napoli > Foggia) :7ª tappa Giro d'Italia (Foggia > Sulmona) :9ª tappa Giro d'Italia (Terni > Bologna) :11ª tappa Giro d'Italia (Udine > Verona) :12ª tappa Giro d'Italia (Verona > Milano) :Giro di Toscana (5ª prova Campionato italiano) :Milano-Modena (6ª prova Campionato italiano) :Giro di Lombardia (7ª prova Campionato italiano) :Corsa del XX Settembre (8ª prova Campionato italiano) :Classifica generale Campionato italiano, a punti *1927 (Legnano, diciannove vittorie) :Giro del Piemonte :1ª tappa Giro d'Italia (Milano > Torino) :2ª tappa Giro d'Italia (Torino > Reggio Emilia) :3ª tappa Giro d'Italia (Reggio Emilia > Lucca) :5ª tappa Giro d'Italia (Grosseto > Roma) :6ª tappa Giro d'Italia (Roma > Napoli) :7ª tappa Giro d'Italia (Napoli > Avellino) :8ª tappa Giro d'Italia (Avellino > Bari) :9ª tappa Giro d'Italia (Bari > Campobasso) :10ª tappa Giro d'Italia (Campobasso > Pescara) :12ª tappa Giro d'Italia (Pesaro > Treviso) :14ª tappa Giro d'Italia (Trieste > Verona) :15ª tappa Giro d'Italia (Verona > Milano) :Classifica generale Giro d'Italia (1ª prova Campionato italiano) :Giro di Toscana (2ª prova Campionato italiano) :Campionati del mondo, Prova in linea (Nürburgring) :Cento chilometri a cronometro - Torino :Giro di Lombardia (5ª prova Campionato italiano) :Classifica generale Campionato italiano, a punti *1928 (Legnano & Mifa, undici vittorie) :Rund um Köln :2ª tappa Giro d'Italia (Trento > Forlì) :3ª tappa Giro d'Italia (Predappio > Arezzo) :4ª tappa Giro d'Italia (Arezzo > Sulmona) :5ª tappa Giro d'Italia (Sulmona > Foggia) :10ª tappa Giro d'Italia (Modena > Genova) :11ª tappa Giro d'Italia (Genova > Torino) :Classifica generale Giro d'Italia :Predappio-Roma (1ª prova Campionato italiano) :Giro del Veneto (3ª prova Campionato italiano) :Classifica generale Campionato italiano, a punti *1929 (Legnano, quattordici vittorie) :Milano-Sanremo :Giro di Romagna (2ª prova Campionato italiano) :2ª tappa Giro d'Italia (Napoli > Foggia) :3ª tappa Giro d'Italia (Foggia > Lecce) :4ª tappa Giro d'Italia (Lecce > Potenza) :5ª tappa Giro d'Italia (Potenza > Cosenza) :6ª tappa Giro d'Italia (Cosenza > Salerno) :7ª tappa Giro d'Italia (Salerno > Formia) :8ª tappa Giro d'Italia (Formia > Roma) :9ª tappa Giro d'Italia (Roma > Orvieto) :Classifica generale Giro d'Italia :Predappio-Roma (3ª prova Campionato italiano) :Circuito dei Campi Flegrei (5ª prova Campionato italiano) :Classifica generale Campionato italiano, a punti *1930 (Legnano, tre vittorie) :8ª tappa Tour de France (Hendaye > Pau) :9ª tappa Tour de France (Pau > Luchon) :Campionati del mondo, Prova in linea (Liegi) *1931 (Legnano, quattro vittorie) :Milano-Sanremo :3ª tappa Giro d'Italia (Ravenna > Macerata) :4ª tappa Giro d'Italia (Macerata > Pescara) :Giro di Lombardia *1932 (Legnano, una vittoria) :Campionati del mondo, Prova in linea (Roma) *1933 (Legnano, otto vittorie) :Giro delle Due Provincie di Messina (1ª prova Campionato italiano) :2ª tappa Giro d'Italia (Torino > Genova) :8ª tappa Giro d'Italia (Napoli > Foggia) :9ª tappa Giro d'Italia (Foggia > Chieti) :10ª tappa Giro d'Italia (Chieti > Ascoli Piceno) :13ª tappa Giro d'Italia (Bologna > Ferrara) :17ª tappa Giro d'Italia (Bolzano > Milano) :Classifica generale Giro d'Italia ====Altri successi==== *1922 (Nice Sport) :Criterium di Cannes :Trofeo Saleya *1924 (La Française) :Criterium di Grasse :Grand Prix de la Ville de Nice *1925 (Legnano) :Criterium degli Assi *1926 (Legnano) :Giro della Provincia di Torino (cronocoppie con Giovanni Brunero) :Giro della Provincia di Milano (cronocoppie con Giovanni Brunero) *1927 (Legnano) :Criterium degli Assi - Ginevra *1932 (Legnano) :Giro della Provincia di Milano (cronocoppie con Raffaele Di Paco) *1933 (Legnano) :Classifica scalatori Giro d'Italia === Pista === *1927 :Sei Giorni di Milano (con Costante Girardengo) *1929 :Prix Dupré-Lapize (con Domenico Piemontesi) === Grandi Giri === *Giro d'Italia :1925: '''vincitore''' :1926: 2º :1927: '''vincitore''' :1928: '''vincitore''' :1929: '''vincitore''' :1931: ''ritirato'' (7ª tappa) :1932: 7º :1933: '''vincitore''' :1934: ''ritirato'' (6ª tappa) :1935: 16º *Tour de France :1930: ''ritirato'' (10ª tappa) ===Classiche monumento=== *Milano-Sanremo :1927: 2º :1928: 2º :1929: '''vincitore''' :1931: '''vincitore''' :1932: 2º :1933: 6º :1934: 46º *Parigi-Roubaix :1925: 7º *Giro di Lombardia :1924: 4º :1925: '''vincitore''' :1926: '''vincitore''' :1927: '''vincitore''' :1928: ''squalificato'' :1930: 2º :1931: '''vincitore''' Alfredo Binda si disseta durante una gara nei pressi di Marsiglia nel 1924. === Competizioni mondiali === *Campionati del Mondo :Nürburgring 1927 - In linea Professionisti: '''vincitore''' :Budapest 1928 - In linea Professionisti: ''ritirato'' :Zurigo 1929 - In linea Professionisti: 3º :Liegi 1930 - In linea Professionisti: '''vincitore''' :Copenaghen 1931 - In linea Professionisti: 6º :Roma 1932 - In linea Professionisti: '''vincitore''' :Montlhéry 1933 - In linea Professionisti: 6º Nel 2006 la Rai ha prodotto una fiction in due puntate sulla vita di Gino Bartali, intitolata ''Gino Bartali - L'intramontabile'', dove Alfredo Binda è stato interpretato dall'attore Rodolfo Corsato. Nel film ''Fantozzi contro tutti'' il visconte Cobram interroga Fantozzi su chi fosse arrivato primo nella Milano-Sanremo del 1931, ma il protagonista risponde "Carnera" invece di "Binda". * Inserito nella Top 25 della Cycling Hall of Fame * Nel maggio 2015, una targa dedicata a Binda fu inserita nella Walk of Fame dello sport italiano al parco olimpico del Foro Italico a Roma, riservata agli ex-atleti italiani che si sono distinti in campo internazionale.
Arancia meccanica
'''''Arancia meccanica''''' è un film del 1971 scritto, prodotto e diretto da Stanley Kubrick. Tratto dall'omonimo romanzo distopico scritto da Anthony Burgess nel 1962, prefigura, appoggiandosi a uno stile sociologico e politico, una società votata a un'esasperata violenza, soprattutto nei giovani, e a un condizionamento del pensiero sistematico. Forte di quattro candidature agli Oscar del 1972 come miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura non originale e miglior montaggio, presentato lo stesso anno alla Mostra di Venezia, Decisivo per la riuscita del film fu anche l'apporto di Malcolm McDowell nel ruolo di Alex, pronto e disponibile a tutto, al punto che s'incrinò una costola e subì l'abrasione delle cornee durante le riprese del film. Quando fu distribuita sul circuito cinematografico, all'inizio degli anni settanta, la pellicola destò scalpore, con una schiera di ammiratori pronti a gridare al capolavoro, ma anche con una forte corrente di parere contrario, per il taglio originale e visionario adottato nella narrazione, che faceva ricorso in maniera iperrealistica, ma anche senza indugi speculativi, a scene di violenza. Nel 1998 l'American Film Institute l'ha inserito al quarantaseiesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi, mentre dieci anni dopo, nella lista aggiornata, è sceso al settantesimo posto. Nel 1999, compare nella classifica BFI 100 stilata dal British Film Institute all'81º posto. Nel 2020 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.
Anthony Burgess, autore di ''A Clockwork Orange'' Il titolo originale in inglese, ''A Clockwork Orange'', trae origine da un modo di dire tipicamente londinese, il cosiddetto ''cockney'' "As queer as a clockwork orange" tradotto letteralmente come "Strano come un'arancia a orologeria", originariamente utilizzato comunemente nell'East London. La frase indica qualcosa che appare normale e naturale in superficie come un frutto, in questo caso un'arancia, ma che cela in realtà una natura estremamente bizzarra e inusuale. L'esempio è dato dal protagonista del film che, essendo privato del suo libero arbitrio, esteriormente sembra un bravo cittadino ma in realtà è un automa della società. Nel 1986, Burgess, nel suo saggio ''A Clockwork Orange Resucked'', chiarì questo concetto scrivendo che una creatura che può solo fare il bene o il male ha l'apparenza di un frutto amabile caratterizzato da colore e succo, ma in effetti internamente è solo un giocattolo a molla pronto a essere caricato da ''Dio, dal Diavolo o dallo Stato onnipotente'', e a far scattare la propria violenza, appunto, come un mero e semplice congegno meccanico caricato a molla. Nel romanzo, a differenza che nel film, viene espressamente precisato più volte come ''A Clockwork Orange'' fosse il titolo del testo a cui stava lavorando lo scrittore F. Alexander, vittima della ''visita a sorpresa''. Nel film, Anthony Burgess "presta" il cognome ad Alex, nel montaggio sugli articoli di giornale nell'ultima parte della pellicola, dopo essersi svegliato dal coma. Vi è l'omaggio all'autore chiamando il protagonista Alex Burgess. Alex interpretato da Malcolm McDowell In un futuro imprecisato, nella metropoli londinese, vive il giovane Alexander "Alex" DeLarge, un ragazzo di famiglia operaia, eccentrico, antisociale e capo della banda criminale dei ''Drughi,'' i cui membri, oltre a lui, sono Pete, Georgie e Dim. I quattro trascorrono il tempo libero dedicandosi a sesso, furti e ''ultraviolenza''. Punto di ritrovo della banda è il locale ''Korova Milk Bar'', dove si può consumare ''lattepiù'', ossia latte ''migliorato'' con mescalina e altre sostanze stupefacenti. Il sottopasso, sito nel distretto di Wandsworth a Londra, dove Alex, insieme con i suoi Drughi, aggredisce l'anziano senzatetto. Al calare della notte, la banda commette molti atti criminosi, quali aggredire un senzatetto ubriaco a calci e a bastonate, affrontare una gang rivale vestita con uniformi da nazisti comandata da un certo Billy Boy, scorrazzare per le strade a bordo di un'auto sportiva rubata provocando caos ed incidenti, per poi eseguire infine quello definito da Alex il ''numero visita a sorpresa''. I quattro decidono dunque di bussare, fingendo di chiedere soccorso, alla villa dell'illustre scrittore Frank Alexander, per poi malmenare l'uomo e violentarne la moglie. Soddisfatti della serata, i ''Drughi'' fanno un breve salto di nuovo al Korova per un ultimo bicchiere di latte prima di ritirarsi definitivamente nelle rispettive case. Alex è un acceso appassionato di musica classica, soprattutto di Beethoven, che chiama affettuosamente ''il buon vecchio Ludovico Van''. Il Korova Milk Bar è spesso frequentato da celebri artisti e personaggi televisivi. Quella sera una donna improvvisa un bel canto, precisamente l''Inno alla gioia'' di Friedrich Schiller dal ''4° movimento'' della Sinfonia n. 9 op. 125, composta, per l'appunto, da Beethoven. Al termine Dim schernisce la cantante con una pernacchia; Alex, che paradossalmente, nonostante i suoi comportamenti violenti, detesta la maleducazione e il non ritegno, si indigna per il gesto incivile, colpendogli violentemente le gambe con il suo bastone. Dim non accetta il richiamo e sfida Alex lasciandogli la scelta delle armi da usare, ma quando Alex si mostra tutt'altro che impaurito e gli propone una sfida al coltello, Dim a quel punto si scusa dicendo di essere stanco e suggerisce al gruppo di andare a dormire, trovandone il consenso. Giunto a casa, Alex nasconde il bottino delle scorrerie in un cassetto e, ascoltando la Nona di Beethoven, si addormenta sognando epiche scene catastrofiche, come esecuzioni, esplosioni, eruzioni vulcaniche e flagellazioni bibliche. La mattina seguente, la madre di Alex sprona il figlio ad andare a scuola, ricordandogli che non ci è andato mai durante la settimana, ma Alex le risponde che soffre di un terribile mal di testa (che chiama "Gulliver") e che non ci andrà per potersi riprendere e guarire. Ella accetta passivamente le motivazioni del figlio, riferendole al marito, chiedendosi quale attività notturna svolga Alex, ma non potendo o non volendo approfondire la questione, i genitori si dimostrano completamente insofferenti. Alzatosi dal letto, Alex scopre che la madre ha fatto entrare in casa il signor Deltoid, ispettore giudiziario minorile. Deltoid ricorda ad Alex che è già stato condannato una volta e che un'altra eventuale condanna lo porterebbe non più al riformatorio ma in carcere: questo per Deltoid rappresenterebbe il primo fallimento, che non intende accettare. L'ispettore riferisce poi ad Alex di essere a conoscenza della rissa con la banda di Billy Boy e che sono stati fatti i loro nomi, tuttavia mancano le prove per incriminarli. Alex spudoratamente tranquillizza Deltoid, affermando di essersi tenuto lontano dai guai. Più tardi Alex esce di casa e si reca in un negozio di dischi per ritirare una sua ordinazione. Qui vede al bancone due belle ragazze e decide di invitarle a casa sua "per ascoltare la musica". Giunti a destinazione, i tre hanno un rapporto sessuale con il sottofondo del ''Guglielmo Tell''. Tra i vari dischi esposti nel negozio si possono scorgere il vinile della colonna sonora di ''2001: Odissea nello spazio'' (in realtà non è la vera e propria colonna sonora, ma una raccolta dei temi musicali principali di vari film, tra cui il film di fantascienza di Kubrick) , ''Magical Mystery Tour'' dei Beatles e ''Atom Heart Mother'' dei Pink Floyd. Più tardi, scendendo le scale del suo condominio, Alex trova i Drughi ad aspettarlo. Dim si mostra sarcastico e Alex ricambia minaccioso le sue battute. Georgie lo blocca dicendogli che ci saranno delle novità: la prima è che Alex non dovrà più sfottere Dim, la seconda è il dissenso sulla spartizione del bottino delle loro scorrerie, che finisce sempre per la maggior parte nelle mani di Alex, ed infine accenna a un piano per un furto da compiersi quella stessa notte. Usciti dal palazzo Alex riflette, pensando che da quel momento Georgie diventerebbe il capo della banda e prenderebbe le decisioni con l'appoggio di Dim, perciò decide di ristabilire le posizioni. Mentre il gruppo sta camminando accanto a un lago artificiale, Alex, ispirato dall'ouverture della ''Gazza ladra'' (celebre pezzo di Rossini) in sottofondo, assale selvaggiamente i due e li getta in acqua, ferendo Dim a una mano. Dopo la rissa, il gruppo si ritrova in un pub, dove Alex ribadisce la sua leadership e convince Georgie a illustrargli il piano che aveva in mente. L'idea è quella di rapinare, con le stesse modalità della "visita a sorpresa", una casa adibita a clinica per dimagrire, dove al momento vive solo l'attempata proprietaria con un gran numero di gatti. La sera stessa i quattro si recano sul posto. Alex prova a farsi aprire la porta nel modo consueto, ma la donna, allarmata dal precedente episodio di violenza appreso dai giornali, non apre e chiama la polizia. Alex riesce comunque a entrare da una finestra e, dopo uno scambio di feroci battute e una breve colluttazione, colpisce la donna con una scultura a forma di fallo. Udendo le sirene della polizia in arrivo, Alex tenta di fuggire, ma i Drughi lo stanno aspettando e Dim lo colpisce con una bottiglia di lattepiù in faccia, lasciandolo ferito in balia della polizia. Arrestato, Alex viene dapprima picchiato dai poliziotti, che mal sopportano la sua strafottenza. Viene poi informato della morte della donna da Deltoid, nel frattempo sopraggiunto, dal quale riceve uno sputo in faccia, dovuto alla rabbia per il suo fallimento. Dopo un breve processo, Alex viene condannato a 14 anni di carcere per omicidio. L'edificio della Brunel University ad Uxbridge, sede del trattamento ''Ludovico'' Alex, in carcere, si sente come una preda in mezzo a un branco di predatori, tra uomini violenti e perversi quanto e più di lui. Decide così di tentare di mantenere una buona condotta, si guadagna le simpatie del cappellano e impara a memoria versi della ''Bibbia'', naturalmente prediligendo le parti che gli richiamano episodi di violenza e sesso, che evidentemente gli mancano. Dopo aver scontato due anni di carcere, viene a conoscenza di un'iniziativa del nuovo governo entrato in carica, che promette la scarcerazione immediata a patto che ci si sottoponga a un innovativo programma di "rieducazione": il ''trattamento Ludovico''. Alex si fa quindi notare dal Segretario per gli affari interni in visita al carcere, riuscendo ad essere scelto per il trattamento e, con il pensiero rivolto al fatto che verrebbe scarcerato dopo solamente due settimane, accetta tutte le condizioni. Nonostante lo scetticismo del direttore della prigione e del capo delle guardie, Alex viene trasferito in un centro medico dove incomincia la cura, la quale consiste nella somministrazione di farmaci unita alla visione di lungometraggi dove sono contenute scene di violenza. La visione delle pellicole è "obbligata" dalla posizione di Alex, legato a breve distanza dallo schermo e con delle pinze che lo costringono a tenere gli occhi aperti. Le scene di violenza, insieme con l'effetto dei farmaci, incominciano a provocare in lui delle sensazioni di dolore e di nausea che tendono ad aumentare a mano a mano che il trattamento prosegue, fino a coinvolgere, oltre alle immagini di violenza e di sesso, anche la musica di sottofondo della proiezione che, durante la visione di un documentario su Adolf Hitler, è la nona Sinfonia di Beethoven. Al termine della cura Alex viene portato in una sala e sottoposto ad alcune prove a cui assistono, oltre al Segretario per gli affari interni, alcune importanti autorità, per mostrare loro il buon risultato del condizionamento. Dapprima Alex subisce maltrattamenti e umiliazioni da parte di un attore e rimane impotente perché, appena cerca di reagire violentemente, viene assalito dalla fortissima sensazione di nausea. Nella seconda parte del test entra in sala una bellissima ragazza in topless ed Alex allunga le mani verso il suo seno cercando di violentarla, ma viene nuovamente colto dalla nausea e si accascia a terra dolorante. Il Segretario osserva compiaciuto il successo del trattamento Ludovico e decide di farlo entrare immediatamente in vigore come soluzione ai problemi della criminalità violenta e del conseguente affollamento delle prigioni, nonostante l'obiezione del cappellano del carcere che contesta l'annullamento del libero arbitrio nei confronti del soggetto, il quale non sceglie liberamente di operare il bene, ma è costretto ad astenersi dalla violenza solo a causa della sofferenza e del dolore che gli vengono provocati quando tenta di esercitarli. Alex viene quindi scarcerato, ma il suo rientro nella società è tragico: tutte le persone che prima, quando lui era forte e violento, erano sue vittime, ora che la situazione si è capovolta ed è lui a essere completamente indifeso e innocuo, gli si ritorcono contro e prendono il suo posto nel comportarsi da carnefici, vendicandosi. Tornato a casa, scopre che i suoi genitori hanno affittato la sua stanza a un altro ragazzo che si mostra ostile e provocatorio nei suoi confronti: Alex vorrebbe aggredirlo, ma viene bloccato dalla nausea. Alex allora se ne va di casa senza essere trattenuto dai familiari. Vagando per la città incontra casualmente il barbone aggredito anni prima da lui e dagli altri drughi, il quale, dopo averlo riconosciuto, si vendica picchiandolo insieme con altri anziani senzatetto, e di nuovo Alex non riesce a reagire perché quando ci prova viene sempre colto dalla nausea. Alla fine viene salvato da due poliziotti, ma, una volta riavutosi, si accorge che i due agenti sono proprio Dim e Georgie, divenuti ora tutori della legge. I due, ancora rancorosi delle sue prevaricazioni e consapevoli che la cura ha reso Alex incapace di difendersi, lo portano fuori città ammanettato e lo torturano immergendogli la testa in una vasca piena d'acqua e percuotendolo con il manganello. Ferito e disperato, Alex raggiunge una casa per chiedere aiuto, ma la casa è quella dello scrittore Frank Alexander, diventato invalido e vedovo dopo la morte della moglie, dovuta a suo avviso allo shock che la donna ha subito durante e dopo lo stupro. In un primo momento lo scrittore non riconosce Alex, per via del travestimento che portava all'epoca dell'aggressione. Frank è un oppositore del governo e, riconoscendo Alex come una vittima del trattamento Ludovico, promette di aiutarlo, quindi gli prepara un bagno caldo e convoca a casa sua altri oppositori politici allo scopo di screditare il governo e la sua terapia. Ripresosi, Alex incomincia a cantare nella vasca da bagno ''Singin' in the rain.'' Lo scrittore riconosce allora la voce dell'autore della violenza subita e prepara la propria vendetta: prima narcotizza Alex, poi, una volta ottenute da lui le informazioni per screditare il governo, lo chiude in una stanza e gli fa ascoltare ad alto volume la Nona sinfonia di Beethoven, provocandogli un dolore straziante. Alex si convince quindi a cercare nella morte la liberazione dalla sua sofferenza e si getta dalla finestra. Alex si risveglia molto tempo dopo in un letto d'ospedale, dopo un lungo coma. Raggiunto dai genitori, li respinge duramente, memore del loro comportamento durante e soprattutto dopo la permanenza in carcere. Nel periodo della convalescenza, una psichiatra gli fa un test nel quale egli deve aggiungere la battuta mancante in alcune vignette. Alex risponde con spacconeria e strafottenza, rendendosi presto conto di non provare più il malessere da cui veniva colto a seguito del trattamento Ludovico ogni volta che tentava di comportarsi in modo violento, mutamento dovuto probabilmente allo shock intervenuto a seguito del tentato suicidio e alle cure ricevute durante il coma. Nel frattempo la stampa, venuta a conoscenza dell'accaduto, attacca duramente il governo per i metodi coercitivi usati su di lui. Un giorno Alex riceve una visita del Segretario per gli affari interni, preoccupato per lo scandalo causato dalla vicenda. Il Segretario, con atteggiamento remissivo e conciliante, gli offre il proprio appoggio e quello del governo in cambio della sua collaborazione, al fine di assicurare la buona fede e soprattutto la tenuta del governo, e lo informa anche che lo scrittore Alexander è stato messo, insieme con i suoi colleghi cospiratori, in condizione di non nuocergli più. Alex accetta l'accordo, grazie al quale la sua vita potrà proseguire con un buon lavoro, una buona posizione e una retribuzione adeguata. Chiede al Segretario di diventare il capo della polizia: una posizione ideale per lui, in quanto gli consentirebbe di esercitare violenza in modo legale. Questo gli permetterebbe inoltre di ritornare capo dei suoi ex sottoposti, ora poliziotti, e vendicarsi di quando lo avevano incontrato indifeso a causa della cura e lo avevano percosso e seviziato. Il politico, preoccupato, gli propone in prima battuta di diventare un semplice poliziotto ma, ricattato da Alex, accetta anche questa condizione (esiste una versione del film dove questa parte è stata tagliata). La macchina della propaganda si mette immediatamente in moto e un grande numero di giornalisti e di fotografi entra nella stanza dove Alex ed il Segretario, stringendosi con grande cordialità la mano, rassicurano l'opinione pubblica in merito alla loro nuova collaborazione e amicizia. Alex immagina la sua nuova vita, da trascorrere come prima tra sesso, musica e violenza, ma libera dalle angosce dovute alla legge, poiché egli ora lavora per essa. === Cast === La performance di Malcolm McDowell in ''Se...'' attirò l'attenzione di Stanley Kubrick, che successivamente lo avrebbe scritturato nel 1971 per il suo adattamento del romanzo ''A Clockwork Orange'' di Anthony Burgess. In aggiunta, McDowell sfruttò l'esperienza della sua interpretazione in ''Se...'' come ispirazione per il protagonista di ''Arancia meccanica'', Alex DeLarge. Avendo ricevuto il copione da Kubrick, McDowell era incerto su come interpretare il personaggio di Alex, e così contattò Lindsay Anderson, chiedendogli consiglio. McDowell raccontò la storia: === Riprese === Con un budget di 2,2 milioni di dollari e una piccola troupe, Kubrick detiene il controllo totale del progetto e come compenso ha diritto al 40% degli incassi. A differenza dei suoi film precedenti, Kubrick decide di avere un approccio più caotico; a volte lo stesso Kubrick con la cinepresa sulla spalla si posizionava sulla scena per riprendere in prima persona. Il regista inoltre fa un grande uso del grandangolo, che esaspera le prospettive. Il critico Roger Ebert affermò nella sua recensione del film che la tecnica di Kubrick che si nota di più è appunto il grandangolo: esso è usato sugli oggetti abbastanza vicini allo schermo, e questa inquadratura tende a distorcere i bordi delle immagini. Le riprese del film incominciarono nel settembre 1970 per concludersi il 24 febbraio 1971. === Esterni === Kubrick decide di girare molte scene di ''Arancia meccanica'' in esterno a Borehamwood: sono state usate delle piccole stanze di una fabbrica per costruire le ambientazioni del Korova Milk Bar e della prigione, mentre la strada dove scorrazzano i drughi è anch'essa a Borehamwood; tutto si svolgeva al massimo a 2-3 chilometri da casa di Kubrick, tranne l'università dove sono state girate le scene della cura Ludovico. Altri: * Alex vive nella zona del Thamesmead South Housing Estate nel sud est di Londra. *La rissa tra Alex e i suoi drughi, sulle note de La gazza ladra di Gioacchino Rossini, avviene sulle rive del Southmare Lake, un laghetto artificiale nella zona di Thamesmead South. * Lo stupro della moglie dello scrittore Alexander è girato nella Skybreak House, nell'Hertfordshire, nella cittadina di Radlett, una villa progettata dal famoso architetto Sir Norman Foster. * Alex si getta dalla finestra dall'Edgwarebury Hotel in Elstree, Londra. * La rissa tra i Drughi e la banda di Billy Boy avviene sulla Taggs Island, nei pressi dell'Hampton Court Palace. * Il centro medico Ludovico è in realtà la Brunel University, Uxbridge, a ovest di Londra. * Il sud-ovest di Londra è stato utilizzato per diverse location del film, in particolare la zona di Wandsworth. In questa zona si trova il sottopasso dove è stata girata la celebre scena in cui Alex e la sua banda pestano un vecchio alcolizzato. Il barbone e Alex si rincontrano dopo la "cura" sulle rive del Tamigi, in prossimità dell'Albert Bridge, a Chelsea. Anche l'incontro tra Alex e le due ragazze nel negozio di dischi è stato girato nel Chelsea Drugstore a King's Road. *Gli interni della casa di Alex sono stati girati al 56 Stratfield Rd, Borehamwood, a breve distanza dagli studi cinematografici dove sono state girate le poche sequenze non filmate in posti reali. Qui è stata apposta nel 2006 una targa commemorativa. === Design e scenografia === La ''Rocking Machine'' di Herman Makkink Il riferimento estetico più diretto del film è la pop art, con riferimenti a Piet Mondrian e alla optical art (esempi ne sono la casa di Alex e dello scrittore Alexander); si possono trovare però molti altri riferimenti, tra cui alcuni verso l'opera di Roy Lichtenstein e Constantin Brâncuși. L'arredamento degli interni è, secondo l'architetto Massimiliano Fuksas, di transizione tra anni sessanta e anni settanta, tendente verso questi ultimi: L'estetica del film presenta chiari riferimenti sessuali, che vanno dalla scultura di ceramica in casa della donna dei gatti ai gelati che le due ragazze al bancone del negozio di musica stanno leccando; infatti, secondo Kubrick, niente riesce a risvegliare lo spettatore dal torpore meglio del sesso. ===Costumi=== Il costume da Drugo del protagonista ideato da Milena Canonero La creazione dei costumi è affidata a Milena Canonero. La Canonero, in accordo con Kubrick, decide che i costumi dei drughi debbano essere un incrocio tra la divisa di un poliziotto e di un supereroe perverso e decide di colorarli di bianco, colore che rappresenta la purezza ma anche l'asetticità, la malattia e il cadavere. Secondo Elio Fiorucci, Kubrick ha giocato con l'immagine e il vero contenuto delle cose; il bianco, che trasmette purezza e sicurezza, è in realtà un bianco "degenerato"; esempio ne è anche il latte, che è bianco e trasmette sicurezza, ma in realtà è degenerato, poiché all'interno vi sono delle droghe: Per la scena di violenza ai danni della signora Alexander, la cui calzamaglia viene tagliuzzata dalle forbici per mano di Alex, la Canonero ha dovuto confezionare numerosi capi simili in quanto la scena è stata provata diverse volte. Il film utilizza brani di musica classica molto conosciuti: di Rossini è utilizzata l'ouverture del ''Guglielmo Tell'' e le note della sua famosa opera ''La gazza ladra''; di Beethoven, invece, il secondo movimento e, quale leitmotiv del film destinato a rimanere celeberrimo, il quarto movimento, l''Inno alla gioia'', dalla Nona sinfonia. In un'intervista televisiva Malcolm McDowell racconta che l'utilizzo della canzone ''Singin' in the Rain'' nel film fu del tutto casuale. Durante le riprese della scena del pestaggio e dello stupro a casa dello scrittore, Kubrick, non riuscendo a girare la scena in maniera convincente, chiese a McDowell di provare a cantare e ballare. McDowell improvvisò così ''Singin' in the Rain'': Kubrick ne rimase così entusiasta che dopo solo tre ore aveva già acquistato i diritti della canzone. Modellato su un romanzo nel quale è già postulata la centralità della musica, convalidata dall'estensione di presenze musicali per circa tre quarti della durata complessiva, ''Arancia meccanica'' offre a Kubrick l'opportunità di interrogarsi e proporre spunti di riflessione proprio sul valore della musica nella società, sul suo ruolo nella cultura di massa, sulle sue presunte virtù educative così come sugli impulsi "negativi" che, imprevedibilmente, essa riesce invece a coagulare e a portare alla luce. La dimensione dominante di questa colonna sonora è lo sbeffeggiamento, il sarcasmo, l'irrisione: nelle tracce trovano posto la ''Nona'' di Beethoven stravolta al ''synthetizer'' da Wendy Carlos, maestra in queste trascrizioni; poi una versione accelerata; l'ouverture del ''Guglielmo Tell'' rossiniano che commenta la sequenza, accelerata anch'essa, dell'orgia di Alex con le due fanciulle del Chelsea Drugstore; infine troviamo la musica per il funerale della regina Maria di Purcell. Il cineasta collega le musiche a un'espressività musicale platealmente negativa e "degenerata", come quella di un rock satanico o a una qualunque forma d'arte sospettabile di pregiudizio. Kubrick propone una meditazione sulla musica "alta", quella assoluta e intangibile dei Beethoven, Purcell e Rossini, qui dissacrata da atteggiamenti impertinenti, da "baffi alla Gioconda", ben diversi dall'ossequiosa riverenza a essa tributata in ''2001: Odissea nello spazio''. Simmetricamente, Kubrick trasferisce poi questa riflessione circa la natura ambigua e indisciplinabile della musica anche su una pagina ben più recente e leggera ma anch'essa "esemplare", a suo modo, in termini di morale: la cinematografica e fortunatissima ''Singin' in the Rain''. Il brano viene caricato di valenze bizzarre e sconcertanti, al punto che lo scandalo musicale, e relativi dibattiti con feroci polemiche, finiranno per focalizzarsi quasi più su questa popolarissima e virtuosa pagina che sui numerosi capitoli di musica colta di cui il lungometraggio è gremito. Le pagine classiche di ''Arancia meccanica'' sono sottoposte all'"appetibilizzazione", procedura che permette l'avvicinamento e la demistificazione del protagonista dalle violenze perpetrate. Il brano di Purcell, scritto per il funerale della regina Maria, compare nell'incipit del film ad accompagnare l'autorappresentazione di Alex e si ripresenterà in altre sequenze sempre associate al Korova Milk Bar, luogo di ritrovo della banda dei Drughi, di cui diventa una sorta di tema associato. === Wendy Carlos === Wendy (all'epoca all'anagrafe Walter) Carlos era reduce nel 1971, anno di esordio di ''Arancia meccanica'', dal successo planetario dei suoi due album d'esordio, ''Switched-On Bach'' e ''The Well-Tempered Synthesizer'', nei quali aveva sottoposto pagine bachiane a rielaborazioni puramente timbriche avviando e via via avvalorando il fraintendimento della musica elettronica come "genere" commerciale e di facile godibilità. Carlos si pone a ponte tra rigorosa ricerca elettronica e musica pop: mette a punto arrangiamenti strumentali che dell'elettronica utilizzano l'ampio strumentario, come il sintetizzatore Moog, e non certo i linguaggi sperimentali, oggetti di riforma negli studi fonologici. Il compositore non si spinge oltre elementi coloristici e suggestioni timbriche, però Kubrick resta estasiato dalla capacità della musica di Carlos d'offrire punti di vista proiettati verso un futuro tecnologico, con prospettive d'inquietudine. Le soluzioni proposte da Carlos sembrano offrire a Kubrick un'elettronica moderatamente innovativa tanto da donare nuovi punti di vista, o di ascolto, inediti e non ortodossi su testi musicali carichi di secoli. Questo modo di fare e di usare la tecnologia, chiamata da Bernardi "progressismo al rallentatore", colpisce il regista inglese che si fida della tecnologia ma che è segretamente inquieto di fronte a distacchi bruschi dalla terraferma della tradizione. Al primo impatto con il pubblico la presunta lesa sacralità beethoveniana di ''Arancia meccanica'' scatena un autentico vespaio finendo per addebitare al film una trasgressività, rivelatasi fittizia. ===''Funeral of the Queen Mary''=== La musica, scritta originariamente da Henry Purcell, è usata come tema principale del film, variata da Wendy Carlos. Appare sin dalla prima scena nel Korova quando presenta Alex e i tre Drughi; è interessante notare come all'interno del brano, Carlos abbia inserito il celeberrimo tema del Dies irae, forse per connotare subito che tutto il film è una maledetta vicenda. Il tema è udito ancora più tardi quando i quattro tornano al Milk Bar e quando Alex gironzola nella propria stanza da letto. La musica viene inoltre sentita dopo la cura Ludovico, quando Alex si trova con la ragazza a torso nudo. Più tardi la musica viene riusata quando il protagonista viene picchiato dai due Drughi ormai diventati poliziotti. Un'altra versione della musica, suonata con altri strumenti e molto più veloce e allegra, appare quando Alex torna a casa dopo essere stato al Korova, introdotta fischiettata da lui stesso e, in seguito, quando Alex è ricoverato in ospedale e riceve la visita dei genitori. === ''Timesteps'' === L'unico brano originale è ''Timesteps'' ed è frutto turbinoso della tastiera Moog di Walter/Wendy Carlos; la pagina è stata scritta prima della stesura del film ed è stata ispirata dal romanzo di Burgess. Questa composizione la troviamo quando Alex viene sottoposto alla visione forzata di brutalità e orrori assortiti. In questo passaggio vengono messe in evidenza le voci trasfigurate dal vocoder dove si dà consistenza fonica alla sgradevolezza del trattamento clinico, trasponendo così in una diversa sfera sensoriale le tormentose conseguenze di quella terapia. Questo brano produce un'indefinita e sensibile immedesimazione anche senza che la regia carichi di tinte della ripugnanza, lo spettatore condivide con nausea alle atrocità cui assiste. === Musica classica === Il gioco dei contrari tipicamente kubrickiano, s'innesta soprattutto sull'amore di Alex verso la musica classica: nella distorta visione del mondo e dei rapporti sociali, Beethoven viene assunto come ''summa'' di contenuti e ideologie e come tale attaccato e trasgredito. È possibile tracciare una duplice partizione tra la figura di Alex e la musica. Nella prima, la versione di Alex come "capo Drugo", istintivo e pieno di ''pathos'' ingovernabile è affidato alle pagine di Rossini. Nella seconda, Alex, ripulito dalle pulsioni violente, è associato alle pagine beethoveniane, che nel film troviamo unite alle sue fantasie a occhi aperti così come alle visioni dei film "terapeutici" sul nazismo. === Beethoven === Le note beethoveniane sono il palinsesto principale su cui poi Kubrick plasma le immagini e gli stacchi di montaggio, come sui dettagli dei crocefissi oltraggiosi di Alex, che seguono pedissequamente le scansioni ritmiche del secondo tempo (''Molto vivace''). Il significato generalmente connesso alla ''Nona Sinfonia'' (e in particolare al conclusivo ''Inno alla gioia'', ode alla concordia, all'amicizia e all'ordine) viene ribaltato e il brano finisce per fare da sfondo e da stimolo alle scene di violenza più bestiali. Nella gioia di Alex non troviamo più nulla di gaio, semmai il suo uso distorto e riscontrabile nelle diverse sequenze in cui il pezzo è utilizzato, associato alle immagini atroci delle parate naziste durante la "cura Ludovico" sia come sottofondo della vendetta di Mr. Alexander. === Rossini === L''ouverture'' del ''La gazza ladra'' assume, fin dall'inizio, la funzione di vero e proprio ''leitmotiv'' della violenza: s'ascolta il ritmo danzante e la vitalità di questo brano durante lo scontro con la banda di Billy Boy nel teatro abbandonato, durante il viaggio sulla Durango verso la casa di Mr. Alexander, nella colluttazione con la signora dei gatti o provenire da un posto imprecisato e suggerire al protagonista atti brutali. I rilanci sempre più caricati nel crescendo, l'artificio del ribattuto e la ripetitività tematica, caratteristiche rossiniane, sono qui tutte funzionali con naturalezza ed esattezza di tempi e gesti. Le scene di violenza acquisiscono così un aspetto gioioso e, quasi, liberatorio. L'allegro vivace del ''Guglielmo Tell'', ancora di Rossini, è in versione molto accelerata e ben si sposa in virtù del dinamismo irrefrenabile e della carica ironica che pervade il rapporto di Alex con due ragazze abbordate in un negozio di dischi: qui troviamo l'elemento ritmico del crescendo, progressivamente più frenetico e incalzante, che viene spinto a un'esasperata eccitazione emotiva, in sintonia con il visivo, finché il ritmo da martellante si fa sovreccitato, mitragliante, a evocare l'inesauribilità di energie e l'ingordigia animalesca. L''Andante'' dell''Ouverture'' del ''Guglielmo Tell'', affidato a cinque violoncelli, è pervaso da un'atmosfera di rassegnata, dolente meditazione in cui viene a essere una caricatura sonora di un'afflizione teatrale e stucchevole. L''''''Ouverture to the Sun''''', del gruppo folk psichedelico Sunforest, è un brano dal sapore medioevale in cui emerge il tamburello, utilizzato nella dimostrazione post-esperimento, per verificare in pubblico la guarigione dalle pulsioni violente. === ''Singin' in the Rain'' === Questo brano è reso insostenibile e oltraggioso dalla combinazione con le immagini del feroce pestaggio; una sintesi inaccettabile, a detta di molti, tanto per la messa in scena traumatizzante di per sé che per l'indisponente formulazione audiovisiva. Alex intona con disumana euforia questa canzone durante l'aggressione ai danni dello scrittore Alexander e di sua moglie, facendo sì che le pause ritmiche del brano siano cadenzate (e sottolineate) "a tempo" dai calci e dalle bastonate che egli sferra ai due malcapitati. In questo passaggio si riconosce l'ironia kubrickiana giocata sulla contraddizione tra l'evento messo in scena e l'innocenza evocativa: è impossibile non andare con la memoria alle evoluzioni festose di Gene Kelly sotto l'acquazzone. La scena del musical è l'emblema dell'amore e della gioia di vivere; in ''Arancia meccanica'' la stessa canzone alimenta e ratifica una lucidità aggressiva, che incanala in senso distruttivo gli impulsi che Kelly aveva risolto in senso positivo. L'analogia tra i due lungometraggi è nella danza, che nel film di Kubrick diventa una macabra marcia di violenza, le cui movenze sembrano le cadenze di un balletto assai brutale. Un uso altrettanto incongruo e irriverente della musica che possiamo riscontrare almeno in altre due situazioni: nell'utilizzo di ''I Want to Marry a Lighthouse Keeper'' ("''Voglio sposare il custode di un faro''") di Erika Eigen associato al ritorno a casa di Alex, che è tutto fuorché un'illuminazione e nell'ouverture del ''Guglielmo Tell'' (rielaborata al sintetizzatore da Wendy Carlos) di Rossini (1792 - 1868) che accompagna la sequenza dell'orgia, giocata sia visivamente sia musicalmente sull'accelerazione. Il gioco grottesco che si innesta è valorizzato dal fatto che il brano è comunemente conosciuto come la "cavalcata del Guglielmo Tell". La revisione attuata da Kubrick, a carico del motivetto di ''Singing in the rain'', è meno eccessiva e stravagante di quanto pare. Sussiste in realtà una coerenza, occulta ma ferrea, che è quella dell'antagonismo, inconciliabile solo in apparenza tra i poli del dualismo apollineo / dionisiaco. Alex è esuberanza animale, energia vitale allo stato puro e affrancato da codici morali, ma è anche prodotto di una società e di una cultura persuasiva e pervasiva. Nulla di più naturale quindi che, per un individuo come Alex formato a dosi energiche di cultura massificata e privo di riferimenti alternativi, l''Inno alla gioia'' dalla ''Nona sinfonia'' beethoveniana, ''Sheherazade'' di Rimskij-Korsakov (1844 - 1908) e ''Singin' in the Rain'' coincidano con espressioni di gioia incontrollata. Non sembra sussistere la gratuità logica nella soluzione che affida a ''Singin' in the Rain'' le truci cadenze del pestaggio: anche i conti della pertinenza sembrano tornare, giacché il giovanotto è prodotto della cultura del suo tempo cui attinge a proposito e sproposito. Dal momento che la pratica e il compiacimento della violenza gratuita allontanano emotivamente lo spettatore da Alex, è indispensabile riportare lo spettatore a coordinate più "normali" e universali, condivise e condivisibili, quindi Kubrick opta per l'individuazione e valorizzazione di un punto di contatto. Con questa operazione, il cineasta americano sceglie ''Singin' in the Rain'' e l''Inno alla gioia'' come punto di contatto tra il pubblico e Alex, visto che quest'ultimo risulta figlio di un'alterità sociale. Queste pagine, infatti, avvicinano il protagonista, attraverso l'accessibilità del linguaggio sonoro, al pubblico (pratica non nuova nei lavori di Kubrick). La ricerca di capisaldi musicali (e no) di estrema notorietà e di effetto collaudato sono riconducibili anche a quella che Ghezzi chiama "la popolarità della comunicazione", ovvero l'attrattiva e accessibilità di linguaggi e modelli su cui Kubrick non ha l'abitudine di lesinare e che non disprezza l'impiego di cavalli di battaglia impiegati con intenzioni allusive e simboliche, come in ''Eyes Wide Shut'' (1999) con ''Strangers in the Night''. === Data di uscita === ''Arancia meccanica'' esce una prima volta nel dicembre del 1971 negli Stati Uniti, in un'anteprima assoluta a New York, ma l'accoglienza è al di sotto delle aspettative di Kubrick e della Warner Bros. Successivamente esce in Gran Bretagna il 13 gennaio 1972 e negli USA dal 2 febbraio in ampia distribuzione e dopo le revisioni del regista e della Warner Bros., il film incassa oltre 114 milioni di dollari in tutto il mondo (ne era costati 2). In Italia, dopo la proiezione a Venezia, arriva nei cinema dal 7 settembre 1972. === Divieti === Nonostante Kubrick intendesse condannare la violenza invece di fomentarla, lettere minatorie dalla Gran Bretagna arrivarono a Kubrick e alla sua famiglia, tanto da indurre il regista stesso a chiedere e ottenere dalla Warner Bros. il ritiro della pellicola dalle sale locali. Nella maggior parte dei paesi del mondo (Italia compresa) il film fu vietato ai minori di 18 anni per le numerose scene di efferata violenza e divenne uno dei bersagli preferiti della censura. Anche in Italia il film divise, e il provvedimento di divieto ai minorenni durò fino al 1998, quando una sentenza del Consiglio di Stato lo abbassò ai minori di 14 anni rendendo così il film fruibile anche sul piccolo schermo. Per nove anni, né Rai né Mediaset si mostrarono interessate a sfatare quello che da un quarto di secolo era considerato "tabù televisivo": a parte un unico passaggio (1999) nella TV a pagamento (Tele+), ''Arancia meccanica'' rimase invenduto fino a quando Telecom Italia Media non ne acquisì i diritti per poi trasmetterlo finalmente in chiaro su LA7. Il 25 settembre 2007, preceduto dal documentario ''La meccanica dell'arancia'' condotto dal regista Alex Infascelli, il film ruppe questo tabù dopo le ore 22:30 (come previsto per le pellicole vietate ai minori di 14 anni), 35 anni dopo la sua uscita cinematografica. In seguito il film è stato trasmesso anche dalle tre principali emittenti televisive Mediaset. Dall'aprile 2019 a marzo 2020 il film è stato disponibile in Italia sulla piattaforma Netflix, con l'indicazione di divieto per i minori di 18 anni. === Edizione italiana === Il doppiaggio italiano del film venne eseguito dalla C.V.D. e diretto da Mario Maldesi su dialoghi di Roberto De Leonardis. La difficile traduzione del copione in italiano venne curata dallo sceneggiatore e giornalista Riccardo Aragno, amico personale di Kubrick. Fu Federico Fellini che consigliò a Kubrick di affidarsi a Maldesi per l'edizione italiana della pellicola, però a patto che il missaggio fosse eseguito a Londra da Kubrick in persona senza alcuna supervisione: il regista scrisse allora una lettera a Maldesi per vincere le sue resistenze con la promessa che non avrebbe apportato modifiche al doppiaggio da lui eseguito; Maldesi accettò e anche la scelta delle voci fu concordata con Kubrick: per la voce di Malcolm McDowell, Maldesi provinò anche Giancarlo Giannini ma lo scartò, preferendo il timbro metallico e freddo di Adalberto Maria Merli, scelta approvata da Kubrick. Il doppiaggio, che segnò l'inizio del lungo sodalizio artistico tra Kubrick e Maldesi, venne eseguito negli Stabilimenti Fono Roma a Roma e affidato a celebri attori di teatro. === Critica === All'uscita il film ebbe elogi da parte di Federico Fellini e Akira Kurosawa. Achille Bonito Oliva, critico d'arte, afferma che Kubrick riesce a profetare anche il pericolo di una violenza "estetizzante": Inoltre, sempre secondo Oliva e il giornalista Andrea Purgatori, Kubrick nel film espone non le soluzioni, ma solo i problemi; proprio in questo, secondo Oliva, si trova la grandezza stoica e laica del regista. Il Mereghetti, famoso dizionario dei film curato da Paolo Mereghetti, assegna al film 4 stelle (il massimo voto possibile), e lo definisce: «Kubrick trae una specie di pamphlet antiutopico sul nostro futuro prossimo, dove dominano violenza e frustrazione sessuale frutti del disorientamento e dell'impossibilità di realizzare i propri desideri. Al centro, il problema della libertà di scelta raccontato senza falsi moralismi. Per questo le scene di violenza (di una brutalità cruda fino ai limiti della sopportabilità ma ironicamente commentate dalla musica) sono necessarie e non gratuite. La straordinaria forza emotiva del film nasce dalla somma di molti elementi: i materiali della cultura alta volgarizzati da quella di massa (l'arte moderna del Korova Milk Bar e la casa dell'amica dei gatti; le arie di Rossini e di Beethoven), il linguaggio gergalizzato, la sistematica distruzione dell'illusione di realtà (accelerazioni, ralenti, grandangoli), la colonna musicale (elaborata elettronicamente da Walter Carlos). Nel 1971 fu uno shock, oggi è ancora un salutare pugno nello stomaco.» ''Il Morandini'', dizionario di recensioni cinematografiche di Laura, Luisa e Morando Morandini, afferma che: * 1972 - '''Premio Oscar''' ** Candidatura per Miglior film a Stanley Kubrick ** Candidatura per Migliore regia a Stanley Kubrick ** Candidatura per Migliore sceneggiatura non originale a Stanley Kubrick ** Candidatura per Miglior montaggio a Bill Butler * 1972 - '''Golden Globe''' ** Candidatura per Miglior film drammatico ** Candidatura per Migliore regia a Stanley Kubrick ** Candidatura per Miglior attore in un film drammatico a Malcolm McDowell * '''1973 - Premio BAFTA''' ** Candidatura per Miglior film ** Candidatura per Migliore regia a Stanley Kubrick ** Candidatura per Migliore sceneggiatura non originale a Stanley Kubrick ** Candidatura per Migliore fotografia a John Alcott ** Candidatura per Migliore scenografia a John Barry ** Candidatura per Miglior montaggio a Bill Butler ** Candidatura per Miglior sonoro a Brian Blamey, John Jordan e Bill Rowe * 1973 - '''Kansas City Film Critics Circle Award''' ** Miglior film * 1973 - '''Nastro d'argento''' ** Regista del miglior film straniero a Stanley Kubrick * 1972 - '''Festival di Venezia''' ** Premio Pasinetti a Stanley Kubrick * 1972 - '''Premio Hugo''' ** Miglior rappresentazione drammatica a Stanley Kubrick e Anthony Burgess * 1971 - '''New York Film Critics Circle Award''' ** Miglior film ** Migliore regia a Stanley Kubrick ** Candidatura per Miglior attore protagonista a Malcolm McDowell * 1972 - '''DGA Award''' ** Candidatura per Miglior regia a Stanley Kubrick * 1972 - '''National Society of Film Critics Award''' ** Candidatura per Miglior film ** Candidatura per Miglior regia a Stanley Kubrick ** Candidatura per Miglior attore protagonista a Malcolm McDowell * 1972 - '''WGA Award''' ** Candidatura per Miglior sceneggiatura non originale a Stanley Kubrick * 1998 - '''Online Film & Television Association''' ** Miglior film * Nel 1999 il British Film Institute l'ha inserito all'81º posto della lista dei migliori cento film britannici del XX secolo. Al film sono state dedicate innumerevoli citazioni. === Cinema e televisione === * Al film è ispirato il film turco intitolato ''La gang dell'arancia meccanica'' del 1974. * Le pellicole ''Funny Games'' e il suo omonimo remake, entrambe dirette da Michael Haneke, sono ispirate ad ''Arancia meccanica''. * Nell'episodio 11 della quarta stagione di ''Miraculous - Le storie di Ladybug e Chat Noir'', Kitthainse, si è ispirato all'omonima pellicola, con tanto di sigla d'apertura tutta sua, dove i Kitty Section (Luka, Juleka, Rose e Ivan) stanno seduti sul divano a sorseggiare latte come nella pellicola originale. * ''La mela idraulica'', una storia a fumetti di ''Nick Carter'' pubblicato sul ''Corriere dei ragazzi'', n. 31 del 5 agosto 1973 e poi trasposta anche in cartone per il programma tv ''SuperGulp!'', vede il trio investigativo alle prese con dei teppisti vestiti esattamente come i Drughi, facenti parte della "''Banda della mela idraulica''". Il detective ironizza sul titolo del romanzo definendosi capo della "''Ciliegina ad orologeria''". * Nel 2007 il regista austriaco Simon Thaur ha diretto una versione pornografica di questo film, intitolato ''Avantgarde Extreme 53 - Scatwork Orange''. * Nell'episodio della quarta stagione dei ''Simpson'' ''Niente birra per Homer'', Bart cerca di prendere dei dolci nello stesso modo in cui Alex tenta di violentare la ragazza, avendo poi una reazione simile. Nell’episodio della terza stagione ''Morire come un cane'' il cane di Bart, Piccolo Aiutante di Babbo Natale, viene sottoposto da Burns a un trattamento di ricondizionanento uguale a quello subito da Alex. ''Giallo meccanico'', segmento della puntata ''La paura fa novanta XXV'', è un'intera parodia di Arancia meccanica e di altri film di Kubrick. * Nel film ''La donna della domenica'' di Luigi Comencini il delitto attorno a cui ruota la trama viene compiuto con l'utilizzo di una statua di forma fallica. ===Musica=== * Danno dello storico gruppo Rap Italiano Colle der Fomento nella canzone ''Quando verrà il momento'', presente nell’album Odio Pieno del 1996, menziona Alexander nella strofa: “Sto coi miei lupi come Alex sta con i suoi drughi”. * Il gruppo techno-pop anni ottanta ''Heaven 17'', trae il proprio nome da una band immaginaria riportata nella top ten nel negozio di dischi e citati dalla ragazza come "I celestiali diciassette". * Il videoclip del singolo ''The Universal'' dei Blur, diretto da Jonathan Glazer, è un esplicito omaggio al film di Kubrick. La scenografia è liberamente ispirata ai luoghi del film (soprattutto il "Korova Milk Bar") e il video ritrae i musicisti britannici nei panni dei famosi Drughi, con tanto di un Damon Albarn provvisto di ciglia finte e bombetta, proprio come Alex. * Il video musicale della canzone ''Never Gonna Stop Me'' di Rob Zombie è un esplicito omaggio ad ''Arancia meccanica''. Infatti nel video Rob Zombie è vestito come Alex, mentre gli altri componenti del gruppo sono vestiti da Drughi e tutti sono seduti al Korova Milk Bar, con in mano un bicchiere di "Latte più", e con i piedi poggiati su tavoli a forma di donne nude; inoltre non manca la reinterpretazione della scena della Durango 95, con i Drughi a bordo e Alex al volante. * Anche il video musicale di ''Seven Nation Army'', dei White Stripes, è una chiara citazione alla copertina della colonna sonora di ''Arancia meccanica'', con gli iconici triangoli reiterati e i colori stilizzati. * Il gruppo punk The Adicts ha ripreso l'abbigliamento usato dai Drughi. * Un concept album sull'intreccio del film del gruppo metal Sepultura ha per titolo ''A-Lex'' (2009). * Nell'album del 2001 ''Requiescat In Pace'' del gruppo thrash metal SRL, la seconda canzone ''A Lex'' è ispirata al protagonista del film. * L'album ''Suck It and See'' della band indie rock inglese Arctic Monkeys prende il titolo dalla scritta sul muro fuori casa di Alex. * Il video ''Beggars'' dei Mallory Knox è chiaramente ispirato al film, specialmente alla scena in cui Alex e i Drughi aggrediscono il senzatetto. * Un'etichetta discografica specializzata in musica New Wave si chiamava Korova (per cui ha inciso il gruppo The Sound). *La band alternative rock polacca Myslovitz ha intitolato il suo quinto album ''Korova Milky Bar''. * Il gruppo thrash metal torinese Ultra-Violence prende spunto dall'"ultra-violenza" di Alex per il nome; inoltre le copertine dei loro album raffigurano scene del film. ===Altro=== * Il nome ''Drughi Bianconeri'' è usato da una frangia della tifoseria della Juventus. Il nome originario del gruppo era proprio ''Arancia Meccanica''. * Il gruppo di tifoseria organizzata "Ultras Tito Cucchiaroni" utilizza Alexander come simbolo nel proprio logo. Inoltre questa frangia della tifoseria della Sampdoria ha sede nel quartiere genovese di Staglieno. * La nazionale olandese del 1974 allenata da Rinus Michels e capitanata da Johan Cruijff, fu soprannominata ''Arancia meccanica'' per la tradizionale tenuta arancione. * La finzione sfora nella realtà con alcuni fatti di cronaca nera a cavallo tra gli anni settanta e ottanta, i cosiddetti colpi della ''Banda dell'Arancia Meccanica''. Un gruppo di balordi di periferia, tra i quali un ex agente di polizia e una guardia giurata, compiva incursioni notturne nelle abitazioni di alcuni VIP romani, sottoponendoli a violenze e sevizie, un gioco che durò fintanto che funzionò l'arma del ricatto in cambio dell'omertà. Da questi fatti è stato tratto il libro di Dido Sacchettoni ''Le notti dell'arancia meccanica'' e a sua volta un film di Claudio Caligari, ''L'odore della notte'' (1998). * Nel videogioco per Nintendo 64 Conker's Bad Fur Day viene citata la scena iniziale del film, con Conker che assume il ruolo di Alex. *''Arancia meccanica'' in realtà è il titolo di un romanzo scritto da Frank Alexander, anche se nel film non se ne fa menzione. * Nel libro Alex ha 15 anni all'inizio e 18 alla fine, mentre nel film, sebbene la sua età non venga specificata, ne dimostra molti di più (infatti l'attore Malcolm McDowell, all'epoca delle riprese ne aveva 27). *Nella storia originale Georgie muore durante un colpo organizzato insieme con Pete e Dim, mentre Alex è già in prigione. *Il serpente non figura nella storia originale, venne aggiunto dal regista quando scoprì che Malcolm McDowell era terrorizzato dai rettili. * Alex è un appassionato della musica classica in generale e viene condizionato contro questa (ne è un esempio una scena al negozio di dischi, quando Alex prova dolore ascoltando la ''Praga'' di Wolfgang Amadeus Mozart). Nel film invece Alex ascolta - e in seguito prova nausea ascoltandola - solo la Nona di Beethoven. A tal proposito, la Sinfonia n. 9 (incluso ovviamente l''Inno alla Gioia'') è l'unico pezzo non originale presente sia nel libro sia nel film. Per il resto, gli altri brani classici e leggeri ascoltati o solo nominati dai personaggi del libro sono diversi da quelli ascoltati o inseriti in sottofondo nel film. In esso, come descritto nell'apposito paragrafo, gli altri brani non originali sono ''La gazza ladra'' e ''Guglielmo Tell'' di Gioachino Rossini, ''Pomp and Circumstance'' di Edward Elgar, ''Musica per il funerale della regina Maria'' di Henry Purcell (rielaborata da W. Carlos) e la canzone ''Singin'in the rain'' di Gene Kelly. D'altro canto, nel libro, vi sono tre composizioni fittizie come i relativi autori (''Das Bettzeug'' di Friedich Gitterfenster, «Nuovo concerto per violino» di Geoffrey Plautus, Sinfonia n. 3 di Otto Skadelig), alcuni pezzi e cantanti sempre fittizi di musica leggera e – stavolta reali – Sinfonia n. 38 ''Praga'', n. 40 (solo nominata) e n. 41 ''Jupiter'' di Wolfgang Amadeus Mozart, ''Concerto brandeburghese'' n. 6 «solo per viole e violoncelli» di Johann Sebastian Bach, Concerto per violino e Sinfonia n. 5 (quarto movimento) di Beethoven. Sono inoltre nominati G.F. Haendel, A. Schönberg, C. Orff e l'ouverture di ''Sogno di una notte di mezza estate'' di Felix Mendelssohn di cui Alex parla nell'ultimo capitolo (non menzionato nel film) quando spiega che «a diciotto anni non si è più tanto giovani», facendo presente che il musicista tedesco alla sua età vantava quel brano già in curriculum: lo compose infatti a diciassette anni. Il messaggio di Kubrick è ironicamente pessimista: secondo il regista le nuove generazioni ottengono ciò che vogliono semplicemente prendendoselo; questo fanno il protagonista Alex DeLarge e i suoi Drughi. Kubrick affronta in ''Arancia meccanica'' il tema della contrapposizione tra la bestialità dell'uomo e quella più strutturale organizzata delle istituzioni, riflettendo la realtà, e i contrasti, del mondo dell'epoca: le lotte tra destra e sinistra estreme, opposte ma accomunate dalla sfiducia nella natura umana; le idee dei giovani contrapposte a quelle delle generazioni precedenti; gli ideali di pace e libertà e la guerra del Vietnam, o la Primavera di Praga. Per non parlare delle critiche alle istituzioni di governo e quelle carcerarie che come mostrato nel film, ignorano completamente le esigenze e più in generale l'individuo e cercano di "annullarlo". Celebre la scena dove viene chiesto l'aiuto del protagonista per placare i media in seguito al suo tentato suicidio indotto. Kubrick inoltre, rappresentando spesso la donna come oggetto, vuole fare una critica ai mass media del tempo. Da un punto di vista filosofico, Kubrick introduce, attraverso la cosiddetta Cura Ludovico, il tema del libero arbitrio. Libero arbitrio, che così come sostenuto dal cappellano della prigione, diviene il fondamento dell'umanità. Proprio il religioso, opponendosi alla Cura Ludovico, affermerà: "Il ragazzo non ha una vera scelta! Se cessa di fare il male, cessa anche di esercitare il libero arbitrio. Quando un uomo non ha scelta, cessa di essere uomo". Il Nadsat è uno slang artificiale derivato dall'inglese con numerose influenze russe. Inventato dallo scrittore Anthony Burgess, è usato da Alexander DeLarge e dai suoi ''Drughi'' (dal russo Друг / Друзья: Drug / Druz'ja = amico/i). Lo stesso titolo inglese del film (''A Clockwork Orange'') sarebbe riconducibile a questa lingua. "Orange" infatti in Nadsat significa "uomo" e il titolo tradotto quindi diventerebbe "Uomo a orologeria", cioè presumibilmente pronto a "esplodere" in qualunque momento. Da non trascurare l'ipotesi che la "cura Ludovico" costituisca una citazione esplicita dell'allegoria del Mito della caverna di Platone. Alex è sostituito agli uomini incatenati e costretti a guardare le ombre proiettate sulla parete dagli artefici e, come l'ipotetico uomo dell'allegoria che venga liberato, Alex non è poi in grado di interagire con la realtà esterna e di conseguenza ne diviene vittima. Infine c'è da considerare che lo spettatore del film vede sullo schermo raffigurata, in maniera allegorica, la sua stessa condizione (anch'egli nella "caverna" buia a guardare fisso delle ombre sullo schermo) in un infinito gioco di specchi. Suggestiva è anche l'ipotesi di Platone sulla necessità della giustizia, anche all'interno di una banda armata, tesi che verrà smentita dal marchese De Sade nel suo ''Justine o le disavventure della virtù'', e attorno a cui sembra oscillare questo film di Kubrick: Alex tradisce gli amici e ne viene tradito a sua volta, non sapendo poi più fare del male subisce l'ingiustizia delle vittime, dimostrando però la necessità sociale di comportarsi bene e rispettare la libertà altrui, poiché nessuno in questo caso trae dei veri profitti, a differenza che in Sade.
Afnio
L''''afnio''' è l'elemento chimico di numero atomico 72 e il suo simbolo è '''Hf'''. È un metallo di transizione di aspetto lucido e colore argenteo; chimicamente assomiglia allo zirconio e si trova spesso nei minerali di zirconio. L'afnio si utilizza in lega con il tungsteno nei filamenti e negli elettrodi ed è utilizzato come assorbente di neutroni nelle barre di controllo dei reattori nucleari.
Campioni di Afnio puro al 99,9% rifusi con un saldatore ad arco al tungsteno visti fronte retro, con una visibile struttura cristallina. I colori sono un effetto dovuto a sottile strato di ossido. L'afnio (dal latino ''Hafnia'', l'attuale "Copenaghen") è stato scoperto da Dirk Coster e George Charles de Hevesy nel 1923 a Copenaghen, Danimarca. Già nella Tavola periodica degli elementi elaborata da Dmitrij Mendeleev nel 1869 era previsto un corrispondente più pesante del titanio e dello zirconio, anche se Mendeleev aveva piazzato il lantanio subito al disotto dello zirconio in quanto egli basava le sue considerazioni sul peso atomico e non sul numero atomico. Quando si comprese che dopo il lantanio era presente un gruppo di elementi con proprietà simili, iniziò la ricerca per gli elementi mancanti con numero atomico 43, 61, 72 e 75. Georges Urbain affermò di avere isolato l'elemento 72 nelle terre rare e pubblicò nel 1911 i risultati della sua ricerca sull'elemento chiamato ''celtium''. Tuttavia né gli spettri né le caratteristiche chimiche corrispondevano alle aspettative cosicché, dopo un intenso dibattito, la sua scoperta fu rigettata. All'inizio del 1923 alcuni chimici e fisici, tra cui Niels Bohr e Charles R. Bury, proposero che l'elemento 72 dovesse assomigliare allo zirconio e quindi non far parte delle terre rare. Queste considerazioni erano basate sulla teoria atomica di Bohr, sulla spettroscopia a raggi X di Mosley e su argomentazioni di natura chimica da parte di Friedrich Paneth. Sulla base di queste considerazioni, Dirk Coster e George Charles de Hevesy cominciarono a cercare l'elemento 72 nei minerali di zirconio fino a giungere così alla scoperta dell'afnio nel 1923 a Copenaghen. Il nome dell'elemento fu derivato da ''Hafnia'', il nome latino della città di Copenaghen, la città di Niels Bohr. Per questo nel sigillo della Facoltà di scienze dell'Università di Copenaghen compare un'immagine stilizzata dell'afnio. L'afnio fu definitivamente identificato attraverso l'analisi ai raggi X in cristalli di zircone in Norvegia. L'afnio fu separato dallo zirconio attraverso ripetute ricristallizzazioni dei fluoruri di ammonio o potassio da Jantzen e von Hevesey. L'afnio metallico fu preparato per la prima volta nel 1924 da Anton Eduard van Arkel e Jan Hendrik de Boer facendo passare il vapore del suo tetraioduro sopra un filamento di tungsteno riscaldato. Tale processo per la purificazione differenziata dello zirconio e dell'afnio è tuttora in uso. Afnio metallico Questo metallo argenteo si presenta duttile e resistente alla corrosione. Le proprietà dell'afnio sono fortemente influenzate dalle impurezze di zirconio e questi due elementi sono tra i più difficili da separare. La sola differenza importante tra i due è la densità: quella dello zirconio è circa la metà di quella dell'afnio. Il carburo di afnio è il composto binario più refrattario che si conosca (fonde a ) ed il nitruro di afnio, con un punto di fusione di 3 310 °C, è il più refrattario fra tutti i nitruri metallici. Questo metallo è resistente agli alcali concentrati mentre gli alogeni reagiscono con esso formando tetraalogenuri di afnio. Ad alta temperatura l'afnio reagisce con ossigeno, azoto, carbonio, boro, zolfo e silicio. L'isomero nucleare Hf-178-2m è usato come sorgente di raggi gamma e se ne sta studiando l'utilizzo come sorgente di energia nei laser a raggi gamma. Dei sei isotopi che costituiscono l'afnio naturale, l'afnio-174 ha la maggiore sezione d'urto per neutroni termici. Il vantaggio dell'afnio rispetto agli altri assorbitori neutronici è che la reazione di assorbimento non produce elio. Inoltre la sua resistenza alla corrosione in acqua è maggiore delle leghe di zirconio da guaina, perciò rende possibile il suo impiego senza guaina, infine ha buona stabilità e mantenimento delle proprietà meccaniche sotto radiazione. Il periodo di esercizio delle barre in afnio può superare i 10 anni. L'afnio solido subisce una trasformazione polimorfa a È un forte sottrattore di ossigeno e azoto anche a bassissima pressione () ed è generalmente utilizzato nell'analisi delle proprietà termiche dei materiali. Ossigeno e azoto si dissolvono nell'afnio, stabilizzano la fase α aumentando la sua temperatura di transizione, il cui valore più affidabile è di 1 742 °C. I risultati più affidabili vengono da esperimenti con campioni grandi, vuoto spinto e breve durata. L'afnio si trova in natura combinato con i composti di zirconio e non esiste come elemento libero. I minerali che contengono zirconio come l'alvite (Hf, Th, Zr)SiO4 H2O, thortveitite e zircone (ZrSiO4) contengono dall'1 al 5 per cento di afnio. Circa la metà dell'afnio metallico è prodotto mediante raffinazione dello zirconio. Questo processo si effettua riducendo il tetracloruro di afnio con magnesio o sodio nel processo Kroll oppure attraverso il meno efficiente processo van Arkel-de Boer. L'afnio è utilizzato per fabbricare barre di controllo nei reattori nucleari per via della sua alta capacità di assorbimento dei neutroni: è in grado di assorbire neutroni energetici 600 volte più efficacemente che lo zirconio; inoltre ha ottime caratteristiche meccaniche ed un'eccezionale resistenza alla corrosione. Altri utilizzi sono: * nelle lampade ad incandescenza, * per catturare i residui di ossigeno ed azoto, * come elettrodo nel taglio al plasma per la sua capacità di emissione di elettroni, * in lega con ferro, titanio, niobio, tantalio ed altri metalli. * il biossido di afnio sarà utilizzato negli isolatori di gate High-K (ad alta costante dielettrica) nelle ultime generazioni di circuiti integrati. Intel ha introdotto una tecnologia di transistor per i suoi processori a 45 nm che fa uso dell'afnio. L'afnio va trattato con attenzione perché quando è in polvere è ''piroforico,'' cioè si accende spontaneamente a contatto con l'aria. Composti contenenti questo metallo vengono raramente a contatto con le persone ed il metallo puro non è tossico, ma tutti i suoi composti dovrebbero essere trattati come sostanze tossiche. L'esposizione all'afnio e ai suoi composti non deve eccedere il TLV-TWA pari a /m³, valore limite ponderato su 8 ore giornaliere.
Apple II
L''''Apple II''' è un home computer prodotto da Apple, tra i primi realizzati su scala industriale a riscuotere un enorme successo commerciale: complessivamente si stima ne siano stati venduti quasi 5 milioni di esemplari. È considerato il computer che più di ogni altro ha influenzato il mondo degli home computer ed è anche il computer più longevo di tutti i tempi: presentato il 16 aprile 1977 durante la prima edizione della Fiera del computer della West Coast di San Francisco e messo in commercio il 10 giugno 1977, è rimasto in vendita fino alla fine del 1993. Il modello più commercializzato è stato l'''''Apple IIe''''', prodotto da maggio 1983 a novembre 1993.
