italian
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E io, che non ho mai desiderato di veder Dio più di quanto desideri ardentemente che lo veda lui, ti porgo tutte le mie preghiere e prego che siano sufficienti, affinché tu dissolva in lui ogni velo di mortalità con le tue preghiere a Dio, cosicché gli venga mostrata la suprema beatitudine
E io, che mai per mio veder non arsi più ch’i’ fo per lo suo, tutti miei prieghi ti porgo, e priego che non sieno scarsi, perché tu ogne nube li disleghi di sua mortalità co’ prieghi tuoi, sì che ‘l sommo piacer li si dispieghi
Io vedo bene, padre mio, che il tempo avanza velocemente verso di me per darmi un colpo tale, che è tanto più grave quanto più uno si abbandoni ad esso
Ben veggio, padre mio, sì come sprona lo tempo verso me, per colpo darmi tal, ch’è più grave a chi più s’abbandona
Ma poiché il lampo cessa non appena è venuto, mentre quello persisteva e diventava sempre più splendente, fra me e me dicevo: 'Di che può trattarsi'
Ma perché ‘l balenar, come vien, resta, e quel, durando, più e più splendeva, nel mio pensier dicea: 'Che cosa è questa'
e la Santa Chiesa raffigura con aspetto umano gli arcangeli Gabriele e Michele, e l'altro che guarì Tobia
e Santa Chiesa con aspetto umano Gabriel e Michel vi rappresenta, e l’altro che Tobia rifece sano
Non si comportava con la solita leggiadria, non indossava le perle e le ghirlande e i vestiti per la festa, non rideva e cantava e non parlava con la sua voce così dolce.
Deposta avea l'usata leggiadria, le perle e le ghirlande e i panni allegri e 'l riso e 'l canto e 'l parlar dolce umano.
Ma se le opere che sono frutto della mia cultura classica mi daranno fama dopo la morte, tale fama sarà di breve durata, effimera come il vento.
Ma se 'l latino e 'l greco parlan di me dopo la morte, è un vento.
pertanto approvo la tua opinione, che la natura umana non fu mai perfetta né mai lo sarà come in quelle due persone
sì ch’io commendo tua oppinione, che l’umana natura mai non fue né fia qual fu in quelle due persone
Così le impronte sulla neve si sciolgono al sole
Così la neve al sol si disigilla
e in seguito inizia a formare gli organi adatti alle ricezioni sensibili delle quali è origine
e indi imprende ad organar le posse ond’è semente
Sentendo che le verdi ali fendevano l'aria, il serpente fuggì e gli angeli se ne andarono, volando insieme alle loro sedi
Sentendo fender l’aere a le verdi ali, fuggì ‘l serpente, e li angeli dier volta, suso a le poste rivolando iguali
E lui a me:
Ed elli a me:
intorno a lui c'era il grande re Assuero, sua moglie Ester e il giusto Mardocheo, che fu così integro nelle parole e nelle azioni
intorno ad esso era il grande Assuero, Estèr sua sposa e ‘l giusto Mardoceo, che fu al dire e al far così intero
non aveva parte del corpo che non tremasse
non avea membro che tenesse fermo
Proseguendo, io dico che assai prima di giungere ai piedi dell'alta torre, i nostri occhi andarono alla sua cima e videro che qualcuno vi aveva posto due fiammelle, mentre un'altra torre più lontana, tanto che si poteva scorgere a malapena, aveva risposto
Io dico, seguitando, ch’assai prima che noi fossimo al piè de l’alta torre, li occhi nostri n’andar suso a la cima per due fiammette che i vedemmo porre e un’altra da lungi render cenno tanto ch’a pena il potea l’occhio tòrre
Ascolta quello che ti dirò, se vuoi saziarti, e aguzza la tua mente sulle mie parole
Piglia quel ch’io ti dicerò, se vuo’ saziarti, e intorno da esso t’assottiglia
Dunque parla con esse e credi a tutto quello che sentirai
Però parla con esse e odi e credi
Fratello mio, guarda e ascolta
Frate mio, guarda e ascolta
Dunque, questo Cielo tra ogni Cielo e la sua intelligenza angelica
