vestiti. Chi vuole parlare che si è poi da una cosa vediamo ok e come è nato il progetto? Ok due anni fa, quando ci siamo fermati con il covi d' con la seconda ondata ci siamo trovati tutti fermi. Io mi ero appena laureato e avevo fatto la stagione da bagnino perché nove anni che ho fatto la stagione da bagnino a monte Rosso come lavoro estivo e ci siamo proprio trovati fermi perché ognuno aveva delle idee diverse, iniziando a pulire l'orto per mia mamma ci siamo appassionati su un momento e siccome cioè il secondo me il passaggio fondamentale è che in quel momento cercavamo una strada da percorrere. Io volevo andare all' estero, poi sono stato fermato dal cò vid. Ognuno aveva delle ambizioni che ovviamente la pandemia fermato. Ma penso tutto il mondo e quindi abbiamo iniziato in zona rossa proprio a pulire accanto a casa per poter uscire perché non si poteva uscire dal comune, quindi restare l'aria aperta a fare qualcosa e poi ci siamo accorti che c' era un sacco di potenziale. Le idee erano tante, ci abbiamo messo un anno per definire esattamente cosa volessimo fare, che era la parte più importante in quell'anno. Lì però abbiamo, come avete visto, sistemato molti muretti a secco. Abbiamo iniziato proprio a ripristinare questo territorio che era abbandonato. Da lì è nata l'idea di fare un'azienda agricola due punto zero, cioè di combinare l'agricoltura che è una pratica che comunque non porta grandi introiti di combinarla con la potenzialità di questo territorio, ovvero il turismo. Noi abbiamo un territorio che è per stagionalmente supera quasi tre milioni di visitatori, quindi riuscire a creare un'azienda agricola diversa dalle altre che lavora nel turismo è stato il nostro obiettivo ed è nata proprio così l'idea di combinare il turismo con l'agricoltura facendo qualcosa che nessuno aveva ancora fatto perché qua diciamo che tutti tutto è molto comparti zato cioè se si fa l'agricoltura si fa solo quello. Invece secondo noi proprio la potenzialità sta nel muoversi in più ambiti e di riuscire a collegarli e si'. Poi abbiamo quello lì è stato il primo step. Ovviamente per fondare un'azienda servono dei fondi proprio è la base e nel senso, come abbiamo visto durante il lockdown dalla Ferragni e Fedez, mi sembra l'esempio più lampante se uno riesce a trasmettere quello che vuole fare in modo chiaro e trasparente. La gente si fida e prende a cuore la tua iniziativa. Noi abbiamo raccolto dal primo maggio al primo giugno quasi novemila euro. Non abbiamo raggiunto il gol proprio di due trecento euro un'inezia. Però il risultato per noi è stato molto importante, perché ci ha permesso proprio di avviare all'attività pagando le spese notarili, pagando le spese di avviamento, ma anche semplicemente pagando la benzina da mettere nel decespugliatore per poi andare a pulire il terreno. La campagna di crowdfunding ha richiesto circa sei mesi di pianificazione e infatti poi è andata a buon fine. Perché comunque la parte di lavoro di una campagna crowdfunding è il primo quando è lanciata su internet Basta. La campagna è già pronta. Siamo riusciti in questi mesi precedenti, comunque alla campagna ad avere un sacco di articoli di giornale. Abbiamo ricevuto delle interviste, siamo finiti per esempio il giorno che no, la settimana che è iniziata la campagna siamo riusciti a finire sul é. Il nostro servizio è stato trasmesso tre volte in quelle tre volte che è stato trasmesso in tv. Nel giro di un'ora abbiamo ricevuto una quindicina di donazioni. Per esempio una cosa che a noi ha fatto molto piacere è stata che è gente che non sapeva assolutamente di noi. Per esempio una signora che lavora per una banca di Torino poiché era a casa in quarantena per il covi da visto. Il nostro servizio ci ha donato cinquecento euro senza mai averci visto mai conosciuto. Ha detto che grazie al servizio ci siamo riusciti a trasmettere la nostra voglia, il nostro impegno, che secondo lei andava premiato e quindi ci ha supportato. Successivamente siamo riusciti finalmente a novembre a fondare la nostra azienda. Aprire tutto, quindi abbiamo fatto lo statuto, abbiamo aperto la partita Iva e adesso stiamo iniziando a buttare le basi proprio per creare un nostro laboratorio in cui creare i nostri prodotti e una nostra zona in cui poter vendere i nostri prodotti e anche fare delle esperienze per come dicevo prima, avvicinare il visitatore e fargli scoprire la vera essenza. Come funzionano le Cinque Terre Le Cinque Terre vengono normalmente percepite come un luogo Disney ficata che è un parco avventura. Ci sono le casette colorate, una viene fa la foto e la sera se ne va. Invece il nostro obiettivo è proprio il contrario. Farlo conoscere nell'essenza e non fargli conoscere gli stereotipi delle Cinque Terre, ma far riconoscere attraverso la nostra persona. Quindi gli occhi di uno che ci vive trecentosessantacinque giorni l'anno di fargli conoscere le vere cinque terre e le vere pratiche, facendole prendere parte. Noi faremo per esempio dei corsi di pesto durante il periodo della raccolta, della frangitura delle olive. Organizzeremo delle giornate in cui si puo' venire con noi per provare proprio di persona e sperimentare queste cose che ovviamente in alcuni posti uno non può fare. Perché se uno viene da una città sono anche esperienze che non saprebbe proprio neanche dove trovare e quindi grazie a noi può fare queste nuove esperienze e conoscere delle realtà diverse, scoprendo proprio il nostro territorio. Senato Sì, siamo siamo nati qui, penso Lorenzo forse ha vissuto piu' di mia Carnia perché Nell'età Dell'infanzia è dovuto al fatto delle scuole. Ho fatto qualche anno a La Spezia per il liceo che veniva più comodo stare a direttamente alla Spezia. Però siamo entrambi nati e cresciuti, qui abbiamo sempre avuto comunque anche la nostra famiglia è molto legata comunque a Corniglia il territorio perché sono famiglie quasi storiche, perché sono una delle poche che sono qui da sempre. Quindi anche questo attaccamento proprio il territorio è una cosa che ci siamo tramandati. È una cosa che abbiamo quasi nel sangue. Strano da dire, ma lo si vede proprio anche quando andiamo a mettere le mani proprio nella terra o anche quando andiamo a fare i muretti a secco che ad esempio è una cosa che ho imparato perché? Perché mio zio li faceva durante il periodo, quando era andavo al liceo, avevo un debito di latino e di greco, se no se non sbaglio, allora per punizione venivo mandato a fare i muretti con mio zio e poi da lì invece che ai tempi ero lì a lamentarmi perché tutti i miei amici erano al mare, erano in giro a fare quello che volevano. Invece adesso dico meno male perché è una cosa che che sta andando a perdersi invece per la fortuna. Sfortuna che si voglia dire invece ora è una cosa che so fare e che fa parte del mio bagaglio personale e che posso comunque grazie alla wild farm posso anche far vedere anche altre persone, infatti un'altra, cosa che si vorrà fare comunque anche far vedere come proprio si fanno i muretti a secco che sono lo scheletro del nostro territorio che è molto fragile, il si' diciamo che ora per la quale siamo nati qua direi va bene, ora si può tagliare anche ben più di quello non ha si' si' si' quello di più va bene, come sappiamo anche in italia guarda probabilmente una quindi ora voi nella vita fate questo avete scelto certo si' come scelta di vita che abbiamo scelto questa vita, questa strada agricola, anche se io comunque lavoro anche col turismo perché ho una locanda che abbiamo aperto da poco con mia sorella, che però nell'ottica comunque del non continuare a vedere le cinque terre soltanto come un portafoglio da cui prendere sempre prendere e basta con questa iniziativa della welfare che comunque è un'azienda. Ormai si parla di azienda si'. Spero nel mio piccolo, comunque, da qui a dieci anni di portare qualcosa, di incrementare sia per il per il territorio comunque di mantenerlo, portarlo avanti, continuare comunque alla polizia la rimessa a posto di tutte le del dei terreni però anche da dare qualcosa in più comunque al turista che viene. Anche perché se uno continua soltanto a prendere e non da arriveremo un po' e magari al giorno in cui non ci sarà più niente da prendere o che le persone che magari sì, come dire inizieranno ad avere a noia questa cosa del tutto finto. Che quindi con la welfare speriamo anche soltanto nel nostro piccolo di Corniglia, di avere un'ottica da qui a dieci, venti anni, di riportare il piu' terreno possibile alla forza che aveva una volta. Perché una volta qui si parlava di dal mare arrivare allinea al fine al bordo, come i monti dove iniziano i pini in cima. Qui ai nostri monti era tutto coltivato. Invece adesso si parla di una minima percentuale. Se non sbaglio una volta erano oltre. Una volta vi erano quasi cinquanta ettari coltivati su tutta la superficie interna delle Cinque Terre. Adesso ci si muove all'incirca. Sui cinque sei si parla di un abbandono molto consistente, soprattutto perché il nostro territorio, eh come è stato inserito dall'unesco nel tra i patrimoni mondiali. Il nostro è un territorio geo antropizzato. Questo territorio è famoso ed è stato scelto dall'unesco perché il connubio perfetto tra uomo e natura l'uomo a me ha impiegato milioni di anni per creare queste strutture perché sono strutture, sono infrastrutture che sostengono il territorio. Senza queste infrastrutture che lo sostengono e soprattutto senza persone che lo mantengono, le cinque Terre non esistono. Esisterebbero solo le dieci casette colorate intorno al paese, ma non vi è più tutta la cornice. E al di là del turismo, questo problema va a creare anche un problema di sicurezza. Si puo' vedere, per esempio anche i fatti tragici che sono accaduti nel duemila undici. Sicuramente, avendo un territorio più mance tenuto in in situazione migliore, si sarebbero potuti evitare. Il nostro obiettivo è proprio questo nel nostro piccolo, perché comunque non ci accorgiamo. Ci siamo resi conto che noi siamo una goccia nel mare. Però possiamo fu fungere da catalizzatore, perché ovviamente noi non è che ci siamo inventati niente. Noi abbiamo guardato, abbiamo analizzato e abbiamo deciso di prendere questa strada che hanno preso anche altre persone. Nel senso noi alcune idee le abbiamo viste in giro, le abbiamo migliorate, le abbiamo fatte nostre ed è proprio questo che vorremmo avviare questo processo e riuscire a fare capire alle persone che si l'agricoltura è un lavoro duro, però non è un lavoro che non rende, ma anche fatta nel modo giusto. Rende sia dalla parte economica, ma soprattutto da una parte di ripristino e di amore verso il territorio. Il nostro lavoro è proprio legato al nostro territorio. Se noi non avessimo questo legame con il nostro territorio e con il Paese, con il posto in cui siamo nato, il nostro lavoro non potrebbe mai funzionare, perché a noi non pesa. Sono sincero nel senso, come si dice quando uno fa qualcosa che gli piace non gli pesa mai. Ovviamente noi sono due anni che lo facciamo, col tempo ci peserà, sarà faticoso, però sicuramente saranno anche molte soddisfazioni, anche perché l'agricoltura è una cosa molto tangibile. Nel senso quando io vado a pulire un terreno a fine giornata mi giro e sei prima il terreno era pieno di rovi, è pulito, quindi è proprio una cosa tangibile che ti dà quasi soddisfazione sul momento. Ed è secondo me una cosa che ti aiuta proprio ad andare avanti, perché girando ti già vedi i tuoi risultati a breve distanza senza dover aspettare anni o ancora di piu' l'obiettivo è proprio quello di essere un attore rilevante, che la nostra azienda diventerà una rilevante all'interno del territorio, così da poter collaborare anche con realtà più grandi, come per esempio il Parco nazionale, i nostri comuni e avere anche obiettivi di come dire, di favorire sia lo sviluppo sociale economico. Infatti non interesserebbe avviare molti progetti a livello di educazione, creare un orto didattico per i bambini. É proprio perché ci siamo accorti che magari avendo delle basi all'inizio, ti accorgi che ti piace fare questo lavoro. Ovviamente non è che dobbiamo essere tutti i medici, tutti scienziati. Uno può avere un amore per il territorio, gli può piacere fare l'agricoltore, però ovviamente se te ti trovi, come ci siamo trovati noi a venticinque anni, a doverti misurare con una cosa che non hai mai fatto. Al contrario, se tu hai delle basi già da bambino ti insegnano come mantenere il tuo territorio. Come amaro puoi scegliere addirittura di prendere questa strada o come si faceva una volta. Tutti mantengono una piccola porzione perché può essere uno svago, una cosa rilassante. Noi qua come famiglie, tutti hanno sempre avuto un orto. Se tutti facessero una minima parte e tutto questo territorio sarebbe messo a posto, una volta era tutto in ordine e vi faccio un esempio perché seicento persone devono arrivare con il sentiero in cima alla montagna. Se lungo la strada trovano un sasso che è accaduto ogni giorno, lo rimettono a posto. Non essendoci le cento persone che vanno ogni giorno sul sentiero, il sasso rimane lì, perché magari ci andiamo noi una volta al mese. Però non basta se la collettività si muove in una direzione che poi sembra che adesso sia la cosa più importante a livello mondiale. Perché tutti si stanno muovendo in una, in una direzione green, in una direzione comunque di ripristino, di recupero di cercano di tagliare le emissioni. E sicuramente questo è il settore giusto per poter avere un impatto a livello positivo sul territorio ma anche a livello mondiale. Perché se tutti gli stati, tutti i paesi facessero la loro parte, non ci sarebbero ovviamente questi problemi del recupero di tutti questi terreni che ci sono stati dai in affitto affitto affitto a costo zero, praticamente il mamma. Certo, certo, certo, tutti i terreni che fanno parte della Wild farm sono tutti i terreni di recupero. Non abbiamo mai avuto un terreno già pronto su cui mettere le mani. Sono tutti appezzamenti di terra che abbiamo ripreso da signori del posto, dai nostri anziani che magari a causa dell'età e comunque anche della scomodità del nostro territorio, si trovavano incapaci di arrivare nel proprio oltre il proprio appezzamento di terra e quindi il da questa cosa abbiamo creato questa partnership, questa collaborazione, ehm prendendo da loro i terreni in affitto. E molto spesso capita che anche solo passando per il paese, tanto che ora comunque le persone sanno quello che facciamo, capita spesso che le persone che ci dicano proprio guarda, se volete abbiamo un orto in quella tale zona, se volete prendetelo pure, rimettetelo a posto e che ci fa solo che piacere, Ormai siamo arrivati a questa situazione qui che a noi ci fa molto piacere. Comunque è una cosa che ti dà anche un come dire come é una una cosa di orgoglio. Perché dici allora stiamo facendo qualcosa di giusto. Questa questa cosa sta funzionando e tutti i terreni sono per la maggior parte abbandonati, dai venti ai trenta e anche di più. Per esempio abbiamo un appezzamento di terra in cui abbiamo molte piante di ulivo che ha abbandonato all'incirca cinquant'anni, che però anche si trova a Reggio, una sopra sopra a Vernazza in cui siamo in affitto, ma dalla Chiesa. Non solo quindi collaboriamo solo con le persone locali, ma anche con con altre istituzioni. È che sono ehm sicuramente, come diceva Giampaolo la parte che ci ha fatto più piacere è è questa che la gente sta iniziando ad avere una consapevolezza del nostro lavoro. Noi siamo partiti all'inizio che quando siamo andati a chiedere i terreni e proprio in linea con la mentalità ligure e con la mentalità forte che via alle cinque terre erano molto restie perché da un giorno all'altro noi ci siamo, come dire improvvisati agricoltori a distanza di sei o sette mesi, quando hanno visto che noi ogni giorno, sabato e domenica, compreso qualunque situazione di te, un po' di meteo, noi andavamo nei terreni a fare il nostro lavoro. A distanza di circa sei mesi, come ha detto Giampaolo, ci siamo accorti che addirittura la gente ha iniziato a proporci i propri terreni e in quel momento il nostro. Come dire, il nostro piacere aumentato perché ci siamo proprio resi conto che allora agli occhi delle persone stavamo facendo un lavoro ottimo, anche perché la mentalità che si trova alle Cinque Terre e in Liguria una mentalità molto forte, molto legata a delle idee che possono essere giuste o sbagliate. Dai punti di vista, però, sono comunque idee che si rifanno a tempi precedenti. Un esempio proprio lampante è stata la campagna di crowdfunding. La campagna di crowdfunding ha ricevuto trecentocinquanta donazioni da persone singole all'interno del nostro territorio del nostro Comune. Le persone che hanno donato sono state tre perché non vi era un come dire, un'apertura mentale a nuove strumenti, a nuove tipologie. E infatti la risposta media è stata uno si vuole aprire un'azienda in banca, fa un mutuo e avvia la propria attività. Invece la nostra differenza con le altre aziende. Infatti noi siamo un'azienda agricola due punto zero è proprio di utilizzare questi canali questi metodi che sono ovviamente nelle nostre corde, essendo nati con la tecnologia. Ovviamente noi abbiamo meno difficoltà di una persona che puo' avere cinquanta sessant'anni che non ha. Non è a conoscenza di tutti questi metodi. Come possiamo avere noi più difficoltà di una persona che ne ha quindici? Perché mano a mano che si va avanti con il tempo, i canali cambiano e anche le metodologie per questa è stata una cosa molto interessante che ci ha proprio spronato. Infatti poi quando noi abbiamo concluso la campagna. Siamo stati molto contenti e dopo aver avviato la nostra azienda abbiamo ricevuto anche offerte di collaborazioni. Stiamo scrivendo comunque un TSR che è un progetto di sviluppo rurale finanziato dall'europa ed erogato tramite le regioni. Nel senso noi abbiamo molti progetti e ci stiamo muovendo in molte direzioni. È come dicevo prima, Stan Comparti zar si é grave occuparsi solo di un blocco di cose o un'unica tipologia di attività è quello che non ti fa crescere esponenzialmente. Secondo noi è ovvio che noi siamo due persone, facciamo dal contabile al contadino e questa era la difficoltà perché ci vuole un sacco di tempo, un sacco di energia. Ci vuole proprio un impegno, però è un senso se non lo facciamo adesso abbiamo ventisei e ventotto anni, non non sappiamo veramente quando lo dovremo fare, anche perché ora noi abbiamo la testa veramente che dura e non ci fermiamo davanti a niente. All'inizio pensavamo stupidamente perché non ci siamo mai. Non ci eravamo mai rapportati con notai con ma anche semplicemente con istituti o istituzioni come il comune, il parco del camera di commercio che ovviamente non tengono irrilevanza. Una persona di venticinque anni. Quindi noi abbiamo preso tante di quelle portate in mezzo alla faccia che hanno solo fatto fare una cosa, abbassare la testa e il capo. Mi piaci ancora di piu' e noi ci siamo accorti che se pensavamo all'inizio che dovessero scalare una montagna di cento metri, in realtà era il primo step. Eh, è proprio questa la nostra forza, secondo me la voglia di riuscire di creare qualcosa, una cosa nostra che abbia un'importanza sul territorio. Perché ovviamente ci sono molte idee che noi condividiamo e non condividiamo sulla gestione del nostro territorio. Qua funziona così che finché uno non fa qualcosa di concreto non può parlare. Quindi noi ci stiamo prendendo il nostro tempo, le nostre idee le stiamo sviluppando proprio per dimostrare che lavorando con un'ottica di Green, con un'ottica di ripresa del territorio di sviluppo su attività che non hanno campo come un turismo esperienziale e un turismo fatto in in una chiave veramente in cui mette non il visitatore ma il visitatore e il territorio al centro, Dell'esperienza sarà la chiave del successo. Ovviamente ci vorrà del tempo, però noi lo abbiamo e come ho detto, la voglia non è quella che ci manca manca un po' da parte di descrizione qui sotto, ma poco sommaria. Cosa? Cosa? Abbiamo proprio recuperato in genere, sia che da altre pagine Moretti certo ci associato poi quando abbiamo recuperato ehm ah ok proprio il concetto, gli occhi ma anche che abbiamo fatto? Certo, è come partiamo si' volevo dire se non ci sta sempre guardando lei, stavo ragionando com'é ripresa del territorio già dall'inizio dal nostro inizio abbiamo già ripreso in questa zona tante beh ciao morto. E sì, perché recuperato sempre sui pedali, non cambia animali. Si è dal nostro inizio dei lavori con Lowell Farm abbiamo gia' ripristinato dei bei appezzamenti di terra anche già qui, nella zona proprio fulcro della nostra welfare, da dove è nato tutto, abbiamo creato un piccolo orto didattico che poi servirà alle persone che verranno comunque a trovarci, a far conoscere, a vedere proprio con la Romania toccare proprio con mano il nostro lavoro, quello che stiamo facendo e anche per istruirli tra virgolette, su sul territorio, su, sulle nostre verdure, sulle nostre, sulla stagionalità. Che è anche una cosa che adesso, col percorso green che sta intraprendendo comunque tutto il mondo è una cosa che poi verrà sicuramente in primis, ma anche per tutti i i locali bar, ristoranti, anche di zona. Da qui abbiamo anche ripreso molti muretti a secco, che naturalmente erano franati perché con l'abbandono la prima una delle prime cose a causa del dissesto idrogeologico, a crollare sono i nostri muretti a secco, all'incirca qui intorno alla nostra welfare. Ma abbiamo già recuperato trecento metri quadrati di muretti a secco. È stato un lavoro fatto da me, Lorenzo e suo padre. Una cosa fatta in sei sette mesi, non di più. È che comunque è un percorso che ovunque apprendiamo tre terreni nuovi, bene o male, cioè sempre da rifare qualche muretto. Ma anche questo potrebbe anche far cadere un po', la voglia altre persone, perché ti ritrovi sempre o comunque a dover prendere qualcuno o a dover spendere soldi o a spendere tempo per rifarli. Ma noi abbiamo la fortuna di riuscire a fare da noi, è da questo, da dal ripristino della zona intorno al welfare. Ma abbiamo anche preso anche un po' di animali per farci compagnia e anche comunque per aiutarci per il mantenimento dei nostri terreni, come ad esempio le galline che sono libero e comunque poi di andare a pascolare in giro a, a mangiarci le nostre erbette così da tenere pulite le nostre piane. Abbiamo anatre, oche e sono arrivate anche due caprette che ci aiutano proprio nel momento di finitura degli orti. Quando rimane, magari con qualche robo mandandole liberandole nelle nostre piane, riescono comunque a mantenere la situazione sotto controllo e togliendoci anche un po' di fatica. A noi da qui, una volta finita la zona, qui della hill farm, ci siamo mossi su tutte le cinque terre. Infatti non è una cosa che si ferma sulla Corniglia abbiamo recuperato trecento eh no, tremila metri quadrati a reggio che su un sotto a un santuario molto famosa la guerra. Mi sto incartando. Sì, abbiamo ripreso molti, basta parlare. Ci sono. Carlo, infatti si' ma si' da sempre che hai detto ore. Il nostro lavoro, come diceva Giampaolo, non si focalizza solo su Corniglia. Infatti il nostro obiettivo è proprio quello di avere un impatto sul Parco nazionale delle cinque Terre. Che vada tramonti, appunta Vesco abbiamo ripreso questo uliveto che si trova alla Madonna di Reggio, che è un santuario del millecinquecento sopra Vernazza. Questo oliveto, come dicevamo prima, addirittura della curia della curia vescovile di Spezia che in cambio della del mantenimento del ripristino di queste piane solo per una gioia e una contentezza di vederle pulite, ha deciso di donarci le in affitto per quindici anni a titolo gratuito. Questo uliveto contiene già più di cento piante che hanno comunque cinquanta sessanta anni si' qua l'unica cosa il treno. Però non ci possiamo fare niente, è una peculiarità dai sono piante che comunque hanno più di cinquanta sessant'anni che stiamo riprendendo. E proprio vi faccio un esempio, come dicevo prima che noi non abbiamo competenze, però abbiamo la voglia noi il mese scorso, per non rovinarle siamo andati a frequentare il sabato e la domenica che erano gli unici due giorni liberi. Un corso di potatura vaso po l'iconico proprio per imparare a portarli, così da mantenere la sanità della pianta, ma soprattutto anche per ottimizzare la resa e la raccolta, così da avere delle piante di salute che rendono bene. Ci stiamo muovendo e abbiamo preso molti altri terreni a inseriremo nel Psr circa dodici tredici mila metri quadrati di superficie che in questi anni poi andremo a ripulire e il mentre dall'apertura dall'inizio del nostro progetto a questa parte. Noi abbiamo già costituito l'orto qui alla welfare. Ma abbiamo fatto un altro orto che utili, di cui utilizzeremo i prodotti in stagione per creare altri prodotti, per trasformarli e poi venderli in noi. La chiamiamo località dispensa perché una volta li' durante l'inverno, siccome ci batte un po' meglio il sole veniva chiamata dispensa proprio con la dispensa di casa perché di lì le verdure le prendevi sempre. Quindi era quasi una sicurezza. Ci dei campi di vicino li abbiamo impiantato per esempio trecento cipolle, centocinquanta carciofi, due chili di fave l'aglio. Tutti i prodotti che da noi sono comuni é però noi vorremmo utilizzare proprio in un'ottica quasi di trasformazione, creando dei prodotti di nicchia e andando a valorizzarli attraverso dei processi. Abbiamo per esempio ideato il kit aglio, olio e peperoncino con il nostro olio e i nostri peperoncini, perché qua, proprio sopra la stazione e noi prendiamo il sole dalle nove e mezza di mattina alle sette di pomeriggio, finché non va giù e sembra di essere un po' in Messico e quindi i peperoncini vengono da dieci. Siamo riusciti a quest'anno per provare così perché noi abbiamo un po', il piccante, a coltivare più di venti varietà con cui abbiamo fatto il peperoncino secco, le marmellate di peperoncino, ci sbizzarrire abbiamo anche perché poi entrambi abbiamo un amore per la cucina. Poi Giampaolo è nipote d'arte perché ha sempre lavorato. È di famiglia, uno dei piu' dei ristoranti più famosi delle Cinque Terre. Quindi lui più di me ci è cresciuto in mezzo alle pentole e amiamo fare queste cose. Quindi, come dicevo prima, proprio ti dà. A me dà soddisfazioni tutto il processo dal vederlo, dal pulirlo il terreno al vedere la pianta che cresce, ma poi anche nel divertimento di trasformarlo e avere un feedback dal cliente in cui noi gli raccontiamo proprio tutto il procedimento fino alla parte dell'assaggio che era più bella. Perché poi è il momento della verità, in cui vedi se tutto il tuo lavoro è stato fatto bene oppure non lo vuole nessuno. Il procuratore è un attore? No, prendevo periodo, prendevo sempre un chiacchierone, più dei file. Volevo chiedervi perché va bene il suo discorso di sé a parte rurale agricolo, dissesto è chiaro, l'intervento vuoi e ambito turistico. Quindi viene, mi viene da dire destagionalizzare un po' la zona, comunque anche in altre stagioni che non siano appunto primavera estate con le vostre proposte. Però volevo chiedervi quali sono le proposte che che fate se avete già a portare avanti il problema della della destagionalizzazione è che, come dicevo prima, noi siamo una goccia in mezzo al mare deve partire dalle istituzioni perché noi possiamo essere aperti, avere tutte le esperienze, ma se il turista che viene affitta alla camera la sera, non al ristorante dove mangiare, allora c' è un problema proprio che va risolto a monte che ci dovremmo muovere tutti in un'unica direzione. Questo la problematica sta già come dire è già stata un po' affrontata per covi d' perché pre covi d' iniziavano, come dire proprio nel periodo diciamo che Corniglia e le altre cinque terre, a parte Manarola, sono quelle un po' piu' chiuse d'inverno manarola a una fortuna l'accensione del presepe e quindi è un evento che ricade proprio prima dell'anno nuovo, quindi allunga già la stagione di un mese e mezzo via un mese di buco che puo' essere natale, capodanno e prima del covi d' a gennaio via il capodanno cinese. Quindi tutta la fetta di visitatori provenienti dall'asia veniva qua perché le cinque terre sono amate dal duemila e cinque, mi sembra quando il nostro parco è andato alla fiera mondiale del turismo hanno costruito proprio un modellino di Vernazza quasi a grandezza reale a Wenzhou. Mi sembra un posto nel nulla in Cina che cela fiera turistica più importante al mondo da quell'anno. Lì le persone provenienti dall'asia si sono innamorate delle cinque terre, quindi in questi periodi un po' vuoti. A gennaio, febbraio marzo noi avevamo queste orde di asiatici che venivano ma perché loro volevano vedere le cinque terre e poi loro non sono proprio come popolazione. La popolazione asiatica non ama il sole e quindi l'inverno la parte perfetta è il periodo perfetto per loro. Ovviamente, dal mio punto di vista la destagionalizzazione è una cosa che serve soprattutto sia per noi, perché noi qui siamo abituati a lavorare cinque mesi e poi a chiudere. Però in un'ottica di un lavoro sano non si può lavorare dodici ore al giorno per sei mesi e poi zero ore per il resto dei dei sei mesi. Quindi spalmando questo turismo si riesce prima ad avere un beneficio per noi, ma soprattutto per i turisti. Perché se vengo d'inverno, se io amo i sentieri vengo d'inverno, non c' è niente, non posso venire perché ci è tutto chiuso. Però se vengo d'estate c'è anche il rovescio della medaglia è caldo non posso fare i sentieri perché c'è troppa gente e quindi tutta una fetta di persone che verrebbe non per vedere la casetta colorata, ma proprio per godersi questo territorio è impossibilitata e quindi si avrebbe questo doppio giovamento eliminare il picco di visitatori durante un'estate, spalmando gli ovviamente su tutto l'arco dell'anno e soprattutto si potrebbe creare una nuova nicchia di persone che sono amanti dei sentieri, delle attività outdoor. Di tutte queste attività che si fanno meglio durante l'inverno perché non c' è caldo, non c' è la folla e quindi è un procedimento lungo. Ovviamente deve cambiare la mentalità, perché se non vi è il cambiamento da parte, soprattutto qua da parte delle istituzioni che di solito sono quelle che avviamo il procedimento non si arriverà mai a niente. Il nostro obiettivo è quello di non rimanere mai fermi. Noi durante l'estate ci muoveremo con i visitatori, con i turisti. Però durante l'inverno proprio noi abbiamo escogitato per esempio il laboratori didattici per i bambini, perché comunque qua l'inverno è lungo, noi puliamo i terreni però ci piace anche fare a noi. Ci piace stare a contatto con le persone e spiegare quello che facciamo, coinvolgerli e quindi abbiamo preso un po', la palla al balzo l'inverno che è vuoto. Non ci sono i turisti, quindi queste attività per non le puoi fare per loro. Però le le puoi insegnare senza averci per forza un ricavo economico, perché ovviamente insegnando ai bambini dell'asilo a fare un muretto non è che ci guadagno dei soldi, però, cioè proprio invece li la parte di aspetto di essere catalizzatore per uno sviluppo sociale all'interno della nostra comunità che è quello che ci interessa poi ovviamente la differenza, come dicevo prima delle nostre esperienze è proprio questa che sono esperienze, non sono tour, non sono attività, sono esperienze. Tu sei al centro e l'esperienza viene creata per te. Noi faremo abbiamo escogitato attività che come dire sono un po', si auto gestiscono perché ovviamente noi non possiamo fare tutto. Quindi noi abbiamo selezionato degli esperti che sono come noi, per esempio ragazzi del territorio che fanno le guide che fanno gli insegnanti di yoga e stiamo facendo dei servizi tramite la piattaforma di Airbnb, che sarà quella che ci permetterà una gestione ottimale, la pubblicità di essere comunque di raggiungere un livello buono su tutta la parte informatica, non dovendo crearla noi. Perché ovviamente è un lavoro incredibile dichiarare questi servizi che vengono gestiti quasi in autonomia, cioè noi gestiremo la parte di prenotazione. Eli l'ideazione però poi ci avvaliamo proprio di persone sul territorio. Quindi creiamo una cooperazione con altre persone che sono come noi. Per esempio la scorsa stagione abbiamo fatto una prova abbiamo organizzato delle giornate di yoga in cui veniva qua un'insegnante certificata, si faceva yoga, una dove lasciano venire. Noi forniamo il tappetino, la maestra e se si faceva la mattina finito si faceva una colazione frutta. Avevamo fatto per esempio lo sciroppo di sambuco, le tisane e ovviamente pomeriggio aperitivo. Visto amare con i nostri prodotti faremo una cosa proprio per sottolineare la differenza e l'impegno che non ci mettiamo e la voglia di rendere proprio l' attività un'esperienza circa il corso di pesto. Il corso di questo è una delle cose più inflazionate alle Cinque terre pensioni, Liguria al mondo, se non al mondo, noi ti porteremo invece che farti fare il pesto che devi sapere da dove viene il basilico e li portiamo nel campo e te lo facciamo raccogliere tutto lo prendi, ti raccogli l'aglio che noi abbiamo piantato e ti ti raccontiamo e poi ti portiamo ovviamente combinando tutto, anche con gli strumenti che abbiamo nel duemila ventuno ovvero uno non è che deve sapere per forza cinquantasette lingue per raccontarti come si fa il pesto noi posizioneremo dei quark od il cui ovviamente tu hai la parte che spieghi però è un'aggiunta perché tu hai già una base ovviamente organizzata a bere il lavoro sarà proprio di organizzazione e di creazione e quindi un lavoro pre-lancio. Quando poi sarà lanciata tutto sarà pronto e sarà solo una questione di mantenimento che è la cosa che ci interessa. Mezzi dove ehm che così io volevo lavorare negli alberghi certo cosa volete fare e cosa invece e mezzo partito? Ehm sempre guardando male certo E allora che diciamo che sono entrato nell'occhio no come mettiamo no il no faccio rispetto. Ehm ci siamo diciamo che come partenza dove cambio di lavoro ad arrivare ad essere agricoltori all'interno della wild farm io ho sempre lavorato all'interno della ristorazione che abbiamo un ristorante di famiglia storico dagli anni sessanta a Manarola e da lì. Poi ho cambiato totalmente, sono tornato qui a Corniglia, ho aperto una locanda con mia sorella e poi dato visto l'amore che comunque ho nei confronti del mio territorio. Da qui ha detto perché già che sono qui e lavoro già qui a Corniglia sono qui. Abito qui trecentosessantacinque giorni all'anno perché non fare anche qualcosa in più a posto che affittare basta o essere locandiere soltanto da qui, tramite Lorenzo che era già partito con questa idea, con il con l'idea della welfare, con nostro anche ex socio, perciò anche con Nicolò è da qui ho detto perché no? Salto salto su questo treno ve lo vedo che sta partendo bene il le persone che lo stanno guidando sono mosse da passione d'amore per il territorio. Perché non saltarci su e quindi da li' parlando con Lorenzo, vedendo un po' cosa? Cosa era proprio in se' la welfare cos'erano le idee, cosa era anche il pensare anche al futuro? Anche questo è stato strano da noi ragazzi pensare anche a pensare a vent'anni dopo cosa sarà, cosa diventerà, cosa saremo. E quindi da lì è nata la mia collaborazione all'interno della welfare che poi ha portato a essere socio paritario con Lorenzo e se no nella vita penso avrei continuato comunque a lavorare col turismo. Ma una parte agricola ce l'ho sempre avuta dentro. Quindi avrei comunque continuato a mantenere tutti i miei orti, a mantenere la villa, a mantenere gli ulivi, qualcosa che sarebbe stato sempre però grazie al welfare Mme so'. Sono sicuro che quello che potrò fare non sarà una goccia in mezzo al mare, ma sarà qualcosa di molto più grosso. Sarà qualcosa che rimarrà anche magari a chi verrà dopo. Magari un ha un figlio o un parente. Sicuramente creerà anche posti di lavoro. Questa situa quella welfare un giorno, un domani. E quindi perché no? Sono salito su a bordo e sono molto contento di averlo fatto onestamente. Ora poi anche Lorenzo magari dirà la sua Io dovevo laurearmi il nove marzo no? Il venti marzo, il nove marzo ci hanno chiuso secchi vai che e siamo stati chiusi proprio eh. Sono sceso poi quando ci hanno liberato a giugno per fare la stagione sempre come bagnino perché era un lavoro molto sicuro. Come dire mi sono sempre trovato bene in spiaggia. Non è un lavoro pesante l'idea che avevo prima era. Io ho studiato turismo e sviluppo del territorio, di lavorare né o in aziende di sviluppo territoriale. Ho fatto per esempio un'esperienza qua al parco nazionale. Ho sempre avuto questo interesse della gestione del turismo o da quella tua lì. Oppure proprio per grandi compagnie come possono essere alberghi per la creazione di esperienze, itinerari? Mi è sempre piaciuta questa idea di organizzare, di poter inserire, come dire una tua idea, all'interno di un progetto. Poi, quando ci siamo ritrovati chiusi, fermi qua e ovviamente all' estero non era una buona opzione per andare a fare un'esperienza. In quel momento, come ho detto, siamo partiti qua e poi a un certo punto nel senso ci mi sono fermato con anche con Giampaolo abbiamo guardato e abbiamo detto nel senso siamo partiti dopo anche tre o quattro mesi di lavoro, ma proprio fisico, perché all'inizio era solo un lavoro fisico che si occupava solo tempo. Ci siamo guardati indietro, abbiamo detto Ok, dobbiamo un attimo decidere dove vogliamo arrivare, cosa vogliamo fare? Ci siamo accorti che le idee c' erano la voglia. Come ho detto, non mancava assolutamente. È stato più difficile definire bene l'idea in ogni sua sfaccettatura. Noi abbiamo passato un anno a capire cosa vogliamo, cosa volevamo fare, precisamente continuando a lavorare, ma è perché ovviamente tu pulisci un terreno, faccio un esempio si' puoi piantare patate, come dicevo prima i pomodori, ma il nostro la nostra idea non era di fare agricoltura, era proprio di valorizzarla, all'agricoltura. E quindi poi l'idea di creare questa tipologia di azienda, di avviare un crowdfunding, di avviare delle collaborazioni, delle esperienze. È stata quella che piano piano mi ha fatto avere proprio la consapevolezza di dire Ok, è una cosa diversa. Ci sono altri modelli funzionanti al mondo in Italia? Perché no? E soprattutto noi abbiamo una potenzialità che ovviamente nessun altro a siamo alle Cinque Terre, che è uno dei paesi più visitati al mondo e sento cinque paesini con quattromila ottocento abitanti in totale supportano, come ho detto prima, milioni di visitatori a stagione. La nostra è una macchina da guerra, è proprio l'obiettivo di dire ok, iniziamo a lavorarla così, con l'obiettivo di cambiare, di spostare tutto questa classe. Come dire la linea di obiettivi, provando a far capire alle Cinque Terre questo è ancora un sogno, perché poi si dovrà realizzare che c' è un altro modo di lavorare. Anche perché, come dicevo prima, alle cinque terre, ora noi siamo due ragazzini di venticinque anni. Quando ti guardano ti guardano dall'alto al basso, supera il tempo, noi ce l'abbiamo e tra venticinque anni, quando ne avremo cinquanta che potremmo dire qualcosa noi spero di non essere così, ma di essere invece al contrario di uno di quelli che ti invoglia e che se a venticinque anni gli vai a chiedere qualcosa ti può aiutare, ti può condividere la sua esperienza. Dunque avete come si' il laboratorio che ha i suoi laboratori? Abbiamo fatto qualche prodotto, ma come risposta alla campagna di crowfunding tipo temi dai cinquecento euro ti devo dare limoncini, marmellata, biscotti extra, grazie gli effetti queste sono in concessione che ha tutto vedi in affitto, allora in realtà c'è un problema agricoli tratto da che luke si inserisce un canone giusto perché l'agenzia delle entrate, altrimenti si vede che è gratuito e non ci può essere la gratuità. Ok, però sulla carta diciamo sulla carta gli eventi contratti di solito sono proprio come clausola. Quando firmi è come la ricevuta perché il pagamento dovrebbe avvenire tutto in un'unica tranche, quindi con la firma che tu poni documento. È come la ricevuta che tu hai ricevuto il pagamento. No, Dove sei? Mia? No all'italia alla maniera. Portiamo i Siamo molto più come dire personaggi? No, per me va bene voler bene va benissimo. Tutto perfetto. Faremmo un ultimissima Che cosa? Secondo voi che cambia? Non il nostro progetto? Domanda Facciamo l'intervista Quale cosa vi spiega questo concetto proprio libero. L'italia che cambia? Vi chiedo solo di iniziare. L'italia cambia per cambiare. Di un auspicio un sogno, una speranza, un è proprio personale concentramento cerchiamo niente noi pensare tranquillamente significa non è immediato, è il Italia che cambia per me, eh? Una speranza di avere in un futuro un'italia che un paese che non come tutti gli errori che sono stati commessi con me. Ovvero, come dicevo prima, il fatto di prendere tante portate nella faccia. Perché io mi rendo conto insieme a Giampaolo, anche lui a noi abbiamo due personalità molto forti per buttarci giù a noi ci vuole veramente tanto perché siamo due testardi con la testa dura. Però come si dice sempre lo Stato, le istituzioni l'italia deve aiutare, non quelli forti, non quelli che sono testardi, ti vengono a rompere le balle tutta l'altra parte che alla prima portata in faccia decide di accantonare i suoi sogni. A posto questo anch'io la cosa non so semplice perché proprio non speranza qualcosa ehm te la cambia si' per me l'italia che cambia è un'italia più green un'italia più aperta ai giovani che dia più possibilità ai giovani di di sognare di voler portare avanti le proprie idee. È sperando che siano più impossibile sia per noi, ma anche per il nostro futuro è questo è e un'ultima Cosa? Ho dimenticato anche lei. Wild farm si' Utilizziamo con quella guai? Sì, vai che suonava! Viene! Sono abbiamo messo una settimana, poi una sera così un aperitivo, un po' E lui dove vai? Immaginiamo in bibite e lo abbiamo deciso di chiamare Wild Farm. No, che c'e' una spiegazione. Il wild farming è un movimento mondiale che si occupa di ripristino. E proprio di combattere l'agricoltura di massa l'agricoltura fatta dalle gpo fatta per le grandi quantità grave che nel senso appena l'abbiamo letto su wikipedia Wildfire sembrava perfetto. Poi situazioni ci hanno fatto capire che suonava bene e dopo abbiamo scoperto che c' è un grande attore. Questo voi non lo dite che è Ferdi Wild, che è una in val Brembana, un agriturismo aperto nel ottantatré che è il nostro sogno, è il nostro obiettivo e raggiungerlo e superarlo perché comunque serve avere sempre dei modelli da seguire e loro devo dirlo, sono forte, sono secondo noi più forti da puntare come diventare loro dal è partito questo signore nell' ottantatré vivendo in una capanna per fare il formaggio nella val di inferno e adesso hanno ristorante, camere con spa shop online. Poi sono andata alla Ferragni esploso quattro, cioè quattrocentocinquanta euro a notte. quindi chiederei quando rispondete alla domanda di rispondere ripetendo il soggetto. Quindi dove ci troviamo ci troviamo. Se comunque a volte ci si dimenticano il problema, lo rifacciamo tanto comunque. Beh, ha montato il video qui è per rispondere Coordinatevi voi farete dei pezzettini insieme? Immagino molto piu' lui che è più bravo di lui e lui mi piace più stare dietro le quinte che coordinatevi pure voi su chi preferisce rispondere. Quindi anche un attimo perché non potete dire voi? Ok, se avete delle integrazioni va benissimo. All'interno di solo no, eh? Niente. Quindi chiedo solo di avvicinarvi un'inquadratura Perfetto. Okay, io sono mi serve solo un nome e cognome Andrea ma soprattutto due Barbera Andrea, Stefano, Andrea, Stefano de il Volo fondata lui in realtà siamo figli dei fondatori perché sono i nostri i nostri genitori che iniziano tutto nel Sessantotto. E poi ormai scrive il nome va bene da possiamo anche se lo scrive il nome della realtà. Che realtà e Barbera Sandro Figli Ma poi vedete Vabbè Barbera scarpe come su questo ma noi prova sui sul sul social network Usciamo come Barbera Biella Ok, quindi sia il Facebook, Instagram e Barbera Biella Ok quindi tag vanno fatti in quel modo lì la l'azienda e Barbera, Sandro e figli. Però barbera scarpe diventa diventa più esatto si sente quello che facciamo quando compare il nome quando compare il nome, il cognome vostro Ok, ci vuole d'accordo Va bene, ok, Io scompaio, guardare Lorena che anche miele o sicuramente ma se va bene, magari iniziamo da dall'esempio che faceva carina dove ci troviamo noi ci troviamo nel nostro mitico e amatissimo laboratorio, quindi nel cuore della nostra piccola azienda, piccola ma grande azienda per noi al va al di là del lavoro. Ma è una passione che ci accomuna fin da piccoli, perché noi nasciamo letteralmente in laboratorio. I nostri genitori hanno iniziato più di cinquant'anni fa e noi inizialmente venivamo, venivamo qui per per giocare col cuoio, con le forbici, con le scarpe rotte. Il nostro padre ci ha tirato su con grande piacere in questo modo e poi crescendo ci siamo appassionati sempre di più. L'azienda è cresciuta sempre di più, si è evoluta con i tempi, grazie proprio al fatto che nostro padre non abbia mai messo i bastoni tra le ruote, nel senso che è stato sempre capace nell'accettare l'evoluzione delle cose, anzi, nello spronarci nell'andare verso quella direzione, con la capacità soprattutto di riuscire a far coesistere due fratelli che non è così semplice, no, in uno spazio anche piuttosto ristretto e soprattutto anche con un'età noi abbiamo quasi otto anni di differenza. Quindi immaginatevi io quando sono entrato otto anni dopo di lui avevo quattordici anni, lui aveva otto anni più di me, quindi ben più grande arriva il quattordicenne che voleva cambiare il mondo e lui a un certo punto ma insomma calma, vediamo divise di di valutare bene la cosa. Il nostro padre è stato molto capace nel riuscire appunto a trovare l'equilibrio, quindi c'è un fortissimo rispetto nei suoi confronti. Lui oggi è incredibilmente orgoglioso di quello che dei risultati che stiamo raggiungendo perché stiamo raggiungendo, stiamo raggiungendo dei risultati che già solo solo qualche anno fa sarebbero stati inimmaginabili. Ci stiamo veramente raggiungendo dei sogni con il forse la nostra, la nostra capacità più grossa. Il nostro pregio piu' grosso è quello di non sentirci mai arrivati nel momento in cui raggiungiamo un obiettivo stiamo già pensando a quello successivo, questo questo adesso vogliamo anche la versione gne gne ha poco da farlo solo confermare perché è è non so cosa posso, so il cosa l'ha magari se facciamo un salto un po' indietro nel passato e ci ha raccontato un po' come nasce questo questo progetto? Anche comunque di vita in qualche modo si' appunto guarda per me io già forse dalla prima elementare sapevo che anzi dalla prima media sapevo che avrei fatto questo lavoro qua infatti è uscito dalla terza media. Non no, no, anzi terza media. Un giorno me lo ricorderò sempre, eh, sono entrato subito in laboratorio, addirittura figuratevi che sono passati trentacinque anni adesso era venuto su il il il capo degli ispettori del lavoro a vedere che non gli era mai capitato nella sua vita che un calzolaio mettesse in regola un apprendista calzolaio. Io ero il figlio, comunque era una cosa molto anomala. Infatti poi c' è stato per una bella fetta di anni, è sopra una ventina. D'anni che era un lavoro in via di estinzione, era diventata una roba che adesso invece negli ultimi cinque dieci anni c'è stata la controtendenza. Moltissimi addirittura laureati diplomati si sono il diciamo si sono dati a questo questo lavoro perché è all'inizio soprattutto quando io ero giovane era calcolato un lavoro veramente brutto e sporco perché comunque ti sporchi le mani e la colla non era proprio è però a me piaceva e che vedevo che mio padre comunque gli dava delle belle soddisfazioni e quindi io io volevo fare quello. Dopo di che poi è arrivato anche lui. Quindi sì, effettivamente all'inizio c' è stato un po' di è lui era io sono molto piu' tranquillo. Lui invece ero molto più esuberante e sarà forse è stato questo le due due cose che hanno hanno praticamente m ci siamo completati oggi abbiamo sicuramente trovato un equilibrio importante. Non siamo solo fratelli, non siamo solo colleghi, ma per noi, appunto. Come dicevo prima, abbiamo questa questa passione in comune che è non è solo fare scarpe, ma è tutto, anche quello a tutta quella ricerca che c' è dietro, eh, noi appunto facciamo facciamo ancora una oltre la ricerca. La ricerca web come chiaramente insomma, in tempi moderni si sfrutta sempre di più. Ma continuiamo continua ancora molto a piacerci la ricerca cartacea, cioè il noi abbiamo la rassegna stampa alla mattina quando arriviamo. Quindi lui lui appunto, sottolinea le cose che l'hanno colpito di più e io leggo le parti sottolineate sono un po' più tutto sia di moda, che comunque anche come l'ecosostenibilità che fa tutte quelle perché comunque anche il piccolo artigiano deve essere al passo con i tempi e se non sei e non come si può dire se poi non non assorbi tutte le notizie e le tendenze e poi tu ne fai un tuo un tuo bagaglio è quello quello. Io ritengo che sia che sia importante per capire anche dove, perché la scarpa dev'essere soprattutto si deve anche essere apprezzata dal cliente, quindi è anche che non è che deve dobbiamo tenere, ci piace, però deve essere una cosa che che è che deve uscire. Noi ci teniamo tantissimo che quando vediamo una scarpa indossata a un a un cliente, magari per la città, oppure che ci mandano le foto da in giro per il mondo, per noi è ancora più soddisfacente che il diciamo il dio denaro. Ecco, quello quello importante che diceva Stefano è il fatto che noi nasciamo come calzolai e siamo orgogliosi di essere ancora oggi calzolai, no, nel senso che comunque per noi prendiamo appunto il mestiere, come vi dicevo prima, che ci ha insegnato a nostro padre sta proprio nel sapere come funziona, come funziona una scarpa, il ciao il il dicevo per noi il fatto che nasciamo come calzolai ci fa è un aspetta il fatto di essere, di essere nati come calzolai, il fatto di essere calzolai e noi siamo orgogliosi di essere calzolai ci permette di conoscere il nostro prodotto, anche nell'anima anche all'interno. Questa è una cosa molto importante, non non siamo semplicemente venditori, noi sappiamo come deve essere fatta, sappiamo come va fatta la riparazione oggi continua a essere una componente molto importante. La cosa particolare è che noi prendiamo in mano quindi anche le scarpe degli altri brand e le analizziamo. Sappiamo quali sono i loro difetti, difetti e quali sono i loro pregi. E ovviamente questo questo serve molto per cercare di fare un prodotto sempre all'avanguardia il fatto di di collaborare con con i brand importanti in primis come terzisti e poi dal duemila diciotto come collaborazione diretta e quindi il nostro nome incomincia a uscire fuori insieme ai brand più importanti. Nel duemila diciotto vinciamo questo premio nazionale é molto importante che artigiano del cuore questo premio che vinciamo prendendo addirittura quattromila voti sul web, quindi un successo straordinario ci dà un'energia incredibile. Pensate che quando quando all'inizio arriviamo a quattrocento voti è che ci guardiamo e diciamo Mamma mia, quattrocento voti avevo già preso, arriviamo a quattromila, quindi i giornali ne parlano. La città risponde in una maniera impressionante con una marea di condivisioni con messaggi d'amore incredibile. Noi veramente noi avevamo già vinto prima di aver vinto ed infatti poi vinciamo questo il premio era un docufilm e decidiamo di farlo nella nostra città. Quindi nei nostri posti del cuore noi siamo molto legati alla nostra città, la amiamo profondamente e perché ci dà tanto nel senso che noi siamo quello che siamo oggi è proprio grazie alla nostra città il fatto di tutti i giorni parlare, confrontarci con persone di altissimo livello legate al mondo della moda e del filato. Ma no, dei brand come come Rheda, come Cerruti, come coglione, come Talia é vitale. Barberis canonico è bellissimo. Incominciamo andare nelle fiere con loro, quindi la nostra visibilità diventa importante. Ci portano a Parigi, a Berlino ci portano a Firenze al pt è ed è qualcosa che è veramente appagante, perché comunque quando tu fai un qualcosa che ti dà piacere e vedi che C' è un riscontro da dall'altra parte. E queste cose servono come servono gli articoli sui giornali. Non servono esclusivamente solo per un discorso pubblicitario, ma servono proprio per darti benzina, per continuare ad andare avanti in quella direzione. Ti fa capire che stai andando nella direzione giusta. Hai fatto un monologo? È un passo. Scusami, che posso all'inizio quando gli abbiamo chiesto della realtà. Eh, sì, come ti guarda il video non sa Ci vogliamo sempre che non sa nulla Proprio L'abc cos'è questa realtà della realtà perché siamo andati direttamente sulla loro dicono Okay, chiunque di voi no, Vai, vai, Terra. Ma adesso magari Ok, noi da cosa facciamo noi da cinquant'anni facciamo scarpe fatte a mano, facciamo scarpe fatte a mano, totalmente personalizzabili. Quindi noi riusciamo a fare una scarpa singola senza problemi. Quindi il cliente può venire e scegliersi ogni componente, dalla forma al materiale al dettaglio della suola. Quindi il fatto di di poter giocare con il cliente e il creare la scarpa insieme a lui è una cosa meravigliosa. La cosa più bella. Soprattutto quando il cliente entra per il ritiro e scopre per la prima volta la sua creazione. La nostra creazione e i suoi occhi che no, ci ci appagano di tutto il lavoro. Quello è veramente una gran bella cosa. Il l'altra cosa importante le nostre scarpe. Inizialmente il nostro mondo era solamente quello del formale, quindi la scarpa col fondo, un cuoio, la scarpa, il college, le francesi ne é. Quando abbiamo iniziato facevamo quattro modelli. La svolta è stata è stata una nostra scarpa multicolor che ormai oggi è completamente tinta a mano. Oggi, eh? Il è sicuramente il modello che ci rappresenta del formale nella maniera più ampia. E una scarpa che ha fatto il giro del mondo, anche quella completamente personalizzabile è siamo siamo quella scarpa lì nasce in una maniera molto particolare, fa parte, fa parte della nostra storia. Ne feci ne facciamo una per me. È che avevo in mente questa scarpa, no colorata con del verde dentro e uno da mettere in vetrina, che doveva essere principalmente una scarpa che doveva attirare gli sguardi, ma non pensavamo che sarebbe stata acquistata. Invece ci rendiamo conto da subito, perché le richieste sono subito elevate. Addirittura noi in quella fase lì avevamo una produzione molto piccola, quindi facevamo fatica addirittura a stare dietro alle richieste. Vabbè, Da quel momento capiamo che la strada non era quella del formare classico, ma era quella del formale moderno. Quindi incominciamo a impegnarci sempre di più sulle forme, sulle colorazioni, sui materiali. E oggi la nostra collezione è amplissima, quindi da colori particolarissimi a materiali ricercati fino a che poi non arriviamo al mondo della Snickers. Quindi è prima di tutto la incomincia ad arrivare alla Snickers nel nostro mondo, con delle Snickers in pelle. È quindi due mondi che si univano. Soprattutto iniziamo con una francesina che entra dentro la Snickers. Quindi questi due mondi che si incontrano la chiamiamo sniffing. E ancora continua ancora a essere essere in collezione, anche se poi si è modificata. Dopodiché, appunto, la collezione delle sneaker aumenta sempre di più. Oggi è il sessanta percento Snickers e quaranta percento formale, Anche se poi si è si è stato molto il mondo. Nel senso che oggi metti uno Snickers con il completo elegante e metti un mocassino classico nero con un jeans strappato. No, questo è il mondo della moda che si è evoluto sempre di più il. Dopodiché, appunto, incominciamo a essere a essere contattati. Come vi dicevo prima, dai brand dei nostri brand illesi più importanti legati al tessuto che ci chiedono di fare delle Snickers tessuto e noi quando vengono la prima volta tutto nasce nasce con Rheda, erede viene da noi chiedendoci di fare uno Snickers in lana merinos. Io e lui ci guardiamo come uno Snickers in lana. No, non sappiamo neanche anche parte essenziale. E perché non è solo anche questioni tecniche molto importanti in collage i materiali? Esatto. Ci proviamo il nasce questa con il loro designer nasce una Snickers in lana merinos da completo. Oltretutto la ehm quindi ci portano a pitti con loro non viene esposto in una maniera alternativa perché non viene esposta sugli scaffali, ma viene esposta ai piedi delle persone, uomini e donne, incompleto, senza calze, con uno snickers di lana merinos per una collezione primavera estate. Quindi no, è un qualcosa che fa parlare perché era all'avanguardia questo concetto, Anche perché si trattava di una lana merinos molto particolare di Rheda, che è un antibatterico naturale, un termoregolatore naturale, quindi quattro stagioni e nasce e soprattutto anche col fatto che fosse una Snickers Shik. Quindi non la Snickers del mondo. Scarpe da ginnastica. Ma la Snake stava diventando già sempre più elegante, quindi molto, molto all'avanguardia non solo nei materiali ma anche nel concetto posso dai ok, quindi quand'è che vengono mette iniziate anche a studiare un po' la sostenibilità. Usiamo questo termine ovviamente molto abusato come sappiamo però iniziate quindi a usare un po' alta. Mhm, adesso ci sono state anche altre situazioni. Ok si' per quanto riguarda la sostenibilità dal punto di vista personale siamo sempre stati molto attenti, quindi già si parte da una base di partenza che va al di là del discorso del lavoro e credo che sia piuttosto importante. No, perché oggi oggi viene sfruttata molto questa parola, ma quasi sempre per dei vantaggi commerciali, non perché ci credi veramente. Il fatto che noi ci crediamo ovviamente ci ha portato a fare le cose fatte seriamente, quindi poi dal punto di vista professionale invece dal duemila, dal punto. Dal punto di vista professionale. Invece, dal momento in cui cominciamo appunto a collaborare con le grandi aziende biellese da diversi anni attenti alla sostenibilità, incominciamo a capire bene che di cosa si stava parlando il. Dopodiché, appunto, il decidiamo quindi la prima prima di tutto quando incominciamo a fare la linea wooley che questa linea di sneaker in lana merinos facciamo in collaborazione con Rheda. Eh sì, si sfrutta, anche se non mi piace molto questa parola. Chiaramente si incomincia a promuovere e a parlare di sostenibilità perché si trattava di materiali rheda sostenibili. Quindi ovviamente è si incomincia a promuovere questo discorso il. Dopodiché poi nasce nasce Val Sar e nasce in un momento molto particolare del nostro territorio perché nello scorso nell'ottobre dello scorso anno è il nostro territorio viene colpito da un'alluvione grandissima. Quindi l cade un ponte importantissimo punte ultracentenario dell'alta Valle Cervo, un ponte per il la La nostra famiglia per me e mio fratello è molto importante perché ci ricorda la nostra infanzia. I nostri nonni ci portavano lì, quindi ci ci si stringe il cuore. Naturalmente uno dei più colpiti è Un'azienda di Andorno, che è una tintoria che tinge con gli estratti naturali di un caro amico è incominciamo a chi lo chiamo per telefono. Leggo sul giornale che è uno dei più colpiti. Lo chiamo per telefono, per sentire come stesse e come per sentire come stava. E lui, lui appunto, mi racconta via dicendo e mi aveva già parlato di questa tintura con gli estratti naturali ma non era ancora il momento di affrontarlo, nel senso che noi avevamo già affrontato in realtà una un altro concetto di eco Snickers. Ma in un momento in cui il mercato non l'aveva, non l'aveva ancora percepito, era ancora troppo presto. Ne parlarono i giornali. È però la scarpa non usciva, non non c', era ancora quell'interesse. È tornando tornando appunto al lanificio, alla tintoria che fa il le tinture con gli estratti naturali. È lo chiamo e gli dico guarda, abbiamo in mente io e Stefano di fare di fare qualcosa. È per raccogliere fondi per aiutare l' Tav alle cervo, che era questa parte della questa parte del Biellese che era stata fortemente colpita. Lui è al nella parte della valle Cervo, anche la sua azienda e nella bassa valle Cervo e gli incomincio a spiegare che cosa avevamo in mente. Si' inizialmente doveva essere solo e già non era poco. Una Snickers tinta con gli estratti naturali delle piante, dopodiché diventa un progetto molto importante. Il progetto tocca tutti i punti giusti, quindi legati alla sostenibilità a trecentosessanta gradi, dalla sostenibilità del prodotto alla sostenibilità delle persone. Quindi è riusciamo a riunire dieci realtà biellesi che vanno dall'industria all' parte all'artigianato, quindi riusciamo a riunire dieci realtà completamente differenti tra loro, tutte completamente biellesi. Quindi questo era molto importante e che vanno dall'arte, all'artigianato, all'industria e esce un qualcosa di veramente straordinario e magico, tutte realtà fortemente legate all' idea della sostenibilità. E facciamo questa questa eco snickers appunto in cotone organico tinto con gli estratti naturali delle piante, dove ogni componente è realmente sostenibile, quindi riciclata o riciclabile il nasce diciamo che queste dieci realtà incominciano a entrare. Il progetto è quasi per caso perché è subito, appunto la tintoria che tinge gli estratti naturali. Dopodiché avevamo bisogno hanno. Dopodiché è una cosa molto importante. Entra entra in negozio in bottega da noi il maestro Pistoletto per acquistare qualcosa per lui e incomincio a parlargli del progetto. No, lui chiaramente. Insomma c'è un feeling stupendo tra di noi è incominciamo a confrontarci e si appassiona subito perché è nella perfetta vision del maestro e incomincia a decidere di diventare anche lui partner del progetto, donandoci il terzo paradiso per il progetto. Quindi il terzo paradiso incomincia a entrare, anzi ha ma che di ok in quel momento il terzo paradiso è sarà presa e diventa no. In quel momento il il terzo paradiso che decidiamo insieme che verrà applicato sopra la scarpa, quindi sarà ben visibile nella scarpa, però, cioè il il discorso insomma, che come lo mettiamo sopra veramente un'etichetta l'etichetta viene fatta da un'azienda biellese che la matt in poliestere riciclato. Quindi continua il concetto della sostenibilità. Dopodiché diventa importante il packaging. Volevamo fare un packaging importante e particolare è RB che questa cartotecnica di Vigliano un'altra azienda eccellente e che soprattutto non è che facesse scatole loro fanno arredamento allestimenti per le fiere sono un'azienda molto importante da quel punto di vista. Decidiamo di creare una scatola insieme che non fosse una semplice scatola di scarpe. Decidiamo di creare una sca. Decidiamo di creare una scatola insieme, ma che non fosse una semplice scatola, ma che diventasse un oggetto di design, soprattutto riutilizzabile. Anche quindi di nuovo in Inchon il concetto che il prodotto si trasforma in qualcos'altro. Quindi questa scatola in cartone riciclato si può utilizzare riutilizzare per farlo diventare un portavalori fiori, un porta libri, un porta pane em sgabello addirittura è un miliardo di altre cose che ogni tanto ci tirano fuori. I nostri clienti che hanno acquistato la balzare è la le componenti della Snickers, appunto. Poi andiamo a mettere una una suola totalmente cento per cento riciclata, il cento per cento riciclabile. Questa è una cosa molto importante. Quindi al momento della fine della scarpa, il cliente potrà riportarci la scarpa e penseremo noi al totale smaltimento industriale. Naturalmente di ogni componente. La soletta è una soletta in viola stop, quindi un materiale bio. Questo di nuovo un'altra, cosa molto molto importante e addirittura anche i contrafforti interni sono biodegradabili. Addirittura anche i contrafforti interni sono biodegradabili, biodegradabili, quindi anche le parti che non si vedono noi le abbiamo volute fare realmente sostenibili. Questo forse è stato la chiave del successo del di Val Sar, perché a differenza di tanti prodotti che sono sostenibili, ma soltanto di facciata, qui anche nell'anima è assolutamente green. Quindi è quindi questo è il il concetto della sostenibilità delle persone è quella che per me è più importante, perché non credo che un prodotto sostenibile possa essere possa essere prodotto dove non c' è rispetto per le persone e purtroppo in certi posti del mondo dove la manodopera più economica non c' è proprio rispetto. Quindi abbiamo voluto fare un prodotto al cento per cento made in Italy, pur sapendo che oggi è meno concorrenziale, perché comunque le componenti sostenibili sono più costose di quelle di quelle non sostenibili. Abbiamo voluto insomma, proporlo in ogni caso ha un prezzo molto competitivo, perché oggi se non sei competitivo del prezzo di mercato puoi fare il prodotto più bello del mondo, ma rimane poi rimane poi fermo lì. Il è stato è stato un bellissimo modo tramite un prodotto, tramite un progetto di far riuscire a appunto è stato bellissimo tramite un prodotto. É un progetto di poter far si' che noi facessimo promozione al nostro territorio. Quindi questa è stata la cosa piu' importante. Ci ha ci ha portato addirittura a Roma. Ci hanno invitato per fare una conferenza stampa nella Camera dei ministri in diretta nazionale con eh le agenzie di stampa più importanti del Paese e non abbiamo parlato solo di Val Sar, anzi era quasi marginale. Abbiamo parlato di sostenibilità vera, abbiamo parlato di territorio ed è stato è stato meraviglioso, Un successo eccezionale proprio perché non avevamo niente da chiedere. Eravamo lì per raccontare la nostra storia e per cercare di emozionare il più possibile. Dopodiché un altro successo pazzesco è stato il fatto che Vogue, il santo graal della moda, abbia ci abbia menzionato tra le otto e con Snickers di tendenza. Quindi anche lì è stato qualcosa di magnifico fino a poche settimane fa e andavo a vedere chi c' era per prendere spunti. E nel momento in cui ci siamo visti menzionati in una rivista così importante, è stato veramente scoppiato il cuore. Nome da dove arriva? No, il nome. Il nome Val Sar è prende spunto da un antico nome della valle Cervo, quindi Val Sar e appunto, visto che noi volevamo, volevamo fare un prodotto che è facesse, facesse parlare del del territorio perché il al di la', al di là di quello che riusciremo a raccogliere per aiutare e rispetto ai danni che ci sono stati, sarà una cosa piccolissima. Però il fatto che si parli di Valle Cervo su Vogue, che a Roma si sia parlato di Valle Cervo è e quindi indirettamente, del Biellese. È stata una cosa meravigliosa in tanti l'hanno capito? In tanti ci hanno ci hanno mandato messaggi di anche di ringraziamento, no, per quello che stiamo facendo, ma viene fatto con il cuore. Quindi quindi quando le cose sono vere, escono fuori, vengono percepite senza, è senza troppa costruzione dietro. Quindi in generale che cosa volete raccontare del territorio? Comunque? Quello che vogliamo raccontare è che esiste il oltre che di sostenibilità. Si parla tantissimo di artigianato, l'italia è artigianato. Però però poi alla fine il piccolo artigiano deve essere capace di evolversi. Deve essere, deve essere capace di raccontarsi. Quindi noi abbiamo abbiamo una un'agenzia web che oggi non è più solo la nostra agenzia web. Noi sono gia' dieci anni che siamo sul web. Quindi lavoriamo sulla comunicazione. Tantissimo è oggi eh? Parte integrante della nostra azienda. Oggi parliamo in gergo, oggi i nostri successi sono i loro successi. Il fatto che siamo cresciuti insieme è cioè un rispetto altissimo, è anche perché appunto noi siamo cresciuti grazie a loro e loro sono cresciuti grazie a noi. Oggi portano, riportano i loro clienti, i nostri successi perché poi alla fine sono i numeri che parlano. È oggi nel web siamo tra tra i siti più visitati. Siamo al sesto posto. Gli ultimi dati ci portavano al sesto posto contro colossi giganteschi. Quindi anche lì, di nuovo tantissima, tantissima roba. Oggi abbiamo tre siti perché oltre a Barbera, Biella abbiamo il sito di balzare, abbiamo il sito di Woodland Snickers, quindi insomma, il mondo del web sta diventando sempre più importante, è sempre più affascinante, anche se certamente è complicato, anche se è ok si' poi dopo chiamare magari sì, perché sono altrimenti è un monologo mio c'è una cosa che volevo chiedere tutti e due tratteggiati sulla parte che magari chiama fratello è magico di Snickers nella produzione dicendo una parte del cuoio. Comunque le scarpe che facciate coi snickers la materia prima è all'origine animale. Si voi probabilmente però è il il per quanto riguarda la filiera, li sapete la provenienza? Certamente che no, perché spesso è una critica, è ok dagli allevamenti intensivi, non è un po' più certo la nostra filiera dei materiali è assolutamente totalmente in ogni sua piu' piccola componente italiana è di italiana ogni la la la filiera del dei nostri prodotti è assolutamente in ogni dettaglio. Anche il piu' piccolo totalmente Ok, va bene. La nostra filiera è assolutamente e totalmente italiana, anche nella più piccola componente. Il discorso già soltanto questo la dice tutta. Perché le regole, le leggi che ci sono in Italia eh, sono totalmente diverse rispetto a tanti altri posti del mondo. Quindi già questa è una garanzia di qualità e di rispetto verso verso verso gli allevamenti anche come dicevamo prima. Beh, questo non so se se può essere se può essere interessante, ma anche perché lì poi andiamo a toccare no? Anche perché, sai, per per nostra cultura, il se incominciamo a parlare nodi di pelle, per noi è normale utilizzare la pelle, anzi è questa noi quando quando abbiamo guarda per esempio la fodera interna è una fodera in una pelle con concia naturale, quindi senza metallo e un metal free. Questa è una cosa importantissima per il benessere del piede, soprattutto quando abbiamo fatto questo prodotto. Sapevamo che c' era anche la possibilità di non utilizzare la pelle, ma quindi potevamo prendere anche un mercato che era tutto quello del vegano? No, della e ci abbiamo riflettuto soprattutto sulla seconda serie. Dopodiché per il nostro DNA la pelle diventa importante, invece perché noi nasciamo come è, come calzolai, come scarpa di pelle, però anche lì, di nuovo sulla pelle il io sento. Per esempio, si sente tanto parlare di pelle ecologica? No, la pelle ecologica sintetica e il sintetico di rispettoso ha ben poco no, soprattutto nella produzione il team quindi? Quindi purtroppo, quando quando si si vanno a toccare questi questi discorsi bisognerebbe sempre guardare a trecentosessanta gradi il le concerie le concerie italiane sono in assoluto quelle più rispettose al mondo perché hanno dei parametri altissimi da mantenere mentre ci sono. Quante volte avete visto le immagini delle concerie? Eh, magari asiatiche, dove ci sono i bambini con i piedi dentro ai coloranti? Questo solo mi fa capire che poi dopo magari c' è la famosa stilista che utilizza i materiali senza componenti animali. Quando poi viene utilizzato il petrolio per farlo piuttosto che qui. Entriamo poi in un discorso polemico che vorrei evitare, però però questo infatti il momento. Abbiamo fatto questa domanda perché, come dicevo, è uscito il video, superi nello usava e giustamente diceva Siamo molto delicati dalla parte di una fetta di La nostra risposta è che comunque la pelle comunque esattamente la pelle piu' bravissimo esattamente. La utilizziamo dicendo la gente smetterà carne? Esattamente esatto, anche perché sono sono tutti materiali di scarto alimentare. Quindi questa è una cosa importantissima. Il oggi, oggi anche sui suoi pellami pregiati, per esempio no. Oggi c' è una che era una piaga, perché il soprattutto sul sui coccodrilli, sui Pittoni c' era tanto di quella caccia di frodo che era era qualcosa di pazzesco. È da ormai quindici anni a questa parte. C' è una sicurezza totale, quindi se non il i pellami arrivano con una carta di identità e una tracciabilità che non è assolutamente sicura. Questo è importante perché comunque effettivamente il rispetto stanchi in questo eh certo è molto importante, cioè noi eh, noi in te è molto importante che l'acquirente finale faccia attenzione. È importante che nel momento dell'acquisto vada debba volere debba pretendere sempre di più le informazioni che siano chiare. La grande distribuzione gioca tantissimo, sull'ambiguità il piccolo artigiano. La piccola realtà invece, al contrario è molto, molto più attenta invece la tua curiosità mia da vicino la domanda per esempio sulle Snickers utilizzata in plastica riciclata anche lì il se vogliamo parlare, per esempio poi di plastica riciclata Val sarà per esempio ha una suola al cento per cento riciclata al cento per cento riciclabile, come già vi spiegavo prima. Il fatto che la scuola sia fatta con questa questa questo materiale riciclato è da un peso leggermente superiore a quello che oggi il mercato chiede. Il fatto che sia oggi si lavora tantissimo su leva, su queste, su queste gomme ultraleggere e tutte le altre linee praticamente hanno ormai questo tipo di gomma. Abbiamo pensato di applicarla anche qua, ma perdeva il concetto della cena del cento per cento sostenibile. Eppure non avete idea di quante vendite si siano perse perché non aveva una scuola ultra light. Ma noi non non non siamo voluti scendere a compromessi. Però è una domanda che ci fanno tantissimo ama perché pesa così tanto. Il problema è che non pesa così tanto, sono le altre che ormai non pesano niente. Questa pesa poco nella la sensazione al piede oltre tutto, no, la sensazione al piede. Oltretutto non non hai la sensazione di pesante, però se tu scegli un materiale realmente sostenibile, alcuni compromessi li devi avere. Il fatto che abbia una tintura naturale è normale che un pochettino tenderà a sbiadire. Il fatto che si sia abbia questa questa nuova impermeabile, il fatto che sia in abbia questo trattamento impermeabilizzante water resistente, il fatto che abbia questo trattamento water resistente Floro fry, quindi con una lavorazione totalmente sostenibile, senza componenti chimici chimiche che non fa sì che non abbia un impermeabilizzato tura come se avesse le componenti chimiche. Quindi i compromessi. Come dicevo, il fatto che vai, lo ridico il fatto che è per esempio abbia il trattamento water resistente. Floro fry, quindi totalmente sostenibile con senza componenti chimiche, non rimane impermeabilizzato a come se avesse dei componenti chimici, chimiche chimici sopra il noi, anche lì di nuovo. Nel momento in cui abbiamo fatto la scelta abbiamo detto cosa facciamo? La facciamo diventare totalmente impermeabilizzato, ma usiamo una componente chimica o continuiamo a farla totalmente sostenibile? Quindi tiene la pioggia, ma fino a un certo punto. Quindi non giocherai nelle pozzanghere con questa mettiamo una suola al cento per cento riciclata ed è un po' più pesante di quella non sostenibile. È tutta una serie di cose che noi poi abbiamo preferì. Abbiamo voluto fortemente che Val Sar fosse cento percento sostenibile. Non sono stato chiaro? No, io ti faccio un po' l'avvocato del diavolo. Ma è per questo che quando un perché raccolgo un po' di impressioni. Spesso magari chi è sensibile al tema gli animali critica l'animale che è sensibile al tema della plastica, del riciclo dei materiali. Ok, al cento per cento riciclabile. Però così in centriamo incentiviamo la produzione di plastica. Perché dobbiamo riuscire a fare queste scarpe? E questa cosa cosa mai? Perché siamo al materiale, ma la quando la cosa affascinante questo questo progetto ci ha portato a confrontarci con la realtà che non conoscevamo. Per esempio quella della plastica, per esempio quella della plastica. La incominciamo perché poi c' era la problem, la problematica di come smaltire questa questa plastica e quindi incomincio qui, ma sentire una realtà importante di nuovo locale, leader europea per lo smaltimento delle plastiche. Anche se nel nostro caso si trattava di fare degli scatolina di plastica? No, non dei del container. Quindi dovevamo trovare qualcuno, anche che lo facesse più per per perché si era appassionato al progetto. Piuttosto perché per un discorso di business. E incomincio a parlare con questo signore avanti con l'età che mi tiene al telefono per un'ora e mezza e mi fa scoprire un mondo straordinario. Quindi dal suo punto di vista mi diceva comunque che la plastica era un prodotto iper sostenibile. Se veniva riciclato nella maniera giusta perché si ritrasforma, continuava a ritrasformare in qualcos' ltro. A differenza di tanti altri materiali che venivano invece concepiti come green ma invece finivano finivano la sua vita troppo velocemente. Quindi quello di nuovo è un un discorso delicato, un po' particolare bisogna sempre sempre entrare nel dettaglio all'interno delle cose per capirle, per capirle bene ok il il sì lo hanno visto qualche immagine della scarpa, quella colorata di cui parlavamo all'inizio dopo vi facciamo vedere, abbiamo addirittura la numero uno, quindi per noi era come se fosse la la moneta di Paperon de' Paperoni? No, quindi è una roba importantissima anche eh? Capita delle volte che ci chiedono di andare a fare conferenze o con le scuole. Per esempio è una cosa che ci portiamo sempre dietro. Si sia assolutamente questa questa è la prima, il primo modello di Wooley che ti spiegavo prima. È fatta appunto quindi questo questa Snickers creata dai designer di Rheda come Snickers da completo con un concetto Montauk, soprattutto il gancio scarpone e che la parte la componente che la rende elegante, che la rende luminosa. Quindi una serie di contaminazioni. Perché il gancio scarpone che diciamo il mondo meno elegante che invece trasforma in elegante questa questa Snickers con la fodera tecnologica che vi dicevo vi dicevo all'interno e qui appunto siamo su ultra light, quindi su materiali molto leggeri, dopodiché poi c'è tutta una serie di trasformazioni. Questo è un altro modello che ha avuto un successo su perché facciamo in due colorazioni che la Lu minor ha avuto un successo. Al di là del modello del design accattivante, è molto insomma che molto particolare pero' dal punto di vista invece dei materiali a queste due componenti che sono luminescenti, si caricano con la luce solare, con la luce artificiale al buio si illuminano. Quindi no, questa questa cosa che la tecnologia incontra la scarpa artigianale si fonda insieme e fa diventare questo uscire questo prodotto completamente diverso. Grazie a Wooly a marzo di quest'anno veniamo menzionati da White Milano tra le quaranta aziende è come per quanto riguarda l'artigianato evoluto e sostenibile, quindi quello di nuovo una no, una vetrina importantissima e che è stato l'ennesimo l'ennesimo successo di quest'anno. Insomma è stato iniziato veramente veramente alla grande il dopodiché l'ultima l'ultima nata e la voli twist bruni è con appunto questa flanella particolarissima, molto bella e ha una forma con un concetto tennis anni ottanta, quindi che segue perfettamente la moda del momento che porta al ritorno di questo di questo concetto di forma, quindi, al di là dei materiali al di là delle componenti, cioè una fortissima componente moda di ricerca legato legato alle tendenze del momento mille Kim io ce l'ho una curiosità non risponde, è concessionaria di probabilità e anche sono variabili. Guarda tutte ehmm la riparabili dita per noi è una cosa fondamentale. Noi ci teniamo veramente tantissimo perché è forse è la prima cosa della sostenibilità, una cosa che non finisce in discarica è una cosa che tu gli allunghi. La vita è una cosa veramente importante. Noi da sempre diamo questo servizio alle nostre scarpe e anche quella degli altri, delle altre, di altre realtà è ma le nostre sicuramente con più con più piacere che è ancora vedete me è messa Consuela consumata tantissimo. Adesso gli abbiamo rifatto la cucitura, gli rimetteremo la suola, la puliamo bene con amore e il cliente quando lo viene a ritirare cavolo, rimane esterrefatto, dice Cavolo, non mi se non sembra più la mia. E voi direte Vabbè, non ne compra un'altra. No, invece non è così. Perché tu il cliente, questa qua lui la metterà, ma visto che ha notato un visto che è stato un bellissimo risultato è invogliato lo stesso comprarne un'altra un altro modello, un altro colore. Quindi non è vero che le cose che durano bloccano la diciamo la come si può dire bloccano l'acquisto dell'economia e invece l'economia non, anzi è secondo noi la scarpa. Noi abbiamo questo slogan qualità senza compromessi è funziona, è per perché ci crediamo il pensate che due volte due volte all'anno facciamo una promozione dove per quella settimana regaliamo ai nostri clienti la pulitura di tutte le loro scarpe barbera quindi con la tintura mano completamente in maniera gratuita. Chiaramente c' è insomma arriva tantissima. Arrivano tantissime persone per sfruttare questa questa promozione. Ma vi dico un segreto nella maggior parte dei casi non escono con le mani vuote e comprano una scarpa nuova. Il nel senso comunque, al di là di questo il il servizio, quello che diceva giustamente Stefano è che il oggi non è solo il prodotto, ma anche il servizio che gli offri. Il servizio della riparazione è importantissimo e veramente non è alla base della sostenibilità, perché il prodotto che dura nel tempo è oggi. Purtroppo le cose sono sempre meno riparabili infatti noi, a differenza di insomma di qualche decina, a differenza di qualche decina di anni fa, oggi dobbiamo mandare via un sacco di persone dicendogli che non si possono riparare. Quindi questo è brutto, non riesco assolutamente ottimo, vorrei abilità e per quanto riguarda invece proprio la faremo qualche immagine però la se ci ricostruita nel processo di costruzione il materiale voi costruite l'assemblea si racconti tu ti faccio come quasi tutte le nostre scarpe sono cucite perché è un passaggio che ormai è abbandonato perché se prima non cucina la scarpa è tutto incollato. Invece incollatura, si è importante che sia fatta con quelle buone eccetera. Però è una cosa veramente importante che è poi la scarpa sia cucita. In questo caso è cucita quella, ma noi addirittura cuociamo anche i fondi di Roma, perché comunque la cucitura da quel quella garanzia in più perché comunque la incollatura a volte ha dei limiti e se vuole i fatti che abbiamo tenuto da parte. Se vuoi ti faccio vedere come si cuce. Poi è perché scusami contavo prima la linea multicolor, quindi qua la nostra manualità esce fuori al cento per cento, quindi completamente ti amano. Questo nasce come come come pellame bianco naturale e poi viene viene tinto, completamente personalizzabile in ogni componente proprio ti può diventare una monocolore di colore fino a quattro colori. É questa la nostra numero uno che vi raccontavo vi raccontavo prima. É una cosa che non vi ho detto, che però è molto importante ogni ogni colorazione, soprattutto sul per quanto riguarda la facilità poi della vendita sul web ha un nome, un nome di città e questa è la biella proprio perché era un numero uno, un altro un'altra, cosa particolare per quanto riguarda le multicolor. Dieci anni fa siamo uhm siamo i primi a portare in europa il simulatore per la scarpa, per la scarpa. Quindi tu potevi scegliere le componenti del colore per potertela fare come vederla è vederla fatta, anche se in maniera virtuale potevi vedere. Beh, oggi non è più presente sul web, perché in realtà fu un grandissimo flop perché confondeva tantissimo. Alla fine la gente comprava quelle che vedeva quello che vedeva già realizzate e soprattutto dopo sei mesi c' erano altri quattro in italia che avevano messo il simulatore, avevano fatto diventare tridimensionale vabbè, questo è un po' la diciamo il vantaggio e lo svantaggio del web però fu un'altra avventura importante questo il simulatore lo feci imo in Valencia, quindi con un'azienda di valencia ed era ed era comunque un qualcosa che pensavamo che ci avrebbe no stravolto e soprattutto fatto, no. Vendere milioni di scarpe in giro per il mondo invece fu un grande flop. Sì, però serve, servono anche quelli. Difficile rispondere a questa è la tua risposta, è sì, la sta mettendo tutta si'. Dovrei dire delle cose che non le posso dire, quindi mi devo trattenermi? Esatto. Diciamo che l'italia che cambia in questo periodo è un'italia che ti taglia la lingua l'italia che non ti fa dire quello che pensi. Così poi la cosa si può dire quello che è Italia che cambia ehm magari anche in base alla nostra esperienza, forse agganciato anche alla tua vita. Nel senso qualcosa che spiega anche come concetto Beh, noi noi possiamo avere un esempio poi questa è una pre e poi mi dici che Biella e noi possiamo essere il simbolo dell'italia che cambia perché per decenni che calcolati chiusi che pensavamo solo a lavorare, pensavamo em, praticamente stavamo bene così. Poi è arrivata la crisi da decenni ormai, forse siamo stati la città che l'ha avuta per prima e secondo noi di dopo anni di veramente fatica stiamo cambiando, ma stiamo cambiando in bene è infatti noi parliamo con tantissima gente che adesso voglia veramente di lui di cambiare biella e che vale anche per l'italia no, perché comunque e siamo convinti e siamo contenti di quello che sta succedendo, perché ci confrontiamo con tantissime realtà, tantissime associazioni che finalmente la vedono in maniera propositiva in maniera diversa e noi siamo molto, molto fiduciosi. Quindi nonostante questo periodo bruttissimo noi noi ci crediamo e se ce la può fare biella che ce la sta facendo credete il davvero l'ho fatto appena uscito? Non so se ne avete sentito parlare, parlano tutti visto su netflix sto fumettista che bravo è ambientato su bielle no quindi ma nella maniera in realtà è una maniera negativa è biella la città dove si muore dentro di noi che sono dentro di noi da sempre. Facciamo siamo promo card dovessimo esattamente, oltretutto esattamente detto da la, ma questa roba ha creato subito un trauma ai biellesi che è una settimana che ci sono notizie e poi invece adesso c' è il biella sulla bocca di tutti per sai, il il nostro, il nostro territorio, nonostante sia molto piccolo, non la nostra città sia una cittadina, è però il tendenzialmente un po' sempre per mentalità è stata sempre piuttosto chiusa, no? E ognuno pensa pensato per te, pensato per tutti. No, invece invece sta cambiando sempre di più la mentalità non ma in generale il patto, la nostra l'italia che cambia. Per quanto riguarda la nostra esperienza, è il sicuramente che mi verrebbe da dire che uniti insieme si diventa più e che uniti insieme si diventa più forti, si possono raggiungere grandi risultati e si possono superare assolutamente anche i muri più alti. Ragazzi veramente molto importante. Una realtà eccezionale e che mi chiedono no, di fare da testimonial per aiutarli nella promozione. In questa giornata dove appunto facevo dei video con loro Vabbè, è sono usciti fuori dei video meravigliosi, andatevi a vedere perché sono veramente bellissimi. Ma il sono arrivato a casa, che in realtà erano i bambini che avevano regalato, ha commosso, avevano regalato, mi hanno regalato una giornata meravigliosa ed è nato un legame stupendo, nel senso che loro poi io vabbè, io con i bambini ci insomma nasce normalmente un immediato e con loro è stato magico, veramente strepitoso e proprio me li facevo fare le scarpe tinta a mano. Quindi c'era questa scarpa bianca ma avevamo utilizzato dei colori coloratissimi, quindi il giallo giallo a questo questo giallo qua abbiamo usato l'azzurro il rosso e loro con la spugnetta Tina no uscita fuori questa scarpa pasticciata di mille colori insieme, ma meravigliosa che adesso il vetrino nel nostro tempo ed è stato veramente veramente super di nuovo lì, come appunto le cose. Grazie. Ciao. Che si' o Matisse? Io invento Labo Founder Invento Lab. Si' Si'? No, veramente qua che sono? Vabbè, ehm Dannazione. Ok, sono Giulia detto Mati e sono fondatrice. E io divento Lab Invento Lab è una B Corp. Quindi una società all'interno di un network internazionale che aiuta le aziende a trasformare i propri modelli di business e ispira allo stesso tempo le giovani generazioni. Per avere un impatto positivo. Facciamo un passo. Si' te ne inventò la prima a un certo punto. Okay? Perché adesso va bene. Invece qui andava bene Breve, perché questa è la. Okay, grazie. Va bene, Si'. Va bene. Okay. Il mio percorso ha iniziato da quando sono piccolissima, proprio di attenzione e sensibilità rispetto alle tematiche ambientali e voler non essere solo una spettatrice passiva di tutto il disastro che sta succedendo, ma di cercare di dare delle soluzioni. Quindi ho seguito un po'. Questo faro questa missione. Mi sono iscritta all'università ingegneria ambientale proprio per avere degli strumenti. Ho lavorato come consulente in diverse aziende che si occupavano di temi legati all'ambiente e a un certo punto mossa proprio un po' dall' insoddisfazione dalla voglia di fare sempre qualcosa di più ho fondato un'associazione eventi sostenibili che è tuttora attiva proprio per cercare di lottare contro tutto il problema della cementificazione, comunque della distruzione, della bellezza, del paesaggio. Mi sono quindi scoperta imprenditrice e non l'avrei mai immaginato mai nella vita. Da piccola avrei detto voglio essere un'imprenditrice, un'imprenditrice, kingmaker, positiva, eccetera. Pensavo piu' a che lavoro vorrei fare eccetera un po' degli stereotipi anche in mente. Quindi mi sono scoperta in questa veste imprenditoriale ho capito che effettivamente muovendo temi anche legati all'economia poteva avere un impatto sempre più importante. Da qui il desiderio di fondare una vera e propria azienda. Nel duemila quattordici nasce Invento Lab, che è appunto una società che vuole portare questi modelli positivi sia nelle aziende, quindi ispirandosi ad attuare dei veri e propri cambiamenti, ma cambiamenti non solo Alatri, ma proprio all'interno della propria strategia e sia per i giovani e quindi ispirare anche le nuove generazioni di imprenditori ad avere un impatto positivo proprio per non ripetere gli errori che vediamo adesso sotto i nostri occhi. Quindi questo è un po', la mia ispirazione, quel che cos'é dai hai trovato su chi? Tipo di percorso che oggi porti. Grazie. Hai ragione si' iniziare ovviamente non è stato semplice, ma soprattutto per una mia maturazione di consapevolezza, perché c' era sempre l'idea. Vorrei farlo però poi e adesso facciamo veramente questa cosa? Quando ho trovato il coraggio di iniziare, in effetti poi le cose si sono mosse in maniera positiva. Quindi abbiamo iniziato a trovare un primo grand della Fondazione Cariplo che ha creduto nel progetto mano mano, nuovi clienti. E adesso siamo passati davvero, ovviamente a supporto delle fondazioni, supporto di aziende e veri e propri clienti, anche istituzionali e privati con cui ci Inter facciamo, quindi diciamo che è stato il primo passo proprio sbloccarmi e cercare di mettere in atto le cose. E quando le abbiamo messe in atto, non solo io, ma appunto, creando un team bellissimo di lavoro, di persone che hanno proprio passione e voglia di fare questo tipo di progetti. Abbiamo ovviamente attivato sempre più attratto sempre più risorse per darci sostegno e per riuscire a portare questi valori, la parte che ha sempre portato avanti. Grazie si'. Ok, quindi vuoi che dica prima perché delle aziende l'ho già detto, ma poco approfondiamo e poi diciamo, dei ragazzi, ok? In un altro momento, diciamo topico della storia di sventolava a questo punto che appunto una storia corale collettiva è stato nel duemila diciassette a scoprire tutto il movimento delle B Corp e quindi un po' come per Sciocca o la fellowship, eccetera. Capire di non essere soli sole a fare delle cose, ma di essere parte di una rete che vuole cambiare le cose, come anche Italia, che cambia essere proprio parte di un cambiamento positivo. E quindi l'occasione di scoprire tutte queste storie positive ha dato un'energia incredibile. La rete di corpo, in particolare, è stata una rete molto importante per noi e anche per il nostro sviluppo, perché abbiamo iniziato a interfacciarsi con appunto anche aziende che hanno proprio voglia di misurare il proprio impatto con degli strumenti riconosciuti ed individuare delle strategie per riuscire a mettere in atto questo impatto. E quindi, come invento Lab, quello che facciamo e che abbiamo iniziato ormai da diverso tempo a fare è lavorare proprio con le aziende, con i gruppi per aiutarli a cambiare il loro modello di business e quindi prima di tutto misurare il loro impatto e dopodiché mettere in atto delle strategie. Nel giro di poco tempo siamo riusciti appunto ad avere degli incarichi molto importanti con grosse multinazionali con grossi studi con piccole aziende, quindi un target molto diverso e lavorando in maniera molto rigorosa per cercare proprio di spronarli a cambiare, quindi aiutandoli facendo empowerment rispetto al loro team e poi mettendo in atto anche dei meccanismi anche qui legati a temi anche economici, finanziari, perché le aziende, nel momento in cui si impegnano, decidono di stanziare ovviamente dei budget. In questa direzione però i risultati sono stati molto positivi un pochino meglio si' okay che in particolare paga si' impatto ambientale, spiega sì, ok, in pratica qualche cosa va bene è come funziona appunto il tutto noi. Quello che proponiamo è proprio un'analisi dell'impatto dell'azienda. Quindi l'azienda ci chiama. Noi siamo uno dei partner ufficiali' del bilancio europeo che è l'ente che certifica tutte le società B Corp. Quindi in Italia ci sono solo quattro società che fanno questa questa cosa. Quindi ci chiamano società sia a livello internazionale sia a livello nazionale per proprio comprendere come sono messi dal punto di vista dell'impatto sia positivo sia negativo. Quindi che impatto hanno sulla comunità, sui lavoratori, sulla governance sull'ambiente, eccetera e non li aiutiamo attraverso, appunto l'utilizzo di questo strumento che è libero e accessibile a tutte le aziende che si chiama Vai a misurare l'impatto che ha la società in tutte queste aree e dopodiché, dopo aver visto quello che è appunto il lo status di partenza, li aiutiamo a costruire delle strategie per avere un impatto piu' positivo sulla biodiversità, sui lavoratori e sui clienti in un'ottica di miglioramento continuo. Quindi praticamente costruiamo con loro una strategia da cui al futuro e con però un dettaglio molto analitico e molto preciso di azioni da fare sul primo anno che l'azienda se ad esempio società benefit rendiconto sul proprio sito e quindi sono delle cose molto, molto concrete che si traducono poi in sé. È un'azienda che si occupa di cosmetica, ad esempio in un ragionamento sui temi della logistica, sui temi del packaging oppure sui temi del del coinvolgimento dei lavoratori, della formazione dei lavoratori sul tema della biodiversità. Una società con cui stiamo lavorando tanto, ad esempio live rock, e loro stanno facendo tutta un'azione di piantumazione molto importante di alberi eccetera. E più tutta un'azione di formazione dei dipendenti di lavoro sulla logistica é tutta una serie di azioni che stanno mamma non mettendo in campo oppure per società che sono disservizi. Anche qui capire come generare il miglior benessere all'interno della loro azienda e capire anche come fare le come offrire valore alla comunità in cui operano. Perché lo fanno? Perché perché lo fai? Certo, secondo me lo fanno questo tipo di percorsi, quindi che sono comunque tos ti dal punto di vista dell'impegno lo fanno quelli che già sono ispirati. Quindi diciamo che da noi non vengono aziende che sono molto vanno infatti davvero molto negativi e vogliono in qualche modo fare un camouflage. Sono già aziende che hanno in mente di trasformarsi, che vogliono capire come farlo e che cercano quindi anche delle ispirazioni e delle guide. In questo senso spesso quando si parla di queste cose green, washing, si' questo si'. Certo, sicuramente gli strumenti che sono utilizzati sono seri, anche trasparenti. Quindi per ogni azienda b corpo benefit si vede in maniera trasparente anche lo score che ha raggiunto per essere b corp il minimo ottanta punti ovviamente è proprio quello, è il minimo. Poi c' è molto di più da fare e su questo quindi siamo abbastanza anche radicali, nel senso che cerchiamo di spronare le aziende a cambiare. Però non è che vogliamo attaccarli. Un'etichetta l'idea è quella proprio di fare dei cambiamenti concreti che poi porteranno ad avere una certificazione. Quindi sicuramente la trasparenza aiuta da questo punto di vista, perché per ogni azienda puoi vedere com'é messa nei vari ambiti, quindi anche un'esposizione. In un certo senso anche la società benefit è obbligata dalla legge per legge a rendicontare esteriormente i propri impatti attraverso la relazione di impatto. Quindi anche qui Eh sì, tutela del green washing il consumatore ci infatti a tutela del tutto il garante della concorrenza, andando a vedersi le relazioni di impatto e cercando di comprendere quindi quello che l'azienda dice, soprattutto se mantiene quegli impegni, appunto il garante della concorrenza a tutela da questo tipo di frodi. Poi alla fine perché dichiarare una cosa non farla in un certo senso, anzi è un inganno e quindi secondo me il tema della trasparenza può tutelare capitato cliente perché ti sei no, perché ti dico quelli i clienti che vengono da noi sono quelli che sono convinti, magari vai a rincorrere gente che poi alla fine non lo vuole fare veramente. Quindi non sbagli però che vuoi questo stronzate! Ah, ok, eh, Oppure comunque lo sostiene con le fondazioni abbiamo tutte e due aree ormai sostenibili. Quindi da un lato questa che a tutti i clienti che finanziano tutto negli anni questa automobile, questa si autofinanzia dal sole e questa ci aiuta anche a finanziare la parte di education. Okay, qualche sì, gli ultimi di questo si' Eh sì, perché in realtà aspetta, fammi pensare un attimo come dirlo. Sì, perché anche L' Education è sostenibile, nel senso che anche lì abbiamo i clienti privati che finanziano. Facciamo un passo indietro. Ok si' oltre a questo filone, che quindi aiutare le imprese esistenti adesso ad avere un miglioramento, quello su cui vogliamo lavorare sono anche gli imprenditori del futuro e quindi lavorare appunto con le scuole, con i ragazzi, con i giovani per portare dei modelli di impresa diversi. Quindi fargli conoscere che l'impresa non è solo posti di lavoro e impatto sull'ambiente, ma che l'impresa in effetti puo', come poi nella storia italiana che pensiamo a tutto il tema Olivetti eccetera, ma che l'impresa può contribuire a creare valore e anzi dovrebbe essere quello il ruolo dell'impresa quindi creare valore per la comunità, per i lavoratori, non solo per pochi, e cerchiamo di portare appunto Questi modelli nelle scuole lo facciamo già dal duemila quattordici e appunto, grazie a un enorme valore del lavoro di team, tutte le persone che hanno creduto in noi. Mano a mano siamo riusciti a coinvolgere più di ventimila studenti studentesse in tutta Italia e siamo riusciti a siglare anche una partnership. Il ministero dell'istruzione che per me cosa ho ok che ci ha permesso, anche durante la pandemia, di mettere a disposizione la nostra piattaforma digitale per tutti gli studenti di tutte le scuole che appunto volessero in qualche modo usufruirne negli anni è questa attività ha fatto un salto perché appunto siamo partiti solo dalla Lombardia e poi pian piano ci siamo estesi. Quindi ha lavorato tanto sulla scalabilità, sul digitale, su una rete di mentor che volontariamente aiutano di professionisti che hanno voglia di mettersi in gioco e abbiamo creato proprio quelle. B Corp é un programma che si chiama B Corp School per portare tutti i valori di corpo e benefit nelle scuole, quindi non solo attraverso una campagna di comunicazione, ma attraverso proprio le azioni di attivismo e quindi in questo caso sono le B Corp o le aziende che ispirano i ragazzi con delle sfide perché anche le B corp hanno da migliorarsi ed innovare e i ragazzi rispondono creando delle vere e proprie startup, quindi delle aziende che in qualche modo contribuiscono a risolvere un determinato problema ambientale. Alcuni sono dei veri e propri progetti di open innovation e quindi l'azienda che poi magari implementa quelle quell'idea che è arrivata dalla scuola anche insieme. E altri sono invece proprio progetti di impatto per la scuola che vedono coinvolti i ragazzi grazie si', cioè un po' d'acqua mi sento disidratata, solo sì, prendevo anche mangiare prima. Ok, dai questa cosa qui ragazzi regista sì, in realtà vediamo tutti i tipi di scuola e tutti i tipi di licei, come anche le università, le visite school come anche le elementari e le medie. Quindi diciamo che il nostro però ho un target principale sono le scuole superiori e quindi sicuramente ci sono a volte delle classi più facili delle classi più difficili. Tendenzialmente il fatto di mettere insieme i due temi, quindi sia quello ambientale, ma sia anche quello del business, di solito attiva delle energie. Quindi anche la classe, magari più demoralizzata più non si può fare niente. Quando però capisce che è buono comunque contribuire al proprio successo e anche a quello della comunità. Di solito qualche leva accende sia ragazzi che ragazze allo stesso modo sì, perché sai perché asciugati, scelto Raffaello e che cosa cazzo che significa per te essere che allora sono super ovviamente felice e onorata della fellowship, non me l'aspettavo e credo di essere stata scelta proprio per questo tema del cambiamento sistemico, del fatto di lavorare con delle reti e di portare avanti in maniera proprio sistemica tutti i livelli, i temi del cambiamento e dell'impatto ambientale positivo e quindi si'. Ci sono tanti progetti di educazione ambientale, tanti progetti sull'imprenditorialità quello che facciamo noi a lavorare proprio con Un'ottica multi-stakeholder quindi con le aziende, con le scuole in maniera su tutto il territorio nazionale in maniera scalabile, attivando vere e proprie esperienze concrete e quindi coinvolgendo le comunità a loro volta. I ragazzi che attivano questi progetti diventano poi ispirazione per altri x scuola, ex ragazzi, eccetera. Quindi è proprio il potenziale molto ampio è per me è stato appunto sicuramente un onore e anche molto bello, perché potrò far parte di una rete internazionale di persone fantastiche e super d'ispirazione e allo stesso tempo anche una responsabilità, perché ovviamente mi tiene sempre sveglia. Essere comunque un esempio in qualche modo per tutti i giovani o le ragazze che vogliono diventare imprenditrici o che vogliono comunque cambiare le cose. Due parole quanti siete? Cosa sta toccando il bigotto si' Sta'? Ok, ok, stava toccando il microfono su questo. Ok, a posto. Cosa allora inventò labbra. Adesso siamo dodici persone, più circa sessanta volontari che ci aiutano e mille altre persone che ci scrivono per dare una mano e tutto. Quindi il giro si sta ampliando sempre di più. Il nostro prossimo obiettivo è proprio quello di coinvolgere sempre più aziende sempre più giovani, perché ovviamente da fare ce n'è anche in ottica interdipendente. Per attivare questo tipo di cambiamenti anche sul fronte si', infatti, lavoriamo su tutta Italia e anche all' estero. Essendo parte di B Lab a livello europeo abbiamo aziende, appunto, che ci chiamano da tutta Europa e anche gli enti con cui lavoriamo sono sia in tutta Italia sia a livello europeo. Speri spesso? Adesso sta iniziando anche a livello intercontinentale. Speriamo sempre di avere sempre più impatto. Chiudiamo tutte cose cos'è per te, okay il concetto che talento per me l'italia che cambia è proprio mettere in contatto tutte queste meravigliose esperienze che stanno fiorendo e fare in modo di fare massa critica. Grazie, grazie. la vostra storia, Proprio quella più pericolosa che cambia invece Paolo prelevare specifiche tramandato Anche Claudio questo questo non mi fa Gli fai i cosi Io vedo tutti quegli incontri. Non voglio niente. Intanto qui iniziava stop! Uno, due, tre Prova. Vedo che il microfono è puntato non verso di me, ma forse mi senti lo stesso, come dite voi. Non guarda che non c'. È stato pure come fai posto al volo che non c' è non è un campo di non c' è No. Perché non lo prendiamo quella parte magistrale Abbastanza si'. Ok, una guerra. Prova microfono. Di qua. Ciao, mamma. Guarda come mi diverto. Si'. Okay, va bene, eh? Ti chiedo partiamo dall'inizio con presentaci, Sisifo. Che cosa nasce? Perché? E come si inserisce il tuo percorso? E ma siccome immagino che un percorso complesso magari facciamo prima proprio per il video. Una presentazione Sisifo, diciamo in un minuto, in due minuti che cos'è come funziona, Poi ricostruiamo da dove è nata. Come quelli. Perché immagino che sia e non fare nulla. No, Ma certo. Però se mettiamo tutto insieme a livello di montaggio diventa difficilissimo. Quindi se parliamo noi due, ok? Si' si puo'. È sostanzialmente una società di consulenza che si occupa di economia circolare, di resilienza. Ci siamo specializzati nella gestione di progetti complessi e tra questi progetti complessi la nostra caratteristica, quella di riuscire a costruire delle reti che possono sopportare i singoli progetti, è venuto con Expo. Quando abbiamo col progetto Bio for Expo abbiamo curato una parte della sostenibilità dell'esposizione internazionale e sta venendo soprattutto ad Assisi, dove con il progetto fra sole abbiamo abbiamo creato una rete di partner che sono diventati un po', il punto di unione tra l'economia circolare italiana e la finanza etica italiana in un progetto di sostenibilità sostenute da questa rete di partner. La storia che facciamo però, rimanendo ancora scettico ancora sulla presentazione, ci ha un po' di numeri. Quanti siete preoccupati come come strutturato? Si si fa. Nasce ovviamente dalla mia esperienza professionale. Io fino al Duemila e quattro abitavo in Sudafrica, mi occupavo di cooperazione internazionale allo sviluppo e quando sono rientrato in Italia perché ho conosciuto mia moglie qui a Bassano del Grappa e quindi sono venuto a vivere, pensavo di continuare a occuparmi di questo. Invece ho scoperto che le aziende sono come i figli, non fanno mai quello che vogliono i genitori e mi sono trovato a fare altro un'altra, cosa che è stata prima collaborare con eventi sostenibili, come fa la cosa giusta, per esempio o terra futura a Firenze, nella aiutarli a trovare dei partner che sostenesse il progetto, i classici sponsor, ma che avessero delle caratteristiche etiche che li rendessero compatibili con l'evento stesso. E in questo abbiamo iniziato a lavorare appunto a Milano con fa' la cosa giusta e con le varie edizioni in giro per l'italia a terra futura a Firenze. E contemporaneamente lavoravamo con delle testate dove fungevano anche lì, teoricamente da agenzia pubblicitaria. Però di fatto anche diceva la valutazione etica degli sponsor, quindi con Nigrizia, con terre di mezzo, con altra economia, con valori. E questo ci ha fatto da una parte conoscere in una rete di aziende molto. Io amo definire positive delle aziende che fanno del profitto senza dover danneggiare per forza l'ambiente e da lì è nata. Abbiamo scoperto questa nostra caratteristica di creare delle reti e quindi la gestione dei progetti, progetti complessi che stiamo cercando di ampliare il territorio. Abbiamo una struttura molto leggera perché in questa sede lavorano diverse aziende che poi vi presenterò per e siamo in tredici persone. Però non sono tutte dipendenti di Sisifo e sui vari progetti cerchiamo ogni volta di andare a prendere le professionalità più adatte per quello specifico progetto con delle collaborazioni esterne. Quindi di fatto mi verrebbe da dire che abbiamo un organigramma liquido, come direbbe Bauman, organigramma che si viene potenziato ogni volta a seconda della esigenza, specifica il nome Cisco. Il nome nasce chiaramente dalla dalla lettura che da Cam, il mito di Sisifo, dove sostanzialmente dice che Sisifo felice in una discussione con mio caro amico padre Beniamino Rossi, che era un padre scala Brignano, con cui io mi occupavo di cooperazione allo sviluppo e lui continuava a dire che non solo si fa felice, ma che quello è anche il senso dell' esistenza. E da una battuta in una sera a cena nasce il fatto che io gli dissi sì, non si' si fossero anche più che felice se si fo è arrabbiato come una iena, però ha capito che quello è il senso della vita perché lavoravo in questo tipo di ambienti è molto difficile, quindi bisogna avere la forza ogni volta di riprendere il sasso e riportarlo sulla montagna e credo che si rispetti un po', quello che siamo diventati noi. Ogni volta abbiamo un progetto diverso, che è una montagna diverso. Il sasso ogni volta va adattato e va spinto su e continuiamo a farlo. Forse l'ho detto me lo sono perso. Mai tua? In senso l'azienda. Sisifo nasce proprio dalla mia volontà di quando sono rientrato dal Sudafrica, dove appunto facevo cooperazione internazionale allo sviluppo e condivisione di scala Abrignani, con cui sono molto legato. Volevo che fosse chiaro che la quello era il mio lavoro, la mia professione e col con quel lavoro avrei dovuto sostentare la mia famiglia, per cui si arrivo. Inizialmente era una srl unipersonale. È poi siccome mi sono stancato di spiegare che cosa fosse, cosa volesse dire unipersonale, cioè socio anche mia moglie, che con il cinque percento, ovviamente il socio di maggioranza tra gli altri dipendenti si ok, hai accennato le quattro società presenza cioè anche che tipo di rapporto hanno? Forse sono società di proprietà. No, no, no, non c' è la nostra modalità di lavoro è quella di valorizzare sia le singole persone che lavorano con noi, sia le aziende con cui andiamo a fare dei progetti nella nostra sede avete visto? Sono presenti diverse aziende ceh Sardex che un'azienda inizialmente inizialmente sarda, fatta da alcuni miei amici con i quali collaborava da molto tempo. A un certo punto la collaborazione era così stretta che mi sono sentito di dire a max prova a spostarti in veneto con la famiglia. Lui ha accettato questa sfida, ha aperto, è stata aperta una sede locale di sarda qui da noi e di fatto i progetti li portiamo avanti insieme, quasi come se fosse un'azienda unica, anche se non lo siamo effettivamente. Però lavoriamo insieme al suo assisi. Abbiamo lavorato insieme subito. For expo stiamo facendo tutta una serie di attività insieme per cui diventa quasi difficile capire chi fa cosa, perché siamo è poi ce la fa la mia moglie, appunto a una farmacia farmacia pozzi qui a bassano del grappa infatti abbassano non ho un'identità mia, io sono il marito della dottoressa pozzi, no, un cognome questo è un classico e per la farmacia noi seguiamo tutta la parte della logistica dell'amministrazione la facciamo qui da noi e anche in questo si riesce a fare delle ottime sui sinergie, sia dal punto di vista dei circuiti di moneta complementare sia dei circuiti. Di una cosa la dico e anche con la farmacia pozzi il fatto di gestire insieme determinate cose si riesce a far delle sinergie delle economie di scala sia nei circuiti di crediti commerciali ma anche nelle reti di cui facciamo parte perché siamo anche tutti i soci di banca etica, quindi cioè tutta la rete di soci in rete con la quale collaboriamo molto bene e poi l'ultimo arrivo in qui da noi è idee mirate che è un'azienda di comunicazione. Quindi Bassano del Grappa che evita anche un giornalino locale che si chiama occhi e con i quali inizialmente è stata una pura sinergia, del tipo per ridurre il telefono di lavoro. Ehm purtroppo c'è chi è entrato? Si porca paletta, pensa se lo lasciavo acceso qua lo rifacciamo l'ultimo arrivo qui in casa. Sisifo è idee mirate che è una società di grafici, designer, web maker, videomaker con i quali inizialmente era solo un ottimizzando i costi entrate da noi pagate un po' meno voi di affitto utilizziamo i costi noi e invece anche li' noi questa stare insieme crea sinergia. Stiamo già portando avanti diversi progetti insieme in questo momento. Per no, per il nostro cliente insisti. Possiamo organizzando una fiera virtuale in Germania e cioè tutta questa parte che di realizzazione grafica che avendoli qui di fianco e essendo anche molto capace, riusciamo a portare avanti insieme. Diciamo che possiamo dire che abbiamo un coworking tra aziende, non non tanto tra persone, ma tra aziende. Funziona, é sempre prima di andare su cose più specifiche, ma hai accennato, ma mi piacerebbe approfondire un po' di più. In che modo vi ha portato quel discorso? Sull'economia circolare, ma che si veda già dalla porta con la scritta Certo, immagino che sia qualcosa su cui volete puntare molto. Allora il mondo dell'economia circolare io l'ho conosciuto quando sono rientrato in Italia. O meglio ho scoperto che si chiamava così perché l'economia circolare in Africa era una cosa assolutamente normale. Qui ho scoperto che invece anche solo il riciclo dei primi anni duemila era su alcune componenti molto, molto avanti il vetro e la carta, ma su altre non c' era una coscienza. Però stava montando un il movimento, una presa di coscienza della gente, ma anche delle aziende. E per me è stato fondamentale l'incontro con Novamont, Novamont, all'epoca era una un'azienda, una pmi è a Novara. Li ho conosciuti per perché a loro proposi di fare lo sponsor, di fare la cosa giusta e loro accettarono. Però mi incuriosiva come un'industria chimica fosse interessata al mondo del del cittadino normale un abito vicino, non un abito di e mi sono reso conto che loro non facevano marketing ma facevano l'educazione ambientale e questa cosa mi piaceva molto. È guidati da Catia Bastioli, che è uno scienziato oltre che un imprenditore. Cioè è nata subito una grande sinergia con Andrea Di Stefano, che era loro responsabile dei progetti speciali e posso dire che sono cresciuto con loro perché loro mi hanno appunto ha dato la fiducia. Io seguivo una parte dei loro eventi. Seguivo per esempio che gli eventi da loro partecipati applicassero delle politiche di sostenibilità, la raccolta differenziata e certificati di conferimento. E questa cosa ha fatto sì che di fatto sono diventati il mio partner principale, nonché il cliente principale. E non a caso sono anche il partner main partner del progetto di Assisi. Ora che centra una un'azienda un'azienda chimica in un progetto di sostenibilità del Sacro convento di Assisi? Centra quando tra le tue le priorità non c' è solo quella di vendere il granulo di Mater-bi. Ma C' è anche quello di far sì che la comunità cresca. E credo che Quest'anno abbiano dato un'ulteriore prova di questa cosa. Perché sono diventati una B Corp? No, era qui quando parla di economia circolare. Ti riferisci a questo aspetto? Qua penso al quando si parla del tuo cazzo allenato per te. Qualcosa cardiocircolatorio. Mi chiedevo in che modo l'ha applicato l'economia circolare. È chiaro che è qualcosa di molto ampio. Io ho vissuto molto forte l'aspetto della dell'economia circolare legato al recupero, quindi al riciclo e al mondo delle bioplastiche l'incontro con Dio o con un uomo che è stato molto importante, al punto che io mi sono trovato inspiegabilmente perché non sono un produttore di bioplastiche, ma sono uno dei fondatori di Assobioplastiche, eh? Sono stato nei primi due consigli proprio perché era un mondo che stava crescendo ed era necessario anche comunicare questo tipo di cose. Credo che anche la comunicazione abbia necessità di riscoprire il valore della circolarità non solo delle cose, ma siamo troppo abituati al Usa e getta anche nei concetti, anche nei lavori che stiamo facendo. Quindi si' un'economia circolare chiaramente dove il rifiuto di una diventa la materia prima dell' Ltro. Ma credo che questo possa essere trasferito anche alla società di consulenza. Scusami ancora un aspetto su questo importante chiari non darlo per scontato perché tanto poi ci fai quello che vuoi tagliare la mano per comprendere anche quelli. Il vostro compito principale no contro Beh, non so adesso non più solo è più importante e quindi anche nel caso di nuovo monte. Comunque già il vostro servizio principale, la vostra Binasco, è fare consulenze meglio. Qual è l' attività? Mi chiedo chi ci guarda che in pratica qual è? Io. Perché devo venire da voi? Cosa? Se io vengo da voi, cosa fate per me a quando mi chiedono che cosa fa Sisifo? Io sono sempre un po' in difficoltà perché noi non facciamo nulla di pronto. Quello che il nostro modus operandi è quello di mettersi a fianco del nostro interlocutore, scoprire qual'è le esigenza e insieme a loro trovare delle soluzioni. Soluzioni che possiamo eventualmente implementare noi. O magari sono già implementate. Vi faccio un esempio. Emmi Fabbrica Pinze Schio Era un'azienda storica qui del Vicentino che si è riciclata tre volte perché ha iniziato facendo queste queste pinze per le concerie. Dopodiché il mercato è cambiato. Ha iniziato a fare le mollette di plastica che trovava in tutti i supermercati. Qualunque etichetta avessero, lo facevano loro. Poi è arrivata la Cina, hanno prima quelle di legno, poi quelli di plastica. Poi sono arrivati i prodotti cinesi, mettendo in crisi tutti i produttori nazionali e li'. Ce l'ha da capire cosa fare. Si sono riciclati una terza volta perché la terza generazione di imprenditori ha detto Ma facciamo la scommessa delle posate. Oggi fabbrica pinze Schio si chiama Eco Zè, ma ha cambiato nome è una società benefit. Stanno facendo il percorso per diventare una B Corp. Ed è il più grande produttore di posate biodegradabili e compostabili. Ma perché vi faccio questo esempio? Perché quando il video di Antonio ci hanno chiamato che volevano fare un percorso di sostenibilità e pensavamo soprattutto alla sostenibilità sociale, ricordo che il mondo mi disse ma noi queste cose non le abbiamo mai fatte. Poi, andando a vedere quello che facevano, scopri che avevano due cooperative sociali che gli faceva un impacchettamento delle produzioni. In settanta anni di di attività non avevano mai licenziato nessuno, avevano accompagnato tutti fino alla pensione, avevano delle politiche di welfare della facevano la sostenibilità sociale senza sapere che si chiamava così. Quindi cosa abbiamo fatto l'unica? Cosa abbiamo messo a sistema? Quello che facevano all' epoca. Perché parliamo di tanti anni fa fecero la certificazione essere ottomila e oggi si ritrovano che hanno fatto da soli. Per cui perché noi non vogliamo rendere schiavo il cliente, ma in un percorso che ha acquisito delle delle capacità interne da soli hanno fatto il percorso come B Corp e come società benefit ed ora B. Corp. Non sono ancora nostri clienti. Sono nostri partner sul progetto di Assisi. Però il consulente che aiuta veramente l'azienda quella che la fa crescere. Quindi oggi, a parte forse le parole precise in che modo sono vostri clienti? Chiedono ancora delle consulenze? Assolutamente. Beh, noi abbiamo una collaborazione continua con con tanti clienti da poli carte così ma nuovo monte per i quali curiamo Io non non non amo chiamarla web marketing, perché non facciamo Wehrmacht. Noi facciamo pubbliche relazioni anche sui social network, per cui per esempio siamo noi che abbiamo aperto le i canali sociali di Novamont. Però oggi noi gestiamo solo i canali di marchio, quelli mater-bi. Tutto quello che è corporate, come è giusto che sia, è gestito direttamente dall'azienda e stessa cosa stiamo facendo, per esempio con Policarpo conico gemma, dove noi appunto curiamo le pubbliche relazioni sociali e curiamo la comunity, curiamo la comunicazione per come la intendiamo noi. Dopo la nostra definizione è anche anche a livello sociale e a livello web, comunicare comunicazione tra le varie. Tra le varie radici che possiamo trovare etimologiche c' è anche agire con quindi la comunicazione è sempre un fare qualcosa insieme non è mai sostituirsi. É uno dei. Io sono un po' patito delle etimologia. Una delle chiavi vincenti del progetto che facemmo in Expo fu quello di concorrenza. Perché, mette dovremmo mettere insieme tutti i produttori che tra che sul mercato sono dei competitor e fargli capire che lavorare insieme era meglio é la definizione giusta fu proprio quella di concorrere che correre, concorrere insieme. I risultati del test ci diedero degli ottimi risultati perché le previsioni di vendita di ciascuno, lavorando insieme erano maggiori di quelle che si facevano come proiezioni da singoli. Faccio ancora una domanda su questa fase che era un po' piu' personale che tu arrivi da una cooperazione in Africa si sia trovato in Veneto, regione più produttiva l'italia nell'immaginario per la tap Io so immaginario, anche un po', la più spietata con queste eh come come vivi, diciamo questo passaggio da dal mondo della cooperazione sociale tutto al mondo imprenditoriale? Bene in senso l'hai vissuto sempre bene è stato un passaggio, è stato più bello di come Versace qualcosa sul tuo percorso. Quando io sono arrivato in Veneto inizialmente avevo difficoltà perché la gente è abituata a parlare nella lingua locale. Vuoi a dirvi a letto è lingua che io non padroneggiava e che comunque mi faceva sentire escluso. Adesso diro' una cosa che vi potrà sorprendere. Forse sorprenderà anche i miei amici veneti. I veneti sono molto piu' africani di quello che pensano, nel senso che qua è io tutto questo egoismo veneto non l'ho scoperto. Qua ci sono delle attenzioni nei confronti il titolare delle aziende nei confronti dei collaboratori. Che bella credo sia un po', un mito, quello del e devo dirvi che anche questa questa indipendenza di cui parlano credo che sia un mito, anche simpatico da vedere, eh, mi ricordo quando avevo i carri armati di cartone piazza San Marco. Credo che sia folklore che ci siano delle componenti importanti culturali che vanno valorizzate. Ma io non credo che la è come dire che l'integrazione dello straniero in un certo senso, essendo sotto il post uno straniero anch'io, essendo originario emiliano, poi Reggio emilia, Reggio Calabria non ci sono tutte queste differenze pero' a parte questo è sono sono molto folcloristiche e non credo che per accettare me debbano modificare le loro tradizioni. Io qui sono giustamente c' è anche una componente di adattamento, perché io sto entrando in un territorio che nel mio però entro alla pari e portando dei valori che possono essere condivisi. Non ripeto, sono molto piu' africani di quello che pensano, ma puoi dirglielo anche il tuo lavoro dalla cooperazione all'impresa stato quest'ottica, diciamo di passaggio in qualche modo di continuità devo dire che questo ancora più di quanto mi aspettassi, perché effettivo, non c' è la mia voce. Può chiedersi anche anche nel passaggio nel rapporto con le aziende è stato meno traumatico di quello che pensavo io o sono fortunato io, ma io l'imprenditore veneto spietato non l'ho, non l'ho trovato. È vero che noi non lavoriamo con tutti, perché per quanto piccola scusami, non mi sono spiegato che prende il posto delle domande. No, dicevo questo al di là del veneto, invece il tuo percorso da lavorare nella cooperazione a lavorare in Italia come imprenditore tu hai detto gran piacere di cooperazione. Sì, dico, hai vissuto in continuità al di là del mercato degli imprenditori, Avenza proprio il fuoco? Beh, passare dalla fase di cooperatore internazionale alla fase di imprenditore. Per me non è cambiato niente perché sono figlio di piccoli imprenditori. Mio padre ha un negozio di generi alimentari, però aveva una mentalità imprenditoriale che credo mi abbia trasmesso. Mia madre lavorava in negozio anche lei? Siamo una famiglia di commercianti e soprattutto io in Sudafrica mi occupavo di cooperazione allo sviluppo e in particolare seguiva un progetto di sviluppo d'impresa per aiutare auto imprenditoria. Quindi mi sono proprio trovato in continuità. Eh, credo che l'essere imprenditori è vero che non tutti possono essere imprenditori e non è vero che il suo imprenditore è migliore o peggiore del suo collaboratore. Però credo che l'imprenditore è un po', un po' sia innata ed è un modo di porsi. È un po' quello che è successo con le mascherine quando le mascherine non si trovavano tutti a dire è chi ci deve dare le mascherine. Noi abbiamo iniziato a fare in Cina, ce le siamo fatte mandare ed è per questo che la farmacia di mia moglie non è mai rimasta senza grazie. Perché hai dietro il cazzo? Mi fa solo una Raccontaci il progetto, ma due anche perché è scelto di metterlo dietro diversi. Beh beh, fra sole. Se c' è questa immagine alle mie spalle, è perché è veramente un progetto che mi ha dato tanto. Mi ha chiesto tanto, ma mi ero tanto. Nasce quasi per caso. Perché per un uno strano come una strana congiunzione astrale ci siamo trovati in Umbria. È un imprenditore emiliano e trapiantato in Veneto, un direttore generale dell'arpa Umbria Emiliano trapiantato in Umbria é un padre, un frate custode del sacro convento. Qui non so se dire emiliano-romagnolo perché è Imola. Siamo sui confini e sai che i campanelli sono importanti, che era non solo il padre custode, ma anche un ingegnere. È Max. Massimiliano era un amico di Fra Mauro a è nato questa questo incontro e ricordo che una sera a cena si stava discutendo chiacchierando di economia circolare di finanza etica. E io feci una provocazione da buon emiliano romagnolo fece una una provocazione Mauro dico caro Mauro, parli tanto di quella circolare, guarda che razza di raccolta differenziata che Chuy quel convento e lui non da meno provocatore mi dice ma pensi di fare meglio io? Certamente la sua risposta fu fallo. Così è stato la nascita vera. Sono stato io, ho dato un calcio al dexter e così è nato il progetto fra sole. Poi dopo è chiaro che è diventata una cosa molto diversa perché ci è stato. Le prendo così è un altro progetto fra sole da questo, da questa scherzosa chiacchierata dopo c' è stato un anno di gestazione per abbiamo iniziato a studiare come veniva fatta dalla corte finanziata quali Walter Ganapini, tra l'altro è da scienziato ci ha proprio aiutato ad assumere sempre dei criteri scientifici nelle misurazioni che facevamo. Quindi bill has bilanci di massa, bilanci di energia è entrata e uscita e poi abbiamo iniziato ad ipotizzare delle soluzioni. Ma anche lì per la raccolta differenziata cella l'esigenza di cambiare gli strumenti, i bidoni. Per cui uno dei nostri clienti al sarto l'ambiente perché qui a Trento dico ma tu come conferenza ci qualche consiglio? Dacci qualche consiglio vengo a farvelo io ed è nato il partner eh é cosè? Ma hanno gli eventi qui usano la plastica. Come possiamo fare? No, vengo io. E tutte le partnership sono nati così, al punto che non era nato per essere un progetto di comunicazione. Doveva essere un progetto puntuale sul sacro convento. Ma tutto questo sui partner non sarebbe servito a nulla se non ci fosse stata la cosa più importante che l'impegno della comunità dei frati. Perché tu da fuori puoi fare tutti i progetti più belli del mondo, ma se non c' è l'impegno della comunità dei frati. Questa cosa no, non andava avanti che in tre anni di vita è un progetto che nasce. Nasce anomalo perché nasce da una società di capitali, la Sisifo, una un'agenzia governativa Arpa Umbria ed un ente ecclesiale, la custode del Sacro convento, con un partner che da subito ha sostenuto il progetto, è proprio credendoci da da sub che è stata. La domanda é che ci ha aiutato anche a coprire quei costi che erano necessari per fare gli studi. È pur non avendone un interesse diretto. Da lì è nato questo questo progetto che ha iniziato a creare delle delle attenzioni ci venivano chieste interviste ci venivano chieste, per cui dico forse la chiave vincente del progetto fra sole credo che sia è proprio la modalità sistemica, cioè quello di analizzare l'intero sacro convento come un unicum, tenendo presente che i vincoli che abbiamo ad Assisi ci sono solo d'assisi io non puoi piantare un chiodo che veramente arrivano. Le forze armate ha abbiamo siamo riusciti a fare delle cose che forse non ci aspettavamo proprio perché i frati si sono messi in questione, per cui abbiamo eliminato le bottiglie di plastica e adesso abbiamo i distributori dell'acqua del sindaco. Dentro abbiamo eliminato la plastica per per gli eventi è stato fatto è mme all'interno dell' uliveto dei frati è stato fatto un piccolo impianto di compostaggio perché non viene più conferito tutta una serie di azioni che valori, per esempio, ha fatto una una monografia su dove si iniziano a vedere i numeri, che dice quasi tutto perché è quasi tutto perché durante la pandemia abbiamo avuto un nuovo partner che praticamente non siamo mai riusciti a promuovere perché la corda è stato firmato durante la pandemia. I lavori sono stati fatti durante la pandemia, sono in corso in questo momento. Però con l'ingresso di Terna nel progetto fra sole oggi sarà convento. Si sta credo che stermino a brevissimo i lavori si sta dotando di un impianto di trigenerazione importante. Però se io dicessi che abbiamo fatto tutto noi ha ad Assisi direi una bugia. Primo, perché fra Mauro è nel suo mandato costruire quindi la comunità dei frati aveva già fatto tutta una serie di attività importantissime. È quindi questo è stata una continuità oggi che cos'è fra sole, oggi fra sole è un progetto che può essere esportato in tutte le comunità chiuse, monumentali e non è da un punto di vista. Faccio sempre questo esempio perché è un po' paradossale. Però dal punto di vista del bilancio, di massa, di energia un convento è un carcere, sono identici. Ci sono diverse motivazioni per cui non sta dentro. Però quello è un particolare. Però dal punto di vista dei bilanci di massa, di energia è uguale. Quindi l'idea oggi è proprio quella di portare quella esperienza di questi tre anni ad Assisi possa diventare replicabile. In altre realtà stiamo già parlando con delle realtà monumentali, non monumentali. Ad Assisi a novembre finiva il triennio e con con fra Mauro C' era proprio l'idea di fare intanto il lancio formale del disciplinare che è stato creato e poi rilanciare un secondo triennio con i partner. Chiaramente la pandemia ci ha bloccato tutto con fra Marco che il nuovo custode. Perché nel frattempo il Papa ci ha fatto, come ha detto fra Mauro uno scherzo da papà ha preso fra Mauro e lo ha fatto, lo ha creato cardinale. Oggi fra Mauro è il presidente della fabbrica di San Pietro, nonché il vicario del papa per la città del Vaticano. Quindi non è più lui. Però sicuramente la comunità c' è ancora fra marco. Il nuovo custode ha da subito manifestato interesse al progetto con i tempi legati alla pandemia. Sicuramente ripartiremo perché c'è ancora tanto da fare e soprattutto l'idea era di iniziare a lavorare non più, o meglio terminare quello che ci vada a fare sull'involucro il contenitore. Però iniziare a lavorare di più sulla parte dei pellegrini e i turisti, che sono molti milioni che per pandemia arrivavano ad Assisi, è andare a lavorare sulla riduzione dell'impatto ambientale dei pellegrini. Chiaramente anche questo rende più sostenibile il convento, ma più replicabile il progetto approfondimenti ve lo per il video piu' sintetici possibile trigenerazione vuol dire rischiamo di dire delle stupidate perché lascia? Perché è una cosa produci corrente corrente, calore in tre modalità diverse. Con un sistema integrato però si rischia di dire delle sciocchezze. Ho avuto, questo è certo, è chiaramente come vi dicevo, l'incontro con mauro è stato mediato da max che massimiliano muggiano che ha conosceva mauro ed è stato lui che ci ha introdotto me, il professor ganapini, andrea di stefano, perché da subito non è stata presente e massimiliano quindi sardex è quella che segue le l'applicazione delle singole attività che andiamo a predisporre sul progetto per cui coordina tutti i partner. Io coordino l'intero progetto, ma quando, per esempio conservatori si è deciso di andare a sostituire tutti i bidoni della raccolta differenziata, quanti bidoni, quali bidoni dove metterli e tutte le attività che ha fatto max, come per esempio ha seguito l'installazione dell'impianto di compostaggio dei distributori di acqua e segue tutta la parte operativa del progetto? Sostanzialmente io prendo i meriti e lui fa il lavoro, no? Invece siccome hai mai approfondito diversi aspetti, però sempre quel video se riuscissi a dire proprio in poche parole cos'è il progetto, nel senso che è entrato nel merito dei dettagli. Però ci servirebbe un questo progetto prevedeva che in tre anni facessimo quindi proprio fermato. Senza entrare nei dettagli, allora il progetto di sostenibilità del complesso monumentale del Sacro Convento di San Francesco in Assisi. Questo è il nome iniziale. Il nome formale del progetto era è un progetto che voleva ridurre a tutti i livelli l'impatto ambientale del sacro convento. Quindi lavorando su acqua, su energia, sui rifiuti, dalla riflessione fatta pronto sui rifiuti ci siamo chiesti ma un rifiuto prima di essere rifiuto è un acquisto? Perché abbiamo iniziato a vedere cosa acquistiamo, come lo acquistiamo e da lì è si è aperto il tema dell'uso dei soldi come utilizziamo i nostri soldi. Ed è per questo che io dico che fra solo è diventato il punto di incontro tra l'economia circolare, la finanza etica. Perché sono state proprio Etica sgr, Banca Etica e la Fondazione Finanza Etica che ci hanno aiutato in questa riflessione, al punto che anche la custodia a un certo punto ha deciso di diventare socio di Banca etica. Un segno importante, però so che è lungo, perché tutti dovrebbero dovremmo imparare a chiederci cosa fanno i nostri soldi quando dormiamo. Questo era un claim di banca etica di alcuni anni fa. Però effettivamente i nostri soldi non sono mai fermi, per cui tenerlo in un posto, tenerli in un altro a peso. E quando si parla di un progetto di sostenibilità, non possiamo sempre e solo parlare di sostenibilità ambientale. È la vecchia definizione del del tavolo a tre a tre gambe. Sta in piedi, nel senso che se le tre gambe sono equilibrate, il progetto sta in piedi, se no il tavolo è sgombro sulla sostenibilità ambientale e la sostenibilità economica. Sostenibilità sociale. Io ne aggiungo un'altra che è la sostenibilità social in senso anglosassone, perché tu puoi fare le cose più belle del mondo, ma se non le fai sapere queste cose ti rimangono a te e non si sanno cazzo, le mani sono state Non ti ho chiesto il ruolo. Io sono amministratore unico, decisivo. Perfetto. Ce l'ho la mia domanda É quanto riguarda Sam Tex? Ovviamente citando due venete ex. Perché il circuito locale? Comunque, come conosciuto il progetto Sanchez in generale, che non parla la Juventus? Io qualche anno fa, ormai molti anni fa, sentii una trasmissione televisiva che parlava di questo vennett ex incuriosì. Sono iniziato a cercare in rete dei riferimenti, ho provato approfondire e ci vedevo che c' era un'idea sana sotto è un'idea sana socialmente ma anche di business su un imprenditore per cui vedevo che poteva essere una cosa interessante all' epoca questa cosa era molto in sardegna, per cui mi sono detto ma perché non la portiamo in veneto per cercare dei contatti e ma a un certo punto sono riuscito a ottenere il cellulare di franco contu. Lo chiamo e iniziamo una serie di telefonate dove sostanzialmente ci pensiamo a vicenda per vedere com'era la cosa devo dire che mi fece un'ottima impressione perché a un certo punto mi dico ma io sarei interessato a portare l'esperienza di Sardex in Veneto? Iniziamo a interloquire ora l'idea era molto brava, io l'azienda la mia azienda era piccola, stavamo partendo, avevo fatto gli investimenti, non ero in grado di sopportare un investimento di quel tipo. Però ci vedevo l'idea buona per cui dissi con franco guarda, io non riesco a farlo per però appena trovi degli imprenditori che vogliono fare il veneto ex chiamami che io ci sono e e siamo entrati subito. Appena questa cosa si è concretizzata siamo entrati subito in Veneto ex, poi nella nostra nel nostro giro in un certo senso si è allargato perché poi noi lavoravamo con Un'azienda, quasi omonima, che si chiama Sarro, ex che era in Sardegna, che adesso ha una sede anche qui in Veneto da noi, per cui ci troviamo, che siamo presenti sia sul circuito il Veneto che in quello sardo e in Piu' provammo a dare una mano al circuito umbro dove entrammo anche la cooperativa. Quindi tecnicamente siamo anche ai soci di un Brexit. Con Sarx il prepara il motivo Ho deciso di entrare a far parte di questo. Io vedevo due due potenzialità importanti che l'esperienza mi hanno confermato. La prima era quella di una sorta di solidarietà tra tra imprenditori, perché di fatto altro non è che il baratto in forma multipla e scientifica. Il ci vedevo un'opportunità di solidarietà tra imprenditori, ma nello stesso tempo ci vedevo un modello di business che secondo me era vincente. E anche in questo credo che gli amici di Salvini ci abbiano dimostrato di sarte, ci abbiano dimostrato che avevano ragione loro, gli le esigenze della mia azienda, nello specifico relazioni. Beh, premesso che noi scusami ammaccato, ma magari tieni presente che in questa sede sono presente quattro aziende, tutte e quattro che fanno parte dei circuiti e ciascuna per motivi diversi. Noi siamo entrati inizialmente devo dirti quasi per solidarietà, ma non ero sicuro di trovare la. Poi invece ho scoperto che potevo pagare il gas e abbiamo fatto potevamo prendere fotografi, ce la corrente elettrica, tutta una serie di spese fisse che potevano uscire dal mercato. Ero ad entrare nel mercato sardo, il problema era sì, ok, queste le spese. E poi come faccio le entrate, però scopri che a questo punto parlo con l'eczema, ma c'è questa cosa che è interessante e loro hanno iniziato, sono entrati anche loro. E allora noi siamo i loro consulenti, per cui anche la nostra consulenza dico a pagare. Hansard in Veneto ex é iniziata così diversi altri il nostro consulente della sicurezza e ricerca e sicurezza. Quindi Bassano è entrato nel mercato veneto perché abbiamo iniziato a fare anche quello in più. A questo punto dico mia moglie, la farmacia di cui noi seguiamo la l'amministrazione, dico vabbè, mettiamo dentro anche la farmacia, ma anche gli dice cosa vuoi che venda una farmacia, però anche lì la fotocopiatrice, il gas e poi è arrivata la pandemia pandemia ha cambiato tutto quando mi ha cambiato tutto. Perché il veneto ex barra sardex è diventato una chiave importante proprio per la farmacia, perché quando sul mercato non si trovava mascherine non si trovano il termometro, non si trovavano. La nostra esperienza aziendale, molto diversa da quella della farmacia, ha fatto sì che siamo stati in grado di acquisire sui mercati asiatici questi prodotti, di importarli, mettere a disposizione della farmacia la farmacia si è trovata quindi ad avere unica nella zona mascherine, termometri, il polso, simmetria eccetera. A questo punto l'abbiamo messo sul portale di divenne tex e hanno iniziato ad arrivare richieste per la farmacia da tutta Italia. E questo devo dire che ha avuto anche un valore commerciale importante che lo ha tuttora, perché noi abbiamo continuato ad acquistare per esempio l'fbi due che adesso prendiamo da un produttore italiano non più cinese. Però lo prendiamo in grandi quantità, per cui riusciamo ad uscire sul mercato con dei prezzi molto più bassi della concorrenza. E a questo punto è chiaro che, soprattutto per le aziende che usano tante chirurgiche, tante ffp, due tante visiere. Conviene affrontare i costi della spedizione e farci l' ordine via mail, pagare con con i portali e risparmiare. Ti ricordi la prima operazione del circuito? Ovvero siete quattro aziende insieme, quella tutto qua. La prima credo che fossero proprio la la la prima operazione. Credo che siano proprio state la fotocopiatrice e la corrente elettrica, che però te ne vorrei citare un'altra che è stata la prima non fissa, non perché a un certo punto ci siamo trovati che dovevamo cambiare i gruppi di continuità dei computer perché si erano rotti ed era una cosa fare in urgenza. E Fulvia guardiamo prima sui circuiti, guardiamo sui circuiti e guarda caso abbiamo trovato un'azienda a quattrocento metri da qui che era nel circuito. Non lo sapevamo, abbiamo comprato da loro, ci siamo trovati molto bene ed era a due passi e con Luigi di più su cui lo scopo aziendale. Scopi personali? No, so sicuramente scopi aziendali. Utilizzo di piu' circuito dove? Ok, personalmente ho cerco di utilizzare anche per spese personali. Per esempio il mio cammino. Lo spazzacamino viene ed è uno del circuito, anche cose tutte le volte dobbiamo comprare qualcosa andiamo prima a vedere se lo troviamo sul circuito. Però gli scopi percentualmente sono sicuramente gli scopi aziendali non personali. Passo indietro riguarda l'operazione qual è stata la seconda? É stata un'operazione a cui tieni di più. Perché? Per l'azienda che ha avuto un buon uomo, fondamentale per capire l'importanza del circuito. Guarda, credo che quando il fatto che non mi ricordo come si chiama perché lui è Luca, il nostro fornitore di elettricità entrato che si chiama green allo steccato. Pargolo ehm lasciate che vi piace. Che fa? Quindi il bello di non essere indietro? Il bello di non essere in diretta? Ma sì, anche perché poi lui è un amico, per cui operazione a cuore di operazione mai con i crediti ne abbiamo fatti tanti. Ce n'è una però che mi è particolarmente cara perché noi il nostro fornitore di corrente elettrica avevamo scelto perché è un'azienda particolarmente interessante, particolarmente socialmente impegnata. Ma non ero nel circuito e mi sa non avevo voglia di cambiare il fornitore perché era una seconda azienda che ci piaceva molto. Quando è arrivata la lettera che erano entrati anche loro nel circuito mi ha fatto particolarmente piacere. Perché for green adesso oltre a essere un benefit. Anche loro sono nel circuito, quindi il nostro la nostra corrente elettrica non è solo verde dal punto di vista ambientale, ma anche socialmente e in più pagata in crediti commerciali. Effetto eh? Sei coinvolto anche loro dipendenti, ma in questo caso fai il discorso e voglio che ce l'hai già detto fai un cappello che qui dentro ci sono altre quattro aziende e dal presidente certo. Beh, di fatto siamo diventati un po'. Un po' lo è perché in questi uffici appunto dicevo ci sono quattro aziende che utilizzano il circuito. Anche i pagamenti tra di noi, ovviamente, sono sono il circuito, sono in veneto ex, però la cosa interessante è che si vede che conto. Si è ricordato dei nostri colloqui e tra buio, ma ci ha contattato e ci ha chiesto di diventare un po' scelto questo termine un po' pomposo, gli ambassador qui della zona per cui siamo diventati un po', il punto di riferimento. Se questa pandemia ce lo permetterà, vorremmo provare a coinvolgere in maniera un po' più forte gli aderenti attuali. Perché no? Aumentarli perfetto. Secondo te ce la differenza fra un imprenditore che partecipa al circuito salta cos'è con una caratteristica che che differenzia uno in quel video che fa parte del circuito da donne fa parte Ah no, la differenza sostanziale tra chi accetta di entrare nei circuiti e chi non lo fa secondo me è una sola. Chi accetta ha capito che conviene, che è socialmente utile e che anche dal punto di vista del business può essere interessante. Ho paura che spesso ci si fermi al lato complicazioni, perché inizialmente anche noi dice ma come lo gestisco a livello fiscale questa cosa? Poi fai due chiacchiere commercialista dice Guarda che come fosse un conto in banca tu li chiami venete, per me suona euro. Dal punto di vista amministrativo, quindi non cambia niente. Già, riuscire a far capire perché spesso il commercialista il problema perché L'azienda chiede al commercialista il commercialista non vuole problemi dice Lascia stare il mio commercialista invece che ai numeri, pur non essendo del circuito, ma contiamo di portarcelo. Ha capito subito che non solo non era un problema, ma poteva essere un vantaggio e ci ha dato il primo alla torre. Quindi siamo qua. Senti, non lo conoscevo personalmente. Franco però aveva avuto rapporti anche con donne in questo borgo beh, noi abbiamo assolutamente rapporti con il broker, anche se non sono io che li segue Viviana per tutte le nostre aziende qui è quella che fa appunto riferimento dei circuiti. Li conosce tutti personalmente gli stress quando è ora di stressare lì però devo dire che anche da parte dei broker spesso arrivano delle proposte che possono essere interessanti. Quindi, pur non facendo io personalmente so che abbiamo un buon rapporto anche con i broker. Perfetto se perché consiglieresti arrivato imprenditore di entrare io gli dovresti dire uno perché entrare? Ripeto quello che ho detto prima entra perché ti conviene. Poi aggiungo entra perché cioè della bella gente. E poi secondo me questa è anche una valenza sociale importante. Credo che capiremo meglio questa cosa quando, come già in Sardegna avviene e il una parte degli stipendi sarà pagata in crediti, perché già noi che lo facciamo in minima parte perché qui sostanzialmente c'è solo la farmacia. Però tutte le spese della farmacia i nostri collaboratori ci chiedono una parte in Veneto per pagare appunto la farmacia. Quando questa cosa sarà più diffusa sicuramente sarà più facile comprenderlo. D'altronde per per sar sar vex questa cosa ha fatto si' che si aprisse un mercato perché serve, vende prodotti biodegradabili e compostabili e si sono aperti molti rapporti con dei supermercati in Sardegna, i quali incassavano ma non sapevano bene come spendere i crediti. É una cosa che usano sempre lo sciopero, glielo fanno personalizzato, glielo fanno nei tempi a un prezzo, non perché qualcuno che fa il four bino che aumenta i prezzi c' è però i furbetti ci sono sempre, in generale sono persone oneste e quindi avere la possibilità di spostare delle spese fisse su questo tipo di mercato aiuta anche le aziende si' per salve appunto. La vendita degli scioperi personalizzati ai supermercati sardi è stata molto interessante quando gli obiettivi di questi video che stiamo producendo insieme, anche diffondere la consapevolezza che Banks, per carità, ma un collega é una grande famiglia nazionale. Dunque ti è capitato a te all'interno del circuito, di fare acquisti anche da altre regioni? Vendere facciamo la farmacia, come ti dicevo ancora prima che ci fosse quello inter, come hanno chiamato in Aspetta no, prima c' era li' inter circuito? No, ancora prima che da Sardou fa dessero questa possibilità di fare l'intero circuito. Noi eravamo già inter circuito perché eravamo sulle ombre x', sul Veneto ex Sardex e poi adesso di fatto dal ci sono ancora i marchi locali. Però siamo diventati una comunità nazionale e io questo lo vedo soprattutto quella farmacia. Noi veramente in mia moglie ha venduto in Piemonte e in Emilia, in Umbria, in Sardegna, in Sicilia, anche se li' non ci sono. Ma non mi chiedere come, perché lì non dovrebbe essere. Però stiamo venendo veramente dappertutto e i due circuiti più importanti per noi o per questa cosa sono sicuramente il circuito venne ex, ma anche il circuito soci in rete, quello dei soci di Banca Etica, perché effettivamente è stato molto utile. É un po' complementare a quello dei circuiti. Mi servono tre parole come Sardex. Tre parole, eh? Descrivere con tre parole Io dico le tre cose che ho trovato e business perché siamo imprenditori, quindi non è un'operazione di beneficenza. Ma allo stesso tempo credo che ci sia una sorta di solidarietà tra imprenditori, tra imprese e poi anche amicizia, perché di fatto nascono dei rapporti che poi ti porti dietro. Perfetto finale. Non è perfetto. Ma prima ha citato più volte ricorda la società Benefit può chiedersi anche sì, che stiamo per farlo non ci siamo ancora non lo vogliamo. Volete sì, beh, sai che mi ricorda un marchio in italia si chiama società benefit e quello alla prima operazione è stata tra l'altro appuntamento mercoledì commercialista per vedere come esplicitare questa cosa. Anche perché vorrei essere la prima farmacia del mondo, il mio corpo siccome dobbiamo ristrutturare e questo potremmo dire che c'e' macchio un'azienda farmaceutica forse quella quella grande farmacie che potrei parlarvi un sogno della farmacia tra l'altro adesso avremmo un sogno in cantiere perché vorremmo fare un'operazione che ci piacerebbe farla completamente in crediti, anche se è molto impegnativa perché dobbiamo ristrutturare l'intero immobile della farmacia. Quindi abbiamo due operazioni una quella immobiliare, dove dovremmo appunto rifare tutto e mi piacerebbe che l'intera operazione fosse fatta in crediti, ma allo stesso tempo l'azienda farmacia ha scoperto che con la pandemia che ha bisogno di riscrivere si completamente è proprio il la modalità di business della farmacia è cambiata, non sappiamo ancora bene come quindi potrà questa operazione potrebbe portarci a creare una farmacia nuova, una farmacia diversa, una farmacia più vicina alla gente e l'idea è quella di provare ad essere anche la prima farmacia for benefit in Italia. Se riusciamo sono certo che in questo i circuiti ci saranno vicini, perché potrebbe essere un'operazione di sistema proprio quei progetti complessi che si fa abituata a coordinare. Lo faccio l'ultimissima è chiediamo tutte le intervistate intervistati che incontriamo, cosa che l'italia cambia, non il nostro progetto. Si chiama Italia che cambia. Ma il concetto cosa ti fa pensare questo? Questa parola l'italia cambiare non l'italia che cambia è sostanzialmente è una cosa circolare, una cosa che continua ad evolversi è sempre lei, ma è sempre diversa. Siamo tutti chiamati a essere Italia che cambia perché o ti adegui alle nuove situazioni o scompari. Quindi mi piace come come giro l'italia che cambia la circolare. Grazie mille grazie piace davvero rosso ci sono, ma si fece illustri premi i tagli ma come dicevo il progetto ha attirato molta attenzione anche in attesa sono arrivati alcuni riconoscimenti che veramente non ci aspettavamo. Il progetto è stato inserito in lista particolare dell'unione europea di progetti segnalati come validi per l'economia circolare. E poi abbiamo ricevuto alcuni premi per cui è stato verso un'economia circolare della fondazione con JM abbiamo avuto da Ecomondo della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile il premio Medaglia con medaglia del Presidente della Repubblica e proprio in questi giorni sia stato era stato assegnato l'anno scorso. Ma viene dato fisicamente in questi giorni questo premio che fa performance dell'economia circolare che è un premio promosso da Confindustria che proprio perché è promosso da Confindustria, quindi quelli che sarebbero considerati i cattivi, chiaramente non è vero. Mi sembra che sia particolarmente interessante perché l'industria in questo sta facendo dei passi incredibili sul tema dell'economia circolare e anche qui sul territorio veneto abbiamo alcuni esempi con i quali stiamo collaborando è veramente notevoli. Ma questi problemi sono stati legati al progetto? No, no, questi sono tutti e tre. Vi ho mostrato tre premi che sono legati proprio all'esperienza specifica del progetto da sole e poi qui abbiamo questa che è questa Io ci sono particolarmente affezionata perché il progetto fra solo avuto anche alcune altre collaborazioni particolari. Siamo abbiamo curato come progetto la sostenibilità, per esempio del festival francescano a Bologna. E siccome ad Assisi sta venendo di tutto ciò era anche questa chiamata di Papa Francesco a giovani economisti di tutto il mondo. Doveva essere fatta a marzo, doveva essere fatta a novembre, adesso è stata rinviata a novembre. Dell'anno prossimo. Però noi ci eravamo attrezzati per ridurre l'impatto ambientale di questo evento, per cui avevamo fatto questa questa borraccia. Questo è il luogo di economia, Francesco questo evento fatto dal Papa che anche lei ha una storia a sé perché volevamo una borraccia che fosse sostenibile, ma che non venisse dalla Cina. In Italia non siamo riusciti a trovare un produttore. Abbiamo trovato in Spagna questa è una borraccia in acciaio con una contro camera in rame, per cui tiene sia il caldo e il freddo che oltre a questo avevamo predisposto per evitare di utilizzare materiale in uso delle forchette, delle posate, le forchette e coltelli cucchiaio, in modo che anche i pellegrini potessero non utilizzare del materiale monouso. E questo perché, ripeto, è una delle attività che dovremmo andare a sviluppare maggiormente per il seguito di Assisi, ma anche per altri progetti di sostenibilità. Aspetta Okay, si'. Ma che, ehm andiamo, è m' Che cosa salvezza. Come nasce Si' Si' Sun Rex è nata nel Duemila e in occasione di un di un progetto di sviluppo che è era in partnership con Sisifo. È società appunto di consulenza con cui collaboriamo anni a partire da quegli anni in occasione di un grosso progetto di sostenibilità legato a Expo Milano Duemila quindici e Al Sisi fu ideato nella persona di Giuseppe Lanzi. Una cordata è di produttori e trasformatori di bioplastiche all'interno di Expo che poteva fornire tutti gli espositori che avevano degli stand dedicati alla ristorazione, per appunto avere dare a disposizione è di questi di questi utilizzatori il i supporti biodegradabili e compostabili per la ristorazione, piatti, bicchieri, posate, vassoio e altro. È come ricorderete, Expo si era dato delle regole di sostenibilità molto stringenti. Aveva indicato, laddove non era possibile, di usare supporti lavabili, di usare i supporti biodegradabili e compostabili, quindi monouso, però che potessero essere poi valorizzati, nell'organico, evitassero la produzione eccessiva di altri materiali con special riguardo la plastica. In quella occasione è serve ex si attivo' a fianco a Sisifo in un progetto coordinato, Sisifo ideò il portale di riferimento per i ristoratori interno ad Expo, un portale informativo che fu costituito in sette lingue, che dava le buone norme l'informazione. Insomma, riguardo alla sostenibilità, specialmente con riguardo alla ristorazione, salvo che si occupò di tutta la parte tecnica della gestione operativa del portale e-commerce, della logistica interna all'expo per la consegna dei materiali. E quella volta lì si riuscì a realizzare una cosa strana per il mercato, nel senso che avevamo tra i produttori e trasformatori nuove realtà di riferimento che, anziché tra virgolette farsi la guerra all'interno di Expo per vendere hai chi dovesse aver bisogno di questo tipo di supporto, si misero in cordata e abbiamo realizzato un portale di vendita unico dove c' erano i prodotti di tutti e dopo era l'utente a scegliere in base ai prodotti l'idea è quella che noi tra l'altro, promuoviamo tutti i nostri progetti, appunto di rete. Quella che il senso di concorrere non è mai quello di farsi la guerra, ma di correre insieme. Concorrere quindi e camminare insieme verso un obiettivo comune. Fu un'esperienza molto interessante che ovviamente da un lato porto beneficio a tutti i partner con cui avevamo realizzato il portale, perché si sono resi conto alla fine della fiera che hanno raggiunto dei risultati maggiori. In questo modo, piuttosto che diversamente, per Sardex fu l'avvio di un'esperienza importante e dall'altro. Ci è stato ovviamente un contributo significativo da parte di Expo, insieme alla vendita dei prodotti, poi abbiamo affiancato soprattutto il settore della sostenibilità di Expo per fare anche la verifica dell'andamento dell'utilizzo dei materiali e della raccolta differenziata interna. Io stesso per due volte con uno dei responsabili, ho fatto il giro dei trecento punti di distribuzione di cibo che c'erano in serbo per verificare la corretta applicazione delle norme. Per Sardex fu l'avvio è pur essendo stata costituita un pelo prima all'avvio di un'attività importante dedicata ai prodotti sostenibili. Quindi da quel momento abbiamo deciso, insieme anche al nostro partner Sisifo, di avere una linea perfetta di come dire, di vendita di attività dedicata completamente ai prodotti sostenibili, con particolare riguardo ovviamente ai prodotti monouso. Però poi, andando anche a estendersi con prodotti di altro genere là gadget mistica e tutti gli altri prodotti a supporto, siamo arrivati ultimamente per esempio, a distribuire le borracce in alluminio acciaio, appunto, per l'utilizzo dell'acqua è di rete e più tutta una serie di altre di altre piccole. Come dire sostegni che possono essere l'impresa per la cura del branding, però anche per la promozione del corrette. Come dire, pratiche di sostenibilità che devono essere poi trasferite ai clienti delle nostre imprese. E questo è stato appunto l'avvio che abbiamo mantenuto, per cui da back for Expo. Poi abbiamo sviluppato alcuni portali specifici di vendita due in particolare ceto uno quello generale che abbiamo. A parte il sito istituzionale che abbiamo nel sussex punto it, abbiamo un sito di vendita che ecco bottega punto it si è dedicato completamente all'acquisto alla vendita per noi all'acquisto per gli utenti di prodotti sostenibili l'utente può tranquillamente trovarli la un ampio catalogo le pose vuole acquistare pagare direttamente in rete, poi vengono consegnati, altrimenti li trattiamo in base alle richieste che possono venirci. Quindi quello fu il primo avvio l'altro sito di vendita che però è un progetto anche qui. Altrettanto significativo dal punto di vista della sostenibilità, della sensibilizzazione, della sostenibilità è quello di sacchi etico. Comando sac etico è un sito specifico anche qui i sacchetti con punto it è un sito. Anche questo è un progetto ideato da Assisi Fo, però poi commercializzato, sviluppato nella parte piu' operativa Sardex Sacchetti c'è un progetto in realtà che è giunto adesso alla sua sesta edizione. In buona sostanza, come nasce nasce da Un'idea. Anche qui ha avuto appunto dall'amministratore di Sisifo di fare in modo che lo sciopero per la spesa, quello dall'esposto, emerge che siamo abituati ad utilizzare molti esercizi commerciali diventasse uno strumento di comunicazione è normalmente tutti i sacchetti che non utilizzate sono brandizzati con le con i marchi, appunto del supermercato e dei negozi. Da qui andiamo ad acquistare era quello di creare un oggetto di comunicazione, un messaggio attraverso appunto quello che era stampato sul sacchetto. Ce ne sono state, come ho detto, diverse edizioni l'ultima partita nel duemila diciassette e abbiamo le ultime stiamo smaltendo le riserve adesso di quel progetto riguardava la sensibilizzazione, soprattutto nei confronti dei piccoli commercianti. Gli ultimi rapporti sulle ecomafie fatte da Legambiente hanno sempre un capitolo dedicato agli scioperi. Trasporto. Per quale motivo? Perché ci si è resi conto che, nonostante la normativa ormai sia in vigore da diversi anni, in buona sostanza il non c' è un rispetto così alto della norma dell'utilizzo appunto dello sciopero biodegradabile e compostabile conforme alla norma in due. E si stimava due anni fa che ci fosse praticamente un sacchetto su due che non era a norma, quindi era ancora realizzato in derivati dalla plastica e nell'ultimo report era un pelino calata. Per ogni caso era quasi nell' ordine della metà, poco meno della metà che ancora non era a norma. É nel report, appunto, che fa Legambiente come film. Ogni anno si evidenzia che cosa che chi è maggiormente soggetto al non rispetto della norma non sono gli attori della grande distribuzione che hanno comunque una grande visibilità e sarebbe difficile che potessero gestire in maniera non regolamentare l'utilizzo dei sacchetti quanto piccoli commercianti, quelli che tra l'altro sono vittime purtroppo di logiche di malavita organizzata che attraverso la vendita di prodotti e servizi si è reinventata in modo di poter riscuotere il pizzo. Uno dei capitoli di spesa è quello di sapere quindi capita di trovare commercianti di piccolissima dimensioni, quindi i negozi di prossimità, i venditori ambulanti, quelli che fanno i mercatini territoriali che ancora fanno fatica in parte minima per mancanza di informazione e anche comunque per un giusto adeguamento della dal loro comportamento abituale e l'altro invece a causa appunto delle infiltrazioni della criminalità organizzata che attraverso, tra le altre cose, la vendita dei sacchetti fa proventi importanti. Questo ovviamente crea una oltre un danno ambientale importante, ovviamente perché sappiamo quanto la dispersione in natura dei sacchetti sia uno dei capitoli più problematici dell'inquinamento della nostra attività antropica sul pianeta, soprattutto nei mari ma non solo, anche nella terra dei fiumi, eccetera sono una delle cose che più facilmente si disperde più difficilmente si degrada, nel senso che richiede tempi molto lunghi, facendo dei danni impressionanti anche non solo sulla vegetazione, sulla qualità del terreno, ma anche poi sulla flora e la fauna. È quindi c'? È un danno ambientale importante, cioè un danno in termini di prodotto evaso alla legalità. Per cui anche in mancanza di introiti per lo Stato, anche comunque di economia pulita, che comunque è molto molto evidente. Purtroppo, numeri a questo punto di vista, e quindi quel progetto Sacchi tic o cosa vuol fare? Voleva creare un prodotto che comunicasse questa informazione. Però allo stesso tempo creasse anche il prodotto, un prodotto buono, anche di qualità, da poter commercializzare un prezzo contenuto grazie all'apporto dei partner. Hanno partecipato lì, per esempio Banca Etica, il Consorzio Cares che il consorzio assicurativo legato alla Banca Etica e ha partecipato a una bellissima cooperativa che siede in Caserta. Che Cop ventuno, che a sua volta si occupa di questa distribuzione di sacchetti ma anche di prodotti monouso sul soprattutto nel Sud Italia e che è nata da due ragazzi che ai loro hanno avuto un'esperienza molto traumatica di rapporto con la vita è perché i propri genitori sono stati assassinati dalla camorra. Quindi è stata una cordata, ovviamente si si fosse Harv, ex produttore, Paul i Kart che si sono la cordata di imprese che si sono prese a cuore. Questo problema ha voluto provare a dare una spicco la soluzione anche in termini economici, con delle offerte vantaggiose per i piccoli commercianti, ma anche e soprattutto provare ad divulgare territorialmente il messaggio Chi andava andava via col sacchetto sacchi etico dai da da molti dei commercianti che aveva potuto intercettare aveva portava con sé un messaggio che poi doveva in qualche modo raccontare. Dovunque andasse abbiamo oltre che aver cercato di intercettare l'interesse all'attenzione di molti piccoli commercianti. Poi nelle fiere di settore a cui siamo stati sempre presenti, che ci interessano e guarda un po', le cadenze a parte l'ultimo anno, le cadenze della nostra vita, come dire fieristica, ci sono quelle tipiche appunto, di fare la cosa giusta a Milano fa' la cosa giusta Umbria in cui siamo stati sempre presenti con con questo progetto e abbiamo messo a disposizione, per l'utilizzo appunto in fiera anche dei commercianti. Uno un certo tot di di sacchetti che potessero essere anche loro in qualche modo un messaggio costante durante i giorni di fiera avanti con quegli ultimi l'abbiamo allora ti ho detto che l'ultimo nel senso che li praticamente c' è stata una grossa produzione. Adesso, anche per questioni di durata e di deperibilità del sacchetto stiamo smaltendo le ultime scorte, sicuramente come tipo di progetto, magari con un un messaggio ulteriore, innovativo, aggiornato verrà riproposto nei prossimi anni. Ehm e ultima cosa per me serve come lo vedi da qui in poi cosa? Avete già dei progetti, insomma Baxter per cinque anni ho tre o quello che vuoi? Sì, diciamo che l' attività principale che ti ho raccontato è quella appunto della vendita. Poi non è l'unica di sir Vex, perché poi insieme, come ho detto sempre in cordata con la società Sisifo, abbiamo è seguito altri progetti di intervento così di diretta, progetti complessi che seguiamo sempre. Con questa doppia abbinata a Sisifo cura la comunicazione l'ideazione e la comunicazione di coordinamento. Serve ex, normalmente esecutore ll esecutore pratico, per cui si occupa poi di andare a mettere in piedi tutte le strutture e gli strumenti che sono necessari per gestire i progetti. Uno di questi è quello di fra soli Assisi, per cui serve ex si è impegnata eh te l'ho l'ho inserito nella risposta alla tua domanda. Per quale motivo? Perché prospetticamente? Questa è una come dire, una vena di sviluppo anche imprenditoriale. Interessante. L'esperienza di Assisi serve ex nel in nel progetto di assisi fra sole si occupava del coordinamento operativo dei partner in loco. Significava molto concretamente che qualunque cosa i partner facessero nella struttura del sacro convento di Assisi ero io presente a agevolare l'incontro é il coordinamento con la comunità dei frati è concretamente ad accompagnare, ma anche ad eseguire alcune operazioni di attività diretta, come per esempio il montaggio e l'installazione del del piccolo impianto di compostaggio, e cioè nel convento l'installazione di tutti i punti di raccolta differenziata nel convento e il monitoraggio la le visite dei vari tecnici anche per il le sale riguardanti il raffrescamento, riscaldamento tutta l'impiantistica del convento, eccetera. Per cui tutta la proprio l'accompagnamento alla supervisione in modo che l'intervento dei fant fosse congruo, eh, organicamente inserito verso un obiettivo comune anche qui, sempre con l'idea del concorrere, come dicevo prima, è quindi è perché questa è una vena? Perché in realtà ci siamo resi conto che il cielo, una fame per fortuna e di aver di progetti di sostenibilità eh, ci sta rendendo conto. Fortunatamente non sto a citare la situazione globale in cui si ama, per quanto è quanto anche parte delle risorse europee che saranno destinati all'italia sono specificamente destinata a progetti riguardanti gli obiettivi di sostenibilità che devono essere raggiunti. Per cui, tralasciando che comunque c' è tutto il mondo che si sta muovendo lì, però anche dal basso, cioè una richiesta abbastanza forte di avere come dire a persone in realtà che dall'esperienza possano trasferire buone pratiche e che possono fare l'accompagnatore un po', quello che abbiamo fatto noi con la comunità religiosa, la comunità dei partner assisi col progetto grassone è stato quello di trovare una realtà già motivata, fortemente spinta, anche avanti per certi risultati. Ricordo benissimo che noi, appena arrivata in Assisi siamo stati abbiamo visto una diagnosi energetica fatta dall'università di Perugia che già collocava la struttura in classe a due che per una struttura storica monumentale con le co come quella è già una classificazione particolarmente impossibile e impensabile. Eppure con una grande sensibilità da parte dell'allora custode che era anche un ingegnere, che è ci si era gia' arrivati prima che facessimo qualsiasi cosa. Noi cosa abbiamo fatto? Abbiamo accompagnato un percorso portando no portando esperienza, portando il contributo fattivo dei partner, ciascuno esperto di uno degli ambiti su cui era necessario intervenire creando un coordinamento. Quello che serve, appunto, per cui la domanda cioè più è quella di interventi organici sistemici che non facciano semplicemente come dire un piccolo tassello, ma che compongono, sembra molto e con verso un progetto complessivo e e di questo io li vedo in questo momento il futuro dell'impresa, perché se siamo molto in questo è molto stretta connivenza, appunto. Anche lo sviluppo di attività di Sisifo e l'idea è quella, appunto, di creare uno standard. Il progetto Frasso le aveva questo obiettivo l'obiettivo era quello di creare un disciplinare che potesse essere replicabile altrove. Adesso siamo nel momento in cui cominciano a chiederci come si fa altrove e lo sviluppo sicuramente quello un beneficio certamente per la continuità, no, eh, ma anche come contributo fattivo. Effettivamente di una soluzione concreta già sperimentata in questo caso che può andare a supporto di tante realtà. Adesso ci provano, ma non sanno bene come orientarsi. In quanti siete il farmaco? In Sardex siamo tre, praticamente due dipendenti e l'amministratrice e il ehm tu sai, io sono il direttore, no, il direttore sì. Sono uno dei due dipendenti, sono il direttore delle attività. La probabilità il terzo si occupa in questo momento di dare di dare supporto su più sulle attività consulenziali di comunicazione che facciamo in combinato. Un po' consiste quasi una domanda personale. Se faccio la Sardegna in Veneto come l'hai visto ha personalmente non è stato un gran problema, perché in Veneto ci ho studiato e vissuto diverse riprese che io ho fatto. Ho fatto percorso un po' personalmente, un po', diciamo variegato della formazione, nel senso che ci è stato un periodo, quello appena finito il liceo. Sono andato in Umbria, ad Assisi e ho studiato teologia del motivo per cui conoscevo L'allora, custode del Sacro Convento Moro. Siamo stati compagni di scuola e poi mi sono trasferito in Veneto perché ho voluto fare filosofia alla facoltà statale. Ho quasi concluso il percorso di studio, ho avuto una piccola pausa in Sardegna per questioni familiari e poi però sono tornato qui chiuso l'università ho fatto anche Ho iniziato a lavorare a quel tempo nella cooperazione sociale e sono stati qui. Conviviamo tra l'altro hai visto? No, è in ufficio che mia moglie si sono conosciuti in quella. In quella circostanza anche lei aveva trovato lavoro in Veneto. Siamo stati qua un pochino, poi dopo sette anni siamo tornati in Sardegna. Abbiamo fatto un'altra serie di esperienze imprenditoriali, attività lì è nel duemila quindici, quando si avviava alla questione di Bio Bio for Expo, punto del progetto Giuseppe, con cui collaboriamo da molto prima anche per altri progetti e aveva chiesto un sostegno durante le attività di Expo e da li'. Praticamente io sono arrivato nel duemila quindici, nel duemila e sedici è tornata anch'io Viviana e i ragazzi perché facevamo fatica a vivere in due mondi al di la' del mare l'uno dall'altro per la maggior parte del tempo. Si' cosa cartellina dei ricambi è una fucina di idee, è parte di cambiare una fucina di idee che mi dici la parola perché la voce non c' è nel video che cambia l'italia che cambia una fucina di idee, di buone pratiche. In buona sostanza io seguo con interesse, ma non nel nostro giornale il concetto. Il concetto del che mi fa pensare che cambia allora è un'altra questione l'italia che cambia e traduco solo con una parola. Una speranza, magari. Grazie. Magari. Grazie, eh. vedo tanto per me. Nome? Cognome Valentina Vitali Vitali? Si, come vuoi. Quando viene il nome fondatrice? Eh sì, so già insieme a Marta socia, fondatrice, socia fondatrice Ok, ok, va bene. Presentaci, per favore. Dove siamo? Quindi sia proprio in una parola del paese. Ma anche il nome del negozio dei giudici troviamo in intanto questo presentati presenta il luogo Ok, io sono Valentina e qui ci troviamo nella mia bottega. Mi è di Marta. È una sartoria, diciamo naturale e l'abbiamo aperta al Ripe San Ginesio, in provincia di Macerata. Nella nostra sartoria noi utilizziamo solamente i tessuti naturali. Cento percento e certificati. Se riusciamo a trovarli, possibilmente è dipingiamo con tinture naturali, con una tecnica di stampa botanica. Quindi diciamo parliamo un attimo di questa parte qua. Quindi voi li fate? Aspetta prima cioè un pochino di storia o voi siete parte da poco Come vi siete incontrati E vi conoscevate già? Avevate già esperienza nel settore? Raccontaci un po'. La genesi del progetto, ma anche un po'. Il vostro, il nostro di tutti e due. Cammino, diciamo che eh? Io a Martha ci siamo conosciute all'incirca due anni e mezzo fa. Tre anni fa venivamo entrambe da dei percorsi all'interno dell'industria della moda diversi, ma comunque sempre nello stesso ambito. Eh? Ne siamo uscite un po', diciamo con alcuni interrogativi. Ci siamo. Abbiamo iniziato a porci delle domande è quando ci siamo incontrate eravamo entrambe disoccupate alla ricerca di una nuova occupazione. È con lo stesso diciamo con gli stessi obiettivi. Avevamo frequentato delle scuole di modellistica sartoria, entrambe appunto. Volevamo dedicarci a un progetto che si si occupasse della moda, ma di una moda, un po' diciamo diversa. Una moda che potesse rispettare un po' piu' sia l'ambiente che la persona e quindi abbiamo deciso di provare a buttarci in questo progetto. Abbiamo iniziato per i primi due anni a farlo come ho viste, quindi facendo mercatini in giro per le marche, principalmente per vedere un po'. La risposta che c' era da parte della gente se la gente insomma, era sensibile al tema oppure no. E poi l'anno scorso giusto fine ai a metà dicembre siamo riusciti a a aprire la nostra bottega qua Ripe san ginesio quando eravate come ho viste, facevate in casa vostra gli abiti li' questo tipo di logica durante durante il periodo che abbiamo lavorato lobbies te è lavoravamo a casa di Martha tra la soffitta, la terrazza tetto dove facevamo le tinture naturali, diciamo la vecchia cucina e la nonna che avevamo di Vito a sartoria. Ma siamo all'inizio. Eravamo partiti utilizzando i tessuti di recupero, i tessuti di scarto. È poi negli anni io ho iniziato a interessarmi di tintura naturale e di stampa botanica, quindi ho fatto dei corsi e abbiamo iniziato a sperimentare queste due tecniche molto lentamente, nel senso che invece di buttarci su corsi corsi, abbiamo deciso di diciamo sperimentare noi da noi in casa le varie possibilità e quindi piano piano abbiamo iniziato a raggiungere dei risultati che poi ci hanno portato a una media conoscenza. Diciamo della materia non mi definirei ancora esperta. Eccolo meno in Martha, anche perché è un è un mondo infinito di possibilità, diciamo. Quindi è difficile dire di essere arrivate alla fine. Ecco, entrambe in questa zona siamo entrambe la provincia di Macerata. Non ci eravamo mai incontrati durante i nostri percorsi, anche se molto, anche se paralleli no si' alla scuola di sartoria. Che poi le esperienze all'interno dell'industria della moda. Ma non ci eravamo mai incontrate prima. In realtà siete anche dieta simile. Si si si abbiamo Martha, un anno più di me. Siamo trentaquattro. Trentacinque anni. Senti la quanto ci spieghi un attimo perché non addetti, tra cui, anche se non conosco il tema, però perché in che modo è più sostenibile quello che fate? Rispetto, ha detto prima non ci piacevano tanto le logiche. Spiegaci un po' sia la parte sia una buon'idea ideale, ma anche la pratica sì. Per noi era importantissimo. Innanzitutto ritornare a un concetto, a un concetto innanzitutto più umano, sia dal punto di vista del rapporto che c'. È poi che che noi siamo riusciti, diciamo, un po' a restaurare tra il produttore e il cliente? No, un po', la vecchia maniera della bottega artigiana di una volta. E questo era, diciamo, uno degli scopi. Parallelamente volevamo eliminare la plastica. Era inizialmente abbiamo deciso proprio plastic free che comunque parecchio complicato. Poi mano a mano ci siamo rese conto perché anche soprattutto nei piccoli dettagli no? Prendi una zip, prendi un bottone ehmm all'inizio. Sembra facile, ma poi invece è un mondo abbastanza limitato, quello senza plastica. Però stiamo cercando di di sostituire tutto quello che possiamo sostituire è quindi abbiamo inciso appunto di usare tessuti solamente naturali certificati. Quindi ci siamo legate diciamo un'azienda, che produce i tessuti con dei filati certificati che quindi non vengono nelle coltivazioni. Non vengono usati pesticidi e quant' Ltro e che assicurano anche una giusta retribuzione del lavoratore. Emma, questo è il secondo modo. Il terzo modo é che abbiamo scelto è quello di ricorrere alle alla vecchia maniera di colorare i tessuti alla maniera preindustriale, che era quella un po' che era da sempre diciamo, usata. Quindi utilizziamo radici, utilizziamo è materiale di scarto, come ad esempio bucce di cipolla. Quindi ci siamo affiliati a dei ristoranti che invece di buttare, di fare i rifiuti ci passano, diciamo gli scarti alimentari e noi li utilizziamo nelle tinture. E poi abbiamo con questo processo di stampa diciamo creiamo le nostre fantasie raccogliendo le foglie in autunno, quindi anche da terra, quelle già cadute e poi appunto, le imponiamo nei tessuti tramite la cottura, quindi bollitura o al vapore, utilizzando degli elementi che non sono assolutamente chimici, come ad esempio allume di rocca, il più comune, che è lo stesso che si usa per il dopobarba, per i deodoranti naturali, oppure sul fatto di ferro e altri. Insomma, niente di niente di chimico. Una domanda ovviamente sciocca, ma te la dico così perché lo fate? Perché avete fatto tutto questo? Allora noi le facciamo? Beh, ovviamente è perché nel nostro piccolo vorremmo cercare di cambiare un po' le cose, no? Quindi è il mondo in cui viviamo. Crediamo che sia forse un po' malato sia a livello diciamo ambientale, ma anche a livello diciamo di di sostenibilità, proprio di vita personale, no? Quindi è l'altro giorno leggevo un articolo in cui oggi si interrogava molto sul perché le persone poi quando mangiano una mela si chiedono cosa mangiano e molto meno se lo chiedono quando indossano un abito. E invece ultimamente anche parecchie allergie della pelle, parecchie, diciamo parecchi fastidi. Le persone non non non non riescono a, diciamo a collegare il fatto che magari quelle allergie, quei fastidi possono essere dati proprio da cosa è contenuto all'interno dell'abito, che indossano quindi dal materiale con cui è fatto oppure dalla colorazione con cui è stato colorato, appunto le due opzioni che vengono. Ma quando io chiacchiero con degli amici, su questo sono una ma questa è lei. Fai così in lavatrice con lui se ne va oppure si rovina resistente o meno l'altro. Il costo ovviamente è la tintura naturale. È una, diciamo una colorazione delicata, eh, nonostante che anche le tinture chimiche diciamo poi con i lavaggi scolo rischiano eccetera. Ovviamente la domanda si tipica ma poi vanno via è noi facciamo un dei processi di Morten satura i tessuti che servono sia per rendere i tessuti più ricettivi al colore, ma anche per poi assicurare la tenuta del colore alla luce e ai lavaggi. Nel tempo è testiamo tutti gli abiti che mettiamo in vendita nelle lavatrici a trenta gradi con un normalissimo lavaggio. E poi ovviamente suggeriamo per per la tenuta per la durata nel tempo di lavarli magari a freddo, di avere un occhio di riguardo. In più è per i costi. Purtroppo noi stiamo cercando di utilizzare, ci sono delle non ci sono dei degli estratti che si possono trovare per da, anche per per essere acquistati, che sono abbastanza costosi perché poi sono importati dal Sud America? Magari no. Diversi tipi di legno che qua non ci sono è noi, appunto, stiamo selezionando la nostra la nostra cartella valori, cercando di utilizzare il più possibile degli scarti, oppure comunque qualcosa che riusciamo diciamo a trovare qua in giro, senza, senza acquistare, diciamo troppo per per alzare, diciamo la la il prezzo finale. Ovviamente la lavorazione artigianale è una lavorazione che purtroppo non è paragonabile alla lavorazione industriale. Però è diciamo qual è il vero prezzo poi da pagare è nel senso pagare un abito tre euro come adesso siamo abituati e poi diciamo ai costi altri costi nascosti che magari non ci rendiamo conto neanche che ci siano, ma senza arrivare diciamo a chi vendere le cose a tre euro. Ma secondo te rispetto a un costo medio questi siti sono il dieci percento più cari e i nostri vestiti attualmente sono abbastanza più cari? Ovviamente è noi adesso stiamo appunto lavorando. Siamo in due e lavoriamo in questo piccolissimo lavoratorio. È ovviamente se avremo modo di in gran dirci un pochino perché poi senno' senza industrializzare il processo è potremmo con più spazio fare più abiti a creare più avidi nello stesso momento e abbattere un po' i costi fissi è attualmente siamo proprio al al al al primo stadio e quindi purtroppo i costi fissi incidono parecchio su quello che facciamo. Lo capisco perfettamente proprio per far capire sì, sì, certo, senti, ma è chi sono andato qui fisicamente, tutto qua. Si, noi qua partiamo dalla progettazione dell'abito quindi dalla disegno al cartamodello, alla scelta dei tessuti, al taglio dei tessuti, colorazione dei tessuti e assemblaggio. Diciamo del caveau, quindi così dura fino alla messa in vendita. Quindi facciamo tutto qua dentro. Tendenzialmente il capo non esce mai da questo laboratorio ognuno ognuno è unico e le fate e noi facciamo delle piccole collezioni per due stagioni l'anno è e oltretutto cerchiamo anche diciamo di di prendere dei questi nuovi nomi non nuovi questi riscoperti i tessuti naturali come la figura di bambù, la fila di canapa che sono poi anche termoregolatore ici e quindi è come la lana d'altronde no e quindi diciamo che possono essere tessuti indossati in realtà in tutte le stagioni e quindi creiamo queste piccole collezioni che possono essere sfruttate durante tutto l'arco dell'anno e poi ci dedichiamo anche, ovviamente, alla sua misura. È proprio alla vecchia bottega della sarta che ormai forse non esiste più che per una cerimonia oppure un'occasione speciale. Qualcuno vuole fare ha un'idea e vuole creare qualcosa di diverso, diciamo il non standardizzato. Noi siamo aperte, diciamo a tutte le idee che tipo di sono vestiti tutti la donna che attualmente ovviamente ci siamo buttate su quello che è un po' più ci appassiona che è il mondo della donna è abbiamo iniziato dall'estate scorsa a dedicarci anche un po' all'uomo con delle camicie di lino che in realtà hanno riscosso abbastanza successo e quindi per quest'estate volevamo un po' riproporle e sono abiti che vorremmo tenere una linea comunque abbastanza ketchup, più che altro delle linee semplici delle linee svasate in quanto già secondo noi gli abiti sono valorizzati moltissimo dalle dai colori e dalle stampe e quindi non vorremmo arrivare a fare degli abiti che non so strani o comunque molto lavorati è perché non lo so utilizzare un avido tutti i giorni o metterlo per una per un evento eh non è secondo noi tanto il modello che diciamo la stravaganza dell'acido poi che che decide questo invece come i vostri clienti siamo in un piccolo paesino abbastanza isolato, come fate a vendere campagna di conseguenza? Avete appena aperto però qual è il modello ma noi abbiamo qua ripe san ginesio quando abbiamo deciso di venire qui per san ginesio lo abbiamo fatto un po' è un po' anche, diciamo è stato un po', un azzardo perché abbiamo scelto più di sposare, diciamo un po' la la causa? Nel senso no. La base della della motivazione anche del paese che c' era già nel paese è che era un po' anche la nostra, quella di ritornare nei piccoli borghi. Ovviamente questo ci rende ancora più difficile il nostro lavoro no, adesso è un pò diciamo facilitato da dal web, quindi abbiamo il nostro shop online è però sicuramente non so decidere di aprire nel centro di una grande città forse sarebbe stato più semplice, eh, ma non era troppo in linea con quello che poi la base del nostro progetto e quindi alla fine abbiamo scelto di divenire al Ripe San Ginesio perché era piu'? Non lo so, era piu' un ideale che da questo punto di vista la parte che mi piaceva, quella di un gruppo vi abitano il piccolo bordo, quella che era la vostra pelle, cosa che mi appassionava. Sicuramente a noi è piaciuto moltissimo. Noi conoscevamo Ripe San Ginesio già prima sia grazie al progetto Borgo Futuro e sia grazie a altri, ai nostri amici che hanno aperto altre attività qua e quindi la conoscevamo i ragazzi del birrificio qua sotto e conoscevamo la ragazza che ha preso voi il bar CNN e siamo abbiamo deciso di venire qua perché ci piaceva molto l'idea di condividere un borgo piccolo borgo con appunto altri altri joo, altre giovani persone che che avevano lo stesso è lo stesso obiettivo. E poi, soprattutto egoisticamente è svegliarmi tutte le mattine per venire a lavorare, ripresa in cinese piuttosto che per andarmene nel traffico di qualche città. Lo so, a me personalmente mi faceva sentire molto meglio. Sappiamo perfettamente che questa è la grande rispetto al posto dove stiamo, eccolo anche troppo grande. Legga questo, insomma. Però ho capito la filosofia, no davvero, a parte gli scherzi, non ho capito chi sono i clienti che immagino che non siano quelli che abitano qui. Chi abita qua più più che altro per adesso ci chiede delle riparazioni, è che comunque dare un servizio alla comunità per per noi ha comunque bello. Voglio dire la nostra clientela. Attualmente ci sono ci sono persone che vengono qua apposta, ovviamente da vicino, non da lontano, perché ormai nei due anni che abbiamo appunto fatto per Cathy, nella regione ci hanno conosciuto e quindi hanno iniziato a seguirci eh sono secondo noi da quello che abbiamo visto ora il tempo per sperimentare un po' lei andare a chiamarlo è stato poco perché poi solo alternarsi di queste zone di queste limitazioni diciamo non ha non ha diciamo favorito molto. La cosa però è sono persone che sicuramente è innanzitutto condividono gli stessi principi, gli stessi nostri principi, quindi sono persone che sono sensibili al tema. E poi ci sono le persone che comunque riconoscono il valore è un abito fatto a mano di un abito artigianale e e che decidono di magari spendere un po' di più per per comprare un po' di meno diciamo di quantità no che cosa spinge? Molto mi chiedevo proprio come fanno a saperlo grazie ad aver fatto prima grazie al lavoro che ha fatto prima grazie a un po' ai social grazie alla pubblicità web e grazie anche a diciamo a tutte le alla fine è stare in questo borgo, no? Che condivide dove tutti condividono un po' la filosofia è un po' farsi pubblicità a vicenda è quindi se arriva la persona che va dalla gioielliera qua sotto la soglia di reddito guarda che sopra la sartoria e lo stesso lo facciamo noi, il riuscite gia' parte l'affitto non era andato molto agevolato. Sì, sì, sì. A un altro dei motivi, ovviamente. Perché non è da sottovalutare è appunto il fatto che il comune metteva a disposizione e continua a mettere a disposizione tra l'altro è tramite bando pubblico è questi spazi che voleva appunto ridare a piccoli artigiani e piccole botteghe artigiane con affitti assolutamente agevolati. Quindi il nostro attualmente paghiamo l'affitto bassissimo e a essere sinceri iniziare un'attività dovendo gia' magari investire ogni mese non lo so cinquecento euro. Avevamo cercato un po' in giro prima per sostenere un affitto. Inizia ad essere beh, è un inizio difficile già per avviare un'attività come noi adesso paghiamo circa settanta euro al mese per tre anni si' basta e il riuscite gia' comunque a sostenervi a livello economico. Ma qual è l'investimento perfetto? E adesso ancora una fase d'investimento è sempre se spero che sia, diciamo questa frase che che finisca con un pò quest'estate, nel senso che appunto fino adesso abbiamo aperto a dicembre fino adesso non è che ci è stato molto modo di di vendere, di pubblicizzare il sì di magari farsi vedere sperando che quest'estate se la situazione permetterà sia un po' più tutto sia un po' più favorevole. Ma vediamo qualche finanziamento abbiamo iniziato, abbiamo deciso di di costituirci finalmente come società perché abbiamo vinto un bando del comune di Macerata. Era un piccolo bando dove ci sono stati dati diecimila euro a fondo perduto e altri diecimila euro in consulenze spendibili in consulenze. È quindi per questo abbiamo detto Ok, facciamo il passo perché se non lo facciamo adesso, forse non lo faremo mai più. Questo quindi recentemente si questo l'abbiamo in realtà il bando è del duemila e diciannove. Poi ovviamente anche questo con la pandemia i tempi burocratici si sono allungati. Alla fine abbiamo avuto l'anno scorso e il ehm ah si' scusa, cosa? Me lo chiedo per me, non per il video. Ma avete avuto di storico niente? No, no, perché poi durante ci siamo costituiti come società agosto dell'anno scorso quindi eravamo già fuori? Sì, eravamo già fuori da tutto. Chi è? Quindi ora i prossimi passi? I prossimi passi è i prossimi passi. A noi piacerebbe continuare in questa direzione, ma ci piacerebbe anche, diciamo, specializzarsi molto di più nelle tecniche che usiamo. Ci piacerebbe un giorno allargarsi allargarsi piu' che altro proprio a livello proprio pratico di spazio e parallelamente quello che ci piacerebbe fare anche è cercare di diffondere, diciamo un po' queste queste pratiche e tramite appunto dei corsi tramite siamo collaboriamo già con abbiamo già collaborato con legambiente, collaboriamo con quest'anno, con una scuola, un istituto professionale di moda qua del maceratese eh ehm questo ci piace molto anche fare questo dobbiamo fare tra virgolette, formazione poi senza nessuna pretesa ma semplicemente diciamo è cercare di far capire alle persone che c' è un'alternativa più sostenibile a quella a cui siamo abituati e che ormai diamo per scontato sia l'unica. Non ci ha chiesto la nuova richiesta all'inizio le chiedo quanti alla fine ma mi dici come si chiama? Marchio giustamente, perché allora il nostro marchio si chiama etico sartoria marchigiana? Che la scelta del nome è stata molto complessa, è abbiamo scelto etico alla fine perché è, diciamo, credo che sia rappresentativo un po' dell'idea che c' è dietro la nostra sartoria e marchigiana perché comunque siamo legati al nostro territorio e quindi volevamo assolutamente metterlo da qualche parte. È un no, quello vecchio, quello vecchio. Esatto. Questo qua si sia all'inizio era etico. Poi ovviamente il nostro, diciamo il ragazzo che ci serve, il nostro anche carissimo amico che ci segue, un po' sul livello marketing eccetera. Ha già detto che magari per un futuro diciamo un approcciarsi all' estero era diciamo un nome, un po' complicato da capire. Quindi l'abbiamo contratto in etico con l'accento sulla prima e in si' sto eh sì, è emerso che le righe però volevo rifare per il video. La tecnica degli elementi naturali è l'eco printing si, perciò ti volevo chiedere se mi facevo più cos'è committing domanda ok la coop printing o stampa botanica? È una tecnica recente, diciamo perché è stata sperimentata non troppo tempo fa da una artista australiana, eh? Si tratta semplicemente di prendere delle foglie determinate foglie. Non tutte, poi sono diciamo utili allo scopo eh, si appoggiano queste foglie sul tessuto, il tessuto viene arrotolato intorno a un supporto che può essere un ramo, una canna di bambù e poi viene cotto al vapore oppure direttamente in acqua. Ovviamente. Ogni minimo, diciamo la scelta di ogni diciamo elemento da porta a risultati diversi è dopo la cottura si riapre il tessuto e si toglie la voglia che ha lasciato la o la sua impronta nel nel tessuto, sul tessuto. Curiosità Voi perde foglie, vi prendete voi le foglie, Attualmente andiamo noi a raccoglierle e sono delle giornate tra le più belle del nostro lavoro, perché possiamo andare giornate in giro a raccogliere foglie e fiori. Lei si chiamo semplicemente in due sotto, appresta su due lastre di non lo so di legno, di quello che troviamo tra le carte dei giornali, come si faceva una volta come si faceva da bambini. Insomma, quando si beccavano i fiori nelle pagine dei diari e poi ne scateniamo, abbiamo là dietro una scaffalatura piena di scatole divise per tipologia di foglia. E per quanto riguarda le colorazioni, invece cerchiamo il più possibile di di farci dare degli scarti alimentari, da chi, da chi ne ha e da chi li butta. Per quanto riguarda le dice che sono delle foglie più adatte. Quali sono le foglie gnam? Il discrimine, diciamo nelle foglie, è quello del contenuto delle foglie in tannini è quindi ci sono delle foglie più o meno danni che abbiamo. Ad esempio le foglie delle querce, le foglie dei noci, le foglie dei castagni, le foglie, diciamo ci sono più foglie adatte e foglie meno latte. Ovviamente. Poi ci sono delle tecniche che permettono anche di utilizzare le altre foglie. Sono delle tecniche, diciamo. Si chiamano riserva delle tecniche in negativo in cui qualsiasi tipo di foglia viene appoggiato al tessuto e poi praticamente si fa in modo che si colori tutto il tessuto intorno e rimanga il vuoto della foglia. Quindi alla fine si può utilizzare tutto, diciamo è un ego print negativo, ma è sempre un ego print. Naturalmente il piano anni non ti lasciano piu', hanno tannino, é piu'. Lasciano sì, sì. E poi ovviamente, purtroppo no. Non se potessi tornare indietro a diciamo che fare degli studi di botanica in questo caso. Ma all'epoca non sapevo ancora che poi avrei fatto questa fine. Eh sì, ma tutt'altra cosa? Quindi? Sì, in realtà più hanno tannino, é piu', rilasciano impronta è più sono si prendono foglie più che sono esposte al sole e piu' rilasciano impronta anche il terreno. Tanto parlando con degli amici che hanno studi, diciamo su questo argomento, anche il terreno può incidere. È ovviamente se meglio raccoglierle appunto in autunno, perché hanno la carica di tutto il sole della primavera e dell'estate. Quindi ci sono molti fattori poi in realtà che che vanno a incidere sulla sulla foglia. E per quanto riguarda la colorazione degli scarti alimentari non approfondimento da chi li prendete. Che tipo di alimenti colorano meglio dagli scarti alimentari? Noi usiamo soprattutto la buccia di cipolla che dà una giallo ocra. Eh ci siamo affiliati a un ristorante, un pub, anzi che conosco molto bene del mio paese di origine, che appunto è molto gentilmente. Ogni volta che usa delle cipolle mi lascia da parte le bucce è oppure altra altro scarto alimentare che utilizziamo molto. Molto spesso è la buccia del melograno che da un'altra sfumatura di giallo e per raccogliere le bucce di melograno. A parte mangiarne molti, solitamente facciamo degli appelli sulla nostra pagina sulla sua pagina Facebook. Le persone molto gentilmente rispondono portandoci tutte le luci che che riescono a recuperare e l'altra un'altra, cosa che vorremmo iniziare a fare è dato che anche la buccia, il seme dell'avocado sono molto utili in tintura perché rilasciano una rosa antico. Vorremmo iniziare a collaborare con ormai numerosissimi ristoranti di sushi che stanno nella zona che usano l'avvocato in quantità assurda e quindi vorremmo cercare una collaborazione anche con loro che piano piano speriamo di riuscire a trovare quelli per questa qua è stato colorato con la radice di robbia, i parenti, te, le emanazioni che alla fine lo aveva già detto. Scusate, avrei detto qualche tipo di informazioni? No, facciamo anche riparazioni e ovviamente le riparazioni. Dalla dal classico devo accorciare i pantaloni al devo cambiare ragioniera del giubbotto oppure sono dimagrito quindi posso vorrei stringere il mio abito e insomma tutte le riparazioni che che sono possibili si' ehm una primissima Scusami, ma hai detto che avete fatto un'esperienza tutta matta nel mondo della moda e siete sostanzialmente scappate! Via, via! Ha colpito negativamente questo mondo Come Qual è il male? Il male! Oddio, che male! Qua non esistono tanti Marco capitolo ma il problema del mondo della moda attualmente innanzitutto che vabbè, come diciamo tutti, dovrebbero sapere anche se tutti non sanno che l'industria della moda è la seconda industria più grande, più inquinante al mondo al momento è noi praticamente ci siamo resi conto più che altro è sopra ci siamo. Dalle nostre piccole esperienze abbiamo capito che in realtà è c' è un'. Non siamo stati abituati a diciamo vedere la moda come qualcosa che deve essere è molto veloce. Dobbiamo avere sempre a portata di mano molti vestiti per cambiarci in continuazione e questo a livello diciamo di produzione, crea dei problemi assolutamente enormi, perché poi la manifattura viene fatta fare all' estero viene fatta fare nei paesi diciamo che che hanno delle retribuzioni, poi personali che sono disumane è ci siamo legati subito il movimento al nuovo movimento della è della slow fashion della fashion revolution per contrapporsi appunto questa a questo sistema ormai è diventato troppo normale del sistema della fast fashion. Il problema è che noi quindi siamo portati a comprare a prezzi bassissimi, è abiti che poi il dopo non lo so una stagione non vanno più di moda e quindi li buttiamo il non si riesce a smaltire quegli avidi che poi vengono ributtati nei paesi in via di sviluppo che li hanno fatti a prezzi bassissimi, sono stati sfruttati per farli. Già è tutto un circolo assurdo che non ha assolutamente senso. Le scuse? Stavo segnando quello che dice di parlare, ma su questo il che vuol dire siamo stati sicuramente acquistare una un produttore di scarpe, ma ragioniamo con i piedi è chiedersi su questo aspetto anche vi state siete interrogati? Vediamo anche le lingue diverse che fate, le stringhe delle scarpe anche o comunque collaborare con qualcuno che comunque insomma se avete puntato anche quell'aspetto è per ora no, per ora no, ma conosco dei tintori che comunque è tingono diciamo canape' per che poi con cui poi la colore delle scarpe noi attualmente non abbiamo ancora avuto occasione di diciamo di levarci al mondo della scarpa, ma comunque non c' è motivo per cui non potremmo farlo in futuro. Diciamo che era piu' come esperta in questo caso come il tuo lavoro qualche è un capo di abbigliamento che secondo te andrebbe eliminato perché non si può fare. Ma al di là del tema del costo, ovviamente però si può fare più o meno quando preparo oggi viene usato per ragazzi in un mondo sensato i jeans esatto, io non sono non sono molto esperta nel nel settore jeans è però ho visto nei documentari ho visto, diciamo ho letto degli articoli. È forse jeans e non è proprio l'indumento piu' sostenibile che è tra l'altro che indossiamo tutti. Purtroppo è però per la lavorazione del jeans, che io sappia vengono impiegati altissime quantità di di sostanze chimiche che poi inquinano le acque in maniera sconvolgente e, diciamo, creano parecchi problemi anche agli addetti ai lavori. Quindi forse tra tutti gli indumenti i jeans potrebbero essere eliminati. Tu hai cambiato, stai cambiando il tuo modo di vestire e oggi, quando compri un capo immagino che neanche i tuoi a volte però hanno compiuto. Perché non fai tu? Io no, assolutamente, perché poi no, come si sa ogni come non ce la mia voce, quelli a ok, giusto. E io ovviamente fino a tre anni fa, quattro anni fa, ero assolutamente inconsapevole di tutto questo che c' era dietro, diciamo la produzione della moda della fast fashion e anch'io. Quindi andavo come qualsiasi ragazza che della mia età a fare shopping compulsivo. Ogni tanto devo ammetterlo e attualmente sono molto piu' attenta verso quello che compro, ovviamente, dato che lo so fare, se posso qualcosa me lo faccio da me è però diciamo che eh, cerco soprattutto di non comprare se non ne ho bisogno, di base, questo sì, è tante volte capito, mi ritrovo anche a vestirmi un po' con un top rattoppi, però cerco di non comprare se non ne ho bisogno, perché poi in realtà avere l'armadio pieno. E poi mi rendo conto che che indosso sempre le stesse quattro cose, quindi inutile, forse non mai non l'hai detto lo me lo sono perso cos'è che ti ha fatto passare dallo shopping. Qual è stato il momento che ti ha portato a dire Carlo qualcosa là fuori che non sapevo? Certo per la mia storia da qualcuno per la mia non ho niente per la mia storia personale. In realtà direttamente non ho mai lavorato nell'industria della moda, però i miei genitori hanno sempre avuto un'azienda, diciamo contro terzista di produzione di moda, anche per marchi abbastanza alti italiani em, lo so, vedendo loro vedendo come il lavoro che hanno fatto, vedendo poi i risultati. Quindi entrando un po' nel mondo della moda è con mia madre che andava alle sfilate di presentazione al palazzo pitti a firenze, eccetera. Ho iniziato un po' a interrogarmi a dire ma questa alta moda poi no chiedevo ma l'abito che poi in questa casa di moda vende a thought prezzo. Ma a te quanti soldi vanno per farlo? E quindi lì un attimo ho iniziato a farmi a pormi delle domande sì e ultima per me la che cos'è quella chiusa. Però da quando si é siete entrati in questo mondo e lo avete cominciato, avete scoperto che ci sono tante altre esperienze come la vostra piu' piccole, piu' grandi. Ma in questa linea voi siete una sarta. Per ora non è vostro vissuto. Siete arbitro più congeniale. Non dico per forza diventare come domandi sì, sì di persone, artigiani o anche aziende molto sensibile per quanto riguarda la sensibilità verso il punto un po', la sostenibilità del mondo della moda. Attualmente in Italia c' è molto da dire. Ci sono molte aziende al al di là delle dimensioni, è che comunque cercano in qualche modo di cambiare le cose. Chi ad esempio prende vecchi abiti e rifila i tessuti e neri fa altri abiti nuovi, ciechi come noi invece parte da tessuti, diciamo certificati e li trasforma cercando di eliminare il più possibile la plastica. Le colorazioni chimiche è però ci sono molte realtà attualmente in Italia che che cercano appunto di cambiare qualcosa all'interno di questa di questo mondo. Cosa cosa consiglieresti a chi? Certo, io sono Daniele, voglio cambiare il mio modo di vestire, essere più sensibile come cosa faccio? Beh, è che per chi vuole, diciamo cambiare il proprio modo di vivere la moda, io consiglierei innanzitutto di leggere le etichette, no, per capire sempre che c' è dietro la produzione di quell abito, eh perché il giorno etichette per capire appunto dove è stato fatto rapito, chi l'ha fatto rendersi conto, ma anche con che materiali l'ha fatto. E questo è fondamentale. E poi, ovviamente c' è cioè sempre l'usato che è un grande classico, ma che è sempre, diciamo un punto di forza. Perché in realtà la cosa più sostenibile, forse attualmente nel mondo della moda, sarebbe di smettere di produrre qualsiasi cosa, perché penso che tutti gli abiti che sono in giro nel mondo passerebbero per diciamo per tutta la popolazione mondiale. Per anni ancora è però nel nostro piccolo possiamo appunto dare un avere delle piccole accortezze per cercare di migliorare un po', ognuno il proprio modo di vestire. Avete mai pensato di aggiungere il nostro negozio Dell'usato? Eh No, non ci abbiamo mai pensato, non ci abbiamo pensato, ma non abbiamo mai pensato perché non so, non sappiamo. Perlomeno io non so assolutamente come funziona il mondo dell'usato l'ultima cosa chiudiamo tutte le nostre interviste chiedendo cos'è per te l'italia che cambiano il nostro progetto come cos'è per te l'italia ma non il nostro giornale progetto per me l'italia che cambia per me l'italia che cambia è un'italia fatta forse finalmente da piccole realtà più com'era prima diciamo no più un ritorno al passato è un'italia fatta da piccola realtà che collaborano tra loro che diciamo mettono in pratica quello che poi le italiane siamo bravi a fare, No e siamo bravi a inventare Siamo bravi a creare Siamo bravi a a a diciamo a a inventarci comunque dei modi sempre per per resistere, per reinventarci è perché in realtà di risorse ne abbiamo tantissime dalle montagne al mare abbiamo lane, abbiamo piante, abbiamo di tutto per me l'italia che cambia è un luogo dove diciamo nel piccolo ogni piccolo eh è di per sé qualcosa di buono e quindi insieme se sia qualcosa di grande, di molto buono. Grazie, grazie. Grazie a voi no? Ma se mi faccio delle domande che secondo voi saranno scomode, no, Però magari gli altri ragazzi sono più affini. È un nome e cognome. Io mi chiamo Ponza. Enrico come il Ponza Come l'isola. Ok, perfetto. Ferrua Fabio tua ferrosi perfetto è come il sottopancia. Partiamo con fondatori antagonistico. Non solo per me queste seriamente io scompaio. Guardate pure lei ha solo la pazzia. È molto importante davvero Il processo di trasformazione, la realizzazione Perché poi quello che avete fatto insomma quindi volevo dirlo perché sapete anche testimonianze, stessi minuti di sicuro però pensieri cosa che volete condividere è uno spazio anche per innanzitutto dove ci troviamo? Inizi tu. Sì, va bene. Ci troviamo al è un piccolo paesino della valle Varaita, un paesino di circa duecento anime e la un paesino giovane. Adesso si sta ripopolando. Grazie. Ah, insomma nuove idee, nuove business Insomma, come dire lascio a pallate che gratti via? Eh sì, è un paese della media valle, quindi no, decisione si centosessanta sei metri sessantasette piace dire sessantasei è Siamo qua dal duemila e dodici. Quindi in questo progetto nasce nel duemila e dodici. Noi lavoravamo Torino, siamo partiti a Torino, quindi facevamo i birrai siamo partiti quei birrai, quindi lavoravamo in due aziende di Torino, una briciola piazza e l'altro il birrificio sorella, ma lo conoscete sicuramente è dopo un viaggio in Belgio che abbiamo fatto io lui andare ha scoperto sempre sulla birra artigianale e noi siamo dei birrai. Proprio di mestiere è fatto questo viaggio in Belgio siamo finiti in questi paesini piccolini del Belgio che avevano ognuno proprio birrificio, eh siamo stati dieci giorni, dodici giorni. Mi ricordo anche più abbiamo fatto questo giro in camper e abbiamo deciso quando durante il viaggio di provare a fare anche noi il nostro progetto è lavorando già nei birrifici. Abbiamo deciso di tornare sul territorio, quindi tornare un po' prima a Torino, ormai da un po' di tempo, quindi arrivando qua però abbiamo di tornare sul territorio e di provare a fare la nostra birra. E quindi tutto è nato grazie alla birra artigianale. Fondamentalmente poi le cose si sono evolute e diciamo sempre che la birra artigianale è stata per noi il mezzo per parlare, per raccontare un po', il nostro progetto e quindi è stato l'inizio. Poi effettivamente si è sviluppato in altre in altre cose che adesso ok, voi siete ditalino senza originari di queste zone e noi siamo tutti e due di queste zone qua. Io sono proprio belle, quindi abito a me il è da sempre. I genitori sono sono di qua. E invece Rossano C'è, un paesino qua vicino per amicizie varie. E comunque siamo tutti i piccoli comuni. Ci conosciamo da una vita e poi ci siamo incontrati a un certo punto che abbiamo deciso di fare questa cosa insieme. Ehm quindi è stato un momento in cui hai deciso il giornale, per cui perché proprio qui siamo tornati. In realtà abbiamo scelto di tornare qua. Inizialmente non eravamo neanche sicuri di tornare proprio a me. Il abbiamo fatto ci siamo, ci siamo posti un po' di domande. Il perché tornare sul territorio Fondamentalmente è una delle cose che una delle risposte sono andati e che siamo cresciuti. Un territorio che negli anni abbiamo abbiamo visto proprio popolarsi tantissimo. E quando uno è legato tanto un territorio lo vede così degradarsi in questo modo sicuramente ci lascia un pezzo di cuore e siamo stati i primi. Noi che ha diciotto anni non vedono l'ora di andarcene perché non c' era una possibilità perché non c' era assolutamente nulla qua non c', erano attività per i giovani, non c' era non c', erano delle possibilità lavorative e quindi ovviamente noi diciotto anni, un giorno scappati e dopo sette anni a torino abbiamo capito che forse al territorio le possibilità c' erano bisogna magari vederle. Bisogna essere anche un po' matti, come abbiamo sempre detto, un po' incoscienti anche da una parte e quindi abbiamo deciso di fare, di tornare sul territorio e provare a fare qualcosa per un po' in parte ripopolare il paese. Ma più che ripopolare forse portare un po' di energia di nuovo positiva che negli ultimi cinquant'anni e ovviamente è stata degradata. Immaginate camere nel millenovecento cinquantadue erano duemila e cinquecento abitanti e quindi è stato uno spopolamento continuo fino all'anno scorso che invece me l'ha fatto più per la prima volta dopo anni è ok, quindi diciamo che se voi due ad aver dato vita a è ok se magari mi ha raccontato qualcosa rispetto a che Perché antagonisti? Va bene, vado io. Vai rotta. Ma cosa è? Ma perché antagonisti? Proprio per questo motivo qua il nome è un po' forte. Ovviamente ci rendiamo conto che è un nome abbastanza duro e a volte anche un po' di disagio. Chi per chi lo ascolta la prima volta, ma in realtà era quello che stava facendo fare una cosa al contrario rispetto a tutto quello che è stato fatto negli ultimi anni fino adesso le montagne e soprattutto le cavalli siano spopolate tantissimo. Qui continuano a spopolare. Noi abbiamo deciso di fare la strada contraria, quindi eravamo un po' antagonisti rispetto a quello che era stato fatto fino adesso. Quindi il nome deriva da quello. Poi nel tempo, ripeto, siamo partiti con il progetto che era legato alla birra. Qui nel tempo si è allargato molto una delle cose che sapevamo sin dall'inizio quando abbiamo iniziato e che noi avremmo voluto fare un progetto io lui e basta. Un. Il primo punto è stato non essere da soli, perché sennò ci trovavamo sia fare magari la nostra realtà, per la nostra realtà, Mike da soli io lui sarebbe stato molto difficile. Quindi il primo punto è stato aprire a chi già faceva qualcosa sul territorio e quindi si è costituita una vera e propria rete con alcune attività del territorio e la seconda è aprire questo progetto ad altre persone e facendo in questo modo? Oggi ci troviamo con diciotto ragazzi che lavorano con noi ed estate fino a venticinque. Ventisei, tutti al di sotto della media di ventisei, ventisette anni circa, quindi abbastanza giovane come come progetto. Io sono sempre, come dicono sempre più vecchio. Trentaquattro anni però fondamentalmente si' Sono vecchio. Ok, benissimo. Eh Beh, innanzitutto se magari ci raccontate un po' Come si sta il uella? Il progetto. Quindi anche la rivoluzione è caduto nel tempo Siamo partiti è come appunto diceva lui è con la birra. Quindi la nostra nuova il fulcro era era il prodotto birra. Eravamo capaci di fare quella birra, quindi abbiamo puntato su quello, oltre a essere dei grandi vittorie. E poi come punto iniziale è stato l'officina antagonisti che il luogo nel quale ci troviamo. Eh? Siamo partiti da qua perché abbiamo fatto inconsciamente l'acquisto di questa di questa casa che era un rudere rudere e abbiamo iniziato aggiustarlo. Noi con le nostre mani il passaggio Faccio un faccio un passaggio. Prima è stata una prova. Si chiama Berro' Schio. Mentre noi lavoravamo a Torino, abbiamo iniziato a fare la prima birra che era una session belga e abbiamo fatto questo chioschetto che abbiamo messo d'estate abbiamo costruito noi con le nostre mani, fatto d'estate nella piazzetta che c' è qui in centro al piazzetta del municipio e quindi abbiamo fatto, tenevamo aperto il weekend dove aprivamo, facevamo mescita di birra, panini con prodotti locali e abbiamo fatto la prima estate era duemila dodici l'abbiamo fatto duemila tredici. Quindi in questi due anni abbiamo continuato a lavorare a Torino. Nel duemila tredici abbiamo deciso di acquistare la casa, nel senso che ci siamo resi conto che volevamo un po' spostarci da Torino per seguire in modo reale progetto che stavamo costruendo con l'acquisto della casa abbia iniziato aggiustarla ed è nato proprio il pub il adesso poi c'è voluto un po' in un ristorante è questo ha fatto sì che abbia iniziato lui a lavorarci dentro. Quindi lui si occupava, diciamo, della parte piu' culinaria. Io della parte di sala abbiamo iniziato a arredare e fare tutto, insomma con il nostro stile, recuperando tavoli, sedie e oggettistica varia. E poi da lì abbiamo iniziato a fare investimenti su sulla aggiustare proprio le varie sale. Quindi siamo partiti con una parte molto piccola fino a ingrandire il locale, quindi abbiamo fatto il tetto in rose con con le nostre mani. Abbiamo fatto le sale, messo le piastrelle tutto noi con l'aiuto degli amici. Quindi è stato un sacco di gente che ci ha dato, ha dato una mano. Da lì il passo successivo e poi è stato l'incontro con Juric Iotti è col quale nel duemila quindici nel duemila quindici noi avevamo preso il baretto di paese, proprio il bar di paese che stava chiudendo per motivi elencati prima si chiamava caffetterie antagonisti da Li' l'incontro con Jury che anche lui come noi tornava da esperienze lavorative esterne alla valle tornava per portare il suo bagaglio e la sua vita all'interno della valle e da lì il nostro incontro vento. Ma sarebbe bello creare qualcosa insieme, collaborare. Cosa potremmo fare? Potremmo fare qualcosa insieme è cosa possiamo fare col bar? Possiamo mettere a fare il gelato e quindi da lì il nostro incontro è nato. Un altro gelato di montagna fioca, questo il secondo grande passaggio, è da lì poi c'è stato il terzo passaggio fondamentale che è stato. Intanto continuavamo ad avere la birra, quindi andava, andava tutto avanti è abbiamo avuto l'occasione di entrare nel progetto di un ostello. Quindi il comune con l'aiuto vale oro, con un bando europeo è aggiustato l'ex scuola di mele l'ex, scuola elementare dove lui essendo di mele alle elementari, che era stata ovviamente chiusa perché era in calo la alla popolazione, quindi i bambini e da li' abbiamo entrando prendendo il bando partecipando al bando abbia amministratore strutturale anche questa questo ostello, nel senso che era la struttura, era gia', era gia' a posto e abbiamo dovuto arredare arredarlo interno. E quindi il terzo grande passaggio è stata la nascita di questo di questo ostello l'ultimo passaggio poi è stato quest'anno nel nel duemila eventi nel duemila ventuno abbiamo aperto la nostra prima azienda agricola dove abbiamo fatto un orto quest'anno che serve questo locale qua, quindi difficili antagonisti, la gelateria fioca e dove cerchiamo di produci la maggior parte delle delle verdure che serviamo il nostro locale e a oggi siamo più o meno il settanta percento di quello che facciamo. Diciamo che utilizziamo qui dentro ce l'auto, produciamo tramite il nostro orto. Il progetto dell'orto poi era anche un modo di legarci molto più col territorio, quindi ancor più col territorio. Un progetto che tendenzialmente abbiamo aperto a tutti quelli che i ragazzi che lavorano con noi. Quindi tutti hanno messo un po' di loro all'interno dell'orto. Abbiamo cercato di spingere anche loro a lavorare dentro l'orto anche poco, ma nonostante il passare del tempo perché è molto secondo noi è molto utile capire da dove arrivano le materie prime che poi serviamo effettivamente nei piatti. Quando uno riesce a capire questo, quindi fare il collegamento tra quello che come si produce e se lo fa proprio lo mette nel piatto, anche chi lo serve a chi lo cucina gli dà un'attenzione decisamente diversa. E quindi questo è stato l'ultimo passaggio con le nostre quattro attività principale no porto antagonista in questo momento non solo è in realtà è nato come un esperimento, questo l'ha detto vabbè, vediamo se siamo in grado di siamo riusciti. Se riusciamo a gestirlo è andata molto bene, molto più di quello che pensavamo. È molto faticoso, come diciamo sempre, che si dice in piemontese la terra e basta. La terra è molto bassa, quindi molto complicato. Non è facile starci dietro pero'. Direi che il risultato oggi è molto positivo. Infatti stiamo continuando, stiamo lavorando con altre aziende del territorio, altre realtà che la csa cresco che siamo. Lui è un ragazzo che ha lavorato con noi per un po' di anni e poi ha iniziato il suo progetto con L'orto e lui ci sta dando una molta amano ha nel gestire e portare avanti un po', questa questa branca di del nostro progetto che per noi comunque oggi rimane un pezzo abbastanza fondamentale perché abbiamo deciso di legarci il più possibile alla terra. Lorenzo dietro, dietro Lorenzo si dietro Lorenzo invece è di qua. Se di Rossana anche lui torna sul territorio si è agganciato a noi perché era cuoco. Lui lavorava ad Asti, Alessandria e noi stiamo cercando un cuoco. Lo ha iniziato a lavorare con noi, ha lavorato con noi due anni e mezzo l'ultimo tre due anni tra l'ultimo anno abbiamo già fatto un orto insieme, quindi antagonisti con Lorenzo. Poi Lorenzo ha detto Io voglio farmi csa e quindi ha iniziato a partire con questo suo progetto con che è entrato Pietro e intanto ne abbiamo aperto anche il nostro. Abbiamo iniziato il nostro orto, abbiamo fatto un po' le cose insieme. Come dicevo siamo una rete abbastanza unita fino all'anno scorso era una rete a parole solo, quindi eravamo molto uniti in diverse attività. Sette otto attività il territorio oggi siamo una rete invece molto più concreta perché tramite una sul jobs è una realtà che ci ha messo in un po'. Ci ha dato una mano a rendere legale quello che stavamo facendo. Bellissimo. Un sacco di nomi, in realtà che io mi ricordo ti ho portato più di due anni fa che ancora adesso apre la libreria che adesso sta venendo qua stava male, ma il male è una ma dieci minuti fa si va al male che la è. Ok, volevo sapere come hanno reagito gli abitanti e al vostro arrivo e ha tutte queste trasformazioni in effetti ci sono state. Beh, ho agito bene i quando abbiamo iniziato nelle gli abitanti era la maggior parte anziana, se posso dirlo così devo dire che ha reagito bene. Beh, faceva eravamo due giovani che ritornavano in valle. Avevamo all'epoca ventidue, ventitre anni. Quindi appunto, eravamo molto giovani e viste da da chi ci conosceva o dai paesani. Sembrava un po', una cosa folle aprire un'attività qua ci credevamo, quindi siamo andati avanti. È da subito. Magari C' era un po' di si pensava che fossimo un po' incoscienti poi in realtà, quando noi siamo stati cosi' abbiamo iniziato a essere concreti. Abbiamo avuto una grossa mano anche da amici e da gente del paese. Quindi dai piccoli agli anziani piccoli, dicendo a pochi ma fino agli anziani. E ora sono i nostri piu', come dice Giuliana Ehi, nostri piu' grandi fan, questi questi signori. Insomma abbiamo un buon seguito, sì che ci hanno ci hanno creduto tanto anche loro è poi ovviamente nel tempo è diventata la realtà del progetto antagonisti diventato più ampio. Quindi ha rubato un sacco di persone, un sacco di giovani e quindi anche per l'agenda del paese vedere giovani tornerà sul territorio e vivere il paese è stata una bella svolta. Perché il destino è diciamo che di dieci anni fa a vedere non era proprio roseo rispetto al paese. Invece adesso tutta un'altra realtà perché giornalmente ai giovani che lavorano, che si spostano, che buono, ma soprattutto che vivono qua. Di questi diciassette ragazzi, quindici vivono qui e altri nei paesi vicino, quindi fondamentalmente ha dato proprio una bella energia. Vivevano già qui o si sono spostati tutti i ragazzi giovani? Ok, se questo localizzatore si' no, appunto, eh ragazzi giovani che adesso vivono a Melle, che quindi collaborano con noi, sia direttamente che magari a livello di rete è quasi tutti erano andati via. Che ha fatto l'università che è andato a lavorare come abbiamo fatto noi. E poi pian piano quasi tutti si sono trasferiti nei paesini qua vicino. Quindi appunto hanno portato energia fresca, nuova, idee nuove. É quello che serviva lui sia i ragazzi che già vivono in paese, ma anche gente totalmente nuovo. Ci sono una ragazza che si è spostata da Londra e di Padova data vivrà a Londra tre anni e poi tornata qua è venuta a vivere qua ci sono dei ragazzi Saluzzo, ci sono dei ragazzi di dei paesi vicino. Abbiamo tanti ragazzi, testate, giovani di Torino che ci chiedono di nel lavorare qua è un bel movimento rispetto a quello che è stato fino adesso. Ovviamente proprio un bel cambiamento. E come funziona la collaborazione? Sono tirocini e io ci sono. Tieni le collaborazioni dipende un po' da che tipo di collaborazione? Tendenzialmente chi vuole farsi sulla stagione estiva e scopriamo o delle candidature per la stagione estiva. Quindi noi ovviamente d'estate il nostro picco di lavoro, quindi abbiamo bisogno di tanto di tante persone, soprattutto ragazzi che lavorano in sala in cucina e quindi si fa un'esperienza di tre quattro mesi emma l'ottanta per cento di quelli che poi si vengono a fare la stagione. Qua tantissimi vogliono rimanere, quindi se abbiamo la possibilità cerchiamo di includere nel progetto, è continuare un po' anche nel periodo invernale. Una delle cose che noi crediamo tanto e vogliamo portare avanti e che questo sia un progetto non legato alla stagionalità. Fai una ripresa di tutto l'anno. Noi abbiamo combattuto tanto, soprattutto all'inizio per prova a cercare di tenere tutto l'anno aperto è stata la cosa più difficile. Adesso per fortuna è assodato e quindi riusciamo a portarlo avanti così come locali, così come l'ostello, così come il piccolo, la piccola gelateria che ovviamente il parere di di bassa stagione faticano molto di più. Però in realtà in questo momento nel tempo siamo riusciti a far sì che tenga tutto l'anno e quindi abbiamo bisogno di questi ragazzi tutto l'anno che decidono, scelgono di cambiare vita e di venire a farsi esperienza. Se una volta quello che stiamo denotando una volta di andare a farsi l'esperienza significava anche andare a londra, andare fuori, farsi erasmus togliersi un po' da casa adesso tante volte far fare quell'esperienza sta diventando questo posto qui vado a fare un'esperienza di uno o due anni e-mail e fa molto ridere perché mi sia scappato a diciotto anni. Invece adesso abbiamo diciamo ragazzi diciotto diciannove anni che dico che mi faccio l'esperienza al quindi è molto figo. Ok, è vero che chiede una volta cosa? Rispetto alle realtà che fanno parte appunto di questa rete con cui molti che tipo di realtà sana sono realtà, scusami la realtà con cui collaboriamo e fanno parte della rete humus sono realtà sia agricole che in realtà commerciali, tendenzialmente legate al mondo della ristorazione in questo momento qua eh sono realtà la maggior parte dei giovani, quindi anche queste nate negli ultimi anni. Una ragazza si chiama Agnese che fa linfa di betulla c' è la necessità di cresco. Ci ci sono dei ristoratori come poliziotti, ristoranti. Kimi C' è zero su due ragazzi giovani anche loro venticinque anni e tre figli che hanno preso dal papà l'azienda agricola e fanno del male perché ovviamente siamo gemelle ed è uno dei prodotti che due anni fa è diventato presidio Slow food, quindi sta crescendo anche quella. Questa cosa qua è ci sono adesso c' è Carmelo che è un ragazzo che alleva animali, sta aprendo una piccola, una piccola macelleria, però di animali solo da cortile, trattati in un certo modo. Quindi sono tutte realtà che tendenzialmente hanno sicuramente un'attenzione dei valori che ci accomunano, quindi legate all'ambiente in primis, legate al cibo fatto in un certo modo delle scelte etiche. Vogliamo chiamarle sostenibili questa parola che adesso va tanto di moda che sia che ovviamente rispecchiano un po' i nostri valori e quindi ci troviamo, è facile trovarsi e così già ormai da un po' di anni, quindi lo portiamo avanti da un po' di anni. Ripeto nell'ultimo anno siamo riusciti a concretizzare anche legalmente questa cosa perché prima ci si dava una mano, però adesso riusciamo a farlo con molto piu' con in modo molto più ampio, con un ampio respiro perfetto è quando organizzato anche degli eventi o si' legati al organizziamo degli eventi in collaborazione anche con appunto altri altri ragazzi, per esempio, e un paio d'anni che qua me le organizzano respiri che è un evento che è strutturato per tutto il paese e dove si diffonde musica e dove si fa street food, dove collaboriamo, appunto, è un sacco di attività legate al cibo legate alla ristorazione. Quindi facciamo dello street food dove la gente puo' camminare per il paese e ascoltare la musica legate. Ho legato all'ostello, per esempio è questa estate abbiamo fatto del abbiamo fatto al cinema all'aperto, abbiamo avuto dei gruppi, è delle scuole che venivano. Partiremo con del coworking. Prego, anche se è così il coworking portando un evento, ma proprio un progetto che cerchiamo di vorremmo mantenere nel tempo. Tendenzialmente cerchiamo di fare finché si si poteva. In realtà adesso è un po' più difficoltà a fare degli eventi. Quindi con le altre attività abbiamo organizzato il primo festival che è stato organizzato è stato nel duemila e diciotto o diciannove diciotto su ciò che è stato fra i sensi è stato è un evento che ha un po' era l'evento della rete che non esisteva ancora ufficialmente. Ma è un po', un evento di di diciamo di tutti i locali che lavorano in questa nostra rete e in tendenzialmente vorremmo poter continuare a farne di eventi. Negli ultimi due anni abbiamo ovviamente faticato rispetto un po' alla situazione. Ci siamo trovati, quindi non possiamo rallentata questa adesso. Grazie stampare, riprendere le cose sicuramente nel duemila ventidue gia' in programma di farne altri è ampliare un po' per cercare di far conoscere il più possibile questa realtà eh? Se magari vita anche dove arrivano alla persona che frequento no sia lei le visite organizzate o anche semplicemente quindi se è riuscita a coinvolgere anche la valle o anche no paesi limitrofi così grave ma gli rispetto alla realtà rispetto agli eventi che facciamo tendenzialmente la valle si coinvolge é pazzesca mente piu' difficile coinvolgere la valle che coinvolgere le persone fuori le la nostra realtà, per esempio lavora tantissimo con gente che arriva da torino, cuneo, savigliano, saluzzo, fossano. Quindi nelle città vicine nella valle si sono coinvolte assolutamente è però il numero di persone molto piccolo. Immaginate che da pontechianale a piasco ci saranno diecimila persone in tutto. Quindi stiamo parlando di mezzo quartiere di torino probabilmente e quindi è un po' più complicato. Poi ovviamente cerchiamo di il lavoro che cerchiamo di fare è coinvolgere assolutamente la valle, ma è la cosa è anche più difficile. Come si dice nessuno è profeta in patria. Certo ha qualcosa di più sulla terra perché non abbiamo tanto approfondito che viene fatto a qualche caratteristica? È sì, un bel film. Sì, esatto. Noi siamo siamo un beer firm, un brutto film, quindi non abbiamo un impianto al nostro riproduzione, ma ci appoggiamo ad altri impianti. Quindi siamo partiti anni fa, come appunto la produzione di una birra. Siamo partiti con un season, visto il nostro diciamo amore per questo stile di birra belga e poi da lì abbiamo fatto diversi stili di birra. Non abbiamo mai avuto un beneficio di nostra proprietà, quindi facendo collaborazioni è tendenzialmente possiamo creare dei processi, possiamo collaborare con altri birrai. È quindi come dire sì, noi ci chiamiamo Gipsy Brewers Byers, proprio per questo motivo qua, perché ci piaceva mantenere un rapporto con Beery birrifici del territorio principalmente molto più stretto e quindi collaborare con tutti i birrifici del territorio. Noi produciamo birre da praticamente quasi tutti i birrifici che si trovano in zona e sempre di più. Ovviamente abbiamo un birrificio di riferimento in questo momento sul territorio, però cerchiamo di fare collaborazioni anche con gli altri e ci piaceva mantenere questo questo metodo di lavoro, nel senso che bei film significa che noi ritroviamo la ricetta Facciamo noi tutto quello che concerne il il pensare a una ricetta e poi andiamo al birrificio e affittiamo l'impianto e facciamo il nostro prodotto. Abbiamo deciso di partire in questo modo per due motivi principali il primo perché fare un beneficio molto costoso e quindi ci piaceva più investire questi soldi in prima, creare una realtà sul posto che fosse accogliesse la gente per parlare di noi in primis. E poi il fatto di poter continuare a fare collaborazioni ci permette di crescere sempre, perché alla fine hai sempre uno scambio di idee anche con altri birrifici e ti permette di imparare molto di più. Soprattutto in questi anni è stato così e cambiare birrificio, vedere come si fa in modo diverso, vedere un po', le realtà diverse. E non so se un giorno faremo un birrificio, spero di si', magari tra qualche anno. Non lo so, in questo momento va molto bene la strada che abbiamo fatto. Siamo molto contenti perché, ripeto, ci ha permesso di crescere anche proprio come qualità della birra come idee rispetto a Puoi portare il nostro babbo. Ok, benissimo. La vendete anche se sì, dove? Beh, Spark, se il rilascio eh sì, vendiamo a birra. Vabbè, principalmente l'ottanta percento e veniamo qua. Sul tablet è al pub, la gelateria. Poi abbiamo vendiamo. Ovviamente abbiamo una rete commerciale che tocca principalmente la regione Piemonte, quindi Torino tantissimo. Cuneo, Saluzzo, Savigliano, Fossano è abbiamo un e-commerce, quindi vendiamo online. Diciamo che questa è stata un po'. La svolta soprattutto noi per in un paesino piccolo spedire soprattutto nei periodi di lockdown è stato molto importante e continuiamo a sviluppare un po', la rete commerciale, perché quello che vogliamo poi effettivamente fare produrre anche nei periodi che quando qua magari il turismo un po' più lento, un po' più morto il talento riusciamo a con portare le nostre birre in giro. Quindi farle conoscere ad altri clienti. Quindi abbiamo una rete commerciale che gestiamo direttamente noi. Noi abbiamo dei distributori, andiamo noi direttamente col nostro furgone consegniamo diretti e indiretti. Però ci piace ovviamente la cosa che su cui puntiamo di più e venderla direttamente il nostro locale perché alla fine riesce a raccontarla molto meglio. Riesce a spiegare cosa c' è dietro? Racconti la storia, eh? Ha un altro significato. È ottimo. Una cosa vorrei io Domando un po' più personale come cosa significa per voi essere riusciti a fare tutto questo è anche avere la possibilità di perseguire concretamente in un progetto sempre più allargato per per me personalmente già dall'inizio ho iniziato, ho iniziato con chi con questo percorso Cnn, eravamo già decisi ad allargare il gruppo dalla ad aprire il progetto. Quindi il il mio stimolo, il quello che mi fa prendere bene diciamo della mia vita rispetto a questo progetto qua è proprio questo di aver di essere riuscito a creare qualcosa con lui e avere incluso aver incluso tanta gente che crede in questa in questo progetto, nel senso che è molto legato alla vita, alla nostra vita, a vivere sul territorio. Quindi questo é il mio stimolo e di di avere che ha accolto e incluso tante persone della mia età. Ma di che mi chiama sempre progetto antagonisti. Questo è ed ovviamente oggi legato ad un'azienda. Però in realtà scegliere di venire a lavorare qui è una scelta di vita. Non è solo un lavoro, una scelta lavorativa che a me piace un lavoro e scelgo il lavoro qua devi scegliere di vivere qui e comporta tante cose cose positive, ma anche cose negative. Ovviamente come tutte le cose è oggi. Per fortuna le cose positive superano quelle negative, perché ci troviamo in una condizione che molto bene abbiamo una connessione internet non buonissimo. Abbiamo connessione internet, permette di lavorare, di portare avanti la nostra attività e quindi quando hai delle persone intorno che non scelgono solo un lavoro ma scelgono uno stile di vita, quindi scelgono di tornare a vivere. Un territorio porta in sé, non solo a livello lavorativo una crescita, ma porta in sé. È proprio una crescita generale di quello che sta succedendo e di quello che poi effettivamente uno vede un po' il futuro di cambiamento del territorio. Non mi aspetto che un giorno me le sia ripopolata dal cento percento, però mi aspetto che chi ci vive ci vive con un altro un'altra testa rispetto a quello che è stato vissuto fino ad adesso. Una delle cose che diciamo spesso e ripetiamo spesso che forse negli ultimi trent'anni la montagna è stata vista un po' come un parco giochi e questo ha fatto sì che si riempisse d'estate o durante l'inverno e si svuota asse in tutti gli altri mesi dell'anno e diventa un po' quello che dico. La cattedra una cattedrale nel deserto, cioè bellissimo, fantastico, bellissimo territorio. Ma poi se non hai vissuto è un territorio vuoto e può essere solo esclusivamente un territorio vuoto. Si è vissuto così, cosa diversa. Invece la nostra scommessa è cercare di non renderlo una lettera nel deserto, ma renderlo un posto che c' è una socialità, cioè una cultura. Noi spessissimo diciamo noi abbiamo bisogno di cultura, ma per noi in primis, poi da portare agli altri. Ma per non in primis. Quindi questa forse è la cosa più bella, che è il risultato più bello che stiamo ottenendo di non fare una cattedrale nel deserto, ma rendere un nuovo modo, nuovo valore alla montagna rispetto a quello è stato fatto negli ultimi anni. Benissimo. Ma se hai qualche domanda io ce l'ho una curiosità, ma maggior parte non ha risposto pero' abbiamo raccontato un po' di progetti legati al ripopolamento, spesso ambizioso. Se ne parla tanto al primo all'interno no, concordo eh, tra i tanti che ho sentito questo vostro mi sembra che sia proprio a tornare ad una concretezza molto forte. Nel senso che i giovani che tornano a ml numeri pure tanti collaboratori è solo un po' difficile vado a voi però ci può questa domanda secondo voi cosa? Che cosa? In questo caso che ha funzionato nel vostro progetto? Perché spinge, spinge anche le persone a venire. Ragazzi che vengono qui al meglio invece di andare a Londra. No, è importante L'idea imprenditoriale importante la visione oppure il posto si stava tu no, mentre altri no. Ma cos'è che ha funzionato finché va, perché immagino sia in crescita. Ma ok, è cosa Ha funzionato, eh? Io spesso la riassumo così ci siamo trovati nel momento giusto e nel posto giusto. E bisogna ammettere che è stata forse anche in parte un po' una che fortuna! Abbiamo avuto un po' di fortuna. Ma forse quello che ha fatto veramente la differenza e il valore che noi ci abbiamo messo dentro. É quello che dicevo prima il come vedere un territorio, noi una delle cose che ci portiamo sempre dietro e diciamo ci ripetiamo spesso e non chiudersi il rischio di finire in paesi piccoli di montagna o finire in attività e pensare solo solo esclusivamente la produttività ci mette nelle condizioni che puoi nel tempo. Poi rimani tu e basta da solo e ce lo fai per tre quattro cinque dieci anni e poi ti stufi. È una crea la rete in primis, quindi metterci nelle condizioni di creare una rete e non essere soli sul territorio. E questo ha fatto la differenza. E due dare un altro valore a quello che sta facendo, ma soprattutto cercare di aprire il più possibile un territorio a delle realtà che tendenzialmente siano sempre escluse. Cioè le nuove idee e nuovi progetti imprenditoriali sono legati spessissimo anche nelle città. Tutta una serie di situazioni che si pensa si possano fare solo in città. Per esempio l'idea di fare un coworking qui o fare delle utilizzare il nostro ostello delle altre aree per fare del team Billy per aziende e questo permette di aprire in modo sostanziale e quindi hai riesci ad avere una rete ancora più ampia e ti sembra di stare nel mondo. Non sei isolato e questo fa la differenza. Una delle uno dei miei obiettivi personali che mi piacerebbe tantissimo e che un giorno in cui ci fosse di nuovo una scuola che non era una scuola elementare di una scuola media, però utilizzare questo posto come banco di prova per un sacco di scuole che oggi forse hanno bisogno di una realtà concreta di territorio su cui effettivamente provare a fare tutto quello di cui si parla spesso, ma si parla in altri luoghi è più complicato qua, cioè concreto. Quindi è fattibile una domanda che noi facciamo a tutti e che vuole essere abbastanza personale, quindi devi rispondere due volte che cos'è per voi l'italia che cambia e non il nostro progetto che cambia ma in senso più ampio dato quindi se potete rispondere è iniziando con per me l'italia che cambia eh noi mettiamo questa parte alla fine del nostro non un'alleanza credo che vi ispira questa parola vai l'italia che cambia inteso come l'italia che se devo pensare che che che si riferisce al territorio ma anche proprio cosa spiega questo spiega qualcosa si' non sono uno spirito, desiderio, speranza, insomma le libere proprio nella regione legata solo al territorio legato. Certo, certo, chiunque risponde davvero cos'ha perso. Quindi qualsiasi cosa tu voglia dire andato benissimo per me l'italia che cambia è un cambio sostanziale di valori che in questo momento forse sono mancati negli ultimi anni. È o forse un ritrovare un certo tipo di valori che effettivamente non ci siamo, dove ci siamo un po' persi è secondo me cambiando quelli si può cambiare l'italia veramente su cosa? Dico che lo dico? La concreto concreto per te è concreto anche in base alle tue scarpe è bo ci penso secondo si' forse anche una piccola speranza speranza mi sembra un po' a fare e poi dopo quello che fa quindi probabilmente appunto con la concretezza che gli posso dire che che inizia a fare pensare a fare l'italia per me l'italia che cambia si l'italia che cambia e agire quindi essere essere concreti insomma io sono una persona concreta, quindi penso che sia quella su lavorativamente anche a livello di mentalità. Grazie grazie. Certo, se ci sono esperienze tu e questo è sicuramente un'esperienza tua dirette o a come sei arrivato qua, quindi molto, molto importante che sei pazzo di lei. Perfetto, siamo tutti non ce n'è uno sano ciao sono pazzo grazie a questo curriculum che Ok, ok, va bene. Che bello! Com'è il nome. Ciao, sono malattia revelli, ho trentatré anni. È fatto questa scelta personale. Avevo un contratto a tempo indeterminato nelle donne nel settore biologico e ho mollato tutto per seguire la mia testa. Il mio cuore é questo progetto e sono arrivato mail un anno e mezzo fa e ho iniziato a lavorare in officina antagonisti come cameriere, giusto per imparare il lavoro e capire cosa vuol dire vivere me. L cosa vuol dire lavorare in pub, birreria cosa siamo noi? E ad oggi sono responsabile di dell'ufficio antagonisti anche della gelateria caffetteria fioca dove ci troviamo adesso è Mme, è una rapinato? Ma che è? Ma giusto è vero brava certo stai bene? Sono originario di Saluzzo, prestino chilometri quadri nella sono a conoscenza di questa realtà perché parecchi anni che vengo su a Melle perché conosco tutto questo fantastico gruppo di ragazzi che mi hanno dato fiducia e mi hanno mi hanno assunto con loro e portato nel vivo nel cuore del progetto. È cioè un una profonda amicizia che già mi legava a tutti i miei colleghi il quindi non sono proprio un estraneo. Venivo già sempre, ovviamente avendo un altro lavoro. Veniva ovviamente weekend in settimana, caramelle e ho fino alla scelta definitiva che volevo andare via dalla città per vivere in montagna. Soprattutto la parte fondamentale è proprio il gruppo che mi ha che mi ha fatto prendere questa decisione di mollare il lavoro a tempo indeterminato a Verzuolo e spostarmi in montagna, eh? Con tutti loro fantastica. Quindi adesso responsabile di questa che un po' come andiamo? Certo, qua è una gelle fioca, è una gelateria caffetteria. Quindi ci occupiamo di è nato come un luogo di ritrovo per tutto il paese, quindi sia da tutta la caffetteria è Buzz. Ha lo sviluppo poi di tutta la parte, anche di cucina. É da parte di sviluppo del gelato di montagna. Ehm adesso abbiamo cambiato, abbiamo rinnovato tutto il team. Siamo un team tutto nuovo, ancora da sperimentare in tutte le le ragazze che lavorano con me e stiamo cercando di puntare su tutti i prodotti del territorio sia da parte della cucina che dalla parte anche usare dei prodotti locali anche per esempio per i cocktail o per la per peraltro no, no. Abbiamo anche un progetto molto interessante che si chiama immensamente e ovvero che collaboriamo con L'azienda Val V' Erbe qua in zona delle tisane biologiche degli infusi e ogni giorno gli portiamo facciamo un servizio mensa per i lavoratori è tutto studiato. Ovviamente C' è stato un mega lavoro dietro c' è stata una contatto con nutrizionista per decidere proprio le materie prime da usare per sapere le le loro modalità di lavoro, di assunzioni, anche delle calorie, di tutto quanto per poterli stilare. Una bella dieta anche bilanciata e tutto quanto e quindi ogni giorno, in base a quante persone lavorano gli ordini che ci vengono fatti. Noi li prepariamo il bar a King, li portiamo da mangiare tutti i giorni della settimana per tutto l'anno e stiamo anche sviluppando. Cerchiamo vorremmo sviluppare molto di più anche i pranzi sempre legati a questo servizio mensa che diamo già da fioca. E quindi è come vedete lì, in quella lavagna, cioè tutto il nostro menu, cerchiamo di usare anche lì i nostri prodotti, soprattutto quelli che abbiamo nell'orto. Per quanto riguarda tutte le verdure, cerchiamo di fare scelte che possiamo sostenibili e la e basta. Ottimo. Quanti siete adesso il team? Ci sono tre ragazze che si alterano sui turni mattino pomeriggio, ovviamente nei weekend dobbiamo essere qualcuno in più. É una ragazza fissa in cucina, deve appunto non c', è solo la parte di preparazione di di tutto, di tutto il cibo. Ma ovviamente c' è anche da parte di immensamente. Cerchiamo di tutto quello che portiamo al pubblico. Noi cerchiamo di farlo noi un Mad dalle torte ai cookies biscotti e e quindi c' è parecchio. Cioè perché ho carne sul fuoco. Io avevo iniziato come cameriere in officina. Antagonisti è due estati fa. Oh oh, l'estate scorsa mi ricordo questo si' questo si' taglia. Ho iniziato come cameriera Officine antagonisti due estati fa. Eh no, era un lavoro che avevo già fatto per parecchi anni nel saluzzese, in tutti i dintorni e quindi è un lavoro che a me congeniale, cioè stare bene a contatto col pubblico e con relazioni sociali. No, no, da ho fatto lo scatto dopo ovviamente c'e' stata la perdita di mezzo, che è stata una bella, una bella botta, ma sono adesso. Attualmente sono responsabile sia dell'officina antagonisti che della gelateria fioca. Ho fatto lo step da cameriere alla responsabilità dei due locali. Ok, è uno degli aspetti belli anche. Ma che attenzione la decisione in quel momento. Però poi, dopo un po' di tempo, ha detto Dopo un anno molto spesso quello non sono più la stessa. Perché c' è un ascolto forte anche delle esigenze delle delle passioni. Quindi immagino che nel tuo caso, ma questo esatto, è certo esatto è penso sia l'aspetto più bello degli antagonisti, ovvero che sono stato assunto come cameriere giusto per entrare nel mood per capire cosa voleva dire vivere a mail cosa vuol dire lavorare in montagna che non è come vivere in città è mme. Successivamente la cosa bella di di fabio di Chicco che riescono a valorizzare le persone, ovvero per quello che sanno fare meglio è. Evidentemente avranno visto in me delle doti organizzative saranno funzionali emma ed è successo anche a molti altri miei colleghi si passa sempre. Ovviamente essendo il nostro un lavoro prettamente stagionale d'estate abbiamo molto più bisogno di persone nei due locali e quindi quello è il primo step. Giusto anche per capire, per capirci capire se tu veramente vuoi vivere qua, se ti interessa se ti piace il progetto e successivamente e la trovo una cosa stupenda, che ognuno poi riesca a indirizzarsi verso la cosa che gli è più congeniale e soprattutto che riesco a dare un aiuto vero, concreto con le mie capacità. Ottimo. E sarebbe bello sapere quali sono gli aspetti più belli per te questo cambiamento che faccio, che c'e' no si' il giorno dell'amicizia, ma comunque inserire in un contesto nuovo. Quindi che cosa guardate allora ha portato un questo cambiamento mio d m di vita, perché è stato proprio un cambiamento totalmente totale di vita e mi ha portato sicuramente l' entrare a far parte di un gruppo così affiatato è bellissimo per tutti gli stimoli che ti arrivano e la e che molte persone rimangono sempre ferme, fisse nei nella loro stabilità economica, nella loro comfort zone. E questo è stato un bello stimolo. Io sono una persona che ha bisogno di molti stimoli per continuare, per dare il meglio di me stesso e quindi questo progetto appena ho iniziato a entrare a far parte e mi ha proprio mi ha fatto fare un uno switch mentale che cercavo da un parecchio tempo. E infatti sono molto grato ai gli antagonisti che mi hanno preso in carico anche a posto. E se mi dici cosa vedete il ricambio questa è la domanda finale che noi facciamo che non lo so dovresti spiegarmelo primo paese ve lo ridice il nostro il nostro tragitto si chiama Italia che cambia eh per me che cos'è l'italia cambia in generale, quindi in senso lato che se vuoi, nella risposta dicendo veramente perfetto per me l'italia che cambia e aspetta che ci devo pensare. Dieci che per me l'italia che cambia la valorizzazione aspetta secondo me era bellissima valorizzazione è infatti allora ok per me l'italia che cambia è la valorizzazione ridare nuovo spazio, nuova luce ai giovani che hanno il coraggio con ovviamente mille paure, difficoltà di intraprendere nuovi progetti e renderli propri e soprattutto l'italia che cambia e anche rivalorizzare determinati luoghi. Per esempio dove siamo noi a me il e cercare di ridare vita a un paese con piccole all'inizio erano piccole piccole attività, piccole piccole cose, piccoli stimoli. Poi adesso ovviamente siamo cresciuti per me, quindi questo sì, magari come il progetto zio Ciao testimonianza tua sono okay sedici dici nome, cognome il sottopancia. Io mi chiamo Giuliano Aragosta ovvero Ma si guardi Giuliana rad osta Ok, nel luogo che ci mettiamo al sottopancia questo è per noi più che altro responsabile comunicazione perfetto adesso che in Okay beh, se ci racconti la tua storia, alcuni come dove vince due livelli. Come sei arrivata? Ho iniziato a collaborare con gli antagonisti nel duemila e diciannove, dopo cinque anni trascorsi a Milano in cui mi sono laureata in relazioni pubbliche e comunicazione d'impresa. Poi mi sono trasferito a Torino, poi pensavo di voler continuare a vivere la mia vita nelle grandi città. E poi invece è il caso della vita. Mi ha portato in qualche modo qua e ho capito che il paese è piccolo, era il posto che faceva per me. L'ambiente casalingo, sempre, anche nelle vie che percorri, è iniziato nel duemila diciannove come cameriera e poi durante la pandemia, quando sembrava che tutto si stesse per sbriciolare. In realtà qui all'interno del progetto, come sempre si trova una forza dirompente che è in grado di spaccare qualsiasi ipotesi. E quindi il mio capo, anzi i miei capi, è comunque chicco e ferro mi hanno proposto di occuparmi a trecentosessanta gradi della parte di comunicazione, quindi abbiamo iniziato questo banco di prova in piena pandemia globale. E poi questa cosa è continuata nonostante uno non se lo aspetterebbe mai per una piccola media impresa come questa, perché eravamo ancora meno due anni fa. Adesso insomma, stiamo crescendo, ci sono diverse persone che mettono il loro contributo all'interno e io ho pensato che cosa migliore non poteva capitare, perché quello che succede spesso nella comunicazione e che tu comunque devi sposare è tutti i valori del brand che comunichi o comunque perlomeno far finta di sposarli eh, io mi ci identifico totalmente in tutto ciò che facciamo sempre quotidianamente. Non è un peso venire qui, anzi la cosa bella è il fatto che ognuno può spaziare nel proprio campo e sperimentare una cosa molto bella qua è che è un lavoro che si basa sui rapporti di fiducia, quindi io ho fiducia in cio' che fai? Ma soprattutto se vuoi ti puoi anche permettere di sbagliare perché io non pretendo la perfezione da te. Io pretendo che tu acquisisci competenza durante il tuo lavoro è semplicemente inizi un po' a esprimere quelli che sono i tuoi sogni desideri e quindi è quello che a me capita di fare tutti i giorni. Poi la cosa bella è che ovviamente c' è un bell'ambiente o dei colleghi fantastici che appunto mi permettono di spaziare costantemente e e cos'altro. Ti posso dire se mi dici magari come è stato il cambiamento anche dalla grande città a vivere in un paesino comunque di montagna che quali sono gli uccelli che Emma c' è una cosa su cui mi ha fatto riflettere la mia collega che sarebbe la responsabile dell'ostello che si chiama Elena Bert, Walt e lei, prima di trasferirsi qui, viveva a Londra. Quindi anche lei vive in una grande città e ci siamo ritrovati su questo punto, nel senso che molto spesso nella città ti capita di sentirti da solo in mezzo a tanta gente. E invece nei paesini ti senti pieno o comunque non in solitudine, nonostante magari attorno a te il paese è tecnicamente povero di persone nel senso qua ci sono siano duecento persone durante la pandemia mi sono effettivamente resa conto di quante persone vivono in questo paese. Sono veramente pochissime. Però è proprio un'altra esperienza, nel senso che nella grande città il contatto con l'ambiente non ce l'ha e non ti rendi conto dello spazio che ti circonda o comunque non ci fai caso, perché per forza di cose si tratta magari di palazzi di strade asfaltate. Qua invece necessariamente te ne rendi conto, oltre al fatto che te ne rendi conto perché ti aiuta affacciarsi alla finestra di casa e vedere di fronte a te il fiume Varaita e le montagne e ha un altro significato che affacciarsi di casa e vedere la circolare novanta che passa sotto casa tua o le ambulanze che sono dalle tre di notte, sempre costantemente. Quindi è sicuramente il fatto che è proprio un ambiente accogliente, che e forse è proprio questo su cui si deve tornare a fare leva su come in realtà noi possiamo sentirci perfettamente allineati con spazi come questi. Per quanto magari a volte possa essere difficile vivere in media valle o in montagna, soprattutto all'inizio in cui ti trasferisci perché non è rose e fiori. Quando ti trasferisci, però dall'altra parte c' è un ritorno non indifferente. La passeggiata nel bosco te la fai e sarai sotto casa, ovviamente. Ok, sei qualcosa in piu' rispetto all'ostello è io sono andata nel duemila e diciannove quando sono iniziate ad evolversi moltissime cose in questi due anni non so quante così siamo riusciti a fare. Io sono arrivata loro avevano appena appena vinto un bando con il comune dove gli concedeva ehmm questo spazio nella ex scuola elementare del paese che tra L'altro ha frequentato chicco e riconvertire in un ostello. Noi abbiamo vinto il bando, ci siamo fiondati dentro durante il primo lockdown, abbiamo lavorato per ricostruirlo. In qualche modo è e era praticamente il pezzo mancante di questo progetto. Noi avevamo creato un luogo dove la gente si poteva fermare, cenare, osservare dalla finestra, entrare all'interno di un paese come questo l'ostello e quel luogo che dura piu' di una serata e quindi puoi veramente iniziare a renderti conto di che cosa significhi vivere in un paesino come questo tant'è che noi abbiamo una politica nostra interna. Tutte le persone che vengono accolte in ostello non li definiamo turisti, bensì abitanti temporanei, perché tu devi sentirti come se questa fosse per un momento casa tua e provare proprio l'esperienza bella e anche brutta, magari che ti può dare comunque un luogo come questo. Ogni angolo dello stello parla di tutte le persone che hanno contribuito a renderlo tale. Quindi Samuele che ha costruito i letti e soppalchi di Fabio e Kiki che hanno ristrutturato vecchi mobili di Elena per quanto riguarda la parte dell'accoglienza e far sentire comunque le persone al sicuro. Anche perché è una cosa che devi dare in qualche modo, soprattutto per uno che arriva da fuori e non sa che posto sia. É un incubatore, nel senso che noi diciamo che lo stello prende la forma di tutti gli abitanti temporanei che attraverseranno quella porta. Quindi Quest'estate è stato così. È stato un teatro, una scuola di musica, una scuola di inglese. È stata la casa vacanze di una famiglia. Hanno fatto Barb e che hanno fatto diverse cose e noi l'aspirazione è proprio quello di poter continuare a progettare all'interno dell'ostello e far sì che possa diventare anche un luogo di incontro per persone esterne che decidono di utilizzare quello spazio per creare cose nuove. Si chiama ostello antagonisti James Factory, cioè produzione di sogni, perché pensiamo che questo ambiente ti possa permettere di resettare e di riconnetterci un po' no, con quelli che sono i tuoi desideri. Lo stella è semplicemente il luogo in cui tutto questo può avvenire. Perfetto. Quanti quante stanze ci sono di solito? Si è un ostello ibrido, nel senso che al pianterreno abbiamo la prima parte comune con sale cucina e poi però ci sono due camere matrimoniali private con bagno. E invece il primo piano è la zona più comunitaria perché abbiamo due stanze e matrimoniali private, ma con bagno in comune e due camerate da otto posti ciascuno con bagno in comune. Le camerate noi ci piace definire la stanza nella stanza perché comunque abbia, siamo riusciti a ricavare un piccolo spazio per la persona per la sua intimità. Infatti è ricco di dettagli proprio perché essendo che deve essere una casa più che un ostello, ci devono essere tanti elementi in cui uno si può sentire. Ok, questo è il mio spazio e del mio perché è diverso dall'altro letto a castello che c' è di fronte perché ci sono altre caratteristiche differenti e in é utilizzato da appunto persone che decidono di farsi un weekend, alloggiare persone che vogliono realizzare magari dei corsi e decidono di affittare, a volte anche l'ostello per intero attività di team building per ad esempio aziende che vogliono fare una due giorni di full immersion con i loro collaboratori a ritrovare un po', il punto da cui ripartire per proseguire i loro lavori e quindi è uno spazio che si presta anche a quello. Poi il giorno che arriva la fibra ciao ragazzi, sarà bellissimo Buongiorno immagino Ok, è l'ultimo cosa farebbe in italia? Ricambio per me l'italia che cambia l'italia che ha il coraggio di credere nelle piccole cose ma per davvero nel senso sostenerle veramente non far finta di dire quello è un posto su cui puntare e poi non farlo perché c' è bisogno di sostegno reciproco. Ci siamo resi conto che fra le persone ch è c'è bisogno di un supporto, magari un po' piu' costruito anche esternamente e quindi rendersi conto che a volte una cosa, anche se rimane piccola, però veramente può portare un piccolo grande cambiamento. Se poi ci sono tante piccole cose, allora il cambiamento sarà per tutti. Grazie mille, grazie. È come solo per rispondere al telefono. Essenzialmente sta nel locale durante la settimana e il weekend. Se quello che è sempre qui Sneaky sì, sì, non me la sento di essere rappresentata come questa figura a livello. No, mi ritengo un collega come tutti gli altri. Altri a livello. Eh sì, esatto. Di gerarchia mi occupo Sì, naturalmente. Di interagire con la cucina. Sono quello che l'ultima parola sulla supervisione di tutto. Apre e chiude. Sì, faccio essenzialmente il responsabile di sala, ma non mi sento di avere un nome. Ma il cognome è il solo con lei. Si RSS è perfetto. Se ci racconti da quanto tempo seguire, dove vivevi se vivi qui come? Beh, io ho iniziato, ho conosciuto gli antagonisti per il fatto che Fabio, il titolare piu' Fiore, uno dei primi cuochi e mia sorella andavamo a scuola insieme, casualmente si sono ritrovati le grandi. È stato raccomandato, diciamo così a quattordici anni, durante uno stage di scuola sono venuto qua per un mese. D'estate è dopo essere andato in giro per l'italia a fare altre esperienze. Sono tornato in qua é a sedici diciassette anni circa sono tornato come lavoratore ha visto come appunto l'età lavorativa. Da lì è m' o diciamo girate in giro qua per me il affidandomi all'alloggio di amici di colleghi per il primo periodo e successivamente mi sono sentito di fare il salto una volta anche finiti gli studi di maturità e basta. Finito il diploma, essenzialmente è voluto spostarmi, anche perché poi ho trovato anche qualcuno che si è voluto spostarsi con me, indi per cui ha facilitato questo spostamento. Quindi da adesso fino a diciamo questo primo rapporto più lavorativo rispetto a scolastico direi due anni, due anni circa dei diciassette se faccio questo per far diciannove. Quindi se i due anni perfetto, appiccicosa, essenzialmente il contratto che viene stipulato dalla scuola con l'azienda con me di mezzo si tratta di alternanza scuola-lavoro cuore che servono per dare in primis l'esame di qualifica si è svolta in terza in terza superiore e dopo in quelle di maturità mi dicevano che ha diciannove anni e devo ancora compierli. Diciotto diciotto giovani sì, se mi dici questo è anche qualcosa rispetto al fatto che appunto siete tutti giovanissimi. Eh sì, parliamo dei diciotto e trentaquattro sì, sì, sì sì, sì molto molta varietà della mia diciotto ai venti poi che molti in tra i venti venticinque e i ragazzi loro malattia. Fabio è Enrico sono un pochino più grandicelli. Trentatré trentaquattro sam cosa? Quelli sono degli aspetti che hai notato anche da quando sei ryota, insomma, e che rendono questo progetto un progetto in cui tu hai deciso di rimanere l'etica innanzi a inizio, quando all'inizio della frase a si scusa per il ma secondo me il mio punto di vista diciamo è stata innanzitutto l'etica che grazie hanno avuto quando mi hanno conosciuto e che vi hanno diciamo improntato, incontrati durante la mia crescita e per cui sono stati degli insegnanti sia a livello lavorativo che a livello anche di vita, perché comunque un'adolescenza ha bisogno di qualcuno qui appigliarsi quindi è stato il fattore che si sono dedicati subito a me, sia a livello di persona che a livello di dipendente è con persona. Si tratta di insegnamenti, appunto, come dicevo, di vita. È invece a livello lavorativo come dipendente proprio di insegnamenti. A livello tecnico è inerente appunto il mondo della birra al mondo, delle birrerie, del lavoro. Questo e poi il loro, il loro pensiero, la loro ideologia riguardo del territorio a riguardo del posto riguardo delle persone, dei giovani. Perché mi sono ritrovato anche spinto molto dal loro pensiero a riguardo della forza lavoro, dei giovani, della creatività che che si può trarre comunque da persone piu' più piccolina e dall'aiuto che ci è stato durante appunto questa crescita case, questo è quello che mi ha fatto innamorare. Servirà che del progetto antagonisti essenzialmente perfetto, eh? Magari ci raccontiamo nel quotidiano cosa cosa fai? E anche secondo me bisogna bello che il clima si respira qui, eh beh, noi abbiamo il clima in questo posto è particolare. È particolare perché ti ritrovi in una situazione in cui un pub discopub, quindi per cui c' è un ambiente informale, molto informale da birreria, quindi magari un pochino più festoso. Ma qual è la parte interessante che non troppo il servizio rimane estremamente ristorativa, quindi ristorazione tradizionale in cui ti sia li mangi piatti anche di una di un certo un certo tenore di una certa importanza. E quindi quel clima è bello perché ti ritrovi a avere un carattere estremamente amichevole, estremamente familiare, un ambiente caldo e vivace, ma comunque mantenendo le linee guida di un ristorante classico. Quindi durante il servizio con antipasti, primi secondi e non con il solito, magari la solita modalità della birreria un pochino più blanda, un pochino più più grave. Quindi questo è l'ambiente che tra l'altro è bellissimo perché poi ti team pronta ad atteggiarti in maniera totalmente differente in un solo servizio perché dipende poi ti comporti in maniera estremamente diversa dai clienti, magari un pochino più elegante, un pochino più anche avanti con l'età rispetto al gruppo di ragazzi e quindi ti devi trasformare durante il servizio. E questa è anche una parte bellissima perché ti prepara più situazioni, è invece quotidianamente beh, oltre a essere un po' malato della pulizia dell'occhio, come avete potuto? Come avete notato beh, apro e chiudo. Come dicevo faccio mi occupo di questa questa parte qua iniziale di preparazione della sala a livello di ordine, in maniera che appunto arrivando nel nel nel nord del servizio, sia tutto pronto a livello estetico, soprattutto in questo contesto di locale che ha bisogno di un pochino più di attenzione riguardo ad esempio, vedi il cammino per preparare comunque un ambiente più più caldo. È bello che tra l'altro vediamo solo arredamento che ha le sue particolarità quindi, per cui si quotidianamente mi occupo di questo di persone e poi, durante il servizio di diciamo creare un ambiente che sia bello per tutti i soggetti che sono coinvolti in esso. Io compreso il il tavolo di due persone che viene a mangiare siamo tutti e tre a lavorare io per far sì che voi passiate in un ottimo momento qui e voi per far sì che io sia in un posto di lavoro, che mi faccia provare emozioni e mi faccia stare bene. Quindi è proprio si crea una squadra tra il cliente e il cameriere e questa invece la parte di cui mi occupo durante durante i servizi e poi niente. La chiusura che parte di pulizia per un pochino più noiosa è che ci va anche quella. Essenzialmente queste sono le mie mansioni. Mansioni qua ok, è mme vabbè un po' dai già accennato prima come com'è stata l'integrazione anche nel gruppo. Immagino che magari lavorando trovandoti a guardare come beh i ragazzi più grandi, tutto ecco che quelli di voi che nel tempo il rapporto di sé grato è stato quello di un fratello che è certo è che il rapporto che si è creato con i ragazzi che appunto erano già qua il progetto è stato subito quello di un fratellino minore, beh, da accudire, da istruire e poi pian piano forte legame di amicizia tra tutti. Poi, ovvio, ci sono anche quei momenti scherzato in cui rimani sempre più piccola. Naturalmente però rimangono comunque belli, perché si crea proprio un legame stretto a cui inizialmente sono estremamente affezionato, anche a livello personale. E infatti anche questo che differenzia questo posso fare da tutti gli altri. Per carità, c' è un'incredibile mole di lavoro, ma c' è anche un incredibile mole emotiva che è molto, molto bello in un ambiente, in un contesto lavorativo, diciamo così. Questo è stato il rapporto che si è creato con i ragazzi ml di un paese dopo, ok, cosa che vivi da solo solo per conto mio. È però un inquilino che sarebbe? Il fuoco la prende fuoco che che? Ma nel frattempo studi? No, ho terminato. Ok, che lavoro, ma in realtà sono entrato. Sì, sì, sì sì che li stai gem? Non ho mai avuto piacere, nel senso che è stato improntato appunto il professionale nella ristorazione non ho mai voluto essere troppo fermo o una domanda quanti ragazzi avete? Dovrebbe scappare da questi posti, invece è rimasto un posto, ma voglio che ti entusiasmi. Si sarebbe sempre guardando è il soggetto ok a modo suo, perché mi sono fatta un po' vaga però come vive a me il mezzo, beh, il passaggio dalla propria casa a me il é stato in innanzitutto contrastante con contraddittorio, viste le mode che ci sono dei saputelli scappare di voler andare a voler andare a cercare un'altra realtà altrove è questo è stato il mio altrove perché mi sono messo in testa che sono innamorato appunto di questa valle e che non voglio andare via di per sé, nonostante abbia anche le sue pecche o la possibilità di spostarmi e di restare qua durante appunto la mia quotidianità e di andare via quando il periodo di fermo di stop. Quindi non mi son sentito né segregato nella mia piccola realtà che è stata la mia crescita, ma anzi ringrazio il fatto che possa svegliarmi ogni giorno e non essere circondato da amore di cemento come la maggior parte degli studi. Sfortunatamente gli studiosi della mia eta' fanno vedi molti si sono spostati a Torino, nella mia realtà, alcuni a Milano, e mi sembra molto difficile già solo pensarci. Non immagino a viverci svegliandosi ogni giorno con una frenesia già di standard, ma ti svegli ogni giorno che sai che dovrai affrontare un livello di stress stress già differente, non solo perché studi mangia solo perché vivi in un altro posto. Già solo questo per me è stato un motivo di freno, è poi trovare questa realtà è stato il passo che mi ha fatto spostare qua. Dammele e sono super contento, anche perché a livello emotivo, poter avere questa libertà di uscire, ad esempio di casa e respirare aria pulita è già un grande vantaggio. È già una cosa che ringrazio ogni giorno che non tutti ti abbiamo gia' solo per chi ha voluto investire il proprio la propria vita nello studio a livello universitario. Alla mia età adesso bisogna necessiti di spostarti comunque nelle grandi città, quindi per cui si sono apprezzo molto il fatto di aver fatto questa scelta anche per il fattore di per essere venuto qui a vivere. Perfetto. Facciamo un'ultima Ok, è questa è una domanda che facciamo a tutti, che poi sarà nella parte conclusiva del video. La domanda è che cosa perde? L'italia che cambia è in senso lato e se puoi iniziare rispondendo partendo con per me l'italia che cambia eh cosa ti fa pensare questa parola? Ma per me l'italia che cambia è un'italia che sblocca la sua mentalità. Siamo in un paese con una mentalità incredibilmente chiuso. Ho potuto vedere altre realtà, gli altri stati ed è impressionante come siamo avanti moltissime cose, ma a livello di testa rimaniamo incredibilmente indietro su dei standard imposti da evidentemente antenati avi che siano società passate e molte di queste ricadute, queste questi giudizi, questa eventualità chiuse anche ricaduta su di me, come potete immaginare, è quindi sì l'italia che cambia. Per me è un'italia che si sblocca a livello di mentalità. Si sblocca a livello di gentilezza di bontà? Si ogni Devo dire che come ogni tanto mi manca proprio perché a livello di persona é per me l'italia che cambia appunto in Italia che che si sblocca il prossimo anche a livello affettivo a livello integrativo a livello personale. Prego, prego. così prova, prova. Come nasce borgo futuro? Come nasce meglio Gambe no postura si' per il uno mi chiamo Matteo. Serve anche il cognome. Mi chiamo Matteo Giacomelli, sono presidente, parte dell'associazione borgo futuro e sono ricercatore anche delle aree interne all'università di Ascoli. Va bene Matteo Giacometti Giacomelli come il sottopancia a Matteo Beh presidente, associazione per questo punto i ruoli Guardami. Chiacchierate informali. Come stiamo parlando? Perfetto, va bene. Non c', è bisogno di chiacchiere. Cosa mi hai già detto? Come dicevamo Certo. Perfetto. Dall'inizio certo i vicini che abbiamo, anche il contesto. Dove adesso, senza farla storica, sono proprio geografica. Dove ci troviamo quindi? Quattro comune in Ok. Allora ci troviamo All'anfiteatro Wren alla cava, che è un anfiteatro naturale. Ripe San Ginesio San Ginesio, Borgo Dell'area interna Dell'alto Maceratese Borgo della Val di Piastra è ripresa. Ginesio è stato luogo negli ultimi anni di Un'azione, diciamo congiunta da parte di Un'associazione e L'amministrazione questa azione a Borgo Futuro borgo futuro che nasce come Festival della sostenibilità. Festival della sostenibilità a misura di Borgo. Quindi che parla delle questioni le macro Che questioni legate? Vai per il montaggio del proprietario? No, no, Dimmi. Dimmi pure. É questa dice Borgo Futuro nasce e poi perfetto rimasto da Borgo Futuro nasce Ok Si', va bene. Borgo Futuro nasce come festival della sostenibilità a misura di Borgo, quindi un festival che prova a declinare le grandi questioni, le macro questioni e la sostenibilità a scala appunto del borgo delle aree interne. È nasce come azione condivisa dell'amministrazione con l'associazione, quindi con un gruppo di ragazzi attivi sia sul campo della cultura, della produzione culturale che nell'ambiente nel settore della sostenibilità. Nasce nel Duemila dieci, appunto come festival e diventa, diciamo applicazione. Si concretizza nel borgo inizialmente di ripresa in cinese. È questo borgo, diciamo dal duemila quattordici quindici è inizia a trasformarsi prima di tutto attraverso un'azione di assegnazione spazi che fa l'amministrazione di Ripe è a favore di giovani dell'area che con idee legate appunto agli ideali di Borgo Futuro eh, aprono spazi, aprono botteghe all'interno del centro storico. Quindi dal duemila sedici diciassette ad oggi hanno aperto un microbirrificio artigianale, hanno aperto aperto una ceramista dove si fanno laboratori. Si lavora con con la terra, soprattutto anche, diciamo a livello seminariale con i bambini e aperto l'anno scorso una un centro sartoria che lavora con tessuti naturali e soprattutto con colori naturali. Questa è un po', la loro caratteristica che utilizzano elementi naturali come foglie, appunto particolari, per tinteggiare, per come tintoria, insomma per per i loro abiti ehmm. Oltre a queste attività nasce anche il nuovo Basilio, cioè cambia gestione, appunto il bar, lo storico bar del paese. E va tra l'altro dell'associazione, borgo futuro. Prova una nuova diciamo, a coniugare questo spazio che era, che era insomma il centro di una comunità, prova a coniugare lo con le nuove culture culture giovanili e quindi diciamo, riattiva uno spazio che diventa anche si' em e che diventa anche punto di aggregazione per i giovani della vallata di Quest'area. Mamma, perché prima si' si' in che modo? Fammi pensare un attimo se se posso declinare, perché forse posso parlare di come Borgo Futuro abbia offerto una abbia creato un'offerta culturale che qui non c' era e quindi in quel senso lo traduce, traduce questa offerta nel borgo, quindi borgo futuro, attraverso un festival, prova a, diciamo, portare un tipo di offerta culturale. È in un luogo che appunto il luogo, questo luogo della val di Fiastra, delle aree interne che altrimenti non ne vede, diciamo per i giovani questi posti spesso si dice, sono poco attrattivi, è l'ambiente urbano più dinamico e stimolante. Aspetta, questa la metto meglio che in sì. Diciamo che borgo futuro ha proposto un'offerta culturale è legata sia alla sostenibilità, ma anche alle arti e alle diciamo, alle produzioni artistiche più sperimentali. Il bar silio prova a portare questo queste arti, questa cultura anche all'esterno del festival e portarla come appunto applicazione come realtà all'interno nell'arco di tutto l'anno quindi non solamente nel periodo estivo questo giro mi è venuto un po' però ehm e poi infatti per un po' più che cosa ha visto in che modo hanno aperto questa? Che l'hai detto ma perfetto che si' quinto appunto non mi ha raccontato niente quello che voglio capire faccio volutamente quindi che succede? Ce l'ho c'era? Nessuno era tutto vuoto, è arrivato il sindaco banda gratis. In che modo si' si'? Non proprio poi non certo allora il bando di assegnazione spazi all'interno del borgo trip, probabilmente l'azione piu' concreta che è stata fatta a ripe san ginesio nel comune quest'azione viene da una collaborazione dell'associazione con l'amministrazione è cosa si fa parte da una mappatura degli spazi inutilizzati all'interno del borgo sia privati che pubblici é da un dall'apertura di un bando per l'assegnazione di questi spazi. Quindi vengono mappati da appunto possibili botteghe artigiani a locali, altre tipologie locali che vengono assegnati a un canone, insomma basso, agevolato a idee innovative che potessero che potessero aprire nuove imprese all'interno del borgo si'. Più più che altro si tratta di spazi comunali, spazi comunali non utilizzati. Aperto anche uno spazio privato è una gioielleria che riutilizza pietre naturali per fare appunto per per dargli una nuova vita, per creare gioielli. E gli altri sono appunto si sono innestati in spazi comunali spazi pubblici vai prima c' era solamente il bar c'. Erano alimentari, alimentari, del paese che, diciamo, è partito insieme al birrificio come appunto punto vendita e birrificio come produzione. E poi l'alimentare si é fuso col bar, creando questo spazio multifunzionale che da bar appunto diventa anche è appunto centro per la vendita. Intanto questa Sam si' Okay quindi il paese di Ripe San Ginesio eh, è il paese dei ripresa in Ginesio ha in tutto ottocento abitanti. Per la maggior parte sono sparsi nelle frazioni circostanti, soprattutto a pastori, perché la frazione di passo che si sviluppo sviluppa lungo la vallata. Nel borgo di Rip ci sono circa un centinaio, forse meno abitanti. È questo che queste attività diciamo, vanno avanti. Funzionano anche per un bacino d'utenza più ampio che raccoglie appunto interessati da tutto il maceratese e appunto per un'offerta particolare e innovativa e diversa dal resto. Meglio questo può essere legame il passaggio da una festa? Mhm anche. Mi chiedo si' okay, allora sempre un po' più vicino. Eh sì. Quindi il festival che come ho detto è il festival della sostenibilità a misura di borgo, quindi prova a trasformare a portare queste idee globali spesso al diciamo nella scala del borgo. Quindi festival se adoperato per la creazione di un immaginario, di quello che poteva essere uno spazio come ripresa in ginesio em diciamo l'amministrazione ha in un certo senso declinato, concretizzato queste idee nello spazio di libera. E quindi questo è stato più o meno l'azione parallela di noi. Diciamo giovani che spesso, abitando a Bruxelles, Berlino, varie città europee, portà, portava idee, narrazioni a ripe San Ginesio e poi un'azione invece più concreta piu' quotidiana dell'amministrazione che l'ha trasformata in quello che oggi ripete. A un certo punto mi è venuta in come che facciamo e dici delle botteghe artigiane, allora il progetto Botteghe artigiane viene da essenzialmente da una spinta dell'amministrazione che si' invece parliamo festival, ma per è questa la questione, nel senso che cela la prima guardia dell'associazione, la vecchia guardia dell'associazione che prova a declinare un po', appunto il borgo l'immaginario del borgo quindi medievale, che caratterizza un po' anche tutto questo territorio con il futuro, con una un possibile futuro che si può dare a questo questi posti e un futuro l'unico futuro possibile è quello legato alla sostenibilità e l'innovazione è da qui borgo futuro chi è a cosa chi? Certo, la persone ah, perfetto. L'associazione del borgo futuro è fatta da un giro di persone più o meno attive che possiamo essere venti trenta ragazzi è principalmente queste persone vivono fuori. Ci sono persone che, diciamo potrebbero entrare nella categoria dei tornanti che tornano per le vacanze natalizie, per Pasqua, per l'estate e da qui anche la struttura dell'associazione che che si organizza intorno a questi due o tre momenti importanti che sono le le riunioni delle associazioni che appunto si fanno sotto Natale sotto le feste comandate, come si dice Emma. Quindi è fatto di questo nucleo molti giovani è diciamo l'incontro tra due generazioni, comunque giovani, che è stata una che è stata un po', la generazione fondante di Borgo Futuro nel duemila dieci e un'altra invece che il nuovo che il nuovo progetto che il nuovo gruppo che viene anche dal da un gruppo che si è creato intorno al social camp. Il social camp è un'attività di formazione residenziale di Borgo Futuro, un piccolo campo, come dice il nome che si organizza a cavallo del Festival. Quindi tre giorni, tre quattro giorni prima del Festival. Ed è un evento, appunto, di formazione non formale, che prova a creare uno spazio diciamo più intimo, sicuramente rispetto a un festival di dibattito. Intorno alcuni temi, alcuni temi legati appunto alla sostenibilità e socialità in tutte le sue declinazioni. La tua abbiamo spiegato a me? Esatto. Okay. Ehm ehm è un borgo futuro, è un festival biennale, un festival biennale, quindi che organizziamo ogni due anni, ma comunque che si porta dietro una struttura che é strascichi anche nell'estate di mezzo, ed è un festival che si organizza all'interno del borgo di Ripe. Quindi vengono ci sono due o tre spazi principali che ospitano una tipologia di eventi è lo spazio incontri in piazza fa volevi che è una piazza proprio a ridosso della ribadire di Ripe e in a ridosso della ripa di Ripe che ospita gli incontri. Quindi gli incontri sui temi, sui grandi temi della sostenibilità ospitato personaggi come la touche, Petrini, Pallante è questo spazio è caratterizzato da una sorta di arena artificiale in cui viene, diciamo, il pubblico viene quasi spinto, favorito verso un'interazione col col oratore che ha posizionato un po' al centro e quindi diciamo negli anni questo spazio ha favorito sempre il dibattito e l'incontro tra queste tematiche più gli interessi globali con diciamo quelle più micro di interesse quotidiano per la popolazione locale è oltre lo spazio incontri ceh relax, ma è uno spazio, un po' di passaggio del borgo. Qui vengono vengono organizzati durante il festival degli eventi più più leggeri, in un certo senso aperitivi nel tardo pomeriggio, piccoli concerti musicali ed uno spazio diciamo nella sua grandezza più intimo, forse. E infine, appunto l'arena la cava del posto dove siamo. Questa arena ha un po', diciamo metaforicamente, rappresenta un po', quello che a borgo futuro e l'azione anche concreta, che riesce a dare un festival questo spazio era un'arena di breccia, quindi di ghiaia, è un'arena ormai abbandonata negli anni, appunto due mitra. Il duemila quattro tredici quattordici quindici Amministrazione inizia quest'opera di rigenerazione per ripensare questo spazio e trasformarlo in un'arena a cielo aperto. Quindi qui vengono organizzati i principali eventi di borgo futuro dal punto di vista la musica, il teatro e raccoglie fino a mille millecinquecento persone. Chiaramente è stato uno spazio fondamentale nell'ultima estate nel periodo del covi d' che appunto ha consentito un distanziamento personale e uno spazio la messa in sicurezza e uno spazio necessario durante questo periodo che biennale nel vuol dire biennale vuol dire che è partito nel duemila dieci. C' è stato nel duemila undici e poi ha iniziato ad essere biennale. Quindi duemila undici tredici quattro, quindici, diciassette, diciannove e l'anno di mezzo, come ho detto si fa. Si è fatto sempre qualcosa l'anno scorso, particolarmente perché appunto, l'anno scorso l'estate appunto tra a cavallo tra i due lockdown, abbiamo deciso di organizzare questo festival chiamato del buon contagio, un festival in cui anche diciamo, a supporto della carenza di occasioni di incontro e della difficoltà per tante realtà locali di organizzare è organizzare spettacoli dal vivo, comunque eventi abbiamo deciso di portare un po' di borgo futuro nei vari borghi della vallata. Quindi da rip é il primo weekend, abbiamo organizzato quattro weekend che che raggiungessero prima col murano, poi urbisaglia. Loro piceno è quindi questo festival è stata un po', una versione più distesa di quello che normalmente borgo futuro futuro. A Ripe san Ginesio raccoglie tra i cinque e i seimila persone in tre giorni, diciamo in questa nuova versione, in quattro weekend ci siamo spalmati su tutta la vallata, consentendo appunto un uno spettacolo dal vivo più più disteso che che lasciare si' è mme. Allora questa come conviene si è già nel duemila e diciannove con l'ultima edizione del festival siamo usciti dalle dalle mura di ripe andando a organizzare una serata il giovedì, quindi la serata di apertura del festival col Murano appunto. Il borgo vicino Ripe è però nel duemila venti che borgo futuro assume un pò la struttura del festival di vallata. Quindi attraverso questi quattro weekend è abbiamo un po', siamo andati un po' a cercare un collegamento con le identità che questi quattro borghi hanno per appunto portare. Contagiare in un certo senso anche questi altri spazi e da questo diciamo durante il festival ci sono stati organizzati quattro sono stati organizzati quattro tavoli territoriali. Questi tavoli territoriali avevano è un po'. Il compito di creare, aprire un momento di dibattito con la popolazione locale è su diciamo alcuni temi che per noi potevano essere importanti per una strategia di vallata per lo sviluppo della vallata. E quindi questi quattro temi hanno messo una prima pietra verso una strategia di vallata, quindi una strategia di sviluppo sostenibile per per le sei amministrazioni alla val di Fiastra em che potesse guidare appunto lo sviluppo di questi comuni. Non l'ho detto bene. Forse però, a dirla meglio ha detto bene forse sì, non so come perfetto no bene, provo prova a dirlo, ma prova a metterla anche in quest'altro modo. Poi vedete voi, è Mme borgo futuro, oltre ad essere Fae, essere stato festival nel tunnel, allora nell'estate del buon contagio Borgo futuro, oltre ad essere stato festival, è stata anche, diciamo, una prima pietra verso una programmazione intercomunale che interessasse appunto i sei comuni della Val di Piastra e all'interno del festival. Abbiamo organizzato quattro tavoli territoriali che hanno coinvolto oltre cento attori locali per definire le linee programmatiche che la valle doveva avrebbe dovuto, avrebbe potuto portare avanti per uno sviluppo coeso e sostenibile. Questi tavoli hanno toccato i temi legati all'identità dei comuni. Quindi arriva San Ginesio si è parlato di rigenerazione dei borghi ha col murano paese caratterizzato dal tema dell'infanzia, si è parlato di educazione ambientale. Urbisaglia ha ospitato il tema della cultura della programmazione culturale avallata e loro piceno dell'enogastronomia. Queste quattro tematiche saranno al centro dello sviluppo della strategia di sviluppo per la val di Fiastra che ci impegniamo come borgo futuro che stiamo cercando con l'amministrazione di portare avanti ehi ehm mamma, come no dove chiedere mangiare a forza é stato diciamo che era già sulla parte tecnica relazionale. Per ora mm-hm è stato più facile o più difficile di quanto pensavate com'è andata si' il coinvolgimento degli altri comuni proprio a livello umano è stato più più agile del previsto. Nel senso che comunque diciamo rispetto al duemila dieci in cui i temi della sostenibilità erano ancora in un certo senso l'avanguardia. Oggi ormai si parla soprattutto anche dopo col lockdown dopo il lockout si parla molto di sostenibilità. Si parla agli interni, quindi questo ha favorito anche il nostro lavoro come borgo futuro, ma anche, appunto, il coinvolgimento di altre amministrazioni. Emma dal punto di vista logistico c' è stata una difficoltà nel dover ripensare un festival, appunto, che si creava su alcune dinamiche già rodate. Ha ripreso in ginesio ripensarlo in altri tre comuni che non conoscevamo, conoscevamo meno e questo arrivederci si'. Allora Bo L'associazione Borgo futuro è fatta, è stata portata avanti per oltre dieci anni dal lavoro volontario di tutti i membri dell'associazione eh. Gli eventi sono stati organizzati grazie al contributo della della, della della del Comune di Ripe, San Ginesio, che storicamente ha sempre è dato molta attenzione alla cultura perché appunto, viene ripresa in cinese da una storia di arte contemporanea, città d'arte contemporanea più che città, paese e in E quindi diciamo questo sostegno c' è stato ed è stato continuativo da parte dell'amministrazione M. Alcuni ruoli negli ultimi negli ultimi anni si sono in un certo senso professionalizzanti, quindi alcune figure sono state retribuite. Ma diciamo comunque la struttura del festival si basa su sull'apporto dei volontari. Borgo futuro? No Sondaggio no, penso di no. No alle attività l'amministrazione ho parlato abbastanza l'associazione. No, penso che va bene che stai facendo? No, ma sicuramente è emersa solo è stato lui. Dopo questo ehi, a dopo che ha stessa cosa puoi ok no, non l'ho detto. Allora i risultati e di Borgo Futuro concreti sul diciamo, sul sistema rip, su, sulla demografia si vedono non tanto nei numeri concreti, perché comunque il borgo è fatto di una dinamica rodata e difficile da cambiare, diciamo in termini numerici, ma mi hai fatto al livello di immaginario, diciamo che ripete adesso rappresenta per per piacere nel maceratese un po' quell' idea di borgo che in un certo senso prova ad innovarsi, prova a cambiare e prova a farlo in maniera sostenibile. È per quanto riguarda gli abitanti di Ripe C' è stata ci sono stati, diciamo, dei ragazzi che hanno scelto di venire ad abitare a Ripe e soprattutto legati alle attività delle attività che sono partite all'interno delle botteghe. È però certo numericamente non non è andato influente che gia' un po' di capito arte contemporanea, un richiamo rispetto alle armi si' sottoposto ripe dal duemila ripe dagli anni novanta è appunto città paese d'arte contemporanea. Quindi attira o comunque vede la frequentazione di diversi artisti locali e non legati appunto a questo mondo. Negli anni, infatti, passeggiando per Rip, si vedono diverse sculture che sono appunto rimaste da questi anni anni in cui appunto anche la pinacoteca ha ospitato mostre di rilevanza internazionale. La pinacoteca che oggi continua ad ospitare eventi e appunto a rappresentare ancora questa realtà. Quattro anni che festa! E la qualcosa che ha influenzato anche da a parlare di si' prima ti dico un'altra cosa? Perché è importante che mi è venuta in mente e borgo futuro è fatto da diverse anime, cioè c' è diciamo all'interno dell'associazione era sempre stato un grande fermento tra visioni, più in un certo senso conservative, dell'ambientalismo, dell'ambientalismo o comunque più legate al valore proprio intrinseco della natura è oppure ad altre invece più un certo senso progressiste che che vedono questo ambientalismo nell'applicazione nella nostra società, quindi più legate anche agli aspetti piu' socio-economici eh, diciamo la decrescita ha fatto parte di della programmazione del borgo futuro per molti anni sono stati ospitati appunto Pallante. La touche è rappresentato una di queste anime, appunto. Ti sbagli, che no, cioé nel senso il contesto corale italiani. Amy aiuto cioè ma che esatto consapevolezza da parte dell'amministrazione si' qua certo il borgo futuro ha influenzato l'agire dell'amministrazione, soprattutto perché il festival è stato sempre organizzato nella completa indipendenza dal punto di vista artistico, ma comunque nel coordinamento delle idee. Quindi il sindaco Paolo teodori, come l'amministrazione è stata parte di questo processo e quindi le applicazioni poi concrete nel borgo rispecchiano un po'. Quelle idee del festival si' debka dell'ultimissima per sbaglio sempre lo stesso si' sempre sindaco quindici anni paolo teodori non è é un signore che sulla si' si' comunque giovane è la lui cia diciamo cioè un po' divergenza sulla visione, su certe visioni però non so se mi metto entra si' si' si' ok bene si' recepisce benissimo, non so come dirlo, ma proprio lui te lo dice chiaramente ti dice guarda io tutta non tutte ma tante idee che che sto applicando le prendo da voi e quindi vi sostengo in tutti i modi, quindi si' come cosa e andiamo fuori si' Germania di qua Ehi si' allora io nasco, nasco e cresco ha ripreso in cinese fino all'età di sei anni. Sto qua subito sei sette anni ha aiutato a ripe. Poi con la mia famiglia ci siamo trasferiti a col murano che è proprio il borgo qui davanti, dirimpettaio è poi si, varie vicissitudini mi hanno portato un po' in giro per l'europa studiare fuori. Adesso vivo da due anni a Macerata faccio un po', la scuola tra appunto queste questi territori e Macerata un po', il capoluogo di provincia, e si' probabilmente a un certo punto rientrero'. Anche perché mi sento piu' legato a queste aree che a Macerata incontri di questi giorni. Abbiamo smesso circa esperienze di ragazzi Spagna, Germania, Terna Di qua domande? Nulla. Quando aiutato nelle impostazioni. Che contesto europeo. E quando sei tornato, come hai visto questo territorio di cambiare mi ha che é collaborazione? Oppure quel concetto di fuga alcuna l'hanno provinciale via via, certo per un po'. Poi col ritorno che riesci a vederlo ho due domande che ha influenzato il tuo percorso nel nell'organizzazione di questo come ha influenzato un po'? Tutte le associazioni, i percorsi dei singoli? Sì, è sicuramente il più il percorso, diciamo le idee e quello che oggi borgo futuro è molto influenzato dalle storie dei singoli di noi. Insomma, ragazzi che siamo stati fuori per vari motivi. Abbiamo un po' preso da diversi spunti, da diverse realtà delle delle idee e delle informazioni che abbiamo provato a declinare. In questo contesto io, come tanti altri giovani di queste parti, finita la scuola, la prima cosa che ho fatto e andarmene per l'università perché appunto questo è il contesto che quando ci cresci ci nasce, ci cresce un po', un po' complesso, un po' difficile anche rispetto a quelle dinamiche culturali o meno artistiche che ci sono le città. Tendenzialmente qui ti senti un po' fuori, un po' fuori dal giro e quindi che la voglia di andar fuori. Però certo, stando fuori lo so, riesce anche apprezzare cose che che qui magari hai fuori, no? Quindi niente, questo ti stimola un po' rientrare no, andando come è un ad un quale si' eh, è un territorio è completo, diciamo. Vivere questi territori è complesso. Perché? Perché comunque ha fatto un territorio fatto di bellezze infinite, paesaggisticamente le comunità, le realtà, la spontaneità delle persone è una cosa che che spesso da altre parti non trovi. Però poi un territorio fatto anche di diciamo relazioni, un po' quotidiane, un po', un po' per te questa, ehm diciamo che c' è poco poco scambio, poco, poco poca innovazione. Troppo conservava che poco altro. Un po' di conservatorismo, eh? Quindi sì, è un è un territorio fatto anche di tra poco scambio, poche interazioni col mondo esterno e per certi versi troppo conservatorismo. Quindi per un giovane che vuole innovare vuole proporre cose, cose diverse? Non è così facile. Questo contesto di è diverso sicuramente per per il territorio, per questa valle rappresenta un po', un punto, un punto favorevole. Anche all'innovazione em ha un approccio nuovo verso alcune tematiche in generale il maceratese, come il resto delle campagne della campagna della dell'ambiente rurale italiano eh, è complesso appunto per queste questioni. Che cosa che avete in mente come repubblica mamma, questo è un progetto molto legato alle relazioni dei singoli. Anche il fatto che qui ci sia stato quel sindaco per ormai converso piu' o meno quindici anni che ci siano stati, che ci siamo stati noi, come diciamo attivi nell'associazione e in diciamo questo ha caratterizzato molto l'azione locale di borgo futuro. Quindi una replicabilità non è così scontata. Non è così semplice, così scontata è però penso che sia per certi versi sia un modello. Alcune azioni che ha preso l'amministrazione, per esempio, sono applicabili in altri contesti. È come appunto l'assegnazione delle botteghe. Ma anche è la le azioni sulla raccolta differenziata, sulle energie rinnovabili del fotovoltaico che sono state fatte a livello comunale. Rigenerazione spa di spazi come questo sono tutte, appunto idee replicabili con appunto un po' di buona volontà da parte degli amministratori. Beh, andiamo Italia, ma non è a bella bella domanda perché sono un po' condizionato? Perché conosco Italia che cambia e l'ho seguito un po'. Quindi sale Italia che cambia Eh Italia che cambia è un'italia un territorio che prova a utilizzare quello che ha il patrimonio culturale e naturale che è a disposizione per ripensare un mondo più sostenibile e più innovativo. Prego si'. no. Perché occuparti di darli sbaglio? Vuoi dire la frase dopo che non sia poi tanto e dov'era una chiacchierata? Anche perché sì, perché poi anche le altre avranno loro un'altra motivazione che nemmeno io conosco. Però non Eh Sì, lo so. Ma infatti anche solo telefonica, magari perché poi loro mi mandano le foto. Voglio comunque che qualcosa rispetto. Mi sento tanto bene. Ti chiedo nome, Cognome se Cinzia Chiambretti Chiambretti Si nel sottobanco ruolo. Ma io sono il titolo cioè la della barba maris della barba Mercy Si'? No, è una locanda, Una locanda alpina, una locanda alpina. Io sono Barbara Mercy. Sì, sì, sì, sì, va bene, va bene. Si, si, va bene. No, no, non si vendono o no, se no perché sennò poi dopo vengono fuori delle cose tremende. No, voi no, no, non per colpa vostra, ma per colpa nostra che mettiamo paletti di plastica l'ho Visto? Sì, sì, perché tanto siamo no, da seduti. Ma io non vi ho chiesto il green pass, però Ok, no? Sì, ma se viene qualcuno, Ma tanto io li ho chiuso, non dovrebbe venire nessuno spagnolo. Se arriva qualcuno, li cacciamo benissimo. Innanzitutto, dove ci troviamo? Ci racconti qualcosa anche dove è collocata. Insomma tutta la risposta. Allora siamo a sant'anna di Valdieri, il cuore del Parco delle Alpi Marittime, in provincia di Cuneo. È un una località di montagna mille metri. Quindi siamo non siamo considerati alta montagna, ma ma neanche valle e il è un posto particolare, è stato popolato per anni dai appunto dai Savoia perché venivano qua in vacanza fino agli anni quarantasette, quarantotto che sono andati via e cerano mille persone che abitavano qua, addirittura che lavoravano nell'entourage. Insomma, che io per un motivo o un altro. Per il cacciatore, comunque, le donne che si occupavano del dell'aiuto alla famiglia reale è con il passare del tempo, nel dopoguerra, con la crisi anche economica, industriale, c' è stato un diciamo un un esodo anche verso la pianura verso Borgo San Dalmazzo. Comunque alcune o le le città l'occasione dove c' erano delle fabbriche e quindi le persone da qui si sono spostate. Soprattutto i giovani sono rimasti, gli anziani sono rimaste le seconde case e che adesso è da un po' di anni così si sono da quando siamo arrivate. Insomma, in questo gruppo si sono diciamo, sono rinate, sono si sono aperte le se vengono riaperte queste case é estate, quindi é un buon numero di turisti che di persone che avevano i nonni o i genitori che abitavano qui. So che continuo riconoscere che signora senza si' stabilmente diciamo che siamo sette barra otto Eh sì, non non dobbiamo proprio dire residente o comunque che stiamo qui d'inverno siamo in sette otto nonostante ci abbiano etichettato come il borgo delle donne, sono più numerosi gli uomini che le donne. Allora la bottega del parco gestito da cinzia alle sue figlie fa un servizio di panetteria di bari. Insomma è un po', il centro di ritrovo dei proprio li'. Noi lo chiamiamo il centro praticamente e poi il residence casa regina gestita da marcella eh se venite più avanti, cioè casa alpina dove cioè Michela che gestisce una casa alpina lo dice già il nome più un posto per gruppi per raccogliere dei numeri che stanno per novanta persone. E poi ci sono io che ho questo aspetto di locanda, diciamo con camere e servizio di ristorazione. E poi sua tetti gaia ci ancora rita che gestisce appartamenti e poi c' era un'area campeggio di camper di sosta camper che attualmente per motivi di insomma di ristrutturazione è chiuso pero' speriamo di a breve di riaprirlo perché questo è un turismo diciamo stagionale. Però cerchiamo di destagionalizzare. Lo e di far sì che le persone vengano comunque sempre in ogni stagione d'estate diciamo l'invasione perché comunque fresco. Poi ci sono, abbiamo la fortuna di avere dieci rifugi che si possono tranquillamente fare in giornata, oppure si fa l'lte via del re, che in quota sono molto. Sono ambiti molto dagli escursionisti, soprattutto gli stranieri. Perché trovano qui una situazione che di rocce o comunque di percorsi molto particolare che non appunto non siamo in la valle D'aosta e Trentino, dove si arriva a duemila metri con degli impianti meccanici. Qui invece tutto quello che fai te lo conquisti. La valle poi non inquinata né acusticamente né atmosferica, mente neanche. Perché non ci denuncia, nel senso che tanti dicono qua non c' è nulla. Però in questo nulla c' è tanto da scoprire. Bene, perché ho memoria delle varie attività che hai citato, fotografie se tutte quelle che si si si, si, si, no, ci sono tutte. Poi se volete vi faccio fare un breve giro, così lo identificate questo processo tentativo beh, no, no si' che Rocco si' queste si' è che io sono mi chiamo cinzia, sono una famiglia, diciamo. Si è sistemata alle spalle che con tre figlie, con un marito alpinista che è quello che mi ha coinvolto in questa diciamo avventura perché e noi arriviamo dalla pianura, da Brad a Savigliano. Quindi però mio marito, amante della montagna, quando questa era la vecchia scuola del paese e della proprietà del comune che a un certo punto la dismessa e quindi noi siamo subentrati a una serie di altri altre gestioni, fino agli anni settanta cinque, appunto, era utilizzata come scuola. Poi è passata al Kai, è diventato posto tappa al posto di soccorso e poi hanno cominciato ad affittarlo a dei privati che lo gestivano come rifugio escursionistico di valle nel duemila undici l'abbiamo acquistato e l'abbiamo dato in gestione una volta perché appunto io avevo delle figlie che erano ancora minorenni, piccoline e poi a un certo punto, nel duemila diciassette, a marzo ho avuto insomma, non sono una cosa che ho detto, perché no? E vado io. E ho capito che questo comunque è un sogno che ho realizzato. Mi è sempre più ho sempre avuto idea di gestire un albergo e mi sono trovata comunque gestire una locanda con molto piacere, perché comunque questo è un posto dove arrivano tantissime persone per svariati motivi. Per invece con le altre con L'altra, Cinzia, Marcella, Michele, Rita è stato un caso diciamo che che in caso proprio della della sorte che ci siamo trovate tutte donne a gestire queste attività. Il negozio ci è sempre stato dal novantadue perché legato al museo della sedia che sant'anna la è famosa per la festa della segale perché veniva coltivata in questi terrazzamenti dei muri a secco. Insomma era un mezzo di sostentamento per le famiglie che vivevano qua. E poi ce appunto, come ho detto, Marcella che gestisce questo residence con camere con angolo cottura, insomma per gruppi c'è un bar, una gelateria e poi c' è Marcella che Michele Scusate, che ospita invece gruppi dagli Scusami si si si si certo no, no, ricomincio semplicemente la voce. Michela e poi michele poi c' è Michela che gestisce la casa alpina è a novanta posti letto, quindi può ospitare gruppi sia in estate che in inverno, ma anche disabili o comunque famiglie a disposizione. Una cucina che uno se vuole può gestirsi sporta. E poi ci sono io che appunto le camere o sei camere e il la zona del ristorante Abbiamo un giardino che l'anno scorso ci è stato provvidenziale perché siamo riusciti a sfruttare la parte esterna è perché diversamente con cominciamo con il covi di eccetera siamo abbiamo avuto parecchie difficoltà di di numero e mi ha voluto restringere la recettività. Insomma, prima se ne poteva ospitare quaranta siamo rimasti a ventotto. Non ci voleva questa pausa, diciamo così lunga perché comunque, almeno per quanto riguarda me, era il terzo anno dell'attività, quindi era il momento in cui raccoglievo magari dei frutti. Però vedo che tutte le persone che sono tornate erano qui l'otto marzo, il fatidico otto marzo duemila eventi sono ritornate e continuano a ritornare, ma mi chiedevo rispetto invece alle altre donne attività è quali sono le tempistiche, quindi se avete avviato le attività tutte nello stesso periodo, se prima sono state avviate alcune attività e poi alte, Insomma, qual è stato poi il il processo? Vi conoscevate già? No, no, che si' l'ho detto quello che ho già accennato. Se anche magari qualcosa rispetto, mi siete conosciuti all'apporto che si è creato di collaborazione. Si, non vorrei essere ripetitiva, però lo posso, lo dico di nuovo. Poi vedete se dovete tagliare qualcosa che è riguardo alle diciamo colleghe. Insomma mio marito chiama le tue amiche perché comunque il negozio è quello che ha avuto più diciamo una continuità perché essendo il negozio del parco va viene affidata in gestione ogni sei anni. Quindi Cinzia era nuova ed ha aperto nel duemila e diciotto a marzo del Duemila diciotto. Io ho aperto il Duemila e undici, le sorelle Marcella nel circa e Michela la casa alpina era andata in autogestione alle ai dipendenti della provincia. Poi Michele subentrata, quindi ha fatto diventare questo diciamo un posto molto, molto, molto ambito. Anche perché comunque è l'unica che può ospitare novanta persone tutte insieme. È invece qui una ricettività di una trentina di di persone e non ci conoscevamo nemmeno man mano. Ci siamo poi conosciute, alcune ci sono ancora, altre siamo rimasti in quattro o cinque. Per quanto riguarda Rita, che è sua, è lei la sua casa delle vacanze. E poi ha cominciato a ristrutturare delle varie, delle stanze, delle stanze, ha fatto diventare un diciamo un affittacamere, un appartamento che un bell' angolo anche quello con la nostra fortuna è che comunque riusciamo a soddisfare più platee perché abbiamo la casa alpina dove possono andare i ragazzi con le famiglie o insomma qui se vogliono venire le famiglie o comunque anche solo le due e le tre persone, perché le camere sono da due a tre da quattro. Il residence per chi vuole andare in montagna e cucinare, non avere, non utilizzare la formula dell'albergo diciamo come potrebbe essere qua e poi ce appunto la famosa area camper. Speriamo che venga che il comune ci dia insomma una mano a riaprirla perché è un posto campetto da beach volle vorremmo farne uno da padel c' è un campo da bocce, insomma. E serve per aggregazione. Perché come dicevo prima ci sono tante attività, le tante persone che vengono qui e che hanno le seconde case e quindi l'estate. Insomma, bisogna anche offrire qualche momento di di slavo, di eh, di fare comunità, cioè una pro loco home funziona benissimo, sono bravissimi e ci danno una mano quando si ci sono gli eventi e lo spirito che accomuna. Questo é comunque la collaborazione e la condivisione dei progetti. Quando c' è un bando un progetto, comunque si partecipa come filiera. Quindi tutte insieme piu' di una cosa piu' un'altra anche questa cosa della capitale delle Alpi in estate e che questa cosa della capitale dell'alpinismo è stato un frutto di lavoro. Abbiamo coinvolto un sacco di persone, di abbiamo utilizzato delle fotografie di personaggi storici, insomma così e poi abbiamo coinvolto un sacco di gente perché c'è chi si è occupato delle fotografie che si è occupato dei cartelli quando li hanno piantati, li tolgono d'inverno insomma che non c' è un movimento e quindi lo spirito è collaborativo. Poi ognuno di noi ha la sua tipologia di ospiti e anche il suo modus operandi non è però se ceda da collaborare, da fare quando facciamo non solo la cena o l'abbiamo fatto un anno è un evento con prisma, banda c'è, un gruppo che di che suona, che va in giro per i paesi è a suonare e abbiamo fatto chi ha fatto Lula che ha fatto? Io ho fatto i biscotti, la crostata un'altra messo a disposizione. Non ci facciamo concorrenza perché non c' è bisogno. Non abbiamo è proprio il nostro spirito. Non abbiamo abbiamo tutti i servizi diversi per cui, anche se non abbiamo posto, ci scambiamo gli ospiti. È quando non abbiamo abbastanza capienza noi chiediamo aiuto alle altre l'una con l'altra ok una cosa che facevamo che si' si' zona sono rappresentate, tutto qui. Se invece dei luoghi è grave grazie certo, vieni qui. Avete visto questo luogo, avete scelto di rimanere e anche magari può essere interessante. Era una visione che di dare una possibilità che questo paese chi, allora che poi magari come mi raccontano poi singolarmente perché io posso parlare per me, però comunque lo spirito che ci accomuna e che ci piace il posto ci piace la vita che si fa qui, anche se d'estate siamo distrugge e non nel senso che da giugno a settembre non ci si mette più. Ci si parla così, però lo spirito che ci accomuna è quello del del posto, di tenere vivo questo posto, di dargli un'identità e farla proprio rivivere perché è vieni si veniva dei momenti che qui era tutto chiuso ed è proprio triste arrivare in un posto, non trovare nessuno. Però ci si ci si mette anche d'accordo quando uno chiude, che ci sia sempre che si cerca sempre di dare una presenza. Quando non so, il giorno di chiusura di una l'altra rimane aperta, di modo che anche delle poche persone che sono qui infatti ci scambiamo proprio gli ospiti. Quelli capitano qui magari il mattino fanno il caffè, poi vengono il pomeriggio che andassi l'aperitivo insomma è Cinzia arriva da una del dei batteri, arriva da una realtà completamente diversa e poi magari lo dici comunque lavoravo in un supermercato a due figlie e ha sposato una di qua. Quindi diciamo che quella più locale, lei e noi invece si' viene tutte da un'altra parte la Rita te Teegan arriva dalla Liguria. Le due sorelle Marcella, Michela, vengono da Pisa, pesa e Pepe Ragno. Però Michele lavorava già per il parco, quindi era quella e io sono arrivata qui, diciamo tra virgolette per ridiamo per amore perché comunque è mio, mio marito che mi ha coinvolto in questa cosa e però sono contenta. Io sono soddisfatta, questo posto veramente dove si sta bene un posto noi lo definiamo un piccolo mondo fuori dal mondo, perché comunque arrivi qua, non è vero che non c' è il sole. Perché come si può vedere che in soli tre volte al giorno anche in inverno, eh? E poi c'è un clima fantastico perché c' è sempre un cielo azzurrissimo, poi mi hanno viene la neve, insomma è tutto un po' e comunque si vivono le stagioni per la cadenza del sole con me. E poi il fatto che sei a mezz'ora da cuneo e non hai problemi di di di di trasporti. Sì perché ci mancherebbe d'estate una navetta, un pulmino, qualcuno che ci supporta con gli ospiti. Però se hai bisogno se alcune in mezz'ora e a borgo san dalmazzo in un quarto d'ora venti minuti quindi non ci fosse qualche la linea internet è un po' più stabile sarebbe ancora ancora meglio perché comunque per gli adempimenti fiscali più che tutto perché poi poi comunque anche adesso la michela sta facendo un percorso con mappatura di questi sentieri, di quelli perché ci sono i sentieri, quelli classici dei calcoli del gta. Invece noi stiamo cercando di recuperare alcune vie anche che venivano utilizzate nel fine ottocento per spostarsi da un un po' stonata. Qua ci sono i collegamenti con la valle stura con la francia e quindi e con i famosi qr code che comunque ci dobbiamo diciamo rassegnare, utilizzare la tecnologia. Diciamo che è importante nell'ambito dei soccorsi, perché quando furente qua succede che ci sono le persone che si infortuna perché non stanno bene li' capisco che sia fondamentale. Per certi versi invece tanti vengono qua perché non c' è niente. Io nelle camere, non la tv, penso che non ce l'abbia nessuno. Di noi ne abbiamo una qui perché è un posto diciamo, ci vuole un apparecchio che trasmetta. Però ci sono tanti che chiedono che non ci sia che non ci sia proprio nulla. Invece l'anno scorso nel lockdown quando se poi si poteva avevamo il coprifuoco, avevamo inventato lei il pomeriggio cinema e allora si arriva qua si proiettavano documentario film sulla montagna. Eravamo in dieci ovviamente rispettavamo le i numeri ma intanto non ci arrivavamo mai perché avevo fatto cinque e quindi si faceva il pomeriggio cinema una cosa rispetto cucina che Cina eh allora noi qui essendo un paese della sega nel museo della segale abbiamo dei prodotti bandiera che abbiamo concordato con il parco. Io faccio parte del ballet che vai, busto che trovi? Sono quattro musei sono l'ecomuseo della agnello, sambuca da valle stura del castelmagno, valle grana della via del sale Dronero, Valle Maira e poi noi museo del Museo della Segale eh, facciamo i parchi da gustare con dei menu a tema. I prodotti bandiera sono la', la trota della regina, la segale, i formaggi, un caseificio giu' della valle gesso e la lavanda. La lavanda si può utilizzare anche per anni alimentazione negli alimenti e quindi la cucina. Ma io parlo per me la mia cucina è cucina del territorio, della tradizione, è stagionale del territorio perché cerco di utilizzare i prodotti più possibile a chilometro zero è della tradizione, perché comunque tradizione piemontese o comunque cosa si cucinava qua Lula, le cipolle ripiene o E poi noi abbiamo appunto sempre la fortuna di avere avuto comunque i Savoia che hanno fatto scuola di cucina. Perché tanti antipasti, o comunque non solo i dolci che propongo vengono dal dai via larghi della cucina dei Savoia em si' questo fermarmi perché voglio dire una cosa sì, io ho rivisitato delle ricette anche di casa, perché comunque, venendo da una famiglia piemontese le ricette sono erano quelle quelle sono. Quindi non è stagionale, perché comunque cerchiamo di utilizzare i prodotti che che respiriamo qui in valle dall'anno scorso, sempre per via del lockdown io con una signora una mia amica che è ritornata qui è un signore di è abbiamo eh ho pensato di fare un ciclismo di di recuperare dei dei germi, dei posti, delle stradine comunali mal tutte messe male, si sono messi di cesoie e in piu' abbiamo recuperato il campo di questa della gabriella che era dieci anni che non veniva coltivato. Abbiamo sempre messo patate di qua fagioli della luisa che una signora che abitava qui, che é emigrata in argentina quando è tornata è tornata con questi fagioli della luiss e sono tramandati tramite dino. Questo signore è che ce li ha dati. Poi abbiamo provato comunque dita su ha provato a seminare le lenticchie e noi abbiamo fatto poco. Comunque poi abbiamo messo comunque cavoli tutto quello che si poteva eh no, no, io qualcosa l'ho utilizzato qua non è che una produzione. Però è stata una soddisfazione perché abbiamo visto proprio tutto seminato, nato e abbiamo aiutato un ragazzo che é qui che aveva ah le capre e aveva le mucche. Adesso non c' era più però ci ha aiutato perché lui ha i mezzi meccanici che comunque qua è dura lavorare in questi pezzi è però abbiamo avuto un buon c' è un successo perché è stata veramente una soddisfazione dietro di noi. Poi tanti si sono messi perché ognuno aveva il suo orticello. Però è una cosa così che si condivide. Addirittura un signore mi ha prestato un pezzo di una striscia di terra che io non ho terreno qua, quindi il mio sogno sarebbe quello di trovare un pezzo di terreno da coltivare mi o di fianco al alla cucina ho già un erbario, un po' di cose che utilizzo così sul momento per il decoro dei piatti e diversamente devo comprare comunque ho trovato un ragazzo che entra acqua, coltiva parecchi ettari, quindi mi mi fornisce tutta la verdura. Okay, qui un familiare avete dipendente? Sì, ahimè, questo dolenti note perché comunque si, io mi avvalgo della dell'aiuto di un cuoco cuoca è la persona che per governare le Canarie. Purtroppo il problema più grande adesso è reperire il personale dipendente, perché questo io capisco che è un posto in particolare lontano. Devi avere comunque avere la passione e anche calarti nell'ambito, perché questo non è un ristorante di Torino, di Cuneo, di un ristorante appunto a conduzione familiare che però rispetta delle determinate comunque regole di ehm ma è difficilissimo difficoltà io adesso sono veramente adesso non registrato no veramente sono in problematico trovare per le problematiche stesso opportunità no, no, no però io do anche se io do anche l'alloggio il con un altro di se volete se voi come il nostro. Il nostro lavoro che corre con con michela marcella eccetera è quello di sponsorizzare i giovani perché abbiamo tutti dei figli, quindi cerchiamo di invogliare e di far amare ai ragazzi la montagna. Infatti a breve uscirà questa che riusciremo a creare un sistema di scuole di montagna con delle guide. Ci sono delle guide che ci danno la disponibilità con sia accompagnando che insomma che mettendo a disposizione la loro esperienza. Fare una scuola di montagna proprio per l'approccio è giusto perché c' è tanta gente come in montagna non sa come muoversi e non sa con l'abbigliamento già solo dall'abbigliamento a e quindi il nostro scopo è quello di fare proprio una scuola di montagna dove vengono i ragazzi. Mi pare che quest'anno la michele ne aveva già fatto uno e con i ragazzini e poi il mio sogno sarebbe di far tornare le persone a vivere qua è proprio stabilmente magari creare dei nuclei familiari perché comunque qua tutto quello che con la tecnologia che ci adesso con poi non ci sono, poi comunque c'è da dire che la strada è sempre pulita si noti tig tutto l'anno ci tengono pulita. Se poi cade la valanga vabbè si sta fermi due giorni però non è che sia una cosa, anzi è ancora bello. Non ci sono case che sì, ci sono parecchie case per quello che dico. Se venisse qualcuno al di là dell' idea deve fare l'albergo diffuso. Però se ci fosse qualcuno che veramente interessato ad abitare in questi posti ci sarebbero da recuperare delle case vecchie ma senza fare costruire dei palazzi castelli, ristrutturare quello che c' è rispettando la paesaggistica eh ce ne sono qualcuno solo che lì magari sono anziani o non hanno. Però ci vorrebbe proprio un ritorno dei giovani e che non si riesce a trasmettere questo perché hanno tutti l'idea che devi per forza è brutto da dire perché è contro il mio interesse che devono fare l'aperitivo devono andare di qua. Bisogna comunque di approcciarsi a questo mondo dove non ci manca nulla. Alla fine si, poi poi basta. Che questione di organizzazione, perché se sai che hai bisogno di un po' di cose le compri, poi finisce lì. Poi se la fortuna di avere un orto ti puoi anche coltivare qualcosa a tempo perso, anzi poi è anche una cosa che serve è una terapia il fatto di coltivare e di vedere una cosa crescere che lei seminata, che l'hai raccolta non ha apprezzo. Per me è faticoso, però si può fare secondo me anche con una famiglia che abita su con due bambini tutto l'anno hanno un'attività juma vengono qua adesso un pochino sto ho già ottenuto dei risultati perché ho delle persone che non sapevano neanche che esistesse questo posto venivano d'estate o d'inverno un po' meno perché comunque qua di meno ce lo sci alpinismo, la che però è per esperti. Poi comunque da qua devi conquistarti tutto, perché non essendoci impianti di risalita tu da mille metri andare a due o tremila devi essere ben un po' allenato un po'. Comunque devi amare la montagna, poi qua ci sono dei boschi di faggi, dei boschi veramente belli proprio beh, non non benvenuti, perché comunque non c' è più nessuno. Però il nostro intento sarebbe anche quello di riuscire a ripulire questi sentieri vecchi e dove ci sono ancora due o tre frazioni vicine sono state ovviamente abbandonate. Qui c' è il giro dei tetti da fare con le famiglie possono fare dura un'ora e un quarto perché qua non abbiamo le via sant'anna, abbiamo i tetti, ogni ogni case si forma un tetto che ha degli svariati nomi a seconda del libro della famiglia che ci abitava. Poi abbiamo un percorso di fontane. Ci sono undici fontane che hanno tutta una loro storia perché una volta non c' era l'acqua in casa, quindi tutti si andava alla fontana, si andava al forno, c' erano i forni comunitari che venivano utilizzati dal insomma da da più di due o tre tetti. Avevano un loro forno. Saranno quelli che erano un po' piu', magari abbiente, comunque capaci si erano costruiti il forno loro. Ma diversamente comunque, il forno era un momento di di aggregazione. No, si andava lì, si cuoce, vano pane e il una cosa mi piacerebbe e anche per affrontare il discorso in questione, aiutando cosa hai fatto. Qualche esempio è un pieno distanze così via sento passaggio, scambio gli ospiti. Quindi se ci in questi anni insomma c'è stato qualche altro esempio? Chi siete? Date anche che ci vai beh ehm ma no, perché ci sono dei casi sono sporadici. Comunque no, è un esempio di collaborazione comunque che due anni fa oltre il comune di Valdieri ha indetto un concorso dei balconi fioriti l'hanno copiato. Comunque in pratica ci siamo messi di buona lena e tutti quanti abbiamo praticamente ho messo gerani. Ma in tutta santa anna abbiamo fatto la domanda abbiamo partecipato e cinzia dei batteri ha vinto il con il primo premio perché comunque il migliore è stata una commissione e quindi però questa cosa qua ha fatto sì che te su tutti gli anni, anche se non c' è più il concorso. Noi facciamo eh ci occupiamo di mettere i gerani abbiamo scelto il bianco, il rosso che sono i colori del Piemonte. Quindi nel rispetto diciamo della anche della paesaggistica e tutti partecipano anche quelli. Non so, cioè uno che non può venire va a bagnare i fiori dell' ltro Ci sono questi due o tre persone che non sono qualche aiutarci. Ci aiutiamo sovente perché se uno ha bisogno, magari è successo che, ehm sono venuti anche da me che non avevo niente. Sono arrivate quelle del regina. Mi ha dato una mano. Quindi o viceversa quando mi ha fatto Lula, è che è stato un evento del della pro loco. Siamo andati tutti giu' a preparare Lula eh, Danny? Giustamente Michela ci ha dato perché è quella casa ha più spazio, eh? Comunque ci si aiuta se c'è uno che deve andare in un posto e a volte scriviamo, vado giù. Se qualcuno ha bisogno di qualcosa o non so chi c' è ritira le cose per l'altro. Se viene un fornitore che non ci sono, io me li lascia al negozio. Viceversa io ritiro le cose per per per Marcello, per quello ho avuto una una volta un problema di asciugatrice. Sono andata asciugarmi le lenzuola da loro perché comunque eh, non non capita che abbiamo? Abbiamo bisogno. Però è una cosa talmente lo facciamo spontaneamente che non è che una volta ho spaccato un dodici bicchieri in un colpo. E meno male che Marcella è arrivata prontamente perché avevo un pranzo. Ho spaccato comunque tutti i bicchieri cominciano. Già, però lei è stata per quello collabori nel senso che non ci appunto, come dicevo prima, non ci facciamo questo quando si fanno gli eventi che ci sono questi appuntamenti sotto l'asta l ma si' va' tutte da michela perché comunque lei è il locale più più grande poiché viene magari cerco di dare la cena prima perché devono andare o sennò viene qualcuno prendere, mangiare pranzo. Poi dico senti, vai a prenderti il caffè ma lo facciamo proprio spontaneamente anche con quelli delle seconde case che vengono, girano, girano tutti i locali, no, no e quindi non abbiamo problemi di anzi se siamo coese è meglio perché non cioè dai anche un'immagine eh di distensione di chi è che si'? Guarda curiosità volm non so se hai mai azionato il video perché uno dei pezzi, gli abitanti fissi qua se siete solo che sei o sette ma se me li vuoi dire sì, se mi vuoi dire che hai già accettato con la violenza si può come vanno accolti la collaborazione con voi panna? Bella domanda no, ma io la posso anche no, si può fare così gli abitanti fissi qui a sant'anna sono sei, sette e appunto sono ci sono Paolo, che è il nostro salvavita perché è quello che ci tiene pulite le strade. Comunque appare l'appalto, insomma è poi con su di lui confidiamo veramente gli chiediamo la situazione delle strade e gli chiediamo posso passare quando c' è giù a San Lorenzo un parà valanghe dove la neve invece di scivolare finisce comunque e quindi noi ci affidiamo tantissimo. Che poi Ernesto, che a un'ottantina di anni proprio un locale poi c'è un signore che si chiama Guido, questa qui che fanno una vita, un po' a se poi c'è Dino che va e viene poi c' era Eugenio che abita qui, che però adesso va bene dalla figlia Mme vale dimenticarlo nessuno massimo, che è proprio nativo di qui e ha una famiglia. Però di giorno sta qui va va, va in giro a funghi insomma queste poi c' è Vabbè io mio marito di donne ci sono solo io, gli altri sono tutti uomini, perché poi ferita la sua Tig è l'accoglienza. Diciamo che noi siamo entrati in punta di piedi perché siamo tutte forestiere, ovviamente rispetto a nessuno di noi, nessuna di noi, ma è nata qui L'unica che ha qualche titolo e Cinzia, che ha sposato una di sant'anna non sempre siamo questo, bisogna dirlo non siamo così ben visti, perché comunque entrare in una comunità, in un posto in montagna, con tutto il rispetto che però ci hanno visto un po' com'é, però secondo me non abbiamo fatto dei grandi danni, anzi cerchiamo di fare del nostro meglio per tenere, ma senza però urtare. O comunque perché è un lavoro per noi. Ma è anche una passione perché solo il lavoro non è che ti dia così da vivere. Bisogna essere una famiglia perché sei già il personale, è già più difficile. Si fanno tanti numeri in estate. Io sono le presenze, non non sono una che sta attenta, stavo facendo giusto quella cosa per il commercialista rispetto all'anno scorso al duemila diciannove fatto quasi non dico la metà, ma perché comunque tutti i mesi da gennaio, da marzo a giugno siamo rimasti quasi chiusi. Poi il due ottobre c' è stata l'alluvione e quindi non è venuto nessuno. Perché Ilva Lasko, che era quello che ci dava un aiuto nel senso che la gente passava, andava al falasco e quindi passava di qua il ponte rotto a terme non si transitava più, la strada era tutta distruggo era semidistrutta. Quindi da noi qua e poi il quattro di novembre dell'anno scorso ci è stato di nuovo la chiusura del lockdown. Abbiamo riaperto a febbraio, abbiamo tenuto aperto fino al quattordici, poi abbiamo richiuso sino al quattro di maggio. Sono stati due anni veramente, per cui se se uno conta di lavorare, mantenere una famiglia qua è difficile, si può fare. Però è molto, molto difficile che Brown strutture della strada in questi anni cresciuta. Questo come fa un bilancio di questi? Io dal duemila undici che abbiamo abbiamo dato in gestione, non posso addentrarmi di più più di tanto, perché non era la mia gestione. Però da quando ce l'ho io si. Però purtroppo l'anno scorso che doveva essere l'anno di svolta è stato tutto stravolto perché non ho una proiezione e sull'anno è ovvio che abbiamo lavorato tantissimo. Luglio-agosto però non è un modo di lavorare perché abbiamo avuto come un turismo di ripiego. La cosa che di cui mi lamento io è che venivano quelli che vengono qua dicevano ma noi andavamo in Trentino andava in mi dispiace. Infatti con qualcuno mi son beccata scusate, ma mi prenotato le camere volevano la vista sui monti io insomma è o il balcone, ma qua il balconcino dimmi come faccio avere il balcone a sant'anna? Di che mi cade la neve. E poi questa è una struttura che è fatta così ha cent'anni. Io non posso, è contanti, ma non c' è niente. Perché vengono qui? Non c il tabaccaio, non c', è il giornalaio, ma non devi adattarti, non sei a livigno, non sei a courmayeur, non sei a cortina. Effetti lo dico sempre guardate che qua non c' è nulla. Lo dico proprio come una provocazione, perché poi comunque invece gli stranieri apprezzano questo posto. Io poi persone della svizzera che vengono da quando ci sono io, ma veniva già prima continuano. Ho avuto due olandesi stati giorni perché comunque gli stranieri cercano questi posti, soprattutto gli olandesi e paesi bassi cercano dei posti con le piante perché loro l'hanno non hanno praticamente piante alberi e quindi vengono qui. Non li vedi proprio, non capiscono che sono sono affascinati dalla vegetazione, magari quando andiamo al mare non so però eh? E poi abbiamo persone o un architetto paesaggista che viene qua sta tipo dieci giorni seduto in giardino, in faccia. Sta lì che un architetto oltretutto ho trovato anche famoso viene da friburgo che questa qua cioè non quindi di servizi aperto questa attività ricettiva. Altro che no, purtroppo qui non abbiamo non abbiamo appunto ci manca un lo dico un pulmino che faccia servizio una navetta come quando vai in svizzera. Ma insomma qualcuno che arrivano quelli del post dal giro del dell'alta via arrivano, terminano la macchina. Entracque, dobbiamo abbiamo bisogno di un servizio di taxi, però insomma è oneroso, eh no, ma pare che a noi non manca. Però il turista che viene qui magari avrebbe bisogno non so, di una lavagna, una lavatrice, di una lavanderia, perché io a volte faccio anche il servizio o due lavatrici, una la uso per perché arrivano dalla montagna, hanno bisogno di cambiarsi, sono bagnate, eccetera. Qui proprio un posto, un po' e poi un bancomat che avevamo chiesto perché comunque è mme. Adesso dico le cose proprio terra terra. Nei rifugi tanti non hanno la connessione, non hanno proprio nulla. Per cui lo straniero che arriva non è che va in giro coi contanti, contanti, contanti quando scende e deve poter allora deve andare giù a valdieri o a borgo, perché senno' qua abbiamo chiesto di metterci un posto qui alla posta, visto che di fronte c' è una casa delle poste dove c'erano le poste fino all'anno scorso ha funzionato come casa vacanze per i dipendenti delle poste, poi il covi già fermato. Però anche le poste, visto che Valdieri che potrebbero mettere servirebbe per fare i bollettini. Servirebbe almeno io lo vedrei una buona cosa chiediamo sempre noi non ci stupiremmo mai di chiedere. Queste sono quattro cose il fatto del giornale Cinzia che se tu all'inizio soggiorno mi dici guarda tutti i giorni mi fai trovare la repubblica piuttosto che lei lo fa come servizio la tabaccheria mamma, ma non non la trovo un bene, fu primario, quindi dico sì, però ci sono quelli carini che non ci sono, non ce la tabaccheria, ma vai giù fino a valdieri. Per il resto diciamo che cinzia comunque ci aiuta, ma che anche l'anno scorso nella chiusura lei si occupava di fare la spesa. Partiva da Giuda Vignolo dove abita e faceva la spesa, preparava le cose, le portavo, abbiamo il panettiere che al mattino ci porta il pane dentro acqua. Ehm è ovvio che se ti manca qualcosa beh, nella farmacia adesso c'è, un farmacista nuova giovane cavalieri, quindi allungato anche il apre il sabato, insomma per comunque abbiamo il defibrillatore, siamo siamo con la pro loco, collaboriamo. Siamo riusciti un anno facendo delle raccolte. Insomma del della polenta abbiamo messo delle cassetti, né qua se siamo riusciti acquistare un defibrillatore ce l'abbiamo giù sotto alla alla banca cinzia é di sotto, si fanno delle proiezioni di tutte le tutte le settimane, soprattutto nei mesi morti. Invitiamo delle persone a fare delle i filmati e le cose sono rai. Igor napoli viene da Stefania Belmondo okay, cerchiamo sempre di di promuovere anche proprio all'attività sportiva, anche agonistica, volendo, perché comunque al limone, cioè il liceo sportivo è una squadra dove sono bravi ad biathlon. A Entracque entra qui ci sono le piste di fondo, quindi se uno vuole può fare dello sport, può andare anche un giorno al limone, ma fare in discesa poi viene qua se ne sta tranquillo, non è detto che per per forza poi noi essendo nel parco anche una fortuna, quella perché paesaggisticamente non si sono potuti fare degli obbrobri, come se so come ha fatto. In alcune valli hanno fatto proprio dei disastri, quindi invece qua la cosa che ami auspico è che comunque chi ha le case le devi mettere in sesto, perché è un peccato lasciare un patrimonio che comunque ci hanno lasciato. Io venivo qui in vacanza quando avevo due anni e poi non spii. Vabbè, poi venivo col Caim con le ragazze perché hai libra? Veniva qui, quindi frequentavamo la valle in un modo diverso. Poi mio marito ha visto questa cosa e ha estratto la. Invece per quanto riguarda Michela lavorava al parco e quando la casa alpina è stata appunto messa a disposizione, la ha cominciato a gestirlo. Lei, il residence colori, era un vecchio albergo del posto gestito da una famiglia del posto. Poi l'ha acquistato un'altra persona di di pianura e l'ha dato a a Marcella da gestire. E quindi sono tutte È Rita lassù invece aveva questa casa, poi si è guardata intorno e ho ristrutturato. Ben venga questi tre appartamentini Chi vuole stare di che vuole cucinare vuole stare fuori in un prato, ha la possibilità Okay, no che emozione Cosa sia Italia si' a me, A me questo posto. Quando giro la curva del mulino mi sento a casa. Anche se ho avuto delle delle è insomma un po' di scontri con la famiglia perché comunque ho una famiglia, una casa a brae è però quando vengo qua sono a casa tante volte mi sbaglio, dico vado a casa ma invece sono sant'anna perché comunque però questo è un posto che dicevo non ci inquinamento, che non ti svegli al mattino e ti guardi l'asta esci, ti vai a fare un giro fra i e proprio non ho paura perché io ci sono le volte che sono da sola qua non ci sono questi signori, però non è che eh e comunque ti svegli in un posto che è meraviglioso perchè silenzio ci sono adesso quest'anno ha avuto dei problemi dei lupi, quindi non ci sono tanti animali, ma altrimenti avevo camosci, caprioli la sera, se posso esco proprio non mi cercare gli animali vedo delle volte ho visto il lupo più volte, è un però per me questa è diventata la casa nonostante abbia una casa brak tutto quanto però qui sto bene non è poi la soddisfazione è vedere le persone qua che mangiano é che sono contenta che si trovano a casa e e tornano l'ho fatto. Per me questo è proprio un posto dove la gente torna e sta bene e penso che quello che provo io lo provano anche loro a livello di così, di star bene. Questo è proprio un posto che consiglio veramente Perché tutte le montagne? Tutte. Però questo è un posto straordinario, non lo so. Poi dopo dipende anche tanti quella montagna mi mette tristezza o invece qua io non sono mai triste, Anzi quando arrivo qua sono sono felice. No, é contento e penso di aver realizzato un sogno della mia vita, quello di gestire un albergo. Perché avevo sempre questa cosa di eh. Non so, da piccolina vorrei gestire un albergo. Però non ho mai capito e me ne sono accorta. Cinquantasette anni che era quello che che alla fine volevo fare. Ci sono dei periodi della vita una fa la mamma, la moglie, le figlie sono laureate, hanno una loro attività e io invece mi sono trovata. Questo è un lavoro, ma è comunque la passione perché non lo faccio come si è un lavoro? Perché devo essere professionale. Dove però lo ma non mi pesa il giorno che mi pesa svegliare una cosa li' comincerò a Ti piace tirarmi indietro, Però per non farmi ecco quello che mi ha fatto venire qua che mio marito voleva uscire di casa con gli scarponi nei piedi perché lui voleva è perché un appassionato ma invece qui una volta ridendo e tu senti esci anche con gli sci perché comunque qua d'inverno quando nevica siamo sotterrati fino ad aprile qua ehm abbiamo la neve alle finestre quando l'anno che abbiamo acquistato questo quando sono arrivata io mi sono messa le mani nei capelli perché non non me lo ricordo mi ricordavo che si entrava di quell'anno era l'anno duemila e otto duemila nove che son venuti quattro metri di neve e dicevo laddove entra infatti entravamo dalle finestre perché Dave non si poteva entrare. Infatti tanti si stupisce cosa fai stare però chi viene qua che al mattino si sveglia con la neve rimane ancora più bello d'inverno che d'estate perché di me hanno qua cioè un silenzio assoluto spazzacamini, scricchiolii Io ho fatto una sera un video alle due di notte l'ho messo su facebook su Facebook e una da Sanremo mi ha chiamato e mi ha detto Senti, mi puoi andare a fare la foto di casa mia? Ma sono riuscita e sono andata nella fotografia di calcio e se n'è arrivata lotto diceva con i limoni io ho gente che da parigi mi manda le biscotti di angelino non lo so, è un posto così mi mandano, mi fanno, vengono gli ospiti, importano i regali, mi portano le orchidee, queste cose qua di qua rimango persino in imbarazzo perché comunque pagano non è che lo li ospito gratis, però è così. Infatti a volte sono in imbarazzo a farmi piacere, nel senso che non so più che cosa ci facciamo dei lavori insieme con le con cinzia così adesso che natale non possiamo fare le bancarelle? Allora ospitiamo ognuna di noi un artigiano. Non sono una che fa boh, qualcosa con legno un'altra io ospito una signora che fai, mandala con la mano con la lana e lo ospitiamo. Chiediamo un angolino qua e facciamo mercatini in modo diverso, insomma anche perché così diamo la possibilità a queste persone che comunque non so vendere o comunque poi io faccio i biscotti dell'orso di segale, poi ho fatto dei cuscini col pino cembro e poi è una cosa che ci tengo a a dire, ma ho fatto duecento e trenta duecento quaranta borse di cotone, cotone indiano con le iniziali di tutte le persone e le donne che sono venute qua che sono transitate qui e l'ho chiamato quest'anno. Il tema è il gatto Rubio, quello di Marras perché sono stata in sardegna e ho ho elaborato un altro progetto. Comunque ogni donna che è venuta qua è legata da un'energia da una storia. Quindi dove finisce la storia di una inizia la storia di un'altra. Sono pezzi unici, rari e non sono in vendita. Lo dico perché non le vendo però ognuna di noi accomunata da questo filo filo da ricamo che mi ha lasciato mia nonna. Quindi non ce n'è una uguale, sono tutti colori diversi e sono partono dal rosso e finiscono col blu. Dipende da e ognuno di noi, anche se magari nella vita nella vita comune non andava. D'accordo però sappia che è legata a un'altra e sono duecento e trenta non lo non ancora individuate tutte, perché di qualcuna non so il cognome di qualcuno, non so il nome, però poi devono venire qua, devono venire a prendere, non perché è un modo per legare il misto borgo delle donne l'energia delle donne. Poi ognuno le fa cosa vuole che ci mette il pane dentro chi ci mette non so, la biancheria è un percorso che non ho chiesto. L'ho fatto di mia l'anno scorso in questo periodo ho cominciato con queste borse é discontinuo che bene ultimissima ultimissima facciamo facciamo eh domandare che cosa è? Eh no la nostra generazione si' puoi iniziare la frase che ma per me l'italia ma per me l'italia che cambia potrebbe dovrebbe essere riprendersi una vita piu', piu' lenta e di guardarsi più intorno e di non e di apprezzare quello che abbiamo qui senza andare a cercare, insomma fuori quello che invece no, che abbiamo vicino il di riprenderci proprio gli spazi e di soprattutto di amare, di amare di più l'italia quello che abbiamo perché tante volte noi non sono gli stranieri che ci fanno notare che abbiamo delle sia delle potenzialità, che hai dei posti meravigliosi. Quello insomma sembra scontato. Però se ti guardi intorno non abbiamo niente da fare da invidiare a Svizzera come noi equivale gesso, sant'anna non abbia nulla da invidiare a ai grandi centri, basta che l'italia che cambia dovrebbe essere cambia nel senso di prendersi più cura anche di cambiare proprio il modo di di vedere le cose, di di di, di conservare il cambiamento, ma anche di conservare quello che abbiamo. Cambiare dovrebbe essere sempre un'evoluzione per me. Io cambio cambio meglio, però devo anche saper conservare. Poi devo essere convinto, coerente e costante. Se io sono convinto di una cosa e sono coerente a quello che è il mio pensiero, però poi devo anche essere devo continuare questa cosa. Non fare la cosa adesso perché non posso andare in Trentino, vado in valle gesso perché non o no, vado in un'altra valle più e quindi il cambiamento dovrebbe essere quello di prendersela più m' proprio di cambiare atteggiamento rivolto a tutti nel rispetto. Ed è anche capire che cosa c'è dietro. Perché se tu vai in un posto che ha curato, che bello del e pensare che cioé niente dietro chi che te lo fa trovare così perché le cose non si non si trovano nulla c' è regalato. Abbiamo delle cose da mangiare, abbiamo un enorme la fortuna di avere dei posti così belli, quindi, ma di cambiarli, cambiare in meglio. Cambiarmi se c' è una cosa che è brutta, malfatta, che l'abbiamo rovinata noi cambiarla così di renderla più più piacevole anche. Prego però guida la vita degli esseri viventi, ma bisogna riadattarsi ad un buon dio. Si cambia, cambia in meglio, ma tanto il fatto è che sarebbe lungo discorso però tantissime persone, anche in questi otto anni che già quando siamo partiti nel duemila e dodici che arrivavano esperienze precedenti, quindi già da dieci anni di lavoro in questo settore, pensato nel no fino al duemila dodici a uno stato prevalentemente a Roma, quindi facevo delle cose da quello che leggevo dal duemila dodici l'incontro é cambiato tutto perché tu verifichi se prima ti dicono che l'idea sì, allora eh, guarda me, il dg per meglio il ruolo ufficiale cosa scriviamo? Che io sono liberi nello eh in realtà sono l'ex titolare. Adesso ragioniamo con i piedi perché sono consulente, ma comunque di la profonda fondatore della ragion veduta dei ragazzi che erano quelli che facevano scarpe insieme con me perché un anno e mezzo forse non ho dovuto chiudere perché ci sono tantissimi investimenti avevano facevano con me le scarpe e non hanno voluto che chiudessi perché hanno reputato l'azienda. Ma la lealtà è importantissima perché loro già lavoravano per dei marchi e loro mi hanno detto Questa è stata la forma è stata questa Sei l'unico che fa delle scarpe sincero. Ma questi ragazzi guarda una società sì che srl sai come si chiama, si chiama stealth. Va bene allora è chiederei di raccontarci un po' la tua storia legata a questo settore. Ma si' ho ho incominciato a anni a vendere materie prime per fare scarpe è fino a cinquantaquattro anni ho vissuto vendendo materie prime e poi ad un certo punto un po' ho visto cambiare il settore. Soprattutto cambiare l' atteggiamento nei confronti dell'uso dei materiali nei confronti della del valore della della scarpa per il piede stava diminuendo assolutamente. Anche la capacità di progettazione della scarpa che stava di stava ci stava abbandonando la conoscenza dei materiali. Stavano diventando il piu' importante. Altre cose il fashion, il design. Tutte cose che avrebbero avuto bisogno della conoscenza dei materiali per attuarsi, ma che invece vivevano di luce propria. Chi fa design deve disegnare la cosa bella senza conoscere il materiale. Insomma, alla fine mi sono un po' arrabbiato, diciamo cosina and che la forza no bisogna la chat che la gente può chiedere per comprare le scarpe che abbiamo sono ribelli, si aspetta che chiami e posso posso scrivere, vado avanti da dove avevo allora mi sono un po' arrabbiato e ho tentato di è di fare un progetto mio che descrivesse la possibilità di prendere delle direzioni diverse rispetto a quello che secondo me la scarpa stava prendendo e durante questa ricerca per realizzare delle scarpe particolari perché voi volevo naturalmente inserire all'interno della scarpa, l'uso di materiali che dessero un'indicazione per rendere sostenibili le scarpe, per rispettare l'ambiente, per rispettare la natura, eccetera. Ho incontrato quella che è stata la rivelazione della mia vita che nel regno vegetale esistono i tannini, che sono dei polifenoli che producono gli alberi per difendersi dai batteri. L'uomo per seimila anni aveva cominciato le pelli con i tannini sin da egiziani. Insomma cominciavano con le le foglie d'albero che contengono tannini, le cortecce d'albero il legno. Loro ci metteva un anno e mezzo per conciare la pelle, però oggi sono delle industrie che estraggono i tannini e che poi vengono utilizzati per conciare le pelli. E da lei ho incominciato con un'enorme passione perché secondo me il regno vegetale, cioè la natura, ci puo' indicare delle soluzioni per la relazione, per l'alleanza fra noi uomini e lei natura ok è un'alleanza, sulla quale naturalmente dovremmo discutere, perché ci saranno anche delle rinunce da fare e io, parlando con le mie scarpe, le mie scarpe diventano delle ambasciatrici, diciamo così presso le persone di tutta una serie di valori che sono quelli che ho scoperto approfondendo, approfondendo poi il tema dei panini per chi non conosce, per cui ho cercato di immaginare le scarpe che cosa sia perché era buono perché invece di usare i soldi ci sono due tipi di concetti fondamentali per la pelle la concia chimica che la concia, il cromo, quel mi cromato di potassio è qui a a Vicenza abbiamo il più grosso polo europeo di concia, quel cromato di potassio purtroppo mi cromato di potassio produce dei grandi disastri ambientali, noi la pianura padana da sotto Vicenza in poi è stata rovinata soprattutto falde acquifere dall'uso di questo cromo che non rovina solo l'ambiente rovina anche la pelle dei piedi, perché io ci ho tantissimi clienti che sono allergici al cromo e che vengono a comprare scarpe da me. Comunque questa è la concia al cromo. Che cosa di vantaggioso risponde ad una delle esigenze fondamentali che è la velocità di concia, cioè la concia al crono è una concia industriale perché in sette ore si contano le pelli l'altro tipo di conscia che è quella che seguo io, che utilizzo io è la concia ai tannini. I tannini generalmente sono termini di castagno che si usano perché il castagno ne produce molti e anche sono molto potenti come elementi con Ciampi e poi mimosa e braccio, che è una pianta argentina. Si usano questa essenza perché sono quelle che ne producono piu' che ne hanno di piu', ma tutti gli alberi, tutti i vegetali, producono tannini. Questa concia, realizzata secondo le regole di concia, utilizzata per millenni, non rovina l'ambiente e non rovina la pelle dei figli. È però ha un problema che ha bisogno di tempo per essere fatta. Il tempo va dai venti giorni anche a un mese e mezzo a seconda degli spessori della pelle. Quindi è evidente che dal punto di vista delle tempistiche non è una concia industriale secondo le logiche del leader dell'industria che avevamo, perché adesso stiamo discutendo e quindi ha perso questo tipo di soluzione fra le due ha perso e abbiamo dato valore alla velocità e non ci siamo interessati dell'inquinamento delle problematiche. Questo produce. Poi la velocità è buona all'inizio perché paga un po' in una produzione di che solo un mese e mezzo. Beh fatto. Io trovo che tutte le soluzioni, quando ci poniamo l'obiettivo di risolvere un problema ci siano. Io voglio dimostrare che la natura, queste soluzioni che da noi dobbiamo adattarci, naturalmente perché poi in questo mondo che ci ha accolto dove ci viviamo bene dove ci piace stare è un mondo piacevole. È una mamma, ma dobbiamo difenderlo. Non possiamo continuare ad estrarre materie prime e sapendo che la natura non può riprodurle va bene e utilizzarle in modo dissennato dobbiamo ad un certo punto dire bene stiamo bene la natura città delle opportunità dobbiamo anche noi accettare di avere dei limiti nel nostro comportamento. Quindi diciamo le scarpe tradizionali in contemporanea belle son fatte quasi tutte con questo voglio sottolineare una cosa anche le mie non sono cio' che io vorrei fossero delle scarpe e cioè io ho un'idea di come deve essere fatta la scarpa, però le materie prime che trovo purtroppo non mi danno la possibilità di realizzare al cento per cento la scarpa come vorrei oggi il massimo pero' che si può fare in questo con l'indirizzo che abbiamo detto fino ad oggi sono queste scarpe qua è uno degli altri problemi che ho verificato. Essere necessari per l'assoluta per arrivare ad una soluzione sostenibile è quello di dire quanto dura una scarpa l'importanza della durata nel tempo. Noi in questi anni di follia industriale follia esagerata, esagerata produzione, abbiamo pensato che la soluzione per tutti, anche dal punto di vista economico, fosse produrre tantissimo e buttare via tantissimo l'usa e getta. Oggi abbiamo scarpe che si usano sei mesi e poi si buttano via. Abbiamo inventato la moda che è quella che deve entrare nei nostri cervelli. Va bene e convincerci che ogni tre mesi noi andiamo fuori moda e dobbiamo cambiare le cose ora la rivisitazione di questi aspetti è una cosa fondamentale nel mio progetto, perché voglio insegnare alla gente che ci sono scarpe che se fatte bene con i materiali giusti, possono durare anche trent'anni. E se io riduco adesso lo leggiamo trent'anni non facciamo esagerazioni, ma per dieci anni io non ti faccio buttar via scarpe io per dieci anni intanto ti aiuto a non fare i rifiuti o non produrre rifiuti, dopodiché le scarpe sono riparabili. Io cio' delle scarpe che da quando sono dodici anni che ho iniziato a fare questo progetto, sono state riparate magari due volte e continuano a camminare bene perché è difficile che si spacchi, non si sono fatte con i materiali giusti. Poi si sostituisce la scuola, che è quella che si consuma perché quella che cammina e facciamo continuare a camminare queste scarpe è un paradigma nuovo di pensiero in cui dobbiamo ritornare a dare valore al tempo e al lavoro corretto. Dell'artigianato in questo senso rientra in campo l'artigiano con le bravura e con le sue capacità di usare le mani bene per fare dei prodotti che durano, che hanno il io già mi emoziono a dire questa cosa perché è bellissimo, cioè il fatto che questa gente ha delle mani straordinarie che fa, che fanno sì che il prodotto duri tantissimo tempo e dia delle soluzioni, delle soluzioni. La natura è un giusto un dettaglio. Quindi dopo dieci anni, quando siete devo aggiustare quando cazzo il problema è la progettazione iniziale. Dobbiamo fare delle scarpe che sono progettate sin dall'inizio per essere riparata. No, io io faccio questo, do questo servizio che era ma si può andare da qualsiasi calcio mayo e se il calzolaio, perché in questi anni poverini calzolai sono stati distrutti dalla plastica, sono morti perché erano le scarpe di plastica e riparabili. Capito? Quindi ce ne sono anche pochi. Magari si è perso. Hanno un po' di conoscenza sulla riparazione. Però basta che mi telefoni e gli insegna come fare. Senti, se hai parlato degli artigiani, gli artigiani, le scarpe, le tue scarpe sono prodotte da artigiani. E poi perché le tre fasi? Abbiamo degli artigiani che producono insieme con noi che fanno certi certi articoli. E poi ci sono i ragazzi della st. Inoltre che sono i titolari della ragioniamo con i piedi si con me. E eh allora il concetto dell'artigianato oggi è molto ricambiato rispetto ad una volta. Noi una volta avevamo avevamo l'idea dell'artigiano con le sue conoscenze, che lavorava in un laboratorio chiuso e la produceva. Queste cose straordinarie questo artigiano è morto, è finito, nonostante che noi abbiamo avuto dei marchi che si riempivano la bocca di queste parole, quel tipo di conoscenza è andato, non dico sparendo, ma si è persa. Oggi abbiamo il compito di ritrovarla, di rifarla, rinascere, però si è persa. Perché? Perché questi artigiani che facevano un paio due paia, tre paia di scarpe al giorno non avevano le materie prime per poterlo fare, perché se vuoi delle materie prime fatte bene, deve ordinare quantità enormi che l'artigiano non poteva permettersi di fare. Quindi è andava a comprare da dei rivenditori le pelli, le suole dei prezzi esagerati, perché quando ne compri un paio due paia devi pagare tantissimo e poi non trovi neanche quello che ti serve. Quindi il concetto di artigianato è andato via via, come dire, perdendo le proprie caratteristiche, le proprie qualità, proprio perché non era previsto all'interno del sistema industriale proprio per le materie prime che dovevano essere garantite a questo artigiano per l'uso, per fare scarpe, per far vestito, per fare qualsiasi altra cosa, insomma. Quindi noi oggi siamo abbiamo una proposta che è quella di un artigianato, un po' più adatto ai tempi, nel senso che noi produciamo delle quantità di scarpa che ci permettono anche di pretendere di avere determinati materiali da chi ci consegna le materie prime. Io ho dovuto sin dall'inizio prevedere che il progetto doveva avere delle dimensioni diverse da quella dell'artigiano. Ciò nonostante abbiamo un'attenzione enorme nei confronti di alcune persone. Noi abbiamo degli artigiani che facciamo lavorare e che sono i nostri, la nostra ricchezza. Quindi questi artigiani fragole cosa fanno? Fanno del delle linee di scarpe specifiche, mentre mentre le altre vengono fatte con un pro, con un procedimento, un po' più veloce, un po' piu' industriale industriale che guida? Esatto, è una ma che se dai dipendenti abbiamo dei ragazzi giovani i quali stanno imparando, è tutto quanto all'interno dell'azienda. Anzi, una delle caratteristiche di cui ci friggiamo è proprio quello di avere ragazzi giovani che stanno imparando. L'uso è tutta una serie di tecniche di progettazione che passa anche attraverso l'uso digitale. Va bene. E poi ci sono dei ragazzi che realizzano le scarpe che mi stanno imparando a fare fare le scarpe a tutti i segreti, in una in una piccola catena di montaggio. Davvero? E e poi dove vedete poi lo prendiamo in Italia, soprattutto scusami la nostra probabilmente non ci sarà la nostra voce se vi pare che questo oggetto della domanda che vediamo vediamo Ah, se posso ripetere i soggetti si, si, si, si, si. Noi le scarpe le vendiamo, non nei negozi fisici. Va bene, perché il progetto è nato per utilizzare questi materiali che costano moltissimo. Ho dovuto naturalmente scegliere di accorciare la filiera, quindi la disintermediazione è stato l'elemento fondamentale per poter usare questi materiali. Fa pescare in Italia garantire in modo corretto il pagamento di tutte le persone che fanno parte. Però ha dovuto scegliere di non vendere il negozio. La cosa bella che é successa negli ultimi tempi è che c' è stato un aumento delle vendite internet l'aumento dell'uso di internet da parte della clientela che ci fa perdere il negozio. Però purtroppo in ogni evoluzione è delle relazioni tra persone. Internet ci permette di parlare con estrema, sempre semplicità bene, riduce i tempi, riduce le distanze e quindi io posso parlare con delle persone in Cina per dire nel giro di qualche secondo manda una mail e ci siamo oppure consumo possiamo fare questo. Questo è la caratteristica digitale, riduce i tempi di incontro tra persone. Quindi cambiano le economie, cambiano le nostre abitudini e che la mia guerra e veniamo via web non vendiamo nei negozi abbiamo negozi nostri, è quella ne abbiamo due. Alla fine ne abbiamo uno qua e uno è lo apriamo con dei temporary shops a Milano ogni tanto. Ok, quindi il grosso delle vendite diventano Internet. Sta diventando un canale fondamentale, soprattutto perché noi curiamo molto la relazione con la clientela. Abbiamo la chat, abbiamo tante cose per essere vicini ai nostri clienti perché capiamo perfettamente che è angosciante comprare una scarpa che esatto. Beh, noi abbiamo fatto un software nostro attraverso il quale con la misurazione del piede, inserendo la misura in questo in questo software ti viene fuori il numero di scarpa che devi comprare per ogni articolo. Non può cambiare se Eh sì, perché può cambiare la forma. Già il look della scarpa cambia anche un po' le dimensioni dello scalo. Una scarpa sfilata non ha la stessa dimensione di una scarpa più ciccione. Arriva il compagno che quando arriva Mike che fa il vostro universo si possono cambiare. Allora si possono restituire o cambiare, vero? Sono molto bene. Ma quando è nata? Duemila e otto, la ragioniamo con i piedi. È nata nel Duemila e otto, è da una discussione fra me e un imprenditore di scarpe che adesso non fa più parte del progetto e abbiamo realizzato le prime scarpe che hanno le polacche. No, abbiamo fatto scelte diverse, quindi abbiamo fatto scelte diverse. É un livello miliardi l'idea del prodotto interno. No, è stata una una scelta proprio produttiva, diversa nel hai ok internet oggi no. Quindi abbiamo puntato sui gruppi di acquisto solidali. È quando abbiamo incominciato questo progetto io mi sono era un momento di grande nascita dei gruppi d'acquisto, dei gruppi di famiglie che si mettono insieme e volevano comprare direttamente dal produttore e abbiamo avuto un enorme sostegno da parte di tutti i gruppi D'acquisto d'italia e lì è partito. Poi abbiamo avuto un momento di spolvero particolare perché C' è stata la Gabanelli che ci ha fatto con Report un servizio di un quarto d'ora. Quello è stata una cosa particolarmente importante nella nostra storia, perché in quel momento tantissime persone hanno voluto comprarci le scarpe. Quindi diciamo che abbiamo avuto la possibilità di arrivare alla nostra clientela con il mezzo televisivo. Da allora sono nate delle relazioni che durano ancora oggi con i nostri clienti, perché noi adesso mi permettono di fare una battuta. Noi creiamo dipendenza secondo la scarpa nostra, poi continui a comprarla perché i materiali che si usano soprattutto per l'interno, che è la parte della scarpa che noi curiamo molto, sono fantastici. Insomma, le pelli il concetto al-thani il piede le sente subito, eh? Il doppio dei soldi. Scusa ai gruppi di acquisto? Sì, sì, abbiamo ancora delle relazioni, molto meno di una volta, perché sono un po' cambiati anche loro. Insomma però abbiamo relazioni ancora è quindi in ogni altro crede perché la giriamo? Io ero assessore. Il nome nasce da una battuta fatta durante una cena serale con dei ragazzi. Io ero assessore alla cultura del mio paese e avevo fatto un gruppo di ragazzi gruppo culturale. Ogni tanto ci trovavamo a bere un bicchiere di vino insieme di fronte un bicchiere di rosso. Un ragazzo mi dice ma tu lavori di scarpe e ho detto sì, allora ha ragione con i piedi è una battuta classica. E allora li ho capito che dovevo dare questo nome all'azienda le scarpe sono scarpe da una banca delle scarpe, il in questo paese dell'assessore no, è vicino qua si chiama o ne è un piccolo paese, tu di tremila anime. Lui adesso dove voi io sono nato a est, è vivo o ci dici che contro gli contesta le due parole che se poi ci troviamo ai piedi dei Colli Euganei che sono una formazione montuosa antichissima dove hanno vissuto sempre delle popolazioni che si chiamavano Palermo Vennett, le vecchie popolazioni del Veneto e avevano una grandissima cultura. Qui c' è un museo straordinario, dastraso gestito molto bene dove si ritroverebbe tutta quanta la storia di questi popoli eh scusami cinque a destra qui a destra, qui a destra, qui a destra e cioè questo museo che si chiama il museo dei pali o veneti proprio sono popolazioni straordinarie che avevano una grande cultura, che hanno sempre fatto alleanza come con i romani e non sono mai stati conquistati. Diciamo così adesso io non sono un grande conoscitore della cosa, io so, conosco solo l'ambiente dove viviamo l'ambiente bellissimi coniugali sono straordinari. Anzi, invito tutte le persone a venire a visitare perché non solo si fanno delle passeggiate straordinarie e poi si incontra un ambiente bellissimo e si mangia anche bene. Insomma l'aspetto dell'alimentazione buona è un aspetto che l'italiano ama molto. Prima hai detto che queste scarpe non sono ancora come vorrei scendere perché ci sono dei componenti che io vorrei che questa storia della la mia voce Josh Quest'estate non voglio io perché scusa le scarpe non sono ancora come voglio io, è perché ci sono dei componenti che io vorrei modificare. Insomma no, per esempio le suole. Noi usiamo delle gomme espanse che non sono riciclabili o non sono riutilizzabili in un secondo momento, poi la scarpa deve essere in qualche modo secondo me riprogettata perché dalla scampa più semplice che è la macchina va bene che a venti materiali dentro arriviamo alla scarpa da montagna montagna che magari ne ha. Ora tutti questi materiali sono accoppiati l'uno all'altro se ogni materiale da solo può essere anche riciclato e riutilizzato, eccetera noi usiamo delle pelli che potrebbero essere riutilizzate in agricoltura biologica. Alla fine della dell'utilizzo della scarpa. Però bisogna dividerle dai contrafforti. Dai puntargli dei rinforzi ci si mette dentro, quindi è un lavoro enorme. Quindi tutte le scarpe, indipendentemente le mie, come quelle degli altri, hanno il problema della suddivisione dei materiali. Ok, perché quando tu accoppia del cartone con lo scotch gia', abbiamo creato un problema di inquinamento per cui dobbiamo togliere lo scotch per rimandare a no al riciclaggio. Il cartone è la stessa cosa la scarpa. Se io ci metto il contrafforte che è quello dietro qua, che è quello che dà la forma dietro la scampa va bene quello lì. Devo toglierlo per mandare al riciclo la scarpa. Quindi bisognerà per produrre delle scarpe come dico io, non solo agire sulla progettazione della scarpa, quindi fa sì che tutti i materiali siano facilmente divisibili. L'altra Cosa è creare degli dei comparti di lavoro? Dove si farà questo lavoro? Cioè dividere delle cose tipo il Conai, per dire, per gli imballaggi, eccetera? Cioè, un po' è un prodotto su cui bisogna ragionare approfonditamente. Non si può dire. Io uso la plastica riciclata. Ok, e dopo, una volta fatta la plastica, che cosa ne facciamo di quella scarpa? Quando vanno differenziati? Oggi sono tutto dell'indifferenziato e poi l'inceneritore. Dico questo anche le tue si', ma però gli amici vanno dopo quindici anni. Ma che vuol dire? In questo momento la cosa più ecologica si trova. La sala era brava, lo facciamo dire come casa, però le mie sempre ci vanno. Ecco, però le mie scarpe ci vanno dopo anni o anni. Quindi oggi l'unico sistema per rendere sostenibile un prodotto così complesso è la durata. É la ripara abilità, ragazzi, la riparabili. Fondamentale perché la durata, siccome sfregano sul terreno c', è un'aggressione da parte dei terreni su cui si cammina da sola, si si consuma e bisogna ripararla. Sostituirla quindi anche lì è una questione di progettazione li'. Invece io sono contento. Le nostre scarpe sono tutte le parti. Invece per il discorso del colore, un tema che l'impatto psicologico che tutti coloro che si allontanano dai colori del bosco c' è il marrone e il verde è sono tutti colori sintetici. Quindi prima di mandare al recupero la pelle noi dobbiamo recuperare i colori. Anche quello sarà un'operazione su cui dovremmo riflettere oppure fare le scarpe tutte borrow. Volevo tutte le verdure, quindi si'. Quando parliamo di colori parliamo di anni line. Le linee ce ne sono di sintetiche e ce ne sono di naturali tutte le il colore naturale della pelle. Se volete vederlo é questo le mie scarpe all'interno non hanno nessun tipo di colorante e nessun tipo di verniciatura. Questo è il colore. Possiamo fare le scarpe tutte così ci saranno delle rivoluzioni da parte dei degli utilizzatori di scarpe, quindi bisogna colorarle. E la colorazione quella più naturale, sono queste queste qua. Tu riesci a dare ordini naturali in cui no, anche lì bisogna avere dei numeri, dei numeri. Certo, ci sono dei colori naturali usati normalmente quando si parla appunto di questi colori qua, ma in generale non mi fido. Io so che l'unica cosa l'unico colore naturale che ho è dove non c' è il colore, cioè all'interno. Chi altro pubblico ci ha detto perché arriva alla cassa prima degli interni? Prevalentemente, ma uomini, donne, giovani, vecchi nord-sud raggiungono il loro le mie scarpe è un pubblico che all'inizio si avvicina perché vuole risolvere i problemi. I problemi di assicurazione. Le mie scarpe assolvono perfettamente il sudore perché non sono una verniciata colorate sono le delle pelli di vitello all'interno le quali hanno una capa grande capacità di assorbimento. Poi le temperature interne della scarpa, una scarpa di plastica come tutte le sneaker creano grossi calori all'interno, quindi disagio per il piede, gli odori le mie scarpe non non assumeranno mai cattivo odore neanche fra vent'anni perché i tannini sono dei batteri o statici e controllano lo sviluppo batterico all'interno della scarpa perché noi produciamo sudore con i piedi, eliminiamo tossine. I batteri si alimentano di queste tossine e quindi in un ambiente dove non c' è controllo c'è uno sviluppo pazzesco degli odori e si producono è praticamente i batteri poi fanno posso dirlo alla cacca, si liberano bene e la cacca sono degli acidi grassi i quali sono a me la colpa dell'odore. Insomma sono isola Enrico Butti rico acido butti rico è quello della fermentazione dei formaggi. Ecco perché sanno formale pero'. Ricordiamoci sempre non solo i nostri piedi malati, la malattia ce l'hanno le scarpe perché se sono rivestite di sintetico all'interno andiamo incontro a tutti questi problemi. Poi altra clientela, magari attratta da tutti i miei ragionamenti. Perché soprattutto ultimamente c' è molta gente che è ha molta attenzione nei confronti della di comprare dei prodotti che rispettino l'ambiente o che abbiano queste caratteristiche da tempo. Per esempio la ripara abilità è un concetto che mi chiedono in tanti. Scusa No, no, no. Ehm bene pronto? Ma non sono Scusami, Jenny, volevo capire se gli ultimi anni ha notato Beh, che singoli si' é rimasto. Dai, sono rimasto alla a partire da che è stato il tema della disabilità. E quindi adesso molta gente mi chiede prima di comprare scarpe, se sono riparabili vedo che incomincia a nascere una attenzione sostenuta nei confronti della durata delle cose. Io adesso, naturalmente sono fenomeni di nicchia. Credo però immagino che la capacità di traino di questo pensiero sia notevole e hai produzione consulenze uguale con le donne? No, la mia clientela è donne e il resto? Uomini no, no ragazzi giovani, nel senso che la mia Inter inizia dai trentacinque anni trenta, trentacinque anni prima. Purtroppo sono molto legati al mondo della non solo della moda si delle snickers. Insomma l'anno scorso di prodotti venti otto miliardi per le scarpe al mondo, ventiquattro mezzo snickers quindi immagina quindi quattro metodo per quello magari devi farlo i numeri dell'italia non so i numeri del mondo e scusa no l'italia produce comunque ancora tante scarpe, ma in gravissima difficoltà. Napoli preferivano le stampe con carne italia gran parte riguardo all' estero si' le sneaker di sicuro perché le scarpe le snickers oramai sono quasi tutti i prodotti in Cina, in Vietnam sono i posti dove costa poco la manodopera, ma non solo dove c' è la possibilità di recuperare tanta manodopera, perché il lavoro della scarpa ha bisogno di tantissima manodopera. Insomma ci sono fabbriche, fanno cinquecentomila, pesca il giorno delle così a e invece i numeri di produzione che fare? Noi noi con te. Ma noi faremo trenta pescara giorno massimo quando arriviamo al massimo nella produzione sono seimila pescare in sì noi noi tentiamo la nostra produzione organizzata sulla necessità di produrre quello che dobbiamo vendere. Non siamo ancora organizzati, io ho un'idea della produzione just-in-time, cioè noi dovremmo produrre mano a mano che ci vengono ordinate alle scale, naturalmente questo per il momento non possiamo farlo perché abbiamo bisogno di un consumatore da educare. Cioè se oggi ordini poi le scarpe almeno dieci giorni per farlo ci vogliono. Ma purtroppo il mondo di internet sta puntando molto sulla velocità del delle consegne, che è una cosa che può avere un valore o meno. Insomma adesso se vogliono un paio di mutande che mi arrivino dopo tre ore mi arrivino dopo tre giorni. Non è che cambia moltissimo è laverò quelle che ciao addosso per dire adesso è una cazzata, è dobbiamo anche lì. Dobbiamo incominciare a riflettere molto come consumatori. Il ruolo che abbiamo sulla costruzione del sistema economico sono invece sul web, quindi prevalentemente come sul tuo sito. Insomma no, vendiamo solo sul nostro sito gli agenti ti conoscevo, basta però sì, abbiamo sempre puntato sul passaparola per vendere le nostre scarpe pubblicità ne facciamo pochissimo abbiamo la pagina Facebook, la pagina Instagram, il nostro blog dove scrivo moltissimo è però insomma vedo che abbiamo una certa capacità di attrazione. Non siamo scontenti, è dobbiamo migliorarci dal punto di vista della comunicazione, eh, però insomma, stiamo lavorando bene, abbiamo veramente dei bravi ragazzi, ci stanno aiutando. Ma quando passi, quando c'è stata la Gabanelli arriva immagino che investe più. In quel caso è aumentato la produzione a gli altri che coinvolgi cosa succede? Quello era un momento particolare perché non producevamo tutti i modelli di scarpe che qua quando è arrivata la Gabanelli è Noi non producevamo tutti i tipi di scarpe diverse che stiamo facendo oggi avevamo praticamente solo le polacchi ne' é un sandalo. Quindi prevedendo che la cosa sarebbe stata, come dire un fiume in piena vista che stava arrivando, ci eravamo preparati un pochino e infatti io credo che sia stato di più di quello che avevamo previsto. Sembra oggi invece, nonostante il mercato ai ricchi che decidevo anche aggiungere gente. Ma oggi il mercato è costante, abbiamo dei leggeri aumenti sempre per quanto riguarda internet. M i negozi sono stabili se non in calo perché la gente si muove meno ma internet invece ci dà delle belle soddisfazioni. Quanta gente lavora per la ragionevole i piedi? Beh tutto. Saremo una ventina di persone, cosa fra gente che produce e gente che fa comunicazione? Eh? Il costo delle vostre scarpe. Noi abbiamo scarpe che vanno dai ai euro, eh, non sono costi che prevedono il ricarico del negozio, quindi c' è solo la ricorso di produzione più il nostro ricarico. Il nostro ricarico di solito è il doppio della scarpa, più è l'iva perché all'interno del ricarico, cioè tutto il costo della progettazione e della distribuzione. Ma scusate, lagnanza rispetto a quelli equivalenti dipende il mercato simili presso noi avevamo delle scarpe che nel mercato normale, producendo gli stessi materiali e con la stessa lavorazione, vengono a costare il doppio rispetto a noi invece di scegliere modalità danni sì, io dico ha usando gli stessi materiali usando gli stessi materiali. Noi abbiamo sul mercato dei competitor che usano gli stessi materiali, perché gli appelli col tannino sono sempre state usate fino ad un certo punto nella nella produzione della scarpa. Poi sono state abbandonate completamente e però costa forse anche di più si chiuda il il cromo nella scarpa. Il vero elemento su cui tantissima gente agisce all'interno. Quindi è lì che si tolgono le pelli, si mette sintetico, si tolgono le perdite, si mette il si mettono le perdite di maiale, eccetera eccetera. Perché la gente è abituata ormai a guardare solo l'esterno, cioè l'estetica, non guarda la sostanza che è dentro, Ok? E quindi tanti prezzi dipendono da quello. Poi le sneaker che sono l'elemento che sta cambiando la nostra cultura del vestire, perché questa è la società delle Snickers e della felpa. Okay? E questi sono due elementi semplicissimi da indossare, facile, eccetera, ma che ci allontanano da un vestito costruito bene e da una scarpa costruita bene nelle Snickers. La plastica la fa da padrone. Insomma, questi sono che non parlavo. Direi che sarebbero tipo stava le scarpe quest'anno sono le scarpe che costano poco, perché pensiamo che comprando poco di una scarpa facciamo un affare, non è vero? No, lo fa. Chi te lo becchi sempre io invece che una scarpa ribelle, Diciamo pregiata, ma non è fatta contadina con un altro momento dopo che una simile se i prezzi sono leggermente differenti, non muro. Quindi non sei cambiata? No. La gente che compra le mie scarpe all'inizio dice sai, costano tanto. É un problema per me comprarlo. Poi ci provano e le comprano e mi dicono loro mi dicono loro guarda il prezzo è assolutamente corretto. Prova ne è il fatto che ritornano a comprare. Devo ripetere quando i tuoi pezzi solo battito del che si sentono male allora lo ripeto dicono il prezzo allora il prezzo delle scarpe fatte con i materiali cromo non cambia moltissimo rispetto se fatte bene, intendo parliamo sempre di una buona scarpa fatta bene con gli interni in pelle di vitello, eh, non cambiano moltissimo. È miei clienti di fronte ai miei prezzi inizialmente storcono un po' il naso perché è logico. Poi dopo la prima scarpa, continua a comprarle perché reputano il prezzo corretto la sneaker scarpe basta che non vanno perché fanno al piede perché inquinano di più. Una cosa le sneaker fanno fanno stare bene il piede perché sono la plastica. Io mi ricordo che una volta ho comprato un paio di sneaker del mio numero, ma mi stavano strette. Ho telefonato all'azienda che le aveva prodotte. Mi dice che non sa nessun problema le mette a letto, alle al forno a microonde, gli da' una bella scaldata, poi le calza e vedrà che si allargano. Ed è stato vero. Cioè plastica si scioglie e si allarga. Ora é quindi suole morbide, sintetico. È tutto semplice la prima volta che la indossi la scala e quindi sono anche molto accattivante dal punto di vista della della, del comfort. Il problema è il piede ha bisogno di quel tipo di morbidezza, per esempio della suola. Il piede è nato per camminare scalzo. Ora io non dico che questo tipo di abitudine la dobbiamo mantenere perché abbiamo una vita completamente diversa dal dal momento in cui è nato il piede con questa funzione no, però io reputo personalmente che oggi stiamo educando il piede ha delle strutture di scarpe troppo morbide. Io per esempio porta sempre delle scarpe col cuoio e tutte le mie scarpe hanno sempre mostrato di cuoio sotto il piede perché già dalla giusta resistenza è un materiale naturale che s'ha da ha delle fibre che si adattano perfettamente al piede. Quindi la scarpa diventa la scarpa per il tuo piede perché si è formata sul tuo piede è quindi io parto sempre da questo concetto il comfort. A volte è più difficile far adattare la scarpa in pelle che la sneaker. Ma una volta adattata la tua scarpa in Italia siete l'italia, siete una ricchissima che fa questo tipo di scarpe dei cantanti va bene. In Italia tanti stanno puntando verso altri materiali nella realizzazione della scarpa, perché si ha paura della scarpa fatta in pelle. Perché oggi c' è giustamente un grande, una grande ribellione nei confronti degli allevamenti intensivi, eccetera eccetera. Noi in qualche modo tentiamo di ricevere delle pelli che arrivano da allevamenti diversi pero'. Purtroppo il vero problema è quello però di pelle se è la lavorazione della carne che produce la pelle, cioè chi mangia carne come scarto, sia la pelle. Siccome il consumo di carne, soprattutto nei paesi in via di sviluppo che stanno arricchendosi India e Cina, è in aumento, perché io mi ricordo quando ero un poveraccio con famiglia mia, é una delle cose che dava il senso del miglioramento della vita era che mangiavi carne due volte alla settimana. Ok, quindi la carne è un elemento, è come dire che identifica il miglioramento della vita. Quindi questa gente vuole mangiare carne, si sta aumentando il consumo e quindi si stanno aumentando la quantità di pelli che dovrebbero essere scappate. Se l'e' scartiamo dobbiamo fare delle grandi buche a terra e sotterrare una ricchezza. Secondo me io propongo una soluzione diversa, che è quella che questa ricchezza venga utilizzata per l'abbigliamento. Quando finiremo di mangiare carne non faremo più scarpe e non saremmo qui. Abbigliamento con la pelle ma siccome c' è cominciamo la bene, cominciamo la scienza rovinare la natura con i tannini che da quello che si immagina da questo punto di vista si puo' fare io non ci sono no. Molte aziende stanno scegliendo un un indirizzo diverso, cioè il recupero della della della fare economia circolare attraverso la plastica. Ma non tutte le plastiche sono riciclabili. Per esempio il polietilene da alimenti è riciclabile fino a diciotto volte, ma tutti gli altri non sono riciclabili, si buttano via. E poi bisogna vedere una volta fatta la scarpa dove va a finire? Faccio oltre lavande ricoperto risponde veloce per te perché sei diventato il sulla tipologia fate anche scarpe sarà track da ginnastica tutti i tipi. Ci sono alcuni tipi che non si riescono a fare questo tipo di produzione. Non si possono fare tutte le scarpe con questo tipo di produzione tutte le scarpe. Noi per il momento abbiamo scelto di abbandonare il tracking perché noi usavamo una membrana particolare che si chiamava Audrey, che adesso sul mercato era una membrana unica che mi permetteva di avere la fodera in pelle all'interno. Le altre membrane mi permettono di usare i suoi sistemi il negli ultimi anni il suo naturalmente sono aumentate. Diminuite bello negli ultimi cinque anni. Diciamo che abbiamo abbiamo cambiato molte cose, diciamo. Siamo stati costanti quando ho conosciuto Oliver. Io sono ancora moltissimi, molto amico di Maurizio Pallante. Ci sentiamo spesso. Ho collaborato con il movimento per la decrescita felice. Lo amo ancora tantissimo e credo che questo sia il momento in cui la gente deve riflettere molto sulle proposte che per anni sono state fatte dal movimento e sono state come dire hanno prodotto ilarità. E invece oggi dobbiamo il vero problema è questo come rinunciare a consumare come consumava, quindi come ridurre in modo intelligente il nostro impatto e ridurre il nostro impatto? Significa da crescere, che chiudo tutte le interviste, che ho una cosa per te l'italia che cambia, non il giornale nostro. Il concetto che l'italia che cambia è io dico io dico sempre un concetto darwiniano il vero la vera cosa che cambia è l'ambiente per tutta una serie di conseguenze. Oggi abbiamo un virus che abbiamo avuto responsabilità noi di far nascere e quindi cambia l'ambiente e noi dobbiamo dobbiamo avere la capacità di riadattarsi perché noi siamo organismi che si adatta. Okay eh, facciamo un altro esempio quando è stata inventata da scrittura mobile da gutemberg va bene se è stato ci sono stati degli sconvolgimenti nella religione, ci sono stati sconvolgimenti economici pazzeschi perché il libro non era più appannaggio delle classi sociali alte, incominciava a costare poco, poi è stata inventata, la carta è costato ancora meno e quindi la cultura e la conoscenza è andata appannaggio, è stato appannaggio delle anche dei poveri disgraziati che non potevano avere prima. Questi sono i cambiamenti che avvengono nell'ambiente. Noi siamo nati per cambiare, per adattarci. Il cambiamento secondo me è sempre positivo, purché sia dialettico in discussione con l'ambiente. E io credo che io percepisco, insomma magari perché sono un ottimista che questo cambiamento è un cambiamento positivo, quello che sta avvenendo, che che ha nome e cognome. Ma allora io sono Alessandra Matarazzo, cazzo é sottopancia quando compare il nome e cognome si' Io sono in realtà io sono il presidente della cooperativa Ok presidente, come fieri. Ok, però vuoi mettere anche volontaria attivista una volontaria, un limite a quello che preferisce. Lo facciamo in base a quello che preferisce per me mettere volontario si' okay o attivista volontario. Poi magari cerco forse attivisti sembra un po' troppo, però magari volontario per me va bene perché gli chiude quello che facciamo. Faccio che guardi lei, io comincio pure quando ti faccio domande io guarda lei, io comincerei con la base cos'é fieri si spegne okay fieri e tante cose. Quindi fieri nasce come progetto voluto, condiviso da tante realtà tra cui Mani tese, Arci in primis perché appunto si sono intestati le responsabilità di questo luogo. È ma fieri, è anche un gruppo di persone che attivamente vuole costruirsi il proprio futuro. È un gruppo di persone, italiane e non, nello specifico i migranti africani provenienti nello specifico del Gambia. Eh eh! Donne e uomini siciliani e non perché ad esempio Antonella Maltese o che vivono sul territorio e hanno deciso di credere in questo posto e nella loro terra uno spazio striscia okay film fieri è nato come appunto un luogo di formazione che ha coinvolto centocinquanta centottanta persone tra minori e adulti. Donne, disabili, migranti è in parte in piccola parte catanesi siciliani, quindi dopo una prima fase di formazione è diventato uno spazio di sperimentazione. Quindi dove poter mettere insieme è mme sia ciò che si era preso durante la parte di formazione è sia ciò che già si sapeva si sapeva fare, eh? Sia cio' che si vuole fare, quindi da un lato tutto quello che è, quello che noi siamo e dall'altro lato. Quello che vorremmo essere quindi è è stato uno spazio di formazione, ma continua ad essere uno spazio di formazione e sperimentazione dove nelle sue varie fasi, quindi con alternanza di persone che si sono spostate, che hanno deciso di vivere in altri posti. Si continua a mantenere. Quindi un gruppo di persone che produce degli oggetti, dei vestiti, degli accessori da materiale di riciclo. Quindi ciò che viene fatto è dare una seconda terza vita non solo agli oggetti ma ai materiali. Quindi tutto quello che viene considerato comunemente scarto, mentre per noi è una risorsa e dall'altro lato. Si si sperimenta quindi senza l'ambizione di essere del designer o dei progettisti, ma si cerca di dare una nuova connotazione, un nuovo significato, una nuova vita ai ai materiali si' dove siamo? Dai chi è? Perché avete scelto questo? Okay, eh, noi ci troviamo in via Palermo, in via Palermo, via Palermo è una periferia di Catania, del quartiere San Leone, al confine tra Librino e Monte Po da diciamo dalla parte esterna. Abbiamo scelto questo posto perché intanto questo questo è un bene che il comune del comune che il Comune neanche sapeva di avere e che era in totale stato di abbandono occupato e insomma utilizzato come discarica, è un è un posto di frontiera, nel senso che non ci sono, almeno per quello che abbiamo potuto vedere vivere in questi anni. Non ci sono i grandi, le dinamiche conosciute dei grandi quartieri popolari periferici è perché appunto ancora siamo al limite. È però é un quartiere molto, molto particolare, un quartiere di frontiera. Siamo a al confine con San berillo nuovo che è un'altra, cosa che poi che poi vi racconterò ehmm. Quindi abbiamo scelto questo posto in primis per per la possibilità che a dal punto di vista logistico, di essere sia in città che fuori dalla città, al limite con la periferia. Ma con tutto questo è grave tutto quello che in una città manca, ossia il verde, la natura, le piante. Ed è quello che ogni giorno anche ci stimola. Perché prima purtroppo non potete vederlo. Ma prima, qui C' era anche un orto c'. Era un deposito c', era una compostiera di comunità. Il nostro sogno? Avere un forno di comunità, quindi è un luogo di incontro, è un luogo di accoglienza, è un luogo che, pur essendo in periferia, vuole essere il centro della della di questa periferia. È infatti, ad esempio molte delle cose che cerchiamo di fare. Con difficoltà però cerchiamo di fare e coinvolgere le famiglie, i bambini del quartiere, a vivere questo posto. Quindi mentre su alcune cose siamo un po' riusciti nel senso, siamo riusciti a ad accogliere anche i nostri vicini, nello specifico con attività e laboratori per i bambini o per le donne? Per altre cose ancora no, Però vabbè, siamo molto giovani, quindi ancora abbiamo tanto da davanti. Grazie la nostra bene, il si'. Okay, le tappe del progetto le tappe di fieri sono fieri. Nasce intanto, come come un progetto scritto per fondazione con il Sud, con un grande partenariato di circa tredici associazioni. È quindi abbiamo dopo questa prima fase di progettazione abbiamo dovuto attendere ovviamente tutti, quel tutta quella che era la la, la parte burocratica, insomma l'approvazione del progetto e i vari passaggi. Nel duemila e diciassette su per giù abbiamo iniziato a lavorare alla selezione dei partecipanti al al al progetto dopo una una formazione che è durata un anno. Quindi parliamo di duemila, diciassette, duemila, diciotto dove ci siamo dedicati appunto alla formazione. Ci siamo concessi un anno di sperimentazione perché obiettivo del gruppo, ma anche del progetto era quella di creare un gruppo che potesse continuare nel tempo. Quindi non si sapeva ancora non era chiaro è cosa cosa è cosa potessimo fare. Perché se da quando è stato scritto il progetto si è pensato di si è deciso di lasciare la libertà a ad ognuno, quindi anche a chi ha fatto parte della formazione, di scegliere liberamente se poter se rimanere fieri se continuare a portare avanti la propria arte, il proprio lavoro insieme ad un gruppo oppure no. Quindi dopo questo anno di formazione nel duemila e diciannove su per giù fine del Duemila e diciannove è quindi alla fine del progetto, proprio alla conclusione del progetto questo gruppo ha continuato ad incontrarsi, a vedersi, a lavorare e abbiamo deciso di creare una cooperativa. Abbiamo deciso di creare una cooperativa di lavoro con una scelta anche politica, ben chiara, ossia essere rispettati, accettati e valorizzati per quelle che sono le nostre competenze, per quella che è la nostra arte è un con tutto ciò che ne consegue. Dal punto di vista economico e amministrativo è non abbiamo nessun tipo di sgravio fiscale, non abbiamo in teoria ufficialmente siamo un'azienda a tutti gli effetti, con tutto cio', nel bene e nel male che ne consegue. Dopo la creazione della cooperativa abbiamo iniziato a perdere i primi pezzi, nel senso che naturalmente, come naturalmente abbiamo deciso di essere liberi liberamente, molte persone si sono allontanate liberamente, nel senso che hanno scelto di andarsene non perché volevano andarsene, ma per cercare qualcosa di migliore di di più concreto, di più sicuro. Per quanto riguarda i ragazzi stranieri, un documento per quanto riguarda le donne italiane, le ragazze italiane. Un lavoro, quindi la la dinamica della continua ricerca vale per noi fieri a tutti i livelli, senza nessuna distinzione di passaporto e di carta di identità. È difficoltà che comune nella nostra generazione e da questo. Quindi siamo arrivati al. Sono arrivate nel frattempo altre persone perché poi è uno spazio aperto e uno spazio che accoglie. Quindi chi vuole mettersi in discussione e ben accetto. Sono arrivate altre persone e adesso siamo in una nuova fase. In quest'ultima del duemila eventi dove abbiamo ehmm ci siamo adattati in modo resiliente a tutto quello che ci è successo è Mme. Siamo entrati in questa nuova fase di recupero delle forze e delle competenze, nel senso che veramente ci siamo ritrovati è con parti mancanti o senza materiali o senza strumentazioni. E comunque le persone che fanno parte di questo gruppo, perché attivamente siamo in cinque più i volontari e non hanno la ho avuto remore, forse tranne Meg e ad un certo punto ho vacillato. Però ci siamo rimessi in discussione, quindi questa è la fase che vedrete ora che vedete ora, eh? Non saprei come chiamarla. Ancora non gli ho dato un nome. Glielo darò è però rinnovamento. Non lo so, non abbiamo niente e abbiamo lavorato con fili pezzi di stoffa. È una macchina da cucire degli anni settanta è mme legna recuperata per strada, un martello e una pinza che ci sono stati donati. Gli ultimi sei mesi sono stati questo, anzi no, di più. Gli ultimi, quasi un anno da novembre scorso. Ora siamo a ottobre, è mme. Quindi quello che ci siamo detti è che è ciò che deve essere importante per noi come gruppo, come gente che è un documento. Mettiamola da questo punto di vista e avere l'obbligo morale, etico e morale di creare, dare, iniziare a fare impresa, quindi ad avere un introito o di creare lavoro per far sì che chi ha meno possibilità rispetto a noi e fa parte del gruppo possa avere un contratto, come viene richiesto ai fini di di un documento, del rinnovo di un documento. È questo sicuramente per noi ancora eh é è difficile, nel senso che economicamente non abbiamo la forza per poter assumere molte persone, ma sicuramente è un obiettivo a breve termine, nel senso che ci siamo dati dei tempi come gruppo da raggiungere, perché questo è quello che abbiamo detto, soprattutto anche dopo questi mesi di chiusura, di restrizioni, di solitudine e ci siamo resi conto del fatto che per noi è semplice per noi non è semplice vivere in questa epoca, figuriamoci per chi non ha neanche un tetto e non ha un documento. Quindi fieri vuole anche essere questo fieri vuole essere un luogo dove è chi ha fuori, non ha una possibilità, non ha una seconda vita. Qui ce l'ha. Quello che noi facciamo è dare una seconda, ma anche una terza, una quarta, una quinta vita alle cose. Per noi non c', è niente che non ha un valore. Tutto ha un valore, anche la pietra più piccola. I primi lavori che abbiamo fatto sono stati con le materiali di scarto che abbiamo recuperato qua. La prima linea di vestiti è stata fatta con stoffe che ci ha dato mani tese. La prima linea di mobili è stata fatta con la legna di questo albero che abbiamo votato. Quindi anche il luogo per noi è risorsa. I semi, le foglie e le piante Tutto per noi è servito per fare delle cose anche, ad esempio, durante la fase di formazione. Quando noi abbiamo fatto i saponi o abbiamo utilizzato le piante del del nostro spazio abbiamo iniziato a produrre piante, quindi è questo è quello che vogliamo fare. Sicuramente è difficile, però noi il tempo ce l'abbiamo non so, io sono qua, gli altri pure. Mi incuriosisce una cosa che ha spiegato come modello come ragazzi vedete dai, iniziamo si' si' dai, funziona lo so, questo è tipo il limite, ma sì, ma quello che noi abbiamo la nuova ci gestiamo così, eh? Le persone che fanno parte del gruppo di lavoro noi siamo tanti, nel senso che ci sono anche tanti volontari. Perché questo posto, come come ho già detto, è gestito in primis dal gruppo fieri, ma diciamo come gruppo allargato da mani tese che finora ci ha aiutato con le utenze. È da arci e dai risorti migranti che si occupa della gestione degli spazi esterni, del verde dell'agricoltura, del di quelle cose che vi dicevo prima si' Mani tese e un'associazione, che si occupa di cooperazione internazionale e organizzata a livello nazionale e ha una sua sede storica a Catania da più di cinquant'anni, quindi è una anche a livello nazionale. È una delle prime associazioni nate dopo la seconda guerra mondiale. È un mani tese a Catania si è sempre occupata di ambiente, nel senso che mani tese come proprio vocazione valori si occupa di questo di riduzione di riuso, impatto ambientale e quello che fa è creare dei progetti. Quindi, nello specifico, la grande forza di Mani tese Catania è quella di recuperare oggetti, vestiti, mobili da dalle persone. Quindi la gente che non vuole più questa queste cose, piuttosto che buttarle, le dona a mani tese e mani tese attraverso un mercatino le rivende è a un prezzo popolare. Quindi un abito, un pantalone o con l'etichetta senza etichetta viene venduta ad un euro perché l'idea è quella che tutti devono avere accesso ai beni di prima necessità. Con il ricavato di questi soldi, quindi con il con il ricavato di questi di queste iniziative di queste attività Mani tese finanzia progetti in altre parti del mondo, perché appunto, si occupa di cooperazione internazionale. E la cosa bellissima è quella di Emma finanziare progetti eh alle comunità. Quindi ci sono realtà del territorio che gestiscono i propri, che gestisce, che gestiscono le attività e i progetti. È quindi diciamo mani tese a questa storia alle spalle. E quello che stiamo cercando di fare anche insieme a fieri e creare appunto una costo la tra virgolette, perché è quello di creare un circuito virtuoso dove lo scarto, il rifiuto parte in alcuni casi da mani tese. Quando non viene direttamente donato a noi in un arriva fieri alfieri viene lavorato e anche attraverso mani tese può essere rimesso i Grimm messo sul commercio o attraverso fieri. Quindi, ad esempio noi abbiamo dei mobili da ristrutturare che delle volte ristruttura, siamo in insieme, nel senso fieri, si occupa mani tese, ci dà il mobile fieri, lo ristruttura, lo riportiamo a mani tese, mani tese lo vende. L'introito viene donato in parte a fieri come progetto locale da finanziare in parte al progetto del Burkina Faso piuttosto che dell'india che viene scelto per essere finanziato. Quindi cose che ok, che io poi gesticola molto. Ok, quindi diciamo è questo. E quindi l'approccio è proprio quello. E per questo a me piace molto, nel senso che anche in altre parti del in Africa o perché noi manifesta progetti in India, in Africa fino a qualche anno fa, insieme ai sem terra in Sud America per per la difesa della foresta amazzonica, è quello che è di valore per me è l'approccio, nel senso che appunto vengono dati gli strumenti alle comunità, ai gruppi per potersi emancipare per potersi evolvere. Non c' è un operatore che si occupa di fare il lavoro e quindi queste mani tese ehmm per quanto riguarda i risorti migranti risorti migranti è un'associazione tra virgolette rispetto alle altre nominate giovane nel senso che abbiamo su per giù se ha sette anni. Così anche questa nasce da un insieme di realtà del territorio che vogliono mettere insieme tutta quella che la la tematica dell'accoglienza della creazione di lavoro la l'agricoltura, la tutela ambientale dei tori, dei territori in generale. Quindi la riproduzione delle sementi e quindi questo però sempre nell'ottica di rispetto del lavoro e dei cicli di lavoro e dei cicli di produzione e dei cicli di crescita della del prodotto da mangiare. Quindi è questo mentre arci Vabbè arci, conoscete tutti nello specifico e avevo interrotto Ok, ok, scusami, sono me no è quindi è fieri, funziona così. Noi ci incontriamo per lavorare, chi chi si occupa del posto, che chi fa parte del gruppo ha le chiavi del posto o ci organizziamo per lavorare tutti insieme, Quindi quando ci sono delle cose da fare insieme, oppure se un chi ha un lavoro da portare avanti è libero di venire ed utilizzare lo spazio è, noi ci organizziamo con la condivisione di tutto, nel senso che è l'idea base è quella di creare un gruppo. Quindi noi siamo un gruppo dove le competenze passano al livello orizzontale nel caso in cui si debba fare delle ricerche o studiare. Anche questo si fa insieme, nel senso che delle volte ci si divide i compiti per cui tu fai questa ricerca tu vedi le stoffe, tu vedi materiali e questo quindi dalla progettazione dall'ideazione di una cosa alla realizzazione si cerca sempre di coinvolgere tutti nel rispetto, nel senso che se uno vuole farlo bene però l'idea è quella che se io poi un giorno non riesco a fare quella cosa possa esserci qualcun altro che la continua e che alle le competenze per poterlo fare. Ok, quindi io non sarò mai un sarto, ma posso aiutare antonella o mamadou o seguo omar che per ora non c' è che però è un sarto bravissimo nel fare delle cose, quindi magari non so cucire, ma sopra o mettere un bottone sapro' pulire a terra dopo che loro vanno via qualsiasi, qualsiasi contributo è ben accetto, nel senso che c' è il bisogno del lavoro di tutti e come in questo anche nella divisione degli introiti. Quindi quando ci sono degli introiti vengono divisi tra di noi è in base alle ore di lavoro, quindi se ad esempio io ho fatto due ore di lavoro, antonella ne ha fatte cinque, segue ne ha fatte tre e guadagniamo dieci euro. Antonella prenderà cinque euro se comprenderà tre euro. Alessandra prenderà due euro senza entrare nel merito della competenza e dell'esperienza della formazione del singolo individuo di chi ha proposto l'idea. Okay, condividiamo quello che c' è diviso. Chi ha lavorato? Questo è importante per noi. Una curiosità per la si' Aspetta, aspetta Sì, sì, perché quell'articolo anche nel video il bando bando Non so, non penso, però però posso chiedere ad Antonio perché magari lui è a seguito pagare un affitto. No, noi abbiamo abbiamo un comodato d'uso gratuito gratuito. Però noi ci siamo impegnati a ripristinare il bene perché non c' era niente. Magari un po' di tempo. Bene, sì, però che si'. Ok lo Ok questo quindi questo posto è un bene comunale. Dell'amministrazione che l'amministrazione appunto, neanche sapeva come altri beni che l'amministrazione ha, di cui non conosce neanche l'esistenza era un luogo, ma ci sono anche le foto. Poi nel nostro sito ve le faccio vedere, ve ve le mando di in totale abbandono, nel senso che questo casolare non aveva il tetto e quindi era una stalla dentro non non era fruibile se non uno spazio ed era utilizzato. Quindi anche la parte esterna era utilizzata, era occupata, era utilizzata come canile abusivo perché abbiamo trovato tantissimi cani trattati male maltrattati. E man mano che ci siamo occupati delle pulizie abbiamo ho trovato anche tanto amianto. Quindi insomma, tanto materiale di scarto, una discarica a cielo aperto è grazie appunto alla al fondo siamo riusciti a ripristinare tutto il fondo. Non è che siamo riusciti. Il fondo è servito a ripristinare il bene totalmente. Quindi ora voi avete visto, lo vedete utilizzabile? Abbiamo sistemato solo una parte degli esterni che diciamo era questa qua perché proprio era piena di materiale di risulta e e abbiamo costruito quella piattaforma perché era la base per il capanno. Magari poi ve la faccio vedere bene, perché li c'. Era un capanno degli attrezzi in legno che poi andate in fumo, eh, mentre nell'altra base di cemento. Quindi, a parte il casolare e le altre cose abbiamo risistemato sono state queste due cose perché li abbiamo costruito il capanno e lì invece avevamo messo la base di cemento per la compostiera perché questo posto avevano compostiera di comunità e in ma è questo. E poi vabbè, poi il resto, come il resto del fondo, è servito alla formazione di appunto centocinquanta ragazzi all'acquisto dei materiali e all'acquisto della strumentazione che ieri allora fieri per perché quelli che mettono i titoli ai progetti nello specifico Maria Giovanna, sono sempre creativi e simpatici, nel senso che è un acronimo che significa fabbrica interculturale, ecosostenibile del riuso. Però è una parola che gioca anche molto su questa cosa di fieri o fieri no, andiamo in divenire, siamo fieri e siamo fabbriche. Interpretare quindi è bello, mi piace la mia esperienza. I ragazzi che sono passati qua ragazzi, sono passati qua come dai storie che voglio riassumere così anche le difficoltà dei dolori via si' dai si' si' cabina sul trapezio, diciamo. Però immagino anche storie bellissima che vuoi ascoltare? Un po' sicure quello che hai visto, qual è stata la grandissima, il valore dei ragazzi si' allora è io mi sento grata e onorata di aver potuto vivere questo posto dall'inizio casualmente tutto è nato casualmente perché ha avuto la fortuna di vedere la fase di è selezione indirettamente alla progettazione perché conoscevo le persone di selezione e quindi ho guardato negli occhi uno per uno tutti i ragazzi che sono venuti a fieri e le donne che sono venute a fieri. E poi sempre casualmente ho avuto la fortuna di lavorare in questo posto come insegnante diego accessori diego gioielli e quindi ho avuto la fortuna di avere una classe. Vi dico questo per perché no? Ho visto tanti tutti li ho visti tutti, li ho guardati tutti negli occhi. Poi io sono una che eh cerca sempre di andare oltre, quindi è quello che posso dire è che è che è anche una un'elaborazione alla quale siamo arrivati anche come gruppo è che mentre mentre prima quindi per un determinato periodo, in quella fase di sperimentazione di cui parlavo, avevo la sensazione di stare perdendo, perché dopo vari dopo aver dopo tanta fatica per costruire e poi succedevano delle cose che non dipendevano da noi, ma a livello nazionale e politico che hanno portato i ragazzi ad avere paura e a scappare, non conoscendo niente, fondamentalmente perché alcuni di loro neanche l'italiano conoscevano ancora bene. Quindi notizie che arrivavano e che cercavamo di smontarlo cercavamo di argomentare, ma che comunque non potevano eh non non sortire un effetto all'interno di questi ragazzi delle volte molto piccoli. Parliamo di ragazzi che sono arrivati qua, diciassettenni, hanno compiuto anni, quindi questa era la situazione. È quindi dopo questa prima sensazione di amarezza? No. Quello che ho capito è stato che in realtà e forse anche lo spirito di questo posto che non mi immaginavo, eh, questo posto è un luogo di incontro, ma è anche un luogo di passaggio, come la nostra terra, come la nostra Sicilia è un luogo di passaggio. I ragazzi che sono arrivati qua è non dico tutti perché ovviamente non posso avere è il monitoraggio o conoscere centocinquanta persone nella loro vita intima. Però ho instaurato delle relazioni con molti di loro. Ci sentiamo anche se sono in Francia, se sono in Germania, se sono a Milano, se sono a Malta mi mandano dei messaggi, ci scriviamo, so cosa stanno vivendo e sono felice del fatto che siano passati da qui perché molti di loro hanno appreso tutto quello che c' era da prendere e lo hanno portato nella loro vita. Quindi hanno continuato a fare i sarti. Hanno continuato a fare gioielli, hanno continuato a fare le riparazioni, non qui, ma in un altro posto. Quindi mentre all'inizio pensavo Vabbè c'è un'ape abbiamo perso, no, invece poi dopo e questo sono appunto questa elaborazione degli ultimi dell'ultimo anno mi ha portato a questo a dire Va bene, aspetta, però forse qualche cosa abbiamo fatto. Quindi questo ad esempio la storia di Mori mori è un ragazzo che non aveva fatto la formazione da noi, ad esempio però è arrivato nella fase di sperimentazione. Lui si è fatto le ultime elezioni e poi si è fatto la fase di sperimentazione e io l'ho accolto perché mi dissero che che aveva bisogno di fare delle cose. Morey è una persona stupenda, nel senso che è un ragazzo che non ha mai alzato lo sguardo e non è che dico che stupendo perché non alzava lo sguardo. E stupendo perché poi alla fine ho capito perché non lo faceva. Quindi trascorrevamo queste giornate insieme a lavorare nella stessa stanza e lui non mi guardava mai negli occhi. Per me è una cosa assurda, nel senso che io sono una anche molto diretta, no? E ho capito che non può. Non posso essere così. Perché rispettare l'altro significa anche capire l'altro da questo punto di vista. E ad un certo punto abbiamo parlato con Morey. Ma guardate in faccia gli ho detto ma perché non mi guardi negli occhi? Quindi i mesi passavano e noi continuavamo a lavorare. E poi ad un certo punto ci ho fatto la domanda diretta e lui mi ha detto ma io non lo faccio perché è una questione di rispetto. Non ti posso guardare negli occhi. Quindi ad esempio anche lino è stata una storia bellissima, perché ho capito tante cose grazie a a questo racconto, a quello che morì mi ha voluto dare. Però so anche che adesso, in qualsiasi parte del mondo, lui sia in questo momento almeno l'ultima volta. L'ho sentito, era a Milano, lui sta facendo il sarto e sta lavorando in un'azienda di che produce parka, giubbotti, quelli là fighi col coso col pelo dietro. Quindi sono contentissimo, è però muori. È stato uno di quelli che è scappato senza dire niente. Abbiamo sofferto dopo un po' l'altro ragazzo che invece era arrivato da noi prima che lavorava insieme a Mori perché era un sarto. Mi ha chiamato, mi ha detto Ti voglio parlare, ho detto dimmi, incontriamo. Ci siamo incontrati in un chiosco sotto casa mia. Ho detto sai, siccome ho visto che tu sei rimasta molto male del fatto che muori se n'è andato via. E anche se tu lo sapevi, perché te lo avevano raccontato che cosa stava facendo nel quartiere? E io ti voglio dire che ho deciso di andarmene. E io gli ho detto grazie. Nel senso che l'ho ringraziato. Ehm ci siamo rivisti e lui abita a Malta. Lavora. Mi parla molto bene del suo datore di lavoro. E in Ci siamo visti dopo la durante la quarantena, perché lui ha capito che sarebbe rimasto solo durante la quarantena. Quindi è riuscito a partire da Malta, è venuta a Catania, si è fatto la quarantena a casa di Sekou. Anche questa è una cosa stranissima. Quindi attivamente ha collaborato con noi durante la quarantena per la creazione delle mascherine e vivendo a casa di seguo che falegname è stato fantastico perché seguo anche lui, è diventato un sarto nel senso che si sono messi insieme. Muore, gli ha spiegato come cucire, come tagliare e quindi seguo, tagliava perché è è una cosa insomma che di disegnare e fare progetti per lui è più comodo e muori cuciva eh un'altra storia eh eh é la storia di una ragazza che era nella mia classe. Io avevo ho avuto la fortuna di avere a un gruppo di tutte donne tranne un ragazzo senegalese fantastico papà adama, però non vi racconto la storia di papà adam perché papà dama eh a posto di suo o comunque fantastico nel senso che lui di lui senegalese, quindi già catania ad un altro livello, nel senso che a catania i senegalesi sono tranquilli, hanno appoggio, aiuti, eccetera eccetera. Quindi lui è molto tranquillo, eh di discendenza di una famiglia di sarti che però per ribellarsi alla sua famiglia di sarti ha deciso di fare gioielli e quindi faceva gioielli con me. Bravissimo. Io penso che lui abbia, come si suol dire, dalle nostre parti mi ha rubato il lavoro, nel senso che è veramente avanti la cosa gliela devo spiegare mezza volta e lui si portava pure il lavoro a casa, ma non vi dico questo, ma voglio raccontare il ragazzo, la storia di una ragazza che una ma in realtà almeno tre del gruppo avevano lo stesso problema che ha seguito appunto il corso di eco gioielli nigeriane, minori vittime di tratta ehmm. Questa ragazza, nello specifico, non riusciva assolutamente a fare neanche una linea dritta e non riusciva a tagliare con le forbici. Proprio una manualità proprio osservando il corpo. Era quello che parlava, senza bisogno di farsi raccontare cosa le era successo e cosa aveva vissuto Am. La cosa bellissima è stata che dall'inizio alla fine del corso non solo è riuscito a disegnare, non solo è riuscito a fare le linee dritte, non solo è riuscito a tagliare, non solo è riuscito a fare i suoi gioielli, ma è riuscita anche a scappare. E questo è bello, no? Nel senso perché prima aveva raccontato di uno che è scappato perché doveva cercare un documento. Lei è scappata perché già era stata rapita a Catania era stata beh, non voglio entrare nel merito di questa storia. Però era stata già te l'ho chiamata perché sarebbero dovuti venire a prenderla. E lei ormai era in un'altra fase della sua vita e se n'è andata e non l'hanno trovata e quindi la prima volta è riuscita a liberarsi, a scappare e poi la seconda volta proprio se n'è andata da catania. Quindi questo significa che è proprio uscita. È riuscita ad andare via da quella dinamica di a quella dinamica. Quindi questo boh. Poi io potrei continuare. Qua ce n'erano centocinquanta si', dai, se mi date un secondo cambio scheda va bene, okay. Si sa si spieghi un po' come diviso. Hai bisogno di gruppi come diviso. Ok, noi abbiamo quindi a questo posto è un posto gestito da varie realtà. Quindi c' è un gruppo che si occupa della gestione che è fatto da i componenti delle varie realtà che vi ho menzionato prima. Poi c' è fieri che c' è il gruppo dei lavoratori di cui ad esempio io faccio parte è di cui faccio parte e poi abbiamo il gruppo dei volontari. È che sono va bene, noi abbiamo volontari dai quattro anni hai non ci facciamo mancare niente. Veramente è bellissima questa cosa, perché appunto nella giornata di lavoro coi volontari vengono anche i bambini. Quindi chi ha figli viene quei figli e quindi ci sono alcuni volontari nello specifico esempio Mariella, che appunto settantasette anni, che sta coi bambini e si occupa dei bambini e gioca coi bambini. Il gruppo delle donne che invece si occupa o di fare delle nuove cose è quindi dei test scusa dei prototipi o delle cose che possono servire al gruppo, fieri come idee, ad esempio, e che magari a noi non vengono in mente, che magari possono fare loro, quindi sia dalle cose pratiche sia proprio al gruppo di Ok parliamo, mettiamo insieme quelle che sono le nostre difficoltà, troviamo una soluzione piuttosto che a casa mi è successa questa cosa. Come posso fare quindi questo il gruppo dei volontari delle volte insieme a risorti i migranti. Che quindi le giornate di lavoro. Fuori ci sono le giornate di lavoro dentro, di sistemazione e di pulizia, le giornate di produzione dove il gruppo volontari anche da una mano ai gruppi dei lavoratori ci sono le giornate di pulizia degli esterni dov'é gestite appunto da risolti. I migranti che si occupa di potare, sistemare, trapiantare le piante, queste cose così. E ora a breve dovremmo fare la progettazione degli spazi piantonare gli alberi, insomma, riprendere quello che è andato in fumo. M eh sì, quindi abbiamo il gruppo di gestione dello spazio, il gruppo dei lavoratori, gruppo dei volontari, gruppo della della pulizia esterna una cosa ma mi sembra che non sia emersa prodotti che fate in sartoria vengono allora mi ricordo, mi ricordo figurati non l'ho, non l'ho detto, non ve l'ho detto è noi abbiamo sia un il nostro sito che è predisposto per l'e-commerce però eh diciamo che non lavoriamo molto con l'e-commerce per vari motivi o comunque ancora non abbiamo lanciato questo tipo di attività a tutti gli effetti, perché anche lì c' è una riflessione dietro che magari poi vi dico noi vendiamo o partecipiamo a delle fiere a dei mercatini, organizziamo delle attività qua. Quindi da giornate con le famiglie aggiornate, con i volontari a serata di raccolta fondi, cene sociali, concerti. Quando si potevano fare insomma m' io ad esempio, per fieri mi occupo un po' della produzione, un po' dell'organizzazione degli eventi e delle giornate di formazione. Quindi questo momento di dove accogliamo il pubblico e il pubblico? Insomma le persone che vengono a trovarci e magari vendiamo delle cose o partecipiamo a delle fiere a dei mercatini a dei concerti a dei festival è oppure, ad esempio abbiamo avuto la possibilità di vendere tramite la pagina Facebook. È quindi considerate che la non è che vendiamo tantissimo, ancora non non non non non non non vendiamo molto é la riflessione sulla vendita online l'abbiamo fatta. Quindi ancora non ci siamo lanciati proprio perché è un mondo che si apre, nel senso che almeno quello che ho detto agli altri che abbiamo tanti competitors siamo in grado di competere con Amazon piuttosto che con chi ti vende la pochette a tre euro. Si' no? Bene, allora vuol dire che il nostro prodotto deve essere ancora di una qualità superiore. Per cui è così che la spesa della gestione della manutenzione di una piattaforma per la vendita online sia concreta. Sennò preferisco vendere al mercatino. No, perché comunque e noi non vendiamo solo un prodotto, vendiamo anche un valore e veicolare questo attraverso uno schermo è un'altra Cosa Quindi per fare quello e io ho bisogno di un gruppo di lavoro con degli esperti. Quindi ancora siamo alla ricerca di fiori, non è che il gruppo chiuso fuori un gruppo aperto? Abbiamo bisogno di esperti di comunicazione e di marketing di tante cose. Quindi no, perché è un lavoro, cioè è una professione, ci vuole professionalità. Se devi essere competitivo e se devi vendere devi vendere un prodotto di un certo tipo, nonché il nostro. Non lo sia. Però comunicarlo di presenza è più semplice, perché comunque a Catania la gente ci conosce perché sanno che siamo chi siamo e facciamo come lavoriamo. È come agiamo però venderlo in Canada perché il canadese si deve comprare la borsa fieri No, quindi per questo ancora eh siamo in fascia, nel senso che quello sarà magari l'asilo una cosa successiva. Però abbiamo abbiamo fatto un investimento di questo tipo, quindi abbiamo ha deciso di investire parte degli sbarchi perché noi facciamo così, abbiamo il salvadanaio, mettiamo le cosine da parte, i soldi da parte e poi con questi soldini paghiamo le tasse, paghiamo il sito, paghiamo questo, paghiamo quello quindi è una cosa che già abbiamo fatto perché abbiamo acquistato, abbiamo creato un sito di e-commerce. Però non funziona tanto perché ancora non funziona. Ehm si' adesso io ce l'ho una su di te, se posso Ah sì ha spiegato il corpo, cioè un ricavo a scuola nelle ore Dunque tu non ci hai un fisso? No, no, no, per cortesia no, no, io qua infatti questo mi definisco volontaria nel senso che cos'è che ti spinge a fare quello che mi spinge. Penso che sia una scelta di vita, nel senso che io sono volontaria in generale da quando avevo anni, cioè ho sempre avuto questa cosa era quindi ho iniziato in un orfanotrofio, ho continuato in un quartiere di periferia e poi mi sono trasferita a Catania. È stata mentore in una scuola Alton di Cello della Plaia, una scuola di periferia. E poi è sono diventata poi vorrei mi sono specializzata in giro per l'europa e mi sono occupata di rom, di minoranze etniche è quindi la comunicazione l'ho vista in questo senso la fotografia per me era questo é la comunicazione era questo e quindi quello. Poi sono rientrata a Catania attivamente ehmm tra le varie cose sono ho fatto la volontaria al attivista di mani tese per più di cinque anni a Monte Porche. Quindi mi sono occupata di educativa di strada, sempre come volontaria. È dopo di questo. Quindi dopo questa esperienza in strada a monte Po ho fatto anche altre cose e sono arrivata poi alfieri casualmente appunto. Quindi diciamo il volontariato per me è veramente una cosa importante e penso sempre che sia un vizio. Nel senso come inteso, come cose siciliane? No, perché non fumo, non esco, non spendo soldi nel senso io non me li compro i vestiti che o me li faccio a mani io compro a mani tese tutto quello che io è di seconda mano. Non ho come posso dire. Non ho cose di valore per me quello che è. Quindi io che faccio lavoro o il mio lavoro e io mi occupo di sociale, nel senso che prima facevo la fotografa e mi sono mantenuta tutte queste bellissime cose qua. Così. Quindi il volontariato durante l'università è facendo la barman di notte. Quindi io studiavo e facevo questa cosa. E poi di notte ho lavorato come barman. E poi come come un anno solo in un ristorante, comunque fondamentalmente come barman, poi subito perché avevo varie qualifiche, eccetera eccetera. È ho lavorato in uno studio di grafica pubblicitaria. É in uno studio di marketing e poi gli ho detto Aspetta un attimo, No, qual è la mia vita? E ho visto il mondo detto Aspetta un attimo però c'è un'altra possibilità. Posso? Eh posso inventarmi una cosa? No, posso creare delle cose e quindi sono andato a cercare quello che mi che mi stimolava, che mi incuriosiva, che potevo mettere insieme è quindi ho sempre lavorato. Ora, ad esempio, sono un po' disoccupata, nel senso che è sono, ehm sto lavorando perché poi appunto lavoro come trainer, come operatore di strada così e quindi mi conoscono varie realtà e sanno che persona sono e ho la fortuna. Ci sono grata perché mi mi contattano per delle cose specifiche. Quindi, ad esempio, ora avevo prima di questa situazione il mio lavoro era un lavoro per un progetto sulle periferie e sui minori a rischio. Quindi io mi occupo di minori a rischio sia per strada sia a scuola. È con una cosa fighissima che si chiama tutor di corridoio. È bellissimo. Secondo me se lo sono inventato per me, perché è una cosa a cavallo tra la bidella geniale. La bidella ci ha salvato tutti il no da portarti il panino che te l'eri dimenticato a Non voglio Non mi voglio far interrogare tipetti. Nascondi sotto il okay e lo psicologo, perché comunque riesco a instaurare queste non sono uno psicologo, però è diciamo lavoro in equipe, per cui sto quei ragazzi agganci ai ragazzi e poi nel caso in cui ci sia bisogno Quindi questo è il mio lavoro e progetto. Scrivo dei progetti e mi occupo di progetti internazionali. È nella mia vita, quindi come lavoro mi occupo di disabili. Ok, perfetto. Guarda, ci sta abbandonando la luce. Bellissima anche l'italia che veramente esclusivamente cose per l'italia che cambia non il nostro. Cosa ti fa pensare questo? Ah, chiarissimo per me l'italia che cambia sono tutte queste piccole realtà che esistono ci sono e stanno e stanno facendo cose bellissime, da tanti punti di vista, veramente ambientale, ma anche proprio il singolo. Il giovane è l'adulto quello della nostra generazione che cambia nel senso che decide di diventare è protagonista attivo della sua vita. Quindi l'italia che cambia per me è questa la realtà di tutti noi, di tutti quelli che magari sono un po' così che non si vogliono far vedere o non si vedono, non sono abbastanza fighi per arrivare in televisione che fanno delle cose. Quindi kufa sbaglia o non va? Non sbaglia. Fantastico. Dov'è finito ci vediamo, cambia tutto. Vuole ripetere proprio la domanda perché la mia voce non lo sentiranno? Vengono fatti dei tagli. Viene messo alla domanda sono l'espressione più compiuta. Quindi siamo qui mamma in sardegna, in provincia di cagliari, precisamente assegni questa realtà è una realtà molto bella, molto interessante data da pochi anni. Daniele daniele politiche davanti si è unito recentemente Daniele raccontaci come mai ti sei avvicinato a questa realtà? Ah, e mi sono avvicinato alla realtà di Pachamama da ottobre scorso. Eh la realtà di passano ma era preesistente a ci sono stati diversi diversi esperimenti di ehm eh sono stati diversi esperimenti di di comunità intenzionale. Qui il terreno è con un sacco di costruzioni preesistenti, progetti già costruiti e da da ultimare e infrastrutture realizzate negli anni precedenti eh ho fatto la decisione di spostarmi dalla città alla comunità di faccia mamma, perché ormai non avendo un figlio da pochi mesi, non ne potevo più di stare in città. Poi con la situazione del goa'uid che ha bloccato un po', tutto la situazione è diventata invivibile. Abbiamo deciso di fare il passo che già avevamo in mente da parecchio tempo eh ci siamo sposati alla comunità più vicina che avevamo, che essendo noi a decimo questa comunità intenzionale qui ad Assemini, si siano spostati qua. Conoscevamo già da diversi anni chi abitava qua? Sylvia, la proprietaria. Con Giorgio che fa la custode. Sono loro i primi due che hanno iniziato a lavorare su questo terreno. Quindi grazie a loro se ci sono già molte piante, se il luogo alberato l'impianto di irrigazione funzionante e sono delle persone fantastiche, si possono portare avanti un sacco di progetti. La progettazione in permacultura era già usata da parecchi anni su questo terreno, quindi ogni cosa viene pensata e progettata per avere più funzioni contemporaneamente, tutto nel rispetto dell'ambiente e del territorio del clima e del e studiando anche le particolari condizioni per azzeccare che che un attimo e poi ripartiamo. Perché proprio un boato pazzesco è grande, Danny è proprio questo che mi piace. Cosa ti ha motivato? Aspettiamo un attimo qui c'è il mare vicino, quindi passando passando due potrebbe si lascia andare un po'. Se vuoi guardare dicevo, la presentazione per la cultura ci permette di sfruttare al cento percento degli spazi che abbiamo è decidere esattamente dove posizionare una particolare pianta, tenendo d'occhio e considerando anche tutto l'intorno in questo ci ha permesso di avere avvocati e guarda in produzione organizzare una food forest dove abbiamo diverse piante tropicali. Tra quei banani guardava avocado, maracuja protette anche durante l'inverno, in modo che il gelo e il poco gelo che arriva qua non rovini le piante è in in più tutti gli altri sistemi col bambù, il canneto che ci permettono di dirigere diciamo le acque dove vogliamo fare delle fitodepurazione? Eh ehm portare anche il fresco perché alcune piante sono posizionate in determinati punti dove il vento passa grazie alla traspirazione delle piante si rinfresca e quindi d'estate ci arriva l'aria fresca e abbiamo dei posti punti riparati per l'inverno dove è relativamente caldo. Nonostante alcuni giorni di gelo che arrivano anche qua siamo non molto lontani dal mare e quindi faccia mala nasce un po' prima di quando sei arrivato tu. Quando nasce in particolare come si sta evolvendo? Qual è il vostro scopo? Facciamo a nasce da prima del nostro arrivo me Valentina. Il mio è a una storia di detto quasi decennale è l'origine proprio quando Silvio ha deciso di acquistare questo terreno che ha una storia alle spalle, un po' burrascosa è poi ci sono che nasce dal litigi tra fratelli che poi sono morti tutti e due. Insomma, è un po', una storia dietro anche abbastanza triste. È infatti il proprietario di questo terreno trovato morto nella vigna. E poi è morto anche il fratello del terreno che è stato diviso qua, qua davanti è un quindi è questo terreno è stato acquisito poi da Silvia, bonificato perché ci è passato un grosso incendio subito dopo quelle Venturelli, che ha distrutto la maggior parte degli alberi e l'impianto di irrigazione. Ha salvato la casa. È quindi tutto il lavoro di Giorgio e Silvia, di reimpianto delle piante. Potature e lavorazioni del terreno hanno permesso di far rifiorire il terreno, ripristinare l'impianto di irrigazione. È arrivato fino ad oggi che se sono Food Forest in produzione, piante, alberi da frutto in produzione, è diciamo che il lavoro alla terra dai suoi frutti a quale scopo si prefigge che è stato grazie, grazie che diventare autosufficienti rendita alimentare monetaria racconta state facendo? Sì, noi abbiamo come scopo. Ci prefiggiamo una sostenibilità il più totale possibile. Abbiamo la possibilità, le conoscenze e le persone per riuscire a produrre, fare, costruire tutto quello che ci serve senza il bisogno di portarlo da fuori. È ovviamente se serve qualcosa da fuori si può comunque prendere. Si decide di prendersi non c' è nessun vincolo. Divieto. Noi abbiamo quel l'obiettivo di arrivare all'auto sostenibilità. Abbiamo le persone che si intendono di impiantistica, abbiamo le persone che si intendono informatica. Abbiamo persone che si intendono di piante che hanno fatto vivaismo per parecchio tempo. È abbiamo tutte le conoscenze possibili e immaginabili fornite sia dai milioni di anni pregressi che da internet, dalle nostre capacità di mettere insieme le cose per tirare fuori qualcosa di funzionante. Per esempio effettuare la piscina che abbiamo costruito l'impianto di irrigazione che stiamo aggiornando il capanno che stiamo costruendo l'impianto solare che stiamo costruendo noi insomma abbiamo la possibilità di poterci poter usufruire del nostro della nostra produzione sia di cibo dalle piante che di energia, per esempio termica per riscaldarsi in inverno abbiamo una cippatrice e la pelle datrice che ci permettono di tagliare a pezzettini le potature che facciamo nel nostro terreno e poi che tramite quelle comprimere in pellet da usare in stufe a pellet che possono servire per riscaldare l'inverno all'interno nelle nelle abitazioni, nei moduli abitativi stiamo costruendo, sia per riscaldare, per esempio, la nuova serra da centocinquanta metri quadri che stiamo mettendo su nel terreno, eh come autosufficienza inclusa anche che sostenibilità inclusa anche quella economica, perché tramite le nostre conoscenze di riproduzione di piante siamo in grado di produrre piante sia per regalarne sia per noi che addirittura anche per venderle all'esterno. Quindi abbiamo degli scambiati vi sia con conoscenza della zona che fuori in tutto il mondo grazie a internet. Quindi speriamo facciamo scambi di tale spedizioni, ce la capiamo un po' con la vendita di piante, poi le conoscenze di prototipazione progettazione stampate. Le dieci permettono di fare anche lavoretti per altri quando necessario, quindi ci serve qualcosa. Siamo in grado anche di portare sostenibilità economica, è più che moneta a Fiat euro noi stiamo puntando a un sistema alternativo. Quindi adesso con il Food Forest Token di Roberto Marini stiamo già attivando un sistema di scambio utilizzando questa nuova, questa nuova criptovaluta che abbiamo creato noi qui in Sardegna stiamo diffondendo il metodo food Forest hawking che praticamente c' è una moneta che si basa su una risorsa reale che il cibo. Quindi sono stato teal'c. Abbiamo organizzato i metri quadri di terra è impresso un valore a questa moneta e quindi ci si puo' fare scambi, escludendo la valuta Fiat utilizzando una valuta locale che abbiamo creato noi. Quindi un sistema di scambio completamente auto sostenibile, senza costi aggiuntivi, senza possibilità, insomma. Come? Eliminando tutto il negativo della moneta e favorendo uno scambio il più sincero possibile. Perché poi una moneta che non ha senso accumulare non può generare sfruttamento? Siamo vi invito a seguire la pagina di Food For e Sardegna per per saperne di piu' in sostanze ha già molti, molte attività commerciali hanno deciso di adottarla. Abbiamo fatto già diversi scambi. Comunque non come dicevo prima, non abbiamo nessun divieto, nessun obbligo. Facciamo quello che ci serve nel momento in cui ci serve. Quindi se è necessario cambiare tipo di valuta lo facciamo. Se sarà necessario abbandonare qualsiasi tipo di valuta, lo abbandoneremo. Dal mio punto di vista non è necessaria una valuta, ma è necessario che le persone vi fanno bene, siano felici. Noi puntiamo prima di tutto quello che le persone devono vivere bene, sia qui nel terreno che altrove, poter esprimere le loro potenzialità e il loro i loro poter realizzare i loro progetti. I loro talenti ed esprimere i loro talenti è fondamentale. L'essere umano deve essere al centro. Non bisogna spostare un po' l'economia attuale che al centro solo la moneta, il profitto e ritornare ad affare l'essere umano come come centro. Perché se non se non se non succede quello che sta succedendo adesso nel mondo, come prendete le decisioni sulla faccia Adesso? Noi prendiamo le decisioni con un sistema, un sistema di riunioni. Facciamo delle riunioni periodiche o all'occorrenza quando serve per decisioni importanti, quindi ne discutiamo. Abbiamo diversi metodi dati dalla prima cultura da ci facciamo anche seguire a volte da persone esterne che organizzano la riunione apposta per decisioni difficili e tiriamo le somme riusciamo a prendere delle decisioni anche abbastanza importanti. È in Tuttavia abbiamo anche un sistema di possiamo definirlo di priorità per per decisioni di basso livello che non sono troppo importanti. La persona competente è in grado comunque dal gruppo viene definita in grado di decidere come come procedere. Posso fare il mio esempio. Per esempio io mi sono voluto occupare della piscina per cui abbiamo un Vasco, né che è una vasca per l'irrigazione è stata tenta di blu, quindi poteva sembrare una piscina in realtà sono una vasca. Allora mi son preso a carico di occuparmi della disinfezione dell'acqua e del sistema di filtraggio. E quindi da solo con le mie conoscenze che sono riconosciute dal gruppo perché il gruppo vede quali sono le capacità della singola persona. Ah, e ho usato l'acqua ossigenata per la disinfezione. Dell'acqua è un sistema di filtraggio zeolite carboni attivi che ho costruito. È morta da anni. Quindi raccontaci un pochino anche del lavoro, per favore. Sì, è come aggiunta alla sostenibilità che stiamo mettendo su. Abbiamo costruito con il laboratorio di palle di circa trenta metri quadri su uno spazio precedentemente accatastato su questo terreno dove era stata abbattuta una costruzione. Quindi era uno scherzo in cemento ce l'abbiamo sfruttato. Quindi in permacultura utilizziamo quello che prima utilizziamo quello che c' è eh, poi costruiamo un nuovo, quindi questo caso lo spazio, il piano in cemento era solo da ristrutturare, l'abbiamo ristrutturato, costruito il laboratorio che adesso in via di conclusione in palle. Quindi con materiale recuperato che abbiamo recuperato in giro e amici di amici, ci siamo procurati le parti per il tetto, le strafighe, quello che serviva in collaboratori andranno collocati tutti i macchinari tecnologici che potrebbe essere torni a stampatore di Fresia, taglio laser, attrezzi per la lavorazione di metallo, legno e materiali che in parte abbiamo già dove sarà possibile fare tutte le protesi, prototipi e le cose che servono sia per il terreno che per aiutare altre comunità e altre persone, è che per costruire nuove cose oppure per aiutare la creatività di altre persone che verranno qui, che hanno in mente dei progetti, non sanno come farli. Diventerà una sorta di fablab interno su cui sarà possibile costruire, fare l'affare lavorazioni, eh? Insomma, sprigionare la creatività oppure fare cose che servono sia per l'emergenza che per gli impianti esistenti nel terreno, addirittura la costruzione dei pannelli solari. Perché ora, con l'impianto che stiamo assemblando abbiamo preso dei pannelli gia' assemblati. È però con le celle possibile costruire i pannelli solari riciclando per esempio fedeli di serra in capsula ando avendo un laboratorio adeguato è una cosa che andremo a fare. Quindi costruire proprio il pezzo principale del pannello solare e farlo in casa e renderlo funzionante è un Poi vediamo un po' cos'altro. Mi ricordo qualcosa, eh? Devo parlare anche di un'altra. Cosa mi sono dimenticata? Continua prima pausa senza surriscalda Andrea Un'altra, parte importante del nostro progetto, bacia mamma qui al terreno e una rete di possibili eco villaggi nei dintorni. Quindi prendere comunicazione con gli eco villaggi esistenti c'è Una cosa che stiamo già facendo è con quelli in costruzione. Quindi abbiamo gia' contatti con diversi gruppi che stanno facendo riunioni come quella che abbiamo fatto noi in origine per decidere quale terreno utilizzare, come utilizzarlo, come muoverci è quindi abbiamo in progetto di fare una rete proprio per creare una sorta di corpo unico di eco villaggi. Qui in Sardegna potrebbe essere collegato anche nel mondo con cui scambiare conoscenze, materiali, abilità, anche persone è potersi spostare. Quindi se qualcuno ha bisogno di cambiare luogo, spesso può spostarsi da un eco villaggio all'altro. Ci saranno gli spazi, le infrastrutture, tutto sarà preparato per poter operare queste fare questa operazione, eh? Piacere di restare, può restare Chi vuole spostarsi può spostarsi. Quindi, per esempio, se io ho finito di costruire un sistema qui posso andare a costruirlo da un'altra parte quindi condivisione delle conoscenze, dei metodi, delle tecniche, ma anche dei risultati che qualcuno può tenere i risultati migliori dei nostri e così evolvere molto più rapidamente rispetto a come normalmente sono il sistema delle aziende, per esempio, che di solito tiene tutto bello, segreto, chiuso. E infatti le evoluzioni sono molto lente e adeguate più all'economia che alle persone. Adesso si potrebbe costruire una cosa molto avanzata, però non viene fatta perché le cose devono essere aggiunte poco a poco per poter fare il più profitto possibile dalle stesse cose. E noi stiamo andando praticamente in controtendenza perché noi dei soldi non ce ne frega neanche più di tanto. Li usiamo come ripeto li usiamo finché servono per prendere i materiali che adesso non abbiamo la possibilità di creare, per esempio il legno, alcuni legni per i laboratori e li abbiamo comprati, altri li abbiamo recuperati dai palle di amici. È però quando che so se abbiamo un terreno con la possibilità di piantare Paoloni e abbiamo la possibilità di avere legname in pochi anni per le costruzioni, quindi è tutta una transizione perfetto. Allora forse chiuderei perché forse diventerà una storia dell'italia che cambia, ma ancora non ne ho parlato a loro, non mi sono confrontata con loro. Si' si chiude di solito con senza riferimento proprio all'italia che cambia come giornale web come associazione, ma all'italia che cambia in generale che cos'è per te l'italia che cambia per me l'italia che cambia è un'italia dove le persone sono finalmente libere. È libere, veramente libere che possono esprimere realmente il loro potenziale senza obblighi, senza senza nessuna pressione esterna che li costringe a fare una cosa che loro non vorrebbero fare. Ognuno è speciale, ognuno ha le sue potenzialità, ognuno è in grado di dare qualcosa in più al mondo. Grazie si', grazie che insultami, sposto di merda. Senti, dividerei nome e cognome, ecco, giusto come nel sottopancia quando compare il tuo nome cognome nel video come il ruolo che ci mettiamo. Fondatrice fondatrice o dice io dico coordinatrice perché l'azienda come si chiama il salto l'azienda si chiama società agricola il salto però a me piace più il nome, il salto oppure il salto officina agricultural. E che è? Diciamo questo è quello che ci si'. Sì, perché finalmente un'intervista in cui non devo parlare solo della parte imprenditori, piu' azienda le anche del del resto assolutamente. Anzi, porta tu con gli elementi che più saliente adesso ti sembro convinta? Poi non mi ricorderò niente per i primi dieci minuti te non farci caso, poi magari il montaggio okay del soggetto si le posso toccare i capelli ogni da qualche tipo poi considera che a parte gli scherzi ottanta cento del tempo anche della parte in video sarà coperto. Eh sì, sì, lo so perché ma si vedrà molto poco la mano per chiunque partiamo, eh? Non so se vuoi cominciare da ma forse la per proprio piccola piccolissima entro geografica. Quindi dove ci troviamo? Eh? Arrivo! Quando siamo in provincia di Macerata nell'entroterra e a un'altezza di quattrocento metri piu' o meno sul livello del mare sotto i sibillini e il comune di Sant'angelo in Pontano. È proprio un comune al confine tra la provincia di Macerata e la provincia di fermo e fisicamente e questo é il salto gne. Il salto si trova in contrada Salti. Proprio da lì proviene il nome mi dicono. Mi hanno raccontato che nell'antichità erano no, neanche tanto antichità. Nel dopoguerra sono stati divisi i terreni e questi erano i terreni di poco valore e dopo di questa cioè contrada selva, che erano ancora con meno valore rispetto a questi e quindi venivano regalati ripartiti tra i vari contadini. E noi ci siamo ritrovati qui a ridare valore a questi terreni è se vuoi facciamo un passo indietro. Quindi raccontaci un po' del tuo percorso. Anche il fatto se ti va. Ovviamente non è obbligatorio. Se ti va il fatto che la sociologia proprio il tuo percorso da dopo la scuola qua sembra che ho vissuto dieci vite. Ok, proverò a riassumere, eh Si', eh? Aspetta che non so mai trentacinque. Vabbè, ancora trentacinque si' ho trentacinque anni, è ultimi diciotto più gli ultimi diciotto in due minuti. Eh sì, ho studiato. Ho fatto le superiori a Macerata e ho sempre vissuto in città. I miei nonni erano commercianti, i nonni materni, i nonni paterni invece agricoltori qua vicino vivevano è finita l'università No, scusa. Finite le superiori sono fuggita non tanto lontano. Sono andata ad Urbino, sempre nelle Marche. Però sono fuggita perché Macerata mi stava proprio stretta. Non c', era niente da fare. Quando ero piccola era molto viva. Poi negli anni se si è placato tutto e io sentivo una grande energia dentro di me, stavo proprio per esplodere per caso una sera sono andata in quinto superiore a Urbino da Un'amica che già faceva l'università e mi sono ritrovata nel mezzo di una serata universitaria e quindi li. Per questo motivo ho scelto Urbino. La cosa principale è stato che pioveva è quindi di solito quando piove esiste. In casa invece c' era la piazza piena, una grande festa, tutti amici. È stata una serata indimenticabile e quindi ho scelto Urbino e sono stati gli anni più belli della mia vita, perché comunque ancora la spensieratezza Studiavo sociologia è una che tra l'altro mi è piaciuta molto l'università e quindi ha nutrito molto questo aspetto diciamo di sguardo critico e rispetto al mondo esterno, a quello che mi circondava, anche alle relazioni comunque c'era anche molta antropologia, psicologia. Quindi mi sentivo in quel momento proprio questo cervello pensante e corpo vivente. Quindi gli anni più belli perché poi c' era ancora la spensieratezza di quegli anni. Sogni tante cose finita l'università, anzi a metà perché ho fatto prima l'erasmus in Spagna e poi finita la triennale. Ho continuato con la specialistica, però mi sono trasferita in spagna e in tanti posti e ho fatto l'erasmus a Tarragona. Poi ho vissuto molto tempo a granata Barcellona, poi ho fatto un anno a Ibiza. È dell'ibiza invernale, non quella turistica discoteche, ma quella più a contatto con la natura. E sono stati anni proprio ricchi di esperienza, di esperienze. Sono stati ricchi proprio di vita. Mi sentivo molto viva col sangue. Scorrere nelle vene è veramente potessi tornare indietro e rifare tutto uguale a come l'ho fatto anche senza pensare troppo a cosa fare se stavo facendo bene, male, mi son fatta proprio eh non trasportare dalle emozioni sempre e comunque ragionato grazie agli studi di sociologia nella testa pensante. Però comunque mi ho vissuto il momento in ogni ogni giornata. È quindi poi vista visto che giravo, giravo, giravo, ho preso un camper e ho continuato a girare e girare e girare purtroppo. E allora principalmente Spagna, Portogallo, Marocco, in Francia perché andavo a lavorare. Vendemmie tipico gne insomma, vi momento campava i lavoretti e sì e no, perché inizialmente in Spagna ho lavorato lavorato in diversi posti al consolato italiano, nei servizi sociali a Barcellona, poi all'università di Granada in un istituto di ricerca legato ai movimenti migratori e poi dopo un po' questa vita comunque da scrivania mi stava stretta e quindi ho staccato. Ho fatto un anno sabbatico. Ibiza è a contatto con la natura e poi molte vendemmie, lavori agricoli quindi che mi permettevano di viaggiare. Quindi lavoravo una parte dell'anno e viaggiavo il resto dell'anno. Diciamo che la mia generazione della mia generazione, tante persone hanno fatto questo percorso e so che continuano a farlo. Come mai? Ma i lavori agricoli perché è un po' in quella fase dico un po' perché l'avevi eredità di famiglia come no, ma Iva, la sociologia trasmessa a fare quelli agricoli perché era quello che si trovava nella mia vita. È così come la mia voce e ho scelto di andare in Francia e lavorare in agricoltura, non perché non era una questione legata all'agricoltura in sé. Noi eravamo braccianti agricoli senza sapere niente, ma si trovava lavoro facilmente e comunque gli stipendi erano più alti rispetto allo stile di vita, allo stipendio medio italiano, spagnolo e quindi questo permetteva di fare tanti lavoretti, vivere in camper, girare e fare un po' di soldi per poi viaggiare gne. Quindi sì, in realtà ho fatto esperienza agricola senza averne interesse né sapere realmente cosa stessi facendo la consapevolezza agricola e della natura l'ho vissuta dopo. E poi che è successo? Poi è successo che è già dentro di me è nata questa idea, questa fiamma questa è voglia di tornare a casa, ma non tanto legata alla casa che intesa come quello che avevo vissuto prima, ma andare a portare tutto quello che avevo esperito fuori eh? A casa e quindi immedesimando mi molto in tutti quei ragazzi che stavano vivendo quello che io avevo già vissuto fino ai diciotto anni. Quindi sentire qualcosa dentro che non riesci a comunicare e non riesci neanche a dare un nome e una forma, é però cioè è forte, la società fuori non lo riflette, non sai proprio no. E siccome tantissime persone della mia generazione e di altre generazioni successive e anche di precedenti e hanno trovato delle scappatoie, magari diverse c'è stata tanta tossicodipendenza. Negli anni ho perso tanti amici e si di queste zone in Italia, quindi sia quando stavo Urbino che prima insomma, è una questione molto cioè è una cosa che cioè se non li ho persi perché non ci sono più fisicamente li ho persi perché non ci sono più, hanno perso loro, l'appiglio un po' alla vita. E quindi questa cosa mi ha fatto fare due domande. E oltre a questo, era proprio la mia voglia di conosco tante persone tanto valide, con tanto potenziale non espresso di riuscire a creare un qualcosa che aiutasse le persone. Ma a me prima di tutto ad esprimere il potenziale, il proprio potenziale. E visto che dentro nella società non questa cosa non c' è ho deciso di crearmi. È uno spazio e non solo le tossicodipendenze, anche una vita vissuta nella disobbedienza. No, ho tanti amici quanti contro lo Stato contro quello contro l'altro e quindi una costruzione di identità in antitesi a qualcos' ltro e quindi tanto spreco di energia. E quindi ho deciso già già mi passava per la testa l'idea di tornare. E poi però così, per dare un colpetto decisivo è mi sono ritrovata in Francia, dentro un uragano, e mi è caduto un albero di quindici metri, una quercia di quindici metri sul camion che avevo vampirizzato da pochi mesi per nel passaggio dal camper al camion e me l'ha aperto a metà schiacciato e ho detto Ok, forse è è ora di prendere in mano la mia vita lì dentro. Di fianco è non è morto nessuno. Per miracolo sono caduti tanti alberi, eravamo diversi veicoli, diversi mezzi in un bosco. È stata una folata di vento a centosessanta chilometri orari, durata pochissimi secondi e ha raso al suolo. Sono stati diversi danni, ma ci hanno detto poi è stato di un un chilometro per tre. Dove la potenza, quindi proprio insomma sì, molto forte il camion l'ho buttato. No, non è vero. Il camion Abbiamo tagliato la cassa e siccome non va bene eravamo braccianti agricoli. Nessuno valevano come eravamo merce e quindi nessuno ci ha tirato fuori, è venuta la polizia. Pompieri però eravamo su terreni privati, tra parentesi della famiglia roccia è chiusa parentesi e quindi non ci tiravano fuori. E allora abbiamo chiesto ai vicini motoseghe e abbiamo tagliato vari alberi messi in questi canali che servono per quando straripa il fiume e ci infatti dei ponti per uscire. Quindi siamo usciti col camion, così poi abbiamo molto ma molto seccato con la col frullino tagliato il cassone e quindi la struttura l'ho presa e l'ho tirata fuori da li' e l'ho depositata per un anno, un anno e mezzo nell'azienda dove lavoravo. Poi l'ho recuperato e ci ho rimesso un cassone nuovo. Quindi dal dal medoc sono andata a Barcellona, ha preso un'altra casa e sono tornata in Italia. Poi sono lasciata col mio ex e gliel'ho regalato perché lui era in crisi. Siccome ero io che in mano bravo facevo è per me era piu' semplice di farmelo e tra parentesi è questo lui mi ha detto che era in crisi. Ho detto beh, prendilo mai costava tanto? È tanto lavoro? Nel senso no, no, avevamo comprato il camion tre, quattromila euro. Poi però dentro c' era tutta la cantierizzazione isolante, tanto lavoro e tanta passione. Tante lacrime, tante litigate, Dante. Poi però adesso ce ne siamo fatti un altro uguale. Un po' più grande quella li'. Prima quello di fianco a quello Un camion camper Izanami. Beh, quindi Okay, ritorniamo al diciamo l'albero ti dà una spinta. Tu cosa fai? Sono tornata in Italia. E siccome in quel periodo non è che ero proprio molto centrata, faccio un po' di fatica, penso circa sette anni. Sei anni, sei anni. Sette E ho iniziato. Ho cercato un corso di meditazione perché un attimo ero dopo tutte queste esperienze fermarti improvvisamente è impegnativo. Quindi ho cercato un corso di meditazione per ritrovarmi un po' e da lì ho iniziato a iscrivermi a tutta una serie di corsi. È qui nelle Marche Si, per imparare cose. Quindi tutti i corsi legati principalmente alle piante spontaneo, piante aromatiche, officinali. E in uno di questi ho conosciuto Katia. È che è la mia socia, la proprietaria di queste terre e di questa casa che ormai è inagibile. É causa del terremoto nel poi adesso lo racconto e lei aveva ricevuto in eredità ventitre ettari, una casa, insomma, cose che per me erano oro. E per lei lei si rende si rendeva conto dell'importanza di avere queste cose e voleva dargli valore e quindi ci siamo uniti e ci siamo proprio trovati nel momento giusto il pane e i denti. Io avevo tanta energia, ancora no, ancora io avevo tanta energia tutt'ora ce l'ho, ma ero proprio l'energia della gioventù che viene dai viaggi. Eh, era tanta roba e niente. Abbiamo deciso di fare una società, non di affittare o di montare io qualcosa separato. Per me era molto importante l'idea del valorizzare l'unione delle cose. Anzi è proprio parte del progetto l'idea di base è che non tutti dobbiamo avere una partita iva. Non tutti dobbiamo avere dei terreni, ma ciechi a una cosa che è un'altra che ha l'energia per lavorarli che ha e quindi credo che ormai sempre di più in futuro nell'unione è stata la riuscita perché io già mi sono caricata di pensieri, burocrazia e cose perché lo devono fare tutti. Io ho il laboratorio alimentare dei terreni, una partita iva, ho già vissuto tante cose, è stato un processo lento, impegnativo, tuttora impegnativo, ed è pesante, pesante la burocrazia sono pesanti, le fatture sono pesanti rapporti con banche, assicurazioni, eccetera e visto che già l'ho fatto io per quale motivo lo devono fare tutti? No, usiamola questa cosa che in che modo vuoi l'idea è nato come un nella mia testa, come un progetto orizzontale dove ognuno è doveva semplicemente sviluppare il proprio talento e io riesco bene in questa parte più organizzativa e quindi faccio questo e poi magari ciechi riesce meglio nell'agricoltura che riesce meglio è lavorare coi disabili, con i ragazzi con disabilità che riesce ci sono tanti aspetti e quindi se ognuno facesse quello che sa fare bene é che a che piace fare sarebbe tutto un mondo sicuramente più felice. Quindi è nato in questo senso è poi nel percorso non è stato così per tanti motivi. Intanto è una società e abbiamo una partita iva e gli cade. Abbiamo delle responsabilità che qualsiasi persona viene e non avrà mai. E quindi diciamo che c' è stato un periodo è in cui ho dovuto far pace con l'idea del tra virgolette prendilo con le pinze verticalità del progetto perché comunque sono io che firmo, sono io che ho la responsabilità e e quindi è stato anche un po' fare un po' pace con me stessa, col mio ruolo in questo e davvero con me stessa un percorso personale. Adesso l'ho accettata questa cosa. Prima ne fuggivo. Non era assolutamente facile per me è adesso. Ok, so che io coordino questo progetto ed è un progetto che ha tante sfumature e tante fasi. Ci sono dei periodi in cui è molto pieno e dei periodi in cui è molto vuoto. E siamo in due e tre. Però va avanti. Perché in questi anni quello che si son riuscito a fare è stato lavorare su una base stabile. Da lì si può ampliare in mille direzioni e quindi ci sono tanti progetti temporanei che vengono arricchiscono e poi vanno alcuni fanno male quando vanno altri invece meno male però vanno via quando le persone vanno via si'. Alcuni saluti sono dolorosi, altri più litigiosi, altri più sereni. Però, ecco, è questo Ormai è l'essenza di questo progetto. Però siamo saltati, diciamo già valutare alcuni aspetti, ma non abbiamo introdotto bene. Quindi adesso sei persone e mi dici Quindi ha incontrato Katie? Scusi, è un contratto, Katya quella parte di vedetta? Bene. Lei aveva la terra, tu avevi il e abbiamo gli ha fatto una scelta. Ce l'ha. Come nasce? Perché si chiama insalata L'altro? Si quello che è. Però tu prima hai detto che anche un senso comunque presente anche l'azienda proprio. Certo, anche per sì, sì, sì. Il salto ufficialmente nato nel dopo appunto l'incontro con Katya ed è un'azienda agricola burocraticamente e nella realtà è un'azienda agricola, si estende su ventitre ettari, è biologico e cerchiamo il più possibile di applicare tecniche e pratiche buone pratiche di agricoltura organica e rigenerativa e di nutrire il suolo, di fermare il dissesto idrogeologico e facendo in modo però anche di avere una produzione che tenga in piedi tutto questo. Produciamo ortaggi, piante aromatiche e cereali. È una parte di questi lavori sono affidati a terzisti, quelli più su larga scala, come i cereali ed altri manuali come ortaggi aromatiche e frutteti che abbiamo appena messo e in aspetta che ok, giornali per i ragazzi sì, sì, sì, sì, è da poco. Abbiamo fatto anche un laboratorio di trasformazione alimentare perché è lo scopo di questa azienda è di vendere un prodotto finito, quindi in parte trasformato in azienda, in parte grazie alla filiera locale che a cui teniamo molto, perché ci sono veramente tanti artigiani erboristi o di cosmesi naturale molto validi sul territorio e quindi ci piace molto. Insomma, affidare parti delle nostre produzioni ad altre aziende valide è oltre a questo, abbiamo qualche animale, qualcuno da compagnia, qualcuno della produzione, uova, galline, tacchini, pecore, cani, gatti. Sono tutti i giardini, i guardiani, i giardinieri del prato del salto. E facciamo anche tante attività prima di tutti la tribu' dell'orto che è questo progetto con ragazzi con disabilità, con l'enfasi dei Sibillini qua vicina. E comunque abbiamo sono diversi anni ormai che portiamo avanti questo progetto e testiamo relazioni. Sono ragazzi con disabilità abbastanza ehm, vorrei abbastanza gravi. Ok importante, importante sono ragazzi con disabilità abbastanza importanti in un territorio come questo, in cui le connessioni sono difficili. Prima cosa perché? Per la collocazione geografica, per il fatto che non ci sono trasporti pubblici proprio per tutta una serie di caratteristiche. È quindi loro si ritrovano questi ragazzi dopo la scuola superiore, quindi compiuti i diciotto vent'anni senza niente e sono dei potenziali utenti di centri diurni o centri ventiquattro ore. E invece cioè questa bellissima associazione che lan fast, che è presente su tutto il territorio, è composta da famiglie che vogliono creare un dopo di noi dopo di loro più eh, più vivo vogliono creare una vita no per i figli, per chi rimane quando loro non ci saranno più e quindi dare una possibilità di sviluppo personale di lavoro. E quindi noi lavoriamo con loro proprio nello sviluppo delle capacità che servono per vivere la quotidianità, il lavoro, la preparazione del cibo, della merenda, la gestione dei soldi. Perché noi diamo delle buste paga a questi ragazzi ogni settimana in base ai lavori e anche delle responsabilità e degli obiettivi. Quindi anche la busta paga dipende dalla riuscita o meno degli obiettivi che si sono posti. Insomma, diamo una un piccolo spicchio, una piccola parte di vita reale. È un lavoro molto intenso. In questi territori mancano le risorse. Se tutti facessero un po' di più ci sarebbero un margine di miglioramento enorme. Noi abbiamo notato negli ultimi due anni dei cambiamenti. Poche settimane fa abbiamo fatto fare a loro la crema di zucca piccante e per me è stato un momento di commozione, perché due anni fa, due anni e mezzo quando abbiamo iniziato non avrei mai immaginato di poter arrivare a questo punto. É liberamente, ho detto wow, e quindi sono i nostri ragazzi. Vuole seguire il suo lavoro e seguire questo ragazzo. Il progetto si è strutturato negli anni prima li seguivamo soltanto noi del salto. Adesso abbiamo invece un po' strutturato con lan fast. Ci sono proprio due persone che sono state assunte una da noi, una dal lan fast che però è quella che si impegna attivamente. In questo sono state assunte due persone proprio per la gestione delle varie attività e per dargli anche coerenza nel tempo. Quindi fanno due giornate qui e una alla casa nel cuore, che è una struttura creata dopo il terremoto grazie alla solidarietà di tutta italia. Dall'enfasi è lavorano lì, però l'idea è proprio quella di spalmare le giornate su tutta la settimana e di aprire un'impresa sociale che quindi siamo in una fase di passaggio ulteriore in questo giusto far capire ma questa persona che avete assunto la pagate voi al divorzio? Qualche contributo, immagino, è livello economico, è lì che dicevo sino infatti l'abbiamo assunta noi parentesi per una questione burocratica è lan fast che in realtà fa questo si, voi non dovete spendere dei soldi qui è tutto tra parentesi è fisicamente non spendiamo soldi nel senso che lan fast me lo rimborsa praticamente sì, perché comunque ci stanno. Ci sono tante spese. Io metto a loro una fattura su cui non guadagno, cosa che ci porta su. Il fatto è questo è uno dei problemi più grandi che abbiamo riscontrato, delle difficoltà più grandi. Tutta questa grande macchina burocratica che c' è in questo paese, ma un po' dappertutto non va dietro, non riesce a sostenere il passo di tutto del cambiamento reale della società e di tutti, tutte le varie nuove forme di associazione, lavoro, collaborazione che emergono. E noi questa cosa la viviamo in prima persona. Un po' nella gestione di questi progetti, un po' anche quando arrivano persone a lavorare qui che noi abbiamo dipendenti assunti, tutti pagati regolarmente con contratti. Ma questa parola dipendente operaio io non riesco proprio. Io vorrei che fossero responsabili di settori e non paghiamo nessuno a livello del bracciante più basso. Partiamo da un livello, da un qui è un quarto livello, è un po' più alto, quindi lo stipendio netto orario è di otto euro e cinquanta all'ora su sei ore e mezza giornaliere. E cerchiamo di non far fare extra questo per noi anche un passaggio importante. Non siamo a favore di questa macchinosità e di tutte queste spese infinite che ci sono nell'avere dipendenti. Ma perché poi non arrivano realmente a loro tanti soldi? Veramente per un'azienda è tanto difficile avere dipendenti e l'agricoltura è uno dei settori meno tassati, ma lo facciamo perché è giusto riconoscerlo, è giusto che l'agricoltura non sia un il lavoro di degli ultimi arrivati, un lavoro di ripiego. Perché invece un lavoro dove è necessaria competenza, dedizione, passione, tutte cose che vanno valorizzate e pagate. Quindi abbiamo da é un anno a questa parte. Ha deciso di essere legali. Però sarebbe bello trovare altre forme di collaborazione. Stiamo lavorando a reti d'impresa tra aziende. Anche lì c' è tanta macchinosità capire poche fonti di informazione e quindi è un momento di cambiamento. Senti ancora su questo la sono l'ultima a livello perché ti ho detto prima, a volte due, tre volte stagionale. Il contratto in agricoltura è m o t d. Non è proprio stagionale, cioè se il contratto a tempo indeterminato che è determinato ad esempio grandi aziende. Una segretaria che lavora tutti i giorni è quindi questa forma particolare di contratti sono a tempo determinato, ma non proprio stagionale. Io posso assumerli per un massimo di un anno, cioè io a dicembre comunque pago il tfr, la liquidazione diciamo e mi sa che un massimo sono due anni. Però sono contratti agevolati perché ad esempio se assumo qualcuno e poi piove per un mese e questo qualcuno non può, quindi ogni fine mese si segnano le ore, le giornate fatte e normalmente i sussidi nei preti che non lavora hanno beh, esiste la disoccupazione agricola dopo due anni io quello che faccio io e quando arrivano garantisco un minimo settimanale. Dico sicuramente lavori almeno tre giorni a settimana per per avere una base economica e potersi fare i conti. E non è semplice perché non è semplice però. Ma non solo per noi anche non poter dare i cinque giorni, non potergli garantire. Però qui siamo anche dipendenti dal mezzo e dalle stagioni, quindi do una base e su quello poi segna, andiamo a segnare le giornate che effettivamente fanno perché in agricoltura, cioè questo aspetto che è il lavoro grigio, grazie al fatto che ci sono contratti agevolati, è sotto questo punto di vista si segnano tanta gente, segnavano giornate insomma eh eh, ma ci sono ancora un po' di aspetti da approfondire, un uno poi la piaceva anche tutto il discorso dell' agricoltura rigenerativa, rimanere ancora in questa fase un po' sulla storia dal terremoto il fatto che ti vissuto Sì, sì, come no. Tutti lo sanno ormai tra un po', quella parte li' e subito dopo ci appena Si, io sono arrivata qui, avevo un po' di soldi da parte dei lavori in Francia e ho sistemato la casa dentro per poterci vivere. Bisogna interrompere per il rumore. E Francesca una borsista. Abbiamo vinto con la regione Marche. Abbiamo fatto domanda All'ultimo è Honey, che prima faceva da babysitter Aurora, aspetta che si chiuderà. Ciao, Franci. Otto, Sì, ok. Ti chiedo una cosa. Prima che tu non sei arrivata, è arrivata da sola? Sì, non è già con arrivato dopo di noi. Beh, dunque quando sono arrivata qui dopo l'accordo con Katya. Katya vive da un'altra parte fa un altro lavoro. Lei lavora per un'altra azienda, quindi io mi occupo proprio sul posto di gestire il progetto. Eh? Capita. Mi ha fatto un comodato d'uso per la casa e io avevo un po' di soldini da parte, visto che comunque una casa datata o li ho investiti per sistemare tutto. L'interno è con colori naturali, stanze studiate al dettaglio, eccetera. Poi, dopo tre mesi di vita, qui è arrivato il terremoto del Duemila sedici. É casa risultata inagibile anche in classe, quindi una un livello elevato e dopo pochissimi mesi, con i lavori agricoli ancora da avviare. E ancora io che non capivo molto in realtà di agricoltura ancora stavo cercando di capire come funzionasse il posto. Mi sono ritrovata in giardino in tutti i sensi perché la scelta era o andare a prendere un'altra casa da un'altra parte o tornare a Macerata. Pero' non si riesce a seguire un progetto del genere un'azienda agricola a distanza oppure restare e quindi visti gli anni in camper, visti i furgoni e camion camper, rizzati o caratterizzato un cassone di un camion senza ruote che era un ricovero attrezzi e quindi l'abbiamo fatto molto carino dentro il legno. Dico parlo al plurale perché per fortuna, anche se ho iniziato qui sola, sono sempre stata circondata da amici e che venivano e insieme abbiamo creato tante cose qui, cioè la mano di tantissime persone, e mi hanno aiutato a fare questo furgone. Quindi porta finestra rivestito internamente il legno e quindi ho vissuto lì. Poi per quanto? Per quattro anni. Però la svolta è stata quando è arrivato Dino nel duemila e diciassette, quindi un anno dopo che con cui abbiamo fatto un letto a soppalco. La cucina, diciamo, è stato uno step successivo. Ha preso veramente la forma di casetta e siamo stati tanto quattro anni. Benissimo. Felice di stare qui adesso è arrivata Aurora, la piccola Aurora da otto mesi e abbiamo deciso di trasferirci provvisoriamente in un appartamento perché siamo prossimi alla demolizione. È soltanto che Aurora gattone ha bisogno di tante superfici lisce, un po' gattone qui sull'erba per un po' ho bisogno anche di pavimento in pavimento vero e proprio. Quindi quindi puoi tirate giù qua si sarà demolita tra poco con i fondi per la ricostruzione sarà ricostruita e antisismica. Cerca la proprietaria, ha cercato Katya di comunque andare in linea con il progetto e quindi sarà ricostruita con materiali naturali il legno, cappotti in canapa, intonaci naturali, pannelli solari e quindi cerchiamo comunque di proseguire in questa direzione. Mi il laboratorio è stato non c', erano un laboratorio nuovo e abbiamo partecipato al Psr. Questi amati e temuti fondi europei, i fondi per giovani che tutti inseguono come tranquillante e siamo il primo l'abbiamo perso. Poi noi siamo riusciti a vincerne uno e abbiamo fatto questo grande investimento. E qui di nuovo c'è lo zampino di Katya. Perché? Per costruirlo. Una parte finanziata dalla regione, ma una parte molto consistente. Insomma, dobbiamo mettere noi. Kate ha ipotecato dieci ettari di terra e il laboratorio stesso Abbiamo ipotecato per riuscire a costruirlo. Quindi adesso negli anni lo pagheremo. Ma siamo fiduciosi. Ok, invece la parte agricola, la scuola ancora legato alla parte agricola. Ma hai conosciuto Katia a un corso di erba? Non lo ricordo. Spontanea. Come mai rimesso a farsi corsi? Certo, a un certo punto. Vuoi dei tuoi studi precedenti? È chiaro che fa parte di te. Però l'idea di lavorare. Quando sei tornata qui? Cosa fare? Corsi di eh, No. Inizialmente, quando sono tornata mi sono messa a fare corsi di è qualsiasi cosa. Avevo fame di comunque conoscenza e sentivo una un richiamo da parte della natura. Quindi molto Piante spontanee, piante. Beh, già. Avevo iniziato a usare prodotti naturali e volevo capire Ok, si' naturale. Ma cosa sto usando? E quindi ho iniziato questa formazione personale e poi quando è arrivata a Katya nella mia vita e mi sono trovata di fronte a ventitre ettari. Ho detto Ok, andiamo ad approfondire la parte agricola e quindi ho iniziato a fare età. Ho seguito tanti corsi diversi di tante persone diverse. Ne posso citare alcuni di voi E quindi sono partita beh, da Falcon cui ad oggi tuttora collaboriamo. Matteo Mazzola, dell'azienda agricola Iside che ci ci segue sempre dall'alto del nord Italia e ogni tanto passa e con cui abbiamo fatto anche molti corsi. Qui Nicola Savio Io ho cercato sempre chi fa bene le cose e quando trovavo qualcuno chiedevo consulenze, corsi abbiamo fatto tutte queste persone sono state qui Niente, figurati, Simon. Quindi i terreni ovunque, non tre un po' più di ore al giorno Servirebbe per il momento. Okay. Il stavi dicendo? Nicola Savio, il professore. Cosa ti ha insegnato? La progettazione. Cosa? Da Nicola Savio. Ho imparato a progettare, a progettare Sì, soprattutto l'orticoltura a incastrare semine, raccolte trapianti, lavori in campo e a riuscire a farlo anche non solo in campo, ma anche seduta su una scrivania. Riuscire a fare cose in tempo non l'ultimo me l'hai insegnato, ma non riesco ancora ad applicarlo totalmente. Che stavi ritorno? È arrivata la macchina diceva che gli facevate qui così abbiamo prima li frequentavo fuori corsi, poi io lì ospitati perché comunque abbiamo visto che ospitando il corso a parte c', è uno scambio di persone, conoscenze, energie, bellissimo. Si fa conoscere il posto e poi hai una consulenza, il corso viene fatto sul posto e quindi nuova frase, ovviamente tutto il mondo per approfondire, ma è così. Poi agganciamo all'agricoltura generativa citato de falco che cos'è ovviamente lo so, ma proprio in una frase la falce è una ong, mi sembra che sia una ong adesso lo dico sempre, sai quelle cose che dice la falce organizzazione da fare è un'organizzazione, eh, ma soprattutto sono delle persone fantastiche che ci hanno aiutato e supportato negli anni nello sviluppo di questo progetto. Loro si occupano, anzi sono tra quelli che hanno portato l'agricoltura organica e rigenerativa in Italia è prendendo spunti da tanti paesi dove sono andati a lavorare a fare collaborazioni. E poi valeva proprio per avere così agganciato a questo ti chiedo di raccontarmi in che modo stai cercando uno che diceva anche prima che Okay, fai biologico? Ma ma se ti spostassi un pochino sì, perché vedo che ciò ha un po' di ombra, vero? È un problema per il sole? No. Arriva comunque perché si ripete quando vedi che ha il viso in ombra. Ok, così per meglio dire così. Ok, Che cosa? Che cosa vuol dire per te? Ma perché poi ognuno può applicare in modi diversi tra virgolette a me è affascinato la parola rigenerazione. Prima cosa e quindi rigenerazione a trecentosessanta gradi. Perché è ora di rigenerare, rigenerarsi, rigenerare le relazioni, suoli, eccetera E forse il salto Questo nome si è trovato l'ho trovato molto in armonia con la questione della rigenerazione. Cioè qui salto, salti la contrada contrada salti e a me è piaciuta per creare un posto che non sia soltanto un ok. Facciamo cose belle, ma facciamo un salto. Prendiamoci la responsabilità delle nostre azioni, delle nostre parole e prendiamo in mano le nostre vite Se ognuno lavora per se' bene con scelte coraggiose, sicuramente andrà tutto meglio. Intanto l'ho attaccata No, quella di prima. Quindi a me è piaciuta molto fin da subito questa questa rigenerazione Abbiamo un bene prezioso che è il suolo è la natura, eh? È un il corpo che ci occupiamo in questo momento e tutte queste cose vanno valorizzate per molto tempo non è stato fatto per molto tempo sono state fatte pratiche che cementificazione, disboscamenti. E va bene, potrei elencare tantissime, ma anche nella nostra piccola quotidianità tutti noi abbiamo fatto e facciamo tante pratiche che non vanno a favore della vita e quindi penso che nel suolo e quindi nel rigenerare il suolo, risieda l'eredità più grande che possiamo lasciare ai nostri figli e nipoti e tutti quelli che verranno dopo di noi. Quindi per me agricoltura farlo in agricoltura. Eh eh, una premessa l'agricoltura gia' qualcosa di artificiale, di umano è non è natura lasciata vivere ed espandersi e quindi è qualcosa che chiede tanti input perché servono fertilizzazione, concimazioni, potature, tante cose. Questi input possono essere dati alla pianta, che è quello che si fa convenzionalmente, ma si può anche lavorare a livello di suolo, di microorganismi, di nutrienti, di vita nel suolo per creare un ambiente fertile dove le piante non abbiano bisogno. Poi di tanti input è un lavoro infinito. Infatti io posso dire che faccio agricoltura organica e rigenerativa. Tendo a questo è perché è un lavoro impegnativo, lungo e lo stiamo facendo secondo le nostre possibilità del momento la si può fare. Qualche esempio di cosa state facendo in quest'ottica? In quest'ottica lavoriamo su vari livelli perché abbiamo piccoli appezzamenti con coltivazioni manuali, grandi appezzamenti con coltivazioni cerealicole. Intanto quando siamo arrivati qui la prima cosa che abbiamo fatto è stato osservare e abbiamo trovato sicuramente tante frane nelle colline di fronte, nei nostri terreni, movimenti franosi eccetera eccetera e quindi intanto abbiamo iniziato a cambiare un po' da era un'azienda cerealicola, ma ettari, grano, ettari di seminativo, ventitre ettari di girasole. Abbiamo iniziato prima cosa diversificare le coltivazioni e a immettere degli impianti perenni, quindi alberi da frutto, piccoli frutti aromatiche e in piu' vi stiamo mettendo studiando un po' i movimenti del suolo e la conformazione del suolo. Quindi grazie appunto Andrea fa l'abbiamo fatto dei progetti di coltivazione su determinate linee che trattengono il terreno, permettono un buono scorrimento dell'acqua piovana ed evitano frane, smottamenti, ma anche semplicemente il dilavamento dello strato fertile del terreno si' altre pratiche che facciamo é cercare di non lasciare mai il suolo scoperto, quindi alterniamo seminativi a colture di copertura, che siano rovesci, mix o colture semplici. Comunque a volte coltiviamo non per raccogliere ma per nutrire il terreno per tenerlo coperto nei mesi in cui piove tanto oggi è troppo sole, eh? Facciamo ogni anno le analisi dei terreni a lotti alternati perché su ventitre ettari sono impegnative e vediamo cosa manca quello che manca cerchiamo di andarlo a portare ad apportare e attraverso ammendante che auto produciamo con intanto materie prime che troviamo in azienda tante volte sono materie di scarto oppure andando anche ad implementare i nutrienti al terreno come rame, ferro. Quindi facendo i nostri fermentati da alchimista grazie posso dire altro? Se vuoi, però penso che non scendere tanto nella questione tecnica è meglio un salto con l'argomento meno meno nobile ma meno divertente. Ma qual è la? Ma questo più per me la la cosa principale con cui guadagnate voi questo lavoro è la cosa principale con cui guadagniamo è un'ottima domanda al sole no all'aereo no maestro, perché devo aprire una parentesi si'? No, ma puoi anche registrare euro di lavori agricoli e una piccola parte una parte di questi anche con lavori legati a alla tribù dell'orto, quindi in questo momento dagli ortaggi bene ci siamo stabilizzati i gruppi da qui su eccetera. Le vendite del trasformato è una cosa che stiamo ancora un po' a fatica e mettendo nel mercato perché noi abbiamo scelto un tipo di commercio non fare tante cose di una cosa non fare pasta in tutte le forme a questa parte. Sì, sì, questa si può mettere, vogliamo non vogliamo vendere, non vogliamo vendere all'ingrosso e non è un approccio un po' particolare perché non siamo specializzati su una cosa facciamo un po' di tutto, produciamo pasta, facciamo fare esternamente. Cosmesi naturale è farine trasformati di verdure, verdure essiccate, cachi essiccati, tante cose. La nostra idea è un po' abituare i clienti a fare un po' spesa presso i produttori è un passaggio, questo importante, cioè sempre il supermercato comunque che è molto importante come presenza. Ed è semplice anche per me vado, cioè tutto. Faccio subito c'è un cambio di paradigma che impiegherà degli anni. Noi abbiamo scelto di percorrere questa strada non è la più semplice perché non riusciamo a fare quantità industriali di una o due cose e quindi piazzarle su tanti canali su tanti mercati. E quindi il giorno giorno lavoriamo nella costruzione del nostro mercato. Un altro salto e tornare indietro prima incitato il disboscamento. Io quando facciamo molto questo tipo di paesaggio però mi colpisce sempre che insomma di natura non ce n'è il carico di tanto come puo' sembrare, nel senso che per niente si' tempo progetto nel vostro progetto c' è qualcosa legato a questo è il primo pezzettino umana se cioè se non ci puoi anche non rispondere invece l'altra parte di domanda e secondo te a volte quando vedo il ritorno alla campagna da un lato bellissimo un altro dico molti pezzi d'italia si stanno rimboschimento. Se invece torniamo ecco come si può fare secondo te ah, riprendere decine di ettari di terra che erano abbandonati senza riprendere disboscare Okay, il è una cosa da aggiungere anche sul primo perché mi riaggancia anche adesso e che comunque per andare avanti noi partecipiamo a tanti bandi, anche della regione che magari finanziano una parte e un'altra parte la metti te e siamo in anni di investimenti e adesso inizieremo a raccogliere i frutti. Ti volevo dire che sì e noi abbiamo un progetto di rimboschimento e qui c' è anche una brutta notizia rispetto ai bandi, perché noi abbiamo partecipato a un bando per il rimboschimento di tre ettari. Era un bando stupendo perché c' erano un finanziamento al cento per cento per creare dei boschi naturali, formi rinunciando al reddito agrario, perché comunque rinunci a un raccolto, ma rinunci anche a pack contributi che hai su quegli appezzamenti? Purtroppo è già stato respinto. Lo abbiamo saputo da poco perché deve essere di proprietà. Questi terreni sono di proprietà della mia socia, ma visto che la proprio perché bosco naturali forma e poi deve rimanere lì, non si può togliere dopo un po' d'anni è perenne, rimane anche se la socia è parte della società. La società non è proprietà del proprietario dei terreni e quindi sempre per cavilli burocratici, nonostante ci sono i fondi e nonostante noi abbiamo scelto di rinunciare. Rimboschimento poco a poco. Stavamo aspettando da due anni perché è un po' che abbiamo partecipato, ma poi tra varie situazioni mondiali e ritardi, questo questa graduatoria ufficiale ancora non è uscita. Cercheremo di fare ricorso perché veramente è un'occasione persa. Ci sono politiche che vanno in favore del rimboschimento, del insomma attenzione al clima all'ambiente eccetera. Però poi ci perdiamo no in tante stupidaggini. Invece più in generale, al di là della tua esperienza, signore, quale può essere un buon, un buon mix tra agricoltura sky. Ma ci sono tante, tantissime esperienze, tantissime realtà molto virtuose sotto questo punto di vista differenziare cioè