Byte'', 1977 Il nuovo logo colorato di Apple, a richiamare la capacità dell'Apple II di generare grafica a colori Nel 1976 i due fondatori della Apple, Steve Jobs e Steve Wozniak, costruiscono nel loro garage l'Apple I, un microcomputer appetibile ad un pubblico di appassionati di elettronica essendo composto unicamente dalla scheda madre principale. Chi lo acquista deve poi collegarci un alimentatore, una tastiera per inserire i programmi, un televisore per visualizzare l'immagine ed eventualmente un registratore a cassette per salvare i dati. Le vendite, nonostante tutto, vanno bene portando 50.000 dollari nelle casse di Jobs e Wozniak, ed il successo dell'Apple I attirò un investitore, Mike Markkula, che entra nella neonata azienda versando 250.000 dollari. Grazie a questi soldi è possibile trasformare quel computer in un prodotto molto più raffinato e commerciabile: Jobs, infatti, desidera rendere l'informatica accessibile a tutti, realizzando un computer utilizzabile da chiunque che funzioni appena tolto dalla scatola. Questo computer si chiama '''Apple II''', probabilmente il primo computer veramente ''user-friendly''. Wozniak lavora quindi al progetto dell'Apple I aggiungendo le caratteristiche che servono per migliorarlo, come la visualizzazione delle immagini a colori ed il suono. Curiosamente, queste caratteristiche sono elaborate da Wozniak mentre cerca di capire cosa mancasse al primo computer per far funzionare il videogioco ''Breakout'', al cui sviluppo, tempo prima, ha lavorato quando ha già collaborato con Atari. Per far sì che il computer sia veramente pronto all'uso si decide di racchiudere tutta l'elettronica in un unico contenitore. Per lavorare al progetto viene incaricato il progettista Jerry Manock che realizza il contenitore in modo da accogliere la scheda madre sotto alla tastiera: il corpo centrale del computer è più alto per lasciare lo spazio necessario all'alloggiamento delle schede di espansione, da inserirsi in slot interni. Per dare comunque un'idea di snellezza al computer, la parte su cui è posizionata la tastiera viene inclinata: in questo modo anche la digitazione risulta comoda, come su una macchina da scrivere. L'Apple II è inoltre il primo computer ad adottare un contenitore in plastica al posto di quelli in metallo in uso fino ad allora, per poter assecondare meglio le forme stilistiche del progetto. I primi modelli sono realizzati con plastica tinta di ''beige'', ma dopo alcuni mesi inizia la produzione in ABS: ecco perché i primi modelli hanno nel corso degli anni perso la verniciatura e mostrano la plastica chiara sottostante. Viene anche scelto un nuovo logo per l'azienda al posto di quello precedente, raffigurante Isaac Newton sotto ad un albero di mele. È contattata la società pubblicitaria ''Regis McKenna Agency'' ed il grafico Rob Janoff disegna, sotto la supervisione di Jobs, una mela stilizzata con un "morso" mancante e 6 bande colorate orizzontali, aggiunte per richiamare la capacità dell'Apple II di renderizzare grafica a colori. Il nuovo logo è inserito sulla targhetta con il nome del computer. Il computer è pubblicizzato sulle riviste con una illustrazione che mostra un uomo seduto in cucina al lavoro su un grafico azionario visualizzato dall'Apple II su uno schermo a colori ed una donna, in secondo piano, che gli sorride mentre sbriga alcuni lavori domestici: si tratta del primo ''personal computer'' al mondo fatto su scala industriale. === Caratteristiche tecniche === * CPU: MOS Technology 6502 * Frequenza di clock: 1 MHz * RAM: da 4 a 48 kB di RAM dinamica * ROM: 12 kB * Modalità video: ** testo: 40×24 caratteri a 16 colori ** grafica: 280×192 pixel a 4 colori * Porte di espansione interne: 8 * Porte di espansione esterne: uscita video, porta joystick, connettori IN/OUT per registratore a cassette * Audio: altoparlante integrato * Software integrato: ''monitor'' (assembler/disassembler e gestione del prompt dei comandi), Integer BASIC, ''SWEET 16'' (un emulatore di una CPU a 16 bit) * DOS disponibili: Apple DOS, ProDOS, Apple Pascal, CP/M (questi ultimi 2 mediante scheda di espansione) L'Apple II è dotato di un microprocessore MOS 6502 funzionante alla frequenza di . La memoria RAM di serie ammonta a , espandibili fino a grazie a 3 zoccoli su cui è possibile installare chip da 4 o 16 kB l'uno. I primi 4 kB di RAM devono essere sempre presenti perché essi vengono utilizzati dal 6502, dalle routine presenti in ROM e per memorizzare il buffer video. Il prezzo di vendita varia a seconda del quantitativo di memoria acquistato: si va da 1.298 dollari per quello con soli 4 kB di RAM fino ad arrivare ai 2.638 dollari del modello con 48 kB, passando per modelli intermedi con 8/12/16/20/24/32/36 kB. La ROM contiene le routine per gestire il video, un ''monitor'' per disassemblare il codice contenuto in memoria e l'Integer BASIC, un interprete BASIC così detto perché capace di effettuare calcoli solo con interi, disponibile fin dall'avvio della macchina. L'Apple II può generare un'immagine testuale di 40×24 caratteri con 16 colori oppure un'immagine grafica con una risoluzione di 280×192 pixel a 4 colori. Il computer è dotato di serie solo dell'uscita video per il collegamento di un monitor: Jobs decise di non installare il modulatore RF che stavano sviluppando in Apple, e che era necessario per poter collegare l'Apple II direttamente ad un comune televisore domestico, a causa delle interferenze elettromagnetiche che l'apparecchio generava. Successivamente Jobs contattò la ''M&R Electronics'' affidandole lo sviluppo di un buon modulatore RF: questo modulatore, denominato "Sup'R'Mods", era acquistabile a parte per 30 dollari dagli utenti che volevano vedere la grafica a colori offerta dal computer sul proprio apparecchio TV. Il gruppo di alimentazione è un altro punto di forza del computer. Esso è compatto e silenzioso perché non richiede nessuna ventola di raffreddamento. Jobs aveva pensato fin dall'inizio ad un computer silenzioso, che non disturbasse l'utente durante il suo funzionamento: l'adozione dei comuni alimentatori non poteva permettere di ottenere questo risultato per via della rumorosa ventola che era necessaria al loro raffreddamento. Contattò perciò Rod Holt, che realizzò un nuovo tipo di alimentatore, detto a commutazione, che non necessitava di nessuna ventola. Questo sistema di alimentazione fu così innovativo che fu poi adottato da molti computer costruiti in seguito. L'Apple II è dotato nativamente di un'interfaccia per pilotare un registratore a cassette. Il supporto ai floppy disk da 5"1/4 arriva solo nel 1978 con la messa in vendita dell'unità floppy denominata Disk II: il prezzo è di 595 dollari al pubblico, anche se Apple offre l'unità in preordine a 495 dollari prima dell'inizio ufficiale della sua commercializzazione. Il primo disco rigido arriva solo nel 1985: è il ProFile, con capacità di (al costo di circa tremila dollari). Il primo lettore di floppy da 3,5" è invece l'Unidisk 3.5", con 800 kB di capacità. Data la semplicità costruttiva dei primi modelli, in particolare II e II+, nel mondo furono costruiti diversi cloni, alcuni realizzati sotto licenza Apple altri illegali. Per contrastare questo fenomeno, Apple costruì i modelli Apple IIE e Apple IIC utilizzando chip realizzati ad hoc. === Schede di espansione === L'interno di un ''Apple II Plus'' con alcune schede di espansione La ''MPC Peripherals Bubble Memory Board'', una scheda con memoria a bolle per l'Apple II Un punto di forza del computer rispetto ai concorrenti dell'epoca, come il TRS-80 o il Commodore PET, è l'espandibilità: l'Apple II possiede 8 porte grazie alle quali è possibile installare schede di espansione che aggiungono funzionalità alla macchina. Il numero di porte è stato oggetto di discussione all'interno di Apple: Jobs voleva solo 2 porte, una per il modem ed una per la stampante, ma Wozniak insistette affinché le porte fossero 8, dato che la sua precedente esperienza lavorativa nel reparto computer di Hewlett-Packard gli aveva insegnato che gli utenti desiderano sempre qualcosa in più rispetto a quanto offerto di serie da una macchina. Grazie alle sue porte di espansione, l'Apple II è ampiamente personalizzabile. Tra le prime schede di espansione ad essere prodotte vanno citate: la ''Apple II Parallel Printer Interface Card'', per collegare una stampante (una di esse, la "Silentype", è prodotta direttamente da Apple ed è di tipo a carta termica a rullo); la ''Apple II Centronics Parallel Printer Card'', dedicata a connettere le stampanti Centronics; la ''Apple II Communications Interface Card'', per connettere un modem; la ''Apple II Serial Interface Card'', per collegare periferiche seriali; la ''Apple II Super Serial Card'', che sostituiva la Communication Card e la Serial Card. In seguito arriveranno altre schede, tra cui diverse schede per visualizzare 80 colonne di testo ed altre per aumentare le capacità grafiche dell'Apple II, come la ''Synetix SuperSprite'', che introduce il supporto agli sprite. Diffuse sono anche le schede per aumentare la memoria: tra queste, molto nota è la ''Apple II Language Card'' che, oltre ad integrare l'Apple Pascal, permette di portare un Apple II con 48 kB di RAM a 64 kB grazie a 16 kB di memoria aggiuntiva. La Language Card permette anche di utilizzare altri linguaggi di programmazione oltre al BASIC ed al Pascal grazie al fatto che i 16 KB di RAM che monta vanno a sostituire i 16 kB di ROM del computer mediante la tecnica del bank switching, disattivando quindi il BASIC preinstallato. Un'altra famosa scheda è la Microsoft SoftCard, dotata del microprocessore Z80 grazie al quale l'utente può utilizzare sull'Apple II il sistema operativo CP/M ed i suoi programmi. === Sistema operativo === L'output di un programma lanciato sotto Apple DOS Inizialmente il computer è stato distribuito con solo il software sviluppato da Wozniak integrato in ROM, ossia l'interprete BASIC, il ''monitor'', che permette, tra le altre cose, di lanciare programmi letti da un mangianastri, l'unica periferica di massa disponibile al momento del lancio dell'Apple II, e ''SWEET 16'', un emulatore di una CPU a 16 bit che Wozniak ha utilizzato per semplificare la scrittura di alcune routine in ROM, ad esempio quella per rinumerare le righe dei programmi in BASIC. Il codice a 16 bit è più semplice da scrivere anche se l'emulazione lo rende più lento. Dopo l'inizio della commercializzazione, Wozniak inizia a sviluppare un'unità a dischi, la Disk II, ma questo compito gli richiede molto tempo e Wozniak e Randy Wigginton, il programmatore che gli sta dando una mano, non ha il tempo di scrivere un DOS molto raffinato perché l'unità deve essere presentata al Consumer Electronics Show nel 1978: il DOS che sviluppano può solo caricare dei file da posizioni fisse del disco. Dopo la presentazione della Disk Il, fu contattata la Shepardson Microsystems per sviluppare un vero DOS: il contratto è stilato ad aprile per una cifra di 13.000 dollari, e la Disk II viene messa in commercio a metà del 1978 in abbinamento con la prima versione del sistema operativo (la 3.1), sviluppato da Wozniak insieme al programmatore Paul Laughton di Shepardson MicroSystems, chiamato Apple DOS. L'elenco dei file di un disco sotto ProDOSL'ultima versione dell'Apple DOS è stata la 3.3, pubblicata ad agosto del 1980. Dopo l'Apple DOS, la Apple inizia a lavorare ad un nuovo sistema operativo che ne risolvesse i limiti. L'Apple DOS è stato progettato per operare principalmente da BASIC, e se un programmatore vuole accedere al disco da un programma in linguaggio macchina deve fare uso di chiamate a basso livello a funzioni non documentate dell'Apple DOS stesso. Inoltre l'Apple DOS si rivela lento perché ogni byte letto dal disco passa per più memorie buffer prima di essere disponibile al programma che lo aveva richiesto. Infine, l'Apple DOS riesce a gestire solo l'unità a dischi Disk II per il quale è stato progettato: dato che per gestire i primi dischi rigidi disponibili per il computer bisogna applicare delle modifiche all'Apple DOS, diventa impossibile utilizzare più unità diverse sulla stessa macchina dato che le ''patch'' applicate per far funzionare un tipo di disco impediscono l'utilizzo di un altro tipo. E ciò era un fattore molto limitante. La soluzione è il ProDOS, pubblicato nel 1983, un nuovo sistema operativo capace di gestire più tipi di dischi differenti. Il ProDOS deriva dall'Apple SOS, il DOS dell'Apple III: rispetto all'Apple DOS, il ProDOS risulta 8 volte più veloce ed ha un sistema standard di accesso alle unità per cui può gestire tutte le nuove periferiche in circolazione, dai dischi rigidi ai nuovi floppy disk da 3,5". Un'altra modifica introdotta con il ProDOS è stato l'abbandono del supporto all'Integer BASIC dato che il ProDOS si carica in memoria nelle stesse locazioni utilizzate dall'interprete BASIC. Mediante l'uso delle porte di espansione possono essere installate delle schede che permettono di eseguire altri sistemi operativi. Ad esempio, acquistando la ''Language Card'' viene fornito sia il linguaggio di programmazione Pascal sia il sistema operativo Apple Pascal, basato sull'UCSD Pascal creato dall'Università della California, San Diego (UCSD). Apple ha pubblicato quattro versioni di questo sistema, dalla 1.0 alla 1.3 del 1985. Acquistando invece la Microsoft SoftCard, che monta un processore Zilog Z80, il computer può eseguire sia il sistema operativo CP/M sia tutti i software scritti per questo sistema. Il CP/M era all'epoca il sistema operativo di riferimento, essendone state vendute più di 600.000 copie, e la maggior parte dei software erano scritti per il CP/M: supportarlo permetteva quindi l'accesso ad un vasto parco programmi scritti in esclusiva per questo sistema. === BASIC === L'output di un programma in Integer BASIC Un programma in Applesoft BASIC L'Integer BASIC è il linguaggio integrato nel primo modello dell'Apple II. Sviluppato da Wozniak in persona, deve il suo nome al fatto che può operare calcoli solo con numeri interi e presenta inoltre poche funzioni per trattare le stringhe. Entrambi questi fattori erano limitanti per un computer utilizzato come macchina da ufficio. A ciò si aggiungeva il fatto che Apple non aveva pubblicato una documentazione ufficiale dato che non esistevano i sorgenti di questo BASIC, visto che era stato scritto da Wozniak direttamente in linguaggio macchina, perché all'epoca non era ancora disponibile un assembler per il computer: le poche note distribuite da Apple erano riportate sul manuale della macchina ed erano in pratica elaborate dagli appunti di Wozniak. Per ovviare a questi problemi ''Call-A.P.P.L.E.'', una rivista dedicata al computer, aveva pubblicato una serie di articoli che illustravano come aggiungere funzioni al linguaggio. Aveva anche pubblicato, previa autorizzazione di Apple, una versione migliorata del linguaggio denominata ''Integer BASIC +'' che aggiungeva alcune funzioni avanzate al linguaggio. L'Integer BASIC fu sostituito dall'Applesoft BASIC, capace di gestire i calcoli in virgola mobile, sviluppato sulla base del Microsoft BASIC. La prima versione dell'Applesoft BASIC fu pubblicata nella seconda metà del 1977: è in pratica la versione del BASIC di Microsoft, senza il supporto alle capacità grafiche dell'Apple II. Agli inizi del 1978 fu pubblicata la seconda versione del linguaggio, modificato dai programmatori Apple per integrare il pieno supporto alle superiori capacità hardware del computer: è stata distribuita sia su nastro che su disco ed integrata anche nella ROM dell'Apple II Plus in sostituzione dell'Integer BASIC. Il manuale allegato riporta il sorgente assembly commentato del ''monitor'' di Wozniak, il BIOS (eseguito col comando "call -151") con capacità di disassemblatore integrato nel sistema; inoltre, nello stesso testo, vi sono descritte molte routine con i parametri da inserire nei registri ed il loro utilizzo. All'epoca circolavano ulteriori manuali con guide all'utilizzo del DOS, locazioni delle variabili in RAM, e uso delle relative routine. === Applicazioni === Il foglio elettronico ''VisiCalc'' Ciò che ha fatto la fortuna dell'Apple II è stato il suo parco software: l'idea vincente di Apple rispetto ad altri produttori di computer, come ad esempio Atari che all'epoca produceva dei computer ad 8 bit, fu di rendere pubbliche tutte le informazioni sulle funzioni software della macchina, senza tenerne nascosta nessuna, neanche quelle relative al potente ''monitor'' integrato sviluppato da Wozniak stesso. Questo approccio fece la fortuna di Apple perché permise agli sviluppatori di scrivere programmi di ottima fattura per l'Apple II, sfruttandone a fondo tutte le potenzialità. La domanda di chi acquistava un computer in quegli anni era una: "''che cosa ci posso fare con questo computer''?" Con l'Apple II la risposta era semplice: VisiCalc. VisiCalc fu il primo foglio elettronico disponibile e fu pubblicato inizialmente proprio per l'Apple II. L'importanza di questo programma in ambito aziendale fu talmente elevata che fu VisiCalc stesso che letteralmente faceva vendere l'Apple II: chi voleva utilizzare VisiCalc doveva acquistare l'Apple II. Robert X. Cringley, nel suo libro ''Accidental Empires'', scrive: Tom Hormby ha così commentato l'importanza di VisiCalc per il successo dell'Apple II ma anche di Apple stessa: Altri programmi da ufficio molto diffusi sono stati Apple Writer, un programma di videoscrittura, e AppleWorks, un insieme di programmi per l'ufficio, entrambi offerti da Apple, ScreenWriter II e EasyWriter. Una caratteristica introdotta da AppleWorks è stato il suo sistema di gestione dei menu del programma, portando il concetto di "scheda" all'interno dei computer: come quando una persona accede alle cartelle contenute in uno schedario cartaceo dove le schede sono messe una di fronte all'altra, così il sistema di menu di AppleWorks rappresenta graficamente le voci dei menu con delle schede stilizzate sovrapposte, in modo da dare all'utente un'idea chiara del percorso che lo ha portato alla voce del sottomenu che sta visualizzando e di cosa c'è prima. === Interfacce grafiche === Il 6502 non aveva la potenza di calcolo del Motorola 68000 dei computer Macintosh che erano stati presentati nel 1984, perciò la diffusione di programmi con interfacce grafiche ricercate fu limitata. L'approccio era quello aperto da AppleWorks, con interfacce stilizzate e semigrafiche, anche se non mancano dei tentativi di integrare la gestione di un puntatore pilotabile mediante un mouse, come ''Catalyst'' di Quark o ''MouseDesk'' della francese VersionSoft. Questo sistema fu acquistato da Apple e poi adattato per creare un rudimentale sistema di selezione dei file mediante puntatore per l'Apple IIGS, modellato sulla base del Finder introdotto con il Macintosh. === Programmi distribuiti === Molti software venivano distribuiti su cassetta oppure su floppy disk come eseguibili avviabili direttamente dal prompt dei comandi ma vi erano anche programmi in BASIC caricabili direttamente dall'interprete integrato. Proprio per la presenza del BASIC in ROM, alcuni software erano anche distribuiti direttamente come codice sorgente: numerose riviste e libri dell'epoca, come ''BASIC Computer Games'' e ''More BASIC Computer Games'', presentavano programmi e giochi sotto forma di ''listati'' che l'utente poteva digitare sulla propria macchina. In Italia una delle riviste che pubblicava programmi in BASIC sotto forma di listati anche per l'Apple II era ''PaperSoft''. === Videogiochi === Sebbene in seguito fu surclassato dai computer Commodore e Atari, inizialmente l'Apple II fu un'importante piattaforma da videogioco e rivoluzionò il mercato videoludico domestico negli USA; fu anche il punto di partenza di molti programmatori statunitensi poi divenuti soggetti importanti del settore. In tutto, probabilmente, vennero pubblicati intorno ai 3000 videogiochi commerciali (per un elenco parziale vedi Videogiochi per Apple II). Ci fu un'immensa varietà di scelta e su questo sistema nacquero anche molte serie famose. Secondo una selezione fatta dalla rivista ''Retro Gamer'', i dieci più grandi giochi per Apple II sono ''The Bard's Tale'', ''Pinball Construction Set'', ''The Oregon Trail'', ''Karateka'', ''Choplifter'', ''Ultima I'', ''Lode Runner'', ''Prince of Persia'', ''Beyond Castle Wolfenstein'', ''Taipan!''. In una selezione successiva vennero nominati anche ''SunDog: Frozen Legacy'', ''Captain Goodnight and the Islands of Fear'', ''Airheart'', ''Bolo'', ''Sabotage'', ''Aztec'', ''The Bilestoad'', ''Mystery House'', ''Raster Blaster'', ''3D Docking Mission'', ''Flight Simulator''. I titoli suddetti sono tutti nativi dell'Apple II o in qualche caso di altri computer, ma nel catalogo Apple II non mancarono anche molte buone conversioni di arcade, come ''Donkey Kong'' o ''BurgerTime''. === Apple II plus === L'''Apple II plus''' Lanciato nel 1979 ad un prezzo di 1.195 dollari, l''''Apple II plus''' (o '''Apple II+''') si differenzia dal predecessore per alcuni dettagli. Grazie al calo del prezzo delle memorie RAM, la dotazione standard dell'Apple II plus passa a 48 kB: l'utente può comunque comprare il computer con dotazioni inferiori, 16 o 32 kB. Anche il ''monitor'' integrato viene sostituito con uno migliorato che supporta meglio l'accesso alle unità Disk II. Viene poi inserito un nuovo sistema di avvio della macchina ("Autostart ROM") che, all'accensione o dopo un reset, esegue una scansione di tutte le porte di espansione: se trova una scheda di gestione di un'unità a dischi Disk II, passa ad essa il controllo e la scheda può così avviare la lettura del floppy disk eventualmente presente nell'unità e permettere all'utente di avviare un'applicazione memorizzata su disco con pochi interventi. Un grande cambiamento è l'adozione dell'Applesoft BASIC al posto del precedente Integer BASIC. I colori in modalità grafica passano da 4 a 6. Apple rilascia anche una speciale scheda di espansione denominata ''Applesoft Firmware board'' dedicata ai possessori della prima versione dell'Apple II: la scheda permette di beneficiare di alcune delle migliorìe del Plus senza dover cambiare tutto il computer. La scheda ha alcuni limiti, ad esempio, se si utilizza l'Integer BASIC non si può utilizzare l'Applesoft BASIC e viceversa, per via del fatto che la scheda disattiva il banco ROM su cui è scritto il primo interprete per abilitare la memoria su cui ha installato il secondo. Il passaggio dall'uno all'altro cancella anche il programma in memoria. L'utente sa con quale BASIC sta lavorando grazie al ''prompt'' visualizzato: se sullo schermo compare il simbolo > è attivo l'Integer BASIC mentre se compare il simbolo è in esecuzione l'Applesoft BASIC. ==== Bell & Howell ==== L'Apple II+, con due unità Disk II, distribuito da Bell & Howell Bell & Howell stringe un accordo per la distribuzione dell'Apple II plus con il proprio nome (un accordo simile lo aveva stretto anche per il precedente modello). L'Apple II plus di Bell & Howell si distingue per il case di colore scuro con tasti neri e per un profilo aggiunto posteriormente dove sono riportati 3 ingressi audio e 2 connettori per alimentare altre periferiche. Anche il Disk II è offerto sotto il marchio Bell & Howell nello stesso colore scuro del computer principale. ==== Apple II Europlus e J-Plus ==== La tastiera dell'''Apple II j-plus''' Sono versioni del II plus adattate per il mercato europeo e australiano ('''Apple II Europlus''') e per quello giapponese ('''Apple II J-Plus'''). Per la versione europea è stato modificato il segnale video, da NTSC a colori a PAL in bianco e nero: la perdita del colore è dettata dal fatto che il metodo utilizzato da Wozniak per ottenere un segnale NTSC a colori non è applicabile al formato PAL, che ha un segnale molto più complesso. Per avere la grafica a colori sull'Apple II europlus era necessaria una scheda di espansione. Presentata a luglio del 1980, la versione giapponese è stata modificata nella gestione della tastiera per poter inserire i caratteri dell'alfabeto Katakana (quello Kanji non è stato implementato per motivi di limiti tecnici della macchina) ed è stata dotata di una ROM specifica denominata ''j-plus''. Venduto al prezzo di 358.000 yen, ha avuto uno scarso successo: si stima che ne siano stati venduti solo 2.000 esemplari. === Apple IIe === L'''Apple IIe''' con l'unità ''DuoDisk'' Nonostante le vendite dell'Apple II andassero molto bene, piuttosto che migliorarlo in Apple si decise di sviluppare un nuovo computer. Quando l'Apple III arrivò in commercio, nel 1980, non fu accolto molto positivamente: le vendite furono inferiori a quanto atteso mentre l'Apple II continuò ad essere molto richiesto. Solo allora fu deciso di provvedere ad aggiornare l'Apple II. Il progetto fu avviato con il nome ''Diana'' poi cambiato in ''LCA'', da ''Low Cost Apple'': l'intento era quello di ridurne i costi di produzione utilizzando un minor numero di componenti. Il risultato fu l'''Apple IIe''', la "e" sta per ''enhanced'' (migliorato), presentato a maggio del 1983 e prodotto, comprese le varianti successive, fino alla fine del 1993. L'Apple IIe è stato il computer più longevo della produzione Apple, dato che è stato prodotto per oltre 10 anni di seguito con poche modifiche hardware. È stato anche uno dei maggiori successi di Apple, dato che nel primo periodo della sua commercializzazione ne furono vendute circa 50/70.000 unità al mese, mentre la produzione complessiva è stimata in circa 750.000 esemplari. Rispetto al precedente modello, l'Apple IIe è dotato di serie di 64 kB di RAM. Un'altra novità è la possibilità di utilizzare le lettere minuscole e maiuscole: i precedenti modelli, infatti, supportano solo le lettere maiuscole. Il computer inoltre vede lo slot 0 di espansione modificato: adesso è denominato "Auxiliary Slot" ed è riservato all'utilizzo di due speciali schede di espansione che offrono anche il supporto alla modalità ad 80 colonne. Queste schede sono la ''1K 80-Column Card'', che offre 1 kB di memoria RAM aggiuntiva per mappare l'area video per le 40 colonne aggiuntive, e la ''64K Extended 80-Column Card'', che offre ulteriori 64 KB di RAM, per portare il totale di memoria del computer a 128 KB. In seguito sono state prodotte da terzi delle espansioni in grado di portare la memoria fino ad 1 MB ed oltre. La possibilità di indirizzare più di 64 KB di memoria (un limite fisico della CPU MOS 6502) è stata risolta con modifiche al firmware del computer per supportare nuovi meccanismi di bank switching. Insieme alle 80 colonne in modalità testo sono disponibili anche 2 nuove risoluzioni grafiche: 560×192 pixel in bianco e nero, e 140×192 pixel a 16 colori. Con l'Apple IIe è stato introdotto il ''DuoDisk'', un doppio lettore di floppy disk da 5,25" creato per essere collocato fra monitor e computer. Nel 1985 il IIe diventa '''Enhanced IIe''', con alcune modifiche hardware atte a renderlo più compatibile con l'Apple IIC e l'Apple II plus. La modifica viene venduta anche come kit di aggiornamento per i possessori del modello IIe originale e consta del nuovo processore WDC 65C02 al posto del MOS 6502, di 2 chip con le nuove versioni dell'Applesoft BASIC e del ''monitor'', e di un altro chip contenente una nuova mappa dei caratteri con i 32 nuovi caratteri grafici denominati ''MouseText'' introdotti con l'Apple IIc. Nel 1987 l'Enhanched IIe viene sostituito dal '''Platinum IIe''', che è dotato di un involucro aderente alle nuove linee stilistiche, denominate ''Platinum'', che Apple utilizza per i propri prodotti di quel periodo. Il Platinum IIe presenta un tastierino numerico integrato e internamente monta la ''64K Extended 80-Column Card'', così che la memoria di serie è ora di 128 kB. Altre modifiche riguardano la riduzione degli integrati: la ROM è adesso contenuta in un unico chip, così come uno è quello che ospita i 64 kB di RAM. === Apple IIc === L'''Apple IIc''' L''''Apple IIc''' (la "c" sta per ''compact'', "compatto"), presentato nel mese di aprile del 1984, è stato pubblicizzato come un "Apple II portatile": pur non essendo paragonabile ad un moderno notebook, data la mancanza di un monitor integrato e di un sistema di alimentazione a batteria, possedeva per l'epoca dimensioni e peso ridotti, permettendo di essere trasportato facilmente grazie ad una maniglia retrattile che fungeva anche da supporto quando il computer era in uso. È stato il primo modello a seguire lo standard di design chiamato "Snow White" (Biancaneve), caratterizzato da un colore bianco o grigio chiaro e dalla presenza di scanalature, elementi che caratterizzeranno la produzione Apple fino all'inizio degli anni novanta. L'Apple IIc è stato anche il primo Apple II ad utilizzare il processore 65C02 al posto del 6502: la scelta si è resa necessaria per ridurre il calore generato all'interno del computer, dato che il 65C02 consuma meno del MOS 6502. La frequenza di clock della CPU è stata portata a 1,4 MHz, la più alta tra tutti gli Apple II ad 8 bit. Il computer presenta inoltre un lettore di floppy disk da 5,25" integrato e un controller per drive esterni, ideato per un secondo floppy da 5,25" ma utilizzabile anche per uno da 3,5" o per un hard disk. L'uscita video composito è PAL o NTSC; ci sono 2 porte seriali per connettere modem e stampanti, e una porta per un mouse o un joystick. Per contro, le sue dimensioni inferiori hanno costretto Apple a sacrificare gli slot di espansione interni; anche la memoria RAM non è aumentabile al di là dei 128 kB di base. L'Apple IIc permette la visualizzazione di immagini ad 80 colonne, ha capacità di grafica a colori, ed è fornito di un display a fosfori verdi da 9" dotato di un supporto che rialza il monitor permettendo di alloggiare il computer sotto di esso. Internamente presenta 32 nuovi caratteri grafici denominati ''MouseText'' ed una ROM con la nuova versione dell'Applesoft BASIC. Apple produsse anche due monitor LCD da utilizzare con la porta di espansione, ma la scarsa nitidezza e l'alto costo ne decretarono uno scarso successo. Produttori terzi realizzarono monitor LCD con una qualità superiore che ebbero più diffusione. L'Apple IIc detiene anche un altro primato: è stato infatti il primo computer ad includere il supporto per la tastiera semplificata Dvorak, attivabile tramite un interruttore: questa caratteristica, presente nelle sole versioni americane, è stata in seguito proposta anche nell'Apple IIe e nell'Apple IIGS. Le versioni internazionali sfruttano lo stesso interruttore per variare lo schema di tasti localizzato con quello statunitense. L''''Apple IIc Plus''' ha sostituito il IIc alla fine del 1988, ed è rimasto in produzione fino al 1990. Venduto ad un prezzo di 675 dollari, è simile come forma e dimensioni al IIc ma si differenzia da quest'ultimo per la presenza di un'unità per floppy da 3,5" al posto di quella da 5,25" e per l'alimentazione, ora inclusa all'interno del case. Il processore 65C02 è stato sostituito con uno ''Zip Chip'', un chip prodotto da Zip Technologies che già era in commercio come ricambio after-market per aggiornare gli Apple II: lo Zip Chip può lavorare a 4 MHz, frequenza necessaria per gestire la maggior velocità con cui l'unità dischi da 3,5" fornisce i dati alla CPU. La memoria RAM minima è di 128 kB, espandibile fino a 1 MB. === Apple IIGS === L'''Apple IIGS''' Con l''''Apple IIGS''', introdotto nel 1986, la casa di Cupertino ha cercato di contrastare i due home computer di maggiore successo dell'epoca, ovvero l'Amiga e l'Atari ST, producendo una macchina che punta specialmente sulla parte multimediale: le lettere nel nome del computer stanno infatti per "'''g'''raphics" e "'''s'''ound". Radicalmente differente rispetto ai suoi predecessori, il GS può infatti contare su un microprocessore a 16 bit, il 65C816 di Western Design Center operante a 2,8 MHz, e su 256 KB di RAM espandibili fino ad un massimo di 8 MB: tutta la memoria è direttamente accessibile senza ricorrere alla tecnica del bank switching. Introduce nuove modalità video, con alte risoluzioni grafiche di 320×200 o 640×200 pixel e tavolozze di 4.096 colori. Il chip grafico garantisce una gestione molto articolata dell'immagine, permettendo di visualizzare 16 colori diversi per ogni riga dello schermo da 16 tavolozze differenti con lo schermo a 320×200 e 4 colori per riga a 640×200. Pur presentando un'architettura differente, il GS rimane retrocompatibile con il software specifico per Apple II: questo è garantito dalla presenza di un chip denominato ''Mega II'', che contiene tutte le funzionalità di un Apple IIe, processore escluso. Questo, unito alla emulazione del 65C02 da parte della CPU, permette di sfruttare anche la grande libreria software a 8 bit. Il computer contiene anche un sintetizzatore audio della Ensoniq compatibile con lo standard MIDI, capace di gestire 15 voci contemporaneamente e dotato di 64 kB di RAM dedicata. Queste capacità audio costarono ad Apple una denuncia da parte di Apple Corps, una società creata dai Beatles, per aver infranto un precedente accordo fra le "due Apple" secondo cui Apple Computer per continuare ad usare il marchio "Apple" per i suoi computer non doveva entrare con i suoi prodotti nel mercato della musica. La disputa si concluse due anni dopo con un accordo privato fra le parti. L'Apple IIgs è dotato di porte per il mouse, per dischi rigidi esterni e dispositivi seriali. Supporta il protocollo di rete AppleTalk e viene fornito con un sistema operativo che inizialmente è il ProDOS 16, una evoluzione del precedente ProDOS, e successivamente il GS/OS, quest'ultimo dotato di un'interfaccia grafica simile a quella del Macintosh. I primi 50.000 modelli di GS usciti dalla fabbrica sono dotati sul case della firma "Woz", diminutivo di Steve Wozniak, e denominati "Woz Limited Edition". === Apple IIe Card === La '''Apple IIe Card''' è una scheda prodotta per il Macintosh LC che emula un Apple IIe. Contiene tutte le funzionalità dell'Apple IIe in un unico chip VLSI. L'emulazione offre un WDC 65C02 con 256 kB di memoria con un clock selezionabile via software tra 2 MHz, la frequenza nativa dell'Apple IIGS, e 1 MHz, la frequenza degli altri modelli. La scheda può far girare programmi ad 8 bit per l'Apple II/II+, l'Apple IIe e l'Apple IIC/IIC+ ma non il software a 16 bit dell'Apple IIGS. La RAM è divisa in 2 blocchi: i primi 128 kB sono utilizzati come memoria standard mentre gli altri 128 kB sono riservati al caricamento di un'immagine del sistema operativo: il firmware originale degli Apple II non è infatti stato installato sulla scheda. Nonostante la scheda sia stata sviluppata esplicitamente per il modello LC, può essere montata su qualunque Macintosh dotato delle medesime porte PSD.
Anomalia genomica
Le '''anomalie genomiche''', dette anche '''cariotipiche''', o, più comunemente anomalie o mutazioni cromosomiche numeriche, sono quelle anomalie che determinano un cambiamento nel numero dei cromosomi di un genoma, o cariotipo. Si possono distinguere due tipi di anomalie genomiche: ''euploidia aberrante'' ed ''aneuploidia''.
Quando ad essere aggiunti (più raramente eliminati) sono interi corredi cromosomici. ===Monoploidia=== La monoploidia è caratterizzata dalla presenza di un solo cromosoma per ogni tipo; è ovviamente un'anomalia quando non costituisce la norma: in quel caso si parlerà di aploidia. La monoploidia è abbastanza rara in organismi eucarioti e poco spesso gli embrioni monoploidi sopravvivono; se anche riescono a raggiungere lo stadio adulto non saranno comunque fertili perché i cromosomi non avranno i loro omologhi con cui appaiarsi nel corso della meiosi, per formare i gameti. In genere è dovuta a sviluppo di gameti femminili senza fecondazione attraverso il processo di partenogenesi. Tra i casi di monoploidia si riscontrano nei maschi degli imenotteri che dunque a differenza degli individui di sesso femminile della stessa specie non saranno diploidi, ma aploidi. ===Poliploidia=== La poliploidia consiste nella presenza di più di due serie di cromosomi. Negli animali è rarissima, ma vi sono casi nel crostaceo ''Artemia salina''. Nelle piante è più comune, probabilmente perché esse hanno una morfogenesi meno complessa degli animali. Distinguiamo la poliploidia in due categorie: * ''Autopoliploidia'': gli assetti cromosomici derivano da una singola specie * ''Allopoliploidia'': gli assetti cromosomici derivano da due o più specie Nelle piante spesso la ''tetraploidia'' (4n) è associata a speciazione per ibridazione. Il caso più noto di ''triploidia'' è il banano commerciale, che per questo si può riprodurre solo asessualmente. Aneuploidia si ha quando il numero di cromosomi non è un multiplo esatto di ''n'' (dove ''n'' è il numero aploide di cromosomi), ovvero quando sono presenti cromosomi in eccesso o in difetto rispetto al normale. Molte aneuploidie non portano ad individui vitali ma ne determinano la morte prima della nascita (aborto spontaneo). === Monosomia === La monosomia consiste nella presenza di un solo cromosoma di una coppia nel nucleo cellulare. Si dice monosomia parziale quando un cromosoma ha in duplice copia solo una sua porzione. ====Monosomie umane==== Disordini genetici derivanti da monosomie nell'uomo sono: * Sindrome di Turner – presenza del solo cromosoma sessuale X. I malati di questa sindrome sono femmine e sprovviste del Corpo di Barr. * Sindrome del cri du chat – dovuta a una monosomia parziale: un cromosoma 5 dei due possiede, a causa di una delezione, un frammento del braccio corto in meno. * Sindrome da delezione 1p36 – un'altra monosomia parziale dovuta alla mancanza del segmento terminale del braccio corto del cromosoma 1. === Disomia === Consiste nella presenza di due cromosomi per ogni tipo, in organismi diploidi, come l'uomo, quindi, rappresenta la normalità. È una anomalia genetica in individui aploidi, che avranno due, invece che uno, cromosoma per tipo. Nella specie umana le cellule somatiche sono diploidi e hanno un corredo di 46 cromosomi appaiati in 23 coppie, tuttavia i gameti presentano una condizione aploide, con una sola copia di ogni cromosoma. Nelle coppie, i cromosomi sono solitamente omologhi (hanno le stesse dimensioni e forma, oltre che la stessa posizione e numero di geni), tranne nel caso dei cromosomi sessuali (detti anche ''eterosomi'', in contrapposizione con gli altri, detti ''autosomi'') X e Y (così denominati per la loro forma) che sono cromosomi eterologhi nei maschi. Questo corredo cromosomico normalmente ha un uguale contributo da entrambi i genitori: nel caso in cui una coppia di cromosomi derivi da un singolo parente, si ha una disomia uniparentale. Nel caso estremo in cui tutti i cromosomi derivano da un solo genitore, si ha una ''diploidia uniparentale'', che comporta il mancato sviluppo embrionale. ===Trisomia=== Ovvero presenza di un cromosoma in eccesso: individui trisomici per un cromosoma ne avranno tre copie invece di due. Queste anomalie, sono dovute a processi di ''non disgiunzione'' nel corso della meiosi. Esistono forme di ''trisomia parziale'' quando porzioni di un cromosoma in eccesso si legano ad un altro cromosoma o quando un cromosoma presenta una duplicazione in una sua regione. Inoltre si ha la trisomia a mosaico quando sono presenti frammenti extra di cromosomi solo in alcune cellule dell'organismo. === Tetrasomia e pentasomia === Indica la presenza rispettivamente di 4 o 5 copie di cromosoma per tipo. Sono aneuploidie molto rare, ma comunque riscontrate anche nell'uomo: esempi di cariotipo anormale sono XXXX (sindrome della quadrupla X), XXYY, XYYY, XXXXX, XXXXY, XXXYY, XYYYY e XXYYY. == Note ==
Argento
L'''argento''' è l'elemento chimico nella tavola periodica che ha simbolo '''Ag''' e numero atomico 47. È un metallo di transizione tenero, bianco e lucido; l'argento è il migliore conduttore di calore ed elettricità fra tutti i metalli, e si trova in natura sia puro che sotto forma di minerale. Si usa nella monetazione, in fotografia e in gioielleria, in cui è protagonista di un'intera branca, l'argenteria, che riguarda coppe, cuccume, vassoi, cornici e posate da tavola.
L'argento è un metallo molto duttile e malleabile, appena più duro dell'oro, con una lucentezza metallica bianca che viene accentuata dalla lucidatura. Ha la maggiore conducibilità elettrica tra tutti i metalli, superiore persino a quella del rame che però ha maggiore diffusione per via del minore costo. L'argento puro, tra i metalli, ha anche la più alta conducibilità termica, il colore più bianco, la maggiore riflettanza della luce visibile (povera invece nel caso della luce ultravioletta) e la minore resistenza all'urto. Gli alogenuri d'argento sono fotosensibili e l'effetto prodotto su di essi dalla luce è alla base della fotografia analogica (cioè su pellicola e carta chimica). L'argento è stabile nell'aria pura e nell'acqua pura, ma scurisce quando è esposto all'ozono, all'acido solfidrico o all'aria contenente tracce di composti dello zolfo. Nei suoi composti l'argento ha numero di ossidazione +1, ed è così malleabile che si possono fare fogli di appena . L'argento trova principalmente impiego come metallo prezioso. I suoi alogenuri, in special modo il cloruro d'argento, sono impiegati in fotografia, che ne è l'utilizzo principale in termini di quantità. Altri possibili utilizzi sono: * Per produrre contatti ad elevata conduttività in manufatti elettrici ed elettronici, ad esempio i contatti elettrici delle tastiere. * Per preparare le emulsioni fotografiche, per le quali vengono usati gli alogenuri d'argento: ioduro, bromuro e cloruro. * Per produrre specchi con una maggiore riflettanza; gli specchi comuni sono fatti con l'alluminio. * La produzione di monete d'argento, che risale all'VIII secolo a.C.; le parole "argento" e "denaro" sono identiche o molto simili in almeno 14 lingue. * Per il suo splendore viene usato per produrre articoli di gioielleria e set di posate e articoli da tavola (l'argenteria), prodotti tradizionalmente con l'argento sterling, una lega che contiene il 92,5% di argento. * Per la sua malleabilità e la sua non tossicità si usa in lega con altri metalli in odontoiatria. * Per le sue proprietà catalitiche, trova uso come catalizzatore in molte reazioni di ossidazione, ad esempio nella produzione di formaldeide dal metanolo. * Nella produzione di batterie a lunga durata argento-zinco e argento-cadmio. * Il fulminato d'argento è un esplosivo. * Il cloruro d'argento può essere reso trasparente e venire impiegato come cemento per il vetro. * Lo ioduro d'argento è usato per seminare le nubi per produrre la pioggia. * L'argento è anche un additivo alimentare (E 174), usato come colorante in particolare per caramelle e confetti rivestiti di zucchero, per ottenere un colore metallico. * Sono in commercio pastiglie agli ioni d'argento, utilizzate, ad esempio, per la disinfezione dell'acqua in campeggio. L'argento è noto fin dall'antichità. Il termine deriva dal latino ''argentum'' e dal greco αργύριον, legati ad αργός "splendente, candido, bianco". È menzionato già in testi in scrittura cuneiforme del III millennio a.C., nel libro della Genesi, e l'analisi di resti nei siti archeologici dell'Asia minore, delle isole dell'Egeo e del Vicino Oriente, indica che l'argento già nel IV millennio a.C. veniva separato dal piombo, e che erano note le tecniche di cesello, sbalzo e agemina rimaste sino all'età moderna. Per millenni l'argento è stato usato come ornamento e come materiale per utensili come nel periodo degli Incas nell'antico Perù, come merce di scambio e come base per molti sistemi monetari. È stato a lungo considerato il secondo metallo più prezioso, dopo l'oro. Nel Buddhismo è il secondo dei sette tesori e simboleggia la ''virtù''. alchimisti. In molte teologie e cosmogonie, l'argento è associato alla Luna e a divinità lunari e femminili. Benché chimicamente i due elementi non siano correlati, nell'antichità il mercurio veniva considerato come una specie particolare di argento – da cui il nome tradizionale di ''argento vivo'' ed il suo nome latino ''hydrargyrium'' (argento liquido). In araldica il colore argento è uno dei due metalli più comuni (assieme all’oro); è cromaticamente rappresentato bianco e come motivo di riempimento (quando uno stemma viene disegnato con la penna) come una superficie liscia, vuota da riempimento (mentre ad esempio il rosso si fa con linee verticali e l’oro con un campo di punti). Simboleggia la borghesia imprenditoriale poiché scintillante, prezioso ma corrompibile se non curato, e materiale di cui erano fatti i soldi di medio valore. Produzione mondiale di argento a partire dal 1900 Il valore dell'argento subì un brusco calo quando la scoperta di giacimenti in America Latina (tranne il Perù che aveva già una cultura avanzata dei metalli preziosi) come le miniere di Zacatecas e Potosí, portò ad un'inflazione del metallo. L'argento dà il nome ad una nazione, l'Argentina, ed al suo principale fiume, il Río de la Plata – dal suo nome spagnolo, ''plata''. Nel corso del XIX secolo l'oro iniziò ad essere demonetizzato mentre l'argento seguirà il medesimo destino nel secolo successivo. Mentre l'oro anche oggi resta però in parte nei forzieri delle banche centrali l'argento fu man mano completamente liquidato. Questa immensa quantità d'argento "liberata" dalle funzioni monetarie ha causato fino a tempi recentissimi una grande disponibilità di metallo, nonostante la produzione mineraria fosse di gran lunga inferiore ai consumi. La quantità di argento disponibile sulla crosta terrestre è di 0,0800 ppm (g/t), superiore di 20 volte a quella dell'oro, che è 0,0040 ppm (g/t), e superiore anche a quella del platino che è 0,0100 ppm (g/t); la potenzialità di estrazione dalle miniere per l'argento è di circa 547 milioni di once troy all'anno, contro 82 milioni di once troy dell'oro e 5 milioni di once troy del platino. Per questi motivi e anche per i costi di estrazione enormemente superiori per l'oro, l'argento ha e avrà sempre un valore nettamente inferiore rispetto ad altri metalli preziosi. Da valutare per un investimento il rapporto oro/argento: dal 1344 fino verso al 1830 ha sempre avuto un rapporto quasi fisso di circa 1 a 16, verso fine Ottocento ha cominciato a perdere valore nei confronti dell'oro fino a toccare il record di 1 parte di oro pari a 153 parti d'argento nel 1939. Successivamente il suo valore è risalito fino a 1 a 28 nel 1971 e poi a ricominciato a perdere arrivando al rapporto 1 a 110 nel 1992. Dal 2008 il rapporto (molto volatile) si sta mantenendo nei limiti di un intervallo fra 1 a 46 e 1 a 93. Calcolando l'inflazione e ragionando in termini odierni (2008) l'argento ha avuto il suo valore massimo nel 1477 con un prezzo di all'oncia troy, poi è iniziata la discesa che ha portato il prezzo ai minimi nel 1993 a 3,53 $ per oncia troy. Dal 2004 il prezzo dell'argento ha ripreso a salire arrivando a superare i 29 $ l'oncia alla fine del 2010. In ogni caso chi avesse investito in argento nel 1477 si troverebbe ai giorni nostri con una perdita reale superiore al 90%; ciò nonostante l'argento è considerato un bene rifugio. Infatti ben peggio hanno fatto le varie banconote cartacee il cui valore non è intrinseco (come nel caso delle monete metalliche), ma attribuito dallo stato come titoli di credito al portatore; quando andarono fuori corso il valore fu totalmente annullato. Inoltre la perdita di valore dell'argento nei secoli è avvenuta in modo lento e graduale e non improvvisamente come è avvenuto sempre per la carta-moneta, i cui possessori subirono gravissime perdite. Campione di argentite, minerale in cui è presente argento. L'argento si trova in natura sia allo stato nativo che combinato in composti con lo zolfo, l'arsenico, l'antimonio o il cloro in svariati minerali (ad esempio, l'argentite, Ag2S, o l'argentopirite, AgFe2S3). Giacimenti d'argento si trovano in Canada, Australia e negli Stati Uniti ma la massima produzione negli ultimi due secoli si è avuta in Messico dalla miniera di Guanajuato. Il Messico risulta il principale produttore di argento al mondo, con 186.2 milioni di once prodotte nel 2016, seguito da Perù e Cina. Ad Aspen, nel Colorado, è stato estratto un blocco di 380 kg, e vanno segnalati anche, per la loro bellezza, i cristalli di Kongsberg, in Norvegia. In Italia l'argento è stato estratto in Calabria, a Longobucco e in Sardegna in vari giacimenti del Sarrabus. Oltre che dai minerali, l'argento si ottiene anche dalla raffinazione elettrolitica del rame. L'argento di grado commerciale è puro al 99,9%, sono disponibili gradi di purezza fino al 99,999%. I maggiori produttori di argento nel 2019 Posizione Paese Produzione (tonnellate) 1 5920 2 3860 3 3440 4 2000 5 1470 6 1350 7 1330 8 1160 9 1080 10 977 L'argento che si trova in natura si compone di due isotopi stabili: 107Ag e 109Ag, di cui il primo è il più abbondante (51,839%). Dell'argento sono stati individuati 28 isotopi radioattivi, i più stabili di essi sono 105Ag, con un'emivita di 41,29 giorni, 111Ag (7,45 giorni) e 112Ag (3,13 ore). Tutti gli altri hanno tempi di dimezzamento inferiori all'ora e la maggior parte di essi inferiore a 3 minuti. Questo elemento ha anche numerosi metastati, i più stabili dei quali sono 128Ag (emivita: 418 anni), 110Ag (249,79 giorni) e 107Ag (8,28 giorni). Gli isotopi dell'argento hanno pesi atomici compresi tra i di 94Ag ai 123,929 u di 124Ag. La principale modalità di decadimento degli isotopi più leggeri di 107Ag è la cattura elettronica con conversione in palladio, mentre per gli isotopi più pesanti è il decadimento beta con conversione in cadmio. L'isotopo 107Pd decade con emissione di raggi beta a 107Ag con un'emivita di 6,5 milioni di anni. Le meteoriti di ferro sono gli unici corpi aventi un rapporto palladio/argento sufficientemente alto per poter produrre variazioni misurabili dell'abbondanza di 107Ag. L'argento-107 di fonte radiogenica è stato individuato per la prima volta nel 1978 nella meteorite di Santa Clara, in California. Gli scopritori hanno suggerito che la coalescenza e la differenziazione dei piccoli pianeti con nucleo di ferro sia avvenuta 10 milioni di anni fa dopo un evento nucleosintetico. La correlazione tra 107Ag e 107Pd osservata in corpi celesti che erano fusi durante l'accrezione del sistema solare riflette la presenza di nuclidi instabili nel sistema solare primordiale. Una teiera in argento 925/1000 risalente al 1879. Per '''titolo''' si intende la percentuale minima di argento puro presente nella lega metallica che compone un oggetto. In virtù della bellezza e lucentezza di questo metallo prezioso, sin dai tempi antichi, è stato utilizzato per monete, posate, vasellame, monili e altro. I lingotti d'argento che sono in commercio hanno normalmente titolo 999/1000, la lega è composta cioè del 99,9% d'argento puro. La maggior parte di gioielli e di oggetti per la casa hanno invece titolo 800, 835 e 925. Questi numeri indicano la percentuale minima di argento puro che, combinato con altri metalli, compone l'oggetto. L'argento marchiato o punzonato 925, che in inglese è definito Sterling Silver, indica una composizione garantita di 925 parti minime di argento e 75 massime di qualsiasi altro metallo. In genere la componente in rame è preponderante tra gli altri metalli usati. Per particolari lavorazioni viene usato nella lega anche lo zinco in percentuali massime dello 0,5%. Il marchio 800 indica una composizione garantita di 800 parti minimo di argento puro e di 200 parti massimo di rame e altri minerali. Il titolo 835 è stato usato per molte monete d'argento, quali le 500 lire con le caravelle coniate dal 1957 dalla Zecca italiana. Marchi riportati su un manufatto in argento In ogni paese esiste una disciplina legale sui marchi che devono essere riportati sugli oggetti d'argento a garanzia degli acquirenti. Ad esempio in Inghilterra, già dal 1544 il simbolo dell'argento non è un numero come 800 o 925, ma una figura di leone passante verso sinistra. In Italia vigevano diversi simboli e sistemi a seconda dei periodi e delle dominazioni e solo a seguito dell'unità d'Italia furono soppressi i vari punzoni degli stati preunitari. Con legge del 2 maggio 1872 fu introdotta una punzonatura di garanzia facoltativa, una testa di donna turrita che, se riportava il numero 1 alla base indicava il titolo 950, con il numero 2 il titolo 900, con il numero 3 il titolo 800. Con legge del 5 febbraio 1934 vengono imposti due punzoni. Il primo, ad esempio 800, racchiuso in un ovale, che indicava il titolo, ed un secondo punzone che doveva contenere il numero dell'argentiere e la provincia, separati da un fascio littorio e racchiusi in una losanga tronca. Nel 1944 viene eliminato il fascio littorio mantenendo invariato il sistema del doppio punzone. Ad esempio un oggetto che ha un punzone con un 800 racchiuso in un ovale affiancato da un secondo punzone che, all'interno di una losanga tronca, contiene la dicitura 1 BO ci dice che l'oggetto è d'argento 800 ed è stato fabbricato dall'argentiere di Bologna che aveva ottenuto il numero 1. Se troviamo i punzoni 925 nell'ovale e 79 PA nella losanga tronca significa che il nostro oggetto è d'argento 925 su 1000 ed è stato fabbricato dall'argentiere 79 di Palermo. Con legge del 30 gennaio 1968 c'è una lieve modifica del punzone del produttore che da losanga tronca diventa esagono allungato in cui deve comparire una stella (simbolo della Repubblica) il numero e la provincia dell'argentiere. Per esempio indica che l'oggetto è stato fabbricato dopo la legge del 1968 ed il decreto attuativo del 1970. Questa punzonatura è quella tuttora vigente. Con legge 22 maggio 1999 è stato introdotto un nuovo punzone per i casi in cui l'argento sia esterno ed a copertura di altro materiale. Immaginiamo un coltello d'argento. Di solito la lama e l'interno del manico sono di acciaio. Quindi l'argento è limitato ad una lamina esterna al manico. L'interno può anche essere riempito di resina o altro materiale. In questo caso il nuovo punzone, una lettera R racchiusa in un quadrato, ci indica che il manico è "riempito" di altro materiale non prezioso. Vicino alla R deve essere indicata la quantità d'argento minima e massima seguita da una g (grammi). Quindi 3-5 g sta ad indicare che l'oggetto "riempito" ha da 3 a 5 grammi d'argento. Nulla vieta di aggiungere loghi o simboli dell'argentiere. Sebbene l'argento abbia, in esperimenti in vitro, mostrato un effetto germicida e battericida, gli effetti dell'argento sulla salute umana possono essere molto deleteri. I composti dell'argento possono essere assorbiti nel sistema circolatorio e depositarsi in diversi tessuti dell'organismo portando all'argiria. Questa malattia si manifesta, inizialmente, con la comparsa sulla pelle di una colorazione grigio-nera permanente dovuta alla formazione superficiale di Ag e di Ag2S; successivamente insorgono bronchiti croniche, danni renali e sclerosi delle arterie. Per ingestione orale, l'intossicazione è rapida e provoca in progressione: vomito, dolori addominali, gastroenterite, collasso e morte. Per esempio, il AgNO3 ha un effetto letale, in un individuo adulto, qualora venga ingerito alla dose di circa 10 g. Lo ione argento interagisce anche con gli acidi nucleici (DNA, RNA) instaurando legami soprattutto a livello delle basi azotate. Anche quando l'argento è inalato può provocare seri problemi al corpo umano. L'argento non ha alcun ruolo negli equilibri biologici degli esseri umani. * ''Pattini d'argento'' è un famoso romanzo per ragazzi della scrittrice statunitense Mary Mapes Dodge (1865). * Uno dei racconti de «''Il sistema periodico''» di Primo Levi si incentra sull'argento; * Nella raccolta di racconti «''Testa d'argento''» di Luigi Malerba, il racconto finale tratta del rapporto particolare del protagonista con l'argento; * Nella narrativa fantastica l'argento risulta il solo mezzo capace di abbattere i licantropi.
Arsenico
L''''arsenico''' è l'elemento chimico di numero atomico 33 e il suo simbolo è '''As'''. È un semimetallo che si presenta in tre forme allotropiche diverse: gialla, nera e grigia. In passato i suoi composti hanno trovato impiego come erbicidi ed insetticidi. Inoltre è usato in alcune leghe.
=== Proprietà fisiche === Struttura cristallina dell'arsenico grigio L'arsenico esiste in varie forme allotropiche; le più importanti sono l'arsenico grigio, giallo e nero. La più comune è l'arsenico grigio (α-As), stabile a temperatura ambiente, che ha una struttura romboedrica a strati corrugati formati da anelli esagonali, con densità . La distanza As–As è all'interno di uno strato e tra uno strato e l'altro. A causa del debole legame tra gli strati, l'arsenico grigio è fragile e ha una durezza Mohs relativamente bassa pari a 3,5. Allo stato vapore l'arsenico forma molecole tetraedriche come il fosforo bianco ; per raffreddamento si forma arsenico giallo (β-As), un solido che dovrebbe essere composto anch'esso da molecole tetraedriche . L'arsenico giallo ha densità , è instabile e per esposizione alla luce o per riscaldamento si trasforma in arsenico grigio. === Isotopi === In natura è presente un solo isotopo stabile dell'arsenico, . Preparati artificialmente si conoscono 33 radionuclidi, con numero di massa compreso tra 60 e 92. Il più stabile tra questi è , il quale decade per cattura elettronica con un tempo di dimezzamento di 80,3 giorni rilasciando 0,34 MeV. === Reattività === Dal punto di vista chimico l'arsenico è molto simile al fosforo, suo omologo, al punto che lo sostituisce parzialmente in alcune reazioni biochimiche, da cui il suo effetto tossico. L'arsenico forma facilmente molecole covalenti con la maggior parte dei non metalli. L'arsenico è stabile all'aria asciutta, ma per esposizione all'umidità si ricopre di una patina color bronzo dorato che alla fine diventa uno strato superficiale nero. Per riscaldamento l'arsenico sublima a 615 ºC, cioè diventa gassoso senza passare per la fase liquida. Riscaldato all'aria, l'arsenico si ossida a ; i fumi di questa reazione hanno un odore agliaceo. Bruciato in atmosfera di ossigeno forma e , che hanno la stessa struttura degli analoghi composti di fosforo. In atmosfera di fluoro l'arsenico brucia formando . In acqua l'arsenico non viene intaccato da basi o acidi non ossidanti, ma con acido nitrico diluito forma acido arsenioso e con acido nitrico concentrato a caldo forma acido arsenico . Con acido solforico a caldo si forma . Con i metalli l'arsenico reagisce formando arseniuri, composti di difficile classificazione dato che possono dar luogo a svariate stechiometrie da a con strutture complesse. L'arsenico è situato nella tavola periodica degli elementi dopo che è stata completata la serie 3d e quindi il suo massimo stato di ossidazione +5 è poco stabile (vedi effetto della coppia inerte). Questo fa sì che e siano forti ossidanti. L'arseniato di piombo è stato usato fino a buona parte del XX secolo come insetticida sugli alberi da frutto, con gravi danni agli occhi, al sistema circolatorio, polmoni, soprattutto per i lavoratori che lo spargevano sulle colture senza opportuna protezione. Ci sono resoconti sull'uso di arseniato di rame nel XIX secolo come colorante per dolciumi. L'applicazione di maggiore pericolo per l'essere umano è probabilmente quella del legno trattato con arsenocromato di rame ("CCA" o "Tanalith" e la maggior parte del vecchio legno "trattato a pressione"). Il legname CCA è ancora in circolazione e in uso in molti paesi ed è stato usato in modo massiccio durante la prima metà del XX secolo per strutture portanti e rivestimenti esterni di edifici in legno, dove c'era il pericolo di marcescenza o di attacchi di insetti. Anche se questo tipo di trattamento del legno è stato proibito nella maggior parte delle nazioni dopo la comparsa di studi che dimostravano il lento rilascio di arsenico nel terreno circostante da parte del legno CCA, il rischio più grave è la combustione di legno CCA, che concentra i composti di arsenico nelle ceneri: ci sono stati casi di avvelenamento da arsenico di animali e di esseri umani per ingestione di ceneri di legno CCA. La dose letale per un uomo è di 20 grammi di cenere, circa un cucchiaio. L'arsenico è un potente veleno incolore e inodore che, assunto a piccole dosi, provoca crampi alle braccia e alle gambe e infine la morte. Lo 0,8 percentuale viene considerato tollerabile da un organismo normale. Inoltre, questo veleno blocca il processo di deterioramento dei tessuti e quindi il corpo rimane intatto, come mummificato. Tuttavia il legno CCA recuperato da costruzioni demolite continua ad essere bruciato, per ignoranza, in fuochi domestici o commerciali; lo smaltimento sicuro di legno CCA continua ad essere poco praticato e ci sono preoccupazioni in alcune zone massicciamente edificate con legno trattato all'arsenico per la futura demolizione delle costruzioni. Altri usi: * L'arseniuro di gallio (GaAs) è un importante semiconduttore usato nei circuiti integrati e nei pannelli fotovoltaici. I circuiti realizzati in arseniuro di gallio sono molto più veloci, ma molto più costosi, di quelli realizzati in silicio. A differenza del silicio, possono essere utilizzati nei diodi laser e nei LED per convertire direttamente l'elettricità in luce. * Il triossido di diarsenico è stato impiegato per la cura della leucemia promielocitica acuta in pazienti resistenti alla terapia con l'acido ''trans''-retinoico. * Il triossido di diarsenico è impiegato in Australia come agente per la disinfestazione delle case dalle termiti. * È usato anche nella realizzazione di fuochi d'artificio. * In passato è stato usato per vari insetticidi e fitofarmaci agricoli. 74x74px La parola arsenico è un prestito dal persiano زرنيخ (''Zarnik''), che vuol dire "ornamento giallo"; ''Zarnik'', per il tramite del siriaco ܠܐ ܙܐܦܢܝܐ ''(al) zarniqa'', venne adottato nel greco antico nella forma ''arsenikon''. L'arsenico era dunque conosciuto e utilizzato in Persia e in altri luoghi fin dai tempi antichi. Poiché i sintomi dell'avvelenamento da arsenico erano mal definiti, veniva usato spesso per omicidi, fino all'ideazione del saggio di Marsh, un test di laboratorio molto sensibile in grado di rivelarne la presenza nei tessuti. Inizialmente come impurità presente nei minerali cupriferi e poi scelto come allegante deliberatamente, l'arsenico già nel Calcolitico finale anatolico e poi durante l'Età del Bronzo veniva spesso unito al rame a creare una lega con caratteristiche simili al bronzo. Si pensa che il primo a isolare l'arsenico elementare sia stato Alberto Magno nel 1250. Nel 1649 Johann Schroeder pubblicò due diversi modi per preparare arsenico. Nell'età vittoriana l'arsenico veniva usato come cosmetico, per migliorare la carnagione e l'aspetto del volto (il cosiddetto "pallore da arsenico"). È stato dimostrato come il corpo umano possa costruire una tolleranza all'arsenico assumendone piccole quantità per periodi prolungati; si dice che Mitridate VI del Ponto e, più recentemente, Rasputin ne facessero regolarmente uso per proteggersi da possibili avvelenamenti. Nel 1998 è stato stimato che in Bangladesh circa 57 milioni di persone bevano acqua da pozzi con concentrazioni di arsenico al di sopra dei limiti massimi di 50 parti per miliardo stabiliti dall'organizzazione mondiale per la sanità, con conseguenze anche mortali; questo arsenico è di origine naturale e viene rilasciato dai sedimenti nelle acque di falda a causa delle condizioni anossiche del sottosuolo. Queste acque sotterranee hanno cominciato ad essere utilizzate dopo l'avvio da parte di organizzazioni non governative occidentali di un grande programma di pozzi per ricavare acqua potabile, in modo da evitare l'uso di acque di superficie contaminate da batteri, ma i controlli sull'acqua di falda per l'arsenico non furono mai effettuati. Si pensa che molti altri paesi del sudest asiatico, come Vietnam, Cambogia e Tibet, abbiano ambienti geologici sotterranei tali da provocare la stessa alta concentrazione di arsenico nelle acque sotterranee. Seppure in percentuali molto inferiori anche in Europa le norme e le soluzioni per la riduzione di arsenico nell'acqua si rendono necessarie. L'arsenopirite, nota anche come mispickel (FeSAs), è il più comune minerale di arsenico, da cui l'elemento si ricava per arrostimento: il calore fa sublimare l'arsenico, lasciando come residuo solido il solfuro ferroso. La società Rumianca, di Riccardo Gualino, nello stabilimento di Carrara Avenza fondò la sua fortuna commerciale nella lavorazione delle piriti arseniose, come precursori di prodotti da usare nell'industria bellica e negli antiparassitari. I composti più importanti dell'arsenico sono l'arsenico bianco (il suo solfuro), il ''verde di Parigi'' (acetoarsenito di rame Cu2(AcO)(AsO3)) e l'arsenato di piombo. Tutti sono stati usati in passato come agrofarmaci. L'arsenico può raramente trovarsi puro in natura e più spesso si trova associato a argento, cobalto, nichel, ferro, antimonio o zolfo. Oltre che nelle forme inorganiche summenzionate, l'arsenico si può trovare in un certo numero di composti organici nell'ambiente: una volta entrato nella catena alimentare, l'arsenico viene progressivamente metabolizzato in forme meno tossiche con un processo di metilazione. L'arsenico e molti dei suoi composti sono veleni particolarmente potenti. L'arsenico uccide danneggiando in modo gravissimo il sistema digestivo ed il sistema cardio-respiratorio, portando l'intossicato alla morte per arresto degli stessi ed avvelenamento dei tessuti cellulari che li compongono. Composti contenenti arsenico sono cancerogeni e, in particolare, sono implicati nella patogenesi del carcinoma della vescica, nel carcinoma mammario e di alcune neoplasie dell'apparato tegumentario. Un'estesa letteratura scientifica disponibile su prestigiose riviste internazionali ha ormai provato che l'esposizione cronica all'arsenico ha effetti multipli sulla salute: * riduce le difese antiossidanti dell'organismo dato che l'arsenico ha un'elevata affinità per i gruppi sulfidrilici delle proteine e di metaboliti endogeni come il glutatione; * provoca l'avvelenamento direttamente nell'ambiente intracellulare, inattivando diversi enzimi coinvolti nelle reazioni di ossidoriduzione (deidrogenasi, mono-ossigenasi, eccetera); * interferisce pesantemente con i meccanismi endocrini regolati dagli estrogeni, da cui il sospetto che possa causare tumori alla mammella; * può attaccare direttamente i filamenti di DNA e provocarne lesioni combinate di vario tipo. * All'arsenico è dedicato uno dei racconti de ''Il sistema periodico'' di Primo Levi. * Nel corso degli anni '40 ha debuttato la commedia ''Arsenico e vecchi merletti'' di Joseph Kesselring, che conoscerà un grande successo anche grazie alla quasi contemporanea versione filmica di Frank Capra.
Antimonio
L''''antimonio''' è l'elemento chimico di numero atomico 51. Il suo simbolo è '''Sb''', dal latino ''stibium'' che significa "bastoncino". Bastoncini realizzati con polveri nere di antimonio erano usati fin dall'antichità per il trucco degli occhi , con funzioni rituali e igieniche. È un semimetallo che si presenta in quattro forme allotropiche diverse. La forma stabile ha un aspetto metallico bianco-azzurrognolo, le forme instabili hanno colore giallo o nero. Viene usato come agente antifiamma e per produrre vernici, smalti, ceramiche e gomme, nonché un'ampia gamma di leghe metalliche.
In quanto semimetallo, l'antimonio ha l'aspetto di un metallo, ma non ne ha i comportamenti chimico e fisico tipici. Nella sua forma elementare è un solido bianco-argenteo dai riflessi azzurrognoli che possiede scarse conducibilità termica ed elettrica e che sublima a temperature relativamente basse. Reagisce con gli acidi ossidanti e con gli alogeni. L'antimonio e le sue leghe si espandono per raffreddamento. Si stima che la quantità di antimonio nella crosta terrestre sia compresa tra 0,2 e 0,5 ppm. L'antimonio è ''calcofilo'', si accompagna spesso allo zolfo, al tellurio e ad alcuni metalli pesanti: piombo, rame e argento. L'antimonio è un elemento noto e usato nei suoi composti sin dall'antichità, anteriormente al 3000 a.C. La stibnite, solfuro di antimonio, veniva usata sia come medicamento sia per truccare gli occhi. Sono stati trovati reperti risalenti al IV millennio a.C. Plinio il vecchio lo chiamava ''stibium'' mentre attorno all'800 d.C. era più usato il nome di ''antimonium'' e i due nomi furono usati alternativamente sia per l'elemento sia per il suo solfuro. Questa imprecisione era dovuta anche al tentativo degli alchimisti di non diffondere le conoscenze acquisite, spesso accomunando prodotti diversi in base alle loro analogie simboliche. Solo in età moderna fu fatta distinzione. === Significato in alchimia === L'antimonio ha sempre goduto di una notevole fama in alchimia, presso la quale ha assunto il significato degli istinti selvaggi e animali da controllare, simboleggiati dal lupo, e perciò era talvolta ritenuto il componente primordiale, o «materia prima», della Grande Opera, la quale attraverso varie fasi sarebbe dovuta culminare con la produzione della pietra filosofale. Cerchio sormontato da una croce, uno dei simboli alchemici dell'antimonio. Queste fasi prevedevano la purificazione dell'antimonio dalla materia liberandone il fuoco interiore, fino a ossidarlo o ucciderlo metaforicamente con la fiamma della salamandra (''nigredo''); in tal modo si otteneva il ''caput mortuum'', ossia la «testa di morto», un residuo solforoso, da cui tramite sublimazione occorreva separare due tipologie di nature, ignea e mercuriale, associate rispettivamente al Sole e alla Luna, per poi ricongiungerle in parti uguali e celebrare il matrimonio chimico. Dalla loro unione sarebbe nato il «bambino», ovvero la pietra rossa, capace di convertire in oro i metalli vili. === Successo e diffusione === Durante il Medioevo e il Rinascimento l'uso dell'antimonio conobbe un crescente successo e diffusione, al punto che, secondo lo storico della chimica A.F. Fourcroy, «nessun corpo è stato studiato più di questo, nessuno è stato oggetto di una maggior copia di scritti; si potrebbe creare un'intera biblioteca tutta di libri sull'antimonio». La prima descrizione nota di una procedura per isolare l'antimonio è contenuta nel libro ''De la pirotechnia'' del 1540 scritto dal metallurgista italiano Vannoccio Biringuccio e pubblicato postumo; questa pubblicazione precede il più famoso libro di Georg Agricola, ''De re metallica'' del 1556, anche questo pubblicato postumo. La scoperta dell'antimonio metallico spesso è stata erroneamente attribuita ad Agricola per un ovvio motivo: mentre il libro ''De re metallica'', scritto in latino, poteva agevolmente essere letto da tutti gli studiosi del tempo, il libro ''De la pirotechnia'' era scritto in italiano ed è andato quindi incontro ad una diffusione estremamente minore. Successivamente venne pubblicato a Lipsia, nel 1604, il libro ''Triumphwagen des Antimonij'', scritto in tedesco e poi tradotto in latino come ''Currus Triumphalis Antimonii'' (letteralmente «Il carro trionfale dell'antimonio»), che contiene anch'esso la descrizione della preparazione dell'antimonio metallico. Sebbene questo libro sia più recente, il monaco benedettino Basilio Valentino, suo autore nominale, in passato era stato molto spesso citato come scopritore dell'antimonio, sebbene sia ormai opinione comune che il vero autore dei numerosi libri a lui attribuiti abbia semplicemente usato come pseudonimo il nome di un monaco mai esistito; alcuni pensano trattarsi dello stesso editore, Johann Thölde. Oltre al testo di Valentino, anche Paracelso contribuì alla fama dell'antimonio, attribuendovi virtù terapeutiche, come già per altri metalli, tra cui la cura della lebbra, dell'alopecia, della morfea, di ferite e di ulcere. Egli inaugurò quell'indirizzo della medicina chiamato «iatrochimica», basato sull'uso della chimica a scopi salutari, e destinato a dar vita a una lunga controversia con i farmacologi rimasti fedeli a Galeno riguardo alla bontà o meno dell'antimonio. Tra i seguaci di Paracelso che sostenevano la validità dell'antimonio, diversi alchimisti ricavarono numerosi composti. Oswald Croll ad esempio, seguendo anche precise rispondenze astrologiche, produsse un vetro di antimonio che venne usato per una serie di malattie. Caratteristico precipitato di solfuro colorato d'antimonio. === Origine del nome === L'origine del nome non è chiara; può derivare dalle parole greche ''anti'' e ''monos'' col significato di «opposto alla solitudine» perché si credeva che non esistesse allo stato puro, Un'altra possibile origine del nome è «anti-monaco»; Samuel Johnson infatti, nel suo dizionario di chimica, scrive che il monaco tedesco Basilio Valentino avrebbe provato l'antimonio coi maiali che, dopo un primo forte effetto lassativo, avevano subito iniziato a ingrassare. Basilio aveva quindi ripetuto l'esperimento coi suoi compagni, che però morirono tutti. Da allora la medicina chiamò questa sostanza ''antimoine'', cioè antimonaco. Ovviamente questa versione deve essere considerata come etimologia popolare in quanto il termine ''antimonium'' esiste da prima dell'800 d.C., e quindi almeno 6 secoli prima delle ipotetiche prodezze di Basilio Valentino, che probabilmente non è mai esistito. === Altri usi === Nel 1700 l'antimonio fu messo al bando dalla Facoltà medica di Parigi. La proibizione cadde quando la guarigione di re Luigi XIV dalla febbre tifoide venne attribuita all'antimonio. L'antimonio è stato usato nel trattamento della schistosomiasi; data la sua affinità con lo zolfo, si lega agli atomi di zolfo contenuti in certi enzimi usati sia dal parassita che dall'ospite umano. Piccole dosi riescono ad uccidere il parassita senza danneggiare troppo l'organismo del paziente. === Nome chimico === Il simbolo chimico dell'antimonio si deve a Jöns Jacob Berzelius che iniziò a citarlo nei suoi scritti ricorrendo dall'abbreviazione del nome latino ''stibium''. Il simbolo proposto da Berzelius fu ''St'', successivamente cambiato in ''Sb''. Questo nome proviene a sua volta dal nome copto del solfuro d'antimonio, attraverso il greco. Striature su un lingotto di antimonio al Deutsches Museum di Monaco di Baviera. L'antimonio trova sempre maggiore uso nell'industria dei semiconduttori nella produzione di diodi, sensori infrarossi e dispositivi basati sull'effetto Hall. In lega con il piombo, ne aumenta notevolmente la durezza e la resistenza meccanica, tant'è che la produzione di piombo-antimonio per la realizzazione di batterie per autotrazione è il principale consumo di questo elemento. Tra le altre applicazioni vi sono le produzioni di: * leghe a basso attrito * leghe per la produzione di caratteri tipografici * proiettili traccianti * guaine per cavi * fiammiferi * farmaci emetici * tubature (leghe senza piombo, contenenti fino al 5% di antimonio) Trifluoruro di antimonio. Gli ossidi e i solfuri di antimonio, l'antimoniato(V) di sodio (NaSbO3) e il tricloruro di antimonio(III) (SbCl3) sono usati nella produzione di composti ignifughi, di smalti, di vernici, di vetri e di ceramiche e come catalizzatori di esterificazione. L'antimonio è utilizzato nelle industrie di semiconduttori (dispositivi elettronici, diodi, transistor, circuiti integrati) per il drogaggio dei semiconduttori. Il più importante composto dell'antimonio(III) è il suo triossido (Sb2O3), usato principalmente nella produzione di sostanze ignifughe e ritardanti di fiamma che trovano a loro volta impiego nei settori più disparati, dai giocattoli ai vestiti per i bambini alle fodere per sedili di aereo o automobile. Il solfuro di antimonio(III) (Sb2S3) è contenuto nei fiammiferi. Un'applicazione attuale dell'antimonio è nell'ambito delle memorie a cambiamento di fase, come elemento principe di una lega calcogenura denominata GST. Benché non sia un elemento abbondante, l'antimonio si trova in oltre 100 diversi minerali. A volte si trova allo stato nativo, ma la forma più frequente è quella del solfuro, la stibnite (Sb2S3). L'antimonio viene commercializzato in molte forme fisiche: dalla polvere, ai cristalli, ai pezzi, ai lingotti. I maggiori produttori di antimonio nel 2019 Posizione Paese Produzione (tonnellate) 1 89000 2 30000 3 28000 4 6000 5 3000 6 2400 7 2030 8 500 9 310 10 300 11 300 NOTA: i dati per gli Stati Uniti non sono stati pubblicati. L'antimonio e molti dei suoi composti sono considerati tossici. Clinicamente l'avvelenamento da antimonio è molto simile a quello da arsenico. A piccole dosi provoca mal di testa e vertigini, a dosi più alte provoca attacchi di vomito violenti e frequenti e porta alla morte nell'arco di pochi giorni. Come per l'arsenico, nella prima metà del XIX secolo l'ideazione del test di Marsh, un test di laboratorio molto sensibile, ne permise l'analisi chimica. In Europa le norme e le soluzioni per la riduzione di antimonio nell'acqua si rendono necessarie per preservare la salute umana. * Antimoniato di potassio
Argon
L''''argon''' o '''argo''' è l'elemento chimico della tavola periodica che ha come simbolo '''Ar''' e come numero atomico 18. È un gas nobile del periodo 3 e costituisce circa lo 0,95% del volume dell'atmosfera terrestre.
L'argon è un elemento chimico estremamente stabile, inodore e insapore. È due volte e mezzo più solubile in acqua dell'azoto, che ha circa la stessa solubilità dell'ossigeno. Nel 2002 è stato scoperto che l'argon, apparentemente inerte, come il kripton e lo xeno può formare un composto chimico con l'uranio. La sintesi dell'idrofluoruro di argon (HArF) è stata compiuta da ricercatori dell'università di Helsinki nel 2000. È stato descritto anche un altro composto a base di fluoro, altamente instabile, ma la notizia non è stata ancora confermata. Sebbene allo stato attuale non siano documentati altri composti dell'argon, questo elemento può formare clatrati con l'acqua quando i suoi atomi sono intrappolati in una matrice di molecole d'acqua. Previsioni teoriche e simulazioni al calcolatore hanno trovato alcuni composti di argon che dovrebbero essere stabili, ma non sono ancora note procedure di sintesi per ottenerli. L'argon è usato nell'illuminotecnica perché non reagisce con il filamento incandescente delle lampadine, nemmeno ad alte temperature quando l'azoto biatomico diventa instabile. Altri usi: * come scudo di gas inerte in molte forme di saldatura, per metalli come il tungsteno e il titanio; * come copertura inerte nella fabbricazione di titanio e altri elementi molto reattivi; * come agente rimescolante (stirring) in siviera durante la fabbricazione dell'acciaio; * come atmosfera protettiva nella crescita di cristalli di silicio e germanio; * l'argon-39 è usato per molti scopi, soprattutto nell'analisi di carote di ghiaccio. Viene anche usato per datare falde acquifere; * procedure di criochirurgia come la crioablazione usano argon liquido per distruggere cellule cancerose; * in chirurgia si usa il bisturi ad argon per la dissezione/coagulazione del sangue (esempio: parenchima epatico) * i sommozzatori lo usano per gonfiare le mute stagne per la sua proprietà termoisolante; * viene immesso all'interno del vetro camera in sostituzione dell'aria per ridurre la trasmittanza termica; * per la misurazione delle oscillazioni dei neutrini provenienti dal CERN di Ginevra, nei laboratori nazionali del Gran Sasso; * per estinguere incendi. Nel 1785 Henry Cavendish sospettò la presenza dell'argon (dal greco ''argos'', "inerte") come costituente dell'aria, ma non fu capace di dimostrarne l'esistenza: la scoperta si deve perciò a Lord Rayleigh e Sir William Ramsay che nel 1894 lo isolarono per distillazione dall'aria liquida. Fino al 1957 il suo simbolo fu rappresentato dalla sola lettera '''A'''. L'argon viene isolato per distillazione frazionata dell'aria liquida. L'atmosfera terrestre ne contiene lo 0,94% in volume che corrisponde all'1,285% in peso. Per confronto l'atmosfera di Marte contiene l'1,6% di Ar-40 e 5 ppm di Ar-36. Nei processi criogenici di raffreddamento dell'aria per la produzione di gas liquidi, tra cui azoto, ossigeno e idrogeno, l'aria può essere sottoposta ad una distillazione frazionata che sfrutta i differenti punti di ebollizione di ciascun componente; il punto di ebollizione dell'argon è intermedio tra quello dell'azoto e dell'ossigeno. Fino al 1962 si riteneva che l'argon e gli altri gas nobili fossero chimicamente inerti ed incapaci di formare composti; nonostante la loro elevata inerzia, è stato però possibile forzarli a legarsi ad altri atomi. I primi composti di argon sono stati sintetizzati da alcuni ricercatori dell'Università di Helsinki per irraggiamento ultravioletto di argon congelato contenente acido fluoridrico ottenendo ''fluoroidruro di argon'', HArF. I principali isotopi dell'argon che si trovano sulla Terra sono 40Ar, 36Ar e 38Ar. Il 40K che esiste in natura decade in 40Ar, stabile, con un'emivita di anni attraverso una cattura elettronica ed una emissione di positroni. 40Ar è usato per datare le rocce. Nell'atmosfera terrestre 39Ar viene prodotto per azione dei raggi cosmici. A livello della superficie viene invece prodotto per cattura neutronica dal 39K o per emissione di una particella alfa dal 41Ca. L'argon-37 si crea dal decadimento del calcio-40 come risultato di esplosioni nucleari sotterranee; la sua emivita è di 35 giorni. L'argon non è tossico per l'organismo. Tuttavia concentrazioni molto elevate di questo gas danno luogo a una sintomatologia asfittica poiché non soddisfa la richiesta di ossigeno della respirazione. A causa del suo peso specifico l'argon tende a ristagnare negli ambienti, perciò lo stoccaggio di grandi quantità di argon in locali piccoli e chiusi è pericoloso nel caso di perdite. * All'argon è dedicato uno dei racconti de ''Il sistema periodico'' di Primo Levi. * L’argon viene citato da Hugh Howey nella trilogia di Wool. *Il cristallo di Argon è un componente crafting di Warframe.
