{"correct_option": 4, "explanations": {"1": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "2": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "3": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "4": {"exist": true, "char_ranges": [[0, 224]], "word_ranges": [[0, 32]], "text": "Anche se altri disturbi emorragici possono presentare un tempo di tromboplastina prolungato, in base all'intensità della lesione, al sesso e all'anamnesi familiare del bambino, la diagnosi più probabile è quella di emofilia."}, "5": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}}, "full_answer": "Anche se altri disturbi emorragici possono presentare un tempo di tromboplastina prolungato, in base all'intensità della lesione, al sesso e all'anamnesi familiare del bambino, la diagnosi più probabile è quella di emofilia.", "full_answer_no_ref": "Anche se altri disturbi emorragici possono presentare un tempo di tromboplastina prolungato, in base all'intensità della lesione, al sesso e all'anamnesi familiare del bambino, la diagnosi più probabile è quella di emofilia.", "full_question": "Un bambino di 18 mesi, con un programma vaccinale completo fino ad oggi, ha consultato il pronto soccorso per un gonfiore al ginocchio destro dopo aver giocato al parco, senza traumi evidenti. Nell'anamnesi, la madre riferisce che un suo zio ha avuto problemi simili. L'esame ecografico è compatibile con un'emartrosi e all'esame analitico spicca solo un allungamento dell'APTT di 52'' (normale 25-35''). Qual è l'ipotesi diagnostica più probabile?", "id": 190, "lang": "it", "options": {"1": "Sindrome di Marfan.", "2": "Malattia di Von-Willebrand.", "3": "Malattia di Ehlers-Danlos.", "4": "Emofilia A.", "5": "Malattia di Bernard-Soulier."}, "question_id_specific": 94, "type": "PEDIATRIA", "year": 2013, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "wiki20220301en187_33100", "title": "Bollettino della Vittoria", "score": 0.014213242368582173, "content": "A similar bulletin was never drafted for the air forces since they were part of the Aeronautical Service, a department destined to the Royal Italian Army aircraft: the Royal Air Force, the third armed force of the Kingdom of Italy, was established only in 1923, after the end of the war. Text Italian Comando Supremo, 4 Novembre 1918, ore 12 La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta. La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso ottobre ed alla quale prendevano parte cinquantuno divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una cecoslovacca ed un reggimento americano, contro settantatré divisioni austroungariche, è finita."}, {"id": "pubmed23n1137_1437", "title": "[Prevalenza di ipotiroidismo nei pazienti sottoposti a emodialisi presso un ospedale generale di Ahvaz.]", "score": 0.01086578348722066, "content": "Riassunto. Obiettivo. Lo scopo di questo studio trasversale è determinare la prevalenza dell'ipotiroidismo tra i pazienti in emodialisi (ED) e i suoi potenziali fattori di rischio. Metodi. Sono stati raccolti dati demografici e di laboratorio [vale a dire, livelli sierici di tireotropina (TSH), anticorpi anti-perossidasi tiroidea (anti-TPO)] di 117 pazienti con MH. I dati sono stati analizzati da SPSS.V 26, quando necessario. Risultati. I pazienti avevano un'età media (DS) di 59,47±15,08 anni e il 66,7% (n=78) era di genere maschile. I livelli medi (DS) di TSH erano 2,56 (4,01) μIU/mL. L'ipotiroidismo subclinico (SCH) è stato definito come un livello di TSH >4,2 μIU/mL e FT4 normale. Quindici pazienti (12,80%) avevano SCH. Non c'era correlazione significativa tra ipotiroidismo ed età, genere e/o malattie sottostanti (p>0,05). Inoltre, tra i 15 pazienti con SCH, 1 paziente (6,7%) ha mostrato un risultato anti-TPO positivo mentre 14 pazienti (93,3%) hanno avuto un risultato anti-TPO negativo. Conclusione. Data la notevole prevalenza dell'ipotiroidismo nei pazienti con ED, lo screening di routine della funzione tiroidea in questa popolazione di pazienti può aiutare a ridurre i tassi di complicanze e mortalità attraverso una diagnosi precoce e un intervento tempestivo."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009900990099009901, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. 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Quedamos Como Amigos 8. Sufro Tu Ausencia 9. Las Nubes 10. Desolacion"}, {"id": "pubmed23n1059_7363", "title": "Contributi scientifici in memoria di Antonio Fusco.", "score": 0.00980392156862745, "content": "Come si leggerà nell'Introduzione della sezione propriamente scientifica del Volume, il presente testo nasce dalla volontà e, soprattutto, dall'esigenza culturale di omaggiare il fu Prof. Antonio Fusco. Un debito scientifico ed umano che trova il suo locus naturale in questa prima parte del testo stesso, cui farà poi seguito la parte propriamente scientifica. In siffatta parentesi dovuta per le ragioni appena menzionate, il lettore, l'amico o l'allievo dell'opera del Prof. Fusco potranno trovare un suo sintetico Curriculum Vitae, correlato da una specifica ed accurata prosa, svolta dal già Magnifico Rettore Carlo Cipolli; il quale, oltre che evidenziare, ricordando, i meriti del collega oramai scomparso, aggiunge alsuo scritto un elemento che sarebbe imprescindibile a non trasformare lo stesso in una mera sequenza di parole: l'amicizia e l'affetto per un amico che, oramai, non c'è più. A fine lettura, evidente risuonerà il fatto che la vita di ognuno, se mossa dalla passione per ciò per cui si è predisposti cognitivamente e psicologicamente, può essere ricca di riconoscimenti, riconoscenze e soddisfazioni che, lungi dal divenire un cuscino di allori su cui adagiarsi, per una mente creativa come quella del Prof. Fusco hanno funto solo da motivazioni ad agire instancabilmente guardando sempre al futuro. Il lavoro di una vita che, materialmente, è sancito da un supporto poco più di cm 25x15: una targa. Una materialità evidente che, con grande commozione e riconoscenza, è stata affissa il 25 ottobre 2019 sull'aula fronte l'Aula Magna del Campus \"La Folcara\", a testimonianza che quello spirito creativo in continua evoluzione non si ferma; non si arresta neppure con la fine biologica di chi lo ha \"posseduto\". Rimangono le opere ed il pensiero del Prof. Fusco e restano gli affetti. A tal proposito, il lettore troverà una breve e sentita sezione su Testimonianze; coloro i quali hanno avuto modo, nell'arco della vita accademica ed umana, personale, di Fusco di conoscerlo. Ecco, allora, che i ricordi saranno i veri protagonisti di questa parentesi. Dopo di ciò, prima dei contributi prettamente scientifici dei lavori, tenutisi in occasione del Convegno Internazionale Psicologia, Arte, Letteratura. 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Si passerà, infine, al volume tradizionalmente inteso."}, {"id": "wiki20220301en127_49750", "title": "La Renga discography", "score": 0.00980392156862745, "content": "|--- |La Renga (1998)1. \"El Terco\"2. \"Tripa y Corazón\"3. \"Bien Alto\"4. \"El Hombre de La Estrella\"5. \"Vende Patria Clon\"6. \"El Rebelde\"7. \"Me Hice Canción\"8. \"Cuando Estés Acá\"9. \"El Twist del Pibe\"10. \"Reíte\"11. \"Ser Yo\" |--- |La Esquina del Infinito (1999)1. \"La Vida, Las Mismas Calles\"2. \"Motoralmaisangre\"3. \"Al Que He Sangrado\"4. \"Panic Show\"5. \"El Cielo del Desengaño\"6. \"Arte Infernal\"7. \"En El Baldío\"8. \"En Pie\"9. \"El Rey de La Triste Felicidad\"10. \"Estalla\"11. \"Hey Hey, My My\"12. \"Untitled\" |--- |Detonador de Sueños (2003)1. \"A Tu Lado\"2. \"Detonador de Sueños\"3. \"El Ojo del Huracán\"4. \"La Razón Que Te Demora\"5. \"Dementes En El Espacio\"6. \"Estado\"7. \"Las Cosas Que Hace\"8. \"Noche Vudú\"9. \"En Los Brazos del Sol\"10. \"Míralos\"11. \"El Rastro de La Conciencia\"12. \"Hielasangre\" |---"}, {"id": "pubmed23n1137_1438", "title": "[\"Nessuno vuole vedermi\": è una battaglia persa contro una malattia tropicale trascurata?]", "score": 0.009708737864077669, "content": "Riassunto. Le malattie tropicali trascurate (NTD) sono una serie di malattie che prosperano nelle comunità povere di risorse, in particolare nei climi tropicali. I fattori sociali, ambientali ed economici contribuiscono alla loro persistenza. La filariosi linfatica (LF), classificata come NTD in tutto il mondo, è una malattia parassitaria causata da vermi microscopici noti come microfilarie. I vermi adulti dimorano solo nel sistema linfatico degli esseri umani. Le zanzare trasferiscono la LF da persona a persona. Gonfiore di braccia, gambe e seno (linfedema) o dello scroto (idrocele) sono alcuni dei sintomi più gravi e dolorosi. La LF ha una grave influenza sia sulla salute mentale e sociale sia su quella fisica, e porta le persone a convivere con una deformazione, una debilitazione e uno stigma legati alla condizione di malattia. Di seguito descriviamo un caso clinico di un uomo con LF, alienato e umiliato dalla sua malattia. L'OMS ha avviato un'iniziativa globale per debellare la LF. Oltre alla somministrazione di trattamenti regolari, è stata posta uguale enfasi sull'apprendimento di come lavare e alzare gli arti colpiti, per aiutare a ridurre la gravità clinica e la progressione del disturbo."}, {"id": "pubmed23n0923_20493", "title": "Management della retinopatia diabetica e dell'edema maculare diabetico: linee guida \"Euretina 2017\".", "score": 0.009615384615384616, "content": "Si prevede che la malattia diabetica con tutte le sue complicanze avrà un forte aumento di incidenza con un grosso impatto socioeconomico nei prossimi decenni in tutto il mondo. Pertanto ben si comprende l'importanza di individuare attraverso una fine diagnostica quanto più precocemente la comparsa dei sintomi diabetici, migliorare lo stile di vita ed impostare cure efficienti. Riportiamo la serie di raccomandazioni EURETINA 2017, dei maggiori esperti in Europa per la gestione della malattia diabetica e delle complicanze della retina. 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Les signes cliniques et le bilan d'hémostase sont comparables à ceux de la maladie de Willebrand héréditaire, mais les patients atteints du SWa n'ont pas d'antécédents hémorragiques, personnels ou familiaux. Il s'agit le plus souvent de personnes âgées et ce sont les saignements cutanéomuqueux qui sont les plus fréquents. Parmi les affections sous-jacentes à l'origine de ce syndrome, les plus fréquentes sont les gammapathies monoclonales, les désordres lymphoprolifératifs, les maladies auto-immunes et les pathologies cardiovasculaires. L'apparition du SWa est liée soit à la présence d'auto-anticorps dirigés contre le facteur von Willebrand (vWF), neutralisant son activité ou accélérant sa clairance, soit à une protéolyse augmentée, soit à une destruction mécanique en présence de forces de cisaillement élevées, soit à une adsorption sur des cellules tumorales ou des plaquettes activées. Le diagnostic du SWa est compliqué du fait de la nécessité d'associer de multiples tests biologiques. La prise en charge thérapeutique est basée sur le traitement de la pathologie sous-jacente et la prévention des saignements."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.009523809523809525, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. 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Tel est l'avenir prochain, que renferme ce petit livre.\" The last lines of this quotation, expressing Alain's public thought regarding antisemitic hatred and nazism, deserve attention: \"Then [when enlightened men have formed the \"Spinoza party\", the \"jewish party\"] without fight, nazism, fascism and all other kinds of despotism will be defeated and malevolence will be properly powerless, as it is actually (for"}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.009433962264150943, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "wiki20220301en564_29436", "title": "Le jour et la nuit (opera)", "score": 0.009433962264150943, "content": "Act II Entr'acte – Romance \"Laisse-moi rallumer, ma belle\" (Miguel) Sérénade-bouffe \"En toute circonstance\" (les cornettes) Couplets \"Voyez, elle est charmante\" (Manola) Chansons du Romarin \"Ma mèr' m'a dit\" (Manola), chanson du Fourniment \"Y avait un' fois un militaire\" (Manola) Chanson-duo \"Un rossignol tencontre une fauvette\" (Manola, Béatrix) Chorus – \"Puisqu'il parait que le grand prince\", Ensemble \"O moment suprême! Couplets \"Les Portugais sont toujours gais\" (Calabazas, Chorus) Ensemble du parasol \"Qu'on m'apporte mon parasol\" (Calabazas) Mélodie \"J'ai vu le jour dans le pays\" (Manola-Calabazas) Scène \"Vous savez charmer les serpents\" (Calabazas, Manola) Chanson indienne \"Le serpent dort sur la mousse (Manola) Couplets-Duetto \"Adieu donc, Prince charmant\" (Miguel-Manola) Finale II: \"On appelle\" (all)"}, {"id": "pubmed23n0932_1180", "title": "[La combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) nel trattamento del carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia: le notizie sulla mia morte sono state esagerate?]", "score": 0.009345794392523364, "content": "Riassunto. L'analisi è stata condotta al fine di valutare l'effetto sia sulla sopravvivenza globale (OS) sia sulla sopravvivenza libera da progressione di malattia (PFS) della chemioterapia di combinazione in prima linea per il carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia. La presente analisi è limitata agli studi randomizzati controllati (RCT) di fase III. Successivamente è stata applicata la European Society for Medical Oncology Magnitude of Clinical Benefit Scale (ESMO-MCBS) agli RCT di fase III analizzati per ricavare uno score relativo all'entità del beneficio clinico ottenuto per ciascun RCT. Sono state calcolate inoltre le differenze in termini di PFS tra i diversi bracci di trattamento rapportandole con i costi dei farmaci necessari per ottenere il beneficio di PFS. La nostra analisi ha valutato 11 RCT di fase III, per un totale di 4572 pazienti. Combinando i costi della terapia con la misura dell'efficacia espressa dalla PFS, è stato ottenuto un costo di 74,12 euro (€) per mese di vita guadagnato in termini di PFS con la combinazione di 5-fluorouracil, leucovorin, irinotecan e oxaliplatino (FOLFIRINOX), 90,14 € per la combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) e 4708,7 € per la combinazione di nab-paclitaxel e gemcitabina. Da questo punto di vista riteniamo che l'utilizzo delle \"vecche chemioterapie di combinazione\" (per es., GEMOX) non dovrebbe essere completamente abbandonato, ma valutato sul singolo paziente, sulla base di diversi fattori (età, ECOG PS, comorbilità, carico di malattia), al fine di ottenere una reale \"tailored therapy\"."}, {"id": "wiki20220301en161_12020", "title": "José Antonio de Gaztañeta", "score": 0.009345794392523364, "content": "He was promoted to Lieutenant General in 1720 and was made head of the Spanish treasure fleet. During the Anglo-Spanish War (1727) he guided the fleet through the British blockade of Puerto Bello, consisting of the fleets of Admirals Hosier and Wager. On his safe arrival in Spain King Philip V of Spain awarded him with a great deal of money, but shortly after, Gaztañeta died suddenly on February 5, 1728, in Madrid. Gaztañeta married twice. Cosme Damián de Churruca y Elorza is a relative. Works Arte de fabricar reales. Norte de la navegación hallado por el cuadrante de reducción. (1696) Cuadrante geométrico universal para la conversión esférica a los planos, aplicado al arte de navegar. (1697) Proporción de las medidas arregladas a la construcción de un bajel de guerra de setenta codos de quilla. (1712) Proporciones de las medidas más esenciales para la fábrica de nuevos navíos y fragatas de guerra. (1720) References Well-known people from Mutriku"}, {"id": "pubmed23n0999_17549", "title": "[Bevacizumab e altri farmaci. Attività e sicurezza degli agenti anti-VEGF nel carcinoma ovarico.]", "score": 0.009259259259259259, "content": "Riassunto. L'angiogenesi svolge un ruolo importante sia nei tessuti epiteliali normali sia in quelli maligni. Negli ultimi anni questo fenomeno è stato ampiamente studiato in oncologia sperimentale e clinica perché ci sono evidenze che sia coinvolto nella diffusione e nella diffusione metastatica del carcinoma ovarico. Il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (vascular endothelial growth factor - VEGF) è l'attore principale nel meccanismo di angiogenesi e svolge un ruolo strategico nella proliferazione e migrazione delle cellule neoplastiche, con un impatto significativo sulla sopravvivenza e sull'outcome clinico. Secondo quanto emerge da molti studi sperimentali e clinici, le nostre conoscenze sulla biologia dell'angiogenesi e del VEGF sono aumentate portando allo sviluppo farmacologico di specifici agenti in grado di targeting VEGF. Questo nuovo campo di indagine offre agli scienziati l'opportunità di testare nuove possibilità terapeutiche nei pazienti con carcinoma ovarico con nuovi agenti mirati. Il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF umanizzato, è stato il primo farmaco anti-VEGF scoperto ed è usato oggi per il trattamento di diversi tumori solidi. Negli ultimi anni questo agente è stato ampiamente testato nei pazienti con carcinoma ovarico, mostrando un'attività clinica interessante e un profilo di tossicità tollerabile sia nelle pazienti giovani sia in quelle anziane. Il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel e successivamente utilizzato come agente singolo, è indicato per il trattamento del carcinoma epiteliale dell'ovaio di stadio III o IV, tuba di Falloppio o carcinoma peritoneale primario dopo iniziale resezione chirurgica. Il bevacizumab è anche usato per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico epiteliale ricorrente e resistente al platino, delle tube di Falloppio o dal tumore peritoneale primario che hanno ricevuto non più di 2 regimi precedenti di chemioterapia. Inoltre, il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel o con carboplatino e gemcitabina (e usato come agente singolo), è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma epiteliale dell'ovario sensibile al platino, tuba di Falloppio o tumore peritoneale primario. Le linee guida più accreditate suggeriscono quando bevacizumab deve essere usato nel trattamento del carcinoma ovarico avanzato e ricorrente. Altri agenti anti-VEGF, come gli inibitori della tirosin-chinasi del recettore VEGF (VEGFR), sono stati ampiamente testati nel carcinoma ovarico e molti altri sono in corso di studi al fine di testare la loro attività e sicurezza rispetto a bevacizumab. Gli agenti anti-VEGF e gli inibitori di PARP svolgono oggi un ruolo strategico nel trattamento del cancro ovarico con agenti mirati in associazione con la chemioterapia e la chirurgia in un'ottica multidisciplinare e personalizzata."}, {"id": "wiki20220301en378_21974", "title": "Sérgio Pereira Couto", "score": 0.009259259259259259, "content": "Evangelho de Judas e Outros Mistérios A História Secreta de Roma Seitas Secretas Maçonaria Para Não-Iniciados Dossiê Hitler A Incrível História da Bíblia Desvendando o Egito Os Segredos do Nazismo Segredos e Lendas do Rock'''A Extraordinária História da ChinaCódigos e Cifras – da Antiguidade à Era ModernaSegredos da CabalaAs Dez Sociedades Mais Influentes da HistóriaSociedades Secretas: IlluminatiOs Segredos das Investigações CriminaisHitler e os Segredos do Nazismo vols. 1 e 2Segredos da BruxariaAlmanaque das GuerrasDecifrando o Símbolo PerdidoManual de Investigação ForenseDesvendando a MaçonariaDossiê John Lennon2012 X NostradamusArquivos Secretos do VaticanoO Homem Que Previa o FuturoAlmanaque das Sociedades SecretasWikiLeaks: Segredos, Informações e Poder'' (with José Antonio Domingos)"}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.009174311926605505, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "wiki20220301en437_13279", "title": "Bamboleo (band)", "score": 0.009174311926605505, "content": "Discography Te Gusto O Te Caigo Bien? 1996 Bis Music Despegue 00:20 Te Extrañaré (Si supieras) 05:26 Te Gusto O Te Caigo Bien 05:59 Circúlame 04:19 Bamboleo Y Melaza 04:28 Flor Perdida 06:40 Extraña Sensación 03:32 La Soledad 05:14 Bemba Colorá (Kimbara Kimbara) 04:27 Inmadura 05:29 Pinceladas Propuestas Despegue 00:21 Yo No Me Parezco A Nadie 1998 Ahí Namá Opening estudio 10 Yo no me parezco a nadie Si no hablaras tanto Amor sin traspaso Tu y yo, una misma cosa Pelicula vieja Cuentales Mirando al cielo Con un canto en el pecho Ya No Hace Falta 1999 Ahí Namá Opening 02:51 Ya No Hace Falta 06:30 Se La Fue La Mano 06:33 El Protagonista 06:08 Recapacita 04:19 La Tremenda El Manisero 05:33 Candil De Nieve 05:21 El Pillo 07:05 Lo Mio 04:48 Lo Que Quiero Es Bamboleo 04:51 Ya No Hace Falta - Radio Version 04:30"}, {"id": "pubmed23n0885_1888", "title": "[Assessment of a project for integrated management of care given to patients with type-2 diabetes in the Local Health Authority 21 of Legnago (Veneto Region, Northern Italy) in the period 2010-2012].", "score": 0.00909090909090909, "content": "OBIETTIVI: descrivere, nella ASL 21 di Legnago (VR), l'andamento di alcuni indicatori sanitari tra il 2009, anno precedente all'avvio di un progetto triennale per la gestione integrata dell'assistenza al paziente con diabete mellito di tipo 2, e il 2012, ultimo anno del progetto. DISEGNO: studio longitudinale trasversale ripetuto. SETTING E PARTECIPANTI: tutti i pazienti diabetici di tipo 2 della ASL 21, identificati nei database aziendali (in base a esenzioni per patologia, accessi al servizio diabetologico, consumo di farmaci antidiabetici e strisce per la determinazione della glicemia) e nelle cartelle cliniche dei medici di famiglia. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: numero di test diagnostici e di follow-up erogati, consumo di farmaci, prestazioni specialistiche, accessi al pronto soccorso, ricoveri e mortalità. RISULTATI: nonostante un calo generalizzato (-3,1%) nei test erogati dalla ASL 21 ai suoi assistititi nel periodo 2009-2012, l'analisi ha documentato un marcato aumento per gli esami previsti nella gestione del diabete, quali curve da carico glicemico (+104,3%), emoglobina glicata (+19,0%) e microalbuminuria (+296,1%). I soggetti identificati come diabetici sono aumentati da 8.084 nel 2009 (5,2%) a 9.221 nel 2012 (5,9%). Sono stati osservati aumenti nella prevalenza di pazienti visitati presso un servizio diabetologico (dal 22,6% al 39,0%), nonché negli utilizzatori di metformina (dal 28,0% al 37,5%), insuline (dal 13,5% al 18,3%) e incretine (dall'1,4% al 9,0%). Il consumo di sulfaniluree è, invece, calato (dal 49,9% al 40,8%), come anche l'erogazione di alcune prestazioni specialistiche, gli accessi al pronto soccorso e i ricoveri, mentre il tasso di mortalità è rimasto stabile (29,6 decessi x1.000/anno). CONCLUSIONE: durante il periodo di implementazione del progetto sembra essersi verificato un aumento della sensibilità diagnostica e una maggiore presa in carico del paziente diabetico. Anche se la natura osservazionale dello studio non consente di dimostrare una relazione causa-effetto, i risultati sembrano supportare l'ipotesi che la gestione integrata della patologia migliori l'appropriatezza dell'assistenza."}, {"id": "wiki20220301en240_7937", "title": "Los Creadorez", "score": 0.00909090909090909, "content": "2006-Libres 1. Pueblito De Villa-Alfredo Ramírez 2. Payaso Loco-Patrulla 81 3. Leña Verde-La Autoridad De La Sierra 4. Quisiera Ser Una Lágrima-Alfredo Ramírez 5. Los Laureles-Patrulla 81 6. Que Lastima-Alfredo Ramírez 7. Cuando Se Fue-Los Horóscopos De Durango 8. Ingratos Ojos Míos-Alfredo Ramírez 9. Siempre Que Te Vas-Banda Lamento Show De Durango 10. Si Yo También Te Engañara-Isabela 11. Que Le Vaya Bien-Conjunto Matador 12. Quisiera Ser Una Lagrima-Pop Versión Alfredo Ramírez 2007-Recio, Recio Mis Creadorez 1. Cada Vez Que Pienso En Ti “Amor Perdoname” 2. Quiero Ver Tus Ojos (ft. Hector Montemayor) 3. Jesusita En Chihuahua 4. Visite A Mi Padre 5. Homenaje Duranguense 6. El Preso 7. Paloma Palomita 8. La Santísima Muerte 9. El Circo 10. Extrañando Mi Terre 11. Te Pido Que Te Quedes 12. El Abandonado 13. Que Levante La Mano 14. Cada Vez Que Pienso En Ti “Amor Perdoname”-Norteño Version 2007-Corridos, Rancheras Y Más... 1. Por Quien Me Dejas 2. El Perro Negro"}, {"id": "pubmed23n1029_21329", "title": "Principi di farmacodinamica e farmacocinetica nello switch tra antipsicotici: focus su cariprazina.", "score": 0.009009009009009009, "content": "Cariprazina {RGH-188; trans-N- [4- [2- [4- (2,3-diclorofenil) piperazin-1-il] etil] cicloesil] -N_, N_-dimetilurea cloridrato} è un antipsicotico atipico di nuova generazione, con un originale profilo farmacodinamico e farmacocinetico. Cariprazina ha due metaboliti attivi, uno dei quali ha un'emivita di 1-3 settimane, che è la più lunga di qualsiasi antipsicotico atipico, con emivita effettiva funzionale totale (cariprazina più due metaboliti) di 7 giorni. Il farmaco mostra un'affinità che è circa 10 volte più alta per i recettori D3 che per D2 (rispettivamente pKi 10,07 e 9,31). L'affinità per D3 è superiore all'affinità della stessa dopamina. Cariprazina mostra inoltre un'elevata affinità per i recettori 5-HT2B (pKi 9,24), con antagonismo puro. Cariprazina è un agonista parziale e ha un'affinità significativa, ma inferiore all'affinità per D3, sui recettori 5-HT1A (pKi 8,59). Agendo su D3 e 5-HT1, cariprazina migliora i sintomi negativi, l'anedonia e i deficit cognitivi. L'affinità per i recettori 5-HT2A (pKi 7,73), H1 (pKi 7,63) e 5-HT2C (pKi 6,87) è inferiore, così come minori sono le affinità per i recettori adrenergici, istaminergici e colinergici, recettori che sono spesso responsabili di effetti collaterali. Grazie al profilo di tollerabilità (sicurezza cardiovascolare, bassa probabilità di dare sedazione e iperprolattinemia, basso rischio metabolico), insieme alla sua peculiare efficacia sui sintomi negativi e alla sua lunga emivita, che spesso migliora la scarsa aderenza, cariprazina è un candidato valido per il passaggio da un antipsicotico inefficace (o parzialmente efficace, con particolare riferimento ai sintomi negativi), poco tollerato, o assunto con una scarsa aderenza. Questo articolo esamina le caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche di cariprazina e discute le loro implicazioni in termini di identificazione dei pazienti che possano beneficiare di un passaggio a cariprazina, e della migliore strategia per completare lo switch con successo."}, {"id": "pubmed23n0674_6972", "title": "[Von Willebrand disease: diagnostic and treatment dilemmas].", "score": 0.009009009009009009, "content": "Von Willebrand disease (VWD) is the most common hereditary bleeding disorder, characterized by skin and mucosaL bleeding in most of the cases. In the Western world, the approximate number of bleeding VWD patients is 6.9 to 17 million. The disease is represented by several types with specific treatment for each type. Diagnosis can be troublesome and, therefore, n order to prevent bleeding complications, a professional clinical/laboratory team is required."}, {"id": "pubmed23n0885_1883", "title": "[Ecological study on the mortality of residents in Manfredonia (Apulia Region, Southern Italy) from 1970 to 2013].", "score": 0.008928571428571428, "content": "OBIETTIVI: valutare lo stato di salute della popolazione residente nel comune di Manfredonia dal 1970 al 2013. DISEGNO: analisi descrittiva dell'andamento temporale della mortalità generale, per gruppi di cause, dal 1970 al 2013. SETTING E PARTECIPANTI: i dati di mortalità e le popolazioni residenti sono di fonte Istat. Sono state esaminate 55 cause di decesso. Le analisi sono disaggregate per sesso e periodo. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: sono stati elaborati i rapporti standardizzati di mortalità (SMR%), con i rispettivi intervalli di confidenza al 90% (IC90%), e i tassi di mortalità standardizzati col metodo diretto (TSD ). RISULTATI: lo stato di salute misurato dal tasso di mortalità per tutte le cause migliora nel tempo: i TSD passano da 92 x10.000 negli anni 1970-1974 a 52 x10.000 nel biennio 2012-2013 negli uomini, da 70 x10.000 a 39 x10.000 nelle donne. Tuttavia, rispetto alla media regionale Manfredonia perde progressivamente il suo vantaggio, passando da -20% a -10% negli uomini, e da -20% a +1,5% nelle donne. Questo andamento è molto evidente per il complesso delle cause cardiovascolari, mentre i tumori maligni sono in generale nella media regionale. Nell'ultimo periodo disponibile per causa di decesso (2006-2011), la mortalità per infarto miocardico è stata più alta della media regionale (uomini: +35%; donne: +54%). I rapporti standardizzati di mortalità (SMR) mostrano tra gli uomini valori in crescita, in particolar modo rispetto al riferimento provinciale, con un eccesso a cominciare dal periodo 2006-2011 (22 decessi/anno e 19 attesi; SMR%: 117,2; IC90% 101,1-135,2; riferimento: provincia di Foggia). Anche tra le donne gli SMR% superano i riferimenti provinciali negli ultimi periodi esaminati (nel 2012-2013: 7 decessi/ anno e 4,2 attesi; SMR%: 116,4; IC90% 97,0-260,7; riferimento: provincia di Foggia). CONCLUSIONI: la mortalità a Manfredonia è diminuita in misura minore rispetto a quella osservata nei riferimenti provinciali e regionali. Il vantaggio che si osservava negli anni Sessanta si è, infatti, ridotto nel tempo, fino ad annullarsi negli ultimi anni. Dal 1970, Manfredonia ha progressivamente perso il vantaggio che aveva. Dagli anni Duemila, la mortalità per infarto del miocardio è in eccesso sulla media regionale e provinciale. Da casi documentati in letteratura si osserva che le popolazioni che sperimentano catastrofi di origine naturale o antropica possono fronteggiare un aumento di patologie cardiovascolari. La mortalità per tumore polmonare mostra un eccesso sulla media regionale, in particolare provinciale, a cominciare dal 2000, coerentemente con i tempi di latenza legati all'esposizione ad arsenico negli anni Settanta."}, {"id": "wiki20220301en163_34530", "title": "Spasell", "score": 0.008928571428571428, "content": "EL «PATER NOSTER» IN SPASELL Masett che stanziê in la creuggia di salvestri, ch'el vost oden s'ingalmissa, ch'el stanzia el nost bosin piatt,che se rusca quel che vu tubèsora i masett de la luscia, quant in quella di sciatt.Refilên el sbêg de stobold, e che no va stanzien nippa in del scimêe i nost lenarii, come anch'el nost'oden szabolda ai olter ghielma;Fêen taruscia la schigna che ne rusca el Naja de Tameu.Per tagiorala no lassên sciobigà in nient de loffi.A M E N.Some Spasell words in Classical Milanese orthography:"}, {"id": "pubmed23n0999_17555", "title": "Terapia cognitivo-comportamentale per giovani ad alto rischio di un primo episodio di psicosi: un trial randomizzato controllato.", "score": 0.008849557522123894, "content": "Scopo. Nell'ultimo ventennio l'interesse di ricercatori e clinici nella prevenzione di disturbi psicotici è cresciuto notevolmente. Gli studi internazionali su strategie a favore di giovani \"ad alto rischio di un primo episodio di psicosi\" sono ancora in numero ridotto, mentre in Italia risultano del tutto assenti. Oltre a manifestare sintomi psicotici sotto-soglia, questa popolazione di frequente riporta un compromesso funzionamento. La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) è la strategia di prima linea, ma si rileva in letteratura l'importanza di studi su ulteriori misure di esito, quali il funzionamento. Il presente studio ha valutato se un protocollo di TCC modulare riducesse il rischio di un primo episodio psicotico in un gruppo di giovani ad alto rischio a post-trattamento e follow-up rispettivamente di 6 e 14 mesi a confronto con trattamento di supporto psicologico di routine ( treatment as usual). Metodi. Cinquantotto partecipanti (età media=25,51, 67,20% maschi) che soddisfacevano criteri per stati mentali a rischio alla Comprehensive Assessment of At-Risk-Mental States sono stati randomizzati a TCC o treatment as usual. Il protocollo di TCC ha incluso 30 sedute settimanali. Risultati. Nel gruppo TCC, il numero di giovani che ha sviluppato un primo episodio psicotico a follow-up è stato inferiore (n=4, 10,30%) a quello del gruppo di controllo (n=8, 27,60%), sebbene tale differenza sia risultata di significatività marginale [Log rank test χ2(1)= 3,66, p=0,05]. I giovani con funzionamento baseline più alto hanno ottenuto maggiori benefici al di là del tipo di percorso. Conclusioni. Anche nel contesto italiano, la TCC sembra efficace e promettente nel prevenire un primo episodio psicotico in giovani con stato mentale a rischio."}, {"id": "pubmed23n0326_16313", "title": "[Willebrand disease].", "score": 0.008849557522123894, "content": "Von Willebrand disease is the most frequent congenital bleeding tendency (1%). The moderate form is the most common (around 80%). It must consistently be investigated prior to any surgery because of a real risk of bleeding during or after the procedure. Once the diagnosis is made, the indication of DDAVP has to be examined in order to make the best therapeutic choice in case of surgery or severe bleeding."}, {"id": "pubmed23n1111_261", "title": "[Michelangelo COVID hotel in Milan (Northern Italy): analysis of a hospitality experience in time of Coronavirus].", "score": 0.008771929824561403, "content": "Il \"progetto Michelangelo\" è nato dall'esigenza di rallentare la diffusione dei contagi da SARS-CoV-2 e alleggerire il carico a livello ospedaliero. Inizialmente, la maggior parte degli ospiti dell'hotel Michelangelo di Milano erano pazienti dimessi dagli ospedali con test molecolare ancora positivo che non avevano la possibilità di restare in isolamento domiciliare. Ben presto, però, il progetto è stato esteso e circa un ospite su quattro era un adulto/nucleo familiare in condizioni di grave disagio economico o sociale o una persona senza fissa dimora. Inoltre, la maggior parte degli ospiti era di nazionalità non italiana: persone che, a causa di barriere linguistiche, legali, culturali e sociali, hanno trovato maggiore difficoltà ad avere un rapido accesso ai servizi sanitari. Il \"progetto Michelangelo\" non ha solo contribuito a ridurre il sovraffollamento degli ospedali, ma è stato di supporto ai servizi rivolti al contrasto della grave marginalità."}, {"id": "wiki20220301en478_11876", "title": "Alphonse Teste", "score": 0.008771929824561403, "content": "Traité homoeopathique des maladies aigues et chroniques des enfants, by Dr Alph. Teste. (Paris, J.B. Baillière etc., 1850) Systématisation pratique de la matiëre médicale homoeopathique par A. Teste. (Paris, J. -B. Baillière; Lond., H. Baillière etc., 1853). Bekenntnisse eines Magnetiseurs. (1855) Comment on devient homoeopathe. (1865)"}, {"id": "pubmed23n1029_21334", "title": "Esperienze di switch a cariprazina in pazienti affetti da schizofrenia con ricorrenze.", "score": 0.008695652173913044, "content": "Nel trattamento a lungo termine dei pazienti affetti da schizofrenia, il problema delle ricadute di malattia è di fondamentale rilevanza clinica e tuttora dibattuto. Una possibile strategia di intervento, in caso di riacutizzazione, è quella dello switch da un farmaco antipsicotico a un altro. Sarebbe utile, in questo senso, avere a disposizione molecole in grado di garantire uno stato di remissione clinica persistente nel tempo. Fra queste è possibile senz'altro considerare cariprazina, un farmaco di recente introduzione, dotato di un profilo d'azione unico rispetto agli altri antipsicotici, sia tipici che atipici."}, {"id": "pubmed23n1116_18036", "title": "[Anatomy variant of the papillary muscles as a cause of mitral regurgitation. Case report of a parachute-like asymmetric mitral valve]", "score": 0.008695652173913044, "content": "Introducción: La válvula mitral en paracaídas-like es una anomalía congénita caracterizada por una disposición asimétrica de los músculos papilares, siendo las pruebas de imagen cardiaca son el procedimiento de elección tanto para el diagnóstico anatómico como para realizar la valoración funcional de este tipo de anomalía estructural. Caso Clínico: Paciente con cuadro de descompensación hemodinámica en el cual se diagnóstica de manera incidental de una valvulopatía mitral en forma de paracaídas-like. Los hallazgos de imagen por ecocardiografía transtorácica y resonancia magnética ponen de manifiesto la presencia de 2 músculos papilares, ambos con inserción en segmento lateral apical confirmando una válvula mitral asimétrica con similitud a su morfología en paracaídas. Discusión: La válvula mitral en paracaídas es una anomalía congénita poco común constituyente en la presencia de dos músculos papilares siendo uno de ellos más elongado y adherido al velo mitral de forma contigua, mostrándose en algunos casos pequeñas cuerdas tendinosas asociadas. Puede presentar una evolución benigna siendo un hallazgo casual o asociarse a repercusión hemodinámica valvular como el caso presentado. Conclusión: La válvula mitral en paracaídas-like es una anomalía congénita caracterizada por una disposición asimétrica de los músculos papilares, siendo su evolución muy variable, pudiendo pasar desapercibida o afectando de forma significativa a la mecánica valvular."}, {"id": "pubmed23n0885_1889", "title": "[Evaluation of mercury exposure in populations living near the industrial Augusta Bay (Sicily Region, Southern Italy)].", "score": 0.008620689655172414, "content": "OBIETTIVI: valutare e quantificare l'esposizione umana al mercurio (Hg) ed esplorare i fattori chiave che influenzano la contaminazione nelle popolazioni residenti in prossimità della Rada di Augusta, un'area a elevato rischio ambientale a causa degli effetti degli sversamenti incontrollati di Hg da parte di uno dei più grandi impianti cloro-soda d'Europa. DISEGNO: un campione di residenti nei comuni di Augusta, Priolo e Melilli (Sicilia orientale) è stato selezionato per lo studio di biomonitoraggio umano. Un questionario dettagliato è stato somministrato a ogni partecipante per raccogliere informazioni anagrafiche sulle abitudini di vita e alimentari. I livelli di Hg in sangue e capelli, usati come traccianti di esposizione a metilmercurio, sono stati messi in relazione al consumo di pesce locale. Il contenuto di Hg nelle urine è stato utilizzato per esplorare eventuali esposizioni atmosferiche a Hg inorganico. Una regressione lineare multivariata è stata applicata con l'obiettivo di esplorare i fattori che influenzano l'esposizione umana al Hg. L'approccio tossicocinetico è stato impiegato al fine di calcolare la dose settimanale provvisoria tollerabile ( provisional tolerable weekly intake, PTWI) e di predire le concentrazioni di Hg attese nel sangue degli individui con una dieta alimentare basata esclusivamente su pesce locale. 224 individui residenti nei comuni di Augusta, Melilli e Priolo. RISULTATI: eccessi di Hg sono stati misurati nel sangue e nei capelli del campione considerato. I più alti livelli sono stati rilevati ad Augusta, dove anche il consumo di pesce locale risulta maggiore. I valori di dose settimanale tollerabile provvisoria (PTWI) calcolati eccedono, nella maggior parte dei casi, le raccomandazioni internazionali, specialmente nei residenti ad Augusta. CONCLUSIONI: gli elevati livelli di Hg registrati nei campioni di sangue e capelli derivano, con ogni probabilità, dal consumo di pesce locale. Rispetto ad Augusta, gli individui di Priolo e Melilli subiscono un impatto più limitato. L'esposizione a Hg inorganico può essere considerata trascurabile."}]}}}} {"correct_option": 2, "explanations": {"1": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "2": {"exist": true, "char_ranges": [[186, 314]], "word_ranges": [[32, 58]], "text": "la risposta meno dannosa è la 2. 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Fra queste è possibile senz'altro considerare cariprazina, un farmaco di recente introduzione, dotato di un profilo d'azione unico rispetto agli altri antipsicotici, sia tipici che atipici."}, {"id": "pubmed23n0999_17549", "title": "[Bevacizumab e altri farmaci. Attività e sicurezza degli agenti anti-VEGF nel carcinoma ovarico.]", "score": 0.009900990099009901, "content": "Riassunto. L'angiogenesi svolge un ruolo importante sia nei tessuti epiteliali normali sia in quelli maligni. Negli ultimi anni questo fenomeno è stato ampiamente studiato in oncologia sperimentale e clinica perché ci sono evidenze che sia coinvolto nella diffusione e nella diffusione metastatica del carcinoma ovarico. Il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (vascular endothelial growth factor - VEGF) è l'attore principale nel meccanismo di angiogenesi e svolge un ruolo strategico nella proliferazione e migrazione delle cellule neoplastiche, con un impatto significativo sulla sopravvivenza e sull'outcome clinico. Secondo quanto emerge da molti studi sperimentali e clinici, le nostre conoscenze sulla biologia dell'angiogenesi e del VEGF sono aumentate portando allo sviluppo farmacologico di specifici agenti in grado di targeting VEGF. Questo nuovo campo di indagine offre agli scienziati l'opportunità di testare nuove possibilità terapeutiche nei pazienti con carcinoma ovarico con nuovi agenti mirati. Il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF umanizzato, è stato il primo farmaco anti-VEGF scoperto ed è usato oggi per il trattamento di diversi tumori solidi. 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Inoltre, il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel o con carboplatino e gemcitabina (e usato come agente singolo), è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma epiteliale dell'ovario sensibile al platino, tuba di Falloppio o tumore peritoneale primario. Le linee guida più accreditate suggeriscono quando bevacizumab deve essere usato nel trattamento del carcinoma ovarico avanzato e ricorrente. Altri agenti anti-VEGF, come gli inibitori della tirosin-chinasi del recettore VEGF (VEGFR), sono stati ampiamente testati nel carcinoma ovarico e molti altri sono in corso di studi al fine di testare la loro attività e sicurezza rispetto a bevacizumab. Gli agenti anti-VEGF e gli inibitori di PARP svolgono oggi un ruolo strategico nel trattamento del cancro ovarico con agenti mirati in associazione con la chemioterapia e la chirurgia in un'ottica multidisciplinare e personalizzata."}, {"id": "pubmed23n0243_4656", "title": "[Plasma levels of anti-epileptic drugs. Evaluation of determinations carried out in the years 1978-1979].", "score": 0.009900990099009901, "content": "The results of 701 determinations of antiepileptic drug plasma concentrations administered to 190 patients are described. It has been possible to reduce the number of prescribed drugs to 1.55 per patient, so that only 8.1% of subjects takes three or more drugs while 53% is on monotherapy. The use of the measurement of AEDs plasma concentrations resulted very useful: a) when Phenytoin (PHT) is prescribed; b) in epileptic children; c) when the patient takes two or more drugs; d) to evaluate the compliance. A significant increase (p less than 0.01) of the level/dose ratio of Phenobarbital (PB) when PHT is in, or over, the therapeutic range was observed, while at plasma concentrations of PHT below 10 micrograms/ml it does not influence the metabolism of PB."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.00980392156862745, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n0561_1103", "title": "[Evaluation of drug efficacy].", "score": 0.00980392156862745, "content": "The therapeutic value of drugs is currently assessed by the \"commission de la transparence\" (transparency committee), which since January 2005 has reported to the Haute autorité de santé (high health authority). After a drug is authorized for sale, this committee evaluates its therapeutic value, or more precisely, interest, taking into account other drugs already on the market to treat the same disease and the position of the drug expected in the overall therapeutic strategy of the concerned disease. The committee uses scientific methodology to determine the level of \"expected medical service\" and also evaluates the advantages that the new drug instead of this drug is expected to provide compared with other drugs for the same indication. The public health contribution of the drug is one of the criteria considered. A new methodology and clarification of its definition make it possible to assess this with precision. Quantification of these criteria results in a score for the drug that determines whether or not it will be reimbursed by the national health insurance fund. This score also helps the drug economics committee determine a price for the drug (improvement of the expected medical service)."}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.009708737864077669, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "wiki20220301en293_12485", "title": "Classification of Pharmaco-Therapeutic Referrals", "score": 0.009708737864077669, "content": "García Olmos L. Análisis de la demanda derivada en las consultas de medicina general en España. Tesis doctoral. Madrid: Universidad Autónoma de Madrid; 1993. Garjón Parra J, Gorricho Mendívil J. Seguridad del paciente: cuidado con los errores de medicación. Boletín de Información Farmacoterapéutica de Navarra. 2010;18(3) Gérvas J. Introducción a las classificaciones en Atención Primaria, con una valoración técnica de los \"Consensos de Granada\". Pharm Care Esp. 2003; 5(2):98-104. Hospital Ramón y Cajal, Área 4 Atención Primaria de Madrid. Guía Farmacoterapéutica. Madrid; 2005. CD-ROM. Ley 29/2006, de 26 de julio, de garantías y uso racional de los medicamentos y productos sanitarios. BOE. 2006 julio 27; (178): 28122-65. Ley 41/2002, de 14 de noviembre, básica reguladora de la autonomía del paciente y de derechos y obligaciones en materia de información y documentación clínica. BOE. 2002 noviembre 15; (274): 40126-32."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009615384615384616, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0878_1064", "title": "[Administration d'anti-inflammatoires non stéroïdiens aux enfants ayant des antécédents de sibilance].", "score": 0.009615384615384616, "content": "Un enfant qui fréquente ma clinique s'est récemment fait une entorse à la cheville et il éprouve de la douleur et de la difficulté à supporter son poids sur la jambe affectée. Sa mère lui donne de l'acétaminophène parce qu'on lui a dit de ne jamais utiliser d'anti-inflammatoires non stéroïdiens (AINS) en raison de son asthme contrôlé par pharmacologie. L'asthme chez un enfant est-il une contre-indication à l'administration d'AINS? La maladie respiratoire exacerbée par les AINS existe-t-elle comme entité réelle? RÉPONSE: Les AINS sont des médicaments analgésiques et antipyrétiques efficaces. La maladie respiratoire exacerbée par des AINS a été décrite chez des adultes ayant certains facteurs de prédisposition, mais n'a pas été clairement identifiée chez un grand nombre d'enfants. Les AINS peuvent donc être recommandés aux enfants ayant une sibilance connue qui n'ont pas d'antécédents de maladie respiratoire déclenchée par des AINS."}, {"id": "pubmed23n0932_1180", "title": "[La combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) nel trattamento del carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia: le notizie sulla mia morte sono state esagerate?]", "score": 0.009523809523809525, "content": "Riassunto. L'analisi è stata condotta al fine di valutare l'effetto sia sulla sopravvivenza globale (OS) sia sulla sopravvivenza libera da progressione di malattia (PFS) della chemioterapia di combinazione in prima linea per il carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia. La presente analisi è limitata agli studi randomizzati controllati (RCT) di fase III. Successivamente è stata applicata la European Society for Medical Oncology Magnitude of Clinical Benefit Scale (ESMO-MCBS) agli RCT di fase III analizzati per ricavare uno score relativo all'entità del beneficio clinico ottenuto per ciascun RCT. Sono state calcolate inoltre le differenze in termini di PFS tra i diversi bracci di trattamento rapportandole con i costi dei farmaci necessari per ottenere il beneficio di PFS. La nostra analisi ha valutato 11 RCT di fase III, per un totale di 4572 pazienti. Combinando i costi della terapia con la misura dell'efficacia espressa dalla PFS, è stato ottenuto un costo di 74,12 euro (€) per mese di vita guadagnato in termini di PFS con la combinazione di 5-fluorouracil, leucovorin, irinotecan e oxaliplatino (FOLFIRINOX), 90,14 € per la combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) e 4708,7 € per la combinazione di nab-paclitaxel e gemcitabina. Da questo punto di vista riteniamo che l'utilizzo delle \"vecche chemioterapie di combinazione\" (per es., GEMOX) non dovrebbe essere completamente abbandonato, ma valutato sul singolo paziente, sulla base di diversi fattori (età, ECOG PS, comorbilità, carico di malattia), al fine di ottenere una reale \"tailored therapy\"."}, {"id": "pubmed23n0658_5440", "title": "[A rational drug prescription based upon the therapeutic process].", "score": 0.009523809523809525, "content": "The main goal of the pharmacology is to benefit to the patient through a rational process of drug selection similar to that is carried out for the diagnosis procedure of diseases. Pharmacology is a complex discipline that comprises different sections, pharmacokinetics, pharmacodynamics, pharmacometrics, clinical pharmacology, therapeutics, toxicology and pharmacogenetics. The therapeutic process has four different stages, pharmaceutical, pharmacokinetics, pharmacodynamics and therapeutics, whose right knowledge is the basis for the development and prescription of more effective and safer drugs to the patients."}, {"id": "pubmed23n0966_6421", "title": "Frazione polifenolica del bergamotto per il trattamento della sindrome metabolica nella schizofrenia: uno studio pilota.", "score": 0.009433962264150943, "content": "Introduzione. La frazione polifenolica del bergamotto (BPF) ha dimostrato di possedere buona efficacia nel trattamento dei pazienti affetti da sindrome metabolica (SM) e pertanto potrebbe rappresentare una strategia promettente nel trattamento degli effetti collaterali indotti da antipsicotici di seconda generazione (SGA) in soggetti schizofrenici in trattamento con tali farmaci. Materiali e metodi. A 15 pazienti schizofrenici in trattamento stabilizzato con SGA e 15 soggetti di controllo non affetti da patologie psichiatriche, che presentavano valori ematici di colesterolo totale compresi tra 200 e 239 mg/dl, è stato somministrato un integratore contenente BPF (1000 mg) per un periodo di 60 giorni. A tutti i soggetti all'inizio e alla fine del trattamento sono state eseguite la misurazione dell'indice di massa corporea (BMI) e una serie di esami ematochimici per la valutazione degli aspetti metabolici (colesterolo totale, LDL, HDL, trigliceridi, glicemia). Risultati. In entrambi i gruppi si è evidenziata una riduzione significativa del BMI (BMI T0 vs Tfinale (media±DS)= schizofrenici: 34,5±5,7 vs 33,9±5,4, p=,041; controlli: 28,1±4,5 vs 27,3±4,1, p=,016 - BMIcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= -0,59±0.7 vs -0,72±0,8, p=,378); colesterolo totale e LDL risultano invece essere diminuiti esclusivamente nel gruppo di controllo (colesterolo totalecambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 8,2±31,5 vs -35,1±31,1, p=,003; LDLcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 14,1±29,4 vs -9±38,9, p=,014). Discussione. La differenza di efficacia dei BPF sulla dislipidemia tra i soggetti schizofrenici e il gruppo di controllo potrebbe essere spiegata dai diversi meccanismi patogenetici che sono alla base delle alterazioni metaboliche nei soggetti in trattamento con SGA e nei pazienti che non assumono questa classe di farmaci. Conclusioni. Ulteriori studi si rendono necessari al fine di valutare in questa categoria di soggetti i possibili effetti sulla dislipidemia di dosi maggiori di BPF."}, {"id": "pubmed23n0628_21626", "title": "[Prescribing and drug utilization at community health centers].", "score": 0.009433962264150943, "content": "The rationalization of the prescription and the good use of the drugs generally constitute a major problem in the health facilities. The present survey led in November 2002 in Mali assessed the practices of prescription and the use of the drugs by the populations. The indicators of drugs use rational have been measured from 600 drawn prescriptions randomly select at the level of 20 community health center (CSCOM) retained at random in the regions of Ségou, Sikasso, Mopti and the District of Bamako. The means of drugs by order (2.8), the percentages of prescription with antibiotic (61.6%) and injectable drugs (35%) are raised in relation to the normative values of WHO (Wold Health Organization). The rate of conformity to the treatments standardized estimated on exploitation of consultations registers in the centers is estimated to 0.5% for the simple diarrhoea, 13.5% for the acute respiratory infections (ARI) without pneumonia and 60.5% for the pneumonia. On 293 patients in the households our survey permitted to estimate to 84.6% the observance of the treatment by the persons having bought the prescribed drugs totality. The percentage of antibiotics prescription and injectable drugs, and the big insufficiency in the non respect of the treatment standard constitutes some practices potentially to high risk justifying the necessity of an urgent training to the rational prescription."}, {"id": "pubmed23n1085_3978", "title": "[Drug use during the covid-19 pandemic in Italy.]", "score": 0.009345794392523364, "content": "The Italian Medicines Agency has started, since the first months of 2020, a monitoring of drug use during the covid-19 pandemic. This made it possible to identify specific trends in hospital and local purchases, such as the extensive use of off-label drugs with little evidence of efficacy during the first weeks of the epidemic, and to progressively assess the degree of implementation of regulatory and ministerial recommendations.Fin dalle prime fasi dell'emergenza covid-19 è emersa per l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) la necessità di monitorare in modo specifico l'uso dei farmaci utilizzati nel corso dell'epidemia. È infatti fondamentale, in un contesto caratterizzato da grande incertezza e da continui aggiornamenti delle linee guida, disporre di informazioni utili a una corretta lettura e interpretazione dei dati. È stato quindi realizzato un primo rapporto dell'Osservatorio Nazionale sull'Impiego dei Medicinali (OsMed) sull'uso dei farmaci utilizzati, a livello ospedaliero e territoriale, nella fase iniziale dell'epidemia1. Questo metteva a confronto i consumi relativi al periodo compreso tra marzo a maggio del 2020 con quelli del trimestre immediatamente precedente, da dicembre 2019 a febbraio 2020. In seguito, il 4 marzo 2021, è stato pubblicato un aggiornamento dei dati in riferimento alle fasi successive dell'epidemia2. Il monitoraggio ha preso in considerazione diverse categorie di farmaci, andando a valutare le oscillazioni negli acquisti in riferimento al progressivo aggiornamento degli indirizzi regolatori. I volumi osservati per ciascun farmaco sono stati standardizzati per 10.000 abitanti/die, andando a valutare le differenze pre- e post-covid-19 in termini di differenza assoluta, differenza percentuale e di p-value (p)."}, {"id": "pubmed23n0962_22813", "title": "Sugerencias en torno a medicamentos de efectividad demostrada sin interés comercial para la industria farmacéutica.", "score": 0.009345794392523364, "content": "Varios medicamentos de adecuada eficacia han sido retirados del mercado por razones financieras, ya sea por su reducido precio (la patente ha expirado) o porque han sido sustituidos por nuevos fármacos (con patentes vigentes); otros tantos no han sido desarrollados porque las enfermedades contra las que van dirigidos no son económicamente promisorias debido al tipo de población que las padece (estratos económicamente marginados o sin significación numérica). Deberán establecerse lineamientos e incentivos para la industria farmacéutica y de biotecnología. Several drugs with adequate efficacy have been withdrawn from the market for financial reasons, either due to their reduced price (the patent has expired) or because they have been substituted with new drugs (with patents in force); many others have not been developed because the diseases they are directed against are not economically promising owing to the type of population that suffers from them (economically marginalized or numerically non-significant strata). Guidelines and incentives for the pharmaceutical and biotechnological industry should be established."}, {"id": "pubmed23n1029_21332", "title": "Esperienze di switch a cariprazina in pazienti schizofrenici con comparsa di effetti collaterali/comorbilità mediche.", "score": 0.009259259259259259, "content": "La schizofrenia è un disturbo psichiatrico grave e cronico con un background genetico e neurobiologico eterogeneo che influenza lo sviluppo precoce del cervello, ed è espressa come una combinazione di sintomi psicotici - come allucinazioni, deliri e disorganizzazione - e di sintomi negativi e cognitivi. Il trattamento dei pazienti con schizofrenia prevede l'utilizzo di antipsicotici, in accordo con i recenti dati di letteratura. Sulla base del meccanismo d'azione, gli antipsicotici vengono suddivisi in tipici (o \"di prima generazione\") e atipici (o \"di seconda generazione\"). Differiscono, anche, per la manifestazione di effetti collaterali, dovuti alla diversa affinità recettoriale caratteristica del singolo principio attivo. In questo caso clinico, presentiamo un giovane paziente di 24 anni con diagnosi di schizofrenia trattato prima con olanzapina e poi con risperidone, che ha manifestato significativi effetti collaterali di tipo metabolico e sessuali. La strategia terapeutica utilizzata è stata lo switch a un antipsicotico di terza generazione, cariprazina, con risoluzione delle collateralità e una migliore gestione dei sintomi negativi riportati. In conclusione, il modello di trattamento personalizzato sulla base delle condizioni cliniche e delle esigenze del paziente rappresenta l'approccio maggiormente adeguato nella gestione di ogni singolo caso."}, {"id": "pubmed23n0566_2424", "title": "[Prescription of hypolipidemic agents in 2001-2004].", "score": 0.009259259259259259, "content": "The paper analyzes the development of the prescription and consumption of hypolipidemic agents from 2000 to 2004. The principal database consisted of dispensed medical prescriptions and the consumption of hypolipidemic agents was expressed in DDD, DID, financially, and in the form of proportional representation. In the year 2004 hypolipidemic agents represented 11.8% of the total costs for medicaments (statins, 8.9%, and 75.6%, respectively, fibrates, 2.9% and 24.4%, respectively), in DDD statins, 69.0%, fibrates, 31.0%. The most frequently prescribed preparation was simvastatin, 57.8% DDD and 60.3% in financial units."}, {"id": "pubmed23n0885_1888", "title": "[Assessment of a project for integrated management of care given to patients with type-2 diabetes in the Local Health Authority 21 of Legnago (Veneto Region, Northern Italy) in the period 2010-2012].", "score": 0.009174311926605505, "content": "OBIETTIVI: descrivere, nella ASL 21 di Legnago (VR), l'andamento di alcuni indicatori sanitari tra il 2009, anno precedente all'avvio di un progetto triennale per la gestione integrata dell'assistenza al paziente con diabete mellito di tipo 2, e il 2012, ultimo anno del progetto. DISEGNO: studio longitudinale trasversale ripetuto. SETTING E PARTECIPANTI: tutti i pazienti diabetici di tipo 2 della ASL 21, identificati nei database aziendali (in base a esenzioni per patologia, accessi al servizio diabetologico, consumo di farmaci antidiabetici e strisce per la determinazione della glicemia) e nelle cartelle cliniche dei medici di famiglia. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: numero di test diagnostici e di follow-up erogati, consumo di farmaci, prestazioni specialistiche, accessi al pronto soccorso, ricoveri e mortalità. RISULTATI: nonostante un calo generalizzato (-3,1%) nei test erogati dalla ASL 21 ai suoi assistititi nel periodo 2009-2012, l'analisi ha documentato un marcato aumento per gli esami previsti nella gestione del diabete, quali curve da carico glicemico (+104,3%), emoglobina glicata (+19,0%) e microalbuminuria (+296,1%). I soggetti identificati come diabetici sono aumentati da 8.084 nel 2009 (5,2%) a 9.221 nel 2012 (5,9%). Sono stati osservati aumenti nella prevalenza di pazienti visitati presso un servizio diabetologico (dal 22,6% al 39,0%), nonché negli utilizzatori di metformina (dal 28,0% al 37,5%), insuline (dal 13,5% al 18,3%) e incretine (dall'1,4% al 9,0%). Il consumo di sulfaniluree è, invece, calato (dal 49,9% al 40,8%), come anche l'erogazione di alcune prestazioni specialistiche, gli accessi al pronto soccorso e i ricoveri, mentre il tasso di mortalità è rimasto stabile (29,6 decessi x1.000/anno). CONCLUSIONE: durante il periodo di implementazione del progetto sembra essersi verificato un aumento della sensibilità diagnostica e una maggiore presa in carico del paziente diabetico. Anche se la natura osservazionale dello studio non consente di dimostrare una relazione causa-effetto, i risultati sembrano supportare l'ipotesi che la gestione integrata della patologia migliori l'appropriatezza dell'assistenza."}, {"id": "pubmed23n0083_5413", "title": "[The demand for drugs in a social security clinic].", "score": 0.009174311926605505, "content": "The requests for drugs by the patients in an outpatient Social Security clinic was evaluated. It was found that these requests are the motive for 54.4% of consultations. About one half of these drugs (43%) was destined to elderly individuals, and in a great proportion of instances they were prescribed for persons who did not attend the clinic and whom the physician cannot examine. The most commonly requested and prescribed subgroup during the study period was \"peripheral and cerebral vascular medications\" (7.7% of the overall group). However, when the different pharmaceutic preparations were evaluated on the basis of their components, the most commonly prescribed on request were \"vitamins\". This reflects the high number of drug associations of these drugs that were prescribed. The types of drugs and their form of prescription cast doubts on the quality of this type of practice."}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.00909090909090909, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n0945_966", "title": "[What are the pharmacological options for treating resistant hypertension?]", "score": 0.00909090909090909, "content": "When treating a patient with resistant hypertension therapy should be optimize in order to prescribe three antihypertensive drugs at full doses, being powerful drugs, having 24-hour coverage, and showing synergistic effects. Diuretic therapy is of special relevance. The fourth drug should be an aldosterone antagonists. In the case of intolerance, or when control is not achieved, drugs from other type of antihypertensive drugs should be, sometimes allowing adequate blood pressure control."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.009009009009009009, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0074_3176", "title": "[Monitoring of therapy using drug concentration levels: Why? When? How?].", "score": 0.009009009009009009, "content": "Serum concentration measurements represent a tool that can help the physician to choose the optimal dose in an individual patient. Its application has been recommended for several drugs that show a narrow therapeutic range and for which the dose cannot be individually adjusted directly on the basis of the therapeutic effect. For an effective use of his therapeutic tool, it is important to observe the following three points: 1. The dosage history must be known, including patient's compliance. 2. Whenever possible, the measurement should be obtained after steady-state has been reached on a constant dosing regimen (four half-lives of the drug). The dose adjustment in steady-state is very simple: The concentration changes are for most drugs proportional to the changes in dose rate. 3. The dose adjustment should never be performed on the basis of the concentration measurement alone, but always in the context of the clinical conditions and the patient's response."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.008928571428571428, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0874_1763", "title": "[Not Available].", "score": 0.008928571428571428, "content": "Le vaccin est un médicament biologique (le plus souvent anti-infectieux) administré dans un but le plus souvent préventif, dont l'effet n'est pas pharmacologique mais immunologique. Il doit être évalué par les techniques habituelles de la pharmacologie clinique et de la pharmacovigilance, mais en tenant compte de ses particularités (mécanisme d'action, fabrication, administration le plus souvent à des sujets sains, modalités de prescription particulières avec des recommandations mises à jour régulièrement, protection à la fois individuelle et collective, etc.). Quelques expériences de campagnes vaccinales ont révélé des insuffisances dans l'obtention des données permettant d'évaluer l'intérêt de santé publique d'un vaccin, son adaptation à l'épidémiologie récente de la maladie et sa sécurité d'emploi à long terme. L'absence de données peut générer des craintes relayées par les ligues anti-vaccinales. Pour une meilleure pharmacovigilance des vaccins, il est nécessaire : (i) d'améliorer la cohérence entre les instances d'évaluation, même si des efforts ont été récemment faits ; (ii) de compléter les plans de gestion de risque par une surveillance microbiologique et épidémiologique active et par l'obtention des données nécessaires au suivi de pharmacovigilance des populations exposées ; (iii) d'assurer l'enseignement sur la vaccination au sein de la communauté médicale, ainsi que l'éducation à la santé pour les populations. "}, {"id": "pubmed23n0966_6426", "title": "Riflessioni medico-legali su un caso giudizario di mobbing.", "score": 0.008849557522123894, "content": "Lo stress e le violenze morali nei luoghi di lavoro, come indicato dai dati epidemiologici, sono in costante aumento e rappresentano una causa di alterazione dello stato di salute dei lavoratori, con importanti ricadute negative sui soggetti, sulle aziende e sulla società. Nel caso descritto qui di seguito, le violenze morali e la disfunzionalità organizzativa, una delle principali fonti di stress correlato al lavoro, sono state intenzionalmente impiegate quale mezzo mobbizzante nei confronti di un lavoratore da parte dei suoi superiori (mobbing verticale). Attraverso il procedimento giudiziario, intrapreso dal lavoratore per vedersi riconosciuto vittima di mobbing, è stato possibile ripercorrere e identificare le ragioni e le modalità dell'azione mobbizzante, l'eziopatogenesi della conseguente psicopatologia, la sua strutturazione e la manifestazione sintomatologica. L'esame del caso permette di formulare delle considerazioni riguardo la necessità che i casi di mobbing siano trattati all'interno di un team multidisciplinare (medico di famiglia, medico del lavoro, psichiatra e medico legale) al fine di garantire un efficace trattamento terapeutico e la tutela del lavoratore nei diversi ambiti previsti dalla legge."