rimboschimento e coltivare in mezzo, perché non possiamo far finta che non abbiamo bisogno di sussistenza e quindi è molto importante anche la parte produttiva. Ma è quello che io posso dire secondo la mia esperienza è che tutte le zone vicino a una quercia sono quelle dove il terreno è migliore, quindi perché non fare strisce di alberi alternate a parti coltivate? La difficoltà che vivo io è che lavoro tanto lavoro, quindi prima le risorse economiche per acquistare alberi o farli o fargli fare magari a qualcuno che lavora per te. C' è sempre lo stesso giro per piantarli scusa, non so più dove metterli. Metto qua perché vedevo l'ombra Domenico per piantare alberi ci vuole manodopera, la manodopera va pagata, va valorizzata, va retribuita. Però dall'albero in sé che pianti non mangi o almeno non mangi subito e quindi quel quell'investimento non torna subito, è sempre un rincorrersi, eh. Noi facciamo anche parte della rete booking come tante altre realtà, e gran parte di questo è anche merito dei buffer che ogni anno vengono qualcuno poi l'abbiamo anche assunto è rimasto più tempo è sempre una ventata di freschezza, allegria, aiuto. Soprattutto negli ultimi anni. Ma quest'ultimo anno tantissimo. Il duemila eventi, nonostante la situazione che c' era, noi abbiamo ospitato bufere, sono stati è stata un'annata stupenda, ne son passati più di venti e abbiamo avuto ottime relazioni. Abbiamo proprio visto come quando c' è cooperazione, motivazione, entusiasmo. Veramente le cose cambiano, quindi io vorrei rimboschimento. È anche un discorso che adesso è rimasto un po' in sospeso, ma che riprenderemo con il comune di fare questa cosa che forse è anche per legge piantare un albero per ogni nato e quindi pensavamo magari di rifarla anche a ritroso gli ultimi nati degli ultimi quindici anni. Così magari il paese ci viene a dare una mano. Questo è l'altro aspetto. Comunque coltiviamo molto anche le relazioni territoriali. È col comune con le amministrazioni. Abbiamo un ottimo rapporto con l'unione montana, appunto, con l'enfasi e e un'altra, cosa molto importante quando si avvia un posto, avere buoni rapporti e buone relazioni. Perch è è a che in un posto come questo, dove così piccolo di passaggio neanche c' è molto turismo. È importante avere una realtà come questa e per quello ci aiutano sempre come possono ci facilitano in tanti aspetti sia con dei ragazzi della tribu' dell'orto che quando facciamo eventi qui ci danno i locali. Ci vengono veramente molto incontro ed è una bella cosa perché e noi aiutiamo loro e loro aiutano noi. Ok, io dico che per me è quasi finito, ma l'ultima, cosa che volevo chiedere io non c'entro niente, io non devo dire qualcosa perché lui si fa un mazzo così. Certo, assolutamente io volevo fare mamma, chi oltre a te e piu' coinvolto lui o anche altro. Poi ti chiedo di poi risponde come vuoi tu, io prima bravi difficoltà c'è qualcosa che vuoi raccontare o lei ha raccontato il beh, io penso che più o meno quella non voglio fare quella a è difficile, no, voglio che traspare di più la parte e sarebbe un discorso un'apertura sulla questione umana. Ma vorrei lasciarla è molto ampio come discorso e più ti faccio una domanda Si è al di là di chi passa per dei periodi brevi che sono le persone oltre a te che lavorano di più in questo progetto? Beh, sicuramente al primo posto chi lavora di piu' oppure la metto in un altro modo. Il grande, il maggior apporto al progetto, oltre a katya che ha messo le terre a me che lo coordino sicuramente è stato quello di dino, perché dal suo arrivo è diciamola la spinta del fare e del mettere in pratica tutti i nostri sogni, la proprio incarnata lui l'ha portata avanti. Lui sa fare tantissime cose, si applica tantissimo, lavora tanto, è veramente appassionato e anche lui ha una bella testa pensante e quindi sta sempre in giro, che crea nuovi spazi, nuovi angoli, si prende cura degli animali, è stata veramente l'apporto fondamentale e tuttora lo è è lui. Lui viene da un'esperienza di carrozziere, quindi no, però diciamo l'esperienza è stata la vita sa fare tante cose, ma tant'è la scoperte qui diciamo che poi l'ha questo posto, ma la natura in generale ti dà la possibilità di tirar fuori del tuo c' è un altro ritmo, non sempre lento. A volte si corre dietro con rigori che arriva la pioggia. Pero' c' è un altro ritmo. Comunque rispetto a quello della routine c'è sempre la sorpresa e adesso lavorano da noi altre persone. È simone che ci aiuta con la tribu' dell'orto, cioè Angela, che si é la responsabile del laboratorio e Alessandro fa le consegne. Ora invece si occupa di tutta la programmazione del di tutti gli interventi, soprattutto di agricoltura organica rigenerativa, arrivata da poco. Quindi sta è mettendo mano un po' a tutto e quindi ci sono loro. Ma ci sono tutte le persone che hanno lavorato prima di loro. Qui c'è Tiziano, cioè Daniela cellula umana. Ci sono tutti i woofer. Se dovessi scrivere la storia del salto sarebbe una storia di una cosa, ma delle persone e di quello che hanno lasciato. Paolo il mi dispiace, ma il discorso della filiera che volevo ha detto alcune cose, ma non mi ricordo se avevi anche approfondito quel tipo di raccolti chai con la filiera locale come è strutturata con la filiera. Riguarda sì, sì, la filiera locale sta nascendo, eh, sono territori che lo permettono perché tutti i paesi sono vicini, anche se geograficamente sono tutto un saliscendi di colline. Però è tipico della marchigiani that e delle realtà rurali l'auto l'aiuto il mutuo aiuto, il quello che ti manca te lo do io eccetera. Il sta nascendo, non c', è una filiera. Stiamo avviando tante collaborazioni con tante aziende locali. Abbiamo cercato anche di dargli una forma burocratica giuridica, sempre con tutte le difficoltà del caso. Adesso, per esempio, l'ultima è rizomi, terre fertili in rete. È un progetto che sta sta procedendo adesso più lentamente, per ovvi motivi. Ci siamo dovuti un attimo sospendere in questo periodo. Non lo voglio manco nominare nuovi. Ed è sta procedendo a piccoli passi, perché nutrire una filiera o comunque una rete è nutrire un'altra realtà un'altra azienda. E visto che siamo tutte aziende giovani, ognuno già stanno deve nutrire la sua sta nutrendo la sua. Ogni tutto quello che avanza lo versiamo nel progetto comune, quindi procediamo lentamente, ma procediamo e anzi forse è meglio non correre troppo e creare qualcosa che poi può crollare, ma procedere a piccoli passi e creare qualcosa di più stabile mi fanno parte. Ad oggi siamo sei, cioè un microbirrificio che si chiama birra formante c' è l'azienda agricola rasoterra che produce ortaggi ceh coste del sole che fa farine, grani e seminativi. Poi abbiamo anche un laboratorio di trasformazione erboristica i'm high che invece fa cosmesi naturale a partire da le nostre materie prime, trasformate dal laboratorio urbanistico e passate a loro stiamo lavorando su questo ho detto abbastanza, è un'altra curiosità mia e da' tutto. Andiamo via da Macerata, prende la storia del pino, trova i pochi stimoli come ho girato la Francia facendo eccetera. Tornando qui, come hai visto che questo territorio nel senso ok come qual è la Francesca di vaccini e Mark, insomma questo Ok abbassati che arriva da Umberto, è perfetto. Okay. Quando sono tornata e mi sono accorta che in realtà non era proprio come pensavo, forse era un po' troppo, come si dice aspetta che non vi vedevo. Non ne concentrica però beh, non mi viene e quando sono tornata mi sono accorta che in realtà anche qui si erano mosse delle cose. Non ho trovato poi il disastro che avevo immaginato negli anni all' estero e ho trovato comunque una realtà che avanza e molti interessi, molte persone che non avevo mai conosciuto. Quindi è stata una bella sorpresa. Non ho trovato un campo sterile, ma un campo fertile e quindi grazie anche a questo. E poi il progetto oggi si è voluto perché appunto a Macerata, in tutti i paesini qua intorno al movimento non si era fermato ai tempi delle superiori. Insomma, era andato avanti. Dimmi Ok, L'ultima cosa? Tu e studia il punto l'ideologia eccetera oltre che immagino lo applichi il pensiero in ogni tua giornata, ovviamente. Ma hai mai pensato da quando sei qui fatto tra l'altro lavoro, sono avvitati lo sconforto di una giornata intendo a livello insomma mai mancato l'altra possibile professione? No, però ho trovato spunti per me. Io sto facendo quello che ho studiato. Non sto facendo una cosa diversa. Beh, è in che modo comunque gestire un'azienda nel duemila ventuno se voi io ringrazio gli studi di sociologia che ho fatto è sotto tanti punti di vista dal punto di vista delle analisi della società. Dal punto di vista di come sviluppiamo le relazioni qui all'interno dell'auto analisi soprattutto tutti gli errori, tanti fatti anche solo in questo piccolo questa piccola esperienza qui al salto e quindi per me io sto facendo il mio lavoro. In più si sono aggiunte altre cose perché più vai avanti più viene gente a chiederti come hai fatto, come non hai fatto. Ogni tanto posso fare anche la consulente e non lo farò. Mi dedicherò al salto pero', faccio il mio lavoro, chiudiamo tutte le interviste che a meno che non ci qualcosa non ti ho chiesto mi vuoi dire che cambia? Nel senso voi o no? L'italia che cambia l'italia cambia per me Rimani così perfetto. Comunque l'italia che cambia è per me una presa di responsabilità. Assolutamente. Per essere liberi bisogna essere responsabili di se stessi. Quindi se ognuno prendesse la responsabilità della propria vita, delle proprie emozioni, delle proprie azioni, delle proprie parole, eccetera, eccetera eccetera l'italia cambierebbe Il mondo cambierebbe. Grazie. Grazie. Bene. si'. Che fai? Detta con nome e cognome. Sì, io mi chiamo Matteo Caruso. Andrea Cremona. Giovanni Andrea Cremona. Ok, certo. Titolari. Bene. Otto. Va bene. Okay, è ok. Va bene. Perfetto. Eh? Ma no, ok, certo. Ok. Come tu mi adesso mi stai riprendendo? Sono dentro al certo. Beh, in serie. Dai, dimmi tu un prova. Prova. Prova. Andrea, è come faccio saluto, mi presento Ok, ok, ok, ok. Trovato. Vado. Sono Andrea è ci troviamo a Genova, nel cuore del centro storico di Genova, da tazze pazze. La nostra caffetteria di qualità Tazze pazze è un progetto, è un'idea è sostanzialmente una caffetteria torrefazione nata nel duemila nove, proprio qua a Genova. Tazze pazze è anche una caffettiera, soprattutto una caffetteria, una caffetteria che da diversi anni si occupa di promuovere tutto ciò che riguarda la degustazione e il consumo di una tazzina di caffè coltivato in maniera sostenibile e poi preparato con un criterio di riguardo da parte da parte dei baristi. Si trovano poi diversi prodotti classici da Barda, caffetteria da forno e abbiamo un'offerta anche per l'aperitivo e per il pranzo. Oltre a questo, tazze pazze è soprattutto da pochi, da poco tempo una micro torrefazione. Va bene, posso lui dai si' da un da circa un anno a questa parte siamo diventati, diciamo, indipendenti dalla. Quindi gestiamo noi il l'approvvigionamento del caffè crudo. Quindi ci occupiamo di cercare i lotti piu' interessanti da diversi paesi di origine che può andare dalla Colombia L'honduras, L'etiopia, il Kenya. Insomma, diverse diverse origini. Questo ci permette di far assaggiare i nostri clienti, i nostri consumatori, sia in caffetteria che tramite il nostro sito online. È diverse specialità dal punto di vista Caffrey Cholo, perché spendiamo moltissimo tempo nella ricerca e nell'analisi della degustazione di questi caffè. Perché ovviamente ognuno di essi deve avere delle caratteristiche che lo contraddistinguono e che ne vada ad esaltare poi, ovviamente, anche grazie alla preparazione del barista, una tazza diversa. L'una dall'altra. Ok, guarda stante chi ha risposto. Ok, quello che Ok. Okay. E beh, il valore nella sta nella ricerca di quello che facciamo quotidianamente. Ok? Ok, Ok. Niente. Niente. Il valore di un caffè che possiamo che potete gustare da noi nasce attraverso la ricerca. È quello che è fondamentale. Capire è che noi beviamo il prodotto di più della terra e come tale può essere coltivato in maniera diversa. i nostri caffè sono generalmente tutti sostenibili e di conseguenza hanno, ma anche dal punto di vista di riproduzione delle attenzioni in piu' da parte del produttore. Basta pensare che il caffè vengono raccolti a mano e solo i frutti rossi. Ricordiamoci che noi poi di questi frutti rossi ne berremo il seme. Di conseguenza questo seme deve essere processato, quindi lavorato in maniera corretta. E poi quello che poi tocca a noi dalla nostra parte la tostatura che deve essere scientificamente ben fatta e non solo artigianale e anche dal punto di vista, poi prepara di preparazione da parte del barista. Questi anelli collegati insieme fanno sì che il profilo del caffè di una tazzina sia diverso rispetto a un caffè. Magari non ha fatto lo stesso percorso, ovvero non è stato raccolto a mano, magari è stato semplicemente strappato. E in questa minestra, se così vogliamo chiamarla di caffè diversi, troviamo sia frutti maturi sia frutti. Eh sì, ok, troviamo sia frutti maturi che frutti immaturi. Di conseguenza avremo un profilo di tazza poco interessante. Lo verrà, verrà poi esaltato semplicemente con una tostatura, un po' più scura, per far sì che il caffè non abbia caratteristiche di per sé, ma l'unica caratteristica che il consumatore può andare a trovare quella di una tazza amara e magari solo corposa. Ehi, mamma, beh, questo okay, vedete uno uno dei sogni che avevamo era quello di oltre che conoscere il caffè dall'origine, un sogno che abbiamo realizzato investendo in diversi viaggi in origine. Proprio per andare appunto a conoscere il prodotto, abbiamo deciso di superarci acquistando diversi anni fa insieme ad altri soci delle quote di una piantagione in Honduras. Siamo riusciti sempre, appunto, con i nostri collaboratori, a rimettere in funzione una piantagione già esistente ma che da quel momento in poi ha iniziato a processare, a coltivare il caffè con un occhio di riguardo un pochino più importante. Quindi possiamo assolutamente dire che da cinque anni abbiamo una piantagione di nostra proprietà in Honduras che produce appunto un caffè di alta qualità. Quindi abbiamo delle persone, ovviamente che gestiscono la piantagione per noi delle piantagioni delle persone che con il ricavato appunto poi della vendita dei chicchi di caffè o dei sacchi di caffè, riesce a svolgere una vita. Una quotidianità è di livello superiore rispetto alle condizioni in cui purtroppo stanno altri produttori di caffè, quindi appunto il nostro. Nessun progetto solo per a scopo di lucro, ma è assolutamente appunto un progetto con dei fini sostenibili. E siamo molto contenti perché appunto per tanti baristi purtroppo non sanno neanche che a volte il caffè un frutto piuttosto che arriva dalle piantagioni che stanno intorno all'equatore noi produciamo proprio il nostro caffè. Quindi possiamo dire che curiamo tutta la filiera? Ehm mhm certo verdi base questa è sicuramente una coltivazione massiva metro quadrato sì, vai! E anche un po' del prezzo anche del terzo in base ai difetti, certo senza ovvio. Certo quando parliamo di sostenibilità vogliamo estendere il pensiero. La sostenibilità sia ambientale, quindi dal punto di vista produttivo dell'ambiente quindi senza avere l'utilizzo di pesticidi o altre sostanze chimiche aggressive o è sia il punto di vista della sostenibilità delle persone che si occupano di questo lavoro e di conseguenza il caffè che selezioniamo e di solito è sposano questa questa filosofia al cento per cento e permette anche ai produttori di avere i prezzi più adeguati per la loro sostenibilità sul posto. Per noi questo è un pensiero fondamentale, perché comunque il pd il prezzo quotato in borsa é ai minimi storici dal duemila al duemila eventi c' è stata una costante discesa verso il ribasso per i produttori e questo non è più sostenibile per loro. Quale eh, allora come retto crediti? Non lo so. Però dissi quello che posso dire sicuramente è che il caffè che di solito va al mercato commerciale è poi c' è un trader locale che dice ok, ti compro questo raccolto. Essendo un caffè piatto può andare insieme e colombia di quelli proprio basici può andare insieme ad altri produttori. Ok, è allora essendo che acquistiamo dei cappelli dei piccoli micro lotti, ci assicuriamo stavo cercando di riallacciarmi al discorso. E dunque il giallo ok, grande differenza la differenza sostanziale nel sostenere agricoltori dove si impegnano di più a fare un buon lavoro in piantagione, quindi decidere poi in un secondo momento il loro prezzo effettivo da la possibilità anche a loro di poter crescere banalmente che purtroppo non è così scontato. I loro figli, potendoli mandare a scuola rispetto a tutti quei produttori che invece devono e sono obbligati a entrare un mercato diciamo di quotazione di borsa e quindi non poter decidere loro il prezzo e avere negli anni sempre meno liquidità per portare avanti i loro progetti di vita che non ho capito. Si' è chiesto no, nel video no. Quattro molto di collaboratori. Vedo che ok, beh, tazze pazze negli anni ha subito una una positiva, una positiva crescita. È iniziato circa dodici anni fa e prendendo un piccolo bar latteria di quartiere, per poi fare un percorso evolutivo anche nella formazione personale. Da due soci siamo diventati tre, per poi aprire il secondo punto vendita nel centro storico di Genova, dove appunto ci troviamo adesso. Al momento contiamo è sei ragazzi, collaboratori e piu', appunto noi, noi, tre soci. Ognuno di noi ha le sue mansioni specifiche, ma a tutt'oggi non ci non ci leviamo da quello che è poi la parte più divertente è quella, appunto, di stare dietro al banco e accogliere e raccontare alle persone le nostre nostre esperienze. Caffrey Cole in otto La risposta dei nostri clienti è quasi da sempre stata positiva, positiva, perché abbiamo abbiamo portato una novità nel panorama, appunto, del caffè e dei bar. Non siamo noi, ovviamente i primi a livello mondiale, a decidere di dare un pochino più di rispetto e di onore al prodotto caffè, cercando appunto di prepararli, somministrarlo a regola d'arte, però possiamo vantare di essere stati sicuramente tra i primi a Genova piuttosto che in Liguria piuttosto che nel Nord Italia. E i nostri clienti hanno da sempre appunto sposato la nostra causa, anche perché, senza peccare di presunzione, ma serviamo dei caffè che sono molto particolari e molto diversi rispetto ai classici che si degustano solitamente quindi abbiamo dei caffè più dolci piuttosto che più profumati piuttosto che con delle note appunto sensoriali più interessanti. E una parte che da sempre sta a cuore a noi e a chi lavora appunto. Il nostro banco è la parte appunto di racconto e di comunicazione al cliente cerchiamo di fare un po' nel nostro piccolo, quello che hanno sempre fatto i sommelier con il prodotto vino piuttosto che il cameriere, quando deve appunto spiegare un piatto gourmet e in un ristorante di alto livello lo stesso si puo' fare con il caffè. Anzi, il caffè è un prodotto molto complesso. Dal punto di vista del gustativo abbiamo migliaia e migliaia di aromi diversi. Abbiamo centinaia di modi con cui prepararlo perché non ci limitiamo solo all'espresso, ma serviamo a caffè, filtrati, caffè alla turca. La parte importante è che ci piace appunto raccontare, mentre facciamo al nostro cliente, al nostro consumatore per portarlo a vivere una piccola esperienza in quei cinque minuti in cui si dedica appunto la la classica pausa caffè, il coffee break a te il piccolo racconto della prima caffetteria si' si' come okay beh sì, siamo nati ormai quasi dodici anni fa e che tante cose sono cambiate, nel senso che il gli anni successivi all'apertura del l'acquisto del bar latteria li abbiamo spesi nel poterci migliorare, quindi con un grandissimo occhio di di auto criticità. Questo è diciamo che il nostro lavoro iniziale era proprio quello di bar latteria. Avevamo un fornitore di caffè, avevamo i nostri prodotti da batteria. É però questo ci faceva rendere conto che aveva bisogno di di innalzare la qualità e di essere un po' più particolari sul territorio. Allora da lì il nostro percorso formativo, iniziato con una passione così diciamo quasi sanguigna che appunto quella legata al caffè. Abbiamo speso circa grosso modo cinque sei anni facendo viaggi, andando anche in piantagione per farsi di farci trovare pronti. Poi con la seconda apertura lì è attualmente stiamo lavorando sempre allo stesso modo. I locali hanno praticamente gli stessi prodotti abbiamo solo è sdoppiato i sorrisi in un'altra location si' certo sua mamma che la mia socia diciamo principale, quella con cui abbiamo iniziato mio papà e fratello no che e in prima una poi vai il mio e penso come anche chi come può condividere questo pensiero nel mondo baristi il primo la prima curiosità che è avvenuta nella mia testa è stata quella del cappuccino decorato, detto anche il latte arte. Da lì ho scoperto che poteva essere qualcosa di meno noioso, più bello per me e per i miei clienti e appunto ho scoperto un mondo al di là di tutto, molto piu' interessante é che non finiva solo dietro un cappuccino decorato. Che vuoi dire Che puoi Ok, ok, okay. E quindi dopo questo primo approccio ai primi corsi di cappuccini decorati appunto, ho scoperto che il caffè andava assolutamente approfondito. Ci sono diverse è materie del caffè da dover sapere da il caffè verde l'importazione quindi i difetti e i pregi di questi caffè verdi prima di essere tostati, la tostatura, la preparazione del barista sia per quanto riguarda l'espresso, sia per quanto riguarda anche altri strumenti che noi in caffetteria proponiamo come caffè filtrati o cose diciamo alternative a quello che è il classico espresso. La mia passione più grande poi è sfociata nella tostatura e da lì ho voluto approfondire la materia al cento per cento per poter appunto essere poi pronto, come ai tempi. Voleva essere pronto con i cappuccini. Come perché? Si'? Okay, okay, beh, quando ero dipendente sono sempre stato un ragazzo curioso, quindi ero sempre un po' i rompiscatole della situazione. Cioè volevo già portare cose e novità, volevo interagire. Ho sempre interagito coi miei titolari, che per fortuna ho sempre avuto degli ottimi rapporti. È ovviamente poi il salto è avvenuto e a quel punto è ti rendi conto le difficoltà che prima non qui non non non davi assolutamente cura e invece che in realtà avevano un'importanza enorme come la scelta dei fornitori stare attenti agli sprechi e stare attenti, appunto anche ad avere i prodotti giusti nel proprio locale. Quindi ho imparato e ho guardato con un occhio diverso i chi negli anni prima dava del lavoro a me si'. Per quanto mi riguarda il mio percorso nel mondo del caffè inizia come per tanti altri, dietro il bancone di un bar e nel mio caso posso dire abbastanza di fortuna, anche se ha i suoi pro e i suoi contro. Ha iniziato proprio nel dietro il bancone della caffetteria di mio fratello e della mia famiglia e non per questo ho avuto un percorso di privilegio, anzi, ho cercato di sopperire o comunque di mme di cercare di fare qualcosa di più, visto che appunto era già stato fortunato nel trovare lavoro facilmente. E allora ho deciso di impegnarmi tanto quanto aveva già fatto mio fratello nello studio e nella formazione per andare ad approfondire il mio lavoro e di conseguenza con la passione, il prodotto caffè. Sono stato doppiamente fortunato perché mi sono appassionato tantissimo anche al mondo proprio della formazione e quindi, oltre che a lavorare nella nelle caffetterie, oggi mi sono sempre un po' dedicato a quelli che erano gli eventi piuttosto che le degustazioni guidate, le fiere del settore e tutto ciò che ruota attorno al appunto al settore delle vendite delle attrezzature piuttosto che ai corsi di formazione o ampli. Ma ho studiato molto come ampliare questo questo discorso, quello del caffè non solo sul posto, quindi sul bancone, ma anche, appunto fuori e oggi mi ritrovo ad essere un formatore anch'io di di caffetteria piuttosto che di ospitalità in generale e rogo, corsi di formazione, consulenze per colleghi e per altri operatori del settore. Sono informatore ufficiale della Specialty Coffee Association e appunto Alterno quello che è il lavoro dietro il banco ha un lavoro un pochino più di training piuttosto che di comunicazione, che però è sempre ovviamente legata al prodotto caffè con anche altri colleghi ed altri soci a livello italiano e non solo in questo periodo o in generale. Okay in generale Ok perfetto, perfetto, perfetto, perfetto. Ovviamente fare impresa in Italia è sempre abbastanza difficile. Più che altro è un po', una sfida. Sappiamo che può essere soddisfacente come altre volte può essere, è controproducente. Bisogna organizzarsi molto bene pero' se le cose vengono fatte con i giusti criteri e a regola d'arte, diciamo che il nostro settore offre ancora delle delle buone possibilità di riuscita e di soddisfazione. Il settore comunque del food, del food beverage dell'hospitality in generale ancora bisogno, sicuramente di locali piuttosto che di professionisti che somministrano soprattutto della qualità, grazie proprio alla qualità che abbiamo sempre servito negli anni. Diciamo che i risultati ci sono e le soddisfazioni non mancano. È chiaro che è sempre difficile e non si guardano le ore di orologio assolutamente. Perché poi, oltre che la parte in fronte, cioè tutto il back office che aveva fatto e deve essere fatto assolutamente bene non ma non si' si' okay vai che si vai per me, italia che cambia è sicuramente un messaggio di speranza e anche un po', un dato di fatto. Lo vediamo nel nostro settore che dove comunque c' è sempre un'attenzione maggiore alla qualità e una voglia da parte di professionisti che stanno sempre di piu' nascendo, di fare qualcosa di diverso rispetto al passato, mantenendo anche le tradizioni. Per carità, assolutamente però con una vision più proiettata verso, appunto la qualità. Quindi cambiamo in Italia per questo, perché finalmente iniziamo a dare più valore ad alcune attività piuttosto che ad alcuni mestieri e può essere invece un messaggio di speranza, perché dopo momenti brutti sicuramente possono arrivare dei momenti positivi. Se si è sopravvissuti nel momento brutto si riuscirà sicuramente a vedere anche uno spiraglio di luce. E poi nel futuro cosa anche io Italia che cambia okay, l'italia che cambia è è uno sguardo al futuro e una strizzare l'occhio al passato. Chi è? Grazie Beh, così così per me guardarle. Intanto questa è per me. Nome, Cognome Elena e via Claudio Caviglia comune. Sottopancia quando viene il nome. Cognome dove? Ruolo che ci mettiamo per cio' Pounder. Che storia in italiano! Perfetto! Mi sa che siamo una start-up che stavate parlando fondata Fondatore, fondatrice Si' se vuoi trasferiamo No, adesso dobbiamo guardare lei. Già bravo per evitare che guardate lui che sembra una cosa brutta. Che Ma era così entusiasta che Ok, andiamo bene, la domanda supera Basic Che cos'è giusto? Già è nasce dove nasce? Vai che risponde Vai, vai, vado io Cos'è un museo Museo Job è una startup innovativa a vocazione sociale e, diciamo una rete di aziende agricole nazionale. È strutturata attraverso un contratto di rete, una rete di impresa nazionale é organizzata in gruppi territoriali. Fondamentalmente un job vende dei servizi alle aziende agricole per aumentare la sostenibilità economica delle aziende, così che poi a cascata le aziende siano più diciamo così, capaci di sostenere anche le assunzioni regolari dei lavoratori. Dove nasce? Come nasce? Passi la palla, passa la palla Un job nesci ormai due anni fa ufficialmente come come impresa, prima come progetto un progetto sociale qui in valle Grana. Noi siamo ai piedi di questa valle del Cuneese è nasce per rispondere a una sfida sociale, nel senso che si era aperto un centro di accoglienza per richiedenti asilo in questa valle che è un po' turbato degli equilibri mettiamo è Noi avevamo un'associazione che tutt'oggi sopravvive. É questa associazione fu chiamata per lavorare nell'incontro tra questi nuovi abitanti di queste terre e gli abitanti di lungo periodo. É il progetto di sviluppo territoriale. Si basa molto sul lavoro e quindi sull'integrazione lavorativa di queste persone. E ovviamente lavoro valle è andata sul mondo agricolo, per cui da questo mondo agricolo è nato un incontro con tante aziende agricole locali da cui abbiamo imparato. Abbiamo imparato a fare nel senso a fare creare rete attraverso la formula del contratto di rete, a collocare le persone attraverso un un ente che noi gestivamo ai tempi che oggi abbiamo una piattaforma online di incontro domanda-offerta abbiamo imparato a fare formazione coinvolgendo gli attori locali, quindi coinvolgendo le aziende che diventano loro stesse formatrici perché sono poi loro che collaboreranno con le persone. Quindi questo crea fronti relazionali con i futuri lavoratori, quindi consente di fare un lavoro che che appunto mette insieme, mette in circolo nel territorio un un qualcosa di fruttuoso a livello di inserimenti di lungo periodo. Tanto che questi ragazzi, alcuni di questi ragazzi, continuano a lavorare in queste aziende ed è stato un qualcosa che ha funzionato e abbiamo cercato di riprodurre anche in altre altre zone del Piemonte. E poi oggi anche un po' fuori Piemonte. Ottimo. E come siete arrivati voi a qui oggi? Come come é iniziato questo percorso? E da quelli vostra essere inseguita? Le motivazioni Tutto quello che raccontava Claudio Adesso L'origine è stata in questa valle il da un'associazione. Fondamentalmente noi siamo arrivati a Cuneo. Claudio è arrivato da Torino, io sono ritornata a Cuneo perché appunto sono originale di Cuneo. Poi sono tornato, sono andata a Torino a studiare. Fondamentalmente lavoravamo entrambi da anni nel mondo delle cooperative, con l'accoglienza, con gli stranieri abbiamo entrambi una formazione esperienza lavorativa in questo campo. Quindi nell'inter cultura nel lavoro con i migranti e abbiamo iniziato a vedere alcune cose che in qualche modo un po' non ci piacevano. Mondo dell'accoglienza, eh? Quindi ci siamo incontrati per caso, fondamentalmente e abbiamo detto proviamo a fare qualcosa da lì abbiamo creato l'associazione nel momento in cui siamo arrivati in questo territorio, perché l'amministrazione comunale di questo piccolo paese, dove c' era il centro d'accoglienza, ci ha contattati. Abbiamo iniziato a vedere, appunto. Forse bisognava provare a costruire un modello che tenesse insieme più attori, quindi non soltanto i migranti, quindi i lavoratori, ma anche le aziende, le amministrazioni, tutti gli attori, insomma di un territorio e provare anche in qualche modo riportare la responsabilità ai vari attori del territorio. Non rispetto a quello che può essere l'inserimento lavorativo l'integrazione del di persone che arrivano da altri paesi. E quindi abbiamo provato qua, su questa valle il primo modo. Il primo è così humus o e si chiamava humus all' epoca è nato anche qui, con questa realtà in cui siamo ospiti oggi e abbiamo visto che funzionava, come appunto raccontava Claudia, abbiamo detto proviamo a esportarlo. Noi proviamo a vedere se integrando tutti, tutti gli attori coinvolti, integrando dei servizi differenti, si riesce a a portarlo anche all'esterno e a provare anche, appunto, a uscire. Un po' dalla logica di cui eravamo anche un po' affaticati, uno dei bandi, dei progetti di progettualità di breve periodo. Fondamentalmente e avete parlato di humus. Chiedevo poi cosa significa Mustique ma lo raccontiamo proviamo anche a immaginarlo e a vederlo no, come un insieme di elementi che si fondono insieme che si bene, ma è humus e l'immagine di elementi che si rimescolano e crea una nuova vita che un'unione di elementi che tra l'altro non sarebbero destinati a stare insieme, che in qualche modo si si ritrovano, che si si alimentano vicendevolmente in una e a generazione. Secondo noi una sorta di cambiamento di è nuove forme di stare insieme. Questo è quello che ci sembra essere essenziale ed è anche la base no, è spesso si dice arrivano i lavoratori, arrivano i migranti, creano dei problemi pero'. Non ci interroghiamo molto su come noi accogliamo cosa facciamo noi rispetto a queste persone. Quindi ritornare a lavorare su come ci si possa porre in ascolto e come si possa riorganizzare perché queste sono anche occasioni secondo la nostra piccola esperienza le migrazioni o le le sfide sociali o le difficoltà occasioni per ripensare qualcosa che in realtà era già sull'orlo della non funzionalità e quindi è davvero arrivare a pensare l'immigrazione come una risorsa. Non è uno spot, ma è davvero l'idea di ci sono persone che mettono in crisi un sistema che ha delle falle e prendiamo L'occasione per poterlo rimettere in discussione, per sperimentare nuove formule, di stare insieme per chi non conosce assolutamente la Valdera. Quindi, quali sono le sfide? Anche le tematiche che partono qui sul tema dell'immigrazione che quello che abbiamo riscontrato noi nel momento in cui ci hanno contattati. Quindi quali difficoltà abbiamo trovato in Valle Grana? Fondamentalmente il ehm era stato aperto un centro di accoglienza, si ventilava l'ipotesi di un centinaio di migranti di richiedenti asilo che sarebbero arrivati. E la difficoltà più grande che abbiamo visto fin dall'inizio del fatto che il territorio non fosse stato preparato, non ci si fosse messo in ascolto di quel territorio provando a raccontare cosa sarebbe accaduto. Migranti poi non sono stati ventitré, però nel frattempo si era già creato una qualche forma di paura, di timore, di difficoltà a pensare all' arrivo di persone che non si conoscono. Quindi la difficoltà su cui noi in qualche modo ci siamo inseriti con l'associazione abbiamo provato a lavorare è stata fondamentalmente in realtà non tanto no il migrante, ma la comunità, perché era una comunità che si è proprio spaccata in due una comunità che aveva una parte di abitanti che in qualche modo era è anche vogliosa no, di incontrare persone provenienti da un altro, da un altro paese, di essere di supporto. Queste questi nuovi residenti e un'altra parte anche calcata, tutta fazione politica che cavalcato appunto in quegli anni erano duemila. Diciassettenne. Quindi gli anni insomma che vi hanno portato ai nuovi decreti rispetto agli immigrati, quella parte di popolazione che osteggiava. Abbiamo cercato di ricucire quella frattura. Noi quindi mettere fondamentalmente in dialogo, poi quello che facciamo anche oggi con un job attraverso la rete e facilitare il dialogo, facilitare la relazione, che è quello su cui siamo anche in qualche modo più competente. Claudio L'antropologo Io sono una psicologa e dal nostro punto di vista ci sembra che in quel momento fosse proprio la necessità più grande non mettersi in ascolto, ascoltare il punto di vista dell' Ltro, che poi è il lavoro che si fa anche nell'inter cultura, dal momento che si va a incontrare qualcuno che è portatore di un'altra visione di un'altra cultura, di un altro modo di stare anche nelle cose perchè la nostra collega e lo abbiamo umiliato, quindi mi chiedevo se esiste. Certo. No, no, al diavolo, anche rispetto a lui. Quindi ok, stiamo parlando del gelato. Ma che chi paga il team giusto siamo noi due, è il nostro team, è composto da me ed Elena che ci siamo un po' imbarcati in questa avventura da qualche anno è lungo il percorso e l'avventura abbiamo incontrato persone perché sono qualcuno è rimasto, qualcuno si è staccato, è uno in particolare Luca e ci sono i figli dell'ulivo, semmai che fanno parte anche loro del team, che é per questo che la roba che non abbiamo in frigo roba avrei schiacciato o nostro no, era un si', sembra spegnere l'accendino che come Twiggy, carpa che fa il palo. Vabbè, dal team se vuoi ti mostro dunque sì, il nostro team è composto da me ed Elena che abbiamo fondato questa realtà è appunto è stata costellata da incontrino come qualsiasi avventura è uno in particolare Luca, che è rimasto con noi. È un incontro molto particolare. Io e Luca lavoravamo già insieme circa dieci anni fa a Torino è come educatori nell' intercultura. Poi non ci siamo più sentiti. Io sono venuto a vivere in terre cuneese. Luca altrettanto non lo sapevamo. Ci siamo incontrati a un punto di distribuzione dell'alveare che dice Sì, lui faceva l'agricoltore in quel momento e continuavo a lavorare nel sociale. Ci siamo abbracciati and e poi l'unione agricolo e sociale del è andata avanti con il progetto di un jobs e lui é salito di nuovo in groppa. Questa un'idea un po' folle di provare a mischiare questi mondi. Una maniera, anche un po' diversa, nel senso che quello che cerchiamo di portare in giro non solo fare agricoltura sociale, ma fare una un'agricoltura che tenga in conto della dimensione sociale è un po' diverso come ottica e siamo qui tutti e tre che lavoriamo. Se c' è anche una tirocinante di cui siamo super fiero, cy che emma e continuiamo ad andare avanti e vedere cosa esporta questo trama hanno percorso. Ok benissimo quindi ma avete parlato di azienda? Chiedevo il nostro assolutamente credo sana e trovare sei un contratto di ma il contratto di rete è una formula giuridica che consente alle aziende iscritte al registro delle imprese di mettersi in connessione e quindi di condividere delle risorse per cui è una è modalità che consente di mettere in comunicazione in realtà noi in particolare ci occupiamo di agricoltura che vogliono collaborare, che vogliono fare progettualità insieme, ma anche che possono condividere da le strutture di trasformazione. Perché avere trenta laboratori di trasformazione quando in un territorio ne basta uno? Perché avere duecento, tre attori o mille queste e attrezzature che spesso in realtà, se ben organizzati potrebbero essere efficiente, state utilizzate dai diversi attori dei territori è la stessa cosa. Noi abbiamo cercato di applicare questo discorso della sharing economy alla manodopera, quindi se consente la legislazione italiana di condividere la manodopera, utilizziamo la questa formula perché le aziende che sarebbero restie ad assumere da soli una risorsa, facendolo in più realtà vicine, prossime possono organizzarsi, garantire quindi un contratto di lavoro più duraturo al lavoratore e al contempo connettersi con altre aziende ed avere una possibilità di di un aiuto concreto per cui è applicare la cosa più semplice del mondo che la condivisione a un'economia che è diventata iter individualista e quindi cercare di rompere questi schemi. Perfetto è vivevo qui di quante e quali aziende no da parte della nostra rete che questo non lo vedete, ma nella rete di un bus stop in questo momento formalmente iscritte al contratto di rete sono siamo in dieci e ci siamo anche noi di un must job, perché siamo l'azienda capofila che permette quindi poi di fare il coordinamento e la facilitazione della rete stessa. E sono aziende ehm diciamo così medio-piccole no, il nostro target. Noi ci rivolgiamo fondamentalmente appunto delle aziende, non con grandi estensioni, non soltanto perché magari non hanno bisogno del contratto di rete, ma anche perché c' è una filosofia diversa rispetto appunto al come fare agricoltura. Sono aziende a cui referenti o cui i gestori sono giovani medio giovani. Quindi diciamo così tra i trenta e i cinquant'anni più tra i trentacinque e i quarantacinque anni, molte donne e anche se poi spesso nelle rappresentanze si palesano di più gli uomini. Però è una buona prevalenza femminile e spesso sono persone che sono che hanno fatto delle esperienze all' estero o anche al di fuori. Insomma dell'agricoltura al di fuori della piccola realtà montana o campana hanno anche magari fatto altre esperienze lavorative, oltre che proprio di luogo in luogo fisico, e hanno deciso di tornare all'agricoltura alcune creando delle aziende agricole ex nuovo. Altre invece, ritornando alle aziende di famiglia fondamentalmente noi riusciamo ad arrivare alle aziende che hanno già un'idea comunque della di un'agricoltura sostenibile in cui ambiente e persone hanno hanno un'importanza no. Quindi i diritti dei lavoratori, i diritti della persona sono un obiettivo. Magari appunto ce la fatica ad essere a fare effettivamente tutte assunzioni in bianco, perché c' è una difficoltà anche economica. Magari la piccola media azienda però c' è l'interesse attendere no verso quella persona regolarizzazione sempre maggiore e cioè un'attenzione forte alla all'ambiente, quindi comunque una produzione con metodi biologici naturali. Quindi non appunto non grandi estensioni, non pesticidi. Insomma una una cura particolare, appunto al al prodotto. Un tentativo anche di commercializzare in filiere particolarmente etiche o che comunque riconoscano in qualche modo la la giusta no il giusto costo costo della produzione. In questo momento, appunto, sono otto le aziende, siamo dieci in totale, perché appunto, come ho detto, ci siamo noi e l'azienda di Luca e stiamo collaborando con la Puglia. Ci sono delle aziende interessate, quindi insomma l'aria che sta crescendo l'interesse. Cioè e sembra appunto che la formula del contratto di rete, che non è tanto conosciuta, non viene tanto neanche sponsorizzata. In realtà venga vista come una buono strumento per non soltanto, appunto, abbattere i costi e ottimizzare costi, riuscire quindi ad aumentare la sostenibilità economica. Proprio proprio un modo per stare insieme a delle aziende che condividono dei valori. Quindi poter in qualche modo costruire una una visione differente di agricoltura e l'esempio che Luke adozione hanno questo aziende fa' qualcosa, ma svariate, in realtà, nel senso che dall' ortofrutta, allevamento, vai alle aziende. Ma le produzioni delle aziende che sono nella rete di Jobs sono differenti. Ci sono aziende ortofrutticole, allevamento anche agrituristiche. Perché la cosa positiva del del contratto di rete che permette anche di mettersi insieme tra settori produttivi differenti, con una prevalenza agricola, ovviamente però tipo nel contratto di rete. In questo momento C' è una ristorante o un agriturismo, birrificio una csa aziende in Calabria che produce olio. Tutte le le tipologie di aziende possono far parte del contratto di rete. Sentire che che sguardo più basso ma che il nuovo contratto di rete da febbraio è uscito. Metterei dieci, se no sembra che sono tre anni che non facciamo giusto, ma forse aveva incontrato decine di aziende in questi anni. Abbiamo formalizzato questa nuova realtà da metà febbraio e stanno iniziando ad entrare. Molto interessante. Non so se in qualche modo riusciamo a fare un cappello, incollarlo con quinn jonesy, vuoi dire proprio come se poi lo metto mentre parliamo il contratto l'idea ma poi la medaglia Sto guardando lei, eh, ma in questi anni abbiamo incontrato decine di aziende dal Piemonte alla Lombardia, Puglia, Calabria, Marche, con cui ci siamo confrontati, a cui alle volte siamo riusciti a dare consulenze e servizi. E abbiamo capito che la formula del di un unico contratto di rete nazionale poteva essere un contenitore che le venisse tutte. E da ormai due mesi e mezzo abbiamo lanciato il nostro contratto di rete dove una mousse capofila e stanno entrando con molto interesse. Ci sono le prime dieci aziende che sono hanno concluso tutto l'iter e ce n'è svariate che che sono molto interessate a questa formula di collaborazione leggera, di condivisione attiva e non solo a livello di valori. Manca a livello di risorse molto pratiche, quindi siamo un bel fermento e mi piace dei servizi che le aziende che parla di una informazione se ci raccontate nello specifico quali sono, si' si' servizi che taglio, eh? Come ha detto Claudio, noi abbiamo costituito il contratto di rete? No, il contratto di rete è un modo per fornire anche dei servizi, quindi non soltanto mettere insieme delle aziende che che dialoghino, ma anche che possono fare qualcosa di molto pratico. Ehm una delle cose che può essere molto utile all'interno di un contratto di rete e qualcuno che in qualche modo coordini e facilitino la rete stessa, come dicevo anche prima. E questo è il primo servizio che noi abbiamo deciso di offrire alle aziende. Poi pero' abbiamo provato a mettere insieme quelli che sono stati i tre pilastri su cui si è fondato Humus, quindi la parte della l'eticità del lavoro, la possibilità appunto, di fare incontrare domanda e offerta di lavoro, però in una maniera regolare. E poi abbiamo aggiunto la ehm quindi la chiusura dell'anello con il discorso anche della commercializzazione, perché abbiamo visto quanto servano anche quel pezzo alle aziende, quindi delle dei canali di commercializzazione dentro i quali il costo dei prodotti venga riconosciuto equamente per far si' che appunto la ricaduta positiva della sostenibilità ci sia sia sull'azienda che sui lavoratori. Quindi abbiamo fondamentalmente creato una sorta di differenziazione di servizi. Perché poi le aziende agricole che entrano nel contratto di rete hanno esigenze differenti, sono molto differenti anche appunto rispetto a tipologia di produzione, anche dislocazione e quindi abbiamo immaginato dei servizi diversi in maniera tale che l'azienda, visto anche che sono piccole e medie aziende, quindi non hanno una capacità economica esagerata, possa scegliere il servizio che più e risponde alle sue esigenze? No e quindi può scegliere il servizio che abbiamo chiamato basic. Abbiamo usato un po' l'inglese, siamo nel mondo delle startup delle start-up, quindi fa anche un po' suo il servizio basic, dove appunto l'azienda entra nel contratto di rete, può usufruire già di una serie di attività che noi offriamo, tra cui appunto il coordinamento della rete, la facilitazione, la possibilità di promuovere anche quelle aziende e la in qualche modo la l'ingresso all'interno di un'area riservata dove possono usufruire di articoli, informazioni, informazioni, informazioni, oppure accedere a webinar delle eh piccole cose mi sembra, rispetto agli altri servizi che possono acquisire. Però per iniziare un po' a sub, odorare quello che lo stare insieme dentro una rete. Gli altri servizi sono il job sharing, ossia appunto la possibilità di avere a disposizione una piattaforma dove in questo momento ci sono duemila e cinquecento lavoratori iscritti che danno una sorta di garanzia rispetto alla formazione, la competenza in agricoltura che l'azienda può chiamare per iniziare a lavorare insieme con la clausola, ovviamente, del caricamento del contratto. Quindi la regolarizzazione dell'assunzione job sharing. Perché oltre alla possibilità di accedere a questa piattaforma dove trovi i lavoratori, humus Jobs si occupa di coordinare anche la condivisione della manodopera e quindi la possibilità, appunto, come diceva Claudio, di assumere in maniera condivisa. Quindi diminuendo un po' i costi del proprio di assunzione che sono poi i costi che vanno a incidere molto. Poi abbiamo il brand etico e business. Vuoi raccontargli tutto il Braque? Sì, il marchio è il pezzo che ci piace molto, perché l'abbiamo registrato da pochissimo è il marchio cento percento. Lavoro etico che assegniamo alle aziende che ci dimostrano di assumere in un certo modo di contrattualizzato e di rispettare i diritti e la dignità dei lavoratori. E quindi viene rilasciato la possibilità di utilizzare questo marchio, che quindi possono poi vendere sui propri mercati se i loro mercati non sono così facili per rispondere a questa. Ma questo tipo di vendita etica sostenibile, anche ambientalmente, perché spesso chi assume bene produce bene, è stiamo aggregando anche canali paralleli. Pensiamo appunto a filiera corta come l'albero che dice sì mercati diretti, i mercatini direte perché poi la rete consente anche la vendita insieme ai prodotti delle altre aziende aderenti alla rete, è nella nostra compagine sociale. Quindi nella società ci sono realtà come per natura si altromercato, che comunque hanno creduto in noi che hanno dei propri circuiti e cercano anche loro di fare un certo tipo di economia differente. Per cui mettendo insieme come sempre questo è un po'. Il nostro è un modus operandi su tutto. Cerchiamo di rispondere a queste esigenze e poi il mondo, formazione che invece lavora totalmente a livello progettuale e quindi come un'impresa sociale. Andiamo nei territori, attiviamo dei progetti con quelli che sono gli stakeholder che troviamo sul territorio, sia pubblici che privati, e attivano delle informazioni in cui siano le aziende di nuovo che forniscono formazione ai lavoratori locali, è possano entrare all'interno della rete per condividere la manodopera, possano ottenere il marchio per cui unire quelli che sono dei servizi più profitto comunque considerati tali, é dentro un processo invece di attivazione di territorio che si ispira più il mondo dell'impresa sociale. Quindi acquista un po', il mondo ibrido che ci consente di di dirci start-up a vocazione sociale e riunire quello che più l'economia di mercato, così pensata a quella che è più invece il welfare o il terzo settore dentro un unico contenitore. Ehm parlando di lettere, dicendo appunto che non è particolarmente diffuso. Per quale motivo quindi? Qual è il limite si' il limite del contratto diretto al limite, ma è un complesso, è una formula super interessante il contratto di rete, cioè dal duemila dodici credo, ma ancora prima c' era una prima abbozzo che è nata perché in Italia le imprese sono piccole e micro imprese, no, quindi sempre nell'ottica della competività competitività delle imprese. Lo Stato dice ma dovete aggregare, altrimenti non siete competitivi. In realtà, come spesso quando vengono detti questi strumenti non lo so, penso a internet diventi una formula di è credo anche di autonomia perché se mi metto in rete dal basso non devo far riferimento a chi mi dà dei servizi dall'alto. E questo alle volte sta un po' scomodo, non piace particolarmente il mondo agricolo è molto strutturato. In questo modo ci sono grandi associazioni che danno servizi a tutte le aziende agricole che sono diventate parastatali. Sono le associazioni datoriali che lavorano anche bene, ma che hanno assunto delle dimensioni talmente grandi che spesso non riescono a rispondere alle esigenze dei piccoli. La rete, come il contratto di rete, né una delle sue realizzazioni, consente proprio di fare invece un lavoro dal basso, essere agile e veloce di essere costruita o partecipata. E questo non è un qualcosa che in molti ambienti economici viene percepito come che devo dire competitivo, funzionale. E quando lo vai a stimolare spesso non viene visto di buon occhio da chi invece la pensa in maniera diversa. Sì, questa è una visione macro. Quello che abbiamo potuto osservare noi, che può essere poi una difficoltà invece proprio molto pragmatica dei contratti di rete, del dell'utilizzo da parte delle aziende, dei contratti di rete, è il fatto che poi deve essere coordinato, non ciascun contratto di rete, per cui cioè la possibilità magari di costruirlo sono professionisti o alcune associazioni datoriali che aiutano nella Costituzione. Però poi la rete, il singolo contratto di rete in qualche modo rimane autonomo quell'autonomia che appunto poi sia disfunzionale per l'economia per alcuni mercati o alcune realtà in realtà poi spunta può essere disfunzionale anche per le aziende stesse. Perché se la condivisione serve, soprattutto nei momenti di picco, nei momenti di piccole aziende non riescono a star dietro ai processi che non servono per la condivisione. Noi all'inizio quando abbiamo creato un job andavamo a facilitare gruppi di aziende che volevano creare contratti di rete, facevamo quel pezzo. Poi, una volta costituito il contratto di rete, la rete può andare in autonomia. Noi siamo arrivati anche a pensare di creare un contratto di rete unico nazionale, dove noi rimanevamo come capofila proprio perché abbiamo visto e soprattutto sono stati rimandino da parte delle aziende che serve quel coordinamento. E alcuni attori, come possono essere anche le associazioni datoriali sono molto grandi, sono nazionali, sono organizzate in maniera molto complessa. Faticano poi a star dietro al coordinamento di ogni singolo contratto di rete. Ok, grazie. Questo si' che mi faccio è secondo voi, non secondo la nostra esperienza, quali sono le criticità e irregolarità che avete visto, specialmente nelle aziende che comunque come John volete contestare? Ma dunque siamo nati proprio nell'ottica di provare a dare una risposta al lavoro irregolare nei campi è lo abbiamo visto negli ultimi che sono i migranti che oggi sono la maggior parte dei lavoratori. Sono quattrocentomila lavoratori stranieri in agricoltura su un milione, quindi un numero importante, eh, Ma che che Che Quando? Questo sul braccio del tizio Ma mi è stato uno dei nostri pilastri che bene che la dobbiamo anche Scusate il disciplinare che che che stai parlando benissimo, che è il diciamo. Quello che abbiamo rilevato nel nostro incontro in quei territori con le aziende agricole in particolare è purtroppo la diffusa irregolarità nelle assunzioni, nelle non assunzioni. Spesso sono gli ultimi che lavorano in agricoltura su circa più di un milione di lavoratori agricoli in Italia oltre quattrocentomila sono stranieri e li vediamo. Ci sono gli accampamenti spontanei in giro sono molto visibili da quando sono neri, perché prima erano altro colore, li vedevamo un po' meno. Ma è un problema annoso in Italia tutto ciò. Noi paradossalmente ci siamo ritrovati dentro questo mondo e abbiamo deciso di provare a fare qualcosa. Le aziende non sono il male. Le aziende si confrontano con il loro quotidiano, cioè sicuramente un sistema che le attanaglia, nel senso che la marginalità è molto bassa nel settore agricolo compriamo novantanove centesimi un prodotto al supermercato e il settanta per cento del consumo è ancora in grande distribuzione. Tutto ciò non può che non favorire anche un tagliare da dove si puo', dove si puo' oggi ancora nelle aziende agricole e anche nella manodopera. E poi c' è un problema ancora più diffuso che non è solo il caporalato, quindi intermediazione illecita, lavoro nero. Ma c' è il lavoro grigio che questo lo notiamo, è proprio il fatto di tagliare, ovvero non dichiaro tutte le giornate che effettivamente la persona lavora per me è perché non ce la faccio, è però poi la persona non ha le giornate sufficienti per come è strutturato il sistema in Italia per dichiarare esempio il suo studio di disoccupazione perché basato proprio sulle giornate lavorative. Tutto ciò in realtà non si sa. Non si sa niente di come funziona il sistema in agricoltura, che è molto particolare, ma è la base fondante di tutto quello che è. La filiera agroalimentare che in Italia è si sentirà più parti, è proprio non non funziona bene, quindi eh? Non si può andare a rimediare a quello che è un problema come quello del lavoro irregolare, non pensando un discorso sistemico di filiera e ora noi non pensiamo di risolvere la filiera, ma non avrebbe senso porre una soluzione che non tenga in conto di tutti gli elementi. Ed è per questo che abbiamo creato questo progetto che ha una sua complessità, perché il problema è complesso e in primis non pensiamo di risolverlo da solo, ma connettendosi con tutte le grandi e belle realtà. No, comunque questo Paese fanno diversamente. Io ho una curiosità, è sicuramente forse sono anche sfuggite, perché mi scopro che possa essere sempre di più. Però è laureato Lei come i lavoratori come li trovate? Nel senso avete cartello? Che domande a collocare, nel senso come mi terrò in contatto quando lo possono scrivervi? Oppure voi cercate tramite tramite Park, allora i lavoratori arrivano un job fondamentalmente attraverso due canali, diciamo il primo canale, che poi è quello più anche in qualche modo funzionale, no. E la rete, la rete col terzo settore, la rete con eventuali realtà che sui territori lavorano con vicino insieme ai migranti. Ed è una rete con cui noi siamo anche abbastanza vicini, perché arriviamo dal dal settore, da quel settore l'altra l'altro, canale tra cui attraverso cui arrivano i lavoratori più diretto, diciamo così, non mediato. E la piattaforma che abbiamo lanciato l'anno scorso una piattaforma online di incontro domanda-offerta dove i lavoratori si possono iscrivere, inserire tutti i loro dati e soprattutto, appunto, tutte le esperienze, tutte le le tipologie di formazione, soprattutto, appunto, l'esperienza che hanno maturato nel campo agricolo e dove in questa piattaforma le aziende possono poi trovarli. Anche in realtà il canale del terzo settore o comunque delle reti sui territori, poi passa attraverso la piattaforma perché noi possiamo fare l'incontro domanda-offerta attraverso appunto la piattaforma online indicativamente sapete dirmi sapete quanti sono stati coinvolti lavoratori? In realtà non abbiamo traccia di quali sono poi effettivamente ancora l'incontro domanda-offerta perché non siamo ancora autorizzati dal ministero per farlo. Quindi noi abbiamo attivato uno strumento che abbiamo messo a disposizione. Continueremo a sviluppare per arrivare poi ad avere anche quella possibilità. Quindi effettivamente avere una l'autorizzazione a fare intermediazione. Questo è bene perché in Italia ci sono tante leggi su come fare intermediazione, su come fare selezione del personale, il lavoratore iper tutelato. Ciononostante, come sempre accade in questo strano paese, questa iper tutela porta uni per irregolarità e su questo e ci si interroga molto, per cui lo strumento c' è quello che cerchiamo di fare, soprattutto fare uno screening importante delle aziende, anche per garantire al lavoratore un certo tipo di tutela quando va a lavorare e vicendevolmente un po' farlo con i lavoratori laddove facciamo quei progetti di formazione territoriale. Ma con la piattaforma non possiamo ancora avere quello step successivo di garanzia rispetto a cosa succede dopo e ci arriveremo si' quello step, quello step di garanzia, in realtà in questo momento l'abbiamo messo per le aziende che fanno parte del contratto di rete che quindi possono accedere alla piattaforma. É quello che noi chiediamo alle aziende a prescindere che acquistino il servizio brand cento percento lavoro etico e che nel momento in cui entrano nel contratto di rete sottoscrivono un disciplinare del lavoro sostenibile in agricoltura che abbiamo messo come clausola per entrare. Che non vuol dire semplicemente, appunto, sottoscrivere un contratto. Perché a volte può essere anche no un po' così fine a se stesso, ma richiede anche all'azienda di inserire tutta una serie di dati sull'azienda stessa e far iscrivere alla piattaforma i propri lavoratori e caricare i contratti. Noi in un sistema in qualche modo di trasparenza, per cui non siamo noi che facciamo l'intermediazione tra lavoratore e la manodopera, però l'azienda tra lavoratore e l'azienda, però l'azienda in qualche modo scegliendo di entrare nel contratto di rete, sceglie anche di rendersi totalmente trasparente rispetto a quello che il suo modo di assumere e anche di garantire di dare la disponibilità ad eventuali controlli random. Perché nel momento in cui nel disciplinare esplicitato molto bene venissero emergessero insomma delle irregolarità, che non vuol dire una percentuale bassa di lavoro grigio, ma delle irregolarità più profonde l'azienda, chiediamo gentilmente uscire dal contratto di rete con l'ottica però che laddove emergano anche delle irregolarità, invece minime ci sia la disponibilità da parte dell'azienda anche di farsi supportare nel migliorare. No, dà la propria sostenibilità sociale. I come Ma voi come è venuto in mente? Nel senso che è una passione, è provocatoria, proprio qui pescano, è è un tema che mi aveva accennato che comunque a cercare di contatto, ma lo sviluppo della piattaforma qualcosa non si deve arrischiare da qualcuno con qualche esperienza che sono arrivate alla follia del momento. Ma è stato tutto è partito da questo progetto di cui accennavamo qui, in questo territorio un progetto sociale e poi ascoltando Poi poi ti metto in ascolto quando conosce un nuovo fenomeno. E ritorna tanto il discorso del in Italia le mancano alcune cose strutturali, un bollino di qualità del lavoro. Manca uno strumento di incontro domanda-offerta in agricoltura. Manca una modalità perché le aziende possano collaborare, essere in rete. E noi abbiamo detto se manca proviamo a farlo. Nel senso che non significa lo stiamo risolva risolvendo, ma iniziamo a farlo sperimentarlo e poi lo mettiamo a disposizione. Anche pubblicano è stata proprio l'ottica del iniziamo a provarci. E poi da qui nascerà qualcosa, um una cosa che non chiara come, cioè come sostenibilità economica che pubblici dedica aperto. Sfruttare composto da questo é okay, come sostiene, dove portiamo anche la sostenibilità degli oggetti. Dunque, se si sostiene, come si sostiene, servizi sui eroina che in realtà abbracciare, stiamo dietro tranquillamente abbiamo appunto ad oggi si sostiene, cerca di arrivare alla sostenibilità attraverso la vendita dei servizi. La sostenibilità economica di humus è della società Humus è oggi cerca di arrivare a una sostenibilità tramite la vendita dei servizi che Jobs offre alle aziende, mischiato a quelli che sono i finanziamenti che richiede per i progetti territoriali, quindi la doppia anima. Non ci siamo ancora vicini, come qualsiasi start-up, qualsiasi progetto imprenditoriale o comunque molti e quindi abbiamo avuto la fortuna l'interesse di interfacciarsi con il mondo della finanza. Impatto è un mondo nuovo, tanto che la ragione per cui ci siamo costituiti come srl, anche se non era propriamente il nostro principale obiettivo iniziale che questo mondo, per cui la realtà della finanza da banche dati anche più etiche, per fortuna fondi, cercano di iniziare a finanziare progetti che abbiano un impatto sociale. Quindi rinunciano un po' a quello che è un ritorno economico è immediato, con i super tassi che spesso vengono richieste in cambio di un impatto sociale che viene misurato e palesato. È quindi abbiamo avuto un primo ingresso società, quindi noi vendiamo le quote societarie da parte di un ente. Qualche anno fa abbiamo fatto una campagna di equity crowdfunding l'anno scorso e siamo sempre in dialogo con realtà che possano appoggiare questo progetto, perché poi entrando in società é come se entrassero con noi nel progetto. Non è il bando che è finito il bando, non ci parliamo più, ma è proprio un progetto che condividiamo con coloro che ci finanzia. Okay, no, no, queste vabbè tutto in itinere ovviamente è un falso, però quelli sono per poi i traguardi che da quando avete iniziato a avete visto concretamente e stanno comunque contribuendo a cambiare le cose. Ehm hai detto bene rispetto al fatto che un percorso cambiamo spesso quelli raggiunti, quelli che rivediamolo avanti tutti e due cara città bella questo fa insoddisfazioni e obiettivi obiettivi raggiunti oggi. Beh, innanzitutto essere riusciti a creare questa rete che a cui le aziende stanno rispondendo bene e quindi essere riusciti a formalizzare la c' è stato un momento in cui sembrava una cosa, un po' folle, un po' complessa invece essere riusciti a portare a termine quello aver messo un po' piu' in ordine. Il design è generale di humus job, quindi il contratto di rete, anche tutta la parte di creazione comunque di una comunità virtuale, però di una comunità di aziende o appassionati di agricoltura. Consumatori che in qualche modo, appunto sostengono questo tipo di agricoltura. Provare a fare informazione, provare appunto a differenziare i servizi, non essere riusciti. Un po' con l'ascolto no di tutti questi anni con il lavoro sui territori di ridefinizione costante poi siamo anche, appunto molto in in cammino costante. Noi no, come come tim essere riusciti a dal nostro punto di vista, ma anche dalle risposte che ci stanno arrivando. Un po' a a segnare no, arrivare a segno rispetto a quello che il contratto, le offerte che che che ci sono all'interno. Unendo però come diceva lui, non gridando con anche tutta la parte di progettazione che è una strategia, comunque anche di ingresso nei territori che è più vicina al nostro mondo juventino, al nostro background e che effettivamente tiene insieme tutti i piani. Quindi ti permette di tenere quella sistemici that del dell'approccio in cui crediamo d'accordo per traguardi. Sto pensando alle bande quali sono le visioni del mio quaranta, visto che comunque aveva fatto parte? Sarebbe bello pensare traguardo, no? Sì. E per il futuro quali che cosa sognate? Concerto livelli, perseguire questo so quello prescrizione per l'italia che grande che posso fare? Ma che abbiamo iniziato tutto questo questa baraonda sulla scia e credo anche di un'indignazione no, qualcosa di estremamente forte che è presente sul tuo territorio quando te ne rendi conto di chihuahua davvero e pensare che in qualche modo in piccolo di trovare piccole em. Insomma sperimentazioni, strumenti concreti per rispondere. Per noi è già stato un'enorme, è traguardo da qui in avanti è tutta una contaminazione, mi viene da dire. Speriamo positiva. È una parola che oggi spaventa pero' un contagio rispetto a far sì che quando compro qualcosa non pensi solo a cosa c' è dietro dal punto di vista ambientale. Benissimo. Abbiamo fatto passi enormi da questo punto di vista. Pensare anche a come è stato lavorato. Perché inutile mangiare un prodotto biologico biodinamico dove c' è un lavoro che non ha nessuna tutela dietro per cui arrivarci è anche tramite i nostri stimoli, insieme a mille altri attori. È un percorso come qualsiasi cambiamento, un po' strutturale. E noi ci crediamo perché sentiamo che c' è un grande fermento, una gran voglia di oggi comprano. Magari non è più consumatore, ma è che lo chiama mangiatore chi lo chiama coproduttore e quindi a ha voglia. E un desiderio che ci piace cavalcare ed è un qualcosa, è un movimento, più un desiderio, un qualcosa che si sta muovendo. Ed è bellissimo farne parte che Ok, facciamo domanda finale ma no, ma che che la domanda che facciamo a tutti che che cos'è che vuoi che cambia è che non si non in riferimento al nostro progetto di telecamere ma in senso lato quindi se potete dire anche a veramente insomma tipo iniziando con l'italia cambia eh ah con il cargo in una nota personale domani la maledetta quella canzone massacrata ma perché tu mi jin goh non riuscivamo qua bravi l'italia che cambia dunque per me l'italia che cambia e l'italia delle tante sperimentazioni delle tante realtà le tante persone che ogni giorno provano a fare le cose in maniera diversa è non solo per fare, ma anche per creare un immaginario nuovo di come si possono fare le cose e quindi aprire le opportunità anche mentali di quello che è il possibile. Perché se ci fermiamo al concetto di impossibile non l'abbiamo gno riesca ad anche di ripetersi, ma per me l'italia che cambia e l'italia che si risveglia forse che si sveglia nel senso un'italia che si sgranchire se prova ha un non lo so anche dopo questo anno no, è quello che sono stati gli ultimi decenni è un'italia che esce uno dal torpore prova a prendere spunti diversi, spunti che magari anche nei momenti di difficoltà ci sono stati per far sì che non siano soltanto dei piccoli piccoli spunti, ma che possano diventare l'humus no del, di un allargamento di coscienza, di un allargamento di divisione di un non solo allargamento, ma anche una interconnessione di divisioni e provare a far sì che gli spunti positivi che ci sono e che stanno crescendo per fortuna non si riescano a interconnettere no. Quindi l'italia che cambia connettendosi, connettendosi, connettendo realtà virtuose, connettendo visioni diverse no che portano un po', un ribaltamento anche della delle prospettive, un ribaltamento di punti di vista, quindi un'italia che si risveglia, che si stravolge un po' con cose che non vi abbiamo chiesto. Questo è quello che qualcosa che non abbiamo visto. Cosa approfondire mai vista mi pare di no. Vendetti l'origine a vera community il magazine no, direi che community agro rani anche in Italia o se il cazzo non non penso proprio di si' stiamo se stesso che rispetto alla misura della piattaforma. Perché prima quando lui diceva della vita anche in un cambiamento culturale. Perché non è che sto dando strumenti pratici? No, quindi per quello abbiamo creato una community virtuale, si chiama ci piace un sacco però origine anche dal fatto che lo strumento unico Bo hai sentito sembra averci uno spot video abbiamo creato nella ridefinizione ciao scusami spot, guarda no nella ridefinizione di humus Jobs che poi ha portato alla creazione del contratto di rete. Ci siamo molto interrogati anche sul quanto sia necessario creare una cultura della condivisione, una cultura dell'agricoltura sostenibile non solo dal punto di vista ambientale, ma anche sociale. E tra le varie così elucubrazioni ci è venuto in mente che forse avrebbe potuto essere molto funzionale non soltanto per un job, ma proprio per l'agricoltura il mondo dell'agricoltura provare a creare una community, quindi un gruppo Facebook che tenesse insieme appunto lavoratori, consumatori, aziende agricole. Insomma, chi è interessato a questo tema? Tendenzialmente le aziende agricole e anche creare un magazine dove fare informazione un'informazione non specialistica pero' un'informazione che che che che verta sul concetto della rete, sul concetto della collaborazione e della condivisione come strumenti per aumentare la sostenibilità delle imprese che verta sul lavoro, ovviamente con il focus sul lavoro regolare. Che poi racconti anche le realtà virtuose che entrano dentro job. Questo proprio perché, appunto, ci si è resi conto di quanto non basti creare solo servizi o la singola piattaforma. Quindi servizi anche digitali, super innovativi. Ma intorno a tutto questo ci debba essere in qualche modo un contenitore, un substrato di cultura e informazione e scambio. Ok, certo. Beh, c'è pace. Accettiamo solo i frigoriferi che che è una chiacchierata. Perché non la chiamiamo intervista? No, io farò delle domande e poi il massimo. Paolo integra chiede Ma cosa? Cosa che vedo in te? Magari guarda. Ok, legame tanto bene. Esatto. Anche se le domande ve le farà lui, voi guardate me e noi taglieremo poi la mia voce. Quindi ci sarebbe soltanto voi. Esatto. Le risposte le tenete sempre dall'inizio, quindi riprendere la tanto lo sapete. Gia' si abbronza. Avete inventato voi? No, ma ultimamente si fa chiaramente che lei si devono qua mi hanno riaperto per cui gli chiedo il nome e cognome. Certo. Vai, Maurizio Carucci, Panarese Martina! Ok dovuto Yo sicuramente! Ma sono io che abbiamo come che ci stimiamo il sottopancia Cucina romana Ha così fondatori Co-fondatori fondatore In realtà Maria Va bene, ma il fatto che entra un problema no, solo che la vedevo andare tutto che Stark Ok, io non gesticola un po' veramente stare fermi proprio. Ma io lo dico che la cosa che chiedevo il video, quelli di di coso, del fotografo, non Alberto, vero? Come si chiama? Come si chiama lui? Quello che ho fatto l'ho fatto per lui Abbiamo un po' di e cose varie Sì, vediamo Si'. Ok, Girando a vuoto che le ha passate, Ce l'ha Ce l'ha lui no. Chiede Mi ricordo. No, Anche perché il video di appunto fa' la cosa giusta a cena stasera. Per cui il primo per cui secondo me si poter potreste mettere d'accordo. Va bene, va bene Comunque Lorenzo chi? Scusa? Lorenzo. Bruno? Ma no copertura video della valle? No, il lui aveva qualcosa. Abbiamo anche noi delle vigne. Anche io intendevo, intendevo lui sapeva qualcosa che aveva fatto durante il paradiso. Val Borbera non è di questa stagione qua no, le vigne Luglio no? Si Luglio Giugno? Si. Quindi ci sono tutte le vigne più verdi di adesso. Però comunque c'è un bel bar di immagini Va benissimo. Ehm Ok Max, quindi Ok, vabbè, fiocchi, domande generiche escludete fautore di tutto quello che mi sembrava che cambia Lo conoscete? Rovinate tutto l'ho vista vestita ma video di cinque sette minuti. Come dicevamo Poi pubblicheremo anche gli integrali. Sempre additato. Comunque stiamo facendo un po'. E solo per informarvi che volete? Potete inizio. Mi si' voi è l'unica. Cosa? Non parlare insieme col microfono, poi rispondete voi vedere voi la voce. Il progresso? Si, una formula che le cose che magari non prendere un video che la parte quello integrale dal video di cinque inutile integrale dell'articolo che ritenete sia meglio va bene, vado dai ok, ma e dove ci troviamo? Ci troviamo in val Borbera, la valle appenninica, anzi dove comincia l'appennino italiano e siamo incunearsi tra quattro province per cui quattro regioni Emilia Romagna, Lombardia e la Liguria. Siamo in Piemonte, per cui siamo una terra di confine, una terra meticcia sia a livello culturale, per cui gastronomico, dialettale. Insomma la barba vera. Questo posto qui è quasi impossibile da spiegare, ma estremamente come si può dire di tutti e per tutti perfetto è se magari ci dite qualcosa, sbuchi siete voi. Sì, io sono Maurizio Carucci, no, noi inteso prima io, poi lei si noi come collettivo? Ma no, anche se può essere bene ok, io sono Maurizio Carucci e sono nato nel millenovecento ottanta, nel lontano millenovecento ottanta e ha circa l'età di vent'anni per cui a vent'anni a metà della vita attuale ci avranno quaranta a vent'anni. Ho scelto di così di lasciare un po' la città e andare in campagna perché mi sono proprio reso conto che che stavo meglio in questi posti. E così ho cominciato a fare le prime esperienze agricole da vent'anni in poi, fino a quando a Trent'anni ha deciso di se non arti di fondare Cascina Barbano questo progetto agricolo ampio che ha a che fare sicuramente col cibo, con l'agricoltura, ma anche con la cultura. E nel frattempo ho coltivato anche l'arte della musica. Sono un musicista, scrivo testi, scrivo anche canzoni per cui sto sperimentando questa vita culturale agricola. Io sono Martina Panarese, di anni ne ho trentacinque, eh anch'io, sono nata a genova anche come te vedi, veniamo da Genova e ho studiato in realtà tu tltro quindi ho fatto, ho preso una laurea in design a Genova, ho lavorato qualche anno in uno studio grafico dove ci concentrava molto su Sull'editoria. È stato insomma un periodo molto bello che però è culminato quel periodo lì con una crisi esistenziale durante la quale ho anche conosciuto Maurizio. Quindi ci siamo fatti insomma queste due cose insieme che hanno scaturito in me, appunto una mega crisi è stata in crisi. Probabilmente non ne avresti minimamente considerato che no avrei ma tu puoi confermarlo, no. Quindi somalo l'ho incontrato in un momento molto delicato della mia vita e mi ha aperto gli occhi su dei temi o comunque su un mondo che non era quello che frequentavo io, di cui non sapevo niente. Era appunto l'agricoltura l'agricoltura naturale, la contadina danza, quella più vera e in e quindi niente. Mi sono pian piano avvicinata, insomma a lui e al suo modo di vivere. E da lì, come dico sempre, sono rimasta fregata perché una volta che poi entra in queste dinamiche molto difficile, eh? Tornare indietro comunque tornare alla vita di prima senza farsi troppe domande. Quindi io ero in studio, lavoravo a degli articoli su sul nucleare nucleare e quindi sentivo proprio dentro di me questa questa spinta nel cosa sto facendo é questo quello che voglio fare realmente nella mia vita e quindi niente. Poi mi sono presa un anno sabbatico, ho aiutato un po', lui nell'azienda dove dove lavorava. Ho approfondito alcuni temi e poi da lì, insomma, la relazione con lui e andate avanti. Abbiamo iniziato, abbiamo deciso di cercare qualcosa che fosse nostro e nel duemila e dieci undici all'incirca siamo arrivati qua, ci siamo innamorati e ci siamo stabiliti si'. Beh, pensate che il primo atto venticinque, perché dell'italia liguria approfittati Qui siamo molto attaccare gli ligure no, perché siamo in Piemonte, ma comunque siamo estremamente collegati alla Liguria. In tutti i paesi hanno sempre suffisso ligure della Liguria, cantalupo ligure, Cabella ligure e per cui c' è una frammentazione di questo borgo enorme. Al primo atto per comprare poco piu' di metà borgata eravamo in una squadra di calcio per cui abbiamo fatto un lavoro lungo. Abbiamo visto questo posto appunto tra il duemila dieci, duemila undici, duemila dodici, metà, duemila dodici siamo riusciti a comprare nel duemila tredici siamo entrati ufficialmente in casa, quindi in realtà cioè del tempo proprio siamo riusciti a comprare grazie a un mutuo di banca etica che è stata un po' l'unica che in quel periodo ci ha sostenuto. E anche perché io, come Martina, veniamo da quartieri popolari, non siamo gente che aveva patrimonio alle spalle, io con la musica ai tempi non avevo ancora avuto qualche cosa è successo significativo o comunque qualche contributo importante, per cui insomma, i primi anni grazie Banca etica, ma diciamo che abbiamo fatto anche molti sacrifici. Ora dopo dieci anni possiamo dire che le cose sono un pochino più sempre in salita, ma una salita un pochino più dolce, signora. Ok, quando siete arrivati qui, cosa c' era quando siamo arrivati qui. Una delle pietre, un bug aggio rotto, il dragaggio con la zappa due ingredienti di grandi rovi. Brugnoli Cera una borgata nel pieno splendore dell'abbandono, per cui siamo stati anche molto incoscienti. Avevamo con l'incoscienza mista la grande passione, grande visione che poi ci aveva portati a comprare. Però quando siamo arrivati effettivamente bisognava avere una una spinta molto importante proprio di progettazione e di visione futura. È però l'abbiamo avuta. Abbiamo costruito una strada, abbiamo portato l'acqua da cugina a tre chilometri passando dei boschi fino a qui e abbiamo chiesto a l'enel. Abbiamo chiesto a Lena di metterci di portarci la luce a Elena. Hanno messo nove piloni da un paese all'altro per portarci la luce grazie al fatto che eravamo già agricoltori per cui siamo riusciti a Ok, è cosa nasce a Cascina Waltman. Che cosa ci raccontate meglio che cos'è? Che cosa significa questo progetto? Ma si' crescita urbana è un collettivo, un collettivo agricolo che ha l'obiettivo è nato proprio con L'obiettivo di colmare un grande vuoto tipico della nostra società, ovvero la mancanza di cibo di qualità, il cibo che nutre, che fa bene, che ti ricorda il posto in cui viene fatto, che fa bene a chi mangia, chi lo produce. Manca luoghi che ospita la coltivazione, tutte cose che per fortuna stanno diventando patrimonio comune, ma che ancora ahimè, sono ancora distanti. Dall'essere perpetuate? No, queste pratiche da tutti é comunemente per cui niente lasciamo così, senza compromessi. Vogliamo abbiamo voluto sin da subito creare una relazione con la natura e il luogo in cui ci siamo insediati. Molto profonda, appunto, praticando l'ascolto parlando in dialetto, frequentando tanti bar, vero posto nevralgico della nostra valle. Ma credo un po' di tutte le valli appenniniche e alpine e per cui crescerà bene un collettivo che in qualche modo vuole testimoniare la possibilità di stare dentro, l'agricoltura in modo forse nuovo e che soprattutto costruisce un ponte molto lungo, a volte invece molto corto, che va dalla campagna alla città, per cui non siamo contro la città e a favore non siamo degli ultrà della dell' agricoltura contadina, semplicemente crediamo che unendo questi due satelliti si crei un qualcosa di molto utile in questo periodo storico a nostra società si' poi cascina barbara, alla fine é un progetto che praticamente racchiude ovviamente quello che siamo noi. No, noi siamo città e campagna, non veniamo sia noi che i nostri soci e noi siamo in quattro, più ci sono i figli di Pietro, Emery è entrambi entrambi, tutti e quattro. Non veniamo da abbiamo origini contadine, quindi siamo agricoltori di prima generazione, eh e diciamo che l'essere appartenere, diciamo alla alla città della nostra giovane età. Comunque è una cosa che ce la portiamo dietro, sempre e comunque noi adoriamo stare qua, non potremmo pensare a una vita diversa da quella che facciamo oggi, però sentiamo veramente troppo forte il legame con la città e questo si ripercuote ovviamente anche sul nostro, sul nostro progetto, oltre che insomma, sul nostro lavoro e sul nostro essere che ricordiamo siamo comunque un progetto agricolo per cui abbiamo più di cinque ettari di vigna di vite. Abbiamo sin da subito puntato lavorato tanto sulla biodiversità agricola del posto. Abbiamo recuperato due varietà viticole uno abbiamo anche registrata al registro nazionale attraverso il crowdfunding. Coltiviamo una che cugino, coltiviamo la metà Carla, organizziamo un festival che si chiama Bos cadrà. Abbiamo tirato su una rete insieme ad altri che si chiama paradiso burbera. Organizziamo bevi all'albero. In questi anni siamo sotto, chiede siamo sottopeso di dieci chili o di dieci chili, lei di sei a cinque o sei. Però diciamo che effettivamente abbiamo legato molto in maniera sanguigna viscerale il nostro fare il nostro stare dentro al mondo, a questo luogo perché crediamo che abbinare dei gesti è un luogo, sia sempre più interessante, più affascina è necessario cosa legata alla coltivazione. Perché è naturale come attuate in sintesi esattamente. Noi coltiviamo in maniera naturale, non c' è altro modo, nel senso che sulla vigna siamo biologici, nel senso che siamo soltanto un rame, zolfo e un po' di brio stimolanti argh! E un po' di decotti. Penso al requisito, penso alle ortica eccetera. In cantina non utilizziamo niente, soltanto l'uva. Non utilizziamo neanche solfiti, almeno fino ad ora siamo riusciti a a non utilizzare nulla, ma non tanto per un'ideologia o per un partito preso proprio perché banalmente non ci interessa bere i solfiti nei serviti, nei tutti corroborante che si possono utilizzare per i primi consumatori dei nostri, dei nostri prodotti, no. Quindi insomma, quello che pensiamo faccia bene a noi che vogliamo per noi automaticamente diventa anche quello che vogliamo per le persone che ci stanno intorno. Comunque non mi piace chiamare i clienti, ma insomma le persone che sostengono il nostro progetto, quindi cose buone per noi, per l'ambiente comunque per il nostro territorio e anche per le persone che poi comprano i nostri. Poi non è che abbiamo iniziato, abbiamo molti amici che utilizzano ancora un po' di solforosa per carità demonizzare nessuno noi se capiterà la nata sfortunata con la grandine ho un attacco magari particolare, violento di per il nostro ideo potrà succedere così saremo i solfiti, tendenzialmente lavoriamo per non annusarlo e fino adesso non abbiamo mai fatto perfetto. E rispetto agli altri nuclei familiari schiacciata vuoi aggiungere qualcosa sul serio, sul serio, ma concentrato. In questi anni sono arrivati gli altri, anche i familiari come se come stanno arrivando eccola che ma diciamo che quando siamo partiti noi la gente effettivamente molta gente non capiva proprio, non capiva perché cioè tantissimi qui se ne sono andati, come ovviamente in tutto l'appennino nelle alpi penso molto livelli racconta benissimo questa storia e per cui invece c'è gente che sta tornando a fare un'agricoltura tra l'altro particolare la gente. Molti di qua diceva ma che cavolo fanno questi qua? Qui ci dev'essere qualcosa cioè la droga sono drogati o sta scappando da qualche che ne so stato in guerra giovani e droga, sempre un binomio classicone. Del resto molto ormai abbiamo ampiamente accettato, interiorizzato, per cui inizialmente è stato questo sentimento, ma anche un po', un sentimento legato anche quasi a una sfida. Ma come io me ne sono andato io sono andato in fabbrica per cercare lavoro perché qui non si poteva stare e voi arrivate dalla città e pensate di stare qui che stai sfidando? Basta degli arroganti e viverci esatto, per cui inizialmente sinceramente le cose non erano così facili. E poi noi abbiamo frequentato tantissimo tutti gli anziani e li frequentiamo tuttora e impariamo tanto, tantissimo la loro tuttora per cui diciamo che investendo tanto poi pian pianino le cose si sono un po' spianate e ora che effettivamente diciamo che anche a figino, per esempio, all'inizio tutti che ci guardavano con un'aria sospetta. Adesso invece chi? I ragazzi che stanno arrivando sono arrivati diversi ragazzi, amici, meno amici li stanno accogliendo con grande favore, grande gioia mi aiutano anche aiutano, ma insomma abbiamo visto cose che fino a magari nove anni fa ci sembravano impensabili e adesso invece sentire che ne so Monica, Marco o pietre Emery che vengono aiutati per fare l'orto, per fare la legna. Insomma dagli dagli abitanti nativi del paese. Quindi si sta proprio creando questa sinergia fra le nuove persone che arrivano e gli abitanti che tra l'altro sono sempre stati qua, hanno sempre vissuto qua e grazie al fatto che hanno conosciuto noi, hanno visto che comunque sono gente che in qualche modo vuole celebrare questo posto. No, vuole vivere degnamente, anche nutre forte rispetto, lavora sulla bibbia, sulle varietà storiche, lavora sulla cultura locale, eccetera. Questo effettivamente passato. Per fortuna questo ragionamento per cui grazie a questo ha fatto, ora stanno accogliendo con gioia chiunque arrivi. Ma in generale in Val Borbera stiamo notando un certo ritorno. Per esempio il nostro amico ha appena comprato una cascina amico che è venuto qui per fare le bufere. È rimasto tra quattro anni. Questo è comprato, si è fermato. Ho comprato una cascina stupenda, Simone e ora metterà Minuetto et morassut, per cui due varietà di qua di cui una scoperta noi, per cui diciamo che questo ritorno all'altare di cui tanto si parla effettivamente noi stiamo vedendo ma non solo ritornare a terra. Proprio un ritorno allo stare al fare qui in valle no, penso anche al bosco piano, gente che loro in realtà sono attivi. Però qualche tempo fa non c'. Erano questi esempi. Invece adesso in questo momento, in questo periodo storico, investendo stanno arrivando persone, amici, meno amici che si stanno formando qui, perché effettivamente stanno trovando magari più risposte qui che altrove. E rispetto a questo pensano bene quello che ho accennato. Devo stare a trovarti con le persone che vivono qui intorno, quindi altre aziende anche rispetto magari se ci sono proprio delle collaborazioni, no, ma guarda, è quello che si sta creando in Val Borbera negli ultimi anni, che insomma potrebbe essere quasi al massimo della sua espressione in questi anni. Nell'ultimo anno nei prossimi, spero è proprio questa costruzione di una rete è unificata in tutta la valle, di cui fanno parte appunto vignaioli, ristoratori, persone che l'affitto di b che si breakfast fotografi è insomma chi più ne ha più ne metta. Insomma, un gruppo di persone che si è messo insieme per sua volontà e per sponsorizzare, valorizzare e si' e tutelare da una parte stiamo cercando come paradiso al Barbera il nome Paradiso. Da una parte stiamo cercando di valorizzare e promuovere e cambiare il racconto di questi luoghi, troppo spesso descritti come abbandonati, emarginati, interne, depressi e chi più ne ha ne metta. E dall'altra però stanno cercando anche di tutelare questi luoghi troppe volte, troppo spesso soggetti a progetti scellerati. Penso a gli ultimi che sono stati proposti da un parco, perché poi molto furbi, chiamato parco parco eolico. É bene. Erano trenta palle di centocinquanta metri su questi criminali in questi luoghi così fragili e avrebbero io noi ovviamente siamo a favore delle energie rinnovabili mangia rinnovabile a misura, d'uomo, non industriali. Non siamo per la centralizzazione, ma siamo per la decentralizzazione anche della produzione di energia per cui parlo di solito bene questo obiettivo qui in qualche modo generare nuova bellezza, perché poi gli esseri umani hanno sempre bisogno di bellezza. La bellezza è un é un vino, la bellezza, un evento culturale, la bellezza incontrarsi e per rendere migliore il posto in cui vivono e per urlare al mondo intero che questi luoghi in realtà sono molto ricchi. Non è come il Molise. Veneto Molise va a dormire perché è molto difficile spiegare come diceva prima dove siamo molte volte. Insomma non nessuno sa dove la val borbera, ma come tantissime valli penso italiane e quindi insomma cioè questo grido esiste e c' è qualcosa perché una frase tipica di qualche anno fa di di alcune persone era in val borbera non c' è niente e poi il niente bisogna vedere che cos'è per ognuno di noi. Insomma qua niente può essere cito caruccio maurizio il buio, il silenzio che sono condizioni che ormai forse anche in città dove lo trovi non ci sono piu' no forse nell'ultimo anno insomma è stato un po' più di silenzio di buio e quindi sono condizioni che sono splendide e ti riportano secondo me alla vera una e senza proprio delle anche delle tue priorità come essere umano e due ti mette di fronte alla natura che è sempre qualcosa di talmente grande infinito che che non puoi comandare, che non puoi gestire e quindi ti riporta molto coi piedi per terra. E quindi insomma questo val borbera non c' è niente. Una frase che ci siamo che ci hanno ripetuto e ci siamo ripetuti anche noi moltissime volte i miei ricordi che l'avevamo anche usata per un po' come un tipo un cam con delle foto pazzesche sotto per dire se per voi questo non è niente eh ok, se ci scrivete un po' cosa? C' è qui ma gli spazi sono organizzati. Sì, diciamo che vabbè lasciava una borgata, appunto una lingua di di deludere si chiama le cantine di vicino la mentalità sorta nel milleseicento il luogo di di amore, di edonismo venivano qui in viaggio di nozze da vicino tre chilometri è carino qui per fare il vino e berlo dalla botte per tagliare gran salani per fare l'amore appunto per fare feste persone della fisarmonica, il violino, il piffero e niente abbiamo dovessimo in questo momento è la sala sociale dove dov'é diamo da mangiare dove si suona il pianoforte dove scrivo le canzoni dove d'inverno scriviamo i nostri progetti Quant ltro paradiso La Barbera è poi a fianco abbiamo la cantina a fianco e sotto a fianco abbiamo la cantina dove accogliamo le uve e le trasformiamo e verifichiamo sotto abbiamo invece la parte vecchia Barry Katja, dove appunto finiamo i vini usando per lo più legno e dopodiché a fianco quelli immenso casale di cinquanta venti quadrati è casa nostra. Dove viviamo? E del primo pezzo che abbiamo messo a posto affianca ancora. Abbiamo un piccolo rudere che abbiamo rimesso a posto, che ho rimesso a posto da poco e stiamo cercando di capire cosa cosa farci perché comunque sottoterra era una cantina. Sara che però ho scoperto che venivano anche a fregarci. Aggie accesa da cantina chiamavano Giannino madre, per cui è tutto questo che questo. Poi intorno abbiamo il pascolo degli asini. Abbiamo un'assassina femmina, un cavallo maschio, piccolo bar dott. Neanche un anno. Ci sono poi le vigne, tutte intorno ai campi coltivati grano, Fangio, Lane, gli orti. E poi ci sono dei gran prati del Gran Bosco. È un rio che ci da' l'acqua per sia per gli animali che per le irrigazioni. Quindi siamo molto molto fortunati, insomma, di avere questa quest'acqua così vicina. E poi ci sono le vigne. Una grande fortuna che noi andiamo a lavorare a piedi. Quindi in un attimo siamo in vigna e e ce l'abbiamo tutto intorno. Benissimo. E parlavate di Booking prima? Assolutamente. Chi arriva qui? Siamo siamo hostess buf da tanti anni. E poi io adesso è stato anche due anni consiglieri della rete semi rurali e ho conosciuto Claudio Pozzi quando era appunto presidente e siamo diventati oste per cui ospitiamo tutti gli anni decine di persone che problema da tutto il mondo e che in qualche modo vogliono incontrare, avvicinarsi e approfondire il tema dell'agricoltura contadina, contadina e virtuosa che la stragrande maggioranza dei casi va a braccetto. Come sono questi due termini concerti per cui diciamo che siamo sempre pieni di persone con le quali appunto dialoghiamo, ci confrontiamo, scopriamo cos'é conosciamo il territorio, è incinta davanti, per cui quel buffet una collaborazione ormai quasi decennale che devo dire, va veramente veramente molto bene. Il wwf Attenzione i progetti più interessanti che il mondo è un contadino ha conosciuto negli ultimi decenni. Era un approfondimento sul vino che comunque come lo fate? Stiamo guardando sì, ma il nostro vino, un vino diciamo che intanto descrivere i nostri non ci piace tanto, perché più che altro venivano bevuti no, siamo un po' di questi quest'idea qua però ci piace invece raccontare come facciamo é quello che cerchiamo di fare fare meno danni possibili. Noi cerchiamo di preservare l'integrità della materia uva che portare al più sana possibile in cantina cercando di fare meno casini possibili perché crediamo che abbia già tutte le istruzioni e i codici e le capacità per offrire cose meravigliose per cui preserviamo la materia il più possibile intatta. La portiamo in in cantina e da lì in poi una sorta di assistenza. Ci andiamo dietro, come dicono i contadini di qui, per cui assaggiamo tantissimo ma cerchiamo tutti i nostri vini, li verifichiamo in rosso anche i bianchi facciamo dalle due alle ai sei mesi di macerazione lavoriamo con quasi tutti i materiali sono resi in acciaio e cemento, vetro e legno, soprattutto legno. Non utilizziamo nessuna sostanza perché non sia uva e lavoriamo con varietà della Wagner in questo punto in un momento storico in cui il pino nero, il pino grey, cio, il merlo e quant ltro piantano ovunque, noi amiamo appunto lavorare con varietà storiche di qua che nessuno conosce, ovvero il minuetto mostrino eh, ma poi anche il tipo grasso che in libia esatto per fortuna timoroso, sta avendo un bel riconoscimento. Per cui varietà locali per cui biodiversità poco zero, impatto sulla materia prima il nostro più che altro ad accompagnare il vino verso la bottiglia. Per fare questo ovviamente ci bisogno di grande attenzione. É di grande competenza, che non so se abbiamo, ma ci stiamo provando. Dà fastidio adesso? Importante adesso perché si avvicina, ma ma almeno mi sa che sono anche portarlo di là vedi la cicciona, poi barriere ok, abbastanza inizia a miagolare, così poi non finisce piu' che ragazzi mi sa che guarda che luna ieri ieri che partorisce a proposito di una descrizione, cioè un progetto letto legato alla luna e alle persone. Che bellissima frase. Perché il che va bene il cibo motivazione? Che fare con le frasi no, siamo seguiamo molto le lune, calante, crescente, per cui le classi contadine ultimamente anche un po' ascendente discendente con la biodinamica e facciamo cerchiamo di fare tutto con lui. Non sempre ci riusciamo, perché una semplice anche ovviamente in base anche al tempo quando piove non si può fare niente. Magari una giusta per dire però principalmente tendenzialmente sì, ci crediamo molto, assolutamente. Ne approfitto per chiedervi come scusa l'ultimo come coltivazioni usate meglio di spiare apre una cultura dinamica, sinergico per quanto vale questa questa diversità però qualche ispirazione siamo. Diciamo che in agricoltura come nella vita, un po' dei cani sciolti nel senso non ci piace, eh? Essere etichettati ed etichettare noi per primi perché tutte le pratiche agronomiche anno qualcosa di buono, dalla biodinamica alla sinergica e quant' ltro è quindi le abbiamo studiate tutte. Le abbiamo anche in qualche modo alcune provate proprio in in azienda e attingiamo di qua e di la'. Quindi facciamo un nostro una nostra miscela, diciamo di pratiche facciamo come la formica, vediamo le cose sulla schiena migliora, le portiamo avanti più che altro perché abbiamo visto che questo c' è una regola che è sempre molto valida, soprattutto secondo me, per la vigna, ma anche per per altre coltivazioni, che è una regola sempre non detta, ma ogni luogo veramente alla sua, ai suoi tempi, il suo clima, ovviamente, e poi di conseguenza il suo microclima e di conseguenza il contadino deve essere quella persona che ho. La contadina deve essere quella persona che è molto brava e molto capace a decifrare e interpretare quel determinato luogo. Noi, non essendo nati qua abbiamo dovuto eh, ci abbiamo messo un po' di tempo per capire determinate cose, ma adesso insomma, riusciamo a leggere molto piu' in maniera molto più profonda di quello che è il nostro territorio e questo fa tantissimo in primo luogo, cioè quello la conoscenza profonda del proprio territorio. E di conseguenza poi arrivano appunto le diverse pratiche. Comunque una su tutte è sempre quella, appunto, di seguire la luna, quella lì. Sì, facciamo proprio melting pot tra la cultura contadina abbiamo trovato qui che già ci ha insegnato tantissimo e che dobbiamo e vogliamo in assoluta considerazione. Poi abbiamo sperato agricoltore biologico che ha fatto mille corsi l'agricoltura sinergica, Emil Yazidi cuoca insomma, ma anche la rigenerativa di quel signore del sud americana di cui non ricordo il nome. Abbiamo fatto un corso anche di quello che abbiamo, siamo diventati assaggiatori, abbiamo fatto un corso, insomma siamo pieni di e sono dieci anni che sperimentiamo nonostante tutto. Non ci reputiamo degli ottimi contadini, affatto. Anzi la parte agricola agronomica è quella credo in cui siamo meno gravi che ci vuole una un'esperienza mica da ridere, più che tutti i libri che per carità bisogna comunque consultare o fare dei corsi, perché comunque sono sempre molto utili. Ma come non mai. Un lavoro come il nostro è tutta la pratica, anno dopo anno e si' poi siamo abbiamo anche passato qualche annata sfortunata dal mercato, una gelata tardiva che ci sfrenato sei mila piante nelle diciassette per cui ci siamo siamo siamo affronto, dovuti affrontare anche dei momenti agricoli di grande svantaggio in cui bisogna essere ancora più bravi del normale. Però pian pianino appunto, pian pianino come i lombrichi stiamo andando avanti e devo dire che qualche bel risultato lo troviamo soprattutto nel vino no, che appunto è grande testimone di come poi ti comporti in vigna e in generale nei campi con cui però da cui puoi prendere la bravate del festival, ma anche, come in questo luogo qui si, insomma questo luogo si integra la musica con l'autoproduzione energie che aveva andava per essere andando fuori. Diciamo che al primo weekend di luglio qua arriva una un flusso di energia enorme da parte della città delle città, da un po' da tutta italia e culmina in questo weekend. È il primo weekend di luglio in cui cioè il boss cadrà, il boss cadrà, è un piccolo festival di musica e agricoltura, non musica, scusa di arte e agricoltura in cui cerchiamo proprio l'estremo sunto di quello che siamo noi e di quello che è il nostro progetto. Quindi le arti mescolate alla pura manualità del appunto del lavoro agricolo o comunque del lavoro artigiano. È ormai sono otto anni che organizziamo questo festival. Abbiamo iniziato nel duemila tredici che insomma non avevamo, non c' era niente, erano praticamente ruderi. Casa era in costruzione in insomma c' erano i lavori di ristrutturazione. Siamo partiti con persone é un generatore e abbiamo fatto una quattro giorni di festival in cui dell'anno ci sono state i pifferi e fisarmonica che una musiche tipiche di qua delle quattro province quattro che non abbiamo ancora detto, ma siamo nel territorio parlando un po' più più ampie delle quattro province, denominato delle quattro province e quindi c' è una musica tipica che appunto è questo piffero e fisarmonica ed è un po' come sola musica techno per i giovani. Qua ci sono queste serate in cui ci hanno raccontato i pifferi e fisarmoniche vanno avanti fino alle cinque sei del mattino e con gente che arriva da tutte le valli di queste quattro province si spostano durante l'estate. Seguono questi festival, queste e questi non concerti pero' si' concerto, insomma, e quindi sono carovane di persone. Quindi il primo anno abbiamo iniziato proprio con la tipicità di qua ed è stato molto bello perché c' è stata questa fusione fra gli amici della città che sono venuti e comunque gli anziani della zona che erano venuti a sentire i pifferi e quindi c' è stato un momento altissimo in cui ragazze ballavano con i signori e le signore che ballavano coi ragazzi. E lì è stato proprio un momento bellissimo. Da quelle persone siamo arrivati alle circa mille persone del negli anni è cresciuto sempre un po' ha migliorato con gli anni anche la nostra organizzazione. Diciamo che è sempre migliorata, è quello che si fa durante quel weekend. Li è praticamente un un ritorno alle al saper fare e quindi organizziamo dei workshop. Ci son stati workshop sulla pasta madre, ci sono stati workshop sul sulla pianificazione, sulla panificazione in generale, si', sul, sulla trazione animale, sul riconoscimento delle erbe. Quindi una parte molto più artigiana, molto piu' agricola. E poi la sera dopo, la cena contadina preparata con prodotti nostri prodotti tutti gli anni, comunque del territorio è assolutamente biologica, naturale e e anche vegetariana. Soprattutto eh, quindi cercava di essere più inclusiva possibile. Erano tutti che per chi mangiava cane che per chi non mangia carne e quindi dopo la cena. Poi invece partiva la parte più ludica, quindi concerti dj sette è stato un anno in cui abbiamo fatto una camminata all'alba notturna per arrivare in cima al monte al già rolo e quindi abbiamo poi è organizzato un concerto all'alba lassù è insomma state tante cose, tanti artisti e tantissime persone che ogni anno tornano per questo, per questo appuntamento che forse è il momento più magnetico, più topico di Cascina Barbara, perché nel momento in cui un grande numero di persone proprio toccano con mano il nostro mondo, che poi il mondo agricolo perché lasciava il bar comunque è chiaramente il mondo agricolo, per cui non è il resort no l'ha tenuta senza nulla togliere. Però ci ci teniamo a comunque a rimanere sempre molto agricoli, non soltanto vitivinicoli. Ad esempio noi siamo un'azienda agricola che magari al suo focus, magari di piu' sul vino, ma comunque rimaniamo dei contadini e la gente questo arriva molto forte, perché comunque tutto il festival si svolge proprio intorno delle colture, sia la vigna che sia l'orto e roland, grazie a casa nostra, praticamente davanti a avanti bene, sotto casa nostra e poi una cosa molto bella è che il era il campo eccetera. Il campeggio libero e quindi le persone è la cosa più bella del festival. Come dico sempre la domenica mattina quando distribuiamo le colazioni vedere le facce della gente felici, contente magari ha dormito due ore, felice che ancora ma dei bagordi della sera prima però gente veramente felice svegliarsi in mezzo alla natura in mezzo ad altre persone è sempre un bellissimo click e quel momento lì alla mattina è sempre stupendo e infatti lo scorso anno ci è mancato tantissimo nonostante ci porti via ovviamente tante tante energie è l'anno scorso è proprio però è economico importante per l'allenamento ehm e purtroppo il momento economico importante ne abbiamo bisogno perché sennò non è semplicissimo ancora quest'anno. Insomma non possiamo ancora svelare niente, ma stiamo lavorando per per poterlo fare. Stiamo un po' cercando di capire perché in tanti ce lo chiedono. Vedo che tanta gente ha voglia bisogno di questi momenti, ovviamente noi stessi anche per primi e quindi stiamo cercando di capire se riusciamo a farlo tutta sicurezza e cercare di dare almeno per qualche ora un po' di non lo so una visione offrire un seme. Tu vieni qua, guardi quello che stiamo facendo, che non è né un percorso giusto e sbagliato. È un qualcosa che però pensiamo che crediamo abbia un valore politico, sociale, culturale. Poi noi vediamo questo segno, puoi stare tu a decidere se farlo mondiale, cosa farne. Quello che ci interessa non è l'incontro. Poi quello che accadrà dopo é tutto da vedere. Ok, ma la domanda chiarissima pagate le ginocchia, No, no, che è sulla fatica anche del genere. Quindi che cosa? Quali sono state le difficoltà? Perché parliamo? È molto bello raccontare poi le cose belle, ma anche per farsene. Beh, senza dubbio il progetto agricolo oggi che parte da zero la fatica quasi come fosse una cultura. Uno fa la vigna, fa agli ortaggi, fa fatica, coltiva la fatica perché è proprio è ovvio, necessaria anche e soprattutto per gente che viene dalla città come noi. È proprio una esatto, è una costante che ci portiamo dietro la fatica, anche i suoi valori. Effetti benefici. Intanto ti ti fa accorgere banalmente che sei vivono e che puoi in qualche modo deambulare. Questo tuo deambulare, costruire cose non è così scontato. E poi c'è da dire sicuramente che per costruire un progetto agricolo oggi devi avere i soldi tanti soldi se parti da zero e noi tanti soldi non li avevamo e per cui forse la fatica è stata anche maggiore. Poi ripeto, duemila, sedici diciassette in poi un po' la musica ci ha aiutati, io ho lavorato, ma nel frattempo lei ha lavorato fino a quello che mi ha mandato avanti la baracca. Si per i primi cinque anni di vita della cascina io praticamente ho è un po' brutto dirlo però un po' pochi ricordi di qua perché ero lavoravo part-time a Genova e quindi continua ad andare avanti e indietro sino al negozio biologico. Eh, però insomma è stata dura con lo stipendio ci serviva e quindi abbiamo retto per cinque anni. Poi poi il momento ho deciso. Bo era su un regionale tra Bari e Lecce, tra l'altro e li ho deciso detto entro un anno e mi devo licenziare. Non posso continuare così. Voglio comunque investire tutto quello che ho, le mie energie, cioè infatti i miei anni anche che poi non ritornano. Nel progetto che ho creato devo esserci al cento per cento entro un anno mi devo licenziare entro un anno entro l'anno Si, mi sono licenziata e casualmente prima di lì no, dopo che mi sono licenziata. Poi insomma, lui ha avuto il suo successo con la musica e quindi insomma, si è incastrato tutto. Diciamo che licenziata così giusto per alleggerire un po' l'estate è arrivata una gelata. Non è stato venti anni ventidue aprile congelata che ci ha spiegato settemila piante, capisci? Capite bene che settemila piante tra un progetto neonato come no questa batosta messe a marzo qui piante proprio tolto via perché il gelo della scena per cui per fortuna io in quella estate partivo per un tour e così ci siamo un po' salvati. Ma quello è stato un momento in cui veramente un anno che cosa facciamo? I soldi? Non abbiamo vinto i soldi che avevamo questi bambini che però il gelo ce le hanno distrutte è tutto un po' così l'agricoltura dall'altra parte fa parte del gioco e senso così lo sapevamo già in qualche modo ogni volta che cadi e ti devi per forza di danzare e abbiamo trovato il modo di stare in equilibrio. Però effettivamente sa se uno è abituato alla cultura della città, dove cioè il posto fisso si ipergarantiti viper tutelato per alcuni versi ritrovarsi a ad avere a che fare con la natura che questo ente che di sicuro non ascolta molto gli esseri umani, per fortuna giusto non è semplicissimo, per cui devi far fronte anche a eventi piu' enormemente più grande di te e tu non puoi fare altro che cercare di riparare di, insomma di evitare o limitare i danni e provare a costruire sempre nuovi equilibri. E poi non è più come in città, quando comunque con un lavoro retribuito insomma da dipendente ti dicono magari cosa fare qual è il tuo lavoro qua invece poi te lo devi ovviamente costruire. Sei tu che ti dai le tempistiche che non è semplice all'inizio perché magari non tutti sono abituati, no? E soprattutto poi ti devi creare il tuo mercato, che quello è anche insomma un altro lavoro ancora non semplice ma insomma se se riesci ad essere trasparente o comunque a far a veicolare bene quello che è quello che fai, quello che pensi alla gente comunque arriva in qualche modo si' abbiamo il tuo mercato, poi te lo trovi. Abbiamo anche la fortuna di essere appassionati l'immagine lei fa laureata in metà industriale. Io faccio fotografie da tanti anni, scrivo e questo ovviamente, sicuramente per quanto riguarda la comunicazione sono fattori che ci hanno aiutato tanto. Sei più uno, magari niente, niente capace a comunicare. In più ha dei contenuti forti. Insomma, le cose possono con un po' di fortuna possono funzionare. Questo non vuol dire esatto. Devono essere contenuti. Che vuol dire biodiversità? Recup? Tutto quello che abbiamo detto che non vi vogliamo dedicare ancora pero'. Diciamo che oggi effettivamente saper comunicare è un passaggio importante, anche perché è giusto anche raccontare alle persone quello che si faccia. È il valore, è il valore di quello che si fa, che non è che tutto nasce o va avanti da sé. Si è sempre detto un grande progetto. Investimenti emotivi, esistenziali, di fatica. Insomma è per cui se uno riesce a farli arrivare alle persone è tutto più semplice. Okay, ma i nostri prodotti Prima parlavamo del vino dove dipendeva. Sono i guadagni che arrivano alla vendita anche rispetto allo scorso delle feste. Ma si, noi prendiamo i ristoratori, abbiamo due tre siti online con cui ci troviamo molto bene. Prima di tutto tutti i Rolling Wide e abbiamo un po' di commercio estero che ci fa molto piacere da una parte, ma siamo molto combattuti dall'altra parte dell'inquinamento i soliti discorsi, però è anche molto vendita locale. Infatti pensavo per dire comunque siamo anche molto fortunati, nel senso che è una cosa che mi piace sempre molto pensare che il nostro vino si' che lo trovi in Corea, a Seul da qualche parte, insomma a Copenhagen. Ma lo trovi anche al bar qua sotto gli alberi è o ai ristoranti comunque della noi al quale valore non è che Danimarca meglio di alberi, forse sono anche piu' contenta? Insomma, che ce l'abbia il bacio per noi eh? Ci sono moltissimi esempi di colleghi amici che magari sono ovunque nel mondo con i loro prodotti, ma non sono nel loro paese, nella loro, nella loro provincia, comunque nel loro comune. E questa è una cosa sempre che mi sconvolge invece vedere che comunque quali persone si stanno pian piano anche rendendo conto delle realtà che sono nate e stanno crescendo, che fanno crescere anche poi tutti gli altri e tutti insieme nella valle e vedere che chiedono i nostri prodotti. Ehm é una soddisfazione immensa si' siamo felicissimi appunto di essere dentro a un ristorante stellato. Siamo altrettanto felici dei nostri vini a fianco al King, al killer brioche e alla san Gui nella dell'alimentare del è troppo divertente, no, meglio e comunque sì, noi non abbiamo al momento distributori, facciamo tutto da soli e quindi ci mettiamo che ci mettiamo in contatto diretto. E mentre per i privati appunto usufruì iamo di queste piattaforme online di vendita online e poi accogliamo la gente in cascina e nel ristoro che ne abbiamo parlato tanto perché deve ancora partire. Però a giugno appunto, partirà al ristoro di Cascina harvard e la cuoca sarà mia madre, per cui Data è cresciuta al ristorante faremo questa cucina di confine liguria piemonte, insomma una nuova avventura non sappiamo stare fermi per si'. Io sono un ultimissima veramente che siamo tantissimo purtroppo dobbiamo scappare. Ma all'inizio che male poi del rapporto con la valle delle persone che stanno tornando cosa sta succedendo qui? Nel senso rapporti, relazioni si'? Diciamo che dopo anni di tentativi di appunto far nascere delle reti, dei gruppi di auto-aiuto, di promozione e tutela e valorizzazione del territorio, finalmente siamo arrivati l'anno scorso a questo progetto che si chiama paradiso al burbera che è un po', la sintesi di tutto questo lavoro nostro e anche di altri e che banalmente una rete di agricoltori di che ma che stai dicendo? Troppo bene Eh sì, infatti ora devo rifare e accennavo prima ricordo da dove riparto. Secondo dico che è un paese di contadini e poi sei magari però un pezzo da prendere è vivo ma che ha visto al barbera e guardando lei dai ma non capivo mai così, ma è si chiama appunto si chiama paradiso val borbera. Un gruppo informale per adesso che probabilmente diventerà un'associazione di a gente che attori della valle, ristoratori, agricoltori, vignaioli, commercianti, liberi cittadini che hanno un unico grande obiettivo, ovvero quello di valorizzare e promuovere, celebrare ma anche tutelare la val borbera proprio perché, ahimè, non abbiamo un ente che fa questo mestiere, non abbiamo uno iato ufficio turistico, allora abbiamo dovuto necessariamente inventarci e far partire dal basso questa iniziativa. Per cui questa è una cosa secondo me molto interessante, anche perché ci permette anche di incontrarci. Deve essere d'inverno di confrontarci, di aiutarci e rendere la vita di tutti noi un po' più bella perché appunto sono cresciuti i momenti di confronto e soprattutto pensiamo che sia un esempio replicabile è applicabile altrove e il nome paradiso svolgono bene. Non è un nome a caso, è proprio il nome di rivalsa, di rivincita di un territorio, appunto, chiamato troppo spesso emarginare Quan Tltro. Invece noi appunto, anche un po' per provocazione, perché avevo paradiso. Anzi, non solo. Aggiungiamo probabilmente la valle più bella del mondo che probabilmente la valle più bella del mondo è anche la bellissima un page del nostro bellissimo nuovo sito che hanno fatto tra l'altro due ragazzi della Valle, due abitanti della valle molto giovani, molto bravi che ci hanno fatto questo nuovo sito. Quindi da oggi è online e quindi si potrà andare a sbirciare. E cosa fa però Paradiso Val Borbera? Non l'abbiamo detto sì, forse l'abbiamo accennato in pratica organizziamo organizza degli eventi, dei momenti, appunto anche di incontro. Scoperto la scoperta dei prodotti della Valle. Siamo partiti qualche anno fa con Bevi la Val Borbera. Era un momento molto bello. All'interno dei è di un ristorante della zona. Al momento è un evento itinerante. Ogni anno cambieremo location. È il momento di presentazione dei nuovi vini della Val Borbera. È abbinati abbinati a dei piatti tipici della valle e quindi do un momento proprio enogastronomico tipico Val Borbera, per cui organizziamo eventi. In sostanza organizziamo eventi culturali per far arrivare le persone qui, per farle incontrare, scoprire, esplorare la Val Borbera, i suoi prodotti, ma anche le sue caratteristiche naturalistiche. Noi siamo abbiamo anche un parco che si chiama Parco Dell'alta Val Borbera, parco naturale alta Val Borbera e abbiamo più di trecento chilometri di sentieri. Anzi, tra poco uscirà un libro sui sentieri della Val Borbera che si chiama Camminare Barbera, scritto da me con l'aiuto di un po' di soggetti in primo luogo Martina, per cui ecco prenda va bene un po' tutto questo tutto questo lo si ritrova nei due eventi culmine dell'anno che sono due weekend uno. Il primo sarà il cinque sei giugno in cui tutto questo tutta questa bellezza e questa ricchezza della valle esplode, esploderà in tutta una serie di piccoli eventi durante questo weekend e quindi ognuno potrà prenotare, diciamo, organizzare il proprio weekend come vuole con visite e degustazioni, pranzi o cene e quant ltro è per scoprire appunto la valle E vai un'intervista direi che era la macchina che voglio. Andiamo in giro a raccontare i progetti che avete tutte le informazioni, ma che quest'anno non appunto il Piemonte che cambia no, la compagnia di San Paolo apri vino, per fortuna ci supporta già da un po' di anni e nel mondo abbiamo inserito in questo approfondimento sul tema del ripopolamento, sulle aree interne e quindi è molto, molto importante racconto che insieme andare a raccontare su questo tema che che che c'e' una finalissima che facciamo tutti, tutti, che cos'è secondo cui l'italia cambia non il nostro progetto. Se io ti dico che cosa spinge una speranza, un sogno tipo ma anche bene però è iniziata con te che ehm per me l'italia che cambia è un popolo multiforme che cambia colore, che cambia anche il colore della pelle in qualche modo muta e in qualche modo si accorge di voler cercare un luogo in cui vi, come si può dire si trova con grande facilità la tolleranza, misticanza, la la biodiversità, l'amore libero la cultura tutto in un modo così sembra un fricchettone, ma manca l'acqua va benissimo, però effettivamente se penso a un'italia che cambia immagino questo, questo sì, questo popolo nuovo in accoglienza e che più che così puntare e lavorare sulle differenze. Lavora su ciò che ci accomuna, che trova sempre così l'amore come tre d'union. Io invece a me viene in mente scusa. Sì, scusami. No, per me l'italia che cambia quello che mi viene in mente sentendo questa frase, invece proprio il cambiamento. Quindi questa mi viene in mente, non so, un fiume forse perché qua noi abbiamo questo fantastico fiume car burbera e l'idea del fiume c'è. Comunque qualcosa che scorre sempre non si ferma, è un'analogia che a me piace moltissimo. Io lo dico sempre anche a me stessa è una cosa essenziale il cambiamento l'essere elastici e quindi far sì che il cambiamento sia parte di noi, sia come individui che come società. Perché insomma, nel momento in cui ci fermiamo è la fine di tutto E mi viene in mente il corpo che cambia Litfiba, una canzone che ho in testa da un po' di tempo. La storia ascoltando eh é bellissimo. In effetti dobbiamo fare sì che il cambiamento sia tipo una coltivazione coltivare che va coltivato anche quello. Viva il cambiamento? Assolutamente. Beh, finita. Ma non siamo stati molto noi stiamo okay. Che due indicazioni. Ok, Ok. Quando vi faccio le domande, quindi non la telecamera. Ok, Perfetto. Perfetto. Ci siamo. Nel potete ripetere il soggetto? Che tipo? Che tipo di visite? Guido Si'. Si' Si'. Ok, ok, ok. Sì, sì, è tutto perfetto. Perfetto. Mai tranquilli, tanto faremo delle fotografie. Sì, sì, sì, sì. Che cosa si occupa L'associazione? La situazione per il mare è un'associazione che qua su spezia, a un'imbarcazione a motore di legno. Un vecchio peschereccio che è stato recuperato completamente dai soci. Dell'associazione era abbandonato. Era sul fiume. Si occupa di attività sociali, didattiche e di promozione del territorio. In particolare abbiamo un progetto che per noi il progetto Colonna portante Dell'associazione, che è il progetto per il mare. Siamo tutti uguali in cui a bordo facciamo vivere dell'esperienza dei ragazzi disabili o comunque hanno delle problematiche sociali, vengono a bordo e possono fare dalla semplice escursione ludico motoria. Oppure fanno dei piccoli esercizi per sviluppare e migliorare la loro autonomia e la loro autostima. Perché comunque questi ragazzi, il problema di questi ragazzi è che un giorno saranno soli. Non ci saranno più le famiglie e per cui dovranno avere un minimo di autonomia e a bordo fanno le cose che fanno anche a casa. Quindi dalla apparecchiare la tavola, cioè dare una mano ai fuochi o comunque partecipano anche alle manovre di bordo. Però lo fanno con tutti gli input diversi che ci sono su una barca. Quindi il vento l'honda la barca accanto che passa il disturbo, che puo' essere un gabbiano anziché un gommone che passa e fa rumore. Quindi hanno tutti questi input diversi e svolgono questa attività. Per loro sono normali, ma a bordo non lo sono. Piu' quindi, come lo sono anche per una persona, possiamo dire normale per noi, non lo sono più a bordo per loro, a maggior ragione un esercizio che li aiuta tantissimo. Come? Ma l'idea è nata dal fatto che abbiamo avuto la fortuna di riuscire ad avere questa imbarcazione che per noi è nata una cosa, un po' per gioco questa barca punta abbandonata, tutti appassionati di nautica l'abbiamo messa un po' a posto e abbiamo detto ma perché non insomma non facciamo delle attività in realtà all'inizio avremmo voluto fare qualcosa di di di di ogni tanto delle uscite con degli amici, con con dei soci. Poi abbiamo detto ma perché non facciamo qualcosa anche per chi ha meno? Perché è stato meno fortunato? Abbiamo la fortuna di avere il mare, un mare così bello, la barca accogliente e quindi un po' per gioco. Il primo anno è nato con con un'associazione di fare queste uscite e poi si è sparsa un po', la voce, il passaparola per spezie anche fuori, perché poi qualche articolo sul giornale qualche piccolo servizio a ci ha dato un po' di visibilità e tante associazioni ci hanno contattato. La cosa importante è che noi teniamo a dire che per il mare la nostra associazione per fare queste uscite dalle associazioni dei disabili non riceve un euro. Noi lo facciamo tutto auto finanziando. C è la cosa che teniamo a dire perché per noi è molto importante che tu abbiamo. Nel corso del tempo abbiamo visto che ci sono delle problematiche economiche legate alla disabilità perché comunque le famiglie danno tutto per per i figli per cui sarebbe stato per noi è orrendo anche chiedere un solo euro a queste persone, quindi non chiediamo niente e facciamo delle attività per auto finanziarci e per rendere possibile questo questo progetto. Poi ovviamente riceviamo anche delle donazioni dei piccoli aiuti da da, da enti, da fondazioni pero'. Eccola la maggior parte del denaro che viene utilizzato per fare queste uscite, completamente frutto di attività dell'associazione che c'e' il si' esattamente noi durante durante l'estate facciamo delle attività, ovviamente in mare, in barca, quindi delle attività attività dedicate sia ai bambini che agli adulti e sono attività didattiche sempre ovviamente per bambini ed adulti qua nel golfo o verso le cinque terre e facciamo delle attività legate alla conoscenza del territorio, la conoscenza dei prodotti del territorio per cui visite guidate agli allevamenti di mitili, cultura, chiostri, cultura di la spezia e poi facciamo delle attività veramente associative, però è che sono magari il la festa, il compleanno comunque tutte attività di soci che ci richiedono di utilizzare l'imbarcazione per fare una una loro attività e per cui noi la mettiamo a disposizione mette a disposizione una persona che li possa gli possa accompagnare portando la barca. Se vogliono possono cucinare a bordo di una cucina, altrimenti cuciniamo noi loro o si portano da mangiare o comunque gliene procuriamo noi e chiedendo un contributo rimborso spese. Noi gli facciamo fare queste attività, però ci garantiamo un minimo di cassa per poter poi portare avanti i nostri i nostri progetti si' ma si' questa seconda risposta possiamo differenziare prego ora su questa più preparata la erica sicuro che lei se segue se segue vieni eh? Cosa vuoi che dica? Che sono tutte le realtà del territorio? No, è una delle attività no? Ha chiesto le associazioni e le altre associazioni ehm sono quelle del territorio. Dunque le realtà sociali con cui collaboriamo è nascono principalmente dal lavoro e comunque dal passaparola che noi abbiamo sul territorio. Quindi ci hanno conosciuto soprattutto nel territorio spezzino, quindi siamo soprattutto in provincia e diciamo nei territori dei comuni limitrofi, ma quindi specialmente queste questi tipi di realtà. Ma poi abbiamo anche alcune collaborazioni attive con delle associazioni, appunto fuori dal nostro territorio. Quindi si tratta di associazioni sia dei dintorni di milano che alcune associazioni dei dintorni di parma che quindi diverse volte durante la stagione riescono a venire fino alla spezia e appunto effettuare le attività insieme a noi a bordo alto più o meno con quanti che e la una decina. Ehm ad oggi le attività sociali che realizziamo si è concretizzano con circa una dozzina di associazioni appunto, che si occupano di disabilità e di ragazzi con problemi di vario tipo, no? Ma vabbè guarda la si' queste associazioni riguardano principalmente la disabilità. Eh sì, diciamo che prevalentemente, appunto, si occupano di un'ampia gamma di disabilità. Quindi vanno dai ragazzi autistici ai ragazzi con problemi fisici, mentali, con vari tipi di ritardi organizzate queste eh no esatto, certo, devo raccontare lei, sento quello che lei fa ma no, ma perché io lo so come funzionano, però tu sei quello che meglio sa raccontare, no dai, raccontala tu che è meglio. Ma scusa insieme, perché tu le uscite va bene. La telecamera spaventa le uscite che svolgiamo all'interno del progetto per il mare siamo tutti uguali possono essere di mezza giornata o di una giornata intera a seconda di cosa ci viene richiesto sia dall'associazione o comunque di come valutiamo noi la la la la problematica che hanno che hanno i ragazzi e solitamente ci troviamo verso le nove e mezza dieci al porto mirabello, dove la barca ormeggiata e decidiamo poi anche in base al meteo che tipo di tragitto effettuare. Però cerchiamo sempre di restare nel golfo, non andiamo mai, difficilmente andiamo, andiamo oltre, se non espressamente richiesto dall'associazione comunque dai partecipanti all'uscita e vengono a bordo. Partiamo, lasciamo gli ormeggi, ci facciamo aiutare da loro, per quanto possibile. Nelle manovre ragazzi si rilassano un po' piu', un po' pop a seconda di come vogliono organizzarsi a bordo. Usciamo, facciamo una prima sosta per il bagno, dove i ragazzi ovviamente diventano cambiano. Non sono più i ragazzi a se', se si può dire con difficoltà che si possono vedere a terra. Ma il mare si trasformano, è sono radiosi, sono contenti, sono gioiosi. Anche fra di loro cambiano proprio le le dinamiche del gruppo. E chi può fare il bagno? Bagno molto lungo, ovviamente non visto raccontare. Poi magari vi daremo delle foto o dei video, i tuffi dal tetto, i tuffi dalla barca a qualcuno diamo diamo la maschera perché poi hanno hanno molta curiosità, vogliono scoprire cosa c' è sotto noi gli facciamo un piccolo briefing per spiegare cosa possono trovare con la maschera e poi loro si buttano, fanno il loro bagno, dopodiché facciamo una piccola merenda o il pranzo se se se se fanno pranzo con noi a bordo, quindi ci facciamo dare una mano ad apparecchiare nel preparare qualcuno che magari fa progetti di casa famiglia vuole proprio cucinare, quindi si mettono ai fornelli e cucinano. E dopodiché il secondo bagno è inevitabile anche per chi ha il pranzo leggero sullo stomaco e tanto. Se il bagno si fa subito non succede nulla, però, insomma, stiamo sempre molto attenti. Anche i loro educatori, che sono sempre a bordo, stanno stanno attenti, si fa un altro bagno. Se poi la gita di mezza giornata si rientra, altrimenti si' continua ci si rilassa, diventa. Poi a quel punto diventa nel pomeriggio diventa un po', il relax ciechi si addormenta ciechi, legge. Cioè magari chi si porta i compiti delle vacanze, perché magari chi va a scuola necessita di farli proprio per non perdere la routine del compito delle vacanze. E poi si rientra a metà metà pomeriggio tutti contenti e i ragazzi poi vengono recuperati dalle loro famiglie oppure vanno ancora a prendersi un gelato, una merenda con tutto il gruppo, gli educatori e poi vanno vanno verso casa con questo è un po' la la la giornata tipo del progetto. Sai cosa più importante rispondo sempre io. Allora noi magari possiamo dire ce lo possono dire tutti. Cos'è infatti è voglio dire, molto soggettiva allora ci portiamo dentro quando si torna indietro. Tanta gioia perché i ragazzi ci lasciano tanto. Comunque sono sono ragazzi che poi creano un'empatia a bordo, per cui ci ci ci danno, ci trasmettono tantissimo, pur con loro difficoltà, pur magari tante volte, non potendo parlare. Però ci trasmettono tanto con un sorriso, con un gesto, con una carezza. Magari lo trasmettono ai loro educatori o i loro genitori che stanno può interpretare il loro stato d'animo e poi lo riportano a noi, è per noi questo vuol dire tanto. E soprattutto ci rendiamo conto di dare un piccolo sollievo anche alle famiglie che tante volte vengono a bordo, si regalano, si concedono una mezza giornata a qualche ora di di relax con i loro figli che invece a cose normali non potrebbero o non potrebbero avere in casa non non avrebbero e soprattutto quello che un'altra, cosa che abbiamo visto nel corso degli anni che abbiamo visto cambiare le famiglie all'inizio. Ci era quasi una vergogna nell'uscire con con i figli disabili, con una certa disabilità. Adesso invece quando vengono a bordo, siccome i ragazzi sono i primi a lanciarsi, anche tante altre per strada, incontriamoci, riconoscono allora capisco che poi i ragazzi così diversi non lo sono, si possono benissimo m' confrontare con con altre persone e possono essere inclusi in un gruppo che non è quello del nucleo familiare. Quindi per noi questo vuol dire vuol dire veramente tanto. Sempre la solita domanda ehm che ehm si' dentro la realtà io in realtà dell'associazione per il mare. Tutto nasce dal fatto che io e luigi due anni fa ormai abbiamo fatto un corso per guide ambientali insieme e da lì ci siamo conosciuti. Io sono anche in altri settori del sociale, vengo da un altro comune, comunque all'interno della mia comunità mia comunità sono anche in consigli riguardanti i servizi delle associazioni sociali di volontariato, quindi diciamo che ero già in quell' ottica lì in sintonia. Poi vengo anche dal mondo del pro loco, quindi unisco tutto il discorso legato ai territori e con luigi mentre facevamo questo corso mi parlava delle attività che si svolgevano e man mano che ci siamo conosciuti, poi siamo entrati in sintonia anche per creare nuove nuovi progetti. Perché ora, al di là del fatto che ci sono, il discorso legato ai bimbi con difficoltà c' è anche la parte che riguarda l'ambiente, quindi l'educazione ambientale ceh tutti ci sono una serie di progetti che sono in essere e in via di sviluppo. Per esempio quest'estate la barca non è stata messa amaro perché abbiamo dovuto fare dei grossi lavori, visto che c' era questa problematica legata al covi d'. Però abbiamo continuato a fare tramite la didattica a distanza una cooperazione con università francese dove ci avevamo questa ragazza che praticamente doveva venire quest'estate a fare con noi il discorso legato alla barca per la progettazione internazionale. Tutte queste cose qua, non avendo potuto per motivi legati sempre hulk o vid abbiamo, ne abbiamo approfittato per fare comunque sia questa cosa a distanza studiando progetti contatta contattando aziende di altri stati vedendo di vedi di mettere insieme dei progetti che potevano avere uno sviluppo per l'associazione abbiamo studiato delle cose, delle cose inerenti al recupero, per esempio del dei rifiuti del mare per vedere di dare un ciclo vitale anche a questi questi rifiuti, perché la maggior parte della gente magari non si rende conto, ma tutto quello che mangiamo o che buttiamo in mare così a sproposito vanno nella catena alimentare. Quindi rientra tutto nella nostra bocca attraverso tutto il comparto della catena alimentare. È importante educare i bimbi e soprattutto gli adulti su questa tematica. Ovviamente è una cosa che viene fatta anche con i ragazzi con disabilità nei limiti del possibile, perché poi non è semplice. Ci sono tanti fattori che determinano il tipo di disabilità che hanno. Qui alcuni si cerca di educarli anche su quel settore, li altri si cerca l'esperienza emozionale per loro, per farli vivere in contatto con me, con la realtà del mare. E niente, praticamente. Speriamo che il prossimo anno ci sia modo di poter sviluppare nuove nuove avventure in quella che è l'associazione per, sperando che la barca si possa mettere in acqua, che si la tematica legata al covi d' diminuisca. E abbiamo anche nuove attività escursionistiche già in progetto, che vanno a contemplare tutto il panorama che aveva già descritto prima Luigi e quindi vedere di attirare nuove persone che possono sostenere il nostro progetto. Che scusa una domanda le tue emozioni Ah, le emozioni e le emozioni legate a questo lavoro sono dei bei sentimenti, nel senso di dire io personalmente, a livello familiare non è che ho dei figli, ho una famiglia, sono in una situazione dove praticamente cerco di dare più agli altri, a volte anche a discapito di me stesso. Però è bello vedere delle persone che possono essere felici nel fare una cosa che magari per noi è routine, normalità. E secondo me bisognerebbe cercare di sensibilizzare le persone su questi su queste tematiche, perché tante volte ci stiamo a confondere su su tematiche venali, tipo i soldi, il lavoro che non c' è tutto. Alla fine noi abbiamo una cosa che si chiama vita, che ciò ha un ciclo che va a compimento con la nostra morte e nel mezzo noi dobbiamo costruire qualcosa, ma che rimanga agli altri non è che rimane a noi stessi, perché noi lo abbandoniamo nel momento in cui veniamo a mancare. Quindi tutto cio' che bisogna, che può aiutare persone che in questo ciclo vitale sono in difficoltà e a renderle più unite a noi come livello anche di qualità di vita. Secondo me dovrebbe essere perseguito non solo da da noi, logicamente dagli enti pubblici e far sì che nessuno sia diverso dagli altri davanti agli altri che gli prende? Si strozzi tanto l'inquadratura e sulla persona no, no, continuo per capire, okay, quindi torno sulla domanda emozioni Ok, dopo le attività a bordo diciamo che durante le attività durante le giornate le emozioni sono tante, nel senso che hai grandi emozioni, soprattutto nel momento in cui riesce a instaurare un rapporto personale con i ragazzi. E soprattutto, appunto, i ragazzi che hanno certi tipi di disabilità ti si aprono in un modo pazzesco. Non ti aspetteresti, sembra di essere subito in sintonia, di essere quasi migliori amici da sempre. É questo l'esempio a me riempie il cuore di gioia, nel senso che tante volte non è così facile riuscire a creare un'amicizia anche tanto duratura nel tempo, comunque reale e sincera, mentre con loro non ci sono filtri e sono così come li vedi esprimono le loro emozioni direttamente e senza appunto pregiudizi o altre considerazioni. Quindi quello che ti porti a casa è un grande bagaglio di emozioni che che ti riempiono il cuore di gioia. E appunto poi, di volta in volta le emozioni crescono sempre di più, perché il rapporto che si instaura è sempre maggiore con questi ragazzi, con alcuni in particolare. Quindi proseguire che si ripetono? Sì, esatto. Quindi queste uscite diciamo che si svolgono ciclicamente il l'ultima estate era durante il lunedì mattina, la giornata del lunedì, per cui è ciclicamente magari nell'arco di due-tre settimane. Ritornano grossomodo poi le stesse persone per cui si è un po', un modo di continui a continuare queste attività, queste relazioni, questi rapporti con loro si' che e se ma diciamo che è qui la cosa è un po'. Aspetta Gigi quella italiana quando è nata che non benvenuti nel duemila. Quindi ci siamo. La percezione nasce l'associazione nasce nel duemila e quindici. È da allora, appunto. Realizziamo queste attività con i ragazzi, sia i ragazzi disabili che con le scuole che appunto le attività che ci permettono di finanziare queste altre che sono appunto gratuite o ha dei costi molto contenuti? Magari esatto, esattamente soprattutto con le associazioni disabili, soprattutto con i ragazzi dell'associazione disabili riusciamo a seguire l'evoluzione appunto, di questi ragazzi è continuare quindi a vederli nel tempo, diciamo purtroppo soltanto durante la stagione estiva. Però di fatto si, li rivediamo nel corso del in questi cinque anni li abbiamo rivisti durante tutto questo periodo, una cosa di cui si chiama lavoro qualcosa ha accennato un saluto il progetto educativo delle scuole che dalla questo dai qual è stata cosa, certo, ma in generale dice l'associazione la rassegnazione se vuoi un'idea anche del sostegno alla disabilità. Una carenza? Ma diciamo che l'associazione appunto, era nata un po', come accennava prima Luigi è dall'idea di voler fare delle attività insieme ai soci. Quindi inizialmente questi questo particolare attenzione verso la disabilità non c' era poi abbiamo avuto modo però di avere a bordo grazie a degli amici invece delle persone con disabilità. Da quel momento é proprio questo. È avvenuto durante la prima stagione, quindi proprio nel duemila quindici. Da quel momento ci siamo resi conto invece dell'importanza e di questo aspetto così fondamentale, perché poi, fin quando uno non è vicino a questo settore, ma così in generale come per tutti gli altri che queste realtà non ci si rende conto effettivamente di come queste realtà siano, come appunto vivano, come possano interagire con le altre persone. Quindi da quel momento in avanti diciamo che ci siamo avvicinati a questo, a questo mondo l'abbiamo scoperto, approfondito sempre di più. Ehm ehi, la visto che comunque sono anche disabilità, il cuore ogni tanto sono molto gravi. Dai, avete un come supporto un'équipe di educatori, si', persone, persone specializzate, no, nel senso che noi ci appoggiamo ai loro educatori, quindi vengono a bordo. Non so se questo lo vogliamo dire, però vengono a bordo e sì, anche letizia nel cuore viene a bordo. Però vengono sì, esatto. Noi non abbiamo abbiamo vabbè, delle persone che magari sono dei bagnini. Ecco, in senso non sono però specifici proprio per la disabilità che voleva. Nel senso quando le associazioni vengono sempre non possono venire? No, no, ma di solito abbastanza perché essere abbandonati? Mhm sì, sì, assolutamente assolutamente. Certi frangenti si' no si' ha morsicato la lingua, non ho capito cosa no, pensavo adesso per quadrare il cerchio come che per il mare siamo tutti uguali? Quello che hai detto tu adesso che sì sì, è l'approccio che chiunque sia a bordo insieme ai ragazzi è lo stesso. Non non c', è nessuna differenza. Siamo tutti uguali e non la disabilità. Anche perché poi in acqua l'acqua proprio che cancella la disabilità, che sia fisica o che siano un altro tipo di disabilità, non in acqua, non c' è più per cui il miglior approccio è quello comportarsi come mi comporto, come posso comportarmi con lui o con un'altra persona della mia famiglia. Quindi la la disabilità non c' è perché comunque è proprio quello l'errore e i ragazzi non si devono sentire diversi, anche perché poi non lo sono sicuramente per per tante cose possono dare più loro di noi. È questo immagino. Insomma, lo chiunque abbia a che fare con ragazzi, con qualsiasi, con qualsiasi tipo di disabilità lo possa lo possa dire. Non sono diversi, anzi sono sono uguali a noi, se non migliori per tante, per tante cose. È impazzito? Sì, sì, sì, sì, no, ma guarda, proprio quello. Ma noi anche quando capita parlo sempre qua capita a bordo di Di Di, di sgridarmi, di riprenderli perché magari hanno fatto qualcosa che non va, perché comunque a bordo ci sono sempre delle regole. Le diamo a tutti adulti, bambini, gruppi. Ci sono delle regole che valgono per tutti a bordo si cerca di non correre, di non urlare, di rispettare sempre gli altri, di non fare gestacci verso le altre barche, di non buttare in mare qualsiasi cosa che possa danneggiare l'ambiente marino. A volte gli per permettiamo a qualcuno di buttare magari qualche pezzettino di focaccia per far venire i pesci, magari per fare per per farmi vedere i bambini anziché andare giù con la maschera e iniziare ad esplorare e a fare un po' di snorkeling. Però in a bordo noi riprendiamo tutti, riprendiamo anche i ragazzi disabili e devo dire che questo funziona perché si sentono in quel momento si sentono uguali a tutti, uguali a tutti gli altri ed è questo che poi è un po'. Secondo me la forza del di quello che facciamo è e lo è anche come lo fa apparire. Una cosa positiva anche per gli educatori e per le famiglie che comunque tutti gli anni ritornano, anzi invitano anche altri a far partecipare i ragazzi alle attività perché vedono in questa è una cosa molto, molto positiva. Abbiamo visto ragazzi dalle elementari, adesso sono sono al liceo e sono degli uomini ormai e li abbiamo visti proprio cambiare nel rapporto con loro stessi, in primis con i loro compagni e con noi e con gli educatori. Insomma vediamo il miglior miglioramento perché poi il crescere comunque è un miglioramento e vedere che poi qualcuno esce dalla barca e anziché farsi venire a prendere dal genitore prende l'autobus e va' a casa da solo per noi è veramente una una conquista incredibile per noi che poi facciamo un uno percento neanche forse del loro percorso. Però comunque ci dà grossa soddisfazione che Che cosa? No, no, no, niente ma va però una cosa sarebbe dai bene assume abbiamo no l'ho detto io prima nel ciclo vitale della la facciamo c' è un problema per sicurezza. Diciamocelo, abbiamo ecco per che abbiamo fatto l'uscita a raccogliere sponsorizza ah, raccolto i rifiuti in mare col biologo e sarà una delle cose che riproporremo. Chi è L'iniziativa? Mhm ha dei progetti per l'inverno? Io parlo io e poi dopo allora progetti per l'inverno sono praticamente di estendere quello che si faceva già nei progetti estivi pero' logicamente con tutto quello che comporta l' attività fuori dal contesto marino. Quindi andare a spiegare il mare sia all'interno delle scuole che ora va bene, compatibilmente con la situazione che nelle negli organi delle associazioni che vogliono appoggiare questo tipo di percorso. Il progetto riguarda soprattutto l'educazione ambientale e far conoscere il fondo marino. Far conoscere i tipi di pesci che ci sono, cosa comporta l' attività dell'uomo rispetto all'ambiente marino é praticamente riuscire a dare una educazione sostenibile di quello che è l'ambiente in generale. Ora questa cosa è logicamente agli albori perché dobbiamo sviluppare tutto quello che so é che riguarda questa cosa legata alla didattica, specialmente quella distanza. Quindi abbiamo chiesto se ci se ci potesse essere delle forme di finanziamento di questo progetto è questo logicamente si abbassa, si avvale principalmente di aiuti di fondazioni o di enti che erogano questi tipi di contributi e allo stato attuale, con la situazione del sociale che è molto grave, legata specialmente al discorso del covi d'. Diciamo che risorse non ce ne sono più di tante in circolazione per sviluppare una cosa del genere, magari in una politica legata all'ambiente queste cose qua possono essere finanziate meglio anche dagli enti ministeriali. Poi per il discorso legato all'attività in mare di educazione ambientale, come accennava Luigi, sono state fatte anche delle giornate dedicate a raccolta di rifiuti in mare, con il biologi che spiegavano cosa comportava quel tipo di materiale, che quanto tempo ci sarebbe voluto per il suo completo smaltimento dal punto di vista del ciclo vitale della materia. E queste giornate in un lavoro che stavamo studiando, era di riuscire a trasformare questi rifiuti in oggetti ricordo da donare a queste persone che vengono a bordo ha finanche con il loro contributo. Finanziano poi tutta questa attività della legato al mondo del, della disabilità e del volontariato. Qualcosa che non vi abbiamo chiesto. Non so se abbiamo registrato qualcosa legato agli allevamenti di mitili cultura possiamo possiamo aggiungere, visto che la nostra vostro avanti e poi no, vabbè, possiamo dire dei campus estivi? Forse sì, abbiamo abbiamo il campus estivo l'estate e va bene sia per un po' qualcosa legato all'esposizione anche per la conoscenza del territorio. Chi volete che abbiamo registrato è un progetto che ci contraddistingue, che comunque a Spezia tanti ci conoscono. Per questo è il progetto legato alle visite, gli impianti di mitili, cultura e illustri cultura del Golfo della Spezia, ovviamente un progetto che è nato in collaborazione con la cooperativa Viticoltori spezzini che ci dà la possibilità di portare principalmente scolaresche. Ma quando capita anche comitive di di adulti a visitare gli impianti che sono dentro e fuori diga del qua nel Golfo e quindi possiamo possiamo vedere come lavorano i viticoltori, che poi sono il lavoro piu' antico qua di Di Spezia. Quindi vediamo ci conosciamo le varie questo mestiere, le loro caratteristiche. Insomma, cosa tutte le mattine fa un viticoltore, Musco, Laio, per dirla alla spezzina, quando quando va in mare e poi portiamo le i gruppi a visitare il centro di stabulazione dove i frutti di mare vengono tenuti è per un determinato periodo in acqua purificarsi e poi c'è un piccolo museo dove, tramite video e tramite degli oggetti fotografie, si ricostruisce un po', la storia della dell'attività e quindi facciamo conoscere un mestiere che ci ha reso spezia famosa, un po' in tutta Italia. Perché poi diciamolo muscoli di spezia sono forse i più buoni d'italia. Questa è una cosa, un po' di parte, però ci piace sempre ricordarlo è però diamo diamo voce a un mestiere che non si sta perdendo. Perché spezia eh è ambito un vivaio è molto ambito, è un lavoro molto faticoso. Però ci sono tanti giovani che si somma che si rimboccano le maniche, vanno a fare i muscoli e vanno a imparare a fare muscolari. Per cui diamo diamo voce anche a loro e facciamo conoscere un bellissimo mestiere antico che rispetta tantissimo il mare. Qua nel Golfo, nel Golfo della Spezia del campus estivi, invece possiamo aggiungere noi l'associazione associazione per il mare durante l'estate organizza dei campus estivi, cioè un giorno alla settimana, da giugno fino a settembre dedicato ai ragazzi dai sei ai quattordici anni che vengono a bordo. Fanno ovviamente si si si si si distruggono di bagni e tuffi tutto il tempo, però c' è una parte legata all'educazione ambientale dove cerchiamo di di inculcare nei ragazzi l'amore per per l'ambiente i piccoli gesti la la la merendina in mare se viene lasciata l'incarto sul tavolo al primo soffio di brezza, finisce in mare. Quindi ho subito nello zaino o altrimenti nel cestino della differenziata a bordo non si spreca il cibo. Se il panino non ti va più, non si butta in mare, ma si rimette nello zaino e si e si riporta a casa. Tante piccole regole del si mangia tutti insieme perché c' è il momento per il bagno al momento del cibo. Il momento del relax però si fa tutti insieme e questo viene fatto con una piccola quota sociale per per portare questi ragazzi tutto il giorno in mare. E niente è una delle tante attività dell'associazione che ci piace ricordare é che comunque ci dà modo anche questa di poter sostenere tutti gli altri tutti gli altri progetti un'attività fate voi, no, facciamo facciamo come associazione, quindi si'. Diciamo che la all'attività di guida poi piu' inerente alle visite guidate, perché leach è proprio la figura della dell'accompagnatore é della e della guida. Con i ragazzi invece ci trasformiamo in educatori barra animatori tutto il giorno e devo dire che abbiamo tanti ragazzi che ormai stanno crescendo con noi perché tutti gli anni e tutti i giorni dedicati di quella settimana sono sono dei nostri. Quindi è bello poi anche incontrarsi durante l'inverno a vedere come sta crescendo, come stanno cambiando e insomma per noi è bello anche sapere che il prossimo anno ci rivedremo abbiamo l'ultimissima che facciamo che che un mese non il nostro progetto però sì sì, sì. Cioè cosa vi fa pensare che questo debito libera si' per me? L'italia che cambia sarebbe sarebbe un alla fine della diversità, soprattutto sociale, tra tra tra tra le persone. Perché vedo, soprattutto in questo momento ci sono delle situazioni non belle dove chi ha meno viene additato come il colpevole di qualcosa che invece non non esiste. É l'italia che cambio. Vorrei vedere un'italia più felice, più solidale cam per alcuni versi meno razzista perché purtroppo in questo momento ci sono delle situazioni che mi fanno pensare a qualcosa di passato, ma che non vorrei che tornasse e quindi ho un po' di paura. Vorrei per mio figlio, per per chi verrà un'italia senza paure, più solidale e più che rispecchia i valori che poi sono la nostra bandiera, la speranza, la pace e la passione, quello che forse siamo un po' dimenticati, ma che magari ci ricorderemo in futuro. Grazie per me l'italia che cambia un qualcosa che viene, cioè se dovessi pensare a cosa mi può rappresentare questi termini è un'evoluzione della nostra società, che evidentemente è in una fase di stallo o di regressione per certi versi, perché poi dopo la fine mi ricordo un po' com'era. Quando ero io bambino, la società italiana all'epoca era completamente diverso. Si i bimbi all'epoca vivevano più il territorio, cioè c'. Erano situazioni dove la società cresceva con la comunione, nel senso di dire c' era il campetto dove tutto il quartiere si riversava a giocare, non c' era non veniva percepito nemmeno il pericolo e oggi invece il sistema, magari anche delle comunicazioni, ci bombardano di notizie che fanno sembrare l'italia è un paese insicuro, dove c' è illegalità a tutto spiano e questo sta facendo, basta che le persone vadano anche fuori dagli istituti scolastici superiori. Si vedrebbe una realtà completamente diversa di confronto. A vent'anni fa io quando ero alle superiori mi ricordo motorini a tutto spiano fuori dall'istituto. Oggi i ragazzi vengono accompagnati dalla mattina alla sera dai genitori fino a un'età adolescenziale avanzata. E questo fa capire che la società evidentemente ha perso un po' di libertà che aveva, ma la libertà era nel nel vivere la società. E tutto questo fa capire che se noi ci poniamo le domande su come dovrà cambiare la società, molto spesso dobbiamo andare a ripercorrere le nostre radici e farle diventare ai ragazzi attuali che magari si perdono dietro videogiochi si isolano dal mondo della della comunicazione. Sta creando un mondo ovattato che noi non avevamo e li sta rendendo isolati dal resto del contesto. In queste situazioni arrivano le emarginazioni sociali, cioè ecco che arriva il bullismo a scuola arriva tutte quelle situazioni che sono invece da debellare. Ai nostri tempi erano molto minori rispetto a allo stato attuale, quindi per me l'italia che cambia dovrebbe essere un ritorno alle origini. Un ritorno alla vita della società, quella vera, non quella fittizia, dove cioè la comunicazione tra le persone reali, non virtuali e dove si torna a convivere negli spazi pubblici senza avere sacche di emarginazione e tutto il resto che ne compete. Che che cos'è l'italia che cambia? Per me no, il nostro progetto che ti fa pensare queste parole italiane in cambio come un sogno si' okay no, no, va bene. Nel senso che comunque è un tema abbastanza complesso, quindi poi detto così ci vuole un attimo per ragionarci. Per cui però comunque diciamo che l'italia che cambia diciamo che io la vedo come una speranza, una speranza che ci sia un futuro migliore, migliore sicuramente di quest'anno. È insomma la speranza che ci sia sempre maggiore attenzione nei confronti delle persone, soprattutto in primis, ma anche per quanto riguarda l'ambiente, quindi la sostenibilità ambientale. Anche perché noi viviamo l'ambiente per cui ricade anche la nostra salute, all'interno appunto del tutto e quindi penso sia questo appunto l'italia che cambia eh, sono sintetiche Ok, A me io guardo l'hai Va bene. Ok, io ci sono. Ci troviamo a Imperia, in zona Caramagna. Siamo in strada ad Asia, presso l'azienda agricola Roulet. Abbiamo aperto questa azienda, io e mio marito per provare a autoalimentarsi diciamo è autoprodurre e abbiamo iniziato il primo anno e dopodiché sono arrivati tanti amici che ci hanno aiutato a costruire l'orto Ci hanno aiutato a pulire bene fuori ci hanno dato un sacco di idee e poi abbiamo trovato altri terreni nelle vicinanze e quindi abbiamo preso degli ulivi. Così adesso facciamo l'olio le olive è mio marito esce foto didatta Quindi lui fa paté di olive, olive in salamoia, olive aromatizzate. Quello che dipende cosa gli viene in mente è invece da quest'anno da settembre duemila e ventuno duemila venti aiutavi quest'anno che Ah, ok, grazie, grazie. Ok, da settembre duemila eventi è partito il nostro progetto è un'educazione parentale in natura e abbiamo dato il nome a questo progetto. Abbiamo dato in realtà hanno deciso i bambini e l'educatrice e ora son si tos. È perché loro per noi sono dei cuoricini. È nel senso che sono dolcissimi e ci insegnano veramente tante cose e avevamo già in progetto questa idea. Io e un'altra mamma, perché mia figlia e la figlia di questa mamma erano nella stessa classe? É nella scuola pubblica. Avevamo già in progetto, avevamo un progetto. Avevamo l'idea di una scuola diversa, più a contatto con la natura perché ci sembravano troppo nel cemento. Questi bambini allora abbiamo detto no, non va bene. Non lo farò neanche uscire un po' a giocare un po' nel giardino niente. Quindi già avevamo eravamo diciamo, quella parte di mamme che eravamo propensi a ha un'educazione outdoor e poi a dire la verità, il covi di brutto per brutto ma ci ha dato la spinta per riuscire a portare questi bambini nella natura è da lì siamo partiti io questa mamma e abbiamo studiato il progetto. Abbiamo pensato a degli educatori, quindi un po' lei un po' io abbiamo trovato non lo so per caso grazie all'universo degli educatori fantastici, eh? Quindi siamo partiti proprio benissimo a settembre eravamo un pochino titubanti, un po' impauriti perché comunque non sapevamo cosa fare, come fare è poi invece ci hanno chiamato delle altre mamme che hanno visto questo progetto è non so se l'hanno visto su Facebook ho un passaparola ora non mi ricordo. Comunque ci hanno contattato se potevano venire a vedere e di fatto oggi siamo otto bambini con tutte le famiglie che ci aiutano a questi genitori. Collaborano molto con noi. L'altra mamma è venuta Elena fare i biscotti è venuta una mamma la settimana scorsa si è proposta lei ha detto vengo io vi faccio fare i biscotti e ad Halloween anche hanno voluto fare i biscotti, i bambini quindi le mamme sono molto disponibili e volevamo fargli cucire delle stoffe. È perché ci eravamo fare una lezione comunque sulla stoffa, sulle materie prime e quindi le mamme anche ci hanno dato l'idea ma veniamo cuociamo delle stoffe e così abbiamo fatto comunque con le mamme siamo siamo contenti perché collaborano. Il progetto sta andando avanti bene e quindi siamo contenti. Abbiamo lei che Valentina, la nostra imperatrice e in sono Valentina L'educatrice ehmm. Che dire questo progetto per me è stato un un beneficio pazzesco perché è arrivato in un momento un po', un po' buio con i bambini. Hanno hanno riportato alla luce proprio, proprio così. Dedicarmi a loro, dedicare il mio tempo alla loro educazione per me è fondamentale perché in realtà cresco con loro gliel'ho sempre detto io non insegno nulla. Tiriamo fuori cio' che avete dentro. Io imparo con voi man mano che andiamo avanti, quindi non lo so io non lo sapete voi lo cerchiamo insieme e in come ha detto Rose All'inizio ero spaventata perché ha detto da dove partiamo? Mm-hm io facevo tecnico societario in una società di ginnastica artistica qua Imperia, quindi ero più improntato appunto sull'aspetto più fisico emotivo e avevo bambini molto piccoli. Quindi sotto l'aspetto dell'insegnamento di materia. In realtà no, perché non mi ero mai interessata sotto questo aspetto però è m'. Sono sempre stata molto vicina all'aspetto psicologico dei bambini e il modo in cui crescono e sentendo Rosa e le altre mamme, sentendo quello che desideravano per i loro figli, mi sono sentita in linea con loro, sia come futura mamma, ma anche come persona, perché ho detto sì è è giusto che i bambini vivano nella natura e non si é strano da tutto quello che c' è intorno, anche perché poi il risultato sono degli adulti, freddi e distaccati. Senza compassione, l'obiettivo è portare di nuovo l'umanità la compassione alla gioia di vivere, di aiutare, di condividere. Quindi ho detto se questo può essere il mio posto nel mondo per poter dare questo tipo di contributo. Ma ben venga sono al loro servizio completamente e in Quindi ci siamo trovate qua, tra risate perché poi è così che facciamo nel senso non c' è un un momento in cui c' è solo la serietà. Ma è proprio il venire fuori in maniera così spontanea, no, in modo così naturale. Ed è loro. Loro fanno da soli, Noi li accompagniamo semplicemente è questo. Dicono che sono che che funzionano. Sono dei che sto andando a fuoco. Io no, sono un perverso gioco a me Io sto tranquillo, ma io sto andando in giro. Ciò la termica che mi che degli altri giocatori? Si, assolutamente. Non sei che non sono mamma. Visto che è così la lista, Mamma. Esatto, esatto, Esatto. La decisione sia la mia che degli altri educatori è presa proprio in in accordo con i bambini. Noi seguiamo il loro flusso. Noi abbiamo delle idee per la settimana, per il mese pero' poi quello che che loro desiderano fare noi li assecondiamo. È molte volte ci ritroviamo a trattare, a parlare di magari elementi grammaticali. Nel mio caso o in matematica, in cose quindi molto tecniche che devono seguire un determinato schema al parlare, al guardare, a osservare, andare a uscire fuori, andare a fare le passeggiate per vedere nel concreto che cos'è che cosa la natura ci può dare rispetto a quell'argomento no, penso solo a Gian Pietro in fattoria. Tutto quello che che lui tira fuori è davvero un dono, un dono puro rispetto ai bambini rispetto a me che sono li' accanto ad ascoltare no e ascolta semplicemente ciò che loro domandano. Settimana scorsa l'hanno intrapreso un discorso rispetto all'universo i bambini di otto nove anni che chiedono cosa c' è oltre l'universo perché la terra è così piccola rispetto a tutto quello che ci intorno a lui, con una pazienza da davvero un nonno a coccolarli, a spiegare, a raccontare anche la sua esperienza di vita. No, perché poi è quello che ci forma, eh, penso all'altro nonno e che con il suo vissuto riesce ad accompagnare i bambini nel nell'apprendere, quella che è la matematica, la geometria, che può essere davvero molto difficile, no, soprattutto in natura, riuscire a seguire degli schemi così già prefissati per quella che è la natura della materia e e sono loro che ti ti portano. Tu non te ne rendi conto. In realtà, se ti dedichi davvero a loro col cuore e con lo scopo finale di arrivare alla fine della mattinata della giornata, sapendo di aver dato qualcosa sicuramente al cento percento hai dato il meglio di te e hai raggiunto l'obiettivo. Gli hai dato qualcosa ogni giorno e lo se lo stanno dimostrando da settembre a oggi. I genitori stessi hanno detto Ma come è possibile? Non lo so. Hanno fatto loro perché hanno gia' tutto dentro. E la fiducia, la fiducia che li fa crescere così non è nient'altro perché come un cucciolo, come un cucciolo di leone, impara a cacciare un una zebra impara a cercare l'acqua per dissetarsi. Loro hanno tutto dentro. Non dobbiamo non dobbiamo far altro che incoraggiarli e dargli degli stimoli per per aiutarli a tirare fuori queste cose. Ognuno con i suoi tempi. Questo è fondamentale e ci permette di lavorare con le diverse età. Perché è il motivo per cui un bambino di otto anni puo' collaborare con una ragazza di dodici. Ognuno ha i suoi tempi rispetto a diverse cose. No, e possono solo che prima di tutto incoraggiare sì le diverse esperienze trasmetterle e poi con la loro leggerezza che poi solo i bambini riescono ad avere. A continuare in questo modo così davvero sereno é un pò in realtà ci riportano a quello, quindi per questo siamo noi a dover dire grazie a loro una domanda un po' più molti casti cosa vorrei rispondere vuoi rispondere? Tu vai gne si' e dimentico e a giugno lo dobbiamo fare ancora non ne abbiamo fatti il primo anno se si' se mi come sono organizzati ok, se poi il discorso mi faceva avete visto i bambini più grandi gli dovrebbe secoli. Spesso idea multi classe si annoia eh? A noi abbiamo molti classi, nel senso che ci sono i bambini della primaria, quindi dalla prima elementare alla terza media i bambini è quello che hanno fatto praticamente la scuola l'anno scorso che hanno purtroppo ho dovuto fare la dad, quindi la didattica a distanza è come se non avessero fatto l'anno, quindi abbiamo dovuto recuperare anche quello che è stato fatto nell'anno precedente il più piccolo che fa seconda elementare quest'anno l'anno scorso ha fatto la prima però ovviamente alla prima non l'ha fatta e quindi anche lì abbiamo dovuto così per tutti. E quella cosa che ci è piaciuta molto e che troviamo molto bella e che dà molta fiducia anche ai bambini. Il fatto che collaborano tra di loro. I grandi aiutano molto i piccoli e viceversa. E l'altro giorno avevano un argomento sugli animali, sulla classificazione degli animali. Quindi le ragazze delle medie non avevano capito bene come funzionasse questa classificazione, perché era molto schematica il bambino piccolo delle elementari gliel'ha spiegata e questa è stata bellissima. È però abbiamo preso spunto da questa cosa. Quindi facciamo quando riusciamo una o due volte a settimana e che i bambini grandi spieghino la lezione ai bambini piccoli e viceversa. Quindi loro a casa hanno il compito di prepararsi una lezione a loro scelta. Di tutte quelle che abbiamo fatto e portarle il giorno dopo. Dopo due giorni i bambini piccoli a fare la lezione e poi i piccolini hanno avuto la voglia di farlo anche loro perché dicevano ma perché sono i grandi? Ci fanno lezione, noi non la possiamo fare e i piccoli ci hanno dato l'idea e quindi avete se lo volete fare, provate, fate una lezione di italiano. Mi sembra che gli avessero fatto e gliel'ha portata alle grandi si sono organizzati anche loro. Loro se la sono preparata qua, quindi si sono organizzati in cerchio, sono fatti uno schema sul governo, sono arrivati, ognuno diceva il suo pezzo e hanno fatto la lezione e questa cosa ci è piaciuto un sacco e quindi l'abbiamo presa come routine è adesso. Abbiamo parlato anche con i genitori perché la l'educazione parentale ogni anno deve sostenere un esame tutti i bambini di tutte le classi. Quindi quest'anno sarà il nostro primo anno di esame. Eravamo subito un pochino preoccupati perché non avendolo mai fatto è però poi abbiamo parlato sia con una dirigente scolastica sia con le famiglie. Sono molto fiduciosi, sono tutti molto contenti e quindi sappiamo che esame andrà bene. È perché una cosa che mi ha fatto molto piacere, che ci ha detto un genitore è beh, un genitore parecchi ce l'hanno detta in verità è tipo un genitore, ci ha detto è mia figlia, non voleva mai fare i compiti a casa. Era sempre uno stress. Io dovevo urlare e fargli fare i compiti. Alla fine devo fargli fare io perché non li voleva fare. Invece sono rimasta allibita perché qua quando esci mamma deve andare a casa. Che devo fare i compiti. Lei adesso vuole fare i compiti perché si vede che comunque stimoliamo la sua curiosità. Perché magari facciamo una cosa piuttosto che un'altra. Oppure lei è interessata. Abbiamo messo come materia la mitologia che in realtà non esiste, ma l'abbiamo inserita. Perché loro hanno avuto questa curiosità verso gli dei, verso i miti verso e così abbiamo per forza dovuto percorrere questa strada. È quindi avevamo questo compito di mitologia. Non vedevano l'ora di andare a casa a fare questi compiti. Hanno fatto i disegni degli dèi. Hanno fatto uno schema. Hanno fatto un sacco di cose sulla mitologia. Si sono fatti una cartellina da soli. Praticamente abbiamo dovuto comprargli per Natale dei libri di mitologia uno ciascuno perché loro volevano vuole leggere la mitologia. Così abbiamo dato per Natale come compito tra virgolette. È questo libro ballo spesso comunque aveva una via da L'iliade l'odissea. Esatto. È con gli Al Fayeed per per leggere nell'ottica della mitologia. Poi no, rispetto alla mitologia è molto importante assecondarli, come diceva Rosi, nel senso che la mitologia poi sono metafore rispetto alla vita rispetto a vizi rispetto a sofferenze rispetto a gioie e dolori. No, quindi sono insegnamenti concreti rispetto a quello che poi sarà il loro processo di vita. No, che caspita! Dal leggiamo qualche pagina insieme, qualche storia insieme al ognuno. Si è detto che sia l'odissea, che sia l'iliade l'eneide a trattare addirittura i singoli personaggi e ognuno ne ha inventato una. Quindi poi ci sarà. Stiamo già progettando la recita di fine anno con costumi, personaggi, storia, trama, discorsi diretti e indiretti della recita. Creiamo il copione, ogni personaggio al suo ruolo, la sua scena, il suo momento. E dovranno non so come, non ne ho la minima idea, ma dovranno creare una storia che coincida con tutti i personaggi di diverso genere, diverso, tipo, diversa provenienza. Perché hanno anche una storia da dove vengono? Il tempo, dove si sono incontrati? Perché quei personaggi no, quindi stimolano la loro creatività, all'ennesima potenza. Hanno la possibilità di creare concretamente la sceneggiatura, i costumi. Ah no, vabbè, la possibilità anche di mostrare con orgoglio ciò che hanno creato, perché questo è importante e soprattutto possono creare morali salde, con principi fondamentali per la vita, a partire dal rispetto dall'ascolto dal non giudizio. No, il bene che vince sul male. E questo mi fa pensare che mi fa vedere li. Speranza però per un futuro della nostra società. Bambini che hanno dei principi molto forti, che si ascoltino fra di loro e non solo la mia idea, il mio giudizio. Tu sei diverso, non sei come me, ma sei diverso. Ascoltiamo che cos'hai da dire, magari interessante. Posso imparare, No? Questo è la prima cosa l'hanno portata loro non ne avevamo la minima idea di trattare queste cose. Eppure è arrivato così perché loro ci hanno tirato in mezzo a questo immenso mare. Ben venga sempre è sempre lì. No, no. Non nessun bambino nasce cattivo. Nessun bambino nasce razzista. Nasce con pensieri brutti e cattivi. Bisogna solo ascoltarlo il bambino, cercare di davvero, sedersi al pari del loro sguardo e aprire il cuore, che è molto più faticoso che non ascoltarli proprio. Quindi è lì che è la chiave? Sembra semplice, però è lì. Abbiamo trasformato la competizione in collaborazione. Alla fine stiamo lavorando su quello e abbiamo trasformato la competizione in collaborazione. E questo abbiamo visto che funziona si'. Guarda, stiamo facendo domande. Solo quando vuoi vedere qualcos'altro, io ce l'ho a lei. Cioè è già emerso però nel video No, ha senso. Io sono dai, mi hai proprio avuto si'. Ma non abbiamo il metodo outdoor perché in realtà non seguiamo nel monte Soriano se seguiamo e in che che la risposta é no per avete visto Ma che fanno Roma? Si fanno le materie in modo o come li avete visti? Ok, tu metodo educativo Io come li ho visti? Facciamo così Aspetta, ti faccio mettere educativo. Vai. La pena sarà più piccola che facciam in fattoria e in allora il nostro metodo fa rumore. Aspettiamo. Ma il metodo facciamo alla pratica. Sì, esatto. Esatto. Alla fine il metodo educativo, il nostro metodo che sentiamo i cavalieri prima di dargli Sì, anche il fatto che mi racconta la giornata che abbiamo fatto oggi è una giornata tipo Ok e poi ti passo a lei non lo devi dire tu. Non so dove dire Un'altra cosa la' Non so un'altra cosa dovevi dire? Non mi ricordo. Va bene, ok. Il nostro metodo educativo, in verità E non è che abbiamo proprio un metodo educativo specifico. E nel senso che miriamo sulla outdoor, Quindi stiamo sempre fuori il più possibile, a meno che non grandini non nevichi che qui non nevica, em facciamo fare vi racconto una giornata tipo al mattino arrivano e come prima cosa vanno aspettano tutti, ovviamente, che arrivano, si siedono in cerchio, si salutano e poi vanno a dare da mangiare alle galline. Vanno su, si strappano, l'erba, la mettono in una cassettina, la portano su dalle galline, gli lanciano quest'erba e controllano che sia tutto apposto. Poi scendono, vanno a vedere se c'è qualcosa per merenda. Lotto giorno. Se sono andati a prendere il finocchio si son presi finocchio per fare merenda col finocchio. Ma perché abbiamo un orto didattico esclusivamente per la scuola? Praticamente è perché noi abbiamo del lato terreno dove usiamo i prodotti per l'azienda agricola e non utilizziamo questo terreno. Qua utilizziamo un terreno più vasto, quindi questo qua per scelta l'abbiamo proprio è fatto a mo' di bambino diciamo no. Infatti anche la geometria e l'altro giorno con l'educatore è il maestro elio. Sono andati su, hanno fatto le misure dell'orto, hanno preso le misure per fare un quadrato, un rettangolo, il però siamo sempre fuori. Come e le materie scolastiche si abbiamo le materie, nel senso che seguiamo un programma ministeriale che però piuttosto che fare geografia sul libro eh, magari disegnano prima la regione, poi sono loro, fanno le domande, diciamo che cosa si mangia lì, che cosa si beve? Che gli animali ci sono fatta un pochino diversa, in maniera che gli rimanga un pochino impresso. Lo facciamo molto sul disegno, sullo magari fanno un po' di collage, ci attaccano magari gli animali un po' diverso perché abbiamo visto che questa cosa memorizzano un pochino di più. Infatti anche il piccolo raccontavo quando andiamo in giro ti racconta delle cose che magari i grandi hanno fatto conoscenze e invece quelli bambini piccolini della primaria passano, passeggiano e si vedono un'erba tipo il muschio. Ti spiegano che cos'è ma l'hanno fatto nella lezione delle medie, perché in realtà loro non ce l'hanno nel nel loro programma e quindi i piccolini sono avvantaggiati anche in quel senso lì, perché sanno tantissime cose in piu' è comunque il nostro progetto è fondato sul l'aggancio con la natura bisogna stare il più possibile nel verde e quindi andiamo avanti così mi devi dire qualcosa sul ma ci siamo resi conto che questo tipo di approccio ai bambini ha dato a loro un beneficio immenso sotto l'aspetto proprio di relazionale. Non solo sotto l'aspetto dell'apprendimento. Perché am magari il bambino più piccolo o la bambina più grande fa ancora un errore di ortografia o non si ricorda precisamente determinate cose pero'. Caspita, sanno coltivare un orto. Hanno cioè delle conoscenze pratiche acquisite che io sto imparando con loro. Come per esempio stare in mezzo all'orto o è curare una gallina. Conoscere determinate cose alla loro età è davvero un beneficio immenso. E soprattutto non perdono il loro spirito fresco, puro, libero. Non vengono ingabbiati in schemi, non vengono ingabbiati in etichette, cosa terrificante per l'identità e la personalità di un bambino, no. In più, in questo modo ognuno apprende nel modo in cui gli è più comodo. Lì è più consono rispetto a se stesso. No, chi ha la memoria fotografica farà più disegni. Chi ha una memoria musicale scriverà più poesie. Chi ha una memoria più schematica? Mi viene in mente la ragazza più grande delle medie. Lei è uno schema unico. Ma lei è così L'altra, la ragazza delle medie. Lei è una poesia unica su qualsiasi cosa e quindi ognuno ha il suo metodo. In questo modo riescono a condividerlo senza vergogna, senza sentirsi sbagliati senza sentirsi né più né meno degli altri, ma anzi io posso offrirti questo. Tu puoi offrirmi questo, ok, mettiamo tutto insieme e vediamo che cosa tiriamo fuori, no? E poi è mme. Il beneficio è che sono proprio mentalmente e di spirito davvero liberi liberi non hanno non che non hanno timori, ma li affrontano in un modo diverso. Li affrontano con un po' piu' di leggerezza, cosa che anche agli adulti non farebbe male no, affrontare la vita con con il cuore e non con la mente di pancia e non di testa, cosa che la pancia si dice un po' più stupida perché alla prima impressione no, però è quella più più vicina alla tua essenza, mentre la mente poi ti ostacola con pensieri su pensieri, su pensieri, cosa che il bambino non li percepisce. Se li percepisce li filtra subito, stare in mezzo alla natura gli permette di fare questo e ora magari non se ne rendono conto, ma fra qualche anno, quando avranno in mano davvero la scelta del loro futuro, saranno molto più avvantaggiati. Perché ah, seguiranno già il loro istinto, la loro pancia, mentre magari seguendo un ehm un'educazione diversa la mente ti ostacolati le etichette messe dalla società, un po' ti ti frenano? No e in questo modo riescono davvero a seguire il loro flusso, che poi è quello che ci mette in contatto con le altre persone, con il con l'aspetto più umano delle altre persone. No seguire la compassione e la gioia è quello che davvero sta alla base poi della felicità no, non del del successo sotto l'aspetto della carriera, ma proprio del della felicità, il senso di realizzazione, di felicità assoluta e non quella effimera. Scrive che quando io ho detto che abbiamo fatto degli educatori questa era buona. Posso dire al microfono che una cosa così video sempre che ti insegna te poi che mi parlava delle stelle che che che racconto anche di altre persone nonni che raccontavano delle se questa cosa l'abbiamo detta ma che loro ci sono altri insegnanti e che poi alcune magari alcune elezioni alcune guardi che c'è un rapporto anche con la con la ma si può dire quanti insegnanti ci sono e poi anche al vecchio modo è una cosa che mi ha già dal primo giorno ho sempre detto io sono vale maestra vale io sono vale, siamo in cinque in totale io, te, Giampietro Strada e se non siamo insegnanti, però ognuno vabbè Gianpietro era un'insegnante comunque del che però uomo, è pazzesco. Sì, però almeno così ci sono anche no, il nostro progetto. Stiamo stiamo collaborando in cinque persone che non siamo insegnanti. Non ci piace che ci chiamano insegnanti ehmm siamo tutti un una peer education. Quindi un'educazione alla pari a noi impariamo da loro, loro imparano da noi è ci sono io che mi occupo di abbia faccio fare il francese perché sono madrelingua francese. Ce la valle che più per italiano inglese è perché ho avuto esperienza comunque in Inghilterra Londra e abbiamo un nonno che elio e lui è un giornalista e un musicista, un artista e ovviamente gli fa arte musica gli fa costruire le casette. Abbiamo un'altra mamma che la mamma che praticamente siamo partiti insieme con l'idea del progetto e lei è una naturopata, sta studiando per finire naturopatia, eh? E lei, anche se occupa comunque di farvi chiudere le piante, gli fa un po' di geografia. Gli studia un po', gli spiega bene come funziona. Comunque le anche le erbe officinali gli parlava l'altro giorno quindi e poi c'è questo signore che si chiama Gian Pietro, che lui ci ospita nella sua fattoria didattica. Una volta a settimana un appuntamento fisso è dove li fanno la pipì perché ha tanti animali dalle dalle galline altissime una gallina piu' grande di più alta d'europa non mi ricordo più alto d'europa che arriva qua praticamente ai pantaloni e poi a un come si chiama il porcellino. Come si chiama il cinghiale? Otto bobo ma non sappiamo non mi ricordo un una specie di cinghiale che si chiama Bobo e fa per terapie bimbi e un sacco di animali e quindi una volta a settimana andiamo lì. I bambini sono felicissimi e perché sono lì, proprio in mezzo agli animali, dando a mangiare e poi anche lui comunque molto bravo nei rapporti relazionali e quindi magari gli fa fare dei giochi sulle emozioni, su un'altra volta anche gli ha fatto fare un giochino che erano tutti vicini e uno si metteva magari sulla fronte una parola con una sensazione un'emozione triste dove vai? A fare la persona triste. Gli altri bambini dovevano capire e quindi abbiamo visto anche le difficoltà a capire. Comunque quando uno è triste e felice, malinconico la difficoltà di ascoltare e di capire l'altro. Puntiamo molto su questa cosa. In effetti, sulla autostima sull'ascolto dell' ltro su la crescita personale Noi la chiamiamo vera educazione scuola parentale. La chiamiamo in tutti i modi. Ma il nostro vero grande obiettivo è che crescano delle persone. Egli cresca l'anima perché secondo noi l'anima ormai ce la stanno un po' mettendo sotto i piedi. E quindi vorremmo che vorremmo veramente avere delle persone motivate, delle persone che credono nei propri valori, delle persone che hanno il coraggio. Quando c' è qualcosa che non va di reagire. Questo è il nostro obiettivo principale. L'ho detto bene. Assolutamente si' ascoltami. Si' Ehm come due medie ce l'abbiamo Prossimo prossimo. A settembre avremo delle iscrizioni di altre persone che fanno le medie quest'anno che verranno perché non si sono trovati bene il microfono Si', ma non subito. Okay. Il nostro prossimo obiettivo Vabbè, sarà puntare alle superiori, in realtà. Perché le medie? Già abbiamo due ragazze. Una di prima media, uno di seconda media. Abbiamo delle iscrizioni per settembre, sempre per le medie. È perché ci raccontavano queste famiglie. Le abbiamo sentite solo per telefono. Ancora devono venire a vedere comunque la struttura a vedere quello che facciamo. Ovviamente ci hanno raccontato che i ragazzi delle medie e hanno avuto delle grandi difficoltà quest'anno sia per la dad sia per la socialità e sia perché comunque le insegnanti non riescono, fanno Allah dad, non riescono comunque ad ascoltare i problemi di questi ragazzi, ma perché comunque non penso che non ci sia il tempo non si sentono da soli, è addirittura una mamma. Mi raccontava che la figlia per la prima volta l'ha dovuta portare da una psicoterapeuta perché ha avuto delle gravi conseguenze. Comunque da questa dade, da questa non socialità alla fine e quindi abbiamo moltissime richieste per la media eravamo pensavamo di averne di più per la primaria perché pensavamo, non sapendo che magari alle medie sono più grandi i bambini più grandi che aggiustano da soli. E invece no. E invece i bambini più grandi. In questa situazione qua abbiamo visto che hanno avuto più problemi di quelli piccoli e quindi ci aspettiamo che a settembre comunque le iscrizioni le faranno già adesso entro maggio. A settembre ci saranno piu' bambini delle medie. E poi se si continua con questa situazione, se la scuola comunque non cambia o io adesso ho una bambina in seconda media, non possiamo fare la terza media. Gli ho già detto se continuiamo così la prima superiore mi sa che la facciamo in qualche modo. Anche perché perché vediamo troppo che li chiudono, non vengono ascoltati. L'obiettivo è quello, devi imparare quello appunto no, nel mio tempo non riesco aspetta, lo faccio dopo. No, è troppo schematico, escono troppo e quindi che c'è anche da considerare l'aspetto del voto? No, è un aspetto che il ragazzo patisce sia dalla dalla prima elementare alla quinta superiore, l'obiettivo al voto. Non è quello che io ho realmente appreso è mme. Per esperienza personale il voto è sempre stato l'obiettivo finale. Sei Andava bene così, no invece. Tutto quello che ho imparato l'ho imparato dopo la scuola. Io vorrei proprio dedicarmi a loro con l'obiettivo che gli anni che dedicano alla loro istruzione ed educazione sia gli anni in cui loro apprendono il più possibile per poi dedicarsi a ciò che è loro davvero sogno. Cosa che fanno in realtà anche adesso, perché comunque vanno sempre se su quella strada lì però si dedicano anche a cose che magari ora non piacciono tantissimo. Chi è più portato per il disegno di piu'. Per l'italiano la matematica però si vanno a toccare tutte le sfere, anche quelle un po' piu' scomode, però senza un voto, senza mettere dei podi. Quindi tu sei il primo. Tu sei l'ultimo perché lui ha fatto bene. Tu hai fatto male? No, se lui ha fatto bene, tu hai fatto male. Mettetevi insieme, cercate insieme di trovare il modo per imparare l'uno dall'altro perché siamo di nuovo lì. La chiave non non aumentare le differenze, ma ridurle. Perché se continuiamo a scavare questi solchi fra le persone, ognuno si troverà sul proprio isolotto prima voi e l'umanità svanisce. Invece dobbiamo proprio cercare di avvicinarci? Anche se io prendo cinque in italiano e dieci in matematica? Tu sei il mio esatto posto e saremo compatibili. Probabilmente. Quindi potremmo anzi aiutarci ancora di più. È un aspetto per le medie. È molto importante il fatto che loro stanno mettendo davvero i primi mattoni per la loro la loro carriera, il loro lavoro, il loro futuro. No, non oso immaginare quello che stanno passando in questo momento a avere un'istruzione da casa o non essere ascoltati, soprattutto perché sono in quella fase in cui loro nemmeno sanno che cosa sta succedendo a loro stessi. No, non essere ascoltati. Penso che sia la cosa più atroce che un ragazzo dai undici, dieci, undici anni hai quattordici possa anche più là possa avere in questo momento. E è fondamentale che l'ascolto sia la base, ma ascoltare davvero non solo sentire le parole, ma sentirle percepirle nel nostro cuore é davvero donare loro ciò che abbiamo dentro e non la prima frase che ci viene in mente. No, rimanere in silenzio ascoltare è molto importante. È una cosa che noi stiamo cercando di insegnare a loro. Dedichiamo almeno venti minuti ogni giorno alla fine della mattinata, proprio con l'obiettivo di Ok, riflettiamo sulla mattinata. Volete dire qualcosa? Come state? Come vi sentite? Cosa vi è piaciuto? Cosa non vi è piaciuto? Molte volte noi stessi educatori ci facciamo un'auto esame di coscienza che stamattina ma domani miglioriamo. Va bene come inventiamo? Ce l'ho adesso che ci cerchiamo di stimolare l'uno con l'altro con una base di ascolto. Perché sennò non non che non che non c'. È progresso senza ascolto ed è ed è fondamentale. Okay, guarda. No, no che voi Bio education, se posso. Ah, no, Per me eh? Evita è diverso. E che tutto ciò che ho avuto prima non è non era vita. Ma questo per me è vivere perché ho una stanchezza soddisfacente che è fondamentale. Sono soddisfatta. È gioia vederli crescere in questo modo. Così è così bello, così puro. Così davvero emozionante, no? Senza senza altri fini, senza scopi secondari. No, è così. Com'è semplicemente trasparente. E è importante che anche loro lo sentano. Che anche loro percepiscano dentro di noi questa trasparenza. No, perché noi continuiamo a mettere acqua al nostro mulino. Continuiamo nelle nostre vite. Da da mamma, da da nonno No, Continuiamo a mettere acqua al nostro mulino E se mettiamo acqua putrida prima o poi torna a galla. Noi continuiamo ogni giorno grazie a loro ha davvero mettere dentro il nostro mulino Acqua pura, fresca da sorgente. Ed è quello che continuiamo poi a dare a loro. E loro non lo sanno. Ma continuano loro a darcelo tutti i giorni. Ed è quello che mi fa dire questa vita. Perché no? Non sono bloccate in un'etichetta. Non siamo bloccate in un meccanismo senza Non so come, non siamo chiusi in una scatola. Siamo all'aperto ormai è vero, siamo No, è verissimo. Siamo siamo una famiglia, eh? Ma amo io li chiamo amore. Li chiamo cuori perché per me son quello. Io sono sempre stata un'idea che ho amato tantissimo nella mia vita, in modi totalmente diversi da non poterlo descrivere. Ognuno di loro rappresenta questo un legame essenziale da dove imparare. E tra di loro è così. A me interessa che lo sia tra di loro, no? Che quando avranno la mia eta' diranno Ma forse qualcuno un giorno mi ha detto Non importa che si ricorderanno il mio nome, ma quello che abbiamo costruito. Questo è lo scopo principale. Anche se dovessero dimenticarsi del mio viso, non importa. La cosa importante è che siano persone compassionevoli, che crescano davvero con il cuore puro. Questo è l'obiettivo davvero finale l'esame che lo passino, non lo passino. Non che non che non me non ce ne frega niente, ma preferisco che ci mettano un anno in più, ma che abbiano un cuore che trabocchi di bontà e gioia. Questo è penso anche per un genitore sia la cosa più importante. Ehm si' a me questa esperienza mi ha dato la conoscenza di famiglie veramente spettacolari, famiglie umane e questi bambini ci danno comunque se la gioia di vivere e sono molto molto sono loro i nostri insegnanti, secondo me, perché ogni giorno io stessa imparo qualcosa anche io. Magari ci sono un pochino meno no? Come educatrice, però tutti i giorni mi ha dato una crescita personale. Perché tutti i giorni e un pezzettino, un pezzettino, un pezzettino Impariamo tantissimo, impariamo tutti insieme. E per quello che mi piace chiamarla comunque un'educazione alla Barry. A che no, va bene quella bellissima c'è qualcosa che non vi ho chiesto. Che volete? Ma che non diamo voti. Lo abbiamo detto no? Voti? Assolutamente no. Registrino voti? No, noi interrogazioni, Verifiche? No, se ehm non che verifichiamo che sanno? Senza le verifiche. Esatto. Se ne accorgono Cacce al tesoro, Indovinelli Ci sono, eh? Mi sembra che abbiamo Non posso. Tutti argomenti? Secondo me sì, Io Vuol dire questo il senso, vero? Beh, verifichiamo senza verifiche. È una anzi, la cosa ma pazzesche che non trattano solo italiano, matematica, scene. Ah, sì, Scusi. La cosa pazzesca é che non trattano solo le classiche materie scolastiche, ma naturopatia. Io l'ho scoperto. Adesso loro hanno neanche quindici anni e già tutti sanno cos'è. Già. Tutti sanno i benefici della natura. Già. Tutti sanno riconoscere le erbe man mano che camminano. Hanno la possibilità di auto correggersi di davvero auto comprendersi. L'ho. Davvero appresa questa cosa, eh? No. Ok. Mela riguardo Ok, lo richiedo. Ok. Ne parlo con i miei compagni. Il fatto che riescano a verificare senza verifiche è pazzesco perché non denuncia stress, non c', è ansia E soprattutto un apprendimento autentico. Perché non imparano a pappagallo solo per l'interrogazione solo per la verifica. Imparano per la loro vita, per la loro crescita. E è una cosa che abbiamo messo in chiaro subito. Non ci sono registri, non ci sono voti, non ci sono interrogazioni programmate o ogni tot pagine tot di questo non usiamo libri didattici. Magari li abbiamo noi educatori, giusto per avere delle linee guida, ma così li guardiamo, magari prima di venire, giusto per almeno avere una linea. Ma non ci sono libri su cui loro studiano tutti i giorni. Hanno il loro quaderno dove collezionano tutti i tesori che ogni giorno arrivano e scoprono da soli. Questo ed è un modo di apprendere, come dicevo, autentico, perché la nostra memoria si imprime di questi di queste nozioni e non sono solo nozioni passeggere. Io userei chiedere a tutti i genitori cosa ricordano delle del della del periodo della scuola, io che sono uscita non troppo tempo fa, poco onestamente e con loro, e preparandomi anche a questa esperienza, appunto perché ho imparato nel benessere tutto quello che so ora perché ho un'esperienza di vita concreta. La prova concreta è la prova fondamentale. È inutile studiare la letteratura se poi non non ha un riferimento nella tua esperienza. No, perché sono solo parole che ti occupano del tempo, delle energie, ma che non ti danno in realtà nulla di concreto in questo modo qua loro riescono a studiare Dante anche alle elementari, senza sentire il peso di un autore del milleduecento che oddio non è così semplice, ma con naturalezza riescono a percepire espressioni, equazioni con la loro vita. È questa la cosa importante l'ultimissima che cos'è secondo voi italia che cambia, non il nostro progetto. Ah sì, dovete parlare un'interrogazione a proposito interrogazioni noi ma cosa vi fa pensare questa parola veramente libero per me tagliare in cambio vi chiedo solo di iniziare la per me Italia e cambia immaginazione. Quello che è benissimo vado io, vai tu vuoi andiamo esatto in una frase per me Italia che cambia speranza è compassione, gioia è umanità. È un'italia che si basa sulla rivoluzione umana di ogni singolo essere umano, sulla trasformazione interiore di ogni individuo dal contadino alla persona che lavora in borsa, ha la commessa del supermercato al camionista. Chiunque entri in relazione con con esseri umani che riesca davvero a concentrare le loro energie sul sull'amore, sulla compassione è questo per me. Grazie a voi per me l'italia che cambia è vedo un'italia verde nella natura libera, libera di esprimersi, libera di dire quello che pensa e un'italia piena di italiani che comunque italiani e non, ovviamente che liberi di scegliere se non lo dico io. la parola interrogatorio. Hai capito bene dunque nel sottopancia come il volo sottopancia quando il tuo nome e cognome sotto il cestino il salotto group sa bene, ma che e sulla verità ci sarà un video da cinque minuti circa tre cinque sette approfondimento é un integrale però tutto integrale tagliato con le varie parti che approfondisce, vuole andarci perché da un po' abbiamo a disposizione anche all'integrale ci andiamo se pubblichiamo i dieci che nessuno però la due così comodi approfondisce il corto che la chiesa partito che vorrebbe dire che piu' in fondo di fregare così sono tutti contenti lei ti chiedo di guardare nemmeno la okay sì, sì okay e poi vediamo è il nostro che la voce del montaggio, cioè solo qualunque chiedo di ripetere il soggetto quando faccio la domanda, cioè che cosa sarà? Sarà ok però tanto lo faccio venire non ti preoccupare in persona queste due cose, ok? Guarda, lo comincerei da e la un po' dalla presentazione come nasce saro'? Racconto sempre io ho accolto Sì, praticamente se mi racconti un po' dove siamo collocati geograficamente dove una serie di salute come nella storia dell'azienda e spero spero di non allargare troppo io non vai da quando voi più una taglia noi siamo al contrario degli altri in modo che possiamo forse quando quando voi ci disse dove adesso allora siamo a marzo le nell'azienda star otto group è io sono il l'amministratore della salotto è l'azienda. Si occupa di costruzione di case a basso consumo energetico con un sistema costruttivo prefabbricato. Ha una divisione legata al commercio di materiali edili e piastrelle sanitarie. Quale l'azienda nasce negli anni sessanta con mio papà che aveva l'impresa edile è in ha avuto poi diciamo l'integrazione nel settanta come il la parte commerciale di materiali edili. Oggi facciamo parte di un gruppo consorziata denominato CAE, con oltre venti magazzini negli anni ottanta, a seguito di un'esperienza che fece ricorre in questi anni in questo periodo il quarantenne, quarantesimo anniversario del del terremoto in Irpinia, il comune di Nardole. Lui era assessore, decisero di fare una equipe. É come volontari andarono in in un comune designato dalla protezione civile per realizzare una casa prefabbricata che acquistarono come comune e come gruppo di volontari di artigiano artigiani costruirono questa casa. Al ritorno scaturì l'idea di mio padre di realizzare, intraprendere un percorso di costruzione di case prefabbricate, sperimentò subito una muratura, è già nel ottantuno, fece la prima casa prefabbricata e seguirono le varie altre case, fino ad arrivare oggi chiaramente con tutta una evoluzione del sistema costruttivo. Oggi il sistema costruttivo si chiama clima sismico a tutta una serie di caratteristiche e peculiarità che lo rendono un sistema efficiente e sicuramente interessante. Volevo girare delle immagini che conosceva cos'è come è nata la ditta e poi approfondite cosa fa? Cosa c'è dall'altra parte? Diciamo sia nello show il senso cosa da parte di della vendita dei materiali, delle piastrelle che corti? Che vuol dire andata in azienda? Continua magari siamo la parte piu' recente anche di case passive. Ok, quindi racconto su quella parte del sì vabbè come domanda ti posso dire come sia tutta l'azienda per quanto riguarda il discorso non ma com'é collegato a sarda ex no, solo virtuale dell'attività guarda ragazzino si' quando ero la parte commerciale legata ai materiali edili ha sviluppato anche una parte legata piastrelle e sanitari rubinetterie dove siamo dotati di uno showroom con la presentazione di tutti quelli che sono i prodotti di finitura della casa in questo eh? Mi fermo perché si è sì no, perché sta? Stavo parlando di me. Mi mi veniva spontaneo parlare di Sardex. Poi Pero' ha detto Non è non è il momento giusto. Forse Stella te la giochi, eh, sì, stavo pensando Cosa poter dire Sono legato a quella parte lì. Ehm magari già nel tuo ufficio la si'. Va bene. Ok. E bevi qualcosa? Guarda, io passerei direttamente un po' al discorso del famigerato. Come siete passati poi a un Puoi far svagare un certo tipo legato a pensare Cosa ne pensa a casa? Aspetta, parto. Da dove parto? Da casa. Cos'è una casa passiva. Devo devo farlo. Come? Come sei passato dalla fabbrica? Bisogna passare. Abbiamo faticato internazionale. Allora l'evoluzione è stata un certo momento di quello di proporre delle case ad alta efficienza energetica. Questo nasce da un progetto particolare con denominato bio casa. É la casa in cui siamo in questo momento. Questa casa aveva l'ambizione di essere una casa a emissioni zero. Costo zero digestione. Poi in realtà impatti zero non esistono. Ma è il era finalizzata a sfruttare tutta l'energia presente nell'ambiente e soprattutto quella l'energia solare, sia in termini attivi che passivi. Questa esperienza nacque e questo progetto nacque da Un'esperienza che feci nel duemila e cinque in una vacanza in Germania dove il fotovoltaico era già in largo uso. Cosa che in Italia in quel periodo non era ancora assolutamente ho utilizzato minimamente emma il il progetto è ha come peculiarità quello di avere la massima captazione solare, quindi attraverso una falda rivolta a sud con l'inclinazione a trentacinque gradi. Quindi il progetto nasce proprio da da sfruttare da da una linea che è quella del dell'inclinazione ottimale, la perpendicolare ai raggi solari tra il solstizio estivo, il solstizio invernale, questa falda e poi diciamo migliorata come captazione da una parte orizzontale che concentra i raggi solari e questo fotovoltaico è, diciamo, la parte che alimenta come energia la casa. Ci sono poi altre cose che contribuiscono a dare efficienza all'edificio e da una parte sono l'energia passiva data dalle vetrate sempre a sud e dall'altra è dato dal rapporto di forma dell'edificio, che è molto compatto e a nord praticamente il diciamo l'inesistenza di avvocatura di serramenti e addirittura fu pensata un volume, fu pensato a un volume tampone per ridurre quelle che sono le dispersioni eterne che sul lato più freddo dell'edificio è questo se questa questo progetto fu un progetto che parte abbi pazienza se è adattato. Tagli si è questo progetto lo presentammo ad un bando regionale che fu accolto e la la bio casa divenne o una casa s espositiva e è per per la stessa regione Piemonte e lasciandola a disposizione per due anni per la regione, proprio come esse testimonial di casa ad alta efficienza energetica. Sicuramente questo passaggio di di innovazione ci diede la spinta per realizzare nuovi progetti di ricerca, cosa che poi abbiamo portato avanti negli anni successivi. Chiedere cosa ha una casa passiva intanto definita a seconda dei parametri, deve consumare meno di kilowatt metro quadrato hanno vuol dire un litro e mezzo di gasolio all'anno per ogni metro quadrato. E questo è il parametro, non lo definisce, ma la casa passiva nasce da da un primo progetto un'esperienza che venne fatto nei paesi del non ricordo. Se Svezia, Norvegia, dove fu fatta su una barca che praticamente era molto coibentazione, praticamente aveva. Non aveva necessità di riscaldamento perché l'energia presente solo per Ivy quelli che vivevano all'interno, non aveva la necessità di avere una combustione o dell'energia prodotta per tenere il calore all'interno. Quindi fondamentalmente una casa che ha vive quasi di energia propria. Okay, per spiegare il senso della vita no, il capitale all'esterno giusto? Se é qui, allora il di per sé la casa passiva ha un basso consumo energetico, quindi ad avere un involucro molto performante. Dopodiché è chiaro che se io la poca energia che possa avere bisogno perché all'interno della casa o dei delle apparecchiature tecnologiche da essere il frigorifero a essere quella la piastra, che in questo caso a induzione o tutte le parti che contribuiscono a all'illuminazione, che contribuiscono quindi a dare l'energia per gli usi domestici, se viene tratta da fonti rinnovabili, in questo caso dal fotovoltaico e tutto diciamo un costo che viene a eliminarsi i am volevo un approfondimento su questa attività. Cioè avete fatto questo modello mettiamo che come un modello se religiosi come insomma nel corso degli anni e poi veder insomma vedere approfondito quali sono state le altre attività che ci siamo svegliati del biogas, se ci vuole portare voi abbiamo facciamo quello che fate voi fino ad oggi. Allora devo dire che la bio casa, nata come progetto, rimase per un po' di tempo, quasi una cosa sperimentale non utilizzata è dopodiché sempre di più sia per una questione di evoluzione delle normative, sia per una questione del diciamo della sensibilità delle persone, è diventata un qualcosa di piu' attuabile e più richiesto dalla committenza. Siamo partiti in una prima fase dove le cosiddette bio case erano realizzate in minima parte e quasi tutte le case che realizza vam o per una questione di costi per una questione di forse mentalità erano più in qualche modo tradizionali per arrivare ad oggi, il dove le case che andiamo a realizzare sono tutte con classificazione energetica in a quattro, comunque di alta efficienza energetica, con tutti le gli isolamenti e gli impianti tecnologici come la mia casa. Ecco, e oggi questa attività è l'attività principale azienda rotto col proporzionale rispetto a quello che rispetto a quello allo scopo per la costruzione delle case prefabbricate all'attività prevalente è diciamo che la parte commerciale è una parte più marginale che in qualche modo si collega e si completa, perché poi ovviamente la stessa realizzazione delle case, la necessità di materiali e quindi diventa in qualche modo anche un'integrazione devo dire che l' attività delle case ha avuto poi tutta una sua evoluzione anche a livello tecnologico. Per quanto riguarda il sistema costruttivo. E questo, come dicevo prima, grazie a così, allo stimolo ricevuto da fare innovazione che vedi dall'altra parte un recepimento da parte dell'opinione pubblica ti stimola a voler cercare sempre di migliorare il prodotto. E in questo devo dire che nel corso degli anni abbiamo è fatto un'evoluzione del sistema. Il sistema costruttivo che all'inizio non aveva un vero e proprio nome è arrivato a a oggi si, il nostro sistema costruttivo si chiama clima sismico con la k la o finale che stanno a indicare il kappa zero, cioè la ricerca di una filiera corta. Da una parte poi l'efficienza del climatica dell'edificio e le caratteristiche antisismiche che lo stesso edificio a per fare tutto cio' il sistema delle caratteristiche. Posso andare in tv a raccontare che vuol dire quali sono? Le si collega al discorso anche sì, la riuscita la sua domanda dopo no vabbè, può subire nella nella nella ricerca di una filiera corta. Questo è sia come acquisizione di merci e sia nell'ambito del territoriale dove operiamo, nelle costruzioni nell'acquisizione. Chiaramente facciamo attenzione e di acquisire i materiali più possibile a livello locale è poi è chiaro che alcuni materiali non si trova, non trovandoli in loco si' si accede dove sono. Questi sono disponibili, ma comunque un'attenzione di questo tipo, cioè assolutamente e a livello di diciamo, di prestazioni di fornitura sul mercato. E noi abbiamo fatto una scelta ben precisa, non di essere che ne so, sul l'intero territorio nazionale, ma di delimitare un'area ben definita che non supera il centottanta duecento chilometri l'abbiamo proprio individuata geograficamente, è presente anche sul sito internet e li operiamo costruendo, commercializzando, costruendo e dando il prodotto finito. Oltre questa distanza abbiamo creato dei una filiera con dei partner che sono satelliti intorno alla nostra zona è che arriviamo intorno ai trecentocinquanta chilometri circa e questi sono presenti appunto, come dicevo nella nella liguria occidentale, in toscana. Qui è per arrivare alla toscana, in lombardia e così tutto intorno a noi eh che credo che anche li' ci siamo dati una terra terry territorialità massima proprio perché la maggior distanza contribuisce da una parte a fare più emissioni dovute alla mobilità, al trasporto delle materie prime e dall' altra c' è da dire che quando si opera in distanza maggiore anche la qualità del prodotto ne risente perché sia meno il monitoraggio della situazione dell'esecuzione dei lavori e quindi è crediamo che in un ambito più distante, quello che possa essere fatto e la circolazione di idee. Quindi la cessione al limite del know-how e non tanto de di materiali. Quindi il progetto che vorremmo sviluppare in futuro e quello di approcciarsi con aziende del nostro settore per proporre la nostra tecnologia. Leggo che una volta aspetti tecnici che mi vuole approfondire la domanda che stavo pensando alle altre cose che adesso ti dico il limite. Devo parlare degli aspetti del sistema costruttivo con i il muro, come fatto quello squalo arrivare. Dimmi tu quando e come si viaggia da subito. Infatti devi passare. Ok, Ok. A questo punto chiederei sì a diventare proprio sulla parte della tecnologia, nella parte di innovazione, tecnologia, perché è collegata e mi interessa qualche il discorso della conoscenza. Questo diciamo prima per il tuo discorso. Ok. Al tecnico. Ok, approfondisce. Ok. Il nostro sistema costruttivo clima sismico è costituito da più elementi costruttivi. Ma l'elemento chiave del sistema è il tamponamento l'elemento di chiusura de dell'involucro edilizio, il cosiddetto involucro opaco, cioè le pareti esterne. Queste pareti hanno un'alta efficienza energetica, insomma, a taglio termico, e sono pensate in modo un po' particolare. Come ho accennato in precedenza, la nostra azienda nasce dal così dall'evoluzione di un'impresa edile, la classica. Quindi il nostro sistema costruttivo è un po', un ibrido tra la costruzione tradizionale e il prefabbricato, in quanto la struttura e a telaio, cioè la struttura vera e propria, e sono dei pilastri realizzati in opera in cemento armato e la parte di prefabbricata di tamponamento e la porzione interposta tra pilastro e pilastro. Quindi il nostro sistema prevede l'ingegnerizzazione del progetto attraverso la scansione dei pilastri, quindi la produzione delle pareti che hanno una dimensione tale che è la lunghezza tra pilastro, pilastro. E queste pareti hanno delle caratteristiche sicuramente innovative, che sono da una parte il la ehm l'innovazione, che consente il passaggio degli impianti senza doverli prevedere prima o senza dover fare delle tracce in opera per poterli far passare. Questo è un brevetto che realizzammo circa una decina di anni fa perché prima le nostre pareti venivano fatte andando ad inserire in sul Cassaro quello che erano le scatole e tubi dell'impianto elettrico, previo progetto con lo studio degli arredi. Il passaggio che fu fatto una decina di anni fa e quello di aver creato questo muro che ha una superficie a rilievi con dei bassi rilievi atti ad accogliere il passaggio degli impianti. Questi rilievi sono in verticale ogni dieci centimetri e in orizzontale all'altezza delle prese é all'altezza degli interruttori. Questo consente in loco di fare tranquillamente tutti gli impianti, come si pensa e quello che si vuole inserire, integrare e con estrema libertà. E questo ovviamente rispetto a una muratura classica vuol dire non fare delle tracce, non fare dei rifiuti, ridurre dei tempi e ridurre i costi. Non alterare le caratteristiche caratteristiche chimico e fisiche più che chimico della muratura con le sue caratteristiche termiche che la parete viene poi finita in loco. Il cantiere attraverso il placcaggio di una lastra di cartongesso che non va a coprire quelle che sono le tutte le tracce, i passaggi sottostanti, ma lasciandole libere, quindi anche in futuro la variazione che uno così potrebbe fare per l'integrazione di impianti è possibile perché tutta questa trama sottostante rimane libera e l'altra caratteristica della muratura è quella del nodo pilastro parete. Come ho accennato, all'inizio la nostra parete interposta tra tra pilastro e pilastro, con la dimensione della lunghezza che è interposto tra questi due spazi il nodo che fermo un attimo per Tosi Ah sì, sì, sì. Il nodo che abbiamo tra il pilastro e parete è un nodo particolare perché consente la correzione del ponte termico e soprattutto crea un nodo elastico e quindi? Quindi non va in risonanza. Pilastro e parete in caso di accelerazione sismica in una situazione classica, il pilastro che un elemento rigido in aderenza a una muratura in laterizio classica, se non è the solidarizzato a questa imprime in caso di accelerazione sismica imprime degli e degli sforzi e in il cosiddetto effetto martello, andando a rompere quello che la muratura è staccando la da da quello che è la sua posizione dando il rischio di incolumità di incolumità. E ho detto una cazzata è è creando il rischio per gli abitanti della casa per il crollo della muratura all'interno o all'esterno è nel nostro particolare giunto la parete a questo giunto elastico in più è trattenuta, quindi non c'è il rischio che questo avvenga scollarsi se poi guardando su di te possono secondo me poi c' è la parte interessante dell'evoluzione che ti raccontavo. Volevo farti la domanda dicevo e a come lo vedi l'evoluzione di questo progetto magari magari che quali sono gli obiettivi futuri su questo? Il nostro sistema costruttivo, sicuramente delle caratteristiche sostenibili, perché abbiamo fatto sia l'analisi del ciclo di vita della nostra muratura, però ha un però utilizza ancora una componente che di origine sintetica. É questo il passaggio che vorremmo affrontare per una transizione all'utilizzo di materiali di origine solo naturale. Il progetto è ormai portato avanti da circa quattro anni, anche in collaborazione col Politecnico di Torino, con la facoltà di architettura, sia con delle tesi di lauree e sia con dei dei progetti di ricerca dedicati e in il pensiero è quello di rendere la parete non più come oggi è una parete sandwich è costituita da una stratigrafia di materiali diversi con un' intercapedine di materiale sintetico, rendendolo una muratura omogenea mono materica con l'utilizzo di un legante naturale. È con una componente di scarti agricoli per che diventa una sorta di inerte e con una parte d'aria attraverso l'espansione appunto del con delle schiume naturali, per alleggerire quindi rendere qui ben te questa parete, chiaramente diventando mono materica, sia sia una facilità di dismissione finale del prodotto, oltre a garantire tutta una serie di performance della muratura all' isolamento termico. Una buon comportamento per l'umidità resistenza al fuoco é assolutamente riciclabile alla fine del ciclo di vita e questo è sicuramente un obiettivo che vorremmo. Vorremmo cercare di raggiungere nel più breve tempo possibile. Appunto. Sono già quattro anni che ci stiamo lavorando con sperimentazione con vari materiali. Oggi siamo vicini a questo obiettivo, i vari il segnale del fatto che puo' essere condividere conoscenza ok, quindi faccio cenno qualcosa su per il suo no su sardegna o no, si è collegato, sarà bene tenerlo a sì no, che effettivamente io avevo contattato uno di della Sardegna che hai scritto a Sardex ok no, facciamo dopo, eh, ma ieri questa sì, siccome magari avete tutta questa attività si nell'ambito della conoscenza della nostra tecnologia. Ok qua se vuoi approfondire un po' dicendo fatto perché volete condividere la conoscenza e se volete eh, il sovraffollamento, il questo sistema credo che avrà sicuramente dei risvolti molto molto interessanti e positivi, anche perché, rispetto ad altri sistemi dalla parte sua, oltre ad avere il fatto di avere dei materiali naturali, ha anche la caratteristica di essere dur, abile e non attaccabile da micro organismi parassiti o marcescente zé, proprio perché non ha delle parti e soggette appunto a rischio di so che è e il quindi il sistema così pensato con tutte le caratteristiche innovative del passato e presente che andremo ad attuare, sicuramente si rende interessante ad essere anche così diffuso ad altri, ad altre imprese, ad altri soggetti. Credo che sia interessante non solo trasportare merci e conquistare nuovi mercati, ma far circolare le idee. Quindi sicuramente mi adopererò per avere dei contatti, per trasmettere il ad altre imprese, ma non con delle royalty, non con dei grandi introiti, chiaramente pagando quello che può essere la prestazione e la consulenza per arrivare ad avere la diciamo la la possibilità di realizzare e replicare il prodotto come stiamo facendo noi. Ehm è ormai sempre che mi interessa il tuo percorso per una sensibilità molto forte sui temi legate all'energia dell'efficienza energetica all'economia circolare ma che il fatto che sei molto sensibile che cresce vuoi portare un po' d'uva buona esperienza all'interno come come li e cresce. Grazie per questo vai come la montagna con il tuo lavoro l'interesse per la sostenibilità ambientale. Probabilmente da una parte una ce l'ha un po' innata, sicuramente perché noi tutti abbiamo degli interessi che sono personali, magari derivano anche da esperienze fatte o dal da quella che è stata la testimonianza di chi ti ha preceduto, di con chi hai conosciuto e sicuramente ha influenzato il mio modo di pensare, di vedere le cose. Quindi questo interesse c' è sempre stato e in qualche modo sia nell'ambito così privato della di fare attenzione. Non so dove butto un oggetto rispetto a un altro, quindi cercare di avere un'impronta ecologica più ridotta possibile e dall'altra. E ho cercato di applicarlo all'interno di quello che le attività dell'azienda, perché credo che ognuno debba fare la propria parte, che sia un privato, che sia un'azienda, che sia un'istituzione un'amministrazione un organismo politico. Tutti dobbiamo contribuire a questo cambiamento. Sicuramente un condizionamento importante che ho ricevuto è stata la conoscenza del movimento della decrescita felice. Conobbi il movimento circa dieci anni fa, anzi, lo conobbi direttamente con il leader, il fondatore del movimento della decrescita Maurizio Pallante, e fui folgorato da queste idee, da questa intuizione e in qualche modo, devo dire, anzi, lui stesso mi disse eh, io ho cercato di mettere solo in ordine quello che molte persone avevano già nel loro animo e questo mi ha mi ha dato in senso positivo, però mi ha mi ha organizzato un po' mentalmente le le cose e quindi ancora oggi seguo e faccio parte di un circolo che abbiamo poi costituito ad alba, dove io vivo e e quello sicuramente è stato un momento, è stato un qualcosa di importante per la mia crescita si'. Poi ho visto delle foglie pannelli che l'auto elettrica suoi parlare di questo e la nel come dicevo prima nell'azienda ho cercato e stiamo cercando di ridurre al minimo l'impronta ecologica, quindi attraverso la l'autoproduzione di energia, quello di recuperare degli scarti e farle diventare magari il secondo prodotto. Quindi ridurre quelli che sono i rifiuti è quello di recuperare le acque, cosa che facciamo attraverso una vasca dove viene rimesso nel ciclo produttivo quella di riutilizzare degli elementi. Nascono dallo scarto del getto giornaliero creando dei cubi che poi servono per il consolidamento di terreni o cose di questo genere e per arrivare poi a quella che è anche la mobilità. Noi, avendo un impianto fotovoltaico di circa chilometri in azienda è inevitabile pensare a quello di sfruttare al meglio tutta l'energia, quindi già a partire dal duemila e sette quello che erano dei carrelli dei muletti che erano a gasolio, li trasforma mammo in carrelli elettrici. Tutto quello che era il sistema di riscaldamento degli uffici dello showroom che erano a combustibili fossili e li trasforma mammo con pompa di calore e c'era. Ed è inevitabile pensare anche alla mobilità del per lo spostamento e e quindi il mio passaggio è stato come prima cosa prima cosa recente è quella di avere un'auto elettrica con il punto di ricarica per le auto elettriche ed è in progetto quello di a sostituire alcuni mezzi in che sono a gasolio i mezzi elettrici. Chiaramente una transizione lenta è che va fatta in modo graduale, anche con le disponibilità. E Quan Tltro però è un progetto a cui stiamo mirando e stiamo puntando. Parlavamo totale negazione, i bonus su quel bonus quali sono le attività svolte? Registrare interessa anche quel discorso, la memoria di tre si' come inizio in che modo? Come replicano? Come nel senso tanto è il picco della minaccia. Ok il bonus Ok. La nostra società, a seguito degli ecobonus che sono nati recentemente, si è posta il problema di essere partecipe a questa transizione energetica e quindi stimolato anche stimolati anche da dall'interesse dei più clienti del passato. Abbiamo deciso, in collaborazione con altri soggetti professionisti e imprese, di creare una rete di impresa denominata appunto ed è che l'acronimo di efficientamento degli edifici interessanti anche quello che è il logo dove le due sono rovesciate. La prima è grigia, si ribalta e diventando una è verde proprio nel concetto di trasformazione. Questo ha l'obiettivo di gestire il l'appunto, la gestione degli ecobonus a trecentosessanta gradi. Quindi ci sono imprese, ci sono professionisti termo tecnici professionisti che si occupa della parte tecnica urbanistica e ci sono commercialisti per la parte di asseverazione. Quindi in qualche modo si cerca di offrire il prodotto completo al cliente. Anche perché questa cosa è sicuramente una cosa interessante ma complessa da gestire. Quindi una filiera tutta collegata riesce sicuramente a soddisfare meglio questo tipo di esigenza e sull'immaginario sulle m'. Dobbiamo ancora una domanda sulle domande di qualche uomo sempre già pieni del duemila ventuno comunque cercando di richiesta e questo ci collega un'altra domanda come stai vedendo cambiare la consapevolezza delle persone rispetto a questo tema? Magari non l'europa consapevolezza degli italiani sta cambiando qualcosa, tutto uguale la consapevolezza del aspetta parto in altro modo e rimane al mondo bene il noi dal momento in cui abbiamo costituito questa questa società, questa rete, d'impresa e presentando il progetto ai vari clienti e siamo subito stati coinvolti da molte, molte, molte richieste che ci hanno reso già diciamo la le commesse che abbiamo acquisito ci hanno saturato tutto già al duemila ventuno abbiamo pensato di mettere in lista di attesa per oltre duemila ventuno parlando di proroghe oppure dicendo ai clienti che cercassero altre strade perché uno non può pensare di offrire e proporre delle cose che poi magari non si riescono ad attuare perché il essendoci un tempo definito è necessario essere chiari. Sam, da questo punto di vista credo che forse si la sensibilità delle persone è aumentata, ma toccandola nel portafoglio. Noi in altri paesi del nord sicuramente gli aspetti energetici sono stati affrontati molto prima, credo anche per condizioni climatiche diverse, perché sicuramente noi eh diciamo che le temperature fredde al nord ci sono, ma in una larga parte d'italia non sono così importanti, anche se la climatizzare coibentazione ha una funzione non solo invernale ma anche estiva, eh, sicuramente il cambiamento nasce dal fatto che un tempo i combustibili forse avevano dei costi irrisori e oggi pesano pesantemente sulla bolletta di ogni famiglia. Quindi chiaramente uno a un certo punto preferisce creare un investimento che si ammortizza in un arco di tempo e quindi a una parte dei comfort abitativi migliori dall'altra alla lunga una riduzione dei costi. Credo che una larga fetta comunque sia mossa non tanto da motivi etici, ma soprattutto da motivi economici o perché ci sono delle sovvenzioni pero' sicuramente io credo che laddove non ci arriva arrivano delle persone per motivi etici è giusto stimolarli e per il cambiamento esempio classico vediamo con le borracce dell'acqua, cioè chi lo fa per non avere usare della plastica stanno diventando di moda, tanto li comprano non per motivi etici, ma perché è di moda. Però ben venga che sia così. Intanto togliamo la plastica da me dai mezzo. Beh, una volta che viene mode stato stipulare il cambiamento non solo è mme obiettivi futuri dell'azienda direi rimanendo e sono un po' collegati a tutto quello che hai detto cioè progetti così è secondo me mi ripeterei solo secondo se qualcosa legato all'azienda questo é profondo sistematica fotovoltaico abbiamo detto la produzione mobilità, la ricerca abbiamo fatto cenno si' Sì, sono ci sono dei progetti e anche che non ho approfondito. Però non so se sia il caso legati sempre a delizia il diciamo che abbiamo fatto. Se devo parlare di quali sono state le le la ricerca dopo questa casa sono stati vari progetti. Se vuoi che ti racconto qualcosa quindi è poi tutto tanto ti tagli e cuci, toglie, metti è ok è come ho accennato in precedenza, la bio casa è stato il motore e il trampolino di lancio per e cercare di innovarsi e fare della ricerca. Ricerca che in parte l'abbiamo, sviluppata internamente e in parte in collaborazione anche con altri e professionisti e organismi di ricerca come l'università and dopo, appunto la bio casa. Uno dei progetti che nacque é il progetto che si chiama appunto progetto novantotto eco di una casa che è un'evoluzione un po' di quella che la bio casa e questo progetto è, ho detto un sacco di volte progetto. Ma questa idea nacque dal fatto di poter proporre, mettere sul mercato una casa con ad alta efficienza energetica, con bassi costi di gestione, ma anche bassi costi di realizzazione. Il nome progetto Novantotto eco con la e di euro stava a indicare che una casa di novantotto metri potesse costare euro, cioè meno di mila euro. Sicuramente un'idea ambiziosa che cercammo di fare attraverso degli accorgimenti particolari che la rendessero così a basso costo. Eh é uno degli elementi che contribuiva a ridurre i costi era il nucleo centrale di questa casa, questo nucleo centrale che dapprima lo chiamai cubo tech, ma poi ebbe un'evoluzione che racconto in seguito era il cuore della casa dove diventava elemento strutturale. É già tutto pre costruito per assemblato con tutti gli impianti a bordo, andando a posizionare al centro della casa questo che costituiva il disimpegno, il blocco impianti e la parte strutturale del tetto e tutta la casa si sviluppava attorno. Devo dire che questo progetto rimase in un cassetto e solo la parte denominata cubo tech venne utilizzata per un progetto su successivo chi è denominato moto e quadro modulo tecnologico equipaggiato e coefficiente. Questo progetto è fu sviluppato in collaborazione col Politecnico di Torino con un attività di ricerca finanziata e parallelamente una tesi di laurea è il and i risultati furono interessanti sia per noi sia per l'università che credete in questo progetto tant'è che tentammo di portare a una maggiore maturità questo progetto e cercando di partecipare a un altro bando perché ci ci fornisse i fondi per svilupparlo con ingegnerizzati. Nella prima fase facemmo solo un prototipo e poi con non riuscimmo a ad aggiudicarsi quel quel bando e lo lasciamo di nuovo anche lì in un cassetto, cosa che in qualche modo fa credere che non fosse un'idea del tutto sbagliata solo recentemente. Questo è un progetto di sei cinque, quattro cinque sei anni fa. Recentemente sono nate delle cose analoghe, quindi l'idea era sicuramente non del tutto sbagliata. Questa collaborazione con l'università ha stimolato per creare altri nuovi progetti uno che si chiama i koffi ecologico fiber fai il che adesso non ricordo bene nel dettaglio, che comunque consiste nell'utilizzare delle fibre vegetali degli scarti agricoli abbinati a un legante naturale per creare degli elementi costruttivi. Questo era anche un po', lo stimolo che io suggeri' per l'evoluzione che vorremmo realizzare col nostro sistema costruttivo. La tesi di laurea, ma anche qui fu molto interessante. Ebbe degli sviluppi buoni che diede l'impulso a una seconda tesi di laurea dove si fece la comparazione con le che il ciclo di vita sia dello stato di fatto della nostra muratura, sia quella futura e in questo ha stimolato un altro progetto che si chiama Cibus, che è tuttora in corso e che è appunto il fatto con uno dei esisti che con una borsa sta per un anno facendo ricerca su questa parte. É di qui nacque un rapporto che è tutt'ora in piedi con altre aziende altre due aziende del nell'astigiano per creare una filiera di economia circolare, una un'azienda agricola che nel settore sia delle nocciole e l'altra un'azienda che si occupa di biomedicale, che fa anche uso di scarti agricoli e e collegate all'università cercando di creare questa rete di economia circolare è il recentemente abbiamo siglato un accordo di con l'università per collaborare ulteriori cinque anni per progetti riguardo e progetti di ricerca che riguardano questa filiera. Vieni ha fatto l'università mi sembra ci sia tutto su questa si' ti ho detto un po' di roba poi mi piglio un po' duff come tutte le mascherine si' ahimè sì, senti, ma se era sangue e okay, che bella domanda! Proprio come hai conosciuto il progetto cyrus dopo che l'ex un passaggio magari devo partire sempre facendomi la domanda che dicendole cose sarx ok, l'importante è che non si agiti. Ok, ho conosciuto Sardex nel duemila quindici, duemila sedici a seguito di un convegno che partecipai a Roma, dove un una persona che relaziona Nava, una persona sarda che relaziona va sul suo Sardex, raccontò qual era il progetto e come stava funzionando questo tipo di moneta. La cosa più interessante mi incuriosì e quindi poco tempo dopo all'interno del circuito del circolo della decrescita di Alba, di cui faccio parte, decidemmo di invitare una persona che aderente al circuito, mi sembra del biellese. Non ricordo il nome, ci venne a relazionare raccontare di come funzionava in Piemonte il circuito Sardex, denominato appunto Pemex e li' fu la conoscenza. Devo dire che non aderì subito alla partecipazione al circuito, perché, seppure interessante, dovevo capire bene come modulare e questa modalità e dove poteva essere applicata all'interno della mia azienda per perché deciso all'interno eh, a un certo punto è il a seguito di si' a circa un due anni fa una persona promotrice del circuito Sardex mi raccontò nuovamente come funzionava il progetto che c' erano aziende anche locali e in qualche modo mi stimolò a a tentare di entrare secondo lui mi riteneva una persona adatta e idonea a far parte di questo circuito e devo dire che non so bene, non sapevo bene come potevo sviluppare le cose. Ma decide di scommettere e iscrivermi al circuito per circa un anno e mezzo fa in punti ho provato anche se i punti che hai segnato dodici case ma dico un po' la terza quasi solo quali erano le esigenze della sua azienda? In parte ma ci ha risposto qua e la scommessa praticamente all'inizio é stata la mia reazione. Credo che ha sedici voi manca solo il passaggio a voi siete entrati? Ok, se ti va vieni che vuoi? Ok ah, facciamo una cosa è circa un anno e mezzo fa. Decisi quindi di entrare a far parte del circuito Pemex barra Sardex e iscrivendo mi é subito non sapevo bene quale era l' adatto utilizzo che avrei potuto farne. Mi resi conto che la parte più interessante e forse più idonea a essere gestita come all'interno del circuito era la parte legata a tutto il mondo commerciale di piastrelle e sanitari rubinetterie e cosa che oggi sta funzionando e siamo soddisfatti e quindi perfetto e qual'è stato abbiamo perso. La prima operazione che facemmo fu l'acquisto Full. Aspetta un attimo tranquillo. La La prima transazione che facemmo con Sardex fu l'affidamento della stampa di brochure di una tipografia di Acqui Terme e con la stampa di un opuscolo di un libro che facemmo in occasione del decennale della costruzione della bio casa, che ricorreva appunto quel decennale con l'inaugurazione, con una presentazione e con dei convegni e quant'altro. Quindi decidemmo che poteva essere interessante avere una pubblicazione di quel genere e quindi facemmo stampare questi queste queste bruciature, questi libri è stata una delle variazioni. Ti ricordi? Più cauto? Ruolo rilevante all'interno del circuito per l'azienda. Magari si dovrebbe anche a gennaio nell'ambito del fatto che il circuito nazionale Ah, magari però Cioè, forse c' è così. Ma no, c' è la questione del perché ecco che ho riscontrato una Il circuito aveva una attenzione all'economia locale queste cose magari è lì e poi ma ho scoperto successivamente che si potevano fare transazione anche non a livello. Una volta quella domanda qual è la reazione che ritenevi più di tempo? Però se vuoi iniziare questa, possiamo anche accennare al fatto per chi? Sì, forse non l'ho detto che può essere interessante il perché che che era legato al fatto quando avevo conosciuto Sardex che avevo il che lo scambio più sostenibili? Esatto, si' approfondito. Vado avanti in qualsiasi modo, eh? Aspetta un attimo che trovo il punto di partenza ideale. Ho deciso di entrare anche in tv. Ah, ok e ho deciso di entrare, anche perché la il circuito offriva degli scambi che reputavo piu' sostenibili, in quanto una gestione delle transazioni più locali sicuramente offriva la possibilità di lavorare con delle aziende locali e quindi quindi sicuramente con un'economia più sostenibile e il quindi l'obiettivo principale che mi spinse a entrare nel circuito fu come prima cosa quella. Dopodiché chiaramente ci sono altre possibili altre cose che che ho conosciuto e mi sono reso conto che il circuito offre quello di intanto di incrementare, di avere dei clienti che non avrei mai potuto avere se non non facevo parte del circuito, perché è chiaramente persone che sono ad una certa distanza che non mi conoscevano, non avrebbero sicuramente non si sarebbero sicuramente rivolte a noi. E questo è sicuramente una potenzialità. È una cosa interessante, non da ultimo c' è da dire che una una moneta parallela come questa rispetto all' yuro rispetto ad altre monete monete non incide finanziariamente perché non ha interessi, ne attivi e passivi e quindi sicuramente è un vantaggio che che può offrire, cioè chiunque quando compra non ha interesse a dire pago tra un mese, tra due mesi e tra tre mesi, perché tanto non ne guadagna e non ne perde. Quindi è molto più fluido come come modalità di queste. Sono sicuramente delle modalità e devo dire che andando avanti e conoscendo maggiormente è il circuito, rendendomi conto che il circuito non si limita alla sola regione al pemex, ma è presente in altre regioni e devo dire che la se riesco a recuperare dei materiali più possibili vicini. Chiaramente prediligo quelli piu' vicini per una questione di concetto personale, ma ovviamente molti materiali non si riescono a trovare, recuperare e quindi il fatto che ci sia una diffusione quasi a livello nazionale ormai consente di trovare altre cose da altre parti, da altri facenti parte del circuito che implementa da molte più possibilità a questa moneta. In di più che manda non mi ricordo, era quella che è legata al maledetto adesso, nel senso che è finita, ma per seguire gli eventi potenzialmente nel mercato e non ha mai avuto, ma mi spostai leggermente il microfono, la parte sulla camicia molto bene. Sì, avevo paura, in effetti. E forse un po' piu' all'interno perfetto. In che sul dipendente che abbiamo detto vale dei dipendenti? Avete una struttura di staff com'è Bravo, rispondete adesso mhm eh Noi sì. Abbiamo dei dipendenti che sono sia all'interno per la parte produttiva sia in ufficio e sia per la parte dei esterna, per i montaggi e le costruzioni delle delle case. Il il circuito Pemex In questo momento non lo stiamo utilizzando per i dipendenti, cosa che chissà, in futuro può essere che possa essere promossa e è offerta anche ai dipendenti. Ma devo dire che credo che in questo momento, almeno localmente per noi mancano un po', quei servizi che potrebbero essere utili e per i nostri dipendenti per gli acquisti che loro possono utilizzare. Credo una cosa che non so quanto sia fattibile o no o se sia una politica pensata o non pensata del circuito Sardex. Se i privati, indipendentemente dalle aziende, potessero accedere, si amplierebbe un mercato che potrebbe implementare molto questo sistema. Stanno testando Savannah visu che è una carta parte privata. Questo lo dico che scrisse un pezzo mamma dovrebbero parlare, stanno vedendo come la Sardegna e stanno capendo come non creare inflazione. Certo, anche sistemi però sicuramente al volante mesi si infatti se cosa? Differenza l'imprenditore che partecipa a un nome parte si'. Ma la differenza tra un imprenditore che fa parte del circuito è uno che non ne fa parte. Eh possono non esserci differenze come possono esserci delle differenze, cioè uno puo' avere delle caratteristiche di etiche e quindi fare certi tipi di attenzione e le può fare come senza sardex è sicuramente una cosa in più che Sardex può offrire quella di come dicevo prima, di implementare clienti che é intercettarne di quelli che non avrebbe sicuramente avuto. E poi come il fatto di non avere costi finanziari e sicuramente qualche vantaggio in più può esserci. Io devo dire che in alcuni casi ho parlato anche con dei miei fornitori proponendo la cosa anche perché mi rendo conto che deve essere deve esserci una filiera, non dovevano esserci dei doppioni, ma nello stesso tempo deve esserci una filiera che collega un po' avendo i vari partner per poter fare le transazioni. Se consiglieresti Zarek sarà il tempo di doni? Se sì, perché allora si'? Consiglierei e ho anche consigliato poi il passaggio non è mai molto facile perché sembra una cosa strana. Uno non capisce bene, quindi il passaggio non è sempre così facile. Però le consiglierei decisamente far parte del circuito, perché offre dei vantaggi indubbi. Quel sicuramente, come ho già detto, quello di implementare le possibilità di vendita e quello di poter avere dei quello di ridurre i costi finanziari e sicuramente anche una certa eticità c' è nel fatto che che si adottano criteri di filiere più locali, incrementando un'economia più territoriale i facciamo domanda che era però se devi rispondermi vi sentite anche voi siete parte di una comunità a grave da parte di questo oppure non fai questa sensazione, eh? Devo fare la domanda si' relativamente eh? Devo dire che per certi versi sì, perché quando ti senti con delle persone diventa spontaneo già solo il darsi del tu e non da lei. E questo è un segnale che forse ti fa sentire più collegato rispetto ad altre aziende dove non ti sei mai sentito e c' è subito una bara, una barriera diversa. Quindi in qualche modo un collegamento in più si è poi non io non sono così, devo dire forse di carattere così social e quindi non so fino a che punto. Ok, perfetto. Ma come descriveresti? Salve. Quante parole Come si aspetta? E avevo detto aspetta detto sostenibile locale funziona? Dimmelo. Posso sapere? Ok. Sardex Sardex per me detta con tre parole e funzionale sostenibile che ripartiamo dall'inizio Non mi ricordo che non ho studiato niente domande Sardex per me detta in tre parole funzionale, sostenibile e locale perfetto è l'ultima era Quale sono i prossimi progetti personali aziendali? Vorresti intraprendere depenalizzare e la conserve ex? Vorrei ampliare quello che l aspetto è che non sto curando in questo momento legato più al mondo delle costruzioni e del sistema costruttivo. Noi, come dicevo, attualmente, utilizziamo la moneta, il circuito per la commercializzazione da una parte nostra dei materiali piastrelle e sanitari, rubinetterie, arredo, bagno e dall'altra l'acquisizione tutte le varie cose funzionali che ci possono servire per la nostra azienda. Ma una delle cose che vorrei cercare di intraprendere è quella di intercettare delle aziende tipo la nostra e proporre il una parte della nostra tecnologia, questa nostra muratura che ha dei concetti innovativi, interessanti Ehi, proponendogli non con dei costi, con delle royalty o con delle cose esagerate, ma chiaramente con la compensazione di quello che sono le consulenze, il il tempo che uno va a dedicare, ma per offrire una la mia tecnologia che credo possa essere interessante, funzionale anche per altri imprenditori e per altre zone. Certo l'ultimissima legata Sarx perché è emerso la valletta bistecca e dice che io sono entrato, non sappiamo come usarlo bene, ho fatto pratica in te ci ha avuto un ruolo importante del blogger se ce l'ho avuto perché ho sempre avuto approfondire questa figura, il rapporto come è stato importante si'. Io entrai circa un anno e mezzo fa in nel circuito grazie al broker che è una persona assolutamente di fiducia e qui io stimo e quindi il fatto che questa persona mi ha proposto di entrare in modo convincente più per le sue parole, per quanto io credevo in lui di quanto poteva essere la bontà del del del prodotto offerto, decisi di entrare. Poi devo dire che in modo posso affermare che è stata una scelta giusta e sono contento di averla fatta. L'ultimissima è stata legale, ma che cambia è che cos'è per te, il che cambia, non il nostro progetto. Se io ti dico la parola Italia che cambia te cosa avevi in mente? Qualsiasi bambino deve cambiare per me l'italia che cambia vuol dire una transizione. In Italia piu' in Italia è sicuramente migliore, dove le cose funzionano meglio di quanto possono funzionare adesso, o meglio scoprire tutte le belle realtà che ci sono, che magari sono nascoste. Si parla sempre di tutto quello che è negativo e quante belle cose ci sono in Italia. Quindi mettere in luce tante realtà che esistono nel nostro Paese e se questo possa essere di stimolo per tanti é per tutti. Per cercare di arrivare a una transizione più green più e sicuramente migliore per un'italia migliore questo perfetto. Manuela Leone sono socia di rifiuti zero Sicilia dal duemila quattordici e presidente dell'associazione dal Duemila diciotto. Guarda lei si' dopo di che cos'è il giudice scrivere rifiuti zero okay ok gente, rifiuti zero Sicilia è una realtà che si propone di diffondere i principi della strategia internazionale rifiuti zero zero west, anche conosciuta come Zero west, è all'interno del territorio siciliano. Rifiuti zero Sicilia nasce nel duemila dieci per combattere contro l'allora progetto del governatore Cuffaro di installare quattro mega inceneritori. Nell' isola è leggiamo di questo progetto di recente nelle carte di un è relazione proprio della commissione regionale, quindi sappiamo bene come è finita eh si propone di lavorare su due binari su due livelli, uno è quello della stare sul pezzo e quindi capire come ci si muove a livello di trattamento dei rifiuti e sui territori. E quindi sono diverse le azioni che anche a livello legale stiamo portando avanti di recente un ricorso al Tar contro l'installazione di un biodigestore a settecento metri da da un centro cittadino. Qui in Sicilia il centro cittadino di Pozzallo è la un ricorso ad adiuvanti. Ad esempio abbiamo siamo in queste ore proprio in fibrillazione per il risultato di molto importante di una sentenza sul ricorso nazionale contro l'articolo trentacinque lo sblocca Italia l'altra anima che devo dire anche prevalente è quella della proattività, della propositività. Abbiamo lanciato in questi anni, in questi dieci anni diversi progetti grazie a tutte le anime che hanno. Si è lavorato con l'associazione è dall'interno dall'esterno, quindi ringrazio veramente tutti da Piero canis traci Guarnaccia Danilo pulvirenti è tantissime anime insieme a tutti i soci che nel ruolo proattivo si propongono appunto di sviluppare progetti territoriali che possano essere degli esempi. Quindi una visualizzazione è reale, vera, diretta di come i rifiuti possono essere una risorsa e di come rifiuti possono essere trattati anche localmente. Qui siamo accanto a questa compostiera che è un simbolo installata all'interno di un istituto scolastico che è un simbolo. Possono essere trattati anche localmente, impedendo quindi quello che il traffico il i chilometri percorsi è e valorizzando appunto una risorsa per un utilizzo locale, un valore locale. Si', si', si' acqua. Okay l'associazione è strutturata in un direttivo, è composto da quattro persone. Ci sono dei circoli territoriali ehmm quindi delle dei soci che si aggregati appunto a livello territoriale dal duemila diciotto esiste un referente per la parte orientale dell'isola che Daniel Cacho è la direttiva ha deciso appunto di strutturarsi in questa maniera. L'associazione è legata a livello nazionale con la rete zero questi teli io ho l'onore di rappresentare in Sicilia come referente regionale, appunto la rete Zero Questi tagli che è guidata da Rossano Ercolini è Rossano Ercolini, il premio Nobel alternativo all'ambiente che ha realizzato nel duemila otto il primo la prima delibera verso rifiuti zero all'interno di un comune rappresenta appunto Capannori, il primo comune rifiuti zero in Italia. Non c'e' il luogo dove esiste un centro di ricerca sui rifiuti che è uno dei passi di rifiuti zero dei dieci passi rifiuti zero il centro di ricerca di progettazione e capire che cosa resta dopo aver differenziato, riciclato e riutilizzato e interferire quindi intervenire proprio su quel residuo attraverso la riprogettazione di quel prodotto. Quindi, vedendolo non più come un materiale di consumo, come un errore di progettazione e quindi partendo a monte, non a valle e aiutando appunto, in maniera proattiva le amministrazioni ma anche le industrie a fare un passo avanti. Un balzo avanti verso quello che il concetto di economia circolare ehm rifiuti zero Sicilia come come okay rifiuti zero Sicilia è presente nel in tutta l'area della regione, quindi nel messinese, nel palermitano siamo presenti a Trapani, siamo presenti, è nel ragusano, a Catania C' è un è una forte presenza e ragiona a livello di collaborazioni e non soltanto attraverso appunto il lavoro dei soci che sono appunto interne all'associazione hanno deciso di sposare a trecentosessanta gradi la causa proprio anche dell'organizzazione attraverso tante collaborazioni. E noi crediamo moltissimo alla rete, quindi alla rete, sia tra associazioni che tra enti e le collaborazioni facciamo parte di diversi progetti ehmm. Teniamo molto al fatto che rifiuti zero non significa aderire o tesserarsi all'associazione rifiuti zero significa sposare un percorso e questo lo si puo' fare a prescindere dal fatto che sia rifiuti zero sicilia o meno che cookie percorso questa domanda non l'avevano mai fatto. Io mi sono avvicinata a rifiuti zero e alla strategia rifiuti zero in un passaggio particolare della mia vita. Quando ho scelto di ritornare in sicilia sette anni fa e mi sono avvicinata prima attraverso la l'opera di divulgazione di Rossano Ercolini e del centro di ricerca. Poi tornate in Sicilia, ho conosciuto la realtà siciliana e quindi per primo danilo pulvirenti che in al quale devo veramente molto della di ciò che ho imparato insieme al gruppo che ho conosciuto in quella occasione. Nel duemila quattordici mi sono fatta promotrice di alcune attività, tra cui un ricorso al Tar contro l'impianto di Piroli, sia da sant'antonio che è stata una, diciamo una delle esperienze più formanti per me all'interno dell'associazione, ma del movimento di rifiuti zero è attraverso alcuni progetti. Quindi ho proposto un progetto che si chiama Second life seconda vita ai computer attraverso una donazione da parte di enti e abbiamo con il gruppo di sant'antonio è sistemato. Questi computer li abbiamo donati a delle scuole che non avevano delle aule informatiche e quindi non potevano studiare informatica se non trasferendosi da un plesso all'altro. E questo è stato il mio inizio. Nel duemila diciotto ho avuto l'onore di essere eletto come presidente dell'associazione e quindi questo impegno si è è continuato. Non posso dire che si è anche aumentate, è continuato anche in questa. In questa veste puoi passare che anche passare mamma dei cambiamenti importanti. Andiamo No, no, questa è la cosa bella è che no, ok. Di cambiamenti in questi anni devo dire di aver avuto la fortuna di vederne viverne soprattutto diversi, quando nel duemila tredici ha iniziato il mio impegno e ricordo che l'unica r che sentivo ripetere nei comuni non era riciclaggio, riutilizzo, ma era rogne. I rifiuti erano rogne, lo sono sicuramente tuttora, ma diciamo che era la parola prevede prevalente e in è cambiato. Sono cambiate diverse cose ed è sono felice di questo, di poter dire anche affermare questo è perché oggi la sicilia è una delle regioni che cresce di più per quanto riguarda il percorso virtuoso, perlomeno verso la raccolta differenziata. Nel duemila tredici, girando per i comuni, non si conosceva la possibilità di adottare uno sgravio per chi faceva compostaggio domestico. Addirittura molti comuni non conoscevano proprio cosa fosse il compostaggio. Molti assessori non conoscevo la parola compostaggio e questo era anche dovuta al fatto di un ritardo normativo che è stato colmato in parte col dm due centosessanta sei del duemila sedici. La prima compostiera ferla è stata installata proprio a cavallo. Ancora non esisteva proprio la norma, ma c' era questa grande necessita di essere proattivi verso la il trattamento dell'organico in loco è io ho avuto la fortuna di vivere un'esperienza molto, molto forte di collaborazione con la regione nel duemila diciassettenne quando proposi all'allora capo dell'ufficio speciale per la differenziata l'ingegnere Cocina, che divenne poi il direttore del dipartimento acqua e rifiuti l'istituzione di un tavolo tecnico trasversale. Proprio per questo credo del concetto di rete è tra i consorzi, tra gli amministratori, tra le associazioni, quindi i protagonisti dei territori. È un tavolo per l'istituzione dei regolamenti regionali, per il compostaggio, compostaggio domestico locale e di comunità. Perché ci si rendeva conto? Mi rendevo conto che il una delle diciamo dei ritardi è un modo anche per agevolare i comuni nel conoscere questi queste pratiche era quello di aiutarli a livello amministrativo, dargli delle indicazioni. Eh, devo dire l'ingegnere cocina accolto subito questo, questa questa proposta tant'è che questi tavoli furono sith sono stati istituiti nel duemila e diciassette nel duemila diciotto. La Regione siciliana è stata la prima regione in Italia ad aver con delibera di giunta regionale nel luglio del Duemila diciotto è diffuso questi regolamenti a tutti i comuni. Dell' isola è stata un'impronta di comunicazione molto importante, anche di agevolazione nei comuni. Molto importante, quindi devo dire che la voglia di cambiamento e anche di mettere in pratica degli atti concreti di cambiamento e di agevolare il cambiamento, cioè la cosa che sicuramente peccaminosa, secondo dal punto di vista dal nostro punto di vista, è ancora il troppo poco, la troppa poca attenzione che le grandi città Palermo, Catania, Messina hanno nei confronti della gestione. E questo, purtroppo rischia di vanificare in parte gli sforzi che invece tutti i piccoli centri, la maggior parte dei piccoli centri e hanno dimostrato di saper realizzare in questa terra, trainando appunto l'innalzamento delle percentuali di raccolta si' si'. È questo che è una cosa molto più la legge si'. Okay, allora la cosa è la strategia rifiuti zero zero West la strategia rifiuti zero è una strategia che parte da un punto di vista che è quello intanto delle parole le i rifiuti che noi chiamiamo tali non sono rifiuti, ma sono materie post-consumo. Quindi parte ridando dignità alla materia, a quello che è quella cosa che noi fino a qualche tempo fa eravamo abituati con le nostre mani a mettere in maniera indifferenziata all'interno di un sacco nero scuro dove invece dove il tutto era invisibile e tirando fuori da quel sacco nero è appunto delle risorse materie post-consumo. Ridare dignità alla materia significa riconnettersi a quello che è uno dei principi molto oggi diciamo richiamati che quello dell'economia circolare. Una delle cose che dico sempre che rifiuti zero va verso l'economia circolare come l'economia circolare va verso rifiuti zero è un vero e un percorso proprio che percorre, che che va vicino, che segue una strada che vicina rifiuti zero è una strategia coniata da Paul Connect è messa in atto che il professore emerito all'università di Chicago e che attraverso questo suo testo oltre dieci anni fa ha completamente appunto rivoluzionato la visione di gestione dei rifiuti è e e che è stata messa in pratica in maniera molto efficace. In Italia L'italia è uno dei diciamo maggiori diffusori della della strategia, quindi noi parliamo sempre spesso di cattivi esempi. Invece siamo veramente promotori di moltissimi esempi di positività in Italia. In questa Italia che cambia la strategia rifiuti zero arriva poi attraverso appunto questo percorso di dieci passi a collocare una passaggio fondamentale che è quello della responsabilità dei produttori. Quindi chi produce la materia, una materia che non può essere, non può rientrare nel circuito del riciclo, del riuso e quindi della riconnessione alla terra del riutilizzo, ma diventa realmente rifiuto qualcosa che deve essere in qualche modo distrutto, non ha più dignità, non ha più una possibilità di seconda di seconda vita. Fa un compie un errore di progettazione. Questo perché per ritornare e passare dalla visione lineare e quindi del consumismo tipicamente che abbiamo vissuto in questi ultimi cento anni, alla visione circolare di riconnessione alla terra e ai cicli naturali e tutto ciò che viene dalla terra e alla terra può ritornare il progetto della scuola. Okay, chi è si'? Ehm come mi sembrava perché va bene. Il progetto di compostaggio all'interno degli istituti scolastici è stato un ulteriore passaggio di un progetto per per l'associazione di un progetto di diffusione delle buone pratiche riguardo all' organico in particolare a questa frazione. No dei la produzione dei rifiuti. Ed è nato ed è si è potuto sviluppare grazie a un progetto più ampio che si chiama fare con meno che è stato finanziato dai dal ministero al Comune di Augusta attraverso un bando che è destinato ai comuni sciolti per mafia. È questo finanziamento ha permesso proprio la costruzione di queste compostiera e il finanziamento di molte azioni che riguardano non solo il compostaggio, quindi l'organico noi come associazione rifiuti zero ci siamo composti, ci siamo comportati, ci siamo, ci siamo confortati. Ci siamo che abbiamo lavorato in maniera specifica riguardo questo tema, come diciamo specialisti riguardo questo tema, ma tante azioni hanno riguardo a questo progetto, per esempio lo spin contro lo spreco alimentare eccetera. Il progetto di compostaggio all'interno delle scuole a per me, ma per tutto il team ha avuto una valenza particolare. Per aver ripreso questo progetto dobbiamo ringraziare il comune di Augusta, in particolare l'assessore Danilo Pulvirenti allora e poi Omar Pennisi, che con continuità e con molta perseveranza è hanno reso possibile. É l'inizio di questo percorso potete immaginare che è installare delle compostiera all'interno della scuola non è cosa facile se si parte da quello che sono dei pregiudizi iniziali che riscontriamo ancora molto spesso possono essere quello dei cattivi odori generati dall' organico all'interno di una compostiera. Immaginate se questo avviene a scuola, quanto può essere amplificato implementata questa questo pregiudizio, questa problematica? La questione di animali indesiderati, quindi con un'opera di sensibilizzazione anche di condivisione del progetto e affiancamento da parte dei soprattutto dei soci del circolo di Augusta che ringrazio per il lavoro enorme di facilitazione che hanno fatto il livello territoriale, soprattutto con tra le istituzioni e le famiglie, che sono poi i veri protagonisti di questa rivoluzione perché sono le persone che conferiscono all'interno della compostiera la la e il come dire il compostaggio è ci ha dato la possibilità di attenzionare due cose è una la questione della differenziazione dei rifiuti a trecentosessanta gradi l'altro, in particolare lo spreco. Lottare contro lo spreco di risorse organica è spesso diventa rifiuto, quando in realtà è il maggiore nutrimento che noi possiamo dare alla terra. Se pensate che la maggior parte del composto organico è formato da acqua e quindi il maggiore peso dell'organico formato da acqua, immaginate quanta acqua noi andiamo a conferire in impianto se quest'acqua nelle compostiera, se si trasforma il liquido di processo, quindi in sostanza nutriente fertilizzante, facendo abbassare il volume dell'organico quasi in maniera subitanea, proprio nel giro di qualche giorno si puo' vedere questo abbassamento del volume all'attivazione del processo di compostaggio di questa fermentazione che poi eh ci restituisce appunto il nutrimento, un nutrimento per la terra. In questi casi viene questo compost finita la fase di maturazione viene utilizzato proprio per le aree verde che sono all'interno delle scuole. La cosa importante secondo me del di questo progetto all'interno della scuola, la sua replicabilità veramente un progetto replicabile ed è un progetto che può incidere tanto sulla gestione dell'organico. In un'area specifica ehmm ci teniamo teniamo molto a questa a questa cosa e questa ha questo concetto di replicabilità perché è una replicabilità che ha degli effetti positivi sotto tanti livelli da quello educativo, ma anche quello esperienziale e oltre che il quello di impatto ambientale si', ma che allora la collaborazione per le scuole è andata bene li' dove abbiamo trovato terreno fertile per restare in tema, nel senso che l'apertura è anche nell'affrontare delle problematiche o delle sfide. E devo dire che non è stato ovunque così, ma ci sono state delle criticità che non ci hanno permesso, per esempio, di eseguire alcune installazioni pianificate. È proprio perché per quel ehmm pregiudizio che non è tanto il pregiudizio ma è tanto il non voler andare oltre il pregiudizio che ci ha un po' è arenato. È quindi questa diciamo è stata una delle difficoltà maggiori. Ma siamo andati avanti perché comunque gli investimenti sono stati fatti e noi abbiamo cercato di realizzarli e metterli in atto li' dove poi abbiamo trovato le possibilità, le condizioni anche a livello collaborativo per poterlo fare dai solo un'altra legato ad altri progetti. Non l'abbiamo a che che va bene ehm gli altri progetti che stiamo portando avanti e noi ci occupiamo moltissimo di formazione e quindi uno dei concetti secondo noi fondamentali e la formazione dei cittadini la formazione del degli enti. Quindi ci occupiamo di formazione, facciamo corsi di compostaggio, è di organico sul compostaggio domestico locale, all'interno dei comuni e anche altre istituzioni. È un altro dei progetti che stiamo che stiamo portando avanti. È un progetto di installazione e quindi resti di autosufficienza resa in autosufficienza del primo comune sui piedi Dell' Etna e quindi il comune di For Nazzano, il comune di Milo la la frazione di For Natsu villaggio ideale d'italia che attraverso questo progetto diventerà completamente autonomo per quanto riguarda la gestione dell'organico. E poi partecipiamo EM, promuoviamo moltissime iniziative sia legato ad eventi che sono standard Settimana europea, riduzione rifiuti, working day sia azioni specifiche. Una di queste che vorrei ricordare che si chiama cuore generoso ed è un progetto molto bello. È molto sentito che racchiude la partecipazione di più enti. Primo tra questi il Mass. Il mercato agricolo alimentare siciliano è per il recupero dell' invenduto dello scarto alimentare, appunto del mercato agricolo. Questo grazie al banco alimentare è è un progetto che in periodo co' vid e nei primi mesi di quest'anno ha permesso di recuperare circa quarantamila ehmm chilogrammi di rifiuti organici, di organico, di verdura di frutta che altrimenti sarebbe diventato rifiuto, magari leggermente toccata. Oppure è pronta all'uso e non puo' che non puo' aspettare la messa in vendita e quindi i passaggi della distribuzione ehmm. Questo progetto è un progetto che è partito nel duemila diciannove che sta proseguendo in quel di Catania. Che cosa avete? Gli scambi per me l'italia che cambia è una rivoluzione. Questa parola per me ha un significato particolare. Significa rivoluzione. Ma una di quelle rivoluzioni lente, puntuali, efficaci. Gnam organiche è una evoluzione un'evoluzione perché spinge con il suo cambiamento verso l'adozione di un nuovo modo di vedere sia i propri gesti individuali, ma anche la collettività. La socialità è il modo di crescere insieme. Grazie. Allora io ci sono degli dèi nome, cognome, tanto per me. Maria Giovanna come volo preside dirigente scolastico l'istituto un secondo istituto comprensivo Urbino perfetto, ok, le tue indicazioni solo guardi lei, vengono da cammina e poi teniamo le domande al montaggio se vuoi ripetere la domanda che io sono la giuria. Quindi insomma, non sono abituato ad altre volte, ma insomma, a volte è andata bene, a volte benissimo. L'accortezza appunto è ripetere il soggetto della frase perché ovviamente le domande non faranno parte della della ripresa dall'intervista che andrà poi online. Quindi se ce l'ha, se è necessario ripetere il soggetto, poi il resto comincerei sempre guardando lei, se ci può raccontare un po'. La storia di questo progetto come è nato? Come sono nato? Ricomposti chiede un po' di percorrere le varie tappe, ma io le ripercorre Roy in maniera molto breve, anche perché la mia memoria è labile. Il progetto nasce l'inserimento di queste compostiera nasce innanzitutto all'interno di un grande progetto legato alla andare l'educazione ambientale per i nostri alunni, il progetto che ha visto una serie di iniziative autonome della scuola. Il progetto delle compostiera, invece é nato grazie alla proposta dell'associazione rifiuti zero la collaborazione che abbiamo tenuto in maniera costante con loro. La la proposta è stata subito è accettata, sposata da questo da questo istituto, proprio perché oltre a consentire la formazione di quello che sono i nostri alunni, permetteva, permette il legame con il territorio per per quanto riguarda appunto la l'educazione alla Cnn, allo, alla differenziata, alla, allo smaltimento differenziato dei rifiuti. E queste compostiera utilizzate da da chi vive in questa zona, hanno permesso anche, ripeto, una collaborazione con il territorio che la scuola dovrebbe sempre fare, che è all'interno di quelle che sono di quella che è. Scusate un termine la mission di una scuola, cioè un legame costante con quello che sono gli abitanti anche della zona in cui questa insiste e le attività di preparazione a questo evento sono stati molteplici e si inseriscono all'interno di questo e di questo progetto di educazione ambientale si porta avanti, é da parecchio tempo nella nostra scuola come incontri con esperti e lavori da parte delle dei nostri alunni mirati alla consapevolezza all'acquisizione di una consapevolezza é nei confronti della n del raccolta differenziata e quindi una diciamo una lunga preparazione, ma in realtà che non si è mai interrotta. Cioè non è che con l'inserimento di queste compostiera di comunità si sia interrotto quello che il percorso di preparazione dei nostri alunni che no, eh non so se mi è sfuggito qualche data. Le compostiera sono state materialmente posate nelle nostre scuole alla fine del duemila diciotto. La prima è nei primi mesi, nel marzo del due mila diciannove la seconda, eh, sono inserite in due in due plessi della nostra scuola che sono il plesso centrale, la pace e il plesso dedicato a Francesca Morvillo. La prima fu quella é nel plesso delicato Francesca Morvillo. Quindi stiamo parlando di due anni scolastici fa e da allora sono pienamente in uso. Io ho una domanda sulla manutenzione nella compostiera viene fatta sull'uso del composto la manutenzione e tranne poi si può ricominciare perché si sono accavallate le voci? La manutenzione della compostiera viene fatta per alcune parti da dal nostro personale, ma poi è l'associazione che si è occupata in pieno tutto quello che è stata la la gestione scuola non ne ha avuto. Come posso dire oneri? Non ha avuto degli oneri nel per quello che riguarda la gestione di questa di questo strumento giusto il ma come funziona? In pratica, cioè vengono i genitori è funziona così i genitori di alunni della scuola, ma falso perché non è solo per i genitori della scuola, ma è per il territorio circostante. Deve interessare il conferimento. Conferimento dei rifiuti all'interno della è compostiera avviene durante alcuni orari ben precisi della giornata è all'interno orario all'interno del quale è sia i genitori di alunni della nostra scuola, ma persone comunque del territorio che abitano in questa zona è possono venire appunto a conferire i rifiuti nella compostiera. Eh? Diciamo che soprattutto sono persone che vivono in appartamenti dove magari non è possibile utilizzare una propria compostiera per l'umido, dato che molti di noi che vivono in zone in case dove è presente, per esempio un po' di terra è abbiamo una nostra compostiera. Però è un'opportunità che è stata data a chi vive in un appartamento dove è onestamente complicato poter gestire una una compostiera familiare, diciamo. Stando a quanto osservato, lei e partecipazione sono venute le famiglie partecipazione si è stata anche una formazione. La partecipazione cioè decisamente è stata trovata e viene ritenuta decisamente utile. Mi è capitato anche di parlarne con famiglie, famiglie di alunni. Per quanto riguarda gli ragazzi sia potuto osservare ha visto un aumento di consapevolezza riguardo questo tema le le attività che sono state svolte, legate sia alla gnam all'insegna me all'inserimento nella compostiera di comunità all'interno della scuola, ma legate in generale alle attività relative alla raccolta differenziata. Ma io direi a trecentosessanta gradi all'educazione all'ambiente all'educazione ambientale in genere hanno visto una grande crescita della consapevolezza da parte dei ragazzi eh abbiamo visto anche loro hanno realizzato anche dei piccoli video o dei lavori e soprattutto in occasione anche in occasione del nostro della nostra giornata sulla terra. É un anno che un dove un anno l'abbiamo dedicata alla raccolta differenziata è noi abbiamo visto una maggiore non solo consapevolezza mi permetto di dire preparazione in tema di gestione dei rifiuti della raccolta differenziata in generale decisamente c' è stata una crescita di consapevolezza perfetto. Io l'ultima domanda cos'è per lei che cambia? Fantastico eh? Non vedo il giornale nel senso che un certo cosa ti fa pensare proprio libero l'italia che cambia è per me sono i ragazzi che ve lo crescere sotto i miei occhi se dentro la scuola che dirigo e è un po' é in giro per me sono loro sono sono i giovani sono i bambini, ragazzi. É che crescono consapevoli delle responsabilità che hanno in questo caso nei confronti dell'ambiente, ma nei confronti della del mondo intorno a loro. Per me l'italia che cambia sono loro. Grazie mille. Grazie a voi. Grazie L'ultima era sì, sì, così è meglio la catalana. Ma sì, Maria, ufficialmente però vabbè per rifiuti zero va bene perché come sotto il segno io insegno educazione musicale all'interno della del secondo istituto comprensivo Corbino di Augusta. Però ho un ruolo di funzione strumentale e tra le mansioni che ho c' è anche quella di seguire l'educazione ambientale. Mi sono preparata anche con alcuni corsi organizzati dalla Regione siciliana fatti dalla nostra scuola e quindi faccio parte del team ambientale. Pensavo che sono la mia domanda é no questa sottopancia ho capito per certo Okay l'inserimento delle compostiera all'interno della nostra scuola sono state un completamento del progetto Amica Terra che è un progetto di educazione ambientale inserito nel piano triennale dell'offerta formativa della nostra scuola che portiamo avanti in tutti gli ordini di scuola presenti quindi dall' infanzia, primaria e secondaria di primo grado. Il progetto va avanti grazie al lavoro interno svolto da tutti gli insegnanti della scuola. Ha svolto anche in collaborazione pero' con associazioni presenti sul territorio, quali ad esempio rifiuti zero, ma anche il Wwf, ma anche l'associazione Orione, ma anche Italia nostra è tramite queste queste attività cerchiamo di portare avanti la cittadinanza attiva. Cerchiamo di sviluppare nei nostri ragazzi non solo la sensibilità ambientale, ma anche la coerenza e il le buone pratiche. Cerchiamo di abituare i nostri ragazzi a comportarsi nel pieno rispetto del territorio che loro abitano e questa cosa dà i suoi frutti perché i ragazzi, quello che imparano a scuola quello che scoprono attraverso le varie attività, lo portano poi a casa, educando tra virgolette anche le famiglie. Questo e poi come si' le famiglie? Devo dire che sono abbastanza contenta del fatto che l'educazione ambientale abbia un ruolo importante nella crescita dei loro figli, proprio perché la svolgiamo a trecentosessanta gradi. Anche l'inserimento delle compostiera nei nostri plessi scolastici è stata vista di buon occhio, tanto che buona parte delle famiglie che conferiscono in queste compostiera sono famiglie di nostri alunni, per cui la famiglia partecipa attivamente alla gestione della compostiera stessa dopo essere stati loro stessi formati dall'associazione rifiuti zero per come conferire l'umido e faccio anche l'ultimo cazzo ehi, l'italia che cambia è la speranza che i nostri ragazzi riescono a cambiare anche gli adulti negli atteggiamenti, nel modo di vivere con maggiore semplicità e magari anche meno ipocrisia. Grazie mille perfetto, è diego si nonio diego si nonio si nonio é un po' difficile e referente rifiuti zero augusto all'esperienza di questo progetto è stato è stata un'esperienza molto bella, molto passionale anche devo dire perché all'inizio è stato un po' eh un po' difficile perché dobbiamo far capire l'importanza di questo progetto anche ai cittadini e quelli che partecipavano a questo progetto e devo dire che i ragazzini e i bambini sono stati sempre più preparati ed ero molto orgoglioso di questo perché edu cavanaugh, i loro genitori e quelli più grandi quindi è un'esperienza molto bella. Anche in questo senso noi abbiamo è qui messo ad augusta delle compostiera di comunità sono quattro in tutto, però spero di poterne mettere altri in altri plessi scolastici. Ma non solo. Avevamo anche in mente di mettere in un plesso sportivo proprio per aumentare la capacità di poter andare a confluire in queste composti di comunità. È stata un'esperienza bellissima. Devo dire che all'inizio i cittadini un po' più grandi si comportavano un po' erano un po' discoli perché non avevano ancora capito bene come usare queste compostiera. Però devo dire che man mano passavano i mesi sono andati a migliorare e sono diventati molto autonomi su conferire appunto in queste compostiera sono molto orgoglioso grazie anche alla nostra associazione al nostro presidente emanuele leone perché ci ha dato anche lei molto una mano in questa grande avventura e niente non ringrazio, ringrazio tutti, anche i plessi scolastici che ci hanno dato opportunità per avviare questo progetto e i cittadini si' dai, é che che i ragazzi molto attivi ragazzi devo dire che sono molto attivi. Ti ho visto sì, sì, ho visto i ragazzi molto attivi in questi progetti, ma non solo in questo qua per la combustione comunità, ma avendo delle grandi, delle grandi opportunità in questi plessi scolastici dove hanno l'opportunità di imparare che cos'è il compostaggio, ma non solo l'importanza della differenziata l'importanza della natura in generale devo dire che sono molto, molto preparati e questo rende orgogliosi sia i professori che stanno insegnando questo la preside e tutti noi che stiamo proprio insegnando questo discorso e i ragazzi più piccoli però loro sono molto, molto preparati quando noi abbiamo fatto le inaugurazioni qua a scuola, devo dire che tra un po' erano loro che insegnavano come come usare il compost è come fare il compostaggio, quindi sono molto orgoglioso di questo e i ragazzi specialmente mi chiedo come mai avete scelto. Ma la compostiera sì, perché vedevamo l'importanza si' abbiamo scelto la le compostiera perché vedevamo proprio l'importanza che avevano è dentro una comunità perché sia per il risparmio anche nei comuni non è tanto per ora però è già un segnale per andare avanti perché io lo vedo e anche se non hanno partecipato tanti cittadini, però giustamente non tutta la città però è un segnale che si dà verso la città e verso quei cittadini che si vogliono avvicinare a questo, a questo nuovo modo di differenziare. Quindi abbiamo scelto le compostiera proprio per dare questo segnale alla città che si può cambiare davvero. Non è più una mentalità di come si differenziava prima la modalità di come si conferiva prima l'immondizia, ma ci sono tante modalità di economia circolare, quindi di andare a recuperare tutto quello che si puo' conferisce nel e nell'immondizia cosa è per me l'italia che cambia è mme, una rivoluzione, rivoluzione mentale, specialmente per i ragazzini e i bambini che dovranno insegnare appunto ai più grandi l'importanza di questo del modo di differenziarsi. Ed è un modo anche di come si vive nel modo, nel modo giusto il mondo e rispettare la natura. Mille grazie a voi. intanto per questo per me sto registrando. Ma una cosa per me io sono Matteo, Baldo, Waldo, Waldo il come voto che c sottobanco quando compare il nome e cognome, Ma ufficialmente Ma semplicemente sono il vice presidente della associazione Arti Generali. Però si può dire fondatore piuttosto che diciamo il cofondatore. Non so se co-fondatore è giusto. Va bene, perfetto. Guarda, sto recuperando il telefono. Innanzitutto ti fai una foto? A un certo punto è tu guarda me e non la camera. Ok? Che cosa? Io guardo qua ogni tanto. Guarda il telefono come se guardassi. Ok, poi noi non ce l'ha. Non ce la mia voce nel montaggio. Okay? Ci sarà solo la tua. Dunque, quando ti faccio le domande, se puoi guardare il soggetto Ok, ci provo. Molti generali orti generali della suoneria, magari grande, Quindi ho puntato alcune domande. Si' tu Ok. E ripeto, se ho capito, ho capito. No, vado molto braccio, Miss Anch'io, per cui tanto non ti preoccupare per le risposte. Anche se sono nulle. Vai poi tanto puoi tagliare tu faccia, tagliamo E poi facciamo anche approfondimenti si' limiti di tempo Che dicono i cinque secondi di me? Questo No, no al contrario. Il io inizierei più che dal progetto dove ci troviamo, perché è molto collegato al che ci spieghi un po' quello che mi dicevi un po' Mirafiori. Che storia cha è? Qual è la relazione con il vostro progetto? Insomma, dove ci troviamo? A Mirafiori? Se mi racconti un po' di storia di questo si' a posto? Ok, Ok. Quando vuoi puoi andare Riusciro'. Ci troviamo nel parco del Sangone. È un parco fluviale? No, no. Ricomincia e ci troviamo in un parco fluviale a Mirafiori Sud. È questo è un parco un tempo abbandonato che stiamo cercando di riportare all'uso e la fruizione della cittadinanza locale e di aprire il più possibile perché è stato per lungo tempo inaccessibile e quindi è uno dei nostri obiettivi. È quello è di permettere alle persone sia di accedere a del verde pubblico e sia di poter portare avanti delle pratiche. Un po' costruttive che permettono a tutti di farne un uso anche produttivo, perché è quello per cui si è sempre caratterizzato. Questo parco è un uso agricolo, è un parco caratterizzato un tempo da orticoltura abusiva. È quindi occupazione di spazi per la coltivazione o per altre pratiche. È oggi succede che si vuole dare continuità a questi usi, a queste pratiche qua è permettendo a nuove persone di entrare a far parte di una comunità già esistente e a chi invece già coltivava qua precedentemente di continuare a farlo però in maniera legittima e anche, magari tramandando trasmettendo quello che in questi trenta quaranta anni di coltivazione appreso si è portato appresso per tradizione. Una cosa per me. Adesso mi chiedo cosa tutti i generali si è detto. Però se me lo dici, proprio come il cappello, che è un progetto di proprio okay come come ingresso del video, diciamo ok alla morte. Generali è un modello di trasformazione e gestione del verde pubblico. In particolare la trasformazione di un verde è da rigenerare, quindi non gestito, non è non pulito da riqualificare e quindi si pone un po' l'obiettivo di coinvolgere all'interno di questo spazio verde il maggior numero di persone il la diciamo la più grande Mick site mescolanza possibile di categorie di persone differenti, di modo da permettere a tutti di affacciarsi al mondo dell'orticoltura urbana e di fruire di tutti quelli che sono i benefici sia dal punto di vista sociale che ambientale, che psicologico di questo tipo di pratiche e anche imparare a portarla avanti per una questione anche produttiva e di fabbisogno personale. Perfetto. E mi idee come divisa l'aria ok quello che abbiamo visto su come sembra racconti cosa sono Ok Orti generali oggi si compone di due aree una di circa tre ettari parcellizzata in centosessanta orti che vengono assegnati a famiglie e gruppi di amici. Persone che decidono anche per la prima volta di coltivare e una invece adibita a fattoria didattica, quindi che vuole diventare un po', un po' di formazione e di didattica sia per le scuole che per chiunque voglia imparare. Tutto ciò che concerne sia l'agricoltura che tutti i temi legati alla gestione di una fattoria e o all'ambiente alla apicoltura e tutti i temi annessi è questo secondo spazio di fattoria vuole anche un po' portare avanti alcuni progetti sia di inclusione sociale è sia di produzione di ortaggi a beneficio dell'intero quartiere, per dare la possibilità anche a chi in questo periodo, in questo momento non non ha grandi risorse di avere una una piccola produzione, un piccolo consumo di ortaggi freschi e a chilometro zero. E proviamo a spiegare che ci sono diciamo più modelli, nel senso che da parte degli orti e soprattutto autoproduzione autoconsumo. Esatto, fate anche nell'altro se vogliamo approfondire anche questa persone come funziona? Ma io voglio venire qui. I centosessanta orti per l'autoproduzione vengono assegnati a chiunque faccia richiesta, ma abbiamo pensato di tenere ferme alcune categorie a cui dare la possibilità in particolare di coltivare. Ossia è under trentacinque, per cui tutte le famiglie e ragazzi sotto i trentacinque anni eh sono una categoria che abbiamo in qualche modo protetto, riservandogli venticinque orti perché con un contributo agevolato? Perché da sempre questa è un'area che si è caratterizzata per una popolazione molto anziana e anche l'orticoltura in generale, per per appunto un uso generazionale differente. E quindi è anche per un discorso di trasmissione intergenerazionale e per dare la possibilità a quelle che oggi secondo me è una categoria svantaggiata, cioè i giovani è di coltivare e di avere, di affacciarsi a questo tipo di mondo è un'altra categoria che abbiamo ha tenuto in considerazione. E quella di chi è invece perché più in difficoltà economica non potesse versare un contributo adeguato per la cura dell'orto. E sono quelli che abbiamo chiamato gli ortolani solidali a loro abbiamo chiesto un contributo simbolico per l'orto a fronte è un ruolo che poi assumono all'interno proprio della nostra équipe, per cui loro diventano un po'. I gestori, assieme a noi del verde pubblico, del verde, della fattoria, degli orti e quindi ciechi, si occupa del taglio dell'erba ciechi, si occupa della chiusura serale degli orti. Ognuno ha un po', un suo ruolo, una sua mansione e questo permette loro di essere coinvolti ed in qualche modo restituire in un'ottica un po' meno assistenziale. Anche quello che è non versano in termini economici. Tutto il resto, invece degli ortolani di orti diciamo standard, si suddivide semplicemente per metrature, per cui ci sono morti da cinquanta metri quadri, oltre settantacinque morti da cento metri quadri è a seconda del numero di componenti familiari di quello che ogni persona si sente di riuscire a coltivare. Perfetto, poi come un po' di storia come è nato a chi è venuta l'idea, come si dice anche la il progetto come è venuta l'idea e la domanda che volevo fare la conclusione di questo e anche come aiutate facilitate questi processi prima legato una parte di consulenza, diciamo di assistenza, ci sono delle persone che immagino meno pratico. All'inizio okay progetto arti generale nasce da un precedente progetto di ricerca ricerca-azione perché è stata una ricerca in buona parte sul campo è che è avvenuta a partire dal duemila dieci all'interno di un contenitore che chiamavamo progetto Mira Orte, che tuttora viene rispolverato per una possibile riqualificazione parallela. Orti generali su una grande area qua limitrofa ehmm. Il progetto il processo di ricerca è durato anni, durato due o tre anni, ha coinvolto le scuole del quartiere, ha coinvolto famiglie e persone che non si erano mai affacciate l'orticoltura perché si è svolto in buona parte all'interno di orti occupati abusivamente. È con le persone che si occupavano gli coltivavano, per cui per la prima volta si è aperto un'area un'area verde qui a Mirafiori sud, sempre lungo il torrente Sangone, che era ritagliata ad uso di pochi e si è cercato sia di dare continuità storica alle persone che già esiste già già presidiavano l'area e sa di metterla in contatto col resto del quartiere dando la possibilità ha reso il quartiere di permeare di entrare in quest'area qua e quindi si è coltivato assieme ai cosiddetti ortolani abusivi e i bambini delle scuole e le famiglie e tutti coloro che in qualche modo erano pronti a pratiche condivise di di orticoltura è un po', portando alla luce quelli che erano possibili progetti alternativi a quelli istituzionali, quelli mainstream di riqualificazione. Per cui il classico abbattimento, la classica bonifica rasa al suolo di un erede per per una riassegnazione sul modello dell'edilizia popolare, per capirci, per pensando ad un modello alternativo di micro bonifica di ogni orto, per rendere consapevoli le persone rispetto all'uso di materiali impropri che prima venivano utilizzati. Materiali invece che dovrebbero essere oggi utilizzati. E appunto per rendere tutto questo panorama grande mescolanza di usi legati all'agricoltura era in termini sia legittimi che di consapevolezza alimentare, eccetera. È questo processo di ricerca è un po' confluito in un modello piu' attuativo, poi di digestione vera e propria, con una sua auspicata la sostenibilità economica in un progetto che è diventato orti generali perfetto. E forse non ho detto proprio tutto si' accompagnamento delle istituzioni. Cosa potevo? Cosa posso dire? Sì, ma posso dire questo che in questo processo di ricerca buona parte del lavoro che si è svolto è stato proprio quello di accompagnare in qualche modo gli uffici tecnici e l'amministrazione locale è aggiungendo quel tassello che a loro può mancare, dato dall'esperienza sul campo e quindi dalla continuità quotidiana, dalla presenza, assieme alla popolazione che vive il quartiere per cui si sono rilevati, m' realmente i bisogni attraverso anche delle indagini che hanno coinvolto duecento ortolani in questionari e interviste, processi di ricerca e con degli indicatori che devono un può portare alla luce sia le loro predisposizioni attitudini e sia quindi la reale fattibilità sociale di un processo di transizione è così difficile anche lungo, è difficile anche per persone in buona parte anziane che fanno difficoltà ad affrontare un cambiamento. È questo lavoro con l'amministrazione e ha portato con un dopo un lungo un lungo tempo i suoi frutti e oggi ha permesso di rientrare all'interno di una direttiva che una a Torino si chiama Toc Torino, città da coltivare e che permette una compartecipazione pubblico-privata per la gestione del verde e quindi l'assegnazione di grandi aree. È a soggetti privati principalmente del terzo settore, quindi enti no profit per gestire assieme all'amministrazione, a volte al posto dell' amministrazione è il sì al verde che è diventato spesso diventa un costo é un problema e sia la di quei tu tutti quei problemi di origine sociale a cui il verde può dare una risposta. Em, forse mancava la parte di prima. Su chi siete, anche quelli fissi. Quanti siete il team? Ok, siamo interi. Quello prima l'annuncio sempre ha detto no, non te l'ho detto, ma nel senso che ti dico proprio chi siamo, cioè Davide Stefano cioè cosa? Quello non c'è bisogno che le varie mansioni, questi questi processi che mi aspetta. Okay, però a questo punto ti dico i nomi, così ti spiego un po', tanto siamo entrati. Ok il team il team Oggi il team di arti generale si compone nella figura del paesaggista che è colui che ha un po' disegnato tutte quelle che sarebbero state le trasformazioni fisiche dell'aria e si è occupato di recepire tutti gli interessi, i bisogni e i desideri della popolazione locale in una progettazione fisica di trasformazioni che oggi sono diventati la configurazione di questo luogo e che hanno permesso anche di tenere in considerazione sia l'utilizzo di materiali che poi è possono essere, è a un certo punto rimossi e tutto può tornare come prima. Per cui i materiali è naturali, che possono che danno la possibilità di un ritorno al al parco e all' esistente di giocare prima di noi. Cnn mi sto perdendo, non so che scusa, non so che di che stai parlando? Un po' delle emozioni. Si infatti mi sembrava Vai, vai, vai, vai. Ok. E sì, vabbè comunque diceva la figura del paesaggista Stefano la mia figura, che invece è quella di chi si occupa degli aspetti, invece più è di inclusione sociale è di progettazione e di tutto quello che riguarda è invece il coinvolgimento sia della della cittadinanza sia delle persone che vogliono aiutare, quindi del del volontariato e sia delle persone in difficoltà che possono trarre beneficio dalle pratiche orticole. E poi la figura invece di Davide, che è il nostro responsabile della didattica che si occupa, è di insegnare ai più giovani, alle scuole, alle scolaresche, alle classi è tutto quello che è. Invece è in avvicinamento alla terra, la produzione alle buone pratiche e anche quello che più scientificamente, ahm, può dare una nozione, un dato ambientale, quindi di consapevolezza rispetto a all'ambiente al mondo in cui viviamo. É un dato a volte più tecnologico, perché riusciamo ad affacciarsi anche con degli strumenti dei sensori delle centraline meteo, delle attrezzature idonee è a un sapere anche più scientifico, più difficile è da trattare, da gestire, ma che può dare una padronanza e una scientificità a tutto quello che facciamo. È perfetto. Guarda, io volevo sembrava che ci eravamo appuntato una cosa una domanda che ha in che modo volete costruire un modello di impresa sociale per la trasformazione della gestione di aree agricole? Due cittadini in parte mi ha già risposto se vuoi darmi una risposta a qualcosa che vuoi raggiungere rispetto a questo, in che modo vogliamo costruire un modello anche un'impresa sociale? Sostanzialmente, però mi rendo conto che durante il discorso è emerso non c'è bisogno domanda specificamente o parlare della sostenibilità economica del progetto? Anche o se anche si, perché raccogliamo anche dei progetti l'auspicabile replicabilità se la domanda su come vi sostenete potrebbe essere collegato, perché già il modello l'hai spiegato? No, però è vero. Okay, vabbè, ci provo, vediamo cosa succede. Una delle sfide che affrontiamo sicuramente è quella di costruire un modello che sappia sostenersi sulle proprie gambe sul lungo periodo. Per cui se dicevamo, il verde pubblico ha un costo e la sua gestione, spesso per l'ente pubblico è un problema. Quello che cerchiamo di fare e di coinvolgere un gran numero di persone, anche proprio per cercare tutti insieme con questa massa critica, è di offrire un contributo anche economico alla gestione di posti come questo, coinvolgendo circa centosettanta famiglie. Ad oggi sappiamo che riusciamo a mettere. È un buon a mettere un paletto a mettere, diciamo un buon presupposto per la sostenibilità economica di progetti come questo è altri cardini importanti del progetto che ci permettono poi di portarlo avanti, di sostenerlo è sono invece è tutto quello che tutto il mondo della formazione e della didattica a cui tanti altri si possono affacciare, attraverso il quale possono contribuire a sostenerlo. È così come chiaramente qualunque è ente, filantropo e qualsiasi è donatore, può cercare di farlo nel momento in cui si rende conto che il progetto ben si sposa con le sue idee e le sue la aspettative implicitamente me l'hai già detto però come ha reagito il quartiere? Che risposta possiamo accettare? Un legame, cioè anche un'altra area che abbiamo visto sopra che auspicabilmente uno dei templi abile Ok, come qual è la richiesta? Questo disinteresse? Persone stanno partecipando. Ti faccio una cosa storica. Dunque, il cantiere per la realizzazione di orti generali è partito a gennaio duemila diciannove a marzo del duemila diciannove avevamo realizzato gli orti da assegnare per l'autoconsumo e a giugno del duemila diciannove siamo riusciti ad assegnare tutti gli orti, tutti centosessanta orti. È presente perché la richiesta effettivamente era era molto forte è sia all'interno del quartiere, sia stando nella periferia urbana, ai confini della cintura, quindi di altri di altre città, quindi sia di altre di altri comuni limitrofi. Eh non abbiamo ristretto, diciamo l'assegnazione ai soli cittadini della città di Torino. È questo ha permesso la quindi di ricevere moltissime richieste fino ad arrivare ad oggi ha una lista di attesa di centoquaranta circa centoquaranta potenziali assegnatari e quindi a manifestare da parte nostra l'interesse alla città di Torino e di ampliare questo progetto per cercare di dare la possibilità e dare una risposta ad altre famiglie, altri gruppi di amici, di persone che vogliono contribuire, che vogliono coltivare e far parte di questa di questa comunità è un basta e ti volevo chiedere su questo. A volte mi dimentico scusami se ti faccio una domanda bis se il terreno è del comune l'uso e ehm okay quello su cui ci troviamo è un terreno pubblico, fa parte di un parco pubblico cittadino. Sono in particolare tre ettari dati in concessione all'associazione orti generali per la realizzazione di questo progetto, tramite un bando di concessione del terreno che ha una durata di quindici anni e che ci permette di fare un progetto serio anche sul medio e lungo periodo e di mantenere effettivamente un uso pubblico e una proprietà pubblica di un parco. Eh, ma di gestirlo dive diversamente da come da qui, da quello che è lo standard oggi del parco pubblico cittadino. Scusa se faccio un passo indietro, noi vogliamo accendere su Mirafiori. Abbiamo detto più volte però il fatto che come stadio tipo litigato, cedere nel senso scriverai prima, poi dal le camere degli occhi abusivi come come stai? Basta, okay. Quando siamo arrivati qua a maggio del ossia quando ci è stata data in concessione l'area, abbiamo avviato una bonifica perché erano presenti numerosi orti occupati abusivamente, ma soprattutto tonnellate di materiali impropri. Quindi immondizia da differenziare che abbiamo smistato con un primo lavoro assieme ai volontari di quartiere, alle persone che ci hanno aiutato e che avevano a cuore sia l'uso di questo posto sia in generale uno spazio verde e che quindi ci hanno permesso di portare via. È parecchi cassoni di eh di legno, di ferro, di macerie, di rifiuti indifferenziati, grazie anche a un partenariato con con Amiat che ci ha permesso poi di trasportare tutti questi rifiuti. É un l'ha, quindi l'area si è trasformata sia dal punto di vista del paesaggio, che pure ha voluto mantenere un po'. Le tracce di quello che i precedenti occupanti ortolani avevano un po' realizzato, livellando anche proprio il terreno, costruendo e realizzando i loro orti, è però ha voluto dare anche un segno di cambiamento, per cui oggi è un elemento molto importante nel dialogo costante con i nostri ortolani e proprio ancora oggi l'uso di certi materiali e non di altri, per cui è un po', un processo era sempre costantemente in divenire quello di fornire un inquadramento. Anche un po' normativo ha una popolazione che a cui diciamo, va facilitato l'accesso a quella quelle buone pratiche che non caratterizza, non è l'agricoltura di per sé è nell'uso di per sé, di uno spazio, di un bene comune, ma che vanno incentivate, stimolate costantemente. Abbiamo fatto sinergico è stato. Poi ha detto mi dicevi che si può dire due parole su lui e di conseguenza ci lega la didattica. Come svolgete come stai? Due si' no, ma se non è non è niente di particolare. Nel senso che facciamo eh? Posso dirti che organizziamo delle giornate, delle gite, dei laboratori però sì, sì tutte le attività che fanno ok quello alle mie spalle e l'orto sinergico ed è il primo orto che nasce qui a orti generali è come rigenerazione in realtà di un orto preesistente, quindi il primo orto che è stato bonificato e ciò è successo ad opera non solo nostra ma di un gruppo è di signori che sono stati coinvolti all'interno del servizio dipendenze dell'asl, con la quale è stata stretta una collaborazione. Quindi la nostra associazione è entrata nel piano locale delle dipendenze proprio per permettere è anche a ad altre persone che confluivano in questo servizio e di beneficiare è del lavoro che noi facciamo, di cui anche noi se ne traiamo beneficio e di quello che sarebbe stato poi la coltivazione vera e propria di un orto, eh? Abbiamo pensato che questo potesse essere un orto sinergico proprio perché è ben rappresentava la sinergia tra le piante, in questo caso quello che poteva essere la collaborazione tra le persone in questo primo progetto di bonifica, smistamento di materiali, realizzazione di qualcosa di nuovo. E questo è diventato il nostro se so perché è i i signori e i ragazzi che hanno partecipato al progetto hanno deciso di dargli questa questa conformazione ed è un progetto che è riuscito e ed è continuato e fino ad oggi viene portato avanti di anno in anno, eh, integrandolo con quelli che poi, mano a mano, sono i nuovi tasselli che si aggiungono e diventa anche poi la possibilità per tutti gli appassionati agli interessati di affacciarsi a quello che un'agricoltura non tradizionale proprio perché più legata al mondo della prima coltura, appunto dell'agricoltura sinergica e quindi di impadronirsi di tecniche appunto alternative e dà la possibilità a noi di offrire un panorama anche di scelte legate al mondo agricolo e alla gestione di un orto, di una produzione e sul fatto della didattica che faccio proprio come domanda. Se come didattica che attività organizzate come stai? Dunque cerchiamo di coinvolgere il possibile le scuole del territorio, ma in generale le scuole di Torino nichelino comuni qui nei dintorni per portare classi dalla prima elementare alla ai licei, agli istituti superiori sia a coltivare un orto, quindi a volte semplicemente a mettere le mani in terra e a esplorare, a capire quello che succede nel rapporto con la natura e sia a volte proprio per impadronirsi di alcune nozioni. E diciamo di è cercare un anche, come si può dire, un una roba interdisciplinare vuol dire ma è troppo difficile. Vabbè comunque, eh, per per cercare di affrontare tutte le diverse discipline che in un orto si possono incontrare. È quindi dalle scienze della terra alla biologia si esplorano tutti quelli che sono gli esseri viventi che stanno all'interno di un orto, per cui si cerca di capire come eh. Non esistono per esempio, solo le piante all'interno di un orto, ma animali, insetti e tutto quello che può caratterizzare qualsiasi ambiente naturale, ma in particolare anche un ambiente che viene considerato tendenzialmente classicamente produttivo e quindi di esplorare. Questo rapporto che c' è nella plastica e nell' addomesticamento della natura, è con la natura stessa, cercando di non entrare mai in conflitto con la natura, ma di accompagnare i processi e facilitarle a volte e a volte cercare di non di non essere, di non risultare troppo invasivi, ma di osservare. E questo è quello che spesso si fa con con gli alunni, con le classi che vengono qua, che a volte appunto agiscono e quindi è costruiscono e realizzano veri e propri spazi qua, come il nostro orto didattico. E a volte invece vengono semplicemente a osservare quello che è la transizione naturale dei processi. Qua, nel parco, negli orti ho fatto delle varie parti. Mia figlia sa, mi racconti un po' dea Ok, cosa circonda questi orti? La questa azione a te tutto si'. Okay, allora generali nel corso del tempo è diventato sempre più un contenitore di tante iniziative da tanti progetti che non solo arrivano da dalla nostra associazione, ma spesso vengono accolti e recepiti dal territorio perché effettivamente le esigenze di usare uno spazio simile sono di molti e quindi nel corso del tempo abbiamo potuto costruire tanti piccoli pezzi di questo puzzle, quindi accogliere tanti tasselli che vanno dalla ricerca scientifica, la semplice esperienza di lobbisti e quindi per portare degli esempi abbiamo portato avanti con l'università, in particolare con il dipartimento di biologia, un bellissimo progetto sulla sugli impollinatori e quindi sulla divulgazione di quello che è e la vita degli impollinatori nei parchi all'interno, degli orti all'interno di territori in cui l'uomo mette mano per facilitare proprio la convivenza fra in sette, in particolare impollinatori e l'uomo. E col dipartimento di agraria è per eh sì approfondire questo discorso legato agli impollinatori, ma anche un discorso legato invece all'inquinamento per affrontare un dato che spesso l'agricoltura urbana deve affrontare, ossia la convivenza tra la città e grave la produzione orticola, quindi poi l'alimentazione e quindi ottenere un dato scientifico che ci permetta di dire quali sono le barriere naturali che permettono all'inquinamento di stare fuori dalla produzione dell'orto. E poi tante altre esperienze come il nostro diario per cui abbiamo avviato un corso di apicoltura con un'associazione di Torino che si chiama Parco del Nobile, che da tanti anni fa didattica negli orti che qua porta la sua esperienza in formazione e quindi da' la possibilità sia il nostro ai nostri ortolani, sia a chi arriva da fuori di affacciarsi al mondo dell'apicoltura e questo ha permesso appunto la nascita di un di un aviaria, quindi una piccola produzione di miele e poi è presente qui in fattoria un orto collettivo, quindi un orto che viene coltivato con i volontari del quartiere e con tutti coloro che decidono di imparare un po' anche grazie al suo accompagnamento. Come coltivare un orto per un fine che legato alla beneficenza qui nel quartiere, ossia la donazione di un prodotto fresco alle famiglie del quartiere che hanno bisogno perché in difficoltà economica. E poi vabbè, c' è la nostra sera dei corsi in cui portiamo avanti tutti i corsi di formazione e anche quelli più teorici. E ci sono delle sdraio, perché è una delle nostre intenzioni. Era quella anche di di ricordare che quello che viviamo oggi era un tempo. Il lido del Sangone, quindi è un luogo di villeggiatura per chi non si poteva permettere una villeggiatura al mare o differenti. Più costosa il Sangone e il torrente che scorre qui sotto il parco e che da un po' anche che conformazione a tutto a tutto questo parco e che quindi era luogo, appunto, in cui andava a farsi il bagno buona parte della popolazione di Mirafiori e e quindi lo ricordiamo questa cosa offrendo questa possibilità e soprattutto anche grazie alla nascita del chiosco, un tempo una casetta dei guardiani di una cava di sabbia e quindi produceva sabbia per l'edilizia cavando la nei pressi del torrente e che poi è diventato un semplice abuso edilizio. È stato poi da noi un po' ripristinato e accatastato e legittimato, diventando un chiosco, quindi un punto di somministrazione di cibi e bevande che dà la possibilità sia ai fruitori del parco sia gli ortolani e chiunque di ehmm ristorarsi e dà la possibilità a questo posto di diventare un luogo anche di Yasir, di piacere e di benessere. Ma in america no, giusto è presente anche una colonia felina. Era una colonia preesistente che è stata un po' ricostruita, riadattata è però ci sono senso recuperato? No, vabbè vabbè. La colonia felina è gestita da un gruppo di signore che già che da sempre si occupano di dar da mangiare a è dare riparo a dei gatti abbandonati nel parco, come spesso succede in tanti, in tanti posti in città. E diamo ospitalità anche a Bartolomeo, il nostro, il nostro cane, anche lui un trovatello del parco, che abbiamo poi recuperato da un canile per dargli un futuro migliore e per dare la possibilità in questo posto anche ai ai bambini e alle famiglie, a chiunque, a chiunque venga di ritrovarsi un po' in una vera e propria fattoria con animali e da gestire con cui convivere. E un po' per appunto. Che ne so che volevo dire un'altra cosa? Perché mentre parlavo Max è venuta in mente questa cosa e quindi mi sono troncato la seconda parte. Non volevo dire questo che in fattoria sono presenti anche un pollaio che presto diventerà un pollaio collettivo, quindi di cui si vuole offrire una gestione condivisa è che oggi ospita cinque galline, un gallo e delle pecore e che ci permettono di mantenere l'erba del prato in ottimo stato e di offrire alle persone anche la possibilità di scoprire cosa vuol dire gestire degli animali da fattoria come delle pecore. Sono in particolare delle pecore che è da sempre hanno pass colato. Questo questo pra questo parco perché è un parco eh di passaggio di un pastore che effettua la propria transumanza verso la montagna ogni anno da diverse generazioni e che ha un patto con la città di Torino per questo scambio. Sfalci pascolo quindi per la gestione del verde, che è una pratica, era molto interessante intelligente che a Torino si svolge anche su altre aree verdi, su altri parchi che che diciamo porta avanti una tradizione ma permette tutt'oggi di gestire in maniera ottimale un prato, un parco e il verde pubblico. Senti succhiotti, eh si' il fatto di come di come vengono coltivati? Nel senso voi ci avete un controllo oppure no? Ma si' certo, magari parto dal fatto dell'accompagnamento, diciamo okay, da subito ci siamo immaginati che ad affacciarsi l'orticoltura non fossero solo addetti ai lavori, ma fossero tanti lobbisti e persone desiderose di imparare. Abbiamo quindi pensato ha un modello alternativo a quello cittadino, proprio innanzitutto per un costante presidio e una presenza di figure come le nostre che accompagnasse sui nuovi orticoltori nelle loro pratiche. Abbiamo affiancato alla nostra presenza anche del materiale dem tangibile come delle guide che abbiamo offerto ai nostri ortolani per impadronirsi un po' di un sapere e avere la possibilità di consultare dei manuali. Insomma informarsi sul tema e poi anche invece uno strumento tecnologico. Nel nostro caso si tratta di una centralina meteo che rileva con dei sensori di umidità del terreno di umidità, dell'aria, temperatura, forza del vento, bagnatura fogliare, eccetera. Un dato che poi viene convogliato per la governare una pompa del pozzo e quindi garantire un sistema intelligente di uso della risorsa idrica. Questo sia per evitargli uno spreco della risorsa stessa e sia per darle appunto la possibilità a persone che non hanno mai coltivato, di capire come gestirla e quindi quanto bagnare il proprio orto quando farlo. In particolare è sul nostro sito web è presente una piccola sezione, una sezione meteo e in cui viene comunicato quando il sistema a parte, quando non parte per dare un'informazione su questo, é un sistema open source per cui tutti i nostri dati vengono comunicati non solo ai nostri rotto l'anima a tutti quanti per far comprendere che solo in certe situazioni, in certe condizioni l'umidità di temperatura eccetera, è necessario intervenire e in altre no. E siccome questo è un dato molto importante, è era un po', un peccato che venisse governato una semplice una semplice pompa del pozzo accesa o spenta. È questo questo dato è stato utilizzato anche per un altro servizio, chiamiamolo così che permette al gli ortolani in un'altra sezione del nostro sito web che, chiamata cura delle piante, è di impadronirsi invece di un sapere legato alla cura delle piante legata agli insetti dannosi o alle malattie fungine, in particolare dannose per le piante. E quindi nello specifico appare un alert sul nostro sito che racconta quando è ora, quindi in quali condizioni in certe condizioni di umidità e temperatura, eccetera, è ora di intervenire con un certo trattamento e quando invece no. Per fare un esempio in certe condizioni di umidità e temperatura e si verifica la la presenza della per uno spera per il pomodoro e quindi l'ortolano viene a conoscenza del fatto che è ora di effettuare un trattamento sempre preventivo. Perché stiamo parlando di agricoltura biologica sulla malattia fungina in questione è attraverso una serie di procedimenti che vengono spiegati. Quindi viene spiegato come avviene la deduzione del verderame o piuttosto che altre pratiche, eh? Sempre all'interno dell' agricoltura biologica che sono ottime per contrastare certi fenomeni e quindi avere anche una produzione migliore. Perfetto comunque di base sostanzialmente l'agricoltura biologica. Tutti coltivati. Esatto. Oggi voi riuscite a controllare che in questa si' per ipotesi possibile, no, certo, per capire al meglio. Però se io prendo un pezzo e voglio fare chimica no, no, no. Uno dei uno dei principi, uno dei dei punti del nostro regolamento, che è stato appunto definito passo passo, è proprio quello di non poter utilizzare nessun nessuna sostanza di sintesi chimica, per cui nessun trattamento non concesso nell'agricoltura biologica. Questo è uno dei principi che da subito vengono spiegati, raccontati a tutti coloro che cominciano a coltivare proprio perché da sempre alla tradizione agricola si lega anche a questi, a questo tipo di trattamenti di pratiche e quindi è un lavoro anche che è giusto fare ed è costante da fare un po' perché gli assegnatari cambiano un po', perché spesso i modelli che loro hanno a disposizione sono diversi da questo. E gli diamo anche la possibilità, in realtà, di conoscere modelli alternativi a quelli del biologico stesso, ossia quelli dell'agricoltura sinergica della prima coltura. Un po' attraverso i corsi di formazione che portiamo avanti ospitando docenze è un po', eh? Introducendo questi gli elementi propri, appunto dell'agricoltura sinergica per esempio, per esempio all'interno dei nostri manuali o dei consigli semplicemente che quotidianamente diamo loro. Ma non so se mi è sfuggito, ma le famiglie che ha in concessione tutti questi le famiglie che hanno dico pure cifre sono sul sito. Non è in senso meno rischiamo anche all'artico si abbiamo meglio ok tutti gli orticoltori, tutti gli assegnatari che a cui viene assegnato un orto ma versano un contributo mensile annuale a seconda di quello che preferiscono fare eh che dipende dalla dimensione del proprio orto. Quindi per un orto da cinquanta metri quadri viene versato un contributo mensile di venticinque euro al mese per un orto da settantacinque di trentacinque euro al mese per un orto da cento di quarantacinque euro al mese. Questo contributo eh? Un contributo alle spese proprio perché permette di coprire tutte le spese necessarie alla gestione non solo dell'orto, ma di un'area come questa, che vanno appunto dalla gestione dell'irrigazione, che un'irrigazione molto complessa, complessa e tecnico tecnologicamente avanzata e perché tendenzialmente approccia ad altri mondi che sono quelli, per esempio, della monocoltura. È la prima volta in cui si affaccia, invece l'orticoltura quindi con un sistema che è stato studiato appositamente e fino a coprire appunto il personale che qua che quotidianamente lavora piuttosto che in un passaggio del turno della sorveglianza per garantire anche la sicurezza e anche psicologica, delle persone che coltivano piuttosto che la manutenzione dei viali, delle recinzioni, di tutto quello che è esatto di tutto quello che concerne la gestione di questo parco e viene poi invece richiesto un contributo inferiore di cinque euro di cinque euro al mese. È per un orto da cinquanta metri quadri a coloro che diventano poi invece i nostri aiutanti, i nostri ortolani solidali, quindi quelli che poi si occupano del taglio dell'erba di varie mansioni é un contributo invece di quindici venti o trenta euro al mese agli under trentacinque, che è quel famoso contributo agevolato che a noi ha permesso inizialmente di avere eh una questa questa categoria all'interno degli orti, ma che poi in realtà non si è rivelato quasi inutile, perché i ragazzi sotto i trentacinque anni arrivati a coltivare sono stati più di quelli che noi potevamo di cui potevamo garantire l'agevolazione, per cui tuttora rimane semplicemente un'agevolazione. Per una categoria consideriamo appunto svantaggiata. And basta dire Ah no, c' è ancora una cosa. Volendo assegniamo anche orti a associazioni, cooperative, enti del terzo settore che ci presentano un progetto specifico. Per esempio abbiamo qua in fattoria un orto di un'associazione che si occupa di produrre per dei ragazzi rifugiati un orto che si occupa invece di produrre per dei signori senza fissa dimora e altri esempi simili. Un orto di una cooperativa che lavora con minori con compromissioni psichiche e disabilità. E quindi insomma diamo la possibilità anche ad altri progetti di confluire, di utilizzare questo spazio sempre accompagnandolo e fornendo un po', quelle che sono le nostre competenze. Se non sbaglio mi dicevi che c' era un progetto anche legato alle eccedenze si'. Non so se me ne hai parlato prima si' no solo accennato all'orto collettivo ok cosa? Cosa? C'è sì, sì, tutte le eccedenze che gli ortolani non utilizzano appunto per grazie a tutte le eccedenze prodotte dagli ortolani che nei propri orti decidono di è donna. Non riesco a dire una cosa tutte le eccedenze degli orti vengono eh cazzo è ora di generali. Raccoglie tutte le eccedenze degli orti degli assegnatari. È per veicolo veicolare le portarle donarle allo snodo della casa del quartiere di Mirafiori sud. La casa nel parco è all'interno del quale confluiscono anche le produzioni del nostro orto collettivo. Quindi di tutta quella attività che coi volontari portiamo avanti di coltivazione dell'orto è perché tutti questi prodotti è che ovviamente sono prodotti freschi e biologici, vengono smistati all'interno di cassette di pacchi che poi vengono donati alle famiglie in difficoltà del quartiere. Questo progetto si chiama mirafiori quartieri solidali e diciamo, coinvolge diversi attori qui sul territorio che si occupano sia della produzione come noi, ma anche dell' invenduto e ci sono numerosi volontari di quartiere che poi in questo snodo la casa nel parco si occupano di consegnare e di zia ad individuare le persone che hanno bisogno di questo servizio e sia poi appunto di consegnarglielo o di segnalarli questa opportunità perfetto senti su di te che hai sempre avuto una sensibilità per questa tematica oppure, stando qua aspetto personale, gli altri non possono si'. Beh, ti posso dire come ci sono arrivato, ok si' per la mia sensibilità, non te lo so dire come sia una cosa che ti suonava oppure sei arrivato studioso. Ci sei rimasto però, perché in realtà ci sono andato per vie traverse. Avete lo racconto. Poi mi dice io sono arrivato qua perché come educatore di un ragazzino che seguivo qui a Mirafiori cercavo è un'opportunità per per accompagnarlo, fargli vivere delle situazioni legate in particolare al suo retroscena, eh, d'infanzia nella campagna del Marocco in cui è cresciuto e e ai tempi forse si parla del duemila e otto duemila nove e si trattava del progetto Mira Orti. Il progetto mira a quei tempi stava nascendo. Nasceva un blog del progetto a cui io, digitando su Google ho potuto accedere per la ricerca che facevo per questo, per portare questo ragazzino a fare delle attività e e quindi mi sono trovato agli albori del progetto Mira Orti. Ad accompagnare questo questo ragazzino all'interno dell'orto di una signora rimasta da poco vedova, che per prima stava micro bonificando il suo orto assieme a Stefano ai ragazzi che portavano avanti il progetto mira orti in quel periodo. Eh no, era sì, sì, no, era precedente, era in quel cantiere, diceva strada il grosso no, no. E quindi mi sono trovato io stesso, assieme a questo ragazzo, a condividere con altre persone. Quindi con questa signora, con alcuni ragazzi che volevano affacciarsi al mondo dell'apicoltura e altri a quello dell'orticoltura a condividere per la prima volta sia delle pratiche che a me personalmente appartenevano solo perché che viste così nei miei retroscena dei nonni in campagna, nel mio passato, ma che è ancora in realtà non a cui non avevo mai messo mano. E poi ho messo mano per la prima volta come educatore, con questo, con questo ragazzino, in questa bella esperienza in cui poi abbiamo realizzato un vero e proprio orto rinnovato, pulito da tutti i materiali, un pollaio e tutti quei primi tasselli che rendevano realmente poi conviviale uno spazio di quel tipo. Puoi galli, cioè è a quel punto era necessaria perché si era in una fase di ricerca un'indagine che andasse a verificare quelle che erano le intuizioni raccolte sul campo rispetto a un procedimento di rigenerazione di riqualificazione partecipata. Ai tempi io frequentavo l'università e dovevo scrivere una tesi in sociologia. Questa tesi ha avuto proprio come oggetto la l'analisi esplorativa è quindi in realtà un'analisi qualitativa su pochi casi una ventina di ortolani, che poi è diventata in realtà in un successivo passaggio un'indagine su duecento casi. Più strutturata è di tutta questa popolazione. Per capire, appunto, se le loro predisposizione inclinazioni fossero è con baciasse lo fossero adatte ad un progetto di rigenerazione partecipata come quello che mira a volte si stava immaginando, quindi stava imbastendo in quel periodo e quindi ho portato avanti sia la conoscenza di tante persone e delle loro pratiche quotidiane. In uno studio e sia poi un'esperienza con con la terra e con con i soggetti di mira orti molto più pratica in basta cazzo li ha fatto questo, poi sei arrivato nel senso arrivo qua che ugualmente me l'hai già detto no. Dopo la tesi hai cercato proattivamente un progetto così di far nascere un progetto così oppure la nascita è stata ehm vabbè, io la dico così, però non so se è pubblicabile. No, nel senso che è andata così, che dopo questa ricerca è quella invece più strutturata. Su tanti casi, in una lunghissima estate di interviste il progetto mira Orti, che poi ha saputo anche costruire, è tutto un prospetto economico presentato poi all'amministrazione pubblica come effettivamente modello, anche poi premiato a Budapest da alcuni bandi europei. Eh. Un modello alternativo di riqualificazione che l'amministrazione ad oggi non ha ancora recepito, che da poco in realtà ha rispolverato per un'eventuale eh possibilità di di riqualificazione di quel di quello su cui si lavorava. E nel frattempo però si è presentata l'occasione per portare avanti un modello non più di ricerca perché già di ricerca ne era stata fatta parecchia, ma di attuazione di di quel di quel modello di riqualificazione in uno spazio che è quello in cui oggi ci troviamo quello di orti generali, per cui appunto si è si è partecipato a un ma un grosso bando del ministero dell'istruzione della ricerca. Un bando smart city sing you this social innovation non riesco neanche a dire é è che ha offerto poi la possibilità. Quindi un primo finanziamento per poter partire con il progetto Orti generale perfetto Viotti ancora gente, ma mira orti, mira, orti. È il oggi il macro contenitore, una serie di progetti di un progetto che è quello che chiamiamo il parco agricolo del Sangone, fatto di tanti tasselli. No, Morty Generali è uno di questi tasselli. Un altro tassello quello di strada del grosso, quindi di una riqualificazione piu' difficile e molto partecipata, più ancora diverse. Generale. Un altro tassello, invece, un intervento ex-post riqualificazione che facemmo agli orti circoscrizionali della circoscrizioni due per accompagnarmi. In realtà tutti. Quel quei malfunzionamenti legati a una riqualificazione non partecipate che in cui quindi gli spazi comuni non venivano utilizzati, in cui si tendeva a, è insomma a non non condividere nulla, non condividere pratiche, a coltivare semplicemente il proprio spazio. Ed è quello, oltretutto, che ci ha dato poi gli elementi in realtà per capire cosa funziona e cosa no e pensare a qualcosa di differente. A tal proposito quello che avevo anche un'altra domanda su questo come vedi le persone qui collaborano, si cambiano, sapete realmente così, nel senso che, visto soprattutto come le ha viste rispetto a questa tematica, una volta che hanno imparato é terapeutico, portano come collaborazione reale quello che ci siamo immaginati. Un po' da subito. Ma in realtà anche un po' come esito della nostra ricerca era era di creare una situazione di prossimità reale, per cui quelli che sono un po', i confinamento degli orti abusivi che spesso occultano in realtà quello che succede all'interno e abbiamo cercato di evitarli e di abbatterli in qualche modo realizzando delle dei confini, delle recinzioni fra un orto e l'altro sempre esclusivamente simboliche, che dessero la possibilità di affacciarsi a quello che succede nell'orto del vicino. E è insomma sentirsi un po' parte di un micro comunità e di qualche processo di trasformazione di cambiamento. Perché effettivamente i primi ortolani sono arrivati quando ancora noi finivamo di realizzare gli orti stessi. Quindi sono stati parte integrante di questo processo di questo grande cantiere di questo processo di cambiamento, and spesso spesso vi è un è un ostacolo. Spesso è un limite il fatto che questi questi confina menti siano solo simbolici, perché c' è effettivamente che ha desiderio di uno spazio che sia privato. Noi non cerchiamo di forzare una è una commistione, una così, una collaborazione a tutti i costi è un po'. Come se appunto, se ci si trovasse su un pianerottolo in cui io posso vedere quello che succede, dall'altra parte, ma mantenere un po', il mio, il mio spazio, il mio uso all'interno di di un confine per darmi si ha la possibilità se non ce l'ho, perché abita in città, di avere uno spazio verde da coltivare, uno spazio produttivo eccetera. È però anche darmi la possibilità di imparare delle cose del mio vicino, confrontarmi e quindi attingere. E questa è una cosa che sia effettivamente succede. Succede proprio perché spesso chi arriva e ce ne rendiamo conto adesso, grazie al turnover degli ortolani e di nuovo e ha desiderio e interesse a capire quali sono i problemi o o le opportunità legate al tipo di suolo piuttosto che al clima e a quello che di cui gli altri hanno già esperienza. Guarda, ne fai altre, ma devo scappare a uccido. No, che gli do buca come dicono a Roma. È qualcosa che non ti ho chiesto. Questa non lo sono. Sono stordito dalle sue parole, ma ho fatto mettere sul fatto rimanere in piedi per due no figura insomma che dopo un po' che le mie parole mi rimbomba nella testa. E non penso che abbiamo detto tutto. Forse la plastica come a Mirafiori in tempo. Quando mi spiego? Si' ehm ok, so se volevi farmi un accenno perché faceva la cascina Sì, sì, sì, sì, sì, come qualche prima com'è cambiato. Non so se abbiamo un altro capito si' no? Beh, sì, però è un altro obiettivo che ci si è dati da principio è stato quello di mantenere un po' la traccia di un paesaggio agricolo preindustriale, no, per cui consapevoli del fatto che si stava andando a lavorare su un terreno innanzitutto di pertinenza di un dell'ultima Cascina è con adiacente un terreno agricolo di Mirafiori che a sua volta è diciamo pre eco eco Eva del del Castello di Mirafiori. E quindi è diciamo che recepiva e che testimonia una storia del quartiere, eh? E si è cercato è di mantenere queste tracce un po' dal punto di vista fisico paesaggistico, quindi mantenendo le cosiddette barriere, quindi i canali irrigui preesistenti. È tutto un sistema che non pur non utilizzato da un senso a quello che c'era prima e e poi è di la cazzo perché mi faccio questa frase? È perché sono di ram? Non lo so dove. Se volevi andare verso il discorso dei canali, non lo so, ma no, starei fare. Invece il mio collega mi dice sempre che sono questa perversione per le belle regga perché mi sono fatto poi mi sono informato con sta storia delle balere. Sono andato nell'ufficio che aveva tutti documentazioni all'archivio a capire tutte le porticina da aprire. No, meno malattie per questa cosa è meglio che ne esco e non lo so. Se volete tu riesci lo stesso anche se su un fotomontaggio. Ok, allora basta guardarlo, Ti faccio ultimissimi. Sì, sì, quella che facciamo a tutti. Tutti cos'è per te L'italia che cambia, non il nostro progetto. Tranquillizzo a fa pensare questa frase proprio per un'italia che cambia mio figlio. Grazie. Ok, penso che è difficile. Eggsy a sangue freddo, un po' tosta. Si può fare. Okay, ma è per me l'italia che cambia e poter osservare che ogni è piccola esca ogni ogni amo gettato in uno spazio che è un bene comune in uno spazio condiviso e la riceve qualcuno e trova qualcuno, eh pronto e disposto a fare uso di meno Che cazzo ne so? Non lo so, è difficilissimo, cazzo, ero non so come dire é è nel senso, anche se anche me lo potete anche anche più. Veramente più perché l'italia è la valorizzazione degli spazi, il bene comune la anche se il progetto che sta rispondendo sì, sì, ma tanto non ce la facesse. No, no, no. Basta per me l'italia che cambia e poter partecipare alla rinascita di un bene comune, di uno spazio in una in un contesto in cui era. Tutto ciò avviene in una maniera condivisa, partecipata, in cui ognuno mette le proprie risorse, le proprie competenze per far crescere. È un progetto comune e far rinascere e valorizzare un posto che grazie Esatto. Cosa? Dimmi nome e cognome Fabrizio dal d dal d. Dia LD sotto cosa scriviamo? Ma a Grey, Agricoltore, consulente in biodinamica. Ma l'azienda si chiama dal di floricoltura. Ancora. Okay, gia' E tu? Con che cambia? No, perché? Ok, perfetto. Ma mi chiamo Fabrizio dal D. Insieme a mia sorella abbiamo un'azienda agricola in Liguria che è cresciuta nel tempo come superficie e come formazione. Ho fatto la scuola di Agraria di Sanremo e sono uscito nel novantadue. Da lì, dopo un anno di militare, ho iniziato a coltivare molto di più di quello che già facevo da quando ero giovane. In campagna è subito l'approccio era di agricoltura convenzionale, industriale perché utilizzavamo concimi di sintesi, coltivazioni fuori suolo perché i terreni erano stanchi ai tempi e pesticidi. Conoscevo quel metodo li me l'avevano insegnato anche meno male a scuola insieme comunque anche a una agronomia corretta di base. Certamente è ho avuto i professori che mi hanno comunque già a scuola, trasmesso anche concezioni agronomiche ecologiche. Sicuramente è però una volta nel mondo del lavoro. Ho cominciato spruzzando veleni e dando concimi di sintesi alle piante. La cosa non mi è piaciuto. Eh, già dai primi anni però li avevo diciannove venti anni, ho iniziato a cercare soluzioni alternative conoscendo la chimica di sintesi, subito sono andato a cercare sostanze chimiche naturali che potessero sostituire concimi e pesticidi. Ma poi nel tempo, mentre approfondito quegli studi perché ho continuato a studiare anche dopo aver finito la scuola di agraria, nonostante non avesse non ho fatto l'università di agraria, mi sono approcciato all'agricoltura naturale di fu cuoca all'agricoltura sinergica, la prima coltura di Bill Mollison, microrganismi effettivi di te roig e per ultimo quindi una quindicina di anni fa, o anche qualcosa di più. Ho incontrato l'agricoltura biodinamica, intesa come cio', che nel millenovecento ventiquattro, in una serie di conferenze. Rudolf Steiner, un grande chimico, ricercatore, filosofo storico ho vissuto a cavallo del millenovecento nato nel morto nel comunque nel ventiquattro ha fatto questa conferenza di Coober Viz, così chiamate perché si sono tenute nella tenuta del conte for Kaiser Linguette. Ako Berkowitz è Steiner ci ha donato una nuova ottica di vedere l'agricoltura quando ai tempi già l'industria diceva che le piante devono mangiare sali solubili nella soluzione circolante. Lui invece ci ha detto che noi però dobbiamo non concentrarsi sulla nutrizione delle piante, ma sulla vita Liza azione del terreno. Quindi la concimazione in realtà è una vita, Liza. Azione del terreno, cioè portare forze vitali. Adesso, se prendiamo in considerazione la scienza come esclusiva chimica, queste cose non le capiamo. Ma già, se nella scienza contempliamo il fatto che esiste la microbiologia ed esiste la fisica, noi al giorno d'oggi abbiamo le spiegazioni del perché ciò che lui diceva, anche se ci sembrava strano, funziona perché quello che lui ci ha detto funziona alla grande. Le preparazioni le facciamo noi in campagna, con grossissimi vantaggi. Sono tutte assolutamente sostenibili dall'ambiente, ma non solo Bonifica un ambiente inquinati può fare agricoltura biodinamica. È una metodica che ci permette di avere coltivazioni eccezionali, quantità adeguate, non minori di quelle di un convenzionale e in più una bonifica dell'ambiente, nel qual caso si è inquinato ancora di contesto. Ci dice per favore dove ci troviamo A livello geografico avevo e anche se vuoi il nome dell'azienda proprio in tre parole ci troviamo. Ok, è al livello di contesto. Ci troviamo in Liguria, più precisamente a Sanremo. È l'azienda che conduco insieme a mia sorella. Si chiama dal di floricoltura ssa è un'azienda al novanta percento è indirizzo Florrick o lo, nel senso che facciamo Florrick o lo reciso da composizioni, è un dieci percento di orticoltura che usiamo per noi. Ad alcuni clienti che abbiamo. Però diciamo che il grosso è dell'introito dell'azienda deriva dalla coltivazione florrick ola, eh? Ho fatto ottenuto nell'ultima decina di anni, diciamo corsi di formazione dopo averne seguiti, ma continua a seguire corsi di formazione perché non si smette mai di imparare. È giusto così, però tenendo corsi ci sono stati corsisti che mi hanno chiesto poi di tre anni fa di andare a dare indicazioni direttamente nella loro azienda e da lì è partito una mia attività di consulenza che tre anni fa è partita con due aziende. Due anni fa per passaparola sono diventate sette otto dieci eh l'anno prossimo saranno tante di più perché gia' aziende che si occupano di biodinamiche. Chiaro? Io sono nazionali che si vogliono. Tendenzialmente mi chiamano biologici, però anche aziende convenzionali che hanno un'ottica che vogliono uscire dai guai in cui sono inseriti. Perché non è che fare agricoltura utilizzando veleni e concimi di sintesi o antibiotici nei casi degli allevamenti non porta cattive conseguenze. Anche loro stanno arrivando ad avere disseccamento di kiwi, di me l'immortalità nelle stalle i problemi che non riescono più a risolvere perché non è l'approccio corretto quello di a spruzzare utilizzare sostanze che uccidono. Noi dovremmo avere un approccio dove andiamo a inserire forze o sostanze nell'ambiente che modificano i processi, ad esempio quello di marcisce senza che diventi un processo di decomposizione. E noi questo lo possiamo fare perché uccidi, uccidi, uccidi. Alla fine si selezionano microrganismi che non vengono uccisi, piu' da nulla e dal quale non ti salvi più. Quindi anche i convenzionali si stanno accorgendo che quel sistema non funziona più e porta grossi guai fare solo un attimo un passo indietro. Una delle domande Mark la differenza azienda due dinamiche che in parte già spiegato. Uno degli aspetti però di cui mi parlavi prima era in qualche modo questa visione ampliata in cui l'essere umano e gli animali il vegetale è parte di spiegare in sintesi un po' questo quadro anche che che vivo ok diciamo per portare soluzioni ecologiche in aziende che possono essere zootecniche o agricole di vario genere, dobbiamo partire magari per coprirne il funzionamento dall'etimologia della parola ecologico che deriva da Oikos, cioè l'ambiente in cui vivi e logia e lo studio no. Quindi soluzioni portiamo a casa il risultato con un'approfondita osservazione del mondo che ci circonda il mondo naturale. Ehm a questa tipo di visione, se uno la approccia con mancanza di pregiudizio e amore per la conoscenza che sono necessari, ci si accorge che siamo legati. Tutto è legato a tutto in campagna, negli allevamenti. Rudolf Steiner ci ha detto giustamente che un'azienda agricola dovrebbe implementare sicuramente l'allevamento animale, ma perché l'animale trasforma nutrendosi, né in cibo per la terra il cibo di cui si nutre. Ad esempio la vacca, che è considerata un animale sacro in certi posti è sacro davvero, nel senso che dovremmo averla nelle aziende. Perché quando lei si nutre di quell'erba moltiplica almeno per quattro per dire, il valore nutritivo di quell'erba se fosse comportata naturalmente è la visione biodinamica di un'azienda contempla ciò che si vede e cio' che non si vede ciò che è sensibile, ciò che è sopra sensibile. Perché per la normale concezione che hanno le persone e gli agricoltori. Già i microrganismi in natura sono qualcosa che non viene quasi mai preso in considerazione. Per carità, adesso cela l'agricoltura simbiotica che prende in considerazione anche quelli però chi spruzza veleni e pesticidi in campagna uccide una microbiologia perché non la vede? E quella mancanza di microbiologia e un pochettino come una persona quando prende gli antibiotici, che poi deve inserire fermenti lattici no. Allora non è meglio non uccidere nessuno e influenzare ciò che si vede? Cio' che non si vede in modo che tutto funzioni al cento per cento perché l'idea darwiniana della competizione in effetti è errata. Perché se noi siamo qui al giorno d'oggi è per una questione di una collaborazione. Noi siamo fatti nel novantanove per cento il numero di molecole di acqua, ma quanti lo sanno? E noi abbiamo una quantità di microrganismi nel nostro corpo che sono superiori al numero di cellule del nostro corpo. In quanti se ne rendono conto é in campagna. Questo viene moltiplicato in maniera esponenziale, per cui per riuscire a portare a casa una produzione, noi dobbiamo prendere in considerazione tutte le branche della scienza, la chimica, dividendola fra chimica industriale di sintesi chimica naturale, la microbiologia e la fisica al giorno d'oggi quello che Rudolf Steiner ha detto nelle conferenze che ha fatto per venticinque anni. Noi lo possiamo contestualizzare al giorno d'oggi grazie alle scoperte della fisica. Ad esempio, lui diceva che gli esseri viventi hanno un corpo delle forze formatrici. In fisica esiste il concetto é la realtà dei campi morto genetici. Quindi se vogliamo avere una attenzione con mancanza di pregiudizio e amore per la conoscenza a queste cose, noi capiamo che tutto è collegato. Vuoi dire quella cosa della pietra non campo isterico. Noi abbiamo il campo, le piante hanno campo. Terry volete che faccio quella distinzione alla gente? Gli arriva come sembrava cara quando me l'hai detto come esempio no, no, per carità, sì. Se vuoi te la spiego bene, perché è un concetto, un po' sottile, quella cosa lì no, voi vedete, vedete, vedete come esce fuori poi ok. Ad esempio Rudolf Steiner, che è stato appunto il capostipite, è il capostipite. Rifaccio ad esempio Rudolf Steiner, che è stato il capostipite di quella che oggi è conosciuta come agricoltura biodinamica. In realtà è stato anche il capostipite ha posto le basi dell'agricoltura biologica che poi si è normata negli anni novanta. Quindi nel millenovecento ventiquattro ha fatto un'opera notevole quell'uomo grazie alla sua incredibile percezione del mondo che avevano allora una delle cose che ci ha insegnato e penso che sia facile anche da intuire se ci si fa questo tipo di ragionamenti. È la differenza che c' è tra ad esempio un minerale, una pianta, un animale é un essere umano, o quantomeno un uomo e una donna. Ok, nella pianta noi ne nel rifaccio partire da li' in un minerale. Noi abbiamo un corpo fisico e quello lo possiamo vedere tutti. Ma la pianta, a differenza da un minerale. E qual è la differenza? Che possiede un corpo delle forze formatrici? Praticamente a parte che è fatta del novantanove percento di molecole di acqua. Ma qual è quella forza? O quelle forze che permettono tutte le reazioni biologiche al loro interno? Che cos'è che instaura una fisiologia all'interno di un essere vivente al giorno? D'oggi la fisica, ce lo spiegano come campi morto genetici, dove ci sono campi magnetici che regolano tutte le reazioni biochimiche. Dell'organismo pero' Aspetta che non mi è piaciuto come hanno detto. Aspetta che lo rifacciamo. Perché se no mi una vedova. Approfondire chiaramente se il minerale ha solo il corpo pianta. Ma se lo chiamo corpo eterico qua scappano tutti. Capito? Usa il termine che tu, se vuoi lo chiamava Chiamava parte che molti non sanno neanche che vuol dire è appunto è quello lì che mi viene il dubbio che poi dopo a capirlo no, aspetta. Provo a spiegarlo però a spiegarlo, perché se entri troppo tecnico infatti li stava andando a finire in un casino. Quindi viene comunque un po' base, ovviamente un input che uno da meglio non dirlo perché troppo tecnico non ce la facciamo a tenerlo. Esatto. Rudolf Steiner ci ha anche spiegato la differenza che c'è fra un minerale una pianta, un animale é un uomo o una donna? E sempre con una visione allargata del concetto e senza pregiudizio la divisa. In queste l'ha suddivisa in queste differenze, un corpo minerale ha un corpo fisico, come lo hanno anche le piante, gli animali l'uomo però che differenza c'è fra una pietra é una pianta, ad esempio la pianta cresce e si sviluppa. E chi è che fa in modo che questo avvenga? La pianta, un corpo vitale, Stein e l'ho, anche chiamato corpo delle forze formatrici. Ed è quell'insieme di processi elettromagnetici di campi morfogenesi tc cosiddetti dalla fisica che permette a noi di avere una fisiologia così alle piante o agli animali. Poi c' è una ulteriore differenza fra le piante e gli animali. Perché gli animali, come insegnava Rudolf Steiner, hanno un corpo astrale, un corpo ani Miko, una anima delle brame e delle pulsioni, degli istinti e dei sentimenti. Che differenza c' è ancora in più tra un animale é un essere umano, un uomo o una donna l'uomo in più a olio, l'auto coscienza l'uomo si rende conto delle cose che succedono? Un animale riceve delle pulsioni dall'ambiente esterno e reagisce secondo un software pre caricato. Noi ci possiamo rendere conto di ciò che succede intorno, sempre che lo vogliamo sempre. Che ci rendiamo conto della responsabilità che abbiamo addosso. Perché più uno è abile a fare cose e non più a diritti più a responsabilità. L'uomo dovrebbe avere la responsabilità di condurre le sue attività nel mondo in modo che siano sostenibili per tutti, per le piante, per gli animali e per gli altri uomini. Rudolf Steiner faceva presente che non ci può essere sana agricoltura se non c'. È una sana socialità. Andava bene. Ok, ti faccio una domanda. Un po' più personale, che è come ha cambiato te. Quindi il tuo modo di vedere la vita di approcciarsi alla vita la scoperta di tutte queste proprio lì dove ma belle tettine loro giocano, vogliono rimanerci dentro si, tutto a posto dopo una notte giusto che ha definito faccio prima generica però come è vedevi tu il mondo com'è cambiata questa visione dopo queste scoperte della tua quotidianità, oltre alla parte professionale che dopo aver approcciato queste concezioni, averle fatte mie metabolizzate. Certo che la mia ottica del mondo è molto cambiata é partendo dal concetto di sana agricoltura e sana socialità quello che mi occupo di fare tutto il giorno a connettermi ad altre persone che hanno questo tipo di visione e nel qual caso abbiano una conoscenza non adam, allora é nel qual caso abbiano una conoscenza diciamo inferiore a quella che ho raggiunto io, portargli soluzioni che gli possano permettere agevolmente di andare in quella direzione di sostenibilità del mondo. Poi noi abbiamo bisogno di produrre cibo sano e partendo dall' inquinamento a cui siamo soggetti nel mondo. Non è neanche semplice passare da una agricoltura convenzionale a una biologica, portando a casa il risultato o da una biologica a una biodinamica. Però grazie alle scoperte nei vari ambiti della scienza, noi attraverso i preparati biodinamici o la gestione dell'informazione come quella della bio risonanza l'omeopatia e ad altre concezioni naturali. Possiamo portare a soluzioni che facciano in modo che un agricoltore, un allevatore, ottenga risultati eccezionali in breve tempo. Se noi dovessimo far fare alla natura di per sé un pochettino come è successo è dove è esploso il reattore fu in Chernobyl, dove è esploso il reattore. A Chernobyl la natura si riempie Hadron ITA del luogo bonificando lo perché fra l'altro ultime ricerche si è ridotta molto di più del previsto. La radioattività può essere anche il fatto, quella microbiologia che si è sviluppata quegli esseri viventi in relazione fra di loro che hanno metabolizzato sostanze ma anche forze negative nel luogo la natura bonifica il mondo è l'azione dell'uomo sconsiderata. Quando l'uomo pensa di essere un padrone, piuttosto che avere la responsabilità del buon padre di famiglia a questo mondo che crea disastri, noi possiamo fare invece invertire questi processi, portare una bonifica dell'ambiente oltre che produzioni sane. E come diceva Zarathustra, noi dobbiamo nutrirci delle piante perché le piante hanno immagazzinato l'energia del sole e quell' energia del sole va a nutrire oltre al nostro corpo, a livello energetico ci dà energia, ma nutre il pensiero un pensiero vivente. Noi quello dobbiamo sviluppare il pensiero vivente, il rendersi conto del mondo. Se non partiamo da un cibo sano, coltivato con tecniche, informazioni nali con biodinamica, vi dico omeopatia b risonanza abbiamo un sacco al giorno d'oggi. Noi abbiamo tantissimi modi per maneggiare il mondo in maniera sostenibile ed efficace. Ti chiediamo di definire la biodinamica per chi non assolutamente no che Ma dai? Certo, proprio in cosa si distingue dagli altri sistema La biodinamica è una metodica agricola piuttosto semplice da praticare, magari un po' più difficile da comprendere. Primo, perché il linguaggio utilizzato da Stainer di cento anni fa in Germania non è così affine a noi. Però con una piccola traccia traduzione, diciamo fatta da persone che già la pratica no. E magari vedendola sul posto, si scopre che noi possiamo utilizzare delle sostanze presenti in natura, trasformarle in modo che queste portino un effetto biologico positivo sull'ambiente facciano crescere bene le piante sane e senza parassiti, dove la malattia è una rara eccezione. Queste, questa la peculiarità della biodinamica è il fatto che Steiner ci ha insegnato come usare poca sostanza e tanta informazione, quindi anche a quelli che gli sembra strano, che funziona il corno letame in realtà è un'operazione geniale, perché noi mettiamo quel letame di vacca che per concime per avere un effetto fertilizzante sul suolo. Se utilizzato ponder al mente richiederebbe per dire duecento quintali in un ettaro. Invece noi con un chilo e mezzo di letame preparato che è diventato corrono letame in un anno noi portiamo quell'effetto di fertilità, quindi se è una facilità per l'agricoltore no. Questo sfrutta leggi naturali, le leggi dell'informazione come è mme. La gente vede questa intervista attraverso un video dove cioè il video è l' audio trasmesso in maniera digitale o analogico a quello che sia. Ma quell'informazione è noi non la vediamo se non ci fosse una apparecchio televisivo che la riceve, no. Beh, gli esseri viventi sono apparecchi non televisivi, ma che possono ricevere informazioni che li indottrinano, che gli indirizzano. Le reazioni biochimiche e quei preparati fanno sì che, ad esempio, il corno letame abbia un'azione sul terreno utilizzato correttamente, ma è semplice usarlo correttamente, basta avere appunto non pregiudizio e amore per la conoscenza e passione. Facciamo in modo che nel terreno si sviluppi la microbiologia corretta e si sleghi Noh sostanze che sono state trattenute, magari dal potere assorbente del terreno. Quindi diamo la possibilità della microbiologia, la chimica di lavorare al meglio. Le piante non sono fatte per assorbire direttamente il minerale del terreno, cioè il tramite della diciamo flora batterica radicale. Come noi abbiamo la flora batterica intestinale che fa si che loro passino le sostanze minerali grezzi attraverso il metabolismo di batteri o funghi che ampliano molto l'apparato radicale. I batteri poi le donano alle piante viene trasmessa attraverso la linfa ascendente nelle foglie, il minerale grezzo. Nelle foglie avviene la fotosintesi, che è un processo energetico perché oltre al minerale e l'acqua dall'aria la pianta assorbe che che è un gas, prendiamolo in considerazione e assorbe energia luminosa col quale crea molecole complesse. Le molecole complesse poi si distribuiscono all'interno della pianta è vengono donate anche i microrganismi radicali che con un processo di simbiosi se ne nutrono. E quindi noi vediamo un sistema complesso di reazioni dove è tutto sostenibile è tutta una crescita. Le stesse piante, una volta morte con il processo del carbonio, vengono trasformate in nutrimento attraverso il passare attraverso il passaggio in microrganismi si approfitti funghi e batteri che trasformano una sostanza organica morta, il nutrimento per quelle vive. Però questi processi noi le abbiamo davanti agli occhi. Dobbiamo rendercene conto che in certi casi però sono invisibili, perché i microrganismi non li vediamo. Ma come diceva un altro grande personaggio del passato che aveva una grande percezione io wolfgang è te non c' è niente di più difficile che vedere con gli occhi ciò che davanti agli occhi sta. Quindi soluzioni ecologiche derivano da un'approfondita conoscenza della natura, dove c' è vera scienza, dove non c' è pregiudizio. Non si può partire con un pregiudizio, perché la scienza indaga ciò che ancora non sa e noi invece ci passano la scienza, come quella che è la scienza delle certezze. Ma uno scienziato che ha certezze ha smesso di fare il suo lavoro mh-mh Reg le persone immaginavo del contesto vicino che del contesto qui intorno della Bce. Come reagiscono le persone che non quando spieghi queste si' e tra cui anche magari le aziende si' riescono ad assorbire movimento queste informazioni anno quindi è un processo. Le persone che si approcciano a queste tematiche e vogliono cercare queste strade è devono avere una particolare percezione del mondo, perché se pensano che la chimica, questo mondo sia l'unica via della scienza. Non gli si può andare a spiegare questi concetti? No, però ci sono persone. Conoscendo la natura dobbiamo avere un'adeguata conoscenza della natura. Però sul tempio di Menfi, in passato c' era un monito che conosci te stesso. Quindi bisogna guardare il mondo fuori, ma anche il mondo dentro di noi capire come eravamo. Magari venne dieci venti trent'anni fa a ricordarcelo ci sono persone che hanno un minor pregiudizio, persone che hanno più pregiudizio, persone che masticano alcuni argomenti, persone che invece altri argomenti non li masticano. Allora qual è il segreto delle persone che si approcciano a me come devo fare io per riuscire a farmi capire? È importante, secondo me trovare le chiavi di lettura giuste che sono per ogni persona diverse. Bisognerebbe cercare di parlare la stessa lingua di chi hai davanti e questo lo puoi fare se è una grande esperienza e se prendi in considerazione la natura umana, chiedo due, tre approfondimenti la parte grigia e vabbè uno siccome te l'aveva chiesto prima anche Emanuela potevo fermarlo. Ci racconti cos'è il corno meta che il corno letame è una preparazione biodinamica fondamentale, che consiste nell'utilizzare un corno di un animale di vacca femmina è proprio per la conformazione di quel corno. Perché diciamo che vista la sua struttura è un come fosse un'antenna gli animali, le corna le hanno ricevono impulsi dall'esterno. Noi non abbiamo le corna, non ce ne rendiamo conto, ma noi non ci rendiamo conto di un sacco di cose. In ogni caso pregiudizi ci possono essere ma se noi prendiamo del letame lo mettiamo dentro il corno e lo inseriamo in un periodo particolare dell'anno dove arrivano forti impulsi di terra e di acqua. Le quattro forze aristoteliche hanno tutti un significato. Otteniamo che dopo sei mesi quel corno non è marcito letame dentro quel corno e si è trasformato in un preparato che ha grandi forze radianti, quindi trasmette informazioni e qui parliamo anche di fisica. Quindi se dina Misato in acqua quindi l'acqua che ha una capacità di registrare informazioni enorme e lo spiega ad esempio il grandissimo emilio del giudice eh, noi la utilizziamo nella maniera corretta, facciamo sì che l'informazione del corno letame venga trasferita all'acqua e quando noi spruzziamo l'acqua in campagna otteniamo un effetto biologico utilizzando poca sostanza e tanta informazione. Se noi mettessimo del corno del letame sottoterra. In altre condizioni vedremo che marcisce. Già, il fatto che non ci sia un processo di marcisce scienza, ma ci sia un processo di decomposizione che quello che otteniamo non assomiglia più per niente né come odore né consistenza. Perché? Perché quel letame sotto con quel processo ha avuto una trasformazione che è proprio palpabile. Diventa untuoso non con cattivi odori, con buoni odori. Quindi una trasformazione ce l'ha avuta. Già, Solo quello dovrebbe farci capire che qualcosa lì sotto è avvenuto. Stessa cosa. Possiamo prendere un altro preparato fondamentale che il corno si dice. Noi possiamo prendere del quarzo che ossido di silicio prepararlo, metterlo nel corno in altri sei mesi dove ci sono forze di aria, luce di calore sottoterra. Quindi nel periodo estivo, da noi, quando andremo a estrarre quel corno, la silice avrà cambiato colore. Perché se teniamo una parte di quelle di partenza di quella polvere di quarzo e guardiamo poi quello che abbiamo ottenuto tirando fuori il corno silice ha cambiato colore. Quindi ha avuto una trasformazione fisica, nonostante sia stato interrato mezzo metro e ottanta centimetri sotto terra. Quindi, se vogliamo, appunto senza pregiudizio, con l'amore per la conoscenza. Noi lo possiamo verificare anche con i nostri occhi, contando che Rudolph ci ha anche spiegato che dei sensi noi ne abbiamo cinque, di quelli che sviluppiamo normalmente, ma ne abbiamo altri sette. Un po' più occulti che per svilupparli bisogna porci all'attenzione sopra. Ma questo è un altro argomento. Senti, ha detto più volte senza pregiudizi, eccetera perché la biodinamica okay in effetti metterci nei panni di uno che non non ne sa niente, sente dire devo mettere quando c'è la luna piena, il corpo sembra con HIV e la secondo te si chi critica in buona fede. Quindi non ti parlo della persona c' è qualche. Come si può rispondere ai luoghi comuni sulla benzina? Ci sono molti luoghi comuni sulla biodinamica, giustamente. Ma noi viviamo in una società dove la gente è abituata a parlare esclusivamente di chimica e chimica di sintesi, perché già gente come abitudine generale, poi ciechi, si rivolge ad esempio alle erboristerie e ottiene vantaggi notevoli perché le piante hanno dentro dei fitto complessi che curano le persone. Chi si è rivolto, ad esempio all'omeopatia, verificandone i risultati positivi. Gli puoi andare a dire quello che vuoi sulla chimica, ma non torna più indietro a utilizzare le medicine che hanno un sacco di controindicazioni. Quindi dipende dalle esperienze che le persone vogliono fare persone con pregiudizio al giorno d'oggi. Siccome ci sono interessi industriali forti, ma che la gente capisca solo di chimica, di sintesi e non riusciranno ad approcciarsi a queste conoscenze, no, per persone evolute che hanno percezioni e sensibilità più elevate. Quando ci si approcciano, vedono che funzionano perché funzionano alla grande. Il problema è l'indottrinamento generale, questa chimica di sintesi, dove il mondo sembra che esiste solo quello, le fabbriche che fanno agrofarmaci o farmaci, quando in realtà è diciamo che la conoscenza dei nostri nonni è rimasta un po' come poesia nelle nostre teste. Ma se uno fa le prove sul calendario biodinamico anche solo di trapianto, vede che ci sono. È facilissimo vedere che ci sono quattordici giorni in cui questo trapianto è facilitato e quattordici giorni dove questo trapianto è un po' più difficile. Quindi con la giusto approccio con la giusta chiave di lettura alla gente, gli si può far vedere in campo che funzionano questi concetti. Quindi la questione lascia quindi la differenza tra principale okay, perché é biologica e biodinamica quello che ti chiedo questo qual è la differenza principale tra biologico e biodinamico? La differenza principale tra biologico e biodinamico è che nel biologico non si utilizzano concezione di fisica, praticamente si sostituiscono ben venga molecole di sintesi con molecole naturali, concezioni agronomiche con lavorazioni dove si rivolta molto il terreno, con invece concezioni dove il terreno si fanno lavorazioni superficiali, come sarebbe giusto anche fossero nel biologico, cioè un'attenzione. Quindi non si usano diserbanti nel biologico, ma bisogna fare attenzione perché comunque un po' di rame e di zolfo si usa. E se noi parliamo di microbiologia bisogna fare attenzione perché col rame uccidiamo con un effetto di accumulo sul terreno batteri, zolfo, uccidiamo funghi utili. Quindi anche il biologico è un ottimo approccio puo' essere un passaggio, ma secondo me al giorno d'oggi è facile fare un passo oltre e cercare delle strategie che si possono fare, derivate da una ancor più approfondita conoscenza della natura, sempre senza pregiudizio, che ti permettono di non utilizzare neanche più rami in campagna o lo zolfo e portare a casa la produzione. Questa era una domanda mi ignoranza mia quando si parla di agricoltura naturale che in agricoltura naturale non necessariamente si parla di biodinamica, ma sicuramente coinvolta. Anche la biodinamica, diciamo l'agro ecologia è l'agricoltura che deriva da una approfondita conoscenza della natura? No, come dicevamo prima, dipende dal livello di conoscenza ed è naturale che una più la approfondisce, più fa e sperimenta e più vedere gli effetti e più vai verso un'agricoltura di tipo biodinamico. In tanti casi è assolutamente consigliabile fare diversi corsi. Ad esempio ascoltare dalle voci di chi ha esperienza mai neanche da uno solo, ma concezioni magari più che leggerle su un libro va bene la lettura, ma ci vuole anche l'esperienza pratica fare corsi dove ti fanno vedere ciò che ti dicono. Questo è importante. L'ultima era citato più volte. Risonanza vuoi raccontare la risonanza? Non è prettamente biodinamica, però è una gestione del mondo attraverso la manipolazione dell'informazione. Noi siamo esseri viventi. Infatti nel novantanove per cento il numero di molecole di acqua e non viene mai presa in considerazione questa cosa. Noi siamo fatti di acqua e perché siamo fatti di acqua e non di olio o di piombo, perché l'acqua può ricevere informazioni di tipo quantomeno elettromagnetico. Quindi noi siamo un enorme ogni individuo è un enorme complesso dominio di di aspetta dominio di coerenza. E adesso mi sono perso. Quindi come lo chiamava mio del giudice? Ehm ehm dominio di non coerenza. Boia Em, perché c' è un lapsus. Ho raggiunto il tilt. Aspetta, si chiama dominio di niente. Devo fare una pausa. Aspetta il dominio di coerenza Risonanza ti guarda te, amore, ti guarda. Vediamo se mi sveglio Puntatina, eh? Come le dicevo? Emilio, aspetta che la rifacciamo Questa qua dai domini di coerenza domini di coerenza. Allora dicevo, giusto mi confondeva. Da dove lo faccio? Da capo o riuscite a fare copia-incolla? Siamo fatti. Aspetta, ripetimi la domanda, ti prego. Domanda Sarà più risanato? Ehm la biodinamica? Non lo so. Mi sono imparato mh-mh. Mi sono impallato perché sono fuori concentrazione. Ha fatto tilt. Ripetiamo. La bio risonanza è una concezione. È una pratica che non è prettamente biodinamica. Comunque è un sistema per maneggiare le frequenze di cui è fatto un essere vivente. Appunto. Perché è un essere vivente. È costituito quasi completamente da molecole di acqua nel novantanove per cento. Il numero che è un'acqua che contiene informazioni secondo dei domini di coerenza, come spiegava Emilio del Giudice e che influenza le reazioni biochimiche. Dell'organismo è attraverso un macchinario che è stato inventato da un medico e da un ingegnere tedesco, Franz Morel ed Eric. Nel millenovecento settantotto possiamo utilizzare questo macchinario per rifare usare un individuo che è fuori fase. Un po', come avviene col segnale, è sempre audiovisivo che noi utilizziamo per ascoltare, vedere video di stanza ad ascoltare audio diciamo. I concetti sono bene o male sempre quelli. Noi siamo un complesso di impulsi elettromagnetici di campi elettromagnetici che dialogano fra di loro e che gestiscono la vitalità di una serie vivente. Attraverso questo macchinario è molto semplice e facile copiare frequenze bonificare e restituirle, ad esempio in agricoltura, okay e restituire ad esempio in agricoltura è quello che è ed è una parte della tecnica che utilizzo. Volevo chiederti quando ci eravamo sentiti credo ormai è passato quasi un mese. Mi dicevi che questa parte di consulente insomma non sapevi bene che futuro avrebbe avuto se potete farlo solo qui. Ma che che percentuale mi chiedevo se in qualche modo hai vorresti fare da grande come ti vedi tra ad esempio cinque anni se la quale si'. Ma allora nella mia esperienza di vita sono passato da fare il contadino e approfondire questi temi con esperienza in campo, nella mia azienda a fare il consulente, dare apportare soluzioni ecologiche. Naturalmente quella della consulenza nelle aziende è un processo in cui sono ancora lì che devo imparare anch'io. Nel senso che in azienda, da me, dopo anni e anni di pratiche ecologiche fatte ottenuto risultati dove la malattia è una rara eccezione, le piante lavorano benissimo. Le produzioni sono eccezionali. Quando si entra in un'azienda che non è la mia, sto facendo anch'io esperienza in otto nove volte su dieci funziona alla prima e porto il risultato quella volta o due su dieci è tutta salute. Nel senso che quando si trova una difficoltà e la si approccia con metodo e la superi tu porti avanti la tua conoscenza. Quindi sto diventa cercando di imparare anche come portare soluzioni nelle aziende di fuori. Siamo all'inizio. Portare biodinamica e vaneggiamenti di frequenza, diciamo nelle aziende esterne è una cosa che è proprio per me una cosa nuova. Ho iniziato circa tre anni fa, però partendo da due aziende l'anno dopo sono diventate col passaparola sette otto è l'anno. Dopo sono aumentate ancora a quindici venti l'anno prossimo. Speriamo di stare dietro a tutto comunque mi faccio aiutare da anche amici agronomi, anche che sono stati i miei corsisti e con cui abbiamo un ottimo rapporto, che hanno percezione notevole del mondo, sensibilità corretta per cui l'avventura si sta ampliando con persone che danno estrema, mi danno molti stimoli, perché frequentare della bella gente rende piacevole anche un'attività lavorativa difficile dove non si sa dove vado a parare. Ma comunque sia sono in buona compagnia che facciamo? Domanda brevissima. Se abbiamo parlato sempre biodinamica, legata ad aziende può essere applicata anche in caso di piccoli orti dice familiare o i piccoli oppure no richiede vedi grazie. La biodinamica, naturalmente può essere applicata anche a piccole realtà come orti, orti, giardini. Io la faccio anche nei giardini dove c' è Berner ornamentale, perché i processi che si vanno di nutrizione, che si vanno ad a influenzare benefica mente, portano al nutrimento le piante. In ogni caso abbiamo detto col corno letame portiamo vitalità e con ci amiamo il terreno, in modo che quando quella pianta viene inserita in quel terreno possa assorbire tanto nutrimento. Con l'argilla facciamo in modo che questo nutrimento venga portata nella parte e PGA della pianta dove avviene il processo di fotosintesi che viene stimolato dal corno silice e si produce una ottima grande quantità di nutrirsi di molecole complesse nutrienti sia per la pianta che per chi se ne ciba e implement. Iamo il processo del carbonio anche ne e lo si può utilizzare sia in grosse estensioni che su piccole estensioni. Il compostaggio, anche in un orto o in un giardino è assolutamente auspicabile. Lo si può fare anche in permacultura. In agricoltura sinergica ci sono questi processi, quindi l'importante è utilizzare dei processi che trasformino le sostanze. Il nutrimento, la sostanza organica morta deve essere trasformata in nutrimento per gli esseri viventi. Qualsiasi tecnica va bene è che ci sono tecniche più efficaci, le tecniche e magari meno efficaci. Utilizzando l'informazione l'efficacia si moltiplica parecchio. Però vale dappertutto dove c' è una pianta dove c' è un animale, dove cioè l'uomo i concetti sono sempre gli stessi. In chiara geografica lo fa il consulente nord Italia Liguria tutta Italia. Per il momento il consulente lo sto facendo nel nord Italia, anche perché i giorni della settimana sono sette nel mese, cioè una trentina nell'anno trecentosessantacinque. Quindi come un sito, una pagina no, col passaparola, col passaparola si mettiamo qua il riferimento ma che mi cerca? Cerca Fabrizio dal d. Mi trova sì dal agricoltura ssa ancora una cosa invece mi descrivi proprio in breve l'azienda visto che abbiamo fatto le riprese eccetera. Me la descrivi proprio. Abbiamo otto ettari, prevalentemente questo tipo di senza troppo tecnico proprio un'idea principianti come fatto l'azienda di che tipo di piante che ma che okay l'azienda la mia azienda e di mia sorella perché la conduciamo in due titolari. È trent'anni fa era composta dalla terra che ci ha lasciato. I nostri genitori erano ottomila metri quadrati, poi siamo andati avanti. Abbiamo usato sempre più processi ecologici che hanno portato comunque ottimi risultati. E con i guadagni degli anni passati come l'antica concezione contadina per di fare il passo lungo come quello della gamba, con i soldi che abbiamo guadagnato negli anni prima, abbiamo ampliato grazie al fatto che vendevano la terra l'azienda e siamo passati a quattro ettari di terreno. Tutti in un unico corpo, diciamo. No, qui intorno. L'azienda appunto. È fatta al novanta percento. Florrick Hola, un dieci per cento articolo. Quindi abbiamo quattromila metri di orticoltura e restante è floricoltura recisa, dove abbiamo coltivazioni come filo Then dry form gelsomini piante di eucaliptus è da cui facciamo reciso per le composizioni si' chiudiamo tutte le nostre per vediamo che in un qualche modo che cos'è l'italia che cambia per te. Quindi non rispetto al nostro progetto, ma come auspicio desiderio si' italia che cambia per me è un'italia con concezione sempre più ecologica del mondo un'italia che si renda conto del fatto che questo mondo, se continuiamo ad inquinare lo con molecole di sintesi lo stiamo bruciando a giugno studi ci dicono che abbiamo già finito le risorse rinnovabili del pianeta, un'italia di artisti, di poeti, di filosofi, di gente con una concezione assolutamente eccezionale è deve essere un'italia che per il futuro sviluppi queste doti innate e soprattutto nel settore agricolo e dell'allevamento quindi che è fondamentale per il benessere dell'uomo nel futuro per i decenni futuri o modifichiamo il modo di fare agricoltura e allevamento o se no queste risorse rinnovabili finiranno a maggio finiranno ad aprile e alla fine ci bruciamo il mondo dove vogliamo andare? Grazie ti chiedo per chi monterà il video se mi dice il nome e cognome il cosa Vuoi che scriviamo sotto? Avvicinati Si'. Prova. Mi senti? Okay. Stefano Vegetable e si' Vegetable bile è m' Sono qua. Faccio parte del progetto Casa rotta e mi occupo del progetto agricolo Si'. Ehm no, no cominciamo dall'inizio Quindi che dici? Che Ecco perché guidava in tutta Italia. Ok, Si' E poi da dove vuoi tu sentire fatti agricola La casa rotta agricola Come viene Piu'? Io ti chiedo di okay eh? Ciao a tutti, sono Stefano della casa rotta e ci troviamo in praticamente tra la Morra Cherasco L'algebra, in provincia di Cuneo, è in Piemonte è questo il progetto Dell'eco Villaggio della casa rotta è mme. Siamo nella parte agricola, eh? Partendo dall'inizio il progetto Il progetto nasce praticamente nel duemila dodici duemila undici duemila dodici dov'é Praticamente Claudio, Michela e Arianna avevano deciso di di fare un'associazione, diciamo per promuovere pratiche sostenibili. È di vario tipo a livello, diciamo molto pratico casalingo come potrebbe essere fare la marmellata in casa per dire roba di questo genere. Inizialmente si partiva con questo scopo e quindi a un certo punto è decidono di acquistare una una casa, una cascina che si trova proprio sopra, dietro alle mie spalle, dove pensavano di fare un progetto progetto sociale è subito dopo nel qualche mese dopo. Adesso non saprei dire il primo preciso, proprio meno. Così è grazie a Un'amica in comune ci conosciamo e io, Ivana Elia, mio figlio Hutch era anche già Tommaso, il figlio di Claudio e Michela è invece diciamo era da un po' di tempo che stavamo cercando uno spazio è con l'idea di fare un eco villaggio c' era già anche un altro nostro amico con noi si chiamava Cesare. Eh, si chiama Cesare. Ancora e c' erano anche altri amici che diciamo che eravamo un gruppetto che stavamo cercando mappando il territorio per trovare uno spazio. E quindi è stato subito un matrimonio, diciamo immediato, perché siamo come se ci siamo trovati bene, se da un punto di vista umano e anche da un punto di vista proprio le cose andavano a combaciare su tutti i livelli e quindi immediatamente abbiamo deciso di unire le forze e partire con questo progetto si' piu' o meno, forse anche undici adesso preciso non mi ricordo. Sì, sì, sì, esatto. Al tempo Quindi siamo partiti così poi chiaramente Ah Si' scusa. Ok, scusa, È dunque cosa succede? Decidiamo di alcuni. Alcuni di noi del nostro gruppetto hanno deciso di stare un po' più disparte altri di mettersi diciamo in pieno a pieno regime dentro Eh? Io, Ivana Eh Claudio Michela al tempo Cesare anche decidiamo di partire alla grande. Quindi non ci facciamo troppe domande Di chi è? Cosa? Cosa? Chi ha le cose di chi saranno eccetera Buon, decidiamo che vogliamo fare questo? E con tanto entusiasmo. Iniziamo a ristrutturare la prima casa è mme con l'idea di che era già stata acquistata. Sì, esatto. È Mme. E quindi è questo Secondo me è un è stato un punto di forza. È molto importante quando devo togliere a me. È stato un punto di forza molto importante all'inizio perché ha generato un sacco di Abbiamo potuto sfruttare appieno l'energia del dell'entusiasmo iniziale. No, non c'. È stata nessun freno di pianificazione o di paranoia e di E questo è stato secondo me un grande vantaggio. E poi è chiaro che poi dopo quando inizi a costruire pezzi, poi ti trovi a dover incastrare delle cose che magari avessi pianificato. Erano più era più facile. Però è anche vero che tante volte sento di tanti progetti che si pianificano, pianificano e poi non fanno niente. E quindi quella secondo me è stato un punto di forza. Emmi Niente. Quindi iniziamo a ristrutturare ehmm e partiamo. Dopodiché è Ivana. Avevamo un po' l'idea del progetto agricolo. Abbiamo incominciato a coltivare dei piccoli pezzettini di terra che erano intorno alla prima casa e che ci davano ci han dato in comodato d'uso i nostri genitori perché comunque noi siamo più o meno tutti originari di questa zona. Perché no, no, no, li abbiamo comprati noi. Però diciamo che le nostre famiglie abitano qui vicino. Quindi alcuni giorni alcuni dei nostri genitori hanno ci hanno dato dei piccoli porcellini che iniziavamo a però chiaramente era bello, ma non riuscivamo a sviluppare il progetto. Per cui nel abbiamo trovato questa seconda casa che per una serie di conoscenze Esatto, questa qua con questi terreni che voleva essere venduta e in e noi abbiamo pensato che poteva essere quella quella giusta, per cui abbiamo provato a un anno di affitto per capire se era veramente questa. E poi abbiamo deciso di acquistare questo secondo questo secondo pezzo chiaramente abbiamo dovuto fare un piccolo mutuo, un piccolo mutuo, neanche tanto piccolo per acquistare perché non ce la facevamo e abbiamo acquistato tutti, tutti e quattro come gruppo, se questa più il terreno. Si, esatto. Che sono circa dieci ettari, più o meno e andiamo praticamente quasi al confine con l'altra casa. Ed è un una come si dice, una situazione veramente rarissima da trovare in questo posto perché è un punto siamo nella bassa Langa e quindi è un punto dove la terra è molto, molto richiesta. Ha dei prezzi molto alti qui, per fortuna siamo proprio al confine, infatti, cioè l'ultimo bosco, poi dopodiché finisce la Langa. E perché il fiume? E quindi essendo una zona un po' più marginale, abbiamo avuto la fortuna di di trovare di trovare esatto un pezzo, un prezzo, un prezzo più basso è questo, diciamo è la la storia della delle due dei due posti mai mh-mh. Quindi voi vivete tutto suo adesso? Praticamente è cosa è successo che nel frattempo il gruppo si è modificato nel senso alcune persone sono hanno cambiato strada, per cui hanno fatto partire altri progetti che magari erano più fini a loro e altre altri sono arrivati e sono di nuovo partiti, eccetera, che è molto, molto, molto movimento in intorno a questo progetto. E attualmente cosa è successo? Che anni qui io e vaughn e li abbiamo deciso di vivere di più in questa parte, visto che il progetto agricolo richiede molto tempo, soprattutto d'estate per non andare sempre avanti indietro era più comodo attualmente, quindi siamo qui con in questo momento ci sono tre ragazzi che fanno volontari, che però sono qua da noi già da parecchio tempo più uno che invece è da un po' di meno che si' invece su ci sono da Claudio, Michela, Tommy. Nel frattempo è nata anche adele e in poi ci sono due ragazzi che che sono vivono anche con loro. É una ragazza con due figli, è che sono fissi e poi nel frattempo ci sono altre famiglie che si sono praticamente avvicinati al progetto, hanno vissuto un po' con noi e poi iniziato hanno preso delle case intorno qua vicino, quindi si sta creando un po'. Questo gruppetto poi c'è il gatto che ci aiuta sta creando questo gruppetto un po' diffuso. Infatti ultimamente stiamo ragionando su questo concetto di dico villaggio diffuso ehm più di una famiglia è Mme, quindi diciamo questo il progetto come siamo disoccupati Casa rotta nasce dal come nome Eh Vabbè, semplicemente perché i dai bambini la chiamavano così? No, quando andavamo sui canali a casa andiamo alla casa rotta, eccetera. È perché la prima casa era veramente molto rotta. Era disabitata da Trent'anni. Era una casa dov'é di alcune parti. Erano anche molto vecchie. Si parla del milleseicento millesettecento, mi sembra E quindi ci sarà veramente tanto, tanto lavoro. Ed è stato tutto praticamente fatto in autocostruzione da noi con materiali di recupero. Non tutto, ma buona parte. E poi, dato che era ormai questo nome, era entrato diciamo, nella nella nostra mente e quindi era diventata così per noi. Abbiamo deciso di usarlo e abbiamo voluto giocare sulla doppia accezione di rotta come spaccata è rotta come direzione e quindi abbiamo abbiamo infatti l'azienda agricola. Abbiamo chiamata nuove rotte. Quindici era l'idea di all'inizio. Si diceva a casa rotta rompere le forme verso nuove rotte. Questa era un po'. Lo slogan e inizi che mi ricordano i primi tempi che ancora tutt'oggi valido. Si' ehm si' il nucleo di cui parla Si' Perfetti. Scopri ma la parte piu' sociale abitativo. Ok, com'é stato Ma che certo va bene. Si' si' Beh, poi diciamo che personalmente ognuno in modo diverso chiaramente vivere con un gruppo di di persone così tanto tempo che beh, sicuramente è una grandissima risorsa, una grandissima risorsa perché se uno la vive, diciamo non so come dire in modo sincero CNN è profondo, è veramente una famiglia alla fine a cui quello no. Comunque ti devi confrontare su tantissimi temi per devi rivedere un po', tutto quello che la il rapporto dell'uomo con con qualunque cosa dai bambini per dire alla alle cose ideologiche, alle cose molto pratiche del tipo Okay, io gli attrezzi li butto tutti insieme in una cassetta l'altro invece li vuole tutti appesi al muro. Precisi, eh, per dire. E quindi la scala delle cose su cui ti confronti e quasi totale. Ed è molto bello il fatto che lo stai facendo con delle persone che hanno preso il nostro caso abbiamo più o meno la stessa eta', anche se adesso il gruppo in realtà è molto più vario che che in e non so, si crea una specie di di amore fraterno, diciamo. No, io metto io mi sento così e con i pro e i contro di questo nel senso diventi molto il rapporto diventa molto più intimo tra virgolette. Ti puoi permettere quasi quello che si può. Se uno fa in famiglia è quindi magari di ogni tanto un sbottare e dopo un po' diventa non so come dire é ha accettato? No. Perché dici bon? Tanto lui è fatto così. Si è incazzato un attimo. Va bene, non è un problema. Sappiamo che è fatto così. Non e mi però una l'accoglie con amore. Non so come dire questo. Secondo me la cosa chiave dall'altra parte ti permette di mitigare molto. Nel senso se magari uno con il proprio fratello, la propria sorella propria moglie, marito, eccetera. Magari a volte gli viene proprio da sbottare con con un amico così magari di me viene un po' più mitigato. Esatto, un confine. E quindi quello poi ti aiuta anche a rivedere i tuoi rapporti con con i tuoi familiari più intimi? No. Quindi è tutto questo continuo equilibrio che è appunto, secondo me è una grande risorsa. Rimani e anche molto. È un lavoro. È proprio un lavoro da mettere in conto come tutti gli altri. Richiede un sacco di che si'. Eh sì, diciamo che è noi siamo un gruppo che siamo molto incentrati sul fare e questa è una cosa che ci accomuna parecchio. È comunque sì, naturalmente usiamo delle tecniche tra virgolette, nel senso che è dunque finché eravamo solo noi quattro all'inizio tutto era molto più spontaneo è mme. Quando uno aveva bisogno di un confronto è semplicemente lo chiedeva e si faceva in modo molto spontaneo. È poi sono passate persone che invece avevano bisogno di più regolarità a chiedere che ne so, tipo fare un metodo di consenso, il metodo del forum. Quindi ci chiedevano delle tecniche. Noi ci siamo sforzati molte volte di farlo e lo abbiamo sempre fatto. E diciamo che è molto utile, secondo me, quando ci sono delle persone nuove, perché comunque incominciano pian piano a sentire che i segni un posto dove Sam puoi puoi parlare nel senso questo secondo è importante a pagare una non so come dire, è molto importante che è una possa osare al di là delle dei preconcetti, delle buone maniere tra virgolette, non di dire. Non non apro la credenza per prendermi un bicchiere perché sono a casa di un altro per dire invece puoi farlo benissimo. È però chiaro che richiede tempo no questa operazione e quindi queste tecniche aiutano molto a a essere più se stessi in maniera più vero, più rapida. Una volta che il gruppo è consolidato vengono un pochettino meno secondo. Noi viaggiamo molto sulla sull' idea del mutuo soccorso. Quando qualcuno ha bisogno di una cosa, di un confronto che può essere di qualunque genere, normalmente lo chiede se non ce la fa a chiederlo. Ormai siamo abbastanza scaltri da chiederlo noi per per lui, anche perché poi comunque va tutto il gruppo ne risente chiaramente. Quando uno incomincia a essere un po' nervosetto, per qualche ragione é piu' che tutto incominciano a crearsi tutta una serie di situazioni che che possono creare degli come si dice dei fraintendimenti. Perché magari io vedo una persona che arrabbiata, magari perché ha bisticciato con sua sorella che abita dall'altra parte del mondo. E che ne so io però in realtà penso che penso che sia su di me. Esatto. Quindi questo è utile. Ogni tanto si fanno quindi dei cerchi facciamo una un giorno, una volta a settimana, un cerchio tecnico proprio operativo, almeno con tutti di tutti gli abitanti. Poi facciamo una volta quando su richiesta, diciamo almeno una volta ogni ogni due tre mesi più o meno un cerchio diciamo sul come sto, diciamo le nostre cose interiori e poi ogni tanto cerchiamo di fare degli degli accorgimenti sulla visione generale e diciamo che essendo che c' è molto movimento. Ogni volta che entra e viene una persona bisogna ricreare tutti gli equilibri. Quindi quello è importante, ma è anche molto bello da osservare. Secondo me si' vengono i bagni e i il si' ehm si' che bambini si' ehi, okay, perché ok, porto dall'ultimo ai bambini. Diciamo che fino adesso non le abbiamo praticamente mai coinvolti e dagli ultimi cerchi invece li stiamo coinvolgendo perché soprattutto i più grandi è perché pensiamo che che abbia senso, che iniziano ad ascoltare e capire e vedere un po'. Le dinamiche sono abbastanza liberi di andare e venire chiaramente però gli viene richiesta se sono d'accordo loro la loro la loro presenza, soprattutto all'inizio. Mmm la gente qui viene, diciamo in diversi diversi metodi, diverse possibilità. Uno è il huffington walk away, quindi ho la riva che è l'associazione degli eco villaggi e sono le tre diciamo le tre ehm diciamo i tre metodi dove la gente puo' venire per magari fare un'esperienza, dopodiché capisce se può investire, investire piu' tempo oppure no, Amy e poi in realtà viene richiesta per chi vuole stare di più si fa normalmente una prova di un annetto, più o meno viene concordato un anno teorico, diciamo. Dopodiché può essere anche di noi diciamo un anno, poi magari un po' di meno o un po' di più dipende da dalla persona, perché c' è la persona che in due mesi ho già capito tutto, cioè la persona che invece in due mesi non ho ancora neanche capito dove si trova e quindi è diverso. Chiaramente cnn però una richiesta si' Esatto. Quando una persona dice buon vorrei capire un po' come funziona e capire se posso investirmi. In questo progetto si fa questa questo tentativo la presenza di un anno. Normalmente viene richiesto un piccolo contributo, mentre il volontario è alla pari, diciamo viene richiesto un piccolo contributo. Questo perché eh, pensiamo che sia giusto fare una un piccolo lo sforzo c'e' un piccolo sforzo da parte di tutti, di volontà anche no, di entrare in un progetto perché questi progetti sono tutti basati sulla la sua autocoscienza, praticamente e sulla presa di responsabilità di un qualcosa. Perché se non c' è la presa di responsabilità di una di un reparto, di una cosa il progetto non stai non stai insieme e quindi è molto importante che la che la gente provi questo questa cosa perché arrivano persone che sono prontissima questa cosa ci sono già più avanti di noi, ci mancherebbe. E ci sono delle persone che invece vanno proprio un pochettino educate, perché magari pensano che sarai nel mio villaggio. Bo funziona tutto in modo paradisiaco, automatico invece eh? Diciamo che quello la il non so come dire è il motore che ti ti porta a cercare di di creare delle cose belle, di fare delle cose che ti rappresentano, che ti appartengono. E dopo un po' cambia proprio il tuo concetto di libertà. Cambia il tuo concetto di responsabilità? Anche no responsabilità in senso di diciamo o una una capacità la metto a disposizione, quindi me ne occupo, me ne prendo cura e quindi quello mi genera responsabile, nel senso che sono il referente di questo. Questo passaggio a questo punto e questo mi dà per assurdo per potrebbe sembrare un paradosso, ma non è vero un sacco di libertà, libertà di di poter esprimermi, di poter essere me stesso che la cosa più importante diciamo questo anno sono si', hai ospite noi non abbiamo diciamo una rispetto a all'inserimento effettivo non abbiamo una un sistema predefinito. Ogni situazione viene fatta un po' ad hoc perché comunque c' è la persona che ha la possibilità economica di comprare un pezzo di casa, la persona che invece no. Però magari da tanto tempo e quindi noi diciamo si cerca un po' di parlare insieme a capire un po' come si può fare? Stiamo cercando di mappare, diciamo, le case vuote disponibili terreni qua intorno. Esatto, per avere tutte le possibilità. Se ci sono dei posti liberi nelle varie case ci si può offrire, si può offrire questo questo posto qua. Per adesso però un è mme per adesso c' è una persona che in trattativa su una casa che dovrebbe essere andare a Bo ha posto praticamente e gli altri invece sono tutti in affitto su case che hanno trovato su altre case due su delle nostre fan. Parte del progetto che danno un contributo interno. Invece gli altri danno case, case separate e poi magari mettono a disposizione una stanza o roba di questo genere si' compresi tutti. Allora eh, aspetta, io che più negato su questa roba qua dunque con i volontari? No, solo alle persone che facciamo stabili stabili. Allora uno, due, tre, cinque, sei, sette, otto, otto fissi abbastanza stabili. Poi ci sono altre quattro che sono leggermente più lontani, ma sono girano sempre intorno intorno, più i bambini. Dove siamo? Se i bambini siamo a uno, due, tre, quattro, cinque, sei Si' Allora vediamo il progetto idrico si'. Ok, è nel duemila e quindici, appunto. Abbiamo pensato di di sviluppare meglio il progetto. La parte agricola per una serie di motivi. La prima è perché un eco villaggio gnam Il lavorare sul settore primario era, secondo me, e secondo noi una una oltre che una passione era anche un po' la necessità. Primo, perché diciamo la la base della della produzione da un punto, nel senso che parte proprio dalla materia prima che generi output. No, non c' è non c'. È il passaggio intermedio. È questa era una cosa secondo, Era un discorso legato a questo territorio. Questo è un territorio molto rinomato per la sua agricoltura, soprattutto dal punto di vista vitivinicolo e dal punto di vista, ma del nocciolo. Ma un po' per tutto qua e là, dalla carne albese alla al tartufo, a qualunque qua, quasi tutta l'economia del territorio basata sulla sulla un'agricoltura di qualità è soprattutto il vino. Chiaramente la fa per la maggiore pero' il concetto di qualità diciamo nella nostra infanzia abbiamo visto che ha sempre tralasciato l'aspetto di biodiversità, di di naturalità, di biologico, per esempio, eccetera. E allora ci piaceva dare un'impronta di questo genere al nostro progetto e siamo partiti con l'idea di abbiamo detto ok, ragioniamo in questo termine cosa? Qual è la nostra alimentazione? Nel senso cose di cose di cui abbiamo più bisogno. Quindi abbiamo messo subito i cereali e l'orto praticamente poi la frutta e poi abbiamo messo da due anni abbiamo anche una piccola vigna e gli animali galline, pecore gnam. Quindi abbiamo cominciato a lavorare in questi termini e cercando di mantenere più o meno queste proporzioni chiaramente come se fosse un orto, una autosufficienza ingrandita in modo che potesse diventare una vendita. No, però la cosa di base è stata questa è questo è stato il principio iniziale. Però la cosa bella é che lavorando adesso nel duemila quindici, quindi è cinque anni praticamente buoni. Mi sono reso conto che effettivamente é ehmm sono tutte piante che da sempre l'uomo ha coltivato sempre insieme e quindi è sono perfette, è tutta un'armonia già tra di loro. Se dico in generale si' per no, dico le piante domestiche che uno può mangiare, no? Quindi diciamo dal avere della frutta come delle pesche, delle mele, eccetera o le piante da orto o avere due galline o avere un po' di grano, eccetera. Sono ma tutte piante animali che da sempre l'uomo allevato insieme in quello che era la fattoria e quindi ha creato una sinergia. È già tutto fatto in un certo modo, nel senso c'è talmente tanta esperienza in questo senso che è pazzesco come effettivamente se uno incomincia a osservare vede che le cose vanno a posto da sole in un certo modo. Non so come dire, noi siamo abituati a un'azienda agricola che dice io produco cereali e incomincia a elencare tutte le tecniche che usano. No, io produco vino, bla, bla, bla, bla, bla. Io provo e sono tutte monocolture, quindi sono delle riduzioni pazzesche di come per dire come se uno dice essere l'essere umano eh questo piede eh sì, in testa che dice che l'essere umano e il piede l'altro dice l'essere umano la mano l'altro nell'essere umano un orecchio e tutti prendono un pezzettino. Invece l'organismo agricolo come lo chiamiamo noi o il la vecchia fattoria è un ecosistema perfetto. Già, di per sé vedi proprio che ogni cultura di cui tu hai bisogno entra nel momento giusto quando l'altra sta uscendo. Così come gli animali si inseriscono in modo molto semplice nel sistema CNN e questo secondo me è una cosa bellissima da osservare molto bene da un punto di vista, quindi cosa succede? Per esempio? In pratica abbiamo per esempio un'area incolta facciamo pascolare le pecore che si mangiano le foglie, poi pascolano le galline. Tutti i pollai e le stalle sono mobili, le galline tolgono i semi, tolgono i vermetti e gli insetti. Io mi trovo il treno già praticamente pulito. Devo semplicemente arieggiare un pochettino perché è un treno molto pesante e trapianto, per esempio, è Mme. Quindi questo è il risultato di un lavoro che ha come obiettivo creare un ecosistema, quindi creare continuamente relazioni e continuamente ecosistema. Se io mi preoccupo di questo eh é il frutto è una conseguenza, è ovvia, non devo focalizzarmi su su di lui. Ed è proprio una una, come si dice invertire totalmente quello che il pensiero di agricoltura classica dove invece io dico voglio produrre pomodori, quanti chiede di pomodori, tiro fuori da questo pezzo di terreno e tutto il sistema agricolo si basa per risolvere questa domanda, invece noi facciamo esattamente opposto. Cioè come faccio a creare un ecosistema stabile che è sia sempre più ricco, sempre più bio, diverso, sempre più pieno di relazioni? E poi chiaramente in quello faccio le mie, come si dice le accortezze quindi anche da un punto di vista economico. Ok, allora metto un po' più di pomodori, metto un po' più di insalate, eccetera, però senza falsare troppo gli equilibri. Detto questo lavoriamo siamo certificati biologici, ma lavoriamo con tecniche di agricoltura naturale. Abbiamo iniziato come pure biodinamici, diciamo perché per una serie di circostanze ci siamo formati in questo modo è mme. Dopodiché io ho studiato antropologia, eh, mi ha sempre molto affascinato anche la parte dell'agricoltura indigena e quindi abbiamo studiato molto, ma varie tecniche di agricoltura indigena che secondo me sono eccezionali perché hanno un sapere pazzesco basate su una conoscenza profondissima molto, molto più profonda di quello che ci possiamo immaginare. È più che tutto aveva una relazione sacra con L'ambiente ed era l'ambiente stesso che istruiva loro su cosa fare. Quindi se noi capiamo, riprendiamo questa posizione siamo a posto dai eh? Ma io ho ho preso un po' in qua, un po' in là chiaramente è mme. Però quello che mi hanno insegnato al di là della ricetta singola, che veramente ogni ogni cosa ha un valore incredibile è mme. E difatti in questo momento anche io in questi giorni stavamo lavorando su delle ricette per valorizzare gli scarti e mi sto rendendo conto che non c' è scarto in realtà qua e quindi lo faccio volentieri perché è un come si dice una buona educazione per per il cliente che arriva dalla città o la persona che non ha, che non vede questo ciclo. Però mi rendo conto che in realtà non qua non c' è scarto perché quello che non è più cibo per noi e ci vuoi per le galline e quel le galline produco per le pecore che diventerà letame che ritorna a terra e ritorna terra di alta qualità che mi permetterà di di ri coltivare. Per esempio adesso la cosa il ciclo più semplice che che vediamo. Oppure le frasche di potatura le facciamo il carbone col carbone le attiviamo e anche quello diventa il nuovo terreno e diventa diciamo concime ha tutto diventa cibo o oh, oppure viene diventa sostanza per produrre nuovo cibo. Alla fine è quindi questo è bellissimo anche non so. Per esempio, quando i nostri figli vanno a pesca pescano del del pesce con le interiora facciamo dei macerati che che poi li usiamo come concimi, per esempio. Quindi é questo mi hanno insegnato appunto leggendo, salvando, cercando di capire l'agricoltura indigene in particolare. In generale, poi chiaramente si' si' si' americano, asiatici. Poi ci sono alcune tecniche come la prima cultura, per esempio come la biodinamica stessa, che sono di per sé nel mio modo di pensare indigene nel senso partono da un da un focus molto tradizionale. E poi è giusto Sam implementarle con le nostre tecniche moderne e riuscire a a ricavarne dei sistemi? No, mi sono reso conto proprio che é la cosa più importante è fare questo passaggio inverso nel senso gnam la pianta stessa. Prima devo osservare la continuamente a salvare l'ambiente la pianta è quello che mi circonda e poi dopo vado a confrontarla sui libri perché se faccio così acquisiscono sapere se faccio il contrario vado li faccio delle delle prove proprio alla fine è diverso. Non so se mi sono spiegato eh. E questo? E poi vabbè, facciamo anche molte prove, ci piace molto, non provo, ci piace, diciamo fare delle sperimentare ci piace molto e quindi dedichiamo sempre delle delle parti, degli orti, principalmente perché la parte diciamo dove c'è più velocità di coltivazione, per cui è più facile sperimentare, ha diverse tecniche agricole, quindi tecniche con diciamo per esempio l'utilizzo del trattore o solo manuale. Facciamo delle parti dove vogliamo provare, per esempio diversi tipi di compost che stiamo facendo. Attualmente stiamo facendo tre tipi di composti diversi è in altri prepariamo dei formulati più liquidi, quindi dei composti liquidi fermentati. Si va nel bosco a prendere dei campioni di terreno coi quali cerchiamo di coltivare delle micorrize per per arricchire i nostri terreni. Questa, per esempio era una pratica che mi dicevano m' hanno detto degli avevo detto non ricordo più tavoletta se me l'aveva detto dei ragazzi messicani, mi dicevano che andavano nel bosco a recuperare la memoria del suolo ed effettivamente è vero che nel senso effettivamente hanno ragione sì, sì, va proprio a recuperare la memoria, perché le cariche fungine, le cariche batteriche sono li' da chissà quanto tempo, hanno già visto di tutto e quindi sono pronte a reagire a alle nuove sfide. È bom ha detto questo che dicevi prima per la loro posizione, ma riuscite più o meno é stato sufficiente anni nel senso che da un po' tre uno volendo potremmo anche esserlo. Poi in pratica non lo sai perché ah si' scusa da un punto di vista dell'autosufficienza diciamo che volendo uno potremmo anche esserlo, nel senso che comunque producendo cereali, producendo ortofrutta e con un po' di conservazione che ci di cibo ne abbiamo, poi in pratica diventa difficile. Anche perché per esempio facciamo della pasta con le nostre farine pero'. Chiaramente facciamo due formati tre formati di pasta, quindi uno dovrebbe invece di solito siamo abituati a cambiare per una questione habitué di abitudine é un per esempio facciamo anche un po' di birra con le nostre cereali. Anche qui abbiamo una tipologia. Quindi per questo motivo per allora, no. Per quanto riguarda la vendita, abbiamo esportiamo un po'. Questo modello di vendita è vendiamo il paniere praticamente poi come logica. Poi facciamo un po' di tutto Pero' si'. Lavoriamo con dei privati, principalmente e con dei ristoranti. Okay, ristoranti qua della zona che prendono del prodotto fatto ufficialmente Sì, sì, sì, sì, sì. Quindi cosa siamo? Un'azienda agricola? Se prodotti trasformati, allora sì che facciamo fare incontro Lavoro. Il quanti siete curare da parte. Allora la parte agricola siamo io. Hai Bana, Mia moglie C' è l'ottanta percento, diciamo così perché ha un no? Dovrebbe essere visto perché la lavora al fine settimana di una vineria che in e poi ci sono sempre i volontari tendenzialmente. E poi quando siamo in difficoltà, per qualche motivo, che ne so che ci sono i trapianti, per esempio. Quindi tanto lavoro tutto concentrato vengono come diciamo lavoro fisico, poi c'è tutta la parte di A, per esempio dei dei social network, della public relation, eccetera. Che per esempio fa Michela. Claudio ci aiuta anche, ad esempio su tutta la parte di panificazione, eccetera. Quindi ci dividiamo un po' i compiti, gli altri fanno anche altri mestieri, è esatto? Sì, se diciamo io sono l'unico che sono vivo quasi esclusivamente con il lavoro interno. Esatto. Anche se in realtà siamo quasi tutti volontari, nel senso che fino adesso, con l'azienda agricola sta iniziando a generare reddito. Però è tutto investito in per finire di ristrutturare i locali, eccetera. Esatto. E poi da Quest'anno M' abbiamo iniziato anche sull'altra casa. Abbiamo finito il bistrot e quindi anche quella dovrebbe essere una possibilità di generare lavoro come da questa esperienza. Grazie. Come eh diciamo che sia sull'auto costruzione che in agricoltura ci siamo abbastanza formati facendo sulla sulla produzione, diciamo di Per esempio, Claudio era un geologo, quindi aveva viveva un po' nel mondo delle pratiche della cose Ivana, mia moglie, lavoravano il restauro, quindi qualcosina l'ho. Però l'edilizia è un po' diverso dal restauro. Produciamo che farle malte quelle cose. Liz se la cavava per la parte agricola. Vabbè, io avevo siamo tutti nipoti di contadini, chiaramente. Quindi avevamo tutti i ricordi d'infanzia di fare quando siamo l'orto col nonno e la nonna. E poi quando ho capito che era una cosa che mi sarebbe interessata molto, ho cominciato a fare corse chiaramente e poi sono andato a lavorare in due tre aziende agricole stagionale per si' e quindi avevo un po' un'idea di quello che è. Dunque ho lavorato dieci anni in ufficio, facevo prototipi per la delle macchine, se nel frattempo mi sono laureato in antropologia e poi ho cambiato tutto a per come sono fatto io, la migliore che ci sia. Ah, scusa la la vita da agricoltore in agricoltura e per il mio carattere è la più bella che ci possa essere è perché mi permette di essere il Sam di di poter apprendere tantissimo perché vivo in mezzo a piante, animali e le persone che sono che continuamente mi mi insegnano. Ed è la cosa più importante per me e allo stesso tempo mi permette di interagire col paesaggio in modo creativo. Proprio una situazione in cui la natura ti dà tantissimo e l'uomo, ma può mettersi di un punto preciso e secondo me questo continuo a ricamare la posizione dell'uomo nella nella natura, no. Dove sei, Em? Sei collaboratore perché fai un sacco di roba perché giri qua col trattore, con la zappa fai piante G, risposte, eccetera. Ma allo stesso tempo segna una situazione di equilibrio. Non so come dire non sei in una situazione di dominio e neanche sei dominato. Ti trovi proprio una situazione molto armoniosa, molto bella è che va continuamente coltivata nel vero senso della parola. È ricamata. Non so come dire dall'altra parte. Mi rendo conto che chi non ha una forte passione per la natura, per l'agricoltura è un lavoro difficilissimo perché ti richiede. È una devozione totale, soprattutto come lo facciamo noi. Nel senso che l'organismo agricolo l'ecosistema, come dicevo prima, è bellissimo allo stesso tempo ti tiene impegnato sempre costantemente perché tu hai è è sempre una pianta che entra in produzione. Quindi è sempre una pianta che crede, ha bisogno di essere curata. Hai sempre un animale che a qualcuna esigenza o perché ti fa troppo caldo, che fa troppo freddo, che ci piccolini o che sta diventando vecchio e e quindi il ciclo della natura ti ti ti dà Ti ritieni di essere sempre presente Perché la vita non è che può andare in ferie una settimana o o roba del genere. Esatto. Oppure sei qua e questo dipende se non ti se non ti piace non puoi resistere, eh questa Ciao. Certo, si' sistema. Esatto. Grazie raccogli animali così come quelle piante. Abbiamo un rapporto che è in continua crescita, in evoluzione, quindi tanti di noi. Io per esempio ero sotto vegetariano dieci anni che e e poi pian piano continua iniziando ad allevare gli animali. Sam mi è venuto di mangiarli per assurdo, anche se non li ho mai ammazzati. Prendiamo le uova? Si, il latte ogni tanto è mme, però magari ogni per esempio se c' è una gallina morta perché che so che è morta di cause naturali, per esempio ha passato il cane l'ha spaventata e magari morta e per esempio che ce la siamo mangiata. É interessante come il rapporto con L'animale sia cambiato in me e anche negli altri ragazzi man mano che ci sta insieme. Nel senso vedi proprio che è un rapporto molto più eh, non so come spiegare. Quando parlavo con mio nonno, per esempio e mi diceva com'è possibile che non ammazzi una gallina e io avevo tutte le mie ragioni per dirgli che non dovevo ammazzarla. Em per lui era una cosa senza senso non ammazzare una gallina. E io mi rendo conto che invece adesso non non lo faccio perché non ha il coraggio di farlo. Ma sarebbe una cosa che in questo sistema sarebbe Potrebbe starci. Farebbe parte del ciclo e non é secondo me non ci sarebbe niente. Di che. Va fuori Norma. Non so come dire Sam, scusa. Sì, come uno Ciao. Tendenzialmente ci può stare che Mattarella però si', no? Certo, certo. Sì, sì, sì, sì, sì, certo. Essere un discorso più etico Diciamo che si' chi si può avere senso. Vai! No, no Si' si' bene di cosa fare cosa? Sì, certo, sì, sì, sì, sì, sì, esatto, sì, di una situazione a ciclo chiuso. Penso che può aver senso m' diciamo correggere delle situazioni. Non so come mi sono reso conto, per esempio tante volte nel pollaio che la la volpe quando viene con la faina, il falco che sia Ah, non lo so. Mi sembra che vada sempre a colpire, a prendere l'animale che già il pollaio stesso aveva messo da parte in qualche modo è l'ho già notato tante volte quella situazione. Quindi penso che in quest'ottica anche l'uomo potrebbe cibarsi di quelle di dell'animale. Poi noi comunque non produciamo per l'allevamento per questo genere di cose. Cioè qualcosa c'è molto. Certo. Ehm penso che abbiamo più o meno beh, posso dire che adesso abbiamo fatto anche partire la scuola di agricoltura indigena. Da due anni a questa parte abbiamo iniziato questo progetto della scuola di agricoltura indigene, appunto, dove presentiamo su una serie di lezioni in diciamo un po' i risultati dell'esperienza e quindi prepariamo tutta una serie di di preparati eh a base di piante a base di letame a base di minerali eccetera che un po' arrivano dell'agricoltura biodinamica, altri invece da altre tecniche em e poi si lavora, diciamo sì, si presentano le varie tecniche agricole, tecniche, agricole e ehmm la raccolta dei semi perché che qua recuperiamo tanti semi antichi e quindi si fa un po', diciamo si presentano un po', questo genere di cose che eh sì, tendenzialmente quando si può si la facciamo qui è mme oppure anche se ci chiamano in giro andiamo che se normalmente facciamo un corso base di cinque lezioni il sabato e la domenica e poi facciamo un degli approfondimenti tematici sugli argomenti specifici ehm qualcos'altro forse sulle attività ah si' si. Oltre a questo é praticamente come casa rotta facciamo parecchi eventi formativi dove si va a lavorare un po' su tutto l'aspetto l'aspetto sociale è sostenibile, quindi principalmente questo. Poi abbiamo sta lavorando soprattutto Claudio, Michela. Lavorano con tante altre associazioni dove si vanno a fare delle cose comuni, delle delle giornate e le serate comuni per promuovere delle cose sul territorio. Una, per esempio fiumani that nasce dalla collaborazione di tantissime associazioni o enti per valorizzare la il discorso principalmente del Tanaro e tutto quello che ne deriva sia dal punto di vista culturale e storico, antropologico, associativo, eccetera. Quindi il fiume preso come pretesto per creare vitalità intorno a questo ecosistema è mme. Più o meno lo chiedo l'ultima cosa io che le interviste chiedendo cos'è per te no, il mio progetto, il concetto Se mi dici per favore per me l'italia cambiare okay, è per me Italia che cambia è una forza attiva che eh che può generare un concretamente una visione che una visione condivisa eh, è una visione evoluta evolutiva. Io, la bella sento in questo modo grazie a te allora va bene. Ma appunto, cosa scriviamo? Ehm ma che non so niente. Dimenticato. Ok. Che cosa Domani come nasce? Quando? Perché? Dove? Dove? Si' Si'. Posso dire sono Elisa, Presidente. Domani benvenuti a Roseto degli iPad. Ok, va bene, lo faccio. Ok, ciao a tutti e benvenuti al rossetto dei papi. Scusami sempre. Ok, ciao a tutti e benvenuti al rossetto dei papi. Sono Elisa, sono la presidentessa Dell'associazione domani e l'associazione domani è nata appunto quasi due anni fa è ci troviamo in nella sede diciamo pratica perché poi la sede legale sarà un'altra, ma qua è dove svolgiamo la maggior parte delle nostre attività. È un roseto che vuole essere un roseto aperto alla comunità, un orto condiviso. Quindi ci sono diverse famiglie che si prendono cura appunto degli spazi comuni. E poi ci sarà anche più avanti un co-housing a cui si sta pian pianino lavorando. L'associazione domani a è nata mettendo insieme diverse idee, diversi sogni di di due generazioni, cioè la generazione un pochino più giovane che è la mia. E poi la generazione dei nostri genitori, che è quella che si occupa prevalentemente in realtà del roseto e del ko a Sing. Poi più avanti e noi qua ci dedichiamo all'autoproduzione. Diciamo che l'idea è stata appunto quella di mettere insieme la natura, quindi un ritorno un pochino a prendersi cura della terra e anche prendersi cura di sé. Quindi parliamo di permacultura. Parliamo di essere consapevoli nelle scelte che si fa ogni giorno e anche di riprendere un pochino quel gusto del farsi le cose e quindi del volersi bene nel voler bene al territorio che si vive utilizzando le risorse più naturali, cercando di produrle. Allo stesso tempo, però, facendo una società facendo parte di una società, stimolando la creazione di una società questo luogo infatti, così come l'associazione, vuole essere il luogo di aggregazione, luogo di cultura e ovviamente il l'anno del covi d' c' è un pochino è bloccato. Purtroppo nelle attività stiamo cercando in via telematica di di trovare delle alternative, anche se non è poi la stessa cosa. Perché appunto uno dei nostri obiettivi è quello di creare un luogo dove la gente si possa incontrare, possa autoprodurre insieme, eh, siamo autodidatti, quindi noi ci informiamo, cerchiamo, studiamo e poi proponiamo a chi vuole partecipare a degli incontri in cui insieme auto produciamo, in cui ci scambiamo idee raccogliamo stimoli nuovi e comunque, appunto con l'idea di stare insieme, di crescere, di svilupparsi e di di essere una specie di sviluppare una società consapevole. Questo è proprio il nostro cardine, un po', il principio base. Abbiamo poi organizzato degli swap parties. Siamo un po' cresciuti, diciamo nel senso che la cosa bella è stata anche il fatto di raccogliere appunto, nuova idea a cui dar vita. Quindi abbiamo organizzato proprio qua, nel roseto degli swap parties a cui hanno partecipato un sacco di persone. Vuol dire fondamentalmente che si siano dei vestiti usati in casa in buone condizioni, che non si usano più anziché lasciarli abbonda abbandonati, si vengono a scambiare. Quindi abbiamo organizzato questi grandi mercatini. Poi vabbè, siamo stati tra i membri promotori di fred for future' qua a savona è stato anche quella é un'attività molto bella, un po' perché ci ha permesso di entrare nelle scuole, di incontrare tanti giovani, tanti studenti, ma anche di fare una bella rete di associazioni sul territorio. Savona questo problema che non è molto facile legare. Vabbè troppo ragazzo, no? Ok, vado. Ok. Ciao a tutti. Ok, ciao a tutti, mi chiamo Elisa, sono il presidente dell'associazione domani ci troviamo in questo momento a Savona e benvenuti al Roseto dei Papi, dove solitamente cerchiamo di svolgere le nostre attività, soprattutto all'aperto nei giorni belli, come fortunatamente oggi, nonostante sia quasi fine novembre l'associazione domani sta per compiere due anni e siamo nati per mettere insieme una serie di esigenze diverse, appunto del Tar del territorio savonese. Abbiamo conciliato le esigenze di un gruppo un pochino più grande, diciamo a livello di età, che stava cercando un un'associazione all'interno della quale appunto, far nascere e sviluppare il proprio il sogno che è quello di ridar vita a un territorio all'interno di Savona, proprio nel centro di Savona e per ridarlo proprio anche alla popolazione. Poi e all'interno di questo terreno, oltre a voler fare uno spazio comune degli orti sociali e poi in futuro nei prossimi anni, un co-housing a cui stanno lavorando è anche un centro di aggregazione. Questa esigenza è stata messa insieme a alle esigenze invece di ragazzi più giovani che volevano trovare un luogo dove poter fare comunità, far società e allo stesso tempo riportare un pochino eh, la capacità di autoprodurre, di farsi le cose, di prendersi cura di sé, prendendosi cura del territorio e prendendosi cura delle persone che ci circondano. Quindi, mettendo a punto insieme questa esigenza, è nata questa associazione che ovviamente a causa covi di ultimamente, ha dovuto cercare delle alternative dei momenti, un po' diverse a quello che è il nostro sogno per poter andare avanti con le nostre attività. Però comunque sia, con la fantasia, fortunatamente non ci siamo mai fermati. La cosa più bella e più importante, appunto, è quello di creare una realtà sociale culturale dove persone diverse possono venire, possano condividere idee, condividere sogni e non lo facciamo, ad esempio attraverso dei lavoratori di autoproduzione e sensibilizzare e cerchiamo di rendere consapevoli auto fermandoci. Quindi in realtà è tutto un un andare sempre alla ricerca, no? Di cosa sono poi le i valori, i principi, le consapevolezze che servono per vivere una vita responsabile e appunto, quindi cercare di creare questi, poi i luoghi di aggregazione, momenti di aggregazione per crescere, formarci, anche condividere sicuramente il punto. Il punto sociale per noi è fondamentale nella realtà savonese, proprio perché cercavamo un una scusa un'occasione per stare insieme, facendo qualcosa di propositivo, qualcosa di valorizzate per la realtà locale è abbiamo così, appunto dato vita a questa associazione e abbiamo dato vita a tutta una serie di laboratori di workshop. Abbiamo creato delle collaborazioni a livello locale con una libreria per bambini, ad esempio con Un'associazione. Si chiama Casa di Miranda, dove ospitano rifugiati, quindi è anche molto bello riuscire a creare un po', quella rete che Savona sentivamo un po' mancare. È stato molto bello anche vedere la partecipazione di tante persone, tanti giovani, anche meno giovani. E questo ha portato poi allo sviluppo, ovviamente, di nuovi percorsi, di nuove idee. Siamo stati tre proprio tra i promotori di Fred e il suo ufficio, il Savona e grazie appunto anche all'aiuto di tanti giovani delle scuole. Siamo entrati nelle scuole, abbiamo incontrato degli studenti con cui poi abbiamo creato una relazione che ci ha permesso sia di organizzare le marce per il clima alla quale Daniel Tarozzi ha partecipato e ci ha fatto un immenso regalo e che è stato un successone. Nel senso che comunque siamo riusciti a mobilitare anche portare a contatto con delle tematiche a noi care, ma che speriamo che abbiano un futuro veramente. Tanti giovani abbiamo poi ha dato vita a una serie degli praticamente dei mercatini dell'usato, diciamo che abbiamo cercato di raccogliere delle idee e come associazione. Cerchiamo poi di dargli vita utilizzando possibilmente il rossetto dei papi e quindi abbia organizzato questi appalti su cui hanno partecipato tantissimi giovani e meno giovani, perfino delle vecchiette. È stato meraviglioso perché ci hanno portato. Praticamente funziona così si portano tutta una serie di vestiti in buone condizioni che abbiamo negli armadi vestiti, ma in realtà poi l'abbiamo fatto con i libri lo si può fare con qualsiasi tipo di oggetto. Ci si organizza, ci si mette d'accordo e poi tu vieni gli scambi, ovviamente tutte le rimanenze vengono portate alla Caritas, piuttosto che ha degli enti benefici che poi magari li possono dare a chi ne ha veramente bisogno. E questo, ovviamente perché si vuole cercare di vivere l'economia circolare e vivere la propria cultura. Cerchiamo tutta una serie di valori, appunto, in cui crediamo di dargli un senso, di dargli concretezza. Ehmm. Ehm okay. Oh, Madonna che alzai. Cosa dico? Cosa? Racconta le domande. Ok, Grazie. Ma io non ti ho fermato. Ok, Ok, ok, ok. Alcune cose li'. Approfondiamo. Rimango ancora perché si chiama domani. Ok, Il nome è stato difficilissimo da scegliere, ma penso che sia poi un qualcosa che accomuna i comuni, tante associazioni nel senso che abbiamo, cercavamo un qualcosa che richiamasse la concretezza, ma anche la speranza del futuro e e anche il discorso del mettersi in gioco c'è un qualcosa in cui vogliamo essere noi i protagonisti. Quindi abbiamo visto abbiamo visto nella parola domani da un lato il appunto, il futuro, quindi il voler migliorare l' oggi per il domani, ma allo stesso tempo anche il dare le mani. Quindi metterci le mani e anche il dare. Quindi non è solamente un qualcosa che io faccio per me, ma un qualcosa che io attraverso le mani riesco a dare agli altri. E ovviamente si ricollega benissimo sia il discorso dell'autoproduzione quindi del farmi le cose, del fare le cose per darle agli altri in maniera consapevole sia un po', il collegamento che c' è qui agli orti, sul riscopriamo anche il bello della semplicità e della terra. Quindi riscopriamo quel collegamento alla natura, quel collegamento al sapere che cosa usiamo sapere em anche quali sono poi noi in realtà i valori che quello che è poi il pratico. Il concreto si basa poi su dei principi e quindi voleva esserci appunto questo collegamento pratica concreta mm-hm per la la giovane parte le battute, dice racconta un attimo il tipo di adesione c' è diciamo si', certo, certo, specialmente tra i due fare tutto. Non dico a muovere quella normale, ma nella partecipazione vengono tante persone giovani. Risposta certo che si, si si se lo è, sì, no, ovviamente. Senso della cittadinanza arriva. Te lo chiedo sulla parte giovani e più in generale la città sì, ma quello che è stato veramente interessante nel momento in cui abbiamo proposto le nostre idee, in cui abbiamo proposto le nostre attività, è stato anche vedere la differenza di accoglienza che ci è stato a livello territoriale. E dal punto di vista, ad esempio dei workshop dei laboratori. Ci è stata tantissima aderenza di persone dai quarant'anni in su, che non ci aspettavamo persone, magari conoscevamo che han fatto passaparola. Ovviamente il passaparola e come sempre lo strumento fondamentale è e quindi loro che poi magari passando parola raccontando delle persone più giovani, hanno iniziato a portare persone più giovani. Sicuramente il discorso Freddie for Future ci ha avvicinato invece a quella che è l'età, magari medie, superiori e dopo aver organizzato le marce dopo aver organizzato tutta una serie di appalti su cui invece hanno aderito tantissimo i ragazzi giovanissimi. Ed è stato proprio carino perché hanno portato un sacco di roba. Hanno scambiato un sacco di roba in passato un sacco di tempo con noi, anche a programmare eventi futuri che purtroppo poi non siamo riusciti a concretizzare causa Covip. Ma abbiamo Leanne cantiere non è niente for fermo assolutamente ehmm. Diciamo che è esatto, quindi è stato poi un passaggio, quindi è cambiato un pochino, eh? L'approccio poi su Savona, ad esempio, gli scout hanno un grandissimo ci sono tanti scout, cioè un gruppo giovane, molto forte. Quindi conoscendoli, essendo anche noi scout in realtà poi è stato facile organizzare dei laboratori con loro, coinvolgere magari quel tipo di giovani alle nostre attività, mentre ad altri a cui non eravamo ancora arrivati grazie Fred e il suo ufficio siamo riusciti a divulgare un pochino di più i nostri messaggi. È molto bello che oggi il momento covi d'. Abbiamo iniziato a fare delle video ricette, quindi visto che non possiamo fare i laboratori facciamo dei video in cui raccontiamo sono tanti che ci chiedono magari di comprare la materia prima insieme per poterli fare poi a casa piuttosto che ci chiedono ma allora ci raccontate anche questa cosa piuttosto che quella come farla? Quindi abbiamo visto che abbiamo effettivamente ho piantato dei semini che stanno crescendo. Quello invece che è interessante a livello associativo che a Savona forse facciamo un po' fatica a metterci insieme cosa ci è piaciuto e che come fai nel momento in cui abbiamo fatto la la una chiamata dicendo mettiamoci insieme è stata una risposta pazzesca, forse perché siamo giovani a proporre. Comunque è stato bello vedere una una risposta molto, molto attenta, anche una bellissima partecipazione, purtroppo che adesso è un po' scemata, ovviamente, quindi aspettiamo nuovo momento nuovo per poterci rimettere insieme. È quindi invece poi una realtà bellissima che purtroppo adesso non c' è ha dovuto chiudere è stata Ava raggio, una libreria per bambini molto piccoli, quindi tra i tre e i cinque anni, dove abbia iniziato a fare dei laboratori. E lì è stato bellissimo perché effettivamente abbiamo avuto una grande partecipazione, nel senso che avevamo sempre una tra i dieci e i quindici bimbi a fare il laboratori di autoproduzione, scegliendo veramente dei prodotti che potessero essere sicuri che non prevedessero magari l'utilizzo dei fornelli o altro è però è stato bello vedere come chiacchierando con questi bimbi e parlando ma di che prodotti usati con la tua mamma? Ma che cos'è che ti piacerebbe fare. Vedere poi che approccio anche molto diretto no, magari delle domande a cui tu non avresti mai pensato fatte da dei bimbi molto piccolini, è stato molto interesse bello. Ci è piaciuto molto, quindi sicuramente nel futuro l'idea che abbiamo di cercare di continuare a coinvolgere diverse fasce di età, possibilmente partendo dai bimbi per crescere con loro, per per divulgare anche a loro. Questa è l'idea del riprendiamo un pochino il il contatto con la terra, la consapevolezza di quello che usiamo del prendersi cura di sé prendendosi cura del territorio dell' ltro che ci circonda. Quello sicuramente ehm senti Mammy invece quando dici noi abbiamo organizzato noi abbiamo organizzato se noi sei tu i tuoi dei due due amici, quanto siete attivi senza fare che si fa bene o male che cosa come probabile dove siete? Pochi se da un lato un limite dall'altro dimostra che anche qualche sposa certo allora i membri attivi dell'associazione al momento siamo in otto, siamo in otto siamo fortunatamente i membri fondatori appunto. Siamo molto giovane come associazione e siamo quattro giovincelli, un po' meno giovani che vanno dai diciamo dai cinquant'anni in su e poi ci siamo invece quattro dai trent'anni in giù quindici appunto questo questa doppia fascia d'età che fa parte dell'associazione e oggettivamente ci dividiamo un po' i compiti nel senso che mentre noi quattro un po' più giovincelli ci occupiamo del discorso dell'autoproduzione, ci siamo occupati di stare dietro a fred for future è sicuramente i quattro un po' meno giovincelli si sono quelli che si occupano prevalentemente della gestione del roseto dell'organizzazione qua del roseto due di queste famiglie tre di queste persone sono quelle che hanno effettivamente acquistato, poi tutto il terreno qua del roseto sono quelle che hanno il sogno, cercando poi altre famiglie di dar vita a un co-housing qua in questo terreno è quindi siamo in otto e con dei compiti perché oggettivamente ci dividiamo un pochino i compiti. Però è molto bello vedere come ci diamo una una mano a vicenda, nel senso che così come noi cerchiamo di coinvolgere i giovani in tutto quello che magari è qualche attività che può essere l'organizzazione degli incontri formativi piuttosto che incontri su delle tematiche a cui a volte i giovani tendono a stare lontani. Così a viceversa, nel momento in cui noi proponiamo alcune attività che diamo per scontato, possano attirare un pochino più una platea di giovani. Loro cercano di coinvolgere e la e altre associazioni che magari conoscevano giu' già da tempo altri giri e ma se posso faccio volare un po' piu' personale che lavorare si' invece i membri di questa associazione di otto persone tre siamo io, mia madre e mio padre è io appunto interessato al discorso di autoproduzione degli scambi europei all'interno dei quali vabbè, di cui poi parleremo, è mia madre. Mio padre invece, appunto, tra i coloro che si stanno veramente che hanno veramente questo sogno per dar da vivere oggi, per il futuro del dar vita a un causing, aprire il roseto al pubblico e via dicendo è ovviamente non sempre facile. Però penso che sia un percorso bellissimo da condividere, nel senso che mi rendo conto che è io sono cresciuta grazie a dei valori, seguendo dei principi che mi hanno trasmesso e che sento aver fatto i miei. Per cui che poi però, a cui do effettivamente concretezza in maniera diversa, nel senso che il discorso del rispetto reciproco rispetto dell'ambiente, il cercare di avere un impatto consapevole nel mondo che mi circonda è un qualcosa che mi hanno trasmesso loro, che continuano a loro a vivere molto più in grande, probabilmente di quanto stia facendo oggi. Io perché ho fatto un percorso diverso e nonostante a volte ovviamente, non sia facilissimo, è cerchiamo veramente di collaborare. Quindi è un è un bel percorso di crescita, anche familiare, opens. É quello che acquistiamo, ovviamente sempre molto attenti di non essere invadenti nei confronti degli altri membri dell'associazione, nel senso che non è un'associazione familiare, ma bensì un'associazione con individui che hanno dei sogni che hanno dei principi e nel rispetto reciproco, nel rispetto del fatto che ogni voto vale uno e cerchiamo veramente di di condividere questo sogno insieme, crescendo, confrontandoci, discutendo nel modo più costruttivo possibile. Anche se ovviamente in famiglia non sempre è facile poi mantenere il quel livello no, che dovrebbe essere poi quello tra membri di associazioni. Eh, però sì, accennato agli scambi europei si' un altro argomento che ci sta molto a cuore e che vorremmo pian piano portare sempre più attivamente nella città di Savona è quello degli scambi europei. Io personalmente ho partecipato a diversi scambi in giro per l'europa che rientrano nel programma Erasmus Plus e reputo che sia un'occasione pazzesca per i giovani sotto i trent'anni, per poter vivere esperienze fuori dalla propria città fuori dal proprio stato. Sperimentare cosa significa far parte dell'unione europea in maniera attiva da cittadino attivo e poter viaggiare gratis perché questi progetti sono progetti che variano da una settimana, due settimane. Tutti si basano su una tematica, quindi hanno l'obiettivo di formare i giovani che partecipano a questi scambi ed è sono completamente spesati dall'unione europea e sono delle occasioni incredibili per conoscere persone da tutta l'europa e per appunto confrontarsi su come una stessa tematica possa essere vista diversamente in diversi Stati, ma allo stesso tempo possa essere condivisa secondo determinati principi, perché purtroppo io temo che spesso non non ci si sente a cittadini europei. Invece è una ricchezza incredibile, una ricchezza di cui dovremmo essere un pochino più consapevoli. Noi diamo per scontati che viaggiare sia un diritto. Diamo per scontato che parlare una lingua per parlare una lingua che ci accomuna ad altre persone sia un qualcosa di normale non lo è, non lo è. E forse se uscissimo un pochino di più dal nostro piccolo angolino, scopriremo a un mondo meraviglioso b delle persone meravigliose che possono veramente trasmetterci tanto. E poi cresceremo. Tanto ci cresceremo e potremo riportare a casa un cambiamento, perché se non si va fuori non si vede quel bello che c' è fuori, anche difficile a volte riportarlo poi qua, perché non sappiamo che c' è. E quindi ecco, il sogno è sicuramente essere promotori di questo scambio, quindi di far sapere ai giovani locali che esistono queste possibilità di cui purtroppo non si parla abbastanza. E sono pochi i giovani che sanno che possano prendere e partire spesati per viaggiare in tutta Europa, affrontando delle tematiche veramente appassionanti che ci toccano ogni giorno. E quando dico questa cosa intendo dire che si parla di arte, di natura, di cultura, di cittadinanza attiva, di politica attiva. Ci sono mille mille tematiche che se vengono affrontate in tutta Europa, eh, ma allo stesso tempo ovviamente ci piacerebbe portare questi scambi qua, perché ovviamente non è solo arricchente per chi va, ma anche arricchente per il territorio che li ospita perché vuol dire ritrovarsi venti trenta giovani da tutta Europa che sul territorio prima si confrontano su determinate tematiche, dopodiché svolgono delle azioni concrete sul territorio che avranno poi l'obiettivo di riportare anche a casa. È pensiamo tutte che sia veramente un'esperienza meravigliosa di cui sia giusto parlare e ci piace l'idea di poter farci promotori a livello locale di questa cosa. E adesso abbiamo scritto degli scambi sono stati approvati uno qua a Savona che doveva venire ad ottobre. Adesso cerchiamo di organizzarlo al più presto possibile, ma vedremo come come andrà. E invece un altro in parte in partnership con l'islanda e uno in Spagna. Quindi cercheremo poi dei volontari che vadano in Islanda per dieci giorni e in Spagna per due settimane. Questo è solo l'inizio, nel senso che ci lavoriamo da poco e speriamo veramente che questo progetto cresca. Si rivolge principalmente allora ci sono due tipi di scambi uno sono proprio gli exchange, vanno dai diciotto ai trent'anni e sono degli scambi in cui di solito vi è un alto numero di partecipanti tra i quaranta e i sessanta e affrontano una tematica a livello, magari un pochino più diciamo superficiale, ma che mira a un grande confronto tra i partecipanti. Vi sono poi i treni in corsi invece che sono senza un limite di età, nel senso che sono rivolti ai giovani lavoratori, quindi dai diciotto, tendenzialmente dai diciotto anni in su, e sono molto piu' formativi. Di solito prevedono tra i venti e i quaranta partecipanti e hanno proprio l'obiettivo di affrontare in maniera un pochino più dettagliata, sempre seguendo il metodo non formale. Quindi non vi saranno mai delle lezioni frontali, ma bensì l'idea è creiamo questi scambi in base all'apporto che ogni partecipante può portare in base alla propria esperienza, alla propria cultura, alla propria formazione. Ed è incredibile. Io ho partecipato diversi di questi treni in corsa ed è incredibile vedere quanto veramente se ciascuno ci mette il suo se arrivi a delle discussioni e dei dibattiti, poi ha delle azioni concrete che hanno un impatto notevole. Sono gli stessi prima di tutto, ma poi anche sul territorio da da cui si arriva e dove si svolge lo scambio. E quindi questo è veramente un piccolo sogno, un piccolo l'idea di portare un po' di Europa anche qui. Ecco, a proposito di qui di Savona tu hai visto anche all' estero si si' Okay, raccontati come mai? Okay, si', grazie. Mi manchi una sì, non è un sogno vivere assieme, quindi? Beh, io sono rientrata da poco da un'esperienza di sei mesi in Islanda. Dovevo appunto. Ho partecipato a un servizio di volontariato europeo il cui tema era il vivere una vita consapevole dal punto di vista dell'impatto ambientale e ho vissuto questi sei mesi in Islanda ho vissuto, poi avevo vissuto sei mesi in Estonia, sempre però con il è sicuramente una cosa che mi caratterizza è da un lato il desiderio di andare fuori, andare fuori, scoprire il bello che c' è scoprire le possibilità che ci sono pero' poi sempre col desiderio di tornare a casa. Nel senso che sinceramente penso che Savona abbia delle potenzialità pazzesche, così come lo pensano anche gli altri ragazzi che fanno parte dell'associazione domani. Sono tutte persone che hanno vissuto delle esperienze fuori e che comunque chi non ci è ancora riuscito al desiderio di andare fuori. Ma tutti poi col sogno di tornare qua per migliorare quello che qua perché appunto, ci sono sicuramente delle potenzialità e tantissime è cose che ancora non sono state realizzate, tantissimi miglioramenti che possiamo portare e tanti sogni da realizzare. Quindi il quello che ci piacerebbe da un lato dare ad altre persone le possibilità che abbiamo avuto noi siamo persone tutte fortunate, che hanno avuto la possibilità di viaggiare, di formarci. Ci piace l'idea di essere un'associazione che promuove anche questo. E poi comunque c' è un legame al territorio a livello personale che fa sì che io io spero nella mia vita di avere un impatto positivo qua su Savona e quindi anche di eh, di starci bene per starci bene. Ho anche bisogno che ci siano una serie di servizi, una serie di possibilità che nel momento in cui mancano qualcuno deve colmare. Abbiamo detto beh, facciamolo sporchiamo, ci le mani e cerchiamo di essere noi i promotori di queste possibilità per le persone che vivono a Savona. Poi ovviamente è un inizio e sono tanti piccoli passi. Speriamo di avere una vita associativa ancora molto lunga perché veramente siamo qua da due anni e c'è ancora tantissimo da fare. Però siamo siamo molto entusiasti e soprattutto vogliamo vivere bene in questo in questa città e per farlo sappiamo che ciascuno deve fare la sua parte, quindi vogliamo fare la nostra parte. Sono cose che non può essere. Ti racconto quando Rosetta sì, volevo chiedere il quasi si chiederà qualcuno di noi. Secondo me se chiedi a papà o a mamma loro ti fanno una testimonianza molto più approfondita anche quello se lo chiedi a loro se secondo me quando qualcuno ultimo non merito tanto che non so se io ti caccio l'ultima poi chiedo che mi chiedi questo se per te l'italia non mi devi dire progetti ok, dimenticate i giornali cosa provo quando vedi Italia che no dimenticati che esiste un sito che si chiama che uno ti dice l'italia che cambia per merita di cambiare quello che vuoi. Ok, hai visto proprio per me, ma sicuramente per me l'italia che cambia è un'italia in cui i giovani, ma non solo giovani, hanno voglia di mettersi in gioco e cercare di migliorare il mondo che ci circonda. E non lo dico in maniera astratta, ma lo dico nel senso che penso che i progetti e le possibilità che ciascuno di noi può realizzare nel momento in cui decide di impiegare il proprio tempo per il prossimo, ma anche veramente per stare bene, perché io sono convinta che il momento in cui cerchiamo di stare bene. Noi cerchiamo di riusciamo ad avere un impatto positivo sulle persone che ci circondano. Nel momento in cui gli italiani che vogliono cambiare trovano questo coraggio e lo mettono in pratica, si realizza. Siamo un grande sogno che è quello di vivere bene insieme. Grazie Banana e tu immaginati nel video tu arrivi dopo Elisa, quindi non sappiamo chi segue. Ha sentito lei che raccontava tutti a un certo punto, quando lei cita il roseto qua causing ti faccio due domande una simile acconti, il progetto del roseto cos'è e soprattutto, cosa rappresenta per voi? No, più che entrare nel tecnico, sulle rose diciamo, ma soprattutto il senso per voi roseto lo spazio e poi va bene quando vuoi. Quindi come mai Come è nata l'idea del progetto? Quando? Perché raccontami questo progetto. Il roseto l'idea del roseto è nata sette anni fa, quando ero consigliere comunale di maggioranza. Avevo chiesto al sindaco di poter fare un intervento di risistemazione di tutta quest'area centrale in Savona, ma totalmente abbandonata e degradata c' erano più di quattro metri di altezza di rovi. Il sindaco disse che era molto interessante, molto bello. C' erano varie aree, anche comunali ma costava troppo. Siccome in Quest'area e C' era di proprietà di un nostro amico, gli chiesi di darcela in comodato d'uso gratuito per togliere i tutti questi rovi. Dopo aver tolto erosi i rovi, decidemmo di fare qualcosa di piacevole e interessante, di attrattivo. E quindi pensammo a un giardino. Pensavo a un giardino di rose che si richiamasse a quello che era il periodo più bello più importante della storia savonese, che quello era quello rinascimentale dei due papi Sisto Quarto e Giulio secondo. E quindi decidemmo di fare un progetto di un roseto neorinascimentale. E questo dopo aver tolto appunto tutti, il degrado divenne un modo per aggregare volontari che è a un certo punto all'interno del rosa, il fegato di volontariato anche l'idea del mouse. Parallelamente era nata all'interno del gruppo D'acquisto solidale savonese L'idea di fare housing. Quindi è di mettersi assieme vari famiglie. In particolare avevamo pensato di persone e famiglie. Manu Mamma mia, Ciao, cosa? Non sono tagliato leggermente niente. Prima mi sono tagliata in niente, niente dietro. Allora rifarei questa parte qua. Parallelamente all'esperienza del roseto era nato all'interno del gruppo d'acquisto solidale savonese. L'idea di fare co-housing tra le persone come noi di una certa età e quindi di andare a vivere l'ultima parte della vita e tra di noi, tra amici, tra famiglie che si conoscevano invece che nel solito condominio, in un condominio condiviso, anzi in un housing. E quindi ci trovammo a discuterne, a parlarne. Parlammo, discutemmo per circa due anni facendo uno statuto e stavamo per acquistare una è una porzione di un palazzo intero nel centro di Savona, nel centro storico. Bellissimo. Un palazzetto medievale, però è nel frattempo il proprietario del roseto decise di venderlo è visto che era anche ormai ben sistemato e a quel punto lì pensammo siccome alcuni di noi erano volontari in questo progetto di riqualificazione degli orti falconi, di pensare di comprare il roseto e la villa a tre piani che c' era. A quel punto li' è decidemmo di acquistarlo e fu una scelta tutto sommato, apparentemente molto. È sofferta, però, che si è rivelata sicuramente vincente. Perché poi dal roseto sono nati gli orti che hanno aggregato altre persone. Eh eh, son diventate, diciamo così, uno stimolo per poter uscire da quello che era il nostro progetto solo di è futuri pensionati che andavano a vivere assieme, ma ci ha messo in contatto con tutta una serie di situazioni di esperienze e abbiamo incontrato rivela Rete italiana dei villaggi ecologici è già conoscevamo e frequentavamo degli ambienti della realtà ambientalista è però questa nuova realtà ci ha messo in discussione, ci ha fatto cambiare, è quindi abbiamo deciso di abbracciare la so Chuck razzia per le nostre decisioni, di aprirci anche a altre famiglie. E poi è di creare un'associazione domani, da cui è, diciamo così, involontariamente è trovammo un modo per fare esperienza anche con i nostri figli e con quindi la generazione successiva, il prossimo ultimo Jung con lo stato. Certo, stiamo ristrutturando, ovviamente pensavamo di fare una casa eh passiva, quindi una casa che non solo ha bisogno di energia ma produce energia, quindi è autosufficiente dal punto di vista energetico. Conoscendo Rive abbiamo scoperto anche è tutta una serie di possibilità la fitodepurazione, quindi essere autonomi anche dal punto di vista del ciclo dell'acqua, che è una cosa molto importante che è non consideriamo mai quando andiamo in bagno tiriamo uno sciacquone buttando via acqua potabile dai quindici ai venti cinque litri, invece poter utilizzare l'acqua piovana negli sciacquo ni per irrigare per fare pulizie e e poi quest'acqua stessa. Poterla depurare e poterlo usare poi per l'irrigazione è una cosa estremamente importante e quindi cerchiamo non soltanto l'autosufficienza energetica, ma anche l'autosufficienza idrica e l'autosufficienza alimentare, facendoci ovviamente gli orti, facendoci anche le marmellate, facendoci le conserve, i fermentati, tutta una serie di prodotti che poi ci servono per il nostro benessere. Perché non sono soltanto alimenti, ma sono alimenti per curarci. Sono un modo diverso per affrontare quella che é. Diciamo così. La prevenzione primaria è che in Italia normalmente non viene utilizzata, quindi respirare aria buona, mangiare prodotti buoni, essere in equilibrio con la natura chiudo tu che non hai chiesto l'ultima forse sai potrei intervistare chiediamo chiedendo cosa? Per tentare di non non il progetto. Quindi il giornale il provvedimento proprio l'auspicio per te se uno ti dice Italia che cambia dici per me l'italia cambia. E grave lui per me l'italia che cambia è cercare un futuro che si ha è verso una sviluppo della cultura e della vita. Quindi un'evoluzione dell'essere umano, un'evoluzione del nostro modo di porci rispetto alle altre persone e rispetto agli altri animali e tutto il nostro pianeta. Quindi Italia inteso come evoluzione grazie Mick. Ah, già, la A. Non guardare la camera. Ha ragione, Anch'io. Ero proprio secco in camera. Esatto. Bene. Ok. Un pupazzetto. Come con i bambini. Faccio così, signore, noi paghiamo le domande dal montaggio, per cui se potete ripetere la domanda che facciamo? Ok, so dove siamo. Siamo a nuove risposte secche perché poi sarà ok a Ok il vento adesso, ovviamente. Ok. Anche un fulmine ha cambiato nome e cognome del mese Perfetto. Andrea Sbarbaro e Hunt E aguzzi. Come così. Come quando cioè, tutto pancia. Ok, allora tutti e due siamo membri del coordinamento. Io sono Presidente. Io sono consigliere tesoriera, consiglieri quasi si'. Chi sono i cittadini sostenibili? Chi sono i cittadini sostenibili? Cittadini sostenibili. È un gruppo nato a Genova nel duemila diciassette. È diventato associazione formalmente costituita a inizio di Quest'anno il duemila venti, poco prima del lockdown, quindi con statuto, atto costitutivo e così via. Siamo un progetto nato a Genova che mira a diffondere gli obiettivi della sostenibilità così come presenti nel programma delle Nazioni del Duemila trenta. Anche sul territorio. Quindi ci facciamo chiamare lui. Ok, Brava che é il momento con il nostro buon cuore. E quella Abbiamo iniziato. Hai ragione hai ragione e al momento ci sosteniamo solo con le nostre risorse di noi volontari. Abbiamo da pochissimo iniziato a fare una campagna per i soci con quelli più vicini che ci hanno accompagnato in questi due anni. Ma ovviamente poi l'idea è quella di fare delle campagne di crowdfunding. Comunque le donazioni sono già attive sul nostro sito. La pagina voce cosa puoi fare? Tu sostieni c e quindi chi volesse già il canale è già attivo, fanno i cittadini sostenibile. Una terza domanda bene come ci torniamo? Così è perfetto. Che cosa facciamo noi cittadini sostenibili? Sicuramente come soci, come volontari. Tutta l'associazione si occupa di diverse campagne, quindi è una cosa importante, è che lavoriamo certamente sui diciassette obiettivi per la sostenibilità al duemila trenta e lo facciamo scegliendo ogni anno le campagne su cui spenderci e su cui lavorare. Direi che quest'anno per il duemila venti. Abbiamo scelto di lavorare in particolare sulla finanza etica, quindi in particolare valorizziamo molto quelli che sono report come banche armate. Per chi non la conosce è un sito banche armate punto org è curato da tre riviste. Riguarda le banche che in Italia finanziano l'import export, le transazioni di armamenti purtroppo sono tantissime. Noi abbiamo scelto una banca non armata in particolare, oppure anche il report finanza fossile. È la prima volta in Italia che viene fatto un report di questo tipo che è stato fatto da Greenpeace e Re Common, che si occupa proprio di giustizia climatica in particolare. E valorizziamo quindi le informazioni sulle banche assicurazioni che finanziano in modo diretto con prestiti e investimenti petrolio, gas o carbone. Le prime due in Italia, secondo il report, sono Unicredit e subito a seguire Intesa che sono purtroppo anche entrambi banche presenti l'elenco delle banche armate. Quindi per questa campagna noi giriamo associazioni, enti pubblici e sensibilizzando facciamo promozione. Ci occupiamo anche di altre campagne in città, in particolare per quanto riguarda la mobilità sostenibile. La promuoviamo in città con Abbiamo già chiesto e ottenuto nuovi ciclo, posteggi, economia circolare è riciclo virtuoso. Abbiamo già aperto noi un terzo di tutti i punti in città presenti per esempio per il recupero di scarpe sportive usate che sono diventate pavimentazione soffice per parchi anticaduta, per bambini, Genova Già cinque di questi parchi attivi che sono stati regalati. Quindi abbiamo salvato materiale da discarica e incenerimento e infine, direi uniamo i puntini. Questo è un po', il nostro motto nel senso che sappiamo le realtà virtuose locali, che siano esercenti o mappature. Questo perché le persone possono fare scelte virtuose se sanno dove e come farle. Alcune persone non sanno che cosa vuol dire scegliere una banca virtuosa, un fornitore energia elettrica è un negozio che venda sfuso, un'assicurazione etica e così via, semplicemente perché non hanno magari mai trovato il materiale pronto. Ed è difficile che ho visto la faccia di lei che quando sento che si alza il volume pensavo per unicredit e Intesa che avete avuto vuoi la musica, ma lo sapevo. É per quello che annuisce. In realtà non stai sentendo quello che dicendo sorridi, annuisci e funziona perché mi sento benissimo. É nostro Un attimo il filo. Passalo. No, sono io. Stiamo pensando di formazione, cazzo, quando no si' ma che spero che ce l'hanno Ok, come avete scelto? In realtà avete insieme si' che buona risposta Reazione quali? Abbiamo scelto le realtà che sono nella mappatura diceva Siamo partiti da quegli amici, magari che conoscevamo proprio perché magari appunto si erano già avvicinati alla nostra realtà oppure perché banalmente erano la realtà sotto casa in cui andavamo a comprare. E poi diciamo che man mano la voce si è sparsa, quindi tanti ci hanno contattato e altrimenti poi giusto una passeggiata in città alle volte fa scoprire cose nuove e quindi pian pianino appunto facendo giro era e con il passaparola poi siamo andati a scoprirne di nuove. E lo è incrementare? Assolutamente sì, si è assolutamente una tendenza forte. Per fortuna siamo molto contenti anche qui a Genova, che di solito è un po' len Tina, ma invece stiamo recuperando e quindi no, assolutamente sempre in crescita, in continuo aggiornamento e anzi ci sono delle segnalazioni. Contattateci così la incrementi siamo e diventa uno strumento sempre più utile e performante per le esigenze di poi l'utente che arriva sul nostro sito, sui nostri canali social. È importante quindi che sia aggiornatissima è sempre più ricca. Domanda sulle scuole andate anche nelle scuole. Campagna? Sì, siamo stati nelle scuole è diverse scuole liguri quest'anno. Speriamo di avere più forze con i nostri volontari per continuare a farlo e anche implementare questa attività arricchendola è fondamentale perché si colgono le nuove generazioni e generazioni del futuro e i loro genitori. Quindi abbiamo un doppio pacchetto rivolto alle scuole sia i giovani studenti siamo stati, direi per adesso elementari e anche a fare alcuni interventi con ragazzi più grandi in età da scuole superiori e alcuni pacchetti invece rivolti proprio ai genitori, soprattutto parlando di acquisti sostenibili. Perché ovviamente i bambini magari elementari, sono molto sensibili sui temi ambientali. Però è a proposito del famoso voto col portafoglio. Poi sta ai genitori, ovviamente metterlo in pratica. Questo è fondamentale per tutte le nostre campagne, perché appunto la sostenibilità è importante. Però cerchiamo di portarla avanti non come sognatori tra virgolette, ma come sognatori molto concreti. Molti di noi, anche per lavoro. Questo però è volontariato. Però nel nostro lavoro siamo da project manager, persone comunque che devono tirare una riga e fare un bilancio e portare davvero a casa un risultato in qualche modo. Quindi cerchiamo davvero di di fare dei risultati le nostre campagne anche nelle scuole, con dei numeri quantitativi. Questo vale per le scuole e per tutte le altre nostre campagne. Solo un accenno alla campagna finanza etica, per esempio. Comunque nel nostro piccolo siamo gia' riusciti a stornare da industriale armi, banche, anzi che appoggiano l'industria armi e altre industrie che non approviamo già comunque diverse centinaia di migliaia di euro. E non è poco. È una goccia nell'oceano, ma è un risultato importante, quantificabile. Vogliamo usare questo primo successo per amplificare, raccontandolo anche nelle scuole? Perché quando si riesce a portare un ente pubblico a cambiare un comportamento diventa un esempio per la comunità locale che può essere replicato e amplificato. Che presidente, che cosa vuoi? Per quanto riguarda, ma ugualmente è impossibile citare in realtà per realtà. Però si è dovuto fermare una panoramica di quel tipo di esercizi. Guarda e riguarda oggi. Se facciamo dopo qui, ok, magari sei qui dentro la mappa ci sono negozi, negozi come per esempio Chi lo, per esempio, che abbiamo visitato. Esatto. Ok, no, dico anche che abbiamo visitato. Lo dico. Va bene una casa. Ok, va bene, va bene. E all'interno della nostra mappatura. Ci sono diversi diverse indicazioni, quindi dal molto semplice riparto nella nostra mappatura ci sono diversi suggerimenti. Alcuni vanno dal negozio di quartiere che vende magari frutta e verdura locali a magari invece consigli su come sostituire alcuni oggetti di uso quotidiano, per esempio le capsule del caffè, che si possono quindi trovare magari anche online e alle volte noi suggeriamo invece diverse modalità di acquisto, quindi non necessariamente reali. Però per esempio uno dei nostri negozi amici è verde. Chi sta tranquilla tranquilla pare no, ma parla pure dell'altro eh? Tra i nostri negozi amici, cioè anche per esempio chilo che abbiamo visitato, che una sfuse ria qua nel centro storico di Genova è un progetto nuovissimo, dato nato da pochi mesi e fa un servizio incredibile per il quartiere, perché è proprio uno dei pochi che vende alimenti da eccellenze del territorio ma anche da altre regioni e permette quindi a chi vuole fare una scelta consapevole di poter avere vicino a casa gli alimenti sfusi di cui ha bisogno. Ci sono poi tantissime, anche realtà di produttori, quindi potremmo citare macelli quarantaquattro, che è una cooperativa Monte di Cape Nardo che rende visitabile gli allevamenti e quindi il consumo di carne. Ovviamente è una scelta molto personale, però pensiamo che si possa fare anche questa scelta in maniera consapevole. E questo, per esempio è uno dei punti vendita a Genova dove questo si può fare altrimenti. Poi, appunto, tornando sugli esempi di gli oggetti che si possono usare sì, le capsule di caffè, perché hanno un impatto incredibile, immaginando da italiani quanti caffè beviamo al giorno. In realtà è sempre un rifiuto che sia in plastico, che sia in metallo, a prescindere poi dalla pericolosità della tossicità che possono avere questi materiali in un ambiente caldo. Diciamo in cottura quando prova il caffè, ma a prescindere sono comunque un rifiuto e quindi avere una capsula di acciaio inossidabile che dura pressoché per sempre è un grande davvero risparmio. Un grande aiuto è inoltre poi ci sono tantissimi prodotti molto semplice di uso quotidiano. Come può essere scegliere uno shampoo solido invece che uno shampoo liquido? Perché un contenitore in meno? Passare lo spazzolino da denti, magari in legno o in bambù equa, per esempio C' è stata una bella partnership con degli amici di oggi e che si fanno comunicazione che hanno creato il design proprio di uno spazzolino che hanno fatto poi produrre da osso. Lì c'è, un piccolo negozio del centro storico che si occupa di intagliare il legno. Quindi è legno certificato di frassino, se non sbaglio certificato FSC, quindi di produzione totalmente sostenibile, e ha poi ovviamente le testine intercambiabili. Quindi anche quello è eterno, è trattato solo con materiali naturali e quindi sono piccole scelte di consapevolezza. Quindi è solo uno scambio. Non bisogna rinunciare a niente. É una parola bruttissima per la sostenibilità che non si rinuncia niente, si cambia solo il modo di vedere le cose in modo di consumare. E questo è un piccolo passo, però utile per il pianeta e per tutti noi. Chiedo solo un aggancio, ok, Hai ragione, certo. E della nostra mappatura. Poi è presente anche la realtà che ci sta ospitando per questa intervista che sono i giardini Luzzati che sono la tua bellissima del territorio. Sono un po', il punto di ritrovo sociale e ambientale dei giovani genovesi. Perché è intergenerazionali. Si può trovare dei bambini che giocano agli anziani che vengono a passare, magari un'oretta al fresco. E ci sono tanti progetti sociali che hanno sostenuto e quello che fanno col servizio civile, con i migranti. E si impegna tantissimo. Ovviamente dal punto di vista mentale hanno attivato degli orti urbani che erano qua a disposizione dei residenti e quindi è davvero una realtà virtuosa. In pieno centro. È una piccola oasi di sostenibilità. Sono nuova, ti stai sciogliendo, Mi sta sciogliendo la gara perché faccio comunicazione dietro, quindi non so mai davanti al rischio. La domanda è un'altra domanda Okay, avete visto aumentare la consapevolezza delle persone sia aumentata? Si fa fatica che hai risposto? Ok, anche i numeri della comunicazione. Puoi dire anche quando siamo cresciuti. Si l'interesse crescente a un contatto così. Un dato? Certo, certo. Comunque, chi lo ha una nuova? Tra poco ci collego su altre cose. Sicurezza? Ho parlato? Certo, certo, certo. Li facciamo come due pezzi staccati. Come vuoi. Come vuoi per la crescita. Io secondo dai che sicuramente per quanto riguarda noi, come è cresciuto? Come posso dire la nostra per l'esterno che sono sbocciate nuove attività come chilo che abbiamo visitato, ma anche che magari cerchiamo come posso dire invece di aspettare che siano proprio le persone? Andiamo a bussare esplicitamente a determinate aziende o all' ordini per portarlo a casa? Perché non vogliamo aspettare che Si, come posso dire? Ok, ok, ok, ok. Poi se poi lasciano dei numeri che Ok facciamo staccati tanto facendo questo pezzo, okay, rispetto all'aumento della consapevolezza della società e delle persone, possiamo dire un paio di cose nel nostro piccolo abbiamo visto che a Genova negli ultimi anni sono davvero fiorite sia nuove associazioni come il gruppo dei giovani Friday's forfour, per esempio. Ho tantissimi gruppi che si stanno dedicando alla pulizia della città come dei black bag, molti altri in particolare. Sono nate anche nuove attività commerciali come Kiro. Quindi spesso e volentieri questa nuova attenzione alla sostenibilità sì, tra traducendo in lavoro posti di lavoro e tutto l'indotto, ovviamente fornitori e altri esercenti che a loro volta trasformano questo in economia in economia reale, diciamo. Per quanto riguarda infine le nostre campagne, sicuramente siamo stati fortunati a capitalizzare anche questa attenzione sui nostri social che hanno raggiunto in una manciata di anni quasi cinquemila persone su Facebook. Su Instagram, quasi duemila cinque anche su LinkedIn abbiamo un buon numero e posso dire che piuttosto che aspettare, diciamo e sperare di intercettare la consapevolezza crescente, le persone spesso e volentieri noi proprio lavorando per campagne identifichiamo degli interlocutori e cerchiamo di fare delle richieste molto precise, di essere noi a portare delle richieste che portino consapevolezza. Un esempio su tutti l'ordine degli psicologi della Liguria che fa comunque migliaia di società, alcune migliaia di iscritti soltanto in Liguria è soltanto lo scorso inverno ha deciso di passare da banche che indirettamente sostenevano appunto l'industria. Le armi erano nel famoso elenco censito dal sito banche armate punto org a banche non armate. Capitalizzando questo successo abbiamo chiesto un appuntamento ad altri ordini assistenti sociali, avvocati, medici ad altre associazioni del territorio. Quindi stiamo andando apportare il cambiamento in casa altrui senza aspettare che lentamente spontaneamente cresca. Ma cerchiamo davvero di tirare una riga a darci degli obiettivi e delle tempistiche per realizzarli. Crediamo che soprattutto dal punto di vista climatico l'emergenza in cui ci troviamo non ci consenta di attendere, aspettare una crescita naturale, ma che davvero adesso bisogna a spingere il piede sull'acceleratore per questa transizione davvero impegnarsi, battersi per questo con professionalità, competenza ma anche con convinzione. Che capelli Scusa un secondo, faccio una foto. Ma vai tranquillo su come siamo costituiti che si' perché devo Va bene una trentina di soci e una quarantina di volontari. No, no, no. Giusto. Si'. Facciamo una quarantina tra soci, sai? Sì, é la nostra. La nostra associazione è composta da un coordinamento che siamo otto soci fondatori. Quindi quelli che abbiamo avuto l'idea e pian piano poi ci siamo, stiamo crescendo e ci stiamo allargando e forti dei nostri volontari e da poco appunto da quando siamo diventati associazione di fatto, diciamo, riconosciuta, è siamo arrivati più o meno una quarantina tra soci volontari, ma speriamo di crescere ancora. Ovviamente il periodo non è il migliore, ma speriamo con i prossimi eventi di avvicinare sempre più persone di quelle che magari ci seguono online, di poter rendere reale il loro impegno e le loro buone intenzioni, che no, no, viene però fai una sul territorio, ma avete già risposto nel senso questo come potrebbe cambiare il territorio? Sostanzialmente dunque faccio la finale che secondo voi non il nostro progetto, ma quello bella, bella, bella, bella libera di tagliare il cambio per me ci passiamo solo niente la vuoi con poche persone che c'e' stava bene, okay che cos'è l'italia che cambia per noi va bene per me se devo dare una risposta personale l'italia che cambia è fatta da poche persone però che con consapevolezza, con i metodi e gli strumenti e con professionalità cercano di indirizzare questo cambiamento anziché aspettarlo davvero e persone che anticipino e creino il futuro l'italia del futuro l'italia che cambia sul retro della nostra tessera associativa, cioè una frase di Margaret mead che dice effettivamente non c' è alcun dubbio che un piccolo gruppo di persone motivate, consapevoli possano cambiare il mondo. In realtà è soltanto così che è mai successo. Quindi questa è l'italia che cambia per me Li metteremo insieme. Posso fargli diventa la sua risposta. No, è proprio vero. L'italia che cambia per me è che quelle persone di cui parlava Andrea si mettano in rete tra di loro. Si diano forza, ma un forte sostegno tra di loro, perché solo dal confronto reciproco e dall'unione dalla rete possono lasciare i progetti ancora più belli e che abbiano ancora più impatto. E crediamo davvero che siano tematiche trasversali. Lo cerchiamo di fare nelle nostre attività, coinvolgendo quante più persone possibili di diverse estrazioni di diversi interessi, diverse idee, ma che abbiano in comune davvero la voglia di cambiare il paese. Cambiare il mondo e farlo insieme è più semplice e più bello. Se c'è qualcosa che non a è perché di solito qualcosa dimentichiamo cosa si può trovare sul nostro sito? Forse qualsiasi cosa che volete si' No cosa può e cosa non possono fare le persone. Quindi si', sei coinvolto? Lo so che sono l'ultima paginetta del volante. Cosa vuoi fare? Si' anche questi cambiamenti in casa le campagne informati, condividi aiutarci a crescere anche veramente diventare che Perché insomma, no alla sua fai prego se sei se vuoi Ok, volentieri. Però non voglio davanti davvero. Okay, una per una va bene. E quest'ultima doppia ci ha piazzato al tipo informati. Io faccio di fondi dive sostieni che diventa volontario. Va bene, D'accordo d'accordo ti passa, Facciamo sempre doppia. Va bene. Mi piace si', ma ci mancherebbe davvero. Ok, facciamo il contrario. Se sostieni ci diventa, è un penale. É un pedale. É bellissimo per diventare cittadini sostenibili a prescindere l'appartenenza alla nostra associazione è sono importanti alcuni passaggi, quattro per l'esattezza secondo noi sono uno step sempre crescenti per impegno e necessita di informazione. Quindi il primissimo è quello di informarsi è per davvero avere coscienza e consapevolezza dell'impatto che le scelte quotidiane hanno su di noi, sull'ambiente e sulla comunità intera e quindi informarsi su internet Ci sono diversi canali, ovviamente i nostri sono aperti il sito Facebook, Instagram, Linkedin nella newsletter. Ma ci sono tantissime realtà che lo fanno altrettanto bene, anche meglio e quindi informarsi davvero, capire che cosa c' è dietro, cosa sta dietro un'etichetta di un prodotto un'etichetta di un vestiti e di un vestito è fondamentale davvero per iniziare un percorso di consapevolezza e di sostenibilità. Il secondo passaggio, ovviamente, è quello di diffondere. Più siamo meglio è quindi portare queste proprie scelte o queste informazioni che se trovate anche con i propri, condividerle con la famiglia, con i propri amici, portare nel posto di lavoro, nei luoghi di svago, nelle palestre, perché pian piano la comunità di cittadini sostenibili poi deve crescere e questo è il metodo migliore per farlo, senza dogmatismo, senza fuori dall'accademia. Ma nella pratica cosa sto facendo e come possiamo farlo insieme? Meglio? Il terzo step di cui parla avanti a poco fa è sicuramente aiutarci a crescere nel modo in cui ognuno vuole farlo. Cioè chi può dare un aiuto sui nostri social è seguendoci o anche condividendo i nostri contenuti anche in questo modo importante per fare rete oppure sostenendo ci anche diventando sostenitore sul nostro sito? Cittadini sostenibili, punti Teach è anche questa possibilità, sicuramente che ci dà un aiuto affrontare quelle che sono le spese vive reali che spesso ci sopportiamo noi volontari sulle nostre spalle. Però domani se l'associazione dovrà davvero crescere, strutturarsi Questo è un tetto che dovremmo cambiare in qualche modo. Sicuramente il quarto e ultimo modo è unitevi a noi se avete qualche ora del vostro tempo. Da dedicare anche attività occasionali che possono essere pulizia delle repubbliche di spiagge, volantinaggi o partecipare ad altre attività culturali. Oppure, se proprio volete frequentarci e diventare soci dell'associazione certamente è possibile farlo anche qui sul nostro sito. La stessa sezione partecipa all'associazione trovate tutte quante le informazioni su cittadini sostenibili punto it grazie all'italia che cambia per la possibilità di raccontarci oggi di raccontare anche un po' della nostra città di Genova perché ok, questo per me il nome e cognome Olga per cento per cento con la cgil Cagliari ok titolare kilo titolare ok, perfetto con Giulio ok è chiederei dove siamo, cosa chiedo dove siamo è chi è un piccolo negozio, una piccola bottega vicino nel cuore di Genova, vicino alla casa di Colombo. Per chi volesse saperlo, è una piccola scuderia cominciato cercando ha cominciato questo progetto, diciamo è per me stessa, per eliminare la plastica perché prima facevo la raccolta differenziata come tutti poi si vedevano, ma questi bidoni enormi di plastica e da lì ho cominciato a togliere che ne so sacchetti piuttosto che bottiglie, bottigliette, tutto cio' che avverte anche la spesa, la frutta dentro i sacchetti di plastica oppure dentro i contenitori. Tutto ciò ho cercato di toglierlo. Poi ho visto che non ci sono molte scuderie in giro perché se all' estero è già una realtà presente e nelle altre città, magari con quelli più grandi di Milano, Torino, Roma è già qualcosa che esiste tra Genova fa ancora fatica a prendere piede, mi ha detto ma perché non provare? Ho cominciato a cercare i vari fornitori, poi hanno preso così tanto la cosa. Mi sono fatta trasportare, è stato bellissimo, ho detto vabbè, provo e da lì come senti, da quando ho aperto. E come sta andando? Aperto a gennaio fine gennaio sta andando bene, è bene. Io in realtà mi aspettavo all'inizio di avere più, di fare più fatica. Nel senso perché comunque Genova è una città un pochino più particolare rispetto alle altre e detto forse non puoi mica non capiranno così bene il concetto. Invece no. Invece per fortuna una era era piu' Una mia paura forse. E vedo che le persone reagiscono bene. Ho tantissimi clienti che portano i barattoli barattoli nei sacchetti, contenitori, tapper, guerra l'idea di proprio con lo zaino che si spostano sì e sono contenti di entrare qui dentro e vedere i prodotti di assaggiarli. Perché poi il bello della scuderia che si può prendere anche non lo so cinquanta grammi si assaggia, si si prova se piace uno torna. La mia curiosità è per quanto riguarda i fornitori, come come nel senso certo difficoltà oppure è un mondo che si sta muovendo? Eh no, è il mondo che si sta per quanto riguarda i fornitori si sta muovendo qualcosa ci sono oppure i piccoli cercano comunque di venirti incontro. Ok, perché io quando ho fatto la mia ricerca sicuramente google, quindi uno si mette lì e comincia a cercare, è telefonare, mandare mail. Poi andavo io di persona, provavo, provavo gli alimenti. Ovviamente non tutti sono disposti, diciamo a fare un sacco da venti, da venticinque, da dieci, da cinque dipende dagli alimenti che ci sono, ma c'e' sempre la volontà di di provare a venirsi incontro, anche perché il piccolo non ha una produzione standardizzata come la grande distribuzione. Quindi per loro fare un pacchetto un po' più grande è assolutamente fattibile. Infatti quello che cerco io è sono le piccole e medie aziende italiane, poi non magari non al cento per cento, non di tutto riesco, ma è un lavoro in continua evoluzione. Quindi assolutamente. La curiosità mi a livello burocratico su sfuso delirio che fa perdere il sonno. Eppure ci si riesce a livello burocratico. Oddio livello la burocrazia in generale, cosa che fa perdere la fa perdere. Il sonno è no, bisogna. Sicuramente bisogna fare delle dei corsi proprio dove insegnano a gestire gli alimenti. Questo è indispensabile ed è assolutamente giusto. Perché proprio fanno capire che certe cose come devono essere trattate per il cliente finale, per la la salute del cliente finale e per lo sfuso no. Magari ci sono delle regole come la pasta che dev'essere ehmm deve essere imballata dal fornitore, non può essere aperta finché non arriva qua e non può stare all'aperto tipo i legumi. E per questo che molte drogherie hanno magari i sacchi dei legumi. Ma non si trova della pasta perché negli anni cinquanta o sessanta è uscita la legge in cui si diceva che appunto dev'essere dal punto di vista igienico ci devono essere delle norme ben precise, quindi qualcosina da questo punto di vista il resto no bene o male cerco di di mostrarmela. Poi ovviamente seguo anche le altre scuderie, quelli che sono da piu' tempo sul mercato e imparo stavo pensando voi siete stata voi, in realtà aggrappata da loro. Quindi in qualche modo stai facendo educazione alla sostenibilità e soprattutto alle spie, alla spesa consapevole. Però in qualche modo adesso che nei fatti lo fa, pensavo beh, adesso poi magari chiedo che alcune cose la mia domanda era affronterebbe essere questo un luogo per fare ufficialmente dei corsi, quantomeno degli incontri che ho già successo? Allora lui dare un po' di assolutamente io un chilo. Una delle cose che ho in programma, che vorrei sviluppare sono proprio i corsi e far incontrare le persone, ok far farla diventare una piccola comunità, diciamo è un un po' ambizioso. Me ne rendo conto però questo sogno eh non ho potuto farlo per via del lockdown e di tutto cio' che anche perché il negozietto è piccolo, quindi bisogna organizzarsi in un certo modo. Però volevo fare dai corsi di autoproduzione a è cucina che ne so, vegana senza dover cucinare i fornelli, quindi è qualcosa che si può fare qua è incontrare. Ci sono delle associazioni che fanno puliscono i boschi, puliscono le spiagge, quindi fare incontrare tutte queste realtà con le persone del quartiere. Ok, eh, sviluppare qualcosa un'altra, cosa che mi piacerebbe, ma devo capire come una cosa, magari in futuro, eh? Credo molto nell'educazione dei bambini dei giovani sono il nostro futuro e il pianeta terra la nostra casa. Ok, quindi o far incontrare queste due cose secondo me è assolutamente indispensabile. Quindi in qualche modo di educare, ovviamente. Non io però dare la disponibilità del luogo di dei fornitori di far vedere quello che si può andare a fare, anche con quelle realtà che vanno a pulire proprio. Spiegano bene il no plastic plastic free e tutto ciò che si può fare la spesa consapevole con i bambini. Però questo è ancora da sviluppare. Per ora che la work in progress è quindi sei nella mappa di riciclare la mappa si' che da partire lockdown giusto? Avete fatto la mappa? No, ma prima sì. Abbiamo letto su il secolo decimo lavoro un articolo il febbraio è uscito L'articolo com'era prima sono davvero almeno da un paio di eh, sì, ma che il diciotto, poco dopo ben giorni dopo, ma credo che l'articolo forse alla fine febbraio non lo so. Comunque da subito però mi ricordo che ero passata. Va ce lo vuoi dire in video? Tu adesso tanto sapere che sei in questa mappa ma dopo dobbiamo però intanto ok ditemi cosa come posso strutturare? Lo però cosa dire anche anche come vi siete conosciuti che ci raccontiamo un po' come l'attuale diciamo no niente. Sono entrato dalla porta principale insostenibili chiamare le cose che possiamo vedere sulla mappa. Ma roman za lasciatevi venti anni diversi, ma che posso dire? Appunto sono nella mappa dei cittadini sostenibili che è un praticamente fa collega le persone normali con le realtà come la mia per la la spesa sostenibile la il consumo è sicuramente il responsabile dei tutto ciò che ci circonda. Mmm proprio gli obiettivi futuri, ma crescere perché è una cosa che obiettivi futuri sono abbastanza grandi. Nel senso sfidare la grande distribuzione é sicuramente esatto, poi vedremo se che chi l'avrà vinta scherzi a parte si' sicuramente crescere. Vorrei vedere più negozi chilo in giro ha una proprio per perché sono realtà che servono, ma e poi appunto collegare de diverse persone diverse realtà per per far vivere le persone proprio la bellezza di fare la spesa in modo tranquillo, in modo sano, responsabile e consapevole eh non andare in queste corsie dove uno è assolutamente alienato e prende cose solo perché sono colorate o perché sono pubblicizzate. Fondamentalmente quindi questo è il mio piccolo progetto tempo bellissimo due e volevo chiedere lei ha accennato e siccome noi stiamo aprendo anche l'italia che cambia le guide, che cambia i propri start, è come lo sai? Devo cambiare questo è un cambiamento in questo territorio la liguria sta cambiando assolutamente. I giovani stanno si stanno aprendo, stanno prendendo diciamo piede ok, quindi si stanno dando da fare per ci sono nuovi negozi un pochino più interessanti particolari diciamo, vedo vedo proprio i giovani che un po' di fermento ok eh, si sta cambiando. C' è anche più turismo. Proprio più movimento per le strade è è un qualcosa anche dal punto di vista proprio di energie che si muovono ed è positivo, giusto? E sta cambiando. Ci vediamo. Quindi fai l'ultimissima io un'altra su cos'è secondo te l'italia che cambia? Non noi. Se io ti dico italia che cambia cosa ti viene in mente per mettere l'italia che cambia per me sono le persone. Quindi sono le persone che compongono L'italia che che fanno ok questo paese e che lo fanno nel modo giusto. E quindi che hanno? Che hanno voglia di vedere questo paese crescere e in E che ce l'hanno proprio nel cuore, secondo me, assolutamente. E fanno sì che l'italia diventi migliore come paese. Assolutamente. Mi commuovo un attimo perché ci tengono qui, quindi E grazie per questo progetto, ragazzi. Grazie. Grazie mille. Perfetto. Prova. Uno, due, tre. Prova. Ok, storica per il soggetto. Ok, dove siamo? Infatti, lo sono i dettagli come cognome. Io sono Francesca Delfino. Sono responsabile del Circolo Giardini Luzzati. E questo va bene così. Ehi, tu che E ci troviamo ai Giardini Luzzati, in pieno centro storico. È un progetto di rigenerazione urbana nato otto anni fa. Abbiamo appena rivinto il bando per la riassegnazione dello spazio e noi ci occupiamo Appunto, Essendo un progetto di rigenerazione urbana di è utilizzare gli spazi e di ridargli in qualche modo alla cittadinanza. È questo spazio è multifunzionale. Noi abbiamo in gestione il campetto da calcio qui sopra. C' è la parte degli orti urbani alla nostra sinistra, mentre invece giuri sotto, cioè piazza intero stagno che è appena stata ripristinata ri colorata grazie a un artista che si chiama Te Llamas. E questa è la nostra piazza principale, dove si svolgono attività per bambini. Dove è solito siamo soliti fare concerti, aperitivi, insomma tutto quello che è l' attività del bar e della ristorazione. Ok, prima che arrivassimo noi, okay? Giardini usati prima dell' arrivo della cooperativa Ceste. Quindi del nostro diciamo, del nostro mandato era uno spazio di microcriminalità. Era uno spazio abbandonato, un po' a se stesso. Gne Negli anni piano piano abbiamo cercato di di restituire appunto questo spazio. Grazie Attività culturali e non solo. Appunto cercare di avere un presidio sul territorio che avesse come dire ha un senso per i cittadini si' berbere. Se dico cagate, ditemelo. No, pensavo Dio, sì, sì. Ma che Ehi! Negli anni la situazione è cambiata in maniera abbastanza graduale, però abbastanza evidente all'inizio Noi avevamo questo piccolo circolo che era un quarto di quello che vedete adesso. C' era un'area archeologica abbandonata a se stessa. Nessuno sapeva in realtà e della sua della sua è vita o comunque della sua esistenza. Piano piano, abbiamo iniziato a riprendere in mano lo spazio a ridargli vita, a creare sempre di più una una situazione più, come dire, più agevole per le persone che ci vivono e che frequentano i nostri spazi. Negli anni siamo passati dal vendere un po' di vino, qualche birra e fare attività per bambini, piccoli concerti. E adesso diciamo che vantiamo una programmazione artistica culturale è piuttosto vasta e fitta. Su su Genova negli anni si sono venuti a trovare anche degli artisti del calibro di Malika Ayane, di Frankie Hi Energy, Paolo Fresu. Insomma siamo cresciuti tanto, siamo molto molto fieri di questo. Una domanda che mi chiuda come gli orti urbani momentaneamente sono gestiti da noi come associazione. Ma C' è un progetto sugli orti di recupero al quale partecipa sia la Cgil. Si ha un gruppo di ragazzi rifugiati che gestiscono su. Insomma si prendono cura di queste piccole di questi piccoli orti, orticelli e ci aiutano molto nella cura, la gestione e la manutenzione degli spazi. C' è un progetto che a breve partirà invece con l'associazione, il Quadrifoglio che si occuperà appunto della del progetto di rigenerazione degli spazi qui sopra. Ma che no, dicevo, è un luogo di incontro internazionale. Crediamo che i bambini che veniva si' in tutte le case organizzato si' io li organizzo concerti, musica elettronica facciamo un po', un po' agli adulti pensiamo Eh sì, ci sono diciamo che la il nostro il nostro pubblico è abbastanza eterogeneo. Passiamo da magari la mattina i bambini piccoli pomeriggio le famiglie è tardo pomeriggio gli anziani che giocano a carte e poi la tarda notte diciamo i nostri avventori più grandi o anche meno grandi grazie appunto a diverse attività che svolgiamo all'interno di tutto l'arco della giornata. Noi siamo aperti sette su sette dalla mattina alla tarda tarda sera a tarda notte che e che soprattutto si chiama tutto cambia ma non noi. Cosa ti fa pensare questa casa? Okay Italia che cambia per me è un'italia che prende consapevolezza di essere un'italia, di essere l'italia, di essere un paese che si in qualche modo si accresca. Cresca ogni tanto mi parte ok, facciamo ok, dicevo l'italia che cambia per me è una consapevolezza comune, è di quello che è l'italia di quello che possiamo essere. E didi didi appunto avere una consapevolezza dello stare insieme dell'essere comunità e di poter crescere, migliorarci nel rispetto degli altri e nel rispetto anche di chi non è italiano ma che viene nel nostro paese per cercare un futuro migliore. Come funziona? È l'area archeologica. Momentaneamente è un cantiere perché abbiamo vinto un bando per un progetto che si chiama Lou da, che prevede dei lavori per poi portare dei laboratori per bambini e non solo. All'interno di quest'area è che era appunto completamente abbandonate e ripristinata negli anni. È oggi stiamo attuando dei lavori. Si spera che col prossimo anno sì, insomma, sarà fruibile e utilizzabile da molti. Va bene, grazie a voi. Grazie. andiamo, Bench, entrarmi. Mi chiedo solo per la il nome è il tuo nome? Cognome? Walter Vassallo. Vassallo? Si. Cosa scriviamo? Sottopancia. Cosa? Come ruolo rispetto a questo progetto Non sono uno di tutti quanti. Allora noi noi partiamo come collettivo. Poi quest'anno Siamo diventati un'associazione. Sono socio. Si sono soci. L'associazione Si chiama spazio vitale. Sì, questo è solo per le scritte. Si, però l'orto si chiama diverso, però. Va bene. Ok. Raccontami come si chiama. Ok, che Okay, Sam L'orto nasce allora. Ok L'orto si chiama la milza. Orto collettivo. Milva vuol dire il posto dove si coltiva in lingua stecca, eh? All'inizio? Quando siamo nati? Sei anni fa, non avevamo neanche un nome? No, perché eravamo in un altro posto e abbiamo iniziato lì. Era un posto dove c' era problemi di acqua. Era un posto dove una persona aveva detto Ve lo presto voi coltivate un po' e poi vediamo No, è l'anno successivo. Lui ha deciso di riprendersi il pezzo di terra per cui noi ci siamo spostati qua. Adesso sono cinque anni che siamo in questo pezzo qua. Questo pezzo è un pezzo della cooperativa Il casolare di Piasco. Una cooperativa di tipo B che ce lo affitta tutti gli anni l'uso del suolo e l'acqua per per irrigare eh in sé il pezzo è indiviso noi siamo un orto collettivo perché non c' è come negli orti comunali o queste cose qua ognuno ha il suo pezzo di terra e poi inizia a guardare che il vicino non li prenda lo zucchino queste cose noi in questo posto qua abbiamo detto questo è tutto insieme un collettivo e abbiamo pensato di eh perché ognuno prende per le esigenze che può che gli che ha bisogno. Quindi una famiglia da quattro prenderà di più che un single e ognuno dà il contributo che può in termini di lavoro e noi non guardiamo, non c' è un un orario in cui venire eh ci sono persone che a cui piace venire tutti insieme, quindi magari che ne so facciamo il sabato tutti insieme oppure la domenica cose così, però poi ci sono delle persone che invece vengono veramente per per staccare, per cui più o meno chiedono sul gruppo cosa c' è da fare oppure un po', un po' man mano che andiamo avanti abbiamo imparato le cose che sono da fare e lo fanno e magari uno gli piace rilassarsi, sta da solo, quindi viene qua da solo e fa oppure invece dice no, voglio che ci sia più gente, quindi vengono viene con gli altri nei momenti collettivi fondamentalmente nell'orto c' è bisogno di venire tutti i giorni. Quella è la verità. Però è è molto bello la libertà di poter di poter decidere quando venire, quando no. É la prima cosa che sono due cose che uno deve abbandonare se viene, se viene a far parte dell'orto collettivo che comunque è aperto ad accogliere altra gente sono uno e il possesso di un pezzo e due io faccio piu' di te, quindi io ho diritto a raccogliere più di te. Queste due cose qua son sono da non non si possono. Insomma no, non non puoi stare in un gruppo così con questo tipo di atteggiamento, perché qua ognuno fa quello che può fare. Tutti abbiamo un altro lavoro di contadini qua non ce n'è nessuno l'unico contadino che c' è è una persona che viene e con cui abbiamo fondato. L'orto é però viene saltuariamente perché ha un altro orto collettivo a Carmagnola con cui siamo gemellati, che si chiama campo felice e alle api, per cui ha molto meno tempo, eh? Quindi dal abbiamo iniziato a fare questa cosa qua e ognuno ha portato la sua esperienza come come persona. Ci sono persone che hanno professionalità completamente diverse perché alla fine questa cosa qua e per stare insieme no. La parte di sappiamo insieme coltiviamo insieme una parte importante però la parte di socialità. Mangiamo insieme e facciamo la marmellata insieme facciamo una gita insieme, andiamo a raccogliere le erbe spontanee. Facciamo una festa. La festa di compleanno, una festa come abbiamo fatto delle feste che si chiamava la milza sonora con concerti. Abbiamo un palco, è tipo domenica sera abbiamo un compleanno e ci sarà un concerto. E quindi quella parte li' é importante, no? Per quello che vedete nell'orto non solo la parte di orto, ma vedete anche per esempio il bagno c'è un composto. Il è la doccia solare, il tendone, il palco, il bar, il lavaggio delle stoviglie queste cose qua sono perché sennò andresti in un luogo zappi, poi non puoi andare al bagno, non puoi lavarti, non puoi fare nient'altro che scappare no. E questo è molto più difficile avvicinare le persone non agricoli non contadini a a fare questo tipo di attività, perché comunque la terra è la terra è bassa e quindi e quindi il lavoro è difficile, no? E noi non abbiamo grossi macchinari. Quando abbiamo dovuto lavorare un po', il terreno non arare solo in superficie la cooperativa casolare ci ha aiutati. E poi col fatto di essere diventata associazione abbiamo avvicinato molto più urgente, perché a un certo punto, quando ci è stato il lockdown del coronavirus, noi che comunque il surplus dell'orto lo abbiamo sempre dato alle persone che non arrivano a fine mese diverse fragilità sociali e avevamo appena fondato l'associazione che che è un'associazione iscritta al welfare, alla fragilità sociale che si chiama che si chiama spazio vitale. Ed era un'associazione che c' era dal duemila tre abbiamo dovuto, abbiamo rifatto lo statuto perché c' era la riforma del terzo settore. Questa cosa qua ha dato tutto un lavoro tra tutti quanti, di riscrivere uno statuto per andare avanti. E poi abbiamo deciso di aprire in centro al paese un emporio di comunità dove anche stamattina e domani mattina, insomma distribuiamo viveri che recuperiamo dai supermercati, dalle collette alimentari, cose in scadenza. Così attendendo che ci sia della produzione dell'orto. Per il momento ci sono solo le fragole l'insalata, insomma. Però sta iniziando e quindi il surplus di questo verrà portato all'emporio di comunità e e siamo usciti da qua che siamo un po' fuori dal paese. A voi sembra magari tutto vicino perché grosso così e siamo finiti in centro, sotto il campanile sotto sono vicino al municipio a fare un'azione che forse in molti non si aspettavano. Abbiamo aperto anche un armadio della gentilezza. Le persone posano quello che vogliono donare e ricevono e ricevono. Li facciamo. Abbiamo anche aperto un emporio della gentilezza dove le persone possono posare quello che vogliono donare e prendere quello che di cui hanno bisogno. È solo agricolo, di progetto alimenti per il momento e alimenti però pensiamo che poi dovrebbe essere anche vestiti. Dovrebbe essere anche altre cose. Abbiamo fatto uno scambio barattoli vestiti, uno swap party si chiama così. Le persone dicono perché non ne fate uno al mese? No pero' c' è tanta energia da mettere. E comunque qua ce n'è un resto, quindi ci dobbiamo dedicare anche all'orto. Però l'emporio è praticamente una è un figlio. Dell'orto? No, perché nasce in un contesto di socialità e che ci aiutiamo tra di noi. Pero' decidiamo anche di farlo con con gli altri e farlo non qua, ma farlo pubblicamente no, è che è una cosa nuova anche per noi, no? Qual è il paese? Il paese si chiama Piasco, eh? Siccome in tutta italia quindi contestualizzare ok ok anche un po' il contesto ok il il il il paese dove siamo si chiama piasco e e ai piedi del Monviso, in una valle che si chiama valle varaita. Però è all'inizio della valle varaita. É pazzesco, non è un posto famoso, a meno che non suonate l'arpa c' è un museo dell'arpa in una fabbrica di arpe famosissima in tutto il mondo, per cui le persone vengono a Piasco per l'arpa, eh, Noi speriamo che vengano a piasco anche per la nostra realtà. E abbiamo parlato della nostra realtà al rive, eh? Facciamo parte anche di di una realtà che si chiama Sid Vicious per lo scambio di semi l'associazione di semi ad pa', per esempio, andiamo al mandrillo di semi di Hashi, tutte realtà che penso che le persone che che ascoltano abbiano gia' sentito in contesti diversi e ci piace fare rete perché dalla rete delle delle cose che delle persone e delle buone intenzioni escono una idee e persone che si spostano e vengono a trovarci e soprattutto i semi che è una delle cose più importanti perché qua abbiamo una biodiversità e una varietà di semi, un po' da da tutta Italia e da tutto il mondo. E quindi ci piace questa cosa qua di scambio e le realtà che ho citato sono quelle che nelle loro forme lo fanno e condividono. Non ci siete piu' o meno attivi, partecipare all'orto siamo una trentina in questo orto, qua ci sono trenta persone che che collaborano eh eh e infatti quando facciamo le feste noi siamo tanti, già di noi no? Insomma quando abbiamo fatto la festa del mais, per esempio, facciamo una festa che si chiama la festa del mais per il raccolto del mais, quindi raccogliamo il maschio dietro di me, lo spacchiamo a mano e facciamo le ceste e poi si e poi facciamo una cosa di ringraziamento del raccolto ringraziando i cinque elementi e con con il fuoco come fanno come fanno i maya. Quindi c' è un altare con i colori e poi c' è un cerchio della parola dove tutte le persone che che partecipano a questa a questa cosa qua, eh, dicono le loro intenzioni per