Adenosina trifosfato
Modello 3D dell'ATP L'''adenosina trifosfato''' è un acido formato da una base azotata, cioè l'adenina, dal ribosio, che è uno zucchero pentoso, e da tre gruppi fosfato. È uno dei reagenti necessari per la sintesi del RNA, ma soprattutto è il collegamento chimico fra catabolismo e anabolismo e ne costituisce la "corrente energetica". Esso viene idrolizzato ad ADP , che viene riconvertito in ATP mediante vari processi. L'ATP è il composto ad alta energia richiesto dalla quasi totalità delle reazioni metaboliche endoergoniche. Esso viene prodotto secondo la reazione endoergonica: :ADP + P{}_{i} + E -> ATP L'ATP non può stare libero nel citosol ma deve essere chelato dal magnesio. Esso maschera parzialmente le cariche negative e influenza la conformazione nello spazio dei gruppi fosfato. Dalla respirazione, in cui si libera energia, una parte molto piccola di essa viene immagazzinata nelle molecole di ATP. L'immagazzinamento vero e proprio avviene quando la fosfocreatina cede alla molecola di ADP un gruppo fosfato che appunto le mancava per divenire ATP. Mentre si uniscono gruppo fosfato e ADP, l'energia viene imprigionata nei nuovi legami chimici: adesso avremo finalmente la molecola di ATP.
L'ATP dona energia mediante reazione di idrolisi, mediata dall'enzima ATPasi, che nella maggior parte dei casi coinvolge il trasferimento di un gruppo fosfato. :ATP4− + H2O → ADP3− + Pi + H+ con una variazione di energia libera di −30,5 kJ/mol (esoergonica) L'energia che si libera viene subito utilizzata grazie ad enzimi che attuano reazioni che ne richiedono. Nell'ATP c'è una tensione repulsiva tra gli atomi di ossigeno dei gruppi fosfato che a pH 7 sono ionizzati. La forza di repulsione non è sufficiente a rompere il legame perché l'energia di attivazione è più elevata. Questi gruppi fosfato obbligano i due atomi di ossigeno carichi negativamente ad avvicinarsi fra loro, generando una forte repulsione. La presenza di ioni idronio derivati dalle molecole d'acqua crea un legame col gruppo fosfato terminale dell'ATP, generando una violenta repulsione fra gli ioni ossigeno che porta alla rottura del primo legame del gruppo fosfato con formazione di ADP. Sono poche le reazioni dove l'ATP dona energia a una molecola tramite idrolisi, principalmente fornisce energia alle altre molecole per trasferimento di gruppi fosfato. L'idrolisi in sé produce solo la liberazione di calore che non può essere usato in sistemi omeotermi. ATP può dunque o donare un gruppo fosforico o donare l'Adenilato. I gruppi fosfato che possono subire un attacco sono 3: * attacco nucleofilo in posizione γ con rimozione di un gruppo * attacco nucleofilo in posizione β con rimozione di due gruppi → '''pirofosfato''' * attacco nucleofilo in posizione α con rimozione di pirofosfato e trasferimento di adenilato Questa ultima reazione si chiama '''adenilazione''', il pirofosfato rilasciato con un'adenilazione viene poi scisso in due gruppi singoli dalla '''pirofosfatasi inorganica''' :PPi → 2Pi con una variazione di energia libera di −19,5 kJ/mole (esoergonica) L'adenilazione è fondamentale per portare l'acido grasso a un livello energetico superiore preparandolo così al suo legame con il trasportatore.
Assisi
Primo piano della basilica di San Francesco di Assisi. '''Assisi''' è un comune italiano di abitanti della provincia di Perugia in Umbria. È nota per essere la città in cui vissero e morirono san Francesco, patrono d'Italia, e santa Chiara.
=== Territorio === Assisi alle pendici del Monte Subasio La città di Assisi è situata sul versante nord-occidentale del monte Subasio, in posizione moderatamente rialzata rispetto alla Valle Umbra settentrionale, a circa 26 km a sudest di Perugia. === Clima === Il territorio comunale assisano comprende porzioni sia pianeggianti, sia collinari che di bassa montagna. La città, grazie alla sua posizione posta in collina ed affacciata sulla Valle Umbra, presenta un clima gradevole, ma di transizione tra l'area di pianura ad ovest e quella più montuosa ad est, con estati calde, ma non afose ed inverni non eccessivamente rigidi. Caratteristica invernale sono le temperature percepite dal corpo umano a seguito dei freddi venti di tramontana che scorrono lungo il bordo nord occidentale del Monte Subasio e possono abbassare considerevolmente la temperatura percepita. Una volta o due l'anno fa comparsa nella città anche la neve, ma grazie alla propria posizione riparata, molto difficilmente cade in quantità rilevanti. La primavera e l'autunno tendono ad essere piovose e piuttosto tiepide. Le aree del territorio comunale in posizione pianeggiante presentano invece un clima caratterizzato da estati leggermente più calde rispetto alla città, talvolta afose a causa del maggior tasso di umidità, mentre nel periodo autunnale ed invernale nelle giornate di cielo sereno sono spesso ricoperte dalla nebbia che talvolta perdura per tutto l'arco della giornata. In inverno possono prodursi brinate sia in città, sia nella valle sottostante, con temperature notturne anche ben al di sotto degli zero gradi. Il territorio a nord del capoluogo comunale, che si protrae verso i comuni di Nocera Umbra, Gualdo Tadino e Valfabbrica, è di tipo collinare-bassa montagna, e presenta pertanto un clima più simile a quello montano, con estati non troppo calde e solitamente ventilate, mentre gli inverni risultano talvolta rigidi con nevicate localmente abbondanti soprattutto a seguito delle irruzioni di aria fredda da nord-est. === Dalla fondazione alle invasioni barbariche === Le tracce più antiche della presenza umana nel territorio assisiate risalgono al Neolitico. Numerosi reperti archeologici indicano che Assisi trae le sue origini da un piccolo villaggio abitato dagli Umbri già nel periodo villanoviano (IX– VIII secolo a.C.). Come ci dimostrano i vari reperti archeologici rinvenuti, gli Umbri intrattenevano profondi rapporti (soprattutto commerciali) con i vicini Etruschi, stanziati sulla sponda occidentale del Tevere, dai quali differivano, però, per lingua e cultura. I Romani nel 295 a.C., con la battaglia del Sentino, imposero definitivamente il loro dominio anche nell'Italia Centrale. La città umbra ebbe il nome di ''Asisium'' e fu monumentalizzata a partire dal II secolo a.C. Nell'89 a.C. divenne ''municipium'' e fu un importante centro economico e sociale dell'Impero romano. Il suo toponimo ha origini prelatine, e conservando un'incerta etimologia, viene interpretato in due differenti modi. ''Città del falco'', o ''dell'astore'' oppure dalla base latina ''ossa'' ovvero ''torrente'' con ovvio riferimento al fiume Assino. Nel corso del III secolo, per l'azione di san Rufino, vescovo e martire, inizia a diffondersi il cristianesimo. Con il crollo dell'Impero romano anche Assisi conobbe la buia età delle invasioni barbariche e, nel 545, fu saccheggiata dai Goti di Totila. Conquistata dai Bizantini, passò poco tempo dopo (568) sotto il dominio longobardo e venne annessa al Ducato di Spoleto, del quale condivise le sorti fino all'inizio del XII secolo. === Dall'età comunale al Rinascimento === Dopo un periodo di guerre, nel 1174 fu assediata e conquistata da Federico Barbarossa, che diede l'investitura della città al duca Corrado di Lutzen, detto anche Corrado di Urslingen: Assisi divenne dominio imperiale, ma sollevazioni popolari (1198) inaugurarono ben presto l'epoca comunale, non senza lotte interne e guerre con la vicina Perugia. Tra il 1181 e il 1182, nasce ad Assisi Francesco – figlio di Pietro di Bernardone e Madonna Pica – il futuro santo che, con la sua opera, segnerà la storia del luogo e dell'umanità. Nel 1198 il popolo di Assisi, stanco delle prepotenze del duca di Lutzen, si ribellò scacciandolo dalla città. Durante la fine della prima metà del Duecento l'Assisi guelfa subì vari assedi da parte delle truppe saracene e tartare facenti parte del grande esercito di Federico II di Svevia. Le truppe imperiali devastarono a più riprese il contado ma la città grazie alla valenza delle sue milizie ed al carisma di Santa Chiara resistette alle incursioni. Negli anni a seguire Assisi vide alternarsi al controllo della città guelfi e ghibellini. Successivamente la città passò sotto il dominio della Chiesa, dei Perugini, di Gian Galeazzo Visconti, dei Montefeltro, di Braccio Fortebraccio da Montone, passando infine sotto il controllo di Francesco Sforza. File:Stemma degli Urslingen.jpg|Stemma degli Urslingen File:San Francesco.jpg|San Francesco, ritratto del Cimabue File:Fresco depicting Clare of Assisi holding a lily.jpg|Santa Chiara, affresco di Giotto File:Frederick II and eagle.jpg|Federico II, venne battezzato nella cattedrale di San Rufino Nel novembre del 1442 Assisi, difesa in quel periodo da Alessandro Sforza, subisce l'assedio delle truppe comandate dal Piccinino. Dopo molti giorni di vani tentativi le truppe assedianti, anche grazie all'aiuto di un frate traditore, riescono a penetrare all'interno della cinta di mura. Assisi viene pesantemente devastata e saccheggiata ma il Piccinino si oppone comunque alla completa distruzione della città rifiutando i 15000 fiorini offerti dai perugini. Le fazioni legate alle famiglie dei Nepis (della "parte de sopra") e dei Fiumi (della "Parte de Sotto") si fronteggiarono fino al XVI secolo quando la conquista dell'Umbria da parte di papa Paolo III restituì alla città un periodo di pace e tranquillità. === Dall'età moderna ad oggi === Veduta storica di Assisi e dei monumenti A partire dal XVII secolo, grazie alla fondazione di istituti ed accademie, riprende con grande fervore l'attività culturale, interrotta dal periodo delle guerre napoleoniche (1799), quando le truppe francesi al comando di Napoleone Bonaparte saccheggiarono la città e molte opere d'arte. Nel 1860, con plebiscito unanime, aderì al nascente Stato italiano. L'unificazione permetterà alla città di aprirsi progressivamente all'esterno, grazie anche alla costruzione dello scalo ferroviario. Con il ritrovamento dei corpi di San Francesco (1818) e Santa Chiara (1850), Assisi diventa meta privilegiata di pellegrinaggi; il turismo religioso dette un forte incremento alla rinascita dell'economia locale. Durante la seconda guerra mondiale, nel periodo seguente all'8 settembre 1943 e all'occupazione tedesca, Assisi è letteralmente invasa dai profughi, tra i quali oltre 300 ebrei. Il vescovo monsignore Giuseppe Placido Nicolini – coadiuvato dal segretario, don Aldo Brunacci, e dal guardiano del Convento di San Damiano, padre Rufino Niccacci – trasforma Assisi in uno dei centri principali della resistenza civile italiana all'Olocausto. Travestiti da frati e suore, nascosti nei sotterranei e nelle cantine, mimetizzati tra gli sfollati, provvisti di documenti falsi, gli ebrei rifugiatisi ad Assisi sono protetti da una vasta rete di solidarietà che si estende anche ad altre zone dell'Umbria ed ha contatti, anche attraverso il ciclista Gino Bartali, con le centrali di resistenza e finanziamento della DELASEM in Liguria e Toscana. Il compito è arduo. Tra i rifugiati ci sono donne, bambini, vecchi, ammalati, che necessitano di cure ed assistenza per le necessità quotidiane. Si organizza persino una scuola dove i bambini ebrei possano ricevere istruzione religiosa ebraica. Grazie anche alla complicità del colonnello tedesco Valentin Müller, che dichiarerà Assisi una zona franca ospedaliera, nessun ebreo sarà deportato da Assisi. Santa Maria degli Angeli La Porziuncola|277x277px Il vescovo Giuseppe Placido Nicolini, don Aldo Brunacci e padre Rufino Niccacci, ricevono nel dopoguerra l'alta onorificenza di giusti tra le nazioni dall'Istituto Yad Vashem di Gerusalemme, unitamente a Luigi e Trento Brizi che nel loro piccolo negozio di souvenir vicino a piazza Santa Chiara hanno provveduto alla stampa di tanti falsi documenti di identità. Nel 1985 il film ''Assisi Underground'' di Alexander Ramati ricostruisce le vicende e i protagonisti di quegli anni. Nel 2004 la Medaglia d'oro al Valor Civile è conferita alla città di Assisi per l'impegno civile dimostrato dall'intera popolazione. Il 27 ottobre 1987, su invito del papa Giovanni Paolo II, i principali rappresentanti delle religioni del mondo si riunirono ad Assisi per un incontro di preghiera in nome di san Francesco, ''profeta della pace'' come lo definì lo stesso pontefice dando inizio allo "spirito di Assisi". Nel 2000 la città di Assisi, la Basilica Papale di San Francesco, quella di Santa Maria degli Angeli e gli altri luoghi francescani, con la quasi totalità del territorio comunale, costituiscono un sito inserito nella lista del Patrimonio Mondiale UNESCO. === Onorificenze === Con decreto del Presidente della Repubblica (come la prassi prevede, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri) nell'anno 2011 l'Ufficio dell'Araldica del Governo ha rinnovato il gonfalone di Assisi - che già ''ab antiquo'', dal XIV secolo'','' era insignita del titolo di città - col motto ''Seraphica Civitas'' poi sovrimpresso dalla civica amministrazione sulla segnaletica e in generale sugli stemmi cittadini. Basilica di San Francesco === Chiese ed edifici sacri === * Vista notturna della Basilica di San FrancescoBasilica di San Francesco d'Assisi (divisa in parte inferiore e superiore) * Basilica di Santa Chiara * Cattedrale di San Rufino * Chiesa di Santa Maria Maggiore * Chiesa di San Pietro * Chiesa di San Giacomo de Murorupto * Chiesa Nuova * Oratorio dei pellegrini * Oratorio di San Francesco Piccolino * Chiesa di Santo Stefano * Basilica di Santa Maria degli Angeli con la Porziuncola * Eremo delle Carceri sul monte Subasio * Chiesa di san Damiano * Chiesa di Santa Maria in Rivotorto (Santuario di Rivotorto, chiesa del XIX secolo in forme gotiche costruita per riparare il "tugurio" di San Francesco) * Abbazia di San Benedetto, fu fondata nel X secolo sulle pendici del monte Subasio; distrutta nel 1399, venne restaurata nel Seicento. Ne rimangono le mura perimetrali, l'abside e la cripta, risalente alla seconda metà dell'XI secolo. * Palazzo vescovile, dove San Francesco fece la rinuncia ai beni paterni. * Chiesa di Santa Maria Sopra Minerva File:Chiesa Nuova Assisi.jpg|Chiesa Nuova File:Santa Chiara ASSISI SL380482.jpg|Basilica di Santa Chiara File:UmbEremoDelleCarceri.jpg|Eremo delle Carceri File:San Pietro (Assisi) 02.JPG|Chiesa di San Pietro File:Assisi - Cattedrale di San Rufino.jpg|Cattedrale di San Rufino File:Santuario Rivotorto 01.JPG|Santuario Rivotorto === Altri monumenti === * Anfiteatro romano, costruito nella prima metà del I secolo d.C., di cui rimane l'impianto ellittico ribadito dall'assetto delle case medievali e da un arco in cunei di travertino, mentre l'arena è definita da una parte edificata e dall'area di un giardino. All'interno dell'arena alcuni edifici, attrezzati per la ricettività turistica, permettono di godere un'apprezzabile vista d'insieme sull'intero sito archeologico. Chiesa di San Damiano * Rocca Maggiore, situata sulla cima della collina che domina la valle ed eretta in epoca altomedievale, fu distrutta da una sollevazione popolare (1198) contro il duca Corrado di Urslingen, tutore del futuro imperatore Federico II di Svevia. Fu ricostruita nel 1356 dal cardinale Egidio Albornoz, rispettando sostanzialmente le forme originali; solo successivamente sono stati aggiunti la torre poligonale (1458) e il bastione cilindrico che affianca l'ingresso (1535-1538). Sembra che nella Rocca abbiano soggiornato Federico Barbarossa e Federico II ancora bambino. * Piazza del Comune, solo nel Duecento questa area urbana diventa il fulcro della città. Il lato settentrionale è imperniato sul Tempio di Minerva, alla sinistra del quale venne edificato il ''Palazzo del Capitano del Popolo'' (metà XIII secolo – 1282), restaurato e dotato di merlatura nel 1927, insieme all'adiacente ''Torre del Popolo'' (1305), campanile civico ai cui piedi si trovano murate le misure trecentesche di mattoni, tegole e tessuti in uso nella città; con la costruzione del ''Palazzo dei Priori'' (1275 - 1493) fu completato anche il lato meridionale. La ''Fonte di Piazza'' con tre leoni sul lato orientale è cinquecentesca, mentre il ''Palazzo delle Poste'' sul lato occidentale è del 1926. * Tempio di Minerva * Tasso del conte Pucci, grande esemplare di albero monumentale, sempreverde, cresciuto in un giardino sopraelevato nel centro storico della città e inserito nell''Elenco degli alberi di rilevante e peculiare interesse'' della regione Umbria. * Roverella di via Lorenzo Perosi, esemplare di albero monumentale, posto nella parte alta della città; per la rilevanza di età e dimensione è stato inserito nell''Elenco degli alberi di rilevante e peculiare interesse'' della regione Umbria. File:Assisi Rocca Maggiore BW 1a.JPG|Rocca Maggiore File:Assisi Piazza del Comune BW 5.JPG|Piazza del Comune File:Assisi, tempio di minerva 02.JPG|Tempio di Minerva e la torre comunale File:San Damiano (Assisi) 03.JPG|San Damiano File:318AssisiSMariaMaggiore.jpg|Santa Maria Maggiore File:S.Stefano e Fortunato001.jpg|Santo Stefano === Evoluzione demografica === === Etnie e minoranze straniere === Secondo i dati ISTAT al 1º gennaio 2015 la popolazione straniera residente era di persone o 11%. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano: * Romania, (3,41%) * Albania, (2,44%) * Marocco, (1,58%) === Istruzione === Assisi ricopre tutte le fasce di età e diversi percorsi di studio per quanto concerne la formazione: Scuola Elementare, Scuola Media Inferiore, Liceo Scientifico ann.convitto nazionale Principe di Napoli, Liceo Classico-Linguistico-Sociopsicopedagogico (Sesto Properzio), I.T.I.S-istituto tecnico industriale, Istituto Geometri (Bonghi), Istituto di Ragioneria e perito commerciale, I.P.S.A.R Istituto professionale alberghiero. ==== Università ==== Il comune di Assisi ha anche la sua sede universitaria, ubicata in pieno centro a Palazzo Bernabei. Si tratta di una sede distaccata della Facoltà di economia dell'Università degli Studi di Perugia: i corsi sono quelli di Economia e Gestione dei Servizi Turistici ed Economia del Turismo. Nel 2010 i corsi di economia del turismo ad Assisi hanno rischiato la chiusura a seguito di una razionalizzazione dell'offerta didattica decisa dall'ateneo perugino, le accese proteste del sindaco Ricci e di un comitato di studenti hanno favorito il mantenimento della sede universitaria e l'istituzione del corso in Economia Internazionale del Turismo (laurea triennale), a cui collabora anche l'Università per Stranieri di Perugia. Nella stessa sede c'è anche il CST, il Centro Italiano di Studi Superiori sul Turismo Nel 1971, inoltre, è stato fondato l'Istituto Teologico di Assisi, aggregato alla Facoltà di Teologia della Pontificia Università Lateranense, che rappresenta la terza istituzione universitaria dell'Umbria insieme alle due Università di Perugia. L'Istituto ha sede nel Sacro Convento di San Francesco. === Musei === Museo di Santa Maria degli Angeli * Museo diocesano e cripta di San Rufino * Museo del Tesoro della basilica di San Francesco * Galleria d'Arte Contemporanea - Pro Civitate Christiana * Museo missionario multimediale d'Europa * Museo dell'abbazia di San Pietro * Museo civico e Foro romano * Pinacoteca comunale di Assisi * Museo della memoria, Assisi 1943-1944 * Museo di Santa Maria degli Angeli * Museo della Porziuncola a Santa Maria degli Angeli * Museo d'arte contemporanea padre Felice Rossetti di Santa Maria degli Angeli * Museo Nazionale del Pugilato === Eventi === * Calendimaggio (primo weekend dopo il 1º maggio): rievocazione di vita medievale in una sfida fra le due fazioni cittadine di ''Parte de Sopra'' e ''Parte de Sotto'', con cortei, rappresentazioni teatrali, musica, canti, danze e sbandieratori.Calendimaggio * Festa della Mamma (seconda domenica di maggio), a memoria dell'istituzione di questa festa – per la prima volta in Italia – nel 1957, a Tordibetto, ad opera del parroco don Otello Migliosi. * Festa del Voto (22 giugno), rievoca la cacciata dei Saraceni da Assisi ad opera di Santa Chiara. * Palio di San Rufino (fine di agosto): rievocazione storica del periodo in cui Assisi era divisa in terzieri (San Francesco, San Rufino e Dive Mariae) con cortei, sbandieratori e tamburini della ''Compagnia Balestrieri di Assisi'', i quali l'ultimo giorno si sfidano in una gara di tiro con la balestra. * Cavalcata di Satriano (settembre): fantini in costume d'epoca, ripercorrono il viaggio che i cavalieri assisani compirono per andare a prendere San Francesco a Nocera Umbra, affinché potesse morire nella sua città.Scena del palio dei balestrieri di San Rufino * Festival internazionale per la Pace (settembre): si tengono concerti, seminari, tavole rotonde e mostre d'arte dedicate al tema della pace, della solidarietà e dell'ecologia. * Marcia per la pace Perugia-Assisi, (settembre – ottobre, biennale). * Festa di San Francesco (3 - 4 ottobre): si tengono solenni cerimonie liturgiche e manifestazioni civiche per celebrare il santo, patrono d'Italia, anche se dal 2008 è tornato ad essere giornata di lavoro e studio. * Rassegna cinematografica di Assisi (fine novembre), evento dedicato al cinema, agli attori ed ai registi italiani. * Nella notte tra del sette dicembre si celebra la Festa della Venuta accendendo grandi falò. * Palio di Pasqua Rosata, rievocazione storica del tradizionale palio originariamente tenuto nella giornata di Pentecoste === Artigianato === Tra le attività economiche più tradizionali, diffuse e attive vi sono quelle artigianali, come la lavorazione della ceramica, del ferro battuto e del legno. Sono rinomati i laboratori di oreficeria, di intarsio, di intaglio, di ebanisteria, quelli delle sculture religiose a cesello, oltreché l'arte del restauro, che spazia dai mobili agli strumenti musicali e quella del vetro. === Ferrovie === A pochi chilometri dal centro del paese, scendendo in pianura presso la cittadina di Santa Maria degli Angeli, Assisi dispone di una propria stazione ferroviaria sulla linea Foligno - Terontola. === Aeroporti === A 12 km da Assisi, in località Sant'Egidio, si trova l'Aeroporto internazionale dell'Umbria-San Francesco d'Assisi. Gonfalone civico === Gemellaggi === Assisi è gemellata con: * * * * * * * Inoltre, sussistono dei patti di amicizia con: * * * * Lo stadio "Degli Ulivi" === Ciclismo === Assisi è stata quattro volte sede di arrivo di tappa del Giro d'Italia: la prima nel 1978, l'ultima nel 2012. Nel 1982 e nel 1995 si trattò di frazioni a cronometro. * 1978 11ª tappa Terni- Assisi, vinta da Bruno Zanoni. * 1982 3ª tappa Perugia- Assisi, ''(cron. individuale)'' vinta da Bernard Hinault. * 1995 2ª tappa Foligno- Assisi, ''(cron. individuale)'' vinta da Tony Rominger. * 2012 10ª tappa Civitavecchia- Assisi, vinta da Joaquim Rodríguez. === Calcio === La principale squadra di calcio della città è l'''Assisi Subasio'' che milita nel campionato umbro di Eccellenza. È stata rifondata nel 2018.
Alfred Hitchcock
thumb Lo spartiacque nella carriera di Hitchcock è rappresentato dal suo trasferimento da Londra a Hollywood, avvenuto nel 1940. In base a questa data, gli studiosi suddividono la sua produzione in due grandi periodi: * il ''periodo britannico'', che va dal 1925 al 1940, durante il quale ha diretto ventitré film, di cui nove muti; * il ''periodo statunitense'', che va dal 1940 al 1976, durante il quale ha diretto trenta film, fra i quali si annoverano i più conosciuti. L'ultimo film è ''Complotto di famiglia'' diretto nel 1976. Il regista è conosciuto anche, grazie ai suoi capolavori ''thriller'', come "maestro del brivido". Il ladro'' Trailer di ''Psyco:'' Hitchcock indica la casa gotica di Norman Bates Hitchcock taglia un pollo nel trailer ''Gli uccelli '' Stella di Alfred Hitchcock nella Hollywood Walk of Fame Monumento a Hitchcock presso i Gainsborough Studios di Londra
===Primi anni e infanzia=== ''Hitchcock The Director'', mosaico sito all'interno della metropolitana di Leytonstone e facente parte di una raccolta di quadri rappresentanti gli avvenimenti più significativi nella carriera di Hitchcock Alfred Hitchcock nasce il 13 agosto 1899 a Leytonstone, un quartiere dell'East End di Londra, a otto chilometri dal centro. I genitori William (1862–1914) ed Emma Jane Whelan (1863–1942) erano titolari e proprietari di un negozio di frutta e verdura; il padre commerciava come grossista di derrate alimentari e successivamente acquistò anche una pescheria. Dirimpetto al negozio si trovava l'abitazione della famiglia. Alfred è il più giovane di tre fratelli. Il padre, fedele osservante della Chiesa di Roma, provvide a impartirgli un'educazione cattolica. Spesso Alfred accompagnava il padre sul carretto con i cavalli nel giro di consegna delle merci ai clienti e ai negozi della zona. Da regista Hitchcock ha spesso inserito nei suoi film questi ricordi e gli ambienti della Londra della sua infanzia; in particolare in ''Il pensionante'' (1927) e in ''Frenzy'' (1972). Il padre era molto severo. Un episodio traumatico vissuto nell'infanzia è così raccontato a François Truffaut: "Avevo forse quattro o cinque anni ... Mio padre mi mandò al commissariato di polizia con una lettera. Il commissario la lesse e mi rinchiuse in una cella per cinque o dieci minuti dicendomi: "Ecco che cosa si fa ai bambini cattivi!". - E lei che cosa aveva fatto per meritare questa punizione? - Non ne ho la minima idea. Mio padre mi chiamava agnellino senza macchia. Veramente non riesco a immaginarmi che cosa abbia potuto fare." Il motivo dell'innocente arrestato e imprigionato ingiustamente ricorre molto frequentemente nei suoi film e appare il tentativo di esorcizzare quel trauma infantile. Il 12 dicembre del 1914 muore il padre all'età di 52 anni. ==== Interessi e studi ==== La famiglia gli trasmette un grande amore per il teatro. Si recavano tutti insieme alla domenica nei teatri della zona e Alfred ben presto conosce, attraverso commedie e drammi, tante storie con cui nutrire la sua fantasia; apprezza le interpretazioni di attori e attrici famose, guarda ammirato le spettacolari scenografie. Durante il tempo libero spesso se ne sta solitario e disdegna i giochi, preferisce osservare. Ha una passione spiccata per la geografia: colleziona carte topografiche, studia gli orari ferroviari. A otto anni ha già percorso tutte le linee tramviarie londinesi e raggiunto in battello a vapore la foce del Tamigi. Consulta con regolarità il bollettino dei naviganti e su una mappa segna le rotte della flotta mercantile inglese. Nell'autunno del 1910 è iscritto presso il Saint Ignatius College, retto dai Gesuiti, sperimentandone la rigida disciplina. Nel luglio del 1913, a 13 anni, lascia l'istituto. Per tutto il 1914 frequenta dei corsi serali presso la Scuola di Ingegneria e Navigazione presso l'Università di Londra, ma non ne è rimasta documentazione in nessun dipartimento universitario della città, perché non era abitudine conservare la documentazione dei frequentanti non iscritti a un corso di laurea. ==== Primo impiego ==== All'inizio del 1915 trova un posto alla Henley Telegraph & Cable Company, una fabbrica di cablature elettriche, fili telegrafici e materiale bellico. Per 15 scellini alla settimana deve calcolare la misura e il voltaggio dei cavi elettrici che la ditta installa. Nel 1917 è sottoposto alla visita medica per il servizio militare, ma viene riformato. Si arruola comunque in un corpo volontario del genio. Legge molto: Gilbert Keith Chesterton, John Buchan, Edgar Allan Poe, Gustave Flaubert; scrive racconti per la rivista aziendale. Alla Henley, grazie alla sua abilità nel disegno, viene trasferito all'ufficio pubblicità. Continua a frequentare il teatro e si appassiona al cinema. A Londra all'epoca c'erano 400 cinematografi e l'ingresso al cinema costava meno della poltrona a teatro. ==== Il cinema ==== Nel 1920 entra nel mondo del cinema: viene assunto nella sede londinese della Famous Players-Lasky-Studios, una società cinematografica anglo-americana (la futura Paramount Pictures). Il suo lavoro consiste nel disegnare i titoli e le didascalie dei film muti prodotti dallo studio, un lavoro che esegue spesso di notte perché non ha lasciato il vecchio impiego alla Henley. Dal 1923 al 1925 lavora per la Gainsborough Pictures, occupandosi di diverse mansioni secondarie, come il più classico dei tuttofare: sceneggiatore, scenografo, assistente alla regia, addirittura montatore in cinque film. Affianca come aiuto il regista Graham Cutts nella lavorazione del film ''Woman to Woman'' prodotto da Michael Balcon. L'ultima esperienza maturata come aiuto scenografo-sceneggiatore per il film ''The Blackguard'' di Graham Cutts, coproduzione fra la Gainsbourough e l'UFA di Berlino, lo porta nella capitale tedesca dove lavora a fianco di Murnau, che stava girando ''L'ultima risata'' e di Fritz Lang, che aveva appena finito di girare ''I nibelunghi''. Si fa risalire a questo soggiorno berlinese la componente espressionistica di tanto cinema hitchcockiano. ==== L'incontro con Alma Reville ==== Hitchcock e la moglie Alma Tra le montatrici approdate alla Balcon Saville Freedam, conosce Alma Reville, sua coetanea (era nata il giorno dopo Alfred), già con una brillante carriera che l'aveva portata a lavorare con David Wark Griffith nella lavorazione di ''Hearts of the World'' (''Cuori del mondo''). Hitchcock, in qualità di aiuto regista di ''Woman to Woman'', le propone di montare le inquadrature. Da quella collaborazione nasce un lungo fidanzamento e un matrimonio, celebrato nel 1926 e durato fino alla morte. Il loro rapporto rappresenta un sodalizio sentimentale e professionale: la moglie collaborerà come sceneggiatrice a molti dei suoi film e il regista terrà sempre molto al suo giudizio e ai suoi suggerimenti. Alma e Alfred avranno un'unica figlia, Patricia, Pat, (1928), che collaborerà come attrice in alcuni lavori del padre. === Periodo britannico === ==== Il primo film da regista ==== Nel 1925 Michael Balcon gli affida la regia di un film anglotedesco: ''Il labirinto delle passioni (The Pleasure Garden)''. È il suo primo film. Fa percorrere ad Alfred e Alma migliaia di chilometri perché fu girato tra Monaco, il lago di Como, la Riviera ligure (Alassio e Genova), Parigi e Cherbourg. Con le difficoltà economiche, gli imprevisti, gli intoppi e i capricci delle dive americane, rappresentò una specie di battesimo di fuoco per il giovane regista esordiente. ==== I film muti ==== Hitchcock girerà dal 1925 al 1929 nove film muti. Nel 1926 dirige il suo secondo film, ''L'aquila della montagna'', andato perduto. Il primo vero film di successo è ''Il pensionante'' (1927), ''"il suo primo film di suspense"'' (Rohmer-Chabrol). Grazie al successo ottenuto, Hitchcock è contattato da John Maxwell, direttore della casa di produzione ''British International Picture'' (BIP), che gli offre un contratto molto vantaggioso, di 13.000 sterline l'anno. Hitchcock firma, ma gira ancora due film dovuti alla ''Gainsborough Picture'', ''Il declino'', ''Virtù facile''. Dirige poi con la nuova casa di produzione ''Vinci per me!'', ''La moglie del fattore'', ''Tabarin di lusso'', ''L'isola del peccato'' (1929). ==== I primi film sonori ==== Nel 1929 Hitchcock dirige ''Ricatto'' (''Blackmail''), il suo primo film sonoro e il primo film sonoro in Europa. Fino al 1933 alterna film a suspense a storie di vario genere, spesso riduzioni di romanzi o trascrizioni cinematografiche di commedie celebri: ''Giunone e il pavone'', ''Omicidio!'', ''Fiamma d'amore'', ''Ricco e strano'', ''Numero diciassette'', ''Vienna di Strauss''. ==== Le spy story ==== Nel 1934 Hitchcock firma un contratto per cinque film con la casa di produzione Gaumont British Picture Corporation, di cui era responsabile Michael Balcon, con il quale aveva già collaborato nei primi film. ''L'isola del peccato'' (1929) e ''Ricco e strano'' nei quali ha messo con sincerità e audacia molto di sé, non vengono compresi dalla critica britannica dell'epoca. Furono fiaschi commerciali e ciò gli impedì di proseguire su una strada che pure sapeva fruttuosa, smorzò lo slancio e indusse il regista a rinunciare. Hitchcock vuol trovare una ricetta, non c'è dubbio, che lasci però una parte consistente al talento artistico, al suo stile, e ''L'uomo che sapeva troppo'', girato nel 1934, è un perfetto successo strategico: la critica e il pubblico, trovando adesso un Hitchcock simile a quello che immaginavano, applaudono il film senza riserve. L'anno successivo, riprendendo lo stesso principio "... lo innalzò a un punto di massima perfezione" (Rohmer-Chabrol) con ''Il club dei 39''. Seguiranno ''Amore e mistero'', ''Sabotaggio'', ''Giovane e innocente'' e ''La signora scompare'', quello che Raymond Durgnat ha definito ''The classic thriller sextet'' (un ciclo di sei classici thriller). La fama internazionale che gli deriva da queste opere attira l'attenzione dei produttori americani, che incominciano a fargli proposte di contratti; contemporaneamente la ''Gaumont-British'' si scioglie, disperdendo il gruppo di collaboratori esperti e fidati con cui Hitchcock era abituato a lavorare: Michael Balcon va alla Metro, Charles Bennett alla Universal, Ivor Montagu lascia il cinema. Il contratto di Hitchcock è subito rilevato dalla ''Gainsborough''. Incominciano i contatti con David O. Selznick. Con la figlia Pat e la moglie Alma, nell'agosto del 1937 fa un viaggio negli Stati Uniti d'America. L'ultimo film girato in Inghilterra, prima della partenza per l'America, è ''La taverna della Giamaica'' (1939), con il quale onora gli impegni presi con Erich Pommer e Charles Laughton. Si conclude il cosiddetto ''periodo inglese'' durante il quale Hitchcock ha girato ventitré film. Nell'estate del 1939, a quarant'anni di età, con la famiglia si trasferisce a Los Angeles. === Periodo americano === ==== Gli anni quaranta ==== A Hollywood lavora per David O. Selznick, il produttore di ''Via col vento''; il contratto, che prevede l'impegno per cinque film, viene firmato il 14 luglio 1938. Inizialmente Hitchcock doveva dirigere un film sulla tragedia del Titanic, ma preferisce un altro soggetto tratto dal bestseller di Daphne du Maurier, ''Rebecca - La prima moglie'' (1940), che vince l'Oscar per la produzione di Selznick e per la fotografia di George Barnes, ma non per la regia (Hitchcock non ottenne mai un Oscar come regista di un suo film). Seguono ''Il sospetto'' (1941), che ha ancora come protagonista femminile Joan Fontaine e che segna l'incontro di Hitchcock con Cary Grant, con cui girerà ben quattro film; poi ''Il signore e la signora Smith'' (1941), una commedia con Carole Lombard e Robert Montgomery. Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, il regista alterna una serie di film di impegno antinazista e patriottico: ''Il prigioniero di Amsterdam'', ''Sabotatori'', ''Prigionieri dell'oceano'', e i documentari ''Bon Voyage'' e ''Aventure malgache'', a opere che continuano a esplorare i temi a lui cari come ''L'ombra del dubbio'' (1943), ''Io ti salverò'' (1945) e ''Notorious - L'amante perduta'' (1946), con i quali si instaura la felice collaborazione con Ingrid Bergman. Nel 1945, partendo da materiale filmico registrato da militari inglesi e dell'Armata Rossa entro il campo di concentramento di Bergen-Belsen, realizza un documentario sull'Olocausto intitolato "Memory of the camps", che tuttavia non venne diffuso in quanto le forze alleate ritennero che l'orrore suscitato dai suoi contenuti avrebbe ostacolato la riconciliazione postbellica. Il film rimase abbandonato per decenni nell'archivio dell'Imperial War Museum di Londra, parzialmente riscoperto e proiettato nel 1984 al Festival di Berlino; nel 2014 è stato effettuato un restauro completo delle bobine e del montaggio in accordo con lo script del regista. Il film, dal titolo ''Night Will Fall'', diretto da Andre Singer e prodotto da Brett Ratner insieme a Helena Bonham Carter, è stato proiettato il 26 e 27 gennaio 2015 dall'emittente HBO in occasione del settantesimo anniversario della liberazione del lager di Auschwitz. I film successivi hanno esiti critici alterni e, per la gran parte, insuccesso commerciale: ''Il caso Paradine'' (1947), un dramma giudiziario, ''Nodo alla gola'' (1948), fortemente sperimentale e con il quale incomincia la collaborazione con James Stewart che sarà protagonista, come Cary Grant, di quattro film di Hitchcock; ''Il peccato di Lady Considine'' (1949), melodramma incompreso e ''Paura in palcoscenico'' (1950), un giallo girato in Inghilterra.. ==== Inizio degli anni cinquanta ==== Gli anni cinquanta sono un decennio d'oro per Hollywood e anche per Hitchcock. Nel 1950 il regista passa alla Warner Bros., con cui gira ''L'altro uomo'' (1951), che si rivela un grande successo; incassa ancora una delusione con un film a cui teneva molto, ''Io confesso'' (1952), ma si prende la rivincita con il successivo ''Il delitto perfetto'' (1954), che è anche il primo film con Grace Kelly. Nell'attrice trova un'interprete ideale del suo tipo di donna preferito e, sempre con lei, in forma smagliante, per la Paramount Pictures gira il celeberrimo ''La finestra sul cortile'' (1954); infine realizza il divertente ''Caccia al ladro'' (1955) e una storia di humour nero ''La congiura degli innocenti'' (1956). ==== La televisione ==== Nel 1955 incomincia a produrre e a girare alcuni episodi della famosa serie ''Alfred Hitchcock presenta''. Dal 1955 al 1962 gira una ventina di telefilm. ==== Gli anni cinquanta-sessanta ==== Non è dunque un caso che dal 1956 diriga una serie ininterrotta di capolavori: ''L'uomo che sapeva troppo'' (1956), remake del film da lui diretto nel 1934, ''Il ladro'' (1956), ''La donna che visse due volte'' (1958), ''Intrigo internazionale'' (1959), ''Psyco'' (1960), ''Gli uccelli'' (1961), ''Marnie'' (1963). ==== L'ultimo periodo ==== Ultimo set: ''Complotto di famiglia'', 1976 Dopo la metà degli anni sessanta segue un periodo difficile, l'ultimo nella carriera dell'artista. ''Il sipario strappato'' (1966) e ''Topaz'' (1969) sono molto costosi e non ottengono il successo sperato. Il regista ripiega sulla produzione di un film a basso costo, ''Frenzy'' (1972). Le riprese a Londra gli consentono di tornare a girare nella sua città natale, accolto con tutti gli onori. La soddisfazione per il successo del film è oscurata dalla malattia della moglie Alma, colpita da un ictus. Anche il suo stato di salute subisce un peggioramento a causa di problemi cardiaci e viene sottoposto a un intervento chirurgico per l'applicazione di un pacemaker. Il miglioramento delle condizioni di Alma riporta un po' di ottimismo. Il 29 aprile 1974 la Film Society di New York organizza il gala annuale in onore del regista, all'"Avery Fischer Hall" del Lincoln Center, in cui vengono proiettati brani dei suoi film e attori e attrici presenti, Grace Kelly, Joan Fontaine, Teresa Wright, Janet Leigh, pronunciano brevi discorsi. Hitchcock, chiamato dagli applausi a concludere la serata, commenta con una battuta a doppio senso: "Come vedete sullo schermo le forbici sono il mezzo migliore!". Incomincia la progettazione del suo ultimo film, il cinquantatreesimo, ''Complotto di famiglia'', che sarà presentato nella primavera del 1976. Fotografato da Jack Mitchell Ha ancora progetti: acquista i diritti del romanzo ''Lo sconosciuto n. 89'' dello scrittore Elmore Leonard per adattarlo in quello che sarebbe dovuto diventare il suo cinquantaquattresimo film; tuttavia il regista abbandona il progetto, preferendo concentrarsi su di un altro soggetto: sta pensando alla sceneggiatura di ''The Short Night'' (La notte breve), da un romanzo di Ronald Kirkbride sulla storia di una spia, ma per le riprese è necessario trasferirsi in Finlandia e le condizioni di salute non glielo consentono, poiché si rende necessaria l'applicazione di un altro pacemaker. Partecipa alla festa organizzata in suo onore al Beverly Hilton, il 7 marzo 1979, dall'American Film Institute dal titolo "Life Achievement Award" (omaggio al lavoro di una vita) e pronuncia uno spiritoso discorso di fronte ai protagonisti di Hollywood al completo. A Capodanno del 1980 riceve dalla regina Elisabetta II d'Inghilterra il titolo di baronetto. Nel mese di aprile è ricoverato al Cedars Sinai Hospital. La mattina del 29 aprile 1980 muore, per problemi cardiaci e renali, a Bel Air, Los Angeles all'età di 80 anni. Dopo i funerali, il suo corpo fu cremato e le ceneri vennero sparse nell'Oceano Pacifico. Il 1957 è l'anno della svolta nella critica dell'opera di Hitchcock: viene infatti pubblicato il libro di Éric Rohmer e Claude Chabrol, ''Hitchcock''. Nel 1966 viene pubblicato un altro libro fondamentale per studiare l'opera di Hitchcock: l'intervista concessa a François Truffaut, nell'agosto 1962, durante la quale, in cinquanta ore di colloqui, risponde a cinquecento domande, ripercorrendo la sua intera carriera. A Truffaut servirono ben quattro anni per sbobinare il materiale registrato, ordinarlo e trascriverlo. Una successiva nuova edizione ampliata esce nel 1985. === L'occhio e la macchina da presa === Bill Krohn, commentando il primo film diretto dal regista, ''Il labirinto delle passioni'', dichiara: Il cinema come occhio-schermo, sguardo che spia: "Le operazioni dello sguardo compongono la filosofia e la prassi del cinema di Hitchcock. Sono l'enunciazione/sviluppo dell'azione da rappresentare e da vedere." (Bruzzone-Caprara, p. 7) I suoi film abbondano di riferimenti al "vedere" e ai dispositivi che ne intensificano il potere, come lenti, cannocchiali, macchine fotografiche: dalle prime sequenze dei suoi primi film, ''Il labirinto delle passioni'', ''Virtù facile'', ''Tabarin di lusso'', ''Giovane e innocente'' fino a ''La finestra sul cortile'' e ''Gli uccelli'', in cui il tema dello sguardo è indagato in modo diretto. === Il teatro === Il teatro nei film di Hitchcock è una presenza costante: concretamente come struttura architettonica, luogo reale, in cui si consumano i momenti di massima tensione per la soluzione dell'intrigo, basti pensare a ''Omicidio!'', ''Il club dei 39'', ''L'uomo che sapeva troppo'', ''Paura in palcoscenico'', ''Il sipario strappato'', e simbolicamente, perché il teatro è lo spettacolo per eccellenza. Tutte le forme di teatro interessano a Hitchcock: commedia, melodramma, music-hall, circo. === Le componenti dello spettacolo: finzione, scenario, intrigo === Hitchcock è un maestro della messa in scena: nulla nei suoi film è estemporaneo o gratuito. All'epoca della loro uscita, molti film di Hitchcock furono criticati proprio per l'inverosimiglianza delle situazioni; ma un giudizio di questo tipo si basa su un errore di prospettiva. A Hitchcock infatti non interessa tanto riprodurre "realisticamente" eventi e personaggi, quanto suscitare emozioni tramite un racconto. === L'umorismo === Hitchcock mescola volentieri commedia e suspense e le sue sceneggiature sono ricche di battute brillanti. La sua vena ironica si esercita su tutti i ''personaggi'' che sono descritti con l'occhio di un osservatore divertito e impietoso. Quello che gli piace e che condivide con John Buchan è qualcosa di profondamente britannico, che in Inghilterra chiamano ''understatement'', "un modo di presentare avvenimenti molto drammatici con un tono leggero. Un individuo ingiustamente accusato, braccato dalle forze dell'ordine disperatamente tenta di dimostrare la propria innocenza (''Il pensionante'', ''Io ti salverò'', ''Il ladro'', ''Io confesso'', ''Intrigo internazionale'', ''Frenzy''): questa situazione rappresenta in modo esemplare la concezione che Hitchcock ha della condizione umana. L'esistenza dell'uomo per Hitchcock si caratterizza per: * fragilità dell'ordine, dell'armonia di un'esistenza: un precario equilibrio mantiene separata la nostra dimensione quotidiana, la presunta armonia della nostra esistenza, dalla sua messa in discussione. * ruolo determinante della casualità: il caso, un avvenimento imprevisto, sconvolge "l'ordine" della esistenza di un personaggio comune, simile a tanti altri, simile allo spettatore, e lo precipita in un incubo. Da lì deve uscire, per la sua salvezza o la sua perdizione, facendo ricorso solo sulle sue forze. * perversità dell'imprevisto. Il caso è implacabile e feroce. * difficoltà di distinguere vero e falso, apparenza e realtà: i personaggi sono avvolti in un alone di segreto e di mistero, di dubbio e di sospetto. "Per il regista la realtà sembra essere una delle tante maschere dell'apparenza ... La preoccupazione che accompagna l'autore in tutto il suo itinerario registico è quella della ricerca dell'Essere dei suoi personaggi, della loro autenticità al di là del loro agire convenzionale." * conflitto fra bene e male, innocenza e colpa, normalità e follia. * doppiezza dei personaggi: ''Il labirinto delle passioni'', ''Il declino'', ''Il club dei 39'', ''L'ombra del dubbio'', ''L'altro uomo'', ''La donna che visse due volte'', ''Intrigo internazionale''. Raggiunge il suo apice nel patologico Norman Bates in ''Psyco''. Hitchcock utilizza molti modi per comunicare l'ansia e l'angoscia insita nell'esistenza dell'uomo. === Espressività di oggetti e luoghi === Hitchcock punta molto sul rendere espressivi oggetti e luoghi. === Simboli e metafore === * il treno e i binari che si intrecciano: "metafora della vita-viaggio e della casualità del destino", in ''La signora scompare'', ''L'ombra del dubbio'', ''Io ti salverò'', ''L'altro uomo''; "campo della lotta e della fuga" per Richard Hannay in ''Il club dei 39'', per Richard Ashenden in ''Amore e mistero'', per Roger Thornhill in ''Intrigo internazionale''; * la giostra impazzita: "il caos e il caso", nel finale di ''L'altro uomo''; * il mare: "forza dell'inconscio e mistero del passato", in ''Rebecca - La prima moglie''; "spazio del confronto" in ''Prigionieri dell'oceano''; * le scale: "messa in scena di idee e sensazioni, simboli di un itinerario che provoca, pericoli, mutazioni, violazioni dell'inconscio, visualizzazione di caratteri e preoccupazioni, anticipazioni di prossime condizioni" (Bruzzone-Caprara, p. 11), ascensioni e sali-scendi in ''Il pensionante'', ''Ricatto'', ''Numero diciassette'', ''L'uomo che sapeva troppo'', ''Notorious - L'amante perduta'', ''La donna che visse due volte'', ''Psyco'', ''Frenzy'', ''Topaz''; * il deserto: una trappola mortale in ''Intrigo internazionale''; * il ''monumento celebre'': in ''Ricatto'' il ''British Museum'' con la ''Sfinge'' Egizia, in Sabotatori la ''Statua della Libertà'', in Intrigo internazionale il ''Monte Rushmore'' con le facce scolpite dei Presidenti degli Stati Uniti. Slavoj Zizek nel suo libro ''L'universo di Hitchcock'' osserva che queste enormi ''statue di pietra'' sembrano simboleggiare il destino oscuro e imprevedibile che gioca sadicamente con gli esseri umani. === Invenzione di "effetti visivi speciali" === Le invenzioni visive di Hitchcock sono numerose e sparse un po' in tutti i film. Alcuni esempi li descrive lui stesso nell'intervista concessa a Truffaut: * il cosiddetto ''Effetto Vertigo'', chiamato così dall'omonimo film: è la combinazione di una carrellata in avanti e uno zoom all'indietro, che dà appunto la sensazione di vertigine. * la lampadina nascosta nel bicchiere di latte, che la protagonista teme sia avvelenato ne ''Il sospetto''. * l'uso di bicchieri giganti in ''La signora scompare'', di un modello di telefono ingrandito in ''Il delitto perfetto'' allo scopo di esaltare l'espressività dell'oggetto. * la lente degli occhiali della vittima su cui si riflette il delitto in ''L'altro uomo''. * i capelli sparsi su un vetro illuminato dal basso per il primo piano del viso della vittima che urla prima di essere colpita, nella prima inquadratura de ''Il pensionante'', suo terzo film. L'impatto emotivo sullo spettatore è molto intenso; * la camminata nervosa e ossessiva che fa oscillare il lampadario della stanza sottostante, le suole delle scarpe del pensionante riprese dal basso, attraverso un pavimento trasparente, rappresentazione del suo segreto tormento. La suspense è lo strumento più potente per trattenere l'attenzione dello spettatore. La suspense si distingue dalla sorpresa (più caratteristica del genere horror) e Hitchcock la preferisce: è ottenuta grazie a uno scollamento tra ciò di cui è a conoscenza lo spettatore e ciò di cui è a conoscenza il personaggio sulla scena; lo spettatore si trova così in uno stato di ansiosa attesa, spesso rinforzata da temi musicali, ombre o luci particolari. Mentre nel cinema horror l'effetto sorpresa consiste nel far apparire improvvisamente un qualcosa (o un qualcuno) che lo spettatore non si attende, nei film di impronta ''hitchcockiana'' l'effetto ansiogeno è commisurato al grado di consapevolezza e di conoscenza del pericolo che grava sul personaggio. Per esempio, ne ''La finestra sul cortile'' soltanto chi guarda il film vede il vicino di casa sospetto uscire di notte con una donna, mentre il protagonista, Jeffrey, sta dormendo. Allo stesso modo, in ''Psyco'', lo spettatore, mentre il detective sale le scale della casa di Norman, vede la porta aprirsi e prevede in anticipo l'agguato mortale. Ecco come definì Hitchcock la suspense durante una sua intervista: ''"La differenza tra suspense e sorpresa è molto semplice e ne parlo spesso (...) Noi stiamo parlando, c'è forse una bomba sotto questo tavolo e la nostra conversazione è molto normale, non accade niente di speciale e tutt'a un tratto: boom, l'esplosione. Il pubblico è sorpreso, ma prima che lo diventi gli è stata mostrata una scena del tutto normale, priva d'interesse. Ora veniamo alla suspense. La bomba è sotto il tavolo e il pubblico lo sa, probabilmente perché ha visto l'anarchico mentre la stava posando. Il pubblico sa che la bomba esploderà all'una e sa che è l'una meno un quarto - c'è un orologio nella stanza - : la stessa conversazione insignificante diventa tutt'a un tratto molto interessante perché il pubblico partecipa alla scena. Gli verrebbe da dire ai personaggi sullo schermo: 'Non dovreste parlare di cose banali, c'è una bomba sotto il tavolo che sta per esplodere da un momento all'altro'. Nel primo caso abbiamo offerto al pubblico quindici secondi di sorpresa al momento dell'esplosione. Nel secondo gli offriamo quindici minuti di suspense".'' Un'ulteriore tecnica per ottenere la suspense è quella di costringere lo spettatore a identificarsi con il personaggio. Cinematograficamente ciò si realizza utilizzando la ''soggettiva''. === Il tempo nella suspense === Quel che distingue lo stile di Hitchcock da quello di altri grandi cineasti come Fritz Lang o Howard Hawks è l'impiego molto personale che egli fa della lentezza e della rapidità, della preparazione e della folgorazione, dell'attesa e dell'ellissi: il regista gioca col tempo, qualche volta contraendolo, ma più spesso dilatandolo. Hitchcock è stato considerato un interprete e un divulgatore, anche se distaccato e talvolta ironico, della psicoanalisi. Sono considerati film psicoanalitici ''Psyco'' e ''Marnie'', ma elementi di interesse psicanalitico si ritrovano anche in ''Io ti salverò'' e ''Nodo alla gola''. === Sequenze oniriche === * l'effetto delle "allucinazioni", ottenuto con l'uso di trasparenti, appaiono fin dal primo film, ''Il labirinto delle passioni'', ritornano in ''Declino'' e ne ''La signora scompare''. * la rappresentazione dei sogni: quello di Gregory Peck in ''Io ti salverò'', ottenuto con la collaborazione di Salvador Dalì; l'incubo che tormenta James Stewart, dopo la morte di Madeleine, in ''La donna che visse due volte''. === La coppia === Hitchcock sa raccontare in modo inimitabile le tante sfaccettature del rapporto amoroso: la seduzione e l'innamoramento, la fedeltà e il sacrificio, il sospetto e la gelosia, la paura di non essere amati e il tradimento, la noia e la solitudine; nei suoi film viene indagata ogni fase del rapporto di coppia. Qualche esempio: * l'amore fedele e disinteressato, ''La moglie del fattore'', ''Giovane e innocente'', ''Io ti salverò''; * il triangolo "lei, lui e l'altro", ''Il labirinto delle passioni'', ''Il pensionante'', ''Vinci per me!'', ''L'isola del peccato'', ''Notorious - L'amante perduta'', ''Il delitto perfetto'', ''Il caso Paradine'', ''Il peccato di Lady Considine'', ''Paura in palcoscenico''; * la paura di non essere amati, ''Rebecca - La prima moglie'', ''Il sospetto''; * la crisi della coppia, ''Virtù facile'', ''Ricco e strano'', ''Il signore e la signora Smith'', ''La finestra sul cortile'', ''Topaz''. === Le figure femminili === I personaggi femminili di Hitchcock presentano una variegata tipologia: * donne insicure, dominate da complessi d'inferiorità, che trovano comunque la forza e la determinazione per gestire difficili relazioni, come Joan Fontaine in ''Rebecca - La prima moglie'' e ne ''Il sospetto''; * donne che pospongono tutto, immagine sociale e sicurezza, per il proprio compagno alla cui innocenza gli altri non credono. Il loro amore diventa una forza salvifica: Erica, Nova Pilbeam, in ''Giovane e innocente'', la dottoressa Costance Peterson, Ingrid Bergman, in ''Io ti salverò''; * donne anticonformiste, aggressive e autosufficienti, che nel corso della storia manifestano doti di tenerezza e di coraggio insospettate, come Betty, Betty Balfour, in ''Tabarin di lusso'', Iris Henderson, Margaret Lockwood, in ''La signora scompare'', Jill Lawrence, Edna Best, in ''L'uomo che sapeva troppo'' del 1934, la giornalista Connie Porter, Tallulah Bankhead, in ''Prigionieri dell'oceano''; * donne che sfidano le convenienze sociali e subiscono la condanna dei benpensanti e delle istituzioni: Laurita Filton, Isabel Jeans, in ''Virtù facile'', Chloe, Alicia Huberman in ''Notorious - L'amante perduta'' e lady Henrietta Considine in ''Il peccato di Lady Considine'', entrambe interpretate da Ingrid Bergman; * donne dalla bellezza perfetta e dal fascino ambiguo, capaci a volte di azioni determinate al limite della criminalità: le bionde sofisticate interpretate da Grace Kelly, Margot Mary Wendice, ne ''Il delitto perfetto'', Lisa Freemont, ne ''La finestra sul cortile'' e Frances Stevens, in ''Caccia al ladro'', ma anche Madeleine Carroll, Pamela, ne ''Il club dei 39'', Tippi Hedren, Melanie Daniels, ne ''Gli uccelli'' e in ''Marnie'', o Kim Novak, Madeleine Elster/Judy Burton, in ''La donna che visse due volte'', Eva Marie Saint, Eve Kendall, in ''Intrigo internazionale'', Alida Valli, Maddalena Anna Paradine, ne Il caso Paradine. * madri possessive e autoritarie: la madre che ha paura di essere abbandonata dai figli ne ''Gli uccelli'' e la madre di Norman Bates in ''Psyco'' che instaura con il figlio un rapporto psicotico, la madre di Cary Grant in ''Intrigo internazionale'', che in tribunale non difende il figlio come suggerisce l'avvocato. Altre figure di madri e suocere terribili appaiono in ''Virtù facile'', ''Fiamma d'amore'', ''Notorious - L'amante perduta''. === Lo ''storyboard'' === Hitchcock era uno dei pochi registi che arrivasse, al momento di girare, con degli ''storyboard'' dettagliatamente disegnati da lui stesso. === Il montaggio === Due estremi, il massimo effetto ottenuto con il montaggio e la negazione, la rinuncia quasi totale del montaggio: * il montaggio della scena della doccia in ''Psyco'', che si compone di ben 70 inquadrature in soli 45 secondi di durata. * il piano sequenza in ''Nodo alla gola'' che è un film interamente girato in ''piano sequenza'', apparentemente senza tagli di montaggio. In realtà i tagli ci sono (dovuti necessariamente alla durata di un rullo di pellicola che all'epoca era all'incirca di dieci minuti), ma sono abilmente mascherati da movimenti della macchina da presa o degli attori che vi passano davanti. === I movimenti di macchina === * la combinazione di carrelli e panoramiche dall'alto in ''Giovane e innocente'', ''Notorious - L'amante perduta'', ''La finestra sul cortile'', ''Psyco''. * il senso di vertigine ottenuto con zoomate improvvise sui volti dei protagonisti, inquadrature in soggettiva, immagini distorte o turbinanti, combinazione di una carrellata all'indietro con lo zoom (Effetto Vertigo) in ''La donna che visse due volte''. Il MacGuffin è un artificio introdotto nello svolgimento della trama del film, di scarsa rilevanza per il significato della storia in sé, ma necessario per sviluppare certi snodi fondamentali della trama. Si tratta di un concetto del tutto peculiare nel cinema di Alfred Hitchcock e viene descritto dal regista in una piccola storiella, nel celebre libro-intervista con François Truffaut: Due viaggiatori si trovano in un treno in Inghilterra. L'uno dice all'altro: «Mi scusi signore, che cos'è quel bizzarro pacchetto che ha messo sul portabagagli? — Beh, è un MacGuffin. — E che cos'è un MacGuffin? — È un marchingegno che serve a catturare i leoni sulle montagne scozzesi. — Ma sulle montagne scozzesi non ci sono leoni! — Allora non esiste neppure il MacGuffin!». Il MacGuffin («scappatoia, trucco, espediente», come lo definisce il regista) è un elemento della storia che serve come inizializzazione o come giustificazione ma che, di fatto, si manifesta senza grande importanza nel corso dello sviluppo della trama del film. Alcuni esempi di MacGuffin: * In ''Notorious'' (1946), il MacGuffin è l'uranio contenuto nelle bottiglie di vino. È il motivo per cui la storia si sviluppa ma non è importante che nelle bottiglie ci sia necessariamente dell'uranio. Infatti, durante la realizzazione del film si era propensi a sostituire l'uranio con i diamanti. * In ''La finestra sul cortile'' (1954), il MacGuffin è la gamba rotta del protagonista, ma non è importante come e perché si è rotta: serve solo per farlo stare immobilizzato in carrozzella a osservare dalla finestra. * In ''Intrigo internazionale'' (1959), il MacGuffin è la non meglio precisata informazione segreta di cui avrebbe dovuto essere a conoscenza Kaplan, l'uomo per cui è scambiato Roger Thornhill (Cary Grant). Grant, per gran parte del film, cerca di trovare il fantomatico Kaplan senza capire che in realtà non esiste. * In ''Psyco'' (1960) il MacGuffin è rappresentato dal denaro sottratto da Marion al suo datore di lavoro all'inizio del film; l'episodio costituisce un pretesto narrativo per condurre Marion al motel di Norman Bates; quest'ultimo la ucciderà non sapendo nemmeno dell'esistenza del denaro. Caratteristica comune a quasi tutti i film di Hitchcock, a eccezione di alcuni fra quelli girati in Inghilterra nel periodo giovanile, è la sua presenza in almeno una scena. Il regista riferì che all'inizio della sua carriera si prestava per presenze casuali, laddove ci fosse stato bisogno di una comparsa; successivamente, le sue apparizioni cameo divennero una consuetudine scaramantica e, infine, una specie di gioco per gli spettatori, che, a ogni uscita di un nuovo film, dovevano cercare d'individuare in quale inquadratura si fosse nascosto. Memorabili gli espedienti usati per le apparizioni nei film "claustrofobici", in cui il set era interamente costituito da un'unica scena ed era difficile inserire una "comparsata": per esempio, in ''Prigionieri dell'oceano'', tutto girato su una barca di naufraghi, compare in una fotografia sulla pagina di un giornale; analogamente, ne ''Il delitto perfetto'', che si svolge quasi per intero all'interno di un appartamento, lo si può riconoscere in una fotografia di compagni di scuola mostrata dal protagonista. Anche ''Nodo alla gola'' è un altro film girato tutto in un appartamento e qui appare due volte: nella prima inquadratura attraversa una strada con una donna e poi in maniera virtuale mediante un'insegna al neon che riproduce il suo profilo, posta sul tetto dell'edificio di fronte. In ''Intrigo internazionale'' appare due volte: sia alla fine della sigla iniziale come un passeggero che non riesce a salire su un autobus, sia vestito da donna nel treno. Ne ''La finestra sul cortile'' invece appare in una scena insieme al musicista che suona al pianoforte, proprio di fronte all'appartamento di James Stewart. In ''Caccia al ladro'' invece appare come passeggero a bordo dell'autobus, seduto accanto a Cary Grant. In ''Marnie'' esce da una stanza d'albergo all'inizio del film. In ''La donna che visse due volte'' lo si vede attraversare la strada prima della scena in cui James Stewart incontra il suo amico nell'ufficio di un cantiere navale. In ''L'uomo che sapeva troppo'' è in mezzo al pubblico ad assistere a uno spettacolo di saltimbanchi arabi a Marrakech. Che Hitchcock sia un "classico" lo dimostra anche la quantità di riferimenti alla sua produzione contenuti nelle opere cinematografiche successive: * Hitchcock ha avuto una grande influenza innanzitutto sui registi della ''Nouvelle Vague'', Éric Rohmer, Claude Chabrol, François Truffaut, Jean-Luc Godard, Jacques Rivette, ai quali è dovuto il grande lavoro di rivalutazione della sua opera in ambito critico: i loro film pullulano di citazioni dell'opera del maestro. * Molti dei più importanti e conosciuti registi contemporanei hanno nei loro film citato Hitchcock in omaggio alla sua maestria tecnica: Martin Scorsese, Quentin Tarantino, Steven Spielberg, Woody Allen, Ridley Scott, Tim Burton, per citarne solo alcuni. * Per i cineasti che operano nell'ambito del genere giallo o noir, per esempio Dario Argento e Brian De Palma i film di Hitchcock sono presi a modello. *Parodie, sequel, remake. Fra i primi, Mel Brooks ha raccolto, in chiave parodistica, nel suo film ''Alta tensione'' tutta una serie di motivi, temi, immagini hitchcockiane. Sono seguite poi tante altre parodie e rifacimenti dei film più famosi. Nel 2012 è uscito nelle sale cinematografiche ''Hitchcock'', con protagonisti Anthony Hopkins, Helen Mirren, Scarlett Johansson e Jessica Biel, film biografico incentrato sul rapporto tra il regista e sua moglie Alma Reville durante la lavorazione del film ''Psyco''. Il fumettista Tito Faraci, con i disegni di Anna Marabelli, rende omaggio al grande regista con la storia ''Paperino e il mago del brivido'', che contiene varie citazioni dei suoi film: Psyco, con Paperino che viene condotto in un esterno che riproduce la famosa casa e il vicino motel, è presente anche una citazione della celeberrima scena della doccia; La donna che visse due volte, Paperino, in seguito a un incidente, ha la fobia delle altezze elevate (come James Stewart), appare ogni tanto una "misteriosa papera bionda" che ricorda Kim Novak e la scena sul faro ricorda molto quella del campanile presente nel film e, come lo stesso Stewart, anche lo sfortunato papero rimane appeso a un edificio; ''La finestra sul cortile'', Paperino assiste a un fantomatico crimine vedendolo attraverso le finestre del palazzo di fronte alla sua camera; ''Gli uccelli'' ,durante un pic-nic in una baia, Paperino viene attaccato da uno stormo di corvi; ''Caccia al ladro'', il titolo del film che Hitchcock sta girando nella storia è "Caccia al lardo". Inoltre la storia include una caricatura di Hitchcock (chiamato per l'occasione Alfred Iciok), che presenta il classico abbigliamento con cui il grande regista si recava al "lavoro", i suoi giochi di parole e la stazza. Nella storia ''Topolino profondo giallo'', uscita nel 1987, c'è un altro omaggio a Hitchcock, ribattezzato "Alfred Topock", con una parodia disneyana de ''La finestra sul cortile''. === Cinema === ==== Regista ==== :'''Periodo britannico:''' :'''Cortometraggi''' * ''Always Tell Your Wife'' (1923) – co-diretto e parzialmente perduto * ''An Elastic Affair'' (1930) – considerato perduto :'''Lungometraggi''' * ''Number 13'' (1922) – incompiuto e considerato perduto * ''Il labirinto delle passioni'' (''The Pleasure Garden'') (1925) * ''L'aquila della montagna'' (''The Mountain Eagle'') (1926) – perduto * ''Il pensionante'' (''The Lodger: A Story of the London Fog'') (1927) * ''Vinci per me!'' (''The Ring'') (1927) * ''Il declino'' (''Downhill'') (1927) * ''La moglie del fattore'' (''The Farmer's Wife'') (1928) * ''Virtù facile'' (''Easy Virtue'') (1928) * ''Tabarin di lusso'' (''Champagne'') (1928) * ''L'isola del peccato'' (''The Manxman'') (1929) * ''Ricatto'' (''Blackmail'') (1929) * ''Giunone e il pavone'' (''Juno and the Paycock'') (1930) * ''Omicidio!'' (''Murder!'') (1930) * ''Parla Elstree'' (''Elstree Calling'') (1930) – co-diretto * ''Fiamma d'amore'' (''The Skin Game'') (1931) * ''Mary'' (1931) – versione tedesca di ''Omicidio!'' (1930) * ''Ricco e strano'' (''Rich and Strange'') (1932) * ''Numero diciassette'' (''Number Seventeen'') (1932) * ''Vienna di Strauss'' (''Waltzes from Vienna'') (1934) * ''L'uomo che sapeva troppo'' (''The Man Who Knew Too Much'') (1934) * ''Il club dei 39'' (''The 39 Steps'') (1935) * ''Amore e mistero'' (''Secret Agent'') (1936) * ''Sabotaggio'' (''Sabotage'') (1936) * ''Giovane e innocente'' (''Young and Innocent'') (1937) * ''La signora scompare'' (''The Lady Vanishes'') (1938) * ''La taverna della Giamaica'' (''Jamaica Inn'') (1939) : :'''Periodo americano:''' :'''Cortometraggi''' * ''Aventure malgache'' (1944) * ''Bon Voyage'' (1944) :'''Lungometraggi in bianco e nero''' * ''Rebecca - La prima moglie'' (''Rebecca'') (1940) * ''Il prigioniero di Amsterdam'' (''Foreign Correspondent'') (1940) * ''Il signore e la signora Smith'' (''Mr. & Mrs. Smith'') (1941) * ''Il sospetto'' (''Suspicion'') (1941) * ''Sabotatori'' (''Saboteur'') (1942) * ''L'ombra del dubbio'' (''Shadow of a Doubt'') (1943) * ''Prigionieri dell'oceano'' (''Lifeboat'') (1944) * ''Io ti salverò'' (''Spellbound'') (1945) * ''Notorious - L'amante perduta'' (''Notorious'') (1946) * ''Il caso Paradine'' (''The Paradine Case'') (1947) * ''Paura in palcoscenico'' (''Stage Fright'') (1950) * ''L'altro uomo'' (''Strangers on a Train'') (1951) * ''Io confesso'' (''I Confess'') (1953) * ''Il ladro'' (''The Wrong Man'') (1956) * ''Psyco'' (''Psycho'') (1960) :'''Lungometraggi a colori''' * ''Nodo alla gola'' (''Rope'') (1948) * ''Il peccato di Lady Considine'' (''Under Capricorn'') (1949) * ''Il delitto perfetto'' (''Dial M for Murder'') (1954) * ''La finestra sul cortile'' (''Rear Window'') (1954) * ''Caccia al ladro'' (''To Catch a Thief'') (1955) * ''La congiura degli innocenti'' (''The Trouble with Harry'') (1955) * ''L'uomo che sapeva troppo'' (''The Man Who Knew Too Much'') (1956) – remake del film omonimo del 1934 * ''La donna che visse due volte'' (''Vertigo'') (1958) * ''Intrigo internazionale'' (''North by Northwest'') (1959) * ''Gli uccelli'' (''The Birds'') (1963) * ''Marnie'' (1964) * ''Il sipario strappato'' (''Torn Curtain'') (1966) * ''Topaz'' (1969) * ''Frenzy'' (1972) * ''Complotto di famiglia'' (''Family Plot'') (1976) ==== Aiuto regista (parziale) ==== * ''Woman to Woman'', regia di Graham Cutts (1923) * ''The Prude's Fall'', regia di Graham Cutts (1923) * ''L'ombra bianca'' (''The White Shadow''), regia di Graham Cutts (1924) * ''The Passionate Adventure'', regia di Graham Cutts (1924) * ''Il furfante'' (''The Blackguard'' o ''Die Prinzessin und der Geiger''), regia di Graham Cutts (1925) ==== Scenografo ==== * ''The Spanish Jade'', regia di John S. Robertson (1922) ==== Designer titoli (parziale) ==== * ''The Mystery Road'', regia di Paul Powell (1921) * ''The Call of Youth'', regia di Hugh Ford (1921) * ''Love's Boomerang'', regia di John S. Robertson (1922) === Televisione === ==== Episodi più celebri di ''Alfred Hitchcock presenta'' ==== * ''Vendetta'' (''Revenge'') (1955) * ''Crollo nervoso'' (''Breakdown'') (1955) * ''Il caso del signor Pelhalm'' (''The Case of Mr. Pelhalm'') (1955) * ''Ci rivedremo a Natale'' (''Back for Christmas'') (1956) * ''Un sabato di pioggia'' (''Wet Saturday'') (1956) * ''Il segreto del Signor Blanchard'' (''Mr. Blanchard's Street'') (1956) * ''Ancora un miglio'' (''One More Mile to Go'') (1957) * ''Delitto perfetto'' (''The Perfect Crime'') (1957) * ''Come servire un agnello'' (''Lamb to the Slaughter'') (1958) * ''Un tuffo nel vuoto'' (''Dip in the Pool'') (1958) * ''Un peso sullo stomaco'' (''Poison'') (1958) * ''L'ospite d'onore'' (''Banquo's Chair'') (1958) * ''Arthur'' (''Arthur'') (1959) * ''La bara di ghiaccio'' (''The Crystal Trench'') (1959) * ''La signora Bixby e la pelliccia del colonnello'' (''Mrs. Bixby and the Colonel's Coat'') (1960) * ''Cavallo vincente'' (''The Horse Player'') (1961) * ''Mani in alto'' (''Bang! You're Dead'') (1962) ==== Episodi celebri di altre serie televisive ==== * ''Alle quattro in punto'' (''Four O'Clock'') (1957) – per ''Suspicion'', trasmesso solo nel 1986 * ''Incident at a Corner'' (1960) – per ''Startime'' * ''I cinque testimoni'' (''I Saw the Whole Thing'') (1962) – per ''L'ora di Hitchcock'' ; Premio Oscar * 1941 - Candidatura come miglior regista per ''Rebecca'' * 1945 - Candidatura come miglior regista per ''Prigionieri dell'oceano'' * 1946 - Candidatura come miglior regista per ''Io ti salverò'' * 1955 - Candidatura come miglior regista per ''La finestra sul cortile'' * 1961 - Candidatura come miglior regista per ''Psyco'' * '''1968''' - '''Premio alla memoria Irving G. Thalberg''' ; Golden Globe * '''1958''' - '''Miglior trasmissione televisiva''' per ''Alfred Hitchcock presenta'' * '''1972''' - '''Golden Globe alla carriera''' * 1973 - Candidatura come miglior regista per ''Frenzy'' ; BAFTA * '''1971''' - '''BAFTA Academy Fellowship Award''' ; Mostra internazionale d'arte cinematografica * 1947 - Candidatura come Gran Premio Internazionale di Venezia per ''Io ti salverò'' * 1954 - Candidatura come Leone d'Oro per ''La finestra sul cortile'' * 1955 - Candidatura come Leone d'Oro per ''Caccia al ladro'' ; Festival di Cannes * 1946 - Candidatura come Grand Prix Speciale della Giuria per ''Notorious - L'amante perduta'' * 1953 - Candidatura come Grand Prix Speciale della Giuria per ''Io confesso'' * 1956 - Candidatura come Palma d'oro per ''L'uomo che sapeva troppo'' Il film ''L'uomo che sapeva troppo'' (1934), fu inserito nel 1935 tra migliori film stranieri dell'anno dal National Board of Review of Motion Pictures. Hitchcock fu insignito del titolo di gran ufficiale dell'ordine dell'impero britannico (KBE), con cui entrò nella cavalleria potendo usare il prefisso di Sir, nel 1980, pochi mesi prima di morire. * Carlo Romano in ''Alfred Hitchcock presenta'' (1955, prima parte degli episodi), ''L'ora di Hitckcock'' * Paolo Lombardi in ''Alfred Hitchcock presenta'' (1955, seconda parte degli episodi), ''Alfred Hitchcock presenta'' (1985), ''Terrore in sala''
Alain Delon
È considerato uno dei più grandi sex symbol della storia, oltre che uno dei più grandi attori francesi al pari di Jean Gabin, o di Jean-Paul Belmondo, suo eterno "rivale" mediatico nella Francia degli anni sessanta. La sua «bellezza derivata dall'aspetto ammaliante, dal viso d'angelo e dagli occhi di ghiaccio ipnotizzanti», gli ha permesso di interpretare uomini cupi, misteriosi, solitari, che molto spesso si rivelavano persino autobiografici del loro interprete. Fondamentali per la carriera dell'attore sono state le collaborazioni con i registi René Clément, Luchino Visconti e Jean-Pierre Melville; tra i personaggi più celebri da lui interpretati ci sono il cupo e timoroso Rocco di ''Rocco e i suoi fratelli'' , il principe Tancredi in ''Il Gattopardo'' , il killer Jeff in ''Frank Costello faccia d'angelo'', il gangster Rogert Startet in ''Il clan dei siciliani'' , il supplente Daniele Dominici in ''La prima notte di quiete'' ; è stato inoltre Zorro nell'omonimo film di Duccio Tessari del 1975, il misterioso Robert Klein di ''Mr. Klein'' e il barone di Charlus in ''Un amore di Swann'' . Nel 1985 ha vinto il Premio César per il migliore attore per il film ''Notre histoire''; ha inoltre vinto il David di Donatello, l'Orso d'oro alla carriera al Festival di Berlino, mentre nel 1963 ha ottenuto una candidatura ai Golden Globe per il film ''Il Gattopardo''. Dagli anni settanta ha avuto esperienze anche come produttore cinematografico, tramite la sua Adel Productions, e in qualità di regista come nel thriller ''Per la pelle di un poliziotto'' e nel drammatico ''Braccato'' . La sua ultima interpretazione sul grande schermo risale al 2008 nel film ''Asterix alle Olimpiadi'', mentre nel 2017 ha annunciato il ritiro dalle scene.