}, {"id": "pubmed23n0378_16286", "title": "[Secondary prevention of coronary artery disease with lipid-lowering drugs].", "score": 0.008849557522123894, "content": "Before the statins era, this was one of the most debated questions in the field of cardiology: although hypolipidemic drugs (mainly fibrates) decreased the cardiovascular morbidity and mortality, their influence on total mortality was not significant. The 4S study demonstrated the efficacy of a statin on cardiovascular morbidity and mortality and on total mortality. This was confirmed by the CARE and the LIPID trials. Statins should be prescribed to all coronary patients, whatever the type of coronary disease, the age (we do not know yet for people older than 80), the gender, the basal cholesterol level (maybe statins are not efficacious when it is<2g/l); cholesterol level has to be lowered below 2g/l. Two trials of drugs increasing the HDL cholesterol level were recently published. Unfortunately their results are contradictory. Statins should be the first level drugs. Maybe it is useful to decrease the triglycerides level and to increase the HDL cholesterol level. The association of a statin and a fibrate is reserved to specialized centers. We should not forget the usefulness of diet. We must also take the other risk factors into account."}, {"id": "pubmed23n0923_20493", "title": "Management della retinopatia diabetica e dell'edema maculare diabetico: linee guida \"Euretina 2017\".", "score": 0.008771929824561403, "content": "Si prevede che la malattia diabetica con tutte le sue complicanze avrà un forte aumento di incidenza con un grosso impatto socioeconomico nei prossimi decenni in tutto il mondo. Pertanto ben si comprende l'importanza di individuare attraverso una fine diagnostica quanto più precocemente la comparsa dei sintomi diabetici, migliorare lo stile di vita ed impostare cure efficienti. Riportiamo la serie di raccomandazioni EURETINA 2017, dei maggiori esperti in Europa per la gestione della malattia diabetica e delle complicanze della retina. Per combattere questa \"pestilenza\" occorre un team medico preparato. Il trattamento laser è stato considerato sino a non molto tempo fa il Gold standard della retinopatia diabetica e dell'edema diabetico (RD e EMD). Recenti studi hanno dimostrato, invece, che si possono raggiungere risultati migliori mediante l'iniezione diretta di farmaci nella cavità vitreale. In particolare è emerso terapia di prima linea, molecole in grado di inibire il fattore di crescita endoteliale vascolare (anti VEGF) mentre non è più raccomandata la fotocoagulazione laser per il trattamento del DME. Nell'ambito delle molecole farmacologiche gli steroidi hanno mantenuto un ruolo nella gestione del DME cronicamente persistente."}, {"id": "pubmed23n0887_20349", "title": "[Ethics and transparency committee of physicians in their relationship with the pharmaceutics: Industry recommendations for physician support].", "score": 0.008771929824561403, "content": "Las siguientes recomendaciones a la industria farmacéutica se fundamentan en los principios éticos del CETREMI: - El paciente es lo primero: • Que la atención sea óptima para todos los pacientes. Que las compañías farmacéuticas apoyen las decisiones del médico que garanticen el tratamiento más eficaz, seguro, accesible y adecuado. • Que las compañías farmacéuticas colaboren para que los pacientes tengan acceso fácil y oportuno a los medicamentos. • Que las compañías farmacéuticas colaboren para que la información sobre los tratamientos beneficie a los pacientes en todos los rubros, incluyendo el económico."}, {"id": "pubmed23n0910_9460", "title": "[Il ruolo di niraparib nel trattamento del carcinoma ovarico: attualità e prospettive.]", "score": 0.008695652173913044, "content": "Riassunto. I PARP inibitori interferiscono con la riparazione del danno nella singola elica del DNA determinando una progressione del difetto nella doppia elica. In circa il 50% delle pazienti con carcinoma dell'ovaio sieroso di alto grado sono presenti difetti nei meccanismi di ricombinazione omologa, deputati alla riparazione del danno della doppia elica del DNA. L'incapacità di riparare il danno si traduce nella morte cellulare, un processo definito \"letalità sintetica\". Nella famiglia dei PARP inibitori il niraparib è stato il primo a essere approvato dalla FDA nel trattamento delle pazienti con carcinoma ovarico ricorrente indipendentemente dalla presenza o assenza di mutazioni BRCA. Questo risultato è stato raggiunto grazie ai dati emersi dal trial di fase III ENGOT-OV16/NOVA, favorevoli in termini di prolungamento della sopravvivenza libera da progressione e associati a un buon profilo di tossicità. Ulteriori trial clinici sono in corso per valutare ulteriori indicazioni all'impiego di niraparib nel trattamento del carcinoma ovarico."}, {"id": "pubmed23n0395_1137", "title": "[Role of drugs in therapeutic strategies].", "score": 0.008695652173913044, "content": "When a medication receives an authorization for the release onto the market, it is necessary to determine the place that it will occupy in the therapeutic strategies with 2 regulatory steps: The Commission de la transparence (Commission for Transparency) gives an opinion on the target population, the placing in the therapeutic strategies, the level of medical benefit for patient, the restriction or not to hospital usage, and the inclusion in the national medical insurance reimbursement scheme for the medications that are not reserved to hospitals. The second step is the passage before the Comité économique du médicament (Medical Economics Committee) that fixes the price of re-emboursement of the product. The place that the medication will occupy depends on the expectations of the doctors, and through them the patients, and the promotional efforts of the pharmaceutic industry. The publicity is framed by a control a posteriori that relies on the advertising elements diffused in the press as much as on the documents presented or put to the doctors. The final place of a given medication in the therapeutic strategies depends on numerous factors that can lead to 2 specialised medicines having the same indications occupying very different parts of the market, without the prescribers being capable to easily justify the reasons that makes them choose one molecule over another."}, {"id": "pubmed23n1115_5743", "title": "", "score": 0.008620689655172414, "content": "La recente approvazione del testo unico sulle malattie rare da parte dei due rami del Parlamento (Disposizioni per la cura delle malattie rare e per il sostegno della ricerca e della produzione dei farmaci orfani) richiama l'attenzione degli operatori di Sanità pubblica su una materia vasta e disomogenea come la ricerca, la diagnosi e il trattamento delle malattie rare. La disponibilità di un testo di legge, anche se devono seguire i decreti attuativi per rispondere alle necessità concrete dei malati e delle loro famiglie, è comunque uno strumento essenziale nella \"cassetta degli attrezzi\" degli operatori in quanto «dai documenti storici più antichi a quelli contemporanei si hanno prove del ricorso ad atti normativi non solo nei momenti di emergenza (gestione delle epidemie) ma anche nell'organizzazione e il controllo della vita quotidiana sempre in nome e per conto della salute collettiva» (Editoriale. La normazione, lo strumento cardine di Sanità pubblica. Igiene e Sanità Pubblica 2020; 76: 284-286)."}]}}}} {"correct_option": 2, "explanations": {"1": {"exist": true, "char_ranges": [[92, 227]], "word_ranges": [[16, 38]], "text": "Gli esami di imaging come la TAC, ma soprattutto la risonanza magnetica, ci aiuterebbero a escluderla, ma non a confermare la diagnosi."}, "2": {"exist": true, "char_ranges": [[0, 91]], "word_ranges": [[0, 16]], "text": "La risposta è 2, un EMG, che sarebbe l'esame diagnostico per confermare il sospetto di SLA."}, "3": {"exist": true, "char_ranges": [[92, 227]], "word_ranges": [[16, 38]], "text": "Gli esami di imaging come la TAC, ma soprattutto la risonanza magnetica, ci aiuterebbero a escluderla, ma non a confermare la diagnosi."}, "4": {"exist": true, "char_ranges": [[92, 227]], "word_ranges": [[16, 38]], "text": "Gli esami di imaging come la TAC, ma soprattutto la risonanza magnetica, ci aiuterebbero a escluderla, ma non a confermare la diagnosi."}, "5": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}}, "full_answer": "La risposta è 2, un EMG, che sarebbe l'esame diagnostico per confermare il sospetto di SLA. 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Qual è l'esame diagnostico che confermerebbe il sospetto diagnostico?", "id": 454, "lang": "it", "options": {"1": "TAC del cervello.", "2": "Studio elettromiografico.", "3": "Risonanza magnetica cerebrale.", "4": "Potenziali evocati multimodali.", "5": null}, "question_id_specific": 153, "type": "NEUROLOGIA", "year": 2018, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "pubmed23n1137_1437", "title": "[Prevalenza di ipotiroidismo nei pazienti sottoposti a emodialisi presso un ospedale generale di Ahvaz.]", "score": 0.011043233082706766, "content": "Riassunto. Obiettivo. Lo scopo di questo studio trasversale è determinare la prevalenza dell'ipotiroidismo tra i pazienti in emodialisi (ED) e i suoi potenziali fattori di rischio. Metodi. Sono stati raccolti dati demografici e di laboratorio [vale a dire, livelli sierici di tireotropina (TSH), anticorpi anti-perossidasi tiroidea (anti-TPO)] di 117 pazienti con MH. I dati sono stati analizzati da SPSS.V 26, quando necessario. Risultati. I pazienti avevano un'età media (DS) di 59,47±15,08 anni e il 66,7% (n=78) era di genere maschile. I livelli medi (DS) di TSH erano 2,56 (4,01) μIU/mL. L'ipotiroidismo subclinico (SCH) è stato definito come un livello di TSH >4,2 μIU/mL e FT4 normale. Quindici pazienti (12,80%) avevano SCH. Non c'era correlazione significativa tra ipotiroidismo ed età, genere e/o malattie sottostanti (p>0,05). Inoltre, tra i 15 pazienti con SCH, 1 paziente (6,7%) ha mostrato un risultato anti-TPO positivo mentre 14 pazienti (93,3%) hanno avuto un risultato anti-TPO negativo. Conclusione. Data la notevole prevalenza dell'ipotiroidismo nei pazienti con ED, lo screening di routine della funzione tiroidea in questa popolazione di pazienti può aiutare a ridurre i tassi di complicanze e mortalità attraverso una diagnosi precoce e un intervento tempestivo."}, {"id": "wiki20220301en187_33100", "title": "Bollettino della Vittoria", "score": 0.0110260616001458, "content": "A similar bulletin was never drafted for the air forces since they were part of the Aeronautical Service, a department destined to the Royal Italian Army aircraft: the Royal Air Force, the third armed force of the Kingdom of Italy, was established only in 1923, after the end of the war. Text Italian Comando Supremo, 4 Novembre 1918, ore 12 La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta. 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Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n1131_14230", "title": "Classificação das doenças neurometabólicas hereditárias baseada em aspectos radiológicos: ensaio iconográfico.", "score": 0.009900990099009901, "content": "As doenças neurometabólicas hereditárias representam um desafio diagnóstico e precisam de classificações eficientes para sua compreensão. São um grupo de doenças raras, mas atingem pelo menos um a cada mil nascimentos. Algumas têm possibilidade terapêutica. Os quadros clínico e radiológico são variáveis e, às vezes, superponíveis, a depender da fase da doença. Por isso, observam-se na literatura vários tipos de classificações, algumas de difícil aplicação prática. O objetivo deste estudo é ilustrar a classificação das doenças neurometabólicas hereditárias baseada exclusivamente em achados radiológicos. Trata-se de um estudo retrospectivo a partir de exames de imagem do sistema nervoso central, particularmente de crianças, realizados em uma rede de hospitais. Todos os casos foram estudados por tomografia computadorizada multidetectores e/ou ressonância magnética, tendo sido avaliados por dois neurorradiologistas. Consideraram-se os casos com diagnóstico definitivo. A classificação propõe 10 subgrupos, de acordo com os achados radiológicos. Todos os casos estudados apresentaram, pelo menos, um desses achados. Na maioria dos casos observou-se mais de um achado, o que aumentou a especificidade e restringiu os diagnósticos diferenciais. Após avaliar os dados de literatura e os deste estudo, demonstra-se que é possível classificar as doenças neurometabólicas hereditárias pelo aspecto radiológico, o que favorece um diagnóstico definitivo."}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.00980392156862745, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n0570_17167", "title": "[Prevalence of carotid artery disease in an ischemic stroke population: role of Doppler ultrasonography].", "score": 0.00980392156862745, "content": "Atherosclerotic carotid disease represents approximately 20% of the causes of ischemic stroke. Effective treatment options, such as endovascular or surgical revascularization procedures, are available. Doppler Ultrasound (DUS) is a non-invasive, inexpensive, routine exam used to evaluate the presence of internal carotid artery (ICA) stenosis. We retrospectively analysed the prevalence of severe atherosclerotic carotid disease in a population of patients with acute ischemic stroke/transitory ischemic attacks (TIAs), and the role of DUS in the detection of ICA stenosis and treatment decisions in these patients. A total of 318 patients with ischemic stroke or TIAs was admitted to our stroke unit, and 260 patients were studied by DUS. ICA stenosis was evaluated by DUS according to peak systolic velocity. All DUS exams were performed by the same operator. ICA stenosis was further assessed in 43 patients by digital subtraction angiography (DSA) using NASCET criteria. Of the total 318 patients, 260 (82%) had DUS evaluation. Of the total 520 ICAs studied by DUS, degrees of ICA stenosis were: 0-29% n= 438 (84%); 30-49% n= 8 (2%); 50-69% n= 27 (5%); 70-89% n= 15 (3%); 90-99% n= 20 (4%); oclusão n= 14 (2%). Of the total 260 patients studied, 43 (16.5%) underwent DSA. Sensibility and specificity of DUS in the diagnosis of carotid stenosis over 70% were, respectively, 91% e 84%. Of the total 31 patients with significant carotid stenosis (70-99%), 23 (74%) underwent subsequent carotid revascularization procedures. DUS is an important screening test in our stroke unit, justifying its use as a routine exam for all patients with ischemic stroke/TIAs. Moreover, our results show the relevance of severe carotid disease in a population with acute ischemic stroke/TIAs (16.5%), with a total of 9% of patients being submitted to carotid revascularization procedures."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.009708737864077669, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "wiki20220301en127_49749", "title": "La Renga discography", "score": 0.009708737864077669, "content": "{| |Esquivando Charcos (1991) 1. \"Somos Los Mismos de Siempre\" 2. \"Moscas Verdes, Para El Charlatán\" 3. \"Embrolos, Fatos y Paquetes\" 4.''' \"Luciendo Mi Saquito Blusero\"5. \"Voy a Bailar a La Nave del Olvido\"6. \"Buseca y Vino Tinto\"7. \"El Juicio del Ganso\"8. \"Negra Mi Alma, Negro Mi Corazón\"9. \"Blues de Bolivia\" |--- |A Dónde Me Lleva La Vida (1994)1. \"El Camino del Deshielo\"2. \"Cortala y Olvidala\"3. \"El Rito de Los Corazones Sangrando\"4. \"Blues Cardíaco\"5. \"Pis y Caca\"6. \"El Sátiro de La Mala Leche\"7. \"El Mambo de La Botella\"8. \"Debbie El Fantasma\"9. \"El Circo Romano\"10. \"2+2=3\"11. \"Triste Canción de Amor\" |--- |Despedazado por Mil Partes (1996)1. \"Desnudo Para Siempre (o Despedazado por Mil Partes)\"2. \"A La Carga Mi Rocanrol\"3. \"El Final Es En Donde Partí\"4. \"La Balada del Diablo y La Muerte\"5. \"Cuando Vendrán\"6. \"Psilocybe Mexicana\"7. \"Paja Brava\"8. \"Lo Fragil de La Locura\"9. \"Veneno\"10. \"El Viento Que Todo Empuja\"11. \"Hablando de La Libertad\" |---"}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009615384615384616, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0254_10124", "title": "[Role of transesophageal echocardiography in aortic dissection].", "score": 0.009615384615384616, "content": "Aortic dissection, especially type A, is a life-threatening condition, that requires a prompt and accurate diagnosis to ensure a rapid and precise therapeutic approach. Transesophageal echocardiography (TEE) is a highly reliable technique because of its sensitivity and specificity (near 100%; almost similar to nuclear magnetic resonance), and because it is a very low risk, rapid and easy diagnostic tool. Two hundred sixty-one patients were admitted at our institution in a 6-year period (1988-1994), because of a suspicion of aortic dissection. Two hundred forty-seven of them were submitted to TEE and the diagnosis was compared with surgical data in 124. There was only one false positive by TEE. Sensitivity of TEE vs surgery was 100%, specificity 93.7%, diagnostic accuracy 99%. Agreement between TEE and surgery in the setting of intimal tear was 69.2%. These data confirm the usefulness of TEE in the diagnostic approach to aortic dissection and the therapeutic decision, without using other methods."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.009523809523809525, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n1062_814", "title": "La voz de una enfermera desde la zona roja.", "score": 0.009523809523809525, "content": "Mi nombre es Paula. Nací en Madrid en 1995. Al acabar el bachillerato tenía muchas dudas sobre hacia dónde encaminar mi vida. Pensé qué hacer y qué se me daba bien o con qué era feliz. El caso es que desde siempre me ha gustado poco ser protagonista, pero me encantaba escuchar, conocer el más allá de la gente cuando se sentían en confi anza de contarme. Me sentía bien siendo receptora de sus historias, sus sentimientos y sus vidas. Además, siempre me gustaron las ciencias, la química, las matemáticas, la biología… así que vi que la combinación perfecta para elegir carrera tendría que ser algo relativo a las ciencias de la salud: ciencias y personas en uno. Es entonces cuando pensé en la enfermería. Tenía ciencias, tenía personas y sobre todo tenía ese valioso tiempo cerca de las personas para acompañar y cuidar. Siempre me gustó ese dicho: la enfermera cuida, no cura."}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.009433962264150943, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "pubmed23n0479_1322", "title": "[Clinical epidemiology--diagnosis].", "score": 0.009433962264150943, "content": "Basic procedure for any clinician is to establish the diagnosis. There are some basic measures of diagnostic tests validity, which clinician should know and use for selection of appropriate diagnostic test and for the correct evaluation of test results. Sensitivity, specificity, positive and negative predictive values and likelihood ratio belong among those measures."}, {"id": "pubmed23n0749_21422", "title": "The clinician's role in the diagnosis of breast disease.", "score": 0.009345794392523364, "content": "Until 20 or 30 years ago, the diagnosis and treatment of breast disease was managed exclusively by the surgeon. This situation has changed to some extent as a result of recent technological advances, and clinicians' contributions to the diagnostic work-up and/or treatment of these cases can begin at any time. If they are the first physician to see the patient after the examination and formulation of a diagnostic hypothesis, they will almost always have to order a panel of imaging/instrumental examinations that is appropriate for the type of lesion suspected, the patient's age, and other factors; if they intervene at the end of the diagnostic work-up, it will be their job to arrive at a conclusion based on all of the data collected. The clinical examination includes various steps - history taking and inspection and palpation of the breasts - each of which is essential and requires the use of appropriate methods and techniques. The diagnostic capacity of the examination will depend largely on the consistency of the breasts, but it is influenced even more strongly by the doctor-patient relationship. Physicians must know their patient well, listen to and understand what she is saying, explain their own findings and verify that the explanations have been understood, and they must be convincing. Clinicians must also be able to assess the results of imaging studies (rather than relying solely on the radiologist's report), and this requires interaction with other specialists. The days are over when a clinician or radiologist or sonographer worked alone, certain that his/her examination method was sufficient in itself: today, teamwork is essential. But this also means that each member of the team must be extremely competent in his/her own sector and be aware of the other team members' limitations and expectations. The clinical examination remains central to the process since it is the basis for selecting appropriate treatment. SOMMARIO: Da quando si conosce la patologia mammaria la diagnosi e la terapia di tale patologia sono state a totale appannaggio del chirurgo, situazione che è proseguita fino a qualche decennio fa. Il recente progresso tecnologico ha modificato, in parte, questa situazione e il clinico può entrare nel percorso diagnostico o terapeutico in qualsiasi momento. Se è il primo coinvolto, dopo l'esame e dopo un'ipotesi diagnostica, dovrà, quasi sempre, orientarsi verso indagini strumentali in relazione al sospetto, all'età della paziente ecc., se è l'ultimo anello deve arrivare a una conclusione mettendo insieme tutte le informazioni. L'esame clinico è composto di varie fasi: anamnesi, ispezione, palpazione, ognuna essenziale. Ogni singola fase va affrontata con metodo e tecnica appropriata. La capacità diagnostica dell'esame clinico è influenzata dalla costituzione della mammella, ma ancor di più è condizionata da uno stretto rapporto tra paziente e medico che deve conoscere molto la paziente che gli sta davanti e che non solo deve \"visitare\", ma capire, spiegare, accertarsi che si abbia capito, convincere. È inoltre indispensabile che il clinico sia in grado di esaminare le indagini strumentali e non limitarsi a leggere i referti, quindi interagire con gli altri specialisti. L'epoca del clinico o del radiologo o dell'ecografista che lavora da solo credendo che il proprio esame sia sufficiente o sganciato da altri contesti è finita da tempo, tutti hanno bisogno di tutti. È però vero che ciascuno deve essere estremamente competente nel suo settore e deve conoscere i limiti e le aspettative di chi collabora in altre specialità, come rimane valida la regola che la clinica resta comunque il momento centrale, non fosse altro perché poi deve affrontare la terapia."}, {"id": "pubmed23n0304_14517", "title": "[Family prevalence of idiopathic scoliosis].", "score": 0.009345794392523364, "content": "Review of the literature shows that, for the moment, the cause of idiopathic scoliosis remains unknown. It has been attributed to a wide variety of conditions, including genetics. The aim of this paper was to determine the frequency of antecedents and family prevalence of idiopathic scoliosis in first and second degree relatives. During 1994-1995, the families, including first and second degree relatives, of 100 schoolchildren with idiopathic scoliosis were surveyed for scoliosis. The screening was done initially by clinical examination, the test of Adams and subsequently the diagnosis was confirmed by roentgenography. Our study showed the following results. Twenty-five percent of patients investigated had one or more affected individuals in their family. Prevalence of idiopathic scoliosis in first degree relatives was 5.16% and in second degree relatives 4.31%. It was more frequent in females than in males (p < 0.05). This prevalence is larger than that in the general population (1-2%). Our conclusion is that the mechanism of inheritance is most likely multifactorial. In view of the predominance of females, an X-linked inheritance is suggested."}, {"id": "pubmed23n0999_17549", "title": "[Bevacizumab e altri farmaci. Attività e sicurezza degli agenti anti-VEGF nel carcinoma ovarico.]", "score": 0.009259259259259259, "content": "Riassunto. L'angiogenesi svolge un ruolo importante sia nei tessuti epiteliali normali sia in quelli maligni. Negli ultimi anni questo fenomeno è stato ampiamente studiato in oncologia sperimentale e clinica perché ci sono evidenze che sia coinvolto nella diffusione e nella diffusione metastatica del carcinoma ovarico. Il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (vascular endothelial growth factor - VEGF) è l'attore principale nel meccanismo di angiogenesi e svolge un ruolo strategico nella proliferazione e migrazione delle cellule neoplastiche, con un impatto significativo sulla sopravvivenza e sull'outcome clinico. Secondo quanto emerge da molti studi sperimentali e clinici, le nostre conoscenze sulla biologia dell'angiogenesi e del VEGF sono aumentate portando allo sviluppo farmacologico di specifici agenti in grado di targeting VEGF. Questo nuovo campo di indagine offre agli scienziati l'opportunità di testare nuove possibilità terapeutiche nei pazienti con carcinoma ovarico con nuovi agenti mirati. Il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF umanizzato, è stato il primo farmaco anti-VEGF scoperto ed è usato oggi per il trattamento di diversi tumori solidi. Negli ultimi anni questo agente è stato ampiamente testato nei pazienti con carcinoma ovarico, mostrando un'attività clinica interessante e un profilo di tossicità tollerabile sia nelle pazienti giovani sia in quelle anziane. Il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel e successivamente utilizzato come agente singolo, è indicato per il trattamento del carcinoma epiteliale dell'ovaio di stadio III o IV, tuba di Falloppio o carcinoma peritoneale primario dopo iniziale resezione chirurgica. Il bevacizumab è anche usato per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico epiteliale ricorrente e resistente al platino, delle tube di Falloppio o dal tumore peritoneale primario che hanno ricevuto non più di 2 regimi precedenti di chemioterapia. Inoltre, il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel o con carboplatino e gemcitabina (e usato come agente singolo), è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma epiteliale dell'ovario sensibile al platino, tuba di Falloppio o tumore peritoneale primario. Le linee guida più accreditate suggeriscono quando bevacizumab deve essere usato nel trattamento del carcinoma ovarico avanzato e ricorrente. Altri agenti anti-VEGF, come gli inibitori della tirosin-chinasi del recettore VEGF (VEGFR), sono stati ampiamente testati nel carcinoma ovarico e molti altri sono in corso di studi al fine di testare la loro attività e sicurezza rispetto a bevacizumab. Gli agenti anti-VEGF e gli inibitori di PARP svolgono oggi un ruolo strategico nel trattamento del cancro ovarico con agenti mirati in associazione con la chemioterapia e la chirurgia in un'ottica multidisciplinare e personalizzata."}, {"id": "pubmed23n0256_17966", "title": "[Permanent cardiac stimulation after aortic valve replacement: incidence, predictive factors and long-term prognosis].", "score": 0.009259259259259259, "content": "Between January 1981 and June 1992, 382 patients, operated by the same surgical team, underwent aortic valve replacement for pure severe aortic stenosis. This population was divided into 2 groups according to whether or not surgery was complicated by the development of a conduction defect (atrioventricular and/or intraventricular block), necessitating permanent cardiac pacing. The aim of this study was to analyse not only the incidence and predictive factors but also the long-term prognosis of the paced patients (Group II: 22 patients) in comparison with the control group (Group I: 360 patients). The results showed: the incidence of permanent cardiac pacing after this type of surgery remains low (5.7%); the predictive factors of atrioventricular block requiring permanent pacing were: pre-existing conduction defect (p < 0.02), decreased ejection fraction (p < 0.05), calcification extending to the subaortic interventricular septum (p < 0.0001); the long-term prognosis of the patients was good with 5 and 10 year actuarial survival rates of 95.4% and 68.9% respectively, identical to those of the control group."}, {"id": "pubmed23n1137_1438", "title": "[\"Nessuno vuole vedermi\": è una battaglia persa contro una malattia tropicale trascurata?]", "score": 0.009174311926605505, "content": "Riassunto. Le malattie tropicali trascurate (NTD) sono una serie di malattie che prosperano nelle comunità povere di risorse, in particolare nei climi tropicali. I fattori sociali, ambientali ed economici contribuiscono alla loro persistenza. La filariosi linfatica (LF), classificata come NTD in tutto il mondo, è una malattia parassitaria causata da vermi microscopici noti come microfilarie. I vermi adulti dimorano solo nel sistema linfatico degli esseri umani. Le zanzare trasferiscono la LF da persona a persona. Gonfiore di braccia, gambe e seno (linfedema) o dello scroto (idrocele) sono alcuni dei sintomi più gravi e dolorosi. La LF ha una grave influenza sia sulla salute mentale e sociale sia su quella fisica, e porta le persone a convivere con una deformazione, una debilitazione e uno stigma legati alla condizione di malattia. Di seguito descriviamo un caso clinico di un uomo con LF, alienato e umiliato dalla sua malattia. L'OMS ha avviato un'iniziativa globale per debellare la LF. Oltre alla somministrazione di trattamenti regolari, è stata posta uguale enfasi sull'apprendimento di come lavare e alzare gli arti colpiti, per aiutare a ridurre la gravità clinica e la progressione del disturbo."}, {"id": "wiki20220301en187_33101", "title": "Bollettino della Vittoria", "score": 0.009174311926605505, "content": "La fulminea e arditissima avanzata del XXIX Corpo d'Armata su Trento, sbarrando le vie della ritirata alle armate nemiche del Trentino, travolte ad occidente dalle truppe della VII armata e ad oriente da quelle della I, VI e IV, ha determinato ieri lo sfacelo totale del fronte avversario. Dal Brenta al Torre l'irresistibile slancio della XII, della VIII, della X armata e delle divisioni di cavalleria, ricaccia sempre più indietro il nemico fuggente. Nella pianura, S.A.R. il Duca d'Aosta avanza rapidamente alla testa della sua invitta III armata, anelante di ritornare sulle posizioni da essa già vittoriosamente conquistate, che mai aveva perdute."}, {"id": "pubmed23n1130_1118", "title": "[The &quot;redisorganisation&quot; of the Italian Healthcare Service].", "score": 0.00909090909090909, "content": "Non vi è alcun dubbio che, sotto la spinta degli effetti sanitari della pandemia da COVID19 e della approvazione (il 13/7/2021) del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), si è in presenza ancora una volta di un tentativo di riorganizzazione del Servizio sanitario nazionale. Alcuni significativi elementi di questa volontà politica sono stati già indicati negli Editoriali di questa Rivista pubblicati negli ultimi due anni - dalla dichiarazione dello stato di emergenza nazionale per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19 (D.L. 25/3/2020, n. 19) a tutt'oggi. Gli esperti diScienze politiche applicate alla sanità hanno fatto rilevare che le proposte di riorganizzazione - soprattutto tendenti a rafforzare la sanità territoriale (cure primarie e servizi territoriali)2 - risalgono addirittura alla legge istitutiva del Servizio sanitario nazionale e sono state \"rinnovellate\"da numerosi successivi atti legislativi mai completamente realizzati. La motivazione è facile da comprendere perché da tempo è fin troppo noto che non è possibile modificare un sistema, come quello sanitario (ma non solo questo), unicamente attraverso cambiamenti strutturali3. Una riforma per avere successo deve innescare un'interazione virtuosa tra il dispositivo normativo e il sistema sociale di realizzazione, composto dagli esecutori e dai beneficiari della riforma. L'antica metafora botanica della semina può rendere l'idea: anche la migliore semenza non può attecchire su un terreno arido o poco soleggiato e se le radici non trovano nel suolo il necessario alla crescita della pianta."}, {"id": "wiki20220301en463_29180", "title": "Salvatore Trinchese", "score": 0.00909090909090909, "content": "Works A Francesco Puccinotti, Pisa, 1860. Memoria sulla terminazione periferica dei nervi motori nella serie degli animali, Genova, 1866. Memoria sulla struttura del sistema nervoso dei cefalopodi, Firenze, 1868. Sulla struttura del sistema nervoso dei molluschi gasteropodi, Pisa, 1871. Discorso inaugurale letto nell'universita di Bologna, Bologna, 1873. Note anatomiche intorno ad alcuni Eolididei, Bologna, 1874. Nuove ricerche sull'organizzazione del cervello degli Eolididei, Bologna, 1875. Ricerche anatomiche sul genere Govia, Bologna, 1886. Ricerche anatomiche sulla Flabellina affinis, Bologna, 1887. Descrizione del nuovo genere Caloria, Bologna, 1888. Ricerche anatomiche sulla Forestia mirabilis, Bologna, 1889. Contribuzione alla conoscenza dei Fusi muscolari: memoria presentata alla R. Accademia delle scienze dell'Istituto di Bologna, e letta nell'adunanza del 27 aprile, Bologna, 1890."}, {"id": "wiki20220301en073_28787", "title": "Italian Australians", "score": 0.00908128908128908, "content": "This was the umpteenth episode that without doubt pushed the notable number of Italians now working and residing in Australia to sympathise with Fascism and devote to the narrow circle of the Italian associations and the close relations of the family. In the late 1930s, a Fascist traveller to Australia so describes the life and work of Italians in the Western Australian mines: È la dura quotidiana fatica del lavoro e la resistenza alle lotte degli Australiani che essi debbono sostenere per il prestigio di essere Italiani di Mussolini. […] Gli Italiani formarono quel fronte unico di resistenza che va considerato una delle più belle vittorie del fascismo in terra straniera. Altra cosa è fare gl'Italiani in Italia altra è all'estero, dove chi ti dà da mangiare dimentica che tu lavori per lui, e solo per questo crede di essere padrone delle tue braccia e del tuo spirito."}, {"id": "pubmed23n0999_17562", "title": "Emozioni, comportamenti e relazioni: uno studio caso-controllo sul self-cutting in adolescenza.", "score": 0.009009009009009009, "content": "Scopo. Lo scopo del presente studio caso-controllo è di approfondire i correlati psicopatologici e alcuni tratti psicologici come alessitimia e impulsività inerenti al self-cutting. È stato anche approfondito il tema dell'ideazione suicidaria nei soggetti con tale forma di autolesionismo. Metodi. Lo studio caso-controllo ha coinvolto 55 pazienti con self-cutting non suicidario, di età compresa tra i 12 e i 18 anni, e un gruppo di controllo composto da 277 adolescenti di età compresa tra i 13 e i 19 anni. La batteria testale utilizzata è stata composta da YSR 11-18 anni, CBCL 6-18 anni, SCL-90-R, TAS-20, CDI e BIS-11. Risultati. Dalle analisi effettuate sono emerse differenze statisticamente significative tra casi e controlli in relazione alla maggioranza delle scale psicopatologiche considerate. È risultata una differenza significativa tra i due gruppi anche in merito all'ideazione suicidaria. Infine, tra i self-cutter si sono evidenziate differenze significative di alcune variabili psico-relazionali (alessitimia e competenze sociale) in relazione alla frequenza di attuazione dell'atto autolesivo. Conclusioni. Il self-cutting correla con un'ampia varietà di quadri psichiatrici, senza presentare legami specifici con una particolare categoria psicopatologica. Gli elementi di alessitimia, impulsività e difficoltà relazionali degli adolescenti self-cutter dicono di come la programmazione di interventi di prevenzione primaria e secondaria dovrebbero mirare alla psico-educazione all'affettività, all'autocontrollo e ai social skill. Nello specifico, i nostri dati suggeriscono che la focalizzazione dell'intervento, in termini di lavoro sull'emotività piuttosto che sulla socializzazione, dovrebbe tener conto della frequenza degli agiti. Nella gestione clinica di questi pazienti non va esclusa a priori la possibilità di passaggio all'atto suicidario, con relative attenzioni anamnestico-cliniche da avere sia al momento della valutazione diagnostica sia lungo il follow-up della presa in carico."}, {"id": "wiki20220301en127_49751", "title": "La Renga discography", "score": 0.009009009009009009, "content": "|--- |TruenoTierra (2006)Disc 1:1. \"El Monstruo Que Crece\"2. \"Almohada de Piedra\"3. \"Ruta 40\"4. \"La Boca del Lobo\"5. \"Montaña Roja\"6. \"Palabras Estorbantes\"7. \"Cualquier Historia\"8. \"Mujer de Caleidoscopio\"9. \"Llenado de Llorar\"10. \"Oscuro Diamante\"11. \"Entre La Niebla\"12. \"Cuadrado Obviado\"Disc 2:1. \"Alunizando Al Unisono\"2. \"Sustancia Entre Las Plantas\"3. \"Truenotierra\"4. \"Anaximandro\"5. \"Neuronas Abrazadas\" |--- |Algún Rayo (2010)1. \"Canibalismo Galáctico\"2. \"Destino Ciudad Futura\"3. \"La Furia de la Bestia Rock\"4. \"Poder\"5. \"Algún Rayo\"6. \"Cristal de Zirconio\"7. \"Dioses de Terciopelo\"8. \"Inventa un Mañana\"9. \"Disfrazado de Amigo\"10. \"Lunáticos\"11. \"Desoriente Blues\"12. \"Caricias de Asfalto\" |--- |Pesados Vestigios (2014)1. \"Corazón Fugitivo\"2. \"Nómades\"3. \"Mirada de Acantilado\" 4. \"Día de Sol\" 5. \"Sabes Qué\" 6. \"San Miguel\" 7. \"Pole\" 8. \"Muy Indignado\" 9. \"No Para de Aletear\" 10. \"Motorock\" 11.' \"Masomenos Blues\" |}"}, {"id": "pubmed23n0885_1886", "title": "[Atmospheric non-methane hydrocarbons near plants of crude oil first treatment].", "score": 0.008928571428571428, "content": "La continua espansione delle attività di perforazione ai fini dell'estrazione petrolifera in prossimità di aree abitate ha fatto sì che negli ultimi anni l'attenzione si focalizzasse sull'impatto di questo processo fortemente industrializzato sulla salute pubblica. Le comunità che vivono nei dintorni di impianti di questo tipo devono, infatti, fronteggiare diversi problemi, quali l'inquinamento atmosferico e acustico, la contaminazione del suolo e delle acque sotterranee, il traffico dei camion da e verso il sito, incidenti e malfunzionamenti all'interno dell'impianto. In questo contesto, la valutazione del rischio per la salute è ostacolata dal fatto che l'esposizione alle sostanze chimiche presenti non può essere valutata in via definitiva, poiché non sempre si è a conoscenza di tutti i composti immessi nell'ambiente né delle loro concentrazioni, per non parlare del problema delle coesposizioni ad altri inquinanti. Nonostante l'oramai conclamato e vasto interesse generato da questo argomento, ad oggi esistono pochi studi basati su popolazioni riguardanti gli effetti sulla salute delle comunità che vivono in prossimità dei siti di perforazione ed estrazione; ciò genera la necessità di condurre campagne di monitoraggio mirate e studi epidemiologici che verifichino l'eventuale esistenza e natura di pattern di malattie associati a tali attività. La presente rassegna bibliografica individua, quindi, i principali inquinanti atmosferici presenti in prossimità di un impianto di primo trattamento del greggio e cerca di fornire un quadro generale delle loro potenziali sorgenti e caratteristiche."}, {"id": "pubmed23n1116_18036", "title": "[Anatomy variant of the papillary muscles as a cause of mitral regurgitation. Case report of a parachute-like asymmetric mitral valve]", "score": 0.008928571428571428, "content": "Introducción: La válvula mitral en paracaídas-like es una anomalía congénita caracterizada por una disposición asimétrica de los músculos papilares, siendo las pruebas de imagen cardiaca son el procedimiento de elección tanto para el diagnóstico anatómico como para realizar la valoración funcional de este tipo de anomalía estructural. Caso Clínico: Paciente con cuadro de descompensación hemodinámica en el cual se diagnóstica de manera incidental de una valvulopatía mitral en forma de paracaídas-like. Los hallazgos de imagen por ecocardiografía transtorácica y resonancia magnética ponen de manifiesto la presencia de 2 músculos papilares, ambos con inserción en segmento lateral apical confirmando una válvula mitral asimétrica con similitud a su morfología en paracaídas. Discusión: La válvula mitral en paracaídas es una anomalía congénita poco común constituyente en la presencia de dos músculos papilares siendo uno de ellos más elongado y adherido al velo mitral de forma contigua, mostrándose en algunos casos pequeñas cuerdas tendinosas asociadas. Puede presentar una evolución benigna siendo un hallazgo casual o asociarse a repercusión hemodinámica valvular como el caso presentado. Conclusión: La válvula mitral en paracaídas-like es una anomalía congénita caracterizada por una disposición asimétrica de los músculos papilares, siendo su evolución muy variable, pudiendo pasar desapercibida o afectando de forma significativa a la mecánica valvular."}, {"id": "pubmed23n0885_1884", "title": "[Levels of trace elements in the fruits and vegetables from the so-called Land of fires in Campania Region (Southern Italy)].", "score": 0.008849557522123894, "content": "INTRODUZIONE: una vasta area compresa tra le province di Napoli e Caserta nella regione Campania ha negli ultimi anni attirato l'attenzione dei mass media a causa degli interramenti illeciti di rifiuti di varia origine nei campi o del loro abbandono lungo le strade. A tali pratiche illecite si aggiunge il fenomeno dei roghi incontrollati di questo materiale, motivo per il quale la zona è stata soprannominata \"Terra dei fuochi\". OBIETTIVI: ricerca di elementi in tracce presenti nei prodotti alimentari di origine vegetale prodotti nella Terra dei fuochi. DISEGNO E SETTING: piano di monitoraggio per il rilevamento dei livelli di alcuni metalli tossici ed essenziali nei vegetali coltivati in Campania nella Terra dei fuochi. La determinazione dei microelementi è stata effettuata dopo mineralizzazione della sostanza organica mediante microonde, utilizzando la spettrometria di massa a plasma induttivamente accoppiato (ICP-MS). RISULTATI: durante l'attività di monitoraggio sono stati raccolti 65 campioni di ortaggi e 49 campioni di frutta in 43 comuni rientranti nella Terra dei fuochi. Il contenuto medio di metalli tossici, cadmio e piombo nei prodotti ortofrutticoli è risultato ben lontano dai limiti massimi fissati dalla normativa europea. I valori delle concentrazioni sono significativamente inferiori rispetto a quanto riscontrato in zone ad alto impatto ambientale a causa della presenza di impianti industriali. CONCLUSIONI: la presenza di elementi tossici o potenzialmente tali nei campioni vegetali prodotti nella Terra dei fuochi è attribuibile a una varietà di fattori ambientali rilevanti (caratteristiche geologiche dell'area, inquinamento del suolo, dell'atmosfera e delle acque di irrigazione, pratiche illecite di smaltimento dei rifiuti industriali); non sembra, tuttavia, sussistere un rischio per la salute dei consumatori. Resta comunque l'allerta per la loro presenza nell'ambiente e la necessità che le attività di monitoraggio continuino."}, {"id": "wiki20220301en325_35065", "title": "Fort de Bicêtre", "score": 0.008849557522123894, "content": "1992 the Direction Centrale des Transmissions (DCT/DCTSI/DCTEI) arrived. In 1994 CSST2 amalgamated with CSST1 in Suresnes and CSST3 in Toulouse to become the Centre National de Soutien Spécialisé des Transmissions (CNSST). In 1996 the Centre d’Études et de Réalisation des Systèmes d’Information de l’Armée de Terre, Bureau Architecture Études (CERSIAT/BAE) was created to manage Army information technology. In 1997 the Système d’Information des Formations de l’Armée de Terre (SIFAT) appeared."}, {"id": "pubmed23n0966_6421", "title": "Frazione polifenolica del bergamotto per il trattamento della sindrome metabolica nella schizofrenia: uno studio pilota.", "score": 0.008771929824561403, "content": "Introduzione. La frazione polifenolica del bergamotto (BPF) ha dimostrato di possedere buona efficacia nel trattamento dei pazienti affetti da sindrome metabolica (SM) e pertanto potrebbe rappresentare una strategia promettente nel trattamento degli effetti collaterali indotti da antipsicotici di seconda generazione (SGA) in soggetti schizofrenici in trattamento con tali farmaci. Materiali e metodi. A 15 pazienti schizofrenici in trattamento stabilizzato con SGA e 15 soggetti di controllo non affetti da patologie psichiatriche, che presentavano valori ematici di colesterolo totale compresi tra 200 e 239 mg/dl, è stato somministrato un integratore contenente BPF (1000 mg) per un periodo di 60 giorni. A tutti i soggetti all'inizio e alla fine del trattamento sono state eseguite la misurazione dell'indice di massa corporea (BMI) e una serie di esami ematochimici per la valutazione degli aspetti metabolici (colesterolo totale, LDL, HDL, trigliceridi, glicemia). Risultati. In entrambi i gruppi si è evidenziata una riduzione significativa del BMI (BMI T0 vs Tfinale (media±DS)= schizofrenici: 34,5±5,7 vs 33,9±5,4, p=,041; controlli: 28,1±4,5 vs 27,3±4,1, p=,016 - BMIcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= -0,59±0.7 vs -0,72±0,8, p=,378); colesterolo totale e LDL risultano invece essere diminuiti esclusivamente nel gruppo di controllo (colesterolo totalecambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 8,2±31,5 vs -35,1±31,1, p=,003; LDLcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 14,1±29,4 vs -9±38,9, p=,014). Discussione. La differenza di efficacia dei BPF sulla dislipidemia tra i soggetti schizofrenici e il gruppo di controllo potrebbe essere spiegata dai diversi meccanismi patogenetici che sono alla base delle alterazioni metaboliche nei soggetti in trattamento con SGA e nei pazienti che non assumono questa classe di farmaci. Conclusioni. Ulteriori studi si rendono necessari al fine di valutare in questa categoria di soggetti i possibili effetti sulla dislipidemia di dosi maggiori di BPF."}, {"id": "wiki20220301en129_26962", "title": "La finta semplice", "score": 0.008771929824561403, "content": "Act 2 Sc. 1: No. 12 Aria: \"Un marito, donne care\" (Ninetta) Sc. 2: No. 13 Aria: \"Con certe persone Vuol essere bastone\" (Simone) Sc. 3: No. 14 Aria: \"Se a martarmi arrivo\" (Giacinta) Sc. 5: No. 15 Aria: \"Amoretti,che ascosi qui siete\" (Rosina) Sc. 6: No. 16 Aria: Ubriaco non son io\" (Cassandro) Sc. 6: No. 17 Aria: \"Sposa cara, sposa bella\" (Polidoro) Sc. 7: No. 18 Aria: \"Ho sentito a dir da tutte\" (Rosina) Sc. 8: No. 19 Duetto: \"Cospetton, cospettonaccio!\" (Cassandro, Fracasso) Sc. 11: No. 20 Aria: \"In voi, belle, e leggiadria\" (Fracasso) Sc. 13: No. 21 Finale: \"T'ho, detto, buffone\" (all 6, without Giacinta) Tutti: \"Venga prestissimo, Venga quel giorno\" (all 6)"}]}}}} {"correct_option": 1, "explanations": {"1": {"exist": true, "char_ranges": [[0, 190]], "word_ranges": [[0, 27]], "text": "La gestione di una frattura intracapsulare dislocata dell'anca in un paziente giovane è chirurgica e deve essere eseguita precocemente per ridurre il rischio di necrosi avascolare dell'anca."}, "2": {"exist": true, "char_ranges": [[416, 574]], "word_ranges": [[61, 88]], "text": "Si tratta di un paziente di 25 anni, quindi dobbiamo perseguire la riduzione e la fissazione evitando le opzioni di sostituzione (scartiamo le opzioni 2 e 4)."}, "3": {"exist": true, "char_ranges": [[191, 415]], "word_ranges": [[27, 61]], "text": "Non si tratta di un pericolo di vita tale da posticipare una procedura chirurgica necessaria o da prendere in considerazione un fissatore esterno seguendo una politica di contenimento del danno, quindi scartiamo l'opzione 3."}, "4": {"exist": true, "char_ranges": [[416, 574]], "word_ranges": [[61, 88]], "text": "Si tratta di un paziente di 25 anni, quindi dobbiamo perseguire la riduzione e la fissazione evitando le opzioni di sostituzione (scartiamo le opzioni 2 e 4)."}, "5": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}}, "full_answer": "La gestione di una frattura intracapsulare dislocata dell'anca in un paziente giovane è chirurgica e deve essere eseguita precocemente per ridurre il rischio di necrosi avascolare dell'anca. Non si tratta di un pericolo di vita tale da posticipare una procedura chirurgica necessaria o da prendere in considerazione un fissatore esterno seguendo una politica di contenimento del danno, quindi scartiamo l'opzione 3. Si tratta di un paziente di 25 anni, quindi dobbiamo perseguire la riduzione e la fissazione evitando le opzioni di sostituzione (scartiamo le opzioni 2 e 4).", "full_answer_no_ref": "La gestione di una frattura intracapsulare dislocata dell'anca in un paziente giovane è chirurgica e deve essere eseguita precocemente per ridurre il rischio di necrosi avascolare dell'anca. Non si tratta di un pericolo di vita tale da posticipare una procedura chirurgica necessaria o da prendere in considerazione un fissatore esterno seguendo una politica di contenimento del danno, quindi [HIDDEN]. Si tratta di un paziente di 25 anni, quindi dobbiamo perseguire la riduzione e la fissazione evitando le opzioni di sostituzione ([HIDDEN]).", "full_question": "Paziente di 25 anni, coinvolto in un incidente in moto venerdì sera. Portato al pronto soccorso, gli è stato diagnosticato un trauma addominale (eco-veloce negativo), un lieve trauma cranico (Glasgow = 14) e una frattura intracapsulare scomposta dell'anca destra. 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Text Italian Comando Supremo, 4 Novembre 1918, ore 12 La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta. La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso ottobre ed alla quale prendevano parte cinquantuno divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una cecoslovacca ed un reggimento americano, contro settantatré divisioni austroungariche, è finita."}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.009900990099009901, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "wiki20220301en065_46966", "title": "Jefatura de Inteligencia del Estado Mayor Conjunto de las Fuerzas Armadas", "score": 0.009900990099009901, "content": "The Jefatura de Inteligencia del Estado Mayor Conjunto de las Fuerzas Armadas (Intelligence Department of the Joint General Staff of the Armed Forces, J-2) is an Argentine federal agency in charge of controlling all the military intelligence services. The name J-2 refers to Jefatura 2, the official denomination assigned to military intelligence divisions of each branch. See also Army Intelligence Service Naval Intelligence Service Air Force Intelligence Service National Intelligence System National Directorate of Strategic Military Intelligence US Army G-2 External links Argentine intelligence agencies Military of Argentina Military intelligence agencies"}, {"id": "pubmed23n0885_1888", "title": "[Assessment of a project for integrated management of care given to patients with type-2 diabetes in the Local Health Authority 21 of Legnago (Veneto Region, Northern Italy) in the period 2010-2012].", "score": 0.00980392156862745, "content": "OBIETTIVI: descrivere, nella ASL 21 di Legnago (VR), l'andamento di alcuni indicatori sanitari tra il 2009, anno precedente all'avvio di un progetto triennale per la gestione integrata dell'assistenza al paziente con diabete mellito di tipo 2, e il 2012, ultimo anno del progetto. DISEGNO: studio longitudinale trasversale ripetuto. SETTING E PARTECIPANTI: tutti i pazienti diabetici di tipo 2 della ASL 21, identificati nei database aziendali (in base a esenzioni per patologia, accessi al servizio diabetologico, consumo di farmaci antidiabetici e strisce per la determinazione della glicemia) e nelle cartelle cliniche dei medici di famiglia. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: numero di test diagnostici e di follow-up erogati, consumo di farmaci, prestazioni specialistiche, accessi al pronto soccorso, ricoveri e mortalità. RISULTATI: nonostante un calo generalizzato (-3,1%) nei test erogati dalla ASL 21 ai suoi assistititi nel periodo 2009-2012, l'analisi ha documentato un marcato aumento per gli esami previsti nella gestione del diabete, quali curve da carico glicemico (+104,3%), emoglobina glicata (+19,0%) e microalbuminuria (+296,1%). I soggetti identificati come diabetici sono aumentati da 8.084 nel 2009 (5,2%) a 9.221 nel 2012 (5,9%). Sono stati osservati aumenti nella prevalenza di pazienti visitati presso un servizio diabetologico (dal 22,6% al 39,0%), nonché negli utilizzatori di metformina (dal 28,0% al 37,5%), insuline (dal 13,5% al 18,3%) e incretine (dall'1,4% al 9,0%). Il consumo di sulfaniluree è, invece, calato (dal 49,9% al 40,8%), come anche l'erogazione di alcune prestazioni specialistiche, gli accessi al pronto soccorso e i ricoveri, mentre il tasso di mortalità è rimasto stabile (29,6 decessi x1.000/anno). CONCLUSIONE: durante il periodo di implementazione del progetto sembra essersi verificato un aumento della sensibilità diagnostica e una maggiore presa in carico del paziente diabetico. Anche se la natura osservazionale dello studio non consente di dimostrare una relazione causa-effetto, i risultati sembrano supportare l'ipotesi che la gestione integrata della patologia migliori l'appropriatezza dell'assistenza."}, {"id": "pubmed23n0678_21663", "title": "[Bipolar hemiarthroplasty for the treatment of femoral neck fractures and the effect of surgical approach on functional results].", "score": 0.00980392156862745, "content": "This study aimed to evaluate the effect of an anterior versus posterior surgical approach for bipolar hemiarthroplasty on postoperative functional results of patients treated for femoral neck fractures. Among the 196 patients over the age of 65 treated with cemented bipolar prosthesis for femoral neck fracture in our clinic between May 2000 and November 2008, 76 patients who followed up for at least one-year were retrospectively evaluated. The average follow-up period was 18.7 months (range 12 to 40 months). All fractures were Garden's type III or IV. The patients were divided into two groups according the surgical approach: posterior in 52 patients (Group 1; 25 males, 27 females; mean age 73.8 years; range 65 to 88 years) and anterior in 24 patients (Group 2; 14 males, 10 females; mean age 71.4 years; range 67 to 94 years). Cement was applied by hand in 62 cases and with a cement gun in 14 cases. Mean Harris scores were 84.7±10.3 in group 1 and 85.8±7.1 in group 2. According to the Harris scoring system, the results were very good in 26 cases; good in 40 cases; fair in six cases; and poor in four cases. While early dislocation was observed in 9.6% of patients with the posterior approach, it was not observed in any patients treated with the anterior approach. There was no significant difference with regard to functional scores or early dislocations between group 1 compared to group 2 (p>0.05). Based on our results, bipolar prothesis is an appropriate and effective treatment option for patients with femoral neck fracture to obtain early return to daily activity. The surgical approach does not affect the functional results. Although not statistically significant, it was concluded that the anterior approach is more reliable for early dislocation."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009708737864077669, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0323_18582", "title": "[Treatment of femoral neck fractures with bipolar hemiarthroplasty].", "score": 0.009708737864077669, "content": "The aim of the study was determine the effectiveness of treatment with bipolar prosthesis in elderly patients with the femoral neck fractures. Patients admitted from 1980 through 1994 were analysed. Over this period, a total of 152 hip joint bipolar prostheses were implanted. Postoperative complications occurred in 9.2% of cases (luxations of endoprostheses 2.63%, loosening of the femoral component 1.31%, infections 2.63%, intrahospital mortality 1.31%, fractures of the endoprosthetic stem 0.65% and fracture of the polyethylene cup 0.65%). Ten (6.5%) hips required revision surgery. Twenty eight patients were followed-up. Excellent results were reported in twenty-three patients (82.1%), good results in four (14.3%), and fair results in one patient (3.6%). There were no poor results. In summary, we feel that bipolar hemiarthroplasty is the method of choice in elderly patients with femoral neck fractures."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.009615384615384616, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0756_493", "title": "[Aspects of interest on vitamin D for the traumatologist and orthopaedic surgeon].", "score": 0.009615384615384616, "content": "Vitamin D deficiency or insufficiency is a clinical problem particularly prevalent in elderly patients with low-energy fractures, particularly hip fractures, but has also been associated with stress fractures and high energy fractures. There is much evidence that supports the need to maintain adequate levels of vitamin D in the blood in order to; reduce the number of fragility fractures, furthering the consolidation of these, improve neuromuscular function of patients, prevent falls, prevent surgical infections, or improve the length of arthroplasties. However, it is rare for the orthopaedic surgeon to request the values of vitamin D in these patients and give the appropriate treatment It is recommended to maintain levels higher than 30-40ng/ml (75-100nmol/l) and increase vitamin D intake, in almost all cases, from 800 to 1,000IU/day to achieve these levels."}, {"id": "pubmed23n1049_20419", "title": "[New European guidelines for the management of dyslipidaemias: their aggressiveness is not legitimated by current evidence].", "score": 0.009523809523809525, "content": "Le linee guida 2019 delle Società europee di cardiologia e dell'aterosclerosi sulla gestione delle dislipidemie hanno aumentato l'aggressività diagnostico-terapeutica e non distinguono prevenzione primaria e secondaria, con parziale eccezione per gli ultra75enni. Raccomandano nuovi target di cLDL: per pazienti a rischio molto alto si raccomanda una riduzione a <55 mg/dl e >=50% rispetto al basale; per pazienti a rischio alto una riduzione a <70 mg/dl e >=50% del basale; per pazienti a rischio moderato una riduzione a <100 mg/dl; per pazienti a rischio basso una riduzione a <116 mg/dl. In base alle carte SCORE e ai dati di mortalità cardiovascolare in Italia, quasi tutti i maschi dai 70 anni e le donne dai 70-75 anni risulterebbero ad alto rischio per solo effetto dell'età. Anche quasi tutti i 60enni sarebbero a rischio moderato, con target di cLDL <100, e spesso necessità di aggiungere costosi ipolipemizzanti per chi già assume statine. Le prove supportano ben poco tale aggressività. Infatti, anche negli studi randomizzati controllati (RCT) i benefici su esiti cardiovascolari non fatali subiscono esagerazioni sistematiche, quello meno distorto e di maggior interesse per gli assistiti è la mortalità totale. Questa, con terapie ipocolesterolemizzanti più intensive, non si è ridotta nelle metanalisi di RCT con pazienti con cLDL tra 80 e <100 mg/dl al basale; con inibitori di PCSK9, pazienti con questi valori mostrano persino tendenza all'aumento della mortalità totale. Dunque, abbassare il cLDL a <80 mg/dl può non giovare neppure ad anziani coronaropatici. A oggi, ciò vale ancora di più per anziani nella popolazione generale, in cui una revisione sistematica di studi di coorte ha mostrato relazioni nulle o più spesso inverse tra cLDL e mortalità. Le nuove linee guida europee forzano le prove disponibili, trascurano il principio di precauzione e non possono esser base per un equo consenso informato."}, {"id": "pubmed23n0069_8056", "title": "[Fractures-dislocations of the shoulder in middle-aged and elderly patients].", "score": 0.009523809523809525, "content": "114 patients with fracture dislocations of the proximal end of humerus have been treated and observed. 83 of them were subjected to conservative and 31--to surgical treatment. Clinical, roentgenologic and radiologic evaluation of the immediate and long-term results allowed to formulate recommendations as to the selection of the treatment method of humerus fracture dislocations depending upon their type and general state of the patients."}, {"id": "pubmed23n0999_17549", "title": "[Bevacizumab e altri farmaci. Attività e sicurezza degli agenti anti-VEGF nel carcinoma ovarico.]", "score": 0.009433962264150943, "content": "Riassunto. L'angiogenesi svolge un ruolo importante sia nei tessuti epiteliali normali sia in quelli maligni. Negli ultimi anni questo fenomeno è stato ampiamente studiato in oncologia sperimentale e clinica perché ci sono evidenze che sia coinvolto nella diffusione e nella diffusione metastatica del carcinoma ovarico. Il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (vascular endothelial growth factor - VEGF) è l'attore principale nel meccanismo di angiogenesi e svolge un ruolo strategico nella proliferazione e migrazione delle cellule neoplastiche, con un impatto significativo sulla sopravvivenza e sull'outcome clinico. Secondo quanto emerge da molti studi sperimentali e clinici, le nostre conoscenze sulla biologia dell'angiogenesi e del VEGF sono aumentate portando allo sviluppo farmacologico di specifici agenti in grado di targeting VEGF. Questo nuovo campo di indagine offre agli scienziati l'opportunità di testare nuove possibilità terapeutiche nei pazienti con carcinoma ovarico con nuovi agenti mirati. Il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF umanizzato, è stato il primo farmaco anti-VEGF scoperto ed è usato oggi per il trattamento di diversi tumori solidi. Negli ultimi anni questo agente è stato ampiamente testato nei pazienti con carcinoma ovarico, mostrando un'attività clinica interessante e un profilo di tossicità tollerabile sia nelle pazienti giovani sia in quelle anziane. Il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel e successivamente utilizzato come agente singolo, è indicato per il trattamento del carcinoma epiteliale dell'ovaio di stadio III o IV, tuba di Falloppio o carcinoma peritoneale primario dopo iniziale resezione chirurgica. Il bevacizumab è anche usato per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico epiteliale ricorrente e resistente al platino, delle tube di Falloppio o dal tumore peritoneale primario che hanno ricevuto non più di 2 regimi precedenti di chemioterapia. Inoltre, il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel o con carboplatino e gemcitabina (e usato come agente singolo), è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma epiteliale dell'ovario sensibile al platino, tuba di Falloppio o tumore peritoneale primario. Le linee guida più accreditate suggeriscono quando bevacizumab deve essere usato nel trattamento del carcinoma ovarico avanzato e ricorrente. Altri agenti anti-VEGF, come gli inibitori della tirosin-chinasi del recettore VEGF (VEGFR), sono stati ampiamente testati nel carcinoma ovarico e molti altri sono in corso di studi al fine di testare la loro attività e sicurezza rispetto a bevacizumab. Gli agenti anti-VEGF e gli inibitori di PARP svolgono oggi un ruolo strategico nel trattamento del cancro ovarico con agenti mirati in associazione con la chemioterapia e la chirurgia in un'ottica multidisciplinare e personalizzata."}, {"id": "pubmed23n0087_14646", "title": "[Long-term results of conservatively treated fractures of the upper end of the humerus].", "score": 0.009433962264150943, "content": "The authors have considered 735 fractures of the proximal humerus in 748 patients, with 22% of fractures in 60-70 years old subjects. According to Neer's classification type 3 (surgical neck's fracture) and type 4 (surgical neck's fracture with greater and/or lesser tuberosity fracture) are the most frequent. The Desault bandage and the shoulder spica cast have been the preferred methods of treatment. The follow-up ranged between 12 and 1 year (on the average 5.8 Years). The authors have noted that the good results reduced in proportion to the increasing of the fragments' number and in the four part displacement fractures the bad results were of 55% in this research."}, {"id": "pubmed23n1137_1437", "title": "[Prevalenza di ipotiroidismo nei pazienti sottoposti a emodialisi presso un ospedale generale di Ahvaz.]", "score": 0.009345794392523364, "content": "Riassunto. Obiettivo. Lo scopo di questo studio trasversale è determinare la prevalenza dell'ipotiroidismo tra i pazienti in emodialisi (ED) e i suoi potenziali fattori di rischio. Metodi. Sono stati raccolti dati demografici e di laboratorio [vale a dire, livelli sierici di tireotropina (TSH), anticorpi anti-perossidasi tiroidea (anti-TPO)] di 117 pazienti con MH. I dati sono stati analizzati da SPSS.V 26, quando necessario. Risultati. I pazienti avevano un'età media (DS) di 59,47±15,08 anni e il 66,7% (n=78) era di genere maschile. I livelli medi (DS) di TSH erano 2,56 (4,01) μIU/mL. L'ipotiroidismo subclinico (SCH) è stato definito come un livello di TSH >4,2 μIU/mL e FT4 normale. Quindici pazienti (12,80%) avevano SCH. Non c'era correlazione significativa tra ipotiroidismo ed età, genere e/o malattie sottostanti (p>0,05). Inoltre, tra i 15 pazienti con SCH, 1 paziente (6,7%) ha mostrato un risultato anti-TPO positivo mentre 14 pazienti (93,3%) hanno avuto un risultato anti-TPO negativo. Conclusione. Data la notevole prevalenza dell'ipotiroidismo nei pazienti con ED, lo screening di routine della funzione tiroidea in questa popolazione di pazienti può aiutare a ridurre i tassi di complicanze e mortalità attraverso una diagnosi precoce e un intervento tempestivo."