di ringraziamento del raccolto e per la il prossimo anno e poi si mangia e si balla. È una cosa che facciamo da quattro anni e ci piace tantissimo perché è proprio è una delle feste in cui si apre proprio tanto a gente che arriva un po' da ovunque. Per esempio un gruppo grande sono gli studenti dell'università di Pollenzo, di Scienze gastronomiche con cui abbiamo una buona relazione, perché loro che fanno delle missioni in giro ci portano dei semi e ne prendono qua. E quindi ogni tanto abbiamo delle persone che vengono per capire un attimo determinate coltivazioni come si comportano? Anche loro hanno un orto all'interno dell'università, però vengono qua a fare un po', un po' di esperienza, no? E questo è molto, molto bello. Ma come mai Maya anche prima si'? Sì, ma ci siamo ci sia la mia, il porto collettivo nel no, il nome Emil Pa' perché vuol dire il luogo dove coltivi che Nyt è. Anche i Maya chiamano mi lp ha la stessa cosa. Sarebbe a stecco Nahuel sarebbe aste ecco la lingua stecca e degli indigeni indiani americani. È messicano l'abbiamo, chiamato così perché a un certo punto hanno chiesto a mia moglie come avrebbe detto il nome di questo posto qua e mia moglie è nativa messicana. Mayuka teca. E quindi quando quando gli hanno chiesto ha detto chiamiamo mil papà no, Siccome è un nome simpatico, allora a ho iniziato a fare le etichette per le cose con scritto la milza e quindi é rimasto. É rimasto così come nome, però è perché, ehm nel nel concetto diciamo della cultura Maya, sei un tutt'uno con la natura e quindi quando coltivi stai curando tua madre, la madre terra E allora l'orto è quello e la madre terra e stai pensando a quelli che vengono dopo e stai pensando alla società? Non pensi solo a te stesso qua in Italia magari potremmo chiamarla per permacultura è è un nome che va bene, in cui in cui ci ritroviamo no, eh? E quindi quando Quando abbiamo scelto la milza come nome e rendere omaggio delle persone che hanno coltivato, che continuano a coltivare e se c'è? E se coltivano nel modo ancestrale, come faceva per esempio il nonno di dulles se, come come gli ha insegnato, la terra non finisce, non non a questo problema, perché sono persone che non hanno mai inquinato le persone che dicono che i maya devastano le foreste o fanno cose così. Ma non è assolutamente vero, perché esiste il rosa tumba e c'e', ma cioè tagliare un pezzo di foresta, dare fuoco per coltivare però è una cosa transitoria molto piccola. E poi prima di andare via si selezionano già gli alberi che diventeranno grandi e poi ci si sposta. Era era un'agricoltura nomade? No, noi siamo in un posto da sei anni, stiamo qua semplicemente giriamo le coltivazioni una volta di qua, una volta di là é però usiamo per esempio i tipi di macerati, quelli per per i parassiti usiamo i macerati, per esempio, per per la facciamo la consoci azione. Cioè, nel mais ci sono i fagioli, la zucca insieme. No, è oppure oppure facciamo altri tipi di consoci azioni tra tra le piante? No. E abbiamo una grossa fortuna al posto di altri posti, perché noi possiamo coltivare per esempio, un po' piu' in fila. No, non coltiviamo in ordine sparso, eh, però quando vediamo che una pianta si adatta in un posto che non è dove l'abbiamo seminata non la togliamo, per cui ogni tanto, magari in mezzo a ai pomodori vi trovate una pianta di costine. Oppure magari in mezzo al mais troviamo il toma tiglio che il pomodoro verde messicano non l'abbiamo messo. Li' è venuto da solo e non lo togliamo perché pensiamo che sta bene dov'é no, è ed è più o meno come coltivava il nonno di mia moglie che che era un guardiano di semi e quando e quando ci ha lasciati ci ha lasciato molti dei mais che ritroviamo qua dentro. La la nostra mill park all'inizio ha spiegato che ha spiegato chi punto ognuno mette quello che puo' prende. Quello che può, per farla breve é che ma é quindi si viene quando si puo', eccetera. Quindi come si fa a garantire che ci sia? Nel senso è auto-organizzazione, ma è comunque un coordinamento, è proprio tutto completamente. Io mi sveglio la mattina e decido se venire o devo dirlo prima come riuscite a per capire come riuscite a a fare. Da un lato la libertà personale e la volontà, con però le necessità di un luogo che ha bisogno ogni giorno di attenzione, come ha detto Si', cioè il gruppo WhatsApp dove ognuno dice le sue intenzioni molte volte la sera prima di andare a dormire. È molto interessante perché alle dieci di sera dicono a domani mattina vado cioè qualcuno così no, che si' lo so, è una cosa un po'. Se uno la racconta così dice ma allora ci sarà dei giorni dove non c' è nessuno e quindi se non c' è nessuno, andrà tutto a rotoli. Però sono sei anni che non succede, perché comunque c' è sempre qualcuno, eh, ed è un po'. Una è una magia che la gente che fa parte dell'orto sente questo come un po' magico. No, perché subito ch è no, ma ci sarà gente oppure no? Ad agosto andiamo tutti in vacanza? No, però non succede così perché non andiamo tutti nello stesso momento? C'è gente che parte c' è gente che torna e alla fine essere tanti. La mia è due metri quadrati. Ciao. Un surplus di produzione molto grande, probabilmente per trenta persone. I quelli che sono precisissimi dicono potreste coltivare molto meno spazio, no? Però il fatto che ci sia spazio, il fatto che può venire molta piu' gente, se viene molta più gente alla fine secondo la conduzione funzionerà già adesso sta funzionando. Quando siamo partiti che eravamo in sei era veramente preoccupata si' perché voleva dire che era un impegno molto grande. Però poi alla fine è vero che è grande così, ma lascia l'abbiamo impostato anche con l'irrigazione anche con i teli che possono essere brutti da vedere. No, ma é l'unico modo in cui riusciamo ad avere un governo una conduzione senza Keno. Perché se se vi devo dire Quando eravamo in sei, a un certo punto Ciera C' era una parte di orto che era scappata l'erba costa. Nessuno a Piasco ha mai visto L'erba Costa alta così era alta due metri e mezzo. È tanto che qualcuno diceva Non è la milza. E la giungla. Perché c'era l'erba in quel posto li' enorme. No, la cosa simpatica è stata questa che quell' anno li' tutti gli insetti noiosi erano tutti dentro quella erbacea che era diventata due metri e mezzo. Adesso non la facciamo più crescere L'erba costa due metri e mezzo. È tutto coltivato e abbiamo gli spazi. Un po' contati. Pero' è stato anche quello lì. È un esperimento interessante, come per esempio quando abbiamo iniziato non avevamo l'irrigazione, facevamo come come gli egiziani chiudevamo la galera e poi alla gav amo tutto. Finora quindi avevi dei posti vicino un pantano e dei posti dove non era arrivata l'acqua perché non era in piano. Poi man mano che cresceva man mano che si è aggiunta alle persone, le persone mettono una quota di cinquanta euro all'anno per far parte dell'orto e quindi con questa quota qua con qualche festa è benefit per l'orto col concerto queste cose qua abbiamo fatto un sistema di irrigazione per cui quando ceda irrigare i fagiolini o i pomodori, le persone vengono qua, attaccano un tubo, aprono il rubinetto, si raccolgono due verdure oppure si siedono, leggono un libro, fumo una sigaretta e aspettano che si bagna e poi richiudono e vanno a casa, no? Per cui alla fine vieni qua ceh ceh tranquillità nonostante siamo in un contesto ai limiti della diciamo, della della della zona artigianale, eh silenzio di notte ed è anche più fresco che altri posti, perché la corrente che viene dal dalla valle in questo posto spinge sempre abbastanza. Infatti quando dobbiamo tirare su tipo la rete che abbiamo messo era stato abbastanza complesso perché c'era molto vento prima. Adesso siamo nel momento in cui non c' è il vento. È infatti è gradevole questo qua. Quando siete arrivati al momento più gradevole, dell'orto anche d'estate. I biglietti sono per gli animali. Le reti sono perché per la cimice non c' è ancora niente. E quindi abbiamo messo le reti per la cimice e per la e per la grandine. Non lo copriremo tutto l'orto. Però ci hanno donato queste reti qua ci hanno donato i pali i quali abbiamo scambiati con una bottiglia di vermut. Che facciamo qua? Nell'orto da un'azienda agricola vicina. Le reti le aveva regalate un altro per cui facciamo lo scambio. Anche no. Per esempio, adesso abbiamo le fragole. La cosa bella è che vado in ferramenta. Il paese vicino da Elijah e lui. Io gli do le fragole e lui mi da' le viti. I tubi? No, facciamo questa cosa qua. Ed è molto interessante il fatto che la gente gli piaccia fare questo. No, non è solo una cosa di moneta. No, perché io potrei vendere le fragole e poi coi soldi andare a comprare i tubi. Invece andare a comprare i tubi con le fragole è molto bello. Ehm invece per la parte per prendere i prodotti ehm allo stesso modo ognuno prende quello che vuole. Quale l'iniziatore all'inizio una quattro figlie. Al di là di quanto ho lavorato persone qua ognuno viene raccoglie in questo posto. Qua ognuno viene, raccoglie quello che si. Dopodiché quando siamo in tanti, allora decidiamo di raccogliere tutti insieme. Quando abbiamo i pomodori carichi qua coltiviamo più o meno un cento tipi di pomodori diversi. Abbiamo dei pomodori zebra ai pomodori gialli, i pomodori bianchi, rosa, viola, neri insomma. E il quando abbiamo un surplus di pomodori, allora decidiamo di fare la passata per cui arrivano le persone che hanno tempo quel giorno lì di fare la passata e quindi mettiamo i fuochi, cuociamo insieme imbottigliamento e poi le persone che non sono potute venire trovano le bottiglie lo stesso perché l'ha passata è per tutti e quindi si può sapere sessanta bottiglie vuote? Sì, facciamo due bottiglie a testa. C' è una divisione, un po' così no. In base ai prodotti li dividiamo logicamente le persone che hanno una famiglia, un po' più grande. Gli diamo un po' più di bottiglie pero' non Cioè non è anche lì, non è una divisione e che le bottiglie che escono ognuno prende quello che sono li' nel mucchio e le persone prendono quelle che che pensano di averne bisogno come non mai. No, non abbiamo mai avuto nessuno che approfittava, eh? Come non abbiamo mai avuto. Non lo so, non non ci è mai stato nessuno che non viene mai e poi viene solo a prendere Ehi, io per esempio oggi non poteva venire un nostro amico che è un pittore, insomma, e lui ci teneva che srotolarsi il tuo disegno perché lui mi ha detto che si chiama la massa del prato. Io io non l'ho fatto, lo faccio dopo. Però era il modo in cui lui diceva Io non ci sono. Però volevo essere presente anche per per tutti quanti, no? E gli altri invece siamo abbastanza qua, insomma. Ma spesso si sente non mi commuove sulle persone sono approfittatori che non sanno. Pare che come mai secondo te un po' informale si è trovato questo equilibrio? Funzionare perché è bello? Perché a volte le cose sono belle, ma non se questo caso è bello. Che mi racconti? Io penso che molte molte società, molti collettivi. Molte associazioni hanno una delle persone che vogliono fare il leader no? E invece qua è una cosa che ognuno siccome c'è un un'esperienza diffusa di base non ci può essere una persona che sa piu' dell' ltro tutti magari guardano, guardano un po' i video su youtube e dicono ho visto che ha impiantato le carote in quel modo lì no allora poi viene e ti dice una cosa il fatto di essere partiti un po' tutti allo stesso allo stesso livello e il fatto che le idee le le condividiamo insieme eh e l'altra cosa che non ci sono le regole. Io penso che quando ci sono le regole per le persone gli piace trasgredire. Siccome qua non ci sono se non la regola diciamo della solidarietà e del buon senso del del compagno verismo con le persone con cui stai che stai facendo? Una cosa che non è solo per te, le persone si comportano bene. É una riflessione che ho fatto perché ho fatto tante associazioni, tanti collettivi. Questa è una famiglia perché le persone poi si aprono e raccontano cose che magari non hanno mai raccontato eh ci vuole un po' di tempo l'altro hanno per esempio abbiamo fatto una capanna sudatoria e dopo la capanna sudatoria è stata un'apertura enorme. Pensiamo di rifare la capanna sudatoria perché anche di fare la capanna sudatoria e soffrire tutti seduti attorno al fuoco e sudare è una cosa che fa gruppo e costruirla insieme fa gruppo. É la stessa cosa. Come abbiamo pensato di riportare questo questa cosa qua che ci hanno questo container che ci hanno regalato questo cassone iso termico perché dentro il cassone esotermica abbiamo pensato che dovevamo avere uno spazio per la cucina, un po' più bello, no? E soprattutto la cosa importante. Vogliamo fare una banca dei semi che abbiamo perché noi dobbiamo così le persone quando vengono troveranno uno scaffale per poter prendere. É la stessa cosa. Stiamo stiamo collaborando con le scuole della della della valle qua le scuole elementari è l'asilo perché vengono qua e abbiano i semi o abbiano i pian tiny da portare nella loro scuola. Loro hanno un orticello, la però è anche stato bello perché è loro avevano fatto delle piante l'altro hanno invece per esempio i bambini dell'asilo son venuti qua e hanno raccolto i pomodori e quindi avere un posto fisico strutturato dove ci sono i semi e non sono a esposti all'umidità o al topo che giustamente va in giro a cercarli. E quindi abbiamo messo questa questa struttura no che ci hanno regalato è un la pensavamo da tanto tempo. Quest'anno è arrivata nel periodo forse. Ehm noi pensiamo che il lockdown nel coronavirus ha mosso molta solidarietà, sono persone che magari si sono a brutti te. Però ci sono anche molte persone che si sono molto ci sono proprio aperte e quindi anche le collaborazioni oppure i doni che ci hanno fatto eh sono venuti nel momento in cui le persone si sentivano più sole. No, noi abbiamo fatto una lotta molto forte nel periodo di chiusura qua, perché il ministero diceva che gli hobbisti no non potevano coltivare no. E allora noi abbiamo l'abbiamo fatto lo stesso perché siamo associazioni di volontariato iscritta al welfare sociale no, che e questo è stato puramente una fortuna perché senno' probabilmente saremmo stati chiusi in casa. Invece quando tutti erano chiusi in casa noi eravamo qua con la distanza sociale si poteva tranquillamente tenere perché l'orto è molto grande. Però eravamo qua e quindi eravamo tutti insieme facendo una cosa che che ci sembrava molto bella, per cui abbiamo potuto avere adesso queste piante qua ci sono perché comunque nel momento della chiusura eravamo qua col semenzaio eravamo qua, eravamo qua coi pian Tiny, eravamo qua a preparare la terra si' dicevi che adesso siete si' persone che mi chiedevo se siete partiti da sei e siete subito arrivati a questo, se avete avuto delle difficoltà anche a farvi comprendere ed accettare dal dal contesto sociale che avete intorno, insomma, se sono stati subito aperti, comprensivi nei vostri monti o ci avete messo un po' conoscere, comprendere cio' che stavate facendo noi siamo partiti da in sei e poi man mano che passavano gli anni no, le persone sono entrate in contatto in modi diversi, no? Uno perché comunque anche in sei andavamo in giro eh c' era delle persone che venivano a raccogliere le cose in eccedenza o andavamo in giro semplicemente a parlare della nostra realtà oppure si cercavano perché noi avevamo dei semi di mais particolari o dei pomodori particolari, no, e ho delle melanzane come queste melanzane qua che sono africane, No. E quindi piano piano le persone si sono avvicinate, eh? Si' nel paese di Piasco ci sono solo due persone, quattro quattro che che partecipano all'orto no, gli altri sono dei paesi vicini, è l'hanno saputo. Perché per casualità oppure perché son venuti qua? La milza sonora c' era un bel concerto. Oppure alla festa del mais alla festa del mais nessuno torna a casa senza niente. Tutti raccolgono i pomodori, tutti tutti quelli che vengono portano a casa qualcosa, portano a casa di semino e quindi l'anno dopo hanno detto voglio anch'io far parte di questa cosa qua perché continua a coltivare l'orto faccio letto per conto mio. Forse è più bello che vengo a farlo con voi e tra l'altro io ne so un pezzo e lo condivido e voi mi insegnate qualcosa per cui piano piano le persone sono cresciute in quel modo lì con gli anni, il fatto delle collaborazioni alle scuole perché siccome ognuno di noi fa lavori diversi, allora abbiamo le educatrici, abbiamo le maestre, abbiamo gli psicologi, abbiamo abbiamo gli elettricisti, abbiamo gli idraulici, abbiamo i fuochisti come io lavoro in una centrale elettrica è quindi c' è un po', una varietà di persone che poi sul posto di lavoro parla e magari porta in dono sale alle erbe, la passata di pomodoro, due fragole. Così prima ha detto che era morto. Gemelli, la carmagnola, ma gli stessi principi sì, sì, gli stessi principi. C' è un orto collettivo a Carmagnola che si chiama campo felice, che nasce molto prima di noi. È infatti siccome a Carmagnola e uno di loro però vive qua. Due di loro vivono qua a quando abbiamo fatto gruppo hanno detto perché non lo facciamo insieme? Lo facciamo insieme anche a piasco, perché carmagnola ela é qui. E poi carmagnola fa frutta, piccoli frutti, fa piccoli frutti, mele, pere e susine. Insomma fa piccoli frutti e frutti e fa anche canapa, perché nel é dentro era un i terreni di felice si chiama campo felice perché è felice il proprietario dei terreni che è stato il fondatore e presidente di asso canapa vai loro usavano già questi principi con voi siete ispirati un po' a loro volevo infatti loro allora no, se se dobbiamo trovare l'ispirazione di perché abbiamo deciso di fare questa cosa qua è venuta dal fatto che campofelice lo faceva già e dal fatto che quando quando io e d'urso e siamo tornati da dallas qualità zapatista in Chapas e nelle comunità autonome. Abbiamo ha avuto un'esperienza di lavoro collettivo e e di socialità molto forte nelle comunità. Perché ehm loro sono indigeni Maya che vivono nelle comunità del Chapas e sono anche zapatista l'organizzazione zapatista prevede che hai una parte che è tua e una parte che è collettiva e con la parte collettiva fai funzionare le scuole, gli ospedali nei trasporti, a noi a noi piace. A me è piaciuto tantissimo andare per esempio a pulire il campo. Eravamo cinquanta persone col machete, dovevamo tagliare un prato pieno d'erba no Dorsey, per esempio, andate a raccogliere i fagioli. Il fatto di lavorare insieme é che ci è venuta questo slancio qua di dire non ho più voglia di coltivare i pomodori sul balcone di casa. Io vivo in un appartamento, i pomodori li facevo sul balcone di casa con un secchio che simulava la Cina. MPAA messicana con una riserva d'acqua. Però volevo volevamo un pezzo di terra che non avevamo. È stato molto più semplice mettersi insieme e prendere un pezzo di terra tutti insieme che andarmi a cercare un pezzo di terra star da solo non nell'alloggio, ma ha spiegato benissimo. Mi colpiva che voi vi siete ispirati a una cosa è un'esperienza messicana. Però poi ce ne avete una simile anche qui, statisti, certo. E anche loro fanno lo stesso metodo che coltivano tutto insieme prendono quello che vogliono. È buffo come era così sono tanti in giro. Lo sappiamo, è con questo approccio stavo pensando se i ragazzi della altrove magari si sono anche un po' così é una cosa patetica. Qui siete una si chiede. Noi paghiamo trecento euro. Beh, quasi una concessione. Mike segretario, il casolare cooperativa sociale che il caso l'aveva fatta un po' come il casolare. Lo so, é parte dell'orto quasi. Perché quando abbiamo bisogno di qualcosa il casolare ci presta le cose l'acqua da sola. Ma certo. Però è proprio perché è la cosa bella è che è un loro. Non lo avevano coltivato questo pezzo qua e non ce lo facevano a coltivare. Quindi quando vedono trenta persone tutte insieme, oppure vedono che esce fuori la passata di pomodoro della milza o o queste cose qua, per loro è molto bello perché dice è vero che la ve l'abbiamo dato, però state mettendo una bella energia. No? È infatti una una delle cose che che c' è una bellissima collaborazione. Per esempio lo lo scambio di vestiti l'abbiamo fatto nel cortile del casolare. Cioè alla fine piasco è grande così però le realtà, quelle sociali, sono poche duemilacinquecento. Senti, se non qualcosa di importante che non ti ho chiesto che mi la riunione per la magari sotto la propria minuto Abbiamo perso. In che senso? Vuoi andare al bagno? Ma non fare tanto rumore. Secondo me ha detto no, ho detto che taglierai un casino. Chiedo noi chiudiamo le interviste chiedono cos'è per te l'italia che cambia non il nostro progetto, ma il concetto é l'italia che cambia. Poi auspicio, desiderio per me l'italia che cambia è quello che vuoi si' E allora per me l'italia per me l'italia che cambia É grave le ristabilire le relazioni umane tra le persone. Sicuramente riscoprire il dono e buttare giu' un po' di muri di tra razzismo e omofobia. E differenza di generi questa cosa qua sono fiducioso. Io sono fiducioso che di realtà che vogliono fare diversamente ce ne sono. Questo è un progetto agricolo, però è sicuramente un laboratorio sociale molto grande il fatto di coltivare insieme, sapere quello che mangi. Una roba importante però il fatto di stare insieme e comunque quando uno ha é un problema puo' raccontarlo a un altro è una cosa che andrebbe perseguita in in tanti ambiti. È forse il fatto di prendersi cura di una pianta porta anche a prendersi cura delle altre persone. È proprio un dettaglio. Non te l'ho chiesto prima usate biologico usiamo noi, noi usiamo in questo porto qua usiamo eh prodotti naturali, i popoli, i macerati, il compost, lo stall a Tycho oppure le micro Riz che tiriamo fuori con trappole di riso. Insomma queste cose qua e poi le le mettiamo. La verità è che questa terra è molto fertile. La verità è che molte volte ci sono delle cose che cadono e quindi perché non riusciamo a raccogliere e magari con c ma anche un po' per conto suo? Grazie dove le metto? Allora mi posso proprio Quella parte é bellissima, ma tanto siccome non lo se dite nome e cognome Matteo Filippo ne questo solo per e Luca Papalia? No, no Vicepresidente della presidente. Vicepresidente, direi. No, no. Luca Papalia Vicepresidente dell'associazione Gloria the places Toby Matteo, Filippo ne presidente dell'associazione di promozione sociale Gloria the places Toby niente più preciso. Okay, è un ehm ehm è un va bene. Partiamo dalla bici. Come nasce? Perché uno di voi racconta è un ehm e a infatti stavo proprio per passare che? No, no, un minimo minimo. Non super dettagliata però Neanche che l'idea al primo passo si arriva qui. Mi lasci perché? Ehm quando vuoi é l'idea. La mia idea è partita nel duemila e nove quando sono tornato dai miei viaggi all' estero. In quel caso era nel sud-est asiatico e volevo volevo avevo questa intenzione di ripopolare un borgo abbandonato, di recuperare i terreni e e via dicendo in maniera sostenibile e magari in gruppo con più persone. E sulla mia strada ho incontrato Gloria. È partito da una borgata sopra gloria che si chiama Glory superiore, che mi ha rapito, mi ha rapito il cuore in un e niente. Da lì ho cominciato a cercare una casa in affitto. Gloria de ho avuto questa visione che sarebbe stato tutto ripopolato, recuperato e ho cominciato, diciamo, a cercare di di conoscere la gente del luogo per capire le le proprietà delle terre. Come funzionavano le case è chi erano i proprietari? Il e niente. Così ha cominciato ad arrivare prima una coppia di giovani, eh? Abbiamo cominciato a fare qualcosa insieme, tipo aiutare la la pro loco del posto, magari nelle feste delle processioni, piuttosto che vi abbia cominciato a socializzare con con la gente del paese, così che ha cominciato anche la gente del paese a fidarsi di noi e a vedere che non facevamo nulla di nulla di strano, ma volevamo solo riabilitare un posto e farlo in maniera in maniera educata, ecologica. Mettiamola così ehm stato mi contestualizza come va? Ehm ehm in sintesi dove ci ehm Alpi marittime della bla bla Ok Gloria si trova in provincia di Imperia, nella valle argentina in Liguria si' a cinquecento metri sul livello del mare e abbiamo la vista mare. Siamo l'unico, paese della valle argentina dalla quale si vede si vede il mare perfetto. Allora adesso scegliete voi chi? Qualcuno che lui ha detto che sono Quanto è da quando hai avuto l'idea? Ha parlato? È passato certo, questa idea l'hai avuta poco prima di cinque anni fa si, in sei mesi non posso rispondere ai turchi. Comunque qualcuno mi dice luca cinque anni fa una data raccontiamo un pochino questi anni dalla partenza, se vuoi dire sì, sì, sì, sì e due cinque anni fa era il ok nel sedici un anno così contestuali brevemente e quindi inizio con per non ripetere per non ripetere nel senso qua mia okay, io sono venuto a vivere a glory nel duemila sedici, circa un anno dopo che Luca si era trasferito qua in affitto a gloria. Sono venuto qua inizialmente con la scusa di comprare un rudere nel senso luca e nel suo iniziale processo per il primo anno di conoscere i proprietari inserirsi socialmente nel borgo e aveva conosciuto anche le proprietà e dei ruderi che erano in vendita e io la mia famiglia, eravamo in cerca proprio di un luogo da poter ristrutturare e creare una piccola fattoria dell'autosufficienza e per cui abbiamo iniziato a frequentare glory per tutto il inizialmente come ospiti, come visitatori è stato solo poi dal duemila sedici in poi, dopo che noi abbiamo comprato una proprietà che abbiamo scelto di di investire anche a livello progettuale, in quello che inizialmente era un sogno esclusivamente di Luca e che poi appartenuto un pochino a tutti, è nato così Gloria the places Toby nel duemila sedici direi inizialmente come scherzo, come gioco e diciamo due amici, perché noi ci conosciamo già da viaggi da cinque sei anni, già dal duemila, nove, dal duemila dieci e nasce come una pagina Facebook, inizialmente semplicemente per divulgare quelle piccole attività che iniziavamo a fare con l'associazione di sviluppo turistico, la Pro loco di gloria e inizialmente come un mercatino di scambio e del gratuito che abbiamo iniziato a pubblicizzare sul web. Da lì la pagina Facebook e i social network sono diventati un pochino la nostra. Il nostro ponte verso L'esterno C' è stata una lunga fase embrionale, definirei che è iniziata da è durata fino al duemila diciassette, duemila diciotto in cui, oltre che a pubblicare i fatti nostri diciamo e tutte le attività che individualmente sviluppava Mamo come l'azienda agricola, agricola, agricola Cloris, che è nata poi di Luca e l'azienda agricola bio diversamente che è quella di Federico Guadalupa e un altro ragazzo che si è aggregato al progetto eh, diciamo per tutto il duemila diciassette diciotto, è diventato un'attività ancora non proprio progettuale. Nel senso era più legato a delle fantasie dei sogni e ha una voglia di divertirsi e di lasciarsi liberi a una spontaneità che è stata poi un po' il segreto. Ed è tuttora cerchiamo di preservare il più possibile all'interno dell'associazione dal duemila diciotto quando è stato presentato. Anzi, direi è stata già duemila diciannove. Quando la pagina ha preso seguito é l'aspetto, diciamo fantasioso e spontaneo. Ha preso un aspetto, un po' piu' progettuale, diventando una ex di conseguenza un'associazione di promozione sociale. Abbiamo con le nuove persone che arrivavano, sviluppato un cortometraggio dal titolo Gli orizzonti, che racconta un po', la storia di quella che oramai la gloria, The places to be, la gloria del passato, visto che poi dalla pubblicazione del video che era l'estate del duemila diciannove, contavamo nove nuovi abitanti e forse dieci. Adesso non ricordo esattamente e a oggi siamo ventidue nuovi abitanti, di cui sei bambini e ci sono persone che vengono d'allestro, persone che vengono da tutta da tutte le parti d'italia legate da una voglia di prendersi cura di un luogo. È importante per noi il concetto cardine di gloria The places to be, il fatto che comunque è al centro del tutto, cioè il playback. Gloria è il luogo in cui abitiamo e ognuno sviluppa livello autonomo a livello di famiglia, i propri interessi e le proprie passioni. E a oggi siamo arrivati così? No, no come nome si' fuori come un anno perché si'? Beh, gloria the places to be è un nome che nasce in maniera abbastanza casuale. Non riuscirei racconterei una bugia se se dicessi che ci sono grandi pensieri dietro. Sicuramente noi veniamo da viaggi esteri e luca ci siamo conosciuti in Australia. É l'influenza anglosassone del nostro peregrinare internazionale. Il termine glow the place to be è sicuramente un modo, un po' accattivante, un po' giocoso, un po' scherzoso di considerare il luogo che sei un catalizzatore. Nel senso è un luogo in cui proprio non se passi, non puoi fare a meno di fermarti. Ed era quello che Luca aveva visto un po' in gloria. Nel senso quando mi raccontava gloria e quando mi diceva no, devi assolutamente comprare qui un rudere te lo trovo io e diceva vedessi nei boschi cioé gli ulivi ci ci castagni, ce la vigna vedessi che terrazze e i luoghi effettivamente sono speciali sono speciali sicuramente come tanti altri posti della Liguria e ad altri posti d'italia è però diciamoci é un bel luogo in cui essere da te punto Da quando tu qua da solo raccontare un attimo anche da un certo punto solo nel giro di pochi anni è stato un arrivo te l'aspettavi un passaggio il sogno che No, no cazzo ti aspettavi che in cinque Grazie. Questo racconta l'evoluzione personale Cooper certo campagna com'è cresciuta intorno a te questa cosa Okay, allora io quando sono arrivato ero da solo, ero da solo e avevo questa questa idea di questo progetto. Chiamiamolo visione. Dai, mettiamola così e niente. Quindi ero convinto di avere visto comunque di desiderare fortemente che il paese si ripopolare Asse, recuperare le terre, le terre abbandonate, queste terrazze fantastiche, questa architettura che anche nelle cose piu' semplici, da ponti a scale, a sbalzo, a nicchie tutto murato a secco, senza cemento sono opere d'arte che non non potevo lasciare lì abbandonate questo entusiasmo, ma aveva preso e ho fatto, cercavo di di di fare qualsiasi cosa. Parlavo con la gente, cercavo di di di convincere che l'idea era giusta. Era buona anche gli autoctoni che magari all'inizio erano più più resistenti. Poi ha cominciato a fidarsi, a vedere che andava bene e da lì è arrivata un'altra famigliola con il primo bimbo moa nato nato a gloria dopo non so dire quanti anni è. Poi loro si sono spostati in un'altra frazione qua vicino pero', poi da lì ha cominciato ad arrivare altre persone un'altra coppia. Poi sono arrivati matteo ed Elisa con con miro. Poi adesso C' è anche il fiume e da lì un po' per scarso appunto un po' per gioco un po' per vedere se c' era davvero un interesse. Abbiamo provato a ad apparire, diciamo al di fuori di qua. Quando hai visto che comincia ad arrivare gente, hai vissuto in modo ok, è ovvio che sia così. Una sai, io diciamo che avevo una certa certezza, quasi che sarebbe accaduto. Però non ero così sicuro perché era una certezza, non certezza. Mettiamola così e venivo chiamato il matto, poi da' loro il pioniere. Poi tanti nomi mi hanno dato alla fine in qualche modo lo sapevo dall'altro, non ero così sicuro e quindi me la sono goduta tanto. Diciamo che come ha aperto il bar e me la sono goduta tanto si' ecco ho citato il bar, scegliete voi. Qualcuno racconta una storia, mi piace, é bravissimo in queste sono più su questo argomento. Sono più imparziale. Si' l'ho rovinato un po' la questione del bar più centro di socialità da quando sono un alcolizzato racconta un po' del processo si' tra diciamo tra i frutti del progetto di ripopolamento di gloria è nato un bar ristorante che rilevava una un'attività agrituristica legata un'azienda agricola di persone proprio autoctone, cresciuti a gloria, che era aperta solamente il sabato e la domenica. E di conseguenza per il paese non era chiaramente un servizio e non era un servizio sufficiente per poter essere un punto di aggregazione o comunque di scambio per le persone che vivono tutto l'anno era un'attività più legata al turismo, più legata a un concetto ligure del e attingere diciamo a persone che vengono da fuori piemontesi, lombardi, austriaci, stranieri e quant ltro. E nel momento in cui le persone, i proprietari dell'agriturismo che sono la famiglia agenda ha deciso di di di cambiare vita o comunque di chiudere le attività e avrebbero avuto piacere ad affittare a nuove persone proprio attraverso la pagina che negli anni la pagina Facebook che negli anni aveva sviluppato un certo seguito abbiamo pensato che per noi poteva essere un'ottima opportunità per attirare nuove energie, nuove persone da fuori perché il bar ristorante veniva affittato anche con l'appartamento adiacente e quindi era un'opportunità per vivere e per lavorare aperta a chiunque, perché comunque offrendo anche una possibilità abitativa, offriva una possibilità a persone che potevano arrivare da qualunque parte del mondo. Abbiamo scelto così di utilizzare la pagina Facebook come tentativo, perché nel questo succedeva nel duemila diciannove eravamo ancora in fase molto sperimentale. Ancora non conoscevamo i segreti dei social network. Eh, sono arrivati Sani e Vincenzo che sono stati, nonostante sia passato solo poco più di un anno, sono stati tra i dieci, penso decima, undicesima, nuova persona arrivati in paese. Lui è originario di Pozzuoli, ma ha vissuto tutta la vita a Milano e lei originaria di Milano e hanno scelto, visto che lo sognavano da anni, di lanciarsi in questa attività e hanno aperto l'oste, la strega che è un bar trattoria che è il primo bar trattoria dopo quattordici o sedici anni che non ce n'era uno a gloria e purtroppo con l'emergenza sanitaria col covi d'. I loro piani e i loro progetti sono stati inizialmente bloccati e rallentati. É questo comunque non hanno affermato i loro sogni che sono andati avanti, sono riusciti ad inaugurare finito il periodo di lockdown credo a inizio giu' a inizio giugno, fine maggio del duemila venti sono riusciti ad aprire e quest'estate hanno avuto un grande successo. Hanno avuto un grande successo come attività a dimostrazione che l'offerta montana o comunque le possibilità turistiche ci sono anche di lavorare in luoghi come gloria, ma soprattutto è stato il trampolino di lancio, diciamo per la socialità di paese è stato il vero punto catalizzatore per legare persone come noi che sono arrivate e che hanno investito, diciamo gli ultimi anni, quasi esclusivamente a livello agricolo sociale legato al progetto Gloria the places Toby, ma anche con le persone autoctone, diciamo di tutte le età, con i proprietari delle seconde case stranieri e non stranieri, anche originarie di gloria, è diventato il luogo in cui amalgamare questo calderone sociale che prima era affidato un po', una socialità individuale privata, il e poi facciamolo, aspetto che avete solo toccato certo morto coltivazione grazie e raccontato un pochino le attività che svolgete prima persona, ma anche stiamo svolgendo qui e mi piacerebbe poi una delle due domande che si fanno le persone quando hanno sogni di questo tipo. Ma io non ho competenze però di che, non rendendola più facile, ma raccontare anche se voi da quando avevo anni queste cose è stato un percorso. Insomma come siamo arrivati al punto di sviluppare questo coltivare, aggiustare un po' il pazzo? Ecco deviare un fiume, le competenze. Ma comincio a te allora no, vai, vai, parla dell'azienda agricola dei terreni. Intanto diciamo che cosa tu in prima persona in prima persona e non fanno un'altra azienda dice Federico. Quindi che cosa fate? Ma non tanto, sai, abbiamo un'azienda che si chiama così quanto queste cose pace abbiamo l'idea di sì sì, sì, sì, sì il fagiolo, la mooney detta lo zafferano, la sentieristica concretezza al vostro un io poi posso parlare dei muretti de la tua okay, se io quando sono arrivato mi sono così tanto innamorato delle terre che volevo capire di chi erano di chi non erano e mi è subito stata data una terra che era completamente abbandonata. Erano tre tre terrazze che noi chiamiamo fasce. Era completamente abbandonata dai Roby Massimo, il proprietario di quello che era l'agriturismo, mi ha subito dato dato una mano. Quindi questo scambio ha iniziato ha iniziato subito e da lì poi la terra vicino, poi quella ancora vicino e ho cominciato a recuperare le terre chiedendo di chi era la terra cominciando a parlare con le persone in questo senso qua, eh? Gli anziani, diciamo, mi hanno mi hanno insegnato a coltivare il fagiolo tipico di qua che é la musichetta è con un sistema di irrigazione antico perché qua ci sono questi chiamati pozzi che sono queste vasche? Si bagna ancora con il Beo, che sarebbe il canale si bagna per allagamento. È una cosa molto bella, scenica, romantica da vedere. E queste sono conoscenze che mi hanno passato un passato loro. E dopo di che il mio sogno di recuperare recuperare le terre continuato ho fondato un'azienda agricola per per recuperare proprio i terreni. E da lì allora la ricerca, diciamo dei proprietari catastale sia un po' infittiti that e e questo e adesso abbiamo una mappatura dei terreni. Diciamo che non ci sono proprietari di pochissimi sono i proprietari dispersi. Ed è quello anche che aiutiamo diamo a supporto, a chiarire. Vuole coltivarsi un po' di terra piuttosto che come due ragazzi sono arrivati ultimamente per fare un'altra attività di erbe aromatiche. Per esempio quando io a glory superiore che da lì è partita la mia idea, diciamo e ho cominciato a coltivare ripulito seimila metri, permettere permettere la lavanda e federico prima di me che eravamo arrivati insieme. La prima volta che abbiamo scoperto, se così si può dire, gloria è lui ha messo altri ha già messo l'anno scorso seimila metri di lavanda. Quindi glory superiore, che fino a cinque anni fa era abbandonata a breve da fin dalla provinciale si vedrà un ettaro più di un ettaro di lavanda che e si vede si vede bene il cambiamento che una volta coltivata io vorrei della lavanda. Vorrei mi piacerebbe sia fare poterla vendere a mazzi sia in oli essenziali, ma soprattutto mi piacerebbe poter far venire le persone a provare l'esperienza della raccolta a vivere, vivere il territorio, conoscere il territorio che anche zeppo di storia, oltre che di bellezza, quindi quasi più stato politica. Si' sì, sì, sì. Perché mi piacerebbe far proprio conoscere questi territori, far vedere che è possibile poter ripulire, recuperare opere d'arte più che terre, perché per me è quello che sono e andare a riscoprire quello che gli anziani gli antichi avevano avevano costruito, che è un lavoro enorme, un po' di annunciato gli anziani proprio vita. Io avevo fatto sì e speri. Io avevo fatto esperienza agricola sia in Asia dove stavo dove? In cambio lavoro. Lavoravo in delle aziende e dei progetti e sia in Toscana, dove eravamo nel villaggio Coricelli. Abbiamo fatto, abbiamo fatto esperienza anche di rifacimento muri e i muri a secco piuttosto che anche di progettazione naturale. E questo è applicabile, assolutamente applicabile anche qua sempre niente. Io ho trentatré anni e sono arrivato qua nel due Milano nove Perché che che si' No, no, no Soho, quindi ci sono arrivato qua duemila quindici, però quindi va bene sempre con la ho fatto altri lavori di altro tipo sono diciamo che io ho cominciato viaggiando finché vivevo qua in provincia di Imperia. Non avevo molti, molti stimoli. Forse non li trova o comunque da partendo dal viaggio dell'australia da lì è via. Ho cominciato a capire che c' era un mondo diverso, anche come che quando sono nato in Australia avevo ventun anni, è partito un po' per gioco. Anche questa cosa qua é da lì che ho conosciuto Matteo. Naturalmente sono andato sì, per fare un viaggio, per cambiare aria e non sapevo nulla da lì. Poi ho capito l'esistenza della permacultura, il mondo del una rete, una rete, diciamo alternativa. Mettiamola così questa è un che per esperienza personale, Glory chiaramente non è la mia prima esperienza di vita, nel senso che mi sono affacciato a questo mondo agricolo. Questo mondo rurale montano anni prima, dopo gli studi, la mia formazione e di marketing, fondamentalmente scienze della comunicazione e anch'io. A ventun anni e quasi ventun anni, venti, ventun anni, ho scelto di vedere se il giardino del vicino era veramente più verde, per cui sono andato all' estero come tantissimi giovani. E sono finito in Australia, in Australia, dopo anni di viaggi, di lavori, di esperienze normali nel senso lavoro. Ho lavorato in un supermercato, ho avuto lavori standard, diciamo. Ho scoperto la permacultura che è stato per me il ponte. La scusa e per affacciarmi ad un altro modo di vivere e ho avuto il privilegio di poterla studiare e poi sperimentare attraverso la rete del vhf ing. Del volontariato in Tasmania, che è un po', la patria da cui è nata. E una volta rientrato in Italia diciamo il governo australiano mi ha caldamente invitato al rientro in Europa e volevo e sono cambiate le leggi immigrati. Steve mi è stato chiesto una pigre id é da trentadue mila dollari e quindi niente, non ce li avevo. Ho vissuto in australia tre anni e mezzo, di cui due e mezzo col working holiday visa e poi vari espedienti e ho fatto volontariato in un'azienda agricola in cui si sviluppavano concetti di permacultura. La proprietaria è un insegnante di permacultura e una volta tornato in italia che non potevo abbandonare questi interessi, che avevo scoperto che mi avevano un po' sconvolto. Il paradigma di pensiero, diciamo è tornato in italia l'unica realtà longeva è credibile che avevo nel territorio era torri superiore, ecco villaggio editori superiore in cui massimo candela mi ha consigliato dei contatti e tra questi contatti c' è marco naldini, che è un insegnante di permacultura che ai tempi viveva all'eco villaggio Basilico, quello che attualmente la ex Coricelli e per cui ho recuperato Luca, che in quegli anni era tornato a vivere in Italia anche lui. E siamo andati a vivere due anni in questo villaggio e per me è stato un po', uno spartiacque perché ho scoperto la pietra nel senso in questo eco villaggio abbiamo ristrutturato un casolare, io venivo da esperienza zero, non avevo conoscenze, tanta fantasia, tanti sogni e tanta voglia. Curiosità sicuramente, ma esperienza agricola, manuale artigianale, nulla. E non sapevo neanche che la calcio il cemento si impastano con la sabbia. É iniziato, diciamo con Marco e con L'eco villaggio con Luca abbiamo ristrutturato una casa e Marco ci ha un po' iniziato e all'edilizia secco che poi è diventato una mia ossessione. Nel senso che ora sono dieci anni, quasi undici, che nei miei viaggi ho incontrato persone che hanno potuto, con cui a dire la conoscenza di queste di queste tecniche di edilizia e tornando a vivere in Liguria perché vivo a gloria dal duemila sedici, ma vivo in Liguria, in queste valli alpine o comunque nelle Alpi marittime dal Duemila tredici in questi sette otto anni e ho avuto la fortuna di conoscere tanti anziani del luogo e poter lavorare con aziende agricole gestite da persone e con molta esperienza e lavorare con artigiani edili per cui poi negli anni sono riuscito a sviluppare, oltre che una conoscenza sull'edilizia secco per le terrazze per le fasce, anche tutto ciò che concerne anche i tetti, scale, piazzali e ora è vi posso dire che vivo di quello nel senso è il modo di vivere qui. Io ho il privilegio di poter lavorare nel raggio di dieci chilometri da casa e un buon settanta ottanta per cento dei clienti che ho e dei lavori di sviluppo sono raggiungibili a piedi. E questo sicuramente è stato il frutto di lavori di anni. Il lavoro che faccio è un lavoro faticoso, è è un lavoro tecnico, ci vogliono anni a impararlo. Non ho una grande concorrenza, questo è sicuramente vero, perché comunque persone che che amano e che hanno la voglia di di fare tre quattro giorni a settimana di spostare pietre non siamo in tanti. É però ho il privilegio comunque di poter vivere proprio nel nostro territorio. Gloria tre frazioni che sono gloria superiori, Ruggeri e Fontanili, che sono solo un paio di chilometri sopra. Io vivo in una di queste e ho il privilegio di poter lavorare proprio sul nostro territorio. C'è anche una ricchezza anche a livello umano, emotivo, perché so che sono lavori che rimangono nel luogo in cui abito e nel luogo in cui sto crescendo i miei figli è un attimo solo che devo cambiare scheda. Arriva il controllo subito del dell'agenzia delle entrate perché sai sul Black Revolution questa taglia ma non era in diretta. Era in diretta su Agenzia delle Entrate e fatto punto gov. Ora me lo ridici perché non stavo registrando? Come la cosa che dei bambini non è banale senso anche con me fatelo! Vi chiedo perdono Aspetta, siete voi? Ho cambiato scheda luce, cambiano i tre secondi. Cosa sorpreso, cercavano di tensione dopo un po' ti ci abitui, è ferma. Ma perché negli ultimi due mesi, quando abbiamo vinto il premio voler bene all'italia di Legambiente Italia Sono stato un mese sempre a fare si' è stato scelto non a caso. Allora intanto se per favore mi dici questa cosa all'età ai figli. Io ho trentaquattro anni, mi sono trasferito a Gloria che ne avevo trenta. Ho due figli di cui uno a quasi quattro anni e l'altro sei mesi. La tua compagna, moglie, quello che sia ha sempre avete scelto sempre insieme. In qualche modo uno ha seguito l'altro. Sì, con mia moglie. Erano anni che avevamo questo sogno. Noi ci siamo conosciuti otto oramai nove anni fa e al villaggio lei ha sempre avuto interessi di questo tipo. Nel senso ci siamo incontrati che entrambi eravamo già in un percorso personale che ci voleva portare un giorno, magari avere una famiglia, avere dei bambini e crescerli in un modo, in un modo sano, in un modo più naturale o comunque in un ambiente che almeno lo fosse. Insieme abbiamo coltivato questo interesse che, diciamo da un da un punto di vista, era quello di creare una piccola azienda della una piccola casa, un piccolo podere dell'autosufficienza e magari anche in ambito educativo. Si sviluppa anche, diciamo, con interessi educativi di più ampio spettro, anche per i nostri figli. Ora abitiamo nella frazione sopra Glory, che paradossalmente è in un altro comune nel comune di Montalto Carpasio, non nel comune di Molini di Triora e abbiamo una piccola casa in pietra è alimentata con pannelli fotovoltaici a isola. Se siamo completamente off-grid, nel senso che ci scaldiamo l'acqua sanitaria e riscaldamento. Funziona legna per cui negli anni il nostro sogno è è andato avanti e ci auspichiamo che possa svilupparsi ulteriormente. Magari altri figli. Oddio, adesso nella pelle d'oca pensarci. Ma quindi avete la batteria? Per ora sì. Abbiamo abbiamo costruito una piccola cabina in cui abbiamo delle batterie che accumulano l'energia dei pannelli fotovoltaici e lo abbiamo a disposizione. Dicembre. Ma ho dovuto chiesto quanti anni sei stato in Australia? Anche tu? Due anni e mesi. Io sono stato sei mesi in Australia. Ho fatto tre mesi. Ero in città Sidney, ne altri tre mesi in fattoria da da quella fattoria Dall'esperienza pratica la vita in natura è partito tutto il mio il mio cambiamento. Vi siete conosciuti in questa fattoria? Noi, io e Matteo ci siamo conosciuti in Australia per una storia proprio di paese. Il ragazzo Stefano, il ragazzo col quale io ero partito dal dal mio paese, aveva un nonno che aveva un bar che quando il papà di Matteo era giovane, andava a questo bar e quindi mi faccia abruzzese. Che bar andava? È qui in un paesino, sia tuo padre. E tu hai preso la domanda che voglio fare a te sempre un dettaglio è come sei finita? Perché tu hai detto c' era torri superiore. Però tu non eri liquori per quello mi chiedevo perché sei andato a torri quando sei arrivato in Italia così non la comprendo. Ok, quando sono tornato da li' posso andare a Padova da quando sono tornato dall'italia all'australia Ah sì, hai ragione. Quando sono Tor ricomincia. Quando sono tornata dall'australia e sono tornato in Italia, ho scelto di non tornare nella mia città nativa che Reggio Emilia per una questione io direi climatica sociale non potevo. Dopo l'esperienza australiana dopo l'esperienza in Tasmania, tornare a vivere in pianura padana. Ho scelto di conseguenza di tornare in quello che è il luogo natale dei miei genitori, che è la Liguria ed è in questa provincia. E dopo aver fatto una stagione in un ristorante, visto che ai tempi la mia professione era pasticciere, dopo aver fatto un'esperienza stagionale, ho capito che la chiamata verso una vita più naturale, più ecologica, era troppo forte. E sul territorio provinciale a Imperia la realtà più credibile, la torre superiore. Perfetto, grazie adesso e l'avete già detto. Quindi giusto adesso per proprio per riempire i puntini è quindi voi siete stati insieme a Coricelli e avete fatto questa esperienza. Ma la prima cultura avete scoperto in Australia? Ok, i nostri Abbiamo scoperto anche la rete dei villaggi celeste italiana che magari siccome lui ha raccontato un po' di esperienza nel tuo villaggio, se vuoi tu comunque una di voi ci racconta un attimo. In che modo? La prima cultura Via salvia. In che modo? Bianco. Mentre era lui che ha spinto. Quindi prima per la cultura che cercavi un tutore, il tutor era Ma sii Marco. Allora siamo andati in Toscana. Ok? Sì, sì. No, quello perché siete finiti Toscana va bene, no? Ma più in generale, se voi avete nella vostra progettazione, usate la prima cultura. No? Progettazione. No, no, no, no, no, no, no, no, no! Quindi no, eh, invece da qui in poi, nel senso da qui al futuro cosa state immaginando? Sognando? Progettando? Ora sei tu che guardi al futuro lì adesso è l'oracolo. Prego. Ora è Mme. È il futuro di Floris. Sarebbe bello che non solo Gloria eri si faccia investire da questo. Da questo movimento, diciamo del ripopolamento, rivalorizzare, rivalorizzare i borghi paesi e riqualificare i terreni, recuperare e quant'altro. Anche perché soprattutto nella nostra valle in questo caso abbandonare le terre vuol dire anche disastri, disastri ecologici. Il nostro intento sarebbe quello di riuscire ad arrivare anche in altri paesi, anche in altri borghi, diciamo portare l'idea anche negli altri paesi che potrebbero in questo modo risorgere e vivere di vita propria. Mettiamola così grave si' e vuoi aggiungere qualcosa? Una bella cosa, presidente cosa dico del futuro di Gloria? No, ma solo se cioè non è obbligatorio. Ma ti faccio un'altra domanda si' andiamo un'altra domanda hai detto più volte entrambi fino al duemila diciannove come se fosse vent'anni fa, ma solo l'anno scorso eravamo no, era un'altra fase. Quindi secondo te o secondo che cosa è successo nell'ultimo anno che parliamo? Il premio che parliamo del premio quell'altra? Cosa? Voglio chiedervi anche il premio che non abbiamo detto che dahlia però quella è già una fase tre punto zero comunque ha un'idea di cosa posso spingerlo via così, grazie sì, anche il premio vedi metterlo. Però cosa è successo in questo famoso? Hanno che da dieci siete diventati ventidue? Posso andare dal duemila diciannove è iniziata quella che abbiamo definito un po' la fase due punto zero, che poi è un po' figlia del lavoro fatto nei primi quattro anni, nel senso che è stata un po', una stagione di raccolta ed é di lunghe semine, perché no, tra il e il ci sono nuove persone che abitano in paese e la maggior parte di loro, a parte l'ultima famiglia che è arrivata, sono comunque persone conosciute negli anni precedenti, che inizialmente si sono avvicinate a gloria al nostro progetto come amici e come curiosi. E poi lentamente hanno capito che poteva essere una dimensione sociale o comunque una possibilità anche per loro. E siamo riusciti attraverso poi il lavoro fatto dalle persone che già ci vivevano a trovare case in affitto anche per nuove persone. Non credo che quest'ultimo anno il successo sia il risultato, magari di qualche attività speciale o comunque di qualche di qualcosa di magico. E credo sia piu' proprio il frutto di tantissimi lavori relazionali e di rete che abbiamo fatto nei primi quattro anni. Anche il premio voler bene all'italia che abbiamo vinto nel periodo del lockdown, diciamoci è stato diciamo, consegnato a fine maggio e inizio giugno del Duemila venti è anche quello il risultato di un lavoro di relazione lunghissimo che abbiamo fatto negli anni che ha fatto soprattutto Luca, attraverso Legambiente, Circolo Valle Argentina e di cui è di parte integrante anche nel direttivo. È stato comunque il frutto di un lavoro fatto negli anni. Ci è stato dato nel Duemila diciannove un premio dal nome Adler, che è un premio dato da Un'associazione per progetti virtuosi a livello ecologico più a livello provinciale. E da lì poi il nostro impegno che abbiamo portato avanti negli anni, nelle relazioni, non solo col territorio, diciamo di gloria non solo col territorio comunale di Molini di Triora o di Montalto Carpasio, nemmeno col lavoro di valle, ma anche con un lavoro sociale sviluppato in senso lato, diciamo. Abbiamo cercato di lasciare le porte aperte a tutte le persone, a tutte le associazioni, a tutti gli enti che potevano essere interessati ad aiutarci a sviluppare collaborazioni. Legambiente è stata una di quelle che e ha creduto di piu', ma fino ad oggi nel progetto di gloria e a maggio diciamo a fine maggio abbiamo vinto. Questo premio è un premio che danno tutti gli anni che si chiama voler bene. All'italia è la festa che fanno tutti gli anni Legambiente Italia per la festa dei piccoli borghi montani e questo ha dato al progetto di gloria un'ulteriore rilevanza mediatica nazionale da li' chiaramente il processo di sviluppo del paese, del ripopolamento del progetto ha preso un un'ulteriore accelerazione. Una domanda Ah, prima mi chiedevo mi sentivo parlare che a livello personale, se avete mai scoraggiamento e come li avete affrontati, se il fatto di essere insieme aiutato come se erano altalenanti succedeva una poi all'altro oppure no, la narrazione sembra poi tutto esatto, scusa tutta in discesa. Invece ogni tanto ci sono anche delle salite, quindi non so se avete voglia molto personale questa come io quando sono arrivato ero ero da solo, non è non è stata tutta tutta rose e fiori, nel senso che ero un giovane da solo, che arrivava in un paese e parlava di cose strane, tipo ripopolare, recuperare le terre. Quindi l'impressione che ho dato dall'inizio non è stata subito ottima, ma anzi hanno dovuto la gente del posto accertarsi che non so con quale metodo, che fossi una brava persona e non volevo fare cose strane è trovare una casa è stato difficile, eh? Poi diciamo che quella scorza dura della popolazione autoctona. Poi si è sciolta e e ha cominciato ad aiutare ad aiutare. Ma All'inizio all'inizio è stata È stata dura, ci sono stati momenti davvero davvero difficili. È però l'idea era chiara e quindi non mi non mi sono fermato. Non ce l'ho fatta fermare anche adesso è anche un po'. Gli attriti anche interni, ci sono stati. Quello che il presidente si scusa per ritentare che cazzo aspetta? Vado in questi quattro anni che siamo a Glory ci sono state difficoltà, ci sono stati momenti di crisi e a livello familiare, diciamo nel nostro caso crescere i bambini o comunque vivere in montagna è bello e arricchente. Ci sono un sacco di cose per cui ha valore scegliere questa questa scelta di vita. Allo stesso tempo ci sono le difficoltà, le scuole sono lontane, i servizi sono pochi e la comprensione verso le diversità è poca o comunque è lento il processo, diciamo di accettazione, di comprensione. Noi personalmente, come famiglia abbiamo avuto momenti di difficoltà, momenti in cui sembrava che che il nostro il sogno fosse un'illusione. Ci sono stati momenti in cui abbiamo anche valutato la possibilità di andarcene e di andare verso terreni più comodi, in realtà magari più bucoliche. Però credo che dietro l'aspetto bucolico del vivere in campagna e quello che è poi il più grande limite, la più grande difficoltà di gloria che è la sua asprezza, la sua asprezza del territorio l'asprezza la durezza anche della popolazione autoctona. Credo si sia anche nel momento in cui l'abbiamo accettata la sua piu' grande risorsa, nel senso che il nostro progetto è crudelmente vero. Il nostro progetto è così noi non siamo un eco villaggio, noi non siamo una comunità. Noi siamo come è stato definito da un ragazzo veneziano che è passato da poco. Una cosa non cosa é. É come la realtà in qualunque suo aspetto, a volte a volte spinosa. A volte ci sono gli attriti da quando siamo tanti in paese tanti nuovi, abbiamo chiaramente punti di vista differenti. Abbiamo aspettative differenti su dove vorremmo andare. All'interno dell'associazione al di fuori della associazione. Ognuno vuole al desiderio di portare un pezzo di sé, all'interno di questo progetto, di all'interno, di questo sogno collettivo che però allo stesso tempo è anche individuale. E quindi questo inverno questa primavera abbiamo dovuto confrontarci anche con parecchi attriti interni, magari non a definirli. Attriti eccessivo però sicuramente e in l'essere in di più è una grande forza, ma anche i suoi aspetti diplomatici, mediatici e di comprensione reciproca. E questo a volte passa per un progetto reale, per un progetto umano e di conseguenza anche con le sue difficoltà, i suoi litigi e le sue incomprensioni. Ci sono dei momenti di confronto tra tutti gli abitanti assemblee di glorie e oppure questa è una domanda quindi avete previsto dei momenti di condivisione decisioni comuni e se avete riscontrato e se avete strumenti di facilitazione di questo incontro. Comunque, in generale parlavi di visioni differenti anche nel vostro gruppo decisionale se usate tecniche di qualche tipo, é tutto improvvisato in questi primi anni e non aspetta, ripeti la domanda facciamo le cose sono due Avete dei momenti di condivisione? Momenti di confronto fra tutti gli abitanti di gloria abbiamo qui a Glory e dei momenti di confronto che sono legati al discorso associativo. Quindi per quanto riguarda Floride Places Toby, associazioni di promozione sociale, abbiamo un direttivo con cui diciamo attraverso un gruppo WhatsApp comunichiamo, decidiamo delle assemblee per tutti i soci, tra cui ci sono anche persone che non abitano residenziale mente a gloria, ma hanno interesse per dire un'azienda agricola o comunque hanno delle proprietà terriere o hanno i parenti, magari anziani che vivono in paese e di conseguenza un interesse diciamo a uno sviluppo del paese in senso lato. Di conseguenza, a livello associativo sono previsti e dei momenti di assemblea con tutti i soci e dei momenti in cui, come direttivo, ci riuniamo per dare delle linee guida per sviluppare dei progetti riguardo alla sentieristica riguardo agli eventi all' autofinanziamento dell'associazione stessa. Per quanto riguarda invece l'aggregazione umana e il progetto più in senso lato, abbiamo il privilegio rispetto a e realtà come possono essere le comuni gli eco villaggi, che non facciamo riunioni, non abbiamo cerchi e non abbiamo un rituale fisso, diciamo con divisivo e di conseguenza non abbiamo non utilizziamo strumenti né tecniche, perché vogliamo proprio che la linea guida sia la spontaneità nel senso noi vogliamo che ognuno sia libero di essere se stesso, è libero di essere autonomo. E se ci riuniamo e perché spontaneamente abbiamo voglia, il piacere di è di essere insieme. Quindi spesso i momenti condivisi vi sono legati più a momenti ludici di confronto, come possono essere cene o aperitivi adesso al bar o giornate di lavoro in cui magari andiamo a valorizzare certe zone del paese lavorando tutti insieme collettivamente rispondi cosa vuole? Rispondete. In realtà avete hai risposto entrambe. Sei così bravo che non ti rendi neanche conto. E quindi pensando per il video, questo capito, ma anche nell'associazione nel per esempio, arriva un nuovo socio oppure in generale, insomma, sono raddoppiate in questo anno. Voi non usate nessun tipo di tecnica. Di cosa? Di accoglienza, di metodo? No. Lasciate una volta la mediatrice sarà però eventuali conflitti li risolvete sempre noi. Nel senso, ci sono stati, come dicevo, attriti. Così io torno alla mia vita. Cioè ognuno rientra nella propria vita familiare e individuale perché non all'associazione? Non gestisce attività economica. Per ora gestisce attività di autofinanziamento. Però secondo me le attività e le aziende tutto sono tutte. È interessante perché L'associazione si occupa del PKK. Non so come dire. Il sentiero che non è mio non è tuo, non è di nessuno. E di conseguenza gli interessi privati individuali convergono. Magari questa cosa, se vuoi dirmelo, per favore. Ok. Proprio questa qua. Tipo dei sentieri, Giusto? Guardare un esempio concreto. Ok, Come stai dicendo un esempio di attività che sviluppiamo collettivamente la pulizia dei sentieri e della sentieristica, la rivalorizzazione di alcuni sentieri che ormai sono persi nella vegetazione selvatica. E questo è un ottimo esempio di come gli l'interesse individuale di ogni singola famiglia, di ogni singolo individuo che abita gloria che ha a cuore il luogo in cui vive, perché penso sia logico voler vivere in un luogo che sia curato, converge, diciamo in una in un'azione collettiva lavorativa e sviluppata in questo caso dall'associazione che può fare da interfaccia giuridica a livello di permessi a livello di organizzazione e di assicurazione per chi lavora o chi sviluppa attività. Sono cose che non vi abbiamo chiesto. Che volete dire sul progetto? Chiaramente mi sembra certo parecchia roba per noi. Sicuramente però a volte uno non sa il cazzo. Non ci hai chiesto quella roba lì, che è la più importante, è ok, ultima cosa due parole su non so se lei sul fatto che avete ripulito gli oliveti questa cosa qua la vedetta no, magari questa la direi, visto che, come dicevi anche venendo qua è una delle cose che anche a livello di progetto diciamo di di gruppo e da quest'anno e cioè un uliveto che siamo, che vuoi raccontarlo brevemente e poi faccio l'ultimo è da quest'anno. Poi per me è motivo di grande soddisfazione perché siamo riusciti ad unire, diciamo, più proprietà è di olive, di alberi, di olive coltivate e abbandonate che abbiamo cominciato a fare in gruppo. È quattro cinque di noi piu' l'oste la strega e ognuno con la sua forma di scambio proprio perché quello che si dice sempre che per tornare alla terra non bisogna essere tutti agricoltori, per esempio, se non avessimo un barco a glory non potremmo fare il recupero delle terre. Quindi cosa fate in gruppo? È una produzione non proprio capito. L' attività dell' uliveto comunitario è quello di ripulire le terre per farle tornare produttive gli alberi di oliva per poi creare un prodotto che sono le olive e l'olio e l'osteria il luogo in cui questo prodotto termina. Sì, ma anche l'osteria a scambio. La giornata di Vincenzo Noi siamo a pulire e lui cucina da mangiare. Quindi è uno scambio non agricolo. Certo, va benissimo. Noi se non avete altre cose voi appunto. Noi chiudiamo tutte le nostre interviste. Chiedono cos'è per te l'italia che cambia queste per entrambi, non il progetto. Non dovete pensare al nostro sito, ma non esiste il nostro sito. Il concetto quindi chiediamo dire per meritare le cambia è per quello che volete? Okay, inizia tu, visto che il microfono aspetta solo un attimo e costa solo euro, è tornato il sole quando si parla di Italia che cambia per me Italia che cambia è il mezzo di informazione per per no, appunto non devi pensare al nostro giornale più al concetto che che cambia. Dimenticati che esiste un sito web che dal tuo, dal tuo punto di vista sarebbe che cos'è il cambiamento. Però siccome che chiediamo per me l'italia che cambia è una presa di coscienza, è un voler vivere meglio, cambiare completamente quello che ci fa stare male, che coltivare i nostri sogni e vivere con serenità. Questo per me è l'italia che cambia. Certo, vai per me è l'italia che cambia e lasciare la porta verso il futuro aperta e lasciare la porta aperta alle possibilità e a quello che effettivamente le nostre capacità, i nostri territori e i nostri desideri ci possono offrire senza lasciarsi influenzare dai nostri retaggi culturali o da un passato che sembra così lungo, così pesante, così costante si' una cosa in favore medicina il microfono per Paolo eh il collega che voi avete le coperture di de Luca che fa? Come si dice qua vanno a bagno nel deo per paolo abbiamo le coperture per un video di luka che bagna è con il beo. Diciamo che bagna l'allagamento è un video è un video intitolato gli orizzonti è fatto da gloria the places, toby e con le immagini del paese. Una descrizione, diciamo un video di tre minuti che racconta chi siamo. Grazie. Marco pastori, responsabile dell'ufficio progetti e Andres Indici. Ehm e quindi che cosa ci fa e quando nasce e cosa significa il la cifra è un'organizzazione non governativa nata a Torino nel millenovecento ottanta nell'aprile del millenovecento ottanta, quindi praticamente esattamente quarant'anni fa e ci fa nasce come un'organizzazione che si occupa di adozioni internazionali. Nel millenovecento ottanta siamo stati una delle organizzazioni diciamo pioniere di questo di questo istituto giuridico dell'adozione internazionale ed è nata come un'associazione di genitori che avevano fatto l'esperienza dell'adozione internazionale e volevano mettere questa esperienza a disposizione di altre coppie, gli altri potenziali genitori adottivi, in modo tale da facilitare il loro percorso l'adozione internazionale è un istituto giuridico che sostanzialmente ah, come conditio sine qua non la dichiarazione dello stato di abbandono di un bambino. Quindi un bambino deve essere giuridicamente stato definito abbandonato e a quel punto si mettono in moto delle procedure. Ogni paese ha le sue procedure che consentono a questo bambino di essere adottato l'adozione internazionale ovviamente è un istituto che prevede l'adozione in questo caso di coppie italiane, di bambini, di paesi terzi, quindi di bambini che sono fuori dai confini del territorio italiano. Qual è stata l'evoluzione dell'ente a partire da questo che di fatto era l'obiettivo principale durante durante nel momento in cui è stata fondata. Eh ci fa ovviamente approcciato il mondo dell'infanzia quindi, oltre a risolvere attraverso lo strumento dell'adozione internazionale, il problema dello stato di un bambino di abbandono di un bambino e in questi quarant'anni l'abbiamo fatto per oltre cinquemila bambini, abbiamo trovato la famiglia ad oltre cinquemila bambini. Ha via via iniziato a realizzare una serie di attività legate al mondo dell'infanzia e in particolare al mondo dell'infanzia vulnerabile e in particolare ancora al mondo dell'infanzia vulnerabile nei paesi di provenienza dei bambini adottati. Quindi se da un lato, appunto attraverso l'istituto giuridico dell'adozione internazionale, si risolveva il problema di un bambino dichiarato abbandonato nel suo paese di origine e gli si garantiva il diritto, insomma all'amore ha una famiglia alle cure e poi, di conseguenza l'accesso all'istruzione quant ltro dall'altro lato ci si impegnava per migliorare la vita dei bambini che in quegli stessi paesi, non essendo abbandonati o comunque vivendo in condizioni di estrema vulnerabilità sociale ed economica, avevano bisogno di un sostegno a darci man forte. Da questo punto di vista è anche arrivata la legislazione italiana che ha disciplinato l'istituto dell'adozione internazionale che di fatto ha chiesto esplicitamente agli enti che si occupano di adozioni internazionali di attuare il principio di sussidiarietà e quindi riprendendo il quanto espresso dalla Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia che è stata fatta a New York nel millenovecento Ottantanove. Quindi nove anni dopo la fondazione di Cifa e che ha segnato di fatto una una pietra miliare nella storia del diritto, perché per la prima volta nel novembre del millenovecento ottantanove, il bambino diventa un soggetto di diritto. Quindi, per la prima volta, al pari degli adulti, il bambino ha una sua convenzione internazionale, poi ratificata praticamente da quasi tutti gli stati del mondo, che lo fa diventare un soggetto di diritto. Quindi, da quel momento in poi i bambini non sono più delle pertinenze dei propri genitori e degli adulti, ma sono soggetti di diritto e quindi possono anzi godono di diritti e da un certo momento in poi possono anche rivendicarlo. Quindi, riprendendo appunto il concetto del principio di sussidiarietà, riprendendo il fatto che la convenzione dell' Ottantanove dice l'adozione internazionale deve essere l'ultimo e il piu' residuale degli strumenti che viene messo a disposizione di un bambino per risolvere il problema del suo stato di abbandono. Quindi l'adozione la convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza dice Prima di tutto bisognerebbe trovare una risposta locale a questo bambino, qualora questo non fosse possibile. L'istituto dell'adozione internazionale è un istituto che può in qualche modo risolvere il problema dell'abbandono, ma quando parliamo, ovviamente di risposta locale, significa sia lavorare su, diciamo misure di quelli che in inglese vengono definite alternative di protezione, dell'infanzia di accudimento dell'infanzia che appunto garantisca quello che l'adozione internazionale garantisce il diritto ad avere amore. E una famiglia. E qualcuno che si occupa in maniera adeguata di te, ma al tempo stesso cioè tutta una una un'infanzia come oggi che ha bisogno in loco perché non sarà l'istituto di adozioni internazionali risolvere i suoi problemi di cura e attenzione. Stiamo parlando di bambini abbandonati, ma anche di bambini che vivono presso le loro famiglie, ma che vivono in estrema condizioni, in condizioni scusate di estrema vulnerabilità e di estrema povertà. Quindi Cifa inizia a lavorare a favore di questi bambini realizzando una serie di progetti, prevalentemente, appunto nei paesi di provenienza dei bambini adottati, che in qualche modo rispondessero ai bisogni di base dei bambini. Pertanto ha iniziato a lavorare con organizzazioni non governative locali, con cooperative sociali locali, con la società civile sociale. È con la società civile dei paesi in cui venivano adottati i bambini per favorire progetti che garantissero l'accesso, all'istruzione, per garantire l'accesso all'educazione e per garantire sostanzialmente un sistema di protezione intorno a questi bambini che da un lato appunto garantisce i diritti fondamentali dei bambini e dall Ltro creasse quelle opportunità di sviluppo, di crescita, di valorizzazione delle proprie potenzialità che potrebbero essere appunto un un diritto di ciascun bambino nel mondo che c'e' il gruppo di cifra da quante persone è composto? Vabbè, una grande linea, eh, se siete anche in altre regioni si' Cifa è alla sua sede storica a Torino perché ci fa appunto è nata a Torino, oggi a oltre alla sede di Torino. Altre adesso lo rifaccio la memoria. Non so quanti sono da Torino, Milano, Venezia, Ancona, Roma e Bitonto in Italia eh sai va bene allora ci fa ci fa è che è stata fondata a Torino, quindi alla sua sede storica a Torino. Ad oggi ha altre cinque sedi oltre a quella di Torino. Abbiamo una sede a Milano, una sede vicino a venezia una sede ad ancona, una sede a roma é una sede a Bitonto, vicino vicino a bari. Questa è la presenza territoriale di cifra. Ehm siamo un gruppo di circa cinquanta persone che lavorano in italia, più tutta una serie di altre persone che lavorano all' estero. Noi abbiamo delle sedi di rappresentanza sia delle sedi operative fuori, fuori dall'italia ovviamente e oggi abbiamo più o meno altrettante persone che lavorano fuori, quindi un'altra cinquantina di persone che lavorano fuori dall'italia il numero di personale dici fa all' estero è variabile nel senso che dipende anche dal numero di progetti che realizziamo nei paesi e quindi le persone vengono anche assunte per realizzare specifici progetti e al termine di questa progettualità poi insomma vengono che taglieremo lì è cosa ok, non mi alletta, ma significa cifra ok, ci fa è l'acronimo di centro internazionale per l'infanzia e la famiglia, perché appunto, come dicevo prima, la specificità dell'organizzazione sia sin dalle origini ahi della famiglia ci fa nasce appunto per trovare una famiglia a bambini in stato di abbandono e quindi il nome storico dell'organizzazione in qualche modo legato a questi. A questi due aspetti il bambino l'infanzia e la famiglia che è di fatto il primo nucleo no di protezione, di accudimento, di crescita e di educazione di qualsiasi bambino. Ok, se ci racconti quali sono i progetti che voi avete avviato in questa mia all' estero, possiamo grazie Si' si' Si' allora ci fa ha iniziato a realizzare progetti all' estero nei paesi di provenienza dei bambini adottati ehm con l'adozione internazionale di fatto l'organizzazione è venuta a conoscenza di molte fragilità e molte vulnerabilità nei paesi stessi in cui appunto i bambini venivano adottati. Ci fa adottato e adotta in moltissimi paesi del mondo dall'america latina, all'africa, dall'europa, prevalentemente orientale, all'asia e in tutti i paesi in cui ci fa adotta la situazione dell'infanzia è spesso molto critica. Ci sono milioni di bambini che vivono in condizioni di estrema povertà. Quindi ci fa ha iniziato a realizzare progetti di protezione dell'infanzia che da un lato garantissero i diritti fondamentali quali il cibo, l'accesso alla salute, l'accesso, all'educazione, ma dall'altra in qualche modo creassero anche delle opportunità per questi bambini e per questi ragazzi in modo tale che potessero contribuire allo sviluppo del paese di origine sostanzialmente dei loro paesi. Questo percorso ci ha progressivamente avvicinati alle loro famiglie, quindi, iniziando a lavorare al soddisfacimento dei bisogni di base dei bambini, abbiamo iniziato anche di fatto a entrare in relazione con le loro famiglie, con i loro genitori e con le loro, con le vulnerabilità delle loro famiglie. Per cui, dopo un percorso di progetti di cooperazione internazionale iniziati all'inizio degli anni Duemila, è un percorso durato una una decina d'anni. Oltre ad occuparci di infanzia, abbiamo iniziato anche ad occuparci di di adulti, di giovani e di adulti, proprio perché era indispensabile per noi non solo lavorare in un'ottica di tutela e garanzia dei diritti fondamentali dei bambini, ma anche in un'ottica di sostenibilità degli interventi progettuali. E questo ci ha necessariamente chiamati a lavorare al rafforzamento di tutto il nucleo familiare. Quindi, muovendo appunto da questo focus specifico che avevamo fin dall'inizio sull'infanzia sui bambini e sulle loro vulnerabilità, abbiamo iniziato a occuparci di adulti e in particolare di donne. Quindi abbiamo iniziato a realizzare una serie di progetti che continuassero in qualche modo a garantire i diritti fondamentali ai bambini. Ma oltre a questo abbiamo lavorato iniziando a sostenere soprattutto le donne in progetti di imprenditoria e micro imprenditoria femminile. Quindi soprattutto questo è avvenuto in Etiopia, In Cambogia abbiamo lavorato con i bambini, con le loro famiglie. Abbiamo creato opportunità imprenditoriali attraverso la formazione professionale attraverso l'accesso al credito e attraverso un costante accompagnamento dei nostri beneficiari, nell'avvio nel potenziamento di attività generatrici di reddito che consentissero a tutto il nucleo familiare di rafforzarsi economicamente e socialmente e quindi di creare quelle basi che, nel tempo consentono al bambino all'interno di un nucleo familiare rafforzato, di vedere garantiti i propri diritti che e la Quando guardo su questo profumo richiede evidente qualche esempio Tutte queste attività imprenditoriali che si' le attività che imprenditoriali che noi sosteniamo nei nostri progetti, sono molto legate al contesto specifico in cui operiamo Amy In questo, in questo momento i maggiori progetti di sostegno dell'imprenditoria femminile e giovanile anche sono sono in Africa e sono in Etiopia e sono progetti legati appunto alla tipicità del territorio. Noi lavoriamo in zone prevalentemente rurali, quindi le attività sono legate prevalentemente al piccolo commercio allevamento di animali, attività artigiana di artigianato, di produzione e vendita di artigianato, attività che possono essere realizzate sia in maniera individuale dalle dalle persone, sia in forma aggregata in forma di cooperativa, per cui noi sosteniamo anche la creazione e lo sviluppo di cooperative di giovani e di donne ha un non solo non solo legate appunto alle caratteristiche dei territori in cui in cui lavoriamo, ma anche ad alcune opportunità che si creano. Ah, negli stessi posti in cui lavoriamo. Per esempio, abbiamo un progetto legato al riciclo della plastica che di fatto ha rafforzato circa quattrocento nuclei familiari perché abbiamo lavorato per la creazione di una filiera sostenibile, del riciclo delle bottiglie di plastica, quindi del pet. Quindi ogni ogni progetto ha una sua tipicità e ha una sua strutturazione, una sua caratterizzazione in base alle opportunità sociali ed economiche che quello specifico contesto mette a disposizione dei nostri beneficiari. Una cosa in parte anche già risposto alla domanda precedente ma non sono un tema che conosco bene gli dà cittadino, non la giornalista. In passato avevo l'impressione un approccio molto assistenzialistico. Tutto questo non so, mi mi sembra che sia un po' cambiato il modo di approcciarsi un singolo bambino facendo da salvare. Ma tu parli di adozioni internazionali, il sostegno a distanza Eh sì, un po' infatti ti dico l'ultimo contesto, quindi poi c' è quello che volevo capire, eh, se è cambiato parte lei ha risposto perché ha detto abbiamo cominciato a dare il sostegno alle famiglie. Non è più solo oppure il sintomo che è, ma interviene a livello sistemico. Mi chiedevo se era cambiato un po', anche proprio l'altro. Cioè è secondo voi l'obiettivo mhm si' in qualche modo e che non servono più le adozioni internazionali lavorare su un contesto che oppure ma non dico davvero che uno che spesso dice prendi un bambino, lo strappi al suo contesto, lo porti qua può sembrare colonialista che anche i genitori che vogliono il bambino si' quindi mi chiedevo se è cambiato come la persona che ha scambiato con mano. Se cambiate com'é cambiato l'approccio si' dell'adozione che del sostegno. Insomma questo questi contesti se è una domanda così può rispondere così provo provo perché mi interessa il tema, quindi cerco solo di formulare una risposta. Un po' compiuta. Il senso licenzi me ne prendo la giacca. Tu sei sei bagnato. No, non mi pare. No Salus, che poi arriva il vento da dietro un po' così io sono salvo c'è un video bello gelsomini si' é bellissimo, ma quelli, purtroppo quelli ammazzati il coronavirus qui angelo se quelli che ha ammazzato il coronavirus perché non siamo più venuti in ufficio e ci siamo banalmente dimenticati di venire a bagnare le piante anche scusi la necessità tra l'altro noi ce ne andiamo da qui tra poco, ma stiamo cercando perché qua che no ci andiamo noi perché è troppo grosso, troppo caro, troppo tutto. Poi con questa cosa dello smart working forse riusciamo a restringere un po' gli spazi a risparmiare anche un po'. Allora provo un po' a rispondere questa cosa. Non solo come mettere insieme i vari pezzi l'adozione internazionale risponde alla alla necessità di trovare un una famiglia ad un bambino abbandonato. Ora, se è vero che anche la convenzione di new york nel millenovecento ottantanove sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza dice che l'adozione internazionale dovrebbe essere appunto il piu residuale degli strumenti messi a disposizione di un bambino abbandonato per risolvere questa situazione di abbandono, è altrettanto vero che in molti paesi del mondo il welfare no. Lo stato sociale è talmente debole che quella è spesso l'unica risposta possibile e considerata la l'estrema vulnerabilità di un bambino che ha una struttura emotiva, psicologica fisica completamente diversa da quella di un adulto, noi siamo convinti che meno giorni si passano in un orfanotrofio é meglio è per un bambino. Quindi in realtà l'adozione internazionale risponde a un'esigenza specifica di un bambino un bambino non puo' appena nato, ma neanche nelle prime anni. Cioè quella è la parte. La parte diciamo no é l'inizio del ciclo di vita è la parte in cui un essere umano è più vulnerabile. Quindi in realtà la risposta dell'adozione internazionale, paradossalmente dovrebbe arrivare il prima possibile, laddove uno stato non è in grado, per mille ragioni sociali, culturali, economiche di rispondere immediatamente a una situazione di abbandono. Quindi sì, ultima possibilità si', ma anche prima se non ce ne sono altre. Quindi su questo noi abbiamo le idee molto chiare i bambini non devono stare negli istituti, devono avere qualcuno che si occupa di loro. La stessa convenzione dice che comunque ancora oltre l'adozione internazionale, cioè l'istituzionalizzazione, che viene considerata proprio la cosa peggiore per un bambino. Ah, e questo appunto risponde proprio a quella che noi possiamo definire un'emergenza? No. Quindi ci sono risposte diverse, ha bisogni diversi. Per quanto riguarda l'abbandono la risposta a intervenire il più velocemente possibile e trovare qualcuno che dia a un bambino l'amore che è necessario per il suo sviluppo emotivo, cognitivo, fisico come bisogno più importante per quanto riguarda la altre tipologie di interventi. Quindi progettualità più ampie che hanno un respiro appunto il medio al medio, medio medio lungo, ai bisogni che si fronteggia sono altri. Stiamo parlando di i bambini che comunque, per quanto in contesti molto complicati, di grande vulnerabilità, vivono all'interno delle proprie famiglie, vivono in un consenso sociale ed economico, per quanto fragile. Ma ce l'hanno è lì. Insomma, la risposta è non è una risposta di emergenza, anche se in realtà tutto quello che riguarda l'infanzia è un'emergenza. Però lì si può fare una programmazione e costruire una progettualità che abbia da un lato sicuramente un approccio. Ma lo dico fuori da ogni timore assistenziale. Nel senso, se un bambino mangia troppo poco, se un bambino non può andare a scuola, se un bambino viene negata è un bambino, vengono negati i suoi diritti fondamentali, io lo assisto, quindi lo assistono, ma nel senso migliore del termine, per dare quelli che per garantirgli immediatamente quelli che sono i suoi diritti. Poi nel medio termine, appunto, realizzo una serie di progetti che prendano in considerazione, oltre a questa parte di è welfare dell'infanzia anche una parte che più riconducibile non all'area dell'emergenza ma all'area dello sviluppo e quindi investono su l'accesso all'educazione possibilmente quando è possibile ha un'educazione di qualità. Investo nella possibilità di fare dei percorsi formativi che non siano solo quelli formali. Perché di nuovo spesso ci troviamo di fronte a dei sistemi scolastici molto fragili, molto vulnerabile, in cui l'esperienza educativa è molto povera allora quello a fianco anche una parte di sviluppo delle potenzialità che non è legata specificamente all'esperienza educativa formale, ma a laboratori artistici, a lavoratori che diano la possibilità ai bambini e ai ragazzi di esprimere altre potenzialità e altre caratteristiche. Chi procedendo per cerchi concentrici? Lavoriamo anche con la comunità no, intorno alla quale questo bambino e questo nucleo familiare si iscrivono. Quindi io lavoro appunto con il bambino lavoro con il suo nucleo familiare, con azioni appunto di potenziamento del nucleo familiare da un punto di vista sociale ed economico. E poi ancora lavoro da un punto di vista comunitario, dove nella comunità ci metto le famiglie stesse piu' famiglie, ci metto le istituzioni, ci mettono, ci metto tutte quelle componenti sociali che in qualche modo fanno parte di un contesto sociale. E in questo senso il lavoro è un lavoro che non è più appunto di breve termine. Ma è un lavoro che accompagna tutta la comunità per creare, come dire, un humus capace di accogliere, laddove possibile, quelle potenzialità che ogni essere umano fin dall'infanzia dovrebbe avere la possibilità di esprimere e di sviluppare. Non so se sia giusto qualche esempio anche rapido, di esperienza concreta, in cui effettivamente, anche a livello di comunità, gli effetti ci sono stati si', si' Sam Si, su questo vi parlo. Va bene? Sì, è un ci fa sta realizzando in Etiopia un progetto appunto legato alla filiera della plastica. Questo è un progetto che ha di fatto intorno ha un aspetto che prevalentemente economico, cioè la Costituzione, la creazione, supporto di una filiera economica, cioè la valorizzazione di un rifiuto. Am ha creato una, ma una valorizzazione dell'esperienza economica che ha avuto un impatto fortissimo da un punto di vista sociale. È un'esperienza molto interessante, perché noi abbiamo lavorato appunto con delle categorie che sono estremamente vulnerabili, che sono quelle dei raccoglitori di rifiuti. Sono categorie in cui di fatto chi chi opera in questo settore sono sono persone molto povere con un livello di istruzione bassissimo e con anche una capacità di generare reddito dalla appunto gestione dei rifiuti molto bassa intorno, appunto un gruppo così vulnerabile. Siamo riusciti a creare un'esperienza che da un lato ha migliorato la condizione economica di queste persone. Perché? Perché oltre a diciamo guadagnare sulla sul servizio di raccolta rifiuti, ha potuto aumentare questo guadagno vendendo la plastica che veniva raccolta e veniva avviata a un processo di riciclo. Quindi continuavano a prendere no il compenso economico per la raccolta della dei rifiuti. Ma questo compenso economico se n'è sommato un altro derivante dalla vendita delle bottiglie di plastica. Per fare questo il progetto però ha lavorato a livello sociale. Quindi abbiamo lavorato nelle scuole per creare a livello scolastico una sensibilità sul tema ambientale che è diventata però anche una creazione di sensibilità attraverso esperienze. Emma, esperienze educative nuove e innovative, sicuramente per quel contesto. Quindi noi siamo andati nelle scuole dell'etiopia di questa città che si chiama WAS, abbiamo incontrato quarantamila studenti e con loro abbiamo ragionato sui temi della sostenibilità ambientale. Abbiamo proposto loro dei percorsi di educazione non formale, molto diversi da quelli che sono i normali percorsi didattici della scuola etiopica, creando delle esperienze anche sensoriali, creando dei laboratori per far scoprire loro come si crea la materia plastica. Qual è l'impatto della materia plastica. Abbiamo mostrato loro le immagini dell'impatto dei rifiuti sugli animali che loro vedono ogni giorno per le strade che hanno a casa. Abbiamo mostrato loro quali sono le conseguenze, anche a lungo termine, di una sbagliata gestione del ciclo dei rifiuti, anche di un abuso di utilizzo di alcune di alcune sostanze e delle materie plastiche. Abbiamo trasformato una categoria di persone, quelle dei raccoglitori di plastica in supereroi. Abbiamo disegnato un'immagine all'interno della comunità di queste persone, come gli eroi che risolvono il problema della plastica, quindi da persone viste come sostanzialmente le persone di un di basso ceto, spesso sporche per il lavoro, che fanno quindi scarsamente valorizzate. Abbiamo costruito su di loro un'immagine di persone che hanno un'importanza fondamentale all'interno della comunità. Abbiamo lavorato a con gli alberghi, con i ristoratori, con i resort per creare in loro una sensibilità ambientale nuova. Abbiamo lavorato con con gli uffici locali del ministero della Sanità per spiegare quanto sia dannoso bruciare la plastica per farne combustibile e tutta la comunità si riconosce intorno a un progetto che da un lato appunto valorizza categorie estremamente vulnerabili dall ltro, le potenze da un punto di vista economico, dall ltro ancora sta creando una nuova sensibilità intorno a temi economici, sociali e soprattutto ambientali. E ad oggi non è più una bottiglia di plastica per terra. Okay cambiando contesto territoriale e avvicinandoci si cerca contemplare la gestualità state avviando qui educazione anche come si è passati si può si' grazie discorso a occuparsi di altri tempi. Chi conosce ci fa la cifa lì come che è successo? Ha portato si' si'. Quindi quale tipo di educazione di qualità si'? Ehm si' ci sono troppe cose separarsi provo provo a separarle un attimo, ok Cifa lavora da anni nell'ambito dell'adozione internazionale, però ha fatto come dire un percorso evolutivo eh quaranta anni sono gli anni, si dice della maturità. Ah, noi sicuramente per molti anni abbiamo avuto il nostro focus su l'adozione internazionale e sui diritti dell'infanzia e abbiamo in qualche modo realizzato tutta una serie di attività per garantire questi diritti. Abbiamo però man mano capito che in realtà il bambino eh all'interno di una struttura sociale che non possiamo trascurare. Se vogliamo veramente occuparci di infanzia così come nel. Per quanto riguarda l'adozione internazionale, abbiamo iniziato appunto a trovare una famiglia ai bambini abbandonati. Abbiamo accompagnato quelle famiglie in questo percorso di genitorialità nuovo, di accoglienza, di accoglienza della diversità e della sua complessità. Perché l'adozione internazionale sicuramente ha delle caratteristiche molto peculiari. Sono dei bambini che arrivano dall'altra parte del mondo, con delle caratteristiche appunto completamente diverse. Si trovano in un contesto sociale, economico, culturale completamente diverso. Quindi anche le famiglie hanno hanno avuto bisogno di essere sostenute da questo punto di vista, così come abbiamo lavorato all'interno delle comunità scolastiche per facilitare l'inclusione della diversità i nostri bambini. Io dico un po' simpaticamente, ma questi sono stati i primi immigrati, cioè prima della grande delle grandi migrazioni che in Italia poi sono arrivate nei primi anni novanta, no, con la grande migrazione albanese. In realtà noi abbiamo portato i primi immigrati. Lo dico tra virgolette, però abbiamo portato la diversità, abbiamo portato la diversità culturale, abbiamo portato molta diversità e quindi abbiamo costruito intorno a questi progetti di vita, di accoglienza delle famiglie, una comunità accogliente. Quindi questo approccio, diciamo dal bambino alla famiglia, alla comunità che accoglie il bambino e la famiglia è sempre stato un una, come dire, una, una caratteristica del nostro, del nostro operato. Questa cosa è diventata ha seguito, diciamo la stessa, la stessa evoluzione anche nei progetti di cooperazione internazionale, per cui abbiamo iniziato ad occuparci dei bisogni e dei diritti fondamentali dei bambini. Abbiamo allargato il cerchio occupandoci della vulnerabilità delle famiglie che accoglievano questi bambini e abbiamo ancora di più allargato il cerchio cercando di occuparci interamente delle comunità in cui questi bambini vivevano. Queste famiglie vivevano am in Italia sulla base dell'esperienza dell'adozione internazionale abbiamo pensato di fare un progetto analogo e quindi da da circa cinque anni abbiamo anche progetti educativi rivolti al ai bambini e ai ragazzi italiani che seguono di nuovo un po'. Questa logica noi vogliamo occuparci dei bambini e della comunità educante all'interno dei quali i bambini e i ragazzi si muovono. Il questo approccio che noi definiamo dei tre cerchi è un po' quello che dicevo prima il bambino l'entità diciamo più prossima al bambino che è la famiglia e poi li educa la comunità educante, intesa ovviamente come tutti quei soggetti che in qualche modo contribuiscono allo sviluppo emotivo, cognitivo esperienziale di competenze dei bambini. Ovviamente nella comunità ed Utah educante. Oltre al ruolo svolto la famiglia L'altro grande ruolo viene svolto dalla scuola, per cui i nostri progetti educativi un po' muovono, diciamo dall'esperienza dell'adozione come approccio un po' muovono dalle esperienze che abbiamo fatto nei paesi per poi caratterizzarsi alle nostre latitudini em. Ma di fatto quello che noi stiamo stiamo i filoni che stiamo seguendo, soprattutto in Italia, sulla parte appunto di educazione, educazione sia all'interno delle scuole ma di educazione non formale, sono legati ai temi della non discriminazione, compreso il grande tema della migrazione e al tema ambientale. E se vogliamo, appunto il tema della non discriminazione, il tema della tutela dell'ambiente. Sono tematiche comunque che trattiamo anche a livello internazionale perché anche a livello internazionale il tema della non esclusione, della non discriminazione, della tutela del territorio, di una nuova sensibilità ambientale sono tematiche che sono comuni, no, sia nei paesi diciamo si', sia in Italia sia in paesi, negli altri paesi di intervento in cui in cui operiamo qualche progetto magari più significativi, sempre si' il sì in Italia. Noi in questo momento abbiamo appunto due filoni di attività principali uno sono uno è quello della tematica, della non discriminazione Ah, con un focus particolare a al discorso d'odio, al discorso di online, ai social e l'altro grande filone che stiamo seguendo è quello della del dell'educazione legata alla tutela dell'ambiente è un ok, quindi sono un po' perso quando si' si' riparto. In Italia abbiamo abbiamo una serie di progetti di educazione, educazione, cittadinanza globale, prevalentemente legati al tema della non discriminazione e al tema della tutela dell'ambiente della sostenibilità ambientale. Questi questi progetti sono sono realizzati con una una un'ampia gamma di partner. Una delle caratteristiche di CIFA che ci piace molto sottolineare è che noi aggrega chiamo intorno alla nostra esperienza tante altre esperienze che a noi piace l'idea di affrontare le tematiche che poi proponiamo nei nostri progetti, rafforzando le nostre capacità grazie all'intervento di altri soggetti, di altre organizzazioni, di altre ONG, di istituzioni pubbliche, delle università, dei media che in qualche modo ognuno con la propria esperienza, possano creare un forte valore aggiunto all'esperienza che noi vogliamo proporre ai bambini e ai ragazzi e alla e alla comunità educante che si occupa di questi, di questi ragazzi. Uno dei progetti su cui ci stiamo concentrando in questi mesi, seppure ha avuto ovviamente un momento di stallo dovuto al momento contingente alla pandemia, perché molte delle nostre attività si realizzano direttamente nelle scuole, a contatto con i ragazzi, nella mobilitazione stessa dei ragazzi nell'attivismo che è un progetto, appunto, in cui le tematiche principali sono quelle della creare una sensibilità soprattutto nei bambini e nei giovani, sulle tematiche dell'ambiente, sulle tematiche della tutela dell'ambiente, sulla creazione di consapevolezza di come i nostri stili di vita, i nostri stili comportamentali, le nostre abitudini possano possono agire e possano in qualche modo impattare sul nostro ambiente circostante. Quindi promuoviamo degli stili di vita che siano rispettosi dell'ambiente. Promuoviamo una sensibilità rispetto alle tematiche che crediamo fondamentale stimolare, più che creare nei giovani i giovani hanno una sensibilità che è spiccatamente superiore a quella del mondo degli adulti. Ah, e quindi i nostri, i nostri, il nostro focus sui bambini e sui giovani è proprio la scommessa a tenere vivo il loro, di stimolare al massimo questa straordinaria sensibilità, straordinarie potenzialità che loro hanno. Siamo convinti che lavorando con loro possiamo veramente pensare di creare un un sentire, quindi anche un agire diverso, nuovo, che possa che i nostri progetti possano in qualche modo tenere vivi i principi fondamentali di un mondo che vorremmo immaginare diverso. Noi siamo per stimolare il protagonismo dei giovani e stimolare il loro protagonismo, facendo leva appunto su questi principi fondamentali che dovremmo evitare di perdere lungo lungo il nostro percorso di crescita. Crediamo che l'humus rappresentato appunto dei bambini e dei giovani, sia un humus fertilissimo su cui su cui va investite, su cui hanno investito un sacco di energie e crediamo di dover essere al loro fianco per per non farli sentire soli. Crediamo che il ruolo della società civile oggi sia quello di non far sentire solo i ragazzi. I ragazzi stanno sempre più del tema del dell'ambiente. Sicuramente in questi ultimi anni è diventato un tema molto centrale e la presa di consapevolezza. E anche Langley, insomma. Insomma, all'attivismo dei ragazzi per le strade è diventato è diventato qualcosa di palpabile. La società civile deve accompagnare questi processi nel momento in cui ci c'. È un movimento che rivendica un agire nuovo, una visione del mondo nuova. Noi dobbiamo esserci, dobbiamo stimolarla, dobbiamo accompagnarli, dobbiamo essere al loro fianco. I quali sono secondo te le sfide più grandi della genitorialità, Tutta la comunità che ehm sempre su queste tematiche legate opposizione all'accoglienza all'ambiente ehm insomma quali sono le più grandi idee? Mondo compagnia leggera si' Roma si provi a Eh sì, si no certo certo, certo no, ma ci sta. Ci sta cercando di capire un po' come ehm allora i nostri progetti si rivolgono ai bambini e ai giovani e sappiamo quanto loro e anche noi adulti ci troviamo all'interno di un sistema molto complesso. Cioè, è evidente che il livello di complessità crescente ah mm-hm in c' è secondo me un un aspetto particolarmente interessante su cui riflettere. E torno al tema dell'ambiente Per la prima volta noi abbiamo milioni di ragazzi che scendono in piazza non più per rivendicare uno specifico diritto, ma per rivendicare la possibilità di continuare ad esistere. Cioè, questo è veramente secondo me il il segno della sfida di questo momento. Amy, la complessità è sempre stata propria delle società umane. Ah, in ogni momento storico con alcune caratteristiche specifiche. Ma credo che sia la prima volta che milioni di persone, e in particolare in questo caso di giovani, scendono in piazza per dire che non esiste una seconda possibilità. No, non esiste un altro pianeta e che quindi dobbiamo in qualche modo occuparci di questo occuparci di questo pianeta è una grande sfida. Immaginare le risposte più adeguate è veramente molto complesso, perché la sfida è una sfida sociale. La sfida è una sfida economica, la sfida sfida ambientale e tutte queste dimensioni sono strettamente in relazione le une con le altre. Non credo che si possa, come dire, immaginare di avere una risposta. Ho sicuramente mi metto un attimo nei panni di un'organizzazione come la nostra. Il nostro è un ruolo limitato e bisogna essere consapevoli anche della limitatezza dei propri strumenti, delle proprie possibilità. Però credo che sicuramente per le nostre organizzazioni, per le organizzo società civile oggi sia un momento in cui riscoprirsi attiviste. Io credo che noi dobbiamo stare al fianco dei giovani che sono tornati a scendere in piazza. Sono tornati a rivendicare dei diritti importanti, dei diritti fondamentali che stanno chiedendo a gran voce a di occuparci di questo pianeta. Questo mette in discussione tutto e tutti, anche loro stessi. Ha forse il nostro ruolo oggi di genitori, di insegnanti, di associazionismo e questo accompagnarli in queste rivendicazioni, aiutarli a capire anche qualche grave veramente il ruolo che loro possono giocare all'interno del cambiamento, perché ognuno di noi può giocare un ruolo fondamentale per cambiare le cose. Quindi questa consapevolezza deve essere forte, deve essere solo una consapevolezza di rivendicazione, ma deve essere anche una consapevolezza di qual è il mio ruolo oggi all'interno di questa complessità il ruolo degli adulti, degli insegnanti, la comunità educante e di esserci e di essere vicino a loro e di accompagnare questa consapevolezza e di sostenerli nelle loro rivendicazioni che in dice esausto l'ultimo se mi dici cosa Peppe l'italia cambia che non si tratta del dirci cos'è per te il nostro progetto, ma le telecamere in senso lato cos'è l'italia che cambia. Quindi non devo fare riferimento a italia che cambia cos'è l'italia che cambia se puoi iniziare risposta con per cambiare e poi non fare un discorso se non è stato abbastanza coinciso senza chiudiamo tutti i video così se porco boia insomma la potevate dire prima però gne gne gne cos'è l'italia é finita. Certo. Ehm ehm che domandona ragazzi, questo è più difficile di tutti. Insomma, anche in base alla nostra esperienza. Come che comunque già molte delle cose che se se si cambia mamma responsabile è che c'è solo il rischio della banalità ma solo quello che mi spaventa un po' mm-hm ha detto perché mille robe ve ne prendete un pezzo Sempre andare oltre la retorica e la banalità proprio adesso sì, sì sì no, no certo che già quel concerto già dire il rischio della paventata ma in parte una risposta sì, sì, sì ehm come devo iniziare per me l'italia che cambia Eh sì, proviamoci per me li' per me l'italia che cambia è il coraggio di essere di pensarsi diversi. Per me l'italia che cambia è scommettere su un percorso nuovo, capace di voler valorizzare l'enorme patrimonio culturale e creativo di questo paese. Per me l'italia che cambia è la valorizzazione dell'immenso patrimonio naturalistico. É per me l'italia che cambia È grave fondare un nuovo paradigma economico veramente coraggioso che possa valorizzare l'enorme patrimonio di questo paese. Grazie al. Eccoci massimo Candela. Cosa scriviamo sotto? Ma avete dei ruoli? Stiamo o come si dice. Beh, scrivi residente dell'eco villaggi, risparmiamo il vecchio villaggio di torna subito per sempre. Quindi tu guarda me o lei? È che le domande vengono tagliate si'. Quindi se ti chiedo come nasce Torre superiore, quindi cinque volte superiore nasce quindici nasce. Non sa di cosa stai parlando. Ok, beh, dammi un'idea dei tempi. Cosa? Sarà giusto, ma non per andare via per capire minuti è per capire se devo essere prolisso. Molto conciso, di mezzo molto. Comunque sei troppo coinciso. Perde un po'? No, perché Comunque che però di sicuro, insomma, diciamo la parte di racconto, diciamo abbastanza sintetica però non nasce nel ottanta e siamo in venticinque. Ma comunque E perché? Comunque, come ti dicevo, quello che non va nel video va nell'articolo, quindi Comunque a noi serve che Ok, un po' le cose, quindi non ti preoccupare. Magari lo più che altro vi danno un po' le divagazioni, se riesci funzionava alla fine il nostro lavoro, Certo. Un sacco di tagli ai tagli abbinamenti, comunque. Quindi, come dicevo, partiamo proprio dall'inizio far finta che non non sono io. Quindi non ci conosciamo, sono uno che è arrivato qua oggi chiede ma il settore superiore quando nasce? Perché? Come mai? Racconta un pochino la genesi e anche per favore, dove ci troviamo? Perché va in tutta Italia il video? No, non è un paesino vicino a Ventimiglia. Okay, Quando vuoi. Ah, quindi era era già la domanda questa faccio altro. Questo è l'avvio. Quindi come nasce? Perché quando decidi tu da dove partire Va bene, okay. Ciao, sono Massimo, vivo nel villaggio di Tori da quasi anni e siamo attori superiore. È dietro Ventimiglia Nell'entroterra di Ventimiglia, il confine con la Francia, pochi a piedi. Salendo sulla montagna si raggiungono i confini della Francia. Che torri superiori Ufficialmente nasce nasce una associazione culturale con lo scopo di recuperare questo paese. Era Un'idea che in realtà viveva già da anni. Era un'idea di una coppia, Piero e Gianna. Piero Gianna, originaria del posto, non ci ha mai vissuto, ma conosceva il posto perché la nonna abitava nel paese qua sotto e quindi fin da bambino aveva sempre visto questa abrogata rimasta non completamente abbandonata perché era l'ultimo abitante. E per Gianna, tra fine anni finissimi anni settanta anni ottanta hanno questa idea e provano a creare un gruppo di amici per lanciare questo progetto di recupero. È senza che in realtà si creasse un gruppo stabile. E poi a fine anni ottanta conoscono Riccardo, che era un docente universitario di Torino che a Torino conosceva molta gente. Era in tanti giri yoga nei verdi circoli di lettura, eccetera, em e Riccardo riesce a creare un gruppo di una trentina di persone. Appunto. Nel Ottantanove nasce l'associazione lo statuto dell'associazione essenzialmente la realizzazione della, del sogno, della visione di questa cosa. Tieni conto che siamo fine anni. Il mondo era diverso, non avevamo neanche non si parlava di eco villaggio, non si parlava di permacultura, era all'inizio, era piu'. Un laboratorio sociale, quindi toglierà un riciclo urbanistico di un valore storico, dove però aprire un laboratorio sociale di è condivisione di quotidianità tra le persone. E da qui fare nascere un progetto dove in questo progetto c' era l'idea di residenza. Una residenza fissa é una comunità residente nel luogo di creazione di lavoro per legare le persone al luogo fisico, perché siamo in zone dove quasi tutti gli abitanti o lavorano sulla costa o sono transfrontalieri. Quindi il paese durante la giornata e poco abitato e l'apertura di un centro culturale aperta all'esterno. Quindi non chiudersi è nella valle, ma avere sempre essere un centro dove le persone della città vengono a trovarti no, queste erano le pocket. Erano poche idee molto semplici, ma che comunque sono state fondanti e hanno portato avanti il progetto per tanto tempo. Il il paese era talmente distrutto è tenete conto che è gran dino. Nel senso ci sono centosessanta due vani tra tutte le stanze di questo a occhio Sam e gran parte erano di Ruth e quindi l'idea del recupero del paese era già un'utopia irraggiungibile. Quindi per molti anni, eh terriera? Il recupero e la ristrutturazione e riportare in vita la frazione è il. E questo è durato per più di vent'anni perché sono stati tempi che ci sono voluti. No, è quindi è nato come un'associazione culturale un'associazione che non aveva barriere economiche per l'entrata dei soci. Quindi le persone diventavano soci di un'idea. Non erano obbligate a realizzare, quindi diventavano socio di questa idea. All'interno dell'associazione si elaborava il progetto tutti insieme e poi solo una parte dei soci investirono i soldi e crearono un'altra società. Questa società chiede il permesso a tutta l'associazione di iniziare la a comprare le case e quando fu un'operazione lunga perché erano decine e decine e decine di proprietari che quando il paese fu acquistato, fu sciolta. Questa società metà delle proprietà vennero dati in proprietà all'associazione e l'altra, metà divise tra i soci che hanno investito i soldi. Quindi Tori nasce nasce dopo tanti anni, ma poi viene strutturata come un progetto è più o meno diviso tra proprietà comune, proprietà private, pero'. Questo era anche nell'elaborazione iniziale perché i fondatori dell'epoca che erano quarantenni e cinquantenni trent'anni fa che avevano vissuto l'esperienza alcuni delle comuni tutto comune. Eravamo fine anni ottanta, io ventenne all'epoca, mi ricordo il mondo di Regan Thatcher, No, i paninari Duran Duran, che era il mondo di tutto incentrato sull'individuo e sul privato e l'associazione nasceva con un'idea di cercare un equilibrio tra questo il mondo che si era vissuto, che era durato come un un soffio divino, è stata brevissima le esperienze del tutto comune e eh, il mondo in cui si viveva dove era tutto privato. Quindi l'idea della ricerca di via di mezzo è sempre stata un po' centrale. Poi da lì, quindi è venuta la proprietà sono iniziate le ristrutturazioni. Ci siamo iniziati a trasferire. Quindi dal più o meno che c' è una residenza fissa. I primi anni la gente provava, lasciava, provava a lasciarlo. Si è creata piano piano una comunità residente prima molto piccola. Oggi siamo tra adulti e bambini, l'idea di metà e metà anche la per come si può dire che è stata la base per mettere in piedi la palla alta? Progettualità come quella economica dove i residenti di tori ognuno è responsabile della propria economia. Quindi gli stipendi sono privati, ma poi una parte di questa è economia, viene una parte fissa, viene mays, prese rimessa in una cassa comune. Quindi anche qui esiste economia privata l'economia comune, storie nate intorno al pasto insieme è nata intorno a lunghe discussioni a tavola, quindi è essenzialmente la comunità ha mangiato insieme, ma per trent'anni però nelle case private, cioè l'angolo cottura e puoi decidere se ogni tanto mangi a casa tua. Questo è stato pranzo, cena o pranzo e cena fino ma quest'anno mondo covi d' che poi ha cambiato un po' anche tante abitudini e si vedrà quando ne usciremo come come Sanremo organizzati. Insomma, questo è un po' la grandi linee, la storia, il il la ristrutturazione della parte comune è stata una grossa scommessa perché è stato più facile ristrutturare gli spazi privati, anche perché negli spazi privati sono arrivati aiuti di famiglie, le varie famiglie, chi ha potuto la parte comune. Per molti anni abbiamo cercato finanziamenti senza trovarne il nessuno di noi era ricco, quindi era chiaro che dovevamo guadagnarci i soldi per ristrutturarla. E quindi poi creiamo una cooperativa. Alcuni soci dell'associazione entrarono e crearono questa nella cooperativa è sia persone che finanziarono all'inizio per partire e sia quelli che avevano idea m' se dovevamo guadagnare i soldi. La risorsa principale del posto al turismo, prima ancora che l'agricoltura è un'agricoltura. É molto difficile, completamente manuale. Sulle terrazze e quindi in cooperativa entrarono alcuni soci che finanziarono la partenza della cooperativa e altri che avevano l'idea di lavorare a tempo pieno nel settore turismo. Quindi oggi togli fatta da esiste ancora un'associazione che l'ha fondata che la sede comune, dove si fanno tutte le discussioni assieme ed è ancora proprietaria di metà paese, perché la parte condivisa, la carta condivisa. Questa parte condivisa è gestita da una cooperativa che da Quest'anno è diventata cooperativa sociale di comunità ed esiste una comunità residente che utilizza le case private, case che sono in parte per la è residenza e in parte sono anche seconde case perché alcuni dei soci che fondarono tori che la finanziarono, poi non si trasferirono. Quindi l'associazione fatta di soci, residenti e soci non residenti e della dinamica che si sviluppa tra per queste due mhm guardate un po' di cose ok, ne approfitto per questa cosa ti sei cambiato la luce, ti chiedo solo di spostarti qua se vado qua così non mi ribalto come sedia sono troppo vicino ma anche più verso la rete. Va bene, ok adesso ti chiedo di alcuni punti, poi però vai tranquillamente avanti. Se volevi dire altre cose su questa parte è una curiosità. Quindi i due partite da due fondatori loro sono tra quelli che vengono seconda casa sono proprio usciti dal progetto. Tieni conto che nei primi anni eh i soci fondatori di tori, proprio gli ideatori, è io sono arrivato qui ragazzino ventenne e ho visto un progetto molto bello che era iniziato da un anno di persone che stavano però già in un livello di conflitto molto alto tra di loro quindi sono entrata in un gruppo che aveva un'energia pazzesca perché era l'inizio di un sogno grandissimo, ma dei livelli conflittuali. Interni altissimi per Mme. Tutti i fondatori sono usciti nei primi anni. La coppia è anche la coppia ideatori sono usciti entro presso i primi tre anni. Abbiamo mantenuto dei buoni rapporti. Gianna abita a Ventimiglia le volte che ci si incontra pero' per lei è stata una storia probabilmente dolorosa perché anche se abitiamo vicini, eh, abbiamo mantenuto i rapporti col loro figlio che ha l'età del figlio grande di Lucille che viene spesso a vita. Trovare è però è Piero è il mancato. Non so se due o tre anni fa Piero era un grande visionario, infatti era la persona che ha avuto la visione e poi ha avuto bisogno di altri soci per il pragmatismo, per farla partire. Ma ha continuato a sognare progetti, ad aggregare persone in altre parti del Piemonte. E infatti due anni fa, quando é mancato, sono è venuto suo figlio, i suoi figli e e anche tanti giovani che continuavano a seguire i sogni di Piero. Abbiamo fatto una piccola cerimonia qua e invece tu hai detto che l'hai accennato, ma come sei arrivato qui in camera? E io sono arrivato nel novanta. Era appena nato. Era nato da un anno. Come sei finito qui? Raccontaci un pochino il tuo percorso qua il mio percorso è anche una storia buffa perché io ho ricevuto a casa un depliant di pubblicità di tori e stiamo parlando di anni in cui non c' erano internet email all'epoca era essenzialmente tutto un giro di torinesi. Chiesero mille indirizzi ai verdi di Milano e mille verdi di Genova per fare una pubblicità. Io non ero dei verdi, ma probabilmente avevo firmato qualche petizione e quindi mi arrivò a casa questo depliant che mi ricordo che è rimase sulla mia scrivania per un po' di tempo. Poi una mattina mi metto a mettere a posto in casa e prendo questa busta e la butto via. Mio fratello mi disse ai arrivato anche a te. Allora l'ho ripresa dalla spazzatura e l'ho aperta. E ho detto Ma sai che sembra interessante? Ho telefonato, mi sono informato, insomma. Poi dopo due tre giorni ho prenotato una settimana, quindi sono venuto come ospite. La prima volta che va a dormire si poteva dormire. Se mi chiedi come fosse possibile per quanto l'ho fatto anch'io negli anni successivi di ospitare gente in quelle condizioni. Eh, non so piu' spiegato, però significa rudere. Era un rudere con tre o quattro spazi usabili. Poi si affittavano delle case in paese, quindi c' era questa già micro attività turistica. Quindi Tori è nato con la ricezione, in realtà che serviva per fare un po' di cassa, per l'ufficio, ma anche per cercare soci, perché ogni sera ogni fine settimana si faceva il giro del paese. La presentazione del progetto si dicevano cose che potete somme. Era un modo per cercare soci che investissero anche nel progetto. Quindi sei arrivato qua e hai fatto una settimana. Ho fatto una settimana come ospite, poi mi hanno invitato a tornare a una festa d'autunno in settembre, dove c' erano due persone della comunità di Finn, then che ci fecero fare i giochi di find nelle danze. Insomma, organizzarono luogo il week end e quindi in quel momento ho scoperto un po' questo mondo delle altre comunità che esistevano in Europa. E poi mi hanno invitato ad andare a Torino perché nasceva l'idea di creare dei gruppi di volontari perché all'inizio di una gestione molto dei fondatori eh? E quindi? Ma in quel fine anni novanta si è iniziato a creare un'organizzazione di persone interessate che ci si dava i turni. Si veniva nei weekend per aprire perché non abitava nessuno. Quanto attore superiore e quindi poi iniziato di lì. Quindi tu hai messo hai messo Sono passati dieci anni dalla prima volta che sei venuta quando hai cominciato a sentirlo? Tuo o da subito? No, io penso Bella domanda. Da quando ho iniziato a sentire Thorne il mio posto per Non sai che non è facile rispondere? Perché non è neanche facile quando la gente chiede non perché sei venuto. Sono un po' cose che sono accadute, no, eh? Era un progetto molto coinvolgente in quel momento perché c' era molta energia. Quindi piano piano mi ha coinvolto, mi ha travolto. Non ci è voluto molto che eh fosse diventato no, il pensiero principale. E poi per un po' di anni, eh? Abitavo ancora in città con i miei e facevo qua dei periodi e nel mi sono trasferito. Ma eravamo veramente all'inizio in uno in due in tre le primissime Sì, sì, sì. Non siamo in qualche modo l'avete. Poi a livello abitativo, l'avete un po' rifondata voi, ma non per fare la roba dell'eco per capire proprio cosa è avvenuto. Ma diciamo che in del gruppo ideatore fin dal primo anno hanno provato a trasferirsi affittando delle case in paese. Cnn non si creò un grande spirito di comunità tra di loro, quindi erano un po' e e da quei primi tentativi di abitazione non è nato. Non è nata da lì la resistenza non sono stati i primi tentativi. Forse era troppo presto creare questo spirito che magari mancava cosa è stato a fare la differenza sufficiente caratteri oppure avete, ma sicuramente lavorare assieme perché poi i fondatori erano come la mia borraccia, come si è creato lo spirito di Tory. E immagino che la cosa principale siano stati i turni di lavoro insieme. Quindi noi che eravamo, diciamo il secondo gruppo che prendeva in gestione ed era eravamo più il gruppo dei fondatori. Quindi eravamo un gruppo piu' di pari e che organizzavamo insieme i turni di lavoro all'organizzazione del weekend. Poi l'organizzazione dell'estate e questa è stata la la la la è stata la scuola che ha fermato il gruppo. Quindi poi, insieme a tutti i primi che l'uscita è stata anche lei Lucilla era presente alla fondazione. Non era il gruppo di ideatori che ha portato alla fondazione del del Dell'associazione, ma era presente al momento della fondazione. Dei trenta soci che erano presenti al momento della fondazione ancora tre sono soci, gli altri sono usciti tutti. Ma questo enorme turnover si è avuto molto nei primissimi anni. Nei primissimi anni storia era veramente una pentola in ebollizione. Sei arrivato quando è arrivato qui L'uscita ce l'ha? Già si si si si lega già social e poi a un certo punto avete cominciato abitare. E quando è cominciato a essere un gruppo che viveva qui e com'è stato viverci all'inizio era come è stato vivere qua, vivere qui, eh? All'inizio di una grande sfida perché comunque era ancora un cumulo di macerie c' erano ricordo che nel eh mi capitava di rimanere da solo. Qui andava a dormire e iniziavo a pensare intorno a me ci son centosessanta stanze vuote e magari accendevo la luce. Poi mi svegliavo al mattino, però la luce era rimasto acceso. Era freddo, pioveva nelle case, eh, però in quella energia li andava tutto bene. È più strano per me guardarlo adesso abbiamo guardandolo adesso dico abbiamo fatto delle cose folli, ma nel momento in cui lo faceva era assolutamente normale. Era quello che c'era da fare. Hai capito? Ricordo di no. Dicevo questo Ricordo una volta un mio amico di Findim, Johnatan dos, che alla domanda è Mme perché che cos'è? Perché ragione l'avete fatto. E lui rispose Lo abbiamo fatto perché era da fare. Ci sono tante cose che prima le fai, no? E poi, dopo le reazioni a Lizzy ll elabori Ti rifai le domande? No, Ma a volte entri in dei turbini alchemici che un flusso che entri e funziona e io quindi non la ristrutturazione non è mai finita. È finita adesso no. Dunque ha ristrutturato il grande grande parte della ristrutturazione è finita. È stato un cantiere di anni proprio per il fatto che essenzialmente non abbiamo trovato questi finanziamenti. E quindi è stato un cantiere fatto come le storie Bikini? No, un pochino alla volta. Questo ha trasformato una parte degli abitanti in una squadra di muratori, elettricisti, idraulici, saldatori. È anche molto bella. And devo anche dire che il momento in cui è finita, che è stato il raggiungimento degli obiettivi, è stato un momento molto difficile lo lo avevamo teorizzato, avevamo iniziato a dire sapete che non sarà semplice. E poi dopo due o tre anni è arrivata. È arrivata una l a tutti gli effetti. Avevamo centrato gli obiettivi che ci eravamo dati e non è stato facile perché il gruppo che avevamo era chiaramente il gruppo giusto per raggiungere quegli obiettivi. Non aveva nulla di sbagliato, ma non era necessariamente il gruppo giusto per ricostruirne degli altri. Quindi non c'è stato alcun automatismo di ricreazione, di nuovi obiettivi. È stato un percorso che abbiamo scoperto, è difficile, non scontato che lungo. E siamo assolutamente ancora all'interno di questo percorso in questo momento, quindi oratoria, fatta e quindi e quindi inizia. Gli obiettivi iniziali erano ristrutturare e viverlo, ristrutturare, trasferirsi, creare una comunità appunto, residente. Creare un'economia per questa comunità e è avere un centro culturale aperto all'esterno rimanere legati al mondo dell'associazionismo del volontariato, dei diritti umani. No. E anche nei primi, nei primi statuti si parlava di si accennava al recupero della valle in sé, però quello gia' recupero del paese sembrava impossibile. Il recupero della valle all'epoca sembrava una boutade e quindi rifacciamo tutto il mondo. È chiaro che è finita la ristrutturazione e il la valle in cui abiti, invece è diventato il tema centrale gli amici che nel frattempo hai costruito intorno è tu sei anche un'attività economica intorno a te ci sono attività economiche, viviamo in valli che malgrado a livello teorico si parla dell'importanza dell'entroterra nell'entroterra cruciale, no per la E, eh, per il futuro. Ma nel livello pratico viviamo ancora lo spopolamento. In questi casi non non tanto di popolazione, ma di di attività. Quindi magari la gente viene abitare perché nell'entroterra le case costano meno che sulla costa, ma gli ultimi dagli ultimi ristoranti le ultime aziende agricole continuano a chiudere. E quindi noi viviamo assolutamente ancora in questo momento e quindi eh parte della nostra attenzione oggi è ok quello che abbiamo fatto a tornare insieme ad altri possiamo per ampliare il territorio per qual è la vocazione di queste valli oggi che erano balli è costruite e produttive nel medioevo, ma valli marginali nel mondo di oggi. Quindi dobbiamo solo guardare a quello che c' era hotch è da ricostruire completamente una nuova vocazione per entrare ed essere di nuovo pionieri in valle che vengono disabitate. Quindi questo è un po' l' attenzione di oggi? Certo, siamo qui. Qui siamo a ottanta metri sul livello del mare. Però la montagna mille e quattro quindi sembra un ambiente alpino. Ma ci sono i limoni e aranci la vocali. Quando penso alla valle pensi verso il mare verso su adesso su e abbiamo creato, anche se ammetto che al momento non è un enorme successo, perché ha un mare di guai economiche. Però siamo insieme ad altri soci fondatori di una rete di imprese. Le terre di confine e l'idea è ancora forte. Adesso vediamo se ci riusciamo con questo strumento. No, ma noi siamo invalidi. Confine. Lo siamo geograficamente perché sia la Val Roia, la Val Bevera. Sono valli che confinano anche la valle. Dolci acque, volendo, confinano con la Francia. Siamo zone di confine tra antico e moderno, una costa molto turistica e un entroterra abbandonata. Siamo all'interno della rete di confine. C' è una adesso siamo due cooperative sociali e una lavora con l'inserimento di persone svantaggiate. Quindi anche questo confine, confini linguistici, pensiamo incontro tra città e cultura di valle? No, che quindi questo è sicuramente uno dei terreni in cui ci stiamo sperimentando adesso, per esempio con la chiusura del covi d' che qua eravamo senza turismo è con l'ufficio con poco lavoro e fortunatamente quattro o cinque di noi eravamo in cassa integrazione perché siano soci della cooperativa. Siamo andati tutti a fare i volontari nelle serie dell'altra cooperativa sociale che è all'interno della rete di imprese no, che avevano problemi perché non avevano persone al lavoro. I ragazzi per della cooperativa non erano a casa. Le borse lavoro mandate dal comune erano a casa, quindi avevano questi orti e da questo sta nascendo una collaborazione di produzione. Sia per noi però siamo entrati nel loro modello di produzione che produce per una lista whatsapp di Ventimiglia, di duecentoventi famiglie che è anche un'idea fatta, realizzata da loro, ma nata da cene riunioni cui attori superiori dove insieme a questi che sono amici, si discuteva che cosa si potrebbe fare su Ventimiglia e loro che avevano già la cooperativa sociale, hanno si sono indirizzati verso produzione agricola e gruppo d'acquisto. Quindi insomma, ci sono cose che si stanno muovendo. Ci sono cose che si stanno muovendo a questo proposito, in parte mi hai già risposto, però è com'è andata appunto l'interazione con la gente di qua sia vento torre, ci vive qualcuno, anche che già era qui o arriva da fuori? Che fai? In generale? Come vi ha accolto la va'? Grazie, sì, Antonio è stata una famiglia, eh? Noi praticamente abbiamo potuto comprare tutto il paese. Sono rimaste una proprietà di una famiglia che ha ristrutturato insieme a noi. Non ci abitava prima ristrutturata insieme a noi e si è trasferita. E poi è rimasta ancora una proprietà di delle delle persone che poi sono diventate amiche che sono di Parigi, eredi di antichi abitanti. Per questa famiglia non è mai diventata socia dell'associazione, ma abbiamo avuto un buon rapporto di vicinato con i nostri figli che entravano e uscivano da casa loro. L'integrazione col paese è stata è una lunga conquista da parte di entrambi, perché inizialmente le persone editori hanno venduto le proprietà e poi forse si sono un po' spaventate, perché erano tutti fuori tutti. Foresti é grave e all'inizio è stato molto difficile. Ci è stata da sempre una famiglia del paese che gestiva il vecchio bar, che adesso ha chiuso, che ha creduto in questo progetto e ci ha aiutato. Quindi ci ha aiutato nelle trattative, nell'imparare a vivere nel paese, nel cercare di relazionarci, ma addirittura loro i primi anni erano in difficoltà ad aiutare noi che eravamo i foresti e sono stati molti anni per costruire un buon rapporto. Oggi, come sempre, ci può essere qualche singolo con cui non vai d'accordo, ma essenzialmente il paese ha accettato torri superiori e vengono volte a mangiare. Sono venuti su affari, matrimoni, compleanni, em c'è. Una buona collaborazione. Però è stato un percorso lungo un percorso lungo dove io di questo quando faccio i corsi ne parlo spesso del concetto che noi qui a tori siamo tutti cittadini. Quindi noi siamo entrati in una valle che l'italia non è l'australia, non rientri nell'entroterra nelle campagne, entri in zone abitate, quindi entri nel territorio di altri che e la e devi progettare un'integrazione. Non puoi far finta che accada. Le cose non accadono da no. Le dinamiche non curi sono generalmente involutivo. Devi mettere attenzione, però aggiungo che è non è detto che a volte, anche se hai un'intenzione di integrarsi in un posto ci riesci perché poi ti manca il linguaggio, ti manca la capacità di comunicare, è da noi. È successo qualcosa quando abbiamo iniziato i cantieri e gli orti, quindi c' erano argomenti di discussione. Quando facevi un orto si fermava la persona, ma non si fa così. Allora come posso venire da te? Ed è andato avanti con i nostri figli che andavano nella scuola del paese. Però non abbiamo mai fatto scuole, scuole e familiari. Poi una di noi ha chiesto il trasferimento, è diventata insegnante delle elementari nella scuola del paese. Quindi ci sono stati tanti passaggi fatti di cose semplici, mentre i primi tentativi di organizzare delle riunioni in paese per spiegare in perfetta buona volontà per spiegare chi siamo noi stiamo tutti tranquilli. Abbiamo un buon progetto, si può collaborare. Questa metodologia creava dei livelli di sfiducia altissimi, mentre i piccoli passi di cose semplici no anellino dove dopo anellino hanno costruito è una catena di relazioni con cui adesso sono tanti dei paesi con cui abbiamo un'ottima amicizia. Ma prima hai parlato di progettare, ti riferisci no permacultura, facilitazione, eccetera. Oppure, più in generale, voi avete sono stati importanti questi strumenti che anche voi voi insegnate dalla permacultura, appunto la facilitazione, eccetera eccetera. Oppure sono circostanziali. E è stato un percorso estinto al boss, allora per una cultura facilitazione a torri superiore. Non quando noi siamo nati non le conoscevamo, quindi le abbiamo incontrate dopo. Quindi dal punto di vista della permacultura, in parte il paese era già progettato e alcune cose non abbiamo piu' potuto cambiare. Forse oggi avremmo fatto alcune cose differenti, che però è stata una chiave di lettura importante per capire che cosa abbiamo fatto perché alcune cose funzionavano perché alcune cose non funzionavano. Come muoversi in futuro. Stessa cosa la facilitazione. Noi quando abbiamo incontrato la facilitazione avevamo già dieci anni di vita e avevamo vissuto già le crisi e i conflitti più potenti nei primissimi anni. Un po' per caparbietà, un po'. Per fortuna eravamo sopravvissuti, quindi attraverso la facilitazione che poi ha voluto aperto tutto un altro mondo per la facilitazione è una tecnica per prendere una decisione. Però dietro questa tecnica, cioè tutta la teoria del di cosa accade quando incontri l'altro e delle dinamiche che si sviluppano, etc. È questo ci ha fatto rileggere che cosa avevamo vissuto, che la oggi la utilizziamo la comunità, mentre l'associazione è rimasta con un suo statuto. Insomma dove prende le decisioni teoricamente a maggioranza, anche se poi per quando vediamo che ci sono delle minoranze importanti, si evita di votare sì, cercasi da tempo per arrivare Ah ah delle ampie maggioranze. Insomma in comunità utilizziamo il metodo del consenso per le decisioni importanti, perché se no saremmo a discutere su tutto. Tutta la giornata è però si sono strumenti fondamentali che noi non abbiamo avuto all'inizio mi chiedo stato in un minuto perché gli ho dato per scontato si sa che tu insomma qui è uno dei posti in cui la prima cultura è arrivata in Italia. Vuoi dirlo tu brevemente, poi rimandiamo all'approfondimento un'altra inter però diciamolo. Magari quindi, come come il l'incontro tra le torri, la prima cultura, anche un po', il ruolo che ha avuto torri, dunque torni. Ha avuto un ruolo importante per per l'entrata in Italia della prima cultura, così come lo ha avuto anche per almeno una parte del mondo della facilitazione. È perché sono entrambi cose che sono partite da corsi che abbiamo organizzato qua. Il punto di svolta è stato quando nel novantanove ci offrirono la segreteria europea della rete degli eco villaggi che era nata. Il Global Network era nata da pochi anni e in quegli anni quindi il nostro ufficio di tori era in collegamento con comunità in tutto il mondo e fu li' che dei colleghi Lucilla era la segretaria gen dei colleghi. Gli chiesero di approfittare della visibilità di questo ufficio in Italia per spingere no, per sulla sull'entrata della prima cultura in Italia. Noi organizzammo alcuni seminari chiamando insegnanti da fuori, alcune piccole presentazioni per preparare il terreno per un corso e poi organizziamo probabilmente il primo corso, il primo pdc che è stato fatto in Italia. A dire il vero forse ne erano già avvenuti, ma erano più circoscritti perché era un ambiente toscano di stranieri che vivono in Italia. Quindi si erano derivati dei costi del Pd in Italia, in tedesco e noi organizziamo questo corso. La fine corso Ricci edm ci propose di rimanere in contatto con lui per entrare, per continuare a fare formazione, per arrivare al diploma. E quindi iniziamo questo di questo percorso con l'accademia britannica e dopo i primi diplomati in Italia è nata l'accademia italiana. Per i primi anni Tori ha organizzato un corso all'anno e poi piano piano e c' erano sono nati talmente tanti corsi in Italia e noi siamo così decentrati che insomma noi poi abbiamo fatto un passo indietro. Sono tanti anni che noi organizziamo corsi di permacultura qualche volta mi chiamano e insegno qualche modulo è però si è nata dai primi cos'é editori. Stessa cosa un po' il quando lucilla, sempre nell'ufficio del gen, ha incontrato la facilitazione delle riunioni jang erano riunioni a volte internazionali, quindi c' era un enorme dispendio economico e anche di energia no, per fare incontrare persone per una settimana quella settimana doveva portare ma doveva funzionare, no? E quindi è lì che abbiamo incontrato tutto il mondo della facilitazione delle riunioni. E poi abbiamo invitato qua quelli che erano i facilitatori a fare i costi in Italia, aderire a tutta la scuola della bea Brics, delle del Pd Faq del suo istituto quante cose bene sento anche per fare troverete un po' di pubblicità in senso positivo Vuoi raccontare le attività ai corsi che fate adesso? Cosa? Tipo di attività, visto che ha detto non facciamo più i costi per una cultura eccetera? Invece che tipi di attività portate avanti in questo momento? Ehm quindi per per molti anni a Torino abbiamo organizzato tutta una serie di corsi che che noi chiamavamo i costi verso la transizione no, che ultimamente ospitiamo più corsi di altri rispetto a quelli tenuti da noi. Sam, perché è accaduto così? Perché poi sono anche passati trent'anni a volte non riesce a essere sempre a spingere e spingere e spingere. Eh si fanno mondo pre covi, da adesso vedremo quando si iniziano. Comunque è sempre rimasto. Il corso di facilitazione è alcuni corsi più pratici tipo saponi, creme fatte in casa, muretti a secco. E poi in realtà siamo diventati un posto che ospita il corsi degli altri. Però un programma importante che si svolge qua fuori è mme, è il programma clips della rete. In realtà è un programma che nasce all'interno della rete Jang, anche questo che è un'idea di un incubatore di comunità l'idea e quindi la formazione di forma tori che possono essere distribuiti sul territorio, che sono punti di riferimento dei gruppi che nascono sul territorio. È una ho un lavoro fatto con l'esperienza di più. Ecco villaggi della rete europea è alcuni di questi momenti di formazione in Italia li abbiamo organizzato a Torino, i covi d' li ha sospesi, ma dovrebbero riprendere è ultimamente abbiamo siamo entrati un po' nel mondo dei finanziamenti che non riuscivamo mai, quindi abbiamo iniziato anche noi a scrivere i programmi erasmus per giovani e ne abbiamo appena ventidue, quindi ci saranno nuovamente corsi è sia un aut in autunno che in primavera si' questi sono internazionali, eh ok, invece in prima linea prima prima avevi parlato della parte economica che è parte privata, parte comune che poi acquistato indica la parte comune è questa parte buone quindi con gli utili di corsie, di agricoltura editori. Insomma forse non hai detto bene allora, come funziona la parte la parte economica di tori ruota intorno a una cooperativa che fa accoglienza turistica e in parte il ristorante e in parte organizzazione di corsi per il. Questa è da sempre il volano economico, un po' di tutta la struttura. Perché poi ci sono sia persone di noi che lavorano nella cooperativa a tempo pieno, sia persone di noi che hanno messo in piedi attività loro, ma aiutate dal giro di turisti che eh che gira intorno alla cooperativa. Quindi chi produce olio, chi per anni ha fatto scuola di la scuola di yoga era più legata al territorio, ma poi c'è stato laboratori di ceramica che vendevano i turisti eccetera. Quindi oggi ancora ceh questa struttura ricettiva è, come dicevo prima, stiamo cercando di lanciare questa struttura ricettiva nel mondo dei gruppi. Un po' perché a noi piace. Siamo un gruppo, ma un po', perché c' è un immediato feeling. Lavoriamo molto bene i gruppi che vengono qua. In una struttura gestita da un gruppo si crea in poco da tempo un feeling e per noi è più facile lavorare per loro. Si sentono molto ben accolti. É un posto bello per tenere corsi seminali, le attività per i bambini che vengono non è un'attività organizzata. Tory. Dobbiamo capire che cosa succederà in futuro. Perché il mondo? Detesto questa parola del distanziamento sociale che secondo me c' è qualcosa che non torna perché un conto è distanziamento fisico, perché uno al virus ma distanziamento sociale con virus faccio fatica comunque in questo mondo che ha fatto sì che abbiamo tolto la stanza dei giochi adesso che eh, però Tori non è tanto un posto di tempo organizzato per le famiglie che vengono fa qua fare i loro corsi, ma è un posto dove la gente si incontra perché le sale in comune fa sì che poi la gente chiacchiera tra di loro, poi vanno al mare assieme e poi i bambini giocano assieme. Se hanno la stessa età, giocano coi nostri. Quindi è molto diverso da un centro vacanza dove, cioè il tempo organizzato per l'ospite è però spesso. In realtà accade che il livello di socialità è tutti trovano il proprio spazio che vuole è fare un soggiorno più individuale alla sua possibilità. Ma chi ha voglia di stare in mezzo agli altri è un posto sempre con tavole dove fermarsi a chiacchierare per conoscere troppe volte dei figli, quando sono più o meno i figli che vivono incirca. Parliamo di eh sì, una decina, per cui tra cui alcuni sono già usciti. Però sì, sono è tre ragazzi sono già usciti e il quarto in uscita. Adesso tutte persone che sono tornate a vivere in città, aiutate dalle famiglie, da noi perché siamo tutte persone che vengono dalla città. Quindi non abbiamo mai voluto demonizzare la città è bella, specialmente per i ventenni. La città da delle cose, è chiaro. Poi abbiamo tutti deciso di lasciarla. Quindi delle ragioni. Ci sono però il mondo dell'università e il mondo dei vent'anni in città e che è importante ancora è presto perché secondo me ancora è presto, ma poi trovi un posto piccolo é pur sempre la casa dei genitori. Non so se accadrà, fossimo comunità più grandi. Ho visto accadere questo no, è qua. C' è una come si può dire una compresenza? Anche una, una, una una vicinanza anche di spazi che proprio lei ha attaccato la casa dei genitori e quindi si vedrà. Però quello che è accaduto è che i ragazzi che sono cresciuti qui, per esempio adesso due vivono a Berlino, entrambi in una comunità differente, ma entrambi in una comunità all'interno della città. Comunque figli. Le dinamiche di famiglia Mi piacerebbe essere qua, ragazzi, secondo me secondo me sì, un mondo fino a che diventano adolescenti, poi diventa. Poi nasce anche la percezione di vivere in un paesino di provincia. E poi gli amici sono sulla costa, la scuola sulla costa e il cinema è una. E quindi visto che poi tutti noi abbiamo relazioni in città, loro sognano anche la città di Berlino per i tedeschi o Torino Genova per i miei è però l'infanzia qua le elementari e le medie sono, anzi spesso penso che le persone che hanno avuto di più di tutto quello che abbiamo fatto sono stati i figli. Quando per fortuna non capita spesso, ma se la famiglia va via è complicata la gestione eccetera. Che sai spesso accade che nascono problemi in quei momenti, come gestite le eventuali separazioni? Dunque quando una una famiglia esce da tori come cosa succede? Succede che storie è? Metà comune metà privato. Chi esce dalla parte comune non può chiaramente richiedere il portare via nulla. La parte privata la può mettere in vendita. Sono uscite famiglie che hanno mantenuto la casa, quindi vengono. Sono rimasti amici, ma hanno cambiato vita anche persone che sono hanno vissuto qua quindici anni. Però poi la vita cambia e e quindi qualcuno ha affittato la casa. Noi qualcuno la usa come seconda casa e ci sono persone che sono uscite, hanno messo in vendita la casa. Noi abbiamo quello che definiamo un accordo tra signori, una prelazione dell'associazione. Quindi le persone che escono possono decidere di vendere la casa, decidono il prezzo, però vendono l'associazione o ai suoi soci. Se le associazioni, i soci hanno i soldi per comprare, che succede sempre? È in ambito associativo che si inizia a cercare il nuovo acquirente. Perché quello che si trova in casa, magari qualche. Infatti il modello tori è un modello che è quello che siamo riusciti a fare, è quello che ha reso possibile. Quello che c' è adesso è non è necessariamente un modello giusto o sbagliato ha ha dei lati molto forti e ha delle criticità, eh? Chiaramente nel momento in cui esiste la proprietà privata e questo è un lato molto forte che dà solidità economica da una parte e anche l'intraprendenza del dell'individuo dall'alto da fragilità nel momento in cui uno esce in piu'. Che cosa succederà col cambio di generazione? E questa è una domanda aperta. Per alcuni versi penso che su questo fatto siamo più vicini a un villaggio che una comunità. La termine con villaggio alla fin fine ha un suo senso anche per questo no, una una parte è un una porta che si apre e non si sa dove si andrà. Si vedrà. Faccio ancora un po' di domande. Questa parte pratica prima ha detto la parte di una parte degli stipendi va comunque rientra nella ma è tipo una percentuale, un vastissimo obbligatorio. Uno potrebbe lavorare anche fuori o come regola dovete lavorare tutti, diciamo internamente. La struttura economica più o meno funziona in questo modo ognuno è responsabile del proprio stipendio. Qualcuno lavora in cooperativa ed è pagata a libro paga. Non tutti sia perché la cooperativa non potrebbe, ma anche perché non tutti ci sono persone delle comunità che hanno provato, ma poi sono uscite perché era troppo faticoso per alcuni lavorare a casa propria. Quindi non sapere mai quando sei al lavoro e quando sei tranquillo non tutti riescono a lavorare col turismo full-time dieci mesi all'anno. Poi ci sono persone che hanno si sono organizzate attività economiche legate alla Campania, le persone che sono qui a lavorare sulla costa. Il concetto è che gli stipendi sono privati pero'. Poi viene fatto un calcolo è uguale per tutti. Di qual è il nostro costo per vivere. Nelle che nelle stanze comuni, cioè secondo me uno sono come il condominio legna l'elettricità però in questo costo c' è anche il costo cibo ed è una quota in questo momento che è di duecento cinquantacinque euro ad adulto. È quindi ognuno al proprio stipendio, ma ognuno prende questi duecento cinquantacinque euro, li mette in una cassa comune. Questa cassa comune, alla fin fine rientra nei giri anche della cooperativa perché viene usata per comprare il cibo per tutti che e quindi vuol dire che tutta la comunità ah, i pasti, tutti i pasti e l'uso della struttura comune a prezzo di costo giusto al prezzo di costo. In più la comunità aggiunge del volontariato perché aveva a prezzo di costo. Vuol dire che c'è qualcuno che sta cucinando per te gratuitamente, no? E quindi aggiunge del volontariato, pulizia dei sentieri, spesa, lavare i piatti, un aiuto nelle pulizie, insomma. Queste da questa parte qua è chiaramente questo. Ha lasciato la libertà alle persone di scegliere se volevano una vita con più tempo libero e più fragilità economica o con un lavoro fisso come chi di noi era insegnante, chi lavora al bar a Ventimiglia e più sicurezza economica e non abbiamo dovuto affrontare insieme cosa era giusto, cosa era sbagliato, cosa è rotto l'ho picchiato per questo posto? No. E uno per un periodo non ha un lavoro come qualche forma di no, quello che succede, la forma di aiuto che succede al nostro interno, che le persone a volte rimangono indietro nel pagamento del contributo. Quindi è come se avessero un anticipo per tutti i pasti. Qua. Però poi le cose rientrano. Invece arriva alimentare è riuscito a essere autosufficiente, ma non siamo autosufficienti. Non è autosufficiente in nulla, ahimè. Però questo ahimè, ti dico una volta per me era un senso di sconfitta. Poi ho anche realizzato che la storia anche antica di questi posti noi viviamo in zone che il senso di queste zone erano le zone di confine erano insediamenti militari, erano insediamenti strategici, era vivere un confine, ma Ventimiglia importava grano in epoca romana, quindi il fatto che noi non siamo autosufficienti a un certo punto mi sono rilassato tantissimo. Eh ci sono altre zone d'italia che no, erano il cuore della produzione, no, il concetto che per vivere nel territorio deve riuscire a produrre sul luogo tutto quello che puoi. Quindi produciamo una parte del cibo, una parte dell'energia elettrica è mme. Tra le poche cose che vendiamo non quest'anno perché l'anno scorso era stato terribile, ma generalmente che produciamo e vendiamo e l'olio. Ci sono cinque seicento piante in produzione di residenti editori e gli orti non sono mai riusciti a coprire tutto il fabbisogno è da quest'anno. C' è anche questa cooperazione con l'altra cooperativa sociale, quindi da quest'anno. É una cosa interessante perché siamo all'interno di un sistema produttivo prima torio ha sempre messo in piedi dei sistemi più tra virgolette, comunitarie, familiari dove si cercava di produrre tutto. Adesso ci hanno dato in gestione due serie di zucchine. Vediamo solo zucchine, comunque con metodi appropriati e no, tutte. Non si fanno trattamenti di veleni, quindi l'ambiente in equilibrio è però è anche interessante, perché per la prima volta abbiamo una mentalità più produttiva. No? Anche in campo agricolo è chiaramente una parte le portiamo a casa e una parte di queste zucchine va in questa rete di vendita. In questo grosso gruppo d'acquisto cercate nuovi abitanti, non che che quali le difficili? Le possibilità stavo già dicendo difficoltà sulle possibilità di entrare a Tori oggi dipendono in primis dalla difficoltà di trovare ambienti, spazi disponibili perché le case sono tutte usate, opzionato, usate come prima casa o come seconda casa. È la percezione di una parte di noi che siamo sotto numero sia di chi lavora in Campania, che mi piacerebbe avere un numero, un po' più grosso, ma anche delle potenzialità che ha l'ufficio la struttura eh? Ho la bellezza di avere di nuovo persone che arrivano a quest'anno si è inserita Francesca con le due bambine e nuovamente avevamo con noi due bimbe piccole. Quindi perché noi e i nostri figli sono tutti cresciuti? Quindi l'idea di continuare ad avere tutte le generazioni qua. Quello penso che sia la numero uno che è sempre tutta la comunità sostiene, no, l'inserimento nuovamente di bambini. Quindi io penso che a tanti di noi piacerebbe ancora crescere, ma è molto difficile. Molto difficile. Prima hai parlato quando abbiamo finito di ristrutturare, finita una fase e ne inizia un'altra Adesso immagino che sia un processo appunto complessivo di profilo più a te personalmente. Che qual è il suo auspicio per il tuo prossimo futuro? Qui? Per il futuro di Torre, Come la famosa domanda Come ti vedi la cosa Vedi? Tranquilla, cinque anni o quello che vuoi. Hai un obiettivo? Oppure in questo momento a va più che bene. Così va benissimo. Si' che cosa io vedo da qui a cinque anni. Forse preferisco rispondere personalmente come progetto, perché è tutto un'elaborazione in cosa sono queste? È Mme Abbiamo davanti Veramente è un futuro incerto. Quindi no, ci sono tanti scenari possibili da molto brutti. Ha molto belli per Io vedo l'importanza di radicarsi di più. Il mio sogno dopo aver fatto una comunità. Qui è l'idea di avere un concetto di comunità, di lavoro o di lavoro per una comunità e quindi la partecipazione con con altri soggetti locali per creare degli ambienti di lavoro che quindi per creare un'economia ma un'economia dedicata alla comunità, eh? Che in questo momento esiste perché la la sostieni con il volontariato e con reti associative intorno? Perché le leggi dell'economia di oggi non te lo permetterebbero. Sarebbero solo economie fallimentari, no, se non sono altamente produttive. Questa è una parte l'altra è che ritornare ad essere un centro di formazione. Però su questo vorrei aggiungere che a un certo punto io ho visto quello che potevamo fare, lo abbiamo fatto, quindi sono entrato personalmente. Un po' in crisi nel fare il formatore perché vedo tutte le potenzialità che non sono riuscite, non che non abbiamo riuscito a sviluppare. Quindi quando parlo di un centro di formazione, oggi parlo di un qualcosa dove anche noi dentro siamo nuovamente studenti. Perché mi sembra che Tori ha realizzato un progetto. Io sono posso dirlo anche molto orgoglioso di quello che abbiamo fatto. È però sempre l'occhio critico di quello che non siamo riusciti a fare e penso che noi abbiamo fatto più del massimo di tutto quello che potevamo è però vedo che ci sono ancora tanti sviluppi futuri e penso che questi potranno avvenire se arrivano nuove competenze, nuove idee, nuove, economie, nuove sinergie giovani. È quindi mi piacerebbe un centro di formazione dove noi formiamo altro, altri per quello che abbiamo capito, ma altri formano noi per dove ci siamo fermati ultimamente sono tanti i progetti di recupero di borghi abbandonati più o meno veri, più o meno concreti. Fu una cosa che consigli, così come quando immagino che arriveranno persone o comunque lo incontro in giro per l'italia a gruppi di giovani dicono. Vogliamo recuperare un borgo abbandonati intanto che sei orgoglioso ovviamente il vostro percorso, ma diresti, fatelo, pulisce, guarda recuperare un borgo abbandonato, fate qualcos'altro come lei, come anche da somma, con tutte le tue competenze, i suoi percorsi, la vita è bella scelta. Certo, è più veloce mettere una giurata e che che che quello che ho imparato è che tutto si recupera, quindi non è importante da quanto sia rotto. Caduto un paese, a meno che non ci siano problemi di montagne franano di faglie però si recupera tutto. Quindi è importante che c' è un mondo che io non conosco perché il mondo è cambiato quando l'abbiamo fatto noi c' erano altre regole. Quindi nel mondo noi lo abbiamo fatto senza aiuti e con poca pressione dell'amministrazione intorno. Nel mondo del volontariato all' epoca si poteva fare un po' tutto. Oggi molte cose sono molto più regolate. Quindi è ci vuole anche qui formazione per capire come sta evolvendo. Quindi capire esattamente per esempio la legge del terzo settore no, da una parte ti regola, ma dall'altra parte apre delle possibilità che prima non c' erano quindi idealmente, direi è possibile farlo, eh? Ci vuole molto pragmatismo e molta formazione, perché sono degli sforzi talmente grossi che poi non possono essere portati via. Perché? Perché siamo stati non sono hiv nella struttura giuridica o nel nel lavoro sulle fondamenta o nello sbagliare il piano generale del riscaldamento di una casa no? Che però sì, è possibile, è tutto possibile? Assolutamente mhm, ma nessuno mi incuriosiva, penso le si inizia. Quindi vi è un progetto tossico. Sono importanti quanto le parole che si da quanto penso che ognuno porta, poi si' quanto più la voglio che valgono più le competenze o la voglia. Devo dirti che quando sono arrivato a Tory, la base sociale essenzialmente erano insegnanti e assistenti sociali. Quindi le competenze architettoniche, ma anche di manualità in agricoltura che sulle case erano pressoché inesistenti. Questo ha fatto sì che l'acquisizione di competenze sia stato un patrimonio di gruppo. Perché è arrivato? Non c' era il competente. Anzi, nei primi anni le persone che si sono posti come il competente sono state rifiutate dal gruppo e quindi poi era iniziato un percorso da zero di. Quindi la motivazione è forse più importante della competenza. Però la motivazione deve essere indirizzata verso la creazione di competenze. Se non ti muovi chiaramente perché siano giuridiche, economiche, manuali, capacità progettuali, il diciamo che una delle come si può dire la permacultura, una delle come se non mi viene la parola, ma la è uno degli obiettivi volevo usarne un'altra comunque uno degli obiettivi fondamentali di cui parla Holger Em eh fa diventare la capacità è di progettazione come capacità universale, così come lo sono il fare dei conti e parlare, lo scrivere no. Quindi l'idea che una società non evolverà più perché una persona dall'alto la sta progettando ma perché l'intera popolazione si forma, assume leadership e diventa progettista della propria vita. Però quando parti non ce l'hai è assolutamente normale questo ehm sta parlando uscire. Ma questo il modo che esce ma rimane nella casa, quindi viene meno dal mare che esatto e storie esiste i soci residenti e i soci non residenti. Ed esistono seconde case. Sam da una parte è controverso perché da una parte una limitazione alla crescita del gruppo dall'altra. Io penso che se noi siamo qua dopo anni e proprio perché esistevano anche i soci non residenti, perché sono stati è un'ancora di realtà e anche di crisi, di discussioni, la comunità è sempre stata obbligata ad affrontarsi anche con una parte di sé che era fuori. E secondo me questo ha evitato molte dinamiche di involuzione quando un gruppo perché se stiamo parlando di gruppi piccoli non no. In Italia molto spesso queste esperienze sono create da gruppi piccoli. In Italia è difficile creare, è difficile costruire un villaggio, è facile creare un borgo, ma è difficile trovare un borgo per tre quattrocento persone, no? Quindi sono tutte esperienze molto piccole e il rischio di involuzione delle dinamiche molto forte. Secondo me. Quindi questo stridere costante tra interno esterno, perché le necessità di un residente sono diverse dalle necessità di un non residente. Però i residenti sapevano che in alcuni momenti dell'anno ci si mette seduti a un tavolo e in quella riunione tutti hanno uguale diritto. E questo vuol dire che tu non puoi mai permetterti di staccare il rapporto con l'esterno, perché questo esterno ha diritto di decisioni su dove tu abiti una dinamica tosta, ma secondo me se noi siamo in piedi anche per questa dinamica, è un un bello spillone che ci ha tenuto stessa cosa i non residenti, la difficoltà di mantenere un rapporto, una visione. Quando poi gli altri costruiscono una quotidianità e tu vivi nel mondo della città e sei costantemente travolto da tutte le dinamiche del mondo della città, anche loro hanno avuto tutte le loro difficoltà. Però è immagino che una frizione che ha creato molta energia utile a noi da sola si' intendono andare era desideri di andare anche amici che hanno preso, magari no, anzi nato la scuola si' i ragazzi quando crescono è anno, sia amici che vogliono visitare sulla costa e anche qualche amico che vuole venire qua e in tori non è un posto da grandi o forse non lo è più da grandi feste, quindi i ragazzi che vogliono baracca è qualche volta organizzano le feste. Anche qua però non è il posto come il dio del bar che ha musica tutte le sere, no? Quindi questo attira molto ancora secondo me sulla costa. E poi ripeto, sulla costa non ci sono i genitori che é però c' è tutto un giro di amici e tra l'altro c' è un giro di amici che crescendo diventano anche volontari, quindi vengono qua a trovare i loro amici, ma poi si trovano a nei tuoi anni di pulizie o quest'anno a servire come aiutare a servire a tavola? No, è quindi c' è assolutamente ci sono tutti e due. Chiudiamo tutte le interviste cos'è per dell'italia che cambia. Non parlo del progetto nostro, ma il concetto puoi dire per me l'italia cambiare e poi quello che vuoi tu per me l'italia che cambia è quello che deve essere fatto adesso, perché i cambiamenti sono in atto. Quindi possiamo resistere caparbiamente o prenderne parte, eh? E da realizzare. Ma la visione delle cose magari non esiste ancora un piano completo di cosa sarà la società futura, ma tutti i passi da fare sono tutti molto chiari E quindi l'italia che cambia è fare un passo alla volta, ma voglio esempio di ripetere il soggetto tipo cosa? Che questa scuola scuola in questa scuola si fa. Sennò se non lo dite a me, lo faccio ripetere. Decidete voi. Io magari mi faccio delle domande e poi magari senza problemi decidete durante le registrazioni che puoi rispondere. Ok? Tra di noi rispondi tu tante mentre parlare magari che non vi parlate sopra mentre finisce uno poi comincia l'altro. Però decidete tranquillamente chi vuole rispondere comunque buono, se vi alternate così. Nel video ci sono tutte e due le voci. Solo un secondo. Un secondo. E sono da voi. Ehm perché è Valerio Donati Roberta Ricci Ricci per il sottopancia E come ruolo il sottopancia sarebbe il cognome. Cosa scriviamo? Come che i titoli di titolo che le si dà un nome e un cognome? Cosa? L'uomo Sei solo sei tipo, Ruolo della del progetto. Ricorda, Io metterei i titoli e il ruolo del progetto. Pedagogista. Psicologo. Ok, coordinatore pedagogico. Può essere del progetto? Può essere Ehmm È più breve piu' breve così comunque coordinatore pedagogico Educatori del progetto Ok, Coordinamento da cosa, scusa? Almeno quel coordinamento pedagogico coordinatore pedagogico referente attività di relazione del progetto. Ok, perfetto. E io partirei proprio dal dove siamo Mi scrivete il posto e dall'introduzione sembra gialla. Cosa? Cos'è dove siamo? Vai tu o vado io? Vai tu! Ma siamo nella campagna faentina. Pieve cessato E questa è la sede dell'associazione. Il telaio intrecci di idee che è andata a costituirsi per comprendere assorbire i progetti di zebra gialla è di relazione con l'animale e in particolare il progetto della soffitta di Bastian o che è un progetto educativo che ospita bambini dai ai anni che si propone come proposta educativa alternativa alla all'educazione scolastica tradizionale. Em volete passiamo alla scuola e con Non è una scuola come la prima associazione spiegato un po' Cosa succede? Vai tu però in questo vero allora intrecci, ripartiamo da qui, allora. I telai Intrecci di idee è un'associazione che ospita appunto queste attività educative con bambini con bambini nella fascia tre sei al giardino d'infanzia nella fascia dai sei ai quattordici in una sorta di scuola. Non siamo una scuola riconosciuta, non siamo una scuola paritaria, però i nostri bambini vivono le dimensioni educative che crediamo sia importante alla loro età. Non la vivono solo dal punto di vista di un insegnamento. È più tradizionale di una didattica che punti allo sviluppo di un pensiero, ma anche della persona in qualche modo a trecentosessanta gradi. Vivono e possono affrontare esperienze di lavoro pratico, la cura dell'orto, il lavoro con gli animali, ma anche attività artistiche, attività manuali più legate alla manualità fine. E affrontano anche chiaramente quello che è un insegnamento, una conoscenza delle materie. Chi tutti i bimbi affrontano nelle scuole, quindi italiano, matematica, storia, geografia e scienze. Quindi tutto quello che fa parte di un bagaglio necessario per affrontare poi i gradi successivi di insegnamento di istruzione. Se mi dai qualche numero, quanti sono i ragazzi? Bambini, ragazzi iscritti In questo momento i bambini iscritti sono una quarantina. Ne abbiamo al giardino d'infanzia, ne abbiamo una dozzina. Alla scuola a scuola sono divisi in vari anni abbiamo quattro bimbi nella prima classe, tre nella seconda ne abbiamo poi in quarta in quinta, in sesta classe. Ma noi non ci sono, non c'. È una differenziazione tra i primi cinque anni, quindi quello che serve alla scuola primaria e i successivi tre alla scuola media. Ma C' è un unico percorso che si snoda appunto su otto anni e quindi dopo la quinta classe, la sesta classe sono poi la settima e ottava. Ancora non abbiamo bambini di questa eta'. I più grandi in questo momento hanno iniziato la sesta classe è quando è nata è perché inutilmente, insomma gli altri seguirla sei sempre tu, allora il progetto è nato sei anni fa da un gruppo di genitori interessati a un'istruzione diversa un gruppo di genitori che si facevano domande che che cercavano qualcosa di diverso da quello che è la scuola statale o le scuole private offrono a questo gruppo di genitori che si sono poi uniti. Si è poi unito un gruppo di educatori che avevano competenze specifiche, che avevano una professionalità anche già acquisita e che si sono fatti carico dell'aspetto pedagogico del progetto. Inizialmente il progetto, come tutte le situazioni, ha vissuto una dimensione più spontanea, più informale. Poi pian piano si è strutturato fino a prendere appunto il nome della sua fitta Sebastiano, collegandosi a quello che è il protagonista della storia infinita di Micah Leland. Questo romanzo, appunto, di questo scrittore tedesco che vive un'avventura, una situazione di' di avventure nella soffitta della scuola, dove legge un libro che appunto ha trovato. I nostri bambini non leggono tanti libri, nel senso che noi a scuola costruiamo i libri, li costruiamo attraverso il racconto e attraverso il dettato e attraverso la scrittura che i bambini fanno. I loro quaderni sono i loro libri e pian piano imparano ad affrontare le varie materie o le varie esperienze che appunto vivono anche attraverso questa documentazione. Ma lo fanno anche attraverso lavori manuali fanno la maglia, fanno cucciolo, ricamano, costruiscono oggetti in legno, costruiscono oggetti modellando la cera o la l'argilla e quindi pian piano producono e creano situazioni ed esperienze, danno forma alle esperienze. E forse non non ho inteso bene la domanda mi sono dimenticato qualcosa? Ma no, no, no. Mi ha risposto sul fatto che c' è un gruppo di genitori che in parte ma era proprio una esigenza magari una cosa che mi interessava se c' è una esigenza da parte dei genitori di un'educazione diversa rispetto a quella che veniva proposta in parte. Ma se vuoi approfondire qualcosa su questo ehi, sono stata una dei genitori fondatori di questa scuola e come gruppo di genitori eravamo mossi dal bisogno di trovare un'alternativa a quello che la scuola tradizionale propone sia come possibilità per i bambini di vivere l'apprendimento attraverso l'esperienza è sia come possibilità di viverla a partire dal contatto con la natura e con gli animali, che per noi sono sempre stati un elemento importante nella crescita del bambino che nel conoscere, nel poterci avviare. In questa in questa avventura abbiamo avuto la fortuna, appunto, di aprirci. A affidare questo progetto a un'équipe di educatori che ci ha fatto apprezzare come uno dei valori assolutamente imprescindibili di un percorso di questo genere. È la capacità dell'adulto di essere consapevole del proprio gesto educativo e della capacità proprio di diventare figura di guida, ad esempio per i nostri bambini e come metodologia ispirate a educativo spiega uno dei modelli equilibrati certo, allora l'equipe formata da vari educatori che hanno appunto estrazioni diverse. Ma ci riconosciamo e ci uniamo in una visione comune che viene comunque mm-hm, elaborata e approfondita durante le nostre riunioni settimanali. Sicuramente abbiamo dei modelli di riferimento, abbiamo sicuramente la pedagogia di rosso e la pedagogia che ha espresso in qualche modo il romanticismo tedesco fino alla pedagogia steineriana pedologia che Rudolf Steiner la proposta elaborato all'inizio del secolo scorso. Ma non tralasciamo anche tutti quei quei contributi che ha portato che hanno portato le correnti della psicologia negli anni sessanta e settanta, soprattutto americana, senza con questo voler unire troppe cose e mescolare troppe visioni. Manteniamo una visione unitaria, ma crediamo anche in una forma di sintesi, di vari approcci, anche perché i tempi sono cambiati da quando gli studiosi e gli educatori che appunto ha citato prima sono vissuti e hanno espresso la loro la loro proposta. I tempi sono cambiati e crediamo che questi approcci vadano rielaborati, vadano fatti maturare rispetto a quelle che sono le esigenze del giorno. D'oggi em. Di solito le nostre storie guardano molte persone già consapevoli. Passatemi il termine, ma abbiamo anche un pubblico generalista che si approccia a nuovi temi in incuriosiva. Anche riguardo la spiegazione che mi faceva il non è una scuola, si diceva. Facevamo un passaggio legato al fatto che educazione parentale è possibile anche tutelata dalla Costituzione. Certo è come funziona. E poi del come come vi approcciate con la scuola pubblica? Diciamo allora la scelta di istruzione parentale, una scelta appunto, in qualche modo tutelata dalla Costituzione agli articoli trenta trentatré si dice che i genitori hanno il diritto dovere di assicurare un'istruzione ai propri figli e normalmente questo avviene attraverso una delega fatta allo Stato che propone giustamente in modo democratico delle realtà appunto, delle realtà statali. Ma questo anche non impedisce che si facciano scelte diverse. Esistono scuole private ed esiste anche la possibilità che i genitori si facciano carico improprio di un'istruzione da dare ai propri figli. Nel nostro caso se ne fanno carico attraverso un'altra delega che è fatta noi educatori che appunto ci assumiamo questa con responsabilità insieme a loro. Poi è tutti gli anni i genitori fanno la scelta di farm di far sostenere i bambini. Un esame di idoneità presso il circuito statale presso una scuola statale con cui noi abbiamo avviato da da sei anni, appunto un rapporto di di conoscenza e di scambio. Ehm abbiamo trovato molta disponibilità da parte del dirigente e degli insegnanti che abbiamo incontrato. Chiaramente ci sono differenze? Ci sono differenze di approccio, di metodo, ma questo non significa che non ci possa essere arricchimento. Quindi i nostri bambini dico nostri appunto, nel senso che noi li accompagniamo, entriamo con loro nella sede dell'esame e vivono questa esperienza. Magari un giorno ci potrà essere anche uno scambio più approfondito e più proficuo in qualche modo no, penso proprio questo è un altro aspetto sulla scuola. Scusatemi ma siamo anche l'articolo oltre il video. Dunque alcuni punti che approfondiscono andranno nel video, ma ci servono proprio dire al meglio è m' come funziona nel senso i genitori pagano la retta, cioè come può venire un bambino? Siamo un'associazione e ci fondiamo in questo momento esclusivamente su sul sostegno delle famiglie che aderiscono, che si sentono in qualche modo rispecchiate da questo progetto educativo. Quindi è loro ciascuna famiglia, me, la mia compresa in realtà paga una retta per ciascun figlio, diventando scusa devo dire una cosa diversa bisogna che ripeto da dove eravamo, nel senso che sarebbe per il video per l'articolo magari non serve per ma magari faccio ripetimelo come se stesse in video dopo eh siamo un'associazione un'associazione di promozione sociale in questo momento e siamo per questo la la la siamo un'associazione di promozione sociale. Il servizio che offriamo della soffitta di bastiana è riservato ai soci ed è un progetto che esclusivamente sulle spalle dei genitori viene in viene in qualche modo. Ma non è vero neanche questo, nel senso che ci pagano una quota che i genitori e i genitori pagano una quota si i genitori pagano una quota e non prendiamo altri tipi di sovvenzione. Stiamo cercando di muoverci rispetto alla possibilità di bandi, ma in questo momento la parte diciamo di sostegno economico e a carico dei genitori. Perfetto. M' interessa il discorso dei cibi e anche una cucina come i lavori. Magari ci colleghiamo con i lavori con l'orto, ma non possiamo farlo. Se vuoi possiamo dire che non lo possiamo fare, che è una vergogna che non lo possiamo fare in Italia. Qualcosa che purtroppo non nel senso che con lei se abbiamo necessità di non far traslare cio' che dall'orto che sia tutto ok allora tra i lavori della scuola c' è anche quello di curare un orto un'attività che impegna i bambini più grandi, i bambini appunto della scuola e non dell'asilo che tutti i giorni durante i mesi più caldi, mesi primaverili e autunnali e meno durante i mesi invernali però, appunto vanno, si recano nell'orto e quindi si occupano della cura delle piante esattamente come si recano nella stalla e si occupano della cura degli animali. Questo rapporto con la natura ci preme in modo particolare e attraverso questi rapporti vivono processi, vivono dimensioni che non finiscono, non si esauriscono in un tempo limitato a mano una consequenzialità e quindi imparano a lavorare il terreno, a seminare, a curare la pianta, a raccogliere i frutti che vorremmo anche assaggiare. Ma non possiamo. Per ragioni igieniche, noi abbiamo una cucina all'interno del del nostro, del nostro edificio, della nostra struttura, oggi una cucina abilitata. Chiaramente abbiamo contattato la Asl di riferimento per avere il permesso di produrre pasti, di manipolare il cibo, produrre pasti e servirlo ai bambini. Ci tenevamo molto ad avere questa questo servizio interno al nostro progetto e non affidarsi a qualcuno di esterno. Innanzitutto perché anche in questo i bambini vedono un inizio e una fine. Vedono che qualcuno in carne ed ossa si occupa di un aspetto così importante come la loro alimentazione quotidiana e lo vedono perché comunque, pur rimanendo fuori dalla cucina, possono rendersi conto di quello che succede. E poi perché crediamo che la cura nell'alimentazione soprattutto al giorno d'oggi sia doverosa. Noi forniamo un cibo totalmente biologico e, se possibile, un biologico di qualità. Abbiamo scelto una dieta vegetariana, non perché siamo una scuola vegetariana. Chiunque può venire aderire al nostro progetto, ma avendo anche famiglie con regimi alimentari particolari e comunque pensando che al giorno d'oggi in generale i bambini abbiano occasione di nutrirsi di prodotti animali a sufficienza per cinque pasti alla settimana. Proponiamo una dieta di questo tipo, una dieta mediterranea, fondamentalmente niente di di slegato dalla tradizione del nostro paese, anzi, forse ancora più radicato di quanto possa essere. Possono essere alcune abitudini al giorno d'oggi per cui i nostri bambini mangiano fondamentalmente cereali, legumi, verdure, frutta in varie forme, in vari modi. In genere mangiano con molto appetito, sono molto contenti di quello che si fa, imparano magari a conoscere cibi che non conoscevano. Pensiamo per esempio a qualche cereale come il miglio, che non è piu' o magari nelle nostre abitudini, ma che imparano apprezzare e nello stare insieme momenti del tavolo ci prendono tempo e siamo contenti di dedicare tempo. Questi momenti in questi momenti vivono una dimensione, secondo noi, anche di tranquillità e di sano rapporto col cibo. Per portargli a Di Maio ho parlato ieri, parlando abbondato. In questa intervista si è l' attività di relazione con gli animali. È appunto fondamentale è un'attività fondamentale all'interno del progetto. È perché abbiamo creduto, appunto, che questo possibilità di esperienza di contatto fosse un valore aggiunto nel percorso educativo dei bambini eh? Abbiamo in questa realtà, per quanto piccola sta ospitiamo due, due haas in l e una pecora e forse presto ne arriverà un'altra fare da compagnia due gatti e diversi polli, galline, galli a cui siamo tutti quanti legati affettivamente. I bambini particolarmente sentono questo legame affettivo e per loro quotidianamente, appunto, si spendano nelle attività di cura. Eh, ma gli animali sono anche occasione di scoperta di scoprire che il mondo può essere vissuto e visto in maniere diverse. E sono occasioni di per molti bambini, anche di scoprirsi capaci e e competenti nell'affrontare piccole attività insieme a loro è che sono compagni di viaggio, un po' diversi da noi, almeno per quel che riguarda il loro modo di di apparire nel mondo. Insomma la loro forma, il loro comportamento e allo stesso tempo hanno in realtà molti aspetti, soprattutto quelli emozionali che sono è vicini ai nostri. Quindi bambini sentono sicuramente questa somiglianza e allo stesso tempo questa diversità che arricchente nella relazione con lui e in per quanto ero curioso di capire una giornata tipo, cioè quando i bambini arrivano, ho visto anche delle aule prima di visitare ehm come si relaziona attività fuori e dentro. Mi ha ricordato una giornata allora, come dicevamo prima, ci sono due gruppi di bambini un gruppo giardino d'infanzia per i bimbi più piccoli e un gruppo a scuola. Entrambi i bambini arrivano all'incirca alle otto e mezza per i bambini della scuola. All'orario chiaramente ha un'importanza diversa. Devono essere puntuali in classe. I bambini più piccoli hanno un'elasticità di entrate, però la giornata inizia in entrambi i gruppi con l'accensione di una candela e un momento di incontro comune, un cerchio in cui ci si incontra, ci si saluta e magari si ha la possibilità di raccontare qualcosa, di ascoltare. Un racconto che tipicamente portato dal dagli educatori, dai maestri un incontro che è adeguato e proporzionato all'età degli ascoltatori, quindi, che cerca di rispondere anche a quelle che sono le esigenze del gruppo nel momento. Successivamente, per i bambini più piccoli, C' è un momento di gioco abbastanza libero, spontaneo, che in genere è legato anche a quelle che sono le modalità di gioco di ruolo tipico del appunto della prima infanzia. I bambini vivono in un ambiente che è il più familiare possibile. Hanno giocattoli molto semplici, molto essenziali, ma che in qualche modo possono aiutarli a farli rivivere. Un ambiente familiare giocano a papà e mamma, giocano a cucinare e giocano a stirare e quindi con oggetti molto semplici possono ripetere queste prove c'è poi un momento di merenda. Successivamente escono la giornata, si fa te, magari un po' più calda d'inverno e quindi se ha la possibilità di godere meglio dell'ambiente esterno stanno fuori, incontrano gli animali, possono a impegnarsi in qualche attività anche di cura, magari di qualche pianta o di gioco. Comunque all'esterno sempre con materiali con strumenti semplici. Ci sarà poi il pranzo e dopo pranzo un altro momento di attività, così altrettanto libera e spontanea o all'esterno all'interno a seconda anche di quelle che sono le esigenze dell'età e anche il clima, magari quello che permette il clima. Ehm, possono allontanarsi quando i genitori vengono a ritirarli tra le due e le due e mezza, quindi dopo un periodo di circa sei ore. Per i bambini della scuola, come diceva gli orari sono più strutturati, sono sempre di sei ore e quindi dopo il cerchio di entrate di come di benvenuto del mattino in cui spesso gli educatori portano appunto un racconto che possa focalizzare quello che è il tema o l'argomento la necessità del gruppo di quel di quel periodo di quel momento si affrontano le attività all'esterno, tipicamente appunto quelle degli animali o quella dell'orto o attività di tipo corporeo. Quindi esercizi di coordinazione di movimento gioco dagli dagli esercizi più semplici come saltare la corda a esperienze più complesse. Abbiamo un giardino che ce lo permette, ma possiamo anche per metterci una passeggiata fino al rivale del fiume. Per esempio cos'é che vuoi settimanalmente fanno anche i bimbi dell'asilo, successivamente ce la merenda e poi le attività. Invece entra in classe dove si affrontano le discipline più tradizionali e quindi si affronta un insegnamento di storia anziché di geografia anziché di grammatica. Sempre attraverso l'uso del racconto, il racconto, la trasmissione orale è il nostro canale, il nostro veicolo principale. Noi raccontiamo ai bambini quella che l'esperienza che ho l'uomo che l'umanità ha compiuto nel suo percorso e approfondiamo poi anche attraverso il dettato, attraverso componimenti che i bambini stessi fanno o attraverso invece un'elaborazione verbale o anche più teatrale. E arriviamo appunto a conoscere meglio quello che sono i contenuti di una materia, anziché tornare il pranzo che, come dicevo, prima prende comunque tempo e siamo contenti di dedicare tempo a un momento conviviale. E poi torniamo in classe. Quando non facciamo attività più didattica in senso tradizionale, affrontiamo sempre gli stessi temi, ma attraverso un'attività più manuale di manualità fine o artistica. E quindi può essere il lavoro fatto a maglia, il lavoro fatto al telaio, il lunch inetto, il ricamo di Modell aggio, la pittura ad acquarello o comunque qualcosa, il canto o comunque qualcosa che scaldi quel contenuto che diversamente rimarrebbe un pochino troppo astratto per un bambino che ha ancora bisogno di vivere la conoscenza del mondo e della storia dell'umanità in tutte le sue sfaccettature di quello che l'umanità ha prodotto come momento vero, ricco e bello sulla struttura dell'associazione la struttura fisica. Siamo in affitto. Ok, poi ci piacerebbe avere un'altra sede se vuole donare significa é una struttura. Ci piacerebbe avere una sì. Abbiamo cercato una casa in campagna che in qualche modo permettesse lo sviluppo del progetto, così come l'avevamo pensato e abbiamo trovato questa casa di campagna che ha degli spazi abbastanza grandi è per il momento ci stiamo numericamente, anche se siamo prossimi ad avere necessità probabilmente di spazi, un po' più ampi a una stalla è un fienile. Questo ci ci permette di avere appunto delle attività in esterna, anche anche nei momenti in cui magari sta piovendo in maniera, insomma, dove non ci va di stare sotto la pioggia è abbiamo un orto con un progetto di crowdfunding. Siamo riusciti ad aumentare lo spazio per gli animali in modo da permettere agli animali di stare meglio e anche a noi di poter stare con loro in maniera più appagante. E siamo in affitto così, cosa devo dire? Perché questo? Perché questo possiamo permetterci, ma vorremmo che rispecchi di piu' il senso di questo progetto. Ci piacerebbe poter essere più curati anche in questo aspetto che c'e' anche l'aspetto architettonico nel senso più ampio del termine, non solo di architettura dell'edificio, ma di digestione dello spazio, sia determinanti per l'aspetto, per per la valenza educativa, per il valore educativo che può portare i bambini vivono la dimensione dello spazio. Innanzitutto lo spazio non è solamente la geografia che studiamo, è proprio come ci poniamo col corpo e come costruiamo le relazioni. Quindi tutto questo va a contribuire a creare un senso di identità, un senso di relazione è anche una visione del futuro. Quindi crediamo che l'architettura degli spazi abbia un valore enorme. E per nel nostro piccolo cerchiamo di utilizzare materiali i più sani, più naturali possibili. Ma vorremmo comunque ci piacerebbe. Sogniamo anche una scuola organizzati diversamente o pensate proprio con forme diverse? Crediamo che tutto questo abbia un senso e un valore. Per quanto riguarda l'attività dell'associazione fa solo questo. L'associazione fa anche altro, signor credibile per allora, cosa potremmo dire al riguardo? Uscite, abbracciarla e dico qualcosa riguardo questo L'associazione si occupa di attività educative in sentiamo dell'associazione gialla il telaio Perché zebra Zale è diventato i progetti di zebra gialla sono confluiti nel telaio. Si, si è un po' complicato e adesso ci conoscono tutti come zebra gialla, per cui anche al convegno siamo stati nominati tante volte come zebra. Che confusione! No, figurati l'associazione il telaio è un'associazione che si propone di come posso dirla. Valerio questo non so che a fini educativi di latte di Latour che il il progetto educativo è nato all'interno dell'associazione zebra gialla che aveva una connotazione particolare relativa agli interventi con gli animali e le attività con gli animali nel tempo, anche attraverso questo progetto, ma non solo anche per un'elaborazione che è stata fatta all'interno dell'equipe all'interno del gruppo dirigente. Ma anche per una giusta mi viene da dire successione di cose. Ci si è aperti sempre di più verso attività educative nel senso più ampio del termine, quindi ci si arricchiti anche di altre possibilità, ma si sono mantenute tutte le attività legate agli animali. Si è anche anche implementato qualcosa nel momento in cui abbiamo avuto a disposizione uno spazio di questo genere che prima non c' era anche, appunto una stalla, il terreno nuovo che abbiamo preso in affitto, ma al tempo stesso anche tutto quello che ci può portare verso un incontro nei confronti delle scuole di altre realtà simili alla nostra, di realtà impegnate nel sociale in generale. In particolare, ci piacerebbe approfondire anche tematiche legate al al tema dell'inclusione e della disabilità, come si dice al giorno d'oggi sono espressione che nelle quali non mi ritrovo pienamente, ma usiamo queste per capirci. Fondamentalmente noi crediamo all'incontro e alla relazione con chiunque qualsiasi forma, colore, età abbia e quindi il telaio è un'associazione che si apre. Ha prospettive diverse ma fondamentalmente legate a una visione educativa, all'incontro con l'altro come occasione di crescita. Qualcosa che non ti dico. Due cose sugli interventi assistiti. Grazie Debra Gialla ancor prima che accogliere appunto il progetto educativo la soffitta di Bastian o si occupava di interventi assistiti con gli animali. Un tempo li chiamavamo semplicemente attività di relazione. Perché la parola per terapia sempre innescato varie qualche incomprensione? Mettiamola così e perché crediamo in realtà in un'attività di relazione che è fatta in una maniera naturale, assolutamente non impositiva nei confronti degli animali e che però può essere accompagnata, anzi deve essere secondo noi accompagnata da una buona progettualità. E quindi rientriamo a tutti gli effetti in quello che adesso è il mondo degli interventi assistiti e abbiamo esperienza con anziani, disabili, con progetti nelle scuole e quindi siamo in realtà aperti a tutte queste possibilità sul territorio di Faenza, di Ravenna, Forlì, in altre cose che magari mitigato vuoi dire che animali ci sono? Le prove che abbiamo, che lavoriamo anche con i cani non l'ho detto se vuoi aggiungerlo proprio come fece sì che cosa posso. Cosa posso dire? Che oltre a così, oltre agli animali che abbiamo qui nella sede di Pieve cessato, lavoriamo nei progetti con con gli anziani nelle scuole, con i disabili, anche con i nostri cani. Ha lavorato anche con gli anziani? Si, che fate con lui? Progetti di Sisi, interventi assistiti con gli animali. Quindi ci rechiamo nei centri diurni, nei centri residenziali, ma anche con progetti individuali. È all'interno dei quali si va a cercare un beneficio, un benessere per la persona attraverso un'attività di relazione con l'animale Avete mai fatto cose anziani e bambini insieme? Eh? Tantissimi anni fa in una fattoria da mia nonna? Si, ti aggiungo una cosa se posso il di nuovo sull'onda di di una richiesta. Cerchiamo di rispondere quando ci vengono fatte domande, non dare risposte e se le domande non ci vengono fatte, ma proprio anche sull'onda di una richiesta che è nata ultimamente da alcuni genitori che hanno frequentato, che hanno bambini che frequentano la nostra associazione ma anche di altri genitori conosciuti in altre occasioni perché in qualche modo come professionisti abbiamo altri luoghi in cui lavoriamo. Stiamo pensando di proporre gruppi di mutuo aiuto, gruppi di confronto tra i genitori in cui, soprattutto se ci sono problematiche legate alla preadolescenza all'adolescenza, possano portare il proprio vissuto, possono portare le proprie le proprie criticità, i propri dubbi con la guida, con la facilitazione magari di uno di noi, di un esperto di un professionista, ma comunque portando un'esperienza che crediamo sia arricchente nel momento in cui si confronta con quella di altri genitori l'equipe ed educativa mi sono venute in mente delle altre cose sai eh, non è sulla formazione ci occupiamo però vorrei che lo dicessi tu, nel senso che secondo me l'ha proposto ci occupiamo anche di formazione, appunto. Come professionisti abbiamo estrazioni diverse, abbiamo persone che si occupano appunto di interventi assistiti con gli animali, abbiamo psicologi, educatori, pedagogisti e quindi la formazione per noi è un un tassello fondamentale del nostro percorso e anche della proposta che facciamo all'esterno ehm compiamo percorsi formativi anche all'interno delle equipe in questo momento di equipe composta da nove persone che hanno fatto, come dicevo prima, i percorsi diversi ma che si riconoscono in questo momento nel modello educativo della soffitta. Sebastiano formazione per noi non è solamente conoscenza teorica, è innanzitutto esperienza, é messa in discussione. Crediamo che l'educatore sia innanzitutto debba porre innanzitutto se stesso come strumento della propria azione educativa, formazione, anche esperienza di relazione ed esperienza artistica artistica nel senso più ampio del termine non è arte, non è solamente dipingere o modellare o scolpire arte sempre più deve diventare incontro con l'altro messa in relazione nell'incontro e nel dialogo con l'altro. E quindi per noi formazione anche questo cerchiamo di proporre anche occasioni formative verso aperte, all'esterno verso professionisti, verso i genitori, verso chiunque sia interessato attraverso esperienze pratiche, attraverso anche la proposta del nostro modello pedagogico. Mi è venuta in mente una cosa sì, le famiglie che partecipano al progetto educativo alla soffitta di Bassiano sono chiamate a ad entrare in una dimensione di gruppo è che è una grandissima occasione di crescita che al giorno d'oggi non è così semplice fare coniugare con le proprie giornate e dove ciascuno deve in qualche modo portare le proprie istanze, ma in una dimensione di ascolto delle altre e trovare una una modalità congiunta di procedere. Quindi è un grande, grande, grande opportunità per l'appunto l'altra, cosa che mi era venuta da non so è una delle domande che ci fanno più frequentemente che approccio alla scuola è quando poi il bambino, un ragazzo si inserisce in un percorso tradizionale, cosa succede a raccontare che è viva? È l'esperienza vissuta personalmente di mia figlia che è entrata lo scorso anno in prima media. È una scelta che abbiamo fatto insieme agli educatori, dove come famiglia siamo stati appunto sempre sostenuti da questo confronto che abbiamo potuto avere con tutta l'equipe educativa è e a cui siamo giunti fondamentalmente per l'unica ragione per perché mia figlia era l'unica della che sarebbe entrata in sesta classe. Quindi una scelta legata a questo fattore è ha mostrato quello di cui eravamo un po' già convinti in realtà, nel senso che lei si è trovata nella capacità di affrontare la situazione nella con con delle assolute buone competenze e delle si é messa tranquillamente al pari degli altri, senza difficoltà su questo fronte, ma ha trovato una povertà di quello che è il contenuto che spesso viene proposto. É una difficoltà di trovare, di entrare in relazione in maniera profonda con con con gli insegnanti, con un riferimento adulto che viene proposto. Non so se ti serve questa. Per me è importante dire che volevo sapere Sì, sì, perché non avete anticipato? No, io le domande che il numero delle equipe educative maledetta prima e che un'integrazione tra famiglie é merito adesso? Non abbiamo detto che le famiglie devono lavorare un po', non solo pagano, ma vengono e fanno del lavoro pratico è per le famiglie, oltre che sostenere, diciamo da un punto di vista economico, il progetto educativo. Sono chiamate, ovviamente organizzandosi, quindi con con un tentativo di accordarsi con le esigenze delle singole famiglie. Sono chiamate ad aiutare in tutti quelli che sono i lavori necessari alla manutenzione della scuola. Ha la preparazione degli spazi, quindi perché in base al gruppo dei bambini che andiamo ad accogliere le esigenze si possono modificare così per gli animali. E tutto questo ha un un grosso è una grande opportunità e anche un grande impegno per le famiglie. E dove? Come rispondono alle famiglie che che scusa tutto questo non solo perché abbiamo bisogno delle nostre risorse economiche. Sono piuttosto scarse, appunto, ma anche perché crediamo nella partecipazione. Uno dei punti chiave della chiave del progetto è il senso di partecipazione. Costruiamo una piccola comunità, non abbiamo chissà quali pretese, ma come piccola comunità ognuno di noi deve mettersi in gioco e dare qualcosa del suo, come diceva Roberta rinunciare un pochino alle proprie aspettative, non rinunciare completamente, ma al tempo stesso accogliere quelle degli altri e in questo senso anche lavorare insieme, lavorare insieme anche nell'esperienza pratica. Intanto vi faccio un'ultima per la luce che sta andando e noi concludiamo le nostre interviste sempre con chiedendo perché ho sempre voi l'italia che cambia ovviamente non il nostro progetto, ma proprio il concetto cosa ti ispira? Molto libera per me l'italia che cambia e non volete per me l'italia che cambia è la costruzione di gruppi in cui le persone si possono incontrare gruppi in cui appunto la partecipazione sia i una delle chiavi fondamentali in cui si possa lasciare qualcosa di se' per arricchirsi di qualcosa che porta a qualcun altro. Ferme l'italia che cambia n un'italia che impara ad avere consapevolezza e attenzione a alle alle proprie azioni e anche attenzione a all'aspetto del sentire. In questo gli animali sono davvero maestri e ci possono portare su questo cammino. Volete aggiungere qualcos'altro registrata perché questo lo invidio così abbiamo la luce se c'e' qualcos'altro che volete aggiungere, io sì, sì, noi qui facciamo educazione l'educazione non ha fine diverso a seconda della realtà che nasce e che si crea l'educazione ha il senso e al fine di dare uno spazio ai bambini affinché possano diventare loro stessi e quindi non siamo noi che decidiamo cosa devo devono diventare. Sono loro che decidono. Noi dobbiamo solamente creare la situazione, solamente creare l'occasione in questo senso l'italia che cambia anche eh? Dare l'opportunità alle persone di diventare responsabili. Noi speriamo, ma lo sceglieranno loro. Che i nostri bambini possano diventare adulti responsabili, possano diventare adulti liberi, possono diventare adulti consapevoli. Perfetto. Grazie, grazie, grazie, grazie. è due cose, quantomeno la Camera. Ok, Intanto volevo scrivere, procedere come se la camera poi lo togliamo, le domande dal montaggio è certo che si riesce a farmi la domanda. Permette a dire il nome il cognome? Giuseppe Savino Savino Savino, come vuole il presidente di WhatsApp, fondatore di WhatsApp. Ok, a partire proprio dal generale Cos'è. Prego si' WhatsApp è un invito ad andare a zappare quello che mi faceva mio padre quando mio padre io sono figlio di agricoltori, mi chiedeva Aspettate, la Whatsapp è un invito ad andare, anzi sono entrato in un locale scusa si'? No, no, certo che no. WhatsApp è un invito ad andare a zappare. É un po' quello che mi diceva mio padre. Io sono figlio di contadini, quelle volte in cui gli proponevo un'idea nuova per cambiare il mondo, dell'agricoltura anche per un po' dargli dignità, visto che lui ha sempre lavorato e ho avuto poca dignità nel suo lavoro. Abbiamo fatto di questo termine che di solito dispregiativo vai a zappare un po'. Come dire ai figli che hanno idee metti i piedi per terra perché è vietato sognare. A volte i genitori tendono a tarpare le ali perché vogliono la sicurezza per i propri figli. Però poi i figli decidono cosa fare da grandi. I genitori vorrebbero che invecchia, avessero tranquilli i figli, vogliono invecchiare, forse felici. E io sono uno di questi figli che appunto ha quel termine. WhatsApp ci ha creato un percorso fatto ormai portato avanti da sedici giovani in una piccola casa di campagna, dove io dico sempre facciamo grandi sogni. Perché questi grandi sogni? Perché ogni territorio ha bisogno che nascano delle idee dal basso, che possano cambiare le cose. Difficilmente l'lte individua i problemi reali e quindi il basso puo' fare qualcosa. Noi ci riuniamo in questa mia azienda agricola, in una piccola casa per studiare il mondo dell'agricoltura e per creare percorsi di relazione. L'agricoltura cambia nel momento in cui i confinanti entrano in relazione. Che cosa abbiamo inventato? Abbiamo inventato appunto questi percorsi format. Li chiamiamo per essere un po' piu' fighi in realtà sono percorsi per incontrare le persone. Andiamo nelle case degli agricoltori, gli chiediamo di aprire le porte, di imitare i confinanti. Noi siamo figure professionali diverse, siamo in grado di aiutare L'agricoltore ad arredare casa. Abbiamo architetti, designer, fotografi, videomaker, docenti universitari. È social media, quindi siamo in grado di aiutare ad arredare casa, ma anche di aiutarlo a comunicare la bellezza di Quell'incontro. Andiamo incontro agli agricoltori anche nel loro tempo. Gli agricoltori sono sempre chiamati stati chiamati a raccolta, mai chiamati ad accogliere. Accogliere significa aprire le porte e incontrare i confinanti nell'unico momento libero che loro hanno che la sera, la sera alla fine della giornata possono incontrarsi e stare insieme. Noi facilitiamo questo incontro. Ogni contadino her accoglie venti agricoltori in un cerchio per la prima volta. Loro sono al centro e possono parlare. Di solito sono in assemblee. Parla qualcun altro. Questa è la novità, è parlando. Li aiutiamo a conoscersi e sembra un paradosso, ma in realtà è così. È un facilitatore che crea delle coppie a caso. Hanno dieci minuti di tempo per parlarsi. Un po' come una sorta di speed date. Ehm cioè chi ti aiuta a fidanzarti? C'è chi ti aiuta a creare relazioni positive perché fanno bene l'agricoltura dopo questi dieci minuti di tempo, rientrando nel cerchio, ognuno racconta la storia Dell' Ltro che cosa scopriamo? È qui la novità che forse i confinanti non si sono mai detti quello che fanno veramente per cultura o anche per diffidenza e scopriamo che la cooperazione non può sostanzialmente avvenire laddove non c' è relazione. E quindi diciamo poi a chi decide di finanziare la cooperazione di finanziare le reti di impresa. Guardate che il fallimento elevato di questa percorsi è dovuto al fatto che tra confinanti non si non ci si conosce e quindi cerchiamo di stimolare la relazione creando percorsi nuovi di filiera che appunto chiamiamo filiera colta, appunto. Perché laddove entra cultura, fiducia, le aziende cambiano perché iniziano a collaborare, a creare percorsi collaborativi è laddove invece ceh individualismo difficilmente quei finanziamenti avranno successo. L'idea è di far sì che gli agricoltori si mettano insieme per sogni. Si sogna insieme quando c' è una base di relazione, di fiducia e non per soldi. Quando arrivano i soldi. Un modo per stare insieme lo si trova sempre, ma manca il sogno. Le contadine ormai hanno varcato come i confini provinciali. A Foggia abbiamo fatto la più grande operazione di ascolto in un anno e mezzo. Venti cene con quattrocento agricoltori, venti percento è da questo percorso abbiamo visto nascere cooperative, abbiamo visto nascere percorsi insieme tra le persone, vanno insieme a fare una fiera. È inutile andare ognuno con il proprio furgone. Abbiamo visto nascere relazioni buone e siamo in grado grazie alla all'università di foggia, che ha come dire studiato i dati perché l'altra cosa interessante, raccogliamo unita, ascoltandoli abbiamo anche sappiamo come stanno realmente le aziende in quel momento in cui la incontriamo. Immagino sarebbe interessante per chi lavora, per aiutare le aziende agricole avere questi dati in maniera sistemica. Immaginiamo di avere un ascolto in tutta italia per fare le politiche mirate a i problemi che loro hanno, che sono diversi, che molte volte non eh non incontrano la la realtà o meglio la realtà, o meglio il il coinvolgimento di chi prende le decisioni che prende le decisioni in una stanza e loro sono invece da un'altra parte un minuto che cosa è caduto? Il microfono? No, no, mi muove l'ultimo secondo no, non ho messo male. Ok, siccome struscia sulla camicia no, no, ottimo. Si poggia il partito da Foggia. Adesso si espandendo? Sì, sì, siamo partiti da Foggia. Abbiamo fatto questa operazione di ascolto durata un anno e mezzo, ho incontrato più di quattrocento agricoltori e dallo studio di questo percorso poi sono altri altri format. Non ci fermiamo solo all'incontro, incontriamo e ascoltiamo i loro bisogni. Uno di questi è sicuramente quello che i piccoli agricoltori non riescono ad incontrare facilmente coloro che potrebbero acquistare i loro prodotti e anche li studiamo format per aiutarli. Ci siamo inventati in fiera a Foggia, al primo gala dei contadini. La parola gala non è mai stata affiancata al nome contadino perché una è dignitosa, l'altra dispregiativa e abbiamo fatto incontrare in una fiera che era famosa roccia per le macchine agricole l'abbiamo fatta diventare una fiera di relazioni in ogni cerchio dove ci sono i venti contadini, di solito nelle contadine l'abbiamo messo dieci contadini e dieci albergatori, ristoratori, chef. Siamo in una provincia, quella di Foggia, che ha un forte turismo estivo, tre milioni sul Gargano d'estate abbiamo fatto incontrare contadini e figure del turismo che in un evento di networking unico in Italia più di quattrocento persone hanno partecipato, ha generato percorsi di disintermediazione, è l'incontro tra due mondi che di solito non hanno tempo di incontrarsi le contadine. Stiamo adesso abbiamo iniziato a diffonderle in tutte le altre province pugliesi grazie a un bando, perché abbiamo bisogno anche qui di sostenere i percorsi, perché quello che facciamo è mettere a valore il talento di tanti giovani che lavorano durante una serata per far uscire e per facilitare le relazioni e far uscire le storie dei contadini. Siamo una realtà di present anza, appunto. Presentiamo le persone che lavorano la terra. Siamo stati adesso nelle altre province pugliesi, abbiamo attivato il percorso dove abbiamo fatto cene zero per ogni provincia. Le chiamiamo così. Sono le cene dove incontriamo le venti aziende che a loro volta apriranno le porte ai venti agricoltori confinanti. E ci stiamo preparando anche qui per andare a fare venti scene in ogni provincia, per fare un'operazione di ascolto unica. E speriamo di tirar fuori tante di quelle novità che possano aiutare il mondo agricolo ad evolversi e ad andare incontro sempre di più a relazioni più concrete. Perfetto del gruppo di di persone. Sì sedici sedici e come avete fatto? Avrebbe insostenibile. Per cominciare hanno bisogno assolutamente. Siamo sedici professionisti, ognuno di noi ha un lavoro. Però l'idea è quella di portare uno di noi a dare sempre di più a questo percorso, che appunto è un progetto di innovazione sociale. Siamo nati con una un'associazione di promozione sociale, ma a un certo punto ci siamo resi conto che per ampliare l'impatto avevamo bisogno di insostenibilità. Abbiamo creato una cooperativa che è una cooperativa a responsabilità limitata. É dove con i nostri format che sono registrati e unici, riusciamo ad aiutare chi ha bisogno di entrare nel mondo agricolo per fare impatto. Abbiamo collaborazioni con il ministero della Dell'agricoltura, crea Ismea le regioni quindi siamo in grado di fare per loro eventi dove loro riescono a trasferire più facilmente le informazioni. Perché abbiamo la base che come dire, partecipa e noi riusciamo a trarre nuovi studi. AppleM diciamo a studiare meglio il settore e quindi in un classico win-win dove praticamente l'istituzione si avvicina alla base é la base crea una fiducia diversa la restituzione. Come? Beh, in parte mi hai risposto. Vediamo come ti è come venuto in mente stavate una mancanza di comunicazione. Allora qual è stata il mondo agricolo? È un mondo isolato, individualista. È un mondo dove chi fa da sé non fa per te, per chi fa da sé, fa per tre. Noi abbiamo coniato un altro termine e abbiamo detto Chi fa da sé non fa per te, perché è il problema dei territori, dello spopolamento dell'abbandono delle aree interne è un problema di mancanza di relazioni. Laddove si sta insieme nella difficoltà si vince, si supera il problema. Laddove invece impara individualismo, si è costretti ad abbandonare la terra e quindi io sono figlio di agricoltori. Mio padre ha sempre lavorato e sofferto questo lavoro. Sono tra quei figli che vengono cacciati. Il sogno di mio padre era il posto fisso. In realtà l'ho preso anche un posto fisso. Per anni ho lavorato con gli elicotteri, occupava dell'addestramento dei piloti, ma il mio sogno era ridare dignità al suo lavoro, ma al lavoro di morte e non volevo abbandonare la terra e quindi con loro grande dispiacere. Nei primi mesi mi sono licenziato. La responsabilità personale mi ha richiamato tre volte perché pensava che stessi un po' male fare questa nel chiedergli le dimissioni a Foggia. Ma io avevo questo sogno è quello di creare un percorso nuovo in agricoltura, partendo da quello che manca al mondo agricolo la fiducia nell'altro e quindi le relazioni. E quindi sappiamo che man mano che andiamo avanti, che l'agricoltura cambierà, o meglio resterà, come dire, si evolverà e fare in modo che le persone non abbandonano nella misura in cui sarà sarà in grado di fare, di farsi forza, come dire con coloro che sono vicini nelle relazioni e quindi questo pensiamo essere come dire una via d'uscita all'agricoltura che adesso immaginano o meglio all'agricoltura che sta cambiando e che vede sempre di più una intensificazione delle produzioni, una una massima massimizzazione del profitto però verso una meccanizzazione totale. Ma quella noi la chiamiamo l'agricoltura senza mani avremmo bisogno di mani che custodiscono ancora i territori perché la bellezza non la fanno le macchine, ma continuano a farle a farle le mani che hanno storie da raccontare. Quindi é una curiosità che che misurabile però come visto dopo questi primi incontri, queste tavole rotonde e abbiamo detto che cerchio si' ma non mi ricordo che mi dimentico sì, se abbiamo parlato di questi incontri sono in cerchio si, insomma contadine sono incerto tutti gli incontri che facciamo, così perfetto come hai visto cambiare poi cosa serve, da cosa nasce cosa nasce da osteria voglio questi sono nati regolari occasioni per fregare. Perfetto. Quando incontriamo gli gli agricoltori nelle loro case vediamo che all'inizio c' è una diffidenza, una diffidenza perché mai nessuno li ha incontrati nelle loro case di sera chiedendo loro di invitare i confinanti è però questa diffidenza viene meno nel momento in cui facilitiamo il loro incontro è già il fatto che creino coppia a caso e abbiamo difficoltà a interrompere il loro colloquio proprio perché iniziano a vedere che Nell' Ltro c' è qualcosa da scoprire. E quindi i dieci minuti in realtà sono veramente pochi che gli diamo cinque minuti a testa per parlarsi quando arrivano nel cerchio. Ognuno racconta la storia dell' Ltro e questa è una grande novità, perché in un mondo agricolo individualista ognuno è bravo a parlare di se stesso e non dell' Ltro. Il fatto di raccontare l'altro presuppone una attenzione, questa attenzione poi vediamo che non fiorisce in molti percorsi. Attenzione all'altro significa scoprire che L'altro ha qualcosa che io non ho che potrebbe prestarmi l'elemento fiducia in questo caso è fondamentale perché lo stiliamo nel momento in cui apriamo le porte di casa casa uguale fiducia, bellezza uguale profondità di relazioni e profondità di linguaggio. Se mi trovo a mio agio parlo se non mi trovo nelle assemblee e loro non parlano perché qualcuno da sopra un piedistallo parla una lingua differente e mio padre mi diceva molte volte guarda, io non capisco cosa dicono, ma guardo le loro mani sono pulite e quindi evidentemente loro di quello che mi stanno dicendo, che hanno una teoria, non hanno la pratica, il fatto di incontrarli nelle case, di cercare di aiutarli a creare relazioni. Poi vediamo che diventa un'occasione non solo di crescita a livello di relazioni, ma anche a livello, come dire aziendale, economico, comprare concimi insieme, come abbiamo visto accadere questa cosa o iniziare a incontrarsi genera, come dire, un valore aggiunto a quello che prima in realtà non c' era. Quindi siamo in grado. Adesso tra un po' uscirà uno studio a livello internazionale con i nostri docenti di dire che una cena può veramente cambiare la qualità non solo delle relazioni, ma anche può aiutare le aziende a crescere e quindi per questo vorremmo moltiplicare le ceneri em europeo. La facilitazione ragazzi importantissima è come come scegliete il facilitatore? Scherzavo. Una cosa o due parole si' di solito il facilitatore lo faccio io, perché il linguaggio da parlare in agricoltura è un linguaggio terra terra. Ripassare questo termine e loro ti aprono le porte se vedono che sei uno di loro. Quindi è vero che molte volte sono in giacca e camicia, ma molte volte io contemporaneamente vado sul trattore. È quando mi presento e gli dico che sono un agricoltore come loro è loro ci mettono due secondi a capire se è vero o meno ti fanno alcune domande e tu sei in grado di rispondere. La fortuna che ho è quella appunto di venire dalla terra. So coltivare, sopportare, anche se non sembra dalla faccia. Però è così. E quindi è questo è importante perché aprendo le porte e tu entri in un luogo sacro la casa del contadino, di solito i confinanti non la conosco e quindi è importante. È un altro elemento interessante che nei giovani non chiediamo soldi agli agricoltori per fare queste scelte assolutamente. E invece diciamo poi nel momento in cui vogliamo mettere a sistema questo percorso di di farlo finanziarie da chi vuole capire studiare meglio il mondo dell'agricoltura è mme faccio la nostra ultima guida, tutti gli interventi che cos'è secondo te l'italia che cambia? Non è il nostro progetto. Ma cosa ti fa pensare questo? Magari Ok, okay. Per me Italia che cambia è un'italia che è mossa da persone che lo ha che ascoltano il tempo e sono in grado di recepire un messaggio che poi possono rendere generativo ascoltare per poi cambiare. Ma io penso che il cambiamento non possa prescindere da un ascolto. É un po' quello che facciamo anche noi. Perfetto. C' è qualcosa che è molto richiesto. Vabbè, ma io potrei parlarti ore di van saprà perché poi, come dire qualcosa che volevo sottolineare Stiamo lavorando a tanti progetti l'evoluzione del concetto di sacra piuttosto che Perché vuoi farla? Perché noi facciamo il video, ma stiamo bene, ok? Stiamo un po' dovrai anche dagli altri è l'ultima esperienza lui Ok, la cosa molto vado si' la cosa molto interessante, bella che faremo tra un paio di settimane, la prima settimana di ottobre partiamo per la Colombia perché andiamo a condividere il nostro format di contadine che è un format di creazione di relazioni nel mondo dell'agricoltura colombiana, tra i produttori di caffè, perché sono piccoli produttori e hanno un bisogno enorme di mettersi insieme. Speriamo che, come dire quello che abbiamo scoperto che andremo a condividere possa per loro essere utile per iniziare dei percorsi dal basso di aggregazione di e di come dire, di ottimizzazione dei costi delle delle loro aziende. Un altro progetto bellissimo che abbiamo fatto questa estate e abitare una un'area abbandonata, un ex l'idroscalo della seconda guerra mondiale, abbandonato da cinquant'anni, che noi abbiamo fatto rivivere attraverso le balle di paglia. Allora le balle di paglia di solito servono pertanto mangiare gli animali dentro la zappa. Abbiamo architetti e designer. Le balle di paglia, se vengono messe in una certa posizione possono raccontare una storia. Eravamo di fronte a un lago quando ho visto questo lavoro la prima volta mi è venuto in mente appunto quello che un po' pensano tutti davanti a uno specchio d'acqua gettare un sasso é però c' è un detto che dice lancia il sasso e nascondi la mano é un po' il problema del nostro territorio. Siamo in un'area interna. Gargano quarta mafia gli unici pentiti che non parlano é un po', questo è l'emblema, certo il sasso e nascondi la mano. Abbiamo inteso invece gettare un sasso di cultura in questo luogo dove nel punto in cui in maniera immaginare abbiamo lanciato questo sasso, è nato un grosso anfiteatro di balle di paglia anfiteatro che diventa l'occasione per contaminare un territorio con un claim molto bello. Lancia il sasso e fai vedere le mani racconta quello che stai facendo fai diventare generativo i percorsi. Abbiamo coinvolto la comunità, abbiamo coinvolto gli agricoltori della nostra rete che per la prima volta prima di fare assaggiare i prodotti alle centinaia di persone che sono venute li raccontavano quindi gli agricoltori sul palco. Per me è emblematico perché mio padre non è mai andato sul palco e quindi non è mai andato a teatro e quindi è stato bellissimo perché le persone prima di gustare ascoltavano la storia di coloro che in qualche modo erano nel piatto e quel cibo assumeva una valenza e una profondità molto più più grande. E molti di loro hanno accolto poi nei giorni successivi persone nelle loro aziende perché si è creato un sistema di fiducia nuovo e quindi per noi questo è molto importante perché siamo in una direzione. Evolvere anche il concetto di fare sarà molte volte le persone che spendono i soldi sul territorio e non finanziano i custodi di quelle aree che sono gli agricoltori che custodiscono quel pezzo di territorio. Quei soldi molte volte vanno a finire a qualcuno che compra la carne da qualche parte di di cui non sappiamo la provenienza e quindi l'idea di creare anche qui un filone di cultura. È tutto ciò che avviene in un territorio. Deve finanziare i custodi di quella bellezza che il territorio a per attrarre le persone che poi vanno a casa. E quindi in questo anno nel piccolo sono stati quattro giorni di eventi, due giorni dove il cibo era di terra, due giorni dove il cibo era di mare. Abbiamo coinvolto agricoltori e pescatori, è dove loro, nel pretesto di venire a condividere cibo frou Ivano e questo questo è interessante, la filiera accolta. Lì si realizza il pieno vai nelle loro case, gli ascolti, acquisisci la loro fiducia quando tu mi inviti a casa tua, loro che e quindi vinciamo tutti. Un'ultima cosa secondo quei sedici persone piace, cambiamo la composizione. Immaginate allora noi siamo nati il gruppo. Il progetto è nato da un sacerdote di anni. Si chiamava don Michele de Paolis. Lui nell'ultimo incontro con il Papa, il Papa charlie la mano perché lui era un sacerdote degli ultimi. Però a noi disse occupatevi dei penultimi che erano gli ultimi si occupano degli ultimi, si occupano tutti é li'. Con don Michele abbiamo fatto iniziare il progetto Eravamo in acqua, adesso siamo cresciuti e ci sono figure professionali l'unico contadino sogno perché, come dicevo prima, a me interessa che un giovane sappia non necessariamente deve sapere come la differenza tra una balla di paglia e una di fieno però se la sa valorizzare quella balla. E quindi se i sedici professionisti sanno valorizzare l'agricoltura, noi vinciamo e ci sono due docenti universitari, tre architetti, due fotografi e un videomaker, due social media, un addetto stampa, due agronomi. Quindi, ehm come dire il gruppo è molto variegato e uno chef e ci permette come dire di leggere e interpretare e raccontare il mondo dell'agricoltura da punti di vista differenti che sono ricchezza. Grazie. ed ho il tuo nome e cognome. Il vantaggio Non stiamo lanciando. Stiamo registrando? Ok. Tiziana Coda za Beth Coda trattino Zambetti Babette Finale Gabetto Finale é come ruolo solo il sottopancia. Ci sono dei ruoli. Insomma, la presidente della cooperativa, La rete al centro, la rete della vita al centro. Perfetto, perché io ho letto associazione. Poi volete anche come cioè l'associazione culturale si occupa del progetto educativo e si chiama la vita al centro. E poi, per fare mano a mano che ci siamo ingranditi, c'è stato bisogno di avere una cooperativa per gestire il lavoro delle persone. E quindi cieco operativa e associazione insieme. Avanti un attimo, te lo chiedo quando volete. Io sono pronto. Va bene? Sì, sì. No, no. Comincio a vedere dalla prima domanda la presentazione vera Lontanissima, eh, Sì, perché guadagnati. Guarda. Va bene che Marina guarda! Acqua. Okay, perfetto. Ci siamo. Quando vuoi. Quando vuoi. Ok, Ma se ci racconti dove siamo? Bene, qui siamo in strada del nobile Ottantasei a Torino. Dove è questa associazione che si chiama La vita al centro? È un'associazione che gestisce il progetto educativo della scuola. Si chiama la la vita al centro. Abbiamo incominciato dieci anni fa. Esattamente. Quest'anno festeggiamo i dieci anni. Dieci anni fa abbiamo iniziato con tre bambini di tre anni. Via, via! Abbiamo attirato l'interesse di persone e adesso, dopo dieci anni, ci troviamo qua. Una sede grande. Abbiamo quasi un centinaio di famiglie con noi è in una sezione per il nido, una per la materna. Abbiamo le elementari dalla prima alla quinta quest'anno è partita una piccolissima classe di media che proseguirà e quindi siamo molto contenti. È scuola parentale docente Il caso. Ci puoi raccontare qualcosa rispetto ai bambini in bene. Bene, eh, ragazzi, dovrebbero andare via di li' Perché entra nell'audio le loro bocci parola? No, no, è in televisione perché stavo alzando il tono e che lei avevamo la Germania. Va bene, è importante che non stanno qui vicino per l' audio. Ok, va bene. Però da lì entra. Certo, certo. Dispiace figurate perché loro devi aiuto Portare i sassi si'. Andiamo tra l'altro Di qua. Acqua. Okay, chiamo questo. Grazie. Grazie. Scusate. Ok, ok. Cos'è Una scuola parentale vincente. Una scuola parentale è simile alla home schooling. Semplicemente i genitori scelgono una struttura e dei accompagnatori per la crescita dei loro figli. Ma legalmente sono responsabile delle famiglie della loro scelta. Infatti noi ogni anno facciamo una verifica, un esame finale nella scuola statale per sicurezza nostra, per anche dare una sicurezza ai genitori. E i bambini se cambiassero le situazioni, se cambiassero luogo dove avevano, così i bambini avrebbero tutte certificate. È tutto regolare. Quali sono le modalità disposizione insegnamenti? Si, questa scuola si chiama bio eccentrica. Vuol dire che al centro della nostra attenzione, cioè la vita è una visione diversa da quella antropocentrica. Noi noi da secoli, da millenni forse abbiamo pensato che l'essere umano fosse un po', la cima di una piramide di tutto il vivente e che conoscesse di più di altre forme del vivente. Oggi non è più possibile rimanere in questa. In questa modalità di pensiero il l'essere umano ha scombinato e devastato troppa parte del pianeta e per salvaguardare la vita di tutto il pianeta e degli esseri umani, se possibile, è occorre proprio cambiare visione e quindi entrare in questa modalità di riconoscere che la vita, il centro e della vita che ci conduce e che ci insegna la nostra scuola, usa questo metodo e quindi molta parte dall'esperienza, cioè molto contatto con la natura. Noi abbiamo cambiato in questi dieci anni tre sedi, ma sempre ogni sede era vicino a un parco, perché è indispensabile per la nostra modalità di apprendimento. Starà a contatto con la natura, favorisce nei bambini la sensibilità verso la natura e crediamo che il rispetto della natura non nasca da un'opzione intellettuale, ma nasca dal conoscere la natura intimamente e anche dal sentire un questo timore sacro anche. Abbiamo quando vediamo, per esempio, un mare in tempesta, una bufera che si scatena e li percepiamo, che l'essere umano non è il padrone del del vivente, ma un piccolo elemento come tutti gli altri. Che eh, ragazzi, niente di interessante, parlo solo non c' è niente. Vi divertite di più da soli? Stavo aspettando quando si avvicina gne Ok em, ci racconti come è stato trattato questo questo luogo, quindi anche come cosa ci all'interno della struttura piuttosto che le attività svolgesse? Come ho detto prima, qui abbiamo bambini da un anno è ancora non quattordici, ma andiamo verso i quattordici. Eh sì, siamo ancora separati in classe, non tanto nella scuola materna, perché nella scuola materna i bambini sono quasi sempre insieme, anche se i cinque anni fanno già alcune attività per conto proprio, ma perché hanno già sviluppato delle capacità diverse, ma anche nelle nella scuola elementare in cui c' è una pseudo divisione in classe usiamo molto il tutoraggio, alcuni momenti in cui si fanno delle cose insieme in per delle attività in cui si fanno cose insieme. Per esempio il teatro, la Biodanza si fa gruppi di classi riunite che hanno una corrispondenza di un certo tipo nella loro crescita. Ma um però a volte anche i bambini grandi della quinta vanno a fare via danza coi bambini del nido e sviluppano la loro capacità di prendersi cura. Molto interessante. Eh sì, ci sono un centinaio di bambini, molte, molte insegnanti, educatori che lavorano e le cose che facciamo tutti quanti è appena entrati al mattino. Un momento di condivisione, un cerchio di condivisione in cui possono venire alla luce cose scoperte, libri, informazioni, ma anche dei movimenti dell'anima delle emozioni. La morte del di un gatto, di un nonno. E questo ci porta a riflessioni sul sulla vita con i bambini sono molto in grado di di recepire e di portare la loro ricchezza anche in questi campi. Dopo la condivisione ci sono tre minuti di meditazione per placare un po', questa nostra ansia di oggi di esseri umani che sono sempre in corsa, il volo degli uccelli che ci accompagna e e poi incominciamo le attività. Le nostre attività non sono divise in blocchi orari, ma ci diamo molto più tempo proprio perché è sempre esperienza, ragionamento insieme insieme o ricerca su testi diversi. E quindi abbiamo la mattinata è divisa in due blocchi, uno fino all'intervallo e l'altro fino a poi all'ora di pranzo. Beh, ci sono due pomeriggi in cui i bambini più grandi, terza, quarta e quinta fanno ancora attività. La prima e la seconda solo un pomeriggio però per i genitori che hanno bisogno di lasciare i bambini abbiamo dei laboratori che abbiamo scegliamo ancora e che i bambini fanno per esempio quest'anno hanno avuto storytelling, yoga, circo, attività molto bella. E quali sono i principi su cui si fonda il vostro? Le nostre modalità di educazione si' questo principio bio centrico alla base e la base non intellettuale o teorica è una base di ricerca per noi, anche anche per noi educatori, ovviamente per fare delle scelte nella nostra vita che vadano favorire il vivente, non il contrario, è ovvio che oggi non è facile. Molte volte sbagliamo, ma ci facciamo tante domande che non hanno risposte eh, però c'è un tendere verso ma come seguire una stella cometa? Gnam anche con i bambini è così importante questo il principio bio centrico è stato formulato da Rolando Toro, ora Neda che il creatore della Biodanza. Infatti noi in questa scuola facciamo Biodanza come materia curricolare é nella nostra sede. C' è anche la scuola di formazione per diventare operatori di Biodanza. Ma la Biodanza ci conduce a conoscere meglio noi stessi a trovare una relazione armoniosa tra me e le mie emozioni, ma anche a esprimere, esprimere quello che sento, quello che sono, cioè anche una piccola parte verbale all'inizio e dopo il movimento la danza si sostituiscono. La parola è uno sviluppo dell'affettività che viene coltivata in tutti i campi. Questa parola affettività è un po', una parola a rischio? No, perché spesso viene interpretata come un buonismo volersi bene, ma sì, non è così. In realtà l'affettività è la la possibilità di sentire la risonanza con quello che accade con quello che mi circonda, con le altre persone, con le situazioni della vita e poter scegliere di andare verso le cose che risuonano, riconoscendo che quelle sono le cose che sono buone per me, per la mia vita, per il mio sviluppo. Mentre altre cose che non sono buone per me non sono cattive. Semplicemente andranno bene. Forse per qualcun altro. Quindi c'è una attenzione anche a non discriminare pensieri diversi, modalità di vita diverse. Scusate, potete abbassare un pochino la voce che abbiamo? Grazie. Ok. Mentre invece per quanto riguarda la modalità di mettere anche il bambino al centro, per cui è far sì che impari dai suoi sbagli, piuttosto che non basarsi proprio sull'esperienza sua, puoi raccontarmi qualcosa, quello che cerchiamo di fare noi per sentire che il bambino è al centro e perché lui lo senta, diventi consapevole di questo e che non ci sostituiamo mai al bambino. Quindi da quando sono piccole, incominciano ad arrampicarsi. Se loro sono in grado di arrampicarsi, lo possono fare. Certo, noi siamo lì, vicini, ma non sarà mai che qualcuno si arrampica quando non è ancora in grado di scendere. Quindi è sostituirsi al bambino anche in queste cose, no, che sono i limiti dati dal dal, dal corpo dall'età, dalle capacità di ognuno. Perché rispettare i limiti è fondamentale nella vita il limite è proprio quello. No, è la nostra pelle, è quello che ci da' la forma, ma anche quello che ci mette in contatto col mondo e con gli altri. Quindi questo rispetto dei limiti che oggi è tanto difficile da comprendere, è molto difficile dire di no. Oggi per un genitore è molto difficile decidere per un genitore, anche se il bambino fa un capriccio, ha delle richieste e invece è fondamentale per la crescita, è saper dire di no. Permette anche di dire di si' pienamente. Le due cose sono collegate, sono come i due poli no di uno stesso continuum. E quindi se i bambini sentono che c' è questa capacità nell'adulto di dire di no, loro possono affidarsi, è essenziale per crescere, potersi fidare degli adulti. Ehm, mentre oggi questo è un punto molto dolente, io sento che il grande lavoro che bisogna fare oggi è proprio sulla genitorialità. Se non c' è l'assunzione di genitorialità. Il bambino, un po' abbandonato a se stessa, deve decidere cos'é qua quando non è ancora in grado di deciderlo. A volte vengono bambine con un vestitino estivo di pizzo in pieno inverno, perché siamo stati loro a decidere cosa mettersi addosso, a partire dalle cose così semplici, basilari, ma che sono per la salute dei bambini. E poi c'è tutta un'escalation che è una possibilità di dire questa cosa va bene per te adesso. Ma adesso è ora di andare a dormire tutta. Dare dei dei ritmi nella vita dei bambini sono l'adulto che lo può fare. Perché è chiaro che il bambino continuamente cerca di superare i suoi limiti per esplorare anche no. Ed è normale. Buono che lo faccia. Ma è anche buono che ci sia qualcuno che dica adesso questo. Basta così. Certo, Franci. Senti, tesoro, stiamo registrando Un'intervista, vedi se hai voglia di stare li'. Stai però senza parlare poi grazie. Ehm Em, quali sono le differenze rispetto a un tipo di educazione più tradizionale della scuola tradizionale? Insomma, che voglio ferite che secondo voi è importante si' si' che per cui a parte dei benefici ai bambini sì, ho già detto che per noi è basilare il contatto con l'ambiente. Quindi l'esperienza una. Una educazione che si basa sull'esperienza dopo mano a mano che si sviluppa l'astrazione nei bambini è però questa astrazione ha delle basi forti, mentre se invece si parte da un pensiero astratto quando i bambini ancora non hanno sperimentato abbastanza a lungo anche le cose di matematica. Per esempio i concetti matematici. Noi prima di arrivare alla misurazione col metro, incominciamo nella prima a misurare, a cercare modalità di misurazione ai bambini. Se si mettono uno dietro l'altro, guardano anche piu' alto piu' basso, costruiamo le scale in discesa in salita e dopo segniamo a due a due bambini segnano la loro altezza e dopo viene di lei. Ma come misuriamo ancora il metro? Non lo conosciamo, siamo troppo piccoli, dobbiamo trovare nuovi strumenti. Qualcuno dice mia misura con la spanna andiamo a vedere quanto tutti i quadretti è lunga la spanna di ogni bambino. Sul quaderno a quadretti vediamo quant'è lunga però sono mi con il passo, ma i passi sono tutti diversi e quindi alla fine si trova un oggetto, in genere una matita che rimane l'unità di misura. Quante matite sono altri bambini? È chiaro che a volte quella matita, come è successo in prima poco l'anno scorso, viene poi messo tra le altre partite temperato. E questo è molto importante che succeda perché i bambini si rendano conto che l'unità di misura è invariata dev'essere invariabile e in secondo la temperato. La matita perde la sua funzione di unità di misura. Quindi questi sono tutti i processi matematici che danno una base e quando arrivano alla terza introducono il metro. Sanno perfettamente cosa significa ed è molto più facile usare gli strumenti che si usano tradizionalmente nella scuola l'effetto è per quanto riguarda le attività nella nella natura. Mi ha raccontato che avete a disposizione tutti questi spazi. Ad esempio siamo Fort Bragg, che ad esempio, che tipo di attività gli fa fare, ma anche perché macrobiotico? Eh beh, molte volte Biodanza è in natura. Cerchiamo di fare varie attività, non solo quella di camminare, correre, arrampicarsi, c'è un apprendimento importantissimo sempre per quello che concerne i propri limiti. È cioè uno scivolo di argilla che loro chiamano scivolo di fango, dove noi dove loro spesso fanno lo scivolo, ovviamente si sporcano all'inverosimile. Per fortuna i nostri genitori non hanno questi problemi, è però però possiamo anche prendere l'argilla per dare forme eh? Abbiamo le camminate arrampicate, ma abbiamo i momenti in cui si va a esplorare. Quindi si osserva la forma dell'albero, i tronchi diversi frutta giu' con sui tronchi si osservano le foglie, si chiede all'albero il permesso di prendere una foglia per fare i fruttava ai quaderni licenze è quando si entra nel bosco. I bambini hanno individuato che ci sono degli alberi che sono i guardiani del bosco. Ci sono due grandi querce. I bambini dicono che uno è il padre un'altra madre del bosco, e facciamo Biodanza molte volte nel bosco suoniamo il djembe, facciamo poesie nel bosco, perché anche in inverno con la neve e andiamo in natura e cerchiamo di aprire tutti i nostri sensi, perché sappiamo che i nostri sensi sono la porta perché il mondo entri dentro di noi. Em sono i bambini che giocano e quindi nasce la poesia, osservando dall'espansione sensoriale, il suono e il rumore, il sapore della neve, il l'odore del luogo. No, il bosco cambia a seconda delle stagioni, ma nella stessa stagione, da un giorno all'altro la natura diversa dipende. Se ha piovuto si è passato il cinghiale, quindi é un apprendimento continuo. Poi fanno poesia. Due Guardandosi negli occhi è molto più favorente far nascere la poesia alla natura e quindi è una buona attività da fare, dice Bianco, che insegna qualcosa della permacultura. Se quest'anno abbiamo fatto alcuni incontri permacultura c'è, una ragazza che sta facendo la scuola di formazione di violenza, che è specialista in permacultura e che è venuta a fare degli incontri con i bambini e abbiamo costruito la compostiera in modo che gli avanzi della cucina possano incominciare a essere utilizzati in modo diverso. No a vedere la trasformazione che c' è nella vita, dove è possibile non sprecare tanto come facciamo noi oggi. Anche questo è completamente bio Chen trick o vedere tutti i cicli della natura, le trasformazioni e vedere che in natura non c' è spreco, anche se migliaia di semi poi faranno nascere pochi alberi o pochi fiori. Ma non è uno spreco, perché ogni seme cerca il suo luogo, è quello che nasce. È la cosa che è perfetta in un certo luogo in un certo momento e anche legati all'alimentazione leggendo tecnica. Sì, per noi l'alimentazione fa parte, fa parte dell'apprendimento. La scuola ha scelto una linea di vegetazione vegetariana e cerchiamo biologico e cerchiamo di rifornirci dai piccoli produttori che sono qui intorno a noi. Abbiamo anche aperto un gas per le famiglie con gli stessi produttori della scuola, quindi un giorno a settimana arriva un camioncino dei produttori si comprano le cose che servono se mi racconti qualcosa rispetto all'evoluzione della scuola, quindi si' partito dai bambini. Adesso siete tantissimi. Il come come mai è cresciuta così tanto? È come mai i genitali si fidano di questo metodo? Insomma, si' siamo a parte dieci anni fa entra bambine e ora quasi cento. È una cosa che ha stupito anche noi non non ci aspettavamo una risposta così è vero che in questo momento c' è una ricerca da parte dei genitori di educazioni diverse. Nascono tante educazioni diverse. È quella che noi offriamo. Cerchiamo di offrirla con tutta la passione che mettiamo non nel nostro lavoro, nella nostra vita, per questa modalità di pensiero e di azione. Credo che questo sia importante perché per educare diceva già Platone ci vuole Eros, ci vuole passione. All'inizio. Facevamo l'incontro al mese con anche con genitori educatori e invitava mammo persone o studiavamo, leggevamo libri e una volta abbiamo invitato studenti. Sono venuti ragazzi da sette a vent'anni per chiedere loro come era la loro esperienza della scuola, cosa mancava e la risposta è stata uniforme. Quello che sentivano come mancanza era che non si sentivano visti quindi il bisogno di essere visti e la mancanza di passione degli insegnanti. Credo che qui questi due bisogni siano soddisfatti. Noi conosciamo i bambini uno a uno, tutti i bambini, eh? Li vediamo crescere, evolvere, ci confrontiamo nelle riunioni comuni, abbiamo riunione come collegi, docenti e abbiamo riunioni più ampie che riguardano tutta la struttura. E quindi ci confrontiamo sulla crescita dei bambini, sui problemi che possono attraversarlo nelle loro vite. E cerchiamo di essere sempre presenti, di vederli. Ehm Kim, io faccio curiosità, non ho molto tempo. Chuy ancora per poco non lo so perchè sono eh no, più che altro perché undici e tre quarti eh? Cinque ok, è una curiosità, era per quanto riguarda la, siccome stiamo anche un articolo che approfondisce il video per quanto riguarda la retta, nel senso come come funziona la parte qua, poi volevo collegare anche la domanda su che tipo di famiglia avete. Concordo sul fatto del rinnovato interesse per questa educazione diversa dalla classica incuriosito da avete solo famiglie. Quel che so è praticato guardando sempre. Eh sì. Il punto dolente per noi è che cioè questa rete, cioè una retta da pagare, lui vorrebbe essere una scuola il più possibile aperta a tutti. Abbiamo anche cercato di far venire dei bambini migranti, ma abbiamo trovato difficoltà perché la scuola è dislocata lontana dal centro e quindi era una difficoltà per loro salire. E finora non ce l'abbiamo fatta, ma prima o poi ce la faremo. In questa scuola ci sono famiglie di vario tipo, alcune agiate, altre meno. Che faticano, eh? Abbiamo delle rate agevolate che vengono scambiate con lavoro, quindi alcuni genitori entrano a fare delle cose che sono importanti per la scuola e così cerchiamo di renderla accessibile a più persone possibili. In questo modo le reti variano a seconda dell'età, è chiaro, quelle del nido sono le più alte. Però per questo non so, forse vi farei andare dalla segretaria, no? Ma le cinque a che ovviamente era solo per capire L'inquadramento è per noi è importante sopravvivere e quindi piuttosto abbiamo purtroppo molte, molte spese fisse. E in più, per avere un rapporto ottimale tra educatori e bambini abbiamo anche molte spese, stipendi, quindi cerchiamo di sopravvivere al pelo l'ultima. Questa mia è appunto una scuola pubblica del luogo. C'e' una comunicazione, un porco. Uno scambio? Per ora no, è con le scuole pubbliche il rapporto che abbiamo tramite la Biodanza. Io per esempio, l'altro mese sono andata a fare biodanza con bambini e genitori di una scuola del lingotto dove c' è un allievo della scuola di biodanza, che insegnante e che quindi fa un po' di biodanza coi bambini e quindi per ora lo scambio. Limitato a questo però nelle nostre riunioni o quando facciamo conferenze vengono parecchi insegnanti di scuole statali è cerchiamo di per esempio nella scuola in cui facevamo l'esame fino a due anni fa era una piccola scuola di campagna. Questa scuola, grazie anche al contatto con noi, è diventata una scuola senza zaino, quindi cioè un'influenza reciproca sicuramente come sempre in tutto il vivente, cioè un'influenza reciproca. E quindi per fortuna che cioè è per il resto per ora è così. Però si sarebbe bello per noi poter ampliare questo aspetto. Una cosa con tanti insegnanti ci sono, ci siamo focalizzati sui bambini, sono una ventina di docenti educatori, più abbiamo qua che abbiamo la segretaria e in giardiniere. Insomma molte figure. Chi fa la polizia che so l'ultima domanda che cosa? Che quello che cambia il ricordo di quelle che che che cosa cosa migliore resti della situazione che avete creato fino adesso. Quali sono i prossimi obiettivi che avete? Che cosa sogni implica questa scuola? Il sogno è proprio di portare un nuovo nuovo metodo nella scuola e creare un nuovo metodo. Noi chiaro che siamo sperimentali, perché non esiste per ora un metodo bio eccentrico, anche se il creatore della violenza è iniziato come maestro, quindi l'educazione eccentrica, incominciata da lui. Ma ma non è stata sviluppata ancora. Quindi noi cerchiamo di portare avanti e sviluppare, ma ricercando sempre tanto è uno studio continuo per noi, ma questa scuola cosa proprio di poter a raggiungere gli obiettivi dei conoscitivi dei bambini tramite un metodo molto diverso, più diverso ancora di quello che facciamo oggi. Collegare le materie in modo più stretto tra di loro in modo che proprio non ci sia più differenza tra una materia non siano più separate o delle cose che sono ancora lì che stanno stanno bollendo. Il prossimo anno non insegnerò più nelle scuole donne nella classe proprio rimarro' certamente ad accompagnare tutto il processo. Però sento che c'è bisogno di scrivere un libro su questa educazione nuova e quindi questo è il compito che mi do io personalmente per il prossimo anno l'ultima domattina e facciamo tutti cose aperte l'italia che cambia e non il nostro progetto in senso lato. Io vedo che ci sono ok per me medaglia che cambia e questa voglia di ricerca che c' è moltissime persone sperimentare, ricercare, non accontentarsi l'italia che cambia secondo me non deve accontentarsi di quello che c' è oggi possiamo fare molto di più, molto meglio é secondo me questa possibilità di rivolgere lo sguardo verso le cose positive è una cosa che manca troppo oggi e anche dell'educazione questo sguardo su quello che c'è di positivo vuol dire vedere le potenzialità di ogni bambino e far leva sulle potenzialità per svilupparlo, mentre se noi vediamo solo quello che manca non abbiamo una base su cui far leva, è impossibile, quindi l'opera educativa. Io credo che sia impossibile senza uno sguardo di questo tipo vedere quello che c' è vedere quello che è il cambiamento continuo, perché la vita è così, cambia continuamente ed è ed è continuamente in relazione con tutto. Grazie insomma, tutti noi ha detto niente, ma il dieci comunque senti devi sbagliare, ma proprio la data giusta no? Nel duemila tredici ce lo statuto dell'associazione, quindi dal duemila undici quando a meno che nel è stato emanato chiedo il nome e cognome che nome e cognome Federico melba barbara Mastroianni la sottopancia registriamo socio come ruolo ah si' possiamo nel senso che io faccio responsabile della comunicazione video giovane, quindi volendo puoi mettere quella della comunicazione gli vedo giovane della cooperativa video giovane come abbiamo detto è esatto e animatrice socio-culturale generale che quando volete io ci sono ciao okay scompaia o meglio ancora dei margini facendo ok che dove ci troviamo ci troviamo da Roma, siamo sul lago maggiore. In particolare oggi siamo all'interno del circolo Wood, un luogo che fa parte storicamente della casa del popolo, ma che da qualche anno, ma soprattutto nell'ultimo anno, cerca di riproporre alla popolazione di Arona delle attività dei momenti per ritrovarsi, per stare insieme e per riunire proprio le varie anime della comunità in un luogo in cui possano trovare modo di esprimersi. E come lascia che il circolo Wood nasce ormai da una decina d'anni fa dopo che un una norma del regolamento comunale vietava l'accattonaggio davanti davanti alle chiese davanti ai luoghi pubblici. Quindi fare l'elemosina da questo punto di vista da questa da questa situazione lasci un po' la reazione di alcune delle associazioni della società civile che decidono insieme di comunicare che questa cosa della della povertà è all'interno di questo comune. All'interno di questo territorio vogliono occuparsi e non soltanto aiutando non soltanto dando l'elemosina o altro, ma creando un posto di approccio, creando un posto di contatto, creando un luogo di relazione. Così nasce per la prima volta è attraverso questa rete di sedici associazioni. Quindi sono moltissime le associazioni di questo di questo comune di questo territorio, un luogo dove si dà da mangiare in maniera gratuita a tutte le tutte le persone che in qualche modo non possono neanche permettersi un pasto con l'ottica che questo sia un luogo di incontro e quindi dove si può andare a a ad avere una prima relazione con queste persone, dove oltre ad aiutarle il a dargli un pasto caldo ceh sono sono nate poi tutta una serie di iniziative, quindi quelle quelle per quelle per la casa e per tutto il resto di anche degli altri servizi sociali che possono aiutarli a vivere una vita più dignitosa. Tant'è che infatti la il nome della rete di associazioni si chiama ritenuto di solo pane, in quanto la parte del ristorante solidale. Quindi la parte del cibo non è altro che una scusa per avere appunto una relazione. È un approccio con queste persone per riuscire a coinvolgere all'interno di una comunità ottimo, facendo un passo indietro. Quali sono queste associazioni? Quante sono sui soggetti che insieme converrete che operano all'interno della rete? Non di solo pane. Ci sono in tutto sedici realtà tra associazioni, cooperative privati. È tra questi possiamo citare, per esempio, più conosciuti che sono l'avis gli amici del lago, la cooperativa giovane per cui siamo soci e tutte queste realtà cercano durante durante l'anno di attivarsi in attività ed eventi che possano sostenere la ristorazione. Quindi pensano a cene o altri momenti aggregativi in cui ci possa essere un contributo che che vada al sostegno del progetto principale, che è appunto la distribuzione dei pasti caldi come denuncia contro niente. La Solidale Ogni giorno il ristorante solidale ogni giorno apre alle il accoglie circa persone che pranzano insieme, generalmente pranzano da mezzogiorno all'una. Poi si fermano proprio qui fuori dal circolo per chiacchierare un po' insieme a chiacchierare con i volontari per poi andiamo, andiamo vuoi ero concentratissimo. Leggo che poi vanno via per sempre. Cosa? Farla si sarebbe anche ultimamente, anche se vuol dire adesso no. Perché quella domanda imbarazzante quando mi dici quanti chi chi sono? Perché non le so a memoria. Quindi io le cito tutti oppure non lecito? Mi veniva da dire subito tutte. Ok, riprendono lecito E sì, ma esordire così se lo ricorda? No? Novembre sì. No, no, no. Farete la riparto seriamente. Mi sono all'interno della rete, non di solo pane. Coesistono sedici realtà tra associazioni, enti privati e queste queste realtà cercano, durante l'anno di creare dei momenti, degli eventi per i loro associati che possano contribuire al sostegno dell'attività principale della rete, che è appunto la distribuzione dei pasti caldi. Il ristorante solidale apre. Aspetta il ce lo vediamo. Ha pagato qualcuno? I telefoni? Non avevo preventivato. Scusa. Guarda. Vedi? No colpi, vero? Quel pezzo non andava bene? Sì, sì, è stato un leader. La proviamo. Il ristorante solidale è aperto dal lunedì al venerdì, dal Mezzogiorno alle quattordici e ospita generalmente circa venticinque persone è gestito da un operatore che ha un po', il ruolo anima tivo all'interno del ristorante e un cuoco che cucina pasti e tutto quello che invece ruota intorno alla gestione apparecchia mento e alla distribuzione ai tavoli nelle mani di volontari. Ogni giorno ci sono due o tre volontari, diverse rotazioni sulla settimana che hanno deciso che quello è il loro, il loro momento da condividere con chi ha più necessità. Sono persone vivano in fasce d'età ci sono i giovani e le persone più anziane. E quando arriva il periodo estivo è proprio quello in cui alcuni ragazzi che durante l'anno studiano all'università o alla scuola superiore riprendono un po' all'attività. È il momento del ristorante anche proprio il momento per gli utenti di avere un posto riparato dove dove poter mangiare. Alcuni di loro non hanno fissa dimora, quindi vivono su nella città, alla stazione, dove trovano un riparo e quindi diventa anche proprio un momento dove un po' rilassarsi e stare con con altre persone. Okay, dal momento che non possono permettersi quindi un pasto come come riescono ad ottenerlo? All'interno della rete esiste la realtà della Caritas a Roma si chiama centro Molinari è un punto di ascolto in cui queste persone normalmente si recano per fare delle richieste. É li' al centro di ascolto vengono valutate le situazioni economiche di queste persone e, in collaborazione con gli assistenti sociali, si valuta quanti buoni pasto possono ricevere per mangiare gratuitamente. È proprio un una collaborazione triangolare in cui dall'assistenza sociale alla Caritas al ristorante, cioè una collaborazione continua perfetto. Come sono organizzati gli spazi? Gli spazi all'interno del circolo sono organizzati, cioè una parte di accoglienza bar. Il ristorante è una parte che si chiama Abbiamo inaugurato l'anno scorso. Si chiama Family Caffè. Abbiamo chiamato Fammi il caffè perché è proprio una parte in cui i bambini possono giocare. È attrezzata con giochi, colori, carta per disegnare, colorare. L'idea è quella che i genitori possano bere qui al bar, prendere un aperitivo, mangiare. I bambini possono giocare liberamente quello spazio anche utilizzato per altre iniziative, eventi più strutturati e quindi si usa quello da quella parte dietro alla parte dei bambini. C' è una sala piu' grande che viene utilizzata per proiezioni, concetti, operatività che ci richiedono uno spazio più grande nell'ultimo periodo. Ci sono anche le associazioni che hanno deciso di non ritrovarsi più in altri punti di a Roma, ma alla mattina a fare le loro riunioni qui nella sala e poi fermarsi e contribuire al ristorante. Quindi si fermano a pranzo e poi il loro contributo al sostegno del progetto è una questione la residenza artistica lavorare no, le residenze artistiche, che è una cosa che è partita dal dall'anno scorso. Quindi un progetto che è partito dall'anno scorso qua al circolo Wood è consiste in questo. Una volta all'anno siamo già alla seconda annualità. Viene fatto un concorso, un bando dove chiediamo a una serie di artisti di partecipare. Noi forniamo il la possibilità di avere vitto e alloggio gratuito all'interno della struttura. Infatti qua sopra ci sono degli appartamenti and forniamo questo tipo questo tipo di servizio. Gli chiediamo di venire all'interno della città, di entrare in contatto con la comunità, di fare dell'hr te in residenza a contatto dell'arte. Per questo tipo di comunità viene fatto questo comando quest'anno hanno risposto addirittura sessanta artisti è analizziamo le domande, le domande poi vengono fatte votare alle associazioni che partecipano al progetto del circolo Wood. Tra questi sono stati scelti quest'anno è di questi diciannove cosa fanno? Vengono qui per una settimana noi forniamo appunto il pasto l'alloggio. Quello che chiediamo loro di fornire è un workshop fatto con una parte della comunità locale. Può essere magari il gruppo dei bambini dell'oratorio, oppure un gruppo di persone che abita questo questo spazio, quindi dove insegnano qualcosa della loro arte e nella parte finale, prevedendo che una restituzione che può essere un sei un cantante può essere un concerto. Può essere una nuova opera teatrale. Può essere uno spettacolo di danza o semplicemente invece di evitare qualcosa di materiale nel momento in cui ci troviamo di fronte a uno scultore, un pittore, un artista è in questi momenti, quindi qualcosa da insegnare e qualcosa da lasciare alla comunità che li ha ospitati durante la settimana. Ottimo e rispetto al tutto lo spazio che ci sotto, se potete approfondire, certo qui al circolo Wood C' è una parte di spazio interno e uno spazio esterno che negli ultimi mesi è stato riqualificato. Grazie alla collaborazione con la Casa del Popolo è stato possibile creare un ambiente dove abbiamo chiamato sottobosco, dove passare passare il tempo. Ci sono cioè una libreria all'aperto dei tavoli, dei divanetti dove poter leggere, studiare, ma anche prendere un aperitivo e comunque stare, stare in compagnia o anche da soli per la lettura di un libro, quello spazio pensiamo che possa essere appunto utilizzato da Quest'estate e per che però musica e aperitivi con i più giovani nel mese di luglio avremo probabilmente il Sunblack, che è un periodo per i bambini della scuola dell'infanzia e abbiamo strutturato tutta l' attività con rimandi alla vita nei boschi, nella natura. E pensiamo appunto di poter svolgere la maggior parte delle attività il giorno prima che ci sono anche tante persone di età più avuta. Diciamo quindi se possiamo fare un approfondimento rispetto alle diverse fasce di età e persone che certo certo questo è un luogo che nasce con la fortissima connotazione giovanile tant'è che fino a qualche anno fa era un po', il luogo dei concerti di Arona. Quindi a una a una cultura underground siamo affiancano la ferrovia, il modo che si respira, respira proprio la parte del locale giovanile, quella che non sempre però ho tentato di fare, in particolare con la cooperativa Il giovane, è quello di coinvolgere tutte le fasce d'età della popolazione, quindi è dalla parte dei dei bambini. Quindi col fammi di caffè, un servizio per le famiglie, per i bambini dalla parte dei più giovani, quindi con il concerto, ma anche dalla parte degli anziani. Qua ad esempio, una volta a settimana vengono a giocare dei signori anziani, burraco, quindi vengono a fare i tornei di carte è quindi sono persone anziane che sono già in sono già in pensione, è l'organo della Cgil che si ritrova qua dentro. Sono tendenzialmente delle persone un pochino più anziane, un pochino più avanti con l'età che vengono a fare le loro le loro cene, le loro cene sociali e poi tanti altri. Diciamo che è rappresentata la popolazione dai più piccolini che hanno il loro spazio per giocare fino agli anziani che hanno anche quando lo spazio per giocare ottimo è come si fa nel circolo wood all'interno di ala della cosa rappresenta il circolo wood all'interno della comunità di Arona si pone come un luogo all'interno del quale è queste varie anime, dai piccoli agli adulti agli anziani possono sia trovare il loro spazio, ma anche con vivere, quindi avere modo di svolgere delle attività e la quello che sicuramente vorremmo proporre con mesi con i prossimi mesi è che e con l' arrivo degli artisti, un po', il sollecitare la popolazione davvero a rivedere un po', la cultura, il modo di stare insieme, ritornare un po' anche alla semplicità della aggregativa e quindi proporre proporre questo per la città. E qual è la risposta delle persone che vivevano qui? La risposta delle persone della città di Verona è buona in questo momento chiaramente ci sono periodi un po', un po' ciclici che sono dati anche dal dall'impegno delle modalità di impegno che tutte le realtà che sono presenti riescono a dare a seconda dei vari varie iniziative che vengono prese. È nell'ultimo anno. Sicuramente è molto buono e quindi stanno crescendo sia un po' capito che questo è un posto aperto, che è un posto aperto ed è un posto di approccio leggero dove le persone possono arrivare, possono trovare qualcuno che li accompagni, qualcuno che qualcuno che li accolga è dove sostanzialmente non c' è una parte. Come dire non è un burocratizzazione dell'accoglienza dove semplicemente si può avvenire e provare a fare del fare delle proposte tendiamo sempre, ci sono sempre degli spazi liberi, sia da un punto di vista di spazio, ma anche da un punto di vista di tempo perché questo luogo, che sicuramente vuole essere accogliente per la comunità, un luogo che non ha un indirizzo sul sul dove andare, pero' abbiamo una cosa chiara in mente che è quella di riuscire a riunire le persone insieme, riuscire a farli ragionare insieme, riuscire soprattutto a produrre cultura e arte. La cosa che ci siamo messi in case nell'ultimo anno, questa cultura e arte, perché per noi sono il modo all'interno del quale ci si può incontrare e ragionare in maniera più facile, senza preconcetti, senza pregiudizi. E ci sembra una cosa una cosa molto importante è tant'è che questo è diventato ad esempio un posto che è stato abitato anche negli ultimi mesi, dalle iniziative di Arcigay per intenderci, che ha trovato in questo luogo un bel un bel punto di un bel punto dove fare comunità e dove ritrovare comunità è tra tra una settimana o comunque in questo periodo ci sarà la cena in bianco che è organizzata in collaborazione anche con la con la rete non di solo pane è per chi, per chi non la conosce, una cena dove sostanzialmente ci si veste di bianco e si fa della beneficenza tutti tutti insieme all'interno di un all'interno di uno spazio della città che deve rimanere segreto fino all'ultimo. Quindi non possiamo rivelarlo, è in piu' tante, tante altre realtà. Abbiamo una realtà che organizza e costruisce favole per bambini. Quindi la risposta in questo momento è buona, ma in particolare è diventata buona dalle realtà che sono già aggregate quindi dalle piccole comunità di questa di questa città che qua dentro sanno di poter trovare un loro spazio dove dov'é proporsi in maniera facile agli altri. Dove trovare una buona ottimo se possiamo fare il nostro accoglimento sulla conservazione di questo luogo, la cooperativa sociale ehm ok, cooperativa sociale nel senso che è un po' come come casa del popolo, nel senso del discorso che ci hai fatto per l'inizio come è nato questo? Non credo che abbiamo la nascita come si è evoluto. E poi il fatto che grazie alla vostra unione si è scoperto che ci diceva che tutto quello che c' è venuto prima di questo luogo la cambiale no, dalla il luogo e la parte centrale di questo di questo luogo come nasce nasce in particolare in te intorno al tema della povertà e della comunità, quindi una comunità che si stringe intorno ai più poveri della città. Inizialmente che cosa era qua dentro? Era una casa del popolo, come ce ne sono tanti in tante altre città che sta a dieci metri dalla ferrovia a cento metri. Dall'oratorio quindi l'altro. Punto di antico potere, diciamo, di ogni comune italiano. È da questa casa del popolo che in quel momento era praticamente disabitata. Si mettono insieme delle associazioni perché decidono di rispondere a questo problema della povertà e chiedono l'aiuto della parte del privato sociale che la cooperativa dei giovani, in quel momento che si incarica di trovare dei fondi perché questo luogo era era da ristrutturare. Erano un bel po' di lavoro da fare e si riesce a vincere. Un bando in quel caso della Fondazione Cariplo, con il quale si riescono a ristrutturare gli spazi e si riesce a far partire la comunità. Quindi non solamente il ristorante solidale, la mensa solidale, ma anche tutte quelle che sono una serie di realtà giovanili. È la prima parte, diciamo l'evoluzione del cuore della oltre alla oltre la rete, non di solo pane, il cuore diventa la parte serale. Perché questo luogo, un luogo con una grande sala concerti in una bella sala concerti rispetto ad un comune piccolo qual è quello dell' veronese e per alcuni anni diventa proprio il luogo della vita notturna. Un luogo importante della vita notturna di questa di questa città è poi si incomincia a trasformare un pochino il luogo, arrivano altre associazioni, arrivano altre realtà che lo reclamano e da lì incomincia una trasformazione venuta in particolare da due anni fa. Ci si è lavorato, è tantissimo, soprattutto con con la cooperativa del giovane e altre realtà che sono arrivate in contatto per riuscire a trovare dei nuovi fondi, per ricreare un luogo che divenne che diventasse più accogliente per tutte le realtà che già abitavano. Quindi la realtà dei bambini, la realtà per gli anziani e in particolare di tutte quelle associazioni e che avevano già una loro comunità e quindi avevano bisogno del loro spazio per farli ritrovare. Da lì sono nate varie cose nato femmina, caffè per i bambini è arrivata la scuola di musica Jungle C'è, una c'è, una scuola di musica che ha tanti ma tanti ragazzi che più o meno una volta al mese organizza un concerto con un artista dove ad aprire di solito il concerto di questo artista. Ci sono i giovani allievi della della scuola di musica. Dal primo momento abbiamo avuto un artista che è l'artista che ha messo mano, diciamo tutta la parte di pittura che si può vedere in questo luogo. Che fresh flashback che un artista in questo momento molto quotato a livello europeo ma che è venuto qua dentro dalla dalla nascita, è dovuto immediatamente ad abitare ancora un suo piccolo studio qua qui all'interno del circolo non lo vediamo spessissimo, ma lui in realtà ci tiene ad esserci e ogni volta che abbiamo bisogno di rimettere a posto una sala, di dare un tocco di colore, lui subito si dà, è disponibile, ci viene a dare e ci viene a dare una mano. È quindi una presenza, ci teniamo a sottolineare perché è molto importante, perché se si è sempre donato tantissimo rispetto rispettosamente è quindi la nascita. È stata un po' questo il tema della povertà è il tema dell'accoglienza e della comunità all'interno da di. Come dire è un luogo aperto. Questo luogo aperto vuol dire che è ciclico, vuol dire che adesso è ci sono moltissime associazioni che stanno arrivando. È due anni fa ci è stato un periodo dove le associazioni erano un pochino meno. Noi sappiamo che il cuore è sempre quello della povertà, la rete, il ristorante è la parte attorno al quale quale si stringe. Poi tutto quanto il cinque luglio e poi da lì, come dire un po' come una fisarmonica. Sì, si allarga e si restringe un pochino la partecipazione, anche a seconda dei luoghi di quello che succede nella città in questo momento. Sicuramente c' è bisogno di avere luoghi dove dove incontrarsi, deve fare cultura dove fare e fare arte. Deve fare Antonio. Sì, pronunciato. Devo tornare su una cosa prima del Ciao Vai assicurati avete un'ottima o è molto buona che poi ci si scontra su dei temi che direi la possiamo allargarla in questa maniera qua l'anno scorso ho fatto un po' di casino, No? Quando venivano a mangiare No, vincere ancora era due anni fa. La grazia a tutti coloro che Si, perché mi è venuto in mente Jiang. Ok, beh, io provo a dire una frase, poi se si connette tutto il concetto si' quando vuoi. L'anno scorso alla fine dell'estate la scuola di musica Jungle ha organizzato dal circolo il centro estivo prima dell'inizio della scuola? Ehm e la entra entra nel devi lavare adesso no, nel senso perché si sente domande parlate ovviamente che e devo guardare cambia molto fiera l'anno scorso alla fine dell'estate la scuola di musica giancola organizzato in un centro estivo per i ragazzi piccoli musicisti è loro proprio nei momenti di pausa scendevano sotto nello spazio esterno del circolo e hanno iniziato a mettere a posto e a creare un piccolo un angolino dove potersi ritrovare. Quindi passavano un po' di tempo seduti al sole, giocavano e hanno iniziato a mettere insieme dei pallet, creare dei tavoli ed è stata proprio quella l'idea che poi ha fatto nascere un po' al voglia di di riproporre uno spazio esterno più organizzato e più bello da vivere proprio da loro è molto bello anche il fatto che siano stati proprio i più piccoli a quasi a lanciare questa questa necessità di avere dove potersi ritrovare ok fatto è bello al ma quindi come le persone dove percepiscono spazio anche chi può star otto dall'ambito associazionismo va è altalenante, nel senso che hai ragione scusa, come il rapporto con la con la comunità di verona rispetto a questo spazio. Cioè una parte che ci é molto affezionata è chi appartiene, che avvicina alle associazioni che avvicina il privato. Il privato sociale chiaramente sa che questo è il luogo a cui rivolgersi quando si ha bisogno di uno spazio e quindi è molto facile. Qui si accede semplicemente, si fa una chiamata e si chiede se si può venire un paio d'ore. Non è non ci sono grosse barriere all'accesso, quindi per queste persone ha visto molto bene e ogni tanto ci sono stati dei temi è sul quale si è si è dibattuto un paio di anni fa. Siamo abbiamo ospitato per alcuni mesi a pranzo una comunità di migranti che quindi grazie al gli aiuti che loro avevano, permettevano anche di dar da mangiare alle persone che normalmente erano già ospitate all'interno della mensa, che è stato un grosso aiuto per qualcuno. Questa cosa alcune volte è stato é un problema. Qui girano tipi strani a volte e questa cosa chiaramente per chi la vede avere una popolazione locale che è molto c'è, una popolazione molto tranquilla, è abituato a cose molto tranquilla, nonostante sia un luogo comunque turistico. Ogni tanto vede vede qualche stranezza quindi ogni tanto un pochino spaventata. La cosa che possiamo sicuramente dire che in dieci anni, da quando cioè questo luogo non ci sono mai stati particolari problemi o altro con gli ospiti né con la con la popolazione locale qualche frizione ogni tanto, cioè ma è normale, perché comunque è un luogo che molte volte si muove ai si muove ai margini di quelli che sono di quella che l'umanità di questa città e quindi può capitare di avere qualche situazione, un po' più un po'. Più tesa però, normalmente proprio il fatto che qui, dentro una comunità, la comunità dei volontari, ad esempio, è una comunità divertentissima, molto accogliente, che ormai è abituata a parlare con il col senzatetto. Abbiamo una piccola comunità di home che viene qua, che viene qua mangiare ogni tanto ogni tanto ne vediamo, ma spesso spesso vengono e abbiamo famiglie, magari che sono rimaste senza casa da poco e insomma un aiuto per tutti. Questo posto deve essere e continuare ad essere un aiuto per tutti. E per quel che riguarda la comunità, noi man mano raccontiamo e vediamo che quando il racconto viene fatto, chi riesce a venire qua dentro ed è soprattutto una cosa che c' è spazio per tutti. E quel luogo bello ed accogliente che ci teniamo a tenerlo a tenerlo pulito, accogliente, dove ogni due o tre anni gli facciamo un po', come dire un rinfresco perché è sia sempre un bel bel posto, un luogo donato alla comunità. Perfetto. Ci sono delle altre cose che mi vengono in mente, che magari non abbiamo chiesto alle pressioni o contenuti che riteneva importante, ma forse è una cosa che è importante, è che è una cosa di cui abbiamo parlato già che abbiamo in testa le cose con è stato molto interessante le cose che sono successe negli ultimi due anni. Tendenzialmente, io e Barbara ci parliamo, pensiamo delle cose. Lei pensa delle cose con degli altri colleghi, poi a un certo punto arriva qualcuno e realizza questa cosa. E questo per noi è la roba straordinaria. Quindi abbiamo incominciato a talvolta talvolta facciamo noi in prima persona. Molte volte preghiamo perché qualcosa accada. Ed è bello perché questa cosa talvolta accade. Lo spazio di sotto le parlavamo prima. No, io con barba, diciamo Cavolo, ce l'eravamo immaginato. No, questa cosa, ma non avevo mai avuto il tempo di di farlo. E poi per fortuna è arrivata una persona che la che ha sistemato uno spazio sotto e l'ha creato è quindi per me è una cosa straordinaria. Quest'inverno ci eravamo messi in testa di che questo diventasse uno spazio per lo studio. La biblioteca comunale ha chiuso perché stanno facendo dei lavori e quindi se volete, perché non proviamo a cogliere l'occasione? Perché questo diventi il luogo dove i ragazzi possono venire a studiare? Perché nella parte diciamo della tratta, quella del centro pomeriggio, in questo momento un pochino vuoto, non c' è non è tanto abitato e quindi volevamo riempire quel quello spazio di tempo lì, la cosa che ci sono. Immaginate il fatto che diventasse un luogo per lo studio. Abbiamo lanciato un paio di campagne per provare a fare questa cosa, non hanno ancora avuto il tempo di dedicarci l'energia che di cui necessita. Però speriamo davvero che con questa tecnica dello sperare forte in convenzione arrivare perché secondo noi qua dentro proprio un posto perfetto per venire sono tanti spazi, cioè modo di mettersi anche di isolarsi un attimino, di studiare tranquilli, ma di avere anche un po' di svago, di incontrare, incontrare altri e e poi col fatto che c' è anche qualche persona anziana, magari troviamo anche qualche insegnante di sostegno, altri che possono che possono aiutare i ragazzi che vengono. Quindi questa cosa speriamo forte e vediamo se riusciamo a fare ad aggiungere questo ulteriore pezzettino. L'offerta in questo modo che rosato è vediamo dubbiosa no, no e stavo pensando se dire questo nelle proprie case del popolo in corteo dell'ok lo hanno fatto davvero tanto, quindi magari eliminarli secondo me si è però sto pensando come Luigi che cosa no! Una volta Roberto mi ha detto si sente che è proprio il da parte delle persone la necessità di trovare un posto così? No? Però ci vuole anche cantato. Può essere una buona topica filosofica. Vai, vai antropizzate dai capelli rasati, No, che giusto roba. Perché forse il concetto un po'? Perché magari sì, Perché provo a pero'. Posso dire questo è roba che scotta, no? Però però è importantissimo dare spazio a questa roba qua, perché senza questo poi a un certo punto come dire la parte muore. Quindi ha bisogno bisogno di queste presenze qua. Il resto non lo è. Bene. Un periodo magico da ridere se saprà che devi sfogare secondo noi è proprio un periodo magico, perché ci sono delle associazioni, delle istanze del territorio che si sono incontrate e che hanno proprio manifestato la necessità di avere un luogo in cui trovarsi, in cui proporre delle cose. Ma anche pensate da zero insieme a lui parliamo della casa, del popolo, della corte, dell'oca, della scuola di musica lungo che sono proprio i primi che hanno espresso questa questa volontà, la banca da parte di de la realtà che se grazie a una delle due associazioni riesce eh, ma non posso dire qualcosa proprio parlando con alcuni dell'associazione corte dell'oca ci siamo accorti che davvero nella città di Roma ci sono varie persone singoli, ma anche associazioni che cercano un luogo in cui vivere, in cui anche espandersi perché magari le associazioni hanno dei piccoli, delle piccole sedi, ma possono trasportare un po', le loro, le loro cose e la loro, la loro arte. E vi verrà in questo spazio che è decisamente più grande e accogliente se proprio manifestata un po' la necessità di trovare questo spazio, quindi anche di mettersi veramente con tanta forza a far conoscere questo alla popolazione. Non tutti conoscono il circolo tanti sanno, ma non sanno che sta riprendendo tutta questa vita. E quindi un po' all'obiettivo anche quello di ehm di far sapere e di fare un passaparola sul territorio beh, che non c' è niente altro aggiunge Ace. Forza, in realtà una cosa che ha fatto dei fermi like del punto di comunità che è una roba, un po' più larga forse che poi quella risorsa iniziale no sì, sì, sì, no, però fa un po' da crollare il mio ruolo mio, ma il il circolo Wood. Questo posto qua fa anche parte di una rete di punti di comunità che sono stati creati attraverso una rete di un progetto che si chiama Femminili like, che ritrovarsi, condividere, crescere un progetto destinato alle famiglie e per aiutare le famiglie nella parte educativa dei loro figli nel territorio. È un progetto che ha preso tutta la parte della provincia di Novara, che dura ormai da tre anni e ha scelto alcuni luoghi che sembravano che sembravano, che sono, che erano simbolici rispetto ad alcuni punti nevralgici. Uno di questi a Rona ne abbiamo altri. In questa zona è stato appunto identificato il circolo Wood, come importante punto di comunità dove approcciare le famiglie dove fare insieme un discorso sulla sull'educazione è tant'è che alcune delle realtà che si sono sviluppate attorno al tema della famiglia, quindi fermi di caffè con lo spazio per per i bambini, il centro estivo, il centro estivo che il Summer Camp, che è nato da una, da una sperimentazione di colleghi d'ufficio che insieme avevano tutti dei bambini avevano bisogno di gestire questi bambini, quindi gestire il tempo libero dei loro bambini mentre loro erano lavorare e da questo primo impianto impulso hanno richiesto a questo luogo di organizzare un piccolo centro estivo, quindi all'inizio. La cosa bella è che le cose cominciano ad accadere non tanto perché chi sta qua dentro le pense, ma perché per chi chieda fuori incomincia a plasmare lo spazio rispetto alle loro esigenze. È da quelle due esperienze che è diventato, per appunto per il progetto Family, quello dei punti di comunità qua dentro, dove davvero mettere in contatto le famiglie assieme alle famiglie insieme ai loro bambini, assieme alle persone del privato sociale e assieme anche all'amministrazione pubblica. Perché ci è sempre questa modalità un pochino del far incontrare le persone attorno attorno a un tema, Penso di avere basta che andiamo ok, vinci, inventatevi l'ultima domanda stessa dove niente di traumatico l'idea che la mia sospettata è chiedere cos'è per voi il gambia che è una domanda che facciamo finale a chi è che non non deve essere la risposta al nostro appello? Esatto, in senso ampio che cosa che cambia uno a testa per cambiare ok, ci posso pensare una sincera che proprio obiezioni sparso, lunghissima! Il che no, non so, mi commuovo no, non stacchi nell'emozione no che non ci pensare, sono frasi così. Vorrei dire delle banalità si fa magari per voi é una banalità, in realtà non lo è, ma che però in circolazione puoi dirlo un confronto no, no, no per il taglio che cambia è mostrare che c' è eh ancora una parte di ragazzi che vogliono vogliono fare delle cose, mettersi in gioco. A me piaceva che stai si' ma non sbaglia, prova tu debba dirlo se poi vedi che non ti soddisfa è stato dai il concetto che è molto coinvolgente ehm che ehm per me l'italia che cambia è vedere tanti ragazzi che hanno un'età molto difficili un'età difficile dell'adolescenza e della della francia l'età adulta che hanno dei desideri. Ciao. Leggo che vuol dire che i ragazzi che hanno in mano ma sono sono un po' strana, nel senso che mi sto commuovendo. Non è bello. Non so che cosa dire. Stava piangendo una volta. Brava, no, no mhm Buongiorno, vado io. Decisamente per me l'italia che cambia è guardare lontano insieme. C' è bisogno di insieme. C' è bisogno prima di tutto riguardare lontani di non guardare all'oggi e di ritrovare delle comunità che si riuniscono, che litighino ma litigano per davvero. Perché litigare e entrare in conflitto? Lo si fa quando c'e' una decisione da prendere. Quindi il fatto che si riprenda a mettersi insieme per prendere delle decisioni su decisioni che però guardano lontano e non guardano al non guardano all'immediato, non guardano al domani. Quindi è prendere decisioni dove si guarda, dove ci si guarda tutti quanti, dove bisogna andare a trovare una mediazione anche attraverso il conflitto violento anche a volte perché ci vuole, perché ci vuole anche questo. Ma le nostre comunità sono cresciute così lo vediamo in tutti i luoghi che abbiamo abitato in questo stesso luogo ci è sempre stato un conflitto, sono cose sono cose buone, ma ci sono perché si prendono delle decisioni perché si prendono insieme e delle decisioni da cui sappiamo che dipenderà il benessere di tutti quanti. E quindi quando penso a un'italia che cambia l'italia che si rincontra per davvero, faccia a faccia che prova a prendere delle decisioni insieme che sfugga certe volte ci gravida larghe quali volti era successo per me? L'italia che cambia è vedere ragazzi e adolescenti che si affacciano all'età adulta, credere veramente nei loro sogni e cercare di realizzare i propri desideri. Quindi vederli non lasciare la propria casa e e andare o tornare vedere anche dei ragazzi che tornano, che vogliono lavorare e proporre qualcosa per la propria città, per il proprio territorio. E chiaro che fallo per me. Ti chiedo come il cognome. Questo è per il montaggio a Luigia minuti Luigia minuti si nel sottopancia che ci scriviamo sotto pace quando arriva il nome e cognome come ruolo a docente di italiano docente di italiano semplicemente questa Ok si' direi di no. L'insegnante di italiano a responsabile progetto outdoor Ok più appropriato questo concerto italiano responsabile Ok, perfetto ma non volete? Potete andare. Io partirei dal discorso che abbiamo fatto prima quindi per inquadrare un po' il l'istituto cos'è e poi ci inseriamo il progetto di auto per un po' ci troviamo cosa fanno? Ok allora l'ente di formazione professionale from al è una scuola che in opera nel territorio bolognese in provincia San Giovanni in Persiceto è offre a ragazzi e ragazze adolescenti dai sedici ai diciotto o diciannove anni la possibilità di acquisire una qualifica triennale in sbagliata una qualifica di terzo livello triennale ok una qualifica di terzo livello come operatore della ristorazione. I nostri studenti le nostre studentesse provengono da situazioni, è talvolta un po' burrascose. Sono ragazzi che non sempre si sono trovati a proprio agio nella scuola tradizionale ok e magari sentivano le esigenza di entrare piu' velocemente nel mondo del lavoro per motivi vari è un'utenza molto, molto ricca, molto variegata ma meravigliosa che ci ci stimola. Continuo a far meglio. Ci fa porre domande su come fare per migliorare la nostra didattica. Migliorare il nostro approccio è fare in modo che loro è possano sentirsi parte integrante della scuola e che possano vedere le varie figure come punti di riferimento per la loro vita lavorativa e non solo in questi due anni di percorso. Qui devono servire a farli sentire bene, a farli ripartire. Quindi c' è un percorso di vita in la maggior parte dei casi che non è che magari bisogna superare per motivi diversi e che viene accantonato. Sulla base di quello si riparte, si apre una nuova pagina, si riscrive la propria vita e si lavora insieme affinché questo possa accadere nel migliore dei modi, nel modo più sereno possibile. Non è sempre facile, anzi la ricerca continua non c', è una chiave, non c', è una ricetta e ci si pone continuamente delle domande. È però questo processo di crescita che vede coinvolti loro quanto noi. È proprio la base della la base il il punto principale di questa di De dalla scuola e del nostro modo di fare didattica. Posso dire mettersi qui davanti? Ok, ok, va bene, va bene, eh, direi. A me è piaciuto molto il discorso che hai fatto prima sul rapporto di fiducia che si che lo è. Quindi la domanda potrebbe essere e qual è? La diciamo non dico l'approccio giusto però l'approccio che tu che voi utilizzate come docenti nei confronti di questi ragazzi che hanno bisogno, magari di è una relazione particolare. L'approccio che viene utilizzato nella scuola è un è un approccio molto paritario, orizzontale. Non esistono delle gerarchie di potere molto marcate, quindi l'idea classica dell'insegnante dietro la cattedra che giudica, ma è un processo di costruzione della fiducia di relazione. È un processo lento che richiede tante energie, soprattutto nella fase iniziale, ma che una volta costruito diventa solido e regala davvero tanto. Quindi nulla è dato per scontato. I ragazzi, non le ragazze non accettano facilmente la figura del docente in quanto tale perché investito di questa carica. È una continua messa in discussione anche dei ruoli. Qualche volta quindi ci si trova a lavorare in situazioni, è impegnative, emotivamente impegnative anche per noi, ma ma una volta stabilito questo rapporto di fiducia e creato un legame positivo, costruttivo, significativo è si diventa davvero più facile è anche far passare il messaggio, far capire è formare, insegnare, conoscere. Quindi l'esplorazione passa l'esplorazione e la curiosità passano attraverso questo rapporto di fiducia che si costruisce un rapporto diciamo tendenzialmente orizzontale rispetto al progetto outdoor. Facciamo un po', una mia amica, magari partiamo proprio dalla storia di come è nato e anche il discorso del punto del del crowdfunding che ok e poi magari entriamo nella come si è svolta chiaramente quindi dico che per la mia tesi si si si si si si va bene magari si dicendo all'interno diciamo di questo piano didattico si si si si mme ma non so come formularla è così potrò vedere lei. Potresti partire cronologicamente riguardo questo questa cosa? Ok ok sì. Qualche anno fa ho deciso di iscrivermi a pedagogia, di prendere una seconda magistrale è lì da lì è partito il mio interesse per la lotta dura education. Questa pratica quindi, che si basa sul potere, è quasi terapeutico, è costruttivo ricostruttivo della natura e quindi è da lì. Poi ho iniziato a ideare un progetto innovativo da presentare alla scuola è per tutta una serie di fortunate coincidenze e quest'anno si è attivato un percorso sperimentale e ce ne sono solo tre in Emilia Romagna. Noi siamo ne abbiamo uno di questi che prevede la presenza di una classe di ragazzi provenienti da un percorso è non lineare. Quindi sono ragazzi che anziché fermarsi a scuola per due anni si fermeranno a scuola da per tre perché provengono direttamente dalla scuola media. Non hanno fatto l'anno di mezzo l'anno di passaggio in un istituto secondario di secondo grado. È di conseguenza, pensando con la direzione, con le piccole Crippa educativa, a quali progetti proporre ad una classe ad altissimo rischio di dispersione scolastica. Abbiamo deciso di mettere in atto questa idea di outdoor e di provare a conoscere la classe in un contesto neutro come quello della natura. È lontano dalla zona di comfort sia per noi insegnanti ed educatori sia per loro e di metterci in gioco proponendo delle attività mirate per la creazione del gruppo. La creazione poi della relazione con la classe stessa. È una classe che ha partecipato con interesse. Il progetto è andato molto bene tant'è vero che i due tre mesi successivi hanno visto una frequenza altissima, la più alta della scuola dei della classe coinvolta nel progetto. Ovviamente è necessario continuare, Non non abbiamo trovato la risposta assoluta alle esigenze della classe e bisognerà continuare. Stiamo continuando a chiederci come operare per per, per far, per fare in modo che questo percorso possa continuare ad essere importante e significativo che loro possano continuare a frequentare. Però sicuramente è quel momento. Li ha permesso di creare il gruppo il non solo il gruppo classe, ma il clip, la squadra. Siamo diventati una squadra, non ci sta, non c'. È stato lì un noi e un loro, ma siamo qui tutti insieme. Abbiamo tre giorni a disposizione per conoscerci, svolgere delle attività specifiche, autogestirsi. Ci è capire come impostare il nostro quei questi tre anni insieme è sia dal punto di vista dell'aspetto educativo, sia dal punto di vista proprio formativo. È stato molto, molto rilevante perché dal dal dal rispetto delle regole fino alla alla alla gestione delle proprie emozioni, alla richiesta, al porre domande come porle il il percorso ha portato proprio dei monti. Ha una crescita, una crescita tangibile. In poco tempo il progetto si è sviluppato in modo molto particolare perché era essendo un progetto abbastanza, richiedeva dei fondi specifici solo per una classe ed essendo noi nella condizione di non domandare denaro, non essendo noi nella condizione di poter chiedere denaro ai alle famiglie. È questo per regolamento scolastico regionale è ci siamo trovati davanti alla domanda al grande interrogativo come finanziamo il progetto? E quindi in accordo con la direzione? E una parte consistente è stata pagata dalla scuola un'altra parte invece l'ho finanziata io attraverso una un'attività di una richiesta di ricerca fondi crowdfunding è sulla piattaforma buona causa punto org hanno partecipato diverse persone, più più sensibili magari alle tematiche della è dell'innovazione scolastica, della dispersione e il contrasto alla dispersione. Eh? Siamo riusciti ad accumulare la cifra necessaria per spostarci tutti e quindi c' erano sedici ragazzi più ragazze piu' un educatore, una tirocinante dell'università io e poi c' erano tre tre educatori esperti di auto della education nella nella sede che ci ha ospitato e siamo partiti quindi proprio all'inizio della scuola. Conoscevamo a malapena i nostri nomi. Per tre giorni nella natura siamo andati a Montopoli, in provincia di Pisa, che è dove ha sede natura rock. È questa questa è un'associazione una una società che Ok, questa organizzazione, che quindi promuove la Il lottatore Education è lo propone alle varie scuole. Soprattutto è di di bambini. Quindi era un po' un'esperienza nuova quella di ospitare degli adolescenti per tre giorni è lì in struttura e ci siamo ritrovati in nel verde, nella nella natura, nel in un campo realizzato tra l'altro completamente dei ragazzi del di natura rock. Eh? Siamo stati abbiamo dormito in una meravigliosa yurta nei sacchi a pelo con i tappetini torce frontali. Abbiamo passato trascorso le nostre serate davanti a un falò. Ehi, ragazzi, hanno esplorato il bosco anche nei momenti, anche quando era notte, quando era buio con loro. Grande sorpresa perché la domanda era sempre Posso andare a visitare il bosco? E quindi io Beh, certo davvero che posso andarci da solo. Sì, certo. Ci aspettiamo qui. Se hai bisogno, strilla che ti veniamo a riprendere. È quindi è stato un momento in te è stato molto particolare. Ci siamo messi in gioco tanto non c' era l'elettricità. Giravamo tutti con queste torce frontali. Non c'. Era l'acqua. La caricava. Amo da giù nel nei barili e quindi c'. Erano dei ragazzi e delle ragazze che facevano i turni per andare a reperire tutto ciò di cui avevamo bisogno. Si cucinava tutti insieme. Abbiamo fatto la serata pizza nel forno fatto in terra cruda. Ovviamente ci si è organizzato in squadre, tutti hanno collaborato. Una parte molto interessante è legata al telefono. Siamo arrivati lì. Ovviamente non ce l'ha il Wi fi ed è stato un è stato un attimo di panico, se non che dopo forse una retta è stabilite le regole. Abbiamo detto ragazzi ogni sei ore possiamo portare sei telefoni alla volta perché abbiamo la possibilità di caricarne. Sei è ogni sei ore. Possiamo portarne sei a caricare e poi facciamo il i turni. Quindi mettetevi d'accordo chi ha più bisogno. Il primo turno hanno fatto a gara per caricare il telefono al secondo turno, alla prima richiesta di caricare e di chi avesse bisogno di ricaricare il telefono. C' era solo il mio. Nella busta dei telefoni si erano completamente dimenticati e loro erano presi da questa natura così equilibrata, così calma. Poi abbiamo beccato delle belle giornate e questo loro stare insieme. Questa questo conoscersi, questo esplorare arsi ed esplorare il mondo circostante ed esplorare i loro in relazione al gruppo è stata ha richiesto tutte le loro energie. Il telefono è diventato superfluo. Quindi a parte qualche fotografia necessaria, poi il resto non è stato tutto svolto all'insegna di quello che la natura ci regalava. Anche il nostro salotto era un salotto all'aperto era molto particolare a dire ragazzi, no, qui non possiamo lavorare. Spostatevi in salotto, eh, ma il salotto noi vediamo il cielo nel salotto per questo è più bello. E quindi poi ci spostavamo tutti lì, sempre in questa posizione circolare mantenuta con un certo sforzo nelle prime giornate, nella prima giornata, il terzo giorno ci siamo resi conto che i fumatori e non fumatori che avevano un'area adibita era ad hoc per loro. Eh sì, erano disposti spontaneamente in cerchio per comunicare tra di loro. Questa è stata una delle delle vittorie principali perché poi si ascoltavano, cosa che magari è più difficile da riprodurre in classe. Il contesto classe è ancora molto difficile per la gestione. Per loro che sono, che hanno fanno veramente fatica a stare in un contesto così ristretto. Hanno bisogno di muoversi, di fare e di esplorare in modi alternativi. E ancora Insomma, stiamo ancora cercando. Lì abbiamo visto che abbiamo conosciuto un'altra seconda c è stato veramente molto arricchente. È stato possibile per noi conoscere, vedere le dinamiche, individuare criticità, punti di forza da riportare a tutta l'equipe é sulla base delle quali creare un piano didattico specifico, non individualizzato, ma quasi per alcuni si' che insomma avesse già un'idea abbastanza completa del percorso che bisognerà poi proporre anche nei prossimi due anni che ci aspettano. Quindi è una bella esperienza, un altro aspetto che aveva un altro elemento è stata significativo, un un aspetto, una situazione che ci ha ci ha fatto riflettere. Siamo partiti col treno da Bologna, eravamo divisi in due vagoni, quindi fisicamente c'. Erano due gruppi, ok, ci siam, non mi andava neanche di forzarli a stare tutti insieme. Mi sembrava giusto rispettare i loro tempi e rispettare quelle che erano state le relazioni stabilite fino a quel momento, per cui ci siamo divisi spontaneamente. E io sono stata con un gruppo l'educatore con un altro. E poi i casi isolati con la tirocinante che è dell'università che appunto che si occupava della classe di quella classe principalmente che girava tra di loro e al ritorno non erano solo tutti in un vagone erano tutti su tre sedili che abbiamo dovuto dire ragazzi. Adesso cerchiamo però di occupare lo spazio che abbiamo a nostra disposizione e quale è stato un bel segnale. Il progetto ha funzionato e ora io non ho il progetto non si è realmente concluso. Perché quali sono state tre giornate e importanti, però ogni tot le abbiamo gia' riprese. Continueremo a riprenderle proponendo altre attività nella nella natura e mi auguro di poter riconsegnare loro le lettere che hanno scritto a loro stessi. Prima di concludere l'esperienza, abbiamo chiesto a ciascuno di loro di dischi di dedicarsi una lettera, di usare solo parole gentili per loro stessi, quindi di scegliere accuratamente le parole, di ringraziarvi per essere riusciti ad arrivare fino a quel punto e di incoraggiarti a fare sempre meglio. Quindi è stato difficile perché hanno occupato Li'. Eravamo ancora lì a Montopoli, hanno occupato tutto il campo, si sono separati, avevano bisogno di riflettere, stare da soli. Ricordo che una di loro mi chiamò per dirmi Prof fa malissimo, è l'idea di una cara che fece una carezza l'idea di un vaccino. È una lacrimuccia, le scese ma continua a scrivere le lettere io non le ho lette, sono chiuse e sigillate tra l'altro personalizzate perché si sono messi dentro le foglie, i ricordi presi dal tempo, i disegnini sulla busta le ho ancora nel materiale della tesi, ma quando vedremo davvero tanto cambiamento è ri ri consegnerò loro. Queste queste buste che saranno queste lettere che saranno sempre il dovranno saranno rappresenteranno sempre non solo un ricordo di quei tre giorni, ma anche un incoraggiamento per loro stessi a ritrovare un po' la fiducia e l'autostima nei momenti no. Quindi capire che loro valgono anche nel valgono sempre, hanno il loro valore enorme, hanno un potenziale altissimo e che anche nei momenti, nelle scivolate, quella quella loro grande umanità resta sempre è e quindi ci sembrava importante fare in modo che potesse essere segnato da qualche parte, quindi messo nero su bianco e che potessero avere dei riferimenti anche dopo la scuola, quando noi non potremo più consolarli o intervenire dal punto di vista educativo per dire sì, no, si è avuto il coraggio ce la farai e quindi questo è stato intenso bene. Ma adesso, se vuoi, puoi anche rispondere. Se mi chiedo dei modelli così che funzionano e sono innovativi, non è quali sono gli ostacoli, perché si diffondono anche in ambito pubblico che noi abbiamo un modello didattico scolastico educativo di settant'anni fa come è possibile che non ci sia ricettività questi? Oppure cioè io credo che la recettività per questi progetti ci sia soprattutto nelle scuole dell'infanzia è questo è un periodo abbastanza florido. La parola outdoor si sta diffondendo molto velocemente, si fa più fatica a farla penetrare nelle scuole secondarie di secondo grado dove ci sarebbe ancora molto, molto bisogno. Il problema credo siano oltre ai finanziamenti, le emergenze, il pa, il programma che bisogna rispettare, le scadenze di dei docenti che vengono imposte ai docenti. Io credo che la scuola sia ricca di docenti molto bravi, eh, però bloccati da una burocrazia lenta, lunga e inutile. È una burocrazia che devia, all'attenzione il focus e sulle carte e mentre dovrebbe essere sulla classe ci sono classi troppo piene. Ho lavorato un po' anch'io e nelle nella scuola statale e ho lavorato con classi di ventotto studenti, ognuno con la propria personalità, con il proprio bisogno di essere ascoltato. Ma ventotto sono tanti i tempi dell'educazione sono lenti. Non bastano sei ore dove una ed i promessi sposi se non mi fai la verifica io docente pago per questa cosa e inoltre richiede numeri ridotti l'educazione perché per seguire meglio è necessario che il gruppo sia più piccolo. Altrimenti é proprio fisicamente impossibile farcela. Ma io lo vedo anche la differenza quando io stessa sono in classe, non riesco a star dietro a tutti perché spesso la classe multilivello e quindi riesce a lavorare su qualcuno meglio su qualcun altro. Qualcuno resta un po' indietro, quindi poi ci provi la prossima volta e si fanno un po' i salti mortali. Questi progetti secondo me aiuterebbero tantissimo. Invece bisognerebbe rivoluzionare il punto di vista. Capovolgere lo completamente è di concentrarci su ciò che è importante è che il benessere, la scuola deve creare benessere inteso come proprio stare bene testament e avere voglia di presentarsi a scuola. Quindi non perché c'è bisogno di un voto c' è bisogno di un titolo alla fine, sennò che si fa nella vita? Ma perché si deve percepire il bisogno di crescita? E a mio avviso importante che studenti e studentesse percepiscano il bisogno di crescita reciproca nel momento in cui entri in classe e loro capiscono che sei lì per imparare, per imparare da loro e quindi che non c' è una corrispondenza univoca, ma che il processo è di scambio biunivoco. La percezione del tuo interesse per loro è permette di lavorare meglio e quindi se cioè questo prima di tutto. Se se ci si basa su questo poi diventa tutto più facile. Anche parlare di promessi sposi. Anche parlare di Dante è Dante L'inferno è bello, piace proprio quando parliamo di paradiso che si annoiano, è importante aver stabilito qualcosa prima, perché poi, nel momento in cui crei, sei capace di creare delle situazioni. Dei ricordi significativi non sono legati al contesto classe, ma esterni. Quando crei é tempo di vità, è lì hai hai la portata, ti spalancano le loro porte spie e ti spalancano i loro cuori. È riesci davvero a educare nel senso di etimologico della parola, nel senso di tirar fuori il meglio di quello che c' è in ognuno di loro e viceversa. Loro riescono a tirare il meglio di quello che è in noi. Quindi non solo urla o rabbia o frustrazione, ma tanta voglia poi di migliorarsi, di cercare altro, di cercare dei modi per crescere bene insieme. E voglio chiederti un po', il tuo percorso personale come ti sei avvicinato al mondo dell'insediamento e poi a queste forme come hai sentito il bisogno di innovare comunque perché stai facendo abbastanza innovativo io come percorso personale e il mio percorso personale è è quasi tradizionale, nel senso che a cinque anni avevo già un registro, avevo deciso di fare l'insegnante di italiano e quindi ho il registro con tutti i voti dei miei cugini ed ero un'insegnante molto tradizionale all'epoca. Avevo bisogno che mi ascoltasse è poi sono andato a scuola e ho capito quello che non mi piaceva. Così sono andata al liceo, il liceo che mi ha formato molto bene, però molto impostato. Mi sono iscritta all'università, laureata in lettere moderne, prima in italianistica, poi ho fatto una un anno di Erasmus. Ho studiato in Francia. Montpellier è sempre con l'intento di insegnare. È sempre con un occhio attento a situazioni, un po' più fragili, un po' più al limite. Il mio interesse è sempre andato a chi aveva bisogno, cioè chi è che a famiglie ma iper presenti, famiglie che provengono da percorsi di studio di un certo tipo, nella maggior parte dei casi è già incanalato, va già nella strada giusta. Io volevo guardare gli altri. Avevo bisogno di di di lavorare con chi ha bisogno, di chi ci crede, ma anche per una questione mia, personale, per perché c' è qualcosa che mi porta a credere nel valore dell'insegnamento per tutti, per cui poi da lì ho iniziato a studio. Ho fatto un master in didattica dell'italiano per stranieri tramite l'e-learning, però concentrata con un focus sui dislessici. È poi mi sono specializzata in dislessia e poi deciso di iscrivermi in pedagogia perché mi piace studiare di base è però è tanta e tanta. La curiosità, la voglia di imparare è soprattutto quest'ultimo percorso di studi. Io lo devo a questa scuola, lo devo ai miei studenti e le studentesse. Mi rendevo conto di essere in classe, di stare in classe ogni giorno, a pormi domande è a cercare risposte. È su in tanti modi confronti con altri docenti. Io credo tanto nell'auto formazione, credo tanto nel confronto, nella condivisione, eh. Mi sono resa conto che avevo bisogno di di non solo di utilizzare i miei contenuti, quelli appresi durante il mio percorso di studi, ma di capire come declinare i miei contenuti, come sfruttare, utilizzarli e metterli, renderli appetibili per gli adolescenti che è diciamo l'età è più diffuso un'età parecchio difficile, ma che mi piace tantissimo. È proprio una sfida continua in tutti i sensi. E quindi poi quasi per caso, qualche mese dopo la laurea e mentre ancora frequentavo il master, ho fatto un colloquio qui con altre persone. Sono stata assunta eh, non non li ho più lasciati. Mi sono innamorata dei miei studenti. È stato proprio è così pieno. Sono entrate in classe con un'idea di scuola mia. Avevo visto il liceo scientifico l'università, quindi per me a scuola si stava seduti ad ascoltare nella mia testa c' era il bisogno di proporre una scuola diversa. Quindi ricordo proprio il mio primo discorso davanti alla classe che era lì a studiarmi. Mi raccomando, non abbiate paura di pormi domande. Sarà uno ci sarà uno scambio reciproco continuamente. Non sentitevi inadeguati. Siamo qui per imparare insieme e c' era se n'era uno di loro, Joseph, che mi disse Scusi, perché dovremmo aver paura di porre domande Who lives aperto il mondo? Ho capito che ero nel posto giusto e quando ho visto che la scuola poteva non essere solo come nei licei, e che c' era tanto bisogno di energie e di entusiasmo in altri contesti. E poi ho deciso di iscrivermi alla pedagogia, di continuare a ricercare. Ho incrociato per un interesse mio per la natura è outdoor e quindi studi e ricerche. Capiamo gli effetti della natura su chi ha disturbi comportamentali e qui ce ne sono tantissimi. Sono quasi tutti i cosiddetti Brics che è una parola che non mi piace per niente pero' hanno tutti un bisogno individuale, credo come l'umanità intera di essere ascoltati in maniera differenti e quindi noi stiamo allenando l'orecchio ci stiamo allenando per ascoltare e guardare da vari punti di vista. È difficile, però è tanto, tanto stimolante, arricchente. Loro danno secondo me a noi ci ridanno il doppio, il triplo di quello che noi diamo loro ogni giorno. Posso io se non so se mi è sfuggito possibile. Abbiamo fatto una panoramica della scuola all'inizio com'è composta strutturalmente perché ce lo siamo detti, nel senso che almeno non abbiamo un'inquadratura. Ok, proprio nel senso questa è la scuola è suddivisa in che la mia amica del tempo. Okay, Okay. Come dove, quando e perché? Va bene. Che è questo? È un ente di formazione professionale. Si chiama From ha sede a Bologna è mme. Addirittura un attimo devo allora è un ente di formazione professionale che permette di ottenere una qualifica. Si fa male, è un ente di formazione professionale che dura due anni, è nel percorso tradizionale, è permette di ottenere una qualifica come operatore della ristorazione. È una qualifica riconosciuta a livello europeo. È una scuola che accoglie ragazzi e ragazze adolescenti dai sedici ai diciotto diciannove anni. Il percorso prevede materie teoriche e materie pratiche, quindi italiano, matematica, informatica, inglese, storia, educazione al genere è una parte laboratoriale. Quindi cucina è sala bar, pasticceria è Le classi sono spesso coinvolte in attività esterne, quindi vengono chiamati per mettersi alla prova in situazioni reali dove devono cucinare per dei clienti dove devono ehmm, fare un servizio durante delle attività. Situazioni di rilievo. E inoltre è sono chiamati a partecipare a laboratori divario di vario tipo tipo laboratorio musicale, laboratorio teatrale, attività di anti dispersione scolastica che si tengono principalmente nel pomeriggio è la nostra utenza è un'utenza speciale per i nostri le. La maggior parte dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze provengono da percorsi scolastici non sempre lineari, per cui ma hanno deciso poi di iscriversi alla nostra scuola per entrare presto nel mondo del lavoro per un motivo o per un altro, quindi per essere formati piu' in fretta perché il profilo tradizionale non si addice a quelli che sono i loro bisogni, bisogni attuali. Alcuni continuano poi dopo cercano di rientrare una volta che si sono un attimo rafforzati o che hanno riscoperto i loro valori e i loro punti di forza. Gnam. Altri, altri ancora si trovano qui. Perché? Per un interesse personale, per la cucina. Su ci sono tanti, tanti motivi. Accoglie tanti profili diversi e quindi questo è un po' anche la nostra ricchezza, quindi interessi diversi, obiettivi diversi è mme. Cosa sono i ragazzi? A Bologna ci sono tredici classi è per un totale di circa duecento settantadue centosei, due centosettanta studenti e studentesse ehmm siamo solo su questa sede. Poi ce N'è un'altra invece a San Giovanni in Persiceto, sempre con un profilo che il profilo della ristorazione, un altro vendite. Ti posso chiedere se se ho capito bene come si chiama anche l'articolo sulle cose che non trattiamo. Il video così bene è in continuità con la scuola guaglione questo ragazzi che vanno a scuola, questi sono ragazzi che hanno abbandonato la scuola e quindi che i servizi hanno portato dai servizi sociali con cui collaboriamo in maniera molto stretta, facendo rete col territorio è portano qui da noi. Ehi, scrivono ovviamente in accordo con loro, oppure sono studenti e studentesse in attesa di è superare l'anno di passaggio che per legge da parte dei casi specifici devono fare per forza di cose, quindi nel in una scuola secondaria di secondo grado per poi passare quindi nell'ente di formazione professionale è un è un passaggio obbligato. Il passaggio obbligato. Quindi dalla dalla scuola dal primo anno di scuola secondaria al all'ente di formazione professionale. Quindi si mangia tutto, occhi si' anche laboratori ma fanno gli stage? Non ho detto questo, forse okay, loro i ragazzi sono di prima, eh? I ragazzi sono coinvolta. Oltre alle attività laboratoriali, nei due anni di percorso svolgono tre stage uno di trecento euro il primo anno e due invece il secondo. Il terzo è prima dell'esame di qualifica, quindi poi di terminare il l'intero percorso e una domanda rispetto al programmi per il futuro. Quindi finire la tesi, magari applicare l'esperienza di outdoor, questo lo posso dire. E insieme a questo se vuoi dire tu quando hai fatto un'esperienza molto cos'hai provato tu ok si'. La speranza è che il progetto si possa replicare è che possa che possa essere riproposto qui, ma anche altrove. E che fiocchi gne gne attività di questo tipo. Inoltre, a partire dalle considerazioni di dell'esperienza scaturite dall'esperienza fatta con la seconda c che costruire dei percorsi ad hoc da proporre poi alle altre classi, compatibilmente con gli stage, compatibilmente con le elezioni laboratoriali, ma costruire un percorso parallelo a quello che si svolge poi in aula, in modo che si possano sfruttare tutti gli elementi che la natura mette a nostra disposizione. Non solo la natura intesa come verde, non solo quindi il paesaggio naturale, ma anche il paesaggio urbano. Quindi orientarsi in città e capire cos'è la città può darci e cosa noi possiamo dare alla città è è tutto da costruire, un processo da costruire. Anche la parte più bella. Quindi poi il la tesi come sempre un punto di partenza. Il bello deve venire a mio avviso più o meno risposto sì, sì che dico la mia su quanto riguarda l'esperienza di cose. Insomma, per chi io in queste tre giornate dopo queste tre giornate sono tornata a casa carica di emozioni a cui cercavo emozioni a cui cercavo di dare un nome e ci ho pensato a lungo, con un'energia positiva e voglia di di creare, pensare nuovi progetti da proporre alla classe è voglia di continuare a stare proprio con con loro, con i ragazzi e le ragazze per sperimentare, metterci in gioco. E mi sono sentita in una comunità. Si è creata non una classe, forse più di una squadra, una comunità che riesce a lavorare insieme. Quindi come loro si sono sentiti accolti, io mi sono sentita accolta da loro. È stato questo senso di pienezza a un certo punto che è fondamentale quando si sta per partire con nuove idee e nuovi progetti. Tanti interrogativi, dubbi, speranze. È tanta paura di non riuscire a riportare replicare quel modello in aula. Perché la situazione è diversa? Perché anche qui bisogna portare a casa no, delle le competenze che sono quelle richieste imposte tutte le altre, quelle che non vengono considerate come utili ai fini lavorativi, eh, rischiano di passare in secondo piano se non c'. È poi qualcuno capace di o con la voglia di lavorarci su. Quindi sì, tante emozioni contrastanti. È però tanta carica, tanta energia, tutta quella energia adolescenziale che ci è stata trasmessa. Io e L'educatore che è stato con me abbiamo ha parlato nei giorni successivi del progetto di continuo. È stato molto bello, anche perché poi quando siamo rientrati, i ragazzi continuavano a chiederci di ritornare lì. È nonostante la carica c'. Era questo senso di calma e di equilibrio. Anche in chi era un po' più burrascoso che aveva bisogno di mostrare le proprie fragilità. In quei tre giorni sono emersi, sono emerse tutte le emozioni possibili, tutto il raggio delle emozioni è venuto fuori, quindi le ci sono state lacrime, c' è stata rabbia, c' è stata frustrazione. È stata la gioia estrema, il momento di noia che è fondamentale. Come ce la gestiamo? La noia se non ho il telefono. Quindi è ci siamo messi in gioco un po' tutti io stessa nei momenti di vuoto come mi approccio ai miei studenti sapendo che è da dopodomani e insegnerò loro italiano. Non mi occupero' solo di questo aspetto, insegnava italiano. Non significa non curare più l'aspetto educativo, anzi. Però come farò? E quindi ricco, ricco, tanto intenso. Bene, facciamo l'ultima va bene su italia che cambia noi chiediamo sempre cos'è per te l'italia che cambia non intesa come il nostro progetto però l'idea dell'italia che cambia di un'italia che cambia è proprio una domanda libera se io ti dico che cambia cosa viene niente per me che cambia eh gne gne però è l'italia che cambia una bicicletta è anzi un tandem l'italia che cambia un tandem dove si pedala tutti insieme, si cerca di trovare il ritmo dell' ltro e di rispettarlo eh si collabora quando qualcuno è stanco ci si ferma tutti e si aspetta che ci si sente in forma prima di ripartire la borraccia se l'acqua finita te lo passo io è quindi è un'italia che collabora, è un'italia che condivide, che mette a disposizione risorse, idee, energie e che va verso nuove scoperte in modo lento, graduale nel rispetto dell'ambiente, nel rispetto delle personalità, dei bisogni individuali dove nessuno resta indietro ma si rallenta il passo per andare tutti insieme per crescere tutti insieme. Si' rispondere si' si' si' decisamente grazie ci devono essere delle caratteristiche. Devono essere delle caratteristiche legate Al ha un terreno fertile di innovazione sociale. Quindi se è una città che è in grado di ospitare iniziative imprenditoriali che dove c'è un tessuto sociale forte, un tessuto sociale. Effettivamente é vero. Vuoi che lo metta? Sì, magari Modalità aereo così non fa. Ok, Modalità aereo e chiedo per me nome, cognome, storia stando ancora una bellissima. Ok, sottopancia. Ok. Marilù Sansone. Come stiamo confondendo il Co-founder Impact Torino. Perfetto. Ok, quando volete. Potete andare sempre guardando lei. Ma una cosa è la si. Non c' è bisogno di fare. Ok anche lui. Mi vengono in mente delle considerato che Si. Bene. Okay. Persone dal punto di vista sociale. Anzi, meglio. Va bene. Ok. A un certo punto occupate. Va bene. Ok, andiamo. Che cos'è generale come Impact Hub è un network internazionale. È una è una rete di essenzialmente spazi di coworking, quindi di lavoro condiviso, spazi, eventi, ma soprattutto spazi che sono adibiti ad ospitare una community. Quindi un gruppo, una comunità di persone fatta da imprenditori, da liberi professionisti, da creativi, artisti, sognatori, innovatori, individui socialmente attivi che vogliono produrre un beneficio sul nostro territorio. eh? Si tratta di una rete internazionale, quindi una rete fatta da tanti di questi impact hub in tutto il mondo, che al momento sono piu' di cento, vanno a coprire tutti e cinque i continenti e che quindi vogliono produrre proprio un impatto positivo. Tante communities che creino un impatto positivo in vari contesti in tutto il mondo. Infatti adesso contiamo più di cinquanta impact hub solo in Europa è un territorio molto fertile per dal punto di vista dell'innovazione imprenditoria sociale, alcuni anche nel Nord America. Ma abbiamo contatto negli ultimi anni anche tantissimi impact hub nell'area del dell'america latina e dell'africa. Quindi però è un grandissimo orgoglio perché siamo riusciti, attraverso del dei programmi a supporto degli imprenditori in queste aree, proprio a sviluppare questi impact hub anche in questa area che fino ad oggi non avevano avuto grandissimo, grandissimo sviluppo dal punto di vista dell'imprenditoria sociale in italiano quanto se ne contano? Adesso siamo otto in Italia siamo noi a Torino ci a Milano, cioè a Trento, Reggio Emilia, Roma, Bari, Siracusa. Non ho dimenticato nessuno, spero che una Catania, Siracusa e Catania sono insieme sono lo stesso Abby. In sostanza però la copertura delle sue città come mai stanno nascendo nell'ultimo negli ultimi anni con tanti sul territorio. In realtà Impact Hub è nato nel Duemila cinque, è nato a Londra, poi si è sviluppato in maniera capillare e il motivo per cui si è sviluppato in maniera capillare è che tutto quello che unisce l'aspetto imprenditoriale, quindi banalmente il profitto, una sostenibilità economica con un impatto che sia invece sociale, quindi che crei una sostenibilità di tipo sociale di tipo ambientale e sempre più ricercata perché sta diventando una necessità dei nostri tempi. E quindi banalmente, la possibilità da parte di un imprenditore, di una persona che vuole creare qualcosa di suo nel creare un qualcosa che sia anche socialmente utile, sempre più alla portata di tutti. Ed è sempre più voluto da tutti. Ed è questo il motivo per cui sono nati tanti pack tab e per cui ci sono sempre più communities di persone che si uniscono per collaborare, per creare sinergie, per far crescere il proprio business all'impatto e quindi per far crescere l'impatto di tipo sociale, ambientale nei vari territori. La cosa bella poi è Impact Hub è che, essendo noi un network internazionale ed essendo un network molto legato quindi noi di Torino siamo effettivamente molto legati. Conosciamo personalmente i fondatori degli altri Impact hub in tutto il mondo, eh? Abbiamo la possibilità poi effettivamente di mettere in contatto le iniziative che sono all'interno della nostra community. Quindi le startup, le associazioni degli imprenditori che fanno parte della nostra community con le altre startup, gli altri, gli altri professionisti che sono negli altri community e quindi poter scalare le varie iniziative. Quindi una startup che ha avuto un grande successo sociale e anche economico nel nostro contesto probabilmente potrà avere anche altrettanto successo in altri contesti in tutto il mondo. Il fatto di poterlo collegare con i fondatori con con gli impact hub di altre aree fa sì che questi fondatori conoscano profondamente i propri territori e quindi possano così garantire anche il successo a queste iniziative d'impatto quindi la scalabilità di questa iniziativa di impatto perfetto è un Parlamento di impact. Poi bene. Impact Torino è nato ufficialmente nel Duemila sedici quando abbiamo fondato la nostra società, anche se in realtà la candidatura al network globale. Quindi quando il team di Torino ha voluto fare richiesta al impact globale di poter aprire un impact hub nella nostra città risale al duemila quindici. È stato un processo lungo che ha portato poi all'apertura finale del del nostro spazio fisico nel duemila diciotto. Quindi sono stati anni di lavoro che hanno visto la nostra application. Quindi un team di ragazzi che ha deciso di chiedere agli impact hub globale di fondare un impact hub qui che ha fatto degli studi di fattibilità sulla nostra città per per dimostrare che Torino era effettivamente pronta ad ospitare una un'iniziativa di questo tipo, quindi fosse pronta dal punto di vista imprenditoriale. Quindi avesse una cultura imprenditoriale abbastanza sviluppata da poter ospitare un impact hub, ma allo stesso tempo che avesse un tessuto sociale e una cultura sociale pronta a far far sì che le due realtà si potessero unire, quindi l'aspetto profit. Con l'aspetto impact abbiamo quindi dimostrato che Torino aveva tante iniziative che non aspettavano altro che una location come questa è il network globale ha così approvato la nostra apertura. Abbiamo lavorato moltissimo sul territorio per per divulgare il pack tab, per divulgare la cultura dell'innovazione sociale. Dell'imprenditoria d'impatto è tutto questo ha portato poi all'apertura nel all'inizio duemila diciotto di questo spazio fisico nel quale ci troviamo oggi che il nostro, il nostro Abe, il nostro fulcro. No, là il posto dove si svolgono tutte le attività quotidiane è attività, appunto di coworking. Ospitiamo una community di una comunità di professionisti che tutti i giorni decide di lavorare in un ambiente condiviso. È quindi fianco a fianco professionalità diverse che si conoscono, che creano collaborazione, che creano opportunità reciproche, così come altre attività legate agli eventi. Quindi noi organizziamo tantissimi eventi costantemente è di due tipologie uno per sensibilizzare il territorio locale su quello che l'innovazione e l'imprenditoria sociale. Quindi proviamo attraverso diversi format di eventi. Ad esempio l'impact World Bank è questo qua è un format specifico dove noi vogliamo fornire degli strumenti di lavoro, quindi allestire il tavolo di lavoro dei nostri innovatori con degli strumenti utili a far crescere il proprio business. Durante questi eventi invitiamo degli esperti di vari temi, come ad esempio abbiamo avuto L'ultimo Warbeck sul tema dello storytelling per il sociale. Quindi è venuta una professionista proprio di storytelling per legato al mondo dell'innovazione sociale che ha raccontato alla nostra community attraverso workshop è come poter raccontare un'iniziativa sociale, così come abbiamo tantissime altre tipologie di questo tipo di questi workshop e sono molto apprezzati, perché effettivamente chi ha una start up ad impatto sociale, quindi inizia un'attività imprenditoriale, ha bisogno di questi strumenti di base per partire, ma poi facciamo anche tanti altri eventi legati alla sensibilizzazione su quello che sono. Il Sustainable Development Goals. Quindi questo è il termine inglese che, diciamo sta per obiettivi di sviluppo sostenibile, sono stati sviluppati dalle Nazioni Unite nel duemila quindici. Si tratta appunto di diciassette obiettivi per rendere il nostro mondo più sostenibile. In sostanza, quindi, l'obiettivo delle Nazioni Unite è quello di poterli raggiungere entro il duemila trenta, o comunque mettere in atto delle azioni concrete tutti insieme per far sì che ci sia un avanzamento verso il raggiungimento di questi obiettivi entro il eh. Noi organizziamo degli eventi su su questi obiettivi di sviluppo sostenibile che forse si vedono anche sul mio retro, quelli colorati che sono laggiù. È perché vogliamo che la il territorio fatto da persone comuni, ma anche professionisti, imprenditori prendano consapevolezza di questo e possano mettere in atto delle azioni volte al raggiungimento di questi obiettivi. E poi facciamo anche tante altre menti che sono legate alla nostra community, quindi alle persone che costantemente frequentano la nostra la nostra il nostro impact hub per far si' che loro si possano conoscere per far si', che loro possano collaborare, creare sinergie, aprirsi opportunità reciproche, perfette. Ecco come si sono sviluppati gli spazi, gli spazi sono sviluppati per far sì che ci sia una una comunicazione continua in tutto. In realtà il nostro impact hub è suddiviso in realtà i due spazi differenti che sono comunque adiacenti, molto, molto adiacenti. Ma la motivazione per cui abbiamo fatto creato questa unica suddivisione, in realtà in tutto è che uno spazio dedicato all'area di coworking, quindi un e rea in cui i nostri nostri membri, i nostri bers, come li chiamiamo noi, possano lavorare in tranquillità e in uno spazio a loro dedicato che sia anche tenuto in sicurezza. Questo spazio di coworking ospita delle scrivanie condivise. Quindi appunto, queste scrivanie, dove professionisti e imprenditori diversi lavorano fianco a fianco, in sostanza, eh, ma anche che ospitano uffici privati. Quindi per quelle realtà, per quei tipi di lavoro che hanno necessità di lavorare in un ambiente che sia autonomo in un certo senso. Nel realizzare però questo questo ambiente, abbiamo tenuto conto del del fatto che non volevamo creare una una divisione tra l'area di coworking gli uffici, quindi, per quanto gli uffici siano separati, autonomi però hanno delle pareti fatte con colleghi in realtà e vetrate per far sì che ci sia comunque una, ma che ci sia comunque una vicinanza perlomeno visiva con il resto del del coworking, quindi le altre persone, è che qualcosa rispetto a te e laura che le fondatrici di questo progetto come siete arrivati qui? Eh sì, io e laura siamo due degli otto co-founder impact torino eh siamo le persone che lavorano full-time su questo progetto, quindi che tutti i giorni portano avanti le attività di impact hub in maniera costante è supportati chiaramente dal resto del team che per per varie competenze apporta proprio il proprio contributo specifico. Siamo un team di appunto di otto cofondatori e diciamo che ci siamo conosciuti in modo diverso. L'idea è nata da quando alcuni dei nostri cofondatori hanno scoperto il mondo impact tav perché appunto hanno avevano degli amici che avevano fondato altri impact hub comunque che avevano avuto a che fare con il mondo impact sono rimasti affascinati da questa realtà così aperta, così legata alla condivisione ma anche alla creazione di un impatto concreto e hanno deciso di appunto iniziare a fare candidatura per poterlo portare qui a Torino. In realtà sono arrivata sono arrivata leggermente dopo perché mentre loro iniziavano a proporre la candidatura, tra cui anche c' era laura. Io lavoravo invece all' Impact Hub di Amsterdam. Quindi stavo lavorando su questo progetto e avevo già avuto modo di scoprire il mondo impact hub lavorando attivamente in impact hub e attraverso la newsletter che gira tra tutti gli impact del mondo, quindi legata al agli operatori proprio del del network Impact ad avevo scoperto che un team di Torino aveva proposto una candidatura per l'apertura viene pagata in città. Va bene, chiaramente sono venuti gli occhi a cuoricino è ho subito contattato il team di Torino e da lì sono entrata a far parte del team. Questo perché nel momento giusto in cui la mia esperienza lavorativa Impact di Amsterdam stava terminando ed era in procinto di tornare indietro a torino. Quindi avevo deciso di ritornare nella mia città e di creare comunque qualcosa di buono nella mia città e questa per me è stata l'occasione perfetta. Il tempismo perfetto tim no, se non fosse la tua vera la ragazza, ma per tornare, ma l'importante è che lui ok chiedere qual è, quale è stata qual'è? Siamo la risposta della comunicazione. La risposta della comunità torinese è da buona torinese è stata molto discreta, quindi abbiamo iniziato con un allora innanzitutto è stata positiva, quindi abbiamo visto che effettivamente quello che erano stati i nostri studi di fattibilità si sono poi insomma concretizzati nella realtà. Quindi abbiamo identificato la comunità di di torino come una comunità socialmente attiva e quella si è dimostrata come una comunità di imprenditori. Quindi una comunità che sta crescendo molto dal punto di vista dell'imprenditoria e soprattutto dell'imprenditoria sociale ad impatto è stata molto discreta perché noi torinesi siamo così, quindi non possiamo non possiamo negarlo, è ma va bene così, perché è stata proprio una fase di sperimentazione iniziale e poi la diciamo concretizzazione del fatto che effettivamente un impact hub a torino era era effettivamente voluto. Quindi siamo c' è stata un'ottima risposta abbiamo durante questo primo anno di attività, quindi durante tutto il duemila e diciotto abbiamo lavorato moltissimo per creare una comunità forte e solida tra i nostri worker ma anche con il territorio. Questo appunto attraverso i numerosi eventi, le numerose attività che noi abbiamo portato avanti in maniera costante durante tutto il periodo che hanno veramente creato una comunità forte e poi c'è anche da dire che a Torino si è creata una un'organizzazione molto importante che Torino social impact, della quale noi siamo parte e che ha dimostrato ulteriormente proprio la vocazione sociale della città di torino. Ehm io ho una domanda su working se ci puoi approfondite parole cosa working guardo sempre leggo il coworking è un ambiente di lavoro, è spesso in open space. È condiviso quindi proprio l'origine della parola working e co, quindi condiviso working. Quindi lavoro. Si tratta di una di una concezione di lavoro, di ambiente e di spazio, di lavoro relativamente nuova qui su torino, anche se è stata diciamo oramai fortemente se moltissimo sviluppata negli altri contesti europei, soprattutto nel nord europa del nord America, da noi arrivato in maniera più graduale in Italia. Adesso è molto, molto, molto utilizzata. Anche qua è il nostro spazio di coworking. È uno spazio, appunto che che vede delle scrivanie condivise. Quindi ognuno dei nostri worker è membro di impact Torino quindi ha sottoscritto proprio una membership con noi che gli da accesso al suo spazio di lavoro a seconda della scelta che ho fatto. In sostanza, e ha quindi accesso a tutti i servizi di un ufficio, quindi il wi fi ad alta velocità piuttosto che a una scrivania. Il tutto quello che concerne le utenze, però, ha il vantaggio di poter condividere questo spazio con altri professionisti e quindi si va a superare quello che è il concetto di chiusura degli spazi lavorativi. Quindi io, il mio piccolo ufficio e non parlo con nessuno se non con i miei colleghi, ma ah, ok, io porto avanti la mia attività lavorativa, sono in un ambiente professionale, ma ho la possibilità di creare scambio, interazione con altri professionisti. E questo è un concetto che, seppur come dire, inizialmente un po' visto come limitante no dalla cultura italiana, comunque dalla nostra cultura adesso è stato invece compreso come altamente benefico, perché gli effetti si vedono. Il fatto di poter lavorare a fianco a fianco con professionisti provenienti dai più disparati settori fa si' che tu possa effettivamente sia creare collaborazioni, sinergie, aumentare il business e quindi il fatturato, ma anche accrescere le tue competenze, perché la possibilità di vedere piu' cose di sapere piu' cose di davvero sperimentare diversi ambiti del tuo lavoro che magari prima non avevi avuto modo di sperimentare. Posso molta curiosità, è quello che mi dice di prima sul ci dice di prima sul che non è un rapporto verticale tra partner centrale, diciamo locale, ma è proprio un rapporto di scambio che questa cosa, sempre guardando lei, il network Impact Hub è un network anomalo rispetto ad altre, ad altre reti. È perché è un network che nasce dal basso. Quindi si tratta di un'associazione come come forma, diciamo burocratica e una è un'associazione che ha una sede appunto burocratica a Vienna, in realtà, ma i membri dell'associazione del board dell'associazione, che sono invece sparpagliate in tutto il mondo e questo proprio sa identificare la volontà di non avere una sede centralizzata, ma di essere veramente aperti a tutto il mondo. E ogni pub locale, appunto, come come raccontavo già prima, m fa una richiesta al network globale. Quindi è un'iniziativa dove è un team locale dal basso, propone l'apertura di una sede impact hub all'interno della propria città perché ne riconosce la fattibilità, ma anche la valenza sociale per il proprio territorio. E questa è una diciamo, è veramente un meccanismo inverso rispetto a tutto quello che è invece la concezione del franchising dove vi è una organizzazione diciamo di digestione principale. E poi invece diciamo suddivide le varie scelte, le varie decisioni tra le varie, i vari brych, le varie filiali locali. Nel nostro caso invece l'associazione è formata da tutti gli impact hub locali e ogni pub locale ha un diritto di voto all'interno dell'associazione. Quindi non importa se l'impact hub è piccolo e grande, è nato da poco tempo e uno degli impact storici a tanti membri a pochi membri l'importante è che abbia una valenza sua e quindi a merita di avere un voto all'interno dell'associazione questi volti noi esprimiamo quando cioè da prendere delle decisioni annuali, per esempio su strategia è legata al letto globale. Quindi ogni strategia legata comunque emanata dall'associazione impact ad effettivamente arriva da tutti gli impact hub locali, è veramente un network inclusivo. Non c' è nulla di deciso dall'alto, ma tutto arriva veramente dal basso, è una cosa che volevo chiederti quali sono i benefici della dieta dicendo sessanta gradi del lavorare qui piuttosto che in ufficio piuttosto che in qualsiasi altro posto differente ovviamente da questo l'idea da questa idea il beneficio di lavorare o di far parte della Community Impact Torino sta proprio nel condividere dei valori con i membri facenti parte della community. Questo perché chi decide di entrare nel nostro network condivide quello che sono i valori di fiducia. Condividi il valore del coraggio e della collaborazione. Condividere questi valori vuol dire veramente aprirsi e quindi voler dialogare con persone che parlano la tua stessa lingua e quindi sono aperta alla collaborazione. Questo secondo me il grandissimo vantaggio e parlo di collaborazione locale. Chiaramente quindi se hai un'attività che si sviluppa principalmente sul territorio torinese, piemontese, italiano, potrai dialogare con persone che parlano. La tua lingua è sul tuo territorio. Se invece la tua ambizione è quella di poter scalare, quindi replicare la tua idea imprenditoriale o professionale in altri contesti, in tutto il mondo, hai comunque la possibilità di parlare con persone che parlano della tua stessa lingua, quindi la lingua dell'innovazione e della fiducia e del coraggio, ma in altri contesti e quindi sapere che di queste persone ti puoi fidare, puoi ricevere dei riscontri sinceri, comunque concreti e hai un'opportunità concreta di poter sviluppare la tua, la tua attività, in altre in altre realtà che magari prima non avresti neanche pensato. Oltre a questo chiaramente lavorare in uno spazio di coworking, un beneficio perché ti apre perché ti crea dinamicità, non è la semplicità di lavorare in un ufficio tutti i giorni e magari aspettare che arrivino le cinque e le sei di sera per fuggire. Ma la possibilità di creare relazioni semplicemente la pausa pranzo é un momento piacevole in cui si crea scambio, in cui si crea un pranzo tra amici. In sostanza, partecipare ai tanti eventi è sempre arricchente, perché vuol dire entrare sempre in contatto con concetti, contenuti nuovi che magari in altri contesti avresti dovuto andarti a cercare, o magari avresti dovuto pagare. Invece in questo caso sono offerti e sono organizzate in maniera costante. Quindi ogni volta c' è qualcosa di nuovo. Il fatto anche di poter stare in un ambiente che ogni giorno dei cambiamenti e delle attività e questo stimola molto, crea molta dinamicità. E penso che questi siano i vantaggi principali di far parte di Impact Hub. Io sono un ultimissima posso che no, ero curiosa di una cosa è scusa bombardamento però em parlare prima degli obiettivi di sviluppo sostenibile piu' in parti sociali che si creano dal tuo punto di vista dal vostro. In questo caso chiedo a te perché ci sei tu, come hai visto cambiare la visione di alcuni nel senso dell'incontro, quindi alcune realtà imprenditoriali diverse. Qualche esempio previsto per la quale dalla collaborazione della sono nati dei progetti insieme che abbiamo fatto diventa molto sociale, che raccontava oppure ce ne sono stati alcuni. Diciamo che si sta facendo mente locale sui progetti sto sto ragionando, ce n'è ce n'è qualcuno che ha visto collaborazioni tra professionisti, per esempio. Quindi non hanno avuto un impatto sociale, diciamo diretto nel senso delle armi un'iniziativa direttamente. Impatto sociale, però ha visto proprio il beneficio tra professionisti che hanno ampliato il proprio business, altri che grazie al tuo impact avevano potuto accedere ad un ha per esempio delle attività. And come dire di no? Non so come definirle italiano, eh, sono praticamente dei focus group in cui un gruppo di persone si mette a disposizione di qualcun altro per fornire feedback su per esempio in quel caso un progetto di startup di impatto sociale. Quindi in quel caso la startup ha avuto un beneficio perché ho avuto un riscontro con diretto poi altri progetti devi pensare sto sto cercando un esempio. Fammi pensare perché sì, perché no? Fine? Perché è interessante trovare un esempio se mi viene sì, volentieri. Beh, immaginare circolari tante persone, circa tante persone. Comunque ti sveglierai stanotte pensando all'esempio migliori che chiedo. Laura, aspetta, sei microfonato però no, all'interno non ho spinto, è un idiota, perciò se la vuoi perché è così che aveva stoppato per buona. Ok, ci vado. Allora ci sono numerose storie legate alla collaborazione tra startup, tra professionisti e startup, tra varie iniziative, associazioni all'interno del network impact hub, iniziative che hanno prodotto un impatto sociale amplificato chiaramente unendo le competenze e le forze delle due realtà. Mi vengono in mente due storie in particolare è una a livello locale che si è sviluppata da noi nell'ultimo anno e un'altra invece a livello internazionale che è una storia, un po' storica all'interno del network tab. Una quindi, quella che vi posso raccontare, che si insomma realizzata negli ultimi mesi riguardo a un progetto sociale che si chiama Foro tv, sviluppato da una un'agenzia di video making che ha una postazione di coworking qui da noi è loro hanno deciso di mettere a disposizione le proprie competenze nell'ambito della della della regia del video making per creare un canale dedicato a non udenti e non vedenti. Quindi un progetto molto sfidante è che insomma richiedeva diverse competenze, oltre a quelle semplicemente legate proprio alla macchina da presa e che grazie agli impact hub è riuscito a trovare del supporto in una organizzazione studentesca dell'università di Torino e del Politecnico di Torino che si chiama Centottanta di Grey's Consulting, di ragazzi che forniscono consulenze gratuite a iniziative organizzazione di impatto é che sono sono arrivati diciamo a Foro TV grazie Impact Hub perché Impact Hub, proprio partner di Centottanta Nigris Consulting. Quindi questa qua è stata una storia sicuramente di successo è bella per noi perché ha fatto sì che un progetto nato veramente con l'intento di fornire un supporto sociale abbiamo trovato delle competenze, diciamo dal punto di vista economico e ingegneristico che magari non avrebbe avuto modo di trovare sin da subito, con le poche risorse economiche che chiaramente si hanno quando si parte. Invece una seconda storia che è abbastanza famosa all'interno del network Impact Hub riguarda due due ragazzi, un ragazzo canadese e una ragazza degli Stati Uniti che essenzialmente stavano affondando la stessa Start-up, quindi la stessa idea imprenditoriale legata al mondo del education, quindi della formazione ai giovani, e avevano veramente la stessa idea e ognuno stava cercando di affrontare le varie sfide che nei propri contesti si trovavano davanti. É essenzialmente erano quasi le stesse tramite entrambi facevano parte di un impact hub nel proprio Stato e tramite la newsletter internazionale che a cui membri Impact abbia accesso hanno scoperto che effettivamente vi erano queste due iniziative iniziative simili. Cosa hanno fatto? Ha deciso di viversi, Quindi si sono scritti, si sono incontrati, hanno ha deciso di diffondere le due realtà, hanno messo a sistema, quindi hanno condiviso tutte le sfide che entrambi stavano affrontando e hanno fatto davvero un gioco di squadra e hanno fondato una realtà che poi è stata una realtà di successo. Il dal punto di vista della sostenibilità mi dovevano andare. Si è penso che il territorio piemontese, il territorio torinese, ma più in generale il territorio italiano, stia acquisendo molta molta sensibilità su quello che sono i temi della sostenibilità in tutti i sensi. Quindi veramente, facendo riferimento agli obiettivi di sviluppo sostenibile, penso che ormai ognuno di noi abbia preso molta, molta più consapevolezza di quello che sono anche i limiti che c'e' determinate attività hanno nell'essere portate avanti in un certo modo. Quindi che abbiano anche acquisito la consapevolezza che per portare avanti un'attività imprenditoriale, produttiva, industriale di qualsiasi tipo ci voglia anche consapevolezza su quelli che sono gli effetti che un'attività può portare avanti, può può produrre. In sostanza è quello delle Nazioni Unite è stato un lavoro, diciamo di creazione proprio di consapevolezza a livello. Insomma, a livello di popolazione di massa è quello che stanno facendo diverse realtà che lavorano nell'ambito dell'impatto sociale come il nostro network di Impact Hub è quello di continuare a diffondere più organizzazioni come impact hub. Come altre che diffondono questa tipologia di pensiero. Ci sono tanta più consapevolezza, cioè sul territorio. Quindi chiaramente le persone non possono sapere le cose dal nulla, ma c' è bisogno di organizzazioni che sono appunto a conoscenza di determinate dinamiche del fatto che ci sono delle delle realtà che lavorano proprio per creare sostenibilità sociale e ambientale di qualsiasi tipo e che possono essere a loro disposizione per poter raggiungere proprio gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Che che che facciamo? Ok, che cosa batterica che cambia é la risposta che il riferimento al nostro progetto giornalistico, ma sa che cos'è per te e che svizzera che cambia, che per me l'italia che cambia. Sono persone che non si fermano davanti al pensiero comune, quindi che hanno la forza anche il coraggio di prendere delle decisioni che possono sembrare scomode certe volte che possono sembrare strane, che possono andare controcorrente rispetto a certe ideologie. Certi standard culturali è che quindi hanno hanno la capacità di mettersi in gioco e di diffondere le proprie idee che riescono a produrre un cambiamento effettivamente positivo. E sono sicura che questo cambiamento riesca a contagiare e a cambiare altrettante persone gia' grazie. posso chiederlo al cognome Maddalena Scalabrini. Ok, nel sottopancia cosa scriviamo ne accompagnatrice L'ideale? Perché non è proprio maestro. Ok, ti do due indicazioni. Noi tagliamo le domande al montaggio. Dunque, quando Francesco alla domanda se può ripetere la domanda riguarda lui e dimenticati della camera. Ripeto, come se se rispondi alla domanda se non lo dici, ti faccio da sempre quando volete ucciso. Ok, Ehmm, io partirei l'aveva già fatto ai tempi però facendo un una proprio cronistoria di come è nata, come si è sviluppata? Si è evoluta negli anni la Quando volete che sia, poi montiamo. Esatto. Adesso tu però con questi signori se hai bisogno di una maestra ghianda Ok, parti, parti pure. La storia della scuola è questa scuola nel bosco è nata due anni fa. È da un'idea di non nostra, assolutamente, ma idea di ehm no, lo devo rifare perché non è che bello mi può fare? Dove? Dove siamo? Ci troviamo a metà dei soldi. Va bene che arriva? No, finché sangue Niente? No, ehm la nostra scuola nel bosco è intanto se non lo rifaccio. La scuola del bosco è di Pianoro a Bologna si trova in due boschi diversi in autunno inverno siamo qui e quindi Abbado lo sulle colline in primavera estate invece ci spostiamo in un bosco piu' vicino alla città, ma castignano che è più ombroso, più adatto alle attività che si fanno con quest'estate primaverile Steve e abbiamo iniziato questa attività due anni fa, eh e siamo cresciuti molto devo dire devo dire la verità in questi ultimi anni tant'è che l'anno prossimo inizierà un nuovo gruppo è perché dai nostri bimbi non uscirà nessuno, perché anzi un bimbo esce e solo uno e quindi non entrerà nessuno di bimbi che avremmo. Avevamo in lista di attesa, quindi abbiamo deciso di dare la possibilità altre famiglie e apriranno un altro gruppo in un altro bosco. E abbiamo iniziato due anni fa io e la mia collega Erica, che avevamo una estrema necessità di dare un'alternativa ai nostri figli rispetto alle ai normali asili comunali o anche privati e per dare loro la possibilità di vivere la natura a trecentosessanta gradi e abbiamo scoperto appunto dell' esistenza questo diversi anni fa dell'esistenza degli asili nel bosco, nei paesi scandinavi e poi anche in Italia li abbiamo visitati, ne abbiamo visitati molti. Abbiamo scoperto che questa cosa si poteva fare e abbiamo quindi seguito una formazione di circa un anno in giro per gli altri asili, tutti i vari corsi che ci sono e abbiamo trovato una soluzione per aprire. E nasce quindi principalmente dalla dalla voglia di dare ai nostri, ai nostri figli è un'alternativa, poi formando ci abbiamo capito che potevamo proprio essere in prima persona sul campo e quindi dare la possibilità anche a tante altre famiglie è una volta avviato, ci siamo resi proprio conto di come non in realtà non vediamo una possibilità alternativa a questo tipo di di educazione a questo tipo di rapporto tra bambini, tra adulti e bambini è adulto e e soprattutto con la natura. Certo, em, voi cosa facevate prima? Proprio la vostra vita professionale che adesso immagino sia legata alla scuola del bosco. Si, come prima di di aprire la scuola nel bosco. Io ero architetto del paesaggio, avevo proprio uno studio fino a pochi mesi prima poi di prendere questa decisione, eh? Personalmente la mia la mia storia racconta che appunto io non riuscissi come non riuscissi piu' tanto a lavorare con l'adulto, avessi bisogno di un rapporto più come dire sincero. Io lavoravo anche con gli enti pubblici privati, aziende private per per progetti ambientali. Costruivo progetti ambientali legati soprattutto alle alle piantagioni di alberi, ma nuove alberature e abbinato spesso ai miei progetti laboratori per bambini, per appunto raccontare loro perché questi progetti erano per noi importanti da sviluppare e vedevo in loro una relazione molto più più pura. É anche un dialogo sulla questione della natura, ma più sincero. E avevo sentivo la necessità di parlare più con loro che con l'adulto. Con l'adulto facevo fatica a far passare questa necessità di avere un mondo più pulito, avere più rispetto dell'ambiente e diventava proprio solo lavoro, lavoro. Quindi abbiamo deciso di fare questo passo, di chiudere le attività di prima e formarmi sull'educazione in natura. E certo la spinta è stata data principalmente da da mio figlio, a cui volevo passare proprio questa passione nei confronti della natura e la possibilità di crescere in un ambiente non chiuso, sia a livello mentale che, ovviamente anche fisico. Quindi adesso lui è nella squadra, ma è una domanda che facciamo spesso chiaramente non per farvi i conti in tasca, però, per dare anche l'idea della fattibilità e della durabilità nel tempo dei progetti dal punto di vista economico si regge in piedi bene la scuola dal punto di vista economico, la scuola nel bosco dipende nel senso che ci sono vari modi per poter aprire le scuole nel bosco, in Italia, proprio perché non non c' è una legiferazione nei riguardi. Riguardo la scuola nel bosco specifica. Per adesso spero che prima o poi ci sia. Sinceramente però però adesso no. Per cui ci sono diversi modi con un'associazione, aprendo un'associazione che ormai le scuole sono centinaia, forse anche di più in Italia e ognuno ha la sua storia. Nel nostro caso specifico, a livello economico si devo dire un po' facendo diversi sacrifici si è sostenibile. Noi per adesso la sosteniamo, siamo molto aiutati, è noi abbiamo aperto con una Cooper appoggiato, cioè una cooperativa. Non so, nel senso che il nostro progetto fa parte di un progetto più grande che si chiama educare nel bosco e che racchiude altre dieci a dieci undici scuole in giro per l'italia. Quindi questa cosa dà molta forza il progetto perché abbiamo una rete con con altre scuole con cui ci confrontiamo, con cui facciamo formazione continua e questa cosa va bene. Infatti amore, grazie, posso morire più tardi. Perché adesso sto parlando con questi signori. Ok? Ok. Non entrare più nella nella casetta perché sono nati. Filmano. Okay, giochiamo dopo. Da dove dovrei cominciare? Che stai parlando? Nel bosco. La rete? Come stai parlando di cose che puoi cominciare anche da quelli che odiano le donne che avevamo immaginato. Amore, vai pure con ghianda, se vuoi fare perché abbiamo anche un pulmino, questo? Complicato. Ma ne portiamo otto ogni mattina. Però loro devono scegliere il posto che non li decidiamo noi. Quindi devono mettersi d'accordo Su quale posto? Chi, Dove, quando? Per cui una mezzoretta per loro per decidere la voglia ne hanno bisogno. Viene aggiornata È ok nel bosco. Magari lei puo' dargli educare nel bosco. Va bene. Non mi ricordo a che punto ci sono rimasta per questo. Ok, tranquillo. Nello specifico noi facciamo parte di una cooperativa che si chiama Canale scuola. Il progetto è dentro il quale rientriamo. Si chiama educare nel bosco è dieci scuole. Dieci undici scuole è aderiscono a questo a questo progetto e quindi a noi. Permette questa cosa di fare molta rete, quindi di confrontarci su molte questioni, di fare formazione. Continua tu tutto l'anno. Quindi per noi questo è un valore aggiunto che magari dal punto di vista economico e più svantaggioso, però nel momento in cui ci forma e siamo anche più forti in questa cosa che è molto particolare, quindi magari non non ci non ci darebbe. Forse se fossimo da soli saremo anche un po' in difficoltà in alcuni casi da questo lato un po' bilancia bilancia la questione. Quindi, per rispondere alla domanda economicamente, lo store nel bosco può essere sostenibile con un po' di sacrifici, barattando un po' di cose. L aiutandosi molto tra i genitori è però sì, anche una cosa che ci aiuta molto per noi sono i tirocinanti. Perché la questa scuola nel bosco eh convenzionata come l'università di Bologna e di altre per cui ci sono spesso dei volontari molto, molto preziosi per noi che ci aiutano, passano un diverso tempo e diversi mesi, per cui anche hanno modo di di lavorare anche con i bimbi, nel senso che non sono delle persone che passano e vanno però rimangono parecchio. I bimbi riconoscono, loro conoscono i bimbi e quindi per noi è un grosso supporto anche a livello economico. Appunto. Non dover pagare i tirocinanti importanti non sono idee loro. Come si chiama? Che l'articolo tre video, cioè una eta che pagano i genitori durante l'anno successivo. Ok, se volete sapere la cifra no, nel senso no, non ancora. Una convenzione con una scuola pubblica? Ok, si' no, perché la cifra poi cambia e preferisco non dire è quindi la domanda potrebbe essere si sta sempre guardando Louise? Magari che raccontiamo anche la possibilità di replicare certi certi progetti e certi processi? No, dunque come magari nel video non credo che vado vado a aiutarci l'ispirazione è lui. Magari se riesce anche aggiungendo come si trovano i genitori parola piuttosto che quelli sono i canali, è le descrizioni da noi sono aperto tutto l'anno nel momento in cui c' è posto, noi che accogliamo i bambini tutto l'anno evitiamo magari periodi invernali perché a fare l'avvicinamento alla scuola coi genitori, con la neve, i bimbi in poi in difficoltà perché il magari il primo freddo che prendono in te intenso. Evitiamo quindi periodi invernali che sono un po' più difficili però gli altri accogliamo tutto l'anno e i genitori si iscrivono il bimbo bimbo, questo che poi ha definito corso come se fosse un corso, un corso per i bambini è un laboratorio esperienziale e in e li scrivono e staranno con noi. Tutto l'anno è composto da dieci mesi, poi dopo se loro vogliono, partecipano anche alle settimane estive che noi facciamo aperte anche altri bimbi fuori dalla scuola. Questo è un luglio, agosto è mme. Questa cosa è il modo in cui noi operiamo. Purtroppo non è è non è possibile convenzionato o comunque replicarlo a livello pubblico. Quindi non ci sono posti per livello i posti comunali famosi, posti comunali che sono negli asili è proprio perché non è non è un progetto riconosciuto, non è un asilo riconosciuto. Questa è importante, importante, che noi lo ripetiamo spesso non è una scuola, è un laboratorio permanente. In natura noi siamo sempre fuori, non c' è uno spazio interno, non ci sono bagni, non tutto quello che uno pensa che deve avere la scuola o comunque che la legge prevede che abbia la scuola. Qui non ci sono i genitori che ci portano i bimbi a fare dei laboratori. Il laboratorio per noi poi consiste nel gioco gioco libero. Fondamentalmente non proponiamo attività o ho altro per cui stiamo sempre in natura, facciamo passeggiate e e stiamo tra di noi tutto l'anno e per fare gli script per trovarci, ma spesso direi che principalmente finora è servito a passaparola, è abbiamo fatto un unico open day, ma non credo che ci sarà bisogno di farne altri. È anche perché chi era venuto all'open day in realtà erano solo persone che curiose, magari devono farsi la scampagnata quel giorno. Non necessariamente però noi siamo sempre a disposizione per colloqui e chiediamo ai genitori di fare un un corso con noi che è un corso per adulti e un laboratorio che si chiama giocare da grandi nel bosco. Per noi questa cosa è veramente chiave, nel senso che ogni genitore prima di scrivere il bimbo, farà questo corso con noi che è un corso una mattinata nel bosco. Noi sabato e la domenica ripetiamo quello che si fa nel bosco la mattina coi bimbi e permettiamo quindi ai genitori di vivere intensamente il bosco dei bambini, ripetendo proprio le routine lavarsi le mani e fare la merenda, a fare il cerchio del saluto, le canzoni e loro quindi in questo modo, anche perché le facciamo in tutte le stagioni, in questo modo è possono capire a trecentosessanta quasi quasi interamente quello che noi intendiamo quando stare nella natura, perché raccontato a tanti genitori piace. Poi però quando si va sul okay ho bisogno di due tutine per il bimbo, due paio di stivaletti, cambi, eccetera. Lì viene un po' di ansia, perché magari uno non ha poi pensato nel concreto, a quante cose servono per un bambino, per stare all'aperto. E oltre a questo, c' è anche la una pedagogia che noi ci teniamo a a passare attraverso questo laboratorio degli adulti. Una pedagogia di è gioco libero di interventi, interventi minimi da parte dell'accompagnatore è di Sam, quindi gestione dei confini, autonomia un'autonomia molte cose, ma anche nella gestione dei conflitti, per esempio. E queste cose cerchiamo di farle passare attraverso questo laboratorio. Il genitore, una volta che ha fatto questo laboratorio con noi e farà un colloquio in cui presentiamo appunto tutte le persone che poi si occuperanno dei loro figli nel bosco e approfondiamo anche la conoscenza con la famiglia e dopodiché può può procedere con l'iscrizione. Se siamo tutti d'accordo su questa cosa, quindi c'è un processo perché abbiamo capito quanto è importante che la famiglia sia pronta. Però è una cosa che coinvolge anche comunque la vita fuori dal fuori dal bosco. Poi per il perché il bambino del bosco, poi il pomeriggio ha bisogno di una di una certa cosa, di certe attenzioni di calcio, di metabolizzare tutto quello che è successo la mattina per cui è sono e poi ci vuole anche una coerenza educativa a casa, a scuola è perché se no il bambino va in confusione. Quindi anche anche noi facciamo una sorta di selezione delle famiglie. Non possono essere famiglie che poi con cui poi non ci troviamo, è in noi a nostro agio a comunicare, né che il bambino poi vada in conflitto, non capisca. Alcune dinamiche che asco a scuola succedono a casa chi ha un proprio proprio un elastico non so se stai quello per i capelli, si deve ripetere al ripeto questa cosa è arrivato proprio negli è m'. Dopo. Ovviamente ne affronteremo. Però è interessante anche sapere, diciamo le reazioni dei genitori. E anche parlavi dei tirocinanti o in generale del diciamo sì dell'aumento delle vostre colleghi educatori, educatrici che magari cominciano ad approcciarsi a quello che sta diventando comunque una tendenza abbastanza, ma per i capelli, i capelli, i vostri ho bisogno però che non lo lasciate nel bosco perché quello lì è diventa rusco quando lasciate ricordi? Quindi dopo ne tornano due sono andati via due brusco che significa maiuscola che quelli brusco a assieme per il caffè Bologna romano non lo sapevo. Neanch'io essermi qua l'ho scoperto anch'io ma potevi che mi ci trovo Aspetta, perché adesso arrivano tutti? Ok, te ne posso dare una se ti ricordi di portarlo indietro dopo, Ok? Sì, perché se te lo dimentichi nel bosco cosa diventa? Divertiti, brusco gli animali, mi raccomando che torni indietro. Ok, quindi le reazioni giocatori e giocatrici va bene. M m si' Gli adulti che si approcciano alla scuola nel bosco possono essere di vari di varia natura. Con noi lavorano appunto tirocinanti. Abbiamo diverse tipologie di genitore, non uno pensa che siano tutti un certo genere di genitori alternativi, eccetera. Ma non è assolutamente così. É é il sai che ogni volta che voi arrivate io mi devo interrompere, le devo riconoscere. Va bene. È rimasto al fatto che i genitori non sono animali. Gli adulti che si rapportano alla scuola nel bosco sono di vario genere. Oltre ai tirocinanti, ovviamente. Perché i genitori, i genitori che che anche solo chiedono informazioni o anche i genitori, poi dei bambini nel bosco che stanno con noi sono di varie di varie tipologie. In realtà è uno pensa magari che siano appunto i classici alternativi o esageratamente fricchettoni, ma non è così. Mi sono stupita io stessa il il lo scoglio più grande spesso è quello del dello stare all'aperto con con il cattivo tempo era sedato la tipica domanda ma anche quando piove? La mia risposta adesso con questi ultimi tempi che fa sempre più caldo e io penso che il problema vero sarà con questo caldo perché ha già l'estate scorsa abbiamo avuto dei giorni in cui i poverini non hanno dei giochi limitati perché bisogna cercare l'ombra, bisogna stare fermi, bere sarà più quello lo scoglio quando piove, quando nevica, quando è freddo c'è sempre una soluzione perché abbiamo il fuoco, abbiamo da ripararci, sono vestiti molto bene. Una delle condizioni, infatti, per partecipare a questo progetto è di avere un abbigliamento adeguato perché appunto, se c' è un disagio fisico, non questa cosa non vale la pena, è quello di è di solito il primo scoglio. Quello che do viene dopo piano piano e quello con cui che riscontriamo un po' anche con i tirocinanti che fanno magari un po' fatica all'inizio è proprio quello di mettersi al di sopra del bambino e con un atteggiamento, un po' giudicante che è una cosa di cui ci siamo passati, un po' tutti la nostra noi stessi, quando eravamo bambini, di solito, insomma, le scuole tradizionali facevano un po' così e quindi è una cosa su cui lavoro. Dobbiamo sempre lavorare e cercare di mettersi al loro livello e ascoltarli, ascoltarli tanto perché sanno, sanno perfettamente spiegarsi, sanno perfettamente quello che sta succedendo. Quindi se noi abbiamo scoperto appunto grazie alle formazioni, grazie anche all'esperienza sul campo che dandogli la possibilità di esprimersi. Ma se si sentono ascoltati, spesso le soluzioni le trovano da da soli. E questa è una cosa che con la formazione che abbiamo fatto noi prima di aprire nuotavamo che chi faceva l'educatore tradizionale prima veniva da da una formazione di scienze della formazione. O anche so anche gente che ha lavorato per tanti anni nelle scuole tradizionali eh? Si trova un po' in difficoltà ade, strutturarsi su questo a dare la libertà al bambino, di esprimersi in modo tale da capirlo e senza intervenire, magari in un conflitto è o o o anche tante altre cose, proponendo tantissimo. Noi noi intendiamo questo tipo di pedagogia vorrebbe un intervento minimo e anche una proposta limitata. È ovvero una proposta nel momento in cui il bambino ci dà un input, ci fa capire. E questa è infatti è la bravura un po' del dell'accompagnatore che il suo interesse verte su quello specifico nello specifico argomento in quel momento, che siano degli insetti, che siano tempo atmosferico, qualunque cosa e quindi da lì far partire delle domande. Ma non siamo noi a dare le risposte, ma sono loro che se le danno noi. Magari che lo facciamo? Cerchiamo di rispondere con delle altre domande, perché nel momento in cui la risposta è secca ed è quella è finito, è finita l'esplorazione per il bambino, per cui anche solo passa un uccello si ferma vicino a noi e lui ci chiede che uccello è, Anche se noi sappiamo la risposta, spesso chiediamo al bambino invece di analizzare l'uccello insieme a noi. Come hai fatto? Ti ricordi quando abbiamo visto in quel in quel libro quando a quel colore quella coda queste cose qua permettono al bambino di memorizzare molto meglio e ovviamente di sviluppare la la cognizione sua ehmm. Questo appunto è un lavoro spesso da fare. Per chi invece ha una formazione, un po' più strutturata ed è lo scoglio vero, non è tanto il tempo atmosferico è l'approccio verso il bambino è però abbiamo visto delle evoluzioni, ma in noi stessi ovviamente noi siamo sempre imparando e migliorando ci, ma anche a chi passa del tempo con noi dei periodi di tirocinio corti, eh? Fanno proprio questa cosa di iniziare intervenendo o comunque quando parlando tantissimo e finendo che parlano molto poco e stanno lontani e sembra che siano involuti. In realtà hanno imparato tantissimo, è anche perché noi stessi impariamo molto dei bambini. Il bambino che si ferma e che analizza un escremento qualunque cosa è cosa ha mangiato quella animale, quindi che animale potrebbe essere? Ma quelle bacche se possono mangiare, si possono mangiare. E poi noi abbiamo una grande libreria biblioteca in nel bosco in con è libri che loro possono possono consultare e insieme cerchiamo di trovare le soluzioni. Poi è chiaro che è un'età dai tre ai sei in cui l' attenzione va, va, va, torna. Ritorna però abbiamo notato che tante cose rimangono anche se noi non ce l'ha o non ce ne rendiamo conto. É la stessa un'altra. Cosa importante dell'approccio nostro è anche quello di di aiutare i bambini a comunicare tra di loro piuttosto che avere reazioni fisiche che sono normali e che accettiamo chiaramente fino a dove è possibile accettarle, ma dandogli sempre e continuamente il lo stimolo a parlarsi, a parlare tra di loro, cosa che tante volte neanche gli adulti sanno fare, però è continuamente martellando lì. Purtroppo questa cosa loro, anche dopo anni lontano, la ripetono come mantra anche loro. E usiamo le parole usiamo le parole perché quelle sono sono magiche, hanno visto come tanto spesso spessissimo funzionano. Abbiamo visto dei bambini cambiare tanto tanto da questo punto di vista. Domenica, magari prima non si riuscivano a relazionare con altri. Adesso fa dei gran discorsi. Cercano di capirsi, di trovare delle soluzioni. Volevamo tutti e due con la cosa, ma forse la voglio, la voglio prendere adesso. Dopo te la do, facciamo a turno. Banalità però per un bambino sono cose molto importanti e che gli serviranno tantissime in futuro. Per contro, per saper contrattare, per sapersi relazionare con altri adulti senza andare in conflitto, ma per avere un'autostima forte. L'autostima è un'altra, cosa che qui, dandogli la possibilità di sperimentare, sviluppano a livello esponenziale di giorno in giorno. Perché appunto sono loro che riescono a ottenere di fare delle cose soprattutto a livello fisico, ma non solo e di giorno in giorno senza il nostro aiuto per lo per loro. Quindi è sì, sì, si accorgono che sono riusciti a fare delle cose senza l'aiuto dell'adulto e quindi questo ha un valore molto piu'. Grande rispetto che averla fatta magari due mesi prima che ero più piccolo, però aiutato tutta un'altra cosa, quindi sono piccole cose che l'adulto quando quando conosce questa pedagogia impara. È una cosa che facciamo coi genitori e che è importante è spesso è tanto apprezzata, è incontrarli una volta al mese. Tutti facciamo un cerchio dei genitori e portiamo anche questioni pedagogiche. Non solo proprio ordine del giorno, tipo questioni pratiche del bosco, ma è affrontiamo delle questioni che magari a loro non sono troppo chiare a livello di pedagogia, perché ovviamente sono tra i primi genitori del bosco. É qualcosa magari manca o anche per confrontarci su delle reazioni casalinghe domestiche rispetto a i loro figli. Quindi come reagisce tuo figlio quando reagisce a tuo figlio quando è a casa rispetto a come reagisce quando invece al bosco con noi? E questa cosa ci insegna tantissimo perché impariamo sia della famiglia che nel bosco e anche come i bambini come sono i bambini e come come stanno, per cui per noi è importante anche questo è importante il numero. Abbiamo chiuso il numero è proprio perché noi dobbiamo avere una relazione molto forte con loro. Li dobbiamo conoscere bene perché hanno tanta tanta libertà. Qui è per noi conoscerli vuol dire sapere dove, dove arriva il limite, anche solo disposta di spostarsi. Ma io conosco un bambino e gli do la possibilità di spostarsi rispetto a me. Anche io posso non vederlo per un po', perché so qual è il suo interesse in quel momento e che cosa sta cercando e mi fido che sa tornare anche solo. Quindi quello non c'è un altro aspetto la relazione con L'accompagnatore Posso scusa, ma sono tante cose che volevo chiederti. Solo un approfondimento, mai accennato. La formazione che avete fatto mi vuoi dire? Nel senso avete fatto una formazione di un anno con con tante realtà. Okay, okay. Fai un piccolo focus, se ti va. Adesso penso che che se no ce li ho. Ce li dovrei averli. Ok, è chiamato quella bici. Ok, aspetta. No, no, no, no, no, no. La richiamo dopo. Dopo questa magari faccio venire solo un'altra ultima dopo questa. E vai. Ok, allora ti rispondo a questo qui Si, sempre guardando lui Si' si' eh? Noi la formazione. Ma ovviamente non esiste una formazione precisa, strutturata, legale per l'educatore nel bosco ancora e quindi noi ci siamo appoggiati a realtà già esistenti che fanno formazione, per cui ne cito alcune, ma durante l'anno e anche durante le faremo sempre ancora. Per esempio, natura rock si occupa di educazione esperienziale. Abbiamo fatto una formazione con loro. Se lo stesso canale scuola, la nostra cooperativa fa formazione fa corsi di formazione di tre giorni durante i diversi momenti Dell'anno è l'asilo del bosco di Ostia, che è appunto il primo asilo che è nato. Abbiamo fatto la formazione anche con loro e abbiamo fatto accompagnamento in altri asili nel bosco per periodi in modo proprio da vedere sul campo come funziona. Abbiamo lavorato anche con età beta che è qui di Bologna è con la yurta nel bosco a da Rona ci siamo spostati proprio perché abbiamo capito anche quanto diverse siano le realtà é quanto diversi in realtà è. È approcci, si possono avere piccole sfumature, però le tante diverse possibilità. Io poi nello specifico sono fatto un viaggio in Canada e sono andato a vedere un asilo nel bosco a Montreal. È stato abbastanza e la importante perché ho capito come tutto relativo nel senso per loro con i meno ventidue tornei vanno dentro, prima no e per loro era piena estate, c'era il pienone di bimbi in luglio e io ero vestita come marzo da noi febbraio era per cui i bambini erano tranquillissimi. Poi anche sulla questione dell'alimentazione un'attenzione veramente relativa a noi. Invece vediamo. I nostri bimbi arrivano con dei thermos pieni di cose buonissime. Primo secondo il pane e la frutta. Noi su questa, su questa cosa, a livello culturale ci sono molti aspetti diversi. È però insomma, credo che l'apertura mentale, proprio per accettare tutte le diversità, sia sia importante. Anche perché ritorna poi sui bimbi l'ultimissima è quella. Chiediamo a tutti cosa? Perché l'italia che cambia ma non il nostro progetto. Cosa ti fa pensare che il proprio libro che cambia e vai l'italia che cambia direi una bella frase è stata proprio scelta pennello per il progetto. Io credo che sia una possibilità é una cosa la cosa più forte è il passaggio di testi, di informazioni. Quindi queste possibilità queste è grandissime esperienze che ci siano in giro per l'italia appunto esprimerle. Farle conoscere è veramente prezioso perché poi, come sappiamo, si tende a the green denigrare ah ah ah, proprio uccidere tutto di quello che c' è in Italia perché è facile perché è facile. Però molti hanno deciso di restare, noi compresi siamo usciti e poi rientrati e quindi sono contenta che questa cosa esista. Devo dire la verità e non avevo dubbi sul fatto di farvi vedere il nostro progetto. Grazie, grazie. Mi ha fatto questa chiamata. Poi tranquilla, un goccio d'acqua eh, bimbo? Ok, ma C' è un che un Euronics bello grande purtroppo. Romics perché non riesco a trovare duplicato questa battaglia? Si Euronics Io non mi ricordo dove. Però che combattiamo questo cambiamento avevo messo il cuore in tasca attivamente enorme. Eccomi qua. Ti chiedo come cognome per me e Camilla Rizzo. Quindi il sottopancia quando viene il nome come volo. Cosa ci scriviamo insieme a Maestro ghianda? Maestra ghianda? Ok, perfetto. Quando ero allora lei mi chiama Maestro per No, la pannocchia. Lei lei è maestra pannocchia che? La pannocchia Visto? Una ghianda? Non lo so. Il suo nome magari può essere più utile perché comunque è una delle fondatrici della scuola. Si, esatto. In realtà sarò la in un altro gruppo. La maestra. Magari potete mettere anche Maddalena Scalabrini. Non so quanto spazio avete panno fra le virgolette panna, quindi? Esatto. Comunque io scrivo, sono Camilla. Poi perfetto che Maddalena aveva parlato un po' di tutta la parte storica. Così i genitori m sarebbe carino per far capire esattamente come un po' la vita dei bimbi qua descrivere un po', una giornata tipo così poi durante il montaggio leghiamo anche come un po' la giornata tipo di bimbi Che tipo di attività? Allora la giornata tipo inizia nel punto di ritrovo che in questo caso qui Abbado lo è la legnaia. E da qui partiamo al campo base, dove ci assicuriamo che tutti i bimbi abbiano l'equipaggiamento adatto alla giornata. Quindi se cioè pioggia, sole, nebbia e varie e praticamente da qui lasciamo che i bimbi giocano gioco libero per per un tempo che varia, ma comunque all' arrivo di tutti e fin quando vediamo anche che loro stessi vogliono in qualche maniera impostare la giornata, proporci le attività. In questo momento si va in cerchio. Il cerchio è un luogo speciale perché è un luogo di ascolto e anche in cui mi posso esprimere si prendono delle decisioni rispetto a dove andare durante quella mattinata, i luoghi che abbiamo voglia di esplorare, alcuni temi che sono rimasti in sospeso nei giorni in questo modo è poi ha oltretutto si canta, quindi si fa una canzone che è rivolta a vari elementi è della della loro giornata e del loro gioco e oltretutto si aggiunge anche qualche piccolo gioco rispetto ai giorni della settimana rispetto al posizionamento del sole e della loro ombra, quindi delle piccole cose che a loro è un po' dei punti fermi in cui amano cimentarsi e che dà anche la possibilità a tutti di esprimersi secondo la propria eta'. Quindi magari ci sono domande più specifiche per i bimbi che avranno cinque anni, cinque sei anni e che quindi ci interrogano di più su alcune questioni è sia del mondo naturale sia delle emozioni. Perché una parte fondamentale del cerchio è quella anche di discutere proprio come stiamo, come stiamo oggi, come ci sentiamo e che cosa vorremmo. Dopo il cerchio in cui abbiamo preso appunto le varie decisioni sul luogo in cui andare e sulle attività svolgere in questa mattinata, ritorniamo al gioco libero si fa merenda, a volte viene fatta al cerchio, a volte invece ai tavoli e una volta consumata la merenda, il tempo di organizzarci. Si parte per le varie destinazioni e molto spesso sono gli interessi e raccolgono i bimbi in piccoli gruppi proprio appunto a scopo obiettivo che loro si sono andati in quella mattinata. Questo agevola agevola per loro la possibilità di avere i propri tempi di gioco è di osservare di osservazione è mme e quindi ci sono bambini che amano stare più, magari nei pressi del campo base dove hanno i loro luoghi, un po' del cuore, chiamiamoli così. E altri bimbi invece ho anche a seconda delle giornate chiamano l'esplorazione, quindi decidono di andare in luoghi piu' lontani è molto spazio all'autonomia e quindi i bimbi hanno la possibilità comunicando ce l'ho di poter visitare alcuni luoghi. È con loro accordiamo modalità e tempi, ovvero parte un gruppo di quattro bimbi. È interessante sapere che loro si rendano conto chi sono questi bimbi che questo gruppo in quanti sono partiti, in quanti dovranno tornare Emma dopo la passeggiata. Diciamo se le due cose si dividono così o siamo in una passeggiata molto distante per cui ci siamo portati dietro gli zainetti è più equipaggiato quello delle maestre che hanno dell'acqua di fazzoletti e delle salviette i medicamenti e invece lo zainetto di ogni bimbo che porterà con se' che ha dentro la borraccia, il loro pranzo nel thermos. In questo caso, appunto, se siamo distanti, ci fermeremo in un pratone in una zona d'ombra e quei dislocati nel podere ci sono varie zone che abbiamo battezzato come le nostre zone pranzo, altrimenti se il luogo è vicino e desideriamo fare ritorno, pranzeremo qui al campo base dopo il pranzo è che si consuma appunto, o tutti assieme. Adesso stiamo anche sperimentando questa modalità di far essere bambini molto in ascolto del loro corpo e quindi decidere quando mangiare, diciamo da un certo orario in poi. Se è troppo presto cerchiamo di farli ragionare su questo e in e stiamo insomma avendo dei grandi risultati sul procedere di questa, di questa consapevolezza. Dopo il pranzo c' è un altro momento di gioco libero, dove loro magari finiscono le attività che in qualche maniera erano state un po' interrotte con il pranzo e poi il momento lettura, i libri che alcuni bimbi apprezzano moltissimo e lo aspettano con molto entusiasmo. C'è chi ha bisogno. Magari arriva anche un po' piu' stanco a quell'orario e ha bisogno finalmente di rilassarsi e di concedersi anche al mondo della fantasia o della scoperta naturale. Però col corpo fermo abbiamo diversi libri, appunto, che parlano di natura, di animali, di alberi e alcuni rispetto alle emozioni molto spesso. Quindi avventure di bimbi, insomma, in vari ambiti. Em, vuoi che vuoi che ce la faccio più? No, grazie. Io volevo chiederti se eri già insegnante prima. Come sei finita in questo Un'esperienza? Così? Così ok, guardando lui quando ti faccio le domande, tu esisti. Okay, scusami anche quando me le fai come se l'avesse fatto lui. Lui domanda rispondi a me, Ok, è il mio percorso per arrivare ad essere maestro del bosco. È stato senza ombra di dubbio una passione, un interesse che ho dentro e nello stare proprio in natura, a contatto con la natura e a trovarla maestra principale che possiamo avere nei primi anni. Eh non parla, diciamo non ti non ti dice continuamente di no, però ti mette di fronte, ti mette di fronte a quella che è la realtà dei fatti, ai limiti e anche le tue potenzialità è m'. Io sono un'assistente sociale di formazione, in realtà eh ho iniziato. La mia vita è stata costellata dai bimbi, nel senso che ho fatto per tanti anni la baby-sitter in vari contesti, iniziando anche a tenere due, tre, quattro bimbi assieme. E a venezia perché sono di origine veneziana. Ho iniziato a sperimentare quello che poteva essere un'educazione fuori dall'aula, ovvero iniziato a tenere dei laboratori di piccolo circo di orton biologico con i bambini. Quindi nei campi di venezia che non hanno un filo d'erba in realtà, ma ce l'abbiamo portato noi in spiaggia e anche nell'entroterra e quindi da qui si è collegato un po' alla mia idea di educare fuori dall'aula in spazi aperti è mme. Quando sono arrivata nei colli mi sono trasferita. Dopo la nascita di mio figlio ho continuato a fare la babysitter a gruppi di due tre bambini è accompagnata, diciamo in un'azienda agricola e qui abbiamo sperimentato l'immersione in natura al cento per cento, perché abbiamo potuto seguire la stagionalità, quindi le quattro stagioni e seguire la messa a dimora delle piantine, la raccolta, quindi anche lo sviluppo di un ciclo di vita e da li' niente mi si è messo nel cuore e nella mente l'idea di voler aprire una scuola nel bosco e non tornando tornando ai bambini è anche a livello di come dire ricordo tuo qualcosa che ti è rimasto impresso. Puoi citarmi un qualche episodio oppure qualche consuetudine che si è instaurata, che a tuo modo di vedere è come dire spiega bene l'approccio che avete qua nella scuola del bosco forse non ho capito bene scusa, diciamo l'esempio di qualche o episodio particolare, oppure, appunto un'abitudine una consuetudine dei bambini dei bambini qua si' che so, un luogo che frequentano con un determinato obiettivo piuttosto che qualcosa che ti è rimasto impresso. Che secondo te? Come dire spiega bene la filosofia del progetto Ok gnam diciamo delle consuetudini o delle immagini che ho dei bimbi e che possano racchiudere è quello che è il nostro operato con loro, eh? Beh, sono sicuramente una parte di rituali che loro ripetono con gioia. Quindi non trovare noioso determinati rituali, ma trovare i punti di riferimento in uno spazio così ampio che il bosco che ci mette in contatto con molto di inconscio di arcaico, qualcosa che non sempre sappiamo anche gestire. E i loro luoghi del cuore sono in particolare Beh, ce ne sono svariati, anche perché sono diversi per gruppi di bimbi, ovviamente. Emma, questa è difficile, no? Senza anche qualche non so, un episodio che è successo, che ti che ti è rimasto impresso. Ok. Può far capire a qualcuno che chiaramente non ha dimestichezza con questo tipo di esperienza educativa? Di cosa si tratta? Ok, beh, una cosa che mi rimane molto impressa. Le devo andare. Che facciamo con loro? Se stanno in silenzio Così va bene. Una cosa che sicuramente mi riporta all' operato con i bimbi e che mi fa anche vedere il valore di quello che facciamo con loro. Qui è innanzitutto la risoluzione tra di loro, di momenti critici. Questa grande libertà di potersi confrontare, di potersi esprimere è per loro una grande, una grande risorsa perché gli dà una competenza che poi nella vita eh, spendibile in tantissimi ambiti, da quello personale a quello lavorativo eh ci sono dei oltretutto la natura li mette in una condizione per il quale, come dicevamo prima, un bambino di cinque, un bambino di tre possono apprendere tantissimo dallo stesso dal passaggio di un insetto piuttosto che dal ritrovamento di una traccia di una cacca. Alcuni di loro lo sanno riconoscere, sanno riconoscere che cosa, che cosa ha mangiato l'animale che l'ha prodotta e tutto questo senza metterli di fronte alla frontali that di una spiegazione che ovviamente non sarebbe efficace alla loro età. Si' che lo so perché sai che stanno facendo una canna qui dentro. Ha visto un'ape per caso che lo so la maestra minutella vedrai che poi se ne occupa che amore, perché lei può aiutarti adesso veloci, veloci, tra poco ti preghiamo è curioso semplicemente i capelli se anche tu hai fatto un percorso di formazione Eh sì, sono tuttora in formazione. Sono tuttora informazioni sull'autore education e diciamo che oltre alla mia laurea e a diversi corsi che non comprendono necessariamente non riguardano necessariamente l'outdoor ma anche piccolo circolo orto biologico che comunque sono tutte competenze che ti spendibili qui al bosco, no, che ti danno un ventaglio di possibilità con i bimbi molto ampio. E poi ho iniziato con il l'asilo nel bosco di Ostia antica e con la scuola nel bosco di Verona, il canale scuola e sono tuttora in formazione continua ok, perfetto per me va bene. Ho una domanda che cambia va bene tu sai qualcosa che non ti abbiamo chiesto? Che vuoi aggiungere? Che ti poi magari approfondire che ci sfugge? Diremo sempre che il nostro perché tieni presente che oltre al video chiaramente cioè anche l'articolo scritto, quindi possiamo andar bene anche prima. Quindi la possibilità di che estrapolate da questo articolo di approfondimento. Perché il video le regioni di sono cinque minuti che potenzialmente piu' persone pero' sull'articolo approfondiamo varie parti dunque qualcosa magari del metodo o di più tecnico che ti dà di dici noi ok ahem allora mi concentro secondo che così se non che sì sì non so se ti viene in mente anche dopo, magari se ti mandiamo le bozze e che si può aggiungere ovviamente il video non è che l'ultima domanda che vuoi a parte che chiediamo sempre a tutti è cos'è per te Italia che cambia come concetto non tanto il nostro progetto, però l'idea di Italia che cambia, che mette in rete le varie realtà. Se riesci a ripetere però anche oltre al lavoro che facciamo noi come domanda cosa ti fa pensare anche altri concetti? Che futuro, dove che in natura piuttosto che qualsiasi, iniziai per l'italia che cambia? E poi quello per me è l'italia che sto guardando in camera ci porta di me davanti Italia che cambia per me la possibilità di dar voce a tutte quelle realtà che si stanno consolidando e che hanno davvero un'idea di condivisione e di un'economia più sostenibile per le persone. Anche per l'ambiente in quanto assistente sociale ci tengo, diciamo di formazione, ci tengo molto e nel senso credo che a livello sociale stiamo attraversando un momento molto difficoltoso di disgregazione e fare rete. Per me la parola d' ordine in questo momento e su per quanto riguarda l'educazione e partire dai bimbi e farli innamorare del luogo del mondo in cui viviamo, che è la nostra casa e abbiamo pensato che sia l'idea, diciamo principale. Il seme, il primo seme da mettere, quindi fa parte di Italia che cambia decisamente grazie si'. Comunque vai tranquillo perché abbiamo un po' di tempo con questa cosa del tempo. Agevola sì, ma anche perché poi così vengono anche delle riflessioni E tu ne hai tantissime tantissimo. Non solo a raccontare cosa fa, ma anche che lo fa quello che quello che si vuole mandare. Che poi che ruolo Marco Mangione che come ruolo che ci mettiamo se nasciamo come offri Italia Io sono il presidente Dell'associazione, quindi sì, esatto. Sì, sì, sì, quello che preferisce. Sì, sì, sì, sì, certo. Per me mettiamo anche il primo nome che va sempre bene per il mio primo nome. Antonio. Antonio. Marco! Esatto, Il mio primo nome. Antonio. Se vai in anagrafe non mi trovi come Marco. No, ormai un'abitudine mi hanno sempre chiamato col secondo nome Tant'è che è adesso Mio figlio si chiama giugno. Noi lo chiamavano Abbiamo mantenuto la tradizione di famiglia che la vita che cambia ha mantenuto la tradizione di famiglia. Come se il piccolo non piange. Ehm appena arrivato. Ehm come sta andando adesso? Sei anche calmato? Diciamo nell'ultimo periodo. Perché? Beh, dopo fatto quel periodo in ospedale e poi è uscito e abbiamo cominciato ad avere delle ipotesi, Giulio molto bene, iniziamo dalle basi. Quindi che cosa figa D'italia l'italia è un'associazione culturale che è nata nel duemila quindici per diffondere le pratiche del vivere a basso impatto ambientale. È uno dei motivi per cui siamo nati e perché ci siamo resi conto come movimento di persone che l'italia, ma che in generale il mondo era fatto di sprechi e sprechi in vari ambiti. Noi poi ci siamo concentrati più che altro sul desiderio di inizialmente, soprattutto di lavorare nel settore. Un po' dell'architettura quindi di case che potevano consentire l'abitare senza bollette costruite con materiali di recupero autosufficienti dal punto di vista idrico, energetico ed alimentare, prendendo come spunto il mondo ship. Quindi un mondo nato in America, di una comunità che grazie all'architetto Michael Reynolds costruito queste abitazioni che consentono la vita umana, la sopravvivenza, la resilienza umana. Quindi siamo nati proprio per questo motivo nel duemila quindici, col desiderio di costruire la prima ship italiana. É un progetto che in Italia non è mai stato attivato e che ha come scopo quello di mettere insieme materiali di recupero e valorizzazione del di ciò che la natura ci dà quindi dare valore all'acqua dal valore alla terra per scaldarsi, cosa che assolutamente ovviamente noi come italiani ci siamo dimenticati da tempo come poter costruire al meglio delle case. E abbiamo scoperto che in Italia a tante persone avevano voglia di imparare ad auto, costruirsi un'abitazione. Poi ci siamo resi conto anche che c'erano dei grossi limiti dal punto di vista burocratico, se vogliamo anche politico, perché una casa senza bollette in Italia poteva probabilmente anche essere un problema, è certo che c'erano e ci sono tutt'oggi dei problemi che dobbiamo risolvere e di carattere normativo. Eh. E però il movimento è nato proprio per questo, perché tante persone volevano imparare questo modello di vivere sostenibile e quindi si è creato un vero e proprio movimento di persone interessate e che tutt'oggi nasce. Vediamo che il nostro sito giornalmente ci sono persone che si iscrivono perché si interessano questo tema. Quindi la vera nascita di offre d'italia è stato costruire un movimento per il vivere sostenibile, eh? E in che modo proponete questo vivere sostenibile concretamente concretamente? A un certo punto della vita associativa di Fdi d'italia ci siamo resi conto che il costruire la prima ship in questo paese stava diventando un problema, perché avevamo bisogno di tante competenze tecniche di carattere architettonico ingegneristico e a chi abbiamo detto va bene, però cominciamo anche a fare qualcosa di molto piu' utile alle persone che ci seguono che essendo un momento fatto di persone con una filosofia di vita che ha a che vedere un po' con la riconversione dei materiali, quindi recupero dei materiali e di riapplicare azione di questi materiali in ambito architettonico abbiamo cominciato a ragionare su quali poter essere potevano essere dei momenti di condivisione. É ovvio che L'italia ha cominciato ad organizzare dei veri e propri workshop di che noi abbiamo chiamato reviews dei dove persone quindi di varia natura, non necessariamente professionale, ma persone che avevano diciamo interesse verso il fai da te e verso la sostenibilità messe all'interno di una stanza ha scelto un tema, visto una una serie di materiali di recupero da poter riconvertire, idea' vano e creavano, a seconda del tema uh, nuovi progetti e quindi prima si incontravano senza conoscersi, per altro che un bel momento di condivisione. Mettevano insieme delle idee e poi costruivano dei veri e propri manufatti con degli scopi ben precisi. Quindi quello che è ci è piaciuto molto quando abbiamo cominciato a mettere in piedi queste prime attività degli dei e che le persone si incontravano, mettevano insieme idee, non si conoscevano, condividevano esperienze e poi creavano qualcosa che magari andava come nel caso, per esempio della che ci è successo recentemente una nostra socia ci ha chiesto Ma guarda, io vorrei costruire una libreria a casa mia. Quel che ha detto va bene, perfetto. Noi abbiamo un momento che insieme al Newsday che è dedicato a te, mettiamo insieme apriamo una colf di partecipazione a persone che vogliono imparare a costruire una libreria con bancali e dopodiché queste persone che partecipano a quel momento ti daranno dei consigli, si metteranno in gruppo, costruiranno delle ipotesi progettuali e poi quella che ti piacerà di piu' la realizzeremo il laboratorio. Quindi questo è un momento bello di condivisione dove utilizzi materiali di recupero, mette insieme le persone, mette insieme delle competenze, mette insieme la convivialità e poi si procede a fare qualche cosa che avrà una sua utilità. Quindi questo, per esempio è molto pratico e serve per le persone, ma in un certo senso anche per il pianeta. In quali altri modi create a rete, sul territorio il riuso, come offri d'italia? Abbiamo spesso pensato quali potessero essere dei momenti per diffondere anche i nostri saperi. E recentemente, a luglio, dell'anno scorso, abbiamo partecipato in partnership ad un bando per si chiama Bando aperto azione per le periferie torinesi creato dalla città di Torino. Quindi un momento unico di per sé perché la città di Torino mette a disposizione del denaro per una sperimentazione che avesse a che vedere con l'economia circolare collaborativa. Noi a luglio abbiamo partecipato come partner questo progetto che abbiamo chiamato di edilizia circolare e in questa sperimentazione vogliamo proprio creare quello che il bando ci ha chiesto. Quindi un'economia circolare e collaborativa, però attivata nel settore delle ristrutturazioni. Che cosa significa? Significa che il mondo dell'edilizia a una quantità di materiali e di anche di atteggiamento, di spreco incredibile. Come dicevo prima viviamo nell'era dello spreco, ma ci sono dei settori dove si spreca molto di più e quindi è nell'ottica di questa sperimentazione. È proprio questo che noi vogliamo un po' validare. Da un lato vogliamo far capire che il mondo dell'edilizia crea e genera molto spreco di materiale che può essere riconvertito dall'altro lato. Vogliamo creare la valorizzazione alla valorizzazione di materiali recuperabili, però ha bisogno di che cosa? Di qualcuno che sia in grado anche solo per filosofia, di approccio al progetto o anche di filosofia, di approccio manuale, abbia queste caratteristiche e nella sperimentazione. Quindi creeremo e lo stiamo creando un team che io in modo ciò cosa facciamo un po' gli avenger dell'edilizia perché hanno questo fattore o gli x-men, perché hanno questo fattore r dedicato alla riconversione. Quindi è gente che è anche un po', soffre nel vedere lo spreco di materiali, soprattutto magari in un cantiere. Persone che hanno quindi quelle capacità intellettuali che vedono oltre vedono una prospettiva diversa nei materiali che possono essere riconvertiti in un'ottica di design piuttosto che in un'ottica di progetto. Quindi l'architetto che fa parte del team, vede un progetto e non vuole generare ulteriori sprechi demolendo muri, ma magari vuole progettare un qualche cosa che un domani nel ciclo di vita di fine vita, di quella di quella progettualità, non genera ulteriore scarto. Questo è un modo di ragionare piuttosto che il designer che preside i materiali di scarto gli converte in oggetti di utilità, queste di non una filosofia. Il team, quindi un team di persone che hanno delle caratteristiche di disordinati età di fuori dagli schemi. Ecco perché il mondo in Italia nasce anche perché a noi piace creare progetti fuori dagli schemi legati alla sostenibilità ambientale. Nella sperimentazione il fattore anche molto interessante e al di là di come noi progetterà Remo, in questo caso la progettualità del bando aperto, ha come partner per la sperimentazione pratica quindi di cantiere la fabbrica del chinino di via Taggia, angolo via Montevideo. E quindi noi metteremo in pratica questo progetto, questa sperimentazione in un luogo fisico, anche questo un bell'aspetto e come dicevo, l'aspetto molto interessante è di creazione di una rete, perché noi abbiamo notato che ci sono tanti cantieri in Torino che sprecano materiali che in realtà possono essere convertiti. Stiamo dimostrando che ci sono cantieri che hanno materiali, per esempio isolanti, che possono essere poi installati in un altro cantiere. Questo significa che una rete virtuosa di soggetti che noi stiamo creando, che hanno delle caratteristiche di donazione, di materiale che possono essere poi riportati in altri cantieri. E a questo si aggiunge il coinvolgimento del del quartiere. Noi apriremo delle col con la triangolazione di contatti che stiamo creando con la sperimentazione di materiali che possono essere utilizzati, quindi il quartiere è fatto di cittadini perfetto. Molto spesso i cittadini hanno nelle cantieri la qualunque. Allora noi apriamo grazie alle collaborazioni che stiamo aprendo con chi conosce il quartiere. Quindi quelli che siamo noi, i community manager che può essere la parrocchia piuttosto che l'associazione di quartiere. Loro hanno il contatto col territorio spesso e volentieri si fanno progetti senza avere contatto col territorio. Le persone non vengono considerate. Noi invece vogliamo entrare nelle case delle persone grazie a chi conosce bene il territorio e chiedere scusa. Ma per caso avete delle vernici che dovete far fuori perché magari poi andranno in discarica? Bene, noi le riconvertire. Amo grazie al nostro x-men che lo chiamiamo l'uomo del colore che peraltro Luigino Feo è l'autore di questo x-men fatto con materiali di recupero. Quindi, come vedete il nostro decoratore non è un decoratore ovunque fa cose di questo genere. Quindi recuperi le vernici e poi le metti insieme perché i colori messi insieme possono dare cose meravigliose. E allora questo coinvolgimento. Quindi, come vedete la progettualità di edilizia circolare mette insieme diversi aspetti manuali, intellettuali, materiali uniti al coinvolgimento del quartiere. Questo momento del Newsday, per esempio, noi lo attiveremo nel quartiere. Quindi persone che vogliono partecipare a imparare a costruire secondo i criteri di riconversione da materiali di recupero potranno partecipare a questi momenti. Come vedete la connessione tra il il coinvolgimento delle persone, magari un obiettivo che ha a che fare con il sociale e l' ambientale? E questo è un po', il nostro scopo d'altronde la sostenibilità è fatta di questi aspetti economici, ambientali e sociali. L come sono organizzati gli spazi qui all'interno Italia a diversi spazi che sono un'area. Che poi in una sala riunioni dove si fanno anche feste il più possibile, ci sono eventi di coinvolgimento che possono avere a che fare con momenti di promozione di attività collegate alla sostenibilità ambientale o alla economia circolare. Quindi sicuramente questa sala è la sala che negli ultimi due anni ha dato vita a diverse nuove relazioni. Soprattutto ha delle proiezioni di filmati che avessero ovviamente coerenza con i nostri scopi associativi dei momenti di workshop collegati alla autocostruzione piuttosto che all'edilizia sostenibile. Quindi intonaci fatti con cocciopesto, quindi molti momenti dedicati alla autocostruzione e al fai da te e fai da te che colleghiamo grazie a un laboratorio attrezzato che abbiamo dall'altra. Parte quindi questo è uno spazio che è nato per coinvolgere, per, per dare un po', quel senso del sapere, ma anche del saper fare per arrivare al saper essere un po'. Questo il tema, quindi un piccolo spazio dove la filosofia è rivolta alla persona e di conseguenza, se vogliamo, al miglioramento della persona per ridurre l'impronta sul pianeta un po' noi cerchiamo poi soprattutto di coinvolgere nuove competenze. Non vediamo l'ora che qualcuno ci dica ma sai io mi occupo di questa cosa qui perché filo la canapa faccia quello è il momento per noi migliorare. Finalmente è arrivato qualcuno che ci dà un qualche cosa che noi non conosciamo e allora è quella l'idea anche un po' dell'associazione se vogliamo creare un movimento, una rete di soggetti che sposano la nostra filosofia ma che poi in realtà si diffonde anche con competenze diverse bene rispetto a rivendere per Disneyland e soprattutto a quale messaggio vuole mandare? Raccontaci tutto quello che vuoi di lunga allora offri d'italia quando nel é nata aveva già in mente che per trasformare il concetto di spreco in valorizzazione la doveva creare un progetto che avesse di per se' delle caratteristiche uniche è il progetto di Roland è nato con profughi d'italia circa sei anni fa, se vogliamo, perché è con un'esperienza personale, se vogliamo, perché io sono un amante di sport outdoor l'avventura la sostenibilità perbene sono quegli hobby che un pochino mi hanno trascinato anche in questo mondo e durante un'esperienza in savana, in otto giorni di cammino, in autonomia, con poco e niente. Quindi ho imparato a capire che le persone tendono a valorizzare quello che hanno quando non hanno nulla. E io l'ho provato come esperienza personale e gli ho detto caspita, questo è un problema, perché nella società in cui noi viviamo in realtà abbiamo quasi tutto. E poi se vediamo un po' anche ce lo diceva Masslo, no, hai superato la base dei bisogni fisiologici, si tende verso l'autorizzazione, è che è lì che poi nascono i problemi sull'autorizzazione. Siccome ormai tutti tutti abbiamo quasi tutto, chi più chi meno, é lì che nascono i problemi. Ed ecco perché nascono gli sprechi, perché lo spreco è esattamente la mancanza, non dai valore a una determinata cosa. Quindi il progetto di Ryland nasce proprio per questo. Come possiamo far capire alle persone anche che magari non necessariamente hanno interesse verso i temi della sostenibilità che per passare dallo spreco della valorizzazione ci deve essere un momento. Allora lei ben detto, probabilmente se riusciamo a trasferire attraverso una nuova cultura che come noi, diciamo ormai il nostro motto, se cambi il modo di vedere le cose, le cose che vedi cambiano. E questo è un po', il leit motive di tutto il progetto Roland. Noi vogliamo dimostrare a chiunque che ciò che per te non ha valore in realtà noi ti diamo la possibilità di vedere in maniera del tutto straordinaria di come si può trasformare. E per fare questo però, ovviamente mette in moto dei meccanismi pazzeschi. Perché riuscire a costruire un parco costruito totalmente con materiali di recupero, che è autosufficiente dal punto di vista idrico, energetico, alimentare, come se fosse un piccolo villaggio dove li si sopravvive é questo un messaggio forte, un messaggio forte perché abbiamo la convinzione di essere potenti. E invece in alcune occasioni della vita c' è qualcuno che subisce dei momenti in cui perde, si sente molto impotente. Noi siamo molto fragili come esseri umani, l'essere umano è fragile, é per questo motivo in questo periodo storico, la coscienza collettiva sta cambiando le persone si sentono molto più attratte dalle discipline orientali, dal mondo dell'autosufficienza, dal fatto di essere indipendenti, energeticamente, magari dalla autoprodursi cibo. Questa coscienza si sta alimentando e questo è un momento storico importante per lasciare un lanciare un messaggio con un luogo, con un progetto che racchiudesse tutti questi aspetti, queste filosofie in un unico ambiente. E quindi riprende. È nato per questo, per sperimentare un qualche cosa che, racchiuso in un unico ambiente, ti dia la possibilità di accedere a tutte le informazioni che sono quelle del vivere sostenibile. Cercando di era il meno impronta possibile sul pianeta, è chiaro che è un tema che allontana molti, perché se vogliamo l'inquinamento i rifiuti sono un problema. Sono un grande problema. Peccato che viene affrontato non con criteri di approccio di interesse. Tant'è che le proporzioni sono che in Italia il cinquanta percento delle persone secondo me sono molti di più. Sono consapevoli dei problemi di inquinamento e rifiuti, quindi io di solito quando vado a fare le mie conferenze chiedo scusa, ma siete consapevoli di quante persone stanno di di come siamo messi in Italia? Normalmente il novanta percento alzano la mano dicendo sì invece. Le statistiche dicono che il degli italiani sono consapevoli. Fatta questa proporzione, però solo il sa cos'è la sostenibilità. Allora c' è un problema, perché la sostenibilità ambientale è la soluzione, perché sono le buone pratiche che portano sia da un punto di vista industriale, ma anche personale, anzi soprattutto personale, poi industriale. Perché poi c' è anche il fattore del delega della responsabilità. Si tende a delegare un luogo in cui invece, attraverso il gioco l'intrattenimento, si lancino dei messaggi attraverso la formazione e l'educazione, ma anche nel coinvolgimento di imprese che lavora nel settore delle dell'economia circolare, pero', ribaltate in un mondo di del mondo dell'edilizia della bioedilizia, dell'eco design della bioarchitettura. Quindi riuscire a comunicare, a far comunicare un pubblico interessato le imprese del settore e metterli insieme in un meccanismo di gioco di eventi, di opportunità, di formazione ed educazione sia professionale che aperta ad un pubblico interessato. Questo è un po'. Lo scopo quindi, per passare dallo spreco, la valorizzazione cioè di mezzo un cambiamento culturale lento. Noi in Italia siamo indietro di almeno quindici anni rispetto ad altri paesi, perché ho visitato la Svezia volante. Dove vai? C' è una filosofia, un approccio diverso. Però io ho scelto l'italia per cogliere questa sfida della vita. Non ho scelto un altro paese perché a me piacciono le cose complicate. Certo, adesso non è che mi piace le cose complicate, però amo gestire le complessità. Questa è la mia sfida della vita. Eri Land mette insieme tante sfide. Fortunatamente in questo progetto non siamo soli, anzi abbiamo trovato delle collaborazioni incredibili. Perché poi il progetto Roland nasce dal cuore, non dalla mente e fortunatamente questo ha coinvolto altri soggetti, anche istituzionali. Perché se badiamo alla presenza del Politecnico di Torino con il Dipartimento di Architettura e Design che è è la base per stabilire delle competenze che obiettivamente d'italia non ha, ma può potenziare grazie all'intervento del Politecnico di Torino e poi l'altra triangolazione divina e la presenza di un comune virtuoso come quello del Comune di Cambiano. Il comune di Cambiano è un comune virtuoso l'ha dimostrato con la vincita diversi premi riciclone la dimostrano tutti i giorni i cittadini di cambiano che quando si organizzano eventi per la differenziata piuttosto che partecipano in massa. Quindi questa triangolazione ci fa e mi fa solo potuto pensare che è il momento giusto per creare un progetto complicato come Roland che ha bisogno anche di tanto coinvolgimento, perché noi non vediamo l'ora che ci arrivino contatti dicendo ma io ho questa idea perché noi vogliamo costruire il progetto insieme alla cittadinanza e soprattutto anche dalle idee che vengono dall'esterno, perché spesso e volentieri che i progetti nascono senza domandare al territorio quanto importante sia quel progetto, quindi una delle nostre dei nostri compiti. Prossimamente, nonostante abbiamo organizzato tutto il processo burocratico per andare a firmare la convenzione tra i tre soggetti che è stato un anno e mezzo di lavoro, quindi tutti i progetti preliminari sono stati realizzati e noi vogliamo chiedere al territorio. Ma tu come te lo immagini? E questo bisognerebbe farlo? Si chiama nell'innovazione sociale, analisi dei bisogni. Spesso e volentieri non si analizzano i bisogni del territorio in maniera molto questo lo fanno spesso, soprattutto nei paesi africani. Vanno lì, decidono il progetto che vogliono senza interessarsi realmente che. Ma questo succede qui, figuriamoci lì. Ma la vera sfida è anche cogliere i bisogni del territorio, nonostante abbiamo capito che é il posto giusto al momento giusto, con le giuste partnership per iniziare un progetto così complesso. Ma la scelta di chiedere al cittadino non dico bussando alla porta, ma quasi sarà uno dei prossimi obiettivi. Okay, ok, è una cosa che mi veniva in mente a chiarirti Voi conoscerete coinvolgete tantissimo, giovane. Che cosa volete insegnare ai giovani? Che messaggio volete mandargli? Il tema della sostenibilità Ultimamente fa l'italia ha una missione che è quella di generare cambiamento nelle nuove generazioni. E tu mi dirai a buona fortuna? Sì, è una di quelle sfide di nuovo molto importanti normalmente, quando mi capita spesso di essere chiamato nelle scuole per andare a diffondere un po' questa cultura e recentemente mi hanno chiamato in una scuola ehm un po' particolare per la scuola americana di Chieri. E quindi avevo di fronte a me bambini, bambini che stavano elaborando delle piccole progettualità che avevano a che fare con il riciclo. E molto spesso noi adulti pensiamo che solo perché siano bambini dobbiamo trattarli da bambini. Io ho un approccio diverso per me, con gli omini di otto o nove anni erano adulti e quindi io ho parlato esattamente come se stessi parlando a una platea di esperti dell'economia circolare. E la cosa strabiliante é che eravamo connessi dal punto di vista i bambini coglievano e alla fine il messaggio l'ho ricevuto da loro. É questa la cosa meravigliosa. Il vero messaggio non l'ho portato io me l'hanno riportato loro in una forma che io non avevo ancora elaborato. Le cose si scusa con la mano il microfono mamma mia scusa che io gesticola. Quindi il messaggio me l'hanno riportato loro è la cosa che in assoluto io ho trovato meravigliosa è che non non ho dovuto incentivarli a darmi dei feedback perché sono arrivati in maniera spontanea. Quindi la vera sfida è sugli adulti. Ho capito questo la vera sfida è con gli adulti. Il invece con i ragazzi un po' più grandi. Quindi parliamo di progetti scolastici che hanno a che vedere con le scuole medie e superiori. Gli vogliamo trascinare verso quel processo di riconversione. Questa o quella filosofia del vedere quella frase che ti ho detto prima é cio' che in assoluto io voglio trasferire. Cambiate il modo di vedere le cose perché voi che voi lo facciate in un'idea in un progetto o nella vita personale cambierete il modo in cui quelle cose andranno. Quindi non è solo un messaggio rivolto a la materia, ma anche rivolto al modo di vivere. Sono finito su una curiosità per quanto per quanto riguarda per tu sì, la parte dell'edilizia l'abbiamo detto in video vino si interessava discorso che ci facevi? Come hanno reagito? Il tema di cui si parla poco addosso. Come hanno reagito poi quando avete iniziato a collaborare? Le varie entità con le varie società coinvolte ha sì, diciamo che va bene, ok, è l'italia nel progetto dell'edilizia circolare, quindi del bando aperto ha avuto dei riscontri nella fase della sperimentazione che più o meno al cinquanta per cento in questo momento. Perché noi abbiamo cominciato la vera sperimentazione dopo la fase di accompagnamento per l'inizio del progetto. Abbiamo iniziato a gennaio e da quel momento abbiamo iniziato a costruire la rete perché la rete è parte della sperimentazione. La rete di cosa è fatta è fatta di artigiani creativi di architetti e designer. Quindi parte manuale, parte intellettuale ed è fatta di in realtà imprenditoriali che hanno a che vedere con la produzione di materiale riciclato per l'edilizia piuttosto che di materiale più rinnovabile. Tante le le tre componenti importanti di un progetto di inizia circolare per noi sono i materiali riu sabi li', quindi presi da altri cantieri piuttosto che dal coinvolgimento del cantiere o dalla triangolazione delle imprese che si stanno unendo materiali rinnovabili, quindi componente naturale e materiali riciclati. Quindi industria che produce da attraverso il processo industriale, materiali che possono essere applicati all'interno delle ristrutturazioni delle costruzioni. A questo si aggiunge però tutto quel mondo di soggetti che possono donare materiali. E io vi faccio degli esempi pratici da cui fortunatamente stiamo riscontrando degli positività e anche virtuosismi a certi livelli. Quindi abbiamo un po' triangolato col mondo associativo dell'artigianato torinese. Quindi Confartigianato Torino, che ci ha messo in contatto con Lingotto Fiere e Lingotto fiere, ci ha dato dei numeri di sprechi, poste, eventi che sono terribili da un punto di vista, ma sono invece dei dati importanti, perché ci fanno capire che molti materiali potrebbero essere riconvertiti. Quindi quelle quantità di tonnellate, perché ce ne stanno quantificando di materiali che post evento vengono gettati in realtà in parte possono essere riconvertiti in progetti di ecodesign oppure altre triangolazione importante con settore dell'industria, per esempio metalmeccanica, comunque della carpenteria. Spesso e volentieri chi fa carpenteria a livello industriale usa dei fogli per costruire degli stampi, ma questi fogli poi sono delle delle opere d'arte. Tutto sommato é però quelli sono scarti. Per loro nascerà alla fine della sperimentazione. É nelle possibilità anche che abbiamo in questo momento di creare questa rete. Nasceranno dei soggetti che si attiveranno sulla base della tipologia progettuale su cui noi in futuro andremo a lavorare. Che e quindi? Per esempio ci sono stati dei momenti in cui tramite i nostri contatti sono arrivati dei capocantiere che ci hanno detto Noi abbiamo un cantiere dove stiamo smantellando un tetto di cinquecento ottanta metri quadri con cinquecento metri di isolamento in buono stato che purtroppo però deve essere smantellato. Quella roba lì finirà in discarica. Per caso avete dei progetti in cui si possono attivare Si'? Posso riconvertire questo materiale? Si, peccato non tutti i cinquecento ottanta metri quadri, quindi questo è lo spreco. Non riusciamo a valorizzare solo una parte dall'altro. Lato molto interessante, che a mio parere va condiviso, è che questo tipo tipo di progetto edilizia circolare nasce per mettere insieme i temi della sostenibilità. Come voi sapete che la sostenibilità è fatta di aspetti ambientali e quindi questo noi cerchiamo di riconvertire i materiali che vanno in discarica. É questo un tema ambientale importante di aspetti sociali. Nel nostro caso, nella sperimentazione che stiamo attivando di edilizia circolare nella fabbrica del chinino. Stiamo parlando di una cooperativa sociale che opera con i disabili. E questo ci fa molto piacere riuscire a creare un progetto, soprattutto in un ambiente dove gli stessi utenti partecipano ai momenti creativi che noi organizzeremo per fare un'area che loro vive, realizzare un'area che loro vivranno. Quindi organizzeremo dei russi, dei proprio per il quartiere unito alla comunità, della della fabbrica del chinino e poi c'è l'aspetto economico. Noi non pensiamo che una ristrutturazione in edilizia circolare costi molto meno, ma probabilmente è sicuramente più sostenibile. E sicuramente togliamo del materiale dalle strade. Quindi nella logica del progetto Harvest Map che stiamo creando quindi di soggetti di reti che hanno queste tre componenti che dal quartiere si sta aprendo a tutta la città. Ma perché stiamo scoprendo che molti vogliono partecipare. Quindi questo è un dato positivo. Ci sta dando motivo di pensare che questa rete si possa attivare magari nuovi progetti, nuove cooperative, nuove associazioni, perché l'elemento base é l'aspetto sociale nelle cooperative, cioè di solito una comunità nelle associazioni, cioè una comunità nei movimenti ci sono persone, quindi speriamo che questo modello organizzativo virtuoso possa essere poi riattivato secondo logiche di attivazione di comunità che utilizzeranno questo format per dei loro scopi. Quindi auspichiamo che possa essere un bel format per il sociale e come come rispondono le persone, la comunità in generale, quando vengono coinvolti in comunque attività di questo tipo non sono così scontate. Diciamo che nella progettualità, in tutto quello che fa o in Italia ha come scopo quello di coinvolgere le persone, perché tutto sommato in realtà questo lo dovrebbero fare. Anche le aziende lo fanno, ma non a sufficienza. Spesso si bada a vendere dei prodotti senza preoccuparsi o facendolo in maniera spinta n'a di preoccuparsi che quel bisogno veramente necessario. Noi ragioniamo invece sul fatto su, su una questione principale è che se le persone partecipano significa che piace o che soprattutto ha un senso, perché tutti i progetti di offrire Italia e i miei personali nascono perché abbiano un senso. Io mi sveglio la mattina per avere uno scopo e quello scopo, se è più ricollegabile alla sostenibilità, mi rende felice e mi fa alzare con uno spirito diverso. Quindi un po'. Il mio obiettivo di vita per A lo era per il passato, ma ancora di più per il futuro è quello di lavorare in questa direzione. Quindi il senso che noi mettiamo le nostre progettualità attrae persone perché abbiamo un buon perch quello che ho capito ultimamente, ma lo insegnano anche nelle scuole di management è che un'idea senza un buon perché non è una buona idea, perché nessuno segue l'idea, ma tutti seguono il perché lo fai e il coinvolgimento di quelli che sono i progetti di fdi d'italia è positivo, positivo rispetto a questo momento storico, ancora nella progettualità invece di edilizia circolare. Quindi il coinvolgimento di quel quartiere dobbiamo ancora attivare quel momento, quindi vi potremmo dire qualcosa a novembre, quando avremo il monitoraggio anche nei confronti della città di Torino e perché in questo momento non abbiamo ancora attivato il coinvolgimento del quartiere? Perché la fase stiamo terminando la fase di progettazione, quella successiva, il con il coinvolgimento del quartiere vero e proprio, mentre live map del commerciante piuttosto che del negozio tant'è che noi abbiamo recuperato da un negozio che stava dismettendo i suoi eredi del materiale che riconvertire remo all'interno della fabbrica del chinino. Quindi quella logica di coinvolgimento magari non direttamente del cittadino, ma della del quartiere in termini commerciali ha dato origine a dei risultati. Quindi quello che stiamo facendo di per sé, sempre nelle varie fasi della progettualità, sta dando dei risultati ottimali e questo ci fa pensare che debba continuare assolutamente. Che che c'è qualcos'altro che non ti abbiamo chiesto e che secondo te è importante e interessante dire attività di ci siamo dimenticati qualcosa? Posso già in generale qualcosa che non ti abbiamo chiesto se vorresti approfondire che si, se volete vi posso accennare di questo aspetto. Cosa vuoi, eh? Offre d'italia come associazione culturale una piccola associazione e quindi di solito quando si è piccoli, ma questo ce lo insegna anche il mondo animale. Le formiche fanno delle grandi cose, le termiti fanno delle grandi cose. Le termiti sono gli architetti più famosi al mondo per non essere riconosciuti come grandi architetti, perché fanno dei grattacieli da duemila novecento, cinquanta piani rispetto alle loro dimensioni e noi ci sentiamo un po' termiti in questo senso e che cerchiamo di collegarci a delle realtà per essere un po' più forti. Uno di questo questo approccio, per esempio, si è evoluto grazie a un gruppo che è nato grazie sempre la città di Torino, perché in questo fortunatamente l'evoluzione di questo periodo storico ci consente che anche la politica ci aiuta. E perché no? Io non credo che tutti i progetti nascano grazie alla politica. Anzi, non considero mai la politica è un elemento per sviluppare un progetto, perché la responsabilità personale che crei progetti, non quello che arriva da fuori. E quindi in questo periodo storico si sono unite delle realtà grazie al progetto base WINS da cui è nato l'hub di economia circolare di cui soffre l'italia partner per tutto ciò che riguarda la Psych Ling. Quindi la riconversione di materiale per oggetti, manufatti di ecodesign e con abbia economia circolare che è stato un po', un viaggio alla scoperta dell'economia circolare. Un tema che non è molto caro perché ci ricollega la sostenibilità ambientale. Abbiamo scoperto realtà che condividono con noi grandi grandi progetti, vedi alcune cooperative come strana idea vedi il museo come ambiente vedi mercato circolare con poca economics. La realtà che si occupano, se vogliamo, di sostenibilità ambientale in modo diverso è e che hanno dato origine a un percorso che speriamo prossimamente prosegua perché sono gli obiettivi di oggi in Italia, quelli di lavorare sui temi dell'economia circolare, ma Orfini Italia vuole anche fare unione. Vuole unirsi, ma proprio perché il mondo animale ci insegna questo e anche la natura ci insegna questo come un qualsiasi bosco è collegato al di sotto, noi vediamo solo questi grandi alberi. In realtà C' è una rete di connessioni pazzesche. Il nostro ecosistema deve trasformarsi in un ecosistema naturale. È uno dei motivi per cui personalmente mi sono dedicato al progetto di land. È proprio perché gli ecosistemi che noi viviamo devono essere molto più guardando la natura. La natura in quattro virgola cinque miliardi di anni ha risolto tutti i problemi naturali. Noi, come esseri umani che siamo in termini di biomassa lo zero virgola zero, un per cento riusciamo a tenere in piedi un pianeta in condizioni pietose. Ma perché non abbiamo ancora capito quanto la natura abbia dato già le risposte? Quindi, quando impareremo a comportarci in maniera più naturale, forse riusciremo a risolvere dei problemi. Allora tutti i piccoli progetti di offrire d'italia guardano al comportamento della natura, trasferendoli però in un contesto, ahimè, che non è naturale di fare una domanda finale. La domanda che facciamo conclusiva, che facciamo tutti cosa farete? L'italia che cambia è che non si tratta del nostro progetto, però in senso più ampio, che può iniziare con per me Italia che cambia. La cosa ti fa pensare questo concetto proprio libero che cambia per me qualsiasi cosa per me l'italia che cambia è persone che vedono la vita in un modo diverso e che non necessariamente sono dei rivoluzionari, ma sono degli evoluzionisti. Non so se si può dire così, ma che guardano di un'evoluzione della comunità, della condivisione delle esperienze e che magari cercano di attrarre per nuove idee, nuovi sviluppi nuovi. E in questo l'italia si sta dimostrando un paese ricco. C' è molto sommerso e io penso che il vostro lavoro sia proprio questo. Non è possibile che non ci sia una voce che non si dia voce a persone che stiano sviluppando dei progetti che hanno un senso di non dico di novità, ma quantomeno di diversificazione rispetto alle esistente e che comunque abbia degli obiettivi che siano quello del rispetto della natura e del rispetto di sé stessi e non li metto in ordine di priorità perché vanno insieme. È quindi per me l'italia che cambia è un'italia di cambiamento e questo è un momento storico in cui la creatività l'esperienza e le competenze italiane sono, ma sono siamo nel momento storico giusto per fare in modo che l'italiano che sente il desiderio di cambiamento abbia voce in questo. Voi siete proprio capitati nel momento giusto. Perché grazie al fatto che ognuno abbia voce e che quindi nella mia logica sempre di rete si creino dei nodi forti che creino una rete che creino un ecosistema e che lancia un messaggio unico. E questo è alla fine esattamente tutto. L'anno, siamo tre persone. Io ci sono con tanto di nome e cognome per me. Ok, Miriam Pugliese Ok, Nel sotto come volo. Cosa sfiliamo? Io sono vice presidente della cooperativa. Perfetto. Quando volete. Guarda me. Non guardare la camera. Le domande le tagliamo. Ok? Quindi devo ripetere la domanda che leggo ormai no, ci mancherebbe. È ancora una cosa prima fuori telecamera. Io ho scoperto di te da poco. Poi abbiamo visto che ha parlato di te. Cristiana Si, me l'avevi accennato, però se la vedo me la ricordo sicuramente. Però che quindi non non eri preparato agguantò l'iride letteralmente quando ti ho chiamato ma che avete fondato insieme a voi tre perché mi chiedevo come mai visto che parliamo per chi non sa nulla. Quindi partiamo dalla bici. Quindi innanzitutto, dove ci troviamo? Chissà cosa facciamo. Insomma presenta Mi chiamo Miriam Pugliese, è sono vicepresidente di nido di seta nido di seta. Sorge San Floro San Floro, un borgo di cinquecento anime nella provincia di Catanzaro, è si trova appunto vicino a Catanzaro che dal mille quattrocento millesettecento è stata capitale europea della seta. La nostra tradizione serica é rimasta fino alla generazione dei nostri nonni e diciamo che è stato un è un capitale culturale che si stava completamente scomparendo. Quello che noi abbiamo fatto è stato cinque anni fa. Io, Domenico Vino e Giovanna Bagnato abbiamo deciso di chiedere al comune la possibilità di gestire cinque ettari di terra su cui sorgeva un gessetto abbandonato, con anche un museo della seta che ha all'interno di un antico castello per creare di nuovo quella che era proprio la il nostro fiore all'occhiello. Quindi la produzione serica scarica vuol dire della seta, ma è proprio il suo nome. Ma aspetta, il museo è aperto? No, anche quello è stato fatto. Se sempre siamo sempre fuori telecamera ed è in questo momento oppure vuoi ti spiego prima e poi parlo con la telecamera che direttamente ti chiedo se non si ma io sì, perché certe cose bisogna dirle fuori e non bisogna tanto pubblicizzarle, perché anche il museo era stato completamente abbandonato per vent'anni. E poi insomma, quando abbiamo chiesto la possibilità di gestire il terreno abbiamo chiesto anche di gestire il museo chiuso, completamente chiuso, completamente mangiato dalle polemiche. No, infatti, magari si dice sia del museo che del terreno. Il fatto che era stato piantato. Esatto. Ma se non sbaglio le ultime parole le ho detto che abbiamo già speso sia in hai detto però lo direi un attimo più approfondito. Okay. Il fatto che c' era sempre che non si può fare più uno un poco sulla storia, insomma Ok, perfetto. Questo floro vent'anni fa sono state piantate più di tremila e cinquecento piante di gelso ed è stato costituito un museo della seta che però nel tempo è stato progressivamente abbandonato. Quindi noi, io, Domenico e Giovanna ci siamo trovati in un periodo della nostra vita che non dovevamo capire cosa volevamo fare, ma una cosa avevamo in comune. Volevamo stare nella nostra terra natia, quindi abbiamo pensato che cosa ci offre il nostro Paese è? Perché non partire appunto da dalla nostra terra? Da quello che ci offriva, abbiamo chiesto al comune di poter gestire quest'area e ci siamo riusciti. Quindi sono cinque anni che gestiamo appunto questi cinque ettari di terra dove sorge il jobs ceto e il museo della Seta. Il gessetto è l'anima del nostro lavoro. Senza Jackson non possiamo fare niente, quindi è essenziale la sua cura e soprattutto il benessere del gelso le foglie vengono utilizzate per l'allevamento del baco da seta, mentre le more vengono utilizzate per il consumo umano. Giustamente una cosa ciascuno e in il quello che noi facciamo è un'agricoltura multifunzionale. Quindi facciamo agricoltura nel senso stretto della parola. Siamo in agricoltura biologica certificata quindi con nel ma per quanto riguarda il comparto agricolo facciamo l'allevamento del baco lavorazione delle more di gelso e agricoltura biologica. Nel vero senso della parola abbiamo una grey punto ristoro dove serviamo le cose che coltiviamo in agricoltura bio abbiamo la parte artigianale perché appunto il fine della del ciclo vitale del baco da seta, appunto il bozzolo. Il bozzolo ci serve per estrarre il filo, quindi abbiamo tutto il ciclo artigianale della seta. Quindi dal bozzolo estraiamo il filo, lavoriamo, lo testiamo e lo facciamo diventare manufatto. E poi abbiamo la parte turistica perché ci siamo aperti tantissimo sia la didattica che il turismo nazionale. Non ne abbiamo molte persone che vengono a vivere una esperienza, anzi una eco esperienza a trecentosessanta gradi nel mondo della seta. Il giurista viene a vedere come la didattica è più che una rivista didattica, una visita proprio esperienziale perché all'interno del museo abbiamo i telai, quindi si parla delle tinture naturali, che è una cosa veramente importante. Nel nostro processo si vedono i diversi tipi di seta, quindi chi viene può anche provare a tessere sui telai, anzi quasi obbligatorio. Non li facciamo andare via se non testano sugli antichi telai, poi ci trasferiamo in campagna. Ci possono dare una mano ad allevare il baco da seta, vedere cos'è il baco da seta non si vede tutti i giorni e ci aiutano a estrarre il filo di seta. Quindi si fa proprio le operazioni di come facevano i nostri antenati per estrarre la seta. È una cosa che noi abbiamo girato mezzo mondo per capire i segreti della seta non si vede più da molte parti e poi hanno la possibilità di gustare i prodotti tipici della nostra terra all'ombra di un pino secolare. Quindi insomma è un'esperienza che vale la pena vivere. Quanto dura questa questa buona giornata? Si' se vuoi fare la guerra si' tra le persone che collaborano con noi c'è anche chi si occupa appunto della parte turistica. Quindi abbiamo prima lo facevo io, ma adesso mi devo calmare un attimino. Beh, adesso abbiamo altre persone che ci sono altre due ragazze che aiutano a fare questo questo settore. Insomma, il punto vendita è qua dentro, è un piccolo punto vendita rurale. Noi facciamo vendita diretta, abbiamo Sì, certo, sì, perdonami, è abbiamo un punto vendita rurale, noi facciamo vendita diretta è praticamente i nostri prodotti sono anche tessuti a centimetro zero, neanche a chilometro zero. Riprendono sia la nostra cultura, ma anche sono stati creati con un grande rispetto dell'ambiente perché sono l'allevamento del baco avviene qui la l'operazione di estrazione lavorazione del filato è completamente artigianale, le tinture sono naturali, la tessitura é artigianale, quindi insomma, sono sono prodotti unici sotto questo punto di vista. E poi abbiamo uno shop online che é molto visitato, in cui facciamo sempre vendita diretta sul nostro sito internet. Quindi questo è il nostro canale di vendita. Per quanto riguarda i prodotti che produciamo, ricordo quando dicevi che sono state solo le mani. Bene anche altri problemi abbiamo per quanto riguarda il nostro comparto agricolo, ma abbiamo la le more, la bachicoltura, perché bachicoltura è nel comparto agricolo. E poi abbiamo degli orti biologici dove utilizziamo perfettamente per il consumo nostro e dei visitatori che ci vengono a trovare quando riceve i visitatori prima guidate da parte delle more proprio esatto, facciamo proprio sempre nell'ottica del centimetro zero da dall'orto alla tavola insomma. E la a voi siete già funziona a livello economico così noi noi questa è una bella storia, eh? Quando quando siamo partiti abbiamo non abbiamo mai preso nessun finanziamento pubblico, non abbiamo mai vinto nessun bando. Ah, siamo partiti con i miei risparmi e la borsa di studio di Domenico. Poi col tempo qualche nonno e qualche genitore ci hanno dato una mano, ma ad oggi ci auto sosteniamo, è un'azienda che funziona. Insomma cresce anzi ogni anno di più. Quindi stiamo includendo anche molti altri servizi. Per esempio una di queste l'academy nido di seta. Perché quello che noi facciamo oggi grazie al cielo i prodotti che noi produciamo stanno avendo successo e non ci questa cosa non ci permette di prenderci cura noi in prima persona di tutta la catena artigianale. Quindi quello che noi abbiamo creato, un sistema di artigiani esclusivamente sul territorio calabrese che aiutano, ci aiutano a lavorare il tessuto, la fibra. Quindi per darvi un esempio arrivo fino al bozzolo Un artigiano mi fa il filato, ma gli dal bozzolo e mi torna infilato l'altro artigiano, limando infilato e mi torna il tessuto. Quindi stiamo creando proprio una filiera di di seta di Calabria al cento per cento. E questa è una cosa che ci inorgoglisce tantissimo, perché soprattutto il novantanove percento di queste persone sono donne e sappiamo tutti com'é la situazione del lavoro femminile, specialmente al Sud, possono continuare a fare la loro attività che in via di estinzione, non muovendosi da casa, considerando che la geografia calabrese insomma, siamo tutti i paesini sul cucuzzolo della della collina, senza nessun tipo di trasporto pubblico. Quindi non è semplice pensare, specialmente per una donna, di lavorare fuori e appunto consente di non disperdere questo questo patrimonio culturale che è la nostra, che questo patrimonio artigianale. Questi artigiani però cominciano a non bastare, quindi è difficile trovare queste figure e quindi abbiamo pensato appunto di creare una specie di accademia per tramandare questi lavori. E abbiamo proprio fatto i primi i primi due corsi un paio di settimane fa e mai potevamo immaginarci in realtà un'affluenza da tutte le parti del mondo perché sono venuti dall'argentina dall'inghilterra dalla Finlandia per imparare a lavorare la seta e attingere con i pigmenti naturali. Quindi in realtà questa noi vuole. Avevamo iniziato questa questa avventura pensando di creare nuove figure che ci potessero aiutare. Invece questa, che questo avvenimento ha scosso la curiosità di molte persone a livello mondiale. Quindi in realtà si sta aprendo una nuova possibilità per noi. Certo, eravate voi sempre quelli di due tre insegnanti si' si' io con le nostre artigiane praticamente sì, ma poi se vi servono anche fuori, se vi servono delle immagini di copertura ne abbiamo tantissime, perché Domenico è appassionato video grafo. Quindi questo dice o anche della luce che mi fa due cose tante volte. Quindi abbiamo tantissime immagini abbastanza di qualità. Il ha pagato l'affitto? Sì, noi paghiamo un canone annuale e in più le entrate del museo vanno al comune di San Floro, in una cella al cinquanta per cento delle entrate si va al comune di San Floro, senti invece un sacco di cose. Mi fate descrivere così anche appunto a proposito di immagini in breve, ma un po' tutto il ciclo che ci ha fatto vedere prima il baco da seta nascita delle uova che sono piccolissime. Il baco quando si schiude è grande all'incirca due millimetri. Da quel momento mangia in continuazione e noi dobbiamo fare esattamente come si fa con i bambini. Quindi raccogliamo le foglie di gelso, le tagliamo a pezzettini piccolini piccolini, in modo tale che loro possono diciamo, mangiare meglio e quindi crescere meglio la la vita del baco da seta, proprio come bacco ed all'incirca di ventotto giorni, un ciclo lunare in questi ventotto giorni lui mangia in continuazione dopo un calabrese ventiquattro ore su ventiquattro e si ferma esclusivamente all'interno di questi ventiquattro di questi ventiquattro ventotto giorni per quattro volte per ore per cambiare la pelle, per cui cresce in maniera così veloce che il corpo non ha il tempo di crescere con con lui, quindi si ferma per ore, cambia la pelle e poi riprende a mangiare al ventottesimo giorno, ha cioè la salita al bosco, quindi il baco rifiuta il cibo, quindi la foglia di gelso uno se ne accorge immediatamente che è giunto il momento perché se arriva gli ultimi giorni di allevamento in cui si fanno sette otto tratto rate al giorno di foglie e finiscono immediatamente. Quindi quando il baco è pronto per la salita al bosco è evidente perché rifiuta la foglia e salgono su dei supporti creati da noi in cui cominciano a tessere il loro bozzolo di seta per tessere il bozzolo. Ci impiegano all'incirca tre quattro giorni e dopodiché fanno questa metamorfosi in crisalide e poi in falena Gnam! Ma prima dicevi che questa era addirittura la capitale Catanzaro. Si sa, proprio di fronte a voi Siete stati ieri? No, a Catanzaro eravate in città? No, so dove siete stati a fare la la. No, voi siete eravate Moulin. Um, eravate mulino, Ma fare la cosa Non lo so. Non avevo capito bene. Pensavo gravate da strada. Sì, ma anche dalla piazza dove abbiamo parcheggiato quella città che si vede di fronte proprio Catanzaro centro. Poi ci sono tutti gli altri quartieri che sono però quelle Catanzaro centro. Quella era la capitale europea della seta. Tutti i paesini che giravano intorno medica si è anche fatto quando insomma, è stato sì, Catanzaro da mille e quattrocento millesettecento è stata capitale europea della seta. C' era un grandissimo circuito economico. Intorno a questo addirittura abbiamo dei documenti dell'archivio di stato di Catanzaro che attestano che a San Floro, nel milleseicento milleseicento sono stati prodotti mille e quattrocento chili di bozzolo. Non so se qualcuno di voi ha mai preso un bozzolo in mano, ma è molto leggero, quindi immaginare su temi mille quattrocento chili. Quindi possiamo immaginare una Calabria ricca dal contadino all'artigiano al mercante succede che nel millesettecento per diverse cause, una tra i quali la brina, una malattia che ha veramente quasi distrutto l'allevamento del baco da seta, è stato il declino dell'impero sferico calabrese e a questa, nonostante non è stato più elemento di questa di questo business. I contadini hanno continuato a far l'allevamento del baco da seta per la loro autoproduzione. Quindi per creare il loro corredo per la foglia, per la figlia che si é che si sposava, ho per creare il loro copri tavola, copriletto, tovaglie, eccetera. E questa tradizione è rimasta fino a ai nostri nonni. Loro sono stati gli ultimi custodi e con la generazione dei nostri genitori si stava completamente perdendo. Quindi quello che noi abbiamo fatto è anche con senso di tutela della nostra tradizione, portare avanti quello che è stato un grande orgoglio della nostra terra, la guerra che ha avuto accesso ai tuoi insegnanti. Quando noi abbiamo iniziato questa attività, non eravamo esperti né di seta né di bachicoltura. Solo Domenico, quando era piccolina, allevato bachi da seta con il con il nonno, con il papa ed era l'unico che aveva un minimo di infarinatura sul campo. Tutti noi invece eravamo veramente diciamo orientati su settori diversi. Quindi la prima cosa che abbiamo fatto quando abbiamo ho deciso di intraprendere questa strada è stata stalker aizzare gli anziani dei paesi di tutti, del nostro paese, dei paesi limitrofi per capire tutti i segreti che stavano all'interno della filiera serica. Ma non bastavano, non bastavano, specialmente quando tu vuoi fare attività e non una produzione casalinga. Quindi abbiamo abbiamo dovuto fare la valigia, viaggiare intorno al mondo e siamo stati molto in Asia, specialmente in Thailandia, in India, in India, che abbiamo avuto il piacere di essere ospiti proprio del ministro del tessile nel settore della seta presso il Central Silkeborg. E li abbiamo fatto proprio a Bangalore dei corsi mirati proprio sulla lavorazione serica e i tipi di lavorazione sferica. In Thailandia abbiamo visto più invece il comparto artigianale e poi siamo stati in Messico, dove abbiamo visto in modi non convenzionali per la lavorazione serica, considerando che siamo anche gemellati con la sua ieri vivono Museo della Seta di Lione e il il consorzio suis sui Silk di Intergruppi in Svizzera. Quindi diciamo che per noi la rete internazionale è molto importante. Quanto durante questa fase di giro Prism il Messico? Siamo stati a ottobre, quindi sì, sì, sì. Fino adesso l'abbiamo fatto d'ora in poi potremmo un po' meno. Quando? Quando avete avuto l'idea? Quando avete avuto noi abbiamo aperto nido di seta nel duemila e quattordici era siamo stati nel duemila quattordici, in Francia nel duemila quindici, in Thailandia nel Duemila e sedici in India però già lavorava Sì, sì, abbiamo sempre lavorato. Abbiamo sviluppato poi appunto prodotti diversi perché la competenza ti ti dava la possibilità di sviluppare appunto dei prodotti diversi. É un Aspetta va bene, il è una sciocchezza, un dettaglio, ma questo non lo dimentico invece questa cosa, sia che che fanno colori diversi. Fa invece i coloranti naturali, che dice che è molto importante. È il baco da seta già in natura è di cinque colori diversi, quindi noi riusciamo ad avere dei bozzoli che sono già colorati in natura. Questi colori sono il bianco, il giallo oro, il giallo verde e il rosa. La nostra seta subisce diversi progetti, processi artigianali tra cui quello della tintura naturale molto importante tra da dal quale me ne occupo personalmente. E quello che andiamo a fare è appunto usare esclusivamente i pigmenti del nostro territorio. Quindi abbiamo è un è un campo in cui non si finisce assolutamente mai di imparare. Scusami. Grazie. Trovai ma povero che sono Giobbe. Davvero? Ehm mi senti, vero? O un posto? Proprio il cane di Gian Burrasca sembra Ti giuro, stavo dicendo i pigmenti naturali, giusto? Sì, quella dei box. E andava bene, giusto? Senza che la ripeto. Quindi parto solo esclusivamente dalle tinture. Ok, uno dei nostri Non ti preoccupare. Che va bene, Grazie. Uno Uno dei processi più importanti per noi è quello della tintura naturale. Quindi quello che andiamo a fare una ricerca sul territorio dei nostri pigmenti autoctoni calabresi, dalle piante spontanee a quelle che sono poi alcuni anche le coltiviamo per appunto, creare un prodotto che sia sostenibile a trecento al a trecentosessanta gradi e tenga d'occhio specialmente sia appunto la nostra tradizione tintoria, ma anche quelli che sono le risorse della nostra terra. Eh? Io mi occupo personalmente delle tinture naturali. Facciamo anche dei corsi, appunto nell'academy nido di seta dedicate proprio a questo a questo a questo tema Si si proprio planner Sì, anche perché si lavora con con fuochi. Quindi insomma un po' di aiuto. Qual è la parte che ti piace? Prima di tutto, nido di siete una storia d'amore verso la nostra terra. Quindi tutto quello che si fa, eh? Tutta una parte che ci piace personalmente vado matta per il per i visitatori perché mai ci potevamo immaginare che in un borgo di cinquecento anime potessero venire persone da tutto il mondo? Io non mi scorderò mai. La prima volta che sono venuti gli americani a San Floro tutta la gente è uscita sui balconi per capire chi fossero e perché fossero a San Floro. Cercavo di capire qual era il grado di parentela perché per loro era era proprio impensabile il fatto che potevano venire li' senza avere parenti. Quindi questa è stata una delle nostre piu' grandi soddisfazioni. Ma il fatto proprio della magia della seta è una cosa veramente scioccante, perché è veramente incredibile pensare come un semplice bruco riesca a creare il filo più prezioso del mondo. E come semplicemente con l'aiuto di acqua calda e uno scopino di Erica si riesce a ricavare il filo di seta e poi anche il fatto della tintura naturale. Insomma, creare questi colori meravigliosi utilizzando esclusivamente solo quella che è la nostra terra sempre ci offre insomma c'è da diventar matti sotto tutti i sensi. Sì, se non ti scoccia ti chiedo di raccontarmi della parte più personale. Quindi il tuo percorso che va bene puoi anche lo legati due Sì, va bene, però tu non puoi far disperare così le persone si passa. Te lo vuoi portare? Fai pure. Guarda, guarda sicuramente aggo spero che ti ha scocciato. Vai, vai. Lo lascio, dici? Prova a lasciarlo. Vediamo se ne va per cavoli suoi. Trovai il filo. Il filo vero, il filo vero filo vero. È vero che te ne vai adesso, vero che te ne vai? Adesso vai da Domenico che ha tante cose interessanti da farti fare. Vai Chi e in? Io sono nato in Calabria, ma quando avevo sei mesi i miei genitori mi hanno portato in provincia di Varese. Quindi sono cresciuta completamente al Nord, anche se avevo sempre avuto un legame molto stretto con la Calabria. Ci passavamo tutte le estati, tutti le vacanze di Natale e con i miei tra l'altro gli amici di infanzia. Quindi con Giovanni Domenico è io sono specializzata in lingue straniere. Appena finiti gli studi ho cominciato subito a lavorare per una nota compagnia di aerei di linea linea, appunto em. Dopo questa esperienza lavorativa che è durata quattro anni, abbiamo subito un licenziamento di gruppo per una diminuzione di la' di lavoro. Quindi, essendo tra l'altro tra le più giovani, sono è stata licenziata e ho colto questa occasione per trasferirmi in Germania, a Berlino. Nello specifico questa possibilità mi ha, diciamo questa questa esperienza mi ha permesso di vedere la mia terra di origine con occhi diversi e di capirne veramente quelle che sono le potenzialità a gradi in una terra dove anzi in una delle capitali europee più all'avanguardia d'europa ho visto fare, anzi vantarsi, di fare le stesse cose che faceva mio nonno trent'anni fa e che io all'epoca pensavo erano segni di disagio, come per esempio fare loro facevano tantissimo il guerrilla gardening. Quindi piantavano dovunque, qualsiasi tipo di ortaggio di pianta, utilizzando tra l'altro le cose che venivano scartate come reti di materasso, frigoriferi, vasche da bagno. Beh, insomma, io sono cresciuta tra queste cose. Mio nonno le ha sempre fatte quindi vedere il vanto di questa cosa quando sono cresciuto in una terra dove era la normalità a fare questo e spacciarla o anzi essere convinti che fosse il segnale per un futuro migliore. Questa cosa mi ha fatto vedere la mia terra di origine con occhi diversi in piu'. Loro mi dicevano sempre che se tavolini a Berlino non potevo non andare a vedere il Brandeburgo bellissimo, il Brandeburgo bello senza niente togliere a Brandeburgo. Però ho pensato ma se vengono da noi e vedono solo quello che vedo io, tutte le mattine quando mi sveglio, muoiono sul colpo della bellezza. Quindi que queste queste due banalità perché banalità sono mi hanno fatto vedere appunto la mia terra d'origine con occhi diversi. E questo è stato appunto il frutto del mio viaggio a Berlino, Lamezia Terme, dove qui ho rincontrato Domenico che stava per laurearsi per la seconda volta all'università Federico, secondo di Napoli, tra cui poi è riuscito a uscire con lode e Giovanna, che invece lei non ha mai lasciato San Floro, ma che ha un grande amore per il nostro paese. Quindi con storie diverse ma con un senso in comune, abbiamo dato vita a nido di seta. Per curiosità mia cosa faceva? Bellino, ma io siccome lavoravo per Lufthansa, la compagnia di linea tedesca, ho approfondito le mie conoscenze linguistiche. Ho anche lavorato, ma lavori no, la mia, la mia diciamo. Ero andata a Berlino perché dovevano aprire l'aeroporto di Berlino Brandeburgo, che doveva essere l'aeroporto più grande a livello europeo. Poi avevo passato le selezioni e tutto quanto. Poi è successa una cosa che in Germania non succede mai. Per due anni doveva aprire nel duemila e dodici e poi è stato aperto nel duemila quattordici. Tra l'altro ho gia' firmato tutti i pre contratti, tutte le cose, due anni almeno non grande come doveva essere, ma è stata aperta. Un'ala dell'aeroporto sono piccoli. Si, era esatto. Tech è un po' imbarazzante come aeroporto gne parlato sempre. Se avessero aperto, magari avessi firmato io avevo già firmato i contratti. Ripeto poi in realtà loro che loro ci avevano detto che siccome avevano già fatto tutti questi pre contratti e tutto ci avrebbero mandato in altri aeroporti, infatti lavorare. Però io ho rifiutato, quindi scelto ti ho scelto di venire qua. Poi quando abbiamo chiesto l'autorizzazione al comune per prendere il terreno, non è stato immediato. Abbiamo sofferto un anno in quell'anno, io continuavo a ricevere offerte di lavoro, quindi io sono andato avanti indietro. In realtà dal nord ho lavorato per diverse multinazionali nel settore commerciale estero, eh, insomma, alla fine mi sono licenziata proprio per seguire completamente un altro stile di vita. Quindi per inseguire chiamiamolo un sogno, anzi all'epoca mi sembrava un'utopia, ma adesso, insomma, la cosa si sta facendo un pochino più che concreta. Guarda quando seguito da cui ha incontrato loro avete subito pensato facciamo questa cosa della sera all'inizio volevamo rimanere qua, quindi vogliamo stare in Calabria. Non è che possiamo stare a prendere il sole, andare, amare qualcosa dobbiamo pur fare per crescere sia noi che il nostro territorio, perché per noi è fondamentale. Questo è il nostro obiettivo, non è diventare ricchi noi non ci interessa diventare ricchi, Per noi è importante creare un terreno fertile per le future generazioni. Mio padre mi ha sempre detto che qui in Calabria non c' era niente, ma dal mio punto di vista dove non c' è niente, vuol dire che ci è tutto da fare. Poi correggetemi se sbaglio, Quindi insomma, il perché questo abbandono ci hanno continuato a mettere in testa che questa è una terra in cui bisogna scappare. In realtà qua c'è tanto di quel lavoro che la gente dovrebbe venire per lavorare. Quindi diciamo che la prima cosa noi siamo dovuti rimanere qua con questo spirito perché volevamo fare qualcosa che ci rendesse felici. Numero uno, ma che, diciamo avesse un impatto sul territorio nostro circostante numero uno cosa ci offriva san Floro San Floro aveva Engels eta' abbandonato. Quindi siamo partiti da quello che ci offriva al nostro paese. Quindi è questo proprio il esatto, il filo conduttore di tutto quanto a proposito di seta il scema. Ma questo non si può dire davanti alle telecamere. Non si può dire perché mio padre mi ha parlato per due anni. Pero' poi diventa adesso. Oggi è uno dei nostri più grandi fan. Però per due anni in merito la vita impossibile. Quindi no, non possiamo dirlo perché se adesso uno glielo ricorda, no, C' è un po' di imbarazzo. E non gli fa piacere? No, ma a parte mio padre, insomma, ehm a parte mio padre, tutta la mia famiglia, ma ha sempre detto Insomma, fai un po' quello che è quello che vuoi, Insomma, sei maggiorenne, sei adulta? Sì, ma più che altro questo tipo di scelte, ma non perché non è neanche colpa loro arrivano da un altro tipo di cultura. Esatto, ma in ogni caso non solo esatto, ma in ogni caso non solo la famiglia, già, il fatto della della gente del posto che vedeva sia me, specialmente che Domenico, che dopo tutto il percorso che abbiamo fatto siamo ritornati da San Floro a San Floro, un buco scuro in capo al mondo, come diceva qualcuno a fare cosa? Allevare vermi dove in calabria della la diciamo la frase tipica era sempre si tipacci che siete pazzi, non la gente di qua Sì, all'inizio anche la gente di qua ci ci ci trattava sempre con è con grande rispetto, ma sì, vabbè, questi sono ragazzi, stanno facendo una ragazzata. No, però mai si si avrebbero potuto mai immaginare. L'anno scorso abbiamo chiuso il duemila e diciotto con quasi seimila cinquecento presenze a San Floro da tutto il mondo. Quindi insomma, la ragazzata alla fine ha portato a qualcosa. E poi la cosa che ci fa qui che ci rende veramente orgogliosi, appunto, è il fatto che non è solo nido di seta nido di seta è su un territorio che collabora con il territorio, è presente sul territorio e in lavoriamo con gli artigiani che sono sparsi in tutta la Calabria. Chi viene a San Floro va anche squillace banche a catanzaro va anche tirolo che sono paesi limitrofi con cui noi collaboriamo. Chi lavora con nido di seta sono tutte persone del posto. Quindi ripeto, non ci interessa diventare ricchi, ma stiamo cercando di effettuare un riscatto territoriale a partire dal basso. Ma diciamo che tu che voi siete proiettato questa vecchia, quindi anche il territorio che ha accolto bene comunque studiare i dubbi eccetera. Adesso si adesso il nido di seta. Ciao adesso adesso assolutamente si' all'inizio. Ovviamente è stata una scommessa, ma anche per noi eravamo. Che cosa le è comunque fatto crescere da un'altra parte come sei veneta, come vivere in Calabria Lombardia? Niente è come vivere in Calabria. Fa parte della bellezza del tuo lavoro che traspare dal dolore ha detto un giorno nella vita qui ti piace, ma non tornerei indietro neanche di mezzo passo. Abbiamo la fortuna di vivere ancora in contesti genuini e umani e questo, specialmente in questo periodo storico, non è una cosa da prendere per scontato. E poi San floro sia un paesino piccolino, ma che ha la fortuna di stare a mezz'ora dall'aeroporto a dieci minuti da un da uno dei mari più belli d'italia e comunque vicino alla capoluogo di regione, quindi a diversi servizi. Quindi uno può fare la vita genuina di paese da contadino, ma essendo vicino a quelli che sono tutti i servizi di cui ha bisogno. Quindi questa questo mix di aspetti rende secondo me la mia presenza qua. Non potrei chiedere di più sinceramente, tutti gli stereotipi sulla Calabria no, adesso che posso chiederti quante persone hai fatto? Arriva un bambino, vedi solo cose positive, ma io in realtà vengo sulla Calabria. Non sono veri un'altra esperienza. Io penso che non ci sia posto migliore per crescere un bambino se non qui. Ma poi ognuno ha già un è diciamo che è il suo punto di vista. Però quel bambino ancora scorrazzare nel paese da soli e tutti danno un occhio come essere una grande famiglia. Si cresce nella natura, non si cresce in quattro mura insomma. Quindi ha chiuso culturalmente, ma ma in realtà già all'inizio quando cinque anni fa mi vedevo andare in giro con le scarpe antinfortunistiche, i pantaloni da lavoro, le forbici da potatura sul sul sulla spalla, un po' di turbamento. C' è stato però in realtà siamo aperti sotto questo punto di vista non non abbiamo non c' è questa chiusura, magari ancora cioè in qualche paesino interno. Ma non è una cosa che ci coinvolge. Quindi tutto il tema famoso della criminalità. Ma no, noi siamo almeno San Floro è un'isola felice. Nel senso noi non siamo, non siamo soggetti a questo tipo di grazie al cielo di di cancro è se devo trovare la difficoltà, sono i servizi che mancano come servizi pubblici. La sanità. Questo è quello che che manca. Ma non è una cosa che dipende né da me né da te né da lui, eh. Ma quello che noi vogliamo fare, appunto, è anche lavorando con i nostri giovani, con i nostri ragazzi, farli andare fuori per vedere la possibilità di questo territorio, farli ritornare ed essere loro il futuro. E la futura politica fu la futura buona sanità, la futura se tutti se ne vanno, chi si prende cura di questa terra diventa la terra dei fantasmi. Quindi è fondamentale fare resistenza, perché questo è quello che stiamo facendo. Insomma, perfetto. Qualcosa che non ti ho chiesto di mia moglie. Oddio, abbiamo detto così tante cose. Ci fosse una domanda ce lo offre gli obiettivi, eh? Noi di obiettivi ne abbiamo tanti, pure troppi. Ma noi abbiamo iniziato questa accademia del questo questo discorso dell'accademia nido di seta. Ma è un discorso che vogliamo concretizzare a tutti, a tutti gli effetti. Ci piacerebbe molto anche creare una linea sposa dedicato il proprio. Il vestito da sposa Centimetro zero made in Calabria è questa è sarebbe veramente un bellissimo progetto, perché il nostro il nostro tessuto è un tessuto di nicchia e nel settore sposa potrebbe trovare veramente una buonissima localizzazione. E poi ci piacerebbe creare diversi eventi come il Festival della Seta, facendo tra l'altro, interagire, tutte le attività internazionali che comunque collaborano e hanno collaborato con noi. Quindi di spunti e di idee ne abbiamo tantissime. Le ragioni raggiungeremo tutti Piano piano. Sì, ovviamente. Nove mesi di lavoro per il mio vestito da sposa. No, ho coinvolto le artigiane, quindi siamo state cinque persone dietro si'. Senti, se non hai altre cose di quello che faccio, un ultima domanda. Guarda penso che abbiamo detto tutto. Abbiamo parlato del turismo, ha parlato di tinture naturali, abbiamo parlato del circuito artigianale, ma penso che ci siamo. Chiediamo tutti i nostri incontri che fanno cose per l'italia che cambia, non il nostro progetto, ovviamente venuto a conoscere, ma il concetto l'auspicio in realtà l'hai dietro in mille modi, ma dovresti permetterle cambia. È quello che vuoi? Ehm per me l'italia che cambia sono i giovani che tornano nelle loro terre di origine, si prendono cura della nostra terra e creano un futuro migliore per noi e le future generazioni. Per me l'italia che cambia a partire dalle nostre origini, prenderci più cura della terra e soprattutto cercare una sostenibilità ambientale perché siamo tutti sullo stesso pianeta e non c' è un pianeta B, quindi in realtà a tutte le mie generazioni direi buona Italia che cambia tutti. Grazie va bene così. Okay, Okay, sì, sì, sì, è proprio lei. La più vicini. Va bene così va benissimo. Bene, Perfetto. Ma proviamo rassicurate che ci piacciono. La domanda Sto registrando per nome e cognome. Sì, io sono Monica. Monica. Il mio nome e il cognome è lo spelling del cognome. Sottopancia via N d Evi RNG è come se lo facciamo, Ma come ruolo Quando presenta Quando ci presentiamo con la grafica e il ruolo sotto ruolo. Cosa scriviamo? Che qualcuno ci chiama imprenditrici artigiane. E poi facciamo un po' di tutto. Dobbiamo Della Quello è me. Serve proprio un titolo Fondatrice del materiale. A che intervalli? Alle Esatto. Voglio che si faccia vedere. Ovviamente. Poi dopo un po' di immagini molto Va bene. Se vuoi avvicinarti un altro bicchiere d'acqua farlo? No? E quando volete. Sono pronto. Guardate Lorella, Io scompaio. Ok? No, dobbiamo parlare. Va bene. Dove ci troviamo adesso Ci troviamo nel nostro laboratorio in laboratorio di biopic Biopic Srl. Siamo in via Barzani Go, numero cinque a Torino, nel centro storico di Torino. Che cos'è teak bio Che ed è una nostra creazione. È una nostra creatura. É lo stesso nome che noi abbiamo dato al prodotto. Quello che creiamo da un po' di mesi a questa parte è una realtà che sta crescendo, che è nata grazie all'incontro di due donne. Beh, è carina. E da quanto tempo davanti Io Ma scusa, cosa? E tornerai qualcosa prima o poi mi aggiungi una cosa che questa prima domanda mi ha risposto che non si è capito che che cazzo che si è acceso? Perché mmm ti chiederei di inserirti così io magari all'inizio e poi tu sono sempre io Rispondo alla domanda si' ma se guardi poi che forse posso che ti guarda si vede che ti guarda Ma quello che facciamo ma mio qua risposte ma non sono scesi. Quindi che cosa abbiamo? Ehm biopic è il nome che noi abbiamo dato alla creazione, al prodotto che noi facciamo in questo laboratorio è viene da B perché vi è in nome delle api e finisce con perché Buck vuol dire proprio un modo per impacchettare, per avvolgere Perché mio papà che è un involucro, un packaging naturale, completamente naturale ed ecologico che si prende cura del cibo e anche dell'ambiente Sì, quindi è praticamente sono dei pezzi di cotone e noi usiamo il cotone biologico che noi ci impegniamo con cera d'api e olio di nocciola e resi di pino è così il cotone lo assorbe, ovviamente è diventa impermeabile e va a funzionare praticamente come una pellicola. Quindi è un'alternativa alla pellicola naturale è riutilizzabile e da dov'è nascita di questa barzelletta è l'idea di questo progetto nasce un po' dai viaggi che abbiamo fatto nel mondo io un po' meno perché insomma sono una torinese, un po' sedentaria è piuttosto clarin. Questa mia carissima amica e collega accompagna in questo progetto. È un viaggio che ci hanno portato a scoprire che nel resto del mondo, negli Stati uniti, in Inghilterra, in diverse realtà, anche oltreoceano, in Australia e altrove esisteva già un packaging naturale simile, molto simile a quello che noi stiamo facendo e quando l'abbiamo ne siamo venuti a conoscenza, ci è piaciuto tantissimo. Abbiamo incominciato insomma ad usarlo, ad esplorarlo e ci siamo dette ma l'italia non c' è niente di tutto questo. Per cui perché non possiamo cominciare noi per prime a crearlo e a diffonderlo, a farlo conoscere e insomma, in qualche modo a testimoniare che si può fare qualcosa per cambiare delle abitudini è da quanto tempo quando ho avuto l'idea è venuto l'estate scorso e vediamo che vuoi dire con L'hanno? Che che Che? Ok, allora era non posso dire giugno numero tre miei Ok a sia. Giusto, quindi Quindi l'idea è venuto di l'idea è venuta in durante l'estate duemila diciotto, eh? Si', Stavamo facendo una passeggiata nel nocciolo l'atto dell'azienda agricola Clarin che si trova a Druento, in provincia di Torino. Eh beh, la rete mi ha mostrato questo prodotto che aveva trovato durante un viaggio all' estero dicendomi Che ne pensi? Ti piace e l'abbiamo. Ma io l'ho trovato fantastico. La nostra amicizia dura da molti anni. I nostri figli sono cresciuti insieme, sono andati alla stessa scuola. E così e così ci siamo detti Ma perché non proviamo a farlo? Anche noi? Da quel momento abbiamo cominciato a fare una ricerca, una ricerca sugli ingredienti da utilizzare, su quali ingredienti? Su come reperire gli ingredienti e su quello che poteva essere il processo metodologico che ci portava a raggiungere. Un risultato, insomma, che non era solo ad uso casalingo domestico, insomma, per noi, ma che poteva essere condiviso in un'altra dimensione che è quella che noi stiamo vivendo e praticando in questo momento si'. Quindi abbiamo sperimentato, sperimentato Thom, sperimentato prima a casa, nella nostra cucina, è quando eravano piu' o meno contenti del risultato. Lo abbiamo dato ai nostri amici conoscenti per provare eccetera. Poi abbiamo ho trovato una ricetta molto buona che secondo noi funzionava così e quindi siamo proprio nati con il nostro sito, con tutto il lì come il suo nostro sito. E qualora l'abbiamo lanciato all'inizio di dicembre duemila diciotto sempre. E quindi siamo giovanissimi? Si, almeno con Brooks si'. Ma ma non è questo il miele la cera che noi utilizziamo che una delle materie principali perché questo è un tessuto che viene trasformato grazie a un processo che usa la cera. La prendiamo da dei produttori locali piemontesi e una cera biologica. Noi abbiamo scelto e ci teniamo a dire che è che utilizziamo il biologico non soltanto per l'ingrediente cera, ma in particolare la cera è biologica e quando riusciamo a trovarla anche biodinamica, quindi non c' è nessun tipo di intervento sugli insetti o su quello che è il processo naturale. E per arrivare a quel tipo di prodotto di risultato, eh? Abbiamo cominciato a conoscere delle realtà molto piccole del nostro territorio e ha un po' a mappare, anche proprio per costruire delle relazioni che nel tempo stanno diventando sempre più significative. E c'è stata molta curiosità, devo dire, perché non era un prodotto totalmente nuovo e talmente strano che anche da parte di chi sta collaborando con noi è stata una bellissima risposta. Anche loro hanno voluto testare e scoprire, vedere, conoscere meglio quello che che andavamo a fare con la logica. E queste relazioni stanno diventando sempre più significative, eh? Sono produttori piu' giovane o piu' anziani e diciamo nel territorio di Torino della provincia ci espandiamo fino anche fino verso la astigiano stiamo arrivando e il cuneese sono delle piccole realtà. E questo per noi è importante perché uno dei nostri obiettivi e un po' anche dei nostri valori è quello di favorire chi, come noi, sta crescendo e sta cercando di lavorare in un certo modo. Ehm sospetto benissimo dire tu che che posso parlare piu' Sì, sì, se non è chiaro quello che magari giriamo no, che per noccioline ma assicurati quindi è quindi puoi spiegare tu cosa? Che noi non abbiamo solo, Ehm no, ehm no. Quindi tu perché sa che che che che? Perché di solito lei fa il tè in negazione con un po', i gruppi gas, i fornitori io sono che dalla produzione. Ok, quindi è anche per quello che è meglio se parli tu, magari questo aspetto tue, poi sulla ma ma che problema hai mangiato la Ma no, lo stesso. Ehm abbiamo scelto di favorire più produttori e più fornitori e noi crediamo molto nelle piccole realtà e quindi piuttosto che chiedere a un grande fornitore di essere ma dobbiamo dobbiamo spiegare, secondo me Ma sì, però però lo trovo difficile interromperti Ma no, secondo me dobbiamo dire che la cena biologica difficili quindi è impossibile. Ma un fornitore, eh? Non è che non è neanche la scelta che noi dobbiamo che la prendiamo. Sono produttori piccoli, abbiamo bisogno di chili, chili, chili di cera ehm va bene per il nostro prodotto usiamo molti chi riceverà. Per questo abbiamo scelto di avere più fornitori. Crediamo che sia importante far crescere delle piccole realtà. È proprio per favorire anche delle, come dire, delle azioni virtuose all'interno del nostro territorio, un'area che è molto grande. Noi, incominciando a cercare questi fornitori, abbiamo scoperto è delle persone meravigliose che ci tengono all'ambiente che come dire curano il processo attraverso il quale arrivano. Il prodotto è sono un po' dei custodi, è della terra della natura. Dell'ecosistema eh sono custodi ancora di più, perché quello che noi abbiamo scelto è di usare c' era soltanto Ciera biologica. In questo modo non è facile né per chi produce, perché vuol dire evitare di utilizzare veleni, pesticidi, di interferire con il processo naturale delle api e e quindi prendere un po', quello che in quel momento la natura ti offre. É anche per questo per noi avere più di un fornitore piu' di un produttore è un po', una garanzia, perché la materia prima, insomma, ci serve per arrivare a un certo tipo di risultato che non vogliamo assolutamente abbandonare. E quando non trova anche la cella per cui è efficace, non dobbiamo spingerci però che che che la sera è la cera d'api la cera d'api e poi la cera. D'api è un ingrediente fondamentale per il nostro prodotto per biopic ed è un ingrediente che fin dall'antichità veniva utilizzato per un sacco di scopi. In particolare invece opaca la cera d'api ha delle proprietà antibatteriche che permettono di conservare il cibo fresco piu' a lungo la cera è ricca per natura di propoli e di altre sostanze e che in qualche modo conferiscono a questo panno qualche cosa in più rispetto a quello che potrebbe avere appunto la plastica o qualsiasi altro ingrediente in tv la cera rende biopic, quindi trasformando questo tessuto con cui noi facciamo biopic attraverso mi sono in prima la cera trattando biopic con piacere, con altri ingredienti, no trattandoli. Dobbiamo anche dire che te l'ho spiegato che quindi nella creazione di biopic noi tranquilla quando ritenete quando rivedrete nella trasformazione del tessuto per arrivare alla produzione e alla creazione di biopic, noi utilizziamo la cera e altri ingredienti. La cera conferisce a questo tessuto delle proprietà che sono appunto quello di renderlo antibatterico e traspirante, antibatterico, proprio perché la cera a all'interno quello che sono e che le api raccolgono in natura e che poi trasformano che per esempio in pro poli che utilizziamo quando abbiamo mal di gola e altri principi attivi. E oltre a questo la cera, gli altri ingredienti rendono il tessuto modellabile per cui nel momento in cui una persona utilizza pio pack può trasformarlo in modo creativo come ritiene per una serie di usi, perché scaldando leggermente con le mani, cambia la sua in qualche modo si utilizzo. In quale modo si utilizza biopic? Beh, si può utilizzare in tanti modi. Avendo questo aspetto di foglio di dimensioni diverse da venti per venti centimetri fino a cinquanta per cinquanta centimetri può essere utilizzato per avvolgere è molti cibi e di diversa grandezza. Si' sì, è vera pero' funzionano, ci sta girando intorno, funziona proprio come io direi che funziona proprio come una seconda pelle. Quindi il soggetto che funziona come una seconda pelle, quindi è ottima per conservare gli alimenti, quindi lo puoi avvolgere intorno al cibo e così funziona come una seconda pelle. Ma se vuoi allo stesso tempo lo puoi anche usare come un coperchio, perché visto che noi abbiamo messo dentro un pochino di Lesina e quindi è un pochino appiccicosa e quindi lo puoi anche usare per coprire le ciotole o i piatti e quindi funziona, funziona i rumori si possono poi anche creare dei sacchetti, piegandolo e facendo aderire tra di loro i margini, per cui ha davvero un sacco di potenzialità ed è molto versatile. Può essere utilizzato a temperatura ambiente, può essere messo in frigo con gli alimenti e qualcuno lo sta utilizzando anche nel freezer. Qualcuno lo usa per far lievitare dentro la pasta pane e noi lo usiamo e usare come un piano di lavoro. Puoi fare tipo la la pasta e poi puoi tranquillamente non questa misura. Ma forse prenderei la misura ex CEO per il super glam e quindi anche come piano di lavoro si può utilizzare se vuoi portare in viaggio qualcosa per cui magari hai una saponetta, non puoi usare il portasapone di plastica. Non puoi salire in aereo con la la, la la, la bottiglietta di plastica nell'albergo. Ma tu semplicemente avvolgi il tuo sapone anche umido. Il biopic si sigilla appunto con il calore della mano. E nel momento in cui toglie il sapone, usciamo questo rubinetto e ritorna esattamente come prima. Ehm quando ho parlato Ma sì, adesso va bene anche uno scambio quando finisce una all'altra con le voci. Perché col microfono magari stai completando il discorso. Ok, sto ok adesso va bene. Può servire a portare qualche cosa di quello che abbiamo fatto dopo. Se volete votare spiegate Beh, sì. Oppure magari che vuoi con la voce fuori campo? Tu puoi fare così. Okay, Sì, assistenza emotiva e poi anche la che Come sia giusto. Ciao. Ciao. Ehm spiegare questo. Quindi ricominciamo a spiegarvi come si usa. No, no, utili. Ok, io come funziona? Era la domanda. Sì, sì, okay. Biotech funziona veramente come una seconda pelle. È per avvolgere frutta, verdura é per esempio qui ho messo dentro, in mezzo al limone spessissimo questo noi lo buttiamo dentro il frigo, poi sta lì dopo tre giorni lo buttino. Sì, invece in un biopic così la chiudi mai così sta fresco molto più. Veramente sta proprio fresco perché fa con la seconda pelle si' avvolgere i formaggi ovviamente è logico, no? Ci sono già in commercio ci sono formaggi con la cera in attorno? No, com'é e quindi ovviamente anche qui vai a fare una seconda pelle e poi lo puoi anche usare come come coperchio. Lo metti intorno alla ciotola, devo dire sì. E così col colore delle mani piu' di e l'insalata resta fresca molto più si' veramente fantastica. E così noi ci sentiamo Ciao. Tanti amici ci dicono così, ma mi dicono veramente il pane e anche come coprire l'insalata veramente non marcisce. Non è una cosa l'ho visto proprio della mozione, ma come si dice la produzione è noi compriamo il cotone cotone biologico e noi laviamo. La tiriamo, la tagliamo, poi prepariamo la miscela. Quindi la cera la Phil troviamo prima e poi prepariamo la miscela con la cera d'api di nuovo il tesina di pino e olio di nocciolo. Abbiamo scelto di mettere dentro e prendiamo il cotone e dopo finiamo il biopic. Quindi l'italiano e industriale. E come mai L'olio è perché non utilizzare? Sì, come mai? Si, certo. Uno dei motivi per cui noi abbiamo scelto di usare lo eri nocciola perché abbiamo fatto un po' di ricerca. La conclusione della nostra ricerca è era che quasi tutti i business che sono prodotti nel mondo sono fatti con olio di jojoba. È un non è un olio alimentare ad uso alimentare, è l'olio che è molto adatto anche per fare massaggi, no, quindi hanno aiuti. Fa molto bene alla pelle, ma noi volevamo mettere è è dentro olio locale, un prodotto italiano a meno. Poi ovviamente cela la scelta. Io li ho io di oliva o di nocciole. Abbiamo fatto un po' di ricerca. É l'olio di nocciola, un occhio fantastico per la pelle, perché è ovvio che non unge assolutamente e quindi è super adatto per questo? Per questo prodotto? Ovviamente no, io pieno attese, no? Anche quello ovviamente era uno dei fattori molto no importanti sì, per noi è un olio a chilometro zero. Se è tipico della nostra zona, noi acquistiamo l'olio da un produttore biologico. É un olio che viene estratto da nocciola trilobata del Piemonte. Quindi proprio una canna, un ingrediente autoctono se vogliamo e la nocciola e l'olio di nocciola in particolare, oltre a essere un olio molto buono tra l'altro anche utilizzato nell'alimentazione, conferisce una maggiore elasticità, eh, non solo alla pelle, ma nel nostro caso il biopic perfetto e rispetto rispetto a plastica. Ma perché da questo punto di vista per tanto vale sostituti alla plastica come questo caso? Certo, perché secondo me siamo in duemila dieci asi cosa? Tante altre? Sì, certo, ma ma ci chiedevamo due ok si'. Il fatto che il biopic sostituisce la pellicola di plastica è ovviamente molto, molto importante e beh, secondo noi adesso duemila diciannove bisogna veramente cambiare un po' abitudini perché non non possiamo andare avanti così, non possiamo comprare le cose, gettare le cose e quindi è molto importante. Si si ci siamo anche domandate che razza di mondo lasceremo ai nostri figli in questo momento c'è una mobilitazione. Fortunatamente a livello mondiale é la nostra riflessione era come possiamo fare a trovare delle alternative? Come possiamo essere anche noi in qualche modo nel nostro piccolo è a trovare delle risposte per stare in questo cambiamento. La nostra è un'azione davvero piccola, però che va a inserirsi in quella che è la quotidianità. Una dimensione di concretezza. E attraverso queste piccole cose possiamo essere un po' agenti di questo cambiamento e speriamo davvero di poter fare qualcosa, questo sì. E pensare di nuotare in mezzo alla plastica o che ci viene dopo di noi non può godere delle meraviglie che abbiamo. Ho vissuto in si', è rivolto alla strada del prodotto, mi è sfuggito, è la del prodotto? Magari dirlo da un prodotto quanto dura il ghiaccio è riutilizzabile. Della non abbiamo detto sì, noi dobbiamo anche dire è un'alternativa alla pellicola, ma non solo conserva il cibo meglio la sa che si può risparmiare. Ha utilizzato? Eh sì, non abbiamo io no, sono metri quadrati. Si usi il generico che se vedi questo è un cinquanta per cinquanta, no. Quindi se usi questa non lo so dieci volte, venti volte, trenta volte quanto tasca risparmi tantissima. Eh sì, con il vantaggio che questo è riutilizzabile. Per cui nel momento in cui hai finito di usarlo, lo sciacqui sotto se necessario. Se necessario. Utilizzi un po' di sapone ecologico assolutamente o sapone naturale di Marsiglia. Aspetti chi asciuga che asciughi, anzi ed è subito pronto per essere usato di nuovo. Per cui è oltre a questo è secondo noi è importante un altro elemento e bio PAC è proprio un modo diverso per prendersi cura del cibo. È un modo per passare il messaggio che non bisogna sprecare il cibo. Bisogna conservarlo bene e bisogna coccolarlo perché è un dono della natura. Siamo in un momento in cui le persone comprano di più di quello che sembra, che si riempiono il frigo, si dimenticano quello che hanno dentro, eh, non lo conservano nel modo giusto, per cui quando vanno a ritrovarlo, magari si è ammuffito oppure si é inacidito in questo modo per noi. Vorremmo passare questo messaggio molto importante e nel momento in cui una persona compra un pezzo di formaggio, lo avvolge, lo coccola, non se ne prende cura. Lo conserva in un certo modo, lo ritrova, lo ripresenta in tavola, ne gode e se ne nutre. Ehm pensiamo che sia un pezzo in più da fare e soprattutto non lo spreco. Si aggiunge qualcosa? No, è no, no, no la sera sprechi a modo tuo perché poi non lascia piu' la stesso così tanto dai stesso formulare pensieri io la domanda che siccome raccontiamo storie che raccontiamo a casa delle persone, mi incuriosisce il fatto che da Olanda, se in Italia un po' processo pezzo rispetto al quale siamo abituati, che la gente se ne va perché l'italia è perché io sono qui che hai deciso di stare qua e fare questo progetto, perché da un certo punto di vista la qualità della vita in Italia, molto, molto alta. Non per tutti, ovviamente. Però noi ci troviamo benissimo benissimo, é un bellissimo paese il che siano in Italia. Non so cosa devo dire che questa mia sei finita qui per studio che No, no, io ho un marito, mio marito è italiano, di mio marito italiano. Noi siamo arrivati e abbiamo viaggiato tanto. Andiamo eh, ci siamo incontrati in Olanda, siamo vissuti in Francia, in Inghilterra siamo stati un anno negli Stati Uniti e adesso siamo a Torino già dieci anni. Perfetto. Si' curioso, si aggrava anche chi chi compra biopic. Noi abbiamo l'idea ma anzi lo sappiamo che si a chi compra biopic no, tu sei ma si' che che che che che dio pec allora ci sono tante persone giovani che comprano biotech, che hanno voglia di sperimentare, che hanno voglia di cambiare. Ma ci sono anche delle persone più anziane che comprano bio perché abbiamo nei nostri clienti tante persone intorno a sessant'anni. Quindi cnn, forse più donne rispetto agli uomini. Quello che si è, ma di un po' di tutte le fasce di età in questo momento è sono anche persone che amano molto la vita. All'aria aperta è un certo stile di vita naturale. Sono persone che apprezzano, per esempio, il fatto che noi abbiamo scelto che tutta la il processo predilige. Se il biologico e un certo impatto con la natura e con l'ambiente e sono anche persone che vogliono sostenere la novità è una novità che porta verso il cambiamento che ci mandano dei complimenti, degli incoraggiamenti. Ci chiedono come avete scoperto, come va, come mi è venuta l'idea di fare questa cosa? E anche persone che hanno proprio sì, forse l'ho già detto e sono un po' ripetitiva. Hanno voglia di cambiare e di fare qualcosa per avere cura in questo momento nel mondo dell'ambiente ehm parlavate dell'azienda agricola in cui potete dire qualcosa è stato fatto il tema dell'azienda agricola è bellissimo. Ha deciso di spostarli. È accogliente. Si chiama la gestazione che l'idea Ok, che poi ok cresciuti quindi condizione non potevamo fare un po' di storia crescere abbiamo si' credo si' ma un po' sì, abbiamo ucciso ti abbiamo l'idea che Nel senso che vogliamo la tecnica che che sì mia ehm mhm la l'idea diciamo anche la gestazione la prima fase di dalla nascita ai primi passi di questo nostro progetto che sta crescendo. Quindi questa idea è nata nell'azienda agricola di Clarin che si trova a Druento, in provincia di Torino. Un posto meraviglioso vicino nell'area del pre parco della mandria, per cui un posto insomma in mezzo ai prati, alle colline dove c' è anche una nocciolina e per un po' noi abbiamo avuto un piccolo laboratorio li' e quando abbiamo cominciato, insomma, a crescere e c' è stata la necessità di fare delle scelte di prendere delle decisioni. In quel momento abbiamo deciso di fondare una mia impresa, Srl, e quindi ci siamo costituiti con una struttura, un po' diversa da quella iniziale. Per questa ragione abbiamo dovuto un po' emigrare dalla campagna verso la città e creare insomma questo laboratorio, questo nuovo spazio dove é dove abbiamo continuato il nostro percorso. Si' un prodotto di natura sta molto bene in mezzo alla natura. Però è anche vero che in questo spazio noi siamo un pochino più visibili, più raggiungibili e stanno arrivando molte richieste di condivisione. C' è molta curiosità intorno a quello che noi facciamo. Le persone hanno voglia di venire a conoscerci, a farsi raccontare un po' la nostra storia a vedere come come avviene il processo di creazione di realizzazione di questo prodotto si' e quindi il vantaggio di essere in una zona centrale della città. E tutto sommato certo, leggasi, gli facciamo venire questa intervista. Stiamo combattendo le domande, ma ma sembra un po' banale, no, ma ci sono. Perfetto. Come sta andando la stampa? La la. Ma si sa che se non abbiamo mai stock dobbiamo semplice, ma questo non diciamolo. Sei donna si'. Ok, l' attività sta andando molto bene e stiamo crescendo veramente molto bene. Si' si' stiamo sempre più richieste da negozi, da gruppi d'acquisto, da privati. Si, noi siamo molto contente e abbiamo comunque certo proprio la richiesta. Le persone sono curiose, vogliono cambiare e sono pronte anche qui in italia che a cambiare, a provare a cercare delle alternative che ci sono comunque eh? E quali sono i canali di vendita principali di vendere solo qui oppure ci avevano distribuzione? Okay, sì. I nostri canali di vendita principali sono i privati, le persone come noi che ci scoprono attraverso i social attraverso il sito e e accedono al shop del nostro sito. Quindi diciamo quello che chiamiamo comes e questo è un canale. Un altro canale è quello di organizzare dei degli acquisti collettivi e quindi ci siamo un po' interfacciati alle realtà dei gruppi di acquisto realtà di cui anche noi abbiamo fatto parte. Stiamo facendo parte quindi tutta questa rete di persone che incominciano un percorso virtuoso di contatto con i produttori di certi tipi di scelte, insomma che sostengono un certo tipo di economia. E questo è un altro grosso bacino di utenza e di richiesta per i nostri drink e stanno arrivando delle richieste sempre di più da parte di piccoli negozi locali che magari prediligono il biologico, prediligono la spesa scusa, senza imballi oppure seguono certe regole. E poi stiamo cominciando ad avvicinarci anche alla distribuzione, diciamo medio-grande sempre però eh? Dialogando con dei venditori, dei rivenditori che sono in linea con quelli che sono i nostri obiettivi e i nostri valori. Non interessa stare dentro una realtà che non ci rispecchia, non ci rappresenta. Non vogliamo essere confusi con ansia, ma con altri obiettivi che non ci riguardano. Questo per me è importante, la teniamo babe ben fatto, per esempio dei bio bio bio pitbull di non produrre rifiuti, di cercare di, insomma di seguire un certo percorso nella nostra la l'azione si supero' soprattutto io vorrei sai il messaggio, quello principale essere contro la plastica. Ma questo non è un gadget da cucina. Eh sì, non è un gadget da cucina, è proprio un prodotto che è logico, è fa senso e funziona benissimo e allo stesso tempo non sprechi che fa la la la okay, ma in questo momento ma se adesso si fashion andare contro la plastica contro i rifiuti? Ma che bisogno abbiamo cominciato adesso tutti contro la plastica si é un po' come moda, ma in questo sì. Ma come cominciamo il discorso? La plastica non è oggi guardai contro la plastica, diventano quasi tutti. In sostanza la determinate caratteristiche che stai dicendo? Biopic? Secondo me non è un secondo noi è non è assolutamente un gadget cucina, ma è proprio un prodotto che è logico e ha senso e funziona benissimo a conservare il cibo. Quindi non è solo un alternativa alla pellicola, perché adesso in questo momento è fashion essere plastic free' però è proprio un prodotto che funziona benissimo e aiuta tantissimo a conservare gli alimenti. Questa cosa è un prodotto fatto a mano, si' o no? Mentre ti raccontava come é molto importante per noi, è sottolineare che noi usiamo la cera biologico, il cotone biologico che che che che che che che perché ci sono due persone che sentono affatto con cera d'api allora ma sa che la paraffina che e poi che poi possiamo raccontarvi, ad esempio di questa idea di non buttare gli scarti ma di trasformarli in questo modo? E poi anche che dici Sì, e poi scusate, credo che anche questi che che Guardate, è giustissima. Va bene, facciamolo vedere queste cose. Delle delle non sei d'accordo le palle, gli amici sapendo che non mi piace? No, non mi piace. Non lo so se proprio sempre, ma possiamo dire che siamo siamo zero sprechi. Sì, ok, ok, dai, raccontiamo le fiaccole medievali si' nella nella produzione del nostro laboratorio. Noi stiamo cercando di seguire una serie di attenzioni perché crediamo che sia importante non solo fare un prodotto che abbia cura dell'ambiente, ma anche prendersi cura dell'ambiente durante il processo riproduzione In questo senso ci siamo chiesti, per esempio, che cosa potevamo fare con gli scarti di produzione quando biopic viene rifinito. Perché nella seconda fase di produzione noi ride, finiamo le misure prima di impacchettarlo e poi offrirlo ai nostri clienti. Ci sono sempre dei ritagli, dei piccoli scarti che si creano. Quando abbiamo cominciato a raccoglierne molti ci siamo detti intanto dove li buttiamo? Perché insomma, sono sicuramente organici. Sono biodegradabili. Però che cosa possiamo fare? Prima di buttarli? E abbiamo pensato nel medioevo si facevano le fiaccole con la cera, con la Lesina, con il tessuto e quindi sono infiammabili questi ritagli? E allora perché non appallottolato? L'harley e in qualche modo metterli a disposizione dei nostri clienti o di chi vuole utilizzare perché sono degli ottimi accendi il fuoco naturale, per cui anche in questo senso non si butta nulla si trasforma. Questo per noi è importante, sì, e poi facciamo anche coordini con i ritagli, quindi usiamo anche i biopic che facciamo dei cordini per legare le buste però sono fantastici. Anche a casa invece della delle qualcosa è metallo con plastica con cui tu chiudi i sacchetti si' perfetto sì. Un altro elemento che a noi sta a cuore è la dimensione sociale. E un po' dello sviluppo di comunità che vorremmo creare attraverso questo progetto rispetto alla dimensione sociale. E abbiamo pensato di allargare il un po' le nostre braccia, un po'. Il nostro laboratorio ha qualcuno che potesse fare una esperienza di trasformazione di cambiamento e abbiamo incominciato un rapporto di collaborazione con un'agenzia formativa della provincia di Torino e siamo sede di stage per dei lavoratori svantaggiati con l'idea che alcuni di questi stage si trasformino poi in tirocini nei rapporti di lavoro con questo per noi è molto importante. Un altro elemento molto importante per noi la dimensione educativa pedagogica è questa dimensione noi la stiamo sviluppando non solo attraverso la la l'informazione che diamo sulle alternative alla plastica, per esempio come il mio pac, ma attraverso delle collaborazioni