=== Giovinezza === Alain Fabien Maurice Marcel Delon nasce l'8 novembre 1935 nel comune francese di Sceaux (nell'Hauts-de-Seine). Figlio di Fabien Delon (1904-1977), direttore di un piccolo cinema di quartiere, Le Règina, e Edìth Arnold (1911-1995), una giovane commessa di farmacia. La famiglia Delon è originaria di Saint-Vincent-Lespinasse, del Tarn e Garonna; suo bisnonno paterno Fabien Delon (1829-1909), fu decorato con la Legion d'onore nel 1892, mentre la sua nonna, Marie-Antoniette Evangelista, sposò Jean-Marcel Delon, un esattore di Prunelli di Fiumorbo. La leggenda familiare vuole gli Evangelista imparentati coi Bonaparte.. Nel 1939, quando Alain aveva appena 4 anni, i genitori divorziarono e il padre praticamente scomparve per diversi anni. Nonostante il grande affetto, fu proprio la madre ad affidare Alain ad una famiglia adottiva, il cui padre era guardia carceraria della prigione di Fresnes. In quel periodo Alain fu spettatore dell'esecuzione del collaborazionista Pierre Laval. Esperienza che da un lato lo turba ma dall'altro lo affascina. Alain Delon nel 1960 A 8 anni, non potendo più restare con la famiglia adottiva e non potendo tornare dalla madre, vive nel collegio di suore a Issy-les-Moulineaux dove incontrerà uno dei suoi più cari amici, Gérard Salomé, con cui trascorrerà tutta la giovinezza. A causa del suo carattere perennemente ribelle, dovuto per sua stessa ammissione al trauma subito dalla separazione dei genitori, ottiene brutti voti a scuola, e per questo motivo è costretto a cambiare diversi istituti. All'età di 14 anni lascia la scuola; sua madre, risposatasi con un maestro salumiere, Paul Bologne, lo indirizza come apprendista salumiere nella macelleria del patrigno, in cui Alain si trova subito a suo agio, diventando in breve uno dei dipendenti più proficui. Sempre all'età di 14 anni recitò in ''Le Rapt'', un cortometraggio girato dal padre di uno dei suoi amici. All'età di 17 anni, sovvertendo tutti gli iniziali obiettivi di diventare maestro salumiere e prendere il posto del patrigno, decide di arruolarsi nella marina francese e nel 1953 viene destinato in Indocina, nel sud-est asiatico, nell'ambito del corpo di spedizione militare francese nella guerra d'Indocina. Dopo 5 anni viene congedato, dopo aver totalizzato ben 11 mesi complessivi di prigione per indisciplina. Tornato in Francia nel 1956, Delon deve affrontare una situazione di ristrettezza economica, svolgendo i lavori più disparati quali il facchino, il commesso, il cameriere nei quartieri malfamati di Montmartre e Halles; per sua stessa ammissione, finì per fare il bohémien sempre a Montmartre. Grazie alla passione per la giovane attrice Brigitte Auber si allontana da questo mondo e fa la conoscenza dell'attore Jean-Claude Brialy che lo invita al Festival di Cannes, dove la sua bellezza candida e al tempo stesso glaciale non passa di certo inosservata. Si trasferisce a Roma dove condivide l'appartamento con Gian Paolo Barbieri, che diventerà un famoso fotografo, e gli viene proposto un contratto che lo potrebbe portare a Hollywood a patto di imparare l'inglese. Nonostante Alain inizi un corso di inglese in Francia, il viaggio salta quando il regista e sceneggiatore francese Yves Allégret lo convince a lavorare per lui. === L'esordio nel cinema e i primi successi === Allégret fa esordire Alain nel film ''Godot'' (1957). Nello stesso anno il giovane attore entra nel cast del film ''Fatti bella e taci'', in cui duetta per la prima volta con Jean-Paul Belmondo, mentre il primo vero ruolo da protagonista arriverà nel 1958 con ''L'amante pura'', sul cui set conosce l'attrice austriaca Romy Schneider con la quale, nonostante la reciproca diffidenza iniziale, intesse una lunga relazione sentimentale. Giovani, belli e di successo, sono la coppia d'oro del cinema francese e il pubblico li segue con interesse sia al cinema sia sui giornali. Alain Delon in una scena di ''Rocco e i suoi fratelli'' (1960) Nonostante il film con la Schneider non venga apprezzato dalla critica, Delon è ancora l'attore principale in due pellicole di Michel Boisrond: ''Le donne sono deboli'' e ''Furore di vivere'' entrambi usciti nel 1959, in cui interpreta la parte del giovane rubacuori, bello e fascinoso. Tuttavia sarà grazie a René Clément che Alain Delon conoscerà il primo vero successo da protagonista, con ''Delitto in pieno sole'', tratto da un romanzo di Patricia Highsmith, che gli vale infatti la consacrazione a star: il film otterrà ottimi incassi e farà conoscere il nome di Delon anche oltre i confini francesi. In un'intervista televisiva l'attore ha dichiarato che fu lui ad imporsi per ottenere il ruolo da protagonista, il regista infatti l'aveva chiamato per un altro ruolo. L'incontro con Luchino Visconti è una tappa fondamentale per la consacrazione internazionale. Nel 1960 infatti è uno dei protagonisti del capolavoro del regista italiano ''Rocco e i suoi fratelli'', ove incarna un personaggio puro e tollerante, così lontano da quelli che diventeranno i suoi ruoli tipici. Il film ottiene un successo clamoroso, vincendo il Leone d'argento a Venezia, facendo sì che Visconti prenda Delon sotto la sua ala, diventando uno dei principali mentori per l'attore. Convince infatti sia Delon che Romy ad affrontare un testo teatrale a Parigi, la prima volta sul palcoscenico per entrambi. In Italia la sua fama si afferma sin da subito, grazie anche a opere di grande spessore artistico, come ''L'eclisse'' (1961) di Michelangelo Antonioni, in cui Delon duetta con Monica Vitti rispolverando il personaggio del rubacuori già adottato in Francia con René Clément; al Festival di Cannes il film vince il Premio della giuria. Nello stesso anno viene chiamato nuovamente da Clément per la commedia ''Che gioia vivere'' (1961), incentrato sulle avventure di due giovani alla vigilia della Marcia su Roma. Partecipa a un episodio della commedia ''Le tentazioni quotidiane'' (1962) di Julien Duvivier. L'anno successivo arriva la consacrazione internazionale: con ''Il Gattopardo'' di Luchino Visconti Delon interpreta il principe Tancredi di Falconieri e recita insieme a personalità come Burt Lancaster e Claudia Cardinale. Premiato con la Palma d'oro al Festival di Cannes, il film ottiene un'eco internazionale e contribuisce a plasmare l'icona di Delon, che si aggiudica una candidatura ai Golden Globe come miglior attore debuttante. In questo periodo Delon, nuova stella cinematografica, sta eclissando Romy che si sta dedicando prevalentemente al teatro. Alain Delon nel trailer di ''Né onore né gloria'' (1966) === Il ritorno in Francia === Consacrato definitivamente come uno dei più grandi attori del momento, Alain Delon viene spesso citato da più parti come l'uomo più bello del mondo: affermatosi in Italia, l'attore successivamente torna in Francia per affermare la sua icona anche in patria. In questi anni ha l'occasione di recitare con Jean Gabin, da lui considerato il suo idolo e punto di riferimento cinematografico, in ''Colpo grosso al casinò'' (1963) di Henri Verneuil: inizialmente il ruolo di Delon venne affidato a Jean-Louis Trintignant, ma Delon pur di lavorare con Gabin si offre di lavorare gratuitamente, nonostante la contrarietà dei produttori della Metro-Goldwyn-Mayer, accontentandosi dei diritti di sfruttamento all'estero. Il legame con la Schneider si interrompe bruscamente e, nel 1964, Delon sposa l'attrice Francine Canovas che prenderà il nome d'arte di Nathalie Delon; da lei avrà il figlio Anthony, prima del divorzio avvenuto nel 1969. Seguiranno ''Il tulipano nero'' (1964) di Christian Jaque, uno dei maggiori successi dell'anno al botteghino e ''Crisantemi per un delitto'' (1964), nuovamente di Clément. In quegli anni Delon comincia a recitare anche in tre o quattro pellicole all'anno: le più degne di nota sono ''Tre passi nel delirio'' (1967), nell'episodio ''William Wilson'' diretto da Louis Malle, e il kolossal ''Parigi brucia?'' (1966) ancora di Clément. Alla metà degli anni sessanta Delon recita per la prima volta in tre produzioni hollywoodiane che ottengono un certo successo di pubblico, ''L'ultimo omicidio'' (1965) di Ralph Nelson, accanto ad Ann-Margret e Van Heflin, ''Né onore né gloria'' (1966) di Mark Robson, insieme a Anthony Quinn, e ''Texas oltre il fiume'' (1966) di Michael Gordon, in cui condivide la scena con Dean Martin. Tuttavia la vera consacrazione in Francia arriverà grazie a Jean-Pierre Melville che lo chiama per impersonare il sicario Frank Costello in ''Frank Costello faccia d'angelo'' (1967): la sua interpretazione del samurai diviene una delle più celebri della sua filmografia e contribuirà a delineare nelle pellicole successive il classico personaggio di duro hard boiled, affascinante e dal destino spesso segnato, indipendentemente dall'appartenenza ora alla malavita ora alla polizia. Il successo di Alain Delon negli anni settanta fa nascere in Francia una rivalità mediatica con l'altra stella transalpina, Jean-Paul Belmondo. Oltre che in Italia, viene chiamato a lavorare per grandi produzioni hollywoodiane, ma senza mai sfondare veramente; mentre in Francia è uno degli attori più redditizi assieme a Louis de Funès e al suo collega-rivale Belmondo. In questo stesso periodo tenta l'avventura teatrale ma si lancia anche in altre avventure: compra il ristorante "La Camargue" a Nizza e produce il film ''L'insoumis'' diretto da Alain Cavalier. === Gli anni del Polar === Ormai affermato e molto popolare, Delon diviene uno dei volti principali del genere "polar" (un genere ibrido fra poliziesco e noir), l'equivalente francese del poliziesco all'italiana. Il punto più alto del polar lo raggiungerà con ''Il clan dei Siciliani'' (1969) di Henri Verneuil, in cui condivide nuovamente la scena con Jean Gabin: qui Delon veste i panni di Roger Sartet, sicario professionista che s'innamora della moglie del figlio del potente boss Vittorio Malanese (Gabin): il film fu un successo sia in Francia che negli Stati Uniti d'America e in Canada. Non mancano, per contro, recitazioni di maniera, come ''Addio Jeff'' (1968) in coppia con la compagna Mireille Darc, e parti in film più leggeri come ''La piscina'' (1969); per quest'ultimo film Delon rifiuta Monica Vitti come partner femminile, imponendo a sorpresa la sua ex compagna Romy Schneider. Nello stesso anno è coinvolto nelle indagini sul misterioso omicidio della sua guardia del corpo, una storia che svela retroscena di sesso e droga nel suo entourage e che finisce per accrescerne la fama di attore difficile. Tuttavia l'episodio incrina solo momentaneamente la sua immagine: nel 1970 infatti esce ''Borsalino'', primo film interpretato in coppia con Jean-Paul Belmondo, che si rivelerà il più grande successo finanziario dell'anno in Francia (oltre 35 milioni di euro incassati), grazie soprattutto al feeling della coppia di due degli attori più popolari di quel periodo. ''Borsalino'' è inoltre il primo film prodotto dallo stesso Delon, tramite la sua Adel Productions. Nello stesso anno collabora nuovamente con Jean-Pierre Melville in ''I senza nome'' in cui è protagonista assieme a Gian Maria Volonté e Yves Montand: all'uscita il film viene accolto con freddezza dalla critica internazionale, ma verrà rivalutato anni dopo e etichettato come uno dei migliori lavori del regista francese. Nel 1971 si cimenta anche nel genere comico, anche se con scarsi risultati, col film ''L'uomo di Saint Michel'', in cui recita assieme all'ex moglie Nathalie Delon. Lavora al fianco di Charles Bronson, Toshirō Mifune e Ursula Andress nel western ''Sole rosso'', mentre ritrova interesse per il cinema d'autore nel 1972 con ''La prima notte di quiete'' diretto da Valerio Zurlini: nei panni del professore Daniele Dominici, che si innamora di una sua alunna, Delon regala al pubblico una delle sue interpretazioni più personali, similmente a quanto aveva fatto anni prima per il ruolo di Frank Costello, nonostante alcuni contrasti con il regista Zurlini durante la lavorazione del film. Recita in ruoli altrettanto complessi ne''L'assassinio di Trotsky'' (1972) e in ''Mr. Klein'' (1976), entrambi di Joseph Losey; nel primo interpreta il sicario Ramón Mercader, celebre per l'uccisione di Lev Trockij, mentre nel secondo interpreta un collezionista d'arte che scopre l'esistenza di un uomo col suo stesso nome che cerca di rubargli l'identità, ruolo considerato da molti tra i suoi migliori nonostante il fiasco al botteghino. Nel 1973 assieme a Dalida incide la canzone ''Paroles, paroles'', versione francese della canzone ''Parole parole'' cantata da Mina e recitata da Alberto Lupo. Dalla metà degli anni settanta l'attore francese recita quasi esclusivamente o in polizieschi violenti, in cui i caratteri divengono sempre più stereotipati e monocordi (''Morte di una carogna'' del 1977), oppure in produzioni internazionali di minore rilievo (''Airport '80'' 1979). Da segnalare tuttavia nel 1974 ''Borsalino and Co.'', il sequel di minor successo di ''Borsalino'', in cui stavolta non divide più la scena con Belmondo bensì con Riccardo Cucciolla, e l'anno dopo ''Zorro'' (1975) di Duccio Tessari dove interpreta il celebre giustiziere mascherato. Nel 1968 inizia una relazione con Mireille Darc, durata fino al 1983. === L'esordio di regista e la vittoria del César === Nonostante l'opposizione di una certa critica il pubblico continua a seguire i suoi film. Come produttore si ritiene soddisfatto tanto da dichiarare che se nel titolo compare la parola "flic" il successo è assicurato. Uno dei maggiori successi come produttore giunge nel 1976 con ''Flic Story'' assieme a Jean-Louis Trintignant e nuovamente sotto la regia di Jacques Deray. Negli anni ottanta gira insieme con l'attrice italiana Dalila Di Lazzaro il film ''Tre uomini da abbattere'', ancora con la regia di Jacques Deray. Inoltre nel 1981 prende parte alla coproduzione multinazionale del film ''Nido di spie'', rivelatosi uno dei più alti incassi della storia del cinema sovietico, con oltre 47,5 milioni di spettatori. Dello stesso anno è il suo esordio alla regia con ''Per la pelle di un poliziotto'', da lui anche scritto e prodotto, e interpretato con la futura compagna Anne Parillaud: il film ottiene un buon successo al botteghino, anche se non esaltante come si prevedeva. Alain Delon nel 2007 Con Ornella Muti e Jeremy Irons gira il film di ispirazione letteraria ''Un amore di Swann'' (1994), diretto da Volker Schlöndorff e tratto dall'omonima opera di Marcel Proust: il barone di Charlus è un uomo vinto, immerso nei ricordi, sopraffatto dalla nostalgia e dal disprezzo dei tempi moderni, e si aggiunge alla nuova lista di personaggi che l'attore impersonerà per i successivi anni, ovvero quello dei vinti, degli illusi, degli uomini falliti. Per alcuni personaggi, l'attore porta la sua esperienza personale legata alla recente perdita del suo primo amore Romy Schneider, avvenuta nel 1981. ''Un amore di Swann'' vince due premi César. L'anno successivo prende parte al film ''Notre Histoire'' (1985) di Bertrand Blier, per cui riceve l'unico e tardivo premio César in carriera come miglior attore protagonista, in un ruolo che però non è quello di poliziotto ma nemmeno di un delinquente, bensì quello di un meccanico alcolizzato che si infiltra nella vita di una donna, interpretata da Nathalie Baye, che per certi versi è anch'egli un vinto come il barone di Charlus. Nello stesso anno si trasferisce in Svizzera, ottenendone la cittadinanza verso la fine degli anni novanta, con la nuova compagna che gli ha dato due figli. === Il declino === A seguito di alcuni flop commerciali come ''Il passaggio'' (1986) e la serie televisiva ''I pianoforti di Berlino'' (1988) e della doppia paternità, nei primi anni novanta Delon comincia ad apparire sempre meno sul grande schermo, e i ruoli che recita sono prevalentemente secondari. L'unico ruolo da protagonista di questo periodo è ne ''Il ritorno di Casanova'' (1992), in cui interpreta il celebre avventuriero in esilio a Venezia: il film viene ben accolto dalla critica ma è un fallimento al botteghino internazionale. Negli anni novanta gli incassi dei suoi film sono modesti, tanto che nel 1997 l'attore dichiara di voler chiudere la sua carriera, ma in seguito accetta di lavorare nuovamente per il cinema e la televisione. Di un certo rilievo sono in questo periodo le partecipazioni in ''Nouvelle vague'' (1991) di Jean-Luc Godard, in ''Cento e una notte'' (1995) di Agnès Varda e nell'ironico ''Uno dei due'' (1998) di Patrice Leconte, nuovamente al fianco di Belmondo, film nei quali si allontana definitivamente dal genere Polar. Ritrova inoltre Jacques Deray sul set di ''L'orso di peluche'' (1994), ma che non ha lo stesso successo delle collaborazioni precedenti. Nel 1995 riceve a Berlino l'Orso d'oro alla carriera. In questo periodo si intensifica la sua attività teatrale, dove ottiene maggiori consensi. Dopo l'annuncio del ritiro, nei primi anni duemila l'attore partecipa a una sola pellicola sul grande schermo, ''Actors'', diretto nuovamente da Bertrand Blier, in un divertente coro con alcune delle maggiori stelle del cinema francese di tutti i tempi. Concluso dopo 15 anni il legame con Mireille Darc, l'attore per un breve periodo ha una relazione con l'attrice Anne Parillaud per poi legarsi verso il 1988 alla modella di origine olandese Rosalie van Breemen, che gli darà due figli, Anouchka, nata nel 1990 e Alain-Fabien, nato nel 1994. La nuova famiglia comporta l'allontanamento definitivo di Delon dal cinema. === Gli anni duemila: la malattia e il definitivo ritiro === Solo nei primi anni duemila, l'attore debutta in televisione (sino ad allora aveva interpretato un solo film per la TV nel 1978) accettando la proposta di Jean-Claude Izzo di tornare a indossare i panni del poliziotto tormentato, quelli di Fabio Montale della polizia di Marsiglia, in cui l'attore riesce a tornare al successo. La scelta di Izzo di far impersonare Montale, uomo di idee progressiste, di scegliere come interprete principale Delon, notoriamente simpatizzante della destra, desta non poche polemiche tra l'opinione pubblica. Nel 2004, l'attore prende parte a un'altra miniserie su Frank Riva, personaggio analogo a quello di Montale, ma di successo inferiore. Alain Delon con Claudia Cardinale al Festival di Cannes nel 2010 Nel 2005, in concomitanza con la crisi sentimentale e la separazione dalla compagna Rosalie, Delon rivela alla stampa la sua lotta contro la depressione, malattia che lo ha portato sull'orlo del suicidio. A tal proposito rivela: «Vivo davanti ai miei occhi la scena di quel momento. Il difficile non è farlo, è riflettere per non passare all'azione. Farlo è un gioco da ragazzi». A causa della malattia è costretto a rinunciare alla pièce teatrale ''Les montagnes russes'' di Eric Assoues. Nel medesimo anno, riceve la Legion d'onore dalle mani del presidente Jacques Chirac per il suo contributo all'arte cinematografica mondiale. Nel 2008 torna al cinema interpretando con autoironia Giulio Cesare in ''Asterix alle Olimpiadi''. Nel monologo iniziale, Cesare rievoca la sua vita passata, ma non fa altro che rievocare la carriera di Delon stesso che, con un laconico e sfrontato «''Ave me''», si congeda definitivamente dal grande schermo. In un'intervista a ''I migliori anni'' di Carlo Conti nel 2009, l'attore dichiara di aver sconfitto la depressione che lo aveva afflitto. Afferma, inoltre, di conservare un grande ricordo degli attori e dei registi italiani con cui ha lavorato e, in particolare, cita come suo amico lo scomparso attore Renato Salvatori. Nonostante il ritiro dal cinema, continua a calcare le scene teatrali. Nel 2007, sul set di ''Sur la route de Madison'', dal romanzo ''I ponti di Madison County'' di Robert James Waller, ritrova la sua ex compagna Mireille Darc, mentre, nel 2014, recita con la figlia Anouchka Delon nella pièce ''Une journée ordinaire'' a Cannes. Inoltre riceve numerosi riconoscimenti alla carriera, come nel 2011 al Festival di Acapulco, mentre nel 2012 ottiene il Lifetime Achievement Award - Parmigiani al Festival di Locarno. Nel maggio 2017, annuncia a sorpresa di tornare al cinema, recitando in un ultimo film dopo quasi 10 anni dall'ultima apparizione sul grande schermo. La pellicola in questione sarà diretta da Patrice Leconte e vedrà anche l'attrice Juliette Binoche. A proposito del suo ritiro, Delon ha dichiarato: «Ho l’età che ho. Ho fatto la carriera che ho fatto. Ora, voglio chiudere il cerchio. Organizzando incontri di boxe, ho visto uomini che si sono pentiti di aver fatto un combattimento di troppo. Per me, non ce ne sarà uno di troppo». Il 19 maggio 2019, al Festival di Cannes 2019, riceve la Palma d'oro onoraria. Un mese dopo circa, viene colto da un ictus, seguito da un'emorragia cerebrale. Alain Delon si è sempre definito un gollista e nazionalista, proprio come Brigitte Bardot. Nel 1981 sostiene Valéry Giscard d'Estaing ed è stato inoltre amico di Jean-Marie Le Pen. Nel 2015 dichiara di sostenere il Front National di Marine Le Pen. Nel 2013 suscita alcune polemiche una sua intervista al canale televisivo francese France 5 in cui afferma che l'omosessualità è contronatura. Nel 1958 inizia una relazione con l'attrice Romy Schneider, conosciuta sul set di ''L'amante pura''. La relazione tra i due si conclude nel 1964. Inoltre, nel 1962, ha un flirt con la cantante Nico, ma Delon non ha mai riconosciuto la paternità del figlio, nato nel 1962, al quale è stato dato il nome Christian Aaron Boulogne, Ari, che nei primi anni di vita è vissuto con Nico e poi è vissuto ed è stato adottato dalla madre di Delon. Il 13 agosto 1964, Delon sposa l'attrice Nathalie Delon dalla quale ha il suo primo figlio, Anthony Delon (nato nel 1964), anch'egli attore, che lo renderà nonno nel 1986 della modella Alyson Le Borges. I due divorziano nel 1968. Nei due mesi precedenti al matrimonio Delon ha una relazione con l'attrice Marisa Mell che, secondo alcune fonti, avrebbe lasciato il giorno prima del matrimonio con Nathalie. Dal 1968 al 1983, ha una relazione con l'attrice Mireille Darc conosciuta durante le riprese di ''Addio Jeff''. Durante gli ultimi anni di relazione con la Darc, Delon ha alcuni flirt con le attrici Veronique Jannot, Sylvia Kristel, Sydne Rome e Dalila Di Lazzaro. Successivamente, l'attore è stato brevemente legato all'attrice Anne Parillaud, dal 1982 al 1984, e a Catherine Pironi. Nel 1987 ha iniziato una relazione con la modella olandese Rosalie van Breemen dalla quale ha avuto due figli: Anouchka Delon (nata nel 1990) e Alain-Fabien Delon (nato nel 1994). Nel 2001 i due si separarono. Degno di rilievo è il rapporto di Delon con la cantante italofrancese Dalida, con cui negli anni sessanta ha avuto una passionale storia d'amore; in seguito i due resteranno ottimi amici e incideranno nei primi anni settanta il brano ''Paroles paroles''. L'attore dirà di «''avere amato terribilmente questa donna''». Alain Delon non ha mai autorizzato nessuna biografia sulla sua persona, nonostante nel tempo siano stati realizzati alcuni documentari inerenti al suo passato tormentato. È molto famoso in Cina (uno dei pochi attori francesi conosciuti, se non l'unico) perché il film ''Zorro'' è stato uno dei primi film europei a essere distribuito in questo paese. Gli unici ad avere una fama pari alla sua furono Steve McQueen e Sean Connery. Il gruppo musicale inglese The Smiths utilizza una foto tratta dalla scena finale del film ''Il ribelle di Algeri'' (''L'insoumis'') per il suo album ''The Queen Is Dead'' pubblicato nel 1986. Anche il gruppo musicale italiano Baustelle gli ha dedicato una canzone intitolata "la canzone di Alain Delon". All'attore francese è ispirata la canzone di Andrea Mingardi "Un piasarè (Delone)", contenuta nell'album ''Lo sfighè, Gisto e Cesira, Delone, un marziano e altre storie''. Viene inoltre citato dal rapper Salmo nella canzone "A volte esagero", contenuta nell'album ''Status'' di Marracash. In una intervista pubblicata sul "Los Angeles Time", Madonna ha dichiarato che la canzone "Beautiful Killer" (contenuta nell'album ''MDNA)'' era un omaggio all'attore e al suo carisma. In una intervista pubblicata su "TV Magazine", Richard Gere ha dichiarato che, su consiglio del regista e sceneggiatore Paul Schrader, ha visto molte volte il film ''Delitto in pieno sole'' (''Plein soleil'') per trarre ispirazione nell'interpretazione del protagonista di ''American Gigolò''. Nel 2009, Alain Delon presta la sua immagine per la pubblicità del profumo « Eau sauvage » di Christian Dior. Vengono scelte delle foto e delle scene del film ''La piscina''. === Cinema === ==== Attore ==== * ''Godot'' (''Quand la femme s'en mêle''), regia di Yves Allégret (1957) * ''Fatti bella e taci'' (''Sois belle et tais-toi''), regia di Marc Allégret (1958) * ''L'amante pura'' (''Christine''), regia di Pierre Gaspard-Huit (1958) * ''Le donne sono deboli'' (''Faibles femmes''), regia di Michel Boisrond (1959) * ''Furore di vivere'' (''Le chemin des écoliers''), regia di Michel Boisrond (1959) * ''Delitto in pieno sole'' (''Plein soleil''), regia di René Clément (1960) * ''Rocco e i suoi fratelli'', regia di Luchino Visconti (1960) * ''Che gioia vivere'' (''Quelle joie de vivre''), regia di René Clément (1961) * ''Amori celebri'' (''Amours célèbres''), regia di Michel Boisrond (1961) * ''L'eclisse'', regia di Michelangelo Antonioni (1962) * ''Le tentazioni quotidiane'' (''Le diable et les dix commandements''), regia di Julien Duvivier (1962) * ''L'amour à la mer'', regia di Guy Gilles (1963) * ''Il Gattopardo'', regia di Luchino Visconti (1963) * ''Colpo grosso al casinò'' (''Mélodie en sous-sol''), regia di Henri Verneuil (1963) * ''Il tulipano nero'' (''La Tulipe noire''), regia di Christian Jaque (1964) * ''Crisantemi per un delitto'' (''Les félins''), regia di René Clément (1964) * ''Il ribelle di Algeri'' (''L'insoumis''), regia di Alain Cavalier (1964) * ''Una Rolls-Royce gialla'' (''The Yellow Rolls-Royce''), regia di Anthony Asquith (1964) * ''L'ultimo omicidio'' (''Once a Thief''), regia di Ralph Nelson (1965) * ''Né onore né gloria'' (''Lost Command''), regia di Mark Robson (1966) * ''Parigi brucia?'' (''Paris brule-t-il?''), regia di René Clément (1966) * ''Texas oltre il fiume'' (''Texas Across the River''), regia di Michael Gordon (1966) * ''I tre avventurieri'' (''Les aventuriers''), regia di Robert Enrico (1967) * ''Frank Costello faccia d'angelo'' (''Le samouraï''), regia di Jean-Pierre Melville (1967) * ''Diabolicamente tua'' (''Diaboliquement vôtre''), regia di Julien Duvivier (1967) * ''William Wilson'', episodio di ''Tre passi nel delirio'', regia di Louis Malle (1968) * ''Nuda sotto la pelle'' (''Naked under Leather''), regia di Jack Cardiff (1968) * ''Due sporche carogne - Tecnica di una rapina (Adieu l'ami)'', regia di Jean Herman (1968) * ''La piscina'' (''La piscine''), regia di Jacques Deray (1969) * ''Addio Jeff!'' (''Jeff''), regia di Jean Herman (1969) * ''Il clan dei siciliani'' (''Le clan des siciliens''), regia di Henri Verneuil (1969) * ''Borsalino'' (''Borsalino''), regia di Jacques Deray (1970) * ''I senza nome'' (''Le cercle rouge''), regia di Jean-Pierre Melville (1970) * ''Madly - Il piacere dell'uomo'' (''Madly''), regia di Roger Kahane (1970) * ''L'uomo di Saint Michel'' (''Doucement les basses''), regia di Jacques Deray (1971) * ''Sole rosso'' (''Soleil rouge''), regia di Terence Young (1971) * ''L'evaso'' (''La veuve Couderc''), regia di Pierre Granier-Deferre (1971) * ''La prima notte di quiete'', regia di Valerio Zurlini (1972) * ''L'assassinio di Trotsky'' (''The Assassination of Trotsky''), regia di Joseph Losey (1972) * ''Notte sulla città'' (''Un flic''), regia di Jean-Pierre Melville (1972) * ''L'uomo che uccideva a sangue freddo'' (''Traitement de choc''), regia di Alain Jessua (1973) * ''Scorpio'', regia di Michael Winner (1973) * ''La mia legge'' (''Les granges brûlées''), regia di Jean Chapot (1973) * ''Tony Arzenta'', regia di Duccio Tessari (1973) * ''Due contro la città'' (''Deux hommes dans la ville''), regia di José Giovanni (1973) * ''L'arrivista'' (''La race des 'seigneurs''), regia di Pierre Granier-Deferre (1974) * ''Esecutore oltre la legge'' (''Les seins de glace''), regia di Georges Lautner (1974) * ''Borsalino and Co.'' (''Borsalino and Co.''), regia di Jacques Deray (1974) * ''Zorro'', regia di Duccio Tessari (1975) * ''Flic Story'', regia di Jacques Deray (1975) * ''Lo zingaro'' (''Le Gitan''), regia di José Giovanni (1975) * ''Mr. Klein'' (''Mr Klein''), regia di Joseph Losey (1976) * ''Il figlio del gangster'' (''Comme un boomerang''), regia di José Giovanni (1976) * ''La gang del parigino'' (''Le gang''), regia di Jacques Deray (1977) * ''Quel giorno il mondo tremerà'' (''Armaguedon''), regia di Alain Jessua (1977) * ''L'ultimo giorno d'amore'' (''L'homme pressé''), regia di Édouard Molinaro (1977) * ''Morte di una carogna'' (''Mort d'un pourri''), regia di Georges Lautner (1977) * ''Lo sconosciuto'' (''Attention, les enfants regardent''), regia di Serge Leroy (1978) * ''Airport '80'' (''The Concorde: Airport '79''), regia di David Lowell Rich (1979) * ''Histoire d'amour'' (''Le toubib''), regia di Pierre Granier-Deferre (1979) * ''Tre uomini da abbattere'' (''3 hommes à abattre''), regia di Jacques Deray (1980) * ''Nido di spie'' (''Tegeran-43''), regia di Aleksandr Alov e Vladimir Naumov (1981) * ''Per la pelle di un poliziotto'' (''Pour la peau d'un flic''), regia di Alain Delon (1981) * ''Il bersaglio'' (''Le choc''), regia di Robin Davis (1982) * ''Braccato'' (''Le battant''), regia di Alain Delon (1983) * ''Un amore di Swann'' (''Un amour de Swann''), regia di Volker Schlöndorff (1984) * ''Notre histoire'', regia di Bertrand Blier (1984) * ''Ventiduesima vittima... nessun testimone'' (''Parole de flic''), regia di José Pinheiro (1985) * ''Il passaggio'' (''Le passage''), regia di René Manzor (1986) * ''Ne réveillez pas un flic qui dort'', regia di José Pinheiro (1988) * ''Nouvelle vague'' (''Nouvelle Vague''), regia di Jean-Luc Godard (1990) * ''Coreografia di un delitto'' (''Dancing Machine''), regia di Gilles Béhat (1990) * ''Il ritorno di Casanova'' (''Le retour de Casanova''), regia di Édouard Niermans (1992) * ''Un crime'', regia di Jacques Deray (1993) * ''L'orso di peluche'' (''L'ours en peluche''), regia di Jacques Deray (1994) * ''Les cent et une nuits de Simon Cinéma'', regia di Agnès Varda (1995) - cameo * ''Le jour et la nuit'', regia di Bernard-Henri Lévy (1997) * ''Uno dei due'' (''Une chance sur deux''), regia di Patrice Leconte (1998) * ''Actors'' (''Les acteurs''), regia di Bertrand Blier (2000) * ''Asterix alle Olimpiadi'' (''Astérix aux jeux olympiques''), regia di Frédéric Forestier e Thomas Langmann (2008) ==== Regista ==== * ''Per la pelle di un poliziotto'' (''Pour la peau d'un flic'') (1981) * ''Braccato'' (''Le battant'') (1983) === Televisione === * ''Le Bel Indifferent'' - film TV (1978) * ''I pianoforti di Berlino'' (''Cinéma''), regia di Philippe Lefebvre - serie TV (1988) * ''Fabio Montale'' - serie TV (2002) * ''Il leone'' (''Le lion''), regia di José Pinheiro - film TV (2003) * ''Frank Riva'' - serie TV (2004) * ''Un mari de trop'' - film TV (2010) * ''Peccato che sia una sgualdrina'' di John Ford, regia di Luchino Visconti. Théâtre de Paris di Parigi (1961) * ''Les Yeux crevés'' di Jean Cau, regia di Raymond Rouleau. Théâtre du Gymnase Marie-Bell di Parigi (1968) * ''Variazioni enigmatiche'' di Éric-Emmanuel Schmitt, regia di Bernard Murat. Théâtre Marigny di Parigi (1996) * ''Variazioni enigmatiche'' di Éric-Emmanuel Schmitt, regia di Bernard Murat. Théâtre de Paris di Parigi (1998) * ''Les Montagnes russes'' di Éric Assous, regia di Anne Bourgeois. Théâtre Marigny di Parigi (2004) * ''I ponti di Madison County'' da Robert James Waller, regia di Anne Bourgeois. Théâtre Marigny di Parigi (2007) * ''Lettere d'amore'' di A. R. Gurney, regia di Alain Delon. Théâtre de la Madeleine di Parigi (2008) * ''Une journée ordinaire'' di Éric Assous, regia di Jean-Luc Moreau. Théâtre des Bouffes-Parisiens di Parigi (2011) * ''Une journée ordinaire'' di Éric Assous, regia di Anne Bourgeois. Tour francese (2013) * '''Golden Globe''' ** 1964 ''–'' Candidatura per il miglior attore debuttante per ''Il Gattopardo'' * '''David di Donatello''' ** 1972 – David speciale * '''Premio César''' ** 1985 ''–'' Miglior attore per ''Notre Histoire'' * '''Festival di Berlino''' ** 1995 – Orso d'oro alla carriera * '''Festival di Cannes''' ** 2019 ''–'' Palma d'oro alla carriera Nelle versioni in italiano dei suoi film, Alain Delon è stato doppiato da: * Massimo Turci in ''Furore di vivere'', ''Delitto in pieno sole'', ''Le tentazioni quotidiane'', ''Né onore né gloria'', ''Parigi brucia?'', ''Texas oltre il fiume'', ''Frank Costello faccia d'angelo'', ''Diabolicamente tua'', ''Il clan dei siciliani'', ''Borsalino'', ''I senza nome'', ''Madly, il piacere dell'uomo'', ''L'evaso'', ''La mia legge'', ''L'arrivista'', ''Un amore di Swann'' * Cesare Barbetti in ''L'amante pura'', ''Colpo grosso al Casinò'', ''Crisantemi per un delitto'', ''Una Rolls-Royce gialla'', ''L'ultimo omicidio'', ''Tre passi nel delirio'', ''Due sporche carogne - Tecnica di una rapina'', ''La piscina'', ''Uno dei due'' * Gino La Monica in ''L'assassinio di Trotsky'', ''Scorpio'', ''Zorro'', ''La prima notte di quiete'', ''Frank Riva'', ''Tony Arzenta'', ''Esecutore oltre la legge'', ''Morte di una carogna'', ''Il ritorno di Casanova'', ''Cento e una notte'' * Pino Colizzi in ''Flic Story'', ''Lo zingaro'', ''Braccato'', ''Chi è Mr. Klein?'', ''Per la pelle di un poliziotto'', ''Tre uomini da abbattere'' * Michele Kalamera in ''Addio Jeff!'', ''Notte sulla città'', ''Due contro la città'', ''Il figlio del gangster'', ''La gang del parigino'', ''Quel giorno il mondo tremerà'' * Giuseppe Rinaldi in ''Delitto in pieno sole'' (solo in una scena), ''Il tulipano nero'' * Pino Locchi in ''Che gioia vivere'', ''Borsalino & Co.'' * Oreste Rizzini in ''Airport '80'', ''Asterix alle Olimpiadi'' * Achille Millo in ''Rocco e i suoi fratelli'' * Gabriele Antonini in ''L'eclisse'' * Carlo Sabatini in ''Il Gattopardo'' * Luciano Melani in ''Sole Rosso'' * Franco Zucca in ''Nouvelle Vague'' * Mario Cordova in ''L'orso di peluche''
Astato
L''''astato''' è l'elemento chimico di numero atomico 85 e il suo simbolo è '''At'''. Fa parte del gruppo degli alogeni. Viene prodotto in natura dal decadimento radioattivo dell'uranio e del torio ed è il più pesante degli alogeni. Ha un tempo di dimezzamento massimo di 8 ore e 30 minuti, per cui è il secondo elemento naturale più instabile dopo il francio.
Gli isotopi dell'astato non godono di vita abbastanza lunga da studiarne le proprietà, ma le misure spettroscopiche lasciano pensare a caratteristiche simili a quelle dello iodio – come quest'ultimo, è probabile che possa accumularsi nella ghiandola tiroidea. Considerazioni teoriche fanno ipotizzare che l'astato abbia un carattere metallico più marcato dello iodio. Alcune reazioni elementari in cui è coinvolto l'astato sono state condotte e studiate da ricercatori del ''Brookhaven National Laboratory'' di New York. Con la possibile eccezione del francio, l'astato è l'elemento più raro in natura. Si stima che l'intera crosta terrestre ne contenga in tutto meno di 28 grammi. L'astato (dal greco ἄστατος ''àstatos'', "instabile") fu sintetizzato per la prima volta nel 1940 da Dale Raymond Corson, Kenneth MacKenzie ed Emilio Segrè all'Università della California di Berkeley per bombardamento del bismuto con particelle alfa. Inizialmente fu chiamato ''alabamio'' (Ab) e prima ancora ipotizzato da Mendeleev con il nome di ''ekaiodio''. L'astato è un elemento radioattivo che si presenta in natura nei minerali di uranio e di torio. Se ne preparano i campioni bombardando bismuto con particelle alfa in un ciclotrone, ottenendo gli isotopi relativamente stabili 209At e 211At che vengono successivamente separati. Dell'astato, il meno elettronegativo degli alogeni, sono noti 41 isotopi, tutti radioattivi; il più stabile di essi è 210At, che ha un'emivita di 8,1 ore. Il meno stabile è 213At, che ha un'emivita di 125 nanosecondi. 210At e 219At sono presenti in natura in quanto prodotti delle catene di decadimento, rispettivamente, dell'isotopo 238 e dell'isotopo 235 dell'uranio. In soluzione acquosa l'astato si comporta in modo simile allo iodio, anche se le soluzioni che lo contengono devono essere estremamente diluite. L'elemento disciolto può essere ridotto da agenti come l'anidride solforosa e ossidato dal bromo. Come lo iodio, quando l'astato è sciolto in una soluzione, si può isolare ed estrarre tramite il benzene. Inoltre l'astato presenta stati di ossidazione con caratteristiche di coprecipitazione affini a quelle dello iodio, dello ione ioduro e dello ione iodato. Potenti agenti ossidanti possono produrre uno ione astatato, ma non uno ione perastatato. Lo stato molecolare è più facilmente ottenibile ed è caratterizzato da elevata volatilità e da notevole solubilità in sostanze organiche. Molteplici composti dell'astato sono stati sintetizzati in quantità microscopiche e studiati molto intensamente prima del suo naturale decadimento radioattivo. In particolare le reazioni a cui prende parte sono state studiate in soluzioni molto diluite di astato e, in maggiore quantità, di iodio che agisce da trasportatore, facilitando la filtrazione, la precipitazione e l'isolamento dei singoli composti. Nonostante questi composti siano di interesse principalmente teorico, sono in fase di analisi per un possibile impiego in medicina nucleare. È molto probabile che l'astato formi legami ionici con i metalli alcalini e alcalino-terrosi come il sodio o il litio, pur non essendo reattivo come gli alogeni più leggeri. Alcuni esempi di sali dell'astato sono: * astaturo di sodio (NaAt), un composto ipotetico, di interesse teorico nell'ambito della chimica degli alogenuri * astaturo di magnesio (MgAt2) * tetraastaturo di carbonio (CAt4). Analogamente agli altri alogeni, l'astato forma un idracido, l'acido astatidrico (HAt) che, a differenza dei precedenti, presenta un minore momento di dipolo.
Aepyornis
Gli '''Aepyornis''' sono un genere estinto di giganteschi uccelli vissuti in Madagascar, appartenenti alla famiglia degli '''uccelli elefante''' '''', che comprende anche i ''Mullerornis'', più piccoli, anch'essi estinti. Si ritiene che fossero tra i più grandi uccelli mai esistiti assieme ai Moa. Potevano misurare fino a 3 m e più d'altezza, per un peso di oltre mezza tonnellata. Le loro uova avevano una circonferenza di oltre un metro ed una lunghezza di più di 35 cm; il loro volume era circa 160 volte quello di un uovo di gallina. Il DNA dell'''Aepyornis'' è stato estratto con successo dai resti di gusci d'uova da un gruppo di ricercatori australiani.
Si ritiene che l'espressione "uccello elefante" derivi dal ''Milione'' di Marco Polo, che parlando del Madagascar riferiva: Gli ''Aepyornis'' furono molto probabilmente osservati dagli Arabi (che intrattenevano rapporti con le dinastie reali malgasce), e potrebbero essere correlati al mito del Roc (o alle sue evoluzioni più recenti). In malgascio, questi animali venivano chiamati '''vorompatra''', uccelli degli "Ampatri", un toponimo che identificava l'attuale regione di Androy, nel sud dell'isola. In Madagascar, tuttavia, non sono mai stati ritrovati esemplari fossili o viventi di elefanti, ed è dubbio che lo stesso toponimo ''Madagascar'', utilizzato sul finire del XV secolo da Martin Behaim per indicare l'isola, sia in realtà nel ''Milione'' una corruzione di ''Mogadiscio''. Inoltre, la descrizione della tecnica predatoria del grifone contrasta col fatto che l'''Aepyornis'' è inadatto al volo. Cranio Ossa di una zampa Quattro sono le specie attualmente ascritte al genere: * ''Aepyornis hildebrandti'', Burckhardt, 1893 (=''Aepyornis mulleri'', Milne-Edwards & Grandidier, 1894) * ''Aepyornis gracilis'' (Monnier, 1913) * ''Aepyornis medius'', Milne-Edwards & Grandidier, 1866 (=''Aepyornis grandidieri'', Rowley, 1867; ''Aepyornis cursor'', Milne-Edwards & Grandidier, 1894; ''Aepyornis lentus'', Milne-Edwards & Grandidier, 1894) * ''Aepyornis maximus'', Geoffroy-Saint-Hilaire, 1851 (=''Aepyornis modestus'', Milne-Edwards & Grandidier, 1869; ''Aepyornis ingens'', Milne-Edwards & Grandidier, 1894; ''Aepyornis titan'', Andrews, 1894) La validità di queste specie è ancora in fase di discussione, in quanto alcuni autori vorrebbero l'unificazione di tutte le specie a sottospecie di ''A. maximus''. Non essendo stati ritrovati resti fossili di foresta pluviale in Madagascar, non si può dire con certezza se questi animali amassero (come i casuari) vivere nelle foreste, o se invece (come struzzi, emù e nandù) amassero gli spazi aperti. L'esistenza di frutti con endocarpo spesso e liscio (come quelli della palma ''Voanioala gerardii''), o con colori rosso-violacei (come quelli di ''Ravenea louvelii'' e di ''Satranala decussilvae'') darebbero per buona la prima ipotesi; infatti, un endocarpo liscio e spesso non ferirebbe l'esofago di un eventuale uccello che se ne cibi, né verrebbe danneggiato dai suoi succhi gastrici. Di colore rosso-bluastro, invece, sono anche i frutti di alcune specie di palma di cui si nutrono i casuari. Ricostruzione museale di Aepyornis (sinistra) dodo (al centro) e struzzo imbalsamato|297x297px Come i loro parenti ancora viventi, gli ''Aepyornis'' erano inadatti al volo, ma le loro ossa non avevano midollo. Siccome il Madagascar si staccò dal continente africano tempo prima della nascita dei ratiti, si pensa che gli ''Aepyornis'' abbiano perso la capacità di volare e raggiunto dimensioni enormi ''in situ'', per un fenomeno di gigantismo insulare; questi animali cominciarono probabilmente a differenziarsi dallo struzzo 85 milioni di anni fa, quando il Gondwana era unito da un istmo all'isola. Tuttavia, il DNA mitocondriale dei resti fossili di quest'animale non è ancora stato sequenziato ed analizzato, quindi al riguardo vi possono essere solo ipotesi. Il ritrovamento di presunti fossili appartenenti ad ''Aepyornithidae'' sulle Isole Canarie orientali hanno ulteriormente infittito il mistero; queste isole, infatti, si erano già staccate dall'Africa quando gli uccelli elefante avrebbero potuto raggiungerle. Durante le ere glaciali, con l'abbassamento del livello del mare, si sarebbe potuto sviluppare un istmo di terra fra Lanzarote e la costa africana, che avrebbe potuto consentire a questi grandi uccelli inadatti al volo di raggiungere le isole. In ogni caso, non si ha notizia dell'evoluzione degli ''Aepyornis'' in ambienti al di fuori del Madagascar, quindi si ritiene che i frammenti di uova ritrovati alle Canarie siano appartenuti a grandi uccelli nordafricani ormai estinti, che avrebbero potuto addirittura non essere nemmeno ratiti (''Eremopezus'', ''Psammornis'', o addirittura dei ''Pelagornithidae''). Si è sempre ritenuto che l'estinzione di questi animali sia stata causata da fattori umani, poiché essi erano un tempo diffusi su tutta l'isola, e ovunque abbastanza comuni. Ricerche recenti hanno scoperto numerosi frammenti di uova di ''Aepyornis'' fra le ceneri di fuochi preistorici, segno che tali uova venivano utilizzate come cibo per intere famiglie: non si sa, tuttavia, se anche gli adulti venissero predati, o se su di essi vigesse un tabù ("fady") anche se, dalle analisi su alcuni resti fossili, sono stati rinvenuti chiari segni di macellazione. La data precisa dell'estinzione di questi grossi uccelli è incerta e per ricavarla non si può fare conto sul folklore locale, nel quale le storie su questi animali si sono propagate per secoli dopo la loro scomparsa. Oltre alla caccia da parte dell'uomo, all'estinzione di questi colossi avrebbero potuto contribuire le malattie portate dagli uccelli introdotti dall'Africa, come faraone e polli ed i cambiamenti climatici in atto, come la progressiva perdita di umidità del Madagascar nell'Olocene.
Americio
L''''americio''' è l'elemento chimico di numero atomico 95 e il suo simbolo è '''Am'''. L'americio è un elemento metallico radioattivo sintetico della famiglia degli attinidi, ottenuto bombardando il plutonio con neutroni. È stato il quarto elemento transuranico ad essere scoperto. Prende il nome dall'America, in analogia con l'europio.
L'americio metallico appena preparato presenta una lucentezza bianco-argentea (più argenteo del plutonio o del nettunio) e, a temperatura ambiente, diventa opaco lentamente in aria secca. L'emissione alfa dell'241Am è circa il triplo di quella del radio. Pochi grammi di 241Am emettono radiazione gamma intensa che crea seri problemi di esposizione a chi deve maneggiare l'elemento. L'americio può essere prodotto in quantità dell'ordine dei chilogrammi, principalmente sotto forma dell'isotopo 241Am. Trova applicazioni domestiche in alcuni modelli di rivelatori di fumo, dove viene usato in qualità di sorgente di radiazioni ionizzanti. L'americio è stato usato per costruire alcuni tipi di parafulmine (ora in progressivo smantellamento in Italia), grazie proprio a questa capacità di ionizzare l'aria circostante favorendo così il passaggio di corrente. 241Am è stato anche usato come sorgente portatile di raggi gamma per l'uso in radiografia e come mezzo per misurare lo spessore del vetro. 242Am è un emettitore di neutroni ed ha trovato uso nella radiografia a neutroni; è tuttavia un isotopo estremamente costoso da produrre in quantitativi utilizzabili. L'americio fu sintetizzato per la prima volta da Glenn Seaborg, Leon O. Morgan, Ralph A. James e Albert Ghiorso nel tardo 1944 nel ''Metallurgical Laboratory'' dell'Università di Chicago (oggi noto come ''Argonne National Laboratory''). Il gruppo preparò 241Am sottoponendo 239Pu a successive reazioni di cattura neutronica in un reattore nucleare. Questo produsse prima 240Pu e poi 241Pu che a sua volta si convertì in 241Am tramite un decadimento beta. Il premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia ha teorizzato (Progetto 242) l'utilizzo di un reattore alimentato con l'isotopo 242Am che potrebbe (in teoria) rivelarsi più promettente degli attuali in uso. Dell'americio sono noti 18 isotopi radioattivi aventi masse comprese tra 231,046 e , di cui i più stabili sono 243Am (con un'emivita di 7370 anni) e 241Am (432,2 anni). Tutti gli altri isotopi hanno emivite inferiori alle 51 ore e la maggior parte di essi inferiori a 100 minuti. L'americio possiede inoltre 8 metastati, di cui il più stabile è 242mAm (emivita di 141 anni).
Andorno Micca
'''Andorno Micca''' è un comune italiano di abitanti della provincia di Biella in Piemonte.
Il comune dista circa sei chilometri dal capoluogo, Biella, e sorge attorno all'antico nucleo di '''Andorno Cacciorna''', sul versante sinistro della bassa valle Cervo (che prende il nome dal torrente omonimo), in una piana alluvionale situata ai piedi delle Prealpi biellesi. In tempi remoti, il locale territorio si estendeva, a ovest, fino alla Valle del Lys (o Valle di Gressoney) e, a nord-est, alla Valsesia, ed era attraversato da un'antica via di epoca romana che conduceva, attraverso la Valle d'Aosta, fino in Gallia. * Classificazione sismica: zona 4 (sismicità molto bassa) Terra di lana, cappelli e Ratafià === L'antichità === La zona di Andorno, già in epoca romana doveva già avere degli insediamenti, attestati sia dal toponimo, sia dal ritrovamento di settanta monete antoniniane a Passo Breve, lungo un percorso che conduceva attraverso i vari passi sino in Valle d'Aosta e poi nelle Gallie. Il comune prende il nome da Pietro Micca, eroe dell'assedio di Torino del 1706, il cui luogo di nascita è in realtà conteso fra la stessa Andorno e la confinante cittadina di Sagliano Micca, dove si trova quella che si ritiene sia stata la casa natale del patriota. === Il Medioevo === Il nome di Andorno ricorre dall'epoca medievale, e compare sotto la forma di ''Andurnum'' o ''Andornum'' in un atto di donazione del 29 gennaio 963, quando la corticula venne donata dall'allora imperatore Ottone I al conte Aimone di Cavaglià. Donazione che venne confermata il 22 ottobre 985 da Ottone II a suo figlio Manfredo; il 7 maggio 999 lo stesso Ottone concesse il borgo a Leone, vescovo di Vercelli, insieme a Molinara, regione Molinetto, privandone i Conti di Cavaglià, partigiani del suo nemico Arduino d'Ivrea. L'Arcidiocesi di Vercelli mantenne il dominio sul comune e sulla valle grazie a nuove conferme della donazione, il 1º novembre 1000 e il 15 ottobre 1152, firmate da Federico Barbarossa. Dopo questo diploma troviamo ancora la dominazione vescovile in statuti del 1263 e del 1290, conservati in due pergamene custodite presso l'archivio comunale di Biella, che testimoniano la promulgazione di norme imposte prima dal gastaldo del vescovo Martino Avogadro e in quello più recente dai membri eletti dai consoli e dai gastaldi in accordo fra diocesi e comuni. === Il Rinascimento === Nel 1371 si verificò un forte attrito tra gli abitanti e il vescovo, quando Giovanni Fieschi esasperò gli animi degli andornesi, divenuti ormai troppo insofferenti di fronte alle sue pretese. Per questo assalirono il castello posto su di un'altura e imprigionarono il Fieschi, rubandone i beni qui custoditi. Nel 1378 il vescovo Ibleto Fieschi concedeva il feudo per 4.000 ducati al conte Federico di Challant, e convinse gli andornesi a sottomettersi ai Savoia. Dopo la dedizione del 29 ottobre 1379 il conte Amedeo VI di Savoia divenne proprietario del castello e lo affidò a Giovanni Duco di Moncalieri, a Giraudo de Cresto, Francescino Tua di Mongrando, Sibueto Rivoire, Bonifacio de Strada de Vallice, e dopo la morte di questi ai suoi diretti familiari e fece parte del mandamento di Biella. Dopo la metà del Quattrocento gli andornesi, stanchi di subire violenze, vessazioni e attacchi di ogni tipo da parte di Biella, inviarono suppliche e memoriali a casa Savoia. Nel 1488 Giuseppe Orsi, favorevole ai Biellesi, scrisse una cronaca dedicata a tali contrasti. Finalmente il 17 maggio 1561 Emanuele Filiberto I di Savoia accordò lo smembramento del territorio, con la formazione di una comunità indipendente con un proprio podestà eletto da una terna di andornesi, ufficiali e magistrati. Infine con il diritto di avere un proprio mercato settimanale. ====La Guerra per il Mercato==== La valle si poteva considerare un Comune unico, già allora ricco di piccoli centri. Vi erano chiesa fiorenti ad Andorno, Campiglia, Montesinaro e a Rosazza. La Valle ricca allora di boschi e acque, attrasse legnaioli della Valsesia che per l'epoca permise buoni pascoli e buona agricoltura. Questi prodotti erano poi importati e venduti nel mercato di Biella, ma tanti venivano invece venduti ad Andorno in un più modesto mercatino che fioriva già da tempo, proprio negli stessi giorni in cui si svolgeva il mercato di biella. La peste che ci fu nell'anno del signore 1348 e le lotte contro Giovanni Fieschi, un vescovo battagliero che avanzava diritti e pretese sul Biellese e Andorno, e ricorrendo anche alla violenza, si era fatto costruire un solido castello, per giunta tutto questo era servito a risvegliare nella gente del comune sentimenti di indipendenza che erano sfociati, poi, nella dedizione di Andorno ai Savoia. Nel 1443 scoppiarono forti dissensi per il pedaggio imposto dai Bertodano e per l'obbligo di recarsi a Biella ad amministrare la giustizia, la quale tendeva soprattutto ad impedire il Mercato di Andorno, divenuto ormai una consuetudine e ingranditosi troppo. Dopo proibizioni e concessioni, si giunse ad una svolta, nel 1485, quando da Carlo I la Valle Cervo ottenne un mercato da tenersi il lunedi. Gli abitanti del Comune festeggiarono l'avvenimento e giunsero a invitare gli abitanti di Biella a esporre le loro merci ad Andorno, Scandalo e scalpore, per questo evento i biellesi ottennero l'annullamento del decreto di Carlo I. Ma gli Andornesi fecero sapere che avrebbero preferito la morte e così , quando da Biella un manipolo di soldati accompagnò Pietro Gromo e Giacomo Bertodano, signore di Tollegno, ad affliggere il decreto di annullamento del mercato, il centro del Comune, apparve misteriosamente deserto. Nel momento in cui il primo colpo di mazza afflisse il Comune, sito in piazza Chiesa (chiesa di san Lorenzo, che hai giorni d'oggi non esiste più il comune lì), le campane suonarono e gli abitanti balzarono con bastoni e arnesi da lavoro. I biellesi a quel punto dovettero ritirarsi. La notizia di quella battaglia procurò la confisca dei beni e la caccia degli Andornesi, i quali, per risposta si ribellarono e organizzarono un motivo partigiano, detto allora "Banda dei Galùpp". Nell'agosto del 1486 il Capitano Faciotto, per ordine del Duca, al mattino si scontrò presso il cervo con gli Andornesi che, armati impedirono ai nemici di passare il torrente. Il giorno dopo i biellesi, passata la notte a Tollegno, attaccando da Lorazzo, ma mentre salgono lo scoscendimento che porta al cimitero di Andorno, vengono accolti dal tiro di un'arma segreta...si trattava di un bastone, roteato, che colpendo un sasso lanciato in aria lo scaraventava lontano. mentre la sorpresa ferma gli avanzati, un suono di corno mette in moto gli uomini dell'Alta Valle Cervo, così facendo scendendo da Sagliano, giungono alle spalle dei biellesi, e una squadra di soldati di ventura di S. Germano, assoldati in gran segreto dagli Andornesi, scendono da dietro la Colma a compiere l'accerchiamento. I Biellesi a quel punto confidano in una ritirata strategica, giunti presso Tollegno, attesero l'assalto da tre parti. Nell'ottobre del 1487, il duca mandò il Cap. Antonio Foresta a stabilire ad ogni costo la pace. Egli tentò prima con la persuasione e poi, fece occupare di sorpresa da un esercito di 2.500 uomini la Rovella, le colline sopra Miagliano e la terra di Pavignano. All'avanzata delle tre colonne gli andornesi si rifugiarono nell'Alta Valle Cervo e verso il Bocchetto Sessera. Poi intavolarono trattative di resa tramite i concittadini. Il 10 febbraio 1488 il Duca Carlo Emanuele I approvava la convenzione tra le parti e concedeva agli andornesi, previo pagamento di 2.500 fiorini di multa, il mercato al lunedì, il diritto di macellazione e di osteria, nonché l'esenzione dalle gabelle per il passaggio delle derrate nei suoi territori. Non ottenevano però gli andornesi un loro potestà sempre residente a Biella, ma solo dei consoli di loro nomina. Tuttavia il mercato, causa di tanta lotta, c'era e c'è ancora oggi e si svolge ogni lunedì mattina di fianco alla chiesa principale di San Lorenzo. === Il Seicento ed il Settecento === II 18 maggio 1621 il borgo venne elevato al rango di marchesato in favore di don Emanuele Filiberto, figlio illegittimo di Carlo Emanuele I, e ceduto nel 1674 ai conti Parella di San Martino. Nel 1649 l'arrivo degli spagnoli portò morte e distruzione. Provenienti da Biella, misero a ferro e fuoco il paese spargendosi per le valli. La resistenza posta dagli andornesi fu vana, a causa del superiore numero degli assalitori e della scarsità di munizioni. Per evitare il saccheggio il comune pagò in denaro e beni, oltre a consegnare in ostaggio tre cittadini che furono rilasciati solo dopo due settimane. Nel 1649 il comune, che comprendeva in realtà un territorio molto più ampio di quello attuale, venne smembrato. La valle si staccò e nel 1700 si formarono diversi comuni. Il 1720 vide la soppressione del marchesato per ordine del re Vittorio Amedeo II di Savoia e Andorno fu, prima, ceduto al conte Ibleto di Challant e poi, nel 1722, a Tommaso Mathis di Bra, con il titolo di Conte di Cacciorna. === La rivoluzione francese e l'era moderna === La storia del borgo e del territorio circostante non ebbe più grandi scossoni fino al 14 dicembre 1798 quando venne eretto l'albero della Libertà a seguito dei moti rivoluzionari francesi. All'epoca si distinsero i fratelli Galliari, Bernardino, Fabrizio e Giovanni Antonio, figli di Giovanni, pittore di capacità modeste. Il più noto, comunque, rimane Bernardino, vissuto tra il 1704 ed il 1794 scenografo di professione, pittore alla corte di Prussia a Berlino. Nel 1898, Don Lorenzo Perosi compose in questa località – come ricorda una lapide affissa sulla casa parrocchiale – la maggior parte del suo oratorio ''La Risurrezione di Cristo''. Nel 1929 nasce il comune di Andorno Micca dall'unione di Andorno Cacciorna con alcuni comuni limitrofi, tra cui Sagliano (luogo natio di Pietro Micca poi diventato Sagliano Micca), Tavigliano, Miagliano (luogo natio di Giovanna Monduro, bruciata viva nei pressi di un ruscello il 17 agosto 1471 con l'accusa di stregoneria) e San Giuseppe di Casto (non più ricostituito nel dopoguerra). Durante la seconda guerra mondiale Andorno fu uno dei numerosi comuni oggetto di rastrellamenti da parte di nazifascisti attaccati dai partigiani biellesi. Da qui furono condotti a Biella dodici ostaggi, mentre una staffetta partigiana, Walter Ramella, fu uccisa di fronte al Palazzo comunale. Dopo il conflitto mondiale alcune frazioni – come Sagliano Micca appunto, Tavigliano e Miagliano – tornarono ad essere comuni autonomi. Il poeta Franco Massino così descriveva Andorno Micca in una poesia dei primi anni cinquanta: === Simboli === Lo stemma comunale è uno scudo argentato con al centro un albero affiancato da due orsi rampanti entrambi rivolti verso l'albero. Attorno allo scudo stanno fronde verdi, elemento decorativo esterno tipico degli stemmi comunali. Lo stemma è pressoché identico a quello di San Paolo Cervo. === Architetture religiose === ==== Chiesa parrocchiale di San Lorenzo ==== Torre campanaria La Chiesa parrocchiale di San Lorenzo è il monumento principale del comune: spicca con il suo campanile seicentesco, il più alto del Biellese; alla sua base sorgono la sacrestia e l'archivio parrocchiale. La chiesa fu edificata, secondo quanto riportano le edizioni Bonechi, nel 1464; secondo altre fonti nel 1483, su una precedente struttura risalente al IX-X secolo; è stata poi più volte rimaneggiata, l'ultima nel XVIII secolo con la costruzione di una nuova facciata, opposta a quella originale. Per avere la giusta percezione del cambiamento, si deve osservare la precedente facciata cinquecentesca con il suo ingresso murato e gli ornati in cotto smaltato, oggi con il ruolo di lato posteriore della chiesa. La facciata monocuspidale, suddivisa da lesene, realizza tre navate interne, un portone d'ingresso e due aperture laterali. Da notare: le decorazioni in cotto degli spioventi formati da archetti gotici, il cotto policromo del rosone centrale e delle due finestre ogivali, i putti e le foglie verdi che si rincorrono creando un'armoniosa cornice, paragonabile alle maioliche rinascimentali fiorentine. Al suo interno sono conservate le spoglie del pittore e scenografo Bernardino Galliari. Tra i dipinti presenti nella parrocchiale troviamo una tela raffigurante il ''Martirio di San Lorenzo'', opera di Bernardino Galliari, il pulpito scolpito durante la seconda metà del XVII secolo e proveniente dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie e la cappella intitolata a San Giulio edificata verso il 1680 in occasione della donazione del corpo del santo. ==== Altre chiese ==== La Cappella degli Eremiti Tra gli altri edifici di rilievo ad Andorno Micca troviamo: la Commenda di Malta, la Chiesa parrocchiale di San Giuseppe di Casto (XVI secolo) con la sua torre campanaria, la Cappella degli Eremiti (nei boschi al confine con Selve Marcone). === Architetture civili === ==== Pinacoteca civica ==== Una piccola pinacoteca risalente agli anni novanta, situata presso il palazzo comunale. === Evoluzione demografica === === Etnie e minoranze straniere === Al 31 dicembre 2010 gli stranieri residenti ad Andorno erano 244. Le nazionalità più numerose erano: * Marocco: 146 * Romania: 56 === Raccolta differenziata === Vige il sistema di raccolta differenziata dei rifiuti urbani. Dati: 50px 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Andorno Micca 6,9% 7,0% 6,5% 11,7% 11,7% 16,9% 18,0% 18,6% 20,9% 22,4% 21,7% 24,3% 31,5% Conosciuta in passato come centro termale, Andorno Micca centra da decenni la propria economia sull'industria tessile, soprattutto cappellifici. Altre attività riguardano la costruzione di casseforti, serrature di sicurezza e serramenti in alluminio. Prodotto tipico locale è il liquore Ratafià, preparato nell'originale con ciliegie nere ma anche nelle varianti con albicocche o noci. L'origine del nome è controversa, alcuni lo fanno derivare da un termine francese altri lo ritengono di origine creola. Nel 1700 il farmacista Pietro Rapa avviò la produzione e nel 1880 un pronipote, Giovanni Antonio Rapa riuscì a produrre un prodotto gradevole fabbricato con ciliegie nere, ginepro e noci. A Carnevale viene prodotto un dolce rustico con farina gialla ed uvetta chiamato "fiacà". ===Giorno di mercato=== Ogni lunedì feriale si tiene il mercato cittadino settimanale. Fra il 1891 e il 1958 ad Andorno erano attive due stazioni della ferrovia Biella-Balma, denominate una ''Andorno Micca'' e l'altra ''Andorno Bagni''. Il municipio === Altre informazioni amministrative === Andorno fece parte a cominciare dal 1973 della ''Comunità montana Bassa Valle Cervo''. Tale comunità montana fu in seguito accorpata dalla Regione Piemonte con la ''Comunità montana Alta Valle Cervo'', andando a formare la ''Comunità Montana Valle Cervo'', che aveva sede ad Andorno e fu anch'essa soppressa assieme alle altre comunità montane. ===Trail running=== Edizione 2014: l'arrivo a Andorno Dal 2006 la società sportiva A.S.D. Trail monte Casto organizza il trail monte Casto. La gara si disputava originariamente su due percorsi, uno da 21 km ed uno da 42. La partenza e l'arrivo sono al ''parco della Salute'' di Andorno; si tratta di una gara che, oltre ad essere un evento sportivo, ha l'obiettivo di far conoscere la zona agli appassionati degli sport all'aria aperta. Dal 2009 il più lungo dei percorsi previsti (portato a 44 km) è diventato una prova qualificativa per la partecipazione all'Ultra-Trail du Mont-Blanc. Alle due gare competitive si è inoltre affiancato un ''minitrail'' non competitivo di 9 km.
Anatomia
Anatomia del corpo umano di Juan Valverde de Amusco, Roma 1559 L'''anatomia''' è la branca della biologia che studia la struttura degli organismi viventi. Tale disciplina deve il suo nome al metodo principale d'indagine, la dissezione, rimasta di fondamentale importanza anche in epoca moderna, per quanto integrata da altri moderni e perfezionati metodi di indagine. La "divisione tagliando" è uno dei mezzi di studio di questa scienza, che in maniera più esatta potrebbe essere chiamata anatomia settoria, che è la branca dell'anatomia macroscopica che si avvale del metodo della dissezione del cadavere o delle parti di esso, a fresco o opportunamente preparate. Nonostante la nascita delle nuove tecniche di conservazione, come la plastinazione, e le tecnologie virtuali tridimensionali, la dissezione resta il metodo elettivo per lo studio della disciplina anatomica.
Illustrazione pubblicata sugli Acta Eruditorum del 1691 relativa alla recensione dell'opera di Frederik Ruysch ''Observationum Anatomico-chirurgicarum centuria'' Alessandro Benedetti, ''Historia corporis humani'', 1502 Realdo Colombo, ''De re anatomica'', 1572 L'anatomia viene suddivisa in anatomia animale (zootomia) e vegetale (fitotomia). Lo studio delle relazioni tra esseri diversi o organi di esseri diversi viene detta anatomia comparata; quando è limitata a una sola specie animale, viene detta ''anatomia speciale''. Prima rappresentante dell'anatomia speciale è l'anatomia umana; questa può essere approcciata da diversi punti di vista. Dal punto di vista medico consiste nella conoscenza dell'esatta forma, posizione, misura, varianti, sviluppo e interrelazione delle varie parti del corpo umano in salute, e a questo studio vengono dati i termini anatomia umana descrittiva o topografica. Una conoscenza accurata di tutti i dettagli anatomici necessita anni di osservazione ed è posseduta solo da pochi medici che dedicano la loro vita alla ricerca in questo ambito. Il corpo umano è così complesso, che solo un ristretto numero di anatomici umani (detti anche anatomisti) padroneggia tutti i suoi dettagli: molti si specializzano solo su alcune parti, come il cervello, le viscere, ecc., mantenendo una buona conoscenza generale del resto del corpo. L'anatomia topografica deve essere appresa da ogni aspirante anatomico tramite la ripetuta dissezione ed ispezione dei cadaveri. Si tratta di un tipo di conoscenza per certi versi simile a quella di un pilota d'aereo, deve essere precisa e disponibile in situazioni di emergenza. Una tale preparazione si può raggiungere solamente conseguendo la laurea in Medicina e Chirurgia, l'alta formazione post-laurea e diversi anni di esperienza sul campo, sia in ambito macroscopico che microscopico, ma anche nelle applicazioni cliniche. Dal punto di vista morfologico, l'anatomia umana è un affascinante studio scientifico che ha come oggetto la scoperta delle cause che hanno portato all'attuale struttura dell'essere umano, e necessita la conoscenza di altre scienze: l'istologia, la citologia, l'embriologia e la fisiologia. Il Medico Anatomico si occupa di ricerca, di insegnamento e di formazione dei Medici Specialisti (Anatomia Clinica, Anatomia Chirurgica, Anatomia Radiologica, Anatomia Endoscopica, Anatomia Sperimentale ecc). Pertanto, per svolgere questa professione è necessario possedere anche profonde conoscenze di Fisiopatologia, di Metodologia Clinica semeiotica e di Patologia Chirurgica. L'anatomia patologica è lo studio degli organi malati. Mentre le varie discipline della normale anatomia, che si applicano a vari scopi ricevono una denominazione particolare come anatomia medica, chirurgica, ginecologica, artistica e superficiale, la comparazione anatomica delle differenti etnie fa parte della scienza dell'antropologia fisica o dell'anatomia antropologica.
Agrigento
'''Agrigento''' è un comune italiano di abitanti, capoluogo del libero consorzio comunale di Agrigento in Sicilia. Fondata intorno al 581 a. C., Agrigento sorge in un territorio in cui si insediarono i vari popoli che lasciarono traccia nell'isola. Già sede di popoli indigeni che mantenevano rapporti commerciali con egei e micenei, il territorio agrigentino vide sorgere la polis di Akragas , fondata da geloi di origine rodio-cretese. Raggiunse il massimo splendore nel V secolo a.C., prima del declino avviato dalla guerra con Cartagine. Nel corso delle guerre puniche venne conquistata dai Romani, che latinizzarono il nome in ''Agrigentum''. Successivamente cadde sotto il dominio arabo, con il nome di Kerkent, e nel 1089 fu conquistata dai Normanni, che la ribattezzarono Girgenti, nome che mantenne sino al 1927 quando fu rinominata con il toponimo attuale. Fino al 1853 il suo territorio comprendeva anche l'odierno comune di Porto Empedocle. È nota come ''Città dei templi'' per la sua distesa di templi dorici dell'antica città greca posti nella cosiddetta valle dei Templi, inserita, nel 1997, tra i patrimoni dell'umanità dall'UNESCO.