}, {"id": "pubmed23n0577_7313", "title": "[The operative treatment of habitual humeral abarticulation using the Bankart method].", "score": 0.009345794392523364, "content": "The elaboration presents the results of the operating- treatment of the habitual humeral abarticulation using the intervention according to Bankart. In spite of more and more widely introduced arthroscopic treatment techniques of these dislocations, in cases when the copular and capsular structures which stabilize a joint are damaged, it is still a good method to be recommended. The recurrences of the habitual humeral abarticulation have not been observed."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.009259259259259259, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n0309_21751", "title": "[Methodology for the objective assessment of trauma severity (II. The assessment of the severity of gunshot wounds)].", "score": 0.009259259259259259, "content": "The article presents a scale for an objective assessment of gun-shot wounds developed at the department of military field surgery of the Medical Military Academy. The effectiveness of the scale was estimated by comparing it with the AIS-90 and ISS methods according to 3 criteria: lethality, discharge from the military forces and duration of the period of lost fighting ability. The greatest correlation of the scale with these criteria was established. The sphere of its clinical use is described."}, {"id": "pubmed23n1130_1118", "title": "[The &quot;redisorganisation&quot; of the Italian Healthcare Service].", "score": 0.009174311926605505, "content": "Non vi è alcun dubbio che, sotto la spinta degli effetti sanitari della pandemia da COVID19 e della approvazione (il 13/7/2021) del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), si è in presenza ancora una volta di un tentativo di riorganizzazione del Servizio sanitario nazionale. Alcuni significativi elementi di questa volontà politica sono stati già indicati negli Editoriali di questa Rivista pubblicati negli ultimi due anni - dalla dichiarazione dello stato di emergenza nazionale per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19 (D.L. 25/3/2020, n. 19) a tutt'oggi. Gli esperti diScienze politiche applicate alla sanità hanno fatto rilevare che le proposte di riorganizzazione - soprattutto tendenti a rafforzare la sanità territoriale (cure primarie e servizi territoriali)2 - risalgono addirittura alla legge istitutiva del Servizio sanitario nazionale e sono state \"rinnovellate\"da numerosi successivi atti legislativi mai completamente realizzati. La motivazione è facile da comprendere perché da tempo è fin troppo noto che non è possibile modificare un sistema, come quello sanitario (ma non solo questo), unicamente attraverso cambiamenti strutturali3. Una riforma per avere successo deve innescare un'interazione virtuosa tra il dispositivo normativo e il sistema sociale di realizzazione, composto dagli esecutori e dai beneficiari della riforma. L'antica metafora botanica della semina può rendere l'idea: anche la migliore semenza non può attecchire su un terreno arido o poco soleggiato e se le radici non trovano nel suolo il necessario alla crescita della pianta."}, {"id": "pubmed23n0277_12035", "title": "[Experiences with the Steffee variable screw placement system in fractures of the thoracic and lumbar spine].", "score": 0.009174311926605505, "content": "The variable screw placement (VSP) system was first used in orthopaedic surgery. In recent years, this rigid screw-plate system has been implanted with increasing frequency in patients with traumatic instabilities of the thoracolumbar spine. At the University Hospital in Graz, 20 patients have been operated on in the Department of Surgery using this system, and 15 of them have been followed up some months after the hardware removal. The results are compared with those achieved in patients whose instabilities were stabilized with other implants."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.00909090909090909, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0939_4498", "title": "[Functional comparison in the treatment of Weber type B ankle fractures with suture device versus screw].", "score": 0.00909090909090909, "content": "Ten percent of all ankle fractures, 20% of the fractures treated surgically, and 1-18% of all sprains involve a syndesmosis injury. The methods used for reduction are metal or bioabsorbable syndesmotic set screws, direct repair, and sutures with or without buttons. The purpose of this study was to compare the clinical function of patients who sustained Weber B ankle fractures and were treated with the TightRope system or a syndesmotic set screw. An observational, comparative, cross-sectional study was conducted between March 2012 and March 2015. The AOFAS ankle scale was used to assess function in patients with Weber B fractures with a syndesmosis injury treated with a 3.5 mm tricortical set screw or with the TightRope system. Forty-three patients were included, their mean age was 47 years. The single-factor ANOVA test was used to compare the results of both groups. The latter showed that at 3, 6 and 12 months the TightRope group showed a significant improvement based on the AOFAS score, compared with the set screw group (p = 0.05). The use of the TightRope system results in better clinical function in the short term compared with the 3.5 mm tricortical set screw, according to the AOFAS scale."}, {"id": "pubmed23n0999_17562", "title": "Emozioni, comportamenti e relazioni: uno studio caso-controllo sul self-cutting in adolescenza.", "score": 0.009009009009009009, "content": "Scopo. Lo scopo del presente studio caso-controllo è di approfondire i correlati psicopatologici e alcuni tratti psicologici come alessitimia e impulsività inerenti al self-cutting. È stato anche approfondito il tema dell'ideazione suicidaria nei soggetti con tale forma di autolesionismo. Metodi. Lo studio caso-controllo ha coinvolto 55 pazienti con self-cutting non suicidario, di età compresa tra i 12 e i 18 anni, e un gruppo di controllo composto da 277 adolescenti di età compresa tra i 13 e i 19 anni. La batteria testale utilizzata è stata composta da YSR 11-18 anni, CBCL 6-18 anni, SCL-90-R, TAS-20, CDI e BIS-11. Risultati. Dalle analisi effettuate sono emerse differenze statisticamente significative tra casi e controlli in relazione alla maggioranza delle scale psicopatologiche considerate. È risultata una differenza significativa tra i due gruppi anche in merito all'ideazione suicidaria. Infine, tra i self-cutter si sono evidenziate differenze significative di alcune variabili psico-relazionali (alessitimia e competenze sociale) in relazione alla frequenza di attuazione dell'atto autolesivo. Conclusioni. Il self-cutting correla con un'ampia varietà di quadri psichiatrici, senza presentare legami specifici con una particolare categoria psicopatologica. Gli elementi di alessitimia, impulsività e difficoltà relazionali degli adolescenti self-cutter dicono di come la programmazione di interventi di prevenzione primaria e secondaria dovrebbero mirare alla psico-educazione all'affettività, all'autocontrollo e ai social skill. Nello specifico, i nostri dati suggeriscono che la focalizzazione dell'intervento, in termini di lavoro sull'emotività piuttosto che sulla socializzazione, dovrebbe tener conto della frequenza degli agiti. Nella gestione clinica di questi pazienti non va esclusa a priori la possibilità di passaggio all'atto suicidario, con relative attenzioni anamnestico-cliniche da avere sia al momento della valutazione diagnostica sia lungo il follow-up della presa in carico."}, {"id": "pubmed23n0756_484", "title": "[Surgical treatment of diaphyseal and comminuted fractures of the clavicle using a low profile anatomical plate].", "score": 0.009009009009009009, "content": "In this study we evaluate the treatment of displaced mid-shaft clavicle fractures or comminuted fractures with a third fragment using a superior anatomic plate. A retrospective study was conducted on 34 patients operated on between January 2006 and June 2010 with this type of fracture. Mean follow up was 25 months (6-54 months). By Robinson Classification, 12 cases were type 2B, 17 type 2B1 and 5 type 2B2. Clinical evaluation was performed with the VAS and Constant test. For the radiological evaluation, we used neutral AP projections, and another with 30 degrees of cranio-caudal inclination. The mean pre-operative VAS was 6.5 (4-8) and the postoperative was 1 (0-2). The mean Constant test score was 85, with 30% good results and 70% excellent results. The mean consolidation time was 14 weeks. Internal fixation of comminuted fractures with an anatomic plate, particularly those with a vertical third fragment and fractures type 2B, 2B1 and 2B2, provides a good treatment option, as it gives good functional results and minimises the incidence of non-union."}, {"id": "pubmed23n1059_7363", "title": "Contributi scientifici in memoria di Antonio Fusco.", "score": 0.008928571428571428, "content": "Come si leggerà nell'Introduzione della sezione propriamente scientifica del Volume, il presente testo nasce dalla volontà e, soprattutto, dall'esigenza culturale di omaggiare il fu Prof. Antonio Fusco. Un debito scientifico ed umano che trova il suo locus naturale in questa prima parte del testo stesso, cui farà poi seguito la parte propriamente scientifica. In siffatta parentesi dovuta per le ragioni appena menzionate, il lettore, l'amico o l'allievo dell'opera del Prof. Fusco potranno trovare un suo sintetico Curriculum Vitae, correlato da una specifica ed accurata prosa, svolta dal già Magnifico Rettore Carlo Cipolli; il quale, oltre che evidenziare, ricordando, i meriti del collega oramai scomparso, aggiunge alsuo scritto un elemento che sarebbe imprescindibile a non trasformare lo stesso in una mera sequenza di parole: l'amicizia e l'affetto per un amico che, oramai, non c'è più. A fine lettura, evidente risuonerà il fatto che la vita di ognuno, se mossa dalla passione per ciò per cui si è predisposti cognitivamente e psicologicamente, può essere ricca di riconoscimenti, riconoscenze e soddisfazioni che, lungi dal divenire un cuscino di allori su cui adagiarsi, per una mente creativa come quella del Prof. Fusco hanno funto solo da motivazioni ad agire instancabilmente guardando sempre al futuro. Il lavoro di una vita che, materialmente, è sancito da un supporto poco più di cm 25x15: una targa. Una materialità evidente che, con grande commozione e riconoscenza, è stata affissa il 25 ottobre 2019 sull'aula fronte l'Aula Magna del Campus \"La Folcara\", a testimonianza che quello spirito creativo in continua evoluzione non si ferma; non si arresta neppure con la fine biologica di chi lo ha \"posseduto\". Rimangono le opere ed il pensiero del Prof. Fusco e restano gli affetti. A tal proposito, il lettore troverà una breve e sentita sezione su Testimonianze; coloro i quali hanno avuto modo, nell'arco della vita accademica ed umana, personale, di Fusco di conoscerlo. Ecco, allora, che i ricordi saranno i veri protagonisti di questa parentesi. Dopo di ciò, prima dei contributi prettamente scientifici dei lavori, tenutisi in occasione del Convegno Internazionale Psicologia, Arte, Letteratura. Antiche e Nuove Tendenze, seguiranno i saluti delle autorità che in quei due giorni si sono succedute a rappresentare non solo l'istituzione affiliata, ma anche la relazione di stima e di affetto che le legava al compianto Professore. Si passerà, infine, al volume tradizionalmente inteso."}, {"id": "wiki20220301en167_44546", "title": "List of paratrooper forces", "score": 0.008928571428571428, "content": "1st Commando Operations Battalion \"Captain Francisco Padilha\" (1º Batalhão de Ações de Comandos \"Capitão Francisco Padilha\") 3rd Special Forces Company \"Brigadier General Thaumaturgo Sotero Vaz\" (3ª Companhia de Forças Especiais \"General de Brigada Thaumaturgo Sotero Vaz\") Parachutist Training Center \"General Penha Brasil\" (Centro de Instrução Pára-quedista \"General Penha Brasil\") Navy Combat Divers Group (Grupamento de Mergulhadores de Combate) Naval Fusiliers Special Operation Battalion \"Tonelero\" (Batalhão de Operações Especiais de Fuzileiros Navais \"Tonelero\") Air Force Air-Land Rescue Squadron (Esquadrão Aeroterrestre de Salvamento)"}, {"id": "pubmed23n0887_23509", "title": "[Cyberstalking among Italian nurses: a large multicentric study].", "score": 0.008849557522123894, "content": "Determinare la prevalenza di cyberstalking tra gli infermieri italiani e valutare il livello di ansia e depressione nelle vittime. Da aprile a settembre 2014 è stato condotto uno studio multicentrico trasversale in un campione di infermieri italiani (n=997) utilizzando il questionario \"Cyberstalking\" per analizzare il fenomeno del cyberstalking. Ai partecipanti, che si sono autodefinite vittime di cyberstalking, è stato chiesto anche di compilare gli strumenti \"Beck Depression Inventory\" e \"State-Trait Anxiety Inventory\" per valutare, rispettivamente, i livelli di depressione ed ansia. La prevalenza di cyberstalking tra gli infermieri italiani è risultata pari al 23.3%. Il 42.7% ha dovuto cambiare il proprio stile di vita e lavorativo. Il cyberstalker era prevalentemente di sesso maschile (52%) e, nel 49% dei casi, era un paziente. Le vittime hanno riferito moderati livelli di ansia (media=28.4, SD=23.2) e depressione (media=92.7, SD=18.3); i risultati hanno mostrato un aumento dei livelli di depressione negli infermieri esperti nell'utilizzo del computer, gestori di siti web o blog, e una correlazione negativa tra il livello di ansia e gli infermieri esperti (r = -0.264). Il cyberstalking è un fenomeno che si riscontra frequentemente tra gli infermieri. Il rapporto infermiere - paziente gioca un ruolo centrale nello sviluppo del fenomeno e le vittime hanno riferito disordini correlati allo stress che influenzano la vita lavorativa. Questi risultati preliminari potrebbero sensibilizzare, i dirigenti ospedalieri, la politica e i centri antiviolenza al fine di sviluppare strategie risolutiv."}, {"id": "pubmed23n1152_26071", "title": "[Fractures and Non-Unions of the Scaphoid: Our preferred surgical Approaches].", "score": 0.008849557522123894, "content": "This article describes our algorithm for approaching and fixing scaphoid fractures and non-unions."}, {"id": "pubmed23n0966_6421", "title": "Frazione polifenolica del bergamotto per il trattamento della sindrome metabolica nella schizofrenia: uno studio pilota.", "score": 0.008771929824561403, "content": "Introduzione. La frazione polifenolica del bergamotto (BPF) ha dimostrato di possedere buona efficacia nel trattamento dei pazienti affetti da sindrome metabolica (SM) e pertanto potrebbe rappresentare una strategia promettente nel trattamento degli effetti collaterali indotti da antipsicotici di seconda generazione (SGA) in soggetti schizofrenici in trattamento con tali farmaci. Materiali e metodi. A 15 pazienti schizofrenici in trattamento stabilizzato con SGA e 15 soggetti di controllo non affetti da patologie psichiatriche, che presentavano valori ematici di colesterolo totale compresi tra 200 e 239 mg/dl, è stato somministrato un integratore contenente BPF (1000 mg) per un periodo di 60 giorni. A tutti i soggetti all'inizio e alla fine del trattamento sono state eseguite la misurazione dell'indice di massa corporea (BMI) e una serie di esami ematochimici per la valutazione degli aspetti metabolici (colesterolo totale, LDL, HDL, trigliceridi, glicemia). Risultati. In entrambi i gruppi si è evidenziata una riduzione significativa del BMI (BMI T0 vs Tfinale (media±DS)= schizofrenici: 34,5±5,7 vs 33,9±5,4, p=,041; controlli: 28,1±4,5 vs 27,3±4,1, p=,016 - BMIcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= -0,59±0.7 vs -0,72±0,8, p=,378); colesterolo totale e LDL risultano invece essere diminuiti esclusivamente nel gruppo di controllo (colesterolo totalecambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 8,2±31,5 vs -35,1±31,1, p=,003; LDLcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 14,1±29,4 vs -9±38,9, p=,014). Discussione. La differenza di efficacia dei BPF sulla dislipidemia tra i soggetti schizofrenici e il gruppo di controllo potrebbe essere spiegata dai diversi meccanismi patogenetici che sono alla base delle alterazioni metaboliche nei soggetti in trattamento con SGA e nei pazienti che non assumono questa classe di farmaci. Conclusioni. Ulteriori studi si rendono necessari al fine di valutare in questa categoria di soggetti i possibili effetti sulla dislipidemia di dosi maggiori di BPF."}, {"id": "pubmed23n0043_3117", "title": "[Surgical treatment of dislocated 3 and 4-segment fractures of the proximal humerus].", "score": 0.008771929824561403, "content": "Twenty-eight three- and four-segment fractures of the proximal humerus were treated by plate fixation (n = 22), screw or Kirschner wire stabilization (n = 5), and primary endoprothesis (n = 1). There were no early postoperative complications. Fourteen months after the operation, 80% of the patients examined showed good results; 4 cases had poor results. In comparison to other reports our results are positive and support plate fixation as the method of choice in these situations."}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.008695652173913044, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "wiki20220301en163_34530", "title": "Spasell", "score": 0.008695652173913044, "content": "EL «PATER NOSTER» IN SPASELL Masett che stanziê in la creuggia di salvestri, ch'el vost oden s'ingalmissa, ch'el stanzia el nost bosin piatt,che se rusca quel che vu tubèsora i masett de la luscia, quant in quella di sciatt.Refilên el sbêg de stobold, e che no va stanzien nippa in del scimêe i nost lenarii, come anch'el nost'oden szabolda ai olter ghielma;Fêen taruscia la schigna che ne rusca el Naja de Tameu.Per tagiorala no lassên sciobigà in nient de loffi.A M E N.Some Spasell words in Classical Milanese orthography:"}, {"id": "wiki20220301en622_30059", "title": "Serafino Serrati", "score": 0.008641284061216871, "content": "Among his reports published in life are the following nine communications: Di osservazioni nella scelta dell'aria infiammabile Che tratta di una storta a due fuochi per decomporre los spirito di vino in aria infiammabile Che descrive un modello per formare il globo areostatico di figura conica, senza farvi cucciture accio non perda l'aria ch vi s'introduce Che spiega la direzione di un globo aereostatico per qualunque parte, e in qualungue altezza Rappresentate un bilancia a filo, senza l'attritoSopra di un machina pneumatica a mercurio Che tratta di un conduttore positivo e negativo de di un elettroforo senza le resine *Chi dimostra un barchetto a fuoco, che con la forza di esso, cammina senza il vento"}]}}}} {"correct_option": 3, "explanations": {"1": {"exist": true, "char_ranges": [[313, 425]], "word_ranges": [[50, 66]], "text": "Le altre patologie non presentano una manovra di Lasègue positiva, quindi queste opzioni non sarebbero corrette."}, "2": {"exist": true, "char_ranges": [[313, 425]], "word_ranges": [[50, 66]], "text": "Le altre patologie non presentano una manovra di Lasègue positiva, quindi queste opzioni non sarebbero corrette."}, "3": {"exist": true, "char_ranges": [[0, 312]], "word_ranges": [[0, 50]], "text": "In questo caso, quando si parla di \"ricomparsa dei sintomi quando si solleva l'arto inferiore con il ginocchio esteso\", si sta descrivendo la manovra di Lasègue. Questa manovra è positiva nei casi di lombosciatalgia, in quanto provoca uno stiramento del nervo sciatico, quindi la risposta corretta è la numero 3."}, "4": {"exist": true, "char_ranges": [[313, 425]], "word_ranges": [[50, 66]], "text": "Le altre patologie non presentano una manovra di Lasègue positiva, quindi queste opzioni non sarebbero corrette."}, "5": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}}, "full_answer": "In questo caso, quando si parla di \"ricomparsa dei sintomi quando si solleva l'arto inferiore con il ginocchio esteso\", si sta descrivendo la manovra di Lasègue. Questa manovra è positiva nei casi di lombosciatalgia, in quanto provoca uno stiramento del nervo sciatico, quindi la risposta corretta è la numero 3. Le altre patologie non presentano una manovra di Lasègue positiva, quindi queste opzioni non sarebbero corrette.", "full_answer_no_ref": "In questo caso, quando si parla di \"ricomparsa dei sintomi quando si solleva l'arto inferiore con il ginocchio esteso\", si sta descrivendo la manovra di Lasègue. Questa manovra è positiva nei casi di lombosciatalgia, in quanto provoca uno stiramento del nervo sciatico, quindi [HIDDEN]. Le altre patologie non presentano una manovra di Lasègue positiva, quindi [HIDDEN].", "full_question": "Una donna di 61 anni, amministrativa, con un'anamnesi di sovrappeso, ipertensione, dislipidemia e sindrome metabolica, ha consultato per un dolore a entrambi i glutei, alla regione trocanterica sinistra, alla faccia laterale della coscia sinistra fino al ginocchio e alla gamba sinistra fino al terzo medio. Il dolore compare quando l'arto inferiore viene sollevato con il ginocchio esteso, ma si allevia quando il ginocchio viene flesso. Qual è il primo sospetto clinico?", "id": 602, "lang": "it", "options": {"1": "Artrite gottosa dell'anca sinistra.", "2": "Artrosi coxofemorale sinistra.", "3": "Dolore lombare irradiato / lombosciatalgia.", "4": "Claudicatio dovuta a stenosi canalare.", "5": null}, "question_id_specific": 112, "type": "TRAUMATOLOGIA", "year": 2022, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "pubmed23n0966_6421", "title": "Frazione polifenolica del bergamotto per il trattamento della sindrome metabolica nella schizofrenia: uno studio pilota.", "score": 0.009900990099009901, "content": "Introduzione. La frazione polifenolica del bergamotto (BPF) ha dimostrato di possedere buona efficacia nel trattamento dei pazienti affetti da sindrome metabolica (SM) e pertanto potrebbe rappresentare una strategia promettente nel trattamento degli effetti collaterali indotti da antipsicotici di seconda generazione (SGA) in soggetti schizofrenici in trattamento con tali farmaci. Materiali e metodi. A 15 pazienti schizofrenici in trattamento stabilizzato con SGA e 15 soggetti di controllo non affetti da patologie psichiatriche, che presentavano valori ematici di colesterolo totale compresi tra 200 e 239 mg/dl, è stato somministrato un integratore contenente BPF (1000 mg) per un periodo di 60 giorni. A tutti i soggetti all'inizio e alla fine del trattamento sono state eseguite la misurazione dell'indice di massa corporea (BMI) e una serie di esami ematochimici per la valutazione degli aspetti metabolici (colesterolo totale, LDL, HDL, trigliceridi, glicemia). Risultati. In entrambi i gruppi si è evidenziata una riduzione significativa del BMI (BMI T0 vs Tfinale (media±DS)= schizofrenici: 34,5±5,7 vs 33,9±5,4, p=,041; controlli: 28,1±4,5 vs 27,3±4,1, p=,016 - BMIcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= -0,59±0.7 vs -0,72±0,8, p=,378); colesterolo totale e LDL risultano invece essere diminuiti esclusivamente nel gruppo di controllo (colesterolo totalecambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 8,2±31,5 vs -35,1±31,1, p=,003; LDLcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 14,1±29,4 vs -9±38,9, p=,014). Discussione. La differenza di efficacia dei BPF sulla dislipidemia tra i soggetti schizofrenici e il gruppo di controllo potrebbe essere spiegata dai diversi meccanismi patogenetici che sono alla base delle alterazioni metaboliche nei soggetti in trattamento con SGA e nei pazienti che non assumono questa classe di farmaci. Conclusioni. Ulteriori studi si rendono necessari al fine di valutare in questa categoria di soggetti i possibili effetti sulla dislipidemia di dosi maggiori di BPF."}, {"id": "pubmed23n0292_3885", "title": "[Comparison of dynamic and isometric loading in echocardiographic examinations in patients with ischemic heart disease].", "score": 0.009900990099009901, "content": "The objective of the work was to compare functional indicators of the left ventricle during isometric (HG) and dynamic (Ergo) echocardiographic load examinations in patients with different grades of ischaemic heart disease. In group A they compared results in 34 patients with affection of three coronary arteries and in group B 15 patients with 1-2 coronary arteries affected. They evaluated the systolic, diastolic blood pressure, heart rate (HR), the index of the diastolic end volume EDV/m2, the index of the systolic end volume ESV/m2, Limacher's index for evaluation of left ventricular motility and the left ventricular ejection fraction (EF) at rest and after both types of loads. The EDV/m2 index increased in group A by 5.2 ml during an isometric load and by 10.4 ml during a dynamic load, in group B it increased by 1.6 and 7.0 ml resp. The values of the ESV/m2 index increased in group A by 8.5 ml during the isometric load and by 14.0 ml during the dynamic load, in group B by 4.1 and 10.8 ml resp. EF values at rest were similar in both groups: group A: 51.4%, B: 51.5%. During the isometric load the EF declined to 45.3% in group A and to 47,1% in group B. During the dynamic load the EF declined to 42% in group A and 42.5 in group B. The dynamic load produces, as compared with the isometric one, a statistically more significant drop of Limacher's index and greater volumetric changes of the left ventricular cavity in the group with 1-2 affected coronary arteries, as compared with the isometric load. In patients with three affected coronary arteries the volumetric changes during an isometric load are comparable with changes after a dynamic load."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.00980392156862745, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0069_3316", "title": "[Prognostic significance of the electrocardiographic coronary reserve in stable angina].", "score": 0.00980392156862745, "content": "We've studied the prognostic significance of the electrocardiographic coronary reserve, evaluated by seried effort tests, in patients with stable angina and proved coronary disease. Seventy-three patients with stable angina, who performed 2 exercise tests (basal and after vasodilator therapy) were included. It's considered variable reserve when in the second test the ST-descent improves greater than or equal to 1 mm for equal or higher double product (43 patients) and fixed reserve when it doesn't (30 patients). All of them underwent to coronariography study. The exercise test was seried each term during the first year. Clinical follow-up lasted 3 years and we considered cardiac events: myocardial infarction, unstable angina, surgery, PTCA or death. Patients with fixed reserve had higher maximal ST-descent (2.5 +/- 0.7 vs 1.9 +/- 0.6; p less than 0.05), lesser effort-time (359 +/- 144 vs 430 +/- 112; p less than 0.05), and more severe coronary disease (score: 3.5 +/- 1.5 vs 2.4 +/- 0.8; p less than 0.01) as compared with variable reserve group. Unfavorable clinic evolution was similar in both groups (44.3% in the fixed reserve group and 34.8% in the variable reserve group). We verified that 92.3% of patients with variable reserve who didn't modify its character in a year had good evolution; 76.4% of patients who changed to fixed reserve had unfavorable evolution (significant association, p less than 0.01). We conclude that in patients with variable reserve, the periodic evaluation of the reserve character has important prognostic implication.(ABSTRACT TRUNCATED AT 250 WORDS)"}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.009708737864077669, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0134_18812", "title": "[Identification of patients with stenosis of the main trunk of the left coronary artery by ergometric variables].", "score": 0.009708737864077669, "content": "In 354 patients with coronary artery disease (9 with greater than or equal to 90%, 42 with 50-75% and 303 with no left main (LM) stenosis, prevalence of ergometric criteria of severe disease was considered. In patients with LM stenosis were more frequent: work load less than or equal to 75 watt (p less than 0,001); ST depression greater than 2 mm (p less than 0,01); 3 or more leads involved (p less than 0,05); no increment of heart rate (p less than 0,01) or of blood pressure (p less than 0.01). Work load had the best predictive value (30%) of LM stenosis, associated with a reasonable sensitivity (55%). Combination ST depression + heart rate or work load + blood pressure had a predictive value of 100%, but minimal sensitivity (8%). In detecting greater than or equal to 90% LM stenosis heart rate had the best predictive value (13%), associated with high sensitivity (78%). Presence of 2 any criteria could detect all greater than or equal to 90% LM stenosis (sensitivity 100%, predictive value 11%). ST depression + heart rate had a predictive value of 100% and a sensitivity of 44%. It is concluded that no single or associated exercise variable has both high sensitivity and high predictive value of LM stenosis."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.009615384615384616, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n0629_20893", "title": "[Postoperative analgesia for orthopedic surgeries of the hip and femur: a comparison between psoas compartment and inguinal paravascular blocks.].", "score": 0.009615384615384616, "content": "This study evaluated the efficacy of a single injection of 0.25% bupivacaine in the psoas compartment or inguinal paravascular for postoperative analgesia in patients undergoing orthopedic surgeries using a peripheral nerve stimulator. One hundred patients who had a lumbar plexus block through the psoas compartment were compared to 100 patients who had an inguinal paravascular block, using a peripheral nerve stimulator, with 40 mL of 0.25% bupivacaine. The analgesia of the ilioinguinal, genitofemoral, lateral femoral cutaneous, femoral, and obturator nerves was assessed 4, 8, 12, 16, 20, and 24 hours after the end of the surgical procedure. Pain severity was also evaluated in the same period. The amount of opioids administered in the postoperative period was recorded. A radiological study with non-ionic contrast was done in five patients in each group to evaluate the dispersion of the anesthetic. The ilioinguinal, genitofemoral, lateral femoral cutaneous, femoral, and obturator nerves were blocked in 92% of the patients with psoas compartment block versus 62% in those with inguinal paravascular block. Lumbar plexus block reduced the need for opioids, and 42% of the patients who underwent psoas compartment block and 36% of the patients who underwent inguinal paravascular block did not need additional analgesics in the postoperative period. Analgesia lasted for approximately 21 hours in the psoas compartment block and 15 hours in the inguinal paravascular block. Psoas compartment block and inguinal paravascular block are excellent techniques for postoperative analgesia in orthopedic surgeries, decreasing the need for opioids. This study showed that the injection in the psoas compartment was easier and more effective in blocking the five nerves of the lumbar plexus."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009523809523809525, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n1061_6290", "title": "[¿Cómo tratar la hipertensión arterial sistémica? Estrategias de tratamiento actuales].", "score": 0.009523809523809525, "content": "Hypertension is a disease that affects almost half of the population. Its complex pathophysiology, mainly affecting the renal, hormonal, cardiovascular and neurological systems, has allowed us to have different pharmacological strategies to treat each of these systems and thus regulate blood pressure. The American Heart Association in 2017, the European Society of Cardiology in 2018, and the American Society of Hypertension in 2020 published their recommendations for the diagnosis, monitoring and treatment of arterial hypertension. The definition of normal blood pressure or hypertension varies according to each guideline. Recommendations on lifestyle and pharmacological therapy are very similar in the guidelines. They recommend blockers of the renin-angiotensin system, calcium antagonists and thiazides, and only in selected cases the use of mineralocorticoid receptor antagonist or beta-blockers."}, {"id": "pubmed23n0999_17562", "title": "Emozioni, comportamenti e relazioni: uno studio caso-controllo sul self-cutting in adolescenza.", "score": 0.009433962264150943, "content": "Scopo. Lo scopo del presente studio caso-controllo è di approfondire i correlati psicopatologici e alcuni tratti psicologici come alessitimia e impulsività inerenti al self-cutting. È stato anche approfondito il tema dell'ideazione suicidaria nei soggetti con tale forma di autolesionismo. Metodi. Lo studio caso-controllo ha coinvolto 55 pazienti con self-cutting non suicidario, di età compresa tra i 12 e i 18 anni, e un gruppo di controllo composto da 277 adolescenti di età compresa tra i 13 e i 19 anni. La batteria testale utilizzata è stata composta da YSR 11-18 anni, CBCL 6-18 anni, SCL-90-R, TAS-20, CDI e BIS-11. Risultati. Dalle analisi effettuate sono emerse differenze statisticamente significative tra casi e controlli in relazione alla maggioranza delle scale psicopatologiche considerate. È risultata una differenza significativa tra i due gruppi anche in merito all'ideazione suicidaria. Infine, tra i self-cutter si sono evidenziate differenze significative di alcune variabili psico-relazionali (alessitimia e competenze sociale) in relazione alla frequenza di attuazione dell'atto autolesivo. Conclusioni. Il self-cutting correla con un'ampia varietà di quadri psichiatrici, senza presentare legami specifici con una particolare categoria psicopatologica. Gli elementi di alessitimia, impulsività e difficoltà relazionali degli adolescenti self-cutter dicono di come la programmazione di interventi di prevenzione primaria e secondaria dovrebbero mirare alla psico-educazione all'affettività, all'autocontrollo e ai social skill. Nello specifico, i nostri dati suggeriscono che la focalizzazione dell'intervento, in termini di lavoro sull'emotività piuttosto che sulla socializzazione, dovrebbe tener conto della frequenza degli agiti. Nella gestione clinica di questi pazienti non va esclusa a priori la possibilità di passaggio all'atto suicidario, con relative attenzioni anamnestico-cliniche da avere sia al momento della valutazione diagnostica sia lungo il follow-up della presa in carico."}, {"id": "pubmed23n0060_19264", "title": "[A comparative study of the two-dimensional echocardiography, ECG and selective coronary arteriography in detecting coronary artery disease].", "score": 0.009433962264150943, "content": "This study was designed to compare the two-dimensional echocardiography (2 DE), electrocardiography (ECG) with selective coronary arteriography in 68 patients with chest pain for the evaluation of coronary artery disease. The sensitivity of 2 DE and ECG was 86.7% and 63.2%, P greater than 0.05. The specificity of 2 DE and ECG was 76.7% and 63.3%, P greater than 0.05. In patients with coronary artery stenosis greater than 50% of the diameter, the sensitivity was relatively 93.9% and 69.7%. In patients with stenosis greater than 75% of the lumen, that was 100% and 80%. In patients with old myocardial infarction, both of the sensitivity was 100%."}, {"id": "pubmed23n0885_1883", "title": "[Ecological study on the mortality of residents in Manfredonia (Apulia Region, Southern Italy) from 1970 to 2013].", "score": 0.009345794392523364, "content": "OBIETTIVI: valutare lo stato di salute della popolazione residente nel comune di Manfredonia dal 1970 al 2013. DISEGNO: analisi descrittiva dell'andamento temporale della mortalità generale, per gruppi di cause, dal 1970 al 2013. SETTING E PARTECIPANTI: i dati di mortalità e le popolazioni residenti sono di fonte Istat. Sono state esaminate 55 cause di decesso. Le analisi sono disaggregate per sesso e periodo. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: sono stati elaborati i rapporti standardizzati di mortalità (SMR%), con i rispettivi intervalli di confidenza al 90% (IC90%), e i tassi di mortalità standardizzati col metodo diretto (TSD ). RISULTATI: lo stato di salute misurato dal tasso di mortalità per tutte le cause migliora nel tempo: i TSD passano da 92 x10.000 negli anni 1970-1974 a 52 x10.000 nel biennio 2012-2013 negli uomini, da 70 x10.000 a 39 x10.000 nelle donne. Tuttavia, rispetto alla media regionale Manfredonia perde progressivamente il suo vantaggio, passando da -20% a -10% negli uomini, e da -20% a +1,5% nelle donne. Questo andamento è molto evidente per il complesso delle cause cardiovascolari, mentre i tumori maligni sono in generale nella media regionale. Nell'ultimo periodo disponibile per causa di decesso (2006-2011), la mortalità per infarto miocardico è stata più alta della media regionale (uomini: +35%; donne: +54%). I rapporti standardizzati di mortalità (SMR) mostrano tra gli uomini valori in crescita, in particolar modo rispetto al riferimento provinciale, con un eccesso a cominciare dal periodo 2006-2011 (22 decessi/anno e 19 attesi; SMR%: 117,2; IC90% 101,1-135,2; riferimento: provincia di Foggia). Anche tra le donne gli SMR% superano i riferimenti provinciali negli ultimi periodi esaminati (nel 2012-2013: 7 decessi/ anno e 4,2 attesi; SMR%: 116,4; IC90% 97,0-260,7; riferimento: provincia di Foggia). CONCLUSIONI: la mortalità a Manfredonia è diminuita in misura minore rispetto a quella osservata nei riferimenti provinciali e regionali. Il vantaggio che si osservava negli anni Sessanta si è, infatti, ridotto nel tempo, fino ad annullarsi negli ultimi anni. Dal 1970, Manfredonia ha progressivamente perso il vantaggio che aveva. Dagli anni Duemila, la mortalità per infarto del miocardio è in eccesso sulla media regionale e provinciale. Da casi documentati in letteratura si osserva che le popolazioni che sperimentano catastrofi di origine naturale o antropica possono fronteggiare un aumento di patologie cardiovascolari. La mortalità per tumore polmonare mostra un eccesso sulla media regionale, in particolare provinciale, a cominciare dal 2000, coerentemente con i tempi di latenza legati all'esposizione ad arsenico negli anni Settanta."}, {"id": "pubmed23n0603_4392", "title": "[Comparative study of exercise-induced ischaemia in coronaropathy and aortic stenosis].", "score": 0.009345794392523364, "content": "To compare exercise and recovery data between a population of patients with proven CAD and patients with pure aortic stenosis (AS). Exercise testing results (bicycle ergometry) of 45 patients with AS (34 men, 66+/-12 years, 56+/-20 mmHg peak-to-peak gradient and valve area 0.78+/-0.48cm2) were compared to exercise testing results of 50 patients with CAD (41 men, 65+/-9 years, greater or equal to 70% stenosis on one vessel in 62%, two vessels in 30%, three vessels in 8%). During exercise, 38% patients with AS and 82% patients with CAD had clinical symptoms. In the AS group, exercise duration was longer, heart rate (HR) was higher, maximal systolic and diastolic blood pressure were lower than in CAD group. The increase of systolic blood pressure was lower in the AS group (34+/-21 mmHg versus 47+/-27 mmHg, p<0.02). Maximal load achieved was not significantly different. Exercise ST depression appeared in 76% of AS group and 88% of CAD group (NS). No difference was found in ST depression, Detrano index and ST segment/HR slope. During recovery, no difference was found in HR variations. Clockwise rotation of the ST/HR recovery loop was more frequent in CAD group (35 patients versus 19 patients, p<0.001). Most of the exercise and recovery data are similar in patients with AS and CAD. Significant discriminating criteria were the increase of systolic blood pressure during exercise and ST/HR recovery loop."}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.009259259259259259, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n0017_792", "title": "[Results of the bicycle ergometric test in stenocardia patients performing the load manually].", "score": 0.009259259259259259, "content": "Comparative study was carried out of the results of the bicycle ergometry test in hand- and foot-pedalling conducted on 56 patients with stable angina pectoris. It is shown that in performing work by muscles of the shoulder girdle the chrono- and inotropic reserves of the heart are expended more rapidly, and an attack of angina develops in lesser physical exertion. It is recommended to conduct the bicycle ergometry test with hand pedalling for determining the working capacity of individuals with ischemic heart disease if their occupation is linked with physical exertion of the shoulder girdle muscles."}, {"id": "pubmed23n0885_1890", "title": "[Mortality from respiratory diseases in the provinces of Apulia Region (Southern Italy) from 1933 to 2010].", "score": 0.009174311926605505, "content": "OBIETTIVI: valutare l'andamento temporale della mortalità per patologie respiratorie nelle province pugliesi utilizzando dati omogenei per fonte e metodologia di calcolo. DISEGNO: analisi ecologica storica degli andamenti temporali di mortalità per tumori e patologie dell'apparato respiratorio nelle province pugliesi, in Puglia e nelle ripartizioni geografiche italiane dal 1933 al 2010. SETTING E PARTECIPANTI: i dati di mortalità e le popolazioni residenti sono di fonte Istat. Sono state esaminate tutte le cause di decesso, il tumore della laringe, il tumore del polmone, l'insieme dei tumori respiratori, la bronchite, la polmonite e la broncopolmonite considerate congiuntamente, e l'insieme delle patologie respiratorie. Le analisi sono disaggregate per sesso dal 1969. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: rapporti standardizzati di mortalità (SMR%) in riferimento all'Italia, con intervalli di confidenza al 95%, e tassi di mortalità standardizzati col metodo diretto (TSD ) in riferimento alla popolazione standard europea. RISULTATI: dal 1933 al 2010, i TSD per tumori respiratori e per bronchiti diminuiscono in tutte le aree analizzate. Tuttavia, nelle province di Taranto, Brindisi e Lecce, l'SMR% per tumori respiratori, inferiore al riferimento nazionale fino agli anni Sessanta, si allinea (a Brindisi) e supera (a Lecce e Taranto) il riferimento negli anni successivi. Nelle province di Foggia e Bari il numero dei decessi per tumore del polmone è costantemente inferiore all'atteso. CONCLUSIONI: la ricostruzione storica e l'analisi dei trend temporali di mortalità dal 1933 al 2010 mostrano alcune criticità sanitarie in periodi specifici. L'elaborazione dei dati di mortalità per un arco temporale di circa 80 anni ha messo in evidenza la maggiore rilevanza di queste criticità con l'avvio dello sviluppo industriale."}, {"id": "pubmed23n0077_20803", "title": "[Clinical and angiographic expression of myocardial ischemia in stable angina as a function of its coronary reserve].", "score": 0.009174311926605505, "content": "We have studied the distribution of the coronary reserve, evaluated by serial effort tests, in patients with proved coronaropathy, determining the correlation between clinic (effort and mixed angina) and coronary reserve (fixed and variable), assessing angiographic findings in function to that reserve. We took 120 patients with stable angina to whom 2 effort tests were performed, basal and after vasodilator drugs. It was considered variable reserve if in the second test the S-T descend improved greater than or equal to 1 mm for a similar of greater double product and fixed when it didn't improve. In all patients coronarography was performed. Seventy two patients (60%) showed fixed reserve, 58 with effort angina (80%) and 14 (20%) with mixed. Forty eight showed variable reserve, 40 (80%) with mixed angina and 8 (17%) with effort. The group with fixed reserve had a greater S-T max. descent (2.9 +/- 0.9 vs 2.2 +/- 0.4) (p less than 0.001), a lower double product max. (221 +/- 44 vs 284 +/- 37) (p less than 0.001) and a lower maximal oxygen consumption (MVO2 7 +/- 2 vs 11 +/- 2) (p less than 0.001) than the variable reserve group. Considering the angiography, the fixed reserve group had more number of vessels affected (1.9 +/- 0.7 vs 1.4 +/- 0.5) (p less than 0.01), a higher angiographic score (4.88 +/- 2.4 vs 2.2 +/- 1.2) (p less than 0.001), a lower ejection fraction (59 +/- 8.5 vs 65 +/- 7.5) (p less than 0.001), more multivessel and descending anterior artery lesion than the variable reserve group.(ABSTRACT TRUNCATED AT 250 WORDS)"}, {"id": "pubmed23n1029_21329", "title": "Principi di farmacodinamica e farmacocinetica nello switch tra antipsicotici: focus su cariprazina.", "score": 0.00909090909090909, "content": "Cariprazina {RGH-188; trans-N- [4- [2- [4- (2,3-diclorofenil) piperazin-1-il] etil] cicloesil] -N_, N_-dimetilurea cloridrato} è un antipsicotico atipico di nuova generazione, con un originale profilo farmacodinamico e farmacocinetico. Cariprazina ha due metaboliti attivi, uno dei quali ha un'emivita di 1-3 settimane, che è la più lunga di qualsiasi antipsicotico atipico, con emivita effettiva funzionale totale (cariprazina più due metaboliti) di 7 giorni. Il farmaco mostra un'affinità che è circa 10 volte più alta per i recettori D3 che per D2 (rispettivamente pKi 10,07 e 9,31). L'affinità per D3 è superiore all'affinità della stessa dopamina. Cariprazina mostra inoltre un'elevata affinità per i recettori 5-HT2B (pKi 9,24), con antagonismo puro. Cariprazina è un agonista parziale e ha un'affinità significativa, ma inferiore all'affinità per D3, sui recettori 5-HT1A (pKi 8,59). Agendo su D3 e 5-HT1, cariprazina migliora i sintomi negativi, l'anedonia e i deficit cognitivi. L'affinità per i recettori 5-HT2A (pKi 7,73), H1 (pKi 7,63) e 5-HT2C (pKi 6,87) è inferiore, così come minori sono le affinità per i recettori adrenergici, istaminergici e colinergici, recettori che sono spesso responsabili di effetti collaterali. Grazie al profilo di tollerabilità (sicurezza cardiovascolare, bassa probabilità di dare sedazione e iperprolattinemia, basso rischio metabolico), insieme alla sua peculiare efficacia sui sintomi negativi e alla sua lunga emivita, che spesso migliora la scarsa aderenza, cariprazina è un candidato valido per il passaggio da un antipsicotico inefficace (o parzialmente efficace, con particolare riferimento ai sintomi negativi), poco tollerato, o assunto con una scarsa aderenza. Questo articolo esamina le caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche di cariprazina e discute le loro implicazioni in termini di identificazione dei pazienti che possano beneficiare di un passaggio a cariprazina, e della migliore strategia per completare lo switch con successo."}, {"id": "pubmed23n0491_20792", "title": "[Is the screening of asymptomatic carotid stenosis worthwhile?].", "score": 0.00909090909090909, "content": "Endarteriectomy may be of some benefit for those patients who have asymptomatic carotid stenosis above 80%. Duplex echography is a useful non-invasive diagnosis method, and the detection of asymptomatic carotid stenosis is questionable. Detection in the whole population seems inefficient since most stenosis are found in patients who experience other locations of atherosclerosis or who have several risk factors. The conditions where detection seems useful are the patients above 55 years with lower limb occlusive arterial disease or aortic aneurysm, and the subjects who have three of the four following conditions: age above 65 years, hypercholesterolemia, tobacco, and ischaemic cardiopathy."}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.009009009009009009, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "pubmed23n1050_20382", "title": "Comparative study of cardiac function between two populations in Latin America using the transthoracic echocardiogram: Atahualpa, Ecuador, and Mexico City, Mexico.", "score": 0.009009009009009009, "content": "Comprobar las diferencias morfológicas y funcionales del corazón en dos poblaciones latinoamericanas con distintas características raciales y condiciones de vida. Mediante el ecocardiograma transtorácico se obtuvieron datos de 206 personas: 103 del poblado de Atahualpa, Ecuador (nivel del mar, edad x̄ 75 ± 4.2 años, 53 mujeres) y 103 habitantes de la Ciudad de México (altitud de 2,300 m, edad x̄ 75 ± 4.2 años, 52 mujeres). Las diferencias significativas entre Atahualpa y la Ciudad de México fueron frecuencia cardíaca, 66 vs. 80; diámetro diastólico ventricular izquierdo, 40.8 vs. 42.7; grosor del tabique, 9.8 vs. 11.6; pared posterior, 10.2 vs. 11.8; volumen-latido en centímetros cúbicos, 53.0 vs. 46.6; volumen auricular Izquierdo, 25.8 vs. 33.6; presión sistólica de la arteria pulmonar, 27.1 vs. 42.0; gasto cardíaco, 3.1 vs. 4.8; cociente E/Ea, 6.4 vs. 9.2; área mitral, 3.4 vs. 3.0. El comparativo de la función diastólica entre Atahualpa y la Ciudad de México fue: tipo 0: 2 vs. 1; tipo 1: 96 vs. 81; tipo 2: 5 vs. 20; tipo 3: 0 vs. 1. Las características ecocardiográficas que identifican los cambios adaptativos del corazón en Atahualpa coinciden con personas que viven a nivel del mar y con buena actividad física y en México con los habitantes de grandes altitudes y expuestos a contaminación ambiental. La función sistólica del ventrículo izquierdo fue similar en ambas poblaciones, lo que indica que los cambios adaptativos hacen posible que el corazón sea eficaz en diferentes circunstancias del ecosistema. To compare morphological and functional differences of the heart in two Latin American populations with different ethnicity and living conditions. Using transthoracic echocardiogram we obtained data on 206 individuals: 103 from Atahualpa, Ecuador (living at sea level, mean age: 75 ± 4.2 years, 53 women) and 103 inhabitants from Mexico City (living at 2300 m above sea level, mean age: 75 ± 4.2 years, 52 women). Significant differences between Atahualpa and Mexico were: Heart rate 66 versus 80 x’, left ventricular diastolic diameter 40.8 versus 42.7, septum thickness 9.8 versus 11.6, posterior wall 10.2 versus 11.8, stroke volume cc 53.0 versus 46.6, left atrial volume 25. 8 versus 33.6, systolic pressure of the pulmonary artery 27.1 versus 42.0, cardiac output 3.1 versus 4.8, E/Ea ratio 6.4 versus 9.2, and mitral area 3.4 versus 3.0. Comparison of diastolic function between Atahualpa and Mexico was: Type 0; 2 versus 1. Type 1; 96 versus 81. Type 2; 5 versus 20 and Type 3; 0 versus 1. Echocardiographic characteristics that identify adaptive changes of the heart in Atahualpa are coincident with people living at sea level and with good physical activity, and Mexico City, with inhabitants living at high altitudes and exposed to environmental pollution. The systolic function of the left ventricle was similar in both populations, indicating that adaptive changes allow the heart to be effective in different circumstances of the ecosystem."}, {"id": "pubmed23n1038_10335", "title": "[Torsione di punta indotta dalla cocaina: un caso clinico.]", "score": 0.008928571428571428, "content": "Riassunto. La torsione di punta (TdP) è una tachicardia ventricolare polimorfica con una caratteristica torsione sinusoidale del complesso QRS attorno alla linea di base. Si differenzia da altre forme di tachicardia ventricolare per le sue caratteristiche morfologiche, per il meccanismo sottostante e le modalità di terapia. È associato alla sindrome del QT lungo e ha molti meccanismi precipitanti, fattori eziologici e opzioni di trattamento. Questo articolo presenta un caso di TdP che è stato caratterizzato da molteplici fattori e ha richiesto molte modalità di trattamento. Inoltre, vengono discussi i potenziali meccanismi e le modalità terapeutiche della TdP."}, {"id": "pubmed23n0238_2940", "title": "[Comparison between the loading test and selective coronary angiography in stenocardia].", "score": 0.008928571428571428, "content": "The results from the step-wise loading test to 75 per cent of the age maximum pulse rate, performed by veloergemeter or thread-mill in 52 patients (9 females and 43 males, II of them with atypical chest pain and II with stenocardia) were juxtaposed to the data from the selective coronarography. It was established that the a reduction of ST segment greater than I mm and the appearance of precordial pain, degree III by the five-grade scale, have almost identical specificity (70% and 64% resp) and a predicting value of the positive result (68% and 70% resp) and a slightly higher sensitivity to pain (68% and 84% resp) in the detection of coronary stenosis greater than 50 per cent of the diameter of a main coronary vessel. The combination of the signs precordial pain degree III and/or ST reduction greater than I mm and/or elevation of ST greater than 2 mm, with same predicting value (67%) maintained, but with a considerably enhanced sensitivity (96%) proved to be most adequate as a criterion of the positive test. A reduction of ST segment greater than 22 mm is characterized by decrease of sensitivity (40%) but with a considerable increase of specificity (96%). The positivation of that sign suggests the presence mainly of a multibranch disease. The patients with coronary stenosis greater than 50%, rarely reach a physical capacity over 100 wt (7 x oxygen consumption) and a product of the maximum reached pulse rate and systolic blood pressure over 20 000 as compared with those without stenosis, but no difference among the patients with one-branch and multi-branch disease was established. The electrocardiographic changes in the patients with a true positive test with loading is more often retained after 4th minute of the rehabilitation phase as compared with those of the patients with false-positive test. Evidence exists to admit that the predicting value of the positive test is poorer in the patients with atypical pains and females."}, {"id": "pubmed23n1049_15017", "title": "[Ictus dopo una seduta dal parrucchiere.]", "score": 0.008849557522123894, "content": "Riassunto. Le dissecazioni delle arterie cervicali (DAC) sono una causa inusuale di ictus ma il loro tasso di prevalenza cresce fino al 20% nella fascia di età giovane-adulta. In molti casi le dissecazioni si associano a rare malattie connettivali come la sindrome di Ehlers-Danlos, di Marfan, la fibrodisplasia. I fattori di rischio esterni principali sono rappresentati da bruschi traumi cervicali come negli incidenti stradali o, meno frequentemente, da procedure meno cruente come la manipolazione e l'iperestensione prolungata del collo. Diversi casi di DAC sono presenti in letteratura dopo sedute chiropratiche, procedure odontoiatriche ed endoscopiche. Noi riportiamo un insolito caso di dissecazione della carotide interna di sinistra causata da iperestensione del collo occorsa dopo uno shampoo dal parrucchiere."}, {"id": "pubmed23n0048_3666", "title": "[Isosorbide 5-mononitrate (delayed release) in stable effort angina].", "score": 0.008849557522123894, "content": "This work has been carried out to evaluate over a short and medium space of time (100 days) the efficacy, tolerance and haemodynamic repercussion of 50 mg of sustained release Isosorbide 5-Mononitrate administered once day to patients with stable effort angina in a random and prospective study, which was double blind crossover and placebo-controlled. In this study we included 10 patients who showed positive exercise test using clinical (angina) and electrocardiographic (ischemic drop of the ST greater than 1 mm) criteria. The assessment was done with cycloergometry starting with 30W and increasing by 20W every 2 minutes until angina appeared accompanied by an ischemic drop of the ST. The effort tests were done basally and at intervals of 4, 12 and 24 hours after the dose. The parameters studied were obtained on the 1st, 25th and 100th days of the study and were compared with those of the placebo. The time taken for the ST to 1 mm to fall (seconds) increased when evaluated after 4 and 12 hours on the 1st, 25th and 100th days in comparison with placebo (p < 0.05). The time taken for angina (seconds) to appear lengthened considerably when evaluated 4 and 12 hours after the dose not only on the 1st day but also on the 25th and 100th days in comparison with placebo (p < 0.05). The duration of the effort (seconds) was significantly greater after 4 and 12 hours on the 1st, 25th and 100th days when compared to that of the placebo (p < 0.05).(ABSTRACT TRUNCATED AT 250 WORDS)"}, {"id": "pubmed23n0711_1544", "title": "[ Monotherapy with tamsulosin].", "score": 0.008771929824561403, "content": "G.G. è un paziente di 62 anni, in condizioni generali discrete, che giunge alla nostra osservazione per la presenza di sintomi urinari del basso tratto urinario, International Prostate Symptom Score (IPSS) pari a 16. Anamnesi familiare negativa per carcinoma prostatico. Il paziente esegue terapia con calcio antagonista per ipertensione arteriosa. Ha subito un intervento di colecistectomia. Il paziente riferiva inoltre una qualità di vita negativamente influenzata da sintomi minzionali irritativi che lo portavano ad alzarsi più di 3 volte a notte per urinare ed una pollachiuria diurna ogni 3 ore. Viene inoltre riferita un'attività sessuale moderatamente insoddisfacente."}, {"id": "pubmed23n0087_2771", "title": "[Sensitivity and specificity of the exertion test in elderly patients].", "score": 0.008771929824561403, "content": "One hundred and fifty four patients who presented at our Institution for suspected coronary artery disease were evaluated. They were divided in two groups: A) 77 patients older than 65 years (X = 68.35 +/- 2.99 years), and B) 77 patients younger than 65 years (X = 51.01 +/- 7.50 years). Diagnostic exercise test and coronary angiography were performed in all. Most tests in both groups were terminated due to physical exhaustion (71% and 74% in groups A and B, respectively). During the exercise test there was a higher incidence of ventricular premature beats and lower limb pain in the older group, while angina was more common in the younger group. The overall sensitivity of the test was similar in both groups (88%), with a high prevalence in both (86% in group A and 78% in group B). The sensitivity regarding the extension of coronary artery disease was higher for the detection of one-vessel disease in the younger group (76% vs 63%), while it was higher in the older group for the detection of two and three-vessel disease (86% and 91% vs 84% and 80% in the younger group)."}, {"id": "pubmed23n0749_21422", "title": "The clinician's role in the diagnosis of breast disease.", "score": 0.008695652173913044, "content": "Until 20 or 30 years ago, the diagnosis and treatment of breast disease was managed exclusively by the surgeon. This situation has changed to some extent as a result of recent technological advances, and clinicians' contributions to the diagnostic work-up and/or treatment of these cases can begin at any time. If they are the first physician to see the patient after the examination and formulation of a diagnostic hypothesis, they will almost always have to order a panel of imaging/instrumental examinations that is appropriate for the type of lesion suspected, the patient's age, and other factors; if they intervene at the end of the diagnostic work-up, it will be their job to arrive at a conclusion based on all of the data collected. The clinical examination includes various steps - history taking and inspection and palpation of the breasts - each of which is essential and requires the use of appropriate methods and techniques. The diagnostic capacity of the examination will depend largely on the consistency of the breasts, but it is influenced even more strongly by the doctor-patient relationship. Physicians must know their patient well, listen to and understand what she is saying, explain their own findings and verify that the explanations have been understood, and they must be convincing. Clinicians must also be able to assess the results of imaging studies (rather than relying solely on the radiologist's report), and this requires interaction with other specialists. The days are over when a clinician or radiologist or sonographer worked alone, certain that his/her examination method was sufficient in itself: today, teamwork is essential. But this also means that each member of the team must be extremely competent in his/her own sector and be aware of the other team members' limitations and expectations. The clinical examination remains central to the process since it is the basis for selecting appropriate treatment. SOMMARIO: Da quando si conosce la patologia mammaria la diagnosi e la terapia di tale patologia sono state a totale appannaggio del chirurgo, situazione che è proseguita fino a qualche decennio fa. Il recente progresso tecnologico ha modificato, in parte, questa situazione e il clinico può entrare nel percorso diagnostico o terapeutico in qualsiasi momento. Se è il primo coinvolto, dopo l'esame e dopo un'ipotesi diagnostica, dovrà, quasi sempre, orientarsi verso indagini strumentali in relazione al sospetto, all'età della paziente ecc., se è l'ultimo anello deve arrivare a una conclusione mettendo insieme tutte le informazioni. L'esame clinico è composto di varie fasi: anamnesi, ispezione, palpazione, ognuna essenziale. Ogni singola fase va affrontata con metodo e tecnica appropriata. La capacità diagnostica dell'esame clinico è influenzata dalla costituzione della mammella, ma ancor di più è condizionata da uno stretto rapporto tra paziente e medico che deve conoscere molto la paziente che gli sta davanti e che non solo deve \"visitare\", ma capire, spiegare, accertarsi che si abbia capito, convincere. È inoltre indispensabile che il clinico sia in grado di esaminare le indagini strumentali e non limitarsi a leggere i referti, quindi interagire con gli altri specialisti. L'epoca del clinico o del radiologo o dell'ecografista che lavora da solo credendo che il proprio esame sia sufficiente o sganciato da altri contesti è finita da tempo, tutti hanno bisogno di tutti. È però vero che ciascuno deve essere estremamente competente nel suo settore e deve conoscere i limiti e le aspettative di chi collabora in altre specialità, come rimane valida la regola che la clinica resta comunque il momento centrale, non fosse altro perché poi deve affrontare la terapia."}, {"id": "pubmed23n0353_3907", "title": "[Comparative analysis of reperfusion time in primary angioplasty vs thrombolysis. Success vs time].", "score": 0.008695652173913044, "content": "We studied 398 patients with diagnosis of acute myocardial infarction who arrived within the first six hours of symptom onset that were treated with thrombolysis or primary angioplasty, they were divided in two groups: Group 1 (n = 198), those treated with 1.5 million U of streptokinase over 60 min and Group 2 (n = 200), those treated with primary angioplasty. In Group 1 the \"pain-door\" time was 3.7 +/- 1.7 hs vs 3.8 +/- 2.4 hs in group 2 (p = NS). The \"door-needle\" time was 48 +/- 12 min. compared with the \"door-balloon\" time of 84 +/- 30 min (p < 0.001). In Group 1, 154 (77.6%) of the patients had clinical of reperfusion after thrombolysis, 58 of them underwent coronary angiography and had an infarct related artery (IRA) patency rate of 45.3%. In Group 2 the IRA patency rate was 85.5% (p < 0.005). Thrombolysis was achieved in a lesser period of time but our findings showed that primary angioplasty was more effective obtaining a TIMI 3 flow."}, {"id": "pubmed23n1130_1118", "title": "[The &quot;redisorganisation&quot; of the Italian Healthcare Service].", "score": 0.008620689655172414, "content": "Non vi è alcun dubbio che, sotto la spinta degli effetti sanitari della pandemia da COVID19 e della approvazione (il 13/7/2021) del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), si è in presenza ancora una volta di un tentativo di riorganizzazione del Servizio sanitario nazionale. Alcuni significativi elementi di questa volontà politica sono stati già indicati negli Editoriali di questa Rivista pubblicati negli ultimi due anni - dalla dichiarazione dello stato di emergenza nazionale per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19 (D.L. 25/3/2020, n. 19) a tutt'oggi. Gli esperti diScienze politiche applicate alla sanità hanno fatto rilevare che le proposte di riorganizzazione - soprattutto tendenti a rafforzare la sanità territoriale (cure primarie e servizi territoriali)2 - risalgono addirittura alla legge istitutiva del Servizio sanitario nazionale e sono state \"rinnovellate\"da numerosi successivi atti legislativi mai completamente realizzati. La motivazione è facile da comprendere perché da tempo è fin troppo noto che non è possibile modificare un sistema, come quello sanitario (ma non solo questo), unicamente attraverso cambiamenti strutturali3. Una riforma per avere successo deve innescare un'interazione virtuosa tra il dispositivo normativo e il sistema sociale di realizzazione, composto dagli esecutori e dai beneficiari della riforma. L'antica metafora botanica della semina può rendere l'idea: anche la migliore semenza non può attecchire su un terreno arido o poco soleggiato e se le radici non trovano nel suolo il necessario alla crescita della pianta."}, {"id": "pubmed23n1052_16192", "title": "[Beneficios y riesgos potenciales de las metas intensivas en el tratamiento de la hipertensión arterial. Revisión sistemática y metaanálisis de ensayos clínicos].", "score": 0.008620689655172414, "content": "Introducción y objetivos: Existe controversia respecto a las metas más adecuadas para el control de la presión arterial. Debido a ello nos propusimos valorar los beneficios y riesgos de adoptar distintos umbrales terapéuticos. Métodos: Revisión sistemática y metaanálisis de ensayos clínicos de grandes dimensiones a fin de valorar el impacto de las distintas estrategias terapéuticas en la reducción de eventos cardiovasculares y desarrollo de efectos adversos serios. Resultados: Se incluyeron cuatro ensayos con 29,820 participantes, con edad media de 65±7.9 años. El 42.2% eran mujeres y el 22% eran diabéticos. Globalmente las metas intensivas mostraron una tendencia no significativa hacia la reducción de la mortalidad cardiovascular (riesgo relativo [RR]: 0.89; intervalo de confianza del 95% [IC 95%]: 0.68-1.07; p=0.16) sin impacto en la mortalidad total (p=0.45) y con moderada heterogeneidad entre los ensayos (índice I [I]2: 44 y 59% respectivamente). En cambio, sí redujeron eventos cardiovasculares no fatales (RR: 0.82; IC 95%: 0.70-0.91; p = 0.0003), siendo esto consistente en los ensayos analizados (I2: 0%). Respecto a los efectos adversos, las metas intensivas generaron más consultas a guardia o internaciones (RR: 1.98; IC 95%: 1.59-2.46; p<0.0001; I2: 14%), sin claro incremento en la insuficiencia renal (RR: 1.65; IC95%: 0.94-2.89) y con aumento de las caídas y síncope (RR: 2.39; IC 95%: 1.56-3.67; p<0.0001; I2: 28%). Conclusión: Metas intensivas de presión arterial reducen eventos cardiovasculares no fatales, sin impacto en la mortalidad, y con un incremento en el riesgo de eventos adversos. Parecería razonable individualizar los objetivos terapéuticos de acuerdo con el riesgo de cada paciente. Registro: PROSPERO (CRD42020149134)."