che stiamo attivando con dei musei, dei bio parchi, delle realtà che fanno didattica educazione e che quindi accompagnano i bambini, i ragazzi, i futuri cittadini del nostro domani verso la scoperta di novità che possono in qualche modo aiutarci a vivere meglio. Questo sì, ehm ma un'altra, cosa che ci siamo dimenticati non so cosa passa qualcosa di noi, di noi, ma che ma che che che è l'ultima domanda e la domanda che facciamo finale che poi il cambio e non si riferisce al nostro progetto ma in senso più ampio potete iniziare dicendo che cambia è è proprio l'idea che cosa vi fa pensare questo con questo concesso in italia che cambia? È una casa, un concetto, un pensiero ha una testa la mia tu hai un'altra visione interessante, ma che per questa missione che ho collocato all'interno di un panorama mondiale molto no, che l'italia dove hai scelto di stare? Perché? Si certo che stia per puoi essere. So però pensare che che che cosa mi viene in mente? Proprio la persona non potete non rispondere perché un concerto libero, anche se il tuo lavoro tu puoi anche pensare a mettere, rispondere ma cominciai tu non ci vai tu così tu ci pensi tu pero' a modo mio. L'italia che cambia è un'italia che sta dentro dei valori che sono i valori della cultura che ci trasmettono i nostri anziani, che fa parte un po' della nostra storia, che sono dei valori che ci aiutano, senza dimenticare il passato a vivere bene il nostro presente e con uno sguardo verso il futuro. Sembra banale, ma in realtà il cambiamento è qualcosa che non si ferma mai, che si trasforma e che permette alle persone proprio di starci dentro, in una sorta di passaggio di testimone che c' è tra le generazioni. Ed è anche un'italia creativa un'italia che sa trovare delle risposte che non si ferma in questo senso. Perché noi siamo comunque un paese dove la creatività, innovazione, ingegno sono sempre stati utilizzati per trovare delle risposte. Quindi è un'italia che si muove verso questo cambiamento ed è un'italia anche che si connette. È attraverso un po', come se ci fossero dei fili invisibili che e fanno comunità che creano delle reti che sostengono anche chi magari è più debole o chi non ha la consapevolezza di stare dentro questo cambiamento. Questa è l'italia, non sai vuoi che l'italia che un auspicio non ci si qualsiasi cosa bella non c'è una risposta giusta o sbagliata che che è che fino ad ora si' no, voglio dire non so come dire corso è che spero che l'italia non cambia troppo, che non come si dice che si ricordano le glielo ha, sì, soprattutto nella cucina di non di non fare ma di non fare. Lo sai quelli che fanno all'estero il boss food laico e è che il valore della sua esatto esatto, la positiva di questo paese, che alle altre nazioni che no alla ricerca delle sue origini no che non devi dimenticare le sue buone tre tradizione tradizioni che qui in italia comunque ci sono ed è soprattutto quando parliamo del cibo, di mangiare insieme a cucinare di sai tutta la varietà di frutta e verdura. Eh sì ma che vuoi prima che dicevi prima e non so come è parole in inglese perché capito il senso no, va bene così riesco a collegarla. Cambia come posso dire il rispetto della tradizione delle origini delle è cosa? Niente deve rispondere si' o si' questo progetto sia diventata una forma di attivismo ambientale importante per due motivi primo, perché abbiamo messo a disposizione tutte le competenze che avevamo e quindi in questo momento c' è bisogno di imparare a fare pratica e sia agricola, edile e di comunità. E questo è un luogo che noi vi diamo possibilità alle persone di poterlo fare e di imparare delle cose. Il secondo è che per fare comunità bisogna essere comunità. In un certo senso siamo comunità, siamo accoglienti, ognuno lo fa in modo diverso. Francesco lo fa attraverso il cibo e altre cose, insegnando all'agricoltura le tecniche agricole. E poi perché questo progetto è una finalità politica molto importante per me è un soggetto politico perché vuole utilizzare la progettazione ecologica per buttare giù dei limiti che ci sono. Per esempio degli impianti vedi il composto, il l'utilizzo l'affitto, depurazione, tutti degli impianti che potrebbero davvero agevolare molto diminuire l'impatto ambientale. La dici te, per me funziona un po'. Questo per le domande, perché è un po'. Considera che siamo ragazzi abbiamo una platea, molti anziani. Si. É quindi cioè a volte un linguaggio che magari sono un po' poco no doppio, molto alto. Si' ehm quindi mi chiedevo se potevamo anche tipo fate le contadine? No, no, una cosa un po' più per un pochino. Ma dico aiutami se non che prima tavola era molto gioioso. Ok, adesso sta diventando un po' più ok burocratica. Parla tu allora? Che no, non è che sei No, no, però perché dici? Anzi, eravate assoluta. Un problema. Attenti. Quindi dire le stesse cose, magari in maniera molto più semplice, non è possibile e ti incasini sempre la vita. Però dove ci troviamo? Cos'era questo luogo come cosa è avvenuto in questi anni? Insomma, raccontateci un pochino. La tabaccaia nasce da un sogno. È un sogno che si portava avanti già da tanto tempo, quindi di poter coltivare un pezzo di terra. Si, siamo partiti un po' da lontano, da un territorio vicino. In verità siamo arrivati poi grazie a una persona che abitava qua vicino, a trovare questa casa che era di uno psichiatra di Torino pronto a è, diciamo, donare la sua proprietà a qualcuno che volesse farne un progetto sociale e non volesse non la volesse solo per scopi privati. Quindi automaticamente ci siamo conosciuti, ci siamo piaciuti a quei tempi io lavoravo per l'associazione terra e Giorgia, diciamo anche e stavamo portando avanti un progetto in carcere di orticoltura. Lui era appena andato in pensione, era uno psichiatra e aveva quarant'anni di psichiatria. Insomma, il nostro incontro è sembrato l'anello di congiunzione perché insomma lui diceva ma mi sembra di donare la casa, qualcuno che possa portare avanti in qualche modo la mia, la mia vocazione al sociale terreno. Tutto ci ha donato la casa, il terreno è stato un percorso, un po' travagliato, perché chiaramente lui non era mai venuto qua, è aveva mandato un suo architetto per cercare di risolvere un po' le donazioni e le successioni. Però non ce l'aveva fatta perché a quei tempi in questa famiglia si chiamavano tutti uguali, avevano un cognome e quindi erano rosa. Francesco Francesco Ci siamo trovati davanti a un albero genealogico incredibile e quindi avevamo tutti questi nomi uguali, ma non sapevamo bene come fare. Poi, grazie al mio amico geometra siamo riusciti ad andare all'album del comune di Novara e a testimoniare che queste due famiglie, la famiglia rosa alla famiglia Gaggero erano appunto è zii e comproprietari di questo bene, da lì abbiamo potuto risolvere tutte le successioni com'era questo posto il posto era la tabaccaia l'abbiamo trovata il primo giorno di Diciamo di dell'anno. Nel duemila e undici abbiamo fatto un giro in questo sentiero dove c' era anche un po' di nebbia. Quindi siamo scesi da questo sentiero e abbiamo incontrato subito gli alberi. Diciamo che custodiscono un po' questo luogo che sono queste tre tu IE che ti accompagnano nel sentiero è spuntata fuori questa casa in mezzo alla vegetazione spoglia perché poi era il primo dell'anno completamente, diciamo un rustico rudere, una casa contadina che aveva tutto l'imprinting di quello che era la casa contadina di un tempo. Quindi sotto c' erano due stalle con ancora le mangiatoie. C' era una cucina con ancora diciamo i i vecchi manufatti e quindi c' era un vecchio forno fatto di mattoni e c'. Era una vecchia cucina che c' è ancora fatta con un ruffo che era la tipica cucina genovese. Quindi questo è un po', lo scenario che ci siamo trovati. Una casa immersa in un bosco immersa nella vegetazione, con solo un pezzettino di terra coltivato perché ci era gia' questo ragazzo che ci ha dato la possibilità di conoscere lo psichiatra che stava coltivando un pezzettino proprio qua davanti voi due vi siete messi in testa di coltivarla, di come anche fisicamente di fare voi lavori qualcosa avvenuto noi due diciamo che è una delle caratteristiche di noi due che ci completiamo molto. E quindi che cosa è successo? Io sono una parte molto pratica e Giorgio La Malfa la parte molto teorica. E quindi una delle caratteristiche che abbiamo è che io non conosco limiti nei miei occhi, nel senso che vedere questo luogo, nonostante avesse un limite grande, non aveva una strada di accesso e tutta la casa era da ricostruire. Per me era il sogno. Era talmente grande per entrambi che ci siamo messi subito in cammino per poterlo, diciamo realizzare. È chiaro che ci siamo trovati in un ambiente in cui non sapevamo nulla. Partivamo proprio da zero e quindi a questo punto che cosa fare? Sapevamo benissimo che la casa era da ristrutturare, sapevamo benissimo che mancava un tetto perché stava crollando. E quindi cosa abbiamo fatto? Abbiamo cercato di è fare quei primi interventi che ci permettessero di portarci avanti anche solo mentalmente. Su la cosa e quindi nel duemila e dodici, diciamo nell'inverno, abbiamo deciso di tagliare dodici castagni dal nostro bosco e pian pianino con la motosega farli diventare quadrati, farli diventare una misura che potresti che potessero poi essere i travi del nuovo tetto. Poi avete fatto che poi abbiamo fatto si' si'. Quindi siamo partiti di anticipo sapendo che il tetto era da rifare e abbiamo cercato di fare questa operazione. Cosa? Si' e non ehm vado avanti io. E quindi avete se ne sono perse? No, mi raccontate ehm carino anche oltre che per anche per me il fatto voi vi siete messi lì a tagliare gli alberi qui come mi guardava la gente? Avete fisicamente fatto del lavoro? Cioè lo stereotipo due ragazze, due donne? Eh sì, è questo Abby All'inizio è stato abbastanza turbolento nel senso che non ci conoscevamo. Eravamo oltre a essere un po' foreste. Eravamo come delle piantine infestanti. Diciamo che si stavano insediando in un luogo che non era loro. E abbiamo sicuramente cercato dall'inizio di creare rete con le famiglie del borgo e all'inizio è stato un po' difficoltoso proprio perché siamo due donne, due donne che volevano vivere di agricoltura in un luogo abbandonato in un bosco e che si portavano dietro tutti questi giovani vestiti colorati che sapevano di spezie, curcuma e quindi che sembrava una banda del sessantotto e quindi questo ovviamente alle persone ha dato subito un po' di fatto che ha creato resistenza. Abbiamo dovuto lavorare molto su questa cosa, è però inizialmente poi mi ha sviluppato una strategia perché mentre francesca con la moto carriola passava da un sentiero e non passava mai davanti alle case, io che invece volevo andare a prendere il caffè, parlare con le persone, ho cominciato a passare davanti alle case e quindi una parola dopo l'altra le persone si abituano a vederti e a spiegare determinate cose e quindi questo diciamo è servito. Piano piano adesso abbiamo la fa la signora Tina che ci fa le frittelle, le focacce. Quindi siamo abbastanza siamo molto benvenuti e l'altro aspetto importante sono stati i bambini perché i bambini del borgo hanno incominciato a venire incuriositi da tutta questa energia che c' era e quindi ha creato questo un ponte con le famiglie. E poi con alcuni diciamo è scattata proprio un'amicizia vera, ovviamente. Quindi adesso siamo in buonissimi rapporti. Però è stato abbastanza impegnativo questo fatto, poi approfondiremo tutti i vari aspetti. Ma invece adesso come lo vedete questo luogo qualche anno per cinque anni. Io sono pronta per la tabaccaia due punto zero anche se francesca terrorizzata da questo aspetto, perché diciamo che finisce con una fase, nel momento in cui adesso a ottobre riusciremo a venirci ad abitare è da qua, quindi dal nido possiamo incominciare a valorizzare tutto, l'esterno soprattutto dal punto di vista turistico e di costruzione. Diciamo anche di un'economia basata sia sul turismo all'agricoltura il e quindi il progetto. In realtà è come se fosse un appunto un secondo progetto che va valorizzato al massimo tra qui e cinque anni. Mi immagino che si sia sviluppata anche un'economia, oltre a dall'agricoltura alla multifunzionalità dell'agricoltura legata molto all'accoglienza e al turismo eh, stiamo già collaborando con un'azienda agricola vicino che è sempre di una donna e un'altra donna super forte con cui faremo trasformazione del prodotto. E quindi piano piano vorremmo espandere un po' dei modelli di un certo tipo su sulla valle. Tu come ti immagini senza gambe perché ogni tot di anni che passi che non avete mai nella casa no assoluta nella casa no, no. Però guardo Francesca perché ogni tot mesi perde un pezzo di corpo tra un ginocchio e un dito e quindi spero che stia in piedi. Ma perché voi avete anche un lavoro? Non avete detto una terra che ve l'ho fatto? Faccio perché avete messo tutta questa energia? Tempo immagino denaro in questo modo per me è perché penso sia utile farlo. Sì, è importante costruire un progetto di questo tipo e anche pensando all'investimento energetico economico che ci è stato anche di diciamo, di rinunce che ci sono state per portare avanti questo progetto, perché è importante per una collettività. Primo, perché è arrivato come un dono e non possiamo fare altro che quindi anche per noi, che sia utile per qualcun altro non sarebbe giusto. Secondo, perché c'è bisogno di creare dei modelli dove agricoltura, socialità e comunità e soprattutto tecniche che non facciano mai male all'ambiente e possano portare delle economie, possano far vedere che esistono e quindi per me é proprio una missione di vita a questo progetto. Qui, oltre a essere la mia casa per te, perché l'hai fatto l'albero. Ma diciamo che ma io forse ho memoria delle mie fotografie quando ero bambina e venivo sempre ritratta o che scavava un buco per terra, io ero in mezzo alle vigne o ero in un campo. Insomma, credo che questa sia stata proprio la mia natura. Quindi rivedendo quelle foto, rivisto anche un po' me col mio desiderio di vivere in campagna, di vivere in modo semplice, di vivere a contatto con la natura. E forse questo è stato il dono più bello perché più a contatto della natura di qua in sette ettari di bosco non si poteva arrivare tra l'altro prima eravamo affacciati a un per un altro tipo di progetto, su un altro tipo di territorio, con di fronte il mare, ma con di fronte anche tante problematiche. Perché c' era questo marchese che non donava queste case, che non dava la possibilità di abitare in queste case che erano bellissime, in luoghi fantastici, affacciati al mare. Insomma. Poi mi sono resa conto, in quel in quel percorso che anche se non vedevo il mare ma mi piaceva molto di piu' vedere il territorio della Liguria così brullo per quello che ha che le montagne da una parte e il mare dall'altra. E quindi questo è stato un po' l'avvio. Va bene, va bene, senti adesso allora, il nome tabaccai deriva da Dal contrabbando del tabacco hanno narrato gli anziani del posto che si faceva in questo luogo è molto veramente rivolta al femminile perché la famiglia che vi abitava vi era una donna che era genin, che era un po', quella che teneva le fila, diciamo della della famiglia. Era una gestione molto matriarcale. Era una persona che curava con le piante la tabaccaia. Era un luogo dove conosciuto dalla valle perché era molto accogliente. I bambini venivano a giocare e appunto, c' era una forte integrazione. Questo, quindi anche un po' ci ha colpito questa storia perché noi ci sentiamo un proseguimento di quella famiglia. E quindi appunto la storia narra di questo contrabbando. In realtà sulle carte il nome tabaccaia, il nome della casa è un altro nome che è la sala. E quindi tabacchi è solamente informale, diciamo. Non è scritto sulle sulle carte la tabaccaia. Noi abbiamo lasciato il sì l'azienda agricola, la tabaccaia em. Siccome sono un po' perso nelle varie versioni, mi ripresentate un attimo la tabaccaia non adesso, com'é nato, eccetera. Che cos'è oggi? Perché un'azienda agricola? Ok, ma in pratica che vuol dire vendere prodotti? Già adesso è presentate mila tabaccai. Vi dice che cos'è la tavola, la tabaccaia è un'azienda agricola è composta da una casa privata, diciamo dove abitiamo io e Francesca, dove dovremo abitare? E Francesca è un'azienda agricola che abbiamo attivato già da ormai tre anni. Vendiamo soprattutto in estate, ancora in poche quantità, perché i lavori della casa ci portano via molto, molto tempo, ma è un luogo anche di formazione, divulgazione ambientale. E qui ha sede anche se L'azienda è partner del progetto di terra onlus che la scuola di formazione ecologica Emilio Sereni e quindi si attivano tirocini, si fa formazione ai giovani agricoltori questa terra vi chiederò proprio una sorta di mini intervista è invece adesso approfondiamo un po' di più. Il discorso della permacultura in generale della avete detto più volte è un progetto ecologico, cosa ecologico. Quindi certo quello che volete su questa parte si' inizio io sul e è una progettazione in permacultura perché è stato il mio diploma in permacultura. Il mio apprendimento attivo l'ho fatto su questo luogo è sia della casa che sui diversi impianti, eh? Progettazione permacultura vuol dire utilizzare principi etiche soprattutto nella progettazione tecniche che non hanno un impatto sull'ambiente negativo e utilizzare già i principi sia di hallmark. Mollison ti aiuta ad avere una griglia di riferimento è per costruire un progetto di questo tipo, ma la progettazione su tutto, dal recupero dei materiali dall'uso dei materiali legna Pietro risorse locali dalle tecniche utilizzate, dalla ristrutturazione della casa, degli impianti di impianti connessi che sono quelli del riscaldamento, della luce, ma anche del design interno. Per esempio le piastrelle in terra in ceramica che ci stiamo facendo fare da una ragazza con disegnate le piante della bacca con mobili o dal recupero antichi è recupero delle acque perché a diversi cicli cicli chiusi l'acqua arriva dalla dalla sorgente viene accumulata in cisterne apposite, è utilizzata e depurata attraverso un sistema di fitodepurazione. È già un piccolo impianto. Noi in questi anni abbiamo sperimentato molto, abbiamo utilizzato, diciamo come strategia, dal un. Abbiamo costruito un progetto piccolo nel progetto, grande proprio per sperimentare tecniche, sbagliare e capire cosa se era la strada giusta. Quindi abbiamo ristrutturato una piccola casa, una piccola stalla con pietra, cocciopesto, tecniche di un tempo. Ho utilizzato il nostro legname, costruito una piccola fitodepurazione, un pannello solare. Solo, quindi tutto quello che volevamo applicato nel progetto grande l'abbiamo prima sperimentato in piccolo, compreso i consulenti, per esempio perché e questo è un progetto di un team di progettisti composto da architetti, agronomi, un geologo, geometra, un ingegnere per le fonti di energia rinnovabili e dove insieme progettiamo le soluzioni migliore e dove tutte le competenze quindi vengono utilizzate. Non c' è nessuno che vuole, diciamo fare prevaricare no. Quindi ha un approccio molto sistemico in questo senso è connessa a questo, poi c'è tutta la parte sociale e politica del progetto. Dividiamo le perché sono cose la parte sociale prima l'ho chiesto. Però sono contenta che vorrei capire proprio quanta gente a perché questo è anche per il pubblico del cambio non è scontato. Dal servizio civile ai tantissimi quando tu hai detto quattrocento persone ha portato centottanta quello che abbiamo portato quattrocentocinquanta balle di perché l'hanno fatto chi sono come l'avete coinvolti. Quindi parlare un attimo di questo e anche del fatto che avete della gente che è qui fissa. Ma certo la parte sia progettazione sociale è è parte importante e fondamentale come la progettazione del restauro della casa. Quindi esiste proprio un approccio, una una modalità per creare socialità partendo dal presupposto che ognuno di noi è portato può essere portatore o no, attrarre o no e aver voglia di di relazione vera. Se non è autentico, non funziona. Secondo me la prima. Noi crediamo che nella nello scambio con le persone ci sia sempre un aumento di possibilità. I problemi vanno risolti sempre quando ci sono tante persone differenti no e che poi è un po', lo stesso modello che fa la natura. Quindi nella diversità delle persone si trovano soluzioni. Quindi questo è proprio un approccio per noi. Fondamentale è mme. Abbiamo iniziato coinvolgendo la nostra prima rete sociale, che sono le persone amiche, le persone magari collegate all'associazione e incominciando a innescare dei processi di partecipazione con il territorio, quindi con le famiglie che erano vicine. In che modo? Scambiando, facendo comunicazione, creando proprio relazione, facendoci conoscere, coinvolgendo le persone, creando partecipazione e mettendo a disposizione quello che noi avevamo di competenze, di risorse in una modalità sempre di scambio. Questo è soddisfatto e ai bisogni anche di altri. È quindi in questo momento che c' è bisogno di avere dei luoghi di comunità, di accettazione della diversità, di stare senza giudizio costante, di fare delle pratiche semplici insieme dal cucinare il cibo a fare i lavori insieme. Le persone vanno via arricchite di qualcosa che hanno imparato a fare. Per alcuni negli anni è diventata una esternalità importante, perché magari è diventato un lavoro, un lavoro alla gestione del verde o hanno aperto aziende agricole. E questi sono aspetti molto importanti dal punto di vista anche economico, come come scoprono le persone di voi. E allora, col passaparola tantissimo. La parola è uno strumento velocissimo. Ci ritroviamo persone che ci chiamano perché hanno sentito parlare e vogliono stare venire partecipare. È molte volte scriviamo delle cose che mettiamo soprattutto su su internet, Facebook, sui social. Sicuramente sono utili, ma diciamo non eccessivamente, partecipiamo a eventi culturali e molte cose le organizziamo. Noi qua organizziamo degli eventi culturali di divulgazione. Negli anni in cui non aveva era iniziato il cantiere della casa, abbiamo fatto campeggi. É sicuramente un supporto di qualità, è l'apporto dell'associazione terra che ovviamente cambia completamente la l'approccio, perché ci permette di poter fare formazione che l'ambito mio di Francesca e con obiettivi da raggiungere ben precisi. Quindi anche per noi è un'evoluzione diversa, no? Ah, prima di andare a terra tu prima hai detto lei era quella più teorica. Mi racconti a livello pratico cosa hai fatto? Avete fatto raccontiamo che tipo avete usato le braccia, le mani oltre che la testa. Allora sicuramente la tabaccaia. Un progetto tanto impegnativo perché raccontavamo prima che appunto se una casa in un bosco eh ci sono sette ettari di bosco da gestire, ma quest'anno proprio. Stiamo facendo un grosso lavoro di miglioramento boschivo e questa è la parte grande che facciamo quest'anno tante altre parti grandi che si fanno sono un pezzettino per volta tutti i giorni e quindi dal recupero dei materiali a la costruzione della casa che diciamo è una parte, specialmente proprio per il recupero dei materiali molto grande. E quindi è questo perché direttamente la costruzione della casa non l'abbiamo data, diciamo affidata specialmente nelle parti strutturali, sia come progetto progettazione che come realizzazione. Ha un cantiere a un ingegnere che ha fatto tutta la parte diciamo architettonica strutturale e alla nostra architetta e quindi non abbiamo fatto noi quella parte, ma abbiamo favorito quella parte, perché la nostra parte forse è stata ancor più impegnativa, che era l'approvvigionamento dei materiali in un luogo in cui non esisteva una strada. Perché questa strada che adesso oggi è arrivata finalmente é frutto del lavoro di questa estate di una ditta che ha realizzato questa strada di diciamo a uso forestale, infatti, rimane una strada privata solo a uso dell'azienda agricola e con finalità antincendio. Quindi tutto quello che è stato la parte diciamo lavorativa è sempre stata a carico nostro, perché nessuna, diciamo ditta edile, sarebbe venuta a costruire una casa in marcia in un bosco se non avesse avuto il materiale vicino, quindi un po'. Da lì la strategia di iniziare a tagliare il nostro bosco nel duemila e dodici e da li' tirare fuori almeno i travi portanti del tetto che ricordo anche con un aneddoto simpatico, perché a un certo punto l'ingegnere mi telefona un giorno e mi dice è cambiato il progetto é dentro casa, ci vogliono dei bravi molto più grandi. E io gli dico ma non so come mai, ma qua è impossibile portarli perché non abbiamo una strada. Insomma, gira che ti rigira, volevano dei gravi trenta per trenta, che erano delle cose impossibili da portare. Alla fine siamo riusciti a trovare la mediazione, di aggiungerne ma lasciare la stessa dimensione perché le avevamo già fatto. Ehm ecco quindi diciamo il fine di questo progetto è stato anche il nostro costante impegno giornaliero che oltre al nostro lavoro, io una parte in associazione. Ma poi mi sono staccata dall'associazione per e diciamo avviare dei lavori miei sulle potature, sui giardini, avviare l'azienda agricola e quindi iniziare a rendere i terreni produttivi e iniziare a cercare di creare questo ambiente, oltre che a creare poi la casa. É chiaro che in questo momento il cantiere è quello che è. La parte costruzione ci sta assorbendo completamente le energie. Quindi tu lavori ancora anche per terra o fai questo quando il tuo tempo passi qua? Beh, il mio tempo qua il cinquanta per cento di una settimana più o meno no, io un po' meno pero' lo faccio, diciamo piu' da casa, certo, ma prodigo fisicamente. Full-time invece l'altro l'hai mollato del tutto. Io ho mollato del tutto, tu fai per questo ho una mia partita iva come libero professionista e quindi unisco all'attività agricola quelle che sono le mie competenze sulla arboricoltura, le potature i e ti chiedo ancora su questo Se mi descrivi, per favore, digli quello che avete fatto ad oggi. Immagina di descrivere il luogo, Ok? Sono per telefono, quindi non lo posso vedere. Non la casa fuori cosa c' è qua. Non so ceh roseto allora la tabaccaia immersa appunto in questo bosco e sono circa sette ettari nelle zone limitrofe a casa abbiamo già avviato un piccolo frutteto e stiamo recuperando delle vecchie varietà, diciamo delle antiche varietà di prugne che erano già all'interno diciamo di questo luogo come donazione di quello che erano le persone che abitavano prima questo luogo. Quindi abbiamo recuperato delle prugne che sono proprio a lato della casa. È un albero che in questo momento sta un po' in sofferenza. Però l'anno scorso siamo riusciti a prendere le marce nel momento giusto, a coinvolgere un vivaio vicino dove ci sono tre signori che fanno un lavoro meraviglioso sul recupero delle vecchie varietà. Gli abbiamo portato le marce e a oggi ci hanno restituito dodici alberi. Quindi il nostro intento di salvare questo albero è stato soddisfatto appieno. Insieme a quelli abbiamo messo una parte nella parte est della casa, tutta una parte a frutteto, valorizzando il più possibile sempre piante autoctone. Quindi abbiamo abbiamo inserito la mela Carla C'è, una mela tipica del territorio ligure e abbiamo inserito altre, diciamo varietà proprio pensando a delle varietà anche generose. È perché? Perché nella parte est la parte che accompagna un po' tutta la parte est della casa poi verrà inserito sotto il frutteto, tutta una parte con le galline e quindi il pensiero di avere delle piante generose è anche un pensiero rivolto a l'autosufficienza, poi di queste galline e quindi si sposa anche un poco i principi della Parma cultura proprio perché, appunto non dovremmo essere noi tutto l'anno a integrare di mangime queste queste galline, ma ci penserà anche la frutta generosa a poter ridare altri nutrienti. Sicuramente per loro abbiamo ripristinato una parte di orth Iva. Diciamo che era una parte che prima nelle particelle era prato da prato è diventato coltivato. Abbiamo fatto la prima sperimentazione con del grano. Una varietà antica è pian pianino, adesso l'abbiamo messa a coltivazione con tutte le varietà per cui questo clima eh fa' uscire bene, diciamo alcune verdure. Predilige le verdure da foglia, quindi tutte le insalate, tutte le bietole, tutte le cose a foglia verde perché abbiamo un clima molto mite. Abbiamo il vento del nord che ci caratterizza perché lo sguardo alle montagne davanti e quindi avendo il passo del fa you'll o proprio davanti abbiamo un forte vento che spira durante tutto l'inverno. Invece, tornando al discorso prima ho detto scusa, gli ho detto del filone appunto sociale. Vuoi approfondire quello politico? Sì, dal punto di vista di questo progetto, la tabaccaia come soggetto politico è importante che alcuni impianti che stiamo cercando di far autorizzare vengano diffusi poi il più possibile. Faccio l'esempio più importante che ci riguarda che l'installazione del composto il il composto in un impianto a secco che non prevede l'utilizzo di acqua per far defluire i reflui, diciamo umani em e quindi prevede l'utilizzo di sostanza materiale secolo può essere paglia, fogliame in un impianto dove le feci vengono trasformate e diventano a livello una sostanza a livello di ammendante. E questo dopo sei otto mesi questo impianto che in altri paesi è autorizzato per esempio in Francia, il primo che mi viene in mente in Italia. Purtroppo non esiste nessun tipo di normativa che possa autorizzare questo tipo di impianto è perché ci è proprio un vuoto normativo, quindi non si sa quale tipo di norma per poter applicare. Stiamo quindi insieme alla nostra architetta la Francesca, cercando di è normalizzare, riempire questo vuoto normativo e fare in modo che possa essere utilizzato non solo i progetti speciali come questo, ma dove tutti possano utilizzare installarlo nella propria casa. Create un po', un modello che c'e' Francesco modello replicabile è assolutamente che non venga permesso esclusivamente a noi, ma che sia di utile e poi per tutti, ovviamente l'altro scusami solo l'altro. Aspetto importante è anche un po' dal punto di vista agricolo, nel senso che questo è un luogo caratterizzato da questo tipo di agricoltura, quindi terrazzamenti piccoli stretti non c' è l'accesso alla strada, non c' è l'accesso all'acqua. Non ci sono finanziamenti, è oppure ci sono i finanziamenti che l'unico finanziamento possibile il psr, ma bisogna rientrare all'interno dei criteri ben specifici e ci sembra importante che l'agricoltura in questi luoghi così dispersi così difficili da raggiungere venga sostenuta attraverso per esempio delle strategie che sono per esempio della distribuzione nell'individuare delle piattaforme di vendita e un sostegno allo sviluppo dell'agricoltura locale l'altro aspetto che non viene assolutamente sostenuto e che nel momento che dei cittadini vogliono, scelgono una progettazione di questo tipo così ecologica sui materiali, sulle opere, sulle tradizioni e sull'installazione di di alcuni è di alcuni impianti. Neanche in questo caso non c' è nessun team come posso dire non c' è no, non c'. È un sostegno e non c' è un aiuto in più. Viene considerato nello stesso modo se noi avessimo buttato giù questa casa è costruito un cubo di cemento. Questo purtroppo manca proprio politicamente. È un no. In questo luogo è, diciamo, come dicevamo, il volontario. Non dicevamo, non dicevo niente. E ci sono diverse forme di volontariato. Che post che passano sia attraverso il muffin Glinda. La piattaforma buffer è è il primo negli anni. In realtà può essere un po' modificato Hallam, diciamo l'approccio e arrivano molti giovani da diversi progetti, tra cui il servizio civile. E questo è un servizio civile organizzato come capofila da Arci, in cui partner siamo la Tav H e L'associazione Terra. Quindi abbiamo questi quattro giovani per circa per un anno, in cui fanno una volta, due volte a settimana attività di pratiche agricole, di bosco e di eventi culturali. E nello stesso tempo abbiamo con l'associazione PECO che fa scambio culturale. Invece con un ragazzo che è di spagnolo e che quindi fa progetti sempre di volontariato, sempre legati al servizio civile. Certo, Si', dimmi voi quanti ne avete ancora? Ah, va bene, diciamo per le cinque insieme. Se potete aspettare dieci minuti così tanto io poi alle solo che l'importante adesso è un quarto l'importante è partire da qui alle cinque per essere se scusami se volete mettere magari intanto già la roba non so nella banda di Francesca, cioè un'oretta ci vorrà infine all'aeroporto vero? Si da' qua sì, no, no, no. Se conosco dal punto di vista economico questo progetto è stato è sostenuto dal diciamo dal capitale accumulato dai nostri genitori, è nella loro vita lavorativa. Per farlo abbiamo due famiglie semplici, non ricche che hanno investito su questo progetto e ovviamente i nostri risparmi, tutto quello che riusciamo a tra rateizzazioni e cose varie. Eh, ci sono diversi aspetti importanti. Il primo è il fatto appunto che una generazione piu' passata mette a disposizione il proprio capitale per non solo il presente di questo progetto, ma sicuramente anche per il futuro. E forse noi non avremmo potuto fare si'. Sicuramente é quindi questo apre diverse riflessioni importanti. Il secondo che avendo costruito una socialità così attiva e noi essendo parte attiva quindi non siamo i committenti che hanno delegato ai progettisti all'impresa, ma noi siamo parte attiva e il nostro lavoro è tutta la parte sociale attivata ha sicuramente permesso un risparmio su tutto il progetto. Basti pensare al trasporto dei materiali che abbiamo fatto noi o insieme all'aiuto di diverse persone o ai lavori di pulizia. È tante cose ripristinate anche, diciamo anche con persone che hanno messo a disposizione delle competenze. In alcuni casi con i tecnici, con il gruppo di progettazione abbiamo fatto degli scambi. Per esempio la nostra architetta santa architetta. Abbiamo fatto degli scambi di di lavoro dove noi aiutiamo lei nel giardino, nella parte su agricola e lei porta avanti diversi progetti del posto. No? Vuoi dire qualcosa a te, anche se non so giornalista economico? No, per me va bene. Ok. Era questo un po'? Il senso della la ci vorrebbe un'altra intervista. Però diciamo qualcosa su terra si' ok, se riesci ad assurdi con te visto che adesso si tra l'altro tu sei fondatrice, sono una all'inizio della fondatrice, quindi se ti va di ripercorrere se riesci minuto e mezzo ti faccio un che abbiamo creato per quando abbiamo fatto dieci anni, quindi anche il sì. Quindi perché cos'è proprio citando lì senza descriverli? Che cosa fa? Certo terra un'associazione ambientalista che è stata fondata nel Duemila e nove da alcune persone molto competenti che lavoravano erano parte di Greenpeace e hanno fondato Terra che era un'associazione completamente nuova e innovativa. Che facesse un ambientalismo sui territori che dialoga, l'asse con tutti i soggetti, dal soggetto politico al cittadino in modo trasversale, proponendo soluzioni. Negli anni siamo cresciuti tanto, grazie all'impegno di tutti al fatto che è un lavoro di team molto importante e ad oggi abbiamo diversi progetti. Abbiamo delle campagne importanti sul sul, contro il caporalato. Abbiamo delle campagne proprio sulla filiera della produzione agricola e dei progetti che di integrazione sui territori. In Puglia abbiamo un progetto che ha coinvolto diversi studenti africani che abitavano nei ghetti di Foggia e che sono state inserite in alcune aziende agricole biologiche di Cerignola, aziende bio, aziende molto interessanti e importanti e abbiamo un progetto da diversi anni su Lampedusa. Abbiamo iniziato con una riqualificazione di uno spazio e adesso è un luogo agricolo gestito da un centro diurno e dando i nostri operatori che portano avanti diversi progetti sul territorio dove adesso faremo appunto una una formazione socio-ambientale per gli altri giovani studenti e abbiamo un progetto importante che la scuola di formazione per giovani agricoltori Emilio Sereni, dedicata alla figura di Emilio Sereni, dove ogni circa cinque sei mesi attiviamo una formazione agricola sui sull'approccio agricolo sostenibile. Dal punto di vista politico, economico, di marketing, di tecniche è per dare la visione di un modello sociale anche agricolo diverso e quindi viene attivata poi a quattro studenti in tutta Italia un tirocinio di cinque o sei mesi in aziende agricole che sono parte del nostro progetto. Quindi la formazione è un ruolo molto in molto importante perché tramite la formazione sia teorica che pratica che puoi creare veramente dei nuovi, anche delle nuove economie, dei nuovi lavori persone lavorano dentro terra. Siamo più o meno una decina su diversi territori Roma, Genova, Firenze, Lampedusa e ognuno ha una sua, ovviamente un suo ruolo e la sua funzione specifica. Lavoriamo molto in team e siamo ci siamo organizzati nel lavoro a distanza perché la sede principale a Roma, la sede legale Mi sono responsabile dell'area formazione e quindi mi occupo dei progetti legati all'ambito della formazione su diversi progetti che possono esistere. Senti l'hai detto ma se ti vedo ancora questo medicinale perché è nata come associazione ambientalista poi parlato, parlato molto di caporalato, agricoltura, eccetera. Quali sono i temi di cui si occupa a terra? I temi di cui si occupa terra sono principalmente fa un lavoro di indagine sui diversi temi, per esempio sulle filiere delle delle produzioni agricole e sull'impatto che hanno per esempio il lavoro nero anche in agricoltura. E il tema del caporalato. E fa un lavoro anche politico, ma prima che diventi un lavoro politico fa un lavoro di studio di ricerca molto approfondito. È molto legata all'agricoltura, ma in realtà è legata ai grandi temi, anche della grande distribuzione, dove si cerca soprattutto di unire l'aspetto sociale e ambientale costantemente. Non può esistere una forma di ambientalismo senza socialità e viceversa, non rispetto a una green business. Se le polemiche per non vi occupate non so, di oceano, di plastica, di cambiamento climatico, di queste cose qua fate più dell'agricoltura e tutto ciò che gira intorno al cibo, la salute e l'alimentazione no, ci ci occupiamo e dei temi e li cerchiamo di Inter di connettere perché per esempio il tema del cambiamento climatico eh? Abbiamo avendo un un approccio abbastanza sistemico sui temi ambientali. Il tema del cambiamento climatico é molto connesso però per esempio al mondo dell'agricoltura e quindi a te sia sull'utilizzo delle tecniche sia il modo di costruire modelli agricoli. Ovviamente influenza anche questo e quindi nel momento in cui ci piace però sempre studiare molto le cose prima di poterle per denunciare qualche cosa quello la liguria proprio in una battuta come ehi, così come si integra il vostro progetto della vostra vita con questo territorio. Adesso, a parte le battute sulla liguria, sui liguri no veramente a parte gli scherzi come vivete voi la liguria questo non dico solo dalla tabaccaia si questo territorio se pensi alla liguria pensi in questi anni c'è stato un aumento di consapevolezza oppure no, un territorio noiosissimo cavolo avessi fatto da un'altra parte sarebbe stato meglio come vivete? Ma io la liguria è anche un po', la tabaccaia. In questo contesto ligure è chiaro che nel momento in cui pensi a un sistema agricolo spererei di trovarti davanti un territorio in piano da poter coltivare in modo è molto agevole. E invece la liguria insomma, ricorda anche un po' questo territorio difficile, fatto di sacrifici però sicuramente con un non so come dire, con un una caratteristica in più è un territorio che te lo sudi dall'inizio alla fine probabilmente questi detti di questi liguri che hanno i braccini corti di questi genovesi che hanno i braccini corti. Insomma io questi braccini corti li vivo un po' perché forse a livello proprio agricolo questi braccini corti erano perché ognuno faticava il proprio territorio e quindi faticava anche a dare tutto quello che poteva dare. Quindi la vedo un po' così, comunque un territorio che può dare tanto. Ci sono grandi eccellenze che vengono fuori da il territorio ligure, una il basilico ma anche l'olio. Insomma sono particolarità molto interessante. Ci troviamo molto bene, noi qua saremo molto di più ancora a contatto poi con le castagne e probabilmente questa casa è nata un po' in un bosco di castagne e quindi è nata un po' anche come primo nucleo abitativo, più che altro come situazione delle castagne e sarà una delle tecniche che probabilmente pian pianino e cercheremo di mettere di nuovo a frutto. Ultima domanda per tutti e due chiudo tutte incontri, faccio da anni ormai, chiedendo cos'è per te l'italia che cambia? Chiedo a entrambi di rispondermi se possibile in una frase non troppo lunga perché appunto l'italia cambia per me, eh? Non il mio, non il progetto è non il lavoro che faccio io. Concetto cos'è per te l'italia che cambia per meritare cambia che per me l'italia che cambia eh? Provare a dare uno sguardo diverso e migliore a quello che è stato tutto il passato per me l'italia che cambia è la possibilità che ci possiamo dare di mettere a sistema tutte le esperienze e le azioni già che ci sono presenti e costruire dei modelli nuovi di società Grazie. Vai! hai fatto ucciso. Secondo quanto te lo chiedo per me il nome e cognome Giacomo Castana nel sottopancia Cosa? Poi ci scriviamo compare, Pensavo Beh, giardiniere che smentiranno subito di esserlo, però finalmente. Eh no, da curriculum sono beh giardiniere Garden designer. Okay, secondo su. Perfetto. Quando volete possiamo andare. Guardi, lei continua con il bisogno. Perché se giardiniere perché vuole stare in generale? Presentati. Ok, sono Giacomo Castana. Sono nato a Varese nel millenovecento novantuno e sono un giardiniere. Ma il contesto storico attuale non ci permette di svolgere questo ruolo come ci siamo descritto nella Genesi. Quindi come custode, coltivatore del giardino dell'eden, questo genere dell'eden è tuttora il nostro pianeta. Il problema che se non è più un paradiso come scritto nella Bibbia è a causa proprio del fatto che noi abbiamo smesso di svolgere quel ruolo nei confronti del Veneto. Anche per questa ragione la mia professionalità da giardiniere in simbiosi in questo momento, perché mi sono reso conto che in realtà di custodi ce ne sono centinaia. Il mio percorso che nasce solo sei anni fa, in un momento in cui ero anche abbastanza in difficoltà. Perché? Perché la mia curiosità verso quello che succedeva nel mondo costruito da questa società stava pian piano estinguendo e iscrivermi a un corso per diventare giardiniere alla Fondazione Minoprio, quindi, una scuola anche importante ha riacceso tutta una ehm una gioia, tutto il verde che mai prima avevo avevo notato in questi sei anni appunto, tra scuole, esperienze lavorative, curiosità e le cure, mi sono reso conto che questi custodi sono quel triangolo della nostra, della nostra nazione e e oltre. Perché la cosa incredibile è che siano in ogni angolo della nostra nazione, perché non viene considerata una una nazione attenta dal punto di vista, quando invece lo è infatti molto spesso parlato del fatto che se queste persone fossero capaci di raccontare quello che fanno già da parecchi anni, vedremo nel mondo che sogniamo eh, non lo sanno fare, anche perché non ha giustamente sempre connessi con la terra. Non sono connessi con i sistemi informatici tecnologici, non sanno utilizzare il video, non sanno essere spontanei davanti alla telecamera, non sanno cosa che anch'io ho imparato, appare. Mi sono sfidato. Io non penso di essere adatto a questo ruolo. Se sono qui ho imparato a farle perché ho un interesse in primis per il mio benessere il però so anche che quello che faccio io è è stata una percentuale piccolissima, collettiva e quindi io dico contatto questi custodi e sfido gli dico ma se arrivo con un cellulare e faccio un video in cui raccontate spontaneamente quello che fate non non è un video emozionale con la musica che cresce sotto un video di uno studente di che chiede di di raccontargli come come come si fa un orto arriva come un foglio bianco, perché appunto, ma tutto il mio percorso si ferma, si ferma in superficie per una scelta, perché appunto aveva allenato questa curiosità sconfinata. Iniziare a vedere le piante ha fatto sì che si creassero dei collegamenti tra piante, astri è quindi trapianti e uomini. E poi, appunto, ehm, il tema principale, perché è anche più facile comunicare alle persone, mette in relazione le piante. A volte infatti un'altra, cosa che dico sempre io sto facendo questo lavoro di di svecchiamento della botanica, perché ovviamente è una palla la botanica che si mette a leggere una roba così per capire la radice cosa paga la però se invece a raccontarlo è un uomo, quella cosa la fa. Magari non è che capisci la tecnica. Ma non è importante la tecnica oggi. Oggi bisogna recuperare proprio dell'empatia con un essere vivente che è completamente diverso da noi. Se io ti taglio a metà, muori. Se vuoi aumenta una pianta, si moltiplica. Interrompo un attimo insieme. Quando ha parlato di custodia, Se puoi farci qualche esempio, sono per lei. E poi arriva la botanica. È una palla. Come se puoi definirla anche in breve. Questo posso seguire. Gli si avvicina anche un passo. Ok. Perfetto. Da un po' di rumore di fondo dopo romantici. Scusa. Ehm è che Lisa? Esatto. Scusa. Sembra fatta, Sam. Beh, sì, di custodi posso citare così. Così adesso mi vengono due categorie in particolare chi veramente ha un rifiuto totale verso la tecnologia ed in relazione con la terra più che con le piante. Proprio capisce che le piante non hanno bisogno di essere Guardate il pollice verde, il pollice verde. E io mi sono ho creato una mia definizione di questo pollice verde, un pollice nero e il pollice nero. Io penso che sia la pretesa di un uomo di comprendere la pianta e soddisfare i suoi bisogni. Il pollice verde, invece, è proprio il contrario. Quello di dire la pianta non ha bisogno di me, è una consapevolezza il pollice verde. La pianta non ha bisogno di meglio. Al massimo quello che posso fare e dargli la terra per comportarsi nel miglior modo possibile. E quando avrà un problema anche le piante sono in grado di sono in grado di farglielo capire. E quindi questi questi primi custodi sono proprio persone che, diciamo, hanno il pollice verde, sanno che le piante non hanno bisogno di loro, sono dei di custodia, non sono padroni perché è anche nella genesi. Il concetto con cui viene espressa questa cosa è che L'uomo non è padrone della terra, è un custode e la deve coltivare. Deve far sì che si possa esprimere come già sa fare, mentre un'altra categoria di custodi che io potrei definire due punto zero sono quelli che fanno divulgazione nonostante lavorino. Io sono un privilegiato perché sto dedicando tutto il mio tempo a fare questa cosa per dare, se vuoi anche una accelerata, questo questo processo che è già in acqua. Em però ci sono delle persone che sono sono anche la ragione per cui io poi sono partito con convinzione in questo progetto che mentre sono custodi della terra fanno anche divulgazione. Quindi queste sono persone che scrivono blog è scrivono articoli tecnici, danno tutte le informazioni, fanno video su youtube per costruire stagni per cose incredibili e sono tantissimi. E quindi questi sono altri custodi che magari appunto usano parte del loro tempo per fare anche questa cosa per per altri. Il in particolare vabbè, oggi oggi è stato bello perché stamattina ero alla piccola bottega Merenda è di Giorgio Pace a Roma il sud è lui mi ha detto proprio ha fatto un saluto durante il mio reportage a Nicola Savio, che è stato uno dei miei intervistati. Anche penso dei vostri è proprio perché lui ha detto io non l'ho mai conosciuto. Ma quello che ha scritto nel blog è stato è stato fondamentale perché io iniziassi a fare questa cosa qua e quindi io penso che anche queste persone sia non siano Pistol. Quindi il progetto prospettiva vegetale nasce per fare proprio questo per in un certo senso, da una parte rendere la botanica alla portata di tutti, alla montagna visione di tutti e per avvicinare, tramite la divulgazione per Renzi, la gestione richiesta della botanica cos'è prospettiva, mentre tali come come nasce ci fai proprio una presentazione perché considera chi guarda il video non so praticamente nulla, non è proprio una didascalica, così possiamo legarci in breve. Senti Giuseppe come cappello del video? Beh, per prospettive vegetali e grave in sé al momento aspetta che vai tranquillissimo, è scoppiato il gennaio dopo Partiamo le prospettive vegetali in questo momento è un documentario, è una formula economica per permettermi di fare uno studio collettivo un'indagine collettiva. Su quali sono le relazioni tra uomini e piante? A che stadio sono le relazioni tra uomini e piante in questo momento Nel nostro Paese. Perché io ho il forte sospetto che siano altissime, perché ho il forte sospetto? Perché è penso che prospettive vegetali, al di là del documentario, sia una manifestazione che in natura esiste di una fioritura per certi versi contemporanea in tutto il pianeta. Alcune specie vegetali lo fanno, non lo fanno, ma in tutto il pianeta fioriscono contemporaneamente. E questo è quello che mi sto rendendo conto. Che sta succedendo? Perché non sono tanto solo io come prospettiva vegetali, che sono nate centinaia di iniziative come le mie, che hanno piu' o meno fortuna. Questo è una dinamica che mi spiego anche in relazione al fatto che noi siamo il pianeta terra, facciano della stessa materia. Quindi è una manifestazione, come dire naturale, che come dire in questo momento, in questo momento, non avendo nessun fine di guadagno, tutto ciò se non per il mio benessere, tutte le mie energie sono investite a far conoscere il più possibile di queste persone, in modo da per certi versi dimostrare che siamo a quel livello lì, per cui veramente si potrebbe dall'oggi al domani senza dover per forza rinunciare alla politica in sé istituzionale, ma dare dei ruoli come fossero dei ministri a delle persone che hanno questa relazione, anche solo in termini di di considerazione, è una persona a cui viene riconosciuta una resilienza di vent'anni nel lavorare in un certo modo. Io penso che siamo benissimo, a prescindere da quello che succede nei palazzi, se tagli un credito per cui poi si possa iniziare a lavorare tutti insieme. Perché poi la cosa che è importante fare e per cui io per certi versi soffro a a fare un documentario che non è il mio mestiere, è quello di fare nel momento in cui io scopro tutte queste cose su come fare io torno a casa. E il periodo che passo a casa, lavoro sulla mia, sul mio respiro, perché il mio corpo mi chiede di coltivare perché ho imparato come farlo. È però ci sono dei passaggi per cui ad oggi sento appunto anche la responsabilità, per certi versi di portare a termine questo viaggio a tutti i costi. Perché? Perché è uno studio completo, uno studio completo che appunto io avrei Avram, io stavo solo aspettando questo momento di trovare la formula per farcela. Le offerte libere sono un'altra manifestazione di questo non non chiedo a qualcuno di pagarmi gli studi. Però dico se questa cosa ti aiuta anche a te come attività a scoprire delle cose nuove è con un'offerta libera. Veramente poi puoi darmi una mano e io lo posso fare sempre meglio. Ma paradossalmente io se dovessi avere un boom di prenotazioni, la prima cosa che farei é mi porterei dietro una persona. Non è che dico ci guadagno io, avrei bisogno proprio di paradossalmente anche solo uno che guida. Perché fare chilometri, fare montaggi, chiedere alle persone di essere intervistate eccetera eccetera è una cosa che mi che bisogna anche avere un fisico bestiale. Poi perché è spuntato prima prendono in ad essere artista il il viaggio di prospettive regionali. In cosa consiste? Quindi? Qual è la formula? Prospettive vegetali come il viaggio? Che regioni visiti Nora? Che intervista? Come consiste? In cosa consiste nel concreto il viaggio? Ok, ok, aspetta che si'. Ok, il viaggio in sé inizia molto lentamente. Inizia facendo avanti indietro da Varese presenziando a delle conferenze in cui esperti botanici, esperti, agricoltori, esperti, professionisti del mondo della botanica, eh affrontavano appunto dei temi. Questo queste conferenze mi sono reso conto che erano completamente in servite dal giornalismo. E io dicevo Io vorrei leggere un giornale in cui ogni giorno, cioè un titolo grosso così che mi dice questa cosa è quindi ho detto bomba. Io sarò quello che tirerà fuori da quelle stanze. Le informazioni che sennò andrebbero perse andrebbero nelle orecchie di pochi partecipanti. Scusa cos'è importante, secondo te, come prima cosa far capire perché è importante avvicinare, far conoscere il mondo delle piante a chi non lo conosce? No, ricevuti sono tanti custodi, ma penso che ci sono tante altre persone che invece sono assolutamente distanti. Perché è importante secondo te fare divulgazione? Cosa possono insegnarci, eh? Le piante Il c' è un libro scritto da Vincenzo Tenore. È un botanico dell' Ottocento napoletano che si chiama Botanica popolare. La collana vale forse cinquemila euro. Ho trovato l'introduzione ottanta euro in Africa che Facebook? Quel libro mi ha dato la risposta. Ha scritto la botanica, La materia che serve al medico, eh? Aspetta. Che deve dire Tamika era una serie di ferro? Può essere Sì, sì. No, la mamma non so se no perché il concetto ce lo volevo dirla bene, eh? Beh, in sostanza comparare la vita vegetale e animale e quella umana è in grado di togliere le tenebre dalla vita umana da tutto quello che l'uomo si costruisce come un problema osservarla, osservare questi fenomeni naturali e vegetali e compararli a quelli umani. La soluzione è la medicina. La botanica è considerata la medicina perché il suo studio ti permette di comprendere dei fenomeni che l'uomo si ferma, si ferma a M. Okay, beh, è un esempio. Può essere la il fatto che la pianta di cannabis possa cambiare il suo sesso durante la crescita. Em, non so se poi un botanico mi correggerà nel nel nel modo migliore, ma una pianta che, a seconda della sua crescita del suo ambiente circostante prende una decisione, comunque un essere vivente che decide cosa è meglio per sé e si parla della sua sessualità. Mi sembra un esempio che possa essere abbastanza forte però, anche perché che è quella pianta tra l'altro, eh? Quindi anche solo appunto fermarsi a a parlare di cannabis solo per quello che per per un uso che ne viene fatto quando neanche allargando gli usi. Ma proprio andando proprio a parlare del suo comportamento si vanno a scoprire delle cose che dici andrebbero considerate. Questa è una sola pianta tra miliardi e miliardi di ancora piu' miliardi che non conosciamo nemmeno, che noi non sappiamo neanche come si chiama o che ci ingannano perché magari crediamo di sapere che quella piatta in realtà è un'altra in media degli incontri che stai facendo su accennare qualcosa che sta imparando anche tu perdi più ristretto servire si'. Beh, io sto imparando che tutto parte dal minuscolo che ormai, ma in realtà mi è bastato poco per arrivare già questa questa fase, ovvero se tu vuoi ricostruire qualcosa, devi partire dalla dalla piccola particella che conosci, eh e creare il benessere per quella particella. Quindi si parla di punto di batteri, ma questa che venerdì scorso ero sul lungotevere a pulire una virgola area da tra i rifiuti e e lì mi sono reso conto come questo viaggio mi abbia aiutato a comprendere quello che ho fatto di piu' da giardiniere. Io non sono mai stato un giardiniere che creava perché ho sempre lavorato da dipendente. Io ho sempre fatto un lavoro in sottrazione, quindi eliminare le erbacce infestanti l'erba che offendono è quindi che cosa ho capito facendo questa operazione? Per certi versi è comunque una progettazione. Ok, grazie a queste informazioni che mi sono arrivate dopo, ho capito che cosa stavo facendo. Stavo liberando lo spazio per la fertilità delle piante migliori. Quindi nel momento in cui vado a tirar via la spazzatura e vedo che vedo che ovviamente delle persone che hanno poca conoscenza della materia botanica prendono i rifiuti e li buttano, ma lasciano a terra, magari uno strato di plastica che soffoca il terreno, gli insegno che quello che il tirare via proprio quella plastica da moduli che non è poco rilevante, che tutti arrivi a una bottiglia di vetro, perché alla fine intorno al vetro e ci va, Ma una mostra di plastica che soccombe alla terra lì non fa più crescere niente, mentre a tirarla via dagli due affettate e vedi che in cinque minuti ricomincia tutto a a a circolare la la la vita e si' si puo' riprendere questa è diciamo la somma, perché poi per certi versi io ringrazio di non aver mai ho fatto un salto di qualità nel mondo del del, del del giardinaggio perché mi ha proprio lasciato come più il più umile se vuoi dei giardinieri, perché appunto, ma mi sono innamorato di di fare quel lavoro gli ed è quello che so fare meglio. Io veramente mi piacerebbe trascorrere una cosa che avevo pensato anche di proporvi, di pensare come organizzare dei corsi di pulizia. De perché poi è quello che bisogna riuscire a far fare a tante persone che vogliono farlo, ma magari lo fanno ma non ottengono un'efficacia poi nel risultato allora dico ma scusa, ma se tutti quelli che capiscono veramente come un terreno si può rigenerare proprio il peggiore dei terreni e allora non si non si può, non si può creare un corso di comprensione di come pulire, perché farebbe tutta la differenza del mondo, perché se tu tiri via tutto lo strato superficiale, ma non togli quella parte sotto non hai fatto nulla. Ho fatto qualcosa. Ma invece se tu arrivi li' e dici Ok, io devo togliere quello perché vedo che li sta soffocando. È quasi una anche quasi un allenamento all'ascolto, perché tu ti rendi conto che Leach è qualcosa che è soffocato. Scusami almeno in parte, uno dei messaggi che vuoi dare tu, quello di ascoltare e guardare il mondo delle piante per cui in qualche modo riconoscersi e replicarlo anche in un'ottica di cambiamento sociale, Cioè questo aspetto Beh, sì, decisamente. Decisamente. E non sono io a dirlo. Eh sì, sì, sì, no, sì. Il fatto di guardare alle piante anche come un interessantissimo esempio per eventuali decisioni sociali per la nostra specie è sicuramente una cosa che non è nuova. E non dico io, ma c'è Stefano Mancuso, che è un neurobiologo, é importantissimo che è poco conosciuto. Queste cose le descrive appunto grazie a ai suoi futuri decennali studi è come appunto questa cosa possa essere veramente un beneficio per noi umani. Addirittura una sintesi di questa cosa che lui dice che le piante in questo momento stanno facendo qualcosa molto simile a dei genitori che si accorgono che i propri figli non sono in grado di sopravvivere e quindi ci stanno cercando di di ricchi appare in qualche modo stanno dando dei suggerimenti per come, come come fare? Eh no, forse prima no, no, no, no, non ho detto di del viaggio proprio de degli spostamenti che mi avevi chiesto. Chi sono i suoi posti? Cresce però vero Sally? Cosa è stato il viaggio finora? Qual è la tua idea per la continuazione del viaggio? Poi breve l'obiettivo generale si' il mio viaggio è partito ufficialmente nella forma che adesso è disponibile su youtube con reportage e, ehm il agosto l'intenzione è quella di coprire il più possibile anche a anche anche in base a al budget che avrò a disposizione in modo più capillare possibile, appunto tutte le regioni italiane perché mi sono reso conto che a Milano la percezione delle piante una cosa in Puglia completamente opposto però è per ora sono sono riuscito a viaggiare nel nord est, nel nord-ovest è grazie al primo crowdfunding da duemila euro che poi è stato riutilizzato eh dal ventotto agosto a ottobre ho viaggiato nel nord-ovest investendo il mio budget con lo stesso budget mi è stato restituito da un crowdfunding e quindi reinvestito per viaggiare due mesi in Sardegna e in Sicilia, in modo da appunto dimostrare il mio desiderio di voler raccontare tutte le regioni italiane, quindi le isole per prime e dopodiché, grazie a delle conferenze che ho ottenuto su quello che sto facendo, un piccolo festival, anche i laboratori per bambini legati alla botanica e diciamo un po', una promozione legata, un po' ai miei contenuti sono riuscito a ricostruire un nuovo budget per ri, per ripartire quindi da Roma, da qui eh, e riuscire man mano a trovare anche il modo di trovare nuovi budget, in particolare la la la la possibilità di riuscire a realizzare tutto questo. Il progetto passa anche dalla disponibilità delle persone per cui realizzò reportage nell' offrirmi un vitto e alloggio quando se disponibili. Quindi nessuna richiesta da parte mia, solo una. Un apprezzamento, ovviamente, perché io non debba intaccare quel budget che ho creato e sostanzialmente mi serve per muovermi da un posto all'altro perché non riesco a prescindere da dall'utilizzo di un'automobile, è anche in questo verso. Io sono piccolino, ma ho provato a farmi notare il più possibile per trovare dei partner che possano essere interessati a offrirmi in mezzo anche ecologico, perché avrebbe molto più senso perché io possa realizzare questo viaggio anche con più coerenza. D'altra parte si fa quello che si puo' con mezzi che si hanno e comunque le collaborazioni sono sono fondamentali per il mio progetto. È quello che ci tengo a far capire a tutti quelli che incontro e che questo è veramente un puzzle gigante. E quindi e quindi guardare piu' video possibili del mio canale ti fa fare un percorso anche di ragionamento che quasi istintivamente ti porta a capire come io posso esserti utile perché poi alla fine non sto non sto facendo niente altro che metterci una faccia, eh, ma non è al momento non è poi il mio obiettivo, io non io poi appunto voglio voglio tornare a fare perché ne ho proprio un bisogno fisiologico. Questo è è una è una è una formula per riuscire a a smuovere un po', un settore, un settore che non è mai stato forse considerato per intero, ma solo diviso per agricoltura, giardinaggio, cosmesi, mentre io vado da da una persona che appunto fa saponi vegetali dico guarda che tu sei sei un collega de di Mancuso che eh è Bo Non so, stavo pensando per possono agganciarci una domanda, come dire immagini giardinetti di domani tutte indiscrezioni. Un sogno che potrebbe realizzarsi, dato che mi sembra di capire che sia molto più diffuso che giustamente. La tradizione guarda i giardini di domani, immagino come delle sig. Bonus, ovvero delle delle bombe di semi costruite da uomini che conoscono molto bene queste piante e quindi sanno che questa bomba non è casuale, ma si è lanciata in un determinato posto con determinate condizioni ambientali. Daranno modo a quelle specie che sono le migliori di esprimersi a modo loro, quindi in maniera naturale che e quindi senza neanche piu' dover ragionare su, su, andare a togliere delle infestanti o perché in questa sig. Bomb ci sarà già la specie che collabora con l'altra in quel modo e quindi non sarà importante che ce ne siano di più in un angolo di meno in un angolo. Sarà un sistema ecologico che si auto manifesta, è grazie a un appunto, una consapevolezza e una conoscenza è un é una vicinanza al mondo vegetale che l'uomo deve arrivare a ad avere che ci sono degli esempi concreti, i posti in cui questa cosa si è realizzato, magari anche un piccolo si'. Eh sì, ci sono dei posti in cui questa cosa è successa è sono specialmente in grande scala in Sud America, sud America, appunto. E poi è un po', un concetto dell'agro forestazione per appunto. Io ho sentito ho sentito delle elezioni sull'agricoltura centrò pica, che sostanzialmente spiega proprio come ripartire da una completa dal completo azzeramento della vita. Quindi togli l'asfalto e cominci a progettare buttando batteri. Grazie batteri. Arriveranno delle piante che colonizzatrice, che grazie a quelle radici accetterà Richetti e piccolissime creeranno lo spazio per nuove piante di colonizzare. Chiaro. Il clima in Sudamerica permette di ottenere risultati anche pazzeschi nel giro di dieci anni. Quindi sta parlando di alberi. È da dove proprio non esisteva più la vita in Italia. Io dopo che ho sentito questa cosa, lo pensavo che in Italia avrei dovuto aspettare chissà quanto per E invece ho scoperto che o Norio Benussi è un è stato un allievo di mezzanotte, cuoca e ha una gestisce una food forest che ha adesso trent'anni, quindi che è stata progettata con quel criterio è kaki net sta cercando di riproporre un modello simile e torti a Parma. Ma sono sono non sono proprio come dire ovviamente ovviamente devono guarda, non possono essere così estremi al momento eh far andare una giungla eccetera. Però sono realtà che stanno stanno stanno abituando per certi versi le persone. Infatti io ammiro molto anche in particolare cascine. Perché perché non hanno come obiettivo motivo se vuoi primario solo quello di fare quel tipo di agricoltura ma stanno creando una comunità. La comunità gay, tante volte anche facendo finta di dimenticarti l'agricoltura perché non puoi stare tutto il tempo era dire guarda qua, bisogna progettare a forest e no si', beviamoci una birra e parliamone. E intanto siamo tre o quattro perché cioè di mezzo la birra che ehm io l'ultima visto che tra i video chiedevi a molti se ti dico prospettive vegetali cosa gli animali quindi faccio primo mondo, continuano la stessa quella finale anticipata Che cosa? Che cosa allora mi stanno torturando. Perché adesso su queste prospettive, non ultimo un paio di giorni fa un'amica mi ha fatto notare come le prospettive in sé io la prima volta le ho conosciute nel disegno geometrico cosa a cui non avevo più pensato. Una volta iniziato questo progetto e associando le prospettive alla botanica, alle piante, il disegno geometrico per me ha rappresentato qualcosa di incredibile, perché appunto tu riesci a trasportare da un disegno piano. Quindi un quadrato che tu vedi in pianta grazie alla costruzione prospettica diventa un incubo. E quindi tu, nel momento in cui vai, inizia a disegnare a seconda di dove che altezza decide di guardare, eccetera. Tu hai una visione completamente diversa da quella di quel però la cosa ancora più bella che ho su cui ho ragionato e il fatto che tu già dalla pianta te lo immagini. E poi solo quando decidi dove porti, ottiene un risultato ben definito. Quindi già solo questo ti fa ragionare su quante sulle infinite possibilità di una prospettiva è questa qui è stata forse la prima prospettiva vegetale, perché questa è una cosa questo è un miracolo. Qua al Giardino degli aranci a Roma succede qualcosa che che è veramente difficilmente replicabile. Tu entri dalla porta, avevi la cupola di San Pietro grossa così e poi arrivi alla balconata e rimani così deluso. Scusa, ma non era così grossa. Perché? Perché questi figli sono stati progettati apposta per creare un cono ottico che ti permetta di vedere una cosa in un modo diverso. E quindi sì, questa è stata la prima prospettiva vegetale. Poi c'è stata la reggia di caserta tra l'altro l'invenzione, diciamo il paesaggista che l'ha progettata è stato vanvitelli è stato figlio di colui che viene considerato l'inventore proprio del concetto di prospettiva. Via via appunto le prospettive. Adesso sono veramente convinto sposa quella cosa vi viene in mente pensando al concetto di italianità okay, l'italia sta già cambiando e penso che stia cambiando proprio perché adotta sempre di più prospettive vegetali, prospettive animali, prospettive universali e in piu' io penso proprio sul concetto di cambiamento che non questa volta possa essere veramente ha affermato come come no, che il cambiamento possa essere veramente affermato come una condizione costante nella nostra vita. Non è più un concetto di dire il cambiamento come una rivoluzione, perché la rivoluzione poi ti riporta allo stesso punto il cambiamento. Siamo abbastanza ben su maturi per cominciare a ragionare sul fatto che sarà la nostra costante da qui in avanti non si chiede di te giusto un video. La tua mail come la tua mail dei tuoi contatti. Si, è così che vai, Giacomo Castano giacomo punto castana chiocciola Gmail. Il punto è che Okay, è così per me quando monto sulle coperture e magari ci mettiamo in contatto. Copertura vuol dire YouTube, magari decontestualizzate col Ok. Ok, compagno, ti volevo chiedere se poi, vedendo il soggetto guardando lei facesse la domanda se sei felice oppure no. Rispondendo sì, sono felice, No, che si' sono Sono molto felice. Ma è solo questo? No? La seconda è che cos'è per te la felicità. La felicità è potersi esprimere come sto facendo. Grazie a questo progetto non aspettavo altro che ci fossero le condizioni intorno a me. Perché Che perché potessi farlo, eh? Ci ho provato tante volte schiantando mi Eh, stavolta sembra sembra molto giusta. Si' ha spiegato tutto per il sottopancia. Cosa aspettiamo Quel ruolo Ho visto quando cioè la presentazione. Massimo Angelini Cosa vuoi? Come Massimo Angelini è una cosa che usano spesso quando mi presentano ci scrivono filosofo della terra e della parola Bello. Mi piace quando volete. Potete andare, bisogna guardare la camera. Ma guarda da te. Infatti va bene. Io leggo anche due domande Sì, perfetto. Cominciamo appunto dall'inizio. La prima domanda è proprio generalissimo, ma ovvero se vuoi, diciamo chi sei, cosa fai? In qualche modo sia entrato in uno dei tre ambiti. Però appunto, visto che andiamo a parlare per una serie di temi, per dare anche un po' di di materia. Le cose di cui parliamo da chi arrivano in breve un qua, quello che vuoi e non deve essere certo quello che vuoi, quello che tu ritieni importante. No, tu sai che è sempre un po' difficile definirsi, anche perché siamo portati a identificarci attraverso un'etichetta. Perché è così comodo. In realtà siamo diamanti, abbiamo tante sfaccettature ed è molto bello fare luce tutte quante, anche se a volte non comunicano direttamente se non attraverso di noi. Io mi occupo da ormai sono anni di studi legati al mondo rurale, alla cultura contadina. E da lì sono germi nati tanti interessi. È già minata la mia attenzione verso le sementi, verso le vie, differenze verso verso, anche un'editoria attenta a questi mondi. Da lì è nato un consorzio per agricoltori, è nato un almanacco rurale. Diciamo che da questo nucleo di tipo rurali lista, ma poi sono nate un po', tante branche, tanti rami. E io da ormai anni faccio, faccio questo anche il lavoro didattico che ho fatto e le attenzioni intorno a temi di filosofia e spiritualità in qualche modo partono. Partono da lì, da un mondo rurale attraverso il quale ho imparato una filosofia di tempo ciclico, di tempo che ritorna di e riprendere i ritmi che oggi sono un po' meno un po' meno sotto l' attenzione il ritmo del tempo, il gioco dell'anno e delle culture. Un modo per sviscerare tutti questi aspetti, ma mi inserisce un pochino, come hai detto cos'hai detto un po', un percorso magico. Anche tu però come hai incontrato? Nel senso tu sei di formazione, informazione che ha cacciato appunto, che ti sei innamorato del mondo rurale bruciato. Immagino che sia stato un percorso o addirittura cosa che avevi già da ragazzino dentro saranno trasmessi i tuoi. É stato un percorso perché dal punto di vista degli studi, ma non solo gli studi formali, anche quelli personali, ho sempre viaggiato su su, su due strade. Una è quella della storia, intesa come storia delle persone, non storia degli eventi come storia delle persone e l'altra invece quella della filosofia, intesa come riflessione sul senso delle cose, non acquisizione di informazioni sulle biografie dei filosofi. Su quello tramite non so nulla. E anche il mio percorso di specializzazione è stato in senso accademico, doppio in storia e storie di persone e filosofia, riflessione sul senso delle cose. Che è successo? Che a un certo punto ricordo tra fine anni settanta e i primi anni ottanta mi ero innamorato di di un pensiero che per me era nuovo. Il pensiero di Gandhi. Attraverso Gandhi era uscita tutta una serie di sollecitazioni legate al villaggio, legate all'autosufficienza al mondo rurale non come un mondo conservativo o addirittura di reazione, ma come una possibilità. Scusa la parola quasi profetica per immaginare un modo nuovo di essere. E poi da Gandhi ho conosciuto il pensiero agricolo di fu cuoca, quello sul non tanto su un'agricoltura del non fare, ma un'agricoltura che permetta ai cicli naturali di intervenire senza troppo interferire con questi cicli. È da lì che è nata poi l' attenzione, diciamo calata sulla mia terra. Quindi sulla montagna ligure in particolare rispetto all'agricoltura in generale a quel tipo di cultura contadina e poi al recupero delle sementi che a quel tempo i primi anni ottanta veramente era una cosa curiosa. Non era ancora sotto, diciamo così, nel cuore delle persone. Quindi comincio approfondire quest'ultimo aspetto tutta la parte sui semi, quello che ha appena introdotto, quindi poi la nascita anche delle reti, anche di non darla per scontata. Quindi proprio raccontiamo un attimo cos'è, se vuoi. Mi piacerebbe anche a toccare il tema della legge che avevate, se non ricordo male siete stati tra i fautori. Sei stato tra i tutori della legge, quella sullo scambio di semi e su questo Daniel l'ho fatta partire io però poi l'ho anche abbandonata nel momento in cui è diventata una cosa veramente istituzionale. Ed è stato un giorno. Condividi voi come è stata approvata, come è stata gestita, Approvata? No, proprio come è stata gestita la campagna. Che vuoi dire o preferisci evitare? Magari lo dico con un po' di delicatezza, facciamo così. Comunque prima parliamo di vedere semi rurali e del discorso sui semi. Poi se vuoi facciamo un piccolo fuoco sulla parte della legge. Il fatto che una persona a noi interessa anche molto, come se l'assunzione di responsabilità. Quindi comunque una legge è importante, che poi magari è stata fatta applicata male. Ma insomma tu hai fatto partire un processo che ha avuto una implicazione per tante persone. Io vado libero, poi voi tagliate si fa così, no? Questo intanto l' attenzione verso il mondo rurale. Mi ha portato a viaggiare per anni tra i contadini della mia terra, tra i contadini della montagna ligure e lì mi è raccolto oggi si sa allora un pochino meno, che era un tempo nel quale i contadini si auto producevano le sementi ed era cosa che ormai facevano a quel tempo solo i vecchi. Ma i giovani non sapevano più perché tra gli anni gli anni è come se fosse saltata una generazione di conoscenze e così mi ero impegnato per cercare di capire che cosa gli anziani ancora tenevano e andava in giro. Bisognava parlare il dialetto e quindi chiedere alle persone che cosa ancora avevano e i contadini non capivano. La domanda non lo capivano e quando dicevi ma quelle sementi di una volta, quelle vecchie, intanto non capivano cosa ci facesse un ragazzo di vent'anni e invece di andare in giro con una fidanzata a cercare i semi dei contadini, questa è una cosa, un po' ambigua. E bisognava superare anche la diffidenza, visto che i contadini sono sempre stati fregati da chi veniva dalla città e quindi c' era un po' da guadagnare la fiducia. E poi non capivano anche perché ci fosse questo interesse verso vecchi semi che loro stessi avevano ho abbandonato o ancora meglio avevano in qualche modo dimenticato. Cioè li tenevano ma non erano dentro l'orizzonte del loro sguardo. E quando una cosa esce dall'orizzonte dello sguardo, presto uscirà anche dall'orizzonte della memoria e poi della terra scomparirà. Così il gioco era sempre quello di passare un'oretta a guadagnare fiducia. Un'oretta fa domande con i contadini che pian pianino ti parlavano del tempo dell'emigrazione del tempo della guerra. Tu pensa che allora siamo negli anni ottanta, trovavo persone nate nel secolo precedente, quindi portatori di una memoria oggi irrimediabilmente scomparsa e poi succedeva, ti davano il vino e il vino non era mai abbastanza buono. Ma loro te lo davano e ti chiedevano com'era. E tu non potevi dire che é buono perché se dicevi che è buono sei un'ipocrita sia un falso se dici che il cattivo sei maleducato, insomma, ci voleva sempre trovare la misura di mezzo. Io dicevo in genovese un le grammo da dire non è male, ecco. E questo mi permetteva di andare avanti. Poi mangiarvi la torta di mele della moglie e poi e poi alla fine dopo dai e dai! E dai che tu continuavi a chiedere. Ma di quelle vecchie sementi di una volta che vi facevate ci ancora qualcosa lo diceva sempre di no. Dopo un po' usciva qualcosa, qualche fagiolo uscirà magari due patate usciva un po' di mais e dall' iniziava a tutto un altro dialogo. Io ricordo di una volta che un uomo nato nel secolo precedente aveva tirato fuori dopo la solita ora divino di torta di mele. Dopo questa commedia qui un po' di semini piccolini piccolini che gli avevo chiesto. E questi cosa sono? E lui in genovese. Ma aveva detto il prezzemolo E io da bravo cittadino Stu Dentino che vuole conoscere i nomi delle quasi detto sì, ma come si chiamano rimandato con gli occhi sgranati dicendo prezzemolo. Io pensavo al nome di una varietà da te e quando gli avevo chiesto ma tanto che li tenete li teniamo da più di sessant'anni. Mettiamo tutti gli anni, insomma, perché? Perché sono più buoni. Perché? Perché un prezzemolo che resiste di piu' alle malattie perché è più produttivo. Ma ha detto no solo perché questo questa piantina l'aveva portata mia moglie quando ci siamo sposati. E così noi la rimettiamo tutti gli anni, perché come se ogni anno gli facessimo il matrimonio e li avevo imparato veramente tante cose che le sementi le portavano le donne nel corredo, non nella dote, nel corredo, insieme con gli asciugamani, insieme con le cose di casa, insieme, con ciò che in qualche modo per loro era a casa c' erano anche marz e di alberi da frutta, piccole sementi. E poi che è successo che negli anni avevo uno scrupolo schiettamente morale che è quello che fai dei contadini. Queste persone ricevi tante informazioni, ma non gli restituisci nulla. E questo era quello di cui del quale un po' biasimare chi faceva il mio stesso mestiere di andare a prendere informazioni. Puoi mettere su un libro, facci una pubblicazione che forse servirà la tua carriera e tutto finisce lì, come se fosse un'industria estrattiva. Trattare la memoria in modo minerario portò via e non lascio più nulla. É per quello che negli anni novanta e avevo desiderato cominciare a organizzare, a partire da queste sementi, da queste varietà locali dei processi che potessero portare economia alla gente del posto. Tutto il progetto del Consorzio della Quarantina nasce esattamente da lì, dalla voglia di restituire qualcosa a chi abitava su questi monti e che mi aveva dato tanto tante informazioni. E in questo modo cercava di cercavo io di restituire qualcosa e mi ero occupato in quel tempo di patate per un solo motivo, non perché a me piacciono le patate o sia particolarmente interessato. Ma perché mi ero accorto che dove andavo, magari c' era il contadino che aveva la polenta, il mais, ma non aveva altre cose. C'era chi aveva le mele, ma non aveva il mais. Cerchi, aveva il grano, ma non aveva i cavoli, ma le patate ce l'avevano tutti, quindi occuparmi di patate era come occuparmi di un esperanto di un linguaggio comune a tutti è solo per quello che mi era specializzato. Spieghi cos'è il consorzio dell'acqua che magari chi ci ascolta non sa che cosa. Poi adesso con le patate sembrano le patate. Perché legando il consorzio dei volantini hai ragione verso la fine degli anni, proprio in questo movimento di restituzione che tentavo di fare e proprio perché aveva imparato a occuparmi di patate come? Sperando del mondo rurale. E avevo cominciato a riunire i contadini dell'aria dell'entroterra genovese una ventina, dicendo loro che se invece di mettere le varietà che mettevano tutti quelle commerciali, quelle che poi con ben altre misure e con ben altro successo economico mettevano che so in Alto Adige o in Abruzzo o a Bologna avessero scommesso su una varietà locale, questo avrebbe potuto forse era da sperimentare, portare un beneficio a loro. Perché? Perché su quelle varietà, non esistendo un mercato, il mercato potevamo farlo noi il prezzo, costruirlo noi e quindi tentare anche qualcosa che differenziate asse rendesse meno subalterna l'agricoltura di montagna che a quel tempo era veramente subalterna perché si metteva soltanto le cose che si mettevano in pianura, ma con delle rese più che dimezzate. E così è nato il progetto del Consorzio della Quarantina. Creare un consorzio, o meglio una struttura associativa intorno a una e poi nel tempo è diventata più varietà di patate, non solo con lo scopo preciso di poter costruire un mercato particolare protetto e quindi dare la possibilità ai contadini di ottenere attraverso queste varietà un maggior reddito per darti una misura. Nel si era arrivati con una buona comunicazione, ma non una comunicazione abbindolato storia, una commozione che spiegasse veramente cosa stava facendo. Una comunicazione che spiegasse chi quando i contadini lasciano la montagna, perché non rende piu' allora poi piange il cielo piange anche la terra perché la montagna scende, la montagna va verso valle e quando piove i genovesi ancora oggi devono farsi il segno della croce. Quindi comprare i prodotti dei contadini in montagna non era un modo per fare loro un piacere, ma permettere ai contadini di fare un piacere a chi stava a valle. Chi stava in città. Questo messaggio era passato, era passata e quindi gli stessi contadini vendevano. Ti parlo del duemila e due, le loro patate di varietà locale. Questa quarantina bianca pensa a euro al chilo loro due euro al chilo. Quando in Italia sul mercato nazionale i contadini vedevano le patate, se va bene centesimi, se va bene, questo ha portato a una grande attenzione ed era stato un buon successo. Poi il consorzio ha avuto la sua vita e poi come è giusto che siano le cose e come nella nell'armonia del mondo, bisogna che poi i giovani si facciano avanti e oggi viene condotto da altre persone con ben altra energia e con altre idee. Mi piace. Quindi mi pare che questo percorso, la rete semi-rurali che cos'è quando lasci che ti è successo questo chi durante questo lavoro di risen sensibilizzazione verso verso il mondo rurale, verso le sementi locali era anche il successo che a metà degli anni novanta e avevo cominciato. Ah, come si può restituire? Ma è un verbo che tradisce, istituire, odora di istituzione e delle cattedre ambulanti. Andavo in giro il paese per paese e si riunivano le persone grazie alla complicità di un basista locale. Poteva essere il presidente della pro loco. Il prete poteva essere l'erudito del posto e si organizzavano queste cavolate dove non si giocava a fare il professore. Gli allievi si metteva in mezzo vino, un po' di pane, un po' di formaggio e si parlava di cose della campagna. E qual era il mio ruolo? Poiché giravo di comunità in comunità di paese, in paese il mio ruolo era quello dell'ape. Prendevo polline da una parte lo portavo dall'altra, quindi le informazioni di un paese le portavo nell'altro e in qualche modo contami Nav o i saperi. Ma lo sapete come fanno questi a difendere i cavoli? No, qua ha trovato questo sistema qui a interessante. E quegli altri adesso mettono le melanzane intorno alle patate perché hanno visto che le do riferire, vanno subito sulle melanzane? Ma no, ma si' ci provano. Ma allora ci proviamo anche noi. Si faceva questo lavoro qui e a che è successo? Chi nel la Comunità europea con una direttiva numero ha emesso le regole per riformare tutte le leggi semen tiè re e nel primo articolo di questa direttiva veniva stabilita una cosa nuova che subito non si notava. Si diceva che in pratica tutti i materiali da riproduzione i semi, per capirci, possono essere fatti circolari in modo oneroso o attento in modo non oneroso, quindi anche gratuito soltanto se sono iscritti ai registri sentieri nazionali. Che vuol dire che se una varietà non è iscritta al registro sentiero nazionale, quindi non ha caratteristiche di uniformità come serve per le seguenti commerciali e quelle dei contadini non possono avere caratteristiche di uniformità perché rispondono in modo diverso. A quel punto tu non puoi neanche piu' regalarla e lo scambio ho il dono di una pannocchia o di un po' di fagioli diventava materia penale perché le leggi, se mestiere, ricadono sotto la normativa penale. Capito? É per quello che nel mi è venuto in mente insieme con Isabella dalla ragione e con Oriana, profili con pochissime altre persone. Già noto Pucci di tentare un coordinamento fra chi si occupava di questi argomenti, considerando che c' erano alcune associazioni come il Consorzio della quarantina che avevano degli statuti pressoché sovrapponibili, salvo qualche differenza benissimo, ma che non si parlavano. Allora dice perché non costruiamo una rete, una rete dove mettiamo in comunicazione le varie esperienze, le varie informazioni ci diciamo reciprocamente cosa facciamo, dove scommettiamo sui punti in comune e non su quella piccola differenza che poi è ciò che ci caratterizza e Dio la benedica, ma vediamo invece le cose in comune che sono sempre di più. Questo daniel di solito non succede e e anche per la rete sono state delle belle difficoltà, perché poi la gente si' in caro nishi sulle differenze e non sa scommettere sulle comunanze. Comunque a quel punto era nato l'embrione della rete, cioè un primo gruppo di persone che ha lavorato nella rete. Semi-rurali è un primo gruppo di persone che ha lavorato su un'ipotesi di legge che permettesse all'italia di andare in deroga rispetto a quella direttiva europea. E così è stato. E così è stato, perché nel una proposta di legge che avevamo costruito, spinto, discusso con ministri molto spesso inconsapevoli, molto spesso del tutto che ignoravano, ignoravano queste problematiche e non capivano neanche quello che che tu dicevi loro. Però siamo riusciti attraverso un modo, un po' escamotage. Ero un po' fantasioso, farlo passare attraverso il parlamento ed è diventato legge che è vero che non si possono scambiare, rivelare sementi. Ma questo non vale per tutte quelle varietà chiamate da conservazione, cioè quelle varietà che sono state tenute regolarmente nel tempo delle generazioni. Da lì poi è nata l', attività più generale della rete semi-rurali che si è costituita nel e che ha avuto come compito di creare un secondo livello tra molte associazioni contadine, partendo dalla politica delle sementi, dalle informazioni sui semi, dalla diffusione dei semi e soprattutto da una attività di informazione ai contadini perché imparassero a conservare le loro sementi, ma imparassero anche a selezionarle in modo partecipativo insieme e anche a mescolarle. Oggi la rete che ho avuto in modo non solo di contribuire a affondare, ma che ho diretto per per qualche anno oggi la rete è una struttura importante, è una struttura che riunisce più di quaranta associazioni con uno staff di una decina di persone che ci lavorano a tempo pieno. Quindi qualcosa di consistente. Tante cose, eh? Ti chiedo anche un appunto se vuoi un ehm paragrafo fosse un libro sotto incontro bar. Insomma, vuoi inserire in questo discorso la visione per giornalista? Oh no, se vuoi dire qualcosa su questo No, no, lasciamo ad altri Beh, Kim, quindi, ehm, il tema della ruralità oltre alle domande specifiche che ti ho fatto No, perché a me serviva anche lei. Vuol dire qualcosa sul tema della proprietà o passiamo alla casa editrice al resto casa editrice. Ok, quindi come si innesta in questo percorso la creazione Pentagono, nonché la tua produzione anche come autore, ma contro un spettacolo se sia editore che porta, come vediamo dietro di te. Insomma, è scritto alcuni libri importanti e e anche il bugiardo. Se vuoi puoi fare un unico discorso oppure ci separiamo come preferisce. Comunque vorrei parlare della casa editrice, del bugiardino e nei libri, non del singolo libri, perché davvero prendiamo troppo però le tematiche che in qualche modo tra attraverso i tuoi occhi beh, diciamo così, che è dagli inizi. Agli inizi di questo decennio eravamo intorno al era venuto il desiderio di pensare a un progetto editoriale. Perché? Perché d'autore nei vent'anni precedenti avevo scritto alcuni libri, ma non ero mai rimasto soddisfatto di come mi ero sentito tratta guidato da dalle case editrici con cui aveva avuto a che fare. Non mi era piaciuto il film, pensavo oggi in molte case editrici vivono praticamente di contributi o di contributi pubblici dello Stato, con opere pagate dall'università dai comuni e dalle regioni o addirittura scandaloso dagli stessi autori e pensavo ma è possibile immaginare un percorso editoriale dove non devi essere per forza assistito e dove dove l'autore non debba spendere un solo centesimo né dover comprare in modo surrettizio per finta delle copie, che è un modo per contribuire poi indirettamente. È così che è nata l'idea di Pentagono. È anche per un altro bisogno quello di pensare a uno spazio editoriale legato alla cultura contadina, al mondo rurale non esclusivamente, ma con una attenzione dedicata. Perché? Perché a quel tempo è qui vado in valutazione, ma come sempre ci sono del tutto del tutto mie. Mi sembrava che il mondo rurale fosse ben rappresentata in chiave editoriale o da é una politica editoriale molto tecnica, molto tecnica sul su un'agricoltura un'agricoltura se possiamo dire senza valori, che può essere industrializzata, che può essere amatoriale ma senza valori, è proprio informazioni tecniche, oppure da un modo di pensare il mondo rurale. E così in una specie di chiave new age come come un mondo dove un po' tutto è bello, dove tutto è carino, dove dove quasi ci si rifà ci si può rifare una verginità identitaria. Una volta ci mettevamo le eskimo a fine anni settanta, ora ci mettiamo il cappellaccio dei contadini e siamo carini e libertari. Ecco, pensavo il mondo globale non è esattamente quello che ho conosciuto. Non è esattamente questo non è fatto di giovani cittadini che vanno a riscoprire la voglia di nuovo e non è fatto soltanto da tecnocrati e da e da chi coltiva contributi. Invece che la terra era nata così l'idea di pentagono immaginare di poter tentare puoi riuscire ancora diverso nelle cose, ma tentare una via etica all'editoria dove dove l'autore non sia un pollo da spennare, detta proprio male, male dove non si facciano libri per poi doverli buttare via per poi mandarli al macero, dove non si vincolano gli autori per vent'anni come permette la legge sull'editoria e dove e dove pian pianino si ridà valore, ha un'idea, magari non edulcorata, non ma non così non disegnata pastelli non è piuttosto realistica di quello che era era rimasto e potrà essere del mondo rurale non necessariamente come mondo alternativo alla città, ma come una delle tante possibilità che la vita ci offre di metterci in relazione con col mondo, con la terra, con l'economia. Questo è un po' l'idea di pentagramma. Poi da lì è nata la necessità di' di diventare selettivi. Perché succede questo che per esempio oggi arrivano arrivi no. Tre proposte alla settimana, due tre proposte che vuol dire all'anno ogni anno, ma lì bisogna lavorare sulla qualità. E allora ci vuole un comitato editoriale. Il nostro piacere, quello di far funzionare il comitato editoriale all'unanimità per cui sono di noi ha qualche dubbio Un libro non passa, anche se c'è un solo dubbio perché unanimità? Perché dove c'è una maggioranza c' è anche la minoranza e io ho il cuore che questo di coltivare maggioranze e minoranze non faccia proprio bene all'amicizia allora facciamo tutti un passo in meno, ma facciamolo insieme. Pubblichiamo meno libri, ma siamo tutti contenti, tutti d'accordo. Seguiamo i libri allo spasimo per quanto poi siamo capaci per quanto nelle nostre possibilità, perché è una cosa buona nel contenuto deve essere certamente bella, perché quando qualcosa è buono, ma non è anche bello, è già un po' meno buono, cioè una unità organica in ciò che è buono, ciò che è sincero e ciò che è bello. E quindi questo è il nostro scopo oggi far uscire i libri molto curati e sinceri che possono durare nel tempo, che tendenzialmente teoricamente quantomeno nel desiderio, non debbano mai uscire da un catalogo e che siano soprattutto libri economici. Perché infatti i libri costano dieci dodici quattordici euro, ma non di più. Perché? Perché se un libro non è economico può arrivare a pochi. Allora che succede? Una contraddizione? Tu parli di qualcosa che riguarda tutti, ma che ho per lo stile del contenuto specialistico complicato, accademico o per il prezzo di fatto se la possono permettere in pochi questo odora già di espropriazione. Rendere inaccessibile a tutti ciò che è di tutti, una parola sul fatto che gli stampati voi al salone. Insomma, normalmente importante, quello sì. Poi la cura anche geograficamente che no, non si parla mai della Liguria. Quindi la casa editrice nasce a Savona, nasce intorno, ha una piccola tipografia dove nel giro di pochi anni abbiamo rinnovato completamente il l'apparato l'apparato, tecnico sistema delle macchine che oggi ci permette di stampare in digitale. Stampiamo non solo per noi, ma per tante altre piccole case editrici. Questo porta dei vantaggi primo, che la curatela del libro è totale, cioè dalla dal contatto con l'autore ha l'editing la correzione all' impaginazione fino alla stampa e dalla stampa artigianale che viene libro dopo libro e quindi è proprio artigianale. Ogni libro nasce, nasce da solo e nasce lì. Sono parti fatte in casa e poi c'è anche il dato che lavorando in questo modo non fa in magazzino perché i libri, seguendo la richiesta, le pubblicazioni, il mercato, tutto quello che ci intorno li fai praticamente uscire ogni settimana lo stesso libro. E questo diciamo così genovesa mente e permette di non anticipare del denaro. Hai mille libri, poi deve aspettare di venderli, no? Perché di volta in volta vendere stampi venti gli stampi e ti permette anche di non fare il magazzino e soprattutto ti permette di non avere rese non mandi carta al macero. Diciamo che tutto questo sistema, che ovviamente all'inizio doveva essere messo a punto e ancora adesso lo stiamo perfezionando, ci sta dando risultato, sta costruendo piccoli posti di lavoro. Ci lavorano quattro persone in tipografia a tempo pieno e e per me, per cio' che mi riguarda come curatore mi sta dando molta soddisfazione perché sta uscendo quella qualità che avevo desiderato fin dall'inizio celibi, molto, molto curati, molto discussi con gli autori dove a volte si fanno revisioni editoriali che durano anche quattro, sei, nove mesi, come per far nascere un bambino. E subito gli autori non la capiscono questa cosa perché dicono ma io ho fatto il libro e non sanno che il libro è una creatura che ha due gestazioni, una nella pancia, dell'autore l'altra nella pancia, dell'autore dell'editore insieme, per cui merita un processo di pulizia di televisione. Insomma questo un po', quello che stiamo facendo. Ma queste quattro persone fanno anche lei, cioè la correzione, tutto volontariato, quella parte che con la gioia in questo lavoro che dicevi ora tu, professore, le persone che lavorano in tipografia fan solo lavoro tipografico e amministrativo. Il libro arriva in tipografia e dopo che è stato completato e tutto questo lavoro e quello che faccio io insieme con un piccolo mondo di collaboratori che spesso sono gli stessi autori di Pentagon, ora che liberamente per loro desiderio, perché hanno capito che è un gioco di squadra, ha capito che non c' è un capitalista che ci guadagna, quindi se va bene va bene per tutti allo stesso modo io stesso contro i miei libri, perché è giusto così. Fai le regole, devi rispettarle per primo. Ha capito questo? Allora molti sono offerti chi per tenere patti che hanno a che fare con la comunicazione, chi per darmi una mano nella selezione o un paio di amici autori che sono scherzosamente come profilo psicanalitico degli ossessivi, quindi sono eccellenti per la correzione delle bozze. A loro non sfugge la virgola. Gli ossessivi sono preziosi in questo, quindi sì, certo, ma come del resto anche il mio lavoro. Ma per ora lasciamo che puoi dire tutto ciò avviene in modo in maniera volontaria si', si'. Tutto questo avviene in completo volontariato, ma anche il mio stesso lavoro avviene. Il volontariato è proprio la mia bellezza. Quindi tutti quanti ci mettiamo nell'economia del gioco di squadra, la parte che vogliamo mettere fintanto che vogliamo metterla e per quanto vogliamo metterla. Bugiardino c'è stato un tempo nel quale parlo della metà dell'ottocento giravano per l'italia centinaia di almanacchi tascabili, almanacchi rurali, hamachi che davano indicazioni sulla luna, previsioni fa sorridere, ma previsioni del tempo, indicazioni sulle semine e soprattutto su quelle qui, quelle cadenze del tempo che segnavano l'anno i giorni della merla, le tempora, i giorni nei quali si poteva fare un lavoro oppure non si doveva fare i giorni di semina. I giorni della vecchia i giorni dei cavalieri era tutta una scadenza ricchissima e una volta al tempo si conosceva attraverso i santi si diceva da San Giovanni a San Martino. E questo era proprio nell'economia di un'idea ciclica del tempo c'. Erano così tanti lunari che un viaggiatore, passando intorno al mille e ottocento cinquanta, sosteneva che gli almanacchi erano la forma di letteratura popolare più diffusa. È più diffusa ancora la sua annotazione dei catechismi Io cosa ho fatto oggi? Almanacchi di questo genere non esistono quasi piu'. Ce ne sono cinque o sei in Italia, peraltro ben differenti tra loro. Io ho ripreso il modello che si usava in Liguria, questo l'ha fatto quindici anni fa e in Liguria l'almanacco sia usato ininterrottamente, pensa fin dal mille e quattrocento settantadue. Pochi anni dopo Gutenberg C' era già un almanacco tascabile che si chiamava La ragione della Pasqua. Ha ragione da Pasca cosi' grave e ho ripreso questo modello aggiornandolo, innovando lo no rifatto un libretto con le indicazioni e precise legate al calendario lunare. Soprattutto quindi al ciclo della luna di quando si fanno i lavori. Come farli nei giorni buoni per viaggiare dei giorni buoni per sposarsi? Una volta si conoscevano queste cose e da lì è nato il bugiardino. È nato come uno scherzo, anche perché quando l'ho ripreso ed eravamo nel duemila e sei il vecchio bugiardino che si chiamava casa Mara a Genova l'almanacco di casa amara ormai non si faceva più perché era morto. Chi chi lo redigeva, quindi è iniziato senza così, senza alcuna speranza. Riproviamoci e in breve tempo è diventato un best long seller, nel senso che ne vanno ventimila all'anno solo in Liguria é un po', tutti i contadini ce l'hanno anche se non sanno chi lo fa. Io peraltro mi diverto a costruirlo tutti gli anni. Parto con mesi di anticipo perché ci vogliono quasi sei mesi per riscriverlo tutto perché devi ripensare? Non lo nascondo spesso inventando lì i proverbi stessi che tanto poi la gente dice abbiamo sempre detto così sì, Cuckoo l'hai pensato quando ce ne sono di belli e i prevedibili scrivo al mattino al mattino, quando ho un po' di ispirazione, mi vengono in mente e li stendo e ce n'è uno, per esempio, che dice leggere e non intelligente è come avere una padella e non saper friggere. Sono tutti i pensieri un po' di questo di questo genere qua bugiardini e questo è un è un vademecum, viene con te per tutto l'anno e ricostruisce. É questa la cosa fosse preziosa che ha senso ricostruisce un'idea che sia anche ciclica dell'anno oggi che le stagioni ma nella nostra vita e non parlo di meteorologia non esistono più, non sono più le stagioni in generale i vecchi vogliono comportarsi come i ragazzi. Si mangia d'inverno quello che si vuole mangiare, d'estate si fa di notte quello che bisognerebbe fare di giorno. Ecco qualcosa che ricostruisce un ordine del tempo può avere il suo piccolo valore e questo li Bettino cerca di farlo. Parla ai contadini, in realtà parla a tutti. Questa la versione che dicevi prima non è quella ligure, ma che differenza fa? La differenza è minima. Il bugiardino è quello ligure e ha il suo alla sua immagine nota. Questa invece è la versione nazionale, il mira l'una, dove non ci sono le parti specificamente ligure, sostituite da rubriche di carattere generale, quindi buona per tutti. Per cui se nel bugiardino troviamo molte molte informazioni locali, troviamo i patroni locali. Troviamo le sagre della Liguria in questo no. Ci sono indicazioni che possono andare bene, diciamo dal Sud al Nord, senza differenza. Sei l'ultima tematica quella realtà così si aggancia libri, tutto il tema delle parole. Ultimamente stai facendo questi incontri, anche non sul per presentare il libro l'abbiamo visto anche in questi giorni possiamo rifarla con felix Loch? Perché questo alle parole? Perché questa scelta? Come si inserisce anche tutto questo tema? E se vuoi anche la bellezza, non so se vuoi integrare il potassio, separare comunque toccare questi due aspetti ancora si' ehm che in questo in questo lungo percorso, partito con le sementi, col mondo rurale, partito con l'ansa del vasto, con la non violenza con gandhi e poi sono arrivato qualche anno fa a ritrovare, a ritrovare un respiro negli studi di filosofia che avevo fatto trent'anni prima e mi sono appassionato pian pianino a lavorare sulle parole ma non ma non sulle parole per fare della filologia, per fare come ti posso dire dell' erudizione, cioè non sapere fine a se stesso, perché mi sono convinto che le parole sono tanto importanti in quanto contribuiscono a formare il nostro pensiero. Noi riusciamo a pensare, visto che il nostro pensiero è una struttura logica. Facendo la tara alle emozioni e alle immagini non riusciamo a pensare a quello che sappiamo dire, per cui pulire le parole e ridare le parole un senso é un modo per ripulire il nostro pensiero, per orientarci, eh? E questo tanto più rispetto ad alcune parole. Ma pensa un po', la parola cultura da cui agricoltura che che deriva, che deriva, che ha avuto e come oggi non voglio dire più niente di certo la si usa come una parola jolly, con una parola ameba che è stir, abile in tante direzioni, una parola liquida che dovunque la metta ci sta bene. Io mi sono occupato e vado in giro anche un po' padane di parole come come amore, come come desiderio, come persona, individuo, parola, termine, conoscere, sapere e così via. Pare peraltro piuttosto piuttosto comuni, piuttosto comune nel nostro linguaggio, ma dalle quali si è smarrito un significato. Certo, la ricerca che faccio non tende ovviamente a fissare un significato, un significato certo, laddove non c' è ma semplicemente recuperare il significato originario dicendo quando le cose sono confuse questo va bene per le parole. Va bene per le coppie va bene per l'amicizia va bene per la società, facciamo un passo indietro, vediamo da dove siamo partiti e chissà che questo non ci aiuti in qualche modo a ritrovare un senso in quello che facciamo o diciamo. Questa è la cosa che vada a fare da un paio d'anni e a parlare proprio delle parole piu' comuni che usiamo. Eh non dimentichiamo, non dimentichiamo una cosa che oggi si conoscono sempre meno parole. Uno studio di Tullio de Mauro nei primi anni novanta osservava che chi ha fatto la scuola dell'obbligo allora la scuola dell'obbligo durava fino ai anni, riusciva sì e no a controllare parole. Lo stesso studio ha fatto quindici anni più tardi ha mostrato che chi ha fatto la scuola dell'obbligo nel frattempo è passata a sedici anni, non arriva a trattare con consapevolezza neanche cinque parole si' ci conosciamo meno parole e le usiamo con meno consapevolezza. E quindi non c'è da stupirsi se il nostro modo di pensare è diventato nel tempo anche il più grave, più vago, come forse fa pensare millenovecento ottantaquattro, quando volutamente si semplifica, va il linguaggio per permettere alle persone di essere meno libere quando venivano descritti continuamente tradizionali, togliendo parole Mamma mia, sei ragione. Ha proprio a che fare con millenovecento ottantaquattro. Per certi aspetti, o quantomeno come suggestione, ci stiamo. Tutto questo collocate. Hai proprio ragione. Tutto questo ricorda il libro di Orwell, un libro che allora era considerato quando è uscito un libro di fantascienza, ma che in qualche modo si è rivelato quasi anche un po' profetico rispetto al nostro tempo. Allora quello che oggi faccio proprio questo indagare le parole per restituire un significato certo, usarle come il pretesto per parlare del nostro tempo. Parlare della differenza che cetra, parole apparentemente simili come parole, termine, ci racconta qualcosa della nostra tendenza esasperata verso la specializzazione, per l'area della differenza tra parole apparentemente simili come persona e individuo, ci racconta del nostro passaggio verso una progressiva atomizzazione verso la solitudine del nostro tempo. Parlare della differenza tra parole come conoscere, sapere, sapere, viene da sale sentire il sale sapere ci racconta di come ormai tutto il nostro apprendere è legato al nostro, alla conoscenza, qualcosa di mentale. Ma non usiamo più le mani, non usiamo più i sensi. La nostra scuola ha perso il rapporto, la scuola di stato, la scuola generale, il rapporto con i sensi in favore di questo apprendimento puramente nozionistico, puramente intellettuale. Ecco quindi le parole sono veramente l'occasione per dialogare su come siamo e anche dove stiamo andando. La cosa curiosa che ho trovato in questi due anni è che dialogare di parole, ma non solo di parole, anche sul tema della bellezza, anche sul tema della bellezza mi sta portando ah a conversare con gli editori. Ma davvero i piu' differenti, dai centri sociali alle parrocchie, dalle che so comunità di vita, all'accademia alla scuola posti molto differenti tra loro, dove però ti rendi conto che l' attenzione è pressoché sempre la stessa. Come se tolte le maschere, tolte le etichette, tolte le ideologie, tolte tante cose, poi il nostro bisogno di andare a fondo di questa bici della vita sia profondamente comune. Eh vabbè, sarebbero troppe cose. Ti chiedo un'ultima cosa c'è un dettaglio. In realtà non centra niente con questo discorso con quella di prima, ma non so se ha senso aggiungerlo meno. Non ricordo se anche questa è una cosa che vivi in qualche modo ho gettato tuo. Vuoi dire qualcosa su un mandrillo insieme? Una delle prime conseguenze dell'uscita della direttiva novantotto novantacinque che di fatto vietava lo scambio, la libertà di scambio, ma anche di dono dei semi in Liguria si era tradotta nell'organizzazione di una grande giornata di libero scambio dei semi autoprodotti del tutto fuori legge l'abbiamo fatto nel duemila la prima volta e l'abbiamo fatto come azione di così, di resistenza, di obiezione di coscienza che era successo aveva chiamato mandrillo. Mandrillo in genovese vuol dire fazzoletto. Sarebbe il fazzoletto, né nel quale si conserva la frutta, i funghi, la sporta, diciamo così l'antenato del sacchetto di plastica si andava a fare la spesa. Colman, dillo col fazzoletto. Ne abbiamo chiamato mandrillo dei semi, un fazzoletto ne' pieno di semi. Siamo nel duemila e l'aveva fatto invitando tutti quelli che in qualche modo rise minavano delle proprie varietà a portarle a condividerle. E avevamo chiamato anche i giornali, la tv, per dire noi ci denunciamo questa cosa che la comunità europea, che a quanto pare non è più portatrice di un diritto comunitario nel senso delle comunità, ma un diritto della comunità di una massima istituzione. E noi la denunciamo. Diciamo che stiamo facendo qualcosa che per legge è vietato, ma che di fatto rappresenta un'espressione di un diritto originario. Perché? Perché legato alla sussistenza e ciò che è legato alla sussistenza. Come crearsi un riparo? Mangiare, fare figli non può essere limitato, non puo'. Essere disciplinato non può essere vietato da alcuna norma. Perché? Perché la sussistenza precede qualunque norma. È un qualcosa di originale che viene prima. Così è nato il mandrillo dei semi. Poi su questo abbiamo creato anche in quegli anni una grande attenzione. Parlo di dosi. Si. Scusa, scusa. Scusate. La polizia per l'intervista. Prego. Prego, perdona. No, no, Scusatemi. Scusa. Non è che ci sia molto spazio qui. Diecimila, Richiamo dopo che non c'. È problema che non posso. Ma proprio Dai praticamente due minuti. Lasciamo la stanza con qualcuno. Grazie a lei ci sono altri due. Poi aspetta un figlio? No, ma ehm ehm per quel fatto quest'anno la coppia. Ok, grazie mille. Qui. Okay, che il suo ufficio non so che posso ripartire dove? E quindi? Per dare anche qualche una piccola scansione cronologica nel duemila come gesto di resistenza, come gesto di obiezione di coscienza nasce il mantello dei semi, cioè la festa di libero scambio. Chiamiamo giornalisti. Chiamiamo tv. Diciamo pubblicamente che stiamo commettendo un reato penale. Benché commesso da dagli inizi, probabilmente dell'umanità è sempre stato normale scambiarsi i propri semi nel duemila una abbiamo cercato di dare un grande risalto a questa attività del libero scambio e dell' idea che tutto questo rappresentasse un diritto comunitario, quindi non assoggettabile alla sfera del diritto pubblico e neanche privato, ma un diritto delle comunità chiamando delle persone meravigliose. Mi ricordo Ivan Illich e luigi Veronelli che erano venuti a genova per partecipare. Ha un grande incontro, un grande seminario sul tema della rinascita, della rinascita della terra, a partire da ciò che appartiene al diritto comunitario. E poi il mattino dei semi si è sempre ripetuto anno dopo anno e nel siamo arrivati alla legge con la quale si stabiliva che in deroga alla norma europea del millenovecento novantotto si per le battaglie da conservazione si puo' si puo' fare questa attività di scambio in ambito locale in modica quantità, come fosse una droga, anche delle delle sementi e da quel momento ci è stata l'esplosione degli scambi dei semi è diventato legale pian pianino sono nati in tante parti d'italia oggi se ne fanno circa un centinaio in tutta italia, ascolta genuino clandestino si inserisce in questo percorso che io non li conosco, siamo stati ehmm. Te lo chiedo ancora una cosa da niente sulla bellezza che le hai parlato ne ha parlato prima però che mi dice che per te è importante. Io osservo qualcosa che è sotto gli occhi di tutti, cioè un allontanamento fisico violento é più che comprensibile dalla politica, da parte soprattutto di chi è, se possiamo usare questa espressione anche più consapevole. E mi chiedo da dove nasca ho l'impressione che ciò che è brutto, ciò che è brutto nel discorso pubblico, ciò che è violento, ciò che è aggressivo, stia in qualche modo soverchiante. Il nostro tempo lo stia riempiendo. Siamo pieni di bruttura, ma proprio nei rapporti fra di noi, nella gestualità, nel modo come trattiamo le cose comuni nelle città in cui viviamo, ma non sono nelle città, e che ci sia ormai questa bruttura acquisita come fosse un rumore di fondo, qualcosa che non ci fa più ribellare. Ecco la mia piccola idea. E che nel momento in cui noi non ci ribelliamo più in modo gentile, in modo attivo, in modo partecipativo alla bruttezza, tutto questo ci porta a una forma di anestesia, si addormenta, i sensi, si addormenta, il cuore, ci fa precipitare nel privato, ci fa precipitare nel privato e quindi anche in soluzioni che adesso no, non potrei discutere. Ma che ci chiudono dentro di noi? Come se tutto quanto fosse un problema individuale. E non è personale e collettivo riflettere sulla bellezza, sulla bellezza, non in senso esattamente estetico, di ciò che è carino, di cio' che armonico non in senso greco rinascimentale le cose che hanno proporzione, ma nel senso che era fiorito nel primo millennio fra i padri della Chiesa di lingua greca, la bellezza come espressione della luce. E la luce che si rivela attraverso i molti colori che passando attraverso la pioggia diventa arcobaleno e sono colori più sfumature. E quindi è bello ciò che è molteplice, ciò che è vario, ciò che si rivela nei colori, ciò che esprime luce come gli occhi di una persona. Se il nostro modello di bellezza fosse veramente Apollo e Venere nelle statue greche, noi saremo tutti irrimediabilmente bruttissimi. Non ce la faremo mai. Se invece richiamiamo secondo quell'altra idea, la bellezza, la luce, abbiamo tutti la speranza di essere meravigliosamente belli e di riscoprire un mondo bello. Da una parte ritrovare la bellezza e dall'altra, reagire in modo gentile, in modo cordiale, Quindi non anteponendo la guerra alla guerra, sennò ci finiamo dentro, ma a ciò che è brutto per dire non lo accettiamo. Questo credo che possa segnare un modo, non il modo, ma un modo per risvegliarci all'esterno, per risvegliare i nostri sensi e per risvegliarci alla politica. No, mi sono dimenticato che noi chiediamo tutte le interviste chiedendo cos'è per te l'italia, non il nostro progetto. Quindi devi parlare del giornale. Il concetto solo questa sarebbe? Se potessi Dovrebbe essere una cosa un po' breve. Perché deve chiudere l'intervista? Quindi se mi dici per me l'italia cambia, eh? Quello che vuoi Non dico la parola. Però non hanno un discorso di bambino che dovrebbe astenersi Morto? Un auspicio, Un desiderio. Quindi dalle un cambiamento in positivo in questo caso, perché uno può anche dire l'italia che cambia è la corruzione al governo. Il potere l'italia che cambia è pura espressione di speranza e chiede di attentato. Ok, Come cosa? Io mi deve perdonare. Ho una riunione alle undici che devo per forza scappare. Tu cosa fai? Vuoi farmi un giro a quella partita? Noi partiamo alle tre. Qui da abbiamo il treno e fino a quel momento girandole remo un po' per Cagliari. Magari io intanto c'e' un'ultima domanda che faccio io, però voglio dire, se per te é un problema voi adesso voi fate i vostri giri, io vi chiamo tra un pochino. Vi vengo a salutare dove siete? Volentieri tanto con calma perché ora devo proprio scappare volentieri. Grazie. Intanto scusa. L'ho chiuso. Io Paolo, mi devo fermare qui sono un minuto. Un minuto solo la guardia. Poco una battuta e mi sembra molto posto io nella mia stanza. Hai abbastanza scuse? Ti chiedo solo solo siccome facciamo il compito di uscire dall' India. Stiamo raccogliendo tutti i relatori. Ma si domanda cosa ci fai piacere? Dall'india se mi rispondi cosa è successo? E potete farlo Un'altra donna, vuoi sempre qualcosa da me. Sono uscita, quindi perché ho avuto la possibilità di vivere un dialogo? Momento di dialogo pubblico insieme con Daniel Terruzzi e con Franco Arminio in Un giorno e nell'altro giorno. Invece di fare un incontro legato alle parole, al valore delle parole declinato sui temi della bellezza e di un auspicabile ritorno a alla gentilezza. Ha un modo relazionale e non solitario, non individuale. Che cosa ti lascia? Che quindi del festival? Cosa? Ambiente, emozioni? Cosa ti porti a casa? Ho lasciato un senso di gioia. Ho lasciato un senso di gioia. Perché? Perché? Perché intanto ho visto qualcosa di molto colorato di molteplici ma anche molto ben organizzato. Penso a Giovanni nella che ha avuto tanta parte di questo lavoro sulle spalle. Ho visto una buona organizzazione, ho visto un buon clima, è un clima non rumoroso, un clima gentile dove c'è un po' di tutto ed è bello che ci sia. E il tutto senza chiasso in armonia. Questo è quello che mi lascia. Grazie. Grazie mille. Grazie. ottimo io quando volete potete partire Ok, dove ci troviamo ci troviamo a Gash, che è il termine dialettale che identifica il borgo di teschio nel comune di Monte Cres tese nella valle Dell'ossola. Valle Dell'ossola è una valle a nord a nord del Piemonte, identificata dal bacino idrografico del fiume Toce. È attorno alla baricentrica cittadina di Domodossola. Si sviluppano altre sette valli laterali e siamo al confine con la Svizzera a nord D'italia perfetto. Cosa succede qui nel bar di Nation Questo borgo è noi lo abbiamo definito Villaggio laboratorio perché è un luogo dove si concentrano ogni anno nel periodo estivo delle esperienze di studio che vedono il coinvolgimento di università italiane e straniere legati principalmente al tema della della pietra della costruzione con la pietra e del restauro. È il borgo di Cash è è è una la nasce a seguito della del lavoro portato avanti Dall'associazione Canova sin dal duemila e una é un'associazione che è stata fondata proprio con lo scopo l'intento di occuparsi della promozione e la valorizzazione dell'architettura tradizionale in pietra. La Val D'ossola è ricchissima di questa testimonianza un'eredità storica importante e come la Val D'ossola, in realtà tutta Italia. Potrei dire, ma anche l'intera Europa ha delle testimonianze importanti che secondo noi oggi soprattutto meritano una sempre una maggiore attenzione e una nuova vita in qualche modo è in che anno sei arrivato qui? Come sei arrivato qui? Ahi Ok, ci siamo dalla L'associazione Canova Un'associazione che sin dai primi anni del Duemila e una quando è stata fondata, si è occupata di è tra le varie eventi annuali della didattica e di collaborazione con L'università. Dopo i primi anni di lavoro e dell' organizzazione di percorsi di studio estivo, abbiamo deciso nel duemila e sette di avviare il progetto di villaggio in laboratorio e di concentrare tutte le attività didattiche in questo luogo. È inizialmente siamo stati io e la mia compagna Paola che abbiamo deciso di è così avviare questo motore con l'acquisizione privatamente di un primo edificio che abbiamo ristrutturato con le nostre mani quasi per intero. E per noi era anche una Questa è un'occasione per dimostrare che il recupero di un edificio tradizionale è fattibile e può dare una prospettiva di vita anche a costi inferiori rispetto ad altri formati piu' classici. Che cosa c' era qui prima che voi arrivaste e come in questi anni la state trasformando. I primi anni di lavoro qui sono stati molto particolari, sicuramente perché il borgo di Cash era abbandonato da oltre cento anni e quindi la natura stava facendo il suo corso e si stava riappropriandosi giustamente degli spazi. È la sensazione era più quella di essere pionieri in un luogo che effettivamente era stato abbandonato, però lentamente, cercando anche di avvicinarsi con una certa dolcezza, gli spazi e al luogo abbiamo iniziato a riscoprire, anno dopo anno, qual'era il tessuto, il contesto, diciamo anche urbanistico delle di questo nucleo abitato, di come abbiamo provato a capire come si è evoluto nei secoli e quindi è stata una lenta e graduale avvicinamento al luogo. È come funzionano queste attività, quelli quei ragazzi, le attività didattiche che organizziamo con con gli studenti hanno formato che è sempre molto pratico. Ci piace dare la possibilità agli studenti che vogliono partecipare a queste attività, di toccare con mano la pietra. Un percorso di dieci giorni, due settimane. Ovviamente non ti può formare o non ti può insegnare a costruire. Però ti può insegnare il significato del del realizzare o di ricostruire qualcosa all'interno soprattutto di un gruppo e quindi questo è un aspetto che riconosciamo in ogni esperienza, in ogni gruppo che ospitiamo, cioè un evolvere un'energia e un desiderio di lavorare insieme, anche di realizzare qualcosa con le proprie mani, che va crescendo dai primi giorni fino alla fine del corso. Ritengo che questo sia un aspetto molto affascinante di questa esperienza e parallelamente si costruisce qualcosa, si costruisce un manufatto che pensiamo possa rimanere ancora per altri anni è e quindi i ragazzi che passano di qua hanno anche questa sensazione di aver partecipato alla costruzione di un qualcosa che non è per niente effimero, ma che può durare nel tempo. Perché i giovani, la fascia di a noi piace lavorare con la fascia di studenti universitari, quindi la fascia di età che sta tra i venti e i venticinque anni. Mediamente, perché è un'età in cui c' è una già una consapevolezza rispetto ad alcuni temi, ma allo stesso tempo ha una grande apertura nei confronti di quello che succede qui o che succede nel mondo e quindi si possono incrociare i temi. È anche molto ampi su vasta scala e poi calarsi in una realtà molto piccola e creare occasioni di confronto, di scontro sempre, sempre molto interessanti e stimolanti e questo è un altro ingrediente secondo noi fondamentale rispetto a quello che succede qua. È anche le culture diverse degli studenti che passano di qua che vanno dal Sudamerica. Il Giappone è permettono di St ratificare una serie di elementi che danno formano, anno dopo anno l'anima di questo luogo. E quali sono le diverse nazionalità da cui arrivano studenti. Negli anni abbiamo costruito una serie di collaborazioni che con università italiane e straniere che secondo le nostre idee devono andare aumentare negli anni futuro perché sono il vero e proprio contenuto dell'esperienza del villaggio. Laboratorio di Cash è ad oggi collaboriamo con Cristo Walling del Giappone, Ester Moro del Vermont, Canada, il Politecnico di Milano di Torino, L'università Statale di Milano, eh Abbiamo collaborato esperienze con il gruppo Riva, Huck Palestina Building, Beauty Sorrento. Questo per citare alcune delle delle scuole e degli istituti che mi vengono in mente, è come una giornata tipo di laboratorio. Qui quei ragazzi ci sono formati nelle attività che facciamo con gli studenti. Qui a Cash sono sempre simili. Differiscono rispetto all'ospitalità alcuni studenti. Alcuni corsi sono un pochettino più spartane. Allora gli studenti vivono in tenda. Questo luogo per dieci quindici giorni, allora si crea un un gruppo è molto inserito nel contesto. In altre situazioni ci appoggiamo strutture esterne. Comunque mediamente si via il lavoro attorno alle nove di mattina e quindi si sta insieme, si mangia insieme e oltre a lavorare si creano quei momenti conviviali, anche di scambio di idee fondamentali, oltre alle visite sul territorio per creare l'esperienza nel suo insieme. È da un punto di vista di ciò che hai insegnato ai ragazzi cosa gli insegnate sulla riscoperta di materiali come la pietra. I borghi abbandonati oggi devono in qualche modo trovare una nuova contestualizzazione. Ci sono si sono formate, sviluppati, evoluti per secoli secondo logiche differenti da regione a regione, ma simili, basati su principi spesso di auto sussistenza. Il secolo breve ha interrotto, ha creato un forte tsunami culturale e quindi oggi necessariamente bisogna reinterpretare questi luoghi per poter dare un nuovo un nuovo futuro Re interpretarli vuol dire anche vuol dire sicuramente rispettarli nella loro bellezza. Cosa non facile, però anche avere un occhio proiettato verso il futuro nel l'abitare questi luoghi e nell'inserire tutte quelle miglioramenti tecnologici per poter far sì che questi questi edifici possano essere abitabili attraverso il lavori e i campi scuola che vengono attivati. Ci occupiamo da un lato di capire, approfondire e applicare le tecniche costruttive con la pietra, che sono sostanzialmente tecniche, che si sono sviluppate nei secoli e che la storia prova che funzionano e che quindi possono semplicemente essere riprese e portate avanti nel futuro. Anche cambiando le cose, però, conoscendo le imparando le e poi decidendo come cambiarsi. Ma oltre alla costruzione con la pietra, ci sono anche tutte le il tema di intervenire sugli aspetti energetici e sugli aspetti antisismici, ad esempio. E quindi questo è un capitolo più tecnico, anche accademico, a volte che comunque non rinunciamo ad affrontare e ad approfondire con gli studenti, perché essendo l'edilizia tradizionale in pietra molto particolare e quindi a volte non presa approfonditamente in dettaglio approfondita anche dalla normativa, richiede appunto uno studio, un approccio maggiore, più preciso. Lo so, ho fatto un volo pindarico rispetto al discorso che facevamo, quindi anche sulla sostenibilità. Per la più tecnologica, la sostenibilità ambientale è un termine che ci è molto vicino. Sicuramente è allo stesso tempo penso che oggi il nostro modo di vedere intendere la sostenibilità, specialmente per quanto riguarda l'architettura debba partire da un riutilizzo di quello che c' è quindi il tema del consumo di suolo è molto vicino al concetto di sostenibilità. C' è un enorme patrimonio che aspetta di essere riutilizzato, salvato e quindi questo è il primo elemento affianco a questo aggiungerei anche una il modo di pensare la vita all'interno di questi luoghi senza inventare niente di strano o di eccessivo pero'. La semplicità di vivere in un luogo e i ritmi che lo stesso luogo ti impone è sono degli ingredienti che possono anche permettere la realizzazione di edifici con basse tecnologie e quindi con è modelli di energetici ridotti rispetto a tante altre possibilità che oggi ci sono e facendo un discorso proprio di questo luogo che vive anche qui, intorno al borgo. Quali sono le persone che vivono qui? Questo borgo è il borgo di Cash, è all'interno di un reticolo di borghi nel comune di Monte Cres tese che poi si a loro volte storicamente si collegavano con gli altri borghi nelle altre valli secondarie della valle Dell'ossola é piu' o meno questi hanno avuto una storia di spopolamento accentuata. Il borgo di Grecia abbandonato da Piu' di Cent'anni a duecento metri. C' è un altro gioiello medievale che il borgo di troppo marcio dove abitano quattro persone e in genere le persone che hanno deciso di abiti di continuare ad abitare in questi borghi sono persone originarie del luogo. In alcuni casi assistiamo al all' arrivo dall'esterno di persone che colgono la particolarità o la bellezza del luogo e quindi li decidono di avviare un personale progetto di vita. Se vuoi fare un approfondimento rispetto a te, Paola Al, dal momento in cui avete iniziato a ricostruire, a costruire questa casa e aneddoti si', aggiungo una cosa importante questa cosa avviare un percorso di personale o un progetto più ampio come quello che stiamo portando avanti qua. C'è, ovviamente richiede una costante impegno che deve necessariamente passare attraverso gli anni. Quindi un qualcosa che va costruito secondo me lentamente, eh? A un certo punto, nella mia vita, dopo aver affrontato diversi percorsi sia di studio che lavorativi, si sono allineate una serie di elementi che mi hanno fatto trovare una ragione interessante per poter dedicare le mie energie, i miei sforzi. Sicuramente tra questi elementi c' è stato la conoscenza è l'affiancamento al lavoro dell'associazione Canova che qui Val D'ossola grazie appunto al lavoro di Kell Mark Huard, di sua moglie hanno lasciato è costruito qualcosa di molto importante e alla conoscenza di Paola mi accompagna che è architetto appassionata e studiosa di architettura tradizionale in pietra e il fatto di essere arrivato in questo luogo. Questi elementi messi insieme hanno creato un qualcosa che ci ha fatto capire che era il momento di sperimentare un progetto pratico e concreto di ricostruzione, di costruzione della nostra vita che rispetto alla casa non ho detto niente da campo. È un il recupero di casa Alfio, così l'abbiamo chiamata perché uno dei proprietari ex proprietari che ci ha venduto una persona speciale che si chiama Alfio, è stato per noi un esperimento che ci ha visti impegnati in prima persona, è abbiamo eseguito i lavori quasi completamente noi stessi e sicuramente è stata una un esercizio interessante, anche per cercare di capire quali erano i è i costi reali che potevano essere così legati a un lavoro di recupero. Noi abbiamo impiegato circa mille ore del nostro tempo e siamo riusciti a trasformare questa casa e a renderla abitabile e il fatto di fare la casa con le proprie mani ti permette anche di viverla poi in un modo completamente diverso perché hai un rapporto quasi intimo con lo spazio che effettivamente ti sei creato e costruito. Questo lo affianco anche al fatto che un edificio che a cinquecento anni di storia effettivamente a materializzato, all'interno una serie di storie che io penso di percepire quando ci vivo, all'interno e in qualche modo di esserne in contatto. E soprattutto la cosa più bella che mi insegna è che mi fa sentire ospite all'interno di quello spazio per un certo periodo e non effettivamente un proprietario. E mi piace l'idea che dopo di me possa avere una nuova storia, una nuova, una nuova vita. E cosa significa vivere in un luogo così incontaminata nella natura? Anche per questo bimbo? Vivere qui è un'esperienza che agli occhi di qualcuno che proviene da fuori puo' sembrare più forte di quello che realmente è. Ovviamente tutto è molto relativo, però per quanto riguarda noi è molto bello, è importante il fatto di vivere leggermente al margine di contesti più urbanizzati. Dall'auto a casa nostra percorriamo un sentiero di duecento metri nel bosco ed è una cosa che oggi effettivamente faremo fatica a rinunciare perché è un un bel un bel passaggio una volta chiusa la portiera dell'automobile per tornare nella propria casa. Io sono originario di questa zona e quindi conosco ho un'abitudine nel vivere nella natura. Però devo dire che da quando sono qua la presenza il cambio delle stagioni è sempre è molto piu' forte anno dopo anno perché è questo essere così all'interno di un contesto completamente naturale ti fa anche inconsciamente cogliere il graduale passaggio cambiamento giorno dopo giorno tutto l'arco, dell'anno, quant'è casa Insomma, adesso stai arruolando perfettamente. Il borgo di Cash è composto da otto edifici e di questi otto edifici, tre sono di proprietà dell'associazione canora e sono gli edifici sui quali andiamo ad intervenire attraverso sia il lavoro del degli studenti durante i i campi scuola estivi e anche grazie a interventi più importanti legati a ai contributi che arrivano da fondazioni bancarie che ci supportano in questa attività. E gli altri edifici degli otto hanno una funzione nella nostra visione di sviluppo del borgo avranno una funzione privata, quindi private abitazioni e ad oggi di questi altri cinque quattro sono stati compreso nell'edificio dove noi dove io Paola abitiamo, sono stati acquisiti che hanno avviato un percorso di recupero. Come ti immagini questo vago da qui a una ventina d'anni un tot di anni. Se dovessi immaginarmi questo luogo tra vent'anni eh, spero che possa possano essersi eh scusi? Terminati alcuni lavori che ci permetteranno di avere una un'infrastruttura per poter ampliare il numero di attività e mi piacerebbe vedere ancora la l'energia e le presenze dell'associazione canova come fulcro centrale di un tema che è quello dell'architettura tradizionale in pietra che possa essere esteso e come nodo di una rete europea di soggetti che si occupano di questo tema. Ciao. Una curiosità e non gliel'abbiamo detta se me la sono persa. Scusami se la nascita di Canova che cosa è successo a Canova qui vicino, che probabilmente si lega anche a questa domanda? Potrebbe essere questo modo in futuro? L'associazione Canova nasce nel duemila uno a seguito dell'esperienza di recupero del borgo di Canova. Il borgo di Canova dista solo dieci quindici minuti a piedi da Gash, nel comune di Cremona. Addosso' la ed è un borgo che negli anni versava in una condizione di totale abbandono grazie al lavoro inizialmente dell'attuale presidente Dell'associazione Canova che Renmark Huard e di sua moglie Kali è stato acquisito un primo edificio e assieme a loro si sono unite altre persone che hanno visto la bellezza di questo luogo e hanno desiderato di poter di poterlo ristrutturare e dare una nuova vita. Quindi non un progetto che all'epoca aveva nessuna ambizione particolare se non quella di occuparsi di di un luogo interessante, abbandonato, eh? Ci sono voluti degli anni per poterlo ristrutturare. Molte energie, molti ostacoli. Ovviamente uno di questi che ancora oggi affrontiamo anche noi qua è quello della frammentazione fondiaria ed è un tema importante che oggi l'unica soluzione è quella di affrontarlo e di risolvere tutti i problemi e a volte richiede anche un lavoro di anni per poter arrivare alla all'acquisizione di un edificio. E oltre a quello, tutte le altre, tutte le altre difficoltà o anche le altre così esigenze che sono state affrontate per recuperare il borgo di Canova è che oggi, a distanza di vent'anni quasi trent'anni, è stato terminato ed è un borgo che ormai vive la propria vita, rivive la propria vita e neanche ha creato un modello interessante per dimostrare che questo è possibile. È un un'altra, ma faccio dopo, figuriamoci. Mi incuriosiva la cosa che quello che dicevi prima. Per quanto riguarda L' Ossola, è una sensazione che sia un territorio a ecco una periferia, ma appunto il passaggio tra mondi diversi. Dunque, come si é quello che mi dicevi come si si apre uno sviluppo europeo per quanto riguarda questo territorio? Come lo vedi riguardo questo? Se prima di questo lo potresti introdurre con un approfondimento del territorio che cosa che come questo territorio come non lo conosce? Ok il bianco e il nero, quello che riesce a coniugare era un la val d'ossola è una valle che sicuramente caratterizzata per un paesaggio naturale stratificato da diverse fasce altimetriche. Perché dall' crea dei laghi, si arriva facilmente alle vette del rosa e quindi è questo sia dal punto di vista naturale che dal punto di vista della sua antropizzazione ne ha determinato una, una diversità molto, molto ben definita e apprezzabile. Il ruolo della pietra è stato fondamentale in passato e lo è tutt'oggi con gli impianti estrattivi che continuano questa questa storia e ci sono. C' è anche la presenza di culture esterne rispetto a quella romanzo che ha caratterizzato la storia dal Medioevo fino ad oggi è ovvero la presenza di colonie valzer che dal milleduecento in avanti hanno dato luogo a questi queste colonie che si sono insediate prevalentemente nelle terre alte e hanno portato con con loro un approccio costruttivo totalmente diverso, con un predominante utilizzo del legno rispetto alla pietra. La val d'ossola è una valle che, al di là di alcuni esempi che si sono succeduti nel soprattutto nel Novecento, ha conosciuto uno sviluppo turistico ridotto rispetto ad altre località delle Alpi e questo ha probabilmente anche facilitato la conservazione di una di un sia dei borghi medievali, ma anche di un ambiente naturale che è più selvaggio, per certi versi rispetto ad altre aree. Oggi la i settori di sviluppo principale interessano e possono anche essere la sfida per il futuro. Dell'ossola modelli di turismo morbido e il sono un po' perso. Ragazzi, scusate, ma ho perso un po' il di quello che stavo dicendo benissimo, benissimo. Ma la sensazione che che che possa esserci un tipo di turismo che posso sta sta non potevi aggiungere qualcosa? Si, beh, provo aggiungere qualcosa e vediamo se stava prima, sennò la mia domanda mia magrissima si sta un po' di tutto, soprattutto come seconda. Dopo ti chiedo come la incuriosiva quel discorso che tu sentivi meno il discorso nazionale. Se sentivi più il discorso europeo, posso metterla proprio in quei termini che che che allora diciamo una cosa è io sono nato vissuto, è cresciuto in Val D'ossola, in un altro villaggio più a nord e sono cresciuto pensando che la Val D'ossola fosse un luogo effettivamente alla periferia di tutti i grandi flussi o discorsi, quindi molto, molto esterno alle aree metropolitane. In realtà è è è effettivamente così per certi versi, ma allo stesso tempo mi sono anche reso conto che grazie ai collegamenti ferroviari, ma anche alla vicinanza all'aeroporto di Milano, la Val d'ossola eh all'interno al centro di una area di comunicazione europea molto è ampia, che può anche nel futuro garantire un rappresentare un punto di interesse e di forza di questa. Di questa valle hai fatto bene, va bene si', ma la risposta che sta guidando è risposto anche alla mia di domanda quindi va bene che qualcosa non ti abbiamo chiesto che vorrei approfondire. Vediamo sempre utile dire delle cose che poi però in realtà mi accorgo magari dopo che avrei potuto dire questa cosa qua ma no, non mi viene in mente niente. Sì, o l'abbiamo detto però l'importanza dell' insegnare ai ragazzi la riscoperta di comunque metodi tradizionali cosa cosa volete trasmettere al di là delle delle pratiche della degli aspetti più tecnici ma proprio a livello? A una cosa ma aggancio questo non so se abbiamo detto la risposta puliti ragazzi sento quando vanno via, come se si prendono in testa per un tema del genere? Si, certo, perché è importante insegnare ad una ragazza la riscoperta della tradizione è il film ok. Rispetto alla mia esperienza qui a gash durante i laboratori estivi posso dire che dare la possibilità a un agli studenti universitari di partecipare a percorsi di studio e di lavoro di questo tipo ha diversi significati è sicuramente cioè quello che è più tecnico legato alla all' oggetto di studio, ma allo stesso tempo è anche la necessità di toccare con mano gli oggetti e questo secondo me oggi sta iniziando a diventi divenire una carenza a livello accademico diffusa. Ma non sono solo io a dirlo, sono alcuni professori stessi dell'università che mi riportano questo dato e quindi ciel esigenza di creare opportunità di approfondimento esterne alla alle accademiche che abbiano una connotazione molto pratica per quanto riguarda i percorsi di studio in architettura, ingegneria, anche l'utilizzo, sempre più spinto di software di modellazione che hanno una serie di vantaggi infiniti. Ovviamente, però, creano ancor più facilmente modelli e mondi virtuali che realmente devono calarsi nella realtà. Allora il fatto di ospitare degli studenti e metterli così passatemi il termine duramente a confronto con la realtà, lascia loro una dimensione molto, molto concreta e reale di questa esperienza. La mettono nello zaino e poi ognuno di loro la utilizzerai, la e la spenderà come come meglio crederà anche per altri tipi di università, magari meno tecniche. Lane la possibilità di dare a degli studenti l'occasione di costruire qualcosa con le proprie mani può sembrare banale, ma non lo è. Mi viene da citare una una persona che ho avuto la fortuna di conoscere che Pinuccio Sciola, che è un artista sardo che diceva Bisogna riappropriarsi dell'uso delle proprie mani, perché qualsiasi possa essere il lavoro che una persona fa, anche prettamente intellettuale. Questo non esclude effettivamente la le esigenza o anche il piacere di poter produrre qualcosa con le proprie mani. E per noi questo è quello che succede durante anche le attività di studio. Qua è chiaro che un manufatto deve essere fatto a regola d'arte e deve essere fatto per poter durare nei secoli. Ma allo stesso tempo siamo pronti ad accettare alcune piccole imperfezioni di un manufatto, ma allo stesso tempo dare ad ogni singolo partecipante l'opportunità di farlo e non dimostrare a lui come si fa. E questo è l'elemento più forte che ci ripaga ampiamente dai dai sorrisi e dall'energia e dalla forza che accade in un gruppo al termine di un lavoro di dieci giorni e quindi ci si saluta con un abbraccio che ha un significato molto particolare. Ti fai un'ultima domanda che la domanda che facciamo a tutti al termine dell'intervista che cos'è per te l'italia che cambia. Ma la risposta non deve avere a che fare col nostro progetto giornalistico, ma proprio in senso più ampio. Cosa ti trasmette? Può iniziare con per me l'italia che cambia per me l'italia che cambia è il concretizzarsi dell' era della consapevolezza, tutto si trasforma molto rapidamente. Siamo oggi figli di un qualcosa che mi piace immaginare, come la consapevolezza di dover cancellare e tenere qualcosa dal nostro passato e di doverlo traghettare verso il futuro in modo positivo. Io sono tremendamente ottimista nella vita. Per fortuna e purtroppo e questo mi permette di poter osservare negli occhi di tanti ragazzi che incontro qua la la voglia di cambiare, cambiare in positivo. Grazie, grazie mille. per quel posto. Quindi vi faccio le domande. Voi guardate sempre me, guardate in camera, ma poi la mia voce fortunatamente verrà tagliata E c se avete soltanto voi nel video quando faccio le domande, se potete rispondermi e ripetendo la domanda, cioè tipo dove ci troviamo, ci troviamo, ok, se magari rispondete solo a casa nostra, si capisce che ok, poi è molto probabile che anche Paula incuriosita quindi di fare delle domande anche lui è che se che dobbiamo interrompiamo un attimo. Ma ma è chiedo per me il nome e cognome Stefano Perry Paola Treves. E non ha un nome, questo progetto, vero? Oh, ciao. Il nome borgata borgata con che In questo momento l'unico posto dove ne parliamo, abbiamo detto prima. Lei è su Instagram e abbiamo una pagina che si chiama borgata. Perfetto. Dunque nel sottopancia che sarebbe quando compare il nome e cognome del video? Stiamo borgata va benissimo il ruolo di architetti. Siamo architetti. Lei architetto registrato. Io sarei anch'io architetto, ma in questo caso non ci interessa. Magari c' è bisogno di energia che si, quando volete, io aspetta che venga il telefono che sapevo che succedeva. Come messa gne gne gne eh? No, no. Sì, sì, Va bene. Ok. Io so tutto. Ci sono, ma subito io ho staccato la luce questa davanti apposta. Così non la guardate. Buono è ok, Va bene. Dove ci troviamo? Ci troviamo nel comune di Alaska. Castiglione, in provincia di Verbania. E precisamente siamo Vallanzasca in Val D'ossola. É questa la borgata Coletta fa parte di un sistema di costellazioni di piccole borgate distribuite nel nostro comune e affiancata a quella di Olin o che è un borgo molto più grande. Storicamente era molto piu', molto piu' abitato. E questa era questa è una tipica borgata agricola essenzialmente agricola nei mesi estivi. Ok, se magari ci raccontate qualcosa rispetto a come questo luogo che cosa? Anche perché non non ci è mai stato uno conosce Che cosa c'è qui a che altezza siamo? Allora siamo quasi novecento metri, eh? Sono degli edifici rurali. Un piccolo nucleo. Ad oggi ci sono tre edifici in piedi. Quattro edifici è molti invece sono rudere. Ed è un sistema di eh gli edifici intorno a un territorio fortemente terrazzato che storicamente era, è utilizzato per l'agricoltura e invece oggi è completamente abbandonato. In non è non è più utilizzato a questo scopo e nulla non ok rispetto a questo luogo, il discorso anche dello spopolamento. Magari ci raccontate un po' qual è anche la storia, quindi tutto quello che ci avete detto prima sulla devianti cercano insomma in passato poi, per aversi ipoteticamente fino agli anni cinquanta, questo comune contava qualche migliaio di abitanti, eh, ma lo stile di vita era completamente diverso. Erano tutti distribuiti, ovviamente in inverno si sfruttavano le derrate alimentari prodotte durante l'estate in questi luoghi, quindi era facilissimo trovare gente in queste borgate in qualsiasi periodo dell'anno che non fosse l'inverno, perché giustamente si sfruttava al massimo lo spazio coltivabile su terrazzamenti e quel poco bestiame che si poteva si riusciva ad allevare e poi giustamente, con l'arrivo del pò della modernità del è il passaggio della guerra ha fatto, ma ha fatto sì che le persone si spostassero in fondo vale cambiasse definitivamente il il modo di vivere, anche il modo di avere un introito, ovvero andare nelle fabbriche, nella vicina pianura e quindi dagli anni sessanta questi luoghi che sono stanno sono cominciati a spopolare. Questo nel preciso nel millenovecento settantuno che abbiamo ancora una testimonianza diretta che riesce a ancora dirci molte informazioni su questo e adesso sono quest'anno. Cade il cinquantenne cinquantenario giusto di quando è stato abbandonato ufficialmente si' i Questo insomma ok è una cosa di essere alla tua sinistra. Solo che un po' è naturale ma questa lingua da due perfetti ma sono anche piu' Arriva l'acqua stiamo leggendo magari se ci raccontate qualcosa di voi quindi dove vivete, eh? Quello che mi sembra interessante, magari di raccontare che vi caratterizza è anche poi legato al fatto di di venire qui e penso normale, questo luogo Ok, va bene che siamo due architetti, non ho studiato architettura e ci siamo conosciuti qui in Val D'ossola tramite Cash, il villaggio laboratorio e niente da lì è nato in modo molto naturale. L'idea di fare qualcosa in questo luogo e adesso ce ne occupiamo, diciamo nel tempo libero perché noi di fatto lavoriamo già a Torino e siamo siamo fissi giù. É però quando possiamo, nei weekend, nei periodi liberi veniamo No, veniamo qua, cerchiamo di sistemare É questa l'idea di mettere a posto questo luogo, appunto in modo molto naturale, perché lui è di qui e io sono sempre stata abituata ad andare in montagna. Abbiamo nella mia famiglia una borgata da tutt'altra parte, ma comunque sempre sempre di montagna si parla e quindi c' era questa cosa in comune che ci che ci ha legato un po' di più eh abbiamo iniziato di passare, abbiamo deciso di passare il tempo che di divertirci perché sembra un po' da folli, ma ci divertiamo a a tenere in ordine un po', un posto diciamo ci ci dispiaceva vederlo completamente risucchiato dal bosco è spesso andiamo a camminare in montagna e e quando ci incontriamo delle borgate abbandonate crollate un po' perché forse siamo le abbiamo studiate certe cose, quindi magari ci vediamo piu' sotto l'occhio dell'architetto quindi ci incuriosisce altre volte, semplicemente perché ci piace capire come veniva utilizzato quel posto. Così ci ci dispiace sempre un po' vederle vederle così abbandonata a se stessa. E poi è ovvio che non è pensabile recuperare tutto il patrimonio che abbiamo in italia è immenso, però qua ne abbiamo avuto opportunità, quindi toccare con mano. E poi, come diceva paola, essendo avendo un po' l'occhio adesso su l'occhio architettonico diciamo a ogni volta che facciamo una pulizia o sistemiamo qualcosa troviamo un piccolo dettaglio che racconta una storia che magari ha davvero dei secoli indietro e riusciamo anche non adattarlo però a scoprire cosa facevano lì. Cosa si facevano con questo arnese che salta fuori da un mucchio di sassi a terra? Perché questo travel hanno messo così? Sembrano cose ma approfondendo le sono molto appassionanti. Eccolo. Ecco, su questo non puoi riassumendo quello che ci avete raccontato prima in passato, che attività si svolgevano qui, qui in questo in questa precisa borgata. Ma come quasi tutte quelle del nel nostro paese, o comunque in queste vallate è durante il periodo estivo si praticava molta fin ragione per poterlo poi stoccare in questi questi grossi fienili da poter poi questo fieno. Poi poteva essere utilizzato l'anno successivo e poi c'era molta orticoltura. Essendo in verticale, questo territorio era molto terrazzato, quindi si sfruttava ogni centimetro coltivabile. Quindi si' trattava di leguminose, patate, se si riusciva anche a fare la segale, a volte anche il grano. Molto difficile a queste, a queste temperature queste altitudini. Ma si riusciva che in era questo il ciclo era questo. E poi, non appena sopraggiungeva, l'autunno la gente si quello che produceva se lo portava in paese e ricominciava così ogni anno era sempre lo stesso giro sopravvivevano, vivevano. É una comunità unita. E questo caratteristica inoltre di questi luoghi, come vedevamo prima, il è un forno. Ogni ogni borgata borgo aveva un forno centrale che era un forno comunitario che tutti utilizzavano per poter cuocersi speciale maggiormente il pane si riusciva a cuocere il pane o altre cose. Adesso documentazione non ce n'è. Però se era sicuro, erano anche bei bei momenti ebrei nei momenti di scambio per questa gente che magari faticava tutto il giorno si trovavano, cucinavano. Ed era un momento anche sicuro di comunità di felicità. Perché Sì, esatto. È appunto raccontavi prima che quando eri piccolo venivi qui. Magari potrebbe essere carino dire qualcosa su questo. Durante la mia infanzia venivo spesso qui con i miei genitori e soprattutto la mia nonna, la mia zia che questo luogo hanno vissuto praticamente per tutta la loro vita. È oltre questo luogo ce n'è altri che ho vissuto nella nostra vallata, però e questo è uno di quelli a cui sono più legato giustamente vederlo così, eh? Abbandonato non non mi sembrava giusto, quindi abbiamo proprio voluto riportarlo almeno a vederlo come era quando avevo otto anni. È stato bellissimo di vedere i prati Veder scomparire questo bosco che coprirà tutti i tetti è stato l'anno scorso Ho tolto l'ultimo albero lì davanti e poi passato lo sguardo di quando avevo otto anni. È stata una cosa pazzesca. Mmm beh, poi ci sono un'altra borgata che frequentiamo è stata completamente restaurata negli anni ottanta ad altre famiglie più la mia é qui di fronte al paese. Beh, inutile quando ci sei dentro queste cose le vivi, le le sempre vissute e ci starai sempre. Non so come dire Okay, eh, benissimo. Magari se ci raccontate un po' come sono stati trovati qui gli spazi? Scusa, Che hai detto? Che magari le funzioni che c' erano si. Ah, ok. Eh vabbè. Principalmente le case hanno degli spazi che si ripetono, quindi c' è il piano della stalla. Il piano piu' di abitazione e il piano dei fienili sono più o meno aperti in base base all'edificio però comunque il piano di sottotetto, in generalmente piano del fienile. E poi ci sono degli edifici minori che venivano utilizzati per è fare il formaggio o per essiccare le castagne. Qui in questa zona ci sono molti, molti castagneti, soprattutto in giù, verso lino. Ci sono appunto castagneti da frutto, piante piantate apposta per raccogliere castagne e venivano essiccati e ed era la farina maggiormente utilizzata e niente poi si d d d essiccatoio abbiamo noi abbiamo principalmente ne abbiamo solo più uno in come testimonianza. In realtà un paio di dei ruderi che ci sono sembrerebbero avere delle tracce di che ci fanno pensare che potessero essere usati anche per quello, per quella funzione lì e nulla. Quindi le stalle sono piccole perché ogni famiglia aveva poche bestie. Non è non è ovviamente non sono le stalle a cui siamo abituati oggigiorno gli allevamenti ognuno aveva poche bestie ed era sufficiente per auto sostentarsi. Eh sì, poi vabbè, nello specifico di mia zia gli utilizzi sono stati un po' piu' flessibili. Avendo meno animali aveva trasformato una stalla in piccolo piccolo cucinino, aveva ripulito tutto e gli animali stavano altrove che aveva sfruttato più spazio possibile perché erano ambienti molto piccoli. Però sì, una conformazione è questa, diciamo di si ripete parecchio, insomma, nelle borgate ok a livello delle strutture, quindi. Ma sono strutture. Le strutture sono tradizionali, nel senso che è ovviamente una costruzione in pietra a secco. E sono povere, non hanno particolari decorazioni non hanno particolari. Sta venendo che fai la pipì addosso? No, vabbè, no, quello non è un problema in più per la montagna. Si chiama la colma colma. Perfetto. Dovevamo rimasti, ma si è del posto che state raccontando? Che magari se se ci raccontate un po' come come sviluppato? Quindi E la spazio. Ah, sì, quella cosa li stava dicendo? Non vuoi che cnn? Sono case rurali principalmente. E non sono particolarmente ricche. Dettagli i dettagli che rendono un po' più dire nobili, magari freschi, signorina. E sono molto semplici, eh? Sono ambienti abbastanza ripetitivi, nel senso che quasi tutte le case hanno una stalla, è lo spazio di abitazione e finire al livello del sottotetto. E poi la abbiamo, cioè una possibilità di più piccole e un essiccatoio veniva utilizzata sia per fare formaggio che appunto per essiccare le castagne, che in questa zona sono una cosa abbastanza comune e nulla l'architettura un'architettura povera muri a secco che il legno è tradizionali. Implode quindi molto, molto semplice. Ehm una inserito in uno spazio, come diceva prima Stefano. Molto un ambiente terrazzato, perché comunque la montagna abbastanza in picchiata, diciamo la valle molto stretta e quindi sono comunissimi. È molto comune trovare questi terrazzamenti sempre fatti in pietra a secco e niente molto semplice che magari in qualche ambiente nei secoli chi riusciva a permetterselo diceva magari a a placare gli interni a calce che era un po' più costosa. Infatti nell' ottocento c' è l'indizio che utilizzasse molto di più la calce, almeno negli ambienti in cui si dormiva e si non riusciva a pernottare comunque dove si viveva, Perché altrimenti era se non proprio una baita con degli spifferi. Quindi se no sera una un'architettura molto semplice come le vite che che vivevano questi i nostri antenati. Ok, quanto tempo fa avete deciso iniziato a lavorare per, diciamo trasformare questo luogo. Abbiamo cominciato su questo luogo a metterci l'occhio. Quattro anni fa abbiamo svuotato un piccolo per una tettoia qui che stava crollando in qui abbiamo un passo dopo l'altro piano piano siamo abbiamo deciso di pulirlo sempre di più, sempre di più, sempre più curiosi di liberarlo appunto dalla vegetazione che ormai diventava veramente è incontenibile, ci stava ricoprendo tutto. E poi ogni metro quadro di muro pulito che usciva, ogni muretto che scoprì vam ogni ogni angolino che scopriamo allora ci ha convinto sempre di più a a voler pulire, voler pensare a, a dargli un'idea di futuro a questo posto. Insomma sì, è un processo molto lento, però abbiamo appunto iniziato ai turni esterni pulendo la vegetazione, i robby, tutto quello che era stato appunto dall'abbandono eh abbiamo quindi ripristinato un po' i prati iniziato a costruire, ricostruire qualche muro anche facendoci dove diciamo non arriviamo facendoci aiutare magari un artigiano del posto per per avere una mano in piu' e abbiamo pulito un po' gli interni anche per capire lo stato di conservazione che in cui erano per esempio, per vedere se se i tetti erano in buone condizioni e capire un po' le urgenze a livello di proprio di conservazione e niente. Quindi abbiamo iniziato con quello che era costo zero o quindi dove ci voleva soltanto il nostro lavoro e adesso stiamo iniziando ad affinare un po' l'idea di capire da dove partire con quegli spazi da sistemare. Ehm a nulla sono si sono ormai tre anni pieni, diciamo in cui lei mi chiama nel suo tempo libero ha questo posto ok il nostro tempo libero e mi raccontate nei weekend insomma sì, vediamo su principalmente nei weekend vabbè, il periodo estivo, magari un po' più flessibile. Ferie periodo di festa l'ultimo lockdown il primo lockdown non l'ultimo è stato quello più sfruttato in termini di tempo. Invece di stressarsi sui sugli impegni cittadini abbiamo dedicato moltissimo tempo a questo luogo. Abbiamo costruito una piccola strada sterrata, abbiamo finito dei lavori che avevamo indietro abbiamo finito di disboscare l'intorno abbiamo ho fatto dei muri, è stato il tempo meglio vissuto di tutti è ok mi sembra interessante anche la cosa che ci fate dove il discorso di se siete voi che vi occupate appunto di lavorare qui da soli se avete un'auto da qualcun altro e nello specifico il discorso anche dell'artigiano locale proprio per la condanna di conoscenze si è abbiamo deciso che se dovessimo per caso eh, fare un piccolo restauro, una ricostruzione nel nucleo delle case nell'intorno delle case se abbiamo deciso di affidarci a delle mani esperte. Quindi artigiani é strettamente locali è ultimamente abbiamo contattato uno del nostro paese che è venuto a farci un muro, un grosso muro qui sotto che necessitava assolutamente di essere ricostruito. Così qualcosa riusciamo anche a carpire qualche trucchetto e soprattutto l'intervento rimane locale rimane del paese diciamo ci si aiuta qui come comunità sempre diciamo e si mantiene l'aspetto quello che vorremmo mantenere il più possibile l'aspetto originale del posto, quindi con le tecniche tradizionali, con mantenendo riferendo i materiali dove è possibile? Eh, appunto lasciare un involucro esterno il più possibile fedele alla storia che a questo luogo. Poi gli interni, in base alle funzioni che avranno cosa decideremo? Cosa riusciremo a fare? Ovviamente avranno degli adattamenti, delle comodità in più rispetto alla vita che facciamo una volta però. Ma questa cosa è il livello di costi, appunto. Tutto il discorso era stato l'ente dolente ok tutto quello che viene al di là della costo zero dell'anno eh fu difficilissimo. Ma no, dove è possibile mettiamo noi la nostra forza, che sia pulire un muro franato, che sia svuotare un tetto, che sia fare il più possibile quello quello che possiamo con le nostre maglie. Il tutto per un aspetto ovviamente economico, ma poi anche perché è una forma anche l'insegnamento anche quella più chili. Esatto. Anche pulire una cosa, smontarla, ricostruirla. Ci è capitato per tutti. Tutti i casi è sempre successo che ti guardi dal giorno alla dal giorno prima. Il giorno dopo guardi il risultato è troppo appagante quello che che fa esatto, invece quello non si parla. Quando si va a toccare un pochino più l'idea proprio di sistemare la lavori un po' più grossi, ovviamente risparmi comunque lavoriamo, quindi abbiamo il nostro piccolo gruzzolo cnn e poi non so, stiamo cercando stiamo diciamo toccando l'idea di fare un crowdfunding, quindi stiamo cercando di capire se è una cosa fattibile, come poterlo portare avanti. Ora non so se questa cosa no è ancora un'idea, perché no? Per noi sono tanti, tanti soldi, magari tante risorse che servono però c'è anche tanta gente che diciamo è appassito, diciamo vuole darti una mano in qualche modo appassionata, magari questi temi, quindi tante piccole formiche alla fine quando il formicaio quindi quella è un'idea stiamo cercando di vagliare. Ora è ancora un po' allo stato embrionale che quante cose? Beh, indicativamente non stima senza trecentosessanta mila che si ricostruisce tutto, ma poi dovuti a tutti come se fossero questi che però ma no l'idea di crowfunding molto molto più modesto. Ma diciamo che mi sto a vedere dei preventivi per rispetto per le cose più urgenti. Sono ovviamente cifre contenute perché è un lavoro piccolo, pero' comunque che succede? Ovviamente l'artigiano che va a parte che non lavori faticosi, quindi è giusto ripagarli E poi ha un costo oggettivo di manodopera. Certo. Eh no, lo prendo magari una domanda piu' sognante, ovvero che cosa vi immaginate qui? Come la sua mozione? Che cosa vorreste vedere un giorno come tu non siamo un attimo no, ma ma l'idea l'immediato è che appunto abbiamo iniziato a mettere. Avevo un piccolo chiaro ci piacerebbe creare un punto di appoggio per questa piccola attività, quindi mettere un laboratorio in un posto dove poter lavorare, insomma, si' fare da un punto di riferimento per questa questa idea di agricoltura. E poi di sicuro uno spazio per noi per poter godere al meglio, andare sempre scendere e andare a dormire giù. E poi magari un futuro, cioè proprio sognando un futuro da piccola accoglienza si' sempre associato alle abitudini rurali che un posto così può offrire. Balenato tante cose in testa. Per esempio non ho un piano didattico, potrebbe essere molto interessante far vedere ai bambini e ragazzi o anche agli adulti che vogliono, magari introduce le attività, eh, però si è anche un piccolo produttivo agricolo. Non sarebbe male lo spazio ceh prima c' è finché sarebbe per ascoltare. Poi, essendo comunque lungo la gta passa passa tanta le domeniche che stiamo qua a lavorare spesso ci capita senti, sei lì concentrato e capita qualche passo. Agente, ti saluta tanto viavai di persone, quindi comunque è un bel punto di appoggio. Potrebbe essere una cosa interessante da sviluppare, diciamo anche nel video del gps. Devi sentirlo, sono il sentiero GTA è un sentiero che taglia tutto il piemonte sostanzialmente é fa parte, si inserisce, si chiama grande attraverso delle altre appunto. GTA è parte dal nord Piemonte e taglia tutto la costa alpina eh si inserisce all'interno del sentiero italia. In realtà c'è un sentiero molto più ampio che appunto percorre tutta tutta l'italia agli appennini è ora è diventato anche stato se non sbaglio rima rappata, diciamo da poco è stato ritracciato. Ci sono varie iniziative di ragazzi che hanno percorso tutto sia solo per contestualizzare. Ok, passala gta! Grazie Più che sufficiente. Ehi, ragazzi, andiamo. Grazie, é ok e no, ma potrebbe essere interessante anche un po' disperso di cosa significa per poi l'idea del piano specifico che si sottolinea comunque spostarsi dalla città alla montagna. Quindi fare questa scelta approfondendo la e anche questo è perché voi non volete per l'inverno. Ancora non siete convinti. Puoi spostarti qua, magari vive questo posto sempre più gradualmente, no? Ehm così come stanno avanzando i lavori in modo graduale. Anche noi gradualmente stiamo iniziando a vivere questo posto. In questo momento stiamo viviamo a Torino, però é quasi una necessità. Oltre a venire non posso così, nel senso staccare un attimo dalla frenesia della città, dal ritmo del lavoro. E poi hanno anche avanzano i lavori, valuteremo, capiremo come poter vivere questo posto sicuro. Il oggigiorno si può andare avanti indietro. Si può decidere di stare fissi. Qua si può lavorare in smart working anche il tipo di lavoro che facciamo, essendo comunque in studio architetti, magari sei più flessibile che essere un operaio. Banalmente no. Quindi si' per ora non io non la vedo tanto come un venire a vivere in montagna, nel senso che io in montagna ci sono sempre andata. Non è un cambiamento. Metto certo, è un cambiamento, però è una cosa per me è abbastanza naturale. Il sabato vado errato in montagna, prendo quando lo zaino e quegli scarponi vado in montagna non è un una cosa che un giorno ho deciso faccio quello cambia tutto. Quello quindi sta sta avvenendo in modo molto naturale, credo sicuramente lui. Per me tornare in montagna si è sempre stato, ci sono nato e cresciuto. Poi l'ho lasciata per motivi vari di lavoro, di vita, è però tornare sempre a casa, sempre per la sensibilità che o sentire i suoni, sentire il silenzio, il fresco la' sentirla è un tatto diverso di tutto ciò che ti circonda. Diverso che almeno per me, stare in città quindi è tutta un'altra. Cosa, quindi? Si, certo. Ho bisogno di silenzio. Il bisogno di risistemare i pensieri, magari di lavorare anche con le mani invece che stare seduti, fa fatica una fatica diversa. Una fatica corporea è tutta un'altra. Cosa? Sì, a volte è più molto, molto profondo bisogno di tornare. É una cosa interessante che tante persone di fatto magari c'è chi vive anche in altri contesti che vuoi, avendo posti come questi dire no in mezzo, in mezzo al nulla si'. Sarebbe bello capire un po' per voi, invece qual è la vostra percezione di essere in mezzo al nulla? Invece? Non esserlo. È bello vederti. Ehm sì, è mia la sensazione di essere in un posto nel nulla. Secondo me è molto soggettiva, ma ora ci arriva la strada. Vent'anni fa per esempio non c' era qui la strada, quindi poteva essere davvero un grosso limite. Quindi la considerazione può essere è cambiata ormai se si può arrivare abbastanza dappertutto con dei tempi abbastanza ridotti. Quindi si', sei comunque vicino in macchina, sei comunque vicino al paese, più giù, appunto, la borgata violino e soprattutto nei sabati e le domeniche è abitata. Senti il vociare delle persone. Quindi non non ci ha mai la sensazione di essere un eremita. Nulla è però anche sentirsi ogni tanto nella vita non si sì, a volte è proprio desiderata. Quindi se ci sarà si' bello e fai qualche domanda che è che pietra è questa qua? No, tranquillo. Se la cosa mi domandavo posso dirti che ci sono i fascisti e c' è traccia di mollare. Ma non ho la certezza. Non vorrei dire castronerie, sono meschini che parla. Ma lui che ce le ha detto? Questo è che non avevo mai meglio questo. Ma é é Ma no, penso che sia mezzo punto di domanda. In effetti non abbiamo moltissimo. Eh sì, se ci potete dire qualcosa sulla sulle costellazioni tipiche e magari in generale, che ci sono qui con tutti gli spazi nella pietra si'. Questi edifici sono edifici tradizionali costruiti essenzialmente in pietra e legno. La struttura portante è sempre è in pietra, senza fondazioni. È scava. Una volta si scavava, ehm si scavava il terreno, si trovava questo questo questa sorta di roccia che noi chiamiamo tasso non é il termine tecnico. Non lo conosco, ma è una doccia molto friabile. Se a contatto con l'acqua. Ma sei asciutta. È una roccia di per sé. Quindi le difficili erano costruiti su questa roccia tendenzialmente in pietra. Il tetto è una associazione di legname più lastra di pietra che non le chiamiamo bionde. È legname che veniva utilizzato storicamente il castagno perché ha delle caratteristiche di resistenza e di durabilità ineguagliabili. A volte mm-hm. Il tetto è tipico. È il tipico tetto delle costruzioni tradizionali ossolano senza colmo. È costituito da una una radice posata sulla sull'asse del della parete principale. É una catena che lega i due puntoni inclinati nella costruzione, nel nel sollevamento del tetto. Una struttura secondaria sempre in in travetti, costituiti da piccoli tronchi di castagno che erano dei tempi, Jane. Storicamente venivano tenute su da dei semplici chiodi in maggio ciondolo che era un regno, un regno molto resistente. E poi vi era la posa delle lastre di pietra delle idiote. Come si può vedere, sono praticamente in orizzontale, quindi il peso varia dai quattrocento. Cinquecento chili per metro quadro. Un tetto molto pesante. Un tetto asciutto deve rimanere asciutto. Insomma, i sottotetti fienili dovevano essenzialmente rimanere sempre asciutti per conservare il più possibile rimaneggiamenti. Qui in questo specifico luogo ce ne sono stati. Sono visibili. Ci sono tracce di ricostruzioni del tetto e riposizionamenti di travi prese da altre costruzioni. Perché cambia? Il legno cambia. L'essenza è stato utilizzato. Dell' dice che qui la dice Siamo troppo bassi. Non è presente. Probabilmente è stato portato riutilizzato. Non lo sapremo mai. Sarebbe molto difficile saperlo in niente. Sono le logge. Li terrazzini. Erano tutti costruiti in tavola. In tavola me in travetti di castagno si utilizzava pietra e legname del luogo. Ogni tanto nei boschi si trovano delle cave di nelle vene di sasso tagliate a morsi si trova ancora. Si trovano perfettamente i luoghi in cui si estraeva la pietra. Non potevano fare chilometri. Quindi tagliavano, utilizzavano in loco tutto quello che avevano che ma se vuoi ehi idealizzato il migliore dei mondi possibili viene recuperato tutto. Ma è ci avete anche per quanto riguarda l'inverno qualche timore da parte vostra nel venire a vivere stabilmente qua oppure vi spaventa perché spesso che lascia la città cha paura ok, lascio una cosa che non ho beh, secondo me l'idea di venire a vivere qua tutto l'anno dodici mesi un anno non è fattibile ogni giorno sì, hai sicuramente magari della accortezza in più quando ne quando nemico comunque siamo una quota ancora relativamente bassa. È però capita che quest'anno è stato particolarmente nevoso. La neve sta anche dei mesi, è fattibile. Comunque avendo una strada carrabile si può fare, ci si deve magari organizzare, per carità, con con la spesa. Banalmente però una volta che uno a tutti i servizi necessari la luce l'acqua e hai una casa confortevole, fattibile e si potrebbe benissimo fare sul discorso di vivere qui d'inverno. Il discorso dovrebbe essere molto pragmatico e la decisione dovrebbe essere molto pragmatica, nel senso che ci sono delle difficoltà oggettive del vivere in montagna. È un premier, cioè il clima, una strada come questa deve essere pulita, quindi bisogna prendersene cura. Il riscaldamento e le fatiche di riscaldarsi, portare le cose sicuramente quelle ci sono, eh era una scelta che hanno fatto fino a pochissimo tempo fa, si riuscivano quando non avevano se uno lo vuole fare e al desiderio di stare qua dice dodici mesi l'anno si può fare con un po' di attenzione. Ma ma anche questo è il livello per un discorso di un benessere ambientale, eh il paese principale, castiglione a volte, ma molto tutti gli anni. Manca il sole per quasi un mese perché siamo in basso, siamo nella gola quasi della valle. Qui invece il sole non manca mai tutto l'anno il ventuno dicembre che è il giorno più oscuro dell'anno da noi, cioè sei ore il sole poco però sì, però assurdo sei più isolato, ma se stai meglio che c'e' sono piccolezze, ma che bisogna bisogna viverle, questo bisogna rendersene conto e questo sia qui. Insomma poi si prova. Poi se uno si rende conto che non è cosa sempre in tempo a tornare indietro non è quello, però si può sicuramente fare click. Sono ultimissimi click per recuperare il tutto. Benvenuto. Avete già una passione tutto, ma frequentando magari Canova, i corsi, eccetera aveva dato una spinta ancora in più. Oppure avevate già venivate già qui cronologicamente? Non mi ricordo se è ormai a sul discorso del del partire recuperare è sempre balenato alla mia famiglia in mente una cosa del genere, ma mai concretizzata. Io parlo personalmente quando ho visto Canova quando abbiamo fatto il laboratorio quattro anni fa, mi sono proprio lanciato proprio detto Qualcuno lo sta facendo e tra l'altro vicino a me, carino se vuol dire che qualcosa si muove beh sì, è nato anche molto più coraggio, quello sì, è vero, sì, sicuramente sicuramente una a una passione, magari già un interesse però vedere che qualcuno lo sta facendo e che te lo puo' insegnare quello sicuramente uno stimolo in più, anche potersi confrontare con qualcun altro, che magari ha avuto gli stessi problemi nel prendere un pezzo di terra piuttosto che sistemare un pezzo di casa. Sicuramente uno stimolo, quello sì, sì, sì. Gioie e difficoltà fino a questo momento del percorso e poi facciamo l'ultimo il proprio senso, la gioia difficoltà di questo percorso. Le gioie ce ne sono tantissime, ma anche le difficoltà devono esserci. Se no, prima di tutto non si impara, eh? E non altrimenti non ti stimolerebbe però continuare a migliorarti e sbaglia e più continui a cercare di migliorarti questo sicuro è poi ovvio quando quando gli stress e le problematiche sono tante bisogna poi saperle gestire. Però sì, bisogna buttarsi se partire poi una cosa viene dietro l'altra si ci sono, le fatiche ci sono e però sono il prezzo da pagare per la soddisfazione che poi hai quando vedi qualcosa di anche piccolino. Ma sì, la già le soddisfazioni. La gioia più grande è sicuramente il fatto di vedere qualcosa di concreto, nel senso tutti i giorni uno lavora, magari anche progettiamo qualcosa, magari non lo vedi, non lo realizzi tu concretamente, qui invece ti metti, magari il pomeriggio hai finito il lavoro, quindi lo vedi e lo vedi prima e il dopo é quella è quella è la gioia, sicuramente più poi le difficoltà, la fatica, magari il non riuscire sempre ad avere il tempo, perché magari solo il sabato e la domenica è arrivi la domenica sera che vorrei fare anche quella cosa e non sei riuscita a farla io. Il punto è cercare di contattare, magari proprietari quella persona per chiedergli se col tagliare quell'albero mettersi d'accordo sul fare. Non lo so, per esempio far passare l'acqua. Dobbiamo magari chiedere a qualcuno se va bene, che passi di li' piuttosto che eh confrontarsi anche con la comunità che vive questo posto oltre a noi? No, no, però la popolazione al momento è molto entusiasta. Già devo ammettere che sono molto felici e curiosi. Che domanda é? No, proprio la comunità come la sta prendendo? Collabora pratiche che vengono qualche artigiano avete già? Magari anche se la parte con chi vive qui, appunto avete citato il fatto che cela il peggio potrebbe anche essere interessante, direi. Cnn i vicini, insomma. E anche un po'. La persona del luogo si è i vicini e la popolazione del luogo hanno risposto benissimo alla cosa em giustamente, ma anche per loro vedere di nuovo anche solo queste case da lontano, da un sentiero che erano completamente coperte da un bosco di vederla le ha fatto piacere. Poi giustamente, con molte famiglie devi entrarci in contatto, perché c' è una fase di compravendita. Bisogna chiedere anche il passaggio di certi di certi terrazzi per poter passare col col mezzo. Ma lo sono sempre felici e sono sempre molto sereni e fiduciosi che vado avanti perché a volte quasi malinconico perché loro hanno molti hanno ancora vissuto. Questa fase è la loro fase agricola di questi luoghi poveri. Allora arrivederla. Per loro è molto, molto entusiasmante. Non anche solo vedere un piccolo orizzonte non lo vedevano così da sessant'anni non vedevano una colletta. Così è stato molto interessante questa cosa che che la comunità prezzi e volevo. Ovviamente in un'altra cosa è rispetto al numero degli abitanti sarebbe interessante. Magari viene qui in passato anche anche con te. Quanta popolazione ha avuto questa cagata? E anche ora e anche magari il paese sotto. Quindi un po' per il legame tra i due. Emma riguardo al numero degli abitanti del luogo qui precisamente saprei so che vabbè l'ultima è stata mia zia cinquant'anni fa probabilmente cento anni fa qui sono state venti trenta persone, però erano sempre persone che erano di passaggio perché ho vivevano qui. Perché queste due borgate o lino ed locale erano dice dei borg enormi e che ci vivevano tutto l'anno le persone di idrocarburi, solo famiglie quasi un secolo fa, violino. Poche informazioni, però si è anche olin, era molto molto popolata perché questo uno dei luoghi più pianeggianti tra virgolette della zona. Quindi riuscivano, godevano il più possibile questa agricoltura che riuscivano a fare ma che camminano erano semplici, erano qui, si vedevano tutti i giorni perché le distanze sono veramente minime. Si incrociavano tutti al momento invece fissi, che vivono qui fissi non c' è più nessuno. Ma vivono villeggianti o gente che vive qua sei mesi che sono gli ultimi eredi, i proprietari è solo sì, così insomma abbiamo ultimissima qualcosa. Non abbiamo chiesto che ci volete dire? Ha detto tutto? Mi sembra di sì, sì, okay. L'ultimissima domanda E la domanda che facciamo uguale a tutti ma perché diventa poi la parte conclusiva? Ok del video è lo chiedo prima una pennellata dice tematiche ordine che cos'è per voi quella che cambia non il nostro progetto, ma in generale se potete iniziare rispondendo per me l'italia che cambia Ok, non è per me l'italia che cambia, eh? La voglia di fare nel senso che la gente che ha voglia di fare, di lanciarsi in qualcosa che gli piace, che sia tornare alle origini, che sia iniziare un nuovo progetto, la voglia positiva di fare qualcosa di non seguire il percorso che mi hanno detto che è giusto seguire insomma quello la positività e la voglia di fare per me l'italia che cambia eh credere in quello che si fa è non mollare mai no no, no scusate un attimo per me mai non si vede un no se vuoi aspettare ancora due no chiedere un'altra cosa? Tanto non che il palco della sala grande e che io sono un animo molto sensibile che mi piace mi piace quando vuoi per me l'italia eh scusa scusa se mai è facile per me l'italia che cambia è credere in qualcosa e approfondirla e non fermarsi davanti a niente. Non seguire quello che si sente in giro, credere e magari andare anche un po' più lenti di come si sta andando con i ritmi giusti e godersela senza troppo stress. qua la telecamera non esiste. Le mie domande le taglio, sì, quindi non ci sarà la mia voce, per cui se ti chiedo non so come nasce spremitura bio volessi dirmi spremitura bio va bene esatto. È partita partita. Ti chiedo intanto siccome magari non lo montiamo noi, se ci dice il nome e cognome, cosa scrivere sotto un sottopancia? Si Antonio per ricco titolare di idea toscana ehmm partiamo dall'inizio quindi come nasce che cos'è? Anzi, prima di tutto dove ci troviamo e come nasce cosa? Via toscana va bene. Siamo a Sesto Fiorentino, nella sede di Idea Toscana, la sede marketing della Toscana e la Toscana nasce nel duemila due e un altro un anno palindromo e dall'intenzione di due imprenditori fiorentini di fare una cosa che non c' era quindi di affondare le radici nella vera toscanità di fare un prodotto toscano vero, genuino e riscontrabile, riscontrabile sia toscano che tipo di che tipo di prodotto sente? Cose e e se ti va vai pure tranquillo. Dal duemila e due le varie tappe fino ad oggi. Iniziamo nel duemila due produciamo una linea di cosmetici allora abbastanza innovativa, basata sul recupero della Sapo Neria L'addizionale fiorentina. Proseguiamo fino al circa a produrre per i grandi gruppi americani, con questa idea appunto di fiorentini that recuperando temi quali la la natura vista alla Jim Bold o ma ovviamente moderna con un'immagine. Molto bella era la registrazione della Venere di Botticelli con un marchio si chiamava Le veneri allora e con tutti i frutti e natura toscana, per poi arrivare all' idea che è stata quella che ha fatto svoltare la nostra attività verso una produzione qualitativa fino ad arrivare a produrre prodotti cosmetici biologici con un principio attivo straordinario dell'olio extravergine di oliva toscano Igp biologico. Questa avventura nasce nel da un'idea maturata dalla potenzialità di un principio attivo. È nato tutto di Lee, è stato questo principio attivo e poi ho fatto creare un marchio toscanità pure appunto, Idea Toscana, per creare una cosmetica solo e unicamente vegetale. Quindi si parlava di cosmetica vegetale gia' nel duemila e sei con olio extravergine di oliva toscano Igp. L'idea era molto buona perché questo principio attivo, ricchissimo di polifenoli, tocoferoli, vitamina E in realtà un antiossidante strepitoso, riesce a rallentare l'insorgere delle rughe. Ed è per questo che abbiamo scelto questo principio attivo. Fare questa cosmesi di alta gamma niente l'idea molto buona. Ci troviamo di fronte ad una montagna insormontabile. Era quella dell'autorizzazione ministeriale. Perché per lavorare con un principio attivo denominato nel nostro caso una igp indicazione geografica protetta, avevamo bisogno dell'autorizzazione ministeriale. È lì i tempi delle amministrazioni, quindi diciannove mesi per ottenere l'autorizzazione ministeriale, anche perché spezza una lancia a favore del ministero che allora ci autorizzò. Nessuno, mai nel mondo aveva tentato di fare una cosmetica basata su un principio attivo denominato niente. Nel duemila otto, dopo diciannove mesi di incubazione, riuscimmo a creare il primo prodotto di idea toscana con la linea prima spremitura. Prima spremitura, la parola chiave nel nostro business perché negli anni precedenti era stata abrogata questa parola dall'alimentazione in quanto l'olio non veniva più prodotto per spremitura ma per centrifugati. Quindi noi trovammo questa parola libera, chiediamo l'autorizzazione per poter usare su dei prodotti cosmetici e iniziamo la grande avventura di idea toscana. Prima spremitura, quindi il duemila otto l'uscita del prodotto fra l'altro in concomitanza con i cento anni di vita dello stabilimento di produzione Millenovecento otto duemila otto e poi da lì un crescente successo ricevere oggi esportare il prodotto in trentotto paesi del mondo e la creazione della prima linea a base di olio extravergine di oliva toscano Igp, fino poi al Duemila dieci, dove i clienti stranieri, prevalentemente quelli del Nord Europa, ci chiedevano questo principio attivo nella sua variante biologica. E di conseguenza, di fronte alla scelta se optare per questa canalizzazione oppure no. Scegliemmo non solo di produrre un recepito scan biologico, ma addirittura di togliere gli parlo del duemila otto, dieci anni fa, tutto ciò che di chimico c' erano all'interno delle formulazioni. Quindi già nel duemila dieci noi avevamo prima spremitura creata con le jeep toscano biologico e priva di sls, parabeni, siliconi, coloranti, profumi sintetici non testata sugli animali, quindi ben cinque sei anni prima della legge per obbligo. Adesso i prodotti non possono essere più testati sugli animali. Noi avevamo questa linea testata sugli animali e dermatologicamente testata. Quindi grandi valori, grandi qualità di produzione, per arrivare poi al duemila dodici è stato l'anno della vera svolta. Dove sono uscite due due grandi idee. La prima quella di certificare una linea avviso biologica dall'ente di certificazione in Africa selettivo del mondo che ci ha riconosciuto per la purezza dei nostri formulati, il grado organic perché sapete nel mondo quello che in Italia viene definito biologico vieni denominato organic la definizione giusta tutti i nostri prodotti della linea prima scrittura bio sono oltre il di grano biologico e poi l'altra grande idea quella di entrare nel mondo della è cortesia alberghiera, quindi di essere dei partner per i canti. Non più solo negozianti, erboristerie, farmacie, profumerie, centri benessere o negozi di alimentazione biologica, ma diventare partner del settore della ricettività alberghiera che in toscana insomma, svolge un ruolo molto importante anche sul pil regionale. E avete visto questo connubio di territorio, di qualità, di prodotto e di grande formulazione. Ha avuto poi il successo e secondo noi si meritava e quindi oggi siamo ben contenti di quello che abbiamo fatto. Perfetto em accenni al fatto che è tutta una filiera interno. Insomma seguite tutte le varie fasi. Se vuoi. Mi piacerebbe che ci dicesse il fatto che prima scriveva te. Quello che non c' è la sua confezione. Volentieri, se vuoi bene. Quando partimmo nel duemila otto la linea era una linea chiamiamola oggi convenzionale. Visto che siamo passati al biologico. Io definisco un'altra cosmetica convenzionale come avviene un po' nell'alimentazione no pero'. Non scordiamoci mai ciò che oggi è biologico organic che nel mondo normale dei nostri padri era normale, non c', era la chimica. Fu una rivoluzione, cioè la chimica era il futuro. Finalmente si è capito che un bel ritorno al passato non sarebbe male e oggi addirittura si definisce cio' che è chimico convenzionale e ciò che è biologico, evolutivo. Quindi insomma, ci sono un po' di in merito a questo non si potrebbe parlare molto, ma niente lasciamo, lasciamo sospeso la cosa. Eh niente. Passando dal settore del biologico, noi ci troviamo di fronte a una scelta importante come potevamo far capire al nostro cliente finale che poi è quello che più ci preme colui che prova i nostri prodotti? Qual era la nostra? La nostra volontà era quella di fare dei cosmetici privi di quindi una cosmetica vegetale priva di e quindi inventammo questa dicitura no sui prodotti cosmetici assumendosi la totale responsabilità, perché quello che c'è scritto in etichetta poi è perseguibile per legge. Quindi noi già nel facevamo una cosmetica vegetale priva di quindi no sls, parabeni, siliconi, coloranti, profumi sintetici, isoli la zonin oni é una parola bruttissima, difficile da dirsi, ma che fa parte appunto della chimica e quindi eravamo in totale possesso di una formulazione interamente vegetale. Passare a quella biologica fu un attimo, perché definiti convenzionali, potrebbero essere immediatamente presi come biologici e portati nella linea biologica. E quindi abbiamo due linee prima spremitura per il corpo e una linea da noi dichiarata vegetale senza appunto questi principi attivi chimici e l'altra che prima sutura pa bio denominata dall'ente certificatore. Ultimamente sono usciti un po' di polemiche su questo tema, perché molti produttori, soprattutto nel settore alimentare, hanno un po' troppo forzato. La mano, secondo noi su questo aspetto del no come servire no fosse migliore ai prodotti che non lo dicano, no. E quindi c' è stata una proliferazione di no ogm, no nichel free, no l'olio di palma. Insomma un sacco di cose. Noi ci siamo ritirati a questo punto da questa contain shawn e abbiamo creato una etichetta nuova dove non diciamo più ciò che non mettiamo, ma diciamo esplicitamente ciò che mettiamo. Ma un consiglio per tutte le consumatrici è sempre lo stesso laddove non avete la competenza per leggere linci dei prodotti. Beh, ci sono talmente tante opportunità oggi anche via web. Andate a vedervi cos'è una una rue barbare ncis e non scordatevi mai che i Castor Troy non è l'olio di castoro, ma è un principio assolutamente diverso. È perfetto, se mi dice non fece anche la parte sulla filiera interna che producete. Se vuoi sugli imballaggi, allora il nostro obiettivo primario era quello di avere molto sott'occhio l'intera filiera di produzione. Infatti noi ci troviamo adesso in un mondo in cui quello che viene definito greenwashing ha un valore molto importante, perché purtroppo si tenta di mascherare di verde anche ciò che non lo è. Basta guardare un po', la televisione alla fine adesso sono verdi. Le assicurazioni sono per delle banche, si' si' non c' è più una macchina che non sia verde. Prima le macchine facevano brum verso le macchine, quando passano nei filmati fanno non c' è più rumori, no. Beh, insomma il verde è un colore che non va di moda perché magari ce lo dice Armani il verde, roba vera qui o si diventa averti o non si diventa più nulla. Quindi bisogna capire bene il verde sarà il prossimo colore di tendenza moda non solo per la moda, ma proprio del pianeta e niente. Molti operano questo greenwashing. Chi invece fa come nel caso nostro veramente una cosmetica vegetale. A questi temi ci tiene molto chiaramente l'altro aspetto fondamentale taglia perché non mi ricordo la domanda e tu mi hai fatto gli imballaggi? Sì, no. Quindi tenere sotto controllo tutta la filiera per noi è determinante. E quindi che cosa facciamo? Siamo due soci, un socio produttore fortissimo con un'esperienza ormai centenaria di produzione, prodotto cosmetico che segue tutta la parte della sperimentazione, della ricerca in laboratorio, dei principi attivi e delle formulazioni e poi della costruzione del prodotto cosmetico e l'altra parte che si occupa dell'ideazione del prodotto, della ricerca di marketing e di quello che in termini tecnici viene definito se l'auto se Lynch mettere il prodotto nei negozi e farlo uscire e poi c'è una parte non indifferente che la nuova maniera di prendere il prodotto che non ha più maschile non ha piu', diciamo interlocutori perché va direttamente al pubblico finale è quello del web marketing e quindi nei negozi e-commerce, dove quello che tu dici è facilmente riscontrabile da una rete che qualora tu dici le cose un po' a metà, te lo fa notare immediatamente. Su questo noi abbiamo fatto un bel passo avanti nella qualità della di ciò che produciamo su ciò che ci dicono i consumatori e le facciamo. Abbiamo un ente certificatore terzo che parla di recensioni per noi, quindi non sono recensioni autoprodotte. Sono create dai nostri consumatori, dalle nostre amate clienti che dicano che su un punteggio di cinque stelle noi abbiamo quattro virgola nove con il delle recensioni positive e queste sono soddisfazioni. Il packaging basta okay. Per quanto riguarda invece l'aspetto del packaging, attenzione qui è veramente maiale. Innanzitutto un disciplinare di produzione che determina che l'impatto ambientale del nostro prodotto cosmetico sia il piu' basso possibile. Siamo molto attenti anche all'impronta del carbonio, perché i prodotti si fanno anche eticamente con un'ottica vegetale o biologica, però inevitabilmente devono essere trasportati. Quindi, mentre qui in Toscana rappresentiamo un credo, un fulgido esempio di produzione a chilometro zero, perché l'olio è toscano e viene dai coltivatori toscani, va in uno stabilimento a Fiesole, viene trasformato e viene ridistribuito in Toscana. Quindi si può parlare tranquillamente di chilometro zero e quando il prodotto arriva a Sidney il chilometro zero lo abbiamo perso e quindi abbiamo instaurato un processo di revisione dei nostri prodotti e siamo passati nella linea certificata bio dal fare le creme in vasetti di vetro a fare le creme in monodose, avendo completamente a cuore l'ambiente perché adesso lo stesso prodotto e prima pensava su duecento trenta grammi, adesso pesa centoventi grammi, quindi quasi un terzo, avendo abolito completamente la filiera di produzione di stoccaggio di riciclaggio del vetro. É il periodo residuo quello da smaltire. Oggi pesa il cinquanta percento del vecchio tappo in plastica e di questo siamo estremamente contenti. Oltretutto abbiamo tenuto in grande conto la igiene del prodotto e quindi la sicurezza della nostra cliente. Perché se siamo passati al mono dose per i prodotti viso e quindi la signora che usa i nostri prodotti tutte le mattine apre un prodotto fresco come fatto lo stesso giorno dalla fabbrica e soprattutto fa' un residuo che è veramente bassissimo e di questo siamo molto contenti. Cosa volete fare da grandi? Vorremmo innanzitutto che molti seguissero la strada che si è preso noi, che è quello del rispetto ambientale. Vorremmo che la cosmetica definita oggi convenzionale a base dei principi attivi, no, se non scomparisse quantomeno fosse non più determinante come adesso e vorremmo appunto dell'impatto ambientale si riducesse questo, fondamentalmente quello che chiediamo a noi stessi da riversare sul nostro prodotto. Per quanto riguarda poi l'aspetto del business e niente, i paesi conquistati sono molti. Vorremmo che all'interno di questi paesi sempre più clienti acquistasse del nostro prodotto. Non è solo, ripeto, una questione economica. Noi si pensa di lasciare meno traccia di carbonio e magari un po' piu' di traccia di toscanità a giro per il mondo del quale insomma l'essere toscani per noi non è una cosa secondaria. Siamo abbastanza fieri di questa nostra origine. Perché hai quella frase di Einstein questo è un monito, perché secondo me e più faticoso pensare a quanto sia difficile farcela che a provarci. E quindi se ognuno di noi provasse a farcela invece a dire che è impossibile io penso che è impossibile sia l'ultima ratio dopo uno che ci ha provato e dice che non ce l'ho fatta. Però non era impossibile, non ce l'hai fa l'impossibile dove ci sia qua Roma eh, aspetta tutto questo se non parlo era strana, non mi piaceva molto la cosa che avevi condiviso prima. Cioè l'aspetto della voglia anche di condividere determinate informazioni in modo che altri possano anche prendere una d. Magari se vuoi io sono io sono un assiduo lettore. Tra le cose che mi piace fare extra lavoro, oltre a essere un sommelier della fisar, sono anche un assiduo lettore. È uno scrittore che particolarmente mi ha colpito anche negli anni della gioventù che Ernest Hemingway no e nessuno di noi è un'isola. Nessuno di noi è un'isola, quindi quando mi sono posto quest'obiettivo speravo di fare qualcosa che poi potesse essere proseguito e infatti in maniera credo generosa, eh? Abbiamo costruito il disciplinare per la produzione dei cosmetici a base di olio extravergine d'oliva toscano, igp biologico. Qualcuno ci sta seguendo in maniera lecita, ovviamente, perché molti altri hanno scelto la strada della falsa conoscenza. Quindi usano le diciture sul prodotto che sanno di toscano, ma non lo sono invece una strada unica che quella della realtà. Niente. Basta entrare in contatto con il Consorzio per la tutela delle Igp toscano per fare una cosmetica reale vera a base di questo principio attivo, naturale, straordinario, che darà delle grandi soddisfazioni a chi lo usa. Siamo stati i primi, ma non per questo geloso di ciò che abbiamo fatto. Quando cioè innovazione. Secondo me é importante la traccia che uno lascia perché il fenomeno del succhia rosa per poi uscire e fare la volata. Non lo trovo etico, però insomma io penso che fare gruppo come fanno i ciclisti e darsi il cambio un po' per una faccia bene a tutti fondamentalmente é quindi la condivisione secondo me una ricchezza, non un qualcosa che si è tolta un'azienda per darla a un'altra. Quando qualcuno trova di qualcosa di innovativo, propositivo secondo me è lecito che ci sia lo spazio per tutti. Non abbiamo tutti i nostri incontri chiedendo cos'è per te l'italia che cambia non il nostro progetto, ma il concetto. Quindici per favore per me l'italia cambia tutto fondamentalmente lo assumerei in due cose per me l'italia che cambia è innanzitutto la mentalità di capire che noi facciamo la reale differenza quando andiamo a comprare che quando andiamo a votare è sicuramente il votare è una cosa straordinaria che abbiamo conquistato e che quindi trovo sciocco non andare a votare indipendentemente da uno che non si trovi poi nei parametri di chi più chi meno è un diritto acquisito e quindi va esercitato. Però credo che il vero voto noi lo esprimiamo no nell'urna, ma davanti magari a una scaffalatura di un supermercato, di una boutique quando scegliamo un prodotto o un tessuto o manufatto prodotto in maniera etica. Cenno questa è la prima cosa é la seconda l'italia che cambia per me l'italia che cambia in realtà dovrebbe proprio cambiare. Mi spiego meglio l'italia ci è stata consegnata da quelli che l'hanno fatta prima di noi pressione perfetta l'abbiamo cambiata ce l'abbiamo inseguito probabilmente uno schema anche industriale che forse non era nelle corde di questo paese. Io vedo l'italia che cambia con con non le ha di moody's ma con le acque secondo me ci meritiamo il paese e quindi l'agricoltura l'hr te' l'alimentazione secondo me noi siamo questi che egoisticamente da italiano dicono che forse questo dovrebbe essere il paese. Io sono un conterraneo di collodi. Secondo me l'italia dovrebbe essere un paese dei balocchi. Si lavora in tutte le altre parti del mondo. E se poi tu vuoi veramente stare bene di crearti venire in un posto davvero dove si mangia bene si vive bene della bella aria, cioè il mare ci sono i motori dove c' è tutto in realtà beh, lavora pure fuori e vieni a fare le vacanze in italia e forse potrebbe essere un modello di business da attuare e potrebbe preservare questo paese anche da contaminazioni e recuperare un po', quello che i nostri ci avevano lasciato. Io abito in Toscana, come sapete, il clan Skip della campagna toscana non è dato da Dio. Gli ulivi, i cipressi, le viti solari sono Pam Panorama fortemente antropizzato. Dall'uomo forse è un posto dove l'uomo e la natura hanno veramente cominciato a collaborare per dare il meglio di sé. Un po' di Toscana, un po' di iniezione di Toscana giro per buona parte dell'italia secondo me farebbero bene a tutti e da qui il marchio della Toscana, perché questa è l'idea che grazie fantastico, prenda i privilegi. Mani in tasca. I prodotti veramente fatti in Toscana avranno, anzi hanno la possibilità. Da luglio noi l'abbiamo già sulle nostre confezioni la possibilità di apporre un brand che è quello con una mano manina che segnala made in tasca. Quindi fai attenzione questo prodotto è fatto in Toscana mette in tasca. E la dicitura del disciplinare questa mette in tasca né un marchio collettivo che raccoglie le aziende che possono vantare e garantire di svolgere le loro attività in Toscana. Questo brand su un brand molto importante, perché è perché qui si determina chi fa davvero la filiera di produzione in Toscana e chi no e quindi noi va bene. Noi l'abbiamo sposata subito e abbiamo iniziato a metterlo da settembre su tutti i nostri prodotti e via via che finiremo le vecchie confezioni andrà a coronare questa toscanità di prodotto e dare garanzia della filiera di produzione. nome e cognome? Si. Mi chiamo Alessandro Grella nel sottopancia. Cosa vuoi che ci vediamo come ruolo? Sottopancia. Si chiama sottopancia, bello. Mi piace. Sono socio cofondatore di X make. Architetto. Sono sotto fondatori. Grazie. Ok, su. No, no, Io voglio te. Io Così guarda dritto. Bam! Dritto. Balbetto. Va bene, va bene. Okay. Quando volete. Magari silenzio, ci si può sempre. Riesci a metterlo in pasto? Che non si vede una mensola sotto Genova? No, no, A posto. A posto. Benissimo. Bene. Dove ci troviamo? Cito Ci troviamo da ActionAid. Se ci troviamo alla facevo così ci troviamo in Italia, poi a Torino in barriera di Milano, dentro Alex in chat che una ex fabbrica di cavi e siamo dentro Hicks Club Maker Space che la sede di AIDS AIDS che Cos'é x-man ed è un'impresa sociale che si occupa di due cose progettare e costruire already su misura e allestimento di interni. Quindi in inglese fa fornisce il design e interior design e progetta come architetti e designer. E poi costruisce in quanto abbiamo un laboratorio che lavoriamo in legno e i metalli. Quindi noi progettiamo, compreso il materiale, lo trasformiamo e poi andiamo dai nostri clienti. Montiamo oggetto finale che tendenzialmente o un arredo o un allestimento di interni perfetto. Questo è il core business questo il core business. Facciamo tante altre cose che dico dopo, quando quando nascerà Whitman nasce da wow senza andare beh studiamo architettura, design successivamente l'università ci sta un po' stretta, facciamo delle cose nostre fondiamo un'associazione culturale che si occupa di spazio pubblico, partecipazione, inclusione, la progettazione partecipata, autocostruzione. Quindi tendenzialmente progettavamo con i cittadini e costruivamo cose insieme a loro, soprattutto in uno spazio pubblico e oltre avere un ufficio. Avevamo anche un laboratorio. Questa cosa è cresciuta e si è trasformata sempre con questo approccio partecipativo, democratico, inclusivo, sostenibilità in una società un'impresa sociale e ci occupiamo invece al posto di lavorare in esterno per i cittadini. Lavoriamo negli interni per privati o privati cittadini oppure società. Quindi bigby bisogna su Castle nero business business in inglese. Quindi sono società o soggetti privati? Lavoriamo per loro. Perfetto. Ora sì che è come si sviluppa il club. Quali sono gli spazi? Laboratori. Ok. Il club si compone di due spazi principali una è quello più pulito, nel senso che un ufficio diciamo un ufficio e poi l'altro più polveroso che è un laboratorio, è l'ufficio, è composto da si entra cioè una reception, cioè il coworking table, poi c'è un'altra sala, un po' nascosta, nel senso che è un po' dietro a un muro e cioè un'area relax per bimbi l'amate ryo teca questa sala dove siamo adesso? Dove facciamo corsi, organizziamo eventi, una cucina in ufficio é di là. Invece è un po' più facile. Nel senso che ci sono due zone una la falegnameria e l'altra carpenteria dove lavoriamo i metalli. Effetto Mi dicevi che appunto islam ammazzare tutti. In che modo? E? Beh, tutti sì, il club é aperto al pubblico. Ovvero la nostra azienda apre le porte a chiunque, non solo a chi lavora per noi o a voi stessi che lavoriamo, bensì chiunque può entrare dentro e usare o l'ufficio chiaramente più gli spazi laboratoriali per fare le proprie cose. Quindi può costruire, riparare prototipi, pare e chi lo usa o artigiani, quindi per il loro business, per i loro affari. Oppure i privati cittadini che oppure i lobbisti appassionati, gli smanettoni che vogliono fare cose. E questo più o meno il principale target utilizzo dello spazio é una cosa, un po' strana è come se tu andassi da un parrucchiere, chiedessi al parrucchiere Ciao. Posso sedermi sulla tua poltrona? Usare le tue forbici per farmi tagliare i capelli dalla mia fidanzata e lui ti direbbe Ma sei pazzo? Invece noi permettiamo a chiunque di farlo, di usare i nostri spazi, la maggior parte delle nostre macchine per fare i propri affari, anche affari di denaro, nel senso per vendere le cose che costruisce. Che cosa si costruisce, ad esempio cosa costruiscono loro? Cosa costruiamo noi tutti? Ok, iniziamo con voi. Ok. Noi principalmente costruiamo mobili su misura abbastanza speciali, perché magari per un mobiletto nascosto in un angolo, la gente vuole risparmiare invece per cose più rappresentative, scenografiche, tavolo, librerie, qualcosa di più importante ci chiama perché su misura o altrimenti spazi interi. Quindi negozi, case ovviamente e uffici. Quindi ci occupiamo di tutto l'aspetto dello spazio, e questo è quello che facciamo noi, principalmente che è anche il core business. Invece gli altri cosa fanno? Di tutto e di più, di tutto e di più. Cioè, questa sembra quasi una leggenda, ma in realtà non è una leggenda, nel senso che questo spazio da ormai da sempre viene utilizzato da una ragazza, anzi, un architetto che ha un il suo business. Si chiama Silvia P. Cari e realizza fornendo lì dei sex toys in legno che ve li vernice, li vende in tutto il mondo, quindi al suo business fa sex toys. E infatti qua molta gente viene nel nostro spazio per vedere questi giochi erotici. E se no un'altra startup costruiva Khan dama che sono che uno yacht giapponese e anche loro lo costruì. Anche loro costruivano qua per vendere in tutto il mondo. Altrimenti in questo momento C' è un artista che sta costruendo le proprie opere d'arti. Hanno costruito anche dei ristoranti, arredi per un ristorante. Sono piccole lavorazioni, anche proprio dei tagli. Cose semplici. Le cose piu' racconta. Abili sono queste, diciamo perfetto. E voi chi siete? E come sta il tuo lato mostra Team? Ok, siamo siamo tra i soci fondatori, eh? Siamo due architetti, un designer come fondatori. Successivamente, crescendo le attività, il business e quant'altro, abbiamo fatto una ricerca di personale. Un tirocinante è diventato anche socio dopo il tirocinio ha deciso di investire anche economicamente nella società e quindi è diventato socio. Quindi siamo quattro soci. Oltre a questi quattro soci, ci sono due dipendenti che sono Sophia, che dopo il tirocinio l'abbiamo assunta e poi kelvin che un rifugiato politico. Quindi abbiamo questa componente all'interno del nostro team. Poi abbiamo numerosissimi tirocinanti curriculari, nel senso che polite, il politecnico, l'università di studio anche le scuole san Carlo che sono delle scuole professionalizzanti, ci mandano tirocinanti curriculari perché sono obbligati nel loro piano di studi a completare tre cento duecento, trecento ore e quindi per loro un'occasione per noi ci aiutano. Ovviamente è sempre un bel momento, siete comunque tutti molto giovani giovane vabbè sì, sì, siamo giovani. La l'età media non lo so, non è calcolato. Devo ammettere comunque i giovani, lo spi o quanto meno lo spirito. Sicuramente io sono più vecchio, io sono più vecchio, lo spirito è giovane, la media comunque sia, abbastanza giovane. Certo, mentre voi fate laboratori e attività, anche se si le cose extra quindi ho detto qual è il core business, quindi realizzare arredi su misura in territorio. Le cose invece extra ai progetti speciali sono allora si maker space, nel senso che questa follia, che la gente entra e usa gli spazi e macchine è già una cosa particolare. L'altra cosa particolare e sono i corsi nel senso che alla sera, soprattutto la sera un weekend, trasferiamo il nostro sapere, la nostra cultura, il saper fare il know-how tecnico e organizziamo dei corsi base per principianti o per lobbisti, appassionati di falegnameria, carpenteria, tornitura, lavorazione del legno massello, xilografia e non ricordo più. Tanti sono sul sito e corsi appunti brevi per hobbisti. Al posto di andare al cinema a giocare a calcetto, la gente viene qua a passare il proprio tempo. É l'ultima, cosa che facciamo particolare a fare questi workshop e sono dei workshop potenzialmente con all'interno di gruppi comunità con persone svantaggiate, quindi richiedenti asilo ragazzi in caso di comunità, in spazi urbani, luoghi o con persone particolari e tendenzialmente si progetta insieme e si costruisce insieme o all'interno di una giornata in una sessione di che ne so, quattro settimane di workshop intensivo dipende dai casi e in quel momento ritorniamo a essere più associazione culturale, nel senso che si torna un po' indietro. Come andremmo giovani che facevamo questo lavoro, questi laboratori? Il novanta per cento delle attività era ques questa fare i laboratori adesso lo facciamo sporadica, sporadicamente li cerchiamo di meno. Ci chiamano però perché ormai siamo bravissime, bravissime anche a sedare situazioni. Non è facile coinvolgere tutti, dare responsabilità a tutti. La gente non si deve far male, è un luoghi delicati con persone delicate e quindi bisogna muoversi bene. E quali sono gli effetti positivi dei delle attività che proponete sulla sulla società, Sulle Vuoi sapere uno degli effetti positivi su noi stessi, nel senso che alla fine è sempre gli effetti. Quindi uno degli effetti positivi delle nostre attività extra in realtà ricade proprio su di noi, nel senso che è un momento di responsabilità delicato. Però è gratificante, umanamente gratificante. Poi chiaramente sugli altri, perché dividiamo felici, coinvolti e dipende un po' dai casi, devo ammettere si recupera materiale, si rivitalizzato gli spazi, si recuperano qualche passioni antiche, nel senso che mio nonno mi ricordo quando dipende da caso a caso, da persona a persona. Comunque vediamo la soddisfazione delle persone che partecipano la nostra soddisfazione e vediamo poi lo spazio in qualche modo rinato. Ottimo è rispetto a qualche esempio. Tutto okay. Beautiful Precious Plastic innanzitutto non esiste nel senso che esiste Precious Plastic, quindi Precious Plastic e questo progetto di un designer olandese che si dice Ok, prendo una bottiglietta, un oggetto di plastica e vedo dietro c'è un simbolo riciclaggio. Chi ricicla le industrie, ma magari posso farlo anch'io perché la plastica si fonde. Duecentoventi gradi dipende dai cento novanta, duecentoventi gradi. Quindi se piglia un forno la metti dentro un forno, la posso riciclare e quindi nasce questo suo percorso lunghissimo che dura anni. E per capire come si può riciclare in scala locale in modo semplice la plastica e rilascia delle macchine, ci rilascia gli i progetti esecutivi per costruirsi delle macchine per riciclare la plastica su scala locale. E lui fa vedere tutto questo suo percorso con dei tanti video e noi appassionati di design di ambiente e sostenibilità, lo seguivamo come se fosse Dio, Dio olandese. E quindi seguiamo i suoi video a figo. Figo fa cose film, ci basiamo un casino. Effettivamente ci sono i progetti online. Sembra tutto facile. Ok, partecipiamo un bando del comune sull'economia circolare il titolo di questo progetto a Beautiful Precious Plastic e abbiamo aggiunto la parola bello. Oltre a essere preziosa la plastica perché anche bella. Noi ci occupiamo di design, quindi del Del bello in qualche modo. E oggi aggiungiamo questo suffisso a Precious Plastic, quindi Beautiful vinciamo, costruiamo le macchine. Poi magari ti racconto di più e capiamo che non è proprio esattamente semplice. Questo processo é però i risultati esteticamente sono interessanti e quindi iniziamo questa avventura. Continua a parlare di questa cosa fino alla morte si' Ok, va bene, continua. Va bene, allora. Il progetto si basa sul quartiere di Barriera di Milano e abbiamo iniziato una partnership con le case del quartiere. Anche se via Walter non è una casa del quartiere, ma un hub è mettiamo in questi due luoghi dei bidoni della plastica. I cittadini coinvolti sono appassionati del tema ambiente, hanno aiutato nella raccolta della plastica pulita noi l'abbiamo, suddivisa prima per polimero e poi per colore e sminuzzata con una macchina che si chiama spread in inglese o sminuzzato re italiano. Anzi perché ovviamente tutti questi video di questo design olandese ovviamente sono inglese, quindi chi vuol vedere li' deve sapere l'inglese. Quindi treat iamo la plastica, escono dei flashback dei granuli grandi di plastica e questi crearono di plastica. Si possono fondere all'interno di stampi, quindi queste macchine sono quattro in totale una e l'ho crederle alche comune a tutte quante. Le altre tre, tutte e tre sono macchine che termo formano la plastica. Ognuno si fa gli affari suoi, nel senso che una fonde e comprime il materiale l'altra fonde e strudel materiale l'altra fonde, comprime il materiale tutte? Non lo so. Va bene, ciao. Comunque sia il principio stesso fondere il materiale all'interno di uno stampo tra l'altro noi avendo la carpenteria ci siamo pure fatti gli stampi da noi per realizzare degli oggetti. È il problema qual è stato? Fondamentalmente beh, non tutti i polimeri sono facili da riciclare l'uno perché siamo partiti dall'uno quindi meritiamo le bottiglie trump? Beh, trattiamo, trattiamo e invece termo formando il pete abbiamo capito che è difficilissimo. E mettendo dentro uno stampo si spezza il motivo per cui il pet viene usato in in soufflé aggio. Quindi le bottigliette sono un soufflé a te oppure nel pil oppure hai filo infilati quindi il pil e pet quindi si può filare o termo oppure in soufflé hare mettono in stampi. Sembrerebbe che non si possa quindi il primo fallimento dopo mesi di certo secondo tentativo invece é andato bene, ovvero l' hdp e il polipropilene è facile effettivamente nutriti e lo schermo formi fico ce l'abbiamo fatta. Gli altri non abbiamo provati, sono altri due tre uno del pvc, il piu' che cha il cloro dentro. Quindi se superi le temperature di fusione boo respira cloro quindi abbia mai provato l'altro è il dpr non abbia mai provato. Il terzo é il polistirene. Sembrerebbe facile da riciclare il polistirene ma ci siamo fermati è quindi tritato il pete fatto gli stampi non funzionava. Abbiamo provato gli altri polimeri funziona effettivamente è facile nutriti lo stampi. Qual è il problema? La sostenibilità economica del progetto nel senso che raccogliere il materiale? Non siamo lamia, non siamo l'agenzia di raccolta rifiuti locale e quindi comunque raccogliere perché paghiamo le tasse rifiuti? Perché è un macello, raccoglie il materiale e quindi vabbè, questo è già lungo raccogliere il materiale poi c'è ancora la suddivisione per polimero e forse anche per colore e poi il treat aggio. Abbiamo fatto un conto che ci vuole circa un'ora di tempo per un chilo di plastica perché la macchina che ha rilasciato lui non è performante. Non è una roba che in un secondo dritta con drago no, è lenta quant ltro e quindi non è Se dovessi mettermi a fare i conti per poi vendere gli oggetti inizia a diventare cosa dovrebbero costare carissimi questi oggetti e quindi la sua. Il problema è la sostenibilità economica del progetto, perché la sostenibilità ambientale, cioè si raccoglie il materiale, si divide, si trita e si termo forma per poi essere rivalorizzare. Quindi è un materiale, non è un rifiuto. Qui dietro di me ci sono i pezzi di legno. Potrebbe essere gli scarti, ma lo chiamiamo legno. Invece se vediamo, probabilmente una bottiglietta di plastica diceva quello rifiutano. La plastica è un materiale, è che comporta conoscenze, saperi, tecnologia, costi. Quindi è bello. Si può fare educativa, mente, se interessante di sensibilizzazione. È vero che si può riciclare poi molto faticoso e complesso perché appunto si porta dietro tecnologia, si porta dietro sapere test dei consumi da paura. Un sacco di tempo ci vuole per capire come fare. E questo è più o meno il racconto della nostra esperienza di Precious Plastic. Questo progetto Procedure Plastics sta ancora andando avanti. Lui rilascia ogni mese il news di mensili di come sta andando avanti il progetto. Anche noi sperimentando abbiamo capito tante cose, soprattutto rispetto al nostro lavoro. Ci piacerebbe fare un forno più grande per stampare cannelloni di plastica in modo tale da fare ante tavoli e la elementi pannelli. Noi usiamo tanto pannelli di legno, barre di metallo, fare barre di plastica o pannelli di plastica per costruire delle cose. Cosa vuol dire cambiare completamente tutte le macchine che abbiamo sviluppato fare prendere un forno da pizza gigante oppure fare un estruso re molto potente. E tutto questo vuol dire altri investimenti e quindi stiamo valutando come si svilupperà il progetto adesso abbiamo fatto un test, abbiamo capito molte cose. Stiamo valutando se come andare avanti. Forse posso aggiungere solo una cosa, invece è interessante. La componente educativa quindi da una parte si ricicla per produrre nuove cose da ehm si' Esatto. Avete pazienza. Quindi effettivamente da una parte c'è la produzione dei quindi da una parte, cioé la produzione di nuovi oggetti provenienti dal riciclaggio dall'altra, cioè la componente educativa. Quindi abbiamo già fatto dei laboratori, soprattutto con i bimbi dove si trita la plastica e si termo formano cose. É un processo bellissimo, educativo, loro piace, vediamo i bambini che partecipano molto interessati. Quindi una cosa seguente positiva è quella cioè comunque effettivamente dimostri in un'ora di tempo neanche che si puo', tritare e costruire una nuova cosa quindi effettivamente riciclabile la plastica. Quindi quello funziona molto. É un impatto diretto, cioè una comunicazione diretta da quello che dici. Racconti al risultato. In un'ora si può fare il processo completo. Quindi quello funziona. Realizzati progetti si', si' si puo'. Possiamo termo formare? Mettiamo la plastica, mettiamo la plastica all'interno di uno stampo e diamo oggetto. Facciamo vedere che è uscito un oggetto da questo processo di riciclaggio. Questo è un quindi voi andate nelle scuole. È successo di andare a far buon Dobbiamo. Abbiamo fatto due lavorato, tre laboratori pubblici in un mercato al bunker. Siamo andati in un'altra manifestazione in nello spazio pubblico a Chieri. E poi abbiamo abbiamo fatto qua delle proprie qua con i bambini e quindi sì, funziona. Una delle cose che vorremmo fare promuovere questo progetto all'interno di manifestazioni ambientali all'interno di scuole o i momenti X dove si parla di ambiente, appunto, per dimostrare in modo semplice o a persone adulte o a bambini che si può fare. No, no, se sta andando avanti No. No. Ok. Ok. È quindi all'interno del discorso di economia circolare? Quali sono i messaggi che avevo inviate? Le versa sul fatto che Si, Ok, Ok. Sul tema dell'economia che si okay come messaggi via delle persone sul fatto che si può utilizzare plastica piuttosto che altri materiali. Un brutto messaggio diamo le persone rispetto all'economia circolare, no, toccando il materiale usandolo capiamo che è un materiale ehm bello, con grandi potenzialità, motivo per cui esiste senza di lui saremmo ritornati all'età della pietra. Se pensiamo ai medicali, tutte le gomme si di siringhe oppure tutta la tecnologia anche usiamo la bicicletta benissimo quel pneumatico quando scorre il motivo per cui ogni tanto cambiamo i pneumatici e perché mentre scorre sull'asfalto rilascia microplastica e quindi diciamo ma staccavano di plastica ma che è più conosci il tema, lo sperimenti, lo tocchi, lo triti, eh e più dici ma il demonio, la plastica ma non deve neanche esistere, non deve neanche entrare nell'economia circolare. Probabilmente però ci aiuta. Siamo pieni fino a qua. Anzi, questa per una cosa in questi bidoni che lasciamo all'interno delle comunità. Andiamo a svuotarli adesso. Ultimamente, quando abbiamo capito che non riusciamo a riciclare il pet, gli svuotiamo e selezioniamo i polimeri. Quindi dividiamo per polimero il pete che piu' del novanta percento di quel bidone pieno l'abbia lo prendiamo e lo buttiamo dentro il cassonetto della plastica, perché noi non siamo capaci di riciclarlo. Quindi di tutto quel materiale plastico, quello buono, è facile da riciclare da chiunque è pochissimo, la maggior parte è pet. Che cosa viene fatto riciclando il pet, il pil e il pil? Quando lo lavi si' tosse diventa liso famosissimo. Le cose Elise é perché diventa liso? Perché tutte quelle micro pim, quel tutta quella plastica di riciclata di pet? Quindi economia circolare va a finire negli scarichi e quindi non diventa più economia circolare. Un dramma è un dramma. Quindi il messaggio è non lo so, sono talmente cose più grandi di noi. E come imporre un'azienda di usare su alcuni tipi di plastiche o ritornare veramente non usare neanche più la bicicletta perché la gomma è veramente complesso tant'è che stiamo rivalutando i metalli diciamo no metalli, metalli consumano un sacco di energie. Perché cioè un altoforno millesettecento gradi fondo ma va bene non so a questo punto vale il metallo, almeno lo butti in un campo sta lì invece ho legno, si degrada Quant ltro abbiamo capito. Con questa cosa ci sono materiali e immateriali. Si' l'economia è circolare legata alla plastica. Non so ho dei forti dubbi in merito o se si ricicla, dove andrà prima o poi ha dei problemi intrinsechi. Rimane di è un mondo difficile, è un gran mondo difficile. Sì, Jim, che il nome per cui si osserva che Okay, okay, il no meet me ed è abbastanza semplice bisogna conoscere un pezzettino di inglese it's me ed è fatto. In realtà deriva da il percorso che l'associazione culturale si chiamava ismo e ismo. La per assonanza l'istmo che quella linea di terra che collega i territori e le persone è quello che noi facevamo collegare le persone tra di loro e le persone col territorio. E quindi avevamo questa associazione che abbiamo avuto per dieci anni, che si chiamava ismo. E da quando abbiamo fondato la società ismo però noi facciamo le cose, quindi uscite è rimasto Liz e abbiamo aggiunto mail perché noi facciamo quindi me il fatto che noi progettiamo e costruiamo oggetti in quanto riguarda non so se mi è sfuggito, può darsi la parte produttiva vostra come azienda vedete qui in Italia e all'estero a Ok si' si' si' si', come diceva Prince, Come dicevo, principalmente è arredi e interior su misura. Cosa vuol dire che facciamo custom make su misura fatti per le persone che vogliono qualcosa. Poi effettivamente abbiamo dei prodotti venduti online, quindi abbiamo alcuni oggettini piccoli, facilmente facilmente spendibili, che sono oggetti che vendiamo ovunque da chi per chiunque voglia acquistarli. In realtà poi i nostri clienti sono locali o non nel senso che abbiamo un rapporto diretto, progettiamo, costruiamo per loro. E invece poi abbiamo dei prodotti ni da vendere online o vendiamo qui nel nostro spazio online, durante manifestazioni e chiunque può comprarli e chi dovunque nel mondo, però principalmente il nostro business locale e mi dice qualcosa rispetto alle attività partecipate e comunque alla vostra azione sul territorio. Quelle persone ok rispetto ai laboratori ti racconto l'ultimo faccio prima secondo me la cosa migliore ti racconto l'ultimo laboratorio che è stato svolto all'interno di una casa famiglia dove dei ragazzi adolescenti vivono per mesi perché portati via dalle famiglie e hanno una sala comune che era completamente disadorna. Esiste l'italiano disadorna, la competenza disadorna abbandonata, il loro desiderio, avere un luogo accogliente dove stare, cazzeggiare, rilassarsi dove rilassarsi e giocare e quindi con loro abbiamo progettato e costruito tre divani su ruote, anche perché loro, durante le interviste raccontavano di voler molto di desiderare molto la privacy, farsi cavo, lacci loro mettersi in un angolo. Quindi abbiamo costruito questi divani su ruote in modo tale che loro potessero mettersi in un angolo, guardarsi il cellulare, chiacchierare. Quindi tutti i divani sono su ruote. Li abbiamo costruiti tre. Poi abbiamo costruito un ping pong per i momenti più conviviali e smontando la rete diventa un tavolo per i, per i pranzi, per le cene. Quindi abbiamo progettato e poi costruito con loro. Vuol dire che loro sono stati coinvolti nel tagliare, segare, verniciare il legno. E tutto questo è stato fatto in quattro pomeriggi massacrante. In quattro pomeriggi siamo riusciti a costruire tre divani e un ping pong che sembra dici Vabbè che ci vorrà e non è facile. Quindi abbiamo progettato e costruito con loro un altro prima in un centro dove vengono accolti dei rifugiati o richiedenti asilo, abbiamo costruito che tipo sgabelli quattro tavoli che si possono collegare un sistema di panche in tipo una ventina di una ventina di pomeriggi e anche lì lo stesso modo in quel caso lì, oltre a lavorare a Collegno, abbiamo messo pure un reparto carpenteria giusto perché tendenzialmente si progetta, si compra il materiale e poi si allestisce un micro cantiere da loro o si costruiscono o si costruisce qui da noi. Ma molto più spesso si va da loro, si si allestisce un micro cantiere e in quel caso lì oltre allestire una specie di falegnameria. Abbiamo allestito una specie di carpenteria, quindi tagliavano, salvavano il ferro. Perché queste persone, prima di fare il workshop l'abbiamo fatto anche un micro corso. Quindi a volte ognuno vive di vita propria. In quel caso li abbiamo. Ho fatto il corso di falegnameria e il corso di carpenteria, poi abbiamo progettato con loro e poi da loro abbiamo costruito gli arredi, sia inferno sia in legno. E poi? E poi è arrivata una artista che li ha finiti, gli ha dato, li ha decorati, li ha, decora, ha decorato i nostri arredi. Quindi ogni laboratorio ha un suo modo di. Quindi volete definire le persone ad essere un po' autonomi e autosufficienti e essere capaci di lavorare con le mani? Qual è l'importanza l'importanza di riscoprire un po'. Il lavoro va male, allora il lavoro manuale, ma secondo me no. Io sono opinioni mie che ovviamente magari miei colleghi hanno un'alta percezione delle cose, la mia percezione delle cose che si si allora rispetto alla manualità o il saper fare costruire con le mani, con l'ingegno con le mani abbiamo notato attraverso tutte le attività, sia workshop, laboratori o qui dentro che soprattutto i migranti o richiedenti asilo. In realtà loro sanno fare, usano tanto le mani e quant ltro. Invece vediamo che gli italiani che lavorano moltissimo sul computer che passano ore e ore davanti a una scrivania, magari vengono qui perché gli prudono le mani, non vedono l'ora di smanettare, di fargli sfogarsi su degli attrezzi su del materiale. Quindi se in Italia si è persa completamente il sapere o il fare, in realtà ovviamente in altri luoghi si costruisce ancora a mano. Quindi adesso è il processo di digitalizzazione da sempre dorme da decenni. Il processo di digitalizzazione è però rimane l'attitudine la voglia eh disse di voler fare adesso ormai cuciniamo solo piu', quindi non cuciamo più, non costruiamo niente. Una cosa che facciamo ancora, ma pochissimo, sempre più. Perché basta un click, ti arriva il cibo a casa o andiamo sempre più a cena fuori ci sono ristoranti ovunque e quindi forse un giorno non cucineremo piu'? Non lo so, però sicuramente l'attitudine umana del saper fare l'uomo faber é quella di costruire. E quindi lo vediamo che molto spesso impiegati che stanno tutto il giorno davanti al computer vengono qua per smanettare. Finalmente li vediamo felicissimi. Quindi noi non facciamo piu' niente. Altre persone sanno fare bei giovani. Lasciamo perdere ovviamente i giovani assolutamente. Al suo cellulare è però sì, ehm come Ok, un'ultima attenzione, attenzione elevate. Esatto. È la domanda che facevo un po' tutti finale questa parte dell'italia che cambia, che non ha niente a che fare col nostro progetto che cambia É sensato? No, positivo la un'interrogazione ti preoccupare che la che ripeti mille alla domanda cos'è per te la cosa ti fa pensare questo concetto proprio libera per l'italia che cambia? E quello che vuoi? Un concetto Ok, scusa. Okay, aspetta, aspetta, aspetta Ok, ci provo. Vediamo infatti per me l'italia che cambia eh l'italiano anzi ne tanto l'italia è l'italiano. Perché un paese fatto di persone che ritorna a fare di necessità virtù o di di Ned aguzzare l'ingegno nel senso ci sono tanti problemi in Italia é quanto tltro mi aggiusto da solo, quindi sfrutto le risorse che ho che le mie personali o le risorse ambientali territoriali. Quindi vedi il turismo, vedi il cibo. Quindi mi ingegno per farsi, per fare business, per fare crescita, per sostenere me, la mia famiglia e soprattutto i miei figli. Quindi ritornare leggermente indietro e auto auto, aggiustarsi auto, sfruttare in modo intelligente che fondamentalmente lo spirito dell'italiano che poi molto spesso va a sfocia nell'essere un po' truffaldino. Essere trafficone, magari in modo positivo. Ci siamo così intelligenti nel fregarci uno con l'altro. Magari siamo così intelligenti ne sfruttare a pieno quello che sappiamo fare quello che abbiamo di fronte al mondo. Grazie. No, sì, solo una domanda. Forse. In effetti è già detto qualcosa riguardo però perché è importante la cadenza di spazi aperti a tutti per la comunità. E che ricadute positive ha sulle persone come questo? O come tutte le attività che avete Aspetta Wow, proprio oppure rifiuta la domanda neanche sulla risposta. Dove poi rifiutato. Perché è importante che in ambito urbano esistono degli spazi. Ok? Possono iscriversi insieme l'importanza degli spazi di condivisione. Ok, beh, é cio' che avete comunque, Eh sì. Eh, sì, sì, sì, sì. Tu credi che sia ancora tanto spazio di condivisione. Chi è Okay allora e la è un po ok, è importante uno spazio aperto e di condivisione, questa famosissima sharing economy. Perché è importante? Perché credo che l'impresa quindi l'imprenditore del futuro non sia come quello del passato, ovvero malvisto, cioè quello che inquina quello che detiene alcuni saperi, che protegge le cose da copyright. Poi il business è giusto anche mantenere un certo management, un certo rigore però l'apertura serve nell'essere più permeabili nel crescere nell'essere meno meno chiusi. Lo so che sembra una ripetizione di essere aperti, essere più trasparenti ceh molte i molti, molti studi e ricerche dimostrano il fatto che società aperte che condividono sono quelle che crescono di più in proporzione agli investimenti. Perché la gente ci crede di più. Noi crediamo e speriamo che i nostri clienti ci scelgono perché abbiamo un codice etico. Ci scelgono perché l'energia elettrica, il rinnovabili, perché abbiamo una banca no profit? Perché il nostro spazio aperto al pubblico, cioè tutte le scelte di imprenditore aperto, consapevole e responsabile vengano lette scelte da loro. Quindi é piu' le pubblicizzi più apri, più condividi, più trasmetti queste informazioni sia sul web sia in uno spazio fisico. Più ti apri e più le persone si fidano di te. L'essere chiusi. Non è più di moda, eh? Okay, ok, sempre, sempre guardare in alto, sempre che va bene e niente mi parla chiaro, disposto fratello Social street nasce come tutte le social street bolognesi all'incirca cinque anni fa e diciamo all'inizio della via fondata di questo progetto di Social street, che significa favorire le relazioni di vicinato fra la gente che abita nella stessa strada, nelle zone circostanti. Qui al fratello la cosa è riuscita particolarmente naturale, perché già è un fratello, una comunità di persone che si incontra tutti i giorni. Questo viene favorito dalla tipicità della strada molto stretta, pedonale, é un po' dalla sua tradizione. Insomma. Zona molto popolare è quindi con la Social street Abbiamo fatto tante iniziative di socialità, è di vario tipo e tra queste secondo me è una delle più interessanti. È stata quella di organizzare la festa del riuso perché alla socialità abbinato anche una sensibilità al tema ambientale, quindi riuso all'interno di una comunità. Quindi è una cosa che diciamo dal punto di vista logico, dovrebbe funzionare abbastanza bene. Cioè io mi libero delle cose che non uso piu' e le metto a disposizione delle persone che abitano vicino, che magari potrebbero trovare un'occasione diciamo di riutilizzo di un oggetto di un vestito ancora ancora buono e le stiamo organizzando ormai da diverso tempo e quest'anno, ma abbiamo trovato una bella collaborazione con un'associazione bolognese che si chiama rusco e quindi al riuso abbiamo abbinato anche una seconda r che è quella della riparazione. Quindi un nuovo tipo diciamo di l'impiego degli oggetti perché tante cose si rompono, ma anziché buttarle via come vorrebbe diciamo la logica industriale contemporanea e magari si può provare a ripararle che questa filosofia che sposa l'associazione rusco ci è piaciuta e insieme abbiamo avviato un percorso che ormai è al suo sesto appuntamento l'ultimo per quest'anno di festa del riuso, dove si abbina, oltre al mercatino, anche un laboratorio aperto per la riparazione. Ma direi che le parole di il progetto di strada plastic free' è un progetto che vorremmo si realizzasse in anticipo rispetto a quelle che sono le direttive che dovranno essere applicate anche nel nostro paese e di divieto di utilizzo della plastica monouso. Quindi parliamo di bicchieri, soprattutto stoviglie, eccetera. Il via del Pratello è una strada estremamente diciamo, affollata da esercizi pubblici locali, ristoranti, bar, eccetera. Quindi li vorremmo coinvolgere in questo progetto di sensibilizzazione, evitando il più possibile l'impiego di queste materie plastiche non riciclabili? No, no, no. Vorremmo anche chiedere al quartiere al comune di Bologna, di predisporre una piattaforma, una possibilità di avere in modo di anche limitare moltissimo l'impiego delle bottigliette di plastica per l'acqua. E questo è un progetto molto semplice. Ha due obiettivi molto limitati, però penso anche molto realizzabili. Tutto questo per cominciare a dare delle risposte pratiche, molto diciamo concrete. Ecco, a questo, a questa emergenza veramente importantissima che è quella della plastica che non che ci sommergerà. Ecco, se non riusciamo a fare qualcosa tutti insieme e subito ok due parole invece sulla parola che é sul la collaborazione con qualche attenti, quindi in quel caso tante perdite si'. Il mercato dei campi aperti è frutto di un percorso di dialogo con l'amministrazione che è durato moltissimo tempo, perché abbiamo dovuto superare diversi ordini di problemi, gran parte di questi di tipo burocratico. E alla fine ce l'abbiamo fatta tutti quanti e tutti quanti. Siamo molto contenti perché io credo che in generale, non solo per il fratello sia giusto che i quartieri, le città, le varie zone della città possano avere un presidio, diciamo di produttori. Quindi no, contadini produttori agricoli che vengono a portare direttamente al cittadino in diverse zone della città. Non c' è bisogno di farne solo uno o due in più se ne fanno meglio è e quindi di offrire delle alternative al circuito della grande distribuzione per avere diversi diversi tipi di garanzie. Il primo è di avere un prodotto assolutamente fresco perché magari ha raccolto il giorno stesso, sennò la sera prima e poi la filiera diciamo corta, permette anche diciamo di avere un maggior controllo sulle tecniche di produzione. Noi crediamo che si debba andare verso il prodotto biologico e campi aperti a una forma di garanzia partecipata che ci ha molto piaciuta, che ci è molto convinto é la sosteniamo in più. Loro anche hanno una politica di riduzione del rifiuto. Quindi tutti i contenitori, nel caso in cui sia necessario avervi per esempio in questa stagione per i cachi, vengono per le uova, vengono ripresi, riutilizzati, impiegati. In più abbiamo oltre a questo ho creato un'altra bellissima diciamo occasione di socializzazione, perché un mercato è storicamente un luogo di incontro per le persone. Perfetto, che no, per me poi io sono qua tutta la giornata, quindi se vi viene intanto richiedo nome e cognome per me il sottopancia. Non ho capito il nome. Cognome tuo e si'. Si chiama Raffaele Timpano. Ok, sottopancia quando? Sicuramente dopo tutto cos'è il sottopancia. Scusa, lei sa il nome quando è ok, ok, non come vuole. Lo spieghiamo come lo allora? Io sono presidente di Rusco, ma puoi anche mettere semplicemente rusco perché Presidente molto pomposo. Noi spendiamo molto il tema del collettivo Si'. Sì, sì, voi durante l'intervista la camera non esiste. Guarda Francesco. Ok, tagliamo le domande al montaggio. Si, ma la domanda che fatico cos'è la situazione brusco brusco è la nostra voce. Non c'è. Va bene, mi piace così può ricominciare. Quindi troviamo cercherò di essere, diciamo, parlare piano magari fai dei periodi prossimi secondi di pausa cominci a parlare in modo da facilitare il montana. Bene. E allora io partirei facendo una cara amica perché non abbiamo intenzione di cui si era usare un po' l'associazione come diciamo che esistono per parlare in generale dentro perché noi comunque conosce diversi tutti i tanti. Però abbiamo fatto così anche il progetto riformulando per spiegare proprio l'idea del fablab sce approfondire. Bene, abbiamo intervistato, quindi Quindi noi parliamo della vita dell'associazione però certo spiegare in maniera molto approfondita che il caffè qual è la filosofia che sta dietro, eccetera eccetera. Però a questo punto partirei dalla descrizione dell'associazione. Quindi com'è nata di cosa si occupa la cosa rossa che ammette che sì, bene quando muori? Okay, sa, ma tu devi fare domanda e aspettare tua domanda. Oppure a farti la domanda è questa la dinamica associazione quando bella ok, composta obiettivi alle attività va bene. L'associazione Rusco nasce un anno e mezzo fa da un'iniziativa di amici che si' davanti a una pizza e una birra, hanno cominciato a chiedersi diciamo, cosa fare di concreto per dare un contributo alla diciamo al cambiamento di una società e di un'economia che non ci convinceva. É l'idea, diciamo è stata buttata lì, dopodiché è stata studiata. Sono state diciamo anche così, raccolto informazioni su altre esperienze simili che si stavano producendo in altri paesi, in particolare nel nord Europa, in Olanda, per cui abbiamo preso contatto, diciamo con la River Café Foundation di Amsterdam per cercare di capire la loro esperienza. Ci siamo anche offerti di andarli a visitare e quando abbiamo capito che quel modello diciamo coniugava partecipazione sociale, ha un'idea di rifiuto dello spreco è, diciamo, il tutto legato da un discorso di divertimento, di amicizia, di di socialità. Abbiamo pensato che questa cosa avrebbe potuto funzionare e avrebbe dovuto funzionare anche senza investimenti, anche senza particolari sforzi organizzativi, perché l'unica cosa di cui avevamo bisogno era semplicemente un gruppo di persone ben affiatate e di luoghi dove poter andare a svolgere questa attività. River Café sono sostanzialmente e rusco è anche un re per caffè, non soltanto li per caffè caffè sono delle dei momenti di partecipazione legati alla necessità della riparazione o recupero di prodotti che normalmente andrebbero buttati nella spazzatura. E noi ci siamo interrogati su uno di questi cicli di vita. Siamo sempre più brevi dei prodotti che vengono generati dall'industria e abbiamo, diciamo così ci siamo interrogati anche sul ruolo che esiste fra le persone, gli oggetti, questa totale dissociazione che è venuta a determinarsi con la produzione e il consumo di massa. Oggi le persone non si interrogano più sugli oggetti, su come vengono fatti, dove vengono fatti, eccetera. Un oggetto pensato per soddisfare un bisogno immediato, dopodiché viene buttato molto facilmente nella spazzatura. Ecco, diciamo incominciare a invertire, mettere in discussione questa logica qui significa in piccolo, ovviamente, mettere in discussione i meccanismi di funzionamento di un sistema che è pensato per essere insostenibile. Quindi rusco nasce, diciamo con questa ispirazione è però ci poniamo ovviamente, oltre a questo tema qui il tema della sostenibilità e dell'economia circolare in generale, insomma, per cui tante altre iniziative sono ovviamente compatibili con questo. Con questa formula e cerchiamo di portarle avanti é una piccola nota sul nome bolognese, non lo capisce che cosa rusco significa? È un acronimo che significa riparo, uso e scambio comunitario. Ma anche il bolognese è una parola che significa spazzatura e noi appunto, diciamo abbiamo voluto giocare su questo, su questa ambivalenza è che è una cosa diciamo che inutile potrebbe poi in realtà attraverso il riparo attraverso l'uso attraverso lo scambio, tornare ad una nuova vita generando diciamo del valore valori sociali, valori, diciamo di aggregazione, valori ecologici, eccetera. Per cui è, diciamo un nome che c'e' qui a Bologna ha riscosso subito molto. Come dire, molto successo perché chiunque vale di rusco a Bologna insomma si sa di cosa stiamo parlando e quindi siamo è anche divertente, ma a volte le istituzioni, anche in questa in questa iniziativa però saranno più in generale qual è il vostro rapporto, il vostro riscontro presso appunto, il mondo politico-amministrativo e la sensibilità. Ok il nostro rapporto nei confronti, il nostro rapporto. Siamo nei confronti della società, non in particolare nei confronti delle Istituzioni. Noi lavoriamo dalla base per la comunità e lo facciamo incondizionatamente. Cioè non è che lo facciamo perché riceviamo un contributo o se riceviamo un contributo. Noi andiamo a girare per i quartieri periferici, dovunque ci invitano. Può essere una parrocchia. Può essere un centro anziani, può essere un mercatino. Può essere un luogo come questo che un centro sociale. E lo facciamo, diciamo, indipendentemente dal dal riconoscimento di un contributo, eccetera. Il nostro il nostro lavoro è gratuito e noi non chiediamo nulla. Non chiediamo semplicemente mettiamo a disposizione le cose che sappiamo fare e dopo di che. Se le persone credono nel progetto, possono anche, ovviamente darci un'offerta allora di fronte ovviamente a questa nostra come dimissione è ovviamente se le istituzioni vogliono sostenerci in quanto credono e vogliono condividere questo questo progetto. Sono ovviamente benvenute. Per questo diciamo iniziative. In particolare abbiamo ricevuto un piccolo contributo dal Comune di Bologna attraverso il quartiere. Però è una cosa che non non era necessaria l'avremmo fatta, diciamo. Comunque siamo grati, ovviamente al comune di Bologna. Perché che per i il contributo diciamo per il fatto che in questo modo si è identificato con una missione nella quale noi crediamo e quindi la nostra diciamo il nostro obiettivo è lavorare con le persone a partire proprio dalla base. La che, beh, che effettivamente si' è abbastanza nuova come questa. La famiglia viene associato la crisi quando si poteva permettere oggetto nuovo, quindi si doveva richiamare quel marchio. La classica classico ragazzino raggruppato una scarpa bucata è un è facile stare facile ed è facile rompere questo pregiudizio parlando con la gente. Quindi quale state? Rispondono La patria delle persone che voi avete? Dobbiamo dire che, diciamo nel corso della nostra vita, comunque breve, nei nostri giri abbiamo potuto sperimentare diversi tipi di approcci. Ci sono delle persone che vengono perché sono curiose e sono probabilmente animate da uno spirito ecologista e anti consumista, eh? Ci sono delle persone che vengono per passare del tempo in compagnia e diciamo questo, riusciamo a farlo anche perché no delle nostre feste, della riparazione foste riuso. In questo caso abbiamo sempre delle iniziative per bambini. Abbiamo anche delle conferenze, delle mostre, cerchiamo, diciamo anche di fare queste cose e nei quartieri più poveri più popolari. Come può essere, per esempio qui a Bologna, un quartiere come Barca o Borgo Panigale? Abbiamo visto, diciamo, anche famiglie che si trovano in stato di necessità e che quindi interpretano la riparazione. Come tradizionalmente veniva interpretato come un mezzo per poter soddisfare il proprio bisogno in modo economico. E questo, diciamo è è stata, diciamo, è stata un'esperienza molto, molto interessante e molto diverso l'approccio che hai con le persone del centro di Bologna rispetto a quella della periferia della periferia. E ha a che fare, diciamo anche a volte con famiglie di immigrati che a volte si sorprendono e questo è interessante. Si sorprendono il fatto che anche in Italia ancora esiste, diciamo questa, questa pratica della riparazione. Quindi diceva anche in Siria noi facciamo così anche in Egitto e ti raccontano che nel loro paese ancora è così. Insomma, quindi si creano anche in questo modo degli interessanti diciamo legami di scambio, di amicizia, di cooperazione. Insomma Cnn per rendere ancora chiaro si' proprio un po' come voi arrivate sul posto ci sono dei riparatori. La gente può portare i propri oggetti proprio molto banalmente logistica. Normalmente. Qualche giorno prima dell'evento noi mandiamo una mail a tutti i nostri simpatizzanti, a coloro che hanno diciamo manifestato interesse per l'evento e quindi diciamo indicando il luogo, le ore, eccetera eccetera. Le persone diciamo che hanno già delle delle chiare in testa, diciamo quelli, quelli che sono gli interventi che richiedono, a volte ci mandano delle mail e ci chiedono se è possibile, se è fattibile riparare questo oggetto piuttosto che non quest'altro. Quindi noi già magari ci possiamo mettere in ci possiamo organizzare perché a volte diciamo la riparazione richiede dei pezzi di ricambio, oppure diciamo ci sono degli oggetti che semplicemente non sono riparabili, per cui possiamo dire questo. Dodici. Quindi la persona si presenta il giorno stabilito con un oggetto c' è un tavolino dove noi facciamo una specie di check-in, chiamiamolo così lui pone i suoi nomi, descrive oggetto, descrive il problema. Questo si serve anche ad alimentare il nostro database, perché noi abbiamo un database degli oggetti oggetti riparati, dopodiché entra nel tavolo della riparazione il tavolo della riparazione e partecipato da alcuni volontari che sono particolarmente abili nella riparazione e abbiamo delle persone che sono a volte è proprio dei professionisti, insomma nelle negli apparecchi elettrici oppure nella sartoria, nella riparazione di biciclette, oggetti meccanici, eccetera. Quindi a seconda della della, del tipo di prodotto di riparazione, la persona si siede a fianco a questo questo tutor, chiamiamolo così e incominciano ovviamente a analizzare il problema. In questo modo si crea, diciamo un'interazione, che normalmente diciamo nei rapporti di mercato non viene, diciamo viene saltato a piè pari perché nei rapporti di mercato è ok, io ti pago, non mi interessa quello che fai, voglio il mio problema risolto. Invece qui si squaderna, diciamo il problema si analizza, si verificano le cause della rottura, si parla dell' oggetto, si parla di economia, si parla di tante cose, magari diciamo condita anche da una buona birra aiuta. Dopodiché il il diciamo si prova a risolvere insieme il problema, ovviamente compatibilmente con quelle che sono le abilità della persona. Ovviamente il grado di partecipazione è può essere minore, maggiore. Insomma ci sono delle persone che sono, vengono, diciamo, sono dei delle persone molto abili. Insomma, con le mani ci sono artigiani, sono persone, soprattutto in questa zona. Qui c'è un passato e un tessuto industriale, insomma, che è ancora vivo. Pensionati che vengono ma che sanno mettere le mani molto bene, diciamo sugli oggetti, quindi magari vengono anche per confrontarsi e quindi noi molti volontari li abbiamo anche recuperati in questo modo qui sono pensionati, insomma persone diciamo comunque amano la riparazione, dopodiché della dell'operazione insomma la persona, diciamo ci lasci i suoi dati, noi continuiamo a ricontattare, se vuole ci ringrazia, se vuole si associa. Altrimenti arrivederci alla prossima. Ci puoi fare qualche esempio proprio degli oggetti, magari guardando qualche episodio che che le persone precisamente, che eh, ho appena diciamo terminato una statistica sugli oggetti, sugli gli oggetti che sono stati portati nel diciamo che un buon sessanta settanta percento sono apparecchi elettrici e per apparecchi elettrici intendo tutti quelli che sono piccoli elettrodomestici sono frullatori, minipimer, aspirapolveri, asciugacapelli, eh, diciamo questo diciamo, sono quelli che ma insomma, tra l'altro diciamo, risulta anche più più facilmente riparabili perché normalmente il tipo di guasti sono abbastanza banali. Un filo che si è rotto banalmente, diciamo, un asciugacapelli che non è stato il cui filtro non è stato, diciamo pulito oppure un contatto è a volte a volte possono capitare anche delle degli apparecchi complessi, soprattutto quelli elettronici. È capitato insomma, di persone che hanno portato, diciamo, delle macchine digitali. Noi questo tipo di oggetti incominciamo ovviamente ad affrontarli, diciamo quando abbiamo tempo disponibile, perché altrimenti facciamo una riparazione di questo tipo. Può prendere anche tre ore. Quattro ore. Siamo riusciti a farne una una volta. Zola era una macchina digitale, è stato un bel successo. Come aneddoto ricordo un aspirapolvere della Mile che ci era stata portata da una signora l'estate scorsa. Era una un legame affettivo. Insomma, di questa persona, con questa, con questa aspirapolvere, perché probabilmente era appartenuta a un membro della famiglia non c' era era legata affettivamente ed era, diciamo, la Mila em vuole fare pubblicità. È un tipo diciamo di elettrodomestico che si rompe, molto difficilmente, pensato, diciamo per durare nel tempo, per cui il tipo di riparazione è stata complessa e alla fine, diciamo si è riusciti. Credo che sia durata più di due ore questa riparazione. La persona ha partecipato alla signora, ha partecipato molto attivamente perché era una di quelle persone che amava mettere le mani nelle cose. Dopodiché c' è stato un momento di commozione e quindi è esplosa in un fragoroso applauso alla conclusione di questa relazione è terminata con un fragoroso applauso. La persona diciamo poi non smette di seguirci. Ovviamente noi siamo molto felici. Quando succede questo il massimo della soddisfazione torni a casa felice per per tutta la sera. Insomma, te le ricordi così volevo chiedere Voi non avete non avete un luogo fisico dove le riparazioni mandate insieme. Guarda allora il luogo, il luogo fisico e non ce lo abbiamo ancora. Non non abbiamo neanche voluto, diciamo, condizionare la nostra attività ad un luogo fisico perché ci siamo resi conto che alla fine serviva relativamente. Noi andiamo dove ci invitano, quindi se ci danno dei tavolini, se ci danno una sala, un posto riscaldato d'inverno, per noi va bene un allaccio elettrico, delle luci, eccetera. Può essere un parco, può essere un centro anziani, una parrocchia. Quello che è ovviamente un luogo fisico aiuta, perché quando ti devi ovviamente portare indietro apparecchi, le macchine da cucire, insomma saldatori o così questo tipo. Insomma, soprattutto se sei in un centro, una zona a traffico limitato e con la macchina non puoi entrare, diciamo eh, quindi il nostro obiettivo per il prossimo anno è quello di trovare una stanza un luogo dove poter diciamo comunque stabilire il nostro un magazzino è quindi un piccolo laboratorio. Insomma é un'altra curiosità che ci avevo. Eh? Le riparazioni sono volontarie, nel senso che il livello come funziona voglio vedere possibile. Sono dei volontari delle associazioni che fanno sesto. Dunque l'offerta. Noi siamo una trentina di volontari, il alcuni sono particolarmente attivi, altri sono più saltuari. Sono tutte persone che hanno manifestato il loro interesse e non le persone che vogliono. Ovviamente partecipare ai viper caffè è lo possono fare gratuitamente. Non chiediamo diciamo nulla in cambio ci fa molto piacere se riconoscono il valore della dell'iniziativa lasciandoci un'offerta libera diciamo senza diciamo nessun prezzo non ne vogliamo chiedere, non ne possiamo neanche chiedere perché siamo un'associazione di volontariato pero' in qualche modo ci dobbiamo anche coprire i costi perché dobbiamo dei materiali di consumo, delle attrezzature e dei costi, insomma i parcheggi banalmente. Insomma, abbiamo bisogno anche di pranzare. Insomma, quando stiamo fuori per tutta la giornata, per cui ovviamente queste cose sono sempre ben accetti. Però se una persona dice non posso pagare non ho niente. Va bene anche una bella stretta di mano, non c'è problema ci sono il bilancio dell'associazione si legge su questo, non per fare i conti in tasca, però, per dare comunque il generale servizio video della sostenibilità economica del progetto Si' non per nulla particolare, aggiungendo dai, questo è un punto molto interessante il tema della sostenibilità economica di un progetto di legge, ma è un punto molto interessante e che è oggetto di dibattito all'interno dell'associazione perché ovviamente crescendo ovviamente questo tema te lo devi porre. Puoi rimanere ovviamente in una situazione di associazioni di volontariato, oppure puoi decidere ovviamente di fare un salto di qualità. Ambizione anche la possibilità di organizzare delle conferenze. Organizzare dei servizi è comunque una valenza pubblica e in questo modo interfacciarsi rispetto alle istituzioni in un modo diciamo diverso. Insomma, se le istituzioni sono sensibili si possono fare, diciamo, tante cose interessanti corsi di alfabetizzazione alla manutenzione oppure corsi per l'efficientamento energetico delle case, oppure alfabetizzazione informatica, oppure corsi di artigianato, inserimento sociale di immigrati o di categorie svantaggiate, persone con disabilità, eccetera. Quindi le prospettive che si aprono con un tipo di iniziativa del genere possono essere molto ampie nella comunità. Ovviamente occorre trovare è l'ideale, sarebbe rendere massimamente accessibili questi servizi. Quindi la cosa ideale sarebbe che l'istituzione il comune o altri enti, diciamo ovviamente riconoscano il valore sociale di questa iniziativa e possano aiutarla. Altrimenti, diciamo, altre attività di found rising è potrebbero sicuramente tornare utili, insomma, diventare, diciamo in questo modo una delle delle dei progetti che hanno diciamo poi alla fine una una specie di partecipazione finanziaria della comunità. Insomma eh, è l'obiettivo che diciamo a lungo termine signoraggio è quello di per insegnare alla gente ad avere ripararsi gli oggetti. Può essere questo noi eh, noi crediamo molto è in un cambio del paradigma culturale. Un cambio, diciamo, del modello culturale è imprescindibile per cambiare i meccanismi di funzionamento del sistema. Il nostro diciamo la nostra frase che abbiamo preso in prestito da Einstein. Non possiamo pretendere che le cose cambino se continuiamo a fare le stesse cose. Fare le stesse cose significa praticamente alimentare un meccanismo, è diciamo parossistico, insomma di di consumismo dobbiamo ridurre il nostro livello di consumo. Quindi interrogarci sulla quantità di rifiuti che produciamo, interrogarci sulla quantità di consumi, cominciare a mettere noi stessi in discussione. E la riparazione, diciamo è un punto che tocca alcuni tasti psicologici molto, molto interessanti. A cascata arrivano, diciamo sì, ci si incominciamo a mettere in discussione, come tante altre cose della vita e quindi insomma ora è c' è una una nuova mitologia che si sta diciamo prendendo prendendo, diciamo forza, che è quella che i rifiuti sono una ricchezza. Io non credo questo, io credo diciamo che noi dobbiamo ridurre la quantità di rifiuti perché il riciclaggio non è mai ad impatto zero. Quindi diciamo prima di arrivare a riciclaggio dei rifiuti noi abbiamo il riuso, abbiamo la riparazione e insomma ci sono e abbiamo la riduzione. Sono innanzitutto dobbiamo comprare meno. Diciamo che comprerai soltanto le cose che sono assolutamente necessarie rivitalizzare pratiche come lo scambio e quando si rompe non si butta, si ripara che diciamo solo diciamo come ultimo anello della catena arrivare al riciclaggio. Quindi, ritornando al tema Eh sì, la riparazione diciamo eh un passaggio diciamo psicologico fondamentale, ma che serve anche a prendere coscienza delle proprie capacità è io non sono una persona che era abituata a riparare le cose, non lo ero. Ma da quando diciamo abbiamo cominciato a farlo, posso dirti che la soddisfazione che deriva è insomma dalla riparazione molto grande. Direi che è quasi terapeutica. Insomma, aver riparato una cosa anche agli occhi. Insomma, non so di tuo figlio no, che a questo punto non butta più la cosa, ma te la porta perché la ripari tu riesci a farlo. Insomma, è una cosa che ti dà una soddisfazione psicologica non indifferente. Arriva l'austria che sembrava di essere in bioingegneria gnb Spectre che hanno ascoltato l'ultima domanda riguarda le difficoltà che risponderà vostra attività rispetto cio' che qui diciamo buon un grande tema dello stesso per il si' si' si' modello proprio. Ehm oggi gli oggetti sono pensati e progettati per non durare, questo è chiaro, è chiaro ed è praticamente ovunque. E diciamo dall indumenti Dario, dove esiste la catene di abbigliamento usa e getta fino diciamo all'elettronica, dove gli aggiornamenti sono pensati, diciamo proprio per rendere obsoleto in modo pianificato, diciamo, un determinato apparecchio elettronico. Insomma, allora su questo lavoro ci sono delle organizzazioni internazionali, è che hanno diciamo anche studiato dei rating, delle valutazioni diciamo, degli oggetti in funzione della loro ripara abilità. È il un'organizzazione credo che californiana si chiama iFixit, che rende disponibili, diciamo i manuali di riparazione sono manuali di riparazione open source generati dagli utenti che capiscono ovviamente di quella materia e li rendono disponibili. Un tema che credo sia importante toccare e questo è il diritto alla riparabili that rivendicare il diritto alla riparabili that una cosa non è mia non posso dire che io sia proprietario di una cosa se non ne conosco il codice sorgente, se non so come si possa riparare se non mi dai il libretto delle istruzioni. E questo è un tema, oggi diciamo questa cosa non si fa più negli anni sessanta se compravi un televisore insieme al televisore compravi anche il manuale per la riparazione del televisore e anche probabilmente i pezzi di ricambio. Oggi siamo è ridicolo, quindi è sui telefoni. Ma anche se si va diciamo sul mercato è scritto non smontare, non sostituire la batteria, non mettere mano tutto una legislazione che pensata diciamo ovviamente per non entrare in questa cosa che noi dobbiamo assolutamente smontare. E poi é un un'altra, cosa che volevo dire, ma mi sono dimenticato si' no, sto chiedo a tutti quanti e chiedo che ogni tanto fa bene un'altra cosa che volevo dire era ehm eh diritto alla riparabili that ah si' ok, puoi andare un noi il lo lo il passo diciamo fondamentale che che bisogna fare, ovviamente è progettare in modo diverso. Perché qui, ovviamente, se il tema è che se si progetta, diciamo per per rendere, per accorciare la vita utile di un oggetto, evidentemente quella progettazione è stata stata pensata male. E quindi diciamo progettare in modo modulare per progettare in modo tale che i pezzi siano facilmente sostituibili. Obbligare le case produttrici a mantenere sul mercato i pezzi di ricambio per almeno, diciamo, dieci anni dal momento in cui l' oggetto è stato stato rilasciato e quindi il tema, diciamo dell'economia circolare per me parte da lì parte da una progettazione che si ponga l'obiettivo l'ambizione. Diciamo di avere un impatto zero, di non creare rifiuti che abbia l'ambizione di avere rifiuti zero, diciamo al termine del del processo produttivo che lo chiediamo sempre le persone che stiamo cos'è cos'è per lei, non di terrificanti, inteso come il giornale. Però il concetto di dedita molto lingua se seguite il ricambio per me gli cambia. Ok, noi in questo momento siamo per una realtà perché diciamo siamo pochi, non abbiamo risorse finanziarie, è spesso ci troviamo a lottare contro, diciamo culture che sono che sembrano diciamo apparentemente che sono dominanti, che sono difficili da smontare. Quando ci troviamo in ci incrociamo, diciamo con altre realtà che portano avanti il nostro stesso, le nostre stesse, diciamo battaglie è di cambiare. Il paradigma culturale è, diciamo, è sempre una cosa, diciamo che che genera una che ha una, insomma un ritorno anche da un punto di vista di motivazioni è molto importante. E noi dobbiamo, diciamo, abbiamo bisogno, diciamo, di conoscerci, condividere le queste diciamo pratiche che si stanno affacciando, agire, diciamo su una dimensione più ampia rispetto a quella locale, agire molto sul locale, però connetterci anche con altre esperienze, in modo tale da impararle, condividerle e metterle a disposizione che in questo modo ricondurre a una il minimo comune denominatore, diciamo tutte, tutte tutte queste cose che possono andare dalla prima cultura del caffè alle monete sociali, al ai gas, a tante altre esperienze. Diciamo che sottotraccia e se si stanno muovendo come un fiume carsico, Però in questo momento, diciamo, non hanno la visibilità, non hanno la visibilità che meriterebbero. Perché no? Una cosa diciamo che è molto importante fare in questo momento. Come diceva Ivan Ilic, noi dobbiamo the colonizzare l'immaginario della nostra cultura, la nostra cultura intossicata da una serie. Diciamo di immagini, di miti che dovremmo incominciare a disinnescare, che sono miti legati a una, come dire libertà senza responsabilità. No all' idea. Diciamo di andare a fare quello che si vuole, andare in giro per il mondo con un drink in mano, diciamo con la california, eccetera. Il tutto fare tutto quello che si vuole, ma senza collegarlo a un tema di responsabilità comune. No, e questo è molto importante. E noi dovremmo, diciamo, cercare di ridare, diciamo fascino, ridare diciamo, incanto, bellezza. Diciamo a un tipo, a un modello di vita che significa stare insieme, essere responsabili, prendersi cura è divertendosi nello stesso tempo, rimanendo felici. Quindi uscendo dall' isolamento, ricreando, diciamo, legami sociali. Questo è un aspetto culturale molto importante, perché se noi non lavoriamo sull'aspetto culturale, le nostre esperienze saranno effimere e dobbiamo costruire una cultura alternativa dello stare insieme, del dell' aiutarsi, insomma del di un'economia responsabile di una di una non riesce a farla con siccome l'attacco, quando quando quando giochiamo semplice sempre per me l'italia che cambia è una frase quando vogliamo, se riesce a fare una tu. Da che il infatti i concerti per l'italia cambia? Eh sì, l'importanza della rete. Certo non sono certo dieci Dimmi quando posso parlare per me Italia che cambia è una speranza e ed una diciamo strada che il percorso che dovremmo diciamo seguire per riuscire a ricostruire. Facciamo il nostro immaginario, la tregua alle altre grazie, grazie mille. senti durante l'intervista guarda me, non la camera è Carlo. Nesli. Ma come nel sottopancia Cosa ci mettiamo? Come volo? Come ruolo in nome della realtà? Si cibo officina oppure se non so come ci avvicina Microbiota, microbi ottica sento Em, contiamo quella mi sembrava che io cominceremo il generale. Che cosa è la più vicina a voi. Noi tagliamo la mia voce non si sente nel video. Comunque, se quando ti faccio le domande se poi per il soggetto un po' cos'è che avvicina macrobiotica ci avvicina Macrobiotica, eh? A cosa lo dici? Lo faccio. Va bene, Ok. Quando io guardo lo schermo tranquilla ha cibo officina macrobiotica. É un'azienda agricola che produce cibi trasformati attraverso la fermentazione, essenzialmente cibi fermentati come miso, show con buccia, crauti, altre verdure fermentate, cose di questo tipo. E come nasce il progetto? Circa due anni fa ho fondato questa azienda come azienda agricola. Dopo diversi anni che mi occupavo di cibi fermentati, soprattutto dal punto di vista della formazione, è due anni fa ho deciso di aprire questa azienda per dare un segnale, diciamo, di possibilità di lavorare con la fermentazione, sia per chi eventualmente volesse fare un'azienda di produzione di cibi fermentati come questa, sia per le realtà. Diciamo di persone che non vogliono autoprodursi cibo fermentato come io insegno a fare e sia magari per cuochi, ristoratori che hanno bisogno di questo tipo di cibi, diciamo un po' più complessi rispetto a quello che riescono a fare in cucina. Ok, mi parli un po' del tuo percorso. Nel senso come sei arrivata a fare questa cosa da parte della formazione? Mhm sì, io io sono un autodidatta. Ho iniziato a fermentare da ragazzino, soprattutto quando ho iniziato a scoprire le bevande alcoliche. Da adolescente mi sono incuriosito. Ho cercato di capire che cosa ci fosse di così speciale in queste bevande, perché un succo di uva diventa vino. Non è come aggiungere dell'alcol un succo d'uva e sono andato a informarmi. Ho iniziato a chiedere ai parenti e agli amici. Non è che ho ottenuto tante informazioni per cui mi sono andato a cercare i libri sui libri dicevano delle cose, ma non era abbastanza chiaro. Allora ho iniziato a provare a sperimentare, ho fatto un piccolo laboratorio laboratorio in cantina, mi sono messo a fare la birra, a fare il vino, fare dei distillati e ho iniziato a scoprire un mondo che non conoscevo e che tra l'altro non mi rendevo neanche bene conto essere così diciamo con un filo comune dei microbi e da lì fare il passo ai cibi, cioè lo yogurt e i crauti per primi è stato molto veloce. Nel corso degli anni ho fatto questa cosa a livello privato per me e per per parecchio tempo, senza darci troppo peso, finché a un certo punto ho fatto un corso di permacultura e durante il corso di prima cultura si parlava tra l'altro anche di cibi fermentati e questo mi ha fatto accendere una lampadina, ma ha fatto capire che c' era interesse che erano importanti questi cibi anche per altri. E allora questo è stato uno stimolo prima a insegnare perché mi hanno subito chiesto di fare delle lezioni e poi ad approfondire ancora di più, a sperimentare cose nuove, a rimettermi in gioco su questo tema. E così, piano piano, sono diventato sempre più attivo nel campo della formazione, fino ad arrivare a fare formazione anche ad alti livelli in modo abbastanza costante. E poi, appunto, ad aprire la cibo officina per quanto riguarda la formazione, chi di solito dove dove la fai con ristoratori con ma ci sono vari ambiti in cui faccio formazione. Da una parte ci sono diciamo, le persone comuni che vengono da me perché vogliono imparare ad autoprodursi dei cibi fermentati, vivi, probiotici. E poi ci sono cuochi chef importanti che hanno capito, diciamo dal punto di vista organolettico, gustativo, l'importanza di questi cibi. E poi ci sono persone che sono interessate dal punto di vista della salute, sia medici che nutrizionisti che pazienti che anche loro vogliono arricchire la loro dieta con questi cibi e dunque mi chiedono di insegnargli in realtà giro un po' in tutta Italia mi chiamano associazioni, scuole, chef e io vado è mme. Passiamo alla base dei frequentati. Io ti farò ripetere delle cose, proprio molta scuola elementare. Scusami però di cosa stiamo parlando? Nel senso cosa sono se ci fa in un quadro ai cibi fermentati. Sono cibi che hanno subito una trasformazione microbica. Sono cibi che sono resi migliori, più digeribili, più assimilabili. A volte sono è diciamo denaturato, alcune tossine contenute nei cibi attraverso le attività microbica. Si tratta di tanti tipi di microbi che collaborano insieme a formare un ecosistema. Parliamo di cibi come ad esempio i crauti come che ne so, anche i formaggi, il vino, la birra, il pane sono tutti i cibi che sono stati trasformati ad opera di microbi. In realtà i cibi di cui mi occupo io sono quelli, diciamo un po' meno comuni sulla tavola. Oggi è verdure fermentate, sia in salamoia come giardiniere, sia fermentata e poi messo sott'olio e poi degli insapori Tory, insapori Tory che diciamo derivano culturalmente dalla dall'oriente come il miso, lo show, quella che è comunemente chiamata salsa di soia. Però per fare questi insapori tory non utilizzo materie prime che vengono da lontano, ma utilizzo solo materie prime locali e ho bandito la soia per motivi sia ambientali che di salute, per cui utilizzo legumi come ceci, piselli, lenticchie e vari cereali, come appunto il farro, che è molto importante in questa zona l'orzo e vari tipi di grani antichi. Grano tenero, insomma, verna, bianco', la, eccetera eccetera. Questi cibi, oltre a essere diciamo più nutrienti, più facili da digerire, sono anche ricchi di microbi loro stessi. Questi microbi in taluni casi sono chiamati i probiotici. Sono probiotici quei cibi che contengono dei microbi che sono in grado di oltrepassare la barriera dello stomaco che è molto acida e andare a sopravvivere all'interno del nostro intestino, arricchendo quello che una volta si chiamava microflora batterica e che oggi invece chiamiamo microbiota. Mi parlava del fatto che c' è un conosciuto interesse per questo tipo di cibo. Quale? Nel senso, soprattutto dal punto di vista solo professionali, chef fuoco oppure anche il pubblico? Ehm ma ci sono, ci sono, diciamo l'interesse per i cibi fermentati è cresciuto in modo esponenziale negli ultimi anni. Qualche anno fa nessuno sapeva di cosa parlassi, mi sentivo molto solo, non c'. Erano altre persone che facevano formazione in questo ambito in Italia e ce n'erano pochissime anche a livello europeo è un oggi. Da una parte gli chef si sono interessati per via di alcuni grandi chef a livello mondiale che hanno iniziato a usare in modo piu' importante questi cibi e dall'altra invece ceh dal diciamo da una decina di anni a questa parte un maggiore interesse da parte del mondo scientifico. Perché dove la medicina ha scoperto l'importanza del microbiota attraverso, diciamo ricerche dovute alla facilità con cui si puo' fare un esame che si chiama l'esame del microbioma umano che tende a mettere in relazione i problemi di salute con disfunzioni disbiosi di questo microbioma, ecco che anche la medicina ha iniziato a interessarsi per questi cibi vivi, non pastorizzati, perché hanno riconosciuto tanti medici che attraverso questi cibi m è più facile migliorare la salute del nostro microbiota piuttosto che usare dei farmaci. E allora, in questo senso diciamo che è stato un grande anche movimento mediatico, per cui tante persone hanno scoperto l'importanza di questi microbi. E piano piano si sta andando verso uno sdoganamento dei microbi cosiddetti buoni rispetto alla fobia dei microbi in generale che c' è stata fino a poco tempo fa è tornato all'azienda e accennato all'inizio e volevo un po' capire sono due domande insieme è un po' come funziona il processo di produzione? Se riesce a sintetizzarlo? E poi quali sono soprattutto i tuoi canali? Per quanto riguarda l'azienda vendi come funziona insomma la okay qui la produzione funziona in questo modo in parte trasformo prodotti agricoli miei e in parte prodotti agricoli del territorio, per cui di agricoltori di cui ho fiducia, che vado a conoscere personalmente che diciamo vedo un po' come lavorano, perché per me è importantissima la materia prima. Questa materia prima viene lavorata in realtà abbastanza poco. Nel caso delle verdure vengono semplicemente lavate e tagliate opportunamente, poi salate e poi lasciate fermentare e poi messe in barattolo. E dove finiscono la fermentazione, poi vengono direttamente commercializzati dopo un tempo di fermentazione variabile. Per quanto riguarda i prodotti, diciamo chiamiamoli insapori tory, come appunto il miso. Lo show you show cosi' invece c' è una fase di cottura del cereale del legume che viene seguito da una prima fermentazione operata da un micelio che si chiama Aspergillus sorrise. E poi questo, diciamo questo risultato di questo micelio si chiama Koji, viene punito con ad esempio il legume viene macinato insieme salato, opportunamente preparato e lasciato fermentare per un periodo che va da alcuni mesi ad alcuni anni. Dopodiché si passa di nuovo alla invase. Esattamente per cui, diciamo in realtà i processi sono molto semplici, anche se a volte richiedono tempi molto lunghi e questi prodotti vengono commercializzati direttamente attraverso diciamo il sito, le mail e per cui li spedisco in diciamo ai privati. E poi ci sono alcuni negozi in giro per l'italia dal nord al centro Italia, al sud ancora poco che commercializzano i miei prodotti e poi c'è un canale abbastanza importante che sono gli chef. Alcuni chef attenti a questi prodotti comprano direttamente da me che ne so, la salsa di soia piuttosto che il miso, piuttosto che alcune verdure per poi inserirle nei loro menù. Ti chiedo nel un approfondimento per quanto riguarda dove siamo, se riesci e collegando il discorso della figlia, come accennato. Già però contestualizzato pure il luogo dove siamo adesso la ciclofficina si trova Viterbo e in piena Tuscia è tutte le materie prime che utilizzo vengono da questo territorio. Di solito dico escluso il sale perché il sale viene attualmente dalla Sicilia molto lontano. Però per me è molto importante rispettare l il territorio con la sua tipicità, sia a livello geografico che a livello di clima. Per cui ad esempio le verdure vengono da Tuscania o qui da Viterbo, in parte dalla mia azienda, in parte dai miei vicini è alcune cose le prendo in bassa sabina, però cerco di non e stendermi, diciamo troppo lontano. È importante per me questo rapporto con la materia prima con il contadino, perché solo in questo modo che possiamo aiutarci per me è importante anche fare conoscere i miei fornitori ai miei clienti in modo che non soltanto una persona possa trovare un buon miso da me, ma possa pensare di andare a cercare i ceci con cui ho fatto il miso dal mio fornitore, che anche lui è un diciamo un bravo produttore e in questo modo secondo me ci si aiuta e si può creare non soltanto un discorso di filiera tra il produttore, il trasformatore e il cliente finale, ma anche a livello di rete più estesa in cui la commercializzazione dei prodotti è favorita attraverso il conoscersi indirettamente. Noi ci controlliamo, per cui diamo anche un aiuto al consumatore per avere, diciamo un po' meno lavoro da fare puo' fidarsi un pochino e magari andare nelle aziende per me è una cosa fondamentale è che ciascuno di noi riacquisti il contatto diretto con chi produce il cibo. Purtroppo oggi siamo abituati a prendere le cose di seconda, terza, quarta mano e non andare a conoscere il contadino che ha fatto le zucche, le patate, il vino, come si faceva una volta. Io vorrei un pochino aiutare questo processo in modo che chi lo desidera possa ad esempio venire qui da me in azienda, conoscermi, vedere come lavoro, comprare i prodotti se li vuole e magari nello stesso giro qui nella zona. Conosce altri contadini che magari gli vendono delle verdure o altre cose indicativamente di aziende in cui stiamo quell'articolo, alcune cose non le mettiamo nel video si pensava che sia la. Ti chiederei anche come vedi la luce da questo punto di vista piu' scorsi ci facevamo, ma di attualmente scusa, piccola. Attualmente le aziende con cui collaboro o da cui mi rifornisco sono ancora abbastanza poche. È diciamo, una dieci quindici aziende con molta discontinuità. Nel senso che può capitare che come quest'anno un mio fornitore di fiducia e di qualità che produce cipolle, abbia un'annata cattiva e non me le fornisce, è per cui può essere che ci sono dei miei fornitori che magari mi danno delle delle materie prime ogni due tre anni. No, no. Qual era? L'altra cosa l'altra che ti chiedeva come vedevi da riuscire a questo punto ha sì si' ho ho deciso di venire in Tuscia proprio perché mi serviva un ambiente socio agricolo funzionante, eh? Le prime volte che sono venuto da queste parti ho visto che c' erano giovani e meno giovani che erano venuti a stare qui per fare agricoltura in un modo nuovo e che diversi ragazzi avevano iniziato a riprendere le aziende dei genitori o dei nonni per fare un'agricoltura fatta bene. Non dico biologico proprio per questo motivo, perché oggi ci sono tanti tipi, tante piccole realtà che vanno ben oltre il biologico e riescono a fare biodinamico, riescono a fare per una cultura, riescono a fare agricoltura naturale, agricoltura organica, rigg rigenerativa. Ci sono tante forme di riscoperta di un'agricoltura rispettosa dell'ambiente e sostenibile. E qui ci sono tante piccole e sono tutte, quasi tutte ancora nascenti, per cui devono ancora trovare i loro canali di vendita. Devono trovare il modo di farsi conoscere. È però veramente tante belle cose. Sì, Em, per quanto riguarda scusa se faccio un po' di salti o per quanto riguarda l'azienda semi non l'abbiamo detto se vuoi la mia storia quando è partita dal duemila sedici oggi come okay, perdonami No, tranquilla, eh, la storia di questa azienda, praticamente che ho voluto fare una prima azienda, forse in Italia, una delle prime che facesse diversi cibi fermentati, non pastorizzati e mi sono messo a cercare un posto nel giro di non molto tempo fa, forse un anno ho trovato il posto dove sono attualmente ho preso in affitto i locali, un pezzo di terra intorno e ho iniziato, diciamo anche quello che è la parte burocratica e amministrativa, per cui hcc, permessi al comune, eccetera eccetera. E ho iniziato a creare anche un po', una mia rete appunto, sul territorio, per cui conoscere ehi vari produttori locali e a iniziare a produrre ho avuto un po' di inghippi burocratici, qualche difficoltà bisogna pur averla. E poi piano piano, diciamo aumentato il discorso delle delle produzioni e della vendita della distribuzione, per cui piano piano diciamo sono arrivato ad avere è diversi negozianti che si sono interessati ai miei prodotti, me li sto distribuendo un po' in tutta italia e anche ristoratori, appunto. Come già dicevo e attualmente sei da solo a curare sì, attualmente in azienda lavoro da solo o sporadiche collaborazioni, ma fondamentalmente sto mandando avanti l'azienda da sola, anche se spero nel breve periodo, di iniziare ad avere una persona che mi aiuta in modo stabile, ma magari part-time all'inizio. La cosa particolare per me di questa azienda è che la caratterizza come azienda in permacultura è il fatto che sia crescente. Ci ho voluto poter creare un'azienda anche se non avevo fondi, anche se non diciamo non potevo iniziare in grande. Molti mi dicono ma vende di piu'? Produci di più? Io penso che le cose bisogna farle gradualmente, allora si riescono a fare. Fino a questo momento non avevo la possibilità di assumere una persona. Adesso inizio ad avere questa possibilità e penso che sia giusto crescere piano piano. E poi spero, piano piano di potere, anche trovare qualcuno che segue di piu' la parte agricola da formare in questo senso. E penso che non so in quanto tempo questa azienda possa diventare sempre più sostenibile, sempre più integrata nel territorio. Sempre più anche, diciamo sperimentale. Un modello da seguire in questo o quel dettaglio. Già, alcuni ragazzi sono venuti da me per imparare e per fondare una loro azienda altrove. E devo dire che la mia soddisfazione è poter dare un aiuto a una persona che ha bisogno di informazioni, conoscenze, esperienza per poi fare il proprio percorso. Em, ti volevo proprio chiedere come la prima cultura ha influenzato il tuo percorso. Già in parte mi ha risposto una cosa, però se volevi avere qualcos'altro da dire su questo si' la permacultura è un grande mondo è un concetto, quello della permacultura, interpretato in tanti modi. Per me è essenzialmente l'incontro con la permacultura è stato prima di tutto e vedere che ci sono altre persone che hanno in mente un mondo diverso, un mondo fatto di rispetto per l'ambiente rispetto per gli altri, generosità nel dare quello che si puo', dare ad esempio conoscenza, condividere quello che si scopre e non tenessero per sé. Questo per me è stato un grande respiro. È stata proprio una cosa importante nella mia vita, in un momento in cui avevo tante aspirazioni, avevo letto libri, di fu cuoca, era rimasto affascinato, ma non sapevo cosa farne. Nella pratica la permacultura è stato un po'. Questo quello che poi conoscendo la prima cultura mi è stato più importante, mi ha influenzato di più è stato il vedere il capire che si possono progettare delle cose, a partire da quello che si ha, senza bisogno di capitali, case, terreni, capacità. Quello che abbiamo già basta. E con quello possiamo fare i conti. E questo è quello che ho fatto io. Non avevo capitali, non avevo un luogo, avevo le mie capacità, la mia esperienza. Avevo delle conoscenze anche in termini di relazioni umane. E con questo ho lavorato e con questo piano piano ho creato prima un crowdfunding. Ho trovato un posto da prendere in affitto. Ho fatto degli opportuni accordi con la persona che mi ha affettato questo luogo. Accordi che sono umani. Incontrare le persone significa questo significa potersi relazionare, raccontare il proprio progetto e trovare fiducia. Perché c' è qualcuno che si vede che non stai facendo semplicemente come il commerciante, ma crede in quello che fai e ti dà qualcosa in cambio. E questo per me significa fare permacultura, creare qualche cosa che diventerà sempre migliore e non necessariamente parte dal massimo della sostenibilità. Nel mio caso all'azienda non posso dire che sia completamente autosufficiente dal punto di vista energetico, ad esempio eccetera. Però l'obiettivo è arrivarci nel tempo, altrimenti sarebbe un prendersi in giro, pretendere di essere perfetti dal primo giorno. Condivido che m' cosa più grande gioia di questo percorso in questi due anni più grande che sicuramente burocratico di Joyeux ho avuto tantissimi momenti di gioia e di grande soddisfazione. È uno dei momenti più belli è stato quando Alberto è un ragazzo che mi ha aiutato per un periodo per imparare che era già molto bravo, molto esperto, pratico. Un grande cuoco finito un periodo qui da me, mi ha detto che gli era servito perché il mio dubbio era questo ragazzo è così bravo già in partenza. Cosa potrò dargli? E invece condividere questa esperienza di azienda reale è stata importante per lui. Altri momenti molto belli sono stati i riconoscimenti da parte di grandi chef stellati che in privato mi hanno detto che secondo loro anche il mio contributo era servito per farli crescere nel loro percorso, per fargli prendere una stella, una stella in più. E queste per me sono grandi soddisfazioni. E non perché io penso di essere così bravo, ma perché ho la fortuna e l'opportunità di partecipare alla creatività altrui, di dare diciamo un in mano, un seme a una persona che poi lo sa far crescere. E questa è una cosa che mi da' un enorme piacere. Difficoltà cosa? Le difficoltà ce n'è sempre tante per me in questo momento la difficoltà principale è e diciamo dovermelo, un po' cavare da solo, perché ci sono momenti in cui avere, diciamo collaboratori, soci, aiuti. È molto importante in questo mondo, diciamo dove l'economia sta funzionando in modo un po' così così a volte è difficile. E poi i momenti sì di difficoltà burocratica. Ci sono stati abbastanza importanti momenti in cui ti sembra di dover chiudere bottega perché ti mettono i bastoni tra le ruote in modo del tutto immotivato, a volte sciocco per dei cavilli. Però poi si supera tutto. Bisogna avere pazienza e perseveranza. Le ultime due una crema incuriosiva e al rapporto col gusto perché parlavi della formazione con i cibi fermentati? Gusto se sicuramente non lasciamo che ha lasciato, non abbiamo piu' spontaneo nulla. Ma se un diretto rapporto sul miglioramento anche gustativo dei civili oppure a prescindere, materia prima parte importante, okay, certo, si deve rispondere. Molte persone pensano che la fermentazione serva soprattutto a per conservare i cibi. È la cosa che sento dire più spesso quando faccio domande io parto, dico ma cosa pensi della fermentazione? È un modo di conservare in realtà attraverso i miei studi, o sono arrivato a una conclusione che questo non è vero, ma che la fermentazione come conservazione sia solo diciamo un utile aiuto, ma in realtà la fermentazione serve a due cose. Serve a migliorare i cibi e renderli più buoni per cui quello che succede è che è un cibo fermentato. Prendiamo ad esempio un miso. Quello che succede all'interno di questo cibo è che ci sono delle trasformazioni chimico-fisiche. Ad esempio, le proteine vengono idrolizzate, vengono scisse in aminoacidi e anche l'amido viene scisso in glucosio. E queste molecole vanno ricombinare, combinandosi, creando nuovi sapori. Questi nuovi sapori sono per il nostro cervello un indicatore di qualcosa di estremamente importante dal punto di vista nutritivo, per cui il nostro cervello, il nostro gusto, percepisce questo sapore. E lo é, lo é, lo ama tantissimo. Per questo noi amiamo cibi fermentati come il grana, come il prosciutto, come il vino, come il miso, come show you, perché sono dei sapori ancestrali che ci dicono che dicono al nostro cervello che quella cosa è sana, è utile ed è fondamentale per questo. Questi cibi da sempre sono dei cibi che per l'uomo sono fondamentali anche dal punto di vista gustativo. Il fatto che nell'ultimo secolo e mezzo, con la guerra ai microbi che c' è stata a partire dalle scoperte di Pasteur Koch, eccetera, è noi abbiamo perso sulla nostra tavola tantissimi di questi cibi vivi, non pastorizzati, non sterilizzati e non congelati. E allora questo se questi sapori in buona parte ce li siamo persi. E quando li riscopriamo scopriamo un mondo che è affascinante, che è bellissimo. Per questo i grandi chef da qualche anno a questa parte, hanno iniziato re iniziato a interessarsi. Perché uno chef stellato dovrebbe venire da me e chiedermi come si fanno i crauti se non fosse perché i crauti fatti bene hanno un sapore strepitoso. Ok, Bobby, non sono tutti letali. Vengono descritti da tempo. No, assolutamente. È il mondo dei microbi. Sai, cos'è il mondo dei microbi grandemente frainteso. Essenzialmente i microbi sono vivono sono degli esseri viventi che vivono in ecosistemi. Esattamente come i micro, i microbi macroscopici. Noi che viviamo in ecosistemi vivono in relazione gli uni con gli altri. Non sono pericolosi se sono in una relazione. Relazione equilibrata con gli altri microbi. Esattamente come i grandi predatori, il lupo l'orso o se sono inseriti in un ecosistema che li contiene. Un ecosistema in equilibrio. Non sono pericolosi. Diventano pericolosi nel momento in cui l' ecosistema non funziona bene. Questo vale sia all'interno del nostro corpo per quanto riguarda il nostro microbiota, che deve avere tanti microbi diversi in equilibrio tra loro. Non dobbiamo ucciderli. Non dobbiamo impoverire la biodiversità del nostro organismo attraverso cattiva alimentazione e stress, malattie, medicinali inutili, eccetera. E allo stesso modo anche i nostri cibi, se sono ricchi di microbi diversi, si crea all'interno di questo cibo. Un ecosistema che protegge quel cibo e lo rende più sicuro dal punto di vista della sicurezza alimentare rispetto a un cibo, ad esempio pastorizzato troppo poco. Se prendiamo ad esempio un formaggio a latte crudo è un esempio dove vediamo che un prodotto caseario che non ha subito alcun trattamento termico ha mantenuto in tutte le sue fasi una temperatura inferiore ai trentotto gradi. Diventa conservabilità lungo tempo e anzi la legge definisce un tempo minimo di maturazione, dopo il quale è sicuro se pensate parte dal latte non gli abbiamo fatto nessuna pastorizzazione, niente. Eppure dopo tanti mesi è eccezionale. Se pensiamo il latte dopo due giorni è andato male. Si' pensate c'è qualcosa che non ti ho chiesto? Che volevo approfondire qualche milione di cose magico per qualcuna che non vale la pena? Lo chiedo sempre. È mme? Ehm no, mi pare di no, è tutto manca. Mi venga in mente adesso, così ok, io intanto ti faccio l'ultimo che facciamo a tutti e che cos'è secondo dell'italia che cambia non il nostro progetto. Se l'italia cambia, ma saro' molto campanilista. Ma io vedo che sta cambiando tanto l'approccio verso il cibo è ancora una cosa di nicchia. Però nel mio piccolo posso osservare che negli ultimi cinque anni è cresciuto in modo enorme l'interesse per i cibi vivi, per i cibi genuini, per la sostenibilità ambientale. Ma anche ci sono sempre più persone che si incuriosiscono e si interessano direttamente del cibo delle persone che lo producono. Questo secondo me è una cosa molto bella. È una cosa che sto apprezzando, mi dà gioia gli se non puo' fare con un cappello tu per me l'italia che cambia è che questo è un segnale. Va bene, ci siamo. Ehm per me l'italia che cambia è vedere che ci sono sempre più persone che si interessano direttamente il loro cibo, che pensano alla propria salute e al proprio benessere in modo attivo e vanno a incuriosire. Si sia per i processi sia per i produttori. É una cosa che in grande crescita negli ultimi anni. Perfetto. Ok, grazie. Grazie a te che una cosa come imprenditore che sono come voi, che non sono un professore imprenditore professionista, ci sono diventato per caratteristiche e cose del genere. Comunque con Katia stiamo facendo proprio un lavoro per cominciare a pensare come l'imprenditorialità, diciamo positiva, equo-solidale, eccetera in qualche modo possa cominciare a parlare di piu' e a usare esperienze positive di persone che in qualche modo si sono diciamo tra virgolette distinte per rafforzare una rete d'azienda. Perché in effetti qui ci sono tante criticità, piccole aziende che nelle marche hanno delle difficoltà sia di visibilità che sia di la conosci capacità proprio imprenditoriale perché molto spesso le persone che hanno voglia di proporsi come aziende equosolidali non hanno poi la capacità di stare nel mercato, di tifare anche due conti. A volte le persone hanno proprio l'incapacità di capire se quel prezzo che fanno in qualche modo rende sostenibile la propria azienda. Quindi uno degli impegni che mi sto prendendo, ma ancora ma mi tiene abbastanza occupata, è quella di diventare con altri imprenditori. Spero anche che roberto Mosca, Bruno Sebastian elli in qualche modo dedicassero del tempo per portare la loro esperienza anche in in nuove in realtà imprenditoriali che stanno nascendo proprio dare dei consigli. Per me questo è un po', un un impegno che mi ha sorpreso che praticamente che mi sono assunto durante una conferenza condivisa con Euclides Mans. Non so se lo conoscete, se l'avete mai sentito nominare che il padre della economia solidale, brass brasiliana, è un po' considerato un guru del questi certe esperienze di rete, probabilmente su su internet trovi tante cose euclides mans, praticamente lui cosa ha fatto a consorziati tanti produttori di cotone biologico brasiliano che in qualche modo dove davano loro cotoni nel mercato normale del cotone a prezzi bassissimi, mentre in qualche modo, anni e anni fa consorziati questi produttori e ha fatto in modo che nascessero dei capi in cotone biologico legati a un consorzio. E quindi ha creato questa prima idea di rete di aziende. E siccome lo scorso anno è venuto qua ad ancona, ero stato chiamato come azienda raccontare la mia esperienza ed ero assieme. Euclides invece raccontava la sua mi son sentito di chiedere di fargli una domanda questa persona, proprio per capire la mia domanda fu che cosa secondo te? Cioè necessità per creare rete rete tra aziende? E lui mi rispose Wiles mangia non piangere che lui mi rispose quanto come aziende siete disponibili a investire in tempo e in e anche eventualmente in soldi per mantenere realtà in difficoltà. Da qui è partito un ragionamento nel senso che dico si deve uscire dalla si', dalla ghettizzazione e cioè che il problema italiano di ognuno vive della la propria esperienza, della propria esperienza. Ma l'integrazione tra aziende o associazioni o qualsiasi altra cosa ci sia di positivo parto anche da quando sei partito col biologico in cui ci sono state lotte ben più for c tra aziende biologiche rispetto a quelle che magari ci sono tre aziende convenzionali. Se alla fine nel convenzionale a volte ci sono stati i modelli di integrazione, vi consiglio di scambio merci, di scambio di tecnologie nelle nel quello che noi come persone che si propongono, quali alternative non c' è stata mai la capacità di unione, di trasferimento, di informazioni, di trasferimento di tecnologie, utilizzo comune di tecnologie, consiglio per tommaso di tutti il punto doc dall'altra l'inglese quindi è molto importante che secondo me se noi vogliamo in qualche modo sostenere il sogno di un'economia diversa, quella che chiamano economia, non si può non passare attraverso il la riconsiderazione generale del mondo imprenditoriale di un certo tipo di di settore. Anche perché in questo periodo troppa gente rischia di vedere le proprie intenzioni naufragare solamente perché magari periodo economico è difficile. Invece la mia concezione è quella che proprio perché è difficile, dobbiamo dedicare un po' più di tempo a comprendere e soprattutto a fare rete. Perché secondo me il momento difficile può dare anche prospetti e prospettive diverse rispetto a quelle che del mercato convenzionale che non può tenere presente di forme di commercio, forme di distribuzione dei prodotti che noi abbiamo chiare, ma ancora sono limitate nella completa ehm nel completo sviluppo del concetto. Non so se riesco a spiegare nel senso che chi si rivolge al mondo solidale cha tantissime più possibilità di qualsiasi altro imprenditore oggi che vede aziende in difficoltà che vede negozi in difficoltà che vede, mentre invece aggiungere a uno scambio di merci il concetto equo-solidale o trasparente o direte o sono tanti valori che noi che abbiamo ma non usiamo ehm mmm e che per noi possono essere un'opportunità molto grossa. Però non so se te l'ho mai fatto, ma anche una domanda in mezz'ora che parli gne gne non so nemmeno da questo partito io faccio delle cose che mi frullano in testa, no, con Katya, con altre persone della res stiamo ragionando ci nel senso che mhm te la butto lì è un è un germoglio, nel senso che in qualche modo tea nasce perché qua la la mia idea è quella di continuare a fare in qualche modo politica mm-hmm. Siccome la politica che conosciamo non è adatta a noi, non è adatta a me, non sarebbe troppo rischiosa per persone che diciamo hanno idee, un po' diverse rispetto a quelle che sono quelle attuali di sistema. Io credo che a un certo punto, per poter continuare a campare in qualche modo mi sono inventato in qualche cosa su cui potessi provare e provare anche esperienze nuove. E questa idea quando lasciate nel quindi quest'anno facciamo dieci anni. Il robertina si è quindi non devo fare fattura non devo fare niente, non mi metto di mettermi parlavo. Mh mh. Ciao Robertina. Grazie ciao. Che ma quest'anno sono dieci anni e nel duemila tre nata come azienda per poter servire i negozi. Quindi l'idea era sì, anche perché io scusate alle undici cio la visita in cosa le undici e trenta lunedì sì, io le undici duro cardy va bene, scusami che ma i muscoli miracoli quella non la fa capito tanto un verso del manto rimasti facile, anzi se c' è poca luce, meglio perfetto comunque la mia azienda per servire i negozi e non aveva prospettive o idee particolari, tranne quello della qualità e della qualità che potesse in qualche modo arrivare a tutte le fasce della popolazione. Quindi una particolare attenzione era stata messa nel nel cercare di fare prezzi più bassi delle di aziende, diciamo tra virgolette concorrenti. Kim non mi volevo presentare che non volevo che te si presentasse come un'altra azienda strana che faceva delle cose che non funzionassero. Quindi una una delle attenzioni più grosse sui detersivi, visto che comunque il mio amore è stato proprio detersivi, perché era era il campo che in qualche modo era considerato più impattante per l'ambiente rispetto proprio per quantità rispetto ai cosmetici ehmm che le proprie formulazioni le ha studiate pensando a una persona non interessata al mondo ecologico, quindi alla vecchietta che si lava i panni o che pure si lava i piatti che in qualche modo potesse provare soddisfazione, sensazioni positive dall'utilizzo del prodotto ecologico. Non sono partito pubblicizzando ecologico. So, sono partito pensando prima di più che alla soddisfazione della persona nelle prestazioni dei prodotti. E questa cosa è un po' difficile da spiegare, nel senso che oggi ci sono tanti prodotti ecologici, ma il prezzo dei prodotti ecologici molte volte, eh, è dato dalla quantità di materie prime funzionali che metti nel prodotto. Perché comunque un detersivo è fatto del dal nove al venti percento di materie prime e dal dal dal novanta dall' ottanta novanta percento di acqua? Cambiare questa percentuale significa cambiare il prezzo, il valore del prodotto, insomma. Quindi la mia idea è stata quella di fare realmente qualcosa di concentrato realmente qualcosa che fosse versatile. Sì, possibilmente sì. Vendere meno possibile il packaging, vendere il più possibile la quantità e quindi far durare quel prodotto di più. Sì, sì, sì, sì, sì. Quindi la concentrazione e comunque il mio brand era proprio usare qualche persona anziana, soprattutto i primi tempi degli enzimi e delle persone. Idaho detersivo dici? Guarda un po' prova un po' questo qui persone non motivate dalla ecologica, quindi l'idea iniziale. Quindi i valori iniziali di te era quello di fare un prodotto che in qualche modo quello sia accolto bene dalle persone e che anche la persona non motivata ecologicamente potesse usarlo con soddisfazione. La vera trasformazione, e quindi quello che mi ha dato tutta una serie di valori più importanti è stato quello dell'incontro con il mondo dell'economia solidale che in qualche modo mi ha fatto ma ha portato a delle svolte. M ha portato a delle concezioni diverse, ma conta lo ha portato a ehm tendenza a rivedere le formule anche secondo concetti che io prima non te ne dei quali non tenevo presenti. Quindi siccome ormai sono molti quei prodotti che hanno avuto delle influenze positive dal mondo dell'economia solidale, mi piace definire te ha come una ditta un po' condivisa, nel senso che tante ricette sono suonate solamente grazie allo stimolo della signora che faceva parte del gas di a Milano c'é qualcuno dice ma perché non si potrebbe, perché non si potrebbe fare così o cosa? E da li' magari è nato poi un progetto o una trasformazione del prodotto. Quindi ehm l'immagine attuale è quella di sempre di piu' spingere verso una trasparenza massima, eh? Una comunicazione più completa, una comunicazione costante anche con con la persona della strada che ci ha il dubbio su come si usa il detersivo. Quindi mi piacerebbe dedicare più tempo anche anche a quella persona che ci ha un dubbio, quindi farsi sentire disponibili perché poi anche attraverso una telefonata, una mail si possono trasmettere valori e l'idea di te è quella di trasmettere valori partendo da un da una funzione molto laterale della vita delle persone. Io dico sempre le persone vivono a mangiano, amano, mettono su famiglia, fanno figli, eccetera eccetera, fanno duemila cofano, i viaggi eccetera e tra i puntini puntini lavano. Quindi a me mi piace entrare da questo e lavano che che una parte molto, molto insignificante, forse della vita delle persone, ma solamente da questa cosa fare entrare dei concetti, far entrare dei pensieri, far entrare degli stili di vita a far entrare delle dei valori. E devo dire che quello che trovo nelle persone che si affidano in qualche modo atea è proprio la disponibilità e la necessità e la voglia di condividere valori. Quindi una delle cose delle idee che ho per questa rete di aziende solidali è proprio quella di lavorare particolarmente sui valori che che possiamo trasmettere da produttori. Ah, alla società secondo me è molto importante. Per anni è successo che esisteva la ditta che c' era il mercato. Quindi la ditta buttava dei prodotti nel mercato, li pubblicizzava, pompava eccetera eccetera. Però non c' era permeabilità tra le due componenti è oggi credo che sia il momento. Invece di aprire le aziende di di, di di, di rendere coscienti le persone dei propri usi, le coscienti anche delle persone che in qualche modo possono intervenire sulle decisioni aziendali. Quindi far sentire che siamo disposti agli stimoli intelligenti. Uno degli ultimi prodotti che stiamo proponendo. Non so se Katia ve ne ha parlato e che in qualche modo nasce dalla cultura dei gas e quello del detersivo. Non so se ne sapete niente, ma praticamente il prodotto è questo. Adesso non serve un primo piano. Comunque il concetto di questo di questo detersivo e di utilizzare degli oli esausti, degli oli di post consumo per fare un detersivo. Ma questo a me non sarebbe mai venuto in mente se un giorno non fossi andato a incontrare un gas a Forlì. Si chiama gas in gasati, un gas molto grosso, trecento famiglie sotto diviso su un'esperienza molto bella in cui anche, cioè assistenza tra persone e prestiti di soldi, donne che devono partorire e che sono assistite da insomma un'esperienza fortissima che a me piace molto e praticate. Durante questo questo incontro mi fu fatta una domanda in cui una persona mi disse Va bene dopo che abbiamo capito perché oggi è chiaro sapere basta poca esperienza per capire cio' che ecologico ciò che no. Quindi a questo ci si arriva, dice quale sarebbe un valore che se noi volessimo spingere sull'acceleratore verso una valori valoriali del prodotto, potremmo in qualche modo spendere qual è il passo successivo di un detersivo? E io gli dissi di qua secondo me non vale la pena di andare a lavorare un olio di cocco biologico, perché poi solamente una questione di certificazione è o di qualcuno che ci guadagna un'altra cosa? Ma mi viene da dire che sarebbe bello per poter pensare di utilizzare le materie prime che non sono vergini, ma che in qualche modo sono di scarto per questa società. E lì c' era una signora anziana che ha avuto anni che disse alzò la mano Eravamo tutti in cerchio, dice io a casa cio la bottiglia dell'olio di frittura. Non so dove buttarla dice ci possiamo fare qualcosa? Questa la racconto perché anche la tra parentesi vecchietta che la mostra perché comunque da lei è partito tutto? No, anche la persona che vive la sua vita e magari il problema di non sapere dove buttare l'olio può essere fondamentale per portare una nuova idea. Solo non ci avrei pensato, quindi io non perdo mai occasione per ringraziare mentalmente sta vecchietta perché questo è il suo progetto, é l'olio dove la prendete? E comunque li ho cominciato a studiare un po', la cosa piu' all'inizio gli ho detto guarda, non so, ci provo, ci penso. Ho cominciato a fare tutta una serie di prove fino a che questa cosa viene fuori è venuta fuori l'olio l'italia non ci concede tante possibilità di fare come ci pare, cioè nel senso che il sistema fiscale italiano questo dopo magari venite a scriverlo, scriverlo perché? Ma praticamente a nulla di valore ciò che il consumatore finale compra. Quindi se tu compri un pacco di pasta te lo mangi? È praticamente ovvio se l'ultimo pagatore delle delle tasse di diva é praticamente annulli il valore a quel prodotto, quindi anche un olio di frittura un olio che compri o al centro del biologico o in supermercato nel momento in cui tu l'hai comprato praticamente non è più una materia prima, ma un prodotto di scarto che viene, che entra a far parte di un'altra filiera l'idea è quella di sì, siamo qua la spazzatura da una truffa e deve far partire subito i fax perché il centralino non riconosce si'? No, no risponde a queste persone non ci arrivano. No, deve mandare subito il farsi, deve dare subito il fischio. Che ci posso fare? Niente. L'idea è quella, è praticamente quella di raccogliere io li da da quello che è una filiera positiva. Quindi chi compra oli di qualità che compra oli dal produttore biologico è quindi dai gas o dai negozi quanto basta che mi ha chiesto mettiamo qui fuori un recipiente in cui dentro abbiamo i detersivo fuori facciamo la raccolta perché comunque nelle persone ci chiedono di capire dove buttare i loro i loro marchi nei loro prodotti da smaltire. Quindi la raccolta adesso è avvenuta attraverso il sito di rete diresse marche, ma in quel caso si può fare che cosa la legge in quel caso la legge in quel caso non la permette, nel senso che se io raccolgo, se tu mi porti la tua bottiglia di olio, io praticamente una materia prima, ma non ho un documento fiscale, quindi non posso lavorarla perché in effetti non ce non ce l'ho no, ce l'ho, ma non ce l'ho. Ma oltre a cio' C' è anche la problematica che certi tipi di prodotti entrano i mercati molto ricchi in cui praticamente si creano filiere che noi non conosciamo, ma sono filiere che smuovono da sicuro tanti interessi. Tante volte ci sono tanti dubbi, perché non si sa bene come. Però insomma, per qualcuno quell'olio che non ha valore in effetti ha valore perché glielo ricostituisce? Perché lo Stato gli dice che può ricostituire valore. Quindi noi stiamo raccogliendo Yoli dai gas, quindi tante volte arrivi qua la mattina il gas Ancona portano la bottiglia, se volete vi faccio vedere cosa ci arriva. Ma poi dopo però abbiamo trovato un escamotage ci siamo appoggiati a una ditta che fa il recupero di oli perché in qualche modo fiscalmente ci sistema la cosa. Anche perché la moglie di Quest'uomo fa parte del garage di Civitanova perché altrimenti non sarebbe stato possibile farlo quindi questo un po' si insegna che un prodotto ufficiale diventa un prodotto ufficiale. Lui guarda fammi cio' duecento trecento litri di ore da lavorare dopo che l'ho filtrato qui abbiamo messo a punto tutto un sistema di infiltrazioni con farine fossili, carboni, eccetera, carboni attivi, filtri di cartone, eccetera per togliere le scorie, puzze, colori eccetera eccetera. E poi facciamo il tensioattivo e questa persona nel senso devo quando lavoro trecento chili di prodotto, lui mi dice campionatura di trecento chili di prodotto, dieci euro fattura gli pago dieci. Insomma, diciamo che è una cosa che questa non che il momento non va detta ok perché si tratta solo io personalmente potrei anche fregarmene di tutto ciò. No, no, però ci si prende delle responsabilità che è meglio essere scoperti. Ma scusa Matteo solo ma é quindi la questo se la legge facciamo così. Se la legge non rompesse le scatole, quindi sarebbe tutto fosse piu' agevolato con le quantità di olio che si recuperano questi circuiti si riuscirebbe a fare una produzione significativa. Io un po' di tempo temuto che la cosa fosse io, non conoscendo il progetto mi son visto, dico se adesso cominciano ad arrivare mille litri di olio al mese. Io produco cento chili di di detersivo al mese. Praticamente a un certo punto dico vado, vado in una situazione di crisi, quindi anch'io non so più dove buttare questa cosa. Quindi all'inizio ho tenuto fermo nel senso che ognuno, ogni gastrici abbiamo dell'olio lo possiamo raccogliere sino quindi le cose dico mettetelo da parte. Tenetevelo poi ehm ma in effetti oggi mi trovo in carenza di olio, nel senso che abbiamo fatto le prime produzioni. Il prodotto è stato accettato, le persone stanno ricompensando, lo sta facendo parlare di sé e e quindi adesso probabilmente dovro' mettere in piedi tutta una un sistema di comunicazione per per trovare degli oli, per dare delle regole sulla raccolta, per dare delle regole sul ritiro lavorato come lavorate voi come lo dovesse lavorare. Se si potesse avere. Ci sono scarti inquinanti e tutto è praticamente noi facciamo la prima selezione, ci arrivano bottiglie, bottigliette, eccetera. Quindi praticamente per il momento è molto empirico. Mettiamo l'olio quello che si può prendere prima, prima, primo controllo, un controllo visuale. Ci arrivano delle cose che non utilizziamo e vanno nelle campagne di raccolta qui sotto. Quindi ha attraversato la strada. Questa qui sotto c' è anche un ambiente, quindi li abbiamo possibilità di smaltire bottiglie, vetri e quant ltro in maniera e quindi una prima analisi visuale. Se va bene svuotiamo tutto quanto dentro un recipiente. Da lì facciamo una prima filtrazione con dei con dei delle farine fossili che in qualche modo portano in basso la prima che mucillagine diciamo. Dopodiché, fatta questa cosa, il prodotto viene portato a bassa temperatura. Che poi scoop questa me la sono inventata io, nel senso che i contadini facevano purifica. Voi siete abruzzesi, mi sembra no, siete no, Roma ha bene l'olio d'oliva quando mia mamma mia madre mi insegnava quando raccogli le olive, fai porti d'olio al frantoio per togliere la mucillagine. Lo fai passare? Quando quando è freddo metti fuori il recipiente dell'olio non ritiri dentro quando si svela porta in basso tutta la la la cosa E io quindi ho fatto seguendo quelle che erano le indicazioni dei contadini. Praticamente ho fatto sta cosa che poi ho scoperto che un processo industriale che si chiama Winter izz azione. Noi lo facciamo empirica e l'ultima cosa viene fatta con dei cartoni? Quindi è una macchina con una pompa che spinge attraverso una fisarmonica dei cartoni mi stia cartoni con carboni attivi che praticamente l'olio alla fine viene limpido, trasparente. E poi questo è un olio prima della lavorazione. Questo è il tensioattivo che viene fatto. Quindi questo qui già un sapone questo questo è già un sapone. Questo è il prodotto in cui il cinquanta per cento di questo è la parte pensi attiva i cartoni con cui Phil troviamo hall e le morti e che ci abbiamo come risultato vanno portate anche un ambiente come smaltimenti di sì. Però anche noi ancora amichevolmente, nel senso che queste cose le mettiamo e loro ci dicono dove mettere le ceneri, nel senso che è un processo critico. Ma la dea della burocrazia a livello ecologico sarebbe le prime cose sono se questo è un prodotto che generalmente oggi credo che noi produciamo trecento milioni di tonnellate di oli da frittura sopra un po' saranno pubblicati sul sito questi questi dati. La raccolta è è un nonno di quello che viene fuori è quello che i supermercati vendono come olio, so è un numero e quello che viene raccolto da è un nonno e tutto il resto viene disperso nell'ambiente quindi ho buttato nei lavandini oppure buttato in terra le problematiche di quel prodotto buttato nel lavandino. Significa che quando arriva nel depuratore il depuratore ha difficoltà a a depurare l'acqua e dividerla dall'olio. Quindi hanno dovuto mettere delle delle degli apparati che in qualche modo separassero. Il problema è che a un certo punto non si sanno. Il depuratore produce dei fanghi che sono fatti, milioni di prodotti chimici mescolati tra loro, eccetera, eccetera. E il commercio dei fanghi. Un commercio molto strano perché non si sa dove vanno a finire. É lì che c'è una, una, una, una cortina che non magari un po' vengono smaltiti. Poi dopo la dichiarazione sta a chi facendo, siccome sono rifiuti costosi da smaltire, potrebbe essere una guerra da qualche parte e ci ritroviamo fra vent'anni come problema proprio problematiche ambientali. Mentre invece ehm intanto qui togliamo diciamo che il problema di del nostro scarto io ho calcolato oppure che grosso modo il due per cento di quello che otteniamo no. Quindi o li che non sono utilizzati perché troppo brutti oppure mor chi e quello che otteniamo rimane un per cento. E quello adesso ancora non ci ho pensato come potro' fare questo non lo so. Però il novantotto percento ritorna ad essere detersivo. Prove di biodegradabilità hanno dimostrato che il prodotto è completamente biodegradabile, perché un conto tu se metti un olio nell'ambiente un grasso e la biodegradazione di un grasso è molto difficile, ma se tu lo lo saponificazione e con la reazione chimica attraverso la potassa rende il prodotto molto più più biodisponibile nel senso più facilmente biodegradabili. Se poi pensiamo che in questo prodotto c' è il venti percento di tensioattivi di cui il dieci è da oli post-consumo, il resto è acqua di questo prodotto in lavatrice se ne usano quaranta grammi per un lavaggio insieme, altri cinquantasette litri di acqua è tutto ciò facilita la più facile biodegradazione, temperatura della lavatrice, eccetera eccetera. E non ho trovato ancora chi mi possa fare degli studi approfonditi e comparativi tra anche perché potremmo dire dovremmo decidere di investire diversi soldi per poter pubblicare qualcosa di Ci arriveremo. Insomma, adesso dipenderà però insomma l'idea è che ciò che non è degradabili diventa degradabili. Come scusa un attimo non so se l'hai detto prima la tua formazione qual è? Che sono ignorante, ma proprio per questo è non ho formato io non sono io sono ragionieri. Ok? Quindi sono arrivati al mondo dei detersivi perché diciamo che in qualche modo già ero interessato a un discorso dell'agricoltura biologica, del mangiare sano, eccetera eccetera. Nel mondo dei detersivi dieci anni faceva poco, in effetti erano poche ditte, venivano spesso dalla Francia, dalla Germania, quindi e corre al maccabi o cose del genere e non conoscevo tante esperienze. E siccome per tanti anni mi ero dedicato al mercato dell'alimentare imprenditore, a un certo punto mi ero scocciato della filiera alimentare, nel senso che ogni prodotto alle sue problematiche di conservazione eccetera eccetera e ho colto l'occasione che mi lascerà un'altra figlia di cui il cambio lavoro e mi dedico a fare una cosa che comunque legata a valori ecologici, eccetera. Ed erano proprio detersivi. Lì mi sono appoggiato ad amici che conoscevo, chimici che stimavo eccetera eccetera la problematica di lavorare con chimici laureati e che loro ti propongono sempre le stesse cose, non c', è mai l'innovazione, non c' è mai l'idea. Loro hanno imparato compensativo un detersivo si fa questo, più questo piu' questo e si fermano a quello, insomma, mentre invece il fatto che un ecologista tra virgolette si unisca un chimico, sta lì sempre a rompergli le scatole. Di questo non ce lo voglio, questo non ce l'aveva, ma non ce lo voglio. Quindi ci sono stati tanti attestati di amicizia e di stima proprio perché anche questi chimici in passato, ma detto senza quelli che sono i tuoi stimoli. Se infatti all'inizio mi chiamavano i censori, capisci che che e rompevo le scatole che lui mi diceva questo non si può fare perché all'università ho imparato che questo ci va, dico io non ce lo voglio. Quindi fino a che non lo togliamo, ehm non lo facciamo. Quindi unire un ecologista, una persona che in qualche modo conoscere chimica eccetera. Soprattutto se le idee sono chiare se ci voglia di lavorare insieme possono venire fuori idee originali che altrimenti le formazioni scolastiche non propongono mai. Quindi io non ho una formazione. Però nella nei rapporti che vado creando ci è sempre un prima di tutti l'amicizia la stima e la strada che si fa insieme, la contaminazione che quel primo partire da detersivi, da una cosa laterale comunque si può portare a un ambiente è importante perché secondo me questa esperienza replicata ad altri che prodotti diciamo altre altre fasi economiche. Secondo me noi potremmo contaminare ciò che invece oggi dato per scontato come impossibile. Quindi importante sta fase di contaminazione e ho visto che se mi metto vicino chimico, se cio' le idee chiare e se lo faccio lavorare alla fine quello cha ha la capacità di arrivare a risolvere quel problema. E quindi perché non utilizzare la persona e quel chimico che in qualche modo riesce a cambiare una propria formazione mentale grazie a uno stimolo che tu gli dai generalmente molto grato di questa cosa? Per Lee si apre un mondo diverso é il quale mondo diverso in qualche modo poi lo trasforma, che io posso parlare di ditte che non pensa, che non pensavano mai di far cosmetici ecologici, che invece oggi fanno solo cosmetici ecologici solamente perché io gli bussai individuare. Non voglio lo shampoo col dolore sul fatto che i profumi chimici coi parabeni, ma lo non lo voglio, lo voglio senza queste cose. E oggi queste vittime facevano solamente prodotti convenzionali mm-hm che tra l'altro oggi sarebbero già chiuse perché comunque se non avessero una tecnologia forte sul campo del naturale, probabilmente si confronterà, ebbero condite come gardenie o che so quanto altro, quindi sarebbero estremamente in difficoltà e mentre invece si sono rafforzate e te tengono duro come aziende proprio perché in qualche modo hanno prima ho scoperto che c' era un modo diverso di vedere le cose si sono a asse. Eh sì, sì, sono assegnate a un certo punto se hanno avuto la capacità di dire boh, cioè un mondo diverso fammelo guardare, fammelo sentire, fammi vedere cosa ne può dare e hanno riacquistato piacere del del, del del, del del ricercare e del da non dare niente per scontato. Questo a me piace molto perché le idee vengono sempre dal non dare niente per scontato. Questo è un prodotto di scarto, quindi l'ha valorizzata. Questo prodotto è proprio di far passare nelle persone, diceva. Io intanto sono più portata a portare l'olio da te o anche nel cooper che qualcosa ci si fa. Ehm ma tu dicevi quando chiedevi gli shampoo eccetera quindi voi non ho capito bene se prodotti gli producete, voi gli fate fare. Poi blix ormai idea ci ha più o meno ci circa centodieci prodotti no che vanno dai detersivi che vanno dagli champ, i cosmetici incensi. Diciamo che su tutte le le formule abbiamo messo le mani a livello di filosofia. Alcune cose le produciamo qua dentro. Alcune le confezioni siamo solamente altre le facciamo produrre su nostra formula. Ma questo perché è proprio per quel quel concetto di base che per me a volte è importante capire come vendere un prodotto al prezzo giusto a volte e non produrre direttamente significa poter proporre un prezzo più basso. Nel senso, se io dovessi comprare in per un detersivo le quantità che mi servono di tensioattivo le pagherei molto di più rispetto a farle comprare a chi viene con vengono con carmen riempire una sistema da tremila litri. E quindi siccome ma ho sempre detto a me questa è una domanda che mi chiedono ai detersivi produci tu? Dico alcuni sì, alcuni no, nel senso che quelli che non ho bisogno di quantità grosse di tensioattivi si' si fanno qua, quelli che invece hanno bisogno di parecchie quantità di tensioattivi che quindi ma comunque quello non è proporre non è produrre. Perché comunque la produzione, la quella che viene detta la produzione del detersivo significa mettere degli ingredienti dentro una pentola in una certa sequenza, metterci dell'acqua a far girare questa pentola per un certo tipo di e quindi mi chiama miscelazione. La vera produzione che invece sto stimolando è quella di avere un macchinario che si' si chiama di l'amministratore che in qualche modo ci permetterebbe di lavorare qualsiasi materia prima grassa e trasformarla in tensioattivo. Il problema è che questa macchina costa milioni di euro ehm quella più piccola e quella per me la produzione, nel senso che quella fa la reazione chimica più o meno ecologica, più o meno spinta più o meno forte per cui riuscire ad avere e questo questo macchinario significherebbe avere la libertà di lavorare dalla materia prima equo e solidale all'olio di frittura all'olio di cocco l'olio d'oliva agli scarti d'agricoltura non so, oggi voglio l'olio di colza che produce bruno, cioè noi avremo in mano una macchina che ci permette di fare il detersivo base che poi diventa allungato. Questo quindi con alcune aziende stiamo tentando di renderci liberi nella nella, nella produzione, cercando di acquisire un macchinario sia usato non solo adesso è un progetto, siccome impegnativo però quella per me la produzione non è mettere acqua e tensioattivi masha miscelare conviene farlo fare. Non si possono trovare i tuoi prodotti nel senso. Io li ho visti a Roma per caso scoperti Roma, per caso, eh? Ho utilizzato il multiuso anche una cosa fantastica, eh? E poi prodotti quello di bucato a mano in lavatrice e quello per la lavastoviglie liquido. Mi chiedo io l'ho conosciuto per caso è adesso Non sapevo per esempio, che ci fossero anche quelli quelli cosmetici. Adesso infatti voglio prendervi per trovarti. Eh? Avete in mente? No, Prima di tutto dove si possono trovare il vostro commercio? La vostra distribuzione, eh? Limitata alle marche. Parlavo prima di qualità a basso prezzo. La formazione del prezzo è fatta da tante cose che tu metti attorno al prodotto per poterlo vendere. Allora tu metti in piedi una rete commerciale oppure adotti altri sistemi di vendita? Ehm poi c' è anche la dimensione aziendale che ti vuoi dare per poter stabilire come distribuire messi insieme queste cose. Io da sempre sono inseguito da rappresentanti che mi dicono siamo solo rappresentante su Roma, cioè oltre cento clienti. Se tu mi dai il listino io vado lì, te li faccio diventare tutti i clienti. Dall'altra parte da da imprenditore e da persona che conosce i propri limiti e i propri limiti aziendali e che è molto dubbiosa se diventare industria oppure far si' che te a Jenny nel territorio e in qualche modo proponga esperienze diverse nel territorio più piccole e più quindi cioè questa cosa. Personalmente ho sempre preferito una crescita molto lenta e stabile, una crescita in cui il negoziante o il gruppo d'acquisto ci scrive vorremmo provare, facilitiamo l'acquisto in modo che è giusto che provi, non non appesantire i prodotti di depliant, di campioncini, di costi, di rappresentanza, ma vogliamo un rapporto diretto tra noi e chi a un certo punto ci dà fiducia. Quindi siamo disposti a rispondere alle domande che l'eventuale cliente della foresteria di Roma fa sulla cosa, quindi sul prodotto che questa cosa nel tempo ha portato che oggi abbiamo in Italia circa i negozi che ci tengono circa cinque cinquecento gruppi d'acquisto che acquistano da noi senza mai forzare, nel senso che tutto ciò è passato è passato per il passo per il passaparola nel duemila tre ero da solo che facevo fatture, produzioni, confezionamento di spedizioni tra l'altro anche senza computer. Quindi tutti amano ehm è oggi siamo in cinque, cioè sicurezza nel lavoro, quindi cioè sicurezza nel nello stipendio, i rapporti di lavoro sono tutti quanti consolidati. Non va tutto in cinque si' e quindi non c'. È un sistema in cui praticamente io posso dire sì, noi sappiamo a Roma dice il prodotto però non non spingiamo sull'acceleratore perché secondo me anche il benessere aziendale o non fare voli pindarici verso economie troppo spinte. A me questo non interessa a me. Sinceramente mi interessa che te in qualche modo porti avanti dei valori, li diffondano il territorio e il flash giornalistico che nel tempo si' da una da una grossa visibilità per poco tempo. Poi oggi la gente è talmente inquinata da tante per cui dura poco, può destabilizzare l'azienda, mentre invece io dico bene, pian piano chi vuoi che dovrà arrivarci ci arriva. Nel frattempo anche la vita di Tea si adegua attorno al lavoro. Tieni presente che da dieci anni è sempre stata una crescita di fatturato tutti gli anni media del quindici venti percento vuole più pronto. Ciò aumenta costantemente e sono anche lì. Ci si avvicinano negozi che si allontanano dal concetto di grande distribuzione tipo natura. Sì, perché qui in Italia comincia a esserci anche una problematica che questi grandi gruppi con soldi che vengono dalla grande distribuzione convenzionale hanno acquisito gruppi come è cor, che in qualche modo stanno riportando le metodiche della della distribuzione convenzionale anche dentro i negozi del naturale vedi natura si', per esempio i quali proprietari di negozi, i gestori dei negozi in qualche modo sono in mano all'azienda perché tu una persona li compra il detersivo e lunedì quelli glielo rimangono perché sono collegati al computer eccetera. Ma c' è tutta una fascia dei negozi che invece vuole rimanere libero. La piccola pelletteria al centro di alimentazione vuole rimanere indipendente, che ha grosse difficoltà a grave e questi grandi gruppi hanno prima fidelizzato delle aziende con i numeri che potevano proporre. Poi queste aziende pian piano ehm hanno trovato difficoltà, perché se salute caratterizzare per produrre tanto e per ricevere i soldi dopo parecchio tempo, quindi sono parecchie le aziende biologiche o ecologiche che affidandosi a questi grandi numeri, a queste grandi performance di vendita poi hanno trovato problemi e hanno dovuto chiudere perché quei meccanismi non sono spirituali, ok? E quindi macinano tutto. Quindi aziende che ci hanno avuto questo piccolo, tante piccole aziende che fanno assolutamente il futuro sarebbe quello di spesso quando vado in giro un po' meno andavo in giro per il gas di correre perché non pensiamo un attimo di fare un progetto tea qui a roma in cui la responsabilità filosofica è tutta mia. Quindi diciamo il veto di fare il prodotto cazzo, sono alla canna di bambù, non so che è però in cui tre quattro cinque famiglie vivono attorno a un progetto, si tirano la loro economia, quindi l'idea della gemmazione ed io quando guardo dalla finestra quella ancona io so' chiaro che a te ha natura, basterebbe ancona se qui potesse parti una petto la mattina o una macchinetta elettrica che se si supermercati da Ancona o se la popolazione ancona se iniziasse ad usare detergenti ecologici a noi ci basta e ci avanza quella città no? E quindi potrebbe essere che Un'altra Tea nasce a Pesaro, Un'altra Tea nasce da San Benedetto e poi via così. E questa sarebbe la vera trasformazione? Perché se qui ad Ancona centomila persone solamente cento usano i prodotti di Tea e sono cento persone che in qualche modo si illudono di poter far qualcosa a livello ambientale, perché però ci sono le altre novantanove mila e Novecento che invece acquistano Daesh? Io quindi solamente attraverso forme di distribuzione, forme aziendali più radicate nel territorio, con rapporti più a chilometro zero a a poca distanza le città si dovrebbero riappropriare delle proprie esperienze commerciali. Mi sento amato uguale ancona ci sono dei negozi che conosco da vent'anni che sanno che faccio detersivi, però devono comprare dalla e Corp perché? E in mentre invece se ci fossero politiche un po' più mm-hm lecite non si farebbero girare detersivi da dalla Lombardia alla Sicilia. E tutto quello che noi sappiamo e in cui crediamo ancora non è maturo il tempo, anche perché tutte le volte che ho dato questi stimoli a dire unitevi in quattro cinque persone cominciate un attimino a pensare di fare un progetto. La conoscenza c' è l'esperienza c' è del fatturato. Cioè perché non cominciare un attimino a pensare di diffondersi secondo certe regole? Secondo certe ehm non ti hanno mai risposto positivamente? Ciao no, no. Come mai secondo te ci sarebbe anche un lavoro? Lo vedeva anche, eh? Non, ma non ha mai risposto positivamente fino a tre quattro anni fa, quando ancora giravo, andavo in giro la sera fa, le riunioni carbonare dentro i gas, eccetera. Probabilmente oggi forse qualcuno ci penserebbe sia per la crisi sia perché è aumentata la sensibilità. Però vedi, non è giusto che la risposta arriva quando c'è crisi. Secondo me ce l'ha anche me. La gente interessata, questi prodotti ma guarda io a Roma proprio c' era una persona. Andai lì per fare questa cosa. E praticante c' era un chimico che certo punto cominciavo a fare col pelo e contropelo sulle formule terra. Perché metti questo? Perché non metti questo? Domande molto tecniche alle quali rispondere in maniera tecnica. Ma c' erano cinquanta persone. Stavano annoiando? No, nel senso che di quelle cinquanta persone che c' erano quattro ne capivano qua qualcosa. Gli altri stavano così a far fare le e quindi io vedevo che non stavo trasmettendo quelli che sono i valori che le persone dovevano in qualche modo condividere. A un certo punto questo chimico io scusa, ma ma tu che lavoro fai? Dici? Io sono un sono chimico laureato e si è presentato nome e cognome dico dove lavori dice Io lavoro in un'azienda di ricostruzione dei copertoni sulla Tiburtina. Ferma un attimo di cui a te non ti rispondo. Piu'. Manca una cosa prima che cambi il tuo lavoro smetti di ricostruire i copertoni e fa fumo per sciogliere le plastiche. Non so che altro fa usare colle e poi come ci viene a parlare dico adesso qui è finita questa prima parte di riunione. Adesso cominciamo a parlare con le persone che invece sono interessate, perché non ammetto che teme, fai il contropelo e poi nella tua vita manifesti perché altrimenti se tu vuoi cambiare sei chimico potresti essere responsabili lavoratori. Potremmo visto che conosci i detersivi, visto che mi stai facendo domande tecniche, mettiti a disposizione di queste persone che vogliono dire che sono qui, che vogliono i detersivi, quindi che centro io con te che centri ti con me, insomma, e da lì è partito poi una cosa che diventò famosa, perché insomma, ma hanno richiamato altre tre quattro volte in altre zone di Roma perché poi ci si divertisse, nel senso che voglio dire comunque anche certi valori, certe cose, certe esperienze vanno anche viste anche in maniera giocosa. Non non tutto serio oggi persone ci hanno tanto bisogno di credere in qualcosa, di sentire che c' è qualche esperienza carina che da qualche parte succede, sentirsi coinvolti in qualche cosa depositi Questa è un'arma molto forte oggi, cioè depressione in giro a trecentosessanta gradi. Quindi una delle responsabilità nostra è anche quella di trasmettere valori positivi. Possibilità? Qualcuno vi ha imitato seguito. Comunque il vostro modello si è no. Quindi al momento stava lavorando moglie Sabrina, no. Quindi per ora ci siete solo voi. Questo tipo chi? Non se ci penso, non è stato mai chiesto. In effetti non ho trovato forme di replica così nel senso che si sia originata questa esperienza a livello ambientale è un problema. Quali? Tu dicevi giù senza non voglio ingrandire, mi per acquistare il chilometro zero eccetera. Però se poi gli altri non lo fanno di tutto, io non so dove comprendere il sito. Sbaglio o no? Giusto, però perché vai da chiare lettere? Non vai da Rizzoli? Perché ci hai capito? Voglio dire adesso Rizzoli scusa da dire la dica però voglio dire anche te, te, te, te te Ti rivolgi a una casa editrice piccola, perché questo è il brand, la capacità e la possibilità di distribuzione del prodotto e chiamano Ma che guarda, non ti nego che generalmente gli imprenditori sono gelosi del proprio lavoro, No? Quindi c' è da superare questo tabù in cui dicevo oddio, lascio una parte di fatturato e io tante volte mi sono dovuto forzare nel pensare che dico spetta a Roma non è più mia, no, proprio questo è il pensiero cattivo brutto che che non dovrebbe esserci, no? Quindi c' è questa sensazione dice qualcuno ti toglie qualcosa, ma questo è proprio l'impostazione generale che ci abbiamo da sempre in Italia, in cui praticamente la la visione limitata eh dall'altra parte c' è anche questo piacere di aver creato qualcosa e tante esperienze a volte ti insegnano che magari qualcuno se ne approfitta di te, quindi e mettere in piedi altri rapporti con persone, soprattutto se non li senti a livello di feeling, di emozioni. E a volte anche di questi ti devi fidare. Nel senso di chi è questa gente? Gente pulita ci voglia in effetti fa oppure sta cercando il lavoro. Per questo prima ti dicevo adesso è facile, no, dico vabbè però comunque ce l'ha investito la mia prima cosa per aprire un lavoratore che investire dei soldi. Sei disposto perché non è che ti posso fare tutto io perché non voglio controllare qui e lì no? E quindi che ci sono delle eh guarda giusto che ti dici dove trovo il detersivo, ma giusto anche che per me il concetto è più quello di trasmettere valori piuttosto che darti il detersivo. A te mi dispiace che non ce l'hai, però sono contento che alcune persone possono pensare in modo diverso. Non proprio tra l'altro non spingo mai quando faccio le conferenze. Se qualcuno mi dice cosa c'e' qui dentro si' pero' io non spingo mai al consumo di prodotti idea spingo il consumo dei prodotti ecologici che a proposito proprio di pensiero e di formalmente delle persone lo ha detto all'inizio il tentativo è stato quello di fare un detersivo che ne usi meno fondamentalmente quindi questa è una prova, ma le persone che sono ormai dieci anni lo capiscono perché rischia che lo eh di questo potresti parlare anche con loro che rispondono alle mail. La cosa bella è che comunque costantemente ci arrivano feedback di qualsiasi genere, quindi anche persone che dici ho provato il detersivo mi è piaciuto, ho un'esperienza è stata quella di prima di partire. Queste detersione in tre fiere abbiamo dato millecinquecento campioncini con cui gratuitamente, con cui le persone potevano provare due lavaggi del e chiedeva un cambio solamente un feedback, visto che pensare a un detersivo fatto con gli oli di frittura poteva far schifo. Fa le prime codici, ma ci troviamo la lista dei pesci che non quella non ce l'ha trovato la farina non ce la trovi. É vegano, dico non te lo posso dire perché può essere pure che qualcuno ci ha fritto il pesce o la fettina alla milanese. Capito? Questo non lo so se lega vegano non è che ti devo dire non lo so, però mi sono perso. Qual è la domanda? Aspetta, se la gente capisce usarmi, eh si' feedback sono tutti. Ti voglio dire che abbiamo dato millecinquecento bottigliette con un cartoncino che dopo vi do, in cui chiedevamo un feedback sul prodotto e di quei millecinquecento prodotti regalati. Ci sono arrivati circa quattrocento trenta persone che hanno preso la May ha fatto due lavaggi. Hanno guardato la cosa che per certi istituti di ricerca è un risultato. Lo quindi questo è il mondo delle dell'economia solidale, produce questo. Quindi anche questi dati, gli sciocchi no, dicevo su mille e cinquecento. Cinquecento ci hanno detto qualcosa? Certo, questo è un valore che noi abbiamo, non io. Noi abbiamo persone che hanno preso, ho provato, sono state attenti. Ho guardato il panno, dicevo mi piace, non mi piace, puzzano un odore eccetera. Poi prendo dico guarda due mesi fa un mese, venti giorni fa un altro ostacolo provato mi è piaciuto. Ti consiglierei di va bene, ma le persone si rendono conto. Ma guarda, ieri ero alla coop con mio figlio e siccome lui adesso fa le bancarelle per te, perché universitario dice babbo, non trovo lavoro, eccetera, dico e fa le bancarelle ci chiamano ad andare. E allora dice Ma lei a volte le persone mi dicono che il prodotto costa di più rispetto a quel supermercato. Io riguardava un prodotto della Henkel è cinque euro e settanta per lavare il colpo. Però te ne dava tre litri. No, dico guarda un po' un attimino. Quanti lavaggi ci fai? Diciotto lavaggi? Cinque euro. Questo qui costa ai gas tre e cinquanta, mi sembra. Ci fai ventidue lavaggi e se vai a guardare dietro dell'altro, non mettere centocinquanta ml per lavaggio. Quindi devi mettere quaranta no, per quello si' gia' dovrebbe saperlo. Però il problema è che quando tu vuoi trasmettere troppi valori, rischi di non trasmettere nessuno il primo valore che trasmetti diceva che quello era il prodotto in mano. Lo sente personalmente? Già. Questo ci taglia fuori da tante possibilità perché le persone sono abituate a questo genere di prodotti. Qua vi faccio sentire un olio essenziale d'arancio e o di lavanda. Adesso questo è pure svampito. Però questo è un prodotto chimico, capito? E la gente è abituata a quello. Quindi nel momento in cui uno apre un detersivo ecologico e sente un odore di arancio tra l'altro molto più costoso del del pro del profumo chimico e ma quello poi anche Ma questo è è già qualcosa, No? No batter Yale che io facevo quando facevo le conferenze Sandpiper ecologico. Non voglio chiedermi quante volte capita oggi. Oggi ho visto una pubblicità ieri di un prodotto. Questo è un altro prodotto. Questo dovrebbe essere la citronella. Ma è sintetica. Questo è un altro prodotto che lo capisci? Sei ecologico? Che? No. Intanto non esiste una classificazione in cui posso dire io che ecologico loro non possono. Non possono non dirlo. Ho visto una pubblicità adesso bellissima di un prodotto nuovo che serve per fare tre funzioni, anche Hee e tutto quanto in bianco e verde in televisione. Capito? Questa bottiglia accogliente prodotto tutto quanto da tensioattivi vegetali che non dice niente. La gente penserà che quello ecologico domani correrà al supermercato, lo comprerà. Ma io quando guardo gli ingredienti e per esempio isolotti alla esotica azzurrino, né io in tutte le bottiglie che io non usiamo gli spazzolini e spiego cosa sono gli sono conservanti tra l'altro harm, anche abbastanza antichi come concezione, che non si potrebbero tranquillamente non usare più, ma si usano perché sono molto forti, costano poco, quindi vengono usati. Ma gli azzurri non ci sono problematiche, creano problematiche a livello ambientale. La coop si può permettere di dire ecologico perché fa una formula un pochino più controllata. Però qui dentro c' è del colore, per esempio, che non serve nelle ecologico, cioè un profumo sintetico che non serve nel ecologico ci sono conservanti chimici che non serve. Non sto parlando male io della coop la critico, perché dico va bene, allora loro si fanno sempre la faccia. Tabella detersivo ecologico, detersivo non ecologico, sempre nuove cup, detersivo convenzionale di marca. Se la coop ci avesse le palle dice io faccio un detersivo ecologico al massimo delle mie conoscenze, perché questo è come dire Vabbè, facciamo un tema da sei, sei e mezzo risicato. Però si può arrivare al lotto. Tu cosa fai? Il detersivo da otto impone il detersivo da otto in tutta Italia. Toglie Ajax, Xandao, eccetera. Allora mi dimostri coraggio perché altrimenti ti belletti sempre di concetti piacevoli. Filo comunisti. Capito? Vaffanculo. Capito? Alla fine sono più pericolosi di quegli altri. Almeno lasciami, dice Vendola. Porcheria a un euro a bottiglia. Non me ne frega un cazzo, Capito? Quindi ci ho discusso anche con dei progettisti Corpus. Dove viene fatto questo? Ci sono andato a parlare a Bagnacavallo. Dico perché fatele ecologico? Il simile non ecologico che gli assomiglia molto. Perché fate confusione se voi ci siete? Gli unici che sarete al potere, il potere di dire Da oggi qui si rendono solo detersivi ecologici fatti secondo le regole. E la gente ve li compra. Invece no, Jax Dixan, Doc. Capito? Più più anche te. File ecologico e il ko e il non ecologico lavapiatti ecologico la'. Il che vuol dire che vuoi? Prende mercato e non mi piace che ti critico e ti rompi i coglioni. Dove il prodotto? La spina? No, non sono contrario. Anche se no, no. Intanto la prima cosa che stiamo tentando di fare è di trasformare queste bottiglie fra due mesi, penso due o tre mesi, il suo sempre ottimista. Comunque le bottiglie e i prodotti da te saranno in bottiglie in pet riciclato, quindi è un valore aggiunto che diciamo persone. Va bene. Abbiamo cominciato a fare la raccolta differenziata, riportare bottiglie d'acqua minerale con quelle bottiglie dalla camminata riportate quindi il materiale non vergine. Ci rifacciamo i nostri flaconi e già non so se qui c' è già ci sono dei prodotti che mettiamo per riciclaggio che andrà comunicato perché anche questo è un valore che le persone devono sapere che ci guarda che questo qui viene dal fatto che hai portato prima. Quindi la creazione di di buone pratiche, la spina, la spina noi ci abbiamo avuto sempre il problema che facendo un prodotto denso poi quando tu lo vai a spennare ci metti no, ma per riempire un litro dei lavapiatti ci ventisette minuti, quindi la sensibilità è quella di dire quel negoziante che sta lì sette minuti e poi magari va a fare un'altra roba se scorda se brodo la bottiglia ci potrei a diluire il detersivo come fanno gli altri. Allora esce bene. Oppure consigliare ai negozianti banchi della spina che costano due tre quattro cinque mila euro. Ma gli ho pure detto voi per ma adesso non sono diecimila litri del prodotto? Voi state pagando il banco? Quanti detersivi vendette al giorno per gli stipendi? Due tre litri che mette il coso il vuoto a rendere non si potrebbe fare il vuoto a rendere no proprio non ce la possiamo prendere noi come responsabile, soprattutto nella cosmesi che voi disse che la bambina perché qualcuno dice vi ridiamo le bottigliette di shampoo, però devo staccare l'etichetta per toglierti, per pulirti la coscienza te mi dai a me la responsabilità di prenderti la bottiglia tua, dove è tenuta nella vicina al cesso, eccetera, dentro la doccia eccetera. Devo staccare l'etichetta da prendermi il rischio siccome lavoro con pochi conservanti, mettere in giro bottiglie che sono state nei bagni degli altri no capito la spina ci sto lavorando con un discorso di bag in box perché poi alla fine ho visto che gli altri come hanno fatto, dice vabbè, intanto se il mercato chiede diamo io io mi sono fatto mille problemi dice Esce non esce in butto goccia a goccia nel pavimento del negozio. Gli altri l'hanno. Dato poi la problematica che non esce, il prodotto rimane al negoziante che poi alla fine non spinge più il prodotto. I frustini per fare bellezza, che perché in effetti il detersivo alla spina funzionano molto come immagine, ma poco come come vendita anche alla coppa. Intervistato le ragazze, visto che hanno messo un banco, quello costa ventimila euro che riempie la bottiglia è sempre la stessa cosa. Qui ci sono delle macchine dentro e tu come vanno? Dice la gente non non fa questo servizio per cui dice noi commesse ci abbiamo la cosa che quando ci abbiamo del tempo libero andiamo li' prendiamo le bottiglie vuote, riempiamo col prodotto, le mettiamo il fianco, la gente la compra come se per ogni volta compra una bottiglia nuova. Sono quelli che tornano, quindi sono quelle cose che alla fine sono illusorie. Dai alle persone la possibilità di pensare di fare qualcosa di positivo, ma non funzionano. Poi con però ci insomma ci dobbiamo arrivarci anche noi dobbiamo dare una risposta. Questo è sicuro che tarda perché non sono convinto al cento per cento. Per esempio attualmente mi piace piu' pensare a delle bottiglie che vengono da pet riciclato, cioè anche quello puo' essere un valore. Scusate ancora una cosa su produttiva prima parlavi le noci di cocco vedersi vi quelli non con l'olio quasi principale tutti i compagni che tu dici l'uso della noce di cocco grassi. Avevo visto un po' la storia della deforestazione forestazione generalmente è dovuta più alla palma che non hai fatto. Infatti per volevo capire, purtroppo abbiamo la maledizione che è o i detersivi li che una per poter lavare ci vuole un grasso che viene trasformato. I grassi li possiamo prendere dagli animali, dai residui dei minerali, quindi gli oli minerali o dalla natura nella natura noi abbiamo tante forme di produzione, potrebbe essere anche il nostro olio d'oliva no, potrebbe essere l'olio de girasole, eccetera eccetera una che funziona molto bene, che è a basso prezzo a livello dei mercati internazionali, loro di cocco. Quindi la cosa più comoda e prendere quello che mi si saponificazione mi crea un detersivo migliore e costa di meno perché la manodopera è bassa, perché in un paese del terzo mondo, eccetera. Quindi questa è una contraddizione sicuramente con questo in parte la contraddizione la annullo ma pian piano ci arriveremo. No, no, no, no, tengo presente, ma fare un detersivo da olio d'oliva costerebbe molto di piu' funzionerebbe molto meno, quindi quando prendi delle decisioni strategiche, ma comunque accedi sempre a un campo di contraddizioni, quindi qualche contraddizione te la devi prendere. Piuttosto ne prendi una o ne prendi un'altra. Perché io dico sempre alla fine un produttore deve decidere qualcosa, se deve prendere, se deve fare il suo karma, assolutamente incremento e e comunque i vostri prodotti alla fine sono biodegradabili, che fanno sì che questi sono definibili completamente e rapidamente biodegradabili l'ultima, cosa che però ascolta anche li spiego sempre le persone, ma è completamente biodegradabili. Noi scriviamo anche nelle etichette se usati nella perché le persone sono abituate a mettere il doppio dei e anche lì noi scriviamo sempre nel sito tuttora usate nella quantità che vi è stato qua nel prossimo sito ci sarà pure rivolgetevi all'ufficio del comune che vi dice quanto è dura l'acqua perché non so te a casa tua non so se sei sei dura e saint ecologista e la durezza di quell'acqua ti permette di usare piu' o meno detersivo quindi che sei ecologista quindi noi spingeremo la cultura perché tra tra acqua dura e acqua morbida ci passano venti grammi di di detersivo al lavaggio. Quindi se non sbaglia potrebbe. Allora io dico sempre se tu butti un litro di detersivo per i piatti in un litro d'acqua quello non è biodegradabile, mentre invece se tu te ne metti una goccia su una spugnetta ce l'hai i piatti per una famiglia di quattro persone in mezzo all'acqua sciacqui, cosi' quel po in qualche modo è facilmente degradabili. Se tlc non butti in un pozzo pulite ley del detersivo ci mette di piu'. Capito? Dipende da quanta acqua, cioè nel pozzo, perché ehm vanno insegnate queste cose la la quantità d'uso per noi è un'altra, cosa su cui mi dedicherò fortemente nel senso di ragazzi, cominciate a vedere se perché questo ci può portare a capire che Daesh ce ne mette centocinquanta qui ce ne metti quaranta e sete misuri quaranta e sei abituato a misera centoquaranta. Alla fine te li fa questi conti che alla fine costa piu' quello che non senti ancora una cosa è da dove ripartire. La mia pagina è finita. La mia facciata apprezzo questa lei e volevo trovare dove ripartito cioè la cosa fare da grande, da grande salute. Ieri mi accennava Katya il discorso che state ragionando addirittura di tue altre o se ho capito bene, avevo sfiorato prima. Dopodiché dei la proprietà Si no. Allora eh, É un percorso che sta nascendo. Io una volta all'interno di una riunione della res dissi questa mia ehm la sensazione é un altro produttore. Mi scazzo pure io sto cercando di capire cosa cosa potrebbe venire fuori. Io mi vedo che mi sto provando in una situazione chiamiamola commerciale. Uno in un'esperienza imprenditoriale. Hai finito il nastro? No. Che sta permettendo di condurre una vita con piacevole? No? E quindi dico dove è finita la mia esperienza piacevole? Che deve succedere? Che questa esperienza piacevole piace a qualcun altro? Oppure che diventa di qualcuno che non ne frega un cazzo, ma che invece trasforma nel tempo, dice da piacevole facciamola. Diventa molto redditizia, per esempio. E questa è una responsabilità che io mi sento da qui a domani. Nel senso questa figlia perché te a doveva essere il nome di mia figlia, che poi dopo che hanno scartato perché era quando è nata, era tutta dorata. Quindi si chiama adora e quindi meno avanzato il nome, eh, Em? Generalmente, se tende a passare cose da padre e figlio, a me sta cosa qui non mi piace. Nel senso che dovrebbe essere giusto che chi se la merita, la cosa se la piglia. E quindi ho cresciuto mio figlio. Mio figlio dice adesso lavoro. Capito? Sto cercando di capire se mi piace. Ma se non mi piacesse io no, non vado a rovinare quello che hai fatto te. Quindi il comunismo non ha funzionato? Il consumismo non ha funzionato. E quindi l'idea dovrebbe essere mezza tra consumista e comunista. Cioè, nel senso che a un certo punto questa proprietà di qualcuno diventa una proprietà di più persone, il modo di come farla diventare proprietà di più persone, come in qualche modo attrarre persone al progetto e come condividere un'esperienza con più persone. E questo è tutto da pensare. Io personalmente, come pure esausto, che ha un'azienda Urbino, che si occupa di cereali, eccetera. Anche lui dice io ho finito io se me le mie figlie non so che fine fa. Bene, allora, siccome ci stiamo nutrendo di un mercato positivo che parla di nuova economia, alla fine il continuo del ciclo di queste aziende quale deve essere per me è un passaggio non legato ai soldi, ma legato a alla potenziale, alla possibilità di altre persone di provarsi con maggiori energie di quelle che ci sarò io fra due anni, quando ho messo quindi per me la vita è stata tutta un passa da diverse esperienze e acquisire qualcosa da quell'esperienza un'ipotesi potrebbe essere fare entrare altri e tu gli fai altro, ma già sbagliato fare entrare. Io non la vedo di proporre qualche cosa al mondo dell'economia solidale dire cominciamo un attimino fa un tavolo su come potrebbero essere pensate è formule economiche di gestioni aziendali, di aziende condivise. Ehm cominciamo un attimino a ragionarci io imprenditore vero aperta mi merito che mi viene dati cinquanta euro perché l'ho fatto oppure no è chi in qualche modo entra a far parte di un progetto idea, deve pagare oppure deve solamente dimostrare qualcosa, è tutto da costruire. Dobbiamo costruirlo insieme. Questa cosa l'ho buttata. Io dico io sono disponibile ad annullare la mia proprietà. E questo quando faccio le riunioni dei gas. Lo dico sempre dico io sono disponibile, voi siete disponibili a prendergli le responsabilità. E comodo solamente comprava il detersivo é sta tranquilli quando lavate, perché io non duro sempre. Quindi qui c' è una possibilità di fare in modo che altre esperienze del genere. Quindi è un discorso che diceva all'inizio di trasportare esperienza, informare un po', ma questo lo dobbiamo pensare non è che io posso pensare. Io sto lavorando con delle, quindi rete di aziende. Una volta l'ho pensato se ne fosse di nel mondo dell'economia solidale e che il mondo della dell'economia solidale mi esprimesse. Mi servono cento detersivi per i piatti all'anno e a quel punto noi ci avremmo un qualche cosa che funziona senza ansie commerciali. Senza non sarebbe prodotto niente di più di quello che serve. Non sarebbe comprato. Ho fatto produrre niente di più. Quello che so di quello che serve ehm e nel momento che acquisto in qualche modo do valore a un progetto, nel senso che mi ci sento dentro, poi dopo come farlo. Qualcuno ha parlato di società, di buone azioni? Non lo so. Ho capito che però sto sfidando Davide guidi. Non so se l'avete conosciuto davide è un è un personaggio piuttosto che l'economia solidale, nel senso che katya e un'altra che ne sa. Quindi stiamo buttando gli input per vedere un attimino cosa succede è prima di dirlo io mi sono detto vabbè, non non mi importa che questa è mia per sempre, quindi sono disposto io a mettermi in gioco questo livello qui, di un valore che potrebbe averci l'azienda pur di vederla andare avanti secondo metodiche condivise. Sì, questa è stata un po', una cosa adesso adesso e anche i Savoia venisse qualche idea facile, eh? Stiamo imparando, ma il fatto stesso di non sentire la proprietà già ti mette nella condizione del vg sempre più liberamente e quindi di non di non cadere nei tranelli che tutti quanti noi ci abbiamo. Perché stare in commercio significa che a un certo punto a questo siamo stati ci è stato insegnato che un certo non siamo stati in golosità del fare più soldi no. Quindi la gente ha fatto delle cose stranissime che non serviva manco di farle se se se se maledette la vita per fare delle cose che bisogna scendere, questa cosa farà marcia indietro, dice a cosa serve per affinché una ditta sia sostenibile, affinché cosa serve affinché la mia vita sia dignitosa e poi il resto ci fermiamo perché purtroppo noi uomini siamo partiamo sempre per fare più di quello che in effetti serve, mentre invece ci roviniamo la vita, mentre invece se facessimo quello che serve io mi potrei organizzare meglio o chi lavora qui. Si potrebbe organizzare meglio avesse più tempo per la famiglia, piu' i figli perché sa che quei cento detersivi li deve produrre. Comunque ce li ha comprati quei detersivi costerebbero di meno perché non devo tenere centomila bottiglie. Centomila etichette? Perché so che mi servono. Cioè che e potrebbe essere quello uno dei modi di cominciare a pensare un'economia diversa il produttore che in qualche modo il consumatore che in qualche modo è anche produttore di se stesso. E queste cose nascono c'è gente che fa i saponi dentro casa, quello che stai per empirismo No, è inutile che te te fa il sapone truccati. Comunque alla fine grasse cose sprechi le cose, sprechi il gas pure loro. Facciamolo tutti insieme in un progetto che è tutto nostro, no? Quindi te li stai facendo te quei tuoi detersivi? Perché sai al cento per cento come viene fatto il prezzo. Come funziona l'azienda se tiene in regola i dipendenti, se sai tutto trasparenza massima. Mmm Va bene, grazie. Guarda, io ti voglio così. Il conto quando lasci le cose con regolarità da grande. E cosa ti riferisci al cibo? A tutto, a tutto. Perché al cibo si, vabbè il cibo, quello che abbiamo, la fortuna abbiamo investito in questa casa, appunto. Perché Ciera, non per la casa struttura a casa che non avevamo già, ma è proprio per la terra il cibo sicuramente non è biologico, ma il biologico perché è seminiamo noi dal seme che abbiamo fatto noi lo curiamo, noi lo raccogliamo, noi ce lo cuciniamo noi, quindi sappiamo che cosa stiamo mangiando. Quella è la base, ma anche i detersivi. Il sapone lo facciamo noi, quindi è biodegradabile al cento per cento e non ha fatto chissà che sbarchi che tragitti per arrivare a noi. Ehi detersivi dem, poi detersivi. Io utilizzo pochissime cose di detersivi. Utilizzo quale? Due tre cose che ci facciamo in casa col bicarbonato che costa una miseria con poco fai pure il sapone che ci fa che mi faccio io o con la lisciva che la cenere che magari mi dà la mia amica invece di buttarla via? La qualità del lavaggio Bene, la qualità del lavaggio non è la stessa che con il prodotto chimico, quello lo dico sempre perché lì ci sono gli sbiancanti ottici. Poi è molto potente poi che profumi chimici che invece con il mio sapone tante tante macchie non vanno via perché alla fine e non ce lo sbiancante ottico che te la copre, quindi è inevitabile che la qualità non è la stessa, ma dipende una che cosa si' si accettano compromessi. Io accetto la marchetta piuttosto di non mettere del veleno sui miei figli. E quindi infatti ma sembra che questo discorso abbia un aspetto economico, ma aspetto anche filosofia, divisione sì, sì, decisamente partito con una esigenza è partito con una filosofia di vita e però a un certo punto eh si accelerato tutto per le ragioni economiche. Ma poi, oltre che le ragioni economiche poi abbiamo comunque scoperto é proprio questo mondo. Quando ci siamo entrati in questo modo in questo mondo non si riesce piu' dopo a staccare non riesci piu' a toglierti perché comunque ti fa aprire gli occhi e vedi il prodotto quando ti ritrovi in mano un prodotto, la prima cosa è che ti salta in mente. Leggi gli ingredienti, non ci capisce un tubo quanta strada fatta per arrivare qua, che cosa mi sto mettendo ti fai mille domande e io per evitare di farmi queste domande me lo faccio io. E almeno è un lavoro, è sempre un lavoro più grande a livello di tempo, ma a livello psicologico io mi rilasso molto di piu' perché almeno so so quello che ho. In realtà non è il lavoro. Paradossalmente non è lo stesso che avessi fatto perché in ogni caso prima per comprare le cose magari devi lavorare pagata. Adesso non l'avrei pagata, lavori a casa, però devi lavorarci. Insomma alla fine il lavoro lo stesso si è. Diciamo che c' è un concetto di lavoro che io vado a lavorare per prendere denaro e io anch'io. Ho fatto fatica tantissimo i primi mesi a staccarmi da questo concetto, perché io non avrei mai voluto fare la casalinga nella mia vita. Se me lo dicevo quattro anni fa la casalinga io ce li insultava perché assolutamente i primi mesi sono stati pesanti perché mi sentivo una una mantenuta. Mi sentivo fallita anche come persona, ma non perché io non lo sa. Io come come mamma sapevo di contare per i miei figli, però era il fatto di di non portare a casa niente e comunque di non ritagliare un pezzettino della mia vita al di fuori della famiglia e quindi io mi sono sentita veramente una fallita all'inizio ero proprio devastata dopo dopo ho scoperto piano piano facendo ancora due conti in casa allora non li porto immensa risparmio undici dodici euro al giorno, non li uso il pulmino, insomma alla fine io solo perché me li gestisco io per per andare a scuola, parlo solo a livello economico il risparmio centosessanta euro più o meno per figlio e quindi già sono tanti soldini risparmiati, senza contare monetizzare la salute dei miei figli. Questa non è monetizzabile eh già Eh già solo il fatto per la salute dei miei figli non penso sia più il denaro, perché comunque alla fine la salute dei miei figli non apprezzo il fatto che lui loro stacchino dalla scuola vengono a casa eh si gestiscono un po' la loro rhetta che hanno da staccare la scuola, vengono a casa, mangiano quello che magari mi hanno chiesto o quello che io ho raccolto nell'orto è quello. Non apprezzo poi comunque a farmi le cose in casa. Io alla fine, a conti fatti a livello proprio se parliamo solo terra, terra economico io quasi. Che ci guadagna di più stare qui a casa mia? Infatti mio marito, quando a volte ci è capitato di dire ma se mi trovo qualche oretta al mattino da fare tanto i bambini sono a scuola. Mio marito infatti mi ha fatto anche ragionare ma tu vai a lavorare, va bene prendi un po' di soldi, però se tu stai a casa e fai e fai un pezzettino di orto in più ci guadagni molto di più che andare a schiavizzati, a spaccarti la schiena, a fare i mestieri a casa di altre persone perché poi alla fine noi mamme possiamo trovare solo questo. E in nero, oltretutto perché alla fine trovi solo quello. Se sei miracolata per cosa tu stai a casa, fai un piatto di pasta in piu', fai uno scambio in più tu ci hai guadagnato dieci volte di piu' ma chi te lo fa fare? Poi di fatto pochi soldi, nel senso che non spendendo lì come guadagnarli, bensì alla fine sì, sì, purtroppo il concetto e porta proprio solo portare a casa soldi, cioè proprio fare entrare il soldo non fa niente. Se dopo entrano uno esce dieci perché sai che ci è entrato il concetto. Noi abbiamo detto va bene, spendiamo di meno, però sì, alla fine alla fine una sorta di guadagno diverso sì, quindi non è più quel senso di fallimento. No, no, no, no. Dopo poi e poi comunque cambiato ehmm. Poi quando ho capito ho scoperto questo mondo. Quando ho visto ho visto proprio all'atto pratico che i miei bambini stavano meglio io stavo meglio, il marito stava meglio, tutto girare funzionava bene, adesso no, adesso sto bene anche perché comunque, anche se manca un giorno da casa si vede si' si vede lontano un chilometro e quindi anche se perdo io mezza giornata, lo capisco perché comunque in quella mezza giornata avrei fatto mille cose qui in casa mia e quindi no, adesso no, assolutamente. Adesso sto bene, anzi apprezzo il fatto di mi piacerebbe far collocare anche un po' anche mio marito, almeno quattro ore. Ma sai, con il mutuo quello che noi ci ci si ferma in tu nella nostra vera libertà sono le tasse mutuo tutto quello che gli altri ci portano di schiavismo, perché se fosse per noi lo schiavismo non ce l'avremo perché i vestiti ce li mettiamo a oltranza se cioè il buchino gli faccio il fiorellino annunci netto ed è più bello ancora perché adesso va di moda. Riusciamo a gestirla bene. Noi tra tra le nostre cose da mangiare noi non moriremo mai di fame. Perché cioè un orto ne riuscite a produrre quasi tutto E di Dior, di frutta e di verdura. Tieni. Quando ci sono vegetariana vent'anni la tendenza vegana, quindi mangiamo tantissima frutta. Tuo marito, mio marito, no, però però vada mangia, mangia quello che faccio, mangia, mangia la carne dei bambini così, anche se poi alla fine sarà una loro scelta, non è che si vanno a mangiare fuori se vanno da un'amichetta, se mangiano pane, pane e salame lo mangiano. Non è che sono libero Oddio, se sei l'eccezione che conferma la regola a me sta bene se è un'abitudine quotidiana tassativamente per ragioni salutistiche, no? E quindi per mio marito ci ha messo vent'anni a capire. Però ha capito che lui stava stavamo sta meglio adesso è fisicamente sta meglio. Poi nulla toglie che se gli capita di mangiare qualcosa di carne, perché io no, ma proprio per mia scelta anche etica, ma anche per ragioni anche indirette di ambientalismo. Comunque il fatto di non mangiare la carne e risparmio anche un pezzo di ambiente, alla fine proprio la mia, è proprio una cosa globale che sto cercando di fare, di spiegare ai bambini, non non imporre. Io spiego il perché delle mie scelte, poi sarà loro scelta. Non si più grande, Capisci parecchio di queste cose parecchio. Ma anche le altre due, bene o male è certo, sono piccoli. Per la Lam fa pesare magari vedere i loro amici e una vita diversa. Ma loro vedono la diversità si, soprattutto quello di dieci anni. Si, la vedono. La vedi perché comunque siamo veramente tanto diversi rispetto alla massa. È lui questa tra virgolette, diversità. Vediamo loro per noi è una nostra vita. Una volta anche Simone Periodici, ma una volta la chiamavano semplicemente vita. Ed è vero che una volta era semplicemente una no, semplicemente siamo andati cent'anni un po' tardi, cento anni dopo siamo nati per perché una volta, altrimenti eravamo considerati che diverse tra virgolette, per esempio le maree, le merendine che porto mio figlio a scuola non sono spesso merendine come gli altri suoi compagni. Sono magari cose fatte in casa, magari semi magari crocchette fatte da me, biscotti fatti da buona sì, però tante volte il bambino a volte mi dice mamma, dammi una merenda normale. Cosa intendi per normale? Confeziona perché poi i suoi bambini o le maestre involontariamente, ma per curiosità, non per cattiveria è chiedono che cos'è perché ovviamente non sanno che cos'è magari il seme di girasole tostato o il seme di sesamo tostato e loro non sanno che cos'è perché non è nella loro alimentazione. Quindi lui per dieci dieci minuti con uno dieci minuti con l'altro a spiegare che cos'è cos'è alla fine lui non ha tempo di mangiare così tante volte mi piange il cuore, gli compro il cracker, gli compro la brioche shine dico guarda così almeno oggi la merenda mangi E in queste cose un po' sì, dopo vabbè, più di tanto più di tanto, no, perché no? Andiamo al festino, non andiamo a pranzo e non diamo alle cene. Se dovessimo fare tutte queste cose qua, forse sì. Perché no? Io non ci vado proprio per principio, perché non saprei cosa mangiare, Eh? Cosa vengo fare? Mangia talmente bene a casa mia che no, non ho la necessità di andare a casa degli altri o anche perché poi ti propongono delle cose che noi non mangeremo neanche. Quindi dovremmo sempre dire è grazie a una maggiore. Dovrei continuare a spiegare siccome sono vent'anni, che spiego perché in poi mi sono stufata e basta. Non spiego più niente a nessuno, perché io non mangio la carne, sono cose mie, mi tolgo. E così comunque mai vent'anni fa era un adolescente che ha deciso di diventare Avevi già una sensibilità a quel tempo Io, sei anni, ho deciso di essere vegetariana. Sei anni trenta anni trenta anni fa ho deciso di diventare vegetariana perché vedevo mia nonna a tirare il collo alle galline e vedere la sofferenza delle galline. Le ali vuole urlare il mio nonno con i conigli vedevo la sofferenza di questi animali. Allora io questi animali gli davo da mangiare, li', crescevo e poi un giorno mi uccideva. Poi pretendevano che mangiassi e io mi ero molto imposta, che io queste cose non le volevo fare. Non volevo partecipare, però avevo sei anni. Il concetto era poi era una bambina sempre minuta, piccola, tutte che sembrava che soffrivo. Poi alla fine il mio è struttura fisica. Mi ha fatta così. Non riuscì non riuscivano a capire che io ero fatta così e dovevo mangiare la carne, ingrassare perché dovevo crescere. Non sono mai cresciuta, anche se non in continua ad attaccarlo rimasta sempre basta, per cui e va bene un po' ogni tanto li dovevo accontentare. Ogni tanto me li mangiavo. Va bene poi quando sono adolescenti sui sedici diciassette anni. Così a un certo punto del suo pace. Amy, ammetto, adesso non puoi continuare a darmi. Mi informo. Ovviamente non dall'oggi al domani è però comunque vent'anni fa non c'. Era internet, non c'. Era la mentalità delle sei vegetariano ieri una una bambina, una ragazza un'adolescente che voleva essere diversa dagli altri che sempre fuori dalle righe, la diversa che aveva delle idee estranee. Una volta era così. Adesso direi che sei vegetariana in Mali. Beh no, no, no, è sono le stesse difficoltà di prima. È solo che adesso so come affrontarle. Prima no adesso cioè più cioè più conoscenza. Cioè internet. Ci sono i libri che parlano di queste cose. La gente sa già cosa vuol dire essere vegetariano, Molto meno vegano. Però diciamo solo vegetariano, così almeno riesco a essere più diretta. È una volta non sapevano niente e risolvo la diversa. Senti, mamma e figlia hanno la sensibilità a questo tipo di sensibilità, ce l'hanno anche loro. Dispiace vedere un giorno un animale oppure il più grande si più grande sì, anche se a volte mi piace. Però le altre, le altre due le altre due sono ancora piccoli. Ne vedo un pò meno sensibilità in questa cosa però è adesso che abbiamo che abbiamo le oche che avremo anche le galline. Vedremo. Vedremo perché comunque loro cresceranno con con i miei figli questi animali se un giorno mio marito deciderà di ucciderle eh vedremo come si comporteranno loro, perché comunque alla fine non è terrorismo è proprio tu tu lo vuoi mangiare per mangiare devi fare questa cosa qui non è che lo vai al supermercato e te lo trovi perché anche prima hanno fatto così, anzi sono state trattate anche male. Quindi se se loro accettano per dire vabbè, io lo uccido mamma però me lo voglio mangiare, ma va bene nel senso che io glielo do da mangiare, non è che io gli impongo di però i miei innocue del supermercato, i miei ti so che cosa vi ho dato, so come sono stati cresciuti, quindi sono stati cresciuti bene, amati e erano liberi di fare quello che volevano questi animali. E poi vabbè, se finiscono in padella, se loro vogliono, io non uccidero' mai perché comunque ho dimostrato che comunque si può vivere tranquillamente senza si può star bene senza però ho fatto tre figli e li ho adattati l'ultimo fino a otto anni il primo per cui penso proprio di avere ampiamente dimostrato che si sta benissimo senza carne e che puoi fare tutto quello che vuoi, anche se non mangi la cacca. I cadaveri però vabbè, ripeto, è una loro scelta. Vedremo quando se dovremmo metterli di fronte all'uccisione di questi animali. No, no, io le oche le abbiamo prese per non ammazzare, proprio perché hanno una vita meno di sette dieci anni ci hanno detto che sono per le uova e basta. Le galline già diverso perché la gallina dopo due-tre anni diventa vecchia e la mantieni tra virgolette gratis. L'obiettivo mio non sarebbe ucciderle, però però però mio marito comunque non la pensa come me, quindi io giusto, insomma non voglio imporre a nessuno le mie idee, se lo fa se lo mangio o se lo cucina va benissimo. Io non centro niente perché a me non interessa questa cosa. Vediamo piano piano adesso. Adesso le prendiamo che le galline solo per le uova. Perché i miei bambini piacciono le uova. E per avere anche degli animali tra virgolette utili perché ci puliscono dall'erba. E comunque sono animali. Un po' diversi. Non è il solito cagnolino che devi starci dietro. Io non ma poi a mio marito piacciono i volatili, quindi arrangiati. Stavo prendendo il caffè grazie a lui. Secondo me a due secondi, ma che tu non lo vuoi Che ho preso? Prima gli veniva, avevo centinaia di fatto raffreddare. No, va bene, Si'. Poi ci facciamo anche i dati vegetali. Non sempre riusciamo a farcela. Vi fate nel senso di tu? Sì, sì, anche la. Quei bambini ultimamente vanno matti per il latte di mandorle. Lo zucchero però è stato buono. Infatti devo devo dosare glielo perché quando le faccio un litro loro in un passo una merenda avrebbe potuto. Se ho capito male, quando guardiamo un sacco di grassi va bene. Fanno bene, però troppo, no? Sono un po' esagerati. Però meglio beneficiare resiste. Ma la domanda è andare a comprare Costa tre tre quattro cinque euro costa tantissimo, io con euro lo faccio certo. Quindi dicevo, essendo vegetariani comunque avere un'alimentazione prevalentemente vegetariana a mangiare molto con l'orto allora la verdura al cento per cento per adesso riusciamo a gestirla noi la verdura e la frutta? Quasi niente perché aveva messo le piante tre anni fa mio papà e sono piccolissime ancora perché mi ha messo proprio il rametto l'aveva presa da questo amico che ci ha mandato a vedere dalle galline. Stamattina hanno preso le figlie delle sue piantine e quindi era proprio piccolissime. Giusto perché non volevamo comprarle perché non sapevamo cosa erano, non sapevamo. Comunque sono sempre più deboli quelle che compri. Invece quelle che prende dalla natura sono ruspanti, sono sono sono abituati a vivere così e noi le volevamo così. Quindi sono piccoli, abbiamo solo è due piante di pesche che c' erano già qui un tempo e poi per il resto. Però piano piano vorremmo anche anche con la frutta abbiamo mai stiamo stiamo pianto. Mando un po' di frutta per tutte le stagioni, di modo che di riuscire magari la frutta è un po' più difficile rispetto alla alla verdura, però almeno sessanta settanta per cento ottanta per cento renderci poi magari voglia del kiwi walking vogliamo mettere giù voglio della banana va bene, gli compriamo la banana. Voglio dire però che sia una cosa molto limitata qui. Insomma quello che autoproduce il cielo che la pasta sta roba qui la compra si' allora la pasta, il riso e la pasta cerco di farmela io perché comunque solo con acqua e farina la faccio, ci mette due secondi a fare perché magari non uso la macchinetta, non è che sto via, la faccio proprio a mano e quindi qua mezzoretta fai mezzoretta io me la faccio, poi la congelo, magari per tutta settimana ce l'ho eh cerco di farmela io, anche se va bene, poi magari hanno voglia degli spaghetti hanno voglia delle penne, fusilli, quelle cose li' si' la comprerò il riso ovviamente. Purtroppo sì, dobbiamo comprarlo al cento per cento i semi oleosi anche quelli li prendiamo cerco quel poco che prendo, cerco di prenderlo biologico, non il cento per cento perché tante volte andiamo anche al discount. Cerco di insomma di barcamenarsi un po' con la scusa che abbiamo il qualità al cento per cento o della frutta e della verdura che ci produciamo le altre cose tipo semi oleosi, li trovi solo quasi solo biologico e comunque di differenza di prezzo tra quello biologico e non biologico è quasi la stessa, quindi alla fine vado biologico quando poteva farina questo spicchio un po' per il momento. Quindi per adesso prendo quella normale. A volte prendo quella biologica, il pane, il pane eh sì, sì, sì, sì, sì, faccio faccio sì, facciamo tutte queste cose. Sì, sì, sì, sì, sì. A parte le materie prime che dobbiamo acquistare, però sì, pane, focacce eh? Pasta e i sughi sughi adesso l'ho messo via mail ieri abbiamo raccolto il prezzemolo, abbiamo fatto il sugo, il prezzemolo, la salsa al prezzemolo da mettere via nei vasetti stando attenti all'igiene proprio insegnare anche i bambini sterilizzato però dopo non lo tocchi idee è una cosa in diretta, però mi devi proprio far vedere di insegnare proprio l'educazione che si ritrovano grandi, hanno imparato vedendo senza studiarlo sul libro, che poi magari non ti rimane. I bambini ti aiutano a fare le cose bene. Sì, loro sono molto i bambini, un po' meno. Ma le bambine e le femmine lo rossi sono molto curiosi e spesso si mettono li' a guardare intanto che fa il pane lo faccio con la pasta madre e non con il lievito di birra è loro sanno cos'è la pasta madre è solo che dopo quando si approcciano agli amichetti, non sono tra virgolette capiti, non c' è nessuno. Sei l'unica quando questa zona che ha questo tipo di scelte, così così tutto così tanto io qui vicino non ne ho trovate, magari ci sono è perché magari magari non ci conosciamo semplicemente è magari chi fa chi fa la pasta madre? Si, ne conosco un'altra poi la stola sto spingendo molto, nel senso che quando me la chiedono la regalo a tutti e quindi qua in giro sto sto diffondete sì, sì, sì, sì piano piano si però sì, magari ciechi fa l'orto però non fa un'altra cosa cerchi? Magari detersivo non ha voglia di farselo, ma si fa se non lo si fa la marmellata flessibile fai spesso, ma neanche più di tanto spesso nel senso che detersivo e utilizzo il sapone che faccio io lo riduco in scaglie, lo metto nell'acqua e se quando lo faccio? Circa una volta ogni due volte al mese, più o meno dipende dalle lavatrici che facciamo noi tieni quando facciamo tanti perché comunque siamo in cinque tutti i giorni bisogna lavare, per cui quello si' io ultimamente ne faccio tanto perché lo scambio però si potrebbe fare una volta all'anno e e non pensarci piu' noi per noi tieni conto che siamo in cinque e poi comunque l'utilizzo molto come moneta di scambio come baratto e per cui lo faccio magari lo faccio anche due volte. Se a me piace tanto fare il sapone perché poi te lo inventi allora ci era dato un giorno te lo fai con le erbette dell'orto che ti sei fatta essiccare io divento matto a fare il sapone lasciatevi dare la sala pausa sì, purtroppo sì, però va bene a mio due anni che lo faccio non è mai successo niente, basta stare attenti guarda, ti giuro non mi è mai successo niente inquina a livello così inquina tantissimo. Se tu la prendi così e lo butti nello scarico inquina tantissimo, però a contatto la sua formula chimica. Non che però a contatto con l'olio dopo me quattro settimane, otto settimane diventa completamente al cento percento biodegradabile e anche per la pelle. E ti posso garantire che io e da quando ha un anno, un anno e mezzo la piccola che ha problemi di dermatite veramente forti. Mi trovo benissimo e non cambierei con niente anche champagne, lo shampoo purtroppo quello lo compro. Ci ci laviamo parecchio con il mio sapone, poi a lungo andare diventano i capelli non molto belli, per cui siccome le bambine adesso vogliono si stanno facendo finché sono corti va va benissimo. Quindi mio marito e mio figlio va benissimo anche il mio sapore parole bambine adesso si sta facendo crescere i capelli e quindi non è perfetto, quello lo compriamo, anche se esistono anche delle formulazioni, possiamo farci anche in casa per quello pero' non non ho ancora trovato la formula che mi piace a me e quindi non ho quella è una delle poche cose che compro compro, magari una volta l'anno quando trovo l'offerta su internet, magari compriamo insieme a una mia amica, così non paghiamo le spese di spedizione e ci organizziamo così è una delle poche cose che comprano dentifricio. Io uso da anni che i bambini non ho. Non ho dato l'abitudine di utilizzare i dentifrici, ma va bene una bella spazzolata con l'acqua e non c' è bisogno di quelle cose locali? No, per adesso no che mangio da dieci anni. Dieci anni e forse una piccolina. Ce l'ha, però non è molto esposto. Per adesso a queste cose perché mangia? Può essere sì, il maschio mangia pochissimi zuccheri, quasi niente. Non gli piacciono di suo. Però preferisce, ma perché? Prima di tutto va bene quelli quelli acquistati e quelli in commercio super è tassativo? No, perché? Perché sono solo schifezze e l'ottanta percento ti va? Ti va dentro? Ti tiro, assorbe anche le mucose e quindi assolutamente no. Mia mamma a volte gli prende purtroppo e anche se gli dico di non prenderli perché profumato alla fragola se capite, ma una schifezza non è una frana però va bene un po' non posso andarla a buttarlo via, però qui a casa loro si lavano i denti solo con l'acqua e lo spazzolino si fregano bene, bene io utilizzo il la polvere, la l'argilla essiccata al sole l'argilla verde essiccata, sole con pochissimo bicarbonato pero'. A loro dà fastidio perché generalmente io la lascio in polvere li' non non faccio proprio il dentifricio e la lascio in polvere e quindi la intingolo è come avere della terra in bocca e a loro dà fastidio. E allora non glielo faccio sempre. Neanche tu. È da quelli tra l'altro quattro a due o tre anni che non usiamo edifici. Quello tradizionale utilizza e basta. Sono problemi? No, Gli stessi problemi che avevo prima. Come sei così esperta? Per esempio, decide dentifricio? Fa male? Ti sei interessata da sempre. La consapevolezza degli effetti su internet si trova qualsiasi articolo da poi devi cercare per trovare quel che hai cominciato a interrogarti. Sì, io compravo a terra, madre a terra, Madre terra, terra, terra nuova. Ero abbonata fino a tre anni. Fino a due anni fa ero abbonata e lì ci sono dei begli articoli. Poi comunque, dopo avuto internet e piano piano ti informo che secondo il dottore, se hai voglia ti informi. Lo trovi l'articolo. Lo trovi. Ma dove Devo chiedertelo che spesso la domanda, per esempio io stesso mi occupo io. So che non ti piace. Non è il massimo. Ma sapevo magari quelle cose che mi ha detto che vado a cercarlo. Lo trovo però si. Sulla salute. Non lo sapevo. Io non sapevo Aspetta, no, no, no. Sono sai che so che non lo sapevo no, perché vabbè, però sì, sì, sì io io è una delle prime cose il dentifricio che ho tolto, il colluttorio. Usavo tanto il colluttorio, adesso piuttosto utilizzo qualche goccia di olio essenziale di menta. La metto nelle nell'acqua e facili chanche con quello piuttosto che trasmette i tuoi con un po' di sensibilità. Sì, non mi sono fatta mille domande e piano piano ho cercato le risposte senza avere troppa fretta. Mi sono data non non mi do delle tempistiche pero' se mi interessa un argomento me lo scrivo, però ho tempo, vado in internet circolare la risposta poi magari trovi anche le persone che te la danno, magari anche su facebook che inizialmente io non lo sopportavo, ma alla fine butti la domanda e tante persone poi ti rispondono e poi avanti tu quello che ti di più pero' beh sì, sì, tante volte purtroppo manca la domanda ma la gente va in auto ma va bene tanto l'ho sempre fatto sì, ma non è che se tu l'hai sempre fatto o se te lo hanno insegnato i tuoi genitori a priori è giusto infatti la donna magari è giustissimo però perché non è difficile, perché comunque devi metterti comunque in gioco. Tutto il meccanismo che ci hanno sempre insegnato che ci hanno portato a questo consumismo è perché è perché la gente non si è mai fatto le domande perché è più facile andare avanti? Perché se se tu ti sta che ti fai delle domande, non fai più parte della massa e non sei più accettato nel gruppo, come come come quello come la massa alla fine così sei sempre e comunque io sono sempre il carattere, sono sempre vista quella diversa va bene prima, perché ero figlio di separati e divorziati trent'anni fa qua trent'anni capito, era la disgraziata del paese a priori perché comunque semplicemente perché i miei genitori si erano divorziati, io dovevo crescere per forza disgraziata era una cosa automatica è proprio priori ti guardavano in giro, tu che sei un imbecille perché sei figlia loro sì, per fortuna a priori. Quindi ho dovuto lottare da piccola per questa cosa di dire guardate che non è proprio così automatico pero' vabbé chi se ne frega, voi comunque il fatto di essere vegetariani. Il fatto comunque deve essermi sposata presto con un ragazzo che non era di Lee o capisci questa qua si è trovata una lontano capisci? Vent'anni fa in un paesino piccolino era una cosa molto chiuso. Si' poi l'ho sposata in chiesa perché io non mi sono dissociato dalla politica e dalla Chiesa. Io voglio la spiritualità, ma non voglio nessun guru. Non voglio nessuno che mi dica quello che devo dire per una preghiera che devo fare è infatti anche i miei figli. L'ultima non è neanche non è neanche battezzata. Io non mi sono sposata in chiesa, quindi anche lì, figurati una che non si sposa in chiesa e incinta a priori. Ho avuto dieci figli prima di sposarmi avuti nella testa degli altri. E quindi già proprio il mio percorso è stato proprio, ma non perché volevo sentirmi diversa, ma semplicemente perché io pensavo una cosa non è che gli andava a dire a tutti. Però quando capivano come ero io ero sempre quella diversa dagli altri. Invece la Chiesa neanche la politica nel senso non voti. No, no, io purtroppo fino adesso votato sto rivalutando molto il fatto del votare. Perché? Perché comunque non avendo qualcuno che vedo che fa qualcosa effettivamente, perché la politica dovrebbe essere qualcosa che tu vai lì per fare il bene del paese il cento percento fanno il loro bene dicano dentro in tasca finché riescono prendono tutti i privilegi che hanno voglia il cento per cento no, mettiamo un novanta perché mai, mai, mai, mai mettere tutto non si fa tutto sempre di un'erba un fascio ci può essere chi parti puro ma o ti adegui o devi uscire per forza. Per cui è quindi io io io non voglio non voglio più Non lo so, sto valutando molto il fatto di non votare neanche più perché tanto comunque non serve a niente. E comunque chi se c' è qualcuno che vedo che dice e fa qualcosa che mi interessa valutiamo lo ma tu l'hai fatto fai politica, non la tua vita, una politica portiamo è in qualche modo mi sono schierata si' che mio marito mi fa Tu dici che non sei politica, però alla fine ti sei schierata apertamente un'azione politica la tua scegliere tutte le scelte che fai sono politica alla fine alla fine indirettamente sì, perché comunque il fatto anche solo di andare in un supermercato piuttosto che un altro in fatto di comprare un prodotto piuttosto che un altro, alla fine ti schieri. È vero, inevitabilmente ti schieri è però il fatto di dover votare una persona non c' è la persona, quindi io io e chi Berlusconi, che fare un album? No, perché adesso parliamoci chiaro cosa devo? Chi è che devi votare? Non ho ancora capito chi. Però vabbè, la chiesa, la chiesa ovviamente no. Mi sono tolta completamente, ma secoli fa, appunto, perché ero figlio di separati e come figlio di separati tu eri la figlia del peccato. Non so come spiegarlo, tu e loro hanno sbagliato. Ma che paga sei tu anche tu, anche tu fissi bimba che non centra un tubo che non perché ha detto per fortuna sono figlia unica per motivi familiari e persi, perché comunque aver affrontato un percorso che ho affrontato io e se non è di carattere un po', ma è la prima volta a sei anni, perché sono scappata io da casa, gli ho detto Mi ama se tu non vuoi andar via di casa, ci vado via io, perché questa li ha fatti separare. Ma li ho fatti separare, nel senso che non se poi alla fine non si è separata. Mi ama. Però alla fine, se la cosa non va bene solo se tu non vuoi andar via, vado via io che ho mandato a mia nonna la prima volta a sei anni, più o meno e dopo la mia ma è tornata e poi si sono separati definitivamente a otto anni, quindi ero piccolina. Però tieni conto che mio padre era un ex alcolizzato, quindi una situazione in casa veramente pesante é mia mamma che comunque doveva mantenerla. Insomma, era una cosa un po' messa messa male già a priori. Quindi per fortuna che ci ero solo io, perché se c' era anche un bimbo che aveva un po' meno forza di carattere, chissà dove finiva secondo me, perché con una situazione del genere, con con un esempio del genere, per di più in un contesto così certo era pesa e pesa, era pesante da affrontare la cosa. E poi comunque sono andati via otto anni. La settimana dopo che siamo andati via di casa sono andati ad abitare da mia nonna. Mia nonna è morta, quindi siamo dovuti scappare in un'altra casa ancora che stavano facendo i miei genitori, mia mamma e qui c' è stato proprio un casino di di, di, di di di di di situazioni che se comunque non sai più più che sì, forse anche forte, non lo so e no, infatti dico sempre meno male che c'ero solo io, perché magari chissà se magari un altro aveva un po' meno forza di carattere, chissà come la concia adesso chissà dov'era questa cosa stava facendo. Però paradossalmente questa difficoltà pagano una persona molto diversa. Ma io lo vedo in senso positivo. Nel senso ovviamente sì, nel senso che ti ha fatto a criticare la Chiesa, criticare lo status quo voglio dirti ampia, ma sì, perché io comunque io sono una sopravvissuta tra virgolette. Se io sono sopravvissuta da piccola a questa, ai miei genitori, alla fine perché sono quelli che ti devono invece a spianare la strada sia sopravvissuto a questa situazione e o che io non avevo gli strumenti perché comunque sei una bambina che strumenti ai che forza ai per riuscire a io sono sopravvissuta vuol dire che comunque alla fine sopravviverò a quasi tutto capi' perché comunque io adesso comunque e ho il fisico diverso da quando da una bambina quindi puoi andare a lavorare, hai la libertà, la testa per affrontare tutto da da piccola come ti puoi essere vegetariani da piccola non ho potuto impormi da grande ti può imporre, dire ascoltami tu non la pensi come me. Vai a quel paese, io faccio la mia vita da piccola fai un po' fatica a fare sta cosa qui e quindi sicuramente mi ha dato una grossa mano Sì, sì che hai studiato fino ho fatto le medie e poi ho fatto due anni di quest'informazione aiuto cuoca. Poi ho fatto sono andato a lavorare la mattina. Il pomeriggio ho fatto una specializzazione del tuo cuoco di indirizzo dietetico per me se comunità preciso che mi faceva schifo far da mangiare e quindi sì, sì, l'ho fatto perché in casa avevano piacere che facessi questa cosa qui me mia mamma, mio zio. Insomma adesso sono sempre molto, soprattutto l'igiene il fatto delle delle diete, il fatto di giada che ti faceva schifo Invece sì, non è che mi esalta molto. Però pero' prima lo vedevo solo come un fatto di mangiare, adesso lo vedo come un fatto di salute e e adesso mi piace perché lo vedo come un come una salute. Se io ti do una cosa piuttosto che un'altra sicuro ti ti faccio stare bene, allora mi piace per quello non solo per il fatto di ingurgitare qualcosa in bocca come lo vedevo prima. Una cosa che ti sarebbe piaciuto fare o rifare in quel momento in quel momento. Allora allora allora la maestra d'asilo per i con i bambini piccoli. Per fortuna che non l'ho fatto perché no? Adesso non riuscirei. Ho capito che non era il mio lavoro perché prima di avere figli mi piaceva tantissimi bambini. Mi piaceva stare all'asilo con i bambini quando ho avuto figli miei, quando io vado a portare i bambini miei all'asilo non vedo l'ora di scappar via perché questa è sì, forse sì, forse devo averli già in casa. Tre Bello è stupendo, meravigliosi pero' pero' buongiorno. Voglio ma insomma staccare un attimino, riuscire andare anche in bicicletta da sola, senza continuare. Ma voglio mangiarlo che sono non so se riuscirei ad affrontare anche insieme Maestra che dicevi della bici che va? Esco a torni con la bici come Gaston è praticamente per riuscire a io ho preso tre riesco a risparmiare denaro circa tre euro al giorno, riesco a inquina di meno e faccio movimento senza andare in palestra e pagare la palestra é praticamente questa bicicletta qua l'ho trovata su passatele, che è un gruppo di Facebook e che vendono e scambiano. Io avevo buttato, cerco bicicletta pieghevole per la per la macchina perché avevo pensato che se tengo la macchina tengo la bicicletta in macchina. Porta i bambini con la bicicletta dietro i tre bambini sulla macchina, parcheggio davanti alla scuola, i bambini, il parcheggio a scuola mi tiro fuori la bicicletta, vengo a casa e vengo a casa in bicicletta. E così facendo un risparmio con quei soldi Buongiorno. Più o meno, più o meno con mio marito abbiamo fatto il conto sui tre euro, vero, mi avevano fatto il conto su intorno ai tre euro al giorno. Si è adesso senza essere fiscali, per carità, perché però più o meno tre euro al giorno cosa mettere? Quanto ci metto invece? Venti, un quarto d'ora venti minuti però allora quattro venti minuti da scuola a casa, poi la faccio da casa a scuola e al mattino poi però la faccio anche il pomeriggio. La faccio quindi quattro volte e per cui sono venti, venti, venti. Vado in palestra, poi in cui non molto meno perché comunque non ti piacciono i biscotti. No, non mi piace. No, io faccio volentieri mi piace, mi piace tantissimo. Prima lo facevo a piedi, però piedi diventa è più lunga e più lunga. Come tempistiche perdo tanto tra virgolette aperto troppo tempo e le cose di casa tante cose. Tante volte non riusciva a farle. A loro ho optato per la bicicletta che ci metto meno della metà del tempo. Pero' gia' l'anno scorso l'ho fatta sempre li' ma a piedi non qua, ma stavo quasi più lontano più o meno la strada era quella, però faceva piedi che erano quest'anno hanno venduto più big machine. Ho sentito fantastico, meraviglioso. Mi dispiace nel senso che tanta gente purtroppo la vede come una sconfitta, questa questa tra virgolette, tecnici che una parola parola bruttissima. Però tanti la vedono come una sconfitta, ma bisogna vederla come un'opportunità e io l'ho vista come io anche se ho il portafoglio vuoto, io questa cosa qua l'ho visto come una sfida mia, una un'opportunità che ci ha dato anche che poi alla fine il vero povero ce ne sono pochi. E alla fine uno si considera povero perché non ha avuto il numero di cellulare. Ragazzi una volta un povero non aveva da mangiare. Quindi la povertà è molto da rivalutare. Dobbiamo vedere cosa si intende per povero per cui io l'ho sentito eh dice una brutta parola decrescita Perché cioè Dee Dee, perché ti sembra che che parlavamo con Andrea de ti sembra che è una cosa che ti toglie a me ha dato tante, invece a me ha dato molto di piu' che prima si io vedo la vita che facevo prima la vita che facevo adesso c' è un abisso. Io non tornerei piu' indietro, ma per nulla mamma ma lotterei contro il mondo piuttosto di fare la vita che facevo prima perché non voglio più andare a lavorare perché se dovessi trovare un lavoro che coincide con tutto, io lo farei ancora volentieri guai non voglio togliermi dal mondo è che vivo talmente bene qua che quando ho bisogno di qualcosa vada nel mio orto abbiamo bisogno della tisana, mi faccio la tisana con le erbe che ho fatto io vivo talmente bene in questo modo che mi sembra assurdo dover tornare torna indietro, cosa che non ti cosa che non ti piaceva prima che adesso il tipo di qualità della vita si di qualità della vita ed essere comunque stressato ed essere comunque è comandato da altri sono gli altri che gestì se tu vai a lavorare sono gli altri che ti dicono quello che devi fare. Gli obiettivi che devi raggiungere sono dipendi in un certo qual modo dagli altri. Certo io posso permettermi di fare questa vita perché ciechi fa quest'altra vita che mio marito, che è lui, che tra virgolette schiavizzato è così io mi posso permettere questo perché cioè lui se non ci fosse lui anch'io dovrei andare a lavorare è un compromesso. Io io ho cercato questo compenso perché ho tre bambini, se ne avevo solo uno sicuramente in le mie quattro ore me ne sarei tenute assolutamente al cento per cento però solo per un motivo economico solo per un motivo molte donne magari pensano che sia limitante essere autonoma e poi limitante però non lo vivi come un limite e beh, un po' è limitante perché comunque alla fine dipendi sempre da un'altra persona e quindi un po' si limitante perché se tu hai hai una tua indipendenza in una forma di tua dignità e ti aspetti puoi far fare delle scelte che non dipendono sempre da un'altra persona che chi ti mantiene quello sì è un po' limitante. Non é infatti io dico sempre per me l'ideale di lavoro per una donna che ha famiglia, che ha dei figli, è un part-time. Dovrebbero permettere a tutte le donne di poter decidere di poter decide di fare un part-time o fare un una giornata piena che sarà che è quella che è la stessa donna che può decidere. Io non ho potuto decidere in italia non si può decidere in italia non ti permettono di decidere o se casalinga e automaticamente non fai niente per la società perché non paghi non pagando le tasse, appunto ehm dei modelli culturali da cambiare l'idea che uno che non c'è lavoro non pagato, che sia casalinga ma come si è accorto che sia che tu dicevi addirittura prima é come se mancasse dignità, ma invece probabilmente in tutte queste cose una grande dignità piuttosto che magari lavorava in una fabbrica di armi o beh, sicuramente sicuramente mai in italia però non è vista come dignità. In italia sei una nullafacente che non paghi le tasse e quindi non senta consideri sei nulla, non la pagano neanche gli altri è intanto non pagano anche agli altri. Però però la casalinga si vede che non lo paga. Capito? Sei a casa a far niente. In Italia è uno schifo. In Italia sei proprio considerata uno schifo, ma tu lo senti sulla tua pelle questa cosa? La gente senti che non ti stima per questo cosa? Oppure un po' impressione da te? No bebe se ma le stesse donne che lavorano e non so se per in Libia o perno non so che cosa se tu non lavori. Ma invece secondo me é assurda questa cosa, nel senso che sono mai una donna come un uomo dovrebbero aspirare a potersi realizzare. Quindi se poi il sogno di una donna è fare un certo lavoro riesce a farlo. È fantastico. Però se per esempio non deve fare un lavoro che non gli piace, qual è la realizzazione l'italia? Va male anche per quello. Tutti sono obbligati a fare un lavoro che non tutti sono obbligati a fare. Qualcosa che non gli piace per mantenerci. È un circolo vizioso che mi dovevo fare. Un lavoro che non ti piace rispetto a crescere i figli? No, una cosa se tu dici io volevo voglio fare la musicista, posso farla musicista e devo rinunciarci. Allora magari nuovi come una privazione. Ma se l'alternativa è un lavoro che non ti piace piuttosto che curare la famiglia l'orto che ne so io autoprodurre sì, però alla fine, alla fine l'italia non è così. No, è così assolutamente. Non non è assolutamente così. In Italia è uno schifo in tutto che esce in Italia e all'estero meglio in alcuni posti Penso di sì. Io non so, non ho mai vissuto all' estero, quindi non posso fare un paragone. Però per esempio una mia amica che fa la professoressa in Francia ha due figli, non ha genitori, non ha nessun aiuto. Lei continua a lavorare e suo marito continua a lavorare e faro' la stessa vita di prima con due figli perché hanno la babysitter comunale che gli gli va a casa gratuitamente a tenere i figli. Intanto che la mamma lavora. Questa è libertà. Gli hanno permesso a lei di scegliere se vuoi andare avanti a lavorare oppure rinunciare. Io non ho avuto questa libertà, io sono dovuta stare a casa, come anche parlavamo con questa mia amica. Lei ha avuto il suo primo bambino quando è nato il suo ultimo fratellino. Più o meno. Quindi hanno fatto la gravidanza. Lei e la sua mamma, quasi in contemporanea, ha avuto la differenza. La sua mamma ha avuto un sacco di problemi a livello che doveva dovuto rientrare a lavorare. Quindi il suo fratellino non sapeva dove mettere lei, lei in Francia tranquillamente. Ah, è andata avanti a fare la sua vita di prima, senza chissà che trambusto in casa. Cosa che la sua mamma invece ha avuto un sacco di casini perché non si è potuta permettere di stare a casa. Cose che invece lei c' è stata, oppure comunque la sua mamma dovuta rientrare prima al lavoro. Lei invece aveva delle ore che gli dava il comune. Insomma, aveva aveva delle agevolazioni. Lei stessa mi diceva caspita, che differenza lei stessa me l'ha detto. Senti invece racconta un po' il discorso sullo scambio. Lo scambio è bellissimo, succede, ma praticamente valore all'inizio sembra molto difficili sotto sotto certi aspetti lo è. Io su questo zero relativo sono più o meno due anni fa. È come tipo una sorta di negozio virtuale. Tu metti la foto è metti la descrizione del quello che tu vuoi. Tante volte abbiamo del abbiamo in casa dalle cose che noi non ci servono a me. Magari invece a un'altra persona sono utilissime le dovrebbe acquistare se il mio oggetto è ancora in ottime condizioni, che è perfetto oppure le cose che faccio in casa ci si scambia questo Tu hai un'altra cosa che io dovrei comprare. Scambiamo, ce l'ha così almeno non dobbiamo acquistare. Dobbiamo spendere i soldi per l'unico l'unico l'unico neo tra virgolette è le spedizioni, le spese di spedizione perché io ti trovi vicino e quindi riesci a vederti eccetera oppure se dall'altra parte dell'italia o comunque devi impedirtelo anche solo a Milano lo spedisco. Devi trovare tanti oggetti che compensano le spese di spedizione che giustificano una spedizione, altrimenti non ha senso. Io io bene o male accetto scambi solo se troviamo tante cose. Io tante cose tu spediamo altrimenti ma adesso ultimamente non tanto tanto io cerco sempre cerco sempre prodotti che dovrei acquistare cibo biologico, cibo prodotto. Cerco queste cose qui perché sono una delle poche cose che acquisto alla fine e gli altri generalmente le cose che faccio io in casa mi cercano tanto. Oppure scambiamo anche i vestiti per i bambini che soprattutto con i bambini crescono e quindi scappano via le cose quello che chiedete con i vestiti dei bambini. Il novanta percento guarda ultimamente da quando? Da quando mi conoscono un po' di più. Comunque anche le mamme del paese sanno che che mentalità o che accetto senza vergognarmi o che comunque non mi offendo. Tante volte mi arrivano, arrivano fuori dalla scuola, a me le regalano proprio neanche scambiare. Me le regala dopo. Vabbè, io magari gli do qualcosa che mi auto produco o magari mi prendo qualcosa quando trovi in offerta. Insomma pero' ultimamente mi regalo tantissime cose, soprattutto per le bambine piccole. Me lo regala per cui non ho necessità o comunque gli acquisti pochissime. E poi comunque acquisto sempre e solo in saldo. Che sconto raramente prendo prezzi pi autoprodurre tipi ti piacciono ancora? Non ho capito bene se queste cose ti ti piacciono, ti piace farlo? Ti penso. Per esempio prima dicevi non tornerà indietro. Sto benissimo per la pace e la mia amica può avere la babysitter Così è libero tu, potendo scegliere sempre così in Francia. Vedi, ti piacerebbe avere un lavoro? Fanno una vita più normale tra virgolette normale. Mi piacerebbe avere un lavoro, ma limitato nel senso io voglio voglio fare la vita che sto facendo adesso perché sono felicissima. Però mi manca quel pezzo anche un giorno alla settimana, no, non anche un giorno alla settimana dedicato anche solo tre quattro ore a a una cosa mia ha un lavoro che posso avere un po' di soldi persi perché poi alla fine comunque servono anche quelli di modo di dire di guarda mi sono mi sono fatta la spesa con i miei, anche di è perché comunque il soldo fa parte della vita, non si può, non si può, non si può toglierlo che mi si un giorno la settimana di dire guarda questo pezzettino mio, esco di casa e faccio le si'. No, non mi piace che ti piace di me é una cosa di più cosa mi piace di meno Dio, cosa che mi piace di meno fare i mestieri in casa ormai lavare, stirare, non stiro, si lavare e fare i mestieri in casa. Ultimamente mi pesa. Prima mi piaceva molto di piu', adesso mi da fastidio proprio. Però anche se faccio, però ultimamente mi pesa molto di piu'. Questo perché preferisco stare quattro ore nell'orto piuttosto che fare due mestieri. Quello che mi piace di più e beh, l'orto piace stare nell'orto. Non solo facevano un tubo, però mi piace starla tu scriva pure, bensì tutti e due più o meno sì, un po' più io ma perché lui comunque sempre a lavorare adesso a casa perché si è fatto male un polso e sono due mesi che a casa adesso ricomincerà. Però di solito lui paga il mattino venne a casa la sera, quindi lui non c' è proprio mi devo arrangiare io. Ha imparato da sola tensione non ho imparato da su un po' lui però il concetto di orto è un po' diverso dal suo che é un po' piu' di non è per la cultura il mio però per dire magari io faccio la pacciamatura a lui. All'inizio mi diceva che era una scemata perché comunque non l'hanno mai fatta e quindi gli orti sono qua, hanno il concetto dell'orto bello senza una, senza un filo di erba. È proprio bello che vedi solo la pianta, la pianta che mangi e basta ed è bello esteticamente. Però per me non ha nessun senso, perché prima di tutto ci ho messo un sacco di tempo per me. Devo star li' un sacco di tempo a togliere stare erba. Io non ho tutto quel tempo lì. Non lo voglio neanche Avery perché non voglio essere schiava dell'orto io altri dieci miliardi di cose da fare l'orto e dentro in questi dieci miliardi ma non deve condizionare troppo la vita come non deve condizionare troppo la vita a fare i mestieri come non deve condizionare la vita troppo fare il sapone ci deve essere un po' tutto perché sennò io mi stufo eh loro hanno questo concetto, io invece quest'estate ho preferito mettere la pacciamatura che è l'erba che lui mi tagliava, la mettevo e poi da bere di meno la pianta soffre di meno e io ho pianto io il mio orto se tu lo vedi cioè l'erba alta così la piantina alta così capisci che non è altro che viene viene bene altro che viene bene assolutamente niente per l'orto il l'humus che facciamo noi il compost compost basta per adesso basta! Aveva messo tre anni fa un po' di cacca di mucca mio papà ma ma proprio pochino aveva messo e poi era un anno che era ferma anche di più forse abbiamo cercato di prendere quella vecchia perché comunque è con quello che mangiano le mucche. Adesso metti la schifezza che non è più quella di una volta ha mangiato tutti i mangini mangiano tutte porcherie o comunque mangiano. Sì, magari le cose di questo campo ma che hanno fertilizzato fino all'impossibile. E quindi che schifo, eh? Spero di non dover riuscire di non di non riuscire a non mettere più questa roba qua. Piuttosto che abbiamo le galline nostre che gli diamo noi da mangiare e quindi piuttosto uso quella roba lì. Lo fai tutto l'anno l'orto? Si, qui nevica. Sì, a volte nevica. Sì, mi piacerebbe mettere una serra bella trenta, quaranta, cinquanta metri quadrati per riuscire l'intenzione c' è solo che la polizia ha fatto male. E allora comprare che? Che messi me la fa adesso? Quindi l'inverno, metti verdura invernale? Si, abbiamo messo che è il primo inverno che facciamo qui perché sono tre mesi che abitiamo qua è quindi siamo in fase di sperimentazione proprio stiamo vedendo che cosa salta fuori? L'anno scorso abbiamo messo cavoli, abbiamo mangiato tantissimi cavoli. Anzi, sono andati anche da male, tanto che vivo in più, ma non ci stavamo dietro perchè per quanto più fame hai che continuino, non riesce a far si' dopo. Alla fine le ho anche regalarti si' e abbiamo messo cime di rape. Insalata invernale cosa invernali, si' si' cavoli, soprattutto rape fin occhi però viene bene l'orto anche, anche se il nostro obiettivo è la pettina. Mi rifiuto i capannelli ci sono studiato un po' di avere una cultura su internet e ha grandi molto grandi linee molto grandi, linee proprio molto grandi linee. Poi alla fine sto facendo un mio orto alla fine perché ferma cultura, cioè il tubo vuoto, cioè solo la pacciamatura e basta. Però le però tutti tutte le stagioni impari qualcosa di nuovo vedi sui libri vedi su internet che cosa devi seminare, sai, ti inventi e fai sbagli e dà loro sbaglio, capisci che non lo fai più. Senti invece la giornata tipo come funziona ma io non ho una giornata tipo nel senso che mi alzo più o meno verso le sei e mezza. Poi vedo dai capricci delle bambine che dal tempo che c' è perché se c' è brutto, magari se piove non posso andare nell'orto se cioè il sole magari sta un po' piu' nell'orto raccolgo sì, alle otto, alle otto di porto, a scuola prima di riportarlo a scuola no sei e mezza mi alzo, faccio un po' di mestiere in casa pulisco un po' in casa metto a posto la lavatrice, quello che c'è da fare eh si alzano i bambini, mette a posto i loro letti si vestono e quando patrizia ne fanno colazione se hanno voglia altrimenti niente li porto a scuola vengo a casa da lì mi invento ho bisogno di fare il sapone, faccio saponi e cioè il bel tempo. Allora magari faccio vado un po' piu' di orto vado un po' bene all'orto poi magari entro in casa trasformo le cose che ho che ho preso nell'orto li preparo il pass il pranzo poi li vado a prendere mangia lo metto a posto, gli riporto a scuola, vengo a casa, faccio ancora o due orette ancora liberi di fare quello che voglio anche su internet me ne gestisco proprio mano a mano che ho le esigenza magari uno scambio in corso so che mi ha scritto, quindi mi collego un po' più spesso e gestisco anche il blog perché anche lì ti impegni anche un po' di ore e dopo alle tre e mezza le vado a prendere l'ultimo mi esce a quattro e dieci. Stiamo la' fuori ad aspettarlo. Veniamo a casa ora che fanno merenda fa i compiti e la cena arriva a casa lui doccia però la libertà di poter scegliere per potermi scegliere anche di non fare niente e poi non succede mai perché una coscienza che mi dice che con e siccome sto bene sono in salute e sfruttiamo adesso e facciamo adesso impariamo adesso perché a me viene anche in mente. Io voglio imparare qualcosa. Vado su internet riguardo il video allora cerco di imparare. Faccio il sì alla fine Sì, io adoro, adoro, adoro leggere io cioè il mio comodino che è pieno di libri non mi piace tanto leggere e poi anche comunque anche far l'orto bisogna imparare anche come trasformare perché tu la semini poi come per dire tipo le cime di rapa quest'anno abbiamo messo le cime di rapa, le foglie di cena di rapa, io non sapevo come farle. Io ho tanta verdura, ma non sapevo come fare. Poi lui mi ha detto ma prova a farle, le ha provate adesso sono buone. Quindi allora vai a raccoglierlo e lo trasformi, poi fai le palle e mette in congelatore oppure fai le cose sott'aceto fuori la marmellata sono piccole cose. Ma devi imparare anche queste. Le verdure giganti Beh, stiamo quest'anno. Abbiamo iniziato a provare a fare qualcosa. E come i cavolfiori l'anno scorso li abbiamo seminati, quest'anno sono cresciuti, quindi però ci da imparare anche lì, perché ogni seme va trattato in modo diverso. Non è semplice neanche questo. Questo aspetto ci sta anche qui. Stiamo imparando piano piano perché comunque ci sono talmente tante cose da imparare che io alla fine divento Ci sono dieci miliardi. Avrei bisogno di dieci vite io per imparare tutto quello che vorrei che mi dicevi che non ti piace la televisione. No, guardo quasi mai perché non vuoi andare in fiducia. Dice che strumentalizzano, fanno passare il messaggio che vogliono loro è molte volte è strumentalizzato, non è quello, non c'è. Io ho deciso. Mi sono esposta la prima volta in televisione, pensando che fosse anche l'ultima. È per dare un messaggio positivo, nel senso che comunque anch'io non sono figlia di i ricchi, non ho ereditato niente, ci siamo. Tutto quello che si vede lo abbiamo fatto con il lavoro di mio e di mio marito, come tra virgolette quella che si espone dire guardate che comunque un'altra possibilità ceh guarda che se volete risparmiare o se volete auto auto aiutarmi, insomma c' è comunque un'altra strada come non la sapevo io quattro anni fa magari ci sono anche altre persone che non la sanno, magari io glielo dico, lo stimolo e poi scoprono da solo come ho fatto io e io ho accettato questa esposizione. Poi alla fine piano piano è sempre diventato un crescendo il novanta per cento, visto che hanno rispettato molto quello che io volevo, il messaggio che io vorrei dare, che non è niente, che io non mi sono inventata niente, è tutto già fatto, tutto già scritto giù già tutto è stato detto. I nostri nonni facevano questa vita qua, io semplicemente sto riscoprendo i valori che avevano loro quello che facevano loro messo nel duemila e dodici con le problematiche che abbiamo adesso. Ma ma non sto facendo niente di magico, di extraterrestre, è una cosa normalissima che alcune persone vedono che invece è strana. Questo però diverse volte in tv a parte quella volta tantissime si italiana sì, sì, sono italiane però no giapponese sono Rai prevalentemente alla sette. Una volta canale cinque è però sono molto titubante si' pochissimo e io ho detto quasi sempre detto di no. Perché? Ma perché non ha senso che io vada in televisione truccata e vestita bene tutta a fare la fighetta che io non centro niente con quella cosa lì. Venite voi da me, vedete veramente io vengo li' ma posso raccontarvi tutto quello che ci hai voglia e quindi chi è dall'altra parte in automatico se non gli sta bene il messaggio che dico io in automatico dice vabbè, questa qua mi inventa quello che ci vuole tanto eli, ma se la televisione viene qui e vede che davvero io non sto dicendo niente, se tu vuoi vedere il detersivo te lo faccio vedere. Vedere le erbe che ho messo di te le faccio vedere, è tutto dimostrato, è tutto dimostrabile, entri nella mia vita allora li si, infatti ultimamente ho detto no se volete venite voi fate un servizio a casa mia e vedete davvero quella che sono davvero nella mia realtà, non di televisione in centro un tubo non mi interessa andare a farla star, andare a fare la velina, andare a fare quelle quelle stronze che fanno quella gente alle volte che sei andata o che sono venuti gli ha portato bene. Ti è successo che tutti hanno strumentalizzato il novantanove percento, il cento per cento. Le persone che sono venute qui hanno capito tutte che cosa è? Che messaggio voleva andare? Mi hanno rispettato stati gentilissimi. È stato tutto bello quelle volte che io sono andata là che paradossalmente io all'inizio, andavo là in trasmissione e mi dicevano anche che proponevano di andare per comunque dire tu sei fisicamente non possono strumentalizzati perché se mettono un servizio poi dicono quello che hanno voglia. Ma se tu sei li' puoi controbattere, non è vero, non è assolutamente vero. Perché le tempistiche non le dai tu la voce non la puoi avere quando la vuoi tu e quindi sei strumentalizzata da altri e spesso non sempre, soprattutto l'ultima volta è stata una schifezza. Canale cinque da del doppio canale cinque cos'era era mattino cinque. Io non ho dormito una notte perché il canale cinque io non ci volevo andare io la rete tv spazzatura qui lo dichiaro, te lo dico e lo dirò sempre perché mi fa schifo vederla. Non si fa di tutta l'erba un fascio, magari ce la nicchia che però mi fa schifo e ho detto no, non ci voglio andare. Alla fine ho detto vabbè, perché magari non tutti quelli che guardano canali cinque sono ce la fascia che intendo io e quindi dico va bene, proviamoci. Magari qualcuno gira per sbaglio come mi dicono spesso sono andata, ma alla fine è stata una schifezza, perché io mi ero ripromessa dire guardate, era venuta qua anche una giornalista a fare un bellissimo servizio, una ragazza che aveva capito benissimo, sì, che avevo capito che aveva capito benissimo il mio concetto di vita. E quello é il messaggio che volevo far arrivare che alla fine di speranza non è nulla di più di dire guardate che è io non mi metto in cattedra per insegnarvi. Io condivido con voi, fatelo con voi. Io voglio solo proporvi un qualcosa, ma non voglio insegnare niente a nessuno alla fine la trasmissione o che non gliel'hanno spiegata bene o che insomma hanno strumentalizzato, ha strumentalizzato non poco. Mi ha fatto passare tipo la wanna marchi della situazione. Insomma io dopo mi hanno invitato, ma non che speculava. Però è come fai la fine del mese ad arrivare hanno tutto, la maggior parte delle persone mediocri eh ah, mettono il cinque lì sul titolo, cioè cinque loro vedono di tutta la mia storia cinque perché io sono quel cinque li' ma io sono arrivata a quel libro lì perché c' è dietro la mia. Provocano sul discorso dei cinque ma va bene la provocazione perché è il libro la prova il titolo del libro è una provocazione. Io a me sta bene la domanda provocatoria perché mi permette di spiegarmi meglio? Non mi sta bene che tu mani, mani, mani po ma manipoli la mia vita sul soldi e basta, perché la mia vita non è il soldo, non gira tutto intorno al soldo, anzi fa parte loro mettevano in dubbio lui dice di no, vabbè è una è una è una buffonata, una bufala è come fai e lei ha trovato la strada magica ma ma ragazzi, ma io non io non sono che io non io non voglio che mi si veda come quella del soldo che un po' eh, mi metto nei panni di un giornalista tradizionale e comunque sia il fatto che è ovviamente quello dal titolo non si può capire. Comunque, esclusa la casa esclusa dopo io lo dico, ma la casa è un po' strano, è impossibile. Ma infatti è possibile che se togli già quel discorso che però comunque tutto quello che ci sta dentro, eh? Sfido chiunque riuscissi. Eh sì, se si può vivere anche con meno. Una volta vivevano con niente i suoi nonni. Non ha nessuno dei suoi nonni. È andato a lavorare nessuno. Non erano schiavi dal lavoro in senso come siamo adesso. Lavoro. Si faceva un mazzo così. Lavoravano tantissimo con la loro terra. Certo, vendevano i prodotti o scambiavano i prodotti che che producevano loro con altre cose le avevano le castagne trasformavano in diecimila modi e vivevano tutto l'anno. Avevano il maiale e lo trasformavano in diecimila modi. Vivevano tutto l'anno. Quindi alla fine si può, se vuoi, senza essere depressi come si pensa tutti. E io sono molto più felice adesso che prima che quando faceva una vita tradizionale. Ma dipende come vedi tu la vita che valore dai alla vita? Che valore dai al soldo se tu lo mette? Solo che tutti si si lamentano tutti con la sigaretta in bocca al bar che non hanno soldi. Mi si rivolta io. Scappo io quando sento queste cose qua vado via perché io altrimenti incomincio ad insultare tutti. Mi fa rabbia che prima di tutto la sigaretta ti fa crepare e ti costa un sacco di soldi e ti lamenti che non ha i soldi. Tu no, non fumi, hai risparmiato soldo, risparmiato la salute, non sei un mantenuto dalla sanità che poi ti mantiene anche mio marito che lavora vai al bar, il caffè invece di comprartelo al bar te lo poi te lo compri te lo te lo fai a casa, ti costa mille volte di meno. A me, non a me. Non fa niente che tu faccia tutte queste cose. Ognuno è libero di fare quello che vuoi, però abbia la dignità di non aiutarti davanti a me ho davanti a tutti, tu puoi vivere come vuoi, anche se non è neanche una. Puoi andare in giro con un Mercedes, diecimila che non so cosa esiste, che spende un sacco. A me non interessa, però non ti devi lamentare, non devi essere escremento dalla società io e mi arrabbio tantissimo perché dico cosa ti lamenti? Io vivo con uno stipendio, poi muta di settecento euro al mese e viviamo benissimo e mi prendo anche dalla scema davanti a tutti però, perlomeno alla dignità di non lamentarmi davanti agli altri perché mi sono scelte della mia vita perché volendo posso vendere tutto e con i soldi che prendono questa cosa di tutto questo ambaradan vivo in un monolocale vivo, quasi di rendita. Ma ci sono scelte da fare nella vita. Io preferisco vivere così, pagarmi il mutuo e avere la mia terra piuttosto che fossi fossilizzarsi in un condominio e vivere ha accerchiato e non avere la libertà e dei miei bambini di vederli. Se hai scelto tu alla fine quello che vuoi il novanta percento della tua vita la scegli tu. Quindi perché poi forse le persone non scelgono, sono autonomo? Beh, sicuramente non usano la testa loro si sentono che gli altri ma ma anch'io su certe cose hanno scelto gli altri. Per me è ovvio pero' l'ottanta per cento della tua vita grandi l'intera scegli perché anche noi viviamo in una casa tradizionale. Ci siamo, ci siamo scelti di fare questo passo enorme, ci siamo presiedute le conseguenze, ma non andiamo a lamentarci o a piangere addosso agli altri. La soluzione ceh non riuscì più a sostenere questo mutuo. Beh, vendi tutto cosa ti devo dire, ma la soluzione c' è e la gente che non ha voglia di trovarla. Poi, per carità, quando si hanno problemi di salute per l'amor di Dio è ci sono casi, casi, non è che faccio tutto. Ci sono casi che per carità, però la maggior parte delle famiglie vedo che si lamentano, ci mangiamo il filetto. Ma quando ho fatto il ricorso prima dicevi che quello che aveva spinto a creare tutto questo ambasciata mediatico a scrivere la prima volta il due e il fatto che dicevi si lamentano sempre, non danno soluzioni positive. Anche la televisione è fatta con la televisione, è manipoli. Adesso fa va di moda che la gente piange perché la notizia alla crisi. Noi quindi facciamo vedere tutti che si piangono addosso, che è giusto che i tanti poveretti hanno veramente questa necessità. Però perché facciamo vedere solo questa cosa qui non possiamo far vedere tutte e due le cose e dare una mano concreta queste persone qua poi se queste persone che ascoltano e ho voglia di mettersi in gioco come ho fatto io, come ha fatto tanti perché non sono l'unica, trovano la soluzione. Gli altri capitano nella loro merda a causa dei suoi mali e mi dispiace per loro. Ma se tu vuoi tu te lo vuoi, te lo vai a cercare però non venirmi a rompere le scatole a me che non dico ce la sto facendo, però scusa, ma io la penso come te sulla televisione ci ho anche lavorato. Nessuno fuggito però in qualche modo mi stupisce in realtà invece che il fatto che ti abbiano chiamato così tanti, tantissimi vuol dire che come se loro fossero loro stessi vittime del loro sistema, nel senso che poi quando trovano invece una storia positiva gli danno spazio. Se fosse una scelta, diciamo ideologica perché nello spazio non lo so, io io so io sotto un certo aspetto sono anche lusingata quando mi chiamano perché comunque dico io sono scomoda spesso come le mie idee sono scomode. Quindi dico ci trovo il mass media che mi dà voce. Cavolo, è una cosa importante perché c'è tantissima gente che vorrebbe avere voce, non ce l'ha e io ne ho quasi fin troppa. In un certo senso sì, io a me fa piacere perché dico caspita. Infatti mi domando come mai Ma mamma, per fare la notte e poi alla fine è per fare la notizia diversa e per dare la provocazione. Io sono al centro di questa provocazione, tutto addosso a me dopo e mi dà fastidio perché loro lo fanno spesso come provocazione, non non come bella cosa. Non la mettono giù come bella cosa come esempio la mettono giù come provocazione, è come la poi la espongono che a me non è mai più. Non mi piace per quello che poi tante volte ho detto di no perché dipende come la mettete giù, la mettete giù solo per il soldo. Allora va bene, io non c'entro niente. Io non voglio venire lì che il fatto che invece vengono addirittura dal Giappone piuttosto che Angela gia' non sarai l'unica a fare attenzione a non lo so e non sono l'unica, ma forse perché dietro di me c' è anche una storia, cioè la famiglia. Ci sono tante cose dell'ecologia la famiglia Chen l'autoproduzione ce la decrescita essere vegetariano, cioè l'orto. Forse ci sono tante cose insieme che magari altre persone forse non hanno. Oppure probabilmente comunque alla fine si sono conosciuta io e vengono da me. Ci sono altre mille persone che beh, sì, sì, no, perché non è in gamba? No, solo insomma dal Giappone Eh sì, no già quello che non lo so. Ma guarda che quando ha fatto il servizio sul Giappone cela il servizio sul Giappone e il servizio di Monti, Monti e Monti io hanno fatto. Io non l'ho visto il servizio, però mi avevano spiegato come volevano metterlo giù. No, quello lo faccio dell'italia vi faccio dell'italia monti che fa queste cose qua e come fanno invece iPod tra virgolette, poveri il ceto medio povero che prima era meglio, che poi sto diventando povero a riuscire a cavarsela venendo qua non avete di povertà anche solo per la strada, bensì effettivamente uno che vede questa casa che dia molto agio? No, no, ma infatti infatti ci siamo anche posti tante domande, io e lui perché sembra che alla fine siamo dei benestanti. È che che giocano a fare questa vita ed è facile. E invece noi ci siamo, noi siamo partiti io. Lui ha vent'anni giovanissimi, senza un bello senza niente. Abbiamo incominciato, iniziato, abbiamo preso un appartamentino, cinquanta metri quadrati, poi abbiamo preso una villetta a schiera e poi abbiamo preso qua. Ma abbia fatto tutto da solo, non è l'unica, cosa che ci ha dato una mano tra virgolette è stato l'appartamento che abbiamo venduto di mio papà quando è morto ma perché è morto è altrimenti non avremmo ereditato tra virgolette niente non ci hanno aiutato a livello economico nessuno. Ci siamo sempre arrangiati da soli con i nostri lavori da operai e non facevamo imprenditori, non facevamo niente di lavori che magari uno diceva aveva ereditato all'attività. Quindi figurati ci sarà sempre arrangiati da siamo partiti dal vaso ming ventidue anni senza fine si' infatti si' noi noi abbiamo siamo facciamo settimana bianca mamma si' no noi che nel senso la gente non capisce perché difende con i soldi che entrano saranno gli stessi che entra in un'altra famiglia differenza come li spende? Noi abbiamo quasi qua, non li hanno spesi un po' per volta per andare alla settimana per settimane al bar per andare, andare, andare a new york per andare, per andare a mangiare la pizza per andare a chi va bene che va bene io non sto ognuno io secondo me se con i soldi legali che ha guadagnato è giustissimo che se se li spenda come vuole, io non sto criticando vivace guai. Lungi da me, è solo che questo si vede e sembra che noi siamo benestanti. Invece quelli che hai speso piano piano tu non si non si vedono. E poi magari non sei riuscito a comprarti la casa perché? Ma perché giustamente ti piaceva magari viaggiare e quindi e quindi non si vedono e tu fai la parte del povero perché non hai la casa, non è niente. Io faccio la parte della benestante perché ho la casa. Questo quel ltro è proprio è proprio che una vita è solo che la nostra scelta si' vedi e quindi impatta ed è difficile anche da fare spiegare, da spiegare alle persone guarda, perché però ci siamo fatti da noi. Guardate che nessuno ci ha dato a noi non ci sentiamo perché non sono semplicemente perché non siamo andati in ferie e non me ne può fregare di meno No, a me piace tanto il mare. Qualche volta mi sarebbe piaciuto andare ogni tanto al mare. Però no, perché anche questo é stato diceva ma tu vai in ferie ma io cosa mi sento in ferie qui io io se dovesse andare via di qua io io penso agli animali che ho qua io penso al mio orto che io la roba che vada male la ottima al cento per cento e mi tocca andare a comprarlo, a mangiare delle delle cose acquistate chissà da dove arrivo io. Tutto questo meccanismo nella testa che mi fa star male a star via perché io sto bene qui. Io non ho bisogno di cercare, non ho bisogno di andare lontano per stare bene o star felice o rilassarmi. Ho la fortuna di stare bene dove sto, ho cercato di stare bene. E dove? Dove? Di non alimentare questo. Questo questo meccanismo visto bene dall'altra parte o scappo via. Da dove? Dalla mia routine. Quindi diciamo quando che fece preferire? Rimanete qua quello che un po' di tempo libero si' di solito si'. Oppure magari vabbè, lui è lui, è originale della Toscana. Quindi abbiamo ancora una casa. Adesso vive con tre bambini che stanno male in macchina. Per noi è un incubo, capisci che basta che io vado, faccio dieci chilometri, mi stanno male con il secchiello. Giriamo, è un incubo. Stiamo a casa, stiamo a casa, però fino a prima che nascessero gli altri due bambini in ferie. Andavamo in Toscana perché comunque abbiamo tre Virgo abbiamo questa casa qua possiamo andarci quando abbiamo voglia. Noi non abbiamo noi mia suocera mia suocera pero' va bene quando vogliamo la disposizione possiamo andarci quando vogliamo. Senti, ma secondo te che beh si si si cela crisi come se ce la crisi mancano i posti di lavoro anche qua qua ci sono fabbriche da duecento persone che hanno chiuso fa niente in cassa integrazione ma riescono ad inventarsi un po' per quanto possibile. In parte quello che dici tu non hanno la consapevolezza che hanno voglia. Secondo me tali persone tante persone non hanno voglia proprio di mettersi in gioco perché è più comodo e aspettare che qualcun altro faccia per te. Io spero tanto che ci sia consapevole, ma se alcune persone vedo che si mettono anche un po' in gioco di però è proprio il concetto deve andare a lavorare per guadagnare loro. Non io faccio fatica, anzi tante volte non riesco a fargli capire che tu puoi guadagnare anche senza soldo. Se tu ti fai una crema hai guadagnato tantissimo denaro. E poi se tu guardi gli ingredienti che ha utilizzato con gli ingredienti che hai che dalla tua crema acquistata con tutta la strada che ha fatto quel come acquistata che insomma è tutto un circolo e andare verso le undici e un quarto così metto su da mangiare e undici e mezza sì, quando si no fino a undici e dieci undici e un quarto posto tranquillamente dopo devo devo preparargli tutto a loro però metti su la pasta tu quindi sei undici e un quarto va bene, undici eventi no, ma scusa, ti ho interrotto. Quindi secondo te può essere anche un'opportunità questa invidioso un momento drammatico può essere tranquillamente un'opportunità perché secondo, io vedo che ci potrebbero fare tantissime cose con le fabbriche chiuse. Se avessero voglia non hanno voglia, non ho voglia perché comunque come la macchina elettrica, come pannelli fotovoltaici, poi non portano soldi. No, ti rendono la gente libera, non la rendono, non è non è più certo non è più schiava come adesso. La gente ci vuole schiava, ci vuole dai politici quello che ci governa. Ci vogliono schiavi e ignoranti perché così non ci facciamo le domande, così dobbiamo dipendere da loro, dipendere dalla rabbia per il per il petrolio. Quindi ci sono le guerre. E invece se avessimo tutti avessimo il nostro pannello fotovoltaico la nostra macchinetta elettrica ce la saremmo molto piu' liberi le opportunità ceh se non avessero delocalizzato ma avessero tolto un sacco di tasse tutta la gente che ha perso il lavoro adesso ce l'avrebbe è solo proprio un movimento solo ed esclusivamente per fattore soldo e basta perché la crisi eccetera ma perché ce l'hanno fatta arrivare l'hanno creata loro per arricchirsi sempre di più loro e la stiamo pagando noi poveri mazza e basta perché le opportunità ceh ci sono la fiat crisi ma fai la macchina elettrica imbecille no, devo fare la macchina ancora che fa prestazione prestazioni non mi serve per andare a lavoro alle prestazioni vai nel circuito a imola e hai la mattina con le prestazioni voglio dire ma perché non hanno voglia? Però visto che tu prima hai parlato molto anche nell'aspetto, cioè dei tuoi valori rispetto alimenti, di salute, di ambiente forse se non fosse arrivata la crisi non sarebbe mai cambiato questo modello di secondo te è possibile che questa cosa poi si trasformi in un rimettere un po' al centro il senso della salute della gente che oppure sarà intorno al piacere di peggioramento? Chiaramente la crisi che perde il lavoro è un dramma, non è che voglio però dico vedi solo l'aspetto li vedi anche, magari in contemporanea ah, il vicino vicino a me vedo tutta la disperazione. Se invece vado nel mondo del web mi confronto con con con altra gente che magari la pensa come me è voglio sperare che vedano questa cosa qua che come io ho tante persone che mi scrivono e mi dicono eh grazie per il tuo libro. Grazie per il tuo blog mi hai aperto un mondo, io spero mi sono messa in prima persona e ci ho messo la faccia io, anche se scomodo questa cosa qui e ma appunto per riuscire nel mio piccolo piccolissimo ha potere magari far cambiare anche solo una persona. Questa persona magari lo dice all'amica che però la è una catena. Io sto continuando a fare tra virgolette questa cosa, perché vedo che comunque i riscontri che ce ne sono tanti è perché grazie soprattutto al blog è tante persone hanno scoperto questo mondo che poi dopo dal mio blog poi vanno ad altri blog e che ha colpito un palazzo del blog del libro. Tutta la parte della comunicazione col mondo com'è nata come va? Ma ha iniziato tutto l'agosto dell'anno scorso che per caso ha messo ho aperto questo blog dove metto é una specie di diario, solo che è online, ovviamente semplicemente delle ricette, dei pensieri. Quello che mi salta in mente o quello che magari ho cucinato oggi lo metto lì. Sono spunti che do alle altre persone o che prendo anche da altri luoghi, da altri siti. È per caso per caso? Poi comunque ho avuto tante, tante entrate. Comunque è da subito avuto visibilità, ma subito, subito. Al momento non tantissimi Missy, ma ancora dopo, quando hanno incominciato i mass media a darmi da Italia sul due dopo il blog si ha avuto tantissime entrate. É sempre stato un crescendo il ma anche perché lì ci sono tutte cose grandi. Il libro tra virgolette lo devi comprare, devi metterci dei soldi e quindi diceva myblog tutto gratis. Quindi chiunque puo' entrarci. Chiunque può trovare spunti e poi dal mio blog ne arriva dagli altri. Se è una catena uno non si ferma più, si ha voglia di informarsi, se ha voglia di sapere lì è proprio una miriade di informazioni. Il blog è nato per caso per caso sta ancora andando avanti quando voglio, quando non ho voglia di seguirlo. Insomma è lì, lì, a disposizione di tutti. E poi è arrivato anche questa cosa qua del libro che ha proposto il libro un altro posto a febbraio mi sembra più o meno sì, fiera italiana. Andate, li avranno visto, magari in televisione avevano visto sul web un articolo mio, siccome era tanto che stavano, che stanno cercando qualcuno da potergli proporre, di fare un libro. Proprio un manuale, ma non solo, magari sulle creme, non solo sui detersivi, ma un po' che toccasse un po' tutti gli argomenti e mi hanno contattata tramite mail e ho risposto subito, immediatamente, perché era sogno della mia vita a scrivere un libro e quindi in pochissimi mesi l'abbiamo scritto anche perché era tutto nella mia testa. Nel senso che comunque non dovevo sempre devo solo metterci le cose che facevo casa, niente di più. Non è una cosa è proprio è proprio molto semplice terra terra. Questo libro non è un non è un non è da leggeri e da fare e da e da sporcare in cucina. Quel libro lì da provare a fare le ricette e vedere, bello, perché? Che hai detto l'assegno della mia vita a fare un libro? Quindi ancora di più la dimostrazione, magari facendo la realizzazione dei sogni non è necessariamente col lavoro tradizionale, ma che tu hai fatto una apparentemente no anche in un'ottica, magari di femminismo classico ha rinunciato alle sue aspirazioni. Invece paradossalmente uno dei suoi sogni l'ha realizzato proprio facendo questo Eh sì, ma io penso che quello che mi è successo è che se tu dai del positivo se se ti vedono se tu sei sincera se tu metti amore nelle cose che fa la gente, quella vera è lo vedi, lo capisce, lo sente in automatico attiri tutte queste persone qua io ho gente che mi che mi scrive, dice ti mando un pacco perché grazie mille con tutte le idee che mi hai che mi hai dato nel blog è io sono lontana da te, ma mi hai cambiato completamente la vita e quindi mi fa voglio voglio comunque darti ugualmente qualcosa in cambio, anche se so che comunque magari non ne hai bisogno. Non è quello che vuoi, però mi fa è proprio una dimostrazione di riguarda per ringraziarti e tu mi hai cambiato la vita e se tu gli fai partire quel meccanismo della domanda, poi in automatico sono loro che si cambi. Infatti lo dico se magari che non sono io che ti ho cambiato la vita sei tu che te la stai cambiando piano piano in automatico ti fa le domande ma se tu che vuoi cambiare perché io posso dire a mille persone ma se non mi stanno ascoltando se non attivano il cervello se non si fanno la domanda io parlo a vuoto, devi essere tu sensibile a questa cosa, quindi chiamate la tua bella soddisfazione questa cosa se si sì, nel senso che comunque il mio obiettivo era espormi per un obiettivo ben preciso riuscire a dare questo messaggio e riuscire a poter dare una mano alle persone indirettamente perché poi se la devono dare da soli. Però insegnargli a pescare no dai pesci e alle persone effettivamente ha funzionato perché poi magari l'amica guarda ti ho dato la tua pasta madre che mi hai dato l'altra manica che però l'altra l'altra l'altra è proprio una catena che poi alla fine sembra anche grazie al web e al mass media tutto sembra non finire più ed è bellissimo perché il mio obiettivo alla fine era anche solo cambiare una persona, non cambiare, dare una mano a una persona. Invece sono centinaia, migliaia di persone che mi scrivono veramente migliaia tutti i giorni sono tanti, migliaia nel proprio. Però mi scrivono tanto infatti tante volte non riesco nemmeno a rispondere tra tra facebook il blog privatamente mi scrivono davvero in tante persone e io si' si' tantissimo io una stalker, adesso che devo denunciare si' si' si' arrivano tantissimi attacchi, ma anche lì su, su informare per resistere oppure il cambiamento se tu leggi poi come sul cambiamento impreciso non non lo so. Però comunque in giro ci sono tantissimi attacchi che hai collegato. Io lavoravo si' me l'ha detto ma me l'aveva detto andrea che tu puoi lavoravi anche dall'altra con lui da qualche parte che il detto solo queste parole qua io non sono entrato sulle cose che quindi insieme mi aveva detto questa cosa qui. Poi sono uscita, ma non perché non condividere idee però il giornale il cambiamento giorno ancora lavoro, insomma, come progetto tra loro e noi il genere che non pubblichiamo atti, commenti. Gli attacchi sono critiche, si sono attacchi tipo perché non gli mostriamo come se uno ti scrive non so a d c. Non sono d'accordo, lo pubblichiamo anche se dice secondo me tu ti sei inventata tutto, lo pubblichiamo, ma se uno invece dice ti insulta? Ma no su bene sennò non li sul cambiamento in particolare. Ma si' no controllano ma non pensi no, Em si è avuto attacchi proprio di anche parolacce, anche proprio infami sei l'avana sì, sì sì sì anzi e volta perché succede beh, hanno paura io io hanno paura di questa cosa qui io sto io sto dicendo che stai in poche parole loro la vedono che io ti sto dicendo che tu stai male per colpa tua indirettamente così e quindi loro non accettano questa cosa. Loro si difendono dal da questa cosa loro prima di tutto secondo me cioè tanto malessere in giro e tanta invidia, nel senso che se ti si vedono una felice paradossalmente dà fastidio, dà fastidio perché non ci credono perché ma non è vero che tu hai capito oppure beh, lo facciamo anche la mia nonna ma io ma io quello che ti sto dice capi io ti sto dicendo che io non mi sono inventata niente ma il novantanove percento che critica e che legge il titolo del libro legge solo un articolo e da lì allora gli parte la prova. Gli parte tutto una brodo lata che è nient'altro che il suo malessere che ha dentro, che in quel momento lo sbronzo addosso a me, poi un'altra volta da un'altra parte. Ma perché non si informa neanche cercavano ma leggi perché ti fermi a una parola una frase c'è una vita dietro come ti permetti? Di ti fa paura quanto un secondo paura relativamente nel senso che se è una cosa come questa stalker che so chi è e qualche beh ovviamente si fa una pazza si é quindi si' sì, è sul web paura quello lì è uno che adesso ce l'ha su con me. Fra un po' ce l'ha su con un altro. Se tu guardi devi se tu guardi i commenti che fanno a me, fanno a Davis bene o male sono quelli che magari sono anche le stesse persone, perché poi alla fine ce la persona che dopo ti prende di mira, le va in tutti i posti dove dove hanno messo l'articolo su di te e esplodono le sue malessere dappertutto perché non ha un tubo da fare. Ma qual é il tempo? Li ottimizzano ad alcune alcune persone? Si spesso per dire guardate che non è così. Non ti sei informato, guarda che a volte si all'inizio. Lo facevo adesso non ho tempo e neanche voglia. Se tu hai voglia di capire, lo capisci perché tutte le persone che hanno capito è perché avevano voglia di capire. Avevano voglia di approfondire questo argomento, nel senso di dire Ok, va bene cinque euro pero', perché per come la vedo andiamo a vedere come fare. Se ha voglia lo capiscono se tu dopo una o due volte tre volte non hai voglia perché c' è qualcosa che non va in te, non in me. Nel senso che se tu che perdi alla fine ma non perché devi sapere qualcosa di me no, ma perché io ma perché io sto bene e quindi sei tu che stai male, cavolo, e tu sei tu che ci perdi. Io non posso perdere tempo e fossilizzarsi su una persona che non ha voglia di vedere neanche di capire. Io ho già poco tempo. Se poi lo butto via con queste persone lo butto proprio via non ottimizza loro. Mi leggo un libro e ho studio un qualcosa su internet che mi cresce a me dentro e che mi permette di insegnare ai miei figli e di metterlo anche sul blog. Ma secondo te comunque sono più le cose positive o negative che di film McDowell? No, dal web la maggior dipende nel mio blog, tra e privatamente su facebook le cose li ha mio diretto arrivano il novantanove percento, tutte positive se arrivano da altre parti che riescono a nascondersi dietro un nickname, riescono a nascondersi dietro altri articoli arrivano quasi tutti negativi su altri siti, tipo se vai su informare per resistere affamati si, se se tu vai su mentre sul tuo blog sono più positivi sì sì, sì, sì, ma anche perché comunque chi chi arriva da me nel mio blog? Una certa sensibilità è perché già selezionato in automatico. Io infatti tante tante persone che vogliono conoscermi sono già selezione. Non devo neanche selezionare io per dire tu mi fai bene a un uomo ben sei già selezionato in automatico. Chi si avvicina a me è già selezionato. Tu ha invece del blog che seguito delle persone a cui ti ispiri? Sì, ho messo sul sul mio blog alcune che mi piacciono si' bene o male sono come come i miei come mai si' questa cosa? Secondo te internet da questo punto di vista ti ha aiutato? Diciamo a sentirti meno sole? Oppure è una roba solo virtuale? Come l'avevi ricette da forza vedere che c'è tanta gente che la pensa così sì, sì, no, per me è stato fondamentale se, sebbene sia sembra sia adolescenziale oppure una cosa recente e ti metti li' facile col però alla fine ti mette. Se io mi fermavo solo alla mia cerchia vedevo molta tristezza intorno a me. Nel senso che vabbè, qua in questa frazione ce l'ha, ma il novantanove per cento la gente vive come alzi molto meglio di noi. Nel senso come una volta però sono i classici contadini di una volta ed è bello tra virgolette però è il con le mie idee non ce ne sono, nel senso che si fanno l'orto il novanta percento però alla fine mette il diserbante. Si è bello avere l'animale, però poi lo ammazzo. Va bene, va bene tutto. Però io ho visto con con internet invece mi ha fatto capire che comunque le mie idee non erano di una pazza di una che voleva essere diversa dagli altri. Ma ce ne sono tante di persone con le mie idee che fanno permacultura, che fanno gli eco villaggi o che fanno è tra me tramite internet. Ci siamo cioè proprio una catena. Ci si conosce. La maggior parte delle persone che ultimamente conosco arriva da internet e poi lo conosco fisicamente il colossale conoscenze fisicamente alcune si' si' alcuni circoli. Alcuni sono però mi contattano proprio per volermi venire a trovare, a vedere come vivo e confrontarci. Modello di vita, eccetera. Si, alcuni sì. Senti ancora un paio di cose rilascio sì, sì, il questo tuo percorso sia l'ultima che diciamo hai cominciato a farti certo tipo di domande. Qual è stata per te la difficoltà più grande? Qual è la soddisfazione più grande? Guardi che la difficoltà più grande è essere vista come una persona. Lo stesso comunque normale, perché alla fine tutti ti vedono come strana, come come una bo con le idee tutte strane e diverse dagli altri e non riescono a capire che io sono una persona normale come tutti, semplicemente magari mangio invece di uccidere un animale per mangiare mangio la verdura, mangio il cereale maggiori, sono normale come tutti. Il problema di fondo è che tutti ti vedono strana, non ti vedono come una persona normale o come una famiglia normale. E invece noi ci sentiamo tranquillamente normalissimi tranquillamente che viviamo nel duemila e dodici con la nostra tecnologia, con tutto la cosa bo più gratificante è ogni giorno ogni volta che mi cresce qualcosa nell'orto una quando magari faccio una ricerca che mi che mi viene bene le cose proprio pratiche che che vedo che comunque servono in casa. Servono a questo cambiamento, diciamo. Non so perché adesso è venuta in mente una cosa a proposito di tutte l'autoproduzione, eccetera Voi usate i pannolini normali e purtroppo utilizzavo pannolini normali. Ma perché io già col primo bambino è volevo avere i pannolini, quelli li lavabili a parte che era dieci anni fa, quindi non certo la mentalità come adesso non si trovava. Non sapevo dove trovarli, però avevo già avevo internet allora dopo l'ho abbandonato per tanti anni, per ora e quindi potevo trovarli. Lui non era d'accordo perché lui lui si è sempre opposto. Questa cosa sia quel vero, sia col primo sia con la seconda seconda terza e siccome lui mi dava parecchio mano con i bambini mi è sempre stato mi cambiava, il bambino cambiava e quindi lui davanti a lui dire no, io non te lo cambio così mi limitava molto utilizzato sempre pannolini normali. Mamma, io avevo già la mentalità già col primo di non utilizzarli mi è costata molto. Fa molta fatica ad utilizzarli per l'inquinamento perché comunque alla fine contengono cose cose che non fanno bene alla salute del mio bambino che invece con pannolini biodegradabili era tutt'altra. Cosa? Anche se era difficile reperibilità perché non è voluto entrare un po' di anni per motivi economici o per scelta o per scelta, perché loro avevano ma um buono così anche per risparmiare un po' sulle spese, ma non perché non ce l'avevamo, non c', eravamo e basta. Ti avrei discusso le cose e basta, nessuno ti può, non ci servivano. A bom non era partito un meccanismo, quindi no, no, no, no, no. Mi hai fatto un po' di anni senza sulle grandi montagne, giusto dove stare in montagna, la montagna montagna trecentocinquanta che senta si, non avevo ancora però la testa così, anche se comunque avevamo l'orto, anche se comunque cercavo di facevamo una cosa differenzia avevamo già questa sensibilità. Lui comunque ha fatto il dove una famiglia di contadini come me e di gente che in toscana aveva alle pecore ancora suo zio si fa l'olio il vino. Vediamo già via da famiglie cosi' grave, però però vivevamo come come tutti i ragazzi di vent'anni trent'anni normalmente come contesto di persone vi siete trovati meglio a parte le famiglie, dicendo scusa l'aspetto che vi siete trovati meglio qui. Io qua però come persona e però qua io avevo qui era la mia vita. Conoscevo già la l'aveva, sono persone ma con ancora i valori belli di una volta in montagna, ma però erano troppo chiusi e non riuscire a avere un'amicizia bello beh, ma anche qua sono ancora belli chiusi anche qui sono chiusi. Ma perché mi vedono? Ma perché? Perché mi vedono quella strana, quella diversa e hanno paura. Vergogna di a d no, capisco perfettamente se non dico che sono pericolosa, però sanno che comunque fanno delle cose che a me non piacciono e quindi a me non fa niente. Io non mica voglio andare a casa di un altro a cambiare nome, ma non è che vado a bussare alla porta di guardia O magari se vedo che mangia la carne gli dico no, guarda che si è mangiata. Fai quello che vuoi. Ti vuoi spalmare la crema? Non è che ti dico guardate quella crema che ti fa male. Ti guardo che lo fai. Penso che vada però non ti dico niente. Cos'è che hai visto ha stirato Quante volte la libertà cosa è la libertà? Fare quello che voglio la libertà ed essere liberi da liberi di poter scegliere quello che una una persona vuole fare o vuole dire, senza ovviamente far del male agli altri con l'educazione senza far del male agli altri Il cambiamento cosa? Il cambiamento è il cambiamento. Il cambiamento è che cambiare e cambiare la propria testa che parte dalla testa al cambiamento. Prima ti deve scattare qualcosa nella testa il cambiamento parte da dalla testa e che è un meccanismo piccolissimo, perché se se ti parte quella mini Missy ma cosa che tanto così e poi tu fai tutto il mondo e non ti accorgi neanche di farlo. Ma è piccolissimo il cambiamento ti deve proprio scattare. Quella quella virgoletta per una virgoletta in un libro gigantesco perché poi dopo il libro il libro ti viene in automatico e con felicità e quella virgoletta che che non che non cambia lo sforzo è il primo passo. Sì, sono convinta che lo sforzo sia il primo passo, il grosso grosso, grosso e io trovo tante persone e io non sono capace. Cac come non sei capace. Ma una volta lo facevano senza avere laurea senza aver studiato. E tu mi dici non sei capace di fare un qualcosa e tu sei capace di fare la pastasciutta? Sì, e allora? Quelle cose sono più semplici ancora da fare. Poi a volte magari anche difficile non cambiare. Però forse non ci si rende conto che è un sacco di gente si lamenta di una vita che fa tutto, quindi dovrebbe quasi auspicare cambiare invece eh eh mm-hm ma è comoda crogiolarsi è più comodo a crogiolarsi invece per me non è comodo a crogiolarsi perché mi piace scongelarsi è stai li, aspetti gli altri aspetti che Si, come si dice ti Scrooge solo come stai? Che stai lino? Stai li aspetti si' si' No, Ok, no, ho capito che non si accorgerà lì ad aspettare gli altri è più comodo più facili e non devi cambiare, tu no? Devono cambiare gli altri sempre intorno a te, ma non ma se ammazzi tu sì, va bene, va bene, va bene anche come tra virgolette dare ad esempio guarda guarda che io l'ho fatto e metterli di prima persona o l'ho fatto. Quindi guarda che ti ti dico che funziona perché lo fate così con la prova a farlo anche tu? Il blog è nato anche per quello di farti vedere io metto spesso il novantanove percento dei del post che metto sono con le foto perché appunto di ti ti faccio vedere che ho fatto e ti dimostro che comunque fattibile, magari anche preso dal blog però che si fa? Si può fare senza voler entrare gente nella vita privata, non solo a grandi linee, al di là di appunto a differenze di vedute su determinate questioni comunque lavate avete una condividete quindi queste cose con me No, no, no, no, io non sono ma tu non condividi, non la scelta di vita quello che la vita tu non condividi la lui e io fate interviste che quello selezionare utile però nella vostra vita io ho il perché erano scelte simili non si pergamena, anzi probabilmente perché io sono cresciuto in mezzo a quello che ho sempre fatto. Quindi da questo punto di vista che hanno fatto i primi anni si dice che danny era morto, non che si sono quest'anno ormai sul piede nel porto ha fatto tutto certo c'è una bella armonia. Si poi ci compensiamo, io faccio delle cose fa tu tltro. È nel senso che per dire io non sono capace per dire quello lì è un essiccatore. Io gli ho dato la senso dire guarda, proviamo a guardare il blog che ci sono le foto, anche il problema a cercare su internet della foto di come si può fare. Però poi alla fine lo ha fatto lui che che bello scambio! Lui fa tutte queste cose qua che io non sono capace di fare al lato pratico sì, mi piace la cosa, guarda che si può far così, ma non so usare il trapano, non so dopo magari se lui non ci fosse lo fare che se lui non ci fosse se se lo voglio fare io lo faccio, magari esce una schifezza, però l'ho fatto lui che ci sia qualcosa in casa, io sono capace ma me lo fa lui è che la gente che ognuno ha le sue cose da sì ci compensiamo. Ognuno ha le sue cose da fare, raramente facciamo le cose insieme perché a lui non piacciono le cose che faccio io e a me non piace. E perché abbiamo dei dati completamente diversi. Poi io insomma un lavoro patata nel tuo come mi piace fare una volta abbiamo completamente anche questo è un bel mobile essere complementari. Che facciamo? Facciamo parte della stessa moneta. Però questo è al di là eh sì, sì, sì, è vero. Infatti anche in bicicletta non lasciamo andare in bicicletta insieme perché io mi mia pisolo no come va lui? Io dopo un po' andiamo in bicicletta o ci stiamo addormentando lui parlando io paradossalmente vi dico la natura, la natura. Però io non ho ancora i suoi ritmi della natura, ma non posso averli, anche perché con tre bambini è automatico che io non posso avere gli ultimi della natura. Tre bambini mi si alzano la mattina che incominciano a urlare tutti una ognuno urla delle cose diverse che vuole attenzione e io come faccio a ritmi avevano bambi se io faccio un attimo bambini. La colazione la fanno alle dieci di sera. Però avevano altri quattro o cinque passi da fare. Forse no. Non riesce a fare niente. Grazie. Ma ci mancherebbe. Faccio tutto. Sì, siccome domani eh? Che stava scrivendo? Un libro di queste idee di storie come acqua, Storie? No, dice Si'. Vedi, ne dico tre. Gliene dico troppe cose. Non riesci altro tratto male? Cosa vedi? Altre cose. No, lui Gli ho detto che gli avevo detto che stai scrivendo un libro. Amici, Tutto quello che ho fatto, la gente che viene, Buck che cos'hai io non ho potuto. Già solamente fatto per dire È gente che lo tratta male. Che c' è finita. Dico, è anche colpa tua. E te lo sei cercato? Eh sì, tu non dico io faccio la mia vita, tra cui io sono lavorarsi. Partiva a casa, aveva il nostro rimaste senza niente e nessuno che se ripetuta. Perché cazzo? Quindi per forza andare ad aiutare gli altri e telematica. Io quello che cazzo fastidio e non di quella gente che ma lui non sente l'esigenza di condividere con gli altri. A lui non gliene frega. A lui non gliene frega niente che come lui dice ma da una parte che voglio. No, lui doveva non fare più di anni, che ha ragione in questo senso. Perché lui dice a cosa me ne frega di andare a dire agli altri del cambiamento? Come sei cambiata tu come sei cambiato e come ci sei arrivata tu. Se la gente ha voglia, ci arriva perché devi bloccarla? Mio padre, mio padre, passa sempre detto voi con la mentalità che c'è in voi giovani, non noi, in senso me. E voi giovani siete capaci di morire di fame nella dispensa. Ha ragione, ma sa cosa vuol dire la fame luce raggiunge di oggi è in grado di morire di fame oltre si deve preparare. Fa quando penso a pieno, sia era che come la vedeva mio padre è una persona si' aveva aveva ragione. Entrate tutti i torti perché lui diceva così per dire. Però è tutto quello che vuoi, ma niente di fatto andata a lei andare a far questo per tre volte in più di quando ero piccolino. In estate si faceva il filo per i conigli è qua, per esempio. Non sapevo cosa scrivere per spiegare il mark delle linee che Valencia riscalda quest'inverno in estate mi gennaio febbraio marzo che però diventare anche abbattere piante io avevo sette otto anni dal mio primo la legna. Siamo cresciuti così per fortuna, perché io dico per fortuna loro lo chiama tutte le volte che riguardava mio padre. Sapevo da però per fortuna come sia come perché adesso se devo fare qualsiasi cosa che ma é però una volta alla fine non ma ci stanno rovinando tutti quelli studiati io io, io, io, io divido i laureati dagli studiati gli studiati sono quelli che hanno suonato mai ignorante, hanno studiato, hanno la cultura, ma sono ignorantone sono peggio ignorante, più di me che io non ho studiato, hanno solo la cultura a loro gli è rimasta sul libro e la cultura cultura, cultura, saper fare le cosucce anche perché lo dico io ma che mi dici? Quello che tu fai cultura. Io avevo esperienza sì, insomma quella lo regalasse eh Tu mi hai studiato, guarda cosa mi dimostra che scusami ma devi capire neanche dove hanno studiato la gente che scrive quei libri qua dove studiano, ma la gente che come te che fai le cose poi le scrivi o le hai scritte perché vedete da un'altra parte si portano da dopo forza dei passaggi le cose si perdono perché la cia non lo fai a me? Scrivi una frase in un certo modo rispetto a un'altra però il primo che aveva scritto l'aveva fatta e da interpretare il secondo della lettera importata non si sa, ma non l'ha mai fatto Sì, sì, sì no, io sono molto pratico dopo tutto quello che noi siamo così perché sia pratici perché se fossimo sennò come lei in studio. Ok, forse non ho mai detto lui. Io guardo il mio comodino i'ho anche che prende un elettrodomestico qua non sono io non riesco a migliaia le istruzioni video, però smonto e te lo rimonta senza di me. Che vita di essiccatore guardare non è corretto. Un'istruzione guarda troppo come ha fatto grande linea retta alle istruzioni che ho è una cosa semplicissima. Sono incassati dell'ikea che non usavamo più e poi ha messo il grasso del frigorifero é quanto guardassi che l'unico con l'unico. Comincio anche adesso che voleva andare a incandescenza. Non ci sono più bruciate qualcun'altro ufficialmente come fai e mi inventero' qualche resistenza indietro, perché quello Eh sì, perché in qualità di scienza facciamo insomma noi ci siamo, ci siamo messi da parte un sacco di acqua sono cose che mi avresti fatto quest'estate oppure l'idea tutte le cose per far risalire analizzati per fare le tisane. Che cosa cambia chi muore comunque? E andiamo a scuola? Ma si no e lascia! Sono solo quando sono arrivati qua glielo dico un chilometro zero solamente. Se ci vado io, vado lì ma non raccoglie anche la mente E io ci siamo fatti la frullati. Sono stata io le bambine, la bambina perché adoro amico, siamo andati ad accoglierci lamenta poi ce la mangiamo, ma loro hanno nell'orto. Sì, ma cosa voglio mangiare? Lamenta candelotto, si raccoglie lamenta un'altra cosa è sano sapore dall'america rimani visibile dalla pianta. Luciano, mi riconosco, ma lei poi la cultura, quello che dovevamo per i nostri film che facciamo subito quel passo qua ci danno remo l'anna che però non fa niente. Voglio che stiano qua in estate si sporca sirocco si, dopo faranno la loro strada, però alla base ce l'hanno e se ne vanno a new york saranno ma facevo finché vuoi, ma niente di che. Tanto dopo l'altra di vita la vedo benissimo che sembravano identiche. Fa una testa così. Quindi l'altra entrarono da soli. Jackson non sono mai andato, ma non ho capito a su tutte cose che fanno uscire varie cose qua. Come me, anche io ho fatto con la vita di Derek. È vero o no che se torna e donna quando io non ho sempre solo con te anch'io ragazzi Beh, per forza forse perché io sono sempre stata vegetariana per me oggi giravamo nel senso buono per dire una corta respinta in giro, magari dal ristorante, ma sono tutte cose che fanno poi quando intanto vai alla base infatti mi sto ricordando delle cose ci viene in mente entrambi metri dalle immagini che io ce la farà ricordare avuto non so cinque o sei anni andavamo in Toscana fino No, non lo guardano. La televisione è così un po' è colpa mia, Si incolpa solo suo perché per me non esiste proprio. Ultimamente non lava però le uova Sì, sì, devo non va bene quando non ci sono luci che ormai cinema tutto quello che hanno paura che sono attratto un altro giorno tutto quello che è documentato guarda tutti noi insieme ai bambini. Infatti, guarda che il più grande usi tra focus Dimas ci sono delle cose di rimbambiti. La televisione quantomeno guarda l'ultima e più grande ultimamente gli piacciono tanto che non pochi spazi televisivi di qualità. E anche quello prima che come si chiama Quello che quel fantastico mi piace tanto quel signore lì a tu quello anch'io. Ma quello che fa il tipo che fa esperimenti scientifici li prima di Georgie o guarda che ti diceva Mangia, mangia la carne che è diventato grande così, ma non la frase asi E quello non lo so, è fantastico Che diceva? Mangia, mangia la carne, diventi forte come un toro che si diventi non tornerà rese pagano quando glielo dico ai bambini. Vedete invece parliamo che mangiare e guardare la bistecca è fantastico. Quello quel signore lì è fantastico che mangia? No, lascia la porta se non che le parole che è stato questo Almeno è già venuto tutto. Guarda, purtroppo tutte le biciclette si lascia, No? Ma guarda, se non ti offendi che io vado avanti, meglio evitare si' non tutta la vita. Un po' per sei mesi che in un mese. Ma perché io faccio una merda? No, lo zio fidanzato si' in cambio lei fa beh, che si vince da solo, eh no, spesso che domenica raggiunge modo sarei pazzo perché lei ha lavora, lavora un po' come me a distanza a scrivere loro giornalista sì, un po' più acerba iniziato l'acqua che anche altri pero' quindi un po' a roma per il suo lavoro se vuoi emma, perché questo piano? Parliamo di primo professionale volevo farlo e io un po' come lei da questo punto di vista presenti solo il problema, visto che c'è tanta gente cose concrete vive in modo diverso volevo dire cioè pure questa italia qua solo l'italia che c'è un'italia di gente che fatica senso si tira su le mani che che dicevo prima lei fa tra l'altro in tanti modi non c'è un solo modello se tu vuoi andare in campagna modello tipo il vostro che rimane a gente che in città comunque costruisce. Se domani in montagna quindi far vedere che la moda gente che lascia, magari un lavoro non tradizionale per favore arriva in modo diverso spesso molto meglio di chi invece classico no, no, anche sul lavoro cardiaco e ho notato che ultimamente fa i turni la natura per avere una per riuscire a fare otto quelle puoi prenderla due guardie tanto bene o male vediamo grosse spese economiche. Mutui. A tutti piacerebbe guadagnare diecimila euro al mese, però apprezzo che dopo la fine degli esami non la sfortuna che ho spaccato una mano io risulto a casa due mesi. Ma che lavoro relativa a poker il caffè stai ragazzo, stai suscitando questa così tanto che alcuni bambini ha distrutto. Io non voglio fare nomi, ma sembra così fa probabilmente qualcuno ho guardato su ho avuto poco che mi rompessi per far sì che è stata eseguita in modo che mi facesse maturare il fatto perdere il lavoro estremo livello a casa qualche volta che sono fuori di testa sono piu' che sincera. Dalla destra poi andrà infatti il mio progetto nasce questa idea nasce molto prima della crisi che l'idea della crisi per cambiare un modello di vita ecologica. La gente distrugge noi è partito tutto, anche dei parenti in fatto di è come in l'invasione caccio il vecchio iniqua bonum. Anche stamattina ha fatto vedere il cardine catturi sarà un bancario così su cinque secoli io dico nero in mezzo alle galline, in mezzo alle nuove, prima che sia un'idea bellissima che lo portò alla pentola che già capiamo quella roba inquinamento il parente della terra siamo a posto la differenza un'altra mentalità così le prendero' un bidone si buca che distrugge come quello che loro lo vedremo cosa gli fa sì che tutti qua il novanta per cento novantanove province che hai capito che questi qua diavolo ma le galline signori uomini, bellissimo accento da gente che le vedono alla fine si viene a sapere che ogni tanto che la carne che bella la camilla che gli danno il mangime perché è il più bello, più margine di bella capito è più bella con ciro non riuscirà a uscire in mezzo chilo di meno ma lascialo stare che dovrebbero insegnarmelo dopo che la mamma che mi serva. Che infatti secondo me che dicevo prima cosa faceva questa cultura, anche se è vero come gli altri sono tremendi. Però è anche vero che bisogna stare attenti, perché il vecchio modello di agricoltura, spesso per motivi di mancanza di cultura ma non cultura, che università, cultura di consapevolezza, agricoltura fare danni loro doveva chiedere ad usare sempre le montagne una volta continua, una volta devastanti. Negli anni ottanta gli anni soltanto la sala è e questo incontro tra le tradizioni di una volta. Però la consapevolezza che chiedendo in quel campo non entra niente in cucina quest'estate niente zero ma neanche l'età perché tanto io, visto che sono già due anni che lo facciamo andare, fa la sua bella votazione tanto spazio che quest'anno mi metto lì l'anno prossimo metto la panna ora che ritorna spesso lì ci sono state altre colture dopo che sono così ci giriamo tutto col trattore europeo ma tutto tutto quello che nasce il lavoro più vulnerabili. Il prossimo obiettivo è fatto, has collocare anche Guarda puoi farlo vivere anche lui perché non è giusto che io viva io la libertà che il cento percento della mia giornata. Se oggi non ho voglia di fare in faccia non sì, infatti non posso però la fine io tu sono anche molto più rilassata, mi tengo i miei ritmi che sono molto alti. Però siccome mi chiedo io me li a sederti dai tu magari avevano fastidio gli stessi ritmi, ma siamo qui, sono scelti io, io sono libera, quindi facciamo le cose insieme? Perché che credevamo? Perché no? Si fa vedere o no? Ma il problema è che alcuni lo porti qui anche quando bene dopo no, poi è fatta lei che è poi quello che sto facendo questo viaggio è che io odio vivere a Roma tutti i motivi che potete mangiare non però insieme la città la caotica qui. Che che che voglio andare allora ha detto ne approfitto e mi faccio un giro tutta Italia, praticamente la mia colpa nella speranza di trovare. Ma per trovare queste famiglie o man mano si è conosco delle persone. Ma perché il mio lavoro? Comunque? Ma vai da una sorta di percorso, da un percorso geografico semplicemente che passo per tutte le regioni, anche se non è chiamato in tutta la Lombardia che vado dove c'e' qualcuno e all'interno dell'area di ogni regione. Ho già qualche storia perché imbarchiamo di uno o più di dieci anni queste cose quindi pero' poi moltissima basta parola, magari non sa adesso non al vostro caso. Già però da uno me ne parla di un altro adesso la cosa al mondo perché riconosceva Andrea come quello che è scritto nel libro che celebra, conosciuto lì a quella fiera. Però è molto è così uno si parla di un altro e poi molto perché appunto quello che eh, il giornale si occupa di questi tempi che solo che il mio problema era quello che scriveva prima io per motivi economici noi non abbiamo la giornata, volevo scrivere senza andare a vedere le cose. Quindi io, per quanto cercasse di essere il più onesto, che la filosofia strumentalizzare spesso scrivere leggendo che non è vero che no. Quindi mi sono detto se solo mi paga per farlo perché io sono la storia del giornalismo troppo a livello economico. Ora poi repubblica al Corriere oppure sei pazzo? Però io sfrutto l'occasione. Infatti io adesso non pago affitto quando leggo che fa sì che per ora e almeno faccio il mio lavoro veramente anche se hai figli finché non vanno alle elementari. La tua compagna è d'accordo. Questa vita secondo me è che quando quando vanno a scuola, ma comunque che pago di brani faccio un periodo, dopodiché finché non avevamo dei bambini che comunque la mia idea sarà di fare dei periodi molto più brevi. Parla di continuare perché continuai comunque sempre andare a raccogliere. Sì, perché se ti interessa un un ex dirigente della Lombardia che ha mollato il Milano mollato dalla prima giovane ha mollato giu' al sud per venire a studiare a Milano. Questo qua il dirigente, il professor dirigente della Lombardia, il professore universitario e dopo in pensione, ha mollato tutto. Ha operato in un paesino giù dal sud Italia che il Comune, il sindaco Sven Deva, le case di ripopolare le vendeva proprio proprio perché era un paesino che stava morendo per ripopolare, lo vendeva. Lui ha comprato un pezzettino di terra con ulivi secolari, una casa, ha mollato, tutto qua. È andato giù con la sua liquidazione, ha preso questa casina qua e là, si ristrutturata piano piano e adesso fa il contadino. Vive delle cose che gli danno i suoi, vive con la pensione e mi mette perché comunque lui è andato in pensione e certo completamente cambiato. Internet si chiama Salvatore Grillo, è su Facebook e io, la mia più cara amica e sua figlia, ho potuto conoscere questo. Questo signore qua è anche un servizio di su Tv Duemila ha fatto un servizio piccolissimo che sono andati in questo paesino. È Calabria Calabria, non regolare contatto Calabria. Poi poi te lo posso dire perché guarda la mia amica, la mia amica, una della mia, una delle mie amiche, la mia più cara amica perché era qua due giorni fa. E in queste persone guarda questo signore qua, eh? Se tu ci parli insieme lui è professore universitario. Stai così adesso, ma non quel pallone o se sei grosso così però fallo praticamente da dirigente della Lombardia e professore universitario mollato tutto andato giù. Adesso fa l'aborto non è capace, non era capace che vengono, ma praticamente è un praticamente adesso vive, vive giu', vive giù e papà ha la nostra stessa vita che il molto più perché ovviamente, essendo in pensione percepisce la pensione, non la l'obbligo di presentarsi da solo. Lui ha mollato anche la moglie, finalmente che la mamma della mia amica l'ha bollata adesso è insieme una che praticamente era la badante della sua mamma. E poi lei la segua. Insomma vicissitudini insieme insieme a questa signora. Quando Elena Bologna Tranquilli, lei ha tre figli in Romania. Questo signore qua ha due figli. Una che anche lei faceva la maestra elementare in centro a Milano, che era stata la con sua mamma. No, viveva da sola, faceva la maestra, ha mollato tutto per lei per venire qua dal suo compagno. Vivono in un appartamentino qui sul cremonese e lei fa le cose che é praticamente mai conosciuto. Anche lei su internet ha visto un articolo che mi ha scritto e scritto dopo due giorni è venuto questo fratello E lei queste cose qua? E lei non ha figli, non ha niente. Vivono anche loro stanno cercando stanno stanno cercando un qualcosa tipo che dovevo cercare qualcosa dentro. Perché non sono proprio cosi' convinti. Secondo me ancora ho solo messo un po' piccolo. Sono due vivano da Hope insieme alla sonda. È una roba che Terrance Ma vi siete conosciuti dove voi voi due vi siete conosciuti, Io volevo fare sensibilità alla cremona. Lei era di Roberto. Io passavo, passavo di qua con te dico mangia la pizza tutte le sere nel passare. Quindi ci siamo fermati da qualche mese e io diciassette i robot fidanzato mollato così Scusami. L'anno dopo i ovunque. Cavolo! Quindi tutto per uno che faceva il militare che non sappiamo neanche se tornava che abitava lontano proprio la pazzia. Quando? Quando sei giovane tutti questi pazzi, Perché va bene così, che alla fine si. Forse la stalker è quello lì del tuo ex? No, poverino. Guardati Giugno lui assolutamente no. Svolta povero, ma che dopo un anno mi è ricercato ancora està pazzi qando ancora anche adesso in giro che la rivolta è passata. Solo che lui no, sono riuscite e io no, No, lui non lui. Sappiamo benissimo che no, parlando ucciso niente? No, arrivo che solamente scaldarsi tua Basta ascoltare. E poi quando bolle l'acqua scientifica in questi due casi qua Ma che and dovevo si appiccicano tutti a non si sa Ma Roxy Quindi vuoi che si mette in testa Si'? Cosa? Che cosa? Beh, ascolta, a Milano ho trovato anche una cucina di quelli sono mio papà. Però devi andare a Milano si' io non te l'ho detto, ma perché devi andare? Ma anche una cosa bella che ci sia ormai diventato una brava e quindi? E quindi niente. Alla fine abbiamo cambiato banca e sono riusciti a darci il mutuo e piano piano, con grande fatica siamo riusciti non a me a ristrutturare tutto quello che volevamo. Però a grandi linee almeno l'appartamento che quindi va bene, sono qui sotto. C' è un appartamento di settanta metri quadrati, tutto rudere come come era l'origine che non abbiamo e non siamo riusciti a ristrutturare. Purtroppo mancano i pannelli fotovoltaici Un'altra mi manchi pero' belli così l'obiettivo di metterli In teoria sì, però non adesso, ma hola. Scusa, ho fatto l'ultima volta che ha detto Poi faccio un passo indietro. Quindi questa casa, eh? Il mutuo che ha dovuto fare un mutuo, quindi da trent'anni. Quindi non è che tu abbia dato dei soldi per comprarmi. No, mio papà prendevo la minima. Prendeva quattrocento euro al mese. Quindi Quindi no, che volevate venire qua. Volevamo venire qui insieme, mio papà. Ma l'obiettivo era vendere casa dove abitavo io prima a casa, dove era di proprietà. Era di proprietà. Tu vivi da solo, bevo io. Mio marito ha comprato tre quattro anni fa si vendere la sua comprare questa con il mutuo e con i soldi che recuperavano da questi due casi ristrutturare questa Alla fine però abbiamo venduto lo stesso le due case. Io però ho perso il lavoro. Non siamo riusciti a mettere a posto tutto quello che volevamo perché comunque le ristrutturazioni parti da una e e ti arriva a dieci. Abbiamo messo questa qua, Si era decadente. Non aveva neanche le una maniera proprio rudere che cascano a pezzi. Certo, si' si'. Quindi paradossalmente, tutto questo percorso che poi ci racconti è nato un po' per caso? Diciamo la necessità Tu avevi tu volevi lavorare normalmente. Inizialmente avevi che lavoro facevi? La commessa in un supermercato part-time. Ma è nata, è nata, si è accelerato tutto per necessità. Io ci volevo arrivare piano piano. Volevo comunque alla tenermi il mio lavoro part-time che mi consentiva di pagare il mutuo. Mio marito andava a fare faceva la vita che fa adesso? Lavorava, faceva l'operaio. Mio papà mi teneva i bambini, il resto del tempo che io ero a casa perché facevo un part-time, davo una mano, lui con l'orto gli animali. Insomma la struttura era così. Poi alla fine, mancando mio papà all'improvviso e io ho dovuto accelerare tutto, perché comunque il mutuo ce l'avevano dato. Però bisogna pagarlo con qualcosa se non c'. Era il mio stipendio. Bisognava inventarsi qualcosa, uscire di casa e non potevo perché comunque con tre bambini piccoli dovevo seguirli proprio al cento per cento tra le varie scuole. Comunque due le avevo ancora a casa, quindi non potevo pagare. Non aveva senso proprio lo non ho neanche considerata. Questa cosa non ha senso. E quindi se io già avevo la mentalità, volevamo già arrivare a questo perché questa casa qua l'avevamo presa per questo obiettivo è però poi li accelerato, accelerato proprio vertiginosamente con il con il web in mano abbiamo proprio ho accelerato tutto, mio marito lavorava io durante il giorno con le bambine ci inventavamo di fare queste cose qua e alla fine ha funzionato perché cavolo tutto il bimbo dicevano tre sette le bimbe dieci il maschietto, la bambina, la bambina, il maschio. Invece il tuo marito che lavoro fa? L'operaio metalmeccanico, in futuro lavora, ci si lavora ancora dove lavorava prima, dove ha iniziato a lavorare in un posto di metalmeccanica. Si è licenziato solo perché ci siamo trasferiti qui a distanza di cento chilometri non poteva tenere quel lavoro. E lavoro ancora in questo? Ehm questo ehm questa fabbrica si si, si si. Quindi parto dal titolo. Anche se poi il discorso più generale però, visto che il titolo si del tuo libro e vivere con cinque euro al giorno che ha ho fatto l'amore tra virgolette che cosa vuol dire veramente il titolo è provocatorio a mille l'hanno scelto la casa editrice appunto, per marketing è non è una bugia, nel senso che comunque non è una bugia di cinque euro sono saltati fuori. Semplicemente io ero partita con un budget di cinquecento seicento euro. Tre anni fa spendevo al mese per l'alimentazione materiale scolastico