=== Territorio === === Clima === Il clima è mite in inverno, quando insieme all'autunno sono concentrate all’incirca tutte le precipitazioni annuali, in estate è caldo torrido. In base alla media trentennale di riferimento 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +11,0 °C; quella del mese più caldo, agosto, è di +28,5 °C. Nella sua storia millenaria la città ha avuto ben quattro nomi: ''Ἀκράγας'' per i Greci, ''Agrigentum'' per i Romani, ''Kerkent'' o ''Gergent'' per gli Arabi; per i Normanni era ''Girgenti'', nome ufficiale della città fino al 1927, quando, durante il periodo fascista, venne utilizzata un'italianizzazione del nome che aveva la città durante il dominio romano. Agrigento assunse l'attuale denominazione con regio decreto-legge n.1143 del 16 giugno 1927. Agrigento fu fondata su un altopiano affacciato sul mare, compreso tra due fiumi, l’Hypsas e l'Acragas, da cui originariamente l'insediamento prese il nome. Un crinale, che offriva un certo grado di fortificazione naturale, collega un colle a nord denominato Colle di Girgenti con un altro, denominato Rupe Atenea, a est. Secondo Tucidide, fu fondata intorno al 582-580 a.C. da coloni greci provenienti da Gela, città della Sicilia sud-orientale, con altri coloni provenienti da Creta e Rodi. I fondatori (''oikistai'') della nuova città furono Aristonous e Pystilus. Fu l'ultima delle principali colonie greche in Sicilia ad essere fondata. === Periodo arcaico === Il territorio sotto il controllo di Acragas si espanse fino a comprendere l'intera area compresa tra il Platani e il Salso, arrivando in profondità nell'entroterra siciliano. Fonti letterarie greche collegano questa espansione a campagne militari, ma l'evidenza archeologica indica che fu piuttosto un lungo processo che raggiunse il suo apice solo all'inizio del V secolo a.C.. La maggior parte degli altri insediamenti greci in Sicilia sperimentò un'espansione territoriale simile in questo periodo. Scavi in una serie di siti in questa regione abitata dalle popolazioni indigene Sicani, come Sabucina, Gibil Gabib, Vassallaggi, Sant'Angelo Muxaro e Mussomeli, mostrano segni di adozione della cultura greca. È controverso quanto di questa espansione sia avvenuta ricorrendo alla violenza e quanto grazie al commercio e l'acculturazione. L'espansione territoriale diede ai coloni greci nuove terre, e il controllo della via terrestre da Acragas alla città di Himera sulla costa settentrionale della Sicilia. Questa era la principale via terrestre dallo Stretto di Sicilia al Mar Tirreno, e il suo controllo fu un fattore chiave per la prosperità economica della città nel VI e V secolo a.C., divenuta proverbiale. Si racconta che Platone, vedendo il tenore di vita degli abitanti, avesse osservato che "costruiscono come se volessero vivere per sempre, eppure mangiano come se fosse il loro ultimo giorno". Forse a causa di questa ricchezza, Acragas fu una delle prime città in Sicilia a battere moneta, intorno al 520 a.C. Intorno al 570 a.C., la città passò sotto il controllo di Falaride, una figura semi-leggendaria, ricordata come l'archetipo del tiranno, che si dice uccidesse i suoi nemici facendoli bruciare vivi all'interno di un toro di bronzo. Nelle fonti letterarie antiche è legato alle campagne militari di espansione, ma questo è probabilmente anacronistico. Governò fino al 550 a.C. circa. La storia di Acragas nella seconda metà del VI secolo è sconosciuta, fatta eccezione per i nomi di due leader, Alcamenes e Alcander. Acragas si espanse anche verso ovest nel corso del sesto secolo, rivaleggiando con Selinunte, la città greca a ovest più vicina. I Selinuntini fondarono la città di Eraclea Minoa presso la foce del fiume Platani, a metà strada tra i due insediamenti, verso la metà del VI secolo a.C. Gli Acragantini la conquistarono intorno al 500 a.C. === Periodo Emmenide === Didrachma di Acragas, 490–483 a.C. Terone, un membro della famiglia Emmenide, divenne tiranno di Acragas intorno al 488 a.C. Strinse un'alleanza con Gelone, tiranno di Gela e Siracusa. Intorno al 483 a.C., Terone invase e conquistò Himera, vicino. Il tiranno di Himera, Terillo si unì a suo genero, Anassila di Reggio, e i Selinuntini invitarono i cartaginesi a intervenire per restaurare il potere di Terillo. I Cartaginesi intervennero nel 480 a.C., dando inizio la prima delle Guerre greco-puniche, ma furono sconfitti dalle forze congiunte di Terone e Gelone nella Battaglia di Himera. In questo periodo furono realizzati numerosi enormi progetti di costruzione nella Valle dei Templi, tra cui il Tempio di Zeus Olimpio, uno dei più grandi templi greci mai costruiti, e la costruzione dell’imponente bacino idrico della Kolymbethra. Secondo Diodoro Siculo, furono costruiti per celebrare la vittoriosa battaglia di Imera, utilizzando come schiavi i prigionieri catturati in guerra. L'evidenza archeologica indica che il boom delle costruzioni monumentali iniziò effettivamente prima della battaglia, ma continuò nel periodo successivo. In questo periodo ebbe inizio anche l'importante ricostruzione della cinta muraria su scala monumentale. Terone inviò atleti ai giochi olimpici e alle altre competizioni panelleniche della Grecia continentale. Diverse poesie di Pindaro e Simonide celebrano le vittorie di Terone e di altri Acragantini, fornendo approfondimenti sull'identità e l'ideologia di Acragas in questo momento. Le fonti letterarie greche generalmente lodano Terone come un buon tiranno, ma accusano suo figlio Trasideo, che gli successe nel 472 a.C., di violenza e oppressione. Poco dopo la morte di Terone, Ierone I di Siracusa (fratello e successore di Gelone) invase Acragas e rovesciò Trasideo. Le fonti letterarie affermano che Acragas divenne poi una democrazia, ma in pratica sembra essere stata dominata dall'aristocrazia cittadina === Periodo classico e periodo ellenistico === Tetradracma di Acragas, 410 a.C. Il periodo successivo alla caduta degli Emmenidi non è ben documentato. Un collegio oligarchico, chiamato "i mille", fu al potere per alcuni anni a metà del V secolo a.C., ma fu rovesciato. La tradizione letteraria ascrive al filosofo Empedocle un ruolo decisivo in questa rivoluzione, ma alcuni studiosi moderni ne dubitano. Nel 451 a.C., Ducezio, capo di uno stato siculo ostile all'espansione dei greci nell'interno della Sicilia, invase il territorio di Acragas, conquistando un avamposto chiamato Motyum. Ducezio fu sconfitto nel 450 a.C., ma la decisione siracusana di lasciar andare Ducezio indignò gli Acragantini, che entrarono in guerra con Siracusa. Furono sconfitti in una battaglia sul fiume Salso, che lasciò a Siracusa l’egemonia sulla Sicilia orientale. La sconfitta fu talmente grave che Acragas cessò di coniare monete per diversi anni. Le fonti antiche consideravano Acragas una città molto grande in questo momento. Diodoro Siculo dice che la popolazione era di 200.000 persone, di cui 20.000 erano cittadini. Diogene Laerzio fornì l’incredibile cifra di 800.000 abitanti. Alcuni studiosi moderni hanno accettato i numeri di Diodoro, ma sembrano essere troppi. Jos de Waele suggerisce una popolazione di 16.000-18.000 cittadini, mentre Franco De Angelis stima una popolazione totale di circa 30.000-40.000. Quando Atene intraprese la spedizione siciliana contro Siracusa, tra il 415 e il 413 a.C., Akragas rimase neutrale. Dopo la conquista e il saccheggio dei cartaginesi nel 406 a.C. Acragas non recuperò mai più il suo potere. Fu ripopolata in seguito all'invasione di Timoleonte e nel periodo ellenistico ebbe luogo la costruzione di molti edifici imponenti. All'inizio del III secolo a.C., un tiranno di nome Finzia si proclamò re di Akragas, e giunse a controllare altre città. Il suo regno tuttavia fu di breve durata. === Periodo romano === La città fu contesa tra Romani e Cartaginesi durante la Prima Guerra Punica. I romani misero la città sotto assedio nel 262 a.C. e la conquistarono dopo aver sconfitto una forza di soccorso cartaginese nel 261 a.C., riducendone la popolazione in schiavitù. Sebbene i Cartaginesi riconquistassero la città nel 255 a.C. l’accordo definitivo di pace cedette la Sicilia punica, e con essa Akragas, a Roma. La città fu duramente toccata dalla Seconda Guerra Punica (218–201 a.C.), quando sia Roma che Cartagine combatterono per controllarla. Alla fine i romani conquistarono Akragas nel 210 a.C. e la ribattezzarono "Agrigentum", anche se rimase per secoli una comunità in gran parte di lingua greca. Divenne di nuovo prospera sotto il dominio romano e i suoi abitanti ricevettero la piena cittadinanza romana dopo la morte di Giulio Cesare nel 44 a.C. === Medioevo === Dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, la città passò successivamente nelle mani del Regno Vandalico, del Regno Ostrogoto d'Italia e poi dell’Impero bizantino. Durante questo periodo gli abitanti di Agrigentum abbandonarono i quartieri bassi della città e si trasferirono nell'ex acropoli, in cima alla collina. Le ragioni di questo spostamento non sono chiare, ma probabilmente erano legate alle distruttive incursioni costiere dei saraceni e di altri popoli. Nell'828 i saraceni conquistarono ciò che rimaneva della città; la forma araba del suo nome divenne (Kirkant) o (Jirjant). In seguito alla conquista normanna della Sicilia, la città cambiò il suo nome in '' Girgenti '' Nel 1087, il Gran Conte Ruggero I stabilì un vescovato latino nella città. I normanni costruirono il castello di Agrigento per controllare l'area. La popolazione diminuì durante gran parte del periodo medievale, ma si riprese un po’ dopo il XVIII secolo. === Periodo moderno === Nel 1860, come nel resto della Sicilia, gli abitanti sostennero l'arrivo di Giuseppe Garibaldi durante la Spedizione dei Mille (uno degli eventi più drammatici dell'Unità d'Italia) che segnò la fine della dinastia dei Borbone. Nel 1927 Benito Mussolini con il "Decreto Legge n. 159 del 12 luglio 1927" introdusse l'attuale versione italianizzata del nome latino. Tale decisione rimane controversa, in quanto simbolo del fascismo e dell'eradicazione della storia locale. Su suggerimento di Andrea Camilleri, scrittore siciliano di origine agrigentina, il centro storico della città è stato ribattezzato nel 2016 con il nome siciliano di "Girgenti". La città subì una serie di devastanti bombardamenti durante la seconda guerra mondiale. ===Simboli=== Stemma del Comune Gonfalone del Comune D.P.R. del 25 novembre 2019 D.P.R. del 25 novembre 2019 Il centro storico di Agrigento è individuabile sulla sommità occidentale della collina dell'antica Girgenti. Risalente all'età medioevale del XI e XV, conserva ancora oggi vari edifici medioevali (chiese, monasteri, conventi e palazzi nobiliari). Da aprile del 2016 è tornato a chiamarsi ufficialmente Girgenti. Nel centro storico sono presenti significative testimonianze dell'arte arabo-normanna, tra cui in particolare la cattedrale di San Gerlando, il Palazzo Steri sede del seminario, il palazzo vescovile, la Basilica di Santa Maria dei Greci ed il complesso monumentale di Santo Spirito e le porte delle cinta muraria. Porta di Ponte Cattedrale di San Gerlando Santuario di San Calogero Basilica dell’Immacolata Concezioneo di San Francesco Chiesa di San Nicola Chiesa di San Giuseppe Chiesa sconsacrata del Purgatorio o di San Lorenzo Chiesa sconsacrata di San Pietro Chiesa di Santa Lucia o dell'Assunta Chiesa di San Domenico === Architetture religiose === * Seminario vescovile, con annesso il palazzo Steri Chiaramonte risalente al Trecento. Il Palazzo fu progressivamente ampliato fino a comprendere tre atri. L'esterno presenta dei balconi in stile barocco, mentre al suo interno è la suggestiva aula chiaramontana. Nell'atrio sono conservati un busto dedicato a Papa Giovanni Paolo II, e alcune lapidi marmoree, tra le quali spicca quella agli studenti del seminario caduti durante la prima guerra mondiale. * Palazzo Vescovile, costruito nella prima metà del XVII sec, fu ampliato a più riprese da vari vescovi. All'esterno presenta un imponente portale, mentre all'interno, oltre a numerosi cimeli del museo diocesano, è possibile ammirare i ritratti dei sette santi vescovi, opera di Francesco Sozzi del XVIII sec. * Curia Arcivescovile, adiacente al Palazzo Vescovile con il quale condivide uno stile architettonico quasi identico. * Biblioteca Lucchesiana, separata dal Palazzo Vescovile grazie alla Chiesa di Sant'Alfonso, presenta all'esterno un bel portale. La biblioteca è ricca di oltre 60.000 volumi di datazione antichissima, cinquecentine ed incunaboli disposti su scaffali di legno di notevole pregio artistico. All'interno inoltre è possibile ammirare la statua del Vescovo Andrea Lucchesi Palli (1692-1768), da cui la biblioteca prende il nome, e donatore di quasi la metà del patrimonio librario. Di grande pregio le scaffalature lignee settecentesche. * Palazzo del Boccone del Povero. presenta un elegante portone. Nel cortile al suo interno è possibile ammirare un mezzo busto marmoreo del fondatore. * Palazzi Istituto Granata e Istituto figlie di Sant'Anna, tra loro collegati e costituenti un vasto complesso architettonico. * Palazzo Zirafa, già Palazzo Montaperto. L'intero edificio, il cui prospetto si affaccia in piazza Pirandello e in parte sul vicolo Teatro, è decorato da tre finestre trifore. Sul prospetto è visibile una lapide commemorativa dedicata a Papa Leone XIII. * Collegio degli Oblati * Fonduk, antico corpo costituente il primo Palazzo Vescovile, oggi sede di spazi espositivi. ==== Chiese ==== * Cattedrale di San Gerlando. La Cattedrale fu edificata a partire dalla seconda metà del XI sec, consacrata nel 1099 dal vescovo Gerlando, dichiarato Santo e a lui poi dedicata nel 1305. * Santuario di San Calogero, XVI secolo. La chiesa è a tre navate e al suo interno le decorazioni ricalcano lo stile barocco. Sul prospetto spicca, in una nicchia, la statua di San Calogero con la caratteristica cerva. * Santuario dell'Addolorata, uno dei luoghi di culto cattolici mariani più importanti di Agrigento e sede di una delle confraternite più antiche della città, quella appunto di Maria SS. Dei Sette Dolori. Nei suoi sotterranei, ai quali si accede da un'apertura ricavata dalla roccia, sono presenti delle cripte, dette appunto Cripte dell'Addolorata. * Basilica dell'Immacolata Concezione o San Francesco. XVII secolo. La basilica si presenta a navata unica. Il prospetto è in stile barocco a tre ordini con due imponenti torri campanarie e la statua del Santo Patrono d'Italia, in marmo bianco. Sulla torre campanaria, invece, si trova la statua della Madonna con il bambino. Al suo interno alcune tombe in marmo di nobili ed ecclesiastici. Nel febbraio del 1940 papa Pio XII la elevò alla dignità di basilica minore. * Basilica di Santa Maria dei Greci, costruita sulle fondazioni di un tempio dorico, il prospetto è in stile arabo-normanno e vi si accede attraverso un cortile delimitato da un portale in stile barocco. Al suo interno sono visibili le fondamenta del tempio dorico di Giove Polieo grazie al pavimento in vetro, mentre nelle pareti sono riconoscibili affreschi. La chiesa inizialmente fu destinata al culto greco-ortodosso. Dal cortile si accede ad ulteriori resti del tempio dorico. Nel corpo adiacente, oggi sono ospitate mostre temporanee. * Chiesa di San Francesco di Paola, costruita nel XVII secolo. La facciata è a due ordini con due massicce torri campanarie. Sopra il portone d'ingresso, è presente un bassorilievo raffigurante il Santo. Al suo interno numerose tele di pregevole fattura. * Chiesa di San Nicola, costruita nel XIII secolo. L'interno ad unica navata condivide con la facciata lo stile normanno-gotico con un portale a sesto acuto. Sulla facciata esterna, inoltre, sopra le due massicce colonne ed il portale, si trovano alcune decorazioni in marmo, tra cui i bassorilievi dei Santi Pietro e Paolo. Al suo interno è custodito un sarcofago in marmo che propone la leggenda di Fedra e Ippolito e il famoso crocifisso ligneo descritto nella novella di Pirandello il Signore della nave. * Chiesa del monastero di Santo Spirito, edificata nell'XI secolo. La chiesa è navata unica e presenta al suo interno pregevoli stucchi del Serpotta. La facciata è in stile gotico con portale sormontato da rosone. * Chiesa di San Biagio, costruita sulle fondazioni di un tempio dorico nel XIII secolo. La chiesa sorge sulle fondamenta di un tempio dorico dedicato a Demetra ed è in stile arabo-normanno. poco distante il santuario rupestre di Demetra. * Chiesa di Santa Maria degli Angeli, realizzata nel XVIII secolo. Al suo interno si trova un ritratto del patrono della Città, San Gerlando. * Chiesa di San Vincenzo * Chiesa di San Alfonso dei liguori, costruita nel XVI-XVII secolo. Vi si accede attraverso il Palazzo della Biblioteca Lucchesiana ed è adiacente al convento dei padri redentoristi. L'interno è ad unica navata con stucchi, archi e numerose tele. Consacrata nel 1854 fu la prima chiesa al mondo dedicata a Sant'Alfonso de Liguori. * Chiesa dell'Itria, costruita nel XVI secolo. La chiesa è a navata unica ma chiusa al culto. in essa si celebrava il rito Greco-albanese. il prospetto ed il portale sono in stile manieristico. * Chiesa di San Giuseppe, risalente al XVII-XVIII secolo. Il prospetto in stile barocco è arricchito da un doppio ordine di scalini e da due torri campanarie. L'impianto è a navata unica. * Chiesa del Purgatorio o di San Lorenzo, oggi sconsacrata, risale al XV-XVI secolo. Il prospetto è in stile barocco, arricchito da numerose statue, in particolare quelle ai lati del portale, delimitato da due colonne a spirale, rappresentano le allegorie della fede e della carità. al suo interno l'edificio, a navata unica, presenta sculture date tradizionalmente a Giacomo Serpotta e custodisce un reliquario. Il soffitto presenta una falsa cupola. Con ogni probabilità gli stucchi, assai grossolani, sono da ascrivere ad un allievo di Giacomo Serpotta che utilizzò suoi disegni. * Chiesa di San Pietro, oggi sconsacrata, risale al XVIII secolo. Il prospetto presenta un portale barocco, mentre l'interno, ad unica navata, presenta numerose tele di notevole interesse artistico: la Sacra Famiglia ed il bellissimo affresco della volta (1785) sono opera del pittore palermitano Giuseppe Cristadoro. Vi sono inoltre tele di Fra Felice da Sambuca, artista del secolo XVIII, provenienti molto probabilmente dal convento dei Cappuccini (che venne chiuso nella seconda metà del secolo scorso), ciascuna delle quali raffigura: Sant’Antonio e San Filippo Neri; San Felice da Cantalice e Sant’Antonio; San Giuseppe e il Bambino Gesù; San Pietro che conforta un prigioniero; San Rocco che assiste un malato di peste; Sant’Antonio Abate; papa Gregorio VII, San Romualdo e san Brunone disputano sui dogmi della fede; i Santi Francesco, Domenico e San Tommaso d’Acquino. * Chiesa di Santa Lucia o dell'Assunta, edificata nel XVIII secolo. Il prospetto è in stile tardo barocco-neoclassico. * Chiesa di Santa Croce, del XIV secolo. * Chiesa di San Giovanni dei Teutonici, costruita all'interno dell'ex Ospedale di San Giovanni di Dio in Via Atenea. Oggi ne rimangono solo le rovine. * Chiesa di Santa Rosalia, realizzata nel XVII secolo. La maestosa facciata barocca fu sostituita a causa di lavori di restauro mai avviati. Oggi il prospetto si presenta in mattoni rossi. * Chiesa di San Domenico, costruita nel XVII secolo. Il prospetto in stile barocco è arricchito da un doppio ordine di scale; sopra il portone d'ingresso, è posto un bassorilievo raffigurante la Madonna con il bambino sormontata da due angeli. Il campanile è insolitamente arretrato rispetto al prospetto principale ed è costituito in ceramiche di maiolica policrome; al suo interno pregevoli tele, tra cui un'imponente Madonna del Rosario presumibilmente dei primi anni del XVIII secolo. La primitiva istituzione conventuale dell'Ordine dei frati predicatori, settima in terra di Sicilia fu fondata nel 1313 dai marchesi Chiaramonte. * Chiesa di San Giacomo, XVI secolo. * Chiesa di San Giorgio degli Oblati, realizzata nel XIII secolo. È situata nelle immediate vicinanze dello Steri agrigentino fu costruita in epoca chiaramontana in pietra bianca di Comiso in stile gotico. È dotata di un ricco portale ligneo che ha diversi elementi simili al portale dello Steri di Palermo e con quello del duomo vecchio di Naro. * Chiesa di Santa Maria del Soccorso o Badiola, del XIV secolo. Il prospetto è in stile rinascimentale, mentre all'interno a navata unica si conservano numerose tele. Sul prospetto è collocata la statua della SS. Maria del Soccorso. * Chiesa del Carmine o portale Giaggi, sconsacrata. * Chiesa di santa Caterina, sconsacrata. * Chiesa di San Girolamo, sconsacrata, XVI-XVII secolo. * Chiesa delle Forche, sconsacrata, rialente al XVI secolo. In stile tardo rinascimentale, sotto di essa potrebbe trovarsi un antico tempio dorico. * Chiesa della Madonna della Catena, sconsacrata. È Sita nel quartiere di Villaseta. * Chiesa di San Felice Martire, sita nella borgata di Montaperto. * Chiesa del Rosario, sita nella borgata di Montaperto. * Chiesa di San Leone, sita nella borgata costiera di San Leone ha antiche origini risalenti al periodo normanno. ==== Chiese scomparse ==== * Chiesa Santa Maria Monte dei Pegni, solo resti. * Chiesa di San Libertino, solo resti. * Chiesa di Santa Maria delle Raccomandate, nelle vicinanze della Cattedrale, solo resti. ==== Chiese moderne e contemporanee ==== * Chiesa del S.S. Crocifisso, o di San Vito, in Piazza Diodoro Siculo * Chiesa della Provvidenza, in via Manzoni * Chiesa della Madonna del Carmelo, in via Dante * Chiesa della Madonna di Fatima, in via Callicratide * Chiesa della Madonna di tutte le Grazie, in via Demetra * Chiesa di Santa Gemma, in via Imera * Chiesa del Cuore Immacolato di Maria, al Villaggio Mosè * Chiesa di San Gregorio, in via Cavaleri Magazeni * Chiesa di San Nicola, a Fontanelle * Chiesa di San Pio X, al Villaggio Peruzzo * Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, al Quadrivio Spinasanta * Concattedrale di Santa Croce, a Villaseta * Chiesa del Santissimo Crocifisso o San Vito, in stile moderno. * Chiesa di Santa Rosa, al Villaggio Mosè * Chiesa Cristiana Evangelica Assemblee di Dio in Italia, in via Mattarella * Chiesa Evangelica Valdese, in via Damareta ==== Monasteri ==== Chiesa e monastero di Santo Spirito * Monastero di Santo Spirito, sede di alcune sezioni dei Musei Civici. * Monastero della Raccomandata ==== Conventi ==== * Convento dei Padri Agostiniani, ospita il Museo Civico. * Convento di San Nicola, sede di alcuni ambienti del Museo Archeologico. * Convento Chiaramontano dei francesani minori, sede delle fabbriche chiaramontane. * Collegio dei Padri Filippini, sede della Pinacoteca. Nell'atrio sono presenti un pozzo ed una lapide Marmorea dedicata agli studenti dell'istituto tecnico caduti per la patria durante la prima guerra mondiale. * Convento dei Padri Liguorini Redentoristi, sede della casa museo arredi e arte sacra. * Convento di San Vito. L'imponente e massiccia struttura, contraddistinta dalla sua vastità, era in origine un convento ma fu adibita a carcere della città e ampliato. ==== Cimiteri ==== ;Cimitero di Bonamorone In esso sono ospitate tombe monumentali risalenti ai secoli precedenti, veri e propri capolavori scultorei. Tra i viali adombrati dagli alti cipressi vi sono statue, cappelle e mausolei delle confraternite agrigentine. Il maestoso Sacrario militare, dedicato ai caduti delle due guerre mondiali, sovrasta la piazza in fondo al cimitero. Sul perimetro sud, inoltre, vi è la tomba del Capitano inglese Hardcastle. '''Cimitero di Piano Gatta''' Panorama di Agrigento (2014) === Architetture civili === ==== Palazzi ==== Chiesa di San Domenico e Palazzo dei Giganti, sede del comune * Palazzo della Provincia e Prefettura, risalente al 1858, sito in piazza Vittorio Emanuele. L'edificio si contraddistingue per un possente ingresso delimitato da due colonne, e da due eleganti balconi su entrambe le facciate. Al suo interno è posto l'antica Pala di San Domenico e la Pala dell'incoronazione della Vergine tra i santi, risalenti al XVII secolo. * Palazzo della Questura, adiacente al palazzo della provincia e della prefettura in piazza Vittorio Emanuele. * Palazzo ex Archivio Notarile. L'edificio sorge di fronte al santuario di san Calogero ed è separato dalla caserma dei Carabinieri dalla piazzetta Vadalà, sulla quale si staglia la statua di Empedocle. Oggi la struttura è sede della biblioteca comunale. * Palazzo del Genio Civile, in Viale della Vittoria. L'edificio sorge, in linea d'aria, di fronte al palazzo della Banca d'Italia. * Palazzo delle Poste, sito in piazza Vittorio Emanuele. L'imponente edificio, di epoca fascista, è stato costruito nel 1936 con una forma circolare che lo rende unico nel suo genere. Progettato dall'architetto Angiolo Mazzoni del Grande, progettista tra l'altro della stazione Termini. Presenta alte e possenti colonne quadrate che contribuiscono a renderne l'aspetto elegante. All'interno del colonnato sorge un monumento raffigurante alcuni soldati della prima guerra mondiale, nonché numerosi mosaici disposti verticalmente. * Palazzo della Stazione Centrale, risalente al 1931 costruito in stile neoclassico. L'edificio sorge in Piazza Marconi e, grazie allo stile, agli edifici circostanti e al recente ammodernamento della piazza, fornisce un'immagine estremamente elegante. * Palazzo Opera Nazionale Balilla, del 1928. La sua ubicazione a pochi metri dal palazzo delle Poste contribuisce ad accentuarne le particolari caratteristiche. * Palazzo Grasso, sito in Piazza Marconi, a pochi metri dal palazzo della Banca d'Italia. * Palazzo della Banca d'Italia, di epoca fascista e risalente al 1932, sorge a poche centinaia di metri dalla stazione centrale e presenta uno stile architettonico dorico. * Palazzo Albergo Bel Vedere. * Palazzi INCIS, in piazza Diodoro Siculo, edificati in epoca fascista. Ciascun palazzo si contraddistingue per due ingressi interni caratterizzati da colonne. Si evidenziano inoltre ornamenti e particolari decorativi. * Palazzo delle Finanze, elegante struttura ubicata in Viale della Vittoria oggi sede dell'Agenzia delle Entrate. In origine il complesso era il più elegante ed importante hotel della Città. * Palazzo del Genio Civile, in Piazza Vittorio Emanuele, del 1951. * Palazzo del Banco di Sicilia. * Palazzo INAIL, del 1954. * Palazzo Archivio Notarile. * Palazzo ex Ospedale di via Atenea, riedificato nel 1867. Sorge proprio all'ingresso della via Atenea, a pochi metri dalla Porta di Ponte. L'ospedale inizialmente presentava, annessa, un'importante e caratteristica chiesa, oggi lasciata all'abbandono e all'incuria. Il prospetto principale è rivolto alla via Atenea, e presenta due diversi ingressi, entrambi imponenti e realizzati in stile neoclassico, ad alcune decine di metri l'uno dall'altro. Essi sono costituiti da un portico a due colonne, che si apre ad un cortile con breve scalinata, affiancato da due pilastri. * Palazzo Borsellino, risalente al XVIII secolo. Il palazzo si affaccia sulla via Atenea ed è ubicato esattamente di fronte al vecchio ospedale. L'edificio, che si eleva in tre piani, presenta un portale delimitato da due imponenti pilastri che sorreggono un architrave in stile dorico. Una delle maggiori caratteristiche ornamentali è rappresentata dallo stemma nobiliare della famiglia, collocato sotto l'architrave e decisamente ben rifinito. Altre rifiniture artistiche e decorative di notevole pregio rendono questo palazzo nobiliare uno dei più eleganti della città. * Palazzo Carbonaro, del XVIII secolo. La struttura, che si affaccia sulla via Atenea e sfoggia al primo piano balconi adornati molto scenografici, è arricchita da un portale in stile neoclassico che presenta due colonne che sorreggono un architrave in stile dorico. * Palazzo Noto-Biondi, già palazzo Sala, risalente al XVIII secolo. Il palazzo, che sorge a pochi metri dal palazzo Carbonaro, non presenta motivi architettonici di particolare interesse, ma possiede un portale a tutto sesto. * Palazzo Costa, edificato sul finire del XVIII secolo. Il palazzo rappresenta una delle migliori espressioni del barocco agrigentino e si caratterizza, infatti, per l'imponente facciata in stile barocco. Particolari sono le balconate, impreziosite da mensole figurative. * Palazzo Gamez, ubicato nella via omonima, presenta un portale elegante. * Palazzo Montana, del XVIII secolo. * Casa Granet, risalente al XIX secolo. Essa si affaccia di fronte all'ingresso secondario della Chiesa di San Francesco e presenta, al secondo piano, un insolito portico a otto colonne in stile neoclassico. * Palazzo Celauro, risalente al XVIII secolo. Costituisce vivace espressione del barocco cittadino e presenta, al primo piano, imponenti balconi con ringhiere in ferro battuto. Davvero notevole è il portone d'ingresso, il quale però non si trova nella via maestra, ma nella perpendicolare via Celauro. Nel 1787 vi soggiornarono W. Goethe e, agli inizi del secolo XX, anche l'imperatore Francesco Giuseppe d'Austria. Per commemorare i duecento anni trascorsi dal soggiorno di Goethe è stata apposta una lapide in bronzo. * Palazzo Pancamo, in via Atenea, sede di attività commerciali e centri culturali. * Palazzo Bentivegna, risalente al XVIII secolo. Il palazzo è contraddistinto da un'edicola votiva raffigurante la Madonna Immacolata, riccamente decorata. * Palazzo Carus, edificato nel XIX secolo, con decorazioni e motivi floreali. * Palazzo Catalisano, si caratterizza per la lapide posta in ricordo di Michele Foderà oltre che per l'eleganza del prospetto. * Palazzo Contarini, in stile barocco con eleganti mensole adornate a sostegno dei balconi. * Palazzo Lauricella, sul cui prospetto è posta una lapide commemorativa dell'illustre scienziato. * Villa Giambertoni, in stile liberty. * Casa Alajmo. * Palazzo Vella. * Palazzo della Camera di Commercio, realizzato nel 1851 in stile neogotico, dall'architetto Tommaso Gravanti. Presenta lo stemma della città, caratterizzato dai tre giganti che sorreggono altrettanti torri, e numerosi altri fregi e ornamenti che rendono il complesso di notevole interesse architettonico. L'edificio è oggi sede della Camera di Commercio, ma fino al 1867 fu sede del municipio della città, ospitando in seguito anche la Banca d'Italia. Il palazzo, detto anche dell'orologio, insiste sulla piazza Gallo, e ha di fronte i Palazzi dei vecchi tribunali e accanto la Palazzina dell'antico Circolo dei Nobili. * Palazzo Galluzzo, con un elegante ingresso in stile liberty, anche "Circolo dei Nobili". * Ex Palazzo del tribunale e della pretura. * Palazzo ex Società operaia empedoclea. * Circolo Empedocleo, realizzato nel 1835 in stile neoclassico su progetto di Raffaello Politi di fronte all'antica Chiesa di san Giuseppe. La struttura presenta una facciata a nove colonne sormontate da un architrave dorato. Al centro del prospetto è possibile ammirare un ricco ornamento figurativo raffigurante il filosofo akragantino Empedocle, da cui il circolo prende il nome. Insiste in cima ad una breve scalinata che si affaccia su una larga piazza. * Palazzo dei Giganti, sito in piazza Pirandello. Fu costruito nel 1627 ed era inizialmente la residenza agrigentina della famiglia Tomasi dei Principi di Lampedusa e duchi di Palma. In esso vi nacque nel 1645 la beata Isabella Tomasi, figlia del Duca Santo Carlo Tomasi fondatore della città di Palma di Montechiaro nel 1637. Successivamente divenne un convento dei domenicani. A partire dal 1867 divenne sede del comune. Presenta un portale di ferro a tutto sesto e una serie di rifinite finestre e balconi ornamentali che ne fanno, al tempo stesso, una struttura compatta ed elegante. Al suo interno è possibile ammirare il teatro Pirandello. Nel prospetto del palazzo è possibile scorgere, coperte da rampicanti, diverse lapidi, dedicate ai caduti di Dogali nel 1887, agli insorti del 1848 e a Luigi Pirandello. Nell'atrio, naturale prosecuzione della Piazza Pirandello e attraverso il quale si accede al Teatro Pirandello, sono esposte due targhe dedicate al cinquantenario della morte del Premio Nobel per la letteratura ed alla intitolazione del Teatro alla sua memoria, ed un bassorilievo raffigurante Dante Alighieri. Palazzo Gaetani * Palazzo Minelli. * Palazzo Portulano. * Palazzo Gaetani. * Palazzo Pujades, realizzato nel corso del XV secolo. Situato nella via Orfane, presenta un portale ad arco ribassato e due finestre bifore, in stile gotico, al primo piano. * Palazzo De Marinis, edificato nel 1487 nella via Barone. È caratterizzato da un portone ad arco a sesto acuto, e da un mensolone di balcone molto elegante. * Palazzo Filippazzo, risalente al Quattrocento. Importanti elementi decorativi sono le bifore in stile gotico fiorito, che ne fanno uno dei palazzi più belli del centro storico. Una di esse è impreziosita da un traforo ornamentale. * Palazzo Tommasi, edificato intorno al 1100. Sito in piano Sanzo, ha un portale molto elegante con arco a tutto sesto delimitato da due colonne. interessanti anche le file di balconi. Il Palazzo si appresta a diventare sede di importanti mostre d'arte permanenti. * Palazzo Di Girolamo. * Palazzo Sala. * Palazzo Lojacono-Maraventano, in stile barocco. Presentava un maestoso portale ed era ubicato in via Santa Maria dei Greci. Il palazzo è crollato, dopo anni di incuria e abbandono, all'alba del 25 aprile 2011. * Palazzo Lo Vetere o Del Carretto, del XVII secolo. Rappresenta una delle più significative espressioni del barocco agrigentino, con un portale ad arco a tutto sesto, e facciata arricchita da numerosi e interessanti elementi decorativi. * Casa Quartana. * Palazzo Cardella. * Palazzo Barone-Celauro, risalente al XVIII secolo e ubicato in via San Girolamo. * Palazzo ex consolato britannico, sito in via San Girolamo e caratterizzato da portale in stile neoclassico. * Palazzo Del Campo-Lazzarini, risalente agli inizi dell'Ottocento. Si trova nella via San Girolamo, di fronte alla cosiddetta badiola piccola. Il prospetto elegante dell'edificio presenta un ampio portale, e una serie di finestre e balconi finemente rifiniti. * Palazzo Rotolo Genuardi, già palazzo Xerri, costruito nel XVIII secolo. Sito in via Neve, presenta un portale ad arco policentrico. Fu adibito a tribunale e vi soggiornarono i principi Amedeo e Umberto. * Palazzo Crapanzano. * Palazzo A.n.a.s. * Palazzo di giustizia. * Padiglioni dell'ospedale psichiatrico, realizzati negli anni '30 del Novecento sui disegni di un paio di decenni prima dell'architetto palermitano Francesco Paolo Palazzotto. * Liceo Classico "Empedocle", originariamente un convento. Nell'atrio è posto un mezzo busto bronzeo del filosofo Empedocle con alle spalle una lapide di marmo recante un'iscrizione in greco arcaico, relativa al pensiero del filosofo. * Complesso ex ospedale psichiatrico, sede di numerosi uffici dell'AS). * Villa Altieri, adiacente al Palazzo delle Finanze. * Villa Catalisano, progettata in stile liberty da Ernesto Basile. La villa fu, per breve tempo, residenza di Luigi Pirandello. * Villa Crispi, in stile liberty con caratteristici leoni in marmo nel vialetto. * Villa Carrano, in stile neoclassico, risale alla seconda metà del XIX secolo. * Villa Genuardi, sede della ex facoltà di lettere e filosofia, fu per un periodo un lussuoso hotel della città, l'Hotel des Temples. * Villa Aurea, sede dell'antiquarium documentario. Nel cortile della villa è posto un busto bronzeo dedicato ad Alexander Hardcastle, del quale la villa è stata dimora personale dal 1920 fino alla morte, avvenuta nel 1933. * Casa Morello, sede dell'antiquarium delle fortificazioni. * Casa Barbadoro, sede dell'antiquarium iconografico. * Casa Pace, sede dell'antiquarium paleocristiano-bizantino. * Casa Caruso, in stile liberty, è sita nella borgata di San Leone. * Casa Caratozzolo, in stile liberty, è sita nella borgata di San leone. === Architetture militari === * Caserma e comando provinciale Carabinieri Biagio Pistone, realizzata nel 1908 in piazza Vittorio Emanuele. * Comando provinciale Guardia di Finanza, sito in piazza Gallo in un elegante palazzo che fu importante hotel cittadino, l'hotel Bretagna. * Caserma Guardia di Finanza Antonio Mosto, sita nel complesso dell'ex distretto militare in piazza San Giacomo. Sul prospetto è posta una lapide marmorea alla memoria di Tommaso gallo Afflitto. * Comando Logistico della Guardia di finanza, posto alla Rupe Atenea. * Castello di Girgenti, ospitò un carcere. * Sacrario Militare ai caduti della prima e della seconda Guerra Mondiale, sito nel cimitero monumentale di Bonamorone. === Altro === ==== Monumenti scultorei ==== * Statua di Empedocle, in Piazzetta Vadalà tra la sede della Biblioteca e la Caserma dei Carabinieri. Consiste in una statua bronzea, raffigurante il filosofo circondato dagli elementi caratterizzanti la sua filosofia, collocata su un massiccio basamento marmoreo sul quale è incisa la celebre frase: 'erano sempre e sempre saranno nel tempo infinito'. * Monumento a Don Bosco, in Piazza Plebis Rea. Si tratta di un gruppo bronzeo, che ritrae Don bosco circondato da giovani studenti, di cui è protettore. * Monumento ai caduti della Grande Guerra. Presenta un possente contorno cilindrico al centro del quale spicca un obelisco in marmo al cui apice è posto un grande angelo di bronzo raffigurante la vittoria patria. Sul basamento dell'obelisco vi sono, in ciascuna delle quattro facciate, i nomi dei soldati caduti durante la grande guerra. Sul secondo livello del basamento sono invece raffigurate due scene: la prima rappresenta un contadino che conduce un aratro trainato da buoi; la seconda invece riporta un soldato italiano che trafigge un soldato austriaco. * Monumento alla Vittoria nella Grande Guerra, nel Colonnato del Palazzo delle Poste in Piazza Vittorio Emanuele. È un imponente gruppo scultoreo di pietra arenaria, raffigurante al centro la dea patria e, ai lati, quattro fanti in posizione di riposo. * Monumento ai caduti della Battaglia di Imera del 480 a.C., una stele marmorea, sulla quale è incisa, sia in italiano che in greco, una frase commemorativa dei caduti della battaglia che segnò le sorti della Sicilia. * Monumento ai caduti negli attentati dell'11 settembre, collocato presso la Villetta Romano. * Statue delle stagioni, in marmo bianco. Originariamente poste all'interno di Villa Garibaldi, oggi scomparsa, sono ora collocate all'interno della Villa del Sole. * Giardino di Empedocle,gruppo scultoreo realizzato interamente in bronzo e caratterizzato da quattro sculture raffiguranti, rispettivamente l'aria, l'acqua, il fuoco e la terra, ossia gli elementi della filosofia del filosofo akragantino Empedocle. Le opere d'arte sono collocate all'interno del giardino del Museo Archeologico San Nicola. * Busto di Venere all'interno del giardino del Museo Archeologico San Nicola. * Evadne, opera in pietra lavica collocata nella salita Sciascia Contrino. Si tratta di un'opera d'arte che rappresenta il mito di Evadne, figlia di Poseidone e sedotta da Apollo narrato da Pindaro. * Leone dormiente, in Piazza Purgatorio. Rappresenta l'ingresso monumentale all'ipogeo del Purgatorio. È costituito da un leone in marmo bianco, rappresentato in posizione dormiente, collocato in cima a due colonne in stile neoclassico. * Il pensiero di Empedocle, due gruppi scultorei collocati nelle piazze Lena e San Giuseppe che narrano i punti cardine della filosofia empedoclea. * Croce posta in ricordo della visita di Papa Giovanni Paolo II, in piano San Gregorio. * Icaro caduto, statua in bronzo, sita ai piedi del Tempio della Concordia, nella via Sacra. * L'amazzone, statua in bronzo su basamento marmoreo in Piazza Marconi. * Stele di Pertini, collocata nella villetta a lui dedicata. * Statua della Madonna, nel Porticciolo Turistico. * Statua dell'Angelo della Valle, in piazza Hardcastle. * Monumenti d'arte contemporanea, nella Villa Pertini. * L'origine della vita, opera d'arte contemporanea in piazza Plebis Rea. * Statua di San Gerlando, in piazzetta Alajmo, in una nicchia ricavata sul prospetto di uno dei palazzi prospiciente la piazza. * Statua di San Calogero, in Piazzetta San Calogero, collocata all'interno della nicchia sul prospetto del Santuario dedicato al Santo. * Statua della Madonna col Bambino", sita nella nicchia collocata sul versante Nord del campanile della Basilica di San Francesco. * Statua di San Francesco, collocata nella nicchia della facciata della Basilica di San Francesco. * Statua della Madonna, collocata nella nicchia ricavata sul prospetto della Chiesa della Badiola. * Busto di Garibaldi, collocato nei Giardini di Porta di Ponte, in marmo bianco. * Busto Romano, nei Giardini di porta di Ponte, in bronzo. * Busto di Nicolò Gallo, posto posto nei Giardini di Porta di Ponte, in bronzo. * Busto di Luigi Pirandello, un tempo collocato in Villa del sole, poi spostato, in occasione delle celebrazioni in onore dell'anniversario dei 150 dalla nascita dell'autore, nella omonima piazza. La scultura, opera dell'artista Tumminello, è in bronzo. * Busto di Luigi Pirandello, nella casa natale, in bronzo. * Busto di Alexander Hardcastle, posto nel giardino di Villa Aurea, in bronzo. * Busto di Don Guanella, collocato in piazza Don Guanella, in bronzo. * Busto di Monsignore Celona, collocato in Largo Celona, in marmo bianco. ==== Fontane ==== * Fontana Gebbia, nel parco archeologico. * Fontana storica di Bonamorone, nel quartiere di Bonamorone. Presenta sul lato principale un arco in marmo mentre ai lati si estende una grande vasca. * Fontana ai Caduti, dedicata ai caduti della Grande Guerra. Si trova all'ingresso principale della Villa Bonfiglio. La fontana ha forma circolare e, al centro, presenta un grande obelisco in marmo al cui apice è posto un grande angelo di bronzo raffigurante la vittoria patria. Sul basamento dell'obelisco vi sono, in ciascuna delle quattro facciate, i nomi dei soldati caduti durante la grande guerra. Sul secondo livello del basamento sono invece raffigurate due scene: la prima rappresenta un contadino che conduce un aratro trainato da buoi; la seconda invece riporta un soldato italiano che trafigge un soldato austriaco. * ''Fontana dei Giganti'' recante lo stemma della Città, sita nella Villa Casesa (Giardini di Porta di Ponte). La fontana è in marmo ed è a forma circolare presenta tre livelli la cui ampiezza degrada in altezza. Sul livello più alto è posta una raffigurazione scultoria rappresentante un putto che stringe un drago che sputa l'acqua. * Fontana dei Draghi, ubicata in piazza Don Guanella. Ha una grande vasca a forma ottagonale, mentre al centro vi sono delle raffigurazioni di draghi dal cui apice sgorga un getto d'acqua. * Fontana della Stazione, in stile razionalista ubicata nei giardini della stazione di Piazza Marconi. La fontana è a forma circolare e ha due livelli. * Fontana del giardino del Convento di San Vito, in tre livelli, sita nel giardino esterno dell'ex convento. * Fontana Grande Villa del sole, sita nella Villa. Presenta una grande vasca con cascate artificiali. Si caratterizza per la presenza di due statue in marmo bianco che rappresentano le stagioni. * Fontana Piccola Villa del sole, di forma rettangolare. Reca lo stemma in ceramica della Città. * Fonte Villa del sole, composta da un bassorilievo. * Fontana Villa Pertini. Presenta una base realizzata in pietra. * Fontana del pozzo, nella salita Madonna degli angeli. Presenta le forme di un antico pozzo artesiano. ==== Piazze ==== * Piazza Cavour, presso il Viale della Vittoria. Anticamente era presente nella piazza un'imponente statua dedicata a Camillo Benso Conte di Cavour. * Piazza Marconi, già Piazzale Roma e detta anche Piazza Stazione. Oltre la Stazione Centrale, al cui interno vi sono la fontana in stile razionalista e un monumento in bronzo, vi si affacciano il Palazzo della Banca D'Italia e, il Palazzo antico del Genio Civile, sul cui prospetto laterale è posta un'edicola votiva delimitata da due colonne. Inoltre in alto è possibile scorgere la Chiesa di San Pietro. * Piazza Vittorio Emanuele. La piazza ospita il Palazzo delle Poste, il Palazzo della Questura, il Palazzo della Provincia e Prefettura, il Palazzo Balilla, il Nuovo Palazzo del Genio Civile. * Piazzale Aldo Moro. Vi si affacciano la sede Centrale del Banco di Sicilia, la Caserma dei Carabinieri Biagio Pistone, la Biblioteca comunale e il santuario di San Calogero. Il piazzale è adornato dai quattro Giardini degli sgherri. * Piazzetta Vadalà, sita nel piazzale Aldo Moro, nella quale si trova la statua del filosofo akragantino Empedocle. * Piazzetta San Pietro, ove si trova l'omonima Chiesa di stile barocco. Al centro della piazza, che si affaccia sulla Valle dei templi, è posto una aiuola con figure geometriche realizzate in tufo. Oggi la piazzetta è dedicata al fondatore dell'opus dei, J. M. Escrivá, come ricordato è una targa marmorea. Inoltre su di essa di affaccia la casa di Luigi Pirandello, ove è stata posta una lapide marmorea commemorativa. * Piazza San Francesco, così chiamata poiché vi si affaccia la Basilica dell'Immacolata (o Chiesa di san Francesco), sul cui prospetto principale spicca la statua in marmo dedicata al Santo protettore d'Italia, sia al Convento dei Frati Francescani Minori, che ospita oggi le cosiddette Fabbriche Chiaramontane. Sul lato orientale della chiesa è possibile scorgere una lapide in bronzo che ricorda le vittime di un bombardamento avvenuto durante la seconda guerra mondiale e nel quale persero la vita numerosi agrigentini che cercavano scampo nei rifugi della chiesa. Nella scalinata attigua è invece posta una scultura dedicata al modo di Evadne, narrato dal poeta greco Pindaro. * Piazza San Lorenzo, detta anche del Purgatorio. In essa si trova l'ingresso monumentale di uno dei più importanti e lunghi ipogei dell'antica Akragas. All'ipogeo si accede attraverso un portale costituito da due colonne sormontate da un leone bianco dormiente. Nella Piazza sorge una delle più antiche chiese di Agrigento, la barocca Chiesa di san Lorenzo e l’attigua Chiesa di Santa Rosalia, anch'essa in stile barocco. Nel prospetto della Chiesa di San Lorenzo sono presenti due lapidi in marmo che ricordano i moti rivoluzionari del popolo italiano e i martiri caduti in nome della bandiera. Dalla piazza è possibile scorgere un manifesto elettorale in marmo, incastonato sul prospetto di un palazzo, che reca l'invito a votare per la repubblica, con il simbolo del partito repubblicano, in occasione del referendum per l'abrogazione della monarchia. * Piazza Gallo. Vi si affacciano il Palazzo del Circolo dei Nobili, il Palazzo dell'orologio, il Palazzo del Comando della Guardia di Finanza, il Palazzo degli ex Tribunali. * Piazzetta Lena, un tempo sede della vucciria, l'antico mercato del pesce. Oggi la Piazza è Isola pedonale e al suo interno sono state collocate delle sculture che, in un unico filo conduttore con la piazza san Giuseppe, riprendono le linee essenziali della filosofia di Empedocle, in particolare l'amore e il kaos. In essa prospetta il Palazzo dove oggi ha sede un albergo e altri edifici di notevole pregio artistico. * Piazzetta Cacciatore, presso la quale vi è casa Alajmo, con una targa commemorativa in ottone, ed inoltre vi sono, sulle facciate dei palazzi, alcune edicole votive. All'interno di una nicchia ricavata sul prospetto del palazzo che un tempo ospitava un noto istituto di credito, è stata posta una statua dedicata al Santo Patrono Gerlando. Dalla piazzetta si accede alla via neve, conosciuta come via degli artisti, ove oggi è ricordata con una targa proprio all'imbocco della piazzetta la poetessa Linder. * Piazza San Giuseppe, nella quale sorge l'omonima Chiesa di stile barocco e prospetta il Circolo Empedocleo, con l'inconfondibile stile neoclassico e il bassorilievo raffigurante Empedocle. La piazza è stata nel 2015 oggetto di un imponente progetto di restauro e riqualificazione, grazie al quale è stata resa Isola pedonale. In essa è stata collocata un'opera artistica che simboleggia i quattro elementi della filosofia di Empedocle. * Piazza Pirandello, dedicata al personaggio più illustre della città, il premio Nobel per la letteratura Luigi Pirandello in occasione del centenario della sua nascita. Vi si affacciano palazzo dei Giganti, oggi sede del comune e un tempo convento dei padri dominicani, la Chiesa di san Domenico, il Palazzo dei Montaperto, il Collegio dei Padri Filippini e il Palazzo (ex convento degli agostiniani) sede del museo civico. Da essa si accede, attraverso l'ingresso del Palazzo dei Giganti, al Teatro Luigi Pirandello. Sul prospetto del Palazzo dei Giganti sono poste due lapidi commemorative in marmo dedicate ai caduti di Dogali del 1887 e ai moti rivoluzionari del 1848, e una lapide che celebra il centenario della nascita di Luigi Pirandello. Nel chiostro del palazzo, sono collocate due targhe marmoree che ripercorrono le tappe di costruzione e ridenominazione del teatro ed una targa bronzea raffigurante il celebre Porta Dante Alighieri con il Pino di Pirandello sullo sfondo. * Piazza Sinatra, nella quale sorgono il Palazzo Gaetani, il Convento dei padri agostiniani sede del Museo Civico, il Palazzo dell'Associazione Nazionale Finanzieri e il Palazzo ove ha sede la biblioteca cinema cultura e spettacolo Efebo d'Oro. Sul suo prospetto una lapide marmorea ricorda il centenario della nascita del Sinatra. * Piazza Duomo. Vi si trova la scalinata dell'entrata principale del Duomo e, di fronte, l'imponente complesso architettonico del Seminario Arcivescovile, già palazzo Steri. Sul lato sud della piazza, è possibile scorgere un'edicola votiva dedicata alla Madonna Immacolata. * Piazza San Giacomo, nella quale sorgono la chiesa di San Giacomo e il complesso dell'ex distretto militare. * Piazza Ravanusella, nella quale sorge la barocca chiesa dell'Assunta, impropriamente detta di Santa Lucia e, a pochi passi da essa, la Porta Panitteri. * Piazza Diodoro Siculo, nella quale si trovano i Palazzi I.N.C.I.S. e una statua dedicata a Padre Pio. * Piazza Plebis Rea. La piazza prende il nome dalla antica porta araba, la porta dei venti. Costituiva l'accesso più alto della cittadella arabo normanna. Ancora oggi è possibile scorgere i resti delle antiche mura medievali. La piazza ospita inoltre un monumento bronzeo dedicato a San Giovanni Bosco ed un monumento di arte contemporanea denominato l'origine della vita. * Piazza Don Guanella, nella quale si trovano la Fontana dei draghi, un mezzo busto dedicato proprio al Don Guanella ed una statua dedicata a Padre Pio. * Piazza Antonio Fosso, dedicata a un granatiere della Prima Guerra Mondiale. ==== Porte ==== Porta Panitteri Porta dei Saccajoli * Porta di ponte, edificata nel 1868, su progetto di Raffaello Politi, sui resti della precedente porta saracena con ponte levatoio risalente al XIV secolo. Il monumento è realizzato in stile neoclassico e presenta da una parte lo stemma odierno della città, dall'altra lo stemma della città greca. La porta di Ponte costituisce l'ingresso monumentale alla Via Atenea, detta il salotto della città, e sede di numerose attività commerciali, negozi, boutique ed eleganti ristoranti, nonché di alcuni Monumenti della Città. * Porta Panitteri, riedificata nell’XI secolo poco distante dall'originale, distrutta per il completamento dei lavori inerenti alla Stazione Centrale. È composta da un arco in stile gotico e accanto presenta, su una parte dell'antica cinta muraria, un'edicola sacra dedicata alla Madonna del Lume. La porta si trova in Via Empedocle, a poche centinaia di metri dalla Stazione Centrale. * Porta dei Saccajoli, edificata nel XVI secolo con un arco gotico e al suo interno venne collocata un'edicola sacra dedicata alla Madonna del Porto Salvo e successivamente a Santa Lucia. Oggi appare parzialmente interrata, ma comunque visibile e raggiungibile. * Porta di Mare, oggi è interrata ma comunque visibile. Fu edificata nel XV secolo. ==== Viadotti ==== Nella valle dei Templi si trova il viadotto Akragas che collega le frazioni di Villaseta e Monserrato. ==== Lapidi commemorative ==== Agrigento è ricca di lapidi e targhe commemorative dedicate a personaggi illustri o eventi storici significativi. La maggior parte di esse sono in marmo e si possono ammirare sulle facciate di palazzi nobiliari, chiese o piazze. Altre invece sono in bronzo. Tra esse le principali sono: * Michele Foderà, in marmo posta sul prospetto della casa natale, in via Atenea * Giuseppe Lauricella, in marmo posta sul prospetto della casa natale, in via Atenea * Luigi Pirandello, in marmo posta sul prospetto della casa della sua infanzia, nell'omonima via * Luigi Pirandello, in marmo posta sul prospetto di palazzo dei Giganti nell'omonima piazza * Papa Leone XIII, in marmo posta sul prospetto di palazzo Montaperto, in piazza Pirandello * J. Wolfgang Goethe, in bronzo posta sul prospetto di palazzo Celauro, dove venne ospitato, in via Celauro * Dante Alighieri, in bronzo posta nell'atrio esterno del teatro Pirandello, in piazza Pirandello * Sinatra, in marmo posta sul prospetto di un palazzo, nell'omonima piazza * Giuseppe Picone, in marmo, sita in via Picone * Josemaria Escrivà, in marmo, sita in piazza Escrivà * Saragat, sita sul prospetto del Circolo dei nobili in piazza Gallo * Tommaso Gallo Afflitto, in marmo, sita sul prospetto della caserma della Guardia di finanza in piazza San Giacomo * Sciascia e Contino, in bronzo, collocata sul prospetto della basilica dell'Immacolata * Papa Giovanni Paolo II, in marmo, sita in via Imera ==== Teatri ==== * Teatro Luigi Pirandello, teatro comunale di Agrigento. Vi si accede attraversando il chiostro del Palazzo dei Giganti. Già intitolato alla Regina Margherita, fu costruito nel 1870 e inaugurato nel 1881. L'attuale intitolazione a Luigi Pirandello fu decisa per celebrare il X anniversario della morte del Premio Nobel. Una delle decorazioni più significative del teatro era certamente il sipario, rappresentante il valoroso atleta akragantino Esseneto che ritorna vincitore da Elea e dipinto dal pittore messinese Luigi Queriau. L'opera andò perduta o distrutta durante il lungo periodo di chiusura. Nel 2007 il produttore agrigentino Francesco Bellomo ha donato un nuovo sipario, realizzato con le stesse tecniche dell'epoca, che riproduce l'affresco originale. Il soffitto e il frontale dei palchi è invece il frutto della preziosa e raffinata opera dei tre artisti milanesi Giuseppe Sacco, Giovanni Belloni e Antonio Tavella, che hanno elegantemente decorato l'interno del teatro. La progettazione dell'opera si deve all'agrigentino Dionisio Sciascia con il notevole e prestigioso contributo di Giambattista Basile. Nel foyer del teatro sono esposti il busto di Zeus, anticamente posto nella Villa Garibaldi, il busto dedicato a Luigi Filippo, quello di Luigi Pirandello e numerose targhe, tra le quali quelle testimonianti la decisione del senato agrigentino di edificare il teatro e quella di intitolarlo alla Regina Margherita. Altre targhe ricordano l'intitolazione del foyer all'attore agrigentino Montalbano, la riapertura del teatro alla presenza di Oscar Luigi Scalfaro e la restituzione dell'antico sipario raffigurante “la vittoria di Esseneto”. * Teatro della Posta vecchia. Il piccolo teatro sorge negli immobili che, nella seconda metà del XIX sec. furono dati in locazione dal marchese Giambertoni alle Regie Poste e Telegrafi. * Teatro della Valle dei Templi, collocato nel cuore del Parco Archeologico della Valle dei Templi in un suggestivo contesto. * Palacongressi, sito nella frazione di Villaggio Mosè. === Beni archeologici === Tempio greco di Concordia, Agrigento Contorni della città antica Il sito archeologico più importante è la Valle dei Templi, risalente al periodo ellenico, con i resti di dieci templi in ordine dorico, tre santuari, una grande concentrazione di necropoli (Montelusa; Mosè; Pezzino; necropoli romana e tomba di Terone; paleocristiana; Acrosoli), varie opere idrauliche (giardino della Kolymbetra e gli ipogei), fortificazioni, parte di un quartiere ellenistico-romano costruito su pianta greca e due importanti luoghi di riunione: l'Agorà inferiore (non lontano dai resti del tempio di Zeus Olimpio) e l'Agorà superiore (che si trova all'interno del complesso museale); vi sono anche un Olympeion e un Bouleuterion (sala del consiglio) di epoca romana su pianta greca. Il Parco archeologico della Valle dei Templi è il complesso archeologico più vasto al mondo (c.a. 1300 ha). Il tempio di Zeus Olimpio era il più grande tempio della Magna Grecia. Altro sito archeologico importante è la Rupe Atenea, il punto più alto dell'antica città di Akragas, dove sono stati rinvenuti resti di un frantoio ellenistico, e sulle sue pendici sud-ovest è conservato uno dei numerosi templi delle divinità ctonie, incorporato nella chiesetta medievale di San Biagio. Il sito dove poi sorse la città di Akragas, potrebbe essere stato il luogo dove sorgeva la città di Kamikos, prima e più potente città sicana guidata dal leggendario Kokalos, il re che ospitò Dedalo dopo la sua fuga dal labirinto di Cnosso a Creta. La leggenda afferma che Minosse, rintracciato Dedalo alla corte di Kokalos, partì per la Sicania per farsi consegnare il geniale architetto e ucciderlo, venendo ucciso dalle figlie del re sicano dopo essere stato attirato con un tranello. === Aree naturali === * Villa Bonfiglio, nel cuore del Viale della Vittoria. Si tratta della più grande villa cittadina, comprensiva di spazi verdi, percorsi salutistici e atletici e una pista di pattinaggio. All'ingresso principale della villa si staglia l'imponente monumento dedicato ai caduti della Grande Guerra. Il monumento presenta una grande fontana a forma circolare, con al centro un obelisco al cui apice è collocato un angelo. La base dell'obelisco è cubica e presenta due diverse rappresentazioni scultoree: la prima raffigura un episodio di vita rurale, con un contadino che guida i suoi buoi e l'aratro; l'altra raffigura invece un episodio bellico, nel quale un soldato italiano uccide col calcio del fucile un milite asburgico. Nella base cubica dell'obelisco sono incisi i nomi dei soldati caduti al fronte. * Villa del Sole, la seconda villa cittadina per estensione. All'ingresso principale della villa è possibile ammirare una fontana con statue raffiguranti le stagioni. All'interno vi sono altre due fontane, una composta da un bassorilievo dal quale sgorga acqua, l'altra da una vasca a forma rettangolare recante lo stemma della città. Nella parte più elevata della villa, è stato posto un massiccio mezzo busto dedicato a Luigi Pirandello poi trasferito nell'omonima piazza. Nella villa vi sono anche delle gabbie destinate ad accogliere diverse specie di animali e un campetto polivalente. Lungo il percorso della villa sono poste delle ceramiche commemorative di opere di Pirandello. * Belvedere Antonio e Pietro Arancio, al viale della Vittoria. * Villa Lizi, sita tra la fine del viale della Vittoria e la via Giovanni XXIII. * Belvedere Natale D'Agostino, in via Empedocle. * Villa Pertini, sita a San Leone. In essa si ammirano una fontana, una stele dedicata al Presidente della Repubblica Sandro Pertini e una scultura d'arte contemporanea. * Quattro villette di Porta di Ponte, dette ville degli Sgherri. Sono poste in piazzale Aldo Moro. La prima delle villette è intitolata a Rosetta Romano, e si caratterizza per la presenza di due mezzi busti: il primo dedicato a Rosetta Romano; il secondo a Giuseppe Garibaldi. Questo mezzo busto si trovava un tempo all'interno di Villa Garibaldi. In una delle aiuole, accanto a un albero di melograno, è stato collocato un cippo di marmo in memoria degli attentati terroristici delle Torri Gemelle. All'interno del giardino, si trova una tomba "sicana", collocata da Sir A. Hardcastle. La seconda villetta è dedicata a Casesa e, al suo interno, è collocata una fontana decorata con lo stemma della città. Il nome di Casesa, politico ed amministratore della città per alcuni decenni, si legge in una targa in marmo posta proprio all'ingresso del giardino. La terza villetta offre invece una scritta di benvenuto, realizzata con pietra arenaria e composizioni floreali, e il mezzo busto di Nicolò Gallo. La quarta villetta presenta mura perimetrali decorate con vasi ornamentali, mentre al centro si trovano una fontana e delle fioriere. Ciascuna delle villette si caratterizza per la presenza di un chiosco. * Villetta Ettore Majorana, sita a pochi passi dalla fontana di Bonamorone. * Parco dell'Addolorata, vasta area verde, sorta sull'antico quartiere dell'Addolorata raso al suolo dalla frana del 1966. Al suo interno sono presenti due piste di pattinaggio, un anfiteatro, e una struttura a forma piramidale. * Area Naturale ed Archeologia Rupe Atenea. * Parco archeologico della Valle dei Templi. Dal 1997 l'intera zona è stata inserita nella lista dei patrimoni dell'umanità redatta dall'UNESCO. È considerata un'ambita meta turistica, oltre ad essere il simbolo della città e dell'isola. Il parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi, con i suoi 1300 ettari, è uno dei siti archeologici più grandi del Mediterraneo. * Giardino della kolimbetra. * Lungomare Falcone-Borsellino. * Litorale di San Leone. * Lido Caos. * Punta Bianca. * Bosco contrada Maddalusa. * Parco Letterario Luigi Pirandello. * Giardino botanico, in cui è sono conservati anche alcuni reperti botanici del museo di storia naturale Empedocle. * Orto di Goethe. === Evoluzione demografica === === Religione === Sebbene il patrono ufficiale della città sia San Gerlando, è a San Calogero che sono tributati gli onori maggiori. Per il Santo Nero la città si mobilita le prime due domeniche di luglio: la processione, a spalla, è accompagnata dalle grida dei fedeli, dai canti e dalla banda, sulle note incessanti della marcia “La Zingarella”. A dicembre si svolgono le tradizionali novene per le strade della città. La settimana Santa è vissuta in città con devozione e ammirazione dei fedeli verso i simulacri della Madonna Addolorata e del Gesù agonizzante e la "vara" ovvero l'urna del Signore. === Lingue e dialetti === La prima lingua parlata ad Agrigento fu lingua del popolo sicano ma di essa restano pochissime testimonianze. Il sicano fu abbandonato per il dialetto dorico, una delle varietà del greco antico. I greci fondarono infatti la città di Agrigento dandole il nome di (Akràgas, terra elevata). Dopo molti tentativi falliti, i Cartaginesi riuscirono a impossessarsi della città, e da qui partirono le prime influenze arabe, influenze che si riscontrano anche oggi nel dialetto agrigentino. Successivamente passò ai Romani, per cui la conquista di Akràgas fu molto importante. Essi la rinominarono ''Agrigentum''. La città per loro era fonte di ricchezza perché dal territorio ricavarono tufo, salgemma, minerali, zolfo, spezie orientali e una grande quantità di grano, uva e olive. Già da prima della caduta dell'Impero romano i Cartaginesi, gli arabi, i barbari asiatici e del medio oriente premevano sulla città fino a quando l'Impero crollò e questi conquistarono tutta la Sicilia. Gli arabo-berberi rifondarono la città che venne chiamata prima ''Kerkent'' e poi ''Gergent''. In seguito la città venne occupata prevalentemente dalla componente berbera dei dominatori, divenendone di fatto la "capitale" in Sicilia, sempre in contrapposizione con gli arabi di Palermo. === Tradizioni e folclore === La città di Agrigento durante l'arco dell'anno ospita varie manifestazioni molto interessanti tra le quali la ''Sagra del Mandorlo in Fiore'' una delle più antiche di Sicilia. Nell'ambito dell'evento si svolgono diverse iniziative enogastronomiche ed eventi di promozione e valorizzazione delle tradizioni etniche dei popoli tra cui due importanti festival internazionali del folclore il primo ideato dal Prof. Enzo Lauretta ed il secondo denominato festival internazionale " I bambini del mondo ideato da Giovanni Di Maida e Claudio Criscenzo. Ricco il programma di appuntamenti con spettacoli, sfilate dei gruppi folklorici, delle bande musicali e dei carretti siciliani, concerti. Mostre ed eventi enogastronomici legati alla mandorla come Mandorlara, e Mandorla Fest. La manifestazione si svolge a partire dalla prima decade del mese di febbraio fino al mese di marzo. === Istituzioni, enti e associazioni === Il Centro Culturale Editoriale "Pier Paolo Pasolini" fu fondato dal bibliotecario Francesco La Rocca, con il patrocinio dell'Assessorato Regionale ai Beni culturali nel 1984. L'attività del Centro Pasolini parte con una serie di iniziative inerenti al parco Archeologico ed il Centro Storico di Agrigento. Le iniziative abbracciano diversi campi della cultura: dalla pittura, alla fotografia ed alla letteratura. La casa natale di Pirandello Tra gli altri akragantini celebri si annoverano il filosofo Empedocle e l'atleta olimpico Esseneto, al quale è dedicato il moderno stadio cittadino. Lo scrittore agrigentino più famoso è Luigi Pirandello, insignito del premio Nobel per la letteratura nel 1934. Pirandello ambientò ad Agrigento novelle e romanzi. Il poeta Salvatore Quasimodo dedicò alla città di Agrigento le poesie "Strada di Agrigentum" e "Tempio di Zeus ad Agrigento". Nel 1987 la cantante Giuni Russo, dedicò alla città la canzone “Alla luna”. La canzone presenta espressioni in dialetto siciliano. Andrea Camilleri ha reso Vigata (Porto Empedocle, paese in provincia di Agrigento) e Montelusa (Agrigento) il teatro delle storie del commissario Montalbano. Nell'ultima settimana di settembre ha luogo l'''Efebo d'oro'' premio internazionale per il miglior film dell'anno tratto da un'opera letteraria. L’evento è organizzato dal Centro di Ricerca per la Narrativa e il Cinema. === Istruzione === ==== Biblioteche ==== La Biblioteca Lucchesiana * Biblioteca comunale "Franco La Rocca". Ha sede presso l'edificio dell'ex archivio notarile, nel pieno centro cittadino in piazzetta Vadalà. * Biblioteca Lucchesiana, voluta dal vescovo Andrea Lucchesi Palli nel 1765, conserva più di 60.000 tra volumi antichi, cinquecentine, manoscritti e pergamene. Si trova nel centro storico, in via Duomo. * Biblioteca provinciale G. Ambrosini. Ha sede presso il palazzo della Provincia. * Biblioteca della sovrintendenza ai beni culturali Pirro Marconi. Si trova in una delle sale del Museo archeologico San Nicola. * Biblioteca del seminario vescovile. Ha sede presso il palazzo del seminario e la torre campanaria della cattedrale. * Biblioteca del II circolo didattico San Giovanni Bosco, in via Bac Bac. ==== Università ==== Agrigento, oltre ad essere sede di varie scuole medie superiori (alle quali sono iscritti anche studenti provenienti dalla provincia), ospita una sede distaccata dell'Università degli Studi di Palermo. Il Polo territoriale di Agrigento ospita il corso di laurea in Economia che si svolge nella sede di Villa Genuardi - e di Servizio Sociale, Architettura e Giurisprudenza - le cui attività si tengono nella sede di via Quartararo. I corsi di Laurea Magistrale in Giurisprudenza ed Architettura sono ad esaurimento. ==== Musei ==== telamone del museo archeologico regionale * Museo Archeologico Regionale "San Nicola", il quale ha sede in parte presso l'antico convento di San Nicola, annesso all'omonima chiesa, in parte presso edifici appositamente progettati e che si armonizzano pienamente con le opere architettoniche preesistenti. * Antiquarium Documentario, presso Villa Aurea. * Antiquarium Iconografico, presso Casa Barbadoro. Nell'antiquarium sono esposte e custodite alcune riproduzioni di stampe, incisioni e iconografie ad artisti e viaggiatori che tra Settecento e Ottocento visitarono la Valle dei Templi. All'esterno invece è stato realizzato l'orto di Goethe, un percorso turistico fra le colture dell'antica Girgenti. * Antiquarium delle Fortificazioni, presso Casa Morello. * Antiquarium Paleocristiano-Bizantino, presso Casa Pace. L'antiquarium contiene molti reperti ritrovati nelle necropoli, tra cui lucerne, un sarcofago e altri oggetti. * Mostra museo "Le stoai". * Casa Natale Luigi Pirandello. L'antica struttura ospita, all'interno delle sue stanze, una collezione di fotografie, recensioni, onorificenze, prime edizioni dei libri con dediche autografe, quadri, locandine degli spettacoli teatrali. Dalla casa è possibile raggiungere i resti del pino pluricentenario, andato distrutto a causa della tromba d'aria che si è abbattuta su di esso alcuni anni addietro. Proprio alle radici del pino si trova la maestosa lapide in pietra al cui interno sono state traslate e ora conservate le ceneri dell'autore, secondo le sue ultime volontà. La casa natale di Luigi Pirandello costituisce un unico complesso museale e culturale unitamente alla Biblioteca Museo Luigi Pirandello. Fuori dalla casa è possibile ammirare un possente mezzobusto dedicato all'autore e alcune lapidi commemorative. * Biblioteca Museo "Luigi Pirandello". Essa ospita numerosi documenti autografi distinti tra lettere, copioni teatrali, manoscritti, giornali storici e alcuni cimeli personali del grande drammaturgo agrigentino. * Museo di Panteologia Umana del Centro studi preistorici e protostorici, presso Palazzo Celauro. Il museo ospita pregevoli reperti fossili oltre a numerosi documenti ricostruttivi e testimonianze preistoriche. * Museo di Scienze Naturali "Empedocle", presso il Liceo Classico Empedocle e risalente al 1848. Esso comprende numerosi esemplari di mammiferi, pesci e altre specie animali imbalsamate, alcuni reperti di animali preistorici, nonché reperti geologici, botanici e paleontologici. * Museo della Cattedrale. Esso si articola nel "Museo Storico-archeologico", nel "Museo Diocesano" e nel "Tesoro della Cattedrale". Parte del museo sarà ubicata nel Palazzo Tomasi. Altre sezioni sono invece custodite presso la cattedrale e il Palazzo Vescovile. Il Museo della Cattedrale è composto da pregevoli e preziosi arredi e paramenti sacri, numerosi dipinti e quadri raffiguranti episodi di vita sacra realizzati da alcuni fra i migliori artisti siciliani quali Raffaello Politi, ed infine alcuni reperti archeologici. * Musei Civici. I Musei Civici sono articolati in diverse sezioni, disposte in sedi diverse: presso il complesso monumentale di santo Spirito ha sede la Sezione "etno-antropologica", la Sezione "natura è spettacolo", la Sezione "archeologica"; presso il complesso monumentale del Collegio dei Padri Filippini ha sede la Pinacoteca comprensiva della "Collezione Sinatra" che annovera le opere di Francesco Lojacono, la collezione dedicata al maestro Giambecchina e varie opere di Mirabella, Giordano, Camuccini e Novelli; sempre presso il Collegio dei padri filippini ha sede la Sezione "fotografica". * Mostra permanente Eccellenza del Liberty presso il Collegio dei Padri Filippini, in cui sono esposte stampe di Raffaello Politi e Tommaso Santella. * Casa Museo dei Padri Liguorini, nel quale sono esposti arredi e collezioni d'arte della casa dei Missionari Redentoristi di Agrigento * Museo Medievale, presso il complesso monumentale di Santo Spirito. * Fabbriche Chiaramontane (sede di numerose mostre di arte moderna e contemporanea). * Archivio storico comunale. * Museo vivente del Mandorlo "Francesco Monastra". * Museo di antichi strumenti scientifici "Michele Foderà", presso il Liceo Classico Empedocle. * Museo delle antiche unità di misura della Camera di Commercio. * Museo del Gioco e del Giocattolo "Tolì Tolì". * Museo delle Eredità immateriali, presso il Collegio dei Padri Filippini. * Mostra del Presepe artigianale, allestita durante il periodo natalizio nel quartiere di Villaseta, e comprendente oltre cento presepi artistici. === Media === ==== Stampa ==== * Giornale di Sicilia (edizione di Agrigento) * La Sicilia (edizione di Agrigento) * Grandangolo (settimanale) * L'Amico del Popolo ==== Radio ==== * 92100 Radio Station * Radio In Agrigento * Radio Vela * Radio Concordia ==== Televisione ==== * AgrigentoTV (AGTV) *Teleacras * Tele Video Agrigento (TVA) * Teleradio Studio 98 (TS 98) Panorama di Agrigento === Suddivisioni storiche === Agrigento, a causa dell'irregolarità del territorio comunale, ha avuto negli anni uno sviluppo disordinato e in parte decentrato. Il centro cittadino infatti sorge su due colline, il colle di Girgenti e la Rupe Atenea, un tempo separate artificialmente dalla cosiddetta nave o taglio di Empedocle (che la leggenda vuole realizzata dal celebre filosofo akragantino al fine di agevolare, in presenza della malaria, la circolazione dei venti ed il ricambio d'aria nell'area in cui sorgeva l'antica città greca). Ulteriore limite all’espansione urbanistica è stato rappresentato dalla vasta area archeologica che sorge a sud delle due colline e che si espande da est ad ovest. Per tale ragione i quartieri più popolosi sorgono in direzione della costa, a sud del Parco Archeologico, e a nord del centro cittadino. Quartieri decentrati: * Villaggio Mosè, sorto tra gli anni trenta e quaranta del Novecento, come zona residenziale per gli operai della vicina miniera zolfifera della Ciavolotta, considerata una delle aree più ricche di zolfo nel mondo. La successiva crisi delle attività estrattive in Sicilia trasformò tra gli anni sessanta e settanta il piccolo centro minerario in centro commerciale oltre che residenziale; sorge a sud-est del centro della città e per la sua vocazione commerciale è sede di numerose e variegate attività economiche e commerciali, oltre che di numerosi hotel, data anche la vicinanza con le spiagge. * Villaggio La Loggia * Villaggio Peruzzo, quartiere che nasce nei primi anni sessanta quando venne delimitata, all'interno delle altre zone (A, B e C) del parco della Valle dei Templi, un'area per l'edilizia popolare (zona D). In tale area, ad est del fiume Akragas e a nord del lido di San Leone, sono state costruite 13 palazzine di alloggi popolari da parte dell'Istituto Gestione per Case Lavoratori, noto con l'acronimo GESCAL. Da qui il nome originario del quartiere: Villaggio GESCAL. La festa del quartiere in onore di San Pio X si svolge l'ultima settimana di luglio; * San Leone, località balneare che dagli anni sessanta si è sviluppata diventando in modo caotico. La popolazione stabile è di circa 4000 persone. Durante il periodo estivo è molto frequentata. Oggi San Leone risulta saldato ai limitrofi agglomerati del Villaggio Peruzzo, Villaggio Mosè, Cannatello e Fiume Naro con i quali viene incluso nella circoscrizione San Leone Mosè. * Maddalusa, antico nome dell'area rivierasca a sinistra della foce del fiume San Leone (Akragas), fu la prima sede del porto della città di Akragas e vi era anche un importante emporio. In alcuni antichi documenti cinquecenteschi redatti dall'ingegnere toscano Tiburzio Spannocchi viene citata come Mendolosa, in quanto a ridosso delle dune sabbiose della costa dovevano abbondare diversi mandorleti; Vi sorge un antico palazzo settecentesco opera del vescovo Lorenzo Gioeni de Cardosca (1730-1754), del quale costituiva la residenza estiva, ed un'antica torre di guardia costruita nel cinquecento dallo Spanocchi e nominata 'Torre di Santo Lio' oggi inglobata in una masseria. * Cannatello, vasta zona residenziale che fa da cerniera tra i centri di San Leone e Fiume Naro sulla costa con il quartiere Villaggio Mosè posto più all'interno. Vi si trovano i resti del villaggio fortificato, scoperto all'inizio del secolo scorso e sopraccitato. Antica zona agricola appartenente alla mensa vescovile agrigentina. * Fiumenaro, quartiere rivierasco sorta alla foce del fiume Naro. * Zingarello, piccolo ed isolato agglomerato di case di villeggiatura sorto disordinatamente ad oriente della foce del fiume Naro all'inizio delle falesie argillose che terminano a punta Bianca. Nelle vicinanze si trovava nel Medioevo il Bosco della Misita di proprietà della corona Aragonese.; * Fontanelle, posta a nord del centro. Recentemente è divenuta sede della cittadella giudiziaria e di altri importanti uffici e servizi. * San Michele, conosciuta come la zona industriale della città. Vi sorge l'ospedale San Giovanni di Dio. * San Benedetto, conosciuta come la zona industriale della città, è sede di numerose imprese e piccole industrie. * San Giusippuzzu sede di aziende e attività commerciali. * Quadrivio Spinasanta. * Calcarelle, importante per i numerosi edifici scolastici e per il Polo Universitario. * Montaperto, borgata a pochi chilometri dal centro cittadino fondata nel 1525 è la più antica borgata agrigentina. Tra il Due e Trecento era tra i possedimenti della famiglia fiorentina degli Uberti, al quale apparteneva il famoso Manente detto Farinata di dantesca memoria. * Giardina Gallotti, borgata a pochi chilometri dal centro cittadino fondata da contadini provenienti dalla vicina Raffadali nel 1813 dopo l'abolizione della feudalità avvenuta l'anno precedente. Inizialmente era costituita da due borgate distinte, Giardina e Gallotti, poi accresciutesi fino a fondersi nell'attuale. Conta circa 1200 abitanti. * Villaseta, quartiere sorto nel 1853 a metà strada tra la Marina (Porto Empedocle) ed il centro cittadino, vi sorgevano le filande che lavoravano la seta proveniente dalle campagne attorno alla borgata di Montaperto; * Monserrato, quartiere residenziale sorto dopo la frana del 1966 e che accolse le famiglie sfollate dell'antico quartiere del Rabato. Sorge sull'antico colle Toro, sulla quale furono posti gli accampamenti dei cartaginesi prima, durante l'assedio di Agrigento del 406 a.C., e dei romani poi, 210 a.C. in occasione della definitiva espugnazione dell'arce agrigentina. Fino a qualche secolo fa vi sorgeva l'antica chiesa della Madonna di Monserrato costruita presumibilmente durante il periodo aragonese, in ricordo di quella più famosa che sorge nei pressi di Barcellona in Catalogna sul colle di Montserrat. Quartieri del centro della città: * Centro-Ruga Reale-Stazione-Empedocle * Rabato-Santa Croce-San Giacomo-Addolorata * Plebis Rea-San Gerlando-San Michele * Santa Marta-Pojo-Santo Spirito * Esseneto-Stadio * Dante-Manzoni; * Della Vittoria; * San Vito-Rupe Atenea; * Cicerone-Imera; * Agrigento bassa; * Bonamorone, Vi scaturisce la sorgiva di Bonamorone che drena le acque della Rupe Atenea e che alimenta il giardino della Kolymbetra. Toponimo di origine semitica che suonava ''Ben Hamrun''; In passato il territorio del Comune di Agrigento era suddiviso in cinque Circoscrizioni ognuna delle quali ricomprendeva quartieri situati in rapporto di contiguità o vicinanza. le circoscrizioni erano: # Agrigento Centro # Quadrivio Spinasanta-Calcarelle-Fontanelle-San Giusippuzzu-San Michele-San Benedetto-Favara Ovest-Aragona Bassa # Villaseta-Monserrato-Marina # Villaggio Peruzzo-Villaggio Mosè-San Leone-Cannatello-Zingarello-Fiume Naro # Montaperto-Giardina Gallotti-Borsellino Oggi invece il territorio comunale è diviso appunto in tre circoscrizioni. # circoscrizione del "Centro": comprende tutti i quartieri del centro della città, Bonamorone, Quadrivio Spinasanta, Agrigento Bassa, Calcarelle, Rupe Atenea e Capu Cimuzzu. # circoscrizione della "Costa": comprende i quartieri del Villaggio Mosè, San Leone, Villaggio Peruzzo, Cannatello, Zingarello, Fiume Naro, Maddalusa # circoscrizione dell'"Entroterra": comprende Fontanelle, San Michele, San Giusippuzzu, San Benedetto, Favara Ovest, Zona Industriale, Aragona Bassa, Montaperto, Giardina Gallotti, Borsellino e Capu Misuzzu. === Frazioni === Al 15º censimento generale della popolazione e delle abitazioni dell'ISTAT (2011), il territorio di Agrigento risulta così suddiviso: Nome Tipologia Abitanti Altitudine Coordinate Agrigento centro abitato / capoluogo comunale 230 Favara centro abitato 393 Fiumenaro centro abitato 27 Giardina Gallotti centro abitato 304 Montaperto centro abitato 279 San Leone Mosè centro abitato 2 San Michele centro abitato 294 Villaseta centro abitato 92 Fontanelle centro abitato 8 100 250 37° 19′ 40″ N, 13° 33′ 0″ E Calcarelle nucleo abitato 7 Consolida nucleo abitato 37 Dune nucleo abitato 41 Giarra nucleo abitato 63 Gibisa nucleo abitato 175 Guardia nucleo abitato 215 Maddalusa nucleo abitato 235 Magellano nucleo abitato 220 Petrusa nucleo abitato 50 Portella nucleo abitato 50 Ragazzi del '99 nucleo abitato 100 Sant'Agata nucleo abitato 70 Serraferlicchio nucleo abitato 300 Timpa dei Palombi nucleo abitato 279 Torcicuda nucleo abitato 220 Villaggio la Loggia nucleo abitato 55 Villaggio Pirandello nucleo abitato 180 Zingarello nucleo abitato 40 - Case sparse - - 8 centri abitati + 18 nuclei abitati 0/674 Il territorio del comune è compreso nella zona di produzione del Pistacchio di Raffadali D.O.P.. Agrigento è un’importante metà turistica grazie al suo ricco patrimonio culturale. Zolfo e potassa furono estratti localmente dai tempi dei contatti con i minoici fino agli anni settanta, ed esportati in tutto il mondo dal vicino porto di Porto Empedocle. Nel 2010, il tasso di disoccupazione ad Agrigento era pari al 19.2%, quasi il doppio della media nazionale. === La conurbazione di Porto Empedocle === Fino al XIX secolo Porto Empedocle costituiva il borgo portuale di Girgenti noto come Molo di Girgenti. Esso costituì il naturale sbocco portuale della città fino al 1853, anno in cui il borgo ottenne l'autonomia amministrativa da Girgenti, mentre nel 1863 assunse la denominazione di Porto Empedocle, in omaggio al celebre filosofo. Le due città condividono tradizioni e festività come la devozione verso San Calogero, unico è il santo patrono, San Gerlando, festeggiato il 25 febbraio. La conurbazione Agrigento - Porto Empedocle, peraltro, costituisce il centro di una più ampia area urbana comprendente anche i comuni di Favara, Raffadali, Joppolo Giancaxio, Aragona, Comitini, Realmonte e Siculiana. === Strade === I collegamenti stradali tra Agrigento e le altre città principali dell'isola sono assicurati tramite strade extraurbane secondarie: * La strada statale 189 collega Agrigento con il bivio Manganaro. * La strada statale 115 collega Siracusa con Trapani, passando esternamente ad Agrigento. * La strada statale 640 collega Porto Empedocle, passando nei pressi della Valle dei Templi, a Caltanissetta e all'A19 Palermo-Catania. La strada statale 118 Agrigentina Corleonese costituisce il vecchio collegamento con Palermo passando per Bivona e Corleone. La strada statale 122 Agrigentina costituisce il vecchio collegamento con Caltanissetta e Enna passando per Favara e Canicattì. === Ferrovie === destra Ad Agrigento sono presenti tre stazioni ferroviarie: La Stazione di Agrigento Centrale, la Stazione di Agrigento Bassa e la Stazione Tempio Vulcano, gestite da RFI. I treni turistici, organizzati da Fondazione FS Italiane, che percorrono la Ferrovia turistica dei templi, toccano tutte e tre le stazioni: tale servizio è attivo prevalentemente nei mesi estivi e collega il capoluogo con la città di Porto Empedocle ed il Parco archeologico. Il servizio ferroviario ordinario, invece, coinvolge le sole stazioni di Agrigento Centrale e Agrigento Bassa. === Porti === Nella frazione balneare di San Leone è presente il porticciolo turistico intitolato a Cesco Tedesco. === Elisuperficie === In contrada Consolida, posizionata a pochi metri dall'ospedale S. Giovanni di Dio, si trova un'elisuperficie di metri 33 x 33 utilizzata per il servizio di elisoccorso. La struttura è attrezzata per avere operatività sia diurna che notturna. Nel complesso dell'ex ospedale San Giovanni di Dio è presente un'ulteriore elisuperficie. === Mobilità urbana === I trasporti urbani nella città di Agrigento vengono svolti con autoservizi di linea gestiti da T.U.A. (Trasporti Urbani Agrigento), che assicura un servizio di trasporto pubblico urbano con 12 linee. Sono inoltre garantite 2 linee turistiche con bus scoperti, una delle quali consente di collegare il centro anche con il terminal del porto di Porto Empedocle e con il sito naturalistico di Scala dei Turchi, nella vicina Realmonte. Occasionalmente, è garantito un servizio ferroviario turistico, su un itinerario che consente di collegare la stazione di Agrigento Bassa - Agrigento Centrale - Vulcano (Valle dei Templi) - Porto Empedocle Centrale. I collegamenti extraurbani sono garantiti da autoservizi di linea gestiti da operatori privati. === Gemellaggi === * * * * * * === Altre informazioni amministrative === Il comune di Agrigento fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali: regione agraria n.5 (Colline litoranee di Agrigento). Coppa CEV. Lo sport principale della città è il calcio. La squadra più importante è l'Akragas Calcio, che milita nel Campionato di Eccellenza. Ha disputato 17 campionati di Serie C e 20 di Serie D. Nel basket la Fortitudo Agrigento milita in Serie A2. Nella stagione 2011-12 ha vinto la Coppa Italia Divisione Nazionale B. Nel nuoto l'associazione più importante è la A.D.P. Nuoto Agrigento di Carlo Dessì, operante dal 2002. Negli anni ha portato atleti a piazzamenti importanti in campionati italiani ed internazionali, sotto la guida dell'allenatore Davide Dessì. L'atletica leggera è rappresentate dal G.S. Valle dei Templi Agrigento che partecipa al Grand Prix Regionale di maratonine. Organizza la ''Mezza Maratona della Concordia'', una delle gare su strada più apprezzate e partecipate dell'isola. Nel 1994 Agrigento è stata sede del campionato mondiale di ciclismo su strada vinto dal francese Luc Leblanc davanti all'italiano Claudio Chiappucci ed all'altro francese Richard Virenque. Il 15 maggio 1999 il Giro d'Italia partì da Agrigento, con la tappa Agrigento-Modica di 115 km vinta da Ivan Quaranta. Il 9 maggio 2018 il Giro d'Italia partì da Agrigento, con la tappa Agrigento-Santa Ninfa (Valle del Belice) di 153 km vinta da Enrico Battaglin. Per cinque volte (1965, 1982, 1993, 2008 e 2020), Agrigento è stata sede di arrivo di tappa: * 25 maggio 1965 11ª tappa Palermo-Agrigento 146 km vincitore Guido Carlesi. * 22 maggio 1982 8ª tappa Taormina-Agrigento 248 km vincitore Moreno Argentin. * 29 maggio 1993 7ª tappa Capo d'Orlando-Agrigento 240 km vincitore Bjarne Riis. * 11 maggio 2008 2ª tappa Cefalù-Agrigento 207 km vincitore Riccardo Riccò. * 4 ottobre 2020 2ª tappa Alcamo-Agrigento 149 km vincitore Diego Ulissi. Il 3 gennaio 2016 la Valle dei Templi ospita la Sri Chimoy Oneness-Home Peace Run, la staffetta per la pace più lunga del mondo, diventando il simbolo della pace nel mondo come il Fuji e le Cascate del Niagara.