}]}}}} {"correct_option": 5, "explanations": {"1": {"exist": true, "char_ranges": [[1028, 1142]], "word_ranges": [[149, 163]], "text": "sebbene esistano forme di polineuropatia periferica \"pseudosiringomielica\", esse sono di solito a esordio lombare."}, "2": {"exist": true, "char_ranges": [[802, 914]], "word_ranges": [[115, 131]], "text": "La SM e altre lesioni spinali sarebbero accompagnate da altri segni esplorativi come l'esaltazione dei riflessi,"}, "3": {"exist": true, "char_ranges": [[915, 990]], "word_ranges": [[131, 142]], "text": "per il tunnel carpale l'esplorazione supera il territorio distale al carpo,"}, "4": {"exist": true, "char_ranges": [[802, 914]], "word_ranges": [[115, 131]], "text": "La SM e altre lesioni spinali sarebbero accompagnate da altri segni esplorativi come l'esaltazione dei riflessi,"}, "5": {"exist": true, "char_ranges": [[594, 801]], "word_ranges": [[86, 115]], "text": "ritengo che la risposta corretta sia la 5, cioè una lesione siringomielica, la cui caratteristica iniziale è la dissociazione sensoriale con anestesia per termoalgesia e conservazione del cordone posteriore."}}, "full_answer": "La domanda più scottante della sezione Neurologia di quest'anno. Il paziente è diabetico ma in trattamento insulinico con un buon controllo (anche se le neuropatie diabetiche non si sviluppano solo in pazienti con scarso controllo) con sintomi sensoriali limitati agli arti superiori e di breve insorgenza, senza sintomi motori o a qualsiasi altro livello. All'esame si nota una chiara dissociazione con anestesia termoalgesica e conservazione di quella artrocinetica e vibratoria. I riflessi sono normali, né aboliti né esaltati. Inoltre, il resto dell'esame è strettamente normale. Pertanto, ritengo che la risposta corretta sia la 5, cioè una lesione siringomielica, la cui caratteristica iniziale è la dissociazione sensoriale con anestesia per termoalgesia e conservazione del cordone posteriore. La SM e altre lesioni spinali sarebbero accompagnate da altri segni esplorativi come l'esaltazione dei riflessi, per il tunnel carpale l'esplorazione supera il territorio distale al carpo, e per quanto riguarda la risposta 1, sebbene esistano forme di polineuropatia periferica \"pseudosiringomielica\", esse sono di solito a esordio lombare. Il breve tempo di evoluzione (2 settimane), il rispetto degli arti inferiori e la conservazione dei riflessi muscolari mi fanno escludere questa risposta nonostante la distribuzione \"a guanto\".", "full_answer_no_ref": "La domanda più scottante della sezione Neurologia di quest'anno. Il paziente è diabetico ma in trattamento insulinico con un buon controllo (anche se le neuropatie diabetiche non si sviluppano solo in pazienti con scarso controllo) con sintomi sensoriali limitati agli arti superiori e di breve insorgenza, senza sintomi motori o a qualsiasi altro livello. All'esame si nota una chiara dissociazione con anestesia termoalgesica e conservazione di quella artrocinetica e vibratoria. I riflessi sono normali, né aboliti né esaltati. Inoltre, il resto dell'esame è strettamente normale. Pertanto, ritengo che [HIDDEN], cioè una lesione siringomielica, la cui caratteristica iniziale è la dissociazione sensoriale con anestesia per termoalgesia e conservazione del cordone posteriore. La SM e altre lesioni spinali sarebbero accompagnate da altri segni esplorativi come l'esaltazione dei riflessi, per il tunnel carpale l'esplorazione supera il territorio distale al carpo, e per quanto riguarda la risposta 1, sebbene esistano forme di polineuropatia periferica \"pseudosiringomielica\", esse sono di solito a esordio lombare. Il breve tempo di evoluzione (2 settimane), il rispetto degli arti inferiori e la conservazione dei riflessi muscolari mi fanno escludere [HIDDEN] nonostante la distribuzione \"a guanto\".", "full_question": "Un paziente diabetico di 32 anni, in trattamento insulinico e con un buon controllo dei livelli di glucosio nel sangue, si è presentato in clinica con formicolii a entrambe le mani, con una sensazione di intorpidimento e insensibilità termica di insorgenza progressiva nel corso di 2 settimane. Non riferiva disturbi visivi, deficit di forza, goffaggine motoria o altri sintomi. L'esame ha rivelato anestesia al dolore e alla temperatura in entrambe le mani e nella parte distale degli avambracci; la sensibilità posizionale e vibratoria erano conservate. Non c'è atrofia muscolare o deficit di forza. I riflessi muscolari sono normali e simmetrici. Non sono presenti dismetria, disdiadochinesia o tremore intenzionale. Il resto dell'esame neurologico è strettamente normale. Indicare la diagnosi più probabile in questo caso:", "id": 127, "lang": "it", "options": {"1": "Neuropatia periferica sensitvo-simmetrica distale di origine diabetica.", "2": "Lesione da compressione del midollo spinale cervicale.", "3": "Sindrome del tunnel carpale bilaterale.", "4": "Malattia demielinizzante di tipo sclerosi multipla.", "5": "Lesione del midollo spinale cervicale centrale."}, "question_id_specific": 77, "type": "NEUROLOGIA E NEUROCHIRURGIA", "year": 2012, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "pubmed23n0999_17549", "title": "[Bevacizumab e altri farmaci. Attività e sicurezza degli agenti anti-VEGF nel carcinoma ovarico.]", "score": 0.009900990099009901, "content": "Riassunto. L'angiogenesi svolge un ruolo importante sia nei tessuti epiteliali normali sia in quelli maligni. Negli ultimi anni questo fenomeno è stato ampiamente studiato in oncologia sperimentale e clinica perché ci sono evidenze che sia coinvolto nella diffusione e nella diffusione metastatica del carcinoma ovarico. Il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (vascular endothelial growth factor - VEGF) è l'attore principale nel meccanismo di angiogenesi e svolge un ruolo strategico nella proliferazione e migrazione delle cellule neoplastiche, con un impatto significativo sulla sopravvivenza e sull'outcome clinico. Secondo quanto emerge da molti studi sperimentali e clinici, le nostre conoscenze sulla biologia dell'angiogenesi e del VEGF sono aumentate portando allo sviluppo farmacologico di specifici agenti in grado di targeting VEGF. Questo nuovo campo di indagine offre agli scienziati l'opportunità di testare nuove possibilità terapeutiche nei pazienti con carcinoma ovarico con nuovi agenti mirati. Il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF umanizzato, è stato il primo farmaco anti-VEGF scoperto ed è usato oggi per il trattamento di diversi tumori solidi. Negli ultimi anni questo agente è stato ampiamente testato nei pazienti con carcinoma ovarico, mostrando un'attività clinica interessante e un profilo di tossicità tollerabile sia nelle pazienti giovani sia in quelle anziane. Il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel e successivamente utilizzato come agente singolo, è indicato per il trattamento del carcinoma epiteliale dell'ovaio di stadio III o IV, tuba di Falloppio o carcinoma peritoneale primario dopo iniziale resezione chirurgica. Il bevacizumab è anche usato per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico epiteliale ricorrente e resistente al platino, delle tube di Falloppio o dal tumore peritoneale primario che hanno ricevuto non più di 2 regimi precedenti di chemioterapia. Inoltre, il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel o con carboplatino e gemcitabina (e usato come agente singolo), è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma epiteliale dell'ovario sensibile al platino, tuba di Falloppio o tumore peritoneale primario. Le linee guida più accreditate suggeriscono quando bevacizumab deve essere usato nel trattamento del carcinoma ovarico avanzato e ricorrente. Altri agenti anti-VEGF, come gli inibitori della tirosin-chinasi del recettore VEGF (VEGFR), sono stati ampiamente testati nel carcinoma ovarico e molti altri sono in corso di studi al fine di testare la loro attività e sicurezza rispetto a bevacizumab. Gli agenti anti-VEGF e gli inibitori di PARP svolgono oggi un ruolo strategico nel trattamento del cancro ovarico con agenti mirati in associazione con la chemioterapia e la chirurgia in un'ottica multidisciplinare e personalizzata."}, {"id": "pubmed23n0282_2722", "title": "[Electrophysiologic diagnosis of carpal tunnel syndrome in patients with diabetes mellitus].", "score": 0.009900990099009901, "content": "The authors evaluated 406 patients affected by carpal tunnel syndrome diagnosed by clinical and electromyographic data. Diabetes mellitus was recognized in 57 subjects. The others constituted the control group. The severity of the syndrome was similar in both groups. Also similar was the interval between onset and clinical diagnosis. Such parameters and the severity of the syndrome showed no modification with age in the diabetic group. In the control group, carpal tunnel syndrome was more pronounced in the aged patients, presumably for the longest latency of disease. Carpal tunnel syndrome onset was later in diabetic subjects compared the control. At lastly we found a prevalence of bilaterality in diabetics, and an M/F rate comparable in both groups, as described by other authors."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.00980392156862745, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0347_19882", "title": "[Motor and sensory nerve conduction in patients with carpal tunnel syndrome and diabetic polyneuropathy].", "score": 0.00980392156862745, "content": "The combination of carpal tunnel syndrome and diabetic polyneuropathy is common, and it is important to establish the correct diagnosis since carpal tunnel syndrome can be successfully treated by surgery, even in diabetic patients. Both conditions have similar clinical features and the usual neurophysiological investigations show very similar results. To determine the differential diagnosis between carpal tunnel syndrome and diabetic polyneuropathyP. Sensory and motor neuro-conduction studies were done on the median and ulnar nerves of a group of 30 healthy persons (group A), 30 patients with a history of carpal tunnel syndrome (group B) and 30 patients with diabetes mellitus type I or type II (group C) with diabetic polyneuropathy. The physiological variables in which the greatest differences were seen in the three groups were: the speed of sensory conduction in the palm-third finger segment of the median nerve, distal latency obtained on stimulation of the fourth finger, distal motor latency of the median nerve and distal latency of the sensory potentials obtained by stimulation at the wrist and recorded at the fourth finger. With these variables for prediction, carpal tunnel syndrome was detected in 30% of the patients classified initially on clinical grounds as having diabetic polyneuropathy, and 60% of the patients were correctly reclassified after being initially classified on clinical grounds as having carpal tunnel syndrome."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.009708737864077669, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0360_7622", "title": "[Study of the onset and progression of peripheral neuropathy and hypertension in NIDDM].", "score": 0.009708737864077669, "content": "Diabetic neuropathy is the most common pathology affecting the peripheral nervous system. In prognostic terms, it is the most devastating complication of diabetes. About 50% of diabetics suffer from neuropathy between 25-30 years after the diagnosis of diabetes, even if over the past few decades there has been a considerable improvement in the diagnostic methods and criteria used to classify peripheral neuropathies, many of which are related to the development of neurophysiology. However, we still do not know enough about the incidence, prevalence and natural history of peripheral neuropathy diagnosed using clinical and electrophysiological criteria in non-insulin dependent diabetic patients. The authors carried out a randomized study of the relationship between glucose intolerance, hyperglycemia, hyperinsulinemia, hypertension and early and manifest forms of peripheral neuropathy in 32 patients with NIDDM (aged 41-72 years old, duration of diabetes 1-27 years) over a 24-month period. In 11 patients diabetes was almost at onset (Group 1): 8 cases with diabetes for 1-2.5 years (4 hypertensives and 4 normotensives) and 3 cases with diabetes for 4 years (all normotensive). Twenty-one patients (Group 2) had had diabetes for longer (5-27 years): 5 were hypertensive and 16 normotensive. A full longitudinal neurophysiological study (EMG and ENG) was performed. In 11 NIDDM in Group 1, at basal conditions carpal tunnel syndrome (right CTS) was revealed in 1 case, right CTS with diffuse radiculopathy in 1 case, diffuse radiculopathy in 2 cases, lumbosacral radiculopathy in 1 case, and 1 right CTS with \"mixed\" symptoms. EMG-ENG were normal in 2 patients. The following developments were noted during the follow-up: rapid deterioration due to the onset of motor sensitive polyneuropathy (MSPN) in 1 patient, 3 cases of chronic neurogenic disorder with active denervation, 2 cases of \"mixed\" type symptoms. The results were only comparable in 2 cases. In 3 NIDDM with diabetes for 4 years, 1 patient presented MSPN and 2 were affected by chronic neurogenic disorders; during the follow-up the conduction of MSPN and active denervation deteriorated into chronic neurogenic syndrome. Moreover, 6 initially normotensive NIDDM developed hypertension. In 21 NIDDM of Group 2, 7 of the 16 who were initially normotensive became hypertensive. Three new cases of polyneuropathy were also reported in this group, and 5 already had MSPN but showed a deterioration of conduction during the follow-up in 1 case. One patient presented active denervation in chronic neurogenic symptoms and chronic neurogenic symptom was comparable in 1 case. One patient presented a normal EMG-ENG at both the start and end of the study. \"Mixed\" type of symptoms were recorded at the basal level in 11 patients (defined as the presence on the EMG of muscular areas with multiphase potentials of brief duration and low amplitude, first recruited under slight voluntary effort, isolated or mixed with areas of neurogenic potentials). Over the course of 12-24 months, eight patients deteriorated with chronic neurogenic symptoms without active denervation in 5 and present in 2 cases. One case also showed a deterioration of carpal tunnel syndrome. These results show that 1) metabolic control and a complete neurophysiological examination are essential for preventing and identifying the onset and progress of neuromuscular damage; 2) the onset or deterioration of these two complications mainly had a less well known common cause which was less studied and described."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.009615384615384616, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0083_19327", "title": "[Vegetative neuropathy and pressure regulation in diabetics].", "score": 0.009615384615384616, "content": "The present study was undertaken to evaluate the effects of autonomic cardiovascular neuropathy (ACN) on blood pressure control in diabetic patients. a nyctohemeral blood pressure (BP) monitoring (Spacelabs 5200) and an assessment of ACN, graded with a scoring system depending on usual test (Valsalva maneuver, heart response to deep breathing, blood pressure response to standing up and sustained handgrip) were performed in 90 normotensive male subjects. Thirty controls, age: 49 +/- 13 years, weight: 72 +/- 12 kg, height: 174 +/- 6 cm and 60 diabetic patients, type 1 or 2, age: 52 +/- 13 years, weight: 75 +/- 12 kg, height: 174 +/- 6 cm were recruited. mean BP levels recorded on 24 hours (control: 117 +/- 13/75 +/- 9 mmHg, diabetic: 119 +/- 12/74 +/- 7 mmHg), BP variability measured with the coefficient of variation (SD/mean) (control: syst = 13 +/- 4, diast = 15 +/- 4; diabetic: syst = 12 +/- 3, diast = 14 +/- 4), differences between mean BP on day-time (9 a.m. - 8:30 p.m.) and mean BP on night-time (10:30 p.m. - 7:30 a.m.) (control: syst = 16 +/- 10 mmHg, diast = 11 +/- 8 mmHg; diabetic: syst = 13 +/- 10 mmHg, diast = 10 +/- 7 mmHg) are not statistically different. It is the same with heart rate. Two control and 11 diabetic subjects have impaired ACN tests. Among diabetic subjects, impairment of autonomic nervous cardiovascular system is correlated with abnormal BP pattern (loss of nocturnal fall, paradoxical nocturnal rise seen in 15 patients).(ABSTRACT TRUNCATED AT 250 WORDS)"}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.009523809523809525, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n0018_4299", "title": "[Response of the autonomous nervous system of the heart in diabetes mellitus (author's transl)].", "score": 0.009523809523809525, "content": "The vegetative response of the heart in 80 diabetic patients and 24 controls was evaluated by means of four tests: cyclic variations, Valsalva's maneuver, static muscular exercises and postural hypotension. This methodology indicates that vegetative alterations of the heart in the diabetic subjects are frequent (56.25 per cent). The parameters which are first affected are the cyclic variations and the Valsalva's maneuver, and that this disorder increases with the duration of the diabetes, showing a clear correlation with the appearance of peripheral somatic polyneuropathy. Although from a clinical point of view orthostatic hypotension is the more obvious manifestation, its implication in other situations, such as unexplained tachycardia, silent myocardial infarction and sudden death in the diabetic patient, lends great importance to this little-known form of degenerative disorder in diabetes mellitus."}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.009433962264150943, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n0079_17259", "title": "[Course of peripheral diabetic neuropathy depending on the metabolic control after 6 months of follow-up].", "score": 0.009433962264150943, "content": "We evaluated 40 diabetic patients (with a duration of the disease longer than 10 years) with diabetic neuropathy, to assess the effect of a good metabolic control maintained for six months on the nervous conduction velocity. The motor nervous conduction velocity (NCV) and the sensory latency and potentials were evaluated in the median and external popliteal nerves. In the groups of patients with a good metabolic control (mean basal glucose blood levels 109 +/- 12 mg/dl, or 6.04 +/- 0.66 mmol/l) there was a significant clinical improvement with improved test results; the NCV if the external popliteal nerve changed from 40.5 +/- 5.9 m/sec to 43.5 +/- 5.8 m/sec (p less than 0.05). An improvement of motor involvement and sensory potentials were found in 35 and 20%, respectively, of group I patients. The differences with those patients without a good metabolic control, in whom no study parameter improved, were significant. These studies apparently show a good metabolic control may reverse or at least improve diabetic neuropathy. However, wider studies are required to elucidate whether diabetic neuropathy is reversible or not."}, {"id": "pubmed23n0910_9460", "title": "[Il ruolo di niraparib nel trattamento del carcinoma ovarico: attualità e prospettive.]", "score": 0.009345794392523364, "content": "Riassunto. I PARP inibitori interferiscono con la riparazione del danno nella singola elica del DNA determinando una progressione del difetto nella doppia elica. In circa il 50% delle pazienti con carcinoma dell'ovaio sieroso di alto grado sono presenti difetti nei meccanismi di ricombinazione omologa, deputati alla riparazione del danno della doppia elica del DNA. L'incapacità di riparare il danno si traduce nella morte cellulare, un processo definito \"letalità sintetica\". Nella famiglia dei PARP inibitori il niraparib è stato il primo a essere approvato dalla FDA nel trattamento delle pazienti con carcinoma ovarico ricorrente indipendentemente dalla presenza o assenza di mutazioni BRCA. Questo risultato è stato raggiunto grazie ai dati emersi dal trial di fase III ENGOT-OV16/NOVA, favorevoli in termini di prolungamento della sopravvivenza libera da progressione e associati a un buon profilo di tossicità. Ulteriori trial clinici sono in corso per valutare ulteriori indicazioni all'impiego di niraparib nel trattamento del carcinoma ovarico."}, {"id": "pubmed23n1097_4589", "title": "[Clinical and electromyographic findings in patients with diabetic polyneuropathy].", "score": 0.009345794392523364, "content": "Diabetic neuropathy represents a polyneuropathy with electrophiosiological alterations. Electroneuromyography (NMD) plays an important role in the evaluation of patient with diabetes mellitus type 2 (DM2) and doubtful neuropathy. To determine clinical manifestations in patients with distal symmetrical sensory polyneuropathy (DSSP) and to correlate them with electromyographic alterations. Transversal, analytical study. 138 patients over 18 years old, with DM2 and PSSD were selected. They underwent physical examination, laboratory studies and electromyography (EM) with 4-channel Nicolet electromyograph. Measures of central tendency and their dispersion were analyzed; data normality with Kolmogorov-Smirnov; Student's t test and Spearman's correlation. Thalar hyperkeratosis was the most frequent clinical finding in 103 (74%) patients. The most frequent symptoms were paresthesia in 132 (95.7%) patients and tingling in 93 (67.4%) patients. Exploration of superficial sensitivity determined neuropathy in 42 (30.4%) patients finding greater insensitivity in the medial plantar nerve territory. In the EM, the nerve with the greatest absent response was the left lateral plantar nerve in 51 (59%) patients. A significant correlation (p < 0.05) was found between the variables of EM with age, years of evolution and levels of glycated hemoglobin A1c. The higher the lack of glycemic control, the chronobiology of the patient and the time of illness, the greater the electromyographic affection."}, {"id": "pubmed23n0966_6421", "title": "Frazione polifenolica del bergamotto per il trattamento della sindrome metabolica nella schizofrenia: uno studio pilota.", "score": 0.009259259259259259, "content": "Introduzione. La frazione polifenolica del bergamotto (BPF) ha dimostrato di possedere buona efficacia nel trattamento dei pazienti affetti da sindrome metabolica (SM) e pertanto potrebbe rappresentare una strategia promettente nel trattamento degli effetti collaterali indotti da antipsicotici di seconda generazione (SGA) in soggetti schizofrenici in trattamento con tali farmaci. Materiali e metodi. A 15 pazienti schizofrenici in trattamento stabilizzato con SGA e 15 soggetti di controllo non affetti da patologie psichiatriche, che presentavano valori ematici di colesterolo totale compresi tra 200 e 239 mg/dl, è stato somministrato un integratore contenente BPF (1000 mg) per un periodo di 60 giorni. A tutti i soggetti all'inizio e alla fine del trattamento sono state eseguite la misurazione dell'indice di massa corporea (BMI) e una serie di esami ematochimici per la valutazione degli aspetti metabolici (colesterolo totale, LDL, HDL, trigliceridi, glicemia). Risultati. In entrambi i gruppi si è evidenziata una riduzione significativa del BMI (BMI T0 vs Tfinale (media±DS)= schizofrenici: 34,5±5,7 vs 33,9±5,4, p=,041; controlli: 28,1±4,5 vs 27,3±4,1, p=,016 - BMIcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= -0,59±0.7 vs -0,72±0,8, p=,378); colesterolo totale e LDL risultano invece essere diminuiti esclusivamente nel gruppo di controllo (colesterolo totalecambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 8,2±31,5 vs -35,1±31,1, p=,003; LDLcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 14,1±29,4 vs -9±38,9, p=,014). Discussione. La differenza di efficacia dei BPF sulla dislipidemia tra i soggetti schizofrenici e il gruppo di controllo potrebbe essere spiegata dai diversi meccanismi patogenetici che sono alla base delle alterazioni metaboliche nei soggetti in trattamento con SGA e nei pazienti che non assumono questa classe di farmaci. Conclusioni. Ulteriori studi si rendono necessari al fine di valutare in questa categoria di soggetti i possibili effetti sulla dislipidemia di dosi maggiori di BPF."}, {"id": "pubmed23n0084_3444", "title": "[Prevalence of peripheral somatic neuropathy in type 2 diabetes mellitus].", "score": 0.009259259259259259, "content": "A cross-sectional study of 297 type 2 diabetic patients was carried out to evaluate their prevalence of peripheral somatic neuropathy. Their mean age was 61 years, with a predominance of females (65.7%) over males (34.3%). The clinical duration of diabetes was longer than 10 year in 45% of the evaluated patients, and metabolic control was poor in almost one half of them (49.5%). The most common symptom were cramps, while abnormal vibratory sense was the predominant physical finding. Neuropathy was significantly associated with mean age (t = 4.32, p less than 0.0001), the years of duration of diabetes (chi(2) = 11.16, p = 0.01) and the metabolic control degree (chi(2) = 24.2, p less than 0.001) in the bivariate analysis, while in multivariate analysis it was only associated with age (e beta = 1,637, p less than 0.0001) and the metabolic control degree (e beta = 4.02, p less than 0.0001)."}, {"id": "pubmed23n1137_1438", "title": "[\"Nessuno vuole vedermi\": è una battaglia persa contro una malattia tropicale trascurata?]", "score": 0.009174311926605505, "content": "Riassunto. Le malattie tropicali trascurate (NTD) sono una serie di malattie che prosperano nelle comunità povere di risorse, in particolare nei climi tropicali. I fattori sociali, ambientali ed economici contribuiscono alla loro persistenza. La filariosi linfatica (LF), classificata come NTD in tutto il mondo, è una malattia parassitaria causata da vermi microscopici noti come microfilarie. I vermi adulti dimorano solo nel sistema linfatico degli esseri umani. Le zanzare trasferiscono la LF da persona a persona. Gonfiore di braccia, gambe e seno (linfedema) o dello scroto (idrocele) sono alcuni dei sintomi più gravi e dolorosi. La LF ha una grave influenza sia sulla salute mentale e sociale sia su quella fisica, e porta le persone a convivere con una deformazione, una debilitazione e uno stigma legati alla condizione di malattia. Di seguito descriviamo un caso clinico di un uomo con LF, alienato e umiliato dalla sua malattia. L'OMS ha avviato un'iniziativa globale per debellare la LF. Oltre alla somministrazione di trattamenti regolari, è stata posta uguale enfasi sull'apprendimento di come lavare e alzare gli arti colpiti, per aiutare a ridurre la gravità clinica e la progressione del disturbo."}, {"id": "pubmed23n0648_4669", "title": "[Contribution of occupational and non-occupational factors in the pathogenesis of carpaltunnel syndrome].", "score": 0.009174311926605505, "content": "Carpal tunnel syndrome, involving the median nerve, is the most frequent compressive neuropathy. The aim of the study was to determine the influence of occupational and health factors on carpal tunnel syndrome development. The group of patients comprised 271 persons (209 professionally active) who visited the EMG Service with suspected carpal tunnel syndrome. Almost 10% of them suffered from diabetes. On the basis of clinical and neurographic investigations a higher prevalence of carpal tunnel syndrome was found in blue collar workers and in women. In the diagnosis of carpal tunnel syndrome, Phalen's test and neurography of the median nerve are of similar value."}, {"id": "pubmed23n1029_21332", "title": "Esperienze di switch a cariprazina in pazienti schizofrenici con comparsa di effetti collaterali/comorbilità mediche.", "score": 0.00909090909090909, "content": "La schizofrenia è un disturbo psichiatrico grave e cronico con un background genetico e neurobiologico eterogeneo che influenza lo sviluppo precoce del cervello, ed è espressa come una combinazione di sintomi psicotici - come allucinazioni, deliri e disorganizzazione - e di sintomi negativi e cognitivi. Il trattamento dei pazienti con schizofrenia prevede l'utilizzo di antipsicotici, in accordo con i recenti dati di letteratura. Sulla base del meccanismo d'azione, gli antipsicotici vengono suddivisi in tipici (o \"di prima generazione\") e atipici (o \"di seconda generazione\"). Differiscono, anche, per la manifestazione di effetti collaterali, dovuti alla diversa affinità recettoriale caratteristica del singolo principio attivo. In questo caso clinico, presentiamo un giovane paziente di 24 anni con diagnosi di schizofrenia trattato prima con olanzapina e poi con risperidone, che ha manifestato significativi effetti collaterali di tipo metabolico e sessuali. La strategia terapeutica utilizzata è stata lo switch a un antipsicotico di terza generazione, cariprazina, con risoluzione delle collateralità e una migliore gestione dei sintomi negativi riportati. In conclusione, il modello di trattamento personalizzato sulla base delle condizioni cliniche e delle esigenze del paziente rappresenta l'approccio maggiormente adeguato nella gestione di ogni singolo caso."}, {"id": "pubmed23n0748_12777", "title": "[Prevalence of peripheral neuropathy among primary care type 2 diabetic patients].", "score": 0.00909090909090909, "content": "Neuropathy is a common complication of diabetic patients. To determine the prevalence of diabetic peripheral neuropathy in Type 2 diabetic patients attended at a family medicine unit. Cross-sectional assessment of 348 type 2 diabetic patients aged 34-89 years (60% females) with a disease duration of 5 to 15 years. Peripheral neurological status was evaluated using The Michigan Neuropathy Screening Instrument, a tool that includes a self-assessment of symptoms and a physical examination. Diabetic neuropathy was found in 240 patients (69%). The prevalence in males and females was 72 and 67% respectively. The prevalence in patients with a disease duration of 5, 10 and 15 years, was 59, 69 and 77%, respectively. Fifty percent of patients with neuropathy complained of dry skin, 2% had ulcers, 43% had an abnormal perception of vibration and 29% had an abnormal monofilament test. The overall prevalence of peripheral neuropathy in this group of patients was 69% and was directly associated with the duration of the disease."}, {"id": "pubmed23n0885_1889", "title": "[Evaluation of mercury exposure in populations living near the industrial Augusta Bay (Sicily Region, Southern Italy)].", "score": 0.009009009009009009, "content": "OBIETTIVI: valutare e quantificare l'esposizione umana al mercurio (Hg) ed esplorare i fattori chiave che influenzano la contaminazione nelle popolazioni residenti in prossimità della Rada di Augusta, un'area a elevato rischio ambientale a causa degli effetti degli sversamenti incontrollati di Hg da parte di uno dei più grandi impianti cloro-soda d'Europa. DISEGNO: un campione di residenti nei comuni di Augusta, Priolo e Melilli (Sicilia orientale) è stato selezionato per lo studio di biomonitoraggio umano. Un questionario dettagliato è stato somministrato a ogni partecipante per raccogliere informazioni anagrafiche sulle abitudini di vita e alimentari. I livelli di Hg in sangue e capelli, usati come traccianti di esposizione a metilmercurio, sono stati messi in relazione al consumo di pesce locale. Il contenuto di Hg nelle urine è stato utilizzato per esplorare eventuali esposizioni atmosferiche a Hg inorganico. Una regressione lineare multivariata è stata applicata con l'obiettivo di esplorare i fattori che influenzano l'esposizione umana al Hg. L'approccio tossicocinetico è stato impiegato al fine di calcolare la dose settimanale provvisoria tollerabile ( provisional tolerable weekly intake, PTWI) e di predire le concentrazioni di Hg attese nel sangue degli individui con una dieta alimentare basata esclusivamente su pesce locale. 224 individui residenti nei comuni di Augusta, Melilli e Priolo. RISULTATI: eccessi di Hg sono stati misurati nel sangue e nei capelli del campione considerato. I più alti livelli sono stati rilevati ad Augusta, dove anche il consumo di pesce locale risulta maggiore. I valori di dose settimanale tollerabile provvisoria (PTWI) calcolati eccedono, nella maggior parte dei casi, le raccomandazioni internazionali, specialmente nei residenti ad Augusta. CONCLUSIONI: gli elevati livelli di Hg registrati nei campioni di sangue e capelli derivano, con ogni probabilità, dal consumo di pesce locale. Rispetto ad Augusta, gli individui di Priolo e Melilli subiscono un impatto più limitato. L'esposizione a Hg inorganico può essere considerata trascurabile."}, {"id": "pubmed23n0506_12025", "title": "[Hand skin heating: a new method for the evaluation of conduit artery endothelial function in insulin-dependent diabetic patients].", "score": 0.009009009009009009, "content": "The presence of an altered endothelium-mediated flow-dependent dilatation (FDD) of peripheral conduit arteries in insulin-dependent diabetic patients without microangiopathy is still controversial. We studied 10 normotensive and non atherosclerotic insulin-dependent diabetic patients (D group) without complication (neuropathy, microalbuminuria or neuropathy) and 10 control subjects (C group) matched for age, sex and BMI. Radial artery diameter (RAD, echotracking) and flow (RAF, Doppler) were measured at baseline and during FDD in response to distal hand skin heating (from 34 to 44 degrees C). a method developed to increase RAF by stable steps by decreasing gradually hand skin vascular resistance. Endothelium-independent dilatation was evaluated by administration of glyceryl trinitrate (GTN: 0.3 mg spray). At baseline, there was no difference between group for RAF (C: 18 +/- 5 vs D: 18 +/- 2 mL/min; NS) and RAD (C: 2.51 +/- 0.12 vs D: 2.54 +/- 0.07 mm; NS). Heating induced in the diabetic group a smaller increase in RAF (C: 473 +/- 126% vs D: 262 +/- 63%; p<0.05) and RAD (C: 22.6 +/- 2.6% vs D: 16.1 +/- 1.8%; p<0.01). This last result remains significant when the increase in RAF was included into the analysis of RAD variation during heating (p<0.05). GTN-induced dilatation was similar in the 2 groups. Our results obtained by use of the hand skin heating method demonstrate the presence of an abnormal arteriolar skin reactivity and an altered peripheral conduit artery endothelium-dependent dilatation in uncomplicated insulin-dependent diabetic patients. The early identification of these anomalies, with negative prognostic value, could contribute to the management of these patients."}, {"id": "pubmed23n0885_1882", "title": "[Health expenditure for prevention in Italy (2006-2013): descriptive analysis, regional trends and international comparisons].", "score": 0.008928571428571428, "content": "Il dato dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) del 2012, che indicava l'Italia come il Paese con la più bassa spesa in prevenzione sanitaria, ha dato lo spunto per una raccolta sistematica e un'analisi critica dei flussi disponibili sulla spesa per le attività di prevenzione in Italia. Le statistiche correnti di spesa sanitaria sono raccolte centralmente dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) attraverso i modelli di rilevazione dei costi dei livelli essenziali di assistenza (LEA) delle aziende USL. Le tre macroaree dei LEA sono: assistenza distrettuale, assistenza ospedaliera e assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro. Le spese per la prevenzione rientrano in quest'ultima e sono ripartite nelle seguenti voci: attività di prevenzione rivolte alle persone, igiene degli alimenti e della nutrizione, igiene e sanità pubblica, prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro, sanità pubblica veterinaria, attività medico-legale per finalità pubblica. Tra il 2006 e il 2013, ultimo dato disponibile, la spesa per le attività di prevenzione del Servizio sanitario nazionale (SSN) è rimasta costante in rapporto alla spesa sanitaria totale (4,2%), pari a 4,9 miliardi nel 2013. Nel periodo di studio considerato (2006-2013) appaiono in aumento le spese per le attività rivolte alle persone (+8,7%), attribuibili soprattutto a vaccinazioni e screening, e in diminuzione le attività di igiene pubblica (-5,7%) e quelle della sanità pubblica veterinaria (-3,8%). I confronti internazionali indicano una spesa per la prevenzione del 2,9% rispetto alla spesa sanitaria totale, costante negli anni e nella media dei Paesi OCSE. Per la prevenzione, l'Italia spende tanto quanto i Paesi che non possiedono un servizio sanitario pubblico; il dato risulta inferiore del 5% rispetto alla programmazione nazionale, con poche eccezioni e molta variabilità regionale all'interno delle componenti delle voci di spesa. In questo contesto si sottolinea l'importanza di investire maggiori risorse nella pianificazione e nell'implementazione di interventi preventivi di provata efficacia e costo-efficacia."}, {"id": "pubmed23n0353_13439", "title": "[Autonomic and somatic neuropathy in the diabetic patient: electric clinical analysis].", "score": 0.008928571428571428, "content": "Neuropathy is the more often complication in the diabetic patients. The relationship between somatic and autonomic neuropathy has not been studied on these patients, so we decided to compare both situations. We have performed a comparative study among clinical elements, the nerve conduction study (NCS) and the autonomic cardiovascular function in 120 insulin dependent diabetics patients. We use clinical scales, the NCS and the heart rate variability study (HRVS) to know de autonomic cardiovascular function. Sensation was the clinical manifestation more compromised and there was not correlation between clinical manifestation and the HRVS. In the NCS the nerve conduction velocity was the element more affected and the nerve more compromised was the sural; there was good correlation between NCS and HRVS. Fifty per cent of patients had some degree of neuropathy, and the duration of the disease was an important factor on this damage. The clinical elements, the NCS and the HRVS together let us classified patients in: patients without neuropathy (10 cases), patients with somatic neuropathy (31 cases), patients with autonomic neuropathy (7 cases), patients with somatic-autonomic neuropathy (72 cases). To defined the diagnosis of cardiovascular autonomic neuropathy (CAN) is necessary the HRVS, the subclinical presentations of CAN are often without manifestation. There is a close relationship between the somatic and autonomic nerve damage, influenced by the duration of the disease."}, {"id": "pubmed23n0999_17555", "title": "Terapia cognitivo-comportamentale per giovani ad alto rischio di un primo episodio di psicosi: un trial randomizzato controllato.", "score": 0.008849557522123894, "content": "Scopo. Nell'ultimo ventennio l'interesse di ricercatori e clinici nella prevenzione di disturbi psicotici è cresciuto notevolmente. Gli studi internazionali su strategie a favore di giovani \"ad alto rischio di un primo episodio di psicosi\" sono ancora in numero ridotto, mentre in Italia risultano del tutto assenti. Oltre a manifestare sintomi psicotici sotto-soglia, questa popolazione di frequente riporta un compromesso funzionamento. La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) è la strategia di prima linea, ma si rileva in letteratura l'importanza di studi su ulteriori misure di esito, quali il funzionamento. Il presente studio ha valutato se un protocollo di TCC modulare riducesse il rischio di un primo episodio psicotico in un gruppo di giovani ad alto rischio a post-trattamento e follow-up rispettivamente di 6 e 14 mesi a confronto con trattamento di supporto psicologico di routine ( treatment as usual). Metodi. Cinquantotto partecipanti (età media=25,51, 67,20% maschi) che soddisfacevano criteri per stati mentali a rischio alla Comprehensive Assessment of At-Risk-Mental States sono stati randomizzati a TCC o treatment as usual. Il protocollo di TCC ha incluso 30 sedute settimanali. Risultati. Nel gruppo TCC, il numero di giovani che ha sviluppato un primo episodio psicotico a follow-up è stato inferiore (n=4, 10,30%) a quello del gruppo di controllo (n=8, 27,60%), sebbene tale differenza sia risultata di significatività marginale [Log rank test χ2(1)= 3,66, p=0,05]. I giovani con funzionamento baseline più alto hanno ottenuto maggiori benefici al di là del tipo di percorso. Conclusioni. Anche nel contesto italiano, la TCC sembra efficace e promettente nel prevenire un primo episodio psicotico in giovani con stato mentale a rischio."}, {"id": "pubmed23n0505_9557", "title": "[The diabetic hand].", "score": 0.008849557522123894, "content": "Diabetes mellitus is a chronic metabolic condition characterized by persistent hyperglycaemia with resultant morbidity and mortality related to its microvascular and macrovascular complications. In addition diabetes is also associated with several musculoskeletal disorders of the hand, that can be debilitating. There is increased incidence of these abnormalities in patients with type 1 and type 2 diabetes compared with the general population, related to disease duration but not to the age or sex. Typical diabetes associated hand condition include the palmar flexor tenosynovitis, Dupuytren's contracture, syndrome of limited joint mobility, carpal tunnel syndrome, Charcot arthropathy and reflex sympathetic dystrophy. Maintaining good glycaemic control by exercise, diet and drugs improves or prevents the development of these hand rheumatic condition. In this brief report we review the rational therapeutic approach to these disorders."}, {"id": "pubmed23n0749_21422", "title": "The clinician's role in the diagnosis of breast disease.", "score": 0.008771929824561403, "content": "Until 20 or 30 years ago, the diagnosis and treatment of breast disease was managed exclusively by the surgeon. This situation has changed to some extent as a result of recent technological advances, and clinicians' contributions to the diagnostic work-up and/or treatment of these cases can begin at any time. If they are the first physician to see the patient after the examination and formulation of a diagnostic hypothesis, they will almost always have to order a panel of imaging/instrumental examinations that is appropriate for the type of lesion suspected, the patient's age, and other factors; if they intervene at the end of the diagnostic work-up, it will be their job to arrive at a conclusion based on all of the data collected. The clinical examination includes various steps - history taking and inspection and palpation of the breasts - each of which is essential and requires the use of appropriate methods and techniques. The diagnostic capacity of the examination will depend largely on the consistency of the breasts, but it is influenced even more strongly by the doctor-patient relationship. Physicians must know their patient well, listen to and understand what she is saying, explain their own findings and verify that the explanations have been understood, and they must be convincing. Clinicians must also be able to assess the results of imaging studies (rather than relying solely on the radiologist's report), and this requires interaction with other specialists. The days are over when a clinician or radiologist or sonographer worked alone, certain that his/her examination method was sufficient in itself: today, teamwork is essential. But this also means that each member of the team must be extremely competent in his/her own sector and be aware of the other team members' limitations and expectations. The clinical examination remains central to the process since it is the basis for selecting appropriate treatment. SOMMARIO: Da quando si conosce la patologia mammaria la diagnosi e la terapia di tale patologia sono state a totale appannaggio del chirurgo, situazione che è proseguita fino a qualche decennio fa. Il recente progresso tecnologico ha modificato, in parte, questa situazione e il clinico può entrare nel percorso diagnostico o terapeutico in qualsiasi momento. Se è il primo coinvolto, dopo l'esame e dopo un'ipotesi diagnostica, dovrà, quasi sempre, orientarsi verso indagini strumentali in relazione al sospetto, all'età della paziente ecc., se è l'ultimo anello deve arrivare a una conclusione mettendo insieme tutte le informazioni. L'esame clinico è composto di varie fasi: anamnesi, ispezione, palpazione, ognuna essenziale. Ogni singola fase va affrontata con metodo e tecnica appropriata. La capacità diagnostica dell'esame clinico è influenzata dalla costituzione della mammella, ma ancor di più è condizionata da uno stretto rapporto tra paziente e medico che deve conoscere molto la paziente che gli sta davanti e che non solo deve \"visitare\", ma capire, spiegare, accertarsi che si abbia capito, convincere. È inoltre indispensabile che il clinico sia in grado di esaminare le indagini strumentali e non limitarsi a leggere i referti, quindi interagire con gli altri specialisti. L'epoca del clinico o del radiologo o dell'ecografista che lavora da solo credendo che il proprio esame sia sufficiente o sganciato da altri contesti è finita da tempo, tutti hanno bisogno di tutti. È però vero che ciascuno deve essere estremamente competente nel suo settore e deve conoscere i limiti e le aspettative di chi collabora in altre specialità, come rimane valida la regola che la clinica resta comunque il momento centrale, non fosse altro perché poi deve affrontare la terapia."}, {"id": "pubmed23n0609_9519", "title": "[Total antioxidant blood capacity in patients with type 2 diabetes mellitus and distal symmetrical polyneuropathy].", "score": 0.008771929824561403, "content": "Reduced systemic antioxidant defence is considerd to play an important mediating role in pathogenesis of diabetic neuropathy. The aim of this study was to evaluate if the total antioxidant blood capacity (TAC) is reduced in patients with type 2 diabetes mellitus (DM) and diabetic distal symmetrical polyneuropathy (DDSP) and to correlate this antioxidant capacity with the degree of peripheral nerve dysfunction. This study involved 100 patients with type 2 DM and signs of DDSP, as well as the control group of 50 healthy subjects. The evaluation of DDSP was based on physical examination and nerve conduction studies. The degree of peripheral nerve dysfunction was estimated by scoring and analysing sensory and motor nerve conduction parameters (distal latency and amplitude of evoked potential, conduction velocity). Laboratory analyses involved blood glucose and HbA1C levels, as well as plasma TAC. Blood glucose and HbA1C level was significantly higher in the patients than in the control group (p < 0.0001). The TAC was depleted in the diabetic group and the depletion was statistically significant (p < 0.0001). There was no significant correlation between the TAC and the serum glucose level, TAC and HbA1C level as well as between TAC and the duration of DM. There was no significant correlation between TAC and peripheral nerve conduction parameters. Total antioxidant blood capacity is reduced in patients with DDSP, but it does not correlate with blood sugar level, with the duration of DM or with the degree of functional nerve damage. These results show a reduced systemic antioxidant defence in patients with type 2 DM and DDSP. However, it is still unclear to what extent the oxidative stress is a contributing factor or leading cause of diabetic neuropathy, suggesting that further studies are necessary."}, {"id": "pubmed23n0923_20493", "title": "Management della retinopatia diabetica e dell'edema maculare diabetico: linee guida \"Euretina 2017\".", "score": 0.008695652173913044, "content": "Si prevede che la malattia diabetica con tutte le sue complicanze avrà un forte aumento di incidenza con un grosso impatto socioeconomico nei prossimi decenni in tutto il mondo. Pertanto ben si comprende l'importanza di individuare attraverso una fine diagnostica quanto più precocemente la comparsa dei sintomi diabetici, migliorare lo stile di vita ed impostare cure efficienti. Riportiamo la serie di raccomandazioni EURETINA 2017, dei maggiori esperti in Europa per la gestione della malattia diabetica e delle complicanze della retina. Per combattere questa \"pestilenza\" occorre un team medico preparato. Il trattamento laser è stato considerato sino a non molto tempo fa il Gold standard della retinopatia diabetica e dell'edema diabetico (RD e EMD). Recenti studi hanno dimostrato, invece, che si possono raggiungere risultati migliori mediante l'iniezione diretta di farmaci nella cavità vitreale. In particolare è emerso terapia di prima linea, molecole in grado di inibire il fattore di crescita endoteliale vascolare (anti VEGF) mentre non è più raccomandata la fotocoagulazione laser per il trattamento del DME. Nell'ambito delle molecole farmacologiche gli steroidi hanno mantenuto un ruolo nella gestione del DME cronicamente persistente."}, {"id": "pubmed23n0078_1717", "title": "[Study of esophageal motility in diabetic patients using the scintigraphic method].", "score": 0.008695652173913044, "content": "Oesophagus scintigraphy with 99mTc was used to evaluate oesophageal motility in a group of 23 diabetics without symptoms of autonomic neuropathy (AN). 11 patients were found to have a pathological response to the cardiovascular AN nerve tests. This group of diabetic patients with asymptomatic AN had a high frequency of esophageal dysfunction and a pattern of motor change characterized by uncoordinated movements compared with the group of diabetics without AN and with controls. No correlation between duration of diabetes, insulin dependence, presence of peripheral neuropathy (PN) and motor changes was found. The authors conclude asserting that oesophagus scintigraphy, owing to its sensibility, can lead to an early diagnosis of oesophageal dysfunction in diabetics when symptoms of NA are not yet observed."}, {"id": "pubmed23n1029_21329", "title": "Principi di farmacodinamica e farmacocinetica nello switch tra antipsicotici: focus su cariprazina.", "score": 0.008620689655172414, "content": "Cariprazina {RGH-188; trans-N- [4- [2- [4- (2,3-diclorofenil) piperazin-1-il] etil] cicloesil] -N_, N_-dimetilurea cloridrato} è un antipsicotico atipico di nuova generazione, con un originale profilo farmacodinamico e farmacocinetico. Cariprazina ha due metaboliti attivi, uno dei quali ha un'emivita di 1-3 settimane, che è la più lunga di qualsiasi antipsicotico atipico, con emivita effettiva funzionale totale (cariprazina più due metaboliti) di 7 giorni. Il farmaco mostra un'affinità che è circa 10 volte più alta per i recettori D3 che per D2 (rispettivamente pKi 10,07 e 9,31). L'affinità per D3 è superiore all'affinità della stessa dopamina. Cariprazina mostra inoltre un'elevata affinità per i recettori 5-HT2B (pKi 9,24), con antagonismo puro. Cariprazina è un agonista parziale e ha un'affinità significativa, ma inferiore all'affinità per D3, sui recettori 5-HT1A (pKi 8,59). Agendo su D3 e 5-HT1, cariprazina migliora i sintomi negativi, l'anedonia e i deficit cognitivi. L'affinità per i recettori 5-HT2A (pKi 7,73), H1 (pKi 7,63) e 5-HT2C (pKi 6,87) è inferiore, così come minori sono le affinità per i recettori adrenergici, istaminergici e colinergici, recettori che sono spesso responsabili di effetti collaterali. Grazie al profilo di tollerabilità (sicurezza cardiovascolare, bassa probabilità di dare sedazione e iperprolattinemia, basso rischio metabolico), insieme alla sua peculiare efficacia sui sintomi negativi e alla sua lunga emivita, che spesso migliora la scarsa aderenza, cariprazina è un candidato valido per il passaggio da un antipsicotico inefficace (o parzialmente efficace, con particolare riferimento ai sintomi negativi), poco tollerato, o assunto con una scarsa aderenza. Questo articolo esamina le caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche di cariprazina e discute le loro implicazioni in termini di identificazione dei pazienti che possano beneficiare di un passaggio a cariprazina, e della migliore strategia per completare lo switch con successo."}, {"id": "pubmed23n0059_15399", "title": "[Course of cardiac autonomic neuropathy in diabetic patients++ depending on the degree of metabolic control].", "score": 0.008620689655172414, "content": "Thirty-one diabetic subjects, 19 males and 12 females, with a mean age of 40.5 +/- 14.0 years, 17 of whom were insulin dependent (IDDM) and 14 non-insulin dependent (NIDDM) treated with insulin and diet, were followed for a period of six months. Patients were diagnosed of diabetic autonomic cardiopathy (without other neuropathy causes, nor use of drugs except for insulin) by the alteration of at least 2 of the 5 cardiovascular tests (tCV) performed. Patients underwent an educational diabetes program and self-control, and after 6 months of treatment they were divided into two groups according to the degree of metabolic control. In group 1, in which there was a good control with mean blood sugar levels of 108 +/- 12 mg/dl (5.9 +/- 0.6 mmol/l) and triglycerides of 101 +/- 21 (1.1 +/- 0.2 mmol/l), an improvement in tCV was observed: Valsalva coefficient of 1.16 +/- 0.13 and 1.22 +/- 0.13 (initial and final respectively) (p less than 0.001), with and improvement in 56% of cases; E/I (expiration/inspiration) ratio increased from 1.13 +/- 0.11 to 1.21 +/- 0.11, improving 53% of cases (p less than 0.001); 30/50 index (RR in 30/RR beat in beat 15 after orthostatism) (n.s.); difference in systolic arterial pressure after standing (p less than 0.001) and increase in diastolic arterial pressure with isometric muscular exercise (p less than 0.01).(ABSTRACT TRUNCATED AT 250 WORDS)"}]}}}} {"correct_option": 1, "explanations": {"1": {"exist": true, "char_ranges": [[0, 120]], "word_ranges": [[0, 20]], "text": "Si tratta di un LES con interessamento articolare e cutaneo e sierosite. Il trattamento è la CE a dosi moderate-elevate."}, "2": {"exist": true, "char_ranges": [[121, 251]], "word_ranges": [[20, 41]], "text": "Il micofenolato non è mai un trattamento in fase acuta ma di mantenimento, né si è dimostrato utile nel coinvolgimento articolare."}, "3": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "4": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "5": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}}, "full_answer": "Si tratta di un LES con interessamento articolare e cutaneo e sierosite. Il trattamento è la CE a dosi moderate-elevate. Il micofenolato non è mai un trattamento in fase acuta ma di mantenimento, né si è dimostrato utile nel coinvolgimento articolare.", "full_answer_no_ref": "Si tratta di un LES con interessamento articolare e cutaneo e sierosite. Il trattamento è la CE a dosi moderate-elevate. Il micofenolato non è mai un trattamento in fase acuta ma di mantenimento, né si è dimostrato utile nel coinvolgimento articolare.", "full_question": "Un uomo di 37 anni si è presentato con artrite delle articolazioni metacarpo-falangee di entrambe le mani e pleurite destra. L'esame ha rivelato un eritema malare bilaterale. Sono stati rilevati anticorpi antinucleari positivi (titolo 1/640), con anticorpi anti-DNA nativi positivi; anticorpi anti-Sm negativi. Quale sarebbe il trattamento iniziale di scelta per questo paziente?", "id": 316, "lang": "it", "options": {"1": "Glucocorticoidi ad alte dosi.", "2": "Glucocorticoidi e micofenolato.", "3": "Farmaci antinfiammatori non steroidei e antimalarici.", "4": "La condizione è probabilmente autolimitante e non richiede un trattamento.", "5": null}, "question_id_specific": 138, "type": "REUMATOLOGIA", "year": 2016, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "wiki20220301en541_22625", "title": "Compagnia dell'Immacolata Concezione", "score": 0.010501658156551035, "content": "n°9- Nel recinto delle mura di questo convento ritrovasi l'oratorio della Compagnia dell'Immacolata Concezione di Maria, la quale nella di lui chiesa tiene anche; la sua cappella fabbricata a spese dei confrati a cagione dell'aggregazione fatta con questo Convento negli atti del notar Filippo Mercadante, nel 1 luglio, 8 ind. 1595, o 9 ind.1596; dietro di che la fondazione di questa Compagnia allora Confraternita colla sua Cappella si effettuò per pubblico atto in Notar Antonino Vaccaro li 9 Gennaio Xind. 1596. In detta Cappella vi è il quadro dell'Immacolata Signora con cornice di marmo rosso e nel tetto di essa Cappella vi sono 34 quadri dei Santi, e nel mezzo vi è altro quadro di Maria SS. Immacolata con sua cornice dorata, il quale tetto si coprì di detti quadri nell'anno 1613, a spese delli confrati della Concezione, avendo fatto fare ognuno il suo quadro per devozione con scrivergli anche il suo nome."}, {"id": "pubmed23n0999_17549", "title": "[Bevacizumab e altri farmaci. Attività e sicurezza degli agenti anti-VEGF nel carcinoma ovarico.]", "score": 0.009900990099009901, "content": "Riassunto. L'angiogenesi svolge un ruolo importante sia nei tessuti epiteliali normali sia in quelli maligni. Negli ultimi anni questo fenomeno è stato ampiamente studiato in oncologia sperimentale e clinica perché ci sono evidenze che sia coinvolto nella diffusione e nella diffusione metastatica del carcinoma ovarico. Il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (vascular endothelial growth factor - VEGF) è l'attore principale nel meccanismo di angiogenesi e svolge un ruolo strategico nella proliferazione e migrazione delle cellule neoplastiche, con un impatto significativo sulla sopravvivenza e sull'outcome clinico. Secondo quanto emerge da molti studi sperimentali e clinici, le nostre conoscenze sulla biologia dell'angiogenesi e del VEGF sono aumentate portando allo sviluppo farmacologico di specifici agenti in grado di targeting VEGF. Questo nuovo campo di indagine offre agli scienziati l'opportunità di testare nuove possibilità terapeutiche nei pazienti con carcinoma ovarico con nuovi agenti mirati. Il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF umanizzato, è stato il primo farmaco anti-VEGF scoperto ed è usato oggi per il trattamento di diversi tumori solidi. Negli ultimi anni questo agente è stato ampiamente testato nei pazienti con carcinoma ovarico, mostrando un'attività clinica interessante e un profilo di tossicità tollerabile sia nelle pazienti giovani sia in quelle anziane. Il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel e successivamente utilizzato come agente singolo, è indicato per il trattamento del carcinoma epiteliale dell'ovaio di stadio III o IV, tuba di Falloppio o carcinoma peritoneale primario dopo iniziale resezione chirurgica. Il bevacizumab è anche usato per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico epiteliale ricorrente e resistente al platino, delle tube di Falloppio o dal tumore peritoneale primario che hanno ricevuto non più di 2 regimi precedenti di chemioterapia. Inoltre, il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel o con carboplatino e gemcitabina (e usato come agente singolo), è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma epiteliale dell'ovario sensibile al platino, tuba di Falloppio o tumore peritoneale primario. Le linee guida più accreditate suggeriscono quando bevacizumab deve essere usato nel trattamento del carcinoma ovarico avanzato e ricorrente. Altri agenti anti-VEGF, come gli inibitori della tirosin-chinasi del recettore VEGF (VEGFR), sono stati ampiamente testati nel carcinoma ovarico e molti altri sono in corso di studi al fine di testare la loro attività e sicurezza rispetto a bevacizumab. Gli agenti anti-VEGF e gli inibitori di PARP svolgono oggi un ruolo strategico nel trattamento del cancro ovarico con agenti mirati in associazione con la chemioterapia e la chirurgia in un'ottica multidisciplinare e personalizzata."}, {"id": "pubmed23n0048_1243", "title": "[Antinuclear antibodies and disease specificity].", "score": 0.009900990099009901, "content": "In this review article, the serum antinuclear autoantibody types which are characteristic especially for rheumatic diseases (ANAs, Anti-ss/ds DNA, Anti-sm, Anti-histone, Anti-RNP, Anti-Ro, Anti-La etc.) were discussed on the basis of their biologic properties, their major role in the diagnosis and monitoring disease activity and response to therapy as well as disease specificity."}, {"id": "pubmed23n1137_1437", "title": "[Prevalenza di ipotiroidismo nei pazienti sottoposti a emodialisi presso un ospedale generale di Ahvaz.]", "score": 0.00980392156862745, "content": "Riassunto. Obiettivo. Lo scopo di questo studio trasversale è determinare la prevalenza dell'ipotiroidismo tra i pazienti in emodialisi (ED) e i suoi potenziali fattori di rischio. Metodi. Sono stati raccolti dati demografici e di laboratorio [vale a dire, livelli sierici di tireotropina (TSH), anticorpi anti-perossidasi tiroidea (anti-TPO)] di 117 pazienti con MH. I dati sono stati analizzati da SPSS.V 26, quando necessario. Risultati. I pazienti avevano un'età media (DS) di 59,47±15,08 anni e il 66,7% (n=78) era di genere maschile. I livelli medi (DS) di TSH erano 2,56 (4,01) μIU/mL. L'ipotiroidismo subclinico (SCH) è stato definito come un livello di TSH >4,2 μIU/mL e FT4 normale. Quindici pazienti (12,80%) avevano SCH. Non c'era correlazione significativa tra ipotiroidismo ed età, genere e/o malattie sottostanti (p>0,05). Inoltre, tra i 15 pazienti con SCH, 1 paziente (6,7%) ha mostrato un risultato anti-TPO positivo mentre 14 pazienti (93,3%) hanno avuto un risultato anti-TPO negativo. Conclusione. Data la notevole prevalenza dell'ipotiroidismo nei pazienti con ED, lo screening di routine della funzione tiroidea in questa popolazione di pazienti può aiutare a ridurre i tassi di complicanze e mortalità attraverso una diagnosi precoce e un intervento tempestivo."}, {"id": "pubmed23n0566_5196", "title": "[Recurrent acute idiopathic pericarditis: rheumatologic therapy, autoantibodies and long term outcome].", "score": 0.00980392156862745, "content": "To evaluate therapy and rheumatologic aspects of recurrent acute idiopathic pericarditis (RAIP). We studied 46 patients. We used non-steroidal anti-inflammatory drugs (NSAIDs) at high dosage. We did not start corticosteroid: if already started, we planned a very slow tapering; 37 patients (80.4%) were treated with colchicine. We also assessed the frequency of ANA, anti-SSA and Rheumatoid factor. With our protocol recurrences dropped from 0.46 to 0.03 attacks/patient/month (p<0.00001) within 12 months and remained at the same level (0.024) till the end of the follow-up (mean 8 years). In the 37 patients treated with colchicine recurrences dropped from 0.5 to 0.03 (p<0.0001) within 12 months, and in 9 patients not given colchicine from 0.27 to 0.045 (p<0.005). When colchicine was used the decrease was significantly higher (0.47 vs 0.23) (p<0.001). In 27 (58.7%) patients ANA were positive at a titre >1/80, in 7 (15.2%) >1/160. Rheumatoid factor was positive in 7 (15.2%) and anti-SSA in 4 (8.7%). During the follow-up 4 (8.7%) new diagnosis of Sjogren and 1 (2.2%) of Rheumatoid Arthritis were made. NSAIDs at high dosage, slow tapering of corticosteroid and colchicine are very effective in RAIP. The improvement is more dramatic in colchicine treated patients, but also other patients can achieve good control of the disease. The finding of ANA, anti-SSA and the new rheumatological diagnoses support the involvement of autoimmunity."}, {"id": "pubmed23n1029_21332", "title": "Esperienze di switch a cariprazina in pazienti schizofrenici con comparsa di effetti collaterali/comorbilità mediche.", "score": 0.009708737864077669, "content": "La schizofrenia è un disturbo psichiatrico grave e cronico con un background genetico e neurobiologico eterogeneo che influenza lo sviluppo precoce del cervello, ed è espressa come una combinazione di sintomi psicotici - come allucinazioni, deliri e disorganizzazione - e di sintomi negativi e cognitivi. Il trattamento dei pazienti con schizofrenia prevede l'utilizzo di antipsicotici, in accordo con i recenti dati di letteratura. Sulla base del meccanismo d'azione, gli antipsicotici vengono suddivisi in tipici (o \"di prima generazione\") e atipici (o \"di seconda generazione\"). Differiscono, anche, per la manifestazione di effetti collaterali, dovuti alla diversa affinità recettoriale caratteristica del singolo principio attivo. In questo caso clinico, presentiamo un giovane paziente di 24 anni con diagnosi di schizofrenia trattato prima con olanzapina e poi con risperidone, che ha manifestato significativi effetti collaterali di tipo metabolico e sessuali. La strategia terapeutica utilizzata è stata lo switch a un antipsicotico di terza generazione, cariprazina, con risoluzione delle collateralità e una migliore gestione dei sintomi negativi riportati. In conclusione, il modello di trattamento personalizzato sulla base delle condizioni cliniche e delle esigenze del paziente rappresenta l'approccio maggiormente adeguato nella gestione di ogni singolo caso."}, {"id": "pubmed23n0288_12484", "title": "[Anti-synthetase syndrome: a special subgroup of idiopathic inflammatory myopathies. Apropos of 3 case reports].", "score": 0.009708737864077669, "content": "Anti-synthetase antibodies are found in 20 to 25% of all idiopathic inflammatory myopathies and allow identification of a syndrome associating myositis with interstitial pulmonary disease (50 to 70%), polyarthritis, Raynaud's phenomenon and mechanic's hands. Anti-Jo-1 is the most common anti-synthetase antibody. If anti-Jo-1 is present, interstitial lung disease must be looked for, because this is the most important determinant of the outcome. Treatment with high doses of corticosteroids is required. Immunosuppressive drugs are added in resistant cases or as corticosteroid-sparing agents."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.009615384615384616, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0104_2926", "title": "[Antinuclear antibodies: the classical and the new].", "score": 0.009615384615384616, "content": "A brief overview is presented of the different antinuclear autoantibodies most frequently mentioned in the literature at the present time. The relationship between these autoantibodies and collagen diseases is described in terms of their usefulness in diagnosis and follow-up. Lupus anticoagulant is also mentioned in view of its possible relationship with anti-DNA autoantibodies."