l'abbigliamento e le piccole l'igiene nostro l'igiene dalla casa con le piccole cose che ti servono tutti i giorni per vivere senza le cose straordinarie, senza mutuo, senza benzina. Poi piano piano vedevo che comunque alla fine gli avevo sempre meno la necessità di andare a fare la spesa e gli scontrini diminuivano sempre di più. Vedevo che quando andrò a fare la spesa mi guardano in giro. Ma dicevamo meno serve che il suo qua a fare è un giorno sì, un annetto neanche un annetto fa ho fatto, ho fatto due conti è alla fine del mese ottenuto tutti gli scontrini. Ma sono già sette anni che mi tengo tutti gli scontrini pero' non non mi era mai, ho detto ma sì, noi lavoriamo bene, giorno per giorno, minuto per minuto, poi vediamo. Alla fine un giorno ho fatto, ho fatto due conti. Alla fine è andata a fare questa cifra cinque euro al giorno e mai la media magari oggi spende cento euro, poi magari per venti giorni non spende più neanche una lira di cinque euro all'anno tutta la famiglia si si si si si si è escluso mutuo, mutuo, bollette e scusa ma le macchine, le cose se si rompe qualcosa in casa, quello escluso perché mio marito aggiusta tutto quindi generalmente non abbiamo bisogno di cinquantenni l'alimentazione scuola si' che perché io uso tanto il baratto, non perché ci vestiamo con gli stracci che noi barattiamo parecchio. Comunque adesso è magari c'è tanta gente che sa che io magari ho contatti e quindi mi porta qui la roba. Io selezione poi la regalo la mia siete passati quattro cinque persone ci hanno da seicento euro. Centocinquanta euro più o meno sì, più o meno sì. Cinquecento seicento euro a centocinquanta per le stesse cose alla fine e sottolineo che comunque sono le cose che io adesso rispetto a prima sono di qualità imparagonabile a quelle che io compravo prima, imparagonabile come qualità ambientale e di salute nostra. Benissimo che no, che non sono sempre il profumo quando dici aspetta penso che, ehm che sai io chiederei di ripercorrere brevemente il percorso degli attacchi di cui adesso non so moltissimo. Conosco bene l'esperienza informale sull'acqua. Non conosco bene la differenza di altezza, quindi, ma che sia come un percorso che anche il tuo all'interno credevo. Quando partiamo da questa cosa si'. Dunque attack è parte di una rete internazionale, è presente in quaranta paesi, è nata diciamo nel novantotto. È su un appello lanciato dalle mon diplomatiche, in particolare ignara signora Mooney. É l'appello paradossalmente oggi attualissimo, diceva disarmare i mercati e cioè partiva dall' idea che stava avvenendo nella globalizzazione anche un mutamento dell'assetto economico e monetario, e cioè l'esplosione della finanziarizzazione e quindi sostanzialmente da lì nasce prima in Francia, sempre nel novantotto, poi in Italia, diciamo intorno al duemila, poco prima di Genova ehm nasce Atac che si definisce un'associazione di auto educazione orientata all'azione l'idea eh, che gli attivisti devono essere persone formate e informate e quindi lavoriamo molto su seminari su per università, eccetera. Però ovviamente devono essere poi attivisti, quindi non siamo un centro studi. La consapevolezza deve servire alla mobilitazione, altrimenti rimane un tesoro privatizzato culturalmente e quindi in Italia diciamo, nasce sotto Genova, la prima assemblea nazionale a Bologna, proprio due mesi prima di Genova e subito dopo Genova. Lanciamo la legge d'iniziativa popolare sulla Tobin Tax, anche questa di attualità, oggi, che dice come i movimenti spesso guardano avanti e tra l'altro con un impatto positivo. Perché la legge di iniziativa popolare sulla Tobin Tax sostanzialmente chiede ai cittadini delle firme su un tema allora ostico, è incomprensibile ai più il controllo delle tassazioni valutarie. Eppure si raccolgono quasi duecentomila firme. La legge finisce in Parlamento, Ovviamente si insabbia in Parlamento. Oggi ritorna sotto un'altra forma che la FTT, la Financial transaction tax, quindi è più estesa dalla Tobin tax, anche se l'applicazione che vogliono fare i governi. Ovviamente non è quella che dicevamo noi. Nel senso che intanto dovrebbe toccare tutte le transazioni finanziarie, partire dai derivati, tanto per capirci. E poi il gettito dovrebbe essere utilizzato non per coprire il debito pubblico, ma ovviamente per progetti ambientali, sociali. Diciamo che dalla Tobin Tax noi iniziamo a costruire una sorta di analisi sul modello liberista, che però ci fa fare un passaggio importante, che è quello del che sostanzialmente la nostra ad un certo punto dice che in realtà non viene finanziarizzato solo l'economia, ma sostanzialmente siamo di fronte al processo di finanziarizzazione della vita. Da lì parte tutto il ragionamento, allora sull'acqua e beni comuni. Cioè è come se all'interno del nostro ragionamento noi dicessimo come spieghiamo la gente, la finanza? Diciamo che la finanza ci ha semplificato il problema. Perché? Perché finanziarizzato, la la vita intera delle persone diventa tutto piu' semplice. Allora decidiamo di partire dalla questione acqua, beni comuni, eccetera. Ovviamente non da soli. Si costruisce tutto un percorso, un processo che diciamo abbastanza conosciuto. Magari qualche tappa la indico e quindi parte tutto il ragionamento del cominciare a sottrarre alla finanza il mercato almeno un territorio sociale ampio, che è quello dei beni comuni. Paradossalmente, con la crisi del degli ultimi cinque anni è come se i temi di attacchi fossero giunti a ricomposizione. Cioè siamo partiti dalla finanza, siamo andati ai beni comuni, adesso i beni comuni ti riportano alla finanza. Grazie. E da una parte questo ci consola perché significa che la pista, diciamo intraprese quella è quella giusta. E oltretutto diciamo tac è riuscita a farsi promotrice insieme, ovviamente molti altri. Credo del movimento più avanzato presente in questo paese, che il movimento dell'acqua, che è un'esperienza estremamente interessante sia per come è nata, sia per come è. Si è, si è evoluta nel senso che il movimento dell'acqua è riuscito sostanzialmente a fare un passaggio che finora nessun altro movimento è riuscito a fare, cioè quello di partire da una fortissima resistenza territoriale ai processi di privatizzazione. Ma su questa parlare all'intera società, fino a portare al voto la maggioranza su degli italiani, tutte le altre esperienze di movimento hanno forte competenza, forte resistenza, ma continuano a essere minoritarie nel Paese, o meglio, teoricamente anche maggioritarie. Ma di fatto non riescono a imporre il fatto che tutti i cittadini si sentano coinvolti nel problema e prendano anche decisione. Devo dire che è stata un'esperienza interessante, anche perché ci aiuta a capire meglio anche che si può fare politica, necessariamente non nei canali tradizionali. É la vecchia idea che la società esprime bisogni. Poi c' è qualcuno, i partiti che devono interpretarli, portarli a sintesi. Rappresentarli può essere superata, sia perché i partiti, in realtà questo ruolo non sono più in grado di farlo. E quando ci provano anche compresa questa stagione elettorale, in realtà danno vita ibridi che non diciamo che non hanno alcun significato rispetto a quello che avviene nella società, ma soprattutto che in realtà la mobilitazione sociale può diventare anche capace di auto rappresentarsi senza illusioni di autosufficienza, però capace di rompere nell'agenda politica in quanto tale e senza doversi affidare a soggetti di intermediazione e l'esperienza dell'acqua dimostra questa cosa qua di fatto che è stata un'esperienza interessante, anche perché ha messo insieme soggetti completamente diversi. Io oggi sento dire che è bello fare rete, che la diversità è ricchezza. Se vengono considerati prerequisiti sono delle bufale, non è vero che fare rete bello. Fare rete faticoso può diventare bello. Non è vero che la diversità è una ricchezza, può diventarlo, ma all'inizio è una complicazione, é uno riesce a fare rete, a costruire ricchezza della diversità. Se il fare rete aggiunge valore alla battaglia specifica di ciascun altrimenti, le reti sono delle finzioni. E questo per esempio il movimento dell'acqua è riuscito a praticarlo attraverso anche un elemento importante che è quello del non dare mai per acquisito questo processo. Cioè provate a immaginare cosa significa mettere insieme un sindacato come la funzione pubblica, che ha un milione e mezzo di iscritti e che è abituato a un'organizzazione chiara ma verticistica, il comitato territoriale dell'acqua di un piccolo comune che invece non ha struttura verticistica, sono poche persone e si basa tutto sulla orizzontalità, il cui al territoriale ha il proprio territorio come centro della propria azione l'organizzazione nazionale. Non vede l'ora che l'azione diventi nazionale, mettere insieme queste cose complicatissime, soprattutto non va mai dato per scontato. Ogni volta occorre fare il punto per capire a che punto siamo dentro questa cosa. Il movimento dell'acqua ci è riuscito perché ha utilizzato fin da subito il criterio della massima inclusione su degli obiettivi però precisi. Cioè il movimento dell'acqua ha costruito i propri obiettivi sulla questione acqua, beni comuni, democrazia partecipativa. E su quelli ciascuna rete esperienza ha ceduto sovranità, ma solo su quelli, riservandosi di continuare a essere altro su tutto il resto dei temi e della realtà. Ed è riuscito a fare questo perché ha costruito non solo la protesta, ma anche una proposta, una legge di iniziativa popolare che abbiamo presentato nel Duemila e sette, quindi ben prima del referendum. La legge che ha raccolto quattrocentomila firme è diventata sostanzialmente la carta costituzionale del movimento dell'acqua, per cui ha contribuito a produrre subito un elemento di riconoscibilità reciproca tra chiunque entrava nel movimento dell'acqua e da lì è stato possibile sperimentare con alti e bassi. Ma diciamo in maniera genuina il metodo del consenso. Il movimento dell'acqua ci teniamo a dirlo, non ha mai votato una volta, ma ha sempre costruito dalla le proprie posizioni per approssimazione successiva. Questo è molto importante perché costringe qualsiasi soggetto intanto a considerare ciascuno come parte della sintesi futura. E quindi anche chi ha una posizione. Diciamo che in quel momento non è condivisa, smette di immaginare che il suo problema è diventare maggioranza e quindi di sabotare il percorso, perché sa che nel tempo la sua posizione può invece diventare più condivisa e soprattutto che ne viene tenuto conto in qualsiasi momento. Ovviamente questo è un percorso complicatissimo. Comporta per esempio decisioni spostate nel tempo, rispetto alle quali, per esempio, le reti nazionali vanno in fibrillazione. Per farti un esempio, la legge di iniziativa popolare è stata scritta in sei mesi e hanno partecipato materialmente che hanno scritto almeno una parola, qualcosa come settecento persone e ha avuto una consultazione intorno alle sette ottomila persone. Però quel processo lì è quello che ha permesso di costruire il movimento. Se noi avessimo chiamato un buon giurista, gli avessimo detto scriverci la legge avrebbe fatto una legge, forse anche più precisa, ma non avremmo costruito il forum elementi per loro. Tutto questo ha poi comportato una capacità di a quel punto di radicamento nella sensibilità del Paese che ha permesso poi tutta l'esperienza referendaria. A che punto siamo oggi? In realtà io considero questa per esempio anche la situazione attuale dà l'idea di come l'humus su cui è nato il movimento dell'acqua sia sedimentato. Io non conosco movimenti che vincono un referendum, il referendum viene attaccato sistematicamente e non vanno a casa. Oggi il movimento dell'acqua non ha perso un solo comitato territoriale nel paese sono tutti in campo e oltretutto anche la resistenza nel campo permette poi di risultati. Tutte le norme del governo Berlusconi e Monti sono state annullate dalla sentenza della Corte costituzionale e qui uno là può raccontare come vuole, ma senza la persistenza del movimento dell'acqua e delle ragioni profonde del referendum la Corte costituzionale avrebbe deciso diversamente. Certo, e in particolare la cosa interessante è che invece si stanno aprendo spazi di ripubblicizzazione territoriale che non finiscono sui giornali ma che stanno sedimentano nel profondo. Oggi abbiamo una serie di realtà per esempio Imperia per esempio. Varese, per esempio. Brescia, per esempio. La Romagna, per esempio. Pistoia Vicenza è, oltre che a Napoli che ha fatto il passaggio della ripubblicizzazione del servizio idrico. Abbiamo in campo su Roma un progetto di ripubblicizzazione di Acea che sarebbe la prima esperienza di richiesta di ripubblicizzazione di una multiutility collocata in borsa. Abbiamo la sta proponendo il coordinamento romano acqua pubblica, ma ha costruito un vero e proprio progetto che dimostra come è possibile riappropriarsi della di Acea facendo anche i conti economici. Abbiamo fatto un editoria della situazione finanziaria di Acea, ha visto la forza politica e adesso noi la faremo uscire questa proposta a brevissimo. E poi Inc. Alzeremo tutte le forze politiche inizialmente per capire L'aria che tira in seconda battuta con una delibera di iniziativa popolare, perché vogliamo che sia la città a pronunciarsi su questo, senza escludere anche in futuro un referendum cittadino. C'è poi Piacenza, Reggio Emilia, che per esempio stanno uscendo da una multiutility. Cioè, paradossalmente è sottovoce é come se il referendum stesse sedimentano di più, ora che subito dopo la vittoria referendaria, Ovviamente tenendo conto che siamo dentro un processo di battaglia gigantesca and perché siccome il referendum non è stato un sondaggio di opinione, ma è andato a intervenire esattamente su uno dei gangli del modello liberista, la sottrazione di un bene ai profitti, è chiaro che l'attacco è gigantesco. In questo momento è appena uscita la nuova norma tariffaria proposta dall'authority che sostanzialmente reintroduce i profitti privati sotto mentite spoglie. Quindi noi faremo ricorso al Tar c'è appena stata una giornata nazionale di mobilitazione che ha visto venticinque iniziative in tutta Italia, cioè partirà un'altra campagna per bloccare anche questa cosa. Io devo dire che se dovessi fare una sintesi dei risultati del referendum, direi questo che il referendum ha dimostrato sostanzialmente, che la cultura profonda del paese è cambiata e che la favola che ci hanno raccontato per quarant'anni privato è bello. Non ci crede più nessuno, mentre si sta fermando il paradigma dei beni comuni fino a essere a inondare la comunicazione no dal mio omonimo che chiama il suo programma Italia bene comune allo stadio di Napoli dove mettono fuori i cavalli il bene comune no. Però questa inondazione segnala il fatto che comunque, se si è modificata in profondità la cultura di questo paese, al punto che oggi i poteri forti e grandi, le grandi lobby monetarie e finanziarie, non ci raccontano che privato è bello, ma ci dicono che privato è obbligatorio, cioè come se non avessero avessero rinunciato ad avere i nostri cuori, le nostre menti a convincerci. E sostanzialmente si accontentino della rassegnazione. Pensatela pure come volete. Sappiate che se il privato non è bello, però è comunque obbligatoria, ineluttabile. Quindi non ci interessa più che voi la pensiate come noi diciamo che é cosi' grave. Ovviamente questo vuol dire un atteggiamento di maggiore ferocia che però segnala anche una maggiore debolezza che io vinco. Se ti convinco se te lo impongo, vinco finché tu hai paura di me il giorno che tu decidi che rompi quel vicolo vincolo di sudditanza. Io non ho più argomenti per per averti dalla mia parte, no, quindi la partita è estremamente aperta e il movimento dell'acqua e non solo anche attack con suo processo un percorso è stanno provando ad alzare il tiro cosa vuol dire alzare il tiro? Noi abbiamo ragionato a fondo sia come attacca e poi anche dentro il movimento dell'acqua sull' idea del cosa vuol dire unificare i movimenti. Questo è un eterno problema che tutti si trascinano e che secondo noi è stato affrontato nella maniera sbagliata fino ad ora. Cioè finora chi ha proposto unificare i movimenti ha sostanzialmente immaginato. Ho una sorta di mutuo soccorso, cioè tu stai lottando sui rifiuti o sull'acqua, ci vogliamo bene, per carità. La solidarietà, ovviamente. Una cosa fondamentale, però la semplice somma non produce nulla se non, appunto una solidarietà reciproca. Però non fa avanzare la cultura dei movimenti e soprattutto il consenso globale rispetto alle vertenze. Poi c'è chi ha immaginato invece l'annessione, cioè grave tutti me, tutti te. Tutte le vertenze sono importanti, ma la mia è la più importante. E quindi vorrei convincervi c'è l'acqua più importante che rifiutino quello che le grandi opere, non quella più importante. Anche lì non si va da nessuna parte, sia perché si ripercorre anche in parte sotto altre spoglie, ovviamente la vecchia teoria marxiana della contraddizione principale delle contraddizioni secondarie, cioè prima che il conflitto capitale lavoro, tutte le altre sono secondarie, che secondo me non ha nessun senso. Le contraddizioni sono tante, plurali ciascuno la pigli dal punto che per la sua esperienza, storia, sensibilità mi sembra quella più importante. Poi queste contraddizioni abbiamo trovato dei passaggi. Qualcun altro ha immaginato che i movimenti si unificano facendo una lista elettorale? Siccome non sono capaci di metterli insieme, mi invento che posso rappresentare. Questo è come il diciamo l'ipotesi piu' artificiale che non produrrà nulla. Invece, secondo noi una possibile unificazione avviene se ciascun movimento, continuando a fare la sua vertenza specifica, prova a capire quali sono i nessi con le altre vertenze, in modo da costruire gli obiettivi che possono essere giocati in comune, ma che rafforzano ciascuna singola lotta. Cosa vuol dire? Beh, se oggi ci dicono il privato é obbligatorio e che i soldi non ci sono, allora due elementi che secondo noi possono unificare i movimenti sono la battaglia per una nuova finanza pubblica e la battaglia per una nuova democrazia. Cioè due temi che sia che io faccio una vertenza sui rifiuti, sulla tav sull'acqua sono importanti per ciascuno medici da una parte una battaglia per la riappropriazione della finanza, la finanza pubblica e dall'altra la democrazia, la costruzione della democrazia reale. Che vuoi dire? Diretta, partecipativa, in parte anche rappresentativa, l'ha studiata. Perché dico queste cose? Perché sostanzialmente quello che sta avvenendo oggi è appunto la messa sui mercati finanziari di tutti i beni comuni. E il problema dei movimenti che i movimenti intervengono sempre a valle. Cioè tu decidi la privatizzazione, io mi oppongo a valle alla tua scelta. Tu decidi che la politica sui rifiuti si fa con gli inceneritori e io mi oppongo a valle sul territorio. Tu decidi la Tav e io mi oppongo. Questo è fisiologico che avvenga così. Ma oggi i movimenti devono anche riuscire a fare il salto, a risalire la corrente e passare da valle a monte. Cosa vuol dire? Vuol dire che quando qualsiasi vertenza, qualsiasi vertenza si dice che il problema del debito e non ci sono i soldi. Non bisogna aspettare come un vincolo queste queste affermazioni, ma contestarle dire andiamo a vedere cos'è il debito, andiamo a vedere se la tav, oltre a devastare ambientalmente una valle, produce maggiore indebitamento del paese. Quindi peggiora la ricchezza qualitativa di tutta la popolazione italiana oppure no? Per cui io ti contesto sia dal punto di vista ambientale, ma contesto anche il fatto che tu dici che quella cosa aumenta la crescita del paese risana il paese, serve per il futuro, mentre è di nuovo una consegna di una valle alla leva finanziaria dei capitali che devono investire da qualche parte e nello stesso tempo ti contesto invece anche tutta la questione democratica. Se il debito è di tutti, allora a livello del più piccolo comune come del governo, devi aprire i documenti e studiamo insieme chi ha provocato il debito. Ciao, chi l'ha originato che lo deve pagare, che se un chilometro di metropolitana roma costa ventitré volte un chilometro metropolitano amburgo che i romani devono pagare anche quei venti, quelle ventidue volte? Oppure è giusto pagare come Amburgo poi Amburgo andranno a vedere cosa c' è dietro le spese di Amburgo, ma quel ventidue volte in più che la corruzione che è la paga chi l'ha provocata? Allora il ragionamento è esattamente quello di cominciare a costruire delle campagne ehm territoriali. Una sulla questione del debito localmente cominciare a dire tu privatizza il trasporto pubblico di Firenze, perché dici che c' è una situazione finanziaria che non funziona. Io non l'accetto come prerequisito e voglio andare a indagare qual è la situazione finanziaria del trasporto pubblico anche per suggerirti ate amministratore? Quali altre modalità di finanziamento sono possibili invece di accettare come indiscutibili tutte le analisi che arrivano dalle lobby finanziarie e nello stesso tempo invece una campagna per la riappropriazione della Cassa depositi e prestiti cos'è la Cassa depositi e prestiti, Cassa depositi e Prestiti dimostra che i soldi non solo ci sono, ma sono tanti, sono di tutti. Cassa depositi e prestiti è quella che raccoglie il risparmio dei cittadini che i cittadini affidano alle poste. Chi ha un libretto di risparmio postale e un buono fruttifero postale sono venti milioni di cittadini, quindi un italiano su tre mette i suoi risparmi in posta. Questi questi risparmi vengono raccolti dalla Cassa depositi e prestiti che dal quando è nata fino al li usava per fare cosa? Per garantire al risparmiatore l'uno e mezzo percento. E le persone prima della bolla finanziaria non erano bulli, mi che gli andava bene. E tutta quella massa enorme di denaro veniva utilizzata per permettere agli enti locali di fare investimenti a tassi calmierati. Se un comune voleva fare asilo nido accendeva un mutuo a cassa depositi prestiti a tassi del due percento e faceva l'asilo nido. Cosa succede nel privatizzato Cassa Depositi Prestiti? Diventa una spa, fanno entrare le fondazioni bancarie che sono i primi azionisti delle banche di riferimento. Da quel momento Cassa depositi e Prestiti trasforma, presta gli enti locali non più a tassi agevolati, ma a tassi di mercato, anzi all'inizio a tassi maggiori di quelli di mercato. Perché lo scopo cos'è permettere alle banche di entrare nel mercato degli investimenti degli enti locali. Se io ti do dei tassi di interesse alti grazie al fatto che le banche sono entrate nel mio capitale. Poi arriva la banca dice no, ma io quel prestito te lo faccio al due percento, Tu comune, smetti di andare alla cassa. Così prestiti finanzi da una banca. Questo, per esempio, ha provocato l'esplosione dell'indebitamento degli enti locali che hanno in pancia derivati pazzeschi tra l'altro derivati che non stanno nei bilanci, per cui ci sono comuni che oggi vantano bilanci perfetti che fra tre anni scopriremo in bancarotta perché nel frattempo è arrivato in scadenza il derivato che gli ha provocato un indebitamento. Pazzesco quello che sta succedendo con Monte dei Paschi di Siena. Esattamente questa cosa Monte dei Paschi di Siena aveva dei debiti, li ha nascosti nel bilancio facendo dei derivati derivati, permettono di spostare la nel tempo. Questo garantisce al management di avere il bonus perché il bilancio in ordine finché arriva la scadenza, il derivato quando la carenza del derivato scopri che c' è un buco gigantesco nei conti ci sono comuni di questo paese che sono in questa situazione. Ma per capirci città come Torino di cui non si dice nulla Perché Torino? E perché tre ministri arrivando a Torino? Perché se si chiamasse Caltanissetta tutti saprebbero che é in bancarotta. Oltre a questo, la Cassa depositi e prestiti cosa fa con i soldi dei cittadini? Finanzia per esempio per qualsiasi tipo di operazione o di ingresso in aziende nel capitale sociale di aziende o di grandi opere, tutte finalizzate alla redditività. Per cui il paradosso i cittadini mettono i soldi, imposta quei soldi, finiscono a finanziare la Tav e poi vanno a fare le manifestazioni contro la Tav. Ma qual è la cifra della casa del podio? Cassa Depositi e prestiti a come risparmio postale? Miliardi di euro solo per darvi l'idea l'insieme delle banche private di questo paese. Tutte insieme valgono sessanta miliardi di euro. Quindi abbiamo una banca tra virgolette che è la più solida e la più liquida del Paese. Soprattutto è fatta con i soldi dei cittadini. Allora, se la crisi è di tutti noi, diciamo che a questo punto i cittadini che mettono i loro risparmi in posta devono partecipare alle decisioni su come quei soldi vanno investiti. E quindi partirà una campagna per la diciamo la riappropriazione sociale della Cassa depositi e prestiti. Questi due filoni sono filoni che, per esempio, il movimento dell'acqua assunto come proprio la proposta attacca non solo attacca abbiamo proposto una serie di reti che sono per esempio attack re common rivolto al debito, smonta il debito il centro nuovo modello di sviluppo tra l'altro sabato febbraio ci sarà un'assemblea nazionale qui al Teatro Valle occupato esattamente che lancerà a queste campagne. E il movimento dell'acqua le ha assunte come proprie. Perché? Perché le considera come una naturale evoluzione della riappropriazione dei beni comuni. Non ci si può riappropriare a fondo dei beni comuni se non interveniamo anche sulla questione della ricchezza sociale della finanza. Come primo versante l'altro versante della democrazia, siamo in una palese crisi verticale della democrazia rappresentativa. Io credo irreversibile. Il problema diventa che qualsiasi vertenza assume un certo livello, perfino un referendum. Non trova poi rispondenza nel fatto che c' è un voto costituzionalmente garantito. Allora lì una delle cose che vanno messe in campo è come ci riappropriato degli strumenti di democrazia, che vuol dire fare proposte sia a livello locale che a livello nazionale per aumentare gli spazi di democrazia diretta, fino a prendersi anche gli spazi di un'altra democrazia, perché ovviamente li deve avvenire una rottura molto forte. In particolare questo è un terreno che va giocato molto territorialmente, perché la mia impressione è che gli enti locali saranno lewis sono le vittime designate di tutte le politiche. Stanno mettendo in campo l'idea di far sparire gli enti locali che ha una sua spiegazione. Se io mi devo espropriare di tutto, è bene anche che vi distanzia o da voi i luoghi dove si decide perché voi potreste incazzarsi e dire meglio a trovare esatto. Se invece le decisioni vengono prese sempre più lontano e voi è più facile che vi rassegnate perché percepite come impotenza la capacità di azione, diciamo sia il movimento dell'acqua che le esperienze di attacco stanno un po' entrando in questo filone sul quale noi immaginiamo si possa costruire una vera e propria coalizione sociale. Quindi non l'unità dei movimenti astratta, ma una coalizione tra soggetti diversi, che siano partiti siano sindacati, che siano comitati, associazioni che però comincia a dire l'altra volta vi abbiamo rotto il paradigma del privato è bello. Adesso vi rompiamo il paradigma che dice che l'unico problema è il debito e che non ci sono i soldi per affermare che cosa? Il paradigma che si esce dalla crisi con un altro modello sociale, cioè riappropriandosi dei beni comuni immaginando la riconversione ecologica dell'economia. Per fare tutto questo bisogna riprendersi la ricchezza. Faccio un ultimo esempio la vicenda Fiat. Io non credo che possiamo rimanere incastrati tra ll opposizione a Marchionne che ci mancherebbe, ma l'idea che Marchionne va cacciato. Ma le fabbriche fia devono continuare a produrre automobili per la mobilità. Non possiamo continuare a stare tra queste incudine e martello e noi dobbiamo dire che Marchionne deve andarsene a casa, ma anche che la Fiat deve produrre qualcos'altro per esempio mezzi pubblici. Ma come si fa a determinare questo se tutte le se tutta la finanza in mano al mercato, se non c', è una finanza collettivamente decisa la questione ilva sacrosanto dire che l'ilva va chiusa così com'è arriva, deve pagare tutto, ma se non interviene una finanza pubblica. Il risultato finale di quel processo sarà che Riva se ne va perché tanto di soldi ne ha già fatti a sufficienza che lasciargli un disastro ecologico per trent'anni quaranta anni, al termine dei quali tutti noi pagheremo la bonifica necessaria fra trent'anni quaranta anni, se non c', è una capacità di intervento sia dal punto di vista democratico, sia dal punto di vista delle ricchezze, della, della risocializzazione, del credito, delle ricchezze. Anche quella cosa lì rimane un'impasse e cioè si tratta proprio di cominciare a dire che davvero avete raccontato che la crisi è la cosa fondamentale. Adesso vi diciamo bene se la crisi la cosa fondamentale, decidiamo anche noi, è chiaro che è un processo lungo. Però è stato lungo anche la sedimentazione del momento dell'acqua che tanti hanno visto col referendum che ha dieci anni di lavoro carsico precedente, per cui l'idea è proprio che quel tipo di processo inneschi anche un meccanismo diverso, poi di ragionare su cosa vuol dire anche rappresentare la società, perché è chiaro che il problema della rappresentanza prima o poi bisogna porse lo non tanto nell' idea di fare un partito che ma di capire come i movimenti possono in qualche modo ragionare su forme di rappresentanza che siano, per esempio, nuove. Io peresempio, immagino forme di rappresentanza a tempo, ha mandato chiaro e irrevocabile. É a tema Chi l'ha detto che tutti devono rappresentare tutti su tutto. Chi su quel tema sviluppato un'esperienza su quel tema può essere delegato a fare delle cose. Ma appena il tema cambio non è più il delegato, lui è un altro. Vanno inventate forme in cui si prova a coniugare la democrazia diretta con eventuali forme, vincoli di rappresentanza, tutto un processo da costruire. La mia impressione che però i nodi sono quelli, ma non c', è il rischio. Niente. Questi processi vengano fermati sul nasce dal fatto che poi comunque, finché sono questi qua a fare le leggi, le nostre energie sulla nostra, tutti i movimenti poi sono per forza continuamente. Per esempio dovrei difendere pubblica, di difendere il territorio dal tavolo. Io ho fiducia anche in politica. Però temo che loro continuano a fare le leggi di questo tipo. Noi dobbiamo continuare a difenderci. Se non riusciamo a costruire per le proposte ci sarebbero anche no, il letto. Alcune probabilmente si mette insieme. Tutti quelli che vogliono, però e nel frattempo ti fanno la tavolo. Quindi tu devi andare. Sì, il problema è che oggi i luoghi della decisionali that democratica non consentono una discussione democratica, per come la vedo io e quindi il problema non è tanto. Per carità, meglio avere dei parlamentari intelligenti, i parlamentari deficienti. Quindi se qualcuno entra nelle istituzioni non è che intanto è legittimo e non è che sia uno sbaglio. Il problema però però è che ho eh si riaprono i canali dello spazio pubblico. Faccio un esempio oggi i comuni, quasi tutta i loro servizi, sono spa. Vuol dire che le decisioni non vengono prese più dai consigli comunali ma dai consigli di amministrazione. Uno può anche dire entro nel consiglio comunale deve sapere che però la gran parte delle decisioni non viene presa lì dentro. Lo stesso vale per il Parlamento. Il governo ha deciso l'appoggio alla missione del male con un ordine del giorno, appunto. Questo no. Allora bene che uno entra in parlamento ma deve sapere che non è lì che si decidono le cose e che il problema è che l'ingresso nelle istituzioni. Oggi deve essere un ingresso di chi ha in mente che le istituzioni vanno rese permeabili all'esterno. Io, per esempio, non sono neanche per i sindaci illuminati. Quelli che diventano sindaci, poi dicono adesso facciamo la partecipazione. Intanto perché nessun sovrano cede sovranità, se non costretto, anche il meglio intenzionato. In realtà gli amministratori dovrebbero essere persone permeabili, cioè quelle che aprono le finestre se fuori non c' è nulla, si assumono la responsabilità delle decisioni. E a quel punto la comunità non può dire nulla perché è stata a casa se fuori movimentazione sociale deve aprire le porte e costruire una partecipazione diretta sul tema che vede interessato una comunità. Tutto questo va costruito pretendendo i luoghi della democrazia. Io sono perché i movimenti è occupino i consigli comunali e dicano finché non ce ne andiamo finché non si discute, per esempio, del piano regolatore collettivamente non ce ne andiamo finché non distribuite tutti i documenti e anche la leggenda di come capirli a tutta la cittadinanza di un territorio, di un quartiere vanno va costruito una vertenza salita molto forte per riaprire il gip spazi di democrazia inventando anche strumenti giuridici. Io per esempio penso che sui grandi temi di un di un comune o anche a livello nazionale, il referendum a diventare una pratica obbligatoria, magari abbassando il quorum, in modo che tutti sono costretti a intervenire sul tema non fare campagna per l'astensione eccetera eccetera. Vanno allargati quegli spazi li' secondo te, eh? Che hai seguito appunto tutte queste vicende dal di dentro? Quanto a certo la maggioranza degli italiani è andato a votare per difendere l'acqua, però quante di queste persone sono ottimiste nella vita? Se oltre andare a fare un voto un giorno sono disposte? Ehm sono presenti due palazzi occupati consigli comunque farlo attivismo così alta assumersi la responsabilità comunque resta una nicchia molto nicchia vigorosa milioni di persone mila oppure ci sono milioni di persone che tanto se fossero cinquecentomila avremmo già risolto ieri? Siamo pochissimi, ma certo, perché se tu hai cinquecentomila attivisti ma dico anche persone e fanno una vita normale, che però non si limitano a votare, ma se tu li inviti a fare delle azioni, si attivano realmente. Anche quello è un processo lungo. Io dico sempre che i movimenti devono muoversi con la lenta impazienza, cioè l'impazienza nel senso dell'avere sempre chiara Lynn sopportabilità dello stato di cose presenti, ma l'idea che il cambiamento è lento. Chi ha votato il referendum e figlio, come tutti noi di anni di delega, anche quando si riappropria di uno strumento e ha votato giustamente immagina che quel voto è sufficiente e quindi si aspetta che le cose succedano. Se poi non succedono è più facile che abbia lo sconforto che non la attivismo. È complicato spiegare alle persone che siamo dentro una battaglia che quindi tu vinci un referendum, hai sostanzialmente vinto un passo forte, hai fatto un passo forte e adesso ne vanno costruiti degli altri. Tutto questo è complicato perché siamo in una situazione dove la gente addirittura abituata a delegare all'uomo solo al comando. Il referendum è già stata un'esperienza, diciamo avanzata perché la gente non si è affidata a una persona, ma si è affidata a un tema che già un passaggio democratico. Già, queste elezioni siamo di nuovo l'affidamento, all'uomo solo al comando e quindi anche quello è un percorso lungo. Il problema è che una delle degli elementi che il modello liberista ci ha infilato nella zucca e l' attenzione al prodotto in un al processo per cui qualsiasi cosa uno fa le persone dicono qual è il risultato, invece? Secondo me l' attenzione va al processo ci sono cose che sedimentano quando uno non se l'aspetta perché si è stati attenti alla costruzione del processo e meno faccio un esempio. Adesso partirà una legge di iniziativa popolare sulla questione rifiuti che propone rifiuti zero in tutta Italia. Uno dice come finirà quella legge? Io dico non importa perché? Perché il passaggio è che per la prima volta tutti i movimenti di tutta Italia presenti sulla questione inceneritori discariche fanno una cosa insieme. Ehm allora come finirà quella legge? Non lo so, ma sicuramente fra un anno il movimento sui rifiuti sarà più forte e più capace di parlare alla società di oggi e quindi quella esperienza è sacrosanta. Poi se vince pure la legge abbiamo vinto, ma è secondario, il prodotto non non è indifferente. Ovviamente. Però attenzione va più sul processo sul prodotto, perché in questo momento c'è bisogno di ricostruire i legami sociali. Una delle cose che per esempio tanti fanno fatica a capire è che non è vero che se tu metti in campo un tema giusto le persone arrivano. Faccio un esempio referendum sull'articolo che è stato proposto poi saltato per le elezioni. Sacrosanto. Ma siamo sicuri che su quel tema eh, hai costruito una generalizzazione in una parzialità l'articolo diciotto oggi per chi ha meno di quarant'anni non vuol dire un cazzo ha detto proprio tranquillamente no? E sono pochissimi in quella fascia di età che sono talmente consapevoli da dire anche se non mi riguarda, mi riguarda indirettamente perché è un diritto. La gran parte é questo è diciamo il liberismo ha vinto per trent'anni perché cha frazionati, no? Per cui se io se io vado a torino per lui sono un orecchio, non sono una persona, no scusa ma ciao tu mangia stavo dicendo ehm ha solo questi articoli il noi ci siamo stati talmente frazionati che l'orizzonte che le persone immaginano è l'orizzonte che ci raccontano e uno su mille ce la fa e l'orizzonte individuale. Io speriamo che me la cavo. Per cui immaginare che siccome io lancio un tema che è di grande solidarietà, le persone scattino vuol dire non aver analizzato i disastri della società. Allora, per esempio io non avrei fatto un referendum sull'articolo diciotto, ma avrei fatto un referendum l'articolo diciotto e uno su una legge che riguarda la precarietà, perché a quel punto tu aiuti a parlarsi generazioni che altrimenti rischiano di essere messi in competizione dalla propaganda dei mass media. E quindi anche lì, secondo me qual è la l'errore di fondo? Siccome abbiamo vinto il referendum sull'acqua, adesso propongo un referendum e diventa automatico. Quello invece all'attenzione al processo. Se io sto attento al processo non costruisco un referendum così costruisco un percorso che poi può anche avere un referendum. È come se sulla Cassa depositi e prestiti ti dicessi domani facciamo un referendum? Certo che no. Poi magari faremo un referendum, ma secondo me lo facciamo fra due anni, nel caso, perché se tu non hai costruito il processo, fai una battaglia testimoniale quanto tale perde, sarai contento quando vai ti guardi allo specchio, ma non hai prodotto nessun cambiamento sociale, cioè un processo davvero di lenta impazienza che va costruito con calma, con calma, non con rabbia, ma con sapendo che tanto si sapendo che tanto questo modello la puoi inventare come vuole. Ma il problema non lo risolve, perché la crisi è vera di questo modello, cioè non è una crisi cicli Kano. Questa volta giungono al pettine sia la questione finanziaria sia la questione ambientale, la questione democratica, la questione sociale. Queste sono arrivate tutte insieme e questo modello si può inventare quello che vuole ma non la risolve e quindi le persone progressivamente diventano più permeabili a sentire atteggiamenti. Io prendo l'autobus tutti i giorni. La gente parla della crisi, certo, ne parla con quello che ha sentito in televisione. Quello che ha detto sul giornale però è permeabile al ragionamento, perché ha capito che quello che ci raccontano non funziona e quindi va sedimentato lì dentro, senza illusioni. Chi pensa che siamo in situazioni pre rivoluzionarie secondo me andrebbe buttata la chiave e arrivederci. Buongiorno, perché va invece costruito un terreno che poi può diventare tutto però col passo di chi sa che variato un terreno che è stato desertificato. Quindi voi come farm l'acqua riuscite continuate a vedervi prima assolutamente. Forse non ha avuto un calo il forum un'assemblea nazionale all'anno a un coordinamento nazionale eh al mese che tra l'altro si svolge sempre in giorni non feriali e itinerante. Questo per permettere a tutti di potere tra l'altro anche adesso che avendo vinto il referendum anche qualche soldo con il rimborso delle spese per favorire la partecipazione. Quindi ogni mese noi facciamo un coordinamento nazionale. Poi ci sono i gruppi di lavoro stavano calando. Partecipa assolutamente anche da parte della della base? Assolutamente. Diciamo che si sono leggermente asciugati gli attivisti che durante il referendum si erano moltiplicati. Però diciamo gli attivisti precedenti al referendum sono rimasti gli stessi e secondo me questo segnala una grandissima consapevolezza, per cui quello è un terreno che se diventerà ancora e da quel punto di vista io sono fiducioso, non nel senso diciamo ingenuo del termine, ma mi sembra che proprio tutte le partite sono aperte e paradossalmente la crisi, che è una cosa drammatica. Ovviamente però, come tutte le crisi, non normalmente quando diciamo che qualcuno in crisi speriamo che torni come prima, invece le crisi sono sempre un segnale di una rottura di equilibrio e il problema non è tornare indietro. Il problema è capire come esci dalla crisi, dichiarando che quell'equilibrio precedente è rotto e li puoi uscire in maniera involutiva in maniera evolutiva. Allora la crisi ha anche, diciamo opportunità di inventare delle cose, cioè di mettersi lì e dire proviamo a sperimentare tutto. Chi l'ha detto, per esempio, che un comune non può autofinanziarsi facendo un patto con i propri cittadini cui emette un buono del comune per finanziare un'opera così i cittadini sanno quale l'opera la possono controllare. Vanno sperimentate tutte le forme che dicono no. É una cosa che mi ha raccontato che la vostra finanziaria proposte di attacco che lui ha detto che viene, che le ha elaborate elaborate attacchi queste altre reti che ti dicevo e adesso verranno presentate in questa assemblea che a trovarle sabato é li' l'idea è quella di costruire un forum per una nuova finanza pubblica? No, perché non fa processi di successo che ovviamente ho mangiato il modello giusto, quelli che vedete c' è qualcuno di voi, per esempio dentro Atac, che tu sei allontanato, un po' per pagarlo. Io sono re l'unico retribuito. Puoi permettere adesso che questo proprio adesso si'. Diciamo che fino a qualche anno fa io e il mio lavoro ha lasciato il lavoro apposta. Così sì, nel senso che attacca un'associazione attacca l'associazione autofinanziata con dei soci con cinque per mille, quindi tesseramento cinque per mille. E poi siccome un'associazione iscritta all'albo delle associazioni di promozione sociale del ministero partecipa dei progetti, dei bandi, ogni tanto si riesce a infilare una quindi si' riescono anche a produrre delle cose e quindi può permettersi sostanzialmente una persona non di più e quindi a un certo punto mi hanno proposto. Io ho accettato di lavorare a tempo pieno attacca. Però ha dei ovviamente gli altri sono tutti volontari. Però ci sono dei gruppi di lavoro che riflesso no, di là il forum movimenti per l'acqua ok, ma sono lontano? No, loro sono retribuiti. Dorf dopo la formula è uscito istituzionalizzato dal punto di vista, anche prima del referendum che prima c' è stato tutte le reti associazioni hanno messo dei soldi per avere una segreteria che poi adesso invece il rimborso elettorale viene retribuito. Quindi tu diciamo troppo per i volontari che affiancano costruite queste proposte? Sì, sì. Poi le ha portate a farm sì, diciamo. Non tutto avviene in maniera così deterministica. Però più o meno sì. Noi abbiamo dei gruppi di lavoro interni, per esempio sulla finanza, per esempio sulla Cassa depositi prestiti sull'acqua, eccetera ed elaboriamo delle cose. E poi queste cose dentro i percorsi del forum le portiamo così come noi altri adesso, nel senso che non è che siamo le uniche teste pensanti del forum. Grazie a Dio e quindi a quel punto poi sarà il forum che ne discute e alle idee a livello territoriale a livello nazionale che è presente in tutta Italia. Attaccare la situazione è un'associazione, diciamo organizzativamente più precaria della sua buona fama? No, nel senso che noi abbiamo venticinque comitati locali, alcuni dormienti noi li chiamiamo. Quindi diciamo che in alcuni territori siamo molto attivi, in altri meno però abbiamo circa comitati locali. Poi attacca un consiglio nazionale che ha fatto da dodici persone, che viene eletto dai comitati locali ogni due anni. E ogni anno noi facciamo l'assemblea nazionale, la conferenza dei comitati locali, che sono quelle che sostanzialmente stabiliscono le linee su cui poi scomporsi lavoro e poi siamo inseriti nella rete europea e internazionale. Problemi? Io parlavo di metterlo nel consenso, quello che mi colpisce a pensare non so se è ancora maggiore di sì, per dire Legambiente, questa realtà qui nel forum la miseria più grande quindi è basta con quella di cui parlavi oggi che riesce a passare? Ma sì, sì, perché diciamo che il Forum ha costruito un processo per cui nessuna proposta viene posta o interpretata come prendere o lasciare. Dobbiamo decidere C' è attacco, non è andato al forum ha detto Bisogna fare la campagna della Cassa depositi e prestiti. Vogliamo sapere cosa sapete. Entro il attacca cominciate ammettere delle cose, qualcun altro sms delle altre nella discussione. Per cui non è che il forum alla fine prende una decisione Che eh esaustiva incanala una proposta che sembra funzionare, per cui tu avrai all'inizio comitati territoriali che l'app sceglieranno come la loro grande proposta e si infilano altri che diranno Bo cos'è questa cosa? Ma stanno a vedere associazioni che diranno Beh, mi interessa relativamente qualcun altro denaro? No, questa è la strada giusta. Intanto si innesca il processo l'importante è che non ci sia nessuno che dica no. Sì, diciamo il sempre tenendo conto che non esiste il diritto di veto. No, nel senso che l'altro è la faccia speculare del metodo del consenso e che nessuno può dire se io non sono d'accordo non si fa perché altrimenti saltano tutti i processi e basta Un narcisista per bloccare movimenti di massa. Però sì, certo, se il forum dice no, questa roba qui non centra niente. Arrivederci. Buongiorno. Non votarlo. Come si spegne? Dentro i coordinamenti ognuno dice la sua e alla fine si dice la posizione abbastanza condivisa, largamente condivisa oppure unanimemente condivisa che che una persona la sua? Beh no coordinamenti no. Diciamo che i coordinamenti sono di solito ci sono persone da tutte le regioni, anche lì non prestabilite provvedimenti possono partecipare tutti. Diciamo che normalmente, adesso che il forum è diventata una cosa oramai funziona che vengono gli stessi dell'abruzzo gli stessi emilia perché c' è una consuetudine. Però per esempio tra l'altro le riunioni del forum sono tutte in diretta streaming, per cui chiunque a casa può ascoltare tutto quello che si dice senza nessun problema e poi si tirano le fila. Nel senso che si fa un report in cui si dice i punti che sono condivisi, i punti che sono ancora da discutere. Ho i punti che sono stati tolti perché non era due sei portavoce, ma non esistono portavoce che proprio così. Quello è un altro sì, perché? Eh sì, da parecchi di loro no, proprio il forum non ha non ha cariche forbito. E questo succede perché io sono uno di quelli che ha girato di più, per cui venivo chiamato in giro. Sono uno di quelli più conosciuti rispetto ai mass media, quindi i mass media hanno tre quattro persone televisioni a in teoria intervistavano perché ha fatto parlare di un secondo l'unico hanno una scena surreale. No, è stata con la Berlinguer che la Berlinguer si è incazzata, no, però non mi hanno tagliato si' come Mediaset l'ultima cosa è a proposito di questo ottimo aspetto? Comunicazione e la storia dei referendum racconta secondo me da un alligatore. Questo come per la prima volta il movimento, un tema importantissimo è riuscito a passare senza preoccuparsi della televisione. Insomma, nonostante la televisione, nonostante anche i giornali, perché il giornale tradizionale quindi grazie a internet questo secondo te un percorso si riesce a portare avanti altre campagne è più piccolo e non più piccolo che valgono almeno Cesena è quindi oggi possiamo stare tranquilli dal punto di vista che grazie al web, attivando se si riesce a vedere sì, io non direi solo grazie al web, grazie attivisti col territorio eh pero' attivi sul territorio sono stati anche in passato c'è però una cosa così radicata come l'acqua finora non è che ci era stata no che internet secondo me si' le due cose vanno insieme perché altrimenti rischiamo alcuni feticismi, per esempio dei grillini che pensano che esatto via web del mondo si può risolvere no? Mentre in realtà, secondo me poi sono anche i corpi e le persone che devono incrociarsi. Incontrarsi. Sicuramente il web è uno strumento, non è più un problema. Comunque, aiutando questi vale assolutamente. La censura televisivo resta un problema? Dipende da diciamo la censura televisiva può essere un problema all'inizio della costruzione di un processo, perché un processo all'inizio ha bisogno di essere molto conosciuto in realtà, per esempio sul referendum dell'acqua al punto in cui era arrivata la sensibilizzazione sociale. Di fatto noi veramente abbiamo vinto malgrado la televisione, perché oramai si era attivata un'emergenza diciamo un'immersione sociale gigantesca. Ci sono aneddoti ehm fenomenali. Da questo punto di vista dalla so io ho in mente una coppia che il giorno del voto si doveva sposare di roma si devono sposare ad ascoli piceno e la sposa e lo sposo ci hanno chiesto di iscriverli come rappresentanti di lista del referendum ad ascoli piceno e sono usciti chiesa sono andati a votare. Ho in mente una vecchietta di di ottantasei anni che ci ha scritto dicendo che lei sta in un ospizio in amministrazione controllata, quindi non ci poteva finanziare. La campagna ci ricordava le preghiere tutte le sere che tu dici una di ottantasei anni che sta in un ospizio a come fa sapere che il referendum b b che dice chiamo qualcuno perché palesemente non ha scritto via email? Perché devo dire a questi ragazzi come ci chiamava lei che li penso tutte le sere alcuni di noi sono andati a fare incontri con le suore di clausura che hanno chiesto incontri sull'acqua, quindi tu li oramai sfondato l'argine ti aspettavi un passato pochi giorni si sono prima no, io sono uno di quelli che tutte le volte tutti dicono dico no, io l'ho sempre dichiarato quello che io non mi aspettavo era un attacco così veloce, dopo no, io mi aspettavo l'attacco, tu vinci il referendum e partono le contromisure. Non mi aspettavo così immediato che proprio non passa. Io mi aspettavo una cosa più diluita, però sul risultato del referendum siccome io giravo l'italia, proprio io ho la netta sensazione. Quella volta ce l'avremo, ma non la porta avanti la situazione si con con alti e bassi, ma si è rivelato formalmente è stata costituita la società che sì, diciamo dal punto di vista delle scelte fatte. Sì, dal punto di vista della costruzione anche di una partecipazione alla gestione sull'acqua. Diciamo che abbiamo delle perplessità, nel senso che è anche la cosa più complicata quella parte lì. E abbiamo l'impressione che l'amministrazione di Napoli giochi molto all'annuncio e poco alla costruzione pero'. Guardiamo con interesse. Non siamo in una situazione di Renault li'. E un disastro. Il processo sta avanzando. Magari non così veloce come ci piacerebbe a noi. Però sta avanzando. Vabbè, grazie. Figurati. Grazie a voi. Si' che dai per cui c'è poi da capire anche chi lo deve ancora fare portare Ma che via si'! Scusami un attimo lo voglio spegnere il riscaldamento perché sennò io ho paura che ci molto e si sente è perché no? Perché il riscaldamento e poi quello fastidioso legata un po' la cosa oristano capannelli che possano caffarelli gelosi che Che che ehm che fai? Si' Sara si' tra due minuti si spegne. Grazie. Ehm che fare? Un po' come perché si chiama Science Hill? Quando cominciamo? Già ora, oppure spediamo. Eh No, no, no che Ok, la luna al guinzaglio è nata nel duemila tre per cui quest'anno fa fra dieci anni tant'è che anche siamo anche in fase di diciamo di preparazione per quella che noi chiamiamo il festeggiamento di dieci anni della luna piena e niente nasce come un'associazione culturale e nasce per una esigenza proprio pratica no, ognuno di noi aveva portato a termine. Stava insomma approfondendo dei percorsi e ognuno di noi si è posta la domanda cosa vogliamo fare da grande e tornare nella nostra terra di origine, oppure rimanere laddove magari si era per motivi di lavoro negli studi e quant'altro l'idea è stata quella di sperimentare questa formula pensando che da questa formula si poteva recuperare sia una dinamica lavorativa. Perché proprio ricreare delle relazioni, dal momento che vedevamo tutti quanti da percorso, infatti fuori e così abbiamo pensato a in quel periodo Gianni Rodari accompagnare una serie diciamo di lettura e abbiamo pensato di dar vita a questa associazione, tanto che risalgano al guinzaglio. Una frase di Gianni Rodari è più che esserci affezionato. Poi al nome ci siamo affezionati al concetto di questa poesia perché è un po', un mito assoluto. Gianni Rodari invita il genitore. Insomma spera che il genitore, quando la quando la sera accompagna il bambino a dormire, lo inviti a a prendere questo sogno, a legarlo vicino vicino il letto con l'augurio che insomma si possa realizzare. Per cui molti dicono ma non vi dispiace mettere al guinzaglio Stadium? E invece no, assolutamente no. E anzi l'idea di afferrare qualcosa di bello. È però a un certo punto del nostro percorso a inizialmente ci siamo sempre rivolti all'infanzia perché la nonna al guinzaglio e Gianni Rodari questa questa questa questo pensiero, poi percentuali anche sbagliato pensare che rodare una piscina per bambini. In effetti Rodari è un poeta per tutte quelle persone che hanno voglia un po' di fare un viaggio nel sogno tant'è che è quando abbiamo iniziato a lavorare. Inizialmente però anche noi ci rivolgeremo prettamente all'infanzia, finché a un certo punto non ci siamo resi conto che l'infanzia era un po' anagrafica, era un po', un limite perché fortunatamente fortunatamente iniziavano a nascere anche delle relazioni più trasversali, proprio con altri con altre utenze dal punto di vista anagrafico. E allora abbiamo ci siamo trovati in un momento di diciamo di di un problema di posizionamento proprio a livello di marketing. Come facciamo a dire che lavoriamo con gli adulti? Però il nostro nome è legato al mondo legato all'infanzia come la luna al guinzaglio é li'. Riflettendo ci siamo resi conto che la nonna al guinzaglio vuole parlare all'infanzia all'infanzia di di tutti all'infanzia, per cui non solo di tipo anagrafico, ma proprio all'infanzia delle persone all'infanzia del bambino di tre anni all'infanzia dell'adolescente all'infanzia di una mamma, di un papà e un nonno all'infanzia che sono quella capacità per cui di recuperare lo stupore e la meraviglia delle cose nei processi dei materiali. Perché tutto è a tutto ancora questa capacità se il nostro approccio é un approccio, insomma alla meraviglia. Per questo lo spiazzamento percettivo. Noi, ad esempio, lavoriamo spesso con siamo anche un cieco e un centro di educazione ambientale e lavoriamo spesso con oggetti dimenticati. E insomma per lavorare su questa questione della politica contro l'usa e getta é quando lavoriamo sul oggetto dimenticato ci rendiamo conto. Ad esempio i telefoni analogici sono per il bambino motivo di stupore perché non l'ha mai visto per l'adulto motivo di stupore, perché ritrova quelle vecchie telefonate fatte magari a quella che la attuale moglie, ma che era la fidanzata. Ma mi ricordo quando ti chiamavo, per cui se se si studia l' oggetto e se l' oggetto non è più oggetto, ma diventa cosa, cosa relazionale, alla fine la nuova al guinzaglio può funzionare da un punto di vista proprio della ricerca, della meraviglia. Insomma, questa è stata, ecco tutte diverse quando é questo. Insomma, è stata un po' la nascita. E come è andata? Avanti dall'uno al guinzaglio. Orfeo è il centro di educazione ambientale riconosciuti dalla Regione Basilicata, noi dal Duemila undici, per cui siamo dei soggetti accreditati proprio per parlare di politica ambientale. In un contesto insomma urbano. Perché noi lavoriamo sul no l'usa e getta, per cui sul cercare cercare di mantenere quanto piu' possibile l' oggetto in vita oggetto in vita. Una perché delle volte lo buttiamo, anche se è ancora funzionante. Basta poco per rimetterlo in sesto. Delle volte facciamo delle operazioni di restyling sull' oggetto per cui lo facciamo diventare applicando del vinile sempre recuperato dalle tipografie nuovo no un'operazione proprio di restyling. Oppure lo lo lo lo andiamo a far confluire all'interno dei nostri percorsi museali dandogli proprio con uno spiazzamento percettivo, facendoli diventare altro. E questo è stato un lavoro ben riuscito, ad esempio nella mostra delle Pat a macchine una produzione nostra abbastanza. Come dire grande la prima che ci ha fatto accedere agli spazi museali a Roma all'auditorium parco della musica all'interno del Festival della scienza, oppure a Genova, vincendola col del festival, per cui il festival della della Scienza in Puglia all'interno di altri festival, Novi Ligure, Roma, Tivoli, insomma, e così via. Ma siamo all'inizio all'inizio. Ci eravamo io, Mariangela Tolve e Mario Genio un'altra ragazza che che poi è andata via, è andata via perché insomma ha seguito altri percorsi e subito dopo è entrata al sant'angelo. È entrata poi per un regalo di compleanno. Le cose quando nascono veramente soltanto per la qualità della vita, nel senso dobbiamo fare un laboratorio. Questo laboratorio aveva bisogno di un altro operatore. Appunto. Conosciamo Anna Giovanna guarda tua delle giuste competenze per fare questa cosa. Poi anche lei si è affezionato alla luna e alla fine ci è rimasta qui c' è Gino Gobetti che il nostro tecnico ribattezzato anche jin news, per le grandi capacità tecniche risolutive a costi quasi dei materiali. Zero ovviamente come noi. Insomma è un luogo che rispetta la la rispetta, la dimensione lavorativa per cui paga le le persone con le quali lavora. Sarà stolfi che entrata diciamo da una rivista come per l'età per la questione anagrafica è entrata da poco, ma è da sempre e poi c' è Gianluca Caporaso la persona che vi ha dato del testo e che la persona che da sempre si occupa dei nostri testi proprio da quando abbiamo costituito l'associazione e Andrea Andrea, che poi è il nostro grafico siamo sette persone diciamo legati alla luna fisicamente noi cinque perchè anche Gino, che oggi vari oggi abbiamo una mostra che abbiamo montato al museo provinciale sull'acqua e allora forse sarà Liam, però insomma, oppure un tecnico, un po' così e poi fisicamente qui. Ma io tra l'altro mi occupo della promozione anche della luna sui social network. Insomma era un ambito da da sviluppare, essendo la nonna molto affezionata, il linguaggio della materia e alla parte analogica. Insomma, della sperimentazione. Io mi occupo di questo aspetto ormai fondamentale e tu, principe, penso sia la cosa principale che si della comunicazione e anche dei percorsi museali, venendo da un ambito di formazione prettamente umanistico e un master in didattica museale. E mi occupo anche di contattare musei e di promuovere la luna oltre il nostro territorio. E per noi è fondamentale anche avere dei riconoscimenti. Infatti l'anno scorso il nostro progetto è stato selezionato tra i finalisti di un importante premio di arte contemporanea, il Premio Arte Laguna a Venezia e quindi siamo come viene inserito nel abbiamo semplicemente partecipato ad un bando. Che cosa? Con una data macchina che e questo progetto che portiamo avanti dal si' e ci siamo occupati di attraverso dei focus fatti con le persone di creare, dare delle nuove possibilità a dei rifiuti importanti di apparecchiature elettriche elettroniche che all'epoca erano oggetto di della nuova legislazione e quindi per sensibilizzare a questo tema la Luna guinzaglio ha deciso di coinvolgere la cittadinanza per riconvertire questi rifiuti in qualcosa di utile e soprattutto in qualcosa, forse di utile, alla realizzazione di un sogno, come diceva prima Rossana No. Quindi nasce il guarisci pensiero che la rivisitazione contemporanea delle megere che c' erano un tempo qui in Basilicata. E questa opera, nello specifico, è stata protagonista della della mostra di arte Laguna a Venezia. Tra L'altro il progetto vede altre dieci opere interattive, vere e proprie macchine che sono capaci di automobili sono ormai macchine si macchine, come per esempio il catalogato re dei sogni, che è una cassettiera che si apre al click di un pulsante recuperato da una macchina dei Poke Rini. E quando si clicca il pulsante seduti su una vecchia poltrona del consiglio regionale. I pensieri il sogno viene inviato alla cassettiera che si apre e conserva il sogno tra l'altro. Ogni macchina è dedicata a un autore più o meno famoso per quanto riguarda magari il sogno piuttosto che lo sport. E questo, in particolare, è dedicata al sogno di Leonardo da Vinci, che è appunto quello di volare Kim? Beh, ehm ma non ho capito bene. Mhm, ho capito. Non ho capito. Ho capito il concetto concept come dicono quelli. Sì, ma non ho capito. In pratica questo è stato una un progetto, diciamo parallelo, che avete creato in un momento una cosa continua si' le pata macchine nascono come appunto come attraverso questo recupero di materiale ci siamo imbattuti in oggetti bellissimi. Eravamo stavamo perdendo cam, cioè un centro educazione ambientale no l'usa e getta. Riprendiamo questi oggetti e assembla Siamo lì, è massima. Perché? Cosa facciamo? Ci eravamo innamorati da poco della patafisica, la patafisica, la scienza che individua soluzioni immaginarie per problemi che non esistono. Eh eh, poi ci siamo detti ma perché ragionare attraverso quello che diceva sarà questi focus queste riflessioni collettive con la comunità abbiamo detto perché ragionare su problemi che non esistono quando la gente ha tanti problemi? No. E allora abbiamo incontrato le persone, abbiamo detto ma vogliamo inventare delle macchine? Non automobili ma macchine, attrezzature e ci dite Dovevamo inventare però volevamo sapere su quali quali problemi, abbracciando la patafisica, dobbiamo inventare, per cui abbiamo incontrato le persone, le persone attraverso proprio una mappatura questionari per questo spoglio eccetera eccetera. Ci hanno parlato dei pensieri pesanti della notte, del del, del del sonno non tranquillo, perché magari ci sono una serie di problemi che la quotidianità ti offre giornalmente la difficoltà di essere sempre sottostimato. Per questo le persone delle aziende non mi sento a posto. Giusto, ma che sono Ma cosa faccio? Il problema dei sogni realizzati? Il problema del litigio si dedica troppo spesso con gli amici fidanzata, compagni, figli, eccetera eccetera. E allora abbiamo detto patafisica, ossia la capacità in vendita di trovare soluzioni immaginarie su problemi esistenti. È il Salone dei rifiutati che recupera oggetti, oggetti affascinanti perché hanno tutti oggetti recuperati da dimensioni non tanto dalla piattaforma, quando cioè dal per questo dal centro di smaltimento comunale, quanto dalle soffitte, dagli scantinati, per cui oggetti preziosi ma pur sempre di scarto che devo andare in pattumiera, dimensione l'una, vale a dire la capacità e la voglia di trovare stupore. Queste tre cose si sono mixate e hanno dato vita a una mostra itinerante negli spazi museali che attraverso proprio delle macchine no automobili ma delle attrezzature proprio danno vita a quelle che sono l'anti veglia che questa macchina vecchio cofano della maggior maggiore dove si sale. E siccome siamo una contemporaneità dove il sonno è una cosa abbastanza preziosa, perché invece siamo bombardati e si lavora fino a tardi, quella macchina ti fa riprendere la dimensione del sonno e dei sogni. Poi ce la macchina, appunto, catalogato re dei sogni che un'altra macchina e sono tutte quante macchine che hanno una dimensione volumetrica di due metri per due tre per due. È una cosa che è importante. Ora le teniamo tutte quante smontate, smontate, smontate, ma occupano una superficie di circa duecentocinquanta metri quadrati. L'abbiamo smontata l'altro giorno per giunta in una scuola di Melfi, una comunità qua vicino perché era un'iniziativa il festival, il museo della fisica, insomma, che ritornavano da Novi Ligure la montiamo, smontiamo. Ma sono proprio macchine che però uniscono questa triplice dimensione che raccontiamo poi ambiente, raccontiamo arte, raccontiamo occasione, vi raccontate tramite un oggetto, un oggetto tramite oggetti. Sono una doppia pannelli stitica dove si racconta sia la dimensione diciamo ambientalista, sia la dimensione artisti, la scientifica poetica e per noi non insomma, di altrettanto importante è che comunque è una fonte di diciamo di guadagno perché ci pagano? Sì, perché non recitiamo, le noleggiamo? Sì, per cui perché non partecipiamo a delle col dei musei della scienza che fanno proposte per il loro festival o alle amministrazioni. Ad esempio ora a Novi Ligure è un'azienda comunale che si chiama lacus. Faceva festeggiava quarant'anni, per cui per i suoi quarant'anni voleva una qualche cosa che parlasse di ambiente. Ma contemporaneamente lo voleva lei. Voleva parlare in un contenitore come il museo dei campionissimi che un museo importante di quella zona perché è terra di colpi, forse non sbaglieranno. Girardengo, per cui voleva entrare con la dimensione ambientale, con quello che fanno loro sì o qualcuno di politica ambientale fanno anche di acqua da quarant'anni. Lo voleva fare però all'interno di un contenitore come il museo allora le pata macchine era era un ottimo mix per parlare ambiente e arte contemporaneamente e ovviamente, insomma era questo privato che la noleggiate per un periodo andiamo, facciamo accompagniamo poi le guide, la mostra anche uno spazio laboratoriale, quindi a un tavolo dei materiali dove le guide possono continuare a fare laboratori, a lavorare sul concetto che ha permesso di creare le opere. Quindi i bambini delle scuole e famiglie. Si, noi formiamo gli operatori dei musei e poi a loro volta diventano operatori, insomma museali, con delle ore di formazione sempre nel pacchetto proprio facciamo commerciale che facciamo? Cos'hai cosa sempre quelli ci pensiamo a cosa guarisci pensiero e guarisci pensiero è sempre una pat a macchina o magari si é sempre rientra sempre nel che poi ti diamo anche una cartella un'ora sarà prende proprio il catalogo. É una foto macchina ottenuta dall'assemblaggio di vecchi aerosol è di una bambina per l'aerosol di un pedale, per un organo e di una sedia. E in un caso che alla fine si é di un tubo luminoso che permette di trasferire i pensieri cattivi alla macchina dell' aerosol capace di assorbire e di trasformarli in una nube di talco profumato. Quindi al rilascio del pedale dei pensieri cattivi si trasforma in una nube di talco profumato. In questa contemporaneità ce n'è tutti quanti, poi quando poi si sviluppano le chiacchierate dire ma anche noi la vorremmo a casa. Ma si può comprare una vendete? No, ormai sono la serie limitatissima. Ne abbiamo ereditata un'altra perché dopo il Festival della scienza di Genova, la prima edizione del guarisci pensiero è stata donata al Palazzo verde che il museo l'ho dedicato si è dedicato alla spazzatura di Genova e che è diventato un vero e proprio laboratorio per l'arte del riciclo. Quindi non siamo disposti a dare perché è una fonte l'unica l'unica realtà. Qui invece abbiamo proposto, insomma, abbiamo detto se ne avete bisogno. Vediamo una volentieri è la città della scienza di Napoli che dopo ha voluto dopo l'incendio per cui abbiamo subito ho mandato una mail allora insomma, proprio come come come meccanismo di solidarietà. Se volete dovete rimettere in piedi il museo. Non avete piu' nulla se fino al giorno prima avevamo rapportarti con loro per noleggiarla. Insomma, ovviamente in quella circostanza scatta invece una dimensione che è proprio di una solidarietà. Insomma, per appoggiare la rinascita di quello spazio era uno spazio importante anche per me, la Basilicata, perché rispetto a dove siamo collocati era il primo museo veramente interessante, almeno poi senza offendere. Insomma, nessuna altra realtà circostante, ma noi in primis siamo facciamo qualcosa legato al mondo della scienza, ma vero contenitore nei pressi festa della scienza di Genova era oggettivamente quello più interessante, per cui questo è un danno per l'intera, per l'intera Italia, per l'intero sud, perché potevi vedere roba potevi. Era quel giorno spaventano queste cose. Perché è un'italia in Italia non è un danno per la comunità di Napoli o per la campagna. Un danno per tutti senti male, invece non vogliamo che si. Quindi è nata la sua associazione, ma da subito è nata con il gioco anche di lavoro e mi ha fatta subito come luoghi di lavoro. Si, nel senso che la fondamentale amici avete rinunciato a farlo al livello non ci siam subito. Siamo riusciti a farla diventare una logica, diciamo lavorativa. Però siamo entrati dedicandoci all'associazione, immaginando che quello doveva essere il nostro. Fondamentalmente abbiamo cominciato subito ad attivare una logica economica. Ad esempio il primo lavoro che noi facemmo si chiamava Barabba, ovvero creazione del mondo a quattro voci ed era un lavoro che poi ha visto subito il discorso di Gianni lanes fa potenza, per cui subito abbiamo ci siamo proposti con è ovvio che però quegli incassi venivano subito reinvestiti per acquistare materiale, perché non avevamo proprio nulla. Non hanno una brochure, aveva un braccio stampati a casa, per cui era subito. Però ci abbiamo rimesso tanto ci rimettiamo. Volete immaginare il prodotto l'avete immaginato? Come mai oggi, a parte quella cosa dei bambini che no, è stato sempre un cambiamento continua perché nel Duemila e otto, ad esempio, il dato che sono dei rifiutati sono dei rifiutati. No, no, no, è stata è stato un percorso. Nel Duemila e otto è nato il salone, è nato noi prima abitavamo in una ex casa cantoniera, noi la luna al guinzaglio. Abitava in un ex casa cantoniera, ha in primo piano, dove ad esempio, eravamo ospitati. Fondamentalmente non avevamo un fitto e ricordo ancora quando nel duemila si facemmo una festa perché ci mettiamo il telefono. Per cui, insomma, ci fu la festa dell' arrivo del telefono, della linea telefonica per per cui non avevo non pensavamo all'inizio di lui. Aveva mai avuto un telefono perché dà l'idea di una stabilità la linea telefonica Ci sei nel mondo, a parte per nel duemila e otto abbiamo sentito la tua esigenza. Nonostante questa questa persona non ci avesse detto dovevamo andar via da questo spazio, era esigenza, una voglia trovare di abitare uno spazio. E così nel duemila e otto abbiamo iniziato a cercare uno spazio che ci potesse ospitare e che però fosse nella periferia della città. Era una ricerca proprio ben precisa. Non vedevamo spazi centrali perché ritenevamo di parlare i linguaggi periferici e parlando linguaggi periferici. Volevamo uno spazio periferico, ora questa zona è cresciuta tanto nell'ultimo periodo l'anno scorso hanno aperto quel negozio, diciamo di per l'infanzia che un negozio diciamo che altre sedi, per cui molto noto però fino all'anno scorso fino a due anni fa forse era proprio veramente la periferia, per giunta buca l'atto questa zona. Una storia molto particolare perché la zona nata con negli anni ottanta con il terremoto per cui contrada Buca L'atto è associata a book aletta, un rione c'è tutta una storia molto periferica. Purtroppo ancora oggi, ed è nato il salone e il suono dei rifiutati che ha una diciamo a una doppia dimensione salone dei rifiutati come salone rifiutasse, per cui tutta la storia dell'arte che che vedeva questo spazio in Francia come spazio diciamo come possiamo, sperimentazione artistica di linguaggi alternativi? No, gli impressionisti della fine dell'ottocento dell' Ottocento é però è anche salone nella sua dimensione. Incontro? No, perché poi alla fine parliamo sicuramente che non parliamo di non ci definiamo persone che hanno a che fare con l'hr te, ma quei processi no, sono i processi che non quando ci chiedono fate arte contemporanea, come ad esempio nell'arte nel caso di arte laguna diciamo noi non facciamo arte contemporanea, ma facciamo giochi contemporanei. Ci piace anche un po' seguendo la scia della patafisica, un po' ironizzare su questa cosa perché poi alla fine una restituzione del mondo quello che facciamo non è tant'è che ad esempio giovedi' facciamo un laboratorio sulla su come creare delle delle creme scrub fa cose di donne no scrubs prima corpo partendo da dimensioni casalinghe anche questa è arte che teme che la per le mani e uno scrub allo zucchero per cui accompagnati da una donna un'attrice che questa commistione, questa commissione di linguaggi per cui è salone in questo no e salone perché ospita il linguaggio dell'arte il linguaggio della cosmesi, ma tutto attraverso l'arte della relazione e li sì, sì, sì, lui viene gente ma trasversali insegnanti piuttosto che non so ragazzi o comunque persone che vanno al teatro che hanno voglia di di andare a un concerto fatto da uno degli ospiti che abbiamo avuto l'anno scorso è stato il ragazzo che ho fatto musica da cucina fabio bragg abbracciamoci come compagna è il bambino che ho visto le foto come target di questi molto, molto, molto trasversale, bellissimo dei curiosi. Questo è il nostro target chiaro Fabio, noi apriamo il salone per eventi teatrali. Sì, perché l'associazione, quindi non mi rompono le scatole? No, sono tutti i tesserati. Possono un attimo che scrivesse? No, giusto per sbaglio. Quindi fatti tanti eventi, dicono facciamo eventi di teatro piuttosto che insomma di musica sempre dove il ci deve essere lo gettano un lavoro sull' oggetto piuttosto che sulla sostenibilità a trecentosessanta gradi, alla sperimentazione di linguaggi, quindi persone che come noi lo fanno di mestiere. Però non in circuiti così importanti e riconosciuti. Quindi vi costerà un tipo tutte le settimane, tutti i miei sogni quanto farmi qua quest'anno. La programmazione degli eventi si è divisa in quarti di luna per arrivare poi alla luna piena. Quindi tre mesi, tre mesi ogni stagione cerchiamo di programmare un cinque sei proposte fra laboratori, eventi serali aperti insomma alla cittadinanza. Che bello che è la tua migliore amica. Pensavo che si conoscessero, invece lei mi ha detto no, il proprio migliore amico e la sorella di Francesca che la fidanzata di Fabio è stata per tre anni. Ragazzi, a che si è una persona legata? No, è una bellissima persona. Poi lui fantastico, delicatissimo, proprio entrato in questo spazio proprio e poi si è innamorato una serie di oggetti e tanti se ne è portati, no? E tanti se ne è portati. Abbiamo fatto peggio da facciamo due due serate perché ci fu diciamo, un bel pienone. Si si è per cui è proprio un luogo dove è legato all'arte per la relazione, per creare la relazione. Però poi ognuno esprime il suo linguaggio, dove però la dimensione del quotidiano dell' oggetto dov'é cosa c'entra una crema con il suono dei rifiutati centra perché ti dice come ottimizzare risorse economiche e te lo dice, ti dice di utilizzare i vecchi contenitori. Insomma em ma quindi tipo tutta sta roba? Anche qui si arriva. Questo è interessante come cosa, perché poi fu anche un po', un problema iniziale. Perché ci siamo trovati a cavallo con la questione di delle comode delle ecomafie? No, perché noi abbiamo tanti materiali, molti materiali sono recuperati da noi come questi barattoli. Poi invece spunta prendo un po' di che possono essere ad esempio questo ristorante? Ma no, è stampato al contrario, per cui sono cartoncini che però abbiamo una un'ottima quantità perché vengono utilizzati per da un ragazzo per fare le sagome del teatro d'ombra archeologo che viene a fare delle azioni laboratoriali. Poi ci sono queste fascette invece che vengono invece proprio da delle aziende tipografiche eh? Abbiamo aperto delle delle delle convenzioni con dei protocolli d'intesa con le attività commerciali e chiediamo loro di è noi non possiamo prendere lo scarto perché lo scarto è già patrimonio, come dire dello stato. Noi prendiamo lo scarto ancor prima che questo venga conferito nel cestino della spazzatura, per cui lo prendiamo in questa parabola come dire per cui lo chiamiamo lo e lo acchiappano al volo, per cui insomma che no, per loro è scarto e da qui però la lavorazione pero'. Da qui poi nascono tanti laboratori, perché poi cosa succede? Che la sfida e il gioco contemporaneo consiste proprio in questo? Che cosa ci inventiamo calcolando che i nostri materiali sono questi? E qui nascono ad esempio i laboratori su Facebook? Oppure una lampada che abbiamo regalato infatti ancora il pezzo che si vede proprio che abbiamo costruito ad esempio, delle lampade su riproducendo proprio degli skyline cittadini? No, con quelle lacon con con quei figli di giorni di cornice per un laboratorio nelle scuole sull'uso responsabile della luce. Per cui insomma, abbiamo raccontato delle città che si illuminano in modo, insomma consapevole e della risorsa no? Oppure con una serie di questi libri, la questa signora che devono essere in giallo, sono diventati dei fiori che hanno insomma accompagnato un'edizione di ottobre piovono libri un'edizione sui libri, dove insomma tutti diciamo che ci siamo occupati della diciamo, della dell'impianto scenico, di una serie di diciamo di di tavoli, di cose. Abbiamo utilizzato libri, appunto, che erano libri da macello. Abbiamo anche una mostra sui libri di recupero che hanno dato vita agli una signora aveva questo materiale che che queste generalmente le raccogliamo. Noi però oramai sono sono sono le persone associati che ce li portano che ci chiamano e ci dicono ma noi abbiamo noi vendiamo soltanto in un periodo. Noi vendiamo per sempre per la questione non vi seccano, non vi conviene. Noi vendiamo seguendo quello che è una dimensione istituzionale della della luna al guinzaglio, no, vendiamo per sostenere lo spazio e vendiamo Durante il periodo natalizio apriamo bottega bottega, ad esempio mercatini che vi faranno si' si' e poi posso posso usare che non sapevo che poi non vendiamo, ma distribuiamo attenzione perché l'associazione non seguite. Avete dato nazionale a fronte di un contributo, schierati queste borse con le camere d'aria delle delle macchine linguetta insomma é oppure nascono oggettistica degli orecchini, nascono negli altri periodi, ci sono anche noi, paghiamo cinquecento euro. Il ha un contratto in cui gli oggetti e li portano perlopiù cose più così artistiche. Oppure ci facciamo attività laboratoriale. Ad esempio, ora abbiamo un laboratorio con su, sulle attività montessoriana, con le cooperative sociali. Le cooperative vengono qui per con un progetto che abbiamo presentato e che poi loro hanno integrato con una serie di altre azioni. Sono cooperative che seguono il filone, appunto montessoriana e però devono e che questo volevano. Vogliono costruire attività laboratoriali, seguendo appunto la metodologia della Montessori, per cui noi abbiamo studiato quelli che sono i materiali o perlopiù diciamo contenitori necessari per attivare queste azioni e con il materiale di scarto abbiamo dato vita a questo diciamo al al materiale didattico per queste attività, ad esempio, ci sono i tubi e noi utilizziamo i tubi, i tubi delle tipografie. No, ci sono dei giochi che loro utilizzano utilizzando dei tubi e le utilizziamo. Quelli però sono dei tubi colorati. E allora utilizziamo per rivestire il vinile delle aziende delle tipografie. Per cui oppure insomma, questi questi tubi. Roba riguardo cosa? Sì, hanno più roba. Dobbiamo frenare le circostanze. Sì, ci sono quelli materiali fortunati. Lui sapeva che i ragazzi del baratto si svuota le cantine? Certo, certo che no. E generalmente ci chiamano però ci telefonano solo diciamo no ad alcune persone che portano veramente la qualsiasi no, ma questa cosa abbiamo scarsa mira, polveri possiamo a noi funziona un po' così e un po' periodi e siamo in un periodo in cui i pezzettini di legno ci è piaciuta. Come è andata a finire? Perché poi abbiamo fatto delle attività laboratoriali dove abbiamo fatto delle azioni proprio di partecipazione di comunità sulla costruzione delle città. Come vorresti la città? Quello scarto ha funzionato, allora spesso la stiamo chiedendo a questa singola persona. Ce ne porti altro così come invece abbiamo materiale che può essere. Faccio un esempio questo quanti sono? Bene manovra di cassa di manovra che data da un'azienda che stampa su plexiglass che però non ci serve, per cui abbiamo detto Guarda, ti ringraziamo, lo continuiamo a tenere, perché ci auguriamo che possa diventare qualcosa. Insomma, però non è che viene uguale. Cerca un lampadario, voglio no, no. Era una progettualità, insomma, sulla quale stiamo lavorando quella di aprire l'officina, vale a dire la possibilità di portarci materiale. E che tra una sorta di rianimazione dell' oggetto come se fosse proprio a Napoli, l'ospedale delle bambole? No, è un reparto diciamo dell' oggetto e che attraverso proprio un meccanismo di lo guardiamo, lo indaghiamo, ci sono vari, ci saranno varie possibilità, ci sarà la possibilità di farlo, di reinserirlo nel mercato. La possibilità si sia la possibilità di di fare un'operazione di restyling. Oppure la possibilità, se ci piace di darcelo e e magari lo potrai ritrovare in una mostra o lo troverai qua come oggetto, diciamo. Ho ripensato alle fragili vuole dire no, va il livello economico. Quindi voi dove avete per pagarvi tutte queste persone? Per quanto io date poco non ho capito. A livello economico é una cosa molto spesso partecipiamo anche dei bandi pubblici. Noi come centro di educazione ambientale partecipiamo a questi bandi si della della Regione piuttosto che lavorare con cooperative di persone con scuola, disabilità, scuole e spesso questi sono dei laboratori sia di manualità per le persone con disabilità e sia di formazione per gli operatori. Si quindi, come nel caso del progetto montessoriana con il consorzio sociali. Quindi perché noi molto spesso ci aggiorniamo fuori regione, seguiamo dei corsi e poi portiamo qui delle idee che poi fa comodo agli insegnanti di asili piuttosto che operatori di cooperative. Oppure, come per le mostre, quasi sempre sono contatti che prendiamo con i musei oppure con dei bandi a livello nazionale, come ad esempio il festival della scienza di Genova. É un festival che propone un bando all'inizio dell'anno se ti candidi la cosa piace, viene preso. E insomma Bandini giovanni per cosa sono bandi regionali? Ad esempio? Ci sono la famosa ventidue ottantotto. Facciamo un esempio che è il piano di tutte le associazioni culturali per cui le associazioni culturali possono candidarsi, ma a fondo perduto no, non sono a fondo perduto. Devi sempre, ovviamente si si si si si si si si sono a fondo, si tengono al sostengono che può portare una rendicontazione relativamente ovviamente quello che ci hai fatto. Dove in tanti che distanza tutti noi facciamo quello che state facendo. Sì, sì, sì, sì, ovviamente dipende ad esempio, quel bando prevede la possibilità di erogare ad erogare appunto dei soldi nel caso in cui tu ti occupi di teatro piuttosto che di musica. Un anno, ad esempio, nel candidiamo le Pata macchine che furono insomma escluse dalla dalla, dalla, dalla proprio dal bando, dalla votazione perché era un'attività museale e non strettamente di spettacolo. Oppure ci sono appunto i bandi della regione, come il dipartimento Divertimento ambiente che utilizza i soldi del freddo per tutti quelli che sono i decessi candida nuovi progetti e non puoi fare questo? No, no, facciamo full-time, questo sì che è una bella cosa. Io penso che la mattina si lavora da un punto di vista economico. Il pomeriggio si lavora per la gloria? No, ma abbiamo due. Stiamo però valutando anche la possibilità di in gran dirci di fare chiedere l'accesso al microcredito. Quindi insomma, stiamo valutando le fonti di finanziamento proprio per cambiare anche forma societaria. Ora siamo un'associazione, sì, poi c'è la questione. Ad esempio sono nati molto noi come lavoriamo rispetto a questo spazio. La verità è che sentiamo un vero legame con questa, con questa realtà io ad esempio, ho fatto un percorso come come come sociologa e ora, ad esempio, va molto questa questione dei corsi di formazione per gli operatori socio-sanitari iOS, una dimensione che sta e tante volte io vengo chiamata come libera professionista all'interno di queste di queste aule, eh, ma mantengo sempre io potrei andare come Rossana Caffarelli e tante volte vado come Rossana Castelli, perché sono relazioni ad persone, non possono chiamare associazioni, ma quando vado comunque racconto la racconto l'associazione e raccontare l'associazione significa una creare sempre un tam-tam due avere un'identità più forte perché io mi sento come come libero professionista, mi sento, mi sento con questa figura nel momento in cui mi propongo anche come luna mi sento completa come e per cui poi tante volte faccio vedere anche dei prodotti che nascono all'interno delle cooperative sociali. Come lavoreremo sul concetto dell'autonomia, come lavoriamo sul concetto di empowerment avendo tanti oggetti, né qui possiamo permetterci di andare nelle cooperative e sperimentarsi con il mondo reale, cosa che spesso invece nelle cooperative non succede, nel senso che noi ad esempio, facciamo una serie di percorsi sull'arte e l'autonomia delle cooperative e arriviamo alla dimensione dell'arte, passando però dall'uso reale dell'oggetto, per cui raccontiamo la capacità di una tazzina di diventare un viso no. Attraverso però il prendersi insieme un caffè. Facciamo insieme il caffè e questo ce lo possiamo permettere perché abbiamo tanto materiale, diciamo che ci arriva di scarto. Tante persone ci portano le caffettiere, per cui ci possiamo permettere di portare materiale di didattica quotidiana e di lasciarli per questo far sperimentare questo esempio negli nei corsi di operatori sociosanitari sono dimensioni che interessano perché sono meno teoriche, é piu' pratiche che danno più spunti immediate per fare attività. In questo modo. Che cosa succede? Che si porta avanti Anche il lavoro di libero professionista, però porti sempre avanti anche la questione dell'associazione e nella nostra gestione funziona qualsiasi lavoro ben fatto c'è sempre una percentuale, se anche io lo faccio come libero professionista che lascio all'associazione perché in fondo usufruiscono dei materiali, dei video. E questo fa sì che il meccanismo possa sempre, come dire, riuscire a recuperare nuovi contatti, nuovi spunti, nuovi tesserati e nuove economie proprio. Insomma, perché immagino per la fabbrica che stanno chiedendo, eccetera si' parlavano tra virgolette, folle, divertente, artistiche. Riuscite comunque anche anche importanti. No, io penso che riusciamo ad avere si può fare in qualche modo non si può fare decisamente. Anche perché la dimostrazione che tutto il resto non ha funzionato no come dieci anni dopo dieci anni che si' si' dopo dieci anni e personalmente non vorrei fare nessun altro, nessun altro lavoro. Se uno mi dicesse vuoi fare un'altra cosa se sempre pertinente alla luna? Si, ma se uno mi dovesse dire vai a fare quello che ti assicuro una dimensione perché poi io penso che ci sono dei lavori che ti fanno guadagnare di più, però poi una buona quota parte devi spendere per andare beauty farm per riprendersi no e ci sono dei lavori che ti fanno guadagnare di meno, che però torni a casa, diciamo più rilassata che dal giorno che otto ore al giorno delle volte e abbiamo la flessibilità di fare un po' di meno delle volte, come ad esempio la settimana scorsa c'è stata i doni della luna, magari lo prendiamo. Questi sono tutto natalizio che abbiamo proposto sotto il periodo di natale, quindi della luna. Anziché regalare una l'ennesimo oggetto ti regaliamo con prezzi con un prezzo veramente accessibile tredici euro la possibilità di fare hai un ventaglio di possibilità, un laboratorio qui da noi un appuntamento laboratoriale, per cui una cosa che ha funzionato tantissime sono le persone che anziché regalare lo so, ma la tazza, piuttosto che la scatola di te piuttosto che la crema, hanno regalato i doni della luna per queste. Per questi laboratori, ad esempio, che iniziano alle otto i laboratori finivano l'una e mezza, poi metti a posto, quindi il giorno prima previene il pomeriggio a preparare condividi con il gruppo Io ritengo che la fortuna della luna e che viva tutte le dimensioni laboratoriali con non con ansia ma contenzione e un po' perché racconta per questo questa questa e anche un po' questa innocenza no, perché la tensione io associo ha una continua emozione che tu metti in gabbia che non sai gestire perché diceva chirac ed è bella perché ti fa sempre preparare, non ti fa mai dare per scontato l'utenza chi verrà eh ti prende più tempo però perché pensi sempre di non essere io so che sei una persona in piu' facciamo se una persona in meno e però fa bene perché ti è un po' come il batticuore di quando si è innamorati. No, c' è sempre questo, ti fa fare tante volte tredici ore quattordici ore e tante volte però ti dà la possibilità di dire Ragazzi, oggi ho bisogno di farmi una passeggiata perché devo recuperare i denti. Voi siete delle auto insieme ai lati dei ruoli gerarchici? Tutto? Ehm no, diciamo che cerchiamo di condividere il tutto. Però poi in associazione ognuno ha un suo ruolo. Quindi si, io come dicevo prima l'ha detta si comunicazione rossana ai progetti Mariangela e la nostra maestra del fare e anna tra l'altro si occupa di di laboratori nelle scuole di un progetto molto importante. Ora, venendo qui parlando di progetti anche di progetti ministeriali, si occupa dell'orto didattica e per come metodo di empowerment per persone con diversi tipi di disabilità e nelle scuole e quindi lei e l'ha detta questo tipo di progettualità pero'. Poi cerchiamo di condividere tutto anche per far fronte a un'eventuale esigenza di ognuna di noi. Quindi ognuno è in grado di sostituire Sì sì, questo per noi è fondamentale pero' poi cerchiamo di valorizzare le peculiarità di ognuno. Tragga il caso perché io facevo il servizio civile in un'associazione a Roma che si occupa di distrofia muscolare. Mi occupavo di di un progetto di educazione alla cittadinanza attiva in giro per l'europa e stavo cercando spunti per un progetto di sull' Universal Design e guarda caso mi è apparsa la luna guinzaglio di potenza ceo da Roma e poi ho chiesto ad alcune persone ho guardato il sito e di queste persone che sperimentavano su sui linguaggi nello specifico all'epoca stavano registrando un progetto in un pacco fatto con delle bici speciali accessibili a tutti e quindi così mi sono imbattuta in questa realtà. Poi c' era l'occasione di partecipare a un progetto finanziato dalla regione e per di inserimento lavorativo e quindi ho deciso di scendere giù e di accogliere la regione finanzia per lavorare qui la regione mi finanzia per fare un progetto di formazione si sulla comunicazione del marketing e poi dovrebbe attivare altri fondi per l'auto impresa o l'auto impresa. E quindi i soldi vanno un'associazione che paga tempo. I soldi vanno, diciamo così, si parte all'associazione che paga me e parte andranno direttamente a me e deciderò io dove investire e quindi insomma, quindi devi tornare a potenza. Stavo lì, volevo trovare una realtà proprio come questa. No, nel senso che avevo voglia di sperimentare mine nel campo della didattica e quindi non avevo iniziato a collaborare con diverse diverse realtà. Su Roma però la situazione non era ancora stabile e stavo nella fase di scommessa, quindi dovevo decidere dove scommettere. Se a Roma o qui a potenza valutato pensate anche tornare. Ma io pensavo di voler inseguire un sogno, di fare quello che che mi piace e quindi per me non era importante dove si no davvero non era importante tanto. Dove? Come si, come quando ho visto tanti anni fa, ma ho capito che è bellissima, ma devo dire che è qua, no? Strano perché ho lasciato questa realtà da dieci anni, quindi io mi sono ritrovata a scoprire potenza, a conoscere una realtà che assolutamente non conoscevo. Quindi iniziato a conoscere persone nuove, cosa che non mi sarei mai aspettata. Devo dirlo a parte i miei amici d'infanzia io qui pensavo che Potenza fosse fosse finita lì e invece ho iniziato a scoprire persone, anche perché non è che non avevo mai frequentato. Quindi ci seguiti poi attivati non solo su potenza ma anche su materia, perché poi ci spostiamo, ci spostiamo e te ne vai anche a cercare delle delle realtà diverse, nel bene e nel male. Quindi trovi bene si' si' dopo dieci anni l'ha trovata cambiata e non ma perché ben non l'ha vissuta in modo diverso ma l'ho trovata nel senso che non l'avevo proprio ci avevi diciott'anni? Sì, sono andata via che avevo diciotto anni, quindi insomma non conoscevo lei pur essendo un'amica di carissima di amici e non la conoscevo perché ho lasciato proprio la mia potenza del dell'infanzia dell'adolescenza. Quindi non sono mai stato fuori si io studio fatto il percorso universitario l'ho fatto a napoli, poi ho avuto la fortuna di entrare appunto di di poter fare l'erasmus a parigi, per cui poi insomma veramente sono stata fuori alla fine cinque anni ha fatto il percorso universitario subito ripartita. Insomma siamo il partito non ritornava a napoli ho finito l'università e sono subito rientrata facendo appunto capolinea facendo percorsi altrove in giro insomma. Ad esempio su milano con con il moon l'hub di bruno munari monza rispetto a delle cose di orto giardino con lui o con hannah però sono sono ritornata perché poi io mi sono laureata nel duemila e due é nel che si, perché io nel duemila e due mi sono detta io rimango qui a potenza e e però voglio rimanere a potenza, ma se riesco ad aprirmi una possibilità, altrimenti vado, vado subito via. Per cui volevi piacevole, deve rimanere qui. Mi piaceva più che altro idee della sfida del del fare una cosa diciamo in un luogo che era mio e che per certi versi io non non sono una persona che dice potenza, non la trovo una città bella, no, oggettivamente che per una città che mi ha fatto, diciamo, mi ha dato la possibilità comunque di accedere a un'infanzia. Tranquilla, nel senso, vado a scuola da sola, vado in palestra da sola, ma sento più ora le esigenza. Da persona adulta percepisco ora più i limiti della città. Quando ero piccola era l'unico, diciamo mi andava bene, era una ora sento i limiti di una città. Ma come? Forse sono un po', un dei limiti proprio forse della di questa Italia. Ora non e il dieci anni come l'hai vista bene. Io in questi dieci anni penso che da dire una cosa che forse la ieri sentivo una cosa interessante del fai no, dove dicevano abituarsi al bello, abituarsi al bello. A un certo punto questo studioso ha detto sì, però forse delle volte ci si abitua al bello, anche se hai visto anche un po' di brutto no, eh, io penso che potenza non è forte sui luoghi, diciamo sulle sulle politiche di comunità no, è una città complessa, vuoi perché strade piccole, centro storico, strada piccola mancano le piazze, mancano i luoghi di aggregazione, il clima é quello che è per tutte le volte tanto freddo, neve freddo e non è come una città, ad esempio della puglia, dove fino a tardi, anche nel mese di novembre puoi stare in giro. Tutto questo ti spinge all'interno degli appartamenti e questo però se ci fosse poi una politica diciamo che è più sensibile, metterebbe in luce il fatto che c' è tanta dimensione culturale interessante, nel senso quando mi trovo fuori a raccontare a si' questa cosa, io l'ho vista questa cosa l'ho vista fare dove l'ho visto fare spesso mi capita di di diciamo di parlare di luoghi, insomma di luoghi lucani no. Per cui penso che però paga lo scotto della poche persone, una politica che non appoggia questa cosa perché ci siamo noi, ma ci sono tante altre realtà che fanno cose interessanti e che hanno spazi e che portano importantissimo per me è stata una scoperta venire qui e vedere al festival delle cento azzurro. In realtà che tu allora della mente poi vieni qui fanno un'installazione coinvolgendo si è unita e noi collaboriamo spesso quello penso che non manca la dimensione culturale non manca la dimensione manca, diciamo una un'amministrazione che ascolta poi quello che l'ha purtroppo ecco perché dico alla fine penso che sia una città italiana, perché poi alla fine c'è tanta gente che sta tornando no, no, il vestito ragazzi, voi siete tornati buona parte delle persone che no, però grosso modo no, purtroppo coinvolgiamo e intorno a ritornare però la gente tendenziale va via perché vabbè, è dura, è dura qui, forse va via comunque dall'italia alla fine noi tra nel nostro ventaglio di amicizia abbiamo tanti amici che poi alla fine sono andati via e magari ritornano perché anche lì, andando partendo da trentacinque anni è difficile. Poi alla fine ricostruirsi una una dimensione allora ci è riuscito che magari è partito prima, altrimenti pero' ceh questa questa cosa noi forse in questo momento poi viviamo bene potenza anche perché con questo tipo di lavoro abbiamo spesso la possibilità di andare fuori, no? e e questo è un lavoro che ti incuriosisce rispetto ad alcune cose. Ad esempio l'altro giorno siamo andati a vedere questo spazio a Castro sant'andrea che qui però poi vai a matera e poi ti allunghi a roma per la fortuna di innamorarti di un festival e speri di poterci andare prima di andarci. Lo andrei a vedere. Hai anche delle buone scuse. Leggo qui anche perché forse tante cose che qui non ci sono è difficile farle arrivare e noi abbiamo proprio questa energia, non la voglia di portare qui queste. Però è una sfida per noi che non sembra che risponda abbastanza gente riportano gli oggetti si, anche se insomma è difficile magari all'inizio devi devi superare questa sorta di diffidenza, no? Che cosa si fa dentro, poi quando quando entrano tutti sono affascinati? Per me è strano sentire che ragazzi che non sono mai andati via da potenza non conoscono questo spazio. Ci vengono per la prima volta Caspita, non ci hanno mai venuto, ma ma dov'era Ah, io mi chiedo mai strano, io non lo conoscevo perché non ci sono stata. Però se magari siamo in periferia ci viene apposta che sì, sì, e poi c'è una questione i nostri numeri Fabio bonelli l'hanno ascoltato sessanta persone era stato abbiamo abbiamo dico però mi fa male, non è chi dice no, no si' no. Mi chiedo sempre se avessimo uno spazio più grande no, perché ovviamente questo spazio dove mariangela stanno lavorando ora è uno spazio che ci porta via tantissimo tempo perché puntualmente lo allestiamo numerosi siamo più tempo a smontare che fare, la facciamo scenografie per quindi magari l'altro giorno si era creata una situazione paradossale, per cui era un laboratorio, ad esempio, che purtroppo e non si è fatto perché non si è raggiunto il muro no, è però c' erano le pata macchine che rientravano questo laboratorio che doveva cominciare e contemporaneamente una mostra che doveva partire, per cui a un certo punto tu entravi dicevi insomma come facciamo? No? E allora questo sicuramente l'informazione con l'insegna di persone sono gli anni più consapevoli e responsabili No, no, no, no, quello sì, quello sì un aumento di persone più consapevole sì, sì, sì. Forse proprio le le io penso che le mamme forse sono state un'utenza che siamo riusciti ben, come dire a sensibilizzare perché poi delle volte sì degli insegnanti però io penso che sulle mamme è stato fatto una volta e sulla e sui ragazzi, sui ragazzi. Nel senso che ragazzi, forse dei trent'anni venticinque, ventidue, venti, venti, trentacinque anni, nel senso che non so quanto voi loro effettivamente ora conferiscano in modo corretto o meno il materiale no, no, no qua cioè il multimateriale vuole dire rimarrà però sicuramente una mappatura della città, nel senso che ritengo tranquillamente che la l'operazione di come dire di sensibilizzazione della scuola oramai negli anni novanta è stata fatta veramente in modo abbondante. Le amministrazioni su questo non ho veramente colpito le amministrazioni, è stato un po' il cittadino, anche un po' pigro, un po'. Vabbè, perché lo vediamo un problema troppo grande e io penso che qui siamo riusciti a sensibilizzare perché abbiamo lavorato in modo concreto sull' oggetto e lavorare sull' oggetto consapevoli lizzy in modo proprio partecipato, per cui spesso ci capita che ci chiamano e ci dicono che avete bisogno di una sedia no. Vabbè, allora la porto in piattaforma, no? Allora il fatto che ci chiamano e ci facciamo la sedia si sentono un po', come dire ora obbligati a dire la parola per cui questo e poi cerchiamo di portare questa buona pratica anche all'interno delle cooperative, dove spesso la dimensione pedagogica dimentica della pedagogia, anche legata alla dimensione ambientale. No, si fa pedagogia rispetto all'insegnamento e all'educazione. E un po' si esclude che anche l'ambiente educazione no lunari montessori ma l'ambiente okay fai un'attività pedagogico corretto ma poi alla fine, quando hai finito il gioco dove lo butti la vita, dove la butti? Dove vai? A conferire quello mancava come te al comando avremmo oppure acquistare il tubo montessoriana ha un costo per le maestre e farlo in questi tempi di ristrettezze economiche, farlo con materiale di scarto. Per loro non da poco ci è stato stati percorsi che hanno sensibilizzato bisogno, utilizzato il piatto che penso siano più validi della comunicazione, quella che arriva a casa perché ovviamente ti affezioni a un'idea qui. Insomma, i piccoli numeri per quello che è quello spazio anche per quello che insomma sono mamma sono anche quello che riusciamo a fare noi sarà la musica, la cucina sessanta persone. Non avevamo più gente che voleva venire, che Roma circoli artistici, più gente però perché già andava che non perché sì, sicuramente sì, sì, io invece sono un evento che qui abbiamo avuto anche non so se riconoscete i tuoi due ex company il ma ci hanno base a santarcangelo di romagna sono dei pazzi totali. Loro sono il mutuo issues company l'hanno lanciato la cultura proprio underground qui insomma é lavorano in america tokyo. Insomma fanno roba e hanno un campo. Un campo proprio arriva a santarcangelo, dove dormono all'interno dei portavalori della Marie, pure i furgoni delle poste, quelli dismessi cabine telefoniche e fanno dell'arte l'assemblaggio di materiale ferroso dando vita a delle mega sculture meccaniche. E qui, ad esempio, rispetto alla questione delle utenze e della trasversalità, ad esempio facciamo questo corso dove costruimmo questo grande albero che nella piattaforma ecologica di potenza che però lo tiene senza sapere che è un'opera d'arte bellissime anche io quando ho saputo avendo a rimini, quando ho saputo che loro hanno invitato questi artisti romagna qui per fare un corso, poi per fabbri e creativi, per cui una bella questa dimensione che la dimensione dell' parte delle volte, anche un po' esasperata, si incrociava con una dimensione proprio del fare pratico, non concettuale, ma proprio molto, una dimensione proprio della mano del fabbro che era necessario all'artista per dar vita all'opera era una cosa bella. Insomma ti rendi conto come se si più spazio, più sinergie un'amministrazione che ti sostiene anche con una anche con la comunicazione, perché ad esempio non ci possiamo assolutamente permettere i famosi tre per sei quelle quelle cose che raccontano insomma per dirti comunque ci sono questi fondi anche qua non è che no no, chissà quanti in altre regioni un po' più su una a me ad esempio, hanno le possibilità che hanno questi territori video qua magari gli da' per scontati, no, adesso quando? Nella Puglia, dove tu però anche comunque il fatto che tu hai preso questo fuori quell'altro ci sono cose che lasciamo stare. Roma Ma io penso che sia una questione di boh, non so perché noi ad esempio abbiamo partecipato Roma vincendolo anche con il ma un bando Roma città come scuola, Roma città come scuola era era un modo triennale, insomma. E siamo riusciti ad accedere. Penso che è come dire potenza. Funziona questa attività perché non c' è però contemporaneo. Il fatto che non c' è delle volte è un limite. No, qui è vero che se vuoi contattare un assessore lo contatti molto più facilmente che no a Roma. Però è anche vero che qui però l'assessore facilmente cugina un altro non è che ci siamo, eh? Ma non mi sembra. E allora non lo so, dobbiamo che lo conosce, per cui ho capito che quel gruppo musica capone ma qualcosa ha riciclato. Allora fanno dove? Nelle marche con tutte cose che vuoi tu che esiste un vestito. Di certo è però che bello che ci fate sapere che non li invitiamo. Si riescono a fare proprio tutti i suoi anche della chitarra che cos'é la spazzatura, che io conosco soltanto i capi delle bande di napoli che Al Capone Si lui che diciamo di integrazione tra tra le comunità di Scampia, le vele, la zona diciamo della sono solo un braccio, molti progetti questo sfuggito pieno anche sì, sì, sì. Agghiacciante Che si dice bella? Io penso di avere avuto una grande fortuna nello studiare a Napoli perché si trova a Scampia, io al personalmente era un'amica che mi diceva Se hai bisogno di un'idea devi andare a Scampia di andare alle vele, di andare aventi viene, vedi? No, perché fondamentalmente delle volte e ti manca il un'attività funziona perché ha osservato la realtà osservando la realtà. Ti rendi conto qual è il bisogno di quella realtà? Le vele sono una realtà dove sei tu vai e osservi, Osservi, non ti metti a dire osservi Ti rendi conto di che cosa la comunità sono. No, era interessato questo questa amica quando eravamo nel percorso della scelta universitaria e diceva Guarda facendo sociologia, come diceva Rossana, partendo dal presupposto che dovremmo per forza fare un lavoro sfigato, perché se non lo facevamo sociologia un'altra volta partendo da questo presupposto devi andare avanti, fare queste realtà e li veramente Ti rendi conto che l'educazione parte dal materiale di scarto? No, Noi quei materiali umani anche umano si. Noi abbiamo comprato i flaconi di colore. Le abbiamo comprate nel primo anno del duemila tre. Ora fanno i dieci anni. Poi abbiamo osservato la realtà. Abbiamo detto li spendiamo un sacco di soldi, non ce la facciamo a sostenerlo lo scarto, cioè in abbondanza. Allora abbiamo fatto un'analisi dell'attività che ci possiamo permettere? Ci permettiamo lo scarto ammortizzato i costi. I primi laboratori chiamavano scarta arte. Eravamo una cosa molto, ma anche che lei ha inventato io io poi il redattore testi che noi abbiamo abbiamo tutti i testi con l', ovvero non so se le pata macchine, ovvero come accadde che telefonando a Gigi ok il brufolo c'è sempre questo questo questo è vero. Per questo ad esempio notte dove le stelle ovvero cioè sempre e cioè lui, che il nostro redattore testi che appunto che anime domestiche, animale domestico ovvero si questo animale domestico, un artista torinese è venuta qui ha fatto un percorso animale domestico, ovvero famiglie di gocce in viaggi e ora, ad esempio, per il decimo anno abbiamo attivato un'altra un'altra logica di salone, il salone, ogni casa. Ma siccome questo della eh sì, ma devo dire case, tutti diciamo i nostri tesserati che hanno dimostrato interesse al salone. Siccome appunto qua ci fu una politica del del del del computer in ogni casa e allora abbiamo detto perché non il sale ogni casa in modo da spalmare nello stesso? Perché tutti abbiamo tutti abbiamo il computer della regione Basilicata? Qual è stata la vera Sì, sì, abbiamo avuto un contributo in base al reddito. Chi poteva comprare o no? Non era una, non era ironica. Però ho capito che il commissario ogni casa era proprio cera adesivi, cose, convegni, tutto era una sorta di buon augurio al suono di ogni casa. Chiediamo ai tesserati di dare, diciamo, di partecipare a questa logica di istituzionalizzazione della tortura per cui entriamo negli appartamenti e facciamo attività grave. Ora, ad esempio questo dico cosmesi che si farà in un appartamento, in una tesserata nostra che ha una bella cucina, per cui devi ospitare queste quindici persone che accompagnate dalle parole di un'attrice Tony avvenuto Tonia, Tonia, Tonia Bruno racconterà, parlerà una cosa leggera le etichette come si fanno le creme per ovviamente letto da un'attrice candidata e poi utilizzeremo olio, zucchero, quant ltro. La biotecnologica racconta toglierà la poesia dell'etichetta che ho proprio infatti ci taglierà la poesia e insomma, mentre mentre questa questa questa persona leggi in questo appartamento con altre persone tra quelle che abitano sia che la si apre, regaliamo regaliamo il laboratorio che no si vede sempre diventare soci, per cui noi chiediamo ora abbiamo forse un quattrocento soci tre euro è proprio una cosa e poi ci sono liberi di venire a fare consulenza per l'utilizzo di materiali un attimo sono ovviamente il signor sono sempre più interessati se sono insegnanti piuttosto che operatori cooperative vengono qui, hanno la possibilità di prendere degli scarti non ci servono e di chiederci, insomma, come poterli utilizzare per le loro attività. Quindi il tesseramento da anche questo servizio, questa possibilità si' solo questo e niente. Ci auguriamo nuovi spazi. Stiamo indagando altri spazi sperando la' no, come un guinzaglio tutta che che che che che che che che si info chiocciola la luna al guinzaglio che ha ehm si' che, ehm, per ciò che ho portato la documentazione dalla un che immediatamente poi ho notato una planimetria della del passaggio della causa. Angela è una ehm componente membra partecipante al comitato di auto sostenibile che un comitato senza statuto, senza direttivo come da spuntare. Abbiamo deciso di fare una cosa molto a aperta che condivide contenuti, principi, metodi. Può partecipare tra l'altro adesso da tre tre mesi. Lei e un altro componente del comitato che lei sia in vacanza hanno un incarico all'interno di questo comune un incarico gratuito volontario come collaboratore del sindaco, nel senso che avevo necessità di tener meglio i contatti tra la popolazione e gli uffici proprio come cerniera. Una serie di segnalazioni sui problemi del territorio, manutenzioni, eccetera No questo ruolo di raccogliere segnalavano gli uffici, tenermi informato e monitorare l'andamento della soluzione del problema. Risolto il problema. Questo è un loro E così come loro o altri collaboratori volontari. Una su questi Tav che rappresenta il comune alla comunità montana Val di Susa, il tavolo tecnico perché noi siamo usciti dall' Osservatorio quello ufficiale con una delibera di luglio. E poi abbiamo un altro consulente esperto che lavora sul tema dei rifiuti dell'energia anche gratuitamente. Per cui visto che i soldi ci sono pochi e poi anche perché dico se le consulenze sono sempre un terreno molto delicato e visto che abbiamo tanti amici che ci vogliono bene e condividono il nostro progetto, è stata questa possibilità di attivare le collaborazioni. Poi c'è appunto Renato, che la nostra motorino dice sono anni avere la sua energia quell'età lì tutti fermerebbero e lui è buono. Una nostra principale antenna del territorio è molto presente sul territorio, conoscendo molte persone è inserito in associazioni di volontariato che insomma, se tutti questi contatti tendono, tiene viva. Insomma. Poi soprattutto lui come antenna segnala anche problematiche eccetera. Ho preso un sacco di voti, il consigliere comunale, un sacco di preferenze, quei casini perché giustamente tutti l'hanno preso come punto di riferimento per le segnalazioni. Andiamo proprio Mauro ha detto male che no crea uno dei componenti del gruppo e insomma anche lui il gruppo storico è nato nel duemila. Una sapete la nostra storia in una guerra se la possiamo ripercorrere brevemente? Sì, la storia è i cittadini che volevano dare un contributo al miglioramento in una serie di criticità del territorio. Questo questo la politica non si muoveva l'amministrazione, non si muoveva su alcuni temi. Molte famiglie arrivavano arrivata da Torino con loro speranza l'aspettativa di trovare una situazione più a misura di bambino, famiglie dal punto di vista dei servizi, eccetera e spesso invece trovavano una situazione deludente rispetto alle loro aspettative. Questo é una parte di questi cittadini. Hanno cominciato a mettersi insieme e hanno e si sono soldati con altri cittadini che erano qui già da un po' di tempo che avevano provato anche di impegnarsi sull'aspetto politico del territorio che avevo trovato soprattutto nei partiti tradizionali. Una. La realtà è che non favoriva insomma il meccanismo di democrazia, anzi situazioni molto chiuse. Posso vedere la casta e notabili di zona che comandava, decideva dall'alto cosa andava a fare mettendo insieme una persona che avevano interesse a continuare a un impegno di tipo politico con la p maiuscola e non trovarlo nei partiti, un luogo dove poter svolgere questo e una serie di persone che invece molto concretamente cercavano di migliorare la situazione dei servizi. È nata il primo primo nucleo dell'altro sostenibile sulla sostenibilità, perché abbiamo già allora avevo messo la parola è stata adottata in modo più allargato. Noi allora invece la sostenibilità era per noi lasciare il nostro territorio e i nostri figli migliori di quanto era attualmente, soprattutto avviando delle politiche, dei progetti, delle iniziative che andavano a ridurre i pianti. Impatti ambientali é grave. Impara impatti ambientali, i consumi del territorio Rivalta negli ultimi vent'anni una storia di cementificazione pesante, la possibilità di attivare alcune strategie di mobilità sostenibile per cui rimozione dell'auto invece la promozione della bicicletta in percorsi sicuri scuola a casa, in modo che questo potesse eccetera eccetera la tutela e la cura del territorio. Soprattutto non abbiamo una collina morenica che versa in condizioni non non ottimali la necessità anche di avviare tutto l'esperienza di partecipazione dei cittadini al miglioramento e alle scelte della propria polis, in modo che potessero essere dei protagonisti e non soltanto dei i fruitori passivi di quello che questo era tua. L'idea è partita molto semplicemente così chiaramente con una serie di iniziative concrete. Perché al di là delle parole, non è che ci sono già troppe parole? Abbiamo subito cercato di avviare delle esperienze dirette e far vedere che c'erano dei cittadini che andavano ancora le lezioni per cui fatto iniziative collegate alla bimba in B Gitto un'iniziativa nazionale ha avviato una campagna per la riduzione delle degli imballi, per cui dei rifiuti con il commerciante abbiamo fatto un'iniziativa che si trovava in caccia al rifiuto con i bambini per migliorare il nostro territorio per qualche modo sviluppare una sensibilità, attenzione si' della polizia nel nostro territorio abbiamo avviato una serie di appuntamenti pubblici con personaggi che potessero raccontare su quali temi anche cose diverse da quello che di solito solitamente i le televisioni, i giornali tra virgolette, allineati con certo certo situazione di potere. Diciamo che potessero venire a raccontarci anche altre verità, spesso nascoste, per cui sotterranea come sui temi della l'economia, sul discorso del crescere, sul discorso della della politica, sul discorso della partecipazione sull'informazione Noi abbiamo per anni ho organizzato dei cicli di incontri aperti ai cittadini che potessero approfondire. Questo ha fatto un po' conoscere perché i cittadini ha capito che questo comitato aveva il comitato solito comitato che si interessava di un problema che siamo molto interessati e molto spesi sul discorso all'inceneritore perché stava costruendo a quattro chilometri da qui l'inceneritore l'inceneritore noi su questa roba qui abbiamo sempre è preso posizione dicendo che le tecnologie non sono più quelle del movimento altro sta sviluppando in tutta Europa e con la solita in Italia. Arriviamo sempre in ritardo e continuiamo a costruire cose obsolete quando sappiamo che il trattamento biologico a freddo meccanico a migliorare assolutamente il discorso dello smaltimento rifiuti conoscono soprattutto recupera al novantasei quarantasei percento, tutte le materie non sono più utilizzati. E così il discorso del tavolo. Un altro discorso che ma in generale ah, penalizzare delle politiche nazionali perché utilizza di una montagna di soldi senza che ci sia un costo beneficio definito che i danni che produce questa questo tipo di opera e anche l'utilità che ha non giustifica assolutamente la spesa di venti miliardi previsti per l'opera. E poi tutto il discorso locale perché il nuovo progetto passa, lambisce ribalta con una serie di disagi. Semmai sarà, speriamo siamo convinti che non ci sarà, è con tutta una serie di disagi per i cantieri saranno eccetera eccetera. Però io posso solo aggiungere il comitato è nato per dare una mano, all'amministrazione assolutamente senza mire politiche. Forse questi cittadini l'hanno riconosciuto perché noi per sei anni abbiamo cercato di collaborare con l'amministrazione e cercare di apportare dei contenuti delle proposte per cercare di migliorare insieme. Solo che abbiamo trovato un'amministrazione chiusa nel suo castello, che non parlava con i cittadini, che non veniva incontro alle hai problemi imposti dal comitato e quindi poi anche malavoglia. Ci siamo ritrovati sei anni fa ad avere le ministre delle elezioni comunali, non sapere a chi fa riferimento e quindi abbiamo deciso così, senza averlo pensato prima di fare una lista civica, proprio perché non ci sentivamo rappresentati da da chi era all'interno dei partiti. Infatti, come ti ho detto questa mattina noi funzionavano da pungolo, no, pensavamo di condizionare la politica, no a prendere determinate posizioni. In realtà dopo sei anni, come diceva Malo, la politica di noi se ne fregava e quindi siamo entrati in gioco per questo motivo. Come per cui il oltre oltre il discorso di iniziative sul territorio abbiamo incominciato a pensare di fare informazione, contro-informazione molte cose. I cittadini non lo sapevano, fatto di entrare nell'istituzione in quanto consiglieri comunali, duemila dell'elezione duemila, come ha detto, ma non ci siamo presentati con una lista indipendente. Siamo arrivati al diciannove percento tra i consiglieri in opposizione. Cosa ci ha permesso di entrare anche nel palazzo e avere tutta la documentazione delle informazioni necessarie. Tutte queste informazioni, che spesso erano negate, non raccontate. I cittadini hanno avuto attraverso il nostro sito e soprattutto attraverso il nostro mensile, questa newsletter mensile che abbiamo distribuito alle sette mila settecento famiglie del territorio, ogni mese, puntualmente con l'impegno nostro distribuzione sul territorio. Ogni zona aveva un suo postino, uno di noi che distribuiva chiaramente una pubblicazione che abbiamo pagato, autofinanziato, come il comitato è sempre stato autofinanziato, non ha mai citato accettato finanziamenti esterni. Nessuna natura era di questo è stato un importante riconoscimento nel duemila duemila sei il primo numero, gli ultimi anni sei tu il direttore di questa negli ultimi due mesi, lui ad altro, vero? Eh sì, esos il comitato di redazione si incontra quasi quattordici venerdì per fare il sessantenne il sessantesimo numero. Grazie settantesimo numero che ci sarà un po' il rallentamento probabilmente anche perché l'impegno amministrativo ci ha in qualche modo ri abbiamo dovuto riposizionarsi rispetto agli impegni anche di prima. Adesso non so, forse uscirà. Ma scusa, ma assolutamente non diventa ancora più importante perché la cosa rimanga spessissimo le amministrazioni quando fa qualcosa di buono da dire alle persone che abbiamo un giornale. Il comune è un giornale che ricorda informa che adesso scriviamo noi. È così che siamo arrivati in forma. Guarda che è un mensile c'e' un mensile e che dà informazioni che questa volta cominciamo a mettere informazioni che penso siano più interessanti e non soltanto vedi di insomma notizie auto celebrative sono bravo come bello, come abbiamo fatto l'intervista il professore figo che ti raccontano e per cui c' è già questa pubblicazione mensile che darà informazioni piu' dettagliate, anche più importanti. E poi privata informa che forma invece la newsletter di lato. La snake chiaramente avrà un ruolo un pochino più dire è un po' più da quello che ci stanno, un po' riflettendo. Per cui, insomma, anche questo fatto di insieme intendevo sul territorio l'informazione che il sito sia reati quasi mille, un milione e trecentomila contatti dio di sei sette anni. Il fatto che adesso è insomma una i risultati del duemila sette soprattutto questa cosa qui ha creato una riconoscibilità della nostra esperienza. Non può essere d'accordo o meno tutti quei cinque cinque anni di amministrazione, non solo soprattutto cinque anni di lavoro sul territorio per cui compagna, entrati tra lavoro istituzionale, territorio, ci ha aiutato anche proprio a è migliorare ancora di più. Insomma, le nostre capacità di progettazione e di valutazione stando opposizione si riusciva a influenzare. Sì, sì, abbiamo fatto centoquaranta nove interrogazioni. In cinque anni abbiamo presentato quasi quarantanove cinquanta, cento quarantasette interrogazione, quarantanove emozioni e proposte di delibere. Il cinquanta percento di queste sono state approvate. Questo vuol dire che almeno venti, venticinque proposte nostre sono state approvate. Purtroppo molte non state qua. Questo è però ci sono spiegarsi Vuole tutti gli attuali Si buon anno. Stavo riprendendo quello che non è stato fatto facile perché deliberato, per cui basta solo partire con le elezioni o anche solo la presenza derivata sostenibile ha fatto sì che i partiti tradizionali stessero alleata. Non facevano più i giochi che facevano prima si molto pressing, ma ripeto, con un atteggiamento di controllo, ma anche di proposta. Ce l'ho solo no, no, no, no. E voglio soltanto dimostrare che tu non sei capace di fare delle scelte sbagliate, ma anche di proposta, per cui no, questo ma si'. Questo perché ci vuole sempre, per cui costruttiva, come si dice, una opposizione costruttiva che questa roba ha dato problemi perché spesso consiglio comunale nel passato era veramente un notaio. Era finta era già tutto deciso. Se arriva, si alzava la mamma spesso e volentieri neanche così ieri sapevano bene. Stava votando per ora, così per cui è stata una così un ruolo nostro di rivitalizzazione dell'economia comunale in qualche modo impegnato anche chi chi non aveva intenzione di utilizzare una lei invece a questo tra l'altro ha creato parecchi problemi alla maggioranza e la maggioranza si sciolta per la maggioranza del Pd. La maggioranza siamo pd, questi italiani. Bene, sta parlando di mia figlia. Ti ho accolto dalle br, ce lo so, magari sa che posso dare grazie ciao ciao E per cui insomma, se ci sarà un Pd e un italiano che poi si sono formati in Sel e c'erano i moderati c'era una lista che legga il giornale che il Comune si é questa. Invece alle elezioni del Duemila dodici sono tutti sparpagliati, nel senso che ci erano moderati con Idv e Udc da parte il Pd, con nelle liste civiche e socialisti dall'altra parte e il Sel ecoM Sì, la federazione a sinistra con una lista civica acquistato, divisi per chiaro. Cosa ha fatto il gioco per noi? Perché è chiaro che sono stati anche se poi erano incompatibili, nel senso che non era possibile raccontare una nuova alleanza dopo tutto quello che era successo negli ultimi anni, in cui sono state molte diatribe in molti scontri, in molte differenze, molti passaggi, i consiglieri da un gruppo, un altro è stata proprio una difficoltà cresce che pensiamo che sia stata anche dovuta dalla nostra presenza e dalla nostra esigenza, che non ha fatto sconti, che poteva essere così non si può giustificare se non è ingiustificabile. Per cui tutto questo percorso impero ha permesso ai cittadini di valutare una trasparenza, infatti che vivono da soli, nonostante che molta gente che sei, soprattutto ci ha chiesto di mettersi insieme anche in modo insistente, eccetera. Il nostro è stato un laboratorio politico distante dai partiti con un'esperienza nuova andiamo fino in fondo. Quando concluse le elezioni, valuteremo se effettivamente i risultati erano quelli che aspettavamo oppure no per questo trofeo. E poi si è concluso questo laboratorio con l' atto finale di questa sorpresa che per noi era più o meno a sorpresa. Perché percezioni no, ma si ha la percezione che noi viviamo in un territorio, non siamo non chiediamo ai sondaggisti di dirci cosa pensa la gente siamo tra la gente per cui aspettavamo si, io io so quando siamo arrivati al ballottaggio si pensava a me, ma io che ho montato sì io al ballottaggio, peraltro con mille voti, con dieci punti di differenza dal Pd, per cui che era già un bel bella distacco. Ripeto, cioè la voglia di cambiamento. Ci avevamo voglia di componenti cittadini di scommettere e c' erano alternative. Come parla signore? Voglio dire, se è l'alternativa molta gente che non è andata a votare al primo turno dicendo giochino a destra a sinistra, quando ha visto che eravamo noi andiamo al ballottaggio per questo punto si è un po' rotto quel meccanismo, il solito meccanismo comincia a ritrovarli ai cittadini No tav si erano divisi tra il serio rivale nel momento in cui sono andati al ballottaggio le sere è rimasto fuori dai giochi, poi il tredici percento che ho preso il se lo eravamo io non l'ho visto poi c' erano questa percentuale dei cittadini che prima non sono andati a votare, non dice altro cosa andiamo a fare voti? Una moto l'altro? No, le cose non cambiano mai, visto che c' era la possibilità di cambiare e siamo andati in piu' che Padma, appunto, una volta accettato il rapporto con i grillini che si sono candidati si noi noi non siamo grillini, sia quello che aveva già il grillino. Che appunto capire quando lei abbiamo qua nel senso che sono presenti. Loro è hanno fatto tesoro della nostra esperienza. Loro sono nati dopo, imita con tanti. Dopo sono su una arrivata? No, perché in qualche modo il nostro comitato ha attratto tutta una serie di persone che erano nell'area della prossima esatto, per cui avevano già un luogo. È un'appartenenza un punto di riferimento su cui poter lavorare, per cui non è mai nato. Metà in arrivo, per esempio. Non è un paese qui vicino. E allora esempio sull'esperienza dell'unità di Rivoli. Anche su Torino siamo attaccati a Torino. Questa esperienza ha fatto riferimento alla nostra esperienza, per cui già all'inizio ci hanno chiesto, anzi li abbiamo aiutati. Per esempio è stata l'elezione. Arrivai due anni dopo, nel duemila nove. Ci ha chiesto come abbiamo fatto la lista da dargli una mano proprio dal punto di vista della a seguire sono tutte le procedure per e poi consiglia anche per la campagna elettorale. E noi ci siamo prestati, arrivato la serata, nel senso che noi abbiamo un buon rapporto con loro perché loro hanno nelle loro carta il documento fondativo e nel loro programma una serie di temi molto vicini a noi. Discorso dell'ambiente l'energia dei rifiuti, acqua sulla tavola stava siamo proprio assolutamente in linea e anche chiaramente la critica un sistema partitocratico, non cosa che mi differenzia, ci differenzia. Il fatto che noi abbiamo è un'esperienza che è meno etichettata, medicata di loro, nel senso che il nostro penso elettorato non ha delle appartenenze né biologiche neanche di come si riparte. Non so come dire. Non molta gente che aveva votato le politiche di centrodestra ha votato anche noi, per esempio. Non che noi lavoriamo molto così contenuti e sui metodi e sui principi, non tanto sulle appartenenze. Loro sono un po' targati perché con l'esperienza di grillo, con la presenza di Grillo hanno una caratterizzazione molto, molto forte al di là del fatto di quello che dicono spesso delle persone non condividono l'atteggiamento di Grillo questo atteggiamento, eccetera eccetera queste polemiche continua questa allontana mi ha detto abbiamo fatto un conto se vuoi un po' cinico, io questo diciannove percento nel duemila nove nel duemila dieci anni regionali la prima volta si prendeva arrivata, ha preso il sette percio'. Noi tra l'altro abbiamo appoggiato in modo esterno, nel senso che loro hanno fatto un volantino dicendo noi che siamo vicini e a riconosciamo esponenti sostenibile. Ci presentiamo alle regionali anche con una serie di temi vicino realtà stende. Così ha annunciato che non si è mai spesa in campagna elettorale, oltre quelle locali in cui c'. Era questo che volevo chiederti proprio questo sulle regioni, perché poi rapporto con la regione, comunque maggiore importanza eccetera. Quindi vuoi da quel punto di vista non avete no candidati, ovviamente, perché che lasciano una poi avuto l'esperienza di punti diversi. Abbiamo fatto un'esperienza di collegamento allargato oltre la nostra realtà. L'esperienza di Nick diverse è partito da questo coordinamento provinciale di liste civiche del torinese. Vabbè, poi è andata com'è andata, però noi abbiamo cercato però sempre riuscendo dal discorso del appiattirsi sull'esperienza mettiamo insieme l'esperienza e creiamo una esperienza nuova. Non so come dire un'identità nuova no. Poi ognuno ha la sua identità. Però comunque il discorso che nel duemila dieci appunto che quest'esperienza chiaro ho fatto una serata anche qui non ci eravamo anche noi personalmente il momento sicuramente siamo più interessati. Le esperienze dei cinque stelle rispetto agli altri partiti si presentano alle regionali. Detto questo, ripeto, i rapporti sono stati buoni. Ci sono due consiglieri regionali qui, facciamo riferimento e c'è una buona collaborazione nel duemila dodici. Andiamo allora ha detto che facciamo a ribalta? Noi abbiamo intenzione di fare quello che voi ritenete più utile affinché non ci siano effetti boomerang. Questo è se ci vediamo noi il contrasto disastro. Se viviamo in coalizione ha senso in quelle condizioni con loro, con volti. Allora vedete senti di fare una cosa, fate una per una serie di incontri, contattando i vostri, le varie mailing list del sito, dei cinque stelle, eccetera che quelli che abitano arrivata. Fate queste invito e vedete se ci sono delle persone interessate. Ha fatto questi incontri e ci erano pochissime persone. Parlo di tre, quattro, cinque persone al massimo Si' che tra l'altro non lo conosciamo molto bene. La nostra esperienza comunque, alla fine non era neanche i numeri per fare esperienza. Perché hai detto questo? Noi abbiamo valutato che anche guardando i numeri diciannove percento, sette percento gli agricolo dodici percento. Cosa ha votato la regionale? No. Per cui vuol dire che alcuni non erano così interessati a per evitare, ripeto, gli effetti non positivi, eccetera. E allora ho detto va benissimo, appoggiamo all'esterno. Ho fatto anche una sera di promozione al fosso a sostegno della serata. È andata bene così, adesso vediamo cosa spiegheranno le politiche. Comunque il lato positivo del Movimento cinque stelle che non è Grillo no, che comunque loro non accettano finanziamenti, loro si autofinanziano un po' come noi e poi i due consiglieri regionali si sono ridotti lo stipendio. Quindi? Quindi oggi Davide Bono prende euro al mese, arresto in un fondo in cui progetti importanti tra loro diecimila no si no letti sono solo novemila novemila euro. Trota che lui ha detto che lui ha detto che lui ha detto lei ha detto ha detto mila duecento euro mercato. Ma partiamo quello che serve per vivere e poi comunque al livello a livello. Poi gruppo consigliare regionale che anche in Romagna hanno deciso di non hanno restituito i finanziamenti, il rimborso elettorale. Qui si parlava di quasi un milione milioni di euro. I dati insomma. Poi sai. Poi comunque era messa in crisi questo atteggiamento perché al di là delle parole, ci sono anche esempi che dicono insomma kucka libero abbiamo un buon rapporto, insomma ci dispiace staccherei che sta succedendo? Aspetta che un attacco preciso di chi comincia a dare molto fastidio che i sondaggi al diciotto percento. Non è chiaro che bisogna partire alla nostra tavola, no, ma che quello che mi dispiace è che gli altri che alla fine non puoi rispondere. In questo modo Grillo sta facendo il gioco degli altri. Così il giorno di chi, in modo scientifico ha cominciato ad attaccare la credibilità del movimento cercando di mettere in difficoltà perché sono pericolosi tutti insieme, si mette insieme con tutti gli organi di informazione veramente collegati e cos'è successo successo che hanno secondo me sono caduti in una trappola, tranquillamente fa via non so questa roba qui cosa sta cosa che però ci ha ragione Marta. La democrazia interna é poi il motivo è Grillo dice io non posso dare democrazia in situazioni che non sono in qualche modo garantite, perché nei meetup e cinque stelle può arrivare un pò di tutto. Certo che c' è l'unificazione, però insomma si' si' si salta sempre sul carro del vincitore. Si sa che se questa roba arriva di tutto di più dice se non ci sono dei metodi di controllo o sono io che dico così, questo no. Altrimenti si rischia il marasma. Per cui nella fase di avvio é chiaro che c'è bisogno di essere un po'. Come dire attenti e rispondere a eventuali strumentalizzazioni che però a un certo punto, quando si dice bene, facciamo un incontro per capire loro di mettere in piedi una struttura più democratica, che permette un congresso anche noi, che per superare la fase di inizio e la risposta è fuori Tavolazzi, perché si è permesso questa roba qui è chiaro che comincia a essere un po'. Difficile poi questa figura di Casaleggio che molto ambiguo, non si capisce bene. Insomma mi rendo conto che é su questa loro nervo scoperto sono arrivati e che questi attacchi dove vuoi io penso che Grillo servito molto per dare visibilità al Movimento, però adesso dovrebbe fare un passo avanti, ma non ancora non ancora una struttura no, non si è ancora È vero che se viene, se manca Grillo, lui deve lavorare perché si crei davvero le condizioni perché il movimento possa crescere e lavorare in modo più autonomo, appunto adesso. Le condizioni però deve crearle e non so se sta lavorando per crearle. Non so. Comunque adesso questo è tutto questo. E poi siamo arrivati qui a governare, capito? Qui adesso il gioco si fa duro. Cosa fuori e dire tante belle parole, tanti progetti dei principi e poi arrivi qui e dici il mondo, il mondo reale, il municipio l'amministrazione reale in cui tu vieni paracadutato da un voto popolare, ti fa ritrovare in una situazione in progress. Fosse già in consiglio, però una scioccante l'impatto è scioccante perché tu sei in opposizione, vedi le verifiche e controlli, ma non conosce tutti i meccanismi di gestione, di realizzazione, di dinamiche cosa non possiamo, anzi spesso sono delle grandi, non la raccontano. Se va bene, scopri tu. Io vengo qui e scopro che sono undici cause legali, alcune molte molto antiche e molto pesanti. Ci parliamo di milioni di soldi che cause che mettono in gioco milioni di euro. É chiaro che tu arrivi poi anche in qualche modo prima percepire che ci forma quando vedi direttamente di cosa devi occuparti, perché sono cose che ti ritrovi, per cui non a lavagna da cancellare. C' è una serie di di i dati che devi cercare di migliorare, ma è tutta una situazione in cui tu devi prendere conoscenza tra l'altro a trecentosessanta gradi, perquisito, contenuto di saper tutto, di tutto. Perché non è che poi in una situazione in cui c'è una discontinuità totale rispetto al passato, per cui nessun passaggio di consegne, nessuno per lui perché ho evitati, impara da solo e con una situazione anche una modalità di lavoro che dal nostro punto di vista non è quello più efficace, efficiente, possibile. Per cui una serie di difficoltà e tra l'altro arrivo da un'esperienza professionale, da comunale vero comunità di tutto, ancora il Comune di Torino, perché sono le aspettative e so bene come sono le dinamiche che hanno ora e ho visto che qui purtroppo sì, per ripercuotono una serie di dinamiche che massimo vuol dire difficoltà di rapporto tra uffici, un lavoro molto slegato, un rimbalzo, un ping pong tra tra varie responsabilità. Una situazione che non è al massimo tra l'altro la situazione tra l'altro che da punti stanchi del bilancio ci sono esagerate, molto peggiore da parte di stabilità spending review a tutta una serie di diminuzione dei trasferimenti statali agli enti locali. Una serie di dire di condizioni poste, obblighi a cui non puoi derogare investimenti e ci mette la base in ginocchio. Però così si è arrivati a questo momento non possiamo aumentare il personale, tutta una serie di vincoli che ci e poi insomma, e poi una resistenza al cambiamento che è psicologica che umana, per cui quando uno deve cambiare sono stato a scuola si' dopo fatica è un po' la paura. Intanto dove andiamo a finire il buio? Dall'altra parte la fatica della macchina, diciamo. Quindi cosa può farci adesso che riuscirete comunque a fare quello che avevo messo in programma? Oppure queste novità vi bloccano? Qualche volta ce l'avevo, anche perchè tu devi pensare una grandissima parte delle entrate dei comuni sono dovuti, degli oneri di urbanizzazione ti permettono di fare lavori pubblici un'altra scelta di consumo zero del territorio in guerra. Un paesino piccolino puoi già ventimila abitanti già rotto con un piano lavoratore che ci troviamo a tra l'altro approvato dalla regione un anno fa soltanto, per cui che aumenta da a abitati settemila abitanti più la prospettiva con un trend tra l'altro di crescita nostro trenta di circa, neanche duemila abitanti ogni del decennio per cui ho fatto un progetto che realizzare ci vogliono almeno quarant'anni, per cui uno strumento urbanistico comunque ci ci vincola perché è stato approvato con l'idea invece di stop al consumo del territorio su cui sta lavorando, perché facciamo tutti una revisione che sta facendo una serie di qua dobbiamo bloccare una parte si per sbloccare, però non si può dire zero. Io nuovo sindaco un nuovo piano regolatore non si può, non si può perché ci sono diritti acquisiti. A Roma ci sono ci sono dei proprietari che hanno già definito investito e quello è diventa area residenziale. Per cui tu con la prossima del piano hai diritto alla edificazione. Se tu hai già fatto una serie di passaggi, se non hai fatto alcuni passaggi io posso sbloccare per quello che dico la parte si può bloccare una racconti l'esperienza della chiesa di pasta, no? Sì, beh, poi certamente esempio ha fatto una scelta dissennata, un edificio religioso, una frazione nostra. Il parroco chiede di costruire una chiesa, si dà la possibilità di fare questo spostamento. Questa parte area dove c'è l'edificio religioso che sarà dismesso, viene trasformata dai servizi a residenziale in modo da poter portare un palazzo di sei piani per cui acquisire, speculare sul fatto che questa nuova destinazione d'uso per poi avere un'entrata migliori trecentomila da parte del proprietario della. Su questa roba qui non l'ho approvato in consiglio, non abbiamo abbiamo taco contro la prima cosa che abbiamo fatto non sono arrivati e di bloccare l'operazione lì. E questo è stato possibile perché questa è una variante anteriore, non era nel piano, ma è una variante successiva. È questo che mi hanno fatto così altre operazioni. Stiamo facendo ad esempio incontri con l'impero imprenditori di è convincere che non costruiamo un nuovo questo problema, quello che esiste facciamo un patto, una struttura, nessuno europea quindi per il comune stesso sì, anche se noi vorremmo adesso fare una variazione massimi oneri sul nuovo mimi mimi oneri sulle ristrutturazioni proprio per dare la possibilità a chi ristruttura di pagare meno il minimo. Chi invece vuol far nuovo perché ha diritto a farlo al massimo. Che però che il prossimo sindaco però poi dice vai certo, lei difende l'ultimo giorno hai cambiato no. Vedremo dunque per adesso cosa è questo, che poi comunque molti soldi non arriveranno. Quest'anno c' era una previsione di quasi milioni di oneri, un qualche già operazioni abbiamo fatto noi. Insomma, se va bene entreranno milioni e cinquecentomila, per cui il cinquanta percento poi il prossimo anno ancora di me. Però questo vuol dire che è tutta una serie di operazioni che vorremmo fare. Per esempio questa edificio religioso. Vorremmo acquistarlo a noi, metterlo a posto per fare un centro sociale della frazione che non ha, è chiaro che vuole i soldi, ci vogliono soldi per gli investimenti e cose, altre rotture che vogliamo. Quindi si innamorerà mica vorremmo risistemarla metterlo insomma nuovo ci vuole investimenti per cui i soldi di organizzazioni mondiali insomma, per cui è tutto un equilibrio del mestiere da dietro in piedi non vuol dire basta stop. E poi dopo che poi per cui trovare altre forze. Ma questa cosa sì, lo sapevamo che avete immaginato, dove avevamo pensato di lavorare molto di più sulla partecipazione ai bandi regionali europei. Sicuramente la possibilità di fare progetti da proporre alla alla popolazione, attraverso poi una raccolta anche finanziamenti, donazione popolare su progetti che interessano la collettività, la riduzione di una serie di spese che dal nostro punto di vista possono essere razionalizzate, lavorando soprattutto sui consumi energetici e statutariamente, eccetera. Su quella roba lì. Il piano é che devi trovare lavorare anche meglio su cinque per mille, per esempio insieme ai lavoratori che c'e'. Un altro esempio sullo stop alla cementificazione. Il comune derivante proprietario di un terreno, gli uccellini fabbricabile. Il valore è quattro centosettanta, una parte che non vendiamo perché non venga cementificata. Quindi la finiamo. Però non possiamo. Quindi sono tutte le cose che ci penalizzano. No, noi siamo coscienti e stiamo prendendo le misure. Sembrano le misure per cui è però siamo siamo abbastanza convinti che siamo incontro con Renzi. Controtendenza, Cosa? Avete vinto le elezioni? Come scusa? Un attimo, ehm coherent Noi siamo qui che siamo stati coerenti. Noi per dieci anni abbiamo detto abbiamo imboccato una strada che senza fare compromessi, ma forse la coerenza è stata creata. La nostra ero anche rappresentanti di questo territorio. Parliamo. La gente é sicuramente a livello di relazioni. Noi chiedevamo questo livello di proposte quali sono? Abbiamo un ambiente ambiente, no alla cementificazione che che il direttore sono queste vedere che abbiamo scelto persone che spesso in realtà, anche quando ci sono amministratori nominati, hanno detto che la popolazione sia sensibile a quei temi. Specie mi chiedevo, secondo Renzi l'abbia fatta il Tav. E questa questa questione del Tav molto sentita. E quindi anche le persone non politicamente attivo comunque che sono sfiduciati ci secondo me su questa questione invece hanno fatto la differenza, anche perché la passa dove ci sono delle ville della ville passa, dove cioè la birreria che lavorano. Diciotto persone all'interno quindi devono saranno. Paradossalmente però non avete il potere. Abbiamo potere, ma possiamo metterci attraverso, questo è sicuro. E certo si chiamano le barriere di carta, le barriere di carta per cui i ricorsi al Tar eccetera eccetera. Cosa appunto la la la comunità montana Valsusa ha gia', ha ha gia' tutto. Un pool di avvocati, per esempio, sta facendo ricorsi, eccetera. Quindi puoi cominciare a mettersi di traverso, rallentare, di comprare i terreni per denunciare una serie di balle che ci raccontano perché quando vai in regione, ehm virano ci racconta delle balle e noi dimostriamo che sono balle. Poi denunciamo le balle per cui anche la gente comincia a dire ma come? Ci raccontano delle cose. Ma non è così, come il tg ha detto No, faccio vedere che non è così che hanno raccontato delle balle e non solo, ma già in passato tutta una lista di cose, di promesse di garanzia, eccetera, che non sono mai state attuate. Ora allora, a questo punto che anche detto siete non siete più credibili quando non è più credibile non c'è più fiducia. Un certo stima sta davvero prendendo in giro, perché anche loro però io penso per darti la risposta. E poi però io purtroppo devo andare a una riunione. Però secondo me c'è una serie di elementi che hanno portato alla nostra nostra vittoria. Sono forse alcuni piu' accentuati, altre meno. Io penso che sono varie certo che il fatto che noi ci siamo molto concentrati sulla tutela la cura del nostro territorio è stata vincente perché i cittadini no. Non mi piace rimasta questa questa problemi molte case, pochissimi servizi, poca cura il territorio della strada, dannazione, deviare delle aree verdi, eccetera. Il fatto che qualcuno prenda a cuore e lui mi ha detto basta con le grandi opere, piccole opere, ma tanta, tanta manutenzione. Questo principio lo dice anche il mercato, sempre nel suo libro trovare oggi questo. Noi dobbiamo mantenere quello che ci abbiamo migliorare, quello che già non possiamo continuare a costruire e dimenticare e andare a far marcire le cose che abbiamo. Questa cosa, la gente l'ha capito, ha un altro elemento. È sicuramente la nostra coerenza. Come dicevo prima tenacia e volontà nel tempo. Ma coerenza quale vedo le cose le abbiamo fatte nel nostro piccolo ha sempre fatto ce l'abbiamo fatta. Mi ha spiegato perché che al di là della nostra volontà, un altro elemento è stato che noi siamo stati, si protesta. Ma a fianco della protesta protesta la proposta per cui no, questo ma sia questo per cui è importante quel dottore adesso è quello più importante, è sicuramente quella di ricostruire la fiducia tra cittadini politica, perché basta stati presi in giro in tutti i modi e il fatto di fare invece un'attenzione particolare ascolto e risposta e soluzione di una serie di problemi. E questo è importante. La gente si sentiva non solo e non si risolvevano i problemi, ma si sentiva presa in giro. Il fatto che la politica pensa solo ai loro interessi dei cittadini non frega niente, non è servizio, solo comitato d'affari questo vogliamo recuperare uno stile. Questo è uno di noi, no? Per cui molto ascolto i collaboratori che hanno questo ruolo dall'altra parte. Vorremmo ricostruire il senso di comunità, il fatto che non abbiamo lanciato questa nuova campagna che si chiama cittadini per una rivolta migliore che vuol dire tutti insieme, volontariato civico sostanzialmente e tutti insieme possiamo ognuno dando la propria piccola disponibilità, lavorare per una realtà migliore, ma non solo per lavorare, ma anche per decidere insieme come la ribalta migliore, per cui spazi decisione, spazio, deviazione di realizzazione e anche di controllo. E questa è un'altra idea. Ma la comunità si sente partecipe e non solo perché faceva una festa di piazza, ma perché si sente è investita, protagonista coinvolta in un meccanismo di decisione e di realizzazione. Però tutti non bisogna solo dire non va bene, questo non va bene l'altro si potrebbe fare così. Ognuno però deve darci dare anche del suo tempo. Questo è il principio tutti quanti stiamo per cui la ricostruzione della comunità l'altra la difesa del territorio l'importante è che non ho proprio nel discorso della sostenibilità non sperperi. Abbiamo le nostre risorse naturali, non consumiamo i nostri territori, non dimentichiamo anche i nostri gioielli tra virgolette, per migliorare la nostra situazione, di difenderla da alcune attacchi, aggressioni pesanti come il discorso dell'alta velocità qui questi sono i tre punti di riferimento e difendere il territorio delle riduzioni, appunto. E le suole quasi sempre filo e noi i primi cento giorni. E poi ti do il comunicato stampa se vuoi che abbiamo fatto per cento giorni vedi dici questi tre aspetti sono tutti e tre messi in. Sono tre aspetti che noi cerchiamo di è riempire con azioni concrete. Bisogna solo di queste cose che noi ogni cosa che facciamo una cosa abbiamo come punto di riferimento questo questo, questo obiettivo e su quello che se facciamo anche meno cose oppure con più lentezza però deve sempre andare in quella direzione per cui abbiamo una specie di un piccolo, come dire un piccolo vangelo che dice Questa è la strada, é un idiota che fai una cosa, sai verifica che va in quella direzione, per cui le privazioni che poi appunto ti posso dare sub stanno dando queste elezioni e mi sembra che i cittadini un po' ci sta riconoscendo questo impegno e questa fatica e sapendo che che i problemi erano tanti e sono stati informati spesso malamente perché fatto cadere il livello di fiducia. E questo secondo me è tutta una serie di tutta questa serie. Insomma di condizioni hanno portato poi l'altra condizione certo che sulla sinistra ci sono sbarcati. Comincia domani. Poi purtroppo devo andare a mangiare perché le due e mezza arrivano i nuovi dirigenti scolastici di ruolo finalmente cresciuto sempre tutte le chiacchierate su questo la sono dieci undici anni che va avanti questa esperienza, la più grande difficoltà che ha incontrato e cosa invece il cambiamento l'esperienza dice la difficoltà nello spettro di attività. Questo qual è stata la cosa piu' grande difficoltà che non ti aspettavi qual'è dopo undici anni di lavoro. Perché il cambiamento che cosa? La difficoltà dopo undici anni di lavoro. Ma le difficoltà adesso maniera scommetto non era una difficoltà, è una scommessa. È quello di tenere in piedi l'esperienza, arrivano sostenibile. Non dobbiamo essere appagati. Non abbiamo raggiunto l'obiettivo. Siamo partiti per un grande obiettivo di dimostrare in cinque anni che è possibile governare diversamente per un'altra politica a livello locale. Questo è e noi questa è tutta la scommessa è la sfida è questa. Noi abbiamo visto vinceremo. Questa sfida fra cinque anni ha dimostrato che davvero concretamente c'è un'alternativa rispetto al solito modo di amministrare una città per cui tenere in piedi il comitato, molti tenere le motivazioni, aumentare anche la partecipazione di molti cittadini anche su questo successo. Voglio insomma di spendersi perché funziona. Allora è un po', un po' San Tommaso, ma quello che adesso però ho capito che anch'io mi spendo. Per cui la sfida adesso è questa tenere in piedi l'esperienza fatta anche a maturare anche riposizionare la perché non solo diverso dal passato e poi in questi cinque anni, realizzare nello stile, nei metodi e non solo nei risultati, un nuovo modo di chi governa il cambiamento. È stato un cambiamento personale, perché io ho visto in questi anni tante persone trasformarsi in meglio, ma dal mio punto di vista non è che siamo qui e siamo il gruppo di come dire di auto come si chiamano, oppure la sai quei gruppi di riflessione è profondo come ciò che io ho visto. Delle persone che so sono cambiati, sono cresciuti, hanno acquistato molte sensibilità e grandi consapevolezze. Anche gente, ripeto, hanno capito che la politica è questa roba qui, cioè che io conto all'interno della vita e del futuro della mia città e io sono un elemento importante che se non ci sono il cambiamento non sarà come io spero sia, questo è per voi. Questo è il soffocamento delle persone. Poi c'è anche un cambiamento dal punto di vista proprio della percezione dei cittadini su film. Un cambiamento che ha in qualche modo ehm eh ha sconfitto la rassegnazione solo per dire sconfitto la rassegnazione perché è gente che diceva non è possibile, ormai così non c' è nessuna speranza. Ha capito che ci sono e questo la ha riempito di nuova fiducia. E questo è stato di nuovo gente che generano tanta la politica schifate, eccetera. Delusa che è ritornata dicendo Sto pensando un rosario vista per esempio, era stato addirittura segretario dei Ds negli anni novanta. No, adesso fa il cambiamento, è stato questo. Poi il cambiamento è sicuramente che abbiamo visto e delle sensibilità anche in modo generale, alcuni temi su appunto sulla sostenibilità, energia, rifiuti, eccetera. Che nei dieci anni fa erano in cui consumismo sfrenato tanto possiamo la possibilità di avere risorse infinite, sperperato quanto vogliamo questi temi pian piano, anche grazie all'azione nostra che sta passando anche a livelli più alti, anche grazie appunto riviste al lavoro vostro di questi anni. Questo abbiamo visto questo. Il cambiamento di sensibilità e di attenzione, di consapevolezza, anche in modo generalizzato, non soltanto di quelli che si impegnano. E questo ci aiuta perché non sono stupidaggini, ma sono importanti. Sono pronti. Insomma, questa possa essere una cosa. Magari possiamo continuare dopo che Maria grazia dieci minuti devo andare a mangiare. Cosa fate adesso? Andate via subito! Io volevo solo fare un esempio perché me ne sto occupando adesso? No? Come si può risolvere un problema a costo zero? Tramite internet ho scoperto che a vostra che è un comune di Ancona, m hanno fatto un bando. Questo è nel febbraio di Quest'anno, dove danno le opportunità ai cittadini di scendere nei letti dei fiumi e appropriarsi della legna che è gradita. Come voi sapete, no, durante gli anni gli alberi cadevano i fiumi. Quando arriva la piena questi alberi vanno a finire contro dei ponti che formano dei tappi. E poi ce la famosa alluvione. Noi pensiamo di seguire questa strada e quindi dare opportunità ai cittadini. Chi vuole non con loro, molto simile ad scendere nel fiume, tagliarsi gli alberi, portarseli via a costo zero. Questa è una delle tante cose che faremo. Ha firmato, ma tutti devono chiedere in quale è stata la più grande difficoltà di questi anni. Invece cos'è il cambiamento. Per te il cambiamento è un sogno che coltivo da anni, che si è liberato è non è tutto positivo, è perché io e lei lo sa. Io sono un pensionato e quindi sono la persona più conosciuta in ribalta. E quindi io quando mi muovo trovo decine e decine di cittadini. Mi dico a questo problema io ti ho votato ha detto Perché così no? E adesso tu devi risolverlo questo problema. Quindi sono tre mesi che noi amministriamo. Rivalta. Ma è dura, ragazzi, perché non ti danno la possibilità di aspettare anni. Lo vogliono subito. Ognuno ha il suo problema, vuoi le vuole, vuole risolto subito, no? Che poi i problemi piccoli che sono belli, che diceva Mauro, che noi dovremmo risolvere, Purtroppo anche Angela puo' dirlo Ci siamo trovati davanti a una macchina che no che non gira. Noi siamo molto capisce di essere vi faccio alcuni esempi. No, ti ho fatto vedere i gradini questa mattina nel centro storico hanno fatto dei lavori, hanno tolto tre gradini. Questa signora si deve accedere alla sua proprietà. Deve fare un salto di mezzo metro. Questo è? Devo fare il nome? No, questo è l'ufficio tecnico che che funziona in questo modo. Io sono andato da l'assessore preposto. M'ha detto. Digli che faccia denuncia ai carabinieri che denuncia ai carabinieri. Li imbocca una strada che non va da nessuna parte. Adesso aspetto il tecnico che arriva arriverà al ventiquattro perché in ferie andrò da Louis e poi lui mi mi dà delle risposte. Andro' Mauro Un'altra. Cosa? La bacheca che era in centro. Dov'é affliggevano i manifesti dei morti. Hanno fatto dei lavori l'hanno tolta. Ma non l'hanno rimessa? No, tu pensi che sia una cosa automatica? No. Se tolgono un servizio, lo rimettono. No? Vai a vedere chi l'ha tolta la dieta appaltatrice dei cantonieri? No, mi sono informato. Sono arrivati i cantonieri. Dov'è la bacheca l'abbiamo buttata via perché era malmessa. Va bene, vado all'ufficio tecnico. Gli chiedo chi deve riordinare la Non siamo noi all'ufficio tributi. Vado all'ufficio tributi. Gli spiego tutta la faccenda. L'impiegata mi guarda e mi dice Non ci sono i soldi, è finito. Ma perché non ci sono i soldi e tu mi fai ostruzionismo, capisci? E poi ci sono decine e decine di esempi che io potrei fare non lo so. Speriamo di riuscire a cambiare la macchina, di invogliare anche questa gente a lavorare. Non so se vi racconto l'ultima, poi lascio la parola a lei, io torno dalle ferie e mi trovo un'e-mail dove il segretario di un'associazione che tutela le persone handicappate mi dice sai senti, io conosco solo te, abbiamo questo problema una famiglia nostra associata gli è morta la figlia di Carlo e il marito va in comune per avere un loculo basso e gli hanno detto che il regolamento non lo prevede perché il comune vende i loculi strisce, quindi cielo quarto piano è andato a quello del quarto piano, vedi tu se vuoi fare qualcosa. Il problema è che è vero che questo regolamento che adesso cambieremo però ogni persona che manca no, è un problema se questa signora che è morta di cancro a una sorella, c'e' una cerebrolesa e vivere su una carrozzina a rotelle. Quindi in questo caso tu devi intervenire in modo che la sorella quando va a trovare la sorella defunta possa No, non è la sua. Il marito di questa defunta è andato a parlare con una nostra dirigente che la dottoressa Minetti, che non la cagata. Ho detto no, cioè questo regolamento non si può fare nulla. Io credo dalle ferie, vengo da Mauro, no? E Mauro mi dà l'opportunità di spostare il feretro del quarto piano al secondo piano perché è subentrato questo problema della della sorella handicappata. Però il regolamento cosa dice? Che se io compro un loculo é al quarto piano, costa milleduecento euro e lo lascio entro due anni il comune mi rimborsa il trenta per cento della cifra, quindi lui quattro giorni prima compra un loculo che non vuole imposto dal comune e quattro giorni dopo perde il settanta per cento del suo valore. In più deve pagare in pieno il logo del secondo piano che costa tremila euro. Sono andati via incazzati neri e poi io vado dal dottor Malacarne che quel signore che è entrato nell'ufficio di colleghi lui ha trovato la soluzione. Vedi che se uno si interessa trova le soluzioni. Ma detto, visto che sono passati quattro giorni, facciamo finta che la pratica sia diretta, che questi signori hanno dato un acconto. Quindi milleduecento euro l'acconto no e pagano solo piu' la differenza. Quindi euro. Così è stato mauro accettato così è stato e questi signori, sono felicissimo. Voglio dirvi, capisci l'importante è che se questo dirigente del comune no faceva accomodare questo signore che aveva perso la moglie di cancro. Quindi non non è che questo signore era proprio lucido in quel momento no? Poteva anche essere un po', è giusto. Lo faceva accomodare nel suo ufficio e capiva il suo problema. Non si faceva tutto questo questo è quello. Il problema è che qui abbiamo impiegati che lavorano bene, ma abbiamo anche impiegati che lavorano male e non solo gli impiegati, anche i più recenti. No, prego che che che rispondo alle tue due domande, la difficoltà e io mi sono impegnata in questo gruppo che conosco ormai da tanti anni, che abbiamo fatto anche tanti progetti insieme, perché faccio parte anche di altre associazioni. La difficoltà è far riprendere un po', la fiducia del rapporto tra cittadini e amministrazione. E questa è una cosa che ho riscontrato in questi sei mesi, perché comunque c' è una completa sfiducia e c' è quel quell' idea di politico di una di una persona che si siede nella poltrona, si prende il suo bel. Insomma, il suo bello stipendio é praticamente kyo. Si chiude dentro il castello, eh? Secondo me questo è il cambiamento. Questi palazzi comunali dovrebbero aprire porte e finestre, lasciar cambiare aria e lasciar fluire l'energia di tutti i cittadini che si vogliono mettere a disposizione per migliorare il bene comune. E forse si può iniziare da questo. Eh sì, sì. Quello che ho notato adesso, collaborando con il sindaco in questa posizione di collaboratrice di diciamo di che? Di fare da tramite tra i cittadini per le segnalazioni delle di quello che non funziona a livello di manutenzione e gli uffici comunali. Ho notato questo che proprio c' è un muro tra quello che succede qui dentro e quelle che sono le richieste dei cittadini dalla piccola manutenzione legali. Insomma le palle grosse questioni. E secondo me il il cambiamento deriva proprio da questo parlare di più con i cittadini, perché magari i cittadini rompono le scatole, le rompono gratuitamente per chi lavora nel palazzo comunale, lavora con dei soldi pubblici, viene stipendiato con i soldi pubblici e questo è quindi è giusto che si mette anche a disposizione del cittadino. Secondo me la mia idea è questa sono io serie le lamentele più frequenti riguardano la manutenzione, diciamo del dell' ordine della polizia, il taglio erba, le strade che magari rotti i marciapiedi, le zone dove dove si dia la possibilità di camminare in sicurezza. Quindi marciapiedi con le ringhiere em la viabilità è passeggiare o andare in bici in sicurezza. Quindi il rallentatore velocità sono sono queste. E poi ci sono le grosse questioni che riguardano la mancanza di spazi pubblici per degli eventi, uno spazio polifunzionale, cinema, teatro. Anche dove dei punti dove si possa fare dello sport. Ecco, queste sono le grosse tematiche proposte. Si arrivano delle proposte e ha qualche cittadino si vuole mettere anche a disposizione per collaborare. Ne abbiamo ricevuti, abbiamo anche ricevuto dei cittadini qua in verrà appunto per discutere con loro e soprattutto tante richieste e tantissime richieste di persone che hanno già scritto, mandato, mail, sollecitato. Hanno protocollato delle lettere che però non hanno mai ottenuto risposta e allora si sono ripresentati con la nuova amministrazione nella speranza di ricevere delle risposte alle loro questioni, dopo che mi sono addirittura come la si'. No, é che un'esperienza di vita sostenibile si' si' noi è dunque personalmente io sono molto abitare vent'anni fa arrivata quando appunto è stato questo boom di costruzione di case, eh? E mi sono ritrovata insieme ad altre donne. Abbiamo anche fondato un movimento che si chiamava appunto donne in movimento e da lì sono partite anche dei piccoli che poi siamo diventati grandi progetti, come per esempio abbiamo fondato la banca del tempo che ancora esiste questo alla fine degli anni novanta e poi il gruppo d'acquisto solidale che si è ingrandito a dismisura. Adesso siamo più di ottanta famiglie, il gruppo di donne che poi appunto siamo partiti come donne in movimento e poi una parte si é interessata e beh, tra cui io e abbiamo fondato la banca del tempo un'altra parte ha incominciato a creare il gruppo d'acquisto via via. Insomma sono anche questi progetti, quindi all'interno poi questo bacino eh? Si era formato il gruppo anche di rivalta sostenibile e quindi tanti di noi sono convogliate nel gruppo. Quindi insomma, ci siamo ritrovati un po' nelle ad impegnarci in questa cosa. Quindi le donne sono presenti? Eh sì, ci sono solo due vero due accessori, cinque vice sindaco donna però nelle liste, comunque nelle liste civiche che abbiamo presentato c' era insomma buona presenza femminile, anche perché questo nuovo arrivo di tante famiglie nella questa zona nuova ha creato ha dato la vita un pool di bambini. Quindi siamo rincontrati incontrati nelle scuole, nelle varie attività e quindi la donna secondo me è stata molto presente nelle varie attività. Quindi che non avete messo in piedi si poi si attività del il pedibus che appunto quando inizia la bella stagione e al mattino o appunto alcune mamme, si sono date disponibili per accompagnare i bambini a scuola. Quindi insomma c' è stata una buona presenza. Io volevo dire solo due cose la prima è che negli ultimi vent'anni il comune di rivalta prendeva le opere di urbanizzazione e le spostava altrove dove abito io che hai visto un disastro strada rotta non c', è marciapiede, non c', è parcheggio. Sono undici anni che io ho pagato le opere di urbanizzazione, ma non le ha mai fatte, è quello. Già è già una cosa che noi ci troviamo. Le ville vive in queste condizioni sono tante un'altra. Cosa è che è arrivata? Cioè, forse cento strade private ad uso pubblico anche lì è un problema. Ora se la strada privata il comune non può intervenire, però i residenti vogliono che il comune intervenga anche perché alcune strade private ad uso pubblico sono asfaltate. Hanno le fogne l'eliminazione a spese del comune, altre no. Alcuni mesi fa Mauro, quando eravamo ancora opposizione, ha fatto un'interrogazione per capire quali sono i criteri no, che dicono questa strada va asfaltata e quella no. Gli hanno risposto il buonsenso, il buon senso. Ma non è così. Se tu vai a vedere dove ci gli amici degli amici le hanno asfaltate illuminate, hanno fatto le foglie dove non gli amici degli amici sono rimaste noi. Adesso andiamo in questa direzione. Visto? Perché la cittadinanza spinge no, su queste cose abbiamo trovato una soluzione che c' è la possibilità che i residenti di quella via parlo sempre di vie private ad uso pubblico fanno una donazione al comune, la regalano al comune dopo che il comune si fa carico, no, di asfaltare a fare il marciapiede, illuminarla. Quindi qui quindi noi siamo nella legalità in questo modo Ah, ancora un'altra cosa che mi sto occupando io adesso questo è di cervo le via Carignano trenta interno trent e adesso l'appuntamento con l'assessore mercoledì e con loro. Loro vogliono che vai a risolvere i problemi della strada, ma non deve entrare in casa loro perché tutti si sono aggiustati e la loro paura è quella che il comune, nel momento in cui interviene, no, va anche a controllare le porcate che hanno fatto. Adesso dovremo chiarirci anche su questo capitolo. Loro vogliono donarci la strada che noi l'ascoltiamo, gli facciamo i tombini perché adesso quando piove si forma un lago illuminazione. Ma non mi chiamo naso dentro alle loro perché tutti si sono aggiustati. Il problema deriva dal che non vogliono che entri, perché loro comunque hanno preso il costruttore a presentarsi un progetto costruito in altro modo. Segare Liu uno dei tre. Non ho capito perché dovrei. Perché dovrei? Perché loro chiedono l'abitabilità. Ah, quindi se vogliono l'abitabilità comune deve controllare. Hanno rinunciato alla voglia di imitare proprio ieri incontrando gli abusi e abusi. Esatto. Esatto. E non so come si può fare. Però tu capisci che vent'anni di una certa politica dove i costruttori facevano quello che volevano, presentavano un processo costruire un altro modo. Qui non vedevano nulla, ma non è colpa dell'ufficio tecnico era il politico che stoppa all'ufficio che e quindi noi ci troviamo in questa situazione che dobbiamo adesso risolvere, dare delle soluzioni, dare dei consigli no per riuscire a sanare tutte queste Ok, grazie, grazie mille dicevo le case, quando c' era poca energia, erano costruite in maniera da con la loro struttura da difendersi dagli effetti del clima e di e utilizzare sfruttare il massimo degli apporti gratuiti. Le case del Novecento fatte con criteri innovativi e non hanno questa capacità. Perché si è pensato di poter sostituire questa sapienza antica con delle protesi energetiche. Le case sono il principale elemento di mancanza di futuro perché consumano circa la metà di tutte le fonti fossili che importiamo. Le case vecchie non avevano i vetri semplici, i vetri, i doppi vetri prima e poi i doppi vetri evoluti hanno sono delle innovazioni che hanno piu' capacità dei cambiamenti che hanno più capacità di quello che c'era prima. Quindi dovrei piacere questa introdurre questa distinzione qualitativa. Che poi la stessa cosa quando dico siamo la decrescita non è la diminuzione del tout court del pil. Me scegliere cosa? Diminuire il lavoro non è un valore in sé stesso, ma è un valore quando diventa un lavoro utile é lo stesso anche questo discorso del cambiamento, cioè introdurre sempre elementi di valutazione qualitativa. Grazie si' il mio accento telecamera, diciamo come ehm intanto ovviamente diciamo diamo per acquisita collegati, crescere si' ce l'ho. Peraltro mi piacerebbe avere molte delle cose che tu il movimento dice Danny si stanno purtroppo avvelenando, non quelle che si proponevano perché non sono state a me. Andremo a parlare dall'altro sono state ascoltate, ma molti dei problemi che denunciava vi stanno diventando tristemente di attualità. Quindi come si sta attualizzando la proposta in pensione MDF Nel momento in cui la recessione che prima veniva paventata come noi mi ricordo, tu dicevi, bisogna scegliere tra la decrescita, recessione, recessione è arrivata quindi. Ma come si aggiorna al delle riflessioni su questa crisi che stiamo vivendo? A partire dalla differenza tra decrescita, recessione gli economisti non riescono a capire queste cose. Hanno una grossa difficoltà. Dicono che in un caso o nell'altro, insomma, è una maniera sono due parole per te lo stesso concetto diminuisce il pil e così via. Ma per capire la differenza che c'è tra decrescita, recessione faccio sempre un esempio o se ho davanti a me due persone che non mangiano apparentemente pensa che sia la stessa cosa, ma una delle due non mangia perché non ha da mangiare l'altro formaggio, perché può fare una dieta. Ne fanno un sonno apparentemente la stessa cosa. Sostanzialmente sono sono due cose completamente diverse. La prima persona che non mangia perché non ha da mangiare, non fa una scelta e sta peggio. La seconda che non mangia per fare una dieta, fa una scelta. La fa star meglio. Allora la recessione in una società fondata sulla crescita del prodotto interno lordo, è la negazione degli, del raggiungimento degli obiettivi. Credo tutta una serie di problemi. Se tutta la società organizzata per la crescita economia non cresce, sono tutte in difficoltà. Insomma, la principale di queste difficoltà è la disoccupazione, con tutto quello che comporta. Invece la decrescita non è là semplice diminuzione del Pil. Cioè non è che se noi ci limitassimo ad auspicare di mettere il segno meno davanti al Pil, quando gli altri voglio mettere il segno più non usciremo dalla logica quantitativa. Dobbiamo scegliere e decidere che cosa diminuire di produrre. La decrescita è una decrescita selettiva, è guidata e ragionata, finalizzata. Noi vogliamo che diminuiscano la produzione di merci che non sono bene e questo è l'elemento concettuale fondamentale su cui fondiamo la nostra teoria, che è diversa da altre persone che parlano di decrescita. Mi piaceva questa distinzione, ci sono delle merci che non hanno nessuna utilità, che non sono dei beni che fanno crescere il Pil, ma peggiorano le condizioni di vita, che sono degli sprechi di cibo, agli sprechi energetici, all'uso abnorme di medicine e altre cose di questo genere. Qui, sulla base di questa distinzione dal concetto di merci, il concetto di beni, noi diciamo che la causa della crisi che stiamo vivendo nella crescita e se la causa è la crescita non può essere la soluzione. Perché diciamo che la crescita? Perché in un sistema economico finalizzato alla crescita della produzione di merci le aziende devono farsi concorrenza tra di loro, investendo in tecnologie sempre più performanti, cioè in tecnologie che consentono nell'unità di tempo di fare sempre più cose con sempre meno persone. E se succede questo vuol dire che queste tecnologie aumentano l'offerta di merci e diminuiscono la domanda di merci. Perché se meno persone, ancora meno stipendi per poter comprare e si crea una sfasatura grave progressiva tra l'incremento, dell'offerta, si' la diminuzione della domanda, allora per far fronte a questa il divario si ricorre al debito. Il debito pubblico, debito privato. I debiti sono molto grandi e lo sappiamo se si sommano i debiti pubblici con i debiti privati. Tutti i paesi, più o meno hanno un debito pari al duecento percento del Pil. Ma nessuno che dica mai qual è la ragione di questi tipi di qui, perché si fanno? Si fanno per tenere alta la domanda e consentire di assorbire tutta quanta l'offerta. C' è una cassa di risparmio che ha una linea di credito alle famiglie che si intitola si chiama l'erba voglia che è quello di spingere le famiglie a comprare più di quello che possono ricorrendo al debito. Perché in questa maniera si tiene alta la domanda per cui siamo in questa situazione. Le politiche economiche tradizionali non sono in grado di risolvere la crisi, perché se si cerca di rilanciare la produzione bisogna aumentare la domanda. Siccome questa domanda, sostenuta in maniera sostanziale dal debito, bisogna buttare il tempo. Se si vuole ridurre il debito pubblico, diminuisce la domanda e si aggrava la crisi economica. Per cui questa situazione da cui non se ne esce, ma tant'è vero che a parte il fatto che oltre che parlare di crescita, poi dopo un anno di governo Monti non si vede niente da questo punto di vista e si vede soltanto che da una parte dico stiamo uscendo dal tunnel e dall'altra dicono per sistemare la faccenda bisogna passare attraverso una fase di crisi di aumento della recensione, poi vedremo i risultati successivamente. Questo poi viene in continuo rimandato. È stato un consigliere economico dell'ex presidente francese sarkozy che ha detto bisogna premere contemporaneamente sul pedale del freno e sul pedale dell'acceleratore che è una follia. Perché? Perché insomma se premo qual è il risultato di benzina? Non mi muovo proprio perché si sta fermo. Che lo faccia sta' fermo consumo benzina, brucio il rischio di bruciare il freno del motore e aumenta l'inquinamento. Ma diciamo se questa è la situazione. La strada da percorrere per superare la crisi è quella di trovare del denaro fresco per fare gli investimenti senza crescere dei beni pubblici cosiddetta parole sembra un'ovvietà e lo è anche. Ma come si fa a trovare del denaro fresco per fare questi investimenti senza crescere i debiti pubblici? L'unica strada è ridurre gli sprechi, questa è la. Ma quando parlo di ridurre gli sprechi non sto pensando a qualcosa come la spending review o cose di questo genere, perché l'eccesso di spesa pubblica che è una cosa sicuramente, insomma da da combattere. Però comporta, dal punto di vista macroeconomico, un aumento della domanda. Se si taglia la spesa pubblica si taglia la domanda se si taglia la mancia grave la crisi. È possibile trovare del denaro riducendo gli sprechi senza avere questo elemento, diciamo contraddittorio a capire che occorre andare a incidere nel punto in cui l'economia impatta con l'ambiente. Questo è un elemento che gli economisti non tengono in considerazione e quindi gli sprechi di risorse. Abbiamo delle case che consumano mediamente per il riscaldamento, il triplo delle peggiori case tedesche. Abbiamo un valore pari al del Pil di cibo che si butta. Se cominciassimo a ridurre questi sprechi, noi ricaveremo del denaro, libereremo del denaro con cui fare degli investimenti. E questi investimenti andrebbero fatti nelle tecnologie che consentono ridurre gli sprechi. Ci si dovrebbe mettere in moto un circolo virtuoso dell'economia nel momento in cui è si riduce l'impatto ambientale dell'attività umana. Secondo te questo circa questo? Il nostro circolo virtuoso può essere avviato dal basso, dai cittadini o una cosa che deve essere guidata da una classe politica. Allora io credo che bisogna fare tutte e due le cose. Partire sia dal basso, dalla classe politica e noi non siamo in grado di influire sulla classe politica dal basso. Siamo in grado di farlo, quindi sia lavorando sugli stili di vita, sia lavorando con le aziende che hanno certe tecnologie, sia lavorando con la politica a livello comunale al livello più basso istituzionale si possono fare delle cose. Una delle cose diciamo più interessanti è la costruzione l'avvio della costruzione, un rapporto molto positivo con alcuni settori industriali di piccole e medie industrie. C' è una rivista ufficiale della Confapi. Nel numero di dicembre aveva in copertina la scritta Crescita infinita, decrescita felice punto di domanda che non se ne padronali si ponga queste cose. Sei veramente un fatto molto importante e dopo un incontro che abbiamo fatto con imprenditori e solarexpo di Verona, ha ripreso il tema un'altra volta. Io adesso devo incontrarmi con la Confartigianato di Asolo Montebelluna, con cui abbiamo gia' fatto delle cose insieme, quest'estate un interesse forte in alcuni settori industriali e cosa recentissima, cioè un interesse forte da parte della Fiom. Delle cose diciamo sì, abbiamo avuto un incontro con Landini Airaudo. A primavera sono venuti a trovarci a Parma e lunedì scorso in questa settimana abbiamo partecipato alla festa della Fiom a Torino, prima nel pomeriggio con un seminario e la sera con un dibattito pubblico com'è stato. Allora c' è un'apertura molto forte perché cos'è che noi diciamo alla Fiom sulla base di questi ragionamenti fatti fino adesso che se l'obiettivo è quello di creare occupazione l'unica maniera di creare occupazione e creare occupazione utile, cioè per noi l'obiettivo non è creare occupazione, perché si può creare occupazione anche nelle fabbriche delle armi o in attività. Allora bisogna creare occupazione utile cioè nella riduzione degli sprechi, nello sviluppo delle tecnologie che aumentano l'efficienza in cui io sono le risorse eccetera. E questa occupazione utile è l'unica che può essere creata se non si introducono elementi di produzione qualitativa. Non è poi nell'occupazione nel fare non è possibile sviluppare occupazione, accrescere il numero degli occupati senti, ma in casi come quindi drammaticamente di attualità ultimamente della dell'ilva piuttosto che del cono dove avessi trovato, come purtroppo spesso accade in teoria, il dibattito tra lavoro e ambiente. Addirittura il governo interviene per a un certo punto, poi fatto marcia indietro per contro l'ilva cioè contro i magistrati che volevano chiudere l'ilva perché ora è chiaro che è un tema comunque spinoso, ma in questo caso qua per esempio, cosa si potrebbe fare nell'ottica della decrescita in un caso come l'ilva di Taranto? Allora nel caso come parlo prima dell'alcoa poi parla anche del libro il problema della Sardegna e del lavoro in sardegna non è l'alcoa all'alcol lavorano, non sono persone. Il problema la Sardegna è che un'isola di un'estensione piuttosto notevole, con un milione ottocentomila abitanti, quindi un numero ristretto di abitanti rispetto all'estensione con condizioni climatiche favorevoli straordinarie, produce soltanto il del cibo di maggior giudizio al bilancio. Questo è il problema. Devono far venire dal continente ll ottantacinque percento di quello che serve per il loro nutrimento. Se si puntasse a una autosufficienza alimentare e ha una autosufficienza energetica della sardegna, si creerebbero ben più posti di lavoro in attività utili. Non attività dannose, cioè questo l'elemento di fondo e adesso anche rispetto a Taranto. Tutte le industrie più inquinanti in assoluto sono stati invece in alcuni paesi del mezzogiorno, con alcune zone del mezzogiorno con con diciamo, il modello di sviluppo del mezzogiorno era questa qui pensate la fascia che va da siracusa a catania priolo. Sono venti chilometri di industrie delle più inquinanti assolute. Bene em Tommasi di Lampedusa, in un racconto che si intitola L'idea, sostiene che quello è il posto più bello della Sicilia. Era quindi queste cose qua il posto da curare il mare ha un colore navone che non si trova da nessuna altra parte. Si ha una vista dell'etna da cui si capisce per quale motivo gli dei abbiano scelto la Sicilia come terra per pascolare i loro armamenti nel posto piu' devastante Gela, la principale città della Magna Grecia a è un altro posto devastato Brindisi Taranto è Porto Torres. Tutte queste sono state poste le industrie più inquinanti in quelle situazioni. Perché, diciamo, è stata fatta un'operazione per convincere le persone che l'unica modo di lavorare è quello di avere uno stipendio in qualsiasi tipo di industria c'è chi non ha uno stipendio, che chi lavora per autoprodurre dei beni per se stesso non lavora, per cui prima non lavoravano come occupati e non aveva uno stipendio, ma si producevano ciò di cui avevano bisogno, di cibo sano e in ambiente pulito e salutare. Tutte queste cose qua adesso queste cose non ne possono più fare. Però in cambio hanno uno stipendio con cui si comprano le cose che prima si auto producevano, ma se li comprano in ambiente malato, prodotte chissà come, eccetera. Quindi che che in termini generali significa avere identificato il lavoro con l'occupazione. Questo è tutto. Non non a caso. L'istat considera che le casalinghe che sono delle persone che fanno uno dei il lavoro più importante in assoluto, fanno parte delle non forze di lavoro, perché loro producono bene, non hanno un salario in cambio. É l'unica maniera di pensare al lavoro è quello di produrre delle emergenze davvero usa in cambio di poter comprare delle merci. Sono d'accordissimo bravo. Chiedo. Io, per esempio, penso all'ilva andrebbe chiuso formalmente. Sei d'accordo Ho visto il contesto culturale, anzi non culturale, purtroppo, che si è venuta a creare la gente. Digli pure avendo tumori continua a dire paghiamo il posto. La prima cosa si può fare, si può intervenire. Può intervenire in qualche modo che possa intervenire? Non credo. Perché se tu fai un'opera di convincimento di massa per cinquant'anni, per sessant'anni, per settant'anni che quello è il progresso, che quello è il futuro, quello che la gente lo vuole non è che le persone che sono state educate e sono cresciute in questo sistema di valori possono cambiare da un momento all'altro la prossima generazione credo si si', purché purché ci sia, purché si sviluppi nel frattempo una cultura di carattere diverso perché non è automatico. Il lavoro che stiamo facendo è quello di sviluppare, contribuire a sviluppare una cultura di carattere diverso. Quindi la diciamo per il momento presente. Di fatto sembra che siamo abbastanza condannati a il disastro nel anche se in queste cose vanno avanti così, non c' è altra soluzione che il disastro. Io non vedo altro il crollo di questa civiltà domenica, anche se ipoteticamente improvvisamente domani c'è una classe politica dell'unione. Però comunque sia, il punto è che cioè so, come diceva adesso c'è tutto un sistema culturale da ricostruire. Questo anche se ci fosse la volontà ci vorranno anni, ci vogliono anni che ci vuole lo sforzo congiunto in tre direzioni. La classe politica non basta, è fondamentale, ma non basta. Occorre una classe imprenditoriale in grado di di fare queste cose, fare queste scelte no, di decidere che bisogna mettersi nel nel nel campo dell'efficienza energetica del risanamento ambientale di tutte queste cose qua e ci vuole un cambiamento del sistema di valori. Ah, se c' è un caminetto, sistema dei valori, degli stili di vita, delle persone, un orientamento della classe imprenditoriale in questa direzione. Qui il sindacato che comincia a battersi non per l'occupazione ma per un'occupazione utile. Quindi è. E una classe politica che comincia a dare delle direttive in questa direzione. Il cambiamento è possibile, però è un cambiamento che richiede una rivoluzione culturale. Tu cominci a vedere però dei finiani sì, non ce la si può fare. Non lo so. Questo questo non posso dirlo perché è una questione di tempo. Se può darsi che questa maturazione richieda tempi più lunghi del procedere della crisi, c'è una crisi generale di sistema. Però questo è poco importante per quanto riguarda le scelte delle persone, io non posso sapere qual è il futuro e nessuno puo' saperlo. Posso essere certo che se crediamo di che non si possa modificare la situazione e ci fermiamo, la situazione non solo non si modificherà se lavoriamo come se fosse ancora possibile cambiare tutto, almeno una possibilità, una possibilità di cambiare. No, è l'unica possibilità è continuare a lavorare come se fosse possibile ancora cambiare tutto. Senti in tantissimi anni Mdf ma anche per il matrimonio di attivismo, di proposta culturale politico. Ehm qual è stata la più grande difficoltà che ha incontrato? È una sorta di bilancio di questi tuoi anni, fino ad essere quindi la piu' grande difficoltà che ha incontrato è la più grande soddisfazione. La più grande difficoltà è legata proprio al fatto che le persone o i gruppi o i partiti o le correnti di pensiero che dovevano essere più vicini a questa proposta non lo sono state perché comunque e hanno subito l'egemonia culturale della cultura dominante e quindi il ma chi ha affrontato come me, come altri, questo settore si è trovato in una situazione di isolamento presso le tovaglie. La soddisfazione più grande è che la fascia di età che maggiormente ascolta questi discorsi è una fascia di età che va dai venti e i trent'anni nel nostro movimento e la componente più presente. Beh, siete anch'io. Ho avuto questa impressione che purtroppo salvo non per fare il discorso alla prima però purtroppo salvo persone come te, non solo tu comunque però ci siamo proprio un gap generazionale dove io a volte mi rendo conto che con la maggior parte io non sono non ho mai avuto una visione. Giovanni lista bravi. Però ultimamente mi sono accorto che spessissimo, come se sopra i anni ci fosse una difficoltà estrema mettere in discussione il proprio stile di vita, proprio ad accettare che io credo che la cosa fondamentale sia se uno ha un lavoro, un lavoro, perché se tu hai un lavoro, per quanto possa essere insoddisfacente per qua comunque da uno stipendio e tutta la lingua, questa situazione no. Pensi che c'è chi sta peggio di te e così via. Se invece neanche questa prospettiva a quel punto sei costretto a rivedere le cose non è più diciamo la risposta a quella dello sballo. Facciamo finta che niente vedremo, cioè una risposta di consapevolezza. Beh, l'altra, cosa che io vedo è anche un po', forse la parte piu' strana di questa nuova generazione di cui parli la cosa di non aspettare che siano altri, mentre come se forse anche per motivi storici pca di cig che prima si fosse abituata a pensare che dovevano essere comunque i politici a risolverlo, mentre adesso generazioni nuove si rendono conto che ti aspettano. Qualcuno la voglio sposare, va bene, quindi magari questo però può essere un elemento positivo. Perché si può responsabilizzare l'ultima, cosa che sto chiedendo a tutti quelli che incontro, eh? Che cos'è per te, per Maurizio Pallante come persona che cos'è per te il cambiamento. Il cambiamento è la capacità di fare delle scelte sulla base delle prospettive di futuro, che creano quindi rifiutare il cambiamento come valore in sé stesso. Non ci credo. Io non devo cambiare per forza. Se una cosa va bene, non è che devo cambiare, ma cominciare a distinguere all'interno. Allora ci sono delle cose del passato che hanno più capacità di futuro, delle cose che le hanno sostituite. Ci sono delle cose che hanno sostituito le cose del passato che hanno più capacità di farlo. Non c'. Entra nel merito. Cioè, per me il cambiamento non è in assoluto un valore. E in è un valore quando mi porta ad avere più capacità di futuro di prima, altrimenti meglio la conservazione. Le case costruite quando c' era poca energia e costava cara. Hanno una capacità di futuro superiore. Scusa un attimo. Interrompere Gabriel perché Gabriel poi ho acceso ma facciamo finta che non che non posso farle passare. Le offri i maiali? Voglio solo che si senta meglio. Ma in realtà, ripeto, a parte gli scherzi è veramente faccio non è però è così. In realtà non di fatto non ha neanche l'altro perché io ci siamo visti una volta sola, buona. Quindi non è che ci conosciamo poi già scritti un po' di però non mi sarebbe piaciuto sapere come era nata un po' l'idea tutto quello che avete fatto no all'inizio inizio come mi è venuto in mente di all'inizio è stato quando ci siamo conosciuti. Io avevo due cani grossi di cui uno è ancora visto e lui aveva un mastino napoletano e vivevamo in centro a torino. Quindi prima difficoltà è stata riuscirà a portare i cani in giro e lo abbiamo detto basta, dobbiamo trovare uno spazio con almeno un giardino, qualcosa. Poi vivevamo in quaranta metri qua, quindi due cani no, tre cani grossi nei due ogni tanto veniva a zero e in più i miei due cani hanno fatto anche i cuccioli e nel frattempo mia sorella aveva bisogno di una casa insieme al suo fidanzato e quindi eravamo tutti la' dentro Gne gne ha avuto dei grossi problemi di spazio e quindi ci siamo trasferiti a io ero rimasto disoccupato, per cui ero a casa. Vada e quindi ci siamo trasferiti fuori Torino. Se stando fuori Torino è cosa c' era la questione di andare avanti e indietro per lavorare perché poi nel frattempo lui ha trovato un altro lavoro dove iniziava prestissimo al mattino, quindi difendeva tra le cinque. Non sono robe demenziali, é tutto quello che si guadagnava. Finiva in spese, bollette la qualsiasi e più le multe che venivano prese in conseguenza alla Ztl simpaticissimo. E alla fine ci mancavano sempre un sacco di soldi e abbiamo detto basta si'. Poi io facevo anche un lavoro delirante perché io lavoravo nella restio, ma ho sempre lavorato nella ristorazione negli ultimi anni. Che vuol dire che quando tutti gli altri sono in giro e fanno delle cose e si divertono tu sei a lavorare e viceversa quando gli altri sono lavorare tu stai dormendo come un mattone, perché devi riprendere? Non è un lavoro che permette di avere chissà che socialità, per cui che a un certo punto si è deciso che io smettessi di nuovo di lavorare e a quel punto ci si è trovati quel problema che non non c' erano piu' delle entrate economiche fisse e per cui si è cominciato a produrre il più possibile ciò di cui aveva bisogno. Quindi all'inizio del sapone bisogno ma all'inizio all'inizio abbiamo iniziato a lavare i piatti con la cenere a farci il sapone abbiamo preso le galline, abbiamo iniziato però non è che ha preso le galline un giorno aveva tipo cinque euro in tasca e ha detto cosa faccio? Vado a comprare le uova o comprare legally so che con cinque euro e scontri pulcini prima di vedere nuovo gne però no, perché poi roba abbiamo costruito l'incubatrice con la borsa termica per fare dalle uova agli altri pulcini e no l'orto poi fondamentalmente lui ha iniziato a studiare il vantaggio di parlare comunque riuscire a leggere correntemente in italiano, inglese, francese buona parte della letteratura sull'agricoltura naturale, la permacultura in inglese in francese. Questo ha permesso che io io ho la capacità di leggere in maniera molto veloce assimilare informazioni molto velocemente e insieme abbiamo la capacità poi di provare a fare realmente le cose di cui leggiamo. E questo è più inquietante fino a quel momento. Non è che avevate già appassionati questi tempi? No, ma però è stata una scelta consapevole, tipo Ok, mi licenzio. Tu hai detto che vi siete detti che facciamo auto? Produciamo si', piu' o meno si'. Che cosa? Cerchiamo di riuscire a tamponare tutto. Non sempre licenziato. Tu hai deciso? Non ne posso più che deciso. Non è che si era direttore di cui non è iniziata. Quella è però Quindi non era più sostenibile. Allora, come dire, il nostro cambiamento non è stato realmente progetti stato. Cioè, non è che otto anni fa avessimo in mente di comprarci un terreno. Fare una fattoria in permacultura condivisa è stato più che altro di cos'è che non funziona questo. Ok, cambiamo questo. Poi Hamas e quest'altra, cosa che non funziona. Cambiamo quest'altra. Cosa Poi si, però se questa cosa noi aggiungessimo quest'altra, allora forse, ma poi ovviamente la forza di di stare insieme, capisci anche relazionali, mente di cosa hai bisogno per riuscire a continuare a stare insieme anche a costruire. Dopo una serie di esperimenti dove vivevamo prima, comunque c' era chiaro che avessimo bisogno di un terreno fatto in un certo modo, che avessimo bisogno di una serie di spazi, noi di condivisione piuttosto che di autonomia e e poi anche in funzione i figli. Che divisione di ruoli di compiti. Sono cose che si fanno insieme. Cose di cui ognuno ha una sua referenziale. ITA in qualche modo che ha creato problemi stick ci ha funzionato per me? Beh, non è che abbia smesso di litigare. No, All'inizio litigavamo un sacco, ma proprio tanto tanto. Quindi non è perché prima dicevate cioè disoccupazione, eccetera ma se ci fosse occupazione, voi tornerete a qualcuno. Ma è comunque una cosa che vi piaccia o no. Anche perché anche perché la disoccupazione, tutte la crisi economica è venuta molto dopo la crisi economica. Ce la siamo auto generata qualche anno prima che arrivasse i soldi, come fate? No, a parte per comprare. Ma voglio dire, nella vita. Quindi venne giusto Campate giusto con quello che no, in un un tempo, quando eravamo ancora dalla nell'altra casa. In queste situazioni qua, ovviamente si facevano lavoretti qua e la' ogni tanto in buona parte si producevano delle cose di cui avevano bisogno, però appunto, c'. Era la volta che deve fare la serata in un locale piuttosto che una mano a fare un lavoro che lavori là lavoretti saltuari. Cosa succede nell'ultimo periodo in realtà, appunto, avendo noi potuto comprare questo terreno, aveva costruito tutto col perché ci è arrivata questa eredità? Perché avevamo un budget, abbiamo vissuto buona parte grazie a questo budget. Adesso siamo arrivati al punto di rottura in cui dobbiamo creare la nostra economia. Fortunatamente la scelta è stata quella di investire quei soldi in un progetto che poi generasse anche una parte di economia reale. Per cui, per dire il fatto che si possa pensare di fare un vivaio di di piante, il fatto che ci sia l'orto per cui una sovrapproduzione spendibile all'esterno, come dire, genera anche quella parte di economia reale di cui comunque abbiamo bisogno, che noi cerchiamo di ridurre sempre il più possibile. Spesso quando ero quando si parla di queste cose, cioè l'impressione che si possa fare se non si hanno figli, beh due adulti se che però è fisico un sacco dal punto di vista com'é andata i figli costano, non c', è dubbio e facilmente rinunci più tra le cose di quanto non rinunciano ai figli. È anche giusto che sia così. È vero che se tu togli non lo so come Violet togli poi in realtà loro non abbiamo tolto proprio niente. Quindi no, è che comunque sia beh, a parte il fatto che il piccolo è cresciuto in questo sistema, ha una percezione, un po' diversa, eh? Per dire, soprattutto quando era più piccolo. Adesso un po' meno perché comunque all'influenza degli altri amichetti, cose del genere. Però quando era piu' piccola, lui non veniva. Non ti veniva a dire mi compri questo visto che noi lavoravamo in sala, facciamo delle cose strane che costruisci e non ti dico che cosa se ne usciva fuori e gli abbiamo costruito razzi, robe, cose deliranti. Per ora va piu' questo approccio l'altro più grande è un preadolescente, per cui, come dire, lui si rende conto che ci sono dei problemi con dei problemi economici, no, che abbiamo delle altre risorse economiche, per cui, come dire, ci va leggero. Cerca di contenersi per primo, poi sul fatto che sia più facile o più chiaro no. Mettiamola in questi termini secondo me se non si hanno figli sperdute che sono andati a prendere che se non hai dei figli hai delle altre tempistiche, perché tu puoi vivere in un camper anche per dieci anni, perché tu puoi concentrarti su delle su delle robe, lavorarci sopra ventiquattro ore su ventiquattro fino a quando non schiatti. Se hai dei figli, semplicemente degli altri tempi, degli altri ritmi, loro non sono responsabili del fatto che hai scelto di vivere in un camper. Non hanno potuto partecipare particolarmente al processo decisionale, per cui tu devi rendere il tempo che noi abbiamo vissuto nel camper per costruire la casetta. Abbiamo dovuto rendere il più breve possibile per cui ci siamo dovuti concentrare sulla casa. Magari ci saremmo potuti concentrare invece sull'orto, per cui avremmo avuto una produzione ti comporta delle modifiche, però secondo me non io. Una volta fatta la casa e avviato alla produzione l'orto di tutte le vostre iniziative con l'associazione fatto voi sarete completamente autonomi che vi servirà aiuto che vendendo anche a voi non avrete economici indipendente. Si infatti ad esempio oggetto è al di là dell'attività agricola. Noi non abbiamo nessuna intenzione di per dire che avremmo potuto cercare di fare un'azienda agricola contestando la magari a lei per avere i fondi per l'imprenditoria femminile e cose del genere pero' poi a quel punto comunque devi dei soldi a qualcuno e ti metti a rischio, soprattutto in questo periodo ti metti veramente molto a rischio perché non sai cosa succede. Guarda cosa successe quei mutui a chi ha aperto. Noi abbiamo avuto la fortuna. Se vuoi di poter pagare tutto cash abbiamo pagato tutto sull'unghia. Non dobbiamo soldi a nessuno, potremmo farlo la per costruire la casa è un altro discorso che abbiamo gia'. Possiamo fare delle valutazioni più precise su che cosa ci possiamo permettere realmente. E non è detto che noi si debba andare a chiedere dei finanziamenti europei o di finanziamenti alla banca. Esistono circuiti alterna di economia alternativa. Fortunatamente é ormai abbiamo tutte le le possibilità di percorrere c'è un altro posto. Quantomeno abbiamo già un'idea di cosa possiamo vogliamo fare. Sì, soprattutto di quanto ci possiamo esporre su una linea di rischio perché tu hai visto i mutui attaccate. I mutui a tasso variabile non cresceranno mai più di così. Sono tre sono aumentati del trecento per cento, che quindi vedi comunque una volta ha parlato di un mesetto iniziale per una volta avuta la casa si si può vivere in mondo molto si può vivere in maniera molto normale, ma molto diversa, molto tranquilla, vuoi dire no, senza invece la scelta di usare per una cultura piuttosto che insomma bioedilizia o comunque è stata motivata. Motivi etici, economici, pratici. Un mix come lo sapevate già. Quindi mi dicevate che non è che lo conoscevate come me, perché quando vede come parte di un processo di crescita, nel senso che nel momento in cui ho smesso di lavorare e ho iniziato a abbiamo iniziato a fare degli esperimenti a studiare perché ci mancavano delle basi. A quel punto ci si è inizialmente confrontati con l'agricoltura naturale, perché un cittadino che parte decide di fare l'orto, difficilmente riesce a fare una doppia vanga tura di un ettaro di terreno, muore prima e per cui cerchi qualcosa di più semplice. La questione si è visto che funzionava se funzionava, per cui funzionava perché si è incominciato ad approfondire da semplici tecniche come può essere l'agricoltura sinergica. Ci si è voluti a sistemi e a questo punto il passaggio alla permacultura, un sistema di progettazione viene abbastanza naturale. Poi la prima cultura, appunto, si basa su non tanto sulle singole tecniche, ma su come vengono creati collegamenti tra i vari pezzi di un progetto e noi come mentalità abbiamo un approccio abbastanza sistemico alle cose. É la prima cultura sistemica, è come la casa interagisce con l'orto e che interagisce con gli animali. E come crea un sistema che in qualche modo in cui in qualche modo io sovra intendo, so solo agli spostamenti delle cose, non devo spenderci dentro delle energie, anzi ne ottengo tendenzialmente più di quelle che spendono, perché mi limito a fare da controllo. Chiaro? L'impostazione un gran culo, la bioedilizia lo stesso, se funziona ti permette di risparmiare energie e costi. È un buon senso, non è una moda, è un buon senso com'è che dall'inizio come in mente di mettere sul blog Ehi, in un ha avuto un discreto successo. Si può diventare una sorta di fenomeno che si abbandona perché secondo me, perché sono un signore. La cosa incredibile in Italia è che non riesce ad avere informazioni se non pagando le e invece la cultura dovrebbe essere libero dominio é questa non esattamente partecipi anche il problema, il problema principale il blog. Poi appunto, sono io che scrivo più che altro i contenuti del blog. Il io sono molto disordine, differenza di lei. Io sono molto disordinato e faccio fatica a tenere traccia delle cose che leggo. Che studio che fa, che provoca esperimento. Il blog in qualche modo è partito proprio per costringere me a buttare sulla carta le informazioni che raccoglievo. Grazie. É anche il motivo per cui si chiama orto di carta, ok? Perché questo mi costringeva a buttare, ma la mia convinzione è sempre stata che lo leggesse mio padre e basta per sapere che cosa stavamo combinando. Mia madre non usa internet, per cui mio padre leggeva che cosa stavamo combinando e tranquillizzava mia madre sul fatto che stavamo che ed è nato così. Poi il fatto che sia cresciuto realmente è legato al fatto che in Italia l'informazione tendenzialmente devi pagarla, mentre ad esempio io ho una formazione, per fortuna purtroppo abbastanza anglo fila nei paesi anglofoni l'informazione viene data distribuita tranquillamente perché le distanze sono talmente grandi che non puoi essere li'. Racconti le cose, racconti le cose in modo che poi se qualcuno ha bisogno poi di te fisicamente ti contatta e tu hai fisicamente a fare le io ce l'ho un po' queste cose per me non ha valore. Raccontare come si costruisce una casa ha valore e costruire la casa se bisogno mi hanno dato una mano e allora a quel punto mi ci deve essere uno scambio, ma per raccontarti come l'ho costruita mi fa solo piacere. Divertente tant'è vero che quando scrivo scrivo delle cose anche diranno che non sono gli articoli seriosi da manualistica, insomma, anche se di fatto viene usato sì, questo è perché il mio modo di comunicare nel senso che ci sono argomenti che sono molto noiosi. Per dire io sono molto concentrato sulla microbiologia del suolo per quello che riguarda le coltivazioni ti ammazzerei di noia a spiegarti la simbiosi tra le micorrize, la la pianta o ti fa io creo un contesto divertente in cui raccontare come funziona una rete neurale di funghi all'interno del terreno o se no ti sparo in un ginocchio dopo cinque minuti io ho visto gente addormentarsi certo miseramente e quest'altra vi ha vi ha portato anche una serie di amicizie, di rapporti. Questo sicuramente si' sicuramente cha ci ha permesso di entrare in contatto con tutta una serie di realtà e con una rete molto estesa a livello anche proprio di rete. Parliamo di regione italia, europa, mondo molto ampia per cui avere scambi molto veloci di informazioni per dire tutto quello che riguarda l'apicoltura naturale che io pratico. Riesco la maggior parte delle informazioni avute da un signore gallese che fa quello da anni e che tranquillamente mi ha passato tutte le informazioni di cui avevo bisogno e ha usato anche lui del materiale che io ho prodotto in prima cultura, cioè questo concetto del agisci locale. Ma pensa globale Da questo punto di vista la rete è fondamentale perché mi permette, senza dover prendere un aereo, andare dall'altra parte del mondo a vedere qualche cosa, di avere comunque contatti con quelle altre persone e avere comunque uno scambio di informazioni, perché tanto è quello che mi serve, perché io tanto devo lavorare qua. È inutile che sappia come si faccia un chilo in Australia Istat, perché tanto ci sono qua, non sono i nostri. Se devo sapere come si fa, ho tutti i documenti possibili immaginabili e Kimi da delle informazioni. Se mi vengono dei dubbi però è quello di cui ho bisogno. Non ho bisogno di andarmene in giro l'associazione che appunto è nata l'associazione nata quando contestualmente abbiamo comprato il terreno. Questo quindi recentemente, due anni, due anni fa com'è successo. In realtà l'idea è nata molto prima, nel senso che proposta questa nel senso che a un certo punto era mancato un nostro amico, il mancato un nostro amico aveva lui aveva una moglie delle bambine che si sono trovate in difficoltà perché lui era l'unica l'unico a lavorare in famiglia e per cui si è cominciato a pensare a come fare ad aiutare queste sua moglie all'epoca. Purtroppo non siamo riusciti a fare granché se non un aiuto economico, proprio i soldi. In quel momento però ci si è posto il problema, comunque del fatto che sarebbe stato interessante per una rete mutualistica di sopporto in qualche modo. Per cui per dire se loro appunto, se l'orto fosse stato un orto condiviso, ci fosse stata una cosa del genere magari sarebbe riuscito a fare vieni a darci una mano e comunque da mangiare creare relazioni del genere in piu' noi siamo negati per qualsiasi cosa che comporta il mercato reale. Non siamo più in grado di venderci proprio siamo negati lo scambio così ci viene più facile il vendere. Per dire la prima volta che abbiamo venduto verdure qua grazie è stato veramente imbarazzante che ma che sia parte ha fatto tutto la pianta, che ne so, dammi quello no, cioè è facciamo difficoltà a dare un valore realmente economico alle cose. Questo è un problema che abbiamo sia io che non riusciamo a economizzare realmente le cose, per cui ci viene molto più facile sulla creazione di scambio crampi drammatico che l'ultima, cosa che chiedo soprattutto come stava il tema degli altri che cos'è per te a livello personale e anche, magari a livello sociale, il cambiamento come fallo tu, niente è cambiato. Positivo si' no ciao cos'è il cambiamento. Il cambiamento è un processo, nel senso che, almeno per quello che riguarda noi, é un evento naturale che grave e ogni tanto sei seduto scomodo e cambi posizione. Se ne trovi una più comoda, poi cambia l'ora del giorno, entra troppa luce da questa finestra ho caldo e per cui mi sposto da un'altra parte che il nostro cambiamento non è mai stato né contro qualcosa né un cambiamento di opposizione, di rifiuto. E se è stato veramente un processo non processo per tappe che adesso ormai appunto un processo che dura da otto anni tre. Ma per dire, non abbiamo neanche mai percepito la fatica del cambiamento. Anche quando abbiamo ci sono stati per praticamente sei sette mesi tra roulotte e camper per costruire la casa. Era faceva parte del processo delle cose e non sappiamo neanche dove porti. E tra parentesi, non è non abbiamo come come dicevo anche prima, si naviga molto a vista. No, non abbiamo l'idea che dovrà essere così. Abbiamo dei parametri attraverso cui viaggiare nel cambiamento, però non sappiamo dove per l'italia che ho purtroppo il mondo come vuoi, quale cambiamento che tu auspichi. Ma per l'italia dei prossimi difficile mi viene difficile auspicare il cambiamento per qualcun altro é tanto più perde le società. Nel senso che non lo so, sono composte da tantissime persone, per cui io non sono un malt, usiamo, per cui son convinto che finiremo male tutti in maniera atroce, perché siamo troppi e siamo stupidi quando siamo messi tutti insieme. No, non ci credo. Pur non essendo io un ottimista fanatico, si' si', ci sono delle sfighe. Il cambiamento che mi auspico é quello di andare, di crescere nella consapevolezza. Puoi fare le scelte che vuoi, però devi sapere che cosa stai facendo e che i risultati porteranno. Poi se scegli di fare una cosa su cui io non sono d'accordo va benissimo, però devi essere responsabile di quel che stai facendo. Puoi anche decidere di bombardare di bombe atomiche l'abruzzo però devi sapere stai facendo uno scempio totale, assumersene la responsabilità. Mentre tendenzialmente gli ultimi quaranta cinquant'anni hanno completamente espropriato della responsabilità alle persone. Le persone non hanno più responsabilità su un po' perché sono state espropriate un po' perché fa comodo dire non è colpa mia. Io non centro anche il cambiamento come opposizione spesso e volentieri quello un'assunzione di responsabilità è colpa della burocrazia perché non me lo lasciano fare senno' potrei farlo, è buona, cambia la burocrazia. Esatto. Che ti devo dire agisce, lotta per quello, quello. Poi ci sono mille sistemi di lotta, ma non cambia paese, non cambia il paese, non non si è neanche costretto a lottare realmente. Quando a noi sono venuti dei dubbi che forse quello che facevamo potesse non essere perfettamente a norma. A un certo punto abbiamo detto bo possiamo decidere o non lo facciamo. Lo facciamo comunque se arriva qualcuno io salgo sul tetto e mi faccio trascinare giù di peso. Poi in realtà tutto ciò che abbiamo fatto era legale, però io sul tetto e sono salito solo a montare il comignolo ma che ti abbasso il tetto faccio solo devi venire sull'albero se sento sulla quercia forse è più alta però sì d'altro canto la permacultura anche quello e progettare responsabilmente eh? Accertare le risorse in maniera responsabile tu vedi degli questi otto anni insomma un miglioramento al di là che giustamente dici non non ho la pretesa di dire cosa devono fare gli altri, però diciamo basandosi sui tuoi valori, così vedi un miglioramento oppure pensi che sia un periodo decadente come lo vedi? Come un momento no, io lo vedo come un momento in cui cioè un forte cambiamento molto positivo, molte persone che cercano di cambiare, ma anche il timore che si ha la percezione dal mio punto di vista. Io ormai sono inserito che incontri quel tipo di in quel tipo di cambiamento lì per cui può essere che la mia visione sia viziata. Perché per dire quando accompagno i bambini a scuola mi guardo intorno e dico boh, forse sono io poi in realtà no vai vedere. Ci sono persone che anche anche tra i genitori dei bambini, che sono alcuni attenti e cose del genere. Però la sensazione è quella rispetto all'inizio proprio quando abbiamo iniziato, per cui eravamo profondamente intrisi di un certo tipo di situazione che doveva cambiare. Adesso lo vedo molta gente, ma in realtà l'ho sempre vista anche lì, perché nel momento in cui cerchi di entrare in contatto con delle reti di cambiamento sembra che tutti stiano cambiando. Però perdi un po', il contatto con quello che invece mille medio per cui la gente riguarda. Il grande Fratello che si lamenta tutto il giorno del governo, però non fa niente di particolarmente diverso. Però non so capito si' so come dire, mi sembra che molta gente stia cambiando. Però sto sempre molto attento su questo tipo di valutazione, perché forse deformata dal dal mio punto di vista. Per cui ogni tanto, anche per quello che noi manteniamo i contatti, ma comunque molto stretti con quella che è la società normale, i media perché un po'? Perché ho paura, a un certo punto mi prendano alle spalle. Non me ne accorgo, mi ritrovo tutti in casa un po' perché no, no, cioè non riesco a capire. Voglio mantenere una il tipo di contatti, mantenete il senso col mondo reale? No, nel senso sono andate bene al cinema. Andate bene ultimamente? Molto poco. Quasi niente. Davvero. Per dire, abbiamo buona parte dei nostri amici. Comunque fanno lavori classici in centro a Torino. Situazione? Se andiamo a trovare gli amici? No, non si è creato un di più. No, assolutamente no. Nel senso che c' è gente che poi è costretto a lavorare in città o vivere in città. Non è che no, quello le giudichi, ma magari dice non ce la posso fare. No, no, no, no. Ci pesa molto andare in città perché non siamo più abituati al traffico. Non siamo più abituati a respirare polvere in continuazione. Però non ci non ci dà fastidio che poi le nostre famiglie abitano comunque in città. Abbiamo amici anche qui in zona, che fanno vite assolutamente normali. Non avete la tv? No, neanche col computer. Il bambino col computer no, possiamo guardare i dvd? Il bambino guardano la tv senza il programma, non gli manca. Cosa si lamentano? Perché i loro compagni non gliene può fregare di meno vero e proprio. Zero ogni tanto, certo, ma che torna a casa e cita un personaggio di un cartone animato. Ma gli fa fare delle cose assurde perché non ha mai visto camminare, per cui che ne so, ha preso il nome che ne so, ben tempo. Gli ha sentito parlare, ma non sa cosa faccio vendendo d'altro canto neanch'io per cui prende un po' basse, gli fa fare che Benten che va a fare la spesa però non si è mai lamentato di queste cose. No, abbiamo una grossissima selezione di cartoni animati in dvd che selezioniamo noi. Comunque sia, guardiamo e riguardiamo quelli a ripetizione. Okay? No, anche perché poi comunque sia, rimane il fatto che come come indole personale, sia io che non è che siamo due nerd totale per cui togli ci Guerre stellari. Cominciai a legna? No, ma non era sui film. No, ma comunque in generale non è che anche lì non è che per dire. Perché non vi guardate? Grande fratello, immagino, No, ascoltiamo un sacco di radio perché io ascolto un sacco di radio. Però la radio ti permette di fare altre cose. Metterà ascolti per cui non è vincolante. Esatto, per cui siamo comunque poi abbiamo internet. Siamo connessi comunque, per cui non c' è di nuovo l'isolamento. Okay, però sì, no, ma non gliene frega niente di fantastico, ma neanche al grande che comunque sia cresciuto con la televisione e la il voglio un cellulare come sono queste cose il piccolo uomo perché piccolo non gliene può fregare di meno il grande gli avevano regalato l'ipod aveva pure la musica, cioè la musica. Sì, però è anche quello che puoi collegarti ad internet e robe del genere. Però tanto il collegamento internet passa attraverso il mio telefono olio attivo e per cui ho il controllo totale della macchinetta cattivissimo si'. Poi in realtà vabbè sempre quindici anni si ciao però, perché io ho un figlio di un nostro amico. Non ha un cellulare. I genitori non avevano comprato manipolare ehm ehm a scuola i professori hanno chiamato l'assistenza sociale assistenza già convocato i genitori chiedendo come mai fosse l'unico bambino della ragazzino della scuola che non aveva cellulare. Qualche problema? Io non lo voglio. No, Andrea azione in realtà. Ehm il cellulare di quella patacca. Ma perché quando abitava ancora torino c' erano dei problemi proprio la sua mamma perché la sua mamma non lo lasciava andare a scuola? Secondo me in prima media tra parigi doveva fare quattro fermate di pullman non doveva neanche cambiare il pullman per cui si accompagna prima settimana, poi lascialo andare che si autonomia izzy che gli avevo regalato il cellulare in modo che la sua mamma fosse tranquilla e magari lo lasciasse andare no? Ma si, ma più o meno diciamo che qua adesso il secondo giorno di scuola però da da domani al più tardi si prende la bicicletta, se ne va a scuola in bicicletta perché ci servi. Quanto ci vuole per dieci minuti tutto il piano e vorrei in bici dieci minuti no? E adesso la scuola adesso no, quando è ho fatto vedere la strada tutte stradine di campagna, rischi neanche becchi il trattore alle otto del mattino di stampare oltre il trattore vediamo già il cinghiale che attraverso la strada massimo dei rischi che puoi avere. Come no, adesso arrivo io mamma si', eccoci qua. Buonasera. Buonasera, siamo stiamo per iniziare questa nuova seconda puntata di Dove eravamo rimasti. Ok, questo format nuovo nato da un'idea di Paolo Ciniche in questo momento alla regia e che ringrazio e che praticamente consiste nel tornare a spulciare i vecchi video. I primi video che abbiamo pubblicato come Italia che cambia. Parliamo del duemila tredici più o meno duemila, tredici, duemila, quattordici. Giù di lì e andare a fare un aggiornamento su quelle storie. Perché in questi sono passati diversi anni. Anche se insomma, noi sembra. Ieri. Però sono passati sette anni, otto, probabilmente da quando poi erano state realizzate quelle interviste. Perché molte di queste risalivano al primo viaggio che avevano fatto Daniel assieme a Paolo per dei tratti nel l'italia che cambia e andare a vedere che cosa è successo nel frattempo. Perché molte storie sono cambiate, molti molti progetti sono cambiate, alcuni si sono ingranditi, altri sono hanno preso strade diverse. Insomma, è un aggiornamento che dopo tanti anni è abbastanza doveroso. La prima puntata che la conduceva, Daniel Daniel Tarozzi, era dedicata ai comuni virtuosi e in questa seconda puntata, come avrete visto probabilmente dal titolo, torniamo a incontrare Nicola Sacco, Nicola Savino. Era stata una uno dei primissimi incontri, appunto, che aveva fatto Daniel durante il suo primo viaggio, se non addirittura il primo ai ai tempi. Nicola era sera, tra pochi anni trasferito in campagna dopo una prima parte della sua vita trascorsa insieme alla sua compagna Noemi in città aveva cambiato vita, aveva iniziato a fare l'agricoltore il contadino in maniera un po' particolare era fra pochi minuti mandiamo online la storia, quindi facciamo un po', un tuffo nel passato e vediamo da dove siamo partiti. E poi ovviamente faremo entrare anche nicola per farci raccontare appunto tutti gli aggiornamenti. Però fatto sta che appunto quando daniel aveva incontrato la prima volta era il suo passaggio. Ce lo dirà meglio lui. Comunque la sua il suo cambio il cambio di vita era abbastanza abbastanza recente sono passati tanti anni, chissà se avrà cambiato idea se se ne sarà pentito. Se invece il suo progetto sarà migliorato e sarà ingrandita nel tempo, io qualcosina lo so già. Però faccio per tenere un po' di suspense, no, che mi guardate a fare la puntata è mme niente. Detto ciò, direi che come prima cosa magari ci possiamo guardare proprio il o il video che io faccio così numero due e poi facciamo entrare anche nicola e lo commentiamo insieme. Nel frattempo se poi via via avete domande che fate pure, poi piano piano vi rispondiamo vai paolo col video grazie è ok. Credo che non si senta claudio perché esatto, lo stanno scrivendo neanche io lo sentivo, ovviamente sono delle cose che abbiamo provato cinque volte con Paolo prima della diretta, anche con nicola e funzionava benissimo. Addirittura stavamo li' a dire a quale lo facciamo così claudio lo facciamo in quest'altra maniera, perché quale si sente? Un po' meglio. Poi mandiamo online e la radio non si sente. Però è un grande classico. Anche la volta scorsa ho avuto esattamente lo stesso problema è non so, magari nel frattempo paolo, se puoi far entrare anche nicola e mentre cerchiamo di risolvere i problemi tecnici, magari iniziamo inizia ad introdurlo. È così nicola che appunto vabbè, non ora fra poco spero che ti riusciremo a sentire. Intanto da già dalle prime immagini si vede che qualcosa è cambiato sono cresciuti, i capelli, sono cresce, è cresciuta un pochino anche la barba. Ieri quando abbiamo fatto la prova era cresciuta anche abbastanza di più. È però robot ti trovo bene, si trova molto bene anche qualche qualche chilo in piu' che insomma non fa male perché nuotavamo che che è abbastanza secco ai tempi della prima intervista. Intanto magari proviamo nuovamente il video. No, non sembra funzionare. Aspettiamo un attimo no e non va. Non va come dire comunque si vede che sono invecchiato, si vede che sei maturato dai sì, sei sicuramente maturato a è tra l'altro nel video il video era la storia di nicola e noemi e volevo rassicurare il nostro pubblico che Mitch è ancora sta bene. Siete ancora felicemente sposati felicemente sposato. Il nostro figlio sta bene, la famiglia che ok non ama particolarmente apparire in pubblico, come mi dicevi era stata costretta a fare la prima intervista gia' con daniel era stata lavata un po', come dire bloccata. Nell'angolo ha detto che si era stata contenta di farlo, ma basta che anche grazie ha avuto il suo momento di celebrità che normalmente si. Poi quando uno va viene pubblicato su italia che cambia sono effetti strani effettivamente ciechi. Poi decide di non avere piu' di uscire dalla scena pubblica oppure comunque a parte gli scherzi eh vabbè, io direi che possiamo ok, magari riproviamo. Vedo che sta caricando il video. Niente da fare, è il brutto della diretta, va bene, ma è generalmente dico sempre le stesse cose per cui non è grave. Poi potresti provare a doppiare o magari ma in realtà sinceramente no ricordo buona parte delle cose sono cambiate talmente tanto che wow, devo fare uno sforzo anche per ricordarmelo. Guarda, io me lo sono. Me lo sono, visto che stando fuori Torino è cosa che si sente dietro per lavorare in tempo, lui ha trovato un altro lavoro e tutto quello che si guadagnava finiva in spese, bollette, la qualsiasi. Fino a che quei soldi basta. A un certo punto si è deciso appunto che io smettessimo di lavorare. E a quel punto ci si è trovati quel problema che no, non c'. Erano diventate economiche fisse e per cui si è cominciato a cercare di produrre il più possibile ciò di cui aveva bisogno. All'inizio. Abbiamo iniziato a lavare i piatti con la cenere a farci il sapone. Abbiamo preso le galline. Come dire, il nostro cambiamento non è stato realmente progettato. Cioè noi Non è che otto anni fa avessimo in mente di comprarsi un terreno. Fare una fattoria in permacultura condivisa è stato più che altro di cos'è che non funziona questo. Ok, cambiamo questo. Abbiamo iniziato a fare degli esperimenti a studiare perché ci mancavano delle basi. A quel punto ci sia inizialmente confrontati con l'agricoltura naturale perché un cittadino che parte dice di fare l'orto difficilmente riesce a fare una doppia vanga tura. La questione si è visto che funzionava se funzionava, per cui funzionava perché si è incominciato ad approfondire da semplici tecniche come può essere l'agricoltura sinergica. Ci si è voluti assistenti e a questo punto il passaggio alla prima cultura e un sistema di progettazione viene abbastanza naturale. Avremmo potuto cercare di fare un'azienda agricola testando la magari a lei per avere i fondi per l'imprenditoria femminile, cosa che però poi a quel punto comunque devi dei soldi a qualcuno e te e che ti mette a rischio soprattutto in questo periodo, avendo neanche tutto comprare questo terreno, aver costruito tutto con perché ci è arrivata qui sterilità aveva un budget, abbiamo vissuto buona parte grazie a questo budget, adesso siamo arrivati al punto di rottura in cui dobbiamo creare la nostra economia. Fortunatamente la scelta è stata quella di investire quei soldi in un progetto che poi generasse anche una parte di economia reale. Lasciami che crescendo l'intreccio l'innesto uno dentro l'altro per cui si saldano poi i legni potete farmi crescere una rete fantastica che però è viva il blog in qualche modo è partito proprio per costringere me a buttare sulla carta le informazioni che raccoglievo. É anche il motivo per cui si chiama orto di carta, ma la mia convinzione è sempre stata che lo leggesse mio padre. Basta poi il fatto che sia cresciuto realmente è legato al fatto che in Italia l'informazione tendenzialmente devi pagarla, racconti le cose in modo che poi se qualcuno ha bisogno poi di te fisicamente ti contatta e tu hai fisicamente a fare le cose. Per me non ha valore raccontare come si costruisce una casa ha ha valore e costruire la casa se ha bisogno di darti una mano. E allora un punto ma ci dev'essere uno scambio. Ma per raccontarti come l'ho costruita mi fa solo piacere. Il cambiamento è un processo, nel senso che, almeno per quello che riguarda noi, é un evento naturale, un processo per tappe che adesso ormai appunto un processo che dura otto anni, praticamente si'. Ma per dire non abbiamo neanche mai ha percepito la fatica del cambiamento. Il cambiamento che mi auspico e quello di un di crescere nella consapevolezza che ci puoi fare le scelte che vuoi, pero' devi sapere cosa stai facendo e che i risultati porteranno poi se sceglie di fare una cosa su cui io non sono d'accordo va benissimo. Però devi essere responsabile di cosa stai facendo? Qualcuno che agisce. Che che Ok, allora il video abbiamo visto l'odio lo abbiamo sentito. La prima domanda che ti faccio è che effetto ti fa proprio a livello emotivo, nel senso come com'é rivedersi dopo otto anni praticamente sono passati da allora. Scusa, mi sa che il microfono mutuo però ok, scusate la colpa mia, devo staccare il microfono che sono passati otto anni. Probabilmente non avrà adesso faccio fatica a pensarmi con quella energia. Ci sono tempi e modi anche nel cambiamento, credo a questo punto. Nel senso che in bisogna dire quando Daniel era passato a fare il video, noi avevamo appena finito di costruire la casa in cui abitiamo. Uscivamo da praticamente tre quattro mesi di vita tra il cantiere di casa e un camper durante l'inverno per cui eravamo quello è anche il motivo dell'aspetto ho asciugato e un po' da ha appena scappati da un campo di lavoro forzato perché era quella la situazione. Se quella é una situazione veramente limite è stata la il nostro picco, se vogliamo fortunatamente le basi che abbiamo messo in quel momento sono basi che ci hanno permesso comunque di crescere, di mettere su un po' di ciccia, di pro spera area allegramente nel nel nostro piccolo progetto, per cui l'effetto che mi fai quello e quello veramente delle foto di qualcuno guarda le foto da adolescente dice Dio mio, che pettinatura avevo, però alla fine ci é quello che che ha determinato quello che sei adesso, per cui è u ciao lavora più bella em é é diciamo ok, quindi poi appunto ai tempi quando ai tempi del video da quanto tempo quindi vi eravate trasferiti, avevate cambiato vita? Se così si può dire. Sono stati degli step successivi. Li erano già appunto qua quasi otto anni, in realtà che che ci era stato la prima. La prima, il primo piccolo che cambiamento era stato a otto anni prima, prima di arrivare quale? Solo dove siamo ancora adesso? Avevamo passato altre situazioni per cui eravamo stati prima poco fuori Torino, poi ci eravamo spostati ancora un po' di più in una casa che però già aveva un terreno già in una situazione piu' agricola tra virgolette. Dopodiché poi al punto eravamo arrivati qua, per cui si' all'epoca del video. Erano circa otto anni che il processo era iniziato quando Daniel è passato a trovarci. Era il momento in cui il progetto a cui stava veramente una sua fisicità e una sua concretezza quasi definitiva, per intenderci, per cui è stato lì che ci è stato proprio il momento in cui questo cambiamento si è realizzato. Fu così focalizzandosi ok. E poi appunto, quello che ai tempi era un progetto definito ma ancora giovane, embrionale, forse. Insomma poi sembrano, ma comunque abbastanza giovane. È cambiato tanto in questi anni? No? Ti va di ripercorrere un po' le tappe cos'è successo dopo, anche in ordine proprio cronologico, per accompagnare un po' che ci segue a passo passo a ripercorrere questi otto anni. La cosa che a me fa più ridere è che veramente, come dice anche Noemi nel video è tutto è nato dal fatto che avevamo dei cani enormi che non potevano non poteva mostrare un appartamento a Torino? Fondamentalmente questa è la cosa che fa più ridere. Perché poi alla fine, il nostro cambiamento e è stata veramente un'evoluzione fatta sì di alcuni blocchi molto ben definiti, che sono dei blocchi di etica di di come siamo fatti noi di come ci rapportiamo al mondo e queste cose però è stato fatto. Poi utilizzando quello che nel tempo e nello spazio si incontrava lungo il percorso per cui quello che è stato il nostro primo va bene spostiamoci fuori città perché fuori città possiamo godere di una visibilità migliore. Anche i nostri cani, anche gli animali. Si è trasformato poi in un ma va bene, c' è una crisi economica perché all'epoca c'era la crisi economica del noi l'avevamo aggravata perché mi ero licenziato, per cui sei stato l'aggravarsi della nostra personale crisi economica e per cui abbiamo detto Va bene, incominciamo ad autoprodursi delle cose per vedere di andare avanti. La cosa ha funzionato, è diventata una micro fattoria, è diventata una micro fattoria che produceva. È tuttora produce verdura per il mercato locale attraverso un sistema di abbonamenti a cassette come csa. Per farlo abbiamo scoperto degli strumenti. Abbiamo scoperto delle attrezzature, abbiamo scoperto delle tecniche di pianificazione di progettazione che abbiamo incominciato a divulgare Emma. Ma questo grosso minestrone di da una parte racconta che cosa stai facendo e come lo stai facendo. Dall'altra parte, fallo e studia nuovi sistemi per farlo ci siamo resi conto che una delle cose che un po' mancava nel panorama era ok. Le informazioni ci sono grazie ad internet. Buona parte delle informazioni, come dicevo anche nel video, sono gratis, gratuite o comunque sia facilmente accessibili. Quello che manca sono gli strumenti e le modalità di questo lavoro e per cui tutto questo progetto man mano è cresciuto fino ad arrivare a questo punto in cui si divide. Fondamentalmente il nostro processo si divide a metà tra una produzione che manteniamo comunque in campo. É tutto un lavoro di supporto per chi sta facendo il nostro stesso percorso o ha fatto il nostro stesso percorso con la distribuzione di attrezzatura è comunque una formazione continua. Okay, magari poi ti chiedo di raccontarci anche un po' più nel dettaglio, appunto cosa cosa fai sia nella sia nella parte piu' di coltivazione, sia nella parte di supporto agli altri e anche tutti i tuoi attrezzi strani che mesmer che sono veramente molto curiosi e molto divertenti, molto utili, soprattutto a parte gli scherzi kim no, ti volevo chiedere però diciamo tu hai sia nel primo video sia adesso ha ribadito il fatto che non era qualcosa di progettato fin dall'inizio, ma non è un po' inevitabile. No, nel senso non è alla fine. Io penso che tu sei una delle persone che ho incontrato e che eh ho incontrato tantissime persone che parlano di permacultura. Tu non la nomini quasi mai. Però è che quello che fai è, dal mio punto di vista, proprio l'emblema di questo tipo di progettazione sistemica, perché veramente è anche il modo in cui pensi il modo in cui parli rispecchia questo questo tipo di progettare, però non è un po'. Inevitabile anche interagire con i sistemi, provando pezzetto, pezzetto e vedendo cosa succede o avresti fatto le cose diversamente. Col senno di poi, forse alcune cose le avrei fatte diversamente, ma cose molto tecniche come dire probabilmente avrei investito prima in attrezzature piuttosto che nel terreno. Se lo so che sembra un po' strana come come principio, perché abbiamo la tendenza a dire mi prendo un pezzo di terra e faccio delle cose, però a ripensarci, col senno di poi, probabilmente prima del pezzo di terra mi sarei preoccupato di piuttosto le infrastrutture per cui casa, strutture di lavoro, serre e cose del genere. Il terreno sarebbe potuto venire in un secondo momento però un'ipotesi nel senso di questo dipende dalla progettazione si'. Cosa avrei fatto se se di diverso? Se potessi tornare indietro? In realtà non tantissimo. Appunto. Ripeto, forse avrei tenuto un po' di quella di quel piccolo capitale che avevamo inizialmente da investire in attrezzature. Mentre ci abbiamo messo. Abbiamo impiegato molto più tempo poi a procurarci le attrezzature nel tempo per riuscire ad essere più efficaci nel lavoro che facciamo. Perché poi di nuovo una progettazione sistemica o in permacultura non è detto che si debba concretizzare in un'azienda agricola si può con criterio per ci puoi progettare quello che vuoi con la con la prima cultura o con un approccio sistemico. Nel nostro caso si è tradotto in un'azienda agricola, per cui probabilmente avrei dovuto puntare più su delle come deve fare un po' meno sperimentazione e cercare di avere un pochino più le idee chiare su come fare le cose. Ovvio. E col senno di poi, in realtà tutti gli esperimenti che abbiamo fatto. Anche nel video si vedono delle cose che non rifarei mai piu' tipo i cassoni di legno da riempire non esistono più. Quelli é il quando a un certo punto Daniel, solo quando si vede che sono in ginocchio con il cappello che sto incrociando delle erbacce e cose del genere e sto facendo una siepe intrecciata di salice quella ormai il campo è pieno di quelle cose lì e ormai sono anche belle grosse da quando è passato Daniel, per cui insomma con dei muri di legno impenetrabili m' é come dire forse avrei rivisto quello. Però come dire in realtà ogni esperimento è stato un arricchimento, per cui adesso so cosa farei. Però non posso dire ad altri, è esatto. Perché non perché poi il percorso di ognuno è fatto di elementi che che non sono gli stessi che ho io, che sono diversi, per cui sono adattarsi ai tempi. Se non sbaglio produceva te, facevate soprattutto autoproduzione giusto, mentre poi adesso c' è un'azienda micro fattoria come insomma non so qual è il termine tecnico, si chiama avvicina Holden e con la quale invece fate anche distribuzione. Come funziona? Allora funziona che nel tempo ci siamo radicati sul territorio. Noi siamo foresti, foresti, non siamo nati e cresciuti qua, in questa zona. È vero, non la conoscevamo neanche così bene, proprio il paese delle supplenze. Poi ci siamo, abbiamo iniziato a giudicarci sul territorio. Abbiamo incominciato a stringere rapporti e relazioni con persone del territorio e che hanno incominciato a esprimere anche l'interesse in quello che facevamo, nel modo in cui lo facevamo e nelle nelle nostre produzioni, per cui è partito un sistema, abbiamo fatto partire un sistema di come appunto le csa americane, in cui le persone attraverso un abbonamento tutte le settimane passano e prendono la loro cassetta di verdura da quattro chili di verdura mista di stagione di quel periodo. Questo ci ha portato a modificare molto il nostro sistema di lavoro, perché a quel punto ha incominciato a permetterci di avere una programmazione molto più precisa, molto più dettagliata, quindi diventare più tra virgolette professionali in quello che facevamo, senza perdere i criteri di sostenibilità e ambientali che avevamo. Prima però cercando di trasformarli di un sistema che fosse ingestibile, semplicemente perché appunto i cassoni di legno andavano benissimo per la produce, per l'autoproduzione. Ma se io delle lunghe ore di lavoro in campo invece di semplicemente vado a fare un giro nell'orto e mi curo le mie cose, allora devo incominciare, entrare in un parametro di razionalità e di programmazione e questa è la parte agricola che tuttora sta funzionando. Diciamo che l'anno scorso adesso quest'anno. Dovremmo riprendere. Dovremmo ridurla un po'. Dovremmo ridurre questa parte di produzione agricola perché la parte invece di supporto alle altre realtà sta crescendo in maniera esponenziale. E questo secondo me è la buona notizia. Ok, si' lì lì ci arriviamo. È un ok. Cosa Interessante. Ha parlato di ridurre l' attività agricola da da cosa parti? Tunnel. Siamo in una società in cui si cerca di crescere sempre ovunque. Quando si parla di dell'aspetto economico. No, è un tipo di modello nella tua progettazione, invece da da quali aspetti partì per capire perché se tu potenzialmente potresti dire Ok, prendo qualcuno a lavorare. Aumento la produzione agricola. Al tempo stesso, prendo qualcuno che si occupi della gestione degli attrezzi e del di quel tipo di commercio la e ci ingrandiamo. Non è questo il modo che tu hai di progettare? Mi sembra di capire. Ehm, no, Non particolarmente. Nel senso che io ho una una deformazione. Arrivo da un dal settore della ristorazione. Io ho fatto il direttore di sala al cameriere e dal settore della della cooperazione, per cui facevo anche L'educatore l'animatore con con portatori di handicap psicotici. La mia progettazione parte da una lettura dei bisogni. Okay, se parlando tra permacultura e cose del genere e questa cosa delle zone di influenza, la zona zero, la zona uno, la zona due, la zona tre, eccetera, eccetera. Ma chi ha sfogliato un manuale di permacultura? Probabilmente l'ha visto nel momento il mio sistema di progettazione segue i bisogni. Inizialmente ovviamente erano i bisogni della zona zero, ossia i miei e della mia famiglia. Come facciamo a mantenerci? Come facciamo a avere una vita soddisfacente, una buona qualità della vita? Come facciamo ad avere degli alimenti sani per noi e cose del genere? Man mano che siamo andati avanti col tempo e i nostri sogni erano soddisfatti, abbiamo incominciato a registrare i bisogni all'esterno, per cui quelli della zona uno, quelli della zona due, quelli della zona tre che per cui finché i bisogni nella prima zona sono soddisfatti, quelli i nostri sono soddisfatti. Non è che abbiamo bisogno di crescere, no? Ho bisogno di farmi un campo da tennis piuttosto che avere una macchina nuova ogni anno. Però nel momento in cui sento un bisogno, anche ragionando in termini di becera economia, nel momento in cui senti, percepisco un bisogno. So che lì c' è comunque dell'energia in movimento, per cui se riesco a soddisfare quel bisogno, ne ho una. Una gratificazione personale. Due sei un inserito in un'ottica di mercato, di commercio, di scambio, cose del genere o comunque un guadagno che mi porta dei benefici anche sulla mia zona zero, per cui funziona. Così come dire, attraverso una lettura dei bisogni di una rete. E questo ci fa progredire. Perché per dire sì, il mio campo avrebbe un sacco bisogno. Sarebbe? Sarebbe contentissimo, No? In realtà il mio campo avrebbe bisogno di diventare un bosco, perché il suo desiderio primario è quello di tornare ad essere un bosco. La mia attività di orticoltura avrebbe bisogno di una squadra di due tre persone che se ne occupi. Però nel senso si'. Ok, potrebbe venire a un certo punto esserci a un certo punto l'occasione il bisogno di qualcuno che lo vuole fare, che vuole integrarsi, vuole partecipare a questo progetto e ci sono situazioni del genere. Le abbiamo già adesso e per cui si può crescere da quella parte lì. Ma attualmente da quella parte lì, non quella parte mi è soddisfatta adesso che abbiamo la nostra produzione, abbiamo una produzione per un piccolissimo mercato locale. Questo ci permette anche di sperimentare nuove tecniche, nuove attrezzature, nuove cose che ci servono poi sull'altro livello invece delle della, della consulenza, delle attrezzature per altri progetti non abbiamo bisogno contemporaneamente la Bonduelle, la John Deere, per intenderci, certo. E a proposito appunto l'hai accennato un po' di volte c' è questo altro ramo della tua attività che riguarda invece dei macchinari agricoli? Innanzitutto vorrei che ci parlasse di che tipo di macchinari? Perché sono macchinari comunque particolari, nel senso che non si trovano dappertutto. E poi magari andiamo a parlare anche di come questa cosa ti abbia messo in contatto anche con tanti altri agricoltori. Allarghiamo un po' il nostro sguardo anche a quello che sta succedendo, che diciamo nel sottobosco di questa sorta di movimento prima ciclabile csa. Insomma sta succedendo tanto in Italia da questo punto di vista tu me l'hai detto anche come prima cosa quando ci siamo sentiti prima di questa intervista e quindi insomma, mi piacerebbe anche arrivare lì a parlare di quello che è uno degli aspetti più interessanti. Però dicci qualcosa su questi strani macchinari che a un certo punto ha innanzitutto come li hai trovati, cosa sono, a cosa servono? E si é stramba come cosa. Nel senso che in tutti gli esperimenti che abbiamo fatto in tutte le prove in campo, quello del genere, come dire anche interagendo la rete da questo punto di vista è stata fenomenale, però interagendo anche con altri piccoli agricoltori negli Stati Uniti, in Australia, nel resto d'europa veniva fuori che esistevano delle attrezzature che permettevano di lavorare in maniera efficiente, rispettosa della dell'ambiente e della natura, per cui a basso impatto e che fa, che permettessero appunto di lavorare in maniera più rapida e meno faticosa. Comunque sia, l'agricoltura prevede lunghe ore di lavoro in mezzo sotto il sole piuttosto che sotto la pioggia e cose del genere è un in tutti questi anni abbiamo dato la caccia a queste attrezzature perché in Italia non erano difficilmente recupero irrecuperabili, perché in Italia non mi chiedete perché perché non lo ignoro. Però si è molto promossa l'aggregazione delle superfici agricole, per cui l'utilizzo poi di attrezzature pesanti come trattori, come lavorazione del genere, mentre in altri paesi nei paesi del Nord, dove bisogna anche dire la verdura ha un valore economico produzione orticola un valore economico più alto rispetto all'italia. Esistono aziende di superfici più piccole dove non c' è bisogno necessariamente un trattore e dove vengono prodotte delle attrezzature è estremamente funzionali, quasi tutte manuali che permettono di avere una orticoltura molto rispettosa sia del suolo che dell'ambiente, per cui niente motori a scoppio, niente lavorazioni pesanti del terreno sono quasi tutte attrezzature focalizzate sulla gestione delle spontanee più che su, non sul ribaltare la terra come degli o stessi. Sperando che a un certo punto produca qualche cosa e un po' perché ne avevamo abbiamo iniziato a comprarle perché ne abbiamo bisogno. Noi ne abbiamo bisogno noi per il nostro progetto, per essere più efficienti. A quel punto alcune delle aziende che avevamo scoperto in Europa produrre questi attrezzi ci hanno contattato perché alla fine eravamo gli unici in Italia che conoscevano le loro attrezzature, che le utilizzavano quotidianamente in campo e ci hanno chiesto se eravamo disposti a dargli una mano per la distribuzione e la commercializzazione in Italia. Da lì è nata questa cosa del proviamoci. Io non sono un vero commerciale, sono comunque un agricoltore pero'. Proviamo a vedere come funziona, soprattutto perché appunto, comunque tutte le volte che noi pubblicavano un video, una foto in cui stavamo facendo dei lavori in campo. Comunque dicevamo delle richieste di Hama dove lo prendo quel attrezzo? Ma che cosa serve? Ma come si usa cosa? E da lì abbiamo visto che il nuovo, ritornando al discorso prima c' era un bisogno, era un bisogno di attrezzature e questo bisogno stava crescendo esponenzialmente. Per fare un esempio banale. La prima collaborazione grossa che abbiamo avuto con una delle ditte di cui siamo distributori è stata per lei, ma a Bologna, al salone della meccanizzazione agricola a Bologna, in cui io mi avevano chiesto di partecipare per come dire, per trovare dei distributori in Italia per cui loro non parlavano italiano, avevano bisogno di un interprete e io dovevo cercare di vedere se c' era la possibilità in Italia di trovare dei distributori. Loro intendevano dei distributori grossi, quelli canonici e diversi si sono presentati e pur essendo interessati a questo tipo di attrezzatura, la cosa che mi dicevano questi distributori grossi italiani era si sono attrezzature interessanti, ma in Italia non c' è un mercato perché and nessuno a nessun interesse. Questo si è dimostrata la più grande m' che ne sono la più grande visione distorta dell'agricoltura italiana che io abbia mai sentito in tutti questi anni. Nel senso che in due anni che lavoriamo sulle attrezzature, ripeto, io sono ormai al punto di dover in parte abbandonare il campo, perché le richieste che ci arrivano tutti i giorni sono tantissime, perché le superfici agricole si stanno come dire le grandi aziende non hanno più così tanti soldi da investire nel trattore potente piuttosto che nella attrezzatura. È importante. Molti come noi hanno iniziato dei processi di come si può dire di ritorno alla campagna all'agricoltura, e lo vogliono fare giustamente, non morendo in mezzo al campo, perché stanno usando la vecchia zappa del nonno tutta storta. Per cui, appunto, quel mercato c' è perché? Perché assieme a noi, otto anni fa c' erano altre persone che stavano facendo lo stesso percorso e che hanno incontrato gli stessi problemi e che stanno riuscendo ad avere successo, ma anche grazie allo sviluppo di attrezzature e tecnologie diverse, tra virgolette, più adatte a delle superfici piccole, più adatte a delle colture molto diversificate in poco spazio, eh? Ci sono tante realtà di questo tipo in più negli ultimi anni mi dice che è un è un movimento che sta crescendo molto, assolutamente in maniera quasi esponenziale totalmente, nel senso che noi siamo collegati, anche tante diverse piccole reti di produttori. Pensiamo a tutti i vari gruppi d'acquisto che possono esserci sparsi in italia e cose del genere. Però la piccola agricoltura su piccola superficie sta crescendo in maniera esponenziale. La cosa che era evidente otto anni fa circa era che già all'epoca era una crescita esponenziale pero' buona parte dei progetti rischiavano di fallire, rischiavano di fallire sulla perché erano progetti basati su come dire su sull' idea del ritorno alla campagna che non vado a fare un lavoro in campagna. Ok, in molti si sono fermati li' l'idea, poi si è scontrata con la realtà nella partita molti sono riusciti a superare quel livello lì, il livello ideale, e hanno incominciato a lavorare e a quel punto però si sono trovati con dell'inesperienza o col fatto di dover imparare a dover imparare a programmare, a pianificare, a sapersi contare in anticipo il numero di trapianti che servono per la stagione, la quantità di semi a razionalizzare le lavorazioni. Perché comunque sia, come dicevo prima, nel nord Europa la verdura ha un certo valore in Italia. Non ancora mettiamo a questi termini per diciamo che il terreno è un po', il terreno, il clima. Insomma dove vai? Qualcosa qualcosa ti cresce? Assolutamente sì. Però per dire fino a otto anni fa e mi ricordo noi tra i piccoli produttori ragionavano sempre in termini di la mattina esci, vai in campo, non sai quando tornerai a casa la sera e sai già che tutte quelle ore che è passato in campo e non te li ripagherà mai nessuno, tutte, tutte un po' per la gloria. Adesso invece, con degli strumenti di programmi di programmazione più adeguati tu riesci anche a dire ok, ma forse se ci metto un po' meno ore quantomeno la mia qualità della vita non diventa un inferno e i fatti con gli ingrassi rispetto a otto anni fa, poi metti su un po' di carne, diventi un po' tutto perché incominci a ragionare in termini il fatto che uno non sarà eternamente un ventenne. Due se per fare una lavorazione in ginocchio a mano a togliere tutte le erbacce così ti ci vuole, ti ci vogliono tre giorni per fare un lotto. Beh, forse se mi prendo un sacchetto con una lama e ci metto solo mezza giornata. Magari non ci sto guadagnando di più dalla vendita di quegli ortaggi. Però ci sto guadagnando in termini di salute mia, che posso andare a casa a giocare con mio figlio piuttosto che andare a farmi una passeggiata o leggere un libro, ok. Per cui quantomeno se non posso rientrare dei soldi, rientro di una qualità della vita e rendo il lavoro in campagna, un lavoro vivibile, fattibile, non una, non una cosa per cui devo essere glorificato perché sono un martire. In campagna deve essere mantenuto come i panda, perché una specifica di estinzione. Noi ci eravamo anche sentiti durante il lockdown e mi raccontava di questo fatto sicuramente interessante che la pandemia, il covi della situazione attuale, paradossalmente ha dato un'ulteriore accelerata alla crescita di queste realtà piccole che fanno un tipo di appunto agricoltura non invasiva, insomma, con cui sei sei in contatto si'. Quello sicuramente sicuramente, nel senso che la pandemia, che se dobbiamo cercare degli aspetti positivi di una situazione che veramente non ne possiamo più, ha avuto questa cosa, ossia le piccole realtà che erano anche quelle più flessibili, più in grado di modificare il proprio assetto in corsa, sono riuscite a svilupparsi, ad aumentare i propri clienti, ad aumentare la propria rete di relazioni perché la le persone, non potendo più andare, non potendo non volendo più andare ai supermercati o non potendo più uscire dalla città, hanno incominciato approfittare di il produttore vicino a casa piuttosto che del piccolo produttore che riesce a fare le consegne e consegnare a domicilio. Per cui quindi molti sono cresciuti. Bisogna sempre vedere che cosa vuol dire questa crescita, perché in alcuni casi si è visto che questa crescita è stata esponenziale nel primo periodo della pandemia. Poi come sono stati aperti di nuovo i cancelli sono tornati tutti. Buona parte sono tornati al supermercato. Però come dire stia è stata sfruttata in maniera adeguata. Secondo me la pandemia perché è stata sfruttata per presentare una, come dire, tutta la rete di piccoli produttori come un'entità professionale, non solo come della gente che ha pensato di trasferirsi in campagna e o guarda fanno le zucchine ok, ma come gente che sta lavorando e che ci tiene a una sua professionalità e che la sta facendo crescere e la propone e quindi anche una professionalità che va sicuramente pagata ma con cui si può dialogare. Ok, non è solo appunto il o che bella né o rurali che vivono con le galline, perché no rurali che vivono con le galline ci hanno dei problemi anche loro proprio non felicissimi d'altro canto sempre la pandemia, invece ha avuto un effetto tra virgolette si' negativo a tutti gli effetti. Perché aziende che invece magari erano più abituate a produrre in maniera un pochino più di massa e vendere solo ed esclusivamente a merc, mercati grossi o distributori hanno incominciato anche loro ragionare, dire ma aspetta e se riduciamo un po' e ci rivolgiamo anche noi al mercato locale e per cui anche le aziende, quelle medio-grandi, hanno incominciato ad aprirsi a un discorso più di un chilometro zero di produzione locale? A quel punto le persone hanno cominciato a interessarsi su come coltivano e per cui anche alla questione del biologico questione ad esempio una delle cose che stamm è nata in questi giorni e che incomincio ad avere diversi contatti di persone che vogliono cambiare e passare dalla pacciamatura in plastica o quella anche in mater-bi biodegradabile. Altri tipi di pacciamatura, perché comunque devono gestire le spontanee, però come dire le persone che cominciano a andare in azienda non sono entusiaste di vedere pezzi di plastica sparse in giro, per quanto gli possono anche spiegare che è derivato dal mais e comunque visivamente non particolarmente interessante e per cui stanno interessando anche di altri tipi di approccio. E questo secondo me è interessante, perché se bisogna salvare qualcosa di buono da una situazione scomoda, queste sono delle dei dati interessanti e in piu' appunto, in molti casi ha dei piccolissimi. Questa situazione ha dato le opportunità di crescere ancora un passo. Certo è mme guarda, ti vorrei, insomma poi dopo ti voglio chiedere, sicuramente altre, anche altre cose, anche in relazione. Sono un sacco di persone che seguono, Italia che cambia, che stanno provando o hanno il sogno, vorrebbero cambiare vita, trasferirsi in campagna o fare qualcosa di simile a quello che hai fatto. Te lo vediamo, ne abbiamo proprio il il polso, perché sono spesso quando pubblichiamo questo genere di articoli o di storia sono quelle che vengono più lette, vengono più condivise. Quindi chi meglio di te puo' dare loro dei consigli anche sugli errori da non fare? Anche prima parlavi del spesso si fanno scelte sull'onda di un una sorta di eroe per cui però a volte questa cosa se non si hanno le dovute accortezze, la si può anche pagare. Quindi ti vorrei chiedere una serie di consigli. Però prima, visto che stanno arrivando un sacco di domande, vorrei lasciare anche la parola a chi ci sta seguendo di insomma di farti delle domande. Ora magari Paolo via via le mette in sovrimpressione e adesso questo ne vedevo una di Vincent che chiedeva come possibile avviare un'attività simile mio mio consiglio prima di tutto e contattare qualche ente locale che si occupa di agricoltura. Che sia la Confagricoltura che sia la Coldiretti che sia quello che capita tra le mani lasciano sempre molto delusi perché non sono mai particolarmente preparati, soprattutto su piccole realtà e su piccola scala. Però comunque hanno delle informazioni, soprattutto di burocrazia e pratiche che sono comunque fondamentali perché cioè cosa fare è comunque un'attività professionale. Si sta aprendo un'azienda in qualche modo per cui non è semplicemente un vado a farmi l'orto per i fatti miei di base. Se devo dire come siamo partiti noi. Noi siamo partiti con l'idea che non volevamo avere nessun debito perché non avevamo soldi per coprire i debiti e non c'. Era nessuna certezza di guadagnare abbastanza per saldare quei debiti. Quindi la che l'unica cosa che abbiamo trovato inizialmente per partire proprio da zero di base, era stato fare una semplice partita iva in regime di esenzione, quello che una volta erano i coltivatori diretti e iniziare da li' poco per volta chiaro, avendo ambizioni piu' alte, cioè tutto il comparto dell'apertura di un'azienda agricola, la possibilità di accedere ai fondi. Però lì si va direttamente su un campo in cui bisogna fare un business plan, bisogna diventa tutto più articolato e bisogna strutturare lo sicuramente in maniera più solida, la base di partenza più semplice e appunto una partita iva in regime di esenzione, eh? Un prato in prestito da qualcuno su cui iniziare e lì ci si fa le ossa l'unica, cosa che io sconsiglio vivamente a chiunque voglia fare. Una cosa del genere è non pensate di ritirarvi in un eremo se perché se la base della del vostro sostentamento della produzione è quella di vendere parte dei vostri prodotti sul mercato locale, dovete avere un mercato locale perché molti dei progetti che abbiamo visto fallire erano progetti fatti perù vado a vivere in una valle bellissima con dei panorami stupendi. Non ci anima viva entro cinquanta chilometri, ma questo vuol dire che le zucchine gli vuoi far fare cinquanta chilometri per riuscire a venderle a un euro al chilo quando ti va bene. Ok, diventa un po', un un'ipotesi per cui bo, queste sono le le uniche dritte che mi sento di dare. Il resto é é fortuna e capacità di improvvisazione. Ok, grazie si' direi che sono già consigli importantissimi. È ok avesse più un commento e una domanda comunque no? Per rispondere se mi manca qualcosa della città? No, nulla, ma non per cattiveria e che proprio non sento il bisogno di tornarci. Però boh, forse in realtà io non ho mai avuto il rifiuto della città, ci siamo dovuti trasferire fuori non ma adesso non mi manca. Ma perché non bo? Perché? Ma un'altra cosa messa lì la permacultura potrebbe sostituire l'agricoltura tradizionale in italia? No, no, ma per un semplice fatto. Perché la permacultura non è agricoltura. La permacultura ha un sistema di progettazione e di pianificazione. Allora l'agricoltura italiana potrebbe adottare la permacultura come sistema di progettazione pianificazione però la prima coltura non puo'. Essere agricoltura sarebbe riduttivo. Penso di avere risposte. Assolutamente. Ok. Ti chiedono se hai nella tua azienda, ma lo farei molto volentieri. Ma praticamente abbiamo una casa in cui viviamo in tre e praticamente non c' è spazio neanche per i poveri cani. Non sono gli stessi di quando siamo andati via dalla città, perché quelli nel frattempo sono diventati vecchi. Però sì, No, purtroppo non siamo organizzati per il buffet. Mi spiace che Esatto. Come può contribuire il design? Beh, a Bo in molte maniere sia dalla Dal nel dipende il design di che cosa? Se parliamo di design, parliamo comunque di uno studio, ad esempio dell'ergonomia, che in campo è fondamentale. Per cui secondo me, il design di attrezzature che abbiano un concept dell'ergonomia solido, molte di quelle che noi distribuiamo già ce l'hanno proprio perché sono attrezzi manuali per cui sono stati studiati per non affaticare e non troppo da quel punto di vista. Li'. Si, sicuramente il design ha un valore il design e poi un sistema di progettazione per cui può essere sistemico. E la prima cultura può rientrare tranquillamente in un approccio applicabile sul design. Lo vedo meno come questione di design estetico ok? Nel senso si' ci sta. Le cose belle piacciono a tutti. Perché no? Mi sembra che il design possa dare delle soluzioni interessanti. Ha dei problemi pratici, appunto. Em, in termini di comodità, di ergonomia, di funzionalità, di una progettazione per cui sì, ehm okay. È bella Dei consigli mi sembra nei dati già tanti. Non so se ce ne sono altri che ti vengono in mente per qualcuno che appunto vorrebbe fare una scelta di questo tipo o insomma, ma secondo me l'unico con sé almeno quello che per me ha funzionato è stato appunto non non lasciarmi troppo trascinare dalla come dire, non lasciarmi troppo trascinare dall'ideologia, per cui, appunto, ne parlavamo anche prima. Accennavamo anche prima. Dal mio punto di vista, ogni scelta che noi facciamo e si bilancia tra un aspetto molto razionale, è molto legato all' idea che abbiamo all'etica che abbiamo alla visione del mondo. La nostra filosofia é una parte piu' tra virgolette, animalesca, istintiva e le due cose, come dire, si spingono a vicenda e non ogni tanto la parte la parte più razionale tende a soffocare questa nostra parte più di bisogni profondi. Per cui io direi che la cosa che hanno é seguito di più è stata quella di appunto cercare di non farci trasportare troppo da delle idee che ci piacevano fare di quelle idee una base solida per cui noi comunque abbiamo un'etica. E una filosofia molto solida che possiamo dare per scontata e a quel punto possiamo dare andare poi spediti sulle sui progetti da realizzare, veri e propri sulle attività pratiche, senza perdere di vista l'obiettivo che dobbiamo portare a casa a beh, questo mi viene difficile. Penso che io rimango un agricoltore e non è un architetto, non è un costruttore per cui è molto difficile ma l'unica cosa che sono posso dire, ma ma a parte il fatto che poi i prezzi sono molto cambiati negli anni per cui da otto anni fa oggi è molto diverso, così come anche alcune normative sono cambiate, la cosa che mi è capitata più spesso come domanda era a ma tu hai una casa in legno e paglia, allora non quella sicurezza vorrei costruirmi anch'io perché costa meno no? Attualmente il costo di costruzione di una casa in muratura, di una casa in legno o in paglia è praticamente identico. La differenza principale é nei costi poi di manutenzione nel tempo. Una casa di paglia costerà molto meno nel tempo, perché si ha un maggiore isolamento, una migliore vivibilità, una manutenzione di un pò diverso. Ok, però poi alla fine i costi di costruzione e la burocrazia sono le stesse identiche cosa? O allo stato attuale delle cose, quali sono le fondamentali? Perfetto. Dal mio punto di vista di' poi dipende molto dalla superficie. Ok, parliamo di diciamo fino a un paio di ettari. Secondo me sono moto coltivatore con una fresa d'assi verticali e una trincia, una seminatrice manuale che sia in grado di gestire semi da grandi e piccoli. Ha una collezione di Sark detti oscillanti, probabilmente delle forche da sceneggiatura di quelle due mani. Tipo grilli netta. E più o meno ci siamo. È molto cittadina in questo momento. Perché? Non so, non conosco niente di tutto ciò che hai detto a Ci puoi fare o no? Non ho il sacchetto oscillante. Il massimo che arrivo è il sacchetto c'. È una cosa che si può mostrare alle sette e mezzo in diretta. Va bene. Ok. Un giochino sessuale. Esatto. E queste sono sono le vecchie, le vecchie zampette. Solo che questa ha un concetto di design e di ergonomia, un po' più sensato rispetto alla vecchia zampetta. Però con questa ci vai in giro, poi tutto il giorno. Alla fine però, appunto, no, non sono tantissime le attrezzature. Poi appunto, le attrezzature più pesanti sono il moto coltivatore con una fresa d'assi verticale, la trincea. Ma quelle vengono utilizzate in momenti specifici, dell'anno per la gestione soprattutto dei sov ecc. E delle delle colture di copertura per mantenere anche la fertilità del terreno e tutto il resto. Poi dipende molto da che cosa si va a coltivare, da come lo si vuole fare, da quanto si deve coltivare. Perché che c uno degli attrezzi di cui io mi sono innamorato in questi anni è una trapiantato rice manuale che è in grado di trapiantare duecento sessantaquattro pian tiny in trenta secondi. Però comporta un'organizzazione aziendale molto particolare. Ma non la consiglierei a uno che inizia perché non avrebbe voluto tutte queste cose. Ho visto che ce lo chiedono, si trovano sul sito officina walden punto it giusto si' o contattando direttamente o contattando ti comunque se per chi volesse informarsi, eventualmente anche acquistare attrezzature agricole ma che la cosa, come ti dicevo, prima lasciamo anche l'intenzione è quella di andare comunque a soddisfare una richiesta che c' era e spesso e volentieri mi trovo a rispondere a mail o a telefonate che non sono commerciali strettamente, ma sono appunto di che cosa mi serve. Cosa devo fare? Dei consigli di pareri sulle attrezzature? Spesso e volentieri mi è capitato di vendere attrezzature di altri no, non le mie per buccia certo è un stanno continuando a arrivare domande, però ormai siamo già un'ora di diretta, quindi dobbiamo si area a chiudere. Io però ti vorrei chiedere una cosa io spero che non si offendano le persone che hanno fatto le domande, ma magari la prossima volta. A proposito la prossima volta ora sono passati otto anni. Mettiamo che fra otto anni rifacciamo una diretta e ci aggiorni cos'è successo e cosa ti piacerebbe dirci? Cosa ti piacerebbe che fosse successo nel frattempo? Domanda proprio così va due secondi per concludere, ma cosa mi piacerebbe che fosse successo? Beh, che fossero aumentati i miei colleghi e che avessero tutti successo e che i mercati, la realtà delle produzioni locali e dei mercati locali si sia espansa talmente tanto da essere uno scontato e non un Oh, guarda. Cioè, il prodotto. Conosco il produttore nascosto. No, quello vorrei vedere quello. Ok, Ward di base Va bene. Ora io ti ringrazio. Potremmo stare veramente a chiacchierare perché è sempre sempre avere un piacere. E poi, insomma, ogni volta, eh? Racconti tantissime cose interessanti. Veramente potremmo farne una al giorno di queste dirette. Però magari non lasciamo passare otto anni. La rifacciamo un pochino. Grazie mille per la disponibilità e buona serata. Grazie a tutti. Buona serata a tutti quelli che ci hanno seguito. E grazie per aver seguito per le domande. A presto. Alla prossima puntata. Ciao. vai a perfetto oggi eccezionale, questa volta no, ti dicevo di andare da qualche parte. Sì, in realtà un po' di torino no, guarda io per un periodo che wow! Ovviamente non è che senza tagliare i ponti a Roma con Milano sono infatti quello che si lavori. Si infetti no, stavo pensando ci siamo, é solo un periodo. Dopodiché bo se rimango nel Lazio verso il livornese comunque fuori in campagna no Sardegna adesso una città italiana adesso è una città piccola, puoi preferire fuori, magari vicino. Come ti capisco, ti serve una connessione in Sardegna a volte è molto ben cha cha delle una rete di di banda larga che è Paolo. Se è la più grande fibra, però non è un granché come come gestivo? Ecco come del come adsl non è granché, No, io con la retta non vado malissimo in Sardegna, quindi forse un'aspettativa dipende molto da aspettare. Stava li' che potrebbe arrivare a fibra da tutte le parti. Poi specialmente Sassari. La zona sarebbe infatti abbiamo un comune. Olmedo che ci ha chiesto di te. Eh sì, sì, non è niente. Non è è accesa. Abbiamo adesso dobbiamo accesa. É per esempio pure questo mi racconti un po'? Come vanno i Mets? No, no, no, Lynette va abbastanza bene. Abbiamo acceso la rete l'abbiamo costruito la dorsale che porta il segnale su Cerveteri e Ladispoli e poi abbiamo agganciato alla banda larga. Ancora non è perfettamente settata, quindi abbiamo ancora da lavorarci. Dal punto di vista tecnico, però, già ci sono gli abbonati che viaggiano, quelli quelli che abbiamo e che siamo riusciti a collegare, che già viaggiano all'interno. Dunque noi netto sostanzialmente è una struttura, una una rete è di di banda larga di telecomunicazioni con la tecnologia wi-fi che mette in relazione praticamente tutti gli abbonati. Perché tutti gli abbonati sono anche soci di questa cooperativa di telecomunicazioni che mette in relazione attraverso una piccola antenna sul tetto è prende questo questo segnale wi fi. La bellezza è che ha una rete interna che è considerata come una piccola lahn cittadina, quindi praticamente voce dati lì dentro circolano da cento a trecento megabit. E mentre poi questa questa nuvola di comunicazione viene agganciata anche a internet attraverso la banda larga, quindi funzioniamo un po' come è attraverso noi siamo una cooperativa che è iscritta come Whisper, come Wi Fi, Internet Service, provider e quindi acquisisce acquista a banda larga, la distribuisce nel suo, nel suo network, quindi nella sua rete dorsale. Questa cosa sulle case sì, perché in pratica la dorsale è quella che porta il segnale è perfetto e utilizza il cinque gigahertz, mentre poi per la diffusione sul territorio utilizza il due virgola quattro gigahertz che sono due bande non licenziate. Quindi c' è anche questa bellezza che tu non devi chiedere nessuna autorizzazione. Devi pagare nessun tipo di onere se non la concessione governativa normale. Mi ricevi? Il tempo fa che la velocità in applaudo si' noi in pratica ho ancora ovviamente è la fase iniziale di test, ma nel momento in cui sarà a regime questa, ehm questa se questo segnale di noi net permetterà sia di avere la stessa velocità sia in download che in upload e questo permetterà ovviamente di applicare più democrazia alla rete, perché oggi e noi possiamo ricevere ma abbiamo difficoltà perché c' è un una frazione della velocità per quanto riguarda mandare dati. Invece a questo punto noi riusciremo a colmare la cosa con una rete bidirezionale, con la stessa velocità e tra l'altro anche con una velocità discreta. È qui cerchiamo di estendere. Ora siamo partiti da Cerveteri, Ladispoli, poi la estenderemo a Roma, dove C' è il quarto municipio che ha finanziato una una parte di questa rete per connettere un quartiere in digital divide che il quartiere di cinquina che è prossimo al a raccordo. E quindi in questa maniera si cercherà poi di connettere tutti tutti i potenziali soci di Roma, che naturalmente a quel punto diventerà una cosa piuttosto interessante. Un attimo a vedere come mai come mai proprio per vederli Ladispoli, Cerveteri, Ladispoli. Un caso come al solito. Perché il presidente di Gaynet, Marco Polvere, Rari e di Cerveteri allora abbiamo iniziato da un piccolo, da un piccolo punto proprio per avere maggiore dimestichezza anche della gestione della rete. Perché non è una cosa banale gestire una rete così e diciamo, servono delle tecnologie, del soprattutto delle conoscenze tecniche che bisogna. Ora infatti c' è il trasferimento di conoscenze da Remo Tabanelli, il tra l'altro un fisico, il padre, un po' del di internet perché ha ricevuto la prima mail di internet ormai nel in tempi lontani. E questo naturalmente comporta un travaso di conoscenza. No? E questa questa azione che noi facciamo è un'azione come dire è un'azione paradigmatica perché ci praticamente taglia le le dipendenze con il monopolista. Noi siamo abituati ad avere un rapporto per i servizi con con i monopolisti e questo naturalmente ci per penalizza dal punto di vista del potere contrattuale. Per la prima volta, invece, i soci della cooperativa gli abbonati sono essi stessi proprietari del di una porzione di questa rete che poi fa connettere in mobilità, permette tutta una serie di servizi incredibili come te, l'assistenza, medicina, telemedicina è un po' all'ultimo passo che mancava per rendere la rete veramente democratico. Non spesso si dice internet democratico, però, dopodiché finché la proprietà dello strumento su cui si no internet non è democratica, oggi infatti questo passaggio lo è un passaggio in più per arrivare proprio alla democrazia della rete. E tra l'altro è attraverso tutti i servizi che riusciremo a a trasmettere alle aziende e agli enti locali. È un po', una digitalizzazione del territorio e questo consentirà, anche attraverso questi servizi a pagamento, magari un domani, di abbassare i costi del dell'abbonamento quasi ad annullarli. Ma adesso costa per i privati costa venti euro con il dieci percento di accettazione dei buoni scec, quindi diciotto euro e due shake, mentre per le imprese trentacinque euro, sempre col dieci percento di shake mensile. Ehi, ma tutto il presidente di noi ed ovviamente anche la cooperativa. No, no, no Lynette, una cooperativa lui parlava sì, perfetto, nonnetto, si chiama noi net, no, seconda cooperativa. Ha preso lo stesso nome? Si, si, si, si lo stesso nome rivela come promotore, dopodiché in gestione il progetto lasciato No l'arcipelago è l'ideatore, diciamo e insieme ha incontrato attraverso. Ma come sai quando quando arcipelago si muove incontra bellissime professionalità persone? É stato questo che ci ha fatto conoscere Remo Tabanelli e da lì è nato proprio questo questa volontà di creare qualche cosa che nel panorama nazionale, ma anche internazionale, non cioè ci sono delle reti. A Berlino, per esempio, ci sono delle reti wi fi molto estese. É come un wi-fi in Spagna, però questa è la prima volta dove si intende farlo come proprio una cosa strutturata della una copertura cittadina dove gli stessi abbonati siano soci e proprietari dell'infrastruttura quindi é un po', un passaggio anche culturale che noi cerchiamo di portare attraverso questa operazione. No, questa è la cosa bella perché la questa è una tecnologia della rete mesh, quindi la rete a maglia permette di auto riequilibrare. Nel momento in cui un nodo viene meno, tutti gli altri nodi si riequilibrano nel modo piu' vicino, quindi sono messi in modo abbastanza vicino, ci sia quello che è indispensabile per gli altri. Si in pratica poi sostanzialmente il nodo che vede riceve il segnale e lo rimanda e quindi praticamente il suo stesso. Poi cosa aiuta a costruire questa banda, poi cioè quella dorsale che è quella la spina dorsale proprio della della della connessione per magari mandare il segnale a distanza anche di chilometri. Quindi questo permette poi di di avere due due livelli di rete e di avere anche una stabilità più importante. Quanti anni avete installato sul territorio? Dunque attualmente saranno una trentina a Cerveteri? Sì, ma contiamo di arrivare a novanta nell'arco di un mese e mezzo. A quanto pare la dorsale quante no della dorsale sono circa mi sembra un terzo tredici tredici per la dorsale perfetto. E poi puntano quelle diciamo sul territorio ci sono quelle piu' vicine che puntano su quelle della dorsale in maniera tale da diffondere il segnale. Nei momenti facili sono pochini una ventina no soci. Siamo circa cinquanta soci, mi sembra cosa siamo, però si può ripetere? No, che Tim sono ancora meno. Però già già oggi, praticamente col segnale che già dal dallo smartphone o dal pc si vede il segnale di questa rete wi fi noi net quindi chiaramente poi è molto semplice fare la volgare, ma addirittura parlavi di Roma, ma al di là del quarto municipio che poi entriamo nel merito del quarto municipio per vari motivi. Ma secondo incredibile. E in che tempi coprire Roma è coprire Roma? Roma è una metropoli, quindi è molto, molto più difficile. Però si può collegare per esempio a macchia di leopardo e quindici quartiere municipio, quindi magari non copriremo proprio in un territorio in maniera esaustiva, ma cercheremo di mettere in relazione anche persone che stanno in territori diversi, quindi municipalità diverse e questo consente poi però di avere una diffusione piuttosto importante. Poi da li' si passerà strada per strada, in un quartiere, magari a fare un'azione più capillare in maniera tale da per averla anche la connessione in mobilità. Quindi quando io esco eh posso connettermi sia con lo smartphone che con che con notebook. La cosa interessante è che noi oggi noi abbiamo un abbonamento per lo smartphone con la connessione a internet, un altro per casa con la connessione a internet, la telefonia. Ecco, noi si dovrebbe poter arrivare a un unico abbonamento. Certo, em, le persone della cooperativa sono pagate? No, in questo momento no. In questo momento sono è tutto lavoro volontario. Si quindi i proventi degli abbonamenti, per quanto alla sua pochi ma andranno a coprire solo le spese e le spese vive tecniche di gestione della banda e dell'acquisto soprattutto della banda, perché è quella che in questo momento è il costo più importante. Naturalmente con l'aumentare del numero queste questi costi diminuiranno notevolmente. È un'altra. Cosa interessante è che nel momento in cui si comincerà a muovere diverse migliaia di di utenti, a quel punto ci saranno degli utili. E ovviamente questi utili, secondo noi devono essere indirizzati su tre su tre direttori ie importanti ovverosia uno è il potenziamento della rete e quindi la qualità del servizio l'altro l'abbassamento dei costi di questo servizio più siamo e meno paghiamo e l'ultimo è quello del finanziamento di progetti che siano a carattere sociale, che altrimenti non sarebbero finanziati se non da un'azione di questo tipo che ovviamente sappiamo che gli enti locali, con i tagli che hanno avuto, taglieranno ancora di più e quindi bisognerà supplire a queste mancanze con azioni proprio della comunità stessa. Danilo ci ha detto chiaramente che aspettano in heat per sì, infatti è una delle azioni su ostia, per esempio, sarà quello di aiutare il sostentamento della della community education che la piccola scuola di comunità che lui ha fatto ha creato a ostia. Tocca a sbrigarmi senti come l'ultima casa sono lynette come benvenuta montata l'idea no l'idea e io sono stato contattato da da un hacker, Michele Fava Rape. Darsi che era appassionato di queste cose, ma anche appassionato di di questa, di quello che facevamo in arcipelago e mi ha messo in relazione con Remota. Vanelli è remota, remota. Vanelli, ripeto, è un fulcro del dell'information technology italiana. È in membro effettivo del consiglio D'amministrazione Dell'internet Society. Ha creato un po' tutto quello che è il know-how anche a livello di ricerca nel settore delle telecomunicazioni e quindi oltretutto è una persona che ha una una visione della rete, proprio come dovrebbe essere una rete democratica libera, non certamente gestita da monopolisti, per cui noi abbiamo messo la nostra capacità di mettere insieme le persone e quindi noi siamo un'associazione abbastanza diffusa sul territorio italiano e lui ha messo la sua conoscenza tecnica. Adesso sta mettendo a disposizione la sua conoscenza tecnica, travisando la in qualche ingegnere informatico che sta avvicinandosi tra l'altro siamo in contatto con l'università per avere dei degli ingegneri che faranno tirocinio da noi. Quindi ecco si sta creando proprio anche quel nau tecnico necessario allo sviluppo proprio della rete, perché la bellezza di questa cosa che noi la facciamo qui a roma, poi unità locali di noi net verranno aperte in tutte le città dove naturalmente questo progetto potrà essere diffuso. E con l'abbonamento di roma noi andremo magari in vacanza in sicilia e non dovremmo fare un altro abbonamento e quindi praticamente non ci connette remo alla rete. Noi net di siciliana no? Comunque tu immagini diverse cooperative che a livello locale si auto creano in maniera decentralizzata, portano avanti questo discorso, immagini la vostra cooperativa che ora parte e poi si allarga roma poi man mano, magari al lazio oppure ma che il leopardo però sempre gestendo le cose dall'alto dunque c' è un è un fattore. Infatti ho parlato di unità locali di noi ne ha infatti unità locali. Perché? Perché ci deve essere una certa omogeneità di struttura, ma anche di gestione tecnica, perché questa cosa sia è molto più diffusa sul territorio e quindi abbia, come dire, tutti quei vantaggi delle economie di scala che noi vogliamo mettere in atto. Per cui chiaramente questa questa cosa la cercheremo di farlo attraverso la replicazione di noi net, ma attraverso una gestione è unica come concetto ma diffusa sul territorio e quindi ha in completa autonomia. Ciao anche. Perché poi eh gli gli utili che derivano proprio dalla gestione locale verranno dirottati proprio sulla comunità locale che li ha generati. Questa è una una delle filosofie che noi abbiamo, quindi è importante che si mantenga la struttura sul territorio fondamentale perché se no c' è il rischio che poi si parte dal piccolo. Poi il progetto è successo e poi ci si ingrandisce. Alla fine poi si viene visti invece parecchi anche altre. In realtà in realtà anche a livello software fanno un po' questo errore comunque il progetto è fantastico. Però poi centralizzato tutto no, noi centralizza. Amo il la gestione tecnica perché naturalmente una rete non può essere non gestita a livello centralizzato, per ovvi motivi. Però naturalmente tutto quel tutto il resto diventa locale. Per cui questa cosa qua, quindi il telefono è solo perché sono curioso, no, tu immagini che l'unità locale sia un'altra cooperativa, che quindi gestisce autonomamente? No, è una è diciamo che amministrativamente è un'unità locale di noi net. Però ha una gestione autonoma, anche amministrativa. Quindi tutti gli utili che produce verranno ripartiti sempre sul territorio. Grazie a questa gestione locale localizzata del della comunica cooperativa Un'unica, cooperativa con diverse unità autonoma a livello burocratico che centralizzato, manterremo solamente l'acquisto della banda per ovvi motivi, perché naturalmente possiamo avere dei maggiori dei maggiori, anzi essere noi stessi. Poi coloro che che che danno attraverso anzi ci pagheranno per entrare nella nostra rete, aveva utilizzato per per utilizzarla. Per esempio un grande player può dire io utilizzo la rete locale per veicolare alcuni servizi. Benissimo, allora pagano niente perché attraverso la propria rete. In quel senso, ovviamente dobbiamo mantenere una certa centralità. Per il resto, ovviamente tecnici gestione. Tutto il resto sarà molto locale. Ma adesso, appunto che parlavi di questo progetto è mme. Al futuro, diciamo appunto crediamo che sia un futuro prossimo. Quindi passato, andiamo un attimo. Nel passato è però chiesto cento volte, però diciamo ancora una volta l'arcipelago. In breve, come come quando nasce è arcipelago Scec, dove secca l'acronimo di solidarietà che cammina. Nasce perché alcune persone nel duemila, duemila e quattro duemila e cinque si sono trovate su internet per elaborare delle strategie per la comunità e per alleviare quelli che sarebbero stati i fenomeni della crisi che tuttora tocchiamo con mano, anche perché ha alle spalle c'. Era un lavoro sia sullo studio della della moneta. A livello monetario, quindi, ma anche a livello economico è nel duemila otto nasce nasce arcipelago dopo un un esperimento partito nel maggio del Duemila e sette a Napoli. È che fu una cosa molto riuscita e quindi sulla scia dell'entusiasmo tanti gruppi di varie regioni riuscirono a mettersi insieme a fare un progetto unico. Infatti noi abbiamo Shack che è uno shock unico per tutte le dodici regioni che lo accettano hanno gruppi di lavoro su su questo tema e si cerca di ricostruire in questo modo con questo strumento, le economie sociali e le comunità. Tu sei entrato nel duemila nove? No, io sono sono uno dei soci fondatori, quindi al fondatore però non c' era primo in controllo del duemila e cinque no, no, io no. Io ho fatto parte sin dall'inizio della dell'ideazione sulla gestione di però non eri presidente? Sì, mazzi, mi ricordo non c', è stato un momento di passaggio no, no a cipolla che è nato proprio nel duemila otto. Io sono dal duemila otto presidente ora l'anno l'anno l'anno prossimo scade il mandato, quindi quella sì sì e quindi dal nominato dopo quattro anni. Ma il primo bilancio di questo di cui spetta quando è nato com'è andata meglio, peggio no? Il bilancio è entusiasmante, entusiasmante anche perché nel attraverso l'operazione, quando si mettono insieme le persone è qualcosa di buono esce sempre e quindi praticamente la cosa bella è che girando l'italia per fare divulgazione economica da una parte anche è divulgazione rispetto allo strumento allo shack questo buono chiaramente poi tutte queste cose non fanno altro che farci conoscere persone professionalità che si mettono al servizio proprio siccome la nostra nazione completamente volontaria e quindi è come se la parte propositiva parte buona, che ha voglia di costruire, dell'italia, si' pian piano si ritrovasse e con questo parlo anche di tantissime associazioni che sono nostri compagni di viaggio. Parlo della transizione come decrescita felice, come tante altre associazioni che si incontrano durante il percorso, che poi si mettono insieme e fanno un pezzo del percorso insieme. Questo ha consentito poi di mettere in atto anche progettualità abbastanza interessante una di queste noi net, ma poi c' è la razionalizzazione dei trasporti fatti da fai meno strada punto org oppure la cooperativa che si occupa dell'efficientamento energetico è del Sargon che insomma sono tutte strutture che naturalmente sono nate sulla sulla scorta del fatto che le professionalità si avvicinavano all'arcipelago e poi piano piano sono nate spontaneamente queste queste azioni progettuali che aiutano ovviamente la comunità e l'utilizzo di questo buono locale si' mi racconta un po' risalgo che ne so poco salgo è sostanzialmente è nata perché all'interno di arcipelago c' erano le persone che si interessano a livello professionale, anche di energia e quindi ha cercato di di mettere in piedi una una cooperativa, sempre nella logica, nella filosofia di arcipelago, quindi nella logica di servizio alle comunità, una una cooperativa che potesse aiutare le amministrazioni e anche i privati che lo volessero cambiare un po' le loro abitudini, anche rispetto all'energia, sulla formazione no fa fa qualcosa di concreto. Per esempio da un aiuto sul patto dei sindaci al quindi consulenze, consulenza su il paese, i piani di azione dei comuni e poi anche su quello che riguarda una cosa interessante. Per esempio, è grave i contratti di rinegoziazione delle bollette energetiche delle famiglie da una parte delle imprese dall'altra e degli enti locali. Quindi non facciamo altro che mettere insieme le persone e andare a ricontrattare con il gestore le condizioni della bolletta energetica. E questo poi consentirà, una volta che abbiamo raggiunto dei dei numeri piuttosto interessanti di andare ad acquistare l'energia direttamente al alla borsa elettrica, una specie anche lì, di tentativo di fare tipo noi netta a livello energetico. Perfetto, perché il concetto dei nostri progetti è proprio questo di tagliare le dipendenze con i monopolisti è di cercare di localizzare i servizi. E questi servizi che sono al servizio della comunità non devono creare utili. Ma quegli utili utili privati, ovviamente, ma quegli utili che creano devono essere reinvestiti nella comunità stessa. Quindi il concetto è quello di no-profit utilities. Ehm una domanda sulla sul buono sconto sullo Shack, appunto. Il fatto che anche se non è una moneta esente, si inserisce nell'immaginario collettivo quantomeno nel discorso moneta locale. No, è un dubbio che mi sono fatto qualche volta è strano che una moneta locale poi sia nazionale. Nel senso come si concilia questo Andrea che non è una moneta giuridicamente? Però diciamo questo con questo ispirazione al discorso moneta locale con un qualcosa di nazionale è semplice perché lo Shack questo é lo shock, è unico in tutto il territorio nazionale, quindi si puo' utilizzare lo stesso buono sia del Friuli che in Sicilia. Il concetto però è un concetto di glocale. Cioè noi utilizziamo questa, ehm questo buono per agganciare, per aumentare innanzitutto il potere di acquisto delle famiglie. Quindi, come dire nel momento in cui il Bureau ci ha allevato potere di acquisto non lo reintegri. Chiamo con questo buono dall'altra parte. Cerchiamo di creare una connessione con le azioni, le delle imprese del territorio. Quindi da una parte la domanda delle famiglie, la domanda di beni e servizi delle famiglie dall'altra, l'offerta delle imprese e dei professionisti. Ovviamente questa cosa non può che portare a una autarchia, quindi naturalmente poi ci sono dei beni e dei servizi che vengono ricercati al di fuori perché magari una località non è in grado di supplire a tutti i bisogni e quindi, per esempio a milano non avranno mai agrumi, per cui è normale che vadano in Calabria e in Sicilia ad acquistare arance o limoni. E quindi a questo punto il buono serve proprio per mettere in relazione a questi rapporti, naturalmente, che esaltano quelle che sono e mettono in relazione le eccellenze, le eccellenze produttive. Quindi quello che capisco io sicuramente lo shake seleziona le eccellenze alla qualità, perché? Anche perché tendenzialmente ci aderisce un certo tipo di mondo. Però chi mi assicura che invece non se se si diffondesse tantissimo potrebbe rientrare comunque una moneta qualunque dove tu dici io quello che compri anche a roma milano compri l'acqua fatta in calabria. Come si fa a impedire? No? Diciamo che insiem la cosa importante è che insieme al questo è uno strumento. Ovviamente è uno strumento che già di per sé si utilizza insieme agli euro e quindi utilizzandolo come percentuale aggancia al territorio anche la ricchezza in euro. Quindi paradossalmente il per fare un esempio il bene costa cento euro all'accettazione di la situazione di shack io pagherò euro e shack questi venti shack io se non voglio perderli io devo riutilizzarli all'interno del circuito e quindi questo mi comporta già il fatto di restringere la diciamo la sfera di azione di questi di questi euro. Ovviamente noi dobbiamo cercare anche di canalizzare questi sia gli euro che shack all'interno di piu' di percorsi virtuosi e faccio un esempio dell'agricoltura ovviamente noi dobbiamo cercare di diminuire i trasporti e quindi noi abbiamo un progetto per la razionalizzazione dei trasporti all'interno ovviamente del locale è quindi privilege remo. Ovviamente le merci che provengono dalle località limitrofe vicine a dove dove li consumiamo é però dobbiamo anche mettere in moto una cultura alimentare, una cultura rispetto all'ambiente e questo naturalmente lo possiamo fare solamente se c' è un lavoro di tutte le forze che agiscono sul territorio, quindi le scuole, eh gli enti locali l'imprenditoria locale e poi dopo solamente che la domanda locale è stata soddisfatta dai beni provenienti dal territorio, noi possiamo avventurarci fuori da questo territorio. Insomma e questo obiettivo l'ho capito? Non ho capito a livello di metodo, per esempio voi selezionate se per esempio io sono un centro commerciale, decido per qualche motivo strano anche a dire arcipelago voi questa è l'unica, cosa che non accettiamo, ma qui c'è qualcuno che sa che guarda chi entra, chi non entra come si ovviamente. Ovviamente la selezione è web. Sì, sì, noi possiamo iscriverci online, però anche queste queste iscrizioni comunque vengono comunque viste perché ovviamente i supermercati non hanno una concezione locale e quindi ovviamente se accettassero shack questo shack. Quindi voi voi selezionate per quanto appunto serie, evitate che noi accettiamo che entrino. Avete due categorie non possono entrare in arcipelago, quindi centri commerciali e ovviamente i supermercati e poi Marcy e quindi in franchising. Questo perché? Perché anche volendo accettare Shack, loro non potrebbero riutilizzarli nel territorio, ma sono obbligati comunque avere una circolazione con delle merci ben precise che notoriamente non seconda noi non aiutano il territorio. Quindi noi dovremmo qualificare quanto più possibile l'offerta. Quindi aiutare le imprese a fare perché questo è un patto è un patto stretto fra le famiglie da una parte e la produzione dall'altra. Io faccio solidarietà alle famiglie accettando la come impresa o come professionista dall'altra parte c' è la famiglia che riceve questa solidarietà che dice giusto, io ti premio e quindi vengo acquistare da te invece che da un altro. Questo naturalmente mette in moto dei processi che vanno aiutati, sono processi naturali, quindi non è niente di di forzato, perché noi cerchiamo di mantenere sempre la massima libertà. Nell'accettazione uno può scegliere la percentuale che accettare sia come utilizzarli, quindi cerchiamo ovviamente nell'ambito del dell'azione culturale di far ad aiutare, diciamo quella che è la comunità nell'intraprendere delle azioni che attraverso la convenienza inizialmente, ma poi ovviamente sono al servizio e migliorano tutta la qualità del della vita, della comunità stessa. Senti il tra i progetti mi ha parlato appunto di di le varie cooperative io lascerei appunto per l'ultimo quarto municipio. Se mi dici qualcosa su quello che state facendo in Calabria, in Calabria, c' è un lavoro, un lavoro di lungo periodo, perché in Calabria è dal duemila e sei che noi siamo presenti. Grazie proprio all'opera di costante di chi ci sta lavorando, entro affiatati, è la persona che cura. È un arcipelago ancora prima che nascesse. Perché ovviamente noi, tanto che lavoriamo su su questi temi e il li abbiamo fatto già delle delle operazioni. Per quanto riguarda il progetto per l'emporio le botteghe l'emporio non è altro che un supermercato che vende però solamente i prodotti locali e ovviamente accetta shack e è un'azione di servizio al sia alla comunità che trova vi trova beni a basso costo ma di qualità superiore e dall'altra parte aiuta ad integrare il reddito delle delle imprese che producono. Questo perché si lavora attraverso la trasformazione dei prodotti dove c' è il maggior guadagno e questo permette ovviamente di ritornare una volta pagati i costi di gestione e ritornare gli utili derivanti dalla trasformazione alle imprese che integrano così il loro reddito. Eh facciamo anche un'opera, per esempio di no l'emporio è in fase di realizzazione. Perché? Perché è un processo lento, anche perché è un processo, se vogliamo, anche di rottura paradigmatica, cioè un paradigma nuovo di concezione proprio di acquisto che attraverso l'acquisto tu aiuti un processo di risanamento dell'economia locale. Questo è lento, è un processo lento, é un processo culturale. Noi abbiamo fatto già due anni fa due mesi di formazione all'interno di tre scuole del crotonese, un turistico-alberghiero commerciale e un agrario è informazione proprio su questo, sulla gestione dell'emporio è facendogli fare prendere dimestichezza col software che verrà utilizzato e far diciamo spiegargli le dinamiche che interagiscono sul nell'emporio, ma poi ci siamo arenati. Perché? Perché mancava un tassello, ovvero il tassello delle dell'ente locale che doveva mettere a disposizione degli immobili per poterlo realizzare. Questo probabilmente oggi lo stiamo superando e quindi io sono abbastanza fiducioso per la realizzazione di questo emporio con la Regione, dunque in parte sia anche con la Regione, perché stiamo lavorando con gli ex, gli istituti tecnico-scientifici che sono una sorta di specializzazione post-diploma specializzati proprio a Crotone, cioè quello specializzati nell'agroalimentare. Attraverso questo faremo proprio la formazione proprio alle scuole. Prepareremo quindi le persone che poi andranno a lavorare all'interno di dell'emporio è grazie anche a fondi europei. Probabilmente riusciremo a realizzare questo emporio, quindi purtroppo sono processi che richiedono il loro tempo e non sono immediati. Si' domanda provocatoria ma che lago è una associazione paradossalmente poco democratica perché i progetti più belli possono fare solo persone che hanno sostenibilità economica. Io ho incontrato tutte persone fantastiche, ma che potevano permettersi Gaetano si riprendersi un anno, due anni della propria vita. Non guadagnare per quanto con fatica, per questo se vuoi, ma non è tanto giusto. Ma che è? Voi vi occupate di moneta è come mai non trovate un modo di di sostenervi con la moneta bella, bella, bella? Bella domanda questa no, se il discorso è semplice se vogliamo cambiare e i cambiamenti che noi proponiamo sono cambiamenti semplici se vogliamo, ma devono, come dicevo prima, sono devono interagire col paradigma attuale. Quindi le scelte di di coloro che si propongono ovviamente di di fare quest'azione sono scelte radicali. Io stesso faccio questa azione in maniera volontaria, in maniera anche potente che mi ha è condizionato fortemente la vita e quindi sono scelte che naturalmente ti cambiano. Gaetano ha una Gaetano, la legname che ha ideato il e il progetto di di fare meno strada, quindi della razionalizzazione dei trasporti, ha un'azienda di autotrasporti, utilizza questo periodo di crisi e quindi di diminuzione di lavoro, è quindi indirizzando tutte le energie verso la realizzazione di questo progetto e quindi oggettivamente noi cerchiamo di attraverso scelte personali ovviamente sono più radicali o meno radicali pero' attraverso queste scelte cerchiamo di portare avanti quello che altrimenti non sarebbe possibile portare avanti. Ovviamente una provocazione però quello che io mi chiedo invece in modo non provocatorio ma serio eh il volontariato è secondo te è la strada giusta? per mettere in moto questi processi o rischia di essere un limite? Per esempio cioè sbaglia tu magari non c', è un altro che la tua possibilità e tutto si ferma. No, questo è sicuramente un libro. Io sono fortemente contrario al volontariato, però paradossalmente oggi sono quello che ne fa di più. Perché? Perché certe cose è difficile metterle in moto è tu sai perfettamente che il nostro mondo, il nostro sistema è arrivato al capolinea. Quindi noi dobbiamo aiutare le comunità a diventare più resilienti agli shock che naturalmente noi troveremo sulla strada. Quindi si parla da dal si parte dall'economia è per andare all'energia per andare al proprio alla anche all'alimentazione stessa. Cioè noi oggi siamo immersi in dei processi che per interessi di di lobby private stanno stiamo distruggendo il nostro habitat naturale. Noi praticamente se tutto il mondo producesse, consumasse come stiamo facendo noi adesso nell'occidente non basterebbero tre pianeti, quindi cioè il passaggio, pur essendo un passaggio logico semplice, è un passaggio difficilissimo per da calare nella nella realtà quotidiana. Allora devi creare per forza di cose dei percorsi come l'utilizzo del buono, come questi progetti noi net l'emporio razionalizzazione dei trasporti che sono tutte cose che non le puoi fare se non con una dose di incoscienza. Se vogliamo di dedizione, di volontariato iniziale, perché altrimenti non le potresti mai fare. Cosa farebbe Pierluigi Politi? Non non facile starci per la coscienza, sarebbe in campagna. Mi ritirerei in campagna, no, ti pare a goderti la vita? Cosa? Si, probabilmente sì. Anche perché non riesco a pensarmi a ritornare nel sistema finanziario da cui provengo. Quindi ho fatto una scelta importante. Ne sto pagando le conseguenze. Ma sono felicissimo di pagare queste conseguenze perché mi mette in relazione con persone che mai e poi mai avrei conosciuto. E da un punto di vista umano, cioè una ricchezza enorme è una ricchezza materiale un pochino inferiore. Ma sicuramente non rientrerai a assolutamente per niente al mondo. E tra L'altro c' è una frase che è scritta su tutti gli Shack Non venderò mai la mia libertà per tutto l'oro del mondo. Ce la crisi, è la crisi. Si. Che cosa? Questa è una crisi di valori e una crisi di coscienza. Crisi di una crisi profonda, una crisi profonda, perché questa è una crisi che lavora nelle concezioni più profonde dell'essere umano. Quindi noi oggi non abbiamo solamente una crisi economica. Noi abbiamo una crisi dell'essere umano. È una crisi anche della comunità stessa che non si riconosce più nell' Ltro. Quindi abbiamo un sistema che per interessi privati ci mette gli uni contro gli altri, mentre invece noi dobbiamo riappropriarci della bellezza di vedere Nell' Ltro. Un compleanno di viaggio è un una risorsa importante per aiutarci a a stare su questo pianeta. Quindi la nostra sfida che poi la diciamo la scommessa più grande a cui siamo chiamati a rispondere è proprio quella di trovare delle soluzioni, degli strumenti che ci possono mettere in relazione e passare da un sistema di competizione e di sopraffazione. Ha un sistema di cooperazione reciproca? No, no. Beh, in realtà ti voglio chiedere le cose sul debito, ma mi sa che è un discorso troppo infinito. Non so se si puo' secondo te riassumere in qualche modo? Si no. Il debito è un'astrazione un'astrazione umana perché non esiste in natura è una stazione positiva. Da una parte perché anticipa ricchezza dal futuro che tu ripagherai con quella ricchezza che produci di un giorno per giorno. Pensiamo a un ponte che unisce due paesi che attraversati da un fiume. Io anticipo, indebitandosi con la comunità, i soldi per pagare la manodopera per la costruzione di questo ponte, come ripago. Questo questa ricchezza che ho anticipato dal futuro attraverso la ricchezza che genero con gli scambi che i due paesi metteranno in campo. Quindi sostanzialmente una cosa positiva è diventa negativa nel momento in cui io non creo sufficiente ricchezza per ripagare questo debito e quindi mi indebito ulteriormente per ripagare un debito vecchio. Quindi faccio con un debito nuovo, ripago un debito vecchio. Qui entra in gioco anche il la religione, perché tutte le regioni si sono occupati del debito, nonostante che ne abbiamo perso la memoria, ma praticamente sia la religione cristiana attraverso il Giubileo, la religione ebraica attraverso l'anno sabbatico e il queste due azioni, giubileo e anno sabbatico erano la remissione dei debiti reciproca periodica, cioè ogni tot anni, ogni cinquant'anni per il Giubileo ogni sette anni per l'anno sabbatico Ciera remissione completa dei debiti venivano annullate, venivano annullati reciprocamente. Questo perché perché and and and porta alle esponenziali that di questo debito, per cui è matematicamente impossibile ripagarlo a un certo punto. Quindi è o il debitore diventa schiavo del creditore, oppure c' è un meccanismo che interrompe questa dinamica che ovviamente distruttiva da questo punto di vista. Noi abbiamo perso completamente memoria storica di questi remissioni reciproche, di dei debiti e abbiamo abbattuto la Torre di Babele che si costruiva col debito sul debito, attraverso le guerre. Quindi praticamente le guerre spa spazzano via, distruggevano tutto quanto avevano costruito e si ripartiva daccapo. Ora l'umanità tante volte è ha costruito questo debito enorme, lo ha raso al suolo con le guerre e ripartita ricostruendo, l'ho di nuovo, perché l'umanità fa sempre gli stessi errori. Allora perché oggi noi ci chiedono di rimborsare un debito che è matematicamente impossibile rimborsare? È probabilmente noi dovremmo pensare a una remissione totale reciproca dei debiti e ripartire però con un sistema che impara dal passato e che non ripete sempre gli stessi errori. Quindi ci aspetta una guerra? Beh, io penso di no, perché se vogliamo l'umanità in questi anni è cambiata fortemente. Quindi ha elevato la sua coscienza anche rispetto alla guerra. Prima era semplice, bastava affamare il popolo, la rabbia stessa che ne scaturiva in una rabbia distruttiva che faceva capovolgere stati. Le rivoluzioni di solito hanno questo il però la facoltà delle della rabbia distruttiva è che si può manipolare molto facilmente. Quindi le guerre classiche di di una volta oggi non è più possibile, hanno. Secondo me c' è stato un tentativo nel duemila uno con le Twin Towers e quindi ci è stata anche una messa in contrapposizione di due civiltà, quella musulmana e quella cristiana, che però non andato non ha sortito gli effetti che che speravano. Per noi invece siamo siamo ben contenti di questo. Certamente è che le ci sono tante guerre periferiche e che oggi sono sostanzialmente una guerra. Sono guerre per accaparrarsi le ultime risorse energetiche, minerali, acqua e tutta una serie di elementi che naturalmente saranno determinanti nel prossimo futuro. Se ci sarà questa corsa alla sopraffazione continua se invece riusciremo a spezzare anche questa logica no del del perché nascono queste guerre, probabilmente la cooperazione metterà in relazione più paesi, per cui a questo punto potremmo anche mettere in atto comportamenti totalmente diversi che non necessariamente danno luogo a delle guerre, tornando invece di piombando drasticamente sul locale, appunto il quarto municipio di Roma. Raccontarci un po' l'esperienza quarto municipio di Roma è un'azione intelligente che un ente locale ha messo in piedi e che è quella semplicemente di appoggiare i progetti di arcipelago Scec. Infatti l'ente locale non deve fare altro che è patrocinare. Se vogliamo questa azione, aiutare questa associazione che fa tutto il lavoro e magari perché no metterne in relazione, mettere una goccia d'olio nel meccanismo e quindi mettere in relazione le proprie conoscenze oppure aiutare per trovare qualche a reperire qualche forma di finanziamento che possa aiutare la realizzazione di questi progetti. C' è stata un' c'è una cosa interessante che si sta facendo il quarto municipio, eh? Rivitalizzare un mercato rionale il mercato della Serpentara Oggi i mercati rionali sono frequentati notoriamente da pensionati e casalinghe, quindi le persone che lavorano non hanno più la facoltà di andare a fare la spesa in orari in cui è aperto il mercato e quindi vanno al supermercato, quindi alla grande distribuzione. Ecco, noi cerchiamo di abbiamo messo online il mercato e prendiamo per esempio le le ordinazioni del della spesa le prendiamo online e poi portiamo la spesa a casa o sul luogo del lavoro del dell'impiegato e oppure facciamo teniamo aperto il mercato in orari consoni, quindi magari anche nel pomeriggio tardi, prima di cena, in maniera tale che si può prelevare la spesa direttamente. Questa è già una piccola azione, ovviamente con l'accettazione dello Shack. Questo aiuta ad agganciare la domanda locale a un mercato rionale, il che poi il passaggio successivo sarà quello di svincolare questi banchi dai mercati generali, che notoriamente sono gestiti da persone che non sono molto trasparenti e mettere in relazione invece con prodotti provenienti dal territorio come imprese che producono magari di un cibo di una certa qualità. Ma è già attiva con il diciamo Il progetto l'apporto di arcipelago a questo progetto è quello di costruzione della piattaforma web e poi di gestione della piattaforma stessa, giusto non solo di gestione della piattaforma in poi locali punto it, ma anche proprio di raccolta degli ordini e il trasporto della servizio. Lo faranno persone dolci per la persona di arcipelago della della cooperativa, in questo caso la cooperativa di Sargon che si è accollata questo onere di digestione. Diciamo di questo servizio, se va bene, ovviamente poi cercheremo di ampliarlo. Il quanto più possibile anche agli altri mercati rionali è l'obiettivo. È quello poi di cercare di attivare tutta la parte fuori Roma, che è una parte interessante per quanto riguarda la produzione dei beni agroalimentari e metterne in relazione, ovviamente attraverso i mercati rionali e strutture apposite come l'emporio è mettere in relazione con la domanda delle famiglie di Roma. Oltre a questo, C' è un apporto importante del quarto municipio per quanto riguarda noi Ned, perché in un municipio cercherà di realizzare una una rete, la rete di noi net per mettere in relazione il quartiere di cinquina che è in digital divide. Quindi in questa maniera o farà un servizio, ne paga le cose. In che modo interviene in questo caso Municipio pagando la struttura, cosa che no. Il municipio ci dà una un contributo per la realizzazione della dorsale che porta il segnale e quindi a quel punto sarà di proprietà del del municipio stesso. Rimarrà di proprietà del municipio che darà in concessione al l'utilizzo. Hanno la cooperativa noi net e quindi permetterà poi la gestione come il progetto di non prevede. Ma invece nel caso del mercato non ho capito il peccato renale, non ho capito il municipio, cosa che ha fatto mi ha dato ok a intervenire via finanziato, abbia dato le strutture e cosa no. Il municipio prima di tutto ha un interesse al fatto che queste strutture, i mercati rionali non muoiano, così come tutto il piccolo commercio che invece, purtroppo pesantemente penalizzato in questa fase di grande crisi economica e quindi per aiutare queste queste piccole strutture, ha messo a disposizione una cifra per realizzare questa piattaforma e avviare questo questo servizio sperimentale a oggi, ma che pensiamo possa dare degli ottimi risultati. Quindi state ancora quindi state lavorando al progetto? Grazie al finanziamento? Diciamo, del municipio? É quanto prevede di prevedete che sia diventerà attivo? È già attivo, quindi già alla persone ricevono la spesa perfetto è già attivo chi porta la spesa? Un volontario? No. Attualmente è un volontario perché non ci sono ancora i fondi per per ripagarlo pero'. Cerchiamo questa volta di eliminare tutti la protezione, ovviamente del volontariato e per cercare di arrivare a una retribuzione giusta del lavoro. Ovviamente ci ha richiesto, la gente lo sta usando il servizio. Per quello che so io, c' è un un bel fermento, semplicemente perché per esempio il lo stesso municipio a mille dipendenti e quindi è come se attivasse ro un grande gruppo di acquisto rivolgendo lo verso il mercato rionale. Solamente mille dipendenti fanno spesa al mercato rionale sono un milione di euro che arrivano quindi dipendenti si sono messi a usarlo? Sì, adesso ancora c' è una fase, diciamo abbastanza iniziale, però chiaramente l'obiettivo è quello di fare delle convenzioni, ad esempio con le strutture pubbliche, per portare direttamente sul luogo di lavoro la spesa. Anche se ormai quindi il progetto è andato. Anche se per dire non dovesse adesso si vota tra poco a Roma, se non dovesse essere confermata la maggioranza non cambia annuncio ormai progetto attivo il progetto attivo e quindi, anzi l'amministrazione che verranno la nuova amministrazione si troverà un servizio? Direi molto, molto ben fatto che non c' è il rischio che venga bloccato. Però io spero di no, nel senso che ormai è stato stanziato. Sì, sì, no, quello è quello lì. Si. Quindi non è per niente che per me che per l'emporio ultimissima democrazia, vendesi Beh, democrazia vendesi è un libro che ho contribuito a scrivere con Loretta Napoleoni e questa è stata una grande occasione che ci è. Si è stata offerta tramite il fatto che ci é con Loretta Napoleoni. Ci siamo conosciuti a Parma, l'amministrazione di Parma ci ha voluti come i consiglieri del sindaco a titolo gratuito, eh, ma comunque ha dimostrato una grande sensibilità nel nel chiamarci per dare il contributo sia nell'economia, ma anche nella ricostruzione di una di una comunità, un po' disastrata come quella parmense. È insieme a noi c' era Maurizio Pallante e grazie alla conoscenza di Loretta Napoleoni che è venuta a Crotone film nel profondo sud, al All'assemblea Nazionale di di Arcipelago, a un incontro nazionale dove si presentava proprio tutti i progetti di arcipelago and ci ha proposto di fare insieme a Paolo Musumeci, che era Fogli a Chiara Ricci e a Francesca Fogli che il gruppo di lavoro che ha che ha lavorato a questo alla redazione di questo libro è di fare un libro proprio sulla sui pezzi di democrazia che noi oggi non abbiamo più. Oggi siamo governati da enti sovranazionali non eletti con un'immunità per le loro azioni. E pensiamo solamente alla Commissione Europea che non è eletta dal Parlamento ai alla Bce stessa, al in fondo al Fondo monetario internazionale, alla Banca Mondiale. Tutte entità sovranazionali che ci impongono. È una politica che è una politica che probabilmente non è finalizzata al benessere della popolazione. Quindi questo progetto è descriviamo le dinamiche di come abbiamo perso nel corso del tempo questo pezzo di democrazia dal millenovecento ottantuno con il divorzio tra banca d'italia e ministero del Tesoro, per passare poi al novantadue che è stato diciamo il clou della della svendita dell'italia con la svalutazione della lira e e le privatizzazioni. E quindi poi è tutto un percorso anche che rivede il tutto la tutta la nostra storia economica, per arrivare poi a dire se questo euro fosse meno uno strumento utile per l'operazione europea. No no, anche perché siamo partiti dalla coda, cioè il processo di unificazione non parte dallo strumento di scambio, ma parte da una uniforma da uniformare dei processi culturali, all'interno l'integrazione culturale dei dei vari popoli. Uniformare l'aspetto fiscale, uniformare l'aspetto del costo del lavoro, anche l'acquisizione di materie prime che è tutta una serie di di cose che invece di aiutare l'integrazione poi esaltano gli squilibri con una moneta unica come in effetti è stato per la parte del meridionale del Mediterraneo. Bisognerebbe uscire dall'euro bisogna uscire dall' yuro per ricostruire un altro euro migliore perché questo è un euro economico e noi vogliamo invece un'unione europea dei popoli che collaborino fra di loro. Questa noi non siamo antieuropeisti, ma siamo fortemente europeisti. Però siamo anche contrari a una assoggettamento economico che Liu invece ha portato, per cui io sono convinto che non c' è nessun tipo di and come dire di di valutazione è positiva anche da parte della Germania, che secondo noi è una vittima di questo processo. Però come vedete poi si chiaramente si innescano queste questi processi di vederle. Il i tedeschi, come coloro che invece hanno colonizzato, è un un'altra parte della una grande parte della dell'europa. Noi vogliamo che questa cosa non accada più. Vogliamo che gli equilibri si si vengano vengano ripristinati e magari il ruolo dell'italia venga. Liam riacquisito come ruolo centrale nel come paesi del Mediterraneo. Quindi dall'unità d'italia noi abbiamo spostato il baricentro al nord, mentre invece dovremmo ricominciare a rivedere le nostre azioni verso il sud del Mediterraneo. Il nove d'africa son cose che naturalmente hanno un processo di risanamento anche storico, perché poi sono fratture storiche, sono state create, dobbiamo prima di tutto mediterraneo come la colazione e invece noi ci hanno accumulato al Nord Europa e culturalmente anche come spirito. Noi abbiamo pochissimo in comune con loro, mentre abbiamo tantissimo in comune con tutti quei paesi che magari a oggi non fanno nemmeno parte dell'area euro come il Marocco, Tunisia, Egitto, che però noi dobbiamo ricominciare a guardare con interesse, ma non con un intento colonizzatore ma con l'intento di cooperazione reciproca, certo, ma nel libro io non ho ancora letto il libro, purtroppo stanno in giro impossibile. Nel libro ci sono anche proposte o un libro, in questo caso il piu' di denuncia? No, è un libro di denuncia, ma di denuncia, per ovvi motivi, perché è necessario capire, però pone poi due possibilità sostanzialmente alla fine, cioè uscire dall' your o creare un euro a due velocità quindi di un un euro del nord, euro della parte meridionale, dell'europa e l'altra. Parte che ovviamente non diciamo non necessita di una di una scelta politica importante come questa. È quella, ovviamente dello shock. Quindi utilizzare lo shack. Ma se uno Stato fosse anche intelligente potrebbe istituzionalizzare l'uso dello shock e ripagare anche la parte del debito in mano alle famiglie con una percentuale di shock. Quindi questa cosa sicuramente avrebbe un impatto molto positivo con la popolazione, senza intervenire nei trattati o che naturalmente poi noi diciamo anche che i trattati vanno ridiscussi rimessi in discussione il debito vari contrattato e probabilmente anche rifiutato di pagare in gran parte almeno quella parte in mano alle entità finanziarie è scusate che si' no, ora no passo io dopo. Ciao. Quindi si diceva della della possibile la possibilità di ricontrattare tutte, tutte queste sia il debito che tutte le altre cose. E non é poi naturalmente ricostruire una classe politica sia una classe politica sana che si riprenda in mano anche la sovranità monetaria, dove però non è tornare alla lira a una moneta nazionale, ma è tornare al fatto che lo stato riuso vi riacquisti la sua prerogativa di stampare denaro e senza emettere obbligazioni, quindi senza indebitarsi. E questa è la cosa che innesca quel processo diabolico del dell'interesse su interesse l'interesse composto è una formula esponenziale. Hai mai pensato di candidarti? No, assolutamente no. Non non fa per me. Io sono più da che posso dare il mio contributo, dalle retrovie e quindi offro ovviamente tutto il supporto a chi? A chi volesse utilizzare la mia professionalità perché bene o male in questi anni ho acquisita diversa è però io sono un operaio del nuovo, quindi preferisco fare piuttosto che che parlare. Grazie, grazie, grazie si'. Grazie a voi ragazzi. Poi ho chiesto alcune cose duecento volte no, sempre rimettere dobbiamo parlare. Ciao. Un, due, tre prova. Va bene, io devo invitare di di di parlare veronese perché ho una cadenza, penso benissimo. Vuole fare? Vuole fare dei video? Riesce a uscire? Video promo del mi pare il cambio. Ha detto che questa sia una ragione con Simona non è tanto carino quello veneto no? Beh secondo peso si'. Vabbè, io comincerei inquadrando il progetto iniziale. Partito quando e come la vita si' cnn. Posso dire anche di cosa si tratta? Infatti. Ok, perfetto. Benissimo. Si' allora progetto quid è un progetto di moda etica che cerca di coniugare aspetti sociali e ambientali. É nato circa un anno e mezzo fa da un gruppo di amici che si sono ritrovati attorno a un tavolo per discutere insieme di un progetto che li mettesse in gioco e che potesse portare del valore alla nostra realtà veronese è infatti siamo in siamo in otto, siamo tutti sotto i trentacinque anni è ed è nato un po' come una scommessa e poi invece acquisito pian piano valore, valore sociale e valore economico, tanto da riuscire a dare lavoro a sette donne con un passato di fragilità. È quello che facciamo è recuperare tessuto di qualità da aziende locali, tessuto lievemente difettato o comunque utilizzato per la modelle ria che altrimenti andrebbe al macero. A partire da questo tessuto a disposizione abbiamo dei designer, dei creativi è mme, proprio un team creativo all'interno di quid che inventa i modelli da creare sulla base dei trend del momento. E questi modelli sono realizzati sartoriale, mente artigianalmente da sette donne, la maggior parte delle quali con un passato di fragilità che però oggi sono diventate delle ottime sarte. Riescono a creare dei prodotti molto, molto buoni e con un fine etico dietro. Buongiorno, Frank, tu poi che possiamo possiamo possiamo Stiamo seguendo si'. Ok, perfetto. Che vuoi fare lì dentro? Che fermo! Okay, eh, si aspetta che pensa un attimo. Sì, abbiamo avuto la possibilità di occupare degli spazi liberi che ci ha messo a disposizione un'azienda veronese. Grazie all'intermediazione di Fondazione San Zeno. Infatti abbiamo è iniziato a lavorare a Forte dei Marmi in un temporary store quest'estate e poi qui a Verona da ottobre a marzo abbiamo aperto questo spazio in una delle vie del centro. Inoltre abbiamo avuto la possibilità di costituirci come cooperativa sociale, passando dallo status di associazione a quello di una realtà, un po' più strutturata della cooperativa sociale è grazie al contributo di Fondazione Cattolica Un'altra Fondazione del territorio. E adesso? Eh siamo arrivati tra i primi trenta progetti finalisti per la European Social Innovation Competition che ha visto concorrere mille e duecentocinquanta progetti. E siamo siamo tra i finalisti proprio perché crediamo che il nostro progetto, coniugando aspetti sociali e ambientali in un prodotto di qualità, ad un prezzo accessibile perché i nostri prezzi variano dai quindici ai settanta euro, possa essere proprio la formula vincente. E siamo stati premiati anche dal bando Cultura Ability della Fondazione Unipol. Questi sono stati un po', diciamo i riconoscimenti più a livello di fondazioni ed enti filantropici. La nostra idea e quella di proporci ad aziende di moda, a brand affermati sul mercato come il loro braccio etico di fatto provare a inserire un pezzo etico. Un pezzo charity, come alcune aziende affermate fanno è a partire dal loro materiale inutilizzato identificare un pezzo, un capo che possa essere realizzato dalle nostre donne e poi inserito in alcuni punti vendita del brand partner. Questo perché crediamo che la formula della partnership tra no profit e non profit nella creazione di un prodotto bello e di valore possa essere un po'. La formula vincente anche per per incuriosire e per incuriosire il mercato del profit e il mercato della del business, però con un'attenzione verso un progetto e un prodotto etico su padre su la nostra idea è anche quella di coinvolgere le ragazze provenienti dal carcere di Verona, provare a inserirle all'interno di un nostro spazio, in modo che che abbiano un reinserimento lavorativo tramite progetto quid ma iniziando proprio dal carcere. Vorremmo dare formazione, ma a livello sartoriale all'interno del carcere per dare delle competenze a queste donne che poi potrebbero, una volta uscite dal carcere, diventare un po' la nostra forza lavoro avendo un'occasione lavorativa notevole, eh si è rispetto ai vostri clienti, quelli che avendo un po', il negozio o comunque le persone con cui avete a che fare, con cui i rapporti e qual è l'approccio rispetto alla al vostro progetto ciechi viene qua e compra solamente perché gli piace il capo ciechi si interessa ciechi, magari viene tratto il dal design e poi approfondisce un po' la vostra. In generale qual è la sensibilità? Anche direi che un buon sessanta percento è attratto dal prodotto e questo è scusa, ha ragione. Tra tra i nostri clienti è un buon sessanta percento, è attratto dal prodotto, entra nel negozio in quanto è incuriosito dal nostro prodotto, eh? Il quaranta percento invece conosce già il progetto e magari diventa anche il nostro cliente abituale. È questo però ci dà fiducia, nel senso che è un progetto che riesce a stare sul mercato e che poi quando il cliente viene informato rispetto alla finalità che ci sta dietro, compra ancora più volentieri. Però vogliamo fare in modo che il cliente sia attratto dalla bellezza e dall'unicità del nostro prodotto per poi caricare il nostro prodotto anche del valore etico e sociale, oltre che ambientale che ha dietro. Quindi è un po' questa la formula in cui noi crediamo perché crediamo che è alcuni progetti che spingono di più sul lato sociale, però a discapito del prodotto abbiano talvolta vita breve perché dura l'entusiasmo dura magari sei mesi. C' è molta attenzione. Però poi oggettivamente un cliente se non vede un bel prodotto è difficile che torni. Quindi stiamo cercando di spingere anche proprio sulla consapevolezza del prodotto e anche nel progetto. A proposito dell'autosufficienza economica di cui parlava anche prima se ti va, se poi non vuoi che informazioni riservate non è un problema, ma puoi dirci un po'? Qual è la situazione proprio tua personale lavorativa e delle altre ragazze e ragazzi che collaborano con te adesso? E qual è il vostro obiettivo? Magari da qui a un anno da due anni comunque per il futuro del progetto qui un circuito occupazionali che volete creare si'. Ma i soci di tweed hanno background eterogenei. Io sono laureato in economia e adesso collaboro part-time per un progetto di responsabilità sociale. D'impresa e il resto del tempo mi occupo di tweed che riesce a darmi un rimborso spese, ma non riesce ancora a darmi una stabilità economica è come invece spererei di avere a breve. Gli altri ragazzi sono impiegati. Abbiamo Ludovico che il vicepresidente che lavora in uno studio di commercialisti ed è un po', il nostro amministrativo contabile. Abbiamo poi Valeria che lavora per un'azienda di moda Umberto che il nostro creativo Marco e Fabio che ci danno una mano nella comunicazione che hanno avviato una loro azienda. Elisabetta, che lavora nella moda ma adesso è negli Stati Uniti per un periodo il nostro obiettivo sarebbe quello di riuscire a inserire pian piano entro il duemila quattordici part-time due soci di guida e pagarli con un contratto part-time e per il duemila quindici e iniziare ad avere due full-time e un part-time. È questo perché adesso lo stiamo vivendo come un investimento in termini di energia in termini di progetto, in termini di entusiasmo è però ci piacerebbe che diventasse anche il nostro lavoro, la nostra professione non creasse solo un valore sociale facendo lavorare delle donne con un passato di fragilità, oltre che al nostro staff logistico, ma anche una prospettiva lavorativa per tutti noi. Perché quando tu eh ci metti tutte le energie, tutto, tutte le tue ore, tutte le tue idee per un progetto, è anche giusto che tu venga premiato per quello che fai. Ehm, a proposito del discorso della dell'età siete tutte tutte abbastanza giovani da trentacinque vi ha creato questo? Qualche problema? Magari nel rapportarsi soprattutto con le istituzioni, con le fondazioni c' era qualcuno che mi diceva che i ragazzini non vediamo i soldi, non ci ispirate fiducia, non avete progettuali? Sì, sì, l'età è diciamo che è un'arma a doppio taglio, nel senso che in tanti casi viene stimato il fatto che un team di ragazzi così giovani metta in piedi una realtà che pian piano inizia a consolidarsi. Però dall'altro lato, soprattutto agli albori del nostro progetto, ci vedevano con molta diffidenza. Nel senso come Ma sei appena uscita dall'università, hai pochi anni di esperienza, Come pensi di essere in grado di mettere in piedi un progetto così? Poi però è stato, diciamo anche positivo, perché ci hanno messo alla prova, ci hanno messo, non ci hanno dato tutto e subito, ma ci hanno calibrato pian piano piano piano e passo dopo passo, vedendo che il progetto cresceva, ci hanno anche ricompensato tra virgolette per è perché hanno messo fiducia in un progetto che pian piano è cresciuto e in cui anche loro pian piano hanno iniziato a credere. Quindi sì, anche se all'inizio vedere alcuni il diciamo alcuni dirigenti di certe aziende che comunque quasi ci accoglievano con il sorriso dicendo Ma come pensate di cavarvela? Insomma, c' è stata una bella sfida anche per noi. Quindi adesso, facendo un discorso, un po' più generico è rispetto alla tua generazione e anche rispetto alla vostra esperienza pensi che ci siano le possibilità alle capacità sia da parte di mi ci metto anch'io noi, venticinque trentenni, di affrontare e vincere queste sfide, come avete fatto voi, sia da parte di chi delle generazioni successive che adesso hanno in mano potere economico, sociale e culturale di accogliere, lasciare spazi, presi generazioni. Cioè pensi che sia possibile anche per gli altri giovani fare quello che avete fatto voi? Quindi abbiamo un progetto con successo e credo che per tutti no, aspetta. Credo che tutto sommato basti la motivazione e avere un buon progetto in cui si crede per riuscire in difficoltà. Ho difficoltà a creare un qualcosa di positivo e di valore, anche perché credo che tra virgolette, il bene chiami bene. Quindi di fatto, se tu hai un progetto che ha un riscontro sociale rilevante, le porte si aprono perché non lo stai facendo per il profitto. Lo stai facendo per costruire una società, un po' più etica, no? E credo anche che sia giusto creare consapevolezza nelle generazioni più anziane rispetto alla nostra. In questo che che ci sono dei giovani. È vero che si parla di giovani demotivati, si parla di giovani che vanno all' estero. Si parla della fuga di cervelli, cioè poca fiducia. Hatch è poca fiducia nel cambiamento. Però ci sono tante piccole realtà, piccole e grandi realtà che stanno sensibilizzando le generazioni nuove e vecchie e stanno aprendo anche tanti spiragli di un'economia più sociale, piu' etica, ma che non vuol dire meno attraente. Ma questa risposta è sì sì, volto a molto interessante e credo che rientra anche un po' nella filosofia del nostro progetto. Ehi, non rinunciare comunque a quel componente e fra virgolette, tra mille virgolette frivola che è quella legata magari alla moda, al design però che impregnata della componente più grave, fondante tutto sommato che è quella dell'impegno etico sociale. E quindi insomma, ovviamente dimostrato che è possibile unire queste due questi due aspetti eh sembra spesso che il mondo della moda, come altri mondi, non sia incompatibile rispetto a valori sociali e ambientali, eh, ma proprio secondo me e secondo noi, perché non ci sono mai stati casi o ci sono stati tentativi di progetti simili, però che rimangono ancora poco conosciuti invece proprio quando cioè la partnership tra il mondo profit, mondo business, un mondo, un po' più frivolo diciamo di primo primo sguardo con un mondo invece che fa dei valori suo caposaldo, allora si crea un punto di incontro e quando questo punto d'incontro si crea, è un vuol dire che ci è stato fatto un grande passo da entrambi i mondi, dal profit, dal non profit nel creare un prodotto che sia appealing per tutti i tipi di clienti, per il cliente adatto a un prodotto frivolo, ma anche perché è più consapevole del valore che ci sta dietro. Ehm ehm per interessare tutte quelle cose che piacciono, un po' tipo riesce a citare ricordare qualche episodio sia di qualche difficoltà, qualche dettata. Diciamo che vi siete presi prese, presi nel vostro percorso fino adesso invece qualche gioia, qualche grossa soddisfazione, anche citando episodio particolare si spera che ci pensa un attimo perché poi tendo a rimuovere quelle negative. Perché sicuramente eh, magari non stava No, è che potevo solo pensare al quale mmm beh, intanto iniziano a quelle positive si' cnn ehm si' qualche bel sennò infetti no, è bellissimo. È stato vedere la nostra all'inaugurazione del nostro negozio che è stata a ottobre. È un flusso di gente ininterrotto dal primo momento, dalle sette di sera fino a mezzanotte. La gente passava di qua, si fermava, si incuriosiva, ci chiedeva ma cos'è cosa non è. Addirittura abbiamo dovuto prendere dei buttafuori perché si era creata la coda fuori. É stato un grande consenso a livello cittadino che si è creato attorno al nostro progetto. Che difficoltà è stato? Che è un po' vago. Dovrei pensare c'è una è in difficoltà, sfrutta nessuno? No, la difficoltà è stato è trovare un logo, un marchio che ci rappresentasse e dare valore alla molletta, che però ehm che però valore ne ha aspetta che però ci penso dai container che abbiamo avuto descrivesse dopo brevemente, magari sì, bello, si' ha difficoltà di fronte a un marchio che abbiamo incontrato le scorse settimane. È stato difficile accettare il commento di un nostro interlocutore che ci ha detto io non credo nei progetti sociali, perché i progetti sociali non fanno non fanno delle cose dei prodotti belli perché i progetti sociali chissà dove vanno a finire i soldi, perché io e business o è sociale, allora non centra con il business. Nonostante, nonostante abbia parlato dei nostri dati, nonostante abbia uno storico dietro che puo' veramente testimoniare che non è sempre così o non è, anzi per la maggior parte non è così, eh, non c' è stato verso di convincerlo e di smuoverlo sulla sua posizione. Questo è stata sicuramente una possibilità di collaborazione negata proprio dalla diffidenza del nostro interlocutore. Questo sicuramente è stata non faccio il nome, però lo farei è due parole sull'occhio si il nostro nome quid che significa qualcosa in più dal latino perché crediamo che il nostro progetto abbia quel quindi in più che fa la differenza. Il nostro luogo è la molletta, che è un oggetto utile ma molto efficace che tiene unite varie realtà che sono nella realtà del mondo profit, del mercato, insieme con la realtà della solidarietà e del rispetto per l'ambiente ehm che possono io sì, sì per quanto riguarda sempre guardando è infatti un casino, penso guardami in questa brutta esperienza guarda che è per quanto riguarda il l'inserimento delle donne disagiate come sono incuriosito da ragazzoni se inizialmente come si apportano poi come hanno reagito per quello che hai visto, quello che capitava di vedere se il bilancio è positivo e negativo eh? L'inserimento delle donne con un background difficile di difficoltà è stato sicuramente uno dei nostri punti di forza perché abbiamo cercato dall'inizio proprio di stabilire una relazione con loro e non un rapporto solo di cliente e fornitore, ma un qualcosa in più è dando loro autonomia rispetto ad alcuni pezzi. Autonomia creativa rispetto alcuni pezzi coinvolgendo le nella nell'aspetto di design in un anno di attività sono cresciute molto, sia in termini di entusiasmo e e anche molto in termini di abilità sartoriali eh e ed è bello sapere che queste donne, la maggior parte dei quali vengono da background difficili, riescono ad avere un salario a fine mese grazie al nostro progetto. Questo penso sia l'unico vero motivo rilevante che ci spinge a lavorare le notti, i giorni è con molta passione perché ci ricordiamo del motivo per cui lo facciamo e non è un semplice progetto commerciale o di brand come ce ne sono centomila altri, ma è veramente un progetto che può rivoluzionare la società, rivoluzionare il modo di pensare, il reinserimento lavorativo che che Lucia e in rispetto noi ce ne accorgiamo continuamente. Perché spesso la gente fa fatica, quasi per una sorta di blocco mentale, ad accettare il fatto che ci siano tantissimi progetti come il vostro in Italia che sanno veramente la rivoluzione nel nostro paese. C'e' cosa risponderesti? Sì, a queste persone a quelli che dicono no, ma non è possibile cambiare la società a cambiare l'economia, cambiare la testa degli italiani sia invece a chi, ehm dice vorrei farlo, ma non so come farlo. Okay che non credo che un modello di economia più sostenibile sia l'unica soluzione per a livello globale per i prossimi anni, nel senso che il sistema consumistico sta iniziando a ad avere le sue, le sue pecche, le sue perdite d'acqua, no. Quindi quando riusciamo a coniugare questi aspetti etici di rispetto per la mente in dei progetti utili al territorio, lì è la chiave di volta. Quindi per il futuro e in bisogna rivoluzionare il è un po' forte come espressione. Però dobbiamo pensare a come risistemare il mondo in una versione un po' piu' grave, un po' meno usurpa trice di risorse, ma un po' più rispettosa del del della terra che ci ospita e delle persone che vivono con noi. Quindi penso che sia ma tutto lo dimostra. Penso che sia l'unico modo di consumo che ha una prospettiva di crescita e che ha veramente senso di esistere. Ad oggi non non possiamo pensare di continuare così. Questa era una parte l'altra, eh, ha una una persona che mi piace. Il vostro progetto potrebbe fare una cosa, una cosa simile che un altro ambito però non sa cosa fare, cosa gli suggerisce qualcosa? Allora credo che se una persona vuole mettere in piedi un'idea di questo tipo, la prima cosa da fare sia guardare se ne esistono da già di realtà simili. Dal momento che si inizia a studiare tra virgolette il mercato, capire quali sono le idee che sono già portate avanti in quella direzione si può contattare le realtà già esistenti e iniziare a vedere invece in che ambito ci si può muovere, magari in ambito lievemente diverso rispetto alle realtà già esistenti, per ritagliarsi anche una certa nicchia di mercato. Dopodiché credo sia veramente importante trovare una rete di persone due tre persone molto motivate con cui partire, con cui passare le prime notti insonni è nel cercare soluzioni e nel capire qual è la strada da intraprendere. E poi provare a parlare con più persone possibili e fare una rete maggiore, in modo da riuscire ad avere dei contatti che ti permettono di vedere se il tuo progetto è veramente realizzabile o meno. Mh-mh e poi mh-mh ho la sensazione e alle persone che vengono acquistano i nostri cari si'. Quindi entusiasmo il riscontro che eh sì, vedo. Vedo che c' è un ottimo riscontro a livello di prodotto é al livello di acquisto. Perché iniziamo ad avere i nostri clienti abituali che tornano? Ma avete cose nuove, eh? Perché incuriosisce molto anche l'aspetto che oggi ci hai un capo in negozio domani non ce l'hai più perché è finita la stoffa, no. Quindi un po' nell'ottica del carpe diem e apprezzano la qualità. Apprezzano il prezzo perché è un prezzo comunque in linea con con altri negozi di abbigliamento simile e apprezzano il progetto che sta dietro. Quindi è molto frequente, a meno che non siano ovviamente stranieri. Però che un buon settanta per cento dei nostri clienti torni a ricomprare o se non riesci a ricomprare a vedere cosa c' è di nuovo e questo ci dà molta, molta soddisfazione. Si' forse lo hai detto prima, mi è sfuggito al proprio. Mi domando qual è il tuo ruolo all'interno del progetto di questo tipo? Certo, io sono presidente della cooperativa sociale quid e mi occupo delle relazioni con l'esterno delle relazioni con le aziende partner, con le fondazioni delle relazioni pubbliche, di fatto e anche parzialmente, della della produzione della gestione del negozio. Anche se abbiamo un team creativo che diciamo se ne occupa al cento per cento. E una ragazza che ha studiato viso il merchandising che si occupa dell'allestimento dei del negozio. Ciao, lo metto io il microfono si' ma in un discorso è anna fiscale io domenica che ce la posso fare grazie a voi. Buonasera. Buonasera a tutti e tutti sono Paolo Cellini, giornalista e responsabile video di italiani che cambia è Sono molto felice di stasera qui con con noi in questo nuovo format che stiamo approfondendo si chiama tu per tu abbiamo cominciato la scorsa settimana con con Sandro Formica parlando di felicità EDM. Cosa significa la felicità realmente? Questa volta cambiamo e andammo verso un argomento comunque altrettanto felici che quello del mondo dei cammini e siamo in compagnia di alcuni, alcuni ospiti è che il loro nel loro, nella loro attività, insomma sono diciamo esperti di bambini o è diciamo hanno un rapporto intimo e diretto con con questo mondo e ve li ve li comincio a presentare ci siamo qui con Ehi l'aria canali che la l'ideatrice la è fondatrice, diciamo, della rete nazionale delle donne in cammino è insieme a Ecco qui Ciao Lyla. Siamo insieme anche a Daniela Palma e a Luciana lettere che di mezzo boschi mx coworking è dove c'è un'iniziativa, diciamo del per una valore, una valorizzazione dei cammini nel Salento, in Sud Italia, che fra poco ci si presenteranno e siamo anche con compito. Picchia é uno scrittore esperto di cammini l'ideatore del cammino della via della lana e della seta e e diciamo che da tempo al si occupa del rapporto col bambino, in relazione anche alla storia delle popolazioni che vivono i nostri borghi in Italia. E perché abbiamo deciso di fare questa questa puntata stasera? Perché il tema del turismo lento è un tema che ci interessa da sempre, è soprattutto in questo periodo il titolo proprio del nostro incontro di stasera è ragionare proprio sul cammino, il turismo lento, una nuova possibilità per l'italia nel titolo omesso eh abbiamo messo volutamente, diciamo le virgolette, nuova perché non è proprio nuova sul giornale, su Italia che cambia da tempo. Per noi è un argomento centrale, è entrato anche nelle visioni, diciamo, è caratteristiche fondanti del nostro giornale. E stasera, insomma, dato anche la particolare particolare momento storico in cui purtroppo si cammina, si cammina un po' di meno eh volevamo, volevamo insomma avete un quadro é un approfondire, un po', la tematica, eh? Ipotizzare dei possibili scenari futuri legati ai cammini. E ora lascio la parola lascio presentare il nostri ospiti che ringrazio tanto per essere qui. Darei la parola hai l'aria canali ai chiederei Ayla se il come la sua la sua il suo rapporto con con il cammino e come ci si era portata presentando un po' anche la sua realtà che l'italia che cambia. Ha avuto anche il piacere di presentare a Teyla Grazie Paolo e mi fa molto piacere essere con te con l'italia che cambia è un è un'occasione per parlare di cambiamento. Appunto quando tu dici è la novità del turismo lento. La novità del turismo sostenibile in realtà non è una novità, ma oggi siamo la necessità di ripensare tutto, tutto quello che credevamo di di conoscere, fosse anche soltanto per il modo di doverlo riprendere, per la sicurezza ma anche per anche solo per poterlo comunicare nel modo giusto e siamo tutti complici e alleati di un cambiamento. Quindi il tuo diciamo il tuo invito è molto prezioso e é un'occasione per veramente per confrontarci insieme di cui abbiamo tanto bisogno, anche perché se no diciamo non abbiamo più le augura per poterlo fare. Detto questo è facendo un passo indietro e da dove da dove viene la il mio percorso fino ad oggi viene da tanto impegno in generale per far si' che effettivamente ci siano nella realtà dei cambiamenti negli ultimi anni della mia vita mi sono appassionata al mondo dei cammini, intendendo con questo non una passione che si strinse kata nella diventare una cammina trice è particolarmente ehmm ehmm, diciamo è che ho percorso chissà quanti cammini, ma mi sono adoperata nel promuovere tantissimo i cammini degli altri nel promuovere degli eventi culturali che facessero che avessero nel camminare il loro centro, il loro fuoco e il loro cuore. Penso alla malattia dei penso alla Giornata nazionale del camminare, momenti che sono entrati nel mio cuore e che hanno poi dato m' veramente frutto, facendo sì che un anno fa avesse un'idea CNN che secondo me, oggi come oggi è ancora più importante di prima, ossia dare voce e visibilità alle donne in cammino è perché le donne in cammino, non solo perché sono tantissimi i numeri, ancora non non sono disponibile per dimostrare che probabilmente sono di più degli uomini, ma non interessa la quantità. Le donne in cammino oggi come oggi sicuramente chi ascolta lo potrà testimoniare, hanno una capacità narrativa evocativa. È di poesia, di entusiasmo e di fascino, che sa veramente generare bellezza, bellezza, moltiplicativa e di quest'oggi sia estremo bisogno. Ma le donne in cammino non sono solamente le donne in cammino nella natura. La rete nazionale in cammino che ho immaginato un anno fa doveva essere un modo di dare voce alle donne che nella società italiana sono ancora ai margini, ancora tristemente ai margini. E lo stiamo vedendo proprio in occasione di questa crisi che stiamo tutti affrontando e che non sta ponendo al centro la professionalità, la competenza, il genio femminile. Quindi, se già un anno fa era importante fare un discorso di promozione della voce, della sensibilità delle donne in un campo come quello del camminare che sembra di nicchia ma non lo è affatto, oggi è assolutamente eh, importantissimo e imprescindibile. Ed è appunto il il centro del cambiamento dell'italia che cambia. Che vorremmo? Certo no. E mi ricordo anche quando ci siamo conosciuti in Sardegna e non è anche io mi aggancio questo discorso, perché non penso assolutamente che sia più un fenomeno di nicchia. Nella percezione ho potuto constatare nel corso degli anni la crescita è proprio di interesse. È per questo tipo di mondi e per la riscoperta di luoghi che in questo paese per troppi anni sono stati insomma dimenticati. No, al di là della retorica e forse probabilmente questo è proprio il momento storico giusto. Date anche le contingenze per continuare a valorizzarli e poi continuare a scoprirlo. E parlavi anche di donne e volevo lasciare la presentazione anche a altre due donne che ho avuto il piacere uscissimo di conoscere presso lo spazio Celacanto e saluto anche L'associazione Coppola, Pisa sono Luciana, appunto, e Daniela che decidete voi chi comincia e ci presenteranno un po' la loro la loro esperienza legata al mondo del cammino. Va bene, vado, inizio io. Daniela, vai era un saluto a tutti e grazie ovviamente a Paolo e Italia che cambia per questa bella occasione. Appunto di incontro è Mi presento sono Luciana, fondatrice di Mail for Walking M, il football che nasce come blog nel Duemila quattordici. Precisamente noi beh, noi camminiamo in Puglia, precisamente in Salento. È stato proprio un diario, diciamo di bordo online a ispirare tante persone a fare questa importante esperienza. Perché poi alla base c' era la necessità e la volontà di raccontare le avventure vissute durante appunto queste piccole grandi passeggiate e niente. I racconti sono stati per tanto tempo un modo semplice per promuovere il camminare come unico vero mezzo di conoscenza del proprio territorio o del passato del paesaggio che sta attraversando. E quindi il blog, attraverso una scrittura emozionale diciamo e alcune foto evocative, ha incuriosito tante persone che in privato hanno iniziato a scriverci, chiedendo proprio espressamente di unirsi alle passeggiate. E poi quindi da qui l'idea di fondare un'associazione che potesse riunire tanti camminatori. Nerva è con la voglia di sperimentare con le proprie gambe i benefici e le scoperte, appunto del camminare. E così è stato. Quindi niente dopo pochi mesi l'associazione ha iniziato ad organizzare degli appuntamenti escursionistici mensili domenicali è con itinerari a piedi che hanno toccato bene o male tutto il territorio salentino fino alla provincia di Taranto. L nostri itinerari prevedevano camminate di circa quindici chilometri e niente considerate che nel duemila e quindi ci eravamo veramente in pochi erano poche le associazioni sul territorio, almeno parlo del mio territorio di riferimento che organizzavano questo tipo di eventi e dopo sono nate diciamo come funghi le associazioni. E di questo noi non possiamo che esserne state felici. Però niente volevamo aggiungere qualcosa in più per quello non ci siamo accontentati, abbiamo iniziato ad avere la voglia di progettare proprio dei veri, pro dei veri e propri viaggi a piedi. Ma prima dovevamo provare l'esperienza appunto, sulla nostra pelle e niente. Il mio primo viaggio proprio in assoluto è stato un cammino da brindisi a Matt era lungo e abbiamo cercato di intercettare la è l'antica via Appia e poi dopo, nel duemila e diciassette, diciamo voluto strafare e ho intrapreso un viaggio a piedi che al momento il viaggio a piedi più lungo della mia vita, che è stata la Parigi Berlino e mi sono messa in cammino per due mesi insieme a Repubblica Nomade. È un'associazione di Milano a cui, diciamo io devo tutto come cammina trice è perché i valori e i principi che ispirano questa associazione per me sono ormai un punto di riferimento assoluto, è niente, quella è stata un'esperienza irripetibile che ha lasciato, diciamo il segno. Per questo, una volta tornata in Salento, insieme all'aiuto di Daniele, abbiamo voluto promuovere il viaggio a piedi, una meravigliosa esperienza di esplorazione non tanto dei luoghi, ma soprattutto come proprio viaggio nell'anima e con lei infatti poi abbiamo intrapreso un altro cammino nella nostra bellissima Puglia. Poi magari ve lo dirà a lei e al momento siamo impegnati con un altro progetto che si chiama beh March for Walking. É un progetto che nasce nel duemila diciotto grazie a un piccolo finanziamento della Regione Puglia. È rivolta a giovani che intendono realizzare progetti innovativi a vocazione imprenditoriale. E questi mesi abbiamo effettuato quindi una mappatura di circa cinquecento chilometri a piedi in Salento e L'obiettivo è stato quello di tracciare percorsi inediti e per nulla segnalati per valorizzarli. È da questa mappatura è nata poi una guida di viaggio che al momento è scaricabile online. Eh niente attraverso un appunto, sempre il racconto dei luoghi l una ricerca diciamo culturale e storica, si è cercato di motivare l'escursionista a camminare nell'entroterra salentino è l'obiettivo, appunto, è stato quello di portare i viaggiatori a conoscere profondamente la bellezza dei piccoli borghi e le loro campagne. È proponendo percorsi ad anello con partenza e arrivo sempre presso una stazione delle ferrovie Sud Est, per promuovere così anche la mobilità sostenibile, lenta sin da dall'inizio alla fine, diciamo del percorso proposto e Daniela, il tuo, la tua esperienza, il tuo avvicinamento a questo mondo. Ma io sono nata principalmente come attivista WWF e come guida escursionistica ambientale legata all'associazione Gae eh, e mi sono collegata e ci siamo innamorati. Insomma, io Luciana in un percorso é semplicissimo che era è un ci siamo incontrate in un parco all'interno della città di Lecce e io svolgo la funzione di guida naturalistica ehmm e l'innamoramento. È avvenuto quasi subito. Non è un po', come quando Ilary parlava di questa magia delle donne e ci ha ci ha fuso in questo legame, nella ricerca appunto, di è dell'esplorazione del territorio e nella voglia di camminare con i nostri piedi e di incontrare persone che raccontino che raccontano il territorio stesso. Il nostro primo progetto insieme è stato proprio questo. Il viaggio è alla scoperta delle oasi, delle delle oasi WWF, della Puglia e l'abbiamo chiamato è un è un progetto, un po' avveniristico per noi avventuroso soprattutto anche perché è nato davvero spontaneamente. È con l'intenzione di mettere in luce e non solo il patrimonio naturalistico importantissimo, ma anche è lo storico artistico dell'entroterra della nostra regione. È quindi siamo partiti così è proprio oggi, il ventinove aprile di due anni fa. Oggi facciamo due anni dal nostro viaggio. Abbiamo mappato questo percorso e e che cosa è venuto fuori? Insomma, intanto Leah L'importanza della valorizzazione delle aree naturalistiche, dei territori in generale. No, di tutta la nostra Italia e siamo riusciti a mettere in luce delle persone che è sono sempre dietro le quinte di un territorio che che fa, cerca di sopravvivere, no i'm alla agli anni che che passano e alla alla grandezza delle città che diventano sempre più imponenti, l'asfalto che diventa sempre piu' imponente. Quindi questi guardiani delle aree naturalistiche, che sono anche delle persone ricche di passione e con grande professionalità. E quindi il nostro, il nostro, la nostra passione nel camminare, la voglia di riconoscere e di far conoscere questi queste aree naturalistiche che valorizza il nostro territorio. Le persone che lo vivono e che e che lo metto, lo riguardano, ne sono è diciamo, i paladini, insomma della loro tutela ehmm e niente quattrocento chilometri, insomma, di viaggio insieme. E questo diventerà poi naturalmente la nostra intenzione è quello che diventi proprio un cammino naturalistico, em che valorizzi appunto soprattutto le nell'entroterra della nostra regione. Eh grazie Daniela. E ha introdotto un periodo no, no, ha introdotto una magari è una cosa su cui poi torneremo che quella anche nel rapporto con le persone che secondo me è un aspetto molto, molto, molto importante. È una caratteristica, una possibilità del turismo lento. I clienti danno che cammina implicitamente propone è intanto volevo anche introdurre, far, introdurre, far presentare Vito vito picchia e chiedere a Vito come anche lui come si è avvicinato al mondo dei cammini e questo cammino della della lana e della seta di quel promotore sono molto curioso e voglio saperne di più. Dai, vieni ciao ciao Paolo, ciao a tutte. Piacere di conoscervi intanto e di condividere con alcuni di voi anche l'origine salentina, anche dopo mia come come è nata questa questa passione per i cammelli? Scusami, io sono partito un po' dal lavoro che svolgevo dalla dalle pagine di storia. I miei cammini nascono, nascono appunto come una elaborazione e approfondimento di tutta una serie di tematiche storiche che io per professione per professione mi occupavo e io ho lavorato per oltre quasi anni presso la regione emilia romagna. Mi occupa ero funzionario ricercatore presso presso l'istituto dei beni culturali, quindi mi sono occupato in quanto storico di dell'età contemporanea in questa regione ho scoperto sin da quando sono arrivato tutti i valori resistenziali, quindi la mia la mia passione nasce un po' come una mutazione nel territorio, un approfondimento nel territorio di studi storici che svolgevo quindi occupandomi di storia contemporanea. Chiaramente ho svolto ricerche sulla resistenza intervistando centinaia e centinaia di persone, soprattutto di di anziani, perché poi questo è é successo soprattutto a partire dagli anni dagli anni ottanta alla fine degli anni ottanta. E il mio primo lavoro proprio all'interno di questo, di questa, di questo mio questa mia passione e di questo lavoro anche è stata la frequentazione dell'appennino in maniera in maniera approfondita, cominciando a progettare, progettare, un'idea e cercare di realizzarla era quella di creare un ampio, un vasto, un vasto museo all'aria aperta per conservare la memoria della seconda guerra mondiale in Emilia Romagna, famosa linea gotica, tutto il territorio attraversato dalla guerra nel corso degli anni, quarantaquattro quarantacinque e che rappresentano un po' l'anima anche di questa di questa regione, non una regione solidale cooperativa che nasce. Nasce un po' tra la fine dell'ottocento, ma che si manifesta con forza nel periodo della seconda della Seconda guerra mondiale. Il primo lavoro che ho fatto prima ancora della via della Seta è stato un lungo cammino lungo i crinali dell'appennino è lungo proprio quella linea difensiva e che fu la linea gotica, il Quindi ho ideato e progettato percorso, tutti nati dal terreno Adriatico, che sono diventati poi una proposizione sia in una guida, sia sia nella realizzazione di questo sentiero che lungo é lungo, con le varianti intorno ai chilometri. Questo è stato la prima pubblicazione che ho svolto nel duemila e undici. Terminato quel lavoro, è terminato anche il mio impiego presso la Regione Emilia Emilia Romagna. Io mi sono avvicinato a Club Alpino Italiano, mi sono avvicinato al Club alpino, quindi ho cominciato ad accompagnare dei gruppi dei gruppi di escursionisti. Però aveva un po', il l'idea, di creare un nuovo cammino perché che negli ultimi anni si era sviluppato molto la via degli dei. La via degli dei sta rappresentando una forza straordinaria di attrazione e di ricaduta anche dal punto di vista economico per i territori. E ho pensato di progettare un cammino parallelo no su territori completamente diversi, molto, molto più selvaggi della via delle idee, ma ricchissimi di storia, così come lo sono tutte le valli di tutti i criminali italiani sono tutti ricchi di storia. In questo caso la storia risaliva fondamentalmente anche al periodo etrusco. Perché questo cammino? Ma era anche un cammino che collegava il porto di Populonia con il porto di Spina. Nel caso nostro abbiamo la città di Bologna che la città etrusca era Felsina etrusca, così come Marzabotto era una città etrusca. Kailua é lungo questi criminali e queste valli vieni, si manifestava questo questa via commerciale del periodo etrusco, successivamente nel Medioevo è stata una via di pellegrinaggio. Ma quello che quello che ha rappresentato sempre da parte mia, lo studio e l'approfondimento della della storia mi ha portato poi alla alla creazione di questo cammino che però fa riferimento a un altro periodo storico abbastanza impegnativo, che è quello della produzione di tessuti sia nella città di Bologna siano qui di Prato, La seta, la seta a Bologna è stata la fonte di ricchezza per per secoli di Bologna. É iniziata intorno al al mille trecentocinquanta. Si è conclusa alla fine del diciottesimo secolo e lo stesso per Prato è iniziata sempre in quegli anni, in maniera in maniera vigorosa. Teniamo conto che la città di Bologna, su sessantamila abitanti che aveva in quei secoli venticinquemila, erano impiegati nella lavorazione, nel commercio e nel trasporto della seta quindi una fonte di chiesa straordinaria e lo stesso per Prato. Pepper invecchierà l'anno non so queste due città hanno tuttora due infrastrutture idrauliche e contemporanee molto simili, che sono la chiusa del cavalluccio chiusa, la chiusa di Casalecchio che sul lungo il fiume Reno che erano le chiuse, che attraverso le quali l'acqua dei rispettivi fiumi veniva incanalata verso verso le rispettive città per essere distribuita nelle attraverso dei piccoli canali e alimentava tutta tutta l'industria l'industria che allora erano i mulini, le concerie erano le ferriere e soprattutto soprattutto i muli, la seta a Bologna, il quartiere per la lavorazione della lana dal prato quindi trovate un po' l'anima no per questo cammino, se si è partiti grazie al dito no, ha introdotto un tema che mi fa da collante, che era il mio interesse approfondite che un po' forse anche è riassunto nel titolo del di questo, di questa nostra dieta è un po' anche. Sono due temi che Paolo come gruppo, come come persone, anche prima come giornalista, mi si sta interrogando in questo periodo è sia e per quanto riguarda il turismo lento, i cammini, il rapporto che si crea con o le persone con cui i nuovi viandanti vengono a contatto. Si intreccia anche a questo il fenomeno un po' dello spopolamento. Ne sentiamo sempre parlare. No ai nostri piccoli borghi vengono abbandonati spesso si, insomma, cioè una una situazione che non è proprio rosea, ma che allo stesso tempo, da numerosi punti di vista che Hetty per poterne uscire il cammino è uno di questo. I bambini sono una potenzialità per ricreare una nuova socialità e soprattutto per ricreare una nuova economia. È come come diceva per esempio, questo cammino, il come diceva Vito, la questo collegamento lana e seta la nella seta erano proprio due è caratterizzavano proprio l'economia di due di queste due città unite. No, dunque vi volevo chiedere chiedo Ilaria, secondo te cosa? Il turismo lento? Cammini insomma il soffermarsi. Il che possibilità della tua esperienza? Come visto il rapporto tra le persone degli abitanti di questi luoghi, con i nuovi viandanti? E quali sono le possibilità che si possono creare dal turismo lento? E il cammino può creare queste queste località toccate dai nuovi cammini? Tu hai parlato di possibilità anche di trasformazione attraverso il cammino. Il cammino è un viaggio e un viaggio lento. Si dice che la bellezza di un viaggio non è la destinazione, ma il viaggio stesso. Oggi siamo a una esasperazione ulteriore, a un stiamo alzando il livello della simbologia del viaggio vissuto e a mio avviso l'indicazione che il cammino è un viaggio di trasformazione dove la destinazione è la persona stessa. Quindi la destinazione è il camminatore che realizza attraverso il camminare, un vero e proprio viaggio dell'eroe che fa sì che quando si arriva si è un'altra persona e si hanno si si sono apprese tante lezioni. Lo stesso momento che stiamo vivendo è come una grande metafora di un cammino che stiamo facendo tutti insieme, in cui tutti noi siamo fermi. Ma stiamo camminando e ci stiamo trasformando per poi tra poco riuscire poi a fare i primi passi il è la trasformazione che sul territorio può fare un cammino. E quando poi si innesta il l'empatia, la solidarietà che noi uomini possiamo esprimere, empatia e solidarietà che per esempio mi viene in mente, viene è realizzata magnificamente nel cammino delle terre mutate che alcuni anni fa io pure ho collaborato a promuovere. Appunto, è una delle dei progetti che che ho amato e che hanno creato in me tutta questa passione e in questo percorso realizzato da tantissime persone, in tutti questi anni si è riuscito effettivamente a creare un circolo virtuoso di solidarietà tra i camminatori e il territorio. È questo, naturalmente, è solo un esempio. Un altro esempio non di cammino che posso indicare come diciamo nella nella, nella natura, ma che ho potuto osservare tutti i giorni nel gruppo ragazzi in gamba è stato il cammino della solidarietà che si è espresso nell'aiutare le une e le altre nel realizzare dei cardini individuali. E questo aiuto non è solamente una solidarietà che è di tipo psicologico, ma molto spesso è stata professionale, perché il cammino, quando prima dicevo non è più un fenomeno di nicchia. Voglio specificare che, per esempio, secondo le informazioni ricevute da dal presidente della che è le donne in cammino sono in crescita numerica, vertiginosa per sul fronte della professionalità, per diventare guide escursionisti. E questo è un vero e proprio lavoro. E quindi è una il camminare è un'occasione di lavoro vero e proprio, un green jobs. E quando ci si aiuta in un gruppo com'è il gruppo ragazzo in gamba significa da un punto di vista umano, aiutarsi sicuramente per mille una ragione e oggi più che mai con quello che stiamo affrontando, ma a livello professionale significa anche poter realizzare il proprio, il proprio mestiere, il proprio lavoro e quindi è incredibilmente importante. Grazie Lila e stimoli anche un ero curioso di sapere per l'esperienza, magari di Daniela Luciana e invece nel nei vari viandanti, la loro esperienza ai vari viandanti che sono hanno attraversato le terre pugliesi. È cosa che tipo di interazione si è creato anche con i voti e con i con i centri che avete che avete vissuto e perché è anche oltre al fatto che la possibilità economica per chi li propone, come giustamente diceva Ilaria C', è anche la possibilità di rigenerazione. Un po' per i borghi che vengono interessati da questi cammini che è un grande tema che, come dicevamo, infatti sono borghi che stanno subendo una situazione diciamo di recessione, di difficoltà da anni. Qual è la vostra esperienza in questo eh? Guarda Paolo, noi sin dal lontano duemila quindici, le camminate dell'associazione si sono sempre distinte per una componente di cui proprio non potevamo fare a meno. Era proprio l'incontro con dei testimoni, o meglio con dei genius loci cosa si faceva in pratica è lungo i percorsi che si proponeva che insomma, lungo i percorsi proposti che si proponevano durante le domeniche eh si univano quindi due o tre centri storici attraverso strade extraurbane di campagna si spezzettata, diciamo il percorso in varie tappe e in queste tappe veniva molto spesso qualcosa di magico perché si ascoltava la testimonianza di quei cari genius loci, eh? Diciamo che si ripartiva più carichi di emozioni. Gli incontri ovviamente erano tutti preparati, studiati perché c' era proprio un lavoro di studio. Dietro si è lavorato tantissimo, noi abbiamo almeno lavorato tantissimo su questo aspetto. È quindi oltre a tracciare, mappare il percorso, fare diversi sopralluoghi, si effettuava proprio una vera e propria ricerca prima di creare l'evento stesso. Quindi durante le camminate avvenivano incontri con persone che avevano vissuto quei luoghi o che in qualche modo potevano raccontare qualcosa che di speciale che ancora sui libri non era mai stato scritto. È quindi persone che avevano forti connessioni con quel territorio e che si erano impegnati magari anche a tutelarli. E quindi abbiamo incontrato ambientalisti, eccellenze del territorio, associazioni culturali, poeti, personaggi comunque importanti per la storia locale e per la ricostruzione stessa di una memoria collettiva è a volte ci è capitato anche di incontrare dei bravi politici, dei bravi assessori e dei bravi sindaci che ci hanno rapito agguantato. La loro esperienza è ora è lo stesso principio, ovviamente l'abbiamo, applicato poi nella guida di viaggio che abbiamo creato e anche dei pacchetti che proponiamo. E noi non possiamo fare assolutamente a meno di tutto questo, nel senso che sappiamo tutti che l'uomo è parte integrante del paesaggio e quindi diciamo che oltre alle spiegazioni della nostra bravissima Daniela sugli aspetti naturalistici, abbiamo sempre avuto la necessità di vivere il paesaggio anche attraverso il racconto di coloro che lo abitavano. Eh niente. Questo ovviamente avviene almeno personalmente, anche quando intraprende un viaggio diciamo in solitaria, è un viaggio non organizzato. Io cerco di parlare con quanta più gente possibile lungo la strada. A volte mi ritrovo anche a parlare con le con le pietre. Questo e quindi che se è quello che succede è è proprio una magia. Perché poi chi ci segue in questi percorsi e incontra queste persone eh, si instaura una sorta di innamoramento per il territorio, no, quindi che non fa altro che innescare una forma di tutela pure no del di quello che si attraversa, di quello che si incontra e quindi una conoscenza diretta di quello che è l'esperienza cammino, empatia con le persone che camminano con te. È una relazione con il territorio stesso e con le persone che fanno e quel territorio che lo é, che lo vivono e che lo amano e lo tutelano. E quindi è che il cambiamento può nascere anche da questo. No, da questa è da questo innesco di amore è di tutela del territorio e di amore per la storia del del proprio territorio, ma anche per chi non è del territorio stesso e quindi ha voglia di esplorare. E le altre regioni quelle che caratterizzano la nostra Italia? Avete accennato alla storia e naturalmente in giro. Questa riflessione collettiva che stiamo facendo anche abito, mi sembra un artista reggae e volevo chiederti proprio che ruolo ha la storia nel cammino, nella formazione e nel rapporto tra i viandanti e le persone che hanno vissuto quei territori si' tutti i cammini. I due cammini che ho creato sono stati il risultato di anni di lavoro, di lavoro, sia a livello di documentazione mia di conoscenza di studio, di approfondimento, frequentazione degli archivi. Ma soprattutto poi il rapporto con le persone che abitano questi territori, sia nei termini sia nei termini di rilevarne le testimonianze, si sia soprattutto l'altra l'altra finalità che mi sono sempre prefissa nell'intraprendere queste queste esperienze è stato quello di portare di cercare di portare attraverso i cammini, attraverso la frequentazione costante nel corso di tutto l'anno di questi territori, anche di portare dell'economia perché vedere vedere dei territori ricchissimi di storie millenarie, vedere dei personaggi straordinari che resistono in maniera, come dire, straordinaria, a rimanere in questi luoghi, ad amarli, vederli spopolare è un po', una spina nel cuore. È il mio lavoro è rivolto, è rivolto a a far conoscere la storia di questi territori, farla amare delle persone che io accompagno da o da coloro che leggono, leggono le quanto scrivo le guide che ho prodotto e metterli in relazione con con le persone, con le comunità delle di questi territori. I risultati sono sono sotto gli occhi di tutti, soprattutto per quest'ultimo cammino. É proprio percorrendo percorrendo queste questi sentieri, perché la guida il risultato di tre anni di lavoro su George, tutto tutto l'arco del dell'anno perché è anche per scrivere la guida che necessita di frequentare questi editori nel corso delle varie stagioni, in maniera tale da poter dare da poter garantire il massimo della sicurezza nel momento in cui lo descrivi. Perché i territori cambiano le condizioni anche meteorologiche o di assetto del dissesto del territorio, possono cambiare da un mese all'altro da una stagione all'altra m. I risultati i risultati sono sono belli, perché quello di cui sono sono particolarmente orgoglioso è stata la scoperta di una borgata. Bel podio di brutta nella che uno è un borgo di poche decine di persone, adesso di residenti, ma che negli anni quarantatré, quarantaquattro nei censimenti di quegli anni arrivava sino a cinque centosessanta persone, adesso rimasti pochi anziani. Qualche giovane si sta aggiungendo e nel corso della mia frequentazione ho avuto modo di incontrare e di mettere in luce. Poi successivamente, un episodio tragico che era avvenuto durante durante la guerra è un eccidio di sei civili. Ho conosciuto la figlia che ai tempi era dodicenne insieme a una cugina che ne aveva quattordici, che mi hanno raccontato il messo al corrente di tutto. Ebbene, questa questa storia così drammatica si è trasformata in due cose da una parte e un rapporto di affetto nei confronti di questi testimoni, di Vivian assassini, di Gigliola, dei suoi parenti. Ma soprattutto è diventata poi una manifestazione che noi facciamo da cinque anni, ogni da cinque anni, ogni fine mese di settembre, l'ultima domenica di settembre il accompagno centinaia di persone che vengono con il club alpino o con le istituzioni territoriali, sindaci, le bande, gli alpini e dopo la commemorazione c' è una grande festa. Cosa è successo nel nel corso dell'avvio, poi del cammino, quando il cammino è diventato una una realtà strutturata, quindi quella segnaletica, i sentieri puliti, eccetera. La gente, la gente che leggeva la storia di Viviana sul Aida si fermava, veniva accolta da lei perché di una ospitalità straordinaria. E si sono creati tanti di quei rapporti che nel corso nella giornata della commemorazione, molti dei camminatori che vengono da Milano, da Torino o da Roma ritornano a settembre. Per rendere omaggio e starle starle vicina. Quindi sono creati dei rapporti umani straordinari. Ma questo è avvenuto anche in altri luoghi. Questo è quello più importante e più significativo, più forte dal punto di vista emotivo per me, perché quella era una strage che era stata dimenticata, dimenticata semplicemente perché vicino a Bel Poggio, cioè Monte Sole, Monte Sole è stata la più grave, la più tragica delle stragi sui civili che ci è stata in Italia e nell'europa nell'europa occidentale con oltre settecento settanta vittime. La grandiosità di questa strage, come dire, oscurato tutta una serie di stragi collaterali vicine che che erano state assorbite, un po' da quella da quella enorme tragedia. Ecco, la riscoperta attraverso il cammino di questi episodi e di questo episodio in particolare, ha permesso di ridare finalmente un po' di pace anche anche a Vivian e alla sua, alla sua famiglia. Assolutamente. Poi è un esempio che trasforma anche la memoria di una generazione sociale, no? Quando si prende poi è consapevolezza di una della nostra memoria, degli eventi essa, collegati con occasione di scoperta che poi diventa anche riscoperta dei luoghi e dei borghi che sono sono attori. Sono stati attori di questo, di questi eventi em. Una curiosità che aveva prima Luciana parlava, innanzitutto volevo anche dire un po' un minuto, la fare un paio di considerazioni anch'io, perché nel corso della nostra esperienza come giornata dell'italia che cambia, abbiamo incontrato delle realtà molte realtà legate al mondo dei cammini in Italia è innanzitutto questo incontro è stato possibile anche grazie, stasera non c' è magari grazie anche grazie al Silvia Salvini volevo ricordare anche la sua esperienza di destinazione umana che questo blog si esprime un po' ai viaggi aspirazionale? No, cerca di creare dei viaggi nella quale all'interno il camminatore possa poi conoscere veramente il territorio, anche legato a determinate esperienze. La sua esperienza destinazione umana è stata una delle prime storie su Italia che cambia e prima Luciana citava la Repubblica nomade con Moresco che è una delle nostre realtà. È stata anche una delle nostre storie e volevo anche ricordare la compagnia dei cammini di Gianotti, che è stata un'altra delle nostre storie, l'italia che cambia e tutte accomunate, diciamo da un soprattutto la compagnia con la Repubblica nomade, Da questa sorpresa, diciamo, ma non troppo, eh, mi ricordo quando parlavo sia con Alberto che conduca del profilo dei nuovi camminatori e che è una domanda che volevo portare anche anche a voi una impressione che volevo portare anche a voi. È ricordo con con Alberto quando ci portiamo a Milano e per quanto riguarda la Repubblica nomade che fa anche i bambini legati. Anche una consapevolezza politica è lui lo rivendicava con orgoglio. Questo questo aspetto della Repubblica nomade, uno dei primi fu da Milano a Scampia. No dunque, molto, molto esemplificativo, per unire le due parti, due parti d'italia che sembravano sempre più separate, non cambino. Unico dal valore simbolico molto forte, mi parlava proprio dice guarda da noi per quanto riguarda i cammini un po' di tutto che io non pensavo di poter fare migliaia di chilometri, ma li ho fatti il disoccupato c' è insomma una un'ampia un'ampia ma avanti arcobaleno di persone. E voi chiedo chiedo a Ilaria cosa cosa avete visto? Insomma cos'hai visto nella sua esperienza chi sono le cammina trici di oggi è cosa ti hanno portato, cosa che hanno ispirato il volevo chiedere un po', una che persone del popolo ci sono che questa è una domanda che sin dall'inizio i giornalisti hanno chiesto No, Perché quando la si è creato questo questo fenomeno delle donne in cammino che improvvisamente tutti ci siamo accorti di quanto siamo, i giornalisti volevano sapere qual è il profilo umano della donna in cammino. La risposta è semplice non c'è. Siamo cioè di tutto come dicevi te, tutte le tipologie di persone sia a livello di età perché inizialmente c' erano donne, soprattutto della fascia di età tra i quarantacinque e oltre, ma in un solo anno ho potuto vedere che si è molto abbassata. Questo fenomeno è veramente in crescita in questo in questo momento storico e penso anche Daniele Luciana non so che abbiate, ma insomma vi vedo giovanissime, eh e quindi ci sono moltissime ragazze che si stanno mettendo in gioco da preparazioni, da formazioni diversissime, eh? Quindi è veramente una un arcobaleno umano di personalità, un fattore che accomuna tutte queste migliaia di donne è desiderio di godere di una maggiore libertà. Quindi il cammino è inteso soprattutto come ricerca di libertà, di uno spazio per sé, di uno spazio non solamente come tempo, ma anche espressivo, quindi destinazione umana che è stata per esempio uno dei primi a contattarci, ha perfettamente colto il senso di il significato dell'ispirazione che tutti cerchiamo no in cammino un'ispirazione per cercare di ampliare il nostro tempo, entrare i nostri orizzonti e quindi queste diciamo che questa ricchezza è accumulata dalla libertà, ma anche da tanto coraggio, perché è quello che dicevo prima e che fa un po' diciamo spada, con quello che ha detto che Paolo C' è comunque un intento politico in senso lato. Un intento ideologico? No, di portare avanti le donne. Quindi chi si mette in gioco e racconta ciò che fa implicitamente da un segnale che ha un valore di militanza, di attivismo che oggi è comunque ha comunque un senso, una lettura che è anche politica. Si può essere più o meno consapevoli di questo, ma comunque è sicuramente un segnale chiaro e forte di dire ci siamo con un femminismo ecologista leggero, gentile, garbato ma comunque forte. Certo, è insomma una tematica. Molto. Io voglio dire solo che oggi ho avuto una sorta di illuminazione sintetica della situazione che stiamo vivendo. Parlando della della è mancanza della presenza femminile in nei vari nei va nelle task force che sono state messe in campo come se tutti noi avessimo un solo occhio. Quindi se noi proviamo a guardare la realtà con un solo occhio, ci rendiamo conto che abbiamo difficoltà a cogliere la profondità di campo. É come se nello studio della situazione noi avessimo the liberamente deliberatamente deciso di guardare solo con un occhio, quello degli uomini e quindi perdiamo profondità di campo. E questo significa perdere una serie di tasselli nella visione della realtà. Cosa significa portare avanti le donne oggi in tutti i campi? Dare profondità di visione, conoscenza e quindi possibilità di agire è una bella metafora, perché sicuramente una forma di ricchezza e in particolare ci sono più sfumature. Vediamo no, grazie. E a Luciana Daniela volevo chiedere per ricollegarmi un po' al discorso delle dei camminatori è giù dalle porte Marty cosa cosa avete osservato? Un mondo variegato oppure solo una tipologia di camminatori? Sono noiosi, insomma, come ci sono diversi ci sono diverse tipologie ehmm, naturalmente quelli che a quello che accomuna un po' tutti la voglia di di stare in natura, no, di confrontarsi con quello che è il mondo naturale, con l'aria aperta, la voglia di raccontarsi anche ehmm. Poi ti ritrovi magari delle persone che hanno che camminano per fare semplicemente attività sportiva. Se tu proponi un tracking, un percorso che che ha comunque un chilometraggio prestabilito ehmm, ma le persone che ci sono? Alcuni ci sono delle categorie insomma che che partono con l'intenzione di dover arrivare all'obiettivo con primi o con la massima velocità. È chiaro che è molto vario, ma la maggior parte, insomma delle persone hanno la voglia di mettersi in gioco attraverso il cammino, si spogliano un pò da quello che sono le proprie, i propri abiti da civile no è e quindi cominciano a raccontarsi è con il compagno che al suo passo è soprattutto questo accade soprattutto nei cammini e il valore femminile e la presenza femminile è altissima, è ed è molto varia. Anche le giovani si stanno avvicinando appunto em alla la voglia di mettersi in gioco. Ed è vero e proprio boom eh? Quando incontri le donne soprattutto si vede che camminano perché vogliono sentirsi libere ed è incredibile immaginare che che abbiano questa esigenza perché ce l'hanno significa che in qualche modo gli viene negato qualcosa. Hanno bisogno di mme, di sentirsi uniche in un momento è di confronto con con loro stesse ehmm e ed è molto, molto, molto bello e molto particolare questa cosa a gnam una ci può essere proprio un'osservazione a antropologica e sociologica interessante riguardo a il profilo dei camminatori e delle cammina trici in particolare è poi tanti temi che hanno bisogno di approfondimento e di altre puntate. Il bambino, ma che cammino si porta dietro tante, tante, tanti argomenti collegati, no, sviluppa e crea e ampia all'orizzonte anche su su quello che viviamo tutti i giorni in questo forse è l'aspetto più interessante del esatto esatto moderna, insomma, cioè ancora qualcosa da risolvere, almeno per quanto riguarda la sfera femminile. E volevo chiedere abito è una cosa se per quanto riguarda il profilo dei camminatori, insomma, che ha potuto osservare nel corso dei suoi anni attività e anche una cosa che mi interessava. Il rapporto dei giovani con la storia può sembrare retorico, ma secondo me è molto importante. E tu la tua esperienza cosa ha osservato? Allora partiamo. Partiamo un po' dal tipo di frequentazione di questi cammini. Beh, io ho potuto notare mi piace partire dal primo cammino che ho ideato. La linea gotica linea gotica è un cammino molto impegnativo. Stiamo parlando di chilometri con un dislivello che arriva a quasi mila metri. Complessivamente si tratta di camminare per quindici venti giorni a seconda un po' del ritmo. Beh, io vi devo dire che io ho conosciuto solo una donna che se l'è fatta da sola, da sola e in trovando delle difficoltà, come dire un po' anche pericolose, che lei ha raccontato. Ha raccontato anche nelle sue pagine nel suo diario Il diario che poi ho utilizzato anche per per un articolo che ho scritto sia sulla rivista di montagna sessanta sia sulla rivista Camminare Dell'editore Frusta. É dal primo giorno ha incontrato delle situazioni meteorologiche avverse. Ho avuto paura, ho avuto voglia di aveva una gran voglia di smettere, ma era il primo giorno no, non posso tornare a casa in queste condizioni ha stretto i denti e ha proseguito fino alla fine è stata un'esperienza straordinaria per lei dal punto di vista umano. É quel cammino che è molto, ripeto molto, molto impegnativo. Ha visto altre due coppie con le donne che hanno proposto ai loro uomini di farlo insieme. È sono tutte, tutte realtà che io ho avuto modo di incontrare, di far incontrare anche tra di loro. È una di loro, una di queste ragazze. Anche Martina Fabbri ha scritto anche un diario che è stato pubblicato e in questi giorni ha avuto anche la pubblicazione in più lingue. È uscita un'edizione in tedesco e in inglese in francese, per cui è un'esperienza strada. Io non conosco altri uomini che l'abbiano fatto che l'abbiano intrapreso e portato a termine nella sua interezza. E per certi aspetti questa esperienza si sta ripetendo anche sul cammino della via della seta. La maggior parte delle persone che lo frequentano sono delle ragazze o singole, anche s oppure in gruppo è cosa cercano? Cercano. Qualcuno mi ha detto Noi vogliamo camminare spettinate, sudate, ma libere no, questa è è una dimostrazione. É proprio lampante dello spirito con cui con cui si avvicinano si approcciano un po'. Il cammino va bene, va bene i territori bambini, crinali va bene le le bellezze naturalistiche che ci sono lungo il cammino, un cammino selvaggio, comunità che ti accolgono. Ma soprattutto è sentirsi libere dalla da tutti gli orpelli di questa di questa società. E io lo vedo dalle dalle sia dalle richieste che vi vengono presentate attraverso la pagina Facebook del cammino, sia soprattutto dai profili di Facebook. Loro perché ne parlano continuamente? Le ragazze sono quelle che lasciano più segni, no? Anche sui social di questa loro esperienza e da li' traspare, traspare tutta la ricchezza straordinaria. Lo fanno per sentirsi libere. Quindi confermo quanto dicevate, dicevate anche voi. Solo che voi lo dite dal punto di vista femminile. Io lo riferisco. Perché? Perché l'ho notato. Perché? Perché lo leggo sui sui social. Lo intuisco dai dai messaggi che mi che mi arrivano e loro sono le donne sono se la stragrande maggioranza di coloro che frequentano questo questo cammino conosciamo malconcio, stasera vi tagga va benissimo così, è giusto benissimo. Messaggio a proposito anche della ricchezza delle iniziative Volevo anche riportare domani ha ricordato anche un altro tipo di esperienza che abbiamo approfondito c'è anche quello di Itaca. Poi assume il le varie varie cose che ci siamo detti finora è un festival del turismo ad un festival itinerante. Noi ne siamo molto felici di farne di essere partner di. Insomma, collaborare con questa iniziativa, anche una occasione veramente di incontro, di rigenerazione sociale e di l'abbiamo scoperta delle opportunità reale del mondo del cammino è veramente una realtà da approfondire. Lancia un po' come come stimolo a chi ci segue, chi ci segue? Un festival itinerante per tutta Italia dove i vari attori del turismo lento si incontrano, persone dei luoghi organizzatori, attività turistiche, attività ricettive. Insomma è un anche quella è una bellissima realtà. Il resta poco tempo, però io volevo farvi l'ultimissima e se vi va che è legata un po' al periodo di al periodo attuale, cioè per prepararmi questo incontro e ho fatto un po' di rassegna stampa controllarmi un po' di articolo, cioè di tutto è un filo comune è questo il discorso del turismo di prossimità. Molto probabilmente sarà più difficile spostarsi in aereo, sarà più difficile spostarsi almeno nel breve-medio periodo per lunghe distanze. Gli spostamenti saranno un po' più contingentati. Questa è un'opportunità comunque per il turismo di prossimità, per quelle bellezze meraviglia abbiamo o no? E che spesso non conosciamo chi sto alluce ma sa come sarà secondo te nei prossimi mesi? Paolo Paolo non volevo chiedere a te Ok, mi senti signora? Sì, guarda niente si Paolo, guarda nonostante, come dire l'atroce surreale momento storico che stiamo vivendo. Rimango molto positivo per quanto riguarda le nuove possibilità che si apriranno finalmente per il turismo lento perché molte persone in questi giorni stanno secondo me, riscoprendo anche lo stesso utilizzo della bicicletta o grazie comunque i tempi molto dilatati che vivono in quarantena stanno andando a fare la spesa o a fare commissioni a piedi. Quindi nel mio stesso paesino di provincia io abito in piazza e dal balcone osservo tantissimo, io prima qui mi arrabbiavo perché per fare cinquecento metri le persone andavano a fare la spesa in macchina. Ora invece noto tanta gente a piedi con le mascherine e anche in bicicletta. Questo è un buono, diciamo, come dire allenamento per finalmente modificare delle abitudini radicate che a mio modesto avviso erano sbagliatissimo e potrebbe, come dire, indurre le persone a cambiare comunque anche il loro modo di pensare a un viaggio e uno spostamento è anche fare come dire, passeggiate, allenamento all'aria aperta. Visto che le palestre in questo momento sono chiuse, potrà influire tantissimo su un cambio di visione. Ci sarà in generale un bisogno impellente in questo momento di essere comunque all'aperto, sentire il vento sulla propria pelle, esporsi al sole, godere di un bel paesaggio dopo essere stati mesi chiusi a casa. Quindi questo porterà sicuramente le persone, a mio avviso, a dare a fare della natura il fulcro centrale della loro prossima esperienza di viaggio. È questo sarà un espediente, anzi l'espediente, forse di cui il turismo lento in Italia aveva bisogno, cioè attirare se nuovi fruitori, nuovi esploratori, persone in cerca di qualcosa di nuovo da vivere sulla propria pelle il fatto che si potrà viaggiare solo in Italia all'inizio porterà tante persone a cercare esperienze fuori anche dall' ordinario, esperienze mai provate prima a mettersi in gioco e in Italia viaggiare comunque a piedi o in bici sono per molte esperienze del tutto ancora inedite e straordinarie. All' estero invece è diverso. Non è così, è molto più accade molto più spesso. Quindi questo attirerà camminatori ciclisti alle prime armi e sono convinta che tutti coloro che prima o poi si avvicineranno a questo tipo di esperienza non ne potranno fare più a meno, perché lo ripeterò fino alla morte. Cioè quello che regala un cammino o un viaggio a piedi è qualcosa di immenso. Non si torna a casa semplicemente con le foto delle vacanze che si mostrano poi agli amici che fanno finta di essere curiosi di guardarle, ma si torna a casa con tante consapevolezze in più si torna cambiati, rinnovati. Ma soprattutto chi sceglie di viaggiare in questo modo puo' davvero affermare di essere stato in quel posto perché quel luogo si è conquistato con le gambe e con i piedi. Quindi, in conclusione, e chi sceglierà di viaggiare in questo modo dovrà per forza scegliere mete lontane da grandi centri urbani o da luoghi che attirano le grandi masse. Dovrà andare quindi alla ricerca delle montagne oppure dell'entroterra luoghi dove comunque sarà garantito il contatto con la natura. Questo porterà finalmente a rimettere piede anche nei piccoli borghi, nei paesini della nostra bellissima Italia. Luoghi ai confini quasi con una natura estremamente selvaggia. È questo questa è la mia idea, ragazzi, lascia concordi, allora io diciamo che vorrei completare quello che ha detto Luciana, senza escludere cio' che ha detto sia sicuramente il cammino di prossimità è anche configurabile con quello che dici che si andrà a cercare la natura vicina comunque, e quindi nella propria regione. Però è anche vero che il cammino di prossimità è anche il cammino urbano e quindi fondamentalmente quello che è il cambio radicale che noi stiamo facendo adesso e che sicuramente ci porteremo appresso grazie al cielo è il un cambio di visione. Riuscire a vedere quello che abbiamo di bello anche in area urbana, per quanto mi riguarda, per la mia esperienza è Roma. Quindi passiamo da zone completamente diverse, territori completamente diversi. A Roma c' è tutto un discorso importante portato avanti proprio da un amico con cui ho fatto una diretta qualche giorno fa Luigi Plus, di riscoperta dei tesori nascosti proprio alle porte di Roma. Ma quando dico parte di Roma a dieci chilometri, eh tesori etruschi che sono veramente sconosciuti ai più perché naturalmente sono nascosti dalla vegetazione, quindi bisogna impegnarsi per per scovarli con grande perizia. Ma a Roma stessa io ho attivato con un progetto molto bello che si chiama periferia delle meraviglie e che ha dimostrato come le periferie. Ma questo, diciamo, sta quasi diventando un luogo comune. Ormai le periferie racchiudono tanta tanta bellezza. È un luogo comune per tanti di noi che da tanto tempo ragioniamo sulla rigenerazione urbana, ma oggi sta diventando una conoscenza diffusa per tutti. E questo, secondo me è qualcosa che mi induce a essere positiva. Come come siete Luciana su tutti i fronti, sia nella natura che nella città. Vito, tu relazione a quello che stiamo vivendo, come vedi nell'immediato futuro, va l'immediato in futuro lo vedo un po' con gli occhi sia di l'area sia sia di Luciana. Sicuramente avremmo avremmo una frequentazione dei nostri territori, di questi territori o di queste terre marginali, molto molto significativa e anche perché io rilevo anche un altro aspetto importante in questo cammino la presenza delle istituzioni è stata fondamentale, cioè a parte tutto il lavoro di sopralluoghi, di incontri. E infatti nel corso di diversi anni da Indy che ho fatto io come sopralluoghi, approfondimenti, ma nel momento in cui ho proposto questo cammino alle istituzioni, lo hanno abbracciato immediatamente. Non solo, ma proprio in questi giorni si stanno progettando delle iniziative di promozione, di rilancio non solo dei dei cammini, ma proprio dei borghi dell'appennino parlo dell'appennino chiaramente perché il territorio dove, dove, dove ho però è straordinaria. Domani ci sarà una diretta con i sindaci, assessori di tutto, di tutto l'appennino proprio per rilanciare anche l' attenzione dei degli stessi cittadini di Bologna e dell'intera città metropolitana, rilanciare, rilanciare le terre, le terre poco conosciute e le ricchezze e il patrimonio di bellezza naturalistica, ma soprattutto l'amore della gente l'enogastronomia straordinaria di questi territori. Quindi sono convinto che non se lavoreremo bene, se lavoreremo bene anche noi ne usciremo con una ricchezza maggiore per tutto il paese. Grazie. Io volevo aggiungere una considerazione finale che avevo, avevo pensato ehmm sul quale ho riflettuto e anche il spero anche che sia da collegandosi alle istituzioni che questo periodo e magari il rinnovo dell'interesse per i cammini di prossimità, cioè uno stimolo anche per la nostra rete ferroviaria. Perché riflettevo prima dell'incontro su come semplice oggi adesso no, per ovvi motivi, ma comunque come semplice generalmente andare da Roma a Milano, collegamenti per veloci, una rete super efficiente. E poi invece magari per lo sviluppo un po' del turismo locale per permettere alle persone in bicicletta di potersi spostare, di andare a scoprire i luoghi piu' remoti che poi sono l'anima e il cuore pulsante. In Italia negli ultimi anni ho potuto notare invece sulle ferrovie locali si fa un po' in una direzione opposta. Io spero che questo sia un un fenomeno che inverta la rotta, perché è molto, molto, molto importante anche sviluppare una una rete di ferrovia locale. Io è un tema che mi sta a cuore perché mio padre ha fatto una vita Ferrovie del bambino in cui disegna gli scambi sul tavolo, la luce. Tutti i figli vedono i padri come come un punto di riferimento, ma visto il suo lavoro con grande passione e sostanzialmente è reale questo problema, secondo me ed è molto importante investire sulle ferrovie locali tornare a investire veramente sulle ferrovie locali in maniera tale da non abbandonare ulteriormente i nostri borghi. Hanno già vissuto per altri motivi una situazione problematica. Dunque volevo aggiungere questo questo elemento secondo me che posso portare un esempio di questa rivalutazione delle ferrovie locali. Chiaramente noi abbiamo la povertà no? Che collega Bologna con Pistoia è che negli ultimi negli ultimi anni aveva visto un calo pazzesco di utilizzo di passeggeri e qualche decina di anni fa si si parlava della sua della sua chiusura. Eh sono stati dei comitati che si sono si sono mossi, ma soprattutto c' è stata anche insieme a loro c'è stato un progetto del club alpino italiano che si chiama trekking col treno che a venticinque anni di esperienza e dal mese di marzo sino a tutto dicembre ogni sap. Domenica ci sono delle escursioni, delle gite giornaliere che partono e arrivano a delle stazioni ferroviarie utilizzando i mezzi pubblici. La parte la parte toscana di questa Porrettana stava per essere completamente chiusa. Avevano già iniziato a smantellare alcune alcune stazioni ferroviarie e tenendo conto che napoletana è una delle prime, è la prima ferrovia italiana trans appenninica che collegò il nord e il Sud d'italia. Ebbene, proprio grazie ai cammini e grazie anche al fatto che questo con con il kai, con con le guide escursionistiche, siamo impegnati in un progetto per creare un nuovo cammino il collegamento da Bologna a Pistoia insieme alle istituzioni, si è deciso di far pressione presso la regione Toscana perché le stazioni ferroviarie Lou nella nella nell'area toscana non siano più smantellate e addirittura si stanno prendendo dei locali come per utilizzarli come accoglienza o come servizi a favore del delle sculture. L'escursionismo può dare veramente con i suoi numeri adesso che sono sono molto, molto importanti e significativi può dare una svolta un indirizzo anche nella possibilità di utilizzare queste ferrovie periferiche per rimettere in moto l'economia dei borghi, dei borghi, delle terre alte, dei borghi abbandonati. Ho delle nella parte interna del paese che la spina dorsale, come dice Paolo Rumiz, sia la spina dorsale del paese perfetto mi sembra il migliore degli auspici. Io parlerei di tantissime altre cose, pertanto altro tempo, ma siamo giunti proprio alla alla fine io volevo anche ricordate domani questo questa nostra diretta è stata rilanciata su Italia che cambia caricate anche sul nostro canale youtube legheremo anche un po' di rassegna stampa dov'é che ci segue da casa. Potrà trovare delle ispirazioni ulteriori anche altri temi che stasera non siamo riusciti a toccare. Un tema veramente molto ampio. Ho citato alcune delle realtà. Cito anche un'altra fonte d'ispirazione a livello di media è quella radiofonica l'esperienza di radio Francigena, dove All'interno ha un punto di riferimento per quanto riguarda il mondo dei cammini e potrete trovare veramente tante, tra cui anche le esperienze di Ilaria e delle donne in cammino e anche tantissime altre esperienze legate ai cammini italiani. Veramente un cosmo ricco e è particolare, particolarmente colorato. É una cosa molto incoraggiante. Io vi ringrazio a tutte e tutti. È stato un enorme piacere e spero che insomma ci saranno anche altre occasioni di confronto e di dialogo tra noi. Grazie davvero dei volevo anche volevo anche grazie a voi e volevo grazie, grazie, volevo anche beh, scusate il ritorno audio e volevo anche magari ringraziarti proprio per la vostra, per la vostra attività e per il contributo che avete portato insomma stasera qui che arricchisce molto la nostra esperienza. Un grazie speciale perché questo incontro è anche è stato un vero piacere per ritrovare alcuni, alcuni dei presenti e conoscere altre giovani donne cammino e quindi accrescere le sinergie. Quindi un flusso di energia positiva che tu stai contribuendo a creare. Quindi grazie fondamentale, fondamentale interconnessione lo scambio di esperienze. Perciò siamo felici di incentivarlo. Daniele è caduta, la salutiamo, vi saluto. Eccola qua. Che facciamo? Diciamo Ciao Daniela. Grazie veramente. Ciao dito! Ciao Ciao ragazzi, pensate un piacere. Ciao. Scusa. Eccoci qua. Buonasera a tutti, tutti bentrovati è siamo questa nuova questa nuova puntata di a tu per tu un nuovo format di Italia che cambia, dove cerchiamo di stampare una fotografia sulla attualità, di stimolare nuove curiosità verso l'inaspettato e anche scoprire delle proporre nuove ricette per una nuova esplorazione del reale. E abbiamo cominciato la scorsa la scorsa settimana ci siamo occupati di cammini, di turismo letto, di turismo, di prossimità e per questa nuova puntata di A tu per tu ho parlato di inesplorato. Mandiamo un po' ad affrontare un tema che invece negli ultimi negli ultimi periodi è stato dibattuto, dibattuto, ampiamente dibattuto che è quello della plastica e lo faremo insieme a Elisa Nicoli a Chiara Spadaro, che fra poco introduco è sono due autrici, due scrittrici di documentarista e e appassionata anche di è ben spontanee l'abbiamo conosciuta durante il viaggio di Italia che cambia è fatto anche una parte del viaggio insieme a noi e scrivono per altra economia. Ma di volumi è uno dei volumi che che hanno scritto che il punto di partenza della nostra puntata vero mostro é questo qua plastica Dio fare a meno della plastica. Istruzioni per un mondo e una vita zero ways devo trovare l'orientamento dello schermo è ve ve le introduco eccolo qua chiara elisa, benvenute! Ciao ciao. Insomma io partirei subito perché sembra un tema di cui abbiamo sentito parlare spesso e volentieri ma non insomma abbiamo tante cose da raccontarci. Secondo secondo me io all'inizio particolari proprio con una con una con una domanda è sull' introdurre che cos'è la plastica perché questo il titolo del libro e del volume parla al singolare però leggendo il vostro, il vostro il vostro testo eh non è che sia un mondo proprio uniforme, ma è un mondo variegato. Dove eh ci sono molti aspetti da approfondire. Vi chiederei di introdurci che cos'è la plastica un po' di numeri e di voi nel vostro volume parlate dem una prima parte che la seconda parte propositiva, la prima illustrate dei numeri che sono abbastanza importanti per quanto riguarda la la plastica oggi ai suoi danni e dunque vi lascio la parola e andate voi su una prima introduzione su che cos'è la plastica e se potete darci qualche numero sulla sua il suo rapporto con l'aspetto umano e ambientale sì, buonasera, parto io e sono chiara e grazie per essere con noi e anche grazie a chi ci guarderà nei prossimi giorni e l'italia che cambia per questa opportunità di parlare di un tema che sta cambiando molto rispetto a quando abbiamo scritto questo libro un anno fa. Quando diciamo insomma un po', tutti volevamo essere più liberi dalla plastica, il plastic free sembrava diventare finalmente anche un imperativo non solo la plastica, ma come poi ci racconterà meglio Elisa, una filosofia proprio che va verso lo zero rifiuti zero ways è oggi le cose sono ben diverse e poi vedremo anche come il covi ed ha cambiato tutto. Questo è però, come dicevi bene Paolo è un mondo molto più multiforme, questo della plastica, o meglio delle plastiche. Perché poi se guardiamo bene esistono tanti diversi polimeri tra quelli che noi raggruppiamo sotto il nome plastica e anche tanti immaginari diversi. Dobbiamo pensare che questo materiale che forse oggi piano piano iniziamo a rifiutare, però è anche vero che ha avuto una storia molto fortunata. È stato un materiale che ha rivoluzionato le nostre vite, ma fin dagli anni quaranta magari qualcuno avrà presente per esempio, addirittura un supereroe che aveva una caratteristica di allungarsi e proprio il suo nome era Plastic Man, quindi la plastica è arrivata molto, con un immaginario molto forte nelle nostre case, non solo attraverso i supereroi dell' epoca, ma anche attraverso oggetti di uso quotidiano. Pensiamo al mio clan, quindi questa questo materiale inventato da un un italiano che poi diventerà anche il premio Nobel nel sessantatre per la chimica. Giulio Natta appunto, scopre una una di queste plastiche che il polipropilene che diventerà sarà commercializzato con il marchio del mio clan. E questo solo per fare due esempi, è di come un materiale che ha una vita anche abbastanza breve, relativamente breve, insomma è entrato nelle nostre case, è diventato quel materiale che ha rivoluzionato le nostre vite proprio perché è per la sua leggerezza. La sua comodità è molto più pratico di tanti altri oggetti che si utilizzavano prima è però è questa parabola ascendente della plastica si è si è presto scontrata con invece un'altra realtà. Perché è vero che ultimamente parliamo di riduzione della plastica, ma mentre diciamo questo i numeri della produzione continuano ad aumentare é a livelli esagerati che poi hanno comportato una serie di problemi ambientali, tanto appunto per darvi due numeri nel duemila diciassette. Questi dati, che cito come anche quelli che trovate nel libro sono tutti i dati di fonti autorevoli ed ufficiali, in questo caso è la l'associazione dei produttori di plastica europea. Si dice che nel sono state prodotte circa milioni di tonnellate di plastica è ben cinque in più rispetto all'anno precedente. Quindi una produzione che continua a crescere e questo dato è ancora più forte perché la è una produzione che è aumentata esponenzialmente esponenzialmente dagli anni cinquanta ad oggi. E di questa grande quantità di plastica che viene prodotta in Europa, ma anche nel mondo, nel mondo siamo circa a trecentocinquanta milioni di tonnellate è ben il quaranta percento rappresentato da imballaggi, quindi gia'. Questo ci dà un suggerimento sul fatto che potremmo facilmente ridurre il nostro consumo di plastica scegliendo prodotti con meno imballaggi. È di questa. Di questa plastica prodotta è ben venticinque milioni di tonnellate diventano dei rifiuti e questo è un altro tema che affrontiamo nel libro. Quindi l come la plastica diventa poi facilmente uno scarto, viene dispersa nell'ambiente. Questa dispersione comporta un inquinamento che oggi affligge l'ambiente che viviamo in particolare i mari immaginava un'immagine che ha colpito molto negli ultimi negli ultimi anni è questa data dalla Fao che ci dice che entro il duemila cinquanta si ipotizza che nel mare ci saranno più bla, in più plastica ci sarà più plastica che pesce in termini di peso, quindi immaginiamo di nuotare in un mare di plastica. Già oggi la maggior parte dei rifiuti di plastica vengono poi arrivano al mare, ai fiumi. Ed è anche grazie alla visibilità che hanno questi rifiuti negli ambienti acquatici che forse ci siamo accorti di un problema ambientale emergente. É un problema ambientale che però diventa un problema per la salute non solo dell'ecosistema, ma anche umana. É di questo nel libro abbiamo abbiamo scritto insieme all'associazione medici per l'ambiente Liesl, che appunto ci dice che lei è il tema della salute legato ai rifiuti di plastica, è stata abbastanza nuovo. Nel mondo scientifico, però sta emergendo come grave appunto rispetto agli studi che sono stati fatti finora. La plastica arriva fino alla nostra catena alimentare, quindi arriva nei nostri piatti, per esempio attraverso il pesce che appunto nuota in un mare pieno di plastiche e di microplastiche, che sono quei piccoli pezzetti di plastica della dimensione inferiore ai cinque millimetri. Ma anche fino a essere invisibili a occhio nudo. Questi vengono ingeriti dai pesci, che poi a nostra volta peschiamo e mangiamo. E diciamo non è tanto il fatto di ingerire queste microplastiche, ma il problema è quello della trasmissione delle sostanze pericolose per la salute, anche dell' uomo che trasmigrare uno degli animali acquatici fino fino a noi. E quindi ci sono degli studi in corso anche su questo aspetto, per cui quello che abbiamo provato a fare è stato sì ricostruire la storia della plastica, ma anche analizzarla con un occhio critico rispetto a quelli che sono i temi della contemporaneità è per provare finalmente a trovare una soluzione e fare delle proposte, appunto, come dicevi, più positive. Sicuramente secondo noi una di queste proposte, diciamo quello che va migliorato per iniziare è il riciclo, il tema del riciclo della plastica. E su questo magari lascia la parola di Elisa Si' infatti volevo proprio introdurre questo è perché come il giornale noi è, diciamo anche nelle nostre visioni duemila, quaranta e saremo un po', la linea editoriale l'italia che cambia. Abbiamo sempre insistito nel si va bene. Il riciclo però è ci sono delle problematiche. Cioè sembra che il riciclo sia un po', la manna dal cielo che risolve tutti i problemi. Probabilmente invece la direzione ottimale è un'altra, senza negare ovviamente l'utilità del riciclo rispetto ad altre forme, però non è la soluzione ideale per questo, infatti chiedere Lisa, perché non è la soluzione ideale del riciclo si'. Beh, non ho ancora salutato nessuno, facciamo tutti a tutte. Sono contentissima di essere qui a italia che cambia. Mi ricordo ancora quando eravamo insieme in giro nel nel col camper. Fantastico. Non accoglie le erbe spontanee. Già stavi stavi specializzando sempre più legga il capitolo sul riciclo se n'è occupato in realtà il nostro editor massimo acanfora però è una cosa che mi appassiona particolarmente perché intricatissimo e non si capisce mai bene niente. Ma la cosa principale è che bisogna sapere la differenza tra riciclare, differenziare perché noi diciamo va beh sì, compro gli imballaggi, compro la plastica, eccetera. Tanto poi la riciclo no, tanto poi in caso la differenzia o ma ricicla un'altra. Cosa perché più o meno si calcola a livello europeo che la quantità di plastica effettivamente riciclata di quella che viene differenziata, che comunque non è tutto l'immenso sul mercato, ovviamente purtroppo è soltanto il trenta percento. Per cui il settanta percento della plastica che noi mediamente poi dipende da zona a zona da dotazione di impianti o meno di dove viene smaltita e poi la plastica, il settanta percento di quella plastica che viene differenziata va a finire. Oh, nell'inceneritore, se va bene non mi sarei mai non avrei mai pensato di dire se va bene in un inceneritore nella mia vita. Però è così. Almeno viene recuperata l'energia. In quel caso, nel momento in cui finisce in una discarica, li' ci rimane per tempo assolutamente inestimabile. Non so, non è neanche pensabile per noi il resto alla fine per cento Un ritorno Strano ritorno. Scusa. Vai. Ok, Em. Quindi ma perché il settanta percento non viene riciclato e questa cosa qua la riusciamo a capire se andiamo a guardare. Lo scoperto studiando. Me lo per conto mio, aiutando anche Massimo a fare questo capitolo sul Conai, il Consorzio dei vari imballaggi. Il consorzio che sta a capo di tutti i vari consorzi di imballaggi ci sono. Si trova ogni sei mesi. Piu' o meno, cambia veramente molto velocemente la lista degli imballaggi in plastica nelle fasce contributive. Perché effettivamente ci sono diverse fasce contributive. Chi immette sul mercato dei contenitori di plastica degli imballaggi di plastica deve pagare di quote diverse in base all'effettiva riciclabilità del prodotto. Per cui andiamo a vedere la classe A noi non ci interessa e scopriamo che la plastica più facilmente riciclabile noi a noi interessa la fascia bike, quella dei prodotti che ci troviamo quotidiana quotidianamente tra le mani e la fascia C nella fascia B. La plastica più facilmente riciclabile è il pet, quello su cui poi ci è stata è stata fatta tantissima campagna. Smettila di usare le bottiglie delle bottigliette di plastica usa l'acqua del rubinetto benissimo, per carità, però paradossalmente eh proprio la plastica più facilmente riciclabile di tutte. Il vero problema sono delle altre plastiche. Ehm quindi vado nella fascia C è molto interessante la fascia C che cosa compare? Il pet é opaco, quindi colorato e non si vede che non si vede attraverso è è che lo stesso tipo di plastica della bottiglia trasparente e quello non è più riciclabile significa è un imballaggio considerato un imballaggio con attività sperimentale di selezione e riciclo in corso o non selezionabili riciclabile. Lo stato attuale delle tecnologie quello è abbastanza la mia sconvolto. Quindi adesso quando compriamo flacone di plastica p e t che il numero uno guardiamo se è opaco sappiamo che il suo destino sarà miserabile. Un'altra roba assurda, eh? Sono quei flaconi che sono rivestiti, hanno una sleeve, sono rivestiti, si chiama sleeve. Sono rivestiti con un'etichetta avvolgente e se non la togliamo se non la stacchiamo, quello diventa non riciclabile. Che dici? Ma perché tutte cose che non sappiamo un'altra cosa un'altra cosa che non sapevo prima di studiare è che i tubetti, quelli classici del del dentifricio ma anche tantissime creme sono i tubetti. Quella è una plastica particolare. Credo che sia un numero sette o comunque una serie di strati di plastica per cui non è assolutamente riciclabile. Nel mio comune bolzano va buttato dell'indifferenziato addirittura neanche nella raccolta della plastica proprio ma che questo mi ha sconvolto. Pensavo che comunque tutta la plastica andasse differenziata lì bisogna controllare da come una comune nel mio comune la devo buttare nel bidone del generico un'altra, cosa curiosa che ho scoperto adesso nell'ultima edizione di questa lista di imballaggi nelle fasce contributive e poi si riallaccia un discorso che faremo fra un po' è la bioplastica pla de la che va che non è riciclabile, non è neanche riciclabile, quindi questo poi lo approfondiremo. Dopo vediamo un posto detto tutte le cose più curiose mi sembra di sì, sono queste sono poi vabbè le cose che non sono imballaggi non sono mai state riciclabili le grucce appendiabiti e non sono mai state riciclabili. Il super qui hai accennato il discorso delle bioplastiche è un ritorno audio. Adesso vediamo. Ok avevi accennato il discorso delle bioplastiche, eh? Volevo chiedervi perché è un fenomeno che negli ultimi, negli ultimi anni, insomma se ne sta discutendo molto. Come oltre il riciclo. Altra possibile soluzione la bioplastica. Molti produttori, per esempio, per quanto riguarda le bottiglie, le bottiglie d'acqua, il cioè una corsa, insomma nuovi packaging legate a bioplastica. Questa plastica diverse è cioè insomma un settore di ma è una tematica di cui si parla moltissimo e spesso non abbiamo delle molto chiare è ci potete fare un quadro è della de bioplastiche. Che mondo, eh? Se ci potete illuminare su questo anche qua rispondo io, perché è un capitolo. Tutti i capitoli giornalistici li ha scritti chiara tranne le bioplastiche, tranne il riciclo che ho scritto massimo perché non me la sentivo. Però questa cosa qua della bioplastica mi appassiona tantissimo. Ci ho perso un mese sopra perché effettivamente è un estremamente complicato come il mondo e nessuno sa niente. Se tutte le volte che siamo andati in giro a fare presentazioni chiediamo cos'è la bioplastica, vengono fuori le cose più disparate. Effettivamente, a livello così di di consapevolezza generale è bassissima. Ma io stessa, quando stavo scrivendo il il questo capitolo del libro non sapevo niente. Avevo dato abbastanza per scontato che cosa potesse essere la bioplastica, ma tutto il casino con tutti i problemi nascono anche dagli stessi è addetti del settore. Nel senso che European Plastics, che è l'ente che raggruppa tutti i portatori di interesse a livello europeo, nell'ambito delle bioplastiche che dà una definizione, mentre Assobioplastiche che la lente che em portatore, che raccoglie tutti i portatori di interessi in Italia ne dà un'altra per cui è già lì, è abbastanza complicata. La cosa idee, insomma, si è chiarissima proprio per cui io la definizione che da European Plessis è quella che secondo me coglie meglio il settore in generale e dice una bioplastica, un tipo di plastica che può essere biodegradabile a base biologica o possedere entrambe le caratteristiche. Adesso cerco di spiegarlo. É una bioplastica, può non essere biodegradabile? Un che? Un esempio. Vediamo se ce la condizione di luci adeguate. Questa qua una é una bioplastica e una no e nessuna delle due è biodegradabile. Fra il resto questa qui sono dei prodotti. Sono dei prodotti cosmetici. Non so se fare pubblicità. Vabbè, comunque questo qua, che è un po' più scuro, è una bioplastica, nel senso che è costituita più o meno al novantasette percento da materia prima rinnovabile. L'altra era invece da petrolio. È non significa che se è al novantasette percento o al cento per cento da materia prima rinnovabile, sia automaticamente biodegradabile. Infatti questo prodotto non lo è. Sono entrambi numero due plastica numero due, PhD Dovrebbero essere normalmente riciclabili, differenziabili? Si, e probabilmente anche il il numero due PhD opaco è normalmente riciclabile, quindi va abbastanza bene, però non non mi degrada minimamente. Questo tipo di bioplastica non è contemplata da Assobioplastiche, che contempla soltanto della bioplastica che può essere compostabile, che è quella che effettivamente ha il maggiore senso per una sostituzione della plastica. Perché il abbiamo capito il processo di riciclo della plastica molto complicato é una possibilità per smaltirlo è che si riesca a sciogliere e a decomporre all'interno di un impianto di compostaggio industriale, se non che anche lì è abbastanza complicato. Intanto non tutta la bioplastica è di origine rinnovabile esiste della bioplastica cento percento da materia prima da petrolio fondamentalmente che non è è che è biodegradabile, ma non è assolutamente rinnovabile. Mentre esiste esiste ovviamente la bioplastica che ha che sia da materia prima rinnovabile sia biodegradabile e compostabile. Il discorso della biodegradabilità generica non sussiste, nel senso che io non è che prendo un flacone di bioplastica biodegradabile, lo butto nell'ambiente, dico vabbè, tanto si bio degradano. No, non funziona così. Molte persone lo credono, eh va beh, ma tanto si biodegradabile o non funziona. Non è non è assolutamente quello. È del tutto fuorviante tutta una serie di scritte che si trovano su alcuni su alcuni imballaggi biodegradabile No, devono esserci insieme alla scritta biodegradabile deve esserci scritto. Devono esserci anche associati dei dei simboli ni di cui parliamo ampiamente nel libro. Adesso non mi dilungo perché sono complicato. Nel senso volevo solamente dire che all'interno del del libro è cioè una parte in cui la plastica viene proprio approfondita e si vedono. Si può vedere che ci sono differenti tipi di sigle, differenti tipi di materiali e allo stesso tempo un differente trattamento rispetto alle varie plastiche. Il discorso della compost abilità, invece, è abbastanza controverso perché ha un materiale per deve per poter essere commercializzato come biodegradabile e compostabile. Un determinato una determinata bioplastica deve possedere determinate caratteristiche a superare una serie di test deve risultare biodegradabile al novanta percento in massimo sei mesi al novanta percento deve cioè convertirsi al novanta per cento. Due acqua biomassa. Poi ci sono delle altre caratteristiche sei mesi è un ciclo enorme che non tutti gli impianti di compostaggio industriale non stiamo parlando del compost di casa. Pochissimi materiali si composta non nel compost di casa e solo se ci ha scritto il Mark Ietto compostabile nel compost di casa, la maggior parte si' composta in si comporterebbero in impianti industriali. Sta di fatto che se tu non hai un impianto di compostaggio industriale ma un impianto di digestione anaerobica, come nel caso del comune di Bolzano, io non posso conferire nessun tipo di bioplastica nel compost dove va a finire la mia bioplastica nell' indifferenziato e quindi siamo daccapo, quindi cosa abbiamo risolto? E non è solo un problema della del mio comune di bolzano che siamo sempre diversi? No? Tantissimi comuni di tutta italia si sono rifiutati, ma ne avete parlato anche voi. Poi più volte ovviamente vi seguo ehmm tantissimi comuni de dell'italia si sono sì si rifiutano di accettare le bioplastiche, quelle dure questa qui vediamo se riesco ad entrare. Ok, questa qui è una tipica bioplastica. Intanto se c' è qualcuno che va a fare una selezione, come fa a distinguerlo da un bicchiere normale? Si mette forse sotto a leggere se c' è scritto pla qua c'è scritto per la forse si vede anche con riflesso sotto c' è scritto ma se io operatore vedo una cosa così, molto probabilmente lo prendo e lo butto perché oltre al fatto che voglio vedere se in sei mesi effettivamente scompare, questo è supera dei test. Però vogliamo vedere tendenzialmente anche la bottiglia di c' è una famosa bottiglia di plastica di cui non faccio nomi, che è tutta in bioplastica e che sarebbe biodegradabile e compostabile un'intera bottiglia di plastica. Io non credo che ci sia attualmente nessun impianto di compostaggio industriale che l'accetti di cosa stiamo parlando? Spesso non si avvera. Insomma, la auspicabili take la bioplastica archivi un fenomeno di economia circolare a tutti gli effetti. Non nel senso ci sono la speranza, speranza e questo ti volevo chiedere. Attualmente, per esempio, si parla di bambini, di altre cose che poi al a livello sistemico non è nemmeno una soluzione. Ma ma il problema è sempre a mio avviso poi sono un po' estremista. Io è l'usa e getta. Nel momento in cui un imballaggio è usa e getta, già pone tutta una serie di problemi e di reperimento di materie prime e di consumo di suolo e consumo di territorio. Insomma. Per cui nel momento in cui anche bambù che viene dalla cina me lo devo trasportare qua, se usa e getta comunque posso magari sicuramente se non è stato modificato, alterato chimicamente come certe bioplastiche, se è puro bambù oppure foglie. Ci sono anche delle foglie di palma compresse, compresse per al posto dei piatti usa e getta. E sono tutte cose che si va bene, magari finiscono anche nel compost, ma vero vengono dall'altra parte del mondo, magari sono materiali di scarto. Va bene però cosa c' è di meglio di un dove adesso, se riusciamo a passare piuttosto ad un eterno piatto di acciaio inossidabile, magari sarebbe meglio. Certo, in alcune circostanze non si puo' e allora lì magari la carta potrebbe venirci incontro la carta pressata, semplicemente non i bicchieri di carta che hanno la plastica dentro, ma i bicchieri di carta pressata sono potrebbero essere effettivamente qualcosa di già più interessante. Okay, i incuriosisce anche il fatto che intorno a questi temi c' è anche un macrocosmo fatto da legislatore in paese? No, è anzi soprattutto quanto riguarda il comparto. Insomma delle imprese è un tema che tocca particolarmente e volevo chiedervi se cambiando un po' leggermente argomento qual è il quadro normativo riferimento soprattutto dall'unione europea. Sono arrivate un po' di di novità negli ultimi, forse un po' più intraprendenti rispetto a quelle nazionali negli ultimi anni, ma forse mi sbaglio, infatti ve lo chiedo ma ci potete fare un quadro si'? Di questo mi sono occupata io, in realtà tanti, ma anche molto interessante di fronte all'attualità, nel senso che in un anno già alcune cose sono cambiate. È proprio mentre stavamo scrivendo il libro l'europa ha emanato una direttiva molto importante che è quella sulla plastica monouso era quindi il luglio duemila diciannove. Insomma, l'estate duemila diciannove è teniamo a mente che l'europa non dice mai plastica. Dio ovviamente dice ripensiamo. La plastica usa sempre questo termine del ripensamento. É però pone tre domande interessanti che alla fine sono anche quelle che noi ci siamo poste è che sono come possiamo allontanarci? Quindi diciamo liberarci dalla plastica monouso, dalla plastica usa e getta è come si può migliorare il riciclaggio? Come si può evitare che la plastica finisca dove non deve finire? Quindi che si disperda nell'ambiente? Per rispondere a queste tre domande non c' è solo la direttiva sulle plastiche monouso, ma dobbiamo fare un piccolo passo indietro perché questo è un ragionamento che le vuoi che porta in un contenitore più ampio. Diciamo che è quello della strategia europea per l'economia circolare, eh, Magari ci ascolta già molto sensibile a questi temi, ma brevissima mente. Diciamo che l'economia circolare propone di cambiare prospettiva un termine molto utilizzato di questi tempi da un'economia, che è una linea retta che quindi in mette delle risorse che poi producono degli scarti, ha invece un circolo nel quale tutte le risorse sono ri valorizzate e quindi all'interno della strategia europea sull'economia circolare. C' è anche questa parte dedicata proprio alla plastica, i rifiuti plastici, la direttiva europea sulla plastica monouso cosa propone? Di andare a eliminare i dieci prodotti di plastica usa e getta più diffusi ehmm, diciamo dal duemila ventuno ehmm per sostituirli con dei materiali che sono durevoli. Quali sono questi oggetti? Sono quelli che troviamo facilmente anche sulle spiagge o o appunto che vediamo dispersi. Nell'ambiente quindi per esempio i bastoncini dei palloncini m' o dei lecca-lecca, è le posate e i piatti di plastica, tutti i sacchetti di plastica, tutti quegli oggetti che hanno davvero una vita brevissima e che però sono altamente inquinanti, inquinanti e che vengono facilmente dispersi nell'ambiente pensiamo per esempio anche adesso che dobbiamo tutti utilizzare delle mascherine e dei guanti. Anche un problema di questi materiali è appunto che facilmente vengono dispersi nell'ambiente proprio per la loro leggerezza, lo stesso un po' succede anche con i sacchetti di plastica, quindi magari il vento li trasporta molto velocemente, non riusciamo ad afferrarli, oltre al fatto che poi non sempre siamo dei cittadini responsabili e magari di dispersi li disperdiamo anche noi stessi. Quindi l'europa vuole intervenire su questo tipo di materiali che tra l'altro rappresentano il settanta percento di tutti i rifiuti marini. Quindi già riuscire a eliminare questi questi prodotti sarebbe un grande passo avanti. Ovviamente adesso c'è da chiedersi cosa sarà di questa direttiva europea che doveva vedere la sua applicazione nel duemila ventuno e ci immaginiamo non ci sono ancora, diciamo, delle indicazioni specifiche. Su questo però ci immaginiamo che causa covi d' la sua applicazione sarà poi un po' posticipata, probabilmente. E questo sta succedendo a livello normativo anche su alcuni aspetti che riguardano il nostro paese. Per esempio L'italia aveva ha introdotto una tassa che la plastica tax con l'ultima legge di bilancio e che sarebbe dovuta entrare in vigore già in questi mesi e prevedeva una l'introduzione appunto di una piccolissima. In realtà, perché stiamo parlando di quarantacinque centesimi al chilo, è una tassa sulla produzione di prodotti di plastica EM. Questo, insomma, era anche stato salutato in modo molto positivo. Il covi d' ha posticipato la sua applicazione perché il rilancio prevede proprio che la Plastics sia rimandata. Però in questi giorni è spuntata di nuovo perché parlando del Recovery Fund, quindi diciamo di questo pacchetto di aiuti europei che verrà dato all'italia proprio a causa dell'emergenza coronavirus. Si sta parlando del fatto che una parte potrebbe essere recuperata anche attraverso l'introduzione di nuove tasse, tra cui la plastica tax. Quindi diciamo anche i fondi che vengono ricevuti in questo momento dal nostro paese, da altri paesi. Probabilmente saranno poi restituiti sotto sotto forma di ehmm tasse cosiddette verdi. Insomma, disposizioni che vanno proprio nell'ottica dell'economia circolare verso cui sembra che l'europa voglia camminare è un'altra un'altra, cosa che volevo aggiungere che proprio poco prima della dello scoppio della pandemia l'italia ha aderito all'euro per European Plastic pact. Quindi uno strumento anche questo europeo. Ma è proprio anche un sito che ha lo stesso nome di questo patto si puo', si puo' andare approfondire sul sito un patto che è stato lanciato nel duemila diciannove dai Paesi Bassi e dalla Francia per intervenire proprio sul tema della plastica e quindi diciamo Gli interventi che propone questo patto sono sono diversi uno riguarda la progettazione circolare di prodotti e imballaggi in plastica, quindi prodotti che non siano più non diventino piu' così facilmente degli scarti è l'uso responsabile della plastica. Un altro aspetto è il riciclaggio, quindi migliorare il riciclaggio delle materie plastiche come abbiamo visto molto problematico e poi incentivare l'utilizzo di plastica riciclata. Quindi diciamo noi non siamo forse totalmente in linea con tutti questi aspetti? Magari abbiamo una visione ancora un po' più critica, però già anche questo patto sembra essere un passo positivo. Appunto. L'italia ha firmato il sei marzo duemila venti, è un buon segnale. Però purtroppo il goa'uid diciamo mette un po' in dubbio tutti questi aspetti e e dall'altro lato anche fatto aumentare tantissimo, appunto la produzione di rifiuti di rifiuti usa e getta in particolare. E quindi dobbiamo anche come cittadini come associazioni, sicuramente essere molto vigili su quello che succederà da questo punto di vista. Certo è un po' messo in standby i vari argomenti per cui questo della della plastica questa è la situazione attuale che stiamo vivendo, che insomma vuoi per spinta dei movimenti studenteschi del breeders prima di questo prima del prima del coronavirus, insomma è diventato un tema. Insomma se ne parlava finalmente é prima di arrivarci volevo volevo dedicare chiedervi un po' un vostro vostro pensiero riguardo all'attualità. Proprio una curiosità per quanto riguarda più il una piccola curiosità per quanto riguarda le imprese abbiamo fatto un bel quadro sull'unione europea e sul è l'aspetto legislativo e le iniziative a livello di imprese. Vi viene in mente se ce ne sono delle iniziative che vanno in una direzione, insomma auspicabile rispetto all'eliminazione del problema e alla riduzione totale del rifiuto piuttosto che riciclo che bem elisa poi magari se vuoi dire qualcosa anche tu, io quello che posso dire per quel per quanto abbiamo visto in realtà, ma si sta facendo ancora poco in questo senso o almeno dal no dal nostro punto di vista, che ovviamente è sempre quello di non sostituire la plastica con le bioplastiche, ma a sostituirla con materiali durevoli, materiali riutilizzati e quindi proprio in un'altra ottica. Molti dei progetti che sono in corso riguardano per esempio le bioplastiche è oppure il riciclaggio. Questo è un altro aspetto sicuramente molto importante. Ci sono però delle piccole realtà virtuose che stanno proponendo dei prodotti e dei progetti che sicuramente vanno nella direzione giusta. Quindi pensiamo a chi, per esempio, sta studiando dei bicchieri durevoli di materiali. Diciamo che non saranno dispersi nell'ambiente che hanno sono sostenibili al cento per cento, ma penso anche alle iniziative di qualche comune. Non abbiamo parlato della scala più piccola, diciamo legislativa. Quindi le amministrazioni l'anno scorso hanno spinto molto per il plastic free. Anche qui con tante differenze. Chi m' diciamo per alcuni plastic free' significava bioplastiche. Per altri plastic free' significava davvero materiali durevoli e sostenibili. Spesso in questi casi anche i comuni si sono appoggiati ad aziende e realtà locali che stanno portando avanti dei progetti virtuosi e in quindi mi viene in mente questo. Poi magari Eliza, se vuoi aggiungere qualcosa o se ti viene in mente qualche altra realtà no, non sono particolarmente esperta di industrie e imprese, però beh, io sono estremamente affascinata da da una marca in particolare che la Patagonia, che da anni sta cercando di creare una vera e propria economia circolare, per cui ha appena comprato una gonna da tracking che è costituita in una buona percentuale di plastica riciclata. Che poi, una volta che io finisco di utilizzare, posso restituire alla Patagonia, che a sua volta può recuperare del materiale in una sorta di ciclo più chiuso. Ovviamente avrà un sacco di perdite anche di materiale nel percorso, però almeno idealmente non si non non è una cosa lineare, ma è una cosa circolare per cui si cerca di consumare meno materia prima possibile. Lo trovo una cosa molto intelligente che pochissime, almeno nell'ambito dell'abbigliamento più tecnico sono sempre un po' più sensibili a queste discorsi ambientali ambientali è uno dei pochi che lo fa così completo la Patagonia? Ma no, volevo nel senso era un po', un grazie del quadro era anche per introdurre un po', il nostro giornale quando affrontiamo insomma una situazione problematica, finora abbiamo dato dei dati che oggettivamente son sono quelli che sono in una situazione non è. È una situazione difficile e complicata, eh? Noi cerchiamo di dare, insomma degli anche degli strumenti nel quotidiano del nostro, del nostro vivere di tutti i giorni, anche perché in questo argomento rientrano politiche di imballaggio, un po', quei macro sistemi che sembra che ci sfuggono un po' di mano. Dunque rimaniamo un po' poi realizzati rispetto al problema. In parte purtroppo questa è una verità. Per quanto riguarda questo argomento, però, non è detto che nel quotidiano noi non possiamo mettere in campo qualche azione e delle insomma c'è un delle azioni pratiche per almeno risolvere e fare a meno della plastica della nostra vita. E dopo, nel libro, dopo una prima parte in cui avete illustrato un po' i dati e le problematiche di questo mondo, date anche delle sue le possibili soluzioni del quotidiano. Ce ne volete parlare? Sì, il libro nasce con l'idea di che ciascuno faccia la sua parte. Per cui cioè la parte delle istituzioni, la parte delle imprese e la parte di uno di noi cittadini comuni, mortali, diciamo in modo tale che n non c' è qualcuno che debba prevalere o magari che sia tutto accollato su di noi. No, è impossibile. Ciascuno deve fare la sua parte, del del, del, del del discorso, se no non funziona. Quello che possiamo fare noi è comunque tanto. È una cosa che mi ha divertito negli ultimi anni, perché l'idea del libro nasce, nasce dal fatto che guardavo nella mia casa e io sono ambientalista da un sacco di tempo, insomma, sempre sensibile a queste tematiche ambientali. Ma da da decenni, e mi ero completamente dimenticato dalla plastica, compravo, facevo acquisti coi gruppi d'acquisto solidali, erano tutti imbustati in piccoli sacchettini di plastica che invadevano l'intera mia casa. Io poi utilizziamo mille volte per impacchettare i panini, poi ci mettevo le cose da congelare dentro, che è un uso del tutto improprio della imballaggio usa e getta e usa e getta per un motivo, nel senso che dopo un po' disperde microplastiche. Questo me l'ha fatto notare mia madre fra adesso mamma, smetti di riutilizzare la plastica all'infinito. A quel punto mi sono resa conto che effettivamente la plastica nelle nostre case si è reso invisibile. Se vogliamo cominciare a modificare le nostre abitudini, dobbiamo cominciare a prendere coscienza di questa cosa. Guardiamoci intorno alle nostre case e vediamo cosa c' è quanta plastica abbiamo. Effettivamente ne troveremo tantissima in tutti i vari settori, quindi nella nella cucina, nel cucinare, nella cucina, negli alimenti, nei detersivi, nei cosmetici, nei vestiti, ovunque è totalmente ovunque. Se vogliamo fare la nostra parte dobbiamo decidere un po' anche secondo me il settore in cui voler intervenire per prima quello che ci riesce, magari un po' più facile. Io nel libro è metà del libro. Me ne sono occupata io. Della parte pratica praticamente metà del libro. Per questo condivido solo un po' di indicazioni generiche delle robe. Un po' meno banali, magari per qualcuno è già super esperto. Saranno banali. Diciamo che non parlo della borraccia che quello ormai è diventata una specie di mustapha dei milanesi sicuramente fanno la gara. Beh, mi hanno prima del tuo video facevano la gara, ho degli amici milanesi, facevano a gara a chi aveva la borraccia più efficace ovunque un certo ma questo in un certo periodo esatto io l'ho sempre usata e l'ho sempre portata a spasso. Era sempre la pecora nera che aveva labor girava questa borraccia, poi per fortuna adesso vedo il pecore nere. Stanno cominciando, magari sempre nella moda all'improvviso. Ma chi ha la bottiglia? La bottiglia di plastica è un essere strano. Gne gne. Quindi quella banale, banale anche andare a fare la spesa con il con un sacchettino. Poi molti dicono che se lo dimenticano. Però ci sono tantissime opportunità per questo aiuto. Questo è un progetto del commercio equo, solidale di Possiamo parlare di economia circolare, nel senso che a Iwo Sassari si chiama cioè era un sari e adesso è un sacchetto, quindi è uno stato, è un recupero di materia che altrimenti non sarà, non avrebbe avuto nessun altra, nessuna altra seconda vita. Quindi possono esserci anche delle soluzioni microscopiche. Io mi diverto un sacco a trasformare gli ombrelli che un altro materiale assolutamente non riciclabile e trasforma gli ombrelli in borsetta, quel no pacchi a casa eh? Durano tantissimo. Si possono nascondere, mettere in borsetta, metterli in tasca. Non è che uno se ne dimentica, è quindi per la spesa. Eh vabbè, queste sono le cose proprio livello base. Poi nel libro per alcuni capitoli ho cercato di mettere dei livelli di di competenza o di non lo so. Dovete finirli livelli diversi di approccio al plastic free e poi più in generale allo zero west, per cui passare sicuramente da uno stile di vita. Vado a comprare tutto al supermercato a giro west da un giorno all'altro è impossibile, bisogna fare dei piccoli passi, anche perché bisogna cambiare. Questo è il mio e il mio sito mio in realtà è un sito che nasce collettivo e continua a voler essere collettivo. Però lo sto un po' gestendo sto curando io ehmm si m. Questo parla anche abbastanza dello stile di vita che ho adottato negli anni, che ha molto basato sulla autoproduzione, quindi farsi le cose in casa. Per arrivare allo zero west, ad esempio, nel cibo bisogna farsi molte cose in casa, comprare materie prime sfuse è insomma non è da tutti in adesso ai tantissimi abbiamo imparato a fare il pane in casa, il addirittura il lievito madre andava a ruba il lievito di birra nei supermercati, tutta una serie di cose che erano eccezioni nel durante il periodo di quarantena e soprattutto in Italia, in Italia la farina che scompariva dagli scaffali, cose mai viste. Io spero che tutto questo poi rimanga. Queste competenze nuove che abbiamo acquisito durante tantissimi di noi hanno acquisito durante la quarantena, possano rimanere si' se non vogliamo passare appunto subito da un giorno all'altro che è impossibile, non uno stile di vita zero. Questo magari cerchiamo di comprare degli imballaggi. Meno problema della plastica. Io amo il vetro e il vetro poi è molto utile, anche perché vabbè, questo qua non è di recupero, non l'ho comprato. Beh, io ci faccio qualunque cosa questi vasetti qua è di continuo faccio le marmellate, li riempi e li riempio, gli continua ad utilizzare. Ma i vasetti di vetro Poi, una volta che li compriamo al supermercato compriamo le cose nei vasetti di vetro, laddove possibile io non vanno buttati, si possono utilizzare per congelare le cose. Ebbene sì, è possibile, lo so, faccio da anni e non ne sia mai, mai spaccato una. Bisogna stare attenti, non è così comodo come la plastica e ho un po' più ingombrante. Però mi trovo molto bene per conservare il vetro va benissimo e non occorre comprare niente di nuovo. Basta semplicemente tenere tutti i vasetti che invece si comprano. Questo per l'iniziatore cibo molto rapidamente. Una cosa che mi appassiona tantissimo la luffa, che è una spugna vegetale, no, ormai questa qua ha un sacco di anni, mi accompagna tutte le presentazioni, ma è si può intuire che era una sorta di zucchina dalla famiglia delle cucurbitacee e quindi è un vegetale, non è un animale e non viene dal mare, è una volta completamente esaurito. Si butta con veramente nel compost, questo sì composta veramente anche nel compost di bolzano è questo qua adesso vanno cominciano ad andare molto di moda i saponi solidi per lavare i piatti a mano. Con questo con questo avete io ho fatto un confronto con un con un detersivo molto noto di cui non faccio nomi e grassa meglio questo qua bel autoprodotto, ma invece di sperperare soldi che ci sono dei prodotti che va essendo una moda, poi ci sono gente che ci fa la cresta? Ci sono dei prodotti costano tantissimo per lavare i piatti a mano. Ma basta una saponetta di marsiglia, non è che serve chissà che se uno non se lo vuole fare in casa la ricetta sta su auto produco punto it è altri. Sempre per quel che riguarda il il il solido invece del liquido che risparmia un sacco di imballaggio, diventi automaticamente zero. Questo ci sono i cosmetici solidi nell'ambito della cosmesi se il mondo è esploso già prima, quando abbiamo pubblicato il libro poi nell'ultimo anno da che l'abbiamo stampato ci si sono tuffati tutti fondamentalmente perché è una vera moda ed è una moda che trovo spero che durerà. Insomma una moda molto positiva o tantissimi usano alluminio che non è il massimo, che sei riciclabile all'infinito quindi però comunque è rivestito di plastica anch'esso dentro, quindi comunque non voglio perdere troppo tempo dietro queste cose. È un grande classico che è chi segue Italia Italia che cambia conoscerà la coppa, la mitica coppetta. Questo evita almeno per cinque dieci anni una quantità di rifiuti mostruosi. Non a tutte può andare bene, però io la la consiglio sempre da la uso dal duemila sette quando era appena arrivata in italia perché mi aveva parlato uno statunitense e mai più senza. Ringraziamo il saltelli da mazzaro che è stata una nostra collaboratrice che ha scritto molti articoli sulla coppetta che cambia volevo ricordarlo scusami vai sto sto tenendo d'occhio l'orario che poi mi espande parlano troppo di questa cosa, ma spazzolino da denti con testina intercambiabile si trova anche in qualunque supermercato. Peccato che intorno ci siano un sacco di imballaggi inutili. Però si trova anche sfusi si trovano sfusi questi qua é un po' piu' difficile. Si trovano anche con imballaggi di carta, eccetera. Meglio dei spazzolino in bambù che non sono west questi qua ce n'è una market è una marca francese che ritchie recupera anche le testine usate per poi in un discorso di economia circolare riciclarle. Effettivamente il dentifricio esiste anche in pastiglie, pastiglie, tette questo qua ebbene sì, questo è un dentifricio, è buffissimo da utilizzare, ma funziona benissimo. L'ultima volta chiaro a vicenza trovare chiara ne ho comprato un quintale e mezzo durerà fracasso di tempo però si sta odiando. Nel frattempo leggo che lo stavo odiando gne gne gne gne gne gne gne e poi nel libro volevo anche dirti che c'e' ci sono anche molte soluzioni. Scrivete molte soluzioni riguardo anche un po' di casa quando i tornei di ritornare a scuola quando pian piano già sta succedendo tornerà in ufficio tra posate, eccetera non le soluzioni sono tante due cosine giusto per dai abbiamo ancora un po' di tempo. Eh vabbè, questo è un po' da un po' di moda nel senso bellissimo, con territori in acciaio inossidabile. Si può utilizzare anche tapper, tapper, wells. Si chiamano quelli di plastica. Per carità, non è che dobbiamo comprare cose nuove, perché questo sempre se diventa una moda e dove ci riempiamo di nuovo alla casa di cose di sono di nuovo cose che poi si romperanno. Cerchiamo di riutilizzare le cose che abbiamo durante il la fine della della della quarantena sono andato a prendere un cappuccino con questo esempio mi hanno guardato malissimo l'ho fatto perché non potevamo tipo take-away invece di di prendere il bicchiere di carta stampata con quello è mme, un po' al limite della legalità comunque un'altra, cosa che adoro e questo porta panini che è in plastica, lo ammetto in plastica, però a bassissimo contenuto di sostanze tossiche e ci arrotoli il panino lo lavi all'infinito. Questo mi accompagna da almeno due anni, spessissimo anche in montagna, eccetera e lo trovo invece della stagnola invece della plastica, di nylon eccetera. Ci sono mille mille solo soluzioni possibili. Questo vabbè questo l'ho dovuto comprare ovviamente è va bene il piatto di acciaio non si davano jiggy sono veramente tante. Infatti è convinto pure a ricordo un libro uscito poi altra economia plastica. Dio, ci sono veramente tante soluzioni possibili. Invito a chi, a chi ci ascolta, a dare un occhio perché è veramente molto interessante. Nel frattempo prima dell'ultimissima stiamo arrivando un po' di commenti è diciamo radio che ci dice che dicono che non sostiene, che dicono che non a livello di plastica è un numero, si mangia in una settimana, l'equivalente in peso di una carta di credito o al mese. È vari comunque vari commenti legati a alla plastica. E per quanto riguarda il il discorso della spugna che ho accennato prima, Silvana ci si chiede dove può acquistare magari si'? Possiamo farlo, ci sono dei produttori italiani, si può cercarla in giro adesso io e i miei miei preferiti sono sardi, però hanno continuato a modificare l'assetto della società, per cui non ho più capito dove si possono comprare uno schema vegetali, ma anche su facebook, sebo dei produttori di luffa italiani ce ne sono tanti anche nelle botteghe del commercio equo e solidale si sta trovando la luffa e poi magari a qualche scambio semi a volte si possono trovare anche i semi, si può provare a coltivare nel proprio orto. Abbiamo insomma adesso sappiamo che cresce anche nel nostro clima che cambia perché abbiamo degli amici produttori, no? Ok, è prima chiara avevano ultimissima perché hai fatto un un accenno all'attualità no, è lo avete fatto un po' entrambe legato al coronavirus. Insomma è purtroppo se prima c' era una grande attenzione riguardo queste tematiche, col discorso del un po' delusa e getta che in più o meno inevitabilmente poi ci sono varie idee. Però forse con una certa faciloneria secondo me stiamo vivendo un'epoca in cui la si getta, ne stiamo abusando tanto. E poi questa insomma accoppiata usa e getta, paura che esplosiva e che dunque ha il suo effetto. Non sto discutendo niente, ma il suo impatto perché arrivano foto dei mari con con con mascherine guanti e non sono chiamati anche le nostre strade, i nostri boschi vengono abbandonate, un po' ovunque ho. Spesso non vengono abbandonate semplicemente per il discorso facevate prima del riciclo e del rifiuto finiscono dove devono finire perché è un processo, un po' indipendente anche dalla nostra volontà. Voi che ne pensate di quello che sta succedendo? Ci sono delle possibili soluzioni? Vi chiedo che ne pensate proprio liberamente, eh allora intanto è sempre per guardare un attimo anche ai numeri, perché in questo caso sono davvero impressionanti. Leggevo che se diciamo i consumi e le produzioni continueranno con il ritmo di adesso, riferendoci alle mascherine usa e getta. In questo caso che sono fatte di è diversi materiali ma spesso di poliestere, che quindi ha una fibra tessile che viene ottenuta dal il polietilene di cui parlava anche prima. Elijah, quindi da una plastica è mascherina usa e getta. Si prevede che per la fine dell'anno ne avremo buttate nella spazzatura almeno un miliardo e duecento milioni. Quindi sono numeri davvero impressionanti. Da questo punto di vista sicuramente possiamo ricorrere alle cosiddette mascherine di comunità. Anche lo stesso ministero della Salute, dell'istituto superiore di sanità hanno confermato la validità e la sicurezza di questi materiali alternativi, quindi non più usa e getta, ma per esempio cotone, piuttosto che anche viene utilizzato il james, quindi altri materiali che ci consentono di produrre, per esempio, delle mascherine lavabili e riutilizzabili. Eh già questo sarebbe un grandissimo aiuto. E magari elisa tra l'altro mi viene in mente anche sui guanti elisa sicuramente una ricetta per produrre invece un gel igienizzante. Adesso non mi ricordo se c' è il suo auto, produco punto it, ma magari ci dice tutto. Sì, è sì maschio beh, inizialmente quando è iniziato tutto questo è un problema enorme. Io sostenevo che le mascherine autoprodotto e non fossero una grande soluzione. In realtà, appunto si è visto che che alla fine proteggono mantenendo la giusta distanza proteggono tanto quanto una mascherina chirurgica. Mia mamma si è sbizzarrita in mille modi, ho fatto i miei esperimenti di ogni tipo, recuperando stoffe di cotone. É interno ha messo il gli ombrelli che ho recuperato negli anni e quindi tutto un progetto e come elastici gambaletti fantastico e io giro solo con quelle non dagli usa e getta. Ce l'ha eventualmente se devo andare a fare delle usa e getta, ma in realtà non uso gettando quella questo non dovrei dirlo. Comunque ce le ho per andare in in non so, magari a fare delle delle visite mediche e cose così eh beh, l'ultima volta l'ha utilizzata per un'oretta durano più o meno otto ore le mascherine almeno quelle fpu fp fp FP non mi ricordo quante pe quanto f comunque la numero due land novantacinque durano circa otto ore, per cui l'ho usata un'ora lo è. Ho fatto evaporare dell'alcol e l'ho messa sopra una ciotola nella ciotola dell'alcol l'alcol evaporata in qualche modo l'ha disinfettata per le successive sette ore. Non siamo degli operatori sanitari. Voglio dire è mettiamoci anche un attimo di criterio nelle cose che facciamo, così come usare i guanti usa e getta non ha senso se non siamo in condizioni sanitarie difficili, anzi è peggio. Molto peggio perché tocchiamo tutto acqua, tanto abbiamo i guanti. Sì, ma tocchiamo tutto e in fretta siamo le cose per gli altri quello proprio i guanti non hanno nessun senso, é piuttosto utilizzare quando siamo in giro in giro. Beh, adesso ogni volta che entri in un supermercato ti danno al supermercato, in qualunque negozio devi organizzarti le mani per cui le mani si stanno riducendo. Stavo guardando prima le mie mani sono dopo soltanto tre negozi sono si stanno aprendo, nonostante mi metta le creme autoprodotte abituate ovviamente. Cioè questo inconveniente nell'usare i detergenti per le mani. Però ha anche anche i guanti. Comunque le mani non traspira No mamma, la pelle sotto si rovina. Mi dispiace per quelli che le sono costretti a usare tutti i giorni la ricetta per Io l'ho presa dall' oms sui miei succhi autoproducono su Instagram è basata appunto sulle sulle direttive sul non mi ricordo la parola giusta. Comunque Oms suggerisce di utilizzare una serie di ingredienti che fondamentalmente a alcol quello da liquore novantacinque novantacinque novantasei. Quello funziona tanto quanto la macchina ho fatto è che contiene un sacco di ingredienti molto inquinanti e molto dannosi sulla nostra pelle sbagliato. No, volevo solo aggiungere che per fortuna, insomma, in questo disastro ambientale prodotto dal goa'uid ehmm sono emersi anche dei bei progetti che si possono conoscere e sostenere anche rispetto alla produzione di mascherine. Mi viene in mente per esempio Tolkin House che ha reciso produce appunto mascherine con i richiedenti asilo, oppure il progetto che é gia' molto più conosciuto e che anche in cui noi ci siamo occupate anche in una guida che abbiamo curato per il pm, per il mondo del commercio equo e solidale sul tessile sostenibile diciamo così è loro sono di Verona, quindi è una cosa che possiamo fare sicuramente andare a cercare queste alternative più etiche, non solo per l'ambiente, ma anche per chi lavora e produce questi materiali è quindi lungo tutta la filiera, è un'altra, cosa che possiamo continuare a fare è anche quella di anche se magari è un po' più difficile, diciamo connettersi fisicamente, ma non secondo me. Non dobbiamo rinunciare a questa idea molto forte di em, relazionarci tra di noi e sensibilizzare e diffondere le idee, fare pressione anche su chi, a chi deve poi a prendere delle decisioni e quindi non solo l'impegno del singolo, ma anche quello che possiamo fare proprio come comunità resta un aspetto fondamentale anche di questo periodo. É importantissimo per il futuro che verrà. Perfetto e bene ci sono ci sarebbero tantissime cose da approfondire, perché sul libro ce ne sono molte altre. Però siamo proprio giunte oltre l'ora. E se insomma, se per chi ci ha seguito da casa eh ricorda il libro Eccoli qua posso fare un appello finale mentre è quel libro non ci sarebbe senza il suo editore che altra economia e che proprio in questi giorni ha lanciato una campagna di diciamo per i per diventare soci perché è una cooperativa editoriale e quindi chi è interessato magari a diventare editore di altra economia può andare sul sito e troverà tutte le informazioni. Grazie perfetto se all'inizio l'ho accennata hai vista indipendente, una casa editrice che sta facendo un eccellente lavoro, eh? Grazie per averlo per averlo ricordato e nel libro insomma, potete scoprire sviscerare gli argomenti che non siamo riusciti a ad approfondire qua volevo ringraziarvi tanto se chiara grazie davvero per la per la partecipazione. E ancora complimenti per per il vostro lavoro. Grazie, grazie a voi. Per quanto riguarda noi ricordiamoci domani continuano gli appuntamenti di Italia che cambia. Per quanto riguarda il format Danzate con la tempesta dov'é Alberto Fragasso prosegue ogni giovedì o venerdì con i suoi incontri alle cinque e mezza. Ricordo anche la nostra rassegna stampa quotidiana mattutina comanda degli innocenti che commenta le notizie della giornata e anche altri argomenti che spesso non rientrano nella giornata e il format di Daniel Tarozzi Matrix dentro di noi ogni ogni martedì è alle diciotto e vi ringrazio tanto per aver visto questa diretta per essere stati con noi e alla prossima puntata di Too per tutti. Grazie. ciao a tutte, tutte benvenute! Benvenuti e benvenuta in questa nuova puntata di A tu per tu eh, ma il nostro appuntamento mensile dove un po', il salotto dell'italia che cambia, dove approfondiamo e i temi che ci stanno a cuore che direttamente con i protagonisti che seguiamo. Insomma nel nostro giornale e oggi è una da tempo avevamo in mente è un po', una puntata sui cambiamenti climatici è che sembra spesso un tema gigante che ci rende impotenti e vogliamo. Siccome noi spesso piace provare cercare Garibaldi, ribaltare l'immaginario volevamo cercare di dare un insomma un'immagine diversa rispetto a questa sensazione di impotenza diffusa che su questo tema e noi se l'italia che cambia è stata promotrice in questo in questo periodo di attivamente ha sposato diciamo un progetto di un regista e sceneggiatore, amico e anche collaboratore di Italia che cambia da tempo. Ezio Maisto, che è mme, insomma, ha realizzato un film documentario, è chiamato ragazzi responsabili che dà anche il titolo alla nostra puntata di oggi Ragazzi responsabili. Siamo davvero impotente di fronte ai cambiamenti climatici e ha seguito il diciamo il movimento dei freezer Sport in Italia è fede, sport, ricordiamo, sono il movimento dei ragazzi che ogni venerdì è scioperano. Bellissima è sull'esempio della famosa ragazza svedese segreta Bamberg. Ma scopriremo anche che si va anche oltre e si parla anche di territorio e non ci si spiega solamente al modello di Greta ma è un insomma ne parleremo bene con elfi, un movimento anche che ha una sua è ben precisa consapevolezza e personalità. Prima di presentarvi Ezio e volevo mandarvi in il trailer di ragazzi responsabili e adesso lo mandiamo in diretta, è buona visione E poi cominceremo la nostra puntata la copertura Ma che che leggo che vogliamo vogliamo che No, no, no Si' Eccoci qua è introduco con piacere Ezio. Ciao Ezio, Erano Paolo. Ciao Ben guardando che ci guarderà Benvenuto davvero un grande piacere. Grande gioia e ti passo subito mi sono preso un po' più di tempo rispetto al normale. Di solito introduco spesso, è quasi subito i nostri ospiti e penso è come ti è venuto in mente di qua e di fare questo film. Dicci eh, parlaci ma è stato Ma è stata una decisione abbastanza naturale, Nel senso che io nell'anno scorso, anzi era dicembre duemila diciotto. È passato anche più di un anno forse sì. Più di una, assolutamente. È quasi due anni ormai. Dovevo scrivere un articolo su un ragazzino che aveva con la raccolta di firme salvato il torrente Alberone in Friuli, dalla costruzione di una centrale idroelettrica. Quando l'ho sentito al telefono per intervistarlo, mi parlò del fatto che lui stava dentro. Era tra gli attivisti che Shaw operavano il venerdì, um come ispirati da Greta van Berg. All'epoca Grunberg era non ancora, ma non era ancora famosa. Abbiamo visto soltanto un video di lei alla conferenza alla Coop ventiquattro all'epoca e mi aveva impressionato. Perché quando sentì che Aran, questo ragazzo friulano, era in contatto in qualche modo con grida, in realtà e poi era in contatto anche da un punto di vista, diciamo più più pratico perché si erano anche sentiti, è decisi che quella era una storia che poteva essere raccontata, e cioè come dei ragazzi si stavano cominciando a organizzare per aderire a una protesta di una singola persona, benché interessantissima dal punto di vista anche mediatico, cioè Greta. E quindi ho cominciato a sentirli. È un po' più spesso sentire Haran e quindi poi anche altri ragazzi che come lui shop' eravano e è quello che mi è scattato nella testa è stato arrestato. Questo in questi ragazzi si assomigliavano a me quando ero un ragazzino e non avevo diciamo che avevo la stessa sensibilità che hanno loro sulla, non sul clima perché all'epoca non si parlava dei cambiamenti climatici, ma sul rispetto dell'ambiente e sulla sostenibilità, sul nostro impatto con i nostri stili di vita nel nel mondo e in generale sugli ecosistemi. Ecosistemi per cui è stato abbastanza naturale ripensare a pensare alla possibilità di descrivere la storia di questo movimento che stava nascendo e come perché questi ragazzi riuscivano a fare rete fra di loro, anche distanti, molto distanti tra le varie città, senza conoscersi, soltanto contattandoci via web e e atti, attivandosi per una, per la possibilità di insomma di incidere in qualche modo nella nelle scelte delle decisioni che li averli riguarderanno. Poi perché io sono scelte che riguardano il futuro. Io mi sono sentito, ho avuto bisogno di sentirmi in mezzo a loro, non sono più un ragazzino, è però in qualche modo ci son voluto entrare dentro a questa questa protesta e li ho voluti incontrare, li ho voluti intervistare, li ho voluti, ho voluto raccontare le loro storie nelle storie di alcuni di loro in maniera più profonda, e li ho scelti per a varie ragioni. Poi ho scelto alcuni di loro e per raccontare la storia e l'evoluzione di questo movimento che esiste ancora nonostante i lockout, nonostante la la diciamo la difficoltà che oggi si a protestare in piazza è dovuto a causa delle restrizioni. Loro sono, sono presenti in qualche modo sono sempre presenti, anche durante la quarantena hanno scioperato, anche se soltanto in maniera virtuale. Senti è ti direi di entrare un po' nel vivo del del, del del del film Che storie storie hai visto? Cioè anche da un punto di vista personale tuo ti chiedo un po', poi magari mi aggancio anch'io sulla mia esperienza sicuramente mettere è stato molto più a contatto. Io parzialmente però cosa ti è sembrato e quali storie ti hanno colpito? Dei ragazzi italiani che seguono questo movimento mi hanno mi hanno colpito nella maniera diversa di incidere rispetto al loro ambiente. Mi ha colpito il fatto che qualcuno è stato in grado di attivarsi perché la famiglia gli ha passato una una sensibilità ambientale e quindi è stata la naturale prosecuzione del percorso che già le famiglie avevano in qualche modo inculcato è in altre invece è stata una tre un'assunzione di responsabilità e di un attivismo quasi come diciamo protesta. Rispetto a una invece ha una minore sensibilità da parte delle famiglie, in altri invece è stata una attivazione dovuta semplicemente al all'impatto all'ispirazione che creda ha avuto nei loro cuori, diciamo così. E questo attivismo di persone travolte anche molto giovani, ha influenzato anche le loro famiglie. Non dimentichiamoci poi che il movimento non è formato esclusivamente da giovani studenti, ma ci sono anche degli adulti. E questa unione di intenti tra adulti e e ragazzi. Ricordiamoci che il movimento fra il suo ufficio è composto anche di altre piccole altre ramificazioni teachers offshore, per esempio, che gli insegnanti e i parents for four che include i genitori. Questa questa unione di intenti da parte di ragazzi e adulti sembrata molto innovativa mai prima d'ora un era stata una protesta globale così così grande, così nutrita in termini numerici, come quella del quindici marzo del del Duemila diciannove che è stato il primo sciopero globale sul clima. E contemporaneamente sono scesi in piazza giovani da tutto il mondo, giovani, anche adulti da tutto il mondo e questa cosa qui oggi, se è meno meno. Come dire insomma, um non occupa più le prime pagine dei giornali e soltanto perché abbiamo vissuto un'emergenza almeno spero, perché poi i giornali la ci danno i decidono cosa pubblicare in prima pagina a seconda di tanti, tanti fattori. Però all'epoca quando ci è stato lo sciopero tutti i giornali hanno pubblicato le immagini delle manifestazioni, sia per appoggiare sia per criticarle. E quindi questa cosa oggi passa un po' più inosservata. Semplicemente non perché le emergenze a cui i ragazzi si riferiscono sono diventate meno emergenze, ma semplicemente perché viviamo un'altra che probabilmente quella del covi d', che probabilmente è frutto di delle scelte che sono state fatte in passato dalla politica di tutto il mondo e che ci ha portato le conseguenze per le quali anche i ragazzi protestano. Quindi il covi d' e la protesta sull'emergenza climatica e in generale sulla crisi ecologica sono estreme, sono correlate è chi nega il fatto che il Covip sia un è mme semplicemente una, come dire, una una conseguenza del nostro modo di vivere sul pianeta perde una possibilità, specialmente se lo fa stando all'interno del mondo ambientalista perde la possibilità di dire guardate quello che stiamo facendo, guardate cos'è avvenuto oggi. È che pensate a cosa potrebbe accadere ancora in futuro se non cambiamo registro. Dire, come spesso capita dal mondo ambientalista, che questo virus è stato creato in laboratorio, negando il fatto che la stragrande maggioranza della comunità scientifica parla di spillover, cioè di un di un salto di specie dagli animali selvatici. All'uomo significa perdere la grande occasione di dire al mondo cambiamo questo è il momento di cambiare. Questo è soltanto il primo avvertimento, il covi del primo avvertimento l'ha in parte introdotto ed è veloce nel senso prima di sostanzialmente. Questo è un tema che ha, volente o nolente, monopolizzato un po' le nostre vite, i nostri, ai mass media no, è poi il anche nel film praticamente è andato con un intento. Stavi seguendo il movimento da vicino con varie tappe del percorso, gli incontri, le vite personali, anche dei protagonisti, no, che di quei racconti è m' come dato che l'ha introdotto te lo volevo chiedere dopo. Te lo chiedo subito, come come è cambiato il covi d'? Anche la realizzazione del film è insomma è ci sono dei sinonimi interessanti sul discorso del virus si' ha cambiato quando decisamente il film, nel senso che all'inizio il film doveva essere, doveva riguardare esclusivamente i ragazzi e doveva essere incentrato su di loro e sulle discussioni che avvenivano tra di loro. Io ho finito le riprese nel novembre dicembre duemila diciannove, quindi un paio di mesi prima del dell' arrivo in Italia in maniera così devastante del covi d' e quindi stavo montando un film che era composto da immagini di ragazzi. Io, per esempio, ero quasi assente nel film quando è arrivato il covi dmx. Per me è stato è stata dura, è stato duro, dura trovare a non non inserirlo per quel, come ti dicevo prima la presenza del covi ed era una naturale con una naturale conseguenza delle azioni dell'uomo sulla natura, così come i cambiamenti climatici. Nel film si parla dei cambiamenti climatici, ma si parla di cambiamenti climatici come parte forse la più diciamo, visibile in questo momento della generale crisi ecologica che eh diciamo, a cui dobbiamo far fronte, che deve far me, deve deve mettere in discussione il nostro modo di produrre, il nostro modo di vivere, eccetera. Però questo è un altro argomento quello che quello che mi è venuto in mente era che in non inserire il covi d' sarebbe stato, diciamo, come non rendere giustizia al lavoro svolto da questi ragazzi durante tutte le manifestazioni durante tutte le settimane nelle quali loro hanno protestato davanti davanti alle scuole, davanti ai palazzi delle istituzioni. Il covi d' è una una conseguenza del nostro modo di vivere sul pianeta ed era interessante raccontare la storia dei fratelli Ford fusion da un punto di vista di una persona che stava vivendo l'esperienza del lockdown dovuto al covi d'. Quindi io mi sono entrato in campo, diciamo da' anche davanti alla telecamera. Ho fatto altre riprese aggiuntive durante la quarantena apposta per poter raccontare questa questa cosa. A questo proposito mi va di aggiungere un particolare interessante é il motivo per cui l'emergenza climatica non è considerata una vera emergenza e non viene come per esempio una casa in fiamme o come per esempio, un virus che può far collassare il sistema sanitario. E proprio perché no, eh, non viene percepito come un pericolo imminente. Il film inizia infatti é questo il cambiamento, diciamo, um più più più forte che è avvenuto nel film è proprio l'inizio l'inizio del film che ho rimontato completamente parla di questo Prendete due storie in una uno scienziato vi dice che morirete fra ventiquattro ore in un'altra. Lo stesso scienziato vi dice che fra un paio di generazioni nessuno vivrà piu' su questo pianeta. Quale delle due storie che tira di più? È ovvio che consideriamo più forte come emergenza la prima e che in questo caso nel nostro tempo e il covi d' o una casa in fiamme, quella che noi stiamo in qualche modo lasciando che continui inesorabile a a crescere un'emergenza dalla quale non usciremo illesi. Nessuno uscirà illeso, mentre le altre emergenze sul covi d' ciechi la maggior parte delle persone lo supera senza senza grossi problemi. Quindi parliamo veramente di una modalità di percepire un modo di percepire le emergenze che è insito nella natura umana e che forse il pericolo più grande rispetto alla capacità un che abbiamo di reagire e di agire per fermare questa emergenza che grazie grazie a quel che volevamo, volevamo iniziare, volevo concludere, ma inevitabilmente ci abbiamo iniziato. Però è un'altra un altro aspetto che mi interessava di questa approfondire il film con te è prima del covi d' c' era anche questa. Insomma, mi pare di essere. Erano, erano, hanno c' è stato un periodo in cui se ne parlava molto, molto, molto spesso è m', é una delle è contenuto anche nel film. Una delle critiche dice ok, venerdì ce lo sciopero è l'ennesima dimostrazione che questi ragazzi alla fine te lo prendono. E caso strano di venerdì no? Così quasi come gli scioperi dei mezzi pubblici. Spesso si dice si fa sciopero il venerdì così settimana lungo esatto, il ponte ti sei guadagnato il ponte. Sono inconcludenti. Sono insomma cioè ma nel film lo dici anche, cioè una giustamente le critiche le gli elettori non sono mancati. E come è naturale che che fosse. Insomma che sia è mia. Ci racconti quella domanda che ci racconti qualche storia che hai visto di ragazzi che è contenuta nel film e se ti sembrano vere queste voci, cioè è veramente in Italia, per lo meno un certo c'è tanta inconcludenza. Oppure hai potuto vedere anche altro e io diciamo che vorrei vorrei essere il più possibile obiettivo. Non è che tutte le persone che sono scese in piazza l'anno scorso e anche recentemente c'è stata una grande manifestazione anche all'inizio di ottobre. Non è che tutte le persone che scendono in piazza sono mobilitate tutte nello stesso modo? Sicuramente ci sono delle persone che rispetto alla possibilità di protestare per gli studenti, se la vivono. Questa questa questa possibilità non è tanto il marinare, la scuola o meno. Non è questo è il fatto di partecipare a una grande manifestazione, di far sentire la propria voce, di essere in qualche modo al centro dell'attenzione che stimola tante persone. Ma ci sono anche tanti altri che di questa mobilitazione hanno fatto una ragione di impegno, di vita. Ci sono ragazzi come David, per esempio, che è uno dei protagonisti del film che ha anni. Aveva l'idea di diventare un programmatore per cui dopo la fine della le scuole superiori avrebbe fatto questo. In questo lo vediamo adesso David e quando ha scoperto la il dicembre il il futuro che che lo attendeva lui e gli altri della sua generazione e ha deciso di attivarsi. E la sua strada il suo impegno è completamente cambiato. Lui non utilizza le gli scherzi, è in imparato, in questi anni di interesse verso verso il linguaggio informatico per mettere in contatto le persone a creare dei server che utilizzare i server e mettere in contatto le persone, metterle in rete gli altri studenti delle città del mondo. Questa è una cosa estremamente interessante. David passava le le notti, questo parliamo di insomma, dicembre, dicembre, gennaio del dicembre gennaio diciannove Passava le notti a creare questi collegamenti insieme agli attivisti svedesi e i genitori non sapevano niente. Lui semplicemente fingeva di andare a dormire e poi si rialzano, accendeva la luce e si rimetteva a lavorare e si metteva a lavorare al computer. E questa è stata una passione molto grande, quella che l'ha lo ha appreso come lui, tanti altri che sono mobilitati. Il punto non è se tutti sono mobilitati allo stesso modo. Il punto è se attraverso questa protesta, se attraverso questa mobilitazione altre persone raggiungeranno una certa consapevolezza in che dobbiamo cambiare rotta. É questa la loro, Loro diciamo la loro missione no. E continuare con lo sciopero, continuare con le manifestazioni, continuare a comprendere quali sono i modi per incidere positivamente nella realtà, ad che attraverso il loro stile di vita è perché più persone si aggregheranno in qualche modo al movimento e alla protesta che eh e insomma, la protesta e cominciano ad attivarsi. Quasi. In sostanza, noi a volte ci dimentichiamo del grande potere che abbiamo di poter determinare gli equilibri del mercato, della la della politica. Se tutti scegliamo di smettere di acquistare un certo prodotto, bastano, basta una se per una settimana non non compriamo quel prodotto, perché magari è particolarmente inquinante. L'azienda che lo produce dovrà necessariamente prendere dei provvedimenti, così come la politica dovrebbe dovrebbe farlo. Se tutti smettono di fare quello che tutti che quello che la me la società mainstream ci chiede ci chiede di fare. Quindi il nostro l'enorme potere che abbiamo è in qualche in qualche modo diciamo ovattato, come dire, rallentato semplicemente dal fatto che noi non siamo è in rete, non siamo abbastanza in rete. E quello che deve accadere, che dobbiamo collegarci. Dobbiamo parlarci con altri linguaggi rispetto a quelli che a cui siamo abituati normalmente dobbiamo mettere in rete le nostre esperienze, quella di Luca, per esempio, che stiamo vedendo in questo momento c'è una persona che ha chiarito perfettamente qual è la necessità di cambiare il nostro stile di vita e protestare perché non basta una sola delle due delle tue azioni, servono entrambe non ci può essere un cambiamento reale se non agiamo su entrambi i livelli. Quindi per tornare al punto e la cosa importante è fare massa critica, essere il più possibile in rete e fare in modo che il gesto di uno ispiri un altro e quell Ltro respiri un altro ancora come un virus. No, è proprio è proprio un indice di trasmissione che magari questo caso è benefico, per cui, ma ci serve per uno che il due per mille deve. Dobbiamo riuscire a diffondere il più possibile questa questa necessità e la possibilità che alla nostra portata di farlo tutti i giorni il cambiamento. Ma noi eravamo andati come l'italia che cambia io di persona insieme alla nostra collega Lorena Di Maria, che si occupa insomma del Piemonte, eravamo stati a Milano. Vi suonano molto le tue parole? Faccio, mi permetto solo un picco, una piccola parentesi personale. Scusami, è perché eravamo stati al primo raduno nazionale che avevano fatto Alfreider San Milano e poco prima di quello di Napoli che tu racconti in parte nel film emergeva proprio questa. E anche nel film viene ripresa no questa dicotomia tra ok piccole piccole azioni quotidiane però potrebbero non bastare, però allo stesso tempo sono importanti. Mi ha molto colpito la profondità anche delle dell'analisi di questi ragazzi. No, nel senso veramente spesso per i più attivi è veramente importante andare a fondo, scavare e analizzare e capire ogni qualsiasi implicazione delle nostre azioni, che spesso è forse il discrimine più importante tra loro generazione e le generazioni che le precedono, che spesso agiscono e non si domanda. Spesso abbiamo agito in questi ultimi dieci venti trent'anni senza domandarsi Qui le domande non mancano e mi aveva colpito molto questa ricerca di un'identità tra piccolo e grande, tra quanto tutto interconnesso, no eh, mi colpì particolarmente. È questo questo aspetto e per questo ti volevo chiedere aggancio questa mia riflessione sul quali sono le emozioni che hai provato stando a contatto con loro, con Alessandro, con David, con i vari, per i ragazzi che ho incontrato in parte l'hai detto però anche se vuoi approfondire un po' cosa ti ha? Cosa ti ha smosso? Cosa ti ha lasciato questo film? Ma mi ha lasciato. Intanto la la consapevolezza di di essere su una strada da tempo anche la mia vita è è stata è stata un po' questo io sono arrivato più tardi alle diciamo le cose che a cui sono arrivati loro e quindi è come dire come far chiudere un cerchio, sentire che dei ragazzi nel pieno della loro loro vigore era un decidono di rinunciare a qualcosa, per esempio i viaggi aerei o alle bottiglie di plastica. Parlo di alcuni attenzione, non non pensiamo che siano tutti ad essere mobilitati nella stessa maniera. È un vedere che che dei ragazzi così giovani attuano delle rinunce per per motivi diciamo così grandi la salvaguardia, il non voler impattare di meno, sull'ambiente trovare delle risposte ai grandi problemi dell'umanità e è davvero confortante. Mi ha emozionato moltissimo. Alcuni mi hanno emozionato di più perché magari poi dipende anche dal carattere, specialmente le persone più umili. Ne ho trovati tanti, tanti dai ragazzi che non amano stare davanti alla telecamera pero'. Lo facevano davanti alla mia telecamera perché volevano che comunque questa movimento potesse, diciamo, um, diffondersi sempre di più sentirli vederli, eh? Agire, organizzare era mio chiamarsi fra loro, riunirsi, anche dibattere mi ha emozionato tantissimo perché mi ha fatto tornare indietro a quando io avrei voluto fare queste cose e non c' era nessuno accanto a me che era che era, diciamo