Alessandro La Marmora
Grande figura del Risorgimento italiano, fu l'ispiratore della creazione del Corpo dei Bersaglieri. Era originario di una nobile famiglia, quella dei Ferrero della Marmora, e fratello di Alfonso. Ferrero di Biella
Ottavo nato e terzo dei maschi, nacque dal marchese Celestino Ferrero della Marmora, capitano nel Reggimento d'Ivrea, e dalla contessa Raffaella Argentero di Bersezio, che insieme ebbero sedici figli. Ebbe altri tre fratelli generali durante il Risorgimento: i senatori Carlo Emanuele e Alberto e il Presidente del Consiglio del Regno di Sardegna e poi del Regno d'Italia Alfonso. Diligente negli studi e particolarmente portato per le discipline scientifiche (studiò un nuovo tipo di fucile a retrocarica), dopo aver ricevuto promozioni militari e onorificenze da parte del re Carlo Felice di Savoia, studiò a lungo nelle valli del Biellese alla ricerca di nuovi metodi di difesa dei confini. In quel periodo intraprese viaggi in Francia, Inghilterra, Baviera, Sassonia, Svizzera e Tirolo al fine di studiare armi, ordini e istituzioni dei vari eserciti. Nel 1831 Alessandro La Marmora formulò una prima ''Proposizione per la formazione di truppe leggere della terza specie sotto la denominazione di Bersaglieri''. Il progetto avrebbe visto la luce però solo cinque anni dopo: nel 1835, infatti, il capitano La Marmora presentò al re Carlo Alberto di Savoia la sua ''Proposizione per la formazione di una compagnia di Bersaglieri e modello di uno schioppo per suo uso'' insieme al luogotenente Giuseppe Vayra, che vestì per primo la divisa del nuovo corpo e verrà quindi ricordato come il primo bersagliere. Per il suo ruolo nella creazione dello storico corpo militare Alessandro viene ricordato come un grande riformatore dell'esercito sabaudo, a cui i Bersaglieri stessi daranno un enorme apporto sia nella prima che nella seconda e nella terza delle guerre d'indipendenza del Risorgimento. Monumento ad Alessandro La Marmora a Torino L'anno seguente furono create le ''compagnie di fanteria'' dette dei Bersaglieri, con lo scopo di compiere una ''guerra minuta'' e di ''disturbo''. Il 18 giugno 1836 il re istituiva nell'Armata un Corpo di Bersaglieri. Lapide a Goito per la battaglia dell'8 aprile 1848 Durante la convalescenza per la grave ferita al viso riportata nella battaglia di Goito del 1848, La Marmora scrisse le ''Istruzioni provvisorie per i Bersaglieri'' ed un ''Trattato di tiro ad uso dei Volontari''. A Genova per curarsi da una caduta da cavallo, nel 1852 conobbe Rosa Roccatagliata, che sposò due anni dopo. Nell'autunno del 1854 nel capoluogo ligure scoppiò un'epidemia di colera e Alessandro si dedicò all'assistenza negli ospedali; sulla malattia scrisse anche un opuscolo, intitolato ''Cholera Morbus''. Nonostante il fisico debilitato, il 22 marzo 1855, incoraggiato dal fratello Alfonso, più giovane di cinque anni, il generale Alessandro La Marmora assunse il comando della seconda divisione del corpo di Crimea, per quella che sarebbe stata la sua ultima spedizione. Come molti bersaglieri, morì a causa del colera il 7 giugno 1855, all'età di 56 anni, in Crimea, dove era sbarcato a Balaklava, odierno quartiere di Sebastopoli, alla testa dei suoi uomini. Le sue spoglie, rimaste a lungo in Crimea, riposano dal 1911 nella cripta di famiglia della basilica di San Sebastiano a Biella. Un monumento e il giardino circostante lo ricordano a Torino, sua città natale.
Aeroplano
Un moderno Airbus A380 in fase di decollo L''''aeroplano''' è un aeromobile dotato di ali rigide, piane e solitamente fisse che, sospinto da uno o più motori, è in grado di decollare e atterrare su piste rigide e volare nell'atmosfera terrestre sotto il controllo di uno o più piloti. Nonostante sia più pesante dell'aria, è in grado di volare grazie ai principi fisico-meccanici. Il termine risale alla seconda metà dell'Ottocento e ha origine nel francese ''aéroplane'', composto dal greco antico ἀήρ e dal latino ''planus'' . È utilizzato, nelle sue svariate forme, dimensioni e configurazioni, come mezzo di trasporto di persone, di merci e come strumento militare.
Flyer'' dei fratelli Wright Un Caproni Ca.33 della francese Armée de l'air Idrovolante Hawker Hurricane Spitfire Ju 88 Il Flyer, il primo aeroplano propriamente detto, vide la luce nel 1903, quando i fratelli Wright riuscirono a far spiccare il volo ad una sorta di aliante dotato di un motore da 16 cavalli a Kill Devil Hill presso Kitty Hawk in Carolina del Nord, USA. Questo primo volo durò 12 secondi, arrivando ad un'altezza di circa 120 piedi (40 metri), fu poco più che un balzo che probabilmente non superò l'effetto suolo. Alberto Santos-Dumont fu un ingegnere brasiliano (anche se non ha avuto una formazione accademica in questa area) e pioniere dell'aviazione. Progettista di dirigibili ed aeroplani, è talvolta considerato il padre di entrambe le macchine volanti, in quanto i suoi primi voli furono i primi a svolgersi su circuiti chiusi in presenza di ampio pubblico. In particolare, il volo del 14 bis del 12 novembre 1906, primo volo riconosciuto ufficialmente in Europa dall'Aèro-Club de France di un apparecchio più pesante dell'aria in grado di decollare autonomamente, a differenza dei primi Wright catapultati, è considerata la prima dimostrazione pubblica di un aeroplano. Proprio per il decollo autopropellente Santos Dumont è ritenuto da una parte della comunità scientifica e aeronautica, principalmente nel suo paese di origine, come il ''Padre dell'Aviazione''. Il primo aereo italiano fu costruito da Aristide Faccioli nel 1908. Inizialmente l'aereo fu considerato una semplice curiosità per appassionati, ma a poco a poco si iniziò a riconoscerne le capacità e nacquero i primi modelli capaci di prestazioni di volta in volta ritenute impossibili sino a poco tempo prima: sorvolare le Alpi, volare sopra il canale della Manica, o semplicemente, raggiungere altezze e velocità sempre più elevate. Per questa ragione l'inizio dello sviluppo della tecnologia aeronautica è legato ad eventi sportivi che miravano a segnare nuovi record. In questi primi anni gli aeroplani erano spinti da motori a pistoni collegati ad un'elica e la struttura era ''biplana'', ovvero con due piani alari. L'avvio di uno sviluppo più scientifico avvenne in concomitanza con la prima guerra mondiale. Fino ad allora gli Stati si erano relativamente disinteressati alle potenzialità del nuovo mezzo ma la guerra innescò l'interesse di questi ultimi nel campo aeronautico. Tra il 1914 e il 1918 nacquero moltissimi modelli di biplani destinati inizialmente a compiti di ricognizione, nei quali il nuovo mezzo eccelleva su tutti i precedenti. In seguito i piloti iniziarono a lanciare delle bombe a mano sul nemico in quello che può essere definito l'antenato del bombardamento tattico. La naturale risposta fu di dotare i propri piloti di mitragliatrici con cui sparare ai velivoli nemici per impedirgli di attaccare le proprie linee, dando vita agli aerei da caccia. Alla fine della prima guerra mondiale, l'aeroplano uscì notevolmente migliorato, nonostante mantenesse la doppia ala e generalmente l'intera struttura non fosse particolarmente cambiata a prima vista. Erano stati sviluppati motori decisamente più potenti che permettevano prestazioni inavvicinabili per i modelli precedenti al conflitto e inoltre erano stati aggiunti innumerevoli accorgimenti che permettevano una navigazione più accurata. Dagli anni venti si iniziò a guardare al velivolo come un pacifico mezzo di trasporto. Nacquero così le prime compagnie aeree che richiedevano alle nascenti industrie aeronautiche modelli da trasporto con dimensioni, raggio d'azione e velocità adeguate alle nuove esigenze. Rispetto all'iniziale ricerca sportiva e poi militare, non c'era più bisogno di aumentare specifiche come la maneggevolezza mentre erano posti in risalto i problemi delle dimensioni, che dovevano risultare sufficienti al trasporto di un certo numero di passeggeri, e l'aumento dell'autonomia. In questi anni l'idrovolante sembrò prendere il sopravvento sull'aereo a noi più familiare: il primo infatti aveva maggior flessibilità d'impiego dal momento che non necessitava di piste preparate (per quanto allora gli aerei partissero da campi di terra battuta, relativamente semplici da realizzare). Inoltre l'idrovolante presentava l'indubbio vantaggio logistico di utilizzare la maggior parte delle infrastrutture portuali già esistenti. La pacifica (e a dire il vero rallentata) evoluzione dell'aeroplano subì una nuova accelerazione con i nuovi venti di guerra che spiravano sul mondo alla metà degli anni trenta. Rapidamente i velivoli biplani vennero resi obsoleti dai ''monoplani'', che fin dai primi voli dimostrarono di poter abbattere delle barriere che si erano dimostrate insuperabili per i biplani: la velocità passò rapidamente da poco più di 300 km/h a più di 500 km/h con evidenti possibilità di migliorare, e lo stesso accadde per l'altitudine raggiungibile, l'autonomia massima, la maneggevolezza e l'accelerazione. Allo scoppio della seconda guerra mondiale ciascuna delle potenze era dotata di una moderna aeronautica da caccia e da bombardamento; generalmente l'Arma aerea era ormai costituita in entità indipendente sia dall'Esercito che dalla Marina, configurando la tipica divisione in tre armi: Esercito, Marina, Aeronautica. Durante la seconda guerra mondiale divenne evidente la necessità dell'arma aerea per vincere un moderno conflitto nelle operazioni marine e terrestri. Sturmovik Prototipo di un Macchi M.C. 202D, MM 7768 (serie III), con radiatore modificato B-17 Un Boeing B-17 Flying Fortress L'attacco contro bersagli terrestri si divise in strategico e tattico. I bombardamenti strategici furono una costante della guerra: gli attacchi aerei tedeschi su Londra che finirono con la vittoria britannica della battaglia d'Inghilterra (la prima battaglia combattuta solo da aerei e contraerea, vittoria ottenuta mediante l'utilizzo di aerei quali l'Hurricane e lo Spitfire) furono seguiti da quelli condotti da formazioni di bombardieri alleati su Germania e Giappone (che culminarono con lo sgancio della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki) e furono determinanti nello spezzare la resistenza dei Paesi dell'Asse danneggiandone irrimediabilmente la capacità produttiva. In questo ruolo si distinsero i grossi bombardieri a eliche come il He 111, Ju 88, Do 17 per la Germania, mentre gli Alleati costruirono anche bombardieri più grossi con 4 motori e con capacità di carico maggiori: i più famosi sono i B-17, B-24, B29 statunitensi, i Lancaster britannici che bombardarono incessantemente le città dell'Asse fino alla capitolazione. Anche le truppe di terra iniziarono presto a temere l'aeronautica nemica: nel ruolo di bombardiere tattico venivano usati i cacciabombardieri che davano supporto all'avanzata del proprio esercito mitragliando e lanciando bombe e razzi sulle postazioni e colonne nemiche, per alleggerire le difese prima dello scontro terrestre. In questo ruolo si distinsero i P-47 statunitensi, i Typhoon britannici, gli Ju 87 Stuka tedeschi e gli Il-2 Šturmovik sovietici (l'aereo costruito in più esemplari nella storia). Questi ultimi due erano anche gli unici aerei specificamente concepiti per l'attacco al suolo, mentre gli altri erano caccia impiegati in tale ruolo, avendo la capacità di effettuare mitragliamenti a bassa quota sul nemico o sganciare bombe. In mare diventava chiaro che l'epoca delle grandi corazzate dotate di cannoni formidabili era finita a favore della portaerei: i cacciabombardieri e gli aerosiluranti imbarcati decollati dalle portaerei costringevano le enormi corazzate ad un'umiliante navigazione passiva sotto l'incessante bombardamento dei piccoli e maneggevoli aerei, potendo opporre solo un insufficiente fuoco di contraerea, mentre la portaerei che aveva lanciato gli aerei poteva trovarsi anche a qualche centinaia di chilometri al di fuori del raggio dei cannoni della corazzata. Nel ruolo di pattugliamento delle coste e scorta ai convogli navali, gli idrovolanti dotati di siluri affiancavano spesso le corvette e fregate. Durante la guerra inoltre ci furono anche battaglie solamente aeree, in cui i caccia si scontravano con i velivoli dei loro avversari in diverse situazioni: intercettamento, caccia libera, pattuglia di combattimento aereo o a seguito di un ordine di "''scramble''". I caccia si dividevano in leggeri caccia monomotori e monoposto e caccia pesanti, bimotori e bi/tri-posto. Il primo era più agile e leggero, di impiego per lo più diurno, mentre il secondo era più pesante e impacciato nel volo, di norma avrebbe avuto la peggio contro un monoposto-monomotore, ma era armato di cannoni di calibro maggiore e più tardi nella guerra, grazie alle sue dimensioni, era capace di trasportare un radar autonomamente dalle postazioni terrestri che lo rendevano ideale nel ruolo di intercettore e caccia notturno. In questi anni nacque anche il radar, invenzione britannica, ma velocemente esportato negli Stati Uniti e adottato anche in Germania. Era l'unico modo per prevedere con un certo anticipo un attacco aereo nemico e permettere ai propri caccia di decollare in tempo. Dapprima solo in postazioni terrestri, poi anche montato su aerei. Gli armamenti impiegati erano mitragliatrici, cannoni di piccolo calibro, bombe a caduta libera e con l'avanzare della guerra anche razzi non guidati aria-terra o aria-aria per spezzare le formazioni di bombardieri nemici. A fianco dell'Aeronautica si svilupparono anche accorgimenti a terra per limitare i danni degli attacchi aerei o per poter reagire autonomamente dalla propria aeronautica da caccia: nacquero i rifugi antiaerei, i bunker, i cannoni antiaerei di medio calibro (in tedesco detti FlaK, per '''''Fl'''ug'''a'''bwehr'''k'''anone'') che sparavano granate tipicamente da 88 mm che esplodevano ad una quota preprogrammata e i piccoli cannoni e mitragliatrici a tiro rapido per difesa ravvicinata, che a volte erano montati su veicoli semicingolati per poter assicurare alle forze meccanizzate un minimo di difesa antiaerea. Ma alla fine della guerra, all'apice dello sviluppo degli aerei ad elica, una nuova invenzione sviluppata in quegli anni da tedeschi e britannici stava per rivoluzionare completamente l'aeroplano per la seconda volta dopo il passaggio alla produzione di monoplani: era il motore a getto. A questo punto, arrivati sul finire della seconda guerra mondiale, è necessario dividere l'evoluzione delle tecnologie aeronautiche in militare e civile. Fusoliera Ala Impennaggio Flaps Carrello d'atterraggio Cabina di pilotaggio === Componenti === Le componenti principali sono: * Fusoliera * Ala * Impennaggio * Flaps * Carrello d'atterraggio * Cabina di pilotaggio === Funzionamento === In base alla classificazione scientifica, gli aeroplani sono dei velivoli, insieme agli idrovolanti e agli anfibi. In quanto tali, sono in grado di volare utilizzando una forza aerodinamica (detta portanza), generata grazie al moto relativo dell'aria lungo una superficie fissa (chiamata ala). Differiscono dagli alianti, in quanto dotati di uno o più motori e per questo motivo rientrano nella più grande categoria delle aerodine a motore, a cui appartengono anche gli elicotteri e altri aeromobili, che però non hanno ali fisse. Gli aerei sono divisi in due categorie, militari e civili. Quelli militari a loro volta si dividono in aerei da caccia, bombardieri, aerei da attacco al suolo, aerei da addestramento, aerei da ricognizione, aerei da trasporto. Quelli civili si dividono in aerei di linea, aerei per trasporto merci (detti anche ''cargo''), ''jet executive'' e aerei da turismo (che nella pratica si può dire che sostanzialmente ormai comprendono anche la categoria degli ultraleggeri). In generale poi si hanno aerei acrobatici che di solito sono aerei da caccia, da addestramento o da turismo, a volte modificati per adattarli alle particolari sollecitazioni del volo acrobatico. Altra suddivisione è tra aerei "treassi", nei quali il pilota ha il controllo dell'asse di imbardata, asse di beccheggio e asse di rollio, e aerei "pendolari", nei quali l'imbardata è assente. === Forze che agiscono sull'aereo === Le quattro forze che agiscono sull'aereo sono: *''Portanza'': è la forza che agisce sulle ali dell'aereo che permette di sostenerlo in aria. *''Peso'': è la forza che mantiene il mezzo nell'atmosfera terrestre. *''Resistenza aerodinamica'': varia rispetto all'aerodinamica dell'aereo, la resistenza permette all'aereo di fermarsi o di rallentare, senza la resistenza l'aereo una volta acquisita velocità, non potrebbe più fermarsi. *''Spinta'': è la forza che molto spesso è provocata dal motore dell'aereo, senza la spinta l'aereo non potrebbe avanzare e in conseguenza non può acquisire portanza. Gli aerei militari possono essere sia di ''combattimento'' o di ''non-combattimento''. * Gli aerei da combattimento sono aerei designati per distruggere strutture/equipaggiamenti/velivoli nemici usando il proprio armamento. Gli aerei da combattimento si dividono principalmente in: ** aereo da caccia per ''combattimento aereo'' ** bombardiere per ''bombardamento strategico'' ** cacciabombardiere per ''bombardamento tattico'' ** aereo da attacco al suolo per ''supporto aereo ravvicinato'' * Gli aerei da non-combattimento sono quegli aerei non designati per il combattimento come loro funzione primaria; possono trasportare armamenti e armi per auto-difesa e sono principalmente utilizzati in ruoli di supporto. Si suddividono in: ** aereo da ricognizione ** aerocisterna ** aereo da trasporto ** aereo da addestramento ; I caccia F-16 Fighting Falcon Negli ultimi mesi della seconda guerra mondiale apparvero i primi modelli di aerei a reazione: avevano lo schema degli aerei a eliche con le ali perpendicolari alla fusoliera e i motori a getto affogati nelle due semiali. Per la Germania, prima ad ideare il motore a getto, venne messo in servizio il Messerschmitt Me 262, mentre la Gran Bretagna rispose subito con il Gloster Meteor. Entrambi i velivoli si dimostrarono subito nettamente superiori per velocità, capacità di carico e accelerazione di tutti i loro precursori a eliche, ma i numeri ridotti di produzione ne limitarono l'impiego bellico. Ma ormai la strada era segnata. Subito dopo la fine della guerra era chiaro che tutti i modelli che l'avevano combattuta erano ormai obsoleti: come al tempo del passaggio dal biplano al monoplano, così gli aerei a reazione erano capaci di prestazioni che per gli aerei a eliche erano semplicemente impossibili. ; I bombardieri Il bombardiere strategico, il Boeing B-52 Stratofortress La seconda guerra mondiale venne chiusa con le due bombe atomiche sganciate sul Giappone, rendendo chiaro a tutte le potenze quanto fosse importante possedere armamenti atomici. Avere la bomba atomica però non era sufficiente: servivano anche i vettori adeguati a trasportarla su bersagli lontani migliaia di chilometri dalla madrepatria; la soluzione al trasporto della potenza nucleare di un Paese alla fine degli anni quaranta e inizio anni cinquanta era il bombardiere strategico. I bombardieri ad elica della seconda guerra mondiale divennero ancor più velocemente obsoleti dei caccia ad elica. Già dal 1946 vennero ritirati gran parte dei modelli di bombardieri che avevano martellato le città dell'Asse. Solo il B-29 statunitense (che effettuò il bombardamento di Hiroshima e Nagasaki) sembrava appropriato a trasportare tali armamenti: servivano infatti alte quote operative, alte velocità ed un carico bellico il più possibile elevato. Sin dai primi anni cinquanta vennero sperimentati e poi introdotti i primi bombardieri strategici con motori a reazione, che in breve avrebbero equipaggiato tutte le flotte da bombardamento. Boeing 767 intitolato al pilota Alitalia Alberto Nassetti Boeing 747-200 dell'Air France de Havilland DH.106 Comet McDonnell Douglas MD-80 Boeing 737 Boeing 747 Boeing 757 Un Concorde della British Airways Con la fine della seconda guerra mondiale il Mondo si ritrovò davanti ad una distruzione mai vista prima, ma arricchito di molte tecnologie utilizzate per la guerra e che diventavano interessanti da un punto di vista civile. L'ambito aeronautico fu uno dei principali beneficiari. Prima della guerra erano noti alcuni aerei civili ad elica e alcuni aerei che poi sarebbero diventati dei bombardieri erano stati sviluppati sotto la falsa immagine di aerei per il trasporto di persone. Di norma non potevano trasportare più di 20-30 persone e come detto gli idrovolanti erano dei concorrenti molto validi dell'aereo classico (da ricordare gli idrovolanti tedeschi Dornier Wal degli anni 1920 e i più famosi Do X degli anni 1930 capaci di trasportare fino a 100 passeggeri). Anche il raggio era limitato (1000 km circa), per non parlare delle velocità che si aggiravano sui 300–400 km/h dei trasporti più veloci. Al momento dell'entrata in guerra degli Stati Uniti, l'esercito statunitense si trovò nella necessità di trasportare al di là degli oceani (Atlantico e Pacifico) grandi quantità di uomini e mezzi in breve tempo. Se per trasportare un'intera divisione corazzata con tutti i carri armati erano ovviamente necessarie le navi, così non lo era per compagnie di fucilieri, documenti importanti, pezzi di ricambio di vitale importanza, personalità di spicco e la posta. Così nacquero alcuni notevoli aerei ad elica di grandi dimensioni e con capacità di carico non indifferenti come i C-54 Skymaster (Douglas DC-4 per le compagnie civili dopo la guerra), i Lockheed Constellation (dopo la guerra saranno rinominati L049 mentre i nuovi costruiti già come aerei di linea avranno il nome di L649), i C-74 Globemaster, C-97 (sviluppato durante la guerra, ma pronto in ritardo). Oltre a loro c'erano aerei cargo un po' più piccoli, ma sicuramente più famosi come i C-119 Flying Boxcar, ma soprattutto i C-47 (o DC-3 in ambito civile, ''Dakota'' per i britannici) e gli Junkers Ju 52 tedeschi. Gli ultimi tre tipi citati erano anche usati per il lancio di paracadutisti dietro le linee nemiche e in questo ruolo gli aerei alleati si resero famosi paracadutando sulla Francia occupata le divisioni aerotrasportate americane 82º e 101º e i Red Devils, paracadutisti britannici. Dopo la guerra il grande quantitativo di materiale bellico prodotto, quando possibile, venne convertito a compiti civili. Così i trasporti militari a elica furono uno dei principali prodotti di guerra facilmente riadattabili ad un compito civile di aerei di linea e trasporto merci. Molte compagnie aeree, soprattutto americane si avvantaggiarono di questo usato di guerra per espandere ed arricchire la loro rete di collegamenti mondiali rendendo il mondo più piccolo. In questo ruolo l'aereo insieme a tante altre cause ha dato il suo contributo ad evitare nuove guerre globali permettendo una più facile e reale conoscenza tra i popoli del mondo. Ma anche nel ruolo di aerei di linea la strada della propulsione ad elica era ormai finita. Iniziava il trasporto di linea moderno, inteso come fenomeno di massa. Già dal 1943, nel Regno Unito si stava studiando una soluzione per un aereo di linea e da trasporto a propulsione a getto a medio-lungo raggio con una capacità di carico di 80 persone e velocità di 800 km/h. Da notare che queste specifiche erano da considerare qualcosa di fantascientifico negli anni 1940, e neanche i più veloci caccia erano capaci di simili velocità per non parlare dell'autonomia e del carico al di là delle possibilità di qualunque trasporto ad eliche. Infine il 27 luglio 1949, nel Regno Unito spiccava il volo il primo aereo di linea con motori a getto: il de Havilland DH 106 Comet. Era un periodo di studi sull'aerodinamica, quindi è normale che la sua struttura fosse leggermente diversa da quella che normalmente attribuiamo ad un aereo di linea: aveva 4 motori a getto incassati in coppia nelle due radici alari (non sporgevano come negli ultimi modelli costruiti) e la fusoliera non era esattamente circolare, ma presentava due rigonfiamenti nella parte sottostante. Comunque in linea di massima aveva già un design moderno e le dimensioni di un MD-80. Il Comet nonostante sia stato il primo aereo di linea con motori a getto non ha avuto la fortuna che ci si poteva aspettare: all'inizio degli anni 1950 si appurò che aveva alcuni problemi strutturali che avevano portato ad incidenti legati a cedimenti. I problemi del Comet furono l'inizio del primo serio studio del cedimento a fatica dei metalli. Una volta risolti i problemi era ormai troppo tardi per recuperare la strada persa sui concorrenti statunitensi Boeing e Douglas che intanto avevano praticamente monopolizzato il mercato del mondo occidentale. Il Comet venne quindi sviluppato in versione militare per la RAF sotto il nome di Nimrod e negli anni ottanta ha cessato il servizio, dopo essere stato battuto ancora una volta dai rivali statunitensi di sempre per la scelta di un aereo radar per la RAF. Negli anni cinquanta, in Francia, la Sud Est mise sul mercato il Caravelle, un velivolo di forma moderna con due motori a getto in coda (delle dimensioni di un 737). Il Caravelle è stato il primo aviogetto di linea di completo successo di vendita. Il successo del Caravelle e il successo solo parziale del Comet, segnarono praticamente la fine della produzione europea di aerei di linea (e come abbiamo visto neanche nel settore militare le cose andranno meglio). Il BAC One-Eleven, un aereo per tratte corte (interne e internazionali) prodotto in poche centinaia in Gran Bretagna (ma anche in licenza in Romania) sarà l'ultimo velivolo di linea europeo fino alla collaborazione franco-britannica per arrivare al Concorde (di cui si discuterà dopo), ma soprattutto fino alla costituzione del consorzio Airbus negli anni 1970. Negli Stati Uniti le aziende aerospaziali potevano contare su enormi capitali, grazie all'espansione avuta durante la guerra, se a questi si uniscono la rapida ricerca tecnologica e l'intuizione del fatto che ormai le aziende aerospaziali dovevano avere certe dimensioni, si capisce il successo della Boeing e della Douglas. In Europa infatti non si era capito, soprattutto per le striscianti rivalità tra gli Stati, non ancora pronti alla collaborazione, che ormai le piccole aziende nazionali non erano più in grado di produrre grande innovazione. La Douglas dopo aver ottenuto successo negli anni 1930 con i DC-2/3 (il DC-1 era solo dimostrativo) costruì i DC-4, velivoli a eliche, ma dalla forma moderna, con il carrello d'atterraggio come lo conosciamo e della capacità di 60 passeggeri. L'ultimo aereo di linea ad eliche di successo è stato il DC-7 negli anni 1950, ma il suo sviluppo è stato minato dal successo degli aviogetti. Così, alla fine degli anni 1950, inizio 1960 la Douglas metteva in commercio il DC-8, un aereo del tutto moderno a propulsione a getto. Infine negli anni 1970, sono apparsi i velivoli moderni più noti della Douglas: il DC-9 (un bimotore a medio-corto raggio, con motori in coda e impennaggi a T) e il DC-10, un trimotore a lungo raggio con un motore alla radice della coda e gli altri 2 sulle ali. Entrambi i progetti sono stati aggiornati quando la Douglas si è fusa con la McDonnell dando origine alla McDonnell Douglas dando origine agli MD-80 (DC-9) e MD-11 (DC-10). Questi ultime due famiglie di aerei sono stati in produzione per diversi decenni, e sono stati ritirati dalla produzione solo in seguito alla fusione tra la McDonnell Douglas e la Boeing. Quando si sente parlare di aerei di linea non è raro sentire frasi del tipo "quando il Boeing è atterrato", "un Boeing carico d'aiuti", "un Boeing è precipitato". Parlare di Boeing equivale a parlare di aereo civile, tanto che non è raro nel settore dell'informazione sentire parlare erroneamente di "boeing" riferendosi a qualunque aereo di linea. Questo è dovuto all'enorme successo della compagnia statunitense nel settore degli aerei di linea, tanto che negli anni 1990 la Boeing è riuscita a comprare la rivale di sempre McDonnell Douglas. L'enorme successo dei modelli 7n7, come sono chiamati i velivoli di linea della Boeing, è iniziato il 15 luglio 1954, quando il 707 (C-135 per l'USAF) spiccava il primo volo. Era un aereo per tratte medie-lunghe, quadrimotore con i motori sotto le ali. In breve il suo modello aerodinamico sarebbe stato riconosciuto come quello di maggiore successo per gli aerei di linea, tanto che è stato ripreso su ogni aereo di linea successivo. Fu progettato inizialmente per i militari e successivamente commercializzato sui mercati civili con la prima versione di linea 707-120 e seguito nel 1959 dal 707-320 Intercontinental che ne fece il primo aereo di linea per il volo intercontinentale come lo conosciamo noi. Il 707 e C-135 è stato costruito fino al 1980, con 1850 esemplari costruiti (1000 per il mercato civile), sviluppato in numerosissime varianti civili e militari. Insieme al 707, all'inizio degli anni 1960, nasceva il 727, un aereo di linea per brevi e medie tratte con 3 motori in coda, ma condividendo l'aerodinamica del 707. Seguirono tutti i modelli che affollano ancora gli aeroporti e i cieli del mondo: 737, 747, 757, 767 e successivamente 777 e 787. Nella panoramica delle aziende aerospaziali americane, nel mercato di aerei di linea manca la Lockheed. Infatti negli anni 1970 la Lockheed cercò di entrare nel mercato civile con la produzione del L-1011 TriStar: era molto simile al DC-10, ma oltre ad un limitato successo di vendite, il velivolo soffrì della recessione nel settore degli aerei di linea degli anni ottanta, per cui ''Lockheed Martin'' (nel frattempo c'è stata la fusione tra la Lockheed e la Martin Marietta) rimane sinonimo esclusivamente di tecnologia aerospaziale militare. Un Airbus A380, l'aereo per il trasporto passeggeri più grande al mondo Un Antonov An-225 Mriya, l'aereo più grande al mondo ma con un'apertura alare minore del più piccolo Hughes H-4 Hercules Un Boeing 767-400ER della Delta Air Lines In Europa, come nel caso degli aerei militari, il black-out totale nella produzione aerospaziale durò circa 20-30 anni e anche nel settore civile a dare l'impulso alla produzione di aerei europei fu la Francia: come abbiamo visto negli anni 1950 l'Europa si era ritirata dal settore lasciando agli Stati Uniti l'intero mercato. A partire da studi separati francesi e britannici degli anni 1950 e 1960, le due nazioni unirono gli sforzi per la produzione di un aereo commerciale con velocità supersonica e raggio intercontinentale. Nel 1969, il Concorde faceva il primo volo. Ma l'ambizioso progetto Concorde fu in pratica un insuccesso visti i limitatissimi numeri di produzione e la mancata esportazione a paesi terzi. La causa è nota: come nel caso della Lockheed con il TriStar, il Concorde, una macchina dai consumi e dal costo di gestione elevatissimi soffrì della crisi che investì il settore aerospaziale dopo la crisi del petrolio degli anni 1970 provocata dalla guerra del Kippur (ottobre 1973) tra Israele e gli stati arabi. Nonostante l'insuccesso concreto, il progetto Concorde ottenne un grande successo indiretto, proprio per ciò che il suo nome auspicava: la "concordia": finalmente le nazioni dell'Europa Occidentale lasciarono da parte le rivalità e le gelosie nazionali e si unirono anche in campo aeronautico per la realizzazione di grandi aerei di linea che potessero competere con quelli della Boeing. Fortemente voluto dalla Francia, negli anni 1970 nacque il consorzio Airbus Industries, dalla fusione di Aerospatiale francese, Hawker Siddley (poi BAe) britannica, Fokker VFW tedesca e CASA spagnola. Il primo aviogetto dell'Airbus è stato l'A300, seguito da tutta una serie di A-3n0 con impieghi che coprono l'intera gamma di trasporto civile, dai voli interni fino a quelli intercontinentali. All'inizio degli anni 2000, l'Airbus è il nuovo rivale della Boeing, con un successo di vendite pari a quello del tradizionale gigante statunitense. La competizione si gioca essenzialmente su due prestazioni: la portata e l'autonomia, ossia il numero di passeggeri che l'aereo può trasportare a pieno carico e quante ore può volare con un pieno di carburante. Da notare la mancanza dell'Italia, sempre molto filoamericana dal punto di vista aeronautico tanto che sia Alitalia che l'Aeronautica Militare usano diversi velivoli made in USA. Infine si può rilevare che essenzialmente le tecnologie principali dei trasporti aerei (propulsione, studio aerodinamico) siano ferme circa agli anni settanta (come del resto abbiamo visto per gli aerei militari), da quando l'innovazione nel settore civile si è soffermata su risparmio di carburante, comfort per il passeggero, basso inquinamento, materiali leggeri e avionica settori in cui sono stati fatti decisi passi avanti: * la tecnologia dei materiali applicata ai propulsori permette di produrre motori molto più potenti, affidabili e silenziosi, che consumano circa il 50% in meno dei motori in produzione negli anni settanta; * l'utilizzazione delle moderne tecnologie informatiche ha rivoluzionato l'avionica, tanto che la cabina di pilotaggio di un moderno aereo di linea assomiglia davvero poco a quella di un aereo progettato negli anni settanta. L'utilizzo di sistemi computerizzati a bordo degli aerei ha anche permesso la soppressione del terzo componente dell'equipaggio di volo, l'ingegnere di volo o tecnico di volo, cui era prima deputata la gestione dei sistemi dell'aeromobile in gran parte affidata a computer. Lo sviluppo delle tecnologie informatiche ha poi portato alla diffusione dei sistemi di volo fly-by-wire, grazie ai quali il pilota non controlla direttamente le superfici di controllo dell'aeromobile, ma i suoi comandi sono prima filtrati ed elaborati da una serie ridondante di computer che assicura che l'aereo non superi i limiti di certificazione; * a partire dall'Airbus A320 e, in misura maggiore, con il Boeing 777, la progettazione degli aerei è ormai interamente realizzata al computer, sia per ridurre i costi, sia per assicurare adeguati margini di sicurezza ed efficienza; * a partire dagli aeromobili di ultima generazione (Boeing 787 ed Airbus A350 XWB) i materiali compositi, prima utilizzati solo per determinati componenti dell'aereo, sostituiscono l'alluminio nella realizzazione della fusoliera, ciò che comporta sia una riduzione di peso sia un aumento della resistenza, specie alla corrosione. === Civili e da trasporto === * Aérospatiale * Airbus * Alenia Aermacchi * Alenia Aeronautica * Antonov * ATR * Avro * BAC * BAe * BAE Systems * Beriev * Beechcraft * Boeing * Bombardier * British Aerospace * Caproni * Cessna Aircraft * Convair * Dassault Aviation * de Havilland * de Havilland Canada * Dornier-Werke GmbH * Douglas Aircraft Company * EADS * Embraer * Fairchild Aircraft * Fiat Aviazione * Fokker * Grob Aerospace * Gulfstream Aerospace * Ilyushin * Junkers GmbH * McDonnell Douglas * Messerschmitt AG * Mitsubishi Heavy Industries * Morane-Saulnier * Nihon Aircraft Manufacturing Corporation * Nord Aviation * Officine Meccaniche Reggiane * Piaggio Aero Industries * Pilatus Aircraft * Piper Aircraft * Rekkof Aircraft * Saab * SIAI-Marchetti * SOCATA * Sud Aviation * Sukhoi * Tupolev * United Aircraft Corporation * Yakovlev Design Bureau === Militari dal 1945 === F-117 con tecnologia ''stealth'', quasi invisibile ai radar. ; * Caccia: F-4, F-5, F-5E Tiger, F-8, Grumman F-11 Tiger, F-14, F-15, F-15E, F-16, F/A-18, F/A-18 Super Hornet, F-22, F-35 ''JSF'', F-80 Shooting Star, Republic F-84, F-86 Sabre, F-100 Super Sabre, F-101 Voodoo, F-102 Delta Dagger, F-104, F-105 Thunderchief, F-106, FH-1 Phantom, F-2H Banshee, F-3H Demon, F-7U Cutlass, Grumman F-9F, AV-8B * Bombardieri: F-111, F-117, B-36 B-47, B-52, B-58, B-2, B-1B, B-66 * Supporto / attacco: A-4, A-6, LTV A-7 Corsair IIA-7, A-10, OV-10 Bronco, A-37 Dragonfly, T-45 * Trasporto: C-141, C-17, C-123, C-130, C-5, C-21 C-40 ; / Mig-27 * Caccia: MiG-15, MiG-17, MiG-19, MiG-21, MiG-23, MiG-25, MiG-29, MiG-31, Su-7, Su-9, Su-11, Su-17, Su-20, Su-22, Su-15, Su-27, Su-30, Su-33, Su-35, Su-37, Yak-38, Yak-141, Tu-28/128 * Bombardieri: Ilyushin Il-28, Tu-16, Tu-22, Tu-22M, Tu-95/142, Tu-160, Su-24, Su-34 * Supporto / attacco: MiG-27, Su-25, Su-39, MiG-AT * Trasporto: Il-76, An-2, An-12, An-22, An-26, An-32, An-72, An-124, An-225 ; Dassault Mirage 2000 * aereo da caccia: MD 450 Ouragan, MD 452 Mystère II, MD 454 Mystère IV, Super Mystère, Mirage III, Mirage F1, Mirage 5, Mirage 2000, Mirage 50, Rafale * bombardiere: Dassault Mirage IV * cacciabombardiere/aereo da attacco al suolo: Vautour, Étendard, Super Étendard, Dassault Mirage 2000D/N, Jaguar * aereo da ricognizione: Atlantic, Falcon Guardian, C-160G Gabriel * aereo da trasporto: MD 315 Flamant, MD 415 Communauté, Transall C-160 * aereo da addestramento: Epsilon, Alpha Jet, Fouga CM-170 Magister, Fouga CM-175 Zéphir, Morane-Saulnier MS.760 Paris ; Hawker Siddeley Harrier * Caccia: Gloster Meteor, Gloster Javelin, de Havilland DH.100 Vampire, Lightning, Hawker Hunter, Hawker Siddeley Harrier, Tornado ADV * Bombardieri: Canberra, Avro Vulcan, Handley Page Victor, Vickers Valiant, Bristol Bucaneer, Tornado IDS * Supporto / attacco: BAC 167 Strikemaster, Hawk ; Panavia Tornado * Caccia: Tornado ADV, Alenia Aermacchi M-346 Master, Eurofighter Typhoon * Bombardieri: AMX, AMX-T, Tornado IDS, Tornado IT-ECR * Supporto / attacco: RQ-1 Predator, Fiat G.91 * Trasporto: C-130J, C-130J-30, C-27J, KC-767A, A319CJ, Falcon 50, Falcon 900 EX/Easy, P180 Avanti ; * Caccia: Shenyang J-8, Chengdu J-10, Joint Fighter JF-17 Thunder * Supporto / attacco: JH-7 ; * Caccia: Saab 35 Draken, Saab 37 Viggen, Saab JAS 39 Gripen ; Altri paesi, progetti internazionali * Caccia: Eurofighter, Folland Gnat, Mitsubishi F-1, AIDC F-CK-1 Ching-kuo, CF-100 Canuck, Kfir F-21A * Supporto / attacco: SEPECAT Jaguar, Soko G-2 Galeb, Soko J-1 Jastreb, Soko G-4 Super Galeb, Orao, AMX, CASA C-101, MB-326, MB-339, M-346, IA-58 Pucará, IA-63 Pampa, Fuji T-1 * Trasporto: C-160, C-27, de Havilland Canada DHC-4 Caribou, CASA C-212, Alenia G.222 CASA CN-235, Kawasaki C-1
Avola
'''Avola''' è un comune italiano di abitanti del libero consorzio comunale di Siracusa in Sicilia. A pianta esagonale, si affaccia sulla costa ionica della Sicilia orientale nel Golfo di Noto.
=== Storia antica e medievale === Secondo taluni, l'origine della città risale a Hybla Major sita in prossimità della costa sud-orientale della Sicilia. La zona, abitata precedentemente dai Sicani, fu invasa dai Siculi e divenne teatro di lotte per il predominio sulla regione. Il termine ''Hybla'' non è greco ma pre-ellenico, probabilmente sicano, ed è il nome di una Dea adorata da entrambe le popolazioni (identificata poi con l'Afrodite ellenica). I Siculi combatterono gli indigeni e si insediarono definitivamente sul territorio a cavallo fra il XIII e il XII secolo a.C. Dell'epoca dei Siculi sono testimonianza i numerosi reperti, soprattutto vasellame e stoviglie, rinvenuti in alcune tombe in quella che è oggi la Riserva naturale orientata Cavagrande del Cassibile. Successivamente i Greci colonizzarono la zona intorno alla metà dell'VIII secolo a.C. trovando una civiltà già influenzata e raffinatasi a contatto con i Fenici. Durante il IV sec. a.C. il sito conobbe la dominazione del tiranno Dionisio I di Siracusa. Nel III secolo a.C., a seguito della Prima guerra punica, il predominio greco-cartaginese passò ai Romani che costituirono la provincia di Sicilia (227 a.C.), pur lasciando un'ampia autonomia a Siracusa e a tutti i possedimenti di questa città nella parte sudorientale dell'isola, fra cui anche la zona di ''Hybla Major''. La soppressione delle istituzioni statuali siracusane nel corso della seconda guerra punica, vide l'occupazione militare romana di tutta la Sicilia sud orientale attorno alla metà del penultimo decennio del III secolo a.C. (definitiva dopo la caduta di Siracusa nel 212 a.C.). Con la dominazione romana, protrattasi fino al 450 circa, tutto il territorio perse il suo antico splendore. A seguito delle devastazioni e dei saccheggi operati dai Vandali che occuparono l'intera Sicilia attorno alla metà del V secolo, venne cancellato persino il ricordo di ''Hybla major'' e la zona si tramutò in una landa semideserta. Tale situazione si protrasse durante la dominazione ostrogota (V-VI secolo) e bizantina (VI-IX secolo). In epoca araba (IX-XI secolo) il territorio si andò progressivamente ripopolando ma un modestissimo borgo, sul luogo di Avola vecchia, nacque con ogni probabilità solo durante la dominazione normanna o sveva (XI-XIII secolo). === Storia moderna e contemporanea === Pianta della città di Avola in una stampa settecentesca Divenuta dal 1358 signoria della famiglia Aragona, si ebbe un certo risveglio demografico ed economico del paese che si intensificò nel corso del XVI e del XVII secolo soprattutto durante la signoria di Carlo d'Aragona Tagliavia. Alla vigilia dei grandi sconvolgimenti tellurici del 1693, Avola, ancora abbarbicata sulle colline iblee, che si trovano alle spalle dell'attuale abitato, doveva avere una popolazione non inferiore ai seimila abitanti. Ma in quell'anno, ed esattamente il 9 e l'11 gennaio, un violento terremoto, che distrusse la cittadina e numerosi altri centri urbani della Sicilia orientale (fra cui anche Siracusa e Catania), costrinse la popolazione superstite a spostarsi nell'ampia costa sottostante, a otto chilometri di distanza, e a rifondare Avola nel luogo dove prima vi era solo un'estesa e deserta pianura affacciata sul mare, così che Avola da un paese di montagna, si trasformò (a causa del terremoto) in una piana cittadina marittima. ==== La progettazione urbanistica dell'attuale città ==== I lavori di ricostruzione iniziarono negli anni immediatamente successivi al cataclisma per volere del Principe Nicolò Pignatelli Aragona che affidò la progettazione del nuovo abitato a padre Angelo Italia, noto architetto siciliano appartenente all'ordine dei Gesuiti. La città fu edificata a pianta centrica e secondo una struttura geometrica e razionale che le conferì quel nobile aspetto che ancor oggi la caratterizza. Nel corso del XVIII e XIX secolo Avola fu abbellita da alcune pregevoli costruzioni civili (''Palazzo Ducale'', ''Palazzo di Città'', ''Teatro Comunale'' ecc.) e religiose (chiese di ''Sant'Antonio Abate'', ''Sant'Antonio di Padova'' e la fastosa ''Chiesa Madre''). Nei primi decenni del XX secolo vennero eretti anche alcuni eleganti villini ''liberty'' che dettero, e continuano a dare, ulteriore lustro al centro cittadino. ==== Eccidio di Avola ==== La S.S. 115 dopo gli scontri Il 2 dicembre 1968, a causa di un'ondata di scioperi, organizzati dai lavoratori agricoli di Avola e provincia per l'eliminazione delle "gabbie salariali", del "caporalato", e la istituzione della Commissione Sindacale per il Controllo del Collocamento della manodopera, fu attuato dai lavoratori agricoli un blocco stradale (il blocco fu effettuato sulla S.S. 115 che consentiva sia allora che oggi l'entrata e l'uscita di Avola) che provocò l'intervento delle forze dell'ordine. La polizia ordinò ai manifestanti di liberare la strada, ma al loro rifiuto scoppiò una rivolta. La polizia cominciò a sparare ad altezza d'uomo così che uccise due persone e ne ferì quarantotto, di cui cinque in modo grave. Gli scontri (da un lato la polizia armata di mitra e pistole, dall'altro i manifestanti con pietre che venivano staccate dai muretti ai bordi della strada) furono molto brevi, ma molto violenti. Dopo questi fatti la trattativa venne rapidamente conclusa, seppur al prezzo di vite umane. I tragici avvenimenti di quei giorni fecero da scintilla ad alcune rivolte studentesche ed operaie sfociate nelle settimane successive su tutto il territorio nazionale, nell'ambito dei movimenti di massa del Sessantotto. Dopo gli scontri rimasero uccisi sull'asfalto Giuseppe Scibilia, di quarantasette anni, di Avola e Angelo Sigona, di ventinove, di Cassibile. Il deputato del PCI Antonino Piscitello, che si trovava sul posto al momento degli scontri, raccolse oltre due chili di bossoli. === Simboli === Stemma civico Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 14 marzo 2002; lo stemma ha origine negli anni immediatamente successivi al 1860. Il dolmen di Avola === Dolmen === Ad un periodo certamente precedente a quello siculo appartiene un dolmen scoperto nel 1961 in contrada Borgellusa, di fronte all'ospedale civico. L'edificio è costituito apparentemente da una enorme tavola che poggia su due pilastri, modellato seguendo il profilo naturale della roccia, tanto da valergli l'appellativo di ''pseudo-dolmen''. Gli interventi umani sono visibili sia nell'ampliamento che nella geometrizzazione della cavità, oltre che nella forma conferita ai due piedritti laterali. Il pavimento dell'area interna del monumento fu realizzato asportando i materiali arenitico-sabbiosi sottostanti, seguendo la superficie di stratificazione inferiore === Architetture religiose === * Chiesa di Santa Venera * Chiesa di San Giovanni * Chiesa di Sant'Antonio * Chiesa Madre * Chiesa della Madonna del Carmine * Chiesa della Santissima Annunziata * Chiesa della Santa Croce e convento dell'Ordine dei frati minori cappuccini * Chiesa di Santa Maria del Gesù * Chiesa della Madonna delle Grazie * Chiesa del Sacro Cuore di Gesù * Convento di San Domenico. Il 3 Maggio 2012, in occasione del primo anniversario della morte dell'Artista locale Corrado Frateantonio, l’Amministrazione lo ricordò assieme alla famiglia, organizzando una Mostra Antologica (dal 1960 al 2010) nei suoi locali (Cenacolo dei Domenicani), che dal 2014 è stata intitolata al Maestro. === Aree naturali === * Riserva naturale orientata Cavagrande del Cassibile L'antica Tonnara di Avola. Nero d'Avola. L'economia del paese è legata soprattutto ai prodotti agricoli ed alle coltivazioni, marginale è la pesca. Rinomata è la pasticceria, legata alla coltivazione nelle zone limitrofe alla città di Noto di una particolare varietà di mandorla, la Pizzuta d'Avola. Da Avola prende il nome anche il famoso vino, il Nero d'Avola, la cui origine è legata ai vitigni della cittadina e, nonostante oggi sia prodotto soprattutto in altre località, rende Avola famosa in tutto il mondo. Inoltre ad Avola si è molto sviluppato anche il turismo. === Evoluzione demografica === Lido di Avola ===Istruzione=== ====Biblioteche==== Avola dispone della biblioteca comunale "Giuseppe Bianca", la quale occupa i locali dell'antico mercato comunale. === Eventi === * Festa di Santa Venera, ultima domenica di luglio, * Festa di San Sebastiano, seconda domenica di maggio, * Festa di San Corrado, 19 febbraio. * Festa di San Giuseppe, 19 marzo Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune. === Gemellaggi === * * *
Anguillara Sabazia
Il centro storico '''Anguillara Sabazia''' è un comune italiano di abitanti della città metropolitana di Roma Capitale nel Lazio. Sito a a nord-ovest della capitale, il comune si affaccia sul lago di Bracciano; nel 2001 è stato insignito del titolo di città.
===Territorio=== Anguillara, posta sui rilievi Sabatini, si estende su un promontorio sulla sponda sud-orientale del Lago di Bracciano, il terzo per estensione fra i laghi dell'Italia centrale, dopo il Lago Trasimeno e il Lago di Bolsena. Ciò ne fa un importante centro turistico e balneare. Nel territorio comunale, ricadono anche le sponde del lago di Martignano, condivise con i comuni di Roma e Campagnano di Roma. ===Clima=== A causa della vicinanza del paese al lago Sabatino, il clima è mite con frequenti piogge in inverno ed estati calde e afose. Per quanto riguarda i primi insediamenti, Il lago, prima di chiamarsi "di Bracciano" si chiamava "di Anguillara" e, prima ancora, "di Tarquinia". Una ricca patrizia romana, Rutilia Polla, possedeva una villa sulle sponde del lago, proprio sotto la Collegiata, ed allevava pesce di lago per rifornire il mercato di Roma. La villa era a forma di angolo, e perciò detta ''Angularia''; da qui deriverebbe il nome Anguillara. Di Anguillara si ha poi notizia certa da un documento che assegnava i diritti di pesca nel lago al figlio del conte Bellisone, per il quale si sa che nel 1019 esisteva un borgo fortificato (''castrum''), citato anche in una bolla di Papa Innocenzo III del 1205, e in un documento del 1320 che riporta le pretese del notaio ''Pietro di Amadeo'' sul ''castrum Anguillariae''. Divenuta contea (''Contea di Anguillara'') con la famiglia degli Orsini nel XV secolo, Angullara fu incorporta nel 1560 nel Ducato di Bracciano, retto sempre dagli Orsini, fino a che questi la vendettero al marchese Francesco Grillo nel 1693. Divenne comune autonomo nel 1790, per distacco da Roma. Il suffisso Sabazia, derivante dal nome della zona, serve a distinguerlo da un omonimo centro del padovano, Anguillara Veneta. ===Architetture religiose=== * la collegiata di Santa Maria Assunta è situata sul punto più alto del promontorio ove riposa il paese vecchio, e la terrazza limitrofa. Il paese è stato rifatto completamente nel cinquecento; molte case conservano la struttura medievale ad ambienti sovrapposti, non tramezzati, grandi quanto tutto l'edificio e collegati fra loro da una scala centrale che sbocca nel pavimento dell'ambiente superiore. * la quattrocentesca chiesa di San Francesco e i suoi affreschi * la chiesa medioevale della Madonna delle Grazie sul lungolago, con l'affresco della Madonna con Bambino (poi diventato santuario a causa di un miracolo) * la chiesa di San Biagio, cinquecentesca, con le sue tele * la chiesetta della SS. Trinità, del 1689, nei pressi del cimitero, appena fuori dal centro storico ===Architetture civili=== * la porta cinquecentesca, antico punto di ingresso alla città, sormontata da un orologio e unita da un bastione cinquecentesco al torrione medievale; * il torrione medievale, oggi sede del Museo della civiltà contadina e della cultura popolare; * casa antica dei Turco, storica famiglia anguillarina stipulatrice degli accordi anguillo-segnini; * il palazzo comunale con i suoi affreschi; ===Altro=== ;Fonte acqua Claudia Ad Anguillara è presente la sorgente di acqua effervescente naturale ''Clavdia'' (Claudia). Lo stabilimento di imbottigliamento è gestito dalla Tione s.r.l., mentre la fonte è in gestione al comune. Dal marzo 2009 la fonte comunale è chiusa per la presenza di arsenico e manganese, mentre lo stabilimento funziona regolarmente grazie ad un appropriato depuratore * la fontana della Terra ===Siti archeologici=== * Villaggio neolitico. In località "La Marmotta" è stato scoperto un villaggio del neolitico antico, risalente a circa 8.000 anni fa, ora sommerso dalle acque del lago. Nel corso degli scavi subacquei (condotti dal 1989 al 2010 dalla dott.ssa Maria Antonietta Fugazzola Delpino) sono stati recuperati importanti reperti, tra cui numerosissime ceramiche, strumenti di legno, resti paleobotanici e cinque piroghe. Una parte dei materiali è esposta presso il Museo Nazionale Preistorico Etnografico Luigi Pigorini. Una delle piroghe, lunga 9,50 metri e originariamente spezzata in due parti, rinvenuta il 31 luglio 2005 a 12 metri di profondità, è conservata in una teca di 12 metri, contenente sostanze adatte al consolidamento, presso il Centro Espositivo del Neolitico di Anguillara Sabazia, dove dal 1º ottobre 2006 ne è possibile la visione. Il Centro è situato nei pressi della Stazione ferroviaria, in via Anguillarese. * il ponte romano che scavalca il fosso lungo via della Cannella; * i resti romani su vicolo Grondarella; * Villa romana delle Mura di Santo Stefano === Monumenti pubblici === * ''Il Guerriero'': realizzato dall'artista Mauro Martoriati, è collocato vicino all'incrocio di via Tolstoi con via Anguillarese. * ''Ai Caduti del Mare'': presso la Piazza del Molo. Monumento ai Caduti del Mare ===Aree naturali=== * le spiagge e i locali della frazione di Vigna di Valle, situata in un golfo sulla sponda meridionale del lago. *Parco naturale regionale del complesso lacuale di Bracciano - Martignano === Evoluzione demografica === Vicolo Grondarella ===Etnie e minoranze straniere=== Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2010 la popolazione straniera residente era di persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano: *Romania 852 4,51% *Polonia 212 1,12% ===Tradizioni e folclore=== * Torneo dei rioni (luglio) * Festa di settembre in onore della Madonna delle Grazie * Sagra del pesce (fine giugno-inizio luglio) * Broccoletti in piazza (fine marzo) * Festa dei fiori (luglio) *Sagra del fregnaccio "La bella che guarda il lago" in piazza del Pratuccio ad opera dell’artista internazionale Luis Gomez de Teran ===Istruzione=== ====Musei==== *Museo della civiltà contadina e della cultura popolare === Cinema === * La scena del pranzo durante la scampagnata degli studenti con le loro fidanzate in ''Re di denari'' del 1936, di Enrico Guazzoni, con Angelo Musco, è stata girata nei giardini in cima ai bastioni del paese, alle spalle del palazzo del Comune. * Vi è stato girato, per gli esterni, il film ''Cani e gatti'' del 1952, diretto da Leonardo De Mitri. * Il film ''Il nostro campione'' (1955) è stato completamente girato ad Anguillara. * Gran parte delle riprese del film Il carabiniere a cavallo (1961) con Nino Manfredi sono state realizzate ad Anguillara. * la serie di scene del blocco militare lungo la linea ferroviaria ne ''La Marcia su Roma'' di Dino Risi del 1963, con Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi, è stata girata alla stazione di Anguillara e in particolare al passaggio a livello verso la fonte dell'Acqua Claudia. * Una piccola parte del film ''Ecco noi per esempio'' (1978) con Adriano Celentano e Renato Pozzetto è stato girato ad Anguillara. * Alcune scene del famoso ''Pinocchio'' di Carlo Collodi sono state girate sulle sponde del Lago di Martignano, piccolo lago ospitato sul territorio del comune di Anguillara, e sulle vie limitrofe allo stesso. * La scena del film ''Fantozzi'' in cui il ragionier Filini e Fantozzi giocano a tennis è girata ad Anguillara nella zona Poggio dei Pini. Le scene del campeggio dello stesso film sono state girate al Parco del Lago, a dal paese. * Alcune scene della prima serie TV de ''Il commissario Manara'' sono state girate alle spalle della piazza del molo. * Alcune scene de ''Il diavolo e l'acquasanta'' (1983) di Bruno Corbucci con Tomás Milián. * L'episodio ''Rachele'' della serie TV ''Il tredicesimo apostolo'' con Claudio Gioè e Claudia Pandolfi. * La scena dell'incidente del carro funebre nell'episodio "il Candido" di ''Grande, grosso e... Verdone'' è stata girata in via della Cannella, dopo la prima curva scendendo da via di Santo Stefano verso il lago. * Alcune sequenze del film Tutta la conoscenza del mondo (2001) con Giovanna Mezzogiorno, sono state girate in via del Molo * Alcune scene del film ''Nine'' (2009) la cui parte vede come protagonisti Daniel Day-Lewis e Judi Dench passeggiare sulla banchina del lungolago. * Il film ''Gli ultimi saranno ultimi'' (2015) di Massimiliano Bruno, è stato girato ad Anguillara. *Fiction "Chiamami ancora amore". Attori Greta Scarano e Simone Liberati. Anno 2021. ===Eventi=== * Broccoletti in piazza (1ª domenica di febbraio) * Sagra del pesce (luglio) * Sagra dei funghi (2ª domenica di ottobre) * Sagra dei fiori (luglio) Municipio === Artigianato === Tra le attività economiche più tradizionali, diffuse e rinomate vi sono quelle artigianali, come la lavorazione e l'arte del ferro. ===Ferrovie=== Anguillara Sabazia è servita dall'omonima stazione ferroviaria che dista circa 3,5 km dal centro cittadino, nella quale fermano i treni della ferrovia Roma-Capranica-Viterbo. Il collegamento con il centro cittadino è garantito da un servizio bus-navetta a pagamento, la cui frequenza si aggira intorno alla mezz'ora; l'acquisto del biglietto è possibile a bordo del mezzo. ===Porti=== Anguillara Sabazia è inoltre collegata a Bracciano e Trevignano Romano, ad eccezione del periodo invernale, per mezzo della motonave Sabazia II, gestita dal Consorzio Lago di Bracciano. Nel 1872 cambia denominazione da Anguillara ad Anguillara Sabazia. === Calcio === *A.S.D. Anguillara Calcio (gir. B di Prima Categoria) *P.D. Sabazia Calcio (Settore Giovanile e Scolastico) ===Pallavolo=== * ''Volley Anguillara Asd'' che nel 2019-2020 milita nel campionato maschile di Serie B. *Volley Anguillara Asd femminile === Pattinaggio artistico === * A.S.D. SKATING CLUB ANGUILLARA - www.skatingclubanguillara.it === Pallanuoto === * A.S.D. Anguillara Nuoto (Serie C per la Pallanuoto Maschile e Serie B per la Femminile) === Scherma === * Club Scherma Anguillara (ex Club Scherma Gymnasium Sabatia) www.clubschermaanguillara.it Lungolago
Abraham Wald
Contribuì alla teoria delle decisioni, all'analisi sequenziale, alla geometria e all'econometria.
Non potendo frequentare la scuola il sabato in quanto ebreo, adempì all'obbligo scolastico studiando a casa. Grazie all'istruzione ricevuta, venne ammesso alle locali scuole superiori. Nel 1927 iniziò l'università a Vienna dove conseguì nel 1931 il Ph.D. in matematica. In seguito alle persecuzioni dei nazisti seguite all'annessione dell'Austria nel Terzo Reich del 1938, emigrò negli Stati Uniti d'America. Wald, il cui figlio è il fisico teorico Robert Wald, morì in un incidente aereo in India, paese nel quale si era recato per tenere dei seminari di statistica su invito del governo indiano. * * * * * *
Storia di Alitalia
Per '''storia di Alitalia''' si intendono gli eventi storici che hanno caratterizzato il passato della compagnia aerea, dalla sua creazione sino ai tempi più recenti.