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.009523809523809525, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n0315_105", "title": "[Clinical importance of antinuclear antibodies].", "score": 0.009523809523809525, "content": "Determination of antinuclear antibodies in the sera of patients with multisystem connective tissue disease has a long clinical application. In the review article authors report on their clinical significance and describe the types of antinuclear antibodies; anti-DNA antibodies, antihistone antibodies, anti-RNA-protein complexes and other antinuclear antibodies. The methods of laboratory determination of antibody types are discussed as well as their application in the diagnosis of autoimmune and multisystem-rheumatic diseases."}, {"id": "pubmed23n0932_1180", "title": "[La combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) nel trattamento del carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia: le notizie sulla mia morte sono state esagerate?]", "score": 0.009433962264150943, "content": "Riassunto. L'analisi è stata condotta al fine di valutare l'effetto sia sulla sopravvivenza globale (OS) sia sulla sopravvivenza libera da progressione di malattia (PFS) della chemioterapia di combinazione in prima linea per il carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia. La presente analisi è limitata agli studi randomizzati controllati (RCT) di fase III. Successivamente è stata applicata la European Society for Medical Oncology Magnitude of Clinical Benefit Scale (ESMO-MCBS) agli RCT di fase III analizzati per ricavare uno score relativo all'entità del beneficio clinico ottenuto per ciascun RCT. Sono state calcolate inoltre le differenze in termini di PFS tra i diversi bracci di trattamento rapportandole con i costi dei farmaci necessari per ottenere il beneficio di PFS. La nostra analisi ha valutato 11 RCT di fase III, per un totale di 4572 pazienti. Combinando i costi della terapia con la misura dell'efficacia espressa dalla PFS, è stato ottenuto un costo di 74,12 euro (€) per mese di vita guadagnato in termini di PFS con la combinazione di 5-fluorouracil, leucovorin, irinotecan e oxaliplatino (FOLFIRINOX), 90,14 € per la combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) e 4708,7 € per la combinazione di nab-paclitaxel e gemcitabina. Da questo punto di vista riteniamo che l'utilizzo delle \"vecche chemioterapie di combinazione\" (per es., GEMOX) non dovrebbe essere completamente abbandonato, ma valutato sul singolo paziente, sulla base di diversi fattori (età, ECOG PS, comorbilità, carico di malattia), al fine di ottenere una reale \"tailored therapy\"."}, {"id": "pubmed23n0211_3031", "title": "[Theoretical objective evaluation of the value of a diagnostic criterion. Application to antinuclear antibodies for the diagnosis of systemic lupus erythematosus].", "score": 0.009433962264150943, "content": "The value of various types of anti-nuclear antibodies (ANA) for the diagnosis of systemic lupus erythematosus (SLE) was calculated in a population of adult patients with chronic polyarthritis. The aim of this study was to demonstrate the value of calculating the predictive value of a test applied to a particular clinical situation. It was conducted on the basis of epidemiological and laboratory data from the literature. The calculations show that the presence of ANA in immunofluorescence only slightly increases the probability of the diagnosis of SLE (7%). On the other hand, these antibodies are an example of a very sensitive test which, when it is negative allows the diagnosis to be almost totally excluded, while anti-Sm antibodies are very specific and their presence allows the diagnosis to be confirmed. Anti-nDNA antibodies have intermediate features, but their diagnostic performance increases with the level of radioactive n-DNA binding chosen as the level of positivity; in this example, for a level of binding of more than 50%, the predictive value of anti-nDNA antibodies is equivalent to that of anti-Sm antibodies."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009345794392523364, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0044_21731", "title": "[Use of anti-D (Rh) IgG or intramuscular polyvalent human immunoglobulin in the treatment of chronic autoimmune thrombocytopenic purpura].", "score": 0.009345794392523364, "content": "The present study compares the effect of the intramuscular injection of low doses of IgG anti-D or human polyvalent immunoglobulin (Ig) on the platelet count of patients with CATP. Forty patients (14 children, 26 adults), 11 who had undergone splenectomy, were divided in the following groups of treatment: 20 patients received a single injection of 300 micrograms of IgG anti-D, 6 patients received the same dose as above plus 0.5 mg/kg daily of prednisone v.o and 14 patients received 640 mg of polyvalent Ig. Each patient was sequentially studied by measuring peripheral blood parameters, reticulocyte index, direct Coombs' test and C3-C4 determinations. Their blood group and Rh factor had been previously determined. The platelet response was evaluated as refractory (no response) and favorable (platelet increment over 50,000/microliters compared with initial platelet count). Patients with a favorable response over a month were considered as a prolonged remission. The results showed a favorable platelet response in 74% of the patients that received a single injection of IgG anti-D alone (one of the patients was Rh negative) or associated to prednisone, and 42.8% of the cases when polyvalent Ig was used. The patients who had not undergone splenectomy obtained better results than the group with splenectomy (62% vs 45%) and children showed a better response than adults (78.5% vs 46.1%). Forty five percent of prolonged remissions (including the Rh negative patient) were obtained with both schemes of IgG anti-D administration and only 28.5% when polyvalent Ig was used. The remissions were significantly longer with IgG anti-D (p < 0.01). The hematological and serological parameters did not show any significant modifications in all the cases and there was no adverse effects with the treatment. In conclusion, the intramuscular injection of immunoglobulins, especially IgG anti-D, produce an increase in the platelet count in some patients with CATP, several of them can obtain prolonged remissions, particularly children and patients that had not received immunoglobulins previously. This treatment is safe, ambulatory, easy to administer, and relatively inexpensive."}, {"id": "pubmed23n0966_6421", "title": "Frazione polifenolica del bergamotto per il trattamento della sindrome metabolica nella schizofrenia: uno studio pilota.", "score": 0.009259259259259259, "content": "Introduzione. La frazione polifenolica del bergamotto (BPF) ha dimostrato di possedere buona efficacia nel trattamento dei pazienti affetti da sindrome metabolica (SM) e pertanto potrebbe rappresentare una strategia promettente nel trattamento degli effetti collaterali indotti da antipsicotici di seconda generazione (SGA) in soggetti schizofrenici in trattamento con tali farmaci. Materiali e metodi. A 15 pazienti schizofrenici in trattamento stabilizzato con SGA e 15 soggetti di controllo non affetti da patologie psichiatriche, che presentavano valori ematici di colesterolo totale compresi tra 200 e 239 mg/dl, è stato somministrato un integratore contenente BPF (1000 mg) per un periodo di 60 giorni. A tutti i soggetti all'inizio e alla fine del trattamento sono state eseguite la misurazione dell'indice di massa corporea (BMI) e una serie di esami ematochimici per la valutazione degli aspetti metabolici (colesterolo totale, LDL, HDL, trigliceridi, glicemia). Risultati. In entrambi i gruppi si è evidenziata una riduzione significativa del BMI (BMI T0 vs Tfinale (media±DS)= schizofrenici: 34,5±5,7 vs 33,9±5,4, p=,041; controlli: 28,1±4,5 vs 27,3±4,1, p=,016 - BMIcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= -0,59±0.7 vs -0,72±0,8, p=,378); colesterolo totale e LDL risultano invece essere diminuiti esclusivamente nel gruppo di controllo (colesterolo totalecambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 8,2±31,5 vs -35,1±31,1, p=,003; LDLcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 14,1±29,4 vs -9±38,9, p=,014). Discussione. La differenza di efficacia dei BPF sulla dislipidemia tra i soggetti schizofrenici e il gruppo di controllo potrebbe essere spiegata dai diversi meccanismi patogenetici che sono alla base delle alterazioni metaboliche nei soggetti in trattamento con SGA e nei pazienti che non assumono questa classe di farmaci. Conclusioni. Ulteriori studi si rendono necessari al fine di valutare in questa categoria di soggetti i possibili effetti sulla dislipidemia di dosi maggiori di BPF."}, {"id": "pubmed23n0069_8296", "title": "[The lupus band test in the diagnosis of systemic lupus erythematosus: its decisive usefulness in cases negative for anti-ds-DNA and anti-SM].", "score": 0.009259259259259259, "content": "The aim of this study was to evaluate an immunofluorescence skin test, the lupus band test (LBT), in comparison to other criteria as classified by the American Rheumatic Association for the diagnosis of systemic lupus erythematosus (SLE). Twenty patients with SLE and another 24 with different connective tissue diseases (rheumatoid arthritis 16, dermatomyositis 3, necrotizing vasculitis 5) were studied. Antinuclear antibodies (ANA) appeared very sensitive (100%) in the diagnosis of LES, though with a low specificity (63%). LBT was however both sensitive (80%) and specific (100%). Others ARA laboratory criteria (anti-dsDNA, anti-Sm, VDRL and hematological disorders) were also less sensitive and/or less specific than LBT. Most interestingly, LBT was positive in 7 SLE cases in which both dsDNA and Sm antibodies were negative. Thus, LBT appears a useful test in the diagnosis of SLE. In addition, it may be of critical value in certain subsets of patients in which the present ARA criteria may not suffice for diagnosis."}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.009174311926605505, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "pubmed23n0006_8212", "title": "[Anti-nuclear antibodies in collagen diseases].", "score": 0.009174311926605505, "content": "The authors sought serum antinuclear antibodies by the indirect immunofluorescent method in 3,260 patients, and found these antibodies in 293 of them. 90 patients had a level equal or greater than 1/50. Among the latter, 54 had some form of collagen disease. The following facts are emphasized: -- antinuclear antibodies are always present in lupus erythematosus. Their levels fall under the influence of treatment when nephritis occurs; -- their frequency is greater (13 cases out of 16) during scleroderma, with often a hazy appearance; -- they are lower during rheumatoid arthritis (23% of cases had a significant level), and their presence is not a sign of worse prognosis; -- they were absent in other forms of collagen diseases."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.00909090909090909, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0067_3371", "title": "[Determination of antinuclear antibodies in rheumatic diseases].", "score": 0.00909090909090909, "content": "The presence of circulating serum antinuclear antibodies (ANA) directed against various nuclear structures is a hallmark of systemic rheumatic diseases. These diseases are characterized by overlapping clinical features and the diagnosis is not always clear-cut. Each disease has a profile of ANA specificities which is more or less specific to that disease. Therefore serological tests that define the precise specificities of ANA are of great importance for establishing the diagnosis."}, {"id": "pubmed23n0923_20493", "title": "Management della retinopatia diabetica e dell'edema maculare diabetico: linee guida \"Euretina 2017\".", "score": 0.009009009009009009, "content": "Si prevede che la malattia diabetica con tutte le sue complicanze avrà un forte aumento di incidenza con un grosso impatto socioeconomico nei prossimi decenni in tutto il mondo. Pertanto ben si comprende l'importanza di individuare attraverso una fine diagnostica quanto più precocemente la comparsa dei sintomi diabetici, migliorare lo stile di vita ed impostare cure efficienti. Riportiamo la serie di raccomandazioni EURETINA 2017, dei maggiori esperti in Europa per la gestione della malattia diabetica e delle complicanze della retina. Per combattere questa \"pestilenza\" occorre un team medico preparato. Il trattamento laser è stato considerato sino a non molto tempo fa il Gold standard della retinopatia diabetica e dell'edema diabetico (RD e EMD). Recenti studi hanno dimostrato, invece, che si possono raggiungere risultati migliori mediante l'iniezione diretta di farmaci nella cavità vitreale. In particolare è emerso terapia di prima linea, molecole in grado di inibire il fattore di crescita endoteliale vascolare (anti VEGF) mentre non è più raccomandata la fotocoagulazione laser per il trattamento del DME. Nell'ambito delle molecole farmacologiche gli steroidi hanno mantenuto un ruolo nella gestione del DME cronicamente persistente."}, {"id": "pubmed23n0772_19755", "title": "[Clinical phenotypes and prognosis of antisynthetase syndrome].", "score": 0.009009009009009009, "content": "Antisynthetase syndrome (ASS) was first described in 1989 as an inflammatory myopathy associated with the presence of specific auto-antibodies, namely the anti-tRNA-synthetase antibodies (ASA). To date, the ASA family comprises eight different auto-antibodies, among which anti-hystidyl-tRNA-synthetase (anti-Jo1) is the most prevalent. In addition to myositis, a constellation of clinical features has also been described in ASS, including interstitial lung disease, Raynaud's phenomenon, polyarthritis, fever and mechanic's hands. Large variations in the distribution and the severity of each of these symptoms are reported from one patient to another, and also over the course of the disease. The heterogeneity of this autoimmune connective tissue disease has led to difficulties in the early identification of patients with a poor outcome (those who will require the most intensive treatments). Additionally, very few prospective trials have so far compared the efficacy of the different immunosuppressive drugs available, and evidence is lacking to help adapting therapeutic strategies to all of the different ASS clinical situations. We will review the different characteristics of ASS (namely biological, clinical, functional, and morphological ASS parameters) that have recently been shown to correlate with patients' outcome, our aim being to discuss the usefulness of patient stratification for elaborating targeted therapeutic trials for ASS in the future."}, {"id": "pubmed23n1029_21330", "title": "Esperienze di switch a cariprazina in pazienti affetti da schizofrenia con risposta parziale.", "score": 0.008928571428571428, "content": "Tra gli antipsicotici cosiddetti \"di terza generazione\", dotati di agonismo parziale sui recettori D 2 , cariprazina è in particolare contraddistinta da agonismo parziale D 3 /D 2 con affinità particolarmente elevata per i recettori D 3 , oltre che da un'azione di antagonismo 5HT2B e 5TH2A e agonismo parziale 5TH1A. L'insieme di queste attività recettoriali conferisce a cariprazina un profilo di azione sia sui sintomi positivi sia su quelli negativi, offrendo nuove opportunità di trattamento per disturbi dello spettro schizofrenico. In particolare, cariprazina potrebbe rappresentare una valida alternativa per pazienti che presentano sintomi negativi e cognitivi prominenti e che presentano una risposta sub-ottimale ad altre molecole antipsicotiche. L'obiettivo di questa rassegna è quello di presentare alcuni casi clinici in cui la risposta parziale o sub-ottimale a un precedente trattamento antipsicotico ha suggerito l'opportunità di uno switch a cariprazina, nonché di illustrare le modalità e l'esito dello switch. La discussione dei casi clinici vuole fornire alcune informazioni utili per l'utilizzo di cariprazina nella pratica clinica quotidiana."}, {"id": "pubmed23n0006_11655", "title": "[Detection of anti-DNA antibodies by electroimmunodiffusion. Comparison of the results with the study of antinuclear factors by immunofluorescence].", "score": 0.008928571428571428, "content": "The detection of anti-DNA antibodies was carried out by the electroimmunodiffusion method. The results were compared to those of the immunofluorescent method for anti-nuclear factors. Positive results were obtained with the electroimmunodiffusion method in 86% of the lupus erythematosus cases, 77% of the sero-positive rhumatoid polyarthritis cases and 67% of the scleroderma cases. They are comparable to those obtained by other methods. The electroimmunodiffusion method allowed in 3 out of 54 sera to defect anti-DNA antibodies although no anti-nuclear factor was found."}, {"id": "pubmed23n0885_1883", "title": "[Ecological study on the mortality of residents in Manfredonia (Apulia Region, Southern Italy) from 1970 to 2013].", "score": 0.008849557522123894, "content": "OBIETTIVI: valutare lo stato di salute della popolazione residente nel comune di Manfredonia dal 1970 al 2013. DISEGNO: analisi descrittiva dell'andamento temporale della mortalità generale, per gruppi di cause, dal 1970 al 2013. SETTING E PARTECIPANTI: i dati di mortalità e le popolazioni residenti sono di fonte Istat. Sono state esaminate 55 cause di decesso. Le analisi sono disaggregate per sesso e periodo. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: sono stati elaborati i rapporti standardizzati di mortalità (SMR%), con i rispettivi intervalli di confidenza al 90% (IC90%), e i tassi di mortalità standardizzati col metodo diretto (TSD ). RISULTATI: lo stato di salute misurato dal tasso di mortalità per tutte le cause migliora nel tempo: i TSD passano da 92 x10.000 negli anni 1970-1974 a 52 x10.000 nel biennio 2012-2013 negli uomini, da 70 x10.000 a 39 x10.000 nelle donne. Tuttavia, rispetto alla media regionale Manfredonia perde progressivamente il suo vantaggio, passando da -20% a -10% negli uomini, e da -20% a +1,5% nelle donne. Questo andamento è molto evidente per il complesso delle cause cardiovascolari, mentre i tumori maligni sono in generale nella media regionale. Nell'ultimo periodo disponibile per causa di decesso (2006-2011), la mortalità per infarto miocardico è stata più alta della media regionale (uomini: +35%; donne: +54%). I rapporti standardizzati di mortalità (SMR) mostrano tra gli uomini valori in crescita, in particolar modo rispetto al riferimento provinciale, con un eccesso a cominciare dal periodo 2006-2011 (22 decessi/anno e 19 attesi; SMR%: 117,2; IC90% 101,1-135,2; riferimento: provincia di Foggia). Anche tra le donne gli SMR% superano i riferimenti provinciali negli ultimi periodi esaminati (nel 2012-2013: 7 decessi/ anno e 4,2 attesi; SMR%: 116,4; IC90% 97,0-260,7; riferimento: provincia di Foggia). CONCLUSIONI: la mortalità a Manfredonia è diminuita in misura minore rispetto a quella osservata nei riferimenti provinciali e regionali. Il vantaggio che si osservava negli anni Sessanta si è, infatti, ridotto nel tempo, fino ad annullarsi negli ultimi anni. Dal 1970, Manfredonia ha progressivamente perso il vantaggio che aveva. Dagli anni Duemila, la mortalità per infarto del miocardio è in eccesso sulla media regionale e provinciale. Da casi documentati in letteratura si osserva che le popolazioni che sperimentano catastrofi di origine naturale o antropica possono fronteggiare un aumento di patologie cardiovascolari. La mortalità per tumore polmonare mostra un eccesso sulla media regionale, in particolare provinciale, a cominciare dal 2000, coerentemente con i tempi di latenza legati all'esposizione ad arsenico negli anni Settanta."}, {"id": "pubmed23n0097_20026", "title": "[Combined use of impact doses of 6-methylprednisolone and cyclophosphamide in patients with systemic lupus erythematosus].", "score": 0.008849557522123894, "content": "The priming doses of 6-methylprednisolone (6-MP) and cyclophosphamide (pulse therapy) were used for the treatment of 23 patients with SLE associated with primary involvement of the kidneys and pronounced immunologic disorders. The effect of combined therapy was evaluated on the extrarenal manifestations of SLE, proteinuria, hematuria, glomerular filtration, creatinine, antibodies to native DNA (anti-nDNA), complement, cryoprecipitins, antinuclear factor, and circulating immune complexes (CIC). The treatment efficacy was evaluated on day 4 since the beginning of the treatment and on the patients' discharge from hospital. The data obtained point to a significant increase of glomerular filtration and complement level, a reduction in CIC and anti-nDNA and cryoprecipitins within the first day after discontinuation of the treatment. The diminution of proteinuria and improvement of the urinary sediment were seen in over 50% of the patients. Variation of the laboratory findings correlated well with the improvement of the disease clinical picture. The combination of the priming doses of 6-MP and cyclophosphamide holds promise in the treatment of patients with associated SLE and grave renal involvement, marked immunologic disorders and generalized autoimmune vasculitis."}, {"id": "pubmed23n1085_3978", "title": "[Drug use during the covid-19 pandemic in Italy.]", "score": 0.008771929824561403, "content": "The Italian Medicines Agency has started, since the first months of 2020, a monitoring of drug use during the covid-19 pandemic. This made it possible to identify specific trends in hospital and local purchases, such as the extensive use of off-label drugs with little evidence of efficacy during the first weeks of the epidemic, and to progressively assess the degree of implementation of regulatory and ministerial recommendations.Fin dalle prime fasi dell'emergenza covid-19 è emersa per l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) la necessità di monitorare in modo specifico l'uso dei farmaci utilizzati nel corso dell'epidemia. È infatti fondamentale, in un contesto caratterizzato da grande incertezza e da continui aggiornamenti delle linee guida, disporre di informazioni utili a una corretta lettura e interpretazione dei dati. È stato quindi realizzato un primo rapporto dell'Osservatorio Nazionale sull'Impiego dei Medicinali (OsMed) sull'uso dei farmaci utilizzati, a livello ospedaliero e territoriale, nella fase iniziale dell'epidemia1. Questo metteva a confronto i consumi relativi al periodo compreso tra marzo a maggio del 2020 con quelli del trimestre immediatamente precedente, da dicembre 2019 a febbraio 2020. In seguito, il 4 marzo 2021, è stato pubblicato un aggiornamento dei dati in riferimento alle fasi successive dell'epidemia2. Il monitoraggio ha preso in considerazione diverse categorie di farmaci, andando a valutare le oscillazioni negli acquisti in riferimento al progressivo aggiornamento degli indirizzi regolatori. I volumi osservati per ciascun farmaco sono stati standardizzati per 10.000 abitanti/die, andando a valutare le differenze pre- e post-covid-19 in termini di differenza assoluta, differenza percentuale e di p-value (p)."}, {"id": "pubmed23n1016_20758", "title": "[Rheumatology, the multitude of options].", "score": 0.008771929824561403, "content": "The number of therapeutic antibodies available in rheumatology increases every year, mainly indicated in chronic inflammatory rheumatisms and other immune-mediated inflammatory diseases. The choice between all these monoclonal antibodies depends on their specificities, patients and diseases characteristics. Until now, there is no reliable biomarker, predictive of response for specialized medicine purpose. Today, therapeutic drug monitoring and anti-drug antibodies testing can help to better adapt the dose of the drug and to help in the decision to switch to another biological drug according to the activity of the inflammatory disease."}, {"id": "pubmed23n0910_9460", "title": "[Il ruolo di niraparib nel trattamento del carcinoma ovarico: attualità e prospettive.]", "score": 0.008695652173913044, "content": "Riassunto. I PARP inibitori interferiscono con la riparazione del danno nella singola elica del DNA determinando una progressione del difetto nella doppia elica. In circa il 50% delle pazienti con carcinoma dell'ovaio sieroso di alto grado sono presenti difetti nei meccanismi di ricombinazione omologa, deputati alla riparazione del danno della doppia elica del DNA. L'incapacità di riparare il danno si traduce nella morte cellulare, un processo definito \"letalità sintetica\". Nella famiglia dei PARP inibitori il niraparib è stato il primo a essere approvato dalla FDA nel trattamento delle pazienti con carcinoma ovarico ricorrente indipendentemente dalla presenza o assenza di mutazioni BRCA. Questo risultato è stato raggiunto grazie ai dati emersi dal trial di fase III ENGOT-OV16/NOVA, favorevoli in termini di prolungamento della sopravvivenza libera da progressione e associati a un buon profilo di tossicità. Ulteriori trial clinici sono in corso per valutare ulteriori indicazioni all'impiego di niraparib nel trattamento del carcinoma ovarico."}, {"id": "pubmed23n0547_9675", "title": "[Antinuclear, anti-dsDNA and anti-ENA antibodies in patients affected with rheumatoid arthritis or ankylosing spondylitis during treatment with infliximab].", "score": 0.008695652173913044, "content": "We evaluated the induction and clinical significance of ANA, anti-dsDNA and anti-ENA during infliximab therapy in patients with Rheumatoid Arthritis (RA) or Ankylosing Spondylitis (AS). We tested sera from 30 RA and 30 AS patients before and during treatment with infliximab. ANA and antidsDNA were determined by indirect immunofluorescence and anti-ENA by an \"in house\" counterimmunoelectrophoresis. Statistical analysis was performed by X2 and McNemar's tests and U-test of Mann-Whitney. Eight of the 30 RA patients and 1 of the 30 AS patients were positive for ANA before treatment with infliximab. Eighteen of the 22 (81.8%) negative patients with RA and 11 of the 29 (37.9%) negative patients with AS became positive for ANA during infliximab treatment. No ANA positive patients became negative during the therapy. The difference between ANA before and after treatment resulted significant in both RA and AS patients (p=0.001). The frequency of anti-dsDNA and anti-ENA did not change significantly from baseline, in both RA and AS patients. Acquired ANA positivity was not associated with clinical signs of lupus syndrome and was not correlated with adverse events. The mean values of ESR and CRP in RA patients who became positive for ANA were significantly decreased (p=0.01 and p=0.02 respectively). Infliximab treatment induced a significant increase in the frequency of ANA in RA and AS patients. The significance of ANA development in these diseases is at present unknown. The significant decrease of ESR and CRP in RA patients who became positive for ANA after treatment should be investigated in a larger number of patients."}, {"id": "pubmed23n0999_17555", "title": "Terapia cognitivo-comportamentale per giovani ad alto rischio di un primo episodio di psicosi: un trial randomizzato controllato.", "score": 0.008620689655172414, "content": "Scopo. Nell'ultimo ventennio l'interesse di ricercatori e clinici nella prevenzione di disturbi psicotici è cresciuto notevolmente. Gli studi internazionali su strategie a favore di giovani \"ad alto rischio di un primo episodio di psicosi\" sono ancora in numero ridotto, mentre in Italia risultano del tutto assenti. Oltre a manifestare sintomi psicotici sotto-soglia, questa popolazione di frequente riporta un compromesso funzionamento. La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) è la strategia di prima linea, ma si rileva in letteratura l'importanza di studi su ulteriori misure di esito, quali il funzionamento. Il presente studio ha valutato se un protocollo di TCC modulare riducesse il rischio di un primo episodio psicotico in un gruppo di giovani ad alto rischio a post-trattamento e follow-up rispettivamente di 6 e 14 mesi a confronto con trattamento di supporto psicologico di routine ( treatment as usual). Metodi. Cinquantotto partecipanti (età media=25,51, 67,20% maschi) che soddisfacevano criteri per stati mentali a rischio alla Comprehensive Assessment of At-Risk-Mental States sono stati randomizzati a TCC o treatment as usual. Il protocollo di TCC ha incluso 30 sedute settimanali. Risultati. Nel gruppo TCC, il numero di giovani che ha sviluppato un primo episodio psicotico a follow-up è stato inferiore (n=4, 10,30%) a quello del gruppo di controllo (n=8, 27,60%), sebbene tale differenza sia risultata di significatività marginale [Log rank test χ2(1)= 3,66, p=0,05]. I giovani con funzionamento baseline più alto hanno ottenuto maggiori benefici al di là del tipo di percorso. Conclusioni. Anche nel contesto italiano, la TCC sembra efficace e promettente nel prevenire un primo episodio psicotico in giovani con stato mentale a rischio."}]}}}} {"correct_option": 1, "explanations": {"1": {"exist": true, "char_ranges": [[0, 201]], "word_ranges": [[0, 28]], "text": "Dato questo quadro clinico, una possibilità è la dermatomiosite. Tra gli esami proposti, può essere utile la determinazione dell'aldolasi sierica. 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Quali esami diagnostici, tra quelli indicati, possono essere utili per la diagnosi?", "id": 153, "lang": "it", "options": {"1": "Determinazione dell'aldolasi sierica.", "2": "Elettroencefalogramma.", "3": "Biopsia del tessuto cellulare sottocutaneo.", "4": "Determinazione degli anticorpi anti-muscolo liscio.", "5": "Studio genetico dei loro discendenti."}, "question_id_specific": 74, "type": "REUMATOLOGIA", "year": 2012, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "pubmed23n0885_1884", "title": "[Levels of trace elements in the fruits and vegetables from the so-called Land of fires in Campania Region (Southern Italy)].", "score": 0.009900990099009901, "content": "INTRODUZIONE: una vasta area compresa tra le province di Napoli e Caserta nella regione Campania ha negli ultimi anni attirato l'attenzione dei mass media a causa degli interramenti illeciti di rifiuti di varia origine nei campi o del loro abbandono lungo le strade. A tali pratiche illecite si aggiunge il fenomeno dei roghi incontrollati di questo materiale, motivo per il quale la zona è stata soprannominata \"Terra dei fuochi\". OBIETTIVI: ricerca di elementi in tracce presenti nei prodotti alimentari di origine vegetale prodotti nella Terra dei fuochi. DISEGNO E SETTING: piano di monitoraggio per il rilevamento dei livelli di alcuni metalli tossici ed essenziali nei vegetali coltivati in Campania nella Terra dei fuochi. La determinazione dei microelementi è stata effettuata dopo mineralizzazione della sostanza organica mediante microonde, utilizzando la spettrometria di massa a plasma induttivamente accoppiato (ICP-MS). RISULTATI: durante l'attività di monitoraggio sono stati raccolti 65 campioni di ortaggi e 49 campioni di frutta in 43 comuni rientranti nella Terra dei fuochi. Il contenuto medio di metalli tossici, cadmio e piombo nei prodotti ortofrutticoli è risultato ben lontano dai limiti massimi fissati dalla normativa europea. I valori delle concentrazioni sono significativamente inferiori rispetto a quanto riscontrato in zone ad alto impatto ambientale a causa della presenza di impianti industriali. CONCLUSIONI: la presenza di elementi tossici o potenzialmente tali nei campioni vegetali prodotti nella Terra dei fuochi è attribuibile a una varietà di fattori ambientali rilevanti (caratteristiche geologiche dell'area, inquinamento del suolo, dell'atmosfera e delle acque di irrigazione, pratiche illecite di smaltimento dei rifiuti industriali); non sembra, tuttavia, sussistere un rischio per la salute dei consumatori. Resta comunque l'allerta per la loro presenza nell'ambiente e la necessità che le attività di monitoraggio continuino."}, {"id": "pubmed23n0301_2295", "title": "[The contribution of molecular genetics to the study of spinal muscular atrophy].", "score": 0.009900990099009901, "content": "Spinal muscular atrophies constitute a group of hereditary diseases characterized by degeneration of the anterior horn of the spinal cord. Molecular studies began in 1990 with the location of the genome region responsible for the disease in chromosome 5q13. New directions for research were opened in 1995 with the identification of the affected region in the survival motor neuron (SMN) genes and the neuronal apoptosis inhibitory protein genes. A main feature of these genes is that they are duplicate, forming part of two elements (centromeric and telomeric) that include mini-satellites that are also repeated, making this zone particularly unstable. The molecular abnormalities found in patients are a consequence of that instability: gene deletions and conversions in the SMN gene have been described independently of whether symptoms were severe or not. Molecular data make it possible to confirm the clinical diagnosis of most patients and to provide certain prenatal diagnosis for couples that are at high risk of passing on the disorder. Determining both the function of these genes and their pathogenesic role will help to ground new therapeutic strategies that will prevent or detain motor neuron degeneration."}, {"id": "pubmed23n0885_1888", "title": "[Assessment of a project for integrated management of care given to patients with type-2 diabetes in the Local Health Authority 21 of Legnago (Veneto Region, Northern Italy) in the period 2010-2012].", "score": 0.00980392156862745, "content": "OBIETTIVI: descrivere, nella ASL 21 di Legnago (VR), l'andamento di alcuni indicatori sanitari tra il 2009, anno precedente all'avvio di un progetto triennale per la gestione integrata dell'assistenza al paziente con diabete mellito di tipo 2, e il 2012, ultimo anno del progetto. DISEGNO: studio longitudinale trasversale ripetuto. SETTING E PARTECIPANTI: tutti i pazienti diabetici di tipo 2 della ASL 21, identificati nei database aziendali (in base a esenzioni per patologia, accessi al servizio diabetologico, consumo di farmaci antidiabetici e strisce per la determinazione della glicemia) e nelle cartelle cliniche dei medici di famiglia. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: numero di test diagnostici e di follow-up erogati, consumo di farmaci, prestazioni specialistiche, accessi al pronto soccorso, ricoveri e mortalità. RISULTATI: nonostante un calo generalizzato (-3,1%) nei test erogati dalla ASL 21 ai suoi assistititi nel periodo 2009-2012, l'analisi ha documentato un marcato aumento per gli esami previsti nella gestione del diabete, quali curve da carico glicemico (+104,3%), emoglobina glicata (+19,0%) e microalbuminuria (+296,1%). I soggetti identificati come diabetici sono aumentati da 8.084 nel 2009 (5,2%) a 9.221 nel 2012 (5,9%). Sono stati osservati aumenti nella prevalenza di pazienti visitati presso un servizio diabetologico (dal 22,6% al 39,0%), nonché negli utilizzatori di metformina (dal 28,0% al 37,5%), insuline (dal 13,5% al 18,3%) e incretine (dall'1,4% al 9,0%). Il consumo di sulfaniluree è, invece, calato (dal 49,9% al 40,8%), come anche l'erogazione di alcune prestazioni specialistiche, gli accessi al pronto soccorso e i ricoveri, mentre il tasso di mortalità è rimasto stabile (29,6 decessi x1.000/anno). CONCLUSIONE: durante il periodo di implementazione del progetto sembra essersi verificato un aumento della sensibilità diagnostica e una maggiore presa in carico del paziente diabetico. Anche se la natura osservazionale dello studio non consente di dimostrare una relazione causa-effetto, i risultati sembrano supportare l'ipotesi che la gestione integrata della patologia migliori l'appropriatezza dell'assistenza."}, {"id": "pubmed23n0045_871", "title": "[The molecular diagnosis of hereditary diseases. In memoriam Dr. Eduardo Aguirre Pequeño].", "score": 0.00980392156862745, "content": "Accordingly, we have established in our unit a DNA diagnosis laboratory and have started molecular genetics and epidemiological studies of several inherited diseases. We have started with cystic fibrosis, muscular dystrophy and hemophilia A. We practice the molecular diagnosis with both, Southern transfer and the polymerase chain reaction, using either direct (detection of mutations) or indirect (restriction fragment length polymorphisms) approaches. With the studies we have so far carried out, we have been able to provide genetic counseling and gained valuable information on the type and frequency of mutation associated to these diseases in our region."}, {"id": "pubmed23n0966_6421", "title": "Frazione polifenolica del bergamotto per il trattamento della sindrome metabolica nella schizofrenia: uno studio pilota.", "score": 0.009708737864077669, "content": "Introduzione. La frazione polifenolica del bergamotto (BPF) ha dimostrato di possedere buona efficacia nel trattamento dei pazienti affetti da sindrome metabolica (SM) e pertanto potrebbe rappresentare una strategia promettente nel trattamento degli effetti collaterali indotti da antipsicotici di seconda generazione (SGA) in soggetti schizofrenici in trattamento con tali farmaci. Materiali e metodi. A 15 pazienti schizofrenici in trattamento stabilizzato con SGA e 15 soggetti di controllo non affetti da patologie psichiatriche, che presentavano valori ematici di colesterolo totale compresi tra 200 e 239 mg/dl, è stato somministrato un integratore contenente BPF (1000 mg) per un periodo di 60 giorni. A tutti i soggetti all'inizio e alla fine del trattamento sono state eseguite la misurazione dell'indice di massa corporea (BMI) e una serie di esami ematochimici per la valutazione degli aspetti metabolici (colesterolo totale, LDL, HDL, trigliceridi, glicemia). Risultati. In entrambi i gruppi si è evidenziata una riduzione significativa del BMI (BMI T0 vs Tfinale (media±DS)= schizofrenici: 34,5±5,7 vs 33,9±5,4, p=,041; controlli: 28,1±4,5 vs 27,3±4,1, p=,016 - BMIcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= -0,59±0.7 vs -0,72±0,8, p=,378); colesterolo totale e LDL risultano invece essere diminuiti esclusivamente nel gruppo di controllo (colesterolo totalecambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 8,2±31,5 vs -35,1±31,1, p=,003; LDLcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 14,1±29,4 vs -9±38,9, p=,014). Discussione. La differenza di efficacia dei BPF sulla dislipidemia tra i soggetti schizofrenici e il gruppo di controllo potrebbe essere spiegata dai diversi meccanismi patogenetici che sono alla base delle alterazioni metaboliche nei soggetti in trattamento con SGA e nei pazienti che non assumono questa classe di farmaci. Conclusioni. Ulteriori studi si rendono necessari al fine di valutare in questa categoria di soggetti i possibili effetti sulla dislipidemia di dosi maggiori di BPF."}, {"id": "pubmed23n0269_19393", "title": "[Direct genotypic analysis of myotonic dystrophy: detection of an unstable DNA fragment in carriers].", "score": 0.009708737864077669, "content": "Myotonic dystrophy (DM) is an inherited autosomal dominant disorder. The molecular defect responsible for the disease is the expansion of a CTG triplet at the 3' end of the DM gene. We report the analysis of the gene expansion, its correlation with the clinical severity and with the phenomenon of anticipation. Using the cDNA25 probe, we have analyzed 140 affected DM patients from a total of 42 families comprising 303 individuals. According to the clinical status, the affected DM patients were classified as follows: group I, congenital form; group II, classical form, and group III, mild form. A larger than normal fragment was detected in all the DM patients but in none of the controls. The expansion size is 2.5-6 kb in group I, 0.3-5 kb in group II and 0.2-1.5 kb in group III. In 49 parent-child couples which show clinical anticipation, 47 have an increase in size of the fragment from one generation to the next. Our results show a clear correlation between the severity of the disease and the expansion size. We confirm at the molecular level the phenomenon of anticipation. The direct gene analysis of the DM families allows the diagnosis of all the at-risk individuals and facilitates the genetic counselling of these families."}, {"id": "pubmed23n1115_5743", "title": "", "score": 0.009615384615384616, "content": "La recente approvazione del testo unico sulle malattie rare da parte dei due rami del Parlamento (Disposizioni per la cura delle malattie rare e per il sostegno della ricerca e della produzione dei farmaci orfani) richiama l'attenzione degli operatori di Sanità pubblica su una materia vasta e disomogenea come la ricerca, la diagnosi e il trattamento delle malattie rare. La disponibilità di un testo di legge, anche se devono seguire i decreti attuativi per rispondere alle necessità concrete dei malati e delle loro famiglie, è comunque uno strumento essenziale nella \"cassetta degli attrezzi\" degli operatori in quanto «dai documenti storici più antichi a quelli contemporanei si hanno prove del ricorso ad atti normativi non solo nei momenti di emergenza (gestione delle epidemie) ma anche nell'organizzazione e il controllo della vita quotidiana sempre in nome e per conto della salute collettiva» (Editoriale. La normazione, lo strumento cardine di Sanità pubblica. Igiene e Sanità Pubblica 2020; 76: 284-286)."}, {"id": "pubmed23n0086_2148", "title": "[Use of dystrophin c-DNA for the direct diagnosis of Duchenne muscular dystrophy in female carriers].", "score": 0.009615384615384616, "content": "DNA polymorphisms have been widely used as genetic markers for identification of the X chromosome that carries the mutation for Duchenne Muscular Dystrophy (DMD) in affected families, but serious limitations are associated with this approach. The complementary DNA (c-ADN) of the DMD gene has recently been isolated and shown to detect partial gene deletions in a large proportion of patients. We present the study of five DMD families in which we have shown the existence of a partial deletion in the DMD gene in the affected boys. We have evaluated the usefulness of this direct approach to diagnose DMD carriers in these families using the c-DNA derived probes. In all cases we have obtained satisfactory results. The method seems to be more reliable, more rapid and less expensive than linkage studies with DNA polymorphisms."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.009523809523809525, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n0516_10993", "title": "[Myotonic dystrophy type 1 in cataract patients: molecular diagnosis for screening and genetic counseling].", "score": 0.009523809523809525, "content": "To detect MD1 premutation and full mutation carriers among cataract patients and offer familial genetic counseling. We studied the DNA of 60 selected cataract patients through polymerase chain reaction analysis. This study was performed at the \"Hospital das Clínicas da Faculdade de Medicina de Ribeirão Preto\" where selected patients had been examined at the Cataract Outpatient Clinic from 01/01/1982 to 30/06/1995. Selection criteria were age under 55 with no obvious precipitating factor, except diabetes mellitus type 2, with or without neuromuscular signs suggestive of myotonic dystrophy. Three patients were found to have a full mutation corresponding to 5% of the group. Additional affected individuals were found among patients' relatives. No premutation was found. These results emphazise the importance of screening for MD1 gene carriers among cataract patients, and further genetic counselling."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.009433962264150943, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0550_19179", "title": "[Hypertrophic cardiomyopathy: infrequent mutation of the cardiac beta-myosin heavy-chain gene].", "score": 0.009433962264150943, "content": "The aim of this study was to identify mutations in the cardiac heavy-chain beta-myosin gene (MYH7b) in a group of Spanish patients with hypertrophic cardiomyopathy. The study included 36 families with at least one member who had hypertrophic cardiomyopathy. DNA from exons 3 to 24 of the MYH7b gene was sequenced. Two mutations were identified: Arg858Cys and Met515Val. They occurred in two families, one of which was of Moroccan origin. This corresponds to a MYH7b gene mutation frequency of less than 5%. In contrast to findings in other Caucasian populations, MYH7b gene mutation occurred infrequently in this group of Spanish families with hypertrophic cardiomyopathy."}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.009345794392523364, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n0907_9719", "title": "Myosin-binding Protein C Compound Heterozygous Variant Effect on the Phenotypic Expression of Hypertrophic Cardiomyopathy.", "score": 0.009345794392523364, "content": "Hypertrophic cardiomyopathy (HCM) is an autosomal dominant genetic disease caused by mutations in genes encoding sarcomere proteins. It is the major cause of sudden cardiac death in young high-level athletes. Studies have demonstrated a poorer prognosis when associated with specific mutations. The association between HCM genotype and phenotype has been the subject of several studies since the discovery of the genetic nature of the disease. This study shows the effect of a MYBPC3 compound variant on the phenotypic HCM expression. A family in which a young man had a clinical diagnosis of HCM underwent clinical and genetic investigations. The coding regions of the MYH7, MYBPC3 and TNNT2 genes were sequenced and analyzed. The proband present a malignant manifestation of the disease, and is the only one to express HCM in his family. The genetic analysis through direct sequencing of the three main genes related to this disease identified a compound heterozygous variant (p.E542Q and p.D610H) in MYBPC3. A family analysis indicated that the p.E542Q and p.D610H alleles have paternal and maternal origin, respectively. No family member carrier of one of the variant alleles manifested clinical signs of HCM. We suggest that the MYBPC3-biallelic heterozygous expression of p.E542Q and p.D610H may cause the severe disease phenotype seen in the proband. Resumo A cardiomiopatia hipertrófica (CMH) é uma doença autossômica dominante causada por mutações em genes que codificam as proteínas dos sarcômeros. É a principal causa de morte súbita cardíaca em atletas jovens de alto nível. Estudos têm demonstrado um pior prognóstico associado a mutações específicas. A associação entre genótipo e fenótipo em CMH tem sido objeto de diversos estudos desde a descoberta da origem genética dessa doença. Este trabalho apresenta o efeito de uma mutação composta em MYBPC3 na expressão fenotípica da CMH. Uma família na qual um jovem tem o diagnóstico clínico de CMH foi submetida à investigação clínica e genética. As regiões codificadoras dos genes MYH7, MYBPC3 e TNNT2 foram sequenciadas e analisadas. O probando apresenta uma manifestação maligna da doença e é o único em sua família a desenvolver CMH. A análise genética pelo sequenciamento direto dos três principais genes relacionados à essa doença identificou uma variante em heterozigose composta (p.E542Q e p.D610H) em MYBPC3. A análise da família mostrou que os alelos p.E542Q e p.D610H tem origem paterna e materna, respectivamente. Nenhum familiar portador de um dos alelos variantes manifestou sinais clínicos de CMH. Sugerimos que a expressão heterozigótica bialélica de p.E542Q e p.D610H pode ser responsável pelo fenótipo severo da doença encontrada no probando."}, {"id": "pubmed23n0885_1887", "title": "[Analysis of factors predicting early unplanned readmissions].", "score": 0.009259259259259259, "content": "OBIETTIVI: determinare i fattori associati ai ricoveri ripetuti per identificare i pazienti a rischio di riospedalizzazione entro i 30 giorni dalla dimissione. DISEGNO: analisi retrospettiva delle dimissioni nell'anno 2013 attraverso le schede di dimissione ospedaliera (SDO). 3.900 pazienti ricoverati presso il presidio ospedaliero \"Fabrizio Spaziani\" di Frosinone. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: analisi bivariata per l'analisi dell'associazione tra variabili. La regressione logistica è stata utilizzata per identificare i fattori di rischio associati al ricovero ripetuto. RISULTATI: tra i 3.900 pazienti considerati, il 12,8% ha avuto una riammissione non programmata entro un mese dalla dimissione precedente per le stesse categorie diagnostiche principali (MCD). Sono state rilevate differenze statisticamente significative tra i pazienti con e senza ricovero ripetuto per età, durata della degenza, titolo di studio, condizione occupazionale e diagnosi. I fattori che aumentano la probabilità di una riospedalizzazione sono il vivere da solo, la condizione di pensionato o casalinga, una degenza più lunga e alcune diagnosi, fra cui malattie dell'apparato respiratorio, del sistema nervoso e dell'apparato urinario. CONCLUSIONE: alcune caratteristiche sociodemografiche e la diagnosi dei pazienti ospedalizzati sono associate al rischio di riospedalizzazione entro 30 giorni dalla dimissione. I dati disponibili nell'archivio delle SDO possono essere utilizzati per un'identificazione dei pazienti a rischio sui quali definire specifici piani di dimissione."}, {"id": "pubmed23n0307_11252", "title": "[Molecular genetic study in congenital myotonic dystrophy].", "score": 0.009259259259259259, "content": "Congenital myotonic dystrophy (CMD) is the neonatal form of Steinert's myotonia. However, the symptoms and neuro-physiological findings are different from the classical adult form, there is a high mortality and early diagnosis of the condition is difficult. CMD occurs as a result of abnormal expansion of CTG triplets on chromosome 19. There is dominant autosomal transmission of this multi-systemic disorder, although when it occurs in children, it is the mother who is always the affected parent. Molecular genetic techniques enable unequivocal diagnosis of the condition, evaluation of anticipation and the possibility of offering genetic counselling to the families involved."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.009174311926605505, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0353_13445", "title": "[Werdnig-Hoffmann disease. The first prenatal diagnosis in Cuba].", "score": 0.009174311926605505, "content": "Spinal muscular atrophy (SMA) is an autosomal recessive disorder characterized by the degeneration of cells of the spinal cord. The gene was localized on chromosome 5q13 and exists in two almost identical forms, which are distinguished by the change of base on exones 7 and 8. Mutations of the gene of survival motoreneuron (SMN) are the cause of illness. We report, for the first time in Cuba, the prenatal diagnosis of a type II SMA carrier, using molecular methods for direct detection of the mutation on exones 7 and 8 of the SMN gene, and haplo-identification with microsatellite markers of chromosome 5q as an indirect method. A sample of amniotic liquid was taken at 18 weeks of gestation and the DNA extracted. No deletions were detected on exones 7 and 8 of the foetal DNA, which was therefore normal. Detection of deletions on the SMN gene is a method which permits detection of the condition (healthy or unhealthy) of the foetus, quickly and reliably, without requiring investigation of the entire family to obtain a result. The method does not require radio-active PCR, the results are clear and precise and may be obtained within 24 hours. It may also take the place of invasive methods such as muscle biopsy and electro-myography and contribute to genetic assessment in families in which there is no DNA of the affected child."}, {"id": "pubmed23n1028_18191", "title": "Food knowledge of patients at the first access to a Diabetology center.", "score": 0.00909090909090909, "content": "Il diabete rappresenta una patologia in costante aumento: familiarità, età e stili di vita rappresentano i principali fattori di rischio per questa malattia e per le complicanze ad essa correlate. Considerando l'importanza del regime alimentare per la prevenzione e il trattamento di questa patologia, scopo del presente studio è stato quello di valutare le conoscenze alimentari di pazienti al primo accesso presso un centro di Diabetologia e di indagare sulla loro eventuale influenza su alcuni parametri ematici. È stato somministrato il questionario di Moynihan. La relazione tra i punteggi ottenuti e le variabili emoglobina glicata, BMI, glicemia a digiuno, è stata analizzata attraverso regressione multipla basata sul metodo dei minimi quadrati ordinari (modello OLS). Il response rate è stato del 73,3%. Il punteggio medio totale ottenuto dal questionario è stato di 23,61 ed è stata osservata una correlazione statisticamente significativa (p<0,0473) tra i migliori punteggi del questionario e i valori di Hb1Ac. Questo studio è il primo passo di un'indagine più ampia che verrà condotta nell'ottica di promuovere una formazione del paziente volta a verificare nel tempo le ricadute positive sulle scelte alimentari e sui parametri clinici."}, {"id": "pubmed23n0522_2997", "title": "[Research of markers for the genes of the heavy chain of cardiac beta-myosin and myosin binding protein C in relatives of patients with hypertrophic cardiomyopathy].", "score": 0.00909090909090909, "content": "To study the molecular markers for the genes of the heavy chain of cardiac beta-myosin and the myosin binding protein C in relatives of carriers of hypertrophic cardiomyopathy. Twelve families who had anamnesis, physical exam, electrocardiogram, echocardiogram and blood collection for the genetic study through the chain reaction of polymerase. From the 227 relatives, 25% were ill-taken, with 51% men, with an average age of 35+/-19 (2 to 95) years old. The genetic analysis showed a connection with the gene of the cardiac b-myosin in a family and, in another, a connection with the gene of the myosin-binding protein C. In five families, the connections with the two genes were excluded; in two, the connection with the gene of the myosin-binding protein C, but for the b-myosin gene the results were non-conclusive; in two families, the results were non-conclusive for both genes and in one the connection for the b-myosin gene was excluded. The results were non-conclusive for the gene of the myosin-binding protein C. In our environment, other genes, different from those described in the literature, may prevail, or there are other genetic differences related to the origin of our population and/or environmental factors."}, {"id": "pubmed23n0885_1885", "title": "[National epidemiological surveillance systems of mesothelioma cases].", "score": 0.009009009009009009, "content": "INTRODUZIONE: sebbene la relazione causale tra esposizione ad amianto e malattie neoplastiche sia ben nota, in molti Paesi il consumo del materiale è ancora rilevante e crescente. A causa della lunga latenza, nei Paesi dove è stato bandito (come in Italia) è oggi in corso un'epidemia di malattie correlate ad amianto. OBIETTIVI: descrivere i sistemi di sorveglianza dei mesoteliomi attivi nel mondo mediante un'analisi comparativa. è stata condotta una revisione bibliografica della letteratura disponibile sui sistemi di sorveglianza epidemiologica dei mesoteliomi attivi nel mondo, comparando metodi e risultati disponibili. RISULTATI: sistemi di ricerca dei casi incidenti e di analisi anamnestica dei soggetti ammalati sono attivi solo in Italia, Francia e Corea del Sud. I Paesi presso i quali sono attivi sistemi di rilevazione e controllo dei casi incidenti di mesotelioma sono quelli in cui vige il bando dell'amianto e che hanno sperimentato consumi rilevanti in passato. Non sono stati istituiti sistemi epidemiologici di sorveglianza in molti Paesi dove il consumo di amianto è ancora importante (inclusi Russia, Cina, India e Brasile). CONCLUSIONI: si conferma l'importanza dei sistemi di sorveglianza epidemiologica dei mesoteliomi per la sanità pubblica, il sostegno alle politiche di welfare e la prevenzione dei rischi. Lo sviluppo di progetti per tendere a una maggiore uniformità nei metodi di ricerca dei casi, di classificazione delle diagnosi e dell'esposizione e nelle tecniche di analisi dei dati potrebbe consentire una maggiore fruibilità dei dati aggregati. La disponibilità di dati internazionali confrontabili può essere di stimolo all'adozione di provvedimenti di bando internazionale."}, {"id": "pubmed23n0516_15103", "title": "[Diagnostic difficulties in spinal muscular atrophy].", "score": 0.009009009009009009, "content": "To describe the clinical findings of patients with spinal muscular atrophy (SMA) with survival motor neuron (SMN) gene deletion. Descriptive study of SMA cases confirmed with the deletion of the SMN gene. Frequency determination of positive clinical and laboratory revised diagnostic criteria. All of the 22 included patients had symmetrical muscle weakness, which was diffuse in those with onset of symptoms up to 6 months of age (75 %), and either proximal or predominant in lower limbs in the remaining group (67 %). Fasciculations and atrophy were both frequent findings (82 %). Laboratory tests findings were variable, with a positivity of 57 % for electrophysiology and of 58 % for muscle biopsy. The presence of a deletion in the SMN gene can help to confirm this diagnosis in unclear presentations."}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.008928571428571428, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "pubmed23n0313_11661", "title": "[Genetic aspects (analysis and diagnosis) of muscular diseases--recent advances and future prospects].", "score": 0.008928571428571428, "content": "Considerable advances in the genetic analysis and diagnosis of muscular diseases made during the past years that may allow detailed clinical understanding, specific diagnosis, hope for gene therapy, and better genetic counseling of the disease. The scientific research progress in the human genetics, however, raised social and ethical issues. This would largely not due to the genetic technology but with its proper use. In this introductory note, I am going to describe the recent advances and future prospects of genetic aspects of the muscular disease."}, {"id": "pubmed23n0966_6425", "title": "Analisi comparativa dei profili di personalità di pazienti affetti da disturbo borderline e detenuti con diagnosi di disturbo antisociale di personalità ottenuti tramite l'MMPI-2.", "score": 0.008849557522123894, "content": "Scopo. Nel disturbo borderline di personalità (DBP), i comportamenti violenti e aggressivi sono spesso presenti tanto che sarebbero un segnale prodromico del DBP e segnerebbero un'importante sovrapposizione con il disturbo antisociale di personalità (DAP). Nonostante le differenze cliniche tra i due quadri, tali sovrapposizioni potrebbero inficiare l'uso di strumenti di valutazione come il Minnesota Multiphasic Personality Inventory-2 (MMPI-2), tanto che alcuni autori hanno evidenziato come questo strumento, pur utile per individuare i soggetti con un disturbo di personalità, debba essere usato cautamente per differenziare tra DBP e DAP. Il presente contributo ha indagato i profili MMPI-2 di pazienti con DBP, in presenza di comportamenti aggressivi, a confronto con quelli di detenuti con DAP in assenza di DBP, al fine di meglio comprendere quali scale possano assimilare e quali differenziare i due quadri clinici. Metodi. Hanno partecipato 91 soggetti, di cui 30 pazienti con diagnosi di DBP e 61 detenuti con DAP. Sono state somministrate SCID-I e SCID-II da due valutatori indipendenti e MMPI-2. Risultati. I risultati hanno evidenziato l'elevazione nelle scale cliniche Pd, Pa, Pt e Sc per entrambi i gruppi, e un'elevazione della scala D, che è risultata significativa solo per il gruppo DBP. Inoltre, le scale di contenuto sono sembrate suggerire una maggiore presenza di problemi sociali, familiari e lavorativi nei pazienti con DBP. Conclusioni. Il presente studio mostra come il profilo di personalità rilevato dall'MMPI-2 nel confronto tra pazienti con DBP e detenuti con DAP sia in gran parte sovrapponibile. La scala clinica D, che misura la sintomatologia depressiva, accanto alle scale di contenuto correlate a problemi nel funzionamento sembrano essere le uniche in grado di differenziare i due quadri clinici, suggerendo come nei pazienti con DBP si possano osservare maggiori problemi nel funzionamento e nell'area dell'umore rispetto a detenuti con DAP."}, {"id": "pubmed23n0514_21074", "title": "[Muscular dystrophy].", "score": 0.008849557522123894, "content": "The muscular dystrophies are a genetically heterogeneous group of progressive disorders that lead to the breakdown of the integrity of skeletal muscle. Numerous recent advances made in research into the molecular genetics of muscular dystrophy have highlighted the diversity of this family of disorders. Muscle biopsy allows the immunohistochemical analysis of various muscle specific proteins, and can provide important data enabling definitive diagnosis. Muscle biopsy is not always necessary, such as in the case of Duchenne or Fukuyama type dystrophies, which are relatively easy to diagnose by genetic testing; in such cases, however, consideration must given to the ethical implications of testing. The future promises the development of new therapeutic approaches and clinical applications based on genetic diagnostic data."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.008771929824561403, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0116_13701", "title": "[Molecular diagnosis of Duchenne and Becker muscular dystrophies. Current data].", "score": 0.008771929824561403, "content": "Carrier diagnosis and prenatal diagnosis of Duchenne's muscular dystrophy (DMD) and Becker's muscular dystrophy (BMD) has become possible using some twenty RFLPs detected by more than a dozen Xp21 probes that are either intragenic or flanking the disease locus. Results from familial studies on 88 DMD and BM families stress important considerations concerning a priori and final risks, individuals necessary for the identification of the phase, and the different strategies that can be applied, regardless of whether the study concerns an on-going pregnancy or a carrier-status determination, and whether the patient is at high or low risk. Finally, multiple sources of difficulties in interpreting the results depend on a) the occurrence of new mutations that must be traced; b) the existence of meiotic recombination; c) the necessity, in some instances, of relying upon the sole identification of the paternal X. These considerations emphasize the characteristics and the important limitations of this type of methodology."}, {"id": "pubmed23n1016_25850", "title": "10 anni dopo il terremoto dell'Aquila: dal trauma individuale a quello collettivo. Memorie e mnemotecnologie.", "score": 0.008695652173913044, "content": "Il trauma collettivo conseguente a un disastro naturale si configura come una crisi di significato. Numerosi studi supportano la trasmissione transgenerazionale di esperienze traumatiche, come pure di modelli protettivi di resilienza. I numerosi eventi culturali e scientifici che si sono tenuti in occasione del decimo anniversario del sisma che ha colpito L'Aquila nel 2009 potrebbero essere visti nella prospettiva delle mnemotecnologie. In tale contesto, l'esteriorizzazione della memoria \"traumatica\" attraverso le nuove tecnologiche può liberare da emozioni negative generate dal trauma per una nuova memoria collettiva. Le mnemotecnologie, in virtù della loro duplice funzione di rievocazione e integrazione, possono contribuire in modo indiretto, ma sostanziale, al processo di oblio attivo del trauma finalizzato alla ricostruzione di una nuova identità culturale."}, {"id": "pubmed23n0087_20416", "title": "[Clinico-genetic expression of myotonic dystrophy in Istria].", "score": 0.008695652173913044, "content": "The present genetic study has been conducted on 29 patients with myotonic dystrophy. The diagnosis of Steinert-Batten-Gibbs disease was made by anamnestic, clinical and laboratory procedures. Six families from Istria were examined in which genealogical study was carried out through five generations. Consanguinity was observed in one family. The frequency of myotonic dystrophy, correlative features and mortality was determined for each family. The incidence of myotonic dystrophy and correlative features among the first-, second-, and third-degree relatives of patients examined was determined. We conclude that the disease occurred far more frequently in families of patients with myotonic dystrophy (8 to 33%) than in the population in general (0.017%) and that it is significantly maintained among the first-, second-, and third-degree relatives."}, {"id": "pubmed23n1097_5003", "title": "[Beyond the assessment of work-related stress risk: the management standards approach for organizational wellbeing.]", "score": 0.008620689655172414, "content": "La valutazione approfondita del rischio stress lavoro-correlato (SLC), oltre a soddisfare un obbligo normativo, rappresenta un momento per riflettere sulle condizioni di salute di un'organizzazione e sugli elementi su cui intervenire per migliorarle. Nel presente contributo vengono riportati i risultati ottenuti dalla valutazione approfondita dello SLC condotta in un'azienda di facility management tramite la somministrazione dell'HSE Management Standards Indicator Tool (HSE-MS IT) e ulteriori misure atte a valutare lo stress percepito, la soddisfazione lavorativa e la motivazione al lavoro. Hanno partecipato allo studio 196 operai di un'azienda che si occupa di pulizie ospedaliere, industriali e civili. Dalla valutazione approfondita è emersa la presenza di rischio nelle dimensioni Domanda, Relazioni, e Supporto dei Colleghi e di rischio grave nella dimensione Controllo. L'analisi delle correlazioni e delle regressioni multiple hanno permesso di identificare le aree organizzative significativamente associate allo stress percepito, alla soddisfazione lavorativa e alla motivazione. Tramite modelli di path analysis si è inoltre valutato l'effetto diretto e indiretto dei Management Standards su queste tre misure di output. Domanda, Controllo e Relazioni hanno un effetto diretto sullo stress percepito, mentre il Supporto dei Colleghi e il Supporto dei Superiori influiscono rispettivamente sulla soddisfazione e sulla motivazione al lavoro. Lo stress percepito ha inoltre un effetto diretto sulla soddisfazione lavorativa, che a sua volta influenza la motivazione al lavoro. In conclusione, una valutazione approfondita del rischio SLC che integri il tradizionale approccio basato sui Management Standards considerando ulteriori misure di benessere organizzativo costituisce un'occasione utile per identificare non solo i fattori che possono produrre SLC, ma anche le aree di gestione che possono incidere su dimensioni, quali ad esempio la motivazione e la soddisfazione lavorativa, che contribuiscono criticamente al benessere complessivo di un'azienda."