disponibile anche a un confronto. Non erano temi venti anni fa sui quali ci si poteva confrontare. Oggi si è bello e speriamo che è che non è come dire insomma, speriamo che vadano avanti così che non si lascino prendere dallo sconforto che anche probabilmente li colpirà quando vedranno e stanno già vedendo che la politica non risponde alle le loro proposte e anche quando li ascolta mi ascolta e poi non agisce. Di conseguenza dobbiamo capire che anche il livello di coinvolgimento delle persone può variare nel corso del tempo. Quindi quelli che oggi sono attivi non lo saranno fra un fra un anno, ma non ce ne saranno altri. Bisogna accettare anche questa cosa qui, perché dai quindici ai venticinque anni è ovvio che le priorità cambiano. Per per loro è fondamentale di chi eh si trova ad essere ancora mobilitato, non senta la mancanza di chi invece si' ha lasciato per qualche motivo personale perché ce ne saranno altri che saranno in grado di sostituirli. Semplice, però lo stanno facendo e questo è confortante. Una cosa torna un attimo su una domanda e ti volevo fare prima. Insisto è mme anche sul una una delle relazioni e da sono inconcludenti, scioperano senza consapevolezza, eccetera. Un'altra è che fossero un po' questa cosa del sono pilotati. No, questa cosa Greta avviato questi scioperi perché c' è dietro una grande regia è che spesso è tesa a manipolare lei stessa, no? Molti dicono che lei non è pienamente consapevole di quello che fa e anche se sembra che gesto, insomma, con cui ha iniziato il tutto, è di una semplicità, un po' disarmante, no, ragazzi, si mette fuori, non va a scuola un cartello di cartone sciopero per il clima. Però è questa. Questo piccolo gesto ha assunto comunque dimensioni quasi dirompenti. No, tu li hai visti pilotati, previsti incontri. Visto? Magari c' è qualcuno che ve ne dice loschi interessi loschi. Cosa ne pensi di questo? Cosa ha visto allora? Il su cui io ho posto queste domande a loro. Durante il film, infatti, cioè una parte in cui si parla di questo nel film dico e mi hanno risposto in maniera diversa. La risposta che mi è piaciuta di più è stata quella di Sarah, che la prima persona che è scesa in piazza era un'adulta. Sarà un'adulta, ha detto aggredita non ha nessuna possibilità di controllare i ragazzi. Perché Greta soltanto lanciato un hashtag non hai fondato il movimento, non ricopre nessuna carica del movimento mondiale. Quindi se anche fosse pilotata, cosa che diciamo per me non lo é. Ma ci mancherebbe, non voglio io rispetto tutte le opinioni, non avrebbe nessuna capacità di influenzare i ragazzi, non potrebbe farlo, non ha, non è, non è direttamente collegato a loro e sono totalmente autonomi. Dislocati tra l'altro non è un'organizzazione centrale. Questa è una cosa estremamente chiara. È uno dei motivi per cui tra l'altro esiste un dibattito molto forte su se'. Contraddistinguere sì, più o meno in maniera ideologica è dovuta proprio al fatto che non essendo pilotati la loro identità devono trovarla da soli e del gruppo dei freaks italiano sarà diversa da quella dei fauves francesi o dai freds australiani. Non è totalmente ininfluente segreta sia pilotata o meno è io non entro nemmeno nella nella nella polemica su Greta perché non è oggetto del film? Credo è un personaggio talmente noto che c' è la possibilità di approfondire su di lei in tanti modi. Io parlo dei ragazzi italiani e dico che il dibattito molto acceso su come contraddistingue, su su, su qual è l'identità che devono, che devono avere eh già così chiaro rispetto alla tematica della manipolazione che non mi fa pensare ad altro. Piuttosto sono preoccupato del fatto che, diciamo le azioni più forti siano, diciamo una maniera di raccontare questi ragazzi, possa essere una una maniera controproducenti raccontare questi ragazzi quando si incatenano davanti a una banca, quando si estendono a terra davanti all', Eni, eccetera, aderendo per esempio alle manifestazioni di Extinction Belli, che è un altro noto movimento che si occupa degli stessi temi. Em. Ecco, ho paura che potrebbero essere in qualche modo visti come una frangia radicale. E questo, secondo me, da un punto di vista della strategia di comunicazione dei ragazzi potrebbe essere deleterio, perché la grande forza del movimento è quello di parlare veramente dai ragazzini a ai agli anziani. Quindi utilizzare delle strategie di comunicazione verso l'esterno pure, assolutamente. Come dire, insomma, giustificabili. Io sono assolutamente d'accordo sulle azioni più forti. Utilizzare soltanto queste potrebbe essere controproducente e quindi li inviterei, diciamo, a ragionare in termini di capacità di diffondere il messaggio qual è il qual è il modo migliore per diffondere il messaggio a tutti perché c' è bisogno che tutti facciano la propria pa', se vogliamo effettivamente che le azioni abbiano una conseguenza sulla sulle scelte della politica e sulle scelte individuali degli altri, di chi ci sta attorno. Si' mi aggancio anche a quei giorni quella giornata milanese perché ci era veramente l'ossessione te lo confermo l'ho visto anch'io l'ossessione tra di loro di non di essere un po' accostati oh strumentalizzati un po'. Si parlava di politica dei partiti, ma un po' ci tenevano moltissimo durante le riscossioni a mantenere una indipendenza e la cosa importante che mi colpiva era quando ti discutevano tra di loro la loro erano in quella giornata di Milano ci erano gruppi, un po' in tutta Italia. No, da' anche a me gia' colpiva il fatto che dei ragazzini che fanno i ragazzi sedici anni si erano fatti dalla Sicilia a Milano. Semplicemente puoi andare a presentare il loro gruppo locale che era una cosa che io a sedici anni era un'altra epoca perché mia madre non mi sarei mai sognato di padre e mi aveva già colpito quello ed era bello vedere. Siamo diversi ed è bello così. Nel senso emergeva molto questa sono dei ragazzi, diciamo un po' piu' è che abbiamo un po' più nell'immaginario un po' piu' fricchettone di sinistra. Un altro ragazzo invece ricordo questa giacca e cravatta che studiava già perché studiavo già di giurisprudenza ed era bellissimo vederli confrontarsi insieme, no, perché il tema andava molto al di là delle naturali differenze con cui ci dividiamo spesso troppo spesso e in senti una buy volevo aggiungere che credo che questa sia la forza sia stata la forza del movimento. Quindi essere essere veramente trasversale rispetto a tutte le diciamo ai vari background c' era veramente di tutto ciò. Era il ragazzo, il ragazzino che tutte le sere al centro sociale, e cioè quello che invece studia nella casetta, diciamo in campagna dei genitori e distante da tutto, che prova alle manifestazioni, diciamo come gli altri. Questa cosa è la trasversalità, è la cosa da mantenere, secondo me la cosa piu' e piu' difficile da mantenere, perché è ovvio che ha mobilitato da più tempo e anche anche piu' energia da spendere. Io non vorrei che il movimento sia in futuro, se diventi in qualche modo l'espressione di chi ha più voglia di fare casino perché non penso non è il casino. Perché la possibilità di far casino, che pure è una cosa assolutamente legittima, cioè neanche in tanti e in tanti altri modi. Però se si fa casino anche comprare il suo futuro, un certo tipo di casino, perché poi il casino, ma anche una grande grande corteo, il casino anche incatenarsi alle banche casino però se ci fa un casino eccessivo probabilmente si si non si riesce a essere così incisivi su larga parte della popolazione che ha bisogno di questi messaggi. Ha bisogno di sentire che specialmente agli adulti, che i loro figli sono impegnati in qualcosa che va al di là dell'obiettivo singolo personale di essere il primo della classe o di superare l'esame o di vincere la gara. Insomma di nuoto di calcio è che questi questi grandi obiettivi si raggiungono soltanto con con con la diffusione del del messaggio su tutti i livelli. E per farlo c'è bisogno di esempio devono continuare a impegnarsi in prima persona cambiando i loro stili di vita e e a protestare perché anche altri si si aggregano. E intanto mostro, stanno arrivando dei commenti uno di Fabio che fabio del potere filosofi, quando al potere ci saranno dei filosofi. Che natura! Allora il mondo sarà migliore e tutti gli altri sono intossicati dalla paura e quindi il potere li cambia. Insomma faceva piacere. Voglio ricordare con l'occasione che se volete farci domande curiosità sul film della realizzazione a ezio qua risponderci ci sono anche altri commenti. Lo mostro uno di paolo che collega i cambiamenti climatici all'apocalisse anche qui è bella diversità no, nel senso che ci sono vari i vari punti di vista è viva e saluto tutti quelli che ci stanno salutando. Intanto nel frattempo grazie e ricordo le domande se volete siamo qua. E ezio volevo ritornare un attimo al discorso della pandemia lockdown secondo te, dato che credo che tu sia ancora in contatto insomma con con questo mondo e secondo te questo questo periodo di pandemia ha indebolito questo movimento? Come li senti? Oppure il tema è ancora caldo e vivo? Ehm chi è mobilitato è ancora mobilitato, io non li sento quotidianamente perché loro comunque hanno a loro diciamo come dire insomma hanno il loro da fare eh mi p però si sono in contatto con alcuni di loro, mi aggiorno anche con loro newsletter con le cose che fanno sulla pagina Facebook che ne approfitta. Anzi, ne approfitto per per dire che è mme. Potete seguire quello che fanno i Flowers for your in ciascuna città semplicemente attraverso Facebook. Ci sono i gruppi locali per ciascuna città e e anche a livello nazionale. Ce la pagina del suo ufficio Italia su Facebook o su Instagram. Poi il è il sito che fa il signor Fisher eh ci si può iscrivere alla loro newsletter qui. Insomma, ci si ci si puo' in qualsiasi momento si può entrare e far parte del movimento non c' è bisogno di di particolari presentazioni. Questo è molto importante e ne approfitto per rispondere alla domanda che vedo. Il coronavirus ha indebolito il movimento di fare questo ufficio non è che lo ha indebolito, è intanto ne ha rafforzato la la. Come dire insomma, la necessità ha rafforzato la necessità che il movimento ci sia e fatto sentire la propria voce. Come dicevo prima, il coronavirus è una delle conseguenze del del nostro modo di vivere. Anche il fatto stesso che durante il lockdown gli animali diciamo, passeggiavano liberamente tra le città nelle città del mondo o gli animali selvatici, oppure le emissioni venivano ridotte sensibilmente fa capire quanto diciamo la nostra presenza sull'ambiente abbia un'influenza estremamente la nostra presenza e le nostre attività sull'ambiente abbia un'influenza forte sia sui cambiamenti climatici, sulla sulle, sulle tante crisi, la crisi ecologica che racchiude tutte. Um quindi insomma, la necessità che il movimento agisca è ancora più forte. Perché? Perché l'urgenza è sempre più visibile anche attraverso la presenza del coronavirus. Loro non sono più deboli, sono quindi più forti nelle loro è in ciò che in ciò che stanno portando avanti. Le loro idee sono più deboli perché ovviamente si possono riunire con riunire con molta più le difficoltà e quindi sono meno presenti sulla piazza. Il che non vuol dire che non facciano nulla. Anche perché per fare quello che i Raiders e tutti gli altri movimenti che lavorano nel mondo del cambiamento ci chiedono di fare, basta svegliarsi al mattino e pensare che questa è una priorità e questa cosa queste azioni si possono fare andando a fare la spesa in un certo modo o smettendo di fare la spesa in un altro modo. È home, quindi, consumando di meno, muovendosi in un altro modo, semplicemente è solidarizzano dando con con chi sta facendo dei percorsi di attivismo sociale e ambientale. Ci sono tanti modi per cui si può attuare la rivoluzione che i francesi si stanno chiedendo è uno dei modi, sicuramente quello personale. Dobbiamo cambiare noi stessi, cambi tutto intorno a noi e per farlo occorre che ci svegliamo al mattino e consideriamo questo cambiamento una priorità. È una curiosità su questo che mi veniva in mente mentre parlati ehmm l'abbiamo accennata prima c' era un po', una dicotomia tra ricordo nelle adesso. Non mi ricordo bene il nome. Magari dice mi aiuti tu nel una parte del film in cui c' è proprio il confronto tra piccole azioni e azioni globali. No, giustamente alcuni c' è un ragazzo che fa il fisico è che dice sì, possiamo anche modificare e ridurre le nostre le nostre azioni quotidiane. Però anche se le riduciamo al minimo, non prendiamo gli aerei, non usciamo, strappiamo le macchine, disse comunque l'impatto di un certo modo di produrre energia. Un certo sistema economico-industriale sarà talmente sovrastante che le nostre azioni saranno inutili. Banalizza. Non è proprio così, però, che questo confronto tra micro e macro e secondo te, siccome noi facciamo un lavoro di sensibilizzazione sulle come taglia che cambia sul quotidiano, no, sul, sui gesti, su chi vede un problema invece di dire oh Dio, non posso fare nulla. Cerca almeno di fare qualcosa e di mettere in campo delle soluzioni su questo tu li hai visti per la tua esperienza, li ha visti un po' spaesati oppure proattivi nel cercare di mettere nel senso era piu' forte la sensazione che fosse la politica a dover cambiare le piccole azioni fossero ininfluenti oppure c'. Era anche una consapevolezza che si poteva almeno fare qualcosa per dare un segnale dal piccolo alle gambe. Per una volta io ho notato, ho notato anche su questo ho notato una certa diciamo dicotomia chi era un'impressione. Quindi non è oro colato quello che dico, diciamo ho visto più le persone più interessate alle grandi azioni erano meno sensibili al diciamo al, ai cambiamenti individuali perché proiettano la il focus, cioè la lavorano con un focus maggiore su su sulla ma sul macro, su, su quello che deve cambiare la legge che deve cambiare, sul su, sulla lotta contro le multinazionali e tutto il resto sono lotte importanti chiaramente e altre invece altre persone. Consap, pur consapevoli di questa di questa necessità, di fare, eh? Quindi azioni più macro non disegnavano. Quindi avevano un focus anche molto forte sui piccoli cambiamenti, perché i piccoli cambiamenti portano maggior consapevolezza attorno a nella famiglia, nel gruppo di amici e tutto il resto. E questo consente di raggiungere i numeri necessari perché le azioni grandi possono avere un'influenza. Molto spesso ci sono delle persone che magari non si attivano e io ne ho conosciuti. Nella mia vita privata ho conosciuto persone che non si attivano perché dicono tanto non è inutile, non riuscirei mai a combattere una multinazionale. Il punto è questo se noi ragioniamo soltanto in termini di grandi azioni ci viene non scoraggiamo, è naturale scoraggiarsi perché vediamo l'obiettivo quasi irraggiungibile. Se invece ragioniamo in termini di piccole azioni, anche in termini di piccole azioni, noi intanto cominciamo. Ecco l'ha inquadrata. Cominciamo a ribellarci noi singoli, questa sensazione di ribellione e ci rende più capaci di diffondere il messaggio, perché anche gli altri attorno a noi sono capaci di fare delle piccole azioni. Le tante piccole azioni diventano una come il paragone del mare, no, una un'onda e una piccola goccia non può fare un'onda. Ma non esiste un'onda senza senza tante piccole gocce. Noi siamo queste gocce, noi se ci moltiplichiamo e se diventiamo tanti facciamo la differenza. Non si è mai troppo piccoli per fare la differenza. Questa è una è una è una frase diciamo chiave di greta che non solo parla dell'età no, possiamo iniziare da subito, da quando abbiamo veramente pochi anni di vita per iniziare a fare un cambiamento. Ma anche nel nostro piccolo siamo in grado di essere parte di un cambiamento più grande che quello che ci serve. Tu pensi che loro ne siano per la tua esperienza ne siano consci di questo, cioè nel senso io ho visto molto. Per esempio un tratto caratteristico del film, spesso appassionati di guerriglieri, di guerrilla gardening. No, questo attività di piantare alberi, di sistemate, diciamo i parchi parchi cittadini che abbiamo visto anche nel viaggio con Daniel Tarozzi, spesso è una sensibilità, anche quindi molto attivi a livello internazionale, ma anche nel locale sono collegati insomma al mondo che li circonda. Ma assolutamente poi diciamo che poi Frates sono anche pieni di persone che hanno già decenni di esperienza e adulti che hanno decenni di esperienza nell'attivismo ambientalista. Loro sono i ragazzi, sono sono sono persone aperte e quindi ovviamente raccolgono anche le esperienze che vengono dal passato e fanno loro guerrilla gardening. È una delle tante attività che che ho visto che ho visto realizzare. Diciamo che di nuovo c' è beh, diciamo la parte folkloristica che non prima, prima che i files iniziassero a riempire le nostre strade, non c'. Erano i l'ambientalismo. Fino a qualche anno fa si faceva, si faceva in casa, si faceva nelle grandi conferenze, si faceva, è nei piccoli gesti, nei in chi chi nel proprio Italia che cambia, ovviamente testimone in chi nel proprio piccolo si si adoperava, iniziava a lavorare per un cambiamento. Da quando i Flowers for Future' sono nati, è diventato un argomento molto più come dire è un termine brutto alla moda, e questo è importante. Quindi i cartelli le è come dire le battute. Gli slogan nuovi che sono circolati nel corso di questi di questi anni sono sono tasselli. In più prima non esistevano. Questo dobbiamo dire dobbiamo lo dobbiamo a loro, alla loro diciamo voglia di mettersi in gioco e di di farsi vedere bene. Em, ti faccio un po' di Siamo giunti innanzitutto, C' era un ragazzo, Max. Mi faceva piacere vedere il commento diciamo un ragazzo straniero che vive in Italia, di preciso in Sicilia gli piace Italia che cambia? Siamo felicissimo. Grazie Max, eh? Ringraziamo tanto per seguirci e per quanto riguarda il party, insomma, più pratiche del film come l'ha realizzato. Ci vuole raccontare un po'? Come Sì, sì, io sono partito da ho cercato dai protagonisti perché diciamo non mi interessava far vedere soltanto le manifestazioni. Infatti lo lasciate un po' alla no disseminate un po' nel film, ma soprattutto alla fine ci sono ehmm interessava parlare dei protagonisti, dei ragazzi, delle delle spie perché si sono messi in gioco e quindi ragionare anche rispetto alle motivazioni che li hanno spinti, all'indignazione che hanno provato, che li ha spinti ad agire. Volevo conoscere le loro famiglie, ho cercato dei protagonisti che avessero avuto, diciamo, dei protagonisti che per cui la loro azione a costretto in qualche modo anche le famiglie cambiare qualcosa. Nel caso di David, per esempio, di cui abbiamo parlato prima, ho cercato delle dei protagonisti che avessero una delle famiglie, un po' più scettiche no. E nel caso di Alessandro L'altro, protagonista ragazzo di Milano. Poi ho cercato una una ragazza o un certo una protagonista, un protagonista che agisse in una città di provincia, quindi in una realtà molto piccola e apparentemente meno capace di, insomma meno permeabile a certi argomenti. Quindi è una città ricca, borghese come come udine è stata il luogo in cui agiva Marianna, la ragazza di diciotto anni della provincia di Udine e quindi un che è un po', quasi le l'eroina della porta accanto, l'abbiamo definita in sala in sala montaggio. E poi ho cercato qualche adulto che fosse in qualche modo entrato fin dall'inizio nella nella protesta e che a te sia riuscito in qualche modo a guadagnarsi la fiducia dei ragazzi. Ho trovato Monica, che è una delle monica di Napoli, che una delle fondatrici del movimento Teachers for you che fa parte dei Raiders e ho trovato Sara Marder che la prima persona che è scesa in piazza a Milano, anche lei adulta. Ho cercato quindi persone che avessero qualche diversità anche in termini di eta' e sono andato girato l'italia in lungo e in largo davvero per a sentirli, per Sam, per vedere in azione, quindi alle manifestazioni, ma anche per vederli confrontarsi con familiari, con amici, con altri attivisti. Ho cercato di guardare anche di mettere in luce anche i contrasti che li hanno animati e la dialettica di cui abbiamo parlato prima, che è molto forte, ancora forte tra di loro. Ho cercato di mostrare come nelle varie città si organizzano e c'e' differenza tra una città e l'altra e ci fa sempre perché poi sono i singoli che che decidono come lavorare in un luogo con una o in un altro. Una volta che ho raccolto tutte queste immagini ho deciso di che quello era venuto il momento di sono andato anche all'assemblea nazionale di fare il suo ufficio sempre a Napoli e una volta realizzate le riprese ho deciso che doveva venire fuori un certo tipo di documentario. La arrivo del covi d' mi ha fatto, come dicevo prima, cambiare questa impostazione per cui ho aggiunto delle immagini tratte della mia quarantena e poi il resto. Insomma, lo lo lo si vedrà, lo vedrete nel film che tra l'altro è uscito da poche settimane sulla piattaforma infinity, quindi è distribuito da da Mediaset è attraverso il canale streaming infiniti. Lì si può vedere la versione tv del del documentario. Una versione più breve è un consiglio. La versione al computer, perché la qualità dell'audio, visto che abbiamo girato in maniera molto, molto così, insomma on the road non è meno adatta alla alla diffusione televisiva, però anche dalla tv si può chiaramente da una smart tv si può vedere. Però io consiglio la visione al computer e quindi su infiniti questo e poi saremo presenti anche ai festival. Quindi per chi vuole vedere il film, cioè la piattaforma infinity, oppure ci sono i festival dove proiettiamo la versione lunga del film alla quale sto finendo di lavorare, che durerà un po' di piu' che approfondirà un po', qualche qualche aspetto e niente. Quindi sarà una versione. È una versione tv, una versione cinematografica, un po' più lunga che stiamo vivendo una fase di grande incertezza tra sé e sé. Potremmo girare o meno, insomma, la all'attualità la conosciamo però l'hai, già presentato al cinema ambiente di Torino, se non sbaglio ci vuole. Ci vuole raccontare un po' come come ha reagito il pubblico, le persone come me è sembrato dalle azioni io l'ho presentato in realtà l'ho presentato in anteprima diciamo alla Giffoni Film Festival che, come si sa è uno dei festival diciamo più importanti. Forse pare che sia il festival più importante del mondo per quanto riguarda il cinema. Per i ragazzi è stata una sono molto bello lì, perché poi ci sono stati quasi un'ora di dibattito con i ragazzi che erano in sala, ovviamente distanziati, perché le regole non consentivano altro in questo fine agosto li ho fatto questa anteprima, le domande erano veramente molto pertinenti, molta curiosità rispetto alle modalità con cui il Movimento si muoverà nei prossimi mesi. Io non posso risultare chiaramente per loro e non vedo l'ora di poter rivedere i ragazzi. È dal vivo e magari ospiti in qualche in qualche altra presentazione per perché possano rispondere a questa domanda chi da chi giustamente la la fa. E poi siamo stati al cinema. Ambiente che a livello nazionale anche non solo uno dei più importanti di cinema sulle tematiche ambientali è anche lì. È una stata una bella presenza di pubblico. Nonostante le restrizioni. Leech era tra l'altro. Erano ospiti anche i ragazzi di Torino che hanno partecipato al film tra cui Lo dicevo, dei parlavo di David De Luca ed è stato molto bello rivederli m'. Insomma, rispondere anche qui alle alle domande del degli ospiti. Ripeto, grande curiosità grande curiosità rispetto a anche a singoli dettagli della della loro vita di attivisti. Questo mi fa molto piacere perché evidentemente le persone credono che non sia così difficile mobilitarsi per una, per una per un tema di questo tipo e probabilmente tutti quanti sono ogni giorno tentati dal fare qualcosa in più. Quello che a volte accade è che ma molto spesso accade è che la comodità, il fatto di fare una cosa che tutti fanno di prendere la strada piu' comoda, quella che normalmente prevale invece con un piccolo sforzo eh, si può seguire la strada che stanno tracciando questi ragazzi che stracciano tutte le persone che e che cambia intervista ha intervistato nel corso degli anni per realizzare quel cambiamento interno che che una una possibilità e per guardare con ottimismo anche un possibile cambiamento della più grande Ezio siamo giunti un'ora siamo giunti alla conclusione del nostro tempo, ma io sono un ultimissima se ti faccio mi concedo altri cinque minuti. Ma come ti ha cambiato a te questo film? Se ti ha cambiato, cioè cosa ti lascia un'esperienza così io veramente nel senso spesso quando va capita anche a me, a noi di andare in giro di andare. Insomma, quando vai per strada è tutta un'altra. Cosa no, perché incontri in realtà la tecnologia è comoda, ma non è la stessa cosa. Quando quando sei in contatto, soprattutto come una realtà del genere, anche passionale, no, è elemento dell'emozione importantissimo che ti ha lasciato. Come ti ha cambiato? Che eh io beh, io in qualche modo già ero ero cambiato perché sono anni che sono insomma sono attivo su questi e su questi temi per cui sono sono uno zero wester cerco di evitare rifiuti il più possibile. Non uso la plastica usa e getta, almeno cerco di fare il più possibile per per questo. Quindi ero già attivo, mi hanno cambiato, nel senso che mi hanno fatto capire quanto è importante che la strada che questa strada che sto seguendo ormai da anni io continui a perseguirla nonostante le difficoltà, nonostante sia circondato da persone che che magari non lo fanno, non hanno la stessa diciamo, non la vivono come un'emergenza la mi ha cambiato nel senso che mi ha mi rendono, mi hanno convinto che c' è la possibilità che le generazioni, le nuove generazioni girino in qualche modo il la telecamera del loro cellulare, la fotocamera dalla loro faccia al al mondo esterno e che la fotografia che loro scatteranno, che non sarà una fotografia particolarmente bella. Se una fotografia profonda questa foto è una foto che loro voglia vorranno, dovranno migliorare nel futuro. Io credo che che la loro presenza sia soprattutto qui, una possibilità di essere ispirati, ispirati dal fatto che che si può farlo e non c' è bisogno di di chi sta con c' è bisogno neanche di uno stipendio, non c' è bisogno di uno stipendio fisso, di una, di una, di una certa dose, di uno status. Lo puoi fare da studente, lo puoi fare da studente, lo puoi fare a maggior ragione quando non manca niente. Se lo puoi fare quando hai tutta una vita da costruire lo a maggior ragione lo puoi fare quando la tua vita è già in qualche modo costruita, incanalata forse questa questa riuscire a comprendere questa possibilità può addirittura essere una nuova, un incentivo per le persone più grandi a vivere la loro maturità, parte matura della propria vita in un modo più stimolante, più divertente e più creativo, più vicino anche ai giovani che sono stati così come per me è stato bellissimo riavvicinarmi al me bambino, conoscendo questi ragazzi di cui ho parlato nel film Ezio Cazz liquore, ringraziamo anche tutti, tutti coloro che ci hanno seguito. Insomma, su infiniti ragazzi responsabili è così guardatelo perché è davvero, davvero, davvero lo dicesse che certo che Italia che cambia ha contribuito come nuove edizioni ha contribuito a questo film promuovendo un crowdfunding. Noi abbiamo avuto circa cinquecento persone che hanno aderito al crowdfunding e ci hanno inviato un piccolo contributo che ha permesso di realizzare questo film. Quindi grazie tantissimo da parte da parte mia e da parte delle altre persone che hanno lavorato anche la Babushka Production che la produzione esecutiva che mi ha supportato in questa in questo questo lavoro a Italia che cambia tutte e tre nuove edizioni e a tutti coloro che hanno deciso di fare quel piccolo passo, quel piccolo gesto no che ha permesso di raccontare questa storia perché è veramente quando si parte con i piccoli gesti che poi si arriva ai grandi risultati. Vero soprattutto su sul sostegno dal basso No, non sembra una stupidaggine, ma invece a volte è veramente decisivo e parte dai gesti più piccoli, è bagnato aggiungo anche che mediaset, che poi ha che distribuisce su infinity, è entrata dopo nel senso loro hanno visto quanto ci era quanto interesse ciera rispetto a questo progetto hanno detto ok, questo è un progetto da distribuire quindi al di la' poi delle delle connotazioni su, su, su, su, su mediaset eccetera. Ognuno ha le sue idee, non è quello il punto. Il prodotto è stato diciamo, acquistato perché aveva un seguito e questo seguito è dovuto al lavoro che è stato fatto da da tutti noi che cambia terranno le elezioni burka e è ovviamente il sottoscritto. Assolutamente è rinnovo i complimenti davvero bellissimo. E vedete veramente ne vale i Loretta di film tutta la ne vale davvero la pena? Grazie Ezio, è la prossima. Ci vediamo. Grazie a voi. Ciao ciao ciao ciao e ringrazio di nuovo per essere stati con noi. E tu per tu torna. Insomma l'ultimo mercoledì di novembre. Ci ci rivediamo presto. Ehmm una buona serata a tutti, a tutti e grazie. Ciao buonasera Ciao a tutte e tutti. Bentornati a questo nuovo appuntamento con a tu per tu il diciamo il salotto l'italia che cambia, dove dialoghiamo, ospitiamo con dialoghiamo e parliamo e ospitiamo delle delle persone, scrittori e artisti tutti, insomma le nostre, le persone più affini al mondo. Dell'italia che cambia dialoghiamo su temi più specifici e di approfondimento è rispetto ai temi affini al nostro giornale. Il ventuno novembre di pochi giorni fa è stata una ricorrenza. La giornata nazionale dell'albero è una legge istituita. Diciamo che è stata istituita questa giornata con una legge, la numero dieci nel gennaio duemila tredici è allo scopo di valorizzare l'importanza del patrimonio arboreo, ricordare il ruolo fondamentale che hanno boschi e foreste. Sull'intero pianeta è quest'oggi convinti, convinto, personalmente convinti anche come redazione che non sia serva comunque una giornata, una legge addirittura per riconoscere l'importanza degli alberi e dei boschi. Cerchiamo comunque di appunto di andare oltre e per dedicare insomma la puntata che a tu per tu di novembre all'albero eh volevo iniziare questa puntata con un piccolo leggendo un piccolo brano che vi introduce ci introdurrà l'ospite graditissimo di stasera Io ho conosciuto anni fa in Casentino, avuto anche il piacere di poter passeggiare insieme a lui nei boschi delle foreste Casentinesi e L'ospite. Si chiama Tiziano Fratus. Vi leggo un piccolo brano, una grammatica che attende soltanto di essere parlata. Una lingua che abbiamo dimenticato, allontanandoci dal cuore selvatico della nostra immaginazione. Qualcuno la chiama Bos che se qualcuno la chiama naturalezza, qualcuno la chiama selvatiche zza. Ma non importa. Il suono delle parole che adottiamo conta piuttosto il nostro. Fate ritorno alla radice dell' esistenza, a quel posarsi di una foglia al suolo a levarsi del sole ogni mattina da dietro le montagne. Siamo parte di questo istinto al movimento. Un dono immenso, questo ecco la parte. Insomma, questo brano è tratto da un bosco, un mondo di editore nautiche, un libro di Tiziano Fratus che introduco il nostro ospite di stasera. Ciao Tiziano, Tiziano, Buonasera. Ciao E volevo lasciarti subito la parola. Mi sono preso anche un po' più del tempo che di solito prendo è sei uno scrittore, Sei tante cose un poeta lascio di solito il nostro. Insomma, nelle nostre puntate di Piu' per tu lasciamo una piccola parte, una parte introduttiva in cui ti chiediamo di presentarti e chi sei e soprattutto volevo chiederti perché è l'albero è diventato il tuo ambito principale di ricerca e di sperimentazione. Sì, diciamo che io sono un piccolo artigiano, mi piace scrivere. Ormai sono circa venti anni che dedico una buona parte del mio tempo a scrivere e a cercare di rendere questa passione anche, oserei dire un mestiere, ma una parola rispetto alla letteratura che va sempre usata con una certa circospezione. E mi sono comunque dato come dire eh, mi sono divertito. Ecco, a scrivere opere le più diverse dalla poesia romanzo, dal Dal diario di viaggio che io chiamo poi in vari nomi o anche coniato delle piccole parole come dentro la Sofia, come albero, grafia, si', come seal vario, insomma radice. Poi se abbiamo tempo, possiamo anche così illustrarlo in maniera tutto essenziale, ecco, e diciamo da un ventennio qui sono impegnato nella scrittura di questa opera che appunto ogni tanto assume i toni più della poesia, piuttosto che invece della fiamma per ragazzi piuttosto che ancora di altre, di altre forme di di scrittura che vanno ovviamente a costruire una sorta di piccola foresta, di parole, di silenzi e e questo è un po' quello che cerco di fare. Insomma, in maniera spero, con con la giusta umiltà, perché comunque mi rendo conto che la scrittura è arte molto severa, ma anche se spesso viene un po' presa alla leggera e ci sono anche Tony, forse un po' troppo entusiastici da parte di tante persone, ma secondo me è una di quelle forme d'arte che richiede da parte di chi la coltiva anche con vocazione, con autenticità e con continuità, una grande umiltà, altrimenti è come se si tradisse un patto d'amore. Insomma sono quelle cose molto sottili, molto fragili, che vanno é quasi avvicinate senza respirare, come dire, con la paura che poi alla fine si possano rompere e l'albero è importante per me, o meglio l'albero il bosco, la dimensione del bosco e quindi il rapporto con elementi della natura. In particolare L'albero è stato importante diversi anni fa, mentre attraversavo le foreste della California e trovai e mi trovai di fronte a della mia prima sequoia millenaria, un piccolo villaggio che si chiama Big Sour. Questa tra l'altro, una delle foto che io è scattato proprio in California, dentro una un'enorme sequoia, eh fessura that, come si vede, si poteva entrare dentro questo posto che si chiama lost grave growth perso lo sperduto é dentro questa enorme grotta vivente e ho avuto anche modo di evitare di poter ammirare, contemplare la grandiosità, insomma di alcuni alberi, di alcune manifestazioni naturali che sono li' appunto da e anche da l'albero. È stato importante perché durante queste visite io scrissi una poesia. Questa poesia si intitolava uomo radice. Avendo questo cognome Fratus che suona latino, è adottato un termine alla Latina. Quindi homo radix uomo radice. Ora dice una persona che attraversa il paesaggio e cerca di creare delle connessioni di carattere emotivo, culturale, spirituale con grandi alberi, le foreste, boschi e quindi in generale con quella che noi chiamiamo era molto generica la natura em, ti volevo, volevo approfondire un punto con te per quanto riguarda un po', la tua, un po', la tua opera che è è davvero notevole. Usi la scrittura, però potresti approfondire ci un po', il tuo percorso, il tuo rapporto con la scrittura ha iniziato a scrivere in collegamento con gli alberi, oppure di già questa passione faceva già parte del tuo percorso é oppure è stata una molla importante per proseguire? Insomma, per iniziare questo percorso di scrittura scrivevo già di altre cose da ragazzo diciamo sempre avuto un po', la curiosità nei confronti della scrittura. Anche se insomma non ho alle spalle una famiglia colta, una famiglia che ha studiato, anzi, mio padre era un falegname, mia madre, finché ci è stata faceva ben altro. E quindi in sostanza diciamo che nel mio destino, a quel punto, quando avevo anni, tutto avrei potuto pensare, tranne Cnn a che avrei continuato poi a studiare tutta la vita, cosa che il e poi ancora così, nel senso che tutti i giorni io passo molto tempo a studiare soprattutto un percorso che sto facendo all'interno del buddismo zen che mi porta approfondire questo percorso che è fatto di tanti testi patriarchi, come li chiamano loro, che sono soltanto i patriarchi verdi, ci grandi alberi, ma sono anche coloro che hanno dato valore alle parole, alle esperienze all'interno di un percorso, in questo caso non tanto religioso ma più spirituale. Ma al di là di questo, diciamo che la scrittura a un certo punto si è manifestata. La mia generazione è stata avuto la fortuna di avere di incontrare a un certo punto in televisione uno scrittore che si chiamava Baricco, che faceva questi programmi molto curiosi no, molto interessanti per chi come me, che non aveva alcuna passione in generale per i libri e per le storie. Avere invece la fortuna di incontrare, di ascoltare anche in televisione, anche in orari non proprio in prima serata é un ottimo oratore com'era e com'è che ancora adesso Baricco sicuramente è stato qualcosa di prezioso perché mi ha fatto è stato il primo che mi ha fatto vedere come era, cosa poteva essere anche la lettera a scuola. Non ho avuto degli insegnanti che mi hanno avvicinato alla lettura in questo modo e poi in realtà è come come l'attore personalmente voglio dire, non sono mai stato un patito di bar. Ecco però il suo modo di parlare, il suo modo di raccontare le storie e i suoi silenzi non così teatrali è invece sono trovo che siano erano sono stati un bel un bello stimolo. Insomma, io sono grato, anche se non ho mai avuto modo di poterglielo dire, insomma. E poi mi è così importante. Insomma ha riguardato me, come ha riguardato tantissime altre persone. Il e successivamente ho cominciato a scrivere all'inizio, avevo la passione e un po' anche del teatro, quindi andavo spesso a teatro a vedere il teatro contemporaneo. La drammaturgia contemporanea é rimasta poi un il mio interesse e ho provato a scrivere dei testi teatrali, ma per fortuna sono passati l' oblio in maniera molto rapida il dolore e invece il passaggio successivo è stato quello della poesia. E lì invece che ho avuto subito delle belle soddisfazioni ed è iniziato un percorso che poi è stato contaminato e alimentato appunto da queste esperienze in natura, nei boschi che quindi hanno incominciato proprio anche a dire, a dare linfa letterariamente alla scrittura e quindi dalla una poesia che inizialmente era, come spesso e per i ragazzi, una poesia anche d'amore, una poesia di occasione, una poesia che cercava di descrivere tutta la realtà, così come la incontravi cercavi di capirla. Dall'altra parte, invece è diventata anche una poesia tematica. Non è soltanto quello che non scrivo soltanto gli alberi di semi mi dai boschi o di ambiente, ma in realtà la mia poesia. Una poesia che guarda molto anche agli uomini e in E poi la scrittura si è aperta verso la narrativa verso le le chiamo il seal vario, cioè la scrittura di testi che metto insieme le storie degli uomini e le storie degli alberi, le storie dei luoghi, i riferimenti culturali, storici, filosofici e quan Tltro per andare a definire un'unica grande opera che mette insieme tutti questi elementi. Grazie iniziano in prima dai, hai citato il termine anticipato una domanda che volevo farti dopo ero curioso di capire un po' per dentro sofia cosa cosa intendevi? Che forse andiamo un po' nel al cuore? Allora dice anzi della tua di quello che fai però prima eh? Una domanda che mi viene chi è dopo radix hai recitato anche quest'altra parola probabilmente hai già iniziato a spiegarlo, però mi viene se vogliamo approfondire perché hai chiamato questo termine? Cosa? Cosa ti ha ispirato a usare questo termine per caratterizzare insomma la tua, le corporazioni, le tue opere? Ehm l'uomo radix eh come radice quella persona che attraversa il paesaggio cerca non riesce a creare delle connessioni spirituali, emotivi, culturali con gli elementi della natura possono essere più diversi. Nel mio caso, appunto, sono stati elementi precisi, ma credo che sia lo stesso per coloro che scavalcano le montagne oppure coloro che attraversano l'arco alpino a piedi o coloro che battono le strade e dei pellegrini piuttosto ancora coloro che invece cerca un rapporto costante con le acque o diversi amici che amici e amiche che rapporto molto forte con con l'acqua. E quindi quando escono cercano di andare in posti cascate piuttosto che laghetti alpini piuttosto che ruscelli. Hanno bisogno di questo, di quel tipo di rapporto molto particolare, eccetera eccetera. Ci sarebbero una casistica ampia, perché ovviamente la natura offre moltissime diverse possibilità. È quindi un uomo radice, in sostanza una persona che innanzitutto, come avviene per tante persone che amano la natura c', è stato a un certo punto un dramma. C' è stato a un certo punto un problema, diciamo all'interno dell' esistenza che conduciamo. Ci sono dei momenti di grande difficoltà nei e talvolta le persone che uno intorno non sono sufficienti per riuscire a trovare le risposte. Ehm l'energia che serve per riuscire a superare questi momenti di grande crisi di grande difficoltà. E allora ci sono diverse persone. Non posso dire tutti, ma credo molti che invece di cercare o di trovare queste energie, questa capacità di rinascita all'interno di un rapporto umano con altre persone possono essere i parenti possono essere gli amici, i confidenti, eccetera. Invece costruiscono te sono questo rapporto molto intimo anche con quello che gli sta intorno, ma che non è umano. Quindi in questo caso, appunto, nel mio caso sono stati gli alberi e i boschi. Ma ripeto, ci sono appunto diverse diverse modalità, cioè chi parte fai viaggi a piedi. Questo è un altro mondo, un altro modo per avere un rapporto che spesso esula dai rapporti umani, ma che un atto formativo, un atto di e di ricerca, di quella centralità di se stessi e di perdita dei rapporti che sono invece in qualche maniera disturbanti rispetto al fatto di poter ritrovare un proprio equilibrio. Quindi l'uomo radice un po'. Tutto questo è stato un atto di scissione rispetto al resto della società, per tante cose che adesso non racconto, ma che sono successe a me, ma succedono sicuramente sicuramente anche altre persone e dall'altra parte. Poi da questo stacco è nata anche una radice, una sorta di identità nuova a cui io poi ho lavorato tutti questi anni. Quindi in realtà e sono molti anni che ormai io cerco di capire. Cos'è quest'uomo radice Chi è quest'uomo radice? No, gli ho dato una definizione, ho scritto tanti libri che indagano fondamentalmente il questa identità, questo rapporto speciale con i boschi e le foreste, in realtà non c' è ancora una risposta definitiva che il e anche il percorso del buddismo zen e che appunto da qualche anno si è aggiunto tutto questo percorso in un iniziatico. Diciamo ha aggiunto un altro altro lettura aggiunto, altri valori. Ha perfezionato quella che sembrava una visione laica, anche se mossa da una visione piu' cosmica. Quindi l'idea che l'uomo non è soltanto fine a se stesso, ma che appunto appartiene a un universo più ampio, di cui è uno dei tanti linguaggi in e attraverso il buddismo zen. Devo dire che sto capendo altre cose, sto sentendo altre cose, quindi in realtà è proprio uno sbocco. Vorrei vorrei dire naturale a quello che è un percorso che io avevo iniziato tanti anni fa, quando mi trovavo in quel paesino della California a guardare col naso in su le grandi sequoie millenari. No, é come se quel se quel percorso la avesse poi generato automaticamente. Fra le tante opzioni, anche questa cosa del buddismo zen che infatti oggi è come dire nella pratica quotidiana che che mi accompagna e che perfeziona mhm questo uomo radice qui vedete il mio nome? Tiziano? Neanche fratus. Sean vuol dire eremo delle radici in giapponese. É un piccolo nomignolo ho dato a questa sorta di bosco selvatico è portatile itinerante che io sono e che mi porto dentro, che cerco di elaborare ogni giorno attraverso l'esperienza dell'abilitazione e tutta la mia attività, diciamo chiamiamola intellettuale. Insomma, la mia attività più di artigiano delle parole. Eccomi, scusate il ritardo dei ricambi è Tiziano. Dai un'altra domanda su questo, ma fate un passo indietro. Come ti dicevo, sono un po' di termini che da è da da un po' che ti vorrei chiedere tra cui questo di tendo Sofia, come come dicevo prima, cosa intendi? Cosa significa questo termine dentro Sofia dentro non vuol dire albero in greco e Sofia vuol dire sia a conoscenza che esperienza che forse a lungo andare. Saggezza e quindi dentro Sofia è sostanzialmente una forma di un'esperienza di conoscenza che mette insieme il rapporto fra l'uomo e l'albero è da non prendere necessariamente la lettera viene da Sofia e tutto quello che rapporta gli uomini e le esperienze degli uomini, la conoscenza o la volontà di conoscenza delle persone. Quella che poi alla fine la natura un discorso specifico nella traduzione, neanche nel significato, ma che può essere inteso anche in maniera un po' più elastica, quindi più ampia. Qui, là dentro Sofia. Tutto questo diversi libri che io ho scritto in questi anni, compreso quello che è stato citato all'inizio il bosco è un mondo che è stato pubblicato da Einaudi, così come altri libri penso o ad una delle sequoie giganti silenziosi sono stati pubblicati da Bompiani, il manuale del perfetto cercatore d'alberi che ha pubblicato Feltrinelli. Altri testi che ho pubblicato per la terza Mondadori, insomma, e altri ancora. Molti di questi libri sono libri dentro soffici perché appunto, abbracciano conoscenze, esperienze, testimonianze, descrizioni di grandi alberi, misurazioni, nozioni botaniche e anche tutti quei sentimenti che possono nascere dall'incontro con questi, con questi luoghi, con questi giganti, con le riserve naturali o i giardini storici o gli orti botanici dove uno può andare a incontrare i grandi patriarchi, i cosiddetti alberi monumento monumentali che esistono in Italia, in generale in giro per il mondo. Eccomi, grazie è miei. È ascoltando ti mi viene in mente prima di farti una domanda, che siamo partiti praticamente da un interrogativo no. Che cosa possiamo imparare dagli alberi. In questa puntata, però, prima di chiederlo a te di persona, anche se in parte lo stai già dicendo e e introducendo, è che negli ultimi anni personalmente ho potuto stare. Insomma em con mano. Questo è profondo, rinnovato interesse della natura e delle persone. No, è a volte assume formule macchiettistica e possiamo valutarlo come vogliamo, altre volte invece più serio, da realmente profondo. Insomma, il tema è molto ampio pero' nella tua esperienza tu sei anche un, insomma un esploratore no alle radici. Ma a volte abbandoni le radici e g di questo paese un po', un po' come noi alla ricerca, un po' di hai contatto con tante persone. E cosa ti sembra che sul tema della natura sul ritorno dei boschi è sul contatto, insomma, con un passaggio, insomma nel tuo sito, leggendo che stanno crollando tutte le ideologie praticamente l'uomo. Poi ritrova un nuovo rapporto con la natura in una spiritualità in questa epoca di crollo. No, è a te cosa ti sembra vestiti un rinnovato interesse per questi temi? Oppure è solo moda? Credo che ci siano entrambe le Cnn, entrambe le dimensioni, nel senso che ci sono tante persone che hanno un interesse reale, personale, convinto nei confronti di quella appunto, che noi chiamiamo la natura. Che ci sia anche una moda? No, questo è abbastanza evidente, perché io ogni tanto mi piace raccontare questo episodio quando io, appunto la ho avuto questa piccola l'illuminazione su uso un termine, un po' esagerato, molto esagerato e quindi scrissi quella definizione di uomo radice. Quando poi torna in Italia e cominciai a fare i primi viaggi proprio per andare a vedere i grandi alberi che c' erano soprattutto in Piemonte, in Lombardia, quindi nelle regioni dove io vivo. Comunque, dove sono le mie radici concrete? È cominciata proprio a raccontare le storie, misurare, descriverli, a fotografarli questi grandi alberi. E per qualche anno ho avuto proprio come dire, la la grande ossessione di riuscire a accumulare più alberi che potevo. E quando non andavo e vedendoli scrivevo le prime cose in prosa. Quindi una parte di poesia, una parte di prosa. Andai dagli editori che potevo conoscere per proporre questo lavoro. Il tempo ce l'ha ancora pochissimo, pochi erano usciti pochi libri dedicati agli alberi in questo modo e gli editori, soprattutto quelli di larga diffusione, che poi sono diventati i miei editori ma in seguito tutti, più o meno mi rispondevano sempre la stessa cosa. Ma L'albero è un discorso da nicchia, riguarda poche persone. Invece nella mia esperienza quotidiana c'erano tante persone interessate, appassionate, incuriosite, quando mi capitava di fare le prime passeggiate alla scoperta degli alberi di un parco cittadino piuttosto che in un'area di una riserva naturale, eccetera eccetera, c' erano tante persone che partecipavano, che avevano interesse, che volevano conoscere o che avevano ricordi molto personali legati agli alberi. È quando oggi a me capita ogni tanto di sentire anche alcuni dei celebrati professori che si occupano oggi di questi temi. E loro spesso fanno questa battuta. In Italia hanno già sentita più volte ai miei colleghi i miei colleghi docenti dicono questi professori mi prendono in giro perché io dico che per me gli alberi sono come dei fratelli, no, come se fosse una grande verità, una grande cosa particolare. In realtà moltissime persone hanno un rapporto intimo con la natura, hanno un rapporto, è davvero di fratellanza con gli elementi naturali. Quindi è gli editori per un po' di tempo sono rimasti indietro rispetto a questa sensibilità. Oggi la rincorrono in tutti i modi tant'è vero che ormai non c' è editore, non abbia pubblicato almeno un libro sugli alberi monumentali, uno dei mietitori. La terza ha pubblicato ben tre autori in cinque anni che scrivono di alberi, ognuno col suo percorso e la sua particolare verde, diciamo. Ecco il suo particolare modo. Che però questa è stata una cosa molto interessante, perché soltanto dieci anni fa lo stesso editore non avrebbe mai preso in considerazione la possibilità di fare un libro su un tema come questo. Ehm iniziano c'è stato un piccolo problema di linea la linea si è andato, è andato via. Ma comunque il senso è chiaro anche a livello editoriale, sia a livello personale che a livello editoriale. Insomma, c'è un interesse rinnovato. Insomma, per questo tema e volevo passare al cuore praticamente del un po'. La domanda che caratterizza questa puntata è proprio cosa possiamo imparare dagli alberi, dunque in parte la legge accennata. Ma ti chiedo se puoi approfondire quali sono i benefici maggiori secondo te che un uomo può trarre le passeggiate nei boschi e stare a contatto con boschi e stare a contatto con gli alberi e a livello personale, a te come ti ha come ti ha plasmato, anche se l'hai già accennato interiormente la frequentazione di questi luoghi cosa possiamo ricavarne di noi? Ma diciamo che il mio è un percorso, un po' particolare, un po' al limite, nel senso che io ogni giorno faccio il medico del tempo a questo a coltivare questo rapporto. Adesso, ovviamente con il covi d' ci sono giorni in cui non riesco a uscire, però io apro la finestra, ciò davanti un bosco. Quindi dico anche ho scelto di vivere in un posto in provincia, in Piemonte, dove comunque il rapporto con i boschi e prossimo insomma é ordinario. E non credo che riuscirei più a vivere adesso in città, con tutte e per tante ragioni, insomma. Quindi per me il bosco è diventato importante, lo è sempre di più il mio percorso autista lo chiamo Silvio buddista, quindi in un prevede proprio la meditazione e la contemplazione all'interno stesso proprio della dimensione del bosco non è soltanto così scenografia è qualcosa di molto piu' importante e radicale. Essenziale è quindi quello che io posso testimoniare con quantomeno raccontarvi nella mia esperienza quotidiana. È un percorso che molte persone diciamo riescono, ma anche per una questione di tempo, per una questione di altre scelte, di altre le priorità nella vita a percorrere. E questo questo non voglio dire che io sento la natura meglio di altre persone. Io questo non lo credo. Insomma, ogni persona sente le cose, sente la natura nel suo modo ed è l'unico l'unico modo possibile, insomma. Ecco però è diciamo che credo che ci sia un po' di differenza tra coloro che ingiustamente e tra le tante cose che affrontano nella vita ci sia anche abbiano anche questa l'occasione di poter camminare la domenica mattina o quella volta ogni tanto nel arboreto urbano, in un parco pubblico piuttosto che nel piccolo bosco che ci può essere é piu' o meno vicino da casa. Allora chi lo fa ogni tanto lo fa, ovviamente per star bene. Lo fa perché sappiamo che attraversare un bosco, un bel giardino con degli alberi ci può portare un po' di tranquillità. Oggi la scienza, insomma. Lo ripetiamo tutti un po' pappagallo. Però la scienza ha dimostrato che esiste proprio un benessere fisico. Cioè gli alberi producono, emanano degli ioniche snervante le tensioni degli esseri umani che ci passano in mezzo. Quindi in generale questo è un dato assodato e che ripeto anch'io insomma mai una cosa che conosciamo benissimo. Quindi questo è il motivo principale per cui tante persone poi hanno bisogno il piacere di fare anche una bella camminata una volta ogni tanto e accanto a degli alberi un bello spazio verde. Poi, ovviamente, nelle città e gli alberi hanno molte funzioni, hanno assunto, senza volerlo, ovviamente, molte funzioni che servono a noi. Egoisticamente oggi si parla di piantare altri milioni di alberi in giro per le città italiane. È un fatto positivo, anche se io sarei un po' piu' attento e meno trionfalistico di quello che oggi avviene per il semplice fatto che molto spesso noi piantiamo gli alberi nelle città, ma poi ce ne freghiamo completamente della qualità della loro vita. Noi guardiamo il nostro interesse, la bellezza del quartiere l'ombra che abbiamo durante l'estate, il fatto che ovviamente l'albero acquisisca quegli elementi sia metallici e fisici. Aerei che ovviamente per noi sono disturbo, oltre al fatto di produrre l'aria. Ma questo é uscito nemmeno molto spesso. Gli alberi nelle nostre città vivono una dimensione drammatica, nel senso che gli studi ci dicono che un albero piantato nelle città del mondo vive meno della metà prospettive di vita inferiori a meno della metà di quelli che sono invece e le prospettive di vita dello stesso albero piantato fuori dal contesto urbano. Quindi evidentemente noi abbiamo davanti agli occhi tutti quelli viali dove gli alberi sono dentro un pezzetto di terra e litigano un po' col cemento, un po' con noi che li calpestiamo, ci parcheggiamo sopra, quindi è bello avere gli alberi in città, ma noi non abbiamo molto rispetto degli alberi che sono nelle nostre città. Questo è secondo me un fatto che anche tutti coloro che vogliono piantare tanti alberi dovrebbero giustamente considerare non so quanto oggi venga finalmente considerato, ma qui andiamo su temi specifici e tecnici che poi, come dire, esulano un po' anche dalla dalla, dalla situazione insomma, ecco, e quindi io penso che alla fine ci siano tante ragioni. Perché? Perché le persone m hanno piacere di camminare in un bosco, comunque in un posto dove gli alberi sono la presenza, se vogliamo più magnetica. E é anche piu' affascinante. Se posso farti una mia considerazione nel senso ehmm secondo me è vero questa cosa della città è toccato. Un tema comunque vero, nel senso che spesso e volentieri anche come li li trattiamo quando diventa è quasi diventato una una faccenda di ordine pubblico. Gli alberi no, secondo me distorto, perché in città, appena rappresentino sono state le politiche. Un po' miope anche sul tipo di alberi installati a piantati in determinate città. Il primo pericolo? La prima cosa che si fa piuttosto che regalati un habitat naturale tagliati oppure capito, mozzare. Insomma un tema abbastanza ampio. Effettivamente però spesso è diventano piu' ornamento. Che struttura essenziale per la città. Forse dovremmo guardare in un altro in un altro modo. Questa questa presenza nelle nostre città è una cosa che volevo chiederti. È anche guardarmi un po' Nella tua opera anche spesso ce la parola Sinfonia C' è la musica. Qual è il tuo rapporto con la musica nella sua opera? E come entra in connessione con il tema dei boschi della natura? Beh, diciamo che è un importante. Io ho sempre ascoltato tanta musica fin da ragazzino, quando ero ragazzino hai pochi soldi che giravano Avevo come paghetta, diciamo. Era una paghetta, somma ridicola. Ma insomma, mio padre faceva quello che poteva, ma la prima cosa che faceva andavo subito a comprare dei dischi. Insomma, ovviamente i dischi o le musicassette, ma ragazzino, ascoltavo i dischi, il cd sono arrivati dopo e comunque io sì, diciamo che se avevo dei soldi tendenzialmente il mio vizio era quello, era proprio la musica, quindi ti ho sempre ascoltata tanta, ne ascolto tanta, anche se i miei gusti sono cambiati molto, ovviamente da nell'arco di più di trent'anni è mme la continua ad essere molto importante. Infatti anche nella scrittura spesso io la musica la metto e non solo perché magari uso prescrivendo delle poesie appunto la parola sinfonia concerto è tutto l'ultimo libro, questo sogno di un disegnatore di fiori di ciliegio che è stato pubblicato dalla buca é tutto vergato con termini anche musicali. Ci tenevo a far vedere che questi piccoli boschi miniati, queste poesie avessero un connotato musicale fondante. La musica per me è importante per tante ragioni, anche perché quando vado nel bosco io tasse sento delle sinfonie, quindi la sinfonia che magari puo' essere molto minimale come è stata la musica minimalista del novecento. Quindi che ne so, il passo che ovviamente fa scricchiolare le foglie stamattina magari all'alba e poi nel frattempo cela irone che e dalla che prende il volo in tutti questi piccoli rumori naturali che però appunto insieme fanno la voce del bosco, compongono questa piccola orchestra mobile che noi abbiamo la fortuna di poter ascoltare ogni tanto e quindi la musica è sempre stata molto, molto importante. Io la ritrovo anche in natura, anche, appunto quando non è la musica suonata da gli strumenti, ma la musica, proprio il canto delle cose, il canto degli esseri viventi eccetera. Eccomi, grazie. Da poco infatti volevo introduce un'altra un'altra riflessione. Io da da da da poco tempo, un mese circa. Mi sono sempre vissuto anch'io in provincia e poco in città è paradossalmente sono arrivato dopo alla città prima di sono cresciuto in provincia di Viterbo, nell'altro in provincia. In questo momento sto vivendo in un paesino chiamato alto provincia, tra Liguria e Piemonte, tecnicamente Piemonte, ma siamo quasi in Liguria e non mi ero mai reso conto di quanta musica avesse il silenzio, perché qui c'è un po' di silenzio e all'interno del silenzio c'è tanta sinfonia. Dunque una cosa che volevo chiederti è che mi aveva puntato musica e silenzio tramite il silenzio si scopre la musica, vedo secondo te che ne pensi? Ma c' è sì, c' è una frase io devo dire la giusta però è la trovo giusto. Ma se la dico a memoria da sballo, quindi eccola trovata a proposito proprio del silenzio c' è un concetto interessa un'espressione interessante che il ha scritto a vergato padre Giovanni Pozzi, che è stato un grande studioso italiano é l'ultima, sua piccola opera, si intitolava tace, cioè un vero zitto taci! No! É un piccolo saggio che tra l'altro consiglio a tutti i coloro che ci stanno seguendo di leggere perché è molto piccolo e pubblicato da Adelphi ed è veramente una summa. E sul silenzio attorno al silenzio e lui scrive questa cosa del silenzio. Padre Giovanni Pozzi, quindi un un grande intellettuale, ma un uomo di fede. A proposito di vita solitaria, si scontra col paradosso che si è cercata La solitudine è inafferrabile se ti afferra la solitudine é insopportabile. L'uomo è un solitario. Non solo e questa è una cosa molto interessante perché spesso facciamo un po' di retorica sul silenzio anche anche gli altri scrittori che io conosco, cui spesso si fanno magari dei convegni o delle o delle presentazioni in comune, cioè la tendenza a fare del silenzio una sorta di grande guaritore di grande sciamano che usa un po' come vuole, ma il vero silenzio a parte che io credo che il vero silenzio noi non lo tocchiamo mai, perché il grado più profondo di silenzio più vasto di silenzio è una forma di stato d'animo il vero silenzio oggettivo. Noi non lo possiamo sentire, non lo possiamo mai raggiungere qualcosa a cui noi puntiamo no, come se fosse la terra promessa, ma che fondamentalmente non possiamo veramente toccare. Non possiamo veramente agguantare perché appunto, come dice anche avuto benissimo Giovanni Pozzi e quando noi cioè questo paradosso, che quando uno questo silenzio e anche la solitudine, se lei vuole agguantare si pensa di esserci arrivato, diventa insopportabile e quindi è questo in realtà è molto prezioso, perché noi proviamo ad avvicinarci al silenzio, ma il silenzio in qualche maniera ci sfugge sempre. Pero' facciamo esperienza di vari gradi di sottrazione del rumore, di sottrazione e di conoscenza di vari gradi di silenzio, senza però arrivare al vero fondo totale. Silenzio é a questo, a questo riguardo me lo dice anche quel famoso episodio di John Cage che negli anni cinquanta si fa chiudere in una stanza analcolica. Sono quelle stanze con tutti gli spuntoni fatte di materiali fonoassorbenti dove c' è, diciamo, il grado di silenzio, più meglio di assenza di rumore più alta del pianeta. Perché lui, appunto, stava leggendo i cinque, stava facendo tutto un lavoro sul silenzio che poi porterà avanti per tutta la vita. In realtà, quando poi aprono questa stanza vera da solo, lui arrabbiato, nero perché diceva mai sentito così tanto fracasso come qua dentro, ovviamente il fracasso da lui, il suo respiro e se cosa, che in generalmente circondato dalla dal baccano quotidiano e anche quando siamo nelle stanze delle nostre case no, come in questo momento sembra tutto silenzio. Però se uno sta zitto in realtà si sente, sente questo riverbero che le luci producono e che di notte, soprattutto, diventa quasi un rumore molto forte. Di giorno non te ne accorgi perché dalla finestra entra di tutto. È insomma, ovviamente tanti rumori che noi non ci facciamo neanche casa. In realtà sono attivi, ci accompagnano e che ci rendono un po' più sordi rispetto a quello che sarebbe senza. E quindi questo silenzio in realtà non io Quando dico sono qui che medito in silenzio, in realtà non c'è silenzio è una forma intermedia di rumore, fra rumore attutito fra che però non è morto il silenzio si', infatti più volte hai citato anche la meditazione, anche vero? Secondo me è fondamentale che non quando ci approcciamo al bosco, nella fattispecie agli alberi conta anche la nostra musica interiore, no, nel senso quando quando non riusciamo a tacere dentro di noi, inevitabilmente ci perdiamo tante cose. E soprattutto perché spesso si questa visione secondo me taumaturgica del bosco no, nel senso vanno in un bosco, mi si risolvono tutti i problemi. Però sì, effettivamente tra un ambiente urbano, un ambiente urbano e naturale scusami, è troppo facile. Così, nel senso, se fosse così, sarebbe armante o sono problemi insignificanti? Voglio dire, insomma, dovrà va bene tutto. Però in realtà tutto ciò che noi è una delle cose interessanti, dei percorsi anche no, in natura che noi possiamo fare che qualsiasi viaggio noi facciamo in natura è un viaggio faticoso. La fatica alla fine è una cosa così. Otto. Insomma, la fatica è una cosa molto utile, il viaggio faticoso. Uno il viaggio che ti stanca e molto prezioso e molto educativo. Innanzitutto spesso abbiamo l'idea che tutto ciò che non è lavoro sia relax? No, spesso accarezzano un po' queste illusioni in realtà qualsiasi cosa fatta bene richiede impegno e quindi anche un po' di fatica. Beh, ma che sia anche pensare che sia farsi compagnia coi pensieri mentre si cammina in mezzo, così, andando in città piuttosto che andando a dire una mostra se uno vede una mostra ed è una bella mostra e ti impegna, tu vuoi capirla, non sei soltanto bamboccione che gira così, no, anche bello. Van Gogh però poi non ha capito niente di cosa c' era dentro Van Gogh. E allora? Ovviamente tutte le esperienze richiedono un po' di disciplina e un po' di pressione, anche se forse a seconda del grado di l'impegno, è anche un po' di fatica e tutto questo è prezioso. Quindi per fortuna che noi non abbiamo le bacchette magiche perché sarebbero una sciagura per gli uomini. Assolutamente, sono sono d'accordo, non esistono ricette. Il progetto italiani cambia parte proprio dalla l'assunzione di responsabilità noi stessi, no, dunque non esiste una ricetta magica calata all'altro, ma in primis la messa in discussione di noi stessi, che spesso cambia le cose anche nel nostro minuscolo Un posto importante è m'. Ti volevo chiedere una domanda legata un po' al periodo che stiamo vivendo. Questa è una riflessione che ti faccio mia ehmm nel senso hanno molto particolare è io spesso la sensazione che non ci sia una differenziazione nei vari lockdown nei vari non entro nel merito, se no non finiamo più assolutamente. Però in molti casi il bosco, la natura è un po'. Non ho mai visto un'assimilazione così forte tra città e ambiente boschivo naturale come questo periodo e secondo me si perde un po', la differenziazione no. Tu pensi che questo periodo in generale è m'. Hanno sta stia aumentando un po', la voglia di scoprire luoghi naturali, soprattutto quando siamo costretti in casa come lo siamo stati per lungo periodo oppure è tutto quello che ha visto? Un aumento di curiosità, di consapevolezza in questi anni è sganciato da quello che sta succedendo in questo anno secondo te non so, non saprei dare, non saprei dare una risposta precisa, nel senso che ho diverse sensazioni un po' diverse come dire oscilla un po' e in piacerebbe pensare che si che il tempo, lo spavento, il dolore che comunque circola, anche se magari non ci riguarda direttamente, però riguarda sicuramente qualcuno che conosciamo dei vicini. Quindi talvolta anche se il dolore non è il nostro, di persona sono morte. Muoiono così tante persone che ovviamente prima o poi ci tocca in qualche maniera o ci sfiora. E al di là di questo, credo che alla fine mi piacerebbe pensare che possa essere utile anche un po' a migliorare la percezione che abbiamo di noi stessi e soprattutto la possibilità che abbiamo di ricalcolare un po' le nostre vite. Insomma anche i valori che sono un po' al centro, i bisogni che noi abbiamo in generale e che facciamo nostri, spesso per imitazione, perché comunque la società in cui viviamo una società molto coercitiva, anche se siamo abituati a pensare che siamo liberi consumatori, in realtà siamo consumatori molto che molto forzati è non è un caso che adesso faccio una piccola digressione rispetto anche al mestiere che faccio io. Insomma o artigianato che faccio io, quello della scrittura in questi sono anni dove gli scrittori che vendono tantissimo sono pochi, sono sempre gli stessi, sono gli stessi che vediamo in televisione, sono gli stessi che poi magari vanno anche al cinema. Sono gli stessi che poi ehi, imperversano sui social perché ovviamente hanno un seguito che gli altri non hanno in realtà negli ultimi anni la possibilità dell'acquirente del consumatore o comunque del cittadino di fare delle scelte libere. Secondo me si è molto e il si è molto ristretta rispetto a qualche anno fa. Qualche anno fa ci si vergognava anche un po' essere troppo dappertutto, invece adesso sembra un po' passata in cavalleria, questa sorta di pudore. E però questa è una mia osservazione personale, non voleva essere una critica nei confronti di altre persone. É semplicemente una constatazione di quello che mi sembra evidente. La per tornare alla domanda che hai fatto e dall'altra parte. Però io credo che in realtà da quello che ho visto questa estate, quando abbiamo aperto di nuovo i cordoni, un po' delle attività dell'uomo, soprattutto qui sulle montagne, nei territori il culinary del nord, quindi sia in piemonte ma anche in val d'aosta, in lombardia, io penso a un territorio dove spesso vado che il bellunese eccetera. In realtà in questi territori la domenica c'è stata sabato e la domenica c'è stata veramente l'invasione proprio perché le persone non potevano andare al mare, non potevano andare all' estero o meno c'e' stata un'invasione incredibile delle persone che c' era ben poco rispetto rispetto alla natura, al territorio e c' erano macchinoni, suv, ma non solo quello. Insomma, ficcati dovunque. Quindi quello un po' mi ha allarmato perché anche chi vive di turismo in questi territori, ovviamente da una parte era contento di vedere così tanta gente è rimasta un po' sorpresa è dal fatto che fossero anche così invasivi, no, così violenti proprio anche un po' prepotenti nei confronti del paesaggio ehm della provincia che andavano a visitare per quel giorno. Questo, per esempio, è invece un macro dato gli economisti direbbero così che un po' mi sconfessa é un po', come dire mette invece dal a soppesare la bilancia e vedere che dalla mia speranza che possa servire lockdown e della pandemia dall'altra parte invece che possa purtroppo aumentare il lato meno nobile dei nostri comportamenti, delle nostre scelte. Non so, non so decidermi quale delle due e bilanciare i due lati della bilanciano posare la mia scelta. A dare una risposta decisa ci sono entrambe le cose, entrambe le dimensioni, quella positiva che ripete più una speranza e quella negativa che invece fa i conti con i comportamenti un po' eccessivi che ultimamente si sono visti. Grazie tiziano ehmm. Abbiamo parlato di ricordo intanto che ci sta seguendo. Abbiamo anche scritto in chat se ci sono domande e curiosità, noi riportiamo volentieri a tiziano le vostre curiosità è io ne avevo un'altra è era abbiamo parlato di alberi in generale no, però all'inizio hai citato la sequoia, il tuo viaggio a big sure. Insomma io personalmente, tra i tanti alberi sono molto attratto dai faggi in provincia di viterbo. Lo capirei, dici praticamente nel lago di vico è che è una riserva naturale, oltre che un lago al vicino, cioè un molte praticamente vicinissimo al lago che monte venere in cui c'è una faggeta depressa dove i faggi praticamente crescono all'altezza molto più bassa rispetto rispetto al solito. E a te qual è stato? Non ti faccio la domanda all'albero preferito perché è squallida. Però qua ci sono stati degli alberi, in particolare al di là della sequoia che ti hanno un po' segnato, che ti porti dentro, che ti hanno lasciato un messaggio particolare che ma ne ho visti talmente tanti in effetti che non non saprei neanche scegliere, nel senso che ci sono veramente tanti alberi a cui vado a vedere che qualche turno, quando posso anche visitare delle grandi castagne, appunto i faggi larici dicembre per stare sugli alberi diciamo del paesaggio che un po' più mi mi frequento appunto, che quello diciamo alpino e prealpino. Ovviamente poi ci sono anche tanti alberi esotici che ormai sono presenti nelle nostre città o alberi che una volta erano esotici. Adesso ormai sono diventati abitudinari. Anche per noi no. Platano, che non è un albero italiano, è un albero europeo o quantomeno dell'europa della nostra Europa del di questa parte d'europa non è stato importato. Finisce poi dai romani. Poi sono arrivate le ibridazioni con il nord americano che è passato dalla Spagna e dall'inghilterra e quindi oggi noi in città come Bologna, in città come Roma, in città come Torino e Milano è Firenze l'albero più presente. Tratto no, ci sono tanti viali, no, ma anche molto belli, magari anche molto scenografici, molto parcheggiati li' tra l'altro. Purtroppo, appunto, in la il platano è diventato, come dire, la presenza arborea per eccellenza il oppure il cipresso. Ma noi siamo abituati a pensare che il cipresso sia il classico albero della cartolina della Toscana, No, quando noi vediamo le famose cartoline meravigliosa che sembrano dipinte con quei colori fantastici della zona di bulgari. Per esempio ci deve sempre essere la figura riconoscibile del famoso cipresso, in realtà oggi presso un albero, quei tanti alberi importati in Italia nell'arco dei millenni e che quindi in realtà non sarebbe di per sé un albero nostro. Però ormai è diventato l'albero e noi troviamo abitualmente al cimitero un albero appunto di queste altre situazioni più turistiche e paesaggistiche che noi conosciamo. Sì, ci sono anche molto affezionato. Per esempio i ficus ficus australiani che oggi si vedono così bene ormai secolari in certe aree del Mezzogiorno penso è una bellissima passeggiata lungomare che c' è a Reggio Calabria con bellissimi ficus messi a dimora a inizio Novecento dopo il grande terremoto piuttosto che Palermo Cagliari, tante città della Sicilia che hanno ormai come l'albero dei giardini il ficus, questo ficus che sono alberi molto grandi. E a Palermo ci sono i ficus che hanno la più grande architettura Europa come alberi esotici è oppure si trovano anche in alcune cittadine della Liguria. Quindi se uno va a Sanremo sa che trova questi grandi alberi sparsi in vari giardini pubblici, anche in alcune piazze etc etc. Insomma quindi anche quelli sono alberi che io lo amo l'ulivo che non ho ancora citato ma che è un albero, chi può assumere anche qui delle dimensioni straordinarie, dell'età vetuste davvero di grande impressione. Duemila tremila anni insomma sono tanti gli alberi che mi ricordano dei viaggi e degli incontri davvero straordinari. Questo eccomi si è volevo che ci avviciniamo purtroppo dico purtroppo perché era un incontro che aspettavo davvero da tempo. No, non te lo nascondo, sono veramente felice, però è il tempo stringe. Siamo verso la fine della nostra ora in un ti volevo chiedere a questo punto avrei molte altre, ma chiedo un po' qual é un po'? I tuoi prossimi obiettivi prossimi? Ci sono degli quando si potrà incontri o cosa, insomma, in in programma né in questo in questo periodo che sì, io sto finendo appena finito. In realtà un nuovo la nuova opera e che rende conto di questo percorso si' va buddista di buddismo zen nei boschi che io amo sto perfezionando e quindi stiamo lavorando con un fattore importante per riuscire a fare questo libro e vedremo se prenderà forma per la primavera o insomma, dipende perché ovviamente la pandemia ha rallentato molte attività, tra cui anche l'editoria, che nell'ultimo ma quest'anno ovviamente ha dovuto é stata paralizzata in diversi periodi. Le condizioni di lavoro sono anche molto misurate, per cui tanti, tante persone, tanti editor che lavorano nelle case editrici hanno dovuto lavorare da casa, magari anche a mezzo tempo. Insomma, sappiamo che si è parlato della difficoltà di tanti settori industriali, pochissimo dell'editoria, più delle librerie. In realtà questo è un settore che già era fragile prima, adesso lo è ancora di più. E comunque al di là di questo, questo è un po', il libro su cui l'opera su cui sto lavorando molto, perché ci tengo proprio a farlo e penso che sia anche un momento giusto per poterlo fare. E poi sto lavorando invece a un altro, a un romanzo e un po' di anni che cerco di ma di mettermi alla prova. Ecco, diciamo che al momento la cosa principale è questa a livello di scrittura mettermi alla prova sul fatto di essere in grado non solo di scrivere i libri come quelli che ho scritto fino adesso e sono come dire sono usciti anche talmente tanti che hanno dimostrato che è una forma che riesco quella nel salvare, come la chiamo io, una forma che riesco benissimo a gestire. Però il romanzo romanzo diciamo puro, invece è una cosa su cui è fatto bene. Ripeto, non semplicemente per avere anch'io il romanzo, perché ce l'hanno tutti. Allora anch'io voglio fare il romanzo. Invece a me interessa capire, infatti sia con i miei editor, la mia gente che era una persona molto preparata, soprattutto molto severa, e anche con gli editori con cui c'. È un rapporto del questa cosa capire se veramente la mia scrittura possa essere fertile in quella direzione. Perché a volte non si mette in testa di fare una cosa per narcisismo, no, piuttosto che per altre ragioni. E allora ci sono molte difficoltà, non è facile. Insomma, tra l'altro gli editori, quando si fissano su hi-tech l'autore, ti collocano in una posizione precisa, quindi riuscire a fargli cambiare opinione diventa spesso la più difficile delle cose, eh, non perché ora abbiamo torto, è perché sicuramente gli editori italiani sanno fare il proprio mestiere. Però non è facile ampliare l'orizzonte le capacità l'idea che tu possa essere anche un autore sa scrivere anche altro oltre a quello che loro hanno già valutato positivamente e magari hanno anche ragione. Quindi doppia ragione bisogna anche essere accorti, come dicevo già all'inizio e anche umile nei confronti proprio di una forma di arte come la scrittura che è che comunque richiede sempre il tuo massimo. Tu non ti puoi permettere, a meno che tu non sia stato famosissimo. Non ti puoi permettere di farti fregare dal narcisismo, perché a un certo punto hai perso come dire il contatto con quest'arte e chi ha fatto l'errore di farsi un po', divorare la facilità di fare le cose. Poi talvolta ha perso proprio l'obiettivo e sono cose sono treni che non passano una seconda volta, quindi bisogna veramente è come dicono appunto i maestri, anche del buddismo. La propria sorgente va curata e accudita e nutrita e alimentata con grande rispetto, perché se si prosciuga è quasi impossibile farla rim, ritornare com'era quindi è questa è sempre stata una cosa che mi ha sempre molto tormentato. Forse proprio perché io alle spalle non ho una famiglia benestante, non ho delle condizioni come tanti altri scrittori che invece arrivano se vogliamo dal morbido adesso, senza esagerare, perché la vita, la vita impegnativa per tutti. Però io ho sempre avuto una certa è curiosità nei confronti di quegli artisti che hanno avuto magari un momento d'oro, ma poi sono caduti in disgrazia. È una condizione che mi ha sempre un po' incuriosito. Insomma anche Torino mi ricordo dal ragazzo. Nel mondo del teatro ce ne sono alcuni che hanno avuto questa questa dinamica. Mi chiedevo sempre ma cosa è successo? A un certo punto andava tutto così bene no, era tutto così perfetto. Adesso non so quanti si preoccupano di queste cose, però a me invece ogni tanto ci penso questo. Cioè ho proprio paura che non tanto nel futuro io sono molto positivo nei confronti del tutti i possibili futuri che ci possono essere. Però sono più spaventato dagli errori che puoi fare tu senza che te ne accorga no, quegli errori che fai perché sei come dire nel momento buono e allora mi senti? Il famoso leone è però poi quando rimane senza energie diventa più difficile. La cosa, quindi è sempre ho sempre cercato di prestare attenzione a questo poi non è detto che basti darci prestare attenzione. Ma era un dettato, come dire, una cosa che ogni tanto penso. Quindi la sorgente è importante, bisogna tenerla viva, bisogna alimentarla. Non è una cosa automatica. Ecco, non è spesso sento parlare di donò. Il dono che uno ha è di correre, di scrivere, di saltare, di parlar bene in pubblico. Ma tutte le cose vanno guadagnate, vanno costruite alimentate con con la giusta serietà, senza esagerare, senza diventare esageratamente narcisisti perché questo sappiamo che porta non porta bene pero' sicuramente essere seri e puntuale rispetto a quello che si fa è prezioso tiziano io ti ringrazio tantissimo per la per essere stato con noi stasera siamo giunti alla conclusione e insomma spero ci sia ci sarà presto un'altra occasione per come è stato in Casentino un po' di anni fa. Ringrazio ancora Sandra Baracchi, è stato un incontro preziosissimo. Grazie mille grazie a voi e buona serata. Grazie grazie a tutti e tutti che ci avete. Insomma siete stati con noi è noi torneremo con a tu per tu a dicembre cambieremo decisamente argomento. Andremo a parlare di di finanza, di finanza etica e lo faremo con Ugo Biggeri, che da poco ha scritto il libro I soldi danno la felicità Ugo Biggeri e l'ex presidente anche di banca etica e dialogheremo sui temi della finanza e della finanza etica. Cercheremo di schiarirsi un po' le idee in questo mondo che spesso ci spaventa. Grazie e a presto ci rivedremo il mercoledi' sedici dicembre prossimo appuntamento Ciao, buona serata! una cosa è si' esatto, se diagonale quando sempre Okay, va bene, allora sei partito. Cominciamo. Dall'inizio parte banalmente per il sottopancia. Vincenzo Livello cosa? Si chiama presidente Vincenzo Li Nasello, presidente di Goel. Spazio spazio, Gruppo cooperativo. Ti va di raccontarci cos'è quando nasce proprio l'abc gol nasce nel duemila tre. Nasce dalla voglia di innescare un un processo di riscatto e di cambiamento in Calabria. Il cambiamento, che ovviamente fa i conti con gli ostacoli più grandi alla realizzazione di questo cambiamento, ovvero la ndrangheta, è il sistema che la ndrangheta ha creato anche, insieme alle massonerie deviate il sistema di corruzione e nello stesso tempo anche gli effetti di depressione economica e disoccupazione. Perché propone il nasce nel duemila tre? Perché a metà degli anni Novanta avviamo nella Locride, in ambito ecclesiale, un'esperienza di incubatore il crea lavoro da cui nascono diverse cooperative e e con le quali e con altri soggetti del territorio intorno al Duemila abbiamo una fase di riflessione. Dove ci chiediamo perché la Calabria è messa così male? La risposta che uccidiamo è che in Calabria la precarietà è stata elevata strumento di governo del territorio, genera dipendenza, assoggettamento delle persone, controllo dei voti, controllo delle risorse pubbliche. E ciò avviene grazie a due soggetti che si sono alleati insieme che hanno creato questa questa amministrazione della precarietà. Una è la ndrangheta, non tutta quel cinque percento che oggi di ndranghetisti che oggi detengono il novanta per cento delle risorse della ndrangheta che più di quarant'anni fa decidono di allearsi con un reticolo di massonerie deviate e che oggi portano avanti amministrano questo sistema di governo della precarietà che ha il dettaglio più geografico. Questo questo e anche perché no, magari non state anche se attentato per dormire come Gioiosa Ionica. Tu sei si'? Sì, se vuoi. Dieci. Perché dov'è? Perché insomma, abbiamo una contestualizzazione e oggi col è composto da dodici cooperative sociali, due cooperative di conferimento agricolo, due associazioni di volontariato, una fondazione, ventinove aziende prevalentemente agricole. Lo ripetiamo guarda che passa, la rifacciamo. Grazie. Oggi il formato da dodici cooperative sociali, due cooperative di conferimento agricolo, due associazioni di volontariato, una fondazione, ventinove aziende prevalentemente agricole, è nato il gruppo è nato nella Locride, costa ionica della provincia di Reggio Calabria, ma oggi siamo presenti nella Locride, nella piana di Gioia Tauro, e iniziamo ad essere presenti nella provincia di Vibo Valentia, nella provincia di Catanzaro. Si' vuol dire non so se ha senso Roma che avete scritto anche a Roma, Milano no, magari quando parliamo di mangiare ok, ora hai accennato, però spieghiamo meglio che cosa No, no, no, no, nel senso che la cicatrice, ma in pratica fa sanno che se vuoi, se vuoi farlo in un'unica domanda facciamo due. Una sorta di panoramica di questi quindici anni come è cambiata, però vuole separiamoci, si separa. Facciamo forse prima che cosa fare? Welles è decide fin dall'inizio di innescare questo processo di cambiamento in Calabria. È dimostrando che l'etica non è una scelta di retroguardia per animi nobili che si vogliono immolare, ma può essere la via maestra dello sviluppo economico di un'intera regione ed è enormemente più efficace ed efficiente della pseudo economia mafiosa che oggi sembra essere l'unica alternativa è possibile in alcuni territori della Calabria. Per fare questo da un lato c'è il delegittima la ndrangheta con un'azione continua di propaganda, di comunicazione, di propaganda che mette in evidenza gli aspetti fallimentari della ndrangheta. Ma a noi piace ribadire che oggi la ndrangheta è considerata la mafia numero uno al mondo, la mafia numero uno al mondo ha prodotto l'ultima regione in Europa e questo è il fallimento totale di questa organizzazione. Quindi da un lato mettere in evidenza le contraddizioni e i fallimenti continui della ndrangheta. Dall'altro lato però costruire esempi di economia sociale, di economia etica che funzionano davvero. Questo è il motivo per cui Ingo l non ci sono solo i progetti sociali tipici del mondo delle cooperative sociali ce li abbiamo anche noi. Abbiamo le attività di accoglienza di minori adolescenti che vengono da percorsi di devianza, perché dobbiamo dare un'alternativa a quei giovani che rischiano di essere poi arruolati tra le fila della ndrangheta. Abbiamo attività di accoglienza dei migranti perché siamo convinti che i migranti possono essere una grande opportunità per una regione come la nostra e non tanto per l'accoglienza, ma proprio per l'integrazione e lo sviluppo che possono aiutare a portare avanti. Abbiamo deciso proprio quando la Asl di Locri è veniva commissariata diversi anni fa per ndrangheta, di fare anche un pezzettino di sanità nell'ambito della psichiatria, della salute mentale. Ma accanto a ciò ci siamo dedicati a dimostrare che le aziende che nel territorio si ribellano alla ndrangheta non solo possono andare avanti, ma ne avranno un vantaggio economico, cosa che finora difficilmente succedeva. E allora abbiamo messo su i viaggi del Goel, un tour operator di turismo responsabile i che fa pacchetti turistici di incoming in Calabria, pacchetti di turismo ecologico e ambientale, turismo enogastronomico, bio, turismo culturale, turismo sociale. Ma lo fa con aziende turistiche, ristoranti, alberghi. È che si sono ribellati alla ndrangheta oppure con beni confiscati. Quindi noi riempiamo di turisti quelle strutture che hanno avuto il coraggio e la coerenza di dire no, la stessa dinamica l'abbiamo portata avanti in ambito agricolo. Abbiamo aiutato a creare la prima cooperativa agricola fatta da aziende agricole che si sono ribellate alla ndrangheta. È questo da un lato per aiutare le aziende agricole che vengono continuamente aggredite a difendersi dalle aggressioni. Perché la ndrangheta si ritrova così tutta la comunità di Goel dietro quella azienda agricola, ma dall'altro lato per dimostrare sempre che queste aziende che non piegano la testa hanno fatto la scelta anche economicamente più giusta. Noi siamo partiti da una situazione in cui le arance nel nostro territorio venivano pagate cinque dieci centesimi al chilo. Con le aziende che si sono ribellate alla ndrangheta abbiamo ricostruito la filiera di produzione e di distribuzione anche con nostri centri logistici, con nostri centri di trasformazione. E oggi noi paghiamo le arance bio ai cancelli dell'azienda quindi il primo prezzo ai cancelli dell'azienda centesimi al chilo, quaranta centesimi. Non è solo otto volte cinque centesimi. E il prezzo più alto pagato per le arance in Calabria ti prende il prezzo più alto pagato per le arance in Calabria. Oggi le aziende che hanno detto no alla ndrangheta vuoi vedere che ribellarsi alla ndrangheta conviene e da questo anche l'economia circolare? Quindi con i sottoprodotti della trasformazione agricola ti abbiamo dato vita alla filiera della bio eco Dermot cosmesi, dove gli oli essenziali di agrumi l'olio di oliva biologico diventano gli ingredienti di questi cosmetici bio un'altra attività di Goel e mangiare per recuperare e rilanciare l'antichissima e prestigiosa tradizione della tessitura a mano calabrese. Ci siamo inventati il primo marchio di alta moda etica in Italia e lo abbiamo fatto con l'aiuto di quelle donne che nel territorio hanno voluto caparbiamente recuperare questa tradizione. E infine un'altra attività importante di Goel è quello di essere da moltiplicatore per altri che vogliono far partire in Calabria iniziative che siano innovative ed etiche. Abbiamo dato vita a un incubatore che si chiama Campus Goel, dove gratuitamente aiutiamo a far partire altre startup che siano etiche ed innovative, l'incubatore presso gli uffici di Goel e noi offriamo tutti i servizi di supporto imprenditoriale gratuitamente. Offriamo i marchi di Goel se servono e infine diamo regaliamo in aperta polemica con tutte quelle lobby, con tutti quei circuiti, quei club che vendono a caro prezzo questo aspetto. Regaliamo le nostre relazioni in modo tale che non ci sia bisogno che nessuno faccia giuramenti col sangue per avere quattro relazioni significative e importanti per il proprio futuro gol nel Nel corso degli anni si è confrontato con le aggressioni della ndrangheta. Ne abbiamo ricevute tante, sia centralmente come quella, sia presso i nostri soci. Noi abbiamo imparato a difenderci nel corso degli anni e partendo da quella che era una delle prerogative della ndrangheta, la ndrangheta ha imparato dagli errori di Cosa nostra. Ha imparato che è un grave errore sfidare lo Stato, preferisce infiltrare lo Stato, ha imparato che non vanno creati eroi che non bisogna attirare l' attenzione dell'opinione pubblica che bisogna stare sotto traccia e questa strategia è una strategia che ha pagato noi, capendo questo abbiamo costruito una forte rete in tutta Italia e adesso la stiamo costruendo anche a livello internazionale. È una forte, è funzione di comunicazione all'interno del del nostro gruppo e ogni volta che veniamo aggrediti noi scateniamo una campagna. È dell'opinione pubblica di reazione mediatica per cui puntiamo i riflettori di tutta Italia. Sull'aggressione che riceviamo anche se l'aggressione è piccola. Questo normalmente ha scoraggiato il reiterare degli attacchi della ndrangheta, perché la ndrangheta sa molto bene che l' attenzione dell'opinione pubblica significa per loro arresti. Significa per loro tutta una serie di reazioni che porteranno dei guai seri. Malgrado cio' sporadicamente, continuavamo ad essere colpiti, se non che abbiamo deciso a un certo punto di portare avanti un'azione totalmente nuova, totalmente anche creativa. Ci siamo detti la ndrangheta, oltre che un danno economico quando aggredisce qualcuno, quando aggredisce un'azienda, vuole gettare nello sconforto il territorio, vuole creare un'atmosfera di depressione sociale perché la ndrangheta sa che la depressione sociale fa stare buona alla gente. E noi cosa potremmo fare che sia esattamente opposto a tutto ciò? E allora abbiamo deciso è in modo provocatorio che dopo ogni aggressione da parte della ndrangheta, dopo ogni eventuale attentato e danneggiamento, noi avremmo organizzato una festa e l'abbiamo chiamata l'abbiamo, ribattezzata festa della ripartenza attraverso la festa della ripartenza noi coinvolgiamo tutta la comunità locale attorno alla vittima che viene aggredita e coinvolgiamo l'opinione pubblica nazionale attorno alla vittima aggredita. Tutto ciò porterà ehmm l'abbiamo visto nella nostra esperienza tutta una serie di aiuti, di sostegni, di solidarietà, di opportunità che nascono per la vittima che è stata colpita e dopo qualche mese dopo due-tre mesi, aver generato tutto ciò. La festa della ripartenza prevede che noi facciamo un report pubblico nei media locali, ai mafiosi, spiegando loro quanti vantaggi la loro aggressione ha prodotto per la vittima e portando a farsi di comprendere che sostanzialmente più ci colpiscono e più ci sostengono. In realtà ci aiutano e ci rilanciano dopo tre feste della ripartenza. Adesso è da due anni che danni seri danni consistenti non ne riceviamo. È un tempo molto lungo per noi. Noi ricevevamo aggressioni quasi ogni anno e dall'altro lato abbiamo ricevuto sicuramente intimidazioni, abbiamo ricevuto piccoli dispetti, però danni seri non ne abbiamo ricevuti. Crediamo interpretiamo questo col fatto che loro abbiano capito davvero che ci stavano dando una mano d'aiuto senti in realtà l'hai già fatto prima te la cooperativa sembra vuoi si'? Ha senso? Come accennavo prima è cambiata. Sei cambiata gol in questi anni sei cambiato. Mettimi giù dal duemila. Equa. Buongiorno Com'era Com'è ma col si è molto evoluto. Inizialmente siamo partiti dalle cooperative sociali, poi abbiamo capito che dovevamo coinvolgere anche altri soggetti, come per esempio le aziende agricole, magari riconducendo le poi in un alveo di cooperazione sociale. Abbiamo ci siamo espansi nel territorio, siamo partiti dalla Locride, oggi copriamo diversi territori della Calabria. Uno dei grandi risultati che forse si vedono meno nell'esperienza di Goel. Quel sicuramente oggi ha prodotto risultati, diciamo tangibili, importanti. Noi oggi abbiamo duecento lavoratori dipendenti, abbiamo qualcosa come torna a centocinquanta tra partite iva, collaboratori esterni e imprenditori che non sono grandi numeri, ma in Calabria sono numeri importanti. Ma al di là di questo, il vero grande risultato noi oggi lo vediamo quando facciamo per esempio le assemblee. Noi facciamo le assemblee tutti insieme e vedere questa comunità che proviene da diverse zone della Calabria che dove per esempio gli agricoltori è stanno ad ascoltare con interesse come è andata la stagione turistica. Gli operatori turistici vedono come è andata la moda è le operaie tessili vedono come stanno proseguendo i progetti sociali e tutti insieme, benché in settori diversi, benché in territori diversi, si sentono una comunità di riscatto, accomunati da questo obiettivo di voler cambiare le cose in Calabria. Io credo che questo sia uno dei più grandi risultati di Goel è che abbiamo conseguito frutto non casuale di una paziente opera sia di organizzazione di ingegnerizzazione organizzativa di Goel, ma anche di azione culturale interna, dove le persone non partono consapevoli, lo diventano facendo strada facendo, toccando con mano, pur tra mille difficoltà e contraddizioni che ovviamente anche noi viviamo, che però un'alternativa possibile. Mamma, posso chiederti come mai con questi numeri, comunque come un piccolo progetto, immagino relativi fatturati per avere questo tre quattro cento persone che lavorano con voi, non coprire tutta la Calabria. Nel senso una scelta perché non so che fare che e di puoi oggi il lavora in questi territori perché siamo arrivati a questi territori? In realtà vorremmo essere presenti in tutta la Calabria gradualmente credo che lo faremo è ovviamente la nostra. Non è una realtà solo associativa, è una realtà sociale no profit ma anche imprenditoriale allo stesso tempo e quindi la possibilità di includere nuove aziende, nuovi soggetti, nuovi soci va di pari passo con la crescita, anche di tipo economico. Noi abbiamo molte aziende agricole, per esempio in Calabria, che vorrebbero entrare in gol bio, che vorrebbero usufruire di un prezzo dignitoso, anche schierandosi apertamente contro la ndrangheta. Ma questo sarà possibile nella misura in cui noi amplieremo i mercati. È un tema di possibilità anche di dare sbocco commerciale ai prodotti agricoli, per esempio di queste aziende. Oggi Goel bio, per fare un esempio, distribuisce non solo nei circuiti equosolidali, ma anche nei circuiti più sani della grande distribuzione. Distribuiamo il nostro partner importante del gruppo dei corn Natura. Sì, ma siamo entrati anche in Italy. Siamo entrati in coppia svizzera. Siamo adesso nella rete dell' equo solidale tedesco e man mano che si ampliano i nostri mercati, prodotti che noi facciamo anche attraverso per esempio la vendita con con i nostri commercio, noi abbiamo la possibilità di dare ad altri l'opportunità di entrare e di diventare soci di questa grande famiglia che governa. Ho fatto la domanda dove vendete dove? Addirittura di acquisto? Si, anche nei gruppi di acquisto solidale? Sì, sì, vendiamo nei gruppi di acquisto solidali, vendiamo nelle botteghe del commercio equo e solidale nei supermercati NaturaSì nei Italy è in Coop Svizzera, nel circuito del commercio equo tedesco. Questo per ciò che riguarda i prodotti di Goel Bio, prodotti che vengono anche commercializzati anche attraverso i nostri commerci. Parallelamente con la bio cosmesi stiamo lavorando per altri marchi. Per esempio abbiamo fatto i prodotti cosmesi biologica perché perdiamo mai gli ha mai accettato questa sfida di convertire i suoi cosmetici? Invio attraverso la nostra consulenza e parallelamente stiamo sviluppando una nostra linea di bio e confermo cosmesi di alta qualità che distribuiremo in tutte le realtà erboristiche specializzate parallelamente. E lo faremo anche attraverso il nostro e-commerce. Con Cangiano stiamo cercando adesso di investire e portare tutto sull'e-commerce perché l'e-commerce ci consentirà di poter raggiungere tutto il mondo con i nostri prodotti. Abbiamo sviluppato anche la sposa etica di mangiare quindi una linea anche di abiti da sposa biologici, perché il marchio cangianti c' è da dire che anche uno dei pochissimi marchi é completamente biologici in Italia, nella fascia alta della moda italiana e infine con i viaggi del Goel la offriamo. La nostra proposta ai gruppi è alle scuole superiori. Sono molte scuole superiori d'italia che vengono a visitarci per imparare la cittadinanza attiva, come si lotta alla ndrangheta e le mafie. E infine adesso stiamo cercando anche di andare oltre i confini nazionali e offrire un prodotto di turismo responsabile, aperto anche nel contesto europeo. Visto che siamo qui questi giorni, ci sono anche secondario per il rapporto che c'è con la mia principale. Certo, dopo di voi sono nati dopo di noi, ma ma oggi sono più avanti di noi dal punto di vista tutto eh? Come non ce la mia voce. Non so di che stai parlando. Eh sì, sì, sì, sì eh! Noi conosciamo addio Pizzo Travel e conosciamo ovviamente Addio pizzo. Sono nostri partner. Collaboriamo con loro da tempo. Loro sono nati dopo di noi, ma oggi sono anche più avanti di noi sul turismo responsabile. CNN Ehi, possiamo andare? Addio Pizzo e addio Pizzo Travel Sono delle realtà che conosciamo da molto tempo. Sono nostri partner. Collaboriamo con loro, è con con il loro tour operator. Loro sono nati dopo di noi. È tuttavia oggi sono più avanti di noi. Hanno sviluppato molto bene questo questo loro impegno e oltre. Diciamo così la sintonia simbolica. Stiamo cominciando a fare dei prodotti comuni, per cui sempre di piu'. Tra questi il tour operator che che oggi portano avanti questa idea del mafia free, del turismo mafia free' perché è importantissimo che la gente capisca è come verranno utilizzati i propri soldi e se attraverso una vacanza tu stai finanziando le mafie oppure no. E quindi questo è un aspetto importante che speriamo che in un futuro sia altrettanto importante quanto la sostenibilità ambientale. No, mi colpisce i numeri width noi siamo pronti, diranno che grandi assolutamente é solo nel comparto del turismo. Domanda sembra il turismo invece a livello mediatico finora nel settore gol il mio pizzo di Gomez e da cosa dipende? Non per fare la competizione si fa più che per esempio, proprio quando si pensa a chi denuncia il pizzo si pensa che Calabria vuoi rinfacciare con la questo dipende dai media, dipende da una scelta tipa diversa. Ma come Goel abbiamo, ho sempre voluto dare un'immagine il molto legata, diciamo così anche alla sostenibilità economica più che all'aspetto movimenti stick o associativo? Non siamo nati per combattere il pizzo e tutto sommato non siamo nemmeno nati per combattere la ndrangheta. Noi siamo nati per dimostrare che l'etica è non una delle vie dello sviluppo è la via dello sviluppo. Questo noi crediamo che diventi automaticamente antitetico e oppositivo e potentemente the legittimante per le mafie e quindi in qualche modo l'impostazione è questa. Noi vorremmo riuscire a far capire anche alle normali imprese profit che questa è un'alternativa anche per loro, che non è una corsia privilegiata, riservata a qualche cooperativa sociale che può usufruire di qualche finanziamento e solo così ce la fa ad andare avanti, per intenderci, ma può diventare un'alternativa percorribile da tutti. Questo è il motivo per cui, per esempio, è nato da poco un piccolo ramo in Goel che si chiama Welles Consulting, dove noi facciamo consulenza alle imprese profit, su come sviluppare dei prodotti etici e competitivi sul mercato, proprio per far capire che questa è un'alternativa. Non è una riserva indiana etica, è solo per pochi. No, no, quella è una parola biblica. Nell'antico testamento è nell'antico Israele. Quando uno non aveva i soldi per pagare i debiti, per esempio, finiva schiavo, il dovere di aiutarlo era dei familiari. Il duello era un estraneo che in maniera del tutto disinteressata pagava il prezzo del riscatto e restituiva alla persona potremmo dire oggi a uno stato di cittadino libero letteralmente vuol dire il riscattato tore ehm cosa? Hai tante domande sei al cappello? Faccio due domande la prima perché asciuga duecento come quello. La seconda sarà cos'è per te. La prima il motivo rapporto secondo te che cosa ha individuato tutte loro la scelta. Ashoka mi ha dato questo titolo di fellow perché credo abbia visto un apporto innovativo dell'esperienza di Goel. In realtà quello che noi stiamo seguendo come approccio e che forse è la vera innovazione. Abbiamo tante innovazioni, però la vera innovazione e l'approccio un po' olistico complesso alla trasformazione sociale. Noi pensiamo che è una società, è una cosa molto complessa e articolata. Non puoi che produrre cambiamento solo da un solo punto di vista, utilizzando solo l'aspetto sociale, utilizzando solo l'aspetto economico utilizzando solo l'aspetto culturale. Il cambiamento è complesso quanto è complessa la società che deve cambiare e da questo punto di vista lo sforzo di col è quello di essere innovativo su tutti i fronti e curare tutti i fronti. Parallelamente dall'altro lato ci tengo a dire che un po' ashoka predilige le persone singole, ma in realtà il titolo di Fellowes e a tutto col perché. Comunque quella è una comunità. Io ci metto la faccia, comunico, racconto. Ma quella è una comunità di donne e di uomini. Metto prima alle donne perché il settanta percento di quella donna é una comunità di donne e di uomini che porta avanti questo aspetto di questo progetto come comunità e non non c' è uno che produce tutto. Ma che fastidio l'azione no, mi chiedevo solo se poi vi darà fastidio a voi nel montaggio no? Ok. E invece il contrario, cioè se poi abbiamo cosa può essere per lo sciopero come vedi questa presenze? Ma sciocca, sciocca è è stato importante per noi perché ci ha aperto un network internazionale e di cui noi sentivamo già il bisogno e che già stavamo provando a costruire e a cercare è in particolare un network europeo. Noi oggi l'europa interessa per diverse ragioni. Da un lato perché crediamo che la nostra terra, la Calabria, vada raccontata, pur nelle sue contraddizioni, ma anche per i suoi aspetti meravigliosi in Europa e non solo in Italia. In seconda istanza la visibilità della nostra esperienza può portare delle nuove opportunità per la nostra terra. Poi crediamo che nella nostra missione, che rimane fermamente ancorata in Calabria, anche se lavoriamo in tutta Italia anche sul tema della lotta alle infiltrazioni della ndrangheta. Però la nostra missione è il cambiamento della Calabria. Facendo questo in una regione specifica abbiamo intuito e non lo diciamo solo noi. Lo dicono anche che chi ci viene a conoscere abbiamo intuito delle cose che potrebbero avere una portata molto più ampia. E allora sciocca, diciamo che ci aiuta a continuare ad essere concentrati in Calabria, ma a fare in modo di condividere quel know di innovazione che abbiamo appreso in Calabria, anche con altri. E ci piace questa idea di poter essere utili ad altri in altre parti, d'europa in altre parti del mondo attraverso l'esperienza che abbiamo sviluppato faticosamente in Calabria in questi anni. Va bene, allora ti faccio l'ultima che siamo tutti con te per l'italia che cambia, non il nostro progetto. Quindi dimentica di chi lo conosci, dici per me l'italia cambia l'italia che cambia è per noi è rappresentata un po' da questo progetto che stiamo lanciando in questo momento che eri Calabria è un progetto dove andremo nei territori a insegnare la democrazia partecipativa. La maggior parte delle persone. Purtroppo è stata era convinta che per esserci la democrazia sia sufficiente il suffragio universale sia sufficiente andare a votare, andare a votare é un requisito necessario, ma non sufficiente perché ci sia la democrazia. La democrazia è anche partecipazione, cioè la possibilità che il giorno dopo delle elezioni chi è stato eletto e chi ha eletto insieme governino la nazione, governino il territorio. Allora l'italia che cambia e l'italia di una nuova visione dello Stato dove i cittadini sentono di essere lo Stato, non di esprimere lo Stato e dove i cittadini, insieme a chi li governa, producono il cambiamento che auspicano. E allora io credo che l'italia che cambia sia essenzialmente questo. E questo chiede non solo delle cose da fare, ma anche una nuova visione della democrazia e dello stato che è urgentissimo da portare avanti in Italia. C'è qualcosa che non ti ho chiesto ricevi No, va bene così. Stasera si' beh, che ciao Ben trovate! Bentrovati a tutte e tutti E dopo la pausa estiva torna il format di A tu per tu e siamo molto felici di essere insieme il salotto di Roma testuale l'italia che cambia, nella quale noi giornalisti, giornalisti che cambia lottiamo vari ospiti dei mondi a noi affidi per discutere di varie tematiche. Di solito partiamo sempre da un da un punto interrogativo avete visto poco fa e lo rimetto in sovraimpressione quello di oggi. Il tema è quello delle comunità, della comunità energetica e della transizione energetica. Cosa sono le comunità energetiche e sono una via per la transizione energetica. Ne discutiamo con una realtà partner d'italia che cambia. Poi siamo particolarmente legata che nostra società cooperativa che la prima cooperativa energetica in Italia che produce fornisce energia sostenibile etica al cento per cento rinnovabile attraverso un processo di modello, di partecipazione e di condivisione. È con noi e la introduco Sara Capuzzo che la presidente della nostra Ciao Sarah, benvenuta ciao a tutti a tutti! Grazie mille grazie a te! Grazie a voi per essere con noi e di solito la lentezza e buona consigliera. Però abbiamo tantissimi punti e tantissime curiosità da affrontare, perciò è ti lascerei subito la parola con una richiesta. Chi segue Italia che cambia conosce nostra. Ma ci sono anche speriamo nuovi nuovi ospiti e ora ne stasera con noi e ti chiedo di farlo. Insomma, una presentazione è nostra cos'è come è nata? Perché con Parker cenno storico quando vuoi, voi andate? Certo, grazie. Intanto saluto tutti, tutti quanti. Ehmm è nostra, è un appunto, come diceva appunto Paolo, una cooperativa energetica che è nata nel Duemila quattordici come esito di un percorso, di un progetto. Il progetto europeo aveva l'obiettivo di favorire l'accettabilità delle rinnovabili. In particolare aveva l'obiettivo di favorire le favorirla in promuovendo appunto un modello cooperativo. In Italia era un'esperienza, ovviamente ad esclusione delle cooperative storiche degli inizi del del secolo scorso che sono ancora esistenti in buona parte e che hanno avuto il loro percorso la loro storia. Anche una normativa dedicata è mme, ad eccezione di quelle appunto in Italia. Non era una pratica diffusa nel nel periodo più recente e di fatto l'obiettivo di questo progetto era quello di mettere insieme soggetti cooperativi di altri paesi europei con esperienza pluridecennale. Storie anche molto interessanti da analizzare per favorire la nascita appunto di modelli uguali in Italia e in Portogallo. E infatti, appunto come esito del progetto è nata nostra da noi e Copernico in Portogallo. Quindi sono due gemelle che hanno poi continuato il loro percorso in alcuni punti sovrapponibili, in altri un po' invece differenziando insieme una bella storia che condividiamo a tutt'oggi il il percorso poi previsto delle ulteriori tappe, nel senso che noi siamo nati come cooperativa di utenza, quindi con l'obiettivo di acquistare energia rinnovabile appunto, come dicevi sostenibile ed etica secondo la nostra matrice di valutazione e di venderla ai propri soci. Però di fatto è emerso subito, come evidente, il fatto che se soltanto acquisti rivendi, non vai a incidere nel mix energetico nazionale, non vai ad aumentare la quota di energia rinnovabile. Pertanto la cosa ci stava subito stretta. Abbiamo cominciato ad avviare questo processo di fusione con rete energie che era se cooperativa di produzione, socia fondatrice della nostra. Quindi abbiamo deciso di unire le forze, di chiudere il cerchio tra la produzione e il consumo. È andando appunto a unire le forze anche per finanziare con il capitale dei soci la realizzazione di nuovi impianti collettivi. E tra l'altro non è Stato non abbiamo chiuso il cerchio solo tra la produzione e il consumo, ma anche sulla questione del risparmio energetico, che è una una ambito in cui le energie già operava proprio per fornire ai propri soci servizi di efficienza energetica o per l'installazione di impianti fotovoltaici. E quindi abbiamo allargato anche a questo comparto. Quindi il modello nuovo appunto comprendeva produzione, risparmio energetico, efficienza e vendita di energia. È la conclusione del processo. Abbiamo poi avviato la nostra prima campagna di raccolta di capitale per nuovi progetti, diciamo di scala, un po' più importante e della raccolta trattata molto bene. Dal duemila diciotto viene raccolto settecentomila euro in in poche settimane. Poi di fatto quel primo progetto su cui avevamo lavorato l'abbiamo dovuto bloccare perché diciamo, non rispondeva. In effetti ha degli standard anche in legati all'affidabilità del partner con cui stavamo lavorando, quindi ho preferito non rischiare il capitale dei soci che abbiamo lasciato congelato per un pezzetto. E adesso? Poi abbiamo avviato nuovi progetti che oggi non possiamo ancora raccontare, ma già dalla settimana prossima potremmo effettivamente renderli pubblici. Non vediamo l'ora di poterlo fare. Dopodiché abbiamo avviato altre attività specifiche che riguardano la formazione sia per le scuole che per invece gli utenti finali, con particolare attenzione per il tema della povertà energetica, quindi percorsi per migliorare la consapevolezza l'utilizzo dell'energia, per consumatori vulnerabili e anche per operatori sociali che hanno a che fare con i consumatori vulnerabili. Quindi una formazione a più livelli, con l'obiettivo appunto, di combattere la povertà energetica. Dopodiché abbiamo avviato ovviamente il un percorso sul autoconsumo collettivo sulle comunità energetiche, che poi quello di cui parliamo oggi, seguendo quella che è stata poi l'evoluzione normativa nel percorso che poi adesso andremo anche a vedere e ad illustrare. Quindi alla fine è nostra un po', questo modello che fa sintesi e che si occupa di produzione, di vendita, di attivazione di progetti collettivi, di comunità energetica, di informazione e sensibilizzazione tra l'altro. Per quanto riguarda la sensibilizzazione abbiamo anche un programma, non so se l'ho seguito e se qualcuno lo conosce, un programma radiofonico su radio popolare settimanale che si chiama Ce luce e che venerdì inizia la sua quarta stagione, quindi il quarto anno che è che io conduciamo. In particolare il nostro è Gianluca Ruggeri, vicepresidente della nostra, che è anche docente universitario e grande divulgatore che conduce insieme a ah, la morbida, questo questo programma invitando ospiti che trattano tutti i temi che riguardano la transizione energetica, il cambiamento climatico, insomma tutto quello che è importante sapere per contribuire ad accelerare questo processo perfetto. Facciamo tutti tutti su Radio Popolare mezza ripartiamo perfetto, grazie Sala per questa introduzione e io di entrare un po' nel cuore iniziamo ad entrare nel cuore della della nostra puntata di oggi è innanzitutto introducendo una domanda no, quel del perché secondo te secondo voi è necessario cambiare il nostro sistema di produzione di funzione dell'energia? E se poterci, se ci puoi anche dare una panoramica di quale l'incidenza che all'uso dell'energia in special modo l'energia elettrica nelle emissioni di gas che sono comunque responsabili é l'effetto serra e dei cambiamenti climatici? Certo, è toccato il tema, appunto. Uno dei temi principali c'è quello del cambiamento climatico è come dire ormai è evidente a tutti, non solo alle persone più sensibili come può essere la platea di Italia che cambia o chi segue o chi partecipa alle nostre, ma direi che ormai è un tema che ha raggiunto tutti, anche le persone meno attente alle questioni ambientali. Il fatto che gli eventi climatici a cui assistiamo sono sempre più estremi, quindi con impatti sempre più pesanti e anche sempre più frequenti. Il tema è quanto effettivamente è dovuto all'intervento dell' uomo quanto noi impacchettiamo su questo cambiamento climatico e qui vedete questa questa immagine non so se qualcuno di voi l'ha già vista, è un'installazione che sta a Berlino e che vuole rappresentare un consesso di politici che sta dibattendo e discutendo di cambiamento climatico. E quando l'avevo vista la prima volta mi sembra molto buffa, quasi come dire surreale. Questi che parlano alcuni sono già sotto e stanno lì che continuano a parlare, a temporeggiare. Poi a questa immagine mi è venuta in mente quest'anno a novembre, anzi l'anno scorso nel duemila diciannove. Io sono veneta, sono padovana, quindi questa lo sento più vicina di voi. Ma non so se l'avete vista anche voi è l'immagine di palazzo Ferro fini che il palazzo dove si stava incontrando il consiglio regionale in quel momento stavano bocciando dei provvedimenti che avevano l'obiettivo di favorire le rinnovabili e di combattere il cambiamento climatico. Tempo mezz'ora ed è salita l'acqua entrata l'acqua e non era mai successo prima di allora. Non c' è mezzo vuoto di chi non vuol sentire in questo che è proprio il detto è proprio una situazione paradossale, si è manifestata, ci sono i fogli, quindi sono evidentemente scappati via da palazzo Ferro fini. Ci saranno le poltrone che galleggiavano in una situazione veramente paradossale e quindi lo abbiamo sotto gli occhi. Poi adesso, ovviamente, immagini più recenti riguardano ad esempio quello che sta succedendo anche negli Stati Uniti gli incendi. E sono immagini che cominciano non è più la desertificazione un tema lontana, qualcosa che impatta sulle città metropolitane sulla vita di tutti i giorni, quindi è sempre più attuale e appunto l'incidenza dell'attività umana è notevole ed è dimostrata cioè uno studio in particolare di un centro di ricerca di Monaco che dà evidenza del fatto che hanno studiato un centosettanta casi di incidenza di appunto eventi estremi, quindi alluvioni o incendi, ondate di calore. Ed è emerso che per l' ottantotto per cento di questi è le ondate di calore l'incidenza era dovuta proprio l'aumento è dovuto proprio all'attività antropica. E lo stesso per le ondate di scusate per le ondate di calore, cinquantaquattro percento, per altri, per le alluvioni e ottantotto percento. Quindi insomma, se sono molti gli eventi che sono stati determinati dall'attività umana e quindi evidentemente dovremmo il più presto possibile intervenire per mitigare questo questo impatto ed effettivamente poter, come dire, fare retromarcia nei limiti del possibile. Ovviamente adesso ci siamo spinti molto avanti, quindi non è che potremmo ripristinare una situazione. La situazione originaria, però c'è urgenza di accelerare e tra gli effetti e tra gli elementi che più impattano sul clima, cioè proprio il tema dell'energia. Addirittura se mettiamo insieme l'energia, inclusi i trasporti, vediamo che l'incidenza della del settore arriva l'ottanta per cento delle emissioni. Quindi è il tema principale su cui concentrarsi e di fatto noi sappiamo che per ogni kilowattora rinnovabile, quindi andando a scegliere un kilowattora rinnovabile al posto dell'energia fossile, andiamo a tagliare in maniera significativa la quota di emissioni di due e anche le polveri sottili, perché è un tema che non viene trattato di solito anche nelle bollette. In generale, per chi vende l'energia verde, il tema centrale sia sempre quello delle emissioni di gas grimaldi C o due, ma in realtà il tema è importante che si evita l'inquinamento, quindi già solo facendo questa scelta che non è una scelta che ci impone in rivoluzioni della nella nostra quotidianità. Già facendo questa scelta noi possiamo determinare un effetto positivo. Quindi questa è la prima cosa che in assoluto va fatta. Perché il tema energia centrale Eccomi, grazie Sarah. Sono dati insomma abbastanza incontrovertibili sul sul, sul ruolo che anche le insomma l'energia a l'impatto che ha per quanto riguarda il cambiamenti climatici è mme un'altra curiosità mi viene mi viene in mente è sento spesso parlare ultimamente, degli insomma degli energy city saint, dei prosumer. Insomma ti volevo chiedere è innanzitutto chiarire questi termini. Insomma, per chi ci segue magari non è no, spesso si fa un po' di confusione, non si capisce un po' cosa di cosa si parli e soprattutto questo tema è collegato al uno stretto collegamento con il sistema di produzione di distribuzione dell'energia elettrica. Perciò il ruolo ti chiedo anche qual è il ruolo degli energy citizen e le conseguenze che potrebbero avere per quanto riguarda in un sistema di distribuzione che vede protagonisti i cittadini e la comunità. Certo è il tema degli energy citizen. Diciamo che un po' è stato introdotto nel duemila sedici da uno studio commissionato un centro a una società di consulenza olandese che voleva appunto verificare quella del potenziale di questi energy citizen. Da questo studio è emerso che tante un contesto normativo favorevole al duemila cinquanta si prevede che un europeo su due sarà un cittadino energetico. Quindi stiamo parlando di qualcosa che non è una donna è l'iniziativa di nicchia, ma qualcosa che ha un potenziale per coinvolgere la metà dei cittadini europei. E questi cittadini energetici arriveranno a produrre il quarantacinque per cento della domanda elettrica europea. Quindi intanto si comincia a capire che appunto, non è qualcosa per ambientalisti o appassionati o o persone che si occupano solo di questo, ma riguarda effettivamente una fetta importantissima della città della popolazione italiana ed europea. Ma questi cittadini energetici in questo studio sono stati identificati in quattro categorie che hanno che individuano le piccole e medie imprese che realizzano un impianto fotovoltaico, ad esempio sul tetto della propria immobile dell'ufficio del capannone riguardano le famiglie che installano il fotovoltaico sul tetto della casa, le pubbliche amministrazioni che realizzano impianti fotovoltaici sulle proprie, sulle superfici e poi riguarda le cooperative energetiche, quindi soggetti come nostra che producono e vendono elettricità rinnovabile in quote differenziate. In realtà l'incidenza della delle pubbliche amministrazioni è per esempio molto piccola, proprio perché sono minori le superfici a disposizione e perché c' è un gran lavoro di sensibilizzazione da fare rispetto agli enti pubblici. Invece una quota molto più importante diciamo un terzo, un terzo, un terzo per semplificare viene suddiviso tra le imprese, il domestico e le famiglie. Quindi gli viene gestiti se sono queste categorie, quindi non è chi fa distese di fotovoltaico. Come dire alterando eh le economie locali territori estrae valore, ma sono iniziative che riguardano, che partono proprio dal basso. Quindi le piccole e medie imprese che fanno un'operazione a vantaggio della della del proprio business, ma non hanno iniziative speculative. In questo contesto. Poi, sempre nel duemila dieci, è stato lanciato dalla Commissione europea il pacchetto energia pulita per tutti gli europei. Quindi parallelamente si sono mosse queste due, quindi un'iniziativa di analisi e di monitoraggio e di verifica del potenziale. E poi un'iniziativa invece di carattere appunto normativo, che andava ad introdurre quello che è appunto il concetto dei quelli che si chiamano anche i prosumer, andando a definire sia il concetto di comunità energetica sia il con i andando a, come dire, identificare questo questa figura del consumatore, attivo quindi del consumatore che anche produce energia per anche tutelarne i diritti rispetto a una situazione tradizionale. Alla fine il consumatore finale è il soggetto debole del mercato dell'energia. Lo sappiamo tutti siamo bombardati di messaggi aggressivi dai venditori che possono essere il porta a porta o telefonici o o di qualsiasi tipologia. E tante volte non siamo neanche attrezzati per far fronte a queste proposte, per sapere se quello che ci stanno dicendo è corretto oppure no. Ecco, sappiate intanto che quando arrivano a suonare a casa o a telefonarmi quello che vi stiamo proponendo sicuramente non è un affare. Sembra che lo sia, ma non lo è. Quindi già, diciamo come dire, meglio far filtro rispetto a queste proposte. Quindi il consumatore finale che è sempre stato vulnerabile e come dire, con una consapevolezza del tema, una padronanza del tema energia troppo limitata per effettivamente difendersi, diventa il protagonista di questo nuovo modello, diventa un soggetto che è tutelato. Ehm si apre la possibilità per il costume di produrre, accumulare auto, consumare e vendere l'energia che è una novità. Sì, è un percorso che ha vissuto un po'. Queste evoluzioni in questi anni questa è il pacchetto ha prodotto una serie di direttive, tra cui la direttiva rinnovabili, che è quella che ha diciamo dato l gli elementi più circostanziati rispetto a che cos'è una comunità energetica. Quali sono i diritti del del prosumer e a come si è definito il quadro? E poi andremo ad approfondire tra poco scusa l'interruzione cosa? Cosa con pochi passaggi legislativi? Intanto vediamo qualche termine per indicare si'. Infatti lo appunto introdurre quelli che sono appunto gli elementi principali di questa novità e per fare anche un po' crescere questa consapevolezza per chi? Di quanto effettivamente può giocare un ruolo determinante di quanti diritti nuovi a e di quante opportunità si possono aprire? Chiaramente una cosa se poi em per quanto riguarda la potenzialità, appunto dei nuovi mezzi siti come attori protagonisti, proattivi questo cambiamento. Se poi poi, dopo illustrarci quali sono un po' le prospettive, le potenzialità di produzione dei nuovi cittadini si' su questo tema in realtà sulle potenzialità. Ma io credo che non siamo ancora in grado di identificarle, nel senso che ci sono degli studi. Ad esempio, cioè uno studio del Energy Strategy Group del Politecnico di Milano che è uscito col mi pare bo fosse luglio. Insomma, qualche mese fa okay, mi pare luglio si in cui si diceva che anche per me, perseguendo l'obiettivo di raggiungere i traguardi stabiliti dal dal piano, dal pm, dal piano nazionale, si immagina che nell'arco di cinque anni verranno realizzate ventiseimila comunità energetiche è un numero molto importante e in e secondo me presto per dire se effettivamente si possono arrivare a questo. Si può arrivare a questi numeri qua, anche perché gli incentivi per le comunità energetiche sono stati pubblicati la scorsa settimana. Quindi di fatto è un tema molto nuovo. Stamattina, per esempio con il collega abbiamo passato la mattina proprio a giocare con i numeri e fare delle simulazioni dei casi di varie tipologie di appunto a progetti di autoconsumo collettivo di comunità energetiche per vedere effettivamente quanto è interessante per il singolo e quanto puo' essere l'impegno anche economico per chi intende partecipare. Diciamo che dentro qualche giorno adesso diffonderemo anche questi queste simulazioni non siamo ancora pronti per poterle dire pubblicare, insomma perché stiamo ancora ragionando. Ci mi riferivo anche alla anche in ambito europeo. Oltre l'ambito italiano. Quali sono le possibilità, insomma, di un dei nuovi cittadini energetici di sul sulla produzione di energia generale da qui al alle previsioni dei prossimi si parlava di duemila cinquanta degli obiettivi di riferimento. Quello, come dicevo prima, appunto al duemila cinquanta. Ci si aspetta che si arrivi come europei a produrre il quarantacinque percento della della domanda elettrica europea. Appunto. Questo, questo il tema, poi questo al duemila cinquanta. Ma se andiamo a guardare già oggi, cioè il grafico, se vuoi introdurre il grafico successivo del dopo ancora l'ho perso il grafico dell'energia class ok, non so, forse forse non te l'ho mandato. Ok, possiamo sì, c' è un uno studio che è stato fatto sui casi tedeschi. La germania ha una storia ormai pluridecennale di come di cooperative energetiche, quindi è un passo molti passi avanti rispetto a noi, ma già oggi in germania, se volessimo aggregare questi cittadini energetici, quindi se volessimo considerarli come se fossero un unico fornitore, già oggi arrivano ad essere il alla quattordicesima posizione tra i colossi energetici europei, la classifica che viene fatta dove al primo posto abbiamo ed la francese che fa energia da nucleare prevalentemente al quarto posto di questa classifica, cioè enel all'undicesimo ceh edison. Quindi parlando solo di quelli che ci interessano e quattordicesimo posto in questa scala europea si posizionano i cittadini energetici tedeschi. Quindi quella prospettiva che vediamo duemila cinquanta anche per esempio per l'italia, è già realtà oggi in Germania, perché ovviamente sono hanno iniziato prima. La normativa evidentemente lo consentiva. Quindi, di fatto è un percorso che è già stato tracciato da altri, da altri Paesi e che quindi si tratta soltanto di non come dire, di acquisire questa consapevolezza e di cogliere questa opportunità date dalla dalla normativa per per partecipare a questa rivoluzione dal basso perfetto. Il buy dicevo se vuoi, se vuoi proprio proiettare la slide che appunto spiega cosa è stato introdotto dalla dalla direttiva rinnovabili, il primo tema era appunto l'obiettivo delle fonti rinnovabili è stato stabilito al trentadue percento ed è un obiettivo che insomma, può essere. Adesso già si parla di obiettivi molto più alti. Ma quando è uscita la direttiva e quello è stato, come dire scritto nero su bianco, era stato indicato il trentadue che può essere modificabile solo al rialzo. Ed è stato lì che appunto, come dicevo prima, state introdotte le comunità energetiche come aggregazione dei cittadini di comuni, piccole e medie imprese sul territorio, in qualsiasi forma, purché non siano animate dal profitto come prima finalità. Quindi è quello che vedevamo prima come Energy Citizen possono stare tutti insieme in una comunità energetica. Quindi le imprese e i comuni cittadini. La caratteristica proprio questa, che non deve essere don non deve devono perseguire un obiettivo di carattere economico come prima finalità, ma devono, come dire, aggregarsi per determinare benefici ambientali, sociali e anche economici. E lo devono, è l'obiettivo è che li determinano. Per chi aderisce, quindi per chi partecipa a queste comunità energetiche, ma anche per il territorio su cui operano. È proprio come dire, insito di questo modello. Ed è un po' quello che succede nelle imprese di comunità. Quindi sono quei soggetti che tutelano i diritti e gli interessi dei propri membri, ma che con il loro agire determinano impatti positivi sul territorio. Chiaramente, se io produco localmente energie rinnovabili l'autoconsumo e non utilizzo combustibili fossili, sto evidentemente già facendo un servizio non solo a me e a chi con me ha deciso di partecipare a questo progetto. Ma lo faccio anche per tutta la comunità, perché evito quello che si diceva prima, quelle emissioni dell'inquinamento. Poi ci sono altri aspetti che riguardano alla riguardano il fatto che in questi progetti questi progetti devono nascere dal basso e rispondere ai bisogni del territorio. Quindi non devono essere iniziative che vengono calate, dall'altro, dall'alto fatte con lo stampino, essere pilotate da soggetti che non hanno relazioni con il territorio. Di fatto chi partecipa all'iniziativa è qualcuno che sta che vive nelle vicinanze degli impianti che si vanno a realizzare e che quindi sa effettivamente cosa di cosa ha bisogno quel territorio e anche le caratteristiche della comunità stessa. Quindi il regolamento e le regole che chi aderisce stabilisce saranno regole che come dire rispecchiano le esigenze e bisogni e anche l'inclinazione e la sensibilità di chi partecipa. Non saranno tutte uguali queste comunità energetiche? Tra l'altro si parla sempre di fotovoltaico, ma potrebbero essere anche con energia ad altre fonti rinnovabili. Quindi il fotovoltaico il più semplice adesso la normativa, come dire, segue il tema del fotovoltaico, ma potrà essere applicata poi anche ad altri soggetti. E poi in Germania, per esempio, si è studiato proprio l'impatto dal punto di vista economico di iniziative che partono dal basso. Rispetto invece iniziative che che sono appunto i grandi parchi distese di fotovoltaico, parchi eolici che sono realizzati con capitali che invece provengono da lontano, da soggetti che hanno ben altri obiettivi. In quei casi si estrae, come si diceva, appunto, il valore si e non si genera occupazione, perché in quei casi sia le professionalità diciamo più elevate gli sviluppatori sia la manovalanza sono tutti operatori che vengono quelle trapiantati sul territorio per fare un'operazione e poi se ne ritornano da dove sono partiti. Quindi di fatto non genera lavoro e non i benefici economici vengono appunto estratti e vengono goduti, diciamo da chi m' ha avviato il progetto. Se invece l'iniziativa a questa parrucca e questa natura di iniziativa dal basso si è calcolato sempre in Germania, avendo molti casi da studiare che ne rimangono sul territorio otto volte piu' ricchezze, quindi c'è una differenza abissale tra l'impatto che hanno questi progetti anche anche dal punto di vista economico per la comunità locale. Quindi proprio il si passa dal modello tradizionale centralizzato a base di fonte basato sulle fonti fossili, ad un modello decentrato che parte dal basso, è a base appunto, ovviamente, di fonti rinnovabili e con un grande coinvolgimento delle comunità locali dei territori, in particolare dei comuni. Noi riceviamo spessissimo delle richieste di di approfondimenti o anche di proposte di dell'attivazione di comunità energetiche e sono sempre, appunto, enti locali che hanno a cuore diciamo, lo sviluppo di questa iniziativa che di fatto va a inserirsi perfettamente in quelli che sono i piani di azione per l'energia sostenibile comune che la maggior parte dei Comuni ha redatto. Quindi è un'azione specifica che determina un impatto misurabile in termini di riduzione delle emissioni che coinvolge la cittadinanza, quindi è partecipata e che ha tutte le caratteristiche che devono avere appunto questi questi piani. Quindi un'iniziativa che si inserisce perfettamente nelle politiche energetiche lo fa e non solo politiche locali energetiche, ma anche sociali, appunto, anche ambientali. È quali sono la curiosità che mi viene ascoltando di parlare a livello di accennati, comunque i differenti parla dei benefici ambientali, economici e sociali, Vivaldi di approfondire alcuni di questi quali sono è come va ad impattare veramente direttamente sulla vita di una comunità all'attivazione. Questo questo tema è un tema, un po' tutto da esplorare, nel senso che si stanno facendo adesso delle esperienze pilota a livello nazionale e tra l'altro rispetto al recepimento della direttiva di cui parlavamo prima, l'italia anche abbastanza avanti come percorso perché ha avuto in questa questa spinta che è stata data dal in particolare anche dal senatore Girotto, che il presidente della commissione industria, che ha molto lavorato per accelerare il recepimento della direttiva e poi è stata sposata, é coinvolto, diciamo anche Italia solare e Legambiente che in particolare si sono spesi al punto che è stato inserito nel decreto Milleproroghe, appunto. Un articolo è l'articolo quarantadue bis, finalizzato proprio ad anticipare il recepimento di queste dei modelli, appunto legati alle comunità energetiche e poi l'autoconsumo collettivo che poi magari spiega un po' che cos'è e ha appunto questo questo articolo, definito un po' le modalità e le condizioni per far sì che si possano attivare questi progetti. Poi al il quattro agosto di quest'anno è stata la delibera è dell'autorità di Arera che ha iniziato a disciplinare gli aspetti economici legati al a questa energia condivisa tra partecipanti a questi progetti e ha definito diciamo quali sono questi queste e voci, diciamo, della bolletta che potevano essere eliminate o restituite, anzi perché vengono pagate, ma poi vengono restituite in virtù di questa della partecipazione a queste iniziative. Dopodiché ci è stato il decreto rilancio che ha introdotto il super bonus al centodieci percento. In quel caso si è anche previsto che si possa accedere al super bonus anche per l' attivazione di progetti di autoconsumo collettivo e poi l'ultimo. Passaggio interessante è stato quello del appunto del decreto pubblicato la la settimana scorsa dal mise, che ha finalmente definito la tariffa e incentivante che è destinata a promuovere l'autoconsumo contestuale alla produzione. Quindi di fatto magari faccio una parentesi su questo. Mi spiego un attimo che cos'è l'autoconsumo collettivo la cosa sono le comunità. Ma é questo aspetto perché è molto importante. Fa parte di questa evoluzione della transizione energetica? Si, è proprio la domanda che volevo anticiparci, perciò puoi andare perché di fatto è di produzione di di per esempio da fotovoltaico della produzione da fotovoltaico ad oggi si auto consuma il venti percento, quindi molta dell'energia viene prodotta localmente ma utilizzata altrove. Questi nuovi modelli fanno sì che sia aumenti la quota di energia auto consumata contestualmente alla produzione, li promuovono incentivando quell' energia. Quindi se una comunità decide di realizzare un impianto fotovoltaico e far partecipare i cittadini a questa iniziativa, verranno avranno un beneficio per l'energia che riusciranno a consumare istantaneamente rispetto alla produzione di energia, quindi non non vada a realizzare un impianto é come dire destino l'energia ad altre iniziative altrove la utilizza contestualmente e quella è l'energia che viene premiata. Quindi se io non sono brava dal tuo consumare o se io faccio una comunità energetica che ne consuma una quota minima, avro' l'incentivo solo per quella quota di energia, per il resto la vendo e avrò come dire, cioè un beneficio per l'energia che viene immessa in rete, ma non avro' l'incentivo dei cento dei cento euro a me la fattura. Questo è molto importante perché è un meccanismo che porta effettivamente ad ad incrementare il l'autoconsumo locale. Questo a cascata si prevede che determinerà dei benefici. Intanto eviterà nel caso degli auto consumi collettivi che sono quelli condominiali evita anche una quota delle perdite di rete. Ma poi se io autoconsumo localmente non uso la rete di trasmissione uso rimango in bassa tensione e quindi di fatto non utilizzo non c' è esigenza di potenziare le reti perché quella produzione quelle quel consumo avvengono localmente. Quindi di fatto dovrebbe ah, è mme sicuramente trasformare il piano di investimenti poi solo sulla rete, ma anche ridurre quei costi qui pian piano anche in bolletta ci troveremo a una riduzione di queste, di questi oneri che vanno a ridurre gli oneri di sistema. Grazie a questo e agli oneri di sono le tariffe di trasmissione, la parte variabile, le tariffe di trasmissione. Questa è la parte che viene restituita. Non vengono toccati gli oneri di sistema, ma non vengono toccate neanche in negativo, nel senso che l'incentivo che viene dedicato a questa a questa energia auto consumata non andrà ad impattare in maniera incrementale sugli oneri di sistema. Che poi il timore perché in tanti abbiamo visto che sono cresciuti molto e sono cresciuti anche proprio per la realizzazione di molti impianti fotovoltaici. Quando sono stati il conto energia abbiamo stata un'impennata é quello determinato una ricaduta negativa sulle nostre bollette. In realtà questa operazione va a sostituirsi allo scambio sul posto, quindi è alternativa, quindi non va a sommare un aggravio, ma va a sostituirsi e va a premiare quella condotta virtuosa di chi produce e consuma. Questo significa che aderisce alla comunità energetica, deve essere anche disposto a cambiare un po' le proprie abitudini, perché normalmente chi installa un fotovoltaico a casa auto consuma il trenta per cento perché spesso non siamo a casa di giorno perché non abbiamo magari questa questa attenzione? E poi perché ovviamente nell'arco dell'anno la produzione varia, quindi sono i mesi dell'anno in cui, anche se il consumo di giorno più di tanto non posso migliorare. La situazione però si può aggregare insieme nella comunità energetica soggetti che abbiano profili diversi, magari inserendo anche degli uffici o degli dei negozi e quindi di giorno consumano e che mi vadano quindi ad assorbire quella energia perché l'obiettivo a cui a cui si deve intendere quello di arrivare al cento per cento di energia auto consumata. E quindi il mix di soggetti che andrò a ad aggregare intorno a questa iniziativa deve essere deve avere quel quel obiettivo. Quindi non faro' una comunità energetica di sole famiglie perché difficilmente potrà arrivare un autoconsumo elevato, ma la faro' di soggetti misti. E per andare a realizzare andrò a studiare quale sarà, qual è il profilo di consumo di questi di questi soggetti proprio per arrivare a questo risultato, quindi, c'è una parte, diciamo anche di monitoraggio, verifica di analisi tecnica da fare per poter costruire un progetto ben fatto tale da dare il massimo beneficio a chi partecipa. Quindi bisogna stare attenti a bilanciare la produzione l'autoconsumo, educare poi chi partecipa a consumare in quelle fasce. Poi ci sono ovviamente dispositivi che possono essere programmati e questo ci aiuta ad aumentare l'autoconsumo oppure ci saranno sistemi di monitoraggio che si possono diciamo installare in queste iniziative che ti vanno a dire? Guarda che adesso c' è una produzione. Se tu consumi adesso ne ne trae beneficio. Ovviamente non è così male in più, ma puoi stare, quindi si intende quello di grandezza si parla per l'impianto è la massima adesso la grandezza massima, ma in questa fase intermedia della normativa, come dicevamo, è intermedia perché è previsto il recepimento per praticamente settembre dell'anno prossimo e quindi in quel momento dovrà essere definito il dovranno essere definiti i meccanismi definitivi. Scusate il gioco di parole, adesso abbiamo invece la quello che si può fare in questa finestra temporale gli impianti possono avere al massimo potenza di kilowatt. Il singolo impianto é l'impianto di produzione e gli utenti che aderiscono a questa comunità in una comunità energetica devono stare dentro la cabina secondaria. La cabina di trasformazione tra bassa e media tensione, volendo immaginarlo, è come dire una situazione di quartiere o di poco più del l'isolato dipende ovviamente da quant'e' utenze ci sono allacciate, quindi sarà diversa l'estensione territoriale in un'area urbana rispetto a quella che è che sarà in un'area rurale o di montagna. Questo è un po', un limite, nel senso che vuol dire che posso coinvolgere nell'iniziativa un nucleo ristretto che deve risiedere appunto entro questi confini. Uno degli inghippi è anche il fatto che ad oggi non sono disponibili i dati relativi alla mappa geografica di queste cabine secondarie. Non è che va in internet e chiedi, digiti, la trovi. Non è possibile avere a disposizione, però, tra le novità introdotte dalla normativa, cioè proprio questo obbligo di mettere a disposizione dei cittadini che vogliono far partire questi progetti, queste questi confini geografici, in modo che uno sappia a chi rivolgersi, cioè chi contattare per scrivere, per mettere insieme, appunto, un nucleo di soggetti interessati a far partire il progetto. La cosa, La caratteristica, appunto, che queste comunità energetiche di quartiere così dette e ogni comunità energetica dovrà, come dire, essere sviluppata da un soggetto giuridico diverso. Anche questo, che è una secondo, secondo noi è uno dei limiti attuali, nel senso che avrebbe piu' senso per nascere un soggetto giuridico che possa gestire più comuni danneggiati che a livello locale. Ad esempio uno dei progetti che stiamo seguendo. Poi magari lo vediamo sì il nel comune di Vicari stiamo sviluppando una stiamo facendo lo studio di fattibilità di una comunità energetica. È un comune di duemila settecento anime di Colin. Insomma di montagna miglia siamo in in provincia di Foggia, eri Foggia. In questo caso in questo piccolo comune ci sono sei cabine. Sono state mappate sei cabine. Vorrebbe dire che in questo piccolo territorio dovrei far nascere sei soggetti giuridici diversi che gestiscono sei progetti elettrici, diciamo. È un po', una limitazione. Va bene il confine delle cabine, nel senso che abbiamo capito che è legato anche al fatto che se sta in bassa tensione non utilizzi determinati servizi e quindi te li posso scomputare dalla bolletta. Quindi quello è un senso. Però se si fosse uno stesso soggetto giuridico che può gestire queste varie iniziative al servizio, diciamo ad esempio dell' intera comunità di vicari, sarebbe più sensato. Quindi questo è un po', uno degli obiettivi con queste esperienze pilota noi. Ma é con me Noi tutti i soggetti che stanno sviluppando uno degli obiettivi è proprio quello di raccogliere elementi e le criticità per poter rimuovere gli ostacoli quando avverrà il recepimento della direttiva. Quindi magari evitiamo di creare questo vincolo che rende coincidenti i progetti elettrici con i soggetti giuridici. Manteniamo se vogliamo i soggetti, i progetti elettrici, ma allarghiamo il confine del soggetto giuridico. Anche perché il senso è di determinare il maggior vantaggio risparmio, perché non si tratta di business dove uno si arricchisce. Si tratta di operazioni che portano risparmio in bolletta. Più vado a a prendere ridondante la parte di appunto amministrativa, burocratica, gestionale. Più sto andando ad erodere del margine per l' aderente alla comunità. Quindi di fatto sto determinando un impatto negativo. Quindi se una sovrastruttura che puo' essere eliminata quello ha fatto in modo che il maggiore risparmio resti all'utente finale? Certo, volevo volevo appunto fare la distinzione tra autoconsumo collettivo, comunità energetica. In sostanza fino ad oggi, anzi diciamo fino a ieri, era possibile in un condominio a realizzare un impianto fotovoltaico al servizio o delle utenze condominiali. Quindi la luce delle scale, il l'ascensore e le luci esterne. Oppure poteva esserci era previsto che un singolo cittadino che motivato a realizzare e utilizzare energia fotovoltaica poteva utilizzare la sua porzione di tetto, quella che gli spettava e alimentare la sua utenza. Quindi allacciare il fotovoltaico al suo pod, quindi alcol al suo contatore. Questo era previsto prima, quindi è uno schema diciamo uno ad uno. Quindi o utenze condominiali o ascensore o il singolo cittadino, quello che è stato introdotto con questa novità. Invece il fatto di poter considerare è virtualmente come autoconsumo l'energia di tutti i condomini che decidono di partecipare al progetto. Quindi sul tetto del o del condominio non andrò più a fare un fotovoltaico commisurato al consumo delle utenze condominiali o del singolo andro', magari a occupare tutta la superficie del tetto, perché so che quella energia fotovoltaica può essere utilizzata da tutti i condomini. Ovviamente dal punto di vista tecnico, comunque ci sarà un pod collegato perché fisicamente non è che il filo che va un intervento fisico sulla rete, quindi non è che colleghi, cavie fai cose diverse. Fai la stessa operazione, però la normativa ti consente di considerare auto consumata tutta l'energia che le utenze del condominio useranno contestualmente alla produzione. Quindi se io, un impianto che in questo momento produce in quest'ora produce ottanta se ho le utenze condominiali che assorbono in quel momento tutte insieme sessanta l'energia sarà proveniente dall'impianto fotovoltaico. Chiaramente se invece in quel momento le utenze consumano di più rispetto a quello che la produzione dell'impianto, ovviamente mi resta un delta che io devo comunque utilizzare dalla rete acquistare dalla rete. Ma questa operazione quindi c' è un autoconsumo reale è quello comunque del pod allacciato a cui si aggiunge l'autoconsumo virtuale, diciamo virtuale proprio perché non c' è questa continuità fisica? Bene. E questo riguarda il condominio. Quindi l'autoconsumo collettivo riguarda il condominio o il supercondominio, quindi un complesso di condominio, mentre la comunità energetica riguarda, come diceva prima l'idea piu' di quartiere isolato quartiere Ok in quale in termini a livello di sburocratizzazione? Quali sono i vantaggi introdotti secondo te da questa novità? Beh, per quanto riguarda le comunità energetiche, c' è effettivamente una semplificazione notevole rispetto a quello che, per esempio il percorso che deve fare chi vuole realizzare un impianto, partecipando per esempio al registro. Quindi chi voleva fare un impianto a cento da duecento kilowatt voleva candidarlo al registro. Aveva tutto un iter, una trafila molto lunga. Aveva a tutt'oggi una trafila lunga da fare dei mesi di attesa per sapere se effettivamente viene riconosciuta la tariffa incentivante richiesta. Una complessità burocratica notevole. Questo è questo modello qui ti toglie tutto questo questo incombenze burocratiche e ti consente di come dire decide di farlo. Aggreghi le persone, analizzi i consumi, vedi che ci che combacino, diciamo l'autoconsumo e la produzione. Quindi di sicuro non vai ad aggregare più consumatori rispetto alla produzione, perché non avrebbe senso. Quindi fai un progetto preliminare di massima e a quel punto realizzi l'impianto l'impianto può essere realizzato con il capitale dei soci dei membri della comunità energetica. Quindi ognuno può partecipare con una sua quota. Oppure può esserci un soggetto, un produttore terzo, un soggetto che è quello che finanzia l'impianto. Ehm nel caso in cui siano i membri della comunità a partecipare con l'investimento, ovviamente tutto l'incentivo andrà poi ritornato a ai membri della comunità nel caso in cui ci sia un soggetto terzo. Ovviamente quel incentivo deve essere non può essere anche una quota non tutta, ma comunque deve essere ritornato a chi ha investito, se no ha fatto un investimento che non di cui non rientrerà mai quando dicevo prima che ogni situazione può avere declinazioni diverse mi riferivo a questo, ci può essere un produttore. Gli aggiornamenti facciamo oggi con il mio collega stamattina era proprio quelli. Ma noi di quanto di questo incentivo possiamo condividere per far si'? Che l'operazione sia interessante anche per chi partecipa alla comunità energetica? Qual è il punto di equilibrio? Poi quella valutazione fatta da una cooperativa porterà dei numeri e delle percentuali. Se ovviamente la fa un soggetto tradizionale farà altri ragionamenti, quindi magari resta meno al membro e rientrerà prima dell'investimento iniziative di natura piu' sociale, come appunto quelle che possono essere avviate dai nostri una cooperativa, avranno un'altra natura. E sarà tutte queste regole. Anche perché ovviamente in un'auto consuma una quota diversa l'impresa, ma anche la famiglia. Quindi anche lì, quanta ne bene quanto di quel incentivo va alle famiglie, va in proporzione a quello che effettivamente hanno avuto consumato o si decide di fare una oppure, per esempio, posso partecipare io nel mio condominio io partecipo all' investimento, ma magari qualcun altro del condominio è in difficoltà e appunto un consumatore vulnerabile e non ha capitale da investire. E io decido io e tutti gli aderenti decidiamo di condividere i benefici anche con lui. Queste queste iniziative sono state pensate dalla Commissione europea come iniziative di lotta alla povertà energetica, cioè proprio detto chiaramente nessuno deve essere lasciato indietro, quindi queste operazioni devono tenere conto anche di queste situazioni. Quindi chi chi ha la possibilità? Adesso? Purtroppo non mi sento di darti i numeri, perché quelli gli stiamo ancora lavorando anche su quanto effettivamente ha senso investire in base al mio autoconsumo. Quindi un era una taglia che sembra ragionevole. Però non vorrei sbilanciarmi adesso a dire cose che ricordiamo anche a casa, che è talmente no la rice, la ricezione del tutto che il panorama cambia di giorno in giorno, dunque comunque importante. Cominciate ad introdurre e capirci qualcosa, ma è un panorama che veramente un'evoluzione quasi quotidiana. E immagino che state lavorando quotidianamente anche voi. È prima parlare un po' pero' di Piccadilly. Ti volevo chiedere a che punto siamo, nel senso lei accennata, ma se volevi aggiungere qualcos'altro appunto, stiamo avviando questo progetto per verificare appunto la facilità della comunità energetica per iniziativa del comune. Come dicevo prima, è stato comune a dire voglio far far nascere una comunità energetica, quindi stiamo valutando, come in nostra collabora insieme al Comune per lo sviluppo. Ok, il nostro ha come dire ha il nostro stato commissionato questo studio di fattibilità per la realizzazione della comunità energetica. Siamo in un contesto dove c' è un'amministrazione. In particolare un sindaco, Filippo Gianfilippo Mignon, che è molto smart, molto innovativo e produce il cambiamento, ha un'intuizione e spinge, quindi è un contesto favorevole. Non tutte le amministrazioni sono così e lì è un altro aspetto interessante. Oltre a questo, c'è sempre la, sempre poi generato lui che la cooperativa di comunità quindi già lì esiste un soggetto che è una cooperativa di comunità che si occupa di prodotti gastronomici, di turismo, di valorizzazione delle risorse del territorio, fa tutta una serie di operazioni che hanno degli impatti locali importanti e che coinvolgono e danno anche lavoro ai vari soggetti che partecipano. L'idea non è quella di dimostrare che appunto, queste iniziative devono essere è molto legate a soggetti che già esistono, perché in quel caso, poi ulteriormente andare a limare eventuali costi e determinare ulteriori vantaggi. Quindi, se questa diventa un'operazione che si innesta, se aggiungi l'energia alle tematiche di cui la cooperativa di comunità già si occupa, vai a fare un'operazione virtuosa, crei un po' più lavoro abbatte i costi perché il soggetto giuridico già esiste chiaramente va adattato lo statuto perché non era previsto all' epoca che si occupasse di energia e quindi crei un'operazione che ha sicuramente più più benefici, che determina più benefici anche dal punto di vista sociale. E tu hai già un soggetto che è una comunità, quindi ha già quella sensibilità, quella attenzione. Quindi pensare di fare insieme qualcosa non è un'operazione. Come dire che viene dall'esterno o che sia forzata è già insita. Ovviamente lo dobbiamo dimostrare, cioè costruendo questa cosa, anche perché una quota dei cittadini partecipano alla cooperativa di comunità l'idea è quella di allargare, di aumentare la quota dei cittadini, rispetto circoscritto, con i limiti che abbiamo detto prima, che quindi riguardano un pezzetto di territorio pian piano arrivare a interessare la comunità. Quindi sono stata giu' anche a luglio, no, ad agosto, a fare vedere un po' quali sono i contesti, i tetti utilizzabili e anche, appunto, i in un quartiere di case popolari, in modo da poter determinare i benefici proprio al al, alle situazioni in cui è più importante abbattere i costi energetici. Quindi, insomma, si vuole mettere insieme tutti degli aspetti per dimostrare le potenzialità. Poi vediamo tra l'altro su subito il discorso alla cooperativa di comunità Ricordo un libro di Luca Martinelli L'italia è bella dentro, abbiamo moderato per Itaca a giugno. Un incontro dove anche Gianfilippo eh, mi sembra un incastro perfetto. Ma la coperta di comunità, la comunità energetica vanno quasi a completare un percorso che arrivai passo. Quel libro è spiegato molto bene il discorso della cooperativa di comodità molto interessante. Chissà che altre sorprese ci riserverà questo? Sì esatto, sembra molto attivo. Poi ti chiederei anche in Veneto che state seguendo un altro progetto pilota in un progetto di autoconsumo collettivo. In questo caso il contesto in cui lo stiamo realizzando è un social social housing, e cioè quindi la proprietà degli immobili è di un fondo immobiliare. Investire sgr poi è gestito da fondo Veneto Casa, cioè il gestore sociale che la cooperativa città solare quindi C' è una comunità che esiste effettivamente, reagisce e ha una sua identità. E la sua Come dire reattività, scusami, gestore sociale Cosa si intende nei social housing? C' è un soggetto che ha il compito appunto, di animare la comunità, di erogare, monitorare, di tutelare anche gli interessi e i diritti di chi partecipa e quindi insomma, dal punto di vista sociale è una figura centrale molto importante. Poi c'è appunto il nostro promotore e il partner partner tecnico. Che sinergia che una una esco sempre cooperativa nostra socia che appunto è quella con cui a braccetto stiamo realizzando questo progetto l'abbiamo l'abbiamo, proposto appunto al social housing. Abbiamo chiesto al fondo se era interessato ad avere questo progetto anche perché c' era un bando di ricerca di Rse se il ramo di GSE che appunto si occupa della ricerca sui sistemi energetici. Un bando di ricerca che appunto aveva invitava i vari soggetti a candidare dei progetti appunto di pilota di autoconsumo collettivo con l'obiettivo di studiarli. Quindi non c' è, diciamo una un riconoscimento economico per questi progetti. Ma l'idea era proprio quella di studiare e monitorare questi progetti pilota per andare a dare un contributo al recepimento della direttiva. Quindi tutto quello che noi incontriamo, come dicevo prima, di problemi di situazioni da risolvere, da cambiare saranno poi interessanti come sintesi per il report che vengono condivisi tra un anno, praticamente tra, per esempio, il situazioni critiche che abbiamo incontrato in questo caso il progetto che appunto noi abbiamo candidato ed è stato selezionato. Selezionato nove progetti su ventiquattro, quindi siamo tra quelli che stanno studiando e adesso è abbiamo incontrato i social house, li abbiamo incontrati in fase di di attivazione del progetto perché teoricamente potevamo attivarlo anche solo con l'ok del fondo. Non essendo un condominio non c', era bisogno all'assemblea condominiale, ma non aveva senso perché un'iniziativa sociale appunto, che coinvolge i cittadini. Per noi era importante farla solo se c' era l'interesse di chi viveva in questo in questi edifici sono stati realizzati nel duemila diciotto e hanno ci vivono ottantaquattro famiglie e quando abbiamo fatto la lanciato il progetto hanno aderito una sessantina di queste famiglie. Quindi c'è stata una notevole risposta e poi noi con loro abbiamo diciamo fatto un successivo passaggio. Ovviamente il covi ci ha fermati tutti per un po' di mesi, però adesso abbiamo fatto a settembre un successivo passaggio abbiamo somministrato un questionario è che aveva appunto redatto rsi che abbiamo adattato per il caso specifico. Stiamo continuando questa raccolta dati. Il tra i requisiti per partecipare al bando c' era la presenza di contatori due g, quindi i contatori di tipologia in grado di riconoscere di raccogliere i dati quarto rari quindi i consumi ogni quarto d'ora e questo era un obbligo, diciamo. Quindi è un elemento che ti serve, un dato che ti serve per poi andare, come dicevo prima, di incrociare la produzione e il consumo. Quindi è fondamentale. Noi adesso abbiamo che siamo registrati sul portale di distribuzione con la collaborazione dei condomini per scaricare questi dati quarto rari, ma in realtà i dati non ci sono. Quindi questo è il primo problema. Abbiamo incontrato che appunto non è così scontato. Non basta dire cioè un contatore due g ci sono dei passaggi ulteriori, questo lo stiamo risolvendo, diciamo puntualmente, ma l'idea è quella che questi problemi puntuali poi possono essere risolti, messi. Insomma il percorso possa essere portato a sistema ed essere risolto in maniera definitiva. Tutti tutti i gruppi che in realtà, una volta risolti fanno, aiutano a tracciare un percorso piu' più agile. Insomma grazie. Intanto è che volevo fare proprio un e ultimissima legata anche all'attualità più al discorso di transizione e siamo siamo andati. Purtroppo ci vorrebbe più tempo poi approfondire. Ma insomma ce la facciamo ti veniamo insomma la curiosità e ha capito un po' e per quanto riguarda il discorso di transizione energetica e pandemia, quali sono gli effetti che stanno spingendo positivi? Si spera della pandemia sulla transizione energetica secondo te? Si, beh, ci sono degli effetti positivi se anche se fa specie dire queste. Queste affermazioni però è li hanno avuti anche in generale sulla transizione su sugli impianti, anche appunto quelli candidati al registro, perché sono stati prorogati i termini entro cui bisognava presentare tutta la documentazione per per accedere, appunto all'incentivo. Quindi questo è un effetto positivo. Quindi ci sia dato più tempo a chi stava sviluppando questi progetti e che ovviamente ha avuto degli intoppi. Ma anche sul tema delle comunità. Dal mio punto di vista è ha portato dei risultati tutta la l'effetto più che altro del lockdown di queste situazioni inedite. Prima di quest'anno hanno aiutato a come dire, a riscoprire un po' le filiere corte, la l'autoproduzione, quindi tutto il pane e la farina la come dire, un tema che ricorreva anche nei social, come la tutti abbiamo imparato a fare il pane, ad arrangiarci per alcune cose un po' per riempire il tempo e avere la soddisfazione. Un po' per perché effettivamente, come dire, si apprezzava questa questa nuova modalità si sono anche innescate nuove dinamiche di comunità e di condivisione. Lo abbiamo visto tutti, anche chi io, per esempio, sono sempre in giro e o magari meno relazioni con con con chi abita nel mio condominio. Perché lavoro spesso fuori città, si sia riscoperta una dimensione locale di come dire dei bisogni elementari, della quotidianità, di chi vive in un in un contesto territorio urbano, insomma. E questi sono degli elementi che secondo dal mio punto di vista potranno essere degli elementi, dei fattori positivi per l'affermarsi della comunità energetiche. Perché magari un anno fa pensare di fare qualcosa con la gente del proprio quartiere magari è una cosa, un po' che ci avrebbe spiazzato. Adesso secondo me è più facile. È entrato un po' nel nel, nella naturalità e poi c'è la. Un altro elemento che è emerso chiaramente è l'insostenibilità del modello a cui eravamo abituati. Lo abbiamo visto con la qualità dell'aria, abbiamo visto delle, del dei cieli, delle luci e dei colori che non avevamo mai visto. E questo come ci ha schiaffato addosso? Il, come dire, la negatività di quello a cui siamo abituati e di sia. Come come dire dal punto di vista della percezione, sia appunto dal punto di vista di quello che effettivamente respiriamo tutti i giorni. Questo ci ha fatto capire che non si può tornare a quel modello. Questo è un tema che ricorre spessissimo nei social, tra chi è sensibile al tema e dobbiamo evolvere una di nuovo, quindi, insomma, mettere insieme tutti questi pezzi e capire che effettivamente queste opportunità, questa autonomia, visto che è un tema molto in voga. Questa idea dell'autonomia energetica locale va a inserirsi in questo nuovo modello di intendere la quotidianità, la vita, la dimensione territoriale. E quindi, insomma, cogliamo l'occasione per mettere insieme questi pezzi e accelerare un po' piu' in fretta questa questa transizione, perché alla fine sappiamo che abbiamo pochi anni ormai a una cifra e non sappiamo neanche se riusciamo arrestare alcuni meccanismi che ormai sembrano aver superato il punto di non ritorno. Quindi facciamoci come è più convinti e più protagonisti di questo nuovo modello, perché di fatto è proprio tutto nelle nostre mani, nella nostra coscienza e nella nostra capacità di cambiamento. Si tratta solo di decidere di farlo, insomma. Certo, le opportunità ci sono, ce ne sono tante, anche da approfondire staremo seguiremo anche sveglia che cambia l'evoluzione delle comunità energetiche come stiamo già facendo è Sara guarda, siamo quei tempi strettissimi, ma volevo chiederti un ultimissima cosa per le persone che ci seguono come l'azione più semplice al di là delle comunità, è anche sostenere diventare socio qualsiasi altra modalità per sostenere una un operatore di energia pulita e rinnovabile come interessato che può passare la nostra come può fare. Ma ci sono anche dei vantaggi per chi segue italia che cambia. Infatti noi siamo come dicevi prima partner ormai da un po' e abbiamo questa avviato questa convenzione anche a beneficio di della platea di italia che cambia piccolo sconto. Non è un ascolto che fa la differenza, ma è quello che noi riusciamo a fare in questo in questo mercato. Difficile che il mercato elettrico quindi chi aderisce? Beh, intanto appunto per aderire bisogna andare sul sito è la nostra www punto è nostra punto it e andare nella sezione tariffe e scegliere appunto quella che ci interessa tra la onoraria, la bioraria. Poi adesso veniamo anche alle novità è proprio di oggi e quindi seleziona la tariffa va a sottoscrivere e cioè un passaggio in cui si chiede se si aderisce a qualche convenzione in particolare in quel caso bisogna selezionare Italia che cambia in modo da poter beneficiare di questo sconto del cinque per cento sul prezzo energia per i primi dodici mesi e anche lì, insomma, anche più che altro un segnale di appartenenza ad una rete di un circuito, al di là del risparmio che questo può determinare. Poi dicevo, la novità di oggi è la tariffa a casa virtuosa. É una tariffa che abbiamo pensato da tipo tre anni che ci lavoriamo. La tariffa che abbiamo pensato proprio per chi consuma tanto, ma non perché è uno sprecone, ma perché sta passando da gas ad elettrico, quindi sta aumentando la quota di elettrificazione dei propri consumi e quindi è riservata a chi ha l'auto elettrica o a chi ha la pompa di calore e quindi non utilizza più il gas per scaldarsi. E quindi, come dire, va a premiare chi ha aumentato i consumi perché ne hai tolti degli altri, ovviamente di consumi molto più impattanti per poter accedere. Ovviamente questa tariffa è migliore rispetto alla tariffa tradizionale, però appunto per poter accedere bisogna come dire, dimostrare di averne diritto e quindi è riservata a chi ha quattro chilowatt e mezzo di potenza impegnata a chi ha l'auto elettrica e a chi appunto alla pompa di calore. Basta andare nel sito appunto, come stava mostrando paolo. La sezione tariffe casa, scendendo sotto c' è la tariffa casa virtuosa. Si si si clicca, si entra in un form, si caricano, ho il libretto dell'auto o quello della pompa di calore, si caricano i propri dati e qui si appunto di dichiara di avere una potenza dei quattro e mezzo e poi si invia, si viene contattati e a quel punto, se si ha diritto, si riceve il link per poter sottoscrivere. Lo abbiamo messo, diciamo da parte perché poi ci sono persone che non leggono quali sono i requisiti per poter accedere alla tariffa che sottoscrivono? Quindi dopo dovresti bloccare dei contratti già sottoscritti e fargli rifare. Quindi per evitare questa cosa appunto è questo il percorso da fare. Quindi se siete in questa situazione, probabilmente più di qualcuno è a diritto più di qualcuno di quelli che ascolta diritto a questa tariffa. Quindi potete fare questo percorso. Ehm operette tra i primi ne abbiamo sottoscritte tre oggi e quindi insomma proprio nuova nuova buono un bel guarda anche questo Sara Ti ringrazio tantissimo, ricco di spunti e di stimoli e grazie ancora anche per il vostro lavoro e grazie a voi per il vostro perché è una battaglia comune. Ci rivediamo questo Grazie mille e con l'occasione ringrazio anche tutti gli utenti che ci hanno gli elettori italiani cambio che ci hanno seguito e vi rimando. Insomma, il prossimo appuntamento di a tu per tu ad ottobre siamo tornati! Grazie mille. Ciao. Ah, Un'altra! Cosa? Non guardate mai la telecamera fissa l'effetto politico. Ah, su chi risponde? Decidete voi. Io ho una domanda per te. Per te Domande generali vi alternate oppure che ricominciamo? Diciamo dall'inizio, Magari partiamo da ehm ehm dobbiamo partire da dove siamo? Non tanto nel negozio. In senso il discorso sulla cooperativa. Quindi a cosa serve nome e cognome? Il nome e cognome meccanico. Avevi sottopancia del montaggio? Intanto va bene. Okay. Caterina Nico L'ano con la M di Milano è fondatrice di Social made in Italy Cooperativa Alice Si', Luisa della Morte, Responsabile sociale di Cooperativa Alice. Beh, rispetto al sociale, va bene. Autrice del progetto perfetto. La tutto attaccato con No, sono due parole della morte. Va bene, bello, pensa. Quando si lavorava insieme della morte delle donne, capisci che non poteva starci? No, faceva fuori dalla morte. Ma era cieca quel tocco di noir che non poteva essere tolto? No, Cominciamo in breve su che cos'è la cooperativa Alice Un minimo di fare veramente Come nasce? Okay, Okay. Allora, la cooperativa Alice nasce nel novantadue all'interno del carcere di San Vittore e nasce con lo scopo di offrire opportunità di lavoro, di inserimento lavorativo alle donne detenute. Nasce con un laboratorio di sartoria, inizialmente una sartoria teatrale che si è poi sviluppato invece negli anni successivi, in altre è in altri rami in altri settori. Attualmente i laboratori della cooperativa sono quattro due, tre all'interno di istituti penitenziari che sono San Vittore, Bollate e Monza. É un laboratorio esterno dove lavorano anche persone in azione penale esterna e ed altre ancora. Insomma, è la cooperativa Lavora, ha lavorato a lungo per conto terzi negli ultimi anni, invece negli ultimi cinque o sei anni lavora soprattutto per i propri marchi. Un marchio è sartoria San Vittore, che connota una linea di abbigliamento femminile dove viene venduta nel proprio punto vendita e un altro invece sono gatti galeotti, che è un marchio che connota invece una linea di gadget mistica. Oltre a questo si è sviluppato fortemente in questi ultimi quattro o cinque anni una linea di sartoria forense di toghe per magistrati e avvocati Dobbiamo parlare buono marchio. Comunque avete collaborato. Un sigillo mh-mh successivo può essere cos'è il sigillo. Come nasce? Come nasce che cos'è sigillato dai tu il sigillo è il marchio dell'amministrazione penitenziaria. Qualche anno fa, sulla base di una proposta specifica che la cooperativa Alice, insieme ad altre cooperative, aveva avanzato al dipartimento proponendo di cominciare a parlare di lavoro detentivo, nello specifico per le donne, in una in un'ottica unitaria, cercando di mettere in connessione tra loro le tante esperienze esistenti all'interno degli istituti penitenziari in una chiave che non fosse solo quella del innanzitutto della mappatura, che è già un valore importante della conoscenza tra realtà, ma anche in una chiave proprio di imprenditorialità comune. Quindi la logica del brand che avevamo suggerito all'interno di un progetto presentato e poi finanziato dalla cassa delle ammende, è che ha generato poi la nascita del marchio e dell'agenzia sigillo che la cooperativa Alice ha diretto per conto dell'amministrazione. Nasceva proprio con L'intento di cominciare a definire una visione comune in termini di immagine, di comunicazione, anche di azioni che si potevano immaginare comuni in abbinata e non in un'alternativa assolutamente, ma come opportunità in più per supportare le attività imprenditoriale delle cooperative sociali che nel novantanove percento dei casi, anzi nel caso di sigillo, nel cento percento dei casi sono le titolari delle attività produttive nel settore del tessile e del confezionamento. Quindi è possono mettere, mettere in atto per sostenere gli inserimenti lavorativi delle donne, com'è nata l'idea di sociali made in Italy. Come è nata, come buongiorno siete svegliati social made in Italy, se vogliamo il ragionamento proprio successivo all'esperienza di sigillo con cui come cooperativa ci siamo anche formate ad una visione che fosse di sistema, che andasse oltre quello che è lo spaccato di conoscenza sia interna di istituti che anche di mercato, che noi abbiamo qui sulla città di Milano, che per quanto sia una città importante e che fornisce dei dati notevoli, no sullo stato dell'economia, non è assolutamente idonea a raccontare lo stato del sistema Italia penitenziario rispetto alle difficoltà o meno che ci possono essere all'interno dei singoli laboratori è al termine dell'esperienza di sigillo. Ci siamo trovati con una causa molto importante, è fatto della conoscenza diretta dei laboratori che sono disponibili e quindi sono le risorse di un sistema produttivo penitenziario e anche con molti elementi in più che li qualificano sia nei punti di forza ma anche nei punti di debolezza e che hanno ci hanno suggerito nuove azioni da proporre per lo sviluppo di questa iniziativa che da qui nasce l'idea di social made in Italy che attinge proprio da quella rete produttiva costituita con sigillo, selezionando ulteriori all'interno di questi quindici istituti penitenziari che erano già coinvolti dal progetto sigillo alcune esperienze particolarmente significative con cui a lanciare la sfida successiva al sigillo provare a qualificarsi per essere interlocutori autentici del Made in Italy, che dappertutto significa eccedenza nella artigianalità delle lavorazioni e capacità e maestria nel saper fare che rende ha reso famoso il nostro Paese nei sistemi economici mondiali. Per quanto attiene la sartoria è un obiettivo sicuramente ambizioso, che però stiamo sperimentando in queste prime fasi di avvio e che è possibile raggiungere se c' è la complicità di chi quel saper fare l'ha saputo diffondere e promuovere nel sistema economico mondiale. E sono i marchi dell'alta moda non più da considerare come clienti da conquistare, a cui chiedere di affidare delle lavorazioni è basta, ma da coinvolgere in questa è sfida riuscire mettendoci insieme, ciascuno per la propria parte, ad accompagnare questi laboratori a essere all'altezza del made in Italy. Se ce la facciamo si crea un'economia sostenibile veramente anche prima di tutto dal punto di vista economico che consente ai marchi di riportare in qualche situazione il made in Italy in Italia, preservarlo e soprattutto non perdere i mestieri che ci hanno reso grandi. Intanto un dato quando è chiamato a socio del made in Italy l'anno scorso, quindi nel duemila e quindici, puo' essere ad aprile, un anno fa grossomodo si' l'hai già detto in parte però, diciamo per capirlo bene, soprattutto per il video che in che modo social made in Italy come concetto si distingue dal made in Italy qualunque nel senso la parte la parola sociali. Hai parlato di sostenibilità, però mi piacerebbe definire bene qual è l'elemento di sostenibilità sociale. Ho letto anche ambientale che potrebbe dirci i punti per i quali io persona comune devo dire wow, che bella questa cosa poi qual è il valore aggiunto a livello sociale del progetto? Ma indubbiamente il valore aggiunto di sociali è quello di proporre una filiera produttiva che sia socialmente responsabile. Quindi prima di tutto noi offriamo un sistema di un network di laboratori che utilizzano il lavoro come strumento di riabilitazione sociale. Partiamo dalla nostra esperienza del nostro know-how specifico che è quello penitenziario, per cui i primi laboratori che fanno parte di questa community noi ci siamo definiti così una community tra l'etica del fashion e i diritti umani, eh? Sono laboratori che noi conosciamo e che sono avviati, all'interno o all'esterno degli istituti penitenziari, ma che da li' attingono la forza lavoro. I brand sono brand che da tempo dimostrano una particolare attenzione. É un impegno a portare avanti i temi di sostenibilità sia di tipo ambientale. Molti di loro, in particolare il marchio con cui è nata la sperimentazione continua la collaborazione che Carmina Campus, per chi opera nel nell'ambito del sostegno del fashion, come viene definito, è un marchio di riferimento perché addirittura utilizza esclusivamente scarti di lavorazione che vengono reinterpretati stilisticamente, dimostrano come la creatività possa riportare in un ruolo di protagonista quello che dalle. Nella logica ordinaria era invece uno scarto di lavorazione. Lo scarto diventa un materiale che racconta una storia, la storia autentica, dell'azienda che l'ha prodotto. E questa è la visione che ci vede comuni perché noi stessi siamo i laboratori etici, diciamo così, che nascono all'interno di progetti di inclusione lavorativa, hanno delle bellissime storie da raccontare, le storie delle persone che accompagniamo, le storie delle nostre imprese. Ma se non si abbina ad una creatività che è in grado di riportare questo stesso tema anche sul discorso dei materiali, addirittura appunto partendo dagli scarti, ma non necessariamente limitandoci a quello eh allora l'abbinata può essere vincente. Non ci può essere persone all'interno della visione di sociali non c' è filiera abbinata abbinata ad una creatività altrettanto sostenibile e viceversa che vogliamo dare? Se li avete qualche numero non so quante persone coinvolte, come sta andando che lo si può dire si'. Attualmente i laboratori coinvolti sono quattro è mediamente in ogni laboratorio. Beh, a parte il laboratorio di catania con laboratorio che il neo di neoformazione molto piccolo, però mediamente gli altri laboratori hanno grossomodo tra le quindici e le venti persone che lavorano al proprio interno. Sono cooperative, quindi, che hanno già avviate da tempo e che hanno laboratori che impiegano grosso modo questo numero di persone. Quindi sono al momento circa una cinquantina di persone che in parte detenute. In parte appunto all'esterno, che che sono coinvolte nel progetto di queste cooperative, aderiscono al marchio. Queste cooperative collaborano al marchio esatto con il marchio? Sì, perché di fatto non c' è un'adesione al progetto. Non è però una struttura, ma c'è un cappello comune non è un consorzio dove appunto è richiesta comunque un'adesione e una partecipazione anche economica. Insomma, in questo caso c' è un'adesione al progetto. Il progetto è quello di sociale made in Italy. Loro anche. Domanda ignorante Non conosco bene, so che il lavoro in carcere non sono retribuiti. Si, le persone che lavorano con noi, che lavorano generalmente nelle nostre cooperative sociali, insomma hanno un periodo di formazione che è più o meno lungo, ma mediamente è di almeno un anno in cui fanno la formazione e in parte sono a volte retribuite quando ci sono i servizi del territorio. Nel nostro caso il Comune di Milano che eroga del tirocinio, delle borse lavoro o quando è possibile, attraverso dei contributi che vengono stanziati, poter quindi poter poter dare delle vostre lavoro alle persone che sono in formazione. Al termine del periodo di formazione le persone vengono assunte, sono quindi hanno un contratto che il contratto di riferimento delle cooperative sociali e non solo sono socio lavoratrici della cooperativa, per cui si assumono anche una serie di responsabilità è di diritti e doveri riferiti appunto alla cooperativa e alla alla gestione della cooperativa in qualità di socio. Quindi anche questa è una è un processo di accrescimento e di responsabilizzazione grande. Insomma, oltre allo stipendio che indubbiamente importante anche quello. Quindi diciamo queste cinquanta persone, più o meno quattro però sono a livello economico, sono enti slegati. Quindi non è solo che Davide Riki paga la cooperativa che paga le persone, ma io cooperativa di di Catania, certo Prodi o di Venezia faccio il mio lavoro, vengo retribuito a Dax dalla cooperativa che a sua volta a prendere da sì questo i soci dipendenti è sia detenuti che non detenuti. Insomma, ovviamente non vengono retribuiti dal cliente. Normalmente no. Quindi la cooperativa che attraverso le proprie lavorazioni, attraverso il proprio fatturato verso verso i clienti, riceve quindi del per cui lavora normalmente, insomma con costi che sono costi di mercato. Per esempio un prodotto come vendiamo prima che era stato fatto da qua si parte. Persona certo, sicuramente chi paga chi è In questo momento la cooperativa dice in quanto capofila di tutto il progetto fattura e riceve quindi i pagamenti dei clienti. E a sua volta le cooperative che hanno fatto una parte di quella parte del lavoro vengono fatturano alla cooperativa Alice, la quale a sua volta retribuisce le cooperative stesse. È la quelli che vedete prima, ma ora non abbiamo mai nominato. Quali sono queste quattro? Abbiamo detto Catania, Catania, le quattro cooperative che entrano in questo momento nel circuito di sociali sono Catania, Venezia, Milano e Vigevano. Da da poco, insomma, con cui sta iniziando questa collaborazione che ci volete raccontare? Un po' il discorso sulla qualità. Prima avete insistito molto sul concerto, quello che vi contraddistingue oltre l'aspetto sociale, quello di puntare su un prodotto di qualità che vada anche sul mercato, indipendentemente dal fatto che uno non deve comprare questo prodotto per aiutare i carcerati detenuti. Cos'é che vi dite? Certo che il nome social made in Italy crea delle aspettative nel mercato. La parola che colpisce il made in Italy made in Italy crea delle aspettative importanti in termini di qualità, eccetera. E questo è il vero vera essenza del progetto, che è un progetto quasi più culturale che un progetto di lavoro. É l'invito fatto noi stessi cooperatori a cambiare la mentalità per essere in grado di stare sul mercato. Cambiarle in che senso? Nel senso di essere di credere fermamente di poter essere competitivi sul mercato in termini di qualità della lavorazione, competitività del prezzo giusto, equilibrio tra qualità e prezzo è il segmento della detenzione aiuta a volersi scrollare di dosso la tentazione di provare a essere più competitivi sul mercato, raccontando che se compri quello quello oggetto, in realtà stai facendo anche qualcosa di buono. Perché la detenzione non è un segmento di società che ispira necessariamente in automatico dei sentimenti positivi. È questo per noi è la base del nostro lavoro, perché lo scopo della cooperazione sociale, ma vorremmo che tornasse nel nostro piccolo ed essere quello di restituire dignità attraverso il lavoro e la restituzione della dignità su qualunque persona adulta, a partire dalla sottoscritta, è quella di poter dimostrare di saper fare bene qualcosa. Questo è quello che ti ridefinisce. Un'identità è nel caso delle persone detenute. E poi quello che normalmente ti limita nella tua proiezione nel futuro è rimanere vincolato a ciò che hai fatto, mentre è spostare l'ottica in quello che sai fare oggi. Se io ti incontro e ti chiedo Tu cosa fai nella vita? Ti parlo al presente, ma in quel fai gli dai la tua identità? È il mestiere che fai, il lavoro che svolgi. Riportare questo in termini molto semplici, se vuoi No, è su una persona detenuta. Questo marcia in meno, come lo definisce una direttrice del che si rischia di avere è rimanere vincolati a ciò che hai fatto nel passato, invece riportiamo sulla professione che prescinde da qualunque reato, con un reato o scelta sbagliata che una persona ha commesso. Da lì può ripartire il percorso, poi se il percorso riparte è o meno, dipende sempre dalla volontà delle persone, no? E da tanti aspetti che purtroppo non abbiamo la bacchetta magica per poter risolvere tutti quanti pero'. Il dato importante del sistema giustizia è che le persone che vivono il periodo della detenzione ottimizzato anche e soprattutto per lo svolgimento e l'apprendimento di una professione, riducono al il tasso di recidiva. E questo è un dato importante perché portare il lavoro in carcere non è levarlo fuori è far funzionare meglio un sistema e farlo funzionare. Il meglio vedete voi, ci sta o meno. A volte viene messo tra parentesi. Se non vuole essere polemico è però far funzionare un sistema che costa ai cittadini perché è votato alla riabilitazione. Se le cose funzionano, il beneficio e su tutti lo scopo di sociali, eh? Cambiare la visione e l'impatto, cioè il modo di promuovere l'articolo e renderlo talmente bello e giusto sul mercato per il rapporto qualità prezzo, che diventa secondario anche comunicare la filiera da cui proviene o, in alcuni casi riuscire a colpire quel target di mercato che quello del negozio del lusso, che non necessariamente, e non così in maniera scontata e sensibile ad un'adesione, ad un'iniziativa invece di tipo sociale. Portare quel target di mercato ad acquistarlo nonostante sia fatto in carcere è completamente diverso. Em, scusate, faccio saltello un palo da una cosa all'altra prima, quando parlavamo di quattro quattro si chiama debito. Avevate anche detto appunto che ognuno era specializzato su un pezzo, magari vogliamo ribadirlo ehm ogni ogni laboratorio delle dei laboratori che attualmente aderiscono a una specialità produttiva per cui a Catania sono specializzati nella lavorazione del feltro a Venezia, nella pelletteria è in parte anche a Vigevano, nella pelletteria, pelletteria e serigrafia a Venezia è mentre a Milano lavoriamo soprattutto sul tessile. Quindi questo anche perché è corrisponde più alla storia di ogni di ogni singola cooperativa, ovviamente. Ed è anche vero che ho ogni una pi una piccola cooperativa, una delle piccole cooperative. Vedete come le nostre non posso non sono in grado di fare ovviamente tutto. Insomma, i nostri prodotti principali al momento sono borse sum. Ti riferisci a questo punto? Ha asociali sì, i nostri prodotti principali in questo punto, che in questo momento sono soprattutto borse, borse e in parte anche gadget mistica che cos'è carmina campus ehm vado io, è carmilla campo se il brand che per primo ha creduto i social made in italy che a differenza ancora di di altri, di altre realtà che comunque piano piano si stanno avvicinando, non è facile creare e generare questo tipo di adesione è a differenza degli altri, si è fatto talmente partecipe il progetto che ha anche voluto interpretare stilisticamente. Quindi la linea è di borse con cui è partito e ci siamo sperimentati prima di definire la struttura no, quasi in tono sperimentale davvero di sociali. Nasce dalla con la disponibilità di Ilaria Venturini Fendi, che la fondatrice e anima creativa del marchio di interpretare anche il mondo da cui noi arriviamo. Quindi la prima linea di Carmina Campus, realizzata con sociali Made in Italy utilizza materiali di riciclo? Si, come é nel dna è di Carmina Campus, ma che arrivano dal sistema penitenziario. Quindi la nostra prima materia prima è stata quella delle coperte del fuori uso del carcere è su cui sono state effettuate le prime lavorazioni in feltro, completamente riviste dal punto di vista creativo, appunto grazie al supporto di Ilaria eh e abbinate con i tessuti di rimanenze di magazzini, abituati a fornire i brand dell'alta moda che vengono poi lavorati per le fodere interne o per i dettagli in pelle che chiudono comunque le borse. Qual è il vostro bellocchio? Perché lo avete scelto? Il nostro pay-off community between it's Fashion and human rights è l'abbiamo scelto perché il discorso del community è quello che più ci fa identificare quello che stiamo cercando di creare un luogo di incontro tra i laboratori, i brand e non solo qualunque realtà che come noi sta lottando per costruire una cultura differente legata alla sostenibilità. Eh sì, si creano. Io credo che davvero l'innovazione non sia nel inventarsi cose nuove, ma nel far dialogare di più in realtà che già operano superando quella logica che abbastanza italiana, ma non esclusivamente italiana, della mentalità dell' orticello che sul sociale poi stride ancora di più. Perché non ci può essere davvero competitività, come è più connaturata al discorso imprenditoriale. No, delle aziende e che è giusto che ci sia perché ciascuno deve essere portavoce del proprio piano d'impresa. Però quando si parla di progetti culturali si possono trovare delle forme di convenienza, perché sempre di marketing si parla di win-win che devono essere alla base di discorsi di lungo periodo, altrimenti sono strette di mano che durano il tempo di una stretta di mano anche autentiche, ma che rimangono le iniziative una tantum e che invece puo' dall'incontro di realtà differenti ma compatibili affini, può nascere un progetto d'impresa che può essere ritenuto conveniente per entrambi. E questo per il discorso della community sul fashion etica i diritti umani è un po' particolare per il discorso della cooperazione? Eh beh etica i fashion sono abbastanza immediati come intuizione, perché questo noi cerchiamo di fare, cerchiamo di fare incontrare questi due mondi in maniera interattiva e propositiva sul discorso dei diritti. È un po', un filtro anche all'interno del nostro mondo, quello della cooperazione sociale in cui quando si parla di lavoro e di lavoro penitenziario noi intendiamo il lavoro retribuito con il rispetto dei contratti sindacali. Non c' è dignità, se non parte dei diritti inviolabili dell'uomo che sono anche quelle del lavoro. Se non ho un progetto di inclusione lavorativa, tutto il resto non è quello che noi cerchiamo di portare avanti. È questo non è così scontato. All'interno del sistema penitenziario che vive anche di molti impegni, che a volte molti definiscono lavorativi, ma che hanno uno scopo altrettanto utile, nobile che è quello di occupare il tempo. Ma un conto è condurre laboratori ricreativi o con questa finalità? Un conto è implementare un progetto d'impresa e un progetto di lavoro dove a casa nostra, quando si usa la parola lavoro il lavoro retribuito secondo gli standard italiani, questa è la prima forma di restituzione di normalità. Abbiamo un contratto sindacale, quello va applicato e quello dobbiamo impegnarci a rispettare. Prima parlavate di distretto produttivo, è ristretta. É un po' quello che dicevamo prima il distretto produttivo. Stiamo sperimentando all'interno si' che ognuno fa una fase di lavorazione tra l'altro mi hanno segnato, invece era questo network. Fanno parte della pulsar di Milano. Era riferito solo al circle? Si, magari lasciamo così l'ultima che vi faccio io, poi io mi vuole danzare, oltre a non sapere domani questa tv, se vuoi ancora anche questa cosa del prezzo, ok ma voglio chiedere a entrambe una delle due come volete le criticità più grandi affrontate e superate, non pochi problemi. Caduto, immagino proprio che si riempie l'uscita più grande che avete dovuto affrontare siete riusciti a fare e che siamo riusciti a superare? Non ce n'è gne superate la criticità no, una criticità mille superate, zero. Cerchiamo di conviverci. Ci siamo però le critiche le criticità rimangono ancora tantissime e sono forse ci si sposta poco alla volta di qualche centimetro. Qualche metro, insomma, sono il principale. Di fatto però esistono ancora sicuramente i livelli di qualità produttivi, all'interno dei laboratori e i tempi di produzione e quindi l'omologazione tra tra i tra i vari laboratori, questi rimangono la creazione di un linguaggio comune che anche nel linguaggio comune imprenditoriale, forse su quello sociale un pochino di più ci siamo è su quello imprenditoriale un po' meno. Ma questa è la sfida grande credo di tutte le imprese sociali in Italia. Insomma, è su questo che veramente molto, molto abbiamo fatto dei passaggi. Sicuramente non siamo allo stesso punto zero da cui siamo partiti. Manca anche prima, insomma, anche con sigillo. Insomma, forti anche di questa esperienza con sigillo, abbiamo già iniziato a fare un lavoro di sgrossare. Tura però ha ancora veramente ancora c'è ancora molto da fare dall'altra parte credo che l'altra criticità è quella di una di una fiducia, di una legittimazione da parte invece delle delle aziende profit che possono interloquire con noi sentendosi in buone mani. Insomma, sentendo che comunque possiamo essere delle del laboratorio affidabili anche noi delle imprese affidabili, anche questo è tutto un passaggio che va ancora poco alla volta conquistato è un'altra cosa di fondo è che credo esista un po' in tutti noi operatori era appunto una cosa di cui parlava anche prima Caterina e cioè il fatto di eh che noi cooperatori, insomma tutti quanti veramente facciamo il sentiamo di poter fare un investimento forte e sincero. Insomma in questa in questo lavoro che è un lavoro di gruppo, è un lavoro che dove magari emerge meno la cooperativa singola, ma emerge il lavoro appunto del del gruppo intero e quindi di è tante persone che collaborano in un impegno più comune l'individualismo di noi cooperatori. Anche questa è sicuramente una delle nostre criticità. Fermo per un secondo di scarto aperto vado come se ti guardassi come se scusami tu intanto vai. Sì, ok. Un'altra delle criticità storiche, queste proprio indipendenti, credo dal dal lavoro di sociali, è il turnover che esiste all'interno dei laboratori penitenziari, che è diverso sicuramente a seconda che il laboratorio sia in una casa di reclusione, quindi con persone con pene definitive o in una casa circondariale. O ancora meglio, per così dire, in un istituto di alta sicurezza. È dove quindi le persone hanno condanne a volte lunghe, sono dei tempi di permanenza anche piuttosto lunghi. È perché ovviamente la il turnover troppo alto come in qualsiasi altro laboratorio, in qualsiasi azienda, a volte porta con sé la dispersione delle conoscenze, delle capacità di fare eccetera. E questo è un problema che ci riscontriamo spesso con alcune direzioni. Abbiamo avviato comunque delle modalità di lavoro compatibili e e abbiamo cercato di avere delle, di fare in modo che, appunto le direzioni stesse compatibilmente ovviamente anche le loro esigenze riducano il più possibile il numero di trasferimenti, quantomeno delle persone che sono impegnate nei nostri laboratori. Eh? Credo che comunque è l'unica possibilità per venir fuori. Insomma, questa situazione sia quella di poter contare su una su un bacino di persone che continuamente entra nei laboratori e è poter fare quindi una formazione continua. Per fare questo occorrono dei fondi o con i contributi? Perché sicuramente la formazione non è uno uno dei em un'attività che le cooperative riescono a mantenere con le proprie risorse si'. Invece io volevo chiedere la piu', oltre che girare più grande soddisfazione questo sia della vita in generale, sia di società conte vorrei rispondere bene eh? Una soddisfazione più immediata è quella di vedere il prodotto finale a cui noi non siamo comunque abituati perché è il prodotto di questa sinergia. Spesso noi cooperatori ci ritroviamo per forza di cose a inventarci no, siamo presidenti delle cooperative o comunque operatori che curano l'inserimento educativo proprio della persona è sei quello che idea, le iniziative che scrive, i progetti che si improvvisa, creativo o comunque valuta No, se anche non lo fai direttamente è inserisci al tuo interno qualcuno di cui ti fidi, ma che normalmente non può essere un nome che evidentemente, se è tale anche delle competenze e un livello di professionalità nel suo mestiere che è è altro rispetto a quello che che possiamo anche permetterci normalmente in autonomia. E poi la distribuzione con tutte le fatiche che si fanno. Allora la soddisfazione è proprio più immediata e vedere la bellezza di queste borse a cui noi autonomamente non saremmo mai arrivati chiaramente, sennò non saremmo qua e saremmo già anche noi quotate in borsa come i grandi marchi. E quindi vedere avere la soddisfazione di vedere questi designer così stimato e conosciuto in tutto il mondo, che firmano una nostra creazione perché noi la percepiamo così, avendola realizzata noi. Anche se in realtà poi la distribuzione è caro e a cura del del marchio, del designer e non la nostra è è sicuramente ti fa toccare con mano cosa sei potenzialmente in grado di farlo se tutti gli ingredienti sono nel posto giusto e l'altra cosa sempre collegata E grave vederci sulle riviste in giapponese? No, su le riviste di moda giapponesi è vederci su così a volte ormai non non ci non siamo neanche avvisati, no comprimari Claire compri una rivista fashion, ne trovi l'immagine e la tua borsa. Ecco, questa è la soddisfazione. È lì che dobbiamo arrivare e vedere la soddisfazione delle nostre colleghe quando gli porti da vedere quello che è il frutto del lavoro complessivo di squadra. Perché poi, appunto nel caso di Carmina Campus ciascun laboratorio fa una fase di lavoro, ma forse solo Venezia che vede la borsa finita ma non sa ancora dove andrà è mentre questa è la parte mozzie emozionalmente piu' forte l'altra cosa l'altra soddisfazione gratificazione è chiedere i permessi all'ingresso con i famosi ex articolo per figure a cui il mondo del carcere non abituato perché tutti i nostri partner dei brand giustamente per poter assolvere alla loro funzione di supporto. Claudio con un certo venite avanti sì, va bene se intanto vuoi ok chi è l'altra soddisfazione questo più legata al progetto culturale? No, è quando ci troviamo a dover fare la richiesta degli ex articolo diciassette per Ilaria Venturini Fendi, piuttosto che il loro direttore di produzione o il team che magari per la prima volta entrano in un carcere assistere al carico emotivo anche per i brand, finché non tocchi con mano che cos'è anche come motivazione, insomma è è notevole. E riuscire a ottenere questa fiducia anche da parte del sistema penitenziario che riconosce un permesso all'ingresso all'uscita della durata di un anno in qualunque momento a figure che non sono avvocati, non sono operatori sociali, come possiamo essere già culturalmente noi da anni, che i cooperatori esistono. Se si dà per scontato che se c' è un progetto lavorativo, è normale che qualcuno nella cooperativa entri è meno normale che qualcuno entri per conto del del brand che cura direttamente la formazione dei laboratori e lo scambio che ne scaturisce è nell'approccio completamente diverso da parte dei tecnici rispetto al laboratorio e la reazione da parte dei colleghi lavoratori, dei laboratori o le colleghe e i tecnici è per chi fa il cooperatore da tanti anni. Interessante. È altrettanto gratificante che vedere la borsa su una rivista in giapponese in realtà volevo parlare del prezzo si' no, io ho restituito tutto, eh, in questo in in questi giorni sociali ha ricevuto il primo sostegno e il contributo concreto è anche questo ci fa particolarmente piacere perché arriva da una realtà anomala perché non è frutto di una partecipazione ad un bando di finanziamento istituzionale. È questo da un lato un po'. Spiace che manchi ancora il supporto istituzionale, ma dall'altro invece è rinforza un quello che noi con orgoglio andiamo a dire che è nel nostro dna. Quindi per coerenza va benissimo anche che sia così. É un premio che abbiamo ricevuto un premio, un contributo che abbiamo ricevuto da Fox Life grazie alla segnalazione al supporto di The Circle Italia. Il circolo è un network di donne fondato un'organizzazione internazionale fondata Dani Lennox, a livello appunto internazionale e che in Italia è stata portata da Livia Firth, altro grande nome di riferimento delle nostre bibliografie alle giovani studenti del moda sostenibile e presieduto da Antonella Antonelli, direttrice di Marie Claire, che di nuovo per chi si occupa di moda sostenibile il sogno no, poter finire su queste riviste insieme a loro tante donne importanti del sistema economico e imprenditoriale e umano italiano da Adelaide, Corbetta, Enrica Ghiaia, Umberta Gnutti, Beretta che ci ha segnalato, forse per prima dei circoli Italia a presentato un progetto particolare legato al merito delle donne a Fox Life, che ha generato la realizzazione di un format che sta andando in onda in queste settimane. Il martedì sera è realizzato in sette puntate all'interno delle quali vengono raccontate undici storie di donne che raccontano come attraverso la loro professione hanno sconfitto un luogo comune sulle donne. Quindi non un progetto di genere, ma di merito delle donne è l'idea di The Circle e di FoxLife accolta da Fox Life, è stata quella di realizzare questo progetto con una finalità non lucrativa, ma com'è nelle corde di The Circle è quello di sostenere progetti di donne più in difficoltà. È stato scelto il nostro progetto con molto coraggio, perché abbinare un progetto dedicato totalmente alle donne detenute è un progetto di merito, è sottile ed è coraggioso. È però è stata vista proprio questa questo impegno a fare in modo che il saper fare possa addirittura superare la colpa con il merito. No, attraverso il merito è grazie a questo programma ci è arrivato un grosso contributo per noi che consentirà di finanziare proprio questi percorsi di alta formazione in cinque istituti penitenziari che, oltre a quelli che già sono operativi, prevedono un intervento nel carcere di Brescia aversano, dove abbiamo già una cooperativa che è molto in linea con lo spirito di sociali CNN e con, rinforzando soprattutto il sistema, appunto produttivo che che abbiamo per essere in grado di affrontare nuove nuove tipologie di prodotti. In parte mi avete già risposto prima, però volevo sapere i prossimi obiettivi, come stanno facendo si' quali sono. Sicuramente siamo in una fase espansionistica, non siamo ancora arrivati a un a un momento di saturazione. Quindi no, stiamo stiamo cominciando a testa. Insomma legami e e collaborazioni anche con altre aziende è mme. Siccome non si tratta semplicemente di vendere dei prodotti, ma è un no, è un proprio un rapporto di condivisione. E sul sulle parti anche così di più di come dire di no, che di contenuto no e sono dei processi lunghi e quindi su questo sì, vorremmo cominciare comunque incontrare ehm eh, non ho idea vorremmo diceva hai l'aria dietro. Vorremmo quindi riuscire a contattare più aziende che sono interessate a partecipare a questo progetto nostro per perché è anche un progetto che appunto è un progetto di crescita reciproco. È così come dall'altra parte stiamo cercando di ampliare sempre di più i laboratori, il numero di laboratori che possono entrare nel diciamo così, rete di fornitori, ma anche di condivisione, appunto, di valori e di progettualità eh E in questo senso poi c' è anche questo discorso. Questo filone, insomma, più culturale del progetto di sociali che ehm che ovviamente è fund, ha possibilità di sviluppo se se fa parte anche di una riflessione più comune che coinvolge sempre più attori insomma maggiore coinvolgimento maggiore che io ci ho un'ultima se vuoi raggiungere qualcosa in una domanda che facciamo sempre ai vari che intervistiamo ehmm che cos'è per voi l'italia che cambia non il nostro progetto. Se io vi dico italia che cambia cosa mi viene in mente? Qualsiasi cosa oggetto, non rivederci la nostra progetto no posso di certo, eh, ma di recente mi capita abbastanza di frequente di incontrare persone giovani intorno alla trentina. Quindi rispetto a me decisamente giovani é che che non sono al hanno delle idee, perché insomma non avere idea trent'anni potrebbe essere un problema, ma si sforzano anche di realizzarle, ci mettono le mani dentro. Insomma è sono magari cose situazioni molto piccole che comprendono due tre persone. Insomma è però ne ne sto incontrando tante è l'altra cosa molto interessante per me è che sto invece stiamo sperimentando anche noi che stiamo sperimentando delle come cooperative, come sistema, insomma delle cooperative in carcere. E questa esigenza che secondo me non è più soltanto teorica ma sta diventando veramente anche una necessità, appunto culturale, anche politica. Insomma, di fare delle cose insieme è questo mi sembra anche un bel valore di cambiamento. Insomma, tutto devo dire anch'io se la Juve qua, che sembrava un po' in disuso senti vai si' in per me l'italia che cambia è quella che ha il coraggio di riprendere in mano una frase che per chi si occupa di sociale è leggibile in qualunque progetto no che il qui e ora questo qui è ora che è ovunque, in tutti i trattati pedagogici che regolamenta sempre l'intervento tra noi operatori e l'utenza no, é il target dei destinatari. Invece cambiare la prospettiva e l'italia cambia nel momento in cui noi facciamo proprio su noi stessi, il cui è ora a partire da cose molto piccole, è sociali. Prima facevamo fatica a dirti quando è nato, perché normalmente nella nostra cultura cooperativa un progetto nasce quando viene finanziato. Noi oggi ora abbiamo ricevuto il primo contributo. Ma non è un progetto ancora finanziato da nessuno. Avevamo davanti due strade no o aspettare che qualcuno approvasse e quasi accreditata asse attraverso quel finanziamento, oltre a darti la benzina no, per poterlo realizzare anche dirti fallo e invece dire ma noi lo vogliamo fare? Allora facciamolo. Oggi posso fare tanto così e faccio tanto così e domani faccio tanto così e sogno tanto così. Ecco, questo è quello che continuiamo a fare in mezzo a mille difficoltà. Però l'italia che cambia è questa e non è solo social sociali, sta cercando semplicemente di creare un gruppo WhatsApp tra queste, in realtà ciascuna nel suo mondo, ciascuna con provenienze completamente differenti che a loro modo, nel loro piccolo fanno delle cose l'italia che cambia, eh questo e questo gesto che è il cui è ora. Poi riusciamo a fare poche cose. I nostri numeri non sono enormi, non lo saranno probabilmente mai. Non risolveremo i problemi di nessuno. Pero' daremo il nostro contributo. La soddisfazione che ti rimane a fine giornata è quella che è impagabile. Grazie. Dobbiamo che direi proprio di no. Perfetto. tanto d'altronde le facce sono quelle. Quindi è ovvio che un po' si interseca perché un cazzo cazzo fa che arrivano nell'articolo adesso due cose diverse però secondo me vabbè, vediamo Eh sei beh, puoi iniziare. Iniziamo dalle elementari nel bosco dovranno bavaglio che vengono questi allora è un po' che come è nata Le esperienze di vendite nel bosco alle elementari, nel bosco, è la trasformazione del progetto Community Education. Quindi noi avevamo questo e abbiamo tuttora questo protocollo d'intesa con l'istituto comprensivo Amendola, Guttuso di Ostia. E abbiamo pensato ascoltando le famiglie, ascoltando bisogno dei bambini e di tutto il progetto di quello che era accaduto, di poter trasferire l'esperienza dalla scuola di cemento dalla giungla di cemento alla giungla di Liana. E questo ci ha permesso di poter di poter allargare il progetto anche a tutte quelle persone che stavano cercando un approccio più naturale. E poi sicuramente c'è questo aspetto che sicuramente l'esperienza dell'autore education è proprio il bisogno dei bambini di questo tempo. Quindi sono arrivate un pochino più di risorse e quindi sostanzialmente siamo siamo partiti con questo progetto di scuola di scuola primaria che è nella sua fase iniziale, perché ovviamente fare outdoor per il discorso della scuola primaria l'esperienza la stiamo facendo adesso. Così come l'azione nel bosco ci ha messo un po' per capire che cosa significava poter fare un asilo all'aperto tutti i giorni tutto il giorno. Anche la scuola primaria sta sta nella stessa fase, quindi siamo totalmente nella fase di sperimentazione. E la cosa positiva che ci ci fa piacere. Che l'anno prossimo raddoppieremo il numero dei bambini della primaria. Quindi se in questo momento ce ne abbiamo quindici sicuri l'anno prossimo saranno più di trenta e quindi questo ci permetterà di aumentare l'organico e di cominciare a mettere in pratica quello che adesso stiamo progettando. E quindi significa fare un piano personalizzato per ogni bambino, rispettando quelle. Da una parte quelle che sono le indicazioni accademiche che dà il ministro della pubblica istruzione. Dall'altra parte sviluppare questa cosa che abbiamo chiamato la pedagogia dei talenti, che corrisponde praticamente a tutte le intelligenze multiple che hanno i bambini. E ce ne sono tantissime. Gardner ne elencava un po', noi abbiamo aggiunte, abbiamo aggiunte altre in modo che ogni bambino possa essere considerato come un elemento unico, portatore di talenti individuali. A questo ci mettiamo le prove, tutta la nostra relazione che abbiamo col mondo istituzionale per fare un progetto individualizzato speciale per ogni bambino oggi, cioè questo acronimo nella scuola che si chiama Bess, bisogni educativi speciali. Noi siamo convinti che ogni bambino abbia un bisogno educativo speciale, non sia soltanto per il bambino di difficoltà. In realtà pensiamo che quello che è la necessità per un bambino è di avere un percorso individualizzato, in realtà il bisogno di tutti. Quindi in realtà i bambini in difficoltà ci hanno aiutato a capire che per andare incontro alla pedagogia moderna, per andare incontro a quelli che sono i bisogni del bambino di oggi, bisogna fare un piano individualizzato. E mi dici bene, appunto. Quindi in questo momento elementari nel bosco sono un'esperienza di scuola pubblica con un modello educativo differente e all'aperto. Quindi esattamente la scuola nel bosco è un progetto all'interno di una scuola statale che viene finanziato in parte dalle famiglie e molto anche dall'attività di formazione che noi facciamo in giro. Le attività di divulgazione, questo nostro sogno di mettere in pratica questa scuola pubblica che in collaborazione con lo Stato, dove però venga garantita la possibilità di sperimentare, di poter andare incontro a quelle che sono anche le esigenze dei nostri educatori, delle famiglie. E da questo punto di vista, secondo noi è una bellissima opportunità. Perché non c'? È questa contrapposizione tra statale e persone che in una società civile vogliono vogliono organizzarsi per fare qualcosa. Non è privata, nel senso che non è un non ci piace l'aggettivo privato. E in realtà col discorso della sovranità educativa il privato è più un participio passato del verbo privare, cioè privato dei fondi necessari per poterlo fare. Però, grazie al sostegno di migliaia di persone che quotidianamente ci scrivono, ci sostengono, ci comprano il libro, vengono ai nostri corsi, noi riusciamo a tenere in piedi un progetto che altrimenti non si potrebbe tenere in piedi. E invece, appunto, nell'istituto comprensivo e la Amendola cottura, facendola concluso li'. Cosa cosa rimane adesso dell'istituto Amendola? Guttuso rimane, è un altro tipo di outdoor, rimane l'odore dei maestri di strada e anche quello, Lori. Consideriamo come sempre un progetto focale per l'associazione Manes è il nucleo diciamo, della nostra storia. E perché sostanzialmente, cosa succede oggi come oggi? L'emarginazione ci dice in realtà è la strada dove andare, perché coloro che, come i ragazzi di strada, non riescono fisicamente a stare dentro quattro mura e in realtà nessuno ci riesce. Alcuni si adattano, molti si adattano, ma si adattano facendo degli sforzi terribili. In educazione lo sforzo non ci dovrebbe essere. Dovrebbe essere tanto impegno e tanta gioia di imparare mentre c'è tanta rassegnazione in quel quartiere, lì, in quel quadrante lì ragazzi sono più spontanei, sono più diretti, non ci pensano due volte a farti a manifestarsi il loro disagio. E quindi cosa succede? Quello è l'odore, è quello è quello che in statistica la flyer no, è quel quel dato che nessuno considera oggi tutti questi out flyer sono in realtà l'inizio il nuovo paradigma. Quindi li rimangono i maestri di strada rimangono nel loro lavoro, rimangono nella cura, nella prevenzione e nella sperimentazione. La cosa straordinaria che è avvenuta in questi mesi e che grazie alla fondazione Pro solida abbiamo avuto un sostanziale considerevole aiuto che ci permetterà di portare avanti il progetto dei maestri di strada per diciotto mesi. É la cosa che qui ci siamo molto, molto grati a loro é che loro hanno capito che quello che noi volevamo fare non era soltanto andare a tappare un buco a sostituirci allo Stato ha qualcosa che non fa, perché per noi le attività di ricerca è fondamentale. Quindi noi in questi diciotto mesi faremo un lavoro a in modo da poter mettere su tra virgolette un algoritmo nel senso di capire quali sono quelle ragioni che portano all'abbandono partendo dalla prevenzione, dall'asilo dalla scuola primaria, identificando quali sono tutti i momenti che portano poi alla fine un ragazzo a prendere questo tipo di decisioni. Ci concentreremo come al solito, sempre su quel quadrante lì e faremo questo. Cominceremo a capire quali sono i passaggi. Tutto questo lavoro di questa ricerca verrà poi pubblicato, messo a disposizione di tutti. Collaboreremo con i maestri di strada di Napoli, collaboreremo con la Sardegna, collaboreremo con tutte quelle persone che in questo tempo vorranno essere con noi in questo tipo di ricerca che, ripeto per noi è sempre alla ricerca della outdoor ed è sempre la ricerca della libertà. E questo secondo me il passaggio bello di tutta questa situazione. L'outdoor rappresenta la ricerca della libertà e diciamo che i ragazzi sono no. Poi è bello perché i maestri di strada stanno anche in situazioni delicate, vicino no a situazioni che stanno anche nel carcere. Allora è bella la parola evadere. No, evadere vuol dire tante cose evadere no, è svagarsi, ma è anche scappare da un luogo di costrizione. La prevenzione sta nel non sentirti costretto E quindi? E quindi questo è quello che si sta cercando di fare E dai risultati sembra che siamo proprio sulla strada giusta. Ma perché io ho questa che mi parli è la stessa di parlare al telefono che state cercando perché io l'avevo capito, applicata all'asilo parliamo per tutti e due. Il principio è sempre lo stesso eh? Il principio è sì, esiste il ministero dell'educazione. La situazione é un mistero perché l'essere umano è un mistero tra il mistero non vuol dire che non possa essere svelato. Svelare questo mistero è è il nostro compito. É la nostra ricerca. Grazie. All'incontro con FM e questa società straordinaria di ingegneri con Nicola Martinelli, Daniele di Fausto, tutta la loro società che sono società di ingegneri che fanno facility management. Ma per loro il luogo è fondamentale. A me piace molto il loro slogan o in garage in prices for better living learning e con loro ci stanno dando una mano. Ci stanno proprio insegnando l'importanza della creazione degli algoritmi che sono una codifica che permette un'esperienza di potersi replicare. Altrimenti tutto ciò che rimane nel mistero e tu dici che non può essere svelato se tu dici che la signora del bosco si fa perché cioè Paolo Sabina Danilo e se non metti queste persone non si può fare. Pronto? Stai mentendo perché ti sei nel bosco Ne sono nati tanti, ma quello che è la cosa più importante è che si possono codificare dei momenti. Si possono semplificare delle cose perché l'obiettivo di tutto quello che stiamo facendo è che possa diventare un metodo che tutti possono applicare. Perché l'autore la puoi fare anche nel giardino della scuola si possono fare delle cose sempre si possono fare. L'importante è codificare e capire queste cose l'ingresso della nostra vita lavorativa e personale di questi ingegneri è stato questo. Quindi queste cose che ti stanno raccontando fanno parte dell'incontro dell'incontro con loro. Ma è una cosa tra parentesi ci devi andare a intervista a loro. Tu l'hai vista l'intervista fatta Nicola su sulla nostra papà sul crowdfunding. No, te la devo mandare. No, devi andarci a parlare. La cosa che mi ha fatto ehm incuriosisce. Mi affascina un po' di questo discorso è che sembra un ibrido strano, un po'. Nel senso tu metti in relazione a un'esperienza molto basata comunque sulle relazioni e anche sull'unicità con standard con l'idea di riuscire a creare appunto uno standard. Qualcosa come si incastrano queste due cose. Questo è il più grande mistero è riuscire a mettere insieme ciò che è è standard ciò che è unico. Questo devo dirti che è l'esperienza che sto provando dentro di me io con questo che li centra anche il personale. Io un padre ingegnere sempre considerato no, facendo la battuta gli ingegneri non esistono, funzionano. È adesso la mia Nemes no, per averne più di duecento. Entrare in questi luoghi è veramente una cosa particolare. Però anche qui è nella relazione. Per me relazionarmi con loro è questo mistero è andare a trovare questo equilibrio e come tutte queste cose sta passando attraverso delle relazioni umane. Quindi come questo si sta traducendo? Sono questi incontri? No, Dove? Per tirare fuori una frase ci mettiamo un pomeriggio. È però questo tipo di lavoro. È possibile tutto questo integrando la tecnologia integrando quello che nella pedagogia dei talenti sto cercando di capire quali sono i principi allora sicuramente nella vita odierna ci sono dei principi inalienabili, cioè indoor e outdoor. È un ritmo che l'essere umano deve trovare perché l'essere umano sta troppo dentro, ha bisogno di uscire. Poi il ritmo online offline. Ognuno di noi ha una vita online e il bambino del futuro, il bambino di oggi sarà l'adulto del futuro. Dovrà avere gli strumenti per bilanciare questa cosa. Se non gli verranno dati tutto rimarrà nella confusione. Quindi la pedagogia di oggi si deve interrogare su questo ritmo. È ovvio che uno come me che stava col commodoro sessantaquattro, col computer, con le stanghette non è un nativo digitale. È normale che per me il discorso artistico il discorso umano è sempre stato centrale, quindi è normale che per me io faccio fatica, io faccio fatica, ma i bambini di oggi no. E per questo l'incontro con una società che mette al centro della sua ricerca l'espressione online e diventa fondamentale, così come per loro gli umani technology è un elemento fondamentale che sono veramente arrivi come Guzzanti, malate aborigeno, che se diamo di dall'altra parte del pianeta e quindi anche loro vivono in realtà però è una esigenza di di andare a inserire i componenti l'umanesimo della tecnologia ce l'hanno anche loro. Quindi all'interno di questo incontro stiamo scoprendo come si fa e vedrete quando andate a conoscere gli altri maestri di strada che all'interno dei maestri di strada. C' è un fisico matematico, tendenzialmente ti aiuta a poter capire quali sono queste cose. Poi in realtà e anche ieri facevo questo corso alle maestre. Il discorso dell'algoritmo è una cosa che teoricamente è difficile, ma in pratica pora nonna che fa le lasagne anche lei ha un algoritmo, poi vai a svelare l'algoritmo magari devi stare con tua nonna, la devi osservare perché lei magari non te lo so dire, ma c' è un algoritmo pure per la lasagna che ti permette poi di poterlo replicare. Certo, magari il tocco di magia della nonna non ce l'avrai mai. Però intanto avere un prodotto di qualità che possa essere replicabile, fondamentale poi ognuno ci metterà il suo. Però diciamo che noi condividiamo la stessa biologia, lo stesso scheletro poi è ovvio che è un po' diverso. Però l'omero ce l'abbiamo tutti se non ce l'ha è un problema e su questo penso che poi dopo le differenze si si esaltano. Capire ciò che è comune a tutti. E poi nell'adattamento del territorio è diverso la fotosintesi, le piante le fanno tutte. La fotosintesi che avviene in Brasile è diversa di quella che può arrivare nella foresta nera, ma entrambe fanno la fotosintesi. Quindi capire come funziona la fotosintesi appartiene a qualcosa di comune, come poi avvenga nella diversificazione del Brasile della foresta Nera è la differenziazione. Quindi in realtà la vita è questo. Ora, come riuscire a portarlo in pedagogia? Eh? È il bisogno di questo tempo senza invece credo un po' gli occhi, un po' a mandorla. Che vi è successo? Beh, mi è successa una cosa straordinaria. Io ringrazierò per sempre tutte le persone, quegli incontri che non hanno la possibilità di andare a vivere questa esperienza. Per i tre mesi in Cina sono stato chiamato da questa società che che è fantastico, cioè andare anche un maestro di strada che va a fare una consulenza per tre mesi a una società che fornisce servizi educativi per l'infanzia per i ricchi cinesi è stata una cosa incredibile. Stata Guan Jian, una ridente cittadina di quindici milioni di abitanti l'ungheria praticamente dove c' era questa società che ha iniziato questo percorso di Forest in the garden. E non solo avevano anche altri altri, altri altri spazi. E hanno chiamato degli esperti da tutto il mondo, tra cui anche il sottoscritto. E lì è avvenuta questa cosa sembra veramente la barzelletta. C' era la finlandese, il tedesco, la del danese L'inglese L'italiano. E tutti insieme ci siamo trovati lì a settembre a progettare questa questa scuola che starà lì. Sono nate delle relazioni incredibili tra tra noi che veniamo da varie parti del mondo. Ma tu pensa che nei nostri discorsi c'erano delle frasi uguali e questo è stato sconvolgente, sconvolgente capire come. Effettivamente quando tu metti al centro della tua indagine qualcosa di comune, poi escono. Quindi la finlandese Eravamo scioccati perché erano proprio i prezzi dei nostri scorsi che sembravano pronti col copia-incolla e quello è stato veramente un'esperienza incredibile. E poi è stato il mondo contro della Cina scoprire questa cultura è stato meraviglioso. Alla fine mi sono mi vestivo come loro. È stato un una cosa, una cosa che mi ha cambiato veramente la vita e ci voglio. Voglio dire una cosa a parte della cena, cioè l'eleganza, noi abbiamo magari nell'occidente una un'immagine stereotipata della sporcizia non è che lì non ci sia non è li hanno problemi, diciamo da un punto di vista ecologico che sono drammatici. Draghi rimane uno dei gesti incredibili per me ogni volta pensare che loro quando ti danno i soldi ma lo fanno tutti dal cassiere lo fanno con due dita no? Così con due mani ti danno il biglietto da visita e ne devi stare proprio ti devi preparare psicologia, depistarli, l'odio che c'è tutta una ritualità di questa cosa e io lo dicevo finché loro avranno questi gesti come versano il tè nelle cose che per me io sono impazzito, io sono impazzito e poi impazzisco per l'idea che noi queste cose non le sappiamo. E ti dico quest'altra cosa che prima di andare via ha fatto questo questo intervento pubblico e c' è stato qualcosa che mi sono sentito di dire a loro prima di andare via? No, effettivamente un popolo strano, un popolo che adesso alla prima generazione dei figli nati ricchi no. In quindici anni a loro gli è cambiato tutto e da un punto di vista sotto tutti le Mans l'emancipazione femminile sta su larga scala. Sta venendo adesso quindi vedere tutta una serie di dinamiche è stato incredibile. Però ti devo dire una cosa quando ho fatto questo saluto mi è venuto proprio dal cuore di dire questa cosa. Cioè è vero che la Cina ha un problema di inquinamento e quindi il territorio è inquinato, ma le loro anime sono molto meno inquinate. Secondo me io e Lee ci è stato proprio il pubblico. Tante, tante persone si sono commosse perché non si aspettavano che un occidentale andasse da loro con quel senso di profondo rispetto. Ma io veramente ancora nutro nei loro confronti. Perché proprio le come sono stato accolto dalle persone, ma anche dai villaggi dove andavo. Perché poi ovviamente, dopo un po' di grattacieli mi ero stufato e avevo bisogno anch'io di riri per ripercorrere il mio il mio stare in campagna e dall'accoglienza di queste persone è stata incredibile l'ingenuità la generosità, la sincerità. Io l'ho nel popolo come al solito lo l'ho trovata poi ovviamente chi è ricco, non sempre ricco, non per per per meriti propri, è un per sfruttamento altrui. Però per me è stata un'esperienza che mi ha cambiato veramente veramente la vita insieme com'é che hanno chiamato un giorno, ma diciamo che l'incontro è sempre stata sempre tra vidi tramite le relazioni accade. No, è c'. Era questa questa questa donna che é diventata una nostra amica, che era colei che Petra Jager, che in Germania ha reso pubblico l'asilo nel bosco venticinque anni fa? E diciamo che lei era stato chiesto di fare questa consulenza in Cina. E lei perché non è strano? Perché i tedeschi sono già nell'inglese. Lo sanno tutti tranne Petra. Lei è proprio strana di base e quindi poi non poteva, non se la sentiva di lasciare, diciamo il suo asilo per tre mesi, tutta una serie di cose. Allora un altro nostro amico in comune ha detto ma perché non ci mandi? No, non suggerisce il nome di Danilo. E quindi iniziato questo scambio epistolare con con i cinesi. Poi sono andato lì per questo primo colloquio. Ci siamo, ci siamo piaciuti molto e poi ho detto guarda come italiano se voi state in un casino sono perfetto per iniziare. E quindi? E quindi effettivamente è stato così. Effettivamente non è stato semplicissimo andare lì e portare e portare dei cambiamenti in un sistema educativo che è molto, molto ingessato, estremamente competitivo, molto rigido. Non è stato però qual è stata la situazione che io ero fresco. Ero reduce dall'esperienza del del della fondazione della signora del bosco qui. E quindi tutte quelle domande che da poco c' erano state fatte a noi erano quelle che avevano i cinesi. Anche quello è stato incredibile. Vedere proprio le stesse domande, gli stessi dubbi, le stesse facce. Ma la cosa meravigliosa era vedere i bambini, le stesse cose, lo stesso bambino che arriva a cinque sei anni, che inciampa su se stesso e dopo tre mesi si arrampica sull'albero e vedere tutte queste tappe di cambiamento e quindi è avvenuta così poi poi dopo con i cinesi e io ho avuto subito un buon feeling per me Hong Kong Napoli alla n nel nel senso che ho scoperto molte cose che erano attinenti alla mia cultura d'origine una società che è basata sulla famiglia e sul cibo per uno che ha origini napoletane di base parte avvantaggiato e anche a livello degli impicci cinesi ne fanno non pochi. Non è che noi siamo esuli da questa cosa, quindi alla fine è ci siamo trovati subito e questo è stato, lo ripeto, una dispensa meravigliosa. Quindi adesso come come stanno facendo un giro nel bosco. Adesso in Cina stanno continuando il in Cina. Loro dicono di essere i primi in realtà, capisci? Da te andremo che usa un miliardo e quattro di persone essere i primi si se il primo che esce fuori pubblicamente. Ma ce ne sono anche altri piccoli. Loro lo stanno facendo, diciamo in grande stile. Adesso hanno finito, ha finito il turno il mio amico danese adesso comincia l'amica finlandese. Dopo andrà all'inglese, poi l'americana e poi dopo aspettano che io torni. Io non so se tornerò, è certamente una barzelletta. L'italiano viene l'italiano è stato il primo. La cosa buffa è che l'italia è stato prima la cosa che comunque colpisce e che però è importante dire no, cioè continua questa cosa no, che gli italiani fanno innovazione, hanno il coraggio di fare cose nuove. Hanno piu' riconoscimenti all' estero che qua è qui. Diciamo la situazione del riconoscimento su larga scala ci stiamo ancora lavorando. Quello però è sempre un po' legato al tema della sovranità, cioè noi io quello che ci stiamo accorgendo è che questo desiderio da parte della delle persone di essere coinvolti più direttamente l'educazione dei figli e nell'educazione in generale si sta facendo sempre più grande. Una esigenza ormai delle persone. Ma noi lo vediamo. I nostri corsi vengono. Tanti ragazzi hanno tra i venti e i trent'anni sono la generazione Erasmus. Sono ragazzi che all' estero, ci stanno andando. Ci sono andati, non fanno piu' tutta quella fatica per andarci. E si rendono conto che poi, tornando qui che gli mancano le basi, nel momento in cui, vivaddio, anche loro sì, si prendono il coraggio di fare dei figli, si trovano in una condizione di un sistema dove non si riconoscono. Quindi nasce proprio come una esigenza. Ora, di nuovo lo Stato. Le istituzioni potranno assecondare, andare incontro e si andranno incontro. Si potrà stabilire un dialogo, ma se non andranno incontro e sarà sarà sarà un problema. Sarà un problema. Perché? Perché si arriverà, si potrebbe arrivare a uno scontro. É questo quello che noi, quello che noi non vogliamo, i cambiamenti si possono accompagnare. Altrimenti emergeranno sempre di più quelli che sono gli impulsi individuali e quindi la l'istruzione parentale scaling nasce, sarà sempre di più, che sono però risposte individuali. Ha un problema che però è collettivo riuscire a dare delle risposte alla collettività, che siano sistemi che siano organiche è molto importante. La centralità della scuola pubblica in uno Stato è fondamentale. La centralità del pubblico però non può rinunciare alla pluralità di metodo. Queste due cose non sono in conflitto, fanno parte della biodiversità e sono degli aspetti fondamentali. E questo in alcuni paesi ce l'hanno in maniera molto chiara. Ce l'hanno da tanti anni, quindi di nuovo anche nell'incontro. Con queste persone ci ho dovuto mettere un bel po' a spiegargli il nostro sistema. Però allo stesso tempo questo network internazionale che sta che sta formando Quando tu parli con i turchi quando tu parli con i cinesi, loro hanno gli stessi problemi che abbiamo noi. Anzi, per certi aspetti ce l'hanno ancora di più in Cina o ha il denaro per comprarti un'educazione diversa, non c'. È storia in Turchia, anche abbastanza simile alla situazione in Italia. È quella situazione di mezzo in quella fase? No, tra non è la libertà che hanno altri paesi. E non è nemmeno la schiavitù che ne hanno, ne hanno altri rispetto a un sistema che è blindato. Noi siamo in questa sorta di terra di mezzo e ci stiamo trasformando questa trasformazione in atto. Secondo me è importante che queste esperienze nuove vengano raccontate, portate avanti, ma se non c' è un super noi senza il supporto, anche solo non è anche socio. Senza il supporto dell'istituto comprensivo noi non staremmo qui. Noi non avremmo tutta questa questa forza che abbiamo oggi. Perché l'istituzione che ti riconosce importante perché vuol dire che quando l'istituzione di riconosce e tu ti senti anche legittima dire però ammazza Io non sto facendo qualcosa di sbagliato, io sto veramente sto facendo qualcosa e non deve essere necessariamente contro. Questo è fondamentale perché noi non siamo contro se fossi contro lo Stato, se sei un folle, ma sarei anche contro quello che effettivamente una relazione che è nata. Certo, magari con il ministro della Pubblica Istruzione ci parlerei anche se però fammi dire questa cosa divertentissima. Noi abbiamo avuto una donazione dal ministro, dal ministro Giannini grazie al crowdfunding che abbiamo fatto con Tim e messo Giannini ha fatto una donazione. Non posso dire la cifra, è una questione di privacy, anche se poi in radio pubblicamente però lei l'ha fatto, ha fatto una donazione. Siamo nel bosco ora questa cosa da un punto di vista simbolico é molto importante che poi questa donazione del ministro diventasse un'azione di apertura di metodo e di riconoscente di metodo sarebbe anche meglio della donazione. Sarebbe qualcosa che che ci piacerebbe. Saremmo molto contenti, però. Quindi Ministro, noi siamo qua quando vuole un bel posto viene qua e ci facciamo quattro chiacchiere in campagna. Non lo so, Danny, se vuoi fammi pensare a papà. Papà, perché il libro lo possiamo fare. Penso si fanno fare con sab Paolo che Torino è buona la scuola abbiamo detto ma abbiamo detto Dai che ci siamo. Noi non ci siamo. Dai che facciamo sempre una domanda Vai, vai che cos'è secondo te l'italia che cambia? Ma non il nostro progetto. Se io ti dico i tagli che cambia Ah, ok L'italia che cambia è la realtà è quello che sta sta avvenendo. Tutto ciò che è vivo cambia chiara che l'italia l'italia sta cambiando perché la realtà è cambiamento, è cambiamento nel rispetto della forma e rispetto di cio' che dell'organico tutti i cambiamenti, che sono graduali, che sono profondi sono cambiamenti che poi attecchiscono e che poi rimangono l'italia sta cambiando. Io io sono non sono di quelli che si stava meglio quando si stava peggio io sono molto più contento ora di vent'anni fa e quando vado in giro a raccontare del dell'educazione oggi vedo vedo facce diverse, vedo persone, ragazzi che ci stanno e adesso verranno centoventi studenti della facoltà di Scienze della formazione di di roma tre e che vogliono tutti venire qui e sarà un grande momento. Stiamo incontrando migliaia di persone, quindi l'italia sta cambiando, sta cambiando sotto tanti punti di vista, quindi è importante raccontarla importante condividerla. Importante dargli forza. Sapere che che gli ostacoli ci sono, ci sono sempre stati e ci continueranno a essere. Però l'italia che cambia la realtà l'italia cambia grazie agli che è successo? Cosa mi dici? Chiamo il cognome ruolo. Ok, io mi chiamo Ilaria Castiello. No, no Si, maestro, sì, sono una maestra dell'asilo nel bosco che in Shulz Cosa? Cosa facevi prima di venire qui a lavorare nella villa nel bosco? Dunque, prima di lavorare all'asilo nel bosco io ho fatto degli studi artistici. È però contemporaneamente agli studi artistici ho sempre lavorato con i bambini, quindi diciamo che parallelamente alla carriera universitaria di lavoro già facevo gia', lavoravo con i bambini. É sostanzialmente facendo laboratori artistici molto più attinenti alla ah gli studi al percorso di studi un. Poi a un certo punto ho realizzato che effettivamente forse era quello che volevo fare, visto che lavoravo praticamente sempre con loro e sono arrivata qui. Ti sei trovata un contesto, un po' particolare rispetto alla scuola tradizionale. Una vita tradizionale. In realtà è stato più che scelto perché io all'epoca prima di arrivarci cercavo un posto dove fare un tirocinio, scartando a priori le scuole normali, vista la formazione artistica. E credo anche le inclinazioni di carattere Scar Tavo, tutte le scuole tradizionali perché non volevo fare il coccodrillo come fa quelle cose così atroci. È cercando un posto diverso dagli altri. Per caso mia sorella ha trovato ha sentito dell'asilo nel bosco e quindi sono finita qui e direi che mi sono trovata subito a casa. Insomma, ho realizzato subito che era la mia dimensione da tutti i punti di vista, praticamente. E anche se pensi che anche, appunto, il rapporto con i bambini sia diverso in un contesto del genere, la maestra, il maestro e bambini come come come cambia rispetto, magari raccolto, si può avere in una classe o, ma il rapporto le relazioni in generale nel contesto naturale credo che seguano avvengano in maniera più fluida e più rilassata, vuoi per lo spazio che diverse contenitivo, eh? E quindi non soffoca, diciamo. È quindi il fatto di essere tutti un po' piu' rilassati e distesi. Credo che contribuisca sia un rapporto, un po' piu' sereno. Sicuramente si descrive un po' come una giornata di un bambino che viene all'asia nel bosco. Cosa fa dunque bimbi all'asilo qui quando arrivano la mattina in genere lanciano la giacca, diciamo. Questa è una delle prime cose. Lanciano la giacca sulle scale e scappano in giardino proprio perché non vedono l'ora di. Insomma non vedono l'ora di arrivare a scuola. È una delle cose più belle che succede qua. E di solito una delle cose caratteristiche che facciamo una passeggiata, il momento forse più creativo e naturale della della giornata. E tra le attività favorite, cioè l'arrampicata sugli alberi e cioè la parte avventurosa. Dell'esplorazione è la raccolta dei materiali che poi usiamo, magari per costruire cose durante la giornata cnn l'arrampicata sugli alberi già l'ho detto insomma la giornata si svolge molto, seguendo gli stimoli che sono intorno. Capito? Quindi gli alberi, la natura, i fiori, tutto diventa lezione. Tutto quanto diventa diventa ispirazione per lo so che le azioni hanno davanti. Immagino che chi scrive un bambino in un bosco che comunque si immagini chi è, però ci sono delle paure particolari, oppure non so, magari una paura che si facciano male oppure sono allora una delle paure forse proprio tipiche da genitore di città è quella di sporcarsi quindi c'è. Una paura del genitore? Ovviamente no. Proprio classica, quindi, che in genere si supera in media dopo due tre giorni è quindi anche i bambini più resistenti e quindi i genitori più resistenti a questa paura gli passa praticamente subito perché li vedono felici. Per cui questa è poi quella di farsi male, diciamo è forse più dell'inizio. Poi va passa abbastanza velocemente. Insomma, il momento in cui vedono i figli arrampicarsi sull'albero eh sparisce così come per magia sembri. Mi viene in mente qualche qualche scena curiosa fra bambini, qualche immagine che assiste a tante sono dialoghi oppure scene particolari o se te ne viene in mente qualcuno che raccontare Sam ma ce ne sono tantissimi, lo sai, oggi quel bambino che lo ha fatto ce ne sono tantissime, guarda tantissime comunque ha ce n'è una che mi riguarda divertentissima io l'anno scorso quando ho ricominciato ero gasatissimo così facciamo questa passeggiata in uno dei classici posti dove andiamo c'e' l'albero storto e io decido che mi voglio arrampicare sull'albero anch'io perché penso ci riesco dei nanetti di un metro e dieci ce la posso fare pure io. Quindi mi arrampico su quest'albero solo che non avevo considerato che riscendere molto più difficile e soprattutto sotto quest'albero c' era un tappeto di rovi dove i bambini non erano mai caduti. Io nello scendere precipito' rovinosamente sopra questi rovi ne l'ilarità generale ovviamente tutti a ridere e l'episodio finisce lì, diciamo io. Così si racconta un po' tra di noi questa cosa che ero caduta così dopo una settimana ci vengono a trovare dei bambini che non erano dell'asilo. A un certo punto vedo quelli più grandi che con fabula vano tra loro indicando così l'albero storto quella mi avvicino dico che vi state raccontando? No, maestra, stiamo raccontando di quando tu sei caduta. Quindi è rimasto negli annali. Diciamo che la maestra è caduta dall'albero loro no, ma la maestra si. Questa è una delle cose così, eh? Ehm oppure lo stesso bambino. Lo stesso bambino che raccontava la maestra caduta una volta in passeggiata si era fermato insieme ad altri bambini. Io stavo là, insomma, perché aspetti un pochino però poi un po' di c. Ragazzi, dobbiamo seguire il gruppo, così le ho detto maestra, aspetta, sto cercando una casetta per la lumaca senza guscio vuol dire ma tu che mi vieni a dare fastidio mi interrompi? Sto facendo una cosa importante così, così tanto insomma è chiedo un'ultima cosa? Eh, appunto, al di là di quello che imparano i bambini nella zona del bosco. Su cosa hai imparato in questa esperienza? In questa esperienza? Anche sia dai bambini sia da questa esperienza ha imparato qualcosa. Comunque si è cambiata in qualche modo è cosa? Guarda soltanto in sei mesi ti posso dire che sono cambiata moltissimo. Intanto imparato da brava napoletana che ho diciamo o dei ritmi, un po', un po' accelerati a rallentare, quindi proprio a togliere meno parole, meno gesti, più lentezza a prendere le cose con una morbidezza che il contesto naturale ti ti suggerisce. Questa forse è una delle cose più che è arrivato a me m'. E la creatività che sembra che in un giardino non c' è niente. E invece hai assolutamente tutto quello che ti può servire per ridere, per giocare, per divertirti, per imparare. È tutto in un microcosmo, come un giardino che assolutamente tutto ci siamo. È arrivata la maestra di danza. Sto diventando ancora che vuoi? Ma tu guarda sempre lui. Ok, siccome tagliamo le domande al montaggio, se puoi ripetere la domanda che ok film se nel caso lo dice interrompo solo per farlo farlo. L ragazzi sta iniziando il film. Mi raccomando, in silenzio, seduti in silenzio qua Okay, Mike, al tre uno, due, tre No, volevo che mi raccontassi un po' di come sta andando, soprattutto dal punto di vista. So che parallelamente alla linea del bosco fate anche tanta formazione perché questa esperienza si possa replicare, eh cosa cosa organizzate così puoi fare un quadro generale. Siamo molto orgogliosi di come sta andando la formazione, perché percepiamo sempre un maggiore interesse riguardo a certe tematiche e in particolare riguardo all'interesse all'educazione, cosa che prima sembrava riguardare una nicchia di persone. In realtà adesso il segnale é chiaro che ci arriva è che c' è un interesse proprio una necessità forte di ripensare la scuola. E di questo noi siamo molto contenti perché pensiamo ci sia stato bisogno. Quindi cosa cosa cosa che fai ogni weekend giriamo nelle diverse città italiane, da nord a sud, diversi percorsi formativi una e su come aprire un asilo nel bosco, che è un po', una richiesta che ci arriva costantemente. E poi parliamo di pedagogia didattica. Entriamo anche in temi specifici che per noi sono centrale in educazione e quindi pensiamo all' educazione emozionale, l'educazione alla felicità, alle intelligenze multiple all'arte. Sono tutti argomenti che ci piace. Ci piace confrontarci e arricchirci noi stessi nel confronto con gli altri, di imparare qualcosa anche da queste esperienze, comunque di condivisione, in cui voi immagino insegnate, metodo modello, però entrate in contatto anche con tante altre persone che magari hanno esperienze diverse. Le relazioni con le altre persone ci stanno arricchendo tantissimo, a parte dal punto di vista umano, ma dal punto di vista didattico e pedagogico è gran parte delle nostre proposte vengono da da incontri fatti, non so la riunione che facciamo la mattina con i bambini, in cui decidiamo quello che fare, dove andare in passeggiata. Io l'ho sentita da una scuola pubblica di Brescello e così tante altre situazioni noi pensiamo sia fondamentale che il modello educativo di ciascuna scuola non sia una scatola chiusa, ma un qualcosa in continua evoluzione che necessariamente deve aprirsi all'ascolto delle altre esperienze. E quindi ci stiamo arricchendo moltissimo da queste situazioni qua e la. E invece, appunto, cosa cosa cosa imparata invece dal rapporto con i bambini? Vi cambiano anche loro in qualche modo? Profondamente. Innanzitutto la gioia con cui affrontano la quotidianità. Penso che sia un messaggio molto importante che noi adulti dovremmo ricevere. E poi la cosa che hanno insegnato a me la più importante, che mi ha proprio cambiato la vita, è quella capacità di vivere il presente, di concentrarci sul presente. Perché i bambini sanno che vivere un presente con pienezza e con gioia è la migliore garanzia di un futuro sereno e tranquillo. Si è mi sono accorto anche, diciamo da esterno. A un certo punto questa esperienza è l'esilio nel bosco ha avuto una sorta di esplosione, nel senso che anche a livello virtuale, seguendo sui social, su internet, è stato un momento in cui questa esperienza è passata forse a un livello successivo. Cosa è successo? È successo che a un certo punto lo straordinario è diventato ordinario, come Ama dire sempre il maestro Danilo, cioè quella che era considerata una situazione da proporre saltuariamente ai bambini. Ci siamo accorti che che No, no, no. Scusate, facciamo così. State in braccio tutti e due. Però l'unica cosa che dobbiamo fare è stare in silenzio. Per fortuna cio due gambe, una per una. Ok, mi che l'avevi cento! Scusate stare incerto. Liam, tu fra un po' siediti qua fra un po' facciamo il cambio. Flavia, fra un po' anche lei. Siediti là, dai. So che è tanto difficile, però facciamo un po' per uno, sennò il maestro ci sono due gambe grazie a Pepito. Stai fermo, Ok, quindi ce la facciamo a stare in silenzio? Conto fino a tre. Uno, due, tre Vai! Allora diciamo è successo a un certo punto e che le persone si sono accorte che lo straordinario poteva diventare ordinario. Si sono accorte che qualcuno faceva realmente È quello che probabilmente in tanti sognavano di fare, di fare una scuola, semplicemente dei bambini a prendessero con felicità, dove il lavoro partisse dai loro bisogni e non dalle esigenze dell'adulto come solitamente strutturata la scuola. E poi ci sono state alcune cose, anche buffe che ci hanno aiutato il cartello non è vietato che a un certo punto ha fatto esplodere la nostra pagina Facebook e che è nato a seguito di un racconto che avevo fatto qualche giorno prima di Eduardo Galeano. Galeano sosteneva che i bambini cominciavano a pensare che la fosse la lettera più importante dell'alfabeto, perché ovunque trovavano cartelli con scritto proibito cougar. Era tutto proibito e quindi era avanzato questo pezzetto di legno, un po' di vernice. Questo questa lettura recente e l'abbiamo riportata lì. Abbiamo messo questa foto su Facebook e hanno chiamato i giornali, le televisioni. È una cosa molto buffa, se ci pensi. Però in realtà risponde a quello che era un bisogno reale della comunità educante che chi si occupa di educazione Noi siamo stati qui tre mesi fa. Non è cambiata per la festa dei bambini. Andate lì, No. E allora guarda, ce l'hai li' a portata di mano in albergo. Domani si. Vieni con me, facciamo il pulmino, Ma un giorno lo facciamo tutti insieme. Ok, Grey, adesso dovete andare che ti devo svelare il segreto. Ma non sentite, ma vicino a Liam se non riusciamo col microfono. Grazie. Okay, dicevamo, And hanno sei mesi. L'esperienza dell'asilo nel bosco. Beh, dal punto di vista didattico cambia continuamente perché cambia relazione ai bambini che abbiamo qua, ai loro bisogni. Quindi e l'altro hanno per esempio facevamo meno passeggiate rispetto a quest'anno ai bambini ci manifestavano un bisogno differente. Quest'anno è cambiato tanto perché i bambini ci stanno a chiedere altre cose. Ora, rispetto all'anno scorso che eravamo ad inizio anno e quest'anno abbiamo iniziato l'anno un trentasette bambini, quindi anche quello ha portato delle dei cambiamenti, si è allargato il gruppo di lavoro, sono arrivate nuove competenze. La maestra Ilaria ha portato la competenza artistica, la maestra giulia, i suoi ritmi lenti, il suo modo riflessivo e quindi necessariamente è cambiata proprio l'impostazione che abbiamo quello che non è cambiata la nostra finalità rispondere ai bisogni dei bambini e far sì che la scuola sia un posto dove si possa crescere felicemente tra l'altro io sono per mandare il video finale è cos'è perché l'italia nel campo l'italia che cambia è una bella finestra all'interno della caverna che mi permette di attenzione Bombolo, bombolo pensione via Aspetta, aspetta, aspetta l'italia che cambia il concetto. Ah, ok ehm l'italia che cambia il il tentativo di dare voce a quelle persone che hanno assaggiato il bello é che per troppo tempo sono state silenti, forse per eccessiva timidezza. Discrezione è però è un'energia che adesso si sta sta venendo fuori. Sta prendendo coraggio, è che è un grosso motore per il cambiamento auspicabile almeno per noi. Grazie, grazie, grazie a voi. Se poi una cosa la dico male si puo' rifare ovviamente lascia la libertà andiamo. Se facciamo come prima cosa direi di fare un attimo stories per cos'è l'asilo nel bosco e come naso, diciamo la prima parte fa male ricordare, certo, ma dicendo anche che inizialmente non si chiamava asilo nel bosco. Questo per niente. Tutta la storia, tutta la storyboard allora l'asilo nel bosco è un progetto che parte tre anni fa all'inizio non si chiamava nemmeno asilo nel bosco. Il primo anno era una sperimentazione che si chiamava asilo delle arti e della natura ed è nato dall'incontro di due realtà Emilio, che era una scuola dell'infanzia e Manes C'era Un'associazione. Ed è ancora un'associazione culturale che si occupa di lotta alla dispersione scolastica e già lavorava in campo educativo sul territorio dall'incontro. Di queste due realtà nasce questo progetto. Inizialmente era una sperimentazione all'interno del parco della Madonnetta. Lì, il primo anno con un piccolo gruppo di bambini che è arrivato a contarne fino a dieci, abbiamo iniziato a sperimentare come era lo stare all'aperto come era per i bambini, come era per i genitori, come era per gli educatori. E abbiamo visto che tutto sommato era cosa buona che i bambini erano contenti di uscire, che la natura aveva un sacco di opportunità nuove che era adesso duemila sedici l'anno scorso era duemila, quindici duemila, tredici perché era settembre, ora due anni e mezzo nel progetto settembre settembre duemila quattordici. Sì, questo nel settembre del il il primo anno siamo rimasti li' all'interno del parco della Madonnetta. Poi abbiamo visto che il progetto in realtà meritava di uno spazio come un più ampio per venire meglio approfondito. E così ci siamo spostati in campagna Ostia antica, vicino agli scavi, in un territorio immerso nel verde dove ci è possibilità di fare ampie passeggiate. È una zona molto tranquilla, é ricca di possibilità di esplorazione. Qua adesso siamo a metà del secondo anno che siamo in questo luogo e il gruppo di bambini ogni anno è aumentato l'anno scorso quando è finito l'anno a giugno eravamo venticinque, adesso siamo quaranta. Abbiamo diciamo, raggiunto quello che secondo noi è un buon numero per mantenere un progetto di qualità e quindi si è allargato. Non solo il gruppo dei bambini si è allargato il gruppo di persone che lavorano con noi e questo è un grande piacere perché comunque si puo' condividere con altri la gioia di educare in maniera differente, che è proprio una gioia. Non è soltanto un bene per i bambini, è un bene per tutte le persone che ruotano. Intorno a questo progetto, famiglie incluse e abitanti del luogo, si è creata proprio una piccola comunità. I bambini si sentono, come dire, accolti abbracciati. In questo si sentono liberi di rivolgersi a tutte le figure che incontrano. Quindi da me ed Adam Tutte le figure, diciamo, di questo piccolo villaggio sono a portata di bambino. Ed è una cosa che oggi abbastanza rara trovare dei contesti che siano a misura di bambino, in cui i bambini si sentano, come dire, accolti nel contesto di insieme i bambini appunto, cos'è come come una giornata del bambino dell'asilo nel bosco. Questo ha ciao all'asilo nel bosco è difficile parlare di una giornata tipo essenzialmente perché non esistono due giorni che siano uguali. Ci sono ovviamente dei percorsi, delle strade che possono ripetersi, richiamarsi l'uno alle altre. Sicuramente la caratteristica principale è che passiamo il novantacinque per cento del tempo all'aria aperta quest'anno veramente abbiamo utilizzato il nostro rifugio pochissimo e quindi sin dall'apertura alle sette e mezzo. I bambini arrivano inizialmente sono pochi. In questo periodo ci sono dei bimbi che di loro spontanea volontà magari mi aiutano a preparare le cose del giorno, quindi magari riempire la bottiglia d'acqua oppure portare fuori le sedie che serviranno. Poi per il pranzo via via arrivano tutti gli altri bambini intorno alle nove, ma anche le dieci perché non c' è un orario di chiusura, diciamo degli arrivi stabilito. Il gruppo ormai è più o meno il completo e ci avviamo magari per una passeggiata, oppure ci dividiamo in due giardini e a seconda della proposta i bambini potranno scegliere se andare a trovare gli amici animali oppure se dipingere o lavorare con l'argilla. O magari in questo periodo ci stiamo dedicando di piu' a proposte legate al giardinaggio, visto che la stagione è inquietante per questo e quindi la mattina a molti percorsi possibili, altrimenti si potrebbe andare a fare una passeggiata lungo il fiume Tevere. Oppure in questo periodo siamo stati anche varie volte al borgo Tosti antica, dove mi piace andare lì al castello, poi un'esperienza per i più grandi, che già magari hanno fatto vari già due anni in cui con noi all'asilo nel bosco di fare qualcosa di differente. Allora magari mi accompagnano con un piccolo gruppo, andiamo a comprare la pizza e loro mi aiutano a portare la pizza a tutti gli amici e quindi cioè l'aspetto del bo, del bosco ma anche del borgo, la possibilità di fare esperienze anche, insomma, anche nei cioè la possibilità di fare esperienze a contatto con la realtà del territorio. E poi queste possibilità e le diverse possibili mattine arrivano a un punto di incontro che è quello del pranzo, che invece ha una modalità abbastanza stabile in cui si svolge. I bimbi partecipano a preparare, ad apparecchiare il pomeriggio alcuni bimbi vanno a riposarsi, altri invece rimangono a giocare. In questo periodo sono cominciati dei laboratori, quindi su un laboratorio di teatro, un laboratorio di danza e altre cose, invece arrivano semplicemente dalla proposta di Un'attività che si può creare nel pomeriggio è cos'è che contraddistingue proprio l'asilo nel both. Dovessi descrivere il senso in qualche modo perché la signora del bosco che ma l'asilo nel bosco, secondo me trova il suo senso proprio nel benessere, nel benessere di tutti gli elementi che lo compongono. Un benessere quindi, che riguarda i bambini, che è una cosa centrale di cui forse oggi non si presta sufficientemente attenzione ma non solo un benessere di chi ci lavora ed è un benessere che arriva anche alle famiglie che fanno parte di questa esperienza e in quindi, secondo me il senso profondo è proprio in questa avere cura, imparare ad avere cura degli altri, imparare ad avere cura del luogo in cui ci si trova, ad avere cura delle relazioni, ad avere cura della storia. Perché quando un bambino arriva, uno si prepara ad accoglierlo in tutta l'unicità che lo caratterizza. Quindi può essere appunto che ha bisogno di una scossa, di un ascolto particolare, di accoglienza. E quindi il senso è proprio questo rapporto di cura e il rapporto con la natura, che è, come dire, un contesto di benessere, la natura, perché è benessere, perché possibilità di star bene sia a livello corporeo, ma anche a livello mentale una occasione di serenità che oggi ci siamo un po' persi proprio come umanità e che abbiamo tutta l'occasione di ritrovare perché in realtà la natura è rimasta là. Noi magari ci siamo un po' disabituati a dall'entrare in relazione però è l' opportunità è aperta ad un'opportunità che ancora possiamo assolutamente cogliere questo si possono aggiungere ovviamente tutti i benefici de dello spazio, della possibilità di esplorare il movimento di un modo diverso, di vivere gli argomenti che magari i bimbi dovrebbero conoscere come la conoscenza del mondo, il cambio delle stagioni, ma è proprio una grande ricchezza che a disposizione che naturalmente a misura di bambino ogni persona e quindi per noi l'asilo nel bosco e tutte queste cose messe insieme eh cosa spiega? Alcune cose un'altra volta, ma andavano un po'. Anche Claudio non era no, infatti non aspettiamo per la ci sono delle preoccupazioni magari un genitore a mandare un bambino all'asilo nel bosco, magari spaventato da qualcosa comunque un'esperienza molto diversa dalla classica, dal classico sei, abbastanza forse più controllato da qualche punto di vista. Ma ci sono delle preoccupazioni con cui a volte i genitori arrivano all'asilo nel bosco ed è più leg è più che legittimo che uno possa anche avere inizialmente delle preoccupazioni, soprattutto perché si tratta di un'esperienza nuova un'esperienza che ancora non è stratificata in maniera profonda nella nostra cultura. Quindi come popolo stiamo iniziando ad approcciare, ci ha un'educazione di tipo differente, eh? Le preoccupazioni possono essere dal bambino non si ammala di più, oppure possono essere sporca oppure possono essere, ma non rischia di farsi male. Noi siamo molto accoglienti perché pensiamo che sia giusto, come dire, dare tempo ognuno di trovare la propria tranquillità. Infatti la cosa che diciamo ai genitori prevalentemente venite a vedere, venite a passare una giornata insieme a noi. Per noi non ci sono porte chiuse, non ci sono barriere, un luogo in cui i genitori non possono accedere ed è questo uno degli strumenti che permette e poi di rasserenarsi. Perché nell'idea nell'immaginario uno non sa quello che può accadere, si immagina ipotesi che possono essere lontane, magari da quello che accade. Invece se uno ha la possibilità di venire, si passa una due giornate insieme a noi e vede materialmente dove andiamo, che passeggiata facciamo? Che giochi facciamo insieme ai bambini? Quali sono gli alberi su cui si arrampicano oppure dov'è. Il luogo dove andiamo insieme a fare le rozzo late piano piano ha la possibilità innanzitutto di vivere questo contesto su se stesso e piano piano a scoprire il benessere che ne deriva, dallo stare in un luogo naturale. E poi anche la possibilità di vedere la serenità degli altri bambini che non vuol dire che smettono di essere bambini, che non si sbuccia un ginocchio ogni tanto pero', capiscono come i bambini hanno la capacità di padroneggiare i contesti che hanno a disposizione. E noi siamo convinti che un bambino rischia di farsi più male all'interno perché magari sbattere, sbattere contro lo spigolo di un tavolo piuttosto che all'aria aperta di un bambino che ha possibilità di esplorare il suo corpo, di compiere tutti i movimenti che sente necessario. Un bambino che conosce il suo corpo, se cade, saprà come cadere, mentre un bambino che non ha questa possibilità rischia molto di più, a nostro avviso, proprio perché non ha avuto una opportunità di esplorare, di capire quali sono le misure, le capacità del proprio corpo. Quindi loro aumentano la loro abilità proprio perché si arrampicano sugli alberi, magari si trovano davanti qualche piccola salita, perché Il terreno su cui camminano è anche composto di sassi, radici, i piccoli pezzetti disconnessi. E questo permette ai bambini, però, di avere confidenza e di essere abili. Noi lavoriamo tanto sull'autonomia dei bambini e questo per noi è una di quelle cose importantissime, proprio perché pensiamo che il miglior modo di mettere in sicurezza un bambino e di renderlo consapevole di se stesso nel suo corpo, del contesto di quali possono essere le cose a cui stare attenti. Noi andiamo in passeggiata quando andiamo al borgo ci sono anche delle macchine, ma i bambini lo sanno tutti che quando cioè la macchina ci si mette al lato. Ed è proprio questo lavoro, no? Anche sul senso civico che permette di creare una sicurezza maggiore di quella che viene magari da un recinto da muro. Proprio perché noi non stiamo delegando la sicurezza dei bambini ha qualcosa di inerte e noi la mettiamo nella relazione e nella fiducia nella persona che il bambino è grave. Ehm mm-hm ehm Ah, no, appunto. Bambini, immagino europea, appunto. Inquadrano tante cose stando qui da voi, dalla natura. Per cosa ha imparato Si'? I bambini imparano molto nella natura e noi impariamo molto dai bambini. Sicuramente in questo periodo di esperienza come asilo nel bosco, ho capito che i bambini hanno dei tempi che sono ben diversi da quelli che inizialmente immaginavo così fin dal primo anno. Magari immaginavo di fare delle cose a settembre e sono arrivata a farle ad agosto, oppure l'anno successivo. Ci sono stati quindi dei tempi di sviluppo molto lenti dai bambini. Ho imparato che sono molto più competenti di quello che una inizialmente si aspetta e che se uno gli dà l'opportunità di fare il tempo per imparare a fare loro sono capaci di'. Ma mi sono appena avanti preoccupare, tagliate, okay e in quindi dai bambini imparato un rapporto diverso col tempo ho imparato ad avere fiducia e loro del fatto che sono già delle persone. Ogni bambino, fin da piccolissimo, ha una personalità spiccata e con la sua personalità è in grado di partecipare, come dire alla vita collettiva, ed è in grado di capire le situazioni che ha intorno. Io ho scoperto che i bambini in realtà, a differenza di quello che a volte che aspetta Cipro, a volte ci si aspetta che la vita dei bambini sia fatta soltanto di giochi di sorrisi e di cose semplicissime. Invece ho scoperto che i bambini a volte si trovano ad affrontare delle situazioni molto serie, che possono essere una separazione dei genitori che possono essere distacco dalla mamma. Affrontano degli argomenti, sono enormi e li affrontano con coraggio. Secondo me i bambini hanno un grandissimo coraggio, molto più di quello che tendiamo a supporre e capacità di gestire emozioni che sono anche complesse, che in e lo fanno senza nascondersi. Non non fuggono davanti alla complessità di quello che gli capita. A volte si' assistono a delle conversazioni che sembrano davvero dei dei trattati filosofici? No addetti con pochissime parole e in men che non si dica, poi si passa all'argomento successivo è che è cieca in particolare o ci ho scritto anche un articolo? Non so se è il caso di citarlo qualcosa ehm per esempio C' era un giorno una bambina. Eravamo appena arrivati in passeggiata, mi volto e la trovo che stava piangendo. Vado da lei. La prima cosa che faccio l'abbraccio mi siedo con lei sul prato. Capisco che non si era fatta male. Quindi piangeva perché era triste che dopo un po' capisco che lei era triste per una situazione che si era creata, diciamo, rispetto ai suoi genitori che sono separati e quello che si è creato con molta discrezione. Intorno a lei è stato tutto un gruppetto di bambini che è arrivato piano piano a inserirsi, ma l'ha fatto con delicatezza. Quindi una bambina si è messa, gli ha regalato un fiore e un altro bambino ha chiesto come mai piangi? Hanno iniziato a confrontarsi ehmm è una storia che un po' mi emoziona perché certo tocca situazioni abbastanza specifiche di vari bambini, perché appunto C' era questa bimba che cioè genitori separati. Ed è arrivato un altro bimbo che anche lui ha i genitori separati insieme a un amico amico dice anche lui. Ah, ai genitori che vivono divisi arriva un'altra bimba dice ehi, io invece il papa non ce l'ho mio padre è morto e da qui poi sono passati tranquillamente. Come dire a maestro ho sete, mi vai a prendere l'acqua, la bambina che piangeva si è rasserenata? No, no, ma è difficile da raccontarla così in quattro e quattr'otto però è questa era una di quelle più come dire, più dense però. Oppure capita dei bambini che alcuni ancora a volte hanno difficoltà a salutare la mamma la mattina ed è bello vedere come un bambino che magari altri giorni è stato lui a piangere, ad aver bisogno di essere consolato. Un altro giorno va da un bambino che in quelle che quel giorno è triste e lo abbraccia e gli dice Non ti preoccupare, mamma torna presto e vedere come loro queste attenzioni che ricevono riescono poi a riportarle verso gli altri bambini e qualcosa veramente di meraviglioso perché riescono ad avere una delicatezza un'attenzione che sono sorprendenti. Ovviamente altre volte litigano, giocano, non sono dei bambini diversi e diciamo dal resto dei bambini del mondo chi è si' che si' tutto questo periodo che non ci siamo visti, sono successe un po' di cose. So che il gatto si abbina, il libro il libro come va? Sì, è fra le tante cose. È uscito anche un libro con Abby, raccontarci sia come ti è venuta l'idea sia non parlarci del libro. A un certo punto è stata una cosa naturale pensare un libro per condividere questa esperienza dell'asilo nel bosco proprio perché dopo che è cominciata e dà il feedback, abbiamo avuto attraverso la pagina Facebook dopo che abbiamo iniziato a viaggiare a incontrare persone, a scoprire quanti sono interessati alla possibilità di educare in maniera diversa, di educare all'aria aperta, di aprire asili nel bosco. Ci siamo resi conto che i fisicamente non potevamo raggiungere tutti e che le cose che avremmo voluto condividere con le persone erano molte di più di quelle che magari entravano in un giorno e mezzo di un corso che riusciamo a fare. Quindi abbiamo voluto cogliere questa occasione proprio per raccontare tutti insieme. Ed è interessante, secondo me, il fatto che questo libro si sviluppa su quattro prospettive differenti, che sono le quattro prospettive di noi fondatori da una parte Paolo Giordano e Dall'altra io, Danilo e ognuno ha dato un suo tocco, un suo taglio diverso. Ma proprio perché questa è un'esperienza che nasce sull'incontro e si' arricchisce di tante differenze e secondo me ognuno riesci a coglierne degli aspetti particolari. E secondo me questo è un messaggio importante, proprio rispetto all'educazione. Oggi non esiste una verità assoluta, non esiste un solo metodo pedagogico, non esiste un unico punto di vista che sia corretto, ma proprio dal confronto dall' imparare a stare insieme agli altri dal poter vedere le cose da più prospettive. Nasce la possibilità di cogliere qualcosa in più di arricchirsi di qualcosa che va oltre il nostro singolo punto di vista. E questa è una occasione per per raccontare quali sono i principi, ma anche come si svolgono le giornate per me, soprattutto per condividere tutte quelle emozioni, quei pensieri, quelle riflessioni che mi accompagnano nelle giornate che passo insieme ai bambini. Ci sono tutti questi pensieri, idee che nascono, che fino a un certo punto erano solo come dire delle mie riflessioni personali e scoprire che queste riflessioni personali possono interessare anche delle altre persone che sono qualcosa che non mi appartiene, ma che possa essere condiviso e donato perché altri in realtà hanno già come dire nel loro cuore lo stesso seme è una grandissima occasione di fare un viaggio insieme anche da chi, anche con chi non si conosce così da vicino. Quindi per noi questo libro ha veramente un grande, un grande significato, è un seme. Ci auguriamo che da questo seme ne possano nascere altri. Che da questo libro possano nascere nuove storie, nuovi libri per continuare ad approfondire. Diciamo. Questo è un viaggio di questo libro è l'occasione di a di raccontare il viaggio di questo asilo nel bosco, non nell'asilo nel bosco. Come dire, come potrebbe essere in teoria, ma proprio di come è stata la realtà del percorso dell'asilo nel bosco di Ostia antica. E quindi è un po' saggio, un po', una riflessione, un po', un racconto. Tutte queste cose insieme è un po', un viaggio anche nel senso che poi vi sposterete anche a fare le presentazioni incontri. Può essere anche, appunto, che anche attraverso il libro è un mezzo di contaminazione, di impollinazione di questa esperienza che già in tanti stanno provando a rifare. L'italia sono? Ma sì, forse ti va di dire non lo so che si' faremo delle presentazioni. Spesso la presentazione si sposta insieme a un corso, perché questo ci permette di unire il fatto che andiamo a fare qualcosa di piu' approfondito alla possibilità comunque di incontrare dal vivo persone che possono essere interessate a ispirarsi o semplicemente a conoscere, a curiosare quello che viene dalla nostra esperienza, che si' sai sai quantificare quante queste esperienze ho deciso? L'interesse è tanto, però ci sono poi dei progetti concreti. Sono già partiti, stanno che poi lo sapeva un po' meglio questa parte, diciamo. Sono partiti una dozzina di altri progetti d'asilo nel bosco Angelo per l'italia. Da quando abbiamo cominciato a spostarci a fare corsi, infatti, si sta creando piano piano una piccola rete nazionale. Faremo anche un incontro proprio per iniziare a interrogarci sul fatto se trovare una forma comune i'm o magari semplicemente per confrontarci su quali sono le esperienze, Quali difficoltà abbiamo incontrato, quali miei, su aspetti positivi abbiamo riscontrato proprio perché per noi è importante il fatto che questo seme si diffonda al di là dell'aver realizzato, come dire, un prototipo di asilo nel bosco è bella la possibilità che possa essere un cambiamento, uno stimolo di innovazione non solo per creare altri asili nel bosco necessariamente simili, ma anche che possa essere qualcosa a cui ci si possa ispirare all'interno della scuola pubblica, che possa essere insomma un motore di cambiamento per tutto il mondo, dell'educazione oggi sempre nell'idea di uno scambio, di un rapporto con altre realtà che esistono e la questi maschi che un pezzetto del libro puoi leggere che allora io ho sentito dire la verità, non mi ricordo nemmeno con scritto però se vuoi lo apro e lo scelgo così. Ma del libro in generale o delle parti che ho scritto io. Se mi date mezzo secondo, improvvisiamo. Pronto? Che si' passo avanti. Perché, ehm che l'ho letto tante volte la non è vero Immaginato. Non l'ho mai che perché è sostanzialmente adesso che per me ci siamo. Ok, iniziamo. Sapete, voi diciamo come dividere chi parla, chi cosa So che vincerò io. Ma che dici, si'? Vi chiedo di guardare come se parlasse più o meno qua e la ma siccome la mia voce non ripetetelo, riprendete il discorso in maniera che si capisca cosa che ho chiesto tipo chiedo quanti siete? Non rispondetemi in quattro e noi siamo ok nel gas scavando okay fargli fuggì libera si, tanto che abbiamo ricominciato. Ricordiamo che il progetto camilla è nato un anno fa circa da un'idea di alcune persone partecipanti, promotore di un gruppo d'acquisto solidale, qualche bella é un'associazione di produttori, contadini del territorio, campi aperti è nata per poter dare un'opportunità in più sia ai produttori di distribuzione di partecipazione al progetto e sia ai hai resistito ai consumatori. Chiamiamo tra virgolette che grazie a una opportunità come poi è un luogo fisico, quindi più aperto, più disponibile di un gas come tempi e come quantità di prodotti, appunto di poter acquistare una un paniere di prodotti per le proprie proprio usi quotidiani, più ampio di quello che già potevamo fare quel gas di costituire una cooperativa in senso più ampio una nuova comunità, un gruppo di persone, una rete di persone che possano partecipare attivamente alla scelta dei prodotti e dei progetti, dei prodotti da acquistare, dei progetti da sostenere all'interno di uno spazio fisico. Quindi abbiamo chiamato il grimorio, in cui però è una particolarità in più che tutti i soci, che sono le uniche persone che possono acquistare prodotti all'interno dell'emporio, diventano protagonisti in prima persona di quello che succede, perché a livello decisionale partecipano a dei processi che portano a definire quali produttori, quali progetti con prodotti di avere sostenere è da un punto di vista di gestione, di contributo. Perché tutto vada avanti mettono a disposizione un certo numero di ore di del proprio tempo è perché tutto funzioni. Quindi ho pensato perché ogni socio dire il proprio contributo? Perché tutto giri, eh? Da un punto di vista, dal punto di vista invece delle appunto delle produzioni, il primo contatto è stato i primi riferimenti sono dei produttori di campi aperti, che è un aspetto fondamentale la loro presenza in questo progetto, perché è significa già avere un riferimento in questo momento di più di cento. I produttori contadini e del territorio che grazie all'emporio potranno avere la possibilità di distribuire i loro prodotti è dall'altro di chi acquista. È una garanzia già avere un sistema che funziona di selezione e appunto, garanzia partecipata. Né si definisce la modalità di selezione di promozione che i produttori dell'associazione cnn. Non so quindi che si no aperti è un'associazione che in realtà non è una situazione produttore l'associazione dei cittadini che gestisce attualmente sei mercati sette anni, settimo da poco. Se i mercati a filiera corta e Bologna biologici dove vige un sistema di accesso che è basato sulla forme di garanzia partecipativa, ho partecipato a questo vuol dire che non ci sono degli enti terzi che certificano la rispondenza ai criteri delle aziende che vengono messe sul mercato. Eh, ma sono la comunità del mercato e dei mercati che garantisce che quel produttore che viene messo a quel mercato è in realtà come dire rispetta le caratteristiche che vengono dai produttori è di questa comunità. Quindi questo è un percorso che va al di là ed è anche molto più efficiente. Il giudizio della delle forme di garanzia che invece vengono comunemente Intel, quindi a enti terzi che vanno a certificare è simile dove peraltro vige un conflitto d'interesse pesantissimo perché il controllore viene pagato dal controllato. Qui la cosa non funziona così per essere ammessi ai mercati puoi avere semplificazione oppure no, ma il tuo lavoro viene valutato da l'unità. É questo il primo passaggio. Inoltre l'altra cosa è che non ci basta? Valutare e considerare gli aspetti della biologia città o meno della produzione è biologico. Purtroppo vuol dire tante cose, vuol dire molte forme diverse, produzione anche forme di sfruttamento, quindi non necessariamente biologico. È sembra etico. Quindi noi verifichiamo, facciamo le nostre bibite pre accesso alle diverse in, che siano rispettate anche i diritti dei dipendenti e si cerca di operare secondo una visione che va al di la' che prodotto antiparassitario uso. Che tipo di tecnica di coltura? Motivazione ad otto per un certo un certo. Quindi questo è un attimo. Passi più che queste forme di garanzia permettono di realizzare e i nostri mercati sono tutti in città. Bologna é l'ultimo che abbiamo aperto. Stiamo sperimentando un mercato. È una zona particolarmente diciamo, complicata dal punto di vista sociale. Perché ci hanno chiesto le associazioni del territorio? Perché si sono rese conto che la forma mercato dove c'è un incontro reale tra le persone basata su un bisogno reale è quello di alimentarsi correttamente, alimentarsi, punto e basta, eh? Garantisce la costruzione di relazioni forti, stabili e anche serene, per cui noi abbiamo visto i mercati sono tutti abbastanza, magari in occasione delle riprese di come funziona il mercato, tenendo conto anche del video è sono tutte realtà è in cui il forte, il senso di comunità e condivisione è anche tra la gente che viene a fare la spesa, non solo tra i produttori che fanno parte della stessa e quindi si costruiscono queste comunità e l'ultimo mercato stiamo sperimentando abbiamo adesso nelle ultime settimane è un mercato, appunto, che è stato richiesto in uno particolarmente diciamo disagiato. Dal punto di vista delle relazioni sociali è una scommessa, però questo dimostra che si può fare economia. Noi facciamo economia e i nostri produttori che sulla ho fatto fare i mercati e facciamo economia. Ma si può fare economia anche con un occhio a dinamiche sociali, cercando di essere positivi e di costruire relazioni positive. Lo ha detto Paolo un po' inferno tra campi aperti Camilla, perché è proprio nel rapporto tra noi che acquistiamo e oggetto che può essere oggetto fresco, conservato, conservazione, qualsiasi cosa. Normalmente abbiamo un rapporto di passività. Abbiamo il rapporto con lo scaffale, neanche più con la persona che sta ritrovando in tanti casi. Sovvertire questo rapporto, cercare di capire davvero che nel gergo diciamo che il consumatore non è un consumatore, un co-produttore, perché comunque la scelta di comprare un prodotto e di avere la responsabilità di aver scelto di riconoscerne la storia, di poter entrare in rapporto con chi l'ha prodotto. Quindi avere anche un rapporto di scambio in questo senso è un elemento che tende anche a è assolutamente controtendenza. Quello che cercano di fare è schiacciarci in una logica in cui il carrello è sempre grande. Praticamente sono dei monolocali passi in questi oggetti che sono stati definiti come luoghi, come luoghi assolutamente personalizzati, dove la possibilità dell'acquisto diventa. E sappiamo bene che anche dal punto di vista degli sprechi si parla di oltre che il cibo viene buttato, é disperso, acquistato e oltre un quarto di quello, quindi capace di sfumare circa un terzo della popolazione delle nostre attivi, gli uomini e longitudine. Quindi invertire questo senso di impossessarsi di un rapporto che è un rapporto con cui viviamo tutti i giorni, perché noi viviamo nel nostro padre della nostra verdura e ridare un senso e rimettere in moto una cosa che parte da quel momento lì in cui Paolo, dalle uova indico a Paolo, rimane com'è noto sulla gallina devi fargli vedere com'é fatta. E questo è nella banalità apparente del concetto, in realtà la cosa che la grande distribuzione non vuole. Ed è anche il tema che si trova ad affrontare Camilla, dovendo inventare una formula che il nostro apparato ha schiacciato. Perché la cooperativa dei consumatori che erano le cooperative di inizio Novecento, quando è stata a seguito della rivoluzione industriale, della capacità della, della capacità di aggregazione dei movimenti operai sindacali, quella fase storica e ne rimane una lontana eco nella legislazione ordinaria proprio perché è ormai sono diventate praticamente dell'spd, ha portato in borsa. Insomma, sappiamo che fine ha fatto loro cooperativo. Quindi impossessarsi di questo, anche questa forte valenza dov'é la filiera non è che deve essere corta perché sullo slogan finirà, deve essere di qua, deve essere giusta, deve essere rispettosa. Te le compri di chi produce il rispetto del lavoro, della sua qualità, della vita o la sua qualità della vita. Quindi lo slogan se filiera corta se io so che l'oliva viene prodotta a tema di latitudine, stiamo là dove non avremmo mai arance e altri prodotti simili. Ma un altro prodotto che abbia un rapporto giusto. Quello è una cosa che va al di là di qualsiasi slogan che qualsiasi catena commerciale può diventare per oncologica commerciale può inventare per vendere qualcosa di più perché noi abbiamo a recuperare cercare di che é un po' quello che fanno anche le altre parti della scuola. Quindi proprio un disvelamento, un impossessata mento di una parte della nostra vita che ci siamo fatti in qualche modo come società espropriare. Quindi in questo senso potente, diciamo di riavvicinarci, ha una cosa da cui cercano sempre di tenerci lontano con la pubblicità tutti i sistemi possibili. Scusate, rispondo No, no, non ehm Alessandro, è possibile Si' puoi aggiungere una cosa? Spera faccia inquadratura. Si riprende. Vorrei aggiungere due lotti di colore, una come produttore di campi aperti e un'altra come me. Lo so che cammina come produttore e partecipare a questi mercati dopo che tutti i nostri cosiddetti clienti, che poi vediamo come produttori, non a caso diventano amici. Facciamo mai avuto tanti amici che vengono a trovare le aziende vedono come lavoro crea un rapporto che va oltre il concetto di garanzia partecipata al rapporto di amicizia. Quindi lo considero un investimento in umanità. Mi piace usare questa parola. Tutto questo genere di progetti che investono in umanità sono destinati al successo. Perché altro secondo me, oltretutto, come socio di futuro socio Camilla, sono stupefatto dall'armonia che che incontri perché siamo centinaia e centinaia potrebbero insorgere organizzativi, bisticci chi sta con l'offerta del mio? Ma comunque questa è una battuta, ma in verità cioè un'armonia secondo me è così forte perché il progetto molto, molto sentito. Quindi nell'unione del testo le persone si auto organizzerà, l'auto amministra questa cosa per me è veramente sorprendente. Io credo che in un tempo del grande delle grandi funzioni, adesso purtroppo diciamo a tre giorni quattro dall'apertura del mostro. Il mostro di fico è io credo che delle grandi funzioni quando si incontra qualcosa di reale e concreto, vero, sensato fino in fondo, poi questo emerga come elemento a altre persone si aggrappano allora camilla la possibilità concreta di intervenire in un percorso, un processo per ci è stato completamente scippato la dinamica della grande distribuzione è sicuramente rappresenta questo tipo di cosa elemento i mercati dove incontri il produttore che la mattina è stato in campo ha raccolto la tua e la porta quel pomeriggio di sa dirci da dove viene? Che cosa sta facendo? No, la storia di quella quella cosa di che è una storia vera. Non quella finta. No, nella pubblicità su tutti i campi grandissimi bianchissimi e robe simili. È quella secondo la grande adesso c'è. Probabilmente famiglia comincia facile. Le bugie Em. Mi chiedevo se si poteva fare una brevissima nota sulla storia di famiglia. Magari abbiamo parlato. Un po' di champagne e proprio due parole e e poi si riusciva a fare una sorta di calendario tra virgolette, del percorso di Camilla quando è partito. E quali sono i prossimi passi? Aspetta beh, al femmina è un gruppo di acquisto solidale che è nato quattro o cinque anni fa da un istituto più grande a Bologna ed è organizzato in questa maniera. È grazie a sei o sette punti di riferimento in città, quindi sedi di associazioni, centri sociali che ci ospitano è ogni due mesi. Facciamo delle consegne, i prodotti confezionati, quindi il sostenitore, il basista ricevere un messaggio, una mail, compila un modulo e poi va a ritirare ogni due mesi sui prodotti. Anche da questo, anche da questo è nato è nata l'idea di Camilla, cioè il fatto che si possa ritirare solo due mesi. Quindi bisogna organizzarsi. Pianificare i propri consumi per tempi più lunghi è riuscire a a tenere in casa quantità abbastanza grandi di prodotti. Eh ci ha portato a sollecitare resisti anche chiedendogli ma ci stareste? Se iniziamo a progettare una cosa del genere è perché ci stareste da questo è stato un questionario fatto a mano e mezzo fa circa è nata la pace. Abbiamo visto che c' era una risposta da parte dei tassisti. In realtà poi prima abbiamo fatto una fase di qualche mese studio, quindi abbiamo approfondito e studiato da un gruppo di una quindicina di persone le basi sia ideali tra di noi e sia è base a cui potersi ispirare, mandare avanti il progetto. E quindi abbiamo trovato subito fonte da maxim che a Brooklyn, che è una fake. Quindi negli Stati Uniti, dove sono nate già una quarantina d'anni pero' snob si caratterizza per il fatto che ancora mantiene l'organizzazione originaria, quindi con il lavoro di tutti i soci, il contributo di tempo di tutti i soci che continuano a non guardare ancora. E poi negli ultimi anni in Europa sono nate altre. Il Belgio, in Francia soprattutto il pranzo ci sono già da qualche decina in Belgio ce n'è una che si chiama visita a Bruxelles, che con cui abbiamo stabilito una relazione perché uno dei fondatori italiano, Enrico Ci siamo incontrati, abbiamo fatto anche un'iniziativa insieme e quindi da lì, dopo un'iniziale inevitabile titubanza e un po' di paura, nell'iniziare una cosa nuova. Ci siamo lanciati facendo delle presentazioni in città e appunto, come dicevo, iniziando ad approfondire pezzo per pezzo le parti fondamentali. E quindi abbiamo studiato un po' tutti gli aspetti economici per capire bene quali, quali sono le spese, i costi da sostenere per la fase di avviamento. Perché come sono suddivisi quindi chiaramente da questo di quanti soci abbiamo bisogno. Di quante adesioni abbiamo bisogno perché da un punto di vista economico funziona é quanto i soci devono acquistare, possibilmente, speriamo che acquistino all'interno dell'emporio è dopo abbiamo fatto una alcune ci sono state alcune giornate, alcune occasioni fortunate, nel senso che il trenta settembre abbiamo organizzato noi un'assemblea per raccontare a chi avesse voluto un po' il percorso fatto e abbiamo approfondito alcuni temi. Poi c'è stata un'altra. Bellissima giornata il quindici ottobre piazza Agosto Bologna organizzata da campi aperti in cui come il nostro banchetto sotto il sole, abbiamo raccolto tante adesioni. Abbiamo parlato di tante persone, è stata un'assemblea cittadina in quello stesso momento, quindi da queste due iniziative abbiamo avuto della linfa perché abbiamo raccolto duecento duecento adesioni. Siamo duecentotrenta adesso eh? Siamo in fase conclusiva della redazione dello statuto della cooperativa. Siamo in fase di è conclusiva di redazione dello statuto della cooperativa che un lavoro abbastanza complesso perché dobbiamo inserire alcuni punti di novità. Questo è un altro pezzo molto importante nel percorso che stiamo facendo. Stiamo inserendo qualcosa, stiamo proponendo un qualcosa che non esiste ancora la legislazione italiana. Quindi il fatto che è fondamentale che tutti i soci diano il loro contributo di tempo e che dovremmo chiamare lavoro potremmo chiamare lavoro è che è perché non vogliamo provare neanche perché saremo molto probabilmente i pionieri di questa formula che in una cooperativa una vera cooperativa ci sta tutto. Che tutti i soci per andare avanti e far far crescere e prosperare anche in termini di idee, la propria cooperativa, che hanno lo stesso potere di voto, sono spinti a un contributo anche di tempo. È questo, quindi ci introduciamo. Un altro tema importante che dobbiamo dobbiamo anche iniziare ad organizzare sarà molto delicata e molto, molto peggio, anche molto affascinante quello di organizzare il lavoro di tutti i soci. Questo contributo di tempo io dissocio da è assunto uno a seconda delle proprie, anche delle proprie motivazioni. Nel chiederglielo abbiamo scritto proponi quella cosa che avresti sempre voluto fare la vita. Non hai avuto l'opportunità di fare Cem a indicare il fatto che questo che questo è uno spazio di tutti in cui poter mettere a disposizione degli altri qualunque cosa si voglia perché tutti insieme funzioni meglio sia una cosa bella e nuova. Davvero che fa? No, no, no. So che ci sono magari dei dettagli. Volevo parlare un po' di più, tanto che organizziamo Voglio solo capire la prima cosa che la aspetta. Si' Senti che buono trenta dove ci sono. A ogni modo, non ci poniamo la decisione per l'ultima volta il lavoro sì o no, Nel senso del dettagliatissimo. Non ci possiamo entrare. Poi sanno. Sappiamo insomma video che che che che che è il più interessante è sicuramente gli intenti, un po' più in generale l'ultima cosa? Magari se si esce dai possibile qualche riferimento temporale e anche se state cercando per esempio, un nuovo fisico, se magari qualche utile da parte degli utenti eh, diciamo la prima cosa che abbiamo pensato di condividere con le persone che avevano già fatto una dichiarazione di voler diventare soci è stata quello che la Costituzione per dire una cosa che ho chiamato carta di intenti la casa dove sono elencati i principi fondamentali che vanno appunto dal biologico al rispetto delle persone, al diritto dei lavoratori, ha diritto al giusto cibo a supporto delle comunità agricole rurali. Lavoro dipendente. Quindi queste sono un po', le coordinate assolute che centoventi persone più o meno hanno sottoscritto approvando le il trenta e trenta ottobre. Quindi questo è già il primo mattone, diciamo posto anche perché ci ha visto tutti assieme a presentare questa carta Giovanni assieme e approvare, devo dire anche con una bella carica energetica come modalità di lavoro. Stiamo lavorando cercando di organizzarci per gruppi per approfondire i singoli levati smi e un'altra cosa non puo' trasversale assolutamente fondante lo spazio fisico, nel senso che la materialità di questo progetto ha bisogno di uno spazio concreto. È Bologna su questo profilo è una città forse difficile, nel senso che la primo tentativo che abbiamo fatto è di rivolgerci un po' agli enti pubblici, alle istituzioni locali. Perché chiaramente il tema del costo è un tema reale. Quindi il budget di previsione c'è stata un po' ipotizzato. Quello una voce significativa è difficile e non adesso. È una cosa ancora in essere e stiamo ancora cercando. Continuiamo ad avere gente insieme nella parte pubblica, ma anche nella parte sul mercato privato. Ci piacerebbe tanto come è successo a Bruxelles, che ci fosse qualche mecenate, qualcuno facilmente a disposizione per sperimentare, avesse il coraggio per cui è. Capiamo anche che il nostro progetto richiede una dose di coraggio. Se non è un percorso con le spalle può essere difficile pero'. Contiamo che in questo momento lui i primi fili d'erba cominciano a vedersi. Qualcosa possa diventare fuori perché esigenza dello stato fisico diventerà sempre più urgente. È necessario se avete un'idea che tempistiche avete si' Adesso stiamo stiamo procedendo con delle assemblee periodiche assemblee dei soci periodiche in cui inseriamo dei temi di lavoro. Quindi i soci stiamo lavorando in gruppi che si creano ogni volta che ci incontriamo su alcuni argomenti. Sono Filomena, adesso abbiamo lavoro, stiamo lavorando già sulle produzioni e sulla cultura e inizieremo a lavorare a dicembre. Sull'organizzazione dei soci entro dicembre è nei primi mesi dell'anno. Concluderemo il lavoro sullo statuto, quindi costituiremo la cooperativa nei primi mesi del duemila diciotto e entro il duemila diciotto speriamo prima possibile, è contiamo di aprire la porta e una nella forma che decideremo insieme a tutti i soci. Quindi dice quando sempre della produzione del video quello che importa ma sì, magari no. In realtà non credo riusciremo in quattordici la ventitreenne non è credibile che facciamo venire si' gli faccia. Noi chiediamo sempre le interviste chiedendo che cos'è per voi l'italia cambia noi. Il nostro progetto che si chiama in camera non è di quello che vogliamo, ma per voi, per voi che cos'è l'italia cambia chi vuole iniziare ma che che Ma va un po' di ghiaccio che cos'è l'italia in cambio che cambia cambia dal basso cambio delle persone e delle buone intenzioni e azioni di tutti i giorni, anche se piccoli diventano grandi quando siamo tutti quanti dall'altro non arriverà mai niente. Ma dal basso sta arrivando una marea che si sta alzando. Perfino in questo paese stiamo creando un gran cambiamento. Magari uscirà su tutti i notiziari che quelli convenzionali. Ma per chi ci vive tutti i giorni è nato veramente un cambiamento molto molto grande e nella strada secondo guardatela, finisce devi andare che stiamo aspettando? La scriviamo qui, racconta chi vuole essere il prossimo prossima. Non sei contenta? Sono una domanda. Viene un po' complessa. Io sono solo pochi, pochi. Raggiunto l'italia cambia, eh, è fatta appunto di tante, tante cose che si mettono insieme. È una rete che sta nascendo, nella quale si fa fatica a cogliere spesso e volentieri le connessioni che coltivarle però è lì sta che ci sono e vanno raccolti questi queste esperienze che ci sono in giro e farlo diventare una sacrifica pero' ceh c'è la manca una consapevolezza, probabilmente, ma l'italia e il mondo sta cambiando e con grandi difficoltà si sta resistendo. È più che altro in questo momento. Ci sono molti esempi di resistenza che forse vanno connessi tra di loro e lo sforzo attuale è quello di connetterli e lo sforzo necessario, probabilmente perché dall'altra parte. I cattivi sono agguerriti, purtroppo grazie. Non toccate la roba, ma che se secondo me secondo me l'italia che cambia quella di dei tanti progetti che ci sono in giro, anche anche piccoli, è di persone che iniziano un cambiamento sulla propria pelle, cambiano vita, decidono di affrontare cose, muore. Le cose nuove che vanno verso una direzione è l'importante, è iniziare a fare cose nuove e fare cose nuove. Non fermarsi al al un piccolo ostacolo rinunciare l'importante è fare poi nella nella pratica troviamo tanti, tante piccole cose, tanti piccoli stimoli, modi di fare conoscenza. È empatia che aiuta anche a contagiare altre persone. Iniziare questo tipo di percorso si' a me è venuto in mente l'idea del mare del mare movimento Il mare è la cosa che unisce due pezzi di terra. Ma la cosa che li divide e io vedo tante zattere piccole zattere come sono i nostri progetti che cercano di fare quello che le banche grandi vogliono farci dividere, mettere dei muri, separare le nostre zattere possono cercare di unire e far sì che il mare bisogna essere la cosa che unisce, crea scambio che la relazione che crea accettazione che crea salvataggio reciproco. Ma questo abbiamo in mente un'immagine in Italia che cambia si'. intanto ti chiedo per chi monta, ma questo non va in vita solo se mi dici il nome e cognome. Sono Daniela. Non trovare come scrive. La tua parola è sotto cosa scriviamo? Come? Beh ex restauratrice come e oggi mi occupo di questo bene culturale perché un ruolo ufficiale casa, palestra, una no, signor presidente dell'associazione che un'associazione casapound, associazione di promozione sociale si' casa balestra presidente, mi sottoscriva un presidente associazione casa Balestra Si è dove ci troviamo geograficamente vendere parole e soprattutto casa palestra con inizia a presentarla dicendo si' mettendola territorio andando subito puoi riscrivere Sì, siamo in Liguria, nella valle argentina, che é la valle intermedia tra le due valli molto importanti, quelli quella vedi, vedi quando poi mi devo dire le cose ogni a Imperia in provincia siamo in provincia di Imperia, nella valle argentina. É una valle ricca di endemismi di acque di boschi e quella Liguria non conosciuta ai più. La Liguria non è solo la costa, la Liguria è soprattutto la sua storia è nell'entroterra e siamo a Molini di Triora, chiamato così per i suoi ventitré mulini a servizio del comune di Triora. Granaio, d'italia quindi di tutta la parte l'italia del Nord e racconta quindi una storia importantissima dell'agricoltura ligure e poco conosciuta, compresa anche tutta la sua storia del legname. Leva le navi di Genova venivano fatte con i legni presi da queste foreste da queste bellissime, bellissimi alberi di pregio, proprio per la costruzione di imbarcazioni di alta qualità. Immobili che voi vedete che uno vede vedrà in questa casa sono tutti i mobili fatti con i legni locali, mobili che stanno arrestando uguali precisi e quindi casa Balestra vuole essere un un passato da riproporre sul presente per tanti aspetti. Casa Balestra è soprattutto un nostro nostro è un bene. È stata sottoposta a vincolo nel duemila dodici dai beni culturali, architettonici e paesaggistici della Liguria, ma è soprattutto un bene affettivo, nasce come bene affettivo. Noi siamo gli eredi di una storia piacevole e doppia, perché abbiamo una storia fatta di questo trisnonno chirurgo che importò qui l'uso la conoscenza del vaccino che lottò, perché no e mi i pazienti fossero già curati e fossero monitorati soprattutto con una nuova team proprio nuovo, una nuova tipologia di metodologia di avvicinarsi a un paziente, ad un malato. E fu anche arrestato per aver preso parte ai primi moti rivoluzionari contro Carlo Felice. Quindi c' è una storia che dimostra che la storia è stata fatta in questi paesi. Ormai una parte della storia d'italia ha avuto dei personaggi e delle persone che vivevano nell'entroterra, non le grandi città, ma queste erano grandi città, erano cittadine molto importanti di cui si è persa ogni conoscenza. Sembra che tutto avvenga nella città e nella metropolitana, nelle e nella metropoli. No, dai la città e fuori la città è qualcosa che vive. Ma qui ha vissuto tantissimo poter riparlare di questa storia e riproporre attraverso una visita alla casa che è rimasta integra grazie a mia madre. Che ne capisci? Gia' a diciassette anni si ribella perché volevano cambiare le pavimentazioni. Era stata un po', una pioniera per era una ragazzina, in fondo no. E volevano cambiare le pavimentazioni. Lei poi a reddito questa casa per due terzi chiedendo agli altri parenti Fermo, perché così approfondiamo. Allora ci ha spiegato il contesto. Sei scusa mia. Poi si parla. Non lo dico perché si No, no, no, non interrompermi. Interrompe. Quindi sei partita dicendo casa Balestra. Però diciamo proprio che cos'è senso. Ah, ok, vero? Sì, proviamo Balestra. Allora? Esatto, Ok esatti. Okay, okay, okay, sì, la la descrizione sia andare a step hai oggi allora sì, é casa balestra, intanto è un edificio storico e che ha mura del cinquecento e sottoposto è a vincolo nel duemila dodici per soprattutto per la sua parte. Invece ottocentesca è stato uno dei depositi come granaio del comune di Molini di Triora, avendo mulini il comune stesso e avevano bisogno quindi di depositare tutte. Tutti diciamo gli ha beni alimentari da poter poi portare fa era un po', uno spot no, come come centro nei primi ventenni, poi del dell' ottocento non c' è stata per più per tre ora le esigenza di avere questo grosso edificio e venne venduta lotti ai vari proprietari, tra cui questo chirurgo balestra che ne compro' e adottò enel o adibiti ad abitazione privata. La casa è una casa quindi storica, perfettamente fedele a quella che è stata che per nata è a tre piani ogni ogni locale racconta una parte della storia della casa. E c' è anche una documentazione tra l'altro cartacea che racconta e avvenimenti importanti dall'uso della conoscenza del vicino all'hard esto del del di questo chirurgo che appunto importò l'uso e la conoscenza del vaccino e curò già ai pazienti di colera di vaiolo. Si avvicina e studiando in Francia aveva portato anche l'uso della Nell'uso, la conoscenza della medicina omeopatica, scrivendo per riviste torinese etc. Quindi una specie di avanguardia scientifica in campo medico. Quindi la casa racconta esattamente tutte queste storie e racconta comunque delle storie che potrebbero essere oggi rivisitate Riviste senza la memoria difficilmente riusciamo ad andare avanti proprio come esseri umani o facciamo dei grandissimi errori, per cui il legno che racconta la storia delle nostre foreste o la cucina che ne racconta invece una storia di agroalimentare antichissima, quindi racconta i nostri terrazzamenti racconta L'acqua racconta la vita, la fame e la sete che venivano tolti da queste montagne che non venivano certamente e tolte con con alimentazione. Se togliamo un po' di caffè e il cacao, queste queste cose il riso, perché in questa casa mangiare riso era una era una cosa proprio da ricconi? No, perché mancava la farina bianca, veniva e le ricette. Quindi la cucina stessa racconta queste storie di quanta parsimonia, di quanto non spreco e ci riportano una dimensione, una realtà che educativa. Questo lo vediamo soprattutto quei bambini e quei ragazzi, ma anche con gli adulti in cui mi dicono noi siamo emozionati perché riacquisti, diamo una memoria storica fatta anche di cose giuste tra l'altro, no, che poi l'abbondanza lo spreco è ci hanno abituato a non a non apprezzare più, a non farli diventare modelli educativi, no. E quindi quando ne parliamo di tutte queste cose che uno poi qua vede, tocca perché qua ci si mangia tra l'altro, cioè un museo. Come abbiamo detto, è sottoposta a vincolo, ma grazie anche una sovrintendenza aperta, abbiamo detto in questa casa la vogliamo continuare a far vivere. Abbiamo un quadro di un pittore, un trittico importante e fatto nella fine degli anni novanta, dopo la che è morto nostro padre. E questo signora sei quadra British museo a Londra. Quindi racconta una storia mia moderna No, è un quadro astratto. E mia madre diceva Questa casa non si deve fermare a raccontare una storia passata. Questa casa deve continuare a vivere con dei messaggi. Però quello che noi cerchiamo di fare no. Raccontare questo passato, vederlo capirlo per poi poter essere però attivi su qualcosa che ci puo', venir buono, no, da da da da recuperare proprio come come nostra è stata qua una ragazzina che mi ha detto che pensavo disattenta, che seguisse i genitori. La mamma poi mai scritto. Ti ringrazio per questa visita. Mia figlia mi ha detto quanti bei posti per poter fermarsi a leggere. E questa per me per noi sono le le cose importanti, no? Trovare un posto, il posto da una ragazzina dice Io lì ci andrei per leggere no è oppure la guida blasonata che lavora con l'america che viene e mi dice a me da emozioni no, faremo delle cose molto belle, uh dei corsi di cucina. Guarda questo tavolo é adatto? No. In questa atmosfera le persone rientrano proprio a capire la ricchezza no dei nostri alimenti, delle delle cose che potevamo avere qua è come si cura? Non mi pare uno dei progetti sarà a tavola prima della rivoluzione industriale, ma non per essere dei nostalgici del passato, che è stato anche molto duro in queste terre. Questa casa racconta non solo una vita di chirurghi di blasonati anche anche anche adesso odi che e arcivescovi amatissimi perché avevano una politica qui. Oggi noi potremmo anche paragonare a quella di Papa Francesco. Qui ci sono anche tante altre storie, come la stessa storia delle donne di questa casa o della casa di cui poi si diventò il nonno. Una donna che sposa storia di donne è aiutate da da questo arcivescovo a studiare perché le donne dovevano essere culturalmente economicamente indipendenti. Quindi sono messaggi che oggi tornano a essere attuali. O la storia della nonna che non vi sta bene dalla famiglia perché sposava, anche se sposava appunto un maresciallo maggiore dei carabinieri a cavallo. Quindi doveva essere tutta una cosa serissima, eh? Non andava bene? Perché le donne delle della famiglia Stella non erano donne serie, no. Quindi qui raccontiamo queste storie ed é tipo non erano serie perché portavano i capelli. Erano erano stella, barba negra. Quindi voleva dire barbe nere e donne con folti capelli neri che portavano, sciolti, che fumavano e bevevano il vino, che suonavano la chitarra e che sedevano a tavola con gli uomini. Quando raccontiamo queste storie, ma chiunque di qualsiasi ceto sociale, di qualsiasi tendenza politica si disperde questo che ha un valore di ci informiamo no, di quello che siamo stati e di tutte le lotte che abbiamo fatto, indipendentemente poi da da dove ne arriviamo, come contesto politico sociale. No, queste sono storie vere. Sono storie che hanno fatto la storia di noi donne che hanno fatto anche la storia, appunto degli uomini, che poi comunque ha continuato a fare i contadini. C' è una foto di sotto che poi magari vi farò vedere dove abbiamo questo nonno, che agli scarponi una maglia riga ma un violino in mano. E quindi questa questo equilibrio tra cultura e terra no, che dovrebbe così essere l'altro giorno con Giacomo. Vedi Giacomo questo mio fratello, dico. Questo dovrebbe essere un manifesto politico, no? Al di là di tutto questa foto dei primi del Novecento con un ragazzino che ha gli scarponi da montagna ma suona un violino e non di una famiglia ricca. Perché tutti suonavano uno strumento in questa zona? No C' erano due bande musicali. La banda grossa, la branda piccola. Mia nonna aveva messo su una compagnia teatrale di elementi. Parliamo di un paesino. Oggi non ha anime questi valori, questi valori secondo noi importantissimi, questa comune appartenenza alle comunità. Questo vuol fare cultura come hanno fatto loro. Noi non siamo più capaci a rifarlo adesso. Non a questi livelli. Non così disinteressatamente il piacere no, dello stare insieme del benché allora avessero lavorato in periodi storici anche loro molto pesanti? No, perché parliamo insomma, dai primi del Novecento andiamo verso la rivoluzione industriale. Quindi con tutto quello che ne comportava andiamo verso le grandi lotte sindacali. Andiamo verso due guerre mondiali, sono stati, è verso la fine dell'ottocento a metà. Dell'ottocento le rivoluzioni italiane nelle guerre di liberazione? Tutto quanto no. Eppure è abbiamo ancora tanto da imparare da questo ottocento Novecento, no? Sulla sulla vita di questa, di queste persone capaci davvero di avere trasmessa no. E lasciata a noi ancora anche la bellezza. Comunque no, perché noi qua ci ritroviamo in mezzo alla bellezza e per noi è aver deve ringraziare veramente i nostri genitori che hanno visto negli anni settanta questa cosa. Mia madre probabilmente é beh, mia madre era una grande esteta e amava. Amava proprio la bellezza, ne era innamorata, ma amava anche la natura. Ogni volta che quando ormai anziano, non riusciva più a salire, mi diceva Se vai a moline, salutami tutti gli alberi, uno per uno che sono i miei amici. Quindi questo rapporto con la sua terra era stato fortissimo. É questo che ce l'ha trasmesso ovviamente no. Quindi l'amore che non è soltanto per una radice personale no del noi liguri qui c' è mio. Non sappiamo che lo usiamo volentieri. No qui game, ma c' è nostra né nell'anima, cioè nostro. Nel senso apparteniamo alla terra veramente non perché il ligure appartiene alla sua terra e forse a volte viene anche un po' frainteso no, questo questo atteggiamento è della nostra un po' chiusura, un po' la nostra. Ma perché il sentimento del ligure non è ancora stato secondo me molto riconosciuto di appartenenza alla terra più che al mare. Mare relativo il mare c' è mia madre. Ha detto che quando ha visto il mare la prima volta voleva ha detto lei ha detto che è tutto lì perché ne sentiva parlare. Era già una bambina, no? La sorella invece aveva pure che lei venisse addosso, che quindi mia madre era nata e cresciuta qua em e ha delle storie bellissime, legate anche a ha un'infanzia ricca appunto con questa madre che era maestra. Quindi comunque il nonno che ha quarantadue anni e se ne andò in pensione perché non si doveva vivere per lavorare, ma a lavorare per vivere. Quindi faceva l'uomo di casa andava a pescare. Aveva insegnato a mia madre e mia zia a pescare, quindi entrare proprio nella natura, risalendo fiumi, eccetera. E la nonna con la sua grande passione del teatro acquisita a Genova quando era stata mandata a studiare e aveva fatto anche già la ragazza alla pari perché questo arcivescovo che finanziava gli studi era mancato e quindi ha trasmesso questa questa voglia anche alle donne, quello che poi diceva alle sue figlie Io non vi lascerò nulla, ma vi lascio le lo studio, la possibilità. Vi do la possibilità di studiare per essere anche voi, come è successo a me delle donne libere, il poter sempre decidere. Perché quando avrete il vostro lavoro, una vostra cultura, il mondo sarà il vostro no. E quindi parliamo di una persona nata nell'ottocento che diceva queste cose no. Di conseguenza è insomma sono sono sono cose che ci hanno segnato qui per farlo il torna un attimo indietro ripercorriamo un attimo. Quindi il nonno chirurgo Crisi No, no nonno chirurgo. Abbiamo si' poi già tutte queste persone che ci ha raccontato che hanno vissuto le memorie che sono in questa casa che ci ha raccontato qual è il legame con la casa, perché ci hanno vissuto, che hanno vissuto. Sono tutte persone che hanno vissuto in questa casa fino a quando è stato abitato fino agli anni sessanta. Aspetta che c' è scritto anche allora diciamo sino c' è scritto anche nella targa la casa eh a livello ovviamente poi l'ultimo erede era un contadino, quindi perché la nonna faceva la maestra e ognuno poi ha preso delle proprie strade? Ma l'ultimo che ha vissuto in questa casa erano le due sorelle di cui una era rimasta zitella e una e aveva sposato un agro forestale da Milano che era venuto qua per lavoro. Quindi sono andati avanti fino agli anni sessanta. Poi negli anni la casa è stata definitivamente chiusa. Più o meno si no. Fino alla fine degli anni sessanta all'incirca con tanto quel sessanta. E poi cosa è successo? Quando è stata? È stata riaperta all'inizio degli anni settanta subito. Quindi dieci anni è rimasta per quello stavo pensando rimasta una decina d'anni un po' meno vissuta. No, no, me ne hai ragione, almeno perché i miei salivano che avevamo ancora lo zio giù a casa non hanno vissuto i miei, non hanno potuto. Pino per mia madre insegnava ad Arma e mio papà aveva allora mia mamma in questa casa. Ci ha fatto il periodo della guerra perché la loro casa era stata bombardata. Quindi è stata qui parecchi anni con la famiglia in attesa che ricostruisce. Ero di nuovo la casa. Quindi è stata fisica? Sì, sì, sì, è stata fisicamente qui li come io ho fatto un anno di asilo qui, quindi bene o male anche come mai? Perché non è più abitata come no. Ero più che bene, ma ero sì, io non sono giovane. Io abitavo questa tua zia quando abitavano le le due zie con lo zio, io ho vissuto un anno con loro, facendo all'asilo e quando venivano i miei a prendermi io mi nascondevo. Mi raccontano perché ero piccina e sotto il letto perché non volevo andare, tornare a stare qua, insomma, cosa che poi ho scelto nella vita, che dopo un impiego fisso ho lasciato per poi entrare. Va bene nel mondo del restauro, però architettonico. Ma questo mi ha portato a A volte penso Chissà, forse ho fatto questa scuola di restauro architettonico per potere essere io poi a occuparmi di questa casa perché senno' sarebbe anche un po' troppo oneroso dover chiamare dei restauratori e quindi prima di arrivare alla tua. Quindi diciamo negli anni settanta se mia madre e mio padre come loro. Ma forse stavo iniziando a dirlo e poi mi son persa perché mia madre negli anni settanta e era tornata a rivedere questa casa che nel frattempo aveva avuto dei problemi proprio tetto di sfondamento del tetto che era fatto in Ciappi di arnese e sentendo però lei mi diceva una grande nostalgia di vedere questa casa ci andava che andava in rovina, no che si stava perché a questo ricordo della sua infanzia, con le zie che piangevano e dicevano a calo erano contadini, ormai non avevano più quelle ricchezze alle spalle che gli poteva aver dato il loro nonno, o comunque lo zio arcivescovo che non aveva fatto, appunto, nepotismo economici verso la famiglia. Se non, appunto, come avevo già detto prima, studiare i due più piccoli della famiglia perché a spese sue, perché erano rimasti orfani di padre. Basta da piccoli no. E mia madre ho trovato delle lettere in cui mia madre mi scrive mentre io ero appunto impiegata a Sanremo e mi dice Daniela, sto rifacendo la facciata della casa sono qua, rifacciamo il bagno. Chissà le zie come sarebbero contente a vedere che questa casa non si perde, non va in rovina tenendo conto che appunto lei era stata con mio padre che l'ha seguita subito, lungimirante nel capire che negli anni settanta queste queste case non andavano distrutte, smantellate le stalle non dovevano diventare delle tavernetta da passare con gli no con gli amici, perché così non si sporcava la cucina no che era un po', la mentalità di quegli anni, ma che andava assolutamente mantenuta in tutta la sua bellezza. Qua si andava, si è sempre andata a dormire con le sciarpe d'inverno i berretti per non toccare nulla, no, per cui eh abbiamo messo noi adesso una stufa a pellet di una sala piu' o meno recuperata da era lasciata in abbandono ancora con la col terrapieno e il tetto a vista ehi, proprio perché ha rispettato la memoria della casa quindi lei decide lei era l'ha ereditato? Sì, forse l'aveva detto quello che le hanno dato due terzi ma si' no no si' si' si' si', diciamo lei l'ha ereditata e a un certo punto quasi subito ha detto la sistema messa lì ha rifatto la facciata e ma l'ha fatto a spese sue spese e poi l'ha fatta subito nell'ottica di farla diventare no no allora. Ma questa casa poi ha una storia e soprattutto di di accoglienza. Questo si può parlare di accoglienza negli anni e dove le persone comunque giravano e giravano qua e là gli inglesi si sono spostati nell'entroterra no, hanno abbandonato le cose. Noi sappiamo quanto quanto quanto la popolazione inglese fosse attaccata. No alla costa, Bordighera ospedaletti, Sanremo? No, tutta la parte diciamo, della riviera, dei cosiddetta della riviera, dei fiori inglesi, soprattutto inglesi, di un certo tipo. Musicisti, pittori è a scrittori. Amano trovare degli spazi più tranquilli, più belli, no nella natura. Piu', piu' vicini alla loro indole. No, comunque. E la costa, ovviamente questo non offriva più. Ormai la cosa era diventata, è diventata un ammasso di cemento, per cui no, insomma, non rispecchiava più le loro esigenze. Mio padre e mia madre ha tipici liguri perché accoglievano queste persone che arrivavano nel paese immediatamente. Era una cosa più forte di loro. Ma non soltanto gli intellettuali di cui si è parlato un attimo fa. Tutti ai ragazzi con problemi di tossicodipendenza da chi era degli alcolizzati, da chi veniva qua alla ricerca di un qualcosa a chi faceva una specie di cammino di Compostela e nella valle? No alla ricerca del dio, della natura, del quindi questa casa ha cominciato ad aprirsi naturalmente agli altri. Ospitare le persone che giravano sempre tante, tantissime persone, ma tante, tante non lo raccoglievano delle persone. Anche perché comunque loro, ma mia madre era maestra, quindi poteva stare quattro mesi d'estate, poi le feste, le vacanze. Mio padre faceva avanti in tre e aveva prima un lavoro autonomo. E comunque anche lui era una, diciamo una statale. Di conseguenza aveva anche un po' più di tempo libero, non per potere. E quindi questa passione con i loro amici che arrivavano anche loro, tutti dei paesi della costa, che però con le seconde case qui hanno costituito una specie di gruppo i famosi quattro amici che si davano una mano e recuperavano chi era più bravo a fare l'elettricista che più bravo a fare il falegname, che era bravo, anche se poi i loro mestieri erano completamente diversi. No, e quindi nasce per mia mamma. Era un appassionato della cucina locale, quindi faceva ravioli torte verde. Se c' era la vende, andavano non più a far la vendemmia. Però si faceva il vino e si chiamava il vino dell'internazionale. Proprio perché e tutti gli amici inglesi, francesi e tedeschi che giravano per casa andavano a dare una mano. E quindi effettivamente questa casa nasce come un posto, anche però di cultura. Da Remo Ruffini, lo scopritore dei buchi neri. No, diciamo. Lo scienziato è conosciuto da Dall'artista in aereo che abitava qua, in un paese della Francia, e si sono ritrovati su a fare lo stesso viaggio in aereo in cui raccontava l'altro che si andava in Italia. Si andava in Liguria, si andava in provincia di Imperia. Si é poi erano i due paesi vicinissimi, no? E si sono conosciuti perché sono gli unici due che guardavano fuori dal finestrino dell'aereo. Non guardavano il film tornando dall'america, per cui questa casa viene nasce spontaneamente come casa di incontro, di amicizie, di scambi culturali. Proprio persone che venivano qua perché era un bel fermento, si facevano i cineforum davanti a casa, si leggevano pezzi di libri, ma non così proprio naturale, no? Ehm vai a un certo punto loro lo hanno continuato a vivere a ospitare persone eh si' negli anni ottanta siano la questa cosa è andata avanti sino nell' ottantanove. Quando però mio padre, abbastanza prematuramente a sessantaquattro anni è mancato e vabbè, sono stati anni, poi un po' anche per i suoi amici non riuscivano più a rivivere la casa con quella stessa spensieratezza. Chiamiamola no pero' era sempre un posto dove ci si ritrovava, perché comunque continuavano a vivere determinate cose, no? E piano, piano piano. E gli io nel frattempo ero mi ero trasferita mulini, avevo lasciato il mio posto fisso sulla costa a Sanremo non è stare qua e quindi nasce le esigenze, anche da parte mia di di cominciare a capire che forse c' era bisogno di un parco. Si arriva a io non avevamo già costituito prima un gruppo ecologico ambientale valle argentina e quindi per me venire qua era era stato proprio un mettere toccar con mano tutti i problemi comunque della montagna, del e del vivere in montagna, dello spopolamento dei terrazzamenti che mano a mano si vedevano sparire. No, Quindi tutta una cultura che stava perdendo nel da lì un veniamo proprio da parte mia. Una crescita poi politica e vabbè, era entrata poi nei verdi sì che una persona del gruppo mi fermo vedevo di me lei voleva che le volevi chiedere tu queste cose posso andare avanti E Manuela eh sì, sì tanto basta che ti possono magari il telefono così che era quello che ti diceva Che bellissima, no, si ha quella polverina si guarda bello, io ragazzi, scusatemi, ma mi ho ricevuto tre telefonate di lavoro. Sono incasinato continuo sai quando dopo ne approfitto. Perché meglio così anche io sono contento. La vedi? No, no, è riprendere dal punto della quindi anche della valenza, no, su poi delle quindi questa casa avevo conosciuto, ovviamente. Eh no, niente no, tu hai detto hai creato il gruppo locale, non io. Avevamo creato questo gruppo locale ambientale gruppo il primo gruppo, il gruppo ecologico valle argentina parliamo dell' ottantatré ottantatré ottanta quattro. In quegli anni tra questi Ciera Nanni, Nanni Laurent, che viveva a Montalto Ligure, anche lui sanremese di origine e vita pellegrina per l'europa, torna con una bellissima moglie olandese. Decidono appunto di andare a stare a Montalto Ligure, che un paese qua sempre dall'altra dalla valle è fondando appunto questo gruppo ecologico. E lui poi si trasferì pochi anni dopo a roma e fu proprio una di legambiente nazionale a inventarsi i campi di volontariato. Quindi è ovviamente per me che ormai stavo qua a molini è avere questa amicizia in quella parliamo dei primi anni di Legambiente perché siamo ottantacinque ottantasei nei primi Legambiente ha fatto qua quarant'anni quest'anno quindi nasce dagli anni ottanta, eh? Mi aveva dato anche un bell' input a continuare no? E a cercare qua tutte quelle cose che ovviamente un'associazione ambientalista va a vedere no, che è il appunto la qualità dell'aria dell'acqua e perché succedono i disastri ambientali e e quello che poi sappiamo no? Quindi è questa casa diventa anche tra l'altro un punto di incontro per un po' di ambientalisti, diciamo di Legambiente a livello regionale e nazionale si cominciano le carovane delle Alpi, si comincia a parlare di montagna di green economy. Arriviamo adesso, quindi è un tema sempre molto attuale, ma non c' è ancora forse una grossissima attenzione sulla montagna, sulle possibilità no di vita, della montagna di recupero della montagna. Ora la montagna non è più un isolamento se io effettivamente se noi pensiamo a come hanno vissuto le montagne contadini pastori pesante no, perché anche nei rapporti umani, i casi di incesti, le difficoltà di comunicazione sotto tutti i punti di vista, la miseria, la fame l'ignoranza l'isolamento adesso no che noi abbiamo un patrimonio culturale e a volte anche economico, per quanto ci si lamenta. Perché però ci può dare questa capacità, soprattutto da giovani, di scegliere no? Dove vogliamo andare? È chiaro che più se c' è una attenzione politica da parte delle istituzioni, beh, questo forse faciliterebbe di più la vita. Tutti no da portare wi fi. Una rete, insomma il diciamo che poi ho comunque il adesso, la pan, il Blaze, il lockdown dovuto alcove. Diciannove Ha portato tanta gente in montagna, ma anche con parecchie perplessità da parte nostra, perché è stato ma è stato anche un atteggiamento vandalico verso la montagna. Ormai ci si trovava di tutto. Non è stata vissuta da tutti come qualcosa che quello che non si riusciva più a fare sulla costa si veniva a fare in montagna no CNN e questo è insomma, abbiamo bisogno proprio di essere ancora tanto educati, ma veramente tanto no? E forse è chi si avvicina comunque a questi manufatti, ai centri storici Cnn un messaggio gli deve arrivare no. Quindi nessuno di noi può fare l'educatore. Siamo anche sempre noi stessi che ci stiamo ri educandoli, educando su un mucchio di multe. Però è sono strumenti, sono strumenti nuovi, no, che devono avvicinare chi viene a fare anche turismo qua se solo legge guarda, si avvicina e vorrebbe entrare e vuole entrare. È perché probabilmente già predisposto, vuole andare a cercare delle cose che che mancano, che sono ancora lacune. No, ha bisogno attraverso la storia di sapere é il nostro, il nostro lavoro oggi è proprio questo cercare di di raccontare e di essere esaustivi il piu' possibile verso chi cerca delle cose. Due anni fa ha un'amica carissima psicologa, abbiamo aperto un mulino che è un centro culturale e sul quale si è lavorato molto, come come Legambiente, come associazione, come circolo. E lei chi passava e visitava il mulino raccontava la vita dell'eroe no, il viaggio dell'eroe raccontando perché questo mulino cercando e quindi si era creato. Questo è che non era soltanto andare a vedere, ma era anche andare a sapere no, quindi a mettere insieme e quindi è un po'. Il ruolo di questa casa è vedere, ma anche cercare di sapere no? e poi che cosa ne farà chi esce di qua? Questo non lo possiamo dire. Tanti escono però pieni di emozioni e voglia di tornare. Questo si sta già ritroviamo persone che ritornano perché è un museo vivo poi no, è un museo dove ci si confronta, dove ci si siede a questo tavolo dove si prende anche un caffè insieme. Adesso, a parte tutte le restrizioni del covi, di certo questo è un periodo esatto. Dimmi la purtroppo manca tuo papà, quand'e' che questa casa comunque privata di famiglia, dove accoglievano a base di fa il passo. Ok, perché si manca la nel duemila nel milan e otto novecento ottantanove manca nostro padre, la casa viene rivissuta comunque non viene mai abbandonata, anche se all'inizio in maniera un po' dolorosa, ovviamente. Ma piano piano anche proprio. Comunque in memoria di continuare questa cosa iniziata da mio padre e mia madre in testa. Si torna tantissimo a stare a stare qua. Io nel frattempo cambio lavoro, diventa restauratrice e poi nel di beni architettonici mi sposto anche nella provincia per lavori vari o in altre città. Mia madre è ancora abbastanza giovane, tutto sommato indipendente, sta moltissima molini sei mesi all'anno. Lei vive qua, quindi la casa rimane ad un certo punto io poi lavorando per i beni architettonici e quindi per le soprintendenze, dico a mia madre sempre forse è venuto il momento di di vincolare alla casa, perché se un giorno io e Giacomo dovessimo impazzire tutto il sacrificio e la volessimo vendere o fossimo costretti a venderla, però sappiamo che tutti i vostri sacrifici non andranno persi. Perché se c' è un vincolo dello Stato, é una tutela. E mia madre era stata era contenta di questa idea. Al punto che quando poi facevamo tutti i documenti, prepariamo con gli storici, dell'arte tutte le documentazioni. Ognuno si poteva inventare la storia che voleva. Nel duemila dodici a settembre arriva, è stata anche mia madre, devo dire. Era emozionata. Vedere che la sua casa era stata riconosciuta dallo Stato come un valore, come un bene è stata alcun modo per dire a lei grazie. Cioè ci hai dato un debito di lavoro, di soldi e di fatiche. Però è stato anche una grande soddisfazione di di avere in mano questo, questo bene. Poi appunto, lavorando per i beni architettonici, mio fratello che fa il rappresentante di vini scelti Issy mi quindi l'amore anche per la qualità del cibo. Lui si avvicina a Slow Food per una serie diciamo, di i componenti culturali che già hanno avvicinato a. Da lì è venuta anche l'idea però di metterla a regime, di essere, di dare consapevolezza a noi stessi. E poi in definitiva no, averla dotata di mezzi come i code, dove ci sono le storie raccontate in italiano e in inglese. Questo anche grazie a una piccola eredità che abbiamo avuto e che abbiamo immediatamente venduto per poter far fronte anche a queste spese, diciamo più per renderlo davvero museale sotto sotto certi aspetti proprio tecnici no, questo esatto quest'anno se la soddisfazione grossa lo scorso anno abbiamo aperto la metà di agosto e abbiamo avuto trecento ventisei visite, tenendo conto che qui dai santi poi non viene quasi più nessuno, anche prima, perché il freddo è stato ancora un paio di di aperture su dicembre, accendendo camini e tutto, ma vogliamo comunque provare a farlo lo stesso dell'inverno, anche se davvero è un po' più faticoso, però gioco dal però in maniera proprio. Esatto, però in maniera me proprio ufficiale, con tanto di comunicati stampa. Sono due anni tre dal duemila diciassette la visita gratuita la visita é gratuita, siamo un'associazione di promozione sociale perché abbiamo avuto parecchi amici amica dagli antropologi architetti col quale ho lavorato per anni e che si sono appassionati anche loro alla casa e quindi vogliono hanno voluto aprire un'associazione culturale per creare eventi, manifestazioni a un livello insomma comunque speriamo buono, se non altro non dico altro ma almeno buono. Ma devo dire che l'ultimo evento che siamo riusciti a fare adesso ad agosto e grazie a una carissima amica che è stata la vicedirettrice praticamente del brera di milano che è venuta a presentare raffaello e come si promotore della tutela in italia. Quindi le due cose qui quindi voi fate lo so, ma le cose no avete preso la vostra casa privata, avete reso di fatto è sempre privata per un bene pubblico e tutto cio' volontaristica, mente. Però se avete messo solo si' si' noi è un servizio ovviamente che abbiamo messo gratuitamente e lo mettiamo nel senso chi può ciechi lascia una donazione e questo sinceramente ci fa anche piacere perché la casa dei costi alti anche di manute, anche se me li faccio io i lavori comunque in un'età che uno sa fino a che punto poi io me li possa fare. Le spese ci sono è per cui però è anche bello perché chi non può non lascia nulla nel senso che la discrezione abbiamo poi abbiamo l'anno scorso abbiamo fatto novanta quasi cento associati a dieci euro all'anno quindi insomma questo ci ha permesso di pagare il cartaceo pubblicitario almeno le spese anche solo di dire per fare un po' di divulgazione dalla casa. Insomma perché mi piacevi proprio tutti di tasca nostra. Ma è effettivamente negli eventi dove saranno previsti. Magari noi non vogliamo assolutamente fare concorrenza come come ristorazione nei bar, ne comunque che però gli eventi magari dove ci ci esce l'ape da dove uscirà? Perché ora non si può fare la perry che l' apericena o la cena o l'aperitivo lungo questo poi porta effettivamente persone nel paese, perché chi viene una volta poi conosce il pane del posto, il miele, la lavanda, quindi anche la casa, anche questa funzione di promuovere i prodotti delle aziende agricole della valle che sono tantissime e di alta qualità tutte quante e quindi è un quando noi serviamo un formaggio col miele, il formaggio dei nostri pastori col miele che viene coltivato a che viene coltivato che il colle esatto prodotto a cinque chilometri. Quindi la le visite le fate il virus? No, no, per ora siamo io e mio fratello è però abbiamo avuto anche il piacere di avere avuto punto qua una dirigente sulla formazione delle guide che vorrà venire a fare formazione in questa casa, le sue guide. E non è detto che poi è anche nostra. Siamo anche disponibili se c' è una guida che vuole imparare la storia della casa e raccontarla, la possa fare tranquillamente. Insomma, ho ancora una domanda invece sul percorso tu quando dal tuo tuo fratello quando avete deciso di venire a vivere qui non avete mai pensato di invece di viverci? Farne casa vostra privato è stato da subito avete quando i tuoi non ci ho vissuto da subito l'avete vista come okay, facciamo un luogo di memoria. Ad un certo punto avevate pensato ci vivo io, poi avete detto no, è ovviamente io ho provato a vivere qua cinque anni si dopo che avevo lasciato il mio posto fisso mi sono trasferita a molini devo in questa casa si' si' si', ovviamente non forse c' era la termocoperta per l'inverno é però aveva poco più di trent'anni e quindi era fattibile e a più di trent'anni rispetto all' epoca la cosa comincia a essere per me un po' faticosa. Ci abbiamo pensato quando abbiamo rifatto la casa, questa stanza nuova volevamo fare la casa nella casa abbiamo messo un bagno in piu' c'è un divano letto, una stufa a pellet. Io l'anno scorso ho un po' provato perché la mia intenzione era quella di trasferirmi fissa qua la cucina al piano sopra per cui per scaldarla devo accendere. Ho un termo con vettore a gas che qua costa una fortuna e non mi posso permettere di accenderla quando entro perché va costantemente tenuta un minimo caldo qua si ghiaccia l'olio senza problemi nelle meglio ieri e quindi é di sotto dovrei tenere acceso una stufa a pellet dal mattino sono da sola e mi sembrano anche se fossi un rockefeller lo trovo uno spreco, uno spreco esatto però abbiamo già pensato con mio fratello e mia cognata che appena si andrà a tutti loro anche più in pensione. Poi loro hanno il lavoro giù tra l'altro che questo sarà fattibile dal momento che abbiamo riunito la famiglia ad Arma di Taggia. Quindi riviviamo dopo che é mancata anche a nostra madre abbiamo deciso di una casa molto grande, per cui anche lì erano sprechi. Abbiamo detto abbiamo un'età che possiamo proprio vivere insieme, magari domani ci portiamo anche qualche amico. Facciamo una comune da anziana, intanto che possiamo finire tutti negli ospizi, no? Quindi parla una una signora psichiatra. Cresciamo, ansima infatti il futuro nostro e questo noi noi, noi donne da sole che dobbiamo cercare delle comunità e magari ci prendiamo un'infermiera fra tutti, perché no? Molyneux anche d'inverno no, potrebbe essere interessante il discorso fare una no vabbè, ma per dire no l'intenzione è da parte mia quella è stata proprio quella di tornare a vivere anche d'inverno qua, perché mi era piaciuto molto il problema economico e carissimo si' la casa delle domande mm-hm ehm magari rispetto alla situazione attuale hai abbiamo qualche desiderio circostanziale? Se fosse per te in base al tuo progetto, la tua visione di questa casa come lei immagine nel futuro se c'e' qualcosa che non avete ancora sviluppato che potesse aggiungere Si, beh, io penso penso spesso al futuro di questa casa. È solo una nipote quindi mio fratello ha una figlia che ha la famiglia tutto? Non lo so e imporre una casa così in una scelta di è una scelta di vita. Fino a che punto è giusto, a volte che amo questa casa che ho da ho dato proprio la mia vita. Nel senso ho rinunciato anche volentieri al posto fisso per vivere qua eccetera. A volte però è un peso, però però no eh non lo so. Quindi questo è un po' l'unico l'unico neo che mi passa soprattutto in quei pensieri notturni in cui il futuro no diventa un po' più pesante per ma non lo è anche un po' per tutti ultimamente? Anche perché non è che si veda uno stato veramente predisposto ad accogliere questi beni, no, cnn chissà. Una cooperativa domani è a volte sì, a volte comunque anche il peso. Un po' delle che passasse un Rockfeller che lo ama, ci dà una mano economicamente essere un po' più sereni, un po' più tranquilli da questo punto di vista. Poi effettivamente talmente la soddisfazione di vivere qua e di fare queste cose culturali che che il problema economico però però lo eccolo e a volte può anche pesare però sulla scelta Ti faccio la domanda se fossi diciamo sono uno spettatore Sacko l'anno questo video ti chiedo ma perché lo fai tra virgolette? Nel senso eh? Ehm qual è il il motivo che ti spinge a valorizzare la memoria, il tempo, eccetera per sembrare così anche non so un attaccamento? Sì, certo, certo. Ma hai detto appena adesso che ti tira tanto piacere dedicare tempo a rinunciare ai soldi, eccetera per questo progetto e mi è stato chiesto da un signore tedesco che è stato qua e una moglie traditrice con delle cose spettacolari ha fatto una mostra proprio qui. Sono il paese sopra Triora mi ha detto ma non ti pesa vivere tutti i giorni a contatto con un passato non è pesante? E ho detto no, perché ha tanti semi per il futuro. No, é come un melograno, cioè è qualcosa che io vedo che è stato dentro tanti semi che io riesco a é quella che si è detto all'inizio l'alimentazione e il rapporto che come ci alimentiamo oggi nel duemila no? E il ehm il legno, quindi il prodotto. Quindi è questo che mi porta a continuare e avere perché diventa anche comunque motivo di dibattito, a volte in non voglio essere né intellettuale nella cultura that eh, però la vita porta a parlare della vita, di come vivere, a quali condizioni vivere dei nostri beni, che sono i nostri bisogni, quali sono quelli reali e quelli che non lo sono. Quelli indotti. Quindi aiuta a scegliere no? E a capire di cosa veramente abbiamo bisogno questa vita con questa casa che può essere questa casa messa in qualsiasi parte del mondo, ma è quello che trasmette, che mi porta a dire conviene vero o meno soldi o anche la preoccupazione, a volte di di non riuscire a pagare le bollette. Ma chi se ne frega nel senso qualcosa succederà, no? Perché è troppo, troppo grande il piacere e poi anche di conoscere soltanto i rapporti che io con persone nuove di interscambio. Secondo me questo è un gioco che vale benissimo. La candela ne vale tantissimo di candele, no? Quindi mi sembra che condividiamo in pieno felici così. Ma mi interessava capire la le connessioni e l'accoglienza è stata anche al paese di moniti. Ora, quanti abitanti fa'? Come ogni volta, se mettiamo duecento abitanti di grandezza, migliaia duecento abitanti più le frazioni arriveremo a centinaia di persone. Credo non di piu'. Come che tipo di rapporto? Che noi con la casa se gli abitanti di millimetri ora con casa balestra a casa come la vivono, se vi hanno supportato e aiutato, se hanno compreso quello che avete fatto? Insomma, come sei stata anche un'evoluzione? Certo, certo, certo, la casa Beh, mia mamma è nata in questo paese, quindi è ovvio che il paese oggi ha duecento abitanti. Nell'ultimo anno e mezzo sono venute a mancare quasi tutti gli anziani, ma non per il covi d' proprio per ragioni naturali. E però questa questa questa è una delle cose che patisco perché ogni tanto mi viene in mente di chiedere qualcosa. Non ci sono più. Questo è proprio un figo. Perché non ho chiesto perché non mi è venuto in mente prima il paese? Sì, penso che mi voglia bene e voglia bene a me, A mio fratello questo sentiamo una bella accoglienza perché siamo siamo di qua. Come no. Penso vogliano anche bere un paese che ha sempre voluto bene, che veniva da fuori. Questa è stata una qui abbiamo anche un centro di accoglienza dei migranti. I migranti sono anche venuti qua, ma ci hanno fatto un cous cous con la capra che era la fine del mondo. Ha cucinato di la' no, per cui quindi c' è un bel rapporto sia con oggi, appunto col migrante. E quindi molini è un paese che strano è molto strano nei suoi abitanti però va bene e devo dire che quando l'anno scorso, due anni fa abbiamo fatto un esperimento per abbiamo fatto fare avevamo una manifestazione con casa balestra e legambiente e sul turismo sostenibile e quindi ho chiesto al paese di aprirsi, di darmi una mano, di, di aprire tutti i siti di interesse il primo forno del paese, il secondo forno del paese al forno e ognuno avevamo l'antropologo che poi il viaggio che vi dicevo prima dell'eroe no al mulino casa balestra aperta la chiesa con le sue per andare a vedere bellissimi affreschi del eccetera e sono andata al forno e lo facciamo la settimana prima dico delle dell'evento, facciamo un pane col miele, di qua la lavanda di qua quella officinale, anche perché qua c'è una distilleria, una delle pochissime rare distillerie della lavanda autoctona che è pregiatissima fra l'altro e ho provato questo esperimento avevo fatto tagliato a fette quando è stato cotto e l'ho portato nei bar per vedere se questa cosa poteva riscontrare un piacere, un gusto, una il paese ha accolto alla grande. Sono andati addirittura chiamarsi Le venite a sentire che bel pane che ne è venuto fuori perché se piace ai locali beh, è va bene, perché se il locale mi dice no, è una schifezza. Vuol dire che ho sbagliato la sua memoria storica, no, la sua memoria culturale. Se invece questa cosa piace, vuol dire che sono andato a toccare un e sono andati a prendere i formaggi di capra, ha detto Guarda quei formaggi di capra eccezionali. Si chiamavano nei bar a fare gli assaggi di questo pane col formaggio di capra. Quindi quando io noto che poi magari cioè quello che dice si venga non si vede. Ma questo siamo fatti così nei liquidi che non siamo capaci a volte, ma mi ci metto anch'io a fare proprio le cose fino alla fine, come van fatte no pero' no, devo dire che se se c' è una richiesta. Ma il comune e so che è contento perché quando abbiamo fatto quegli eventi, la sindaco è sempre venuta anche il vecchio sindaco è hanno sempre partecipato poi o siamo privati quindi anche il comune più di tanto a volte ha paura. Però se gli chiedo datemi una mano per la puoi pubblicizzare per fare si' no, penso che penso che il rapporto sia un buon rapporto con io poi voglio bene a quelli di molini, quindi ci son cresciute. Senti chiudiamo tutte le nostre appena prima di fare qualcosa che non ti ho chiesto. Che ci vuoi dire su questo secondo te abbiamo toccato i punti salienti? Mi sembra perfetto. Allora ti chiedo noi chiudiamo tutte le nostre interviste chiedendo cos'è per te l'italia che cambia e non il nostro giorno si', ma il concetto l'auspicio il desiderio mi dici che basta per me l'italia che cambia è quella che oggi parla intanto di green economy seria. No, questa è la prima Italia che cambia l'italia che cambia è lo sguardo dei giovani sul però mi chiedo il signore con un po' io però se vuoi il mio nome capra il nuovo sotto mangia segniamo amministratore unico della ex punto it srl sb e io comincerei proprio dal darby che cos'è che vedete quando la consegna il percorso di questi anni. Ok sei già registrando, quindi ok ex punto it nasce nel millenovecento ottantotto, è come azienda di informatica dedicata ai servizi ed è sempre rimasta orientata molto ai servizi, anche se effettivamente la vera vita da provider è iniziata con la nascita di internet. Quando quando è nato internet. La executive ex punto it è una sigla executive service srl sarebbe il nome intero ex punto it srl. SB è la sigla usata e quando nacque internet, immediatamente ex si è messa a fare hosting, fare quindi i siti internet providing cose di questo genere. Qualche anno dopo si è spostata molto sui servizi informatici, ha più là a più ampio raggio verso le aziende, iniziando dai lunghi noleggi di hardware. Quindi è cambiata completamente la mentalità aziendale da un'azienda commerciale ad un'azienda di servizio. Il lungo noleggio dell'hardware diventa poi propedeutico anche per riportare un po' tutta la spesa informatica di un'azienda a un canone, quindi azzerando completamente il concetto di asset o di immobilizzazioni, ammortamenti o cose di questo genere per vero e totale laddove ci riusciamo. Paper Ius Quindi il nostro cliente tipicamente paga un canone mensile per i servizi che ottiene é in quei servizi può esserci completamente tutto light di un'azienda tutta l'azienda. E naturalmente, facendo questo vivevamo già da parecchio tempo nella nostra sede vecchia di Bologna su di un oggetto che si definisce il data center. Quando abbiamo compiuto il venticinquesimo anno di età, abbiamo deciso che era ora di costruire il nostro data sempre quindi costruire la nostra nuova sede sociale attorno all' oggetto che ci dava da vivere, pensato progettato per un data center. Da una piccola ricerca che abbiamo effettuato abbiamo scoperto che la preoccupazione numero in termini di emissioni di da parte della Comunità europea, del Parlamento australiano, del Parlamento canadese e del Congresso statunitense sono i data center. Questa è una notizia che non sa nessuno. Però quello che vi dico è assolutamente ufficiale. Ci sono documenti ultra ufficiali che certificano il fatto che se si prende in considerazione la parte del mondo fra virgolette occidentale, quindi Europa, Nord America e Oceania e quindi, se si esclude dal computo delle emissioni l'africa il Sud Africa e Asia, i data center costituiscono i massimi emettitori. La maggiore percentuale di ammissione, se si considera il mondo nel suo complesso, sono gli allevamenti intensivi, per esempio in Emilia Romagna e il più grosso consumatore di energia, quindi il più grosso emettitore di due. Non faccio il nome, mai un data center molto importante. Okay, è questo perché? Perché è successa questa cosa. Intanto se noi pensiamo a chi possono essere i massimi emettitori in Italia ci venne ci vengono in mente dei nomi che possono essere Alcoa, Ilva, Porto Marghera, Piombino, Pozzallo. Ma non arriviamo a venti invece data center sono migliaia in Italia e ognuno consuma delle quantità spropositate di energia elettrica. Di nuovo, perché questo? Perché il delle comunicazioni passa da un data center tranne quella verbale. Tutte le altre forme di comunicazione passano da un data center cinema, televisione, radio, musica, ovviamente internet, email e quant ltro. Passa tutto attraverso un data center con la scomparsa delle delle centrali elettromeccaniche e poi con l'esplosione degli smartphone. Potete immaginarvi che un'altra, cosa che nessuno sa si dice per esempio a cinque e-mail m' fanno come un chilometro di un'auto a benzina. Benissimo. Nessuno sa che, per esempio un quarto d'ora di youtube fa come tre giorni e mezzo di un frigorifero casalingo in termini di emissioni. Cioè se pensiamo che i nostri figli, i nostri ragazzi per ascoltare musica mettono su youtube, neanche la guardano, perché intanto studiano, pensate a quante emissioni si compiono con questo gesto, che naturalmente è assolutamente innocente. Perché non c' è un'ammissione diretta da parte del ragazzo. Ma è per spiegare il sistema no? Come funziona bene, imparato tutto questo pre avendo preso atto di questo, la nostra idea era quella di provare a costruire, progettare e realizzare il primo datacenter d'europa a emissioni zero. Non ci siamo riusciti, non ci siamo riusciti perché mentre noi costruiamo questo e sto parlando di due anni fa ne hanno costruiti altri quattro che adesso sono nove. Quindi questo è il decimo. Però dove sono gli altri nove? Sono tutti in Scandinavia sono tre in Islanda, due in Norvegia, due in Finlandia e Svezia. Quindi quello dove ci troviamo in questo momento è l'unico data center a emissioni zero tra Amburgo, Lisbona e Atene. Naturalmente questo fatto ci rende felici da una parte, ma scontenti dall'altra noi andremo sempre fieri di aver avuto questa primogenitura, ma questa prima primogenitura non deve rimanere una unicità è molto meglio avere la primogenitura dell'unicità. Vorremmo invece che questo é questo che è la dimostrazione che un data center, cioè l' oggetto più inquinante al mondo, puo' essere sostenibile al ed emettere assolutamente zero. Ci piacerebbe che questo avvenisse divulgato e diffuso. Ora anche qui bisogna fare un discorso di questo genere. Un conto è progettarlo, pensarlo, dirlo, raccontarlo e divulgarlo. Un altro conto è avere una certificazione di questo, quindi il nostro sforzo è stato in direzione nella direzione di avere una certificazione vera di quanto andavamo dicendo o pensando e sottolineo la parola vera per noi. Le certificazioni si dividono soltanto in due famiglie le vere e le false. Le vere sono rilasciate da enti accreditati da un unico organismo nazionale che risponde al ministero dello Sviluppo economico. Questo organismo si chiama accreditati tutti gli enti di certificazione più famosi e voi conoscete avete visto di cui avete sentito parlare di mwc, csi, Cutrufo, Bio, Creech, earthsea sono tutti enti rigorosamente certificati a loro volta da Accredia. Tutti gli altri pezzi di carta sono dei pezzi di carta che non valgono niente, quindi volevamo arrivare ad avere una certificazione reale, quindi da un ente di certificazione reale inizialmente dopo, poi tu puoi tagliare tutto. Quello è il ok. Inizialmente contattiamo cinque enti di certificazione. Adesso non sta bene a dire quali, perché tutti e cinque volevano farci questa certificazione, ma tutti e cinque in esclusiva. Noi invece volevamo raggiungere la struttura perfetta della certificazione, che è un triangolo, è un triangolo in cui i tre poli non hanno niente a che vedere l'uno con l'altro in un polo. C' è un ente rigorosamente no profit che stabilisca le normative di riferimento in un altro po' lo ci devono essere in enti di certificazione, non una n e nell'altro polo. Naturalmente le aziende che andando ad applicare quelle normative si vedono rilasciare una certificazione da un ente accreditato. Quindi ci siamo riusciti con molta fatica, ma ci siamo riusciti. Ma da pochissimo il ventisette gennaio duemila sedici abbiamo avuto la nostra certificazione di un ente accreditato vero come bio kreacher che ci ha rilasciato e la certificazione di essere a emissioni zero con una cosa in più che è stata molto difficile da ottenere, ma l'abbiamo ottenuta, e cioè il diritto legale di emettere delle sub certificazioni a costo zero da rilasciare a tutti coloro i quali portassero in toto o in parte l'informatica in questo data center. Quindi che testimoniasse che un passettino è stato stato fatto in questa direzione l'abbiamo ottenuto. Quindi oggi tutti i nostri clienti ricevono una certificazione vera perché c' èil marchio dell'ente di certificazione, cioè il nostro nome c' è il loro nome e soprattutto c' è un numero identificativo univoco che rimanda a un database che è dell'ente no profit che ha stabilito le normative. Quindi il massimo della terzietà. Okay. E naturalmente, in quanto data center, offriamo tutti i servizi tipici del data center hosting housing. É quello che ho detto all'inizio outsourcing. Quindi fornitura di tutto il servizio informatico. É tutto, naturalmente sempre a canone, no, naturalmente forniamo macchine virtuali o altrimenti del fps. Oh, IAS infrastrutture virtuali, piattaforme virtuali tutto su questo data center a emissioni zero, se vuoi. Adesso parlo di come si sono raggiunte le emissioni zero, quindi gli faccio il discorso del legno. Guarda, io volevo chiederti il posto di come avete raggiunto questo obiettivo. Immagino qualche La sede che gli artisti che si appartiene alle cose che certamente sì. Ok, voi come abbiamo fatto ad arrivare al risultato delle emissioni zero? Perché prima abbiamo parlato soltanto delle sfide burocratiche, adesso invece vi parlo delle sfide tecnologiche che abbiamo dovuto affrontare per arrivare a questo risultato. Prima di tutto una componente fondamentale è il legno. Tutto il data center costruito in legno, legno sopra legno, sotto legno, in mezzo pareti di legno. Il legno ha delle tipologie di efficienza termica non comparabili con qualsiasi altro tipo con qualsiasi altra tipologia costruttiva. Il legno è il del risultato. Naturalmente si aggiunga a questo il tetto completamente fotovoltaico è sufficiente, anzi in sovrapproduzione, il fatto che i nostri armadi rette, che sono quelle strutture dove dentro si infilano i server fisici, sono a bassissima densità. Ovvero in un rack standard si possono mettere server. Noi ne mettiamo massimo altra cosa. Alta temperatura di funzionamento. Di solito in un data center si lavora a massimo gradi. Lavoriamo anche a gradi. Naturalmente tutto è studiato in funzione di questo e sa un'altra cosa è la rinuncia totale ai dischi rigidi. Nel nostro datacenter ci sono solo memorie allo stato solido come quelle dei nostri telefonini o delle nostre macchine fotografiche il combinato disposto di tutta questa di tutte queste scelte. Il risultato è che noi condizioni siamo soltanto il ventuno percento del tempo annuo, contro il cento per cento di un data center tradizionale, che peraltro consuma il del totale proprio per condizionare sotto questo punto, perché gli altri nove data center sono in Scandinavia, Perché il problema grosso è il freddo, ma qui che siamo pienamente a livello del mare nel in mezzo al Mediterraneo, questa è la dimostrazione che un data center a emissioni zero è realizzabile e sostenibile anche economicamente, persino a queste latitudini. Nel profondo scippo avevo già in legno, che riguarda soprattutto te, ma non cosa qua che miseria. Si pensava che la proprietà che permettono a voi sotto, paradossalmente grazie al regno, di mantenere le cose e che certo è un'ottima, certo. Ok e perché il legno è molto importante in tutto questo discorso delle emissioni? Perché le pareti progettate e costruite in legno con questi criteri hanno una elevatissima o per meglio dire, una bassissima trasmittanza termica, cioè sono un materiale fortemente isolante. Questa questa caratteristica conferisce allo stabile nel suo insieme un'altissima efficienza energetica, il ciclo termico, per esempio dello stabile di oltre ore. Voi pensate che se mandiamo acqua per esempio calda, facciamo finta che fuori sia molto freddo. Mandiamo acqua calda nei pavimenti, ma non la mandiamo a gradi. La mandiamo a gradi perché è sarebbe totalmente inutile mandarla a temperature superiori. Noi le mandiamo a gradi l'acqua torna in pompa di calore con tre quattro gradi di differenza. Quindi la pompa di calore lavora quel minimo indispensabile per mantenere quella temperatura che tra l'altro è estremamente confortevole perché non è mai né troppo caldo né troppo freddo. Noi non abbiamo aria condizionata negli uffici e non ne sentiamo assolutamente le esigenza. Anzi, ehm gli chiederei anche di un po' di descrivere un foglio torto perché magari dopo quando vai, vai, vai, vai, vai che abbiamo visto una delle facce Okay, adesso questa è una parte. Ah, noi siamo anche una SB Non so se il concetto di SB Eh no, sia noto sb questa azienda si chiama ex punto it srl SB erano decine e decine di anni che lo Stato italiano non introduceva una nuova sigla. Avete presente Spa srl, Scarlet ma SB e non nascevano veramente dal dopoguerra? Praticamente SB sta per società benefit. Dovete sapere che lo Stato italiano è stato il primo stato d'europa, il secondo stato nel mondo dopo gli Stati Uniti, ad avere una legislazione specifica per le cosiddette società benefit. Infatti la legge n del è proprio una cosa veramente recente. Le società benefit sono società rigorosamente profit, non deve esserci confusione nel consumatore, non hanno nulla a che fare con il volontariato nel terzo settore o con le onlus. Sono società profit che però formalizzano e rispettano una particolare attenzione all'ambiente al sociale o entrambe le cose. Noi quando siamo venuti a conoscenza di questa tipologia di certificazione, perché anche questa è una certificazione nata negli Stati Uniti, si chiama Benefit Corporation o B Corp. Abbiamo detto subito questa e fa assolutamente per noi. Lo dimostra anche il nostro stabilimento. Nello stabilimento ci sono tante aree che sono dedicate unicamente al benessere delle maestranze. C' è ad esempio una sala musica c'è, una taverna, una palestra. Ci sono gli orti tutto a disposizione di tutti è questo rende ovviamente più gradevole il vivere in un posto che porta via tanto tempo della nostra esistenza. E il luogo di un luogo di lavoro è naturalmente, essendo una benefit Corporation. Abbiamo anche tante altre cose formalizzate perché vanno poi messe dentro lo statuto no? E depositata in camera di commercio, cosa che ovviamente abbiamo fatto. Quali? Per esempio? Il recupero totale delle acque piovane è una rigorosa raccolta differenziata. Cose di questo genere? I fogli detto no si' si' si' l'ho detto prima, ma che ci sono anche sei orti a disposizione delle maestranze. Direi un passo indietro. E mi interessava nel corso del tempo, negli anni come uscire dall'azienda strutture. Adesso come siete partiti adesso? Dipendenti? Un po'? Sì, è stato un processo di crescita si'. Allora L'azienda è nata nel soltanto da due persone, cioè i due fondatori siamo io e mia moglie. È poi è cresciuta molto velocemente per la tipologia di servizi che erogava perché erogava servizi verso i tipografi, litografie, serigrafie ed erano servizi molto sconosciuti. All'epoca quindi erano le prime informatizzazione in quel settore è a mano molto velocemente. Abbiamo cominciato ad assumere personale, poi abbiamo aperto dei negozi, poi li abbiamo accorpati tutti in un unico, in un unico luogo fisico che era il centro commerciale Gallia. Poi ci siamo trasferiti in uno stabilimento indipendente. Li abbiamo raggiunto quasi subito le dimensioni attuali, cioè la ventina di persone. E anche se per fare questo dovevamo fare molto volume e poco guadagno, perché per fare molto numero facevamo gare d'appalto e quindi fornivano molte macchine, era un andirivieni continuo di camion che caricavano e scaricavano merci andavano a consegnare. Però la la vocazione del fare i servizi è riesplosa proprio nel o nel abbiamo detto basta fare questo mestiere che non è il nostro. Il nostro mestiere è quello di erogare servizi ed è quello che ovviamente facciamo tuttora. E attualmente siede quei numeri rimasti sui vestiti e se siamo una ventina di persone okay, non guarda, noi andiamo avanti tutti. Vorrei spiegarvi benissimo quanto riguarda soprattutto la sede zero emissioni. Gli chiederei quali sono i tuoi obiettivi praticamente dell'azienda e ce ne sono, stavo pensando si'. Allora, questa azienda attualmente ha ovviamente degli obiettivi abbastanza ambiziosi, però raggiungibili. Noi credevamo che avendo costruito questo posto così peculiare, il primo terreno di caccia sarebbe stato quello del mondo green, dell' equo, solidale delle ecosostenibile. Quindi tutte quelle aziende che hanno proprio questa vocazione. In realtà non abbiamo avuto un grande riscontro in vain nell'ambito. Paradossalmente abbiamo avuto invece riscontro in ambiti del tutto inaspettati. Prima di tutto i settori assolutamente trasversali, dalla pressofusione alla biglietteria elettronica. Voglio dire cioè una bella differenza no? Completamente old economy, completamente new economy e tutto quello che ci sta in mezzo aziende chimiche, anche aziende soprattutto che hanno vocazione all'export perché sull'esportazione il nostro. La nostra certificazione ha un discreto valore, sicuramente superiore, che in Italia. E gli obiettivi gli obiettivi sono quelli di riuscire a far percepire bene ai consumatori che primo dove il servizio è gratis, il prodotto sei tu, quindi il nemico pubblico numero uno per me personalmente, come diciamo, guida di questa azienda sono i grossi colossi che gestiscono i nostri dati. Quindi sono Facebook senza fare nomi Facebook, Google, Microsoft, Apple e tutti i vari cloud che sono scusa dopo tagliato tutti i vari cloud come Dropbox, come Box Sky Drive Drive e chi più ne ha più ne metta, che ci vendono, vendono noi stessi, commerciano noi stessi. Quindi noi abbiamo intenzione di soprattutto calcare la mano sul fatto che chi mette i propri dati qua dentro li mette in una struttura rigorosissima, mente privata, assoggettata alle leggi italiane, che peraltro sono le migliori del mondo in termini di protezione dei dati, formulazioni chimiche e cose di questo genere. E che quindi è un cloud. Sì, ma è un club privato. Non vado a mettere i dati in un posto che non mi dicono dove non si sa dove e che comunque mi fanno firmare, perché se la gente leggesse i contratti, sai, si fa sempre accettare, no, in realtà invece nelle clausole c' è scritto che tu di fatto perdi la proprietà di quello che vai a depositare in quei posti Facebook. Soprattutto certamente, certamente. Ma anche quando due terzi, esattamente anche cloud cloud, proprio generici i semplici repository di dati. Ma quei dati di fatto non sono più tuoi. O meglio, sono tuoi, ma sono comunque anche utilizzabili da loro per loro scopi. E non lo fanno nemmeno di nascosto. Ma ok, Kim, a chi giova pubblicità metterebbe Vengono sempre in una donna. Meno male, non sapevo che voi attenzione, perché lo sapete da me quella mano potrebbe essere una rinuncia economica rispetto all'aspetto qualitativo. Apparentemente è una rinuncia e una rinuncia, no? Sì, hai ragione. Dunque, il fatto dimettere, per esempio soltanto macchine al posto di è chiaramente una rinuncia economica. Così come è un esborso economico molto forte, quello di mettere soltanto memoria allo stato solido al posto dei dischi rigidi. Però questo è apparente. Perché sulla lunga distanza queste due cose, ad esempio, ti danno dei vantaggi notevoli, dal momento che condizionare è il percento della spesa. Il fatto che io metto soltanto macchine mi fa condizionare molto meno. Il fatto che io metta delle memorie allo stato solido che consumano il in meno mi ritorna in qualche maniera. È chiaro che un investimento iniziale più forte, però ci sono anche altri aspetti. Le performance, un disco, un disco SSD si chiamano ssd dischi le memorie allo stato solido è comunque molto, molto più performante di un disco normale. Si spacca un centesimo di volte rispetto a un disco normale, consuma il in meno, non scalda, quindi quando non lavora, per esempio, un disco normale gira, consuma, scalda quando non lavora una memoria a stato solido non fa nulla spiegata benissimo e versa gioia, difficoltà E grave? No? Perché viene questa cosa brutta la bavetta la chiedere due stagioni in difficoltà in questo percorso lavorativo si' ottomana. Poi devo pensare che che mhm un po' lumber abbiamo questo portale eh positive si' si', ma tu fai quello che vuoi, vuoi che questa legge la bella andiamo questa città molto coerente non sono stati uccisi. Allora posso andare? Ok. La più grossa difficoltà che abbiamo dovuto affrontare, comunque è stata la difficoltà economica, anche se devo dire che il sistema bancario ci ha sostenuto e continua a sostenersi. Purtroppo ci avevano detto che quando si iniziava a costruire si sa dove si inizia, non si sa dove, dove si finisce e noi non ci credevamo. Invece è stato esattamente così. L'investimento a super è stato di tre milioni e mezzo quando doveva essere di due milioni e mezzo, quindi questo ha comportato una botta veramente pesante sulla struttura aziendale, sulla struttura finanziaria aziendale, quindi ci sono stati due anni di assoluto sovraindebitamento che persiste tuttora. Però piano piano stiamo risalendo la china. Insomma, dal punto di vista dell'esposizione finanziaria questa è stata la difficoltà maggiore. Ripeto, fortunatamente tutto il sistema ci ha sorretto, non ci ha abbandonato, non ci ha messo con le spalle al muro. La maggiore soddisfazione è stata sicuramente quella di vedere che in tanti settori nei quali dai quali non ci aspettavamo nulla, invece abbiamo riscontrato un enorme interesse. La visibilità mediatica è stata incredibile questo un po' ce l'aspettavamo, ma che invece aziende di un certo tipo si interessassero a noi. Questo è stato forse la maggiore soddisfazione e in una domanda del rapporto col territorio si parte per quanto riguarda questa percezione sulle siamo in un territorio di confine acqua, quindi romana. Comunque vedete un aumento di consapevolezza delle persone riguardo ai temi come si' ma questo vita o della dimissione delle elezioni secondo te una domanda personale c'è un aumento di consapevolezza delle persone oppure ma che a nostro parere in questo territorio non c' è stata negli ultimi anni una grande maggiore sensibilizzazione rispetto alle tematiche ambientali? Però c'è anche da dire che questa regione partiva da un po' più avanti della media. Quindi è chiaro che se parti già un po' più avanti hai meno vedi meno la ripida crescita dell'attenzione verso l'ambiente. Certamente a livello istituzionale abbastanza, cioè a livello istituzionale, per esempio la regione, ma anche il comune ci hanno sostenuto parecchio, almeno in termini psicologici, se non in termini fattuali almeno, almeno in termini psicologici. E le aziende, ripeto, hanno un'attenzione verso l'ambiente più per propria natura che per maturata convinzione, cioè noi vediamo che ci sono tante tante aziende che hanno i titolari che sono di per sé a persone attente, all'ambiente e quindi anche fanno in maniera che anche l'azienda che dirigono lo sia. Non non tanto per per convinzione arrivata dal fatto che sarebbe ad esempio sarebbe ora che tutti non non è questo il punto. Il punto è che noi credevamo comunque che questa attenzione crescesse in maniera molto rapida e ripida. E di fatto i consumi lo dimostrano, perché i consumi del green crescono a due cifre da molti anni e continuano a crescere molto rapidamente. Dunque invece, a livello di risposta commerciale sul territorio siamo un po' delusi, un po' delusi. Perché non è che ci sia molta attenzione c'. È da dire che, al contrario della di quello che uno potrebbe pensare c' è. Ma ci sono alcune aziende importanti del nostro settore che hanno cominciato a vedere delle reali possibilità di costruire un distretto. Io quando ero ragazzo pensavo che visto che i distretti fossero una stupidaggine no. Il distretto della poltrona, il distretto delle scarpe io mi domandavo come come può venire un vantaggio dal fatto di mettere tante aziende che fanno più o meno la stessa cosa nello stesso posto. E invece adesso che sto assistendo ad una nascita di un distretto di alta tecnologia proprio in questa zona dell'emilia Romagna, mi accorgo che le sinergie fra aziende che teoricamente dovrebbero essere concorrenti, in realtà producono davvero soddisfazioni il informazione, cultura personale che nessuno, le aziende eh? Diciamo che per esempio, cioè imola informatica in modo informatica un'azienda molto importante e molto grande anche come azienda che sta facendo un po' da capofila di questo di'. Di questo tentare di mettere insieme competenze in ambito di alta tecnologia informatica che sono tutte qui attorno. Sono fra Imola, Faenza, Castel San Pietro, Zano. Ehm sono molto localizzate, ci sono delle belle eccellenze d'altra parte chi sa che l'auto solare che corre per l'italia è fatta a Castel San Pietro si chiama onda solare. La macchina che corre proprio per per l'italia è l'unica. Quindi per esempio no, a volte ci sono delle strane eccellenze sparse sul territorio che nessuno conosce ma che esistono e in non solo dimentico qualcosa della sede abbiamo no tutto penso noi proviamo sempre i nostri punti con una domanda che cos'è secondo te l'italia cambia, ma ovviamente non è il nostro progetto. Se io ti dico oggetto caldo che cambia cosa? Ma parlando dell'italia quello che la natura è possibile se io ti dicessi che cambia cosa dire e cosa ti fa pensare a questo concetto? Qualsiasi cosa la medaglia della gente di casa mi fa pensare che si' l'italia che cambia è un concetto che spero sia vero perché l'italia ha bisogno di cambiare. In alcune parti sta cambiando molto, in altre non sta cambiando per niente. In altri sta cambiando. Si, ma in peggio. E allora speriamo che l'italia che cambia sia un'italia che cambia in meglio. Grazie, grazie. io provo vai, cominciamo dal discorso sui giovani. In questi anni si è parlato in la parola di crescita è diventata, volente o nolente, famosa anche in modi spesso superficiali. E però è una cosa di cui qualche volta si è parlato, ma molto poco si è parlato invece del rapporto tra i giovani e la ricrescita. É anche perché sembra una cosa così nell'immaginario che magari un adolescente no che in Germania si parla poco di giovani, se se ne parla solo come stereotipi, quando l'immagine si istituisce la tv veline calciatori basso. Ma quindi come ti io ti vorrei chiedere prima? Proprio una introduzione su come mai tu hai scritto un libro sulle crescite giovani come ti è venuta, l'idea eccetera. E poi un quadro diciamo quello che è emerso come perché qualcuno dovrebbe leggere il tuo libro? Che cosa? Qual è il contenuto chiave di questa? Ehm grazie ma perché ho scritto questo libro, ma in fondo perché quando io ero più giovane, adesso sono giovane, ma avevo ancora meno, quindi avevo quindici sedici anni, adolescente mi sono scontrato con tutta una serie di disagi miei, dei miei coetanei in parte della società e ho fatto davvero fatica a orientarmi sbattendo la testa di qua di là e poi alla fine rialzando mi. A un certo punto ho preso in mano un piccolo libricino con scritto sopra decrescita felice e questo libro mi ha mi ha chiarito tante cose che in parte avevo già in mente, in parte no, gli ha dato una forza, una coerenza. Mi ha aperto una una possibilità, un è una bella canzone di Gaber che si chiama il grido no e parla dei giovani, dice come se fosse un grido in cerca di una bocca. Per me la decrescita è stata una bocca che mi ha fatto urlare questo grido e mi ha anche però dato la possibilità di mettermi in cammino eh allora mi son detto mi piacerebbe provare a scrivere in parte di questo mio cammino e per aiutare chi, magari come me, sta sbattendo la testa qua e là a orientarsi un po'. E da qui nasce un po' l'idea di scrivere il libro, poi aiutato con quelle che sono un po', le mie i miei studi, quindi psicologia, medicina, antropologia. Ho provato un po' a descrivere come la decrescita potrebbe potrebbe essere utile ad orientarsi in questo mondo che è davvero sempre più complesso è sempre più difficile, oltre che brutto sotto sotto alcuni aspetti e ma non solo, anche come come comunicare la decrescita dei giovani. Perché è quello che io mi sono scontrato. Era che quel messaggio che su di me faceva presa su su molti dei miei compagni non faceva presa. Poi io studiavo medicina, ero dieci ore al giorno per studiare, studiare questa competizione sfrenata così no a dire rallenta, occhio che cioè vedi la tua ragazza nella pausa caffè una volta ogni tolta, eccetera dai spazio alcune cose è infatti certe domande mi hai mi hai aiutato. No, lo dicevo, però alcuni amici dicevano Ma guarda, occhio che facciamo troppo rallenta. Questi stavano tutto il giorno a farsi le canne, diciamo. Sì, è vero, No, dovrei Bisognerebbe fare di meno. Faccio male. Mi hai detto cosa ti sto dicendo? Non nel senso, dicevo, ma forse forse forse non è il messaggio giusto. É però ragionando mi sono accorto che quel tipo di disagio lì che c' era c', era in me c' era dei miei amici e c' è ancora in molta, molte persone che ad anni non ne hanno sedici, ma venticinque magari trenta, perché poi l'adolescenza si prolunga un po' indefinitamente è poteva avere qualcosa a che fare con questo modello di sviluppo. Un messaggio che c' è si tasta. Io ho fatto anche poi una piccola ricerca per dare un po', un po' più di sostanza a questi dati. Se poi vedete nel mondo un giovane si suicida ogni cinque minuti eh sono duecentomila all'anno e dagli anni cinquanta agli anni novanta, i suicidi nei giovani, in molti paesi industrializzati come gli Stati Uniti, il Giappone Canada piuttosto che la Spagna, ci sono aumentati, sono triplicati negli anni in cui il pil cresceva gloriosamente nell'anno in cui il pil cresce proprio album no, eh, è stato questo aumento di suicidi. Vediamo oggi la depressione maggiore in un paese come gli Stati Uniti nei giovani è, secondo alcuni studi al sei virgola sei percento, cioè una triste tutto il giorno che vuole che la vita non ha più senso e vuole votarsi da un ponte, eh? Contiamo che per ogni persona che si suicida e ce ne sono che ci provano alcol, droghe parlavo ieri con un ragazzo che mi diceva che a tredici anni non faceva altro che far sì che fumarsi cocaina con gli amici in bagno, a scuola? Fuori No, alle medie A tredici anni No, ci si ubriaca tutti i sabati sera. Questi non servono le statistiche. Secondo te perché queste queste generazioni sono veramente così? Hanno questo vuoto così grande. Ma allora perché ci si ubriaca? O perché c' è questo vuoto? Immagino che si ubriachi perché ci vuole. Ma guarda, è insomma, si e no. In realtà il è un meccanismo, un po', un po' forse differente. Nel senso che uno si si droga, beve perché è bello all'inizio? No, Perché? Cioè, perché cioè, perché costa poco e facilmente disponibile, No? Ed è bello. Lo si fa, ci si deve, ci si ubriaca, si scoprono i nostri limiti, le cose. Il fatto è che poi, andando avanti quello che è nuovo, quello che è bello dopo un po', cioè l'assuefazione e si va oltre uno dovrebbe dire Sì, va bene. Ho fatto questo quest Ltro e poi cresco do valore. Altre cose Non cerco soltanto piacere svignando Mi Ed è lì che subentra quel quel vuoto. Mannaggia! Scusate, cosa? Si'? No, va bene, eh? È lì che subentra quel vuoto. Ed è lì che subentra quel vuoto di cui parlavi. Nel senso che a un certo punto, dopo la dopo che se la sia spassata un po', questa cosa non basta più e cioè e ce l'hanno subentra la noia l'indifferenza l'apatia. Ma è come non so fumare, no? Uno fuma una sigaretta due a un certo punto magari anche bello l'odore del tabacco e poi a un certo punto si ritrova che se ne fa uno due pacchetti al giorno così e non gli da neanche più soddisfazione. Ma ma ne ha bisogno. E se non lo fa sta male. Ma se lo fa magari sta male piu' o meno uguale, non è che gli dia quel grande soddisfazione. Il problema dei giovani è un po', un po' questo e di il consumo di psicofarmaci su quando lo studio e spad c'è uno studio fatto in Europa su un campione molto ampio in italia c' è un giovane su dieci, nella sua vita ha fatto uso di psicofarmaci senza prescrizione medica, il sette percento con prescrizione medica non è normale. Questo tipo di disagio l'adolescenza è di per sé un una crisi. Però tra tra una crisi e tentare di farsi fuori a prendere gli psicofarmaci ce ne passa. Ed è qui che forse bisognerebbe riflette sulle cause di questo vuoto. Quello che cerco di di delineare è come questo, questo, questa sofferenza individuale. Riprendo due tesi di alcuni psicanalisti, in particolare Michele Benda, che Umberto Galimberti é bene che ci dice Questa sofferenza di questi giovani non ha una vera origine psicologica. Non è il conflitto con i genitori il complesso di Edipo, ma è come se fosse il riflesso di questa enorme crisi culturale che stiamo vivendo, una crisi in cui il futuro, da estrema positività come era negli anni cinquanta, è diventata una minaccia. Perché? Perché all'orizzonte ci sono queste crisi ambientali, economiche, si comprende che non si può crescere all'infinito in maniera in un mondo che è che è finito e i giovani lo vedono, non trovano lavoro, sono espulsi, quasi della società. Non gli si lascia declinare. Declinarsi in una società, né lavorativamente né creativamente, non c', è spazio spesso e quindi ti trovi in un mondo in cui il futuro fa così paura che non riesce a guardarlo. Il passato, tutto quello che è passato lo si butta perché non serve a niente. Il passato oggi non va di moda. La sfiga si direbbe no e ti ti ritrovi immerso in un eterno presente, senza un futuro e senza un passato, non avendo più quei riferimenti valoriali che una volta, nel bene e nel male, ci ci davano delle stampelle su cui appoggiarci. Oggi Dio è morto. Dio inteso non solo come come il dio cattolico, ma anche come tutti i surrogati che l'uomo che ha fatto dall'utopia alla scienza. Quindi il marxismo, la psicanalisi, la verità degli assoluti cos'è giusto e cos'è sbagliato non esiste più. Siamo qua, non sappiamo perché siamo fatti solo per sopravvivere. Possiamo morire da un momento all'altro no. Come si fa a essere li' in un eterno presente senza guide? Perché i genitori non hanno tempo, sono impiegati a lavorare. Gli insegnanti sono troppo occupati a trasmetterci dei saperi invece di insegnarci un po' a vivere. I preti vogliono trasmetterci anche loro delle cose dogmatiche che noi, i giovani non vogliamo prendere in quella maniera lì. Perché? Perché l'assoluto non piace più, non fa più presa in un eterno presente, senza guide. In questa enorme libertà siamo liberi di fare qualsiasi cosa. Uno dei compiti dell'adolescenza è proprio sperimentare questi limiti. Ma sperimentare i limiti in uno scenario in cui non ci sono limiti, ci si perde e si annaspa in questo presente in cui l'unica cosa che poi, senza un riferimento di senso e senza una prospettiva, non si può andare oltre. Non si può di crescere e diventare adulti, il che implica trovare la propria identità, che uno dei compiti fondamentali dell'adolescenza chi sono io? Io vengo da qui, voglio andare lì. Quello che mi da' senso alla mia esistenza è così. I miei riferimenti valoriali sono questi qua. Se non c' è questo non c'è identità. Ci sono solo identità passeggeri, come foglie al vento in questa libertà enorme. Chi siamo? Noi siamo quelli che hanno queste scarpe qua, questi vestiti qua che ascoltano quella musica, la che mangiano da McDonalds piuttosto che anche altre cose. Quindi non riuscendo a crearci la nostra identità, ci accontentiamo di quello che il mercato ci pone e cerchiamo di di annebbiare nell'alcol nelle droghe, nel consumo. Questa angoscia dal non sapere dove sbattere la testa e all'inizio è bello, ma dopo un po' non si va, non si va oltre, si rimane nel piacere dei sensi, non si dirà che non si riesce a dare senso ad arrivare a ha sentimenti più maturi. Quali la gioia, quale l'amore maturo, come tutto declina Grey from coltivare una spiritualità laica, investire la propria libido diceva Freud negli altri, non solamente su se stesso in maniera narcisistica. Ecco, da questo punto di vista la decrescita come può essere utile secondo me può essere utile perché ci citate gli strumenti per capire la realtà. Noi possiamo capire che non è questa crisi economica come una pioggia che cade dall'alto e tu non puoi fare altro che non so se ce l'hai e sei fortunato aprire un ombrello. Ma non è un caso che ci sia questa crisi. Non è un caso che il futuro diventa una minaccia. Risponde a delle precise cause ed è un sistema che fondamentalmente insostenibile. Ma se io so perché non funziona questa roba per dei motivi so anche come, come aggiustarlo se mi si rompe la macchina io capisco perché si è rotta, perché qualcuno ha messo un acceleratore che era sempre accelerato e io lo vado a manipolare. Mi riposo riappropriare del mio futuro diventa una possibilità, anzi una possibilità di un mondo migliore anche rispetto a quello attuale. E Quindi questo, questo slancio, questa rete che possa accogliere questi ragazzi quando non ne possono più e dargli una prospettiva anche di senso che può essere cercare di migliorare il mondo capendo chi si è no e non si è tutti i migliori e non si è sempre felici come questa società ci vuol far credere. E poi tutti i migliori ce n'è una di migliore e tutti gli altri sono frustrati spesso e volentieri è sfruttato anche il migliore, perché per essere migliore non è più se stesso, perché deve essere sempre al top se noi ci riappropriato di quello che invece la nostra individualità, quello che noi siamo vediamo questo nostro piccolo contributo per cercare di riappropriarci di quel futuro la facendo quello che ci piace un pittore l'artista attivista della decrescita piuttosto che il ciclo corriere? No, e voi ne vedrete molti di più di quello che anche a me possono possono viene in mente davvero questo futuro? Prende, prende di nuovo uno slancio e and la decrescita and grave non solo ci dice cosa non funziona, ma ci dice anche in maniera relativa non è che ci dice cosa dobbiamo farmaci, dice come possiamo ognuno nella sua maniera remare verso un diverso tipo di orizzonte. Perché un altro mondo è possibile? Perché ci sono i sociologi, filosofi, antropologi, economisti, psicologi che da cinquant'anni a questa parte cercano di delineare un orizzonte di questo tipo. Ed è provato che davvero la vera utopia e pensare che questo nostro mondo possa andare avanti all'infinito, mentre invece questa possibilità che abbiamo forse anche non così probabile ma possibile, è l'unica realtà è l'unica utopia concreta che ci possiamo se vogliamo coraggiosamente accaparrare secondo te i ragazzi adolescenti e tu Inizialmente il ragionamento parte da questi no dagli adolescenti proprio quindi quindici diciotto. Insomma, con l'italia si può fare un discorso sulla decrescita, eccetera. Oppure proprio per il disincanto di questa generazione dicono Ma se io adesso qui si riesce a riportare un contenuto, un sogno, una speranza con quello di cui parlavi ora anche concretamente in una generazione che appunto tendenzialmente sembra quasi rifiutare? Mi hanno ma neanche un po' provocatoria che io penso di sì. Però voglio sapere il tuo padre, una generazione che, per come ce la raccontano, sembra rifiutare qualunque tipo di contenuto che non sia appunto ubriacarsi, drogarsi. Ma guarda allora premetto che non non facciamo di tutta un'erba un fascio. Ci sono dei ragazzi che queste cose le capiscono, le capiscono al volo. Noi veniamo chiamati per esempio, spesso dei gruppi scout che sono molto sensibile a queste tematiche. Uno è basta che apre un certo tipo di contenitore teorico e ci si infilano su quel ltro grosso, grossa popolazione che io chiamo il lato b, quelli su cui la decrescita così non fa presa. Perché e chi se ne frega che il mondo va a rotoli o mi vivo la mia vita sono il mio presente e me la consumo finché ce n'è. Poi buon per te, eh dipende. Secondo me sì. Però bisogna riuscire a fare breccia in questa in questa corazza e fare breccia spesso vuol dire arrivare a quella sofferenza di che loro sentono. Che magari la sofferenza di non è la sofferenza di dire il mondo insostenibile, ma è che questi genitori che non li vedono mai, ma è che gli fanno fare definite sono piccoli quindicimila sport che sono sempre di corsa piuttosto che del fatto di no. Che questa roba di essere tutti migliori, che si sentono un po' insoddisfatti, inadeguati e bisogna non è che è una bacchetta magica se uno è nel momento in cui deve sperimentarle tutte, ma gli si puo' dire qualsiasi cosa, ma quello che si può fare forse é mettere in guardia gli occhio che questa roba qua poi si agrippa piu' di quello. Forse invece nella parte dopo, quando uno comincia non più ad andare in giro a ubriacarsi perché è bello, ma ci si trova con gli amici al bar, si beve per bere. Eccoli spiegare che quel quella noia dell'apatia quella mancanza di senso ha un nome, si chiama nichilismo e gente che ne ha parlato più di cento anni fa e cercare di mettere in relazione no il lavoro, queste robe che non si trovano con i problemi. Quindi problemi che uno vive con con un ragionamento più complessivo, altro che si ascoltano i ragazzi. Quando si parla di futuro che diventa minaccia è altro che si ascoltano. Però bisogna cioè parlare in maniera rendendoli partecipi, non trasmettendo gli meramente, spiegandogli come bisogna fare, eh. Magari anche facendogli capire che non è solo una roba teorica che piaceva tanto, no. Negli anni settanta qui invece i ragazzi hanno voglia di mettere in pratica queste cose subito, fare qualcosa, perché se no se no non prende. È cambiato? No, io ho trovato entrambe le cose. Per esempio racconto sempre questa ragazza, diciassette anni, a Ravenna che gli chiedo cosa vuoi fare da grande. Lei mi risponde ormai come se non ci fosse più speranza, una seria e proprio perché è talmente secondo me il racconto mediatico lei dice che non c'è possibilità, speranza che uno mette anche proprio di sognare un allo stesso tempo ho incontrato dei ragazzi che come dici tu, invece quando poi si mettono a fare le cose hanno poca ideologia, molta voglia di praticare, no, io la chiamata ideazione orientato all'azione non ha aumentato il termine. Mi piace usare questo tempo. Tu anche tu hai trovato un po'? Questi due non è lei. Che cosa avresti detto tu a quella ragazza? Quella che non sperava ormai diciassette anni. Gli chiederei perché dice a una ragazza che non così peccato a una ragazza senza i sogni e senza speranze. Gli chiederei perché. Perché bisogna capire cosa gli ha portato via queste robe qua no, se gli hanno sempre detto in famiglia se è successo qualcosa é é sulla base di quello cercherei di di andare alla radice di questa cosa e fargli capire che è anche un po' un'illusione. Questa roba qui è un'illusione in cui fa fa è conveniente che la maggior parte dei giovani rimanga, perché se credesse che questa non è che è soltanto un'illusione, metterebbe in discussione il mondo che ha lì davanti, no? E che è quel che quel mondo che gli sbarra le porte del futuro é che gli hanno raccontato che questo masso davanti al futuro no, è pesantissimo, ma in realtà è perché loro pensano che sia pesante ed è così pesante che non hanno mai neanche avuto il coraggio di provare ad andare a smuoverlo. E magari pezzo per pezzo se siamo in tanti, tu sei comunque giovane soprattutto per l'italia giovane. Io dico sempre in Italia siamo tutti i giorni. Comunque sono un po' di anni che che per la pensi in questo modo e comunque sei un medico, lavori addirittura, mi dicevi ha già fatto una scelta di depressione. Anche questa è un po', una risposta in qualche modo non è un ragazzo giovane riuscito comunque a trovare lavoro giovane, è riuscito a fare delle scelte perfette. Quindi, ehm tu come la vivi? Il tuo rapporto da soprattutto negli anni da quando l'hai letto la prima volta decrescita felice tu hai la decrescita come rapporto nella tua vita personale in tempo ma guarda è io sono molto contento delle scelte che ho fatto, che nonostante cioè finto medicina, faccio la guardia medica, ho trovato facilmente lavoro in questo ambito, anche se precario, quindi è uno scenario so tutto sommato un po' protetto però è faticato molto a a fare quello che fa fare quello che mi piace, nel senso che io ho finito medicina sono andato un anno in Africa perché ne avevo fin qua sopra tutti metto Ma sei pazzo? Cosa fai? Non fai la specialità? No, che io sono andato in Africa, parte conoscere la mia ragazza che forse è la cosa più importante, eh? Ho conosciuto tante altre cose, sono tornato e ho detto ma tutti qui a competere per questa specialità psichiatria no, insomma, siete pazzi in questo mondo dieci ore al giorno a lavorare per poi volte imbottire le persone di farmaci. Io questa roba qua non lo voglio fare E poi non mi da più tempo perchè ma per farmi le mie robe, per stare coi miei amici per cercare di occuparmi. Essere un po' attivista in questo in questo ambito no. E a quel punto ho detto Vabbè, no, prova a fare un'altra scuola di psicoterapia. Vediamo se mi mantengo lì, ma per anni no, a tutti che ti dicono? Ma sei pazzo? Cosa fai? Un lavoro sicuro. Cinque anni poi no? E da tuo padre che ti dice? Ma no, perché non fai la specialità? No, E non è un lavoro qua e là giù. Non so come andrà a finire. No? Poi magari avevano ragione loro, però E questo E poi quello che Jung chiama l'individuazione capire tu che cosa sei? Cosa vuoi essere al mondo è tu sei uno che doveva lavorare dieci ore in ospedale. Sei contento? Magari E quella roba lì? No, Ma non devi farlo perché lo fanno tutti. A me quella roba li faceva star male. Io me ne sono andato via. Adesso lavoro questo lavoro. Faccio i turni al mese a Cogne Guardia medica il resto del tempo lo mi occupo di decrescita studiare cose che mi piacciono ed è possibile. Si fa e anziché fare questo mi ha mi ha mi ha fatto entrare in contatto con tutta una serie di realtà, per esempio sulla decrescita e salute che mi hanno aperto gli occhi e che mi hanno fatto elaborare una visione proprio diversa di quello che anche l'essere psicoterapeuta medico in questo mondo che se fosse rimasto dieci ore in ospedale li' dicendo No, non è possibile. Questo mondo sbagliato fa tutto schifo. Però ero anche io un po' responsabile, no, di questa, di questa roba nel mio piccolo ci ho lottato contro e prima di passare alla salute un'ultima cosa invece sul lavoro che hai fatto nel libro hai citato prima anche Gaber from quando hanno letto mi ha colpito entrambi, al di là delle mie riflessioni, eh come mai Gabe fra uno tra i mille pensatori sono quelli che a me a me sembra che tornano piu' più volte nel tuo libro anche mi ha colpito tra virgolette, in un'epoca in cui ci si vergogna, quasi nonostante tutto, a parlare di amore eccetera. Tu usi questa parola piu' volte nel libro. Insomma, non è non è per niente scontato parlarne adesso per un ragazzo giovane, Quindi guarda, è una bella domanda and l'amore e io mi vergogno a usare la parola amore quando ne parla in giro lo faccio sempre. Perché una parola abusata non so, eh, però è una parola fondamentale. Eric Rome in questo libro che l'arte d'amare e poi in molti altri lui è un decrescente, se non lo sapeva, tra virgolette, però nel senso delle cose che dice sono totalmente in linea. E quando lui parla, dell'amore maturo e descrive questi sentimenti l'innamoramento rispetto alla passione, la sessualità e l'amore. Questo è un alfabeto emotivo che spesso ai giovani manca, ma manca anche a noi capire. Per esempio, il sesso si confonde con l'amore, con la passione, sesso, passione. Sono due cose diverse. Non fa tutto il giorno se sulla passione svanisce, perché la passione simile distanza di sofferenza no. La passione arriva l'amore si costruisce attivo, sono delle cose diverse e si costruisce, dice proprio Eric Fromm. Non è che capita così che va il supermercato, ne peschi una se non funziona ne prendi un'altra, no, ma sei tu il principale responsabile di questa roba qua, di come come ti poni e si costruisce attivamente? No, ed è fondamentale. Forse ne parlava a volte con la mia ragazza si' arrivare a una visione dell'amore maturo, come dice Rick from sotto certe cose è più difficile di far arrivare il concetto della decrescita. É però come lo stesso from dice lui dice questa siamo a rischio stesso della sopravvivenza della specie umana. É l'unica, cosa che ci può salvare è la radicale trasformazione del cuore umano, non dell'aumento del cuore e quindi il concetto di amore che questa trasformazione potrà avvenire soltanto se saremo ci troveremo di fronte a dei cataclismi così imponenti da fornirci la prospettiva per cambiarlo. Il coraggio per farlo no. E quindi no. Eric Rohmer, secondo me un autore molto importante Giorgio Gaber Partivamo dal grido questa canzone prima, ma pensiamo che Gaber ha detto di tutto su tutto. Quindi davvero è un antesignano, secondo me di questo tipo di pensiero. Se si pensa a una canzone come l' obeso, gli oggetti e il mercato é dette in una certa maniera. Non è un libro, è dette. Perché? Perché sono vissute polli d'allevamento? Non lo so. E quindi in quegli anni, in quegli anni no in cui c' era ancora un uno slancio utopico, anche se malsano. E quindi Gaber come Pasolini sono davvero secondo me, a livello anche italiano, quelli che possiamo considerare come i precursori di questo pensiero critico Mi piacciono di Hamas e potrei dire e quindi non potevano non esserci. Decrescita é grave? No, questa è prima di cambiare. Io non so dove devo guardare. Non guardare quando vuoi. No, io faccio fatica a guardare quella roba. Non la devi guardare a Ok, bene, ho sbagliato un po' all'inizio. Volevo chiedere. Non ha il timore? Ehm spesso il sistema reagisce a delle tendenze opposte. Rincarando la dose no, mettiamo che quest'anno tot persone sono più sensibili al tema del dell'acqua in bottiglia, quindi scelgono di consumare acqua dal rubinetto. Il sistema reagisce, che ne so, le compagnie che vendono acqua in bottiglia fanno più pubblicità, quindi rincarano la dose. Spendono di più in pubblicità per convincere, è la per cui non non ha il timore che alcune tendenze possano restare confinati agli estremi. Diciamo a dei come a delle delle nicchie. Perché il sistema reagisce in questo modo? Oppure pensi che superata una certa soglia, poi uno è insensibile a questo tipo di stimoli? Ma guarda, noi siamo il sistema, il sistema ci condiziona in questo in questo circolo sicuramente è cioè questo meccanismo di azione e reazione. Io penso che a differenza delle vecchie ideologie, il cambiamento della decrescita. In più in un cambiamento di dell'essere, si potrebbe dire. E questo cambiamento qua è difficilmente monetizzabile. Marchetti, Izabel e se si può dire, nel senso che rispetto a tutto il discorso della green economy se io mi compro la macchina ecologica mi fanno la macchina ecologica. Però se uno proprio cambia nella sua maniera di stare al mondo e la vive diversamente e io giro in bicicletta tranquillo, ci metto di meno rispetto a quanto ci si metterebbe altrimenti. Ma non è che se mi fa una pubblicità di cui mi cambio due, due tre bici all'anno, ma perché proprio non mi viene neanche il bisogno, mentre invece se se una propugna a volte un cambiamento molto esteriore della realtà esterna, senza averlo vissuto prima su se stesso, forse il rischio poi di rimanere impelagato in meccanismi tipo effetto rimbalzo piuttosto che a questo genere di reazioni è aumentato. Poi chi lo sa, magari ci sarà un ping pong, come diceva Gandhi prima ci ignorano, poi ci combattono alla fine alla fine noi vinciamo, no, speriamo via Roma, non abbiamo la certezza. Quello che io sostengo è che sempre rispetto alle vecchie ideologie. Il cambiamento della crescita è qualcosa che fa star meglio noi. Io ho smesso di studiare come un deficiente. Ho cominciato a girare in bicicletta a Torino, che non sapevo neanche che si potesse fare perché vengono le montagne. Non avevo l'immaginario preparato. È dato importanza ad altre cose. Ci sto meglio ora ho un gruppo di amici con cui condivido delle cose, facciamo delle cose per un mondo migliore. Da senso stare qui, questo meglio. Poi se il sistema ci combatterà non lo combatteremo se come andrà non lo so. Però io comunque la mia sfida l'ho vinta e ne ho già dei benefici. Se morirò come un ultimo samurai con la spada in mano è una possibilità. Sempre meglio che qui seduto su una panchina a leggere il giornale. Non so, mi viene da dire, soprattutto quei giornali, i giornali, che ci sono le crescita e salute che cresce. Salute, vado. Qual è il rapporto tra queste due parole, così così strane da associare no, cioè un rapporto intimo tra decrescita e salute. Non a caso Ivan Illich nei tre libri che scrive, inaugurando quello che si può dire il pensiero della crescita sulla scuola sull'educazione No, sulla scuola, sulla convivialità e sulla salute nei mesi medica che già è un termine che racchiude in se' proprio un grosso grumo teorico inerente la decrescita. Perché lasciamo stare? Perché sennò è potremmo dire però che in la salute se noi mettessimo a capo come driver principale dell'economia non il pil ma la salute. La salute viene intesa adesso come un benessere ti completo. Si dice che è un film. Ho esagerato pero' benessere tipo fisico, psicologico e sociale. Potremmo aggiungerci il film spirituale. Ci sono molti studi che lo considerano se il sistema mirasse alla salute e non alla produttività, al consumo fine a se stessi. Noi vivremo più o meno in una società della decrescita, no, e questo è un fatto dall'altra noi c' è un gruppo tematico che ha lavorato su questi temi per anni. Quello che che è il nocciolo forse fortemente innovativo del discorso della decrescita nella salute, a mio avviso è questo la maggior parte delle persone pensa che la salute dipenda dagli ospedali, no? Da cosa dipende dalla sua salute, dalle cure e dalle medicine piu'. Più ci curiamo meglio, meglio stiamo. In realtà non è così. Se se si guarda a livello percentuale si chiamano determinanti di salute. Da che cosa dipende dalla nostra salute? Vediamo che dipende da un dieci percento dei nostri geni. Chi è fortunato che un po' meno no? Il sistema sanitario incide sul dal al, quel grosso, quel Ltro settanta percento sessanta è fatto da determinanti tipo sociale, ambientale e culturale. Che cosa sono? Sono l'equità. Quindi le disuguaglianze sono l'educazione. Sono i nostri stili di vita, le reti sociali, servizi igienici. Cosa mangiamo? Sono la cultura proprio che sorregge tutto questo questo sistema. E paradossalmente noi ci troviamo in un sistema che ci dice di promuovere la salute è un diritto. Ci dicono che la crescita economica serve alla salute. Se sappiamo tutta una serie di cose che gli studi hanno detto da anni? No. Però vai, vai. Stiamo sempre più o meno peggio, sotto alcuni aspetti, in tutte queste dichiarazioni internazionali, lo strumento per perseguire maggiore equità e per maggior salute e la crescita economica. Più crescita, più salute. Invece quello che noi diciamo è proprio opposto, perché la crescita economica fine a se stessa in questo contesto neoliberista si basa proprio cioè sulla distruzione di quei questi determinanti principali l'ambiente. Ci si inquina sempre di più e si distrugge il futuro ambientale e sociale. Ci devi sfruttare sempre di più le persone per essere più produttivo. Quindi è un sistema che magari fa aumentare il Pil, investe in quella piccola parte di un sistema sanitario, però distrugge la cultura. Pensiamoci anche a malattie dagli eccessi dall'obesità all'anoressia. Ma questi stili di vita insalubri, questo stress e la depressione maggiore sarà nel duemila eventi. La prima e la seconda causa di disabilità nel mondo no, sono cose che incidono. E questo sistema massimizza queste robe qua e quindi decrescita e salute. Vuol dire che per perseguire la salute che dipenda questi fattori ambientali e sociali, a nostro avviso non si può non riorientare questo sistema che adesso è basato sulla decrescita, sulla crescita sotto a ha degli altri target. Potremmo dire la decrescita, quindi al ben vivere. E questo poi implica tutta una serie di passaggi. Implica la una di medicalizzazione. Adesso imbattiamo l'agente di medicine? No, questa roba che fare di piu' vuol dire far meglio, no? O il medico non mi ha detto niente più ti dà, hanno e piu' e piu'. Dovresti star bene, invece più esami, più medicine spesso e volentieri fanno peggio se tu hai un'influenza virale io ti do un antibiotico, stai peggio. Crei della resistenza agli antibiotici, non funzioneranno più in futuro dopo questo mondo è basato su quello. Un amministratore della Merck. Se non sbaglio diceva proprio il mio sogno è vendere farmaci. Non so se erano antidepressivi, la gente sana perché il mercato piu' grande sani no. Quindi se proprio si creano delle malattie. Un fenomeno descritto su riviste internazionali si chiama Cismon Jennings, in cui le compagnie si uniscono e cerca di fare campagne facendo diventare patologia un qualcosa che è normale la gravidanza, la vecchiaia, la calvizie no e si vendono le medicine, si alzano le soglie sotto le quali di prendere medicine. Un esempio? Il colesterolo. E questa è proprio una parte piuttosto che tutto ospedale centrico. Mentre invece la buona medicina è una medicina di comunità che va sul territorio ad accogliere la persona e soprattutto previene. Fare medicina significa prevenire, significa promuovere la salute, c'è ancora un passo oltre, anche se sta bene. Io voglio che tu stia meglio, sia più resiliente e promuovere la salute. Passano i propri stili di vita diversi, ma anche agendo su quei determinanti sociali quindi facendo politiche di educazione politiche sociali, dando lavoro utile, lavoro che possa far esprimere la gente. Non soltanto lavoro. Lavorare come degli automi passa attraverso la costruzione di un mondo migliore e parallelamente, anche di una pratica medica differente. Perché la pratica medica nostra, eh si basa è molto vicina a a tutti quei presupposti che fanno andare all'economia come questa scheggia impazzita che vediamo oggettiva Vaughn te riduzionista, eh no. Quindi tu vai dal medico che ti guarda, guarda gli esami, magari non ti guarda neanche in faccia. Ti prescrive delle medicine perché il tuo corpo malato neanche magari ti ha lasciato la ragazza piuttosto che non trovi lavoro. E se stai male per quello, se lo esprimi con un sintomo sul corpo No, è giù medicine. No, io so cosa tu sa cosa tu hai. Non stare a Ho capito. Prendi questo. E quindi una medicina della decrescita. E anche una medicina che riesca a sviluppare col paziente un approccio di tipo olistico che capisca la persona nella sua interezza, biologica, psicologica, sociale, spirituale e che in quanto persona ci si rapporti capendo insieme, il medico mette a disposizione delle conoscenze insieme. Si cerca di capire qual è la cura migliore per te, che non sei me, che non sai quello li' su cui si fa lo studio, ma ma sei quella persona, la necessità di questo approccio proprio centrato su quella che è su quella che è la persona e in sinergia non soltanto con la biomedicina occidentale, ma anche con tutte quelle altre pratiche, medicine, alternative, complementari che associate possono, possono essere utili anche e soprattutto in questo approccio olistico che da qui probabilmente come medici occidentali, abbiamo da da imparare. Ci sarebbero anche tante altre cose, ma insomma questo non troppo e neanche poche parole è un po' il il sunto di quello che per noi è la decrescita in medicina ci manca ancora il rispetto dell'ambiente lì il medico per il codice deontologico è tenuto a promuovere il rispetto dell'ambiente. È così che si fa medicina lottando contro l'inceneritore piuttosto che contro la cementificazione. Ed è lì che noi riusciamo davvero a recuperare il maggior la maggior tutela della salute, non riempiendo la gente di me, di medicine che poi spesso fanno male. Quello che mi racconti, eh, parli di deontologia dei codici, cose previste però nella prassi in Italia. Almeno io conosco solo molto poco praticato quanto raccontato dai medici. Ma guarda, in realtà è un po', un paradosso, nel senso che le maggiori le ci sono in questo enorme probabilmente lo conoscerai per l'informazione. Il mio mondo medico è simile, cioè una quantità di informazione enorme e tutte le cose giuste sono dette. Sono dette anche abbastanza bene. È che si perdono, no? E poi c' è una cultura che non è la best evidence practice, ma è una cultura no, che è il medico sa medico, fa no e tutte quelle medicine alternative, tutte balle piuttosto che medicine, medicine e purtroppo è molto, molto praticata. Sì, però ci sono ci sono varie persone che il loro piccolo coltivano una medicina diversa. Insomma, una cosa, per esempio noi dopo che abbiamo fatto in con il Parlamento questa conferenza su questi temi qua adesso stiamo costituendo una rete. Si chiama sostenibilità e salute, di cui fanno parte circa venti associazioni da Slow Medici in Medicina democratica, Psichiatria democratica, l'osservatorio globale sulla salute ce n'è di chi si occupa di medicine alternative. Sono venti associazioni, molti medici, operatori della salute dei cittadini. Perché poi l'altra grossa parte la cittadinanza, una medicina, un approccio alla salute che funziona non può prescindere dalla partecipazione attiva delle comunità e dei cittadini nella salute, nella promozione. E la prevenzione non è una roba che cade dall'alto no, ma in cui dobbiamo essere attivi la salute come come l'amore di cui dicevamo prima. Quindi c' è chi sperimenta una maniera diversa, si stanno anche unendo, sono una minoranza. Per ora però una minoranza che si fa sempre più sentire avete un sito? Ma allora Eh sì, abbiamo un sito che www appunto sostenibilità e salute punto org in cui lanceremo a metà giugno duemila quattordici questo documento che si chiama Carta di Bologna per la sostenibilità e la salute. Questa esclusiva perché non abbiamo ancora mai dichiarato a nessuno in cui siamo riusciti, discutendo e discutendo varie riunioni, a mettere insieme tutte queste migliori evidenze e sul conflitto di interessi le influenze delle case multinazionali farmaceutiche. Abbiamo detto tutte quelle cose che dicevo prima, mettendoli insieme. Una carta breve che dice cosa bisogna fare per tutelare la salute e che proprio nel preambolo ha scritto che questo tipo di società, basata sulla crescita illimitata indiscriminata della produzione dei consumi, non solo non è adatta a tutelare l'economia la sostenibilità ambientale, ma anche proprio la salute. E per dare voce a tutto quello che le ricerche ci dicono per migliorare la nostra salute non si può prescindere da ricostruire una società che non sia basata esclusivamente sulla crescita economica e fine a se stessa. Insomma, è forse la prima dichiarazione di questo tipo, anche a livello forse internazionale. Quando dici tu quando dici noi non voglio il profilo di tutti. Qui però più o meno quanti siete? Da dove è arrivato il gruppo costituente? Sono appunto una ventina di associazioni già dall'inizio una ventina di associazioni è tredici. Comunque di quella partita come gruppo di associazioni il gruppo di associazioni sono quelli che abbiamo invitato è mia. Scusami adesso per capire che non me la ricordo ad agosto l'idea era tua, è vera mia. Tu hai avuto questa idea ha comportato un gruppo di associazioni. Detto partiamo con questo percorso. Siccome la decrescita io credo molto che possa essere una sorta di bandiera non assoluta, ma insomma che ci faccia riconoscere un e mette insieme tante persone che in maniera diversa però remano verso un certo tipo di orizzonte futuro. Io ho provato con questo gruppo, poi mi sono alcuni io non li conoscevo, poi ci siamo insomma confrontati. Abbiamo detto invitiamo tutte queste realtà, ne abbiamo mappate tredici, mi sembra invitate a questo congresso. Li abbiamo detto, ma ci siamo proprio sentiti anche. Ma cosa fa che la parliamo? Spieghiamo, ma facciamo anche qualcosa? E da li' abbiamo detto proviamo a fare questa rete. Adesso si sono già aggiunti al gruppo fondatore. Altre associazioni siamo una ventina, però apriremo quando lanceremo questa carta e ci aspettiamo. Già ce ne sono arrivate altre. Ci aspettiamo un'adesione abbastanza ampia di tante altre realtà da libera per andare ai medici per i diritti umani. Comunque il gruppo di persone saranno che lavora in mano in liste sulle quaranta. Attualmente l'idea il primo congresso quando è stato il primo congresso, è stato all'autunno del duemila tredici in parlamento alla Camera. Il primo incontro il nostro primo incontro è stato il giorno prima della non hanno tutto. Questo percorso è in meno di un anno, di meno di un anno. È stato difficile perché poi Ivan Illich, nei mesi medica dice che i medici per il compito che lui si pone potremmo dire crescita e salute sono quelli addestrati al più alto grado di incompetenza specifica? No per delle caratteristiche di aggiungerei. Se posso permettermi, è delle caratteristiche sia di tipo teorico. E come indottrinano, ma anche di tipo persona logico. No, perché il medico riassume soggetti e quindi è difficile. Ci abbiamo discusso anche chi devono insegnare a usare quella scrittura impossibile. Immagino ci sia un esame per è scrittura delle ricette, cioè un esame all'università per riuscire a noi che ci che ce ne sono tanti gli esami non scritti, anche quelli. E quello è un un sistema di potere è e anche una svalutazione. Io sono qui arroccato sulla mia roccia e soltanto chi conosce questa roba qua la può interpretare e tu non la puoi interpretare. Fai quindi fai quello che io ti ho detto e che ci sono sempre delle relazioni di potere nelle relazioni che viviamo. Ma quando sono molto asimmetriche in questa maniera, qua a parte che non sono funzionali alla nostra salute e però vanno anche smascherate mm-hm non fare una cosa sola sulla medicina tu questo tuo percorso é stato lineare oppure all'inizio la pensavo certo la visione Durant termine proprio alternativa ci ha raccontato proprio la medicina. Anche la critica al sistema medico per come è concepito è stato lineare nel tuo percorso di studio medico, oppure tu all'inizio magari le più indottrinati eccetera e poi hai avuto un momento di sveglia? Ma guarda io eh comincio medicina volendo fare lo psicanalista che è un po', una roba strana e quindi non sono partito lineare. Però è poi mi sono come tutti no fatto comunque indottrinare e ho vissuto in maniera questo è un po', il bello che io poi ho cercato di declinare quello che decrescita salute comunque come studente, come persona che viveva la decrescita vivi in questo mondo all'inizio apre davvero gli occhi dici ma come è possibile, no? Comportarsi così nei confronti della morte piuttosto che con le infermiere piuttosto che con chi è lì? E quindi tutta una serie di cose mi stonava, le vedevo e dicevo non è possibile. Quindi sulla relazione medico-paziente come attenzione dall'altra però sviluppando quindi una critica forse più sul versante psicologico che la parte psicologica trascurata. La medicina, eh? Io pensavo che fare di piu' voleva dire fare meglio e avrei fatto la psicoterapia a tutti quanti perché comunque stavano meglio. E invece poi una volta uscito dal giro accademico, avendo cominciato a fare queste conferenze sulla decrescita e salute ho incontrato persone che in primis slow medicine, ma il centro studi di bologna che mi ha proprio spiegato che che la salute si faceva facendo se volete vogliamo usare una bella, bella, vecchia parola la rivoluzione no, ma fuori nel mondo. E io ho iniziato medicina, forse proprio perché volevo fare quella rivoluzione lì e pensavo e volevo andare a lottare in Africa contro l'ingiustizia del mondo. Quando ho capito questa cosa qua ho detto ke beh, forse le cose si sono incrociate pero' la battaglia non è laggiù, come come diceva la touche quando laggiù è andato a curiosare. Ma qui qui la sorgente delle ingiustizie e anche paradossalmente per per promuovere la salute emettendo i bastoni in mezzo alle ruote di questo sistema economico, tutti i giorni, facendo la spesa bevendo l'acqua da elaborare andando in bicicletta che insomma che si può promuovere la salute a volte di piu' di cosa non si fa in un cabaret medical l'ultima per me è che cos'è l'italia che cambia, che cos'è il martello devi dire tu non il sito ovviamente. Che cosa vi date che cambia come concetto? Ah, nel senso come la vivo io oppure volutamente generica quello che vuoi l'italia che l'italia cosa l'italia che cambia? Non so io l'italia che cambia me la vedo come due opposti un opposto e di gente che si intristisce è chiusa nel suo lavoro davanti alla sua scrivania, continuando a raccontarsi che è per colpa di qualcuno siamo condannati politici in tutto non va i datori di lavoro e quindi che vive passivamente un declino e poi dall'altra giovani. Ma i giovani persone che invece non non vogliono rassegnarsi a questa cosa e che dicono che dicono rompono questo questo muro di plastica e ci provano a fare delle cose e sbagliano si arrabatta, hanno però creativamente e poi riescono insieme. Perché io quello che sento è vivo, è che queste persone cominciano a incontrarsi e a fare delle cose insieme, sempre di più é sempre più belle e speriamo che che si incontrino con le altre piano piano finché non sarà troppo tardi possano davvero costruire insieme qualcosa qualcosa di nuovo. Grazie ma grazie a voi basta perché come puoi passarmi? E con lei dice M', ma col direzionale. Poi vai a parlare. Prova, prova, prova. Sai, anche tempo. Non mi prende. Ok, quindi io posso parlare così? Sì, perché tu sei questo che ti arriva Lui già la guardate me. Ok, guardiamo sì, mi i soggetti delle domande noi tagliamo le domande, quindi se vi do per esempio com'è nato il serraglio il serraglio è nato, è nato non si sa di cosa Si si si si si che Ma io quando volete, ragazzi! Intanto se ci dite per il montaggio il nome, cognome e cosa scrivere nel quello che si chiama sottopancia quando compare girls cretini così Mazzanti Quindi cosa scriviamo? Fondatore? Si fondatore fondatore al-serraj ideatore Sì, come si può dire Bo fondatore mi sembra una parola grossa, però perché è proprio quello che e poi io non compare l'altra metà che insieme a moglie accidenti bravissimo, bravo! E io invece Angelica non c'è problema e gestione ristorante, gestione agriturismo possiamo scrivere così preferite, ma se cambiate idea ce lo dite? Ok, io faccio le domande, poi scegliete voi, risponde. La prima domanda è molto, molto generica, ovvero se centro lucette per chi ci guarda non è detto che sia in emilia romagna, quindi dove ci troviamo a livello geografico e soprattutto poi quindi ci troviamo in provincia di ferrara doveva dire noi ci vediamo al serraglio, poi cominciamo a raccontare che cos'è quando nasce come me un minimo di storia non non da dettagliatissima, perché sennò poi un video viene troppo lungo, poi possiamo andiamo approfondire, però inizierei con una panoramica. Quindi nasce anni fa. Allora devo cominciare con una con una descrizione geografica, una localizzazione, anche se lo siamo in provincia di siamo in provincia di Ferrara, che è il rayo l'azienda agricola nata trent'anni. Fa quello che vuole. Ok, ok, va bene. Vediamo un po'. Vado babbeo è da inquadrare. Bene, bene. Cominciamo alla solo me, ok? Siamo in provincia di Ferrara, ci troviamo nell'azienda agricola biodinamica, il serraglio che prende le mosse nel lontano millenovecento ottantatré anno in cui hanno preso i primi passi. Gli elementi costitutivi dell'azienda, quindi un'azienda a ciclo chiuso con l'acquisto del bestiame, con tutto quello che riguarda la produzione di alimenti per il bestiame, alimenti per i mercati e per il ristorante. Quando è nato era già come quindi attivate già tutte tutte queste attività da subito è l'azienda, si sviluppa partendo da un'azienda già preesistente, che era quella dei genitori di famiglia è mio e mia moglie Renza abbiamo deciso di cambiare e di portare qualche novità ai tempi era veramente rivoluzionaria perché si parla di metà anni ottanta, eh? Siamo partiti, contratti, entusiasmo l'ondata del biologico, del biodinamico, all'epoca, dei verdi c' era un fermento notevole in tutta Italia e abbiamo cavalcato quest'onda cominciando a cambiare le cose in modo radicale. Quando l'avete avete iniziato a fare questi cambiamenti? Ad oggi come è cambiato il vostro approccio nel senso rispetto alle idee che avevi trent'anni fa oggi sono le stesse, sono cambiate, sono evolute. Involuto, eh? Il nostro modo di vedere le cose e di capire e gestire l'agricoltura non è cambiato nel tempo. Siamo ancora perché è una cosa lunga alla ricerca di un'identità aziendale ben precisa perché è come una gestazione molto lunga. Le cose in agricoltura sono sempre molto lente e comportano cambiamenti sia nella natura e sia anche noi stessi. Ma comunque l'idea di fondo è rimane quella quella di un servizio alla società condotta con i criteri della maggior qualità possibile della più alta qualità possibile. Senti, perché non si è appunto il nostro pubblico generico e generalista. Quindi diciamo brevemente pero'. Insomma, un minimo. Quali sono gli elementi di un'azienda? Ciclo chiuso? Okay. E parlando di aziende agricole biodinamica bisogna fare riferimento al ciclo chiuso, che è quel concetto abbastanza importante che prevede è l'allevamento del bestiame, la coltivazione dei foraggi per l'allevamento del bestiame e l'uso del fertilizzante che risulta dal bestiame per fertilizzare i campi. Quindi c' è un ciclo chiuso di sostanze per assicurare la fertilità e la produttività dell'azienda. Quindi niente entra e niente ciclo chiuso. Significa anche che noi acquistiamo all'esterno dell'azienda lo stretto necessario per condurre pratiche come nel frutteto, per esempio, che ha bisogno di sostanze che non possiamo produrre come prodotti antifungini, sali di rame, sali di zolfo, bacillus, sostanze microbiologiche che vengono impiegate nella gestione del frutteto. Ma si limita a questo l'acquisto di prodotti per la gestione dell'agricoltura. Discutiamo un attimo luogo nel senso di un ristorante nel laghetto, cioè il bosco all'interno dell'azienda più dinamica, sono previsti alcuni punti importanti che sono boschetti, stagni, siepi che attraversano l'azienda la circondano come un involucro, come una vera e propria pelle. E parlando di organismo aziendale, bisogna contemplare queste presenze perché fanno parte proprio di distretti dell'azienda che devono interagire fra di loro e portare alla maggior qualità possibile non tanto la maggior quantità. Quanto alla maggior qualità possibile dei prodotti, la sembra allargando ancora un po' di piu' l'analisi, invece sempre per quanto sia possibile, che ci vorrebbero ore per spiegare tutto, ok, possiamo presentare brevemente quanto sia possibile perché avete scelto la biodinamica, il biologico ormai più o meno tutti invece la biodinamica ancora qualcosa di ma non ha riconosciuto e quindi quello che si puo' dire, insomma, certo quali parti dalla biodinamica tutto una parte per voi sono più importanti? Ehm dunque all'interno di un'azienda agricola biodinamica ci sono alcuni aspetti molto delicati e importanti che caratterizzano e contraddistinguono l'azienda biodinamica da un'azienda biologica, per esempio, entrambi si muovono in un'ottica di ecologia e di ambientalismo. Però l'azienda più dinamica ha degli strumenti di lavoro, possiede degli strumenti di lavoro che riescono a interagire su aspetti molto delicati come l'aria e la luce, sui quali il biologico può veramente poco biologico, si limita a imitare la natura somministrando sostanze organiche, non usando prodotti di sintesi. Il biodinamico appresta alcuni strumenti che non esistono in natura inventati dall'uomo e che sono paragonabili agli strumenti musicali che noi suoniamo e che non esistono in natura, producendo una musica che è diversa dalla musica naturale, ma che è comunque la musica dell' uomo. La biologia e le culture più dinamiche si caratterizza proprio per questi aspetti di creazioni studiate apposta per intervenire sui processi agricoli in modo umano, in la sensibilità quando appunto avete iniziato voi, non solo la biodinamica, anche il biologico era quasi sconosciuto, sconosciuto, ma qui in Italia è negli ultimi anni, appunto a biologico ci è stato abbastanza un boom la dinamica, un po' meno in generale com'è cambiata la sensibilità nel senso a parte dalla parte ovvia, ma dal vostro punto di vista, anche delle persone che vengono eccetera. Come è cambiato il vostro? Il pubblico riguarda le vostre relazioni più facile e più difficile, è più bello e meno bello rispetto a trent'anni fa. Noi abbiamo insistito negli anni ha un continua continua crescita in continuo aumento dei nostri consumatori, dei nostri sostenitori, sia nell'agriturismo sia nei mercati. Quello che è importante sottolineare in questa vicenda è la qualità dei prodotti. A volte la qualità convince anche senza bisogno di spiegazioni, quasi sempre così, per cui parlare di più dinamica lo puoi fare soltanto se c'è qualcuno che chiede qualche elemento in più. Se invece nessuno chiede, noi diamo i nostri prodotti, diamo qualche stimolo appena appena giusto per cominciare a fare emergere alcuni ragionamenti anche nel consumatore che si fa delle domande quando arriva a casa mangia, poi penso a quello che gli hai detto o anche qua dentro. È una specie di coltivazione sociale e umana che va fatta con le dovute cautele, perché appunto non puoi caricare di informazioni una persona che non ne vuole o che non è ancora pronta per ricevere. Questo è un lavoro sociale molto delicato, così come la produttività, così come la produzione. Quindi mi hai detto è già risposto a questo è un continuo aumento dei clienti. Siamo crisi o non crisi per voi? Non no, infatti ha sì, anzi, ovviamente con questo boom delle del biologico si' sicuramente tante più persone sono orientate verso una situazione di questo tipo senza andare troppo in profondità, come abbiamo detto. Alcuni sì, alcuni no, gli si da quello che è quello che serve, quello che a loro serve. Quindi se il cibo è cibo buono, sei informazioni informazione coerente, quindi dipende un po' dalle persone che ci troviamo di fronte. Sicuramente questa situazione il biologico è esplosa, fa sì che tante persone si avvicinino anche solo per la curiosità di venire a mangiare qualcosa. Che tipo di persone vengono? Cioè cominciamo perché prima dobbiamo riuscire locali con la gente che vive qui? Gente di passaggio come finiscono quelle persone? Passaparola, internet più che si le persone finiscono, diciamo ricominciamo eh, stiamo parlando direttamente con te. Comunque il pubblico che accogliamo è con i clienti che accogliamo. Sono prevalentemente della zona, ma si sta allargando moltissimo anche con l'uso delle dei social, ovviamente degli strumenti che adesso si susseguono, che si utilizzano facilmente tante persone, anche di passaggio. Noi siamo in un crocevia tra le città, diciamo più vicine a noi sono Ferrara, Bologna, Ravenna e sono città storiche che hanno diversi turisti che percorrono insomma che si si fanno una vacanza in questi in questi luoghi é nel tragitto decidono di fermarsi a vedere qualcosa che magari non hanno ancora visto che può essere un'azienda di questo tipo. E quindi ci sono anche molte persone di passaggio che vengono per cenare o per pranzare o per comprare prodotti. Ovviamente anche tu lavori qui da un anno. Io lavoro qui da quando sono nata, perché sì, ci sono nata in mezzo l'azienda esiste da oltre trent'anni io trent'anni fa non cielo e sono un po' più piccolina, quindi ci sono cresciuta in mezzo e poi all'apertura dell'agriturismo che del ristorantino n i quindici Quando è stato? Undici anni fa, undici anni fa ho cominciato a lavorare all'interno della cucina e poi pian piano mi sono spostata in un ambiente che mi è più ciao che mi piace di più che quello della sala. Quindi il contatto diretto con il pubblico e con le persone. Sam, come è stato? Non si può parlare di passaggio generazionale perché per fortuna siete entrambi qui, ma come come lavorare? Insomma due generazioni diverse. Non parlo ovviamente di età o faccia parte dei facili battute proprio a livello divisione. Siete in linea con me perché volete dire ovviamente si' lavorare insieme come ora insieme interessante e stimolante. Noi portiamo alcuni elementi, loro ne portano altri, ma direi che la linea più o meno è condivisa. Quindi siamo sulla stessa lunghezza d'onda si può dire sì, quello sì. Quello che loro hanno iniziato è molto interessante da da portare avanti insieme a loro, perché senza di loro non ci non ci sarebbe quasi nulla. Insomma, sono parte fondamentale di questo posto, di questa azienda è di noi, quindi è uno scambio continuo. Non mancano i litigi, i fatti vecchi. Eh sì, dai. Queste situazioni ci sono poi soprattutto a livello familiare, è molto normale che sia così. Però è anche il suo bello, perché poi si cresce insieme. Quindi una crescita continua ricevi il ristorante aperto undici anni fa, quindi prima è la sola azienda agricola si', prima dell'apertura del ristorante. Le attività è prevalentemente agricola, con lo sviluppo dei mercati delle vendite dirette ai clienti nelle città. Un po' più consistenti con i gruppi d'acquisto e anche con la vendita diretta qui in azienda. E poi a causa di eventi anche non dipendenti dalla nostra volontà abbiamo pensato di ristrutturare e di avviare un'attività agrituristica. E questo ha comportato un ulteriore salto di qualità nell'azienda, perché c' è un altro fronte di aperture nei confronti della società. Molto interessante. È faticoso la parte aziende agricole, la parte certo nella parte al ristorante, accoglienza alla parte agricoltura sono due fatiche diverse. Si, scusami è aspetta, vediamo come possono. Sai la fatica che si fa in campagna? La fatica che si fa all'interno del ristorante o della situazione turistica è sono due a due fatiche diverse. Si parla di due cose diverse. È una è più mentale, ovviamente. Cioè più elaborazione mentale è fuori, è più fatica fisica. Quindi sono proprio su due piani diversi. Si, direi che i principi, i principi che guidano le pratiche agricole è diciamo che trovano un riflesso importante anche in cucina. Non è che chi è in cucina deve saper fare quello che facciamo noi fuori. Chiaramente però la comunità, la comunanza di di principi di qualità, soprattutto per per gestire la qualità, sono gli stessi. Quindi il massimo rispetto delle coltivazioni, massimo rispetto delle preparazioni. Più o meno lì la fatica è uguale. Sono due due ambiti diversi. Adesso poi la fatica dipende anche da dalle persone, come si sentono gratificata. Se uno si sente gratificato, la fatica quasi quasi scompare. Diciamo quasi quasi tutti questi anni parte Qual è stata la grande difficoltà? È la più grande soddisfazione. La grande difficoltà è accettare e accettare il fatto che due aspetti la natura comanda e la società comanda non solo nel senso delle richieste, ma anche nel senso di obblighi ai quali ti trovi a dover rispondere senza che tu li abbia voluti. Per quel che riguarda la società, c'è stato un aggravio continuo, anno dopo anno, delle dei pesi burocratici e le tasse e contributi e tutti questi aspetti legati all'attività agricola e al reddito sempre più imponenti dal punto di vista ambientale. Siamo legati ai capricci, come dicevo io del cielo, perché fino all'ultimo non sai se riesci a portare a casa il raccolto e queste sono le due fonti piu' di di tensione e di preoccupazione quotidiana, bilanciate dalla soddisfazione quando riesci ad offrire anche di offrire un prodotto di qualità e i mercati viene riconosciuto e qua dentro anche quindi c'è anche questo aspetto, ma tu colpivi direttamente noi, noi coltiviamo direttamente io stesso si' certo, coltivo divertimento i campi nella stalla anche abbiamo ultimamente preso degli aiutanti dei quali ci avvaliamo per agevolare un po' tutto il lavoro, visto che poi l'età avanza e il lavoro anche aumenta e quindi accogliamo volentieri dei collaboratori che ci aiutano in varie fasi del lavoro sia in campagna che in cucina, tra l'altro ciao in questo modo non mi ricordo se abbiamo parlato del numero. Sam no, fa ironia, mi ricordo. Sono solo quelli che dicono che se la senti l'hai detto dei collaboratori, se vuoi e poi ci dici quante sono le persone che lavorano oltre a noi che lavoriamo direttamente in azienda, ci sono altri due collaboratori che vengono da fuori Italia e siamo anche contenti di averli, perché insomma collaborano. Ultimamente hanno recepito il carattere dell'azienda, anche se non approfondito. Le tematiche più delicate però, insomma hanno capito dove si trovano e cosa stanno facendo. Perché poi anche solo starci in mezzo l'azienda agricola come questa ti dà qualcosa anche se non ti viene spiegato, attraversa sì, ci sono delle energie importanti che poi lavorano anche senza le spiegazioni. Sei persone siamo fisse, fisse. In realtà non sono loro i fissi. Noi siamo un po', i satelliti che operano all'interno dell'azienda però di fissi siamo sono aiutanti a chiamata che vengono al momento delle raccolte più grosse. Momento delle delle aperture più grosse. Quindi eh diciamo ehm otto otto circa che si, ovviamente si scambiano le posizioni il satellite nel senza che non lavora. Per esempio non lavori fissa qui? No, io lavoro qui satellite forse per perché cameriere che le persone che ogni giorno lavorano qui tu per esempio tutti i giorni tendenzialmente non di congelarsi anche lui sì, ti chiedo ancora una casa sulla biodinamica e passando tante io che domanda difficile, ma perché? So che non conosco il tema e so che è sempre difficilissimo ridurlo in questo te lo chiedo ma tu e soprattutto poi capiamo sta senza mai metterlo in video. Però quindi la faccio la domanda ma ma non vuole essere provocatoria? Moltissimo allineamento, però la domanda è non è quando ti sei approcciato alla biodinamica? Un certo punto non la conoscevi, poi l'hai conosciuta e ti sembrava da subito diciamo razionale perché è tutta una parte, almeno può sembrare un po' strana no luna non l'unico adesso non so se voi seguite da quelle parti, ma immagino di sì. Quindi come l'hai vissuto questo incontro? Eri già predisposto per tipo di approccio? É scettico? Hai visto subito risultati anche è scegliere la via della biodinamica. Si può anche dire che la biodinamica che sceglie te, però. Oltre a questo, naturalmente, solo chi ha già fatto un certo percorso puo' avvicinarci proficuamente a questo ambito perché ma se non si è pronti per portare un peso di conoscenze e di pratiche, è meglio neanche avventurarsi. E la dinamica, questa valvola di sicurezza che che se non sei pronto proprio non ti piace. Se invece ti piace e riesci a gestirla bene, come conoscenze, come razionalità, se vuoi sia nella materialità sia nella nell'energia, lì ci si riesce a gestire bene queste cose. Vai avanti, ma non è semplice. Però diciamo che con opportuna ginnastica si riesce a masticare bene. Qualcosa che possa andare molto strano è però ci vuole la ginnastica. Come si va a scuola per imparare a leggere e scrivere, anche per fare biodinamica un certo livello bisogna masticare e approfondire alcuni temi che sono importanti perché sono la parte nascosta della realtà visibile e bisogna comunque prendere confidenza anche con questi. Invece ok, io sono a parte le due ultime domande di rito che facciamo sempre qualcosa che non vi ho chiesto che ci troviate a dire sulla vostra attività sul vostro beh, non abbiamo parlato perché ne abbiamo detto tra noi prima del fatto che i prodotti utilizzati all'interno un po'. Se vuoi del ristorante, quello che non è il ristorante è come dicevamo, apre undici anni fa. Ok, il ristorante apre undici anni fa e con l'obiettivo di dare appunto questo tipo di servizio portando sul piatto, quindi in tavola è quello che noi produciamo in azienda, quindi tutti gli ortaggi nostri, la nostra frutta, il grano che coltiviamo in azienda e che poi si trasforma in farina. Tutti i prodotti prodotti appunto coltivati qui vengono serviti al ristorante. Ovviamente non è un ristorante normale, è un agriturismo, quindi, come dicevamo, si avvale dei prodotti coltivati e quello che non trova all'interno dell'azienda perché per forza di cose qualcosa deve essere acquistato. Anche all'esterno viene acquistata da piccoli produttori che lavorano più o meno come noi, quindi chi biologico, biodinamico, innaturale, insomma c'è una vasta gamma. Però vengono selezionati ovviamente i prodotti che secondo noi sono qualitativamente più elevati, sempre per un discorso di qualità sia nel come viene preparato, servito e sia di che cosa arriva quindi del prodotto che arriva? Non diceva prima Marco, se parlano tutti anche a te la altro che odore di pranzo! Ma il cliente, secondo te apprezzo parte dirà che è buono, ma secondo te diciamo capisce cosa c' è dietro? Non dico per forza razionalmente, ma dico la vedi il i clienti è capiscono eccome. È perché c' è un qualcosa che li fa diventare improvvisamente più sensibili quando varcano la soglia di questo posto. Ed è una bellissima fortuna perché è una bellissima, bellissima cosa perché fa sì che tu possa essere autentico. Tu ti pone in maniera autentica. Proponi qualcosa di autentico, è non ho mai trovato finora qualcuno che non riuscisse a percepire questa cosa, perché è naturale, perché non ha bisogno di artifizi, perché non è costruita e quindi è semplice e le cose semplici sono comprensibili da tutti. Ovviamente si va a livelli di informazione diversa a seconda delle persone. Quindi quando chiedono una specifica in più vogliono sapere qualcosa in più. Viene detto qualcosa in più, però rimane sempre un'informazione semplice, molto limpida e trasparente. Quindi se ne accorgono siccome a loro subentro io, perché quando un certo tipo di richieste sulla coltivazione e sul perché magari ha un'intensità, così poi posso entrare io su lei, mi dice Dai, vai in sala c'è qualcuno che ha bisogno di sapere qualcosa. Io vado e cerco di spiegarti, cercando di capire che taglio usare per le persone che ha davanti perché a volte conviene l'umorismo, a volte conviene. La professionalità estrema, insomma, dipende sempre dalle persone che dava comunque i tavoli che ci sono li' anche i più critici che entrano e così non è che si sciolgono dopo. Alla fine escono a posto tutti quanti escono serviti e riveriti. Non c', è problema dove ci sono le eccezioni, è umano. È così, però devo dire che escono un po', un po', risvegliati, risvegliati. Si può dire così. E se non avete avete altro no, niente che la strada è ancora lunga. Dobbiamo ancora perfezionare tanto sulla sapete una cosa volete fare da grandi, diciamo nel senso che vi siete posti al di là del perfezionamento di quanto esiste qualche desiderio, obiettivo, sogno che vorreste sviluppare da entrambi, allora si obiettivi da sviluppare ancora ce ne sono tantissimi, tantissimi perché vengono idee fuori, vengono continuamente fuori dalle nuove e portate un pochettino da noi giovani che abbiamo voglia di approfondire anche discorsi, argomenti collaterali con una filosofia simile in una scuola alternativa, una scuola nel bosco un'istruzione è un po' diversa un'alternativa all'istruzione classica è corsisti che per quanto riguarda la biodinamica, che da approfondire ulteriormente è tutto un qualcosa in evoluzione continua Non so se questa cosa la vuoi tenere, però a me sembra un po', una sacra famiglia, qualcosa che continuamente si evolve c'è un progetto è un obiettivo che è un obiettivo abbastanza generico. Quello di portare è qualcosa in più alle persone nello stesso tempo. Scambiare no con le persone. Che quindi se vuoi approfondire anche su questa tematica che è però si è sempre sempre, sempre in evoluzione. Quindi non è qualcosa che si ferma, è un qualcosa di la cosa che ci che ci sostiene, secondo me di più che mi sostiene. E poi dobbiamo parlare del personale, ma è abbastanza condivisa. Questa cosa è sapere che noi facciamo riferimento a delle verità o è dei nessi che sono inamovibili? Insomma è noi non pretendiamo di avere ragione su tutto. Però su alcune cose e sappiamo che ci sono delle connessioni, ci sono delle regole, ci sono dei rapporti che hanno valenza universale, eterna. Quindi su questo noi ci ci appoggiamo. Per poi lavorare nel dettaglio con le persone, con la campagna, con gli animali, con il frutteto, con tutto. Sapere che siamo inseriti in un cosmo che ci manda i suoi influssi e che è è pieno di energie che non si vedono, ma che arrivano sulla terra e condizionano la vita sulla terra. È una cosa importante. La conoscenza di questi nessi di questi rapporti aiuta indirettamente anche le persone che vengono lì dentro a mangiare, perché poi si trovano di fronte a un contesto di rapporti sani, equilibrati e vibranti. Non è una ricetta e basta buttata li', arricchita con tutte le estrosità del no. Noi facciamo dei piatti elaborati, si presentati bene, però sempre nell'ambito delle connessioni tra i gusti, sapori, gli ingredienti e soprattutto sono prodotti che vengono da una coltivazione eh, basate su Missy veri, non su invenzioni. Io mi invento una coltivazione, me ne inventi un'altra perché tira la moda. Noi non facciamo così. Noi cerchiamo di coltivare quello che serve di base alle persone, quindi cereali per l'alimentazione umana, farine e quant ltro, ortaggi che servono frutta che serve e un po' di carne perché la carne non è la nostra priorità. Però fa parte di quello organismo aziendale che in natura comunque esiste. Gli animali in natura esistono, noi li abbiamo piegati, all'agricoltura, così come abbiamo piegato i vegetali perché da soli i vegetali non fanno quello che fa l'agricoltura in un bosco non troverete mai per me le come le coltiviamo e neanche cereali come li continuiamo? Per cui prendiamo mettiamoci il cuore in pace. L'agricoltura è una forzatura e noi cerchiamo di farlo nel modo più armonico possibile. Si' tutto questo in cinque minuti massimo che in però che bravi che vi preoccupate quella pensiamo che in con il territorio sono ignoranti. Issime Ferrara è ancora Romagna, Emilia, rapporto l'utilitaria emiliano romagnolo Il vostro contesto, insomma, è come lo vivete adesso. Non parlo direttamente come azienda che ci avete già risposto c'è stato un aumento di clienti così in generale avete un'impressione che ho no, noi siamo qui perché vi consapevoli la Romagna, ma anche per l'italia che cambia. Che quindi da entrambi questi punti di vista vi chiediamo se vedete questo territorio in cambiamento, appunto pipi' consapevole com'è. Quindi ripeto uscendo per un attimo da qui come la vostra percezione in questi anni diciamo negli ultimi dieci anni in particolare aumenta quindi diminuzione della sensibilità. In Emilia Romagna non abbiamo io non ho una grande percezione di tanto che si muove in Romagna si la Romagna eh è abbastanza avanti e avanti per questo tipo di realtà ce ne sono diversi, stanno nascendo di più è l'emilia, essendo territorio pianeggiante, predilige purtroppo le grandi coltivazioni, quindi estensioni di grano, di mais, di qualcosa che alimenterà un centrale biomassa. Scarseggiano le piccole aziende ben curate con insomma una certa armonia e un legame con la natura. Qui è il territorio pianeggiante, quindi si va di trattori, si va di grandi estensioni. Purtroppo é grave. La pianura padana porta un po' a questo se non se non si rispetta i luoghi. Qui sai, la questione del reddito è quello fondamentale, perché quando il reddito comincia a diminuire e l'impegno aumenta per stare in piedi come azienda è molto facile la tentazione di vendere. Infatti qua attorno i giovani che hanno preso in mano le aziende di famiglia sono pochi e subentrano i grossi latifondisti che acquistano pezzetti varie, poi accorpato tutto e cercano di stare a galla anche loro. Quindi anche però prendere tu parlavi prima di scuola nel bosco, eccetera. In generale non quindi non avete la percezione, eh? Le persone comuni sono gli abitanti di bologna, di nelle varie città qui intorno. Atterrare qui siano più attenti a questi mondi. Le persone cominciano ad essere più attente anche per tutto quello che si sta muovendo nella società. É ovvio che essere vicini alle città potrebbe aiutare di più, nel senso che è proprio una lontananza fisica. E per la scuola nel bosco o qualsiasi altro progetto che potrebbe partire è sempre un problema. Effettivamente perché persone ovviamente si spostano, ma la domenica magari ci contesto cittadino in un certo modo quello agricolo, tendenzialmente un po' più chiuso. Il contesto agricolo è un po' più chiuso. Sì, sì, perché ognuno ha il suo pezzettino di terra. Eh si fa fatica poi a allegare anche chi con chi non condivide quello che tu stai proponendo perché è molto diverso dal solito. Noi chiediamo a tutti i nostri incontri in giro per l'italia chiedendo cosa? Perché l'italia che cambia, non non riferendoci al nostro lavoro, ma il concetto degli italiani cambia quindi personale. Chiederei a tutti e due per me l'italia che cambia e poi quello che volete che aspetta, aspetta, ripeti bene la domanda perché non è una che per esempio dico per me l'italia che cambia? E adesso dico una cosa stupida non sa salire sugli alberi. Per me è che i politici si risvegliano per me l'agricoltura cosa ti fa pensare di questo tecnico? Pensare quindi la cosa la richiesta se dite per me l'italia che cambia e poi quello che volete voi la vostra definizione, auspicio, pensiero, desiderio, constatazione sono io non abbiamo tante idee su questo perché siamo un po' io per lo meno io sono più giovane invece quindi di speranza no? E quindi per me l'italia che cambia è speranza, speranza. Perché con il mio lavoro, con il lavoro di altre persone intorno a me faccio quel passettino si fa quel passettino in più per migliorare un po', la situazione, il benessere comune. Quindi per me l'italia che cambia e speranza è movimento, è fermento, eh? Entusiasmo per me l'italia che cambia è testimonianza perché occorre pensare alla grande e occorre realizzare nel modo migliore questi pensieri. E questo parte da un'assunzione personale di responsabilità e ovunque. C' è un margine per stimolare questa assunzione di responsabilità. Noi dobbiamo agire per risvegliare il più possibile le coscienze tanto della produzione quanto del Consiglio. E noi dobbiamo testimoniare con la nostra attività quotidiana ciò in cui crediamo. Grazie, grazie si'. Ci troviamo a scanzano, la sede di una delle più importanti storie d'italia che cambia anche Raccontiamo sempre, ovunque andiamo. Tutto ha avuto inizio nel duemila e undici, quando un gruppo di giorno aveva un sogno, un sogno come quello di molti altri, quello di andare a vivere in campagna. Non avevano particolari esperienze agricole, ma si erano fissati per acquistare un casale meraviglioso in Toscana con sessanta ettari di terra. Il fiume non troppo lontano. Perché andare a cercare l'acqua fa fatica, no, questi ragazzi volevano anche tre anni di stipendio pagato per realizzare il loro sogno. Avevano fatto due calcoli comprare il casale, ristrutturarlo e viverci. Per tre anni ci volevano un milione centocinquantamila euro e non avevano niente. A questo punto la maggior parte di noi avrebbe rinunciato avrebbe detto se vincessi alla lotteria quanto vorrei, ma non ho i soldi. Loro invece no. Si sono informati, hanno scoperto che un commercialista e un avvocato si erano inventati questo Ghat gruppo a questo territorio che in sintesi funziona così Hai bisogno di un milione centocinquantamila euro devi trovare cento persone che ti danno dodicimila euro. Impossibile, no? Ce l'hanno fatta belli eh? E poi invece le riflessioni cos'ha funzionato. Cosa ci è piaciuto quando si infatti il discorso che ti facevo quando dicevi e gli altri sono andati così gli altri non hanno creato tutta questa cosa. Non avevamo non era come noi che ho fatto anni di esperienza da una parte e di ricerca dall'altra, quindi per noi la motivazione era tutto perché era quello che volevamo. Alla fine non avevamo alternative sotto molti punti di vista gli altri si sono uniti in corso d'opera quindi grande verve iniziale e poi dopo però scontro con la realtà. Poi nel nostro caso, una realtà abbastanza brutale dove sotto molti punti di vista che dovesse venire qui adesso io penso che se vieni qua adesso qualcuno, almeno dal punto di vista dell'abitazione, sicuramente la vivrebbe molto meglio. Quindi con tutti un sacco di semplificazioni in più dall'altra parte più difficile perché noi siamo abituati a stare da solo, stare fermo per me è un po', un po' difficile. Me ne rendo conto, ma si' devo pettinarmi, sono a posto. Allora iniziamo dall'inizio ma poi una cosa scusami. Siccome noi tagliamo le domande dal montaggio, riesce a ripetere sempre la domanda che ti fai lui ehm puoi uscire se ti interrompo per quel motivo che non c' è problema. Voi interrompete senza problemi. Io non mi sono abituato. Per chi non fa niente, ok, non diamo per scontato la l'informazione piu'. Interessante proprio l'abc. Perché poi se non diamo già i anni successivi no, devono interessarsi da soli perché sennò non va da nessuna parte. Quindi cercherò di essere più sexy, eh? Quindi diciamo all'inizio magari vogliamo dire ecco la bimba. Però dobbiamo eliminarla. Aspetta, no, il problema è che lo so già che non sta lì. Ma no, mi elimini la bimba dov'è il fucile è Staremo per registrare. Vieni qua, vieni qua. E se guardate un braccio? Però so già che fa casino. Che che è quello? Dell'audio Possiamo parlare? Un tentativo per quello? No, lo tengo a distanza. Iniziamo. Dall'inizio. Quindi come come ci sei finito a Scanzano? E come è nata L'idea di creare un gatto? Ehm eh Beh, io e la mia ragazza abbiamo inizialmente preso in considerazione di cambiare vita e andare a vivere in campagna. E abbiamo cercato dei terreni che adesso le caratteristiche che non interessavano dopo quasi sei anni di ricerca sia riuscito a trovare questo terreno per sbaglio che peraltro perché è troppo grande e troppo costoso per le nostre. Diciamo ambizioni, però ce ne siamo innamorati. Aveva tutte le caratteristiche che noi volevamo e abbiamo cercato, diciamo un sistema per poterne entrare in possesso con quelle che erano le nostre possibilità economiche e non é anche lavorative. Il inizialmente l'idea del gatto non c' era era un sistema per o mediante i mutui o mediante altri passaggi con amici, parenti e tutto di cercare di creare, appunto, aggregazione economica, soprattutto per poter far funzionare questo nostro progetto. Botta di fortuna ha voluto che un nostro amico, paesi dove vivevamo, faceva parte del gap di Quistello, il primo gatto in Italia, e ci ha spiegato il funzionamento. Noi abbiamo contattato il direttivo del Gatt L'avvocato, il commercialista. Sono i due creatori del GATT e abbiamo ho chiesto a loro, ovviamente, rifacendo il nostro progetto sulle dimensioni che aveva questo nuovo terreno. Abbiamo proposto il progetto e abbiamo fatto vedere tutto e abbiamo valutato se con insieme a loro si era fattibile la cosa. I numeri ovviamente teorici ci ha dato ragione e quindi siamo partiti con è diventato un Ghat. Inizialmente è stato un pochino più complesso nel senso che noi volevamo fare una cosa nostra. Ovviamente è stato più difficile entrare nell'ottica di fare una cosa nostra in senso molto generale. Col tempo abbiamo visto che aumentavano le finalità che potevano mettere gli obiettivi che ci poteva imporre e semplifica. Va anche tante cose una raccolta della capacità economica e l'altra anche la diffusione eventualmente vendita del prodotto e via dicendo. Sgancia mela, per favore e portamela lontano. Stavi zitta. Poteva anche funzionare così. No, Purtroppo si può tagliare il video. Ma Claudio no. Qui c'è tutto come in cui si pensa che l'ultima parte. Ma brava. Devo cambiare. Devi farla da solo che non mi ricordo più vecchio è l'ultima frase Mi ricordo rendiamo nei prodotti, ma tanto questo lato lo richiedevano a Ok, perfetto. Che è? Dimmi se ogni tanto mi viene automatico girare a guardare più che la telecamera te. Quindi io ho un problema. Ok, perfetto, è un ok, Quindi abbiamo capito un pochino. Ma sei qui. Però dovresti proprio dirmi che cos'è che cos'è un gatto. No, senso Ha da dire gruppo a questo territorio. I terreni dei terreni? No, terreni, non territorio che ha ragione. A che cos'è? Eh, sì, Ghat scusami, va dai fatto. Quindi non è uno strumento, si trova un po' quota. Capito? Non si abbassava di più di quattro, leggermente okay, GATT è l'acronimo di gruppo a questo terreno gruppo questi terreni è praticamente un gruppo di persone che appoggiando un'idea si mettono insieme per creare acquistare da una parte del terreno agricolo, eventualmente un'azienda e comunque crearne una che abbia delle funzionalità. Nel nostro caso specifico, una funzionalità che abbiano un risvolto etico, cioè non semplicemente un'azienda agricola a se stante, è finita lì, è l'idea è quella di far, diciamo unire non soltanto economicamente delle persone, farle avvicinare a quella che l'agricoltura perché merita. Se ne parla tanto, ma spesso volentieri non si sa con la realtà agricola e mettere insieme le forze per creare un qualcosa che nel nostro caso specifico il bar di Scansano è un qualcosa di diverso c'è. Una capacità produttiva che si basa su un rispetto ambientale tra virgolette, anche un miglioramento ambientale, ma che abbia dei presupposti che siano di vivere bene tutti, anche economicamente, ovviamente nei limiti di quello che è la capacità agricola della produzione. Il gup nasce da un'idea di un avvocato e un commercialista che stanchi di quelli che erano normali investimenti, quindi con tutto quello che di amorale dietro hanno pensato di fare qualcosa di diverso. Eh? Il gup, poi evoluto anche come idea inizialmente era un investimento su qualcosa di fisico che un bene fisico che un'azienda agricola del terreno. E poi si è visto che l'azienda agricola parola puoi aumentare le potenzialità costituendo la e lavorando la'. Se poi lavorando nel bio puoi dargli un riflesso etico e unendo un sacco di persone hai anche una base di acquisto, eventualmente noi in questo caso nel gradi scansione abbiamo circa ottanta soci, ottanta soci. Perché si fa un progetto, si fa un totale di spesa, il cosiddetto business plan iniziale e si divide che il valore poi dell'azienda si divide per cento quote tendenzialmente, poi dipende dal progetto. Nel nostro caso cento quote e per ogni ogni socio non può prendere più di quattro quote. Questo per evitare che ci sia qualcuno che possa aprirmi ma privi si privilegiato. Primeggiare comunque sugli altri in fase di decisione è una srl agricola, quindi di conseguenza è la massima, almeno per quello che sono riusciti a fare la massima tutela dell'investimento da un po' di problematiche dal punto di vista burocratico perché è una società di capitali, quindi viene vista un po' come vacca da mungere sotto molti punti di vista. Però, essendo come tutti i progetti basato sul la quantità di denaro che riesci a investire, abbiamo bisogno che gli investitori siano assicurati il più possibile e quindi di conseguenza si è creata l'essere agricola che è una tutela massima tutela possibile per quello che sono riusciti a fare con le leggi in vigore quando l'abbiamo creata ehm mettendo insieme queste persone però abbiamo visto che aumentiamo le finalità perché le persone fanno hanno un potere d'acquisto, quindi anche il nostro impatto nel territorio in cui viviamo, nelle amministrazioni in cui andiamo è maggiore. Se fossimo semplicemente due persone che investono su un'azienda agricola saremo come tanti altri. Se siamo ottanta persone l'impatto è diverso in realtà, ad esempio come quella scansano ottanta famiglie che vengono anche soltanto a visitare la propria azienda, ma poi vanno in giro a comprare gli altri prodotti, quindi non produciamo. Ovviamente fanno un giro di denaro notevole e questo è visto che favorisce un po' anche i rapporti che inizialmente quando va in territorio, in casa di qualcun altro è sempre sempre una certa ostilità nel vedersi. In verità riesce riusciamo a calmare, diciamo questo aspetto, il fatto di avere tanti soci insieme, appunto, rimane anche come base da questo, nel caso la situazione non sia più promettente, la zona in cui, come la nostra esempio, magari non recepisce certi tipi di prodotti. Comunque i soci possono compensare le mancate vendite o comunque addirittura comprendere totalmente la nostra azienda. I soci hanno la hanno la possibilità di scegliere per primi sia le attività sia i prodotti a un prezzo molto più competitivo di quello di mercato. E quindi, in linea teorica, se i nostri soci ci prendono tutti i prodotti, in verità noi non mettiamo niente sul mercato. Abbiamo già un circolo ristretto. Ovviamente non è il nostro obiettivo, però è un qualcosa che dà una sicurezza in previsione di problematiche, crisi o qualsiasi altra cosa, oltre al fatto che nel nostro caso specifico era piaciuta tantissimo l'idea che si diventava proprietari di un piccolo gioiello in Toscana, cosa che fa gola un po' a tutti. Quindi tutti hanno una piccola parte di questo nostro progetto che è giusto per chiarire. Però non è una multiproprietà, giusto? No, no c'è da chiarire. Un passaggio che sembra semplice, ma in verità, almeno per quanto mi riguarda, è stato sempre un pochino ostico. I soci diventano proprietari della società, è la società che è proprietaria dei terreni. Questo perché, proprio per tutelare tutti, se un socio deve uscire per qualsiasi motivo, non può portarsi via un pezzo di terreno, magari proprio quello col casale. Così almeno tutti gli altri hanno perso tutto. Il valore può portarsi via soltanto del denaro, che è la valorizzazione del totale, diviso appunto per il numero delle quote. Questo ci permette di poter, in caso di bisogno, anche fare un ricambio dei soci molto più semplificato che prendere un terreno, un pezzo di terreno e via dicendo. E mette anche i soci nella condizione di avere già un prodotto tra virgolette. Se vogliamo parlare solo dal punto di vista di investimento, il più semplice possibile, non è una quota qualificata meno del venti per cento del valore totale delle cose, quindi automaticamente non c'. È da fare dichiarazioni dei redditi soltanto in caso di vendita. Se c' è un surplus o cose del genere, questo semplifica molto tante volte entra nella società, tra notai e tutto il resto è una pazzia. Nel nostro caso abbiamo fatto tutto in anticipo e quindi è tutto più semplificato e abbiamo visto che tanta gente apprezza questa questa semplificazione. Eh? Dico No, no, vai, vai, vai. Non ti preoccupare, sono impazzito che mi serve per dirle proprio bello spiega Massimo. Come mai, per esempio fra io tanto che voi due siete qui. Quindi il fatto che alcuni ci sono delle persone che gestiscono questa cosa che si, come funziona proprio? Beh, diciamo che è abbastanza normale che ci sia qualcuno che nell'azienda ci deve lavorare. In questo caso noi abbiamo voluto nel nostro caso specifico, ma molto privilegiare quello che è il cosiddetto socio lavoratore nel nostro caso, che per il nostro abbiamo fatto proprio uno statuto particolare, variando alcune alcune clausole per mettere il socio lavoratore in una condizione di dividendo degli utili. Questo a parte i primi anni che sono di startup. Questo perché da una parte è una motivazione meglio si lavora piu' un ritorno economico e più io ho anche un ritorno economico personale e quindi la motivazione in più per fare i lavori il meglio possibile, anche in caso di sacrificio. Ovviamente dall'altra parte per una tutela. La tutela di chi investe che non c' è uno stipendio obbligato da un punto di vista che potrebbe, in caso di qualsiasi tipo di mancanza di problematica, creare un problema economico mandare in debito alla società nella società. Parto dal presupposto il nostro gatto in particolare di non poter andare in debito e questo ci permette, in caso proprio vada tutto male, il massimo di chiudere i rubinetti, come si suol dire, mettere in standby l'azienda senza perdere quindi eventualmente mettere in vendita l'azienda, senza che però ci sia un deprezzamento dovuto al fatto che ho fretta di vendere. Quindi io posso aspettare eventualmente dalla mano terzi, però aspettare di avere la giusta ricompensa del di quello che ho investito ovviamente sono situazioni limite che non vorremmo che non vogliamo raggiungere. Però abbiamo preso in considerazione anche questo proprio per avere la massima tutela. Voglio dire la cosa interessante gli ottanta soci, appunto mettere una quota possono avere i prodotti. Però diciamo é come se fosse casa tua questa casa di chi ci vive che io socio questo è il che dico vengo qua con gli amici a casa mia No, no, quello normalmente come se fosse casa vostra, quindi puoi dire non so Ah, ok. Ci affidano a un numero variabile da due a sei mesi. Dipende poi dalla capacità. Capito perché, come lo vorrei vorrei che passasse efficace. Devo fare il culo. Sì, però vivo in un casale pazzesco, ma infatti, finché ci sto ok si' si' si' quello sotto molti punti di vista il per quanto riguarda i soci lavoratori, ovviamente hanno un vincolo lavorativo nei confronti dell'azienda dall'altra parte hanno l'usufrutto del casale, del casale e di tutta l'azienda. In verità, quindi anche la parte produttiva è questo ci da da una parte maggiore motivazione ancora di più per fare la cosiddetta biodiversità o quella che una volta si chiamava agricoltura di sostentamento perché dovendo produrre per noi non possiamo produrre una monocultura perché non possiamo mangiare pomodori tutto l'anno e di conseguenza applichiamo in maniera molto più rigorosa quelle che sono le nostre produzioni senza trattamenti, perché siamo i primi interessati dall'altra parte abbiamo l'usufrutto, quindi è vero che prendiamo gli utili nel caso ci siano. Il fatto è che anche in mancanza di utili, in verità abbiamo bisogno di una quantità di denaro che è bassissima e quindi di conseguenza riusciamo a a sopravvivere anche sempre caso per un anno non dovremmo fare perché comunque bruciamo il cibo, produciamo noi tutto abbiamo l'usufrutto dall'altra parte è stato tutto il progetto che si è basata sul fatto che si é vero l'azienda mi paga tutte le spese, però in verità l'azienda non le produce queste spese perché i concimi li produciamo da soli con i cicli dei nutrienti all'interno dell'azienda il pannelli solari fotovoltaici danno tutta l'energia di cui abbiamo bisogno. Eventuali contributi, il solare termico e tutte le costruzioni ristrutturazioni che abbiamo fatto praticamente non ci fanno avere spese dal punto di vista del mantenimento anche soltanto termico della casa. Questo ci mette nella condizione si é vero, noi sfruttiamo tra virgolette l'azienda abbiamo l'usufrutto, ma allo stesso tempo in verità l'azienda non spende per noi. Questo ci dà la possibilità di avere delle spese, delle spese che sono minimizzate perché abbiamo visto, almeno per quello che abbiamo studiato noi, che visto che in agricoltura non si diventa ricchi, a meno che gli strani passaggi è in realtà l'unico modo per avere, diciamo, vedere degli utili un minimo sostanziosi è il fatto di minimizzare le spese e questo abbiamo fatto diciamo abbiamo preso in considerazione al contrario, quello che si fa nuovamente in un'azienda, quindi minimizzando le spese in partenza, ovviamente col capitale creato da un progetto si può fare un'azienda agricola normale non potrebbe farlo and parte già indebitata in partenza, quindi è difficile. Puoi fare certi tipi di valutazioni. Noi abbiamo potuto partire da zero e quindi progettare fin dall'inizio una cosa del genere, un secondo solo se mi muovo non mi riferivo alta l'altra volta così forse sta meglio la prova pronto sull'asse tossisco ogni tanto. Quindi qualora i i soci lavoratori non lavorassero, vediamo gli altri finanziatori, sostenitore e finanziatore sostituire perché quello che considerano un pochino per scontato. Ma almeno dai come funziona quello che ancora secondo me non si non si è capito bene questa cosa è entrato nel merito. Però proprio mi servirebbe che tu mi dici tra gli ottanta e voi due siete soci. Va bene. Uno dei due si è mai preso una quota ottanta soci? I finanziatori vengono per non parlare di come funziona tra gli ottanta o cento quello che è che non sono tutti uguali per quello specifico sempre perché dopo se vado dall'altra parte dicono di sentirsi dire un'altra cosa modello funziona che tra gli ottanta sono individuati alcuni che sono il promotore del progetto in sé esatto, che sono i promotori che vivono proprio vivono nel casale e lo cura qualora non dovessero curarlo potrebbero essere m i soci lavoratori per definizione sono soci anche loro. Quindi ha comprato una quota. Infatti si differenzia i soci lavoratori soci finanziatori, anche se poi il fine non è solo finanziatori ma diciamo per delineare la cosa, però i soci lavoratori, proprio perché sono soci anche loro e devono rispondere comunque tutti gli altri soci, in realtà se non fanno il loro lavoro lo fanno male o i soci semplicemente non sono d'accordo, possono essere ricambiati o comunque diciamo gli viene tolto l'usufrutto della società questa partita innanzitutto già da statuto se non fanno i lavori che sono tenuti a fare perché già da saluto è scritto in piu'. Comunque il caso di non gradire un mancato gradimento da parte dei soci c'è la possibilità di fare questa variazione. Ed è secondo me una cosa corretta perché tutela proprio tutti sotto tutti i punti di vista, non soltanto economico ma anche poi funzionale dell'azienda perché comunque si potrebbe non essere d'accordo o non funziona la cosa nel nostro caso, ad esempio, noi che siamo stati soci fondatori, siamo soci fondatori. Da una parte perché abbiamo creato il progetto in sé. Siamo quelli che adesso in questo momento lo stanno gestendo proprio che l'abbiamo creato noi. Questo non vuol dire però abbiamo dei diritti particolari sul funzionamento e sul proseguimento della società che siamo anche noi sottoposti alla decisione della società di cui facciamo si parte. Ma siamo anche noi abbiamo solo una quota proprio per evitare di essere dominanti nei confronti degli altri due, sia famiglia diciamo di solito sempre possibile che la persona ci lavori senza essere socio, lei no, lei non so se di fatto infatti è qua perché se facciamo coppia normalmente sei solo tu che se fosse un ospite no, facciamo e siamo a statuto. Quindi sì, a statuto sono io risultante. Però ovviamente si parla di nucleo familiare, è una verità, non è stata mai sottolineata, è prevista nel senso che l'abbiamo fatto quando si parla, anche perché vieni qua da soli un po' imbarazzante. Quindi in tre nuclei familiari ognuno aveva una copia. Esatto, quello è stato anche per dare la visione piu' limpida e trasparente possibile con gli altri soci. Se ad esempio avevo quattro quote l'altro quattro altro quattro poi tutti ne avevamo quattro. In verità gli altri venivano ma si spostavano le nostre decisioni. Perché comunque a livello aziendale, essendo un srl la decisione di prendere i soci, la maggioranza più uno dei soci, ad esempio una cosa importante quello che abbiamo fatto è che noi è vero che rispondiamo a livello legislativo con la maggioranza più uno dei soci per le decisioni. Ma proprio per il sistema é il tipo di progetto che abbiamo. Cerchiamo di avere sempre, come si dice, la totalità dei consensi da parte dei soci. Questo perché è stupido avere dei soci che non sono soddisfatti. Quindi si cerca sempre di mediare in qualsiasi condizione per avere la massima soddisfazione possibile. É un obiettivo che ci poniamo sempre, è anche per questo che poi si possono anche cambiare le cose e noi non possiamo essere dominanti come gli altri soci, perché nessuno deve imporre le proprie decisioni. È ovvio che dal punto di vista della gestione aziendale io ad esempio sono il presidente di questa società, anche perché è inutile avere un presidente esterno visto che tocchiamo con mano alla fine sono il contadino della società, però siamo solo il presidente. Come funziona? E posso prendere decisioni autonome soltanto per la gestione ordinaria dell'azienda tutto quello che esula dal business plan iniziale o comunque da un accordo tra soci, deve essere valutata in ambito all'assemblea. Qualsiasi decisione normalmente si' si ritrova una volta all'anno e l'assemblea del bilancio. Anche perché effettivamente siamo isolati. Non abbiamo soci in tutta Italia, non è così facile. Eravamo partiti da tre, quattro assemblee all'anno. Poi dopo la prima tutti ci hanno detto lasciamo perdere che è un po' improbabile. Si possono poi avere delle assemblee che lo chiamano straordinario. In verità sono ordinarie anche quelle. Nel caso ci sono le problematiche vanno affrontate in tempi magari più brevi, senza aspettare l'anno successivo del bilancio. Chiedo ancora una cosa qui entriamo nel merito della vostra storia. Badi Se vuoi possiamo ipotizzare. Un gruppo di persone vuole creare un gatto. Qual è il processo? Deve prima fare il business plan, individuare il terreno per creare scusa perché era un ghat. La procedura standard, diciamo così, è abbastanza semplice. Innanzitutto deve avere un un terreno di riferimento perché è inutile fare progetti e numeri senza sapere un valore, un terreno perché non si sa qual è, quindi già ci deve essere un treno di riferimento e poi si deve avere un progetto da applicare questo terreno. Da qui poi viene fatto tutte le valutazioni del caso per vedere se se è fattibile. Innanzitutto si è gestibile in diciamo dal punto di vista lavorativo, dal punto di vista economico, dal punto di vista del progetto Good things abbiamo visto che il progetto Ghat deve avere dalla parte dell'immobile una valorizzazione che debba essere almeno sessanta settanta per cento. Questo perché è la garanzia fisica del del del finanziamento dell'investimento che ci sono delle spese fisse che sia se un'azienda piccola se un'azienda grande, bene o male ci sono che sono le spese di gestione diciamo standard, attrezzature e via dicendo. Che però in verità non danno un ritorno economico. Un'attrezzatura si svaluta rapidamente, è un notaio, un commercialista, non hai neanche nessun ritorno. Quindi sono le spese che in verità ci vuole del tempo perché possono rientrare da questa cosa qua. Quindi se il valore dell'immobile è alto rispetto al resto, essendo fisse queste spese, ovviamente la cosiddetta perdita iniziale è minimale. Venti per cento quindici percento che poi nel tempo ovviamente va a diminuire. Se invece ci dovesse essere un progetto più piccolo in cui il valore terreno è minimale, in verità la possibilità di rischio che sono le spese diciamo non variabili, è troppo alta e quindi si metterebbe a rischio il capitale eccessivamente a rischio. Il capitale dell'investitore e quindi abbiamo visto che bene o male il valore di un'azienda Gatt della società Gatti che si crea è intorno al milione di euro mila euro in su sono tantissimi soldi, non ci si scappa. Sono numeri cui io ad esempio, personalmente non sono abituato. Però mi sono reso conto che effettivamente è vero, noi adesso possiamo garantire con un immobile praticamente tutta la quota, cosa che una società normale non riesce a fare. Però ovviamente abbia dovuto prendere sessanta ettari di terreno che per le coltivazioni facciamo non ci servono. Però ci dà anche una sicurezza di eventuale impatto esterno. Per adesso i nostri vicini o sono biologici o fanno pascolo, quindi non hanno un impatto negativo a livello inquinamento. Però il futuro non possiamo saperlo avere sessanta ettari che ci secondo soprattutto buona parte, buona parte almeno la metà circa di bosco e ci permette di avere una barriera effettiva con l'esterno. Quindi garantire quello che stiamo facendo. Un capitale iniziale. Avete acquistato il al casale? Lo avete ristrutturato. Se avete avuto ultimi anni vuoi che te lo metto direttamente del problema ristrutturazione o salta, ma poi entriamo nel capitale iniziale. Cosa abbiamo con il capitale iniziale? Quello del business plan che abbiamo creato? Ovviamente abbiamo cercato di mettere tutte le spese che possono essere preventivabili all'inizio quindi la ristrutturazione del casale, tutto quello i macchinari tre anni di stipendi, anche se non stipendi bassi, comunque garantiti proprio per la parte dello start up e tutti i soldi che ci servivano per modifiche, ma non so recinti. Pian piano comprare le piantine per gli ortaggi e le piante da frutta e tutto quello che ci serviva per la partenza è stato messo tutto insieme. È stato valutato nel nostro caso un milione centocinquantamila euro ed è stato diviso in dieci in cento quote. Scusa da undicimila cinquecento euro e noi le abbiamo vendute tutte entro un anno. Chi è quindi? Dal quarto anno l'obiettivo era che l'azienda si auto si auto mantenesse. Si'? Esatto. Il nostro obiettivo iniziale per il nostro progetto era quello di diventare un'alternativa per quello che è. Un sistema di coltivazione e di commercializzazione é però deve essere un'alternativa per essere, per essere tale deve essere funzionale. Quindi ci siamo dati tre anni sì tra i quattro anni di start-up per poi passare alla autosufficienza economica e non soltanto energetica alimentare che praticamente abbiamo già abbiamo. Purtroppo per inconvenienti di percorso che non vogliono essere valutati, abbiamo sgarrato bene o male di un anno. Quindi alla fin fine siamo entrati da quest'anno. Dovremmo avere degli utili ovviamente limitati, ma sono utili ancora. Una cosa è sempre fatto in generale magari lasciamola da parte per ora i problemi quindi sono sempre raccontare il modello, la domanda mi fanno sempre ma come mai la gente ha messo? Quindi è difficile capire perché hanno messo i soldi per me per primo. Nel senso inizialmente è stato soprattutto per un'idea noi i primi soldi. Io sono rimasto abbastanza stupefatto perché fino alle prime quote circa poco meno e i soci non avevo in mano praticamente niente. Abbiamo proprio su quanto la mia faccia l'idea che proponevo basta perché alla fin fine non c' era tra l'altro, era solo un'esperienza gatta finora, quindi neanche da dire era tutta questa base che potesse garantire qualcosa. Abbiamo visto che piace l'idea di fare qualcosa di diverso e il gatt abbiamo visto. Poi ovviamente varia molto da persona a persona per abbiamo visto che ha dato la possibilità a persone che non riuscivano o non potevano, diciamo autonomamente fare qualcosa. Abbiamo visto che piaceva l'idea di mettersi insieme e fare qualcosa insieme. Comunque essere dare un contributo per un qualcosa da cambiare. Ed è una cosa che mi è piaciuta molto. Io per primo non avevo tutta questa sicurezza che ci fosse così tante persone che avevano questi geni mentalità questo, ma ha sollevato il morale sotto molti punti di vista. E invece ci sono tante persone che tante volte non sanno come fare qualcosa e quindi avere qualcuno che diciamo ha gia' fatto la parte del come mette nella condizione di poter dare un aiuto decisamente superiore. Anche perché non tutti hanno le stesse esperienze o capacità. Quindi è giusto che si racconto, ma me lo sono inventato, la metto sempre. Tra le motivazioni principali di queste persone dico ce n'erano due una era quella che gli piaceva l'idea di fare qualcosa di ultimo i loro soldi e l'altro era che il mattone non tradisce. Quindi dice verso vero anche quello. Secondo te è corretto? È corretto? Più che il mattone lo puntiamo sul terreno. No, è perché noi puntiamo sulla home. Il non punta a salvare i termini della cementificazione. Quindi puntare sul mattone non è bello sul fattore già esistente? Si. Poetico e l'aspetto della garanzia è una garanzia? Esatto. Secondo te è corretto? Che giusto giusto, sono quelle che diamo noi. In verità devo essere sincero nella maggior parte delle persone il ritorno economico non è interessante. Non è che ovviamente vogliono buttare via i soldi. Però ho visto almeno parlando con i miei soci e tutto quello che interessa di più è che ci sia l'impegno a voler far qualcosa e si faccia il massimo possibile. In verità piu' di una mi ha detto non si è investito lì, non è per avere un ritorno. Però non vogliono buttare via i soldi, ma non tanto perderli proprio buttarli via nel senso metti nella posizione sbagliata, allora li lasciavano dov'erano prima questo invece ho visto che è molto importante per loro avere un e poi dopo sembra sempre da presuntuosi però avere una motivazione per fare le cose e sembra che non gliel'abbiamo data. Speriamo di poter mantenere la parola data. Finora ci siamo impegnati per farlo, quindi cominciamo a entrare un po' sulla storia proprio sul percorso. Quindi quando hai deciso di partire col ghat come hai fatto a trovare i primi soci? Poi quando quando è arrivata la tv che cosa per trovare soci? In verità ci siamo dovuti inventare tutto, nel senso che non ci sono esempi primari, cioè soltanto un altro gatto che però non è andato molto sull'onda della novità, cosa che abbiamo cavalcato anche noi. Ovviamente però in verità non c' è un metodo preciso di raccolta quote e quindi si fanno vari tentativi, anche perché non è il nostro lavoro. Vogliamo fare i contadini, quindi la cosa un pochino complessa e mettere in atto. Inizialmente come tutte le cose si punta su amici e parenti, quindi la base sempre familiare e negli ambiti di amicizia. Poi ovviamente non si possono accogliere cento quote in una cosa del genere e quindi si inizia a fare divulgazione. Inizialmente abbiamo puntato ad esempio fare incontri di spiegazioni perché abbiam visto che l'interesse, cioè ed è tanto il problema è farsi conoscere. Queste persone che sono interessate a tante persone non sanno, non sanno chi siamo e noi non vogliamo spendere soldi per fare una divulgazione di questo tipo, anche perché potrebbe essere deleteria per le nostre casse. Quindi in verità viene da sola se si fa, se si insiste si continua a fare divulgazione. Poi qualcuno, qualche giornalista o lo contatti tu o comunque ti contatta lui perché ha sentito questa cosa. La novità interessa sempre a noi. Ad esempio la fortuna è stata che a forza di evolvere nelle conoscenze, ampliare il parco conoscenza, se siamo arrivati noi di fronte, anzi è venuto la televisione da noi perché ci ha letto sui giornali e tutto e quindi incuriosita sono venuti nel nostro caso. Riccardo iacona di presa diretta è venuto a fare un servizio su di noi, sui gatti in generale è venuto si sia quistello qua da noi due gatti che esistevano e devo dire che la capacità dei media di andare a contatto con la gente decisamente superiore alla nostra e fortunatamente avevamo già raccolto quasi tutte le quote. Quindi è stato anzi un di più, purtroppo sotto molti punti di vista perché alla fin fine c'erano tante persone interessate che non potevi convogliare o dargli una possibilità che dopo che è passato Iacono, quante cosa è successo si'? Giusto per fare un esempio, la trasmissione di Ako è andata il ventinove gennaio, duemila dodici in onda è andata la nostra parte. Diciamo a quella parte finale in cui ci sono anche le note positive. Cosa c'e' di cinque minuti? In verità penso siano sui tre minuti e io sinceramente non avevo capito che era stato tutto questo. Mi sembrava un servizio abbastanza normale. Non me ne intendo, ovviamente alla mattina alle sei, quando ha aperto il computer per vedere se c'era qualcosa, avevamo già centoventi richieste di diventare i nostri soldi. In una settimana abbiamo raccolto circa ottocento cinquanta richieste. Abbiamo passato una settimana che praticamente due persone ero io al telefono e la mia ragazza al computer solo per riuscire a rispondere a tutte le persone. E tra l'altro siamo un paio di casi. Mi sono sentita anche insultato perché non prendevo i soldi. Queste persone sono abbastanza, quasi una decina di milioni di euro. Sì, diciamo che è un capitale potenziale di quasi dieci milioni di euro. Adesso, quando che è un po' impressionante sotto molti punti pensano di non poter realizzare progetti perché non hanno i soldi, ma per esperienza personale i soldi ci sono e sono molto di più di quelli di cui abbiamo bisogno noi o con qualsiasi altro tipo di progetto che possa essere, diciamo un po' idealistico come il nostro. La questione, appunto, far sapere alla gente che esistiamo. È ovvio che se facessimo invece di cento quote mille quote sarebbe tutto più semplice, Più difficile però dopo da gestire, perché ovviamente tante teste sono difficili da gestire. Cento persone in verità abbiamo tanto soci, quindi qualcuno prende piu' quote, sono difficili da gestire. Però è anche un livello in cui ci può essere una conoscenza personale, quindi diretta. Io conosco tutti i miei, mi vanto di conoscere e di parlare. Non dico normalmente, ma quasi con tutti i miei soci. Se fossero di più, però devo dire che sarebbe molto difficile quando si deve organizzare qualcosa in certe persone. Sono mesi che si buttano a cercare di mettere tutti d'accordo. Sono cinque anni che sei qua cinque anni, racconta ancora. In questi cinque anni il discorso Noi siamo entrati, siamo arrivati in azienda abbiamo comprato a fine giugno del Duemila undici e siamo entrati in azienda fisicamente a luglio duemila undici. Quindi avevamo un po' di fretta. Siamo messi a correre un po' dal praticamente un mese dopo agosto, duemila e undici il nostro tecnico, il nostro geometra, aperto le pratiche per la ristrutturazione. Lì purtroppo, come succede spesso in campagna, sono nate le prime problematiche perché non risultava tutto correttamente come doveva essere e quindi abbiamo dovuto perdere