Il primo volo di Alitalia con un Fiat G.12 da Torino a Roma Un Avro 691 Lancastrian a Ciampino nel 1948. Un Aermacchi MB-326 da addestramento nel 1964. Un Douglas DC-7C e alcuni Vickers Viscount a Fiumicino nel 1965. Vickers Viscount 745D a Fiumicino nel 1966. Il Sud Aviation Caravelle VI-N a Fiumicino. Il Douglas DC-9-32 a Fiumicino nel 1971. Il Douglas DC-8-62 a Fiumicino nel 1978. Il Boeing 727-200 "Città di Verona" a Fiumicino nel 1979. il Boeing 747-100 a Malpensa nel 1980. Il Boeing 747-200 a Fiumicino nel 1979. Il Douglas DC-10-30 a Malpensa nel 1980. L'Airbus A300-200 a Fiumicino nel 1987. Un Douglas DC-9-32 con la livrea dell'Aermediterranea nel 1985. A seguito della revoca del veto alleato alla ricostituzione dell'aviazione civile italiana, il 16 settembre 1946 venne fondata ''Aerolinee Italiane Internazionali - ALII''; tra i sottoscrittori dei 900 milioni di lire del capitale sociale, era presente British Overseas Airways Corporation (di proprietà el governo del Regno Unito) con il 30% (altre fonti come Foreign Commerce Weekly Volumi 38-39 del Department of Commerce USA o il giornalista Diego Meozzi, indicano il 40%), il Governo Italiano con l'IRI (47%) ed il resto era diviso tra investori privati. Come simbolo adotta una "freccia alata". La flotta iniziale è costituita da 4 Fiat G.12 ed un Savoia Marchetti SM.95 ricevuti in prestito dall'Aeronautica Militare Italiana. Nel 1947 si trasforma in '''Alitalia - Aerolinee Italiane Internazionali''' S.p.a.. Giuseppe De Michelis è il primo presidente e dal 1948 al 1968 sarà invece in carica Nicolò Carandini, che diede un grande contributo per mantenere in vigore i diritti di traffico Alitalia nei collegamenti con gli Stati Uniti. L'avvio dell'operatività commerciale avviene il 5 maggio del 1947 con un trimotore Fiat G.12 "Alcione" (I-DALH), pilotato da Virgilio Reinero, con un volo da Torino a Roma Urbe (allora base d'armamento Alitalia) e poi a Catania, con 18 passeggeri a bordo e al prezzo di 7.000 lire, circa 140 euro odierni). Il 6 luglio dello stesso anno, il Savoia-Marchetti S.M.95 "Marco Polo" effettua il primo collegamento internazionale, da Roma a Oslo con a bordo 38 marinai norvegesi. A marzo dell'anno successivo (1948), con un Lancastrian viene inaugurata la prima tratta intercontinentale, un volo di 36 ore: Milano, Roma, Dakar, Natal, Rio de Janeiro, San Paolo, Buenos Aires.. Nel primo anno di attività, Alitalia trasporta 10.306 passeggeri, 92 tonnellate di merce e 18 di posta. Verso la fine del 1949, la flotta viene completamente rinnovata con quattro Douglas DC-4, acquistati dalla Pan Am ed un network di 7 rotte (Roma-Catania-Malta-Tripoli, Roma-Cairo-Asmara, Roma-Parigi, Roma-Londra, Roma-Milano-Londra, Roma-Nizza-Ginevra, Roma-Dakar-Natal-Rio de Janeiro-Montevideo-Buenos Aires. Nel 1950, entrano in servizio le prime hostess, che indossano delle divise create dalle sorelle Fontana e acquisisce flotta e personale di Linee Aeree Transcontinentali Italiane, che collegava Italia e Centro America. Dal 1951 vengono introdotti i pasti caldi a bordo su piatti di ceramica Richard Ginori e nel 1952 chiude il suo primo bilancio in utile. Il 31 ottobre 1957, l'IRI impone la fusione tra lAlitalia e la LAI - Linee Aeree Italiane, altra compagnia di proprietà statale, nasce così lAlitalia-Linee Aeree Italiane, la "nuova" compagnia diventa quindi l'unica compagnia aerea di bandiera italiana, la base d'armamento è all'aeroporto di Roma-Ciampino, forte di 37 aerei e 3.000 dipendenti. Il 1960 è un anno che segna la definitiva affermazione della compagnia, che diventa anche il vettore ufficiale delle Olimpiadi di Roma. Sempre nello stesso anno, entrano in flotta i primi aerei a reazione (Douglas DC-8 e Sud Aviation Caravelle) e per la prima volta vengono trasportati un milione di passeggeri, che diventeranno 5 milioni entro il 1969. La base d'armamento viene trasferita presso l'aeroporto di Roma-Fiumicino, aperto ufficialmente l'11 gennaio del 1961, e vengono inaugurati anche il "Centro Addestramento Personale Navigante" e la "Città del Volo".. IRI diventa azionista unico dell'azienda. Il 3 giugno 1964 nasce a Napoli l'ATI Aero Trasporti Italiani, filiale di Alitalia, per operare sulla rete nazionale. Nel 1965, la compagnia supera i tre milioni di passeggeri trasportati ed entrano in flotta i DC-9/30. Nello stesso anno, con il 49% delle azioni, fonda Somali Airlines, nel cui azionariato rimarrà fino al 1977. Nel 1967, Alitalia abbandona la sede "storica" di via Maresciallo Pilsudski e si trasferisce al grattacielo dell'EUR. ed acquisce il 40% di Air Zambia. Come riportato nella trasmissione radiofonica Il Mix delle Cinque, condotta da Giovanni Minoli, nel 1967 Alitalia è la settima compagnia aerea del mondo, la terza d'Europa, con 70 nazioni servite, 140 miliardi di fatturato e 10.000 dipendenti. Nel 1969, l'Alitalia è la prima compagnia aerea europea a volare con una flotta di soli velivoli a reazione, e contestualmente decide di rinnovare la propria identità visiva: in questi anni, gli aerei della flotta presentano una livrea bianca e grigia, con una fascia composta da cinque linee azzurre e due nere che corre all'altezza dei finestrini. Gli impennaggi presentano i colori della bandiera italiana e la dicitura Alitalia (scritta in caratteri maiuscoli) è apposta al centro della fusoliera, al di sopra della fascia dei finestrini. L'incarico di rinnovare l'immagine della compagnia viene affidato allo studio grafico Landor & Associates di San Francisco, il cui lavoro è destinato ad avere una lunga fortuna: il vecchio logo della freccia alata viene sostituito dalla lettera A, modellata a somiglianza dell'impennaggio di un aereo, e colorata nelle tinte della bandiera italiana. Le fusoliere degli aerei vengono ridipinte di bianco, con una larga fascia verde (in gergo "cheatline") all'altezza dei finestrini, che si allunga dallo stabilizzatore di coda fino al muso. Secondo una interessante analisi condotta da Ugo Arrigo su Il Sussidiario, Alitalia ha sostanzialmente chiuso in utile tutti i bilanci dei primi 23 anni di esistenza, eccezion fatta per il periodo di start up (1947-1951) e 1958 (post-integrazione con Lai), per controvalore cumulato ad oggi pari a 600 milioni di euro. Boeing 747-200 in atterraggio a Heathrow Il 5 giugno 1970 entra in servizio il primo Boeing 747, chiamato "Neil Armstrong", che viene impiegato sulla tratta Roma-New York. Nel 1973, entrano in servizio i trimotori McDonnell Douglas DC-10 per le tratte intercontinentali. Sempre nello stesso anno, la compagnia inizia a volare verso l'Estremo Oriente, aprendo una rotta verso Tokyo. Il decennio è purtroppo contrassegnato dall'austerity, che ha portato ad un aumento del prezzo del petrolio e una recessione economica mondiale. In America, la deregolamentazione porta alla nascita delle prime compagnie aree low cost, che si affacceranno in Europa qualche decennio più tardi. Nel 1980 nasce la scuola di volo di Alghero. Nel 1982, l'Alitalia trasporta 10 milioni di passeggeri. Negli stessi anni entrano in flotta i McDonnell Douglas MD-80 e gli Airbus A300/B4. Nel 1993 trasporta il 38,7% dei passeggeri di voli internazionali ed è la terza compagnia aerea europea dopo Lufthansa e British Airways. Nel giugno del 1991, la sede dell'Alitalia si trasferisce al Nuovo Centro Direzionale (NCD) alla Magliana (ora in parte abbandonato e lasciato in disuso. Oggi uno dei palazzi viene usato come sede dell'agenzia LeasePlan). Nel dicembre dello stesso anno entrano in flotta i McDonnell Douglas MD-11 e nel 1994 gli Airbus A321, per lo sviluppo del medio raggio. In questi anni la compagnia raggiunge i 20 milioni di passeggeri trasportati. Nel 1995 ha trasportato il 50% di tutti gli italiani che hanno preso un aereo. Nel 1996, viene creata la società operativa ''Alitalia Team'' per la gestione di collegamenti a medio e lungo raggio a basso costo. Sempre nel 1996, nasce il primo sito web di Alitalia. Nel 1997 viene creata Alitalia Express, per sviluppare il trasporto regionale. Negli anni novanta, Alitalia trasporta quasi 28 milioni di passeggeri annui, ma le tensioni sindacali e l'eccessivo piano di investimenti producono risultati di bilancio assai deludenti. Inoltre, la deregulation americana è approdata nel vecchio continente, cambiando il contesto di riferimento. Sembrerebbe che Alitalia non si sia attivata per coglierne le nuove opportunità e sfide; il mercato si è aperto ad altri concorrenti, in particolare le compagnie low cost, attive anche e soprattutto sulle rotte nazionali. Ma la compagnia ha ridotto le tratte intercontinentali operate e non ha effettuato investimenti per adeguare la propria offerta alla domanda crescente (in particolare l'ampliamento della flotta, poiché il mercato è cresciuto a fronte di una azienda che ha mantenuto la stessa dimensione, vedendo così ridotta la propria market share). Nel 1993 comincia un dialogo con Air France, ma questa interrompe le trattative a causa delle proteste sindacali che bocciano il piano di tagli per 4.000 posti e causano le dimissioni dell'allora presidente della compagnia di bandiera francese, Bernard Attali. Nel 1996 l'amministratore delegato Domenico Cempella assume il timone dell'azienda e riesce a chiudere i successivi bilanci in utile, passando dai 1,217 miliardi di perdite del 1996 ai 438 miliardi di utile del 1997. Dopo 11 anni, nel 1998 ridistribuisce il dividendo ai soci, grazie a 408 miliardi di utili. Boeing 767-300ER con il logo Alitalia Team a Newark nel 2001 Questi risultati sono stati prodotti grazie a: * riduzione dei costi; * rinnovamento della struttura dirigenziale * creazione di Alitalia Team S.p.A., per la gestione di voli a medio/lungo raggio a basso costo. Grazie alla concertazione con i sindacati, la società ha potuto riassumere parte del personale di volo e di terra usando nuovi schemi contrattuali, regole e prassi operative e, in sede operativa, strumenti innovativi per l'organizzazione delle risorse, l'impiego degli aerei e degli equipaggi. Anche grazie a questo intervento, il costo del lavoro viene abbattuto di 7 punti percentuali (da 27% al 20%): in questo modo, si è riusciti ad assorbire l'aumento del prezzo del petrolio e la concorrenza dovuta a nuovi vettori, nonché a far passare le ore di sciopero da quota 60.000 ore del periodo marzo 1995-marzo 1996 ad un valore pari allo zero nel 1997; * ricapitalizzazione e vendita del 37% delle azioni tramite quotazione in Borsa di cui il 21% assegnate ai dipendenti Inoltre, Cempella ritiene che Alitalia non possa sopravvivere senza un’alleanza internazionale che ne ottimizzi rotte e feederaggio. Si concretizzano i contatti con KLM, la compagnia ritenuta più complementare ad Alitalia. Gli olandesi si sarebbero occupati del lungo raggio sul Nord America e Asia, Alitalia del breve, medio e lungo sul Sud America e Africa. Il tutto, unito all'apertura del nuovo Hub a Malpensa, ritenuto strategico da KLM per via del suo bacino d'utenza: nel 1999 nascono due accordi di collaborazione con KLM, l'area passeggeri ed area cargo che, nei piani dei dirigenti, dovevano fare da preludio a una fusione. I piani prevedevano la nascita di una compagnia dotata di 300 aeromobili in grado di far viaggiare 40 milioni di passeggeri per un giro d'affari di miliardi di lire. In questo modo Alitalia-KLM mirava ad essere il più grande vettore aereo europeo. Ma il progetto stenta a decollare, prima a causa dei ritardi derivanti dalla costruzione dell'hub di Malpensa (e delle infrastrutture di collegamento) e poi per via delle polemiche politiche per la rivalità che sarebbe nata con Linate e Fiumicino. Cempella stima che il mancato trasferimento dei voli da Linate a Malpensa abbia comportato la perdita di 2,6 milioni di passeggeri per un totale di 60 miliardi di ricavi in meno, ogni mese. Questa situazione, unita al caro petrolio e alla guerra nei Balcani che ha ridotto il traffico aereo, ha portato Alitalia a chiudere il 1999 in pareggio (un leggero attivo), contro i 200 miliardi di lire di utili previsti dal piano industriale. Proprio in seguito alle questioni relative a Malpensa, insieme a lentezze nella privatizzazione completa di Alitalia, KLM recede unilateralmente dalla joint venture. Dal 1º settembre 2000, i voli condotti congiuntamente torneranno ad essere svolti separatamente dai due vettori (ed il bilancio rivide le perdite). Questo porta Cempella (che poi diede le dimissioni) ad esercitare un'azione legale che termina due anni più tardi, quando l'arbitrato internazionale condanna KLM a pagare una penale netta all'Alitalia di 250 milioni di euro, grazie ai quali Alitalia supera il rosso da 50 milioni di euro e chiude in positivo il bilancio 2002 (peraltro ancora oggi è l'ultimo della sua storia ad aver avuto il segno verde). Boeing 767-300ER in livrea SkyTeam, in atterraggio a Toronto-Pearson Nel 2001, anno nero per l'aviazione civile mondiale, Alitalia paga più della concorrenza la flessione della domanda per la sua precedente crisi strutturale, in particolar modo per la concorrenza agguerrita delle compagnie a basso costo. Nello stesso anno Alitalia stipula un'alleanza con Air France ed entra a far parte di SkyTeam, una delle principali alleanze aeree, i cui membri, all'epoca, oltre a Air France, erano Aeroméxico, Delta Air Lines, Korean Air e CSA Czech Airlines. L'accordo con la compagnia francese prevede anche uno scambio azionario del 2%, in virtù del quale i due capi azienda Francesco Mengozzi e Jean-Cyril Spinetta entrano a far parte dei reciproci consigli di amministrazione. Mengozzi, confermato dal governo Berlusconi II, aveva in animo una fusione con Air France e aveva ottenuto che la fusione fosse fatta attribuendo ad Alitalia il 30-35% del capitale della rete francese, ma il governo italiano però respinse la proposta Il 2002 è anche l'anno in cui entrano in flotta i Boeing 777-200ER in sostituzione dei Boeing 747, noti anche come "Jumbo". Nel gennaio 2004, l'Alitalia aveva dipendenti (tra cui 4418 assistenti di volo) e una flotta di 157 aerei (più 3 in ordine); la maggioranza del pacchetto azionario era in mano allo Stato Italiano (62,4%), altri azionisti (tra cui i dipendenti) avevano il 35,6% e Air France il 2%; aveva come sussidiarie e società partecipate: Alitalia Express (100%), Alitalia TEAM (100%), Eurofly (20%). Nel 2005 Alitalia si aggiudica l'asta per il Gruppo Volare (che controllava la compagnia aerea a basso costo Volareweb.com, e la compagnia aerea charter Air Europe) in amministrazione straordinaria. Sempre nel 2005 la compagnia aggiorna ulteriormente la propria identità visiva: lo studio Saatchi & Saatchi ridisegna il logo del 1969, addolcendone gli spigoli e inclinando i caratteri verso destra. La livrea degli aerei viene aggiornata con tale nuovo simbolo e modificata: la "cheatline" verde viene rimpicciolita e spostata al di sotto della linea dei finestrini, mentre la "A" sull'impennaggio viene ingrandita. Secondo ''Il Sole 24 ORE'' dell'11 settembre 2008 che ha controllato il valore patrimoniale di Alitalia, insieme alla banca dati della Thomson Financial che ne ha certificato l'esattezza, un'azione di Alitalia in Borsa valeva circa 10 euro nel 2001 e solo 1,57 euro nel 2006. A fine 2006 il governo Prodi decide di cedere la compagnia, vendendo il 30,1% (poi innalzato al 39,9%) del capitale azionario, facendo così scattare l'obbligatorietà dell'OPA per il nuovo compratore. La gara però, dopo otto mesi, fallisce per il ritiro progressivo di tutti i concorrenti. Tra i partecipanti alla gara i pretendenti più autorevoli erano AP Holding di Carlo Toto (''Finanziaria'' che controlla Air One), Texas Pacific Group (fondo americano che ha già lavorato nel rilancio di Continental Airlines e Ryanair) e la compagnia russa Aeroflot. Il 1º agosto 2007 il presidente Libonati si dimette a pochi mesi dall'incarico ricevuto e il Ministero dell'Economia e delle Finanze designa come successore Maurizio Prato, a cui vengono delegati pieni poteri per la gestione aziendale e l'individuazione del percorso per proseguire con la privatizzazione. Nel successivo consiglio di amministrazione del 30 agosto viene approvato il piano di "sopravvivenza" 2008/2010 che prevede il ritorno a un unico hub (Roma Fiumicino) e il conseguente drastico ridimensionamento della base di Malpensa. Decisione molto contestata dai vertici istituzionali lombardi e che nei mesi a seguire comporterà l'avvio di una causa civile da parte della SEA, con richiesta di un risarcimento danni per 1,25 miliardi di euro. Al secondo tentativo di privatizzazione manifestano interesse Air France-KLM (partner di Alitalia in SkyTeam), Lufthansa, AP Holding (controllante di Air One), Aeroflot, e una cordata con rappresentante legale Antonio Baldassarre (già amministratore delegato della RAI durante il secondo governo Berlusconi). Il 21 dicembre 2007 il consiglio d'amministrazione Alitalia individua in Air France-KLM l'interlocutore con cui avviare una trattativa in esclusiva.. Scelta avallata, una settimana più tardi, anche dall'azionista principale.. Il 15 marzo 2008, Alitalia accetta l'offerta vincolante di Air France-KLM che prevede un'offerta pubblica di scambio sul 100% delle azioni di Alitalia con una permuta di 160 azioni Alitalia per ogni azione Air France-KLM e un'offerta pubblica di acquisto sul 100% delle obbligazioni convertibili Alitalia. Il valore dell'offerta sarà di 1,7 miliardi di euro e comprende la ricapitalizzazione di 1 miliardo, 138,5 milioni per l'acquisto delle azioni Alitalia, valutate singolarmente 0.099 euro, e 608 milioni per le obbligazioni convertibili. L'offerta è vincolata da una serie di condizioni, tra cui: il raggiungimento di un accordo con i sindacati, l'impegno scritto del governo a mantenere il portafoglio dei diritti di traffico di Alitalia, la sottoscrizione di un accordo con Aeroporti di Roma sui livelli di servizio necessari per l'attuazione del Business Plan 2008-2010, un accordo con Fintecna e Alitalia Servizi che preveda il rientro in Alitalia di attività come la manutenzione e i servizi di terra e la rinegoziazione di alcune clausole dei contratti di servizio, il ritiro del contenzioso in essere con la SEA. Tutte condizioni che si devono risolvere entro il 31 marzo 2008. Alitalia manterrà però un ruolo autonomo, identità italiana e proprio marchio, logo e livrea. Si prevedono tra l'altro esuberi per 2100 unità (solo per Alitalia Servizi). Se il ministero dell'Economia aderirà all'offerta, lo Stato italiano avrà una quota dell'1,4% nel capitale del gruppo franco-olandese e un consigliere italiano indicato dal Ministero delle economie e delle finanze italiano per 6 anni nel consiglio d'amministrazione di Alitalia. La flotta Alitalia si ridurrà a 149 aerei. Il nuovo gruppo si baserà su tre basi, Amsterdam, Parigi e Roma. A fine marzo, Alitalia diventa uno dei principali temi della campagna elettorale. Il 2 aprile 2008 Maurizio Prato si dimette a causa del mancato accordo con le parti sociali. Questa decisione, anche a seguito del rifiuto di Silvio Berlusconi a garantire che (in caso di una sua nuova elezione a Palazzo Chigi) avrebbe proseguito un eventuale accordo, garanzia richiesta da Prodi per poter concludere la trattativa, porta il 21 aprile il presidente francese Jean-Cyril Spinetta ad annunciare il ritiro dell'offerta di acquisto di Air France-KLM. Il giorno dopo il Consiglio dei ministri, su richiesta di Berlusconi, approva un decreto legge che concede un prestito ad Alitalia di 300 milioni da restituire entro il 31 dicembre. Iniziativa contestata dalla Commissione Europea che ravvisa degli illeciti aiuti di stato. Il caso è seguito dal commissario ai Trasporti Antonio Tajani. Il 21 maggio, il Governo Berlusconi IV converte il prestito ponte in patrimonio netto per la società. Il governo e la compagnia affidano un ruolo di consulente a Intesa Sanpaolo (già partner di AP Holding nei due precedenti tentativi di vendita della compagnia) affinché individui il percorso da seguire per una nuova iniziativa di privatizzazione. Secondo ampie anticipazioni di stampa, il progetto allo studio della banca prevederebbe il ricorso al commissariamento (legge Marzano) e successiva fusione con Air One. Il mandato dell'istituto di credito scadrà a metà agosto. Il 30 luglio il ''Piano Fenice'' della consulente viene discusso dal consiglio d'amministrazione della compagnia aerea. Il progetto prevede la costituzione di una nuova società, dove far confluire parte della "vecchia" compagnia. Il numero di esuberi sarebbe pari a unità. Nella nuova società confluirebbe anche Ap Holding S.p.A. la società del Gruppo Toto che controlla Air One. A fine agosto il consiglio di amministrazione della compagnia si riunisce per esaminare la situazione finanziaria. Vengono comunicati i dati di cassa aggiornati a luglio, non viene approvata la semestrale. Dopo un'analisi sulle recentissime modifiche introdotte dal governo alla Legge Marzano, il consiglio di amministrazione chiede la dichiarazione di insolvenza al Tribunale di Roma. La sentenza viene ottenuta pochi giorni dopo. Nel frattempo la compagnia passa in amministrazione straordinaria e viene nominato Augusto Fantozzi commissario della compagnia. La sera di lunedì 1º settembre 2008 la nuova arrivata CAI - Compagnia Aerea Italiana, guidata da Roberto Colaninno, recapita al commissario un'offerta per l'acquisizione di attività da Alitalia S.p.A. dando inizio a una lunga trattativa tra C.A.I., il Governo e i sindacati. Il 18 settembre, nonostante l'assenso di CISL, UIL e UGL, ma a seguito del rifiuto della CGIL e dei sindacati di piloti e assistenti di volo a controfirmare il contratto proposto, l'assemblea dei soci C.A.I. ritira l'offerta d'acquisto. Il 22 settembre il commissario Fantozzi pubblica un nuovo bando per l'acquisto di Alitalia su tre quotidiani italiani e sul sito Internet della compagnia, ma non vengono presentate offerte da nessun acquirente. Il 29 settembre 2008, però, tutte le sigle sindacali di tutti i lavoratori della compagnia aerea accettano di firmare l'intesa che permetterebbe dal primo novembre 2008 di far entrare C.A.I. nella gestione della società. A questo punto restavano ancora da definire i contratti da stipulare col personale; poco prima della mezzanotte del 31 ottobre 2008 Compagnia Aerea Italiana riesce a trovare un'intesa solamente con CGIL, CISL, UIL e UGL, mentre le altre sigle autonome degli assistenti di volo e dei piloti rifiutano di firmare. C.A.I. allora sembra propendere in un primo momento per il ritiro dell'offerta di acquisto (comunque senza darne comunicato ufficiale), ma in serata si aprono nuovi spiragli: su pressione del sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianni Letta, C.A.I. decide che sul tema dei contratti si accorderà volta per volta con i singoli dipendenti, in maniera autonoma dalle loro sigle di rappresentanza.. Il 3 agosto 2011 il precedente commissario è stato sostituito dalla terna commissariale composta dai professori e avvocati Stefano Ambrosini, Gianluca Brancadoro e Giovanni Fiori. Nel frattempo è stata aperta un'inchiesta penale per bancarotta di Alitalia-Linee Aeree Italiane che nel 2015 è concluso in primo grado con quattro condanne (tra cui quella dell'ex presidente e amministratore delegato Giancarlo Cimoli) e tre assoluzioni. L'11 dicembre 2008 C.A.I. sottoscrive con AP Holding l'accordo per l'acquisto di Air One, EAS (European Avia Service) e Air One Technic che, dopo l'integrazione con gli asset che CAI rileverà da Alitalia, daranno vita alla "nuova" compagnia aerea di bandiera. Il 12 dicembre 2008 Compagnia Aerea Italiana S.p.A. sottoscrive con il Commissario straordinario Augusto Fantozzi il contratto per l'acquisto degli asset di volo Alitalia - Linee Aeree Italiane S.p.A. al prezzo di 1,052 miliardi con versamento di 100 milioni di euro. È previsto che C.A.I. riassuma lavoratori della "vecchia" Alitalia e che la gestione della stessa rimanga in capo ai nuovi azionisti fin da inizio dicembre, con il versamento di 24 milioni stimati per la gestione nei primi 12 giorni di dicembre, che è rimasta in capo al commissario. Dal 12 dicembre 2008 al 12 gennaio 2009 tutti gli oneri e i ricavi connessi al servizio di trasporto aereo sono a carico di C.A.I.. L'ultimo volo di Alitalia-Linee Aeree Italiane ad atterrare è stato l'AZ329 decollato alle 20:10 da Parigi-Charles de Gaulle e atterrato a Roma-Fiumicino alle 22:15 del 12 gennaio 2009. Alle 21:00 il commissario straordinario Fantozzi insieme ai vertici dell'Ente nazionale aviazione civile e Alitalia-Compagnia Aerea Italiana hanno iniziato a trasferire l'attività alla "nuova" Alitalia. La morte della "vecchia" Alitalia e la nascita della "nuova" hanno comportato una messa a terra di tutti gli aeromobili per circa 7 ore nella notte fra il 12 e il 13 gennaio 2009. Il costo diretto per lo stato italiano della vendita a C.A.I. ammonta a 1700 milioni per la mancata vendita ad Air France, più 1200 milioni di debiti rimasti (al 2012) alla cosiddetta "bad company" statale Alitalia LAI dopo la vendita di tutte le attività, più i 300 milioni del cosiddetto "prestito-ponte", dichiarato aiuto di stato illegittimo dalla Corte di giustizia europea. Il calcolo non considera i costi sociali per i licenziamenti, le società aeroportuali pubbliche come SEA e i risparmiatori. Il 12 gennaio 2009 Air France-KLM aveva acquistato il 25 per cento del capitale della compagnia per una somma vicina ai 322 milioni di euro. L'accordo con la compagnia franco-olandese prevedeva la creazione di un sistema multi-hub a livello europeo focalizzato su Amsterdam Schipol, Parigi Charles De Gaulle e Milano Malpensa, a condizione che fosse razionalizzato il ruolo di Linate come city airport specializzato nella tratta Milano-Roma e che fossero rispettati i tempi previsti per la realizzazione delle infrastrutture di collegamento tra Milano e Malpensa; per quanto riguarda invece l'Aeroporto di Roma-Fiumicino, l'accordo ne prevedeva l'utilizzo come polo operativo da cui massimizzare la presenza sulle rotte verso il Mar Mediterraneo, l'Estremo Oriente e il Sud America. Inoltre, l'accordo fissò in 4 anni il termine del ''lock-up'' per gli azionisti della "nuova" Alitalia. Nell'arco di questi 4 anni, ai soci italiani sarebbe stato concesso di vendere azioni ad altri soci italiani in possesso del diritto di prelazione. Il patto prevedeva anche nel caso in cui le sinergie definite per i successivi tre anni non fossero state realizzate almeno per il 50%. Il consiglio di amministrazione fu allargato a 19 componenti, di cui 3 designati da Air France; venne istituito un Comitato esecutivo - composto da 9 amministratori, di cui 2 nominati da Air France - cui furono riservate le decisioni strategiche di gestione e ampi poteri di amministrazione (approvazione dei piani industriali e strategici, approvazione degli accordi di collaborazione, investimenti per soglie di valore superiori ai 50 milioni). Infine, per il socio che intendesse superare il 50% delle azioni con diritto di voto, fu previsto l'obbligo di lanciare un'Opa su tutte le azioni detenute dagli altri soci che intendano vendere. Nello stesso giorno nella sede dell'Enac venne stipulato il contratto di cessione degli asset, con il rilascio della licenza di operatore aeronautico per l'inizio delle operazioni della "nuova" società. Nel gennaio 2009, Alitalia-C.A.I. si presentava con un network più piccolo rispetto a quello di Alitalia-L.A.I., con un taglio di 30 destinazioni straniere tra cui 6 capitali europee, ma con una maggiore presenza nel mercato domestico pari al 52% del traffico, quattro volte più grande di Meridiana e sei volte più grande di Wind Jet. La base d'armamento si trovava presso l'aeroporto di Roma-Fiumicino ed altre basi operative si trovavano presso gli aeroporti di Milano-Linate, Milano-Malpensa, Venezia, Napoli, Catania e Torino. Il primo volo intercontinentale della "nuova" compagnia decollò il 13 gennaio alle ore 6:10, dall'Aeroporto di Milano-Malpensa, in Italia, diretto a San Paolo-Guarulhos, in Brasile (volo Alitalia 676); alla stessa ora era decollato il primo volo nazionale, il Palermo-Roma Fiumicino operato con aeromobile AirOne (AP2853); il primo volo a partire da Linate invece fu l'AZ7911 diretto a Napoli alle 6:25, mentre il primo nazionale a decollare da Roma-Fiumicino, alle 6:30, fu l'AZ 2008, diretto a Milano-Linate. E ancora, il primo volo internazionale a partire dal Leonardo da Vinci fu un collegamento in decollo alle 7 diretto a Parigi-Charles de Gaulle, in Francia. Sempre da Fiumicino, il primo aeromobile in partenza per una destinazione intercontinentale avvenne alle 7, destinazione Buenos Aires-Ezeiza, in Argentina. Il 7 aprile 2009 venne annunciato il potenziamento della base italiana di Venezia, che diventò quindi il terzo aeroporto della compagnia. Ad agosto 2009, Alitalia-C.A.I. era la prima compagnia aerea per traffico domestico in Italia, detenendo quasi il 50% del mercato (tre volte più di Meridiana e quattro più di Ryanair), e la terza compagnia aerea per traffico internazionale europeo da/per l'Italia (dopo Ryanair, poco sotto easyJet e poco sopra Lufthansa/Lufthansa Italia). Il 26 ottobre 2009, in concomitanza con l'inaugurazione del terminal unico Alitalia, il Terminal 1 (ex Terminal A), all'aeroporto di Roma-Fiumicino dedicato ai voli nazionali e ''Schengen'', venne anche svelato il nuovo ''brand'' per il collegamento tra Roma-Fiumicino e Milano-Linate che fu denominato ''RomaMilano - MilanoRoma''. Il 10 novembre 2009, Air France-KLM Cargo annunciò attraverso la sua newsletter periodica inviata a tutti i clienti la comunicazione in cui annunciava di essere, a partire dal 16 novembre, nuovo ''GSA'' (Agente Generale di Vendita) di Alitalia Cargo: Alitalia CAI ha quindi ceduto ad Air France-KLM Cargo la rete commerciale di vendita dello spazio riservato alle merci nella stiva degli aerei passeggeri dei voli di linea (il cosiddetto "belly"). Un Airbus A330-200 Alitalia Il 15 dicembre 2009 Alitalia, in collaborazione con il Comune di Torino, la Provincia di Torino e la Regione Piemonte, inaugurò 4 nuove rotte internazionali dall'aeroporto di Caselle per Amsterdam, Berlino, Istanbul e Mosca, operate con un Airbus A319, che si aggiunse agli altri Airbus Alitalia basati a Torino. Il 18 dicembre 2009 Alitalia ed Etihad Airways sottoscrissero un Memorandum of Understanding (MOU) con l'obiettivo di finalizzare accordi di code-share a partire dalla stagione estiva 2010. Alla fine del 2009 Alitalia aveva trasportato più di 21 milioni di passeggeri con un coefficiente di riempimento medio del 65,5% Dal 28 marzo 2010, Air One, nell'ambito della strategia di Alitalia, venne trasformata in uno “Smart Carrier”, a seguito dell'esigenza di differenziare l'offerta su alcuni mercati italiani tipicamente caratterizzati da un profilo di domanda più attenta al prezzo con un brand, un modello operativo e un'offerta di servizi semplificati e più economici. L'Airbus A320-200 "EI-DSA" in livrea speciale "Muoviamo chi muove l'Italia" Il 7 luglio 2010 Alitalia strinse un accordo di code-share (valido fino a marzo 2022) con Air France-KLM e Delta Air Lines per i voli transatlantici, andando a coprire una quota di mercato pari al 26% dell'offerta totale sull'asse Europa-Nord Atlantico. L'accordo riguardava oltre posti giornalieri distribuiti su circa 250 voli, che attraverso 7 hub danno accesso a 300 destinazioni negli Stati Uniti e 200 in Europa. Secondo il ''Document de référence 2009-10'' di Air France-KLM (p. 228), pubblicato l'11 giugno 2010, il gruppo Air France-KLM dava un valore estimativo alla sua partecipazione nella ''Compagnia Aerea Italiana S.p.A.'' pari a 188 milioni di euro, ma lasciava invariato il valore contabile uguale al prezzo di acquisto dell'anno precedente, pari a 323 milioni di euro. Il valore estimativo è pari al 41% in meno rispetto al valore prezzo di acquisto dell'anno precedente dal momento che il valore contabile della partecipazione (25%) è rimasto invariato. L'intera Alitalia, prendendo in considerazione i valori dati da Air France-KLM circa la sua partecipazione del 25%, valeva milioni di euro nel gennaio 2009, scesi a 752 milioni di euro nel marzo 2010. Tale contrazione è stata definita comunque parte di un contesto di perdita dovuto alla fisiologica riconquista del mercato, alla crisi compartimentale del settore ed alle perdite dovute alla situazione meteorologica del primo semestre del 2010. Decollo di un Boeing 777-200ER Alitalia in nuova livrea Il 22 ottobre 2010 Alitalia e Jet Airways sottoscrissero un Memorandum of Understanding (MOU) a conferma dell'intenzione delle compagnie di operare voli in code-share a partire dalla stagione invernale 2010. Questo accordo, oltre a rafforzare l'offerta di Alitalia su Malpensa, servì a determinare vantaggi in grado di sviluppare la crescita di Alitalia e di SkyTeam in Estremo Oriente. Oltre agli accordi di code-share, la collaborazione tra Alitalia e Jet Airways prevedeva partnership sui programmi frequent flyer, sulle attività di scalo e sui servizi cargo. Alla fine del 2010 i ricavi registrarono un aumento del 14,1% passando a 3,225 miliardi di euro, facendo raggiungere il target predefinito del dimezzamento del debito, a fronte di un profondo rinnovamento della flotta che, se da un lato prevedeva ingenti investimenti iniziali, perlopiù verso società di leasing, dall'altro garantiva un'omogeneità nel campo della manutenzione, dell'efficienza nel risparmio dei consumi e nella manutenzione. Nel marzo 2012 si verificò un cambio parziale di gestione, con la nomina di Andrea Ragnetti a nuovo amministratore delegato. A ottobre si è conclusa la dismissione degli MD-80 e dei Boeing 767 che operavano per Alitalia rispettivamente dal 1994 e dal 1996. Il 27 ottobre 2012 l'MD-82 I-DATI, l'ultimo MD-80 di Alitalia, ha compiuto il suo ultimo volo da Catania a Fiumicino. A metà del 2012, in seguito alla grave crisi internazionale Alitalia si trovò nuovamente a fare i conti, a distanza di 3 anni dalla costituzione, con gravi problemi di perdite: la compagnia perdeva in media euro al giorno. Nonostante le importanti riforme introdotte nella compagnia, Alitalia ha perso in tre anni i 735 milioni di euro ottenuti in seguito alla ricapitalizzazione del 2009. Air France, che nel 2009 aveva offerto 1,7 miliardi di euro per assorbire la compagnia ed i relativi debiti, in seguito ai propri problemi finanziari perse interesse nella compagnia italiana. Tra le soluzioni disponibili, vi erano la vendita di Alitalia all'emiratina Etihad Airways o una ricapitalizzazione da parte di alcuni privati italiani tra cui l'ex premier Berlusconi. Nessuna delle due alternative fu attuata. Nell'aprile 2013 venne nominato nuovo amministratore delegato Gabriele Del Torchio, proveniente da Ducati. Il 3 luglio 2013 venne presentato il nuovo piano industriale 2013-2016, che prevedeva una ridefinizione del ruolo di Air One e Alitalia nel breve e medio raggio, uno sviluppo dell'attività intercontinentale, lo sviluppo di accordi di tipo infrastrutturale (specialmente per il trasporto ferroviario) e lo sviluppo di Alitalia Loyalty (società spin-off nata per gestire il settore ''Millemiglia''). Ad ottobre 2013 viene fatta una nuova ricapitalizzazione varata dal CDA a cui partecipa come nuovo azionista anche Poste Italiane con 75 milioni di euro. Airbus A319-100 Alitalia Nel novembre 2013 il governo italiano facilitò la ripresa dei colloqui tra Alitalia e Etihad Airways, grazie anche alla visita negli Emirati Arabi Uniti del consigliere del Premier Enrico Letta Fabrizio Pagani e di alcuni azionisti di Alitalia, durante l'Abu Dhabi Air Show. Embraer 190-100LR Alitalia Cityliner Il 19 dicembre 2013 Etihad Airways confermò ufficialmente le trattative in corso con Alitalia, menzionando un investimento di oltre 500 milioni di Euro attraverso il quale la società araba avrebbe acquisito la quota di maggioranza. L'attenzione degli addetti ai lavori si focalizzò sui conti della compagnia italiana e sul nuovo piano industriale presentato dall'amministratore delegato Del Torchio. Chistoph Franz, CEO di Lufthansa, consigliò di non vendere le quote della compagnia a Etihad, per le presunte intenzioni della stessa di far diventare Alitalia una navetta con cui connettere Roma ad Abu Dhabi, ma piuttosto di farla diventare una "low cost di qualità" come Aer Lingus. Molti esperti identificarono in questo "falso consiglio" di Lufthansa la speranza di allontanare Etihad dal vettore italiano, che potrebbe insidiare la posizione della compagnia tedesca rubandogli parecchi passeggeri (Lufthansa è già attaccata dalla massiccia presenza di Emirates, l'altra compagnia di bandiera degli Emirati Arabi, sul suolo tedesco). Il 2 febbraio 2014 venne reso noto che tra Alitalia ed Etihad era in corso un negoziato giunto nella fase finale che avrebbe potuto portare la compagnia di Abu Dhabi a investire in quella italiana. L'8 agosto dello stesso anno venne siglato a Roma l'accordo che prevedeva l'acquisizione del 49% delle quote di Alitalia da parte della compagnia di bandiera degli Emirati Arabi Uniti Etihad Airways. Parte del piano per ottimizzare le spese prevedeva la chiusura totale dello smart carrier Air One a partire dal 30 settembre, con la sospensione delle rotte in partenza dalle basi di Palermo e Venezia. Le destinazioni servite dalle basi di Verona, Pisa, Milano-Malpensa e alcune fra quelle da Catania sono state ereditate da Alitalia. L'intera flotta AirOne verrà venduta per far fronte ai debiti della capofila. Il 14 ottobre 2014, fu annunciata una collaborazione con il vettore tedesco Airberlin, che prevedeva il code-share di voli tra l'Italia e la Germania operati dalle due compagnie. Oltre agli accordi di code-share, la collaborazione prevede una partnership sui programmi frequent flyer e lo spostamento dei voli Airberlin da Milano Malpensa a Linate. L'ingresso di Etihad nel capitale di Alitalia era subordinato alla decisione dell'Antitrust della Commissione Europea, che si espresse favorevolmente a metà novembre 2014, dando di fatto il via alla fase finale dell'integrazione. Dal 1º gennaio 2015 viene ufficialmente costituita Alitalia - Società Aerea Italiana S.p.A., joint venture tra Alitalia-CAI, con una quota maggioritaria del 51% tramite MidCo S.p.A., ed Etihad Airways, con una quota minoritaria del 49%. Alla "nuova" Alitalia, la CAI ha trasferito i propri asset operativi, tra cui Alitalia CityLiner, e il marchio Alitalia, che dallo stesso giorno conducono le operazioni di volo della nuova compagnia. Airbus A330-200 di Etihad Airways in livrea Expo 2015 con dopo logo Alitalia e Etihad Il 1º gennaio 2015 atterra all'aeroporto di Milano-Malpensa il primo volo di Alitalia-SAI alle 10:40 del mattino proveniente dall'aeroporto internazionale di New York-JFK operato con un Airbus A330-200 in livrea speciale Expo Milano 2015-Etihad Airways. Il 4 giugno 2015, nel corso di una conferenza tenuta all'interno di un hangar dell'aeroporto di Roma-Fiumicino, Alitalia presenta la sua nuova identità visiva, comprendente una nuova livrea per gli aeromobili (applicata per l'occasione sull'Airbus A330-200 I-EJGA): l'impennaggio mantiene lo storico disegno con i colori nazionali italiani adottato nel 1969 (verde-bianco-rosso), che si ingrandisce fino a colorare completamente l'impennaggio e si estende oltre il timone stesso andando a ricongiungersi con il lato opposto nella parte inferiore della fusoliera. Sparisce la banda verde lungo la fusoliera, che assume un colore bianco perlato per tutta la fusoliera tendente a sfumare in bande oblique bianche man mano che ci si avvicina alla coda tricolore. Il logo ricalca quello precedentemente in uso, ma adotta un nuovo carattere tipografico, una colorazione cangiante e delle striature nella parte rossa della A: sugli aeromobili esso appare sui fianchi della fusoliera (al di sotto della linea dei finestrini), sulla "pancia" della stessa (nella zona fra i carrelli principali) e sul lato superiore delle ali. Nel maggio 2015 è stato annunciato che non verrà rinnovata la partnership, e i relativi accordi di joint venture, con il gruppo Air France-KLM quando questi giungeranno a scadenza a gennaio 2017. La partnership prevedeva la vendita e la distribuzione dei servizi belly cargo (merci trasportate nelle stive degli aerei passeggeri) di Alitalia in gestione ad Air France-KLM, la cessione di slot su Linate, il feederaggio sugli hub di Parigi e Amsterdam. Alitalia ha chiuso il primo semestre 2015 con un risultato netto di -130 milioni di euro, stimando in circa 80 milioni di euro il danno causato dall'incendio di Fiumicino. Il load factor si è attestato al 75% nel periodo, trasportando 10,3 milioni di passeggeri. Il 30 luglio 2015, la società ha emesso un bond del valore nominale di 375 milioni di euro, con scadenza a cinque anni. La società ha chiuso il 2015 con perdite per 199 milioni di euro, in miglioramento rispetto alle perdite per 580 milioni registrate l'anno precedente. Il management ha quindi confermato l'obiettivo di ottenere un utile entro il 2017. Nel 2016 le perdite sono state di circa 600 milioni di euro. Nel 2017 a causa del bilancio disastroso il 14 aprile è stato stilato un pre-accordo tra i sindacati e l'amministrazione (per evitare il fallimento) che prevedeva, tra le altre cose: 980 esuberi, tagli medi degli stipendi dell’8% e la diminuzione delle ferie. Tale accordo è stato successivamente sottoposto al personale dell'azienda con un referendum e bocciato con il 67% di "no". Il 2 maggio 2017 il Consiglio di Amministrazione ha deciso all’unanimità di presentare l'istanza di ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria come disposto dalla legge. Il Ministero dello sviluppo economico ha scelto tre commissari, rispettivamente Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari per gestire l'amministrazione straordinaria di Alitalia. Con il decreto-legge 18/2020 (c.d. "Cura Italia") Alitalia viene rinazionalizzata e il Ministero dell'economia e delle finanze acquisisce il 100% delle azioni. Alitalia torna quindi pubblica dopo 11 anni di gestione privata. Il 29 giugno 2020 il presidente del Consiglio Giuseppe Conte annunciata la nomina di Francesco Caio alla carica di presidente e Fabio Lazzeroni ad amministratore delegato, ponendo termine al commissariamento. La nuova società pubblica si chiamerà ''ITA'', acronimo di ''Italia Trasporto Aereo''. * 18 incidenti con distruzione o radiazione dell'aeromobile; * 3 incidenti con danni riparati e ripristino dell'aeromobile; * 9 dirottamenti con danni riparati e ripristino dell'aeromobile: ** Il 30 maggio 1970, Giovanni (Giovanni Luca o Gianluca) Stellino, 24 anni, armato di pistola giocattolo, dirotta il DC-9/32 (immatricolato I-DIBO) del volo Alitalia 57 tra Genova e Roma con 31 passeggeri e 4 membri dell'equipaggio (cui comandante è Gino Baldrati); dopo uno scalo tecnico su Napoli si arrende al Cairo. Fu il primo atto di pirateria aerea compiuto a bordo di un velivolo italiano, ma non il primo sul suolo italiano. ** L’11 marzo 1972, dirottamento del volo Alitalia 68 Roma-Milano. Il volo, operato da un Caravelle con 32 passeggeri e 5 membri di equipaggio (com.te Ivan Mancuso) è costretto ad atterrare a Monaco di Baviera dall'italiana Attilia Lazzeri, 55 anni, che agì per perorare la causa della sorella, internata in una clinica psichiatrica. ** Il 6 ottobre 1972, l'ex parà Ivano Boccaccio, 21 anni, militante di Ordine Nuovo, tenta di dirottare il volo BM 373 Trieste-Venezia-Ancona-Foggia-Bari, operato con un Fokker F27 della ATI, consociata dell'Alitalia, con 7 passeggeri e 3 membri di equipaggio (comandante del volo è Dante Golinelli), ma resta ucciso nella sparatoria con la polizia all'interno dell'aereo stesso ritornato sullo scalo di Ronchi dei Legionari. ** Il 7 settembre 1979, il volo Alitalia 713 Teheran-Beirut-Roma, operato dal DC-8/62 Alitalia ''Arcangelo Corelli'', matricola I-DIWW viene dirottato; il dirottamento si conclude felicemente in modo del tutto incruento presso l'aeroporto di Teheran. ** Il 14 gennaio 1980, Farid Ben Mashri Zaiche, dell'organizzazione ''Les vivants'', dirotta su Palermo il DC-9/32 Alitalia I-DIZI ''Isola di Basiluzzo'' del volo Alitalia 864 da Roma a Tunisi con 83 passeggeri e 6 membri dell'equipaggio (comandante del volo è Furio Oggiano) chiedendo il rilascio di 25 detenuti politici. ** Il 30 giugno 1982, un Boeing 747 del volo Alitalia 1790 Roma-Nuova Delhi-Tokyo con 242 passeggeri e 18 persone di equipaggio (comandate è Giorgio Amoroso), è dirottato dal cingalese Sepala Ekanayake (imbarcatosi a Nuova Delhi) e fatto atterrare a Bangkok. Il sequestratore chiede e ottiene dollari, pari a circa 415 milioni di lire, e il ricongiungimento con la moglie italiana e il figlio della coppia di 4 anni. Il dirottatore al suo arrivo a Colombo viene accolto da una folla di circa 500 persone che lo accoglie in trionfo, facendo scoppiare un caso diplomatico in quanto lo Sri Lanka non ha leggi che permettono di processarlo. ** Il 25 settembre 1982, un Boeing 727-243, del volo Alitalia 871 sulla tratta Algeri-Roma con 101 passeggeri e 8 persone di equipaggio (il comandante del volo è Leonardo Senisi e il primo ufficiale è Ezio Bertolini), è dirottato su Catania da Igor Shkuro, 32 anni, cittadino sovietico di fede ebraica (''refusenik'') che vive a Roma dopo essere stato espulso dall'Australia (nonostante ne avesse acquisito la cittadinanza) per aver espresso sentimenti contro l'Occidente capitalista e, desideroso di tornare a Leningrado (che aveva lasciato nel 1977), espulso anche dalle autorità algerine che gli negano il visto viene reimbarcato sul volo per Roma, decide quindi di prendere il controllo dell'aereo. Il sequestratore, che è armato di un lungo coltello, chiede di fare rotta dapprima su Tripoli, in Libia, poi su Malta e infine su Mosca ma i piloti, dopo averlo convinto che il carburante sta finendo, optano per lo scalo siciliano; una volta a terra, in un momento di distrazione viene quindi disarmato dal motorista dell'aereo Donato Longo. ** Il 19 settembre 1991, il volo Alitalia 864 sulla tratta Roma-Tunisi, operato da un MD-80 con 130 passeggeri e 7 membri dell'equipaggio, viene dirottato da Hedi Hassan Bouchnak, 26 anni, immigrato, come ritorsione per il trattamento subito. ** Il 27 novembre 2002, un MD-80 del volo AZ 364 Bologna-Parigi viene dirottato su Lione da Stefano Savorani, ex agente di polizia esonerato per problemi psichiatrici. * 1 inconveniente con distruzione o radiazione dell'aeromobile; * 1 inconveniente con danni riparati e ripristino dell'aeromobile. Di questi, 10 hanno causato 598 vittime: * 27 gennaio 1951: volo Alitalia Parigi-Roma. Un Savoia-Marchetti S.M.95 si schianta al suolo vicino a Civitavecchia da un'altitudine di 6500 piedi (circa 2000 metri) dopo essere stato colpito da un fulmine. Le vittime sono 14 su 18 presenti a bordo; * 18 dicembre 1954: volo LAI LI 451 Roma-New York. Un Douglas DC-6 si schianta nella Jamaica Bay (New York) al quarto tentativo di atterraggio all'aeroporto di Idlewild (l'attuale JFK). Le vittime sono 26 su 32 presenti a bordo. La stanchezza del pilota fu considerata uno dei principali fattori dell'incidente; * 23 novembre 1956: volo LAI LI 479 Roma-Parigi-Shannon-New York. Il Douglas DC-6B I-LEAD, perde quota dopo 10 minuti dal decollo dallo scalo di Parigi-Orly e urta la sommità di un edificio posto a 600 metri dopo il termine della pista cadendo al suolo e prendendo fuoco. Muoiono 24 dei 26 passeggeri e 10 membri dell'equipaggio. La causa dell'incidente non fu mai chiarita con certezza; * 22 dicembre 1956: volo LAI Roma-Milano. Il Douglas DC-3 I-LINC decolla da Roma Ciampino per Milano Malpensa. Dopo due ore di volo, alle 17:20, l’aereo impatta contro le pendici del Monte Giner, in Trentino, con rotta sud. Muoiono tutti i 18 passeggeri e 4 membri dell'equipaggio. La causa probabile del disastro fu attribuita al pilota, nell'ipotesi che non avesse seguito l'Aerovia fissata nel Piano di Volo, anche per il concomitante malfunzionamento di alcuni strumenti di bordo; * 21 dicembre 1959: Il Vickers Viscount 785D I-LITZ si schianta all'Aeroporto di Roma-Ciampino in fase di atterraggio durante un volo di addestramento. Le vittime sono due: l'addestratore e il pilota. L'incidente fu attribuito a una manovra effettuata al di sotto dei limiti di velocità per il controllo in sicurezza del velivolo nel corso di una situazione che simulava un'emergenza con due motori fuori uso; * 26 febbraio 1960: Il Douglas DC-7C I-DUVO, linea Roma-New York, in volo da Shannon (Irlanda) a New York perde quota poco dopo il decollo e si schianta a terra. Le vittime sono 32 sui 54 presenti sull'aereo. La causa dell'incidente non fu mai accertata con sicurezza; * 8 marzo 1962: volo ''charter'' Società Aerea Mediterranea. Il Douglas DC-6B I-DIMO di ritorno vuoto alla base di Fiumicino da Khartoum, Sudan, si schianta contro il Monte Velino mentre si prepara all'avvicinamento. Morti tutti i 4 membri di equipaggio che si trovano a bordo. Causa probabile dell'incidente: possibili interferenze di stazioni trasmittenti sui radiofari; * 7 luglio 1962: il volo Alitalia 771 operato con il Douglas DC-8-43 I-DIWD si schianta contro la collina Davandyachi nella zona di Junnar Maharashtra vicino a Bombay (India). Muoiono tutte le 94 persone a bordo fra passeggeri e membri dell'equipaggio. L'incidente fu attribuito a un errore di navigazione che portò il pilota a iniziare la discesa prematuramente fino a schiantarsi su una collina. L'inosservanza nell'utilizzo degli strumenti per verificare la corretta posizione del velivolo da parte dei piloti e la loro scarsa esperienza sulla rotta furono ritenuti altri fattori decisivi; * 28 marzo 1964: volo Alitalia 045 Roma-Napoli. Il Vickers_Viscount 785D I-LAKE si schianta durante l'approccio finale sul Monte Somma, in prossimità del Vesuvio, alle ore 21:40 a causa delle cattive condizioni meteorologiche. Muoiono tutte le 44 persone presenti a bordo; * 2 agosto 1968: volo Alitalia 660 Roma-Milano-Montréal. Il Douglas DC-8-43 I-DIWF si schianta in approccio all'atterraggio vicino a Malpensa a 7 miglia a nord della pista. Muoiono 14 passeggeri dei 94 imbarcati. La causa fu attribuita a una procedura non standard nel ritardo di rilevazione del VOR radiale; * 15 settembre 1970: Volo Alitalia 618 Roma - New York. Il Douglas DC-8-62 I-DIWZ con 146 passeggeri e 10 membri di equipaggio si spezza in due in fase di atterraggio a New York. Nessuna vittima, 68 i feriti, di cui 10 ospedalizzati, e 88 illesi.; * 16 aprile 1972: volo ATI BM 392 Roma-Foggia. Un Fokker F27 di ATI Aero Trasporti Italiani si schianta al suolo nella campagna di Amaseno (Frosinone) dopo 21 minuti e 40 secondi dal decollo. Morte tutte le 18 persone a bordo. Una forte perturbazione con turbolenza e ghiaccio fu la causa dell'incidente; * 5 maggio 1972: volo Alitalia AZ 112 Roma-Palermo. Il Douglas DC-8-43 I-DIWB si schianta, per il mancato rispetto delle corrette procedure da utilizzare in fase di approccio all'atterraggio, all'aeroporto di Palermo-Punta Raisi, contro il monte Longa, che separa i comuni di Cinisi e di Carini in Sicilia. Muoiono tutti i 116 passeggeri; * 30 ottobre 1972: volo ATI BM 327 Napoli-Bari. Il Fokker F27 matricola I-ATIR della ATI - Aero Trasporti Italiani si schianta alle 19:38 nelle campagne delle Murge vicino a Corato, a una cinquantina di chilometri dall'aeroporto di Bari-Palese e si incendia su una masseria. È una notte di bel tempo e di grande visibilità. Morti tutti i 26 occupanti del velivolo. L'inchiesta termina senza conclusioni certe circa le cause dell'incidente, stabilendo tuttavia tra le cause probabili "l'errore di valutazione da parte dei piloti sulla posizione dell'aereo oltre al mancato mantenimento del contatto visivo col terreno"; * 23 dicembre 1978: volo Alitalia 4128. Il DC-9/32 ''Isola di Stromboli'', matricola I-DIKQ, diretto all'aeroporto di Palermo-Punta Raisi, si schianta in mare in prossimità della pista di atterraggio; 108 morti e 20 superstiti; * 14 settembre 1979: volo Aero Trasporti Italiani BM 12. Il DC-9/32 matricola I-ATJC, partito da Alghero e diretto a Cagliari, si schianta sul massiccio montuoso di Monti Nieddu, sullo sperone di roccioso noto come ''Conc'e Oru'', a Capoterra, nella città metropolitana di Cagliari. Muoiono 32 persone (28 passeggeri e 4 membri di equipaggio); * 15 ottobre 1987: volo ATI 460 Milano/Linate - Colonia/Bonn. L'aeromobile, marche I-ATRH ''Città di Verona'', è un ATR 42. Alle ore 19:28 CET, precipita sulle montagne del comasco in località Conca di Crezzo, nel territorio di Lasnigo, causando 38 vittime: 4 membri dell'equipaggio e 34 passeggeri. L'inchiesta accertò che la causa dell'incidente fu la formazione di ghiaccio sulle superfici alari dell'aereo; * 14 novembre 1990: volo Alitalia 404. Il DC-9/32 ''Sicilia'', matricola I-ATJA, e diretto a Zurigo con 46 persone a bordo, si schianta contro una collina in prossimità della pista di atterraggio. Nessun superstite. L'incidente è stato causato da un guasto agli altimetri che indicavano una quota superiore di 1 000 piedi (330 metri) rispetto a quella reale e a un fatale errore da parte del comandante che mise a tacere il secondo pilota che, avvedutosi del problema, aveva dato l'ordine di riprendere quota; * 9 maggio 2009: il volo Alitalia 1263, operato con l'MD-80 ''I-DACY'', partito da Roma e diretto a Napoli, durante il decollo subisce lo scoppio di uno pneumatico del carrello. L'aereo ritorna a Fiumicino senza alcuna conseguenza per i 126 passeggeri a bordo. L'Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo il 14 maggio 2009 definì il fatto un "inconveniente grave" e avviò un inchiestante tecnica; * 24 aprile 2011: sul volo Alitalia 329, decollato da Parigi-Charles de Gaulle e diretto a Roma-Fiumicino, nel tentativo di dirottare l'aereo verso Tripoli (Libia), un passeggero aggredisce una ''hostess'' minacciandola con un coltellino. L'uomo viene subito bloccato grazie alla pronta reazione di alcuni ''steward'' e passeggeri e il volo prosegue senza problemi verso Roma-Fiumicino, dove atterra regolarmente. A terra la Polizia arresta il mancato dirottatore; * 2 febbraio 2013: l'ATR 72, immatricolato YR-ATS ed operante il volo Alitalia 1670 da Pisa a Roma-Fiumicino, finisce fuori pista nella fase di atterraggio a Roma. Delle 46 persone a bordo quattro passeggeri e un assistente di volo rimangono feriti, due in modo serio. L'aereo era di proprietà della compagnia romena Carpatair, che ne curava la manutenzione e ne forniva l'equipaggio di bordo, ma esternamente presentava la livrea Alitalia, che lo impiegava in base a un accordo di ''wet lease''. La notte seguente l'incidente la livrea Alitalia fu rimossa dalla fusoliera e la compagnia italiana interruppe la ''partnership'' con il vettore romeno; * 29 settembre 2013: un Airbus A320, proveniente da Madrid-Barajas e diretto a Roma-Fiumicino, è costretto a un atterraggio d'emergenza a causa della mancata estensione del carrello destro. Dei 155 passeggeri, 10 hanno riportato ferite lievi.. * ilsussidiario.net * risorse.issp.po.it * Il Mix delle Cinque, Raiplay Radio
Air France
'''Air France''' è la compagnia aerea di bandiera della Francia, nonché la principale compagnia aerea del paese, di proprietà del gruppo Air France-KLM; l'hub principale della compagnia è l'Aeroporto di Parigi Charles de Gaulle, l'Aeroporto di Parigi Orly è l'hub per i voli domestici, inclusi i voli verso i territori d'oltremare francesi. In passato di proprietà completamente pubblica, oggi è parzialmente privatizzata: a seguito dell'integrazione con KLM, la partecipazione dello Stato francese nell'azionariato di Air France avviene attraverso la capogruppo Air France-KLM, dove lo Stato francese detiene il 15,9% delle quote. Il business di Air France è suddiviso in tre settori: trasporto passeggeri, trasporto cargo, assistenza e manutenzione aeromobili.