}, {"id": "pubmed23n0362_647", "title": "[Molecular diagnosis of inherited disease].", "score": 0.008620689655172414, "content": "The ability to detect mutations in nucleic acids sequence is of fundamental importance in medical molecular genetics. The aim is to link mutations of identified genes to particular disease phenotypes and to facilitate rapid, molecular diagnosis. There are numerous techniques described for screening unknown mutations, and for diagnosing those which have been identified previously. Each method offers different advantages and has its own limitations."}]}}}} {"correct_option": 2, "explanations": {"1": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "2": {"exist": true, "char_ranges": [[0, 156]], "word_ranges": [[0, 20]], "text": "I corticosteroidi sistemici in questi pazienti devono essere utilizzati principalmente per le esacerbazioni acute, non per il controllo delle esacerbazioni."}, "3": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "4": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "5": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}}, "full_answer": "I corticosteroidi sistemici in questi pazienti devono essere utilizzati principalmente per le esacerbazioni acute, non per il controllo delle esacerbazioni.", "full_answer_no_ref": "I corticosteroidi sistemici in questi pazienti devono essere utilizzati principalmente per le esacerbazioni acute, non per il controllo delle esacerbazioni.", "full_question": "Un uomo di 67 anni, ex fumatore, con diagnosi di BPCO grave (indice multidimensionale BODE 5, FEVl 38%, indice di massa corporea 23, indice di dispnea secondo la scala mMRC 3, distanza percorsa nel test del cammino di 6 minuti 260 m) che è stato ricoverato 3 volte per esacerbazione della BPCO negli ultimi 7 mesi. 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Quale delle seguenti strategie terapeutiche NON sarebbe raccomandata per questo paziente?", "id": 369, "lang": "it", "options": {"1": "Aggiustamento della terapia inalatoria con broncodilatatori a lunga durata d'azione che combinano anticolinergici e beta-2 adrenergici con glucocorticoidi per via inalatoria.", "2": "Iniziare i glucocorticoidi orali per 6 mesi per controllare le esacerbazioni.", "3": "Verificare che il paziente esegua correttamente la tecnica di inalazione.", "4": "Iniziare un ciclo di ossigenoterapia cronica a domicilio.", "5": null}, "question_id_specific": 122, "type": "PNEUMOLOGIA E CHIRURGIA TORACICA", "year": 2016, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.009900990099009901, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0247_7515", "title": "[Exercise tests in pneumopathy patients].", "score": 0.009900990099009901, "content": "In this prospective work eleven pneumopathes patients were studied, ten of them with HAP, which were subjected to effort prove in endless band, in order to know the electrocardiographic alterations presented during the exercise. The VO2 máx was determined simultaneously in four patients. In the four, the value of this parameter was found under the normal value, which showed us a poor increase of the cardiac expense for the demands in the exercise. If the effort proves had not been practiced, this fact could not have been known. Related to the electrocardiographic alterations, cellular diastolic depolarization signs (cellular damage), product of the cellular damage, were found. The mechanics of this cellular damage, as well as the one of the poor increase of cardiac expense, are mentionned in the discussion."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.00980392156862745, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). 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L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0041_1188", "title": "[Comparison between the closing volume comportments and the Vmax/V curve in patients with obstruction of the small airways].", "score": 0.00980392156862745, "content": "Three groups of patients with obstruction of the small airways and normal main airways were submitted to study by determining the closing volume and the V max/V curve. In the first group (beginning chronic bronchitis) was noted an alteration of the curve with normal closing volume in almost all the cases; in the second group (asthma in the remission phase) the closing volume was increased and the curve normal in a part of the patients, -while in the other part the closing volume was normal and the curve altered; in the third group (recent heart infarct), a significative increase in the closing volume was noted with a slightly altered curve: improvement of the tests was obtained after administration of diuretics, the improvement being far more noticeable for the closing volume than for the V max/V curve. The closing volume is therefore an extremely sensitive test of the obstruction of the small airways when the obstruction interests before all the basal zones of the lungs. When the resistances of the small airways are irregularly distributed, the determination of the V max/V curve is, conversely, more useful."}, {"id": "pubmed23n0999_17549", "title": "[Bevacizumab e altri farmaci. Attività e sicurezza degli agenti anti-VEGF nel carcinoma ovarico.]", "score": 0.009708737864077669, "content": "Riassunto. L'angiogenesi svolge un ruolo importante sia nei tessuti epiteliali normali sia in quelli maligni. Negli ultimi anni questo fenomeno è stato ampiamente studiato in oncologia sperimentale e clinica perché ci sono evidenze che sia coinvolto nella diffusione e nella diffusione metastatica del carcinoma ovarico. Il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (vascular endothelial growth factor - VEGF) è l'attore principale nel meccanismo di angiogenesi e svolge un ruolo strategico nella proliferazione e migrazione delle cellule neoplastiche, con un impatto significativo sulla sopravvivenza e sull'outcome clinico. Secondo quanto emerge da molti studi sperimentali e clinici, le nostre conoscenze sulla biologia dell'angiogenesi e del VEGF sono aumentate portando allo sviluppo farmacologico di specifici agenti in grado di targeting VEGF. Questo nuovo campo di indagine offre agli scienziati l'opportunità di testare nuove possibilità terapeutiche nei pazienti con carcinoma ovarico con nuovi agenti mirati. Il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF umanizzato, è stato il primo farmaco anti-VEGF scoperto ed è usato oggi per il trattamento di diversi tumori solidi. Negli ultimi anni questo agente è stato ampiamente testato nei pazienti con carcinoma ovarico, mostrando un'attività clinica interessante e un profilo di tossicità tollerabile sia nelle pazienti giovani sia in quelle anziane. Il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel e successivamente utilizzato come agente singolo, è indicato per il trattamento del carcinoma epiteliale dell'ovaio di stadio III o IV, tuba di Falloppio o carcinoma peritoneale primario dopo iniziale resezione chirurgica. Il bevacizumab è anche usato per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico epiteliale ricorrente e resistente al platino, delle tube di Falloppio o dal tumore peritoneale primario che hanno ricevuto non più di 2 regimi precedenti di chemioterapia. Inoltre, il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel o con carboplatino e gemcitabina (e usato come agente singolo), è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma epiteliale dell'ovario sensibile al platino, tuba di Falloppio o tumore peritoneale primario. Le linee guida più accreditate suggeriscono quando bevacizumab deve essere usato nel trattamento del carcinoma ovarico avanzato e ricorrente. Altri agenti anti-VEGF, come gli inibitori della tirosin-chinasi del recettore VEGF (VEGFR), sono stati ampiamente testati nel carcinoma ovarico e molti altri sono in corso di studi al fine di testare la loro attività e sicurezza rispetto a bevacizumab. Gli agenti anti-VEGF e gli inibitori di PARP svolgono oggi un ruolo strategico nel trattamento del cancro ovarico con agenti mirati in associazione con la chemioterapia e la chirurgia in un'ottica multidisciplinare e personalizzata."}, {"id": "pubmed23n0659_16284", "title": "[Controversies and dilemmas on the use of beta-blockers in treatment of associated cardiovascular disease in patients with chronic obstructive pulmonary disease].", "score": 0.009708737864077669, "content": "In the last decade, chronic obstructive pulmonary disease (COPD) has been considered a syndrome with multiple phenotypical facets and systemic components. Chronic diseases are associated, in time, with several comorbidities. Cardiovascular disease represents the most common comorbidity in COPD, increases its handicap and mortality indices. Most entities associated with cardiovascular disease require treatment with beta-blockers. However, beta-blockers are a \"two-edged sword\" when administered in obstructive pulmonary disorder. The use of beta-blockers should be assessed by their action on three areas: their effect on FEV1, their effect on bronchial hyperreactivity, the result obtained when additionally administering beta-agonists. The result of beta-blocker administration is influenced by the involvement of several other factors: the cardioselectivity of the beta-blocker, the dosage, the concomitant administration of beta-agonists, the stage of the disease (stable or exacerbation of COPD), smoker status etc. Their administration under strict monitoring results in a decreased morbidity and mortality, including in patients who had undergone cardiovascular surgery. The overall conclusion is that beta-blockers may be administered in COPD associated with cardiac comorbidity, but this administration requires utmost care."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.009615384615384616, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n0059_1968", "title": "[Use of captopril in the treatment of chronic cor pulmonale].", "score": 0.009615384615384616, "content": "Captopril administration in chronic cor pulmonale (CCP) stage I and II produced positive objective and subjective responses evident from a significant improvement of right heart myocardial contractility, external respiration which lower systolic pressure in the artery. Captopril can be introduced in CCP stage I for preventive and CCP stage II for therapeutic purposes."}, {"id": "pubmed23n1029_21332", "title": "Esperienze di switch a cariprazina in pazienti schizofrenici con comparsa di effetti collaterali/comorbilità mediche.", "score": 0.009523809523809525, "content": "La schizofrenia è un disturbo psichiatrico grave e cronico con un background genetico e neurobiologico eterogeneo che influenza lo sviluppo precoce del cervello, ed è espressa come una combinazione di sintomi psicotici - come allucinazioni, deliri e disorganizzazione - e di sintomi negativi e cognitivi. Il trattamento dei pazienti con schizofrenia prevede l'utilizzo di antipsicotici, in accordo con i recenti dati di letteratura. Sulla base del meccanismo d'azione, gli antipsicotici vengono suddivisi in tipici (o \"di prima generazione\") e atipici (o \"di seconda generazione\"). Differiscono, anche, per la manifestazione di effetti collaterali, dovuti alla diversa affinità recettoriale caratteristica del singolo principio attivo. In questo caso clinico, presentiamo un giovane paziente di 24 anni con diagnosi di schizofrenia trattato prima con olanzapina e poi con risperidone, che ha manifestato significativi effetti collaterali di tipo metabolico e sessuali. La strategia terapeutica utilizzata è stata lo switch a un antipsicotico di terza generazione, cariprazina, con risoluzione delle collateralità e una migliore gestione dei sintomi negativi riportati. In conclusione, il modello di trattamento personalizzato sulla base delle condizioni cliniche e delle esigenze del paziente rappresenta l'approccio maggiormente adeguato nella gestione di ogni singolo caso."}, {"id": "pubmed23n0314_8787", "title": "[Use of verapamil vs. beta blockers in patients with myocardial infarct. Retrospective evaluation of the yearly case load of a coronary care unit].", "score": 0.009523809523809525, "content": "To compare the relative use of verapamil and beta-blockers, which have shown comparable efficacy in reducing mortality and reinfarction rates in selected patients with myocardial infarction (MI), we retrospectively evaluated the ongoing treatment at the time of the pre-discharge evaluation in 221 consecutive patients (167 males and 54 females; mean age: 62.3 +/- 10.8 years) discharged alive in 1994 from our Hospital with the diagnosis of Q-wave MI. The examination of the computerized files of our central database, showed that verapamil was administered (as a monotherapy or in association) to 4% of the patients, compared to 34% of beta-blockers. The choice between the two drugs appeared not to be influenced by age (62 +/- 11 vs 57 +/- 8 years), anterior (70% vs 57%) or inferior (30% vs 40%) MI location or echocardiographic left ventricular ejection fraction (50.2 +/- 10% vs 52.3 +/- 11%), which were comparable in both groups. On the other hand, beta-blockers were used significantly more often (52% vs 10%; p < 0.05) in the presence of hypertension, while verapamil was preferred (although statistical significance was not reached) in patients with contraindications to beta-blockers, such as chronic obstructive lung disease or peripheral artery disease (20% vs 9% and 10% vs 4%; p = ns, respectively). In conclusion, our study gives, for the first time, an estimate of the real use of verapamil in patients with MI, confirming, in keeping with the indications in the literature, that its administration is limited and essentially reserved to patients with contraindications to beta-blockers. A wider use of verapamil (and even more of beta-blockers) would be however hoped for, due to the relevant number of patients (62% of our population) treated with drugs, such as diltiazem, dihydropyridines or nitrates, for which a conclusive demonstration of efficacy on major clinical end-points are lacking."}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.009433962264150943, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n0277_15764", "title": "[Chronic cor pulmonale and heart failure].", "score": 0.009433962264150943, "content": "The pathophysiology and the treatment of heart failure in patients with chronic cor pulmonale is described. The patients with chronic cor pulmonale were divided into two categories in terms of the cause of the disease, that is, due to chronic respiratory failure and due to chronic pulmonary vascular obstruction. The treatment for the patients in the first category is, mainly to control respiration and to continue chronic oxygen therapy, and in the second category is, to utilize vasodilator and anticoagulant therapy. The results of these treatments are rather poor, though in terms of improvement in the quality of life and the survival. In the patients with chronic respiratory disease, the prevention of chronic cor pulmonale and heart failure is essential."}, {"id": "pubmed23n0885_1883", "title": "[Ecological study on the mortality of residents in Manfredonia (Apulia Region, Southern Italy) from 1970 to 2013].", "score": 0.009345794392523364, "content": "OBIETTIVI: valutare lo stato di salute della popolazione residente nel comune di Manfredonia dal 1970 al 2013. DISEGNO: analisi descrittiva dell'andamento temporale della mortalità generale, per gruppi di cause, dal 1970 al 2013. SETTING E PARTECIPANTI: i dati di mortalità e le popolazioni residenti sono di fonte Istat. Sono state esaminate 55 cause di decesso. Le analisi sono disaggregate per sesso e periodo. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: sono stati elaborati i rapporti standardizzati di mortalità (SMR%), con i rispettivi intervalli di confidenza al 90% (IC90%), e i tassi di mortalità standardizzati col metodo diretto (TSD ). RISULTATI: lo stato di salute misurato dal tasso di mortalità per tutte le cause migliora nel tempo: i TSD passano da 92 x10.000 negli anni 1970-1974 a 52 x10.000 nel biennio 2012-2013 negli uomini, da 70 x10.000 a 39 x10.000 nelle donne. Tuttavia, rispetto alla media regionale Manfredonia perde progressivamente il suo vantaggio, passando da -20% a -10% negli uomini, e da -20% a +1,5% nelle donne. Questo andamento è molto evidente per il complesso delle cause cardiovascolari, mentre i tumori maligni sono in generale nella media regionale. Nell'ultimo periodo disponibile per causa di decesso (2006-2011), la mortalità per infarto miocardico è stata più alta della media regionale (uomini: +35%; donne: +54%). I rapporti standardizzati di mortalità (SMR) mostrano tra gli uomini valori in crescita, in particolar modo rispetto al riferimento provinciale, con un eccesso a cominciare dal periodo 2006-2011 (22 decessi/anno e 19 attesi; SMR%: 117,2; IC90% 101,1-135,2; riferimento: provincia di Foggia). Anche tra le donne gli SMR% superano i riferimenti provinciali negli ultimi periodi esaminati (nel 2012-2013: 7 decessi/ anno e 4,2 attesi; SMR%: 116,4; IC90% 97,0-260,7; riferimento: provincia di Foggia). CONCLUSIONI: la mortalità a Manfredonia è diminuita in misura minore rispetto a quella osservata nei riferimenti provinciali e regionali. Il vantaggio che si osservava negli anni Sessanta si è, infatti, ridotto nel tempo, fino ad annullarsi negli ultimi anni. Dal 1970, Manfredonia ha progressivamente perso il vantaggio che aveva. Dagli anni Duemila, la mortalità per infarto del miocardio è in eccesso sulla media regionale e provinciale. Da casi documentati in letteratura si osserva che le popolazioni che sperimentano catastrofi di origine naturale o antropica possono fronteggiare un aumento di patologie cardiovascolari. La mortalità per tumore polmonare mostra un eccesso sulla media regionale, in particolare provinciale, a cominciare dal 2000, coerentemente con i tempi di latenza legati all'esposizione ad arsenico negli anni Settanta."}, {"id": "pubmed23n0524_19990", "title": "[Treatment of pulmonary hypertension in COPD: is there hope for the better?].", "score": 0.009345794392523364, "content": "The aim of this study is to prove for a well tolerated medication (clinical and financial) a supplementary effect in improvement prognosis of patients with pulmonary hypertension secondary to COPD, already treated with classical pneumology drugs. Three pts. groups were selected: the first received only classical pneumology treatment, the second with supplementary therapy by IECA and Ca-blockers, the third with supplementary therapy with IECA and nebivolol; the follow-up protocol included clinical and paraclinical status (blood gases, spirometry, ECG, echocardiography, 6 minute walk test) over 3 months. Clinical and paraclinical evolution of the pts. in group 2 and group 3 was significantly better that in pts from group 1. We conclude that addition of IECA + Ca-blocker/IECA + nebivolol therapy at classical pneumology therapy result in a better evolution in pts. with pulmonary hypertension secondary to COPD."}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.009259259259259259, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "pubmed23n0314_21351", "title": "[Value of classical and new criteria of electrocardiography in diagnosis of hypoxic cor pulmonale evaluated by hemodynamics tests].", "score": 0.009259259259259259, "content": "Electrocardiogram is commonly used in the diagnosis of cor pulmonale in patients with chronic obstructive pulmonary disease (COPD). Pulmonary hemodynamics being the definite method for diagnosis the disease can be used to vary the ecg criteria for diagnosis cor pulmonale. After excluding patients with old myocardial infarction and with pulmonary wedge pressure > 12 mm Hg in 66 patients aged 65.2 with advanced COPD (FEV1 0.78 +/- 0.3 litre) pulmonary hemodynamics and ecg were performed at the same time. The signs of right ventricular hypertrophy were sought for using 3 sets of criteria: the World Health Organisation criteria, new compiled Lehtonen et al. Criteria and right ventricular precordial leads. WHO criteria had a specificity and sensitivity of 50% and 57.6%, the modified right precordial leads-53% and 64.5% and compiled Lehtonen's criteria -57% and 59% respectively. In 32 patients with mild pulmonary hypertension (20-29 mm Hg) sensitivity of WHO criteria was 46.8%, right precordial leads -51.6%, and Lethonen and co. Criteria -50%, in 10 patients with moderate pulmonary hypertension (30-39 mm Hg) 59%-62.5%-50%, in 9 patients with severe hypertension (> or = 40 mm Hg) 100%-100%-100% respectively. Our studies confirm the poor sensitivity and of ecg criteria for diagnosis of cor pulmonale (pulmonary hypertension) in COPD. However, in mild and moderate pulmonary hypertension, sensitivity of ecg diagnosis of cor pulmonale is improved if right modifieds precordial leads are used. New, compiled Lehtonen's criteria failed to improved diagnosis of diagnosis of cor pulmonale. All studied sets of criteria are highly sensitive in COPD patients with severe pulmonary hypertension."}, {"id": "pubmed23n0885_1882", "title": "[Health expenditure for prevention in Italy (2006-2013): descriptive analysis, regional trends and international comparisons].", "score": 0.009174311926605505, "content": "Il dato dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) del 2012, che indicava l'Italia come il Paese con la più bassa spesa in prevenzione sanitaria, ha dato lo spunto per una raccolta sistematica e un'analisi critica dei flussi disponibili sulla spesa per le attività di prevenzione in Italia. Le statistiche correnti di spesa sanitaria sono raccolte centralmente dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) attraverso i modelli di rilevazione dei costi dei livelli essenziali di assistenza (LEA) delle aziende USL. Le tre macroaree dei LEA sono: assistenza distrettuale, assistenza ospedaliera e assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro. Le spese per la prevenzione rientrano in quest'ultima e sono ripartite nelle seguenti voci: attività di prevenzione rivolte alle persone, igiene degli alimenti e della nutrizione, igiene e sanità pubblica, prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro, sanità pubblica veterinaria, attività medico-legale per finalità pubblica. Tra il 2006 e il 2013, ultimo dato disponibile, la spesa per le attività di prevenzione del Servizio sanitario nazionale (SSN) è rimasta costante in rapporto alla spesa sanitaria totale (4,2%), pari a 4,9 miliardi nel 2013. Nel periodo di studio considerato (2006-2013) appaiono in aumento le spese per le attività rivolte alle persone (+8,7%), attribuibili soprattutto a vaccinazioni e screening, e in diminuzione le attività di igiene pubblica (-5,7%) e quelle della sanità pubblica veterinaria (-3,8%). I confronti internazionali indicano una spesa per la prevenzione del 2,9% rispetto alla spesa sanitaria totale, costante negli anni e nella media dei Paesi OCSE. Per la prevenzione, l'Italia spende tanto quanto i Paesi che non possiedono un servizio sanitario pubblico; il dato risulta inferiore del 5% rispetto alla programmazione nazionale, con poche eccezioni e molta variabilità regionale all'interno delle componenti delle voci di spesa. In questo contesto si sottolinea l'importanza di investire maggiori risorse nella pianificazione e nell'implementazione di interventi preventivi di provata efficacia e costo-efficacia."}, {"id": "pubmed23n1057_5320", "title": "Drenaje anómalo total de venas pulmonares variante supracardiaca en una mujer adulta.", "score": 0.009174311926605505, "content": "La conexión anómala total de venas pulmonares (CATVP) es una cardiopatía congénita en la que la circulación venosa pulmonar drena al sistema venoso sistémico Di osservazioni nella scelta dell'aria infiammabile Che tratta di una storta a due fuochi per decomporre los spirito di vino in aria infiammabile Che descrive un modello per formare il globo areostatico di figura conica, senza farvi cucciture accio non perda l'aria ch vi s'introduce Che spiega la direzione di un globo aereostatico per qualunque parte, e in qualungue altezza Rappresentate un bilancia a filo, senza l'attritoSopra di un machina pneumatica a mercurio Che tratta di un conduttore positivo e negativo de di un elettroforo senza le resine *Chi dimostra un barchetto a fuoco, che con la forza di esso, cammina senza il vento"}, {"id": "pubmed23n1029_21334", "title": "Esperienze di switch a cariprazina in pazienti affetti da schizofrenia con ricorrenze.", "score": 0.010207912892476651, "content": "Nel trattamento a lungo termine dei pazienti affetti da schizofrenia, il problema delle ricadute di malattia è di fondamentale rilevanza clinica e tuttora dibattuto. Una possibile strategia di intervento, in caso di riacutizzazione, è quella dello switch da un farmaco antipsicotico a un altro. Sarebbe utile, in questo senso, avere a disposizione molecole in grado di garantire uno stato di remissione clinica persistente nel tempo. Fra queste è possibile senz'altro considerare cariprazina, un farmaco di recente introduzione, dotato di un profilo d'azione unico rispetto agli altri antipsicotici, sia tipici che atipici."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009900990099009901, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "wiki20220301en028_54702", "title": "Supreme Tribunal of Justice (Venezuela)", "score": 0.009900990099009901, "content": "2002 coup d'état In a controversial sentence, on 14 August 2002, after the 2002 Venezuela coup d'état, the Supreme Tribunal acquitted Division Generals Efraín Vásquez (Army) and Pedro Pereira (Aviation), Vice-admirant Héctor Ramírez and Counter admiral Daniel Comisso in a rebellion trial. According to the sentence, \"con los pronunciamientos efectuados en abril, los altos oficiales acusados no desconocieron al Gobierno, sino la orden dictada por el presidente de la República de aplicar el Plan Ávila, porque resultaba contraria a la protección de los derechos humanos de la ciudadanía y ello significaría una masacre\"."}, {"id": "pubmed23n0999_17562", "title": "Emozioni, comportamenti e relazioni: uno studio caso-controllo sul self-cutting in adolescenza.", "score": 0.00980392156862745, "content": "Scopo. Lo scopo del presente studio caso-controllo è di approfondire i correlati psicopatologici e alcuni tratti psicologici come alessitimia e impulsività inerenti al self-cutting. È stato anche approfondito il tema dell'ideazione suicidaria nei soggetti con tale forma di autolesionismo. Metodi. Lo studio caso-controllo ha coinvolto 55 pazienti con self-cutting non suicidario, di età compresa tra i 12 e i 18 anni, e un gruppo di controllo composto da 277 adolescenti di età compresa tra i 13 e i 19 anni. La batteria testale utilizzata è stata composta da YSR 11-18 anni, CBCL 6-18 anni, SCL-90-R, TAS-20, CDI e BIS-11. Risultati. Dalle analisi effettuate sono emerse differenze statisticamente significative tra casi e controlli in relazione alla maggioranza delle scale psicopatologiche considerate. È risultata una differenza significativa tra i due gruppi anche in merito all'ideazione suicidaria. Infine, tra i self-cutter si sono evidenziate differenze significative di alcune variabili psico-relazionali (alessitimia e competenze sociale) in relazione alla frequenza di attuazione dell'atto autolesivo. Conclusioni. Il self-cutting correla con un'ampia varietà di quadri psichiatrici, senza presentare legami specifici con una particolare categoria psicopatologica. Gli elementi di alessitimia, impulsività e difficoltà relazionali degli adolescenti self-cutter dicono di come la programmazione di interventi di prevenzione primaria e secondaria dovrebbero mirare alla psico-educazione all'affettività, all'autocontrollo e ai social skill. Nello specifico, i nostri dati suggeriscono che la focalizzazione dell'intervento, in termini di lavoro sull'emotività piuttosto che sulla socializzazione, dovrebbe tener conto della frequenza degli agiti. Nella gestione clinica di questi pazienti non va esclusa a priori la possibilità di passaggio all'atto suicidario, con relative attenzioni anamnestico-cliniche da avere sia al momento della valutazione diagnostica sia lungo il follow-up della presa in carico."}, {"id": "wiki20220301en452_13857", "title": "Yndio", "score": 0.00980392156862745, "content": "Discography Éxitos Eternos Sin Tu Amor (EP-1972) 1 Sin Tu Amor 2 Mamá Gorda 3 Las Nubes Que Pasan (Díselo Tú) 4 Amor de Padres Sin Tu Amor (1972) 1. Sin Tu Amor 2. No Me Dejes Amor 3. El Tiempo 4. Lo Que Te Puedo Ofrecer 5. Noches y Días Perdidos 6. Si Tu Me Dejas 7. Es Para Tí, Es Para Mí 8. Lo Que Siempre He Soñado 9. Jamás Corazón 10. Siempre Habra un Mañana Yndio MPHS-6114(1975) 1. El 2. Cuando Salgo A los Campos 3. Quedamos Como Amigos 4. Las Nubes 5. Desolacion 6. Dulce Amor 7. Siempre De Novios 8. Como Te Extraño 9. Perdoname Mi Amor 10. Dejame 11. Sufro Tu Ausencia Por que Nos Dijimos Adios MPHS-6125 (1975) 1. Por Que Nos Dijimos Adios 2. Como Te Extraño 3. La Que Era Ya No Es 4. Cuando Salgo A los Campos 5. Perdoname Mi Amor 6. Dejame 7. Quedamos Como Amigos 8. Sufro Tu Ausencia 9. Las Nubes 10. Desolacion"}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.009708737864077669, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "wiki20220301en452_13861", "title": "Yndio", "score": 0.009708737864077669, "content": "Cada Vez Que Tú Te Vas (1986) 1. Cada Vez Que Tú Te Vas 2. Hasta Que a Mi Regresas 3. Que Pena 4. Lo Dices Tú o Lo Digo Yo (Say You, Say Me) 5. Solo un Beso 6. Cherish 7. Eso Fue Ayer 8. Grande Tan Grande 9. Muñequita 10. Bien Hecho Amor La Cancion De Los Dos (1987) 1. La Cancion De Los Dos 2. Sin Ella 3. Yo Preferiria 4. Lo Importante Es Soñar 5. A Donde Vas Amor? 6. Mi Vida Se Pinto De Gris 7. Despecho 8. Pobre De Mi Corazon 9. Reina Y Soñador 10. Cariño Mio Yndio (1988) 1. No Quiero Vivir Ya Sin Tu Amor 2. Nos Pertenecemos 3. Revisa Mi Equipaje 4. Yo Comence La Broma 5. Mala Cabeza 6. Llorar 7. Y Me Fui 8. Fijate 9. Al Final 10. El Sabor De Mi Piel Triste Realidad (1990) 1. Cariño Bandolero 2. Red Wine 3. Triste Realidad 4. Por Que Dios Mio 5. Reflections Of My Life 6. El Secreto 7. Como Da Vueltas La Vida 8. No Me Vayas A Olvidar 9. Dos Seres 10 Just Because\\"}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.009615384615384616, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "wiki20220301en395_26525", "title": "Carlos Cossio", "score": 0.009615384615384616, "content": "Principal works El concepto puro de la revolución (ed. Bosch, 1936). La valoración jurídica y la ciencia del derecho (1.ª ed., UNL, 1941; 2.ª ed., Arayú; 1954). La Política como Conciencia (Abeledo-Perrot, 1955). Ideología y Derecho (Inédito, 1962). La teoría egológica del derecho y el concepto jurídico de libertad (1.ª ed. 1944, Losada; 2.ª ed. 1964, Abeledo-Perrot). La plenitud del ordenamiento jurídico. (1.ª ed., Losada, 1939; 2.ª ed., Losada, 1947 y Los Andes, 2005) El Derecho en el Derecho Judicial. (1.ª ed., Kraft, 1945; 2.ª ed., Abeledo-Perot, 1959 y El Foro, 2002; 3.ª ed., Abeledo-Perrot, 1967) Teoría de la verdad jurídica. (Losada, 1954; El Foro, 2007) La opinión pública. La causa y la comprension en el derecho. (4.ª ed., Juerez Editor, 1969) El fundamento filosófico de los métodos interpretativos. (UNL, 1940). El principio \"nulla poena sine lege\" en la axiología egológica (Rev. LL, 1947). References"}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.009523809523809525, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "wiki20220301en366_29374", "title": "Denzil Romero", "score": 0.009523809523809525, "content": "El corazón en la mano - (English: Heart in hand) (1993). Tonatio Castilán o un tal dios Sol - (English: Tonatio Castilan or just the sun god) (1993). Amores, pasiones y vicios de la Gran Catalina - (English: Loves, passions and vices of the Great Catherine) (1995). Para seguir el vagavagar - (English: To track the vagavagar) (1998). Recurrencia equinoccial - (English: Equinoctial recurrence) (Published in 2002). 7 ensayos a medio cribar - (English: 7 screening tests) (2001)"}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.009433962264150943, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "wiki20220301en303_19228", "title": "Nomadi 40", "score": 0.009433962264150943, "content": "Il nome che non hai (4' 34\") Ho difeso il mio amore (4' 29\") Dio è morto (2' 49\") Ti lascio una parola (Goodbye) (4' 31\") Vivo forte (7' 25\") Senza discutere (3' 33\") Come potete giudicar (3' 27\")"}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.009345794392523364, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "wiki20220301en038_85286", "title": "Barrio Sésamo", "score": 0.009345794392523364, "content": "\"Concurso de disfraces\" (19-6-1986) (18-12-1986) (18-2-1988) \"Gambas con gabardina\" (24-6-1896) \"Abrete Sésamo\" (25-6-1986) (18-12-1986) (14-3-1988) \"La naranjada\" (2-10-1986) (5-11-1986) (14-4-1988) \"Espinete domador\" (8-10-1986) (4-12-1986) (25-1-1988) \"El mundo del reves y Espinete\" (14-10-1986) (16-12-1986) (7-3-1988) \"El viaje de Espinete\" (3-11-1986) \"Espinete bebé\" (17-11-1986) (28-1-1988) \"No te manches\" (26-11-1986) (28-3-1988) \"El hermano de Espinete\" (9-12-1986) (11-2-1988) \"Espinete Superstar\" (19-12-1986) (30-3-1988) \"El show de Barrio Sésamo\" (1-1-1987) \"La inauguración\" (8-1-1987) \"El guaperas\" (13-1-1987) \"El vendedor ambulante\" (11-2-1987) \"Visto y no visto\" (13-2-1987) \"Los trogloditas\" (19-2-1987) \"Llama que te llama\" (23-2-1987) \"Los trogloditas atacan de nuevo\" (9-3-1987) \"La banda y Espinete\" (3-7-1987) \"El balón de Espinete\" (1-10-1987) \"Espinete y el buzón\" (5-10-1987) \"Los trucos de Espinete\" (16-11-1987) \"El trabalenguas\" (26-11-1987)"}, {"id": "pubmed23n1130_1118", "title": "[The &quot;redisorganisation&quot; of the Italian Healthcare Service].", "score": 0.009259259259259259, "content": "Non vi è alcun dubbio che, sotto la spinta degli effetti sanitari della pandemia da COVID19 e della approvazione (il 13/7/2021) del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), si è in presenza ancora una volta di un tentativo di riorganizzazione del Servizio sanitario nazionale. Alcuni significativi elementi di questa volontà politica sono stati già indicati negli Editoriali di questa Rivista pubblicati negli ultimi due anni - dalla dichiarazione dello stato di emergenza nazionale per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19 (D.L. 25/3/2020, n. 19) a tutt'oggi. Gli esperti diScienze politiche applicate alla sanità hanno fatto rilevare che le proposte di riorganizzazione - soprattutto tendenti a rafforzare la sanità territoriale (cure primarie e servizi territoriali)2 - risalgono addirittura alla legge istitutiva del Servizio sanitario nazionale e sono state \"rinnovellate\"da numerosi successivi atti legislativi mai completamente realizzati. La motivazione è facile da comprendere perché da tempo è fin troppo noto che non è possibile modificare un sistema, come quello sanitario (ma non solo questo), unicamente attraverso cambiamenti strutturali3. Una riforma per avere successo deve innescare un'interazione virtuosa tra il dispositivo normativo e il sistema sociale di realizzazione, composto dagli esecutori e dai beneficiari della riforma. L'antica metafora botanica della semina può rendere l'idea: anche la migliore semenza non può attecchire su un terreno arido o poco soleggiato e se le radici non trovano nel suolo il necessario alla crescita della pianta."}, {"id": "wiki20220301en374_11331", "title": "Gustavo Sannia", "score": 0.009259259259259259, "content": "\"Sui differenziali totali di ordine superiore.\" Rendiconti del Circolo Matematico di Palermo (1884–1940) 36, no. 1 (1913): 305–316. \"Nuovo metodo di sommazione delle serie: Estensione del metodo di Borel.\" Rendiconti del Circolo Matematico di Palermo (1884–1940) 42, no. 1 (1916): 303–322. \"Riavvicinamento di geometrie differenziali delle superficie: metriche, affine, proiettiva.\" Annali di Matematica Pura ed Applicata (1898–1922) 31, no. 1 (1922): 165–189. \"Nuova trattazione della geometria proiettivo-differenziale delle curve sghembe.\" Annali di Matematica Pura ed Applicata 3, no. 1 (1926): 1–25."}, {"id": "pubmed23n1029_21329", "title": "Principi di farmacodinamica e farmacocinetica nello switch tra antipsicotici: focus su cariprazina.", "score": 0.009174311926605505, "content": "Cariprazina {RGH-188; trans-N- [4- [2- [4- (2,3-diclorofenil) piperazin-1-il] etil] cicloesil] -N_, N_-dimetilurea cloridrato} è un antipsicotico atipico di nuova generazione, con un originale profilo farmacodinamico e farmacocinetico. Cariprazina ha due metaboliti attivi, uno dei quali ha un'emivita di 1-3 settimane, che è la più lunga di qualsiasi antipsicotico atipico, con emivita effettiva funzionale totale (cariprazina più due metaboliti) di 7 giorni. Il farmaco mostra un'affinità che è circa 10 volte più alta per i recettori D3 che per D2 (rispettivamente pKi 10,07 e 9,31). L'affinità per D3 è superiore all'affinità della stessa dopamina. Cariprazina mostra inoltre un'elevata affinità per i recettori 5-HT2B (pKi 9,24), con antagonismo puro. Cariprazina è un agonista parziale e ha un'affinità significativa, ma inferiore all'affinità per D3, sui recettori 5-HT1A (pKi 8,59). Agendo su D3 e 5-HT1, cariprazina migliora i sintomi negativi, l'anedonia e i deficit cognitivi. L'affinità per i recettori 5-HT2A (pKi 7,73), H1 (pKi 7,63) e 5-HT2C (pKi 6,87) è inferiore, così come minori sono le affinità per i recettori adrenergici, istaminergici e colinergici, recettori che sono spesso responsabili di effetti collaterali. Grazie al profilo di tollerabilità (sicurezza cardiovascolare, bassa probabilità di dare sedazione e iperprolattinemia, basso rischio metabolico), insieme alla sua peculiare efficacia sui sintomi negativi e alla sua lunga emivita, che spesso migliora la scarsa aderenza, cariprazina è un candidato valido per il passaggio da un antipsicotico inefficace (o parzialmente efficace, con particolare riferimento ai sintomi negativi), poco tollerato, o assunto con una scarsa aderenza. Questo articolo esamina le caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche di cariprazina e discute le loro implicazioni in termini di identificazione dei pazienti che possano beneficiare di un passaggio a cariprazina, e della migliore strategia per completare lo switch con successo."}, {"id": "wiki20220301en127_49749", "title": "La Renga discography", "score": 0.009174311926605505, "content": "{| |Esquivando Charcos (1991) 1. \"Somos Los Mismos de Siempre\" 2. \"Moscas Verdes, Para El Charlatán\" 3. \"Embrolos, Fatos y Paquetes\" 4.''' \"Luciendo Mi Saquito Blusero\"5. \"Voy a Bailar a La Nave del Olvido\"6. \"Buseca y Vino Tinto\"7. \"El Juicio del Ganso\"8. \"Negra Mi Alma, Negro Mi Corazón\"9. \"Blues de Bolivia\" |--- |A Dónde Me Lleva La Vida (1994)1. \"El Camino del Deshielo\"2. \"Cortala y Olvidala\"3. \"El Rito de Los Corazones Sangrando\"4. \"Blues Cardíaco\"5. \"Pis y Caca\"6. \"El Sátiro de La Mala Leche\"7. \"El Mambo de La Botella\"8. \"Debbie El Fantasma\"9. \"El Circo Romano\"10. \"2+2=3\"11. \"Triste Canción de Amor\" |--- |Despedazado por Mil Partes (1996)1. \"Desnudo Para Siempre (o Despedazado por Mil Partes)\"2. \"A La Carga Mi Rocanrol\"3. \"El Final Es En Donde Partí\"4. \"La Balada del Diablo y La Muerte\"5. \"Cuando Vendrán\"6. \"Psilocybe Mexicana\"7. \"Paja Brava\"8. \"Lo Fragil de La Locura\"9. \"Veneno\"10. \"El Viento Que Todo Empuja\"11. \"Hablando de La Libertad\" |---"}, {"id": "pubmed23n0885_1882", "title": "[Health expenditure for prevention in Italy (2006-2013): descriptive analysis, regional trends and international comparisons].", "score": 0.00909090909090909, "content": "Il dato dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) del 2012, che indicava l'Italia come il Paese con la più bassa spesa in prevenzione sanitaria, ha dato lo spunto per una raccolta sistematica e un'analisi critica dei flussi disponibili sulla spesa per le attività di prevenzione in Italia. Le statistiche correnti di spesa sanitaria sono raccolte centralmente dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) attraverso i modelli di rilevazione dei costi dei livelli essenziali di assistenza (LEA) delle aziende USL. Le tre macroaree dei LEA sono: assistenza distrettuale, assistenza ospedaliera e assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro. Le spese per la prevenzione rientrano in quest'ultima e sono ripartite nelle seguenti voci: attività di prevenzione rivolte alle persone, igiene degli alimenti e della nutrizione, igiene e sanità pubblica, prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro, sanità pubblica veterinaria, attività medico-legale per finalità pubblica. Tra il 2006 e il 2013, ultimo dato disponibile, la spesa per le attività di prevenzione del Servizio sanitario nazionale (SSN) è rimasta costante in rapporto alla spesa sanitaria totale (4,2%), pari a 4,9 miliardi nel 2013. Nel periodo di studio considerato (2006-2013) appaiono in aumento le spese per le attività rivolte alle persone (+8,7%), attribuibili soprattutto a vaccinazioni e screening, e in diminuzione le attività di igiene pubblica (-5,7%) e quelle della sanità pubblica veterinaria (-3,8%). I confronti internazionali indicano una spesa per la prevenzione del 2,9% rispetto alla spesa sanitaria totale, costante negli anni e nella media dei Paesi OCSE. Per la prevenzione, l'Italia spende tanto quanto i Paesi che non possiedono un servizio sanitario pubblico; il dato risulta inferiore del 5% rispetto alla programmazione nazionale, con poche eccezioni e molta variabilità regionale all'interno delle componenti delle voci di spesa. In questo contesto si sottolinea l'importanza di investire maggiori risorse nella pianificazione e nell'implementazione di interventi preventivi di provata efficacia e costo-efficacia."}, {"id": "wiki20220301en127_49750", "title": "La Renga discography", "score": 0.00909090909090909, "content": "|--- |La Renga (1998)1. \"El Terco\"2. \"Tripa y Corazón\"3. \"Bien Alto\"4. \"El Hombre de La Estrella\"5. \"Vende Patria Clon\"6. \"El Rebelde\"7. \"Me Hice Canción\"8. \"Cuando Estés Acá\"9. \"El Twist del Pibe\"10. \"Reíte\"11. \"Ser Yo\" |--- |La Esquina del Infinito (1999)1. \"La Vida, Las Mismas Calles\"2. \"Motoralmaisangre\"3. \"Al Que He Sangrado\"4. \"Panic Show\"5. \"El Cielo del Desengaño\"6. \"Arte Infernal\"7. \"En El Baldío\"8. \"En Pie\"9. \"El Rey de La Triste Felicidad\"10. \"Estalla\"11. \"Hey Hey, My My\"12. \"Untitled\" |--- |Detonador de Sueños (2003)1. \"A Tu Lado\"2. \"Detonador de Sueños\"3. \"El Ojo del Huracán\"4. \"La Razón Que Te Demora\"5. \"Dementes En El Espacio\"6. \"Estado\"7. \"Las Cosas Que Hace\"8. \"Noche Vudú\"9. \"En Los Brazos del Sol\"10. \"Míralos\"11. \"El Rastro de La Conciencia\"12. \"Hielasangre\" |---"}, {"id": "pubmed23n0966_6421", "title": "Frazione polifenolica del bergamotto per il trattamento della sindrome metabolica nella schizofrenia: uno studio pilota.", "score": 0.009009009009009009, "content": "Introduzione. La frazione polifenolica del bergamotto (BPF) ha dimostrato di possedere buona efficacia nel trattamento dei pazienti affetti da sindrome metabolica (SM) e pertanto potrebbe rappresentare una strategia promettente nel trattamento degli effetti collaterali indotti da antipsicotici di seconda generazione (SGA) in soggetti schizofrenici in trattamento con tali farmaci. Materiali e metodi. A 15 pazienti schizofrenici in trattamento stabilizzato con SGA e 15 soggetti di controllo non affetti da patologie psichiatriche, che presentavano valori ematici di colesterolo totale compresi tra 200 e 239 mg/dl, è stato somministrato un integratore contenente BPF (1000 mg) per un periodo di 60 giorni. A tutti i soggetti all'inizio e alla fine del trattamento sono state eseguite la misurazione dell'indice di massa corporea (BMI) e una serie di esami ematochimici per la valutazione degli aspetti metabolici (colesterolo totale, LDL, HDL, trigliceridi, glicemia). Risultati. In entrambi i gruppi si è evidenziata una riduzione significativa del BMI (BMI T0 vs Tfinale (media±DS)= schizofrenici: 34,5±5,7 vs 33,9±5,4, p=,041; controlli: 28,1±4,5 vs 27,3±4,1, p=,016 - BMIcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= -0,59±0.7 vs -0,72±0,8, p=,378); colesterolo totale e LDL risultano invece essere diminuiti esclusivamente nel gruppo di controllo (colesterolo totalecambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 8,2±31,5 vs -35,1±31,1, p=,003; LDLcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 14,1±29,4 vs -9±38,9, p=,014). Discussione. La differenza di efficacia dei BPF sulla dislipidemia tra i soggetti schizofrenici e il gruppo di controllo potrebbe essere spiegata dai diversi meccanismi patogenetici che sono alla base delle alterazioni metaboliche nei soggetti in trattamento con SGA e nei pazienti che non assumono questa classe di farmaci. Conclusioni. Ulteriori studi si rendono necessari al fine di valutare in questa categoria di soggetti i possibili effetti sulla dislipidemia di dosi maggiori di BPF."}, {"id": "wiki20220301en500_33046", "title": "Orazio Tedone", "score": 0.009009009009009009, "content": "\"Saggio di una teoria generale delle equazioni dell'equilibrio elastico per un corpo isotropo.\" Annali di Matematica Pura ed Applicata (1898–1922) 10, no. 1 (1904): 13–64 \"Sull’equilibrio di una piastra elastica, isotropa, indefinita.\" Rendiconti del Circolo Matematico di Palermo (1884–1940) 18, no. 1 (1904): 368–385. Sui problemi di equilibrio elastico a due dimensioni (1905). Un teorema dell'equazione dell'elasticità (1907). \"Sui metodi della fisica-matematica.\" Annali di Matematica Pura ed Applicata (1898–1922) 15, no. 1 (1908): 127–141. Sul pendolo a sospensione elastica (1913). Campi elettromagnetici (1915). Sull'integrazione di Maxwell (1916)."}, {"id": "pubmed23n0885_1883", "title": "[Ecological study on the mortality of residents in Manfredonia (Apulia Region, Southern Italy) from 1970 to 2013].", "score": 0.008928571428571428, "content": "OBIETTIVI: valutare lo stato di salute della popolazione residente nel comune di Manfredonia dal 1970 al 2013. DISEGNO: analisi descrittiva dell'andamento temporale della mortalità generale, per gruppi di cause, dal 1970 al 2013. SETTING E PARTECIPANTI: i dati di mortalità e le popolazioni residenti sono di fonte Istat. Sono state esaminate 55 cause di decesso. Le analisi sono disaggregate per sesso e periodo. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: sono stati elaborati i rapporti standardizzati di mortalità (SMR%), con i rispettivi intervalli di confidenza al 90% (IC90%), e i tassi di mortalità standardizzati col metodo diretto (TSD ). RISULTATI: lo stato di salute misurato dal tasso di mortalità per tutte le cause migliora nel tempo: i TSD passano da 92 x10.000 negli anni 1970-1974 a 52 x10.000 nel biennio 2012-2013 negli uomini, da 70 x10.000 a 39 x10.000 nelle donne. Tuttavia, rispetto alla media regionale Manfredonia perde progressivamente il suo vantaggio, passando da -20% a -10% negli uomini, e da -20% a +1,5% nelle donne. Questo andamento è molto evidente per il complesso delle cause cardiovascolari, mentre i tumori maligni sono in generale nella media regionale. Nell'ultimo periodo disponibile per causa di decesso (2006-2011), la mortalità per infarto miocardico è stata più alta della media regionale (uomini: +35%; donne: +54%). I rapporti standardizzati di mortalità (SMR) mostrano tra gli uomini valori in crescita, in particolar modo rispetto al riferimento provinciale, con un eccesso a cominciare dal periodo 2006-2011 (22 decessi/anno e 19 attesi; SMR%: 117,2; IC90% 101,1-135,2; riferimento: provincia di Foggia). Anche tra le donne gli SMR% superano i riferimenti provinciali negli ultimi periodi esaminati (nel 2012-2013: 7 decessi/ anno e 4,2 attesi; SMR%: 116,4; IC90% 97,0-260,7; riferimento: provincia di Foggia). CONCLUSIONI: la mortalità a Manfredonia è diminuita in misura minore rispetto a quella osservata nei riferimenti provinciali e regionali. Il vantaggio che si osservava negli anni Sessanta si è, infatti, ridotto nel tempo, fino ad annullarsi negli ultimi anni. Dal 1970, Manfredonia ha progressivamente perso il vantaggio che aveva. Dagli anni Duemila, la mortalità per infarto del miocardio è in eccesso sulla media regionale e provinciale. Da casi documentati in letteratura si osserva che le popolazioni che sperimentano catastrofi di origine naturale o antropica possono fronteggiare un aumento di patologie cardiovascolari. La mortalità per tumore polmonare mostra un eccesso sulla media regionale, in particolare provinciale, a cominciare dal 2000, coerentemente con i tempi di latenza legati all'esposizione ad arsenico negli anni Settanta."}, {"id": "wiki20220301en374_11330", "title": "Gustavo Sannia", "score": 0.008928571428571428, "content": "Selected publications \"Deformazioni infinitesime delle curve inestendibili e corrispondenza per ortogonalità di elementi.\" Rendiconti del Circolo Matematico di Palermo (1884–1940) 21, no. 1 (1906): 229–256. \"Nuova esposizione della geometria infinitesimale délle congruenze rettilinee.\" Annali di Matematica Pura ed Applicata (1898–1922) 15, no. 1 (1908): 143–185. \"Nuovo metodo per lo studio delle congruenze e dei complessi di raggi.\" Rendiconti del Circolo Matematico di Palermo (1884–1940) 33, no. 1 (1912): 328–340. \"Osservazioni sulla «Réclamation de priorité» del sig. Zindler.\" Annali di Matematica Pura ed Applicata (1898–1922) 19, no. 1 (1912): 57–59. \"Su due forme differenziali che individuano una congruenza o un complesso di rette.\" Rendiconti del Circolo Matematico di Palermo (1884–1940) 33, no. 1 (1912): 67–74. \"Sui differenziali totali di ordine superiore.\" Rendiconti del Circolo Matematico di Palermo (1884–1940) 36, no. 1 (1913): 305–316."}, {"id": "pubmed23n0885_1894", "title": "[Population health surveillance of the general population living near Turin (Northern Italy) incinerator (SPoTT): methodology of the study].", "score": 0.008849557522123894, "content": "Si intende qui descrivere il sistema di sorveglianza sugli effetti sulla salute (SpoTT) dell'inquinamento ambientale nelle aree circostanti l'inceneritore di Torino. SPoTT ha 3 linee di attività: 1. monitoraggio epidemiologico degli effetti a breve termine attraverso analisi temporali e misura della correlazione tra livelli giornalieri di emissioni dell'impianto e andamento degli eventi individuati dagli archivi dei dimessi (SDO), di pronto soccorso e di mortalità; sono coinvolti coloro che nel 2013-2018 risiedevano nell'area di ricaduta delle emissioni; 2. sorveglianza epidemiologica degli effetti a lungo termine, stimando tassi standardizzati di mortalità e morbosità; a ogni soggetto è attribuito il valore stimato di esposizione cumulato nel tempo caratteristico della residenza anagrafica; le informazioni sulla salute sono reperite dagli archivi SDO, di mortalità e dai certificati di assistenza al parto; sono studiati due decenni pre-post l'avvio dell'impianto: 2003-2012 e 2013-2022; 3. monitoraggio biologico con misurazione pre-post di metalli, PCDD/F, PCB, OH-IPA; sono coinvolti 196 residenti esposti e 196 di controllo di 35-69 anni, campionati a caso dalle anagrafi comunali; sono effettuate misure di funzionalità endocrina e respiratoria, pressione arteriosa, rischio cardiovascolare; l'esposizione cumulativa sarà stimata per ciascuna persona campionata integrando l'indirizzo di residenza, il tempo di permanenza in ciascun indirizzo e i dati ricavati dai modelli di ricaduta; sarà costituita una biobanca per future indagini di laboratorio; sono coinvolti anche 20 allevatori e i lavoratori dell'impianto. Una quarta linea di attività, non descritta in questo articolo, riguarda il monitoraggio della salute dei lavoratori addetti all'impianto. SPoTT è il primo studio in Italia su inceneritori e salute che adotta un disegno di studio longitudinale di adeguata potenza sia per i residenti sia per i lavoratori. I primi risultati sono attesi nel corso del 2016."}, {"id": "wiki20220301en187_33101", "title": "Bollettino della Vittoria", "score": 0.008849557522123894, "content": "La fulminea e arditissima avanzata del XXIX Corpo d'Armata su Trento, sbarrando le vie della ritirata alle armate nemiche del Trentino, travolte ad occidente dalle truppe della VII armata e ad oriente da quelle della I, VI e IV, ha determinato ieri lo sfacelo totale del fronte avversario. Dal Brenta al Torre l'irresistibile slancio della XII, della VIII, della X armata e delle divisioni di cavalleria, ricaccia sempre più indietro il nemico fuggente. Nella pianura, S.A.R. il Duca d'Aosta avanza rapidamente alla testa della sua invitta III armata, anelante di ritornare sulle posizioni da essa già vittoriosamente conquistate, che mai aveva perdute."}, {"id": "pubmed23n1049_20419", "title": "[New European guidelines for the management of dyslipidaemias: their aggressiveness is not legitimated by current evidence].", "score": 0.008771929824561403, "content": "Le linee guida 2019 delle Società europee di cardiologia e dell'aterosclerosi sulla gestione delle dislipidemie hanno aumentato l'aggressività diagnostico-terapeutica e non distinguono prevenzione primaria e secondaria, con parziale eccezione per gli ultra75enni. Raccomandano nuovi target di cLDL: per pazienti a rischio molto alto si raccomanda una riduzione a <55 mg/dl e >=50% rispetto al basale; per pazienti a rischio alto una riduzione a <70 mg/dl e >=50% del basale; per pazienti a rischio moderato una riduzione a <100 mg/dl; per pazienti a rischio basso una riduzione a <116 mg/dl. In base alle carte SCORE e ai dati di mortalità cardiovascolare in Italia, quasi tutti i maschi dai 70 anni e le donne dai 70-75 anni risulterebbero ad alto rischio per solo effetto dell'età. Anche quasi tutti i 60enni sarebbero a rischio moderato, con target di cLDL <100, e spesso necessità di aggiungere costosi ipolipemizzanti per chi già assume statine. Le prove supportano ben poco tale aggressività. Infatti, anche negli studi randomizzati controllati (RCT) i benefici su esiti cardiovascolari non fatali subiscono esagerazioni sistematiche, quello meno distorto e di maggior interesse per gli assistiti è la mortalità totale. Questa, con terapie ipocolesterolemizzanti più intensive, non si è ridotta nelle metanalisi di RCT con pazienti con cLDL tra 80 e <100 mg/dl al basale; con inibitori di PCSK9, pazienti con questi valori mostrano persino tendenza all'aumento della mortalità totale. Dunque, abbassare il cLDL a <80 mg/dl può non giovare neppure ad anziani coronaropatici. A oggi, ciò vale ancora di più per anziani nella popolazione generale, in cui una revisione sistematica di studi di coorte ha mostrato relazioni nulle o più spesso inverse tra cLDL e mortalità. Le nuove linee guida europee forzano le prove disponibili, trascurano il principio di precauzione e non possono esser base per un equo consenso informato."}]}}}} {"correct_option": 4, "explanations": {"1": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "2": {"exist": true, "char_ranges": [[438, 582]], "word_ranges": [[71, 93]], "text": "L'aspirato midollare o la biopsia sono indicati solo se ci sono altre citopenie di accompagnamento che non sono giustificate dalla B-CLL stessa,"}, "3": {"exist": true, "char_ranges": [[583, 752]], "word_ranges": [[93, 125]], "text": "la PET-CT è indicata solo se c'è il sospetto della sindrome di Ritcher e non ci sono dati sufficienti per sospettarla, non ci sono sintomi B, né si parla di LDH elevato."}, "4": {"exist": true, "char_ranges": [[0, 437]], "word_ranges": [[0, 71]], "text": "Il paziente ha già ricevuto una diagnosi di leucemia linfatica cronica B (B-CLLL), ha una linfocitosi presente da più di 3 mesi e presenta un fenotipo compatibile con essa mediante citometria a flusso. Pertanto, è necessario conoscere prima i fattori di rischio che indicheranno la priorità con cui dovrà essere iniziato il trattamento, la loro intensità e la prognosi, da cui dipende molto la presenza di mutazioni TP53 o delezioni 17p."}, "5": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}}, "full_answer": "Il paziente ha già ricevuto una diagnosi di leucemia linfatica cronica B (B-CLLL), ha una linfocitosi presente da più di 3 mesi e presenta un fenotipo compatibile con essa mediante citometria a flusso. Pertanto, è necessario conoscere prima i fattori di rischio che indicheranno la priorità con cui dovrà essere iniziato il trattamento, la loro intensità e la prognosi, da cui dipende molto la presenza di mutazioni TP53 o delezioni 17p. L'aspirato midollare o la biopsia sono indicati solo se ci sono altre citopenie di accompagnamento che non sono giustificate dalla B-CLL stessa, la PET-CT è indicata solo se c'è il sospetto della sindrome di Ritcher e non ci sono dati sufficienti per sospettarla, non ci sono sintomi B, né si parla di LDH elevato.", "full_answer_no_ref": "Il paziente ha già ricevuto una diagnosi di leucemia linfatica cronica B (B-CLLL), ha una linfocitosi presente da più di 3 mesi e presenta un fenotipo compatibile con essa mediante citometria a flusso. Pertanto, è necessario conoscere prima i fattori di rischio che indicheranno la priorità con cui dovrà essere iniziato il trattamento, la loro intensità e la prognosi, da cui dipende molto la presenza di mutazioni TP53 o delezioni 17p. L'aspirato midollare o la biopsia sono indicati solo se ci sono altre citopenie di accompagnamento che non sono giustificate dalla B-CLL stessa, la PET-CT è indicata solo se c'è il sospetto della sindrome di Ritcher e non ci sono dati sufficienti per sospettarla, non ci sono sintomi B, né si parla di LDH elevato.", "full_question": "Paziente di 67 anni che negli ultimi 6 mesi, in due analisi di routine, ha presentato una progressiva linfocitosi. Nell'ultima, emoglobina 15,4 g/dl; leucociti 18,5 x103/μL con l'82% di linfociti maturi che alla citometria a flusso esprimono gli antigeni CD5/CD19/CD23 e piastrine 240 x103/μL. Quale ritiene sia l'approccio corretto?", "id": 489, "lang": "it", "options": {"1": "Studio delle mutazioni TP53 per stabilire la prognosi.", "2": "Aspirato osseo/biopsia per confermare la diagnosi.", "3": "PET/CT per stabilire l'approccio terapeutico.", "4": "Nuovo controllo clinico e analitico in 6 mesi.", "5": null}, "question_id_specific": 105, "type": "EMATOLOGIA", "year": 2020, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "wiki20220301en187_33100", "title": "Bollettino della Vittoria", "score": 0.011014492753623189, "content": "A similar bulletin was never drafted for the air forces since they were part of the Aeronautical Service, a department destined to the Royal Italian Army aircraft: the Royal Air Force, the third armed force of the Kingdom of Italy, was established only in 1923, after the end of the war. Text Italian Comando Supremo, 4 Novembre 1918, ore 12 La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta. 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In detta Cappella vi è il quadro dell'Immacolata Signora con cornice di marmo rosso e nel tetto di essa Cappella vi sono 34 quadri dei Santi, e nel mezzo vi è altro quadro di Maria SS. Immacolata con sua cornice dorata, il quale tetto si coprì di detti quadri nell'anno 1613, a spese delli confrati della Concezione, avendo fatto fare ognuno il suo quadro per devozione con scrivergli anche il suo nome."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009900990099009901, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0606_13903", "title": "[Prognosis of chronic lymphocytic leukemia: focus on recent biomarkers].", "score": 0.009900990099009901, "content": "Early stages of chronic lymphocytic leukemia (CLL), which are the most frequent at diagnosis, have an extremely variable individual prognosis, as some patients remain stable for years whereas others develop aggressive forms of the disease less or more rapidly. Individual prognosis evaluation of early stages of CLL is then a challenge for physicians; also clinico-hematological stages are still the evaluation basis, numerous biological markers are helpful in providing independent information on patient prognosis. It is useful to distinguish the classical prognosis factors, described in the 1980s, and the recent markers described from the end of the 1990s, which are widely validated for certain, whereas for others further investigations are needed to confirm their prognostic impact. We propose to detail in this review these new prognostic factors of CLL, especially the different serum markers, cytogenetical abnormalities of pathologic lymphocytes, mutational status of the immunoglobulin genes (IgVH) and CD38 and ZAP-70 expression."}, {"id": "pubmed23n1029_21332", "title": "Esperienze di switch a cariprazina in pazienti schizofrenici con comparsa di effetti collaterali/comorbilità mediche.", "score": 0.00980392156862745, "content": "La schizofrenia è un disturbo psichiatrico grave e cronico con un background genetico e neurobiologico eterogeneo che influenza lo sviluppo precoce del cervello, ed è espressa come una combinazione di sintomi psicotici - come allucinazioni, deliri e disorganizzazione - e di sintomi negativi e cognitivi. Il trattamento dei pazienti con schizofrenia prevede l'utilizzo di antipsicotici, in accordo con i recenti dati di letteratura. Sulla base del meccanismo d'azione, gli antipsicotici vengono suddivisi in tipici (o \"di prima generazione\") e atipici (o \"di seconda generazione\"). Differiscono, anche, per la manifestazione di effetti collaterali, dovuti alla diversa affinità recettoriale caratteristica del singolo principio attivo. In questo caso clinico, presentiamo un giovane paziente di 24 anni con diagnosi di schizofrenia trattato prima con olanzapina e poi con risperidone, che ha manifestato significativi effetti collaterali di tipo metabolico e sessuali. La strategia terapeutica utilizzata è stata lo switch a un antipsicotico di terza generazione, cariprazina, con risoluzione delle collateralità e una migliore gestione dei sintomi negativi riportati. In conclusione, il modello di trattamento personalizzato sulla base delle condizioni cliniche e delle esigenze del paziente rappresenta l'approccio maggiormente adeguato nella gestione di ogni singolo caso."}, {"id": "pubmed23n0492_7585", "title": "[Some genomic aberrations in B-cell chronic lymphocytic leukemia and their clinical relevance. Part II. Trisomy 12 in B-cell chronic lymphocytic leukemia detected by fluorescence in situ hybridization].", "score": 0.00980392156862745, "content": "Among 75 untreated patients with typical (CD19+, CD5/CD19+, CD23/CD19+) B-cell chronic lymphocytic leukemia (B-CLL) cytogenetic aberrations of peripheral blood cells were evaluated, using fluorescence in situ hybridization techniques. Two cytogenetic aberrations were evaluated: trisomy 12 and TP53 deletion. The clonality was determined when > or = 10% of the cells had of trisomy 12 or deletion TP53 gene. Trisomy 12 in 7 patients was detected, while trisomy 12 and TP53 deletion simultaneously in 6 patients were present. If the first group will be linked to the second one then 13 patients among 75 (17%) will have trisomy 12. In group of patients with trisomy 12 and TP53 deletion percentage of cells with trisomy 12 was almost two time more compare to patients with trisomy 12 as a single aberration. It is possible, that TP53 deletion (\"the guardian of the genome\") facilitates proliferation clones with others genomic aberrations. In two patients with trisomy 12 control cytogenetic study was performed. Increase of percentage cells with trisomy 12 for 8% and 30% respectively was detected. However, proliferation of cells with TP53 deletion was observed too. Clinical course of B-CLL in group of patient with trisomy 12, trisomy 12 and TP53 deletion simultaneously is more aggressive compared to the course of disease of patients with no cytogenetic aberrations (patients of Group I from Part I of paper). Frequency of IGHV gain mutation occurrence was not analyzed in both groups of patients. But trisomy 12 together with unmutated IGHV gene is found by some authors. The absence IGHV gene mutation is independent unfavourable prognostic factor."}, {"id": "pubmed23n0999_17562", "title": "Emozioni, comportamenti e relazioni: uno studio caso-controllo sul self-cutting in adolescenza.", "score": 0.009708737864077669, "content": "Scopo. Lo scopo del presente studio caso-controllo è di approfondire i correlati psicopatologici e alcuni tratti psicologici come alessitimia e impulsività inerenti al self-cutting. È stato anche approfondito il tema dell'ideazione suicidaria nei soggetti con tale forma di autolesionismo. Metodi. Lo studio caso-controllo ha coinvolto 55 pazienti con self-cutting non suicidario, di età compresa tra i 12 e i 18 anni, e un gruppo di controllo composto da 277 adolescenti di età compresa tra i 13 e i 19 anni. La batteria testale utilizzata è stata composta da YSR 11-18 anni, CBCL 6-18 anni, SCL-90-R, TAS-20, CDI e BIS-11. Risultati. Dalle analisi effettuate sono emerse differenze statisticamente significative tra casi e controlli in relazione alla maggioranza delle scale psicopatologiche considerate. È risultata una differenza significativa tra i due gruppi anche in merito all'ideazione suicidaria. Infine, tra i self-cutter si sono evidenziate differenze significative di alcune variabili psico-relazionali (alessitimia e competenze sociale) in relazione alla frequenza di attuazione dell'atto autolesivo. Conclusioni. Il self-cutting correla con un'ampia varietà di quadri psichiatrici, senza presentare legami specifici con una particolare categoria psicopatologica. Gli elementi di alessitimia, impulsività e difficoltà relazionali degli adolescenti self-cutter dicono di come la programmazione di interventi di prevenzione primaria e secondaria dovrebbero mirare alla psico-educazione all'affettività, all'autocontrollo e ai social skill. Nello specifico, i nostri dati suggeriscono che la focalizzazione dell'intervento, in termini di lavoro sull'emotività piuttosto che sulla socializzazione, dovrebbe tener conto della frequenza degli agiti. Nella gestione clinica di questi pazienti non va esclusa a priori la possibilità di passaggio all'atto suicidario, con relative attenzioni anamnestico-cliniche da avere sia al momento della valutazione diagnostica sia lungo il follow-up della presa in carico."