parecchio tempo per capire innanzitutto cosa potevamo fare, cosa dovevamo fare. La burocrazia purtroppo non aiuta e quindi anche lì sono una serie di problemi. Hanno allungato le tempistiche che hanno dovuto snaturare da quel punto di vista l'inizio del nostro progetto. Il progetto prevedeva l'agriturismo fin da subito che è una cosa che non ha bisogno di di crescere in una certa maniera, come le coltivazioni, che però veniva compensato nella parte soprattutto economica dalle coltivazioni che piano piano col tempo sarebbero andate a produzione e tutto il resto. Purtroppo abbiamo dovuto agire al contrario abbia dovuto aspettare quasi cinque anni. Adesso finalmente la struttura completamente pronta, però con una serie di ritardi e una serie di variazioni dei costi, perché la progettazione che avevano fatto di ristrutturazione non poteva non poteva più essere applicata. Abbiamo scoperto che le basi su tutti i punti di vista erano fondamenta, non esistevano e quindi, pur avendo tentato in tutti i modi di tre delle varianti, alla fine abbiamo avuto una porzione del casale, ad esempio abbatterlo e ricostruirlo completamente. Il vantaggio è stato che dovendo fare uno con una ristrutturazione totale si è vero, sono cambiati i costi perché ovviamente antisismica. Tutta una serie di lavori che non erano stati presi in considerazione ha dato la possibilità di lavorare sul nuovo e quindi non dover più mettere delle toppe a quello che c' era, ma rifare completamente. Tutta la struttura nuova è sempre stata ristrutturata, tutto con materiale naturale. Il tetto in legno, anche se la struttura esternamente sembra un tetto tradizionale toscana, in realtà completamente in legno ad alta coibentazione si va dai sedici centimetri di sughero nel tetto principale, sedici centimetri di lana di roccia alta densità in quello che abbiamo ricostruito. Ma a parte il casale centrale, la parte centrale che il casale antico, che ovviamente non si poteva comprare mettere un cappotto su sessanta centimetri di muro in pietra l'abbiamo fatto però tutto il resto abbiamo commentato internamente il casale in maniera dare una un effetto visivo decisamente superiore. E abbiamo visto che le rese anche dal punto di vista dei consumi. Noi siamo già autosufficienti dal punto di vista energetico perché produciamo l'energia la parte termica, la compensiamo con la legna che abbiamo tentato di boschi, quindi non intaccano minimamente il nostro patrimonio legnoso. Dall'altra parte pur avendo la legna. Riteniamo abbastanza stupido utilizzarla per forza di cose, quindi abbiamo fatto in modo di consumare il meno possibile. Adesso in verità il problema è il contrario, che spesso e volentieri non ci conviene accendere il camino perché fa troppo caldo in casa non abbiamo preventivato, però abbiamo visto il. Quello che ci interessava era non mettere in condizione elettori d'estate, ad esempio con una conversazione che abbiamo in estate. In verità sta benissimo senza condizionatore e questo è un vantaggio enorme sia di spesa mancata, sia appunto di presentare qualcosa che funziona non soltanto come spesso si fa a parole, ma coi fatti. Devo dire che abbiamo avuto le nostre soddisfazioni, ci è voluto più tempo del dovuto, più spese del dovuto. Però alla fine il risultato direi che è abbastanza buono. Dai non ci si può lamentare quello che puoi dire senza avere problemi legali. Se vuoi dirmi il fatto che moltissimi lavori tante abbiamo cercato di fare, di abbassare le spese, il piu' possibile per quanto riguarda lavorazione ovviamente lavori di statica, strutture portanti così non le abbiamo neanche toccate, sono dei tecnici modulatori tutto tutto quello che potevamo fare noi aiuti, agganci o qualsiasi altra cosa che non fosse legato appunto a una professionalità di sicurezza piu' che altro li abbiamo fatti noi, quindi da montare i rubinetti a tutto quello che poteva essere fatto in sicurezza l'abbiamo fatto tutto noi, quindi abbiamo avuto dei grossi risparmi in più abbiamo lavorato molto con internet, abbiamo usufruito, vabbè delle competenze della mia compagna che comunque un energy manager, quindi aveva tutto sott'occhio da quel punto di vista. E ovviamente abbiamo anche preso esempio serramenti, comunque a prezzi decisamente più bassi di quelli che sono i prezzi di mercato. Abbiamo avuto dei grossi vantaggi, abbiamo ristrutturato un prezzo decisamente più basso. Noi siamo inferiore ai mille euro a metro quadro, pur avendo una struttura che la parte nuova dovrebbe essere quasi in classe più quindi con tu prima di venire qui. Eppure, pur essendo i miei studi basati, appunto, sono perito agrario e mi sono laureato in scienze naturali. In verità, come lavoro facevo il mio hobby, cioè il computer. Era un consulente informatico nell' era tra l'altro in cui era una buona fortuna a fare il consulente informatico. Se lavoravi bene, quindi senza grandi problemi economici e mettiamo la ricevuta perché in verità non riuscì a sopportarlo. Io ero un rappresentante a livello di tutto il centro nord Italia, facevo consulenze tutto il cento novità, quindi giravo molto. Inizialmente era bello, vedevo sempre posti nuovi, io facevo strade alternative, quindi riuscivo a vedere tanta campagna, tante locali, luoghi naturali perché mi sono sempre piaciuti. Il lavoro mi dava il denaro che mi serviva per vivere, per portare avanti alcune mie progetti. Il problema è che col tempo le strade erano sempre uguali, poi alla fine sono sempre le stesse, ma soprattutto ero sempre seduto su una macchina o su un treno o su qualsiasi altro mezzo di trasporto ed ero sempre in giro. Io ho visto che non era quello che volevo fare. Si' mi dava soddisfazioni economiche, ma col tempo anche il computer. Raf infine poi una volta capita la procedura è sempre la stessa cosa e non mi dava soddisfazioni l'agricoltura, visto che mi piace è vero, non riesci mai azzeccare una perché tanto comunque il tempo fa quello che vuole la natura risponde come vuole lei, però ti dà sempre soddisfazioni e soprattutto non ti tradisce mai. Cosa che sul lavoro e tante altre cose purtroppo non posso avere la stessa cosa. In più a me piace, quindi è abbastanza patetico, semplicistico. Forse però io mi trovo benissimo, io non sarei qua se non ci fosse stata lei. Quello abbastanza uno, perché da soli è un po'. Difficile affrontare una cosa del genere, probabilmente, almeno per quanto mi riguarda, ma poi perché è un sostegno e una condivisione che da solo non avrei potuto fare. Eppure ha lavorato alla sì. Lei era lei progettava impianti termo tecnici e un geometra in uno studio e poi ha fatto specializzazioni come anamnesi manager. È tutto perché comunque abbiamo sempre perseguito certe cose, nonostante non fossero le nostre primarie interessi all'inizio e quindi abbiamo semplicemente spostato quelle che erano le nostre conoscenze da una parte, pur non lavorative, su un impianto lavorativo che ci potesse dare soddisfazione. La cosa ha cominciato a coltivare la terra non l'avrei mai fatto l'avevo già fatto io ah, scusami, è vero, io ho gia' lavorato la terra. Diciamo che ho fatto la mia esperienza circa ormai sono quasi quasi quindici anni fa io avevo iniziato a mettere a cercare di mettere in pratica quello che nelle mie idee sulla coltivazione, questo già ai tempi della agraria. Quindi stiamo parlando di parecchi anni fa in cui però il biologico era piu'. Era visto più come un'utopia che una realtà è col tempo l'utopia è diventata molto una realtà. Però io sono sempre stato un po' esagerato le mie cose. Quindi invece il biologico volevo fare qualcosa di puro al cento per cento. Poi scoperto che invita qualcuno lo stava già facendo. Ovviamente ho approfittato delle conoscenze già acquisite che però ha messo in pratica. Ho avuto la fortuna di vivere in provincia di Modena per dieci anni prima di venire qua in cui ho applicato i sistemi di coltivazione naturale con le modifiche che volevo io, ovviamente per il mio interesse e una volta visto che funzionava, hanno iniziato a decidere di cambiare vita e applicarlo come lavoro noi e soprattutto in pianta stabile metodo di coltivazione attuale. Si riferisce qualcosa di specifico spingere un approccio? Inizialmente è stata una una una visione dovuta ai miei studi. Io ho fatto studi di agraria per integrare, in cui mi hanno specificato cosa avrei dovuto fare per coltivare e poi ha fatto studi di scienze naturali in cui invece ho imparato come sono i cicli naturali veri e propri, senza nessuna applicazione. E ho visto che si poteva vedere anche in un altro modo sfruttare questi cicli naturali per avere un risultato senza dover cambiare le cose. Poi il grosso del mio cambiamento mentale, del mio approccio mentale è stato dato dalla prima cultura. Scoprire che esisteva permacultura per me non è stato scoprire qualcosa di strano, ma vedere che qualcuno aveva gia' fatto i miei ragionamenti, quindi ha risparmiato un sacco di tempo. Quindi ma ma soprattutto mi ha risparmiato il tempo delle prove, perché le idee possono essere uguali, ma finché non le prove poi non puoi dire che funzioni. Loro avevano già provato, io sono iniziato a leggere tutti i libri che trovavo. Tante cose sono praticamente inutili, perché dopo inizia a scrivere tutti di tutto. Però ho visto anche tante cose intelligenti e usato soprattutto gli spunti che mi tornavano comodi. Io cerco di progettare dal punto di vista la permacultura, quindi con una progettazione che abbia un senso e poi applico sia l'agricoltura naturale di fuoco, ad esempio che anche lui ha avuto parecchi problemi iniziali. Quindi io cerco di evitarli passando subito al dunque con quelle che sono le mie conoscenze personali per applicare una razionalizzazione, perché comunque non devo soltanto vivere con la mia famiglia, che sarebbe molto più semplice, ma devo fare anche un fatturato perché comunque abbiamo un srl, una società di capitali che per legge deve fare fatturato e e quindi devo razionalizzare un pochino le mie forze perché non posso andare in giro per l'azienda sessanta ettari a cercare i pomodori. Devo sapere dove sono e devono essere in una posizione che si accomoda per la raccolta, quindi cerco di avere, di razionalizzare il tutto. Però, pur partendo sempre dagli stessi concetti e questo visto che comunque ci dà dei risultati. Certo non riesco ancora a fare la mancata lavorazione dei terreni, anche perché col terreno che abbiamo un po' difficile. Effettivamente però cerco di avere il minor impatto possibile. Abbiamo scelto questa zona e questo posto in particolare proprio che ha un'altra naturalità e questo ci permette di usufruire di quello che il bilanciamento naturale delle cose che natura succede? L'equilibrio naturale c'è già facendo il minor impatto possibile. Quindi la natura in verità mi fa i trattamenti e i lavori che avrei dovuto fare io io ho semplicemente piano piano, mi inculo la natura portando ad abituarsi al fatto che io ci sono, però sfruttando quello che in verità c' è già anche il bosco, ad esempio, ha un'utilità enorme da questo punto di vista perché compensa parecchie degli errori che faccio come al solito piu' fai più sbagli, quindi io cerco di fare il meno possibile e di sbagliare il meno possibile. Poi al resto ci penserà la natura di vari errori a compensarli un top che sarebbe possibile al di là della fatica. E quello che dobbiamo fare di darti un ma relativa a parte la seriamente se io per dirci altre tre persone vogliamo fare un gatto ma la nostra zero a livello agricolo secondo me saremmo in grado oppure bisogna avere per arrivare a fare un progetto. Per questo bisogna comunque aveva già fatto anni dispari come hai fatto molto caso, ma per iniziare un'azienda agricola in generale, a prescindere che sia un gatto o meno, un'esperienza agricola in minima esperienza sarebbe utile. In realtà adesso liberi nozioni si possono trovare ovunque, quindi l'importante è non strafare, non partire subito da un qualcosa di gigantesco che poi non è gestibile sotto nessun punto di vista, soprattutto per chi non ha esperienza l'esperienza. In verità, se qualcuno ha fatto un orto ce n'è già abbastanza, è semplicemente ingrandire. Io, come dico sempre quando quando faccio i corsi o cose del genere, ad esempio se si parte in un orto e non sai come metterlo in grande in tanti piccoli, alla fin fine chi gestisce sempre nello stesso modo, certo, poi dopo piano piano vedrai che perdi un sacco di tempo a gestirli così e quindi cambierà il tuo modo di porti. Ma comunque la terra lavora da sola, non ha bisogno di qualcuno che lo faccia per loro. Il problema è riuscire ad avere dalla terra quello che in verità ci interessa e questo l'esperienza che ti devi fare sarebbe sempre meglio che ci sia qualcuno che quantomeno ti possa fare da guida puo' aiutarti in caso di bisogno perché comunque partire da zero quando l'esperienza cioè non è una mossa troppo intelligente o senno' farsi l'esperienza. È ovvio che quando io per primo, anche se non avessi avuto esperienza, quando ho avuto la possibilità mi sarei lanciato. Comunque avrei solo perso piu' tempo. Adesso se non ti scoccia vorrei parlare comunque anche un po' problemi anche, ma io non mi nascondo, quindi non è un problema. Al massimo tagliate a mano il video dura quattro minuti, non ci sarà questa parte ci serve. Hai detto più volte anche del fatto che tanta gente viene qui per essere scappata con me. Si è secondo te al di là dei casi più iniziate, la leggenda in persona in buona fede qual è? Tu consiglieresti per esempio famosi giovani di andare e tornare alla campagna? Oppure secondo te un innamoramento? Qual è il filtro tra questo? Se lo sapeva? Se lo sapessi avrei i soldi. Se lo sapesse avrei solo i miei problemi comunque, eh? Io reputo per esperienza personale semplice vivere in campagna, più difficile entrare nell'ottica che cosa vuol dire vivere in campagna? Dipende sempre cosa si cerca? Noi abbiamo fatto un progetto che è particolarmente legato alla natura quindi purtroppo bisogna dimenticare tante cose imparate in città o fuori. Bisogna partire, presupposto che non si puo' fare la stessa vita. Noi abbiamo tante comodità, quello non lo metto in dubbio. Abbiamo internet, abbiamo cosa che si usa normalmente, però l'approccio deve essere diverso. Abbiamo una realtà, noi siamo parecchi isolati, quindi bisogna partire dal presupposto quando si entra in realtà di questa che tante cose devi saperle fare tu o imparare a farle perché ovviamente non si può saper fare tutto. Però si può imparare a fare tutto. E questo perché sennò non riesce a gestirla. Abbiamo visto nelle esperienze che abbiamo avuto qua che tante persone vedono in maniera troppo idilliaca e bucolica la campagna e poi quando arrivano si scontrano con la realtà c'è. Tanto lavoro, tanta fatica, fatica che per chi come me non lo vede come un lavoro relativa. Alla fin fine, quando prima facevo molta meno fatica a livello lavorativo, poi andava in palestra allenarmi. Adesso lo faccio. Sento di andare in palestra dopo, quindi alla fin fine unisco le due cose. È ovvio che quando si fanno cose ripetitive sono noiose, ma nella vita penso che ci siano abbastanza cose noiose da accettare. Il fatto stesso è che forse la parte piu' difficile accettare è che il clima non segue quelle che sono le tue programmazioni. Io tutti gli anni tutte le volte insisto a programmare i lavori tutte le volte insisto a cambiarli in corso d'opera perché comunque piove troppo, troppo tardi, troppo presto è cioè un'inondazione c' è qualcosa che salta in maniera sbagliata e quindi automaticamente devi adattarti. La capacità adattativa è importante, anche se non siamo più abituati. Chiusi in casa in città, ad esempio l'abitudine aprire, come dico sempre io, un rubinetto, essere convinti che l'acqua esce danny automatico per per magia ti fa perdere il contatto con la realtà che se piove spesso e volentieri è utile se piove troppo è inutile quando si è chiuso in una casa, una città comunque in cui la naturalità si è persa quasi completamente, è difficile rendersi conto di queste cose qua devi stare attento, un po' tutto in campagna. Devi stare attento, un po' tutto in città, ti abitui a stare attento a tutto quello che non ti serve è difficile da questo punto di vista. Io sono convinto che i giovani possono fare la differenza e che l'agricoltura è un qualcosa per giovani e i vecchi non ce la fanno più e quindi di conseguenza proprio che non ce la fanno più. Si devono adattare a usare molto di più mezzi agricoli, ad adattarsi alle comodità di cui non hanno mai avuto bisogno prima perché erano giovani, è più facile quando sei giovane. I nostri giovani purtroppo secondo me non sono più abituati a fare certe cose. Sono alcuni giovani, sono abituati a lavorare e quindi non hanno tendenzialmente grandi problemi. Ci sono diverse anche le interazioni con la società quando vivi va bene nel nostro caso isolati, ma comunque quando vivi in campagna devi passare tutta la giornata in campagna. Poi è difficile avere dei rapporti sociali, di un certo tipo espresso volentieri. Vedi soprattutto nei giovani, nei più giovani che questo è un qualcosa che ti pesa. Noi abbiamo visto per esperienza che per un mese e mezzo qua l'idillio e l'ho messo sotto molti punti di vista, per me sempre pero'. Dopo un mese e mezzo subentra la routine, subentrano la visione di quelli che sono anche i difetti se si possono chiamare così di una vita come la nostra che bisogna prendere in considerazione prima per evitare problemi dopo. Questa è la parte più difficile. Però è anche difficile poi capire come ognuno di noi è diverso e quindi ognuno di noi poi reagisce in maniera diversa. Io sono partito dal presupposto che sapevo che avrei trovato problemi, anche se speravo ovviamente di non farlo e quindi conseguenza mi sono adattato ad esempio in inverno è come essere dispersi sulla luna non c' è niente nessuno e spesso e volentieri, anche se poi da fare e trovi sempre potresti avere giornate in cui non riesci a fare tanti lavori perché piove troppo, fa troppo freddo o fai solo dei danni e devi essere. Secondo me la cosa importante é essere in pace con se stessi e allora riesci a vedere a vedere bene quello che c' è fuori. Se non va bene con te stesso. Al primo momento in cui ti devi confrontare con te stesso e inizia alle difficoltà, sei veramente più faticosa la vita. Il senso fa pensare alla vita chiaramente qual è una fatica fisica, però che la vita d'ufficio non esaltarti, è più stressante, secondo te Quindi è oggettivamente più faticoso, sempre centro affatica diversa la vita tra virgolette quella che ormai è diventata la vita, la vita in campagna, che secondo me quella reale sono diverse. La fatica fisica, in verità è una questione di abitudine. Una volta che ti abitui a fare fatica, in verità non la senti? Sì, certo. Quella volta che fai dodici ore a caricare pietre ovviamente la senti comunque in verità il tuo corpo, almeno per esperienza in poi, dipende dall'età pero' tre mesi, due tre mesi Il corpo si abitua alla tensione fisica. In verità, quando fai uno sforzo fisico, comunque il tuo corpo reagisce producendo il loro fine, quindi dà soddisfazione a prescindere che effettivamente ce l'hai. Quindi uno stato di benessere c' è sempre quando lavori in città, soprattutto in ufficio, lo stress mentale e naturalmente non si abitua lo stress, anzi peggiora di momento in momento, perché rimane sotto tensione troppo il muscolo. Comunque questo non lo fa sempre. Con la fatica fisica subentra più naturale un ciclo di riposo che sfrutti molto di più con la fatica mentale? No, spesso e volentieri si ha difficoltà a dormire, nonostante sia stanchi, proprio perché il tuo cervello ormai non ce la fa più. Certo, quando ci sono le preoccupazioni anche qua non è, ma non è la stessa cosa. Sono comunque molto meno pesanti. E poi comunque il fatto di fare movimento fisico, attività fisica, appunto con la produzione di endorfine, anche i problemi sembra un po' di più leggeri, anche se poi non lo sono. Però lo stress mentale riesce a influenzare e entrarti dentro in maniera molto più leggera. Quindi il mio punto di vista personale è molto, molto meglio fare questo genere di lavoro. Uno perché risparmi sulla palestra per ma poi perché soprattutto mi fa stare meglio. Questo mi ha fatto era una delle cose che mi ha fatto, prende la decisione di farlo. Sapevo che sarebbe stato faticoso fisicamente e che non potrò fare in eterno questo genere di fatica. Però sicuramente se abito il mio corpo posso farlo per tanto tempo e reagire in una certa maniera. Se non lo abituo non riusciro' mai iniziare. Infatti, per quello che dico è meglio che iniziano i giovani, i giovani ha la possibilità di allenarsi tra virgolette a fare questo lavoro. I vecchi vecchi, gli anziani non possono farlo perché voi state ancora provare che probabilmente questa cosa l'avete No, no, noi siamo sempre alla ricerca di qualcuno che voglia venire qua con noi. Ovviamente abbiamo cambiato le regole per venire qua da noi ci vuole un periodo di prova di almeno due mesi, anche perché mai, visto che tanto il limite quindi si vede abbastanza velocemente, perché comunque la convivenza non è facile. In un posto isolato come questo si possono fare corsi e concorsi quanto si vuole. Però se si hanno delle difficoltà intrinseche, poi peggiora tutto e quindi rende tutto più difficile. E noi non abbiamo bisogno di peggioramento da questo punto di vista l'unica problematica, vera e propria che ci mettiamo prendiamo in considerazione quella economica, cioè deve essere sostenibile. La venti nuove persone deve essere sostenibile. Noi vorremmo che fossero soci, lavoratori che vivono qua con noi, se sarebbe bello ci fosse le persone del posto che hanno possibilità di andare avanti indietro, perché comunque il contatto non è così prolungato nel tempo, pur lavorando sempre insieme. Quindi se la possibilità di staccare ogni tanto che abbiamo visto che piu' per abitudine, che peraltro è meglio, é anche vero che comunque stiamo sempre stiamo sempre cercando delle persone che vengono qui con noi e che possono condividere, anche perché prima o poi io devo staccare uccidesse qualcuno che per il mio posto vogliamo dire due parole, ma che non è un problema, non è un problema. Il progetto gatta scar sano è nato con un gruppo molto più numeroso. Eravamo in tre copie, quindi sei persone ovviamente. Inizialmente ovviamente c' era anche molto più lavoro, perché c' era da rifare un'azienda intera grasse mi ha abbandonata l di una da una parte le difficoltà e dall'altra parte il fatto, appunto di non abituarsi alle nuove condizioni, alla fine ha fatto in modo che alcune persone si allontanassero e quindi siamo rimasti stabili. Una coppia che la mia copia, ovviamente, che abbiamo messo su anche famiglia con una figlia è però ci sono spesso e volentieri delle persone che vengono qua e fanno i tentativi, speriamo sempre che vadano a buon fine di stabilirsi qui con noi o comunque spesso e volentieri. Invece sono proprio periodi di tempo che si prendono le persone per imparare a vivere in campagna, che noi facciamo anche dei corsi per fare questa cosa qua però è una settimana, una settimana vacanza. Quando inizia un periodo prolungato le cose cambiano perché vediamo anche l'altro lato della medaglia che deve deve piacerti. Alla fine lo devi fartelo piacere, che è diverso. Grande difficoltà è la più grande soddisfazione in questi anni. La più grande difficoltà che ho avuto è accettare il fatto che non riesco a capire la burocrazia ed è per me una cosa Io ho una mentalità scientifica, quindi per me è sempre tutto deve essere un'azione reazione e con la burocrazia. Purtroppo questo non succede e per me è veramente difficile riuscire anche accettarlo. La più grande soddisfazione è vedere che questa però lo sapevo già, perché ho già fatto esperienza. D'altra parte che con l'impegno e i risultati arrivano sempre, ci mettono più tempo, ce ne mettono meno. La soddisfazione personale più grande è vedere che le persone, nonostante le difficoltà che abbiamo incontrato, in verità ci hanno sempre cercato di aiutare. I nostri soci, ovviamente cercato di aiutare invece che ha cercato è di spronarti, magari per fare qualcosa di diverso. Hanno sempre cercato di avere pazienza, di aspettare anche loro il momento più propizio di vedere quali erano effettivamente i problemi, come risolverli. Ed è stata per me una grande soddisfazione, perché io sono sincero, non avevo tutta questa sicurezza nel genere umano, come si suol dire in me per primo. E invece ho visto che io da una parte sono molto più resistenti di quello che pensavo, che già comunque mi reputavo abbastanza resistente e ho visto che le persone sono degne di fiducia e questo per me è importante. Questo non ti ho chiesto se uscito, però magari dimmi pure cosa fai qua? Coltivo le api, noi eravamo partiti. Il nostro progetto partiva da un aspetto più olistico di quello che è adesso per quanto riguarda la parte produttiva, anche perché volevo vedere da una parte cosa veniva meglio, perché comunque veniamo ad altre realtà, anche climatiche e quindi dovevamo adattarci noi e adattare i prodotti che riproducevano e poi vedere qual è la parte commerciale che ci poteva essere usata meglio sul territorio. Abbiamo visto che dal punto di vista climatico dobbiamo passare a qualcosa di che abbiamo un consumo di acqua soprattutto molto minore, perché è sempre più lunghi, diventi periodi di siccità e comunque delle preoccupazioni da quel punto di vista idrico. E quindi stiamo passando a produzioni che sono apprezzate tipo lo zafferano l'olio il miele, che però hanno bisogno di molto meno consumo d'acqua. Stiamo valutando stiamo prende in considerazione da quest'anno partiremo con le aromatiche che comunque sono sempre piante che hanno poco bisogno d'acqua eh vorremmo, anche se quella è la parte più difficile invece sfruttare quello che è il prodotto naturale, che però è molto più difficile non tanto produrlo quanto venderlo, mentre sul mercato le persone tendenzialmente non lo conoscono e quindi è difficile avere creare un mercato a questo punto di vista. Ma facciamo un conteggio molto semplice il delle erbe di un campo non coltivato sono commestibili, quindi in teoria e producono molto di più di un orto dal quale io tolgo le erbacce come suo dire, per favorire la produzione di un solo prodotto in un campo come questo io potrei mangiarci senza grandi problemi. Non devo coltivarlo, non devo farlo, non ho consumi e soltanto dei ritorni. Il problema è che quando lo vado a vendere il mercato ormai si è strutturato in maniera diversa. Quindi non recepisce il prodotto, tanto per dire l'idea spesso e volentieri a ma ce l'ho anch'io nel mio nel mio campo e quindi non lo voglio. Però tu non lo mangi perché non sai cos'è e invece io ti do la possibilità di farlo in piu' toglieresti un sacco di problemi. È una questione mentale della produzione. Ad esempio, per quanto mi riguarda gli agricoltori non dovrebbe produrre gli ortaggi, quello si fanno un orto di casa sul balcone, dovunque vuoi, anche in cucina. Se vuoi dovrebbe produrre tutto quello che ha bisogno effettivamente di un grande spazio, dai frutteti ai seminativi a largo spettro che purtroppo ha bisogno di terreno per farlo. Ed è giusto secondo me visto il coltivatore l'agricoltore ha il terreno, lo sfrutta in questo modo gli allevamenti eventualmente per chi è li considera una cosa da fare o meno. Gli articoli secondo me sono un grande spreco di energia per chi lo fa a grandi produzioni, oltre al fatto che alla fine per venderle poi fai spesso e volentieri dei sotterfugi o coltivi in serra per averli tutto l'anno che però non è quello che è una cosa naturale. Di conseguenza poi bisogna ripartire quei trattamenti, le concimazioni e tutto quello che in verità si cerca di evitare no no poi l'ultima, cosa che vediamo soprattutto che cos'è per l'italia che non so, ma mi ha detto che c'è brutta gente che c'è dietro a non registrare che l'italia che cambia le cambia. Per me l'italia che cambia per me é una speranza. É un sogno sotto molti punti di vista e mi piace l'idea di poter far parte di un'italia che cambia. É però spero che tante persone mi dimostrino che si possa cambiare anche in tanti altri modi. Ovviamente per quanto mi riguarda sono tutti legati all'ambiente e alla possibilità di vivere in un territorio migliore. Però non cambia soltanto per quello, deve cambiare sotto tanti punti di vista. Spero che nei giovani e nelle persone che portano avanti questi progetti ci sia sempre più consapevolezza e più aiuto da parte di chi, in verità si adatta a quello che si trova intorno. Spero che le persone che si adattino cambino e che l'italia che cambia sia fatta da italiani che cambiano non è il paese che cambiano, le persone cambiano. Se cambiamo tutti secondo me i risultati li raggiungiamo e secondo me sono anche bei risultati. Io posso dire dal mio punto di vista che il mio esempio è buono. Io sono soddisfatto, spero che lo possano essere anche tutti gli altri. Specifico che vuol dire? Perché, cioé figa in giro ha proprio l'italia che cambia quindi a intanto il nome e cognome Cesare Anselmi. Cosa scriviamo? Tutto. Come si chiama? L'azienda anselmi, azienda agricola il presidente di presidente? No, sono il titolare unico titolare. E questo è tanto è per tranquilli. Allora gli indici dove ci troviamo sia geograficamente. Ma soprattutto poi l'azienda è cosa fai qui? Insomma, libero tu poi ti faccio delle domande. Tu fatti. Allora ci troviamo a Rossano, in provincia di Cosenza. È un nuovo comune. Corigliano Rossano località Rossano è l'azienda, è dove ci troviamo. È un un progetto che praticamente è la mia attività. Dove io svolgo, svolgo la mia. La mia attività agricola con la produzione principalmente di olive, eh e agrumi è dove poi abbiamo inserito all'interno dell'azienda questo nuovo progetto che ha una sua connotazione Bihor tilia dedicandolo esclusivamente alla vendita alla produzione e quindi alla vendita diretta locale di ortaggi e verdura certificata invio cambia la figlia piccola Mhm, cinque stelle un Il nome del progetto è il nome del progetto. Esattamente, eh? Facciamo un pochino di storia. Quindi il fatto che è un'azienda familiare che hai studiata a Catania è tornato qui e ha preso in mano Sì, okay. Eh, vabbè, parto tipo l'azienda della mia famiglia, dei quando è nata anche solo il decennio è il decennio. Parliamo del dopoguerra. Prima era in crisi, i miei nonni hanno acquistato le proprietà e poi ok breve ok, diciamo sostanzialmente che l'azienda che possiamo dire? Così i miei nonni acquistarono questi. Sì, sì, sì, va bene, ma i miei genitori l'hanno fatto, ma a livello un po' balistico io ok, okay ah, vabbè, possiamo dire che comunque le attività dell'azienda è con me, è la terza generazione perché prima i nonni, poi genitori che conducevano l'azienda sempre per reddito agricolo, però non era la loro attività principale e poi io invece sono subentrato come terza generazione, dove ho fatto l' attività principale dedicandomi è a trecentosessanta gradi a quella che è la vita in campagna e quindi all'attività agricola l ritornando qui per per dedicarmi all'azienda agricola, dopo aver trascorso un periodo di studi fuori in Sicilia, a Catania, e aver studiato comunque materie attinenti è la la dell'attività agricola scienze e tecnologie alimentari. E poi ho deciso di ritornare e quindi di prendere in mano quella che era appunto all'azienda di famiglia e di dedicarmi a trecentosessanta gradi a alla coltivazione, alla conduzione del fondo che hanno i iniziato alla in regime nel duemila dodici io ho iniziato a lavorare, ho iniziato a lavorarci a regime dal duemila dodici L'azienda è costituita a partire da quell' anno è prima hai accennato per un'introduzione olivi e orti meglio il progetto ok all'attività l' attività dell'azienda è prettamente olivicola e agrumicola, anche se adesso abbiamo deciso un po' di convertire le cose, quindi ci saranno sviluppi e progetti futuri. È quello che da un po' di anni viene svolto in azienda come progetto voluto e quello appunto di Bihor, Tilia, Bihor Tilia nasce come progetto per la coltivazione e la vendita diretta di ortaggi e verdura certificati biologici dedicati alla VI alla piccola vendita locale dove noi all'interno dell'azienda. Accogliamo i nostri clienti che attraverso la vendita diretta vogliono venire a scegliere i nostri prodotti, quindi ad acquistarli direttamente e ad avere consapevolezza anche di quello che facciamo perché a parte comprare quindi da semplici acquirenti, vengono qui anche a vedere un po' quello che facciamo come lo svolgiamo a raccontare loro l' attività che ogni giorno facciamo nell'orto, si', l'orto biologico, Bihor. Tilia quindi come attività dell'azienda come progetto aziendale e è un orto certificato biologico, quindi con la certificazione biologica di tutti gli ortaggi che noi produciamo, così come le verdure che produciamo, così come tutta l'azienda in generale è certificata biologica è quello che noi riusciamo a fare oggi un po' per passione e avere per l'orto un approccio biodinamico, ovvero avere rispettare quelli che sono un po', i calendari biodinamici dei trapianti e degli interventi ed avere anche la possibilità in azienda di autoprodurre ci è alcune sostanze che vengono utilizzate in via dinamica come i macerati di equiseto, di ortica e di altri. Come ha incontrato la biodinamica e la biodinamica l'oim? Ho incontrato la biodinamica, un po' a livello di passione personale, cioè anche attraverso lo studio, la conoscenza e mi sono approcciato e mi sono appassionato a questa a questa disciplina e quindi ho voluto un po' iniziare a svilupparla con un approccio molto è molto empirico, è però em cerco, cerco di sviluppare il più possibile e riuscire in futuro. Chissà a convertire tutta l'azienda in biodinamica senti che sei partito ufficialmente nel duemila e dodici. Comunque appunto, arrivavi da fuori tra virgolette, essendo cresciuto qui e come ha accolto la comunità come accolto soprattutto la novità degli York é stato facile, difficile come come sta andando e come è andata, soprattutto all'inizio questa sperimentazione, ok, ovviamente ritornando e decidendo di riprendere in mano un po' l' attività agricola e quello che è un po' da queste parti per vocazione è il territorio, quindi abbiamo molta vocazione agricola. Per quanto riguarda il mio approccio é quindi le prime esperienze, avendole vissute indirettamente da bambino è poi prendendo in mano la situazione o messo in pratica un po' non solo le esperienze, ma anche poi le conoscenze che ho fatto. Quindi all'inizio è stata un po' dura riprendere in mano un po' tutta la situazione riprendere le redini dell'attività agricola che comunque si svolgeva già in azienda e poi apportando quelle che sono un po'. Le le novità, quindi attraverso l'orto per esempio. Invece la risposta è stata abbastanza è subito positiva, perché comunque è stato subito entusiasmo e quindi il progetto è piaciuto sin dall'inizio dove vende i suoi prodotti sia fuori dell'orto. Allora, per quanto riguarda i la vendita dei prodotti ricavati dall'orto è prettamente a livello locale, quindi come vendita diretta. All'interno dell'azienda invece per quanto riguarda l' attività generica dell'azienda con la produzione di olive quindi di olio e di agrumi con una piccola trasformazione in marmellata riusciamo a analizzarli in canali italiani e qualcosa riusciamo anche iniziamo a canalizzare la anche all' estero, quindi anche questo per quanto riguarda la produzione dell'orto quindi del progetto bihor tilia. Sempre a livello locale riusciamo a canalizzare molta della produzione attraverso i gruppi d'acquisto e iniziamo ad avere anche delle richieste, sempre a livello locale per vendita diretta di ristorazione che comunque vuole acquistare un prodotto locale per poi declinarlo nei propri piatti com'é vivere qui vivere qui è bellissimo ritornare soprattutto e vivere la campagna all'attività agricola, quindi non solo come attività lavorativa, ma come come come stile di vita mi si addice. Mi mi piace ed è molto soddisfacente. Se ti va puoi dire sarebbe carino che racconti che che a catania stavi bene, però era una città, insomma porto tra città e campagna che sei sempre molti pensano una persona abbastanza giovane preferirà di sicuro stare in città che qua invece non è sempre così. Beh, stare andare fuori e vivere altre realtà come quelle di una città abbastanza grossa è ovviamente è affascinante ad una certa età. Poi crescendo magari si ritorna un po' ad avere quelle nostalgie passate le tue abitudini, le tue origini e quindi preferisce alla città sicuramente vivere in questo posto dove siamo così a contatto con la natura. Dici che ci il mare va dietro è come lo inserisco se vuoi si prima di rossano ok, però credo che uno degli elementi per parte anche il tema dell'acqua sì sì sì bagnarsi. Se vuoi ti faccio diciamo che comunque l'orto la caratteristica è quello di avere una biodiversità per le tante varietà che ci sono. Il esatto esatto. E poi magari chiudo dicendo che comunque è bello venirci a trovare, dato che abbiamo anche il mare a due passi. La caratteristica del progetto bihor tilia che ci dà la soddisfazione comunque a fare quello che facciamo non è solo da un punto di vista produttivo, ma anche proprio di conduzione, perché noi qui riusciamo ad avere in in uno spazio ristretto non tanto ristretto riusciamo ad avere comunque e a volere la coltivazione di ventisei varietà diverse circa ventisei, ventisette, ventotto. Dipende un po' da quello da dalle annate. E il bello è che avere il terreno in pianura, in una posizione molto privilegiata ci dà l'opportunità di riuscire a coltivare gli ortaggi quasi in asciutta. Noi qui riusciamo per tutto quasi il periodo estivo, se non per esigenze di soccorso nei mesi molto più caldi. Come quale può essere agosto? Eh? Utilizzare la risorsa idrica? Se no altrimenti qui noi abbiamo un scusa se riusciamo a non utilizzare ok che sembrassi riusciamo a non impiegare l'acqua per condurre la coltivazione. Idem per quanto riguarda le pratiche agricole inerenti all'orto, ad esempio quello che vedete che tra le fila lungo le fila degli ortaggi c' è sempre un residuo di erba. Questo è per mantenere naturalmente un'umidità, ma creare soprattutto un ambiente idoneo a quelli che possono essere i parassiti che possono attaccare le varie piante. Riuscire a creare un habitat ideale anche per loro, quindi non avere o vedere l'orto in maniera sterile è uno uno dei tanti che non è un parassita, ma anzi è è bello a vedersi è l'orto pieno di coccinelle che sono indicatori biologici eccezionali e riescono a contrastare per esempio quelli che sono le cocciniglie, gli afidi e e altri insetti che possono colpire le colture. Domanda no, eh, ma no, volevo farlo, ha risposto prima no c'è qualcosa che non ti ho chiesto che ci chiudiamo col mare, giusto? Quindi come come riprendiamo? Riprendiamo nel dire Tu hai detto Puoi dare un'indicazione su come venirti a trovare. Ok, magari qua è da lì che la battuta sul fatto che la potete venirci a trovare in Rotelli. Quindi tutto quello che facciamo, le nostre attività. Siamo ben lieti di farli conoscere a più persone possibili. Quindi, se volete venire a trovarci, saremo ben lieti di ospitarvi nella nostra azienda, farvi vedere tutto quello che facciamo. E poi perché non venire in questo territorio? Fantastico? Anche perché l'azienda alle spalle a due passi abbiamo il Mar Ionio e che fa mia madre? Si'. Gli chiediamo a tutti cosa? Cosa? Scusami, Dimenticavo. Non so se è emersa nell'intervista che la collettività principale principale un no l'ho dato per scontato, Ma se vuoi, direi perché spesso queste intestazioni che ci arrivano. Ok, Ok, lavoro. Lo inseriamo. Quindi poi nel discorso che facevo prima della terza generazione ci penso io. Ok. So come Come cosa sei per me? Questa. Quando sono tornato qui, ho deciso di fare questa come attività come il mio lavoro. Ok, un secondo lavoro. Ritornando, ritornando qui in questo territorio, a rossano riprendendo in mano quella che era la proprietà agraria della mia famiglia, ho deciso di dedicarmi a trecentosessanta gradi in maniera più in maniera di prevalente in maniera prevalente all'attività all'attività agricola. Quindi è il mio lavoro a trecentosessanta gradi si, abbastanza sì. E riusciamo con l' attività da a portare avanti un reddito annuale che comunque ci dà continui stimoli e soddisfazioni. A proseguire puoi avere sovvenzioni di qualche tipo è qui abbiamo vabbè, abbiamo i titoli della PAC che abbiamo tutti si' no sovvenzioni no a livello di investimento non abbiamo niente. Tutto quello che facciamo lo facciamo per adesso lo abbiamo fatto sempre con con le nostre un'altra curiosità. Da quando sei tornato noti una crescita si stabilità sì, sì, sì. Anche come contesto, come contesto generale delle vendite si banalmente si si si si si si è ok home questo come lo inserisco? Lo dico così pensavamo eh è latte. Lo svolgimento dell'attività è comunque da da dei risvolti positivi, anche a livello di contesto perché qui nel territorio nel corso degli ultimi anni, comunque, le attività agricola è molto cresciuta, soprattutto attraverso un ricambio generazionale. Quindi a parte me, sul territorio esistono molte realtà agricole ormai condotti da giovani che riescono a creare nell'azienda valore aggiunto e quindi a dedicarsi come attività a trecentosessanta gradi con risvolti molto positivi e interessanti. Perfetto cos'è per te l'italia che cambia come concetto auspicio il nostro progetto cosa ti fa pensare questa parte l'italia cambia l'italia che cambia mi fa pensare ad una ad una positività, quindi ha qualcosa di di, di attivamente ha voluto per poter cambiare e poter far Vabbè, questa la cambiamo. Dai, facciamo rifacciamo che vuoi? Va beh che posso dire? Italia che cambia le cose che spesso non merita? Lei cambia, è un paese pieno di persone responsabili. Ok, questo è il mio sì, sì, sì. Italia che cambia? Per me em è un modo di vedere le cose in maniera positiva e di sperare che ci sia sempre gente più consapevole e che ami le proprie le proprie nella propria attività. Ami quello che fa? Niente. Non mi viene, non mi sta bene, lo abbiamo freddo, siamo in diretta anche davvero una frase e che posso dire? Aiutano. Penso che speri cos'è che vorresti o che vuoi che ti fa piacere Intorno a tempo posso anche fare orti, cioè proprio personale capito? Non è non è ingiusto. Sbagliato. Vabbè, l'italia che cambia, quindi l'italia che cambia per me è sempre e rendersi sempre più consapevoli e dirigersi verso sempre le cose positive. Grazie. Eh vabbè il nome, il cognome li conosco però che ci scrivo nel bottom sottopancia socio socio fondatore e presidente, quando siamo nati, quando siamo nati non scordo sempre tredici giugno, duemila dodici ok, ok, è come poi magari iniziamo con te, dare deve andare via, va bene, sì, come diceva Paolo rifacciamo un po' la storia da story so far. Quindi la prima cosa che mi chiedo che ti chiede cos'è era di resilienza e come è nato? Terra di resilienza, una cooperativa sociale che è nata nel ed è nata da Un'aspirazione, comune di noi soci fondatori che siamo ritornati nel sud dei paesi con un grande orgoglio di appartenere a questa terra, ma anche di creare un piccolo modello economico alternativo a quello che veniva proposta la nostra generazione. Quindi siamo guardati intorno abbiamo ho capito che la vocazione del territorio era quella dell'agricoltura. Abbiamo capito che l'agricoltura si poteva fare facendo solidarietà, quindi facendo attività sociali e abbiamo unito le due cose. É l'idea principale era quella di fare agricoltura sociale. C' è una forte consapevolezza che il Sud aveva delle potenzialità e che queste potenzialità, che erano spesso invece ritenute dei limiti del nostro mezzogiorno ci potessero aiutare invece a creare un modello di economia che è quello di prossimità, di agricoltura civile. E con questo orgoglio, con questa forte tensione etica abbiamo creato la cooperativa. Poi chiaramente un essere che si evolve a volte, insomma alcune idealizzazione, poi nel percorso che le rendono concrete cambiano, non cambiano direzione, però cambiano forma. Semplicemente però, diciamo in linea di massima cosa facciamo agricoltura sociale, principalmente facciamo turismo esperienziale l'agricoltura sociale si è un contesto agricolo, è un'attività di produzione agricola che è finalizzata all'inserimento. Oltre a produrre non produce soltanto prodotti agroalimentari, ma anche beni relazionali e quindi poi è finalizzata all'inserimento lavorativo e l'inclusione sociale di persone cosiddette svantaggiate e quindi ogni nostra produzione accompagnata dalla dall'agricoltura sociale. Per questo siamo una cooperativa, una cooperativa sociale che tu dicevi che non non vivevate, non studiava te. Qui eravate tutti giusto? Andate si', stavate insieme. Dove stai? Io ho studiato a Siena. E questo la mia storia di studio a Siena si è legata a un poco a quella di Antonio perché lui ha lavorato in Toscana, è parlo anche per lui quando dico che la Toscana, che nel nostro immaginario era una delle regioni, insomma, dove l'aspetto dell'agricoltura multifunzionale era più sviluppata, dove per primi si è iniziato a fare un turismo di un certa. In una certa maniera si è iniziato a fare, che ne so, anche l'olio di un certo pregio. Il vino, insomma, era idealizzata, almeno quando avevo diciannove vent'anni anche per una questione politica che vedeva la Toscana come la regione rossa. In realtà poi li capi' che quel quel rosso della Toscana a volte tendeva a rosa, nel senso che era una idealizzazione, sicuramente quella di immaginare una regione dove si è effettivamente i servizi sono migliori di quelli che abbiamo nel mezzogiorno pero' l'ambiente politico che mi aspettavo. In realtà anche lì trovai un'oligarchia che stava al potere. Anche lì trovai storie di corruzione. Anche lì trovai quel mondo che che volevo fuggire andando me andando via dal sud e la Toscana però ci ha aperto gli occhi nella misura in cui abbiamo visto la nostra terra con occhi diversi. Quindi abbiamo abbiamo detto che quello che si era fatto in Toscana, ma non riprendendo lo stesso modello però che era sicuramente che c' erano grandi potenzialità al sud per creare qualcosa di diverso, magari prendendo le caratteristiche migliori della cultura del mediterraneo. Io non sono completamente nostalgico rispetto a alla cultura del sud Italia e in modo idealizzato che tutto quello del passato sia sia buono. Ci sono alcune cose ataviche ancora nei rapporti sociali del sud Italia che vanno eliminati. Ci sono anche alcuni impedimenti che appartengono ai costumi tradizionali, che non sono necessariamente una risorsa. Però poi ci sono tante altre cose. Quello che ha fatto un'eternità ha cancellato tutto ciò che della tradizione ci sopravviveva. In realtà ci sono alcune cose buone da tradizione che possono essere rese contemporanee. Alcune cose che dobbiamo necessariamente abbandonare. Emma com'è che quindi a un certo punto avete deciso non so questo magari potrei rispondere che avete deciso di tornare qui duro era era qui, non il mio personalissimo percorso, se basato su un sugli studi, essenzialmente cioè immaginare che abbiamo percorso porca puttana, ma che che mi sta chiamando quello dell'editore? Vabbè no, ormai chiuso. Vediamo allora il mio personalissimo percorso è partito da amore intellettuale, dalla, dalla passione che ci ho sempre avuta smisurata per la storia e avevo iniziato a leggere gli scrittori del cosiddetto meridionalismo e ho fatto anche una tesi sul brigantaggio e quindi sera si era consolidata in me una voglia di riscatto del Mezzogiorno. Però questa che era comunque una idealizzazione al pari dell' idealizzazione che ci aveva dalla Toscana rossa, poi è diventata reale attraverso l'amicizia e la condivisione di un aspirazione personale che da solo non mi avrebbe portato da nessuna parte. Perché chi coltiva sogni da sola, a volte al sud è un pazzo, rischia di avere pazzo, fatta insieme ad altre persone. Per questo l'importanza di una cooperativa e l'incontro con i soci fondatori della cooperativa. Ma hanno dato, ci hanno dato speranze, hanno fatto sì che questa infatuazione intellettuale si struttura l'asse in qualcosa di concreto per cui vale la pena vivere, gioire, sacrificarsi e e perché no, anche fare sacrifici. Ehm devi andare ancora no eh, allora va bene dopo lo chiedo a voi m come mai avete deciso avete fatto questa scelta, cioè di fare agricoltura sociale? Perché la innanzitutto, per creare un modello si abbiamo scelto di fare agricoltura sociale innanzitutto per creare un modello è importante oggi, come dicevo prima, che la all'attività produttiva riesca a creare anche beni relazionali dal momento in cui abbiamo un forte bisogno di comunità e quindi non si può immaginare che un'attività economica faccia soltanto economia, come la faceva venti trent'anni fa. È importante che sia inserita nella società e in qualche modo aiuti una la costruzione di una comunità, di una comunità contemporanea. E questo ci sembrava importantissimo nel momento in cui iniziavamo a a fare impresa che questa impresa fosse sociale. E poi le basi dell'agricoltura sociale affondano nella cultura meridionale, nella cultura contadina, perché da sempre la l'agricoltura è stato è stato uno dei mestieri in cui accogliente, in cui ognuno poteva trovare la la sua mansione è uno dei mestieri in cui che si fanno collettivamente non non è un lavoro che difficilmente puoi fare da solo e quindi nella pratica cosa faccia, cosa non ha impiegate. Ci occupiamo nell'ambito delle dipendenze patologiche, in particolar modo dei siti, le dipendenze classiche, alcolismo e tossicodipendenza e c'. È da dire che noi non avevamo una formazione a parte che l'agricoltura sociale è una in Italia si è sviluppata, benché ci siano esperienze anche trentennali, si è sviluppata essenzialmente negli ultimi dieci anni rispetto al nord Europa. Non avevamo una formazione specifica soltanto quest'anno c' è stata una legge nazionale sull'agricoltura sociale che specifica anche il ruolo dell'addetto dell'operatore di agricoltura sociale. Quindi ogni esperienza che abbiamo fatto negli ultimi anni è stata fatta sulla nostra pelle di chi ci ha seguito, nel senso che è stato un continuo correggere gli errori e e capire a creare il mestiere strada facendo, quindi è esplorare una professione che non che non esisteva. Ci è costato di più. Però quelle poche certezze che abbiamo sono sono costruite nella consapevolezza nell'esperienza come fanno, come fa una persona. Venite, voi siete in contatto. Siamo in contatto con le strutture sanitarie che inizia un percorso che che di agricoltura sociale é essenzialmente alla già la volontà di di abbandonare fra virgolette la dipendenza patologica ha già fatto una scelta e poi l'idea essenziale che non è neanche non si tratta di terapia come fosse loro terapia o una branchia di queste di queste scienze che invece sono terapeutiche, l'idea di sostituire un una volontà totalizzante come quella della dipendenza, quindi un'esperienza totalizzante come quella della dipendenza con qualcosa che sia altrettanto forte e quindi con l'innamoramento a un come abbiamo fatto noi soci fondatori l'innamoramento verso la terra la creazione di un ideale che è quello della di tornare al proprio paese. Tutte le le costellazioni, diciamo ideali che ci hanno spinto a fare, a fare la nostra scelta. Quindi il percorso di agricoltura sociale è un percorso di condivisione tra tra pari diciamo tra persone che non esiste il paziente in questo caso no. Quante persone lavorano da voi? Siamo diciannove soci, non tutti hanno hanno problemi di dipendenza. Però più di un terzo dei nostri soci dei soci sono sì soci, lavoratori, soci, lavoratori. Non ehm però fanno un perché fanno un percorso che dura un tempo determinato oppure si dura in base alla stagionalità dei lavori agricoli. Poi ci sono persone che hanno maggiore continuità, persone che hanno meno continuità. Lo devo ridire che affanculo la bellissima noi concludiamo sempre servizi nostri con dato dopo ritorna. La domanda è che cosa ha fatto l'italia che cambia, ma non il progetto nostro. Se dico Italia che cambia farmaci pensa volevo prima che si chiama. Magari visto che parleremo magari un progetto futuro, che è quello che vi raccontavamo prima del mondo. E lui voleva ci teneva a fare quel taglio sul monte. No, no, no, no, no, no, no, no, no. Tanto sai No, no, no. Vabbè, sì, che sa che ho paura di farti fare tardi perché se ti va grande Claudio non siamo noi. No, fatelo il mondo faccio l'italia che cambia devi fare entrambe. Leggo è mme sembrare la storia del mezzogiorno, una delle idee che abbiamo avuto, quindi una di quelle cose buone che possiamo attingere dalla tradizione traghettare nei nostri giorni nel futuro era l'idea di ripristinare i monti frammentari che erano un ente ecclesiastico del Mezzogiorno, d'italia che si sono sviluppati soprattutto nel secolo diciannovesimo, che che prestavano grano ai contadini più poveri che magari in particolari annate consumavano anche il grano che era destinato alla semina. É l'idea e quindi era un ente mutualistico. Perché poi dalle giornate di lavoro comune dei terreni comuni del monte frammentario si creavano i primi monti pecuniari che erano forme ante litteram di microcredito. Era una sorta di mutualismo. Poi con a partire dall'unità d'italia, iniziarono a scomparire perché invece di essere affidati alla chiesa, furono affidati alle cure o natiche. Erano i consigli d'amministrazione dell' epoca. Sappiamo che uno dei problemi del Mezzogiorno e la sua classe dirigente, e quindi persero la loro la loro finalità originaria e fino a scomparire del tutto a fine ottocento l'idea che con questi grani antichi è che amiamo chiamare grani del futuro, si potesse creare una forma associativa di produzione, commercializzazione, mutualismo di formazione comune e di messa in comune delle dei mezzi di produzione per superare uno di quei problemi di cui parlava Manlio Rossi doria, della grey delle agricolture marginali del mezzogiorno. Il problema di stare insieme per arrivare sul mercato avrete visto nelle immagini che è un territorio che anche per orografia molto parcellizzato, per arrivare sul mercato a incidere in qualche modo sull'economia territoriale in maniera determinante, non soltanto marginale, che cos'è l'italia che cambia. Per me e per me è creazione però allo stesso tempo di istruzione sono convinto che senza che per cambiare qualcosa, quindi per cambiare l'italia bisogna anche distruggere quello che era l'italia é il lavoro di distruzione fa fatto va fatto individualmente, va fatto anche collettivamente e in questo non sono molto buonista nell'italia che cambia vanno bene gli esperimenti, però bisogna se non si incide sulla struttura economica e sui grandi privilegi di questo paese. Nel momento in cui si crea un altro modello, questo modello diventerà sicuramente funzionale al sistema, rimarrà marginale o assimilato come spesso ha capito Prego? Renzi personale. Io ho studiato a Napoli, però io non sono campana, sono lucana di origine, quindi ho vissuto fino all'età universitaria in Basilicata, a Lagonegro. Poi ho scelto di studiare studi arabo islamici perché il mio la mia ambizione era lavorare in una ong in Medio Oriente e quindi mi sono immersa in questa cosa totalmente nuova. Ma ero molto curiosa e motivata da questo e durante il percorso universitario ha avuto anche la fortuna di poter fare delle esperienze concrete. È soprattutto in Turchia, perché io poi scelsi di proseguire di scesi come lingua principale il turco dopo un'esperienza lì e quindi ho sempre avuto l'attitudine che volevo coltivare, di lavorare comunque in un ambito sociale. E poi dopo l'università sono, diciamo ho avuto la consapevolezza che per continuare a coltivare quella ambizione necessitava di periodi appunto lunghi di permanenza all' estero. O comunque oppure l'altra scelta sarebbe stata quella di ehmm di continuare un percorso accademico che abbastanza competitivo anche in quell' ambito perché? Sì, eravamo molto pochi quando io mi sono iscritta a questo corso di laurea. Però i corsi sono abbastanza costosi, insomma da seguire per continuare, diciamo, il percorso e specializzarsi poi in un paese, in un settore e non avendo la possibilità e avendo avuto esperienze che erano sicuramente entusiasmanti pero' concretamente erano esperienze di volontariato, quindi mi sono dovuta fermare e capire come potevo affrontare come poter proseguire o nel caso trovare una direzione diversa è sul territorio, su questo territorio, perché mia madre cilentana, quindi questo territorio l'ho vissuto anche durante l'adolescenza l'infanzia eh? Ho costruito delle relazioni importanti, tra cui Dario, tra cui il mio compagno, che in qualche modo mi hanno permesso di frequentare questo territorio in maniera più assidua e nel diciamo nel periodo post laurea ci è stato, diciamo, un po' di disorientamento in queste mie diciamo che è un po' messo in dubbio quella che era la la direzione che volevo seguire perché ho sentito un bisogno proprio viscerale di concretezza. É di perché quello che stavo studiando era mi sembrava astratto per quello che potevo realizzare poi concretamente con i miei mezzi e quindi abbiamo iniziato a fare autoproduzione, quindi a far lavorare più con le mani, perché forse quello che non puoi oggi, analizzando forse quello che non avevo capito quando ho fatto questa scelta universitaria che io avevo il bisogno di creare e di fare qualcosa con le mani. Ho sempre avuto una una esigenza di usarle in maniera, in maniera creativa, in maniera, diciamo, produttiva, anche se non è proprio improprio. Però sì di toccare qualcosa di concreto, di saper, di avere la consapevolezza di saper fare qualcosa. E quindi piano piano mi si é avvicinato all'auto produzione, quindi con l'orto e ho avuto la fortuna di avere accanto Dario è che che con con quello che anche che vi raccontava che aveva si era immerso poi nella storia del meridione d'italia e quindi mi ha mi ha formato. Da questo punto di vista mi ha avvicinato anche a queste radici. È radici culturali e storiche del nostro territorio, non inteso solo come Cilento, ma come appunto Appennino meridionale. E mi sono mi ha affascinato. Eravamo entrambi in questa fase di disorientamento su come proseguire poi dopo la formazione universitaria. E Antonio lo abbiamo conosciuto per esperienze politiche associative insieme e lo abbiamo scelto perché alla fine abbiamo scelto noi. Lo abbiamo scelto perché era una persona, è una persona brillante. Lo sapevamo che era è una perché era ed è una persona brillante e lui ci ha subito seguito in questa fase fase embrionale di questo progetto, la mia attitudine sociale ho pensato che potesse essere espressa. È con l'agricoltura sociale che mi sembrava un'ottima, diciamo un ottimo compromesso per fare, per esprimere sia la mia voglia di concretezza. Che poi il mio bisogno di lavorare comunque in questo in questo ambito che e così siamo andati in giro in un'estate del dieci a cercare terre perché poi non ne avevamo e abbiamo trovato in questi in questo entroterra un comune, il comune di Morigerati. Un sindaco disposto all'ascolto è disposto a mettere a disposizione una serie di terreni su cui potevamo iniziare a sperimentare. Così poi non è stato nel senso che i terreni non li abbiamo avuti da quel comune. Però abbiamo avuto una abbiamo instaurato un rapporto di collaborazione riguardante soprattutto l'ecoturismo e che prosegue va avanti eh, è un rapporto importante e abbiamo iniziato invece a cercare invece a capire le risorse in termini di terra che avevamo per le conoscenze, amicizie e iniziare a fare i contratti di comodato o di affitto su cui poter iniziare. Poi ci siamo avvicinati alla mondo delle dipendenze per perché c' era un'emergenza sociale stringente sul territorio i dati erano allarmanti, erano state é in successione una serie di morti per overdose, Sapri riguardanti i ragazzi veramente giovanissimi. E abbiamo bussato, anzi abbiamo scalciato alle porte delle istituzioni per per far emergere questo disagio enorme e abbiamo costruito una serie di un allarme sociale, perché poi è necessario per farti ascoltare, scacciare o comunque avere tenacia. E abbiamo costruito una serie di tavoli sul territorio per discutere di questo problema e abbiamo fatto la nostra proposta, cioè quello di poter iniziare anche da inesperti a lavorare con persone. È che erano motivate dalla volontà di poter dalla volontà di lavorare la terra, perché non tutti giustamente hanno là la l'attitudine o la voglia di di lavorare la terra. E abbiamo instaurato un rapporto col servizio per le dipendenze di Sapri, è a cui abbiamo abbiamo chiesto, insomma una una mano nel nell'individuare quali potevano essere le persone che avevano bisogno, ma che allo stesso tempo potevano entrare in questo progetto, appunto non da lavoratori ma da soci, che è ben diverso perché c'e'. La cosa è che non abbiamo superato ancora, purtroppo, nel senso che abbiamo iniziato progetti di inserimento su varie produzioni sul grano, sull'agricoltura, sulle Orth Hive è però ci aspettiamo che alla fine poi di questa progettualità, visto che le risorse economiche purtroppo non sono continue. Quindi non possiamo fare un discorso ancora di continuità e di stabilizzazione, perché non ce l'abbiamo neanche noi soci fondatori di poter, diciamo, avvicinare queste persone anche alla fase progettuale della cooperativa. Quindi appunto come socio non solo lavoratore ma socio socio, parte di un progetto più ampio e soprattutto offrire a loro un contenitore che è quello della cooperativa, in cui poter esprimere dei progetti che riguardano anche quello che facciamo, quindi l'agricoltura, ma anche l'allevamento risultati. E ancora non ne possiamo cogliere i risultati evidenti, è perché siamo anche di fronte a situazioni di emergenza economica molto gravi e quindi non possiamo richiedere uno sforzo. Chiedere magari alle persone, di investire energia e tempo in maniera gratuita, come noi continuiamo a fare è perché siamo in realtà più fortunati. Indubbiamente, però, nonostante le difficoltà che abbiamo avuto nel relative alla nostra inesperienza, nel lavorare con persone che avevano in realtà veramente un problema che sottovaluta VAM o perché le dipendenze, la dipendenza patologica trasforma le persone in un modo che certo veramente abbiamo, siamo riusciti a prenderne consapevolezza in tre anni modifica le capacità cognitive e quindi ti trovi di fronte a delle persone con cui tu pensi di aver costruito una relazione, un rapporto e che magari tu metti in gioco anche dei sentimenti che riguardano appunto l'esperienza relazionale a cui sei abituata. Ma non non valgono sempre nel senso che hai delusioni, ti senti ferita per aver dato e non aver magari ricevuto, ma non lo devi pretendere perché in realtà cnn è una cosa anche difficile da spiegare. Però in realtà loro hanno dei momenti in cui mettono veramente in discussione tutto, anche le relazioni umane, sebbene pensi che ti abbiano trasmesso delle sensazioni indubitabili. Insomma non è così. E quindi un po' abbiamo. Io personalmente ho rischiato di d con fogna armi, un po', nel senso che di non avere il giusto distacco, appunto, perché non c' era una professionalità per affrontare quella questa cosa. Poi col tempo, con con l'aiuto anche delle professionalità del servizio per le dipendenze, siamo riusciti a prendere. Abbiamo avuto un aiuto, lo abbiamo dovuto cercare in maniera assidua. Però l'abbiamo avuto Sì, sì, torna un attimo indietro qui. Come avete trovato poi le terre, le terre abbiamo. Antonio aveva delle terre di parenti che ci hanno dato in concessione altri privati, contratto i contratti di affitto o comodato. E adesso quante? Quanta terra che abbiamo non tutta è quella che coltiviamo ha in realtà un poi un contratto. Quindi è una legalità, nel senso che col grano quest'anno abbiamo seminato undici ettari. Però la gran parte di questi seminativi sono in prestito investito, momentaneo è di nostra. Attualmente ne abbiamo quattro, tra cui un uliveto che invece accennava anche un progetto di ecoturismo. In cosa consiste? Sì, perché in questo comune morigerati c' è un sistema di ospitalità diffusa. È nato prima della nostra cooperativa, hanno investito dei fondi della Comunità europea nella ristrutturazione del centro storico e hanno creato questo sistema di ospitalità nel centro storico perché ci sono ovviamente, essendo un paesino molto piccolo, con seicento abitanti tra morigerati e la sua frazione, che Sicily c' erano molte case evidentemente vuote e con appunto l'aiuto dei proprietari. Si è creato questo sistema. Quindi C' è un sito in cui ci sono tutte queste strutture, eh? Ci sono in questo paese ambiente, ospitalità, diffusori, gelati, paese ambiente, questo sistema di ospitalità diffusa anche un agriturismo e un hotel che sono a Sicilia morigerati e con diciamo l'accordo che queste strutture ricettive facciano dei prezzi dei prezzi giusti per l'ospitalità e l'ha potuto fare perché è un paese con un centro storico ancora molto bello e curato e ha una oasi wwf le grotte del fiume Ruxin tu e quindi aveva già un indotto e un interesse turistico su cui ha costruito. Ha pensato, come il sindaco di Morigerati, di non evitare di costruire nuove strutture ricettive, di appunto, ottimizzare, potenziare quello che già aveva con questo sistema. E noi gestiamo il sistema di booking, quello di prenotazioni, cioè un'altra socia Marianna, che prevalentemente si occupa lei di ecoturismo e di questo sistema di ospitalità su cui proponiamo anche noi coerente a quello che facciamo delle attività. Abbiamo proposto e continuiamo a proporre dei weekend legati alla prova, alle produzioni che facciamo. Quindi, per esempio in autunno C' è un progetto che si chiama olio fai da te, in cui invitiamo gli ospiti interessati a raccogliere le olive con noi in questo weekend e appunto ospitare ospitati in questo sistema paese ambiente invece in primavera lo proponiamo però in relazione alle arti vive alla coltivazione per stabilire soprattutto un sistema di una relazione con l'ospite, in modo che non passi solo per visitare e poi andarsene, ma attraverso appunto la produzione. Nel caso delle ortiche, anche attraverso lo scambio dei semi, possa stabilirsi una relazione e quindi poter avere voglia di ritornare. É questo quello che abbiamo proposto con un discreto interesse, diciamo riscontrato. Senti, prima hai parlato del momento difficile, insomma, di alcune esperienze difficili legate al magari ha raccolto con le persone che lavorano con i soci. Lavorano qui invece qual è stata la tua più grande soddisfazione? La mia più grande soddisfazione è stata ed è quello di aver insieme io, Antonio D'aria. La capacità di lavorare insieme Cnn non è scontato, non è scontato. E nonostante siamo davvero persone totalmente diverse, avere la capacità di avere una dialettica che può essere anche accesa é basata appunto su una stima, un affetto enorme. E secondo me la forza di questa cooperativa è la relazione che c'è tra di noi. É questa la soddisfazione e quindi sì, questo ha la la la forza é anche la motivazione, perché lo diceva anche Dario alla fine, da soli, nessuno di noi ognuno di noi ha il percorso personale attraverso cui si è avvicinato poi al territorio e a costruire un progetto sul territorio. Però se non avessimo trovato la l'intesa giusta, questa cosa sarebbe per le difficoltà che abbiamo affrontato. Sarebbe finita e magari da soli non avremo ha continuato un percorso simile qui sarebbe stato più facile da soli andarsene perché appunto non sei originaria di qui, ma che hai scelto di vivere. Piccola il rapporto con questa terra Mmm non mi sento radicata in questo territorio, ma forse non mi sentirei neanche a casa. Forse questa è una cosa che mi fa avere la sensazione di essere più libera rispetto a una serie di dinamiche. È perché non mi sento radicata perché non non parlo, non so parlare dialetto no no. Quindi una relazione forse naturale, come beh, come ce l'ha Antonio con i suoi compaesani e mi sento sì, mi sento straniera perché non ce l'ho, perché in realtà non in realtà le dinamiche sul territorio. Lo diceva anche Dario appunto. Non tutto ci può rappresentare, quindi eh, io vivo con molta che con molto disagio il rapporto uomo-donna qui e questo mi mi limita e mi mi fa arrabbiare allo stesso tempo e non mi fa integrare maniera in maniera giusta eh, mi fa sentire sempre diversa. Però penso che sia in una situazione in cui sto bene, non non vivo, non vivo la mia diversità come un limite, anzi che cos'è per te l'italia cambia l'italia che cambia. Per me è una opportunità, perché penso davvero che spesso ci sentiamo isolati soli. Sapere di volere in realtà fare un piccolo pezzo, costruire un piccolo pezzo, quindi mettere un piccolo mattone di um verso un modello di economia solidale, economia altra e sapere che non siamo appunto soli. Questo ovviamente scontato. Lo sappiamo che non sono soli, ma che ci sono migliaia di persone è che hanno dei progetti bellissimi e che li coltivano da anche da molto più tempo. Sapere questo e avere il contenitore dell'italia che cambia, che ha messo questi questi modelli in rete è secondo me è una una forza. Rappresenta un'energia che appunto si può trasformare in un movimento politico movimento politico. Lo dico però non in base a quei movimenti politici a cui siamo abituati, ma un movimento perché non possiamo prescindere dalla politica, nel senso che abbiamo bisogno di un che ci sia anche dietro a tutte le nostre storie un'azione politica. Perché quegli spazi noi dobbiamo occupare quegli spazi pubblici, quegli spazi politici noi dobbiamo occupare con le nostre storie e quindi l'italia che cambia diventa opportunità di' di creare, di mettere in moto questa energia. Ehm senti, facciamo magari deve andare via lui con la mano lo facciamo passare, okay Sam si' invece cosa? Cosa? Studiare, qual è stato il tuo percorso di vita e che ha portato a questa esperienza? Ma il mio percorso di vita è stato un percorso in qualche modo di ripartenza, nel senso che sono nato in una famiglia più o meno contadina, nel senso che mia mamma e i miei nonni hanno fatto quello. Mia mamma fa ancora quello nell'ottica dell'autoproduzione e io ho appena finito le scuole superiori. Avevo questa voglia di evasione, invece sono emigrato in Toscana, a San Miniato. Ho vissuto quattro anni a San Miniato e abbiamo affrontato tra l'altro un percorso di scalata sociale, nel senso che ha iniziato a fare l'operaio. Poi sono entrato in una società, ha comprato con un mutuo le quote di una società. Insomma facevo l'amministratore in questa società che commercializzava apparecchiatura elettronica all'ingrosso, avendo un riscontro economico importante però erano gli anni duemila, duemila e'uno gli anni, un po' caldi. Gli anni di Genova del eh diciamo in me era nata una politicizzazione forte rispetto a tutta una serie di tematiche e quindi quella forma di militanza in quel periodo in qualche modo mi ha mi ha indotto a ritornare e a ritornare dopo quattro anni di vita in Toscana, con con delle idee rinnovate che però avevano radici locali. E così, al ritorno dalla Toscana insieme ad altre persone, ho favorito la nascita di questa cosa che il padre del grande e quindi è arrivato il grano della mia vita partendo da un ricordo dell'infanzia legato alla mietitura del grano con i miei nonni, quando ancora il grano venivano venduti a mano. Avendo conosciuto la cultura del palio in Toscana ho detto ma perché non facciamo un paio del grano casella in pit? E quindi con la pro loco di Caselle in Pittari abbiamo dato vita a questo Palio del grano che è una gara della misura in mano del grano trottolino di caselli, dopo due tre anni di questa cosa bella, insomma aveva toccato delle corde identitarie importanti, fortissima partecipazione. Quando ci siamo resi conto che questa cosa scatenava solo il folklore. No che va bene, però solo quello non basta. Abbiamo iniziato a recuperare varietà di grano antiche venivano coltivate qua fino agli anni settanta ottanta che erano state abbandonate. E quindi nasce questo primo progetto del Palio del della Biblioteca del Grande e su questo progetto la Bibbia del grano. Quindi sul recupero di queste varietà antiche nasce poi le esigenza in qualche modo, di trovare un sbocco produttivo reale e quindi la mia personale esperienza che era fatta di militanza nell'associazione, insomma, nell'associazionismo vari tipi di associazione. Ha in qualche modo poi si è incontrata con Daria Claudia e quindi è nata la cooperativa sociale Terra di resilienza con con la quale abbiamo iniziato a coltivare in modo, diciamo una visione da impresa, queste varietà antiche e da questo poi, insomma tantissime altre cose. Ma il nome di resilienza come il nome d'arte di resilienza, è nato da una discussione che abbiamo avuto noi in Tommaso Gus, così come chiamarci volevamo, voleva, cercavamo qualcosa che fosse identitarie. Sam insomma, ci riconduceva a questo luogo. Quindi all'idea di terra no, é terra, andava bene e puoi metterci qualcosa vicino e tra le tante parole la resilienza ci è sembrata quella, insomma quella più idonea tant'è che l'abbiamo fatta quando è diventata una vocazione l'idea che stare qua non significa stare in una prigione, non vivere con il rimpianto di non essere andati via. Anzi, stare qua significa vivere in un contesto ambientale, culturale, sociale e storico che ha un valore impressionante. E quindi quello che da tutti viene percepito come uno svantaggio per noi è un vantaggio. È questa l'applicazione diciamo teorica, che poi è diventata pratica del concetto di resilienza. Quindi questa terra per noi é il luogo dal quale ripartire, ripartire noi, ripartire, far ripartire questi contesti sociali. E la terra l'agricoltura è ci è sembrata lo scenario ideale dove iniziare a intraprendere questo questo percorso di di recupero? Sì, ma insomma dove il passato e in qualche modo non è solo un'azione di di natura revisionisti ka no, dove il passato e in qualche modo non è solo idealizzata, ma che ci deve essere necessariamente anche tanto futuro, dando protagonismo e quindi noi come generazione alfabetizzata a livello universitario rispetto ai nostri genitori, piuttosto che, come dice Dario, ingrossare le file dei professionisti è invece guardarci attorno nei luoghi nei contesti di prossimità è intraprendere in qualche modo azioni che creino valore e che abbiano a che fare nel contesto dell'impresa si nel profitto, ma non solo profitto. No un'idea di impresa che muovendo cose facendo cose, mette in piedi un sistema che crea risorse economiche, ma che crea necessariamente anche risorse sociali, culturali e ambientali. È mme che tipo di agricoltura praticate? L'agricoltura che si pratica qui in massa e un'agricoltura legata all'autoproduzione alla sussistenza, cioè il modello contadino tradizionale è quello dove la classica famiglia contadina, magari il capofamiglia, fa il muratore o impiegato poi il resto della famiglia, il nonno, la moglie che lavora alla vigna, che alla gallina, i polli conigli, coltiva l'orto. Ma è autoproduzione, autoproduzione in bastardi tuo meglio stordita dalla modernità. Perché per tutti gli anni settanta, ottanta, novanta, duemila, ancora oggi diciamo quello che la modernità ha imposto anche come tecniche culturali, come sementi, come modo proprio di coltivare, diciamo. Il suolo ha stravolto quello che era il patrimonio no, che in qualche modo incidente viene anche osannata attraverso l'idea di dieta mediterranea. No, che in realtà poi è uno stile di vita. Insomma, si fa questa corsa al marchio tutti quanti a mettersi questo marchio, eh? Si' orpelli sul petto che poi alla fine servono relativamente e quindi l'agricoltura di oggi in Cilento è prevalentemente in agricoltura di sussistenza che fa una generazione che ha tra i cinquanta e i settant'anni e dove si è perso gran parte del patrimonio genetico delle piante che venivano coltivate da centinaia di anni che viene fatta con l'ausilio della chimica industriale. In questo stiamo rappresentando innovazione perché i nostri campi a grano teniamo seminati una superficie più di undici ettari sono coltivati senza l'ausilio di concimi chimici, quindi senza nitrati ma con ammendante e concimi che ci auto produciamo tipo il bio fertilizzante che utilizziamo per il grano con fertilizzante liquido che realizziamo partendo dalla fermentazione della cacca di mucca fresco. E quindi come dire è un'agricoltura che per noi è è un'innovazione per il territorio. Innovazione è che in qualche modo, almeno per la nostra azione, il nostro tipo di azione vuole fuggire all'idea di marchio. No, non cerchiamo l'etichetta b, non cerchiamo, anzi siamo lontani da quel tipo di azione che non desideriamo appartenere a ha un controllore che viene pagato dal controllato a una retorica del marketing che molto spesso un marketing dell'inganno, ma piuttosto quello che produciamo deve essere garantito dalle nostre storie personali, dalle nostre facce, della nostra serietà e soprattutto il nostro profilo etico sull'etica. Stiamo facendo un grande lavoro, un lavoro che in qualche modo parte da una priorità assoluta la fertilità dei suoli. Cioè noi, per esempio, coltiviamo cinque varietà di grani, o meglio quattro varietà di grano. È una perdita di farro che sono questi semi che vengono chiamati semi antichi, che noi piace chiamare i semi del futuro. Ma non crediamo che la Yang li dall'orso. Lido la Caruso è da sola Sarah Gola siano delle priorità assolute, perché noi le seminiamo la priorità assoluta, il suolo dove viene coltivata quel tipo di sé. Sì, è importante anche questa diversità genetica. Però è importante il suolo e quindi lavorare sulla fertilità dei suoli, intervenire razionalmente sui processi e sulle dinamiche che succede in un suolo quando lo vogliamo coltivare. È questo un meccanismo fondamentale di innovazione che possiamo mettere in campo proprio perché siamo una generazione. Come dire che non ha bisogno di chi ti legge le carte. Puoi sperimentare, puoi attivare reti, puoi confrontarti, poi apri ste ad un monte. Poi abbiamo la fortuna di vivere un territorio dove non c'è stata pressione industriale. Non è stata pressione demografica il territorio che già di suo una altissima biodiversità, sono stimate più di duemila e cinquecento specie vegetali. In questo parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano in Italia ce ne sono cinquemila e cinquecento. È quasi quindi quasi la metà per le specie vegetali presenti in Italia, presente in questo fazzoletto di terra. Quindi abbiamo un luogo straordinario sul quale bisogna rideterminare. È un'azione che ne ne ne contestualizza il valore, perché allo stato dei fatti è un valore che viene millantato solo solo nelle carte dei brand, nei pero', poi nella pratica reale di gente no, che viene a lavorare la terra e che fa agricoltura. E qui si dice, sono come le mosche bianche. Quindi è una retorica e giovani. La terra, appunto. Una retorica non corrisponde a un dato reale. Magari c'è più gente in città che si mette a fare agricoltura urbana piuttosto che in questi contesti rurali. Gente che fa una scelta radicale e si mette a fare agricoltura. È tipo accennato a varie varietà di grano che altri tipi di coltivazioni e in che in che modo ci al di la' prima che parlavi di associazioni fate monocolture, non funz, allora no, facciamo anche monocultura, anche se si tratta di appezzamenti di terreno che al massimo arrivano al ettaro un unico. Noi teniamo seminati ettari di grano in otto posti diversi in un contesto ambientale dove ci dobbiamo difendere dai cinghiali. Quindi immaginate che significa fare agricoltura qua è quindi monocoltura è una parola grossa. Se lavori su appezzamenti di un tomo lo di due tumori tremila seimila metri è veramente una parola grossa quello che stiamo facendo in termini di consoci azioni sono a livello sperimentale nell'obiettivo di poter realizzare permacultura è una cosa della quale si parla molto e quindi con associazioni con leguminose prevalentemente dove però ci sono una serie di problemi tecnici relativi poi alla fase di trebbiatura no del grano e quindi di separazione del seme del grano dal seme della leguminosa che tu hai usato come consolazione abbiamo sperimentato una simile a filari che sembra dia buoni risultati tra fave e grano, che ci consente di togliere le fave prima di trebbia il grano sia con le fave sia con le lenticchie, sia con i piselli. Poi abbiamo sperimentato un'altra, cosa che invece alla clinica la linea chiave dove in pratica non abbiamo varato il suolo. Ma abbiamo prima disegnato quel pezzo di terra disegnato proprio le curve di livello, quelle che vengono riportate sulle cartine topografiche sul suolo. Poi dalla curva di livello abbiamo disegnato la curva dislivello con una pendenza massima del e quindi abbiamo lavorato il terreno con questa inclinazione senza rare, senza fare solchi per evitare l'effetto, diciamo di dilavamento delle piogge meteoriche per un ettaro di terra si perdono dalle cinque alle quindici tonnellate di suolo fertile su un terreno arato. Questo significa sperimentare cose nuove. Ed infatti il primo campo in Campania proprio con questa tecnica della Glan, dove poi abbiamo questo campo sperimentale installata una stazione meteorologica realizzata insieme alla cooperativa di primo principio. Sono dei ragazzi che si occupano di innovazioni tecnologiche per l'agricoltura con i quali abbiamo creato questa cosa così, insomma, a gratis e loro ci hanno installato questa stazione. Quindi abbiamo anche una banca dati su quello che riguarda le piogge, il vento, principalmente le piogge no. Per interpretare poi questo fenomeno del cambiamento climatica e quindi delle bombe d'acqua. Perché queste varietà di grano antiche risentono nel periodo di maggio-giugno dei temporali estivi quando piove molto, insomma ci sono burrasche temporalesche, il rischio dell'allentamento quindi questi grani si possono allettare a terra, poi non riesci tre bianchi quindi sono sperimentazioni che stiamo che stiamo facendo e quindi questo campo sperimentale questo campo pilota è un campo sul quale voi insomma andiamo a studiare quello che è in qualche modo riproduciamo poi negli altri campi nell'anno successivo un'altra cosa che stiamo facendo poi che veniva fatta in passato è quella della semina hamisk o no a misko in dialetto cilentano significa miscuglio, dove in pratica prima non esisteva la coltivazione di un'unica varietà di cereale nello stesso campo, ma si mischiavano due, tre, quattro, cinque, sei, sette, dieci varietà di grano tenero. Questo ovviamente favoriva, è una risposta di quel campo a determinate condizioni, perché magari delle piante veniva attaccato alla ruggine, altre no. Quindi garantiva una produzione e poi arricchiva la biodiversità. Perché quello che succede in natura, cioè anche una mutagenesi spontanea per fecondazioni che le piante fanno in modo casuale e quindi si ottenevano poi nel giro degli anni, nuove varietà che si andavano a selezionare nel campo con una selezione passale, si esaminano a parte e si ottenevano nuove varietà e addirittura quest'anno. Vogliamo fare una cosa diversa anche perché abbiamo un un altro pezzo di terra dove c' è questa biblioteca del grano dove ci sono nuove varietà di grani che non seminiamo sul campo perché ne abbiamo pochissimo seme e sono alcune varietà. Le abbiamo recuperate con la rete semi-rurali, altre invece fu frutto di selezione nei nostri campi, altri invece casuali. Addirittura vi cito il caso della segale casalino gli ho dato io questo nome casalino perché io mi sono sposato nel duemila quattordici sono andato a vivere nella casa nel centro storico dei miei nonni. Arriva un temporale estivo, entra acqua a casa dal tetto tetto vecchio di travi in legno embry g del ricotta mio padre saliamo sul lastrico sulla soffitta per andare a vedere dove entrava l'acqua smontiamo questo semplice usciamo sul tetto come usciamo sul tetto proprio su un embrione vicino al muschio c' erano cinque spighe di segale, un uccello lascia questo seme era nato sul tetto della mia casa. Una sigla che tra l'altro io non ho mai visto qua. Presumo che sia arrivata qua perché un cielo l'ha presa vicino a qualche balla di paglia preso da qualche allevatore. Il rischio era che fosse un ibrido che non rinasceva. In realtà l'ho seminata per tre anni ed è rinata. È quest'anno è anche la l'abbiamo chiamata Casalino, perché è il luogo dove vivo io. Si chiama Casalino il quartiere del centro storico e quindi nella biblioteca del grano c' è anche il grano casalingo. Ma la biblioteca del grano essenzialmente è vuole significare un intreccio che va alla radice proprio all'incontro fondamentale tra agricoltura e civiltà. La civiltà, le città nascono il momento in cui nasce l'agricoltura la stanzialità e questa assonanza etimologica tra i termini cultura e sapere no l'enciclopedia. Chiedo scusa. La biblioteca è il luogo della cultura e dei saperi e la terra è il luogo della coltura e dei sapori. Questa vicinanza etimologica tra cultura e culture, tra saperi e sapori, anche se sembra un po', uno slogan la sagra paesana che non conta niente, in realtà richiama una delle delle matrici fondamentali delle nostre civiltà, quindi del del legame strettissimo che eccetera, agricoltura e civiltà. Quindi abbiamo pensato a questa biblioteca come un luogo vivo, no, c'e' il modo tra l'altro migliore per conservare i semi non è il congelatore il luogo migliore per conservare i semi alla terra e quindi abbiamo seminato queste nuove varietà è che sono ancora in un'azione di recupero e quest'anno. Proveremo tra l'altro a fare anche noi una ibridazione proprio con le pinzette, con a generare nuove varietà per arricchire la biodiversità e creare in qualche modo provare a creare varietà che ci diano riscontri sia per le condizioni climatiche ma anche per il gusto e per il sapore. E poi in fondo questa cosa è alla base di quella che è poco conosciuta, però in realtà la prima rivoluzione ah, verde in agricoltura che è il frutto di un lavoro, insomma, di un certo Nazareno. Strampelli ha iniziato a agli inizi del Novecento e grazie proprio questa ibridazione che lui faceva è riuscito a moltiplicare la produzione del grande no dalle cinque dieci tonnellate anche alle venti trenta. Chiedo scusa alle cinque dai quintali per ettaro, anche venti quintali per ettaro a cosa poi sposata dal fascismo la battaglia del grano, quindi all'autonomia del fabbisogno del grasso. La seconda rivoluzione, invece, quella che è passata alla storia come rivoluzione verde vera e propria e quella attuata da burla gag. Ma stiamo parlando di altri i tipi di azione e di un uso massiccio di fertilizzanti chimici. Senti come sono messo in avanti? Ti volevo chiedere no, invece sentivo che prima parlavate del mulino. Un altro progetto il grano deve essere monito, eh, diciamo in questo territorio siamo sprovvisti di mulini. Puoi parlare dei mulini. Insomma, negli ultimi anni si è capito che è una cosa che non si può generalizzare. Esistono mulini, moli, esiste per esempio il mulino bianco, dove pubblicizzano l'immagine e ti fanno vedere un mulino che in realtà è un frantoio. E per le olive nella pubblicità quello è un frantoio. Non è molto, però. Insomma esistono i mulini a cilindri che sono quelli che abbiamo capito che in qualche modo alterano la farina, la riscaldano. Poi esistono i mulini a pietra di moderna generazione e quindi noi stiamo cercando di realizzare un mulino, un mulino a pietra, immagine in pietra, un mulino che in qualche modo serve a morire, a confezionare i nostri grani, ma che deve assolvere anche un altro ruolo che poi nelle nostre corde, da quando ci siamo costituiti, è quello di provare a creare un sistema locale che nasce sul tema del Consorzio Monte frammentario e quindi il mulino dovrebbe nelle nostre ambizioni diventare il centro della diffusione di questi semi, quindi di coinvolgere altri attori nella coltivazione di queste varietà di grano é di e di formare trasferire queste competenze che abbiamo acquisito in queste fasi di sperimentazione a questi nuovi soggetti tutte queste tecniche mi spieghi proprio prima l'ho già detto dario, ma forse proprio in maniera didascalica cosa avviene? Come funziona proprio tecnicamente questa cosa molto frammentario. Voi cosa fareste in questa cosa del mondo strumentale che in qualche modo abbiamo già attivato? Quest'anno? Cerchiamo la disponibilità di soggetti e di persone che hanno terreni a disposizione e noi gli diamo gratuitamente questo seme? No? Per esempio se lui ha un ettaro di terra a disposizione gli diamo un quintale e mezzo chili. Valutiamo la zona dove? A seconda della zona dove della acclimatazione che ha quel territorio gli dava un tipo di sé eh! Gli diciamo come coltivarlo, lo formiamo nella nella, nella preparazione dei fertilizzanti, dei bio fertilizzanti. E quindi lo seguiamo almeno nei primi anni, in tutta la fase di coltivazione, quando quel grano maturo ci istituisce il seme che gli abbiamo dato e gli compriamo il grano che ha prodotto a un prezzo che è fissato non dal mercato ma dal costo di produzione, garantendo un ricavo chi l'ha prodotto e attualmente la quotazione di un grano industriale intorno ai euro quintale. Queste varietà qua siamo sui euro quinto ovviamente c'è una resa diversa il grande industriale produce anche ottanta quintali per ettaro, questo sarebbe ha vinto in a venti quintali per ettaro. Sei già fortunato però il vantaggio qual è? Che intanto riesce a far diventare produttivo col terreno. Ah quindi ad avere risorse, ad avere un margine che se coltiverà industriale su questo territorio non ha nessun margine e poi fare massa avere una produzione che ti consente in qualche modo di instaurare anche dei rapporti di fornitura per tutto l'anno per tutta una serie di soggetti che sono interessati attualmente per l'esperienza che abbiamo fatto già quest'anno perché abbiamo gia' confezionato quattro varietà di di grano, quindi con con quattro tipi di farine non esistono problemi di vendita per questo tipo di di farina, anzi abbiamo ancora una volta un problema di produzione. Quindi il mulino è sarà per noi il luogo dove moriremo le nostre farine, le confezioni, ma diventerà a grave ah e in termini di formazione, di condivisione, di sviluppo di questo tipo di coltivazione. Poi è evidente che l'obiettivo non è non può essere quello di sfamare, sfamare il mondo, nemmeno l'italia, nemmeno la Campania e nemmeno tutto il Cilento. Magari però ci sono buone possibilità affinché diciamo si creino risorse economiche che poi diventano anche risorse ambientali, sociali e culturali per tenere in piedi un piccolo sistema socio-economico che che funziona e che da quello slancio necessario a vedere il bicchiere mezzo pieno non mezzo vuoto. Poi sul mulino devo dire una cosa molto importante che per il terzo anno consecutivo la chiesa valdese, quindi un ente privato, ci ha finanziato una parte importante dell'acquisto delle macchine del fumo. E quindi grazie a questo ente privato che riusciamo ad avere accesso all'acquisto delle attrezzature per almeno una parte delle attrezzature per realizzare il mulino. Negli anni precedenti aveva finanziato progetti una sull'olio, un altro sulle ortiche dal punto di vista economico, come sta andando. Infatti, dal punto di vista economico va che la maggioranza dei soci lavoratori sia i soci svantaggiati. I soci ordinari fanno con noi le giornate agricole, cioè quindi percepiscono la busta paga. Un utile che intorno ai quattro quattromila e cinquecento euro all'anno dalla cooperativa come busta paga. Poi loro grazie a questa possibilità hanno le indennità di disoccupazione e quindi diciamo integrano il proprio rete. Invece per noi che siamo io Daria, Claudia e Marianna un'altra socia è un discorso, un po' diverso, diciamo. Non abbiamo una uno stipendio pieno per tutte le annualità pertutta l'annualità pero' in qualche modo, diciamo, riusciamo a tirare avanti con una dignità la cooperativa che fattura più o meno centocinquanta centosessanta mila euro all'anno è cos'è per te il Cilento si' il Cilento è un piccolo pezzo d'italia né migliore né peggiore di altri pezzi d'italia se vogliamo è quella Italia minore. Però ci rendono nè italietta Italia Italia. In luce il Cilento ce l'ha uno spirito italico e insomma senza evocare le epoche classiche ai greci lucani. Io in qualche modo eravamo forse uno dei territori più importanti d'italia però oggi il Cilento eh è uno straordinario condensato di ambiente e cultura, cioè da quando hanno costruito il Parco nazionale del Cilento. Quindi stiamo parlando anni novanta, è nata questa identità cilentana. E poi siamo un territorio, un po' promiscuo. Però da questa identità cilentana è nata una consapevolezza che questo territorio ce l'ha qualcosa da dire, anche se in questo parco dove ci sono comuni dell'area parco quindici nelle aree contigue, poi alla fine sono più di paesi che esistono le frazioni nei comuni che poi sono paesi, quindi sono identità. Non è nemmeno una città, quindi non c'. È un luogo che fa centro ogni paese, il centro di se stesso no. E questo credo sia una delle cose più belle del Cilento, perché ogni paese ha una sua anima, le sue montagne ai suoi santi, le sue madonne, i suoi personaggi, i suoi soggetti, le sue disgrazie, i suoi slanci. Il che potrebbe sembrare un luogo dove tutto è un po' museo, no, però grazie a Dio la modernità è arrivata. Se troviamo l'alluminio anodizzato nel centro storico o piuttosto che le case non intonacate dove la gente ci va da trent'anni a qualcuno può sembrare una non visione estetica. Per me quella è la vitalità vera del Cilento, l'autonomia del Cilento in Cilento, che è rimasto ai margini dei modelli economici industriali. Ed è stata una fortuna, alla luce di tutte le consapevolezze che ci coinvolgono oggi, che però, come dire oggi può creare può creare possibilità nuove, nuove sperimentazioni, soprattutto sul piano sociale. Il fatto che in Cilento esistano le comunità ma senza musica lizard troppo le idee. Ma esistono le comunità significa che incidenti o se si muovono le corde giuste, il cilento può veramente riemergere da una sorta di collasso. Spazio-temporale qualcuno quando sei fuori dalla Campania e gli dici sono del cilento che una bella la Puglia lo confondono col Salento, in molti non l'ho proprio conosciuto. Questo ritengo sia una fortuna. Insomma, ecco, é un territorio dove ripeto, non bisogna pensarlo come un museo. Però questo fatto che ci siano ancora le comunità in un mondo disgregato e disumanizzato è se se se se se se parte qualche iniziativa pilota interessante qua può attecchire in un modo che in altri posti non non può succedere. E poi un po' in fondo il Cilento è l'emblema dell'italia appenninica, no, è un'italia che cambia. Non deve guardare più al mare, anche se il mare ha il suo valore, la sua importanza, la cultura mediterranea però deve guardare all'osso devo guardare la spina dorsale, guardare l'appennino eh all'appennino dei paesi è solo così l'italia forse può ritrovare una matrice identitaria che in qualche modo può risultare innovativa. Interessante quindi cos'è per te l'italia accanto l'italia che cambia è necessariamente la l'obbligo l'obbligo di guardarsi dentro, di guardarsi le proprie viscere, eh? Di sentire quello spirito emotivo che non è del Corano, che lo senti solo se sei radicato questo non significa chiudersi, anzi é l'esatto contrario. Ritengo che le diversità che in Italia ci sono sono là, la più la più importante ricchezza che questo questo questo stivale in mezzo al mediterraneo. Nel senso che eh la diversità, il valore oggettivo. É chiaro che se la diversità diventa uno strumento per costruire differenze, quindi sulle differenze aggiungere valutazioni non si va da nessuna parte. Se invece le diversità sono il momento per creare l'incontro e sulla diversità, io sono al momento in cui mi conosco, posso confrontarmi con te che sei diverso e quindi questa nostra diversità diventa un momento di confronto e cioè l'accettazione reciproca nella nostra diversità, seguendo da che parte l'italia. Purtroppo in fondo è frutto di una retorica, insomma, ma senza fa troppo gli storici però qua cento anni fa sono arrivati piemontese con il sogno dell'italia unita e ci siamo fatti Italia unita. Qualcuno si è sentito liberato all'epoca sicuramente, ma sono arrivati i piemontesi mica sono liberati cilentani oggi liberati meridionali l'ho fatto la prima guerra mondiale. Eravamo partiti con nicola e ci siamo trovati con pasquale abbiamo fatto la seconda guerra mondiale. Allo stesso modo ci hanno liberato gli americani. Almeno parlo del sud che poi il nord con la liberazione partigiana ha ritrovato una matrice identitaria e quindi l'italia riparte solo nel momento in cui sono gli italiani a prendere in mano il proprio destino, il proprio futuro e a volerlo cambiare. Secondo me il destino parla un'unica lingua in Italia la lingua dell'appennino la lingua della spina dorsale dell'osso delle montagne? Ehm no. Come vorrei fare due domande, ma capiamo il presidente. tu faccia ridere È Gabriel. Quando Quando mi in treaties c'ho fatto? Sì, ogni volta ogni volta cambia. Io intanto per il cognome ti chiederei per favore il nome e cognome a il ruolo io Vabbè No, non c'. È bisogno del ruolo di parte del tuo nome e cognome per i sottopancia. Sì, voi non ridete appena dico ciao che se no c'è bisogno. Ciao. No, non ho scritto altro. Come scritto? Come? Ciao. Così qua. Davvero? Che Ciao! Non è cinese? No. Ciao. Ok, abbiamo detto non possiamo arrivare del nome? No, perché di solito sono quelli quando vengono intervistati. No, devo presentarmi io. Ciao. No, visto che per te che per questo il mio cognome è tutto un programma. Antonio, ciao. Sì, c' è una famosa lucina rossa che guarda è l'altra, cosa che ti volevo dire. Infatti se Francesco ti fa le domande e guardi Francesco, ti dimentichi completamente a bravo la sua voce si sente chiaramente la sento io, ma poi vantaggio Abbiamo due fantasmi. Ma che ti fa le domande? Io sono cosa? Un mezzo busto? Posso incrociare le gambe? Si, si, molto proprio rilassato. Le pantofole del pensionato pronto, se vuoi, Ma anche così eccoti qua. No, qui questo è un po', un po' di qua che va bene si'. Gli direi di partire spiegando innanzitutto che cosa è tempo di vivere quando è nato, da chi è nato e come sia voluta nel del dal punto di partenza, oggi cercando di essere brevi, no? Poi decidete voi si' esaustivo sei meglio dopo eventualmente tagliamo, sistemiamo noi. Quindi come è nato? A tempo di vivere a tempo di vivere. È nato da una persona sola, diciamo è iniziato con me nel momento in cui io sono andato in in una casa in campagna, Casale in Toscana é li' dopo un mio periodo difficile nella vita ho avuto tanto tempo a disposizione per riflettere grazie a un amico che mi ospitava e lì ho scoperto che cos'è l'accoglienza fra le persone il sentirsi bene, a essere accettato per quello che ero in quel momento, grazie a quella mia prima esperienza, poi ho deciso insieme alla mia compagna che in quel momento era in visita a questo casale abbiamo deciso di creare la stessa esperienza con un casale nostro per cui siamo andati via da questo casale con la volontà e la voglia di costruire una realtà dove le persone si potessero per trovare, sentire nel modo in cui noi avevamo provato. In quel casale il nome é tempo di vivere. Viene fuori proprio dalla sofferenza che nella mia vita ho passato in quel periodo. E sono stato anche vicino a, ehm, a togliermi la vita e quindi la scelta è passata anche proprio dalla dalla scelto dalla la decisione di vivere o morire, per cui ho scelto il tempo di vivere. Che tempo di vivere a questo obiettivo, di far sentire le persone a proprio agio e andare a scoprire dentro di noi quello che ci dà. Il benessere, quindi è incentrata su sull'essere umano, su tutte le sue dinamiche emotive, gli ospiti che oggi passano a tempo di vivere. Ehm questo è quello che vogliamo lasciare and grave è la possibilità di esprimere loro stessi con la loro autenticità, senza giudizio e nel confronto nella condivisione delle dei propri. Sentiti questo casale attualmente dove siamo adesso residenti ci sono adulti e bambini, in questo momento anche di passaggio degli adulti. I residenti. Siamo un cinque con due bambini e l'obiettivo è di raggiungere eventualmente un numero che possa essere adulti. Il nome che ho villaggio è un nome che abbiamo dato giusto per semplicità nella divulgazione. Perché e più comprensibile la terminologia esatta è la comune, perché viviamo in comune la tutti gli spazi. Abbiamo soltanto le camere, come come spazi privati, camere da letto e tutti gli altri spazi sono in comune. Quindi non esiste la possibilità della casetta dell'appartamento ognuno, ognuno per i fatti suoi è una scelta che abbiamo fatto di questo casale. Dopo lunghi anni, almeno quattro anni passati a cercare abbiamo cominciato dalla Toscana e siamo arrivati qui, poi in Emilia Romagna, perché le condizioni di questo casale rispecchiavano totalmente per le caratteristiche del luogo che doveva essere vicino alla città, il molto panoramico in mezzo alla natura, chiaramente e con la possibilità di ampliare gli spazi di abitazione. Come vi siete trovati? Come si sono trovate le persone che chi è che vivono qua e anche quello che sono adesso di passaggio. Come vi siete incontrati? Ma qui, a tempo di vivere le difficoltà sono tante, è un po' il mantra ogni tanto che ci diciamo il perché nel vivere insieme l'uno vicino, all'altro nelle nostre espressioni abituati a comportamenti che nella società eh del lavoro nella società dello stress. Abbiamo accumulato queste abitudini qua difficile, eh? Toglierle rapidamente, per cui vengono fuori ogni tanto. E su queste dinamiche è importante che ognuno di noi abbia quella libertà, sia di farle venire fuori e sia poi di andarle a trasformare alla fine nell'insieme generale è una una diventa un percorso di trasformazione di ognuno di noi. Chiaramente la prima scelta è la condizione per cui è una persona, vive qua, decide di vivere qua e quindi la volontà di cambiare se stessi. Si parla molto spesso si legge molto spesso di cambiamento. Il cambiamento inizia da da ehm il trasformare quello che una persona ha percepito di sé fino ad oggi e quello che invece vuole diventare per il benessere comune il ehm la scelta invece di ehm diciamo utilizzare uno stile di vita che sia sì immersa nella natura, però anche impegnato tra virgolette a livello di risorse idriche, magari piuttosto che la scelta del tipo di modalità di coltivare e di rapportarsi con la terra. Da cosa deriva? Dal tipo di sensibilità deriva, ma un a tempo di vivere. Gli obiettivi da raggiungere sono tanti proprio perch oltre all'essere umano che è il cuore del progetto ci sono le attività e io definisco queste attività delle attività satelliti, nel senso che sono attività necessarie per per la transizione e sono occasione poi di far nascere quelle dinamiche tra le persone per cui gli scontri eventualmente che avvengono nel decidere di fare delle cose piuttosto che altre, sono l'occasione per far maturare noi stessi. Quindi sicuramente le energie rinnovabili per l'auto sostentamento sono importanti e quindi piano piano è arrivare a quella auto sostentamento energetico è uno fra gli obiettivi. Tra questi chiaramente c' è anche il cibo, il cibo con la costruzione di orti, gli orti sinergici di concetti di permacultura. E tutti questi approfondimenti sulle varie modalità di fare anche agricoltura sono in qualche modo sperimentazioni per noi. La maggior parte di noi non viene da esperienze di agricoltura o di autocostruzione, questa è l'occasione per mettersi in gioco. Ed è lì che vengono fuori i talenti inespressi di ognuno di noi. Perché fino a questo momento magari una una persona non sapeva di avere un una passione. Ho un talento verso certi certi modi di approcciarsi a una nuova vita, perché di questo stiamo parlando qui, come io amo definire. Molte volte si rinasce molte volte, perché anche dopo le esperienze tipo di autocostruzione che vengono spesso associate ai corsi, quindi la cupola geodetica era una mia volontà di costruirla. Ma chiaramente ci vogliono quindici persone per costruirla ed è l'occasione per fare dei corsi, fare arrivare persone, altre che vengono a trovarci. Conosco la nostra realtà, costruiscono insieme a noi le cose e ti rendi conto lì che riesce a creare un interesse anche che che fino al giorno prima era inimmaginabile costruire una grande cupola di bambù è stata come una scoperta di tanti bambini messi insieme. Siamo un po' cresciuti belli, ma il senso è abbiamo giocato col bambù e abbiamo costruito una grande cupola e questo da quell' entusiasmo, quella forza a reinventarsi ogni giorno esperienze nuove. Questo è un po' il il il senso del tempo di vivere, vivere con quello che ti piace fare che mhm quali sono i vostri rapporti con l'esterno tra virgolette? Nel senso voi lavorate qua, vivete qua e c' è qualcuno che lavora, che ha un impiego da qualche altra parte a tempo di vivere. Ci piace definire le persone come scollo Kate e quindi siamo tutti scollo cathy. Il senso dello scollo c'ha mento che diamo noi è lo chiamiamo ufficio di collocamento solidale perché aiutiamo le persone a staccarsi da un sistema che li fa sentire un po' in prigione ti fa vivere nello stress quotidiano quasi senza obiettivi, se non quello comune a tutti che deve arrivare alla fine del mese. Ma oltre quello le persone si sentono prigionieri di comportamenti che non gli piace assumere. Quindi noi per primi ci siamo scollo Cathy la prima la prima cosa importante può essere quella di decidere di lasciare il proprio lavoro, per esempio pero'. Poi nascono le paure e davanti alle paure le persone normalmente non sanno come andare a individuare le soluzioni. La nostra forza del mettersi in gruppo tutti insieme ci ha aiutato perché nella condivisione e poi di queste emozioni si riesce a superare per momenti difficili, dandosi degli obiettivi per le persone che ci chiedono aiuto per fare questi passaggi da del cambiamento. Perché quando si parla di cambiamento sono tante le cose che uno deve mettere in gioco nella propria vita. Diamo quel tipo di aiuto, di sostegno anche dopo il corso che noi andiamo a proporre, quindi li seguiamo anche nel dopo, nel dopo corso solidale, quindi sta proprio nel senso che non li abbandoniamo. Finito il corso, non tornano nella loro vita senza un sostegno. Noi siamo sempre qua, possono contare su di noi e ogni volta che ritengono opportuno vengono e possono veramente vivere con il senso dell' affiancamento. Ecco da dove nasce Ufficio Dis, Collocamento solidale eh? Tempo di vivere è sempre nel suo villaggio, disponibile ad accogliere i momenti di ricadute Di chi di chi vuole fare questo cambiamento? Ci sono già persone che hanno intrapreso questo percorso si' ne conosciamo molte, ma a tempo di vivere si sono avvicinate molte persone che hanno chiesto questo tipo di aiuto e attualmente ce ne sono tre persone che si sono fermate oltre il il periodo iniziale. Quindi si parla di mesi e vivono l'esperienza con noi, proprio vicino a stretto contatto, giorno dopo giorno, in tutte le dinamiche dell'eco villaggio, quindi stanno crescendo. Il fatto che continuano a restare con noi è una dimostrazione che si sentano in questa evoluzione e altre invece poi si sono allontanate perché hanno ritenuto evidentemente di essere pronte per affrontare delle loro scelte. Quindi tutte queste modalità è quello che è tempo di vivere. Vuole dare alle persone che si avvicinano la possibilità di restare per un po'. Se questa questa volontà è reciproca, perché no? Quindi non come dire inizialmente avevamo scritto delle regole molto strette, ma le regole quando sono così strette e poi è difficile applicarle agli esseri umani. E invece nel conoscersi, nel vivere insieme, giorno dopo giorno, può nascere anche questa. Questa come dire permanenza oltre il i tempi del buffer, per esempio il buffer sappiamo, sono persone che girano per comunità e spesso fanno dei piccoli periodi. Sono stata anche io l'avevamo iniziato nei primi tempi. Poi, proprio perché ci sono, é tempo di vivere. Ha avuto il piacere di aderire al booking. Inizialmente abbiamo ospitato molti, molti buffer. È poi con qualcuno ci sono state delle delle, come dire discussioni, perché come dire, vengono e ci sono delle aspettative o delle pretese che non potevamo stare a certe regole, proprio perché queste regole a volte ci stanno troppo strette, quindi nella piena libertà e nella responsabilità di ognuno con i buffer poi abbiamo scelto di non di non dare più questi servizi e preferiamo invece far nascere dinamiche molto più di responsabilità tra le persone. È un patto che si si fa funziona meglio quest'altra modalità é una domanda, un po' indiscreta che però facciamo tutti per cercare di capire anche che la replicabilità delle che raccontiamo a livello economico come via, sostentare auto, sostentare tate funziona, non funziona. Ehm il problema economico a tempo di vivere è chiaramente uno dei degli obiettivi che fin dall'inizio dovevano essere chiari come auto sostenerci economicamente l'idea di vivere di corsi è un azzardo che molti scuotevano la testa quando dicevamo questo. Però alla lunga noi stiamo vedendo che specializzarsi in delle attività che portano poi dei corsi unici ed originali in tutta italia. Vincente perché tra gli obiettivi di tempo di vivere ceh questa volontà di diventare una una università di tante attività, quindi una specie di fablab dove tutte le attività degli esseri umani possono essere svolte in nella libera espressione e questo porta innovazione. Quindi l'innovazione a tutti i livelli, dal dal dal fare agricoltura al cucinare al alle auto costruzioni. Le consideriamo innovazioni a tutti gli effetti e questo ogni volta ci porta tante persone ed è l'occasione per essere in qualche modo è quella forma di distinzione rispetto a una comune. Una comunità che si chiude in se stessa e pensa soltanto a fare per se stessa, staccandosi dall'esterno. Il rapporto con l'esterno per noi è molto importante perché non possiamo evolversi in un sistema che c' è tutto intorno perché sennò resteremmo un'isola felice che non ha nemmeno senso di esistere nel momento in cui noi vogliamo andare verso i bambini, verso le coppie, verso i lavoratori all'esterno e quindi cerchiamo di fare sempre questo avvicinamento con l'esterno attraverso i corsi Noi ha tempo di vivere, non abbiamo un lavoro esterno, quindi viviamo tutti all'interno di dell'eco villaggio, creando ogniuno di noi delle attività. Quindi, in qualche modo chi è appassionata di cucina prepara degli eventi di cucina. Chi è appassionato di auto costruzioni porta persone interessate a questo argomento. Chi coltiva la terra ugualmente è in grado di richiamare anche personaggi importanti nel panorama di permacultura italiano e quindi ognuno di noi ha preso a cuore determinati argomenti che può ehm portare tempo di vivere all'auto sostentamento economico, un gruppo di liberi professionisti della sostenibilità. No, non rispetto ai corsi. Ci puoi citare magari qualche qualche cosa che avete fatto organizzato, che è venuto particolarmente bene, è stato partecipato e dire anche qual è da un lato la tipologia di persone che che viene e che partecipa e dall ltro ehm ma qual è il loro diciamo la loro? Quali sono le loro sensazioni? Cosa si portano a casa dopo questo corso? Chiaramente contro la città? Ah sì, sì, ma è tempo di vivere per me ha voluto dire proprio la scoperta del bambino che si mette a giocare con la vita lo spirito in cui ogni volta voglio trasmettere. Quindi insieme al gruppo, quando proponiamo dei corsi, il senso è distaccarsi un attimo dal fatto, dal fare ed entrare nelle relazioni. Quindi il bello dei nostri corsi fino ad oggi è sempre stato la gioia di trovarsi tutti insieme e realizzare qualcosa insieme, che spesso finisce in un o una grande festa intorno al fuoco, a cantare, a dirsi battute, barzellette e posso citare, per esempio, il percorso che abbiamo fatto sulla cupola che ha portato una ventina di persone da tutta italia e tra l'altro c' era l'architetto Biagio di Carlo, che è l'esperto qui in Italia del di questa materia delle cupole, di fatti di bambù che anche lui stesso a è un chitarrista. Quindi gli piace la musica, quindi basta pochissimo nei momenti di di svago, intrattenersi e costruendo relazioni nuove. Quindi l'entusiasmo che si trasmette nei corsisti è incredibile perché c' è anche un dopo, quindi ci sentiamo anche alla fine del corso. Altri corsi che abbiamo fatto sono quelli di permacultura e quindi li abbiamo programmati con un esperto che viene da fuori, per cui è colui che in insegna a tutti quanti le varie pratiche, altri tipi di esperienze. Posso parlare a livello personale? Mi sono inventato un corso sul forno in terra cruda dopo aver fatto io per prima un corso, ho scelto di proporlo e sono arrivate dieci persone. Ed è stato bellissimo perché la tipologia delle persone sono delle più variegate, perché si passa dall'architetto alla persona che non ha mai messo le mani nell'argilla e tutti insieme eravamo intorno a questa cupola del forno è dove l'improvvisazione era la faceva da padrona perché c' era chi voleva essere preciso col metro e chi invece ragionava con venti mani e venti occhi. Abbiamo raggiunto la forma perfetta di un forno che attualmente oggi funziona, sforna pane e pizze per tutti quanti, quindi é proprio anche la realizzazione poi di ogni cosa che decidiamo di fare il successo più che nella realizzazione pratica è le persone che vivono tutte insieme questa esperienza. Prima hai parlato di FabLab, mi è venuto in mente che ce n'è uno è nato da poco qua in Valsamoggia. Molto attivo è il a livello di rapporti macro rapporti con la comunità, la zona dove vi trovate anche soprattutto in considerazione del fatto che è abbastanza ricca di esperienze virtuose, diciamo così, cioè Monteveglio, che è la prima città in transizione che qua vicino e che rapporti avete? Conoscete qualcuno? Collaborate, Vorreste collaborare? È tempo di vivere. Come dicevo prima, vuole vivere insieme al mondo esterno questa sua crescita per cui oltre a ad andare verso i cittadini, le persone che vivono nei paesi limitrofi, fin dall'inizio l'incontro con altre realtà del cambiamento, è stato fra gli obiettivi per noi molto importanti. Per quindi, una volta diventati residenti di questo luogo, ogni realtà locale, cominciando proprio dalle reti di economia solidale, per esempio, sono state contattate. Attualmente é tempo di vivere. Fa parte del distretto di Economia solidale di Modena, che è una realtà molto efficiente a livello di cooperazione è conosciamo molto bene le realtà virtuose, i comuni virtuosi e quelli in transizione qui intorno a noi e ci sono stati dei contatti che hanno portato a volte anche dei risultati di collaborazione. Attualmente le soluzioni che è tempo di vivere sta sta individuando nella propria crescita. Vengono anche proposte queste realtà confinanti e ultimamente, per esempio, il progetto termo compost, che è un'altra innovazione che è tempo di vivere, sta mettendo in gioco, sta creando con le istituzioni anche molto interesse. Per cui nel comune di Marano ci è stato molto interesse per il nostro progetto. Noi ne andiamo molto fieri perché quel costruire reti anche con le amministrazioni che nella nostra visione è ritenuta molto importante. Obiettivi futuri oltre questo all'ampliamento diciamo demografico, dell'eco villaggio nel tempo di vivere, formato inizialmente da una prima cellula che sono attualmente le cinque persone. Ci piacerebbe molto rendere replicabile questo progetto e quindi permettere a chiunque di avere altre esperienze vicine, magari dove la modalità di crescita è quella praticata in questo primo progetto. Quindi tempo di vivere nel mio immaginario lo vedo come un tante cellule di abitanti che vanno in località diverse a replicare la nostra stessa esperienza. No, no, no, non fare il passo indietro. La media finora delle dei partecipanti ai vostri corsi. Qual è il livello medico? Quante persone vengono, da dove vengono? In Italia oppure soprattutto a livello locale? Per che tipo di questione vengo? Da dove vengono si' nei corsi di tempo di vivere le persone vengono da dalle parti più diverse. Dell'italia. Mi sono meravigliato appunto che arrivano anche dal sud, dalla Puglia, dalla Sardegna. Hanno preso dei voli aerei apposta per venire a fare i nostri corsi e questo ci da' un grande piacere perché vuol dire che nel nostro piccolo stiamo trasmettendo dei segnali importanti. È soprattutto poi quando tornano a casa e continuiamo questa re questo rapporto nella divulgazione, anche attraverso le conoscenze che poi localmente ognuna di queste persone ci rimanda. Quindi il passaparola è sempre molto positivo, non beh, arrivano persone di tutte le età, arrivano persone a scambio. Lavoro con cui troviamo un'intesa particolare anche persone straniere sono arrivate quindi anche dall' estero. Attualmente ci stanno chiedendo ma questa possibilità di provare tempo di vivere proprio perché siamo all'inizio, siamo molto aperti a ogni tipo di esperienza, quindi se qualcuno vuole venire a tempo di vivere e proporre argomenti nuovi, siamo ben disposti. Perché questo di nuovo crea relazioni che è tra le nostre aspettative maggiori, cioè creare unione fra le persone. Cosa mi è sfuggito prima? In che anno siete insidiati qua dalla Toscana? Sei minuti che per l'anno in cui siete venuti qua il tempo quando campo di vivere fisicamente è arrivato qua si' tempo di vivere che era all'inizio, un progetto nato sulla carta nel della a quell' anno, il primo gruppo, fondatore di quattro persone, ha messo a punto tutti i vari obiettivi. Il primo sicuramente era alla ricerca di un casale. Questa ricerca è durata appunto quattro anni e soltanto dal duemila quattordici. Da agosto del Duemila quattordici abbiamo preso possesso di questo luogo stupendo dove noi possiamo iniziare a parlare in concreto, di portare persone, creare progetti e di vivere quotidianamente con calma e con serenità quelle dinamiche che chiaramente e sono diverse. Una cosa è vivere sulla carta and and and in città con i gruppi separati, ognuno a casa sua è cosa ben diversa. Invece vive lì tutti i giorni a stretto contatto. Quindi dopo un anno che noi siamo qua, abbiamo festeggiato il compleanno questo agosto, abbiamo fatto un riepilogo e tutto è un successo perché siamo cambiati tantissimo ognuno di noi. Ma puoi fare una descrizione, diciamo delle strutture dalla cupola alla stalla che avete sistemato, che ci puoi magari anche aiutare quando facciamo le immagini di copertura, fare un po' di iscrizione a tempo di vivere le cose più é tempo di vivere. In questo momento sta vivendo moltissime attività contemporaneamente. Posso pensare alla food forest, che inizierà questo sabato con venti corsisti, anzi ventitré ed è stato un grande successo perché abbiamo dovuto chiudere anche il corso, perché se saremmo arrivati tranquillamente oltre i trenta e quindi i corsisti troveranno un grande tappeto di coperture di plastica da camion che abbiamo preso nella discarica qui a vignola é sotto quel tappeto di plastica da camion c' è un un un una pacciamatura di rami e paglia che è come dire l'incubatore del terreno. Appena arriveranno i corsisti pianteranno le piante della food forest. Poi ce la cupola geodetica che sta cambiando vestito ha passato la primavera ed estate mezza mezza nuda. Adesso prenderà un aspetto più invernale. Andremo a coprirlo con delle delle coperture, un po' tipo la yurta e faremo una pavimentazione riscaldata con il termo compost di fianco. Quindi il termo compost vicino alla cupola renderà questa struttura utile per le attività e sarà scaldata e protetta dalle intemperie. Poi ci sono in questo momento tantissime ramaglie sparse per il terreno perché stiamo per costruire il termo compost, temo compost vicino alla casa andrà nella zona dei bomboloni a gpl e lì verrà un grande cumulo di sei metri per due e mezzo. Un grande cumulo fatto di ramaglie, scippata te triturate. Grazie a questo meccanismo riusciremo a scaldare la casa senza combustione e senza fare niente altro. Semplicemente questo cumulo con delle serpentine dentro provvederà a scaldare la casa. Abbiamo cominciato a raccogliere le acque piovane, che poi ci servirà appunto nella prossima primavera, quindi stiamo cercando le disposizioni migliori. Stiamo sperimentando una pompa solare su una carriola. È molto bella perché è piena di batterie sopra e proprio perché è una sperimentazione troveremo la soluzione migliore come carretto trasportabile. Per utilizzare questa pompa che una volta può aspirare l'acqua dal laghetto un'altra volta può ispirarla dal pozzo o altre volte dai contenitori dell'acqua piovana. Quindi è una pompa solare, ma viaggiante itinerante. É un'esperienza che nasce proprio con il divertimento di fare questa cosa. Il forno, chiaramente che era iniziato da zero. Attualmente si è circondato di una copertura che c'e' una specie di grande gazebo che dovremmo finire perché se abbiamo voglia di fare il pane e le pizze anche l'inverno dovremmo continuare la protezione dal freddo e dalla pioggia. Poi c' è un discorso di gazebi che attualmente sono diventati sei gazebi, tutti sparpagliati ed è nostra intenzione in quella zona a creare una copertura con le canne di bambù. Quindi sarah primavera del prossimo anno prepareremo un corso per fare una copertura del bambù perché il bambù abbiamo scoperto un materiale molto duttile in natura cresce molto rapidamente, per cui abbiamo un progetto anche la coltivazione del bambù proprio per essere autosufficienti con il legno, con il legno che può essere utile sia all'esterno della casa che all'interno su tutto quello che riguarda gli arredi. E poi avremo un discorso di rinnovamento della stalla. Attualmente abbiamo una grande sala attività ricoperta di tappeti, anche quella improvvisata fino dall'agosto dell'anno scorso dove è entrato dentro un martello pneumatico, ha smontato tutta la vecchia struttura fatiscente perché non c' era niente di salvabile e l'abbiamo fatta diventare una sala attività dove abbiamo fatto dei grandi pranzi. Grandi avvenimenti anche alla fine dell'anno quella stalla verrà supportata da un grande tendone grande gazebo di ottanta metri quadrati che andrà ad affiancare sia la stalla che la cupola geodetica negli spazi attività, quindi un un grande movimento anche nella terra avverrà perché faremo molta sperimentazione di metodologie diverse. Quindi parliamo di ho un ettaro per volta, dove sperimenteremo varie modalità nel rivitalizzare la terra che qui essendo piena un territorio pieno di calanchi in volto argilla, abbiamo bisogno di ritirare su una terra che possa produrre frutti, alberi, appunto, diversi tipi di orti. E siamo molto effervescenti in questo momento perché grazie anche al termo compost che produrrà molto humus tonnellate di humus che andremo a ridistribuire poi sulla nostra sui nostri terreni. Quanta ne hai tempo di vivere adesso vive con un casale di circa metri quadrati. Ci sono dalle sette alle undici stanze che sono in costruzione, attualmente altre quattro stanze nuove. Si parla di ettari di terreni, un laghetto con l'acqua disponibile per l'irrigazione quest'estate. Ci abbiamo fatto anche il bagno. Sarebbe molto bello organizzare un corso di fitodepurazione e rendere questo laghetto più appetibile, perché attualmente, come moltissimi laghetti in questa zona sono un po' abbandonati a loro stessi é chiaramente é nostra intenzione renderlo più ricco di di fauna e flora. E li diventa anche un altro stimolo per inventarsi in corso il prossimo anno è la giornata tipo tempo. So che non c' è magari una giornata, anche se non c' è una giornata tipo Quale versate a la giornata tipo a tempo di vivere è secondo me, almeno almeno io la vivo così un'improvvisazione ogni mattina. Perché no? Sono sono almeno parlo per me, abituato ad ascoltare quello che accade dentro di me, so so certamente che ci sono delle cose da fare perché sono nei piani, nei programmi condivisi con con il gruppo. Però poi mi sento libero di organizzarmi come voglio la mia giornata e a volte nasce, magari programmata, pianificata e poi diventa tutta un'altra giornata. Perché posso decidere di decidere di prendere i bambini e andare giù in paese o andare nel bosco a fare una passeggiata alle cascate semplicemente perché i bimbi me l'hanno chiesto, per esempio. Quindi in quel momento, proprio perch é importante vivere in quel momento, passa una priorità secondaria, quel daffare che avevamo stabilito e se questo tutti i giorni e lo spirito per me è raggiunto, ma vedo anche gli altri che lo vivono così racchiude il senso del tempo di vivere. Ci sono delle cose da fare, però ognuno di noi si assume la responsabilità del quando e come e quindi non ti senti nella soppressione del devo devo farlo perché può accadere che dopo quattro giorni quella cosa non l'hai fatta, ma ti assumi le tue responsabilità e magari in quel momento puoi chiedere aiuto al gruppo. É questo un po', è la funzione del gruppo, perché uno può anche cedere al questi questi momenti di cose importanti da fare é stare quattro giorni senza fare niente. Però poi alla fine la responsabilità riporta ogni volta a risolvere belle i problemi e individuare ogni volta anche le modalità. Un qualche domanda Io voglio farti una domanda, non in relazione al nostro progetto. Però secondo te proprio personalmente se ti dico taglia che cosa pensi un'operazione raccontare al progetto proprio cos'è per te l'italia cosa? Ehm é tempo di vivere, come dicevo prima, che è nato sulla carta è nato da una una scelta radicata del cambiamento. Fin dall'inizio ha portato me a studiare in rete. Chiaramente Internet è stato uno strumento importante a studiare in rete sul web. Che cosa c'? Era intorno a me che poteva aiutarmi in questa scelta che molti definiscono radicale, molto drastica, del lasciare la città e formare un gruppo per andare a vivere in campagna e affrontare situazioni nuove. Quindi avevo bisogno di leggere chi prima di me aveva fatto queste scelte è stato molto importante la conoscenza di del cambiamento all'inizio e poi di Italia che cambia perché l'italia che cambia mi faceva vedere in Italia altre situazioni come poteva essere la nostra, quella del gruppo tempo di vivere che ci dava un segnale forte. Si può fare questo questo progetto perché tanti lo stanno facendo nel suo piccolo ognuno ci dava un incoraggiamento, quindi è stato molto importante il web potrei dire il quello che è la nostra evoluzione. Attualmente viene proprio da da il confrontarsi via via web con le realtà che ci propongono il mondo del cambiamento. Loro sono forti, vorrei aggiungere la centralità della persona e riguarda la medicina naturale. Ehm tra le attività il weekend. Se lo facessi tu, perché ti risuonano meglio a te? Io lo ne ho parlato. Il centro l'essere umano le emozioni è un po'. Il punto è che le varie aree, le varie aree cambiamo toccare. Chiaramente la facciamo mettere li', quindi sostengo no, io me ne vado in un'altra location magari perché volevo cambiare che vale anche per una. Stavo inviando un attimo che vuoi? Chiede? Chiede Gabriella Oliva dopo ripetere scusami Gabriella Oliva grazie perfetto, possiamo cominciare in si'. Prima parlavamo della centralità del ruolo della persona che fra l'altro si declina poi in un ambito collettivo di lavoro comune, collettivo e di vita collettiva comunitaria. Ehmm Kim come mai questa scelta? Cosa vuol dire anche per te vivere insieme ad altre persone? Allora è tempo di vivere nasce proprio con l'idea di mettere al centro la persona proprio per il fatto che tutto è fatto dalla persona per cui qualunque tipo di autocostruzione, di agricoltura, di sperimentazione viene fatto dalla persona e la persona nelle sue relazioni. Le relazioni sono la cosa più difficile da mantenere in uno stato di benessere. Noi possiamo dire che siamo arrivati qui un anno fa, eh? Le nostre relazioni, pure a livello affettivo importante, andavano a creare delle dinamiche veramente forti e conflittuali. Spesso è proprio per questo motivo proprio perché eh, ogni tipo di cosa nella vita si basa sulla relazione della persona con se stessa, prima di tutto e poi con gli altri. Noi abbiamo scelto di creare questa realtà, come dicevamo, mettere al centro la persona e le sue relazioni, proprio perché è dal momento in cui si viene al mondo, per cui bambini prima di tutto che sono la nostra priorità è creare con loro una relazione di rispetto, di reciprocità dell'essere umano come tale, non perché è un bambino e non viene considerato solo perché è piccolo. È da questo è nato proprio il senso di andare a lavorare sulle relazioni, sui conflitti che sono quelli che caratterizzano. Spesso il conflitto viene considerato negativo. É tempo di vivere, vuole riportare il senso stesso del conflitto. Il conflitto è crescita. Il conflitto avviene all'interno di una relazione, nonostante si dica che ci sono le guerre in giro e vengono definiti i conflitti. Ma è già un euro in essere, perché il conflitto nasce solo all'interno di una relazione ed è l'unica, cosa che puo' migliorare la relazione. E se una persona migliora la relazione con se stesso e con gli altri, può permettersi a quel punto di migliorare la relazione con Madre Terra con tutto ciò che ci circonda per creare una sinergia. É tempo di vivere. Nasce come ha coniato un termine che la facilitazione sinergica facilitazione che vuol dire andiamo ad accompagnarci prima di tutto e ad accompagnare noi come comunità e le persone che entrano in contatto con noi attraverso tutto. Un percorso che va sia dalla manualità che dal riconoscimento dei propri talenti, delle proprie passioni, per poi metterle di nuovo al servizio prima di tutto di se stessi e poi della comunità, ma soprattutto della società, cioè creare questi gruppi che lavorano in sinergia come cellule di un unico organismo che vanno a creare qualcosa di molto più importante e molto più bello. Riteniamo che sia rappresenta le fondamenta di tempo di vivere. É già in questo momento noi ci rendiamo conto che proprio col contatto con l'esterno perché no, noi non vogliamo essere una comunità chiusa. Noi vogliamo aprirci all'esterno perché viviamo nel mondo, che poi ci piaccia o meno come è stato impostato, ma a noi piacciono le persone, forse non ciò che poi il potere ha portato a considerare come negativo, ma quello che hai fatto prima delle settimane di equilibrio energetico. Ma cosa in cosa consistono? Di questo se ne occupa Katya, che è una naturopata, è per cui magari di questo ne parlerà un attimino lei. Noi andiamo però a confrontarsi, per cui la sinergia nasce proprio è da quello che faccio io che è proprio l' interessarmi alle persone, al benessere psicofisico delle persone, che poi viene unito a questo riequilibrio energetico che è chiaramente un un Holos andare ad occuparci della persona in tutta la sua globalità. Per cui io posso affiancare Katya Nell'alimentazione, ad esempio. Ma per tutto ciò che riguarda il rapporto psichico con la con l'alimentazione che cosa rappresenta l'alimentazione per una persona non è solo sopravvivenza, ma è anche spesso riempire dei vuoti. Per cui il rapporto se parliamo di bambini e il rapporto con i genitori in generale con la madre. Per cui questa sinergia si va a creare proprio unendo i vari i vari aspetti dell'essere umano. Ed è da questo che nasce proprio il senso della circolarità dell' olismo che per noi vuol dire benessere globale, non è solo nel mantenimento. Noi qui viviamo in una comunità che ha anche una economia condivisa, venendo da un sistema nel quale il senso di proprietà è quello che domina è questo è stato forse il passo piu' importante e piu' difficile da fare l'accettazione del fatto che è tutto. Tutto avviene tutti insieme e ognuno mi viene un termine che non mi piace nel dire che non ha la libertà di fare quello che vuole, ma la libertà di condividere proprio le idee, ma soprattutto ai bisogni. Perché i bisogni del di ognuno di noi vengono rispettati proprio nel rispetto dell'unicità della persona. Per cui questa condivisione economica è quella che ti fa anche crescere perché non hai più quel senso è mio, lo tengo per me o tu fai una cosa più di me ed è una cosa stupenda, anche se è difficile da descrivere questo questo essersi trovati a riunire tutto ciò che avevamo nelle nostre case, nelle nostre realtà e a condividerlo con la massima semplicità. Questa è stata una dei è stato uno dei passaggi piu' belli, entusiasmanti, gratificanti. Proprio arricchente soprattutto. Ma la curiosità il quale il tuo percorso formativo di approfondimento? Beh, io nasco coach Life coach. Poi ho fatto mediazione familiare. Poi faccio Cancelo, relazionale, integrato. Ho una scuola di Cannes Sailing è un sono facilitata dice di gruppi per cui tutto ciò che riguarda l'essere umano e le sue relazioni, per cui diciamo che la mia professionalità esterna è stata portata all' interno di tempo, di vivere, proprio come ha bisogno di creare quelle situazioni di confronto e crescita, è stato uno scambio bidirezionale. Anche tu hai tratto qualcosa, magari modificando il tuo approccio rispetto all'esperienza di tempo, di assolutamente. Intanto and é grave, spesso ci è stato il crollo del lego, quella eh, quella forma di presunzione nella quale siccome ho fatto dei percorsi, allora io so no, non è vero. Tutti i giorni nel confrontarsi con gli altri, dalla semplicità magari di alcune frasi che escono, mi rendo conto di come come sia arricchente il fatto di confrontarsi con gli altri. Si, io so molte cose perché le ho studiate, le ho messe in pratica, eh, però il senso dell'ascolto dell' ltro che questo ascolto attivo l'umiltà e soprattutto ti permette di arrivare ad accrescere, ti dà delle delle piccole frasi, dei piccoli momenti, dei piccoli gesti e si impara un po' da tutti. Per cui direi che la cosa più importante per me è proprio questa crescita continua ed è ed è la meraviglia della vita. Proprio questo, questa questa danza che si viene a creare tra le persone. Ma un'ultima cosa vuole chiederti? Voi chiaramente siete fra virgolette facilitati in questo rapporto di crescita reciproca perché vivete insieme quotidianamente. Ma come riesce ad applicare, magari in misura ridotta, eh? Lo stesso tipo di scambio e percorrere la stessa a fare lo stesso percorso con quelli che magari vengono per qualche giorno per fare i corsi o che incontrate senza viverci insieme. É tempo di vivere mettendo proprio al centro ed è ripetitiva la cosa. La persona è un assume dei valori. I valori sono il non giudizio l'accoglienza l'accettazione della diversità e la comprensione che qualunque comportamento ci sia da parte di ogni persona nasce da un qualcosa che ci è dentro a questa persona, per cui anche noi in tempo di vivere, diciamo ma che ci possiamo fare del male? Uno con l'altro, con delle parole, con degli atteggiamenti. Ma quello che diciamo è che sappiamo è che non è stato fatto con la volontà di farsi del male. La stessa cosa avviene con le persone, è molto, molto più semplice di quanto possa pensare. Basta, basta accoglierlo. Una persona così com'è è nella sua completezza. Il alle volte l'abbraccio alle volte il suo eso spessissimo è l'ascolto. Alle volte un silenzio è molto meglio di mille parole per cui avvengono delle delle magie nei corsi proprio dello scollo c'ha mento sui conflitti, sulla comunicazione è avviene questo sono sono piccole magie, piccoli momenti nei quali avviene quel scatta qualcosa e nascono veramente delle relazioni che sono profonde, forse limitate nel tempo, ma che rimangono dentro e hanno lasciato a noi qualcosa e sicuramente si portano via qualcosa. É questo molto bello si' posso chiedere come sei finita qui? Perché eh, sono finita qui perché nel duemila e dieci aveva organizzato dei corsi dei momenti in quel casale in Lunigiana, in Toscana, dove cela Antonio è per cui c'è stato questo scambio fra me Antonio poi oggi Antonio, il mio compagno, o da allora il mio compagno e assieme è nata l'idea di tempo di vivere. Proprio dalla sua esperienza e dalla mia esperienza e da questo scambio sia amicale che poi affettivo ed emotivo siamo diventati la il motore, diciamo per tempo di vivere. Se ti va di rispondere a cosa cosa significa per l'italia che cambia l'italia che cambia è una spinta è quella moltitudine di persone alle volte sconosciute è che però ti fanno dire è possibile. Siamo tutti diversi e proprio in questa diversità sta la forza, il guardare. Noi abbiamo osservato molto gli altri, quello che stavamo facendo all'inizio eravamo addirittura invidiosi di quelli invidia buona che però è sempre stimolo e spinta, ti dà forti motivazioni per cui direi che l'italia che cambia nel piccolo e nel grande è proprio la grande spinta. È una grande opportunità che tutti noi abbiamo e speriamo di passare noi come tempo di vivere e diventare un esempio come tante altre realtà possono essere l'esempio per tante altre persone che hanno voglia e desiderio di fare qualcosa di nuovo, di diverso mi piace. Grazie mille si' poi ti chiediamo siccome noi non mettiamo la nostra voce nei servizi, quando ti facciamo delle domande ok, riprendere ok, scusa proprio. Spero di ricordarmi ok, io sono pronto. Il nome e cognome, nome e cognome. Guardo sempre tempo per questo il nome con il ok sono Cathy a prati, ok, il come come quando sei arrivata a tempo di vivere. Ma allora lei io sono partita con tempo di vivere, nel senso che nel duemila e dieci abbiamo conosciuto Antonio in Lunigiana durante una vacanza Io, Ermanno e All'epoca C' era solo il mio primo figlio che Pietro siamo venuti via prima da una vacanza in Toscana a mia mamma che era fare una vacanza lavoro. Un gruppo è di crescita personale nel casale dove vive Antonio. Ma insomma dai visto che venite via prima passate qua, abbiamo conosciuto Antonio e Antonio. È stato il primo a parlarci di eco villaggi, causing. Non conoscevamo questa realtà, è stato come quando arriva quella luce che diciamo è questo entrambi, senza parlarne, abbiamo detto quello che vogliamo fare. E da lì poi sono arrivate delle persone nel movimento Zeitgeist che Antonio aveva già conosciuto. Quindi altre famiglie è iniziato a sognare questo progetto di comunità di di realtà diverse, persone stupende con cui siamo ancora in contatto, ma che poi hanno preso strada. Differenza tra cui anche una famiglia che adesso è in un altro villaggio. Siamo felicissimi di questa cosa perché all'epoca non erano pronti e poi invece hanno fatto il salto. E quindi poi nel duemila undici abbiamo fondato questa associazione, di cui peraltro sono tuttora presidente. Per cui diciamo che ci sono da sempre un tempo di vivere. Quindi il tempo di vivere, costituita come associazione tempo di vivere, un'associazione di promozione sociale. E poi il villaggio la proprio nello statuto, cioè proprio la ricerca di uno stile di vita alternativo alla sperimentazione di un nuovo tipo di socialità, la sperimentazione di un nuovo tipo di relazioni e di rapporti che è un po'. Quello che è alla base della nostra vision c' è il la sperimentazione proprio di un nuovo modo di stare insieme, di un nuovo modo di riportare la persona comunque al centro con le proprie capacità, il rendersi disponibili per gli altri facendo quello che piace fare quello che sappiamo fare. Vogliamo fare, insomma, e prima di tempo di vivere il tuo percorso studio approfondimento il lavoro prima di tempo di vivere. Il mio percorso di studi che non è ancora finito è di medicina e chirurgia e io ho lasciato medicina e chirurgia. Sono andata in forte crisi a sette esami dalla laurea perché nel momento in cui ho iniziato a lavorare comunque fare tirocinio in ospedale è stato un impatto terribile, non tanto coi pazienti quanto per la realtà che c' era tutto attorno. Io ero quella che veniva sempre ripresa perché mi fermavo troppo a parlare con le persone e questa cosa per me era assolutamente inconcepibile. È per cui io che ho sempre sognato la medicina, io tutto ramo comunque la cura delle persone è per me è stato traumatico, ma poi c'è stato un insieme di situazioni per cui ho comunque lasciato e nel tempo poi nel man mano che ci sono stati questi cambiamenti nostri che poi sono sfociati in tempo di vivere, mi sono avvicinata alla naturopatia per cui ho fatto la scuola di naturopatia e quindi ho trovato un nuovo modo diciamo comunque di fare medicina eh, sono ancora in tempo per finire. Nel frattempo, quando avevo il bimbo, il primo bimbo piccolino comunque ripreso fatto due esami e poi l'ho mollato però l'idea è quella di proseguire su questa strada. Reputo che comunque la base di medicina la medicina non è negativa in sé. La medicina diventa negativa quando non viene piu' usata per il bene della persona che hai di fronte e quindi credo che si possa fare una medicina diversa. Quindi per me la naturopatia mandato sicuramente questo slancio anche a finire gli studi di medicina e chirurgia per fare una medicina diversa e all'interno del tempo di vivere questo questo tuo percorso di crescita e di studio come sì, io mi occupo proprio della parte piu' di benessere, per cui dando per dire appunto antonio in questi giorni si è tirato un calorifero di ghisa sul piede e quindi aiuto a prenderci cura di noi. Comunque in un rapporto con la natura diverso io ho seguito una scuola che a differenza di altre è usa i rimedi naturali nel senso di rimedi che trovi attorno a casa, quindi senza la necessità di andare a comprare niente. Quindi con antonio facciamo in piastre d'argilla usiamo proprio la terapia è stata al sole usare l'acqua io adesso ormai due anni che non utilizzo il sapone la mia pelle ne ha giovato in una maniera incredibile. Io comunque ho sempre avuto problemi di pelle, inizio adesso dopo tanto tempo e mi rendo conto di quanto siamo assuefatti alla chimica e quindi diciamo in collaborazione anche quei cuochi che fanno comunque cercano di seguire un'alimentazione naturale l'avremmo proprio su tutto cio' che che la natura ci permette di avere il parlare di naturopatia secondo me di quello che posso fare quello che faccio qui è mettere insieme tutto a gradi. Quando ti occupi di benessere ti occupi di guarigione. Quindi non è solo il fisico, sono tutti livelli. Quindi quando lavoriamo su noi stessi gia' andiamo a lavorare su questo aspetto e nella natura poteva che faccio io? Entra molto anche questa cosa del riequilibrio personale, eccetera. Quindi diciamo che è una cosa che io faccio a livello di studi su una parte forse più fisica ed energetica pero' poi contemporaneamente il lavoro che fanno altre persone va a con penetrare il mio e quindi è proprio questo lavoro di benessere a gradi dirti cosa faccio io in particolare. Va bene. Posso dare delle dritte sui rimedi. Posso dire se ti viene la febbre Aspetta e poi facciamo questo, facciamo un altro oppure andiamo a vedere perché è venuta questa febbre? Perché spesso quando uno si ammala non è semplicemente una questione fisica, cioè dietro qualcosa. Io un esperimento su di me ha fatto una gastrite tremenda. Non ho mai sofferto di mal di stomaco, ho fatto una gastrite allucinante pur mangiando bene e poi andando a capire cosa c' era dietro, siamo riusciti a superarlo senza prendere niente per dire quindi è un po', un lavoro su se stessi, anche la naturopatia, rientrare in contatto, rimettersi in quell'equilibrio che permette poi hanno stessi e al corpo che ha tutti i meccanismi per guarire da solo di rimuovere quelli che noi chiamiamo inibitori alla salute. Quindi una volta che tu rimuovi gli inibitori che sono fisici, mentali, emotivi, poi il corpo si mette in moto per riportarti al benessere. Hai fatto di fare corsi o comunque si, di questo io è adesso stiamo collaborando anche in questo col comune abbiamo fatto, facciamo delle serate, farò delle serate patrocinate dal comune di Marano in cui parlerò proprio di rimedi naturali di primo soccorso naturale per i bimbi, per cui andro' ad affrontare le cose più semplici da affrontare in casa, per cui la febbre, il mal di gola, le malattie acute che possono capitare a tutti i bambini. Insomma questa è una cosa che faremo adesso. Un gruppo di operatori olistici di un paese qui vicino che conosceva un ragazzo che si sta avvicinando a noi, ha creato questa associazione e quindi faremo delle pillole di consapevolezza. Io andrò a parlare di un modo diverso di interpretare il sintomo per cui partendo dalla nato fisiologia che è il mio campo andare a dare uno spunto alle persone per riuscire a interpretare, ad avere degli strumenti da solo per capire dove puo' essere nata questa problematica, quindi usando un po' un'analogia tra quella che è la funzione e l'anatomia dell'organo per poi arrivare a un livello di interpretazione diverso da quello fisico. In sostanza quindi queste cose adesso le sto facendo sempre con i cuochi. Stiamo organizzando dei weekend, dei percorsi di riequilibrio fisico energetico personalizzati. È un lavoro molto con le tecniche riflesse, per cui l'ideologia olistica, la riflessologia podalico olistica é da queste tecniche. Poi riesco a impostare dei percorsi individualizzati sia a livello alimentare in un il concetto di rieducazione di rieducazione olistica proprio di cambiamento, di stile cambiamento di rottura, di schemi è su faccio questo cambiamo argomento eh, la tua seconda figlia nata guarda un po' No, è nata. Eravamo ancora nel lodigiano, noi vivevamo nel lodigiano, nata nel duemila tredici. È loro come stanno vivendo questa esperienza? Ma lei molto bene il pi grande scusa, hai ragione ai miei bambini come stanno vivendo questa situazione la piccola Isotta Bene, nel senso che lei si trova comunque sempre con qualcuno è molto stimolata perché le persone, anche le persone che arrivano, dall'esterno comunque le stanno vicino. Lei apprende tantissimo, apprende sul campo, non sta andando all'asilo, quindi comunque ha una ricchezza, diciamo di stimoli che probabilmente da sola a casa così non avrebbe mai avuto. Il grande patisce un po', il fatto di non avere altri bambini della sua età. Lui va a scuola in paese è adesso fa la terza otto anni. Abbiamo scelto comunque di mandarlo a scuola perché non avendo altre famiglie in questo momento con bambini, non volevamo proprio isolarlo del tutto. In piu' a volte si fa un po', fatica a far muovere la gente e farla venire qui anche con i suoi compagni. Per due o tre riusciamo ogni tanto a trasferirli su, ma molti non si muovono. È anche lui oscilla un po', forse in un'età un po' di passaggio. Lui da un lato ha il piacere di avere qua molti affetti, per cui il nonno, la nonna e comunque ha una capacità di legarsi a tante delle persone che arrivano. Vive molto il distacco, perché tante persone passano, si fermano un po', poi se ne vanno. Per cui per lui questo è difficile dall'altro lato mi rendo conto che anche parlando con la maestra dice lui ha delle conoscenze che altri bambini non hanno, perché non ne possono avere vivendo magari in casa, in città. Lui qui comunque ha capito come i lombrichi lavorano la terra perché è un po' che abbiamo fatto una piccola intervista un giorno ci ha stupito perché lui ha detto no il lombrico non mangia, la terra la ingoia e poi la risposta. Ed è per quello che poi la terra è più morbida, quando cioè lombrico. Però questo lui lo vede proprio dall'osservazione, quindi va a fare l'orto con quei ragazzi che si occupano dell'orto e lui impara. Questo è la cosa che ci ha stupito e la saggezza che ogni tanto tira fuori perché lui ha detto io osservando il lombrico ho imparato la pazienza. Insomma, a sentire un bambino l'anno scorso sette anni ha fatto otto anni ad agosto. Dire queste cose per cui si da un lato ha forse il senso di mancanza dell' amichetta portata di casa vicino di casa piuttosto che il cortile dall'altro. Però sicuramente anche lui si sta arricchendo in altro senso e mi piacerebbe magari è proprio uno degli obiettivi ampliare anche la comunità di famiglia. Sì, sì, sì. Il sogno è quello. Avendo gli spazi il sogno sarebbe quello l'idea sarebbe proprio il nostro sogno iniziale. Era anche quello di creare un home schooling. Comunque una storia, una scuola libertarian, chiaramente avendo altri bambini qua, farlo solo con lui. In questo momento, essendo la sorellina così tanto più piccola, non ce la siamo sentiti. Però il sogno è quello l'idea è proprio quella creare. Posso chiedere una cosa riguardo i corsi? Anche mi parlavi del comune di raiano patrocinata se cioè come vengono accolte in comune da queste macchine determinate piramidi eliminati scorsi è il comune ci ha accolto molto bene in proporzione ci ha stupito, ci ha forse accolto meglio il comune della cittadinanza, nonché la cittadinanza non ci abbia accolto bene, però è è più diffidente secondo me mentre è già da subito quando noi sembra noi abbiamo voluto andare, ma essere presenti per farci conoscere. Perché insomma è una cosa un po' strana, magari una se non sa cosa succede, poi si fa delle idee strane e ci hanno subito accolto a braccia aperte. Devo dire che ci hanno stupito nel vedere subito nella nostra presenza qua una nuova risorsa. Loro vivono molto il senso dello spopolamento delle colline. Venendo si vedono appunto tutti questi ruderi, questi casali che ormai stanno crollando. Anche il comune qua vicino, il borgo, il borgo antico che c' è qua vicino, ormai spopolato, ci vivono in sei e le case sono in stato di abbandono ed è un comune medievale per cui era un comune. Non è un comune. Amburgo è un borgo medievale che ormai è stato lasciato in totale abbandono, quindi è veramente uno spreco e quindi per loro hanno visto in noi la possibilità di ricreare interesse per determinati posti che sono stati dimenticati. Tutte le nostre attività che vanno verso anche rispetto ai terreni, alla rivitalizzazione, alla sperimentazione, partendo dalla base più che ancora dal dal tipo di agricoltura. Ma sulla rivitalizzazione del terreno. A loro interessano tantissimi, perché qua purtroppo la maggior parte dei terreni sono terreni da prima, da pasquale adesso da foraggio, quindi non c' è neanche coltivazione e quindi sono terreni che vengono resi esausti dall'utilizzo. In sostanza quindi noi che stiamo recuperando pezzo per pezzo, perché anche l'orto abbiamo dovuto prepararlo molto prima per creare e rendere il terreno fertile a sufficienza da accogliere poi le piantine. Tutto come la food forest. Abbiamo dovuto preparare tutto perché non era possibile piantare, è terreno argilloso e quindi non è possibile piantare così com'è questa cosa per loro importante anche il progetto del termo composta adesso a è stato accolto benissimo eh ci hanno proposto di fare una sperimentazione nel parco fluviale, per cui chiamando la cittadinanza devo dire che è un comune in questo senso che capisce l'utilità del cittadino quando il cittadino propositivo e quindi ci viene molto in colpa piccole persone con le persone dipende suscitando molta curiosità e suscitato anche molta diffidenza. Em la prima volta abbiamo fatto una festicciola con i compagni di classe di mio figlio e sono venuti tutti e veramente incuriositi, devo dire anche sono molto accoglienti e molto disponibili. Mi rendo conto che si fa poi difficoltà a coinvolgerli, magari in cose che noi facciamo l'anno scorso ci sono un po' rimasta male perché noi abbiamo vari amici. Comunque nell'ambito del cambiamento è venuta una nostra amica che suona l'arpa celtica lavora quei bambini. Ho provato a proporre questo laboratorio anche per i bambini non è venuto nessuno, è ultimamente abbiamo provato, avevamo qua un altro nostro amico che lavora sulla comunicazione tramite le sonorità per cui le percussioni, eccetera. Anche lì abbiamo provato a fare la festa, a dire dai, venite, é venuto un bambino solo. Poi magari arrivano incuriositi, mi vedi arrivare senza avvisare. Non sai chi siano oggi? No. Guardiamo e basta. Mi ha fatto ridere un giorno perché mi ha detto si è un po' come allo zoo arrivano su guardano. Però stai lì, io sto al mio posto, altri no. Altri ci hanno proprio accolto, sono diventati proprio per noi fan parte di tempo di vivere anche se non abitano con noi. Cambiamo vari amici, amici, amici proprio penso sia una varietà che c' è ovunque, non sono qui normale. Quando una cosa un po' strana suscita sempre varie reazioni. Ma cosa per te l'italia che cambia l'italia che cambia? Italia che cambia? Secondo me è un movimento che nasce dal basso a parte il lavoro che fai, Italia che cambia della è che è un lavoro, secondo me è molto, molto importante di cronaca e questo è proprio il lavoro di Italia che cambia l'italia che cambia e piano piano e non si fa spaventare. Io ho la sensazione che ho tante volte che siamo abituati talmente tanto a dipendere dalle istituzioni, dal governo, dalla sanità che perdiamo la responsabilità di noi stessi. E quindi quando si parla di crisi, quando si parla di epidemia, di meningite piuttosto che l'epidemia di morbillo che adesso sembra la peste del secolo, abbiamo fatto tutti. Mmm noi ci affidiamo agli altri, affidiamo completamente agli altri, facciamo dipendere la nostra vita da quello che ci viene detto. Credo che chi decide di cambiare decide di prendersi responsabilità della propria vita e quindi si riappropria della del potere di fare qualcosa per se stesso e non lo dà più agli altri. È che non vuol dire staccarsi dal sistema significa responsabilizzarsi. Quindi ok, ce la crisi. Io quello di cui mi sono resa conto per dire tra di noi, ma tante altre comunità che abbiamo conosciuto il fatto che noi ci siamo trasferiti qui. Alla fine eravamo praticamente tre o quattro famiglie, chi single, chi con figli che senza ci siamo ritrovati con una quantità di roba che ne abbiamo veramente in eccesso. Quindi se noi ritrovassimo questa capacità di stare insieme agli altri, riusciremmo anche la crisi a superarla. Perché noi ci rendiamo conto che le spese che si sono altre perché è un casale di trecento metri quadrati, perché c' è chiaramente una spesa maggiore, ma se la calcola sii divisa per nucleo familiare molto più bassa di quella che avevamo prima, vivendo da soli. E allora le opportunità per superare la crisi anche economica ci sono. Bisogna cambiare gli schemi mentali e quindi capire che abbiamo noi il potere di farlo. Questo dipende da noi, non dalla globalizzazione dell'economia della finanza. Dipende da noi scegliere. Ok? Fino adesso ho vissuto così posso cambiare. Questo è secondo me l'italia che cambia la gente che che capisce che può fare per non da solo. Ma no, decidere di cambiare. E lo fa qualche domanda per me sono anche se tu volevi aggiungere qualcosa che abbiamo toccato? No mio direi di no. È un no, magari vi mando se avete voglia Simona C'e' un'altra ragazza che c' è anche anche lei? Si Simona staff orini Grazie, io sono pronto. Sì eh ehm Quando sei arrivata? Come sei arrivata? E soprattutto perché sei arrivato? Dunque io sono arrivata qui appena loro hanno trovato il posto, eh? Io conoscevo una parte del gruppo e quando loro sono arrivati ad agosto scorso, sono venuto a trovarli. Sono venuto a trovarla. Era già qualche tempo che, insomma, ormai diversi anni, che iniziavo a interrogarmi su qual era il mio obiettivo nella vita Io facevo, tu Tltro, lavoravo nel commercio, nel marketing. È però stavo iniziando a fare un percorso su di me per riscoprire quello che davvero volevo fare, per trovare il senso che volevo dare il mio cammino. E ho iniziato a frequentare degli eco villaggi. Mi sono iscritta naturopatia, ho frequentato un altro eco villaggio m', e quello era il senso che iniziavo a vedere per completare il mio cammino, per sentirmi appagata. Quando sono arrivata qui ho conosciuto meglio il loro progetto. Mi ci sono sentita completamente coinvolta, per cui sono rimasta qui pochi giorni. Sono tornata a casa e sono tornata a casa mettendo in discussione tutto quello che avevo scelto fino a quel momento, per cui poi sono tornata qui. Ho iniziato a frequentarli praticamente tutti i weekend, riuscendo a poi mi prendevo ferie. Sono stata qui più tempo possibile. Ho iniziato a lavorare per integrarmi nel progetto per portare avanti con le competenze che avevo in quel momento, per cui fondamentalmente il marketing, la parte organizzativa, tutta la divulgazione sull'esterno, la grafica eccetera e da lì pian piano, venendo accompagnata dal gruppo. Nel senso che in questo cammino di dubbi, di paura e ne ho avute parecchie, insomma, io avevo una casa, avevo un lavoro avviato, una bella carriera e in attraverso, insomma la il racconto di tutto quello che stavo provando in questi mesi. Mentre li frequentavo, il gruppo mi è stato di grande sostegno. Sono arrivata poi a prendere la decisione di licenziarmi, di vendere casa e mi sono trasferita qui ufficialmente da febbraio con tutti i miei gatti e insomma, le mie cose, per cui ufficialmente sono qui da febbraio rispetto alle altre esperienze che vi conosciuto e frequentato. Gli eco villaggi in cosa è diverso tempo è diverso. Per me è stato fondamentalmente diverso. Em. Innanzitutto l'importanza che qui si dà alla relazione, che era esattamente quello che sentivo. Mi mancava nella vita, nel senso che comunque a livello pratico è Mme. Io le mie cose ce le avevo, avevo il mio stipendio, avevo la il mio lavoro che tutto sommato mi pagava da alcuni punti di vista. Quello che mi mancava fondamentalmente era la relazione e il poter dare un senso a tutto quello che non ero in grado di esprimere tra virgolette nella società normale, insomma. Per cui le mie passioni, ma quelle che venivano definite le mie stranezze, appunto dalla naturopatia. A me piace coltivare tutta la parte di comunicazione di mi piaceva la gestione dei conflitti, la PNL, la mediazione. E di contro mi piacevano anche cose completamente diverse. Quindi l'esoterismo la creatività. Volevo sperimentare mi coi bambini, ma non ho figli miei, per cui non non sapevo come fare. Qui ho trovato la quadratura del cerchio. Qui c' è l'importanza di me come essere umano, cioè l'importanza di me come essere umano all'interno di un gruppo c' è la parità, cioè l'autenticità del poter dire oggi mi sento così oggi mi sento cosa magari senza un motivo apparente, è però dall'altra parte c'è sempre qualcuno che accetta, accoglie, ti aiuta, ti sostiene e ti lascio anche da sola se hai bisogno di quello, eh, ma tutto in grande rispetto reciproco. E questo era in assoluto il pezzo che mi mancava di piu' non c', è una vera linea guida su noi facciamo agricoltura, noi facciamo spiritualità, noi facciamo autoproduzione. Noi facciamo tutto quello che vogliamo fare. Ognuno di noi esprime il meglio di sé e questo era assolutamente quello che mi che ho trovato di diverso da tutte le altre realtà che ho frequentato. Dove c' era invece forse una linea guida più definita, ma che a me non rispecchiava completamente perché non sono fatta di una sola cosa e avevo bisogno di potermi esprimere a trecentosessanta gradi o milioni di progetti nella testa che vorrei portare avanti da qui affinché, camper o per cui é qui. Credo di avere la possibilità di farlo con i tempi del progetto, chiaramente con affrontare la realtà quotidiana che non può prevedere che da domani io apra settecento nuove idee. Ma so che col tempo magari la metà riesco a a portarle avanti e questo mi dà insomma, grande soddisfazione, grande stimolo ad altri villaggi che forse sono più comunità chiuse, l'apertura verso l'esterno assolutamente anche questo anche questo a me è piaciuto molto nei discorsi che abbiamo fatto inizialmente, che non era ci rinchiudiamo su un cucuzzolo, ma lavoriamo con le persone proprio perché la relazione e la responsabilità della relazione ti porta necessariamente a trasmettere questo senso della responsabilità anche sul territorio, anche nel collaborare con le istituzioni, anche nel collaborare e portare avanti i tuoi contenuti in quella che è la quotidianità. La società. Noi vorremmo entrare nelle scuole, vorremmo parlare con i genitori, è adesso stiamo parlando con gli agricoltori per il progetto termo compost, eh? Non vogliamo che quello che impariamo, avendo fatto una scelta, sicuramente un po' radicale rispetto a quello che è, insomma la normalità e la quotidianità. Non vogliamo che questi vantaggi e questi contenuti restino solo tra di noi non avrebbe senso. Il senso è portarlo fuori, fare da esempio per quello che possiamo metterci la faccia nella autenticità, che è anche quella delle difficoltà, anche quella dei conflitti e anche quella dei progetti che non si riescono a realizzare. Ma in questa autenticità vogliamo dare l'esempio di lo facciamo noi, lo potete fare voi se lo facciamo tutti, forse l'italia, insomma, in qualche modo cambia l'italia la società in generale le nostre relazioni. Insomma, secondo te cos'è l'italia che cambia? Come la definiresti? Che idea! Ma io da quando sono qui ho favorevolmente scoperto un mondo quasi sommerso che si muove anche un po' in silenzio, eh, che si muove senza bisogno di dimostrare che si muove proprio per quel senso di responsabilità di non è che chiedo, mi aspetto che per forza mi venga dato. Io chiedo ma poi mi muovo per ottenere ma poi mi muovo per cambiare. É questo che era cio' che mi frustava prima nella mia vita milanese? Io vengo da Milano. È questa mancanza di scambio con le altre persone, questa mancanza di la responsabilità di dare sempre la colpa fuori e mi frustava, mi frustava perché io dicevo Ok, questo non ce l'hai come puoi come puoi ottenerlo? Come puoi fare per perché non ti metti in gioco in prima persona e mi sentivo frustrata dal fatto che non trovavo risposta da che invece ho iniziato a muovermi in prima persona sono apparsi come funghi, cioè veramente un'italia sommersa di gente che lavora, che si muove, che ha idee propositive, che è speranzosa, che è, usa la propria volontà e le proprie capacità al servizio degli altri, che lavora sullo scambio, che é grave ed è quello che io voglio andare a continuare a coltivare è quello che voglio continuare a divulgare, che voglio far sapere alla gente che esiste e che siamo più di quelli che crediamo. Sono convinta che siamo più di quelli che crediamo. Poi è vero anche che la realtà ti porta a incontrare altri tipi di mentalità, ma io penso che la massa critica stia aumentando notevolmente. E soprattutto sono stupita da morire sempre favorevolmente dal fatto che ci siano molti giovani. Noi qui facciamo anche scambio lavoro per cui sono passate tante persone, tante persone che ci vengono a dare una mano per dei periodi, brevi o lunghi che siano. E moltissimi sono giovani. E io mi riguardo quando avevo la loro eta' che ero immersa nella carriera, andavo a lavorare col tailleur e i tacchi alti e mi dico questo questo mi dà speranza. Questo è segno che qualcosa sta veramente cambiando i giovani, anziché andare a studiare sui libri, cose che poi non gli serviranno, gli serviranno fino a lì. Vengono a imparare, dall'esperienza, vengono a imparare dalle relazioni, dallo scambio, dalla condivisione. E questo mi dà veramente grande speranza. Insomma, credo molto in questo progetto. Credo che sto facendo la cosa giusta per me, ma é un per me che si apre che non resta solo mio. E quindi la curiosità mia all'interno, cosa vorresti portare voi tutti all'interno. Sì, sì. Io in questo momento mi occupo appunto venendo dal marketing, dal commercio, eccetera. Mi sto occupando della parte piu' organizzativa e divulgativa. Sto approfondendo molto le mie conoscenze sulla comunicazione e la mediazione nelle relazioni. Sto studiando counseling è porto avanti con grande entusiasmo. Il progetto di scollegamento insieme a Gabriella è in che è proprio per me è l'emblema di quello che io ho fatto. Insomma il mio passaggio personale per arrivare a costruirmi la vita che volevo è passata da paure e dubbi. Condizionamenti è difficoltà emotive di ogni tipo. E il progetto dello scollamento che portiamo avanti mira proprio a sostenere le persone che hanno voglia di un cambiamento, sentono il disagio, vogliono cambiare e da soli fanno più fatica. Noi vogliamo facilitare questo cambiamento. Vogliamo facilitare questo cammino, esserci, sostenere, dare degli strumenti per quello che possiamo e metterli in relazione con altre persone che hanno la stessa esigenza. La stessa è voglia di migliorare e questo è in assoluto il progetto. In questo momento a cui io dedico più cuore. Poi ne ho veramente un sacco che vorrei fare. Vorrei lavorare con gli animali, mi piacerebbe fare per terapie mi piacerebbe lavorare coi bambini e imparare. Io ho poca esperienza coi bambini, vivo adesso, insomma, da qualche mese con i nostri due bimbi e in ma è una relazione che mi appaga molto. Mi sono scoperta capace, mi sono scoperta interessata al mondo dei bambini perché imparo da loro molto più che che dalle relazioni, a volte con gli adulti, e quindi vorrei lavorare anche in quel settore. Vorrei portare le competenze di comunicazione di eh così, di alfabetizzazione emozionale attraverso i bambini, nel migliorare i rapporti con i genitori, nel migliorare i rapporti con la scuola. È in insomma, ne ho tanti, no, veramente tanti di progetti in testa che vorrei ti ho detto vorrei lavorare sempre nell'ambito del sostegno alle persone è fare dei percorsi che le sostengono attraverso l'arte e la creatività, in modo che le persone possano provare a esprimersi con le mani, con i colori, con un fare diverso che non sia sempre solo mentale e in Insomma, se sto qua stiamo qua due ore a raccontarvi tutti i progetti che ho in testa, per cui se vuoi aggiungere qualcosa e penso che abbiamo domandato mm-hmm No, non in particolare, direi. Insomma, avete sentito tutti i nostri tutte le nostre campane, per cui credo che un quadro a trecentosessanta gradi ve lo stiamo dando. Insomma grazie a voi nome, cognome risultato se mi dici nome cognome io sono romano Salvini. Sono nato a Milano e ho quarantatre anni m'hanno Salvini sai Ok il gruppo okay è come quando e perché sei solo un po' sei finito tempo di vivere Perché quando parte il progetto? Cinque anni fa e io sono ok eh, sono partito con tempo di vivere cinque anni fa, quando nacque il progetto in Lunigiana. Conoscendo Antonio e un altro casale allora io eravamo io, Kate Pietro, il mio primo figlio e da allora abbiamo iniziato a seguire questo progetto, a crescere con lui e a cercare di realizzarlo. Poi questa concretizzazione è venuta lo scorso anno e strangola nelle colline di Modena, sopra Avignone. Ma qual è stato il tuo percorso di studio, di approfondimento di lavoro prima di arrivare qua? Cosa hai portato a tempo di Io lavoravo una casa editrice, facevo l'editor in seguito testi giuridici, economici eh l'ho fatto per anni praticamente é la mia grande passione, è stata per tanto tempo la cucina e quando sono venuto qua a tempo di vivere ho lasciato bozze e siti per darmi invece alla cucina e a a sfamare il tempo di vivere. Quindi è stato anche un po', un concretizzare la tua passione e farla diventare all'attività quotidiana è stato assolutamente il la possibilità che abbiano il tempo di essere stato quello di concretizzare un quello che era una passione e un sogno e dargli una quotidianità. E una è costanza. E parliamo un po' della logistica di tempo di vivere. Ma diceva prima Antonio che l'obiettivo è l'autosufficienza a livello alimentare totale. Adesso come siete messi? Che struttura tra virgolette avete? Diciamo che il tempo diverse posti, molti obiettivi nel tempo. Una fra queste l'autosufficienza alimentare energetica e molte altre autosufficienze rispetto a quello nello specifico, quella alimentare. Siamo ancora ai primi passi, come tutti. Tutti gli obiettivi vengono fatti a piccoli passi. Noi siamo nei primi proprio nel senso abbiamo costruito un orto, un orto sinergico. Questo ha dato i primi frutti l'anno prossimo. Vogliamo ampliare quest'esperienza con delle nuove metodologie di cultura e di sperimentazione. È da un punto di vista invece più concreto, diciamo. Noi iniziamo a farci il pane da soli, le focacce, le pizze ci auto produciamo il seitan, marmellate, conserve. Insomma quello che non riusciamo a fare da soli ci dà quel concetto di di autosufficienza. Siamo ancora veramente ai primi passi per curiosità, per capire se l'obiettivo diciamo al cento per cento adesso che livello siete in questo momento? Se gli obiettivi sono posti al cento per cento, magari siamo al venti. Chiudi il percorso è ancora molto lungo. Okay em, anche proprio dal punto di vista del lavoro quotidiano come viene curato? L'orto poi la cucina, la preparazione di tutto e anche magari anzi il diciamo la preghiera l'approvvigionamento di quello che non riuscite per adesso a produrre l'approvvigionamento viene dall'esterno, ovviamente. Quindi andiamo a comprare all'esterno tutto ciò che la frutta verdura che non può arrivare l'ha. Invece la gestione della parte della cucina non è abbastanza articolata, nel senso che siamo tante anime diverse e quindi al suo interno ci sono vegani, vegetariani, onnivori e di conseguenza cerchiamo di accontentare tutti con menù abbastanza vasti e onnicomprensivo rispetto all'orto. Cioè in queste persone se ne sta occupando in modo abbastanza, è premiante, nel senso che è un esperto e di conseguenza ci danno anche molti consigli su come strutturare. Lo dico su come poter ampliare questa quest'anno quest'anno questa che aveva una novità per noi. Noi tutti veniamo dalla città di consulenza l'orto in questo momento per noi era un vaso, magari con dentro i pomodori. Qui si sta concretizzando invece quasi mezzo ettaro di terreno coltivato, quindi è un gran bello obiettivo. La gestione quotidiana viene rispetto al al al normale fluire delle cose, quindi mangiamo tutti insieme è cerchiamo di essere sempre presente il momento del pasto comunque un momento importante perché avendo anche attività molto spesso diverse, è un momento in cui ci unisce e in bene momento comunitario del pasto. Un momento comunitario eh? Avete dei fra virgolette, fornitori di fiducia, questa non per capire da chi è andato a comprarlo, per capire quali sono le relazioni. Stiamo cercando di gruppo d'acquisto rispetto ai gruppi d'acquisto. Stiamo cercando di fondarla, nel senso che essendo già noi una realtà abbastanza ampia e ci stiamo accorgendo che entra in un gruppo, acquista un po' complesso perché è come se già fossimo quasi tre quattro cinque famiglie insieme e di conseguenza ci stiamo pensando di organizzarci noi come gruppo d'acquisto e magari in relazione con altri che già sono presenti e con un motore reciproco, reciproco aiuto è rispetto ai fornitori, anche li stiamo iniziando a conoscere noi. È un anno che siamo in questo territorio, nessuno di noi di questo territorio e quindi stiamo iniziando a in questo momento proprio ad aprirci sotto questi aspetti. Come sono le reazioni? Perché magari da solo il milanese che arriva nella collina emiliana per il contadino che abita qua da decine di anni può rappresentare un elemento di diffidenza? Diciamo che il territorio intorno a noi ci ha molto stupito, nel senso che è un territorio molto particolare. È qui nel vibonese, in particolar modo sono nate le prime comuni agricole. Quarant'anni fa e quindi è un tessuto. É un territorio che già nel suo dna qualcosa di di questa caratteristica, di quello che è una comunità unico. Villaggio sicuramente fa strano pensare che cinque milanesi e un fiorentino si siano trasferiti nelle colline modenesi per poter intraprendere un percorso completamente diverso. Quindi più che scetticismo, cioè un po' di curiosità e molta gente viene per conoscerci proprio. Per vedere che cosa è l'unico villaggio, per cosa facciamo? Questa è la domanda più comune. È anche questo è comunque interessante capire e vedere le persone come reagiscono, cosa cosa cercano e spesso a cosa vogliono sentirsi dire sotto certi aspetti, che cosa vuole sentirsi dire tra le cose più disparate, che è possibile vivere in modo diverso e che quindi non è una utopia che si può vivere in modo diverso, anche in modo normale, senza essere strani oppure isolati, oppure vivere su un eremo, ma trovare anche delle risposte a una felicità comune nella quotidianità rispetto a chi qua nella zona ha già avviato dei percorsi concreti di cambiamento, anche abbastanza noti e conosciuti. Mi viene in mente Monteveglio, Transition Town, Si', Monteveglio, una trans esistono intorno a noi. Io penso che L'emilia sia oggettivamente un posto particolare, per cui è molto recettiva delle cosiddette novità qui intorno, dice Monti Veglio che è una Regione Town, eh, ma esistono intorno a noi anche altri eco villaggi, anche non molto lontani da noi. Ed esistono anche cosa molto affascinante delle strutture che possono essere delle aziende agricole che hanno aperto a avventure diverse dalla nostra, ma sempre molto sociali, ecologiche e quindi questo tessuto poco a poco sarebbe interessante iniziare a unirlo per far sì che possa convogliare l'energia in una in un flusso unico e quindi dare maggior peso a questo cambiamento. State lavorando a questo? Ci stiamo lavorando, è il potere unire queste diverse realtà e queste diverse strutture è con le loro finalità molto spesso specifiche, abbastanza complesso, ma è un obiettivo che ci stiamo ponendo perché crediamo che sia molto importante non disgregare ma unire. E quindi questo è un obiettivo che fin dai primi passi del di tempo di vivere era un postulato e devo dire che è rimasto. Quindi anche lì è un lavoro sul medio e lungo periodo. Pero' inizia a esserci gia' dei frutti di convergenze, di sinergie che stanno unendo. Cosa perde l'italia che cambia è l'italia, cambia. È un movimento che ho conosciuto nel tempo ed è un esempio di possibilità. Un po' riflette quello che stiamo facendo qua noi il potere. Dare uno specchio alle persone sul fatto che cambiare non è impossibile. Ma è possibile, eh? Ci vuole la volontà, ci vuole la volontà e la moglie perché altro? E volevo chiedere a livello parlava Antonio degli altri, soprattutto dei corsi. E per quanto riguarda la cucina sono previsti, sono stati fatti, sono previsti in futuro negozi di cucina. Qui noi abbiamo gia' fatto dei corsi di cucina naturale. Abbiamo fatto i dolci naturali, quindi senza l'uso di zuccheri, fare lavorate senza derivati animali e abbiamo preso di farne altri. Non bisogna fare anche dei corsi di turismo, dei corsi di dolci senza glutine, andare comunque in quelle situazioni particolari e che possono essere stuzzicanti. La difficoltà di portare sulle persone nei corsi di cucina adesso che ce ne sono così tanti comodi sotto casa che è difficile con le persone, faccia tanti chilometri per poter venire qua, è però sì, è una cosa che noi ce comunque ci teniamo a farle. Poi sul risultato vedremo. E per quanto riguarda gozzi di agricoltura, per esempio, noi quest'anno abbiamo fatto diversi corsi, tra cui anche nell'ambito agricolo. Abbiamo fatto la permacultura è che non abbiamo fatto l'orto sinergico, nel senso che ho picchiato strutturato nella pratica. Quindi non abbiamo fatto un corso dedicato e ora faremo il corso di food forest proprio fra una settimana nella quale verrà strutturata una forte, quindi una foresta che si mangerà è questo è un esperimento interessante che stiamo facendo per l'anno prossimo vorremmo sempre nell'ambito della permacultura, quindi anche nell'ambito di strutture nell'ambito di tutto questo movimento che hai veramente infinito creare anche altri corsi, gli altri altri così sempre molto legati quello chiedere un'altra cosa e in ah per quanto riguarda poi le il menù della decisione, di quale cucina, se una decisione collettiva oppure tutto fluisce rispetto al cosa, mangiamo fondamentalmente la decisione di chi sta cucinando quindi anche della correttezza, dello sforzo che uno fa e nella nella, insomma, nella sua articolazione del menù rispetto a quello che abbiamo, anche quello che può offrire l'orto in quel momento strutturato un menu che sia compatibile con tutte le esigenze che sono sempre tanto scusa l'ultimissima anche questa cosa della fluidità riguarda anche le attività che fate qua non c' è una momento in cui vi sedete programmazione noi cerchiamo nel anche al fine di organizzarci meglio e al fine di ottimizzare sicuramente que creare una programmazione, quindi riunioni nelle quali possiamo appunto confrontarci, trovare soluzioni, trovare nuove idee, portare nuove idee, quindi discuterle per poter stuprare nuovi progetti è molto spesso ci accorgiamo che poi sono gli eventi che fanno accadere. Molto spesso le cose é quindi molto spesso la programmazione viene modificata con grande facilità per la nostra idea è quella che forse una maggiore organizzazione potrebbe anche portare una minor fatica nel fare le cose spesso. Bene. Grazie. Vuoi aggiungere qualcosa che pensi che non ti abbiamo chiesto? No, non credo. Va bene. Ok. Grazie. una molla che mi è scattato ho detto ma io cosa vado in giro nelle aziende degli altri e cercare di portare miglioramenti qua e là che a casa. Comunque sia, ho iniziato anche a capire che io a dovadola stavo molto meglio rispetto che a bologna in giro e allora ho detto perché non comincio con lavorare nell'azienda di famiglia e mi sono presentata a casa un giorno dicendo io mi sono fatto anche questo. Prego guardate daniels esiste poi noi praticamente italiano le nostre domande da montaggio no, come se potete sempre ripetere il soggetto alla domanda che aveva fatto esempio come questa panetteria di te bella perché non sa che cosa questa panetteria bella che Perché siccome la mia voce non c' è nel video che si molto molto cosa? Ok, è molto difficile Allora sei partito and siccome non sapevo mai chi monterà il video, se ci dite il nome con ok io ce l'ho io vado bene all'ambiente comincia dai ciao, io sono Fabio Cappelletti. Ciao, io sono cappelletti maurizio eh buongiorno buon giovanni mia mamma per era mia moglie si chiama giovanni cappelletti. Bongiovanni annamaria sì, il suo cognome esatto si chiama cappelletti bongiovanni perché sono bambini. Due cognomi, eh? Niente. Quindi formalmente diciamo che tu hai creato il forno. E perché noi dobbiamo scrivere tutto? Tipo scriviamo il nostro nome? Si vuol che il tuo ruolo come si dice? Tu che lavoro fai a Io faccio il panettiere io? E se io sono un panettiere e io faccio il panettiere, lui non fa il panettiere, capisce? Quando compare il nome si scrive sotto. In genere io fondamentalmente volentieri Sì, sì, ok, io principalmente io sono scrive il fornaio. Io principalmente a qui dentro mi occupo di tutta la parte di biscotteria. Roba secca, biscotteria, torte, grissini sono proprio cose che produco e ci scrivi sotto speciali ben che scrivi specialisti che spesso mi invento, mi creo le ricette di cose che mi piacciono, che magari potrei anche mangiare. Poi io mi occupo anche tutta la parte diciamo di gestione dell'azienda no commerciale. Secondo me dovete anche considerare le cose che lui ha il mantello come supereroi. Non so se avete presente Superman é qui. Lui ce l'ha due volte. Questa è un'azienda con un mantello. É questo che si sappia. Questa è un'azienda con Matteo, vero? Ma cominciamo. Dall'inizio. Vuoi raccontare un po' come la nostra storia da dove siamo partiti, come, dove e come mai ha come mai niente io dunque c' è stato un anno che io prima facevo il fornaio in altri posti è stato un anno e che è tornato dal militare. Sono andato a fare una stagione al mare come il panettiere e li ho fatto questa stagione ho conosciuto un altro ragazzo li' che faceva il panettiere, un pugliese. É finita la stagione e lui mi disse che prendeva un forno a Cervia e di aspettarlo che mi prendeva a lavorare con lui. Quindi tornai a casa, ma nel frattempo lui mi chiamava. Sarò passato un paio di mesi così e lui non si faceva vedere. Insomma, dopo è lì per Predappio. Il figlio del dottore, il dottor Bianchini All', epoca che era già lui era uno dei fondatori del club macrobiotico di Forlì, insieme ad altri due di Predappio Due-tre di Forlì. E così mi dice Ma perché non prende un forno da adoro così così vogliono poco. E dai, ci fai pane anche per noi? Insomma, fatta breve, bene vedere il forno e attraverso questa informazione di questo signore comprare il forno a Dovadola che non è questo qui era un forno proprio di quelli come una volta con le fascine dentro, pulirlo, spazzolare. Poi con la rimanenza della legna facevamo la carbonella, quindi è tutto proprio veramente avevamo il carretto. Noi eravamo nei mezzi che portava il pane in negozio col carretto andavo a prendere l'assegno col carretto. Insomma, era proprio una cosa veramente molto, diciamo quasi antiche. E così per dieci anni ho fatto quel lavoro lì nel laboratorio, a niente, poi con mia moglie, cioè siamo venuti, abitare, abitare e poi quando siamo venuti qui a Dovadola, non è che aveva preso una casa in affitto noi dormiva mia moglie dormiva nel retro del lavoro del negozio e io devo fare il pane nota. La mattina portavo sul pane, la svegliavo, é in una brandina e insomma, é così piano, piano, piano piano. Poi abbiamo preso un appartamento in affitto che chiamarlo appartamento è veramente un eufemismo di quelli grandi. Insomma, piano piano si è sviluppata questa questa storia perché sono stati dieci anni questo laboratorio in questo in questo forno. Così, grazie anche al sindaco di Do adora che era uno di Predappio, fra l'altro, il sindaco Magrini, che ci teneva buoni. La sanità ci teneva buono, un po' tutti perché era un ambiente di lavoro che non era proprio idoneo per fare del pane. E insomma, poi abbiamo comprato la terra qui e abbiamo fatto il cappello. Il capannone in laboratorio e dopo dieci anni, quindi dal dal dal settantanove che abbiamo cominciato nel intorno al Ottantanove. Abbiamo fatto questo laboratorio nuovo e qui siamo arrivati qui. Cazzo, grande spazi, un magazzino qui vaccini Siamo e si lavorava io mia moglie. Tranquilli, va un bel lavoretto in tranquilli abbia preso indipendente e finché fino a sette otto anni fa eh, andavamo avanti, siamo fatti la casa. Insomma, dai la vita di due persone che stanno bene lavorano, guadagnano due soldi si fanno e poi niente. Poi ho cominciato a leggere informarmi che io a scuola ho fatto solo la seconda media. Se mi vedono i miei professori, da che leggo certi libri di Socrate o di ok, mi dicono Non ci credo neanche se mi vedono proprio non ci credo per dire no. Ok, insomma, leggo e mi come se comincio con la mia mente a cercare sempre delle risposte a queste domande che si che mi trovavo in questi libri, livello spirituale a livello così ecologico a livello di natura, a livello di sistema a livello, insomma leggi, leggi, informazione, macine, ma e piano piano e ho raggiunto un po' queste raggiunto mi son fatto queste idee nella testa all'ecologia la qualità del cibo, la qualità della vita, il rapporto con le persone, il rispetto dell'ambiente e tutte queste cose qui è insomma è siamo arrivati che adesso ormai facciamo solo cose dio, tutta roba naturale. Cerchiamo proprio le cose tipo insomma abbiamo un mugnaio che lui macina della farina che praticamente dai chicchi di grano a tutti i contadini li attorno gli fa seminare il grano, lo raccoglie, lo macino i grani antichi. Insomma lavoriamo quasi esclusivamente con queste cose qui facciamo ancora un po' di convenzionale perché avendo un negozietto guido vado solo col biologico, non è che ci possiamo sostenere e quindi facciamo ancora un po' di convenzionale appunto per integrare dai andare avanti ecco questa più o meno la storia. Poi entriamo nel merito delle varie cose che vuoi raccontare tu come sei finito qui? Prima ce l'hai detto magari un po' piu' in breve breve tappa prima o poi. E questo Okay, allora prima di venire a lavorare con il forno di famiglia. Ho avuto delle altre esperienze lavorative abbastanza importanti e molto, molto formative che li per l'ilva. A volte fai fatica a cogliere questo aspetto, ma invece adesso, anche se sono state esperienze a volte anche forti, riconosco che mi hanno dato molto. Ho avuto esperienze di lavoro in altri settori, la prima addirittura in un settore dove è a vicolo. Ci occupavamo di fare impianti chiavi in mano di allevamenti industriali, quindi anche i grandi gruppi. Quindi ho visto o toccato veramente con mano come funziona e come viene gestito quel quell'aspetto lì. Quindi la produzione di carne a livello industriale e ho lavorato in questa realtà che era poi una realtà di famiglia perché era il mio zio. Per anni credo ho svolto sia i lavori manuali, che poi i lavori di ufficio di responsabilità, gestione di banche, personale. Tutte queste cose che mi hanno formato molto dopo le nostre strade si sono divise per alcune, diciamo incomprensione, comunque scelte diverse e ho avuto un'esperienza nel campo farmaceutico. Praticamente ho ho gestito seguito un gruppo privato di farmacie di fino a sei è dove anche lei mi occupavo piu' che altro della parte gestionale amministrativa, pianificazione aziendale personale, apertura di punti nuovi, un po' di tutto anche lì, perché era anche lui una cosa, diciamo quasi di famiglia. È questa avventura qui anche mi ha insegnato tanto a livello anche soprattutto amministrativo, di gestione informatico, pixel per pianificare budget, tutte queste cose qui e questa esperienza è finita anche anche qui, per scelta di strade diverse, vedute diverse. É forse perché io ho gia' dentro di me, sentivo un richiamo verso qualcosa di più naturale, più vicino a me, non so. E dopo questa esperienza ho avuto un'altra breve esperienza con un'azienda di formazione un'azienda informazione personale che cercava già l'ora di mettere le persone davanti a tutto. Però era un'azienda uno stile, un po' americano, di quelle che molto spinte alla vendita. I risultati al successo, tutte queste cose qua è dopo un anno questa esperienza è terminata perché ho avuto il richiamo definitivo di venire a lavorare nell'azienda di famiglia. Mi sono proprio detto ma io cosa va in giro con la macchina a fare chilometri, a cercare aziende per convincerle a attuare dei processi di miglioramento? Cambiamento quello che vuoi, quando magari o una magari quando a casa. Ho una piccola attività di famiglia che ci sono c'erano mio padre, mia madre è un operaio e avevo visto una sorta di sviluppo potenziale aiuto nell'azienda di casa in più ritornare nel mio piccolo paese. Ma ho sempre avuto un forte richiamo. A me piace la natura, il verde piace il fiume. Sono cresciuto in questo ambiente qui. Io da ragazzino avevo il fiume, sono andato nei boschi. Vada tartufo da quando ho quindici anni ho due cani da tartufo, quindi mi piacciono le piante e mi piace la natura. Quindi questo ritorno al forno alle mie origini mi ha dato questo richiamo. Mi ha dato la forza di cambiare radicalmente vita. Mi sono trovato da non so, buonissimi stipendi a girare in macchina, autostrade tutti i benefit possibili. Spende la sera uscire tutte queste cose qua ad avere un lavoro. Gestivo molte persone, anche mi sono trovato poi rientrare nel lavoro di famiglie con il forno dove c'erano mio padre, mia madre, un operaio. Io facevo le consiglio, mi alzavo alle tre di notte, facevo le consegne per quattro ore, a volte anche tre. E poi ho finito e venire da un mondo come quello di prima trovarmi in una situazione così è stato un attimo un po' così destabilizzante pero' anche questo periodo servito molto. Mi sono dedicato a me stesso il mi sono ritagliato del tempo per me. Quindi in questo periodo che io ho iniziato proprio un processo di cambiamento, ho iniziato anch'io a leggere, informarmi su certi aspetti che magari prima non avevo mai preso in considerazione. Mi facevo delle giornate intere al fiume con i cani a leggere dei libri. Perché il lavoro che in questo periodo qui è iniziato proprio la mia deviazione. Per fortuna, perché adesso mi trovo bene in questo ambiente ci credo molto adesso lui dice del discorso della carne Io no, ho fatto sport, ne potrei dire altri. Mi ricordo. Io venivo a casa, litigavo con mia madre perché il tavolo non era la carne incazzato proprio. Andiamo, noi siamo quasi vegetariani, siamo quasi vegani annegati è però tendenzialmente siamo così. Poi capita, fa l'ha mangiata. Non ci ammaliamo che adesso sia un po' girare nel senso io sono un po' più rigido nelle mie cose, anche se non mi ritengo un'etichetta come parlavamo poi ieri che adesso non so se centro non centra, ma non mi ritengo un vegano, ma io non mangio carne, non mangio latte, non mangio uova mangia derivati. Poi se capita assolutamente no. Almeno carnico neanche noi. Però magari se siamo fuori e mangiate ho mangiato famiglie. Che giusto ma io ti prendo. Io invece sono magari più più rigido. Poi chiaramente mi trasformo se non sono così estremo piuttosto che non mangiare mi adatto. Ok, adesso parte questo discorso qui, dove vuoi andare a leggere? Sì, ok, andavo a leggere da dire. Ha iniziato un cambiamento mio personale e questa cosa qui è andata di pari passo con il lavoro. Questo mio cambiamento personale l'ho ritrovato anche nel mio ambito lavorativo sono stato molto appoggiato e facilitato dal fatto che comunque i miei genitori, già da molto come educazione, mi hanno sempre hanno sempre avuto questo stile di vita qui, cioè preferito cibi sani piuttosto che i cibi industriali, perché, come diceva prima mio padre già anche lui aveva iniziato il suo percorso e quindi a casa sentivo già di questi argomenti questo mio cambiamento io l'ho riversato, come dicevo prima, nell'ambito lavorativo. Quindi ho iniziato a fare prodotti che che andavano si avvicinavano a quelle che erano le mie idee di alimentazione. Quindi ho iniziato a creare biscotti, prodotti, biscotti nuovi, senza latte e senza uova, senza dolcificanti raffinati, quindi senza zucchero bianco, prodotti anche salati, crack e altre robe un po' più diciamo secche, sfiziose. Però sempre in questa linea qui ho iniziato a fare delle torte. È cos'e che tutte cose che mangio anch'io quando mi metto a creare un prodotto nuovo lo faccio perché so che posso mangiare anch'io, non non solo per il fine commerciale in questo cambiamento. Questa cosa qui mi ha dato un grosso aiuto perché mi sono iniziate a documentarmi io su come poter farmi da mangiare in un modo piuttosto che in un altro. Come potrebbe farmi la pizza in quel modo piuttosto che in un altro? Come può sostituire un prodotto piuttosto che un altro? E il forno ha preso questa indirizzo qui fortemente da cinque sei anni. Siamo in questa linea qui da quando sono entrato io ho iniziato a fare la certificazione biologica che che questa cosa qui l'abbiamo fatta perché avere certificazione ti permette di poter accedere a dei mercati a cui se tu non hai certificazione, non può eccedere anche se hai quindi sarebbe del primo discorso infinito sulla certificazione biologica e penso che piuttosto che dare dietro a tutti questi discorsi di certificazione cartacea, ok sarebbe meglio conoscere il produttore e conoscere le persone che fanno le cose. Chi ti fa da mangiare a fidarsi di chi magari andare a trovare una volta due volte o conoscerlo proprio, anche se a livello di amicizia è quindi noi siamo un po' così nel senso noi lo facciamo perché noi a noi piace mangiare così certificati sono partecipata di no questo circuito dove rifiutarono biologico. Così però le regole più stringenti il biologico livello e chiunque crede il circuito devi aprile di la' lasciare la tua azienda aperta a chiunque può bellissima poche in Emilia a noi noi siamo aperti. Comunque conosco la realtà perché c'è un po' di vento girato su Bologna. Certo di certificazione lo sapevo molto bello, molto. Conoscevo il discorso perché é cio' che fanno i mercatini a bologna, quindi dai avendo visto un po' a bologna e poi è stato un anno che abbiamo fatto un mercato sperimentare a bologna in piazza di altri testoni andavo io col pane a vendere, quindi conosce la realtà, ma non sapevo che è uno che si chiama ce ne sono altri, tipo il nostro mondiale, di cui parlava prima, che fa grandi antichi autori, prodotti che è qui vicino, quindi anche a chilometri zero. Lui ha seguito anche da una certificazione si chiama la salvia che la certificazione la salvia si chiama un'azienda che sal via un'azienda che certifica tutti i punti macrobiotica, è una certificazione, un po' più diciamo concreta. Nel senso ci sono proprio persone che vanno nel campo a controllare quando lui fa la raccolta del grano, dove viene stoccato inizialmente anche ora sono, sentivano un attimo. Invece è venuto, è venuto fuori che è un valore aggiunto incredibile anche l'agricoltore, cioè per se', ha un grande piacere quando vengono fatte queste cose, perché capisce che è un valore aggiunto al suo lavoro all'agricoltore che lavora per bene, perché l'agricoltore che fa il furbo. Perché anche in questo campo, come in tutti i settori, i furbi abbondano. E quindi questi qui non è che abbiano un gran piacere che ci vada qualcuno nel campo dei laboratori. Sì, vado a concedere così prima di genuino clandestino. Anche noi siamo così adesso, per dire che stasera avete No, credo. Stasera verrete qui perché è proprio una delle nostre problem punti fondamentali e noi siamo così nel senso Quindi se qualcuno viene a vedere vieni a trovarci. È un gran piacere. Noi è venuto anche Christian di Macro, di macro libraio. È venuta una notte qui a vedere come lavoriamo. L'altra notte è venuto a farci delle fotografie che ci hanno pubblicato su un giornale qui Noi clienti o amici, chiunque voglia, noi siamo aperti a tutti, anche perché uno dei nostri crediti fondamentali, eh? E non abbiamo diciamo dei segreti. No, a qualcosa che vuole imparare. Ben venga perché secondo me poi secondo noi credo più uno si riesce a fare le cose solo meglio stiamo tutti. Quindi se uno riesce a prendersi una ricetta per fare il pane, qui non si lavora per bene. Scusi, sul lavoro per hobby, Hai capito? E quindi è un hobby? Chi lo vuole imparare? Chi vuole conoscere chi vuole vedere? Non c', è nessun problema. Non c', è niente da nascondere. Anzi, tutta la luce del sole qua, insomma, del sole, della luna. Perché però è qui così Almeno io la mia filosofia è questo. Io non ho mai pensato Devo dire la verità. Non lo faccio perché adesso magari uno può anche pensare che io ho te il business dei soldi non c'è proprio gara di meno, cioè servono e ci devono essere perché servono, ci devono essere, ma non è una componente fondamentale secondo me io se non ho soldi per dire ciao l'orto eh campo lo stress è uno che ha cento milioni, uno che hanno un pomodoro, domani viene la crescita per parlare del mondo cento milioni si frigge e quell'altro campo un giorno in più per modo di dire. Quindi qual è che ha piu' valore? É il soldo, non è un valore, è un mezzo. Quindi la mia ferrovia. Io quando lavoro faccio le mie cose, io guardo il prodotto, io guardo la qualità del prodotto guarda la qualità delle materie prime, guardo anzi non la qualità. Io guardo la genuinità prima di tutto la cosa principale ingenuità. Poi dopo è chiaro che cerco di fare qualità con la genuinità, perché sennò rovelli i nostri prodotti possono piacere, possono piacere, però io posso garantire che sono genuini al cento per cento è più di così. Io credo che non si possa a livello genuino. Io credo che non si possa arrivare perché noi usiamo delle farine fate coltivate, fate in una certa maniera. La produzione viene fatte in un certo modo. Pasta madre, tutte queste cose qui. Tempi lunghi, limitazione cottura. Fatemi un forno a legna. Insomma, ci siamo strutturati in un modo per cercare di fare io addirittura che ci ho messo una vita per pensarci. Perché abbiamo dato anche un impianto di depurazione per l'acqua con il metodo osmosi inversa che dicono che non è che dopo l'acqua non è mia, ma non è mia amica Mina Mir tutto questo Insomma, ci ho pensato tantissimo prima di montarlo, perché anche io dopo ti vengono dei dubbi, No, ti informi. Vedi, uno dice una cosa eccezionale, però alla fine ho detto Ascolta, io molto Vuoi che non sei meglio di quel Rubinato, cioè quella del rubinetto. Voglio dire, un po' di metalli pesanti, un po' di troia. Cioè no, questa qui comunque sia, magari avrà un po' meno minerali però sarà più pulsano. E quindi insomma, alla fine ho montato anche questo. Magari abbiamo discusso un po' anche con lui. Eh? Vabbè, questo è normale che magari tutt'ora si discute. Okay, va bene. Okay. Però siamo arrivati anche questo, per dire anche qui abbiamo montato anche una baracca del genere. Adesso sono venuti recentemente un rabdomante anche qui che è venuto e mi ha fatto notare due padri che adesso deve avvenire qualcosa che mi fanno impazzire che mai che non vengono mai, ma ha fatto mettere dei tubi là nell'orto è venuto assaggiato l'energia elettromagnetica acqua per l'acqua, per l'aria, per l'energia della terra che siccome io faccio anche l'orto per me fuori delle volte anche per l'uso dei prodotti, anche biodinamico il violino lino nel mio orto viene internet fuori io tutto quello che è accaduto al botulino me lo rifaccio poi dopo me lo stand home insomma faccio un culo così dinamico izzo e rimescola e tutte queste robe qui insomma adesso è per ricercare nell'acqua quindi adesso doveva venire che mi deve mettere dentro i tubi del cobalto. Insomma non lo so, adesso mi ricordo solo che non arriva mai l'altro giorno anche sono venuti altri due con cos'è quello lì in quanto sei comunque sempre, sempre sempre per il problema dell'acqua c' è un'azienda che fa questi prodotti, queste scatolette qui con delle onde elettromagnetiche appunto che tiene lo praticamente distrugge il lo scioglie il calcare ok, Tutti strumenti, tutti gli strumenti. Che quantistica che comunque sia sfruttamento delle energie. Però a me piace più la domanda più empirico, più come una volta, più io e sempre io a me come dicono. Sebbene chissà perché tutti quanti. Che cazzo Come una volta, come una volta, come uomo, come una volta che è come una volta. Però non è come una volta, come una volta era così. Questo è come una volta, però non è così. È una scatoline, come tutti qua. Invece lui è arrivato li metti dei sassi medico. Questa è come una volta loro dicono che è come una volta e come la pubblicità delle tagliatelle della barile, come una volta, come una volta che è come una volta che finisci come il discorso come una volta, deve essere come una volta ha fatto a mano, come una volta fatto come come lo facevano adesso tutti quanti si prendono queste belle parole come una volta. Allora, come una volta funziona buona. Allora facciamolo. Com'era. No, invece lo facciamo in un modo molto diverso che non hanno niente a che vedere. Però gli diciamo che è come una nota, come la nonna che come la nonna nonna scavando per tutti nei prodotti no biscotto della nonna, sai azienda un'azienda molto seria. Ma qui uno cosa nettamente diverse domande. Il classico la lavora così a sentimento suo personale in base a quello che lui riesce a percepire, mentre questa è un'azienda che fa, ha messo insieme un sistema di studi scientifici per trovare valide, per farsi aprire i cancelli, per far aprire le possibilità di sviluppare queste tecnologie. Quindi questa persona che è venuta qua, diciamo in amicizia, lo fa con piacere a tempo perso. Un agricoltore così per passione, mentre questa qui è un'azienda che fra l'altro nel nostro territorio di Gambettola si' si occupano proprio di aprire il mondo. Queste tecnologie quindi hanno hanno alle spalle anni e anni di studio, di prove scientifiche, di dati. Gli strumenti e tutto il resto hanno sviluppato questa tecnologia che ha delle dimostrazioni evidenti. Provate quindi questa qui è un'azienda che fa anche, diciamo, una sorta di business in questa cosa, nel senso che deve sostenere che il suo motivo e i suoi costi chiaramente. Mentre questa qua era questo qua è una persona che ha esperienza, fa dei corsi di formazione. Queste cose qui lo fa per passione avete detto tutti e due che qua abbiamo prodotto. Diciamola la vostra caratteristica offre quella vai che ma certo eh per la una che non non sa come si fa il pane in che cosa si distingue da un forno tradizionale che si' per cui il vostro pane si differenzia Non diamo per scontato no, allora il nostro pane ci differenzia da altri fondi, specialmente dei fondi industriali che noi approviamo. Non vedono neanche il pane eh, ci differenzia molto perché il nostro pane ha fatto tutto quanto amano. Intanto prima di tutto e poi ha fatto è tutto è tutto bio fatto con la pasta madre e che adesso si usi del grande evitò di bere dei grandi ignoranti qui dentro quel laboratorio non é mai entrato migliora tore non entrerà mai e quindi lavoriamo sulla pasta madre pasta madre fatta da noi, curata da noi, senza tante macchine e un po' di frigo gestita così a tasto e occhio hai capito? È più o meno grosso modo quindi che non sempre il pane viene quasi sempre il novantanove. Però delle volte non è che ci pigli sempre, specialmente nei cambi di stagione incidono perché non è qui é un laboratorio con un ambiente chiuso, è sempre il colore, quindi dai cambi di stagione anche noi dobbiamo seguire le stagioni. Quindi acqua più fredda, acqua piu' calda, tempi delle abitazioni piu' lunghi tempi di reazione più corti il forno gestito con la legna non è che vai lì tac accende il bruciatore bomba su. Quindi devi sapere quando Bologna debutterà su strade Butters un grosso, brutto su piccolo se hai bisogno di fiamma subito. Insomma tutte queste particolarità negli altiforni non ce l'ha nessuno prima di tutto. Prima di tutto non è più un fornaio, non è più un fornaio, perché adesso non scontro fa male. Adesso gli imprenditori vanno li', migliora Tory quello che aiuti di birra fan e lo fanno tutti. Una casa, una macchina sì, sì, lo fanno la macchina, la macchina. E poi non è più il fornaio. Cioè io sei è Stephanie. Portano a farina e poi domani te ne porto un altro. Non è che non vedo la differenza. Io io domattina, insomma, arriva una partita di farina. È diversa da quella che usavo prima io la mattina, quando faccio il bagno la vedo. Ma non solo quando faccio il pane già quando l'ha tasta quando mi rendo conto che è una farina diversa che é quindi gli devi apportare delle modifiche nella lavorazione, perché la farina che reagisce diversamente ai vari, ai vari tipi di lavorazione. Quindi insomma, più pasta madre meno. Insomma tutti questi meccanismi la pianificazione generale al giorno d'oggi magari molte persone non lo sanno perché si trovano andare a prendere il pane o al supermercato o comunque dal rivenditore o il negozio, ma non sanno che correre dietro al giorno d'oggi il pane quasi prodotto tutto quasi a livello industrialmente. A meno che non ci sia il classico fornaio come noi artigianale, dove ancora proprio il fornaio che fa il pane a mano. Ma oggi sono merce rara perché oggi il pane è fatto quasi tutto con dei sacchi di miscele che si chiamano preparati, dove all'interno del sacco c' è già tutto, cioè la farina, il miglior a Tor e cioè il lievito, cioè il conservante agente, tutte queste cose qui che ci sono all'interno di questi preparati. Quindi fare il pane a livello industriale, oggi molto semplice fra virgolette basta, basta utilizzare il sacco, aggiungere l'acqua pasti e poi spesso spesso funziona proprio così. la produzione, cioè il silos con dentro la farina. Con tutte queste cose che ti dicevo che usciranno del preparato che va a finire nel impastatrice questa impastatrice c'era l'impasto miscelando con l'acqua o con cosa loro ritengono opportuno. Questo impasto va a finire in una macchina che fa le forme, cioè prima spezza appeso tutto uguale e poi forma il pane in pagnotte o filoni quello che vuoi tutti uguali, quindi problematiche ci sono innumerevoli perché noi cosa andiamo a fare? Un prodotto che deve essere funzionale per la macchina. Mi spiego meglio se quel giorno l'impasto è viene troppo morbido perché la temperatura fuori o l'ambiente o l'acqua o qualsiasi variabile ha creato un impasto che la macchina non riesce a lavorare, la macchina si inceppa. Quindi cosa fanno questi produttori? Creano degli impasti sempre uguali, sempre, sempre, sempre uguali, dosaggi uguali con dei prodotti che fanno in modo che l'impasto venga uguale. Quindi noi mangiamo del pane o comunque dei prodotti da forno che vanno bene alla macchina nel nostro organismo. Perché in queste produzioni qui cosa ci vanno? Delle farine zero zero, quindi molto bianche con molto glutine perché il glutine fa l'elasticità dell'impasto, quindi tu immagini queste macchine che devono lavorare. Non è il fornaio che lavora a mano e sente se l'impasto è troppo duro, troppo morbido il lavoro di più o di meno. Ma lì ce la macchina che lei non non è. Non mi cambia niente. Quindi l'impasto deve essere sempre uguale. Quindi molto glutine, farine molto raffinate. Migliora Tory per conservare il pane. Quindi facciamo dei prodotti che non sono adatti al nostro organismo, la nostra digestione. Ok, ma sono adatti alla produzione no, tra l'altro il doppio zero fra l'altro è una farina che è un veleno per il nostro organismo, perché nel periodo piu' zero non c' è solo il glutine che che sarebbe stato nel grano che fa la famiglia addirittura ce ne aggiungono. Quindi è un glutine che non è naturale. Quindi tu è come se ti mancasse un copertone di una gomma bianca è digerire un copertone di nuovo, ma fa un po' fatica, no? Quindi il tuo organismo inscindibili dei grani, dei grani fra virgolette moderni dei cani che sono stati modificati anche questi qui in questa direzione qui, nel senso che nel dopoguerra hanno fatto le modifiche i grani per farli venire più bassi così si allettano meno. Rendono molto di piu' per ettaro. Hanno modificato anche il glutine per il discorso della pianificazione che facevo prima e com'é messo voi. Che grande, grande, grande, grande! Noi usiamo noi pianifichiamo solo grandi antichi. Quindi noi usiamo abbiamo diversi tipi di prodotti diversi prodotti Parr, senatore Cappelli che non è di Romagna. E poi abbiamo il grano tenero, quello tutto romagnolo integrale, bianco. Facciamo delle regole. Facciamo della Tim iliache. Viene dalla Sicilia. Abbiamo tutta roba biologica. Naturalmente. Tutta la storia si' tutti. Tutti, tutti i grani antichi. Perché farlo? Il grano antico. Primi cereali che usavano i Sumeri per dire era il parroco. Era il monoblocco. Non era lo spelta che usiamo noi? No, il nono cocco è il più piccolo. Aspetta che più grande. Insomma, loro usavano il monoblocco e poi l'evoluzione dei cereali. Voi avete noi compriamo già la farina Farina, come diciamo anche prima, abbiamo negli anni io ho anche passione in questo in questo campo qui un po' per il discorso che facevo prima. Il mio cambio? Un po' di alimentazione, di abitudini, di stile, di vita o passione in queste cose qui. Quindi mi sono guardato intorno per cercare di trovare delle realtà che potessero produrre una farina da grani locali antichi mugnaio di cui parlava quel mugnaio che è qui vivo a Monte Gielgud. Ho una storia iniziata così io inizialmente avevo trovato qui la mia vallata degli agricoltori che mi coltivavano dei grani che io gli davo e trovati sempre tramite questi canali da mugnaio che aveva grani antichi. Quindi facevo coltivare questi grani. Poi andavo col furgone a caricarmi sacchi di grano e li portavo da un mugnaio che fa macinazione pietra vecchio mulino di quegli impostori ci lo portavo, li aspettavo che mi facesse la molitura del grano, mi caricava i sacchi di farina e li portavo qui. Questa è stata la fase due perché la fase uno era quella comunque gestita dai miei genitori che comunque ci rifaremo da questo mulino che faceva macina pietra che comprava grani biologici al consorzio. Io ho cercato di accorciare la filiera e di cercare di sapere da dove veniva il mio grano è successivamente ho ho trovato guardandomi intorno un'altra realtà di un mugnaio che fa grandi, antichi autori prodotti quindi lui ogni anno dalla semina si mantiene del grano che lo dai contadini attorno con cui ha dei contratti anche le affitto contratti, diciamo legali, a cui lui garantisce il ritiro di tutto il grano. Quindi ha dato nel suo circondario iato un valore, un plus all'agricoltura perché sapete che al giorno d'oggi il grano. Vai conferire Consorzio, fai fatica. Se non prendi un po' di contributi l'agricoltura muore invece questo sistema qui da una sostenibilità a un'area che è vicino vicino a noi. E lui è, come dicevo prima, gli fornisce di questi grani antichi che loro coltivano. Lui li ritira, li macina e crea per noi la farina farina è sempre integrale. Siamo integrale perché la contaminazione di questi grani, questi grandi che avevano dei problemi avevano perché sono stati trasformati in questo grano. Tutto uguale è che si può seminare in tutto il mondo. Perché questi grandi ti avevo avevo dei problemi di coltivazione. Avevano erano molto alti, quindi si aspettavano avevano meno rese e quindi minor produzione. Quindi cosa è successo? È successo che è una fondazione del famoso Rockfeller. Ha finanziato lascia. Non mi ricordo un premio Nobel francese. Non mi ricordo come si chiama per fare degli studi, per trovare un cereale che fosse basso di molta resa e che potesse essere seminato in giro in tutto il mondo. Quindi questo francese cosa fate andato il giugno in Puglia? All'istituto non mi ricordo come si chiama di Strambelli. Mi sembra che si chiami lui che aveva fatto tanti studi sui cereali. Si è preso tutti gli studi di questo Strambelli, se mi ricordo bene quello poi che ha selezionato il senatore Cappelli attraverso appunto un mandato di questo senatore, quindi da cui il nome senatore Cappelli. Quindi ha preso tutti gli studi che vado Strambelli e con questi studi ha continuato a selezionare affinché non ha trovato questo grano, che è incrociato con dei grani nani giapponesi, sparato con dei raggi UV, raggi X, eccetera. Sono riusciti a creare questo grano moderno che lo scellino dappertutto in tutto il mondo e viene dappertutto. E poi la differenza che questi grani sono coltivati con concimi chimici, pesticidi che hanno creato hanno creato veramente una bomba atomica ecologica che mai quando vuoi biologico, oltre a tutta la parte piu' che vuoi aggiungere a fare prezzo biologico dagli ingredienti grande si'? Dipende, è chiaro, dipende dai pro, dalla materia prima che tu usi che biologica farina Putin, che devi aggiungere altre cose Cosa sono i migliori attori. Sono delle polverini che te li butti dentro. L'impasto no, sono anche un agente. Sono chiamano migliora tory perché gli date le butti nell'impasto del pane Ti viene sempre bene che qua è la difficoltà se c'e' stata qualche difficoltà piu' grande che avete incontrato qualcuno nella produzione del pane, così questa esperienza ma io ti diro' di te e delle grandi difficoltà non hanno mai incontrate. Io sono sempre stato uno che la burocrazia no, è ancora professore a parte io sono io odio l'ufficio. Io odio tutte queste cose. Io cioè ce l'ho gia' quindi sempre quanto mi dicono Guarda, devi andare molto io quella la burocrazia è giustamente adesso era la mia spina nel fianco, ma poi per insomma, per quello che potevamo avere come piccole aziende si potrà sapere. Però adesso la fanno loro. Io faccio il mio pane, Io no. Noi siamo in regola, tutto quanto, che era tutto quanto, quindi noi no, non siamo mai nessuno ha già dato problemi. Le difficoltà ci sono perché avere un'attività comunque se ti comporti anche le difficoltà. Negli ultimi anni siamo cresciuti molto e sembra così, ma crescere molto è difficoltoso, si' negli ultimi la nostra, comunque una forma un'attività a conduzione familiare. Perché lavoriamo oggi siamo otto di cui sei? Siamo di famiglia, mio padre, mia madre e mio fratello. La mia compagna è un ragazzo che lavora con noi da ventidue anni, quindi uno di famiglia e altri due ragazzi che sono aggiunti da tre anni. E questa crescita esponenziale, soprattutto negli ultimi due o tre anni, ha creato delle difficoltà a livello di gestione e organizzazione, perché quello che era prima adesso non è più e questi cambiamenti sono da assecondare. Quindi il magazzino posto dove mettere le cose organizzazione dell'ufficio, certificazione biologica, un po', tutte queste cose qua che sono difficoltà superabili come tutte però sono nella situazione. Eh sì, però che soltanto che mio fratello dovesse venire a lavorare qui. In realtà l'ho fatto per quindici anni un lavoro dal computer di gestione di software per i commercialisti avvocati. Quindi erano anni che siccome c' era bisogno viene lavorare. Lavorare per me è stata una cosa abbastanza forte. Poi è venuto a lavorare qui, è diventata la cosa migliore del mondo. Nel senso che é quindi si'? No, anche a livello del nostro rapporto. Mio fratello ha un una sorta di cuscinetto a modo di gestire diversamente. Quindi è andato tutto benissimo. Che grande soddisfazione ai miei figli. Devono entrare con me che i miei figli sono venuti a lavorare, che stanno che ragione della grande soddisfazione alla mia più grande soddisfazione ha certamente è quella che quando i miei figli ragionano come me a livello culturale, a livello ecologico, rispetto per tutti. Poi sono venuti a lavorare con me e continuano la tradizione. Per me io sono eccetera, ma stragrande. La soddisfazione più grande è che la cosa in cui credo sia una possibilità di cambiamento é quello che sta accadendo qui da noi e quindi per me è una grande soddisfazione vedere anche che ci sono nel nostro contorno, altre che vanno in questa direzione. Per me è una grande soddisfazione, anche perché ho due bambini molto piccoli e che hanno quattro o cinque anni. Forse anche in quel periodo lì ho avuto un ulteriore nell' impegnarmi verso questa direzione. Prima Fabio diceva che lui ha hai fatto colpo quando leggeva come se tu questi valori che avevi ci ha raccontato qualcuno. No, io io sono un autodidatta totale. Veramente, come a non lo so io io ti devo dire la verità. Io ho viaggiato molto, io ho viaggiato molto. Vabbè, ma il libro che mi ha cambiato la vita veramente proprio da da lì ho cominciato veramente è stato impronte degli dei di Hank? Dai, eh, non lo so perché, ma quando ho visto queste misure, lei ha detto che queste cose tutte è da lì. Ho cominciato a farmi delle domande, a farmi delle ricerche. Io ho girato quasi tutto il mondo per dire tutti i paesi dove ci sono state le antiche civiltà. No, a parte dove in America non si può andare il mio sogno. Però speriamo un giorno. Chissà che non sia bene anche quello. Del resto io sono andato dappertutto, sono andato a vedere qualsiasi ehmm. Siccome mi sono appassionato molto le civiltà antiche, io prima di andare via mi informo. Io vado via, cioè quando la guida dei fatti che mi arrangio da solo, perché ne so più di lei per dire che proprio mi piace veramente mi piace. E da quel libro lì ho cominciato a ragionare queste cose, vedere gli antichi cosa facevano, cosa non facevano è perché noi siamo ridotti in questa maniera. Voglio dire, gli egiziani con l'intelligenza che avevano porco. Giuda ha fatto le piramidi hanno fatto tutte queste cose qua, che va bene, Adesso non si pensa che siano tombe. Ma insomma, comunque sia, voglio dire, con le misure che hanno fatto per fare le piramidi Porco Giuda, avevano una civiltà. Che cosa ci mettevano a inventare una vuota a inventare un missile? Inventare? Non ci avrebbero volendo non ci avrebbero messo niente. Quindi voglio dire, io ma la civiltà siamo noi. Perché abbiamo creato una macchina? Perché abbiamo creato, che ne so, una bomba atomica. Perché abbiamo creato queste cose qui? O sono loro che sono rimasti a contatto con con la terra e senza tutti questi macchinari, senza tutto questo materialismo? E quindi voglio dire, io la civiltà siamo noi, o erano loro che sono bene o male, con le loro conoscenze che aveva perché ne avevano di conoscenza? Con le loro conoscenze sono rimasti comunque sia più in linea con una vita dimensione terrena. E diciamo che noi noi stiamo facendo una vita, una spada all'interno tutti quanti no, noi leggiamo perché non diciamo altro? E allora, facendomi queste domande come continua a leggere continua domande su domande. Una risposta trascinò, eh? E insomma, mi sono fatto una testa così e ancora non ho capito un cazzo. Va bene, voglio No, questo amo questo. Questo fa parte di Se' una che secondo me se uno io lo farei anche come programma scolastico per i bambini. Cioè io tutti gli anni i bambini delle elementari, così li manderei a fare un viaggio in India. Un anno in India, un anno in Cina, un anno in Cambogia. Rimanderei per vedere come vive con i genitori per vedere come vive questa gente. No, io li manderei a vedere come Jim, quando torni a casa non c', è problema a casa. Come fai a dire che hai dei problemi quando hai visto certe cose? Certo, ma ogni volta, magari il più grosso problema che ti possa capitare, dice. Ma io sono fortunato avere dei problemi. Sono fortunato perché non esiste. Noi facciamo una vita da signori. Noi noi se ci pensi bene, noi siamo la' tra le due tre generazioni di questo della razza umana che siamo meglio di tutti. A livello materiale noi siamo fino agli anni cinquanta. Quaranta trenta. Già, era già più. Noi usciamo e le prossime saranno molto peggiori. Secondo me delle nostre. Forse ci sarà rimasto nel genere lo statuto c'è una generazione o due che a livello di materialismo potrà competere con le nostre generazioni. Perché noi adesso, se vogliamo che con le mani e non facciamo niente mangiare no, Ma chi è che pensi a mangiare come un bene primario? Chi è che pensa l'acqua come un bene primario? All'energia come un bene per nessuno pensa a queste cose, cioè tutto scontato dovuto. Ma ti rendi conto che fortuna che abbiamo noi? Quindi cosa ti vuoi elementare? Basta, tranquillo, Ma sta' Serena è tutto, ma ma io non so Ma siamo matti? Noi siamo dei folli. Noi siamo diffondere volte parlo con la gente, ho un problema. Il problema è che hai capito che hai capito. Bocciato. No? Ok, prossimo obiettivo. Dicevi? Per coltivare? Sì, il prossimo obiettivo per il futuro è loro barricato. No, infatti. Storicamente? Effettivamente lui come diceva poi loro Io quando lavoravo fuori, comunque vivevo un po'. La realtà del forno. Scusa, vivevo un po'. La realtà del forno da fuori, no. Anche se quando lavorando fuori, ad esempio implementato delle fatture sui computer? No, fattura mano. Beh, comunque poi, vero, In realtà e c' erano siano state diverse occasioni di imputati clienti che cercavano di avere la fornitura da noi del pane qua, ma giustamente lui coerente con il suo Il suo modo di lui diceva di no chiaramente a qualsiasi opportunità di lavoro, perché aveva trovato. Perché l'equilibrio è fondamentale per tutte le cose e quindi è stato veramente così. Quindi immagino che quando siamo poi arrivati, quando poi sono arrivato io, io un po' mischiato le carte. Quindi io lascio. Io sono andato in pensione un anno fa ed essere in pensione. Avevo dato in affitto il mio forno io con un po' di pensione con un po' di fritto La mia vecchia Ma chi cazzo voglio dire, dove vai? Cosa vuoi? Signore, io ho sessantuno anni, quindi dai, basta! No Malagodi Go' di quello che hai go' di la vita gode di gode il pianeta o degli amici gode della vita? No, lui ancora giustamente a trent'anni Trentatré Trentaquattro! Lui ancora cha degli stimoli. Io quando aveva trent'anni andavo andavo al Mugello, correre quello con la nuova Augusta per dire Hai capito? E quindi c'è ancora del gas? Devi correre. Devi correre, sgrassare, diciamo così Devi ingrassare ancora qualche anno ancora che della roba sino io ho delle forse delle presunzioni, delle mire, un po' piu' allargate, nel senso che io vorrei creare qualcosa nel sociale, nella mia, nella mia realtà dove vivo nel mio ambiente. Un po' anche questa cosa di fare parte di questo progetto nuovo di cui ci stiamo impegnando sulla romagna. Questo anche fa parte di questo mio richiamo e quindi diciamo il futuro di un progetto futuro ci sarebbe quello di creare una filiera locale nella mia vallata, dove si possa partire da zero, quindi dall'agricoltura dal grano. Seminare i cereali che ci servono per la pianificazione è creare una realtà, magari ripristinare alcune realtà che una volta qui erano efficienti ed efficace al cento per cento. Parlo di mulini che ci sono ancora qui nel nostro comune, che una volta davano addirittura la luce ed energia a tutto il paese che potrebbero essere ripristinati lì. Comunque sia, rimettere in piedi questo indotto che una volta funzionava e che negli anni è andato a morire per un po', tutti quei discorsi che facevamo prima esigenze diverse e la gente deve fare presto industrializzazione. La gente da dovadola prende la macchina, va a lavorare a Forlì. La gente dove prende la macchina va a fare la spesa al cono del Castrocaro. Noi dovremmo creare nel nostro territorio il mercatino dove viene i contadini della zona che portano i loro prodotti la farina, la pasta e tutto il resto. Questa è la mia visione futura e il progetto reale che andremo, che andro' poi a realizzare è quello di inizialmente crearmi creare un'azienda agricola sul mio territorio, che produca il grano, la farina per i nostri prodotti. Questa è già una sorta di mini sostenibilità di un prodotto che poi c' è di una di un progetto che si può allargare e quindi ci sarà bisogno di gente giovane con passione in agricoltura comunque che hanno bisogno di lavorare. Una visione di questo tipo qui per allargare il discorso vedi le mie sfighe con i figli che vengono a lavare, che dopo entrano anche loro e ti dà stimoli perché sono belle cose mi piacciono. Come fai a stare nel tuo orto tranquillo che dopo potete montare sul Barocci e questa è una fortuna anche per anche per noi, magari vecchi così no, ti dà voglia di fare, capito? E allora le spighe? Senti, prima di ultima cosa volevo chiederti non vi ho chiesto finora sono i clienti fornite, non solo per la principale Abbiamo una rivendita qui a Dovadola, il nostro piccolo punto vendita da sempre. Poi abbiamo iniziato perché, come diceva prima, mio padre ha iniziato a servire un po'. I primi punti macrobiotica, i primi negozi di elementi naturali negli anni ottanta che ci sono sono nati nel nostro, il nostro territorio. E oggi, da quando abbiamo fatto la certificazione biologica, abbiamo potuto accedere ad altri mercati. Quindi serviamo tutti i negozi di elementi biologici naturali che sono ormai in Romagna perché serviamo una piazza di Rimini, la piazza di Forlì, la piazza di Ravenna, la piazza di Faenza e a quanto pare produce una notte. Ma tornando alla roba bio, più o meno faremo un paio di quintali di pane tutti i giorni. Sì, i nostri clienti. La nostra produzione è solo biologico, il convenzionale lo facciamo solo per il negozio. Io vado che anche queste qui sono una di quelle cose in cui io e la mia generazione, forse anche dalla nascita, abbiamo questo istinto di combattere. Comunque sradicare i preconcetti. Io, Dovadola, vorrei portare a una protezione solo biologica. Vorrei che lo vuole. Va bene che io vado, se no è perché è l'abitudine della gente che Hamas fa così fa la spia che ha mangiato per poi glielo spieghi, ma si é informato, conosci e voglia di fare, vanno avanti in quella maniera lì. Eh sì, ma per fare sapere allora voglio dire in una in un giorno si mangia un atto di pane fette di pane. Quando alla fine il risparmio cella zero virgola non credo che sia per il prezzo un chilo a dopo. Dipende vari tipi quattro e quattro eventi un montanaro biologico fatto con grani antichi con sua madre, tre incontri di due novantatré euro di un normale. Non è una differenza di circa, però una delle nostre. In questo contesto qui una delle nostre valori è una delle cose che più ci piace fare in assoluto e fare informazione e formazione. Quindi anche nel nostro piccolo negozio Dovadola, mia madre, tutti i giovani coi clienti, anche gli abituali del prestito vado gli fa una testa tanta, cercando di direzionale di fargli capire perché consumare un prodotto bio piuttosto che un altro, perché la mia moglie è un altro soggetto, cioè lei, a livello di alimentare l'alimentazione ti fa un culo così mi viene da fare. Che dire per esempio l'altro giorno l'altro giorno mi sono andato a fare un trapianto. Quello diceva anche con lui sono andato a fare un trapianto di veti. Ma io cerco di evitare di prendere medicinali, quindi antibiotico e io non ho preso un cazzo. Mi sono fatto un antibiotico naturale grammi di aglio, grammi di alcool tutti sbucciato che è stata una maglietta per bruciare grammi d'aglio pulito ti vorrei vedere. Insomma, è l'ho messo lì e poi dentro una retina e col succo che veniva piano piano Adesso io la ricetta impreciso dei tempi non li so. Comunque con il succo di questo è filtrato e tutti i giorni per quindici giorni una goccia alla mattina una voce in mezzo a una voce alla sera mi sono fatto mi sono fatto il mio il mio il mio impianto. Niente dolori. Fico. Io non ho sentito. Io sono stato bene io anche il giorno in cui sei infiammato non mi sembra il fiato. Non mi ha dato nessun fastidio una debilitazione. Di solito quando fai questi lavori nei primi due giorni così che l'antibiotico che ti amasse io non ho sentito un tubo e dicevo che la mia moglie dopo i primi tre giorni io sto dito perché Amanda ha sempre lavorato per dire una cosa. Se la gente invece di andare in giro se stesse a casa, se facessi altre cose cose che fanno un sacco di soldi e all' incubatrice. Guarda le entrate film. Vado al mercato. Va bene? Dai sapori. Vieni. No, Guarda anche le lingue gliel'hai romagnolo. Voglio sapere. Lo avete capito? Cosa abbiamo detto? Cercava una lampadina per riscaldare. Perché abbiamo messo le incubatrici con le quali abbiamo le quali hanno fatto le uova. Abbiamo messo incubo. Abbiamo l'incubatrice, così sono nate le quaglie. Cerca la lampadina perché deve cavare le quaglie, Metterle con la lampadina caldo. Si' laggiu' Abbiamo il pulcino con laccio con la chioccia nata sotto la chioccia. Qui noi Tutta una roba così con un eh Vai, vai, vai, vai! Curiosità. Ora si' il costo. È impossibile competere. Eh Sì, è impossibile. Nel senso che ci compra un chilo di farina convenzionale. Costa quaranta cinquanta centesimi. Anche anche trenta. Dopo dipende un chilo di farina tutto il poi la lavorazione o noi facciamo una lavorazione tutta mano. L'abitazione tre-quattro ore lo impasti lo devi metterli, lo devi riprendere suo, lo devi buttare. Sono due a livello a livello di manodopera prima che ha un costo differente e la lavorazione ha bisogno di più attenzione. Quindi anche la lievitazione naturale ha bisogno di più attenzione. Quindi questo crea un costo difficile da pareggiare. CNN un'altra cosa che è venuta in mente prima parlando di prodotti perché il nostro forno è diverso di produzione di panificazione industriale. No, tutti i forni al giorno d'oggi oltre al discorso che ho fatto prima di come viene prodotto il pane hanno celle frigorifere. Abbatti tory conservatori che sono freezer. Quindi cosa succede? Noi mangiamo dei prodotti che non sono freschi, non sono neanche vivi, mentre un conto se parliamo di biscotto o di prodotti morti che non hanno una lievitazione, non hanno di fermenti dei batteri che lavorano all'interno quando parliamo di lievitati, quindi pane, focacce e soprattutto fatti con pasta madre, lievito naturale. Quelli sono i prodotti vivi perché all'interno del pane, la pasta madre o comunque i batteri che ci sono e che scompongono. Le proteine e gli zuccheri sono in continua elaborazione anche dentro il forno in cottura, anche quando viene fuori questa cosa qui e vai a mettere in un battitore in un congelatore blocchi tutta la cosa al giorno. D'oggi sono dei sistemi che sono molto avanti diversi da quelli di una volta che vanno verso la direzione di un prodotto sano. Però il prodotto genuino al massimo è prodotto, fatto dell'artigiano cotto sfornato e ti spiego quello che ti stava dicendo un po' lui quando tu impasti una pagnotta di pane no quando tu la impasti shin escono più o meno un trecento processi dentro dentro la pagnotta no l'abitazione trasformazione di zuccheri, glucosio, trasformazioni di proteine in aminoacidi il e per raggiungere per raggiungere sono gli enzimi che lavorano alla famiglia eccetera per raggiungere il massimo della digeribilità del pane. E questi enzimi ci mettono ventiquattro ore per riuscire a trasformare proteine, zuccheri ci mettono ventiquattrore. Quindi noi facciamo anche un tipo di pane che lo facciamo oggi lo mettiamo nel frigo e sta lì in ore. Quindi quello é il pane piu' digeribile in assoluto, perché praticamente te l'hanno mezzo digerito gli enzimi, quindi la la lievitazione lunga. Comunque sì, anche se non sono ventiquattro ore, però più sta lì, più di enzimi lavorano e quindi più il pane viene digerito, quindi è un pane molto più digeribile. Un'altra cosa importante è che il pane tu quando lo fai dovresti fare la pagnotta da un chilo, perché quando il pane lo cuoci da un chilo e gli enzimi sono ancora vivi naturalmente all'interno si chiama il pulcino l'interno della pagnotta non raggiunge la temperatura che raggiunge all'esterno, quindi gli enzimi rimangono vivi, cosa che tu quando hai sfornato il pane e gli enzimi continuano a lavorare e quindi ti pre digeriscono ancora di più la pagnotta. Quindi sarebbe il top del potere. Usi del pane chi è più digeribile che quando ho iniziato a lavorare qui c' era ancora una grandissima produzione di pani da un chilo chilometri nel giro di sette otto anni praticamente non ne facciamo più di un chilo. Questo è il commercio. La gente quando vede il pane da un chilo Oggi è diverso il mondo rispetto a una volta. A volte le famiglie erano formate da due, tre, quattro, cinque, sei, otto Si no, poi lascio, vogliono il pane è fresco, il pane è cambiato radicalmente. Le famiglie sono meno numerosi, consumano meno pane, quindi quando vanno acquistare il pane, acquistano di solito forma a Roma fanno un tipo di pane che ci chiama la crocetta, che lo vanno a fare il pomeriggio per avere perché la gente vuole il pane fresco caldo alla scena. Capito? Sono tutti i panini che tutta roba morta. Tutta roba per confezionata per surgelate e che il giorno dopo li tiri il muro verso il muro che hai capito. Quindi la gente non sa che pesci prendere una pagnotta da un chilo e prende il nostro pane che dura una settimana, non ha bisogno di andare a comprare il pane per una settimana, fa sempre un pane che è genuino e non ha problemi, lo avvolge in un panno senza problemi, cioè molto semplice della morte. Io quando vado in vacanza che vado via io mi porto sempre la buona sempre è dura, è dura per le vacanze dieci giorni. Questo video dura si', ma il concetto era che più la limitazione del pane dei prodotti, questi prodotti lunga più prodotto rimane digeribile per noi, perché è molto del lavoro che hanno fatto. E poi la pasta madre aiuta anche a rompere il filo della mitosi. Che non è una malattia, però è può essere un disturbo e quindi è all'interno della mitosi. C' è una proteina che se non si se non si rompe quel filamento non l'ha simile. Invece così è simile anche quella. Insomma non poche componenti. Una paura della pasta madre come qualità e di umanità e l'altro concetto era del pane pezzatura grossa perché all'interno quando va in cottura non la temperatura arriva e quindi mantiene solo oggi a livello commerciale anche diventa difficile. Propongo che noi facciamo tutte pagnotte da grammi a livello di produzione di Dio un'ultima cosa? Come sapete il nostro progetto si chiama Italia che cambia in particolare Romagna si' eh la prima fu la romagna cos'è. Secondo voi cosa dovrebbe essere? Romagna che cambia? Però prima ancora mi chiedo un'altra cosa come la negli ultimi dieci anni, come avete visto questo territorio, la pubblicità dei vostri valori mentre no, io io lo vedo il miglioramento sempre se io negli ultimi dieci anni qui in Romagna vedo un buon miglioramento, molta piu' gente si avvicina a questa filosofia di vita. Questo stile di vita tipo alimentazione più sana e genuina, più gente che vedo. Per esempio noi qui ed io vado, cioè il cammino di come si chiama santo. Molta gente che viene, che parte qui dalla chiesa di Dovadola. E tutti gli anni cue aumentano. Sono partiti con tre erano trenta quaranta l'anno scorso erano quattrocento. Sono stati quattrocento. Cinquanta persone che sono partite quest'anno saranno come minimo non voglio dire mai Quindi tutta gente che cammina stavi e non so quanti giorni a piedi nella campagna. Quindi secondo me la Romagna va bene che arriva da noi Romagna. Voglio dire, uova, carne di maiale, bagordi, la Romagna l'america No, voglio dire, quindi arriviamo da una situazione che non è proprio molto felice adesso. Negli ultimi tempi sembra che stia migliorando. Da questo lato. Qui, secondo me, come io vedo che negli ultimi dieci anni circa c' è stato un grosso cambiamento. È tuttora un grande fermento, un grande risveglio della consapevolezza alimentare e consapevolezza ambientale. Scusa un attimo. Vedi la differenza di come parlo io? Come parlo lui? Perché io ho fatto le secondo me di lui è andato a scuola con lui. Visto che differenze? Però si capisce lo stesso, vero? Forse capisce mesi, No, però, perché io sono ignorati. Ma la vedo. Anch'io lo difende e lui parla meglio che vieni con me quando vogliono far fare costruire più o meno a quelle belle no, dicevo che io negli ultimi dieci anni ho visto un grande, un grande cambiamento, un grande ferm tutt'ora, un grande fermento, un grande risveglio, come dicevo, della consapevolezza alimentare. Quindi molta più gente che cerca di capire che cosa mangia cerca di capire dove viene prodotto il cibo che mangia e tutto quello che ci sta dentro indietro, quindi l'impatto ambientale e la valorizzazione degli artigiani dei prodotti locali. Quindi un po' più di economia equo-solidale è però c' è ancora molto da fare. Ci sono Romagna che cambia un progetto fantastico cambia è un'idea fantastica. È una cosa in cui credo, anche perché mi mi muovo quotidianamente nella mia nell'attività nel cercare di dare questo cambiamento. Dimenticati che sai che ciò che chiamano piccola ma che cos'è per te la romagna camicia cosa ti fa pensare a te fa pensare a me. Fa pensare che nel giro di qualche anno sono nati in natura. Si, prima non ce n'era neanche uno. Adesso che due due Cesena ce n'è uno a Forlì ha aperto macro libri. Prima non c' era quindi aperto. Sono tutte realtà che sono nate adesso, quindi mi fa pensare che stiamo andando cambiamento ancor di più di questo, di questo contesto, di questo miglioramento che continui a crescere. Questo come posso chiamare questo modo di vita, questo cambiamento in atto? Molti coltivatori che fanno delle produzioni biologiche, gente che si informa in questo settore, forse anche perché è diventato un business. Molti si avvicina anche per questo, però comunque sia importante che che va Romagna che cambia? Io vedo la Romagna come una regione che ha un grandissimo potenziale grandissimo e quindi io la vedo in un futuro molto, una realtà molto green, quasi come una regione diciamo autonoma, per dare un esempio. Comunque una realtà che si auto sostiene in tutto e per tutto si autoproduce e crea turismo sostenibile perché Romagna cioè tutto il mare c'è la campagna, ce la montagna e poi sentite l'identità romagnola. Grazie No, no, non c'è questa questa diciamo questa sensazione di rivalità tra Emilia Romagna c' è stata io la sento perché? Per sentito dire, ma amico, per portarlo in generale specificità no l'unica, cosa che si nota, magari l'accento il dialetto diverso, ma io non vedo divertenti, io non vedo, non vedo diversità. No, tradizione di una alle sue, nel senso che magari la fanno il tortellino in un modo. Non facciamo il cappelletto per dire però io non sento questa differenza. Non sono la. Volevo dire una cosa su prima mi ha chiesto che non so se il montaggio e vedete voi prima mi chiedevi punti vendita dove vendiamo prodotti. Ok, è da circa cinque o sei anni, da quando abbiamo fatto la certificazione biologica. Che poi il fare la certificazione è venuta da questa idea qui, perché è nato a Forlimpopoli un mercatino di soli produttori biologici ed è credo, se non sbaglio, il primo mercatino di produttori biologici della Romagna. È quindi noi per partecipare a questo mercato abbiamo fatto la certificazione, quello andato un po' in là a tutto il percorso. Perché avere la possibilità di andare in piazza io personalmente con il mio cappello di paglia, il mio grembiule di jeans, il mio banchetto di legno, i miei prodotti mi ha dato la possibilità di entrare prima di tutto è stata una cosa molto divertente, ma ho avuto la possibilità di parlare con l'agente direttamente e queste cose mi piace. Mi è piaciuta molto perché scambi informazioni, fai formazione si creano dibattiti e sono successe delle cose. A volte dove magari avevo anche venti persone in fila e si facevano discussioni su argomenti di qualsiasi tipo, salute o ecologia o e quindi è stato per noi un grosso motivo di crescita. È tuttora facciamo questo mercato qui al giovedì mattina e che andiamo vado io ancora col furgone, il cappello di paglia con i nostri prodotti. E questo è stato, secondo me un punto chiave di svolta. Sì, perché sono entrati anche contatti nuovi. Comunque ti fai conoscere quando sei in piazza, sei in piazza, guarda un sito. No, abbiamo una pagina Facebook che è forno biologico. Dovadola e la mela. Quando vado si', andiamo. ci troviamo sia proprio una figa e anche due parole proprio due sul contesto. Questo sì. Allora non guardare la telecamera, guarda. Ok, abbiamo l'effetto politico. Allora ci troviamo nell'area ristorante la pikaia, il nome al ristorante abbiamo coniato noi perché la località si chiama la pikaia e abbiamo voluto dare il senso della località, ma in aggiunta a un particolare ristorante agricolo, perché è gestito direttamente da agricoltori. E quindi la particolarità di questo locale è che gli agricoltori dal lunedì al giovedì fanno gli agricoltori coltivano, allevano in questo in questo nel nostro caso, anche SM Ie l'ano. E poi il venerdì è diventano cuochi e preparano direttamente la gran parte dei prodotti che loro coltivano. Quindi è una forma di ristorazione, un po' inusuale. É una novità, insomma, come panno nel panorama italiano. Ehm ha parlato al maschile il nostro capo? Abbassate, per favore. No, niente diceva ha parlato al maschile. In questo caso sì, io ho parlato, abbiamo insomma, ho parlato al maschile. Però in realtà l'associazione che ha preso in gestione questo locale è l'associazione donne in campo c'è un'associazione di imprenditrici agricole al femminile è che è nata nell'ambito diciamo, della Confederazione Italiana agricoltori che un'associazione di agricoltori, produttori agricoli che la cui sezione femminile ha proprio appunto donne in campo. Data la particolarità dell' agricoltura al femminile e della naturale propensione delle donne alla cucina è ecco che si è sviluppata l'idea che ci ha portato qui, che però nasce da lontano. Nasce da un modo di condurre le riunioni delle agricoltori c che faceva sì che spesso queste donne si riunivano la sera prima di cena a cavallo di cena, portando ognuna qualche specialità della loro cucina e del loro prodotto. Ecco che è nata un po' l'idea del catering agricolo, la greca catering, perché quando ci siamo approcciati ad alcuni enti, in particolar modo sono stati i nostri primi clienti, portando le tematiche della filiera corta e del prodotto sano, genuino e buono di D a chilometro zero, gli enti hanno cominciato a chiederci delle preparazioni alimentari. Da lì è nata l'idea di strutturare un servizio che non esisteva prima, un catering che avesse come tema fondamentale predominante la preparazione di piatti a base di prodotti del territorio cucinati direttamente dagli dalle agricoltori. Ci in questo caso, ehm il il servizio di agri catering ha cominciato a vedere una sua strutturazione anche dal punto di vista normativo e dal punto di vista fiscale è partito un una vera e propria attività economica che si rivolgeva particolarmente nel territorio. A tutti coloro che volessero avessero voluto fare un meeting, un compleanno, un coffee break all'interno di un convegno, però, con la particolarità che il menu non si poteva scegliere era imposto dalla stagione, dalla stagionalità e dalla territorialità e quindi le donne in campo si approccia, davano al cliente imponendo il loro modo di fare è l'idea è piaciuta e il marchio è stato registrato a livello nazionale come marchio agri catering, sempre sotto l'egida della Confederazione italiana agricoltori, quindi agri catering di donne in campo. E da lì è cominciata un'esperienza che normalmente le imprenditrici agricole non hanno, che è quella di fare ristorazione, di fare catering. Quando in questa struttura dove ci troviamo al ristorante la pikaia, si è aperta la possibilità di poter prendere in gestione il locale e abbiamo hanno le donne. Abbiamo insomma come confederazione italiana agricoltori come donne in campo, elaborato un progetto che non fosse un mero progetto economico dove alla fine si dovesse esclusivamente tirare una riga e avere un tornaconto. Il piu' alto possibile abbiamo inserito alcuni elementi che per noi sono valoriali. Quindi il fatto di prendere le materie prime nel territorio direttamente dagli agricoltori e non dai grossisti e neanche dai commercianti, perché l'idea era quella di alimentare un tessuto sociale, economico, di agricoltura, di prossimità, è quindi all'interno di questo locale. É questo uno dei punti di forza. I prodotti sono ricercati, possibilmente il più vicino possibile e direttamente dal produttore. Ma questo non è stato uno é l'unico punto di forza del nostro progetto all'interno del progetto è prevista, anche se in fase ancora di attuazione, la possibilità di creare un centro di trasformazione per tutti gli agricoltori che di fronte a lei, per produzioni a sovra maturazione o eccedenze di mercato, vogliano preparare la propria salsa di pomodoro come la propria marmellata o il proprio sottaceto in un ambiente dedicato con materiali con macchinari idonei secondo le normative che normalmente sono materiali piuttosto costosi. Macchine pastorizzati, l'ici invase teatri. Ci sono macchine piuttosto costose e che è non si pagherebbero facendo un investimento aziendale e quindi noi abbiamo l'ambizione di poter istituire un centro di trasformazione consortile dove qualsiasi agricoltore quando ha bisogno, viene a trasformare il suo prodotto senti come ancora un dettaglio su questa parte avevate avuto l'idea del catering come sei passato dal catering? La gestione di un ristorante che comunque la cosa un po' diversa che risponde a un bisogno si' è qui la ristora al ristorante la fica gaia è il caso, ha voluto che la la gestione precedente fosse andata in fallimento. Tutto il locale è stato acquistato da una fondazione che normalmente ha come missione principale l'emergenza abitativa. E quindi questa fondazione si è ritrovata diciamo nell'ambito degli degli acquisti che ha fatto dalla società, dalla cooperativa che era fallita. Anche un ristorante che era già avviato aveva delle caratteristiche simili dal punto di vista filosofico, come produzione a quelle che poi abbiamo implementato nel ristorante La Fé Kaya. E quindi la proprietà ha deciso di mantenere questo questo locale a destinazione ristorante, anche perché è un ha obiettivamente delle caratteristiche architettoniche, diciamo gradevoli. E quindi se sentendo un po' in giro aveva sentito parlare della grey catering che in zona aveva avuto una buona fama e comunque aveva qualche caratteristica diversa da una normale società di catering e ci siamo ci siamo diciamo, messi in contatto per capire se avessimo potuto gestire la ristorazione. Non siamo stati gli unici che avevano delle degli interessi su su questo locale, però il nostro progetto è risultato più originale, anche se non di particolare redditività, perlomeno nel breve periodo, e quindi sono stati valutati tre o quattro progetti tra i quali il nostro. Il nostro è risultato più gradito alla proprietà, anche perché, ripeto, la proprietà ha nella sua missione è quella di fare emergenza abitativa verso soggetti svantaggiati. Quindi comunque non c' è il tornaconto puro ed estremizzato e massimizzato anche nella filosofia della proprietà, e quindi la nostra filosofia andava un po' di pari passo con la loro e così come tante cose succedono per caso, ci siamo ritrovati a una sera in ufficio nell'ufficio della Confederazione italiana Agricoltori e alcuni hanno detto Io ci sto e abbiamo confezionato un vero e proprio business plan. No, in realtà eravamo sei all'inizio sette io sono stato l'esecutore dell' idea, quindi ho scritto il nero su bianco, però già dall'inizio la funzione della Confederazione Italiana Agricoltori e di me in particolare era una funzione di coordinamento, di amalgama, ma non di partecipazione ai profitti, perché questo non è nelle nostre corde, nel nelle nelle linee statutarie della confederazione profitti. Noi li dobbiamo agevolare a favore degli agricoltori. Quindi cinque agricoltori, sei all'inizio si sono hanno dato la loro adesione per questa chiamiamo l'avventura e dopodiché, dopo una serie di selezioni, dopo una serie di selezioni sono rimasti in quattro. Quindi attualmente rimangono quattro agricoltori che partecipano attivamente a questa a questa ristorazione più all' occorrenza vengono chiamati altri però sempre nel giro degli agricoltori, in particolar modo nell'ambito delle associate donne in campo. Quindi oltre a loro due ci sono quelle altre sono per i due uomini che si, che però non vengono abbattuti una settimana sì, in realtà ci vengono però la la diciamo formalmente loro sono degli degli aiutanti la. Dal punto di vista formale sullo statuto abbiamo sancito che la presidente é una sua aiuto cuoca siano le responsabili informali della dell'operazione, allora proprio stipendio dipendenti dell'associazione no, la sì, glielo dico se no, che per la la gestione economica di un'associazione che a scopi di lucro e una gestione particolare perché ancora ma presto lo saremo, non si è strutturata in qualche cosa di società, di una definizione piu' canonica, diciamo così, e quindi l'impronta che abbiamo voluto dare dall'inizio è stata l'impronta del buon padre di famiglia. Quindi dall'inizio abbiamo detto qui eh si guadagnerà prima di tutto solo dopo aver pagato tutti i fornitori e solo dopo aver verificato che sono diciamo in regola tutte le nostre pendenze, tasse tecnici, pagamenti verso fornitori, anche non di materiale alimentare, quello che residua, diciamo così da un conto molto terra terra, ma insomma terra terra. Non a caso, insomma, ma approssimativo di quello che possono essere un po' degli utili vengono poi spartiti fra queste quattro persone per ora in questa maniera, quindi si calcola alla fine della settimana quanto sei incassato si decide quanto accantonare per per le tasse e per i fornitori. E quel purtroppo per ora poco quello che rimane se lo spartiscono fra di loro. Giustamente però ma che no, no pero' l'impronta è quella di non andare a giocare, diciamo così su passività o su interessi passivi per garantire comunque una certa remunerazione oraria. Per ora la filosofia è quella di dire stiamo partendo e prendiamo quello che viene fuori senza andare in rosso. Insomma senza andare in passivo. Però, essendo anche agricoltori come minimo almeno venderanno i loro prodotti produttore. E questo già succedeva nella grey catering, quindi come fosse una di loro. Loro sono loro, sono ciascuno di loro un'azienda agricola. Quindi chi al tavolo una sera mangia il formaggio vi è paga sia la materia prima al fuoco che la manodopera che è allo stesso cuoco che è poca, che è allevatrice, é poca e quindi un po'. Chiaramente ci rientriamo anche da questo punto di vista, come ho detto prima, ma te lo richiedo in video si dice quando è nato allora l'hai ristorante la fica gaia ha aperto ufficialmente il marzo del. Il progetto è stato realizzato e presentato alla proprietà nel intorno ai primi alla prima quindicina di ottobre. I primi quindici giorni di ottobre del Duemila quattordici e dopo circa un mesetto è stata assegnata è stato assegnato il locale e dopodiché quattro o cinque mesi di lavori tutti fatti in casa per quanto è possibile, di messa a norma e ristrutturazione. Lavori che continuano tuttora chiaramente e la settimana prima di Pasqua del Duemila. Quindi ci siamo partiti, eh, con un con un certo successo, devo dire, insomma, perché la novità e perché comunque il nostro locale a qualche qualche cosa di diverso rispetto agli altri senza entrare nel dettaglio dei singoli mesi, però come pubblico, non a caso di grave eccetera. Come pubblico come è andata la risposta del pubblico? Tendenzialmente positiva, vi aspettavate meglio io allora qui al ristorante la Fic Aya nei nostri conti che avevamo fatto il nostro cosiddetto business plan, avevamo previsto di poter avere un certo numero di pasti alla settimana perché siamo aperti solo nel weekend, in quanto essendo agricoltori dal lunedì al giovedì devono gestire le proprie aziende e poi nel weekend fanno questa mutazione morfologica che li fa diventare cuochi, è per ora con alti e bassi. Siamo rimasti all'interno delle nostre previsioni con un calo durante l'estate perché siamo in una zona di mare, ma con una ripresa durante l'inverno. Ma quello che che a noi ci preme è selezionare la clientela. Noi facciamo un lavoro anche di istruzione della clientela. Quando la il cliente è al tavolo gli vogliamo spiegare la materia prima, quello che mangia, quello da dove proviene, perché c' è qualcosa di diverso da noi rispetto agli altri. E quindi un piano piano. Questo è un lavoro difficile, quello di selezionare la clientela. Non tutti hanno il palato e la mentalità predisposta anche a volte a spendere qualcosa di più per avere un prodotto di elevata qualità. Però il nostro lavoro piano piano un lavoro di ristoro, istruzione. Quindi parliamo molto con i clienti. Prima mangerete alcuni. Però secondo me quando ne parlavamo fuori dalla telecamera mi hai detto di più sui punti di forza. Perché questo progetto in particolare? No sì, sì, sì, sì, sì. Beh, qui al ristorante la pikaia. Noi crediamo di avere dei punti di forza rispetto ad altri, ad altri locali. E quindi li spieghiamo e li lasciamo anche scritti all'interno de del nostro menu'. E sicuramente è lo diciamo a volte un po' scherzando da noi non c' è l'imbarazzo della scelta. Non ci sono menu da dieci, quindici portate di primo o dieci portate di secondo, perché la natura in questo momento ci offre quattro, cinque, sei, sette ortaggi. Noi prepariamo un paio di primi e un paio di secondi con quello che oggi, in questo momento, in questa stagione e in questo territorio ci offre la natura è poi non utilizziamo aromatizzanti artificiali, quindi in questo locale non viene utilizzato il dado e neanche altre preparazioni simili che artificio hanno un po', il sapore dei cibi utilizziamo poco sale intenzionalmente, perché il vero sapore dei cibi è non particolarmente artefatto e e allo stesso tempo, come ho detto prima, prende utilizziamo tutti i prodotti del territorio spiegando che tante volte il vino non è è un vino che viene direttamente dal produttore, come nel nostro caso, ma a volte viene da cantine che mescolano prodotto di più produttori e quindi non si ha piu' la certezza della filiera E come altra particolarità che noi crediamo molto in un progetto che abbia delle ricadute sul territorio. Un progetto che abbia delle ricadute, in questo caso sociali sul territorio. Quali sono questi caduti? Sicuramente quello di far lavorare le aziende locali, perché se le aziende agricole lavorano locali e il territorio in generale aumenta, la diciamo il che fanno anche se stesse da volano economico, ma l'agricoltura rispetto ad altre è attività. Quando rimane stabile, quando produce su un territorio ne fa naturalmente anche, diciamo, da guardiano idrogeologico. E questo purtroppo ne sentiamo sempre la mancanza quando avvengono gravi disastri. Ma laddove la trama dei poderi è ben curata, quando avvengono grandi calamità naturali è tutto molto più mitigato e quindi grossi problemi non ce ne sono e sempre più negli ultimi anni ci siamo resi conto che questa è un'attività dell'agricoltura molto importante. Emma che cosa fermi un attimo, eccoci qua penultima solo banca etica. In che modo di aiutarlo? Si'? Ma noi abbiamo tenuto in particolar modo a avere un aiuto da banca etica rispetto che da altre banche dalle quali abbiamo avuto ovviamente ha delle offerte, anche se la nostra attività, come spiegava Un'attività, che da sempre da Dall'inizio ha voluto essere gestita come un'attività economicamente molto sana con con con con, così come l'agricoltura è un in qualche modo ci ha insegnato, é quindi con le regole del buon padre di famiglia che non fa mai un passo piu' grande della gamba. E quindi abbiamo chiesto a vari istituti bancari un piccolo prestito per andare incontro ad alcuni investimenti, più che altro per adeguamenti normativi e abbiamo presentato a vari istituti, compresi compresa Banca Etica, una richiesta. E però abbiamo voluto fortemente che questa operazione fosse stata per finanziata dalla Banca Etica, perché crediamo che i nostri valori e i valori dell'agricoltura i valori della socialità ai valori della della territorialità dell'economia locale siano ben rispecchiati nei valori di Banca etica e quindi m' per noi è stato un particolare soddisfazione. Ancora oggi lo teniamo fisso sul nostro sito il logo di banca Etica perché siamo stati contenti di questa è di questo finanziamento che devo dire a particolarmente grazie a Banca etica. È un finanziamento che si regge molto sulle persone e sulla loro serietà, ché non sulla loro solidità diciamo economica o immobiliare. È vero che non abbiamo chiesto una grossa cifra, però noi crediamo che questa sia un'idea non vincente, ma sicuramente un'idea che abbia dei valori so sottostanti e quindi crediamo in maniera particolare l'ultima, cosa che chiediamo a tutti quelli che incontriamo, che cos'è per te l'italia che cambia, non il progetto. Proviamo a Equitalia che cambia. Che cosa cambia per me, eh? Dunque l'italia che cambia per me è una piccola speranza che comincia a intravedersi di una diversa gestione della cosa pubblica. In generale è sempre più persone, secondo me si stanno rendendo conto che si devono mettere in gioco, che devono cominciare a guardare nel loro orticello e cominciare a preservarlo sotto tutti i punti di vista e quindi, anche se ancora flebili e é piuttosto minoritarie, ci sono tanti, tutte ottime iniziative di persone che cominciano a riappropriarsi della propria realtà, svincolandosi da tante imposizioni e da tante leggi non scritte del Il mondo della frenesia, della della, del del consumo ci ha imposto e negli ultimi anni Ma che ma no buonasera che nome, cognome che chiudiamo Sì, sì, sì. Allora io sono lui e io ti guardo lui che io sono Paola Benassi e praticamente abito in Camaiore e sono responsabile delle donne in campo della mia associazione. Sì, Presidente, Presidente, presidente provinciale e associazioni di donne in campo. Sam, ci puoi raccontare un pochino? Cosa ci fai qui in questa piscina? Senza ci sono finita? Perché? Eh eh, accompagno le domande. Ok, sono finite in questa che sono finita in questa cucina perché comunque è la nostra sede della grey catering delle donne in campo e dalla grey catering. Comunque è venuto un altro progetto che è la ristorante e sono qui il venerdì, il sabato e la domenica a cucinare per il ristorante. Che cosa fai? Altri quattro giorni gli altri giorni alla settimana. Io il mio lavoro sono un agricoltore che alleva bovini da latte e tra l'altro faccio produzione di formaggio vaccino e questo è il mio lavoro che lo servo, poi qui il fine settimana Si, tu avevi già fatto esperienza di cucina? Sì, si'. Beh, io ho cominciato dopo le medie, dopo le medie ho cominciato subito a lavorare. In mio primo lavoro è stato in pensione una pensione giu' all'idea di Camaiore e poi da lì le suore zucchine dico come cuore Sì, sì, sì aiuto cuoca Ho cominciato da lì e poi dopo vabbè, ho fatto altri percorsi. Ristorante di pesce insomma. Poi sono ritornata al ristorante di Ho un'attività mia sua all'azienda che facciamo agriturismo il fine settimana. La cucina comunque è una parte della della vita comune di tutti i giorni, come effetto farmaci a trovarsi a cucinare i prodotti, magari ha lavorato tutta la settimana. Bello, bello. Perché? Perché comunque ora sto anche facendo un percorso che è il percorso del vegano. Io ho sempre sentito parlare il vegetariano tradizionale che mangia però il vegano. Mi mi ci sono avvicinata perché la mia collega mi insegna tante cose che magari o comunque ci passavo un po' sopra perché non mi interessavano, ma invece é comunque un mondo da scoprire. Anche se io non sono vegana, parlo produce formaggi. Se quindi l'idea di fare anche cucina vegana. Sì, la lo lo ha preso si da monica, praticamente perché mi sta passando nozioni. Vediamo. Guardiamo insomma riviste, ricette proprio inerenti anche al discorso vegano. Perché nella ristorante comunque sia, ci sono le tre particolarità che sono comuni a tutti oggigiorno no, il tradizionale che mangia tutto e poi c' è vegetariano, il vegano ma anche il celiaco. Perché per esempio oggi abbiamo fatto tutto un passaggio perché abbiamo una persona celiaca. Stasera a cena e praticamente prima abbiamo fatto tutta la lavorazione per la persona celiaca, poi dopo cominceremo con le farine. Abbiamo un occhio di riguardo, insomma, per queste persone. Quindi invece che tipo di cucina prima diceva tradizionale, innovativa racconta sono piccoli cucinati, ma noi facciamo la la cucina. Insomma sia tradizionale, innovativa, tradizionale che si parte dalle torte che comunque facevano in casa anche le mie nonne mie mia mamma, insomma, così che io tramando poi in le nei giorni di festa oppure quando mi va e che ciò comunque sia i prodotti. Perché per esempio ora si trovano gli herb, i spontanei e si fanno delle buonissime torte con gli arabi spontanei oppure ci si fa il misto dell'orto che si battono tutte le le erbe comunque sia dalla bietola, dalla cicoria dall'erba bo, la rombi cia e tutte le altre cose che si fa una cottura tutta crudo e poi praticamente si dà come contorno da oppure ci sono i colli di gallina ripieni con la pancetta ripiena. Per esempio, ora per natale faremo tutta una serie di tortellini fatti col brodo e poi insomma invece per la cucina innovativa e li abbiamo studiato. Insomma un menu adatto eh, che si può parlare di un polpettone che è tutto a base di verdura oppure uno strudel, anche quello a base solo di verdura, senza uova, senza latte e senza niente. Che idea ti sei fatta delle persone che vengono qui a mangiare cosa li porta a venire qui anziché altrove? Ma io penso che a parte il buono della cucina che insomma ci mettiamo, ma ci mettiamo anche la nostra un po' di fatica, un po' di fatica. Ma il nostro entusiasmo nel fare le cose che la nostra passione sia aziendale, che poi e trasformata in cucina. Io penso anche questo il no, la nostra comunicazione di parlare anche con le persone, di andare di la' in sala e dire chi siamo e che cosa facciamo e che cosa facciamo qui dentro. Soprattutto il fatto di cucinare con prodotti locali di stagione è di creare problemi. Sono la fantasia? No problemi? No, perché se si seguono le stagionalità in base a questo tipo di mese, quello che all'orto noi lo lavoriamo. Quello che non c' è nell' orto non si lavora. Oppure comunque sia quello che non hanno le nostre aziende, perché noi andiamo dalle nostre aziende a rifornirci per quanto riguarda carne, formaggi, ricotte, non solo le mie, perché io avendo bovini, comunque sia, si va dal pastore che si prende l'agnello. Si prende poi le verdure dislocate dove le mie colleghe e i miei colleghi hanno ho il mandarino che l'abbiamo ordinato dalla Sicilia per fare un un liquore per Natale. Ti capita che i clienti si lamentino che vogliono qualcosa fuori stagione o loro lo prendono e lo prendo? Ma no, no, per ora una capitale prima dicevi fatica lo chiedere più questo anno sono quasi che siete qui. E la la più grande difficoltà è la più grande soddisfazione la La difficoltà è che dal lunedì al giovedì lavoriamo in azienda, poi come dice la mia collega monica ovviamente si va in ferie dall'azienda e si viene a lavorare al ristorante. Però comunque è un po' faticoso, perché insomma del lavoro tanto lavoro, soprattutto il venerdì dalla mattina alla sera e pensare a quella cosa dell'altra oppure si intrecciano anche altri lavori. Insomma abbastanza far vivere la soddisfazione è che almeno per me, eh che mi piace farlo questa cosa perché ci credo e ho sempre creduto io l'ho messa a paragone della mia azienda. Questa cosa qua, come la mamma buona della famiglia la trasmetto anche qui dentro. Sam lavora per sette giorni su sette si' e trecentosessantacinque giorni all'anno gne gne gne si' si' chi è sempre lo scherzo in serie a volte si dorme anche tre ore sì, basta quando siamo fortunati oppure anche meno si' che è cosa fa fatica a fare la parte del ristorante. Insomma cuoca, ristorante o agricoltura? Ehm ma non ti direi una bugia se vedo la differenza non la vedo, non perché faccio con piacere tutti e due mi stimolano da parte l'altra parte il mio mestiere, il mio lavoro, ovviamente. Che lavoro all'aria aperta piace di più a tutti. No, stare io ora alla mia eta' hanno abbastanza di tre giorni e stare in cucina quello sicuramente sicuramente, ma mi piacciono tutti e due due parole, anche se so che ha parlato anche prima Massimo donne in campo questo sarà presidente vuoi presentarci? Associazione? Come mai? Certo E come mai sono la presidente? Perché mi hanno eletto le altre i miei colleghi cosa spinge? Perché? Non lo so comunque vabbè no, perché comunque credo di portare avanti la filosofia un po' di tutte le colleghe e in cioè noi siamo un'associazione solo in Toscana, siamo qualcosa e poi siamo a livello nazionale tantissimo di con numeri per me le ricordo neanch'io è però siamo tutte donne che conduciamo un'azienda agricola da chi fa produzione di olio, vino, verdure urta insomma farine di ogni genere chiave agriturismo che altro? E da lì si è cominciato a fare delle nostre riunioni e comunque è uscita fuori questa cosa. Poi il alle riunioni si portava ognuno di noi da' da mangiare. É praticamente poi è uscito il progetto della Grey Kate e insomma tante cose. Andiamo chiediamo a tutti quelli che incontriamo che cos'è l'italia che cambia Italia che cambia cambio per me è quello che vuoi, ma l'italia che cambia. Spero che Bo che cambiano tante cose francamente a volte sento dire io no, non ho lavoro perché io vero del lavoro, cioè dei soldi ne ho pochi in tasca, ma di lavoro avevo tanto e spererei che chi ha difficoltà a trovare lavoro basterebbe che magari insomma ritornare anche ai lavori vecchi perché ora stanno scomparendo. Però tutti i lavori sono io dico che sono nobili, no? Da chi leva letame come me a chi fa le scarpe e l'italia magari potrebbe anche cambiare, nel senso che chi gestisce L'italia potrebbe fare qualcosa in più per queste persone qua per tutti a grazie che come puoi andare presente un po' dove siamo guardando me e poi domanda no bene, okay, quando vuoi. Ciao a tutti. Siamo a Roma, nel quartiere di Monteverde. Siamo con Gabriele Mandolesi che è uno dei coordinatori dell'associazione economia e felicità che ha trovato dei modi abbastanza creativi, diciamo per cambiare le cose dal punto di vista economico che porta avanti il concetto di votare col portafoglio, di passare dalla consapevolezza di quelle che sono le problematiche economiche e finanziarie di questo paese. All'azione quindi portare le persone verso l'azione. Gabriele, ti va di raccontarci un po'? Cosa fa economia della felicità? Quali quali attività svolge questo leggo intanto ciao, grazie per essere venuti è economia felicità un'associazione di promozione sociale che è nata circa tre anni fa e insieme a io e altri tre quattro amici economia, felicità. Quando mi chiedono che cosa è, come è nata la definisco che è stato un po', una reazione, insomma, un po', il clima generale che adesso in Italia che c' era soprattutto tre anni fa. Perché veniamo tutti quanti da esperienze di lavoro in cui non è che proprio avessimo trovato una grande soddisfazione, nonostante fossero comunque esperienze di lavoro tutto sommato positive. Vedevamo il mondo che stava andando un po' a pezzi. Stavo nel pieno della crisi, quindi ci siamo chiesti è possibile che questo modello economico è l'unico possibile? Nel senso il profitto deve stare sempre al centro, non ci sono altre alternative e quindi abbiamo avuto la fortuna, insomma, di leggere un po' libri di alcuni professori come Luigino Bruni, Leonardo Becchetti, che incredibilmente fornivano una visione delle cose, un po' diversa. E quindi abbiamo deciso di costruire questa associazione inizialmente totalmente per scherzo, per iniziare a fare degli incontri con amici per iniziare a parlare di questi concetti un po' nuovi l'economia sociale, l'economia civile, il concetto del voto col portafogli e non so ancora non abbiamo capito bene per quale motivo questo tema è piaciuto talmente tanto e ci siamo trovati i teatri pieni. Quando facevamo questi incontri e da li' abbiamo deciso che potevamo continuare. È stato per uno stimolo oppure un segnale di speranza vedere che è tutto sommato c' era una voglia inconscia da parte di tante persone di cercare qualcosa di diverso, che desse pure un po' di di fiato, no di speranza. E quindi abbiamo deciso di iniziare a fare delle delle cose pratiche, ovviamente uno dei concetti alla base della nostra associazione, appunto il voto col portafoglio l'idea che noi con i nostri consumi giochiamo un ruolo fondamentale all'interno del mercato e dell'economia perché ogni volta che noi acquistiamo qualche cosa in realtà stiamo legittimando tutto quello che c' è dietro quel prodotto. Quindi se quel prodotto rispetto all'ambiente o meno, se i lavoratori che hanno fatto quel prodotto hanno subito un trattamento positivo o negativo e quindi l'idea che noi scegliendo i prodotti delle aziende più responsabili fondamentalmente possiamo avere la nostra parte e dire la nostra parte all'interno di questa economia che non va, il che è un'arma. Però allo stesso tempo è anche una bella responsabilità, perché nel momento in cui non lo fai stai alimentando un sistema malato. E quindi dalla abbiamo iniziato un po' per gioco e siamo andati avanti. E appunto ci racconti come si svolge, cosa fate proprio nella pratica? Come si svolge una di queste vostre azioni? Guarda la prima attività che abbiamo fatto è stato il cash mob etico è l'idea. Facciamo degli incontri in cui parliamo del voto del portafoglio e dell'importanza di consumare in maniera responsabile. Dopodiché, per non lasciare le cose solamente come parole, come teoria, visto che nessuno di noi è un teorico, ma siamo persone d'azione. Alla fine di questi incontri abbiamo lanciato una proposta. La proposta è stata di vederci tutti quanti in un supermercato un sabato mattina ed entrare in quanto più possibile a comprare solamente i prodotti del commercio equo che l'idea era un po' quella di cercare di iniziare ad abituarci a consumare criticamente, però non da soli, perché c' è sempre un po' questo questa cosa non detta del dire va bene io posso anche impegnarmi a comprare determinati prodotti, ma io da solo non è che faccio la differenza. Quindi abbiamo pensato se magari siamo in duecento a farla questa cosa oltre ad essere molto più divertente perché poi la puoi gestire in maniera un po' piu' festosa proprio come non ti senti solo senti che fai parte di una comunità che come te sta scegliendo, sta iniziando a fare un percorso e quindi è stato molto bello perché ci siamo ritrovati in centocinquanta avanti un supermercato qui a Monteverde e siamo entrati. Abbiamo praticamente svuotato il reparto dei prodotti del commercio equo e solidale che che sono una doppia funzione. La prima punta per non farti sentire solo dall'altra è anche far vedere agli altri chi vende questi prodotti che c' è un mercato che quei prodotti li richiede e che quindi è un modo di anche influenzare, come dire l'offerta dei prodotti che si hanno. É quello fu un bel successo, soprattutto perché avevamo fatto delle schede prodotte. Abbiamo detto dietro, non so, al miele per trade o allo zucchero di Altromercato a parte che è buono e Costa Totti sono altre caratteristiche. Questo comprando questo zucchero dove vai? A finanziare una cooperativa in Sud America, dove una parte viene utilizzato per costruire la scuola, dove il prezzo minimo dei prodotti è garantito ai contadini, dove anche tutti i lavoratori che ci sono seguono una filiera etica. E la cosa interessante è che le persone si erano portate queste schede prodotte se erano studiate prima e sceglievano non solo sulla base, magari di quello che gli serviva, ma anche sulla base della storia che cela dietro quel prodotto. É questo se noi è stato un gran successo, perché è quello che dovremmo fare, o almeno provare a fare sempre ogni volta che acquistiamo qualcosa, scoprire qual è stata la storia dietro. E invece come siete passati poi a occuparvi non solo di acquisti, ma anche di gioco d'azzardo e banche l'azzardo è stata un'altra di quelle casualità. Avevamo appena finito il cash mob etico che ci aveva preso veramente un sacco di tempo, un sacco di energia, anche perché è tutto lavoro volontario, extra lavorativo. Volevamo prenderci una pausa. In realtà non abbiamo fatto in tempo perché siamo stati chiamati da tre quattro persone che stavano vivendo molto male il problema dell'azzardo perché vedevano le nostre città invase, avevano persone che si giocavano tutto alle slot machine e quindi ci hanno chiamato perché volevano fare un'azione pratica anche magari un po' eclatante, sapendo che noi come economia avevamo già fatto un mob, ci hanno chiamato e ci hanno detto se volevamo aiutarli in qualche modo e l'idea che è venuta fuori e quella è stata quella di fare uno slot mob. L'idea è sempre quella di fare un po', una scelta consapevole. Nel senso ci sono persone e sono tante in Italia che hanno un baro che hanno un'attività, che hanno deciso di non vendere nessuna forma d'azzardo slot machine, gratta e vinci, scommesse sportive, il lotto queste persone perdono con questa scelta che fanno circa millecinquecento duemila euro netti al mese. Ora aveva una piccola attività in un momento di crisi fare una scelta del genere economicamente molto pesante, anche molto coraggiosa. La nostra idea di fare un'azione contro l'azzardo è stato proprio questo, cioè concentrarci su quello che c' era di positivo e quindi andare a fare un riconoscimento pubblico a queste persone, ricordandoci anche che il mondo non è solo mosso dal denaro, ma anche da persone che hanno dentro dei principi etici e di responsabilità sociale. Ha talmente forti sono disposti a rinunciare al loro denaro pur di non rovinare le altre persone e quindi così un po' per gioco abbiamo pensato troviamo un bar come questo, ci andiamo in duecento a fare colazione, a fare un operativo e facciamo una festa tutto il giorno la' dentro in modo tale che gli diamo anche un riconoscimento pubblico, cioè il territorio si è accorto della scelta che ha fatto, te lo dice e te lo dice pubblicamente con una festa. La cosa caratteristica di questi slot mob è anche noi portiamo i giochi giochi veri, perché uno dei grandi inganni dell'azzardo è che loro lo chiamano gioco d'azzardo? No, perché se io ti dico andiamo ad azzardare cioè un'accezione negativa ti scatta anche un meccanismo di questa cosa è pericolosa, loro ci mettono prima il gioco, il gioco richiama qualcosa di innocuo, di positivo, di divertente e di leggero ed è un'operazione di marketing studiata molto bene a tavolino a noi non lo chiamiamo mai gioco d'azzardo chiamiamolo l'azzardo. Durante gli slot mob portiamo i giochi veri, ci portiamo il biliardino, portiamo il ping-pong perché il gioco deve essere qualcosa che ti mette in relazione con le altre persone. L'azzardo ti isola. Siamo partiti che volevamo fare solamente tre slot mob e poi vediamo son passati due anni, ne abbiamo fatti cento diciotto perché appena si è sparsa la notizia, oltre al fatto che ci hanno subito hackerato il sito internet della campagna il giorno del lancio. Ma siamo stati tempestati da telefonate chiamate da tutta italia di persone che dicevano che sentivano il problema dell'azzardo molto forti perché o hanno avuto un amico che è diventato dipendente o perché hanno visto la propria città totalmente devastata, che ci hanno chiamato e ci hanno detto vogliamo fare anche noi lo slot mob? Qua la cosa divertente pero' era che loro ci chiamavano e ci dicevano venite e noi rispondevamo No, nel senso non sono io che da Roma vengo a fare lo slot mob nella città tua. Il territorio è tuo. Alzati dal divano, cerca un bar, vacci a parlare, chiedi perché ha fatto la scelta di non vendere azzardo se ti convince. Tra le altre associazioni del tuo territorio che sono d'accordo con te, fai rete e organizza lo slot mob. Noi ti diamo il format dell'evento tra virgolette, vi diamo tutta la campagna di comunicazione sulla nostra pagina Facebook e così via. Si è creato praticamente una sorta di effetto palla di neve, una valanga per cui continuiamo a fare a distanza di due anni slot mob in continuazione si sono create delle reti molto forti sui territori. Abbiamo creato dei mini coordinamenti in un'azione che è nata totalmente dal basso. Non ci siamo costituiti come associazione perché non volevamo darci una struttura, volevamo rimanere molto liquidi e dalla a un certo punto è successo. Il movimento è diventato talmente grande. Ci ha iniziato a chiamare i sindaci, poi gli assessori regionali fino ad arrivare a politici a livello nazionale che sensibile a questo tema hanno chiesto a noi, ad altri movimenti di dargli una mano dal basso, a portare avanti le iniziative legislative per cercare di placare un po'. La dilagare dell'azzardo é uno degli ultimi risultati ottenuti insieme ad altri movimenti. È un divieto parziale di pubblicità dalle sette alle dieci di sera su rai, mediaset e reti generalisti non si fa più pubblicità dell'azzardo noi avevamo chiesto molto di più, il divieto totale, non siamo riusciti ad ottenerlo. Però è stato bello vedere come partendo da delle manifestazioni sul territorio sparse in tutta italia. Poi si è arrivati anche ad ottenere qualcosa piu' in alto, ma è vestito devi prendere il piu' figo, no matteo, dico che ho visto se parlo troppo, fermatemi Ah no, benissimo quanto questo lo mettiamo, lo tagliamo, mamma no, volevo chiedere in questi bar che appunto partecipano agli slot mob. Voi avete poi dei feedback? Sono arrivati su come prosegue, se sono soddisfatti della loro scelta? Se le persone in qualche modo anche nel tempo continuano a premiarli anno ho notato un incremento di affluenza. Allora. Intanto una delle cose insomma, più belle ma anche più tristi, se vuoi è stato il fatto che molti baristi vanno vissuto con molta commozione. Molto trasporto, lo slot mob che è stato fatto nel loro bar, perché tutti ci dicono che loro questa scelta l'hanno fatta tempo fa, però hanno fatto in silenzio. Non se ne sono in qualche modo vantato e l'hanno detto pubblicamente perché dicevano pensavamo che non fosse niente di che. Questa nostra scelta e questo non ci ha fatto molto riflettere, perché secondo me ti dà anche un po', la misura di quanto abbiamo perso noi tutti la capacità di dare un valore alle cose. Quindi cioè persone che rinunciano così tanto denaro per il bene comune non vengono neanche riconosciuti e vivono poi queste scelte da soli e in silenzio. Quindi slot mob è stata anche un po', un modo di rompere, insomma questa cortina di isolamento di queste persone e dargli un supporto morale. Ci piacerebbe. Ci sarebbe piaciuto in molti casi dare molta continuità al supporto a questi bar. Non sempre ci siamo riusciti altre volte. Invece sì, nel senso che queste reti di associazioni che hanno iniziato a lavorare insieme continuano a lavorare sui territori, magari insieme ai comuni e alle regioni. E quando si incontrano si danno sempre appuntamento fisso in quel bar che è diventato un po', la loro base, come dire per incontrarsi, però sicuramente aver fatto uno slot mob ha fatto vedere a tutti quanti il valore di una determinata scelta e quindi, insomma, hanno avuto anche, come dire, il loro, il loro ritorno da questo punto di vista. E infine poi ci sono i bank mob che sono un po', il terzo il terzo pezzo del mosaico, se non sbaglio è il bank job. In realtà è quello che noi forse fra i tre e piace di più, perché tocca un tema che sentiamo fortissimo, che il mondo della finanza che insomma è evidente che il mondo si è finanziarizzato, nel senso che la finanza è pervasiva ed è responsabile di tanti. Dei problemi ci stanno attualmente non ultimo la crisi del Duemila otto e stiamo ancora adesso pagando è andata esattamente la e poi tutti se ne sono dimenticati e ci stanno dicendo che la crisi è colpa degli stati che hanno speso troppo negli anni passati e quindi devono tagliare servizio. Non è così. La crisi è nata da quelle banche d'affari enormi che, sfruttando la loro potenza hanno messo in ginocchio praticamente tutto il sistema e ne sono anche uscite pulite, visto che diciamo la parte finanziaria e le banche soprattutto un'altra di quelle scelte che noi come consumatori facciamo che se hanno un impatto enorme sulla vita reale di tutti i giorni abbiamo deciso di fare il bank job. Perché? Perché quando ne mettiamo i nostri soldi in banca noi pensiamo che i soldi stanno la'. In realtà la banca li prende e li utilizza per erogare finanziamenti alle imprese, alle persone che vogliono comprare casa, quindi in realtà senza saperlo noi siamo molto complici con le banche perché le banche fanno quello che fanno con i nostri soldi. L'idea era tu sei libero di mettere i soldi dove vuoi in una banca. Però sappi che voglio dire sta a te scegliere se vuoi mettere i soldi in una banca che poi finanzia le armi, che poi finanzia l'azzardo che poi invece non finanzia niente, non dà una mano all'economia reale, ma le utilizza per andare a fare operazioni speculative in giro per il mondo. Oppure puoi scegliere una banca che fa quello che dovrebbe fare una banca prossimità, supporto alle imprese e aiuto all'economia reale e quindi l'unica banca che abbiamo trovato in Italia che ha queste caratteristiche molto forti e banca etica perché è anche l'unica in Italia che aderisce ai principi della finanza etica. Due su tutti trasparenza tu vai sul sito banca etica e trovi l'elenco di tutti i finanziamenti e sono stati erogati, cosicché se tu non sei d'accordo su come banca etica utilizza i tuoi soldi, sei libero di andartene ed è l'unica banca che lo fa in Italia, perché le altre dicono che per privacy non lo possono fare. Ma in realtà non è così. E in piu' bancaria è l'unica che per statuto esclude tutta una serie di settori, quindi non finanzia il mondo delle armi l'azzardo, tabacco, alcol e in generale tutte quelle imprese che direi che lavorano in mercati che non hanno proprio una responsabilità sociale molto forte. Quindi predilige per esempio tutto il mondo del sociale e tutto il mondo delle associazioni, energie rinnovabili. Quindi ci sembrava un posto che tu metti due soldi e quei soldi generano valore positivo per tutti e quindi abbiamo deciso di fare questo bank job che ha seguito sempre lo stesso schema incontri in cui si parla di questo perché poi la finanza è ostica. Insomma, quando inizi a parlare di finanza, la gente chiede subito il cervello. Dice troppo complicato. Non ne voglio sapere niente. Quindi la sfida è stata a parlare di questo in termini semplici e comprensibili per tutti. E poi lanciare nuovamente la proposta é grave. Creiamo un gruppo, facciamo una scelta consapevole, non da soli. Andiamo ad aprire conti correnti in banca etica e li andiamo a chiudere nelle nostre banche. Gli diciamo il perché lo devono sapere che loro perdono clienti perché si comporta in un certo modo e che per questo andiamo in un'altra banca che invece soddisfa le nostre esigenze. Perché l'idea a lungo termine e dire più siamo come dire, a immigrare da una banca un'altra più la banca che perde clienti prima o poi dovrà soddisfare le nostre richieste di consumatori responsabili. Certo. E secondo te è stato, diciamo in questi tre anni in cui portate avanti questa attività c' è stato un aumento della consapevolezza riguardo a queste tematiche? Ovvero cosa c' è dietro la finanza? Cosa c'è dietro la produzione? Cosa c' è dietro al gioco d'azzardo? Secondo me sì, nel senso che ovviamente noi riusciamo ad avere un impatto limitato in generale a parte, sul discorso dell'azzardo dove invece insomma, insieme a tutte le realtà che hanno aderito, siamo riusciti a fare un bel percorso di consapevolezza su questo problema. Io ti direi piu'. Dico anche consapevolezza la mia percezione che vedo poca fiducia, nel senso che spesso diciamo queste cose. Le persone ci credono anche. Però la reazione che hanno molto spesso più disillusione. Come dire lo so, però alla fine che ci posso fare? Invece voglio dire, secondo me anche la nostra storia dovrebbe dare molta speranza, perché a partire da piccole cose piccoli incontri, piccoli eventi. Poi si sono creati dei movimenti molto molto forti che alla fine il loro impatto, sia a livello locale che a livello nazionale, ce l'hanno avuto. Quindi più che consapevolezza direi che serve un po' piu' di speranza. Ecco, é un un cash mob il cash mob che abbiamo fatto l'abbiamo fatta quella nel supermercato all'inizio che aveva anche girato è due domande. Io ce l'ho una domanda per quanto riguarda il Globe, magari politico. Nel senso, visto che da un'iniziativa partita locale, se poi diffusa a livello a livello nazionale e per quanto riguarda fuori Roma, chi è stato? Chiedo a leggere solo economia, felicità poi è stata un'idea associazioni guarda, in realtà io credo che si aspetta, aspetta, ti dà la risposta perché in realtà io credo che ne fuori Roma ne è stato fatto solo uno, eh! Ho visto cosenza su internet gli distruggendo vari video. Praticamente visto? Sì, perché però quelli sono praticamente i gruppi dei soci banche dei vari gtt che hanno visto la nostra iniziativa e gli abbiamo prestato il fare perché noi facciamo sì, noi pensiamo il format e lo facciamo e poi prendetelo, lo regaliamo a tutti uguali, eh io credo che me lo slot modem bank o beh, dice lo slot mob visto che si è diffusa anche no, no bene, abbiamo fatto cento diciotto tutti uguali tutti secondo lo stesso format. Voi come quello No, no, noi noi ci occupiamo di coordinare la campagna a livello nazionale e poi i gruppi locali ci dicono io questo giorno faccio lo slot mob qui e noi facciamo locandina pubblicità sulle sulla pagina facebook se c' è stato il numero se l'ha detto l'ha detto perfetto l'ho detto l'ho detto sfuggono le cose così tante ok, io l'unica, cosa che puoi vedere sono i prossimi obiettivi. Come? Con la mia felicità, i prossimi obiettivi come economia e felicità. Beh, a noi piacerebbe molto fare altri bank job, non solo uno fare gli altri e ci piacerebbe che diventasse un po' virale come la campagna slot mob, nel senso che ne abbiamo fatti due qua a Roma. Ci piacerebbe essere contattati, come avvenuto per slot mob, da altre associazioni in giro per l'italia che alle quali è piaciuto questo meccanismo iniziare a farne tanti in tutta Italia. Perché comunque continuiamo a ritenere che finché non si risolve il problema della finanza tanti problemi a cascata non si risolvono. Anche perché dietro le aziende dell'azzardo c' è anche un grande pezzo della finanza. Quindi sono onnipresenti e vorremmo continuare a molto con la campagna slot mob, riuscire ad ottenere risultati ancora più forti per regolamentare il settore. Come dire, in senso ancora più restrittivo di quello che è. E per farlo dobbiamo crescere ancora di piu' come movimento e far sentire alla politica che c' è un pezzo grosso, dell'italia che lo vuole e lo vuole molto forte. E dopodiché siamo aperti anche ad altre iniziative. Altre proposte cos'è per te l'italia che cambia eh, non operazioni al progetto no ok sì, sì l'avevo capita guarda, io ti devo dire che in questi due anni ma ho avuto sensazioni molto contrastanti dalla da una parte mi sono un po' abbattuto, nel senso che per esempio quando abbiamo iniziato a vedere cosa c'era dietro il mondo dell'azzardo e di quanto fosse colluso con la politica, è dura digerire che le cose stanno così quando inizia a studiare bene cosa c'è dietro il mondo della finanza è dura anche quello dall'altra parte. Però queste campagne hanno hanno liberato una quantità di energie da persone inaspettate, veramente splendida e per me l'italia che cambia sono tutte quelle persone che abbiamo conosciuto nel corso di questi due anni che nonostante magari ci abbiano famiglia due figli lavoro però alle sette si mettono la e stanno altre quattro ore in maniera gratuita e volontaria ad organizzare eventi, a fare dissemina esce anche delle informazioni perché ci credono, ma soprattutto perché hanno la speranza veramente. Poi il loro la loro piccola parte la possono fare e tutte queste persone messe insieme ci hanno dato una grande spinta. É veramente una grande energia per me veramente l'italia che cambia non è un grande eroe a chi veramente tutti i giorni ci si impegna per queste cose che grazie grazie a voi grazie che nome, cognome, ruolo L'italia si chiama insieme Devo guardare sempre lei. Però questo lo dice uno di voi. Mi sembra certo. Pancia sotto la pancia. Sono Lorenza Da Tuzio e sono il direttore creativo di cucina mancina. Grazie. Sopra la pancia sono una fotografa e una che ama unire i puntini che sono chiaramente in tragedia. Cucina mancina è una food community di nuovo. Ok, Ricomincio e ho sentito la signora urlare, ho detto Ora ricomincio Però mi senti, vero Paolo? Ok cucina mancina, una food community dedicata ai diversamente onnivori. I diversamente onnivori sono persone che mangiano differente per scelta, per necessità. Come vegetariani, vegani sceglie il biologico il chilometro zero. Ma sono anche persone che devono rinunciare a degli alimenti, come per esempio gli allergici intolleranti o chi deve mangiare con pochi zuccheri. Pochi grassi, poco olio. E poi ci sono i curiosi alimentari che sono i nostri preferiti. Sono quelli che amano sperimentare tutti questi noi li abbiamo abbracciati, raccolti sotto l'ombrello di mancini alimentari. Ma voi siete sicuri che non vi danno fastidio alle signore? Ok, non è l'esempio Perfetto. Ok em cucina mancina punto com, il portale che aggregano soltanto i profili di blogger chef, ma anche le diverse signore Maria, appassionate di sana e creativa alimentazione, ma anche ricette, eventi, informazioni, rubriche. Segnaliamo anche i ristoranti e negozi dedicati a chi mangia differente. Quindi se per esempio sono a Palermo e voglio mangiare vegano, digito sullo store locator di cucina mancina Palermo vegano e trovero' tutti i locali vegani che i nostri stessi mancini hanno segnalato che noi abbiamo validato con grazie alla nostra redazione interna che controlla sempre ogni contenuto, sia dal punto di vista nutrizionisti che dal punto di vista editoriale e di forma. Quindi per noi tutto deve essere in equilibrio, non soltanto la parte di contenuto che cede forte, ma anche e soprattutto la parte estetica. Perché, diciamo tutto deve piacere prima agli occhi e poi al resto del corpo. Mancini alimentari Come nasce l'idea di cucina mancina? Come è nata il nome? Cucina mancina è la frase ispiratrice è stata questa Fidas Right Golf, quindi andare a sinistra, la via alternativa e creativa alla risoluzione di un problema, così come il mancino di mano è quello che scrive con l'altra mano il mancino alimentare è quello che mangia differente, che risolve i propri problemi o i o i propri bisogni alimentare con quel pizzico di creatività, quindi, per esempio trasformando una ricetta che ha degli ingredienti che non potrebbe mangiare. Perciò la creatività che anche racchiusa nel luogo di cucina mancina che è una forchetta a forma di c rovesciata la cd copyleft che simbolo di condivisione questa cucci questa forchetta a forma di c hai rabbi che parlano come le forchette parlanti di Munari. Ecco l'idea che attraverso il cibo si possa ritornare a parlare e dialogare, ad aggregare le persone. Questa è stata la base della nascita di cucina mancina come luogo di condivisione massima dei valori alimentari. Quindi noi andiamo al di là dei fondamentalismi alimentari che fanno dei diversi partiti alimentari dei motivi di divisione. Cerchiamo di mettere di nuovo tutti quanti intorno ad una tavola e non farli sentire diversi, quindi l'inclusione alimentare per noi è un valore fondamentale. Cucina mancina è nata nel duemila tredici grazie ad un bando di Camera di Commercio di Bari che si chiama Valore Assoluto. Le due socie fondatrici siamo io e Lorenza Da Tuzio e Flavia Giordano e noi ci siamo conosciute nel duemila dodici frequentando un corso in cui ci insegnavano a creare startup basate su tecnologie innovative li abbiamo, questa era la nostra esercitazione. Abbiamo inventato cucina mancina. Flavia ha proposto il nome perché mi ha subito entusiasmato. Io ho cominciato a disegnare il logo e così è nata tutta l'identità di cucina mancina. E poco dopo abbiamo tirato giu' il business plan perché i sogni non possono diventare veri se non ci metti anche una lista della spesa dei numeri sotto degli obiettivi da raggiungere presto. Quindi la nostra determinazione, la nostra capacità di guardare oltre l'orizzonte ha fatto in modo che dopo neanche sei mesi avessimo messo online la piattaforma, il proprio la versione alpha di cucina mancina. E nel marzo duemila tredici siamo riusciti a fondare questa nostra start-up innovativa e una srl e ad aggregare la community. Questi primi settantamila euro a fondo perduto che abbiamo vinto da questo bando di camera di commercio ci hanno consentito questo. Nel frattempo, però, mentre facevamo entrare autori, chef, blogger esploravano un po' l'italia che mangia differente. Sono successe due cose molto belle. La prima è che ci ha chiamato Feltrinelli e ci ha chiesto di fare un libro con loro. Eravamo nei primi mesi di attività e per noi era una notizia meravigliosa. La seconda che abbiamo vinto un'altra borsa di studio, un bando per andare a San Francisco e quindi siamo state lì un mese a studiare il modello di business americano delle startup. Due donne terrone n della Puglia che vanno in un mondo del diciamo del capitalismo sfrenato e si sentono dire che il loro è un modello di business che non funziona perché è basata sul modello editoriale, non è scalabile. Noi all'inizio abbiamo cominciato un po' a dire ma vediamo che abbiamo rimodulato, amo, li votiamo, come si dice nel mondo delle startup. Alla fine abbiamo detto no, noi vogliamo fare quello che ci piace fare, far parlare il cibo in maniera vera, etica è simpatica perché una delle chiavi di cucina mancina, anche l'ironia. É questo il nostro modo di fare questo nostro, voler restare fedeli a noi stessi. E ci ha premiato perché in questi tre anni di cammino abbiamo raggiunto dei buonissimi risultati. Abbiamo trecento autori che scrivono per noi é una redazione allargata in tutta Italia e diciamo adesso siamo riconosciuti a livello nazionale come dei produttori di qualità di contenuti che sono molto segmentati nelle diversità alimentari, senza glutine, senza lattosio al vegetariano vegano con tutte le otto mancini that del caso e riceviamo commesse sia dal mondo dell'editoria che dal mondo dell'industria alimentare mancino. Ovviamente ci tengo a specificarlo, perché non tutti i produttori alimentari possono essere raccontati da noi. C'è sempre un fondo di etica che ci fa filtrare le nostre scelte e vediamo se lo trovo. Mi posso spostare un attimo? Se vuoi vado gia' ok. Il primo libro pubblicato con Feltrinelli si chiama differente che il nostro pay-off avevamo già guardato in grande e trasformato il think Different in different. Questo è un libro distribuito in tutta Italia e che ha fatto il tutto esaurito in tre mesi. Grazie, diciamo un buon lavoro di Abbiamo fatto un tour con Feltrinelli in tutta Italia. Abbiamo presentato questo libro è un libro che racconta anche il nostro viaggio in Italia. Siamo entrati nelle cucine dei nostri blogger e chef e abbiamo fotografato e cucinato insieme a loro la cosa molto bella e molto forte di cucina mancina. Che facciamo? Diciamo sempre uno storytelling collettivo. Quindi non siamo io e la mia socia Flavia che parliamo, ma sono un po' di persone. Adesso ve ne faccio vedere qualcuno. Sono i nostri autori di cucina mancina ciascuno ce l'ha sui Concina, perché C' è dallo chef semplice redattore la signora Maria, fino poi al fotografo, il blogger. Tutte queste persone sono persone che hanno cominciato a camminare con noi, stanno crescendo con noi. Questa signora Mammarella, per esempio una signora che non aveva neanche l'e-mail quando l'abbiamo conosciuta, ha chiesto al suo figlio di aprire la casella di posta per poterci seguire su Facebook e quindi adesso è diventata uno dei nostri più forti autori. Questo significa che non è mai troppo tardi per crescere, per imparare e per condividere. E adesso con Feltrinelli abbiamo un secondo progetto in corso, mentre qui si parlava soltanto dei senza dell'alimentazione, quindi senza derivati, animali senza glutine, senza lattosio, con pochi zuccheri, pochi grassi e poco sodio. Il prossimo libro in un'evoluzione Parliamo di parliamo di addizioni e sottrazioni a tavola, quindi quando devi togliere degli alimenti dalla tua dieta, neppure bisogno di aggiungerne degli altri, di integrare. E quindi ci saranno anche di più. Per esempio più proteine vegetali, più minerali, più fibre. E questo è un libro per farvi capire come siamo cresciuti, mentre qui ci sono venticinque autori. Erano i nostri primi tre mesi di community e ci sono settanta ricette. Quel libro, ottanta ricette scritte però da settantacinque autori e quasi tutti sono blogger abbastanza conosciuti in Italia, quindi siamo cresciuti anche dal punto di vista della credibilità che il mondo dell'alimentazione nutre nei nostri confronti proprio perché non abbiamo mai tradito la nostra idea iniziale, fedele a certi tipi di valori alimentari che in America fisicamente. Ma la nostra è una gestione di una startup, un po' atipica perché seppure non abbiamo un modello scalabile di ci metto un euro mi da cento euro ci metto dieci euro, mi da dieci milioni di euro. É una gestione anzi molto caute, femminile dell'azienda e i numeri ultimamente dimostrano che le aziende gestite in maniera più cauta dalle donne sono quelle che hanno piu' tasso di sopravvivenza perché hanno le basi più solide. Noi stiamo crescendo organicamente. Questo significa da una parte e conquistare la fiducia reale dei nostri utenti. Abbiamo diecimila fan su Facebook che non abbiamo comprato neanche un like. Questo significa che abbiamo costruito giorno dopo giorno, grazie agli articoli pubblicati e condivisi alle storie dei nostri blogger condivisi. Abbiamo conquistato la fiducia e la credibilità della popolazione. É mancina e e siamo in attivo. Non abbiamo bruciato velocemente i fondi, come fanno di solito le startup che dicono tutto niente entro tre anni. Se io non non vado in black even, muoio. Noi abbiamo un fondo cassa che funziona e abbiamo una gestione molto oculato. Ovviamente non ci possiamo permettere di avere dei grossi investimenti, però lavoriamo molto su riceve una commessa, posso pagare le persone, eccetera eccetera. Quindi diciamo, stiamo crescendo piano piano, ma siamo molto orgogliose che stiamo facendo un lavoro che ci assomiglia. Okay, funziona così, ma tutto quello che online e condiviso in maniera gratuita copyleft, perché il portale non a banner pubblicitari e non è una fonte di guadagno diretta e indiretta, sia per noi che per chi decide di supportarci. Quindi cosa significa questo? Che la community è un modo per aggregarsi e condividere ed è una vetrina che fa in modo che noi possiamo prendere lavoro, prendere commesse. Quando prendiamo queste commesse, quello che viene pagato a noi viene pagato agli autori che scegliamo, diciamo come produttore di contenuti, che siano chef, che siano blogger, che siano signore Maria, ciascuno esperto nelle sue cose, perché poi ci sono pure le volte in cui ci serve l'esperto in zootecnica, il biologo, diversi tipi di competenza c'è stata una volta in cui ci hanno commissionato la produzione e gestione e la produzione di contenuti per un portale che parlava solo di melograno per un anno, due articoli a settimana per un anno piu' la parte di gestione dei social. Come abbiamo fatto. Abbiamo detto che abbiamo un'archeologa una designer un'esperta di botanica, una nutrizionista e dei blogger. Quindi abbiamo fatto un piano editoriale in cui ciascuno di loro produceva quello che sapeva fare sul tema melograno e quindi questo Questa è la forza di avere una redazione diffusa in tutta Italia. Valorizzare i profili di ciascuno in funzione di quello che serve fare. Se qualcuno crede in noi, noi crediamo in lui, diciamo. È sempre una questione di fiducia condivisa, no? Più o meno era questa cosa. Però adesso la ridico. Ok? Certo. Le fonti di Reddington di cucina mancina i canali di guadagno con cui ci sosteniamo viaggiano su due binari. Fondamentalmente il primo la produzione di contenuti di qualità per il mondo dell'editoria e per il mondo dell'industria agroalimentare. Quindi racconti, facciamo storytelling. Non siamo l'agenzia di comunicazione pagata per parlar bene di un prodotto. Ma siamo coloro che analizzano eticamente qualitativamente un prodotto e parlano di questo prodotto. Oppure raccontano del mondo del vegetariano, per esempio all'interno di alcuni manuali. Quindi produciamo contenuti per un mondo e l'altro e l'altro è fatto da servizi di consulenza. Che facciamo, quindi sono sia campagna di comunicazione divulgative sulla diversità alimentare oppure dei laboratori. Questo diciamo l'altro step di cucina mancina online. Poi si passa alla carta e poi si passa con i piedi per terra. Quindi dal social sociale della community alla comunità fare comunità, mettere le mani in pasta come si concretizza? Per esempio abbiamo realizziamo spesso dei laboratori dedicati ai piccini sullo spreco zero a chilometro zero, all'interno di una serie didattica in cui i bambini prima raccolgono e poi inventano ricette, illustrano, imparano a mangiare cose che non avevano mai carote col ciuffo, il profumo della rucola. Una delle cose che loro, magari in un altro contesto, se la trova la zona, il piatto dicono che schifo questa cosa verde. Se invece la raccolgono con le loro mani e lavorano alla creazione di questa ricetta fatta dalle loro mani, poi la mangiano e poi l'ha, continuano a mangiare un'altra cosa che abbiamo fatto con Federfarma Genova è stata una campagna dedicata alle diversità alimentari e all'inclusione alimentare a misura di bambino abbiamo realizzato degli opuscoli. La campagna si chiama tutti per una una tavola per tutti. É una campagna che sensibilizza i bambini a mangiare in maniera più inclusiva. Per esempio fare merenda con il compagno diabetico. La festa di compleanno col compagno celiaco e l'abbiamo fatto attraverso delle sfide illustrate in cui si insegna appunto per esempio qui c' è Gino Plutino e il pirata pinzimonio che fanno questo questa caccia al tesoro per trovare quali sono gli ingredienti senza glutine da mettere nel forziere e da cucinare dopo. Questo è invece Dino Salatino ed è un mostro pieno di sodio tutto salato. E qui chiediamo di disegnare una faccia invece saporita ma buona, fatta con ingredienti che possono essere frutta, verdura che facciano bene, quindi il cattivo, il buono della situazione. In quest'altro caso abbiamo questo è Rudy Frittella che canta tutti frutti. Oh, Rudy É questa filastrocca che sua cugina le ha insegnato perché gli insegna che non si mangia dolce soltanto mangiando le frittelle, ma anche gli zuccheri si trovano nella frutta e la deve mettere in ordine dal piu' zuccherina, la meno zuccherina la nostra ma galassia, la maga della via Lattea, una costellazione di punti dove disegnare tutti gli ingredienti senza lattosio. E poi alla fine abbiamo vediamo se li trovo i superfood che sono dei personaggi dei supereroi che hanno i superpoteri alimentari ricchi broccoli altrimenti scusa ridicolo, ok. E alla fine ci sono i superfood che sono dei supereroi che hanno i superpoteri alimentari. Quindi gli abbiamo insegnato perché ricky broccoli è buono con noi o mariano melograno, olivia l'oliva oppure policy noa sono dei personaggi, dei nomi che restano in mente dei bambini é che ci servono a fargli capire perché questi supereroi ci fanno del bene. Questa è stata una campagna che abbiamo distribuito nelle trecento farmacie di genova. Grazie federfarma genova un altro lavoro su commissione in cui però abbiamo fatto, diciamo abbiamo diffuso l'idea che si possa fare informazione in maniera ludico didattica, senza annoiare, senza risultare pedanti. Anche illustrando, disegnando, ridendo insieme ai propri genitori come si fa a diventare una delle community di cucina mancina? Facciamo un po' di pubblicità, ok, mi giro ok come fede inciampare in cucina mancina, innamorarti e poi impigliati nella nostra tribù. Basta iscriverti, ci metti cinque minuti, ci dici chi sei, che cosa ti piace fare e cominci a collezionare le ricette, a curarle. Quindi avrai un tuo ricettario online e diventi un utente. Dopodiché, in un momento qualsiasi, quando ti senti ispirato puoi condividere una tua ricetta. Oppure puoi scrivere un articolo che parla per esempio di quando sei stato alla fiera della sana alimentazione e oppure ci puoi segnalare un ristorante dove hai mangiato senza glutine. Da quel momento diventi un autore, ovvero la tua faccia. Entra tra le storie di cucina mancina e sarai uno dei nostri mancini alimentari. Poi un bel giorno capiterà che ci incontreremo. Realizzeremo il nostro primo laboratorio insieme, come quello che faremo domani. Ha poi la cosa giusta. Alle dodici abbiamo un laboratorio che si chiama democrazia a tavola. Come declinare le ricette della tradizione italiana perché possano essere più inclusive, quindi perché tutti possano mangiare. E poi invece alle cinque di questo pomeriggio di domani pomeriggio avremo un altro evento dedicato ai più piccoli. Ci saranno dei piccoli marinai mancini che realizzeranno delle barchette fatte da delle mele che diventano dei contenitori di bontà. Dentro ci metteremo un po' di frutta fresca e frutta disidratata, insegnando ai bambini che si può mangiare bene in maniera diciamo divertente e sana, senza necessariamente dover scartare una merendina che penso che in Italia ok alla parola Italia che cambia. Ok m', io sono tra quel numero di persone che ha deciso di tornare e dopo che è tornata quasi in maniera inconsapevole, in maniera più da kamikaze, ha deciso di restare al sud e di lavorare da li' ed inventarsi ogni giorno un motivo per restare. Non è facile, ma la cosa più bella del mondo perché senti che non stai solo crescendo tu, ma stai facendo crescere la tua terra per me l'italia che cambia in Italia, che non si arrende, che crede ancora che sia possibile crescere soprattutto facendo sinergia, mettendosi insieme con altri attivi della propria terra oppure altri che magneticamente si riescono ad avvicinare a te perché sono, credo fortemente nel magnetismo delle persone. Gli affini si ritrovano e si trovano anche a costruire cose belle insieme. Grazie lui guarda sempre lei va bene, ok, cosa è andata allora? Io sono Emanuela Corda e sono un architetto e sono uno dei soci fondatori di questo studio tecnico associato che è nato appunto nel duemila e dodici in insieme a una mia collega ingegner Roberta tredici. Abbiamo fondato questo studio è condividendo proprio questa visione verso insostenibile. In questi anni abbiamo sempre di più incontrato clienti che ci hanno chiesto di poter utilizzare dei materiali naturali che ha in effetti proprio per le loro proprietà, rendono molto più confortevoli salubri le case in cui si va ad abitare. Quindi noi abbiamo in questi ultimi tre anni in siamo riusciti a fare dei progetti di ampliamento, di ristrutturazioni, piccoli interventi di riqualificazione oppure addirittura nuove costruzioni, portando sempre di più. È in questa filosofia volta alla sostenibilità perché l'utilizzo dei materiali naturali perché sono traspiranti, sono hanno un impatto minimo sull'ambiente sia nella produzione sia poi nello smaltimento. Spesso sono materiali che hanno una grande massa, quindi oltre a difendere dalla freddo, difendono anche dal caldo durante i periodi estivi, in soprattutto impediscono la formazione di muffe di umidità nelle case, che poi sono quelle componenti che rendono tante volte è poco vivibile. Poco salvare l'ambiente in cui si passa la maggior parte del tempo è con le nostre esperienze. Negli ultimi anni abbiamo potuto anche verificare sul campo che i costi per un intervento del genere sono paragonabili a costi. È quelli così di un'edilizia tradizionale, ovviamente di una buona qualità. Quindi il come dire, diventa sempre più facile per noi con le competenze acquisite è convincere i nostri clienti a a prendere questa strada. In questa sera ci stiamo presentando con un team di artigiani con cui lavoriamo, che hanno magari esperienze anche i decennali in questo campo che magari hanno seguito e seguono tuttora progetti in tutta Italia. Noi stesse siamo andati a fare consulenze, a seguire dei lavori su tutto il territorio italiano e quindi in anche questa possibilità di dare in un servizio chiavi in mano al cliente ci rende come dire rende questo argomento che per molti è ostico. Molto più accessibile è un'altra, cosa che ci contraddistingue, che dal momento che lavoriamo con materiali naturali, se troviamo la persona che ha comunque la possibilità di recuperare la paglia, la possibilità di recuperare il legno l'argilla la terra, la scava sul posto e si può anche realizzare gli intonaci, sia invogliato all' idea di poter anche contribuire alla costruzione e alla riqualificazione di casa sua. A farlo perché noi favoriamo anche il discorso dei cantieri scuola o della formazione. Proprio per l'auto costruzione abbiamo organizzato dai cantieri scuola abbiamo realizzato un centro giovanile in legno paglia interamente realizzato dai ragazzi che poi hanno vissuto e vivono tutt'ora quello spazio e quindi anche chi non ha questa competenza specifica si può avvicinare tranquillamente a questo mondo. E poi alla fine, apprezzando lo a trecentosessanta gradi noi dove possiamo per gli ampliamenti e per le nuove costruzioni è incentiviamo molto l'uso della paglia abbinata sempre una struttura di legno. Perché in Italia la paglia non è non può essere strutturale, deve essere sempre associata appunto a una struttura così definita dalle normative. Perché la paglia, perché è un materiale che si può trovare a chilometro zero, non è costoso, ha una grandissima resa a livello termico perché è ha un ottimo potere isolante, anche una grande proprietà a livello acustico, però per il momento guardiamo solo la parte energetica e avendo anche una massa considerevole se per esempio un polistirene, quindi con materiale plastico molto usato nei cappotti pesa trentacinque euro al chilo. Al metro cubo pesa trentacinque chili al metro cubo la paglia può arrivare a pesare centocinquanta. Questo fa sì che in estate ci sia uno sfasamento termico talmente elevato che il calore neanche riesce ad entrare nelle abitazioni. In genere la paglia si associano degli intonaci in argilla che sono traspiranti e quindi permettono ricreano comunque una protezione che rende il muro eterno. Sono traspiranti, quindi favoriscono il passaggio continuo dell'umidità in impediscono quindi che la paglia all'interno possa deteriorarsi. Ma soprattutto sono dei regolatori naturali di umidità. Quindi se l'ambiente è troppo umido, assorbono l'umidità che all'interno di un ambiente troppo secco la rilasciano. Questo a livello di comfort l'umidità interna umidità relativa è uno dei parametri oggettivi che definiscono il comfort di una persona all'interno dell'ambiente. Ovviamente a livello di qua porta un ruolo è fondamentale, dove invece ci chiedono di intervenire solo a livello di ristrutturazione o di riqualificazione energetica in edifici esistenti. Generalmente noi suggeriamo incentiviamo l'utilizzo di materiali naturali. Qui abbiamo portato degli esempi. La canapa, la lana di pecora sono materiali che, come dicevamo a livello di costi possono rappresentare un quindici percento in piu'. È come spesa, quindi su un rapporto che comunque non è proprio economico come intervento non ha un non cambia più di tanto, è però hanno sempre il vantaggio della traspirabilità, hanno il vantaggio della densità e oltre al discorso della appunto della produzione, che non è impattante, sull'ambiente e quindi apportano un reale é come dire miglioramento energetico che vale poi per tutte le stagioni. Noi spendiamo molto di più per affrescare in estate che per riscaldarci un inverno. Se io ho avuto un materiale che mi protegge anche dal caldo ho abbattuto anche quel costo. Allora c' è stato un'inversione un cambio del mercato, nel senso che negli ultimi anni, soprattutto in quelli proprio, hanno riguardato la crisi economica. Le persone hanno deciso di spendere meglio i loro soldi, quindi soprattutto nella parte è nell'edilizia dove se ne spendevano tantissimi e magari senza una grande attenzione. Poi alla qualità che si andava a ottenere è stata un'inversione di marcia. È però quando parli di qualità tante volte non riesci a non è quella che il mercato ti offre. A prezzi molto competitivi tante volte devi andare a a trovare ed è quello che le persone stanno iniziando a capire, eh, ci sono delle degli aspetti che il mercato magari non favorisce, ma perché non si conoscono più di tanto e che però invece ti danno proprio quella qualità che tu nel momento in cui spendi delle cifre considerevoli, ovviamente vuoi ottenere. Noi abbiamo impostato anche la parte comunicativa del nostro studio come un'etichetta quando compri un vestito guardi sempre come fatto. Quando compri una casa, magari ti indebiti per la vita, non vai mai a vedere come è stata costruita, è ci siamo resi conto che con una nostra competenza, che è sempre in un approfondimento, noi non smettiamo mai di studiare e di capire meglio. Se tu riesci a dare al cliente la tranquillità, quello che stai proponendo lo padroneggia, lo capisci, lo conosci, allora si affida completamente su questi argomenti. Devi a volte anche sbilanciarsi, perché spesso parliamo poi di materiali che non sono certificati, perché nessuna azienda si è presa l'onere di spendere dei soldi per farli certificare. Le certificazioni hanno dei costi, ovviamente è di base da un esibirti. Però se tu sei un tecnico che conosce bene il suo lavoro, si disposto ad assumerti la responsabilità di chiari e severi. Quello che stai facendo a quel punto alla altro committente hai dato tutto quello che gli serviva perché gli stai fornendo un prodotto che è riconosciuto anche a livello normativo, ma che sai che funziona anche bene perché hanno sempre rispettando la normativa. È di fatto dai un prodotto che anche di qualità. Quindi negli ultimi anni è vero che è cresciuto molto questa ricerca della qualità. La qualità ha però non è così banale da da fornire. Siamo due soci ehmm in base al progetto che dobbiamo affrontare. Abbiamo una serie di partner che coinvolgiamo e attiviamo all' occorrenza perché è un altro aspetto molto importante è capire che questo è un settore é talmente esteso che non può più funzionare dare il servizio completo a gestirlo da solo. Devi accettare di creare delle sinergie con dei colleghi che abbiano quella competenza specifica e che in questo modo possano torniamo sempre al discorso della qualità. Dare poi un prodotto che a trecentosessanta gradi è assolutamente studiato in ogni dettaglio è di alto di alto livello, per cui se per esempio andiamo a fare una struttura in legno in base alla complessità è possibile che poi andiamo a chiedere a chi fa solo strutture in legno una consulenza m', anche se noi comunque le strutture in legno le facciamo abbiamo spesso chiediamo discorso sicuramente sul discorso impiantistico abbiamo i nostri impiantistiche fanno tutto lo studio è della della, della, del progetto dovrà andare ad asservire quella abitazione. Ci fanno anche un calcolo del ritorno economico, perché se tu lo abbini a una casa ad alte prestazioni energetiche l'impianto che andrai a fare servirà a poco servirà quell'investimento comunque lo riavrai in termini di risparmio nel giro di pochi anni. Quindi diciamo che siamo un team che si forma in base poi anche con gli artigiani con cui ci stiamo presentando questa fiera. Un team che si forma in base alle esigenza generale. Noi stiamo lavorando moltissimo sulle riqualificazioni, sui recuperi. Anche qui in fiera abbiamo suggerito a diversi ragazzi che stanno formando il loro nucleo familiare, di puntare piu' sull'ampliamento della loro abitazione e le leggi favoriscono. In questo senso è questa direzione. Piuttosto che andare a comprare un terreno, i terreni edificabili sono sempre meno piuttosto che andare a comprare un terreno, a fare una casa nuova c' è da dire che purtroppo bisogna prendere atto del fatto che costruire ex nuovo costa meno perché in corri in meno imprevisti è un edificio storico, non sai mai come fatto finché di fatto non vai a metterci le mani. Quindi quello sicuramente non è incentivante. È anche vero che ci sono tutte le finalità finanziaria che ancora per quest'anno a prorogare con la finanziaria è stata prorogata ancora la possibilità di detrarre gli interventi di recupero. Diciamo che C' è una, almeno dal punto di vista economico è riusciamo a ad avere molti clienti che puntano tanto sulla riqualificazione delle loro case. Noi di fatto abbiamo fatto molte piu' riqualificazioni energetiche che ampliamenti o nuove costruzioni. Ci piace molto intervenire sull'esistente perché soprattutto le case di una volta avevano una loro logica costruttiva proprio parliamo di tecnologia dei materiali è assolutamente coerente, funzionale. Le case in pietra sono dei banchi di prova eccezionali, a maggior ragione in queste situazioni. Parliamo di case vecchie che hanno sempre funzionato, sono state sempre in piedi e hanno sempre fatto il loro lavoro. Hanno bisogno sicuramente di essere riqualificate se tu vai ad abbinare materiali naturali, quindi seguendo sempre la loro ehmm natura. Come dire queste sono case di una volta costruite con la calce, con le pietre, le niente di più è riesci a ottimizzare le e valorizzando qualcosa che comunque anche a livello storico è m' ha una sua valenza. Quindi appunto è molto piu' per noi una sfida molto più accattivante. Sicuramente noi abbiamo anche su questo ci siamo. Quando ci siamo affacciati al mondo del lavoro abbiamo capito che dovevamo comunque dare è cercare di usare un po', il pensiero laterale, nel senso che con le vecchie logiche con cui anche ci hanno fatto iniziare l'università, non saremmo riusciti a crearci una professionalità l'italia che cambia. Per noi è tranquillamente un'italia che potrebbe benissimo attingere dalle sue tradizioni, ma con una chiave di lettura nuova e con la volontà di sperimentare, quindi riproponendo magari delle vecchie consapevolezze. Noi nel nostro lavoro abbiamo capito che se se non c' è niente di che, non bisogna inventarsi niente, ma usando gli ingredienti che ci sono, con un minimo di inventiva, voglia di sperimentare, spendersi, si riesce a cambiare, a fare il passo che ci serve per fare il salto di qualità. Come paese abbiamo tutto quello che ci serve al momento scampo che nel bagno. Ma tanto ripetiamo tutto si' si' no vi chiedo solo due cose di guardare meno alla camera che io. Intanto quando lo schermo è poi tagliamo, conosce la mia voce, faccio le domande, potete ritenere il soggetto e lo faccio bene. Carla quaranta e Geremia de Giuseppe Geremia Giuseppe ok, è come volo sotto quando lei è fondatrice dell'associazione corporativi sà e io sono dell'attuale presidente ok, cerchiamo no confondendo la ma puoi anche mettere solo cofondatore Perfetto! Voglio dire che il presidente io però mi sto soltanto preoccupando della tua borsa perché gne grazie. Il ragazzo allergico sicuramente meglio voi che mi avete dato che rispetto agli anzitempo Claudio Pero' ricevo un messaggio che diceva il messaggio é io faccio le domande, voglio decidere voi rispondere alla mente Basta che parlate una volta partire col celacanto che conosco. Se facciamo che guardate che ci piace ieri qualcuno celacanto cioè cos'è questo spazio Cosa fare? Una presentazione per chi non ne sa niente. Chi vuole può andare. Vado. Il celacanto è una ex casa cantoniera. È stata costruita dall'anas alla fine degli anni a cavallo tra gli anni. Gli anni quando si doveva realizzare la litoranea, la strada litoranea che va sostanzialmente da uno tra la tua fino a Santa Maria di Leuca. Quindi è stata costruita questa casa al servizio appunto degli operai. Però poi non è più stata utilizzata. È rimasta in disuso per diversi anni, è stato per un breve periodo di tempo un posto telefonico de delle poste e telegrafi. Quando c'era la sip roba di diverse decine di anni fa e a un certo punto con i volontari dell'associazione abbiamo ci siamo accorti di questo spazio era l'erba alta due metri e oltre. E di eh ci siamo interessati che abbiamo ripulita l'abbiamo rimessa in sesto. Abbiamo chiesto alla provincia di poterla utilizzare perché poi nel frattempo la proprietà è passata dall'anas alla provincia di Lecce è la provincia ci concesse. Inizialmente eri tu il presidente all'epoca dell'associazione ci concessi in comodato d'uso di una stanza è poi dopo facemmo richiesta per averla tutta. Ci concessero insomma la possibilità di utilizzarla tutta. Non era così come la stai vedendo adesso? Ci fecero utilizzare tutto tranne il deposito. Il garage che adesso diciamo non è più com'era. Allora perché la struttura ha subito una ristrutturazione tre anni fa? Perché appunto noi diciamo dal duemila quattro fino ad oggi siamo qui a celacanto dal duemila quattro al duemila che sedici la struttura era la vecchia struttura, quella realizzata dall'anas. Poi nel duemila dodici abbiamo partecipato ad un bando l'avviso pubblico giovani per la valorizzazione dei beni pubblici. Scusami è della presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento della Gioventù e quindi abbiamo realizzato questo progetto di valorizzazione di questo immobile proponendo una serie di attività che erano attività di di residenze laboratoriali per il fare dei laboratori, del riuso del legno e quindi abbiamo ospitato qui dei ragazzi che sono venuti a progettare degli elementi di arredo. Alcuni li stai vedendo queste librerie, queste sono delle tavolette di ex tabacchi, uffici dismessi della zona. Questa era una zona del tabacco, è stata una zona del tabacco. Altri casi che c' era la knight dove siamo stati ieri? Sostanzialmente no, che era il consorzio agrario del capo di Leuca, che si occupava principalmente appunto della produzione e della lavorazione del tabacco. Quindi questo materiale Livigno è molto diffuso in grandi quantità, ne sono state distrutte, utilizzate come come legna da ardere. Addirittura è quindi una vittoria. Era interessante recuperarlo, quindi dicevo, abbiamo fatto questi laboratori del riuso del legno. I ragazzi sono venuti, sono venuti qui, hanno progettato questi elementi di arredo perché dopo la ristrutturazione noi volevamo arredare la struttura e con appunto la partecipazione delle persone che utilizzavano lo spazio. Ma poi, cosa più importante, la gallery della cittadinanza attiva era una delle azioni che dopo i laboratori, con appunto la realizzazione degli elementi di arredo, avremmo realizzato e la gallery della cittadinanza attiva è un'esperienza che dura ancora oggi. Tu stesso hai preso parte ieri ad una nuova, una dell'iniziativa degli episodi di questa gallery che quest'anno è stata metodologicamente arricchita. Perché e abbiamo proposto il progetto all'avviso Puglia partecipa la legge sulla partecipazione della Regione Puglia, ma nasce sostanzialmente dal progetto di valorizzazione del celacanto. La galleria è una come posso dire appunto una una galleria no di esperienze e di buone pratiche che le associazioni del territorio portano rappresentano principalmente i ragazzi delle scuole. Quindi a ragazzi diciamo prossimi alla maggiore eta', ma anche alla cittadinanza del posto. Forza Carla, tu sulla gallery potresti anche che avevo un passo indietro e guarda che abbiamo la consulta la storia mi manca il montaggio cos'è proprio come spazio voi voi dovreste fare una presentazione al luogo che succede qui dentro. Noi lo abbiamo il celacanto l'abbiamo definito un laboratorio permanente di cittadinanza attiva. Quindi sicuramente l'elemento del laboratorio del fare diventa è un po'. La chiave di accesso allo spazio è il noi promuoviamo, diciamo stimoliamo la partecipazione dei cittadini e quindi chiaramente attraverso l'ospitalità e l'accoglienza dentro questo spazio con attività che sono diciamo funzionali anche questo obiettivo. A questo scopo noi promuoviamo e divulghiamo alcuni principi che sono anche a noi stanno a cuore. Essendo diciamo ci occupiamo come associazione di cittadinanza attiva, ma in particolare veniamo da un'esperienza e diciamo, di azione sul territorio legata alla messa in sicurezza delle risorse ambientali, del paesaggio, del territorio. Questo luogo è un laboratorio permanente, come ti dicevo, ma è anche un centro di ospitalità solidale, è che per noi è stata un po'. Diventa insomma un punto anche di arrivo, come un punto di partenza come associazione, il punto di arrivo perché abbiamo sempre fatto tesoro dello sguardo, altro anche da chi diciamo ehm diciamo, veniva da fuori nel territorio, quindi ci offriva anche uno sguardo diverso rispetto al paesaggio e quindi per noi è rappresentato sempre una risorsa per attivare dei processi no, di crescita sociale, di apertura in un territorio che comunque bellissimo film ricco di patrimonio naturalistico culturale è però diciamo abbiamo anche esigenza di crescere come territorio, come comunità, perché comunque è un territorio che ha vissuto l'esperienza dell'emigrazione. Quindi oggi viviamo in una fase, insomma. Anche qui, insomma, che un po' può essere una grande opportunità. Perché ci sono molti giovani, molti che da dalle città scelgono questi posti per venire a vivere e contemporaneamente invece ci sono. C' è una tendenza a migrare in altri fuori dall'italia in cerca di prospettive di lavoro. Quindi diciamo avere un presidio, un luogo dove sperimentare delle pratiche e dei percorsi dei progetti. Creare, diciamo anche no, una diciamo quello che potrebbe essere il bus, di nuovo una prospettiva di cambiamento. Questo è il luogo in casa, un po' di tutti i cittadini che vogliono diciamo fare un'esperienza di crescita individuale e collettiva sulla gamberi volevamo si intanto l'ha introdotta. E appunto possiamo anche dire che poi qui si realizzano al celacanto. Quello che diceva Carla em le persone che circuit ano no intorno a questo spazio lo fanno perché ci sono una serie di iniziative che sono legate alla sensibilizzazione verso i temi della sostenibilità ambientale. L'alimentazione consapevole è naturale, l'agricoltura senza l'uso di chimica e via dicendo. Quindi tutta una serie di temi che sviluppano un filo, un filone di economia circolare e solidale è fin qui qui proviamo appunto a sperimentare delle forme che è in estate realizziamo un mercatino a chilometro zero con alcuni dei produttori che fanno parte della rete Salento chilometro zero sono tutti i produttori, non sono tutti certificati biologici, ma addirittura alcuni di loro dicono Il nostro prodotto é migliore perché noi davvero non usiamo. Non usiamo neanche la chimica consentita nei protocolli biologici. Quindi qui, in questo mercatino che si realizza una volta alla settimana, d'estate una fetta importante no della nostra attività oppure realizziamo, facciamo delle ciclo soste, ospitiamo dei cicloturisti. Grazie anche a diciamo alla nostra partnership no, da di lungo tempo con Salento dicitur ospitiamo dei cicloturisti che appunto vengono a visitare il territorio salentino in bicicletta. E dunque si tratta di una fruizione lenta del territorio. In effetti il motto che avevamo trovato no per spiegare un po' sinteticamente il progetto che la filosofia di questo luogo e piano piano viene il bello nel senso che le cose si realizzano pian pianino, principalmente perché la società ha bisogno di un grosso cambiamento e questo cambiamento è evidente che non può essere un cambiamento repentino, altrimenti sarebbe un fatto catastrofico. Invece bisogna pian pianino, diciamo, diffondere la cultura della sostenibilità, la cultura della solidarietà, della circolarità all'interno delle comunità, per perché diventino davvero una realtà anche economicamente rilevante in un punto non interessato. Per quanto riguarda il recupero accennato, all'inizio è molto interessante quello che spiegava che vi siete attivati è il diciamo che il il originariamente, quando noi da sempre abbiamo cercato di diciamo ad intervenire è sul territorio con azioni diciamo di recupero, di di pulizia, di cura. Semplicemente noi quando abbiamo ho trovato questo luogo l'abbiamo era in uno stato di abbandono, come dicevamo, e nello spazio esterno era originariamente, essendo un luogo abbandonato, era anche luogo di ricettacolo di rifiuti, di conferimento di rifiuti, per cui il nostro è stato un lavoro, soprattutto di rigenerazione, un lavoro di braccia e soprattutto inizialmente anche di interlocuzione con l'ente proprietario, perché è una situazione che abbiamo anche in qualche modo sanato, anche dal punto di vista diciamo di quelli che potevano essere sia la diciamo la destinazione d'uso del luogo, la accatastamento del luogo stesso nelle mappe catastali. Perché? Ma abbiamo provveduto noi ad accatastare l'immobile, così come anche tutti i servizi legati al recupero dei reflui, allo smaltimento del diciamo dei reflui. È per cui è stato graduale perché riteniamo che a o a ridosso di questa azione di di recupero e riqualificazione di rifunzionalizzazione, anche grazie al contributo alla progettazione, alla progettualità e quindi ai bandi a cui abbiamo concorso, è contestualmente fa incide anche sul processo di autoformazione, perché la cura di un luogo è fondamentale, è solo attraverso la cura che ci si responsabilizza rispetto all'uso di un bene. E quindi era importante se volevamo spingere su una sua idea di coabitazione, di condivisione dello spazio. Dovevamo necessariamente diciamo inserire questa azione di recupero e riqualificazione del bene non è tra gli elementi essenziali di questo percorso e quindi è stato molto importante no? Aprire anche attraverso, come diceva Jerry, questa ospitalità e di sia di attività laboratoriali rivolte anche alla no all'allestimento comune e condiviso dello spazio è stato molto importante, ma poi rappresenta un po', il tratto distintivo della nostra attività nel nostro gruppo, da quando siamo nati perché noi lasciamo come associazione? Diciamo che eravamo un circolo di Legambiente sul territorio locale e inizialmente era diciamo, abbiamo lavorato soprattutto dopo una serie. Eravamo impegnati sia sul fronte denunce perché apriamo nel praticamente iniziamo a ritrovarci così fra amici. Io venivo da Bologna, Jerry veniva da esperienza, oppure a Milano anche di lavoro. Ci ha raggiunti dopo un po' è stato un ritrovo di ragazzi che alla fine hanno deciso di rimboccarsi le maniche. È il primo progetto che Cia diciamo che è stato anche un progetto che è durato cinque anni, è stato anche un po', il nostro cantiere formativo formato e anche diciamo poi segnato l'indirizzo successivo dell'associazione è quello di una rigenerazione di un quartiere abbandonato. Quindi un primo esempio forse è stato diciamo abbiamo aperto la strada a quello che poi viene chiamato rigenerazione urbana. È però dal basso, semplicemente è trovando una soluzione ingegnosa, alternativa alla denuncia che diciamo comunque non forniva delle risposte e ho comunque non creava consapevolezza diffusa. È per cui abbiamo iniziato a fare un percorso di rigenerazione e riqualificazione sociale di un quartiere abbandonato che aveva vissuto un'esperienza non solo di abbandono, ma anche una sorta di trauma, se vogliamo, perché aveva subito uno scoppio l'incidente che aveva, diciamo, segnato. La storia di quel quartiere era a ridosso del centro storico. È dove risiedeva la casa di un solo me. Siccome si chiama artificieri è per la festa patronale che era appunto del centro storico. È per un incidente domestico. Saltarono salto, all'aria l'abitazione. Fu smembrato il quartiere, ma ci furono dei morti. Ci fu, morirono il, diciamo la moglie e il nipote, lasciando il portiere nelle macerie per anni, per per anni, fin quando non diciamo non siamo arrivati noi proponendo il festival a tre giorni dov'é chiamammo a raccolta tutti gli artisti, d'italia tutti i volontari. Facemmo, facevamo dei campi internazionali per cui aprimmo tutte le case locali a trovare i proprietari perché erano tutti immobili, abbandonati, piccole, diciamo residenti. Erano rimasti solo gli anziani che sognavano di venire trasferiti nella zona industriale del paese, nel pieno centro storico. Quindi di fatto, diciamo, nascendo dentro questo contesto, dentro questa azione. Poi abbiamo sviluppato e abbiamo praticamente ha puntato molto sulla valorizzazione, la rigenerazione dei luoghi. Per quanto riguarda la carne, si potrebbe fare un quadro degli incontri che avete fatto, cancellata cos'è. È così che io quando parlo di gallery non mi ricordo mai. Incontri proprio un voto? No, nello specifico se ma qua si si galle di Aspetta, ripasso! Ciao Sara. Perché No, No, no, no. Se vuoi la puoi guidare. Senti, ma tu inizia alle tre ore tre e mezza ti avevano alle Okay? Ma dai, ci sbrighiamo? Sono io! Vuoi che dico io? Dico conclude mentre tu rifletti sugli incontri. No, no, meglio se io climatico Vabbè, tanto tu puoi montare come vuoi, ok? No, ma io non sono nello specifico tutti gli incontri. Che succede? Magari io gli racconto così. Sì, sì, sì. Le tematiche lettori. E poi tu fai un ragionamento filosofico. Okay. La gallery della cittadinanza attiva, come ti dicevo prima, è il punto di partenza. Oggi il progetto che stiamo realizzando si chiama Gallery un osservatorio partecipante perché è un processo partecipativo all'interno del quale noi dobbiamo osservare le dinamiche che diciamo. Intervengono nel ragionamento intorno alla tematica territorio e ambiente, insieme ad una serie di attori, dieci partner, principalmente dieci associazioni del territorio della provincia che sono partner del progetto, ognuno dei quali ha selezionato una tematica nel loro ambito tematico interesse e quindi abbiamo preso questa tematica ed associato all'associazione partner un'altra, associazione sempre attiva sul territorio per costruire un racconto da di buona pratica da rendere ai ragazzi delle scuole i ragazzi delle terze delle quarte superiori. Abbiamo avuto una classe che ha seguito tutto il percorso di un liceo scientifico delle scienze applicate nell' Enrico Mattei di maglie e tutte le classi terze del liceo scientifico e classico stampacchia di tre case. Quindi questa questa è l'età dei ragazzi sedici diciassette anni un'età che noi riteniamo importante per cominciare a formare una coscienza civica che probabilmente eh non viene tanto stimolata no da dagli interessi principali dei ragazzi di quella età. Quindi noi ospitiamo qui al celacanto i ragazzi la mattina, le associazioni fanno il racconto delle loro delle loro esperienze, sostanzialmente quindi raccontano ai ragazzi in maniera diretta quello che fanno nella loro associazione e devo dire che i ragazzi sono anche molto interessati nell'ascoltare questo racconto anche, diciamo, costruito in maniera assolutamente informale. No, non c', è una cattedra. Loro sono seduti per terra, quindi è una situazione molto interessante. Crediamo per loro. Dopodiché la gallery si diciamo si completa con un incontro tematico insieme alla comunità è per ragionare appunto sulla tematica scelta dalle associazioni partner di concerto con noi e abbiamo parlato di valorizzazione dei beni pubblici. Abbiamo parlato di accessibilità, di rigenerazione delle aree urbane, di sicurezza dei percorsi cicloturistici extraurbani, della sentieristica nell'area parco. Qui siamo in zona parco, tanto santa merda di revoca il Parco regionale naturale regionale e abbiamo parlato di del ruolo delle associazioni nella nella cura dei beni comuni. Abbiamo parlato di del fenomeno dell'abbandono incontrollato di rifiuti. Insomma tutte tematiche che costruiscono una visione unitaria intorno alla tematica ambiente e territorio che noi vorremmo, come devo dire, sdoganare come visione principale per uno sviluppo socio-economico del territorio. Questa cosa è quello che è stato la copula disah. Di conseguenza, se ho capito bene il discorso c'è una certa attenzione alla tematica un po' ok rifiuto e il rispetto del territorio si è un po', una storia che mi raccontavi ieri. Vediamo se facciamo in tempo. Se non ci spostiamo cio' curiosità la gestisce. Gestisce questo spazio che la vostra storia, che è molto importante beh oppure ti sa, nasce con con con l'idea, con una iniziativa e con l'idea di mettere al centro dell'attenzione la bellezza e il valore della bellezza è non è casuale questa questa, diciamo questo approdo sulla bellezza. Perché avendo, diciamo precedentemente diciamo che ho fatto per anni attivismo sul, sulle tematiche ambientali, quindi sugli scempi che hanno segnato un po'. La storia è di una ventina di anni fa. Insomma c'è stata una grossissima attenzione verso il territorio, verso il Salento, quando ancora non c' era una coscienza della bellezza del Salento. Quindi si parlava di bellezza solo in una rarissima occasione, cioè la legge Galasso no, non costruire entro un certo distanza dalla dalla costa. Per il resto per anni il nostro territorio è sempre stato, diciamo, è oggetto di programmazione territoriale molto regolamentata perché di fatto tutti i comuni della nostra provincia è raramente, non non hanno la stragrande maggioranza, non ha piani regolatori, non ha prg, non a boog, non ha strumenti urbanistici proprio per quello che dicevamo prima costruire una visione allora Coppola Arisa nasce e da un episodio molto, molto, molto semplice. Ma un momento di sconforto è appresso alle denunce sul territorio. Insomma le minacce del territorio ci viene l'idea di chiamare un famoso regista o comunque un regista salentino di origini salentine. É abbastanza agli onori della cronaca sul territorio anche perché a lui si deve la rinascita culturale della pizzica con i suoi, con le sue prime produzioni, con i primi film pizzicato il sangue vivo Edoardo Whisper e lo chiamammo. Fu un momento di disperazione perché lui ci rendevamo conto nel silenzio e nella comunque nell'indifferenza delle istituzioni e sentivo il bisogno di diciamo, di chiedere supporto. Un aiuto comunque di sensibilizzare lo, nel momento in cui si parlava del Salento di alzare la soglia di attenzione. E quindi fu una telefonata no, non tanto amichevole, nel senso che lo esortavano, ma con parole dure. Lori chiamammo insomma al senso di appartenenza al Salento e anche, insomma, ad un ad un dovere di diciamo di partecipazione. E lui fu molto carino perché insomma rimase impietrito, sorpreso da questa telefonata. Ci conosceva, sapeva quello che avevamo fatto e l'anno successivo mi richiamò personalmente per dirmi ci stiamo ritrovando con un gruppo di amici e per mi ricordo quella telefonata. Sai, mi ha fatto molto riflettere e per cui parti così diciamo una collaborazione anche con lui che ci diede Insomma, fu il portavoce di questa prima campagna che aveva come ti dicevo prima e aveva messo al centro il discorso della bellezza e la tutela del paesaggio è infatti nel duemila cinque ci costituiamo davanti al notaio come un comitato di cittadini con il preciso, preciso scopo di acquistare un terreno. E nel diciamo, nel tratto che va da Otranto, Santa Maria di Leuca, esattamente nelle campagne, tra andranno elettrica case a ridosso di una torre costiera, quindi con livello di bellezza paesaggistica altissimo è con in odore di diciamo di lottizzazione speculazione. Su quel tratto è decidemmo di appunto di costituirci con lo scopo di acquistare e abbattere un immobile. È che era lì da anni, abbandonato e che rappresa, rappresentava la storia comune di questo paese di piccolo abusivismo diffuso sul territorio. E quindi quando ci trovammo con le guardo in quell'incontro, è tra le tante idee luci anche questa di abbattere le brutture in favore. Diciamo, di una nuova rinascita, no, tutta puntata sulla promozione, il valore della bellezza, bellezza intesa a gradi. Ovviamente non sono una bellezza estetica e quindi ci costituiamo davanti al notaio e facemmo una prima operazione nel quando ancora in Italia non c'. Era il crowfunding che c' è oggi raccogliemmo una serie di donazioni che venivano anche da un po' tutti i salentini trasferiti immigrati immigrati? No, anche fuori in america quindi abbiamo avuto anche diciamo donazioni e da dai cittadini originari salentini trasferiti in america da generazioni, per cui abbiamo raccolto ottantamila euro, abbiamo acquistato il terreno e poi il terreno lo abbiamo per l'immobile, lo abbiamo acquistato grazie per chiudere è quindi compriamo il diciamo il terreno e li compriamo l'immobile scusami è il terreno è decidiamo poi di di fare una campagna di demolizione e quindi them all iamo di fatto l'immobile abusivo, ripristinando l'originaria bellezza del territorio. Quindi di fatto riscattando quel luogo da un abuso che era, diciamo, un pugno nell'occhio. Insomma è un po', una campagna simbolica. Però di fatto è stato un abbattimento l'azione promossa dal basso. Vogliamo stiamo stiamo già iniziando, sto per partire. Noi facevamo terapia. Il fatto che abbiamo una cosa dell'immobile sì che sa di fatto si l'obiettivo era quello di non di fare una campagna di comunicazione sociale che avesse come che che partisse da un'azione concreta ed è un'azione concreta che nasceva ovviamente da un precedente, da da uno storico dell'associazione di denuncia sul territorio, ma che poi concludeva con un'azione di coinvolgimento, ma anche, diciamo un'azione concreta che consisteva appunto nella anche in una analisi di quella che era uno spaccato della della anche del territorio anche nella relazione con con le istituzioni. Perché di fatto quella campagna, se da una parte nasceva per diciamo acquistare, abbattere l'immobile abusivo e poi donarlo alla regione, era un'azione concreta, ma aveva una forte carica simbolica con la quale, sulla quale noi abbiamo diciamo molto puntato, perché di fatto lo noi lo abbiamo chiamato anche, diciamo con con una vena di ironia il condono morale, perché è un piccolo condono morale, perché si trattava di un piccolo abuso. Quindi noi volevamo denunciare un fenomeno dell'abusivismo, non in particolare l' abusivi. Sta che aveva fatto la casetta li' su quel promontorio, ma di fatto si voleva colpire un atteggiamento, una cultura diffusa, dell'illegalità il e quindi diciamo la quella quella campagna poi di fatto ci ha caratterizzati e è anche convinto, diciamo tutta la tutti noi. Di che era arrivato il momento di abbandonare la grossa, cioè il non ha la l'associazione di cui eravamo affiliati e creare invece una realtà tutta territoriale, insomma tutta sul territorio. E quindi decidemmo di affiancare questa immagine, questa questa azione ad un'immagine e noi scegliemmo questa questo bellissimo fumetto di norma momenti che, diciamo in qualche modo ci ci ci sostiene anche oggi, in quella che è stata anche la sua prima l'esperienza di diciamo, il primo ecologista sul territorio. Se vogliamo la prima esperienza di ecologismo, di una sensibilità, un po' diversa è, diciamo la dobbiamo anche a norma moments che è appunto un artista eclettico, fiammingo di origine fiamminga, che si era trasferito nel salento nelle campagne di spicco lizzy e aveva diciamo di fatto radunato intorno a sé una serie di ragazzi giovani sui temi anche della modem, del consumo, del che sono poi diciamo i temi oggi che ci diciamo con cui noi che noi cerchiamo di promuovere e di sostenere, insomma nelle azioni che facciamo quotidiane è quindi per noi associare, diciamo l'idea era anche un modo per cambiare anche le forme, la forma di comunicazione. Una campagna di comunicazione che introduce un concetto non è tanto la comunicazione che promuove una un'azione futurama illazione che di sé, se per sé promuove invece una cultura e quindi si passa da una comunicazione che noi abbiamo diciamo sperimentato in quella occasione e che poi ha segnato anche le campagne successive ma questa è chiaramente avuto una grande visibilità su tutto il territorio nazionale, anche perché avevamo anche un buon diciamo portavoce. Quindi Edoardo, diciamo, ci ha aiutato a diffondere questa questa iniziativa e quindi abbiamo lanciato il tema della bellezza e quindi anche il significato stesso della parola bellezza. Che cosa significa oggi parlare di bellezza sul territorio? Quindi significava per noi anche ritornare a un'azione di ripristino. Quindi un condono morale significava questo stop con i condoni edilizi? No, facciamo un po', una riflessione corale, tutti quanti insieme. Quindi con la so, con questo azionariato diffuso ognuno di noi si è comprato un pezzo di condono morale. Insomma abbiamo contribuito tutti attraverso questa azione simbolica dell'abbattimento del brutto per dar spazio invece alla bellezza. Chiaramente era stata una campagna proprio per il valore simbolico che ha aperto la strada. Poi invece ha una un'idea condivisa che era quella di un parco. Noi l'abbiamo chiamato parco della cittadinanza attiva, perché ci eravamo resi conto che il paesaggio non è solo, non è solo piante, alberi, costa torri, mai fatto anche di persone. Quindi anche importante considerare l'elemento umano no, di chi vive un luogo come elemento che diciamo unifica no, unificante anche del paesaggio. Quindi l'idea di costruire una coscienza collettiva no e di ridisegnare un po' anche il rapporto tra istituzioni e cittadini, quindi per noi è stato, diciamo, un momento importante di passaggio, perché dell'azione di donazione che abbiamo fatto poi perché una volta comprato il terreno non abbiamo ottenuto per noi, ma lo abbiamo regalato alla quindi donato alla alla Regione in quanto titolare di una reazione di di salvaguardia del territorio. No generale e quindi era un po' come rimettere un po' con le cose a posto. Insomma ricominciare da zero, quindi dopo un momento di risanamento che voleva essere un risanamento, ovviamente non solo territoriale ma anche diciamo, umano, collettivo, culturale. Eh abbiamo. Per questo ha avuto anche una serie di riconoscimenti, compreso il premio Birillo della dell'associazione nazionale di cittadinanza attiva che ha inserito questa pratica tra le azioni virtuose di sussidiarietà orizzontale. È di un'azione che viene costruita completamente dal basso. È tutta una storia dietro anche come l'iter. Insomma è di fatto abbiamo costruito quasi una un film. No, abbiamo ripreso. È un po', una cronaca di un condono che avviene anche, diciamo entrando negli uffici nell'ufficio nell'ufficio del territorio, uffici tecnici è nell'interrogazione le istituzioni non può neanche delle domande, perché poi scoprimmo nel nostro no nelle in questo nella realizzazione di questa campagna che non esisteva nel sistema giuridico italiano, la possibilità di abbattere tout court, cioè abbattere un immobile e quindi è ripristinare la situazione no precedente, perché si può abbattere per ricostruire. In realtà noi non dovevamo, è un atto concessorio, si chiama permesso di costruire. Quindi non si chiama permesso di abbattere. Sì, quindi abbiamo di fatto è rappresentato anche un precedente giuridico interessante. E anche dopo l'abbattimento ci chiedevamo beh, ma adesso abbiamo chiesto anche un certificato no di destinazione. D'uso dell'aria e gli uffici tecnici hanno avuto un gran da fare perché chiaramente nessuno mai si era sognato di abbattere un immobile abusivo, immobile, abusivo tra l'altro anche la sua storiella perché noi da anni organizzavamo del diciamo dei corsi su nell'aria proprio per la caratteristica di promontorio, sulla no che si affaccia su tutto il tratto di costa. È anche una riflessione educava amo lo sguardo, facevamo tecniche di osservazione perché di fatto noi formavano i nostri volontari, gli associati a un'attività di vigilanza. Quindi quello era il luogo ideale per fare questo tipo di esercitazione e avevamo proprio nel nostro, davanti al nostro sguardo questo immobile, questo parallelepipedo che era anche oggetto di diciamo abbiamo trovato anche vestiti rifiuti perché insomma era e anche probabilmente pure di vestiti. Insomma di fatto era un luogo abbandonato, era un pugno nell'occhio quindi e l'azione di demolizione era per noi lo era un sogno demolire, abbattere quel immobile. E poi scoprimmo che quell'immobile era era presso l'ufficio tecnico c' era una richiesta di è di oblazione sospesa perché era appunto un immobile abusivo, ma con donato un'istanza di condono che poi non era mai stata. Diciamo che mancava la no la il il il costo delle oblazioni, il versamento dell' oblazione è il proprietario nel diciamo in quelle che sono le consuetudini del luogo. Aveva preferito eh diciamo farci un il processo per abusivismo ha chiamato due tre testimoni falsi, dicendo che praticamente l'immobile già esisteva in qualche modo e quindi questa la taglia non è perché i testimoni non non puoi dirlo, dirlo tu che erano falsi, nel senso che non è così è stato poi fatto voglio, ma semplicemente per una questione di forma che dico questo il proprietario è aveva aperto una una richiesta di condono. Però poi in realtà la magistratura gli aveva dato credito. Nel senso aveva aveva assecondato, diciamo no, la richiesta del legale, sostenendo che in realtà quell'immobile già esisteva attraverso l'ausilio di testimonianze sul territorio. Però falsa, no false. Non lo dire tu che tutto qui lui con delle testimonianze aveva convinto i magistrati che che diciamo l'immobile non era abusivo. Pero' poi per velocizzare la vendita che cosa fa? Intanto aveva già fatto la domanda di condono che cosa fa? Paga il no l'oblazione e quindi sana la situazione sarà la situazione anche la magistratura lui stesso? Tu dici? Lui si autodenuncia perché dici vabbè, faccio la richiesta di capito, ma io per velocizzare perché aspetto i tempi della giustizia, perché sempre, comunque una sentenza a suo favore si' si' di fatto questo anche a nel merito questo non diciamo non sminuisce. Voglio dire perché è una questione ingarbugliata di questo tipo è evidente che mette che esatto mette, diciamo no punta scopre una serie di di vuoti, anche normativi da una parte e chiaramente svela uno spaccato di quel fenomeno che, come dice un fenomeno abbastanza diffuso, infatti noi decidiamo appunto di comprarlo l'immobile. Infatti noi compriamo dire va. Interessava bene dirmi dov'é il quadro completo. Certo l'esempio il modello che c' era questa tortura che sicuramente dentro, che però diventa, mi interessava tutti voi dopo è il primo modello. Vengono altre precedenti. Si diventa un precedente, perché appunto successivamente parte altre altre realtà. Noi creammo appunto successivamente un blog e dalla quale prendemmo che altri altre realtà avevano fatto, avevano appunto demolito. Ma apre le strade proprio alla demolizione. Perché, e successivamente alla campagna anche la magistratura. La procura apre l'anno giudiziario con una con un impegno serio diciamo, ad abbattere il fenomeno dell'abusivismo e di fatto seguono un una serie di abbattimenti da parte della procura. Quindi incominciano ad attivarsi tutta una serie di diciamo di dispositivi per affrontare questo questo fenomeno. Anche perché c' era un andazzo che diciamo nella indifferenza di tutti, nel silenzio, in questa o questa cultura, un po' di diciamo omertosa, perché poi alla fine si è tutti un po' abusivi. No, basta, diciamo e costruirsi una tettoia una cosa questa idea della non si percepiva, non si è mai percepito perché non si è mai fatto una cultura della o della dell'organizzazione del territorio. Appunto. Come dicevo, l'assenza di strumenti normativi, di piani regolatori sempre costruito senza una visione no di paesaggio. Quindi quello è stato sicuramente un precedente importantissimo. É aperto anche la strada. Diciamo anche a questa visione di beh, una volta demolito oggi che cosa si fa? Una volta che no, il abbiamo demolito il brutto e abbiamo il ripristino, abbiamo fatto un'azione di ripristino, adesso bisogna costruire una comunità e quindi a seguire questa idea di parco, la cittadinanza attiva che ancora diciamo diciamo in poi il non possiamo dire il no, il il cappello di tutte le iniziative perché stiamo cercando, appunto, è partito un un periodo in cui abbiamo promosso l'istituzione alla nascita. Abbiamo sostenuto la nascita di molti comitati di molte associazioni, quindi è stato un periodo a seguire dalla demolizione che è finalizzato appunto, a promuovere la cultura della cittadinanza attiva. E di fatto possiamo dire che questo questo risultato lo abbiamo abbastanza, diciamo un risultato che abbiamo ottenuto perché poi alla fine alla fine ne sanno, sono nate una serie di realtà che oggi ci affiancano nella nella rete di associazioni con cui collaboriamo. Abbiamo la fai anche a lui, è ok, questa è quindi niente. Poi appunto, l'operazione appunto era intitolata a Coppola. Tisa infatti è una campagna che aveva il nome di coppia uccisa perché oppure rappresentava un cittadino con la o la l'immagine di una luce bertola con la con la visiera, con la coppia, la visiera alzata in segno di insomma di atteggiamento fiero, un po' come i contadini del posto. Cioè ti guardo un atteggiamento fiero riguardo direttamente negli occhi non abbasso la testa e ci piaceva questa questa idea di no, di raffigurare il cittadino ideale come un cittadino che non piega la testa e quindi non un cittadino suddito, ma un cittadino consapevole e responsabile in grado o no di autodeterminarsi eh conosci sì sì, spero che esca si è appena entrata, non vuole mangiare, non vuole mangiare, ma aspetterà un attimo. Poi ovviamente, come ti diceva anche questa, questa oltre il premio Villirillo. Insomma abbiamo avuto anche diciamo che abbiamo fatto l'esperienza, non so se poi è con con un premio. Bruno Carli ha diciamo in Valsusa dove abbiamo avuto il premio resistenza Bruno Carli come esempio di cittadinanza, insomma resistente in qualche modo che resiste alla appunto al panorama dominante, per cui e andiamo lì prendiamo, incontriamo in quella circostanza proprio la rete dei comuni solidali e dalla quale appunto noi anche apprendiamo quelle che sono anche quella che la quelle che sono le ricadute di una pratica solidale e quindi l'importanza della solidarietà, diciamo come no, elemento di connessione tra le diverse realtà. E quindi leggo dai e quindi niente. Vabbè. Condono morale, riscrittura di un patto del nuovo patto tra cittadini e istituzioni. Questo è il nostro. A distanza di dieci anni certamente questa non è stata solo questa, è stata la prima campagna. Poi quando si parlava di rifiuti, anche quello li' abbiamo la seconda campagna di coca-cola Visa avvenuta nel duemila e nove. Non sto nel duemila e nove e con la bellezza invece non si rifiuta. È anche qui, diciamo fortemente simbolica, questa campagna che è stata diciamo che è composta tutta una serie di piano di azioni a partire dalla, da una, dalla, da una sotto campagna, anche lì di raccolta fondi insieme mi bonifico perché mettevamo al centro il fenomeno che avevamo individuato di abbandono indifferenziato, cioè di abbandono, di conferimento dei rifiuti, è sulle sulle strade e sui figli stradali. Particolare appunto sulle aree di risulta. È cosa abbiamo fatto? Anche li' abbiamo, diciamo, abbiamo abbiamo utilizzato il principio della sussidiarietà per proporci, per diciamo, obbligare gli enti in questo caso l'ente locale, a interfacciarsi, a integrare le azioni. Quindi abbiamo chiesto eh ci siamo proposti come presidio nell'ufficio nell'ufficio ambiente del territorio. Abbiamo fatto due mesi di di fatto andavamo, andavamo nell'ufficio comunale, ci siamo proposti al livello gratuito di offre di dare un supporto per capire come, come per studiare il fenomeno, come da dove nasceva, come funzionava in questo caso no, la raccolta dei rifiuti e e quindi ci siamo resi conto che c'era un capitolato d'appalto ci siamo messi a studiare il capitolato d'appalto. Ci siamo resi conto che solo il dirigente conosceva aveva letto il capitolato d'appalto e abbiamo praticamente immaginato di supportare l'ente pubblico in quella in quella circostanza nella fase di avvio della raccolta porta a porta. Quindi offrendo dei servizi sussidiari, quello è stato il uno degli aspetti. Quindi concentrarci ottimizzare il l'avvio della raccolta porta a porta. Dopodiché abbiamo fatto anche un lavoro. Ma dopo un primo osservatorio che aveva portato al sequestro di tredici tredici depositi incontrollati di rifiuto di rifiuti, abbiamo con un censimento anche dettagliato della tipologia aveva portato anche alla al diciamo alla redazione di un piccolo dossier proprio il reportage sul fenomeno eh, abbiamo praticamente formato dei dei ragazzi è con a diciamo per avviare un vero e proprio una vero e proprio censimento mappatura del territorio. Quindi ci siamo dati un metodo abbiamo diviso il comune di tricase in in aree e abbiamo girato il territorio a piedi, in bicicletta, mappando tutti i siti e quindi anche segnando lì, in una mappa in merda, nella mappa topografica del territorio e poi per ogni per ogni sito avevamo compilato realizzato delle schede dove venivano schedati. Ogni sito veniva schedato anche con la tipologia di rifiuto conferito contestualmente, quindi si è fatto da una parte e formazione è della squadra adesso quanti quanti eravamo nell'attività di sette otto volontari che facevano le attività di campionamento. Si era chiaramente un'attività fatta di concerto con con l'ufficio tecnico, il quale a sua volta aveva progetto, aveva avviato il progetto monito assieme ad una ditta esterna specializzata. Quindi diciamo noi abbiamo supportato l'azienda space male era il nome nella realizzazione delle mappature. Quindi il nostro lavoro con sistema nell'individuazione nella geo-localizzazione, nella nell'individuazione della tipologia di rifiuto, nella caratterizzazione primaria dei codici dei rifiuti contenuti in ogni singolo sito. Erano circa più di centoventi centotrenta siti su tutto il territorio comunale. Il volume complessivo avrebbe circondato per due volte il territorio comunale. Se lo si fosse serie si fosse disposti questi rifiuti in fila no. Si' di fatto quindi è emerso subito. Voglio dire la scuola, la gravità del problema e di fatto abbiamo anche lì abbiamo sollevato il fenomeno. Fino ad allora non nessuno parlava. La stampa era silente su questo, quindi e ci fu ci fu un mese di attività di sensibilizzazione, perché la raccolta fondi avveniva tramite degli spettacoli di musica di teatro offerti gratuitamente da artisti che sposavano la causa. Quindi per un mese, tutti i fine settimana si realizzavano queste attività in cui appunto il pubblico eh dava un contributo volontario, si bonifica cava per la causa. Alla fine di questa operazione, in effetti, è stata di fatto ripulita ebrea una uno dei siti più grandi che si cosa ne trovava incontrata di posti nella frazione di depressa. E quindi, appunto, questo è stato il risultato concreto anche di questa iniziativa della campagna. La bellezza non si rifiuta. Sì, sì, infatti che la cosa importante è che c'è lì anche con l'ausilio, appunto della ditta che aveva diciamo eh che che aveva debito anche alla campagna, quindi ha donato la propria prestazione, per cui di fatto abbiamo anche seguito tutto il processo di smaltimento presso i centri di conferimento. Quindi è stato anche in questo caso un'azione che ci ha consentito anche di un po'. La tecnica è sempre quella nell'azione c' è anche viviamo una osservazione partecipante, una costruzione del processo. Ieri sera io non ho voluto infierire, anche Scuderi dicevamo, ma sono arrivato io abbiamo trovato nei centoventi siti che avevate, ma fate voi oppure ti sa e li abbiamo ripuliti tutti. Vabbè, sarebbe bello andare a verificare, mi fido, mi fido perché voglio dire, era la persona che parlava una persona assolutamente affidabile. Però la considerazione che mi è venuta subito in mente, ma vabbè, quindi il comune ha ripulito ma non ne ha dato nessuna informazione. Cioè una cosa del genere no? Dovrebbe essere un come devo dire una notizia, nel senso che dicevi tu ieri è l'uomo che morde il cane. Questo perché se per una vita i comuni non si sono interessati di fare questa attività e poi improvvisamente ripuliscono tutti i siti no nel proprio territorio è davvero una notiziona, è invece appunto l'abbiamo saputo ieri, probabilmente a distanza di tanti anni. Però sarebbe bello andare a verificare sul territorio che cosa sta succedendo, eh, perché il fenomeno non è assolutamente vinto. È chiaro che di fatto diciamo. Non ci sorprende poi che su questa tematica, in ogni caso, no no. Siano nate poi delle realtà come Clay che diciamo no, hanno raccolto, se vogliamo, ci sembra anche un po'. Sentiamo anche molto, come come se fossero il seme, no, la dimostrazione di quel seme che abbiamo buttato con quella iniziativa. Niente. Questa è la la campagna su sulla diciamo sui rifiuti che aveva appunto come come obiettivo anche quello di coinvolgere il tessuto anche sociale. Perché poi, insieme agli eventi, abbiamo costruito un evento commettendo insieme tutti i commercianti, tutti i locali di Del, quindi bar locali del centro storico, sottoscrivendo una campagna che si chiamava Io non la rifiuto, sottintendendo la bellezza, e che é qui che entravano anche loro nella nell'attività di raccolta fondi dentro una notte che noi abbiamo trovato una notte verde è per indicare che, insomma, una notte fatta di eventi di locali che contestualmente organizzavano nella stessa giornata organizzavano ogni locale, metteva a disposizione un evento con la rete di artisti che comunque presidiavano i vari locali. Per una realtà piccola come la casa è una cosa assolutamente azzardata, no a livello di pubblico di di potenziali utenti. Però in effetti sette locali contemporaneamente in questa notte verde erano aperti, erano aperti e facevano degli appunti degli spettacoli di intrattenimento finalizzati al finanziamento della bonifica. Che infatti questa operazione che poi tra l'altro fu la prima volta che poi dopo a seguire voglio dire, è stata anche quella. Una pratica adottata è quella di mettere anche in rete pure la comunicazione. Quindi chiedemmo il partenariato di e dei media e quindi avevamo diversi media coinvolti e messi in rete, per cui la mondo radio, la televisione, la stampa si è chiaramente questo che aveva creato chiaramente un'attenzione fortissima sul tema. Si, è stato un mese e mezzo in cui praticamente in tutti i fine settimana i giornali avevano titoloni sul problema dei rifiuti, cosa che non si era mai vista prima e quindi è stata davvero una grande azione di sensibilizzazione sulla problematica che, ripeto è tu tltro è lontana dall'essere vinta però molte persone lo abbiamo potuto vedere constatare anche ieri. Molte persone, diciamo, hanno alzato il livello di attenzione su questo problema, così come in generale sulla no è aumentata la sensibilità ambientale. Certo, quindi si può ben sperare secondo me, ma la strada da fare è ancora lunga. Quindi che mi chiedo un secondo cambio la scheda per lo meno questo è ciò che in più rispetto a qui c'è tantissimo. Lavoro da fare dunque la situazione poi c'è un'attenzione una gioia mai a consuetudini e poi l'altro evento. Secondo me è importante da che nella nello storico e che dopo la sulla comunicazione simbolica sul valore di quella di quella iniziativa, noi poi abbiamo diciamo, registrato no l'efficacia di questa della comunicazione. Per cui l'abbiamo riproposta anche successivamente, per alzare, per non per tenere alta la memoria anche su quello che era stato un'azione che è così eclatante come quella della demolizione che però intorno sul territorio aveva lasciato un silenzio disarmante e mentre se ne parlava in tutta Italia, nel suo luogo sul territorio, invece c'è stato un silenzio assordante che noi abbiamo praticamente in qualche modo rimesso in moto attraverso un evento che si chiamava appunto all'alba all'alba del mito e quindi abbiamo riproposto un evento, il l'anno successivo, la prima luna piena dopo la demolizione per festeggiare un'alba l'alba all'inizio di qualcosa e quindi abbiamo chiamato al raduno tutti i comitati d'italia che si sono ritrovati al mito, compreso quello della della Tav, i nostri fratelli della della che stava facendo la battaglia sulla Tav e dove, praticamente simbolicamente ricostruiamo con una installazione la vecchia casetta con delle lenzuola e all'interno un microfono che con il racconto il momento in cui gia' allora ci fu questa no, diciamo la aprimmo la strada alla forza del racconto. Fondamentalmente perché tutti questi comitati all'interno di questa casetta. Quindi tu non vedevi il volto di chi narrava, ma sentivi solo diciamo l'eco del no del racconto su questo promontorio bellissimo dove era avvenuto un fatto rivoluzionario, quindi una forza, una cosa bellissima la prima volta che utilizziamo il diciamo come scenario di un ritrovo proprio l'ambiente naturale, perché fino ad allora non ho nessuno si era mai sognato di fare un evento culturale e nel diciamo no nel nella campagna, in pieno, in pieno territorio, così come anche la conferenza stampa che abbiamo fatto al momento in cui abbiamo diciamo siglato e firmato col presidente allora Nichi Vendola cosa diciamo? Che noi abbiamo un po' interpretato dal basso anche il concetto nostro di primavera pugliese e quindi da lì poi sono partite tutta una serie di cose con L'assessore Minervini e a quale abbiamo dedicato la gallery è quello che ha più a diciamo poi accolto l'importanza che la chiamava non era bollenti spiriti e l'altra che hai è infatti diciamo è lì quello che si ha segnato. Un passaggio importantissimo per poi in intitolata Guglielmo Minervini perché quando noi nel duemila sedici eravamo pronti per partire con con le attività della gallery, con i dieci incontri delle associazioni è avevamo chiesto a Guglielmo Minervini di venire a diciamo a tagliare il nastro di questa attività perché ci tenevamo. Insomma, in fondo quella azione era molto ispirata, no alla sua azione, il ruolo che lui aveva giocato appunto con principi attivi con bollenti spiriti. Però purtroppo questa attività partiva ad ottobre, lui all'inizio dell'estate, insomma mancato e quindi l'abbiamo voluta intitolare a lui. E rimane oggi la gallery della cittadinanza attiva. Guglielmo Minervini Non so se hai visto la targa che abbiamo messo li' in sala d'attesa nel senso che lo fa il posto su questa sì che è il posto a posto. Questa figura è presentato? Sì, perché è rappresentato per noi una anche diciamo un'esperienza fino al almeno abbiamo provato per una volta cosa significa avere un interlocutore, una persona fuori dal comune illuminata perché abbiamo sperimentato con molta tranquillità, perché lui era una persona molto semplice. Niente di aveva interpretato la sua missione di amministratore nel modo corretto, nel modo più giusto. E quindi per la prima volta ci siamo sentiti ascoltati, che non è una sensazione che si prova spesso assolutamente. E alla luce delle esperienze che abbiamo fatto, quest'anno con la gallery con l'osservatorio partecipante. È proprio questo che ci siamo resi conto che nel frattempo è cresciuta, sono cresciute le associazioni, le associazioni sono cresciute notevolmente perché a furia di praticare senza il supporto delle istituzioni poi piano piano ci si diventa si', ma molta crescita da parte della cittadinanza. Questa crescita non è andata di pari passo con la crescita delle istituzioni, che invece sono sì, sono assolutamente impoverita e per cui c'è un vuoto e un gap pazzesco che oggi oggi è necessario porci una domanda come procedere come come risolvere questo qual è il passo successivo? Qual è la prossima campagna di Coppola Tisa che apre la strada per una stagione di nuove attività, di nuove azioni, anche queste magari simboliche, è di sicuro l'idea di è di fare e di diciamo e creare la rete, di fare un'esperienza reale di rete, quindi di pensare ad un modello organizzativo, di organizzare, di fare sinergia con tutti gli attori del territorio, incominciare a pensare ai parte nera, partenariati come qualcosa che si costruisce attraverso non semplicemente la sommatoria di alcuni loghi, ma l'intreccio di percorsi. Ma che che che che c' è un concetto che la comunità per per definizione è è un soggetto variegato, non è non è un soggetto necessariamente unitario all'interno di una comunità coesistono visioni differenti, no, e e quindi comunità significa anche imparare a convivere con le visioni differenti. L'importante è avere, come devo dire, una una stella cometa, come posso dire no? Che che ci guidi tutti quanti verso una direzione che che è nell'interesse comune. Invece troppo spesso nella società attuale si incontrano situazioni conflittuali in tutti i campi non sembra di essere costantemente allo stadio curva nord, curva sud e ci si divide sulle cose non ci si parla. No, anche se ci sono elementi di connessione, elementi che potrebbero essere sviluppati in comune, che non metto, che non sono conflittuali tra le varie parti. Comunque non vengono indagati perché si preferisce, diciamo, stare divisi. Ognuno ha la sua parte in questa eterna divisione tra guelfi e ghibellini. Filosofia della roma e quindi l'idea è quella di provare a mettere insieme i saperi, le competenze che le persone sviluppano all'interno delle associazioni che mediamente diciamo hanno elementi in comune. Piu' no più spiccati rispetto, non lo so, agli interessi comunemente che si trovano comunemente gne gne ma non importa. Tanto voglio dire sicuramente farai tesoro. Insomma utilizzerai quello che diciamo. Non penso che utilizzerai tutte le immagini, no? Ehm non lo so. Gli interessi economici dei commercianti o dei costruttori o di qualsiasi categoria sociale non economica sono interessi specifici. Invece le associazioni sostanzialmente si battono per trovare un collante no, fra tutti questi interessi allora se le associazioni imparano a stare insieme a fare le cose insieme, probabilmente questo questo questo cerchio può tenere insieme anche gli attori economici che stanno intorno. È chiaro che è un discorso, un po' come devo dire complicato. Però noi abbiamo iniziato a farlo. Per esempio con il discorso di Itaca siamo siamo stati coinvolti, diciamo, abbiamo aderito alla rete Itaca, salento, non so se conosci, conosci Itaca qua a perfetto. Quindi da un paio d'anni c' è anche si si organizza anche unità casa lento e insieme ad una quarantina di associazioni in tutto, in tutta la provincia. E noi ci siamo entrati, potevamo tranquillamente fare la nostra attività qui al celacanto, arrestarci lobby dei fatti nostri. Ma in realtà abbiamo voluto coinvolgere no una serie di altre associazioni di Tricase per appunto, per sperimentare questa rete. Nodi di servizi al turismo responsabile. In sostanza no. Così nella convinzione che le associazioni possano essere un esempio di economia si'. E chiaramente anche qui andiamo, ci scontriamo contro una cultura che non va in lui, non non è una cultura pronta allo spirito della rete. Non è una cultura pronta. No alla allo spirito della, alla cooperazione nella comunità, come devo dire nella sua migliore accezione del termine, perché le associazioni sono molto competitive. È cioè si registra, come devo dire no, proprio delle forme di arroccamento certe volte no, sul fatto di essere i primi ad essere che anche secondo me, da parte delle associazioni che fanno parte della ha mediamente questa è una cosa è una cosa generale, anche nella nostra rete è normale, non lo so, forse lo facciamo anche noi. Però voglio dire il concetto è che quando tu non vieni riconosciuto dall'esterno da un'istituzione dai cittadini, chiaramente tendi a costruirti un non un tuo spazio vitale nel quale ti auto riconosci, no, delle delle leggi e delle peculiarità. Invece riconosce il commento appunto dev'essere deve anche ruotare intorno al principio della reciprocità. Ci dobbiamo reciprocamente riconoscere solo riconoscendo no, anche anche noi stessi dobbiamo riconoscere l'utilità pubblica prodotta, perché è solo attraverso il riconoscimento di questo valore che si può mettere a sistema. Infatti il nostro è sempre stato sin dall'inizio quando abbiamo un po', la logica della del no della necessità stuzzica l'ingegno no. Ma la necessità ci ha portati a praticare se piu' un approccio sistemico delle cose, perché non avendo risorse, non essendo appunto che anzi dovendo spesso combattere le istituzioni perché è anziché essere favoriti per le attività appunto prodotta, noi spesso ci siamo trovati a doverci difendere dalle istituzioni. Questo è l'esempio che recitavamo prima della della della rigenerazione del quartiere è stato, diciamo, un evento che avrebbe diciamo, che ha aperto la strada, le notti bianche a tutto un modo di pensare. La fruizione dei centri storici, oltre al fatto di aver prodotto di fatto anche diciamo, un recupero, é una restituzione sociale di quel luogo che era, diciamo che era proprio fuori dal circuito del centro storico. Quindi quindi ricostruendo anche un sistema di relazioni, perché in fondo anche l'idea della gallery di questo viaggio nella partecipazione e anche, diciamo un modo per capire, diciamo per ritornare al valore della relazione é quanto. Ecco perché per noi è strategico proprio il la funzione e l'azione dell' ospitare attraverso l'ospitalità. Noi entriamo in contatto con realtà. Mondi che sono distanti magari geograficamente, da noi, ma che attraverso quindi questo luogo, questa destinazione che abbiamo dato al celacanto di ospitare persone che vengono da fuori, quindi di creare anche uno scambio, si mettono in rete e tutta una serie di risorse. E poi come se fosse, diciamo il concetto di di rete online no, ce l'ho e lo facciamo invece attraverso un ritorno alle relazioni vere, autentiche. E questo sia con la rete dei produttori perché il nostro spaccio. Comunque l'idea di diciamo di tenere, diciamo di non ricorrere più al supermercato, alla grossa distribuzione, di incoraggiare le piccole realtà che di di ragazzi che ritornano alla terra. Perché per noi che abbiamo per anni ci siamo spesi per per o per la salvaguardia del territorio. Chiaramente l'unico modo per l'unico modo per tutelare il territorio è appunto quello di sottrarlo all'abbandono e quindi il fatto che le terre che che si ritorni a coltivare la terra. Quindi che si ritorni anche un'idea no di' di agricoltura anche sostenibile, è che è sicuramente la migliore, è il miglior antidoto per noi. Il i fenomeni che noi abbiamo sempre denunciato è che diventa, diciamo quasi, diciamo solo il è il pretesto della della rete, il pretesto del mercatino. Le attività sono tutte diciamo sono sono di fatto delle attività che vengono costruite perché a monte, secondo noi sono la risposta ideale. No alla come se fosse, diciamo una politica di prevenzione. Noi preveniamo il fenomeno dell'abbandono dei rifiuti, quindi lavoriamo quantomeno a contenere il fenomeno e a cercare di capire come, come organizzarci per per bonificare il territorio, perché oggi di questo abbiamo bisogno che si è poi anche l'altro concetto importantissimo che il territorio, la salvaguardia del territorio e dell'ambiente la fanno le persone non lo fanno gli enti, allora sono le persone che devono avere la sensibilità di assumere comportamenti adeguati per la salvaguardia del territorio e dell'ambiente un dato importante secondo me anche questo no. Altre case, per esempio, perché noi operiamo principalmente qui le case in una città di circa diciassettemila abitanti. Diciassette diciottomila. Ci sono qualcosa come associazioni che da un lato sembrerebbe un dato positivo? No, ma probabilmente lo è. Quindi molto, molto attivismo. Però puoi leggere anche il lato no dell'eccessiva frammentazione, uno spezzettamento e quindi una incapacità di parlarsi, no, una incapacità di stare insieme. Probabilmente di quelle di quelle associazioni attive. Sono una cinquantina di quelle cinquantina di quella cinquantina. Alcune, molte si occupano di problematiche affini, no, Dunque il fatto di di costruire, di costituire la propria associazione sì, da un lato è positivo, dall Ltro denota anche l'incapacità di entrare nelle altre associazioni. Quindi non solo la cultura della, della democrazia, la cultura della cooperazione e sono cose che a noi diciamo stanno a cuore. Ci interessa indagare quando facciamo le nostre attività le facciamo tenendo presente anche questi aspetti, oltre che gli aspetti diciamo, del tecnicismo ambientalista? No, noi come ti diceva Carla prima siamo stati un circolo di Legambiente dove chiaramente e si si si si respira un mondo di attività preconfezionate, precostituite, che sono tutte varie attività di sensibilizzazione che sono però molto diciamo che puntano molto no al all'azione concreta, anche se piccola no, che non vanno ad indagare, non ti consentono di indagare questi aspetti perché di fatto probabilmente non ti lasciano troppo spazio. Comunque sia, diciamo nella nostra attività, questo aspetto, questa dimensione sociale, no della, della cura del territorio e dell'ambiente per noi è fondamentale. Perché torno a dire sono le persone che si prendono cura dell'ambiente non sono non sono enti astratti che che per legge l'ambiente non si cura per legge l'ambiente sicura, non buttando i rifiuti per strada sicura, non consumando troppa plastica sicura, appunto con una consapevolezza. E tornando che una curiosità riguardo il nome di una bella storiella riguarda un nome. Allora è quando quando decidemmo la rosa di nomi che uscirono è uno di noi. Era praticamente è, diciamo e faceva il biologo. Il biologo marino fa tuttora il biologo Adolfo è propose questo questo nome celacanto, poi che dicevo vabbè, ci piaceva il suono, poi in realtà andando che celacanto insomma, che però poi la storia è intrigato del celacanto giocato, un pesce che si riteneva fosse estinto perché è un pesce primordiale, una specie di cernia gigante. E credo che diciamo, era soprattutto nei pressi dell' oceano, oceano indiano e pacifico. Non ricordo comunque una battuta di pesca capito nelle reti e quando i pescatori videro questo pesce un po' strano lo portarono presso il museo dove c' era questa questa ricercatrice che che era proprio una studiosa di questa di questa era proprio la alla ricerca di questo pesce, perché anche lei pensava che non fosse istinto e quindi scoprì che era un esemplare di celacanto ehmm quelle caratteristiche che ci sono piaciute è proprio questa idea di non essere in tutti questi anni. Insomma, da quando ci siamo costituiti fino ad oggi, molti hanno pensato che lo facessimo distinti e invece siamo ancora qua, quindi già l'idea diciamo di questa no, di questa idea di opinione diffusa in tutti danno per spacciato e invece non è così. Ci piaceva, aveva la sua suggestione. E poi anche perché il fatto è che lui è proprio l'antesignano. Pare che diciamo questa é la leggenda, che sia il il primo esemplare, la testimonianza per una terza pil che si trova sulla diciamo la struttura del pesce, la testimonianza tra l'anello di congiunzione tra il mare e la terra de no no, è ricordo adesso il nome dello scienziato. Ma era proprio una teoria evoluzionista che in base alla quale si riteneva che il celacanto fosse proprio l'anello di congiunzione tra gli esseri marini, gli esseri viventi perché aveva queste pinne che somigliavano quasi a degli arti, perché sono delle pinne che fuoriescono leggermente dal corpo? No, ma sono un po' allungate, quindi sono particolari rispetto alle pinne, agli atti per poi però mi risulta che abbiano diciamo che hanno confutato questa cosa. Così non è una cosa rilevante, è che la cosa la cosa che più è bella è che appunto che l'animale che si credeva estinto e che invece ancora esiste perché poi hanno fatto altri ritrovamenti di esemplari di celacanto. Anche nell'oceano pacifico quindi esiste ancora, è un pesce che vive a grandi profondità, ha un metabolismo lentissimo, si evolve lentissima mente e quindi viva in cella, canta una considerazione due quadri mi ha fatto un quadro molto completo. Quali sono queste sensazioni? Auspici. Perché sono grandi asthom grandi risultati e anche grandi frustrazioni per un confronto col ministro, con le parti proprio amministrative. No. In generale, però, considerato tutti gli ingredienti che tutte le persone ceh qual è il nostro auspicio, mio personale è che si può richiedere il soggetto, il mio personale auspicio, il mio auspicio personale nel non nell'impegno che quotidianamente mettiamo qui nell'associazione presso il celacanto, ma anche fuori, è quello che si possa veramente costruire qui dalle nostre parti. Una cultura d'impresa che ci consenta di ma di utilizzare il territorio in una maniera sostenibile e che soprattutto, ci consenta di appunto, che ci dia una via di sviluppo economico concreto. Perché Gae In, cioè tutta una visione che da costruire, nel senso che non lo so. Oggi mi faccio sempre questo questo paragone no. Nel Triveneto, per esempio, i ragazzi crescono in famiglie di imprenditori. I genitori hanno la fabbri Chetta, che magari hanno ereditato già dal nonno, sono discendenti di e di eredità. No, quella cultura d'impresa ce l'hanno già loro allora o vanno a lavorare e prendono le redini no delle aziende di famiglia, oppure loro stessi costruiscono, intraprendono, costruiscono delle nuove imprese perché hanno un tessuto economico che gli consente di fare questo. E dentro quel tessuto economico, diciamo, del manifatturiero, dei servizi. Loro, diciamo, navigano economicamente. Noi qui per noi non è la stessa cosa. I nostri genitori sono dipendenti pubblici, sono insegnanti, sono operai dell'ilva sono è abbiamo un altro tessuto socio-economico No, però secondo me possiamo. Abbiamo tante potenzialità sul territorio, possiamo costruire impresa economica, salvaguardando il territorio. Ma si tratta di diciamo di avere, non di fare un salto di qualità e di cominciare a capire che non dobbiamo perseguire il posto fisso che spesso si ottiene tramite la raccomandazione del politico di turno. Dobbiamo avere delle classi dirigenti che siano illuminate, vedi Guglielmo Minervini dobbiamo appunto lavorare per costruire un senso di comunità che sappia far convivere noi le le varie parti. Quindi il mio auspicio è che si possa davvero arrivare verso dar vita ad una società che sia in grado di ricostruire economia e sostenibilità contemporaneamente. Perché poi alla fine credo che questo è quello che che si auguri tutta la nazione. Dunque si' si' un po'. Chiaramente anche per me questo è anche il mio auspicio. Perché voglio dire, la sostenibilità diciamo, è ambientale, ma è umana e anche economica. Perché noi per fare tutto questo senza senza nessun problema nel dirlo abbiamo rinunciato a molte cose. Per noi è stata veramente una missione, è difficilmente anche da far comprendere perché il nostro non è stato un esempio felice per gli altri. Nel senso siamo sicuramente stati, come si diceva prima, apripista. Sicuramente siamo un esempio, un esempio scomodo. A me piacerebbe il mio auspicio deve diventare un esempio comodo, un esempio vincente che si possa vincere facendo no, diciamo, proponendo è come ti dicevo prima, modelli innovativi, mettendo a frutto la possibilità anche di inventare ingegnare soluzioni, no. E quindi oggi oggi più che mai abbiamo bisogno di queste, di queste energie, di questo, di questa voglia anche di trovare soluzioni alternative, toglierci, schiodarsi da degli stereotipi, dal diciamo anche vincere, eh determinate consuetudini che ci rendiamo conto che invece di favorire la cooperazione, il sentire comune proprio impediscono proprio che si cresca, che si proceda in questa direzione. Quindi sicuramente il mio auspicio è ritrovare intanto il senso. Il senso comune dell'essere dello stare insieme è nel fare comunità nell'essere, appunto, solidali nell'essere. Consapevole quindi che si diffonda una consapevolezza e dei problemi, che ci sia anche una voglia di, diciamo anche di inventare delle soluzioni. E poi l'altro augurio è che non so quanto devo dire che non vengo da una stagione di ottimismo rispetto alle rispetto al ruolo delle istituzioni, perché c' è un gran bisogno di significare proprio la parola bene comune. Ehi, beni comuni sono inalienabili, imprescindibili per ogni crescita, per una crescita di una comunità. E molto spesso abbiamo visto i molto spesso i beni comuni o sono abbandonati o sono spesso come i diritti, ma la stessa bellezza. Spesso ci vengono negati. L'augurio mio è che davanti a una necessità davanti all'emergenza che oggi stiamo ascoltando stiamo vivendo no. Di queste, di queste, diciamo i cambiamenti climatici è no. I dati che ci vengono dalle diciamo di quelle che sono un po', il dato sulle malattie, sulle incidenze di tumori, nel diciamo delle morti, diciamo del territorio, quindi che tutto questo e ci porti, diciamo no, abbia una reazione positiva nel senso di ribellione rispetto a questo e che ci possa rimettere tutti una dimensione diciamo, più positiva di rispetto rispetto ad oggi, perché fino ad oggi si' un po' aspettato e io sinceramente apri foglie verdi di nuovo ri attivismo di tutta di tutta l'area. Ma abbiamo bisogno di osare un po'. Cioè il cambiamento non deve avvenire attraverso un corpo di spugna. Deve semplicemente avvenire attraverso la nostra crescita culturale. No, serve un po' di formazione per fare in modo che le professioni tradizionali che comunque non devono sparire, che ne so, non è che in una visione no di società economica sostenibile non serve l'avvocato, non serve il commercialista, non serve l'ingegnere. Servono però queste professioni devono essere, diciamo, devono essere di supporto a nuove professioni, a nuove attività di impresa che oggi purtroppo non ci sono. Quando ci sono, sono in embrione e sono probabilmente gestite una delle pubbliche amministrazioni che notoriamente non sono delle imprese. Anche questo sarebbe un bel cambiamento. Auspicabile, no? Che quello delle delle amministrazioni pubbliche diventassero sempre più un ruolo di coordinamento di una società civile attiva e di una rete, di una rete di imprese che cooperano per il benessere del territorio. Certo è un'ultima curiosità Mina dell'ultimissima domanda era Noi raccontiamo anche la sostenibilità dei progetti che tante belle cose ci dicono è un'illusione perché tanto poi non si reggono. Però succede accanto, ad esempio come la Lombardia come modello, come si legge stringiamo molto la cinghia. Moltissimo è però appunto è quello che ti consente di sopravvivere. Celacanto si legge come si reggono tutte le associazioni del terzo settore, quindi un po' con contributi, un po' con quote associative degli aderenti, un po' con attività e di raccolta fondi tradizionali e anche un po' con delle attività accessorie. Per esempio il mercatino di cui ti parlavamo prima é un'attività, alla quale noi abbiamo abbinato un servizio di degustazione. Quindi in estate noi una volta alla settimana con i prodotti dei fornitori prepariamo una piccola degustazione che offriamo al pubblico e quindi gli introiti di queste attività ci consentono di pagare le bollette, di pagare le spese. L'anno scorso abbiamo purtroppo subito anche i danni del del tornado, quindi abbiamo dovuto anche far fronte no ad un delle spese inaspettate, straordinarie. Ma comunque insomma, siamo qui, è chiaro che non navighi nell'oro no, anche perché, diciamo l'auspicio sarebbe anche quello che questo tipo di realtà possano avere anche un'economia un pochino più frizzante, come devo dire perché in questo posto noi facciamo delle attività di natura economica e però le teniamo al freno perché non è semplice assumere persone. Lo facciamo come attività di volontariato. È però le potenzialità per farlo crescere, per farla diventare un'attività economica. Ci sono quindi leggiamo in questo modo una sostenibilità economica esiste? Sì, esiste in concomitanza, appunto con quel lavoro che bisogna fare appunto sui possibili fruitori. Perché è una cosa importantissima la percezione collettiva generale dell'utilità di ciò che tu che tu dell'offerta che stai facendo al territorio. Quindi quanto quello che stai offrendo viene percepito come come utile alcune attività, come per esempio che sono più vicine a noi, come la sostenibilità, appunto. E favorendo anche il discorso che valorizzando e ottimizzando il discorso della rete. Per esempio, noi con il ciclo Soste abbiamo oggi avuto ho praticamente come visitatore in cento centoventi, cento, centocinquanta e visitatori con i quali offriamo appunto le degustazioni. C' è anche un lavoro di promozione del territorio del prodotto tipico locale. È attraverso la collaborazione con i tour operator che lavorano sul turismo sostenibile. Insomma. Quindi sui pacchetti di turismo in bicicletta si' io diciamo che li teniamo a freno proprio perché abbiamo abbiamo una una convenzione, come devo dire abbiamo una collaborazione più corretto dire con salento bici turche è partito come associazione e poi dopo è diventato un tour operator e tra i pacchetti che che loro costruiscono, che loro vendono ai propri clienti. C' è anche l'organizzazione di un tour in bicicletta no zola, ma nell'area del parco da Otranto a Santa maria di leuca che dura diversi giorni e loro quando passano da qui si fermano. E noi appunto, facciamo a loro il nostro racconto della nostra attività, della rete di di collaborazione che abbiamo intorno, quindi a chilometro zero, l'agricoltura naturale e quant'altro. Insomma un po'. Tutto quello che ti abbiamo raccontato poi c' è anche l'ostello che e che noi prevediamo nell'arco di tutti i mesi. Poi nel periodo per esempio di luglio-agosto vorremmo attivare un ostello in modo tale che anche quello diventa può diventare effettivamente un servizio al pubblico e quindi adesso stiamo aspettando di definire tutte le autorizzazioni per poter aprire questa, di definire chi diciamo dove le potenzialità ci sono. Sì, oltretutto oltretutto diciamo noi abbiamo in affidamento questa struttura che, come dicevamo, è provinciale no e in grazie voglio cuccioli sì, sì, noi abbiamo in concessione questa struttura che provinciale ce l'abbiamo fino al luglio dell'anno prossimo. Dunque siamo in attesa anche di ridefinire l'affidamento e sicuramente, come diceva carla anche l'ostello è una ulteriore opportunità di sostenibilità. Okay. E quindi la cosa che ci piace ricordare che abbiamo realizzato la ristrutturazione del celacanto tramite il progetto celacanto bene comune, abbiamo in quella diciamo nella redazione di quel progetto. Quindi sei anni fa, cinque anni fa abbiamo confezionato non una visione che poi era anche il frutto di tutta una serie di attività già fatte in passato. Abbiamo confezionato questa visione, è finito il progetto l'abbiamo comunque perseguita e abbiamo in qualche modo dimostrato avuto prova che che la cosa è fattibile, no che il modello di gestione di una struttura di questo tipo in questo territorio e può funzionare. Quindi aspetteremo luglio dell'anno prossimo terra, diciamo per per o meglio cercheremo di arrivare a luglio dell'anno prossimo con una nuova convenzione con la proprietà, con la provincia, per avviare anche delle attività economicamente più rilevanti l'ultimissima perché facevano tutto gli intervistati tutti intervistati cos'è per voi l'italia che cambia noi il nostro progetto. Se dico Italia che cambia cos'ha in mente libera l'italia cambia per me Okay, vai gne gne domando da me il doma e questo è il domandone vabbè però l'italia che cambia è niente, è una cosa che che evoca bellezza. Sicuramente io mi associo sempre al all' idea di cambiamento, no, un concetto di positività io cambio in meglio, non cambia in peggio. Dunque l'italia che cambia è un'italia che si evolve un'italia in cui la questione meridionale non esiste un'italia in cui la mafia non esiste un'italia in cui la corruzione non esiste, un'italia che cambia è meglio che diventa un paese più civile di quello che è è che restituisca anche un po' di piu' alla storia, alla sua storia no di' di nazione che ha prodotto tanto nel corso dei secoli e quindi si per me l'italia che cambia è sicuramente diciamo un punto no, non faro illuminante da seguire per me l'italia per me, ma anche per me sicuramente l'italia che cambia l'italia si rimbocca le maniche che insomma che dice che per me l'idea di un'italia che cambia un'italia che ha smesso di delegare e quindi incomincia diciamo a rimboccarsi le maniche e costruire il cambiamento e quindi sicuramente l'immagine positiva di un territorio che riscopre la sua bellezza la sua vocazione e il di popolo, anche di comunità, e quindi ricomincia a sentire di poter essere anche sovrana, nel senso, nel senso reale del termine. E quindi sicuramente è un'italia che ritorna, che scende in campo senza senza capi, senza leader. È quando cominceremo a pensare a pensare al diciamo che solo insieme si può ricostruire, costruire cambiamento e quindi distruggere questa idea del leaderismo, questa idea che ci deve essere necessariamente un capo che comanda. Quando quando sentiremo la necessità di lavorare insieme, di intrecciare i nostri saperi. Quella sicuramente un'italia che sta cambiando più che altro. Grazie, grazie, grazie. Dove sta? che e un quarto. Ok, allora procediamo con te. Gabrielle. Nome e cognome? Gabriele Petrucci. Come? Vetro. Vetro? Il piccolo. E carino. Come vuole che questo vuol vedere il sottopancia? Cosa ci scriviamo? Sono il presidente Dell'associazione. Clean Up di casa. Perfetto. Ok, il rappresentante, se vuoi evitare. Vabbè. No, evita magari Presidente. Bellissimo. No, Per me non è questo il problema. È Mme di, diciamo il tuo nome e cognome. Olivier. Miss Alec che unisce All'acqua. Che Che cazzo! Ok, ok, che tu fai parte di qualche organizzazione per l'ambiente. Okay, Vi chiedo solo di guardare me un'intervista alla camera e poi noi non si sente la mia voce nel video. Non mi faccio una domanda. Se potete ripetere il soggetto. Ok, Ok. Ok. Non lo fate. Ve lo faccio. Ok. Eh, Se aggiungi è co-fondatore in Italia, Perché il progetto di cui dobbiamo parlare Certo, certo. O se vuoi metterli in Italia e basta Non lo so Che cosa può interessare di piu' al sito alla fine? Certo, Italia che cambia, quindi Ok, perfetto, È dai. Intanto comincio Colui che dopo possiamo proprio può rimanere tranquillamente. È Mme Partiremo. Conklin, Apple Italia Cosettina L'italia com'è nato. Vabbè, generale ok. L'irap Italia nasce da un bisogno condiviso con tante persone in Italia, con tanti è pazzi, diciamo, tanti pazzi come me, come voi, Olivier e come altri che vedendo che il insomma il nostro ambiente ha bisogno di un'azione nell'immediato, anziché cercare di trovare scusanti o altro, è hanno deciso di passare all'azione. Insomma. Quindi in Italia è un po', vuole essere un po' contenitori più di tutte queste realtà che si occupano che si occupano di questo. Quindi appena sia un po' di tempo libero si rivaluta una strada o si abbellisce una piazza o insomma, qualsiasi cosa che possa fare del bene a noi e agli altri in modo disinteressato. Fondamentalmente è questo è mme. Chiedo un approfondimento e nel senso è una rete informatica puo' spiegare i geni con la gente, col come è nata così o caratteristiche al momento è che in Italia è solo un appunto questo raccoglitore. E in ci siamo previsti soprattutto con Gianluca Parodi che il cofondatore ci siamo prefissi di provare ancora a raccogliere altre realtà. Per esempio ci sono zone ancora che con cui non siamo riusciti ad avere contatti tipo Molise. Insomma non ci sono regioni che pur cercando. Non abbiamo trovato dei referenti a cui far capo, anzi approfitto per fare un appello perché nel momento in cui ci coalizzano e riusciamo ad essere tutti sotto lo stesso tetto, ma poi magari spiego e sotto lo stesso tetto riusciamo a essere anche più incisivi su tutto il territorio e quindi al momento è solo un contenitore. Un domani si spera che raggiungendo dei numeri facilmente raggiungibili perché solo ketchup Tricase conta intorno ai iscritti e attivi sul territorio, quindi che ogni domenica, costantemente per tutto l'anno, stanno in giro a raccogliere e fare. Insomma saranno una trentina a rotazione, quindi quindici una volta venti un'altra è però se solo noi contiamo cento iscritti e siamo un paesino e ci sono realtà come line-up Torino come Line-up Viterbo, Fabrizio Rocchi, vi è un altro molto attivo è cioè Taranto con plastica qua Taranto. Il presidente Giuseppe Internò, che tra l'altro ha avuto un faccia a faccia ultimamente con con con te sul caso Ilva, quindi è l'intenzione, è proprio quella di iniziare poi a contare numericamente per cercare di e imporre non è non è il verbo giusto, ma quantomeno suggerire e delle soluzioni che partono dal basso perché se ogni volta ci vengono calate dall'alto è insomma la storia insegna che nel momento in cui al al comune cittadino imponi qualcosa dall'alto, ma il risultato non è sempre positivo. Insomma senti ho fatto un cappello introduttivo che vedrebbe magari il video non sai proprio niente? No, ha introdotto all'inizio, ma non è chiaro che cosa fate, che avete informato le associazioni che si occupano? Insomma magari la domanda che mi é forse spiegando come è nata la line-up di case riesco a introdurre in altri casi così cos'é cosa fa in altre case e nasce da un bisogno sempre condiviso tra pochi pazzi, in questo caso all'inizio in pochi è insomma raccogliendo nel mio caso facendo facendo tutto, tutto l'anno il bagno andavo sempre nello stesso posto, sempre nello stesso mio angolo di paradiso, qui a marina serra, e raccoglieva ogni giorno sempre la stessa quantità di rifiuti, sempre la stessa busta, sempre con le bottiglie di birra e quant ltro e rendendosi conto che finché sono sono delle delle gocce. Insomma non nell'oceano delle del problema dello smaltimento dei rifiuti dell'inquinamento e finché sono delle azioni così sporadiche il risultato non si può vedere e quindi è tramite un post facebook proposi un incontro pubblico e parteciparono i primi che adesso fanno parte del direttivo e ringrazio sempre perché mi seguono in ogni pazzia e niente. Quindi per quanto riguarda i cheap trick, casa è nata così, probabilmente questa stessa questo stesso bisogno si può si può e pensare che sia stato alla base anche della creazione delle altre realtà oppure, in alcuni casi, essendoci disastri ambientali come l'ilva come adesso Ilva è quella più vicina. Prima Oliver parlando un po' così alludeva vicino bari di Allah. Non ricordo il nome appunto dove ci sono quei casi, magari c' è ancora un po', un po' piu' di bisogno di far venir fuori la voglia di dire basta, no eh? E qui ci occupiamo di raccolta rifiuti spontanea e che ci raduniamo due volte al mese. Per quanto riguarda noi di line-up di case ci alleniamo due volte al mese, decidiamo le due tappe successive nelle due domeniche successive dove andare e con l'amministrazione con la comunicazione che facciamo amministrazione e diciamo appunto dove andremo e di cosa vorremmo fare e ci è capitato di fare di tutto, quindi pianto, mare, alberi o piantine oh fiorellini, ripulire dai rifiuti rasarsi semplicemente una rotatoria di entrata del paese che molte volte la la prima cosa che si vede entrando e oltre al nome tricase. Insomma vedere anche un po' di pulizia nell'immediato un po' di ordine è un buon biglietto da visita, quindi è questo. Poi comunque facciamo incontri con scuole con sia nell'ambito chiesa che sia con l'amministrazione stessa cerchiamo di di essere vicini e e in senza però cadere nella per ehm come dire nel nel sopperire una mancanza insomma che sia amministrativa non è quella la volontà non è quella di sopperire a qualcosa che manca a livello amministrativo, non non ci interessa, non è quello che vogliamo fare e quindi anche quando ci sono delle richieste da parte dei cittadini molte volte che segnalano c' è una strada da pulire o quello da pulire. La nostra risposta é grave fate un gruppo di cinque dieci persone che possano essere responsabilizzati sulla strada, quindi se una strada sia una piazza, qualsiasi cosa da ripulire insomma. Quindi responsabilizza amo e poi noi veniamo ad aiutare, però deve essere un'iniziativa che parte da chi c' è sulla strada, altrimenti se ci muoviamo su commissione, che sia il cittadino che sia la non lo so, il vigile di turno che si perde un po', il senso della dell'iniziativa, certo, la curiosità che ci avevo, come si è accennato il fatto del bagno delle zone aspetta ok che no stai mi abbia mai detto del fatto della spiaggia e del tutto? Ma un po' come potete case come se mi descrivo un po' il team metà ma ho la cosa bellissima che line-up tre case la è molto trasversale. Insomma abbiamo toccato un un bisogno che va da la più grande che ha una settantina d'anni ha la più piccola che ha invece vent'anni e quindi ciel universitario c' è l'infermiere il commercialista and il piccolo imprenditore, cioè chiunque, insomma all'interno quindi il bisogno. È chiaro che ovunque siamo riusciti a dare un messaggio a trasmettere un messaggio che ha colpito a prescindere dall'età a prescindere dalla dalla posizione sociale. Insomma è nata come esigenza come c' è un problema di case di rifiuti abbandonati, visibile, tangibile oppure anche la sensibilità posta in gioco guarda il problema. Il problema c' è tangibile sotto gli occhi di tutti, molte volte in strade cittadine super trafficate è passiamo e ripassiamo tutti i giorni e penso che capita in tutti i paesi, almeno qua vicino. Ma mi è capitato anche al nord, a volte di andare in vacanza e per strada non notiamo i mozziconi di sigaretta che sono una delle delle piaghe, diciamo passami il termine piaga eh, gli stessi pacchetti di sigaretta o ci sono dei rifiuti? Definiamo gli invisibili, ma stanno finiscono in mare. É logico che finiscono in mare. Abbiamo fatto una delle iniziative fatte, una delle prime iniziative fatte con in Italia e di cui è stato ideatore Gianluca Parodi, che dicevo prima di cui parlavo prima, eh? Se si è chiamata l'abbiamo intitolata una cicca un litro, una circa un litro per fare più presa su chi vedeva la locandina. Chi vedeva la foto ma ha in effetti una cicca riesce a incidere su quaranta litri d'acqua tramite il ruscellamento che dal paese, tramite la fogna bianca e quant'altro, riesce a lungo la sua strada finendo in mare ad incidere a inquinare una quarantina di litri. Piu' o meno. Quindi quindi nasce per questo alla fine c' è il bisogno di far vedere che è pulito e più bello è uno degli che utilizziamo è quindi questo principalmente abbiamo tante abitudini. Un altro hashtag che utilizziamo è io parlo con gli artigli perché sono tanto cari ormai a tutti e ripuliamo le menti perché una delle pulizie principali da fare è quella che molte volte non ci accorgiamo della pulizia della sporcizia fuori perché siamo sporchi dentro e sporchi. Non intendo dire per forza che siamo pazzi, omicidi o qualcosa del genere, ma non abbiamo quel tipo di coscienza o di sensibilità dal capire che buttando la cicca dalla macchina o cioè capito la bottiglia di birra dalla macchina, persone purtroppo hanno questa abitudine. Fai del male a te, a agli altri e principalmente a te stesso, perché quella bottiglia di birra, se ti ritorna te la ritrovi nel salotto di casa. E poi è la c', è anche il tentativo di e far riscoprire il bene comune, il concetto di bene comune, perché il fatto che che io pulisca fino alla soglia della mia, della mia casa e della strada antistante non me ne freghi nulla, vuol dire che non ho davvero per niente chiaro il concetto di bene comune. La strada è mia, come mio vicino al Colosseo e mio vicino la torre di Pisa vicino é é di tutti. Quindi se lo lasciamo pulito lo troviamo pulito. Quindi anche questo e la EM fra poco a te e volevo chiedere come ha reagito le persone nel paese vedendo versione è stata scientifiche. Chi sono questi palazzi? Vabbè, è chiaro che vai a toccare un argomento particolare, perché se qualcuno butta butta una una birra e poi vede che la raccoglie qualcun altro. In qualche modo viene colpito nel nell'orgoglio, ma sta raccogliendo qualcun altro. É perché lo sta facendo? Lo sta facendo perché vuole far apparire me come persona sbagliata. I più pensano questo, altri si ravvede, ono e non buttano più la birra. Ho messo la bottiglia di birra come esempio, il però le reazioni sono state molteplici. C' è stato quì. È insomma ha detto fin dall'inizio che vogliamo muoverci per apparire per arrivare chissà dove un domani. Insomma, per diventare amministratori. Ma lungi da noi ogni tipo di pensiero al riguardo è oppure sono un altro. Un altro pensiero ricorrente è stato beh, ci sono anche io, ci sono anche e soprattutto quelli positivi che vedono il trasformarsi dei luoghi e quindi tendono a ringraziare e molti ringraziano, ma dicono io non ho tempo, io ne ho proprio poco di tempo, però però se ci sono quelle due ore, tre ore ho proprio e con me tutti gli altri. Abbiamo proprio la voglia di voler trasformare un luogo, vedere che in poche ore si riesce a dar colore. Ordine pulito, insomma eh niente. Le reazioni sono state queste tante, tante negative, ma molte, molte positive. Ti chiedevo dell'amministrazione anche perché leggendo di queste iniziative una volta per capire, non mi ricordo bene dove però un pensiero originale volevo. Chiede al riguardo, eh? Spesso queste iniziative dell'associazionismo basso la cittadinanza attiva, diciamo diventa un modo per responsabilizzare le amministrazioni dal compito. Dovrebbero che avrebbero lo dico solo come testimonianza, come domanda la giornalista, anche perché sai in tutt'altra direzione giornale assolutamente. Però rispetto a questo come vi sentite? Nel senso hai detto bene prima non siamo dei sostituti nella pubblica amministrazione, come il rapporto dov'è il confine. Vai, guarda sulla domanda di prima. Probabilmente manca proprio questo. È ciechi, ci accusa di sopperire a mancanze amministrative ciechi, dice e voi togliete lavoro agli spazzini, voi togliete lavoro. Invece non è così. Non è minimamente così. Perché nel caso di tre case ma anche nei nei casi di Corsano maglie dove ci sono le altre associazioni e parlavo dei paesi qui vicino. Sono tutti i paesi abbastanza vasti come territorio che è chi è attivo come spazzino o come operatore ecologico perché spazzino ormai giustamente è caduta in disuso come parola è come operatore ecologico. Non riesce ovviamente a pulire e ripulire ogni giorno, anche perché siamo capaci mi metto in mezzo anch'io di sporcare, di sporcare le stesse strade tutti i giorni, quindi non c' è il fatto di sopperire, non si riesce a soffrirne. Anche volessimo potremmo sopperire alla mancanza amministrativa e quindi non c' era quella volontà lì c'è chi dice ma i cittadini pagano alla Tari, quindi perché dovrebbero pulire? O perché io dovrei venire a pulire? Ma io non ne pago una di tari né poco più di una m non avrei non avrei proprio no, non c' è quella voglia di andare a pulire pensando a quello pensando al fatto che pago la Tari se pago la Tari eh? La strada è sporca, una mancanza, cioè quale miglior modo di denunciare andando a pulire? Perché abbiamo notato che andando a gridare a dire oh no, non stiamo facendo non cela strada pulita, non c' è non si ottiene alla fine nulla, perché ci sono troppi, troppi fattori e troppi passaggi di quel denaro. Insomma, perché pago la Tari? Il comune dà in appalto a un'azienda la pulizia del verde. Il verde viene sistemato, sistemato male nei nei casi, nei casi positivi sistemato male. Quindi il problema dove è? Cioè una mancanza, è di tipo amministrativo, cioè il Comune che nel bando nell'appalto scusami non inserisce tutto quello che andrebbe fatto. Si va al risparmio e vengono dati i fondi, ma l'azienda non fa dove sta il problema? Quindi l' attenzione di chi dice questo andrebbe rivolta verso quel trovare la falla. Se si trova la falla in qualche modo si trova anche il problema che si risolve il problema parlando di delle case a livello italiano, insomma, i discorsi sono più ampi e più complicati. E perché cioè il malaffare di mezzo e quant'altro. Insomma, i fattori sono tanti. Senti, sono qui in Italia tra poco devo andare perché sono quasi qua, se vuoi accennato all'inizio una cosa, volevo chiedere. Sto facendo domande a lui. Così che quante risate, quante associazioni che fanno parte si' al momento sono in Italia, al momento inclina Italia. Siamo cinquantacinque associazioni attive, se non erro l'ultimo aggiornamento è quello associazioni da Torino a Messina, da Genova a tre case da Venezia che a Napoli. Insomma, abbiamo già buona parte. La penisola è rappresentato, ognuno ha la propria, la propria associazione. Si, ci siamo, ci siamo ritrovati, insomma, ci siamo scontrati con con Gianluca, Gianluca Parodi. E poi insomma, abbiamo il supporto di tre-quattro più attivi dell'associazione stiamo cercando associazione della rete che al momento non ne ho. Ehm non è qualcosa di istituzionalizzato, ma Emma è ancora informale. Insomma, è una raccolta. Come dicevo, esiste la pagina Facebook esiste, é un gruppo whatsapp. Al momento stiamo cercando di raccogliere informazioni, è raccogliere persone. Le intenzioni sono quelle che dicevo prima, insomma. Quindi al momento e gli le ultime due prossimi obiettivi, come in altre case che guarda prossimi obiettivi. E stasera intanto abbiamo proprio stasera abbiamo un incontro a cui parteciperà anche amministrazione, provincia e personalizzati per quando andrà in onda il video. Purtroppo la magari se me la puoi mettere quando incontrare amministratori incontreremo l'amministratore ha ok dopo la codice temporale capito. Ma parlando, parlando nel futuro, parlando in generale? Esatto, come concetto a Ok, ok, questa sera forse proprio video per lui assolutamente è quindi incontreremo con line-up tre case incontreremo amministrazione, provincia e scuole in più appuntamenti cercheremo appunto di giungere a una a una soluzione condivisa per quanto riguarda il territorio di Tricase e affinché si risolve il problema alla radice che sia tramite l'abbellimento del paese, che sia tramite l'informazione che sia tramite il deterrente che può essere la la multa, quindi le sanzioni giuste che si devono fare a chi giustamente fa un reato é un reato riconosciuto dalla Costituzione italiana. E quindi lei che gli obiettivi sono quelli nel breve periodo e continueremo ogni settimana a martellare facendo le nostre azioni. Perfetto, ultimissima è quello che facciamo tutti gli intervistati cos'è perché l'italia cambia, non il nostro progetto. Questo ti fa pensare questa parola per me l'italia che cambia è qualsiasi cosa libera per me Italia che cambia e un'italia senza schemi, con una voglia di sentirsi belli come paese, perché l'italiano che va in giro non ritiene bello il proprio paese. E invece dovremmo iniziare a dirlo perché è tanto bello e in dovremmo avere un po' piu' di amor proprio. Dovremmo essere un po' più contenti un po' più felici. Quindi l'italia che cambia parte da un cambiamento interno. Iniziamo a essere noi più felici e più contenti e man mano sistemeremo le cose. La bellezza salverà anche l'italia? Certo. Grazie mille. Grazie ragazzi. Si guarda sempre si guarda lo schermo da te per cio' che vuoi andare in camera se mi racconti quello che succede quello che fate a con Bersani no Corsano corsaro si sforzano Allora che facciamo a Corsano per spiegarti un po' come è nato per me la voglia di aiutare la città dove vivo? Gnam sono arrivato in duemila quattordici qui nel Salento per la prima volta perché dovevo fare l'intervista di tanti tanti musicisti locali che sono conosciuti nel mondo canzoniere grecanico salentino mascheri mini che lasci che fanno proprio una musica tradizionale e popolare. Questo mi ha mi ha dato l'occasione l'opportunità di venire qui e mi sono innamorato del posto. Mi sono innamorato proprio del mare perché sono un pazzo dell'acqua e poi della bellezza tutta questa cosa di questo finis terra e alla fine pure della gente perché la gente è molto importante per farti rimanere sul posto. E allora poi ho vissuto a Roma e l'amore mi ha portato qui ho incontrato la mia moglie L'ho sposata, é da due anni, due mesi adesso Dio Corsano e vedendo questa terra che mi piace tanto, ma mi sono reso conto che ci sono pure delle cose che non vanno bene. Per esempio la questione dei rifiuti e delle discariche abusive. Eppure delle delle cose che purtroppo vedo sempre nel mare, perché io nuoto tutto l'anno é proprio il freddo, visto che prendo una goccia fredda non mi fa niente, è uno che nuota tutto l'anno, non fede la differenza, proprio quasi tra l'estate e l'inverno. E tutti questi rifiuti sono stati per me una un colpo, nel senso che la prima impressione è stato come un colpo di fulmine per questa terra, per la bellezza pero' finalmente nel dettaglio o ho visto che ci sono problemi. E allora, vivendo qui, una volta andando al mare, ho visto giubbotti gialli, arancioni, più voti geni, come da noi, perché sono francese, ovviamente l'hai sentito l'avete sentito, è però giubbotti gialli e arancioni per un motivo diverso, per farsi vedere per strada. Perché questo gruppo che ho visto stavo stavano raccogliendo i rifiuti e dietro ce l'ha scritto corsano per l'ambiente. Allora mi sono detto ecco una bella iniziativa è la prima iniziativa proprio notevole per me, mi sono detto ma un giorno devo proprio aiutarli, fare anch'io la mia parte e allora ho iniziato proprio così, ho iniziato proprio ieri, è fresco. Ho sempre voluto per destino perché due giorni fa sono stato invitato da un'amica nostra che mi ha detto ma si sono già le due mazza come farò a svegliarmi presto? Perché domani devo raccogliere i rifiuti rifiuti con la nostra associazione associazione è detto vabbè anche si' tu ti sveli anch'io, vengo e ti aiuto e le aiuto. È così che è nato l'iniziativa per me. E allora devo dire che ieri sono stato molto arrabbiato di vedere tante cose che la gente può buttare perché sulla strada che porta di Dan Ovali e verso alle sano, che è un paese più all'interno c' era una discarica abusiva dove abbiamo trovato, ma tante cose che di solito la raccolta si fa in due ore e la domenica ogni prima domenica di ogni mese. E questa volta siamo rimasti tre ore perché c' era tanta roba che proprio ora era impossibile fare tutto in due ore. È lì proprio quando parlo di radio, perché ho visto ad esempio tanti bidoni di tintura Sechi, ma tanti vuol dire una ventina, una trentina. E questo questo è proprio una cosa che che mette in pericolo la terra. Perché la tintura proprio e Kimia c' è sempre delle cose tossiche per per la terra più batteria di macchine di attrezzatura, di tanta tanta roba, più spazzatura, spazzatura banale gente. Invece di buttare a casa loro, dove adesso abbiamo indifferenziati la raccolta indifferenziata no, buttano delle cose. E questo mi ha fatto molto male. Perché per chi ama questa terra é una cosa pazzesca di vedere che i cittadini locali non amano tanto la loro terra, almeno che loro sono propri ignoranti, ignoranti, nel senso che è una cosa che è come mordere la mano che ti nutrisse, eh? E almeno il mio ottimismo è tornato. Perché quando ho visto che in questo caso associazione scusa è tanta volontà di cambiare le cose, c' è sempre gente che può fare la differenza. È un po' rimediare alle cose sbagliate che possono fare gli altri si' se qualcuno che provare ad entrare Però sì, sì, facciamo penso si possa fare. Comunque chiederei proprio questo come seconda domanda come funziona la giornata? Tipo quando una giornata tipo come quella che ho vissuto ieri ieri mattina, c' è il posto che l'obiettivo doveva andare? E poi ci sono quelli che sono puntuali, che sono arrivati proprio alle sette e mezza, e altri che come questa amica che alla fine è arrivata un po', più tardi vengono sul posto per raccogliere. E allora, siccome una bella rete di mani che si aiutano c' è chi raccoglie e poi ciechi carica i secchi per portare e poi c' è la chi raccoglie il vetro, la plastica eccetera. E poi alla fine di tutta questa raccolta ci sono altre persone che aiutano. Vengono con un trattore, un una un'ape, una bella rete di persone che proprio no al loro livello. Voglia di fare qualcosa per cambiare le cose, per aiutare, per pulire. Allora, come ti dicevo, é quello che mi rende ottimista perché non sono l'unico a pensare che sì, una bella terra come quella non si deve proprio sporcare e c' è gente che lavora, che sia il municipio, che sia Laura, la mia, la nostra amica e consulente ci sono disoccupati. Ci sono infermiere, una bella rete proprio vuol dire che ognuno di noi può fare questo. Non è un un profilo tipo di gente che che sono tutti a mangiare bio, no, quando uno proprio non sopporta di vedere la sua terra proprio sporca, così inquinata così Eh sì, si alza la mattina per dedicare due ore della sua vita. Bo ieri hanno tre però due ore ogni mese, proprio poco per rendere la tua terra bella e pulita. Senti, Em incuriosiva da francese in queste terre vederle magari. Infatti me l'ha già raccontato. Però è comune anche in Francia. Oppure questa musica mia di vedere quando Judy così oppure la tua esperienza e riconosco no, in Francia pure. Abbiamo un sistema di raccolta di rifiuti, un clima in Francia, ma ci sono anche altre iniziative di gente che fanno proprio un percorso ogni mattina per andare al lavoro o per andare a scuola o uno che va a calcio diceva bene, ci vuole mezza oretta per andare al lavoro. Io prendo quarantacinque minuti e sul mio percorso, cioè una busta e raccolgo questo questo e delle delle iniziative ci sono, è una bellissima adesso a livello politico non è che sto facendo la pubblicità di una in Macron o però sulla con la pressione dei degli ecologisti francesi che hanno ottenuti hanno ottenuto un bel vuoto mm-hmm le elezioni europee hanno deciso di fare un referendum di cittadini che devono decidere di nuovo nuove leggi per cambiare le cose e per riprese ripresentare bene il tutto il paese. Non prendono sempre lo stesso profilo di persone. Hanno pensato di mischiare professori, ricercatori, ma anche uno che è disoccupato, uno che lavora non so, in un negozio che vende carne o per per avere proprio un referendum rappresentativo, eppure per esprimere proprio ognuno la sua, la sua volontà di cambiare le cose. Perché è ovvio che uno che lavora per l'eni l'enel esso il non vuole cambiare tanto tanto le cose, invece quello che subisce i danni fatto di queste imprese ha un'altra altra opinione. Solo che in questo referendum, referendum c' è un disco di tutto, anche di questi queste aziende che inquinano. E quella bella iniziativa che a livello politico, perché sappiamo tutti che é a questo livello che si chiamano le cose in alto, anche se noi come ieri abbiamo fatto la stessa cosa a livello basso livello di della quotidianità di originario quel discorso sulla coppia che volevi farmi? Sì, giustamente la Coop Venticinque che inizia proprio oggi a Madrid. Tutte tutte queste decisioni politiche che non si prendono in alto perché giustamente questi politici, politici, europei, americani, indiani, cinesi hanno tutti un bodyguard, un autista, un cuoco che cucina per loro piatti squisiti con proprio verdure, carne tutto strafico. Invece il popolo in basso non ha proprio l'accesso. A questo ho raramente CNN per quello che quando una decisione non si prende a livello politico noi tutti noi dobbiamo fare qualcosa al nostro livello, perché non abbiamo un cuoco personale, che non abbiamo il bodyguard l'autista, eccetera. Allora quando ieri mi sono arrabbiato e anche per questo, perché al nostro livello non si capisce perché non facciamo qualcosa per rendere la nostra vita quotidiana più pulita, più sana, perché come come lo sanno quelli che lavorano per China, eccetera. Come Giuseppe che abbiamo visto come Gabriele che abbiamo visto tutto finisce al mare o nella terra a proposito della terra, cioè pure una cosa che mi ha molto colpito. Perché? Perché un salentino che che vive in Svizzera, che si chiama Giovanni Sam Ally ha scritto un libro proprio che si chiama Salento destinazione cancro e mi sono detto ma di che si tratta? Perché io che amo tanto questa terra mi ha colpito molto. E ho saputo pure che per l'editore italiano ha dovuto cambiare il titolo del suo libro perché era troppo spaventoso non solo per i salentini, ma anche per gli italiani. Perché il Salento è tramite le destinazioni preferiti degli italiani, degli italiani, perché qui c'è tutto. Allora hanno cambiato il titolo di questo libro per Salento paradiso perduto che non centra niente con destinazione cancro come loro, come era in francese in svizzera solo per nascondere un problema che é grosso perché l'inquinamento di questi queste discariche abusive? Lo non lo vediamo subito, però ieri ad esempio abbiamo trovato rifiuti c' era una data duemila cinque. Voglio dire, vuol dire che questi rifiuti sono stati qui circa quindici anni, ma è una pazzia proprio che mi che mi fa molto arrabbiare e dall'altra parte cioè questo inquinamento già di queste aziende come l'ilva, come la fabbrica vicino brindisi di carbone, eccetera. Piu' tutti questi rifiuti che la mafia ha seppellito qui negli anni settanta con non proprio la volontà del contadino che ha preso un sacco di soldi per seppellire nella sua terra tutti questi rifiuti che hanno inquinato e ammazzato i suoi figli e anche ai nipoti. Perché in questo libro di Giovanni Savalli si tratta di cancri di persone che hanno trenta trentacinque quarant'anni non è un'età normale per morire di un cancro. E allora tutti questi contadini che sono stati ignoranti e che sono che hanno solo voluto la maglietta di di soldi, adesso stanno pagando proprio il prezzo forte e stanno piangendo. Solo che è troppo tardi, però è troppo tardi per loro. Però noi possiamo ancora cambiare delle cose per quello che è. Una associazione come Kalina eh può dare proprio un po' di speranza perché si la rete si metta, mette in marcia e poi facciamo qualcosa di bello insieme per la salute, ma anche per godere la bellezza, semplicemente la bellezza, senza vedere la plastica che gira intorno, nell'acqua o dappertutto e ascoltando Gabriele prima che diceva che si' nella reazione delle persone che vedono la gente raccogliere i rifiuti c' è il senso di colpa, eccetera. Però c' è anche la reazione di quelli che buttano e poi si dicono ma comunque posso continuare a buttare perché c' è sempre un coglione che raccogli. Invece no, non siamo coglioni, siamo più più innamorati di questa terra. É quella la differenza, eh? Che mi fa molto male, cioé ultimissima per te cosa ho fatto? Anche gabriele è curioso che non sei italiano, però cos'è perché l'italia che cambia non il nostro progetto. Ma cosa ti fa pensare a questa l'italia che cambia per me adesso che ne so? Un po' di più sull'italia che amo tanto e non sono penso l'unico straniero che viene qui e che si innamora di questa terra che fa la stessa constatazione. Però sembra che tanti stranieri amano più questo paese che i propri italiani. É quello che mi fa molto male. Allora l'italia che cambia sarebbe un'italia che ama proprio di più questo paese perché ad esempio una cosa che sembra una cosa strana già ci sono più italiani' fuori dall'italia dell'italia che in italia, che è una cosa incredibile e secondo che la prima lingua parlata in italia non è l'italiano dante alighieri no, sono i dialetti, ma i dialetti all'inizio mi sono una cosa bella e interessante. E poi investigando su questa cosa ho saputo che tra due paesi vicini, per non farsi capire dell'altro paese, hanno creato un dialetto. Allora poi mi sono detto ma si giace questo rapporto alla lingua? Come si può amare un paese che quando già uno di questo piccolo borgo non ama la gente del borgo che sta di fronte? E allora come se può solo amare in un paese, quando già la cosa più importante per gli italiani l'ho visto è la famiglia, la gente si preoccupa della famiglia? Sì, questo è il più importante. Una cosa bella sì, é solo che interessandosi alla famiglia boh si' mi interessa un po' il paese, ma molto meno del paese che sta di fronte della regione Bo ancora meno. Allora dell'italia che me ne fotto io dell'italia. E questo mi fa male perché giustamente venendo qui sono venuto proprio per l'amore dell'italia la prima volta che mi sono detto sì, mi piacerebbe vivere in Italia. Già era per la lingua, perché come lo sappiamo tutti, che sia in America dappertutto li' la lingua italiana piace molto. E allora quando Io parlo con gli stranieri e dico ma si' solo che gli italiani la prima lingua in Italia non è l'italiano sono i dialetti, sono scioccati. Ma come mai? E fa fa strano, però è quello che volevo dire. Amare il suo paese vuol dire che non si tratta di nazionalismo o di fascismo. Ancora peggio no, si tratta di amare il suo paese iniziando già ah, amare il pezzo di terra che sta davanti a te per poi amare un po' di più la tua regione e poi tutto il paese. Perché non si ama il paese solo al momento di un campionato europeo del mondo, anche se noi francese abbiamo vinto la coppa del mondo. Però io quando ceo in Italia Francia, quello che vince mi fa piacere, vuol dire che sono arrivato a un livello si'. No, è vero che amare il suo paese no, non si tratta di fare un nazionalismo e piu' di dare un esempio perché amo tanto questo Paese. Perché? Perché mi mi suona tanto nel sangue l'italia non solo Corsano, Tricase o il Salento, poi la Puglia no tutto il paese perché si si sono molto preoccupato di questo paese, ma a fianco all'italia ce la Francia e la Slovenia, cioè la Croazia, cioè tutto è un esempio, un esempio che dobbiamo iniziare a dare. Perché il problema è che no, non è solo italiano, solo che noi viviamo in Italia e possiamo essere un esempio. Grazie. Grazie. Ehm se intanto potete ripetere il nome e cognome e cosa volete che scriviamo nel sottopancia rappresentazione del servizio perché sicuramente lo monto io pero' poi potrebbe essere sapevo anche altri ragazzi molto a qualcun altro non conoscono i vostri nomi. Certo, sto già registrando, ma per profitto. Allora io sono Guido Bertola nella rete del marketing mi occupo di comunicazione visiva, la tipografia qui sotto ci scriviamo come ruolo come ruolo fa un po' ridere difficile. Direi che tutti e tre siamo fondatori. Siamo fondatori di smart Che ting, ma non so se metterlo fa quasi comunicazione. Visita la comunicazione grafico. Progettista Leah Mark vabbè, mi occupo di comunicazione visiva. Lei comunicazione visiva lui di strategia è che Marco Geronimo Stilton perfetto è nella mail. Per quanto? Quando pubblicheremo la storia ne' la redazione scrive sempre avvisarvi chiocciola marketing punto perfetto. E poi noi tagliamo le nostre domande dal montaggio. Se quando io faccio una domanda a prenderli per il soggetto, se non lo fate scusatemi, faccio ricominciare tipo che cos'è il marketing è se tu quanti direttamente con lei io non lo posso usare il marketing, il che non siamo mai in video noi del nostro tempo è guardate me scordatevi il io comincerei proprio da parliamo una bevuta o no? Decidete voi sulla libertà cos'è il marketing, ma oggi smart che ting è un modo di comunicare che è il contrario del marketing marketing, vuole persuaderti a consumare qualcosa. Lo smart che ting facilita la comunicazione tra chi produce qualcosa e chi lo acquista in maniera di abbattere l'intermediazione. La pubblicità fa parte dell'intermediazione. Noi vogliamo ridurre al minimo, anche perché la comunicazione deve essere reciproca, che chi come me deve raccontare qualcosa a chi produce e questo fa parte di un'idea dell'economia in cui si consuma meno. Si spiega di meno e amiamo di più le cose per il loro valore reale e il piacere che ci danno, per il senso che hanno, per come ci migliorano la vita, che è una cosa completamente diversa, alternativa al consumismo. Questo ci piacciono le cose che devo intorno a lungo, che si riparano, che hanno un danno, un piacere estetico perché da questo punto di vista le cose che ci piacciono chi le fa ci piace e chi le usa deve trovare una competenza. Puoi mangiare una mela biologica, ma devi anche rieducare il senso dell'olfatto e del gusto per accorgerti che è diversa. Questa è una cosa che chi produce deve saper raccontare, ma che e a livello pratico come è andata la storia che avete deciso di fondare questa marketing data nel duemila dieci, dopo che già lavoravamo insieme da un anno abbondante e la nasce dall'esperienza dei vari fondatori? Eravamo in quattro Emma e ognuno di noi porta al gruppo la sua diversa competenza. La parola sbarchi e ting per viene fuori alla fine degli anni novanta, nel senso che era arrivato oltre il manifesto che una cosa che in Italia sembrava rivoluzionario invece ci era già da un po' e in quel periodo insegnava all'università nuovi media e con gli studenti mi ha cominciato a affrontare queste cose. Poi verso il duemila nove, quando ci siamo duemila otto, duemila nove quando ci siamo conosciuti, noi ci siamo detti proviamo a metterli in pratica davvero ai mezzi perch drasticamente e proviamo a farlo e da li' abbiamo cominciato a invertire la funzione del comunicatore. Non voglio più convincerti buongiorno, permetterti di raccontare infatti questo l'aspetto pratico mi interessa perché dobbiamo dire a voce cosa fate nel senso poi ho capito. Praticamente il marketing lavora in questo modo noi incontriamo i nostri clienti. In genere sono associazioni oppure possono essere artigiani, installatori del fotovoltaico, contadini biologici e comunque chi lavora in un'ottica non speculativa nei confronti dell'ambiente delle persone. Questo diciamo il nostro presupposto. Noi lavoriamo solo con questa tipologia di clienti, gli altri diciamo no, grazie. Quindi li incontriamo una prima volta e cerchiamo di capire di cosa hanno bisogno, quindi non cerchiamo anche noi di vendere a loro quello che non gli serve. Cerchiamo di capire esattamente in che cosa possiamo essergli utili e abbiamo una parte di lavoro che è formativo, quindi in una parte di lavoro che facciamo noi in genere. Le basi però, sempre in collaborazione con i clienti, capire che il tipo di qual è la loro identità reale e quindi cercare di farlo emergere. Quindi facciamo quello che fanno molti che fanno il nostro mestiere sali, loghi, i nomi, il sito web, però il processo che è un po' diverso. Quindi partiamo subito lavorando insieme con loro attraverso dei workshop, dei laboratori e poi facciamo Una volta che abbiamo creato queste basi della comunicazione, cerchiamo di creare dei modelli, per esempio cartacei, che loro possono utilizzare in autonomia. Cerchiamo di formarli, riabilitare lì a usare la loro comunicazione, a comunicare direttamente. Questa è un po', la differenza sostanziale tra marketing e un'agenzia convenzionale di comunicazione che non cerchiamo di renderli e agganciati a noi per la vita. Ma cerchiamo invece di insegnargli a fare bene la comunicazione per quanto gli è possibile e lasciarli andare e quindi puoi lavorare con altri. Poi alcune cose di alcune cose loro se avranno bisogno, torneranno e sanno che noi ci siamo, possono contare su di noi. Di fatto noi siamo proprio dei facilitatori. Quindi il nostro obiettivo è è di fornire strumenti, ma in primis di formare e dare la possibilità di andare. Siccome tipicamente il nostro committente tipo piccolo e non si può permettere di mantenere un professionista no, il nostro approccio è abilitante e quindi, siccome poi la comunicazione non c', è nessuno meglio di noi che la può gestire. Questo è il nostro obiettivo. Renderli è capaci di poter gestire la propria comunicazione chiaro? Il fatto è che sì, sì, anche perché, Anche perché nel nostro lavoro incontriamo un sacco di gente che ha un sacco di cose da dire a Belle, che fa delle cose importanti, che quando poi si tratta di raccontarle, hanno già troppe cose da fare. Tu vedi gente che fa delle cose stupende e poi vedi il sito che fa tristezza, vedi il cartaceo che è un' acciuga e purtroppo chi conosce i meccanismi della pubblicità sa che se tu fai un volantino sciatto sei tu che sei sciatto. Sarà un sito disordinato, sei inaffidabile perché chiunque, purtroppo nella comunicazione come funziona oggi svelta che è diretta nei primi due tre secondi che vede qualcosa di tuo, si fa gia' un'idea. Ho un'idea anche moralistica anche e di quello che sei tu e quindi è un grandissimo peccato, perché il successo economico nel senso del suo sostentamento, di un contadino biologico piuttosto che un installatore di pannelli solari piuttosto che di un artigiano, del riciclo, eccetera eccetera eccetera. Ma è successo. Non è soltanto della storia sua e della storia di tutti noi, perché l'italia andrà meglio o peggio se questa gente ce la fa non ce la fa. É l'anello della comunicazione, un anello debolissimo perché se tu comunichi il tuo vicino di casa continuerà ad andare al supermarket. Comprare le mele chimiche. Questo è per lo meno dal nostro punto di vista, è l'anello debole di tutto il sistema dell'economia alternativa che devi comunicare. Ma non fare pubblicità. Devi riuscire a raccontare questi nuovi stili di vita, questi nuovi valori. Questo nuovo modo di usare le cose nuovo é quello che è stato la migliaia di anni. Ma diciamo che il nuovo rispetto al secolo che è passato è come devi saper raccontare in maniera che la gente sia disposta a cambiare atteggiamento mentale. Se se questo non passa resteremo una minoritaria più o meno di moda. Oppure le cose belle e buone e giuste, sempre il piano per metterlo sui ricchi, che non è assolutamente quello che ci basta nella vostra esperienza. Come comunicare queste tracce? Nel senso sono io credo che la cosa che condivido pienamente em intervistava, magari partendo dopo, diciamo prima di raccontare se mi raccontate qualche cliente tipo che avete avuto e come raccontare questa realtà, sa fare un'introduzione sulla parte ubicazione visiva? Sì, nel senso che tipicamente il nostro approccio é quasi piu', sottratti vivo. Parlo dal punto di vista della grafica spesso e volentieri si punta all' orpello, quando invece non vi si vuole arrivare alla è. La sintesi è quindi tutti i nostri clienti hanno cose bellissime da raccontare e a volte nella comunicazione si perdono in dettagli e non nella loro identità, che le identità o comunque far passare la loro natura stessa quello che fanno. Quindi il nostro approccio dovrebbe essere più giornalistico che pubblicitario, di fatto perché è l'emersione di ciò che sono, non inventarsi ciò che non sono e quindi anche dal punto di vista della grafica. Siccome si della comunicazione visiva in generale, siccome sono stati abituati per decine di anni a un tipo di comunicazione visiva in genere che punta solo solo ai fronzoli e non all'essenza delle cose, il nostro primo approccio, quello di ritornare li' a riportarli a quello che è il modo che più rispetto al loro modo di lavorare, di comunicare che rispetto al meglio il loro modo di lavorare. Qualcosa che comunque sei bravissimo ma video Ma che bella che ho mai spirito che ha detto lui, perché quello che dice lui sui sui l'impaginazione, sul visivo, quindi togliere abbellimenti, fondine, eccetera e restare all'essenza vale anche per quello che scrivi. Purtroppo queste persone qua che non si possono pagare il Kopi come la grande azienda quando scrivono hanno il muscolo del trenino. Mi scrivono molte pagine e fanno molta fatica a isolare i singoli argomenti. Uno dei lavori che facciamo spesso insieme impediamo a scrivere insieme disimparato è quello che avete imparato a scuola? Scriviamo poco semplice, chiaro, con poche parole e frasi semplici. A che analfabeta funzionale, come siamo ormai tutti che legge in fretta, non capisce bene e intuisce solo quello che già conosce. Riuscire a parlare anche per lui. Questo non è facile, perché ma non è facile perché non sappiamo scrivere. Sappiamo tutti scrivere non è facile come atteggiamento mentale, perché sei nel labirinto e devi raccontare la mappa. In questo noi possiamo essere utili. Ad esempio mi succede poi seguire per mesi un cliente, nel senso che lui fa tutto da solo e poi ci sentiamo un'oretta via Skype e correggiamo il compito in maniera che poi la pagina che esce sul social, sul volantino, su Facebook, sul sito é una pagina che chi la vede ha voglia di leggerla. Perché questo è il passaggio importante, se io non se non mi mette voglia di leggerti, puoi scrivere le cose più intelligenti di tutte le non leggerà mai nessuno. Sì, un altro paese. Sei proprio un approccio che condivido perché nel nostro lavoro, guardando il contrario, ma in realtà spesso è proprio un buco enorme, vero? Tra siti incomprensibili la la voce è capitato anche a noi. Il nostro corona tanto distante? No, aspetti in comune perché non una cosa che spesso che si occupa di quelle realtà? No, non la prenda in considerazione. Però è fondamentale perché è importante far conoscere determinate tematiche. Vedo che pian piano anche questi mondi sta crescendo, la consapevolezza che c' è bisogno di questo fatto per fare degli esempi. La nave? Io parlo di Jean dopo che gli yam quali dei miei scatti solo su che perfetto siamo apprezzati anche a farlo apposta per lei. Andare all'alba io perché altro cliente, ad esempio, aiuta chi puoi. Guardate il video, magari anche se non volete fare come specifica non potete, non lo so no, ma ma aiuta, vuole chi guarda. Bello. Qualche esempio pratico su come altro ci aiuta la cosa? Un festival, un artigiano, secondo il bilancio economico, che un artigiano mettendo solo dei contadini o le associazioni, le biblioteche è un'altra. Cosa guarda Un consiglio su noi, per esempio la questione del cibo? Molto, ma ci sta molto a cuore è molto seguita da quella che cambia dunque ho sentito che è appunto equo. Beh, il punto è che non è cibo, però è caffè caffè dai che appunto il colore contro qualcuno che ha seguito meglio. E allora tu gb va bene dai ti ho accolto, nel senso che poi bisogna capire che cosa raccontare. Vabbè comunque si va bene che avrebbe parlato in gb perché è è un amore però che il nostro primo cliente per cui in realtà è che si possono certo, ma a che abbiamo seguito più il soggetto è a loro no, no, no, no, stavo parlando proprio non ancora da intervista vai da intervista vado io si' si' quindi casi di clienti tipici. Adesso, visto che abbiamo queste scarpe addosso, sia io che guido ceh altre scarpe che che che che fa? A seguito da decenni chiedo la costruzione di scarpe artigianali i fatte con prima le faceva con la pelle delle vacche felici che erano biologiche libere al pascolo eccetera. Poi ha preso giustamente una deriva più animalista, vegana e ha cominciato a studiare queste pelli artificiali ma che sono molto amiche del piede piede non deve sudare, sono fatte tutte amano ci hanno una plantare particolare come l'impronta della del piede sulla sabbia e cioè questo artigiano che ha lavorato molti anni e noi abbiamo aiutato ah, quello che che redistribuisce che giambattista belotti altre scarpe punto it a tenere il sito, a dargli un nome perché prima aveva un nome che non si capiva che alle scarpe inglesi frizzante peccato veniale ma lupa ni caro a voi avete aiutato anche altre scarpe? Sì, sì sì sì sì sì il nome per forza e poi adesso questo artigiano sta smettendo di lavorare così e adesso quindi sta partendo con una nuova linea riciclando le mani cotte dei pompieri, i pompieri e tutti si nel senso che c' è questo materiale che è formidabile, immortale dopo che finisce lo devono avere tutti i supermarket, questi tubi grossi per gli incendi e dopo x anni o dopo devi buttare via paghi pure questo materiale formidabile immortale che costa un sacco di soldi allora cioè questa cooperativa in veneto che in con la crisi delle scarpe gli operai si sono hanno per d'accordo col padrone che stava chiudendo hanno rilevato la fa la fabbrica in modo cooperativo come si chiama? Eh? Ma qualcosa mia relativo infatti genetica venetico benefica e allora ho cominciato a studiare come fare delle sneaker con con questo materiale qui e adesso si sta partendo con questi nuovi prodotti e chiaramente dobbiamo anche in questo caso raccontare il perché il percome spiegare i vantaggi chiaramente costano un po' di più delle scarpe cinesi. Però se c' è una vendita diretta rispetto a scarpe di marca di uguale prezzo, siccome salti tutta la parte distributiva, se tu compri degli snack di marca sai benissimo che le scarpe non so cinque dieci dollari tra lavoro, materiale, tutto compreso il negozio e i dipendenti del negozio e tutto il resto è marketing e plusvalenza. Quindi se le scarpe invece di euro che costano novanta la plusvalenza soltanto quello che vende, allora tu paghi uguale per le scarpe migliori, non solo dal punto di vista estetico e che durano di più e soprattutto che non hanno fatto male al mondo né all'ambiente né a chi ci lavora. Anzi, in questo caso, cioè riciclaggio di un materiale molto nobile. Avete poi ho aiutato questa che gli abbiamo fatto, i test che abbiamo fatto, il dato istruzione di lavorare da solo. Abbiamo scelto un nome insieme a lui che funzionasse meglio che si capisse cosa faceva è che abbiamo dato del luogo che si riconosca tutte le volte che lo vedi, perché ci sono alcuni aspetti del marketing commerciale, alcuni che sono molto preziosi anche nel nostro campo, che se hai poche volte se ti puoi far vedere poche volte é necessario che ti vede, si ricordi di te. Questo é una regola del marketing commerciale, ma vale ancora di più se sei piccolo, povero e debole. Quindi devi essere ricordato, abile, devi fissarti in testa. È quindi solo questi piccoli stratagemmi che virgolette insegniamo. Perché poi Giambattista si fa sito da solo, si fa i social da solo, ci chiama una volta all'anno per le cose importanti, quindi se assolutamente autonomia usato. Quindi alla fine di comunicazione spende quasi zero. Però ha un'ottima comunicazione. Sarà a casa di Giambattista Belotti di altre scarpe. Sai una cosa? Sull'ultima sul Questo è fondamentale sulla spesa del nostro cliente, la spesa prima dovuta al tempo e l'impegno che è in me chiunque, in realtà mamma. A maggior ragione chi non ha risorse economiche le deve in investire in termini di tempo. Questo di tempo e di impegno e di cura. Se non ci sono questi tre elementi non si va da nessuna parte. Una cosa che invece volevo aggiungere su Giambattista e quindi su quel lavoro è il lato umano, perché ovviamente c' è tutta la parte di identità, di lavoro sulla comunicazione, eccetera. Ma è poi la relazione che si crea proprio perché come un tra un insegnante o un allievo che poi non non è più neanche un insegnante, un allievo perché siamo facilitatori, mi insegnava, ma a volte è bello essere corretti da loro. Anzi, quella è la massima delle delle soddisfazioni quando ti dicono ma guarda che c'è scritto così davvero ragione, perché vuol dire che hanno capito quello che gli abbiamo trasmesso e anzi lo hanno fatto loro. Perché poi a un certo punto loro possono insegnare a noi, perché comunque noi non potremo conoscere tutto quello che sta dietro a loro in termini di non solo del prodotto, ma in generale tutto quello che avviene ah dietro un'attività che ovviamente non sempre passa e non sempre viene comunicato. Sfortunatamente perché tante volte invece è lì che si nasconde il valore reale su Giambattista è interessante perché abbiamo lavorato sia su altre scarpe lui anche un'altra. Cosa? Un altro piccolo marchio, sempre che arriva da un prodotto é un prodotto artigianale fatto in Spagna sono delle pentole in terracotta, è con il come si chiama? Esatto, non viene fatta col crono, insomma. Quindi sono è però una cottura lenta e naturale, che adesso sta andando molto bene come attività e anche lì, siccome in realtà è una sua seconda attività, lui ha applicato in quella in quella attività quello che ha preso dal nostro lavoro con lui su altre scarpe. Quindi anche quello è molto interessante. E a ultima cosa e si vedono qua i colli e a una collaborazione che sto avendo io. Poi in particolare con lui è un parete che un parente dei cugini che stanno a prato che si occupano della produzione é lui che si occuperà della distribuzione e quindi anche qua una questione di di rete, quindi comunicazione, commercializzazione e produzione, perché di fatto lui ha sempre fatto così ho trovato delle belle realtà, cercato di portarle sempre di più sulla produzione di prodotti sostenibili e per poi portarle alla conoscenza del grande pubblico. Questo è ma cosa volevo aggiungere su parlato così quando hai detto ah vabbè comunque vabbè, perché non volevo essere uno spot c'è una produzione si é lana rigenerata, si chiama ilana. Il nome ovviamente l'ha messo lui perché si fa tutto in casa, come i nostri clienti di fatto, eh, ma a me piaceva non tanto per il prodotto, quanto per ciò che ha cio' che questa relazione ha portato si'. Volevo dire una cosa rispetto a questo che smart che ting cerca sempre anche di far capire ai propri clienti che ritiene dei clienti alleati. Anche che che devono imparare a ragionare in termini di come si dice sfugge di competizione. Quindi non devo pensare a agli altri che fanno lo stesso lavoro come competitors, ma in termini invece di rete. Quindi dicevo di cercare di pensarli come possibili alleati per fare delle cose insieme, no? Quindi questo è un una che aspetta no, il concetto è chiaro che questa è una stava finendo di scotch. Eh sì, verso il che si' sull'alleanza la competizione. Che collaborazione in in antitesi al sentirsi competitors che comunque è sempre uno di quei tarli che infila il sistema capitalista di pensarti come tu contro gli altri? No di non vedere invece la risorsa degli altri come dei potenziali alleati, quindi cioè proprio anche un lavoro che facciamo di togliersi, di purificarsi da tutti questi meccanismi mentali che ci ha messo in in testa il mercato convenzionale. Chiaro su questo in un'ottica di altra economia di costruzione di reti una persona deve una persona che ha un'attività deve ragionare in un'altra ottica che devi usare proprio degli altri meccanismi degli altri dispositivi. Il competitor diventa il mercato di massa. L'unico vero competitor è super pac. Ehm il nostro obiettivo è quello che la signora capita nella casa di davanti non abbia solo supermarket come unico posto dove andare a trovarla perché se poi va al supermarket anche se ti compra biologico, magari si ammala di nero. Però la logica restava. Invece noi vogliamo che ci sia un rapporto diretto, ad esempio col contadino, quindi i contadini anche delle regioni dove istintivamente sono gelosi competitivi ognuno del suo magazzino di campo entri in una logica di collaborazione e qualche volta non è facile un po' per il condizionamento, un po' per l'educazione competitiva individualista che ci ha inculcato ai bambini un po', perché quando una famiglia di te ti fa incazzare che onestamente vorrei imparare da lui. Quindi anche questo è un atteggiamento psicologico che a qualcuno basta dirgli diglielo e fa clicco a testa, capisce subito altre persone tutta la vita resteranno così e collaboreranno sempre, magari perché devono. Ma non è che sono tanto convinto che ci provava. Di solito i giovani sono più pronti, me non sempre. Qualche volta è vero il contrario, però adesso molto spesso. Ma mi spiego meno quando parliamo di campagna, ma anche degli, anche degli artigiani. I giovani molto spesso sono molto più tonti di questo. A questo atteggiamento che non finanziaria tu volevi raccontare una un'altra esperienza. Ciao ricominciamo che ehm ehm un'altra esperienza recente che abbiamo avuto molto interessante è stata quella con il villaggio ecologico di Granara, che è questo villaggio che è sugli Appennini parmensi vicino Berceto dagli anni novanta esiste dagli anni novanta. Loro hanno acquistato un po' per in gruppo un po' per volta dei questo nucleo questo piccolo borgo disabitato l'hanno ricostruito in autocostruzione e adesso uno splendore arrivarci adesso uno splendore. Poi vedi le foto e vedi tutto il lavoro che hanno fatto. Quindi loro lavorano su tematiche ovviamente della delle energie rinnovabili, del fotovoltaico, della bioarchitettura. Paglia violato é tutte queste cose bellissime e anche a una dimensione sociale molto importante. Loro tutti gli anni fanno un festival di che era di teatro. Adesso è diventato più un festival del villaggio che una settimana residenza. Quindi gli artisti vivono lì e ci sono ogni sera, cioè uno spettacolo, e durante il giorno ci sono laboratori, si mangia tutti assieme, cioè una dimensione conviviale molto bella. Ci hanno chiamato l'anno scorso perché avevo sentivano di aver bisogno di una mano sulla comunicazione. Intanto loro sono una serie di associazioni che collaborano insieme e fanno diverse attività. Ci sono campi estivi per i bambini. Questo festival di teatro in cui collaborano tutti è cioè un'altra associazione all'eco Slab che si occupa di alcune invece workshop, diciamo di tipo sociale, formativo e dell'organizzazione dell'ostello. Quindi la loro comunicazione, effettivamente anche non so visiva, era abbastanza problematica. Erano tutti perché erano tutti, magari loghi fatti in casa e nessuno dialogava bene. Uno con l'altro no. Quindi ok, abbiamo deciso con loro di fare questo lavoro assieme a loro sempre. Quindi abbiamo concordato un budget che loro si potevano permettere. Abbiamo lavorato attraverso dei laboratori, quindi gli abbiamo chiesto tempo concentrazione per ridurre i costi, perché in questo modo si riducono i posti lavorando insieme e quindi abbiamo lavorato insieme sulle loro identità, cercando di mantenere per ciascuno la propria identità, però facendo, facendo percepire che appartenevano alla stessa famiglia. Così, nel momento in cui anche questi marchi questi lobi stavano insieme, insomma, la sensazione era di armonia e di familiarità. E allo stesso tempo abbiamo lavorato sui testi. Abbiamo lavorato sul togliere perché avevano la tendenza a voler raccontare sempre tante cose da raccontare e quindi tutto pieno. Ma il punto è che quando uno invece racconta qualcuno deve cercare di fare una sintesi in modo che le cose in realtà passano più di piu', se cioè meno meno acqua, meno roba, meno orpelli, meno meno testo. E questo lavoro l'abbiamo fatto con loro e il festival è andato molto bene. La comunicazione è comunque ha funzionato. Il festival è andato molto bene e noi proseguiremo questo cammino intrapreso con loro. Adesso, per esempio, per quest'anno focalizzato sulla comunicazione interna del villaggio, cartelli per cercare anche di raccontare lì, sul luogo, quando le persone arrivano, che cos'è quel quel luogo. Questo è stato grazie a un lavoro che ci ha dato molta soddisfazione molta, molta soddisfazione. Anche perché durante durante il festival di Granara abbiamo partecipato anche con dei piccoli laboratori, uno sulla scrittura e un'altra sulla mappatura con i ragazzi. Quindi è chiara Abbiamo fatto cose due tre giorni in cui abbiamo fatto delle passeggiate con il cellulare piuttosto che con altri mezzi è analogici. Abbiamo cercato di capire quali sono i percorsi interni, é come guidare le persone all'interno di questo villaggio, soprattutto durante il festival che abbiamo avuto anche poi la fortuna di vedere in opera. Quindi vedere tante persone tutte felici anche in qualche modo grazie alla nostra facilitazione è stato una grande soddisfazione. Infatti volevo chiedere a livello pratico nel corso di questi anni la nostra attività è un po' di voi volte. Se vi ricordate ovviamente quanto in realtà tante, tantissime, proprio tantissimo, secondo me ha sono passate tante realtà, abbiamo lavorato con tantissime realtà, più di quaranta, forse anche perché poi con il fatto che abbiamo fatto è consulenze, consulenze, barattoli anche poche ore, forse impossibile contarle. Se consideriamo anche quelle, siamo alle centinaia e se consideriamo anche tutte le persone che vengono ai corsi perché smart che thing in gran parte è cominciato con questi weekend che io facevo in tutta Italia prima di Sky, prima di pubblicare il libro, il libro pubblicato perché mi sono stufato di andare in giro a fare i corsi? Perché non aver Siccome sono avevo tutti i weekend impegnati per riavere una vita mia personale, ho scritto sul libro la maggior parte delle cose lì è in corso. Ogni volta C' era una ventina, venticinque persone, ognuna delle quali aveva la sua cooperativa, la sua onlus, la sua battersi in proprio, la gente che veniva clandestinamente senza farlo sapere alla propria cooperativa perché ne voleva uscire. Oppure ho visto tantissime realtà incredibili e corsi continuano a funzionare così, per cui sono organizzargli un approfondimento mio. Avevano a Milano no, i corsi, i primi due anni che ho fatto, i corsi a raffica è ogni realtà. Se li se li gestiva da sé. A era uscito qualche articolo su carta. Ci sono delle cose che piacevano sul sito ed erano gli altri che mi chiamavano. Erano così tutti autofinanziati, quasi tutti autofinanziati qualche volta al teatro qualche ente locale, Luke da villa in macchina. Ma la Lombardia tutte queste altre viste come le avete viste? Migliorare nel senso dopo l'approccio il posto è prevista una comunicazione diversa. Cosa hanno appreso? Livello comunicativo, come come è cambiato il dolore? Come ti dicevo in certi casi è stato molto bello proprio vedere l'evoluzione. Anche perché poi le le situazioni in cui siamo riusciti a mantenere un rapporto duraturo, il rapporto in termini anche di continuo lavoro, non sono tantissime rispetto alle realtà che invece abbiamo incontrato. Eh eh no, secondo me è veramente il meglio proprio quando ci si agganciano corretti. Quindi quindi è oltre il vedere un miglioramento. Poi ce ne sono alcuni che invece perché non sempre si ah, ci si azzecca. Non siamo sempre andate bene. È in certi casi l'involuzione vedere che quello che è che hai raccontato e cercato di sensibilizzare vuote non ha attecchito. E il ritorno alle alle logiche classiche del delirio, quello un ponte action si'. La cosa più importante è che riusciamo quando lavoriamo con un cliente a raccontare quei sette otto errori che paghi. Questo di solito errori di comunicazione. Questo di solito magari non tutti qualcuno li fanno ancora. Ha perso, di solito passa. E poi quello che è, ma che quando va bene diventa esaltante. La gente funziona da sola e e come al solito ci viene piu' di pensare a quelli che vanno male che quelli che vanno bene. Quindi invece di tirarsela per i successi ci stiamo lì a chiedere ma quella quello lì perché poi è andato a scendere, non a salire? No, però è uno dei punti deboli quando lasciamo un cliente è la sua gestione del tempo. Tempo in termini di cura della comunicazione è perché, come tutte le cose che un'azienda molto piccola di una cooperativa, di qualcuno si arrangia un po' da solo. Se tutti fanno un po' tutto poi chi è che fa la cosa su Facebook piuttosto che manda newsletter? No, ma ho da fare. E pensarci tu oppure no, non la facciamo oppure facciamo controvoglia si vede che fare, no? Una che non leggeva nessuno e dopo un po' si perdono i contatti con i clienti e io purtroppo il danno economico non lo vedi subito vedi due o tre anni no e quindi magari non capisci neanche che dipende dal fatto che la comunicazione non è più quella di prima. E quindi succede che qualcuno torna all'ovile che ci telefona dopo qualche anno dice magari guardiamo un po' tutti insieme? No? E questo è successo, sta succedendo e poi l'obiettivo comunque che ognuno se lo faccia da solo. In realtà, dopo un po' non devo essere io a insegnarti le cose. E il tuo pubblico che ti dà degli scontri, anche perché ci sono dei casi in cui la gente comunica schifosamente, ma fanno cose bellissime. Ha bisogno dei pochi clienti, gli funziona chi se ne frega, cioè altre volte invece che la paghi parecchio caldo perché poi ci va di mezzo un'occupazione ci va di mezzo questo spesso gente che vuoi con le banche che si è messo in proprio mettendoci la liquidazione o è tornato al potere del nonno e licenziando c'è gente che paga molto scommette di persona, ci chiede E allora per questo dettaglio rischi di perderci proprio la tua scommessa della vita si' Non è sempre facile farlo capire. Qualcuno capisce subito qualcuno ha piu' fatto una mia amica. Vi volevo chiedere la più grande gioia più grande difficoltà. Ma penso magari su come siamo organizzati, come siamo organizzati? Perché marketing è una rete di professionisti. Molti ci chiedono ma allora cosa siete? Una cooperativa, una società? Non ho capito che guarda, siamo dei liberi professionisti. Ognuno di noi ha la sua partita iva. Abbiamo visto comunque all'inizio era è partita così perché non volevamo appesantirsi subito con tutta la parte burocratica. Rischiare il fallimento iniziale no, visto tante esperienze che magari perdono un sacco di mesi a discutere, così diventano cooperativa e poi non ce la fanno, litigano subito e si devono pure dividere, ha detto Ok, partiamo così in sordina, proviamo a vedere se funziona e in realtà sta funzionando i nostri. Quello di cui si aveva timore che era era che i clienti non riuscissero a capire questa cosa, perché ovviamente presuppone che allora ma ciascuno di noi fa una fattura. Spesso noi facciamo anche la chiediamo in anticipo che insomma, è così che dovrebbe funzionare, non inizia a lavorare e si fa pagare un anticipo e poi si fa un saldo. É però vediamo che in realtà questo non è più non è un grosso problema. Capiscono che c' è un valore anche in questa orizzontalità, perché la nostra è una struttura orizzontale, non gerarchica. Quindi loro vedono dei nostri progetti preventivi, vedono chi lavorerà per loro. Non ci sono persone che lavorano, diciamo nelle retrovie, non pagate bene in stage. Noi non facciamo stage, abbiamo proprio un codice etico interno che ci siamo dati, per cui se ci sono delle persone che vogliono collaborare con noi e non magari da proporci dei lavori da fare insieme ok, possiamo pensarci. Possiamo lavorare insieme pero' non prendiamo per esempio degli stagisti perché non ci sembra corretto far lavorare gratuitamente, anche se possiamo insegnare delle cose. Però magari si può trovare delle formule diverse per insegnare delle cose alla pari e quindi questo penso che sia anche un grande valore. Diciamo proprio del nostro modo di lavorare. Quindi poi abbiamo anche non essendoci gerarchie, non è che ci rende chi prende di piu' chi prende di meno. Abbiamo ci siamo dati delle mhm, degli indici. Insomma abbiamo deciso che per la giornata ci paghiamo un tot per le ore di lavoro, ci troviamo un tot e quello è per tutti. Non ci sono le star che prendono di più i i nuovi entrati che prendono meno questa mia. Se qualcuno vuole collaborare ha qualche idea, propone come di solito come vanno le dinamiche nel senso per esempio io magari volevo chiedere a condividere con voi. Voglio parlare con voi, come vi approcciate allora come si, come rispondiamo a gente che vorrebbe lavorare così? La quantità di proposte di curriculum che ci arrivano è veramente imbarazzante perché c'è un sacco di gente in gamba che disperatamente cerca di lavorare. E ovviamente noi siamo noi. Eh sì. Allora succede che ci succede che una o è un cliente, specialmente in posti diversi dell'italia che ha già i suoi collaboratori o già conosce qualcuno di giovane molto bello lavorare insieme. Bisogna che anche l'altro sia d'accordo, perché magari lato ci vive. Come arriva a milanese che tutto ciò che mi fa fuori che vi schiaccia al termine della competizione della dell'agonismo se si rompe questa logica, beh, diventa molto bello perché ci si ci si impara insieme reciprocamente, no? Quindi il cliente a qualcuno sotto casa, magari un giovane che ovviamente il costo anche qualcosa in meno però é un rapporto diretto tra di loro e ci siamo noi che vigiliamo un attimo sulla reciprocità corretta sia della fornitura del lavoro, quindi dal punto di vista tecnico sia sulle tempistiche sussidiarie e poi l'obiettivo che sarah gino tra di loro. Quindi facilitazione tra l'altro, magari qualcuno giovane che può mettere le cui comunque lavora con noi puo' sempre fare utile cosa di questo tipo, però tra di loro, altre volte, cioè qualche, qualcuno, anche anche bravo, anche già collocato, che ci del mercato, che ci chiede di lavorare insieme su un progetto che anche questo è molto bello. Di solito ci piace aprirci, avere aria è un gruppo troppo stretto che si lavora sempre insieme al cerchio di aumentare l'entropia, quindi deve riscaldarsi, meglio aprire le finestre e siamo sempre aperti. Ho capito bene se guido io che all'inizio di una città adesso? Beh, diciamo ci sono sette persone, grosso modo poi ciascuno fa le sue scelte. Per esempio c' è qualcuno che magari sceglie di lavorare un anno due nel mondo profit, magari perché ha un mutuo o perché viene a tuo figlio, cosa di questo tipo e qualcun altro che per esempio continua a fare anche qualche conferenza da solo. Ehm ognuno di noi si amministra perché lo smart che ting é un processo di liberazione del comunicatore. Io personalmente ho obbligato la visita co-scritto pubblicitario disegnato no, no, perché è un processo, non è che tu ci hai l'etichetta e quindi ognuno ognuno se la deve gestire. Comunque in questo momento diciamo che ci sono sette famiglie che si sfamano con il marketing? No, no, i pubblicitari disertore ogni tanto c'è il volevo aggiungere. Proprio per questo siamo in tre che lavorano praticamente soltanto su smartphone praticamente o comunque si spalmano disma marketing. Ci sono molte più persone che nel tempo stiamo parlando anche qua di sopra la decina hanno lavorato con il marketing più o meno saltuariamente più vabbè continuativamente sotterraneamente e sono un tecnico, quindi sminuisca che e quindi è ora oltre. Noi tre ci lavoriamo praticamente full time, ci sono altre quattro persone nel tempo, invece ce ne sono state tante di più è sia proprio del nostro entourage che collegate ai tuoi clienti. Questo in realtà secondo me è un'altra delle nostre sfide. Il fatto di poter arrivare a più professionisti e riuscire a gestire questa cosa fino ad ora non è la parte più difficile, in realtà perché se un po', come dicevamo, i nostri clienti fanno fatica è trovare tempo per gestire la comunicazione. Noi facciamo fatica a trovare tempo per organizzarci, invece essendo rete sarebbe carino. Sarebbe molto bello, almeno nelle mie aspettative, allargarsi. Ma è un lavoro quello dell'organizzazione, quindi quello secondo me è personalmente la sfida di marketing nel futuro Ci sono altri obiettivi che volete aggiungere rispetto a quello di marketing che ha detto lui? Che va bene altri obiettivi? C' è sempre un po', il sogno di fare prima o poi un'associazione. E ovviamente ci rendiamo conto che come gruppo di lavoro non si può essere, ma più di tanti perché è difficile l'organizzazione. Non riusciremo mai a però come associazione, quindi che riesce a Magari possono nascere dei gruppi spontanei, ma ci sono gia' che lavorano sulle nostre stesse tematiche. Non è che noi abbiamo messo un copyright su un metodo no, purtroppo ciechi lo fa però invece noi no. Quindi chiaro il nostro gruppo si chiama marketing. Però il metodo, diciamo la metodologia del lavoro l'orizzontalità il fatto di puntare più sulla formazione l'abilitazione che non sul tenersi clienti. Questo può essere adottato da chiunque, quindi l'idea di fare un'associazione che promuova questo questo modo e magari trovi dei momenti di condivisione con altri professionisti del settore della comunicazione. Questo un po' è un obiettivo che non abbiamo molto chiaro nei tempi e nei modi. Però è comunque una cosa che ci piacerebbe poter fare nel futuro. Si' sì, c' è un un auspicio che però stiamo già cominciando a metterlo in in pratica che è la bicicletta nel senso comunicare come se si andasse in bicicletta è quindi aiutare a fare noi diciamo sito, bicicletta, volantino, bicicletta. Cioè quando tu scegli di usare una bicicletta invece di una macchina sai che farai più fatica. Però sai che non cinquine rai che sarei più atletico, che non hai grosse spese iniziali che non devi pagare per il carburante, quindi non hai dipendenze economiche. A questo punto la stessa cosa si può fare. In comunicazione vorrei sapere che con un sito bicicletta con un volantino bicicletta significa cose fatte insieme, molte cose molto economiche ma anche molto semplici. Sai che c'è un sito in bicicletta? Non puoi portare cinquanta quintali di arancia dalla sicilia a milano, sai che lavori su una scala piccola che però è quella della maggior parte delle persone che lavorano in questa maniera piccola scarica la niente dipendenze, quindi grande economia e pedalare ehm che ti costa pedalare che alla fine però ti trovi mica tanto che non sta mica tanto più stanco. Magari ti trovi anche più gagliardo i muscoli, anche questi qua e che funzionano meglio. Si' questo diciamo l'obiettivo a breve termine. Per quanto riguarda noi sì sì, questo è l'obiettivo che ci eravamo arrivati al trovare anche dei meccanismi che delle formule che lo rendano più semplice anche per noi, più facile da capire per chi ci vuole. Mhm contattare vuole lavorare con noi che riesca un po' a farsi anche l'idea banalmente di quanto gli puo' costare quanto e risparmiare lavorando anche lui? Perché questo è fondamentale insomma, certo che è lui che sa dove fate voi e l'apprendimento eh sì, così come stavi dando qualcosa allo stesso tempo? Si non c' è l'auto con l'autista ma c' è una bicicletta, quindi devi pedalare mettiamo una ghianda, io un'ultima se voi se non volete aggiungervi qualcosa, voi dimenticate non so che cosa ma si sa che abbiamo toccato vari sembra che il primo approccio un'altra consulenza iniziale proprio la chiave di volta. Ben detto, no? Facciamo le consulenze. Ricordiamo che non è uno spot. No, ma no! Ma no! Ma che che ci si parla insieme per due o tre ore prima di capire se ci si vuole bene questo importante certo contatto, ma va bene che l'ultima così non concludiamo sempre i nostri servizi. Ho ho una domanda che cos'è per poi l'italia che cambia ma non il nostro progetto se i luoghi di Equitalia che cambia a cosa fa pensare questo? Uno per uno se ci vediamo voglio certo dai, inizia tu così, brutto aspetta, fammici pensare che quello che scrive parla, ci prepariamo sono venti anni che vediamo l'italia che cambia in peggio nel senso e io che mi occupo di soprattutto di scrittura vedo che sempre più spesso le persone leggono poco capiscono male. Questo mi costringe a scrivere sempre più facile, sempre più semplice, sempre più col rischio di essere banale. A questo punto però credo che stiano succedendo delle cose nuove, anche usando in modo intelligente nuovi strumenti. E qualche volta questo cambiamento che io, da scrittore del pendejo vedo che sta cenando qualche cambio, un po', come quando hanno inventato la stampa e i cantastorie si sono trovati un po' disoccupati è forse sta lasciando qualcosa di nuovo in questo mondo con questi nuovi strumenti è molto, molto importante che eccetera che ce ne teniamo padroni. Ridico non molto importante. Parliamo di questi strumenti perché tutti i mezzi di comunicazione ci impongono un modo di comunicare tutti gli strumenti. Non puoi cantare una vita con un martello, ogni strumento ti comanda come usarlo e la comunicazione è uno di questi strumenti l'italia come cambierà l'italia? Come cambierà? Ho l'impressione che dipende moltissimo da come riusciamo a usare questi nuovi strumenti. E ho paura perché o va bene bene o va male male se penso l'italia che cambia a vedere il positivo in chiave positivo