Dunque costui che tutto quanto rape l’altro universo seco, corrisponde al cerchio che più ama e che più sape: per che, se tu a la virtù circonde la tua misura, non a la parvenza de le sustanze che t’appaion tonde, tu vederai mirabil consequenza di maggio a più e di minore a meno, in ciascun cielo, a sua intelligenza
in modo tale che Giove, di colore argenteo, risaltava del loro splendore dorato
sì che Giove pareva argento lì d’oro distinto
E poi vedrai coloro che sono contenti di subire pene, perché sperano un giorno di raggiungere i beati del Paradiso
E vederai color che son contenti nel foco, perché speran di venire quando che sia a le beate genti
Il maestro disse:
Disse ’l maestro:
E lui a me:
Ed elli a me:
e ciò che fa la prima fanno anche le altre, addossandosi a lei se essa si ferma, semplici e mansuete, e non sanno il motivo
e ciò che fa la prima, e l’altre fanno, addossandosi a lei, s’ella s’arresta, semplici e quete, e lo ‘mperché non sanno
e voglio anche che tu creda per certo che sotto l'acqua ci sono anime che sospirano, e fanno gorgogliare la superficie dell'acqua, come puoi vedere ovunque volgi lo sguardo
e anche vo’ che tu per certo credi che sotto l’acqua è gente che sospira, e fanno pullular quest’acqua al summo, come l’occhio ti dice, u’ che s’aggira
e il dolce maestro iniziava a dire
e ‘l dolce duca incominciava
Si può ben ritenere superiore quanto vuole, perché è la donna più bella che si possa trovare e fra le altre appare come un sole luminoso, riuscendo a eclissarle con grande facilità, giacché ha in sé fascino, atteggiamenti avvenenti, saggezza, affabilità e bellezza somma.
Ben si pò tener alta quanto vòle, ché la plu bella donna è che si trove ed infra l'altre par lucente sole e falle disparer a tutte prove: ché 'n lei èno adornezze, gentilezze, savere e bel parlare e sovrane bellezze.
mostrateci da quale parte si va più rapidamente alla scala
mostrate da qual mano inver’ la scala si va più corto
e io pensai, mentre salivo, di acquistare vantaggio grazie alle sue parole
e io pensai, andando, prode acquistar ne le parole sue
Dove sono il buon Lizio e Arrigo Mainardi
Ov’è ‘l buon Lizio e Arrigo Mainardi
E i raggi solari ci colpivano in pieno viso, poiché noi giravamo intorno al monte e procedevamo dritti verso occidente, quando io mi sentii abbagliare da un fulgore molto più intenso di prima ed ero stupito da quel fenomeno che non mi spiegavo
E i raggi ne ferien per mezzo ‘l naso, perché per noi girato era sì ‘l monte, che già dritti andavamo inver’ l’occaso, quand’io senti’ a me gravar la fronte a lo splendore assai più che di prima, e stupor m’eran le cose non conte
la seconda aveva le carni e le ossa che sembravano fatte di smeraldo verde
l’altr’era come se le carni e l’ossa fossero state di smeraldo fatte
allora, tremando, strinsi di più le cosce
ond’io tremando tutto mi raccoscio
Io vidi Firenze con queste e altre famiglie in una tale pace, che non c'erano ragioni di pianto o di lutto:con queste famiglie vidi il popolo fiorentino così glorioso e giusto che il giglio non era mai trascinato nella polvere con l'asta rovesciata, né per divisioni interne era ancora diventato rosso
Con queste genti, e con altre con esse, vid’io Fiorenza in sì fatto riposo, che non avea cagione onde piangesse: con queste genti vid’io glorioso e giusto il popol suo, tanto che ‘l giglio non era ad asta mai posto a ritroso, né per division fatto vermiglio
Non appena smisi di parlare, risuonò nel cielo un canto dolcissimo, mentre la mia donna diceva insieme agli altri beati:
Sì com’io tacqui, un dolcissimo canto risonò per lo cielo, e la mia donna dicea con li altri:
Li trovai qui quando caddi in questo dirupo, e da allora non si sono più mossi, né credo che si muoveranno mai più
Qui li trovai, e poi volta non dierno, quando piovvi in questo greppo, e non credo che dieno in sempiterno
Forse sono in serbo per te tempi migliori per le tue pene d'amore.