}, {"id": "pubmed23n0415_10551", "title": "[Chronic lymphoid leukemia: a single disease or 2 distinct diseases?].", "score": 0.009708737864077669, "content": "Chronic Lymphocytic Leukemia (CLL) most commonly arises from a malignant clone of B cells with a characteristic phenotype, an autoreactive activity and an increased resistance to apoptosis. It is far from uniform in presentation and clinical course. About one-third of patients never require treatment and have a long survival; in another third an initial indolent phase is followed by progression of the disease; the remaining third of patients have aggressive disease at the outset and need immediate treatment. During recent years the development of biologic markers has allowed a better definition of prognosis in CLL. Serum levels of beta 2-microglobulin, LDH, and soluble CD23 can help predict disease activity, but the presence in the leukemic B cells of cytogenetic abnormalities like 11q or 11p deletions, the presence of the CD38 marker or somatic mutations in the immunoglobulin heavy chain genes are better predictors of rapid progression and survival. These recent results could suggest that there are two types of chronic lymphocytic leukemia: one arises from relatively less differentiated (immunologically naive) B cells with unmutated heavy chain genes, and has a poor prognosis; the other evolves from more differentiated B cells (memory B cells) with somatically mutated heavy chain genes, and has a good prognosis. However, all CLL patients share a same morphology, phenotype and overexpression of the bcl-2 and p27Kip1. In addition, recent data derived from gene expression profiling analysis failed to clearly distinguish unmutated and mutated cases and favor the view that all cases of CLL have a common cell origin and/or a common mechanism of malignant transformation."}, {"id": "pubmed23n0966_6419", "title": "I nuovi \"casi difficili\" in psichiatria.", "score": 0.009615384615384616, "content": "In psichiatria, come nelle altre discipline mediche, esistono casi che sono \"difficili\" per le loro caratteristiche cliniche. Recentemente, sembra tuttavia emergere un nuovo tipo di casi che risultano \"difficili\" per ragioni non tanto psicopatologiche quanto piuttosto gestionali, di responsabilità e sicurezza. Alcuni di questi casi caratterizzano in particolare la psichiatria italiana, e coinvolgono soprattutto i clinici delle strutture pubbliche. In varie situazioni, essi implicano comportamenti autolesivi ed eterolesivi non prevedibili né prevenibili nonostante l'impegno degli operatori, un problema ancora scarsamente riconosciuto per le responsabilità stesse. La riforma sanitaria del 1978 ha posto l'Italia in una posizione di avanguardia nel mondo riguardo al sistema dell'assistenza territoriale in salute mentale, che ha compiuto negli ultimi quarant'anni grandi passi avanti rispetto al precedente assetto. Ultimamente si sono tuttavia verificati cambiamenti sociali, epidemiologici, psicopatologici e dei bisogni che hanno creato nuovi problemi e difficoltà all'assistenza psichiatrica. Tra questi cambiamenti figurano la crescente complessità delle grandi aree metropolitane; il fenomeno immigratorio; la massiccia crescita nell'utilizzo di sostanze; le modificazioni del profilo di responsabilità del medico; l'introduzione di complesse normative sulla sicurezza, il trattamento dei dati, il consenso alle cure e la competenza a decidere della persona con disturbi mentali. Come conseguenza, gli operatori si trovano oggi ad affrontare nuove difficoltà di tipo organizzativo e gestionale, e questioni problematiche relative alla sicurezza sia del paziente sia del sanitario, con un crescente profilo di responsabilità etica, deontologica e medico legale del sanitario stesso. Auspichiamo che le riflessioni qui proposte possano stimolare un dibattito costruttivo per migliorare le condizioni di lavoro degli operatori impegnati quotidianamente nel migliorare gli esiti clinici dei propri pazienti."}, {"id": "pubmed23n0313_3078", "title": "[Value of protein 53 expression in lymphoma. Its correlation with genetic mutations].", "score": 0.009615384615384616, "content": "p53 is a tumour suppressor gene encoding a nuclear phosphoprotein that plays an important role in the control of normal cell proliferation. We have tried to establish the value of expression of the p53 protein in malignant lymphomas and its correlation with the presence of structural gene abnormalities. 230 cases of lymphomas (11 Hodgkin's disease and 219 non-Hodgkin's) were studied by immunohistochemistry using an anti-p53 monoclonal antibody (DO-7, DAKO). Sections were heated by pressure cooker in 0.01 M sodium citrate buffer pH 6 as a method for antigen unmasking. The quantification of levels of nuclear p53 protein were measured with an Image Analyzer (CAS-200, Becton-Dickinson S.A.). We have also searched for mutations in a series of 94 lymphomas using polymerase chain reaction-single strand conformation polymorphism (PCR-SSCP) analysis in exons 5 to 9 of the p53 gene and the sample showing abnormal pattern were sequenced. p53 immunoreactivity has been detected in 82.6% of cases. The percentage of positive cells varies in a wide range which was divided into 0% (17.39%), less than 5% (57.39%), between 5-10% (13.91%) and more than 10% (11.30%). In all lymphoma subtypes, we have found the majority of cases show levels less than 10% and few more than 10%. We found abnormal bands in 9 of 94 lymphomas with different diagnosis (1 ALCL, 1 T-LNH, 2 B-LNH, 2 centroblastic, 1 lymphoblastic and 2 MALT). Two cases resulted to be a silent base change which not alter the function of the p53 protein and represent a common polymorphism. Seven cases showed single base pair missense mutations in all of them. Mutations in codons 179, 248 and 273 correspond to some of the typical hotspots described in p53 gene. p53 expression, is a frequent finding in malignant lymphomas, is variable and relates to histological subtype. The results suggest that positive immunocytochemistry cannot be used to determine which tumours have mutations of p53 because the existence of cases with discrepancies between overexpression of the protein and presence of mutations."}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.009523809523809525, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "pubmed23n0492_7581", "title": "[Some genomic aberrations in B-cell chronic lymphocytic leukemia and their clinical relevance. Part I. B-cell lymphocytic leukemia with TP53 gene deletion].", "score": 0.009523809523809525, "content": "In a group of 75 untreated patients with a typical B cell chronic lymphocytic leukaemia (B-CLL) (CD19+, CD5/CD19+, CD23/CD19+), the frequency and clinical significance of TP53 gene deletion and chromosome 12 trisomy were assessed. The studies of peripheral blood lymphocytes were conducted using interphase in situ hybridization technique. Clonality was identified when TP53 deletion or chromosome 12 trisomy was found in at least 10% of cells. From all 75 examined patients 32 individuals without any of the genetic aberrations were analyzed (Group I) and 30 subjects with TP53 deletion (Group II) were chosen. In the other 13 patients, discussed in the next paper, either chromosome 12 trisomy (Group III--seven subjects) or both chromosome 12 trisomy and TP53 deletion (Group IV--six subjects) were found. In the Group I, there has been no further contact with three patients, while in the Group II--with two individuals. In the Group I, one patient of 29 in the study (3%) died after 84 months (seven years) from the diagnosis, whereas in the Group II--nine subjects of 28 in the study (32%) died within 1-36 months from the diagnosis. In three of those patients in the terminal condition, cytogenetic studies were repeated revealing an increase of approximately 5% in the percentage of peripheral blood cells with TP53 deletion. The frequent presence of TP53 deletion detected in 48% of patients is surprising. It is generally thought that the aberration is found in 10-15% of clinical cases. The studies should be confirmed on a larger group of patients."}, {"id": "pubmed23n0885_1883", "title": "[Ecological study on the mortality of residents in Manfredonia (Apulia Region, Southern Italy) from 1970 to 2013].", "score": 0.009433962264150943, "content": "OBIETTIVI: valutare lo stato di salute della popolazione residente nel comune di Manfredonia dal 1970 al 2013. DISEGNO: analisi descrittiva dell'andamento temporale della mortalità generale, per gruppi di cause, dal 1970 al 2013. SETTING E PARTECIPANTI: i dati di mortalità e le popolazioni residenti sono di fonte Istat. Sono state esaminate 55 cause di decesso. Le analisi sono disaggregate per sesso e periodo. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: sono stati elaborati i rapporti standardizzati di mortalità (SMR%), con i rispettivi intervalli di confidenza al 90% (IC90%), e i tassi di mortalità standardizzati col metodo diretto (TSD ). RISULTATI: lo stato di salute misurato dal tasso di mortalità per tutte le cause migliora nel tempo: i TSD passano da 92 x10.000 negli anni 1970-1974 a 52 x10.000 nel biennio 2012-2013 negli uomini, da 70 x10.000 a 39 x10.000 nelle donne. Tuttavia, rispetto alla media regionale Manfredonia perde progressivamente il suo vantaggio, passando da -20% a -10% negli uomini, e da -20% a +1,5% nelle donne. Questo andamento è molto evidente per il complesso delle cause cardiovascolari, mentre i tumori maligni sono in generale nella media regionale. Nell'ultimo periodo disponibile per causa di decesso (2006-2011), la mortalità per infarto miocardico è stata più alta della media regionale (uomini: +35%; donne: +54%). I rapporti standardizzati di mortalità (SMR) mostrano tra gli uomini valori in crescita, in particolar modo rispetto al riferimento provinciale, con un eccesso a cominciare dal periodo 2006-2011 (22 decessi/anno e 19 attesi; SMR%: 117,2; IC90% 101,1-135,2; riferimento: provincia di Foggia). Anche tra le donne gli SMR% superano i riferimenti provinciali negli ultimi periodi esaminati (nel 2012-2013: 7 decessi/ anno e 4,2 attesi; SMR%: 116,4; IC90% 97,0-260,7; riferimento: provincia di Foggia). CONCLUSIONI: la mortalità a Manfredonia è diminuita in misura minore rispetto a quella osservata nei riferimenti provinciali e regionali. Il vantaggio che si osservava negli anni Sessanta si è, infatti, ridotto nel tempo, fino ad annullarsi negli ultimi anni. Dal 1970, Manfredonia ha progressivamente perso il vantaggio che aveva. Dagli anni Duemila, la mortalità per infarto del miocardio è in eccesso sulla media regionale e provinciale. Da casi documentati in letteratura si osserva che le popolazioni che sperimentano catastrofi di origine naturale o antropica possono fronteggiare un aumento di patologie cardiovascolari. La mortalità per tumore polmonare mostra un eccesso sulla media regionale, in particolare provinciale, a cominciare dal 2000, coerentemente con i tempi di latenza legati all'esposizione ad arsenico negli anni Settanta."}, {"id": "pubmed23n0416_8385", "title": "[Lymphocyte immunophenotyping and cytogenetics for more precise prognosis in patients with type B chronic lymphatic leukemia].", "score": 0.009433962264150943, "content": "The B-chronic lymphocytic leukemia (B-CLL) has highly variable prognosis. Possibility of more relevant prognosis has a great impact for the beginning and mode of therapy. One hundred patients diagnosed as having B-CLL were included into the study. Beside usual examinations necessary to establish the diagnosis, cytogenetic examination for the detection of deletion 13q14, 17p13, 11q23 and trisomy 12 and immunophenotyping was done. The mean age of the patients was 58.2 years, there were 62 men and 38 women. 91 evaluated patients were divided into two groups--those with the steady disease (55 pts) and those with progressive disease (36 pts). No relation between the number of cytogenetic abnormalities and the Rai stage of the disease was found. We identified a relation between the bone marrow infiltration pattern (diffuse) and the number of cytogenetic abnormalities and the del 13q14 (p.05). Using the immunophenotyping of the lymphocytes we found a relation between the expression of CD38 and CD11c and the disease progression (p < 0.05). Neither of the method (FISH and immunophenotyping) revealed differences between results from bone marrow samples and those from peripheral blood. Though the cytogenetic (FISH) and immunophenotype evaluation at the time of diagnosis did not improve the ability to define better the clinical course of the B-CLL, we suggest to use both methods routinely as an important tool to identify patients who would develop the progressive disease."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.009345794392523364, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0550_24349", "title": "[Cytogenetic disorders in chronic B-cell lymphoid leukemia and their relations with clinicobiological features and prognosis of the disease].", "score": 0.009345794392523364, "content": "To study a relationship between cytogenetic disorders, clinicobiological characteristics and prognosis in chronic B-cell lymphoid leukemia (B-CLL). Cytogenetic examination of blood, bone marrow and lymph node cells from 135 patients (90 males and 45 females aged 23-84 years) with chronic B-CLL was made. The patients were followed up from 1 month to 25 years. Before the cytogenetic examination specific therapy was not given. B-CLL was staged by K. Rai, forms--by A.L. Vorobyev and M.D. Brilliant. All the patients have undergone standard cytogenetic examination, FISH with multicolor probe to loci with possible frequent aberrations (del3q14, del11q23, del17p13, trisomia 12), determination of CD38 antigen expression on circulating tumor cells. Mutation status of the genes of immunoglobulins variable region (IgVH) was defined in 61 patients. Del13q14 was detected in 34 cases, del11q23--in 26, trisomia of chromosome 12--in 17 cases, del 17p13--in 8, absence of q-arm of chromosome 13--in 3 cases. 61 patients had no karyotype defects. Three prognostic groups of the patients were identified: favourable prognosis--patients without disorders of karyotype and one chromosomal aberration--del13q14; intermediate prognosis patients with dell1q23 and trisomia of chromosome 12; poor prognosis--patients with del17p13 and complex disorders of karyotype. CONCLUSION. Cytogenetic study help determine prognosis of B-CLL and detect patients in need of early therapy."}, {"id": "pubmed23n0999_17549", "title": "[Bevacizumab e altri farmaci. Attività e sicurezza degli agenti anti-VEGF nel carcinoma ovarico.]", "score": 0.009259259259259259, "content": "Riassunto. L'angiogenesi svolge un ruolo importante sia nei tessuti epiteliali normali sia in quelli maligni. Negli ultimi anni questo fenomeno è stato ampiamente studiato in oncologia sperimentale e clinica perché ci sono evidenze che sia coinvolto nella diffusione e nella diffusione metastatica del carcinoma ovarico. Il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (vascular endothelial growth factor - VEGF) è l'attore principale nel meccanismo di angiogenesi e svolge un ruolo strategico nella proliferazione e migrazione delle cellule neoplastiche, con un impatto significativo sulla sopravvivenza e sull'outcome clinico. Secondo quanto emerge da molti studi sperimentali e clinici, le nostre conoscenze sulla biologia dell'angiogenesi e del VEGF sono aumentate portando allo sviluppo farmacologico di specifici agenti in grado di targeting VEGF. Questo nuovo campo di indagine offre agli scienziati l'opportunità di testare nuove possibilità terapeutiche nei pazienti con carcinoma ovarico con nuovi agenti mirati. Il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF umanizzato, è stato il primo farmaco anti-VEGF scoperto ed è usato oggi per il trattamento di diversi tumori solidi. Negli ultimi anni questo agente è stato ampiamente testato nei pazienti con carcinoma ovarico, mostrando un'attività clinica interessante e un profilo di tossicità tollerabile sia nelle pazienti giovani sia in quelle anziane. Il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel e successivamente utilizzato come agente singolo, è indicato per il trattamento del carcinoma epiteliale dell'ovaio di stadio III o IV, tuba di Falloppio o carcinoma peritoneale primario dopo iniziale resezione chirurgica. Il bevacizumab è anche usato per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico epiteliale ricorrente e resistente al platino, delle tube di Falloppio o dal tumore peritoneale primario che hanno ricevuto non più di 2 regimi precedenti di chemioterapia. Inoltre, il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel o con carboplatino e gemcitabina (e usato come agente singolo), è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma epiteliale dell'ovario sensibile al platino, tuba di Falloppio o tumore peritoneale primario. Le linee guida più accreditate suggeriscono quando bevacizumab deve essere usato nel trattamento del carcinoma ovarico avanzato e ricorrente. Altri agenti anti-VEGF, come gli inibitori della tirosin-chinasi del recettore VEGF (VEGFR), sono stati ampiamente testati nel carcinoma ovarico e molti altri sono in corso di studi al fine di testare la loro attività e sicurezza rispetto a bevacizumab. Gli agenti anti-VEGF e gli inibitori di PARP svolgono oggi un ruolo strategico nel trattamento del cancro ovarico con agenti mirati in associazione con la chemioterapia e la chirurgia in un'ottica multidisciplinare e personalizzata."}, {"id": "pubmed23n0566_6819", "title": "[Complex analysis of prognostic factors in chronic lymphocytic leukemia].", "score": 0.009259259259259259, "content": "Many new prognostic factors established in recent years in chronic lymphocytic leukemia. May help predicting survival. The goal of the present study was to determine the frequency and the correlation of these novel prognostic factors in samples of 419 leukemia patients. The mutation status of the IgH gene was evaluated in 160 cases. In 62% of cases, non-mutated IgH gene was found, the heavy chain family usage was different in mutated and non-mutated cases. The CD38 expression demonstrated 78% concordance with the mutation status, the ZAP-70 expression failed to show any correlation. Cytogenetic abnormalities were seen in 76% of cases, the most frequent were del(13q) (57%), trisomy 12 (15%), del(11q) (12%) and del(17p) (6%). 95% of cases with del(11q) harbored non-mutated, 74% of cases with del(13q) as the sole anomaly demonstrated mutated IgH genes. The parameters analysed are not independent of each other, utilization of them in the clinical routine needs careful planning."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.009174311926605505, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0704_15388", "title": "[Nine-year experience in the treatment of patients with diffuse large B-cell lymphosarcoma].", "score": 0.009174311926605505, "content": "To ascertain indications to standard (CHOP-21/R-CHOP-21) and intensive (mNHL-BFM-90) treatment in patients with diffuse large B-cell lymphosarcoma (DLBCL) with involvement of lymphoid organs. The trial, performed from January 2002 to December 2010, enrolled 139 DLBCL patients with affected lymph nodes (LN), tonsils, spleen, bone marrow (BM). The diagnosis was made according to WHO criteria. The patients were examined according to the protocol of lymphoproliferative diseases. Biopsy material from all 139 patients was studied immunohistochemically on paraffin blocks (LN, tonsils, spleen, BM) using a wide panel of antibodies. The same examinations of BM were made in all 18 cases of BM involvement. Cytogenetic examination was performed in 106 patients: 48 standard cytogenetic tests, 139 - FISH for t (14;18) as well as rearrangement of locus 3q27. Patients with a poor prognosis (n = 86, 61.8%) received intensive therapy according to mNHL-BFM-90 program. The signs of a poor prognosis were the following: massive tumor (tumor size more than 7.5 cm), invasion into the adjacent organs or tissues, stage III-IV disease by Enn-Erbor, high concentration of LDG. Patients without a poor prognosis (n = 53, 38.2%) received standard treatment CHOP-21 (n = 28) or R-CHOP-21 (n = 25). A complete remission without recurrences was achieved in all 53 patients without signs of unfavourable prognosis (100%). Overall 5-year survival was 96%, 2 patients died in remission of other causes. Of 86 patients with a poor prognosis a complete remission was achieved in 64 (74.4%) patients. Overall and recurrence-free 5-year survival was 65 and 86%, respectively. Standard treatment provided long-term complete remission in all the patients without poor prognosis. Intensive (mNHL-BFM-90) treatment produced the best results in generalized lesion without BM involvement. Overall 5-year survival was 84% in these patients and 12% in patients with BM involvement."}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.00909090909090909, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n0059_9089", "title": "[Chronic lymphatic leukemia. I. Clinico-biological features and survival analysis. Study of 187 patients].", "score": 0.00909090909090909, "content": "A review was carried out of 187 previously untreated cases of chronic lymphocytic leukaemia diagnosed between 1969 and 1988. The median age of the patients was 65 years (range, 36-87). There were 118 males (M/F ratio, 1.7). In accordance with Rai's staging system the patients were distributed as follows: 0.29%; I, 20%; II, 25%; III, 13%; IV, 13%, and according to Binet's staging the distribution was: A, 55%; B, 21%; C, 24%. The most frequently found physical findings were lymph node enlargement (55%), splenomegaly (32%) and hepatomegaly (28%). Anaemia was present in 20% of the cases and thrombocytopenia in 13%. The mean lymphocyte count was 62 x 10(9)/L (range, 6-475 x 10(9)/L). Bone marrow infiltration of over 80% was seen in 46% of the patients. Bone marrow biopsy was performed on 97 patients, the diffuse pattern of involvement being most commonly found (44%). Increased BUN (55%), alkaline phosphatase (42%) and LDH (38%) were the most frequent biochemical alterations. Hypogammaglobulinaemia was present in 55% of the patients, IgM being the most commonly affected immunoglobulin (66%). Monoclonal gammopathy was seen in 4% of the cases. LDT, measured in 75 patients, was less than a year in 32%. No antileukaemic drugs were needed in 34% of the patients. When concluding this study, 100 patients had died. The median survival was 57 months and death was related to chronic lymphocytic leukaemia in 53% of such patients."}, {"id": "pubmed23n0885_1882", "title": "[Health expenditure for prevention in Italy (2006-2013): descriptive analysis, regional trends and international comparisons].", "score": 0.009009009009009009, "content": "Il dato dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) del 2012, che indicava l'Italia come il Paese con la più bassa spesa in prevenzione sanitaria, ha dato lo spunto per una raccolta sistematica e un'analisi critica dei flussi disponibili sulla spesa per le attività di prevenzione in Italia. Le statistiche correnti di spesa sanitaria sono raccolte centralmente dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) attraverso i modelli di rilevazione dei costi dei livelli essenziali di assistenza (LEA) delle aziende USL. Le tre macroaree dei LEA sono: assistenza distrettuale, assistenza ospedaliera e assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro. Le spese per la prevenzione rientrano in quest'ultima e sono ripartite nelle seguenti voci: attività di prevenzione rivolte alle persone, igiene degli alimenti e della nutrizione, igiene e sanità pubblica, prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro, sanità pubblica veterinaria, attività medico-legale per finalità pubblica. Tra il 2006 e il 2013, ultimo dato disponibile, la spesa per le attività di prevenzione del Servizio sanitario nazionale (SSN) è rimasta costante in rapporto alla spesa sanitaria totale (4,2%), pari a 4,9 miliardi nel 2013. Nel periodo di studio considerato (2006-2013) appaiono in aumento le spese per le attività rivolte alle persone (+8,7%), attribuibili soprattutto a vaccinazioni e screening, e in diminuzione le attività di igiene pubblica (-5,7%) e quelle della sanità pubblica veterinaria (-3,8%). I confronti internazionali indicano una spesa per la prevenzione del 2,9% rispetto alla spesa sanitaria totale, costante negli anni e nella media dei Paesi OCSE. Per la prevenzione, l'Italia spende tanto quanto i Paesi che non possiedono un servizio sanitario pubblico; il dato risulta inferiore del 5% rispetto alla programmazione nazionale, con poche eccezioni e molta variabilità regionale all'interno delle componenti delle voci di spesa. In questo contesto si sottolinea l'importanza di investire maggiori risorse nella pianificazione e nell'implementazione di interventi preventivi di provata efficacia e costo-efficacia."}, {"id": "pubmed23n0982_10859", "title": "[Primary plasma cell leukemia. Report of five cases].", "score": 0.009009009009009009, "content": "Primary plasma cell leukemia (pPCL) is uncommon, aggressive and has a different biology than multiple myeloma (MM). To report the features of patients with pPCL. Review of databases of the Hematology Department and the Hematology laboratory. Of 178 patients with monoclonal gammopathies, five (2.8%) patients aged 33 to 64 years (three females) had a pPCL. The mean hemoglobin was 7.3 g/dL, the mean white blood cell count was 52,500/mm3, with 58% plasma cells, and the mean platelet count was 83,600/mm3. The mean bone marrow infiltration was 89%, LDH was 2,003 IU/L, serum calcium was 13 mg/dL, and creatinine 1.5 mg/dL. Two patients had bone lesions. Three were IgG, one IgA lambda and one lambda light chain. CD20 was positive in one, CD56 was negative in all and CD117 was negative in 3 cases. By conventional cytogenetic analysis, two had a complex karyotype. By Fluorescence in situ Hybridization, one was positive for TP53 and another for t (11; 14). One patient did not receive any treatment, three patients received VTD PACE and one CTD. None underwent transplant. Three patients are alive. The mean survival was 14 months. These patients with pPCL were younger and had a more aggressive clinical outcome than in multiple myeloma."}, {"id": "pubmed23n0999_17555", "title": "Terapia cognitivo-comportamentale per giovani ad alto rischio di un primo episodio di psicosi: un trial randomizzato controllato.", "score": 0.008928571428571428, "content": "Scopo. Nell'ultimo ventennio l'interesse di ricercatori e clinici nella prevenzione di disturbi psicotici è cresciuto notevolmente. Gli studi internazionali su strategie a favore di giovani \"ad alto rischio di un primo episodio di psicosi\" sono ancora in numero ridotto, mentre in Italia risultano del tutto assenti. Oltre a manifestare sintomi psicotici sotto-soglia, questa popolazione di frequente riporta un compromesso funzionamento. La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) è la strategia di prima linea, ma si rileva in letteratura l'importanza di studi su ulteriori misure di esito, quali il funzionamento. Il presente studio ha valutato se un protocollo di TCC modulare riducesse il rischio di un primo episodio psicotico in un gruppo di giovani ad alto rischio a post-trattamento e follow-up rispettivamente di 6 e 14 mesi a confronto con trattamento di supporto psicologico di routine ( treatment as usual). Metodi. Cinquantotto partecipanti (età media=25,51, 67,20% maschi) che soddisfacevano criteri per stati mentali a rischio alla Comprehensive Assessment of At-Risk-Mental States sono stati randomizzati a TCC o treatment as usual. Il protocollo di TCC ha incluso 30 sedute settimanali. Risultati. Nel gruppo TCC, il numero di giovani che ha sviluppato un primo episodio psicotico a follow-up è stato inferiore (n=4, 10,30%) a quello del gruppo di controllo (n=8, 27,60%), sebbene tale differenza sia risultata di significatività marginale [Log rank test χ2(1)= 3,66, p=0,05]. I giovani con funzionamento baseline più alto hanno ottenuto maggiori benefici al di là del tipo di percorso. Conclusioni. Anche nel contesto italiano, la TCC sembra efficace e promettente nel prevenire un primo episodio psicotico in giovani con stato mentale a rischio."}, {"id": "pubmed23n0265_15548", "title": "[Cell Dyn 3000: technical performance and applications in hematologic pathology].", "score": 0.008928571428571428, "content": "The Abbott Cell-Dyn (CD) 3000 is an automatic analyser, designed to give cell blood counts (CBC) and white blood differential (WBCD) by 4 angels diffraction analysis. Evaluation was performed by comparison between results obtained by CD and those obtained by Technicon H1 and by microscopic examination. Technical performances as reproducibility, linearity, carryover were quite well acceptable. On normal samples, neutrophils (NE), lymphocytes (LY) and eosinophils (EO) were found to correlate with optical method with coefficient (R) values higher than 0.9. Weaker R coefficients were found for monocytes (MO) and basophils (BA), however it didn't involve clinical consequences. Significant threshold for immature granulocytes (IG) and variant lymphocytes (VL) flags were built. By using those, a false positive rate of 7% was shown. In hematological diseases, no false negative was detected because all samples were flagged. However, no acute lymphoblastic leukemia (ALL) was studied, so the detection of lymphoblast, as known as a real difficulty for analyser, was not yet evaluated. Blasts in acute myeloblastic leukemia (AML) and hairy cells were both noticed by CD. Moreover, for chronic lymphocytic leukemia (CLL), three groups were described, according to the flags released. Knowing its performances and its limits, CD is a good analyser usable in an all round or a hematological laboratory with high number of WBCD per day."}, {"id": "pubmed23n1130_1118", "title": "[The &quot;redisorganisation&quot; of the Italian Healthcare Service].", "score": 0.008849557522123894, "content": "Non vi è alcun dubbio che, sotto la spinta degli effetti sanitari della pandemia da COVID19 e della approvazione (il 13/7/2021) del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), si è in presenza ancora una volta di un tentativo di riorganizzazione del Servizio sanitario nazionale. Alcuni significativi elementi di questa volontà politica sono stati già indicati negli Editoriali di questa Rivista pubblicati negli ultimi due anni - dalla dichiarazione dello stato di emergenza nazionale per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19 (D.L. 25/3/2020, n. 19) a tutt'oggi. Gli esperti diScienze politiche applicate alla sanità hanno fatto rilevare che le proposte di riorganizzazione - soprattutto tendenti a rafforzare la sanità territoriale (cure primarie e servizi territoriali)2 - risalgono addirittura alla legge istitutiva del Servizio sanitario nazionale e sono state \"rinnovellate\"da numerosi successivi atti legislativi mai completamente realizzati. La motivazione è facile da comprendere perché da tempo è fin troppo noto che non è possibile modificare un sistema, come quello sanitario (ma non solo questo), unicamente attraverso cambiamenti strutturali3. Una riforma per avere successo deve innescare un'interazione virtuosa tra il dispositivo normativo e il sistema sociale di realizzazione, composto dagli esecutori e dai beneficiari della riforma. L'antica metafora botanica della semina può rendere l'idea: anche la migliore semenza non può attecchire su un terreno arido o poco soleggiato e se le radici non trovano nel suolo il necessario alla crescita della pianta."}, {"id": "pubmed23n0091_16416", "title": "[Clinical significance of the determination of lactate dehydrogenase in acute leukemia and non-Hodgkin's lymphoma].", "score": 0.008849557522123894, "content": "The serum concentration of LDH increases in various cancers and its increase can represent a prognostic marker of the disease and a good indicator of the tumoral mass's degree of growth. In patients with acute leukaemia, LDH can show a moderate increase only in some cases of acute non-lymphoblastic leukaemia with FAB M4 and M5 cytotype, whereas in acute lymphoblastic leukaemia LDH almost always increases, an event related to the number of white cells during remission or a relapse of the disease. In non-Hodgkin lymphomas, measurement of total LDH is not on its own a useful aid for monitoring the therapeutic response and the course of the disease. In such cases it is right to also evaluate LDH isoenzymes because they pinpoint the persistence of residual lymphomatous foci which do not affect the level of total LDH and have not clinical evidence."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.008771929824561403, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n0261_11976", "title": "[Survival of patients and DNA-ploidy of cells in non-Hodgkin's lymphoma of low-grade malignancy].", "score": 0.008771929824561403, "content": "DNA-ploidy in lymphoma cells obtained from lymph nodes of 107 patients with non-Hodgkin's lymphomas of low grade malignancy was studied prior to the treatment introduction. The survival of patients was within the range of 24-126 months (median 63 months). There were 70 hyperdiploidic and 37 diploidic patients. The statistical tendency to prolonged survival was seen among patients with lymphocytic lymphoma (CLL) as compared to other histological types of the disease. There were no statistical differences in the probability of survival (p-P) between diploidic and hyperdiploidic patients either in the whole studied group or in particular histologic types of lymphoma."}, {"id": "pubmed23n0966_6421", "title": "Frazione polifenolica del bergamotto per il trattamento della sindrome metabolica nella schizofrenia: uno studio pilota.", "score": 0.008695652173913044, "content": "Introduzione. La frazione polifenolica del bergamotto (BPF) ha dimostrato di possedere buona efficacia nel trattamento dei pazienti affetti da sindrome metabolica (SM) e pertanto potrebbe rappresentare una strategia promettente nel trattamento degli effetti collaterali indotti da antipsicotici di seconda generazione (SGA) in soggetti schizofrenici in trattamento con tali farmaci. Materiali e metodi. A 15 pazienti schizofrenici in trattamento stabilizzato con SGA e 15 soggetti di controllo non affetti da patologie psichiatriche, che presentavano valori ematici di colesterolo totale compresi tra 200 e 239 mg/dl, è stato somministrato un integratore contenente BPF (1000 mg) per un periodo di 60 giorni. A tutti i soggetti all'inizio e alla fine del trattamento sono state eseguite la misurazione dell'indice di massa corporea (BMI) e una serie di esami ematochimici per la valutazione degli aspetti metabolici (colesterolo totale, LDL, HDL, trigliceridi, glicemia). Risultati. In entrambi i gruppi si è evidenziata una riduzione significativa del BMI (BMI T0 vs Tfinale (media±DS)= schizofrenici: 34,5±5,7 vs 33,9±5,4, p=,041; controlli: 28,1±4,5 vs 27,3±4,1, p=,016 - BMIcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= -0,59±0.7 vs -0,72±0,8, p=,378); colesterolo totale e LDL risultano invece essere diminuiti esclusivamente nel gruppo di controllo (colesterolo totalecambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 8,2±31,5 vs -35,1±31,1, p=,003; LDLcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 14,1±29,4 vs -9±38,9, p=,014). Discussione. La differenza di efficacia dei BPF sulla dislipidemia tra i soggetti schizofrenici e il gruppo di controllo potrebbe essere spiegata dai diversi meccanismi patogenetici che sono alla base delle alterazioni metaboliche nei soggetti in trattamento con SGA e nei pazienti che non assumono questa classe di farmaci. Conclusioni. Ulteriori studi si rendono necessari al fine di valutare in questa categoria di soggetti i possibili effetti sulla dislipidemia di dosi maggiori di BPF."}, {"id": "pubmed23n0863_3840", "title": "[Monoclonal B-cell lymphocytosis: from literature to laboratory practice].", "score": 0.008695652173913044, "content": "Monoclonal B-cell lymphocytosis (MBL) is defined as an asymptomatic condition characterized by the presence of less than 5,000 monoclonal B-cells per microliter and the absence of clinical signs or symptoms of a B-cell lymphoproliferative disorder. Most MBL cases involve B cells presenting an identical phenotype to CLL (CLL-like MBL) with a Catovsky-Matutes score of 3 to 5 and share the same chromosomal abnormalities than CLL. Depending on the absolute B cell count, one may distinguish low-count CLL-like MBL (<500 B cells/μL) which have no evidence of progression, no reduction in overall survival, no increase in infection risk and do not require any specific follow-up. Patients with clinical CLL-like MBL (>500 B cells/μL) have a 1% to 2% per year risk of progression to CLL requiring therapy, a higher risk of infectious complications and mortality implicating an annual follow-up by hematologist. MBL may also express other less common phenotypes and are named atypical MBL in case of CD5 antigen expression (Catovsky-Matutes score: 1-2) and non-CLL-like MBL for CD5 negative cases (Catovsky-Matutes score: 0-2). Their poorer prognosis implicates imaging studies, bone marrow biopsy and cytogenetic analysis in addition to physical examination in order to rule out non-hodgkinien lymphoma, and require a more frequent follow-up. This review focuses on key concepts in the classification, diagnosis, monitoring and biology of MBL in laboratory practice. "}]}}}} {"correct_option": 1, "explanations": {"1": {"exist": true, "char_ranges": [[0, 362]], "word_ranges": [[0, 51]], "text": "Si tratta di un chiaro caso clinico di sclerosi sistemica (Raynaud, coinvolgimento esofageo, indurimento cutaneo) con crisi renale. 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Nelle ultime 48 ore ha presentato un malessere generale e una forte cefalea, per cui si è recata al pronto soccorso. L'esame ha rivelato solo una tachicardia ritmica a 100 bpm, senza alcuna focalità neurologica. La pressione arteriosa era di 200/110 mmHg. Gli esami del sangue mostrano solo un livello di creatinina di 2,5 mg/dl. Indicare quale dei seguenti autoanticorpi è più strettamente correlato al processo descritto:", "id": 534, "lang": "it", "options": {"1": "Anticorpi anti-RNA polimerasi III.", "2": "Anticorpi anti-centromero.", "3": "Anticorpi anti-proteinasi 3.", "4": "Anticorpi anti-PM-Scl.", "5": null}, "question_id_specific": 119, "type": "REUMATOLOGIA", "year": 2021, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "pubmed23n1137_1437", "title": "[Prevalenza di ipotiroidismo nei pazienti sottoposti a emodialisi presso un ospedale generale di Ahvaz.]", "score": 0.01692624991110163, "content": "Riassunto. Obiettivo. Lo scopo di questo studio trasversale è determinare la prevalenza dell'ipotiroidismo tra i pazienti in emodialisi (ED) e i suoi potenziali fattori di rischio. Metodi. Sono stati raccolti dati demografici e di laboratorio [vale a dire, livelli sierici di tireotropina (TSH), anticorpi anti-perossidasi tiroidea (anti-TPO)] di 117 pazienti con MH. I dati sono stati analizzati da SPSS.V 26, quando necessario. Risultati. I pazienti avevano un'età media (DS) di 59,47±15,08 anni e il 66,7% (n=78) era di genere maschile. I livelli medi (DS) di TSH erano 2,56 (4,01) μIU/mL. L'ipotiroidismo subclinico (SCH) è stato definito come un livello di TSH >4,2 μIU/mL e FT4 normale. Quindici pazienti (12,80%) avevano SCH. Non c'era correlazione significativa tra ipotiroidismo ed età, genere e/o malattie sottostanti (p>0,05). Inoltre, tra i 15 pazienti con SCH, 1 paziente (6,7%) ha mostrato un risultato anti-TPO positivo mentre 14 pazienti (93,3%) hanno avuto un risultato anti-TPO negativo. Conclusione. Data la notevole prevalenza dell'ipotiroidismo nei pazienti con ED, lo screening di routine della funzione tiroidea in questa popolazione di pazienti può aiutare a ridurre i tassi di complicanze e mortalità attraverso una diagnosi precoce e un intervento tempestivo."}, {"id": "wiki20220301en024_51522", "title": "Leopoldo Cicognara", "score": 0.01375534188034188, "content": "List of works Le belle arti (Ferrara: Per gli eredi di G. Rinaldi, 1790) Lettera ad un amico su di alcune attuali controversie giudiciarie e su diverse opinioni degli eruditi intorno al Panteon di M. Agrippa detto la Rotonda (Pisa: Impresso co' caratteri di Firmino Didot, 1807) Del bello: Ragionamenti (Florence and Pisa, 1808) Storia della scultura dal suo risorgimento in Italia sino al secolo di Napoleone per servire di continuazione alle opere di Winckelmann e di d’Agincourt. Vol. 1, Vol. 2, Vol. 3 (Venice: Venezia: Nella tipografia Picotti, 1813) De' propilei e della inutilità e dei danni dei perni metallici nella costruzione degli edifizii (Venice: Nella Tip. di Alvisopoli, 1814) Le fabbriche più cospicue di Venezia... (Venice, 1815–1820) Catalogo ragionato de’ libri d’arte e di antichità (Pisa: N. Capurro, co'caratteri di F. Didot, 1821) Biografia di Antonio Canova, aggiuntivi il catalogo completo delle opere (Venice: G. Missiaglia, 1823)"}, {"id": "wiki20220301en187_33102", "title": "Bollettino della Vittoria", "score": 0.01276083467094703, "content": "L'Esercito Austro-Ungarico è annientato: esso ha subito perdite gravissime nell'accanita resistenza dei primi giorni e nell'inseguimento ha perdute quantità ingentissime di materiale di ogni sorta e pressoché per intero i suoi magazzini e i depositi. Ha lasciato finora nelle nostre mani circa trecentomila prigionieri con interi stati maggiori e non meno di cinquemila cannoni. I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza. Il capo di stato maggiore dell'esercito, il generale Diaz English From the Supreme Headquarters 12:00 hours, November 4, 1918 The war against Austria-Hungary, which the Italian Army, inferior in number and equipment, began on 24 May 1915 under the leadership of His Majesty and supreme leader the King and conducted with unwavering faith and tenacious bravery without rest for 41 months, is won."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009900990099009901, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0912_8717", "title": "Desgarros del epitelio pigmentario de la retina: factores de riesgo, mecanismo y control terapéutico.", "score": 0.009900990099009901, "content": "Los desgarros del epitelio pigmentario de la retina (EPR) se asocian en la mayoría de los casos con los desprendimientos vascularizados del EPR debido a una degeneración macular asociada a la edad (DMAE), y normalmente implican una pérdida adversa de la agudeza visual. Estudios recientes indican que ha habido un aumento en la incidencia de desgarros del EPR desde la introducción de fármacos anti-factor de crecimiento del endotelio vascular (anti-VEGF) así como una asociación temporal entre el desgarro y la inyección intravítrea. Dado que el número de pacientes con DMAE y el número de inyecciones anti-VEGF va en aumento, tanto la dificultad de prevenir desgarros del EPR como el tratamiento tras la formación de los desgarros han adquirido una mayor relevancia. De forma paralela, la evolución de la imagenología de la retina ha contribuido de manera significativa a comprender mejor el desarrollo de los desgarros del EPR en los últimos años. Esta revisión resume los conocimientos que se poseen actualmente sobre el desarrollo, los factores pronósticos y las estrategias terapéuticas de los desgarros del EPR antes y después de que estos se formen."}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.00980392156862745, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "wiki20220301en324_26289", "title": "Griselda Gambaro", "score": 0.00980392156862745, "content": "Teatro 1. Including the plays \"Real envido\", \"La malasangre\" (\"Bad blood\") y \"Del sol naciente\" (\"Rising Sun\"). Ediciones de la Flor, Buenos Aires, 1997 (3ª edición). Teatro 2. Plays: \"Dar la vuelta\", \"Información para extranjeros\" (\"Information for foreigners\"), \"Puesta en claro\" y \"Sucede lo que pasa\". Ediciones de la Flor, Buenos Aires, 1995 (2ª edición). Teatro 3. \"Viaje de invierno\", \"Nosferatu\", \"Cuatro ejercicios para actrices\", \"Acuerdo para cambiar de casa\",\"Sólo un aspecto\", \"La gracia\", \"El miedo\", \"El nombre\", \"El viaje a Bahía Blanca\", \"El despojamiento\", \"Decir sí\" and \"Antígona furiosa\". Griselda Gambaro, Ediciones de la Flor, Buenos Aires, 1997 (3ra. edición). Teatro 4. \"Las paredes\" (\"The walls\"), \"El desatino\", \"Los siameses\" (\"Siamese twins), \"El campo\" (\"The camp\") y \"Nada que ver\". Griselda Gambaro, Ediciones de la Flor, Buenos Aires, 1990 (2ª edición)."}, {"id": "pubmed23n1049_20419", "title": "[New European guidelines for the management of dyslipidaemias: their aggressiveness is not legitimated by current evidence].", "score": 0.009708737864077669, "content": "Le linee guida 2019 delle Società europee di cardiologia e dell'aterosclerosi sulla gestione delle dislipidemie hanno aumentato l'aggressività diagnostico-terapeutica e non distinguono prevenzione primaria e secondaria, con parziale eccezione per gli ultra75enni. Raccomandano nuovi target di cLDL: per pazienti a rischio molto alto si raccomanda una riduzione a <55 mg/dl e >=50% rispetto al basale; per pazienti a rischio alto una riduzione a <70 mg/dl e >=50% del basale; per pazienti a rischio moderato una riduzione a <100 mg/dl; per pazienti a rischio basso una riduzione a <116 mg/dl. In base alle carte SCORE e ai dati di mortalità cardiovascolare in Italia, quasi tutti i maschi dai 70 anni e le donne dai 70-75 anni risulterebbero ad alto rischio per solo effetto dell'età. Anche quasi tutti i 60enni sarebbero a rischio moderato, con target di cLDL <100, e spesso necessità di aggiungere costosi ipolipemizzanti per chi già assume statine. Le prove supportano ben poco tale aggressività. Infatti, anche negli studi randomizzati controllati (RCT) i benefici su esiti cardiovascolari non fatali subiscono esagerazioni sistematiche, quello meno distorto e di maggior interesse per gli assistiti è la mortalità totale. Questa, con terapie ipocolesterolemizzanti più intensive, non si è ridotta nelle metanalisi di RCT con pazienti con cLDL tra 80 e <100 mg/dl al basale; con inibitori di PCSK9, pazienti con questi valori mostrano persino tendenza all'aumento della mortalità totale. Dunque, abbassare il cLDL a <80 mg/dl può non giovare neppure ad anziani coronaropatici. A oggi, ciò vale ancora di più per anziani nella popolazione generale, in cui una revisione sistematica di studi di coorte ha mostrato relazioni nulle o più spesso inverse tra cLDL e mortalità. Le nuove linee guida europee forzano le prove disponibili, trascurano il principio di precauzione e non possono esser base per un equo consenso informato."}, {"id": "pubmed23n1061_6290", "title": "[¿Cómo tratar la hipertensión arterial sistémica? Estrategias de tratamiento actuales].", "score": 0.009708737864077669, "content": "Hypertension is a disease that affects almost half of the population. Its complex pathophysiology, mainly affecting the renal, hormonal, cardiovascular and neurological systems, has allowed us to have different pharmacological strategies to treat each of these systems and thus regulate blood pressure. The American Heart Association in 2017, the European Society of Cardiology in 2018, and the American Society of Hypertension in 2020 published their recommendations for the diagnosis, monitoring and treatment of arterial hypertension. The definition of normal blood pressure or hypertension varies according to each guideline. Recommendations on lifestyle and pharmacological therapy are very similar in the guidelines. They recommend blockers of the renin-angiotensin system, calcium antagonists and thiazides, and only in selected cases the use of mineralocorticoid receptor antagonist or beta-blockers."}, {"id": "pubmed23n1059_7363", "title": "Contributi scientifici in memoria di Antonio Fusco.", "score": 0.009615384615384616, "content": "Come si leggerà nell'Introduzione della sezione propriamente scientifica del Volume, il presente testo nasce dalla volontà e, soprattutto, dall'esigenza culturale di omaggiare il fu Prof. Antonio Fusco. Un debito scientifico ed umano che trova il suo locus naturale in questa prima parte del testo stesso, cui farà poi seguito la parte propriamente scientifica. In siffatta parentesi dovuta per le ragioni appena menzionate, il lettore, l'amico o l'allievo dell'opera del Prof. Fusco potranno trovare un suo sintetico Curriculum Vitae, correlato da una specifica ed accurata prosa, svolta dal già Magnifico Rettore Carlo Cipolli; il quale, oltre che evidenziare, ricordando, i meriti del collega oramai scomparso, aggiunge alsuo scritto un elemento che sarebbe imprescindibile a non trasformare lo stesso in una mera sequenza di parole: l'amicizia e l'affetto per un amico che, oramai, non c'è più. A fine lettura, evidente risuonerà il fatto che la vita di ognuno, se mossa dalla passione per ciò per cui si è predisposti cognitivamente e psicologicamente, può essere ricca di riconoscimenti, riconoscenze e soddisfazioni che, lungi dal divenire un cuscino di allori su cui adagiarsi, per una mente creativa come quella del Prof. Fusco hanno funto solo da motivazioni ad agire instancabilmente guardando sempre al futuro. Il lavoro di una vita che, materialmente, è sancito da un supporto poco più di cm 25x15: una targa. Una materialità evidente che, con grande commozione e riconoscenza, è stata affissa il 25 ottobre 2019 sull'aula fronte l'Aula Magna del Campus \"La Folcara\", a testimonianza che quello spirito creativo in continua evoluzione non si ferma; non si arresta neppure con la fine biologica di chi lo ha \"posseduto\". Rimangono le opere ed il pensiero del Prof. Fusco e restano gli affetti. A tal proposito, il lettore troverà una breve e sentita sezione su Testimonianze; coloro i quali hanno avuto modo, nell'arco della vita accademica ed umana, personale, di Fusco di conoscerlo. Ecco, allora, che i ricordi saranno i veri protagonisti di questa parentesi. Dopo di ciò, prima dei contributi prettamente scientifici dei lavori, tenutisi in occasione del Convegno Internazionale Psicologia, Arte, Letteratura. Antiche e Nuove Tendenze, seguiranno i saluti delle autorità che in quei due giorni si sono succedute a rappresentare non solo l'istituzione affiliata, ma anche la relazione di stima e di affetto che le legava al compianto Professore. Si passerà, infine, al volume tradizionalmente inteso."}, {"id": "pubmed23n0346_22836", "title": "[Advances in the treatment of hypertension].", "score": 0.009615384615384616, "content": "This review describes the most recent advances in the treatment of essential hypertension, from non pharmacological measures and changes in lifestyles to new blood pressure lowering drugs. A blood pressure lower tha 130/80 mmHg, has been established as the new goal for optimal treatment. In the last two consensus a new range of blood pressure, denominated \"high normal\" (130-139/85-89 mm Hg) has been incorporated. People with other cardiovascular risk factors and a blood pressure within this range, should be treated. The HOT study recently demonstrated that a reduction to less than 90 mmHg of diastolic pressure is associated with a reduction on cardiovascular morbidity and mortality. The importance of the peak/valley relationship in the election of anti hypertensive medication is also reviewed."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.009523809523809525, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "wiki20220301en268_36948", "title": "Esperpento", "score": 0.009523809523809525, "content": "de «esperpentos». El mundo de los «esperpentos»—explica uno de los personajes de Luces de Bohemia—es como si los héroes antiguos se hubiesen deformado en los espejos cóncavos de la calle, con un transporte grotesco, pero rigurosamente geométrico. Y estos seres deformados son los héroes llamados a representar una fábula clásica no deformada. Son enanos y patizambos que juegan una tragedia. Y con este sentido los he llevado a Tirano Banderas y a El ruedo ibérico.\""}, {"id": "pubmed23n1049_15021", "title": "[MI NUTRO (MIgrants NUTRition knOwledge per l'integrazione): un intervento di educazione alimentare tra gli immigrati, Perugia - uno studio pilota].", "score": 0.009433962264150943, "content": "Riassunto. Introduzione. MI NUTRO (MIgrants NUTRition knOwledge per l'integrazione) ha avuto come obiettivi: valutare le conoscenze nutrizionali dei migranti, aumentare le informazioni sulla dieta sana e misurare l'effetto delle lezioni di cucina sulle conoscenze. Metodi. MI NUTRO è uno studio pilota quasi sperimentale. Tutti i partecipanti sono stati inclusi su base volontaria e l'intervento si è basato su seminari teorici e lezioni pratiche. È stato utilizzato un questionario validato. Il test non parametrico di Wilcoxon è stato usato per confrontare il punteggio pre- e post-intervento. Risultati. Il punteggio medio di conoscenza nutrizionale era 11,4 ± 3,8 (deviazione standard - DS) prima e 27,5 ± 5,6 DS dopo l'intervento, con una differenza statisticamente significativa. Discussione. I dati mostrano un aumento significativo delle conoscenze nutrizionali dei migranti dopo l'intervento. Le lezioni di cucina offerte sono state sessioni di apprendimento interattive in cui ogni migrante ha avuto la possibilità di prendere parte al processo di preparazione degli alimenti. Inoltre, alla fine di ogni lezione ricercatori e migranti hanno cenato insieme, favorendo il processo di scambio culturale."}, {"id": "pubmed23n0751_6740", "title": "[Underestimated frequency of resistant hypertension in predialysis nondiabetic patients].", "score": 0.009433962264150943, "content": "The real prevalence of resistant hypertension (RH) is unknown. Studies suggest that it affects 10%-15% of patients treated for hypertension by primary care physicians. RH is defined as blood pressure (BP) remaining above the goal despite the use of optimal doses of 3 or more medicines of different classes (including a diuretic). It means BP >140/90 mm Hg for the general population and >130/80 mm Hg for patients with diabetes or kidney disease. Prior to diagnosing a patient as having RH, it is important to document medication compliance and exclude white-coat hypertension, inaccurate BP measurement, and secondary causes. The role of aldosterone in RH has gained increasing recognition. There is strong evidence for the use of spironolactone as a highly effective antihypertensive agent. Aldosterone plays a significant role in RH pathogenesis, primarily due to its vasoconstrictive effects and the possibility of altering vascular compliance. In RH, there is a high prevalence of cardiac and extra-cardiac target organ damage. It is known that BP control in chronic kidney disease is the key factor for reducing cardiovascular risk and renal disease progression. The objective of the study was to evaluate the prevalence of RH in predialysis nondiabetic (CKD stage I-IV) patients."}, {"id": "pubmed23n0885_1889", "title": "[Evaluation of mercury exposure in populations living near the industrial Augusta Bay (Sicily Region, Southern Italy)].", "score": 0.009345794392523364, "content": "OBIETTIVI: valutare e quantificare l'esposizione umana al mercurio (Hg) ed esplorare i fattori chiave che influenzano la contaminazione nelle popolazioni residenti in prossimità della Rada di Augusta, un'area a elevato rischio ambientale a causa degli effetti degli sversamenti incontrollati di Hg da parte di uno dei più grandi impianti cloro-soda d'Europa. DISEGNO: un campione di residenti nei comuni di Augusta, Priolo e Melilli (Sicilia orientale) è stato selezionato per lo studio di biomonitoraggio umano. Un questionario dettagliato è stato somministrato a ogni partecipante per raccogliere informazioni anagrafiche sulle abitudini di vita e alimentari. I livelli di Hg in sangue e capelli, usati come traccianti di esposizione a metilmercurio, sono stati messi in relazione al consumo di pesce locale. Il contenuto di Hg nelle urine è stato utilizzato per esplorare eventuali esposizioni atmosferiche a Hg inorganico. Una regressione lineare multivariata è stata applicata con l'obiettivo di esplorare i fattori che influenzano l'esposizione umana al Hg. L'approccio tossicocinetico è stato impiegato al fine di calcolare la dose settimanale provvisoria tollerabile ( provisional tolerable weekly intake, PTWI) e di predire le concentrazioni di Hg attese nel sangue degli individui con una dieta alimentare basata esclusivamente su pesce locale. 224 individui residenti nei comuni di Augusta, Melilli e Priolo. RISULTATI: eccessi di Hg sono stati misurati nel sangue e nei capelli del campione considerato. I più alti livelli sono stati rilevati ad Augusta, dove anche il consumo di pesce locale risulta maggiore. I valori di dose settimanale tollerabile provvisoria (PTWI) calcolati eccedono, nella maggior parte dei casi, le raccomandazioni internazionali, specialmente nei residenti ad Augusta. CONCLUSIONI: gli elevati livelli di Hg registrati nei campioni di sangue e capelli derivano, con ogni probabilità, dal consumo di pesce locale. Rispetto ad Augusta, gli individui di Priolo e Melilli subiscono un impatto più limitato. L'esposizione a Hg inorganico può essere considerata trascurabile."}, {"id": "pubmed23n0252_6216", "title": "[Relations between vasculotensional disease, sudden deafness and benign paroxysmal postural vertigo: value of anticochlear antibodies].", "score": 0.009345794392523364, "content": "Some vasculotensional diseases may be associated, at a certain point of their evolution, with occurrences of sudden deafness or of benign paroxysmal positional vertigo. It seems that the efficiency of the treatments of sudden deafness and benign paroxysmal positional vertigo is not modified by those associations of pathologies. On the other side, the search for anticochlear antibodies gives a positive result in 45% of the vasculotensional diseases. When the vasculotensional disease is associated with sudden deafness, this percentage increases. On the contrary, it is lower when the vasculotensional disease is associated with benign paroxysmal positional vertigo. The presence of anticochlear antibodies may lead to a corticotherapy in case of failure of the classical treatments."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.009259259259259259, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "wiki20220301en543_3124", "title": "Vicente Pascual Pastor", "score": 0.009259259259259259, "content": "Fábrica de Hilados y Tejidos del industrial Bernabeu en la calle Alcolecha número 4, in Alcoy, (1920). Fábrica en Passeig del Viaducte número 26, in Alcoy, (1920). Edificio de sindicato en la calle Sant Joan de Ribera número 1, in Alcoy, (1921). Fábrica de Ferrándiz, in Alcoy. Campus of Alcoy, (1922). Fábrica en la calle Agres número 4, en Alcoy, (1922). Fábrica de gaseosa \"La Bohemia\" en la calle Na Saurina d'Entença número 11, en Alcoy, (1922). Fábrica en calle Sant Joan de Ribera número 6, en Alcoy, (1922). Edificio en calle Sant Nicolau número 46, en Alcoy, (1924). Grupo Escolar Cervantes, en Alcoy, (1925). Edificio en calle Rigoberto Albors número 7, en Alcoy, (1925). Recinto de religiosas in the Alcoy Cemetery, (1925). Edificio en la calle Sant Tomás número 23, en Alcoy, (1926). Fundición de Vicente Miró en la calle Quevedo, en Alcoy, (1926). Reforma de edificio de la Unión Alcoyana en la plaza de España número 21, en Alcoy, (1928)."}, {"id": "pubmed23n0104_18581", "title": "[Acute response to calcium inhibitors in secondary arterial hypertension: does renin play a role?].", "score": 0.009174311926605505, "content": "Calcium channel blocking agents are considered to be particularly effective in reducing blood pressure (BP) in low renin essential hypertension and in primary aldosteronism. The aim of this study was to compare the acute BP response to nicardipine in 2 opposite situations of stimulation of the renin angiotensin system: eight patients (49 +/- 13 years, mean arterial BP (MAP) 123 +/- 8 mmHg) with primary aldosteronism (active renin less than 5 pg/ml, group 1) and nine patients (38 +/- 17 years, MAP: 107 +/- 13 mmHg) with renovascular hypertension and high level of active renin (greater than 25 pg/ml, group 2). They had not taken any antihypertensive treatment since at least one week. After 60 minutes in the supine position (T0) nicardipine was infused at a rate of 7.5 mg/h during 10 minutes (T10), 15 mg/h from the 10th to 20th minute (T20) and 30 mg/h during the last ten minutes (T30). Thus, a total cumulative dose of 8.75 mg was administrated in 30 minutes. BP was recorded by an indirect oscillometric method (Sentrom) every 2 minutes and renin was assayed through an immuno-radiometric procedure (IRMA). There was an important and similar BP fall in the 2 groups (Gr 1: T10-6 p. 100, T20-17 p. 100, T30-25 p. 100; Gr 2: T10-7 p. 100, T20-13 p. 100, T30-18 p. 100) with a very significant dose-effect relation (r = 0.67, p less than 0.001). There was also an important increase in heart rate similar in the 2 groups (+35 p. 100, +25 p. 100, ns).(ABSTRACT TRUNCATED AT 250 WORDS)"}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.00909090909090909, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "wiki20220301en161_37273", "title": "Gaston Jèze", "score": 0.00909090909090909, "content": "Citations (IN FRENCH) Le recours pour excès de pouvoir est « l'arme la plus efficace, la plus économique et la plus pratique qui existe au monde pour défendre les libertés individuelles ».[7] On attribue souvent à Gaston Jèze la formule suivante : L'impôt est une prestation pécuniaire requise des particuliers par voie d'autorité, à titre définitif et sans contrepartie, en vue de la couverture des charges publiques (v. par exemple, Encyclopedia Universalis, 1996, v° Impôt, vol. 11, p. 1001). En réalité, cette définition est due à Georges Vedel[8]. La véritable définition que Gaston Jèze a donnée l'impôt est la suivante : Une prestation de valeurs pécuniaires exigée des individus d'après des règles fixes, en vue de couvrir des dépenses d'intérêt général, et uniquement à raison du fait que les individus qui doivent les payer sont membres d'une communauté politique organisée [9]."}, {"id": "pubmed23n0885_1888", "title": "[Assessment of a project for integrated management of care given to patients with type-2 diabetes in the Local Health Authority 21 of Legnago (Veneto Region, Northern Italy) in the period 2010-2012].", "score": 0.009009009009009009, "content": "OBIETTIVI: descrivere, nella ASL 21 di Legnago (VR), l'andamento di alcuni indicatori sanitari tra il 2009, anno precedente all'avvio di un progetto triennale per la gestione integrata dell'assistenza al paziente con diabete mellito di tipo 2, e il 2012, ultimo anno del progetto. DISEGNO: studio longitudinale trasversale ripetuto. SETTING E PARTECIPANTI: tutti i pazienti diabetici di tipo 2 della ASL 21, identificati nei database aziendali (in base a esenzioni per patologia, accessi al servizio diabetologico, consumo di farmaci antidiabetici e strisce per la determinazione della glicemia) e nelle cartelle cliniche dei medici di famiglia. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: numero di test diagnostici e di follow-up erogati, consumo di farmaci, prestazioni specialistiche, accessi al pronto soccorso, ricoveri e mortalità. RISULTATI: nonostante un calo generalizzato (-3,1%) nei test erogati dalla ASL 21 ai suoi assistititi nel periodo 2009-2012, l'analisi ha documentato un marcato aumento per gli esami previsti nella gestione del diabete, quali curve da carico glicemico (+104,3%), emoglobina glicata (+19,0%) e microalbuminuria (+296,1%). I soggetti identificati come diabetici sono aumentati da 8.084 nel 2009 (5,2%) a 9.221 nel 2012 (5,9%). Sono stati osservati aumenti nella prevalenza di pazienti visitati presso un servizio diabetologico (dal 22,6% al 39,0%), nonché negli utilizzatori di metformina (dal 28,0% al 37,5%), insuline (dal 13,5% al 18,3%) e incretine (dall'1,4% al 9,0%). Il consumo di sulfaniluree è, invece, calato (dal 49,9% al 40,8%), come anche l'erogazione di alcune prestazioni specialistiche, gli accessi al pronto soccorso e i ricoveri, mentre il tasso di mortalità è rimasto stabile (29,6 decessi x1.000/anno). CONCLUSIONE: durante il periodo di implementazione del progetto sembra essersi verificato un aumento della sensibilità diagnostica e una maggiore presa in carico del paziente diabetico. 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DISEGNO: analisi descrittiva dell'andamento temporale della mortalità generale, per gruppi di cause, dal 1970 al 2013. SETTING E PARTECIPANTI: i dati di mortalità e le popolazioni residenti sono di fonte Istat. Sono state esaminate 55 cause di decesso. Le analisi sono disaggregate per sesso e periodo. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: sono stati elaborati i rapporti standardizzati di mortalità (SMR%), con i rispettivi intervalli di confidenza al 90% (IC90%), e i tassi di mortalità standardizzati col metodo diretto (TSD ). RISULTATI: lo stato di salute misurato dal tasso di mortalità per tutte le cause migliora nel tempo: i TSD passano da 92 x10.000 negli anni 1970-1974 a 52 x10.000 nel biennio 2012-2013 negli uomini, da 70 x10.000 a 39 x10.000 nelle donne. Tuttavia, rispetto alla media regionale Manfredonia perde progressivamente il suo vantaggio, passando da -20% a -10% negli uomini, e da -20% a +1,5% nelle donne. Questo andamento è molto evidente per il complesso delle cause cardiovascolari, mentre i tumori maligni sono in generale nella media regionale. Nell'ultimo periodo disponibile per causa di decesso (2006-2011), la mortalità per infarto miocardico è stata più alta della media regionale (uomini: +35%; donne: +54%). I rapporti standardizzati di mortalità (SMR) mostrano tra gli uomini valori in crescita, in particolar modo rispetto al riferimento provinciale, con un eccesso a cominciare dal periodo 2006-2011 (22 decessi/anno e 19 attesi; SMR%: 117,2; IC90% 101,1-135,2; riferimento: provincia di Foggia). Anche tra le donne gli SMR% superano i riferimenti provinciali negli ultimi periodi esaminati (nel 2012-2013: 7 decessi/ anno e 4,2 attesi; SMR%: 116,4; IC90% 97,0-260,7; riferimento: provincia di Foggia). CONCLUSIONI: la mortalità a Manfredonia è diminuita in misura minore rispetto a quella osservata nei riferimenti provinciali e regionali. Il vantaggio che si osservava negli anni Sessanta si è, infatti, ridotto nel tempo, fino ad annullarsi negli ultimi anni. Dal 1970, Manfredonia ha progressivamente perso il vantaggio che aveva. Dagli anni Duemila, la mortalità per infarto del miocardio è in eccesso sulla media regionale e provinciale. Da casi documentati in letteratura si osserva che le popolazioni che sperimentano catastrofi di origine naturale o antropica possono fronteggiare un aumento di patologie cardiovascolari. La mortalità per tumore polmonare mostra un eccesso sulla media regionale, in particolare provinciale, a cominciare dal 2000, coerentemente con i tempi di latenza legati all'esposizione ad arsenico negli anni Settanta."