finché è sicuramente in chiave positiva. Perché vedo che veramente ci sono tante persone sicuramente perché c' è il collasso dell'economia appunto, che secondo noi non funziona. Quella capitalistica così non funziona. Le persone non trovano lavoro e quindi il ritorno si inventano delle cose nuove, appunto tornano al podere di famiglia e mettono su in insieme ad altri amici, magari anche non da soli. Non ci sono gruppi di persone che fanno delle cose molto belle in tutta Italia. Insieme vedo una tendenza, si vede anche nel mainstream, nel senso del anche lo vediamo, ma tutto collaborativo. Adesso inizierà a starci anche un po' antipatica. Questa questa questa parola della dello sharing e della collaborazione pero' effettivamente è un gran cambiamento dall'individualismo che si respirava qualche anno fa, cioè questa tendenza all'apertura e condividere con gli altri è molto interessante per noi. Ovviamente pare che fare quotidiano pum gneo allora l'italia che cambia tendo a pensare a alle persone che che poggiano i piedi su questo territorio, quindi di qualsiasi provenienza é proprio per le proprie differenze rendono ricca un territorio. Credo che la il cambiamento stia nella collaborazione, nel lavorare insieme, seguendo dei valori. Ritornando magari ha a certi valori che magari abbiamo un attimo perso o che abbiamo in mente, ma che a volte ci dimentichiamo si' non volete aggiungere io no tutto grazie grazie, grazie a voi! proprio dalla base, cioè cosa della Fondazione senza frontiere. Di cosa si occupa e decidete voi chi mi risponde Potete anche interrompere responsabile la parola l'importante, non parlarci. Insomma, che microfono registrare tutte e due le voci quando volete. La Fondazione senza frontiere è nata con due scopi principali una salvaguardia della natura. Due sostenere popolazioni dei paesi del terzo mondo in difficoltà principalmente i bambini. Questi sono i due nostri filoni e un po' di storia a è naturalmente siamo partiti con la fondazione della sede proprio quindi che l'abbiamo dedicata ha un parco giardino che con tutte piante autoctone della pianura padana si c' è qualche pianta fuori un po', ma sono stati errori dell'inizio. Ma poi attualmente diciamo che tutto piante autoctone, proprio per ricordare specialmente ai bambini e scolaresche che vengono in visita. Le piante della pianura padana l'altro invece sono progetti umanitari che sosteniamo in vari paesi del mondo, dal Brasile al Nepal, Indonesia, Filippine, Papa Guinea e generalmente sono scuole che sosteniamo scuole e asili perché riteniamo che la formazione è una cosa importante e determinante per lo sviluppo, per la crescita e per affrontare meglio le loro difficoltà che hanno perché è nata una sensibilità particolare. Lui è una cosa lunga. Abbiamo problemi? No, nel senso che io sono sempre stato l'amante dei viaggi. Da quando avevo quindici anziani ha viaggiato in Italia prima col treno, con il pullman, eccetera. Poi abbiamo fatto l'europa, abbiamo fatto gli altri, tutti i paesi dell'europa con la macchina e dopo c' era il problema di andare in Africa piuttosto che in America e così via in Asia. E allora ci siamo appoggiati francescani di Assisi che loro organizzavano viaggi nelle loro missioni, ma quindi in quei viaggi li' non avevo alcuna intenzione. Non aveva ancora la sensibilità di aiutare e sostenere che mi interessava viaggiare e conoscere le persone, conoscere i modi. Poi a un certo punto abbiamo fatto un viaggio sempre con questi francescani in Brasile, nell'amazzonia all'interno della famiglia. E lì siamo venuti a contatto anche degli indios, originario, eccetera. E successivamente, sempre Brasile, ho conosciuto un missionario italiano il quale lui di Judy sera più che altro usciva dalla sua dalla missione andava in giro per le periferie, incontrava bambini che sembravano abbandonate. Così dice Guarda, se vuoi io ti porto nel nostro istituto, ti diamo da mangiare, ti diamo da studiare. Quindi avrai un futuro migliore e quello è stato quello che mi ha fatto scattare un po' la vita no, ma io devo aiutarlo. Questo padre qui non si può non aiutare uno che fa una cosa così e lì è partita l'idea. Inizialmente abbiamo aiutato loro e altre missioni, poi però ho cambiato perché ho detto ma insomma questi padri quasi tutti pensano solo alla carità. Quindi diamo i soldi finché ce ne sono, dico dopo quando finiscono i soldi qui cosa fanno? Io no. Allora io siccome ho fatto il commercialista, aiutato molte aziende a nascere e crescere, eccetera no, bisogna creare questa mentalità, dare la possibilità a questa gente di creare delle opportunità economica. E allora, accanto alla scuola accanto all'asilo creano sempre delle attività economiche, vale a dire un laboratorio artigianale per fare magliette, pantaloncini, una orto per vendere la verdura oppure un'azienda agricola per produrre il latte, per produrre tutta la frutta, eccetera. Quindi abbiamo creato delle attività economiche che sostengono queste cose. Quindi per quello che nonostante siamo piccole perché non siamo una grandissima realtà, però abbiamo fatto più di sessanta progetti. Questi quarant'anni abbiamo, ma proprio perché partiamo da questo presupposto, li aiutiamo a sviluppare qualche cosa che poi diventa autonomo. Perfetto in è in Senato al al la grandezza della fondazione. Sì, possiamo descrivere il team quanti tener presente che le fondazioni non sono associazioni, quindi non c' è non sono i soci, è praticamente io sono il fondatore. Dopo abbiamo una vabbè stretti, stretti sono tre o quattro collaboratori. Però dopo noi abbiamo una ventina che sono i nostri punti di riferimento in varie parti d'italia che collaborano con noi. Perfetto. E Alessandro? Avevo i sì diciamo il mio compito, invece quello, come ho detto prima, sono un collaboratore operativo della fondazione. Mi occupo in particolare nella gestione delle adozioni a distanza. Io tengo proprio i rapporti con i nostri referenti in loco, per esempio con i referenti brasiliani, con i referenti in Nepal e appunto o i contatti con loro e e ci scambiamo punto delle informazioni perché dopo io devo tenere a mia volta dei rapporti con i sostenitori della fondazione. Abbiamo una, diciamo un gruppo di sostenitori che appunto sono dei benefattori, che attraverso appunto un impegno punto economico e mi è uno scambio appunto. E no scusa aspetta sbagliato, avremo tagli dopo a si si si può tagliare che no, Ok, no, eri riprendo da capo o posso dicendo si' si' dei sostenitori, appunto. Cioè, appunto, ci sono i sostenitori e questi progetti, appunto umanitari, vengono sostenuti attraverso questi sostenitori e con le adozioni a distanza. Io appunto ottengo i rapporti con i appunto gli operatori in Brasile o in Nepal e i riporto appunto queste informazioni. I nostri sostenitori italiani, diciamo questo è il mio compito. È Mme, eh? Magari ci torniamo, questo vogliamo sì, sì, sì. Voglio aggiungere una cosa che ho dimenticato prima. La cosa importante è che io ho istituito nella nostra fondazione è che nei nostri progetti non ci deve essere nessun italiano che dirige l'italiano può andare a insegnare delle cose, eccetera, ma non dirigere perché vogliamo che siano loro che scelgono quelle che vogliono fare. Lei lo sa che lei è stata tre mesi? Mi andai. Naturalmente questo comporta una difficoltà iniziale e anche di durata dei nostri interventi. Non possiamo pensare di fare un progetto umanitario in due anni. No, non sta in piedi. Bisogna dedicarsi anche cinque anni perché devi formare le persone? Perché possono gestire loro, far loro le scelte, perché ogni anno il suo no. Perché con questo paese qui. E un po' di crisi. Ogni anno portavo giu' persone, quelle che si sostenevano per vedere quello che facevamo. É però da li capivi subito che diceva un italiano. Ma come mai così fanno così poco come già smesso di lavorare da qui. Lavoro piccoli però lavora il tuo quaranta gradi no, a mezzogiorno all'una perché di solito loro si fermano, non so dalle undici andare alle due e mezza del premio. No, questo proprio dire che c'è una differenza, infatti è una cosa interessante. Rispetto è che secondo me è da valorizzare che adesso, purtroppo per esigenze anche diciamo di epidemia mondiale, in passato sono stati fatti molti viaggi che appunto la guida era appunto Anselmo è che portava appunto le persone a vedere cosa cosa veramente alla Fondazione faceva in Brasile, cosa appunto negli appunto, nei luoghi dove opera la Fondazione. Ma anche in passato sono stati fatti viaggi anche penso in altri luoghi del mondo, non solo in Brasile, in Nepal. E questo, secondo me, appunto, è un è un aspetto importante che dove le persone possono toccare con mano quali sono è i progressi e appunto dove vanno anche i fondi che i sostenitori donano la fondazione. Dunque faticaccia, insomma. Capito bene, si parla quando si poteva, si fa parte, si va nei luoghi dove c'è bisogno di un progetto educativo del progetto di sostegno, si formano le persone del luogo in maniera tale che poi possono essere perché io la il mio pallino è la formazione. Ma non solo la. Anche in Italia lo sa, no, io lo studio professionale, poi una casa editrice eccetera. Ma per me la fondazione é una cosa fondamentale. Ragazzi bisogna dedicare loro, anche se ho molti dei collaboratori lo ritengono tempo perso. La formazione no, non tanto male, ma no. Ma devo fare quello no? Dedica almeno due o tre ore a settimana a formarti crescere un patrimonio tuo quello che nessuno ti porterà via. Pero' si fa fatica, si fa sbaglio, vero? Veramente, Ma dai ghetti ho visto che ci sono tantissimi, ma attualmente in essere non solo tutti, perché noi iniziamo dopo, quando è finito vanno avanti da soli. Adesso ne avremo in ballo. Sono troppo? Sì, esatto. Progetti In pratica come funziona? Lo abbiamo già detto noi lo abbiamo detto in video l'ho detto anche io. Nel senso che si va li' Cosa va bisogno. Ma allora teniamo presente una cosa che questi progetti sono nati tutti un po' per caso? No, nel senso come si può dire che questa mostra che è terribile, ma non nel senso che io incontro persone eccetera ascolto e così via. E sono nati tutti così? Non è che abbiamo fatto una ricerca prima? No, non tutti. Io dico sempre nati per caso. Ho incontrato la persona, quella persona lì. Poi abbiamo pensato, organizzato, eccetera. E alla fine, per esempio in Brasile è stato Don Marcello. Non è stato il tempo, conoscevamo non un vescovo, ma in altri casi altre persone così eccetera. Siamo partiti in quel modo lì, proprio. Quindi non è che abbiamo fatto una ricerca prima di no, andiamo lì piuttosto che l'hanno. Magari sono stati loro. Che merito infatti il vescovo così avevo visto che noi abbiamo fatto alcune iniziative, estremamente anche qui da noi che abbiamo un fracco di giovani scappano nel senso è un problema, ma il problema di fondo è quello legato al fatto dei giovani che scappavano. Perché stiamo parlando del mare magnum, Per esempio in Brasile é una zona uno dei degli stati più poveri del Brasile e quindi i giovani se ne andavano via oppure non avevano la scuola neanche no, quindi e per cui andavano a finire nelle grandi città e le periferie, ma venivano sfruttati. E poi se uno invece aveva la scuola non era un problema. La maggior parte non l'aveva. Quindi. Infatti la prima cosa che abbiamo fatto e fare le scuole. Ehm leggevo che ci sono dei vari punti fondanti un po' dell'attività della fondazione. Prima infatti, una legge accennata sulla formazione che va di pari passo con l'indipendenza. Ma ciò non creare dipendenza, ma che la domanda che volevo fare è come quali sono i punti fondanti un po' dell'astensione per proteggere il bene comune anche del discorso rispetto alla natura, mi colpiva molto come stiamo bene, ma riguarda quello che ho detto ai nostri due filoni sono proprio sono nello statuto è quello della formazione della natura e quello deve far crescere le popolazioni, specialmente i bambini che vivono in condizioni di disagio. Ecco, quindi i nostri interventi sono finalizzati su questi due filoni, per cui, per esempio, in qualsiasi posto dove ci hanno chiesto di fare qualcosa, la prima cosa che abbiamo chiesto e noi vogliamo farlo a scuola Quindi se si può fare quella bene, sennò non cominciamo neanche. Se c' è la scuola, va benissimo. Ma se non ce la scuola niente da fare perché abbiamo provato in alcuni posti, ma con Ia gente analfabeta è difficile lavorare perché giustamente loro non ci credono che tu vai lì ad aiutarli perché non ci hanno fregato fino a ieri. Questo è realizzato in Brasile, a Mirandola. Questi anziani che vivono li' davanti. Ma ha detto che tu vieni qui, ci fai la scuola tutto gratis. E noi che ci siamo imbrogliato come adesso tu vieni dall'italia. Allora gli ho detto Venite, qualcuno di voi venite a Santa Rita e li ho portati da una settimana. Questo per dire che c'è questo tipo di problema. Insomma, quando parlate di bene comune, di attenzione al bene comune, a cosa si riferisce? Ma il bene comune, inteso che tutti, secondo me dare la possibilità a tutti di poter beneficiare, no? Quindi la scuola, per esempio. Io dico tutti i bambini devono avere le stesse opportunità. Dopo ognuno farà qualche vuole nella sua vita, no, ma per me il bene comune riuscire a dare a tutti gli effetti le stesse opportunità, la scuola è il primo aspetto. Secondo me, infatti, il filo conduttore ogni progetto abbiamo gia' anche anticipato prima. C' è una scuola in tutti i progetti che sono stati attivati c'è sempre un una struttura formativa che sia un piccolo laboratorio, che sia una scuola più strutturata. Comunque questo è proprio il filo conduttore, appunto della fondazione della formazione. Molto importante, infatti, anche i sostenitori attraverso le diciamo le donazioni, le adozioni a distanza sostengono la formazione di questi studenti e appunto noi diciamo lì le adozioni a distanza partono per modi di partono diciamo dall'età dell'asilo potremmo dire fino ai diciotto anni, appunto i ragazzi non li sosteniamo in questo arco di tempo dai diciamo dall'età dell'asilo potremmo dire dei due tre anni. Insomma tre anni fino ai diciotto. Dopodiché insomma, le strade si interrompono dopo. Ci sono anche altri progetti, piccoli progetti o aiuti per diciamo per la per il dopo, per l'università, per universitari. Abbiamo dei progetti attivi in questo senso, ma principalmente si muovono appunto nell'arco dai tre ai diciotto anni. Si' si' abbiamo dieci o dodici ragazzi che sosteniamo, all'università anche. Ah ah, ma che sì, sì, no, vengono seguite anche dopo le prime, diciamo fino a diciotto anni sono l'adozione. Chiamiamo distanza. No, invece con le altre le chiamiamo piccoli progetti. Perché effettivamente li', diciamo facciamo l'accordo direttamente con lo studente? No, non più con l'istituto che ce l'ha è un accordo direttamente con lo studente e ne abbiamo una decina, credo si' si' le palle col Brasile. Il video della stanza come funziona? Io se voglio notare come faccio con voi? Esatto. Tu ti metti praticamente una volta che viene a conoscenza della realtà della fondazione senza tramite il sito, per esempio. Poi mette poi conosci, eccetera verso il sito o attraverso anche, diciamo un nostro periodico che è questo che colgo l'occasione di mostrare. Abbiamo un periodico che appunto è un trimestrale, dove noi, appunto, illustriamo le nostre attività che facciamo appunto in Brasile, in Nepal e nelle altre parti del mondo è appunto qua. Uno può venire a conoscenza delle nostre attività oppure attraverso il sito e tu mi hai chiesto come appunto è. Posso fare un'adozione a distanza. Beh, una volta che viene a contatto è m' o tu hai già in mente un progetto specifico che vuoi sostenere oppure noi ti proponiamo un progetto e di solito proponiamo quelli dove c' è più necessità. In base, appunto, contattiamo i nostri referenti locali, verifichiamo appunto la dove c'è più bisogno. E dopo facciamo questo, appunto, questa proposta al diciamo il possibile, al potenziale sostenitore. Guarda ci sarebbe questa opportunità di sostenere questa scuola, questo bambino, questa bambina che appunto viene da una famiglia molto povera. E così nasce l'adozione a distanza. Così nasce, diciamo il contatto. E così parte tutto dopo può essere che un sostenitore sostenga per più anni, può sostenere per un anno, può sostenere più per più anni. Dipende appunto dalla non è un obbligo, non è che si va a stipulare un contratto e più che altro è un impegno morale quant'è il costo annuale. Varie formule sono sì, sì, sì, no, è ci sono varie formule di pagamento, però noi chiediamo sostanzialmente un contributo di quattro centoventi euro. All'anno che questo contributo serve appunto per pagare il la formazione, le spese scolastiche e anche le spese. Diciamo di di vitto, di spese anche del cibo che deve sostenere per o anche per i trasporti, perché è importante appunto segnalare che certi bambini vivono anche sette otto chilometri dalla scuola. Alcuni vanno a piedi. Alcuni si fanno in bicicletta alcuni non ci sono anche i servizi, diciamo pubblici, come siamo abituati a pensare qui in Italia. E dunque tutte diciamo la retta annuale che uno potrebbe anche non per forza versarla tutta in un unico contributo, ma può anche su dividerla in rate mensili, per esempio. E vengono appunto destinate a sostenere queste spese, ma anche a volte spese mediche. Ma anche la proposta adotta un albero che è un pochino più ridotta per forestale la foresta amazzonica. Bella questo progetto l'aver lanciato cioè da tanti anni che era in ballo, ma adesso lo abbiamo rilanciato proprio chi vuole. Posso farlo rivedere all'inizio perché lei che adotta un albero e così lo rivediamo. Invidiate. Non stavo dicendo di parlare. Adotta un albero di dire no, no, è una cosa che mi scappava la noi quattro, centoventi euro destinati, oltre alle spese che diceva Alessandro, noi sosteniamo che spese mediche per visite specialistiche l'oculista un bambino che non ci vede, eccetera, cioè la vita. Abbiamo degli accordi sia con gli oculisti che con i dentisti. Perché per esempio in Brasile il problema del dentista enorme. Quindi invece in Nepal abbiamo trovato un'altra soluzione perché è un po' più complicato li' appariamo noi un medico che va direttamente a farle visita direttamente alla casa dei bambini che sono allievi della scuola perché ne parlavamo da scuola mille alunni. Fantastico. E questa cosa davvero ma ho dato un albero è una cosa che diciamo l'abbiamo fatta da sempre perché son già insomma ricordo più quanti anni ha? Solo ma saranno quindici tre anni è l'unico progetto che abbiamo finanziato con un intervento della regione Lombardia. Regione Lombardia aveva fatto Io sono un po' contrario a prendere i soldi pubblici perché poi bisogna documentare. Cio' era però un nostro collaboratore. Ma dai, facciamo eccetera. Allora abbiamo fatto ed è stato un investimento importante e abbiamo Rainforest stato. Abbiamo piantato ottantamila alberi impiantato è trecentocinquanta ettari, più o meno e questo è stato l'inizio. Poi continuavamo ogni anno a piantare cinquemila. Lo facevamo noi come fondazione, questo nella fase di Santa Rita. Adesso invece abbiamo pensato ma qui bisogna visto che l'amazzonia la stanno bruciando di con noi dobbiamo fare il contrario, dobbiamo andare a piantare. In effetti abbiamo lanciato questa idea. Sono un contributo di cinque euro per ogni pianta si possono scegliere anche eventualmente i nomi delle piante, ma devono essere piante autoctone che servono al posto e penso che siamo arrivati a quanto si oltre sì video siamo arrivati ad oltre cinquecento piante perché così ogni se con il progetto di adotta un albero siamo arrivati a oltre cinquecento piante, ma abbiamo la diciamo la speranza che possono aumentare di molto si'. Questo infatti è una modalità di sostenere la fondazione che, diciamo con un impegno è meno, come si può dire oneroso rispetto alla all'adozione a distanza, appunto. Una non è per forza per sostenere la fondazione non deve per forza fare un'adozione a distanza, può anche donare un quello che puo' cinque euro, un contributo anche solo un sorriso. Comunque questo è quanto a proposito di questo è sono i soci sostenitori, bei social, nonne, i soci non ci sono, sono insostenibili, sono spacciatori, sono le persone qualunque. Diciamo che anni indietro avevamo anche imprenditori che ci sostenevano con delle cifre abbastanza importanti. Onestamente un po' perché io facendo il commercialista non conoscevo tanti così adesso da qua, dal duemila otto quando ha iniziato la crisi. Evidentemente li effettivamente imprenditori sono non dico sono spariti, ma effettivamente non abbiamo piu' dei contributi importanti ehm e della gente comune dall'operaio al pensionato all'impiegato. Ma sono soprattutto persone del posto? No, sono persone un po' distribuite in tutta Italia. Non solo per quello no, ma un po'. Perché allora io, come dicevo prima, abbiamo una casa editrice che fa rivista in materia tributaria che distinguiamo in tutta Italia in piu' io fino a dieci anni fa girava un po' tutta l'italia facendo conferenze sempre materia fiscale. E cosa facevo durante il giorno? Parlavo di fisco. Poi alla sera, dopo la cena si parlava invece della fondazione no e quindi ero accolto in quel modo di raccoglievo anche le adozioni contributi oggi scusa sto guardando che e ho visto che c'è una siringa esile, se vogliamo accennare. Sì, sì. In Brasile abbiamo creato la sede per una ragione anche come si può dire fiscale? Perché no, che noi da quando abbiamo iniziato le attività prima di costituire la fondazione mandavamo soldi. Io raccoglievo fondi qui in Italia, poi li mandavamo delle istituzioni come non so, il Cesvi di Bergamo, lo scolo e servi di Siri Bergamo loschi di Brescia, che sono grosse ong soltanto che cosa succedeva? Questi facevano il progetto, durava due anni e poi se ne andavano io ho scoperto che dopo due o tre anni, eccetera succedevano in Brasile e quelli hanno venduto tutto. No, vengo domani, ma non va bene. È una cosa di questo genere. Per quello che, come dicevo prima, avevo pensato di fare qualcosa di diverso. Prego. Noi compriamo il carrello, facciamo la costruzione, facciamo la scuola là in testiamo la fondazione per quello che in Brasile ha dovuto fare la sede fiscale, quindi siamo stati riconosciuti come fondazione italiana. E allora compriamo e viene intestato alla fondazione. Poi lo diamo in comodato gratuito ad un'associazione locale. Infatti in Brasile ne abbiamo sei o sette di associazioni al quale è diventato il comodato gratuito, il fabbricato, la struttura, insomma i due, il Brasile, diciamo. Noi abbiamo la sede legale l'abbiamo forte vicino a sorpresa. Ma questo non perché non abbiamo fatto progetti. I progetti sono nel mare magnum soltanto che li affronta resa c' è una forte presenza di mia Martini di Brescia, dei padri che io ho insegnato molti anni con loro e loro hanno una scuola modello e quindi all'inizio. Mi sono appoggiato lì, per cui avevo fatto la sede proprio di da loro ho fatto perché noi non avevamo nostra dopo adesso l'abbiamo creata perché ha incontrato un immobile eccetera. Abbiamo, ma le nostre attività pero' in effetti sono in un altro stato. Maradona i'm una domanda mi veniva in mente vede un po' piu' il polso giù sulla contemporaneità? Rispondete, rispondete. Vi serviva però oggettivamente un po' l'elezione di bolzano. Il fatto è che non arrivavano notizie edificanti per quanto riguarda soprattutto lo stato della natura così sensibili è però se vuoi, perché parlate uffici al polso? Questa è una situazione piuttosto che chi magari ci sono i giornali. Effettivamente Bronson ero è stato chiediamo un disastro alla nomina di un uomo così. Veramente un disastro, perché tenga presente che a parte che ha dovuto mandare a casa diversi suoi ministri eccetera. Ma in più ha eliminato la conservazione della natura. C' era la funai che era costituita apposta per controllare, eccetera. Lui praticamente ha lasciato a casa il direttore perché diceva che lui dice che non è vero, che stavano bruciando l'amazzonia quello dicendo ma guarda che sta bruciando veramente. E quindi ha mandato a casa e ha nominato al ministro Dell'agricoltura che è una grande proprietaria terriera, che quindi vogliono distruggere l'amazzonia. Io sono stato giu' in gennaio febbraio ragazzi che stanno veramente distruggendo perché hanno tolto tutte le limitazioni punti quindi chiunque può mettersi a bruciare fra l'altro quel filmato tu hai mandato recentissimo far vedere che loro anche le zone dove ci sono o gli indios, comunque dei locali che coltivavano dei terreni che non erano però regolarmente intestati perché lo sai, una volta occupavano eccetera. E questo cosa fanno? Arrivano, gli bruciano tutto? Questi poveri cristi se ne devono andare perché muoio anni fa no, lì cominciano a piantare piantagioni di soia oppure piantagione di pascolo per l'allevamento di bovini. Questa è la sostanza e diciamo negli ultimi, da quando è stato nominato bolso naro questo sta avvenendo continuamente. Io quei giorni che sono stato giu' proprio al centro Dell' Amazzonia, cinquecento chilometri da Manaus, erano tre giorni che tu non vedevi nulla perché era il fumo di questi incendi che copriva il sole, ma niente copriva. E il problema Non sono sempre stato convinto che si parlava tanto di Trump, sempre pochissimo di Borzonasca e magari Trump, nel senso di come che globale che vorresti amazzonica? Usciamo oggettivamente globale? Si, ma poi il problema è che a questo punto cosa ha fatto lui ha tolto un fracco di cose. Per esempio ha subito appena eletto, ha eliminato il trenta percento degli insegnanti. Ha contratto non quelli diciamo un concorso, per quello non poteva farlo. Ma quel contratto che erano tanti il casa ha ridotto le spese di trasporto. Nel senso gli interventi perché i bambini vivono non solo due o tre chilometri, ma a noi il nostro cuore anche a quaranta chilometri. E quindi se tu non hai il pulmino, qualche cosa del genere quello non viene. Questa è la domanda che volevo farti in relazione. Effettivamente la popolazione, ma danni enormi. Pensa al lei dove è stata lei? A santa Rita. Noi eravamo arrivati ad avere quasi più di quattrocento alunni che andavano dall'asilo a scuola dell'obbligo insomma attualmente ne abbiamo attualmente non c' è nessuno, perché da marzo è stato chiuso tutte le scuole, ma li abbiamo scritti centotrenta, centocinquanta al massimo perché gli altri non possono venire? Perché non ci sono i mezzi di trasporto. Quindi quelli li ha l'altra perdite quella degli universitari la lo stato dava un contributo del cinquanta percento per l'università no, specialmente quelle private. Questo l'ha tolto completamente l'ha. Tolto quindi moltissimi ragazzi che stava trovando università, si sono trovati a casa perché non hanno i soldi per pagare questa qua. Adesso noi qualcuno lo stiamo sostenendo, ma poca roba, perché non è che possiamo fare grandi cose. Come dicevo prima siamo piccoli. Poi insomma provare un sostenitore, quattro eventi insomma, va benissimo, ma con l'università costa molto di piu' costa che noi ne abbiamo uno. Quello che fa infermiere che mi pare che costi un bel po' di piu costa due o tremila euro all'anno mantenerlo. Okay, Danny non dà luogo si' si'. Ma guarda secondo me i due aspetti che sono le nostre i nostri due diciamo obiettivi. Quello dalla natura è quello della scuola, lui proprio. Ma perché? Secondo me loro vogliono averli una popolazione ignorante da dominare? Secondo me sì, ma politicamente senz' altro è migliaia che sono convinto Scusa se che ritornerà il regime militare. Io dico che la gente non ricordo a memoria ragazzi l'invasione militare in Brasile non è che è di duecento anni fa? Ieri si, io quando sono andato dai primi anni era ancora dei residui, eccetera. Quindi dico ma la gente era tutta preoccupata di quello che vedevano i vantaggi, dico ma adesso tutti in un colpo. Ma lui è stato bravo secondo me nella campagna elettorale, perché lui diceva guardate che io se vengo eletto elimino tutti lazzaroni, va bene? Perché io li metto in galera o li facciamo fuori e questo qui secondo e dice non ci saranno piu' furti. La gente ci ha creduto un po' si parlava su due piedi che fa esattamente perché in effetti in Brasile che rubare è una cosa molto all'ordine del giorno e quindi anche il povero veniva derubato. Arriva e quindi è logico se intendono così prendo io questo qui. Me lo ricordo perché il figlio della signora che abbiamo Sun lui lui ha votato proprio per bolso naro perché aveva lui era stato proprio derubato. Mi ricordo. Abbiamo cenato insieme alla Said. Lui esce dopo perché va a casa sua per dormire, ma è uscito dopo cinque minuti in due lo ha con un coltello in mano, eccetera gli portano via quasi tutto rimane in mutande. Fortuna che è passato un taxista in centro e quelli sono scappati, per cui quando lui ha sentito che vuol suonare elimina quasi in tagliarli. Lui l'ha votato. Adesso si è pentito? No, però questo è un po' la in Italia dicevo è ci sono dei progetti attivi di questo tipo? Soprattutto noi no. Noi in italia non abbiamo in italia potremmo dire che facciamo più una campagna di sensibilizzazione nel senso di di' anche attività. E facciamo anche incontri. È culturali appunto, per sensibilizzare queste tematiche. E vengono fatti proprio qua, nella sede della fondazione. Attualmente purtroppo, appunto, per la pandemia in corso non possiamo fare questo tipo di incontri. Comunque negli anni gli scorsi anni abbiamo fatto tante attività, legate appunto alla sensibilizzazione verso il verde. La natura, la sostenibilità è all'ecologia e ovviamente anche abbiamo parlato della fondazione di quello che fa presentazioni di libri, perché comunque in questi anni ci sono stati tanti, anche collaboratori, professori universitari, per esempio. Da ultimo il professor Cipolla hanno fatto appunto insieme Ah Anselmo Castelli ha fatto un libro, è appunto per per parlare delle attività della Fondazione. Infatti è stata anche in questi anni un diciamo uno sviluppo di attività editoriale in questo senso su sulle attività della fondazione. Ma qui fra l'altro amiamo però la radice che quasi fa parte. Abbiamo una sede anche qui? No, la che è un'associazione che abbiamo fatto tanti anni fa proprio per incentivare la piantumazione di alberi autoctoni siepe qui in Italia Questo ne sa di più. Okay, una cosa io Ma sei al parco, Intervistava molto. Aspetta che ti do io il libro prima di movimenti. Grazie. Grazie mille. Grazie. Questi infatti sono i libri che che dicevano Quello sotto è l'ultimo che è stato fatto. È il libro che abbiamo fatto. La presentazione si' proprio mi sembra il quattordici settembre. Duemila diciannove, mi pare. Credo che abbiamo presentato di là, cioè una sala dove facciamo appunto incontri perfetto. E guardai del parco, direi dieci fuori dalla nostra sede che tanto presente lei cos'è Ma dove parto? No, ma in che senso parlare del padre? Il gay dove siamo adesso? Questa qui era di proprietà di mio nonno, prima o poi diventato mio padre dall'azienda agricola perché loro erano agricoltori. Io dopo pian pianino, ogni anno perché dopo da mio nonno è passato a mio padre, poi mio padre e lui ha continuato a loro eccetera. Ma man mano davanti con l'età ogni anno mi lasciava fare un pezzo di parco giardino perché lui diceva guarda che con le piante non si mangia con i fiori, eccetera Saranno belli però non si mangia. E allora siccome però lui dopo pian pianino diminuiva le sue forze, eccetera, quindi lavorava meno dopo. Lui era contentissimo alla fine, quando scampato fino a novantadue anni, quando ha visto il corpo. Ma è nato proprio così, gradualmente nato il parco, la l'idea è proprio quella di mettere piante autoctone e darà la possibilità, ma specialmente ai bambini, perché abbiamo molte visite delle scolaresche, far vedere come era, come erano le piante della prima padana. E questo ha un effetto importante perché qui da noi erano spariti un po' tutti gli uccelli. Adesso sono ritornati quasi tutti. Il par lupo fa il picchio rosso, il picchio verde, martin pescatore, la ghiandaia, gli scoiattoli. Praticamente abbiamo creato una cosa che è piccola, che non è molto grande. Sono sette ettari, però effettivamente il avendo creato varie zone, perché c' è una zona paludosa, se sono dei laghetti eccetera. E in piu' abbiamo piazzato molte piante da bacca, molte piante da frutto che noi lavoriamo in minima parte. Ma quelli sono gli alimenti. Ma perché gli uccelli? Quindi il fatto di avere la tentazione é logico che ci ci stanno qui, oppure sono anche di passo and eh nella parte paludosa noi abbiamo nel periodo gennaio-febbraio. A volte abbiamo delle notti, anche centocinquanta, duecento anatre selvatiche abbiamo avuto beh, abbiamo gli errori. Quelli ci sono sempre. Ma in piu' abbiamo avuto per due anni di fila e non qui a dormire una ventina di giorni. L'ibis mi sa poi abbiamo ciccia, è un parco giardino perché ci sono anche moltissimi fiori. Inizia da una parte che è curata una parte lasciata bosco una parte la chiamiamo didattica. Effettivamente c' è un po' di tutto un po'. Abbiamo anche una parte di animali, per esempio da cortile che abbiamo dovuto un po' recintare perché purtroppo ci sono anche le volpi e dei volpi. Sappiamo che non hanno concorrenti. Quindi ehm una notte ci hanno ucciso trentacinque trentasei animali da cortile, tra linea, oche, anatre. Adesso le abbiamo fatto un recinto abbastanza è importante. Quindi speriamo che tutti i campi sostanzialmente prima questi qui erano tutti coltivati. Era tutto tutto continuato qui davanti, dove tu hai visto il giardino praticamente all'aia dove c' erano tutte le galline o creata perché lo si teneva tutti davanti. Poi c' era l'aia dove si faceva essiccare il grano, eccetera. Io gli ho tolto tutta quella cosa lì. Ho fatto un giardino qui davanti e in cos'è che aveva qualcosa che beh, sai il fatto di essere nato qui io tu pensa che io sto dormendo nella stessa stanza dove sono nato, perché allora non si andava in ospedale per i parti? Cioè, io sto dormendo nella stessa identica stanza, quindi le radici sono quelle. Insomma, io non ho fatto il contadino, ma che secondo me ma poi il fatto di aver fatto questi viaggi no dalla amazzonia, la Papua Nuova Guinea, eccetera, dicono ama. Io devo riuscire a fare qualcosina anche di piccolo, no, perché quando ero piccolo io mi ricordo diceva mia nonna, ma a me piacerebbe una casa piccolina, però in mezzo a tante piante no. Poi, avendo visto queste tante piante di robe, insomma non si può fare. Onestamente quando ho iniziato non pensavo di riuscirci un'opera velleitario cosa. Poi però pian pianino mi sono reso conto che insomma, se ci si crede a dalle cose si può fare. Ti chiedo una cosa per il video mi manca il nome del parco per Santa Bologna parco giardino tenuto sant'apollonia se potessi fare un cappello, un proprio un video con una battuta di presentazione così riesco a montare gli altri paesi il parco Giardino Santa Bologna, un parco che si trovava fuori dalla nostra sede grande settantamila metri quadri all'inizio, non cioè all'inizio. Capito proprio una presentazione di questo io non lo conoscessi. Il parco tardino Tenuta Santa Apollonio si trova in provincia di Mantova. Castel Goffredo ha una superficie di sette ettari. É destinato in parte a giardino curato, in parte bosco e in parte da area didattica, specialmente per le scolaresche. Perfetto, va benissimo. E le scuole come funziona? Funziona bene perché noi abbiamo maggio che facciamo visti con le scuole? Un soggetto? Ah no. Le scuole visitano frequentemente il palco giardino e abbiamo creato anche una sala in alto proprio perché siccome loro prenotano con un anno di anticipo in genere e allora potrebbe succedere che quando il giorno che vengono qui piove. Per cui abbiamo quella sala dove possono fare scuola. Infatti abbiamo delle scuole di Parma che loro vengono sempre fanno. Sono qui tutto il giorno, si possono mangiare un sacco al mattino, magari fanno il giro del parco con la guida e al pomeriggio magari faccio fanno due ore di scuola, fanno poi abbiamo dei filmati che possono vedere sul progetto in Brasile, eccetera. Oppure il parco nelle varie stagioni aveva quattro filmati primavera, estate, autunno, inverno se ne possono vedere. Il che si sia aperto al pubblico da aprile a ottobre è aperto al pubblico. Naturalmente se uno è da solo gli diamo una piantina e un sorriso da solo. Se sono il gruppo abbiamo la guida che puo' diciamo accompagnarli, che essa è l'ideale. Perché effettivamente se uno è un po' appassionato, a questi si può parlare di tutto degli uccelli animali, delle piante che ci sono. Insomma un altro uno. Ma tutti e due sono molto bravi. Il film come parte di un parco privato che riconosciuto è un parco privato. Però noi abbiamo il riconoscimento da parte della regione Lombardia perché facciamo parte adesso. Non mi ricordo bene il termine. Comunque delle osi no, noi siamo in mezzo proprio varie dosi e quindi il pagamento per il passo degli animali, di quelle che si spostano stagioni eccetera. Questo è un punto di riferimento. Comunque è diventato mania un. La cosa importante è che forse non è emersa che prima tu dicevi fuori sede, parlavi di questo fuori, ma questa è la sede della fondazione perché è giusto così. Praticamente questa è la sede della Fondazione senza frontiere in Italia. Nel senso dopo. Prima ha parlato che ci sono in Brasile, delle delle sedi, Brad la celebre diciamo brasiliana, però qui è proprio fa parte della fondazione proprio dicevo l'aiuto che magari non è qui che è fuori, è fuori dalle mura. Scusa, scusa no bene a specificare sì, sì, stavo dicendo a questa cosa in carico del museo, se vogliamo dire il il museo che abbiamo istituito presso la fondazione riguarda due paesi, il Brasile in particolare. Però gli indios del Brasile proprio nelle popolazioni diciamo originarie nativi e la Papua nuova. Ma anche lì persone nate. Il fatto da oggetti che io ho portato in Italia in tanti anni. Perché io in questi paesi ho fatto molti viaggi e quindi ogni anno mi portavo un po' di oggetti. Poi insieme ad una antropologa che la professoressa Anna Caselli che sta soffrendo. Non abbiamo messo in piedi questo museo. Abbiamo, ma riguarda due progetti che la Fondazione ha sostenuto proprio all'inizio che noi all'inizio abbiamo sostenuto il Papa nove anni, abbiamo creato dodici infermerie di primo soccorso per i lebbrosi, perché la Papua Nuova Guinea è un paese che non ha strade. In genere in quella zona li' i lebbrosi non possono essere spostati facilmente da un posto all'altro. Quindi abbiamo creato queste dodici infermerie con infermieri creati in Australia tramite una suora di Cremona. Va bene, quindi loro hanno questa assistenza immediata, poi quelle che sono più gravi li portano. C' è un ospedale fatto sempre dei francescani. É polemica dove vengono curati meglio, ma la prima assistenza vengono date in Brasile. Invece era un gruppo di indios che stava sparendo sia Windows Cro. Col nostro intervento abbiamo mandato giù agricoltori brasiliani a insegnargli a coltivare. Perché loro cosa è successo in Brasile hanno confinati in aree che praticamente non c', erano a caccia e pesca, e loro bisogno di questo per cui stavano sparendo stavano morendo. Noi gli abbiamo insegnato a coltivare il terreno, quindi il riso, manioca, eccetera. E abbiamo dato dei dei bovini e anche dei cavalli. Cavalli. Sfortunatamente sono morti tutti. Probabilmente ha mangiato qualcosa. Non andava bene, insomma. Però quel gruppo di indios sono cresciuti tantissimo. Perché pensate che quando abbiamo iniziato noi erano una novantina? Era un Aldea, ma loro loro regole quando superano i novanta devono che altre un'altra Aldea adesso pensate ne hanno tre verde. Quindi vuol dire ci sono triplicati. Sono perché è logico, se hanno da allora hanno imparato il suo continuare, eccetera. Quindi non ha più bisogno di andare a caccia. Pesca che non c' è in quelle. Vieni fuori. Certo. I musei non si più che la stessa cosa. È uguale perché uno che entra a vedere il parco poi guarda anche il museo. Specialmente alle scolaresche. Tutte. Specialmente perché alcune scuole l'insegnante proprio lo conoscono bene. Quindi addirittura sono loro che spiegano. No, Perché il museo in effetti son solo io che fa da guida? No, perché le due guide che guardano il giardino non conoscono il caso, conoscono benissimo il giardino. Ma molti insegnanti hanno imparato, eccetera e quindi lo fanno loro direttamente con loro. Io lo faccio quando ci sono dei gruppi di adulti, eccetera. Ti posso chiedere un favore? Se puoi fare una foto che cos'è, che domande vanno anche agito da qua a qua Mille. Volevo qualche appoggiarlo qua. Em, volevo dire una cosa, Alessandro, se tu sei andato in fondazione sensibile a questi temi, se non lo è, di come ti ha cambiato questo lavoro, adesso questo questa attività, diciamo da quando sono entrato. Non conoscevo benissimo la realtà, perché diciamo che il mio rapporto e con appunto conosciamo è stato un rapporto lavorativo. Inizialmente perché ero appunto, anzi lo sono. Attualmente sono dipendente di Di Anselmo, no, aspetta su questo taglio no della della diciamo della casa editrice che appunto, che ha fondato infatti il lavoro per la casa editrice che ha fondato Anselmo, che mi occupo di case editrici, di editoria appunto tributaria, diciamo è Dopodiché, una volta che si è instaurato appunto questo rapporto lavorativo, é iniziata anche una collaborazione con la Fondazione. È sicuramente non è sempre stato, è sensibile a queste tematiche. Ma so da quando è nato, diciamo questa collaborazione è cresciuta sicuramente mi a me si può dire formato ulteriormente, è a questa tematica. Infatti devo ringraziarlo. Ringrazio pubblicamente Anselmo per questa cosa, perché sicuramente una bellissima opportunità prima mia, ma anche per penso per perché non è facile. Insomma è adesso non mi vengono le parole giuste. Comunque no, sono sono molto contento di questa opportunità di poter collaborare e dare un contributo. Appunto sia la natura in indirettamente, potremmo dire ma anche delle popolazioni che hanno bisogno. E dunque questo sommario Sono molto fiero di questa cosa. I sono le cose che mi suonava tantissimo. Scusami, fra poco arriviamo. Quindi suonava molto il discorso della responsabilità individuale che abbiamo visto prima sul sito. Perché il nostro giornale Italia che cambia? Cerchiamo di raccontare storie di persone che c'è un problema piuttosto che insomma che indica abbastanza diffusa nel nostro Paese che spesso è un problema. Ci fermiamo, lo facciamo tutto. Invece si attivano per trovare una soluzione e voi insistete molto anche sul tema della io lo metto al primo posto perché anche quando iniziamo il progetto eccetera io la politica è un soggetto. Scusa se sono io il tema della responsabilità individuale. Il tema del referendum morale è uno degli argomenti che io metto sempre al primo posto. Quando parliamo con le persone che vogliono collaborare con noi e anche nei progetti umanitari metto sempre questo. Dico perché ognuno di noi deve mettersi in pista personalmente una perché altrimenti non otteniamo nulla. Se uno deve solo agganciarsi al nostro carro non ci serve, non è una cosa facile, non è una cosa facile. Però con la formazione io ho notato che si riesce a ottenere qualcosa. Ma questo è un problema non solo nei progetti all' estero, ma anche nella casa editrice, eccetera. Dell'attività professionale non è tanto facile, perché specialmente da parte di alcune persone sono bravissimi ai lavoratori eccetera. Però la responsabilità la sentono pesante, che mi ricordo una che mi ha detto ma se devo fare così lei mi rovina la vita. No, dico ma porca miseria, guarda che la responsabilità vuol dire lavorare insieme e insieme portare avanti delle cose. Quindi non è che sei da sola. Percio' chiaramente deve metterci anche la tua responsabilità se tu non lo fai. Insomma, non mi sembra tanto l'occhio. Però è possibile che è difficile, confermano. È molto, molto difficile. E anche di coinvolgerli, perché adesso questo magari potrebbe anche non entrarci lì. Però con lui e con un altro che ho collaboratori che ho all'interno, che sono giovani. Detto provate voi, perché magari io settantasei anni parlare con gente che ne ha venticinque magari sono fuori dal mondo, no, ma vedo che anche loro che sono giovani, eccetera anche resiste. In quanti anni ha? Trentuno, come volete. Va bene, però anche loro mi pare che fate fatica. Non è una cosa tanto facile coinvolgerlo è difficile. Si' sicuramente no coinvolgere le persone verso. Infine potremmo dire o verso, ma una loro lavorare non si può dire niente perché guarda dal punto di vista del lavoro perché non si può dire nulla, sono bravi, per carità, però la responsabilità non la mettono al primo posto. Non è una cosa sì, ma io quando ho fatto le mie ore ha fatto quello che mi hai detto di fare. Cosa devo fare? Mhm se questo è questo è un tema sì, sì, sì. Ma questo è anche in Brasile perché per esempio guarda a Gandhi a Santa Rita abbiamo avuto il problema lo scorso morto uno così eccetera. Ma se non ci fosse stata la cosa come si chiama la carol? Gli uomini si, era proprio com ragazzi. Ma guardate cosa avete fatto e sono tutti in un colpo perché è morta una persona l'altro, magari sono rimasto invalido che ha avuto un incidente, due ragazzi giovani, mortale. E poi che altro? É un atto che è andato in crisi un'impressione, dico ma insomma anche potete abbandonare tutto cio' che fortunatamente questa ragazza giovane perché no, ma non bisogna farlo e quindi con Greta, se si mostra si' beh, questo questa difficoltà. Ma basta una iniziativa e spesso Ma sono d'accordo guarda, basta qualcuno che riesce a coinvolgerli, coinvolgere, eccetera. Che si fa? Perché onestamente devo dire che quello che sono riuscito a fare nella mia vita sia dal punto di vista umanitario, ma anche del lavoro l'ho fatto perché ho trovato tante persone che si sono buttate. Okay, effettivamente da solo. Ma è stato nulla di fatto. Quindi non è che tutti no, non molti se la prende. Però ce ne sono anche tanti altri che si fa fatica, mi confonde, No, posso rifare quella parte che prima quella che tu mi hai fatto, la domanda che li ho cannato totalmente. Ma quando mi hai detto come è nato il rapporto della fede e con la Fondazione? Sì, perché infatti no, se si può fare o no l'ho rifatto? No, ma va bene, perché ho detto un altro conosciamo No, ma no. Ma non è che se si puo' dire secondo me però lo dico meglio è. Beh, il mio rapporto con la fondazione è nato come inizialmente, come un lampo. Un rapporto, potremmo dire lavorativo. Poi ho iniziato a collaborare, appunto, è Anselmo Castelli mi ha coinvolto appunto all'interno della Fondazione e mi ha dato l'opportunità di poter collaborare. Io ho accolto questa cosa con un favore e devo dire che appunto è tu mi hai fatto la domanda se è accresciuta la tua sensibilità verso appunto certe tematiche care alla fondazione ti rispondo assolutamente si', soprattutto quella, diciamo quella umanitaria ce l'avevo già dentro di me, ma ovviamente è accresciuta in questi anni, ma soprattutto è cresciuta quella per il verde. Devo ammettere che ero abbastanza ignorante su tante tematiche ambientali, soprattutto anche naturalistiche. E devo dire che ho imparato tantissimo anche grazie al Parco di Santa Apollonio, con le visite imparato davvero l'importanza delle piante e dei fiori, degli uccelli, della natura, appunto. È scoperto davvero tante cose e penso che sicuramente la natura e sia una cura per tante cose. Perché infatti consiglio a tutti quelli che ascolteranno di venire a visitare questo parco, ma anche tutti gli altri parchi, altri parchi, per esempio in provincia di Mantova C' è anche il Bosco Fontana. Ci sono altre tipologie di parchi diversi, ma che hanno comunque l'importanza fondamentale, che è quella di come si può far star bene le persone, perché la natura fa star bene le persone. Perfetto. Voglio fare una domanda una vita di viaggi da due, da un periodo che invece ci costringe volente o nolente, è questo è il mio problema. Nel senso che essendo da marzo perché io sono stato gennaio-febbraio era in Brasile, sono tornato il ventinove e da allora non si è mosso da faccio da qui all'ufficio che a un chilometro o anche oltre mezzo dall'ufficio a qui non pensa che perfino il parrucchiere viene a casa mia, è un ragazzo che viene dai nostri paio nostro in giro con quella. Ma questo mi insomma mi pesa un po' questa cosa che il fatto di non poter girare nel contatto con la gente eccetera. Insomma in questa nascita del comunque questa tua sensibilità per il mondo della formazione, i bambini eccetera sicuramente cresciuta che il rapporto cioè con il viaggio che è cresciuto viaggiando originale no. Tieni presente che io ho insegnato. Forse non l'ho detto bene. Io da quando avevo ventun anni si' anni hai cominciato subito a fare dei corsi. Qui è Castel Goffredo sulle cose che sapevo no, di contabilità a scrivere a macchina quella cosa eccetera e dopo è una cosa che non so, mi è nata così eccetera, no? E quindi l'ho sempre portato avanti il famoso. Poi sono andato a insegnare venti anni, ramoscello e anche lì sempre formazione e così via. E ho imparato tanto perché secondo me infatti il lavoro io ho fatto diversi lavori, no, ma quello dell'insegnamento se tornassi indietro voglio fare ancora perché è quello che mi ha dato di piu' come crescita, perché uno dice ma tu insegni No, io ho imparato tantissimo. E il viaggio di ieri, il viaggio ti presento questa è sempre stata una mia aspirazione budget. Quindi sedici anni abbiamo cominciato a viaggiare, avevamo in quattro Castel Goffredo perché le persone modi di vita diverso, eccetera e quello mi piace tantissimo perché? E quindi poi da lì è nato tutto l'altro eccetera. Ma il l'interesse era quello proprio il viaggio per conoscerla eh Si' io guardalo in storia facevo italiano, prendevo sei perché così però invece in geografia e altre cose eccetera mi piaceva moltissimo e quindi probabilmente è già li che insomma, è partita questa cosa proprio tu. Diciamo che la cosa che ti stai isolando c'è qualcosa che non ho chiesto non mi ha chiesto se volevo sottolineare, magari come come possono sostenervi le persone? Va bene quali sono a livello di contributi? Lui l'ha già detto. Nel senso che per le adozioni distanza cioè quel sistema lì che si trova anche sul sito e così via un'azione quattrocento venti euro all'anno oppure qualsiasi alta donazione per progetti che abbiamo che li mettiamo in pista. Adesso, per esempio stiamo ristrutturando un edificio che abbiamo imperatrice, che era cadente. Quindi chi vuole si può dare una mano oppure l'altro progetto abbiamo detto l'adozione di un albero ci sono cinque euro per ogni albero, uno viene adottato in brasile fermo! Pensi che sia e allora faccio ultimissima che facciamo? Tutti intervistati, intervistati scusate che cos'è per voi l'italia che cambia non il nostro progetto. Il mio giornale si chiama italia che cambia ma non centra nulla. Non dovete conoscerlo è proprio il concetto è l'auspicio la speranza é una domanda libera per me l'italia cambia, è fiducia qualsiasi cosa viene vabbè poco personale eh, ma io io per me è una parola, solo solidarietà. Secondo me possiamo cambiare nella misura in cui aumentiamo la solidarietà che ho l'impressione che negli ultimi anni in colpa anche della crisi, eccetera. Però è diminuita tanto, perché io mi ricordo quando anni fa era molto più solidarietà, molto più senso, serietà negli ultimi anni. Colpa della crisi, sicuramente eccetera. Ma questa secondo me li invita moltissimo. I che cambia è solo una scusa per me. L'italia che cambia è una parola, solo solidarietà perfetto. Perché poi ci un discorso perfetto, scusami esigenze di dunque deve essere una cosa breve. Non ci penso io per me l'italia che cambia è partecipazione, perché credo che sia i giovani che insomma gli a quelli più adulti è devono partecipare insieme per costruire davvero un futuro migliore, perché è quello che insomma, dobbiamo lasciare ai posteri. Dunque credo che non bisogna nascondersi, non bisogna mettere la testa sotto la sabbia per tante cose e insomma, insomma, bisogna partecipare a E questo questo per me l'italia che cambia. Perfetto. Grazie mille. Grazie sono nato in Svizzera da famiglia di emigranti. Mio padre muratore, mia madre operaia, lì dove i loro sono umbri, sono del centro Dell'umbria tra Perugia e Orvieto, attualmente viventi. Fortunatamente è anziani, però vivono adesso li, nel loro paese, dal quale erano andati via negli anni cinquanta, fine anni cinquanta. Io sono nato nel sessantasette, sono nato a Basilea. É però all'età di tre anni per un infortunio di mio padre. Ci siamo trasferiti a Roma perché non era più abile al suo lavoro in Svizzera. Quindi ne ha trovato uno a Roma e lì sono cresciuto in una borgata, una zona sud ovest di Roma, la zona della Caffarella Tuscolano, il parco del Pigneto, quella zona guardate i luoghi di Pasolini, ehm che poi ritornerà poi a un certo punto della mia vita Emma. Il quartiere si chiama Appio Tuscolano, quello che adesso sono il la largo dei Colli Albani, quella zona lì a quel tempo Ciera, il parco della Caffarella che si chiama Adesso Parco della Caffarella. A quel tempo era la Marana. Per chi conosce un po', Roma sa che cosa vuol dire la marana Sono cresciuto li' fino ai quattordici anni, poi ho avuto un'opportunità di fare uno sport che mi ha dato la chance di uscire dalla città perché ha quindici anni. Sono stato preso da una squadra professionista, giocava a pallamano, voglia di studiare. Ne avevo poca e nonostante la famiglia fosse totalmente contraria, quella è stata la prima scelta di autonomia forte a quindici anni non è stato particolarmente semplice, diciamo. Però è in qualche modo ha segnato. Poi con una certa attitudine no, nel prosieguo del tempo di quello che un po' mi viene bene male fare, nel bene e nel male. L ho giocato fino a che il corpo mi ha tenuto, quindi ho ventotto anni e ho fatto il professionista. Nel frattempo ho studiato varie discipline di tipo più artistico, perché ho studiato grafica privatamente mentre facevo il professionista e poi a un certo punto invece mi sono dato al commercio banalmente per poter integrare ancora dei soldi, visto che la palla a mano non è il calcio sport, diciamo altamente qualificante dal punto di vista economico. Avevo trovato un lavoro come rappresentante di commercio, una cosa che però mi permetteva di poter svolgere la mia attività sportiva e nello stesso tempo avere del tempo libero per dedicarmi poi diciamo in parte a questo lavoro è questo devo dire che poi nel tempo, diciamo è stato un serbatoio al quale ho attinto. Forse adesso ancora piu' di di prima. Questo del dem Si, esatto della come rappresentante di commercio cosa rappresentate? Elettrodomestici, elettrodomestici? Lavoravo per un'azienda grossa italiana, poi però l'insoddisfazione verso la città, verso la condizione lavorativa, verso anche una fine carriera ormai segnata, diciamo. Mi ha portato a da una parte di vivere per un periodo la giovinezza che avevo perso perché ha quindici anni. Quando fai il professionista di sport non vai con i tuoi amici il sabato sera, sabato sei in campo a giocare in giro per l'italia o altrove ancora. E quindi paradossalmente ha ventotto anni. Mi sono fatto la giovinezza, per questo ho fatto due anni di nottate e di Tim tempo sabbatico. Nel frattempo ho incontrato persone che erano artisti di teatro e come sempre accade, mi sono appassionato a questo e quando mi appassiono, poi ci finisco dentro totalmente. Ho cominciato a studiare teatro per scherzo e poi ho incontrato attraverso diciamo quello che era il gruppo, diciamo politico di quel tempo che ho sempre frequentato da quando ero ragazzino, cioè le occupazioni dei centri sociali sostanzialmente con un gruppo anarchico. In quello stesso luogo dove sono cresciuto, diciamo politicamente, arrivò una compagnia teatrale americana che si chiama Living Theater, che vennero a fare un seminario workshop di una settimana ed era presente Judith Malina, la fondatrice del Dell'identità L'altro fondatore Giuliano Beck era morto già nell' ottantacinque. Quindi insomma, non ho avuto questo onore di poterlo conoscere, ma solo di studiarlo in questo seminario è successo qualcosa tra me e Judith, la quale alla fine del seminario mi ha invitato ad andare a New York per continuare a lavorare con loro? No, assolutamente no. Non è un nessuna relazione di tipo sentimentale, se intendiamo sentimentale come una relazione di coppia, eh, ma un sentimento forte, reciproco verso un'azione un'azione politica legato al legato al teatro? Ehm no, ha toccato evidentemente un tasto già sensibile. Non ho perso occasione. Quindi Roma ancora era a Roma con lo sport ho girato tantissimo perché ho giocato poi in squadre nazionali diverse in varie regioni. Quindi diciamo che ho avuto la possibilità di immigrare spesso in tanti luoghi. Però la base era sempre a Roma, quindi per me insomma, le relazioni forti erano a Roma. La mia famiglia era a Roma, quindi il luogo era quello, la radice in qualche modo, seppur non sono nato a Roma. Insomma, non sono di sette generazioni. Ne ho fatti sette gradini, come si dice per essere umano? No, per chi non lo sa. I sette gradini sono quelli di Regina Celi, quindi del carcere. Quindi sale in carcere anche se sei straniero diventi di diritto romano, oppure devi essere sette rigenerazioni, perché sette sono i colli di Roma. Quindi insomma perché romano queste cose le comprende al volo, per chi non lo sa, può essere. Insomma un aneddoto simpatico da da descrivere Mi sono organizzato, sono partito che gli Stati Uniti sono sempre stati complicati, allora erano già complicati. Parliamo del novantotto, quindi non c' era la possibilità di prendere una green card, quindi facevo la spola tra New York, Roma, quindi stavo tre mesi li' tornavo tre mesi indietro, il tempo di riprendere il visa, ritornare eccetera. E questo l'abbiamo l'ho fatto per quasi due anni, finché non è arrivata l'occasione per il living. Quindi per il gruppo teatrale che per noi è diciamo una definizione ristretta, quella del gruppo teatrale. Per noi la famiglia del living che dal cinquantadue, da quando è stata fondata, ha visto passare tantissima gente al suo interno. Ehm ma se allegati da questo senso della famiglia, un gruppo anarchico che lavora in comunità, quindi vive insieme la maggior parte de diciamo gli appartenenti al gruppo, quelli che possono e che discutono insieme, che hanno una cassa comune, che condividono un luogo che si dividono i servizi del luogo. Insomma, dove questo questo era a New York e poi in quel in quel periodo li' alla fine del novantanove abbiamo avuto un'occasione da parte della Regione Piemonte perché l'assessore della regione Piemonte di allora era stato un diciamo un allievo, uno studente, un partecipante, uno della famiglia, quando il living, per ragioni di diciamo scelte politiche. Ma la storia del living è tormentata è un gruppo che è stato realmente perseguitato dallo Stato americano, dai servizi segreti, quindi emigrato in Brasile e poi è arrivato in Europa, ma principalmente, diciamo, hanno avuto sempre un legame molto forte con l'italia in Italia, in modo particolare Roma e Torino Torino avevano una casa a Superga. Questo assessore era allora uno studente universitario decisamente politicizzato, che ha frequentato molto il periodo living nel periodo torinese di supercar. E quando è capitato questo bando europeo di finanziare il recupero di un palazzo storico nel basso alessandrino, in Val Borbera, il vincolo della comunità europea era di insediare una realtà artistica che vi risiedesse e che lavorasse su quel territorio per diciamo, cercare di costruire un tessuto sociale nuovo, più contemporaneo. Ehm parliamo di un luogo fortemente spopolato, dove ormai solo la popolazione più anziana era rimasta quindi una cultura decisamente, diciamo, è ancora ferma certe idee sociali, considerando che oltremodo era una valle, una valle particolarmente chiusa anche da un punto di vista olografico geografico e quindi una cultura anche abbastanza difficile da siamo in qualche modo da da entrarvi e da da interagire con loro. Si chiama oltre la valle, si chiama Val Borbera, Val Borbera No, no c' è stato poi una nostra migrazione nella valle accanto che l' Oltrepò pavese che ce la valle Staffora nell'oltrepò pavese. Quindi c' è questa diciamo perché noi siamo stati alla fine è poi la radice di quello che siamo oggi. Parte sostanzialmente da lì siamo stati quindici anni in quell'area geografica li' che si chiama quattro province che alla confluenza delle quattro regioni aspetta per chiarire un paio di punti in questo periodo diciamo dai da New York in poi, tu campali col teatro, per favore in Rai. Diciamola la sussistenza che avevamo personale era legata esclusivamente alla sussistenza della famiglia, quindi del gruppo. Quindi tutto quello che realizza vam o come produzione teatrale e che laddove avevamo la possibilità di portarlo nei teatri che avevano i budget per poterci pagare perché gran parte del lavoro del living è un lavoro di teatro politico di strada dove non c' è un concetto di danaro. Il denaro per noi è sempre stato uno strumento per sostenerci. Basta, ogni tanto facevate le esibizioni attribuite con le quali facevate a mantenerlo. Perché? Perché il Living Theater a a una storia riconosciuta a livello mondiale e quindi diciamo la maggiore sostenitrice della famiglia era poi Judith Malina, che per la sua qualità artistica e le sue scritture, le sue drammaturgie, veniva spesso chiamata anche a fare delle dei seminari delle conferenze in università in giro per il mondo che pagavano Judith Malina molto bene. E quindi la cassa, diciamo della della famiglia diciamo sì, sì, ri cresceva improvvisamente. Ci permetteva poi dei periodi invece di ricerca mediamente una quindicina di persone stabili. Invece no, non è solo un piccolo passaggio, ha detto due volte rispetto a quando avevi quindici anni ha detto La pallanuoto mi permetteva di lasciare la città, la pallamano Scusami, ti correggo. No alla mano, pallamano, pallamano, tanto la mia voce non è che mi ha permesso di lasciare la città gia' quindici anni. L'hai detto hai dato un po' per scontata. Ma perché a te non piaceva stare a Roma? Non ti piaceva vivere in città già quindici anni? Oppure è l'adulto di oggi che dice questa cosa? No, no, è stato un bisogno di lasciare la città, di lasciare la città. Lasciare la città di Roma è stato un bisogno, ehm forte. La borgata ha degli aspetti molto belli da un punto di vista della socialità. Perché le persone sono legate, si conoscono, vivono insieme. I ragazzini vivono per strada, però in borgata, cioè di tutto, come si dice no. Pasolini diceva la tre mignotte ma questo è perdonatemi. Il termine. Insomma, questo è ed è anche, diciamo, la prima fonte a quel tempo. Negli anni ottanta era la prima sorgente della di un problema legato alla droga. Negli anni, quando io ero un ragazzino c'era eroina é che era principalmente eroina, per cui dopo che un po' di amici si sono persi e li ho persi per questo, meglio andare. Io ho avuto una possibilità che non ho voluto lasciare avere a quindici anni la possibilità di andare a giocare a fare sport. Mamma mi colpiva positivamente. Se torniamo siamo arrivati più o meno intorno al duemila. Se ho capito bene tu e quindi per questo lo dico sempre per il video, quello ok, siamo in questa esperienza teatrale, è teatrale, non solo politico spirituale qua che che succede? Che continuiamo da duemila. Dal duemila ci viene consegnato questo palazzo storico della famiglia spinola, famiglia genovese nobile nel palazzo del seicento, dove noi avevamo tutto l'ultimo piano tutto il sottotetto dove potevamo risiedere in quindici e avevamo anche una sala prove dentro è una casa immensa, palazzo molto grande dentro. Bene, no, in questo paese che si chiamano che in questo paese che si chiama Rocchetta ligure, nella val bene nellle tra val borbera, provincia di alessandria. Rocchetta ligure ovviamente è un toponimo fortemente ligure pero' ed era infatti la posta di passaggio tra il ducato genovese e diciamo la parte nord dell'italia lo penso lombo parte di storia non sono bravissimo quello viene consegnato questo viene consegnato questo spazio ci in sediamo e iniziamo un lavoro che non era solo legato alla nostra produzione teatrale, che chiaramente in una condizione del genere era estremamente favorita. Perché vivere tutti insieme per una sala prova a disposizione ventiquattro ore su ventiquattro per un gruppo teatrale è il massimo che si può pensare di avere no per per produrre, crea per creare. Però l'obiettivo era comunque quello di lavorare sul tessuto sociale e alcuni di noi hanno avviato un doppio percorso parallelo. Una è stata l'approfondimento della storia partigiana di quel territorio. Perché questo perché Rocchetta Ligure era viveva Giambattista la Zizzania. Giambattista Lasagna Nome di battaglia Carlo era il commissario politico della Brigata Bilanci. Per chi conosce la storia partigiana di questo territorio, la Brigata Pinna che ero sorvegliava il territorio che andava da Chiavari a Novi Ligure. Se uno si guarda sulla mappa, che cosa vuol dire tra le montagne? Presidiare, sorvegliare e proteggere la popolazione tra Chiavari e Novi Ligure ha idea di quanto cammino c' è per far questo, per garantire questo? Lui era il commissario politico, quindi era quello che si interfaccia, va con l'allora, partito comunista sovietico. Okay, è il comandante invece della più antica era era un cattolico, bisogno veniva da giustizia, libertà, okay. E quindi c' era questo connubio, anche molto particolare, molto forte di questa connotazione di questa brigata. Giambattista Lasagna non conclude la sua carriera politica dopo la liberazione, dove partecipa chiaramente anche alla liberazione proprio dalla città di Genova, ma per sua formazione, cioè quello di della Giurisprudenza. Lui era un avvocato, si è dedicato per anni al sostegno di tutta la parte diciamo, sindacale, del Portuale di Genova. Se oggi il porto di Genova, i Cavallari e tutto il personale del porto ha dei diritti sindacali di un certo tipo lo deve anche molto. Giambattista Lasagna Giambattista Lasagna è stato anche, diciamo, una figura chiamata, richiamata più volte in tutto quello che è stato il periodo diciamo, legato al terrorismo delle Brigate Rosse. Era stato ritenuto, diciamo il tramite tra Feltrinelli, Giangiacomo Feltrinelli e i gruppi armati, cosa mai dimostrata. Però fatto sta che Giambattista la zizzania viene condannato diversi anni di carcere non mi ricordo quanti esattamente, ma si fece un po' di carcere alle Molinette a Torino e poi grazie, grazie tra virgolette alla sua salute precaria, legato a problemi di asma e di respirazione, quindi ormai con la bombola di ossigeno ha avuto la possibilità di avere gli arresti domiciliari ed è stato quasi dieci anni agli arresti domiciliari nel paese di Rocchetta Ligure, che se dovete immaginarvi un paese lungo quattrocento metri, con le case a destra e sinistra, con due fiumi a destra e a sinistra e basta un bar e una posta, lui aveva pero' un terreno che finché è stato in condizione e lo ha coltivato e si è fatto il suo orto quando noi siamo arrivati a Rocchetta Ligure. Tutta questa premessa per dire che il primo obiettivo del gruppo teatrale è stato quello di creare uno spettacolo sulla resistenza partigiana di quella zona, per cui in primis Judith Marina e altri di noi. Non tutti abbiamo passato tantissimo tempo con Giambattista Lasagna, che noi abbiamo sempre chiamato Carlo, quindi abbiamo sempre passato moltissimo tempo con Carlo per cercare di andare a a leggere. Lui non amava interviste e non si faceva intervistava, però parlava diciamo volentieri a un contesto politico, soprattutto soprattutto attuale. Sam, lui aveva scritto dei libri sulla resistenza, noi abbiamo preso diciamo questi libri come fonte per la creazione di un nuovo testo. Ecco lui Abbiamo lavorato circa un anno per produrre uno spettacolo che poi abbiamo portato in giro in Europa e si chiamava Resistance o resistenza italiana. É stato fatto sia in italiano che in inglese. Quindi lo facevamo inglese? Assolutamente sì. Beh, considera il gruppo il gruppo americano di New York. Il mio non era ancora Simona. Simona è arrivata nel living, entrata anche lei in famiglia dopo che ci siamo conosciuti e fidanzati, diciamo. And lei è entrata nel Duemila e due in famiglia. Perché cronologicamente è successo questo? Noi alla fine del siamo arrivati a Rocchetta Ligure, nel Duemila abbiamo iniziato a lavorare sul progetto di resistenza. Ah, scusa scusa nel duemila abbiamo iniziato a lavorare sul progetto di resistenza nel Duemila una Ciera il bigotto di Genova Luglio vi siete conosciuti? Ci siamo conosciuti dopo con Simona. Ci siamo conosciuti dopo, abbiamo partecipato entrambi al Gotto, ma in modo separato e non conoscenti. La partecipazione al Gotto è stata diciamo una fase molto importante per il living, perché abbiamo creato uno spettacolo con cinquanta allievi che seguì che seguivano il gruppo e venivano a fare residenza teatrale e poi noi andavamo in giro per l'italia affare seminari che era una delle delle nostre fonti di economia, per quanto abbiamo sempre ha permesso a chiunque di partecipare anche gratuitamente. Ma se aveva qualcosa da darci eravamo lieti. Se la cosa non era istituzionale sarà istituzionale perché qualche comune più virtuoso ci invitava a fare un seminario o dei gruppi associazioni e varie. Si cercava di creare un po' di economia perché questo ci permetteva di vivere poi la rocchetta, perché a noi la regione ci ha dato la casa e basta. Non citava altro ok l'acqua e la luce la casa si' questo si' pero' mantenimento nostro era legato alla nostra stessa attività. Storia del lotto è stata una storia importante per noi. Siamo riusciti a produrre uno spettacolo che abbiamo ha realizzato il primo e il secondo giorno. Il terzo giorno ci è stato impossibile perché il secondo giorno c'e' stata la morte di Carlo. La città ha cambiato totalmente la condizione nella presenza dei manifestanti e noi ovviamente abbiamo subito quello che avranno subito a centinaia di migliaia di persone e la storia è abbastanza conosciuta. Il Gotto però nella città di Genova è stata una memoria dura morire forse non è ancora morta perché ancora quest'anno che sono vent'anni. Abbiamo lavorato molto sulla memoria del Gotto um no, non con il living, con degli artisti di genova che parteciparono con noi alla creazione di questo spettacolo per il gotto e che poi furono diciamo i sostenitori di un movimento genovese legato ai fatti di genova in questo contesto di presidio della città successiva al gotto, per cui noi ogni settimana scendevamo almeno un giorno o due a settimana, scendevamo in piazza a Genova, sempre in modo a nostro avviso creativo ma con uno spirito fortemente politico, abbiamo creato diverse iniziative e performance in una di queste performance. Ci siamo conosciuti con Simona perché lei il suo percorso fuori dagli studi oltre gli studi è stato quello sempre e tuttora lo fa della danza contemporanea, per cui un teatrante, una danze rina si sono a un certo punto incontrati entrambi con idee politiche molto forti e questo ha fatto sì che and durissimo, al di là del piacere estetico reciproco di allora giovani vent'anni fa è mme. Il passo è stato abbastanza breve, nel senso che simona è un'altra che si immerge totalmente nella in un progetto. Se se questo lo appassiona, la appassiona e quindi ha scelto di venire a vivere in famiglia. Chiaramente la famiglia è stata, diciamo molto lieta, felice di accoglierla, anche perché non c' era nessun c', era un ragazzo che lavorava sulla danza, ma un altro percorso di danza danza e basta è quindi diciamo, ha portato anche poi un contributo molto forte a livello creativo sulla diciamo. A proposito di movimenti scenici, quindi ho fatto anche da quel punto di vista un grande, dando un grande apporto. Io e simona ci siamo molto legati a questo spazio di Carlo, di Giambattista Lasagna, di Carlo che non poteva più fare l'orto e dato che veniamo da famiglie contadine o comunque che hanno vissuto la campagna fortemente e a quel tempo andavamo a comprare il cibo al leader perché costava poco, abbiamo ho pensato che poteva essere anche una cosa molto piacevole quello di dedicarsi alla coltivazione di un orto per la famiglia, almeno per quello che potevamo produrre in un orto di montagna, quindi con una stagione limitata, però, insomma avere la soddisfazione di poter mangiare del nostro gne gne. Non tutta la famiglia si è dedicata, anzi eravamo in tre in realtà io, simona e un'altra persona tom tom walker, che si è dedicato molto anche a quell'aspetto é un questa azione verso l'orto. Io parlo di azioni perché credo sempre che tutto quello che facciamo è un'azione verso qualcosa, cioè una propulsione un'azione verso balcone. Quindi questa azione verso l'orto questi fatti del gotto, lo spettacolo sulla resistenza ci hanno portato a noi tre. Ah, cioè io, Simona e Tom, un giorno nell'orto a pensare che poteva essere una bella iniziativa creare un raduno di artisti che venissero a portare loro scelta, diciamo creativa, la loro azione politica anche all'interno di un contesto non urbano. Quindi abbiamo avuto l'opportunità di avere in concessione uno spazio demaniale del comune comune vicino un bosco di castagno secolare dove abbiamo creato un evento che abbiamo chiamato campo Carlo Campo Carlo era il binomio tra campo, ovvero orto terra e Carlo Giambattista la zona ed era un circo, era un circolo di cose che si legavano tra di loro la resistenza ai fatti del gotto, la coltivazione dell'orto e aveva un sottotitolo che erano tre a la la lettera, il nostro simbolo anarchico e quindi arte, agricoltura e ambiente e su quello abbiamo cominciato a lavorare. Parallelamente ci siamo dedicati anche ai lavoro, a lavori, progetti, con le scuole, con i bambini e per cinque anni abbiamo fatto come living come gruppo teatrale, seminari nelle scuole elementari e medie. Nel frattempo in tutto questo percorso sono fatti mancare, diciamo niente, and il progetto di campo Carlo è un progetto che la nostra grande sorpresa è cresciuto in modo esponenziale, per cui siamo passati dal primo anno dove eravamo trenta persone. Siamo arrivati al terzo anno c'eravamo centocinquanta in completa autosufficienza, dove tutti si dedicavano alla gestione del campo e dove c' erano seminari, laboratori, mostre, esposizioni, qualsiasi cosa spettacoli dal mattino, all'alba fino a notte fonda. Ognuno portava qualcosa l'unico l'unica richiesta era la permanenza per tutta la durata del festival. Non volevamo artisti che arrivassero facessero una performance, se ne andassero. Non era quello il nostro concetto. Per noi il concetto di comunità un concerto estremamente forte, finché questo numero non ha portato un disequilibrio a livello politico in quella valle per cui, diciamo, ci hanno gentilmente chiesto di spostarci, diciamo così è lì abbiamo fatto i conti con la realtà rispetto a un'utopia che che viviamo da sempre in quel momento era estremamente forte. Questo evento ha portato anche alla conclusione del progetto della casa che che era stato chiamato il centro Living L'europa era proprio la nostra sede europea. Quindi tutto il gruppo di New York si spostava da aprile a ottobre. Rocchetta Ligure a ottobre chi era di New York americano, tedesco o francese, se ne tornava nella propria, diciamo area o andava dove gli pareva gli italiani. Qualcuno rimaneva li', tutto l'anno. Io non avevo altra casa, quindi stavo lì tutto l'anno con Simona. Idem però quel progetto ha finito perché comunque il progetto dava la concessione per cinque anni e quindi già da prima però i rapporti con le istituzioni erano un pochettino deteriorati. Perché le aspettative del territorio, diciamo così, erano evidentemente diverse rispetto al concetto di un gruppo teatrale, un gruppo teatrale, anarchico, misto, diciamo, di personalità in un territorio di montagna. Non è un rapporto semplicissimo, insomma, oggettivamente non è un rapporto semplice, abbiamo fatto un buon lavoro. Però comunque non diciamo a un certo punto si è concluso. Qui siamo alla fine del duemila quattro, Quindi dal al in quel momento la necessità di diciamo, lasciare quella casa e trovare qualcosa ltro dove stare per me Simona è stata diciamo un bivio, perché la possibilità era quella di andare negli Stati Uniti, a New York e lavorare con il gruppo oppure lasciare il gruppo e fare dell' Ltro campo Carlo, dove io e Simona abbiamo ho lavorato tantissimo insieme a Tom, ma tutta la parte organizzativa, diciamo così, di rapporto con il territorio, la dialettica politica con le istituzioni eccetera potevano sempre portata avanti. Simona è questa forte aggregazione di questo festival che si svolgeva una volta l'anno per dieci giorni circa aveva portato a uno slogan collettivo dove si richiamava un'idea di fare campo Carlo tutto l'anno. Quindi campo Carlo tutto l'anno. Che cosa voleva dire? Voleva dire un progetto residenziale di questo campo. Carlo abbiamo trovato delle case in cima a monte, in un villaggio abbandonato e grazie a uno dei partecipanti che era l'unico residente di questo villaggio e ci siamo trasferiti che regione in Lombardia, ma al di là del crinale della Val Borbera. Quindi salendo sul crinale Scolli dall'altra parte scendi in valle Staffora, quindi diciamo eravamo nella stessa medesima area geografica, questa così denominata area delle quattro province e li abbiamo iniziato un percorso di quello che potremmo definire un eco villaggio. Okay a noi negli anni successivi i primi tre quattro anni si sono aggiunte altre famiglie con bambini piccoli. È anche noi. Noi abbiamo avuto la nostra prima figlia. Da lì, però già dopo tre anni che avevamo li' quindi ad del Duemila. Però è nata lì, nata in ospedale, però è nata lì, è tra l'altro, era la prima nata in quel villaggio, dopo oltre quarant'anni. Quindi questa è la storia che ci ha raccontato gli anziani di quel posto. Emma in questo luogo abbiamo ha portato avanti l'idea di festival, non per tanti anni, però ancora tre anni. Anche lì abbiamo avuto un po' di difficoltà a livello territoriale di Cho presenza rispetto a una cultura del posto e ci siamo dedicati piu' a un'attività. Invece diciamo che svolgesse verso il recupero del di quel borgo li abbiamo cominciato a fare un percorso legato al territorio con le risorse del territorio in architettura. E lì è iniziata. E lì è iniziata una formazione personale. Mia in modo particolare è tra le righe Simona e architetto non ha mai architettato. Dico io però a conoscenza e quindi a diciamo a un senso critico verso l'architettura e quindi è stata per me è un grande supporto. Qui siamo qui, siamo no. Già nel duemila quattro è iniziata questa cosa. Noi sono adesso diciotto anni che ci occupiamo di architettura naturale. Quindi il passaggio dal teatro a la scrittura spiegarlo anche proprio artigianato, senso alla il passaggio dall'archivio dal teatro all'architettura non c' è che ha smesso di farlo per un periodo. Io ho smesso di andare in scena quando o no ancora ho fatto performance, poi ho scritto diverse cose. Perché hai smesso? Perché mi sono dedicato a qualcos'altro. Me li cambiamo un po'. Ho cominciato a lavorare proprio fisicamente, avevo bisogno di fare delle azioni più pratiche, meno intellettuali. E siete usciti dall'inverno? Siamo, diciamo, formalmente usciti dal gruppo di New York. Ci siamo formalmente usciti dal living. Non si esce mai dal living. Però sì, diciamo non abbiamo più partecipato alle creazioni collettive in quel senso. Si' si' dal duemila al a quattro. Quando la casa di Rocchetta è stata dismessa abbiamo il gruppo è rientrata. Scusa, il gruppo è rientrato a New York in quel momento lì noi abbiamo scelto di stare in Italia e quindi diciamo abbiamo lasciato il la famiglia. Abbiamo continuato a dedicarci al teatro per delle opere mie personali che abbiamo portato in scena negli anni successivi, ma fino ancora mila. Dodici ha scritto un pezzo e ho portato in giro questo per un po' di anni che si chiama in borgata che richiama la mia infanzia. Sam, un secondo dobbiamo fare il back, che quindi pure in media dieci posti ci perdiamo una ben più o meno Okay. Parlavamo del villaggio, la residenza al villaggio a un certo punto ci ha posto di fronte alla necessità di rimettere a posto delle case decisamente malandate perché era un villaggio abbandonato da oltre quarant'anni. Noi siamo riusciti a insediarsi nel l'unico spazio abitabile. Dopodiché, tramite diciamo un'asta del comune, abbiamo acquisito uno spazio di fianco che è diventato lo spazio dell'associazione. Perché poi questo gruppo di persone si sono costituite in una forma di associazione, in uno scopo di lucro per le attività artistiche e diciamo residenziali, quindi legate un po' alla all'agricoltura, ai corsi sull'agricoltura, eccetera. È altre famiglie invece hanno comprato altre due edifici, piccoli case rurali se le sono, diciamo più o meno messe a posto. Il confronto con questa dimensione di sistemare le case ci ha portato a fare letteralmente i conti con le proprie tasche, nel senso che le associazioni, per loro stessa proprio tipologia in natura i'm, hanno scarsi finanziamenti. Le persone che si dedicano a livello di volontariato, anche attivisti che si dedicano totalmente, comunque difficilmente riescono ad avere degli diciamo degli introiti che portano ad avere delle risorse economiche. Di conseguenza l'unica possibilità era quello di interagire con le risorse del territorio. Per fortuna la dimensione montana, perché parliamo di un appennino intorno ai mille metri, ci dava la possibilità di avere del legname da opera, il castagno, in modo particolare di avere la terra a disposizione, quindi argilla sostanzialmente e in quella zona proprio dove abitavamo noi c' era una una coltivazione di orzo abbastanza diffusa. Quindi paglia e questo diciamo, ci ha portato a cercare di studiare e a che che cosa potevamo realizzare con questi materiali? E quindi ci siamo messi alla ricerca tramite una rete degli eco villaggi. Abbiamo avuto l'opportunità di conoscere una ragazza che era stato da poco in Inghilterra, presso la farm di questa Barbara Johns, che è una diciamo che ha ripreso tutte le tecniche di costruzione in paglia dal dai coloni inglesi negli Stati Uniti. Quindi quella che si chiama la tecnica Nebraska l'ha portata in europa ne ha scritto un libro che è diventato un po', la bibbia di tutti gli auto costruttori delle case in paglia. Alla fine eh, siamo riusciti a coinvolgere questo questo ragazzo che è venuto da noi e ci ha fatto un piccolo corso sulle costruzioni in paglia lui veniva il suo nome non me lo ricordo, ma lui viene dal veniva a quel tempo dalla comunità legata basilico che è una comunità intorno a ronco b laccio e lui era di Bagnaia Bagnaia un'altra comunità nella zona del pistoiese. Insomma realtà storiche perché la casa dove siamo andati ad abitare a noi, cioè io, simona, quando siamo arrivati a questo villaggio era stata appena lasciata da enzo la nati enzo la nati è uno dei fondatori di basilico, per cui insomma, alla fine siamo quattro gatti e senza sapere gli stessi a girare intorno a questa storia. Alla fine abbiamo ancora la stufa a legna di Enzo che ce l'ha regalata quando siamo andati ad abitare lì eh ci siamo dedicati al recupero del legname dal bosco che e abbiamo voluto fare una cosa piuttosto arcaica, nel senso che ci siamo presi i cavalli da lavoro e ci siamo tirati fuori la legna coi cavalli. Quindi proprio come esperienza, come esperienza, come piacere, come interesse. E io mi sono sempre appassionato di cavalli. Da ragazzo vengo da una famiglia di contadini, ma di carpentieri. Allo stesso modo mio padre in Svizzera faceva il carpentiere. Mio nonno faceva il boscaiolo e il carpentiere d'estate. Quindi boscaiolo d'inverno se cagione di taglio dei tronchi le travature e d'estate faceva le costruzioni dei tetti principalmente in legno. Quindi insomma, è un mestiere che in qualche modo ce l'ho nel sangue l'ho sempre visto fare da quando sono bambino e questa cosa mi ha è rimasta dentro. Te la porti dietro anche se non non pensi di volerla imparare, la impari per forza stando no. E così ci siamo dedicati a questo progetto del recupero delle case. Quindi abbiamo sperimentato la paglia, abbiamo sperimentato l'argilla e abbiamo sperimentato la carpenteria andando ce l'ha a prendere proprio nel bosco o due principalmente io con i due cavalli. Simona, diciamo come supervisore lo voglio, andiamo, è mme, principalmente si'. In questa prima fase poi si sono aggiunte le famiglie in questo progetto. Dell'eco villaggio tra queste famiglie C' era un ragazzo che faceva il falegname già di suo. Quindi lui ha dato un grosso contributo. Da quando è arrivato è fino a quando è stato lì presente. Perché poi il villaggio ha avuto, diciamo, un decorso, non felicissimo perché la disgregazione all'interno delle singole famiglie ha portato a quello che io ho sempre chiamato l'effetto domino no. Per cui una comunità che si basa sulla presenza di più famiglie con tanti bambini, con un progetto di scuola libertaria perché avevamo quella che noi chiamavamo la massa critica dei bambini. Non avevamo nove, tutti in età materna, elementare, c' erano tutte le condizioni per creare un la scuola libertario. Ci siamo dedicati anche a quello studio che ho lavorato molto con Francesco Condello, che è uno dei diciamo dei promotori della scuola libertaria e lui è uno che per esempio fa un'azione da dentro no, perché lui è un dirigente scolastico di una scuola pubblica, eppure cerca di trasformare un'idea di scuola eh tant'è che i nostri figli almeno ad alla più grande Lei ha fatto due anni di libertà aria prima di scegliere lei di andare alla scuola pubblica perché la sua amichetta andava via col pulmino giallo al mattino, quindi anche lei ha detto io voglio prendere il pulmino giallo senza sapere dove l'avrebbe portata e poi ha fatto i conti, ma felicemente, insomma. Questo comunque per tornare al progetto del diciamo di quella che viene più comunemente chiamata la autocostruzione noi ci siamo dedicati a quello per gli anni successivi, quasi qua. Ma allora il progetto di campo Carlo residenziale, quindi il villaggio è durato dieci anni, dal duemila quattro fino al duemila quattordici, finché a un certo punto uno dei diciamo così dei soci dei partecipanti al progetto, perché oltre alle famiglie residenziali c', erano tantissime altre persone che, pur non scegliendo la vita residenziale al villaggio, sceglievano comunque avevano scelto comunque di partecipare e sostenere il progetto che poi erano tutti quegli artisti che partecipavano al festival iniziale. Quindi, insomma, il legame è sempre stato molto forte e continuativo nel tempo. Tuttora sono persone con cui siamo assolutamente in relazione. Uno di loro, visti i lavori fatti al villaggio, mi ha chiesto di costruirgli la casa, una casa in legno e paglia, perché quella era loro intenzione. É chiaro che in quel momento l'esperienza di costruttore per per altri di una casa che deve durare anche anni. Non era una cosa per la quale fossi preparato. Sinceramente però ho scelto di farlo. E l'abbiamo fatta sostanzialmente in autocostruzione con lui, con Paolo, il proprietario e Simona, la sua compagna, quindi nel duemila quattordici per necessità di gestione di una burocrazia che è insita nelle costruzioni civili, per cui non esci dall'auto costruzione. Esci da quello che io ho sempre chiamato l'abuso responsabile? No, facciamo le cose perché abbiamo necessità di darci dei beni primari. Quindi parliamo di una casa sostanzialmente o sistemare quella che sgarbata. Però non abbiamo le risorse per poter accedere a un percorso burocratico dove gli oneri economici finanziari legati a tutta una sovrastruttura di tecnici, di permessi, di oneri presso il comune, tutta una serie di cose limitavano assolutamente la nostra possibilità di azione, per cui noi abbiamo liberata, mente deciso di agire in quello che è un abuso edilizio, ma responsabilmente per questo sì. Io definisco un abuso responsabile, perché comunque lo abbiamo sempre fatto con un alto criterio di valutazione tecnica per ci siamo sempre affiancati a professionisti che non ci chiedevano i soldi per valutare il progetto Ma insieme a noi son seduti per valutare quale fosse la scelta tecnica migliore per poter adottare una soluzione. Un abuso neanche costruita. Perché il termine abuso legato alla cementificazione varie dopo l'abuso intendi che non avete permesso? Esatto. Sì, sì. Diciamolo perché sono ok l'abuso edilizio è per noi. È stato, diciamo, non quel percorso di cementificazione o di costruzione in luoghi dove non è opportuno. Non era opportuno, era vietato costruire. Ma abbiamo, diciamo, fatto un percorso senza autorizzazione su degli edifici esistenti, per cui noi abbiamo agito verso il recupero storico di un villaggio. Lo abbiamo fatto perché per necessità, per condizione, non avevamo la possibilità di fare tutto un processo burocratico. Per questo lo chiamo abuso anche se diciamo la sì, esatto. L'associazione di idee, spesso con la parola abuso sta nel lo sa costruisco in riva al mare una palazzina di tre piani. No, non è quello. Non era assolutamente non era quella. Non è una necessità, okay? Almeno spesso non è una necessità. No? Noi siamo intervenuti rifacendo un tetto nella stagione buona perché avevamo recuperato il legno in quel momento e cioè la burocrazia. Non potevamo gestirla assolutamente per risorse economiche per condizioni Quindi a un certo punto si è posta la necessità di lasciare quel percorso di autocostruzione e diventare qualcosa di riconoscibile. Quindi aprire una partita Iva come impresa, come artigiano a quel tempo singolo. Io da solo è chiaro che questa cosa qua è un po', una contraddizione in termini, diciamo così, di principio, no. Una. Una persona che si ritiene anarchica, che fa un percorso legato a delle azioni politiche per tutta la sua vita. A un certo punto che diciamo rifiuta il sistema? No, per principio. E tutte le strutture, le sovrastrutture di un sistema aderisce al sistema. E perché fai questo? Ma è una grande contraddizione. Non sia più anarchico, No? Restiamo anarchici profondamente anarchici, pero'. Seguiamo un principio per il quale è necessario che qualcuno di noi stia dentro per spingere verso l'esterno verso fuori. Judith Malina diceva sempre Qualcuno deve pur lavorare da dentro, perché è facile andare a manifestare. Era molto più facile per noi andare, fare protesta. Stai fuori, dai, fai protesta, poter ritorni a casa. Stai al tuo villaggio. Sei in cima a un monte. Non è in relazione con nessuno. Battuto bene, diciamo. Sono effetti spot. Sono azioni spot importanti a sostegno pero'. Poi diciamo in qualche modo ne esci e ritorni nel tuo dove ti senti più protetto. Quando entri dentro a un sistema la tua protezione limitata proprio alle tue quattro mura di casa. Appena ne esci sei a confronto con tutta una realtà che per principio non condividi ma che cosa puoi fare e poi deciderò di non fare se fai come lo fai e i livelli di come può interagire con questa struttura possono essere diversi. E questo è quello che continua ancora a spingermi a spingerci verso, diciamo, una guida di di un percorso legato a diciamo a un'attività di profitto, perché alla fine un'azienda un'attività anche artigiana piccola è comunque un'attività di profitto che mira al profitto pero' cercando di attivare tutta una serie di strumenti diciamo legati a quella che si chiama la finanza etica, okay, per cui noi già dal villaggio avevamo una serie di diciamo di esperienze fatte con una cooperativa di mutua autogestione che poi è l'acronimo ma mh mh è proprio l'acronimo di mutua autogestione che ci hanno aiutato tantissimo nel nostro percorso di villaggio perché le case che siamo riusciti a comprare le abbiamo comprate grazie al sostegno dei soci di MAG che hanno creduto in noi e verso i quali abbiamo ho sempre rispettato il nostro, diciamo impegno e tuttora continuiamo a lavorare con me. Ok per quanto Max abbia una serie di limiti sempre maggiori imposti dalla struttura, per cui adesso oggi in questi in questo periodo non possiamo più essere finanziari da Mac perché siamo diventati per esempio srl, ma che non può più finanziare srl, per quanto le srl possono essere con degli obiettivi sociali molto forti, però di fatto la regola è questa abbiamo quindi abbiamo sempre cercato di diciamo adottare dei principi di etici nella nella conduzione della gestione diciamo così patrimoniale. Se vogliamo usare il termine proprio finanziario perseguendo in modo assoluto e convinto il percorso invece dell'architettura naturale perché crediamo che sia lo stesso ambito. Io penso che sia lo stesso ambito il fatto di occuparci di architettura naturale. Che cosa vuol dire? Che io faccio una casa naturale con i materiali naturali? Bene, questo può essere una scelta di tipo oggettivo. Ma perché faccio una casa con materiali naturali? E perché tu scegli di lavorare con noi? Perché facciamo una casa naturale? Perché anche tu credi che sia importante fare una casa con i materiali naturali? No, perché non sono inquinanti? Perché il benessere all'interno della casa è garantito perché siamo meno impattanti. Con l'ambiente no, produciamo, utilizziamo materiali prodotti con bassissimo impatto energetico, quindi principi assolutamente, diciamo alla base di questo concetto. Però dov'è che Sam cambia la diciamo la conduzione dov'è che cambia l'approccio verso questa azione. Ripeto la parola azione, perché continua a essere un'azione politica. Scegliere di fare architettura naturale per me è la necessità di continuare a fare teatro. Ma anziché inscenare un dramma, una commedia, un testo, metto in scena un una costruzione, è comunque un elaborato. Parte comunque da un progetto. Ha comunque un'azione di studio e porta alla realizzazione di Un'opera Percy parlare con le persone, ma non per cercare di convincerli che questo sia meglio di questo Tltro non è questo parlare con le persone per cercare di comprendere perché scegliere un'architettura naturale. Perché lavorare con terra paglia, per esempio, che la paglia non ha ancora detto una cosa terra paglia nasce durante il villaggio, come diciamo denominazione, perché terra e paglia erano i nostri due elementi principali con i quali ci siamo letteralmente confrontati. La nostra azienda si chiama terra paglia nasce in quel momento dell'esperienza lascia nell'esperienza del villaggio perché il legno, la terra e la paglia erano i nostri tre materiali disponibili. Non ne avevamo altri, quindi non potevamo fare niente altro che utilizzare questi materiali legno terra, paglia ci sembrava troppo lungo terra paglia ci è piaciuto così come campo Carlo ci piaceva, no, come binomio anche terra paglia ci è piaciuto, ci ha suonato. Ci riconosciamo, è stato questo questa è la nostra. Stai dicendo quindi scegliere tra la paglia che ti ho interrotto? Scommetto che cos'è scegliere tra paglia and eh diciamo, um trovarsi in comunità rispetto a un progetto più ampio che porta noi e ma le persone che scelgono di lavorare insieme a noi e quindi chiedono a noi di lavorare insieme a loro quelli di lavorare insieme perché riconoscono che al al di là del percorso che porta alla produzione di un edificio, alla riqualifica di un edificio, nel caso di interventi di recupero su edifici esistenti, Emma riconoscono quel pensiero è mme politico che c' è dietro a una condizione finanziaria. Noi cerchiamo di associare alle nostre diciamo che conduzioni alla nostra attività il più possibile interventi legati alla socialità. Quindi oggi, per esempio, stiamo facendo un percorso coi servizi sociali di Genova e abbiamo portato dentro al nostro organico ragazzi che hanno necessità di avere delle forme di garanzia delle tutele sociali. Quindi ragazzi richiedenti asilo politico, quindi ancora con nessuna garanzia a livello sociale, che non conoscono questo mestiere, ma che in questo modo potrebbero avere l'opportunità di trovare e un'identità sociale e quindi riconoscersi in qualcosa, in quello che fanno e per loro stessi per darsi una, diciamo una garanzia nella crescita. Quelli formate voi, perché non assolutamente, assolutamente. Questo è incarico a noi tutto il gruppo, diciamo delle persone che lavorano con te, la paglia. Noi in questi anni dal duemila quattordici oggi siamo cresciuti tanto, tantissimo. E adesso siamo otto persone, otto persone più me. Simona dieci comincia a diventare una dimensione già abbastanza importante per un'azienda una piccola azienda. Ci mancherebbe. Completi questi ragazzi, dieci compresi loro sì, sì. Dieci è diventata da partiti una singola società quest'anno da luglio fino all'anno scorso eravamo eravamo una partita, si è stato fino all'anno scorso. Eravamo una partita Iva individuale, quindi un artigiano con dipendenti. Però poi, diciamo le prospettiva verso le quali stiamo andando incontro richiedono necessariamente una struttura diversa. Senti fosse prendiamo un attimo il discorso dei materiali, cioè che cosa vuol dire una casa naturale, che tra l'altro non hai parlato sempre di costruzione. Però fate anche ristrutturazioni, appunto, non è la parte tecnica, ma proprio nel senso cos'è una casa naturale. Perché la gente pensa solo alle normalmente immaginare sulle balle di paglia finisce abbastanza lì. Nel senso, infatti, pensando al cappotto interno, al attenzione a non sanno usare le colle. Ripeto, senza che il tecnicismo sì, senza entrare nei tecnicismi. Architettura naturale si riferisce a un concetto di intervento sull'edificio che può essere o nuova costruzione o un edificio esistente oggetto di restauro. Poi può essere un restauro conservativo se un edificio particolarmente datato oppure un intervento di restauro su edifici diciamo più moderni del dal dopo, diciamo chiamiamo dal dopoguerra in avanti gnam. Questo è legato a un concetto di base che è quello del benessere abitativo. Che cosa vuol dire? Il benessere abitativo è sostanzialmente il rapporto che noi abbiamo come organismo nel luogo in cui resettiamo maggiormente. Okay, ora per concetto noi consideriamo la casa come la nostra principale residenza. In realtà poi, se andiamo a leggere il tempo dedicato al lavoro. Scopriamo che tantissimo tempo lo dedichiamo anche in luoghi diversi dalla nostra casa, per cui sarebbe importante cercare di andare a lavorare o a sensibilizzare anche gli ambiti di lavoro, perché non dovrebbero essere trascurati, almeno per tutti quelli che si spostano da casa, entrano in un altro ambiente e lì vi risiedono per altre otto ore e poi tornano a casa. Ok, quindi anche lì l'esposizione particolarmente acqua alta. Il benessere abitativo è legato a appunto, al rapporto del nostro proprio biofisico. Il nostro organismo risponde, ha delle sollecitazioni positive e risponde a delle sollecitazioni negative. Le sollecitazioni positive sono tutte quelle condizioni in cui noi percepiamo appunto benessere. Se noi abbiamo freddo e ci esponiamo al sole, godiamo del benessere. Se abbiamo caldo ed entriamo in una casa fresca, godiamo del benessere. Se entriamo in una casa che è priva di odori, godiamo del benessere. Se entriamo in una casa che non ha rumori esterni che vi entrano, godiamo del benessere. Queste sono le cose più tangibile, più percepibili dal nostro organismo del nostro cervello. Poi ci sono delle altre condizioni che noi andiamo indagare da un punto di vista della progettazione, che sono invece legate a tutte quelle interferenze che sono più subdole, subdole. Intendevo dire che noi abbiamo nei nostri luoghi di abitazione o di lavoro, dove per man iamo per lungo tempo un'esposizione anche a condizioni di diciamo legate a quelle che sono le condizioni naturali del del della crosta terrestre. Ma noi sappiamo che sotto di noi scorrere dell'acqua sappiamo che esiste una rete di Hartman che è una, diciamo una rete energetica che riveste completamente il nostro globo. Queste condizioni interferiscono, il nostro biofisico ci sono, diciamo, oh degli dei luoghi nel mondo, in Europa, soprattutto verso il nord dell'europa, dove questa sensibilità è talmente alta che viene proprio richiesta un'indagine. Prima di procedere ho una nuova costruzione a una ristrutturazione proprio facendo delle indagini geo biologiche. Quindi andare a capire che cosa abbiamo sotto di noi. Noi qui, per esempio, la nostra casa lo abbiamo fatto. Abbiamo scoperto delle cose anche particolarmente interessanti da un punto di vista dello studio, preoccupanti da un punto di vista delle interferenze che venivano prodotte sul nostro organismo, sempre con un atteggiamento di scetticismo. Ci mancherebbe altro. Però sappiamo tutti che se viviamo sotto un elettrodotto noi siamo soggetti a un'esposizione a campi elettromagnetici estremamente alti. Sappiamo che se abbiamo la Wi fi in casa ci siamo esposti a campi elettromagnetici, a onde radio. Queste cose le conosciamo poi non ne possiamo fare a meno. Come possiamo, diciamo, migliorare questa condizione qua attraverso, per esempio, l'uso di materiali naturali che per loro composizione e mme riescono a schermare o a proteggere o a eliminare determinate condizioni di interferenza l'aspetto, diciamo positivo, che se ne riceve è che in una casa in cui si è diciamo portate avanti un progetto di architettura naturale, questa cosa è quasi impercettibile, nel senso che il nostro organismo riconosce perfettamente uno stato di benessere e quasi non ci sembra niente di diverso. È viceversa se entriamo in ambienti dove c' è quello che noi chiamiamo discomfort, quindi assenza di comfort li cominciava a percepire qualcosa che non va. E la i materiali naturali che noi utilizziamo non sono tantissimi, eh? Sono alla fine sulle fibre vegetali lavoriamo sulla paglia, sulla canapa e anche sul sughero, anche se non è il dominante. Principalmente utilizziamo canapa e paglia sulle malte utilizziamo calce, argilla, vari tipi di calcio, però ovviamente calci naturali senza additivi, senza niente. E poi adesso abbiamo avviato un progetto di ricerca per l'eliminazione totale dell'acciaio e del cemento, perché una delle cose più impattanti del mondo dell'edilizia e la cantierizzazione poco la si osserva pochissimo questo aspetto, ma i rifiuti che noi produciamo all'interno di un cantiere naufraghi una conoscenza è sono elevatissime. Sono tanti per tante ragioni e ci hanno difficoltà nella gestione dello smaltimento di questa cosa. Qua sono ci sono dei buchi normativi in Italia sulla gestione dei rifiuti, sul package in così come ci preoccupa, diciamo preoccupiamo di andare al supermercato con la bottiglia, la riempi per riempire il sapone anziché comprare una bottiglia di plastica ogni volta in cantiere ci preoccupiamo come cercare di risparmiare plastica, acciaio, eccetera, che sono tutti elementi altamente inquinanti e altamente energivori. Ok quindi anche su quegli elementi di costruzione o di servizio alla costruzione stiamo cercando di fare delle ricerche per superare anche questa, diciamo condizione di apparente necessità. Quindi abbiamo sostanzialmente eliminato i ponteggi in acciaio e di virtù si fa necessità cioè di necessità. Si fa virtù? Guardo no, perché in questo periodo storico dell'edilizia con questo fattore del centodieci una delle delle condizioni che maggiormente ha creato criticità è la mancanza o l'innalzamento dei prezzi delle materie prime. Quindi l'acciaio è uno dei primissimi perché ha bisogno di tantissimo gas energia per essere prodotto. È quindi costi altissimi, prezzi altissimi di installazione e pochissimo materiale a disposizione. Noi abbiamo risolto questo convertendo la struttura di punteggio l'acciaio convertendo la no, no, il tubo dell'acqua per un ah, scusa dimmi eh abbiamo abbiamo sì, adesso abbiamo superato l'uso dell'acciaio in cantiere per i ponteggi, tornando indietro nel tempo e realizzando i punteggi in legno, per esempio, che intanto un'energia diciamo, è un materiale riciclabile. Se c' è un processo, è una filiera dietro controllata. Chiaramente parliamo di prodotti certificati che hanno un ciclo di Lesbos ko controllato e non selvaggio. Chiaramente é la cosa che ci rende, diciamo in qualche modo, più orgogliosi è il fatto di aver studiato e siamo prossimi alle prime applicazioni. Quindi abbiamo verificato dal punto di vista tecnico normativo soluzioni rispetto alle fondazioni. Quindi siamo in grado di realizzare fondazioni sia per nuove costruzioni che nel recupero storico, senza l'uso né del cemento nell'acciaio. E questa è una ricerca nostra interna che porteremo al brevetto tra poco, perché noi le chiamiamo fondazioni innovative. È un po' di innovativo, cioè l'idea i materiali sono totalmente naturale. Senti, ho citato quasi tutti gli aspetti, ma uno che anche per esperienza personale non ci pensa quando la casa è il tema, almeno molti si preoccupano di edilizia per un tema ecologico che ovviamente non è banale. Però quello della salute non è percepito normalmente la gente non pensa che la propria casa non faccia bene. Tu ne hai parlato sul discorso dei campi magnetici, ma mi piacerebbe dicesse qualcosa sul tema di quello che si respira. Quindi non mi ricordo mai come si dice. Lo chiamo pittore. Anche se sostanze Paolazzi, quelle che si chiamano sostanze volatili, allora sì, il benessere abitativo all'interno della casa vi è, diciamo, passa in quella che si chiama progettazione del del salubrità ambientale. La salubrità ambientale viene data da condizioni di umidità e di sostanze volatili emesse da materiali presenti all'interno della casa. Questi sono i due fattori che portano danni al nostro organismo. L'umidità è qualcosa che diciamo interferisce la a livello di organismo, soprattutto sulle vie respiratorie, perché l'umidità produce muffe, le muffe producono spore, le spore si muovono nell'aria e noi le respiriamo. Questa è la condizione principalmente legata all'umidità. Non è solo a percepire che c' è un'umidità dentro casa, che è sgradevole solo come dire ma non ma è proprio che il fatto che l'umidità porta a produrre queste spore che poi noi innalziamo e se diventando così nel nostro polmoni questo sviluppa problemi legati principalmente alla alla mamma, malattie polmonari in generale nei bambini questo è particolarmente gravoso perché può produrre veramente manifestazioni di asma che poi diventano croniche nel tempo. Una cosa che invece è realmente trascura, totalmente trascurata dalla nostra società. Per una serie di ragioni um, sono le sostanze volatili quelle che si chiamano voc poco ve seconda dell'acronimo se inglese o italiana sono quelle microparticelle che vengono emesse da sostanze che derivano da produzione chimica o da trasformazione di materiale organico attraverso dei procedimenti chimici, quando si quando si parla di utilizzare il polistirolo o il polistirene o il poliuretano come materiale in bioedilizia. Perché ad fondo il fatto che venga dal petrolio il petrolio è una sostanza un'origine organica per cui è bio. Questo è un po'. Il concetto aveva detto proprio in estrema sintesi e non si valuta tutto il processo chimico che viene adottato per la trasformazione della sostanza organica in qualcos' ltro quindi l'industria chimica. Queste componenti chimici continuano ad essere altamente missive per sempre. Il problema è per sempre. Se poi l'esposizione di queste sostanze sono anche sollecitate da per esempio, fonti di calore aumentano la loro remissività ed i materiali così presenti nella nostra casa ne abbiamo tantissimi. Le piastrelle hanno delle colle che si portano dietro, magari la piastrella di per sé anche una piastrella fatta a mano dall'azienda toscana e l'abbiamo pagato ottanta euro al metro quadro perché fatta a mano argille certificate. Però poi andiamo a incollare con una marca x che ha una potenza x di incollaggio. Quella cosa lì ha subito un processo chimico fisico, no, proprio strutturale e quella cosa lì è altamente missiva. I livelli di aggressività adesso li stanno un pochettino controllando e questi materiali stanno certificando con dei valori da zero a quattro cinque per cui trovi la colla che è un po' meno e missiva di cinque ma più remissiva zero allora se io ho una soluzione per cui ho emissione zero posso scegliere di usare emissioni zero. Forse non devo fare le piastrelle, ma devo utilizzare un'altra tecnica e su questo abbiamo una letteratura. É un'esperienza che ha uno storico notevole. No gnam Abbiamo un materiale, un componente di arredo che non è fatto. Adesso dico di legno massello, ma bisogna stare attenti anche lì. Cosa? Come è stato trattato questo legno massello? Già a parte il legno contiene già della formaldeide naturale per una formaldeide che il nostro organismo tollera mentre l'incollaggio di componenti di arredo che mischiano materiali perché magari è un prodotto economico e posso comprendere che le scelte sono anche e spesso soprattutto alla fine di un cantiere, in virtù di condizioni economiche quasi del tutto ormai esaurite. Perché questa è un po', una storia di molti di tanti. La forza sta nel non cadere in questo tranello da dal mio punto di vista è quello che io insomma cerco di esporre. Poi chiaro che io esco da casa con la casa finita e poi dopo diciamo sta sta alla scelta di chi? Di chi vi risiede. Però quei componenti li hanno con le poliuretani che con le fenoli, che sono tutti materiali altamente emissivi. Ehm non è una questione di parlar male di un prodotto, eh? Diventare consapevoli che c' è qualcosa che può fare male al nostro organismo, è qualcosa che invece non fa male al nostro organismo. La libera scelta è di diritto di tutti e necessita di tutti. Però bisogna essere consapevoli che si può fare in un modo, ma possiamo fare anche in un altro. E quello che noi cerchiamo di portare avanti, eh? La più alta conosciuta al nostro interno, come terra paglia che ci siamo in questi anni strutturati passando da me che sono sempre stato un po', un artigiano anomalo, nel senso che mi sono sempre messo a studiare tanto quello che che e che mi interessava per quello che andava a realizzare. Ma poi ci siamo strutturati e oggi diciamo c' è un ufficio tecnico che lavora non solo per i nostri clienti, chiamiamoli così le persone con cui entriamo in relazione. Ma lavora anche per una ricerca nostra interna, sull'uso dei materiali perché vogliamo crescere anche nella qualità dell'uso di questi materiali, anche se partiamo dal medesimo libro. Partiamo dai romani. Partiamo da Vitruvio. Quella è la base, da lì sperimentiamo tutto. Però quello che è un fatto loro è qua, visibile da duemila e cinquecento anni. Ed è indiscutibile. No? Dal punto di vista qualitativo, peraltro, perché poi a volte si associa al fatto che fare un intonaco in terra cruda non sia così resistente come farlo in cemento non è così. In realtà non è così. Così si può dimostrare ben altro. Ma l'argilla ha una capacità di assorbire al novantanove percento gli odori scherma al novantotto percento i campi elettromagnetici per cui se io sono dentro una casa che agli intonaci in argilla mi posso paradossalmente anche quasi permettere di avere la wi fi si' viene schermato tantissimo il mio organismo dalla presenza dell'argilla questi sono benefici. Andiamo a fare i fanghi di argilla per stare meglio con il nostro corpo non facciamoci anche i muri che è meglio viviamo dentro una casa d'argilla questo è l'ideale l'ultima cosa su questo tu che abbiamo fatto in Francia da che facevi tu tltro a Insomma, se non sono ancora non sono tantissime le aziende in Italia, le imprese in Italia ancora davvero aspetta su questo tipo? Diciamo essere tra i massimi esperti in Italia di questo tema, ma totalmente autodidatta. Come è stato passare dalla appunto auto costruirsi una casa? Credo anche un po' come esperimento, come gioco tra virgolette, il senso gioco, senso nobile a farlo per altri, ma è solo studiato ha avuto dei maestri, cioè comunque non è scontato. Anche non è fatto a quindici anni ha vent'anni, quindi non colpisce un po' questo passaggio no è mme, la crescita personale verso la conoscenza fino a oggi acquisita. Ehm me ne manca tanta pero' c'e' sempre la mia libreria accanto al letto e vi attingo appena posso o no? Assolutamente bisogno è proprio l'ambito. Cioè è proprio una questione di formazione è proprio perché nessuno nasce con la consapevolezza e la conoscenza no, ma si deve mettere a studiare se a un certo interesse e studiare poi non serve fino in fondo se non pratichi. Ok, quindi teoria e pratica devono essere sempre insieme. Questa è una cosa che ripetiamo anche spesso al nostro interno no, soprattutto ai ragazzi giovani, spesso nel mondo dell'edilizia la passatemi il termine, ma lo scarto della società no, ma in Italia stessa non c' è una cultura di formare artigiani, ma formare la forza lavoro. Tu vai a fare un percorso di una scuola edile e se vai a prendere il curriculum dei ragazzi della scuola edile italiana sono tutti i ragazzi che hanno ha superato la terza media e l'interesse verso qualche altro tipo di formazione, non cioè questo è un limite, un limite culturale. In Germania devi fare un esame per entrare a fare la scuola, di dire e se non lo superi non entri. Ed è un esame anche piuttosto, tanto per dire, perché abbiamo avuto una persona tedesca che ha lavorato con noi, un carpentiere per un anno e lui ha detto io ho dovuto superare un esame tosto per entrare alla scuola della carpenteria. Okay, quindi questo per ribadire il concetto che è fondamentale la formazione. Quindi io da quel momento in avanti, da quando ho conosciuto i materiali naturali, mi sono dedicato allo studio e a seguire alcuni maestri o maestre che della loro diciamo formazione principale, ognuno per un ambito diverso. Chi per la terra cruda, chi per la calce, chi per il legno eh, sono andato e sono stato con loro per un po' di tempo e poi me ne sono andato anche nei luoghi dove questi materiali li usano per altrettante necessità per cui me ne sono andato in India a frequentare un un luogo che si chiama nord EP, che è un centro di ricerca e sviluppo per l'architettura contadina rurale, dove insegnano ai contadini alle persone del villaggio a costruirsi delle case migliori con quello che hanno, ma bottiglie di vetro, pezzi di bambù, terra, sterco, paglia e sono andato lì. Però lì c' è anche un centro dove sperimentano e fanno continuamente ricerca. Quindi che potevo chiamare mister che paglia sì, questo è fondamentale. Nell'ambito dell'architettura invece ho avuto la fortuna di lavorare con, ehm di lavorare per uno studio architettura in particolare che sono di torino. Loro si chiamano green think e loro sono progettisti in architettura naturale e fanno solo quello che hanno scelto come formazione già dall'università di dedicarsi all'architettura naturale. È chiaro che con loro ho avuto la possibilità di alzare il livello di conoscenza tecnica dell'architettura e questo ci ha portato, dopo cinque anni di studio di architettura, ad avere uno studio di architettura a noi al nostro interno con un giovane architetto neolaureato. Però quindi insomma si puo' immaginare gli artigiani un lavoro che inizia la ragazzina non ci si puo' diventare artigiani anche da si può diventare artigiani anche da adulti? Assolutamente sì, per fare finora tre vite no attivo e attore teatrante. Poi se stasera l'ultima cosa ti chiedo raccontare dovessi raccontare cosa è stato a casa mia. Però non dire casa di casa di Danny. Non possiamo dire non lo so, come vuoi tu. Vuoi tu con me? Perché? Per il video Sì, sì. A casa di Daniel Tarozzi Eh sì, però scusa un attimo l qual è lo spunto? Parlo di Daniel Tarozzi. Gli interventi in architettura naturale ci portano sia le nuove costruzioni che alle chiamiamo le ristrutturazioni. Non noi preferiamo chiamarli interventi di riqualifica Gnam perché sono edifici storici dove è assolutamente idoneo. É opportuno utilizzare i materiali così come li avevano utilizzati a loro allora perché altrimenti creiamo proprio uno squilibrio a livello architettonico e di proprio di salubrità all'interno della casa per tornare a quanto ci siamo detti prima che Ma nelle ristrutturazioni. A maggior ragione cioè per quegli edifici degli anni post m' guerra seconda guerra dove c' è stata un' edilizia extra assolutamente espansiva, no, basata sul mattone, sul cemento. Insomma il boom boom economico italiano no, ha portato a costruire ovunque qualsiasi cosa non sempre di eccellente qualità. Oggettivamente, eh, è stata la fortuna per molti la disgrazia per altri perché hanno speso dei loro soldi e poi dopo pochi anni si sono ritrovati con dei manufatti un pochettino critici. Di questi interventi, diciamo ce ne capitano ultimamente abbastanza spesso l'anno scorso abbiamo fatto un intervento sopra Albenga ad alto, ma da una famiglia di Daniele Manuela che hanno questa casa proprio nel periodo degli anni sessanta settanta, più o meno che è stata oggetto di un intervento di riqualificazione estremamente pesante, nel senso che la casa è stata a parte, il tetto è stata letteralmente rivisitata, gran parte in parte demolita, soprattutto al piano terra, per ampiamente eccetera. Dove chiaramente ci si è posti nella proprio, ci si è posti all'attenzione di come intervenire e che cosa dare, come diciamo elementi di riqualifica perché la la proprietà avevo espresso proprio un criterio di intervento con materiali naturali. Lì c' è stata una combinazione di diciamo di più attori che si sono interfacciati, non tutti con la consapevolezza di quello che volesse dire architettura naturale. Quindi, diciamo è stata anche una bella esperienza per certi versi, perché è stata opportunità di far conoscere e di portare persone che non avevano mai incontrato. L'architettura naturale l'uso dei materiali naturali nelle opere di intervento di edilizia è quindi dall'impresa al tecnico progettista che veniva da tutt'altra formazione di confrontarsi con questo ambito. È chiaro che lì siamo stati un po' l'ago della bilancia, nel senso che nel bene e nel male abbiamo creato piacere e anche squilibri, perché non è semplice cambiare approccio rispetto a ciò che si conosce, perché ti porta verso qualcosa ehm al quale ti devi esporre. E generalmente, insomma, questo mette un pochettino più di attenzione di noi stessi e poi, a seconda dei soggetti, più o meno ansie. È però è stato un intervento che ha cercato di curare nel minimo in tutti i particolari proprio questo principio di benessere abitativo che abbiamo. Ho parlato prima, per cui li per fortuna abbiamo avuto una committenza che ci ha dato grande fiducia, nel senso che sia affidato a noi nelle proposte che noi abbiamo fatto, andando a sovvertire completamente tutte le idee che avevano avuto fino a poche o poco prima che incontrassimo, che incontrassero noi. Noi siamo stati chiamati in causa per fare un cappotto esterno in paglia. Alla fine quella casa non ha un cappotto esterno in paglia, ma tante altre cose che abbiamo ritenuto più idonee per quella casa. Non è stato un lavoro semplice, non è stato un lavoro che non ha avuto intoppi, anzi ne ha avuto uno anche abbastanza importante, che però ci ha messo anche davanti a una condizione dove era necessario trovare una soluzione. E secondo me ha oggi ah, diciamo trascorso un tempo dove la criticità di questo intervento di ripristino diciamo di questo difetto a oggi lo storico ci sta ancora dando ragione, per cui vuol dire che la nostra conoscenza di quello che facciamo non è solo finalizzata al lo faccio ed esco, ma se c' è un problema sono in grado di risolverlo. E questa non è una cosa banale, ehm perché la crisi che si va generando quando c' è un difetto importante li' lo abbiamo avuto senza entrare nel dettaglio, ma abbiamo avuto un difetto importante e la crisi emotiva che si è scatenata è stata altrettanto importante. Ma è oggettivo, ma è anche giusto che sia così. È stata una squadra di lavoro, non solo noi, che ha diciamo che è riuscito a intervenire e a recuperare. Ritengo egregiamente questo difetto e quindi a riportare in una condizione di equilibrio, mantenendo lo stesso tipo di criterio e di azione. Noi abbiamo continuato a lavorare con materiali naturali, abbiamo analizzato la problematica direi a oggi che l'abbiamo risolta eh! Abbiamo continuato a mantenere questa nostra linea di purezza. Ci piace dirlo così è dove abbiamo realizzato un intervento basato tutto su canapa, su argilla e sul calcio. E il risultato è molto soddisfacente. Proprio macron abbiamo fatto il cappotto esterno in canada interno interno proprio ok minuto proprio sì, sì, li abbiamo fatto un cappotto esterno in pannelli di canapa, ma una una riqualifica degli intonaci interni in argilla con uno spessore di circa tre centimetri per varie ragioni di diciamo di protezione quello che dicevamo prima per il benessere abitativo abbiamo fatto tutti i sottofondi e i pavimenti in calce secondo la tecnica del del massetto a corpo unico, i pavimenti storici in calce, polvere di marmo e sabbia e finiture in cocciopesto nei bagni. Quindi abbiamo escluso l'uso delle piastrelle e quindi l'uso di qualsiasi sostanza collosa. Quindi abbiamo lavorato con calce, con terra, con canapa come elementi primari. E poi abbiamo aggregato sabbia e marmo per dare consistenza ai nostri impasti. Il basta non abbiamo usato altro olio di lino naturali senza solventi che fantastico l'ultima, cosa che chiudiamo tutte le interviste. Così chiedo che cos'è per te l'italia che cambia se non pensare al giornale al nostro progetto. Il concetto l'auspicio in una frase non un discorso per me l'italia cambia è cosa ti viene che per me l'italia che cambia è architettura naturale cambiamento dell'edilizia grazie. é ok, non siamo in diretta, ovviamente interna e non metto il sottomarino perché poi aggiungo a parte abbiamo le grafiche le nostre e come ruolo che ci metto a proposito Altromercato Perfetto. Io non sto con un altro consumo come fanno tutti, altrimenti è un classico un'immagine Assolutamente no, non ci se non ci sono solo io se poi per te la puoi ripetere il suo perfetto benissimo questo qui e niente Io mi sento bene, Mi vedi bene? Ti vedo perfettamente. Ti sento perfettamente. Spero anche tu, eh, guarda, io ti faccio la domanda e poi ti lascio lo schermo a te appena ti vede sullo schermo, come vi dicevo, puoi rispondere. La prima cosa che ti volevo chiedere è una presentazione di Altromercato, il pubblico nostro, sostanzialmente un pubblico mediamente consapevole, conosce questi mondi. Però non diamo niente per scontato perché ci piace. Insomma, io giri un po' a tutte e tutti, anche chi non non conosce questi mondi. Perciò se mi se mi fai una una presentazione quando vuoi, vai. Altromercato è la più grande realtà di commercio equo e solidale italiana ed è anche la seconda realtà il mondo come dimensioni, segnale del fatto è segno del fatto che L'italia ha risposto molto bene proprio al tema della sensibilità rispetto a quanto un consumatore possa effettivamente con i propri consumi incidere anche sulle filiere produttive. Quindi aiutare di fatto i produttori. Il mercato è quindi una sorta di ponte tra le comunità dei produttori che sono in giro per il mondo, per cui Africa, America Latina, Asia, anche Italia e i consumatori è tramite appunto l'acquisto di prodotti la produzione di caffè al cacao, zucchero, quindi prodotti più coloniali, ma anche artigianato, ma anche altri tipi, appunto di cosmetici di produzione che si trovano poi nelle botteghe del mondo e che sono proprio anche un ponte culturale con le comunità di produttori che lavorano per noi. È in giro per tutti i continenti, perfetto è m'. Ti volevo chiedere poi se vuoi fare un po', una panoramica di come è strutturata l'organizzazione, cioè come come siete organizzati vari dello sciopero ai punti vendita è un po', un recap scompaio Altromercato. Innanzitutto l'impresa sociale. Una cooperativa incompresa sociale che tra L'altro è un consorzio per cui i soci di Altromercato sono le cooperative che a livello territoriale nel sul territorio italiano gestiscono poi le botteghe del mondo le botteghe Altromercato siamo circa duecentocinquanta. Alla fine, nei punti vendita aperti è botteghe. Sono anche proprio un punto di riferimento culturale nella diffusione del consumo critico, perché non solo si trovano i prodotti di Altromercato, ma anche si trovano persone volontari, attivisti che sono disponibili proprio a chiacchierare con i consumatori per ragionare insieme sui temi dello sviluppo sostenibile e del consumo critico. È un consorzio, è quindi ha un, diciamo un aspetto di gestione collettiva proprio delle decisioni e appunto poi come veri in certo senso datori di lavoro è circa centocinquantamila produttori, sparsi appunto per tutto il mondo, che lavorano in cooperative che poi di fatto ci permettono appunto di importare i loro prodotti, di vendergli la nostra rete. Altromercato oltre le botteghe del mondo, naturalmente vende anche tutta un'altra serie di i canali, tra cui la grande distribuzione, tra cui le industrie, tra cui appunto un like e ha la ristorazione collettiva che di fatto sono il nostro terminale, i nostri point con i consumatori in vari punti della dell'acquisto in varie occasioni di acquisto per per i cittadini. Perfetto e guarda quando ho iniziato un po' a ad approcciarmi a, insomma al mondo. Insomma, dell'economia alternativa passiamo. Il termine è però insomma gli altri modi di vedere l'economia direte cibo, di vedere relazioni, insomma del commercio equo e solidale è stato forse no, ti prendo incontri che abbiamo fatto tutte e tutti noi. E perciò ti faccio una domanda a monte se mi puoi presentare questo video, noi potremmo anche spiegare cos'è il commercio equo solidale quando parliamo di commercio equo e solidale, di cosa parliamo? Vai. Beh, parlare di commercio equo solidale oggi è ancora più interessante. Forse rispetto a trent'anni fa quando è nato, proprio perché ancora adesso ancora di più, adesso ha veramente senso ragionare di come rendere più etiche e sostenibili le filiere. È un periodo in cui tutti parlano di sostenibilità, spesso diciamo così, fingendo di verde o tingendo il punto di tematiche sociali. Comportamenti che in realtà sono rimasti quelli da diversi anni. Però, appunto, tutti parlano di sostenibilità. In realtà però noi cerchiamo col commercio equo-solidale di proprio cercare di cambiare il paradigma non è semplicemente avere una sostenibilità, magari su un particolare è un settore della filiera produttiva, per cui magari chi chi vende il prodotto pianta degli alberi o i pannelli solari sul sul tetto del capannone. Ma è proprio cercare di rifondare il sistema che lega i contadini e gli artigiani che producono i nostri prodotti e diciamole le aziende poi che li trasformano fino ad arrivare al consumatore finale. Il commercio equo cerca di farlo aiutando proprio i produttori, pagando un prezzo giusto, dando una continuità di relazione e soprattutto rispettando i loro diritti, sia dal punto di vista sociale che dal punto di vista ambientale. Ehm mmm, nel corso di questa attività pluridecennale è come è cambiato il questo questa galassia? Diciamo di t fatta dai produttori, anche diversi. Volevo un po', una panoramica, un po' su come è aumentata la consapevolezza rispetto. Per esempio mi ricordo che facevo tesi all'università storia contemporanea. Ne avevo letto dei libri legati al ai contadini sudamericani, al giusto, al giusto reddito che spesso non arrivava. Come è cambiato in questi trent'anni la situazione? Beh, i consumatori di oggi sono sempre più sensibili e attenti ai temi legati proprio alla sostenibilità in Italia, cioè più una sensibilità spiccata per il tema ambientale. Però sta crescendo anche con forza proprio una sensibilità nuova rispetto ai temi sociali, per cui al rispetto dei diritti umani, perché mai come in questa fase di pandemia scesi conto che siamo tutti interconnessi. Quindi quello che succede in Cina, in America Latina, anche dal punto di vista economico, effettivamente ha delle ripercussioni su di noi. Quindi è proprio aumentato questo questa sensibilità che si traduce anche del fatto che molti più consumatori non sono più disponibili a comprare prodotti di cui non sanno la provenienza o comunque non sanno se ci sono delle garanzie rispetto alle condizioni di lavoro. È probabilmente negli ultimi anni diciamo il fatto che alcune condizioni che vedevamo negli anni ottanta e novanta solo nei paesi del sud del mondo. Quindi condizioni pessime di lavoro, di sfruttamento, quasi di schiavitù. Purtroppo con la crisi economica che è nata nel duemila nove e tanto ancora peggio con con la pandemia da covi d' li abbiamo visti arrivare anche le nostre regioni. Quindi di fronte appunto scena d d d d a scena condizione, situazioni di sfruttamento estremo, di caporalato in schiavitù di Dio anche in Italia effettivamente molti consumatori si stanno facendo le domande e quindi cercano filiere garantite. In questo caso, appunto, i nostri trent'anni di esperienza sulle filiere garantite faro' si' che i consumatori poi scelgano anche i prodotti al mercato come anni fa scendevano, sceglievano i prodotti biologici perché volevano appunto più garanzie rispetto all'ambiente. Ehm perfetto riguardo riguardo le filiere che appunto citavi adesso è maggiore la situazione in giro per il mondo sia molto diversa a seconda dei contesti geografici? No, dunque so che è un domandone enorme, però se si può fare una panoramica, un po', per esempio citavi l'asia e il Sud America. Quali sono un po'? Le particolarità, i contesti in cui lavorano i produttori e gli agricoltori in questi territori, quali sono i macro problemi a cui avete dovuto far fronte e quali sono state le soluzioni che avete messo in campo? C' è un elemento rispetto proprio alle condizioni dei produttori, che è cambiato molto negli ultimi anni. I produttori, soprattutto quelli di materie prime che costano molto poco sui mercati internazionali. Pensiamo al caffè e il cacao, zucchero, il riso, proprio i prodotti if i prodotti ex coloniali ehmm hanno dei costi molto bassi sul sul mercato internazionale, per cui ho anche la frutta fresca tropicale, per cui di fatto i produttori vengono pagati molto poco. Sono in una situazione di sovrapproduzione, quindi la produzione è alta e quindi poi gli intermediari possono fare appunto un buon gioco nell'abbassare i prezzi di produzione. Però quello che è cambiato, questo l'abbiamo sempre detto ed è una cosa abbastanza nota. Quello che è cambiato negli ultimi anni è l'aspetto finanziario, cioè che ormai tutti questi tutte queste commodities alimentari, tutte queste materie prime di fatto sono quotate e quindi all'elemento, diciamo puramente commerciale che regola la domanda e l'offerta si è unito pesantemente un tema finanziario che aggiunge elementi speculativi a un mercato che già di per sé vede una fragilità forte dei produttori. Questo è un elemento da non sottovalutare, perché adesso pochi lo sanno, ma il caffè, il cacao zucchero sono quotati esattamente come il petrolio, il cotone e quindi di fatto ci sono delle dinamiche proprio di di scommesse sul futuro di fiducia di altre, altre diciamo meccanismi finanziari che poco hanno a che fare poi con la vita reale dei produttori. Il commercio equo in questo senso e Altromercato cercano proprio di capovolgere totalmente la diciamo la filiera, andando direttamente dai produttori e blindando diciamo, la relazione con dei contratti diretti e quindi indipendenti da tutte le fluttuazioni che poi possono dipendi, possono nascere dal tema delle speculazioni finanziarie. L'effetto è mme, una domanda sull' attualità e prima abbiamo citato anche la pandemia è in giro per il mondo rispetto alla vostra attività. Quali sono le conseguenze più macroscopiche di questi due anni che sono un unicum? Rispetto? Credo anche alle poste a trentennale attività. Con lei cosa avete osservato? Due anni di covi DMX ci hanno di fatto dato due segnali molto diversi tra loro. Una. Partiamo da quello positivo, estremamente positivo che è stato la riscoperta da parte dei consumatori italiani delle botteghe delle botteghe proprio come luogo di relazione, luogo in cui fare andare a fare due chiacchiere anche in fase di lockdown, in cui trovare prodotti garantiti in cui ragionare di temi diciamo legati al consumo con volontari, attivisti, eccetera. Questa è stato un segnale tanto in controtendenza rispetto agli anni precedenti, per cui le botteghe sono hanno diciamo, superato questi due anni nonostante lockdown, chiusure, zone rosse, eccetera con veramente un forte, una forte spinta che ci fa ben sperare sul futuro nel futuro. Negativo invece decisamente lato produttori, quindi le grandi difficoltà di tanti sistemi produttivi per arrivare con le proprie merci e i porti, per le conseguenze sociali delle strutture sanitarie molto molto precarie in cui non ci si può prendere il lusso. Diciamo di contestare i vaccini per i vaccini non ci sono e quindi veramente situazioni che sono molto più più difficili rispetto alle nostre. Questo ha provocato delle difficoltà che si sono unite ed equa l'altro l'altro, fattore che penso chi chi, chi ci ascolta, insomma lavora in qualsiasi settore del commercio. Non appunto è aggiornato sul fatto che i costi di trasporto di materie prime per l'elaborazione e l'assenza anche di certi tipi di prodotto sul mercato, fa sì che ci sia veramente una una fluttuazione estrema dei prezzi, un innalzamento dei prezzi. Ma basti pensare l'energia, per cui di fatto questo purtroppo si scaricherà anche nei settori un po' protetti con quelli del commercio equo, diciamo sui consumatori. Purtroppo è inevitabile un aumento dei prezzi al consumo, perché veramente ci sono delle delle variabili impazzite sulle filiere che non siamo assolutamente in grado di controllare. Ho anticipato proprio un tema che va anche oltre, appunto il tema della pandemia che proprio l'innalzamento repentino del costo dell'energia e del poi a catena se ti scuote su tutta la filiera voi come ci sono delle possibili soluzioni fino al campo. Stai lavorando per esempio insieme oppure conoscete esempi di cooperazione per la quale è piccoli produttori? Si stanno auto organizzando per la produzione di energia dove se messi peggio, meglio nel mondo, secondo te rispetto a questo? Oppure è un fenomeno globale in cui siamo tutti coinvolti e è insomma, aveva solo conseguenze negative, ma non meno o non conseguenze positive di spinta a sistemi di energie alternative, diciamo si'. Noi abbiamo notato rispetto proprio al tema dell'energia è quanto di fatto il il cambiamento climatico abbia picchiato di più. Proprio sui nostri produttori abbiamo avviato da diverso tempo, a livello europeo come organizzazione di commercio equo, proprio una campagna sulla giustizia climatica. Perché i nostri produttori, soprattutto quelli in America Latina, in Africa e in Asia, sono quelli che meno hanno, diciamo, sono responsabili del cambio il cambio climatico, ma sono quelli che ne subiscono più le conseguenze. Si stanno organizzando per cercare il più possibile di risparmiare energia, di avere appunto una un approccio rispettoso dell'ambiente e anche, laddove possibile, di produrre energia o comunque di ridurre la produzione di due. Questo è positivo, però di fatto la diciamo la difficoltà rispetto agli aumenti energetici per una realtà come Altromercato che importa dall'altra parte del mondo, o quasi tutto effettivamente, si sa, si fanno sentire in maniera pesante perché non è aumentato solo il l'energia sono aumentati i costi dei trasporti. In certi casi sono quadruplicati. Ci troviamo di fronte a container, per esempio, di artigianato in cui costa quasi più il trasporto rispetto al prodotto detenuto, nel che un contenuto nel contenitore. Per cui effettivamente la questo questo tema sarà un tema da dalle variabili ancora incerte che dovremmo monitorare con attenzione. Perfetto. E senti una domanda su Altromercato e intanto tengo tengo d'occhio l'orologio tu al massimo quindici quarantacinque, giusto? Sì, ok, perfetto. No, perché prima non ho dimenticato, ha detto scusa. Ci sarà anche un articolo vicino al video. Dunque lei approfondisco tu quei due a un po' meno una ventina di minuti in riguardo. Il mercato italiano è commercio equo e solidale. Ci sono delle iniziative che siete partiti con un'ottica, ovviamente globale sul locale. Mi puoi dire è che se avete qualcosa da segnalarci certo il commercio equo e solidale è nato soprattutto con un'impostazione rivolta ai paesi diciamo del Global South, del sud, del mondo, diciamo però nel negli anni è proprio negli ultimi dieci anni c'è stata una forte attenzione a sviluppare anche progetti locali, quindi progetti che noi chiamiamo i domestici Fairtrade, quindi di commercio nazionale. Ed è nata proprio la linea in altro mercato che si chiama solidale italiano, che cerca di riunire in una serie di prodotti e di produzioni che siano il più possibile espressione di una economia che sta si sta rafforzando molto in Italia, un'economia rispettosa dei diritti dell'ambiente e che vede alcune, diciamo alcune eccellenze, è dalle diciamo cooperative o della realtà che si oppongono al caporalato in territori dove lo sfruttamento del lavoro molto forte e li abbiamo per esempio tutta una linea che si chiama Tomato revolution per di pomodori trasformati dal pomodoro che vendiamo nelle botteghe. E anche la grande distribuzione ha invece la possibilità per delle produzioni specifiche con forte valenza sociale e poi riuscire a, tramite il canale Altromercato a raggiungere i consumatori, quindi l'economia carceraria. Quindi prodotti fatti in cooperative all'interno delle carceri italiane, oppure terre confiscate alla mafia oppure cooperazione sociale che appunto abbia un forte, forte valore di reinserimento di persone svantaggiate. In tutto questo la risposta dei consumatori italiani rispetto alla produzione italiana equo e solidale è stata molto buona, quindi ci incoraggia molto. Perfetto i senti sul Sud America, eh? Volevo fare una domanda, non so se pertinente, ma ci provo riguardo a due mondi che quello brasiliano, quello cileno, che adesso vivono due situazioni completamente contrapposte. In questo periodo storico il Brasile va verso quando ci saranno le elezioni, ma può suonare quello che è. Insomma, il cinema come puoi settantatré è stato il primo laboratorio di un certo tipo di un certo modo di vedere l'economia oggi. Addirittura un attivista per poco più che trentenne è diventato presidente. E secondo te questi due poi il continente del degli estremi no, è il cosa. Come come ti vedi almeno su quel su quel mondo che comunque per il commercio equo-solidale Sull'america è stato uno dei dei punti di riferimenti iniziali? No, é come come come una cosa personale. La domanda più personale per farlo. Come vedi, questo è queste donne, queste queste direzioni contrapposte. Ma in che direzione si andrà secondo te? Beh, l'america latina è sempre stato un laboratorio politico interessante. E purtroppo nella storia, nella storia recente è stato anche diciamo l'apripista di alcune tendenze che poi si sono rilevate a livello globale in questo momento in America Latina mi piace citare oltre appunto alle situazioni più problematiche che sono l'argentina per per motivi il punto di crisi economica, il Brasile per per tutto il tema legato a come il governo sta affrontando dalla sola emergenza pandemica, ma tutto l'aspetto, economico e sociale. E per quello che ci riguarda anche tutto il tema della deforestazione in Amazzonia e anche Venezuela, con la crisi, con la crisi, diciamo spaventoso, che c' è in Venezuela, tutto distante proprio del diritto. A fronte di queste situazioni problematiche ci sono però dei segnali di speranza. Il Cile innanzitutto con questa forte diciamo um questa questo riorientamento politico degli ultimi degli ultimi mesi. E però anche altri paesi, altri paesi proprio della della costiera, soprattutto pacifica, in cui ci sono effettivamente dei laboratori interessanti. Dobbiamo capire bene l'america latina, come come si muoverà nei prossimi anni, perché probabilmente da lì, come in passato, nasceranno delle tendenze interessanti anche sui temi dell'integrazione delle delle popolazioni indigene, nel quadro economico e anche, a livello più macro politico. Un po' nella definizione degli equilibri geopolitici. Interessante il fatto che in questa fase ci sono molte molti appetiti sull'america latina e da parte non più solo statunitense, ma anche cinese, di altri dati superpotenze che effettivamente stanno stanno iniziando ad avere forti influenze sul continente sudamericano. Assolutamente. Infatti pensiamo stesso Cile rame, ormai dipendente dalla Cina più insomma sono passati trent'anni, si sentono sia banche piu' di trent'anni e si quasi quarant'anni per poco e si sentono dal colpo di quel paese. Tutti dicono che è bello il Cile, paese piu' vaccinato il mercatino, grazie il cinese mi hanno fatto arrivare container gratis di un laboratorio cinese che americana su certi aspetti curioso. Ma la Cina è paese profondamente agricolo fino a pochissimo tempo fa e che in un attimo ha stravolto tutto. Ma gli agricoltori e anche gli allevatori per certi aspetti cioè no. Comunque ancora un ruolo importante. Mi faresti un approfondimento su quella della situazione? O vedo che gran parte dei cinesi popolazione cinese si è spinta verso l'industria l'agricoltura in stato di abbandono, oppure la produzione ancora una forte è insomma la cooperazione l'altro produttivo cinese. Ancora però ti segnalo su questa cosa. Ti segnalo che non abbiamo con la Cina col fatto che appunto non è una democrazia. Non ha scelto una relazione che abbiamo relazioni dirette, importazione che ti posso dare un parere personale per non è che che con il più facile. Se allora mi fa una panoramica si' immaginavo con la Cina può farti questa domanda, ma che le informazioni che proprio eh e cercassero come oro in India mi vuol fare una panoramica delle vostre relazioni? Cosa? Cosa mi senti? Sì, sì, certo. Beh, il un'altra situazione interessante, appunto quello che in questo momento cc la rappresentazione della situazione nel subcontinente indiano. Effettivamente anche l'india un laboratorio interessante in questa fase, sia dal punto di vista politico economico e noi abbiamo appunto parecchi progetti. Comunque abbiamo relazioni con vari paesi del subcontinente indiano ed effettivamente anche li sta lasciando la nuova consapevolezza rispetto anche in alcune, naturalmente parliamo di zone vastissime, differenze enormi a livello sociale e demografico. Però stanno ci sono delle tendenze proprio interessanti rispetto alla nascita di maggiore consapevolezza rispetto ai diritti del lavoro. La grande battaglia che è stata fatta dagli agricoltori, vinta tra l'altro rispetto al governo, sul sui prezzi per i mercati, sui prezzi delle derrate agricole, per i mercati locali è stata una battaglia che ha ingaggiato, che diciamo ha paralizzato il paese per più di un anno, ma alla fine ha visto appunto i contadini acquisire una forte consapevolezza del proprio ruolo e quindi opporsi all'idea di un mercato libero che ormai per altri paesi, magari ancora un po' di fascino. Per per paesi come l'india che hanno vissuto le fasi peggiori appunto del neoliberismo. Effettivamente la è proprio la popolazione che sta cercando del dei correttivi che siano più sostenibile. È un laboratorio interessante, è interessante anche perché proprio naturalmente per i numeri. Quindi quando si parla di un miliardo di persone tutto cio' che capitali effettivamente poi delle ripercussioni a livello globale. E noi appunto, stiamo affiancando alcune cooperative con la realtà che si stanno vivendo veramente bene per cercare di di innovare rispetto alle tematiche più legate allo sviluppo sostenibile in campo ambientale, economico e sociale. Andiamo verso la conclusione e moda e cosmesi. La moda è una delle industrie più un certo tipo di moda, più impattanti e si sa poco. E Altromercato sta facendo delle cose su moda e cosmesi. Se ci vuoi raccontare cosa succede, due settori interessanti sono appunto la cosmetica e la moda. La cosmetica perché unisce il tema del benessere della persona che appunto compra i cosmetici con il tema proprio del benessere dei produttori che fanno le materie prime che sono contenute nel nei conti cosmetici. E questa è una, diciamo un tipo di legame che che è piaciuto e che convince molto le persone. Quindi una linea di cosmetica naturale e biologica che sia rispettosa anche dei diritti dei produttori, effettivamente ci fa sentire più sulla nostra pelle, più, più, più diciamo, più confidenti nel fatto di di spalmare dei cosmetici che siano effettivamente rispettosi. Tutta la filiera sulla moda ancora, e anche qui è molto interessante, perché noi come altro mercato di fatto abbiamo messo insieme in una una collezione di moda che si vende prodotto nelle nostre botteghe Altromercato, ehmm. Abbiamo cercato di mettere insieme alcune realtà di economia sociale, di commercio equo e solidale italiane che operano con i produttori e abbiamo costruito una cooperativa collection, quindi una collezione cooperativa fatta da diversi soggetti che con una regia unica e quindi con una diciamo un'impronta stilistica precisa poi escono appunto sul mercato però con diverse firme in un'ottica proprio in partnership è un altro mercato in questo sempre di piu' fare un po' da regia di alcuni di alcuni percorsi che si stanno muovendo all'interno della cooperazione sociale e dell'economia solidale italiana. Proprio per perché ci siamo resi conto che in questa fase bisogna agire proprio in un'ottica di partnership e che da soli si va veramente, soprattutto in settori come il nostro si va veramente poco lontano e quindi l'idea è quella di specializzarsi come realtà di commercio equo, di economia sociale, ognuno appunto in un dato settore. Puoi mettere insieme le forze per poi presentarci al mercato tutti insieme con dei progetti che siano il più possibile convincenti in questa è una risposta anche del mercato è stata interessante, positiva e per noi molto promettente. Per cui andiamo avanti con diciamo con decisione su queste direzioni dall'intervista una considerazione anche tua l'italia mi sembra un mercato che sta rispondendo bene nel senso le persone come consapevolezza stanno rispondendo bene rispetto al vostro settore. Questo secondo te perché è una cosa di tradizione che spesso noi lavoriamo sull'immaginario no, è l'idea che abbiamo noi del nostro paese. È poco edificante invece che comunque mi confermi che su certe tematiche che risponde dunque una considerazione tua. La sensibilità degli italiani su questi temi è sempre crescente. E magari noi appunto, di solito siamo portati a sottovalutarti. Però in realtà la veramente a livello di di di vendita di prodotti commerciali con livello di attivismo volontari nelle botteghe il circuito italiano è una diciamo invidiato ok dal e da altri paesi europei o da altri continenti. E quindi il movimento del commercio italiano è veramente un movimento molto, molto vivace che ha resistito a trent'anni appunto di diverse delle alterne vicende di crisi economica, eccetera. Ed è ancora molto, molto presente nel tessuto sociale italiano. Anzi, possiamo dire che è in crescita. Questa è una cosa positiva perché riesce anche a coinvolgere magari i giovani che non sono partiti trent'anni fa affondare il movimento delle botteghe. In questo noi stiamo cercando di fare un'azione molto forte per creare una marca identitaria come Altromercato. Vogliamo questo mercato non sia riconosciuto tanto come un marchio di commercio equo, ma che diventa una marca identitaria in cui il consumatore si riconosce, che poi è disponibile a diciamo far conoscere anche nelle proprie reti sociali. Perché questo perché è ultimamente di fronte alla crisi, diciamo della politica a livello nazionale ma anche sovranazionale, pensiamo a tutto il tema delle coop sull'ambiente e dei di tanti vertici internazionali falliti. Effettivamente i consumatori si stanno sempre più fidando di marchi che siano credibili perché fanno vedere che oltre a raccontare la sostenibilità la agiscono, la fanno, la realizzano nelle filiere, nelle attività di tutti i giorni questo ci rendiamo conto che è proprio un valore aggiunto e quindi il consumatore adesso si fida sempre di piu' di brand di Marky Mark e credibili che abbiano proprio la sostenibilità al centro e che non facciano semplicemente storytelling ma facciano storie. Jung non raccontano solo storie belle sulla sostenibilità, ma facciano della sostenibilità proprio il core business, diciamo il loro, la loro principale attività e l'altro mercato, appunto. In questo è pienamente ingaggiata con trent'anni di storia ottimo gli ultimissimi due l'ultima altro prossimi i vostri obiettivi. Cosa in parte me l'hai già detto, però se mi vuoi fare un approfondimento. Ma l'obiettivo principale per noi in questa fase parrà strano, ma è quello di raggiungere una certa serenità economica, perché il commercio equo, solidale, che appunto ha un grandissimo impegno di volontari, attivisti, eccetera, ancora fa fatica a livello di cooperative locali e di consorzio centrale a ottenere, diciamo, a tenere negli anni una sostenibilità che sia proprio di tipo economico, quindi, che poi ci consente di avere bilanci il più possibile, appunto, capaci di reggere le sfide del mercato, di fare investimenti. Quindi la serenità economica per noi un obiettivo. Perché? Perché vogliamo puoi essere tornare a essere forti protagonisti nel mercato e quindi essere molto più presenti, farci conoscere di più. Però, appunto, il fatto di raggiungere una sostenibilità economica di sistema ci consentirà poi di fare quegli investimenti necessari a diciamo, sviluppare la rete, essere presenti anche nei territori dove adesso non siamo presenti e l'altro aspetto fondamentale è proprio puntare sulle nostre filiere identitarie, che sono soprattutto il caffè, il cacao, zucchero di canna, il pomodoro italiano, le banane. Ok queste cinque filiere puntarci con forza per farci riconoscere, proprio come i soggetti imprescindibili quando si parla di questi prodotti di filiere che siano appunto sostenibile, garantite, ultimissima. Che facciamo se c'e' qualcosa che poi puoi aggiungermi? Che non ti ho chiesto? Che mi vuoi dire? No, no, benissimo. Cosi' e che cos'è per te l'italia che cambia, ma non il nostro progetto. A cosa ti fa pensare questo? Questo termine libera per me taglia che cambia è è fai quello che vuoi per me l'italia che cambia è la consapevolezza crescente dei consumatori del loro potere di incidere sull'economia sempre di più. I consumatori, soprattutto i più giovani, si rendono conto che è diciamo, um, ci si può benissimo lamentare della politica, delle aziende, delle banche. Di tutt'ora si vuole, ma finché i consumatori non prendono in mano proprio il proprio ruolo e decido di fare scelte che incidono realmente sulle catene produttive, finanziarie, commerciali, eccetera, quindi che sono in grado è proprio di cambiare il modello. Finché non succede questo, diciamo le lamentele un po' fine a se stessa. Adesso i consumatori stanno cambiando con loro, probabilmente cambiare anche l'italia gli effetti. pulirai tu devi essere me lo chiedo così faccio anche dei test audio. Questo è il nome e cognome Marco Forzati. Marco Fossati Federica per nello sterminio nello te Francesca attraverso verso Floyd rimane Florence Dream. Rimangono in finale con due in regola con la I Ok, si dice Rain Man. Ok Maria Pietro Maria dietro i il ottobre Quando Cioè, il nome, il cognome, voce sempre un ruolo nel suo si chiama sottopancia. In gergo cosa ci sfidiamo? Socio, diciamo Noi siamo socie, fondatrici. Sono quelli? Te lo scriviamo. Già. Che che che? Ma sì, io sono il presidente Dell'associazione è socio? No, sono operatore culturale. Perfetto. Collaboriamo da tempo. Ok, io sono tra i neri. Focus, focus, focus Ok, ok. Quello che preferisce che l'ultima arrivata dice che però un gol gelose spesso fornisce quello perfetto. Perfetto, Em, innanzitutto comincerei due indicazioni. Non era la mia voce video. Dunque quando vi faccio una domanda, se potete ripetere il soggetto che dolci dolci era cos'è questo spazio ma non lo dite, non vi preoccupate, vediamo grazie e guardate che si dovrebbe. Quindi la miope però penso di star guardando la GNB così va benissimo. Inizierei su dove siamo e decidete voi rispondersi della zona dove siamo? La descrizione dello spazio l'unica, cosa che di tutti i campi con lei, soprattutto loro, gli esterni che non puoi però okay quando volete stiamo dentro alla elie la mascherina riesce ma dimenticata ma che noi diciamo che ci togliamo come quando parlate la facciamo senza quello se volete tenerla tanto siamo dentro. All'atelier dell'associazione, il limone lunare che si trova in via della Maddalena, nel sestiere della Maddalena, a Genova. Questa è una zona che storicamente è sempre stata legata alla strada della prostituzione. Ancora oggi è così. Ed è un quartiere quindi che ha delle sue fragilità, che anche delle sue potenzialità, legate soprattutto alle relazioni umane, è Siccome L'associazione si preoccupa e si occupa delle relazioni, noi abbiamo scelto di essere in questa strada proprio con delle vetrine su strada, proprio per per essere dentro a questa relazione e quindi tenere le porte aperte quando possiamo proprio per far entrare le persone e sviluppare tutte le attività che vi racconteremo che succede qui dentro? Che spazio è? Come un cielo? Potete descrivere questo spazio è stato sognato, immaginato, progettato e costruito insieme da tanti sguardi e tante anime. Perché noi siamo di un gruppo di ricerca azione e quindi abbiamo deciso di dare questi luoghi in situazioni anche considerate fragili, in ambienti considerati fragili. L'idea è quella di portare invece una forma di valore attraverso la qualità delle relazioni delle persone e delle loro pratiche, diciamo. E questo luogo era uno spazio molto degradato e noi, insieme a dei progettisti amici, noi lavoriamo nell'equipe mista. Quindi insieme una amici, architetti e artisti abbiamo deciso di rifarlo. Vivere Questa lampada si chiama lamp all'una ed è una nostra creazione. Non i nostri progetti si sviluppano anche attraverso il fatto che devono essere in movimento e nella trasformazione. Quindi la lampadina si muove e quindi questo luogo, diciamo, è stato immaginato come un luogo che fosse neutro. Emma, la neutralità va costruita. È un'immagine vuota per dare l'idea di essere qualcosa che ossia un contenitore di idee e una stima, un posto che stimoli visioni? No. Allora questo spazio è un laboratorio per fare immaginare e incontrare le persone. Quindi diciamo che abbiamo non abbiamo mai avuto finanziamenti forti e quindi abbiamo trasformato mobili dell'ikea. E poi sono tutti oggetti regalati e o costruiti da noi. E questo luogo vuole proprio tenere insieme la materia al sogno, quindi da qua si immagina e poi si costruisce anche per creare delle piccole filiere sentimentali. Perfetto. Chiedo è a livello proprio di pratico cosa parte qui una sartoria, ma avendo dei vestiti che si può acquistare come funziona? Qui vivono vari progetti. I i progetti pilota più diciamo su cui noi stiamo dedicando piu' attenzione in questo momento sono le formazioni e la sartoria sociale o poetica. E tutto questo coinvolgerà nella scuola delle arti sociali, che è un progetto nazionale e anche internazionale di ricerca-azione la La sartoria nasce perché anche attraverso le esperienze anche nostre personali ho fatto costumi, scenografia, eccetera. Da anni l'idea era avendo vinto un piccolo bando dei valdesi. Abbiamo incontrato queste donne marocchine e da lì è nato il primo incontro. Non è lei in particolare. Poi vi facciamo vedere altre immagini. Una di loro si chiama cadi già che purtroppo oggi non c' è però sicuramente con noi nelle intenzioni e avendo incontrato lei l'idea era quella proprio di agire questa materia al sogno attraverso dei manufatti. Quindi qua facciamo laboratori tra bambino è grande, quindi insegniamo a cucire a tutti. Io ho insegnato a cucire anche i ragazzi disabili, eccetera. Cioè l'idea è che la manualità è un altro di quei linguaggi che un po' si è perso, ma che può raccontare molto della nostra essenza di umano no? E quindi l'idea è di fare un percorso sia interculturale, intergenerazionale e quindi niente. Qua nascono quindi questi progetti che sono sia i laboratori di cucito, ma poi anche le nostre creazioni. E adesso inizieremo a marzo questa collaborazione col correre commercio equo per fare le prime collezioni insieme facciamo le collezioni per loro in come funziona da parte di insegnare a cucire è la persona per venire a imparare a cucire qua, come come fate avvicinarsi in questa storia per quanto riguarda lo specifico e poi squadra queste canzoni l'avete fatta insieme con delle persone che vengono su un pezzo di vostre e anzi anche l'abito di necessario. Diciamo che la queste la la fatica un po' di raccontare l'associazione ed è per questo che poi ci appoggeremo professionisti è il fatto che quello che per noi è molto semplice e anche molto complesso, perché un po' tralasciato negli ultimi trent'anni di soprattutto in Italia, nel senso che si parla di ricerca-azione o più di innovazione quando si parla di maieutica, ad esempio, e quindi siamo un po'. In questo diciamo spazio-temporale particolare, noi ci rifacciamo al mondo artigianale e quindi la pratica del fatto che tutti possono fare tutto se si fa insieme. Quindi l'idea è quella che la sartoria a me non interessa. In questo momento promuovere è una mercificazione di un insegnamento o di un oggetto, ma noi pensiamo che la creazione deve riprendere lo spazio di quello che è stato invece che come dire, uniformato alla produzione. Quindi l'idea che una persona si avvicina a noi attraverso la volontà di imparare a creare. Quindi qui arrivano delle persone, facendo dei percorsi. Ad esempio il percorso sull'immagine del corpo, quindi l'abbiamo, chiamato l'abito necessario, è un laboratorio portato avanti adesso, ad esempio, dove queste persone si avvicinano all'idea di un corpo che non sia, come dire un corpo per ricominciare a sognare il nostro corpo poetico. Il nostro corpo ormai è stato, come dire, mercificato, no? Come mercificato l'abito che lo veste, mentre per noi il passaggio è ritornare a un abito necessario in termini di proprio custodia della nostra persona. No, al di là appunto di uno sguardo che non sia quello amorevole? No, in qualche modo. E quindi, ad esempio, questo laboratorio parte dalla rilettura attraverso le immagini di varie culture, di che cos'è la bellezza, quindi l'intesa di una bellezza che nasce da qualcosa di spontaneo, di naturale e non condizionato. Da appunto uno sguardo commerciale, no. Quindi ritrovare la bellezza nella naturalezza dell'essere, per poi arrivare a costruire quindi fare proprio il cartamodello e cucire, confezionare il proprio abito, però attraverso un altro sguardo. Quindi, ad esempio, questo è un percorso laboratoriale. Tutti i nostri laboratori si muovono su questi altri paradigmi. Quindi il problema non è nella Chiesa un piccola filiera sentimentale. Perché il problema, il problema, la volontà è quella di muoversi attraverso un flusso di passaggi coerenti che non vengano mai traditi dal oggetto finito, mentre è spesso nel mercato. Accade che anche se una cosa è fatta nel migliore dei modi, poi viene ci dentro un vortice che poi diventa qualcosa d'altro. Invece la cura che abbiamo delle nostre cose e della croce è il processo no, il fatto che non venga smentito il lavoro finito, quindi l'abito che viene immaginato insieme attraverso lo sguardo. Di più noi donne ci guardiamo e ci aiutiamo a sognar ci no e poi si decide il cartamodello e da lì si realizza perfetto e faccio un piccolo passo indietro mi risponde di voi, ma legato proprio l'associazione si com'è nata quali sono le attività? Ok vuole corrispondente l'associazione nata cinque anni fa però da un percorso di tante persone che già si conoscevano e condividevano un po', alcuni alcuni studi, alcuni pensieri fatti insieme é sicuramente abbiamo cercato di mettere questo uno spirito, un po' diverso nello stare insieme che è quello proprio di curare la relazione tra tra di noi che è proprio il primo punto. La prima cosa che per noi è importante stare bene insieme, curarci, prenderci cura. Uno dell' ltro perché veniamo parecchi noi vengono da altre realtà associative. Per esempio io ho lavorato tantissimo con diversissime associazioni che sono nate anche in strada pero'. Diciamo che questo aspetto del prendersi cura è una cosa molto difficile da portare avanti, soprattutto con continuità nel tempo e invece è proprio quello che di cui ci dobbiamo nutrire la cosa importante. Quindi diciamo che questo è veramente il cuore dello spirito, dell'associazione il nome modellare il mondo nel lunare nasce dalla figura di dolci ed è proprio il testo che racchiude la storia della prima radio libera d'italia. Noi abbiamo questo strettissimo legame, abbiamo documentato la radio. Se vuoi ti dico due cose su danilo Dolci, fondamentalmente proprio legato a questo, nel senso che il limone lunare è una pianta che si chiama il limone, lunario che fiorisce tutto l'anno dolci. Come ti dicevo, questo contatto fortissimo legato all'osservazione della natura e della poesia è lui viveva insieme ai contadini. I contadini gli davano questi stimoli proprio di osservazione ed intuizione rispetto alla poetica della natura. Quindi dolci raccoglie frasi loro e scrive e documenta una questo territorio attraverso questo racconto si chiama proprio il limone lunare. Ehm i tuoi ci parliamo una domanda stai parlando dell'associazione che vedevo della domanda il nome perché ero curiosa. Ehm pero' aveva fatto un'altra domanda quella del cosa, le varie attività, le varie cose che si sanno, le varie attività che seguivano. Bravo è diamo vita a diversi percorsi che se poi sono tutti collegati da questa ricerca azione però diciamo che poi ognuno sviluppa dei temi, sicuramente la prima il adesso sulla quale stiamo puntando la sartoria sociale, però abbiamo lavorato anche sulla documentazione e quindi abbiamo sviluppato questo progetto progetto della radio messa su da Danilo Dolci è di cui secondo me poi racconti qualcosa tu, eh, ma anche il progetto della sartoria eko poetica si sviluppa anche e attraverso per esempio la ricerca che facciamo ie marco che si chiama segni naturali e che è un lavoro sulla punta, sulla sull'approccio alla natura e di come sia naturale. Anche l'apprendimento è anche della matematica, per esempio, che sembra sempre collegata a una questione molto razionale. Molto invece la matematica secondo una strada molto naturale. Quindi osservando la natura si riescono proprio, si riesce ad arrivare a trovare proprio le regole che ci sono dietro alla matematica. Quindi osservando per esempio fiori Danilo Dolci, per esempio, parlava di questi fiori che hanno cinque petali, che in effetti ci sono tanti fiori in natura che hanno cinque petali. Ma la domanda è come mai la natura ha deciso di fare i fiori con cinque petali? O perché il trifoglio ha tre foglie, cioè l'eccezione del quadrifoglio? Oppure come mai gli alberi crescono e si biforcano? Chi l'ha deciso ha deciso la natura osservandola? Osservando la natura troviamo delle regole della natura. In queste regole sono anche regole matematiche e allora abbiamo costruito dei giochi che ne hanno la caratteristica. Intanto di essere molto naturali noi fa prepariamo del materiale e poi chi lo utilizza può decidere le regole per utilizzarlo. E quindi abbiamo costruito. Per esempio il primo è stato queste carte che dove ci sono tutte delle piante hanno caratteristiche. Marco le ha studiate molto bene e e niente praticamente giocando con queste packard e impari un po' a ma osservare delle cose particolari, dei fiori e delle piante che sono nelle case. E poi si può giocare e giocando si impara un po' anche l'utilizzo di queste piante, così come si son fatte delle ricerche. Per esempio queste questo è un altro gioco matematico, perché l'idea è anche un po' di uno spazio interculturale nella ricerca dei giochi matematici per cui andare a vedere come gli scienziati è questo, per esempio era un matematico del Settecento. Nepero è andata a vedere come in in gli arabi utilizzavano i numeri per fare i calcoli complessi e ha studiato questo strumento e noi l'abbiamo rifatto, lo riproponiamo perché è uno strumento molto facile, molto semplice per fare moltiplicazioni anche molto complicate e quindi è interessante andare a vedere anche come l'uomo ha sempre anche un po' copiato le idee. La cultura in fondo, viene fuori anche dal copiare le idee belle che hanno avuto altri italiani. Abbiamo vietato copiare molto matriarcale, l'azione del copiare nell'uomo sono le buone pratiche, le buone pratiche nella negatività. E quindi anche, per esempio con Francesca, il primo laboratorio di segni naturali l'abbiamo fatto in due scuole, appunto una del centro storico di Genova, una Cornigliano. E abbiamo fatto proprio questo lavoro che si chiamava la camera chiara, la camera chiara e alla fine c'era questa installazione costruita con i bambini dove c' erano proprio dei segni che facevano riflettere gli adulti o gli altri bambini proprio sulla matematica e sulla per esempio scomposizione dei semi magmatici e sullo spazio su come i bambini percepiscono lo spazio e anche questa è fa parte di tutta questa ricerca. Poi il partecipiamo per esempio a tutte le le le attività, gli eventi, le feste che vengono fatte nel quartiere. Quindi apriamo l'atelier e proponiamo dei laboratori che però hanno sempre questa caratteristica dell'accoglienza e quindi le persone che vengono qua possono anche un po', ristorarsi, sedersi un attimo perché in queste feste c'è una confusione terribile. I bambini sono stremati, allora magari vengono qua anche un biscotto, un momento per rilassarsi sul tappeto né tu gli racconti una storia o disegni con loro, però sempre e con una ricercare questo fatto che che quando uno viene viene accolto anche in quello che lui in quel momento ha bisogno di fare e non che tu hai già pre costruito una ricetta fissa da proporgli ecco, questa è un po' l'idea ok e rimanendo un attimo sulla scuola sul tanto chi vuoi che facciamo? Ok poi il montaggio si vede che il quotidiano i questo punto mi chiedo cos'é che chiederò anche voi come presenti hanno affrontato con l'associazione bellissimo ma meno che ci fa qua quasi qua mi hanno quasi legate. È stato delegato il portatore per Diciamo che la mia storia con questa associazione è molto più vecchia dell'associazione stessa, nel senso che io sono stato allievo alle elementari di Federica è stata mia maestra di matematica e quindi il caso ha voluto che ci incontrassimo. In realtà abbiamo mantenuto un rapporto è così, vivendo tutti e due nel quartiere. Negli anni però, confrontandoci nel tempo, ci siamo incontrati proprio su alcuni temi comuni che sono il contatto con la natura, il riconoscere quello che la natura ci può insegnare perché io diciamo contribuisco all'associazione come erborista mi sono laureato in scienze erboristiche e nel frattempo avevo già cominciato a studiare anche tutto un rapporto sia di osservazione che di ascolto con con la natura. Quindi quando ci siamo incontrati su questi temi è proprio nato qualcosa di magico, diciamo un po', come succede in questi diciamo spazi vuoti e molto generativi. E in quello, secondo me, che dalla qualità no. Di questi incontri, di questo è di questo processo è anche la domanda che poi sicuramente ritornerà anche nei racconti di Francesca o di Maria di Franz. La domanda é come strumento di relazione, quindi noi siamo abituati forse anche poco, diciamo a farci domande tra esseri umani. Però quando si sta nella domanda con la natura possono emergere cose ancora più interessanti. A volte, quindi possono essere le regole della matematica, come diceva Federica, possono essere parti di noi che vediamo nella natura, quindi i simboli che ci fanno da specchio. E in tutto questo solo per darvi così una piccola parentesi anche mia di quello che porto anche al di fuori dell' associazione ho creato un approccio che è anche quello in divenire in mutamento, grazie anche alla formazione con francesca e tanto altro che si chiama erboristeria intuitiva e quindi sono qui a creare giochi, a partecipare anche ora da qualche tempo, anche proprio nel fondamento dell'associazione. Infatti sono entrato da poco tempo a tutti gli effetti, anche così nella cellula centrale dell'associazione. Chissà cosa ci aspetta e vai la scuola dove ci siamo conosciuti, a marco che è nel quartiere che si chiama garaventa. Gallo è stata la scuola dove come associazione abbiamo il costruito quest'aula quest'aula viene proprio fuori dall' idea centrale di danilo dolci della maieutica reciproca sedersi tutti intorno ad un tavolo rotondo perché così l'aveva progettato dolci e porsi una domanda e provare a dare delle risposte tutti insieme, costruendo poi anche un'azione pratica dalla domanda. Quindi non solo un pensiero, ma anche come puoi tradurre il pensiero in un'azione che migliora la qualità della vita di tutti? Ehm e a questo punto farei un giro anch'io con voi se dove scusa sono un disastro che la aiuta da se. Mi vuoi dire come sei, come sei finita qua? Di cosa si occupa? All'interno dell'associazione della salvaguardia è e sono finita qui perché mi lega un rapporto con Francesca. Penso ormai da venticinque anni, abbiamo già avviato in passato dei progetti em in comune. Io ho una formazione artistica che però negli anni si è avvicinata sempre di più al sociale, eh? Mi occupo di educazione alla pace, gestione dei conflitti e insieme a Francesca abbiamo abbiamo condiviso l'impegno di progetti culturali nel meridione. Lei soprattutto a Napoli. E io ho partecipato a dei progetti per la riqualificazione a Catania Librino con con la fondazione la Fiumara D'arte di Antonio Presti e in è una ricerca continua dal sociale all'educazione alla pace e alla pace con la con la natura. Quindi è è secondo me è il momento in cui dobbiamo proprio ripensare a tutti i nostri paradigmi culturali ed entrai nell'ottica di ecosistemi che che funzionano. Quindi questa cosa ultimamente mi sta proiettando ad approfondire i biotopi della guarigione come sono portati avanti da dedham con tam era in portogallo e insomma è un work in progress. E qui queste due passioni, insomma queste due attività come associazione come come si sono, come si concilia con la c'? È un doppio approccio, eh? Da un lato c' è un confronto sulle idee, sulla visione è di questi principi appena toccati. Poi io lavorando da moltissimi anni e invece anche all'interno delle delle, delle istituzioni e mi sono occupata anche di ufficio stampa e comunicazione. È cieco di dai un supporto adesso anche in questo in questo senso perfetto. Ehm mi pare che la originali piace con creato disastri secondo il montaggio con tutti i bicchieri. Se la faccio questo gioco che ci possiamo che fa? Quello che vuole la cambia sempre che qualcuno lo ha detto anche dolci, ma tra i morti beh, io sono l'ultima arrivata è da due mesi che collaboro con sono vicino all'associazione è insomma sono arrivata come coordinamento, diciamo per coordinare alcune attività eh e riscrivere la visione dell'associazione però è quando ho sentito da parte di francesca e Federica delle parole tipo cura, relazione, connessione. Mi sono trovata molto a mio agio in questo ambiente perché appunto, avendo frequentato la scuola di fo cousin che è una tecnica, uno strumento che permette di è interagire all'interno del corpo é qui e quindi andare a trovare una connessione tra noi siamo spirito, emozione e fisicità e psiche. Se tutto ciò non è connesso, non è centrato, si creano degli squilibri e possono arrivare anche delle malattie. Quindi in ci sono proprio delle parti di noi dentro il corpo, che ci che, che vogliono farsi sentire. Ma noi non li ascoltiamo e noi come corpo siamo un processo che in ogni momento ci modifichiamo, ci plasma, siamo a seconda di con chi siamo, a seconda cosa frequentiamo o dove siamo. E quindi perché la connessione con l'associazione? Perché qui si parla di relazione, di cura. Però se non si parte proprio da noi stessi, da una cura delle nostre parti sofferenti e da una attenzione e da una scoperta dei nostri talenti che sono quelli che è, poi ci fanno fare delle scelte di qualità, ci fanno stare al mondo. Attenti se non partiamo dai noi stessi penso che quello che è fuori da noi è un po' più complicato, un po' piu' manipolato. Ad esempio. Faccio un esempio se io sento il bisogno di aiutare l'altro, però devo partire da me stessa. Se no è come se io passo all'altro una mia fragilità, allora anche attraverso dei processi di Focus noi andiamo a interagire con la nostra fragilità ed accoglierli e poi trasformarla, trasformarlo in qualcosa di prezioso, perché anche noi, come esseri viventi, siamo preziosi. Federica parlava perché il fiore a cinque petali il l'albero e biforca Kato. E anche noi siamo un corpo perfetto. Tant'è vero che se abbiamo una ferita si rimargina la ferita. Però non facciamo attenzione alle ferite che ci portiamo dentro e quindi andare a lavorare proprio su queste su queste ferite, traumi, fragilità ed accoglierle perché sono parti con noi si parlava di cellula, anche noi siamo siamo in un piccolo mondo. Um io dico mi noi siamo un micro dei microcosmi che insieme siamo nell'universo e quindi ci sta anche la costellazione. Fatti stimoli. Bellissimo. Che dunque che sostanzialmente queste visioni che le le varie attività vengono fatte ora che esatto, diciamo che la fragilità oggi dell'associazione è purtroppo anche una parte economica. Nel senso che il progetto di ricerca Azione nazionale, anche non solo nazionale, è quello di creare dei tavoli di confronto. Maria parlava di quello che noi del nominiamo come la prima pelle non ci rifacciamo una visione di Hundertwasser che non so pronunciare bene, che che era questo architetto visionario, il pittore, eccetera. È uno dei primi ecologisti importanti, eccetera. Che ha immaginato questa, ehm questa cartina no, questi disegni. Questo disegno in cui c' è perché lo facciamo vedere comunque, è molto più semplice. E quindi si parte da un corpo. È un disegno come di un bambino dove c' è una casa che lo contiene. Che c' è una città che lo contiene. C' è uno spazio della natura e cioè un cosmo. Lo quest'idea delle cinque pelli è l'idea di portare a simbolo qualcosa che per noi è molto è una, come dire mappa di lavoro. Noi costruiamo proprio delle mappe. È che abbiamo chiamate, Abbiamo degli strumenti di lavoro, No, abbiamo creato questi strumenti. Abbiamo chiamato queste mappe narrative che sono mappe. È proprio per fare un lavoro di visione con le persone, No? Oltre a mappare le parole, vediamo cosa stimolano queste mappe. Quindi l'idea delle cinque pelli implica che ognuno di noi si forma per sua attitudine. In questo senso ne parliamo proprio del talento attraverso un linguaggio e un come dire o un insieme di linguaggi l'idea di creare dei tavoli dove queste persone che hanno avuto lo stesso talento. Quindi in questo caso, Maria, Ma c' è Davide. Parola di un amico carissimo che adesso manca, che è l'autore di questo video che poi magari vedrete E artista e lui è anche psicologo. Ad esempio l'idea di creare questo tavolo insieme alle persone che si occupano della prima pelle, che in questo caso la psiche, il rapporto tra l'anima e il corpo, quindi la prima incarnazione terrena. E questo tavolo poi sviluppa la la relazione tra la prima pelle la seconda pelle che l'abito di cui adesso in questo caso mi occupo io, è magari Marco rispetto all'aspetto proprio del della relazione proprio con qualcosa di esterno al corpo che va a contatto la forse lo studio su cui noi stiamo avviando e l'idea di quali sono le pelli? Quali sono le domande tra una pelle l'altra? Che relazione c'è tra la prima pelle? La seconda pelle? Che relazione c'è tra la terza pelle? La Quartapelle? Cioè questo è l'humus di ricerca che poi costituirà la scuola delle arti sociali. Quindi la visione di Maria. La visione di alcuni di noi va con le teorie basate sui loro studi, vanno ridiscussi un tavolo di lavoro insieme a incontrare altre, anche specialisti di altre culture, perché la mia domanda è coinvolgere la realtà cittadino sia assolutamente perché questo sarà un tavolo internazionale, perché i nostri noi adesso abbiamo dei referenti di ricerca è a livello nazionale e internazionale. Quindi l'idea è proprio quella. Però tenere aperto questo tavolo puo' a momenti di confronto con Io lavoro tantissimo che i ragazzi, ad esempio disabili per quindici anni della mia vita e l'ospite inaspettato. Noi che abbiamo noi chiamiamolo qualcosa che accade solo dove questa scuola non è codificata da un sistema. Questa scuola deve accadere e l'accadimento qualcosa che la magia nasce quando non c' è troppo controllo sulle cose. E quindi in qualche modo, se io posso porre questa domanda é questo spazio della domanda che non è solo una domanda razionale, perché Danilo Dolci parlava di maieutica reciproca attraverso la parola il figlio di dolci con cui collaboriamo, amico dolci diceva per noi voi fate un clima maieutico, perché essendo molti artisti, noi lavoriamo con altri linguaggi, non solo attraverso le parole. In questo clima le persone fioriscono, no, e in questo senso è fondamentale essere in umanità mista. Non esiste. Lavoriamo con il con i trans, le trans l'idea è proprio quella che ci siano spazi per più umanità perché mancano le piazze ormai e quindi l'idea che la scuola delle arti sociali sia una una scuola di piazza per fare questo tavolo di lavoro che diventa un tavolo in questo senso maieutico. E sono curioso di chiedervi è abbiamo sentito dicendo che la zona particolare di Genova arrivo alle persone trans del paziente, ma spesso questi quartieri per l'esperienza che puntano le esperienze di parlavamo stampigliato volevo capire come il rapporto con le persone che vengono qui vengono accolte oppure c'è il rapporto avete il quartiere partecipa, capito il vostro messaggio, quello che portate diciamo che il passaggio territoriale dedicato per noi, perché per noi il territorio sono i territori. Il lavoro, come ti dicevo avendo viaggiato tanto per l'italia l'idea, non era quella di rimanere nel proprio quartiere, ma l'idea è quali sono le relazioni col quartiere e che domande il centro. Noi in particolare stiamo lavorando tra Genova, Napoli e Palermo come ricerca-azione nazionale, perché penso che ci siano delle buone pratiche scambiabili proprio tra queste città. In particolare anche a livello di riflessione socio-politica è su come mai accadono alcune cose in certi posti come mai non accadono in altri e quindi l'idea del rapporto con lo spazio. Purtroppo per noi è fragile perché non riusciamo a essere aperti per tanto tempo, perché non essendo ad oggi finanziati. Purtroppo però ogni volta che siamo aperti, cioè interattività fortissima, la cosa dell'enorme valore di questa zona è piena di attività. Ci sono tantissime realtà, come le nostre, diverse dalla nostra, che si occupano di sociale, che fanno intervento territoriale forte. Quindi diciamo che il centro storico è potenzialmente dico potenzialmente perché è già molto ricco di realtà, ma non è per niente agevolato. Ma potrebbe essere veramente un giardino. Potrebbe essere veramente un giardino sociale. Allora il passaggio è io dico non esiste un posto fragile, esistono cose non valorizzate e non amate. Allora il passaggio non è dove non come dire non ci siano anche spaccato. La prima no. É stato un periodo in cui spaccavano le lettere e naturalmente è però il passaggio è questo va accolto perché è chiaro che siamo in una dimensione che sarà sempre più pericolosa in questo senso di fragilità sociale. Ma il punto è come interveniamo? Con che sguardo e a chi ci rivolgiamo? No, perché ci rivolgiamo. Io penso che L'umanità sia vasta. É come dire non so io non riesco a pensare all'altro se non alterità dell' Ltro che è la stessa mia. Siamo tutti sconosciuti in qualche modo no. Allora io quello che abbiamo praticato qua da farete insieme l'apertura è che nel momento in cui c' è uno sguardo di accoglienza, le persone arrivano e si narrano. Il problema è che non ci ascolta questa narrazione e non c' è veramente più per noi, ma come occidentali la domanda di che cosa è necessario se noi ripartiamo sul domande necessarie? No, qui, quando parliamo di paradigma anche con Floyd è proprio questo. Ripartiamo da delle domande necessarie alla domanda generativa che porta al atto generativo. Come dire bisogna un po' rimuovere le zolle della terra, far uscire quello che sono veramente le domande e solo chi a contatto con la propria pelle, fra la ferita che oscurano in qualche modo si apre una ferita c' è qualcosa che vive. Questo è un territorio vivo come é rispetto altre città d'italia rispetto alla gentrification, eccetera. Siamo ancora molto protetti, ma è possibile che in pochi anni venga possa scomparire questa genuinità? Perché il problema è che c' è una scelta veramente economica rispetto a un processo e questo ci accompagna tutti. Quindi noi diciamo la fragilità per noi per ora è avere una è la quantità di forza che ci conoscono da vent'anni siamo amici e quindi ci chiamiamo e ci diciamo ti diamo una mano eccetera. Manca di essere più aperti perché non c'. È una scelta evidentemente di far si' che adesso mettono i bassi, vogliono vendere i bassi, metterci la b come abitazioni bassi è ovvio che ci sono scelte, come dire che vanno in totalmente controtendenza. Quello che vorremmo fare noi, come tutte le altre realtà che stanno come dire, militando da anni su questo territorio. Ehm il processo che questo faceva prendere fuoco, questo spazio e a come è avvenuto due parole su questo. Il concetto del recupero è legato al fatto che se noi ci basiamo sullo sguardo creativo in tutti e quindi per dire noi abbiamo questa équipe mista con il sociologo e filosofo tutti parlano di poesia. È stato bellissimo perché anche l'economista nostro amico che ci supporta, il primo testo che mi ha scritto macinato Rilke proprio questa componente. Quindi diciamo che il concetto del recupero forse io non riesco tanto a parlare di recupero come altro sguardo. Invece io penso noi parliamo di genius loci rispetto ai luoghi l'anima dei luoghi. Quindi ogni luogo ha una storia e ha delle linee sottili che lo attraversano nel tempo. Quindi riconnetterci con quelle linee, rianimarli e quindi agire, guardassero il nostro soffitto. No, è come dire che non sono riuscita neanche a restaurare. Dobbiamo però per dire dici Noi abbiamo l'italia di una bellezza straordinaria. Il genius loci parla da solo, ma stiamo ascoltando l'anima dei luoghi esiste e ci sono intellettuali che ci aiuterebbero a riconoscerlo e tessere. Quel filo, quindi è quello che mi fa molto sorridere. Perché spesso per non parlare del dramma della scuola, quindi banche con le ruote. Però è come se si desse in mano alle persone giuste la possibilità di agire. Noi forse lo spazio adesso noi abbiamo tantissimi vecchi tra di noi ultraottantenni, perché abbiamo fatto questo lavoro di ricostruzione storica, eccetera e persone veramente eccellenti con una memoria tra l'altro che stupisce è però io penso forse rispetto anche alla domanda che fai sulla generatività No della generatività delle cose. Il rapporto con i giovani si è fondamentale in questo momento ci sono dei movimenti importantissimi e il fatto di dare spazio ai giovani. Forse è questo il messaggio più importante dare spazio a prescindere da quello che faranno. Perché le rivoluzioni più importanti in Europa sono nate proprio dando degli spazi senza condizioni, quindi forse un po'. Il sogno per noi è dare spazio e curarlo, dargli uno spazio. Come dire, come dire con delle piccole regole che sono quelle dell' attenzione della relazione. E poi per il resto qua prestiamo a dei ragazzi giovani e la ragazza che viene qua. Gli ho dato le chiavi, gli ho detto ma tu non devi fare niente, lo ha detto, ma ultimamente non sto creando detto, ma non devi creare state li', leggiti un libro e questo io forse credo, un po' in quello spazio è di fiducia. Hai avuto l'occasione di stare sia con Don Gallo che i maestri di strada? No, Cesare Moreno entrambi. Ma ha parlato di questa cosa qua che loro hanno fiducia. Questa cosa mi ha colpito tanto. Il la domanda che viene e decidete voi chi si risponde nel senso come molto curioso, perché si colloca molto parlare all'inizio della manualità l'abilità che aiuta anche a guardarsi dentro, No? Comunque dalla manualità emerge molto alto. Il discorso diventa più ampio, come si dice tecnica e tecnica di ricerca e poesia nella vostra esperienza. Nel senso le persone che sono venute, che magari faccio un esempio banale, si sono messe su una macchia sulla macchina cucite poi dopo, ovviamente quanto detto alto e denaro alto. Ed è nata una sorta di ricerca sul campo. Immagino quello che vi raccontate, il dunque possibile tramite la poesia fare anche azione, ma non azione. Guarda la allarga il campo. Insomma, come ci sei riuscito? Come vuole la vostra esperienza. Permetto che purtroppo parlo spesso io, perché adesso sto scrivendo un libro che sta come ti dicevo. Il problema è tenere rendere semplici delle parole quando sono ancora troppo stratificate. Venendo da un progetto di questi ultimi dieci anni di analisi, anche filosofica, molto forte, perché il passaggio è dare materia al sogno. Attraversa anche una coscienza anche, come dire, riconosciuta ufficialmente da determinati sguardi. No, perché il problema è poi che tutto cio' che empirico non viene riconosciuto dare materia anche non empirica, questa ricerca, il lavoro enorme di cui ci stiamo occupando con i vari saperi. Quindi mi dispiace continuare a parlare io, ma in qualche modo riesco a connettere. Lo dico solo perché è logico, perché se non lo saprei perché diciamo che ognuno di noi l'idea è quella di sviluppare questa esperienza anche lavorativamente insieme, perché è solo l'unico modo di poter stare più ore su queste cose in équipe quello che ci manca, se fossi finanziate già si creerebbero. Chiedo un'altra cosa su questo economicamente che solo dalla volontà di pagare un affitto abbiamo deciso di comprarlo. Ok, che ti chiedo questo non per noi, ma vogliamo anche come spesso si domandano Sì, ma come fanno a vivere? Come dunque gli raccontiamo che arriva dagli articoli? Dunque faccio anche domande che magari il video non andranno. Però appunto, racconta che il discorso di Banca Etica si potrebbe dire il fatto che ora chiudo solo questa richiesta, la filiera così importante Helo abbiamo chiamata piccola filiera sentimentale proprio per questo motivo, perché le relazioni sono tutti i passaggi. Ad esempio due anni fa erano venute mamme bambine a fare i laboratori No, non producevamo niente. I bambini stavano qui con le mamme, creavano, noi creiamo, non produciamo, quindi facevano queste esperienze insieme e c' era degli incontri. Quindi prendiamo il tè mentre lavorano, eccetera. proprio ricordano i vecchi mestieri, le vecchie botteghe, perché io vengo da una scuola liceo artistico, Clegg, che era nata da pittori e i miei maestri dipingevano in classe con me e non facevamo spesso neanche le ricreazioni. E per me quello che faccio, anche quei ragazzi disabili così era quello di ricreare la bottega. Infatti le scuole sta in aria. Nel primo anno ti avvicini e meno quella risonanza. Io a Milano a vedere i maestri, questa stanza di oggetti della natura. I maestri costruiscono il bambino quasi non deve neanche parlare. Inizia facendo il nostro rapporto. Quindi quello che diciamo anche rispetto alla natura, non ritornare a un apre. E questa è la base della scuola delle arti sociali. L'apprendimento è naturale per ogni processo di sviluppo naturale. Dell'evoluzione quindi estrapolare a questo concetto così profondo, esistenziale, dell'umano e non solo, e farlo diventare qualcosa che poi diventa quasi commerciale mi sembra una mancanza pazzesca. Quindi qua tutto quello che accade quando una persona inizia a cucire è proprio il fatto. Intanto che ognuno può fare tutto, è il tempo che dedichi a quella cosa. Se uno fa filosofia non diventa un filosofo, ma impara cos'è la filosofia quindi qua tu puoi imparare il mio maestro di disegno insegnato a disegnare a tutti gliel'ho sentito più anni di quelli che dovevo fare. Il belga mi piaceva troppo, sta in classe con lui, non c'. Era un ragazzo che passava attraverso di lui, che non arrivava al sei. Il disegno e le maestre, le graduatorie migrazioni. La cosa che mi hanno insegnato è non se un bambino non sa devi porti tu la domanda di che cosa sta accadendo. Perché l'apprendimento inteso proprio come processo di naturale testimone di un'esperienza per me tornare al naturale speri esperire insieme no? Come? E qui si torna al gioco, no? Come giocare per noi è tutto un gioco l'idea di questa classe, ad esempio, che abbiamo disegnato che era un meccanismo magico in cui quando si metteva a posto dal gioco, tipo che vai a prendere questo, fai questo, allora tutti voglio mettere in ordine io e noi anche a Cornigliano, quando avevo questo spazio molto fragile e io ero felice quando pulivo fuori i bambini, vengo a pulire l'idea che non è là come dire l'azione. Poi chi coltiva lo sa meglio di per mangiare devi coltivare l'idea del lavoro della pratica di uno spazio di lavoro concepito in modo differente è un po', lo sguardo no, torniamo sempre lì e quindi le persone che vengono qua cosa accade? Che le bambine e fanno tutto? Gli ho insegnato a cucire con l'ago a bambini piccolissimi i disabili e lo fanno meglio di noi? Spesso no, perché c' è un altro modo di guardare. Son cose che loro ci insegnano. Io non sono precisa la bambina che lavoro con cui sto che stai imparando molto più precisamente dico mamma mia ragazzi per aver dirti no e quindi è un po' quello il fatto che il talento non è mai ognuno porta il suo talento. Dunque voi proprio di accogliere queste persone non fanno una buona il diciamo nel convinto solo un bando dei valdesi che ci ha permesso di fare questo percorso con queste donne marocchine grazie a una realtà qua vicino passava che insegna agli stranieri e quindi ci è stato questo percorso bellissimo che deve essere quattro incontri che poi é durato molto di piu' dove vivono anche coi bambini. Quindi questa che non c' era ancora il problema l'assembramento, ma poi la grande credimi e quindi ad esempio loro si è riusciti a fare un tot di attività così ora per questi progetti invece che stiamo facendo? Le persone contribuiscono, noi diciamo che non abbiamo, paghiamo lo spazio. Tutta la ricerca non è sostenuta ad oggi e anche la rete nuts. Il problema è per noi è tenere in vita anche questo percorso di eterna ricerca e anche di collegamento, viaggi, relazioni, eccetera. Quindi diciamo che adesso purtroppo le piccole economie sono legate ai contributi che danno si sono tutti volontari. Allora diciamo per le forma. Poi invece facevamo tutto un lavoro e l'altro pezzo importantissimo dell'associazione oltre alla sartoria sociale, quello proprio delle formazioni. Quindi noi ci sosteniamo attraverso queste informazioni e quindi sono a pagamento. E poi c'è anche tutto un aspetto, un po', un minimo della sartoria. Anche sulle mascherine di comunità abbiamo creato le cam, le mascherine di comunità che e quelle appunto, sono altri piccoli finanziamenti. Dunque quello che chiedevo che Matteo lo sento io come questi sono acquistabili, diciamo. Il problema è sempre un po', la comunicazione che noi non siamo aperti poco e poi in più non però adesso inizierà questa collaborazione col commercio equo e penso che sia un passaggio molto importante, simpatica e anche i giochi sono in vendita, quindi ne produciamo diversi. Magari poi gli facciamo vedere poi se serve, anche altre riprese qualcosa. Non abbiamo la domanda che mi volevo farti poco prima di quella che era quella sul Danilo dolci. Nel senso come respira questa figura delle vostre azioni qua, se vuoi che parte riprendo tutto e facciamo un grande è ben dolci. Diciamo che a è questa figura che è molto sfaccettata perché è un poeta pensato il sociologo e architetto e lui fondamentalmente è nato come architetto, ma deciso neanche di laurearsi perché ha detto avrei fatto case per ricchi. Quindi negli anni cinquanta va in questa comunità Nomadelfia di don Zeno a fare questa esperienza radicale di comunità proprio diventa già il braccio destro di don Zeno, ma si accorge che quello che stava imparando eh era un posto protetto e lui per me, dato che il suo nonno viaggiava, era lavorava nelle ferrovie dello stato. Era stato da piccolo giù a Partinico, aveva visto questa zona proprio poverissima terzo mondo, diciamo in italia. Lui venendo dal nord era rimasto colpito. Issime quindi ha pensato se io quello che ho imparato va sui venticinque ventisei anni lo porto, la cosa accade e quindi decide parte, va, mette una tenda e incomincia a parlare coi pescatori di Partinico e da lì inizia a creare la prima casa e da li' parlando in attiva, quella che poi diventa la maieutica reciproca. Quindi, parlando con i contadini, gli abitanti, eccetera, avvia quello che poi è stata la sua storia. Per noi è stata fonte di ispirazione, perché personalmente ha messo insieme la parte poetica, l'azione sociale, la parte artistica, l'azione sociale. Dentro di me erano due anime che litigavano perché in qualche modo dicevo ma se faccio questa cosa di cui ho tanto bisogno per me, come tengo insieme gli altri? E invece lui mi ha dato la chiave, che lo sguardo creativo può essere uno sguardo sociale. E questo diciamo poi nell'incontro con gli altri. Io anche quando insegno, magari faccio formazione. Dico sempre io ti racconto cosa ha detto a me. Dolci come tutti questi grandi pensatori del Novecento hanno attraversato talmente tanti aspetti del sapere che noi diamo subito fine. Collaboriamo col Centro di sviluppo creativo Danilo Dolci di Palermo. Siamo i referenti per la Liguria? No, perché attraverso il primo bando che abbiamo vinto, così siamo andati giù e quindi amico dolce è venuto nelle nostre classi proprio farmaceutica con i bambini eccetera eh? E quindi è come dire diamo proprio la piccola biografia perché poi sul sito del centro studi ci sono tutte le biografie fatte molto bene, eccetera e diciamo perché dalle parti e poi viaggia a seconda di quello che ti interessa. Poi ne parliamo perché apre e quindi diciamo che l'approccio della circa io penso che forse quello che lega un po' tutti al rapporto circolare con il tempo e con la vita, forse di dolci che accolto. Io non so se penso anche al lavoro di Marco di mario e forse un po' questo anche lo sguardo rispetto alla non separazione tra le cose. Forse penso un po' anche che dolci attiva. Però viene anche voi a McCall. A me colpisce tanto questa frase che ciascuno cresce solo se sognato. Il fatto come noi abbiamo dei sogni, se li sogniamo riusciamo anche a realizzarli, a vederli anche me se sono stata sognata riesco anche a trovare un posto al mondo che non è facile. Il in realtà dolci per me è stato un po' quello che è già stato detto nel senso legato a trovare un posto, quindi a vedere più che altro un posto per fare. Perché quello che ho pensato tante volte ok posso fare tantissime cose molto belle, ma poi arrivo alle persone che possono beneficiarne nel senso si'. Posso fare tanti incontri online, posso fare tanti lavori in studio, posso fare tante cose che so che sono fruibili a una certa fetta di popolazione pero' poi quello che chiede soldi per strada cosa fa? Non sapeva dire no, quindi ho trovato una dimensione dove anche leggendo poi una cronologia essenziale di dolcetto ma come ha fatto a fare questa cosa senza senso? Allora si può fare, no? E dagli un po' partito questo interesse mi chiede di altre cose, ma nel tempo varie vari appuntamenti. Perciò chiedo se c'è qualcosa che non vi ho chiesto che volete aggiungere lui, io sono a disposizione. Comunque il concetto é chiaro che sei tante cose, non vuol dire che se mai tornerai veniamo, studiamo anche su questo fronte volentieri, ma che l'idea che gli atelier sono piu' atelier questa cosa degli spazi è un'altra parte nostra, fondamentale legato al discorso che fa marco. Il punto essere forse il lavoro, anche che forse anche ci siamo trovati con Floyd, è il fatto di iniziare a dare alterità ai luoghi nel essere anche noi presenti. Perché il problema di questa società é che spesso chi si mette in discussione sparisce nel tempo. Perché non ti vuoi manifestare attraverso quello che è stato. È una narrazione commerciale piuttosto di visibilità personalistica, no? E quindi cosa accade? Che chi emerge spesso e chi sa raccontare delle cose e non è tanto nel fare e nel sentire? E il fatto che ci siano dei luoghi dove le cose io va bene? Perché vengo da come dicevo una periferia e ho vissuto comunque molto dolore nella l'adolescenza. E quando sono entrata in laboratorio migrazione del comune di Genova, ho detto se mai ci fosse stato quel luogo nella mia periferia, quanto sarebbe cambiata la mia vita? Quindi l'azione? Noi lavoriamo anche sulle periferie, l'idea di creare questi spazi con questa umanità in luoghi dove in qualche modo c' è un'eredità di relazione, di sentimenti. È un po' questa anche la vocazione dare materia al sogno, quindi attraverso le pratiche, gli oggetti che riprendono anima in questo veramente le altre culture non hanno abbandonato no no. E poi le altre culture sono la nostra antica cultura, è solo quello che stiamo dimenticando. In questo De Martino ci insegna tantissimo, no? Come dire quindi forse questa cosa degli atelier come luoghi veramente generativi, i semi no. Infatti questa cosa di seminare il nostro progetto si chiamerà legato a un libro di Lorenzo Cappello che dobbiamo ancora contattare che seminare domande e seminare domande. E dovevo farla mia grasso perché sennò quando che coltivare relazioni, soldi, l'abbiamo ripresa. Ma le domande sono fondamentali. Soprattutto ha detto al giornalista gnomo dico l'idea che l'amore è passato sulle domande. La scuola delle arti elaborare un anno in equipe d'azione per arrivare alle domande generali. Neanche le risposte. Hai capito che lavoro in alto che ci sei Dopo sette anni noi abbiamo parlato di direzione che in questi giorni e oggi l'editoriale del Daniel, il nuovo direttore che riguardava proprio un punto che ha posto la domanda So quanto le domande che abbiano un mondo degenerativo e mi sento perfettamente quello che succede oggi ragazzi, manca cosa che voglio. Ehm non so se tremila retina territoriali, però noi sicuramente abbiamo scontato con casa memoria di Peppino Impastato. Abbiamo però sentite forse l'unica cosa? La ricerca-azione legata ai mammut di Scampia. Perché noi siamo collegati. Tre maestri della scuola dell'arte sociale glielo diciamo in diretta non l'abbia ancora detto Giovanni prima durante il nostro uno dei nostri maestri è perché sicuramente il lavoro sulla ricerca-azione fatta da loro anche divulgazione, eccetera Eccellente! Quindi come fonti sicuramente io faccio un'ultima che facciamo tutti e che cos'è secondo voi Italia che cambia? Ma non nel nostro progetto. Se io vi dico Italia che cambia cosa fa pensare questo concetto un'italia che cambia è quello che volete. E poi dobbiamo dirlo. Permette che Che? Che? No, ma dovete parlare. Noi dovremmo mettere dei quadri. Ma che fa? L'italia che cambia? Ma la Okay, chi vuole cominciare? La domanda è, ehm ci dai due minuti per agg. Scuola gne gne gne Sono vecchio ma no, eccoci, stavo è possibile dedicata solo questo è un bel partito Italia che cambia? Ehm è un po' il sogno che cambi proprio lo stile della relazione. Quindi non mi piace mai pensare a dei confini, ma all'umanità quindi la vedo in modo molto più generale. Il sogno è proprio che cambi il modo di stare insieme e che si capisca che è questo quello che perché i bambini quando parli con loro questa idea ce l'hanno veramente molto chiara che la cosa più bella è stare insieme. Ho fatto un laboratorio sul dono, eh, ma una percentuale schiacciante ha risposto un abbraccio ci deve far pensare qualcuno in questo periodo storico. Grazie giusto per me è importante il fatto che venga raccontato secondo me in qualche modo è un qualcosa che accade e c' è sempre ci è sempre stato, no? C'è una sorta di la parola resistenza forse. Non so, non voglio scomodare troppo, però l'idea è quello che è dare attenzione a questa parte e spazi un po' discorso. Facevamo anche sulla sui giovani, no, dare spazio a queste parti che ci sono. Quindi non so se parlerei di cambiamento quanto di visibilità e generatività. Per me l'italia cambia. È qualcosa di naturale, eh? Passare dal mito sociale al mito naturale, fare come un passo indietro che semplicemente ci riporti a guardare quello che c' è quello che Cemal che non vedevamo, un po' come come l'imperatore nudo, se non sbaglio no. Quando dice amaca veloce, questo no. Quindi l'italia che cambia per me non è qualcosa di nuovo, ma è fare un passo indietro e osservare quello che c' è si' ha la parola cambiamento. A me viene la associo al passaggio prima la presa di coscienza perché se non c' è una presa, una consapevolezza non c' è un cambiamento. E se l'italia cambia, cambia se cambiamo noi, se cambiano le persone. Quindi proprio il cambiamento è la consapevolezza delle persone. Questo è il cambiamento. Per poi lavorare insieme, connetterci e trovare sinergie comuni. Si' quattro sfide per piacere. Ehm fede, la fede. Ma noi ci vediamo giovedì poi ciao ciao No, no. Allora per me l'italia che cambia è più un augurio di un mondo che cambia e per me il cambiamento. E invece e ho é un passaggio verso il futuro, sperando in un salto quantico delle coscienze che il bene è uno ed è quello che è bene per tutti. Grazie mille davvero è vero che Quest'anno ci ha bastonato tutti, ma tu ce la fai a girare? Nonostante il capitano comuni i giornalisti ci può far volente o nolente, purtroppo spesso dolente e violente che hanno la possibilità di girare. Ci riesco. Alberto Mossi, Noh e fondatore mi chiamano Si'. Ok, il preside è coordinato. Perfetto, ti dico. Guarda almeno alla camera. Si, poi noi non la mia cucina, il video. Ok, dunque, se vuoi rivedere il soggetto tipo cos'è, chiama Liam. Ok, va bene. Okay, partiamo quando voi o voi accanto al regista intanto registriamo la che se vuoi sapere un po' di tempo guarda, io ho pensato un po' al generale Cose? Cose Thiam le attività legali da quelli forse quali sono le persone che sono coinvolte quando i progetti di integrazione? Quali sono questi progetti di integrazione? Come si svolgono? E anche il settore educazione sia che la nostra storia. Quando avete iniziato? Guarda, se vuoi io inizio un po' a contattarti a breve. Brevi linee le un po' così Una breve narrazione che tu man mano quando vedi degli spunti mi dici vai di più o di meno, così ti dico tu gli parli bene. Va bene, va bene, questo non è un problema. Non abbiamo bisogno di sintesi, anzi più approfondite va bene, al contrario, metto a posto io no Liam Liam sta per progetti di integrazione e accoglienza migranti é un'associazione onlus che è nata nel abbiamo iniziato occupandoci di tratta prostituzione, donne, vittime di sfruttamento sessuale, ragazze che normalmente si vedono sulla strada nigeriana, albanese o meno e abbiamo aperto così le prime la prima casa d'accoglienza per donne vittime di tratta. Abbiamo iniziato con donne nigeriane, poi dopo don albanesi, romene, moldave, irlandesi e via dicendo. Nel tempo questa attività è cresciuta molto e da una piccola casa abbiamo strutturato dei progetti, facciamo parte della rete anti-tratta nazionale, appunto, facciamo unità di strada, usciamo, andiamo per strada, contattiamo le donne, diamolo informazioni Socio-sanitarie accompagnava fra gli screening medici e poi tutta la parte di sgancio dallo sfruttamento. Perciò le le case protette, le case di fuga, il riconoscimento dei documenti di accompagnamento verso l'autonomia e via. Siamo stati anche a fare questa attività per cinque anni in Nigeria, anche perché lo staff l'équipe anti-tratta che abbiamo è composto l'ottanta percento da ex vittime di tratta che sono diventate operatrici e lavorano i progetti si prendono cura di altre donne. Tre di queste sono nigeriane, perciò è stato anche abbastanza facile, naturale andare poi dopo in Nigeria, riproporre questo tipo di di attività che facciamo qua, nei bordelli di Benin City, di Leggo, se le altre cose e poi l'accoglienza è andata avanti, è nel duemila quattordici sono stati grandi sbarchi i profughi rifugiati. Noi avevamo già tra quattro anni che avevamo iniziato a lavorare sull'accoglienza dei richiedenti asilo rifugiati, il sistema Sprar e da lì ci è stata proprio la un cambio di salto, ma non dovuto da noi. Perché gli eventi, situazioni, la politica dei fenomeni sociali di quegli anni sono esplosi e noi dovevamo in qualche maniera da una risposta. Siamo stati chiamati da una risposta anche all'accoglienza e abbiamo iniziato a strutturare progetti di accoglienza Sprar molto più ampi in comune dei comuni di Assia, circa settanta persone. Poi abbiamo una rete di piccola accoglienza diffusa in più nei comuni del nord astigiano sono quarantacinque persone distribuite su cinque piccoli comuni. É partito così l'accoglienza e poi l'accoglienza di per sé ha generato altre altre attività e che una è stata sicuramente il fatto di contribuire un po' alla insomma lo sviluppo locale, no nelle nostre comunità utilizzare, inserire l'accoglienza in un contesto, nel contesto sociale dove si trovava e dal bene comune allo sviluppo sociale. Tutti insieme, compresi i migranti, gli operatori di accoglienza, i territori che accoglievano. Il primo passaggio è stato quello di recuperare Villa Quaglino a Villa Paolina, una villa storica, una villa padronale del Seicento molto bella alle porte di Asti, che era stata donata da una famiglia nobiliare a una congregazione di I preti qua locale gli oblati di San Giuseppe. E per anni è stata la casa madre Percio'. Parliamo di un palazzo molto bello, una grande villa con sei ettari di terreno, un giardino proprio una bella, bella struttura. E poi vai a sapere. Negli anni è stata progressivamente è stata abbandonata perché gli oblati sono spostati in città. Quella era una cosa molto impegnativa e e negli ultimi dodici anni era rimasta chiusa. Quando nel duemila quattordici a maggio inizia, ci arriva l'annuncio che ci sarebbero stati l' arrivo di ulteriori cinquantacinque sessanta rifugiati che dico sbarcavano a Pozzallo, venivano subito messi sui pullman e portati direttamente in nelle varie città, fra cui Asti, il nord Italia. Perciò non li chiamavamo sbarchi anche se poi dopo arrivavano scendevano dal pullman. Ma i ragazzi dei ragazzi erano ancora le ciabatte, le infradito, le canottiere erano ancora sporchi di sale a situazioni di emergenza e mi ricordo, avevamo in un tavolo in prefettura la mattina annunciato questo arrivo di cinquantacinque sessanta persone. Le strutture che avevamo all'epoca già adibito all'accoglienza sono piene e prefetto sindaco, caritas, volontariato e noi come gestori l'accoglienza come come reti di associazioni come cooperativa sociale eravamo lì e si dice facciamo una tendopoli allo stadio, eh? Mi ricordo che in particolare, ma anche altri lo ha detto nella tendopoli? No, perché prima questa città non si meritano la tendopoli e chi arriva non si merita la tendopoli in the cosa sicuramente saremmo capaci di trovare soluzioni migliori. Ripeto è importante questo passaggio, secondo me c'era non è solamente l'accoglienza che tu devi dare a chi arriva, è anche un rispetto nostro come comunità accogliente. Non è bello che nella tua città, tua attrazione col tendopoli, perché non sei capace di dare vita alloggio a cinquanta persone e noi ci meritiamo di più come comunità nostra accogliente di default. Questo deve essere un beneficio anche per chi è accolto, no? si penserebbe all'accoglienza bidirezionale non ha mai un processo al quando un processo unidirezionale non funziona. O dai o chiedi. Invece le cose si fanno insieme. Tutto questo è un passaggio che è un po', la filosofia di quello che facciamo. E allora uno di questi responsabili degli oblati alza la mano dice cioè un casale che che potremmo vedere di di dare a disposizione per l'emergenza. Quel casale a Villa Quaglino aveva dei requisiti minimi per quella, per quella situazione che aveva ancora l'impianto elettrico funzionante e l'acqua corrente. Allora siamo andati lì, abbiamo visto abbandonato però è arrivata la protezione civile ha buttato le le tende, le brande da campo l'abbiamo pulito in fretta e furia montato una cucina da campo veloce, è arrivato il primo pullman. Erano quasi tutti i siriani. Me li ricordo bene perché eritreo e da li' non siamo andati via, abbiamo ristrutturato. La villa è con l'aiuto. Anche dei ragazzi che hanno fatto formazione sono stati pagati per lavorare per ristrutturare quell' anno in quel posto sono passati seicento quaranta persone perché è diventato la provinciale per un posto disabitato. È diventato un centro di vita molto grosso. Abbiamo assunto personale, abbiamo fatto iniziative tra le cose più belle che abbiamo fatto e sicuramente che abbiamo recuperato la quella che era l'utilizzo originario, dell'area che ha un'azienda agricola e abbiamo iniziato a coltivare la terra. Abbiamo recuperato un biglietto storico e soprattutto abbiamo piantato ormai sotto film che la qualità, quella storica super mitiga è della migliore varietà di mais del nord-ovest. Che nessuno si faccia capo Caressa, ma noi viviamo l'accoglienza nell'agricoltura. Per fortuna ci possiamo permettere di coltivare cosa vogliamo senza pensare e siamo diventati fra i più importanti produttori di mais sotto figlio. Adesso è abbiamo anche fatto dei prodotti. Poi, dopo di fare i grani Franny antiche lo vendiamo e non da reddito, ma e comunque siamo diventati un piccolo, un piccolo presidio delle tradizioni locali tramite la migrazione. Farina no. Uno che arriva dal mare o dal Gambia, dalla Nigeria è quello che ti permette di sostenere un prodotto tipico piemontese che ho salvato. E questo. E poi abbiamo fatto festa è venuto dal grande a presentare io sto con la sposa. Abbiamo ospitato una serata con Pippo del bono di teatro, che poi è stato da noi. Ha fatto un film che è andato sul camper del Festival di Venezia, raccontando l'accoglienza sviluppate molte cose e nel tempo anche poi nei piccoli paesini in cui abbiamo lavorato, in cui abbiamo le altre accoglienze piu', piccole ma molto radicate nel territorio. Abbiamo sempre ragionato su come contestualizzare la nostra presenza nei territori. La chiave è questa che è le migrazioni, le migrazioni grazie all'accoglienza possono essere, anzi sono sicuramente un processo generativo di sviluppo locale. Questo lo abbiamo capito e questa è la via in cui ci muoviamo. Perciò non ragioniamo neanche piu' tanto di accoglienza, ma quanto di sviluppo locale. E la nostra funzione è quella di capire gli sviluppi del i bisogni del territorio, interfacciarsi con i bisogni e le risorse che porta. All'accoglienza con questa persona ha qualcosa di di diverso allora. Poi dopo abbiamo aperto anche delle case di madre e bambino per prendersi cura delle donne. Migranti con figli che a loro volta sostengono, collaborano con i baby parking, le scuole del territorio. Abbiamo iniziato con soprattutto nei paesi con i ragazzi accolti nell'accoglienza, collaborare con le amministrazioni locali e per la messa in sicurezza del territorio, la manutenzione stradale alla pulizia via dicendo. Da questo discorso, tenuto fuori anche un una bella parte di ridare vita manutenzione a tutta la cantieristica. Bella che nei nostri boschi abbiamo ragionato con comuni, abbiamo creato questo progetto che sono chilometri di sentieri nei boschi, nelle strade che stiamo ripulendo. Abbiamo mappato e stiamo ripulendo grazie anche al lavoro dei dei rifugiati ed è qualcosa che dà sviluppo locale per las interista porta turismo, comunque benessere ed è fruibile a tutti e non è legata alla migrazione. Ultimamente stiamo lavorando molto sull'educazione ambientale, perché anche lì, come era successo in passato in villa qualcosina nel comune di Castel Leo, cioè un bello spazio abbandonato che ha un lago adibito a pesca sportiva, un bel parco con anche una una stalla con asini ed era in quasi un abbandono. Il sindaco ci ha chiesto di occuparcene l'abbiamo preso, rilevate. Adesso facciamo attività con gli asini. Per te, papi, il circolo di pesca sportiva è un bel palco per fare educazione ambientale, dove lavorano anche i ragazzi dell'accoglienza, ma non solo. E L'accoglienza non è più il centro di quello che facciamo, ma è qualcosa che ha permesso anche di spostarsi su altri. Non solo nel senso è un ehm le varie attività che fate l'obiettivo è proprio l'integrazione nel senso è sono attività nella quale sono gestite completamente, assolutamente da loro, oppure l'integrazione interazione della condivisione che mi una semantica esagerata su queste cose? No, no, il focus è noi lavoriamo su un territorio per lo sviluppo no locale o per il bene comune. E chi c'è chi cioè fa se in quel momento una ragazza nigeriana, non moldava, un somalo o un anziano italiano, una maestra o un gruppo di mamme non non importa, no, si lavori. È ovvio che in questo contesto le migrazioni se ben contestualizzate, sono un supporto in più è una risorsa. Perché tu non è che vai, si pensa sempre alla logica predatorio rispetto all'immigrazione vengono qua a portarci via il lavoro, i soldi via dicendo non è vero su questa roba qua non si porta via niente. Qui arriva qualcosa su un territorio e visto che c' è qualcosa, invece di tenerlo separato, dobbiamo pensare di metterlo al sistema e far sì che ci sia un ga una gamba in piu' nel tavolo lo sviluppo locale che ti sorregge. Questo gamba in più potrebbe essere l'immigrazione. Ti faccio un esempio molto semplice così perché io condivido completamente quello che dico ma spesso il territorio, come dice nel momento in cui noi bisogna anche iniziare a a cambiare il tipo di narrazione, quali sono i bisogni del nostro territorio prima di tutti? Quali sono le risposte e le risorse che ci sono? Magari non c' è niente. Magari invece c' è una risposta. Ma la risorsa, la torre dell'immigrazione, se non ci quella non è la risposta e non contribuisce allo sviluppo del territorio. Il bene comune è proprio semplice. Iniziammo a fare accoglienza nei piccoli paesi nel a undici. Comune di settimo seicento abitanti alle porte di Asti, popolazione piu' di sessantacinque anni comuni come tutti i nostri comuni spopolati, seconde case ma pochi residenti. La scuola tenuta in maniera caparbiamente aperta dal dal sindaco. Ma non ci sono bambini tramite gli immigrati lo spar. Decidiamo che quel comune li' come è stato già Riace e i tempi di quando Lucano iniziato um aderisce all'accoglienza spa Harry parliamo col ministero di mandare delle famiglie con bambini. Arrivano tre famiglie con nove figli. Automaticamente la scuola raggiunge il numero minimo di venticinque. Tu non hai fatto accoglienza, tu hai salvato una scuola di comunità per tutti quanti. Grazie. All'accoglienza non è che hai speso soldi per dare istruzione, che hai mantenuto nove bambini, li ha mandati a scuola gratis, no, su quei nove bambini e quel dell'inserimento dell'immigrazione in contesto locale che ancora adesso ci sia la scuola aperta. Ti dirò di più in un piccolo paese dove le strade sono ben mantenute, perché magari il cantoniere è uno dei ragazzi ospitati che nel periodo accoglienza viene assunto dal comune pagato è però il comune ha uno in più pagato dal ministero degli Interni, perciò non sulle tasse dei locali che fa la manutenzione di routine e le strade sono pulite. I fossi l'acqua regimental bene non ci sono mica ho fan e smottamenti tutte, tutte le cose. Piu' cade un albero e la strada è aperta, non chiuse tutte quelle piccole. Il paese si apprezza e diventa più appetibile magari di quello di fianco. Non c' è nessuno in più quel paese li' magari ha ancora la scuola aperta. Ho la bottega non è chiusa perché ci hai trenta, quaranta persone in più. Cosa vuol dire che c'erano a casa li ho una fitta o la vende su quel territorio proprio perché gli è arrivata l'accoglienza? Non dico che sia apprezzato, ma almeno si è mantenuto il valore immobiliare delle case. Gli altri paesi sono vecchi, spopolati, distrutti. La cosa si fa a perdere, perciò l'accoglienza dello Stato, togliendo niente se gestita bene. Proprio la prova che nella peggiore delle ipotesi mantiene esistente e non lo so. Ma se ben gestita da anche qualcosa in più perfetto. E nel senso è soprattutto concentrato qui ad Asti all'attività vostra oppure riesce a farmi un quadro di quali sono? Noi abbiamo diversi step se ragioniamo sulla tratta vabbè, nel caso di accoglienza abbiamo in provincia di Asti. Poi sulla questione della tratta lavoriamo a livello nazionale, a volte anche transnazionale, fra progetti e redditi, perché abbiamo veramente una grande esperienza. Abbiamo alcuni operatori e colleghi che sono arrivati anche a non so perché. Non solo che la Pontificia Accademia delle Scienze sociali sovente ci chiama come consulenti sulla tratta abbiamo a volte dem, partecipiamo a reti molto importante a livello internazionale sulla tratta e anche col ministero degli Interni, con sulle politiche nazionali. E mentre invece per quanto riguarda la parte invece dell'accoglienza facciamo parte dello spacco una rete nazionale, ma lavoriamo in provincia di Asti e poi siamo in diversi tavoli non so informa disuguaglianze, diversità di diversità di non solo aveva il fondo delle aree interne e via dicendo. Si collabora se collaborate facendo vedere dei fatti, quello che abbiamo imparato molto anche dal dal fondo delle interne, perché stando in quei contesti li abbiamo capito meglio, come quello che quello che magari stavamo facendo, come poteva essere addirittura piu'? Sistematizzato? No, può capirlo e sto Il confronto con le altre realtà è stato fondamentale perché ci si imparano tante cose e le collaborazioni con le amministrazioni sia qualche giro dell'astigiano tramite bandi, bandi. Noi lavoriamo a Bundy, più collaborazioni che ci sono, i bandi partecipe e abbiamo sempre vinto. Per fortuna il nostro committente è la pubblica amministrazione. Lavoriamo al novanta per cento dei fondi pubblici o del ministero interni o delle amministrazioni locali e ci manteniamo con quello senti come specializzazione, evaporando. Come però penso che cosa è fatto la tratta? Si è un po', il punto di riferimento in Italia. Conoscete bene il il fenomeno te l'avranno fatta milioni di volte? Questa domanda penso quali sono le problematiche che avete visto? Anche perché sei stata in Nigeria? Mi raccontavi sicuramente. Però noi sulla tratta tendenzialmente siamo innanzitutto sono la mia esperienza vent'anni di esperienza. Ti fanno qualsiasi cosa, anche a piantare un chiodo. Dopo vent'anni impianti risolvo il pensiero che che già solo il fatto di aver avuto continuità di operatori è a conoscenza del fenomeno, questa è tanta esperienza. Poi abbiamo iniziato, dicevo, nel duemila eravamo in quattro, eravamo due operatori maschi e due operatori, due operatrici donne. Erano un albanese, primo arrivato, una moldava e una nigeriana che erano ragazze. Venivano dalla strada percio'. Se questo valore aggiunto di aver la peer education puoi andare avanti, tu hai dei saperi che non devi studiare, formarsi. Si è partiti subito con una marcia in più, perché chi lavora sulla tratta, gente che veniva da quel contesto lì e magari non conosceva bene il contesto normativo italiano, ma quello ci pensavamo noi. Ma il fenomeno, le dinamiche, i linguaggi, le paure, le soluzioni, tutto il contesto, quello era già nato e quello ci ha dato la possibilità di avere, soprattutto nei primi anni delle comunità che funzionano con molta efficienza, ma si trovavano risposte più facilmente che altro. Allora questo ci ha portato anche ad andare a fare i formatori in altre realtà e questo ha ha creato una un po', così anche un po' ci ha fatto crescere nel senso quello è un settore in cui ancora adesso continuiamo a formarci, andava avanti e siamo interpellati anche a livello intimo, anche a livello di di policy. Perché non non sono stati chiamati anche a collaborare alla redazione del piano nazionale? Anti-tratta che il documento programmatico triennale del ministro dell'interno su quale abbiamo dei saperi, su come è cambiato il fenomeno, su cosa sono in difficoltà. La difficoltà sono sempre questo grave sfruttamento, la riduzione in schiavitù, quello non cambia mai, sono cambiate, magari modi, ma non purtroppo non è cambiata la condizione di base. La gente scappa per miseria, per quando scappa, eh tendenzialmente un po' disposto a tutto e in quel tutto il prima. La prima il primo gradino del tutto, lo sfruttamento sempre, mai niente gratuito, regalato. E dato che è sempre qualcuno qualcosa ti porta assolutamente. Poi ho assolutamente in poi tutti quanti processi di sgancio, fino ad arrivare a i percorsi di autonomia. Ma fondamentalmente riduzione in schiavitù era riduzione in schiavitù, è rimasta qui non si scappa, è peggio, è alto, soprattutto quando guarda la prostituzione. Negli ultimi anni il fenomeno voglio una percezione, un problema di percezione. Perché se ne parla? No peggiorato? Non penso. Anzi sicuramente no, è invariato, anzi forse meno, cioè meno violenza. Infatti sono qua, non so il numero delle donne ammazzate sulle strade rispetto agli altri anni. Sono vent'anni fa ho sparato io sulle strade, ragazze molto. Questo é anche una questione che è cambiato molto, anche perché ha iniziato a esserci anche molto più interesse da parte delle forze dell'ordine no, perciò è diventato sempre anche più pericoloso per i trafficanti e i magnaccia. Ci essere comunque sono più tracciati e monitorati. Non si è abbassata la soglia di violenza. Le forme di sfruttamento però sono tantissime, anche più. Le minacce magari sono nei paesi di origine, sono psicologiche di varia cosa? Quello che è cambiato molto, che io prendiamo a esempio la mafia nigeriana, che è quella che io conosco meglio negli ultimi trent'anni qua in Europa è diventata una mafia vera e propria. Il ministero dell'interno dopo le quattro italiane no, la l'unica straniera riconosciuto come mafia quanto un bis. Quella nigeriana percio' una volta vent'anni fa cha la madame cattiva che picchiava la ragazza e la prendeva sberle nella sua strada adesso è un network e non sei neanche piu' chiesta, madam. E sei dentro un altro animati sono molto più alte, più strutturate. Tant'è vero che adesso, quando si indaga sul traffico di esseri umani, é la direzione investigativa antimafia non è più il comando locale e i carabinieri è proprio cambiato la dimensione. Okay, è quando sei stati giù in Nigeria giù è è un fenomeno dei partiti avallato dal juke che avete visto, che a parte che sono stati dal duemila quattro duemila nove percio' stiamo parlando di dieci anni fa con te come operatori. Poi si continua ad andare, ma non il problema di cui dicevo prima. Il problema non è tanto il problema della povertà quando tu hai di tanta gente povera e senza futuro e un bel network organizzato che sa venderti ma popolati fattivamente l'ipotesi che tu ce la puoi fare. Ehm tu vieni a me, io ti porti una volta no, troverai lavoro i soldi Perché poi i trafficanti e gente che ha fatto quello dieci anni fa non è che sono nati i trafficanti. No, non lo dice. Ma se l'ha fatto lui che ha fatto quella domanda ce la posso fare anch'io e poi quando si arriva qua si trova invece nel in questo meccanismo perverso dello sfruttamento che è anche vero che però nella maniera nel momento in cui uno smette di essere sfruttato puoi diventare a sua volta un sfruttatore. Perciò diventare ricco come quella persona che ti ha ingaggiato, un ciclo perverso, un francese in questo eh arrivo io ti porto, mi paghi il debito, pagato bene il debito, io ti inserisco nel circuito a quella volta sarai tu che venderai questo pacco a qualcun altro che poi venderà il pacco un'altra volta e e in quella roba lì, non per alla fine é tanta, tante chiacchiere, tante chiacchiere qui il problema che cioè poveri poi assenza di futuro. Quando sei in quella condizione, lì rischi tutto nel riskytutto, come dicevo prima, c' è sempre qualcuno che ne approfitta e si inserisce in una catena di sfruttamento. E proprio è lineare, non c' è bisogno di fatto per il discorso intorno si' perfetto senti la cena di qui, ma ho fatto un po', una fotografia su quanto di qualche progetti agricoli territorio votato comunque ovunque guardi che l'occasione non fargli i controlli e le esigenze del territorio quindi poi tipo citato recitato un vigneto. Ma quali sono i progetti più volte davanti? Se vuoi fare un focus, ma dal punto di vista progettualità, quello che stiamo facendo ormai sistematicamente da tre quattro anni non è tanto la conduzione di terreni agricoli quanto la formazione in agricoltura. È una tutta una serie di attività, anche di contatto, di match. Informazioni così legati un pochettino al contrasto al caporalato, sfruttamento. Cosa vuol dire? Che i ragazzi stanno accoglienza. Gli facciamo tanta formazione e tante di queste in agricoltura saper portare, saper condurre la vigna. Speravo in un orto con gli enti di formazione o anche all'interno delle nostre strutture, ma comunque una formazione certificata, standardizzata. Non mandiamo la gente lavora e basta, non c'. È un percorso alla fine, in modo che quando vai a lavorare in cultura è già delle competenze. Hai anche già ti faccio un esempio se lo fai lavoro in campagna, ad esempio, anche aveva avere il patentino. La certificazione che puoi usare i piccoli motori ha senso i motori a scoppio, decespugliatore, motosega, cioè quello che quando vai a lavorare è quello sei. Usarli è più facile trovare lavoro, sei comunque competente, no? Poi andare a fare lavori in un'azienda agricola, eh quello sulla formazione tanto e poi tutto un discorso che facciamo con la che la Confederazione italiana agricoltura con la sede quali hasty di fare un punto di formazione e incontro fra domanda e offerta di manodopera in ambito agricolo, soprattutto durante il periodo della raccolta. Che poi la vendemmia in dinamiche pulite, con contrattualizzazione corretta e non con finte cooperative o situazioni caporalato via dicendo. Questo è quello che tendenzialmente facciamo. Per quanto riguarda le produzioni agricole, abbiamo un vigneto sperimentale che abbiamo recuperato il vecchio vigneto di villa qua lina e abbiamo fatto un vigneto è questo biglietto didattico. Produciamo pochissimo vino. La cosa buona che abbiamo. Abbiamo un accordo col penna all'istituto agrario penna questa provincia agricola percio' l'itis la scuola agraria si chiama è una squadra molto importante anche e abbiamo fatto un accordo con locke. Anche gli studenti di questo istituto vengono nella nostra vigna, insieme anche ai ragazzi rifugiati a fare scuola. Perciò diventato un biglietto didattico anche li' l'abbiamo restituito alla cittadinanza perché non è il vigneto dei profughi. La scuola aveva bisogno di vigneti vicino alla scuola perché la squadra si le vigne adesso non ci sono, più le linee sono lontane. Questo è uno dei pochi vigneti ancora alle porte della città che noi abbiamo restituito a tutti gli studenti di enologia. Questa e lavoriamo insieme. Poi l'altra parte interessante è quello dei del mai sotto file che ormai coltiviamo da tanti anni abbiamo fatto anche la conversione biologica dei terreni e nella rotazione mai sotto file per fare appunto la farina da polenta. Ma anche dopo grani antichi senatore per capelli verso bologna abbiamo fatto un giro anche di canapa l'anno scorso girasoli. Comunque sono grandi, antiche e mai sotto file quello che facciamo in maniera la nostra produzione. Abbiamo un marchio che si chiamano i campi di villa Quaglino, un sito web vendiamo online e offline no, vabbè, prendiamo ad Asti sicuramente, ma non abbiamo punti distributivi. Ma insomma non sono produzioni gigantesche, sono evoluzioni. Però se il discorso non è tanto quello di mostrare che l'accoglienza appunto non toglie ma mette e nel caso quello noi abbiamo i migliori ristoratori qua dell'artigiano che vengono e prenota la nostra farina perché è un prodotto di eccellenza. Dall'accoglienza tu puoi fare delle cose di eccellenza, di lusso. Non è detto che devi sempre solo fare de delle cose disgraziate. Se vuoi mangiare la meglio farina che c' è in questo periodo artigiano, devi venire in un centro di accoglienza profughi perché la coltivano, producono lì, ma con dei livelli standard altissimi. Si può fare da noi. A me interessa piu' quello che non me frega niente vende la farina. Non non faccio questo lavoro per la farina e neanche per la pasta. Me lo vado a comprare. Ma sono quelle sfide, no? Che dici? Partiamo da qualcosa che é ritenuto socialmente una merda. E invece non è vero. Piano piano con lavorando seriamente facciamo qualcosa che non ti aspetti e andiamo a sfruttare i grandi chef con i prodotti di qualità. Ma come informati quando vengono? Se è uno scherzo. Ha detto che se ne occupa ragazzi, va beh, noi abbiamo dell'équipe di progetto. Non No, no, no, aspetta. Spia diro' la dimensione che in questo momento sta dando accogliendo circa centosettanta persone fa maschi singoli nuclei monoparentali, madri con bambini, famiglie e donne riconducibile alla tratta centosettanta persone sono un bel po' di persone distribuito in appartamenti in centri di accoglienza villa qualità di cui parliamo prima che la struttura piu' grande che abbiamo tiene alle persone. Ma adesso non siamo piu' per le piccole accoglienze. Nuclei appartamenti quattro, cinque, sei, massimo otto, anche attrezzati per diverse tipologie le case per le vittime di tratta dei criteri di sicurezza diversi o anche di controllo a causa del bambino è attrezzata per madre bambino in campagna, con un orto, con un giardino. Queste cose qua cosa vuol dire che per tenere in piedi questo sistema siamo ventisei minuti. Uno staff diviso per varie équipe e cioè ognuno che si occupa la formazione linguistica, quella formazione personale, lo psicologo, il mediatore e quello che invece fa il runner che quello che è il, quello che risolve le situazioni, il mediatore, gli amministratori percio' ormai rispetto alla formazione abbiamo selezionato nel tempo dei partner che sono degli ho delle agenzie formative, dei professionisti in cui con loro costruiamo i processi di formazione quasi sempre certificato. Cambia il secondo ehm ehm okay, è quello che dice sul come tutto no, che appunto dice come siamo abituati ormai la domanda a partire affatto in agricoltura di seguire all'inizio accompagnate dopo. Non riesco a voi una volta sì, nel senso alla fine della gestione delle aziende. A parte che non ci saranno piu' proprio un turno altissimo per dire l'azienda agricola. Noi lavoriamo con un un nostro amico, anche lui cooperante, socio, ma comunque un agricoltore vero che fa quello di mestiere, che a questa azienda che lui l'ha chiamata agricoltura indigena e niente abbiamo affidato a lui la conduzione dei nostri campi. E lui fa lavora, insegna, ma è un contadino, un agricoltore che lavora alle nostre terre e condividiamo insieme tutto il progetto. Ma non siamo noi che abbiamo, io non vado sul fattore, neanche i miei colleghi non siamo noi insegnanti, però quello, come anche nella formazione in cucina facciamo tanta formazione in cucina con con qua con Silvio Francese, un ristoratore molto importante di Asti lui tre volteranno di commessi, uniamo dei costi di cucina e le ragazze soprattutto vanno da lui e lui le insegna nel giro di due mesi e diventare un aiuto cuoco pronto per andare al ristorante. Non facciamo nella formazione, ma organizziamo tutto quello che è là il contorno. Certo. Senti, negli ultimi anni le se stai danneggiati tanto dalle politiche, perfetta la tua sicurezza. Ehm facciamo ci chiamiamo poggetto indicazione, accoglienza migranti. Se uno pensa Salvini sia un proprio all' opposto si sia stati danneggiati tanto perché non ha non non tanto come risorse economiche, perché in realtà non ci sono stati dei tagli, ma c' è stata una disattenzione da parte della governance politica al fenomeno migratorio e questo ha sia stato un po' abbandonati a noi stessi, senza una direzione, senza attenzione per conto cosa ha fatto. Questo il fatto che questa questo accanimento sulla migrazione così più dal punto di vista ideologico, dimenticandosi di cosa era veramente la migrazione e sono entrati i cani approcci? Nessuno ha controllato tutta la corruzione e la mafia capitale in poi è figlia di quella retorica lì se tu sputi contro qualcosa lo disprezzi, lasci la parte, ma se ci sono i soldi, altri ci arrivano. Non è che perché poi i soldi non li hanno mai tolti perché ci mangiavano tutti e soprattutto gli amici degli amici non hanno piu' controllato. Io devo dire che nel nel sistema di accoglienza italiano, soprattutto in quella emergenziale, non tanto nello spark e devi fare il bando coi comuni, ma quello gestito direttamente al ministero dell'interno i casi in emergenza. È passato tantissimo, il livello dei servizi si è abbassato tantissimo il controllo bo e poi la magistratura insegna che scandali, inchieste e processi per corruzione sono all'ordine del giorno. Quello cha è ovvio che poi dopo su questa cosa qua esce fuori la notizia sul giornale che i ragazzi fanno la rivolta perché gli hanno tolto tutto. Quelli fanno la rivolta che sono qua, che cazzo vogliono? Invece no. Lo Stato spende trentacinque euro al giorno per i servizi. Questi ragazzi il gestore gli ne spende otto. Senta scadenti ragazzo. Poi si incazza, pero' la colpa del ragazzo che poi dopo fa la rivolta nessuno se la prende con il gestore. Quando poi prendi il gestore avete visto, quelle sono le cooperative che mangiano i soldi. Tutta questa reazione la ricaduta ti rende più difficile andare a ma anche per quello che dicevo prima che non bisogna più parlare di immigrazione. Dobbiamo parlare di sviluppo locale, Di quello bisogna parlare. Poi all'immigrazione troverai sempre qualcosa che non funziona perché non è un non è una cosa omogenea. Cosa vuol dire immigrazione come gestiscono? Per Dio è a Lampedusa, è diverso come ci siamo rimasti senza entrare nel mezzo sono due cose diverse, no? E però se invece se ragioniamo come le micro comunità posso darti una mano per mantenersi allora su quella roba lì si cambiano piu'. Il paradigma non finisce mai aggiunge Ti dimentichi pure che sia la migrazione o addirittura ti vengono lì. Ma perché alcuni sindaci? Perché eh, non aprite una casa di accoglienza anche da noi che ne avremmo bisogno se ne hai bisogno? Vuoi che allora vuol dire che hai bisogno di qualcosa che ti serve. È utile. Sennò bisogna cambiare proprio sull'immigrazione. Non bisogna più parlarne. Come come centro non è capitata questa cosa. In che senso? Nel senso che stai dei comuni che vogliono si' si' Ci sono parecchi sindaci, soprattutto i più piccoli. Sono le realtà piu' piccolo direi più problemi sono di prossimità e tu devi risolvere Milano c'è un problema, cazzo se il sindaco che è un paese di sei settecentomila abitanti vai al bar, la gente ti rompere. Ma quella strada lì è crollata quando anche l'appendice. Ma io non ho più soldi per lo scavatore. Come faccio il giorno dei morti? Il cimitero è uno schifo, ma io non posso più chiamare nessuno queste piccole cose non pensare cose gigantesco. La scuola che sta chiudendo e via dicendo dopo deve dare risposte. Dove le trova? Confrontandosi parlando con altri colleghi, altri amministratori, magari del paese, di fianco del consorzio comuni vicini dice però li hai visto? Ehm ho fatto l'accoglienza sono sei ragazzi a turno, due a turno. Due ruotano e lavorano col Comune. Non possiamo farlo anche noi così la possibilità è una è una delle chiavi più semplici per risolvere i problemi. I faccio domande un po' del cazzo. Nel senso, nel senso proprio che l'obiettivo è proprio importare l'immaginario. Siccome questa è una cosa che mi tocca particolarmente il fatto che sia un'opportunità per lo sviluppo locale siamo un po'. Tutti noi intendiamo degli italiani, sono tutto considerato tutto assegnata agli altri. Il passo del mondo, ecco, inevitabilmente si va in quella direzione. Adesso però giornalista, i giornali riportano notizie. Voglio sapere lo spagnolo nel piccolo, ma va bene anche così. Il racconto due invece abbiamo avuto innanzitutto la narrazione, soprattutto sull'immigrazione non è mai fedele rispetto a quello che c' è. Noi abbiamo iniziato nel come ti dicevo, in un piccolo paese perché volevo chiudere la scuola e abbiamo preso all'epoca Mimmo Lucano Janice. Pochi lo conoscevano, siamo andati proprio questo sindaco che tra l'altro abita di fronte a casa mia. Ci siamo a due chilometri di distanza, proprio i posti con i miei territori. E dice Ma guarda che la c' è un piccolo paese in Calabria che ha iniziato a ospitare altra gente a tutta la scuola aperta. Lo abbiamo fatto contestualmente, ci servono a scuola ce l'ha un po' di gente testone ha provato a fare ha fatto una una una raccolta firme per addirittura chiedendo un referendum per bloccare l'accoglienza duecento, settantatré firme raccolte su seicento abitanti. Il sindaco si è messo di traverso dicendo che questo referendum non lo faccio perché non voglio assolutamente neanche discutere di questa cosa. Costerebbe troppo stare nelle mie nei miei poteri, decida o no di fare l'accoglienza al limite. Se non volete per a fine mandato cambierete. Alla fine è andato. Le cose sono andate bene tra l'altro è venuto a raitre, abbiamo accettato questa piccola accoglienza, tutto il vescovo. Certo, questo paese, un paese anonimo. Grazie a questa accoglienza è diventato qualcosa di molto accattivante. Non piaceva questa cosa alle feste di paese, la scuola mista e via dicendo. È finita quella roba lì, quel comune. Il sindaco poi ha perso probabilmente per queste sue e sono arrivate altre amministrazioni comunali. Ma in piccoli paesi non è che ci troppo tutte le liste civiche. Ancora adesso noi continuiamo a fare l'accoglienza. Nessun sindaco ha detto lo troviamo, ma sarebbe anche proprio in maniera stupida dire hai dieci quindici concittadini che hanno degli appartamenti che noi affittiamo Regolamento dice Vabbè ti tolgo quindici affitti, magari magari anche no, perché poi quel caso vi non è che ce la coda. Sono stati anche casi che poi dopo diventano ruderi in mezzo al paese, invece un paese abitato ha una sua non abbiamo mai avuto. Abbiamo avuto richieste anche da altri sindaci di poteva andare, ma non è così automatico sono operatoria nazionale, cioè un po' di burocrazia. Non è che ognuno si inventa la la propria cosa, però siamo partiti nel duemila undici, ripeto con un piccolo paesino, poi dopo aderito al comune di Asti e poi chiusa in settima e Chiusano d'asti questi paesi nel nostro ufficio si sono consorziati e hanno fatto una rete di cinque comuni che lavora ormai da sei anni come proprio come area e tramite l'accoglienza stanno facendo fanno tuttora i programmi di sviluppo locale congiunti che sono partiti dal fatto che si sono messi insieme rispetto alla l'accoglienza. Adesso non solo per dire che stiamo facendo la mappatura degli anziani in situazioni di per vulnerabilità, disagio, non malati. Però persone sole in questi video e é tramite le ragazze che abbiamo in accoglienza in quelle in quelle zone li' insieme. Stiamo studiando di fargli una formazione per l'assistente familiare, perciò le ragazze assunte dell'accoglienza quando poi dopo settimanalmente a fare sette otto dieci ore a casa di questa anziani o anziani o famiglie che normalmente non hanno più tutto quello che i sindaci stanno organizzando, quello danno per scontato che l'accoglienza e stanno ragionando di assistenza sociale non per gli immigrati ma per gli anziani del territorio. Un altro piccolo sindaco con un po', con un po' di buon senso, senza avere un chiodo nella testa che guarda quella roba lì, che gli stessi problemi o altre soluzioni o magari coppia o vuole me vuole doppiare quel modello. Non ci sono altre soluzioni, ci sono voci contrarie, ma non sono così rilevanti come la recensione che voci contrarie ce ne saranno sempre, ma perché siamo anche piemontesi? Siamo no. Però io parlo anche nei nostri paesi, non siamo diffidenti di natura quando c' è qualcosa che va bene tu sei siamo più geneticamente indirizzati ad andare a vedere no, ma tanto non dura. Ma vedrai che ti invece dire bello faccio anch'io no, ce l'abbiamo nel dna questa cosa questo è anche fosse una ragione per cui quei questi però per conto quando questi modelli si radicano diventano veramente forti perché non nascono tanto sul nascono non sull'entusiasmo sulla diffidenza, perciò se leggono vuol dire che alla fine in qualche maniera ce l'hai non si può fare. Che hanno accennato all'educazione che fare con l'educazione? Quella al nord l'educazione aperto. Ma adesso la sua educazione è una cosa nuova. Noi abbiamo iniziato a occuparci di educazione negli ultimi sette o otto o dieci anni. Non so perché, ma le ragazze arrivano a volte sono incinta nei bambini piccoli. Perciò siamo stati tra i primi in Italia sulla tratta avere le case di accoglienza per la mamma bambino e quello ci ha portato prima a ragionare sul fatto di guardare la mamma durante il parto e poi dopo dava una mano ai bambini così a lungo. Alla fine si è sviluppato questi bambini crescono in casa, le mamme dopo in qualche maniera guardi anche nello il percorso di genitorialità. Qua magari bisogno di qualche supporto, bisogna confrontarsi. Una africana gestisce idrico ai figli molto, in maniera molto diversa da come concepito da noi. A volte su questo potrebbe essere anche diventare in alcune occasioni una un grosso problema per qualcuno delle residenze sociali, senza parlare di bibbiano. Alcuni comportamenti sono specializzati, possono essere mal interpretati e poi dopo andava a finire anche magari in situazioni di affido, no, ragionare su tematiche. I bambini che abbiamo li guardiamo e poco per volta abbiamo iniziato a capire che dovevamo occuparci anche l'educazione questi figli e soprattutto accompagnamento di queste donne. E quattro anni fa abbiamo aperto la prima casa proprio per mano dei bambini con un settimo bambini fatta apposta con tutti gli spazi, con gli educatori e via dicendo. E abbiamo ragionato sempre, anche con l'agenzia educativa che l'università per capire un pochettino anche di tracciare, sperimentare, validare i nostri modelli o imparare soprattutto. E poi la cosa. Il passaggio successivo è stato quello che ormai sono un anno e mezzo che abbiamo acquisito questo lago al castello, questo lago stello un bel lago con una bella area e abbiamo deciso di fare un palco per delle biodiversità sociali, ambientali. Va da sé che in un posto del genere l'aveva di gioco educativa esperienziale l'autore education, tutte queste cose quali ci ha veramente dato spazio? Siamo animali, lago, il palco, stiamo parco gioco di dati che è diventata una cosa importante su cui stiamo investendo tanto. Abbiamo gia' anche proposto dei dei laboratori, delle giornate laboratoriali per bambini che vengono con gli educatori che fanno un po' la filosofia qual è? L'auto Education, eh, beh permettendo. Ma quest'anno è tutto quello che è stato possibile fare. Abbiamo fatto. É però sempre di più. Quello che stiamo facendo è fare questa attività di Haldol, ma con e insieme anche. Come perché? Perché no, con i bambini, con i figli delle nostre comunità. Perciò tu fai l'autore Education fa il laboratorio l'asilo. Nel bosco vengono i bambini, ma ci vanno anche i bambini che sono i figli delle nostre comunità. Perciò gli si sta mischiando. Sono contesti interessanti perché ci hai una filosofia educativa, ma ciò in un contesto di riferimento che non è quello per cui quella filosofia è stata pensata percio'. Ci sono degli innesti, degli intrecci molto interessanti e penso che sempre di più stiamo lavorando su questo. Mi ci piacerebbe. Ne parlavamo questa mattina a formulare una proposta educativa che sia un qualcosa che mette insieme queste cose, anche magari un po' più caratterizzante, perché magari tuo figlio va nel bosco a vedere la composizione del suolo e dei vermi, ma lo fa con un ragazzo, con un bambino della Somalia, con la bambina nigeriana o con kosovaro. E lì nelle biodiversità ci si mischia ancora di più. E sicuramente io sono convinto di questo. Quello che fino adesso è stato è tracciato in queste metodologie educative, non ha mai preso in considerazione fattivamente eh la biodiversità sociale. Ed è lì che bisogna lavorare tanto, almeno non magari mi sbaglio, ma in questo annetto al netto e mezzo che mi sto occupando molto di questo non ho trovato, non ho trovato ancora degli ambiti così fattivamente è di commistione, di meticciato nei contesti educativi c'è tanta enunciazione. Ma c' è anche una questione io l'ho visto anche noi una una questione, un pochettino. Anche un po', un po' semplice autore di education rischia di essere qualcosa di molto elitario. No, perché bei posti, luoghi, questo vuole anche spostarsi, andare in quei bei luoghi che non sono centro città dove vivono i disgraziati poveracci e poi un'offerta educativa. Molto, anche fine, ma che anche dei costi. Cosa vuole che il bambino nella periferia o del centro storico brutto continuerà lì in mezzo al cemento? Il piccolo borghese o quello che è il genitore che spendono tutto vanno eh fondamentalmente questa storia dell'autore education è vero che molto democratica, ma poi nei fatti non è non è democraticamente accessibile a me noi stiamo lavorando, visto che creiamo i nostri spazi, che sono gli autori, ma è ma anche di accoglienza per noi diventa normale portare li' percio' l'osservazione di queste cose, secondo me potrebbe anche nel tempo a portare anche a una a una narrazione, un po' diversa, ora che magari toglie. Ma aggiunge anche perché no, certo no. Sì, ci sono anche esperienze. Ragioniamo su questo che vedo visto che diventino l'italia cassibile pochi, paradossalmente che i soldi possibile. Germana nel bosco di Ostia è un bellissimo posto, ma la vostra esista. Un posto bella monaca ci metteva solo nove e mezza, muoviti con mezzi e chi ti accompagna e chi paga il pullman che non ce la fa certo non la tua bella monaca dicotomia Monica poteva chiarire Chailly, il parco pubblico romano del comunale che è uno schifo. Forse se sei fortunato rinnovato oio un centro sociale, un po' scassato. Ma non la fai, non io è quello che nascono tanti progetti outdoor in città, ma non parlavamo variegato. Però si osservazione ci sta. Senti, pensi che un modello del genere problema dell'italia questa reazione? Si Roma Milano ma l'italia è fatta e non potessi mai all'interno. Soprattutto sto morendo l'auspicio che questo modello possa essere obbligato un'altra regione ce l'hai oppure non è applicabile solamente qua, sennò non applicabile dovunque tant'è vero che il forum delle aree interne, il fondo disuguaglianze, Diversità eh? Ci sono anche riferimenti l'italia che cambia? No, è tutto nella narrazione si' si puo' fare tutto dappertutto. Questo non è bisogna contestualizzare sicuramente, ma io ho visto che tante cose che facciamo magari hanno nomi diversi, ma poi la sostanza è la stessa, non ci sono, è cioè sicuramente un'osservazione che abbiamo sempre fatto qua piccole dimensioni in realtà sono un vantaggio. Uno perché ti conosci, riparazione un piccolo paese, ma anche a si fa sessantamila. Ma se abitanti no, ma se abbiamo una proposta e dovevamo parlare con l'assessore, col sindaco, molto probabilmente vado sotto il comune, lo incontro al bar o ci siamo frequentati sui campi da calcio vent'anni fa quel ragazzo, ti chiami telefoni. È quello che la lista di attesa il dimmi la risposta riesci nel bene e nel male. Comunque quella roba non funziona. Due più piccoli vai soprattutto nei piccoli paesi. Non è la pressione politica nazionale. Ritorniamo, come dicevamo prima, la politica a una narrazione. Poi hai il problema reale, la prossimità, buon senso. Un piccolo sindaco deve dare una risposta, non puo' menarla in a fini elettorali. Il grande sindaco prima di fare un passo, deve pensare che la narrazione non gli fa perdere voti e via dicendo. Però c' è molto più spontaneismo, cioè anche molta più cioè per assurdo nei piccoli posti piu' facili se ti viene un'idea per provarla e poi non hai competitor ehm non hai competitor, puoi anche sperimentare se fai una cazzata novanta percento un sacco. Oggi nessuno l'hai fatta via in città dove la politica fai una cazzata subito opposizione di turno arriva critiche diventano non fai niente, proviamo a fare si fa bene. Se va bene, lo raccontiamo, suona bene, hai molto più grave, cioè più spontaneismo. Ma c' è anche molto più efficienza, cioè più un c meno calcolo politico è più attenzione al risultato e secondo me questa è la risorsa costa delle aree interne il problema che non hanno soldi, soldi. Vedi ci sono dei progetti in Italia che vanno in questa direzione. No, ce ne sono tutti bravissimi, ma si' adesso non é che non ti dicono i nomi per non fare torto a quelli che non cito? Ma no, ad esempio comunque il principio, quella che l'ha ormai la buona accoglienza, dell'accoglienza diffusa piccoli nuclei spaccarsi nei territori ormai è una regola. Se guardava adesso qua l'atlante Spal del duemila diciannove ottocento trenta comuni in Italia che fanno accoglienza. Se guardi dice proprio è bello, no, perché si vede proprio a macchia di leopardo tutte. Son quasi tutti i comuni che stanno intorno da zero a cinque mila. Quella è la perchè é un sistema ultra ultra diffuso e sta in piedi, sta in piedi, nonostante non per tornare indietro, nonostante il segreto abbia sostanzialmente penalizzato gli Sprar piccoli, forse l'obiettivo del segreto a raccontare grandi grandi anglo beati no che ovviamente banalizzare no, ma quella è stata più una narrazione che ha no, è il ministro. Ha tentato di ottimizzare però anche un rapporto fra il ministero degli Interni e le amministrazioni comunali perché il concessionario dell'accoglienza sparo si puo' in un Comune in Italia. Infatti i piccoli comuni senta lo cancellino chioccia, non poteva dare No, mai. Perché io dico che ho l'impressione che ci è stata una narrazione feroce, ma nei fatti, cioè il la narrazione, fuori ci sono dieci anni che ce l'abbiamo. Quello che è stato proprio la sciagura sono stati decreti sicurezza di Salvini con tutto il discorso delle Ong. Le multe a chi servono agenti in mare. Ma il fatto di togliere soprattutto la protezione umanitaria che ha un titolo di soggiorno di quelli fondamentali, abbassare la diaria nei centri di prima accoglienza gestiti direttamente dal ministero degli Interni é tutta una serie di cattiverie annesse e connesse. Ma adesso per fortuna quella quella quella brutta parentesi è stata chiusa. Si ritorna al sistema precedente? Non No, non è. Non è stata una questa cosa la posizione sta avvenendo una canzone, ma di fatto stiamo Ripeto, secondo me questa è una questione di rapporti di prossimità, di una narrazione un'azione, tossica, tossica veramente che anche proprio innovazione falsa che non rispecchia. Gnam Noi abbiamo un piccolo paese dove facciamo accoglienza, dove l'anno scorso la pro loco del paese stiamo parlando Paesi da quattrocento abitanti, proprio una collina umbra. Ecco, comuni arroccati fanno una festa del paese e un giorno della festa del paese la dedicano all'accoglienza chiamano il como che un gruppo nato negli ultimi anni di profughi richiedenti asilo e quasi tutti africani che cantano le canzoni in dialetto piemontese. Ma ero in piemontese vuol dire scuola il mio amore. Tu hai un paese che nella sua festa del paese dedica un giorno e paga un gruppo per fare quella roba lì dentro. Allora non sei un po' piu' di dove le madri vengono a portare i bambini a giocare nel nostro cortile con i nostri bambini, dove c'è tutta una serie di cose belle e il Comune promuove le attività, anzi ci chiede di collaborare sempre di più. Questa è la possibilità perché ci conoscono e poi fanno le elezioni politiche. In quel paese puoi vedere la Lega appena quarantatré percento che Salvini, ma è la stessa gente, non è che ci fai qua? Non è che tu dai quella gente lì che sdoppia? No, ma dice no, ma i miei sono buoni. Ma quel perché ci hai una narrazione tossica dei talebani dell' isis degli stupa troy, di tutte queste cose che non esistono e uno pensa che quella roba lì arriva tu ci hai già, tu non te ne accorgi che porti i tuoi nipoti li' da quello che è sbarcato l'anno scorso a lampedusa, che tu adesso vorresti affondare e tu li stai portando tuo nipote? No a giocarlo lì e lo lasci con quel bambino, con quella madre. Magari non lasci pure li' tre-quattro ore, tanto lo guardano che son bravi, poi vai nell'urna e chuy la testa rispetto a quello che ti raccontano i voti diversamente c'e' un'italia disgiunta questa non concordo, succede quello è votano salvini e poi ci riempiono di di cadore cioè molto meglio è così quella roba lì non mai, ma secondo me nella testa di queste persone e c'è tutta una logica che cioè, non tanto per dire no, ma io poi ti dico i nostri sono buoni e sempre qualcosa d'altro sempre l'altro fatica. No, così non va. Senti una cosa su di te. Ma come ti è venuto in mente? Io andai via, nel senso che è una passione questo tema del lo sviluppo locale va bene, lo sviluppo, lo sviluppo locale. Io vengo da ambienti sociali, autonomie, operai, collettivi. Perciò ci è sempre stata una una grossa attenzione alle dinamiche sociali. Ho fatto tante attività nelle periferie. È stato uno dei primi qua con altri amici negli anni i primi anni novanta a occuparsi di immigrazione. Ho fatto il coordinamento migranti astigiano, abbiamo messo insieme un marocchino senegalese, perciò alla fine, occupandosi di immigrazione e via dicendo. E poi è nata a quel bisogno, ad un certo punto punto anche un po' l'occasione no. Anche la necessità di darsi strumenti che non era solo la carità sui collettivi un'associazione riconosciuta, poteva essere quella l'abbiamo fatto e da chi si è sviluppata. E mi sembra che sia una buona continuità. Questo su provocare non può ritornare alle origini, perché una parte da un contesto di periferia, i lavori su quelle che sono le disuguaglianze, diversità e l'emergenza sociale e ritorni in periferia, nei piccoli paesi, a lavorare su quelle che sono le uguaglianze diversità delle emergenze sociali, mi sembra ci sia tutto questo è qualcosa che non ti ho chiesto. Se volevi parlarmi, mi sembra Ho parlato che No, no, mi piace questa roba qua Vuol dire questa roba qua. Vai. No, qua Basaglia. Che Basaglia! Perché Basaglia è è quello che ha iniziato a pensare che che non è che non esistono barriere fa fa vulnerabilità che si può lavorare su una matrice comune che è quella della condivisione del benessere senza pensare che il tu sei psichiatrico e tu sei ragazza madre. Tu invece sei anziano. Tu invece sei un cancro E tu sei un bigotto religioso. E tu vieni Dall'afghanistan Basaglia ci ha messo in la testa un po', una livella anche noi. Le vulnerabilità vanno mischiate e affrontate insieme. Poi magari oggi non sono più vulnerabilità. No, genio Basaglia. E poi ho anche un'idea molto buona di questo è che Nemo è un esempio di vita nel momento. Io lo vedo ancora con i miei colleghi che hanno lavorato alla psichiatria nel momento in cui uno si mette in pace con se stesso, sta con sa convivere con la psichiatria, quegli psichiatrici e si dà una una normalità e riesce a organizzare la sua quotidianità no la sua vita con la malattia mentale, con la follia intorno a te la la interiorizza che è una cosa normale nella vita non è più problemi per niente. Hip-hop ti sei fatto proprio la basetta. Sei la persona perfetta perché ti sei già messa in pace con tutte le con con tutte le condizioni più avverse che puoi avere. Convivere con la follia in una maniera proattiva vuol dire che ce la farai sempre. Hai già vinto di partenza Basaglia ci insegna quella roba lì. Prendo ma stavo dicendo di scusami Interventi singoli, animali qualcosa che che se la cosa era dove abbiamo il lago abbiamo preso lo abbiamo preso il abbiamo fatto il corso per fare mentalmente a un'altra, cosa che manca a questa è la casa madre bambino in cui dice Ok quando l'abbiamo organizzata Ok, qua questi sono i due sindaci. Ok, questo è un è un leghista. Ok? No Interessante Questo tipo, questa bella questa quantità mila quaglino bella li' sempre tornando a Basaglia, una cosa molto bella che ha iniziato a fare Ti racconto antefatto se non si capisce perché estate sì, sono state state duemila diciannove duemila, diciotto al di sotto cominciano a me quello più ormai il tempo passato è stata torri, dissi. Ma di quelle proprio che si si muore la trentacinque gradi. Così associazione Alzheimer di Asti hanno un centro diurno dove vanno a fare le attività con i malati di Alzheimer principale. Non quelli giacconi citati, quelli pre Alzheimer o comunque cam e hanno cento diurno. Dovevano attività. Questo centro diurno ha un piccolo cortile come immagino buttano con la ringhiera cemento l'asfalto questi poi vecchietti già malati di Alzheimer sono lì a passare i pomeriggi. Tory editori l'educatore che lavora li' uno di cui ci conosciamo, un po' tutti. Appunto la possibilità di città piccole. E non abbiamo un altro No dice Ma di' a Villa qualcosina che siete in campagna. Avete dello spazio? Cazzo, abbiamo una e una villa padronale. Abbiamo un giardino con dei dei cedri libanesi. Altri quaranta metri. È veramente un palco bellissimo. Ma certo! Portateli sua pelle del fresco, eh? Prendono? Prendono i malati di Alzheimer. Questi vecchietti li portano. Già. Anche lui faceva video in un campo profughi per farli stare bene, che tutti scappano dal campo profughi. Ma quella era una bella chiave. Questo vengono. Passa una bella giornata al fresco tra l'altro in un posto ottimo. Perché? Perché i profughi non sono giudicati. Ci hanno già troppi cazzi loro da pensare che quello lì è vecchio e barella. Ma che cazzo me ne frega? Io cio casa mia mia figlia mia madre ha attraversato il mare. Non ho tempo per lui. Percio' tendenzialmente il richiedente asilo cristiani non è una giudicando me ne frega niente, molti pezzi individualista. Ma questo era un vantaggio e quel gruppo lì è venuto. È stato un bel pomeriggio al fresco si sono ristoranti bene che esso si potevano tornare. Era così. Abbiamo fatto che settimanalmente tutti i giorni che un'attività non stavano più al centro diurno, ma venivano al centro e poi dopo li si è iniziato a fare un po' di interazione. Ho fatto un po' di percorso, ma altre cose che l'interazione con i ragazzi e hanno iniziato anche a fermarsi anche a pranzo percio' nella mensa del centro di accoglienza. Saranno poi dopo i malati di Alzheimer che si fermavano e poi sono arrivate le famiglie a dire no. Ma possiamo organizzare un accenno anche per noi e scopriamo che c' è tutto quanto. Un discorso molto interessante che il disagio delle famiglie, dei familiari di malattia di Alzheimer. Noi non possiamo mai andare una volta fuori, perché uno un contesto giudicante. Due si muovono e fanno casino, invece qua sono tranquilli, nessuno dice niente. Anche noi famiglie possiamo venire, sederci al tavolo e fare una serata in pizzeria e o mangiare una cosa. E da lì è nata questa cosa. E perché gli interventi assistiti con gli animali? Perché la sede poi, dopo la qualità, è diventata centro accoglienza profughi. Anche poi, dopo la sede ufficiale dell'associazione Alzheimer di Asti facciamo le cose congiuntamente. Fighissimo. E quando prendiamo il lago Stella Castle L'ero che a anni che ha asini è l'asino Per loro una terapia è un ottimo strumento terapeutico anche per per bambini autistici con disturbi dell'apprendimento. Ma anche per un altro esame abbiamo riportato questa cosa Eli nell'idea di benessere, odore education e via dicendo anche questa parte curativa che utilizziamo gli asini. Una delle cose divertenti chi è che mantiene qua gli asini e affianca il terapeuta? Sono i rifugiati che lavorano in stalla e che diventano poi, dopo la lo strumento di benessere del tuo familiare. Anche gli dici dove vado a star bene, vado in un centro di accoglienza profughi perché voglio stare bene e vi sto bene e mi curo. Chi l'avrebbe mai detto che mi aiuta? È quello stronzo che è sbarcato a Lampedusa un anno fa che io tifavo c'è affogate. Invece no, ce l'ha fatto. Guarda, è proprio lui che sta facendo bene a mio padre. Una chiave perfetta questa cosa qua Sì, interessante. Senti puoi l'ultima? Facciamo tutti, tutti chi ci segue anche presso la varietà è capitato che cos'é la che cambia non noi. Però cosa ti fa pensare che questo concetto Italia che cambia è l'auspicio la speranza. Un sogno, quello che vuoi, l'italia che cambia, quella che recupera il buon senso e la semplicità degli anni sessanta, quelli in cui si guardava sul tuo con con la voglia di benessere e di sviluppo e non di tornare indietro, ma forse anche con un po' naif no l'italia di Fantozzi quell'italia lì che che ha l'italia che cambia? Dovrebbe trovare quella quella quella sdraiata. Ha voglia di fare delle cose divertendosi e in maniera anche un po' buffa. Ma ma di pancia aveva non calcolato un po' piu' di Fantozzi. Tutti quanti vanno Va bene, grazie. No, grazie a voi. Non di em pero' sono un attimo a parlare eh boh, non so cosa dire. No, va bene così, si' no, io comincerei una sorta di bilancio. Anche tu sei dicevi prima il direttore da quindici anni tra nuova, ma penso che collaborasse anche gialla. In realtà ho iniziato a lavorarci nello ottantadue. Insomma eroici per trent'anni sì, ho iniziato a lavorarci negli ottantadue sono state le mie quasi primissima esperienza di giornalismo e poi dopo tre quattro anni, siccome l'epoca della nuova era un'associazione per cui tutti i collaboratori lavoravano in maniera volontaria, scoperta del piacere del di fare giornalismo. Allora poi ho cercato delle testate con cui collaborare e per una decina d'anni ho lavorato in giro con diversi quasi tutti mensili e poi sono stato richiamato Adam Terranuova, che nel frattempo aveva deciso di ristrutturarsi in maniera diciamo ho deciso di fare i conti un po' col mercato e quindi strutturarsi con un pool di giornalisti e quindi sono tornato volentieri perché per me era stata la prima esperienza anche con la cui ero più più legato perché si' mi ci trovavo con le tematiche, con con gli argomenti e quindi si chiama già m si è a m é un acronimo che sta per agricoltura, alimentazione e medicina, che magari se se vuoi posso tirare fuori i uno dei primi numeri dove si vede un bollettino quasi ciclo stilato. Ti interessa prenderlo? Vediamo insomma c'è un filo in mezzo ehm se riesco a trovarlo velocemente e questo è un po', la sana viene utilizzata da tutti, per cui beh no ehm ci sono reperto archeologico del numero zero ehm fantastico cento lire che meraviglia! E come vedi siamo qui, siamo nel nucleare speciale nucleare siamo nella mi ricordo la data però siamo nel qui siamo nel lottare e poi dopo i primi tre quattro anni c'è stata che ehm ehm scusate insomma ti risparmio l'evoluzione della testata, ma dopo circa quattro anni ham ha aggiunto il terranuova per indicare eh una progettualità che era appunto andare verso un nuovo stile di vita nel quindi non solo la critica al sapere convenzionale rispetto alla medicina l'alimentazione e l'agricoltura è diventato una terra nuova proposta di vita dove appunto si parlava di cambiamento che che e fino a circa quindici anni fa è stata un'associazione Ah, che negli anni ottanta ama ha avuto una grande diffusione, è soprattutto nel centro-nord ma anche nel sud, in Sicilia, che C' era un gruppo molto attivo perché attraverso intorno al giornale sono nati i primi coordinamenti città-campagna che sono stato un prototipo degli attuali gas e quindi c'. Erano numerose redazioni locali locali abbastanza informali. Ma C' era una rete diffusa a livello nazionale di persone che collaboravano alla rivista ed è stato proprio intorno a dama Terranuova, che poi è nato il movimento del biologico. Le prime discussioni su come regolamentare l'agricoltura biologica, come definire le pratiche che potevano essere ammesse nel biologico sono state promosse da una terra nuova e anzi, ammette, la nuova ha promosso. Stiamo parlando degli anni ottanta, la prima commissione che si chiamava proprio cos'è biologico. In questa commissione sono stati chiamati a confrontarsi quei pochi tecnici che negli anni ottanta si occupano di agricoltura biologica. È di pochi agricoltori che lo facevano qualche associazione di consumatori per definire insieme quelli che dovevano essere le linee guida del biologico. E intorno a questa rete che che nasceva in quegli anni e poi è nata l'associazione italiana per l'agricoltura biologica, quella che oggi l'aia e poi dalla spaccatura dell'aia sono nati i vari enti enti di certificazione è la prima sede della della rivista All'indirizzo che trovi in calce a queste pubblicazioni e dell'albero del pane in via dei banchi vecchi a roma è stato uno dei primissimi negozi di prodotti biologici. Nel retrobottega del negozio si faceva la rivista, quindi insomma ehm ha avuto un ruolo importante anch'io un po' di anni fa. Adesso mi colpiva che è diventato ambiente al posto di agricoltura dei nuovi numeri. Sì, perché per molti anni l'agricoltura è stata appunto uno degli argomenti forti, soprattutto quando l'agricoltura biologica ancora non era così conosciuta. E diciamolo pure così, di moda come oggi no, é l'idea già allora era di lasciare la città per andare in campagna, cioè una copertina. Vediamo se la trovo molto bella. Dove ehm questa era un po', una immagine emblematica, no, tutti sul furgone per andare via dalla città e quindi è l'idea del tornare in campagna. Era, ehm è un tema centrale, ma della rivista. Quando quando il biologico poi si è affermato è diventata famosa è diventata una al mercato. In qualche modo abbiamo ritenuto meno importante mettere conservare l'accento sull'agricoltura, anche se oggi, come come puoi vedere anche oggi comunque l'agricoltura è molto presente, magari come permacultura, come agricoltura sinergica e comunque continua ad essere un tema molto centrale della rivista Tutt'oggi. La prossima cosa è quella di lasciare le città proposta culturale si'? Direi Direi di no, perché direi che la proposta è quella di orientarsi verso un'ecologia della mente verso uno stile di vita improntato alla decrescita. E questo probabilmente si può fare sia in città che in campagna. Sicuramente vivere in campagna dà più possibilità, anche se oggi spesso diventa un lusso e secondo alcuni studi magari più inquinante. Perché poi uno deve fare il pendolare, quindi deve inquinare per andare a lavorare là e lavorare in città è sicuramente la scelta più ecologica è quella di riuscire a tessere delle reti, a ricostruire le proprie radici laddove si vive. Quindi va bene vivere in campagna. Ma poi se si vive la campagna, se si lavora in campagna, se si creano le reti sociali in campagna No, io ho tanti anni fa, per molti anni ho vissuto in campagna nei dintorni di Firenze, ma quello che dicevano i miei amici dicevo una camera da letto in campagna perché vivevo in città e questa è una contraddizione, ma molto frequente di chi vive in campagna e di svolge tutta la sua vita in città, quella lavorativa, quella delle relazioni e poi andare in campagna solo a dormirci. E da questo punto di vista l'esperienza dell'ex villaggio invece è un'alternativa molto interessante perché riesce a riportare poi all'interno delle due villaggi anche la possibilità del lavoro. E quindi a tessere queste relazioni dove l'equo villaggio è installato e non evitando questo pendolarismo, nelle città c' è spazio per cambiare, per fare cose positive. Oppure la città in quanto tale un un organismo che non può funzionare. No, io penso che in città e in questo forse noi italiani siamo molto provinciali, perché guardiamo molto facilmente al dualismo no. Stavo campagna, per esempio l'esperienza di dico housing di permacultura in città molto diffusa negli Stati Uniti. É un modo per trasformare la vita in città e in maniera più ecologica, sia come qualità delle relazioni, appunto il cohousing c'è una possibilità, una cornice possibile sia come riduzione dei consumi come de come risparmio energetico, come minore impronta sociale ambientale. È chiaro che questo non può essere in un appartamento dove una svolge e tutta la sua vita nella sua famiglia, dove per forza di cose l'impronta ecologica diventa più pesante. Tu hai cos'é il il discorso di transition team possono essere un approccio utile? Sicuramente sicuramente, anche se la mia impressione e che tradisce un time giustamente si rivolge a alle istituzioni, in qualche modo cerca di portare, fare digerire questa idea a livello istituzionale e penso che bisogna poi agire parallelamente anche a livello individuale o di piccoli gruppi per poi realizzare la transizione, soprattutto in Italia. Noi siamo molto bravi a istituzionalizzare anche le scelte più interessanti, mi vengono in mente le banche del tempo e dove si si si legge che in italia il paese dove ci sono piu' banche del tempo però io personalmente no, non ne vedo perché magari sono state fatte proprie da alcune amministrazioni locali, magari aperte, magari illuminate, ma poi diventano scelte calate, dall'alto che non hanno poi una realizzazione nel concreto, uno dei temi che almeno negli ultimi anni contraddistingue dalla nuova almeno da quando quella seguiva la decrescita si spesso viene considerato anche un po', quasi il giornale della decrescita che fa riferimento. È un incontro che voi avete fatto a un certo punto oppure diciamo la un approccio l'approccio di crescita è un qualcosa che avevate fin dalle origini, ma a me piacerebbe farti leggere alcuni numeri mm-hmm di venti anni fa e più dove si parla di sobrietà, vediamo se riesco a trovarli tra questi più vecchi e quindi posso dire che il termine della decrescita della sobrietà è stato sempre un tema è centrale di Terra Nova. Vediamo se lo trovo. Ehm forse no. E la cosa interessante è che la decrescita data, dato, fornito, una cornice cnn, diciamo teorica alla sobrietà é la fatta l'ha trasformata in questi numeri non trovo questo tema era molto presente e dicevo la decrescita. Il movimento della decrescita ha fornito una inquadramento teorico e ha trasformato quella scelta di sobrietà a livello individuale come una possibilità, forse più che una possibilità, una delle poche alternative possibili oggi e per continuare a vivere su questo pianeta. E quindi da questo punto di vista è sicuramente forse la novità più interessante degli ultimi anni in tutti questi anni di professionale professione, ma immagino anche quelli di attivismo in qualche modo su queste tematiche, con quella consapevolezza di questi temi CNN tu vedi in questo in questo momento, appunto il tema del mio viaggio è questa l'italia che cambia o che cerca di cambiare. Se non è però non è un una una situazione assertiva, io vado a vedere se è così, non è parto dalla convinzione che sei così. Secondo te ci sono degli elementi di aumento, di consapevolezza, di interesse per queste tematiche crescenti? Oppure per chi come voi se ne occupa da tanti anni, si rende conto che in realtà non c' è nulla di nuovo? Res come la vede? Come un momento non parlo ovviamente dall'alto dal basso si si si si, ma spesso quando siamo a programmare un numero troviamo ci incontriamo, facciamo i conti con la difficoltà di dire ma questo l'abbiamo già di questo abbiamo già parlato, no? Per cui apparentemente le tematiche e problematiche sembrano le stesse di venti anni fa. Il tema degli eco villaggi i era trattato anche venti trent'anni fa sulla rivista. Però a me piace essere ottimista e penso che c'è un aumento di consapevolezza. Vedo che per esempio nel mondo degli eco villaggi si sono sono ancora pochi. In Italia però c' è un grande fermento, cioè un grande numero di progetti che stanno nascendo e che magari ha hanno, incontrano grandi difficoltà. È però c' è molto desiderio, anche da parte delle persone più giovani, a cercare un'alternativa alla vita in un condominio in città. Eh? Vedo che si stanno incrociando alcuni strumenti i il una delle difficoltà maggiori, come si diceva prima, era un po'. Il é la parcellizzazione dei saperi e delle esperienze dove è chi magari si occupa di di animali smo, non trascura l'alimentazione chi si occupa di alimentazione biologica, magari poi si cura con gli antibiotici, chi si cura e i fiori di Bach, poi magari ha il suv. Manca una visione, una visione globale che non è facile avere. Però questa secondo me è la consapevolezza e la possibilità di cambiamento può venire quando tutti questi saperi parcellizzata ti si incontrano. È con la consapevolezza che per cambiare la società e per cambiare la propria vita c' è bisogno di utilizzare strumenti nuovi. Non si può costruire un mondo nuovo con strumenti vecchi e negli strumenti nuovi. Io io ci metto degli strumenti per migliorare la comunicazione, perché soprattutto in Italia non sappiamo comunicare che spesso un piccolo gruppo diventa un campo di battaglia, perché non ci si sa, sa confrontare. E da questo punto di vista strumenti come la comunicazione ecologica, la comunicazione non violenta, secondo me sono strumenti formidabili per imparare a crescere come gruppo, a prendere delle decisioni come gruppo, ad evitare che in un gruppo ci sia la minoranza che fa la guerra alla maggioranza e via di seguito. Un altro strumento molto importante mi sembra la prima cultura come strumento di pianificazione e organizzazione è spesso ha inteso solo la prima cultura, intesa solo come una un tipo strano di agricoltura, mentre utilizzata bene può essere un modo per pianificare qualsiasi attività da come ci si organizza la settimana. Come si realizza un eco villaggio qualsiasi di tipo di attività? É sicuramente un altro strumento. È la crescita personale mettersi in discussione. Non si può fare. Non si può costruire un mondo nuovo se ognuno pensa di essere la persona più intelligente al mondo o non è disposto a mettere in discussione le proprie idee. Quindi essere disposto a fare un lavoro su se stessi e e avere degli strumenti per capire se stessi e per capire gli altri mi sembra un fondamentale per costruire un mondo. Noi oggi vedo che c' è più consapevolezza, anche se forse ce ne sarebbe bisogno ancora di più e questa distinzione tra chi lavora su se stesso e non guarda, non si guarda intorno e chi vuole cambiare il mondo? Ma no, non si guarda dentro di sé e che ciò è meno questa differenza rispetto a vent'anni fa anche se e tante occasioni vedo che questo lavoro è ancora ancora da fare. Insomma è alimentazione, ambiente, medicina. Forse si potrebbe aggiungere anche la parola economia. É difficile parlare di questo tema. Sì, sì, diciamo che l'economia è una parola, una di quelle parole è out, no l'economia sembra una di quelle parole da non pronunciare in presenza dei bambini. Pero'. Sicuramente abbiamo bisogno di impadronirci. Dell'economia è sicuramente la finanza etica, è una é un tentativo di i padroni si dell'economia e riuscire a vivere in maniera diversa. Sì, sicuramente l'economia importante. Poi niente come questi ultimi anni ce lo stava insegnando, no? Eh sì, sicuramente posso chiederti quello che veramente vuoi? Vuoi puoi dire come sta andando la rivista a livello numerico, ma più che altro come specchio, anche di interesse su queste tematiche. Se i numeri sono in crescita di abbonati di lettori sono invece erano di più negli anni ottanta e novanta si' no, la storica che un singolo hanno interessato? Sì, sì, sì. E gli negli diciamo negli ultimi e quindici anni la rivista è molto cresciuta sia come abbonati, come sia come numero di copie vendute, sia come punti vendita in cui è possibile acquistarla. Oggi siamo distribuiti, siamo presenti in circa mille e cinquecento punti vendita che sono per il negozio di alimenti biologici. Possiamo dire che siamo quasi in tutti i negozi di alimenti biologici, i restanti sono botteghe del mondo, sono associazioni che si occupano di ambiente e salute, sono gruppi di acquisto e agriturismi biologici. Mi sono piaciuti anche gli abbonati e devo dire che e noi abbiamo chiuso il Duemila e dodici con mille abbonamenti in più. E questo in grande controtendenza rispetto a quello che sta accadendo oggi nell'editoria in Italia. Sappiamo tutti e questo dato all'inizio perché ovviamente è stato un dato che che ha accompagnato tutti i mesi del Duemila e dodici. Ci ha sorpreso perché ci aspettavamo un calo, viste le difficoltà economiche, la crisi e ci siamo interrogati su come mai no. Continuiamo a registrare questa crescita molto lenta, non vistosa ma regolare. E la risposta è stata che in questi momenti di crisi è come se questa crisi ha smascherato il sistema in cui viviamo tutti, e quindi anche quelli che erano rimasti abbagliati da dalle luci e dai, dai racconti di i presidi terre promesse hanno scoperto che questo sistema è invece un grande bluff e siano trovati improvvisamente senza lavoro, con pochi soldi o con lavori precari, e quindi hanno cominciato a cercare qualcosa di più autentico. E quindi non è un caso che le esperienze come la nostra, come anche altri settori, anche le botteghe del mondo, per esempio, non hanno sentito la crisi una sentita molto meno. Lo stesso settore del biologico è stato l'unico settore dell'agroalimentare che nel è continuato a crescere di poco. Le statistiche parlano del tre quattro per cento rispetto al all'agroalimentare convenzionale che invece per la prima volta dal dopoguerra ha avuto un calo di fatturato. E quindi questo cosa vuol dire? Vuol dire che in questo momento di crisi le persone più consapevoli hanno cominciato a cercare di più. Quello che per loro poteva essere salutare, che poteva essere é utile. Questa crisi può diventare un'opportunità di cambiamento reale? Si può, purtroppo è la differenza tra la decrescita felice la decrescita infelice. Noi stiamo vivendo una decrescita infelice perché è una decrescita non governata e quindi é una decrescita che e ampi strati della popolazione stanno pagando a caro prezzo. Perché appunto è una decrescita selvaggia. Non è sicuramente questa la decrescita che che desideravamo però in qualche maniera sta selezionando anche le le scelte delle persone. La il discorso invece dei degli villaggi. Non chiederti quando mi dicevi che sei stato al presidenza del River? Sì, sono stato praticamente dal sembrava anche difficoltà dei numeri. Però sono stato il fondatore e presidente per i primi dieci anni. Si' ha fondato insieme, ovviamente insieme agli amici di Bagnaia, editori e tanti altri amici. Devo dire che già negli anni ottanta c' era stato un tentativo di coordinamento. Allora andava molto di moda la parola coordinamento. Oggi si usa la rete? No, però in quegli anni si parlava di coordinamento, accertato un tentativo in quegli anni di mettere insieme le varie realtà comunitarie. È un tentativo che però poi è naufragato dopo qualche anno è mme e io da comunitario frustrato mi sono inventato, sono andato in giro per gli eco villaggi e quindi non avendo diciamo il coraggio, la forza di di cambiare completamente la mia vita andando a vivere nel villaggio mi sono inventato questo. Questa possibilità ha incontrato molto entusiasmo tra chi già già viveva nell'eco villaggi e nell' ottantacinque e a coda di un di un convegno organizzato da un piccolo comune in provincia di Lecce sugli eco villaggi e ci siamo ritrovati in tanti e abbiamo deciso dopo qualche settimana, di provare a costruire una rete tra le realtà italiane esistenti e da allora sono passati. Quindi questo ottantacinque si si scrive per molti anni è stata un'associazione informale perché non avevamo desiderio di formalizzare l'associazione per ci chiamavano già rete italiana degli o villaggi e gli e quindi da allora che esiste questa rete em quindi insomma, perché siamo dell'esperienza? Prima mi ha accennato qualcosa, però intanto la scuola quindi tu non vivi? No, no, io ho vissuto lunghi periodi nei villaggi in Italia, all' estero. Sono stato sempre combattuto e devo dire che è tuttora sono combattuto, è uno dei freni, è sicuramente il fatto che mi piace molto il lavoro che faccio ti dà un lavoro che mi prende tutto il tempo e quindi ecco, avrei molta difficoltà a spostarmi in un villaggio. Devo dire che però c' è anche e sento anche che c' è del timore, perché è una scelta molto, molto coraggiosa quella di vivere in un piccolo villaggio perché vuol dire non solo cambiare la propria residenza. Questo non è un problema, ma a cambiare i propri ritmi, i propri spazi e quindi è una scelta. È così che molto impegnativa adesso Francesca con cui parlavo tu come la vedi questo passaggio generazionale? Pensi che che possano imparare dagli errori fatti in passato e quindi costruire una rete piu' forte? Perché gli eco villaggi, a parte alcuni passaggi che sono esistiti, sono in pochi. Sono durati tanti anni. Si, adesso con l'esperienza del passato si può creare una forma, curare con coraggio oppure alcun si è un po' il discorso che facevo prima degli strumenti. No, io ho conosciuto tante comunità comuni. Si chiamavano allora degli anni sessanta settanta, dove il diciamo l'elemento che riuniva era il rifiuto della società. La comunità era una sorta di fuga, é quasi sempre e questa fuga veniva vissuta. Veniva realizzata senza conoscere gli strumenti e senza essere consapevoli delle difficoltà legati al vivere insieme. Queste esperienze degli anni molte, molte delle quali sono finite, anche se poi voglio ricordare che vecchie bagnaia come torri sono realtà che hanno piu' di trent'anni. Quindi e qualcosa è rimasto di quegli anni è però quello che mi ha insegnato questa. Eh hanno insegnato questi insuccessi è stata proprio la necessità di assumere gli strumenti di cui dicevo prima. Strumenti che ci sono arrivati poi dalle comunità e dal movimento non violento del nord Europa degli Stati Uniti. Ma sono strumenti che ora sono diventati comuni normali, direi in tutti gli eco villaggi che fanno parte di attive. E io ricordo la è una delle prime riunioni dove io io proposi l'utilizzo della facilitazione per fare delle riunioni. Ricordo la difficoltà di molti nell'accettare. Questo venne messa in discussione. Sembrava una forzatura che e ricordo come em quello che successe. Quando io proposi di fare una prova, dissi facciamo, ci incontravamo per i fine settimana, quindi passavamo due-tre giorni insieme e propositi di con di condurre la prima parte della giornata col metodo tradizionale dove ci parlavamo addosso, vinceva chi urlava piu forte, ci si rubava la parola eccetera. E la seconda parte della giornata con la facilitazione dopo questa prova a tutti, ci convinceremo della dell'utilità della facilitazione. Quindi poi col tempo questi strumenti sono stati sono diventati patrimonio comune che questo mi fa sperare molto. Come E poi un altro elemento importante è stato quello di provare a stare insieme nella diversità. In Libia ci sono comunità esoteriche, comunità spirituali, comunità. È politicamente molto definite come può essere Bagnaia, per esempio, comunità come torri che possono che sono un po' a metà tra un e qui villaggio, un co-housing. Ecco, ci sono delle anime completamente diverse tra loro ehmm e questa diversità arricchisce tutti e rende che così si rende più più ricchi e apre apre elementi, ma di tutti. Per questo. E questa diversità, questo lavorare nella diversità fino a dieci anni fa era era impensabile. Ricordo ancora le difficoltà di una comunità pugliese di stampo così anarchico che non voleva niente avere a che fare con Damanhur. Perché e nel tempo queste diversità, anche se qualche difficoltà per mani ancora no. Però ecco, nel tempo queste sono un'utopia. Si, non volevo fare il nome, però, insomma in Puglia, se ci sono solo loro, loro dopo le prime riunioni sono sono uscite da vive perché appunto reputavano che questa prima hanno raccontato a Bagnaia perché loro sono molto vicini e questa vicinanza potesse inquinare lì no eh? E invece, come dicevo prima, per me sono una grande ricchezza. Vedere un ragazzo dei centri sociali accanto a uno di dama non mi sembrava la cosa più bella del mondo. Purtroppo questo non è stato possibile, ma spero che prima o poi e anche europea torni torni del river. Purtroppo è se vogliamo cambiare il mondo ci dev'essere, dobbiamo imparare a a mettere insieme le diversità l'ultima cosa tra l'assessore ancora duro come tu sai il toscano? No, io sono nato in sicilia, a quattro anni mi sono spostato in puglia con la mia famiglia e poi a venti anni sono scappato e sono venuto qui a firenze. E poi da allora vivi qua. Sì, ma come lo avevi la toscana rispetto verso l'italia in questo momento infatti, a meno che pensi che la sua storia non possa fare un luogo piu' agevolato per queste tematiche, questi cambiamenti, ma il devo dire che la Toscana ha avuto un ruolo importante tuttora la pearce, per certi versi, perché negli anni settanta è soprattutto ora, non so se tu ti riferisci a un aspetto particolare, però tornando alle realtà un po' alternative, poco villaggi era una terra, la terra promessa di tante persone. Io ricordo che quando abbiamo fondato il coordinamento e toscana dei produttori biologici, che è stato poi una delle realtà che ha fatto nascere Liam nel coordinamento toscano produttori biologici e ti parlo più della metà erano agricoltori che non erano toscani, non erano neanche dell'italia e della gente veniva dalla Svizzera, dalla Francia em. E quindi questo è qualche milanese, è scappato dalla città e questo ha arricchito molto la Toscana e quindi ha permesso questo ululare di realtà interessanti. Anche perché in quegli anni la campagna toscana era abbandonata ed era molto facile come lo è stato per Bagnaia acquistare un'azienda agricola é questa apertura verso gli esperimenti è stato poi sicuramente aiutata da un ambiente e culturale e politico abbastanza attento alla tutela dell'ambiente, abbastanza disponibile a promuovere un orientato allo sviluppo sostenibile. E oggi realizzare un eco villaggio in Toscana è quasi impossibile, perché i prezzi della terra eh sono insormontabili, come anche realizzare un co-housing. Io faccio parte di un'associazione di causing da quattro anni. Da quattro anni ci scontriamo con il livello dei prezzi inaccessibili a Firenze antin torni e anche le amministrazioni locali che si che in teoria poi appoggiano queste idee come quella del co-housing. Poi alla fine devono fare i conti con il valore della speculazione edilizia con i prezzi della terra e quindi è diventata una regione dove è molto difficile muoversi, a differenza di quello che vedo in altre regioni e anche in soprattutto in regioni del sud Italia dove in qualche modo, ma magari c' è un ambiente politico piu' difficile, una minore disponibilità, magari degli enti locali. Pero' ceh questa pressione sulla rendita fondiaria che è meno forte dice prima sono scappato dal sud, adesso scapperesti anche ora o è cambiato dal vostro punto di vista? Penso sia vivibile. Devo dire che sono scappato dal sud con molti sensi di colpa. Per molti anni sono stato così combattuto con l'idea di tornare e rimanere in toscana perché mi sentivo anche voi un po' la missione di cambiare il sud no, per cui mi sono sentito un po', un traditore in qualche modo cnn. Io penso che che vivere in un luogo dove c' è il trenta percento, il quaranta per cento di disoccupazione per i giovani sia davvero molto difficile e se è molto difficile anche che e così provare a sperimentare delle forme di sopravvivenza perché lì ti misuri proprio con diciamo non sperimentare diventa un lusso. No, è però è ci sono tante realtà del sud anche in Sicilia, dove ci sono delle realtà molto, molto interessante. Quello che sta facendo il consorzio delle galline felici, dove probabilmente che andrai a sentire è fantastico, è molto, molto interessante ed è soprattutto molto coraggioso perché e fare certe cose nel sud e non è solo difficile, diventa anche molto rischiosa dal punto di vista della incolumità personale. Quindi io ammiro molto queste persone che anche in regioni difficili come come la Sicilia sono riuscite a realizzare e delle esperienze di punta che possono insegnare tantissime cose anche alle altre regioni d'italia. Comunque non so perché non avrei detto siciliano di origine e ci ho vissuto quattro anni. E poi ho il testo l'ho vissuto in qualunque ultimissima invece allargando un po' il discorso a una dimensione internazionale. Come vede l'italia rispetto a resto d'europa al di là della classe politica che sappiamo che era come la vedi, se pensi che dovrebbe avere dei punti di forza o che siamo questi mali si' io sai, diventa un po' parlare per luoghi comuni come siamo noi italiani, come il quando parlavo degli strumenti. Io mi è capitato spesso di partecipare a incontri internazionali e ai tempi del quando ero impegnato nel movimento dell'agricoltura biologica, oppure quando ho vissuto in alcuni villaggi in soprattutto nel Regno Unito. É quello che mi impressionava era la capacità di queste persone di e rendere delle riunioni utili, per esempio e quando io leggo si confrontava con la nostra incapacità di confrontarci, disposto che faceva prima della facilitazione. Noi siamo ancora molto bizantini, siamo ancora non lo so, direi troppo italiani abbiamo beh, dobbiamo imparare. Dobbiamo imparare ancora tantissimo da queste esperienze. E non è un caso che l'esperienza del ko housing è nato trent'anni fa in europa e si comincia. Si comincia solo ora a diffondere in italia il pragmatismo che che si incontra nel nord europa. Noi ce lo scordiamo, insomma. E quindi sì, per certi versi sono molto pessimista. Poi cioè questa capacità nostra tutta italica, magari e trovare le soluzioni più originali o di te, e realizzare anche far sentire l'umanità che magari nel più bello villaggio danese inglese non trovi perché magari sono i villaggi che sono funzionali, eccezionali, poi magari mancano di quella umanità. Forse è più facile trovare in Italia ora siamo entrambi, siamo un po' pessimista, solidale, come in generale mi sembra un po' pessimista sulla nostra situazione. Sì, anche se dina l'uso di natura sono ottimista. Sì, però in realtà è io spero molto nelle nuove generazioni una delle cose più belle che noi abbiamo fatto, di cui sono molto fiero, e di aver deciso l'anno scorso di aver nominato la Francesca Guidotti, il presidente della rete degli dei villaggi. No e non l'abbiamo fatto per un discorso di dire largo ai giovani come fa qualcuno in Italia, no, ma perché secondo me dobbiamo dare molta, molta fiducia, imporre molte speranze in nuove generazioni. Per fare questo dobbiamo dar loro spazio e dobbiamo fare un passo indietro. Per cui molta fiducia con queste nuove generazioni che mi sembrano molto legate, molto meno legate agli schemi ideologici e da cui veniamo noi. No, purtroppo spero molto in loro. Grazie. Devo fare una foto o cosa? Si' che devi Resta così un mese qui cos'ha fatto. Ma in che camera? Come come sta? Appunto per il libro? Sì, è una cosa in più, ma una chiacchierata no. Si'. Volevo chiederle se mi racconti un pochino. No. Mhm. Il tuo incontro con gli eco villaggi nel mondo dei villaggi. Come è nato? Come pochi anni. Si è voluto da neanche sapere cosa erano quasi. Addirittura che è l'incontro villaggio è stata abbastanza fulminante, se vogliamo, è perché il mio primo incontro è stato attore superiore tre anni fa. È un incontro Rive dei soci Rive E come tradizione degli Echo, Villa degli Incontri, Rive è al primo incontro al secondo incontro. E ci vai come auditore? No, devi solamente ascoltare. Puoi fare degli interventi. Deve ascoltare. Io posso a tre giorni ad ascoltarli alla fine e sono tornata a casa pensando finalmente alle fricchettoni pensano è finalmente tutto quello che io conoscevo come movimento alternativo, come diciamo qualcosa di diverso dalla dalla vita tradizionale è con loro prendeva forma e prendeva anche una direzione e quindi mi ha affascinato il fatto di poter finalmente poté poter vivere una scelta che si può vivere diversamente, che si puo' con le proprie piccole azioni quotidiane e portare a un cambiamento prima di tutto, ovviamente nella propria vita. Ma anche poi piano piano nelle realtà circostanti, essere un po', un contagio in più. Quello che mi ha lasciato stupefatta, il fatto che così tante persone differenti tra di loro riuscissero a parlare tranquillamente senza bruciarsi addosso, senza informarsi, senza è arrivando ad una soluzione comune, è consapevole e diciamo anche ora mi sfugge la parola é ehm consensuale. E questo questo mi ha lasciato veramente stupefatta e da lì ho continuato a frequentarli e ed ho cominciato a sentire dentro di me l'esito urgenza di fare qualcosa anch'io e in più questo si andava già sposare con un'idea di vivere la campagna che mi aveva sempre molto affascinato, molto piaciuto fin da piccola, ma l'idea di andare a vivere da sola in campagna mi deprime, va un po' e io ho bisogno di stare con la gente, no e soprattutto sentire. Sto facendo qualche cosa per e l'eco villaggio era un po', una soluzione a tutta una serie di cose che volevo fare nella vita e che mi permetteva appunto di poterle poterle fare in serenità. Adesso state cercando di realizzarne uno? Sì, stiamo cominciando a realizzare San Giovanni Valdarno da agosto. Stiamo insieme ad un'altra coppia dei bambini e abbiamo varie persone si stanno venendo al gruppo stiamo progettando il luogo. Abbiamo avuto appunto la fortuna di non dover comprare per almeno per adesso, il posto dove stiamo e adesso mi rendo anche conto m' del perché le volte che andavo negli villaggi o nei progetti no che andava a visitare, vedevo che c' erano no delle incoerenze o delle cose fatte, un po', magari proprio non in maniera ecologica. Ora me ne rendo conto perché sono realtà vive in crescita e quindi non si può pretendere di arrivare lì e vedere già tutto pronto e sistemato. La città perfetta no, è un è un percorso che richiede il suo tempo. I suoi anni è oggi l'auto villaggi un po' più diciamo compiuti, ci hanno venticinque trent'anni vent'anni è una storia di una vita. Alla fine no, che piano piano con con le tue forze e riesce a costruire. E quindi adesso siamo proprio all'inizio. Inizio poco e nulla. Stiamo lavorando molto sulla comunità, sulle relazioni interne sull' idea progettuale. E ci stanno gia' seguendo diverse persone da Saviano Parodi per la prima cultura e di paglia di Firenze per la costruzione di case in paglia. E poi ovviamente la rive continua a darmi supporto. La difficoltà più grande passo dalla teoria alla pratica è, non so, forse proprio la la difficoltà con con me stessa. Pensavo comunque di essere una persona disponibile, tranquilla, comandante, eccetera eccetera. E in effetti lo sono. Ma queste mie diciamo, chiamiamo le qualità, sono state messe duramente alla prova e quindi mi son dovuta riguardare completamente il mio modo di vedere gli altri, mio modo di vedere il lavoro degli altri, i tempi degli altri. Soprattutto è io ho dovuto accettare il fatto che si potesse fare le cose, non tutti alla stessa maniera di non essere tutti allo stesso livello, magari di consapevolezza, di conoscenza pratica. Questa è stata la cosa sicuramente più difficile. Il resto ci si accomoda, ma senti invece come ha preso il presidente della riva, insomma. Quindi una quotidianità anche per terra nuova, mai fatta di contatti con loro villaggio ma te la senti di fare un bilancio di là? Adesso mi piacerebbe capire la differenza tra i due villaggi storici che sono sopravvissuti e soprattutto e quelli che nascono oggi. Secondo te c' è un cambiamento positivo e negativo? Sono diverse, sono simili come tipologia, come tagli, diciamo sono non sono proprio uguali. Sono simili ma non uguali, nel senso che gli dei villaggi più storici partivano con attenzione utopica, morale, etica o di ricerca spirituale. Molto forte azione sociale molto forte politica è mme e questo è riuscito a tenere bene insieme i pezzi anche quando non c'. Erano tutti gli strumenti relazionali e tecnici per per aiutare questa questo progetto di rilancio. Gli gli eco villaggi di adesso partono in maniera un po' piu' romantica, un po' nostalgica, quasi a dover soddisfare proprio un bisogno antico infantile, no. E quindi quando alle prime difficoltà tecniche relazionali burocratico che si servono subito un po', un po' sbilanciare un po' persi è perché non si rendono conto di tutto il lavoro che c' è per creare una realtà del genere. E quindi molti spaventati da questo o bruciati anche da qualche relazione andata male e mollano, esistono quelli di prima erano un pochino più più duri a morire in qualche modo, ma non può comprare quello che merito tuo. L'esperienza pensavo che ci fosse un po', una maturità maggiore oggi, forse proprio perché cerano un'utopia meno figli dei fiori, consapevoli delle difficoltà di conciliare il pubblico e privato. Ma su quello cioè ancora abbastanza, diciamo confusione e molti scrivono a terra nuova dicendo beh, ho come posso fare un villaggio? Perché lo vorrei fare la mia zona, ma non so come è difficile non rispondere a delle domande del genere l'eco villaggio devi prima di tutto riuscire a vederlo, andarlo a viverlo un attimo sia una giornata sei un giorno, una settimana, un mese ma eh ti devi calare in quella realtà per riuscire a vedere tutte le sfaccettature che si ricopre. A quel punto puoi riuscire a fare un progetto solido e partire per per la sua strada. Oggi c' è un po', poca voglia di eh perdersi a cercare le soluzioni. Si cerca un po', le chiavi in mano e questo è rischioso, rende progetti molto deboli. Sicuramente progetti di oggi sono più attenti all'ecologia ai dispositivi tecnologici sono a disposizione e sono anche molto bravi a fare rete, a comunicare con l'esterno, a coinvolgere le persone. Però poi hanno un po' più di difficoltà nello staccarsi dall'individualismo e ricominciare a pensare al collettivo. Questa è una cosa molto difficile, è bene o male? Penso anche alla comune di Bagnai. Erano tutte persone bene o male che provenivano da non tutte, però almeno una parte ho già esperienze di comunità o famiglie rurali. La gente di ora che dalla città vuole fare un'esperienza di tipo collettivo fa veramente molta fatica a farla. Ehm senti invece la passo ehm certo cosa sono nel testo mm-hm? Ma sì, negli ultimi anni sono aumentati con moltissima scrive eccetera. Dipeso questo improvviso esposizione, io penso ai due fattori principali. Il primo è sicuramente la crisi, quindi il fatto di è veder crollare certe certezze a partire dal lavoro è ha mandato alle persone completamente in tilt. Non sono, non hanno trovato più senso, più appoggio sociale e quindi è l'idea di dire adesso basta cambio, ma perché tanto non ho più niente da perdere. Sono veramente è uno dei motivi importanti l'altro è perché comunque la rive negli ultimi anni si è un po' più aperta. All'esterno ha puntato un po' di più sulla comunicazione sulla propria presenza laddove veniva richiesta e ovviamente più la voce gira e più le persone vengono stuzzicati da dall' idea. Allora si informano, cercano, vanno a vedere in alcuni si in altri più curiosità. Così c' è una certa consapevolezza che però non nemmeno tantissimo, ma è più data dall' esigenza del momento e dalle prospettive future che nella società normale non ci sono. In una realtà invece, magari come un eco village housing, qualunque altra esperienza di fede di tipo collettivo ti dà molta più prospettiva futura. E la gente adesso gli manca. Quella è per il mio futuro. Sì, per il futuro globale, generale, anche solo italiano. Ho un po' paura perché stiamo veramente bruciando tanto di quello di tutta la ricchezza che abbiamo senza rendercene conto. Se non si inverte la rotta velocemente, ho paura, insomma, che ci vengono fatti dei danni irreversibili. Qualcosa è già stato fatto. Sono però fiduciosa perché tante persone, appunto, si stanno rendendo conto che questo stile di vita non porta a niente e si stanno convertendo uno stile di vita, un po' più semplice, un po' più ecologico, un po' più fatto di relazioni e rapporti umani. E sono convinta che se la base cambia l'indirizzo, allora anche chi sta ai più alti livelli è costretto a cambiare direzione. Quindi mi fido molto della gente, del, del senso di responsabilità delle persone e della voglia di di', di smettere di fare una vita così anonima e monotona come tanti invece ancora fame, certo, Va bene, allora intanto per chi monta, ché non se non sono per forza io che se lo sa. Mi dici per favore nome e cognome? Cosa vuoi che scriviamo? Sai sul sottopancia, Luca Zanotti sta parlando di compagnia dei cammini. Il medico presidente ordinatore, coordinatore di compagnia dei cammini. Ok, allora, Luca, magari cominciamo dal tuo incontro col camminare. Come mai tuo tanti anni che ti occupi di questo? Come come ti è venuta questa questo amore per il Carmina Mail? Camminare addirittura. Puoi trasformarlo in un lavoro, in una missione tra virgolette. Diciamo che ho cominciato a camminare nella mia vita molto verso il periodo della post adolescenza e ho cominciato a scoprire. In quel periodo si cominciava a diffondere l'idea del tracking e quindi i ragazzi partivano per fare queste avventure di una settimana in luoghi naturalistica, mente molto selvaggi come la Corsica e quindi vivevano un'esperienza di immersione nella natura, che a quel tempo era un cambiamento rispetto alla cultura, diciamo alpinistica che c' era precedentemente. Quindi sono arrivato in un momento in cui c'era questo cambiamento storico, questo grande fermento verso questo tipo di tracking. Poi dopo ovviamente la passione mi ha fatto scoprire i benefici che camminare aveva anche su di me. Quindi ho cominciato a stare bene camminando. Ho cominciato a rendermi conto che aveva un valore altissimo, quindi e ho cominciato a vedere che ero anche eh. Mi piaceva fare la guida, mi piaceva, avevo un senso dell'orientamento anche un po' innato, quasi primitivo. E quindi mi ero laureato in filosofia. Mi occupavo di cultura, ero dipendente comunale, facevo tu tltro pian piano organizzato la mia vita per far sì che camminare diventasse sempre più importante. Facevo parte di un'associazione di volontariato, però lì se ci si fermava un po' questo aspetto volontaristico volevo provare a fare del camminare una professione. In quel momento in Italia vent'anni fa nessuno lo faceva e quindi è nata la boscaglia come associazione che promuoveva un camminare di più giorni in mezzo alla natura. Quando è nata la boscaglia nel millenovecento novantaquattro, okay e come magari in breve senza entrare in merito poi delle televisioni che però magari la breve la storia della boscaglia. E poi come si è arrivati alla coppia? La boscaglia è cresciuta tantissimo in questi anni che è stata la sua esistenza. Quindi una piccolissima realtà personale è diventata un'associazione con una diramazione a livello nazionale tanti gruppi locali e quindi si siamo abbiamo contribuito a diffondere la cultura del camminare in Italia che in quel momento era ancora agli inizi e poi dopo, durante questo percorso è tra l'altro successo anche che il passaggio culturale è stato dal tracking cammina al cammino è arrivato il cammino di Santiago, insomma. Quindi lì è stata la grande seconda rivoluzione epocale in questo tipo di mondo che è stata quella del cammino di Santiago, per cui alle persone eh non interessava più o non era più così importante essere in una natura selvaggia e quindi andare appunto in Corsica. Ma era più importante anche vedere il mondo in tutti i suoi aspetti, le belle e le brutte cose, perché comunque un'esperienza più interiore, no. Quindi io del mondo devo vedere tutto per cercare di capire no. E questo è un po', secondo me il senso del cammino di Santiago, questo grande boom che ha avuto in quegli anni la boscaglia, quindi è cresciuta. Poi dopo probabilmente le associazioni hanno che non era pronta per questo tipo di percorso e quindi poi dopo ho avuto una crisi per cui la boscaglia è stata chiusa. È stata chiusa. Odio adesso mi stai prendendo in cerca anni novanta, duemila, duemila, dieci. Lo sai che cos'è e subito però il percorso nostro è stato quello di rifondare un'altra associazione la Compagnia dei cammini, mettendo insieme un gruppo di guide cospicuo che uscivano da lì con altre persone invece che uscivano da esperienze diverse proprio per passare da un tema culturale all'altro la boscaglia faceva tracking, va bene, cammini, fa cammini, cioè è entrata in questo spirito nuovo che interessa di più anche noi anche noi ci riconosciamo, anche se non io. Per esempio. Personalmente non sono mai andato a Santiago, quindi non mi appartiene quella situazione è lì che è stata così importante in questi ultimi anni. Io appartengo alla generazione precedente e magari un giorno ci andro' quando saro' magari più anziano, e verrà voglia di fare un percorso da solo. Adesso sono più un esploratore, mi piace esplorare i miei cammini, no? E quindi la Compagnia dei Cammini anche la Compagnia dei Cammini ha avuto appunto una bellissima evoluzione in questi pochi anni di esistenza, appunto, esisteva da poco più di quattro anni, proprio perché, appunto, cerchiamo di far capire alle persone questo aspetto complesso del camminare, che è quello del dire andiamo in un territorio, lo conosciamo in profondità a ritmi lenti e cerchiamo di guardarci dentro e quindi facciamo una una cosa che non è una vacanza vera e propria. Non è sicuramente turismo, ma non è una vacanza, ma è un un piccolo lavoro su di sé. Insomma, il nostro obiettivo è un po', questo abbiamo proposte per piccoli gruppi. Intanto quattordici persone con tutta una una attenzione a tante tematiche e dall'alimentazione biologica di qualità a chilometro zero a ha proprio attenzione a far sì che le persone vivano il qui e ora del cammino, no? Quindi il nostro lavoro è quello di far sì che le persone vivono la presenza mentale, essere proprio lì in quel momento. Io ho sofferto molto nel mio passato, sentire che le persone durante i viaggi, facendo altro che raccontarsi di quello che succedeva nei loro viaggi precedenti o di quali sarebbero stati i loro viaggi successivi, dimenticandosi che in quel momento erano in cammino. Il nostro lavoro un po' su questo mhm okay, mi sono perso un attimo che e poi il caso me lo dici ogni tanto devo chiedere se mi può dare qualche numero. Intanto perché la compagnia dei Cammini? Cosa? Nel senso che siete una compagnia, nel senso che camminare crea compagnia. Come è nato questo? La scelta del nome è stata una cosa condivisa, è stata una scelta di gruppo chiamarci compagnia dei cammini eh? Nasceva da una parte da dare l'idea che noi volevamo fare un gruppo coeso, quindi volevamo partire come con un gruppo forte e comunque si'. Il camminare ha anche un potere forte di creare gruppo. Noi ci rivolgiamo appunto questi piccoli gruppi e persone che spesso arrivano da sole arrivano che che non si conosce quasi nessuno nel gruppo è la cosa bella no? Di mettersi in gioco in una situazione di questo genere. Però in due tre giorni di cammino insieme, facendo fatica insieme, condividendo tante emozioni, fatica, fatiche e positive. Quindi tutti e due eh? Si fa gruppo, si fa gruppo e quindi il veramente un'esperienza forte è un po' come diventare un piccolo organismo vivente a se stante il cammino, quindi il gruppo in sé si fanno pratiche anche di gestione delle decisioni, del tipo condivisa, perché comunque voglio dire in un un piccolo gruppo solidale come quello si deve tenere conto di tutti, quindi è molto interessante. Noi cerchiamo di essere molto chiari nel far capire alle persone che tipo di esperienza stanno per andare a fare e vogliamo evitare che persone vengano e poi, dopo la non si trovino effettivamente in quello che era quello che stavano cercando. Perché in una dimensione come questa basta una persona che non è proprio in sintonia con quello spirito a creare una disarmonia tutti c' è bisogno di un'armonia fatta dal fatto che ogni che un organismo vivente ogni parte di questo corpo si senta comunque bene senti, ma quindi cosa fate? Una selezione prima c' è un lavoro di segreteria molto importante, nel senso che le persone, per esempio, sarebbe troppo freddo e accettare che le persone si iscrivano solo via via internet senza aver avuto un contatto diretto, almeno telefonico con la nostra segreteria. Perché dobbiamo spiegargli cosa vanno a fare, a spiegargli che non cerchiamo di la scorciatoia per fare meno fatica, perché per noi avere lo zaino pesante vuol dire essere viandanti liberi. Questo quindi non faremo mai come fanno i tour operator, il trasporto bagagli con il pulmino. Per noi è importante che ci sia questo senso di libertà no, si spieghi meglio queste cose. Lo zaino ti fa sentire libero perché non dipende dalla macchina. Non dipende. Anche lo zaino ti fa sentire libero perché per esempio ti puoi fermare in qualunque momento. Certi certi viaggi sono per esempio facciamo viaggi di vario genere viaggi in strutture ricettive, ma anche viaggi in libertà in cui si dorme per esempio in tenda o ho anche sotto le stelle non sono un gran numero, perché adesso le persone fanno fatica a a entrare in relazione con loro. Aspetto selvatico però in tutti i casi è avere il proprio zaino con se' vuol dire intanto aver imparato il che cosa effettivamente ti serve. Questa è la cosa più importante sapere che tu in quei sei sette chili hai tutto quello che ti serve. Puoi camminare quindici giorni, ma anche un mese con sei o sette chili sulle spalle. Questo quando torni a casa ti fa dire ma quanta sovrastruttura di oggetti abbiamo la nostra vita che non servono a niente, non ci danno felicità perché io ero più felice quando stavo col mio zainetto in giro per la pe, pe pe per i sentieri e poi vedo tanti tour operator stranieri per esempio io vado spesso a Creta accompagnare i gruppi che fanno questa cosa del trasporto bagagli. No, in Italia succede no, una volta su qualche volta capita. Ed è interessante vederlo che questo gruppo che aspettava il bagaglio che deve arrivare con la nave macera mare grosso la nave non è arrivata oppure e non è solo per una questione di questo genere pratica. Però fa riflettere il fatto che invece noi siamo liberi non ci interessa se il mare grosso e quelli li' sono costretti invece a loro volta doversi arrangiare senza il loro bagaglio manda in crisi. Insomma, senti voi siete riusciti a fare un lavoro, voi vivete di questo sì, ci sono quattro persone che fanno parte dello staff organizzativo e quindi hanno uno stipendio, due sono part-time, due sono a tempo pieno. E poi ci sono le guide, che sono un gruppo di una ventina di guide. Alcuni vivono solo di questo anni. In Sicilia fa quattordici viaggi in un anno, quindi riesce comunque a ricavare tutto il suo reddito da camminare con percorsi lunghi, non quindi con questo tipo di proposta nostra. Altre guide invece alternano un secondo lavoro, altre attività che insegnante che fa attività ricettive. Brick queste cose di questo genere insomma. Infatti volevo chiedere ai mi ha detto che è cambiato il voto di camminare senza prima era più trekking, poi è diventato più appunto cammina. Parallelamente son cambiate le persone che vengono, che tipo di persone vengono a camminare, Che umanità incontri? Ho detto allora che non stava bene. Ricomincia, dai. Le persone sono cambiate in questi anni. Le persone che camminano con noi ci sono, beh, diciamo che si è ampliato di molto il bacino di persone che in questo momento si mettono in cammino. Quindi da una parte c' è meno esperienza. Questo lo vediamo. Insomma, persone meno preparate dal punto di vista proprio pratico, organizzativo, anche meno allenate, eccetera. C' è questa forte bisogno interiore di mettersi in cammino. E questo è l'aspetto più bello vedere delle persone che effettivamente, anche senza sapere bene cosa è, però sanno che lì ci devono provare, perché sanno che li fanno stare bene. E poi comunque, in effetti il risultato alla fine è buono, perché noi non va specificato bene. Noi non organizziamo escursioni di un giorno, organizziamo viaggi a piedi di una settimana in questo processo di una settimana viene proprio tutto questo aspetto di depurazione, anche terapeutica il proprio, il passaggio dal terzo o quarto giorno in poi, che consente alle persone di sentire proprio un beneficio su di sé. No, allora chi non ha mai fatto questa esperienza, ovviamente non sa bene cosa va incontro. A un certo quindi, da un certo punto di vista sono cambiate le persone, perché comunque l'aspettativa è più profonda e più o meno quella di dire che è una bella vacanza in mezzo alla natura, eccetera. E più dire sono qui perché voglio capire qualcosa anche di me stesso, oltre che del mondo che mi sta intorno. Abbiamo qualche problemino perché sono anche cambiati appunto in termini di eh. Qualcuno, per esempio, non ha perfettamente compreso. E quindi qua il lavoro della segreteria importante se per dire che effettivamente noi non facciamo passeggiate, i nostri livelli di difficoltà, che sono quattro anche al livello piu' facile comunque è un'esperienza di cammino. Non è la passeggiata e quindi questo va detto perché comunque chiunque può farlo, però che ci vuole una motivazione più forte e profonda, questo livello più facile. Lui sta facendo adesso. É questa la mia curiosità, non adesso. Cosa ti chiedo che cosa mi dici in breve senza entrare troppo in Italia, perché tanto uscirà poi farà dormire qui. Non la cronaca, non mi interessa questo tipo di iniziativa che cos'è compagni di cammino è il nostro camminata, evento che noi facciamo tutti gli anni da tre anni compagni di cammino. È una cosa diversa da quello che noi facciamo normalmente durante l'anno rispetto ai centoventi viaggi che ora iniziamo normalmente vuole essere anche una camminata mediatica anche in qualche modo ci piace raccontarla, quindi in qualche modo è un percorso molto diverso. Ci sono tante persone che si mettono in cammino, possono aggiungersi, ma non per è una proposta di cammino gratuita. Ci sono ospiti esterni. E tutto partito dal fatto che come guida e sentivamo la necessità di trovarci per raccontare anche come stava andando il nostro lavoro. E allora l'abbiamo fatto per qualche volta facendo le riunioni attorno a un tavolo. Poi ci siamo detti ma insomma, dobbiamo metterci in cammino per raccontarci meglio. E poi dopo però è nata questa idea di vedere il territorio che stava attraversando e di farci far sì far sì che le persone potessero incontrarsi, incontrare, Quindi ci guida tutti insieme insieme e fare un percorso un'esperienza. Quindi siamo arrivati a questa formula di questa compagnia di cammino che ci consente davvero di entrare in un territorio, di conoscere le realtà virtuose di quel territorio. Quindi quella è l'ultima. Quella in Sicilia è proprio dedicata al cambiamento, perché ci interessa proprio vedere quelli che hanno fatto azioni virtuose e scelte di vita virtuose rispetto a un cambiamento anche etico e sociale. Sono ancora qualche minuto, dobbiamo andare, lo sta chiamando. Però so due cose ancora una. E se mi vuoi dire se sei per caso i numeri del camminare in Italia come un'idea tipo riguarda centomila persone, bisogna persone se ce li hai, cosa? No, invece no. Volevo chiederti erano due domande, una un po' personale. Non so se mi vuoi rispondere, ma ho sentito, non so ieri quando l'hai detto che hai fatto il percorso con eccetera mi chiedevo se la meditazione camminata che loro propongono ha influenzato questo tuo modo meno però non so se vuoi rispondere perché non è proprio vado la meditazione camminata per me è stato un passaggio successivo molto importante. Dopo avermi reso conto che la camminata era benessere, la terapia poi dopo però anche vedere che c' erano esperienze per cui il camminare diventava un lavoro su di sé, anche ulteriore spirituale. E allora ho conosciuto la mia vita. Prima ho conosciuto le camminate dell'attenzione che fa, che fanno gli sciamani. Toltechi quindi which attraverso la cultura di Carlos Castaneda e dei suoi allievi e poi dopo l'incontro con Nathan, il monaco vietnamita maestro zen, è stato molto importante nella mia vita, perché comunque ha inciso molto su tutte le mie attività future, al punto da decidere di fare di questo percorso anche una propria specifica proposta che ho voluto chiamare di Woking. Cammino profondo che vuole essere appunto una cosa rivolta a chi effettivamente ha una sensibilità in più rispetto a queste. Già comunque tante diciamo attenzioni che noi mettiamo nel camminare, voler provare forme di esercizi veri e propri, di meditazione o di consapevolezza, utilizzando il cammino che sono molto potenti, soprattutto per noi occidentali. Quindi noi occidentali siamo irrequieti, insieme, irrequieti, non se non sappiamo metterci seduti a fare una meditazione seduta se non in rari casi. Ovviamente è cinque ore a guardare nel vuoto, non sappiamo stare nella nostra presenza mentale. E questo gli orientali ce l'ho ce l'ho lo vedono bene. Insomma facciamo tanta fatica a fare questo, quindi il camminare è una forma, diciamo agevolata. Per noi occidentali utilizzare lo strumento del camminare per fare meditazione è fantastico e quindi pochi lo fanno, pochi se ne sono resi conto, ma pian piano, soprattutto grazie alla cultura che anche tick Nathan ha portato, lui è l'unico in questi tre maestri importanti che li mette a camminare come alla pari delle altre forme di meditazione. Lui dà proprio grande importanza, quindi per me è stato importantissimo l'ultimissima che io chiedo a tutti quelli che incontro che cos'è per te l'italia che cambia non il mio progetto più ma li l'italia cambia come concetto lei mi dice che vuole cambiare e poi quello che ti pare l'italia che cambia per me è una speranza. Mi auguro che davvero ci sia un movimento che cresce e quindi la speranza che si possa fare da una parte dei momenti di scoramento in cui credo che non sia possibile dall'altra. Invece ho dei momenti di grande entusiasmo in cui credo che sia, stiamo andando sulla strada giusta, quindi è un augurio l'italia che cambia grazie questo. Sì, sì, anzi Angelo Tibaldi zero. Okay, Il ruolo del Francia. Si' il fondatore. Si, Fondatore. Meglio che presidente. Perché siamo tutti i presidenti in Italia. Presidente, sono Presidente, Sono presidente. Ma di cosa? Lasciamolo al presidente del Consiglio questo titolo e basta. Cosa? No, toglila. Non mi dà fastidio. Sì, sì, non mi dà fastidio tanto siamo anche lontani. Sì, poi guarda, ma la durata più o meno delle risposte. Vai si'. Okay, Sì, un minuto così, nel senso Ah, certo. O questo? Sì, questo. Ok. Si' si' Pero'. Trenta minuti. Nuovi autorizzati. Tagliate. Tagliate Si'. Va bene, va bene, va bene. Che cosa? Sì, sì, certo. Sì, sì. Che Ma prima mi puoi fare un attimo una domanda? Così ci penso un secondo. Devo buttare. Ok, ok, Okay. Si'. Sì, siamo siamo a grana. Un piccolo comune del Monferrato è in Piemonte Monferrato. Questa è la zona del Basso Monferrato, tra Asti, Alessandria e Casale. Ed è una zona caratterizzata appunto da piccoli comuni come grana, tutti delle dimensioni tra i abitanti e Moncalvo nei centri più grandi. Una zona che è Senz' Ltro è ricca di qualità, ma anche una difficoltà che è quella dello spopolamento dell' inaridimento socio-economico che più o meno tutti i piccoli paesini hanno hanno attraversato si' si'. Beh, la grande occasione significa tante cose. Innanzitutto significa uno spirito, uno spirito che le persone devono mettere a servizio dello sviluppo territoriale. È importante questa parola occasione, perché ovviamente è sinonimo di opportunità. É il nostro obiettivo è quello di creare un ecosistema di opportunità, un ecosistema territoriale dove le persone possano avere delle occasioni che possono essere di lavoro, di investimento per venire ad abitare. Quindi in questo senso è uno spirito che si deve mettere al servizio del territorio. Poi è anche, ovviamente, un progetto, un progetto in senso lato, quindi un sistema di sviluppo territoriale che racchiude i cittadini, racchiude professionisti, racchiude amministrazioni comunali, racchiude studenti universitari e infine quello un pochino più giuridico formale è un'associazione e quindi è un ente no-profit che appunto svolge la sua attività per il bene del territorio. Si' si' ciao star si'. Certo, beh, é la grande occasione. Nasce qui perché parte da un'esperienza personale, dalla mia esperienza personale di cittadino del borgo accanto che si chiama Casa D'orzo, un piccolo comune di circa abitanti. Quindi più o meno la stessa dimensione di grana che anch'esso ha subito un intenso fenomeno di spopolamento. E proprio dall' osservazione e anche un po' dalla volontà di fare qualcosa per combattere questo fenomeno, ho deciso di creare un progetto per per tentare quantomeno di ribaltare la sorte dei piccoli comuni dell'area. In realtà la grande occasione è un progetto che si rivolge a strettamente ai piccoli comuni italiani. Abbiamo scelto quest'area perché l'area dove non solo io, ma anche coloro che sono miei colleghi tra virgolette, risiedono e comunque in cui hanno interesse a spendere le proprie energie. È questa è un'area che, come dicevo a tantissime opportunità perché ha innanzitutto una posizione privilegiata tra Milano, Torino e Genova. Quindi una posizione invidiabile. E anche devo dire, al contrario del diciamo di cosa possono dire alcune persone è un'area che a un certo tessuto imprenditoriale che non è certo sviluppati sii pero' ceh e c'. È almeno nella consapevolezza dei cittadini negli ultimi due o tre anni, la volontà di fare qualcosa per per il proprio territorio. Quindi aveva tutti gli ingredienti essenziali per poter proporre un progetto di questo tipo che si'. Beh, allora lo spopolamento è avvenuto, no? Ripetiamo. Allora vediamo cosa possiamo dire tutti questi comuni si sono spopolati in qualche modo. Alcuni si sono spopolati perché fisicamente hanno perso persone, altri invece perché ci è stato soltanto un inaridimento dal punto di vista socio-economico. Quindi magari alcune attività commerciali hanno chiuso, il borgo ha perso appetibilità. È però comunque questo fenomeno è avvenuto dappertutto. È chiaro che i comuni più vicini alle città Asti, Alessandria, Casale non hanno subito tantissimo questo fenomeno perché risentono della forza attrattiva della città. I flussi in uscita, quindi le persone che se ne sono andate da questi territori sono andati oltre che nelle città di riferimento, quindi anche Asti e Alessandria, a Torino, a Milano, perché sono due centri abbastanza attrattivi e molti, soprattutto giovani che avevano un respiro internazionale, sono andati all' estero. Questo negli ultimi soltanto dieci anni. Ne conosco diversi che sono andati a Bruxelles, a Berlino. Non sono qui in Italia. Si' si' che che si' si'. Io appunto vivo a Milano, generalmente durante la settimana studio giurisprudenza a Milano e quindi ho l'occasione poi, passando nel weekend, qui ho l'occasione di vedere quelle che sono le differenze di sviluppo. In effetti la consapevolezza e la maturazione di questa esigenza di dare di più al territorio è nata proprio da questa contrapposizione. Perché devo dire che stando qui è molto difficile a volte percepire quelle che sono anche le reali possibilità del territorio. E credo che un dialogo tra la città e la campagna sia essenziale, cioè non debbano essere viste come una l'antitesi dell'altra, perché sono due ecosistemi profondamente diversi che non possono avere gli stessi target. Banalmente, per un giovane come me la città è più attrattiva e lo rimarrà per sempre, perché è un ambiente talmente ricco di stimoli che è irresistibile. Non è possibile ricreare neanche nel migliore dei borghi un ecosistema di questo tipo senz' Ltro. È possibile però riequilibrare quelle che sono le posizioni, quindi creare più opportunità qui per far si' che poi il passaggio alla città non sia così traumatico ci siano livelli di sviluppo più o meno omogenei, ciascuno chiaramente con i propri punti di forza e con i propri punti di debolezza. Ehm ci siamo si'? Sì, certo. Allora il progetto La grande occasione nasce nel maggio del Duemila eventi, quindi subito dopo il primo lockdown è nasce con me che vado fisicamente dai singoli sindaci dei piccoli comuni che volevo coinvolgere a discutere con loro da una parte di quelle che possono essere le proposte che noi volevamo mettere a disposizione del territorio e dall'altra di quelli che sono invece le esigenze l'ascolto delle esigenze dei singoli piccoli comuni che sono ovviamente una parte egualmente importante rispetto a proporre ciò che si vuole fare. Sono andato dai sindaci non casualmente perché chiaramente, essendo i rappresentanti delle loro comunità, sono un modo per entrare per avere un primo contatto con quella comunità lì. Poi, dopo questa fase, questa è la fase un po' di public relation e contemporaneamente non ho fatto solo questo. Ha iniziato a mettere il mio progetto anche sui social e da lì poi sono arrivate una serie di persone che sono quelle che oggi mi aiutano. Ecco all'interno del progetto è vero che ho coinvolto anche dei miei amici, però la maggior parte delle persone, anche del territorio, ci hanno conosciuti, mi hanno conosciuto perché quindi questa è una prima fase di consolidamento? A questa segue una seconda fase che anche questa è di ascolto, ma un pochino piu' approfondito perché è chiaro che un colloquio con un sindaco non basta per elaborare una strategia e quindi ci siamo concentrati su quelli che erano i comuni maggiormente proattivi, maggiormente interessati a quello che è che volevamo fare. Abbiamo un pochino scremato su quarantacinque comuni, non che gli altri non collaborano, ma collaborano un pochino di meno e in questa fase abbiamo definito le priorità. Quindi sulla base di tutto quello che era stato detto era stato proposto. Abbiamo scelto i progetti su cui puntare e da iniziare. Da lì sono uscito il distretto digitale che sviluppava un tema già precedentemente proposto, che era quello del nomadismo digitale. É uscito un progetto di comunicazione di empowerment dei cittadini legato a Camagna, quindi un borgo specifico. Sono usciti diverse diverse proposte progettuali legate alla responsabilità ed è uscita anche e soprattutto la volontà di essere connessi a livello internazionale. Infatti da lì è nata poi la la la spinta non solo a collaborare con la attuale Taiwan e l'arcipelago di Peng, ma sono nate anche delle collaborazioni, per esempio con delle università all' estero sono nati dei contatti con delle esperienze all' estero di questo tipo è quindi c' è anche questa questa volontà che è emersa proprio prima, non c' era emersa durante quel momento di dialogo, di confronto della prima ora si' si'. Allora i partecipanti al progetto sono di tre tipi essenzialmente la componente maggioritaria sono gli studenti universitari. Sono circa e ovviamente mi includo in questi e poi c'è una parte di professionisti che si occupa un pochino più degli aspetti contabili, amministrativi, gestionali. E poi ci sono tutti i cittadini che insomma si riconoscono nello spirito che proponiamo al momento sono una quarantina nel primo mese, il primo mese e mezzo di tesseramento. Speriamo che aumentino. Non lo so, questa è la speranza. Così si' si' si' che che sì, allora in realtà non mentiro' queste tematiche. Qua sono emerse un po' dei miei interessi personali. É un po' da un primo periodo, un primissimo periodo che è stato proprio maggio, dove ho pubblicato il progetto su su un social particolare Twitter. Non conoscevo quel social, non so per quale motivo lo abbia pubblicato lì. Da lì sono emersi tantissimi spunti interessanti su possibili progetti. Io non conoscevo il nomadismo digitale, non avevo mai sentito parlare. Un utente ha proposto questo tema, eravamo non ero solo io c'erano anche delle altre persone. Abbiamo un attimino indagato su la fattibilità e anche sulle opportunità che poteva dare. Poi abbiamo scelto di inserirlo all'interno dei dei progetti. Faccio un altro esempio abbiamo inserito all'interno di quel di quel fascicolo che avevamo presentato ai Comuni. Una proposta che poi non si è fatta ancora per motivi sanitari, di alternanza scuola lavoro a livello macro territoriale, fare un unico percorso di alternanza scuola lavoro che coinvolgesse molti comuni e molti attori diversi su diverse cose. Quello nasce proprio da un'esperienza personale di alternanza scuola lavoro. Io facevo terza superiore proprio nel momento in cui è stata introdotta L'alternanza Scuola-lavoro. Eravamo totalmente impreparati, è stata un'alternanza assolutamente insoddisfacente. E da quel momento gli ho detto perché non unire da quella esperienza ha detto Perché non unire quel mondo, quella necessità di fare alternanza con la uguale necessità dei comuni, di avere qualcuno che possa magari fare dei piccoli lavoretti oppure possa appunto contribuire alla crescita del comune? Poi c' erano diverse cose all'interno, c' erano parti piu' artistiche, per esempio per gli studenti del liceo artistico, quindi si trattava di fare dei piccoli disegni, eccetera. C' era una parte piu' tecnologica per gli studenti e indirizzo informatico. C' era una parte legata agli archivi dei comuni per quelli del liceo classico non era mai collabori pesanti o di sfruttamento. Beh, si' mhm si' mm-hm la risposta Ci penso al secondo. Beh sì, allora diciamo che nell'esperienza nell'ecosistema della grande occasione. I comuni hanno un ruolo centrale. Ovviamente il comune, il piccolo comune ha un ruolo, un peso molto più grande di quello che può avere invece un grande comune nella vita della comunità. Quando parlo poi di comune, essenzialmente parlo del sindaco del vicesindaco perché le amministrazioni comunali a livello locale non sono molto a tempo pieno, come quelle che possono essere dei grandi comuni. Quindi alla fine gli onnipresenti sono soltanto il sindaco e il vicesindaco. Quindi sono anche un po' delle guide della comunità. A livello informale ci hanno molto aiutato, per esempio il il sindaco e il vicesindaco di Grana a realizzare questa sede è perché chiaramente hanno un ruolo molto più attivo. Quindi dicevo, i comuni hanno un ruolo centrale perché sono principalmente i destinatari della nostra progettualità. Fino ad ora, per esempio, il distretto digitale è stato sviluppato con una parte molto importante dedicata ai comuni, perché sono i comuni e non i privati che realizzano gli spazi di coworking, li gestiscono e li offrono poi ai cittadini come servizio in più rispetto al set di servizi che generalmente offrono. Quindi i comuni Senz' Ltro hanno un ruolo importante. Qual è stato il riscontro? Beh, ovviamente parlando di quarantacinque comuni diversi non si può fare di tutta l'erba un fascio. Ci sono stati alcuni comuni più problematici. Alcuni comuni che è insomma, hanno una concezione diversa dello sviluppo locale, molto più centrata su sé stessa. Non non valuto, non sto a valutare se questo sia giusto o non giusto. Semplicemente non ci sono stati gli estremi per una collaborazione efficace. Però devo dire che la maggior parte dei comuni sono dimostrati abbastanza reattivi, proattivi rispetto alle proposte. E poi ci hanno aiutato, ci stanno aiutando a svilupparle. Io credo che il pubblico possa avere un ruolo importante però per il settore pubblico in questo caso non parlo. Il settore pubblico in generale parlo del Comune del piccolo Comune, però deve avere un approccio integrato, un approccio di strategico a livello locale. Soprattutto deve collaborare. Non possono esistere piccoli comuni che non collaborano con il vicino perché lo odiano per un motivo o per l'altro molto difficile e con un comune di abitanti e andare da qualche parte già è difficile con cinque comuni da abitanti, figuriamoci con un solo comune si'. Quindi questa parte qua, allora le imprese finora non sono state, non so come dirlo. Allora finora dalle imprese non sono arrivati i progetti. Piuttosto si sono unite a progetti esistenti. Questa è un'altra conseguenza sostanzialmente dello sviluppo locale per com'é. Adesso la progettualità generalmente parte dal pubblico, dal piccolo comune e poi coinvolge le imprese del territorio, coinvolge i cittadini. Certo è che se in futuro un'impresa ci proponesse di sviluppare un progetto, noi non diremo assolutamente di no, perché il settore privato oggettivamente ha dei vantaggi che il pubblico non ha, come anche degli svantaggi. Però è chiaro che perché precludersi tutta quella parte di progettualità che parte dalle imprese non soltanto che le coinvolge perché secondo noi può essere comunque un orizzonte di sviluppo abbastanza buona. Però finora non è capitato si' per i cittadini, per i cittadini. Finora sono arrivate diverse proposte progettuali, soprattutto incastrate già, magari ad altri progetti che venivano fuori. È successo sul distretto digitale, ma è successo anche sul settore del turismo. I famosi infopoint Ci sono dei cittadini a livello locale che ci hanno detto ma perché non fare un infopoint nel nostro Comune? Noi vorremmo farlo in questo modo in quest'altro ci aiutate cioè senz' Ltro, forse tra i cittadini, cioè esigenza ancora di chiedere aiuto rispetto alle amministrazioni comunali. Perché le amministrazioni comunali hanno di per sé già una rete consolidata e poi hanno il potere decisionale, mentre i cittadini spesso hanno dei buoni progetti. In primis noi noi siamo cittadini e purtroppo però a livello locale faticano per una serie di motivi e perché anche devono partire da zero. Quindi noi non abbiamo mai negato. Nel caso dell' infopoint si stanno facendo dei ragionamenti su qual è il modo migliore, però anche lì, coinvolgendo il Comune. Perché poi chi è che può gestire l'info point se non il comune in collaborazione con questi privati? Quindi il Comune viene più o meno sempre coinvolto. Solo in caso estremo viene lasciato a sé. Quello è l'extrema ratio. Ciao si' si' con i cittadini abbiamo no, aspetta, si' è con i cittadini. Abbiamo finora organizzato diversi momenti di incontro perché la chiave di tutti i nostri progetti è proprio il coinvolgimento. Quantomeno tentare è dei cittadini. È importante non adottare un approccio allo sviluppo locale che sia dall'alto, ma che sia dal basso, una perché noi non siamo in alto, ne siamo in basso. Quindi ovviamente qualsiasi progettualità che parte da noi parte teoricamente dal basso. E poi perché laddove i progetti riescono, é sempre perché i cittadini fanno proprio a quell' idea progettuale laddove viene calata da qualcuno dall'alto quell' idea non funziona. Funziona in pochissimi casi perché non è sentita dalla comunità e tra l'altro non parte, magari neanche da una esigenza della comunità. Noi abbiamo fatto diversi incontri, faccio degli esempi, per esempio sul distretto digitale. Noi ovviamente il progetto lo abbiamo sviluppato prima l'abbiamo l'abbiamo, basato prima sulle esigenze delle amministrazioni comunali e anche delle esigenze delle imprese nella parte finale, nella parte che in realtà non era finale. In realtà era era essenziale tanto quanto che era quella di progettazione degli spazi e degli spazi di coworking. Abbiamo scelto di fare delle riunioni con i cittadini. Queste riunioni sono già iniziate, sono in corso. É chiaro che essendo sei comuni sono diverse riunioni, perché ci sono due o tre riunioni a comune, quindi andranno avanti per un po' pero'. Sono state molto utili perché ci hanno permesso di individuare anche dei progetti dei singoli cittadini che potevano essere inseriti oppure delle esigenze dei singoli cittadini che potevano essere soddisfatte attraverso il progetto. Faccio di nuovo l'esempio del distretto digitale è la componente di alfabetizzazione digitale. Non era così presente, cioè non nasceva per quello il distretto digitale. Però poi ci siamo accorti che c' è una esigenza forte per soprattutto i cittadini piu' anziani e di avere una sorta di alfabetizzazione digitale di base, perché molti non sanno utilizzare per esempio il cellulare, non sanno utilizzare i servizi che il comune offre, che la banca offre etc. Quindi in quel caso sarebbe stato sbagliato procedere comunque fare arrivare per esempio i nomadi digitali senza dare una componente di alfabetizzazione digitale ai cittadini stessi che già ci abitano. Quindi quella esigenza lì noi l'abbiamo soddisfatta inserendo nel progetto questa componente perché secondo me sono molto importanti quelli degli incontri con i cittadini si' si', si' si' non è stata si'. Allora io ho girato nella prima fase piccoli comuni del territorio. Poi su questi diciamo che la collaborazione con le amministrazioni comunali è finita essere circa per trentasei trentasette comuni. Quindi ci sono un po' di comuni dove noi facciamo progetti o comunque abbiamo intenzione di fare progetti, non coinvolgendo l'amministrazione comunale per varie vicissitudini che sono capitate dopo quegli incontri per semplice disinteresse dell'amministrazione comunale di questi trentasei trentasette comuni poi effettivi, noi ci siamo concentrati su una decina quindicina, perché è chiaro che è molto difficile già gestire tre o quattro comuni, figuriamoci gestirne. Ecco, é chiaro che mano a mano che ci espandiamo, aumentiamo le nostre energie, aumentiamo le nostre forze, potremmo attivare delle collaborazioni, dei progetti con più comuni. Per adesso ci concentriamo su proseguire progetti con i comuni con cui stiamo lavorando di più a stretto contatto di comuni. Bello. Beh, allora per esempio ceh moncalvo che il comune di riferimento, cioè anche ponzano, che un piccolo comune lì vicino, molto carino addirittura li ha abitanti, quindi pochissimi, cioè lo stesso comune di grana in cui c'è in ballo oltre la sede che abbiamo aperto anche la questione del working, quindi del distretto digitale cieca magna che è questo borgo dove abbiamo il progetto della cupola e l'empowerment dei cittadini. C' è anche castagnole e un altro comune su cui avevamo fatto delle riflessioni per alcuni immobili del comune che non sono utilizzati eh, poi c' è lo stesso comune dove vivo io che si chiama casa d'orzo. Ce ne sono un po'. Ecco, questi sono i comuni che ritornano maggiormente nella nostra esperienza si' si'. Sì, questo è un distretto digitale, è un progetto che va avanti per anni, quindi inizia nel e arriva fino al questo per fare una serie di i ragionamenti che nel breve periodo non si possono fare e quindi anche di attrazione di investimenti. Tutte queste cose qua. Questo progetto adesso è nell'ultima fase, come si può dire progettuale, ma dal punto di vista dei working, nel senso che il primo pilastro, quello della realizzazione degli spazi dove le persone potranno andare e questo è in fase progettuale nei sei comuni che hanno aderito, tra cui anche grana. E poi ci sono altri aspetti che stiamo curando, che sono un attimino più complessi. Quello dell'alfabetizzazione digitale c' era l'idea di un progetto con le scuole. Sicuramente diciamo che nel verso la fine di questa estate dovremmo essere a buon punto su tutti e quattro quelli che sono i pilastri del progetto, che sono gli spazi di coworking l'ospitalità e la parte di promozione, tra cui anche la promozione del digitale quindi l'alfabetizzazione digitale. Quello da un certo punto di vista e sia il progetto più grande sia il progetto più complesso da gestire. Perché è chiaro che mette in sé tanti comuni, porta un tema che è nuovo e sconosciuto, quello del digitale, del nomadismo digitale. È chiaro che va a intervenire anche su alcuni spazi comunali, su alcuni orizzonti e strategie comunali. Quindi un attimino più complesso. Noi abbiamo iniziato a lavorarci seriamente a questo a settembre dello scorso anno. Quindi a settembre è stata la prima riunione operativa con i sei Comuni che hanno deciso di fare questo passo insieme a noi che no è svincolato dai bandi, poi per le singole azioni, perché no? Si potrebbe, anzi sì, nel senso per reperire i fondi. Certamente la partecipazione ai bandi, così come altre fonti di finanziamento, non sono affatto escluse. Si' no, dobbiamo cercare. Ma più che altro non si parla di finanziamento al progetto del distretto digitale. Si parla di finanziamento delle singole azioni che lì dentro ricadono. Quindi, per esempio devo fare il coworking. Il coworking non è che una minima parte di questo progetto per fare il coworking vado a cercare in questo caso con il Comune che l'ente gestore dei fondi a vario titolo post può essere un bando. Può essere un'iniziativa di crowdfunding? Ci abbiamo pensato. Possono essere anche degli sponsor? Perché no? Quindi ci sono un set di opzioni che poi vanno cercate. Però nel caso particolare il progetto in sé forse ha bisogno soltanto di una spinta comunicativa, ma per adesso siamo in una fase in cui possiamo ancora trascurare quella parte, perché è chiaro che prima ci va la sostanza si'. Allora il recupero dell'immobile è una parte degli immobili comunali, è una parte abbastanza complessa e forse la più complessa. Perché c' è un patrimonio sconfinato di immobili qui che avrebbe bisogno di essere riqualificato. Molti di questi immobili tra l'altro sono di proprietà comunale, poi ci sono diverse situazioni casi in cui i comuni non riescono a gestirli, vorrebbero alienare gli altri invece in cui vorrebbero ristrutturarli e poi gestirli. Eh? Diciamo che in questo caso noi tendiamo soltanto a fare un supporto nell'ideazione, perché è chiaro che noi non abbiamo delle competenze, è dal punto di vista ci sono delle competenze dal punto di vista architettonico. Però siccome non sono architetti ma sono studenti di architettura in realtà già un livello avanzato. Quarto quinto anno però non sono architetti. Poi è l'architetto del Comune che sviluppa l'idea progettuale, così come per i working. Però C' è un altro progetto. Per esempio Lozano è un borgo qui vicino, vicino al casale di circa mille e cinquecento abitanti, che ha un edificio, un ex cementificio che è stato rilevato dal comune cinque o sei anni fa e dove il Comune, in una parte abbastanza ben messa, ha saputo comunque inserire diverse cose la casa della Salute, il museo del cemento. È in programma una serie di cose. Noi stiamo valutando se aiutare il comune, come aiutarlo a sviluppare, come si può dire, un modo per attrarre investimenti su quello che è chiaro che anche dal punto di vista architettonico, di ideazione architettonica quello è un passo che bisognerà senz'altro fare. Però noi intendiamo quella parte, perché non siamo ovviamente competenti fa a tenerla a esternalizzare, in questo caso all'architetto che segue il Comune. Quindi noi lavoriamo semplicemente per la parte di ideazione e poi di animazione per dire, per fare quel discorso. Ok, coinvolgiamo i cittadini, vediamo cosa inserire. Sono venute fuori una serie di cose di idee che non sono attinenti propriamente alla parte architettonica, tipo le passeggiate imprenditoriali, eccetera, tipo i rendering tre di degli spazi che non sono legati proprio strettamente poi al recupero architettonico degli immobili si' si' che sì, esatto. Il gruppo di studenti è multidisciplinare perché contiene in se' tantissime, tantissime competenze diverse, tantissimi background diversi. Ed è quello che ci arricchisce perché è chiaro che permette di vedere una stessa stessa cosa, uno stesso problema da più punti di vista. È chiaro però che le competenze non sono illimitate come facevo prima. Il caso dell'architetto di architettura. Quello è un settore dove le competenze devono essere davvero molto tecniche e poi si parla anche di abilitazioni. Quindi è chiaro che non tutto si può fare e non tutto neanche giusto che noi facciamo. Quindi in questo caso la chiave sta sempre nel trovare un'efficace collaborazione. É una divisione dei compiti efficace. Noi ci possiamo occupare della parte, per esempio, di reazione, di coinvolgimento dei cittadini, la parte anche di connessione con quelle che possono essere le altre realtà di public relation, di connessione con l' estero. Però non ci possiamo occupare di alcune cose propriamente tecniche, dove invece è il Comune stesso che deve intervenire Si' si' Sì, come dicevo, prima Campagna è un borgo di circa cinquecento abitanti in provincia di Alessandria e a questa meravigliosa cupola Dell'architetto Caselli che l'allievo di Antonelli. Quello della Mole Antonelliana è una cupola che è molto imponente per le, per le sue dimensioni rispetto al borgo che è molto piccolo ed è davvero suggestiva. La prima volta che sono andato in campagna sono rimasto molto colpito e sono rimasto contento del fatto che lo stesso sindaco abbia chiesto a noi di lavorare su questo aspetto la cupola, che è un elemento onnipresente. E da tantissimi anni che si cerca di valorizzarla. Noi abbiamo ideato un percorso che è un po' borderline tra la comunicazione e la parte invece di ricerca storica di coinvolgimento dei cittadini, contiene in sé diversi diverse anime, eh? Abbiamo iniziato con due azioni finora perché il progetto ha iniziato a settembre e poi si è stoppato a metà ottobre e in quel tempo li abbiamo fatto. Abbiamo innanzitutto elaborato tre proposte di logo per la cupola fatte da un grafico e poi abbiamo permesso meglio che permesso abbiamo fatto scegliere ai cittadini. È uno dei tre dei tre loghi che sarebbe poi diventato, in accordo con l'amministrazione comunale, quello ufficiale di promozione del monumento. Abbiamo poi scelto la parte cartacea di far votare proprio con un cartellone all'interno del minimarket del paesino e non la parte online, innanzitutto perché era più caratteristico e poi perché creava piu' senso di comunità, è anche più facile da controllare. La votazione quello è stato poi abbiamo fatto finite le votazioni, hanno votato circa cittadini, abbiamo poi presentato il logo vincitore e anche lì quel momento lì è stato un altro incontro con i cittadini, perché ci ha permesso di conoscere anche lì le diverse persone. Ci sono un sacco di persone, campagna che si stanno già impegnando su alcune cose. Poi abbiamo lavorato a un secondo elemento che è stata una ragazza che faceva la sua tesi proprio su camagna, sulla cupola di camagna, che ha intervistato una serie di persone all'interno del borgo. E da questa intervista è venuta fuori una leggenda molto simpatica di questo animale, la bestie that è che è leggendarie, che si aggirava nelle campagne ed erano si sa, se una volpe, un lupo bon, una figura molto misteriosa nell' ottocento e non per qualche motivo gli gli abitanti di campagna. Ora non ricordo il nome preciso degli abitanti di campagna è venivano chiamati Bess. Tiè te e quindi è una figura che molti conoscono all'interno del borgo da quell' idea. Lì, da quella narrazione. Lì è nata l'idea di una mascotte che noi abbiamo fatto fare anche lì ha un illustratore e abbiamo poi presentato di nuovo alla, alle persone, ai cittadini di campagna. Adesso con la primavera, con l'arrivo della primavera ci sono una serie di altre azioni che non si potevano fare prima dei podcast. Una ricostruzione storica, cioè poi la parte di ricerca archivistica, né perché l'archivio parrocchiale sulla cupola contiene un sacco di informazioni che servono poi a noi per scrivere il piano di comunicazione. Una serie di azioni che inizieremo appena inizierà. Il bel tempo si potrà a parte della ricerca archivistica e documentale. La iniziamo già adesso a fine mese, e poi tutto il resto continuerà nella bella stagione. Quindi questo per dare un'idea tra l'altro li adottiamo. Un approccio è di collaborazione perché collaboriamo con un'associazione studentesca di Torino che si chiama cultura, è un network, in realtà loro sono appunto la locale di Torino e loro sviluppano progetti di comunicazione legati alla cultura e quindi abbiamo pensato di coinvolgerli perché avevano più competenze di noi. Su questo e adottiamo un approccio integrato, cioè noi ci occupiamo della parte di ricerca archivistica documentale, le interviste, i sondaggi, tutto quello che la raccolta delle fonti e loro poi si occupano di strutturare il piano di comunicazione. Quindi anche un modo per far conoscere il territorio all'ambiente studentesco universitario di Torino. Okay, ma di si' allora sì, anche qui faccio una piccola introduzione. Dell'ambiente Pen GUE, un arcipelago di isole a ovest di Taiwan, tra Taiwan e la Cina, però appartiene a Taiwan. É una sorta di, come si può dire governato da un ente regionale che potremmo chiamare in regione. La contea di Feng è partito proprio dalla contea di Penco, cioè il direttore generale e il direttore degli Affari generali della contea di Pen Goes ci aveva scritto in proposito al distretto digitale perché aveva visto siccome noi avevamo pubblicato dei contenuti in inglese sui social legati al distretto digitale, aveva scritto proprio per iniziare una collaborazione legata a questo tema. Da lì siamo passati al tu Tltro, nel senso che è iniziato un dialogo che va avanti da giugno è andato avanti da giugno a novembre per capire quelle che sono le aree in cui si poteva intervenire, perché non tutte sono aree di possibile collaborazione che noi possiamo gestire da lì. Poi abbiamo scritto abbiamo firmato un memorandum d'intesa con le principali direttive della collaborazione e poi siamo partiti nel strutturare dei progetti. Da una parte c'è in ballo una replicazione del distretto digitale del Monferrato a Taiwan, a Peng, ma quella è una parte un pochino più complicata che è iniziata però chissà quanto durerà, nel senso che è molto complicata, anche se li comunque entrata nella collaborazione. La sai quant'è carina, un mega incubatore di startup governativo a Taipei è entrata un'associazione di rigenerazione rurale attraverso la block Shaheen in centro di Taiwan. Quindi da quel punto di vista si prosegue. I punti dove abbiamo fatto passi in avanti, invece, sono legati al vino. Nel senso che è stato strutturato un progetto, un mini progetto legato a al vino, appunto, alla cultura del vino che verrà messo in atto. Ecco, a breve immagino il prossimo mese e creerà un primo canale di scambio tra la loro zona e la nostra. Quindi questo è il primo progetto il secondo invece coinvolge le scuole. Non voglio anticipare dopo una sorta di amici di penna, scambi culturali però virtuali. Per adesso è che appunto ha anche qua questo scopo di far avvicinare le due le due aree, quindi di aprire anche delle opportunità. Nel caso del vino commerciali per la Brea e quindi chiaramente di espandersi all' estero è poi ovviamente si aspetta di organizzare una un come si può dire uno scambio fisico, quindi loro vengono da noi, verranno nel Monferrato e noi andremo là. Però è tutto un po', più complicato per il covi d' e poi ovviamente all'interno del del memorandum. Ci sono una serie di argomenti che sono da sviluppare, che però non si sviluppano dall'oggi al domani. Anche quello del digitale è molto complicato da sviluppare. Bisogna un attimino inquadrare perché è chiaro che ci sono anche delle differenze culturali. In quel caso il team che si occupa di quello e molto specializzato nel senso che ci sono ci sono diverse persone che parlano cinese e sono state già Taiwan e quindi hanno quella non hanno quella barriera culturale. Almeno ce l'hanno attenuata, hanno la capacità di arrivare perché anche la barriera culturale è abbastanza abbastanza difficile da superare. Noi vediamo quello la collaborazione con Peng come un'occasione per aprire il territorio a aree dove tradizionalmente non è conosciuto, perché il nostro territorio è conosciuto principalmente per il turismo e per il settore del vino, ma limitatamente alla Germania svizzera, un po' alla Francia, pochissimo agli Stati Uniti. Noi cerchiamo delle collaborazioni che abbiano dei temi parzialmente diversi. Per esempio adesso ci sarebbe anche una collaborazione con alcune realtà di rigenerazione rurale, con l'america che sono tutte in costruzione. Perché questa idea di aprire dei canali? Molto interessante si' che si' cosa questo si'? E allora? Si, noi siamo tanti giovani perché gli studenti universitari, che appunto sono la componente maggiore del progetto, sono sono generalmente giovani tra i venti e i venticinque anni. Abbiamo fatto l'età media a settembre, era circa ventitré anni. Adesso credo che sia un pochino alzata perché sono entrati e diverse persone che hanno un'età un pochino maggiore. Però l'età media comunque rimane venticinque. Credo che ne non mi ergo rappresentante dei giovani italiani, perché io posso parlare solo per me e anche per i giovani che sono entrati nel progetto. Però credo che da parte delle giovani generazioni ci sia la voglia di fare qualcosa per il proprio territorio, di mettersi in gioco. Se uniamo questa dimensione e quindi più altruistica, ha una dimensione un pochino più egoistica, che è quella della possibilità di crescere personalmente, quindi di avere delle competenze, di aumentare quelle che si chiamano le soft skills, eccetera. È secondo me possiamo raggiungere un buonissimo grado di appetibilità alle giovani generazioni, nel senso che tu entri nella grande occasione. Da una parte hai la possibilità di fare qualcosa che poi si spera produrrà un impatto reale sulle persone, quindi di vedere qualcosa che fai ha veramente senso, ha veramente impatto e dall'altra. Chiaramente hai la possibilità di conoscere altre persone, sviluppare alcune competenze, sviluppare alcune relazioni che da solo, senza non potresti sviluppare. Credo che siano questi i due elementi che forse trascendono anche un po' il re e le aree interne, i piccoli comuni. Perché sono modelli che sono applicati anche, per esempio, nelle associazioni studentesche, in alcune associazioni studentesche in Bocconi. Cioè questo tipo di ragionamento, quello che abbiamo fatto noi, semplicemente applicare questo meccanismo ha delle aree che hanno tanto bisogno di attivismo, di dinamismo giovanile, che sono queste qua che si' si'. Grazie si'. Sì, allora ci sono state anche delle difficoltà. Chiaramente sono molte, non si possono nascondere. Anzi, da queste analizzando le si può partire per migliorare le cose. Innanzitutto credo che ci sia una mancanza di consapevolezza, a volte non soltanto tra le amministrazioni comunali, ma anche tra i cittadini dello Stato. Dell'hr te, ecco dei piccoli comuni. Cioè a volte si ha la sensazione che siccome d'estate arrivano, magari qualcuno che ha la seconda casa no e c' è la festa di paese. Oppure se il bar che apre ci sono i bambini. Tra i quattro bambini che giocano si ha la sensazione che la situazione non sia così male come si racconta pero'. Poi basta andare a vedere qualsiasi dato, qualsiasi realtà un pochino più oggettiva e si vede benissimo che in realtà la situazione continua a essere tragica, perché un borgo che perde dieci quindici abitanti l'anno ma cinquecento non può essere un borgo che si trova in una situazione fiorente. È chiaro che questa mancanza di consapevolezza spesso è un ostacolo, poi perché se tu non sei consapevole dei problemi è chiaro che non si attiverà nemmeno per risolverli. Poi credo che ci sia il problema sia l' ecosistema chiuso, cioè le idee che arrivano nuove sono molto difficili da accettare, da valutare oggettivamente, perché non ce la presunzione di dire le mie idee sono buone perché sono nuove. Ci sono anche delle idee che abbiamo proposto, che erano delle cazzate e quindi poche. È però perché non avevano riscontro. Quando siamo andati a proporlo non erano sostanzialmente non nascevano, dall'esigenza appunto del singolo comune è però non ce n'è neanche questa capacità di giudicare oggettivamente le cose, nel senso che l'idea nuova è spaventosa in quanto tale non va nemmeno giudicata nel merito. Questo è un secondo problema. Poi la mancanza di coordinamento e la frammentazione, questo estenuante ora io non so se le fusioni tra comuni, quindi non le unioni, ma le fusioni per comuni siano la soluzione adatta. Se ne discute tantissimo. So che un modo per ricondurre un po' a un'unità questa frammentazione ci deve essere perché è troppo frammentato. Un territorio che ha un comune di cento abitanti e un altro comune di quattrocento, un altro comune di trecento é molto difficile da gestire in un'ottica di sviluppo territoriale. Pensiamo anche un investitore che voglia venire qua, ma cosa fa deve mettersi a dialogare con le amministrazioni comunali diverse. È molto difficile da questo punto di vista. Quindi qualsiasi iniziativa che possa essere la fusione un'unione vera di Comuni è un coordinamento a livello provinciale è ben accetta perché altrimenti è sempre il caos. E poi credo che ci sia la mancanza di energie da parte delle amministrazioni comunali. E questo ovviamente non è una colpa delle amministrazioni comunali. Colpi in generale del sistema, ma deriva anche, per esempio dal fatto che ci sono tantissimi piccoli comuni e non sono comuni più grandi. Comunque la mancanza di energia è un problema perché tu i progetti li puoi fare, li puoi costruire perfetti. Se però non c' è nessuno che li segue, li gestisce nella parte tecnica e poi appunto, anche nella parte gestionale. Il progetto non va avanti e se poi le forze sono sempre le stesse e magari mancano di quelle competenze fondamentali, é molto difficile fare sviluppo locale. A quel punto li', quindi questa carenza di competenze e di energie è senz' Ltro un problema e bisognerà in qualche modo risolverla e poi l'ultimo problema. Questo è parzialmente, anzi è una colpa. Diciamolo delle amministrazioni comunali e la mancata chiarezza della direzione in cui si vuole andare. Io amministrazione comunale non sono consapevole di dove voglio avere il mio Paese tra dieci anni e quindi cambio continuamente idea se arrivano dei progetti diversi, che sono magari anche contrastanti. Io prima vado da da una e poi vado dall Ltro. Un atteggiamento ondivago che è unito alla frammentazione, che era davvero un caos e non permette di avere quella visione invece integrata. Una strategia territoriale che bisognerebbe avere. E con il distretto digitale abbiamo visto qual è la resistenza, perché il distretto digitale fa proprio quello, cioè tenta di dire Io voglio sviluppare il digitale in questo territorio nel corso di dieci anni, non a caso dieci anni. Quindi bisogna orientare tutte le energie, alcune energie verso quel progetto li verso quella direzione, li non perderle in mille rivoli. Se lo spazio di coworking è uno spazio destinato al digitale, non può diventare uno spazio destinato alla musica, non perché non ci piace la musica, ma perché quello è uno spazio che ha una sua funzione e questo è molto difficile da accettare nell'amministrazione comunale che, non avendo questa linea e non può mai puntare su una cosa punta su un insieme di cose che magari si contrastano tra di loro e non producono effetti contrari rispetto a quelli desiderati. Sono un pochino l'ultimo, forse invece che attiene ai cittadini, ma devo dirlo é qui mi racchiudendo anche un po' io perché non voglio sempre fare quello perfetto? No, mi racchiuso anch'io prima di iniziare il progetto, proprio la mancata voglia di partecipare a quello che accade nel proprio territorio. I cittadini spesso sono disinteressati. Io non ho ancora capito perché ci sono una serie di motivazioni. Però fatto sta che i cittadini preferiscono stare nella propria casa, occuparsi delle proprie cose, magari perché non so, sono oberati di cose, preoccupazioni già di per sé e non vogliono parlare di sviluppo locale, non vogliono partecipare e questa è una grande mancanza che che ovviamente si è risolta, produrrebbe un territorio molto più veloce. Eh? Questi sono i problemi che che abbiamo incontrato si' si'. Per adesso diciamo che la nostra partecipazione all'associazione è una partecipazione totalmente volontaria, nel senso che abbiamo scelto questo modello perché era un modello che meglio si permeava rispetto agli obiettivi e alle modalità, come dicevo, quello di accrescere le proprie competenze e poi di è avere magari un accesso con quelle competenze in più con quelle relazioni in più facilitato al mondo del lavoro. Quindi era il migliore sistema che si poteva creare, quello dell'associazione. È chiaro che essendo cinquanta ciascuno dedica tempi diversi. Ci sono persone che partecipano di più persone che partecipano di meno. Non tutti sono però attivi. Questo è chiaro che che che accade spesso, ecco, è un'altra sfida. E questa interna è quella dell' organizzazione. Chiaro che mano a mano si aumenta la la grandezza, la larghezza del progetto ampiezza meglio l'organizzazione diventa un punto che si complica sempre di piu'. Noi siamo organizzati dal punto di vista operativo, come Tim separati, quindi ciascuno ha il proprio team di progetto Distretto digitale Team uno che poi anche quello è diviso in sotto Tim ci sono quelli che si occupano degli spazi di coworking, quelli che si occupano dell'alfabetizzazione digitale, quelli che si occupano della mappatura delle realtà, eccetera eccetera. Poi per sempre il team spengo che dicevo prima e tutti questi team questi team poi hanno un momento in comune che poi sono sono diversi dalla dal sistema di informazione interna e quindi ti faccio sapere che cosa che cosa accade negli altri team. Ha poi delle iniziative che li vedono tutti, che sono rivolte a strettamente a tutti. E poi chiaramente questa parte più Tim, ci sono semplicemente i tesserati dell'associazione sostenitori. Questa è la composizione. Non so se occhio Okay, domandare Devo guardare sempre. Lei è stranissimo. Che che spazio? Ah, sì, certo. Si' questo spazio qua. Certo, certo. Cosa? Che Grazie. Boom! Era vicino a casa mia. E allora? Sì, aspetta che penso un attimo. Sì, questo è uno spazio che è stato aperto da pochissimo. A dicembre abbiamo inaugurato. È frutto di un lavoro di un mese e mezzo. Due mesi È uno spazio che precedentemente non era destinato a nulla. Nel senso che è un ex edificio scolastico rimasto chiuso per moltissimi anni. Uno dei tanti edifici abbandonati, appunto, da riqualificare sul territorio e che si spera presto. Poi verrà arricchito da nuove funzioni il coworking, la biblioteca, la parte per le mostre, il giardino, eccetera. E abbiamo scelto di aprirlo qui a Grana, perché è stato il primo comune con cui siamo entrati in contatto a giugno del è stato proprio il primo comune in cui io sono venuto a proporre la progettualità e quindi quello che ha dato la spinta per andare avanti e costruire tutto l'ecosistema che è stato costruito. E poi perché questo oggettivamente è uno spazio molto privilegiato, una bella vista cha ha delle potenzialità. Questo questo come si può dire questo edificio? Ecco, il Comune è abbastanza centrale poi rispetto all'ecosistema che vogliamo costruire perché è a metà tra la provincia di Asti, la provincia di Alessandria e li al confine. E quindi è chiaro che che rappresenta un punto di facile accesso da tutti gli altri. Gli altri borghi è l'idea di realizzare una sede fisica è nata sin da subito, nel senso che noi operiamo principalmente virtua in modo virtuale. Però abbiamo avvertito fin da subito le esigenza di aprire una sede fisica, perché chiaramente ci sono alcune cose che non si possono fare virtualmente ci sono alcuni elementi che vanno proprio coltivati di persona. È primo la relazione con i cittadini. Noi sappiamo che i cittadini dei piccoli comuni non sono molto, non hanno molta dimestichezza con il digitale. Quindi è chiaro che aprire una sede fisica significava entrare in contatto più diretto con i cittadini e poi anche sviluppare uno spazio da destinare a laboratori progettuali per appunto astrattamente i cittadini. Uno spazio per i giovani, perché poi ci sono delle funzioni che vorremmo destinare esclusivamente ai giovani. Ora, siccome ci è stata la quarta ondata covi d' dicembre gennaio questo spazio l'abbiamo inaugurato ed è rimasto chiuso. Però si spera che con l'arrivo della nuova stagione di poterli di poterlo destinare a tutte quelle funzioni che noi ci siamo immaginati. Certamente questo non sarà l'unico spazio, quindi se riusciremo nella volontà, cioè quello di aprire altri spazi sul territorio che possano essere appunto una specie di sportello progettuale territoriale. Quello che mi piace ci piace dire e che entrando in questo spazio tu non ti occupi soltanto della progettualità di grana o del borgo vicino, ma ti occupi astrattamente della progettualità di tutti e quarantacinque. I comuni che sono su quella parete sono parte dell'ecosistema di LG, anche creare ed è uno dei problemi che abbiamo detto prima, a creare un sentimento comune di appartenenza a una collaborazione comune tra cittadini. Io non sono cittadino di grana di Casoria, eccetera, ma sono cittadino in generale di tutti i borghi in cui in cui io però è svincolare, slegare questo concetto di cittadinanza dalla residenza, dal domicilio, ma a legarlo al borgo a cui si ci si interessa. Se io mi interesso del borgo in Sicilia sono idealmente cittadino di quel borgo e questo è il concetto più ampio di cittadinanza a cui che vogliamo coltivare con questi spazi. Qua infatti all'inaugurazione tra l'altro sono venute persone, molte persone che non abitavano a grana, alcuni sindaci, alcune persone delle imprese, alcuni cittadini che noi abbiamo coinvolto a vario titolo, che non non abitavano grano. Addirittura molti arrivavano per la prima volta in questo comune, abitavano magari a cinque sei chilometri, ma non erano mai venuti a grana. È un'occasione anche per girare e conoscere gli altri paesi. Ehm si' si' che si' si' si' si' si' data sullo spopolamento non non so cosa intendi si' Oh no. Ma allora il numero non lo so, non lo so. So che generalmente i borghi, la media più o meno è dimezzata, cioè che è stata dimezzata. La popolazione è nel corso di cinquant'anni. Sappiamo che lo spopolamento parte dal dopoguerra, cioè dal momento in cui c' è il boom industriale. Quindi le persone si spostano nelle città. Abbiamo Torino, città industriale per eccellenza e poi continua continua a vari livelli. Ecco fino fino ad adesso. E poi ovviamente ci è sempre, cioè classico. I borghi più grandi rimangono un pochino più attrattivi perché hanno più servizi, c'è sempre il legame servizi, grandezza, spopolamento, anche comuni qui vicino che sono piccoli ma che sono molto belli. Benvenuti però, che hanno inevitabilmente pochi servizi, si sono spopolati uguale. Un esempio? La monte Monte fa parte del circuito borghi più belli d'italia. E un borgo in cui è piacevole vivere. Però un borgo di abitanti ha subito uno spopolamento incredibile. Castell'alfero invece che vicino ad Asti attaccato ad Asti, é un borgo molto piu' grande. Credo che faccia mila abitanti. Non è così bello e così ben tenuto come cella Monte. Però è un borgo che non ha perso abitanti perché risentiva della vicinanza della città. Che e poi so semplicemente che queste non sono che tecnicamente aree interne. Questa questa parte qua e ci sono degli indicatori su queste aree qua che sono, possiamo dire sballati, in realtà non lo sono. Il reddito medio molto alto, molto superiore al reddito delle aree interne o addirittura al reddito in alcuni comuni medio del Piemonte, reddito pro capite e questo, per esempio, penalizza in alcuni bandi che sono fatti apposta É uscito un bando, credo a dicembre, che parlava dei Comuni sotto i abitanti. Era tutto un bando che dava la possibilità di derogare al codice degli appalti per alcuni comuni e inseriva come criterio proprio questo indice che catturava anche il reddito della popolazione. Il problema è che il reddito della popolazione qui è molto alto, perché oggettivamente bastano anche persone ricche, poche persone ricche per aumentare. Poi perché non è una zona così depressa come un comune della Calabria. Senza nulla togliere alla Calabria, però, oggettivamente un comune più ricco. Il problema è che risente delle stesse dinamiche. Quindi anche lì tutti i criteri sarebbero da ripensare in alcuni casi, perché a volte non catturano così tanto il il disagio della popolazione, i problemi della popolazione. Cnn poi altri dati che possono essere rilevanti So che il il Piemonte è la regione con il maggior numero di piccoli comuni in Italia, il e poi c'è la Lombardia e questo chiaramente credo che sia comunque un freno allo sviluppo. Tutti questi micro comuni perché sono davvero piccoli. Quando ero andato in Sicilia e avevo detto io vivo in un comune di cento abitanti è di abitanti, mi guardava invece. Ma esistono ancora questi comuni? Non lo so. Se uno va in Toscana, Cortona è un centro piccolo però che chiude un sacco di frazioni che hanno maggiore cinquecento seicento settecento abitanti ed è enorme come comune. È impensabile avere dei comuni, appunto che hanno cento duecento trecento abitanti. Non dico che la fusione, come dicevo prima, sia la migliore delle soluzioni, però questa frammentazione territoriale pesa forse in montagna più senso, ma qui non so, sono davvero attaccati dei paesini, eh? Ok, va bene. Si' mm-hm ehm si' che si' Ok, ci penso per un attimo, perché questa è una domanda astratta. Si' si' si' si' Okay, va bene, è per me l'italia che cambia è sicuramente un'italia che da una parte dà spazio ai giovani e ai giovani con voglia di fare con competenze, con capacità. Ma dall'altro crea anche una sorta di solidarietà tra quello che il mondo giovanile è il mondo, un po' piu' anziano, quindi un'italia che sa piu' far coesistere le varie generazioni. Questo non è un auspicio che si rivolge soltanto i piccoli comuni dove la differenza è chiara e netta tra giovani e anziani, ma è un auspicio che credo si possa estendere anche a tutti gli ambienti, anche più grandi cittadini. E credo che questo possa essere uno dei motori che possono appunto far cambiare davvero l'italia anche. Ehm guarda meno la gamba. Ah, ok che sarai? Dove? Ah, ok, io ogni tanto guardo lo schermo concedere Ma vabbè, se ti guardassi se comunque vediamo camera e poi non figliolo, ci sarà. Andate. Salute! La prossima Si' Dicono che io non ci sarò. Quindi io non devo rispondere. Devo No, dovessi perdere la somma esatta. Sbagliato? Esatto. Ok. Nome e cognome Pierfilippo Spoto. Pierfilippo Unico nome è stato visto come vuole. É un è importante il nome Dell'azienda o no, quello che bene guida esperienziale. Quello che di solito dico è Val di Cam. È la mia azienda con la capa Val di Cam. Poi ti do un bigliettino. Questo lo levo di mezzo. Così sessuale. Allora vedere No, no puoi Giusto Si', Ti stai Grazie. Come sei arrivato? Anche qualche intercalare siciliano Posso usare Perché normalmente normalmente io parlo così anche quando parla nella Rai. Bene. Quando dici il tuo inizio Quindi nome? Cognome devo ripeterlo? No, no. Ok. Io cominciando. Ah, ok. Facevo cominci E allora la mia storia inizia. Beh, inizia veramente da quando ero veramente piccolo perché avevo sette anni e ho visto fare delle cose a mio padre che ha condotto degli ospiti che arrivavano al mio paese. Fu una cosa che io mi iscrissi in testa. Probabilmente l'ho conservata senza manco saperlo, perché poi l'ho ripresa. Anni dopo, mio papà era seduto ad un bar nella piazza del paese. Offrì una granita di limone. Ha degli ospiti tedeschi che erano arrivati al tavolo accanto e dopodiché gli disse che se nel pomeriggio volevano andare con lui in area archeologica gli avrebbe fatto fare un giro. A quel punto entro in scena io. Mio pop qua mi disse Vuoi venire con me? E quindi io mi segui questa scena? Mi innamorai di quella conduzione, No, di quello ospitalità. E i ragazzi volevano un portico dove aprire un sacco a pelo per la sera. E il mio papà lo poi li portò alla nostra casa di campagna, dove era previsto dare loro il portico. Ma siccome si ricordo' che in quel momento noi non ci vivevamo, decise di dare la stanza e mi disse Mi raccomando, non lo dirà alla mamma, se no succede un casino e quindi andammo su, diede alla camera accesa lo scaldabagno. Io questa scena anche il fatto che l'indomani mio papà porto' delle brioche calde del pane e delle marmellate e quindi questa conduzione spontanea di mio padre l'aver ospitato sta gente a casa e aver pensato all'indomani mattina quella colazione io probabilmente l'ho conservata in un angolino senza manco saperla e dopo anni l'ho tirata fuori. E oggi è il mio lavoro che oggi mi occupo di turismo esperienziale nell'entroterra agrigentino, dove per esperienziale significa beh, io ho iniziato con il turismo degli incontri l'idea era quella di mettere in contatto l'ospite con chi viveva il borgo, anche se questa roba qui nasce per un'intuizione che viene fuori dalle foto. Noi praticamente riusciamo per un miracolo, perché ci vuole veramente un miracolo oltre a un business plan che noi non avevamo all'epoca portare gente nell'entroterra sconosciuto agrigentino. E quando arrivano i primi ospiti chiediamo se fosse possibile avere indietro le foto della giornata perché ci sarebbero servite per il sito internet, no. Quindi io mi aspettavo le foto dell'area archeologica della riserva naturale delle bellezze architettoniche naturalistiche e invece mi arrivano tutta una serie di foto che sono panni stesi al sole in giro per i vicoli, il pane con sato al forno, i vecchietti che giocano a carte. É uno che si era addormentato, una panchina, scene di ordinaria sicilianità. Quindi All'epoca capì che probabilmente avevamo sbagliato il tiro, che la spiegazione era e secondo me proporre una Sicilia della natura dell'archeologia. Saremmo stati per forza secondi a qualcuno che era già sul mercato e quindi doveva essere sicuramente un altro l'appiglio. E quindi in tutte queste foto che ritornavano dai nostri ospiti perché poi diventò una fissa. Ogni gruppo che arrivava io chiedevo le foto. Può darsi che mi sono sbagliato. Continuavano ad arrivare foto di gente del posto e lì capii che l' attenzione non poteva essere il dove, ma con chi li abbiamo stavolta tutto noi avevamo fatto un sito internet da giovanissimi, speso un sacco di soldi a casa che ovviamente qualcuno aveva anche casini perché abbiamo uscito un po' di soldi ciascuno banco. Eravamo partiti ancora. Decidiamo di cambiare il sito internet perché ci siamo accorti che le l'impronta che avevamo dato era perfettamente sbagliato. Puntiamo sul capitale umano, quindi non più archeologico. Non più. Ci andiamo anche oggi è lo stesso però oggi il focus ed é andato l'incontro uno dei la mano. Ah ah, sì Si' sta a te. No, Claudio. Fare cosa A Sì, certo. No. Quindi a un certo punto oggi ci siamo accorti nel tempo che il focus di questo viaggio nella Sicilia interna non era tanto il luogo, ma era all'incontro incontrare chi. La gente del posto che non per forza doveva essere un personaggio poteva essere anche la normalissima persona di strada che stesse giocando a carte o che stava facendo la spesa o che girando l'angolo poteva scambiare perché è un ex emigrato. Due parole con il nostro ospite tedesco olandese americano. Ci accorgemmo allora che questo incontro generava dei flash pazzeschi che non erano solo so chi veniva a trovarci, ma anche a chi viveva nel nostro borgo. Per la prima volta chi viveva nei borghi si è sentito protagonista di scene normalissima e questo oggi è diventato secondo me il passaggio più importante di tutta questa operazione. Nel frattempo che cosa succede? Che uno dei tuoi operato piu' importante con cui ancora lavoro e studioso sanremese di Monaco è titola nelle pagine del suo catalogo la giornata che si svolge al mio borgo titola incontro quindi io da bravo somaro copia hai il titolo chiamando i miei e le mie escursioni incontri sui cani, quindi incontri sui cani che hanno diverse declinazioni perché cioè l'incontro coi pastori, incontro con la fornaio, incontro con l'agente del cortile, incontro con lo sciamano rosicano incontro con l'artista del teatro di andrò, ma tutta una serie di personaggi che piano piano andavamo a scovare. A volte si spiegava cosa volevamo fare. A volte non si doveva spiegare perché il solo fatto di spiegarlo diventava già complicato il farglielo recepire. Quindi si viaggiava abbraccio anche con lo stesso incontro, provando a fare da mediatore di questo incontro, cosa che faccio tuttora, che oggi stiamo sempre più perfezionando e cercando di trasferire in ai giovani, perché questa è la svolta per le aree interne. Secondo me le aree interne oggi hanno bisogno di un locale insider che prende per mano l'ospite non deve fare la guida, non occorre una guida. La guida servirà per altre cose, per l'area archeologica, perla naturalistica, altro oggi il locale Insider è colui che ha le chiavi dei meccanismi, degli usi e costumi delle strade e solo perché tu lì ci sei nato si aprono senza grandi problemi. Oggi questo è diventato il mio lavoro, che faccio con grande passione è spesso ripeto ai miei amici che faccio un lavoro che per me non è il lavoro e per quello non mi stanco. Non mi stanco veramente mai, soprattutto negli ultimi anni, è diventata veramente una missione quella di provare a trasmettere questo know-how, perché questa veramente nelle aree interne può essere la la svolta per giovani che dovrebbero prima acquisire dove sono nate, dove loro e le loro famiglie hanno calpestato per anni quei terreni terreni per capire cosa arde sotto e poterlo raccontare sono le esperienze chi incontri di turisti che arrivano da te, si' ai turisti che vengono al mio borgo. E comunque ormai non è solo il mio borgo, ma è tutto borghi dell'entroterra agrigentino che sono ben ventinove in quest'area, identificabile oggi come Sicani. Eh, sono dal panettiere, la signora tra l'altro di madrelingua inglese. Perché? Perché figlia di emigrati, nata in Inghilterra, torna durante una delle sue vacanze, si fidanza e quindi poi si sposa con il figlio della panettiera e poi ereditano questo panificio. Oggi Maria è uno dei passaggi più importanti di questi incontri. Per quale motivo? Perché anticipo io la scena provo a creare un incontro, ma poi l'incontro funziona da sé. Perché l'ospite Maria parlano in perfetto inglese, si scambiano tutta una serie di notizie di vita normale? No, paradossalmente questo tipo di ospite è anche un ospite altos pendente che dorme nelle nostre strutture di alto livello della agrigentino, ma poi ha bisogno di un'esperienza vera e quindi entra verso l'interno verso le aree sconosciute perché ha proprio questa fame sete di voler incontrare il siciliano. Questo per me è un passaggio epocale. Perché questo tipo di ospitalità e per livello intendo un ospite altos pendente, un mega manager di multinazionali americane che per un giorno scambia delle ore con la signora del panificio parlando di cose giornaliere, scambiandosi spesso le foto dei nipoti. Quindi è un manager che a New York avrebbe contato i secondi per non perdere la metropolitana, che riesce anche a a venire a fare nulla nel nostro borgo, perché quel nulla è diventato un lusso per loro. Senti che ormai i giovani turisti entusiasta sì, sì, okay. Mi piace questo resistenza agli sportelli, quindi capitano, queste aree non sono disposte. Aspetta persona. Certo, è all'inizio l'approccio con la gente del luogo. Non è stato sin da subito idilliaco. Anzi, io racconto sempre che alle prime porte di via Libertà che la prima via di approccio al borgo una delle prime porte, una vecchietta che oggi purtroppo non c', è più. Quando arrivavo io con gli ospiti, chiudeva la porta come per paura di incontrare e interagire con qualcuno che era poco raccomandabile. Erano anni, un po' particolare, anni bui dove la gente non era disposta. Aveva paura a interagire col forestiero, anche se c' era un' intermediato, tore e quindi questa porta si chiudeva negli anni la vecchietta ha capito che chi veniva con me invece era un ospite. Quindi questa porta piano piano non si apre subito perché i siciliani hanno bisogno prima di metabolizzare questa porta si lascia, come si dice in siciliano ava Nedda significa un po' aperta, un po' cosa perché lei potesse vedere chi passa, mentre noi non potevamo vedere chi c' era dentro ed è stato per qualche anno ancora così, sin quando quella porta si è aperta, ma con la tenda abbassata la tenda si apre e dopo un po' di anni la signora si siede fuori quasi a cercare un incontro con è l'ospite che arriva. Per quale motivo? Perché se l'ospite poi è tedesco, è facile che la signora tira fuori il discorso che ha nipoti, figli e parenti in Germania, quindi hanno piacere a interagire, ma c'è stata un'evoluzione di adesso, quasi vent'anni. Non è successo subito, non ce ne sono voluti venti, ma dieci. Sicuramente oggi che cosa succede oggi? Noi abbiamo il privilegio, la fortuna di interagire con una comunità che ha capito l'importanza non solo economica rose, oserei dire culturale del passaggio di questo ospite. Oggi le porte di case normali sono aperte a questi incontri. Noi ormai sempre di più varchiamo la soglia di case normalissime per mettere in contatto la gente del luogo con il nostro ospite, per offrire un bicchierino, per offrire un bicchiere di vino, per offrire delle pietanze che magari periodicamente stagionalmente si si preparano solo per uno scambio che a volte quando passo per delle vie e non busso alla porta di qualcuno che ormai è abituato a veder passare, quasi ci rimangono male. E quindi il giorno successivo mi chiede ma come mai non sei passato e devi spiegare che andavi di fretta. L'evoluzione è stata veramente, molto, molto importante. Io racconto sempre che vent'anni fa un pastore in un borgo come il nostro è un pastore, o meglio un pecora raro, come si dice da noi a volte un Pecoraro era quasi uno lasciato ai margini. Oggi il Pecoraro tutti i giorni a gente che viene da tutto il pianeta perché viene a degustare formaggi e quindi ogni giorno ha il tedesco olandese L'americano L'inglese che anche se con una intermediazione di qualcuno che parla le lingue, però interagisce con il mondo. Oggi il pastore, a volte interessato a capire da dove viene l'ospite e che cosa sta succedendo in America e come stanno andando le lezioni in America, mi chiedono a me in italiano per chiederlo all'ospite Quindi é stata un'evoluzione molto, eh? Senti così indietro eh è stato si' questo è ma che io ho finito i miei studi è alle superiori. Mi sono iscritto in scienze bancarie assicurative, mi sono laureato in scienze bancarie assicurative, quindi la mia partenza per Londra aveva altri orientamenti. Io vado a Londra perché no? L'idea era di studiare e preparare il resto della mia carriera nel campo finanziario. Io supero un quello un colloquio alla City a Londra. Da lì a poco sarei entrato per uno stage che poi si sarebbe probabilmente tradotto in un'assunzione in quello che all'epoca era il banco di Sicilia alla City. Io alla seconda chiamata non andrai mai piu' per paura di non poter tornare in Sicilia. Quindi quando non esistevano i cellulari in quegli anni quindi il responsabile che mi chiamava mi chiamava al bar dove io lavoravo e io dicevo ai ragazzi dite che non ci sono perché avevo paura di iniziare un lavoro che non mi avrebbe mai più fatto tornare in modo simpatico e che comunque racchiude tanta verità. Quando mi chiedono ma perché sei tornato da Londra? Io rispondo perché ho scoperto che non si estendono i panni fuori. A un certo punto la cosa mi era diventato una fissa terribile. Io giravo per il West end, figurati se c' è un giro manco balcone. Non riuscivo a vedere panni stesi e quindi alla signora dove che mi aveva affittato la casa. Una sera rientrai e ho detto a Gina Mi devi togliere una curiosità, ma perché in questa città non stendono i panni fuori l'ha detto, ma qua non ci manca il sole. Io praticamente dico compasso, mai vivere in un posto dove non c' è il sole dove vengo da un luogo dove il sole è pane quotidiano. Tornai perché nel frattempo avevo scoperto che nei cataloghi in Inghilterra la mia terra era presentata come una cosa troppo standard per essere vero templi barocco, cose bellissime che ormai tutti conoscono, ma nulla di tutto quello che sto facendo adesso. La Sicilia dell'entroterra che significa anche solo venti trenta chilometri dentro rispetto alla costa. Nessuno mai l'aveva raccontata. Io torno con questa missione che adesso condivido con tantissime anime, dislocato in tutte le parti della Sicilia e che dentro le entroterra veramente stiamo cercando di spingere. E questa idea, paradossalmente, i panni stesi che in siciliano si chiama Roby Sennò ti è diventato uno dei miei tour di punta. Perché tutti i giorni, quando io ho degli ospiti che stanno arrivando io mi faccio un giro in bici per vedere dove ci sono i panni stesi. Perché mi sono accorto che gli ospiti, fotografo più che le tombe fotografa i panni stesi. Una volta ho pure chiesto un tedesco. Ma perché la fissa dei panni stesi? E lui mi disse non lo so neanche io. Ma siccome in città come le nostre non si fa, probabilmente perché no un balcone coi panni stessi racconta la famiglia e questa è una storia bellissima, cioè raccontare la comunità con i balconi tempestate di colori, dove, cioè dalla mutandina del neonato alla maglietta del forestale e alla gonna della figlia che va a scuola. È una cosa che nessuno mai aveva attenzionato. Invece io spesso sono riuscito a leggere la mia terra cercando di capire cosa leggono gli altri. Io a volte, quando il mio ospite alza il cellulare per fare la foto, io faccio un passo indietro e mi metto dietro di lui per capire che sta fotografando. E ho scoperto grazie a queste inquadrature cose pazzesche che noi non abbiamo mai guardato mentre loro le vedono. E quello è un passaggio fondamentale perché non siamo abituati a Intanto siamo cresciuti in una così esagerata bellezza che manco la guardiamo. Neanche il più grave no, farselo raccontare dagli altri probabilmente è il passaggio che dovremmo fare un po' tutti dovremmo uscire dalle nostre, dai nostri borghi, dalle nostre città per rientrarci con occhi diversi. Perché tu che ci sei una io che sono nato in quel luogo probabilmente molte cose non le ho mai viste come le sto vedendo adesso che devo condurre i miei ospiti. Un altro passaggio è un Ehi, allora sono tornato da Londra, ha iniziato a lavorare domani alle questo val di Campo Val di Campo si da li', ma vivi perché spesso da noi ha sì, ok, è plurale, ma è stata stai anche se sono spesso da solo ormai che allora si'. Allora torno da Londra con questa missione che era quella di provare a mettere su qualcosa che mi mettesse nelle condizioni di raccontare questa Sicilia che io avevo visto a Londra. Tutto quello che oggi faccio è veramente nato a Londra ed è un paradosso, ma che il racconto spesso e volentieri. Perché a tutti, anche amici miei che mi chiedono un parere per i figli che devono andare fuori mandalo fuori perché solo andando fuori tu puoi capire dove vivi, da dove vieni. Torno da Londra. È la cosa più immediata, immediata che mi avrebbe potuto dare la possibilità di guadagnare qualcosa. Non era il turismo che ancora era in fase embrionale, era il mio settore, cioè il settore finanziario. Quindi inizia a lavorare nel mio settore, inizia a fare qualche stage banca lavoro in banca. La inizia a lavorare per un grosso broker di Milano che dopo un anno di corsi e robe varie, mi manda in Sicilia ad aprire e sette diverse filiali. E a un certo punto poi ero stanco di girare. Mi fermo nella filiale di Agrigento, ma io la testa ce l'avevo quel cassetto dove avevo posteggiato quel sogno di quando avevo sette anni che piano piano ho tirato fuori e probabilmente anche perché avevo un lavoro e quindi aveva uno stipendio. Sono riuscito a spingere una fase di startup che necessita anche di spese. Quant ltro è stata possibile perché aveva un altro lavoro, quindi fondo assieme ad altri ragazzi del luogo molto più giovane di me questa società che si chiama Val di Cam All'epoca il consulente voleva farci fare una associazione e noi ha detto noi vogliamo fare una società, facciamo questa benedetta società è iniziamo subito a da mettere a regime delle case che affittavano agli ospiti, no? Quindi un sito internet che ci raccontava e queste case che affittiamo Gli ospiti arrivano già i primi ospiti sono soprattutto olandesi, perché gli olandesi probabilmente sono i primi a scegliere questi posti non posti, non posti turistici. E da lì è veramente iniziato tutto la nostra crescita. Perché abbiamo capito grazie agli olandesi cosa potevamo somministrare a chi arrivava da fuori è un oggi. Questa idea del turismo, che oggi ha anche un nome, si chiama turismo relazionale, che poi ha una declinazione del turismo esperienziale quando dall'incontro passa all'esperienza con le mani in pasta e quant ltro, grazie ad alcuni organismi stiamo cercando di divulgarla negli altri borghi delle aree interne e non solo nelle nostre aree interne, anche nel esseno, anche in altri in altri posti. Perché abbiamo capito che sempre più un l'ospite va alla ricerca di più che di Sicilia e dei siciliani di incontri più che di luoghi. Questo secondo me è il passaggio epocale. Il luogo verrà perché è ovvio che se se tu fai un'esperienza ad agrigento o a sant'angelo xaro sei a due passi dalla valle dei templi che probabilmente è stato il primo appiglio, il primo attrattore, andrai a visitare sicuramente la valle. Tende però l'impressione che quella cartolina che rimarrà veramente impressa nella mente di questo viaggio è l'incontro che siamo riusciti a mettere a regime la valle. Ormai se vai su tutti i siti internet, probabilmente l'ospite arriva così preparato che vederla è quasi una certificazione di quello che sui siti internet da incontrare delle persone è riuscire a è emozionarsi, perché di questo poi si tratta, la gente si emoziona perché si vede offerto un pezzo di pane o addirittura di più se l'ho preparata assieme. Senti eh abbiamo detto due si' se stesso, poi il nome del sig. Allora la mia attività val di game inizia a sant'angelo xaro che un piccolo borgo di milleduecento abitanti nell'entroterra agrigentino. Quindi faccio capo a quello che è l' attrattore principale, cioè agrigento e la valle del tempo. Oggi per fortuna interagisco con morte dei miei borghi interni. Quindi l'area dei sicani oggi si chiama proprio sicani e sfoggio anche nel nessuno, perché grazie ad alcuni amici e stiamo mettendo a regime un po' di interessanti esperienze e quindi in questa parte che va dalla costa meridionale della sicilia, entroterra agrigentino e quindi anche il messaggio dentro l'organizzazione adesso praticamente la le imprese è diventata una ditta individuale, perché sono io solo ho una serie di collaborazioni esterne che sono una ragazza che lavora alle mie dipendenze, che fa da segretario, ma conduce anche qualche escursione in francese, anche in inglese. E poi mi avvalgo di tutta una serie di collaborazioni che sono anche guide o altri ragazzi che piano piano stanno crescendo nel territorio perché stiamo lavorando anche su un percorso di formazione per questa figura del locale insider che è diventata sempre più importante e i verso della non lavora bene. Basta pastore, stranieri italiani. La tipologia di ospite che è arrivata negli anni a sant'angelo Xaro è sempre stata in grande evoluzione. Siamo partiti con i gruppi, quindi tedeschi, perché provavano, cercavano in noi questa Sicilia interna e con molta natura è sconosciuta. Quindi i gruppi è negli anni questa non l'ho abbandonata questa tipologia, tanto che in questi giorni stiamo facendo diversi gruppi tedeschi. Però è cresciuta parecchio la clientela individuale, cioè dire coppie, famiglie, piccolissimi, gruppi, eh, non più ormai solo nord europei, ma americani. Paradossalmente io ho aumentato la mia attività passando a meno numeri, quindi prima facevo molti più gruppi. Oggi faccio molto piu' individuale. Quindi piccoli gruppi che richiedono parecchio impegno, perché mediamente una delle mie giornate dura ore insieme ai miei ospiti diventa quasi è condurre un amico in giro per i nostri borghi. Non è più il fare la guida, ma è una sorta di Apple mediatore locale che ti racconta un po' di tutto e di tutti com'é cambiata quest'anno visto questo Covip che parlava di stranieri si' allora certo un anno, un po' transitorio che lascerà il segno, un segno che non per forza sarà un segno negativo, nel senso che ci ha dato la possibilità intanto di sperimentare cose nuove. È ha dato la possibilità a loro e anche noi di ospitare anche parecchi italiani che un po' ci snobbano. Probabilmente snobba abbiamo anche noi, perché è molto più facile lavorare con gli stranieri anziché con gli italiani, perché probabilmente se arriva il toscano in chiave diversa, più o meno le stesse cose nostre ce li ha gli artigiani, ha le eccellenze gastronomiche e quant'altro l'interazione con gli stranieri è sicuramente molto più facile. Il goa'uid ci ha portato molto più italiani e anche i siciliani. Siciliana delle province accanto che si sognava, non si sognava neanche di venire in un piccolo borgo. Oggi sceglie il weekend fuori porta nei piccoli borghi e quindi questo è sicuramente è stata una nota positiva. Belle gioie e difficoltà, una delle grandi vittorie. Sicuramente questo è uno dei pochi lavori che ti rende veramente libero in una regione dove il solo pronunciarlo è già un'impresa. È probabilmente perché si riesce a interagire con dinamiche che esulano dall'apparato locale, quindi ti permettono di interagire con operatori del nord o addirittura del nord Europa o americani che svicola uno dalle dinamiche locali. Quindi spesso e volentieri io sono libero di fare quello che voglio. Non sono stato mai obbligato dal tour operator di andare da un locale, un b and b e quant ltro l'essere diventato libero grazie a questo lavoro. É la cosa che mi rende più orgoglioso e che veramente mi porto sempre dietro e che mi permette di camminare a testa alta in questa terra che continua ad avere i suoi problemi. Che però quello che stiamo facendo nel mio settore, probabilmente la risposta che abbiamo bisogno anche in termini di esempi da dare alle nuove generazioni le difficoltà a causa di questa ciao beh dai, non puoi fare okay votavano che si'. Diciamo che questo si' ma questa domanda me l'ha fatta per la prima volta vent'anni fa mia mamma nel senso che non mi ha fatto una domanda, ha reagito in un modo tale che voleva dire ma dove vai? È in un periodo dove giù da noi era davvero difficile dove veramente c' era troppa mafia presente é quindi il solo pensare di fare impresa era un'impresa pensarlo e in pero' diciamo che cnn é stata questa la scommessa probabilmente oggi a fare un re wind non so quante cose ripercorre ray allo stesso modo il a cinquant'anni suonati, probabilmente moderato, che sfoggia nel conservatore. Alcune cose non le farei, però se oggi sono una persona libera perché le ho fatte massimo allora prossimi obiettivi la mia missione è quella di sto cercando di lavorare con degli apparati che sono delle aggregazioni locali gal e quant ltro nel trasferire questo bagaglio che io mi sono costruito quasi da solo in questi vent'anni, oggi è arrivato il momento in cui continuare da solo questo viaggio non funziona più, non mi appaga più e non non funzionerebbe più già domani quindi l'idea che il mio sogno nel cassetto che comunque già mi mi ha permesso di sottoporre questa idea anche a livello nazionale, è quello di trasferire questo know-how per poter condividere questo cammino con altri, soprattutto i giovani chiesto boh che ai punti fozzie ce l'ho una io che vedo spesso il tempo spezia che giusto un po' mi spieghi tanta gente che ci segue il pubblico interessante Eh sì, oggi tutto quello che vedi tutto sì, oggi il turismo esperienziale. Purtroppo molti ne abusano del termine perché è diventato di moda e quindi alcune fiere addirittura oggi hanno il termine esperienziale. Se io volessi raccontare perché non l'ho creato io? É come se mi è stato chiesto, a un certo punto del cammino della mia vita professionale l'incontro tra l'ospite e l'ho, ospitato negli occhi dell'ospite, si leggeva che c'era bisogno di un passaggio superiore, un up great, come direbbero gli inglesi, che era non solo l'incontro, ma il fare qualcosa assieme. Quindi quando arriviamo al forno, fino a qualche anno fa, bastava che la signora preparasse il pane consacrato con l'olio, origano, sale, pepe, l'acciuga il pomodorino e glielo offrisse. Quello era un turismo degli incontri, quello che chiamavamo turismo relazionale. Oggi preparare quel pane assieme la signora del forno l'ospite significa fare un'esperienza assieme, quindi prepararlo assieme oggi significa sfoggiare nell'esperienza quello che succederà, almeno per quanto mi riguarda nel prossimo futuro, e provare sempre più a condurre i miei ospiti in esperienze non costruite, ma che sono improvvisate, ma che ovviamente alle spalle hanno una conoscenza dei personaggi del territorio che ti dà la certificazione e quindi la possibilità di portare avanti questa improvvisazione e negli ultimi anni, soprattutto nel diciannove, molto sperimentato questa idea con alcuni operatori che mi hanno dato fiducia l'idea qual era quella di mettere in una giornata di otto ore pochissime cos'é nel programma degustazione formaggi il forno e basta. Il resto era tutta una cosa che io leggevo sul momento. Quindi se se qualcuno mi raccontava che nel cortile x qualcuno stava facendo la salsa di pomodoro, io provavo a condurre i miei ospiti lì per farli partecipare a questa preparazione, quindi oggi sempre di più. Ecco perché il locale insider deve per forza essere una riconoscibile dal territorio, deve probabilmente essere anche un figlio di di qualcuno che è riconosciuto dal territorio. Solo così poi condurre per mano l'ospite anche dentro casa dei tuoi paesani lo siamo tutti. Ci sono state ricadute sul territorio e ho avuto due persone. Contrario? Beh, la conservazione attività che hanno si puo' fare rigenerazione. Certo. E nel territorio che cosa è successo nel frattempo? Io penso che il nostro messaggio ha creato sicuramente delle ricadute dirette per chi lavora giornalmente con noi e guadagna anche dai nostri passaggi. Giustamente offro un servizio un bene, un prodotto e quindi guadagnano da questo creano un introito grazie a questo passaggio. Ma devo essere devo andare anche un po' oltre a questa analisi, perché nel frattempo il territorio ha creduto in questa formula sono nati agriturismi, sono nate strutture, sono nati prodotti pro produttori che oggi hanno pensato di imbottigliare l'olio e non più venderlo sfuso perché hanno capito che oggi la clientela una clientela che ha bisogno anche di una certa immagine e quindi hanno capito che l'olio sfuso non va piu' ma va imbottigliato che ogni cosa che produciamo, anche se in piccole quantità, necessita di una sua immagine, un packaging. Questo probabilmente viene fuori anche da questo processo evolutivo di venti anni. Io sono ultimissima, facciamo tutti intervistati intervistati, cosa che cambia. Cosa ti fa pensare questo questa frase sei obbligato a farlo. Quello che cos'ha di speciale allora per me Italy che cambia potrebbe dovrebbe essere il dare più voce ai territori marginali perché nei territori ai margini oggi esiste l'essenza di quell'italia che probabilmente ancora non abbiamo saputo raccontare e che potrebbe essere la svolta davvero da tutti i punti di vista culturale, economico e sociale. Grazie volevo il sottopancia se mi dite a voce dovesse montare un altro nome e cognome ma cosa volete che scriviamo nel lo faccio sempre quando appare il nome? La prima volta che angelo avagliano donatella scodella con l'accento sull'acqua perfetto e sottoscriviamo è patetico è che che te me film ma che fai? Prego E quello un po' perché quando parli così perfettissimo va bene ho combinato va meglio vuoi che faccio? Prova prova a si si sente okay e in io faccio le domande, poi uccidete pure voi, risponde che ora iniziamo dall'inizio bene come è nato luogo questo luogo e questa esperienza è nata come come naturale corollario chiaramente di esperienze diverse maturate eh in ambiti urbani e con le esigenza è percepita già da allora. Sto parlando dagli inizi degli anni ottanta di' di ricreare e di creare una nuova socialità in un altro ambiente più pulito è e con altri contenuti eravamo un gruppo di giovani. È cittadine anche già da allora non cittadini ortodossi che pensavano insomma un'alternativa di vita da poter esperire in qualche territorio incontaminato della nostra regione. Eravamo un gruppo di venti persone che alla fine si è un po' sfilacciato and è ridotto numericamente per vari motivi, insomma, che ha trovato un posto fisso di lavoro che ha avuto una genitorialità inaspettata. Chi è inglobato insomma, al posto in banca. Insomma, tutte queste cose che sappiamo un poco sono successe nel passato e alla fine a tenere come dire duro essere l'avanguardia di di questa ipotesi di cambiamento e sto parlando di metà anni ottanta. Insomma, è rimasto ben poco. Sono rimaste ben poche persone e in quei momenti ci siamo e l'intento era quello di ricreare una comunità di intenti e di comunità, di solidarietà tutti quanti nello stesso territorio, mantenendo però inalterato anche uno spirito di di indipendenza e di autonomia. Se vuoi familiare di gruppo individuale, quello che percepivano è il fatto di di stare in un posto però ognuno con il suo orticello, ognuno con la sua casa. E già da allora era chiaro il fatto che la comunità, una volta che si è disgregata, quella spontanea no un'ipotesi di comunità, era basata sul fatto che la comunità si si raggiunge. Non si parte da un progetto predefinito di comunità, ma piuttosto un cammino da realizzare insieme è che richiede la scelta puntuale dei momenti e delle esperienze da condividere. Non si parte da una casa comune, ma piuttosto una casa comune per noi. Ora come allora era un momento di arrivo, un raggiungimento e quindi inizia. Iniziamo ad adoperarci per ricavare delle risorse economiche, per realizzare questo questa questo sogno di un trasferimento in campagna dove stava inizialmente dov'era questo gruppo di noi io sono originale di Salerno, è però poi questa esigenza è maturata un poco diciamo in Toscana è ed una ed un evento spiacevole dell'esistenza che che è quello della perdita dell'equilibrio energetico. Insomma ha dato luogo a una malattia in quel posto, quella che deve comunemente definita una malattia. È quello che dico sempre è un colpo di culo, nel senso che ho avuto le emorroidi. Stavo stavo a Firenze, mi ha fatto avvicinare alla risoluzione di questo di questa problematica. In maniera alternativa ebbi la fortuna di incontrare nel posto dove abitava a Firenze un erborista che mi fece percepire l'importanza in primo luogo di iniziare a curarsi con le erbe e poi l'importanza che non bastava solo curarsi con le erbe, ma che in qualche modo bisognava cambiare lo stile alimentare. Lo stime, lo stile di vita in quei territori ho avuto l'occasione di incontrare altre persone che già erano avanti in queste in queste esperienze e lì ho iniziato a capire che poi alla fine, se uno voleva mangiare bene, voleva mangiare biologico come già se ne parlava. Allora i tempi delle nei primi incontri della redazione della redazione di m. Della nuova ai tempi della partecipazione, la definizione del primo disciplinare di che cos'è l'agricoltura biologica è stato fatto in Toscana alla fine, se volevi mangiare bene, era importante il fatto che tu dovessi produrre e produrre bene e iniziai a interessare insomma queste nuove tematiche a questo mondo e di come mantenere lo stato di salute. Questo è stato l'inizio della mia esperienza rispetto a questo mondo si è aperto un mondo incredibile che dopo che dopo varie riflessioni, però un po' come, parafrasando in una battuta del film di Troise è quando sta sull'autostrada fa l'autostop no, dice tutti dove sei di Napoli e migranti dice no, voglio fare un viaggio. Insomma pensai che magari anche nel mondo alternativo e nelle ipotesi di come dire di cambiamenti queste cose le dovevamo per forza esperire. O in Tosca noi in Umbria o in altre parti dove già erano avanzate. Questa idea è un po' che mi dispiaceva perché comunque anche nei nostri luoghi, nel nostro sud arretrato c' erano dei luoghi di una valenza sia naturalistiche sia antropologica e culturale, che meritavano di essere, essere, di essere agiti. E quindi in quel momento ha preso la decisione di tornare nel posto dove c' erano le nostre radici e di iniziare a ragionare dalle nostre parti di come iniziare a concepire un cambiamento esistenziale. L'ultimo lavoro che mi ha dato reddito monetario in città era è stato quello di avere una tisane ria, di cambiare una, la destinazione d'uso di un'impresa commerciale che era un bar della mia famiglia, un piccolo bar di quattro metri per quattro, insomma era un punto rosa, facevo caffè, faceva il caffè buono, è in una tisana. Neria è dove facevamo, diciamo, queste tisane, questi preparati a partire dall'acqua che andavamo a prendere sulle montagne dalle erbe che raccoglievamo. È per un discorso sia di comunicazione profonda di certe cose. E sì, anche per risparmiare. Alla fine la materia prima noi la ri cavavamo da un momento anche esperienziale e quindi l'acqua, le prendevamo alle migliori sorgenti intorno a noi le erbe raccoglievamo e quindi avevamo un impatto quasi zero sui costi. Era quasi tutto guadagno. Quello è quello che ricaviamo da questa, da questa attività. E poi iniziamo a rivendere pure dei prodotti biologici, che allora erano ancora abbastanza biologici. Abbastanza naturali ancora è il nostro punto. Diventa un punto di incontro in cui si' ci si confrontava su certe tematiche, persone venivano apposta a prendere la tisana per parlare, no, per incontrarsi su certi contenuti riguardanti la salute e l'ambiente. Insomma tutto quello che che poteva essere discusso in quegli ambiti e in quegli ambienti dall', ottantaquattro, dall', ottantaquattro, fino al novantuno che è stata. È stato il momento in cui prima saltuariamente e poi è dopo qualche anno, nel novantuno, prendemmo il terreno. Qua è alla fine di una lunga esplorazione, in cerca di un territorio ancora integro, sia dal punto di vista naturalistico, ambientale e sia da un punto di vista anche antropologico e sociale, in cui era ancora conservata una coesione sociale, forza ed un'identità forte ancora. Cioé nei momenti i primi momenti in cui giravamo per queste montagne era Voi due eravate No, eravamo con questo gruppo di persone, con la e con una passata compagna. Insomma, è c'erano molte piu' persone nell' ottantaquattro era ancora aperta. La scuola rurale qui a pruno era una scuola che è stata inaugurata e voluta fortemente. Insomma dalle istanze territoriali nel millenovecento cinquantadue è ai tempi dell'alfabetizzazione di massa, insomma, che è stata portata nelle campagne del sud italia e ed era ancora aperta la scuola nel millenovecento ottantaquattro è stato l'ultimo anno scuola che poi è stato oggetto di una progettualità di sistema esperita nell'intera valle della quale è, alla quale abbiamo dato un contributo fondamentale sotto il punto di vista culturale. È ed immaginativo, insomma. E quindi vabbè, prendemmo questo terreno piano piano abbiamo iniziato quello che adesso si chiama la transizione è continuavamo a lavorare sempre più di rado in città e piano piano facevamo le cose qui, nei momenti molto lunghi, nelle pause molto lunghe che ci concedeva mamo dal lavoro, insomma per acquisire risorse economiche per poi investire qua. E io ogni caffè, ogni tisana la vedevo come un metro quadrato o come una tegola o come un metro di tubo in polietilene per portare l'acqua. Per me questo è questo è quello che poi mi ha fatto resistere dall ottantaquattro al novantuno. Insomma, in questo posto che seppur gradevole, seppur come dire, molto fruttuoso. Da un punto di vista di comunicazione, però, insomma, era molto stretto già per le percezioni di cambiamento che avevamo in quel momento e niente. Poi, una volta arrivati, qual é una delle prime cose che abbiamo pensato a fare oltre a rendere proprio emma visibile il luogo dell'insediamento perché era tutto ricoperto di rove è di vitalba e di altre vegetazioni molto alte era stato quello di portare l'acqua perché nonostante siamo in una zona che è molto ricca di acqua, questa parte della valle che praticamente sotto un massiccio carbonari con tutte le sorgenti sono tutte più in basso, allora per evitare il fatto di dover ricorrere, come dire una dipendenza energetica, abbiamo pensato di portare l'acqua da da quell'altra parte della valle c'è un'altra composizione geologica che il famoso frisch del Cilento, in cui le sorgenti sono molto più in alto per la natura diversa proprio pedologiche dei terreni che sono fatte di partnership ste argille e quindi ruscellamento superficiale, permetteva il fatto che le acque emergono dal terreno più in alto rispetto a quest'altra parte della valle. E quando giunse l'acqua qui facemmo una bella festa insieme a tutte le persone del posto che ci avevano aiutato a capire che cosa significava portare l'acqua da un posto all'altro. Che cosa significava fare un bottino di acqua nella terra, fare una una piccola captazione artigianale che cosa significava passare tutto l'impianto dei tubi in posti che a noi sembravano inaccessibili e invece poi sono stati realizzati con la collaborazione delle persone del posto degli indigeni del posto. È come abbiamo fatto. La prima acqua che abbiamo captato è proprio di fronte qua abbiamo steso insieme all'amico pastore, questo per tre chilometri di' di tubi, questi qua in polietilene che allora iniziarono a uscire fra l'incredulità degli degli anziani del posto che dicevano che quando l'acqua scende non può più risalire. E invece quando arrivò l'acqua alla tempia della figa insomma, ci fu un momento è è stato un momento molto particolare, perché tutto l'anziano si ricordavano sempre che l'acqua hanno sempre portato i ciucci. Viva riley e dice impossibile che l'acqua possa gli h pacchiana che l'acqua da da giù a fondovalle potesse risalire. E quando invece è successa questa cosa, insomma, fu un bel momento che passa, scende che risale qui. E si é il principio dei vasi comunicanti. Insomma, della pressione l'acqua risale. Basta che il punto da cui parte sia piu' in alto e si ottimizzi poi il lume. Insomma, normali regole di ingegneria idraulica. Oggi lo stesso impianto ad oggi, diciamo siamo serviti da un po' da questo stesso impianto. È un po' da da un impianto, diciamo artigianale che è stato curato dal comune di Laurino che dovrebbe essere perfezionato. Però diciamo, riesce a sopperire ai bisogni vitali del degli insediamenti attuali di Bruno potrebbe essere ottimizzato, però erano già, insomma cosa le cose si fanno e diciamo che in assenza di un servizio codificato, un servizio idrico essenziale, perlomeno cioè la possibilità di avere acqua chiaramente definita, non non potabile per un fatto di prevenzione è come dire sanitaria. Insomma, però c'è un'acqua di sorgente, insomma molto più potabile di acque che vengono veicolate nelle città con tutti il con tutti i limiti che sappiamo che esistono nella distribuzione. Poi una così preziosa risorsa e che diventa poi un bene comune a cui insomma una spada è insomma tutti i guasti che ci sono nella gestione poi di queste risorse collettive comuni. Voi avete comprato questo terreno che da casa immagino forse proprio sì. Abbiamo comprato il terreno e piano piano ha iniziato a ristrutturare la casa pietra su pietra, seguendo un po'. I principi della di una nascente consapevolezza dell'importanza dell'utilizzo di materiali locali e di materiali puliti. Nella nella ristrutturazione dell'esistente diciamo già dall'inizio, abbiamo utilizzato nel rifacimento del tetto i pannelli di sughero. Sto parlando del pannelli di sughero che erano commercializzati a quei tempi solo in Francia da una da un'impresa, diciamo un po' avanti rispetto a quello che si trovava in Italia. Ed erano pannelli di sughero che erano compattati con gli ultrasuoni, senza collanti chimici di natura, eh, industriale spinta. Era una bioarchitettura, bioedilizia povera, insomma, molto diversa da quella che a cui siamo abituati ad essere codificata nel presente, che sembra quasi una cosa per ricchi solamente invece poi con vari accorgimenti, con il riciclo di molti materiali. A Salerno come in molte città del sud, si montavano, si depreda, davano fra virgolette i centri storici, si the portavano le persone dai nuclei abitati urbani nelle periferie eh, si cancellavano delle memorie e noi recupera vam o quello che era l'aspetto materiale di questa memoria storica che erano diciamo gli infissi, i marmi delle delle porte, i mobili insomma. Io tenevo un furgone, ma l'ho comprata apposta in quei tempi. Un Mercedes duecento e sette giallo canarino che era riconoscibilissimo. Non gli in ogni situazione ogni posto dove passavamo e e portavo qua tutte le cose che pensavo potessero servirmi per un futuro. La veranda che vedete insomma, è stata costruita, è stata ristrutturata in funzione dei vetri che avevamo a disposizione, cioè i vetri erano di una vecchia pasticceria di alcune mie zie e gli squarci sono stati fatti. Gli squarci di luce sono stati fatti in funzione del materiale che avevamo per utilizzare questi materiali che erano preziose da un punto di vista affettivo, in primo luogo da un punto di vista ambientale di riciclo e quindi, insomma la casa nostra. Infatti i preti di calcio pochissimo cemento, nessun ferro per evitare tutti i disturbi di disturbi di geo biologia, la famosa rete di Hartman tutti i nodi non abbiamo portato l'elettricità i fili che non potevamo permetterci di comprare. Quelli schermati, però evitavano di portare i fili nei posti dove uno soggiorna maggiormente dove si dorme per te regolarmente abbiamo cercato di come dire, di ottimizzare tutte le poche risorse economiche che avevamo a disposizione. Anche perché, diciamo tutti, un po' è partito all'impronta del fatto che la diminuzione dei bisogni ti consentiva di la', di lavorare di meno e quindi dedicare più tempo della tua vita a fare le cose. Uno ci piaceva fare poi il pistolone e dopo dopo invece una decina d'anni. Insomma, dopo quella faccia rilassare un attimo questa cosa qua la racconta meglio il fastidio il sole ancora non troppo quando quando dimmelo e nel frattempo Angelo aveva costruito la casa, aveva preparato il nido sedici anni fa lo incontro era una cittadina tacchi e Thayer non era una casalinga, è però c' era qualcosa che non funzionava. Non stavo bene, mi sentivo infelice e non sapevo perché. Ma a un certo punto è questa questa diciamo malattia fra virgolette mi porta da un omeopata che mi dice dopo che tutti i medici convenzionali mi avevano detto non c' è niente, non c' è niente, mi dice devi cambiare vita E io Bo ma che faccio incontro angelo e vengo qui a passare una domenica all'aria aperta le scocche te si fanno rosse e tutti dicono Guarda, stai meglio, rimani qua, ti fa bene l'aria di montagna. E va bene, rimango qui in questa settimana si va in escursione. Ho visto dei posti meravigliosi e ogni giorno stavo meglio. E poi da cosa nasce cosa è se è nato questo amore e ho cambiato la mia vita di punto in bianco, ho pensato beh, questa cosa mi fa stare bene. Proviamo. Non sapevo nemmeno che ero innamorata in quel momento, veramente il nido era pronto e ci abbiamo messo due bambine dentro che sono nate qui, nella cucina. È sul divano, vicino al caminetto è io non sapevo fare niente. Sapevo cucinare giusto per due persone i surgelati del supermercato, ed ho dovuto imparare tutto. All'inizio è stato entusiasmante perché vabbè, c' era tutta la la gioia dell'innamoramento eccetera. Poi piano piano mi sono resa conto del mio limite, di non saper fare niente, della difficoltà. Però questa cosa mi piaceva, sentivo energia, mi dava carica e lui mi incoraggiava nei momenti di difficoltà. Poi erano le bambine, sono arrivate le bambine che sono state un altro. Diciamo un momento faticoso, però eh, bello nello stesso tempo passeggiare con loro, scoprire tutte le erbe e capire che tutto questo verde non era solo un verde, ma erano mille piante diverse, mille esseri diversi che stavano qui e che io cominciavo a osservare per la prima volta. E da lì poi ho scoperto che si mangiano, che curano, che si può. Se si può fare la tintura naturale è il giorno per giorno. Insomma, ho imparato imparato a cucinare, ho imparato a lavorare nell'orto ho imparato a coltivare fiori che io non sapevo proprio far far vivere nell'altra dimensione. E ho scoperto che questa è la mia dimensione. Prima io prima ero una maestra, ora fa creavo gioielli con una tecnica particolare pezzi unici su ordinazione. Questa tecnica era la micro fusione a cera persa. È un lavoro che ho cominciato a fare a quattordici anni. Mi sono iscritta alla scuola D'arte e in e il pomeriggio ho avuto la fortuna di andare al laboratorio da un maestro che mi ha mi ha insegnato proprio tutto quello che sa che so. A quattordici anni ho cominciato a lavorare, a fare il mio lavoro l'ho fatto per quindici anni. Era un lavoro che mi piaceva tantissimo. Però a un certo punto mi sono resa conto che la gente normale non poteva più venire da me a chiedermi l'agnellino per la nipotina che faceva la comunione, il braccio Alino per il compleanno. Queste cose mi cominciavano a far pensare che sta succedendo? Perché le le persone, gli i pensionati, gli anziani non possono più e lei Loro mi dicevano no, ma io poi devo stare attenta alle medicine. La spesa non arriviamo. Il condominio Questa cosa mi cominciava a far stare male. Non mi pareva giusto che solo i ricchi potessero permettersi. Una cosa bella è Mme. Quindi questa cosa che comunque mi mi faceva stare male. Quando ho incontrato lui ho pensato Non è più tempo di gioielli. Non è più tempo di ornamento. È tempo delle cose. Primarie del pane. È il grano che angelo aveva È stata la scoperta di un oro, dei poveri, il grano, loro dei poveri. Il grano sfama e nutre. E quindi mi avevi i che avevo anni. No, no, no, non mi ricordo. Prendi L'avana. Si, ho lasciato il lavoro si' questa cosa mi ha mi ha aiutato, diciamo non l'ho lasciato malvolentieri. Perché questo è questo episodio che ti racconto. Per me era pesante, quindi è quando poi l'ho incontrato lui, ho pensato Va bene, chiudo. Lascio tutto e vado e così ho fatto. E la a cosa? Il nome tempo a tempo del fico Tempa delfico la tempa è una piccola altura sopraelevata, un po' come il poggio, se vuoi. Fiorentino sono questi piccoli piani sopraelevati. È praticamente è un posto in piano, un po' sopraelevato rispetto al circostante delfico. Perché o toponimo post primi i toponimi montagne si davano rispetto a un episodio che era successo alla vegetazione che c' era in quei tempi avere una fake anche se era selvatica. Ma bruno e nei tempi in cui sono state poi scritte le cartine geografiche, eh? Sono stati resi pubblici tutti questi toponimi. Faceva molto piu' freddo in questa valle come facevi più neve. Gli inverni erano diversi e quindi la possibilità di avere una fica in una valle in cui mi faceva più freddo era un posto che connotava. Questo era un fatto che connotava l'identità di questo posto stava sempre un porco di fronte, perché la siccome ci erano più acqua c' erano piu' acquitrini. I porca sono definiscono i cinghiali cinghiali selvatici. Il sol è ngo appenninico è stata la fornace, una località dove c' era un' argilla buona per fare tutte le tegole che che si facevano prima per coprire i Casalini. Insomma queste costruzioni d'architettura povera che connotano un poco tutto il paesaggio architettonico della valle di Bruno e di molte delle campagne interne. Perché fino poi agli anni ottanta questa valle è stata isolata e negli anni ottanta è arrivata la diciamo la via asfaltata, una strada asfaltata che collegava questa valle ai paesi circostanti. E quindi questo isolamento faceva in modo che tutti i bisogni dovessero essere in qualche modo esauditi e bilanciati dai materiali che si trovavano sul posto. Agenti prima che si fa una casa, capito? Cominciavano dello schieramento della terra tutte le particolari tipi di pietre che ce ne stanno, una sacca di tipi di pietra, ma venivano messe da parte, altri se alcune servivano a fare i muretti a secco, altri servivano per la costruzione. Poi si facevano i car cara che era la cottura delle pietre per fare la calce. Facevano le fosse per scavare gli inerti o si prendeva qualche sabbia dal fiume particolare o delle terre particolari che la gente del posto sapevano potesse costituire. Un'ottima Malta per le costruzioni. Si tagliavano gli alberi in montagna per poter fare i travi, si facevano a mano tutte le Steed che erano le assi che sostenevano i solai e quindi la costruzione di una casa era di un riparo essenziale. Era il frutto di tanti anni di programmazione e di tanti anni di azioni comunitarie collettive. È sicuramente con tutte le risorse che ci erano sul posto. É infatti una delle azioni. Una delle prime azioni particolari è stato quello di una ricognizione, eh? Era di quella che era la memoria storica è inerente l'homo faber? No, tutte cose come si facevano prima nel passato e cercarne una testimonianza diretta di con l'ausilio con l'aiuto prezioso di tutte le persone anziane della zona che erano ben liete di raccontare come si viveva una volta è di e anche della socialità che era connessa a questo modo di vivere che pensavano quando vi vedete, nel senso che voleva arrivare è diversa dalla loro? Certo, certo, i primi tempi che giravamo, anche in cerca di terreni in queste zone eravamo guardati con sospetto. Insomma perché una coppia di giovani, i cittadini che pensavano a quei tempi di insediarsi in una valle del Cilento interno, destava negli abitanti della zona perlomeno una causa diffidenza che venera fa' che hanno in testa. Poi piano piano, insomma, si è palesato quello che volevamo fare e siamo riusciti a entrare un po' nel tessuto connettivo sociale della della della comunità. È stato un percorso ed è ancora un percorso, diciamo, fatto di di comportamenti e d'azione e di sentimenti certosini. Insomma perché noi siamo originari di un'altra cultura e molto spesso, insomma è è difficile. Faceva parte un'altra biodiversità umana riuscire a comprendere i segnali ai canali di comunicazione che sono invece insiti. Una come dire in un mondo relazionale omogeneo le persone di qua hanno riconosciuto il fatto che noi siamo rimasti sempre qua. Non siamo venuti a fare i turisti, no che abbiamo quando sono nate le figlie in casa tutte le donne sono venute a trovarmi con la gallina per fare il brodo per il latte è a vedere queste bambine mi hanno portato i tagliolini fatti in casa. Ma proprio per aiutarmi nei primi momenti dopo il parto, per la ripresa della donna, per l'allattamento com'era normale. Prima per loro è stato penso gioioso, emozionante, si' si è attenzione avete qui intorno, ma noi di quella che gestiamo direttamente la cosiddetta terra di proprietà abbiamo un ettaro e sette, della quale utilizziamo una minima parte per per sopperire i nostri bisogni alimentari e i bisogni, diciamo di di comunicare attraverso anche un buon alimento, un buon cibo autoprodotto. Il senso di questa esperienza alle persone che ci vengono a visitare per comprendere come in questo momento possa essere estensibile, un'esperienza come la nostra è come che modello abbiamo di vita, che vengono persone per capire. Ma voi come fate a vivere le vostre figlie? Come vanno a scuola? Insomma, per comprendere una una probabile transizione e che la cosa che a noi piace che auspichiamo possa essere comunicata sempre più persone. Infatti quotidianamente siamo contattati da giovani, da famiglie, è che vogliono proprio capire persone che immagino immagino un loro futuro cambiamento. E venne la domanda ma voi come avete fatto? Come come si può fare? È nel confondere. Gli diciamo quello che sappiamo, gli raccontiamo come fare per per crescere una pianta di pomodoro anche in un vaso è come si fà proprio praticamente a mettere una piantina in un vaso nella terra a farla crescere per poi avere i frutti è cerchiamo di dargli il sostegno rispetto a quello che sappiamo, quello che ci chiedono, insegnato poi le persone della siamo cosa coltivate? Avete degli apprezzamenti? Fate l'orto o coltivate anche del grano? Facciamo l'orto per autoproduzione, per offrirlo alle persone che ci vengono a trovare. Poi il grano, il grano principalmente coltiviamo grani antichi. Abbiamo coltivato in passato e coltiviamo ancora, cercando anche di incentivare altre persone del posto e quindi di creare una rete territoriale ad a coltivare e mandare avanti e salvaguardare questa biodiversità che è qui è cilentana di di coltivazione dei granai, grani antichi come la carosello della caro Sedda, che io ho trovato qui a Bruno e ci trovate tutte cose che aprono insomma la sarà olla e tanti altri grani che sono però riuscito solo a censire nella memoria degli anziani. Figuratevi che in questa valle le persone del posto ricordano la coltivazione di perlomeno una ventina di grani diversi a seconda della stagione, del posto dove si potevano coltivare e tutti i crani che non erano modificati geneticamente cnn. É una delle cose insomma, che stiamo facendo è quello di incentivare altre persone, altri compari di questa infrastruttura è fondamentale, come la chiamiamo noi di relazioni che la comprerete. Una parete che è un po', il tentativo contemporaneo di attualizzare dei comportamenti che hanno un po' rappresentato, una sorta di diplomazia dei semplici, un tentativo di creare solidarietà e di allargare una famiglia con l'istituto rituale del compara aggio che è quello che permetteva di avere, di rafforzare i vincoli di solidarietà al di fuori della famiglia biologica. Un po' in tutto il sud Italia ed era quindi un elemento chiaramente. Insomma è un istituto relazionale, un po' datato noi con unendo, come dire tutte quelle che sono le nostre radici e nel nome la rete no con parete. Abbiamo cercato di contemporanei Hazare queste istanze riempiendolo di di, di altri contenuti che vanno dalle eticità nei comportamenti in agricoltura, nella semplicità relazionale e soprattutto da una rinnovata esigenza del desiderio di di condivisione. Una volta che si è sfilacciata la nostra, il nostro tessuto comunitario, c' è stato per fortuna è un ritorno di qualche giovane, un ritorno consapevole alla terra vissuto non come un ritorno all'indietro, ma in questi momenti come un momento di della famosa innovazione civica e sociale che un po' si stai sparendo in tutte le campagne e stiamo lavorando a un paradigma anche di comunicazione che possa far percepire ai giovani e non più giovane, sia autoctoni e sia che possono venire da altri ambienti che non sono rurali. Questo fatto di ritorno alla terra non come un fatto di ripiego, ma come un momento di cambiamento e di transizione in una direzione che possa essere vissuta più come fatto contemporaneo. E per questo, insomma, ci stiamo occupando. Siamo usciti un po' dalla dalla, dalla figura contadina tradizionale, anche se le nostre radici affondano in questo in questo humus culturale, cercando di rendere contemporanei i nostri comportamenti, quindi lavorando a una ridefinizione dinamica dell'identità che si espleta e che informa vari comportamenti. Insomma un po' che si stanno estendendo a macchia d'olio sul territorio cilentano che in questo senso diciamo è un po', un laboratorio perché qualche cosa sta succedendo, anche se ancora poco. Però qualcosa sta succedendo. Sta succedendo nelle scuole con l'esperienza della comunità educante del basso cilento, del golfo di Policastro, alle quali anche noi abbiamo dato un modesto contributo insieme alla preside Maria De Biase, perché abbiamo curato l'allestimento e la divulgazione dei primi orti scolastici nella scuola abbiamo portato gli orti sinergici all'inizio dell'esperienza della scuola per l'istituto gaza e la é principalmente quello che ci siamo resi conto è l'importanza della cura delle tessiture relazionali che da soli non si poteva andare da nessuna parte e quindi di creare un terreno sociale, un po', un cercando, una metafora da affiancare a quella materiale, cioè di curare la fertilità del terreno, che è una delle mission che ci siamo dati è cercando di sviluppare adesso, in quest'ultimo periodo più dei comportamenti che possono dare luogo a una formazione e una facilitazione dell'accesso a questa nuova e contemporanea pluralità. Da un punto di vista piu' materiale pure no con la formazione. E nella pratica cerchiamo di fare divulgazione. È sulle pratiche che tendono a favorire la conservazione della fertilità dei suoli agricoli, dei suoli. Agricoltura. Perché ci siamo resi conto che non basta. Puoi recuperare. Ecco tipi che possono essere di grano, di frutta antica, ma anche porre attenzione sulla sulla modalità di' di coltivazione. Te lo dico come lo diciamo ai bambini è il terreno, deve essere nutrito, gli dobbiamo dare da mangiare e da bere. E lui poi in cambio ci ridà l'insalata i piselli, pomodoro e la melanzana e mme va nutrito spesso. Noi mangiamo tutti i giorni tre volte al giorno, anche la terra ha bisogno di essere nutrita per non farla morire di fame, per non renderla quindi arida. Come organizzare degli incontri qui? Si qui o andiamo anche noi in dei posti e hai a insegnare come si fanno questi preparati, diciamo questi questi pasti che poi diamo alla terra, che sono ilbo, Kashi e i bio fertilizzanti? Principalmente. Insomma anche poi nella coltivazione del grano usiamo principalmente i bio fertilizzanti. Anche i ragazzi di casella hanno iniziato adesso con queste pratiche e ci occupiamo un po' tutto sommato di divulgazione di alcune tecniche che tendono a favorire il mantenimento della fertilità a partire dal tipo di lavorazione della terra, dalla, dagli avvicendamenti colturali, dalla semina su sodo dall'individuazione del è dell'interpretazione delle linee chiave a partire dall'interpretazione delle curve, delle curve di livello e quindi fare in modo che la lavorazione della terra non contribuiscono. Meccanica me come fatto meccanico al depauperamento degli strati superficiali dovute agli eventi meteorologici è insomma un po'. Agiamo sul corpo del corpo della terra e e cercando poi di trasferire in collaborazione con la dea falco è un'organizzazione no profit non non governativa con la quale collaboriamo e che per noi è stato un momento di di grande sostegno rappresenta un momento di grande sostegno. Era un perché siamo venuti un po' fortunosamente, come capita poi alcune volte è in contatto con queste persone che da anni già si occupavano di di cooperazione internazionale con passando essendo passati da una vecchia idea di cooperazione che era quella che presupponeva che noi come Nuovo mondo é come un mondo civilizzato, potessimo offrire aiuto allo sviluppo tra virgolette, è delle nazioni del terzo mondo. E invece poi andando in queste nazioni del terzo mondo, parlando con le persone del posto, cioè questi amici della dea farlo hanno avuto una grande intuizione è che probabilmente eravamo noi che dovevamo farci aiutare da queste popolazioni che avevano ancora è forti legami con la terra e con le sapienze che noi ehmm. Ecco le nostre sapienze contadine che erano state stratificate, coperte, diciamo da quello che è stato l'avvento della nuova scienza della chimica è che ha colonizzato i momenti legati all'agricoltura non come fatto più sociale e come fatto che inseriva i comportamenti generali delle popolazioni, ma come un momento legato alla mera produzione. La terra è come me lo sostrato è per dare reddito in agricoltura. In effetti, la terra. La fertilità dei soli è un bene collettivo comune che bisogna iniziare a considerare, la cui conservazione bisogna iniziare a considerare come la conservazione dell'integrità dei mari dell'acqua dell'aria e di altri beni che riguardano le nostre esigenze primarie. E Andrea vuoi un cappello buona? Paglietta, paglietta persona facciamo un attimo perché ti vedo a vedo meglio allora se volete che parliamo poi del progetto della valle di recupero del cranio quello che siamo riusciti a che queste sono coprire cosa? Io solo che noi non abbiamo il dono della sintesi benissimo, no, no, siamo contenti. Ehm e nel allora vi racconto questa cosa ricordate che puo' essere insomma utile per inquadrare meglio e che nel è passata al tempo del fico il professore persico che era stato un professore di economia che che era stato incaricato dall'ente parco di redigere il piano socio economico del parco che e che ha girato insieme a un artista contemporaneo scomparso da poco tempo, Ugo Marano l'intero territorio del Cilento alla ricerca con una peregrinazione per ager, quindi di una delimitazione, di una, di una conoscenza delle ricchezze, delle criticità del territorio e dei probabili attori di cambiamento e di innesco di dinamiche sociali che in qualche modo, grazie alla visione dell'artista dell'economista illuminato, potessero innescare dei momenti di cambiamento e che meritavano di essere sostenuti. E quindi in questo peregrinazione è capitato anche a tempo del fico che grazie diciamo anche al contributo di conoscenza di alcuni amici, fra cui esperti in fauna selvatica, geologi esperti già a quei tempi di sistemi di rilevamento satellitare e di progettualità in senso lato e ci siamo ritrovati sotto questa veranda da poco completata. Il restauro è a parlare di quello che poteva essere il destino futuro di un'area interna è di un sud arretrato e di come l'ha progettata la progettualità che si poteva esperire in una zona così ricca in biodiversità umana è culturale ed ambientale, potesse diventare un modello da poter che potesse essere da riferimento e per altre esperienze chiaramente con le dovute individuazione. Altre esperienze similari, eh? E iniziamo a parlare di quelle delle risorse che c' erano qua sul posto. E le risorse che noi poniamo all'attenzione erano questi cereali antichi che ancora si coltivano da un seme, un seme di grano che era la Caruso, detta nello specifico che è stata sempre coltivata in questi posti insieme a questi altri è un grani di cui mi piacerebbe fare un elenco. La a risciò la è un macaron a Roma, al sud a serpentina. Erano tutti nomi a Russia russo, lead young led. Potrei potrei farne una litania il e questo porremo all'attenzione per un'ipotesi, diciamo di trasformazione di un tessuto sociale è antropologico e culturale che potesse presentarsi diciamo, ai momenti inevitabili di una di una globalizzazione ormai imperante anche del pensiero e del comportamento con una sua identità provvisoria, che però fosse ispezione, diciamo di Sam di qualcosa che nascesse dal basso. Insomma, è è che fosse espressione anche di una volontà delle persone del posto di presentarsi con dignità rispetto a questi momenti e di prepararsi insomma a questo, a questi eventi. E quindi iniziamo mano mano a programmare insieme al professor Persico quello che potessero essere le azioni da mettere in campo e delinea modelle. Appuntamento delle delle, come dire degli aspetti fondamentali erano rappresentati dal recupero culturale e culturale della di questo seme di grano alla Caruso Hedda, integrato dal poter Dio, dal poter avere la possibilità di poterlo poi trasformare Morillo sul posto sul posto, dopo averlo prodotto per bene e quindi in questo senso ci è stata l'acquisizione di un mulino a pietra che adesso è installato nella valle è che già funziona e anche se in maniera up so dica e poi di creare tanti piccoli nuclei di accoglienza familiare in quel tempo iniziamo a pensare con iamo anche un po', questo neologismo dell'ospitalità rurale, quando il massimo di cui si parlava era diciamo all'agriturismo come categoria di accoglienza, in modo che le persone che poi venivano a a essere ospite nella valle avessero la possibilità anche poi di fare esperienza presso le famiglie che principalmente qua sono tutti i pastori e quindi vivere la quotidianità di quello che non è la rappresentazione della campagna, ma di una comunità ancora viva che i cui comportamenti normali erano fuori dalla edulcorare l'azione percepita da quello che che rappresentava la rappresentazione della campagna a quei tempi che ancora permane secondo il nostro giudizio anche in questi tempi. E quindi vabbè poi l'acquisizione è la liberazione come un momento simbolico nella valle di un gruppo di asini. I ciucci è infatti un sottotitolo di questa progettualità, di questa questa esperienza attacca lo padrona Adoro lo ciuccia un vecchio proverbio del Sud Italia rich attack a dopo padrona. Nel senso che le azioni si fanno sempre capito per una convenienza, per un fatto eh? Diciamo di rassegnazione? No che va bene quando uno non può fare un cambiamento diceva Bo attacca amoruccio dopo padrona, dove metti l'asino lega l'asino oppure comportati come come si è sempre fatto, come vuole il padrone. Gli asini in quel momento erano quasi estinti. Non ce n'erano più perché l'uso moderno di trattori, di macchine avevano reso inutile questo animale. Ne era rimasto uno Aro Fano, il paese qua vicino e aveva affiliato. Era un assassino, aveva affiliato. E Angelo disse No, noi lo dobbiamo salvare. Questo casino ce lo dobbiamo prendere. E come facciamo? Non sappiamo come fare con gli altri. Non abbiamo esperienza. Va bene. Intanto lo prendiamo e lo salvaguardiamo. É Angelo mi disse Gli asini sono sempre stati compagni. Dell' uomo, eh? Ci hanno dato il latte. Hanno dato il latte ai bambini che le mamme non potevano allattare il latte d'asina è quello più simile per composizione al latte materno è mme. Gli asini venivano chiamati con nomi umani. Venivano battezzati addirittura quando entrava in una casa. Avere un asino era una ricchezza l'asino vive venticinque anni, ti aiutava i lavori nei boschi, a portare la legna nelle campagne, i carichi di tutto quello che si portava poi dalle terre. Si portava in casa e quindi questa questi asini erano angelo diceva è giusto che vengano liberati e che possano godere di un momento di di di riscatto da questa sottomissione da questo servizio all'uomo dato per secoli in maniera così generosa. E così prendemmo la prima si nella poi ne sono arrivati altri. È stata un'esperienza meravigliosa. Gli asini sono animali sensibili, intelligentissimi Emmi per me che non avevo mai avuto nemmeno un cane, un gatto insomma un'esperienza a guarda mi sono resa conto che sono che ci guardano negli occhi, ci capiscono, ci ascoltano, sanno quando abbiamo bisogno è incredibile. E altri animali avete abbiamo le galline che ci danno le uova, cani e gatti, eh? E poi con gli assi voleva parlare dell'esperienza della metropolitana della metropolitana. A faccio io faccio io. Però scusa se volevi fare una domanda specifica che vuoi? Può darsi che che passa domande da farmi? Parlo un attimo di questa esperienza della napoletana e poi con questi asini liberati in montagna come esperienza è come momento anche provocatorio, no di' di liberazione di un animale che sottrazione a un ruolo di subalternità culturale in cui è stato sempre legato anche nell'immaginario della della nostra cultura italiana e mediterranea, è un po' metaforicamente, assimilando la figura dell'asino a quello del contadino per ridare una nuova, un nuovo ruolo e una nuova funzione rigenerare la percezione collegata una alla dignità del della biodiversità animale umana. Abbiamo liberato questi animali in montagna dove vivono ancora attualmente liberi e che ci vengono in sostegno. Quando poi agiamo questi momenti della della ciccia Politano che rappresenta un po', il braccio visibile aspira, aspira a rappresentare perché è tutto in itinere di questa rete, di questa compare rete presenti sul territorio e che é di cui Ciucci facilitano la percezione guidando ci in questi in questi sentieri, su queste strade che portano a una rigenerazione della qualità della relazione principalmente. E ci sono persone ospiti che ci fanno richiesta di vivere il territorio del Cilento, la mediazione e la facilitazione cognitiva che gli asini ci possono offrire con la loro lentezza, con la loro generosità. E praticamente sono cammini e spostamenti lenti attraverso il Cilento, dalla marina fino al Cilento interiore e poi sulla marina che dà sul golfo di Policastro in compagnia degli asini, senza cavalcarlo, senza ma come maestri di lentezza che ci danno la possibilità di assaporare i profumi e suoni, i colori che ci sono, nell'attraversamento lento di un territorio e gli incontri che si fanno. Perché poi gli asini sono facilitatori proprio della comunicazione. Le persone si fermano, ci fermano, ci chiamano, ci domandano. E poi molti sono gli anziani che si ricordano quando avevano gli asini. I bambini poi impazziscono, ti corrono incontro, vorrebbero vogliono toccare questo animale. Ma che spostare Paolo però sì, okay, allora voi siete autosufficienti, cioè è qualcosa in cui non siete ufficiosi sufficienti. Si' eh non siamo autosufficienti con lo zucchero, col sale, col caffè è però sono cose. Insomma, a parte il sale, che il caffè si potrebbe farne anche a meno. Per quanto riguarda tutti i vegetali, le farine sì, i saponi li faccio con l'olio con l'olio di oliva gne per lavare i piatti. Prediligo l'acqua della pasta. Noi siamo pasta, Yoli no. E quindi la pasta cioè un giorno sì e un giorno pure è m' che auto produciamo molto spesso, insomma, é dopo la è mme uno dei due la puoi ridire. Sì, sì, sì, sì, sì. Linea lineare per lavare i piatti usiamo prof prediligo l'acqua della pasta e che ci produciamo noi facciamo noi a mano. E come come la tradizione, come le vecchie di mi hanno insegnato Oppure con una piccola macchinetta che ci aiuta a fare È dei formati di pasta un po' più grave le trafile, le trafile in bronzo, eh? Aiutami! Che e che è più che tipo di spese abbiamo la luce, la macchina, le bambine insomma le cose che servono per la scuola è cerchiamo di mano mano di staccarci sempre più è stato un percorso, diciamo, di raggiungimento, di eliminazione delle cose da cui dipendevano mano mano che imparavamo a prodursi delle cose. Ci staccavano insomma dai supermercati. E quindi per questi momenti è cerchiamo di avere un piccolo reddito monetario facendo ospitalità vendendo un po' di farina e un po' di pane. Quando quando è necessario. Per il resto cerchiamo di lavorare. Lavoriamo molto per l'auto protezione. Quindi tutti i legumi, le verdure, le zucche, la frutta, le conserve importantissime. Quindi noi facciamo le formiche, lavoriamo tutta la primavera l'estate l'autunno, facciamo la dispensa e d'inverno. Poi viviamo di rendita, insomma, e ci riposiamo dalle fatiche. Questo è il tipo di vita che facciamo, si vive per stagioni, non c'. È primavera, estate, autunno, inverno. Quindi seguiamo i ritmi e i lavori e i tempi della natura. Il avete una macchina, un mulino, cioè il mulino a pietra che che serve diciamo gli abitanti della valle e che permette di avere da un buon grano di avere una buona farina, la macinazione a pietra importante perché non surriscaldando molto la' la granella lascia abbastanza intatte, integre le proprietà del del grano. E poi abbiamo anche un piccolo mulino casalingo che comprammo quando nacque la nostra prima bambina é per dargli, per fargli le pappine, invece di comprare le farine di riso e le pappine. Insomma, gliele facevamo noi con questo piccolo mulino, macinando piccole quantità di grano volta per volta e preparando le preparando le le pappine per le bimbe dalla crusca del grano ricavava questo decotto con cui facevo il bagnetto alle bambine insieme alla lavanda che raccolgo su in montagna Emma, ma che il mulino piccolino all'epoca lo trovammo in Germania. Andammo a prendere. Erano sì, in Italia ancora non ce n'era piccolo mulino fatto di legno con dentro queste pietre pietra immaginano lentamente ma sì, certo. Quindi teniamo anche un altro intermedio adesso. Poi ne prendemmo uno un po' piu' grandicello Perché nell'eventualità che succede qualcosa Noi abbiamo un'autonomia per la macinazione del grano e in solitudine isolata in No, non siamo isolati o tutte le mie vecchie celle qua Tutte le persone le mie che mi insegnano ancora oggi piccoli trucchi per la coltivazione, per la cucina, per gli impasti è poi siamo siamo sempre insomma in compagnia di gente che ci viene a trovare. Anzi, dobbiamo scegliere i momenti di stacco Addirittura ci sono momenti in cui diciamo no, abbiamo bisogno di stare con noi stessi, con la famiglia, con le bambine. E quindi fermiamo un attimo le visite dall'esterno Okay, rispetto a questo, dimmi, manca qualcosa rispetto a quello che può offrire che facciamo? No, no, intendo poche cose. Ehi, Sì, la verità in qui in casa ci sono anche parecchi libri, parecchi libri è insomma accumulati negli anni È mme, se ti devo dire proprio certe giornate sono talmente piene di cose, di esperienze e di di cose che succedono e che a cui mi interesso da un insetto che non conosco, che vedo per la prima volta a una pianta che giorno per giorno a tutto quello che devo curare nell'orto e intorno a casa perché oltre a mangiare bene, mi piace anche avere i fiori che sono per me nutrimento per l'anima e quindi non non ho questa mancanza, questa necessità. E poi ci sono comunque. Voglio dire, se possiamo, in qualsiasi parte del mondo non possiamo vederci un film, se vogliamo possiamo leggerci un libro. La tecnologia ci aiuta, no? L'ultima scoperta è stata quella dei libri digitali ehm che abbiamo regalato. Grazie. Sembra la nostra figlia, insomma, che ci hanno dato la possibilità di di aprirci esperienze contemporanee e stimoli per poter accedere a determinati contenuti è teniamo due figli che sono completamente diversa. Una molto fisica, poco selvatica. La prima, insomma, Anna Rita Molto, diciamo non li abbiamo mai comprato giocattoli a queste bambine hanno sempre giocato con pezzi di legno, con con pietre. Pensa che molti amici venivano, gli regalavano tutte le cose che hanno avuto i bambini cittadini, questi giocattoli di plastica con suoni e cose loro non sono mai interessate. Poi a un certo punto, abbiamo detto i nonni avevano regalato dei soldi. Avevano dei soldi da parte. Abbiamo detto va bene, decidete voi qualcosa che vi veramente desiderate. Può essere anche un dieci chili di cioccolata. Va bene. Voglio dire no, un desiderio è una cosa vostra. Decidete. Noi useremo questi soldi per realizzare e ci hanno chiesto Annarita, la prima, un libro digitale perché le piace tantissimo leggere con questo libro digitale. Possiamo avere il libro, insomma. E poi la antonia tappeto elastico e quindi ha avuto un mega tappeto elastico che poi quando vengono i bambini qui, insomma il centro e il polo attrattivo anche dei genitori. Noi pensavamo che capita al pane e cose che salvati che alla fine, quando viene qua il trampolino che lapis c'è la guerra che è diventata la piscina delle bambine acqua, il salto nel vuoto è questa la so delle bambine come la scuola, che è un argomento di cui vi occupate i modelli sono, oppure si fa ehm, a educare i bambini, se no il paziente tradizionale per la scuola. Abbiamo scelto di mandarli a scuola sin da piccole perché noi volevamo essere parte di questo posto e anche della comunità di questo posto non ci non ci siamo mai voluti solare e quindi da piccoli ne hanno cominciato a frequentare l'asilo. Eh è per anna rita il percorso è stato lineare, lei ama la scuola, si è trovata bene. Eh sì, è inserita. Antonio invece ha sempre sofferto questa clausura della scuola. Antonio, una bambina che deve saltare, deve correre, deve deve stare all'aria aperta a stare seduta in un banco tante ore. Per lei era doloroso e nonostante intelligentissima, come a detta di tutti gli insegnanti, però lei non riusciva a entrare nella logica di quel tipo di educazione. Stai sei ore seduta ad ascoltare e a scrivere, a copiare, a disegnare o fare. E quindi a un certo punto antonia cominciava a diventare triste a soffrire e questa cosa, insomma, ci ha portato a riflessioni altre. E allora perché non liberare Antonia da questa? Da questa esperienza e vedere che succede? E quindi da quest'anno quest'anno abbiamo scelto la formula della east dell'istruzione parentale che tra l'altro è è possibile in Italia farla? Basta fare una domanda alla scuola e i bambini poi se vogliono un percorso diciamo documentato, poi possono fare un esame alla fine dell'anno e fare il percorso scolastico da esterni. La prima cosa che abbiamo fatto è stato dare la possibilità ad Antonia, intanto, di riprendersi da questi anni di tristezza e quindi l'abbiamo lasciata libera di fare quello che più desiderava in questa libertà che inizialmente è sembrata caotica e agitata. Invece poi piano piano lei stessa ha trovato. Insomma, dopo che ha sfogato, ha trovato i suoi canali e ha cominciato a interessarsi al francese che a scuola era mediocre, è ha incominciato a interessarsi di astronomia e a chiedere di Hawking del buco nero. E quindi ad apprendere è Antonio apprende in modo altro Antonia ha imparato a cavalcare l'asino a guidarlo, non ad essere guidata. Perché Antonia saliva sul l'asino, ma il Papa la guidava e, cavalcando sulla si nella portandola al pascolo a farla mangiare, ha cominciato a progettare e ha progettato un carretto. Mamma, voglio fare un carretto e papà, ma io lo facevo quando ero piccolo, no, ma io lo voglio fare col legno con questo. Quindi applicazioni tecniche? No, Eh, fa l'orto pianta, pianta le piante. Adesso sta sta imparando e sta raccogliendo e studiando le proprietà delle erbe spontanee, le proprietà medicinali, oltreché alimentari di queste erbe. Le sta seccando perché vuole tra virgolette è guadagnarsi dei soldini per andare a un campo scuola che ha conosciuto grazie ad un'amica e vuole passarsi questo questa settimana lì. Se vuole pagare con i soldi del suo lavoro la ricerca Keller ve li raccoglie lei. Se la ricerca di un'autonomia ha una fiducia in se stessi per l'istituzione scuola in quanto tale, con le dovute eccezioni e con le due eccellenze che ci sono in ogni ambito istituzionale e lavorativo ed educativo però, che non favorisce molto l'autonomia di comportamento e di pensiero, siamo dei bambini che sono sempre bio diverse. Non si può pretendere di estendere un programma educativo e dei tempi di acquisizione no di determinate competenze, di determinate nozioni a tutti i bambini. Perché un po' sarebbe come come porre un compito a tre animali diversi, quelli di di prendere una banana c'e' posta in alto e c' è una scimmia, un pesce è un elefante che pure ci potrebbe arrivare con lo stesso tempo, con la stessa certezza e quindi il raggiungimento di una performance che chiaramente non può essere estensibile alla biodiversità culturale umana. Antonio a dodici anni sa cucinare, è prepara anche per ha preparato anche per dodici persone primo e secondo. Le piace sperimentare in cucina fa pasticcio enorme, però la lascio libera così lei crea, poi disegna molto col flauto da sola sta imparando un sacco di di canzoni, di musiche, gli amici, gli amici. Lei ha degli amici che ogni tanto vengono qua, ogni tanto va lei a trovarli. E poi vengono qui tanti bambini e quindi hanno la possibilità di interagire e interagiscono anche con persone di varie parti del mondo, non solo con con i paesani. Insomma ho corregionali. Ha una ricchezza di esperienze, insomma, che vanno molto oltre. Insomma le le delimitazioni, gli steccati della scuola tradizionale, così come esperita in Italia come come scuola pubblica tranne ripeto, tranne ripetere le dovute eccezioni, le eccellenze che sono presenti da quando abbiamo fatto questa scelta che abbiamo poi comunicato. Insomma i nostri amici, molti genitori, eh, sono venuti a chiederci ci hanno chiamato e hanno voluto parlare con noi per capire come anche loro possono fare, perché pare che sia sempre più insomma m' una difficoltà tanti bambini che hanno difficoltà nell'ambito scolastico classico tradizionale. E quindi insomma si è aperto anche un dialogo, uno scambio di esperienze con altri genitori con altre famiglie invece come come se beh, diciamo in genere viviamo in un tipo di società che organizza molto il tempo. Nel senso comunque non si sveglia mattina al lavoro delle carte. Come si organizza il tempo in un contesto come questo? La mattina, a seconda della stagione, cioè onorario, gli altri alzata d'inverno e alle sette d'estate. Alle cinque è Mme D'inverno. La prima cosa è la colazione, le galline, quindi badare gli animali, dar da mangiare agli animali e poi per portare una vita a scuola. E poi, a seconda della stagione ci sono i vari lavori. Poi ci sono giornate in cui riusciamo a fermarci, nonostante i lavori che ci sono da fare e a dedicarci a persone. Insomma, ha relazioni umane e spesso ci incontriamo con dei vicini per il piacere di stare insieme, di suonare e di ballare è cerchiamo di ricavarci spazi, insomma anche al di là del lavoro. Perché poi questa vita è se ti ti ti ti ti dà spazio, ti lascio spazio, spazio per la musica, spazio per per, per riflettere, spazio per dedicarti agli altri. Non hai da timbrare i cartellini, non abbia passare tante ore nel traffico. Siamo scollo Cathy, nonostante la la fatica no dei campi. Comunque c' è una serenità, una rilassatezza anche delle dei tempi. Poi ci sono momenti in cui certe cose vanno fatte e si fanno pero'. Poi esiste una ragione al mondo per cui torneresti a vivere in una città, ma si' niente ragione, potrebbero essere le nostre figlie se ci dovessero chiedere appoggio in tal senso, però ti devo dire che lo farei con con fatica, perché ho vissuto in città per tanti anni. Però mi riuscirebbe difficile pensare di stare dentro una scatola di cemento dopo, dopo aver avuto questi spazi di verde così grandi proprio fisicamente. Io in una macchina quando vado a trovare qualche amico che stai in un palazzo a un certo punto ha come già smania, capito? Mi manca il fatto di uscire fuori, tenere il terreno sotto i piedi, di poter di poter fare una pipi' all'aperto come giudice senza avere la l'impegno di centrare sempre il vaso. Ci mancano se cosa fondamentale, insomma, fatto di uscire fuori e vedere le stelle è vedere. Stamattina parlavamo di percettivo, hai capito? Oramai le persone che abitano in ambienti urbani sono abituati. Anche il momento della visione e relativo a piccoli spazi e chiaramente anche tutte le funzioni che sono collegate al momento della percezione visiva. Influenza? No in maniera diversa, i comportamenti anche. Infatti la prima cosa che facciamo mentre prendiamo il caffè usciamo fuori, guardiamo la terra, guardiamo il cielo é l'ultima cosa della sera è quello di guardare il cielo di vedere se nuvoloso, se ci sono le stelle, se si vede la luna, se la luna piena se lo calante su internet e la fate anche Booking volete si'? È che tanti anni fa mi ricordo dieci o più. Avevamo le bambine piccole, sentivamo l'esigenza di una mano di aiuto di qualche giovane e vennero dei ragazzi. Ci parlavano di questa associazione e abbiamo letto lo statuto e ci è piaciuto. E le regole base. Diciamola l'idea la filosofia di questa cosa andava verso anche il nostro tipo di idea, dello scambio, della della solidarietà, eccetera. E così ci siamo iscritti. Abbiamo avuto tanti ragazzi in tutto il mondo, abbiamo avuto esperienze belle. Molti di questi ragazzi sono rimasti in contatto con noi. Ci scriviamo, ci sentiamo, ci raccontiamo quello che succede nel tempo. Molti di loro tornano a trovarci domani ne verrà una di queste e alcuni ragazzi hanno cambiato la loro prospettiva e sono tornati in città e non non sono tornati al loro vecchio, a quello che facevano prima, ma hanno cercato invece di andare nelle campagne, di fare insomma di cambiare il loro modo di essere mm-hm e aiuto. E a volte si dà, a volte si riceve é uno scambio, invece noi abbiamo finito. Il che parlare del polo del grano cos'è come è nata questa iniziativa? Anche se non è un'esperienza. Insomma, qui diciamo come fatto, ci fa piacere comunque parlarne in quanto ne facciamo parte attiva. Ne siamo parte attiva è è un'esperienza comunitaria che è nata a Caselle in Pittari, grazie all'azione di giovani che hanno deciso di investire parte della loro vita nel posto dove si è nati. È alla ricerca di come rendere contemporanei comportamenti sociali ed agricoli in un determinato territorio. Un padre del clan o che è nato come un momento scusami, io devo un attimo ricevere gli ospiti e quindi il pa il palio. Posso andare quindi questa grande intuizione di riattualizzare un confronto, un po', questi momenti competitivi, sempre presenti all'interno di una comunità. Canalizzare le tensioni è fare in modo che sfogano in maniera ludica attenzione sempre esistenti, all'interno di una comunità all'interno delle relazioni comunitarie in questo momento ludico che è partito come una gara di mietitura che coinvolgeva i vari rioni di Caselle in Pittari, all'inizio in una gara di mietitura e poi alla fine era un pranzo condiviso, collettivo, suoni, balli, insomma, momenti molto belli che però, insomma avevano principalmente una con una connotazione di tipo rievocativo e folkloristico. È di quello che era un'identità che apparteneva al passato e si iniziò a pensare a come questo momento di incontro e di confronto e di scontro anche potesse essere invece generatore di una propulsione per il futuro. E quindi, come è far scaturire da questi momenti di confronto e di festa, ha dei momenti che potessero servire a generare un'immaginazione di quello che poteva essere un futuro probabile, auspicabile. È da vivere in questi territori rispetto ai contenuti della ruralità che si è iniziato a percepire come un fatto vivo e contemporaneo. Quindi uno dei primi cambiamenti è stato quello poi di A d. Di sostituire ai grani modificati geneticamente con i quali che si seminavano per fare la gara è dei grandi antichi che era un'espressione più di un'identità territoriale e poi, dopo altri avvenimenti molto importanti che sono successi quali l'avvicinamento a questi, a questi momenti di di altre energie provenienti da da altre esperienze legate al mondo della comunicazione legate al mondo, dell'innovazione in senso lato rappresentate da da esperienze che sono maturate anche da ragazzi laureati in scienze della comunicazione che si occupavano di storytelling riguardo quello che succedeva nelle campagne. Piano piano C' è stata una fitta tessitura di collaborazione anche con la neonata esperienza collettiva di Lula Lab, che ci ha aiutato ed influenzato nel raccontare quello che stava succedendo nelle campagne del Cilento, che era una riappropriazione di momenti legati alla produzione dei beni essenziali, come quello del grano che fornisce pane, farina che tutti quanti consumiamo tutti i giorni e quindi alla ridefinizione di come potesse un bene così prezioso. Rigenerare i rapporti sociali è legati poi alla produzione materiale e come potesse essere recuperata il momento faber ed il momento immaginativo di di questi posti di di questi territori. E quindi il fatto di coniugare questi due questi due momenti è stato fondamentale e alla alla ritualità di del Padre del grano si è aggiunto questo momento di comunicazione e di formazione interna che è stato campi di grano che ha chiamato a raccolta un po'. Tutte le intelligenze, i sogni di molti ragazzi e anche di non più giovani interessate a determinate tematiche e di come di questi tempi si potesse fare innovazione civica e sociale in un territorio da sempre percepito come arretrato e come territorio di confino e di confine culturale, determinando a una un passaggio di percezione e di auto percezione, è che possa dare, che ha dato luogo a anche a un momento di conio, di nuovi alfabeti, di di comunicazione da grani antichi siamo passati a grani antichi del futuro. E quindi in questo senso, volendo dare anche, come dire, una connotazione di contemporaneità che è un aggettivo, insomma, che non sono stato, che a me interessa particolarmente e quindi includendo in questi momenti di alfabetizzazione rurale dei momenti proprio di formazione. Come coltivare bene questi grani antichi, le tecniche di panificazione, le tecniche di molitura, come comunicare Questo che stava succedendo, insomma, è stata la collaborazione di molte di molte competenze, la messa in rete di molte competenze e abbiamo scoperto che moltissimi giovani e moltissime persone sono interessate a questi contenuti e sono venuti insomma le nostre terre cilentana, tramite anche ai a questi compara raggi che sono stati esperiti. Una grandiosa è lungimirante idea dei ragazzi della pro loco di caselle in Pittari, in particolare di Antonio pellegrino, al quale mi sono onorato di dare un piccolo contributo. È nella definizione di che cosa era un combo raggio contemporaneo, nel senso che ad ogni rione del paese, anche per stemperare un po', la bellicosi that in senso buono rionale fra le varie parti del paese, abbiamo associato un paese dei dintorni, un paese vicino. Ogni rione era associato con rafano, con Laurino, in modo da creare anche un momento di comunicazione allargato fra le varie comunità del del Cilento, in cui il grano no no. E questi momenti di autoproduzione dell'essenzialità e dei germogli che hanno sempre innervato le relazioni umane nel Cilento potesse significare un momento di comunicazione. Questo ha dato anche nuova energia questa cosa, perché la arrivo dei compari vicini di paese ha dato un motivo di orgoglio i paesani e quindi si sono rinnovate. Capito, la voglia di continuare a fare questa gara è perché se ci si incontra una volta all'anno ci si riunisce e si sta vicini, si fa festa, poi propulsivo della della cooperativa sociale Terra di resilienza che ha iniziato a intravedere. È a costruire intorno a questi ragionamenti, poi dei comportamenti oggettivi e materiali in agricoltura legati alle eticità, alla alla condivisione del momento agricolo e quindi l'agricoltura non più vista solamente come fatto, diciamo, legato alla fatica, come era percepita dai nostri nonni e come era difficile comunicarla anche a un giovane che volesse approcciarsi a questi momenti legati a una nuova agricoltura. E quindi si è cominciato a lavorare sulla materialità e su quello che poteva essere il racconto di questa nuova materialità legate ai comportamenti in agricoltura che devono essere necessariamente ispirati al recupero di tutta quella di quella che era la sapienza contadina preindustriale è che vedeva i contadini del Sud Italia e di tutte le parti del mondo impegnati alla preservazione della fertilità del terreno in quanto c' era la consapevolezza che l'anno dopo, sullo stesso terreno comunitario o di o di proprietà, poteva essere possibile potesse essere possibile il fatto di poter in qualche modo nutrire la famiglia, mentre negli ultimi anni l'italia i terreni, erano diventati momenti legati all'imprenditoria agricola che pensava principalmente come ricavare reddito dall'agricoltura un poco per stornare insomma il campo e liberare il campo. Da questa questa percezione di quello che era il momento agricolo abbiamo iniziato a lavorare sulla percezione e sulla possibilità di raccontare in maniera diversa quello che di questi tempi può essere l'esperienza nelle campagne. Ma che si' allora cosa chiediamo a tutti? A entrambi cos'è per voi tale cambia, non non noi, non il concetto generale. Se vi diciamo italia che cambia cosa cosa pensiamo? Non noi ah ehm vada no domanda in magna rese pensate realmente anche per forza deve essere una cosa positiva. Va bene quando penso al cambiamento che sta avvenendo un po' lento è che però è inesorabile. Un'inevitabile si è innescato, eh e andrà avanti. Sicuramente penso che ci sono tante realtà in cammino, tante realtà che che erano isolate fino a qualche tempo fa e che adesso hanno trovato sia dei momenti di incontro non virtuali sia nelle tecnologie contemporanee dei momenti di comunicazione legati all'utilizzo della rete informatica. Eh? E per quanto riguarda la mia percezione personale rispetto a un cambiamento auspicabile che è un atto che c'è in atto, è noto solamente che c' è un po' di lentezza, un po' di accomodamento. Su alcuni i cambiamenti che ritengo essenziali essere esperiti nella quotidianità. Noi stiamo cambiando tutto quello che c'è intorno cambia, ma un poco lentamente. Ma come è giusto che sia, anche d'altronde ehm io penso ai giovani é che sono quelli che dovranno insomma portare avanti questo cambiamento e che si avviano a questo, a questo discorso che ci chiedono sostegno è che devo trovare insomma la il coraggio e la forza di di poter rispondere a tutti e di poterli sostenere uno per uno e soprattutto di rispondere anche a noi stesse. E loro ci danno anche in cambio. È l'opportunità di continuare a studiare, a capire, ad approfondire e ricercare. Certo, finalmente quali sono le azioni da mettere in campo? Basta, grazie, grazie a voi.