Forse ancor ti serva amore ad un tempo migliore.
Maria corse in fretta alla montagna
Maria corse con fretta a la montagna
Michele Zanche non era ancora arrivato nella Bolgia dei Malebranche, dove bolle la viscosa pece, che questi lasciò il diavolo al suo posto e così un suo complice che fece con lui il tradimento
Nel fosso sù de’ Malebranche, là dove bolle la tenace pece, non era ancor giunto Michel Zanche, che questi lasciò il diavolo in sua vece nel corpo suo, ed un suo prossimano che ’l tradimento insieme con lui fece
Domandando, indovinò il mio desiderio di sapere, così che la mia sete si spense un poco nella speranza di una risposta
Sì mi diè, dimandando, per la cruna del mio disio, che pur con la speranza si fece la mia sete men digiuna
ora voglio che tu pensi all'altro, che corre al bene in modo sbagliato
or vo’ che tu de l’altro intende, che corre al ben con ordine corrotto
E io glielo spiegai
E io li sodisfeci al suo dimando
così che la roccia, che faceva da perizoma dalla cintola in giù, mostrava tanto del suo corpo che tre Frisoni sovrapposti avrebbero avuto difficoltà a raggiungere i suoi capelli
sì che la ripa, ch’era perizoma dal mezzo in giù, ne mostrava ben tanto di sovra, che di giugnere a la chioma tre Frison s’averien dato mal vanto
Certo gli disse solo 'Seguimi'
Certo non chiese se non ‘Viemmi retro’
Tanto che pare che non esista più alcuna roccia che non abbia imparato anch'essa ad amare laura come la amo io.
Non fia in voi scoglio omai che per costume d'arder co la mia fiamma non impari.
qui regna un'eterna primavera e ogni frutto
qui primavera sempre e ogne frutto
La prima di coloro di cui vuoi avere notizie,
La prima di color di cui novelle tu vuo’ saper
Lasciaci andare, poiché il cielo vuole che io mostri a qualcun altro questo arduo cammino
Lascian’andar, ché nel cielo è voluto ch’i’ mostri altrui questo cammin silvestro
voglio che tu creda che dall'altra parte il fiume abbassa progressivamente il fondale, finché raggiunge il punto dove i tiranni gemono
voglio che tu credi che da quest’altra a più a più giù prema lo fondo suo, infin ch’el si raggiunge ove la tirannia convien che gema
Un arco ti mandi dal cielo una saetta che veloce ti colpisca: che se ponesse fine alla tua vita noiosa, anche se non ottenessi altro, questo mi basterebbe per gioire e festeggiare.
Arco da cielo te mandi angosciosa saetta che te fenda, e sïa presta: che se fenisse tua vita noiosa, avrei, senz'altr'aver, gran gio' e festa.
Allora io, che ero rivolto al mare dove sfocia il Tevere, fui benevolmente accolto da lui
Ond’io, ch’era ora a la marina vòlto dove l’acqua di Tevero s’insala, benignamente fu’ da lui ricolto
Egli iniziò:
El cominciò:
Dov'è Beatrice
Ov’è Beatrice
Sotto di esso trionfarono, da giovani, Scipione e Pompeo
Sott’esso giovanetti triunfaro Scipione e Pompeo
L'assetto religioso della montagna non può sentire nulla che sfugga al suo ordine, o che sia fuori del consueto
Cosa non è che sanza ordine senta la religione de la montagna, o che sia fuor d’usanza
Come all'annuncio di fatti dolorosi il viso di chi ascolta si turba, da qualunque parti lo assalga il pericolo, così io vidi l'altra anima, che ascoltava con attenzione, turbarsi e rattristarsi, dopo che ebbe sentito quelle parole
Com’a l’annunzio di dogliosi danni si turba il viso di colui ch’ascolta, da qual che parte il periglio l’assanni, così vid’io l’altr’anima, che volta stava a udir, turbarsi e farsi trista, poi ch’ebbe la parola a sì raccolta
Ma trascorse poco tempo fra i due momenti, intendo dire dell'attesa e del vedere il Cielo che si rischiarava sempre di più
Ma poco fu tra uno e altro quando, del mio attender, dico, e del vedere lo ciel venir più e più rischiarando
Egli cominciò:
Cominciò elli:
poi, pieno di sospetto e crudele d'ira, staccò il mostro dall'albero e lo trascinò via per la selva, tanto che fu solo quella a impedirmi di vedere la prostituta e la nuova belva
poi, di sospetto pieno e d’ira crudo, disciolse il mostro, e trassel per la selva, tanto che sol di lei mi fece scudo a la puttana e a la nova belva
Trae lo sguardo da un essere simile per natura, così da far sembrare certo il piacere
De simil, tragge, complessione sguardo che fa parere, lo piacere, certo.