=== Fondazione e primi anni === L'inaugurazione dell'Aérogare des Invalides il 21 agosto 1951. Air France venne costituita il 7 ottobre 1933 da una fusione di Air Orient, Air Union, Compagnie Générale Aéropostale, Compagnie Internationale de Navigation Aérienne (CIDNA) e Société Générale des Transports Aériens (SGTA). Di queste compagnie aeree, SGTA è stata la prima compagnia aerea commerciale in Francia, essendo stata fondata come Lignes Aériennes Farman nel 1919. I membri costitutivi di Air France avevano già costruito ampie reti in tutta Europa, verso le colonie francesi in Nord Africa e oltre. Durante la seconda guerra mondiale, Air France trasferì le sue operazioni a Casablanca (Marocco). Nel 1936, Air France aggiunse alla sua flotta velivoli bimotore Potez 62 di costruzione francese, dotati di una cabina a due compartimenti che poteva ospitare da 14 a 16 passeggeri. Monoplano ad ala alta, aveva una fusoliera in legno con rivestimento composito mentre le ali erano rivestite in tessuto con un bordo d'attacco in metallo. Dotati di motori a V Hispano-Suiza, venivano utilizzati su rotte in Europa, Sud America ed Estremo Oriente. Anche se volava a sole 175 miglia orarie, il Potez 62 era un cavallo di battaglia robusto e affidabile per l'Air France e rimase in servizio fino alla seconda guerra mondiale con uno utilizzato dalla Free French Air Force. L'elenco dei servizi con i Potez 62. Il 26 giugno 1945, tutte le compagnie di trasporto aereo francesi furono nazionalizzate. Il 29 dicembre 1945, un decreto del governo concesse ad Air France la gestione dell'intera rete di trasporto aereo francese. Air France nominò i suoi primi assistenti di volo nel 1946. Lo stesso anno la compagnia aerea aprì il suo primo terminal aereo a Les Invalides, nel centro di Parigi. Era collegato all'aeroporto di Parigi Le Bourget, la prima base operativa e di ingegneria di Air France, in pullman. A quel tempo la rete copriva 160.000 km, dichiarata la più lunga del mondo. La Société Nationale Air France venne costituita il 1º gennaio 1946. Le rotte europee erano inizialmente gestite da una flotta di Douglas DC-3. Il 1º luglio 1946, Air France iniziò i voli diretti tra Parigi e New York tramite scali di rifornimento a Shannon e Gander. I Douglas DC-4 coprivano la rotta in poco meno di 20 ore. Nel settembre 1947, la rete di Air France si estendeva a est da New York, Fort de France e Buenos Aires fino a Shanghai. Un DC-3 di Air France a Manchester nel 1952. Nel 1948, Air France gestiva 130 aeromobili, una delle flotte più grandi del mondo. Tra il 1947 e il 1965 la compagnia aerea operò Lockheed Constellation su servizi passeggeri e merci in tutto il mondo. Nel 1946 e nel 1948, rispettivamente, il governo francese autorizzò la creazione di due compagnie aeree private: Transports Aériens Internationaux e SATI. Nel 1949, quest'ultima entrò a far parte della Union Aéromaritime de Transport (UAT), una compagnia aerea internazionale privata francese. La Compagnie Nationale Air France venne creata con atto del parlamento del 16 giugno 1948. Inizialmente, il governo deteneva il 70%. Negli anni successivi, le partecipazioni dirette e indirette dello Stato francese raggiunsero quasi il 100%. A metà del 2002, lo stato deteneva il 54%. Il 4 agosto 1948, Max Hymans fu nominato presidente. Durante i suoi 13 anni di mandato implementò pratiche di modernizzazione incentrate sull'introduzione di aerei a reazione. Nel 1949, la compagnia divenne cofondatrice della Société Internationale de Télécommunications Aéronautiques (SITA), una compagnia di servizi di telecomunicazioni aeree. === Riorganizzazione dell'era dei jet === Pubblicità di Air France (1950). Nel 1952, Air France trasferì le sue operazioni e la base di ingegneria al nuovo terminal dell'aeroporto di Orly Sud. A quel punto la rete copriva 250.000 km. Air France entrò nell'era dei jet nel 1953 con l'originale de Havilland Comet serie 1 di breve durata, il primo aereo di linea al mondo. Durante la metà degli anni '50 operava anche il turboelica Vickers Viscount, con dodici servizi in entrata tra maggio 1953 e agosto 1954 sulle rotte europee. Il 26 settembre 1953, il governo incaricò Air France di condividere rotte a lunga distanza con nuove compagnie aeree private. Ciò fu seguito dall'imposizione da parte del Ministero dei lavori pubblici e dei trasporti di un accordo su Air France, Aigle Azur, TAI e UAT, in base al quale alcune rotte verso l'Africa, l'Asia e la regione del Pacifico sono state trasferite a vettori privati. Il 23 febbraio 1960, il Ministero dei lavori pubblici e dei trasporti trasferì il monopolio nazionale di Air France ad Air Inter. Per compensare la perdita della sua rete domestica, Air France ricevette una partecipazione in Air Inter. Il giorno successivo, Air France ricevette istruzioni di condividere le rotte africane con Air Afrique e UAT. La compagnia aerea iniziò le operazioni di volo ininterrotte nel 1960 con il Sud Aviation Caravelle e il Boeing 707; gli aerei di linea dimezzarono i tempi di viaggio e migliorarono il comfort. Air France in seguito divenne uno dei primi operatori di Boeing 747 e alla fine ebbe una delle flotte di Boeing 747 più grandi al mondo. Il 1º febbraio 1963, il governo formalizzò la divisione delle rotte tra Air France e i suoi concorrenti del settore privato. Air France dovette ritirare i servizi per l'Africa occidentale (eccetto il Senegal), l'Africa centrale (eccetto Burundi e il Ruanda), l'Africa meridionale (compreso il Sud Africa), la Libia in Nord Africa, il Bahrain e l'Oman in Medio Oriente, lo Sri Lanka (allora noto come Ceylon) in Asia meridionale, Indonesia, Malesia e Singapore nel sud-est asiatico, Australia, Nuova Zelanda, Nuova Caledonia e Tahiti. Queste rotte vennero assegnate alla nuova Union de Transports Aériens (UTA), una compagnia aerea privata nata dalla fusione di TAI e UAT. UTA ottenne anche i diritti esclusivi tra il Giappone, la Nuova Caledonia e la Nuova Zelanda, il Sud Africa e l'isola della Riunione nell'Oceano Indiano, così come Los Angeles e Tahiti. Dal 1974, Air France iniziò a trasferire la maggior parte delle operazioni al nuovo aeroporto Charles de Gaulle a nord di Parigi. All'inizio degli anni '80, solo Corsica, Martinica, Guadalupa, la maggior parte dei servizi per la Guyana francese, La Riunione, la regione del Maghreb, l'Europa orientale (eccetto l'URSS), l'Europa meridionale (tranne la Grecia e l'Italia) e un servizio giornaliero per New York (JFK ) era rimasto a Orly. Nel 1974, Air France divenne anche il primo operatore al mondo del bimotore a fusoliera larga Airbus A300, il primo aereo di linea commerciale di Airbus Industrie per il quale era un cliente di lancio. === Concorde e rivalità === F-BVFA, uno dei Concorde della compagnia. Il 21 gennaio 1976, Air France ha operato il suo servizio inaugurale di trasporto supersonico (SST) sulla rotta Parigi (Charles de Gaulle) a Rio (via Dakar) con l'anglo-francese BAC Aérospatiale Concorde F-BVFA. I servizi supersonici da Parigi (CDG) all'aeroporto internazionale di Washington Dulles iniziarono il 24 maggio 1976, anche con F-BVFA. Il servizio per New York (JFK), quello rimasto fino alla fine, iniziò il 22 novembre 1977. La rotta Parigi-New York fu volata in 3 ore e 23 minuti, a circa il doppio della velocità del suono. L'approvazione per i voli per gli Stati Uniti venne inizialmente negata a causa delle proteste contro il rumore. Alla fine, furono avviati i servizi per Città del Messico via Washington DC. Air France divenne una delle uniche due compagnie aeree - British Airways è l'altra - ad operare regolarmente servizi supersonici e continuò il servizio quotidiano transatlantico Concorde fino alla fine di maggio 2003. Nel 1983, Air France contava più di 34.000 dipendenti, una flotta di circa 100 aerei a reazione (inclusi 33 Boeing 747) e la sua rete di 634.400 km serviva 150 destinazioni in 73 paesi. Ciò rese Air France la quarta più grande compagnia aerea di linea al mondo, nonché la seconda più grande compagnia di trasporto merci di linea. Air France condivideva anche codice con le compagnie aeree regionali francesi, TAT era la più importante. TAT avrebbe successivamente operato diverse rotte internazionali regionali per conto di Air France. Nel 1983, Air France iniziò i voli passeggeri per la Corea del Sud, essendo la prima compagnia aerea europea a farlo. Nel 1986, il governo allentò la sua politica di divisione dei diritti di traffico per i servizi di linea tra Air France, Air Inter e UTA, senza sovrapposizioni di rotta tra di loro. La decisione aprì alcune delle rotte più redditizie di Air France su cui aveva goduto di un monopolio sancito dal governo dal 1963 e che erano nella sua esclusiva sfera di influenza, a rivaleggiare con le compagnie aeree, in particolare UTA. Le modifiche consentirono a UTA di lanciare servizi di linea verso nuove destinazioni all'interno della sfera di Air France, in concorrenza con quella compagnia aerea. La Parigi-San Francisco divenne la prima rotta UTA servita in concorrenza con Air France senza scalo da Parigi. Air France rispose estendendo alcuni servizi non-stop Parigi-Los Angeles a Papeete, Tahiti, che competeva con UTA su Los Angeles-Papeete. La capacità di UTA di assicurarsi i diritti di traffico al di fuori della sua sfera tradizionale in concorrenza con Air France fu il risultato di una campagna di pressioni sul governo per consentirgli di crescere più rapidamente, diventando più dinamica e più redditizia. Questo fece infuriare Air France. Nel 1987, Air France insieme a Lufthansa, Iberia e SAS fondarono Amadeus, una società IT (nota anche come GDS) che avrebbe consentito alle agenzie di viaggio di vendere i prodotti dei fondatori e di altre compagnie aeree da un unico sistema. Nel 1988, Air France era un cliente di lancio per l'Airbus A320 fly-by-wire (FBW), insieme ad Air Inter e alla British Caledonian. Divenne la prima compagnia aerea a prendere in consegna l'A320 nel marzo 1988 e, insieme ad Air Inter, la prima a introdurre il servizio di Airbus A320 sulle rotte a corto raggio. === Acquisizione e privatizzazione === Il 12 gennaio 1990, le operazioni di Air France di proprietà del governo, la semi-pubblica Air Inter e Union de Transports Aériens (UTA) furono fuse in un'Air France allargata. L'acquisizione di UTA e Air Inter da parte di Air France faceva parte di un piano governativo dei primi anni '90 per creare un vettore aereo nazionale unificato con economie di scala e portata globale per contrastare le potenziali minacce derivanti dalla liberalizzazione del mercato interno del trasporto aereo dell'UE. Il 25 luglio 1994 fu costituita con decreto una nuova holding, Groupe Air France. Divenne operativo il 1º settembre 1994. Acquisì le partecipazioni di maggioranza del gruppo Air France in Air France e Air Inter (successivamente ribattezzata Air Inter Europe). Il 31 agosto 1994, Stephen Wolf, ex CEO di United Airlines, venne nominato consigliere del presidente del gruppo Air France Christian Blanc. Nel 1997, Air France Europe venne assorbita in Air France. Il 19 febbraio 1999, il governo della Sinistra Plurale del Primo Ministro francese Lionel Jospin approvò la parziale privatizzazione di Air France. Le sue azioni vennero quotate alla borsa di Parigi il 22 febbraio 1999. Nel giugno 1999, Air France e Delta Air Lines formarono una partnership transatlantica bilaterale. Il 22 giugno 2000, questa si è espanse nell'alleanza aerea globale SkyTeam. === Fusione Air France-KLM === La fusione tra Air France e KLM è avvenuta nel 2004. Il 30 settembre 2003, Air France e KLM Royal Dutch Airlines, con sede nei Paesi Bassi, annunciarono la fusione delle due compagnie aeree, la nuova compagnia conosciuta come Air France-KLM. La fusione diventò realtà il 5 maggio 2004. A quel punto, gli ex azionisti di Air France possedevano l'81% della nuova società (44% di proprietà dello Stato francese, 37% di azionisti privati), ex azionisti di KLM il resto. La decisione del governo di Jean-Pierre Raffarin di ridurre la partecipazione dello Stato francese nell'ex gruppo Air France dal 54,4% al 44% del gruppo Air France-KLM di nuova creazione privatizzò di fatto la nuova compagnia aerea. Nel dicembre 2004, lo stato vendette il 18,4% della sua partecipazione in Air France-KLM, che scese a poco meno del 20%. Air France-KLM è diventata la più grande compagnia aerea del mondo in termini di ricavi operativi e la terza (la più grande in Europa) in passeggeri-chilometri. Sebbene di proprietà di una singola compagnia, Air France e KLM hanno continuato a volare con i propri marchi. Air France-KLM è rimasta parte dell'alleanza SkyTeam, alla quale si unirono poi Aeroflot, Delta Air Lines, Aeroméxico, Korean Air, Czech Airlines, Alitalia, Northwest Airlines, China Southern Airlines, Air Europa, Continental Airlines, Garuda Indonesia, Vietnam Airlines e Saudi Arabian Airlines. A marzo 2004, il gruppo impiegava 71.654 persone. A marzo 2007, il gruppo impiegava 102.422 dipendenti. === Il patto "Open Skies" === Il 17 ottobre 2007, durante una conferenza stampa presso la sede di Air France-KLM, è stata annunciata la creazione di una joint venture transatlantica di partecipazione agli utili e ai ricavi tra Air France-KLM e Delta Air Lines. L'iniziativa è diventata effettiva il 29 marzo 2008. Mirava a sfruttare le opportunità transatlantiche per catturare una quota importante del traffico di affari a lungo raggio dall'aeroporto di Londra Heathrow, che quel giorno si è aperto alla concorrenza illimitata a seguito del patto "Open Skies" tra l'UE e gli USA. Si prevedeva che Air France e Delta avrebbero iniziato nove viaggi giornalieri di andata e ritorno tra Londra-Heathrow e destinazioni negli Stati Uniti, incluso un servizio giornaliero da Londra (Heathrow) a Los Angeles da parte di Air France. Una volta ottenuta l'immunità dall'antitrust, la nuova impresa Air France-Delta doveva essere estesa agli altri due partner SkyTeam transatlantici, consentendo a tutti e quattro i partner di voli in code-share e di condividere entrate e profitti. La nuova joint venture transatlantica ha segnato la seconda grande espansione del gruppo Air France-KLM nel mercato londinese, dopo il lancio dei servizi a corto raggio operati da CityJet dall'aeroporto di London City, destinati ai viaggiatori d'affari nel settore dei servizi finanziari della città. Tuttavia, il servizio quotidiano da Londra (Heathrow) a Los Angeles non ha avuto il successo sperato ed è stato interrotto nel novembre 2008. === Anni 2010 === Un Boeing 777-200ER a Vancouver. Il 12 gennaio 2012, Air France-KLM ha annunciato un piano di trasformazione triennale, denominato Transform 2015, per ripristinare la redditività. Il piano era di ripristinare la competitività riducendo i costi, ristrutturando le operazioni a corto e medio raggio e riducendo rapidamente l'indebitamento. L'obiettivo principale di questo piano era riportare Air France-KLM in un attore mondiale entro il 2015. Air France perdeva 700 milioni di euro all'anno. Come hanno dimostrato i risultati finanziari del 2011, le operazioni di lungo raggio, anch'esse soggette a una crescente concorrenza, non sarebbero state in grado di compensare queste perdite. Il 21 giugno 2012, Air France-KLM aveva annunciato la sua decisione di tagliare poco meno del 10% del totale di 53.000 dipendenti (circa 5.000 posti di lavoro) entro la fine del 2013 nel tentativo di ripristinare la redditività. La compagnia aerea prevedeva di perdere 1.700 posti di lavoro a causa del turnover naturale e il resto a causa di licenziamenti volontari. Nell'agosto 2012, il piano Transform 2015 è stato accettato dal personale di terra e dai sindacati dei piloti, ma rifiutato dai sindacati del personale di cabina. All'inizio di luglio 2012, è stato annunciato che Air France-KLM ha trovato partner per la nuova compagnia aerea africana di start-up Air France, che è stata cofondata da sei paesi dell'Africa centrale per sostituire l'ex Air Afrique. Ma diversi problemi e due partner, che avevano deciso di ritirarsi, hanno ritardato l'attuazione del progetto. Dopo il suo lancio, Air France ha annunciato che avrebbe iniziato le operazioni nel 2013. Uno degli ex Airbus A380 della compagnia, ritirati nel 2020. Nel settembre 2013, Air France ha introdotto una nuova classe economy insieme a un miglioramento della premium economy. Si prevedeva che i miglioramenti sarebbero stati installati sugli aeromobili a partire da giugno 2014. Nell'ottobre 2013, Air France-KLM ha annunciato la cancellazione della partecipazione del 25% in Alitalia, poiché non credeva che il vettore in difficoltà avrebbe ottenuto i 300 milioni di euro di finanziamento. Nel dicembre 2013, Air France ha annunciato che CityJet non soddisfava più le esigenze di corto raggio del gruppo ed era in procinto di concludere un accordo con la società tedesca Intro Aviation entro la fine del primo trimestre del 2014. Nel 2014, la compagnia aerea è stata presa di mira da una campagna pubblicitaria negativa, guidata dalla PETA, per essere l'unica grande compagnia aerea che consentiva il trasporto di primati per la ricerca. Il 4 febbraio 2014 è stata presentata la nuova business class, caratterizzata da un letto completamente piatto di Zodiac Aerospace. Il sedile è stato montato sui Boeing 777 a partire dal giugno 2014. Nel settembre 2014, Air France ha annunciato che avrebbe venduto una quota del 3% nella società di Amadeus IT Group per 438 milioni di USD. Alla fine del 2015, Air France ha dovuto affrontare una crisi finanziaria, aggravata dallo sciopero dei piloti contro la compagnia aerea, che rispose annunciando che avrebbe tagliato circa 2.900 posti di lavoro. Nel dicembre 2015, Air France ha annunciato il ritiro del suo ultimo Boeing 747-400 con uno speciale volo il 14 gennaio 2016. La compagnia aerea ha operato il 747 in diverse varianti dal 1970. Uno dei Boeing 787-9 della compagnia. Insieme agli Airbus A350, costituiscono il futuro della flotta a lungo raggio. Nel gennaio 2017, Air France ha ricevuto il suo primo Boeing 787-9. A novembre, CityJet non ha più operato per Air France e le destinazioni interessate sono state servite dalla stessa Air France e da HOP!. Nel luglio 2017, Air France-KLM ha stipulato una partnership strategica multi-compagnia aerea con Delta Air Lines, China Eastern Airlines e Virgin Atlantic, consolidando i legami esistenti tra i vettori. In base all'accordo, Delta e China Eastern avrebbero acquisito ciascuna il 10% di Air France-KLM, mentre Air France-KLM avrebbe acquistato il 31% di Virgin Atlantic. Nel dicembre 2019, l'accordo con Virgin Atlantic è stato annullato. Air France, insieme a British Airways, ha annunciato l'interruzione dei servizi verso l'Iran a partire da settembre 2018, spiegando che non sarebbero state più commercialmente praticabili a causa delle sanzioni statunitensi. A febbraio 2020, il settore è stato gravemente colpito dalla pandemia di COVID-19 e Air France ha annunciato un piano di riduzione delle spese per contrastare il calo del traffico, in particolare sulla rete asiatica. Le assunzioni sono state congelate, le spese non essenziali ridotte e alcuni investimenti (soprattutto pubblicitari) rinviati. Anche KLM e Lufthansa hanno annunciato misure simili. Di fronte alla cessazione dell'attività di Air France a causa del Covid, lo Stato francese ha concesso alla compagnia di bandiera un prestito di 7 miliardi di euro diviso in 2 parti. 4 miliardi di prestiti bancari garantiti al 90% dallo Stato e 3 miliardi di prestiti diretti dallo Stato. Questo prestito è stato concesso a determinate condizioni: * un incremento della redditività; * un maggiore rispetto verso l'ambiente e il pianeta. Nel luglio 2020, Air France ha annunciato l'eliminazione di 7.600 posizioni, in particolare nella sua controllata Air France Hop. === La sede === La sede principale di Air France si trova nel complesso Roissypôle sul terreno dell'aeroporto Charles de Gaulle e nel comune di Tremblay-en-France, Seine-Saint-Denis, vicino alla città di Parigi. Il complesso di 130.000 metri quadrati è stato completato nel dicembre 1995. La società francese Groupement d'Etudes et de Méthodes d'Ordonnancement (GEMO) ha gestito il progetto. L'architetto era Valode & Pistre e i consulenti di progettazione erano Sechaud-Boyssut e Trouvin. Il progetto è costato 137 milioni di euro (meno di 700 milioni di franchi). Le piste dell'aeroporto sono visibili dall'edificio. Il Centro di controllo delle operazioni di Air France (OCC, francese: Centre de Contrôle des Opérations, CCO), che coordina i voli Air France in tutto il mondo, è situato presso la sede centrale di AF. Per circa 30 anni prima del dicembre 1995, la sede di Air France si trovava in una torre adiacente alla stazione ferroviaria Gare Montparnasse nella zona di Montparnasse e nel 15º arrondissement di Parigi. Nel 1991 furono fatte due offerte per l'acquisto dell'edificio Square Max Hymans. Nel 1992 il complesso fu venduto a Mutuelle générale de l'Éducation nationale (MGEN) per 1,6 miliardi di franchi. Entro quell'anno Air France aveva pianificato di spostare la sua sede principale a Roissypôle, occupando 50.000 metri quadrati di spazio all'interno dell'hotel, degli uffici e del complesso commerciale sul terreno dell'aeroporto Charles de Gaulle. Dopo che Air France si è trasferita a Tremblay-en-France, la proprietà dell'ex complesso della sede centrale è stata trasferita. === Gli uffici all'estero === Gli uffici di Air France negli Stati Uniti si trovano nell'edificio della 125 West 55th Street a Midtown Manhattan, New York City. Air France ha firmato per la prima volta un contratto di locazione per occupare l'edificio nel 1991. Il sito ospitava anche la biglietteria della città di New York per Air France. La sede principale di Air France-KLM per le operazioni nel Regno Unito e in Irlanda, che comprende strutture per Air France e KLM, si trova a Plesman House a Hatton Cross. L'inaugurazione della struttura è stata il 6 luglio 2006. Air France ha spostato l'ufficio da Hounslow a Hatton. === Base per gli equipaggi === ''Air France Cité PN'', situata presso l'aeroporto Charles de Gaulle, funge da base per gli equipaggi della compagnia aerea. L'edificio, sviluppato da Valode & Pistre, è stato inaugurato nel febbraio 2006. L'edificio è collegato alla sede principale di Air France. === Centro per le vaccinazioni === Air France gestisce il Centro di vaccinazione Air France nel 7º arrondissement di Parigi. Il centro distribuisce vaccini per i viaggi internazionali. Dal 2001 il centro è stato l'unico centro di vaccinazione francese certificato dall'Organizzazione internazionale per la standardizzazione (ISO) 9001. Nel 2005, il centro si è trasferito dall'Aérogare des Invalides alla sua posizione attuale. === Aérogare des Invalides === Aérogare des Invalides, 7º arrondissement di Parigi. L'''Aérogare des Invalides'' nel 7º arrondissement di Parigi ospita l'Agence Air France Invalides e il Museo Air France. Fino al 2005 l'edificio ha ospitato il Centro di vaccinazione Air France. Il 28 agosto 1959, Air France aprì un'agenzia di biglietti e informazioni nell'ex terminal aereo di Invalides, che si rivolgeva ai passeggeri in transito e ai clienti degli uffici e delle società nell'area degli Invalides. === Sussidiarie === Un volo regionale francese operato dalla Brit Air per conto di Air France. Le controllate di Air France includono: * Air France Hop * Servair Air France e l'affiliata olandese Transavia hanno costituito Transavia France, una joint venture a basso costo nel maggio 2007, con sede all'aeroporto di Orly. Air Corsica, CityJet e Air France Hop operano tutte voli per conto di Air France, sia come affiliate che come controllate. A gennaio 2019, Air France stava studiando come chiudere la sua controllata a basso costo Joon e assorbire i suoi dipendenti e gli aerei nella società madre. === Air France Asie e Air France Cargo Asie === Un Boeing 747-200F di Air France Cargo Asie. A causa dello status controverso di Taiwan, Air France non poteva operare voli per l'isola con il proprio nome. Nel 1993, la sua controllata, Air Charter, iniziò a operare voli tra Parigi e Taipei via Hong Kong, ma dopo che Air Charter cessò le operazioni nel 1998, venne fondata una controllata chiamata Air France Asie. Era una delle numerose sussidiarie della compagnia aerea che volavano con il nome "Asia" con lo scopo di volare a Taiwan, che includeva Japan Asia Airways (una controllata di Japan Airlines), KLM Asia, British Asia Airways, Swissair Asia e Australia Asia Airlines (una controllata di Qantas). La livrea di Air France Asie differiva da quella di Air France per avere strisce blu e bianche sull'impennaggio, piuttosto che blu, bianche e rosse, che rappresentano il tricolore francese. Air France Asie utilizzava due Airbus A340-200, F-GLZD e F-GLZE, e due Boeing 747-428M, F-GISA e F-GISC. Allo stesso modo, Air France Cargo Asie utilizzava un 747-200 Combi (per passeggeri e merci), F-GCBH) o all-cargo (F-GCBL, F-GPAN e F-GBOX). Air France Asie ha cessato le attività nel 2004, mentre Air France Cargo Asie nel 2007. === Outsourcing === Nel 2010, Air France è migrata da un sistema di servizi passeggeri gestito internamente (Alpha3) che gestisce prenotazioni, inventario e prezzi a un sistema esterno (Altéa) gestito da Amadeus. === La livrea === L'attuale livrea di Air France è uno schema "''Eurowhite''", comprendente una fusoliera bianca con il titolo e il design blu di Air France. La coda è bianca con una serie di linee rosse e blu parallele attraverso la coda ad angolo e una piccola bandiera europea in alto. Questa livrea è in uso dalla fine degli anni '70. Prima della livrea "eurowhite", gli aerei Air France avevano una parte inferiore in metallo nudo, che si estendeva fino a una linea blu che attraversava i finestrini della cabina. Al di sopra della linea dei finestrini, la fusoliera era di nuovo bianca, con i titoli Air France e una bandiera francese. La coda era bianca con due spesse linee blu, che si rastremavano dalla parte posteriore della coda e si incontravano in un punto verso il fondo anteriore. Questa livrea di base, con piccole variazioni, sarebbe apparsa su tutti gli aerei dell'Air France del dopoguerra fino alla fine degli anni '70. Nel gennaio 2009, in concomitanza con il nuovo logo di Air France, è stata svelata una nuova livrea. Air France ha lanciato la sua nuova livrea l'11 febbraio 2009. La livrea del 2009 ha visto la coda leggermente modificata, con 3 barre blu che scendono invece di 4. Anche le barre ora si curvano nella parte inferiore, riflettendo il design del logo. Nel 2017, Air France ha ricevuto il suo primo Boeing 787 con una livrea rivista che includeva titoli Air France più grandi. Nel 2019, Air France ha rivisto la livrea con l'arrivo dell'Airbus A350, con le alette blu raffiguranti l'''ippocampo ailé''. Allo stesso tempo, Air France ha restituito la tradizione di nominare ciascuno dei propri aerei, con il nome scritto sotto i finestrini della cabina anteriore. File:Sud SE-210 Caravelle III, Air France AN0818829.jpg|Un Sud Aviation Caravelle nella livrea originale. Airbus A310-304, Air France AN1114716.jpg|Un Airbus A310 nella livrea del 1976. File:Air France Boeing 777-300ER.jpg|Un Boeing 777 con la livrea del 2009. File:Air France, F-HRBC, Boeing 787-9 Dreamliner (39933535874).jpg|Un Boeing 787 con la livrea del 2017. === Marketing === La nuova canzone ufficiale suonata prima e dopo i voli Air France (durante l'imbarco e dopo l'atterraggio) è "''The World Can Be Yours''" di Telepopmusik. Air France ha utilizzato diversi gruppi di musica popolare per il suo marketing e l'atmosfera a bordo, da The Chemical Brothers nel 1999 a Télépopmusik nel 2010. Air France ha lanciato una nuova campagna pubblicitaria nel 2015 progettata da BETC e diretta da We Are From LA, incentrata sulla cultura francese. Insieme alla campagna pubblicitaria e agli annunci stampati, Air France ha anche introdotto un video sulla sicurezza a tema simile. La musica è una versione personalizzata della canzone di Glass Candy ''Warm in the Winter''. === Le divise === Le divise di Air France denotano i ranghi degli assistenti di volo. Due strisce d'argento sulle maniche denotano un capo commissario. Una striscia argentata sulla manica denota un Commissario. Gli assistenti di volo non hanno strisce sulle maniche. Le divise femminili dell'equipaggio di cabina presentano le strisce sul taschino piuttosto che sulla manica per le loro controparti maschili. Le attuali divise di Air France sono state create dallo stilista francese Christian Lacroix. === Branding === Al momento della sua formazione, Air France ha adottato il logo del cavalluccio marino del suo predecessore Air Orient, noto come ''hippocampe ailé'' (a volte chiamato in modo derisorio "la crevette", o gambero, dai suoi dipendenti), come sua insegna. Prima della fusione Air France-KLM, l'ippocampe ailé veniva utilizzato nella sezione anteriore degli aeromobili accanto a "''Groupe Air France''"; dopo la fusione, il logo Air France-KLM è stato sostituito nella zona del muso e l'ippocampe ailé è stato trasferito nelle gondole dei motori. L'acronimo "AF" è stato anche messo in evidenza sulla bandiera della compagnia aerea. Il 7 gennaio 2009, Air France ha sostituito il proprio logo con una striscia rossa. Air France offre un mix di tre e quattro configurazioni di cabina per rotte internazionali a lungo raggio, con La Première (aeromobili selezionati), Business, Premium Economy ed Economy. Schermi personali con audio video on demand sono disponibili in tutte le cabine di tutti gli aeromobili a lungo raggio. I voli europei a corto e medio raggio sono caratterizzati da una configurazione a tre cabine con Business, Premium Economy ed Economy. === La Première === La Première su uno dei Boeing 777-300ER. ''La Première'', la prima classe a lungo raggio di Air France, è disponibile su Boeing 777-300ER selezionati. La cabina dispone di sedili in legno e pelle reclinabili di 180°, formando letti lunghi due metri. Ogni sedile è dotato di uno schermo personale touchscreen da 10,4 "con giochi interattivi e audio video on demand, un divisorio per la privacy, funzione di automassaggio, luce di lettura, cassetto portaoggetti, cuffie con cancellazione del rumore, telefono personale e porte di alimentazione per laptop. Ogni passeggero è dotato anche di un servizio di cappotti personalizzato, coperta in pura lana merino, un cuscino "stile boudoir" e un kit da viaggio con prodotti Biologique Recherche per la cura del viso e del corpo per idratare e rinfrescare la pelle. Il servizio di couverture comprende un materasso, un piumone, un cuscino di piume ipoallergenico, indumenti da notte, un sacchetto per la polvere per le scarpe e un paio di pantofole. I servizi di pasti su richiesta à la carte includono antipasti creati dallo chef Guy Martin. L'accesso alla lounge privata è offerto in tutto il mondo con un'auto con autista per l'aereo. La Première non è disponibile su Airbus A330-200, Airbus A340-300, Boeing 777-200ER e Boeing 777-300ER selezionati dove la business è la classe di cabina più alta. === Business === ''Business'', la business class a lungo raggio di Air France, è disponibile su tutti gli aeromobili a lungo raggio. È dotata di sedili reclinabili ad angolo fino a due metri di lunghezza. Ogni posto include un monitor TV touchscreen da 10,4 pollici con giochi interattivi e AVOD, luce di lettura, telefono personale e prese di alimentazione per laptop. Il servizio pasti comprende pasti di tre portate e un servizio di formaggi o un menu espresso servito subito dopo il decollo. Air France ha rilasciato un nuovissimo prodotto di classe business, il sedile è uno Zodiac Aerospace Cirrus ed è progettato da Mark Collins di Design Investment, specializzato nel mondo dei trasporti di fascia alta e dall'agenzia di design e branding, Brandimage. Il nuovo sedile è stato installato sui Boeing 777 da giugno 2014 fino all'estate 2016, tutti gli altri tipi di aeromobili sono poi stati adattati ad eccezione del Boeing 747-400, Airbus A380 e Airbus A340-300 in quanto sarebbero dovuti essere ritirati dal flotta rispettivamente entro il 2016, 2019 e 2020. Sono stati installati 2.102 posti a sedere. La nuova cabina presenta un layout 1-2-1 rispetto al layout 2-3-2 che si trova attualmente sul 777. Il nuovo schermo da 16 pollici (41 cm) offre un'esperienza di navigazione a bordo unica simile a un tablet. Con un'interfaccia utente completamente ridisegnata e disponibile in 12 lingue (francese, inglese, spagnolo, portoghese brasiliano, cinese, giapponese, coreano, tedesco, italiano, olandese, russo e arabo), scegliendo un programma di intrattenimento tra oltre 1.000 ore di intrattenimento. Il sedile si trasforma in un letto completamente piatto con inclinazione di 180 gradi, è dotato di telecomando touchscreen, porta USB, presa elettrica universale, nuove cuffie con cancellazione del rumore, schermo per la privacy, testiera imbottita firmata Air France, ampio spazio di archiviazione, poggiatesta regolabile e un piumone con cuscino XXL in piuma d'oca. === Premium Economy === Sedili della premium economy su un Boeing 777-200ER. ''Premium Economy'', è la classe premium economy di Air France per i voli a lungo raggio, che è diventata disponibile sui Boeing 777-200ER, 777-300ER, Airbus A330-200 tra la fine del 2009 e l'inizio del 2010. I sedili sono stati installati anche sull'ex Airbus A340-300 tra la fine del 2009 e l'inizio del 2010 e l'Airbus A380-800 tra la fine del 2010 e l'inizio del 2011. Si tratta di una sezione di cabina dedicata con un layout 2-4-2 (2-3-2 sulla flotta Airbus a lungo raggio e 3-3-3 per ''Alize'' sul 777-300 che serve le rotte dell'Oceano Indiano e dei Caraibi) con passo da 38" (36" per i sedili ''Alize'' a lungo raggio), sedili fissi reclinabili a 123°, incluso un poggiatesta regolabile, un touchscreen da 10,4", lampada da lettura personale, prese di alimentazione universali e poggiagambe regolabile (40% di spazio in più rispetto ai sedili Voyageur; i sedili sono più larghi del 20% e offrono il 20% di spazio per le gambe in più). Ce ne sono 32 sui Boeing 777-300ER, 24 sui Boeing 777-200 e 21 sugli Airbus A340-300 e A330-200 (tra la cabina Business ed Economy). I passeggeri ricevono una franchigia bagaglio doppia, servizi aeroportuali prioritari, accesso alla lounge (a pagamento) e miglia extra per il programma frequent flyer. A bordo, i servizi includono cuffie Sennheiser con cancellazione del rumore, un kit di cortesia (con calze, maschera per gli occhi, spazzolino da denti e dentifricio e tappi per le orecchie), coperte migliorate e un servizio pasti migliorato con secondo pasto caldo, caramelle e gelato il tutto servito con posate in vero vetro e metallo. Un nuovo tipo di sedile Premium Economy migliorato che utilizza lo stesso guscio è stato introdotto a partire da giugno 2014 sui Boeing 777, caratterizzato da una migliore ammortizzazione e un migliore poggiapiedi. === Economy === L'economy class su uno degli ex Airbus A380. ''Economy'', la classe economica di Air France, dispone di sedili reclinabili fino a 118°. L'attuale sedile Economy a lungo raggio, che ha debuttato sul Boeing 777-300ER, include poggiatesta alati, un telefono personale e un monitor TV touchscreen con AVOD Interactive Entertainment System che sono stati installati su tutta la flotta a lungo raggio di Air France. Sui voli a lungo raggio, viene presentato un menu con una scelta di due pasti. I servizi Economy a corto e medio raggio sono operati da aeromobili della famiglia Airbus A320 con diverse disposizioni dei posti. Air France è una delle poche compagnie aeree che dispone di poggiatesta alati su aeromobili di corto e medio raggio in entrambe le classi. Sui voli a corto raggio viene servito uno spuntino, mentre sui voli a medio raggio viene servito un pasto freddo di tre portate. Le bevande alcoliche gratuite sono disponibili su tutti i voli, compreso lo champagne. Sulla maggior parte degli aeromobili, Air France offre posti con spazio extra per le gambe in economy chiamati ''Seat Plus''. Questi posti si trovano nelle file di uscita della classe economica e in altre file a seconda dell'aereo, così come i sedili economici sul ponte superiore del 747, offrendo almeno 4" di spazio in più (36" contro i normali 32" nei sedili standard economici), la sezione ''Seat Plus'' del 747 offriva anche un ulteriore mezzo pollice di larghezza del sedile. Air France ha introdotto un nuovissimo prodotto economico a lungo raggio che presenta un nuovo sedile slimline che offre fino a un pollice in più di spazio per le gambe, tavolo più ampio, prese elettriche universali, braccioli retrattili, poggiatesta in pelle con alette, più spazio di archiviazione, schermi da 10 pollici ad alta definizione con l'intrattenimento di volo più recente con una porta USB, un supporto per le cuffie e cuscini di nuova concezione con diversi modelli del logo Air France. I sedili sono stati installati insieme ai nuovi posti La Première, Business e Premium Economy da giugno 2014 fino all'estate 2016 sui Boeing 777, il cuore della flotta. Tutti gli altri aeromobili sono stati adattati ad eccezione degli Airbus A340-300, Airbus A380-800 e Boeing 747-400 poiché tutti e tre i tipi sarebbero stati ritirati entro il 2020. === Catering === Un pasto nella business class di Air France. Per La Première, il menu di prima classe di Air France è disegnato da Guy Martin, chef di Le Grand Vefour, un ristorante tre stelle Michelin a Parigi. Le voci del menu includono antipasti, primi piatti, cestino del pane e formaggi, insieme a un carrello dei dolci che include pasticcini, pasticcini e tortine. Sui voli a lungo raggio, Air France serve anche champagne in omaggio ai passeggeri di tutte le classi. === Intrattenimento === Air France offre Audio Video on Demand (AVOD) in tutte le cabine di tutti gli aeromobili a lungo raggio. Il sistema di intrattenimento in volo offre più canali di video, audio, musica e giochi. ''Air France Magazine'', la pubblicazione a bordo della compagnia aerea, è inclusa in ogni posto, e ''Air France Madame'', una rivista di moda di lusso con una prospettiva femminile, è inclusa nelle cabine e lounge La Première e Business. Su tutti i voli, tutti i film possono essere visti in inglese, spagnolo e francese. I film selezionati su tutti i voli sono disponibili anche in cinese, giapponese, hindi e coreano. La compagnia aerea offre corsi di lingua Berlitz International tramite il sistema di intrattenimento in volo. Il 29 maggio 2013, KLM e Air France hanno lanciato un progetto per testare il Wi-Fi in volo. Entrambe le compagnie aeree hanno dotato di Wi-Fi un Boeing 777-300ER di ciascuna delle loro flotte. Utilizzando il Wi-Fi in volo, i passeggeri possono rimanere online utilizzando i loro smartphone, laptop o tablet abilitati Wi-Fi. Il servizio wireless inizierà una volta che il volo avrà raggiunto i . === Le Salon === Le lounge di Air France sono conosciute come ''Le Salon'' e sono aperte ai passeggeri La Première e Business, nonché ai soci Flying Blue Gold, Flying Blue Platinum, SkyTeam Elite ed Elite Plus. In tutto il mondo, ci sono 530 lounge Air France e Skyteam in 300 aeroporti internazionali in tutti i continenti tranne l'Antartide. === Flying Blue === Flying Blue, il programma frequent flyer di Air France-KLM, assegna ai soci punti in base alle miglia percorse e alla classe di servizio. L'iscrizione al programma è gratuita. Il programma è suddiviso in status standard (Explorer), Elite (Silver) ed Elite Plus (Gold e Platinum). Explorer è il livello base che si ottiene entrando nel programma. Lo stato Elite si ottiene accumulando un certo numero di miglia entro un anno solare. Le carte Elite Silver, Elite Plus Gold ed Elite Plus Platinum offrono vantaggi aggiuntivi. Una carta solo su invito chiamata Club 2000 è attribuita ad alcuni VIP, celebrità e politici. Ufficialmente, fornisce gli stessi vantaggi dello status Platinum, ma numerose fonti confermano che garantisce quasi l'upgrade a Business o La Première. Flying Blue è succeduto al precedente programma frequent flyer di Air France, Fréquence Plus, attivo fino alla fusione Air France-KLM nel 2003. === Flotta attuale === Airbus A318-100 di Air France. Un Airbus A320-200 di Air France. Un Airbus A330-200 di Air France. Un Boeing 787-9 di Air France. A luglio 2021 la flotta Air France risulta composta dai seguenti aerei: Aereo In flotta Ordini Passeggeri Note F J Y+ Y Totale Airbus A220-300 — 60 — — — 149 149 Consegne da settembre 2021.Sostituiranno gli Airbus A318 e gli A319. Airbus A318-100 18 — — 18 — 113 131 Maggior operatore del modello.Saranno sostituiti dagli Airbus A220-300. — — — 131 131 Airbus A319-100 30 — — — 20 123 143 Saranno sostituiti dagli Airbus A220-300. — — — 142 142 Airbus A320-200 44 — — — — 178 178 — 36 — 138 174 — — — 174 174 — 14 — 144 158 Airbus A321-100 5 — — — — 212 212 Airbus A321-200 14 Airbus A330-200 15 — — 36 21 167 224 Airbus A350-900 11 27 — 34 24 266 324 Sostituiranno i Boeing 777-200ER più vecchi. Boeing 777-200ER 21 — — 40 24 216 280 Boeing 777-300ER 43 — — 14 32 422 468 — 42 24 315 381 4 58 28 206 296 Boeing 787-9 Dreamliner 10 — — 30 21 225 276 Air France Cargo Boeing 777F 2 — Cargo Tutti mantengono ancora la vecchia livrea. Totale 213 87 === Flotta storica === Un Airbus A340-300 di Air France. Un Airbus A380-800 di Air France. Un Boeing 747-400 di Air France. Un Concorde di Air France. Nel corso degli anni Air France ha operato con i seguenti modelli di aeromobili: * Aérospatiale-BAC Concorde * Airbus A300 * Airbus A310 * Airbus A340-200 * Airbus A340-300 * Airbus A380-800 * Blériot 5190 * Bloch MB 120 * Bloch MB 220 * Boeing 707 * Boeing 727 * Boeing 737 * Boeing 747 * Boeing 767 * Breguet 393T * Breguet 763 Provence * Convair 990 * De Havilland DH.106 Comet * Dewoitine D.338 * Douglas DC-3 * Douglas DC-4 * Farman 2200 * Lockheed L-049 Constellation * Lockheed L-1049 Super Constellation * Lockheed L-1649 Starliner * Lockheed L-1011 TriStar * McDonnell Douglas DC-10 * Sud Aviation Caravelle * Sud-Est SE-161 Languedoc * Vickers Viscount * Wibault 282 Altri aerei utilizzati da Air France: * ATR 42 * ATR 72 * Bae 146/Avro RJ * Canadair Regional Jet * Caudron C-449 Goeland * de Havilland Canada Dash 7 * Dornier 328 * Douglas DC-8 * Embraer EMB 120 * Embraer ERJ * Embraer E-Jets * Fairchild Hiller FH-227 * Fokker F27 * Fokker F28 * Fokker F70 * Fokker F100 * Raytheon 1900D * Saab 2000 * Saab 340 * Transall C-160 * VFW-Fokker 614 === Gli aerei === ==== Airbus A380 ==== Air France ha firmato come cliente di lancio per l'Airbus A380-800 "superjumbo" nel 2001. Aveva ordinato 12 Airbus A380-800, con opzioni su altri due. È stata la prima compagnia aerea in Europa a utilizzare l'A380, con in primo esemplare consegnato il 30 ottobre 2009; veniva utilizzato sulla rotta Parigi-New York. Tutti gli Airbus A380 di Air France partivano dall'hub internazionale della compagnia aerea presso l'aeroporto Charles de Gaulle nel Terminal 2E. Nel 2018, il presidente e CEO di Air France-KLM, Benjamin Smith, ha annunciato che la compagnia aerea avrebbe ritirato il 50% della flotta di Airbus A380 entro il 2021 a causa di costi elevati, della scarsa efficienza e del maggiore ricavo degli Airbus A350-900 e Boeing 787 Dreamliner. Il 23 giugno 2019, Air France-KLM ha iniziato a prendere in considerazione la dismissione di tutti i suoi Airbus A380 prima del previsto a causa delle preoccupazioni che gli investimenti per l'adeguamento della cabina. Nell'agosto 2019, Air France-KLM ha rivisto i piani di pensionamento sull'Airbus A380 e ha annunciato che l'intera flotta di Airbus A380 sarebbe stata ritirata entro il 2022. Ciò ha portato Air France-KLM a eliminare tutti i quad-jet dalla propria flotta entro il 2022 con il ad eccezione dei Boeing 747-400ERF di KLM Cargo operati da Martinair. Il 2 gennaio 2020, Air France ha ritirato il suo primo A380. A causa della pandemia di COVID-19, Air France-KLM ha ritirato i suoi nove A380 rimanenti prima del maggio 2020 invece che nel 2022. Il 26 giugno 2020 è stato operato il volo d'addio con un tour sopra la Francia. ==== Boeing 747 ==== La compagnia aerea iniziò a operare il 747 il 3 giugno 1970, quando fu messo in servizio un 747-100 che era stato consegnato il 20 marzo di quell'anno. Continuò a operare le varianti -200, -300 e -400. Nel gennaio 2016, Air France ha ritirato il suo ultimo Boeing 747-400. Sono stati sostituiti dagli Airbus A380 e dai Boeing 777-300ER. Le versioni cargo sono state sostituite dai Boeing 777F. ==== Concorde ==== Gli ultimi cinque Concorde dell'Air France sono stati ritirati il 31 maggio 2003, a causa della domanda insufficiente a seguito dell'incidente del 25 luglio 2000 a Gonesse (vicino all'aeroporto Charles de Gaulle), nonché dei maggiori costi di carburante e manutenzione. British Airways ha effettuato il suo ultimo servizio Concorde il 24 ottobre 2003. Il Concorde F-BVFA è stato trasferito allo Steven F. Udvar-Hazy Center dell'aeroporto Internazionale di Washington Dulles. F-BVFB fu dato allo Sinsheim Auto & Technik Museum in Germania, F-BTSD al Musée de l'Air et de l'Espace dell'aeroporto Le Bourget di Parigi, mentre F-BVFC tornò al suo luogo di produzione a Tolosa, presso la fabbrica Airbus. F-BVFF è l'unico esemplare a rimanere all'aeroporto Charles de Gaulle. * Il 9 maggio 1934, un Wibault 280 precipitò nel canale della manica. Le vittime furono sei. * Il 27 ottobre 1949, il volo Air France 009, un Lockheed Constellation L-749A, si schiantò contro una montagna dell'isola, a causa di un errore di navigazione durante la fase di avvicinamento a vista. * Il 12 e 14 giugno 1950, due Douglas DC-4 precipitarono per cause simili durante l'avvicinamento in Bahrein. * Il 3 agosto 1953, il volo Air France 152, un Lockheed Constellation, precipitò dopo un guasto meccanico. * Il 1º settembre 1953, il volo Air France 178, un Lockheed L-049 Constellation, precipitò sul monte francese Cimet durante il volo sulla tratta Parigi-Nizza. * Il 10 maggio 1961, il volo Air France 406, un Lockheed Constellation, precipitò dopo l'esplosione di un ordigno nei cieli dell'Algeria. * Il 12 settembre 1961, il volo Air France 2005, un Sud Aviation Caravelle, precipitò in Marocco. * Il 3 giugno 1962, il volo Air France 007, un Boeing 707, si schiantò dopo che i piloti avevano abortito il decollo per un'avaria meccanica allo stabilizzatore. Dei 132 a bordo, solo due assistenti di volo sopravvissero. * Il 22 giugno 1962, il volo Air France 117, un Boeing 707, si schiantò su una collina a Dos D'Ane, 25 chilometri a Ovest-Nord-Ovest di Pointe-à-Pitre, durante l'avvicinamento all'isola di Guadalupa. Tutti i 113 a bordo perirono nello schianto. * Il 5 marzo 1968, il volo Air France 212, un Boeing 707, si schiantò contro una collina a Nord dell'isola di Guadalupa, durante l'avvicinamento allo stesso aeroporto. Meno di due anni dopo, nel dicembre del 1969, il volo Air France 212, che percorreva la stessa rotta di quello precipitato nel 1968, si inabissò nell'Oceano Atlantico pochi minuti dopo il decollo da Caracas. * L'11 settembre 1968, il volo Air France 1611, un Sud Aviation Caravelle, precipitò nel sud della Francia dopo un incendio a bordo. * Il 3 dicembre 1969, il volo Air France 212, un Boeing 707, precipitò nell'Oceano Atlantico al largo di Caracas poco dopo il decollo dall'aeroporto Internazionale Simón Bolívar. Tutti i 62 a bordo persero la vita. * Il 27 dicembre 1987, il volo Air France 1919, un Embraer EMB 120, precipitò durante l'avvicinamento a Bordeaux. Le vittime furono 16. * Il 26 giugno 1988, il volo Air France 296, un Airbus A320, partecipando a un air-show, avrebbe dovuto sorvolare l'aeroporto di Mulhouse-Habsheim a un'altitudine di circa a bassa velocità e con il carrello d'atterraggio abbassato; invece, l'aereo in violazione dell'altezza minima consentita e del piano di volo, effettuò il passaggio a un'altitudine di appena andando a impattare contro le cime degli alberi presenti a fine pista, causando la morte di tre passeggeri durante la fase di evacuazione. * Il 26 dicembre 1994, il volo Air France 8969, un Airbus A300, fu dirottato da 4 terroristi del Gruppo Islamico Armato (GIA) ad Algeri, luogo in cui furono uccisi 3 passeggeri. Quando l'aereo raggiunse Marsiglia, il GIGN, il gruppo di intervento della Gendarmerie nationale fece irruzione nell'aereo uccidendo i dirottatori. I terroristi avevano intenzione di schiantarsi sulla Torre Eiffel. * Il 20 aprile 1998, il volo Air France 422, un Boeing 727-200 che copriva l'ultima tratta di un collegamento aereo tra Parigi e la capitale ecuadoriana Quito, operato da TAME per conto di Air France, si schiantò nelle vicinanze di Bogotá a causa della scarsa visibilità dopo il decollo dall'aeroporto internazionale El Dorado, uccidendo tutte le 53 persone a bordo. * Il 25 luglio 2000, il volo Air France 4590, un Concorde, precipitò poco dopo il decollo dopo aver impattato con un detrito lasciato sulla pista da un DC-10 decollato minuti prima. L'impatto con il pezzo metallico causò un incendio al serbatoio dell'ala sinistra che rese l'aereo incontrollabile; questo si schiantò contro un hotel. Le vittime furono 113. * Il 22 giugno 2003, il volo Air France 5672, un Bombardier CRJ100ER, precipitò durante l'avvicinamento a Brest. * Il 2 agosto 2005, il volo Air France 358, un Airbus A340-300, uscì di pista durante l'atterraggio a Toronto per errori dei piloti. Non ci furono vittime, ma l'aereo venne consumato dall'incendio che si sviluppò in seguito. * Il 1º giugno 2009, il volo Air France 447, un Airbus A330-200 in rotta tra Rio de Janeiro e Parigi, scomparve dai radar mentre si trovava sopra l'Oceano Atlantico; l'aereo era precipitato causando la morte di tutte le 228 persone che portava a bordo, di cui 216 passeggeri, 3 piloti e 9 assistenti di volo. La zona dell'oceano in cui si verificò l'incidente è situata a circa metà percorso tra l'Africa e l'America Meridionale. L'incidente era avvenuto a causa del ghiaccio formatosi nei tubi di Pitot che, di conseguenza, portò ad indicazioni errate riguardanti la velocità disorientando così l'equipaggio. * Il 30 settembre 2017, il volo Air France 66, un Airbus A380, subì un guasto distruttivo ad uno dei quattro motori e dovette effettuare un atterraggio di emergenza alla base aerea di Goose Bay, in Canada. L'incidente si era verificato mentre il velivolo si trovava a 150 km a sud-est di Paamiut, in Groenlandia. Secondo l'Air Safety Network, Air France è stata vittima di 11 dirottamenti aerei: * 1973, 18 ottobre: Marsiglia (Volo Parigi - Nizza) * 1976, 27 giugno: Bengasi-Entebbe (Operazione Entebbe, Volo Air France 139 Atene - Parigi) * 1976, 28 agosto: Ho Chi Minh (Volo Ho Chi Minh - Bangkok) * 1977, 12 agosto: Bari (Volo Nizza - Il Cairo) * 1983, 27 agosto: Teheran (Volo Vienna - Parigi) * 1984, 7 marzo: Ginevra (Volo Francoforte - Parigi) * 1984, 31 luglio: Teheran (Volo Francoforte - Parigi) * 1989, 23 agosto: Algeri (Volo Parigi - Algeri) * 1993, 10 dicembre: Nizza (Volo Air France 2306 Parigi - Nizza) * 1994, 26 dicembre: Marsiglia (Volo Air France 8969 Algeri - Parigi) * 1999, 2 marzo: Parigi (Volo Air France 5029 Marsiglia - Parigi)
Alfabeto
Una A, la prima lettera dell'alfabeto latino. L''''alfabeto''' o ''trascrizione fonetica'' è un sistema di scrittura i cui ''segni grafici'' rappresentano singolarmente i suoni delle lingue . Nei sistemi di scrittura alfabetici, generalmente un grafema rappresenta un fonema, ma spesso uno stesso grafema può rappresentare più fonemi o, viceversa, uno stesso fonema può essere rappresentato da più grafemi. Un alfabeto propriamente deve contenere anche le vocali, altrimenti si preferisce indicarlo col nome ''abjad''. La parola "alfabeto" deriva dall'unione dei nomi delle prime due lettere dell'alfabeto greco, alfa e beta . I ''sistemi alfabetici'' sono tra i sistemi di scrittura più diffusi al mondo e, data la caratteristica di possedere un numero limitato di segni, sono anche sfruttati per la trascrizione fonetica: inoltre la quasi totalità degli alfabeti del mondo usa i grafi della scrittura latina, a volte assegnandogli valori fonetici diversi da un sistema all'altro e a volte modificandoli aggiungendo o togliendo ''tratti grafici''. Tavola raffigurante parte dell'alfabeto latino tratta dagli Acta Eruditorum del 1743 Alcuni studiosi sostengono che l'alfabeto sia il vertice della scrittura e chi legge «ragiona diversamente».
Genericamente per alfabeto, si intende un sistema di scrittura segmentale a livello fonemico che ha glifi separati per suoni individuali. I grafemisti distinguono invece tre tipi diversi di scrittura segmentale: alfabeto, abjad e abugida. Questi tre differiscono l'uno dall'altro nella maniera in cui sono trattate le vocali: *gli ''abjad'' hanno le lettere per le consonanti e lasciano le vocali inespresse; *gli ''abugida'' sono anch'essi basati sulle consonanti, ma indicano le vocali con segni diacritici o con modificazioni grafiche sistematiche alle consonanti; *gli alfabeti rappresentano le consonanti e le vocali come lettere indipendenti. Il più antico alfabeto conosciuto in senso ampio è la scrittura Wadi el-Hol, che si crede sia un abjad. Questo, attraverso il suo successore il fenicio, è l'antenato dei moderni alfabeti, tra cui l'arabo, il greco, il latino (attraverso gli antichi alfabeti italici), il cirillico (attraverso l'alfabeto greco) e l'ebraico (attraverso l'aramaico). Gli Abjad dei giorni nostri sono le scritture araba e ebraica; alfabeti veri invece comprendono il latino, il cirillico e l'hangŭl coreano; e gli abugida sono usate per scrivere il tigrino, l'amarico, l'hindi e l'alfabeto thai. I sillabici aborigeni canadesi sono anche abugida piuttosto che un sillabario come il suo nome farebbe pensare, giacché ogni glifo sta per una consonante che è modificata dalla rotazione per rappresentare la vocale seguente. In un vero sillabario, ogni combinazione vocale-consonante sarebbe rappresentata da un glifo separato. Questi tre tipi possono essere incrementate con i glifi sillabici. L'ugaritico, per esempio, è di base un abjad, ma ha lettere sillabiche per /ʔa, ʔi, ʔu/. Il cirillico è di base un alfabeto vero, ma ha lettere sillabiche per /ja, je, ju/ (я, е, ю); il copto ha una lettera per /ti/. L'alfabeto devanagari è tipicamente un abugida incrementato con lettere dedicate per le vocali iniziali, sebbene alcune tradizioni usano अ come una consonante zero come base grafica per quelle vocali. I confini tra i tre tipi di scritture segmentali non sono sempre ben delineati. Per esempio il curdo sorani è scritto con l'alfabeto arabo, che di norma è un abjad. Sebbene, nel curdo, scrivere le vocali sia obbligatorio, e sono usate lettere complete, così la scrittura è un alfabeto in senso stretto. Altre lingue possono usare un abjad semitico con vocali obbligatorie diacritiche, facendo effettivamente di loro un abugida. D'altro canto, la scrittura Phagspa dell'impero Moghul fu basata strettamente sull'abugida tibetano ma tutti i segni vocalici sono scritti dopo la consonante che le precede piuttosto che come segni diacritici. Ancora più estremo è l'alfabeto Pahlavi, che è un abjad che diventa logografico. Tavola di raffronto di alfabeti tratta dagli Acta Eruditorum del 1741 Questa prima classificazione degli alfabeti riflette la condizione di come essi trattano le vocali. Per le lingue tonali c'è un ulteriore classificazione basata su come trattano il tono, sebbene non esista un nome per distinguere i differenti tipi. Alcuni alfabeti ignorano il tono del tutto, in particolare quelli che non portano alcun significato funzionale forte, come nel somalo e altre lingue africane e delle Americhe. Alcune scritture trattano i toni come gli abjad trattano le vocali. La maggior parte dei toni è indicata con segni diacritici, alla stessa maniera con cui sono trattate le vocali negli abugida. Questo è il caso del vietnamita, un alfabeto vero, e del Tailandese (abugida). In tailandese, il tono è determinato prima di tutto dalla scelta della consonante, con l'uso di diacritici per la disambiguazione. Nella scrittura Pollard, un abugida, le vocali sono indicate da diacritici, ma il posizionamento del relativo diacritico alla consonante è modificato per indicare il tono. Più raro, è il caso in cui una scrittura abbia lettere separate per indicare i toni, come nel hmong e nello Zhuang. Per la maggior parte di queste scritture, indipendentemente dal fatto che si usino lettere o segni diacritici, il tono più comune non è contrassegnato, proprio come la vocale più comune non è contrassegnata negli abugida indoari, nello Zhuyin non solo è uno dei toni non segnati, ma vi è un diacritico per indicare la mancanza di tono, come il virama indiano. Gli alfabeti spesso vengono associati con un ordine standard delle loro lettere, che può essere usato per scopi di confronto, vale a dire per l'elencazione di parole e altri oggetti in quello che viene chiamato ordine alfabetico. L'ordine di base dell'alfabeto latino (A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z), che è derivato dall'ordine del Abgad semitico nord-occidentale, è ben consolidato, sebbene le lingue che usano questo alfabeto abbiano diverse convenzioni per il trattamento delle lettere modificate (come nel francese é, à, e ô) e di certe combinazioni di lettere (multigrafi). Ad esempio, in Francia, le lettere accentate non sono considerate lettere aggiuntive per quanto concerne l'ordinamento e il confronto. Nell'islandese invece, le lettere accentate e con segni diacritici come á, í, e ö sono considerate lettere distinte. In spagnolo la ñ è considerata una lettera separata, ma le vocali accentate come á ed é invece non lo sono. La ll e la ch sono considerate lettere singole, ma nel 1994 la Real Academia Española cambiò l'ordine cosicché la "ll" figurasse nel dizionario tra "lk" e "lm", e "ch" tra "cg" e "ci"; nel 2010 l'associazione delle accademie di lingua spagnola cambiò ulteriormente definizione, non considerandole più lettere. Nei dizionari inglesi, la sezione lessicale con l'iniziale th- trova posto tra te- e ti-. In Germania, le parole che iniziano con "sch" (che rappresenta il fonema tedesco ) dovrebbero essere intercalate tra parole con l'iniziale "sca" e "sci" (tutti prestiti linguistici), invece di questo cluster grafico appare dopo la lettera "s", come se fosse una singola lettera, una scelta analoga a quanto avviene in un dizionario di albanese con dh-, ë-, gj-, ll-, rr-, th-, xh- e zh- (tutti rappresentano fonemi e sono considerate lettere singole separate) che seguono rispettivamente le lettere d, e, g, l, n, r, t, x e z. Le parole tedesche con l'umlaut sono ordinate come se non l'avessero, a differenza del turco con i grafemi ö e ü, e dove una parola come "Tüfek" viene dopo "Tuz", nel dizionario. Un'eccezione si trova negli elenchi telefonici tedeschi dove le lettere con l'umlaut sono ordinate diversamente, considerando le vocali con dieresi come fossero seguite da "e" (es. ä = ae). Gli alfabeti danese e norvegese terminano con "æ", "ø", "å", considerate lettere distinte, come anche l'islandese, lo svedese e il finlandese, che convenzionalmente collocano le parole che iniziano con "å", "ä" e "ö" alla fine. La famiglia delle scritture Brahmi usate in India usano un unico ordine basato sulla fonologia. Le lettere sono arrangiate secondo come e dove sono prodotte nel cavo orale. Questa organizzazione è usata anche nel Sud-est asiatico, in Tibet nell'hangŭl coreano, e anche nei sillabari kana giapponesi. === Alfabeti africani === * Alfabeto ge'ez * Alfabeto N'Ko * Tifinagh === Alfabeti asiatici === * Alfabeto avestico * Alfabeto arabo * Devanagari * Thaana * Brahmi * Alfabeto ebraico * Alfabeto fenicio * Hangŭl * Jawi * Alfabeto tibetano * Alfabeto thai * Alfabeto mandaico * Alfabeto mongolo latino * Alfabeto ugaritico * Alfabeto persiano-arabo * Alfabeto cinese * Alfabeto tamil * Alfabeto gujarati === Alfabeti europei === * Alfabeto latino * Alfabeto cirillico * Alfabeto greco * Alfabeto georgiano * Alfabeto armeno '''Alfabeti americani''' * Rongo rongo === Alfabeti speciali === * Alfabeto fonetico NATO * Alfabeto fonetico internazionale * Braille * Alfabeto Morse * Alfabeto manuale * Alfabeto marittimo * Nova Help-Alfabeto === Alfabeti artificiali === * Belter Creole - Belta * Tengwar * Sarati * Cirth * Aurebesh * Alfabeto Mandaloriano
Alfiere (scacchi)
Un alfiere bianco Nel gioco degli scacchi l'''alfiere''' è uno dei pezzi a disposizione dei giocatori. Assieme al cavallo è uno dei cosiddetti "pezzi leggeri" in contrapposizione a donna e torre chiamati "pezzi pesanti". L'alfiere viene spesso rappresentato con il copricapo da vescovo dato che nei paesi anglofoni è chiamato appunto ''Bishop'' ; il nome è invece di origine arabo-persiana. Il nome "alfiere" deriva infatti da "al-fil" che significa "l'elefante" in quanto nei paesi del Medio Oriente questo pezzo raffigurava tale animale. Nella lingua italiana, invece, il termine significa '''portabandiera''' e indica il soldato che, diversi secoli addietro, era deputato a portare il vessillo del suo esercito. In alcune marine del mondo, inoltre, questo termine continua a persistere, riferendosi al grado di ufficiale di vascello più basso nella scala gerarchica.
La partita inizia con quattro alfieri, due per colore, uno a sinistra della donna e l'altro a destra del re nelle case indicate in notazione algebrica come c1, f1, c8 e f8. L'alfiere si muove diagonalmente per il numero di caselle libere che ha a disposizione. Come è il caso della maggior parte dei pezzi l'alfiere cattura un pezzo dell'avversario tramite l'occupazione della casa su cui si trova il pezzo da catturare. I termini ''alfiere camposcuro'' e ''alfiere campochiaro'' si riferiscono agli alfieri che si muovono esclusivamente nelle case di colore rispettivamente nere e bianche: l'alfiere infatti è l'unico pezzo che non può cambiare il colore delle case su cui si appoggia nei suoi movimenti in diagonale. Pertanto ogni colore possiederà un alfiere campochiaro e un alfiere camposcuro. L'espressione ''alfieri di colore contrario'' è usata, specialmente nei finali, per indicare che un colore ha soltanto l'alfiere campochiaro e l'altro solamente l'alfiere camposcuro. Poiché l'alfiere ha accesso solo a 32 delle 64 case della scacchiera (essendo legato ad un unico colore), è considerato più debole di una torre che ha accesso a tutte le case presenti. Inoltre una torre, su una scacchiera vuota, controlla (attacca) sempre 14 case, mentre l'alfiere ne controlla da un massimo di 13 ad un minimo di 7, in funzione della sua posizione più o meno centrale. Una torre viene dunque valutata più di un alfiere. La forza (e dunque anche il valore) dell'alfiere è considerata equivalente a quella del cavallo. Durante la partita l'alfiere acquista più forza in quanto i numeri dei pezzi presenti diminuiscono e dunque si aprono più linee (diagonali) su cui può operare. Quando la scacchiera è vuota l'alfiere può operare contemporaneamente su due ali mentre il cavallo deve usare diverse mosse (tratti) per cambiare ala su cui è attivo. Nel finale di partita la coppia di alfieri è decisivamente superiore alla combinazione di un alfiere e un cavallo o alla coppia di cavalli. Il giocatore in possesso di una coppia di alfieri ha a sua disposizione un'arma strategica, nella forma di una minaccia seria, da usare nel lungo termine per ottenere un ''finale'' di partita a lui favorevole. Un solo alfiere con il sostegno del proprio re non è in grado di forzare la vittoria sul re avversario, benché quest'ultimo sia rimasto da solo. D'altro canto durante l'apertura un alfiere rischia di essere circondato da pedoni di entrambi i giocatori, risultando in tal modo poco efficiente e dunque meno potente di un cavallo che può passare sopra altri pezzi. Inoltre, su una scacchiera affollata, il cavallo ha molteplici possibilità di effettuare delle forchette sui pezzi dell'avversario mentre per l'alfiere, anche se tecnicamente possibile, le opportunità sono rare. Se l'alfiere trova difficoltà a svilupparsi nel centro della scacchiera, non trovando una casa disponibile, esiste la possibilità di organizzare un fianchetto. In questo caso si sviluppa l'alfiere lateralmente giocando, per esempio, il pedone g2-g3 e successivamente l'alfiere di re da f1 a g2. Si forma così una struttura difensiva molto forte dietro il quale sistemare un arrocco, arroccando il re in g1. Da questa posizione l'alfiere esercita anche una pressione molto forte lungo la diagonale h1-a8. Tuttavia in questa situazione non si scambia l'alfiere coinvolto in un fianchetto con leggerezza, in quanto la sua mancanza crea debolezze pericolose nella struttura dell'arrocco, che possono diventare fatali. Un giocatore in possesso di solo un alfiere, generalmente, deve manovrare i suoi pedoni in modo che occupino case di colore opposto al colore della casa dell'alfiere, lasciandolo così in grado di muoversi senza limitazioni passando fra i pedoni. Questo permette al giocatore di controllare case di ambedue i colori e di fare muovere l'alfiere sulle case libere. Oltre a facilitare i movimenti dell'unico alfiere, gli permette anche di attaccare con più facilità i pedoni dell'avversario. Un alfiere che è impedito nei suoi movimenti dai pedoni amici viene chiamato "alfiere cattivo" (cioè con delle strade chiuse). Nei finali dove ogni giocatore è in possesso di un solo alfiere di colore opposto a quello dell'avversario, le possibilità di arrivare a una patta sono maggiori. Ogni giocatore tende a prendere il controllo delle case del colore del suo alfiere e si arriva ad una situazione in cui nessun giocatore può progredire. Tuttavia, se le donne sono ancora sulla scacchiera, la presenza di alfieri di colori opposti rende il gioco meno a rischio di patta perché ogni giocatore ha la possibilità di difendere le case di entrambi i colori. Nei finali in cui sono presenti alfieri dello stesso colore anche una differenza minima (per esempio un pedone) può creare il vantaggio sufficiente per arrivare alla vittoria. I finali in cui sono presenti sulla scacchiera soltanto i due re e un alfiere, indipendentemente dal fatto che sia di campo chiaro o scuro, finiscono in patta: non è infatti possibile dare scaccomatto al re avversario controllando solamente re e alfiere.
Antisemitismo
Popolazione ebraica in Europa nel 1939 L''''antisemitismo''', per alcuni sinonimo di '''giudeofobia''', è il pregiudizio, la paura o l'odio verso i giudei, cioè gli ebrei. Secondo la ''Working Definition of Antisemitism'' , dell'Agenzia europea dei diritti fondamentali "l'antisemitismo è quella certa percezione descrivibile come odio verso gli ebrei. Le manifestazioni retoriche e fisiche dell'antisemitismo sono dirette contro singoli ebrei o non ebrei, e/o contro la loro proprietà, contro le istituzioni comunitarie e contro le strutture religiose ebraiche. Inoltre tali manifestazioni possono anche avere come bersaglio Israele, concepito come una collettività di ebrei". L'antisemitismo accusa frequentemente gli ebrei di cospirare ai danni del resto dell'umanità, ed è spesso utilizzato per incolpare gli ebrei di uno o più problemi politici, sociali ed economici. Trova espressione orale, scritta e impiega stereotipi sinistri e tratti caratteriali negativi.
Il termine "antisemitismo" venne coniato nel settembre 1879, a Berlino, in Germania, da parte del nazionalista Wilhelm Marr, nello scritto ''La strada verso la vittoria del Germanismo sul Giudaismo, da una prospettiva aconfessionale'', come eufemismo di ''Judenhass'' («odio per gli ebrei»): nonostante l'etimologia, esso non si riferisce all'odio nei confronti dei "popoli semiti" (cioè quelli che parlano lingue appartenenti al gruppo semitico, quali l'arabo, l'ebraico, l'aramaico e l'amarico), ma unicamente all'odio e alla discriminazione nei confronti degli ebrei. Il concetto espresso da Marr, che nei suoi scritti successivi verrà visto come un errore e ritrattato, nel secolo successivo assumerà valenze diverse, più ampie e coinciderà spesso con la definizione degli atteggiamenti persecutori, tra i più gravi della storia contemporanea. Alcuni rifiutano il termine, utilizzando altre definizioni quali ''giudeofobia'', ''antigiudaismo'', ''antiebraismo''. Storicamente si può individuare un antisemitismo di carattere religioso (antigiudaismo), espresso nel paganesimo, nel cattolicesimo (Concilio Lateranense IV del 1213 relativamente ai decreti 67, 68, 69, 70, e bolle pontificie Cum Nimis Absurdum, Caeca et Obdurata, Hebraeorum Gens), nel luteranesimo (opera di Martin Lutero del 1543 intitolata'' "Degli ebrei e delle loro menzogne")'' e nell'Islam, oltre a un antisemitismo di carattere razziale e culturale. In Europa i pregiudizi e i miti relativi agli ebrei sono sempre stati molteplici, talvolta alimentati da testi pseudo-storici come ''Il libro del Kahal'' di Jacob Brafman o palesemente falsi come gli anonimi ''Protocolli dei Savi di Sion''. Gli ebrei sono stati accusati di corporativismo e di elitarismo religioso per il fatto di prevedere il diritto a partecipare al culto ebraico in base alla linea di sangue. Furono inoltre accusati di refrattarietà alle altre culture e di essere attaccati al denaro. Paradossalmente agli ebrei si rinfacciava di essere ciò che la maggioranza imponeva loro, cioè di separarsi dagli altri quando erano costretti per legge a vivere in quartieri separati; di praticare laddove la legge permetteva loro – e anzi li incoraggiava – il prestito a interesse, che a cristiani e musulmani era ufficialmente interdetto; di non favorire le conversioni, quando queste erano duramente sanzionate dalla legge (si veda la persecuzione dei marrani in Spagna). Sono avvenute persecuzioni anche nella Spagna del XV secolo, dove i cristiani provenienti dal giudaismo erano visti con sospetto: le persecuzioni contro i ''marranos'', gli ebrei che si convertivano solo esteriormente al Cristianesimo, erano originate da motivi religiosi poiché i cristiani si sentivano traditi e ingannati dal fenomeno delle false conversioni volte a ottenere vantaggi di ordine politico-economico. Tali vantaggi venivano revocati nel momento in cui si scopriva il comportamento ''giudaizzante'' del falso convertito. C'è stato anche un grande pogrom a Siviglia nel 1391, a causa delle orazioni di predicatori antisemiti e dell'odio popolare. L'antisemitismo era particolarmente diffuso nell'Europa dell'Ottocento, venendo accolto non solo da pensatori nazionalisti come Richard Wagner o Adolf Stoecker, anche pensatori anarchici fecero fatica a sradicare questo sentimento come Proudhon e Bakunin e progressisti come Charles Fourier, nonché da scrittori apolitici come Thomas Eliot, fino a sfociare in questioni pubbliche come l'Affare Dreyfus. In tempi più recenti, fra le tante azioni attribuite agli ebrei c'è anche quella di aver preparato teoricamente la Rivoluzione russa. Di origine ebraica (il padre si era convertito dall'ebraismo al luteranesimo) era infatti Karl Marx, il principale e più illustre teorico del socialismo scientifico; di origine ebraica era Emma Goldman, filosofa anarchica lituana; Rosa Luxemburg, fondatrice del Partito Comunista Tedesco e Lev Trockij, il famoso fondatore dell'Armata Rossa. Anche Lenin, principale fautore della Rivoluzione russa, aveva remote origini ebraiche, e dei 12 membri del Comitato Centrale del Partito Comunista Russo del 1918, nove erano ebrei. Gli ebrei occidentali hanno ottenuto parità di diritti a norma di legge (negli Stati Uniti nel 1787, in Francia nel 1791 e in seguito nei paesi conquistati da Napoleone e in parte in Austria nel 1781), mentre in Russia si ottenne solo a partire dalla Rivoluzione d'Ottobre; tuttavia, anche dopo l'avvento del comunismo si verificarono dei pogrom nei paesi sovietici, come a Kielce, in Polonia, il 4 luglio 1946.. === In Italia === Si hanno tracce di antisemitismo sin dall'epoca romana, in particolare nelle "Historiae" di Tacito è presente una digressione sugli usi e costumi del popolo ebraico, dove l'autore latino esprime con disprezzo la diffidenza del pagano colto nei confronti di un popolo di cui fraintende volutamente le usanze e la religione, incentrata sul culto di un unico dio. Anche in Italia l'antisemitismo è stato secolare; per esempio nel Medioevo i giudei furono più volte espulsi dal Regno di Napoli e, dove erano invece accettati, erano considerati con diffidenza. Nel 1493 il governatore veneziano di Corfù, essendo arrivata nell'isola una nave carica di giudei scacciati appunto dal Regno di Napoli e poiché quei profughi chiedevano di stabilirsi nell'isola, chiese istruzioni al Senato di Venezia; gli fu risposto che li accettasse purché s'impegnassero di rinunziare alla pratica dell'usura. Il più antico documento italiano di cui ci sia rimasta notizia a proposito dell'obbligo per i giudei di mostrare un contrassegno giallo cucito sul petto, è il seguente bando milanese del 31 agosto 1473: ''MCCCCLXXIII, DIE ULTIMO AUGUSTI, MEDIOLANI PROCLAMATUM EST UT INFRA.'' ''Per parte et comandamento de li spettabili e generosi Maestri dell'intrate del nostro ill. Principe, et excell. Signor Duca, Galeazzo Maria Sforza Vesconte ecc. – (la cui ill. Signoria el summo Iddio accreschi e mantenga longamente in stato felice). – In executione de lettere de sua Excellentia, date a Cropello a dì 27 del mese presente, et signate A. Iacobus, per le quale vuole sua Celsitudine, como convene al vero e christianissimo Principe, che nel dominio suo siano distincti et cognosciuti li Hebrey da li Christiani, como etiam è usato in altri paesi de' Christiani; per la presente crida, la quale habeat vim decreti ducalis, se ordina et se comanda ad caduno como se voglii Hebreo, che deba portare uno O gialdo nel pecto per segnale, et de tal forma e grandezza, ch'ello sia distintamente cognosciuto da Christiani, et se gli dà termine quindeci dì proximi a venire ad mettersi detto signale nel petto. Li quali quindeci giorni proximi passati che saranno, qualunque di essi Hebrei serà da può trovati senza dicto O gialdo nel pecto apertamente, come è predicto, debbia incorrere in la pena de tracti quattro di corda, e de pagare ducati mille d'oro da ser applicati alla camera ducale irremissibilmente. Signat. GABRIEL.'' (Carlo Sgorbio, ''Codice visconteo-sforzesco ecc.'' P. 418. Milano, 1846.) Samuel Marochitanus, ''Epistola contra Iudaeorum errores'', circa 1479 Seppur anticipato da alcune sporadiche dichiarazioni di esponenti del regime, l'antisemitismo dell'Italia fascista incomincia ufficialmente il 14 luglio 1938 con la pubblicazione del Manifesto della razza ed è preceduto dalla venuta di Hitler in Italia, dal 3 al 9 maggio. Due mesi dopo la visita in Italia del Führer, viene pubblicato il ''Manifesto'' redatto quasi tutto da Mussolini, ma sottoscritto da un gruppo di scienziati. Tra questi Nicola Pende che risultò dai giornali dell'epoca tra i firmatari del ''Manifesto'' ma venne assolto in un processo postbellico per non aver mai aderito alle posizioni degli scienziati razzisti. I giornali aprono subito una campagna antisemita: esce ''La difesa della razza'' diretta da Telesio Interlandi, che ha come segretario di redazione Giorgio Almirante. A partire dal 5 settembre 1938, una serie di disposizioni legislative, le cosiddette "leggi razziali", introducono una serie di pesanti discriminazioni nei confronti degli ebrei, che, tra l'altro, vengono espulsi da ogni incarico nella pubblica amministrazione (e quindi anche dall'insegnamento nelle scuole e nelle università), e non possono accedere ad alcune professioni come quella di notaio e di giornalista. L'antisemitismo italiano, al contrario di quello tedesco (basato su pregiudizi razziali/biologici/sessuali), aveva una forte componente religiosa/spirituale: tendeva cioè, almeno nelle intenzioni iniziali di alcuni dei suoi padri (tra cui diversi religiosi cattolici), a discriminare principalmente gli ebrei non convertiti. Lo stesso Mussolini elaborò lo slogan "''Discriminare e non perseguitare''" per indicare la filosofia che, secondo la versione data dal regime, sarebbe stata adottata nell'applicazione delle leggi razziali e, in un discorso tenuto a Trieste nel settembre 1938, affermò esplicitamente che "gli ebrei che hanno indiscutibili titoli di benemerenze militari e civili troveranno la giusta comprensione del Regime". Questo esplicitare un distinguo rispetto all'ondata antisemita "biologica" europea, era probabilmente dovuto, tra le altre cose, al tentativo di rassicurare quella parte degli ebrei italiani (soprattutto tra le classi più benestanti) che fino ad allora avevano appoggiato prima il movimento fascista e poi la dittatura. Con l'avvento della Repubblica Sociale Italiana questa distinzione tra antiebraismo spirituale e antiebraismo biologico venne completamente a cadere, e gli ebrei italiani vennero perseguitati alla pari di quelli tedeschi. === In Germania === Nel periodo tra le due guerre mondiali in Germania gli ebrei furono ritenuti responsabili o capri espiatori della grave crisi economica in cui versava la Repubblica di Weimar dopo la prima guerra mondiale, in virtù anche dei debiti di guerra acquisiti. Gli ulteriori effetti della Grande Depressione a livello mondiale accelerarono gli eventi che portano all'ascesa al potere di Adolf Hitler e del Terzo Reich fino all'epilogo della seconda guerra mondiale (vedi Dolchstoßlegende e Criminali di novembre). === Nel mondo islamico e in Medio Oriente === Una giovane donna mostra il ''ciclo della violenza'': a suo dire, Israele sarebbe una diretta conseguenza del nazismo e viceversa Anche nel mondo islamico le persecuzioni contro gli ebrei furono diffuse fin dall'inizio della predicazione, a partire dagli episodi che si verificarono a Yathrib all'epoca del profeta Maometto che però possono essere ricondotti a uno scontro essenzialmente politico, gli ebrei ebbero numerosi atti persecutori durante tutta la storia. La loro condizione era normalmente quella di cittadini discriminati in alcuni diritti pubblici, in quanto appartenenti a una comunità sottomessa a quella islamica (i cosiddetti ''dhimmī''). Una condizione, questa, riservata anche ai cristiani e a tutti coloro che i musulmani pensavano facessero riferimento a un libro divinamente ispirato, anche se (secondo la visione islamica) corrotto dal tempo e dagli uomini. In questi "popoli del Libro" o ''Ahl al-Kitāb'', erano posti anche Zoroastriani e Sabei, mentre ai politeisti l'unica scelta permessa era tra la conversione o la morte. I pogrom antiebraici più gravi sono avvenuti nella Spagna islamica con il massacro di Granada nel 1066 e nel Marocco con il massacro di Fez del 1033. La situazione è precipitata dopo la seconda guerra mondiale, quando il mondo arabo è stato attraversato da un grande moto di ostilità anti-ebraica relativo all'immigrazione ebraica dall'Europa e al successivo conflitto arabo-israeliano, concluso con la dichiarazione della nascita dello Stato di Israele. In particolare, a seguito della nascita di Israele, e soprattutto in coincidenza delle guerre del 1948 e 1967, circa un milione di ebrei sono stati indotti a emigrare (in gran parte verso Israele) e a lasciare i paesi arabi nei quali avevano costituito da secoli importanti comunità, come reazione all'espulsione di un numero analogo di Arabi palestinesi da parte di Israele. Questo esodo ha ridotto ai minimi termini la consistenza numerica degli ebrei che ancora oggi vivono nelle principali capitali dei Paesi a maggioranza musulmana, da Teheran a Damasco. Recentemente la dirigenza della Repubblica dell'Iran - decisamente isolata però in questo - ha ripetutamente denunciato la politica del governo di Israele, affermando, tra l'altro, che la Shoah sarebbe stata esagerata nella sua immane portata, con intento mistificatorio da parte dei vincitori del secondo conflitto mondiale e che il ricordo di tale tragedia sarebbe utilizzato a fini strumentali da quello che viene definito il "regime" di Israele, al fine di giustificare il proprio operato e l'occupazione di terre palestinesi in base al diritto bellico. In ambito cristiano il termine antigiudaismo indica sentimenti di commiserazione, deprecazione, disprezzo nei confronti degli ebrei, popolo eletto, ritenuti collettivamente responsabili della morte di Gesù e/o del mancato riconoscimento come Messia: sentimenti, questi, presenti in tutta la storia cristiana. Alcuni accusano i padri della Chiesa di aver causato indirettamente degli atti antisemiti a causa di alcune dichiarazioni in cui definiscono questo popolo "assassini... nemici di Dio, avvocati del diavolo, demòni" (San Gregorio di Nissa); "serpenti la cui immagine è Giuda e la cui preghiera è un raglio d'asino" (San Girolamo); "banditi perfidi, distruttori, dissoluti, simili ai maiali... Per il loro deicidio non c'è possibilità di perdono, dispersi in schiavitù per sempre... Dio odia gli ebrei e li ha sempre odiati" (San Giovanni Crisostomo). I difensori della tradizione cristiana ribattono che l'antigiudaismo non è un odio razzista bensì una posizione di natura prettamente teologica, poiché ha come oggetto non l'etnia di appartenenza ma il credo religioso in quanto tale. Chi sostiene questa tesi aggiunge sovente che nessun vero cristiano potrebbe ragionevolmente essere antisemita, poiché i primi cristiani e lo stesso Gesù erano tutti ebrei. Attualmente, anche autorevoli studiosi cristiani ammettono come i primi cristiani e i Padri e Dottori della Chiesa usarono gli stessi vangeli in maniera antiebraica. Ad esempio, una delle frasi più note, in merito all'assunzione di responsabilità della morte di Gesù da parte degli Ebrei, è il passo : "''E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli»''", contenuto nel solo Vangelo secondo Matteo dopo la condanna a morte di Gesù da parte di Pilato; tale frase "com'è noto ... non è storica: proietta all'indietro le polemiche tra i Giudei e i seguaci di Gesù della fine del I secolo" e gli esegeti del cattolico "Nuovo Grande Commentario Biblico" evidenziano in merito come "l'amaro, sgradevole carattere di questo versetto può essere solo capito come risultato della polemica contemporanea tra Cristiani ed Ebrei e alla luce della prospettiva storica di Matteo". Il teologo John Dominic Crossan, ex sacerdote cattolico e tra i cofondatori del Jesus Seminar, sottolinea che "questa reiterata giustapposizione tra gli ebrei che domandano la crocifissione di Gesù e le dichiarazioni romane sull'innocenza di Gesù stesso non è profezia e neanche è storia. È propaganda Cristiana" e "alla luce del successivo antigiudaismo Cristiano e alfine dell'antisemitismo genocida, non è più possibile in retrospettiva pensare che questa finzione della passione fosse una propaganda relativamente benigna. Per quanto spiegabili le sue origini, difendibili le sue invettive e comprensibili i suoi motivi tra i Cristiani che lottavano per la sopravvivenza, la sua ripetizione è adesso diventata la più duratura menzogna e, per la nostra integrità, noi Cristiani dobbiamo alla fine definirla in tal modo", inoltre "una volta che l'Impero Romano divenne Cristiano questa finzione diventò letale". Anche il biblista cattolico tedesco Josef Blinzler riconosce: "la storia della passione di Gesù si è realmente trasformata nella storia della sofferenza degli Ebrei; la strada del Signore verso la croce è diventata una ''via dolorosa'' della gente ebraica attraverso i secoli". Il teologo e sacerdote cattolico Raymond Brown evidenzia che "mentre l'intero Nuovo Testamento è stato mal usato in maniera antiebraica, questo testo, con tutta la gente che urla ''«Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli»'', ha avuto un ruolo speciale. È stato trattato come se fosse una auto maledizione con la quale la gente ebraica attirò su sé stessa il sangue di Gesù per tutti i tempi successivi. ... Questa è una di quelle frasi che sono state responsabili per oceani di sangue umano e un incessante flusso di miseria e desolazione"; aggiunge tale teologo come la stessa frase fu poi usata dai primi cristiani e dai Padri e Dottori della Chiesa: "Origene andò drasticamente aldilà del giudizio di Matteo quando nel 240 dopo Cristo egli scrisse: «per questa ragione il sangue di Gesù ricade non solo su quelli che vissero al momento ma anche su tutte le generazioni di Giudei che seguirono, fino alla fine dei tempi». Sfortunatamente egli fu seguito nella sua valutazione da alcuni dei più grandi nomi della Cristianità" e ad esempio "Sant'Agostino, Giovanni Crisostomo, Tommaso d'Aquino, Lutero, etc, sono citati come sostenitori, con preoccupante ferocia, del diritto e anche del dovere dei Cristiani di disprezzare, odiare e punire gli Ebrei". Anche in altri passi dei vangeli si trovano simili tendenze antiebraiche e gli studiosi del cattolico "Nuovo Grande Commentario Biblico" osservano - in merito al verso "''Intanto i capi dei sacerdoti e tutto il Sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano''" - come "Marco sta presentando l'udienza come un vero e proprio processo davanti a tutto il Sinedrio. Questa tendenza faceva probabilmente parte dello sforzo generale dei Cristiani di diminuire il coinvolgimento dei Romani nella morte di Gesù e di accrescere quello dei Giudei". Anche nel Vangelo secondo Luca - in merito al verso : "''Rilasciò colui che era stato messo in carcere per sommossa e omicidio e che essi richiedevano, e abbandonò Gesù alla loro volontà''" - gli studiosi dell'interconfessionale "Parola del Signore Commentata" rilevano che "in modo ancora più forte di Matteo, Luca giudica i Romani liberi dalla «colpa» della morte di Gesù. Luca tace addirittura il fatto che sia stato Pilato a pronunziare la sentenza di morte. L'unico fatto che egli ci riferisce è che il governatore lasciò che fossero gli abitanti di Gerusalemme a decidere sulla sorte di Gesù". In merito ad un altro scritto attribuito a Luca, "non ci possono essere dubbi che una serie di passaggi degli Atti degli Apostoli inaspriscono la visione del coinvolgimento giudaico nella morte di Gesù e andando oltre all'idea della condanna di Gesù, alcuni di questi brani presentano gli stessi Ebrei come coloro che lo uccisero". Anche nelle lettere di Paolo si sottolinea come "Cristo crocifisso fu considerato essere un ostacolo per gli Ebrei (), il rifiuto di Cristo un più grande ostacolo per Israele ()"; inoltre, nella Prima lettera ai Tessalonicesi - che, scritta attorno al 50 d.C., è il più antico documento neotestamentario esistente - con "forte tono antisemitico ... Paolo enumera una serie di accuse contro i Giudei: l'uccisione di Gesù e dei profeti, la persecuzione contro Paolo e i suoi collaboratori, la disubbidienza verso Dio, l'inimicizia nei confronti degli uomini, il porre impedimenti al vangelo perché non raggiunga i pagani laddove possa servire alla loro salvezza". Secondo lo storico Jeremy Cohen la tradizione cristiana ha imposto «l'affermazione del cristianesimo attraverso la negazione dell'ebraismo», perché fin dalle origini del cristianesimo i suoi dirigenti avevano considerato «la polemica contro gli ebrei come loro dovere religioso». Anche laddove essi non costituivano alcuna minaccia immediata per la Chiesa, e perfino dove erano del tutto assenti, la tradizione ''Adversus Iudaeos'' aveva continuato a fiorire Durante il Concilio Vaticano II, con la dichiarazione ''Nostra Aetate'' del 1965 la Chiesa cattolica ha drasticamente ridotto o eliminato ogni accenno all'antigiudaismo, proprio allo scopo di evitare l'equivoco tra antigiudaismo teologico e antisemitismo. Già dal 1959, infatti, la liturgia cattolica del Venerdì Santo, nella quale era presente il termine latino ''Oremus et pro perfidis Judaeis'' (dove ''perfidi'' indica la mancanza di fede: la radice è ''per'' + ''fides'') era stata modificata da papa Giovanni XXIII (fu papa Pio XII nei primi anni cinquanta a cancellare questa parola); tre anni dopo il termine fu eliminato dall'intero messale. Analoghe modifiche teologiche furono effettuate nel mondo protestante negli anni sessanta. Resta invece fortemente antigiudaica la liturgia cristiana ortodossa. Alcuni accusano la Chiesa di avere appoggiato Ante Pavelić, il dittatore croato, che in cinque anni massacrò circa un milione di persone tra cui molti ebrei. Il dibattito tuttavia è ben lungi dall'essere chiuso e la questione è ancora molto controversa. Per la Chiesa cattolica, che ritiene sé stessa legittimo successore spirituale dell'ebraismo antico e più autentico interprete delle Scritture, il ruolo dell'ebraismo moderno in rapporto al cristianesimo si evince, anzitutto, da due celebri documenti del Concilio Vaticano II, ''Lumen Gentium'' (1964) e la già citata ''Nostra Aetate''. Il primo documento definisce il "Popolo di Dio", ricordando che esso è composto anzitutto dai battezzati, ma che anche ''quelli che non hanno ancora ricevuto il Vangelo, anch'essi in vari modi sono ordinati al popolo di Dio. In primo luogo quel popolo al quale furono dati i testamenti e le promesse e dal quale Cristo è nato secondo la carne (cfr. Rm 9,4-5), popolo molto amato in ragione della elezione, a causa dei padri, perché i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili (cfr. Rm 11,28-29)''. Il secondo documento, ''Nostra Aetate'', condanna la superstizione secondo la quale tutti gli ebrei sarebbero responsabili della condanna a morte di Gesù. Questo atteggiamento è stato successivamente approfondito da papa Giovanni Paolo II. ===L'Italia e la definizione di antisemitismo dell’International Holocaust Remembrance Alliance=== Il 17 gennaio 2020, il Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana ha adottato ufficialmente delle definizioni di antisemitismo contenute nel documento dell'International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA) , e ha nominato come ''coordinatrice nazionale per la lotta contro l'antisemitismo'' la professoressa Milena Santerini, volendo «con ancora più decisione affermare la necessità della lotta ad ogni forma di discriminazione». La definizione di antisemitismo dell'IHRA, al 17 gennaio 2020, era già stata adottata da diverse nazioni come «Austria, Bulgaria, Canada, Francia, Germania, Israele, Lituania, Macedonia del Nord, Regno Unito, Romania e Stati Uniti», ma non dall'Italia». La definizione dell'IHRA sull'antisemitismo adottata ora anche in Italia, recitaː