Perciò, quando Piccarda esprime quel concetto, parla della volontà assoluta, mentre io parlo di quella relativa
Però, quando Piccarda quello spreme, de la voglia assoluta intende, e io de l’altra
L'aria, l'acqua e la terra sono attraversate dall'amore.
L' aria e l' acqua e la terra è d' amor piena.
La nostra capacità di comprendere non fu mai così elevata e non ci fu mai concessa tanta grazia, per quanto conoscenza adeguata ne possiamo avere.
Non fu sì alta già la mente nostra e non si pose 'n noi tanta salute, che propriamente n'aviam conoscenza.
O Dio, tu li abbellisci così
O Eliòs che sì li addobbi
Io dissi:
diss’io:
La sua bellezza non può essere raccontata con le parole, tanto da apparire il punto di riferimento di ogni virtù, tanto da essere assunta dalla bellezza stessa come punto di riferimento.
Non si poria contar la sua piagenza, ch' a le' s'inchin' ogni gentil vertute e la beltate per sua dea la mostra.
La forma e la materia, unite fra loro e pure, crearono degli esseri che non avevano imperfezioni, come tre saette vengono scoccate da un arco con tre corde
Forma e materia, congiunte e purette, usciro ad esser che non avia fallo, come d’arco tricordo tre saette
Ma per quanto essa senta il rimprovero e pensi di tornare verso la via del bene, la consuetudine a vivere nella passione amorosa la spinge a perseverare.
Ma, perch' ell' oda e pensi tornare, il mal costume oltre la spigne.
Allora lei:
Ond’ella:
Alla nostra destra vidi una nuova angoscia, una nuova pena e nuovi diavoli frustatori di cui la I Bolgia era piena
A la man destra vidi nova pieta, novo tormento e novi frustatori, di che la prima bolgia era repleta
La Provvidenza, che in Cielo suddivide per ognuno gli incarichi, aveva posto silenzio al coro dei beati in ogni punto, quando io sentii:
La provedenza, che quivi comparte vice e officio, nel beato coro silenzio posto avea da ogne parte, quand’io udi’:
Affinché tu ti liberi da questi timori, ti dirò perché sono venuto qui e quello che sentii nel primo momento che provai per te dolore
Da questa tema acciò che tu ti solve, dirotti perch’io venni e quel ch’io ’ntesi nel primo punto che di te mi dolve
Quando arrivammo al quarto giorno, Gaddo si gettò davanti ai miei piedi, dicendo: "Padre mio, perché non m'aiuti"
Poscia che fummo al quarto dì venuti, Gaddo mi si gittò disteso a’ piedi, dicendo: "Padre mio, ché non mi aiuti"
che diavolo ti succede
qual diavol ti tocca
Le sue trasmutazioni non hanno tregua
Le sue permutazion non hanno triegue
Io gli credetti
Io li credetti
E come noi perdoniamo a ciascuno le offese subìte, anche tu perdona a noi, benevolo, e non guardare i nostri meriti
E come noi lo mal ch’avem sofferto perdoniamo a ciascuno, e tu perdona benigno, e non guardar lo nostro merto
Quel dannato lassù che soffre una pena più grave è Giuda Iscariota, che tiene la testa dentro le fauci di Lucifero e fa pendere fuori le gambe
Quell’anima là sù c’ha maggior pena è Giuda Scariotto, che ’l capo ha dentro e fuor le gambe mena
Poiché l'amore per la patria comune mi commosse, raccolsi i rami sparsi e li deposi alle radici dell'albero, dove l'anima era ormai spossata
Poi che la carità del natio loco mi strinse, raunai le fronde sparte, e rende’le a colui, ch’era già fioco
Quindi disse:
Indi spirò:
La giustizia ha fatto agire il mio alto Creatore: mi hanno costruito la potestà divina, la somma sapienza e il primo amore
Giustizia mosse il mio alto fattore: fecemi la divina podestate, la somma sapienza e ’l primo amore
mentre io gli rivolgevo tali parole, il dannato scalciava forte con entrambe le gambe, o perché adirato o per rimorso di coscienza
E mentr’io li cantava cotai note, o ira o coscienza che ’l mordesse, forte spingava con ambo le piote
Cantava come se fosse innamorata: era adornata, ed era bella a vedersi.
Cantava come fosse 'nnamorata et adornata, di tutto piacere.
allora dissi:
per ch’io dissi:
'Amate la giustizia' furono il verbo e il nome che apparvero per primi in tutta la figura
‘Diligite iustitiam’, primai fur verbo e nome di tutto ‘l dipinto
Ora prendi ammirazione per ciò che aggiungo: in seguito con Tito corse a vendicare la vendetta dell'antico peccato
Or qui t’ammira in ciò ch’io ti replìco: poscia con Tito a far vendetta corse de la vendetta del peccato antico
La lega e il peso di questa moneta
Assai bene è trascorsa d’esta moneta già la lega e ‘l peso
Io vedo come uno spirito alto gentile e di grande valore, che a lui appare e tutte le sue virtù fa fuggire.
I' veggo a luï spirito apparire alto e gentile e di tanto valore, che fa le sue vertù tutte fuggire.
infatti, dove la razionalità si unisce alla volontà malvagia e alla potenza fisica, le persone non possono difendersi in alcun modo
ché dove l’argomento de la mente s’aggiugne al mal volere e a la possa, nessun riparo vi può far la gente
E lui a me:
Ed elli a me:
Il dannato, morso, lo osservò senza dire nulla
Lo trafitto ’l mirò, ma nulla disse
Il mio maestro rispose:
rispuose ’l savio mio:
Ma dimmi: al tempo della vostra relazione, in che modo e in quali circostanze Amore vi concesse di conoscere i dubbiosi desideri
Ma dimmi: al tempo d’i dolci sospiri, a che e come concedette Amore che conosceste i dubbiosi disiri
Troppo grande dovrebbe essere il recipiente che contenesse tutto il sangue ferrarese e sarebbe stanco chi lo pesasse con precisione, il sangue che questo prete cortese spargerà per mostrare la sua fedeltà al suo partito
Troppo sarebbe larga la bigoncia che ricevesse il sangue ferrarese, e stanco chi ‘l pesasse a oncia a oncia, che donerà questo prete cortese per mostrarsi di parte
Ma dopo che ebbero trovato una via d'uscita attraverso la punta, facendola muovere come la lingua al loro passaggio, sentimmo dire:
Ma poscia ch’ebber colto lor viaggio su per la punta, dandole quel guizzo che dato avea la lingua in lor passaggio,udimmo dire:
Non avevo più fiato nei polmoni quando fui arrivato in alto, al punto che non potevo proseguire oltre, anzi, mi sedetti non appena arrivai
La lena m’era del polmon sì munta quand’io fui sù, ch’i’ non potea più oltre, anzi m’assisi ne la prima giunta
Chi mi ha negato l'accesso alla città dolente
Chi m’ha negate le dolenti case
ma a perderci di più saranno gli appaltatori
ma più vi perderanno li ammiragli
Tu sei stato di là finché io sono disceso
Di là fosti cotanto quant’io scesi
poi rispose:
poscia rispuose:
A te sia un tormento la sete per cui ti si crepa la lingua, e l'acqua marcia che ti fa gonfiare a tal punto il ventre davanti agli occhi
E te sia rea la sete onde ti crepa la lingua, e l’acqua marcia che ’l ventre innanzi a li occhi sì t’assiepa