}, {"id": "wiki20220301en187_33100", "title": "Bollettino della Vittoria", "score": 0.008928571428571428, "content": "A similar bulletin was never drafted for the air forces since they were part of the Aeronautical Service, a department destined to the Royal Italian Army aircraft: the Royal Air Force, the third armed force of the Kingdom of Italy, was established only in 1923, after the end of the war. Text Italian Comando Supremo, 4 Novembre 1918, ore 12 La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta. La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso ottobre ed alla quale prendevano parte cinquantuno divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una cecoslovacca ed un reggimento americano, contro settantatré divisioni austroungariche, è finita."}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.008849557522123894, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n1012_15715", "title": "[Review on anti-glomerular basement membrane disease or Goodpasture's syndrome].", "score": 0.008849557522123894, "content": "Anti-glomerular basement membrane (anti-GBM) disease or Goodpasture's syndrome is a small vessel vasculitis affecting the capillary beds of kidneys and lungs. It is an autoimmune disease mediated by autoantibodies targeting the glomerular and alveolar basement membranes, leading to pneumorenal syndrome. It is a rare, monophasic and severe disease, associating rapidly progressive glomerulonephritis and alveolar hemorrhage. The presence of antineutrophil cytoplasmic antibodies (ANCA) is reported in 20 to 60% of cases. Management should be prompt and combine plasma exchange with systemic corticosteroids and immunosuppressive therapy by cyclophosphamide. The objective of this review is: 1) to describe the pathogenesis, clinical and histological features of the disease; 2) to characterize double-positive anti-GBM/ANCA patients; 3) to highlight the prognostic factors of renal and global survival, and 4) to focus on the treatment of anti-GBM disease."}, {"id": "pubmed23n0885_1887", "title": "[Analysis of factors predicting early unplanned readmissions].", "score": 0.008771929824561403, "content": "OBIETTIVI: determinare i fattori associati ai ricoveri ripetuti per identificare i pazienti a rischio di riospedalizzazione entro i 30 giorni dalla dimissione. DISEGNO: analisi retrospettiva delle dimissioni nell'anno 2013 attraverso le schede di dimissione ospedaliera (SDO). 3.900 pazienti ricoverati presso il presidio ospedaliero \"Fabrizio Spaziani\" di Frosinone. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: analisi bivariata per l'analisi dell'associazione tra variabili. La regressione logistica è stata utilizzata per identificare i fattori di rischio associati al ricovero ripetuto. RISULTATI: tra i 3.900 pazienti considerati, il 12,8% ha avuto una riammissione non programmata entro un mese dalla dimissione precedente per le stesse categorie diagnostiche principali (MCD). Sono state rilevate differenze statisticamente significative tra i pazienti con e senza ricovero ripetuto per età, durata della degenza, titolo di studio, condizione occupazionale e diagnosi. I fattori che aumentano la probabilità di una riospedalizzazione sono il vivere da solo, la condizione di pensionato o casalinga, una degenza più lunga e alcune diagnosi, fra cui malattie dell'apparato respiratorio, del sistema nervoso e dell'apparato urinario. CONCLUSIONE: alcune caratteristiche sociodemografiche e la diagnosi dei pazienti ospedalizzati sono associate al rischio di riospedalizzazione entro 30 giorni dalla dimissione. I dati disponibili nell'archivio delle SDO possono essere utilizzati per un'identificazione dei pazienti a rischio sui quali definire specifici piani di dimissione."}, {"id": "pubmed23n0295_19448", "title": "[Treatment of Guillain-Barré syndrome by plasma exchange: proposal of a therapeutic strategy].", "score": 0.008771929824561403, "content": "Although the favorable effect of plasma exchange (PE) has been demonstrated in Guillain-Barré syndrome, the optimal number of PE and management at different degrees of gravity remain to be ascertained. A new controlled multicentric trial is therefore being conducted since 1986. Mid-term results show that 2 PE give better results than 0 in patients who are still able to walk. Inversely, 6 PE do not give better results when ventilatory assistance was initially required. It is therefore logical to propose 2PE as early as possible. Two supplementary PE can be used in case of disease progression. Use of high dose immunoglobulins is not justified except when PE is contraindicated."}, {"id": "pubmed23n0966_6426", "title": "Riflessioni medico-legali su un caso giudizario di mobbing.", "score": 0.008695652173913044, "content": "Lo stress e le violenze morali nei luoghi di lavoro, come indicato dai dati epidemiologici, sono in costante aumento e rappresentano una causa di alterazione dello stato di salute dei lavoratori, con importanti ricadute negative sui soggetti, sulle aziende e sulla società. Nel caso descritto qui di seguito, le violenze morali e la disfunzionalità organizzativa, una delle principali fonti di stress correlato al lavoro, sono state intenzionalmente impiegate quale mezzo mobbizzante nei confronti di un lavoratore da parte dei suoi superiori (mobbing verticale). Attraverso il procedimento giudiziario, intrapreso dal lavoratore per vedersi riconosciuto vittima di mobbing, è stato possibile ripercorrere e identificare le ragioni e le modalità dell'azione mobbizzante, l'eziopatogenesi della conseguente psicopatologia, la sua strutturazione e la manifestazione sintomatologica. L'esame del caso permette di formulare delle considerazioni riguardo la necessità che i casi di mobbing siano trattati all'interno di un team multidisciplinare (medico di famiglia, medico del lavoro, psichiatra e medico legale) al fine di garantire un efficace trattamento terapeutico e la tutela del lavoratore nei diversi ambiti previsti dalla legge."}, {"id": "pubmed23n0900_16249", "title": "Compliance with the Prescription of Antihypertensive Medications and Blood Pressure Control in Primary Care.", "score": 0.008695652173913044, "content": "Hypertension is the most prevalent risk factor for cardiovascular disease, and its proper control can prevent the high morbidity and mortality associated with this disease. To assess the degree of compliance of antihypertensive prescriptions with the VI Brazilian Guidelines on Hypertension and the blood pressure control rate in primary care. Cross-sectional study conducted between August 2011 and November 2012, including 332 adults ≥ 45 years registered in the Family Doctor Program in Niteroi and selected randomly. The analysis included the prescribed antihypertensive classes, doses, and frequencies, as well as the blood pressure (BP) of the individuals. The rate of prescription compliance was 80%. Diuretics were the most prescribed medications, and dual therapy was the most used treatment. The most common non-compliances were underdosing and underfrequencies. The BP goal in all cases was < 140/90 mmHg, except for diabetic patients, in whom the goal was set at < 130/80 mmHg. Control rates according to these goals were 44.9% and 38.6%, respectively. There was no correlation between prescription compliance and BP control. The degree of compliance was considered satisfactory. The achievement of the targets was consistent with national and international studies, suggesting that the family health model is effective in BP management, although it still needs improvement. A hipertensão arterial é o fator de risco mais prevalente para a doença cardiovascular e seu controle adequado pode prevenir a elevada morbi-mortalidade associada a esta doença. Avaliar o grau de conformidade das prescrições de anti-hipertensivos com as VI Diretrizes Brasileiras de Hipertensão e a taxa de controle pressórico na atenção básica. Estudo transversal conduzido entre agosto de 2011 e novembro de 2012, incluindo 332 adultos ≥ 45 anos cadastrados no Programa Médico de Família de Niterói e selecionados aleatoriamente. Foram analisadas as classes de anti-hipertensivos prescritos, suas doses e frequências, bem como a pressão arterial (PA) dos indivíduos. A taxa de conformidade das prescrições foi de 80%. Diuréticos foram as medicações mais prescritas e a terapia dupla foi o tratamento mais utilizado. As não conformidades mais comuns foram subdoses e subfrequências. A meta de PA para todos os casos foi < 140/90 mmHg, exceto para diabéticos, que foi < 130/80 mmHg. As taxas de controle de acordo com essas metas foram de 44,9% e 38,6%, respectivamente. Não houve correlação entre conformidade da prescrição e controle pressórico. O grau de conformidade foi considerado satisfatório. O alcance das metas foi compatível com estudos nacionais e internacionais, sugerindo que o modelo de saúde da família é efetivo no manejo da PA, embora ainda necessite aprimoramento. (Arq Bras Cardiol. 2017; [online].ahead print, PP.0-0)."}]}}}} {"correct_option": 4, "explanations": {"1": {"exist": true, "char_ranges": [[37, 139]], "word_ranges": [[5, 20]], "text": "L'esofago di Barrett non implica necessariamente una stenosi peptica, ma se così fosse, è progressivo."}, "2": {"exist": true, "char_ranges": [[207, 374]], "word_ranges": [[28, 50]], "text": "Rimangono l'anello esofageo distale e l'esofagite eosinofila; entrambi sono possibili, ma l'enfasi sul carico atopico del paziente indica la probabilità della seconda."}, "3": {"exist": true, "char_ranges": [[140, 206]], "word_ranges": [[20, 28]], "text": "L'esofagite infettiva è più comune nei pazienti immunocompromessi."}, "4": {"exist": true, "char_ranges": [[207, 374]], "word_ranges": [[28, 50]], "text": "Rimangono l'anello esofageo distale e l'esofagite eosinofila; entrambi sono possibili, ma l'enfasi sul carico atopico del paziente indica la probabilità della seconda."}, "5": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}}, "full_answer": "Si tratta di disfagia intermittente. L'esofago di Barrett non implica necessariamente una stenosi peptica, ma se così fosse, è progressivo. L'esofagite infettiva è più comune nei pazienti immunocompromessi. Rimangono l'anello esofageo distale e l'esofagite eosinofila; entrambi sono possibili, ma l'enfasi sul carico atopico del paziente indica la probabilità della seconda.", "full_answer_no_ref": "Si tratta di disfagia intermittente. L'esofago di Barrett non implica necessariamente una stenosi peptica, ma se così fosse, è progressivo. L'esofagite infettiva è più comune nei pazienti immunocompromessi. Rimangono l'anello esofageo distale e l'esofagite eosinofila; entrambi sono possibili, ma l'enfasi sul carico atopico del paziente indica [HIDDEN].", "full_question": "Un giovane di 18 anni con anamnesi di asma, allergia a pollini, acari e peli di gatto, si presenta al pronto soccorso riferendo una sensazione di blocco alimentare retrosternale con pratica incapacità di deglutire la propria saliva. Riferisce di aver avuto episodi simili in altre occasioni che si sono attenuati spontaneamente nel giro di pochi minuti. Quale delle seguenti è la diagnosi più probabile?", "id": 273, "lang": "it", "options": {"1": "Esofago di Barrett.", "2": "Anello esofageo distale (Schatzki).", "3": "Esofagite infettiva.", "4": "Esofagite eosinofila.", "5": null}, "question_id_specific": 71, "type": "SISTEMA DIGESTIVO", "year": 2016, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.009900990099009901, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0390_6671", "title": "[Allergic asthma from childhood to adulthood: the essential role of the attending physician in prevention and surveillance].", "score": 0.009900990099009901, "content": "Asthma is a chronic lung disease that affects both children and adults. Recent data from several countries show that asthma morbidity and mortality are increasing. Despite international consensus statement like GINA, asthma is under-diagnosed and under-treated. A better management of asthmatic patient is needed. The General Practitioner has to play an important role in management program."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.00980392156862745, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0524_21032", "title": "[Gastroesophageal reflux in asthmatic children: prevalence and pathogenic role].", "score": 0.00980392156862745, "content": "The relationship of gastroesophageal reflux disease and asthma is controversial. This study was performed to assess the prevalence of pathologic gastroesophageal reflux and its effect on pulmonary function tests in asthmatic children. The following study protocol was performed in a group of asthmatic children (n = 34, 22 male, age range: 2, 5-17 years): diagnosis of pathologic gastroesophageal reflux by means of 24h esophageal pH-monitoring; diagnosis of reflux esophagitis by means of upper digestive endoscopy and pulmonary function tests by means of spirometry. The results show a high prevalence (87%) of pathologic gastroesophageal reflux in asthmatic children. Additionally, there is an inverse correlation (r = -0.67) between the severity of pathologic gastroesophageal reflux and FEV1/FVC. In conclusion, there is a high prevalence of pathologic gastro-esophageal reflux in asthmatic children, contributing to asthma severity."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009708737864077669, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0481_16763", "title": "[Supra-esophageal manifestations of gastroesophageal reflux, a different diagnostic approach and an indication for laparoscopic Nissen fundoplication: our experience].", "score": 0.009708737864077669, "content": "24-hour oesophageal pH monitoring with a dual pH probe is considered to be the most sensitive test for diagnosing GORD-related otolaryngological manifestations. In this study we evaluate an initial diagnostic approach with digital videofluorography associated to the water siphon test and primary \"ex juvantibus\" therapy with proton pump inhibitors for patients with supra-oesophageal symptoms of GORD. The results of Nissen fundoplication surgical treatment are also assessed in some of these patients. Two hundred and thirty patients with suspected GORD-related supra-oesophageal symptoms were referred for videofluorography and the water siphon test. When hiatal hernia and/or reflux were found, patients were referred for medical therapy with proton pump inhibitors. Five patients, who had had a good or excellent response to the medical therapy, but had a recurrence underwent laparoscopic Nissen fundoplication and videofluorography 6 months after surgery. Within 6 months, more than 80% of patients had an excellent or good response to medical therapy. In patients undergoing laparoscopic Nissen fundoplication, hoarseness and chronic cough disappeared within 3 months and videofluorography showed good morphofunctional results of the surgery. In patients with GORD-related supra-oesophageal manifestations, videofluorography plus the water siphon test is useful initial investigation, and laparoscopic Nissen fundoplication can be a valid alternative therapeutic option."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.009615384615384616, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n0087_11141", "title": "[The role of phadiatop in the screening of respiratory allergy].", "score": 0.009615384615384616, "content": "Phadiatop is a new in vitro screening test for respiratory allergy. This test, based on the RAST procedure, detects in serum, the presence of specific IgE to a mixture of common inhalent allergens. Among 70 patients (26 children and 44 adults) consulting for respiratory syndrome, Phadiatop was positive in 31 cases. There were a good correlation between this new test and skin tests (59% for adults and 92% for children), total IgE (70% for adults and 65% for children) and RAST (93% for adults and 96% for children). Phadiatop, with a specificity of 100%, a sensitivity of 82% (76% for adults and 92% for children) and an efficiency of 90% (86% for adults and 96% for children), is a more accurate test than total IgE and could be an excellent in vitro screening test for respiratory allergy."}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.009523809523809525, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n0613_1698", "title": "[Esophageal stenosis in eosinophilic esophagitis].", "score": 0.009523809523809525, "content": "Eosinophilic esophagitis is a rare, recently discovered disease, characterized by esophageal symptoms, such as dysphagia and food impaction, associated with dense eosinophilia on endoscopic biopsy of the esophagus. Other entities such as gastroesophageal reflux disease are absent and there is a lack of response to proton pump inhibitor therapy. This disease mainly affects the pediatric population but is becoming more prevalent in adults. There are several theories on the etiopathogenesis of this entity, which may involve allergies and atopy. In advanced disease, complications such as esophageal stenosis can appear. Treatment is based on dietary elimination, corticosteroids and endoscopic dilatation. We report a case of eosinophilic esophagitis with esophageal stenosis."}, {"id": "pubmed23n1059_7363", "title": "Contributi scientifici in memoria di Antonio Fusco.", "score": 0.009433962264150943, "content": "Come si leggerà nell'Introduzione della sezione propriamente scientifica del Volume, il presente testo nasce dalla volontà e, soprattutto, dall'esigenza culturale di omaggiare il fu Prof. Antonio Fusco. Un debito scientifico ed umano che trova il suo locus naturale in questa prima parte del testo stesso, cui farà poi seguito la parte propriamente scientifica. In siffatta parentesi dovuta per le ragioni appena menzionate, il lettore, l'amico o l'allievo dell'opera del Prof. Fusco potranno trovare un suo sintetico Curriculum Vitae, correlato da una specifica ed accurata prosa, svolta dal già Magnifico Rettore Carlo Cipolli; il quale, oltre che evidenziare, ricordando, i meriti del collega oramai scomparso, aggiunge alsuo scritto un elemento che sarebbe imprescindibile a non trasformare lo stesso in una mera sequenza di parole: l'amicizia e l'affetto per un amico che, oramai, non c'è più. A fine lettura, evidente risuonerà il fatto che la vita di ognuno, se mossa dalla passione per ciò per cui si è predisposti cognitivamente e psicologicamente, può essere ricca di riconoscimenti, riconoscenze e soddisfazioni che, lungi dal divenire un cuscino di allori su cui adagiarsi, per una mente creativa come quella del Prof. Fusco hanno funto solo da motivazioni ad agire instancabilmente guardando sempre al futuro. Il lavoro di una vita che, materialmente, è sancito da un supporto poco più di cm 25x15: una targa. Una materialità evidente che, con grande commozione e riconoscenza, è stata affissa il 25 ottobre 2019 sull'aula fronte l'Aula Magna del Campus \"La Folcara\", a testimonianza che quello spirito creativo in continua evoluzione non si ferma; non si arresta neppure con la fine biologica di chi lo ha \"posseduto\". Rimangono le opere ed il pensiero del Prof. Fusco e restano gli affetti. A tal proposito, il lettore troverà una breve e sentita sezione su Testimonianze; coloro i quali hanno avuto modo, nell'arco della vita accademica ed umana, personale, di Fusco di conoscerlo. Ecco, allora, che i ricordi saranno i veri protagonisti di questa parentesi. Dopo di ciò, prima dei contributi prettamente scientifici dei lavori, tenutisi in occasione del Convegno Internazionale Psicologia, Arte, Letteratura. Antiche e Nuove Tendenze, seguiranno i saluti delle autorità che in quei due giorni si sono succedute a rappresentare non solo l'istituzione affiliata, ma anche la relazione di stima e di affetto che le legava al compianto Professore. Si passerà, infine, al volume tradizionalmente inteso."}, {"id": "pubmed23n0328_6014", "title": "[Relation between the total plasma IgE concentration and the prevalence of the various RAST (radioallergosorbent) classes of allergy].", "score": 0.009433962264150943, "content": "The aim of this study was to analyze the prevalence of every RAST (Radio-Allergo-Sorbent-Test) class in terms of total IgE serum level, and to establish the existing relationship between the total IgE level and the probability to obtain a definite specific IgE concentration. The analyzed sample was 352 total IgE values obtained by means of RIA in 611 patients of both sexes and ages from 5 to 15 years [corrected], and the RAST results of every one of them. As mathematical model, Logit was used. It was established a mathematical function [p = 1/(1 + K(-1).IgE-beta)], which allows to calculate the probability to obtain a definite RAST class of allergy for a definite total IgE level. The propounded model establishes that, for a plasmatic IgE level lower or equal to 17.0 kU/l (11.5-23.3), the probability to obtain a specific IgE concentration lower than 0.35 kU/l (absence of allergy) is 0.95. For a total IgE level of 23.32 kU/l (16.43-30.91) there is a probability of 0.95 that RAST result to be negative or slightly positive. Finally, for a total IgE level of 62.6 kU/l (49.20-76.55) specific IgE levels of classes 0 or 1 or 2 would be obtained. The mathematical model allows to predict the most probably RAST class of allergy result once known the total IgE level. It makes easier the allergological diagnostic and facilitates, in some cases, to omit the RAST, with the resulting saving of time and money."}, {"id": "pubmed23n0885_1883", "title": "[Ecological study on the mortality of residents in Manfredonia (Apulia Region, Southern Italy) from 1970 to 2013].", "score": 0.009345794392523364, "content": "OBIETTIVI: valutare lo stato di salute della popolazione residente nel comune di Manfredonia dal 1970 al 2013. DISEGNO: analisi descrittiva dell'andamento temporale della mortalità generale, per gruppi di cause, dal 1970 al 2013. SETTING E PARTECIPANTI: i dati di mortalità e le popolazioni residenti sono di fonte Istat. Sono state esaminate 55 cause di decesso. Le analisi sono disaggregate per sesso e periodo. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: sono stati elaborati i rapporti standardizzati di mortalità (SMR%), con i rispettivi intervalli di confidenza al 90% (IC90%), e i tassi di mortalità standardizzati col metodo diretto (TSD ). RISULTATI: lo stato di salute misurato dal tasso di mortalità per tutte le cause migliora nel tempo: i TSD passano da 92 x10.000 negli anni 1970-1974 a 52 x10.000 nel biennio 2012-2013 negli uomini, da 70 x10.000 a 39 x10.000 nelle donne. Tuttavia, rispetto alla media regionale Manfredonia perde progressivamente il suo vantaggio, passando da -20% a -10% negli uomini, e da -20% a +1,5% nelle donne. Questo andamento è molto evidente per il complesso delle cause cardiovascolari, mentre i tumori maligni sono in generale nella media regionale. Nell'ultimo periodo disponibile per causa di decesso (2006-2011), la mortalità per infarto miocardico è stata più alta della media regionale (uomini: +35%; donne: +54%). I rapporti standardizzati di mortalità (SMR) mostrano tra gli uomini valori in crescita, in particolar modo rispetto al riferimento provinciale, con un eccesso a cominciare dal periodo 2006-2011 (22 decessi/anno e 19 attesi; SMR%: 117,2; IC90% 101,1-135,2; riferimento: provincia di Foggia). Anche tra le donne gli SMR% superano i riferimenti provinciali negli ultimi periodi esaminati (nel 2012-2013: 7 decessi/ anno e 4,2 attesi; SMR%: 116,4; IC90% 97,0-260,7; riferimento: provincia di Foggia). CONCLUSIONI: la mortalità a Manfredonia è diminuita in misura minore rispetto a quella osservata nei riferimenti provinciali e regionali. Il vantaggio che si osservava negli anni Sessanta si è, infatti, ridotto nel tempo, fino ad annullarsi negli ultimi anni. Dal 1970, Manfredonia ha progressivamente perso il vantaggio che aveva. Dagli anni Duemila, la mortalità per infarto del miocardio è in eccesso sulla media regionale e provinciale. Da casi documentati in letteratura si osserva che le popolazioni che sperimentano catastrofi di origine naturale o antropica possono fronteggiare un aumento di patologie cardiovascolari. La mortalità per tumore polmonare mostra un eccesso sulla media regionale, in particolare provinciale, a cominciare dal 2000, coerentemente con i tempi di latenza legati all'esposizione ad arsenico negli anni Settanta."}, {"id": "pubmed23n0501_8331", "title": "[Diagnosis of gastro esophageal reflux disease and reflux esophagitis by using the questionnaire].", "score": 0.009345794392523364, "content": "QUEST can be carried out in a short time and having high susceptibility to the patients with reflux esophagitis. QUEST is also useful as a diagnostic tool for the patients with GERD."}, {"id": "pubmed23n0885_1882", "title": "[Health expenditure for prevention in Italy (2006-2013): descriptive analysis, regional trends and international comparisons].", "score": 0.009259259259259259, "content": "Il dato dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) del 2012, che indicava l'Italia come il Paese con la più bassa spesa in prevenzione sanitaria, ha dato lo spunto per una raccolta sistematica e un'analisi critica dei flussi disponibili sulla spesa per le attività di prevenzione in Italia. Le statistiche correnti di spesa sanitaria sono raccolte centralmente dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) attraverso i modelli di rilevazione dei costi dei livelli essenziali di assistenza (LEA) delle aziende USL. Le tre macroaree dei LEA sono: assistenza distrettuale, assistenza ospedaliera e assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro. Le spese per la prevenzione rientrano in quest'ultima e sono ripartite nelle seguenti voci: attività di prevenzione rivolte alle persone, igiene degli alimenti e della nutrizione, igiene e sanità pubblica, prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro, sanità pubblica veterinaria, attività medico-legale per finalità pubblica. Tra il 2006 e il 2013, ultimo dato disponibile, la spesa per le attività di prevenzione del Servizio sanitario nazionale (SSN) è rimasta costante in rapporto alla spesa sanitaria totale (4,2%), pari a 4,9 miliardi nel 2013. Nel periodo di studio considerato (2006-2013) appaiono in aumento le spese per le attività rivolte alle persone (+8,7%), attribuibili soprattutto a vaccinazioni e screening, e in diminuzione le attività di igiene pubblica (-5,7%) e quelle della sanità pubblica veterinaria (-3,8%). I confronti internazionali indicano una spesa per la prevenzione del 2,9% rispetto alla spesa sanitaria totale, costante negli anni e nella media dei Paesi OCSE. Per la prevenzione, l'Italia spende tanto quanto i Paesi che non possiedono un servizio sanitario pubblico; il dato risulta inferiore del 5% rispetto alla programmazione nazionale, con poche eccezioni e molta variabilità regionale all'interno delle componenti delle voci di spesa. In questo contesto si sottolinea l'importanza di investire maggiori risorse nella pianificazione e nell'implementazione di interventi preventivi di provata efficacia e costo-efficacia."}, {"id": "pubmed23n0306_11321", "title": "[Prevalence of atopy indicators in the adult population of the Zagreb region].", "score": 0.009259259259259259, "content": "In a sample of 583 subjects (303 men and 280 women) intradermal test with 13 inhalatory allergens, total serum IgE (PRIST Phadezym) determination and nonspecific bronchial reactivity measurement by histamin test, were performed. History data on respiratory symptoms was also taken. The following were evaluated: mean urtica diameter D+d/2 > 8 mm (KT+), value of IgE > 125 IU/ml, and bronchial hyperreactivity (BH), separately in symptomatic and asymptomatic subjects. In symptomatic smokers total IgE (G.M. IU/ml) was higher in women than in men (177.70:68.20-p < 0.01), and in asymptomatic smokers it was higher in men than in women (50.71:33.79-p < 0.01). A larger number of allergens discriminated skin reactivity between the symptomatic and asymptomatic women (grass, tree and weed pollen-p < 0.001; house dust-p < 0.05), than between the symptomatic and asymptomatic men (grass pollen-p < 0.001). The level of IgE < 125 and > 125 IU/ml discriminated significantly the prevalence of persons with KT+ in the group of symptomatic men (80%:27%-p < 0.001) but not in the group of symptomatic women (77%:67% N.S.). BH only partially coincides with KT+ and raised IgE (> 125 IU/ml) in symptomatic subjects (men 20%, women 23%) and in asymptomatic subjects only in men (8%)."}, {"id": "pubmed23n0999_17549", "title": "[Bevacizumab e altri farmaci. Attività e sicurezza degli agenti anti-VEGF nel carcinoma ovarico.]", "score": 0.009174311926605505, "content": "Riassunto. L'angiogenesi svolge un ruolo importante sia nei tessuti epiteliali normali sia in quelli maligni. Negli ultimi anni questo fenomeno è stato ampiamente studiato in oncologia sperimentale e clinica perché ci sono evidenze che sia coinvolto nella diffusione e nella diffusione metastatica del carcinoma ovarico. Il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (vascular endothelial growth factor - VEGF) è l'attore principale nel meccanismo di angiogenesi e svolge un ruolo strategico nella proliferazione e migrazione delle cellule neoplastiche, con un impatto significativo sulla sopravvivenza e sull'outcome clinico. Secondo quanto emerge da molti studi sperimentali e clinici, le nostre conoscenze sulla biologia dell'angiogenesi e del VEGF sono aumentate portando allo sviluppo farmacologico di specifici agenti in grado di targeting VEGF. Questo nuovo campo di indagine offre agli scienziati l'opportunità di testare nuove possibilità terapeutiche nei pazienti con carcinoma ovarico con nuovi agenti mirati. Il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF umanizzato, è stato il primo farmaco anti-VEGF scoperto ed è usato oggi per il trattamento di diversi tumori solidi. Negli ultimi anni questo agente è stato ampiamente testato nei pazienti con carcinoma ovarico, mostrando un'attività clinica interessante e un profilo di tossicità tollerabile sia nelle pazienti giovani sia in quelle anziane. Il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel e successivamente utilizzato come agente singolo, è indicato per il trattamento del carcinoma epiteliale dell'ovaio di stadio III o IV, tuba di Falloppio o carcinoma peritoneale primario dopo iniziale resezione chirurgica. Il bevacizumab è anche usato per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico epiteliale ricorrente e resistente al platino, delle tube di Falloppio o dal tumore peritoneale primario che hanno ricevuto non più di 2 regimi precedenti di chemioterapia. Inoltre, il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel o con carboplatino e gemcitabina (e usato come agente singolo), è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma epiteliale dell'ovario sensibile al platino, tuba di Falloppio o tumore peritoneale primario. Le linee guida più accreditate suggeriscono quando bevacizumab deve essere usato nel trattamento del carcinoma ovarico avanzato e ricorrente. Altri agenti anti-VEGF, come gli inibitori della tirosin-chinasi del recettore VEGF (VEGFR), sono stati ampiamente testati nel carcinoma ovarico e molti altri sono in corso di studi al fine di testare la loro attività e sicurezza rispetto a bevacizumab. Gli agenti anti-VEGF e gli inibitori di PARP svolgono oggi un ruolo strategico nel trattamento del cancro ovarico con agenti mirati in associazione con la chemioterapia e la chirurgia in un'ottica multidisciplinare e personalizzata."}, {"id": "pubmed23n0076_9375", "title": "[The assessment of the incidence of food allergy or intolerance in patients with respiratory allergy].", "score": 0.009174311926605505, "content": "In this study we have evaluated the possible relationship between food allergens and hypersensitivity to grass pollens. One hundred-thirty patients with grass pollen pollinosis and symptoms probably related to adverse reaction to foods were selected. Skin prick test for food allergens was positive in 79 patients (60.7%) Statistical analysis using chi-square test showed a high significant relationship between grass pollen and nuts, peanuts, beans and peas (p less than 0.0001). Elimination diet and challenge test allowed us to identify the responsible foods in 61 out 79 patients (77.2%). Twelve patients were affected by food allergy (challenge test, skin prick test and RAST positive and concordant); 49 patients suffered from intolerance. Possible causes of this high relationship are discussed."}, {"id": "wiki20220301en517_19019", "title": "Gaspare Canino", "score": 0.009134038071615582, "content": "Don Gaspare tells: ... io sono nato 28 Maggio 1900, nato a Partinico provincia di Palermo la mia nascita è un romanzo perché mio padre Luigi Canino era in viaggio da Palermo in Alcamo e non-potendo più andare avanti causa di mia Madre dovette fermarsi a Partinico e diede me in luce sù il palcoscenico da mio zio Antonino Canino fratello di mio padre che ne stava con il teatrino a Partinico la cuale io faccio il mestiere 9 mesi prima di nascere poi sono di vera origine di colui che e sperimentato i pupi Siciliani il signor Canino Alberto fu mio nonno che nel 1830 creo i pupi snodabili e più umani... ."}, {"id": "pubmed23n0999_17562", "title": "Emozioni, comportamenti e relazioni: uno studio caso-controllo sul self-cutting in adolescenza.", "score": 0.00909090909090909, "content": "Scopo. Lo scopo del presente studio caso-controllo è di approfondire i correlati psicopatologici e alcuni tratti psicologici come alessitimia e impulsività inerenti al self-cutting. È stato anche approfondito il tema dell'ideazione suicidaria nei soggetti con tale forma di autolesionismo. Metodi. Lo studio caso-controllo ha coinvolto 55 pazienti con self-cutting non suicidario, di età compresa tra i 12 e i 18 anni, e un gruppo di controllo composto da 277 adolescenti di età compresa tra i 13 e i 19 anni. La batteria testale utilizzata è stata composta da YSR 11-18 anni, CBCL 6-18 anni, SCL-90-R, TAS-20, CDI e BIS-11. Risultati. Dalle analisi effettuate sono emerse differenze statisticamente significative tra casi e controlli in relazione alla maggioranza delle scale psicopatologiche considerate. È risultata una differenza significativa tra i due gruppi anche in merito all'ideazione suicidaria. Infine, tra i self-cutter si sono evidenziate differenze significative di alcune variabili psico-relazionali (alessitimia e competenze sociale) in relazione alla frequenza di attuazione dell'atto autolesivo. Conclusioni. Il self-cutting correla con un'ampia varietà di quadri psichiatrici, senza presentare legami specifici con una particolare categoria psicopatologica. Gli elementi di alessitimia, impulsività e difficoltà relazionali degli adolescenti self-cutter dicono di come la programmazione di interventi di prevenzione primaria e secondaria dovrebbero mirare alla psico-educazione all'affettività, all'autocontrollo e ai social skill. Nello specifico, i nostri dati suggeriscono che la focalizzazione dell'intervento, in termini di lavoro sull'emotività piuttosto che sulla socializzazione, dovrebbe tener conto della frequenza degli agiti. Nella gestione clinica di questi pazienti non va esclusa a priori la possibilità di passaggio all'atto suicidario, con relative attenzioni anamnestico-cliniche da avere sia al momento della valutazione diagnostica sia lungo il follow-up della presa in carico."}, {"id": "pubmed23n0315_5579", "title": "[Specific bronchial provocation tests with flour in the diagnosis of occupational bronchial asthma].", "score": 0.00909090909090909, "content": "The gold standard in the diagnosis of occupational asthma is the specific bronchial provocation test (sBPT), but other diagnostic criteria have been proven to have a similar sensitivity, mainly in asthma due to high molecular weight compounds. In order to assess wether some clinical findings can predict the positive response to sBPT, we studied 37 subjects (14 millers and 23 bakers) with suspected occupational asthma who underwent sBPT with wheat flour dust (dust exposure in a small cabin: geometric mean 12.1 mg/m3 for up to 30 min). A positive response to sBPT (FEV1 > 20%) was elicited in 20 subjects (11 early, 4 late, and 5 dual responses). There was no significant difference between subjects with positive or negative sBPT as regards mean age, smoking, length of employment, duration of symptoms, atopy (skin positivity to one or more common allergens) and PD20FEV1 methacholine. The percentage of subjects with work-related symptoms was significantly higher in subjects with positive sBPT with respect to subjects with negative sBPT (81% versus 41.2%, p < 0.01 by chi 2 test); furthermore, FEV1 was significantly lower in subjects with positive sBPT. The percentage of positive skin response to wheat flour extract (mean wheal diameter > or = 3 mm) was mildly but not significantly higher in subjects with positive sBPT (68.4% versus 41.2%). None of the following clinical factors (age < 35 years, asthma symptoms pre-existing occupational exposure, non smokers, atopy and bronchial hyperresponsiveness to methacholine), alone or in combination, were associated with higher prevalence of positive sBPT. We conclude that the response to sBPT in subjects with suspected occupational asthma due to flour dust can not be adequately predicted by other clinical, allergologic and functional data. Therefore, sBPT with flour dust should always be performed in subjects with suspected occupational asthma."}, {"id": "pubmed23n1063_21404", "title": "Everything is going to be all right. Psychopathology in the time of an epidemic in Italy.", "score": 0.009009009009009009, "content": "Scopo del presente lavoro è descrivere alcune reazioni umane e alcuni elementi di psicopatologia durante la pandemia. La pandemia ha messo in luce diversi aspetti dell'animo umano negli operatori sanitari, nei pazienti e nelle altre persone. Vi sono medici, infermieri, operatori che lavorano 24 ore su 24 per curare e assistere i malati, accompagnare chi non ce la fa. Incuranti del rischio di contagio, della fatica, dei propri bisogni hanno un'unica priorità : aiutare, fare il proprio dovere. Molti di loro si sono ammalati, molti sono morti. Tra loro vi è un alto tasso di contagiati, malati, qualcuno muore. Tutti sono stremati. Sono stati chiamati eroi, ma non tutti sono eroi. I nostri pazienti psichiatrici, inizialmente, sono i più adeguati, prudenti, saggi, responsabili. Con poche, semplici parole esprimono tanta consapevolezza e sana umanità. Al contrario, altre persone, quelle che normalmente si sentono \"al di sopra delle cose\", entrano nel panico Questa pandemia ci ha fatto capire (se ancora lo ignoravamo) che la vita è fragile, che tutto ciò che ci circonda e su cui costruiamo le nostre sicurezze è precario e incerto."}, {"id": "pubmed23n0595_11555", "title": "[Oesophagus achalasia: differencial diagnosis of asthma].", "score": 0.009009009009009009, "content": "Megaoesophagus resulting from achalasia is a rare but serious cause of airway obstruction. The exact aetiology remains unclear. Achalasia normally presents as weight loss, dysphasia and regurgitation but frequently considerable oesophageal distension can occur without complain and very rarely cause of achalasia presents with stridor or respiratory distress. The authors presents a 19 -year old young lady who had respiratory symptoms and had been treated as a cause of chronic asthma, was found by us to have oesophagus achalasia. She had complained of cough, dispneia and had a pulmonary function studies that showed a severe airway obstruction. After surgery the symptoms disappeared and she had a marked improvement in the flow-volume curve. Oesophagus achalasia should be considered as one of the differential diagnoses of airway obstruction."}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.008928571428571428, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "pubmed23n0308_20663", "title": "[The usefulness of certain diagnostic tests for diagnosis of bronchial asthma in epidemiologic investigations].", "score": 0.008928571428571428, "content": "The study was carried out to assess accuracy of questionnaire, bronchial inhalation challenge, physical examination and spirography in identifying subjects with bronchial asthma of 582 chemical industry workers, compared with 80 persons with atopic bronchial asthma in epidemiologic screening study. It was found, that based on standards against which tests have been verified, none of them have shown 100% sensitivity and specificity in recognition of asthma in screening group. The best accurate tests in recognition of asthma were bronchial inhalation challenge (sensitivity 47%, specificity 96%) and questionnaire (sensitivity 68%, specificity 88%). Bronchial hyperreactivity showed the highest positive predictive value (82%) in prevision cases of the disease. In conclusions, standard mostly close to bronchial asthma in epidemiologic surveys should contain bronchial hyperreactivity and typical asthmatic symptoms according to the questionnaire."}, {"id": "pubmed23n0885_1894", "title": "[Population health surveillance of the general population living near Turin (Northern Italy) incinerator (SPoTT): methodology of the study].", "score": 0.008849557522123894, "content": "Si intende qui descrivere il sistema di sorveglianza sugli effetti sulla salute (SpoTT) dell'inquinamento ambientale nelle aree circostanti l'inceneritore di Torino. SPoTT ha 3 linee di attività: 1. monitoraggio epidemiologico degli effetti a breve termine attraverso analisi temporali e misura della correlazione tra livelli giornalieri di emissioni dell'impianto e andamento degli eventi individuati dagli archivi dei dimessi (SDO), di pronto soccorso e di mortalità; sono coinvolti coloro che nel 2013-2018 risiedevano nell'area di ricaduta delle emissioni; 2. sorveglianza epidemiologica degli effetti a lungo termine, stimando tassi standardizzati di mortalità e morbosità; a ogni soggetto è attribuito il valore stimato di esposizione cumulato nel tempo caratteristico della residenza anagrafica; le informazioni sulla salute sono reperite dagli archivi SDO, di mortalità e dai certificati di assistenza al parto; sono studiati due decenni pre-post l'avvio dell'impianto: 2003-2012 e 2013-2022; 3. monitoraggio biologico con misurazione pre-post di metalli, PCDD/F, PCB, OH-IPA; sono coinvolti 196 residenti esposti e 196 di controllo di 35-69 anni, campionati a caso dalle anagrafi comunali; sono effettuate misure di funzionalità endocrina e respiratoria, pressione arteriosa, rischio cardiovascolare; l'esposizione cumulativa sarà stimata per ciascuna persona campionata integrando l'indirizzo di residenza, il tempo di permanenza in ciascun indirizzo e i dati ricavati dai modelli di ricaduta; sarà costituita una biobanca per future indagini di laboratorio; sono coinvolti anche 20 allevatori e i lavoratori dell'impianto. Una quarta linea di attività, non descritta in questo articolo, riguarda il monitoraggio della salute dei lavoratori addetti all'impianto. SPoTT è il primo studio in Italia su inceneritori e salute che adotta un disegno di studio longitudinale di adeguata potenza sia per i residenti sia per i lavoratori. I primi risultati sono attesi nel corso del 2016."}, {"id": "pubmed23n1082_27136", "title": "L'évaluation et la prise en charge des allergies alimentaires non induites par les IgE.", "score": 0.008849557522123894, "content": "Le syndrome d'entérocolite induite par les protéines alimentaires et la proctocolite allergique induite par les protéines alimentaires sont les principaux types d'allergies alimentaires non induites par les immunoglobines E. Le syndrome d'entérocolite induit par les protéines alimentaires se manifeste par des vomissements réfractaires tardifs, tandis que la proctocolite allergique induite par les protéines alimentaires se révèle par une hématochézie chez des nourrissons autrement en santé. La prise en charge immédiate du syndrome d'entérocolite induite par les protéines alimentaires inclut la réhydratation, l'ondansétron ou ces deux traitements, mais est inutile pour soigner la proctocolite allergique induite par les protéines alimentaires. À long terme, il faut éviter l'aliment déclencheur pour prendre en charge ces deux affections, dont le pronostic est un fort taux de résolution au bout de quelques années."}, {"id": "pubmed23n0885_1889", "title": "[Evaluation of mercury exposure in populations living near the industrial Augusta Bay (Sicily Region, Southern Italy)].", "score": 0.008771929824561403, "content": "OBIETTIVI: valutare e quantificare l'esposizione umana al mercurio (Hg) ed esplorare i fattori chiave che influenzano la contaminazione nelle popolazioni residenti in prossimità della Rada di Augusta, un'area a elevato rischio ambientale a causa degli effetti degli sversamenti incontrollati di Hg da parte di uno dei più grandi impianti cloro-soda d'Europa. DISEGNO: un campione di residenti nei comuni di Augusta, Priolo e Melilli (Sicilia orientale) è stato selezionato per lo studio di biomonitoraggio umano. Un questionario dettagliato è stato somministrato a ogni partecipante per raccogliere informazioni anagrafiche sulle abitudini di vita e alimentari. I livelli di Hg in sangue e capelli, usati come traccianti di esposizione a metilmercurio, sono stati messi in relazione al consumo di pesce locale. Il contenuto di Hg nelle urine è stato utilizzato per esplorare eventuali esposizioni atmosferiche a Hg inorganico. Una regressione lineare multivariata è stata applicata con l'obiettivo di esplorare i fattori che influenzano l'esposizione umana al Hg. L'approccio tossicocinetico è stato impiegato al fine di calcolare la dose settimanale provvisoria tollerabile ( provisional tolerable weekly intake, PTWI) e di predire le concentrazioni di Hg attese nel sangue degli individui con una dieta alimentare basata esclusivamente su pesce locale. 224 individui residenti nei comuni di Augusta, Melilli e Priolo. RISULTATI: eccessi di Hg sono stati misurati nel sangue e nei capelli del campione considerato. I più alti livelli sono stati rilevati ad Augusta, dove anche il consumo di pesce locale risulta maggiore. I valori di dose settimanale tollerabile provvisoria (PTWI) calcolati eccedono, nella maggior parte dei casi, le raccomandazioni internazionali, specialmente nei residenti ad Augusta. CONCLUSIONI: gli elevati livelli di Hg registrati nei campioni di sangue e capelli derivano, con ogni probabilità, dal consumo di pesce locale. Rispetto ad Augusta, gli individui di Priolo e Melilli subiscono un impatto più limitato. L'esposizione a Hg inorganico può essere considerata trascurabile."}, {"id": "pubmed23n0352_988", "title": "[Gastro-esophageal reflux and asthma].", "score": 0.008771929824561403, "content": "Gastro-oesophageal reflux (GER) is more frequent in asthmatic patients than in the community at large. A causative association between the two diseases is suspected. Twenty-four hour ambulatory intraoesophageal pH monitoring represents the golden standard for the diagnosis of GER. The medical and/or surgical treatment of reflux in asthmatic patients with GER can improve pulmonary symptoms and to a lesser extent pulmonary function. The selection of the patients who will benefit from a GER treatment is difficult. Some symptoms like intrinsic asthma, nocturnal crises, could predict a good response to GER treatment."}, {"id": "pubmed23n0923_20492", "title": "[Perché la legionellosi è una tra le più temibili ICA].", "score": 0.008695652173913044, "content": "La Legionellosi è una polmonite che può presentare un decorso variabile a seconda se i soggetti colpiti risiedono nel loro domicilio, sono ospiti di strutture recettive o sono ospedalizzati. In ambito ospedaliero, che annovera questa patologia tra le più pericolose Infezioni Correlate all'Assistenza (ICA), si registrano decisamente i casi più gravi e assai spesso letali. Gli errori nella Valutazione del Rischio e negli interventi di risanamento contribuiscono alla proliferazione all'interno delle condutture idriche di un temibile microrganismo che può essere eliminato o ridotto solo con un approccio multidisciplinare."}, {"id": "pubmed23n0288_19538", "title": "[Comparison of study results for levels of specific antibodies using the RAST-IgE method and specific bronchial provocation in children with asthma].", "score": 0.008695652173913044, "content": "The aim of the study was to evaluate the diagnostic power of specific-IgE evaluation in diagnosis of allergy to house dust mite (Dermatophagoides pteronyssinus, D.pt.), in relation to specific bronchial challenge. In a group of 99 children with perennial asthma, specific-IgE evaluation and bronchial challenge were performed with D.pt. allergens. The bronchial challenge was positive in 52 cases (53%). RAST results were concordant with bronchial challenge from 61% (for classes > or = 1) to 75% (for specific-IgE level > 9.5 PRU/ml). The sensitivity for RAST class 1 was 88%, but its specificity did not exceed 30% as opposed to 54% and 91%, respectively for class 4. The best overall concordance would be obtained with RAST class 3-4 or a specific IgE level of at least 9.5 PRU/ml but 25% would still be discordant and distributed among false-negatives and false-positives, for whom outside bronchial challenges, a sure diagnosis cannot be guaranteed."}, {"id": "pubmed23n0749_21422", "title": "The clinician's role in the diagnosis of breast disease.", "score": 0.008620689655172414, "content": "Until 20 or 30 years ago, the diagnosis and treatment of breast disease was managed exclusively by the surgeon. This situation has changed to some extent as a result of recent technological advances, and clinicians' contributions to the diagnostic work-up and/or treatment of these cases can begin at any time. If they are the first physician to see the patient after the examination and formulation of a diagnostic hypothesis, they will almost always have to order a panel of imaging/instrumental examinations that is appropriate for the type of lesion suspected, the patient's age, and other factors; if they intervene at the end of the diagnostic work-up, it will be their job to arrive at a conclusion based on all of the data collected. The clinical examination includes various steps - history taking and inspection and palpation of the breasts - each of which is essential and requires the use of appropriate methods and techniques. The diagnostic capacity of the examination will depend largely on the consistency of the breasts, but it is influenced even more strongly by the doctor-patient relationship. Physicians must know their patient well, listen to and understand what she is saying, explain their own findings and verify that the explanations have been understood, and they must be convincing. Clinicians must also be able to assess the results of imaging studies (rather than relying solely on the radiologist's report), and this requires interaction with other specialists. The days are over when a clinician or radiologist or sonographer worked alone, certain that his/her examination method was sufficient in itself: today, teamwork is essential. But this also means that each member of the team must be extremely competent in his/her own sector and be aware of the other team members' limitations and expectations. The clinical examination remains central to the process since it is the basis for selecting appropriate treatment. SOMMARIO: Da quando si conosce la patologia mammaria la diagnosi e la terapia di tale patologia sono state a totale appannaggio del chirurgo, situazione che è proseguita fino a qualche decennio fa. Il recente progresso tecnologico ha modificato, in parte, questa situazione e il clinico può entrare nel percorso diagnostico o terapeutico in qualsiasi momento. Se è il primo coinvolto, dopo l'esame e dopo un'ipotesi diagnostica, dovrà, quasi sempre, orientarsi verso indagini strumentali in relazione al sospetto, all'età della paziente ecc., se è l'ultimo anello deve arrivare a una conclusione mettendo insieme tutte le informazioni. L'esame clinico è composto di varie fasi: anamnesi, ispezione, palpazione, ognuna essenziale. Ogni singola fase va affrontata con metodo e tecnica appropriata. La capacità diagnostica dell'esame clinico è influenzata dalla costituzione della mammella, ma ancor di più è condizionata da uno stretto rapporto tra paziente e medico che deve conoscere molto la paziente che gli sta davanti e che non solo deve \"visitare\", ma capire, spiegare, accertarsi che si abbia capito, convincere. È inoltre indispensabile che il clinico sia in grado di esaminare le indagini strumentali e non limitarsi a leggere i referti, quindi interagire con gli altri specialisti. L'epoca del clinico o del radiologo o dell'ecografista che lavora da solo credendo che il proprio esame sia sufficiente o sganciato da altri contesti è finita da tempo, tutti hanno bisogno di tutti. È però vero che ciascuno deve essere estremamente competente nel suo settore e deve conoscere i limiti e le aspettative di chi collabora in altre specialità, come rimane valida la regola che la clinica resta comunque il momento centrale, non fosse altro perché poi deve affrontare la terapia."}]}}}} {"correct_option": 1, "explanations": {"1": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "2": {"exist": true, "char_ranges": [[0, 85]], "word_ranges": [[0, 13]], "text": "La risposta 2 è falsa (sindrome di Turner: estradiolo basso e gonadotropine elevate),"}, "3": {"exist": true, "char_ranges": [[199, 258]], "word_ranges": [[29, 40]], "text": "i difetti di rifrazione non diano emianopsia (3 e 4 falso)."}, "4": {"exist": true, "char_ranges": [[199, 258]], "word_ranges": [[29, 40]], "text": "i difetti di rifrazione non diano emianopsia (3 e 4 falso)."}, "5": {"exist": true, "char_ranges": [[86, 179]], "word_ranges": [[13, 25]], "text": "i tumori cerebrali che colpiscono l'ipotalamo-ipofisi non danno gonadotropine basse (5 falso)"}}, "full_answer": "La risposta 2 è falsa (sindrome di Turner: estradiolo basso e gonadotropine elevate), i tumori cerebrali che colpiscono l'ipotalamo-ipofisi non danno gonadotropine basse (5 falso) e sembra ovvio che i difetti di rifrazione non diano emianopsia (3 e 4 falso).", "full_answer_no_ref": "La risposta 2 è [HIDDEN] (sindrome di Turner: estradiolo basso e gonadotropine elevate), i tumori cerebrali che colpiscono l'ipotalamo-ipofisi non danno gonadotropine basse ([HIDDEN]) e sembra ovvio che i difetti di rifrazione non diano emianopsia ([HIDDEN]).", "full_question": "Ragazza di 14 anni che consulta per una diminuzione della crescita negli ultimi 2-3 anni, precedentemente normale (fornisce i dati) e che le altre ragazze della sua età hanno un maggiore sviluppo fisico e sessuale. Ultimamente ha avuto mal di testa e problemi visivi che ha notato in classe e durante lo studio. Non ha avuto menarca né polidipsia o poliuria. I genitori sono di altezza normale. Esame: bassa statura a -2,1 deviazioni standard, proporzioni corporee normali, pochi peli pubici e sviluppo mammario. La campimetria mostra un'emianopsia parziale temporale sinistra. Età ossea: ritardo di 2 anni. Gli esami di laboratorio generali sono normali. Le gonadotropine (FSH e LH) e l'estradiolo sono bassi. Quale pensa sia la risposta più appropriata?", "id": 56, "lang": "it", "options": {"1": "La diminuzione della crescita e dello sviluppo sessuale, il ritardo dell'età ossea, la cefalea e i disturbi visivi suggeriscono deficit ormonali e il coinvolgimento del chiasma ottico.", "2": "Essendo una ragazza in età puberale, l'arresto e il ritardo sessuale sono probabilmente dovuti alla sindrome di Turner.", "3": "Non deve avere un tumore ipotalamico per l'assenza di poliuria e polidipsia. Probabilmente ha un ritardo costituzionale e il suo problema visivo è un problema di rifrazione.", "4": "La carenza di ormone della crescita può spiegare il ritardo nello sviluppo e il basso livello di estradiolo. Valutare se ha bisogno di occhiali, a causa di mal di testa e disturbi visivi.", "5": "Potrebbe avere un craniofaringioma, ma sarebbe strano se non avesse manifestato sintomi in precedenza. Inoltre, ciò non giustificherebbe le gonadotropine basse e l'estradiolo basso."}, "question_id_specific": 76, "type": "ENDOCRINOLOGIA", "year": 2011, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "pubmed23n1137_1437", "title": "[Prevalenza di ipotiroidismo nei pazienti sottoposti a emodialisi presso un ospedale generale di Ahvaz.]", "score": 0.014909997831273043, "content": "Riassunto. Obiettivo. Lo scopo di questo studio trasversale è determinare la prevalenza dell'ipotiroidismo tra i pazienti in emodialisi (ED) e i suoi potenziali fattori di rischio. Metodi. Sono stati raccolti dati demografici e di laboratorio [vale a dire, livelli sierici di tireotropina (TSH), anticorpi anti-perossidasi tiroidea (anti-TPO)] di 117 pazienti con MH. I dati sono stati analizzati da SPSS.V 26, quando necessario. Risultati. I pazienti avevano un'età media (DS) di 59,47±15,08 anni e il 66,7% (n=78) era di genere maschile. I livelli medi (DS) di TSH erano 2,56 (4,01) μIU/mL. L'ipotiroidismo subclinico (SCH) è stato definito come un livello di TSH >4,2 μIU/mL e FT4 normale. Quindici pazienti (12,80%) avevano SCH. Non c'era correlazione significativa tra ipotiroidismo ed età, genere e/o malattie sottostanti (p>0,05). Inoltre, tra i 15 pazienti con SCH, 1 paziente (6,7%) ha mostrato un risultato anti-TPO positivo mentre 14 pazienti (93,3%) hanno avuto un risultato anti-TPO negativo. Conclusione. Data la notevole prevalenza dell'ipotiroidismo nei pazienti con ED, lo screening di routine della funzione tiroidea in questa popolazione di pazienti può aiutare a ridurre i tassi di complicanze e mortalità attraverso una diagnosi precoce e un intervento tempestivo."}, {"id": "pubmed23n1130_1118", "title": "[The &quot;redisorganisation&quot; of the Italian Healthcare Service].", "score": 0.009900990099009901, "content": "Non vi è alcun dubbio che, sotto la spinta degli effetti sanitari della pandemia da COVID19 e della approvazione (il 13/7/2021) del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), si è in presenza ancora una volta di un tentativo di riorganizzazione del Servizio sanitario nazionale. Alcuni significativi elementi di questa volontà politica sono stati già indicati negli Editoriali di questa Rivista pubblicati negli ultimi due anni - dalla dichiarazione dello stato di emergenza nazionale per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19 (D.L. 25/3/2020, n. 19) a tutt'oggi. Gli esperti diScienze politiche applicate alla sanità hanno fatto rilevare che le proposte di riorganizzazione - soprattutto tendenti a rafforzare la sanità territoriale (cure primarie e servizi territoriali)2 - risalgono addirittura alla legge istitutiva del Servizio sanitario nazionale e sono state \"rinnovellate\"da numerosi successivi atti legislativi mai completamente realizzati. La motivazione è facile da comprendere perché da tempo è fin troppo noto che non è possibile modificare un sistema, come quello sanitario (ma non solo questo), unicamente attraverso cambiamenti strutturali3. Una riforma per avere successo deve innescare un'interazione virtuosa tra il dispositivo normativo e il sistema sociale di realizzazione, composto dagli esecutori e dai beneficiari della riforma. L'antica metafora botanica della semina può rendere l'idea: anche la migliore semenza non può attecchire su un terreno arido o poco soleggiato e se le radici non trovano nel suolo il necessario alla crescita della pianta."}, {"id": "pubmed23n0104_1885", "title": "[Tests for studying the secretion of growth hormone. Update].", "score": 0.009900990099009901, "content": "Some tests to study the growth hormone secretion have been analysed. According to our own experience and to the present criteria the physiologic tests seem to be more suitable than the pharmacologic ones. In case of discordant results, those obtained in physiologic tests completed with the clinical data and if necessary with biologic probes are conclusive. The availability of GRF will allow the treatment of some cases of dwarfism of hypothalamic origin, that in our opinion are more frequent than those of pituitary origin. Otherwise the gene studies will contribute to the understanding of some cases of genetic dwarfism and make possible an appropriate genetic counseling."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.00980392156862745, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0025_10293", "title": "[Effect of the degree of short stature on the type of response to tests of pituitary growth hormone reserve].", "score": 0.00980392156862745, "content": "Two HGH (insulin and L-Dopa) stimulating tests were performed at time interval on 65 subjects with short stature (SDs between -2 and -4.5 according to Tanner) and on 18 control subjects, in order to study the influence of short stature degree on the HGH behaviour during the stimulating tests. The results obtained show that: 1. Statistically the short stature degree does not affect the response to HGH stimulating tests. 2. Two tests are necessary to avoid erroneous diagnosis of dwarfism caused by lack of HGH. 3. No response to HGH stimulating tests in subjects with normal stature may prove a discrepancy between the hormone measured radioimmunologically and its biological action."}, {"id": "pubmed23n0999_17549", "title": "[Bevacizumab e altri farmaci. Attività e sicurezza degli agenti anti-VEGF nel carcinoma ovarico.]", "score": 0.009708737864077669, "content": "Riassunto. L'angiogenesi svolge un ruolo importante sia nei tessuti epiteliali normali sia in quelli maligni. Negli ultimi anni questo fenomeno è stato ampiamente studiato in oncologia sperimentale e clinica perché ci sono evidenze che sia coinvolto nella diffusione e nella diffusione metastatica del carcinoma ovarico. Il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (vascular endothelial growth factor - VEGF) è l'attore principale nel meccanismo di angiogenesi e svolge un ruolo strategico nella proliferazione e migrazione delle cellule neoplastiche, con un impatto significativo sulla sopravvivenza e sull'outcome clinico. Secondo quanto emerge da molti studi sperimentali e clinici, le nostre conoscenze sulla biologia dell'angiogenesi e del VEGF sono aumentate portando allo sviluppo farmacologico di specifici agenti in grado di targeting VEGF. Questo nuovo campo di indagine offre agli scienziati l'opportunità di testare nuove possibilità terapeutiche nei pazienti con carcinoma ovarico con nuovi agenti mirati. Il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF umanizzato, è stato il primo farmaco anti-VEGF scoperto ed è usato oggi per il trattamento di diversi tumori solidi. Negli ultimi anni questo agente è stato ampiamente testato nei pazienti con carcinoma ovarico, mostrando un'attività clinica interessante e un profilo di tossicità tollerabile sia nelle pazienti giovani sia in quelle anziane. Il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel e successivamente utilizzato come agente singolo, è indicato per il trattamento del carcinoma epiteliale dell'ovaio di stadio III o IV, tuba di Falloppio o carcinoma peritoneale primario dopo iniziale resezione chirurgica. Il bevacizumab è anche usato per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico epiteliale ricorrente e resistente al platino, delle tube di Falloppio o dal tumore peritoneale primario che hanno ricevuto non più di 2 regimi precedenti di chemioterapia. Inoltre, il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel o con carboplatino e gemcitabina (e usato come agente singolo), è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma epiteliale dell'ovario sensibile al platino, tuba di Falloppio o tumore peritoneale primario. Le linee guida più accreditate suggeriscono quando bevacizumab deve essere usato nel trattamento del carcinoma ovarico avanzato e ricorrente. Altri agenti anti-VEGF, come gli inibitori della tirosin-chinasi del recettore VEGF (VEGFR), sono stati ampiamente testati nel carcinoma ovarico e molti altri sono in corso di studi al fine di testare la loro attività e sicurezza rispetto a bevacizumab. Gli agenti anti-VEGF e gli inibitori di PARP svolgono oggi un ruolo strategico nel trattamento del cancro ovarico con agenti mirati in associazione con la chemioterapia e la chirurgia in un'ottica multidisciplinare e personalizzata."}, {"id": "pubmed23n0256_2894", "title": "[IGFBP3 in the assessment of growth hormone defects].", "score": 0.009708737864077669, "content": "Evaluation of growth hormone dependent IGFBP3, stable in time and with no circadian variations is a useful parameter for diagnosing growth hormone deficit. The IGFBP3 was evaluated using sera, collected and kept at -20 degrees C, from subjects classified according to auxologic characters and response sup. or inf. to 8 ng/ml GH after two stimulation tests and median nocturnal GH sup. or inf. to 3 ng/ml. Two groups were studied: 1) Small stature GHD (growth hormone deficiency): 14 cases; 2) Constitutional small stature (RCC,BSF): 12 cases. A third group composed of 8 normal height, weight and disease-free children formed the control group. The IGFBP3 values were below the 5th percentile in 86% of GHD cases, between the 5th and 95th percentile in 66.6% of constitutionally short stature children and in all normal controls was about the 50th percentile. The IGFBP3 also shows a statistically significant correlation between median nocturnal GH, both in deficient and constitutionally short stature groups (p < 0.01)."}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.009615384615384616, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "pubmed23n0354_2148", "title": "[Usefulness of the measurement of insulin-like growth factor (IGF-I) and IGF-1 binding protein-3 (IGFBP-3) for the diagnosis of growth hormone (GH) deficiency in children].", "score": 0.009615384615384616, "content": "The diagnosis of GH deficiency (GHD) is based upon the results of GH stimulation tests, which have several drawbacks. To evaluate the usefulness of IGF-1 and IGFBP-3 for the diagnosis of GHD in prepuberal children. We measured IGF-I and IGFBP-3 in three group of subjects: I. GHD (n: 24), height < -2SD for age (Z score, average +/- SD: -4.2 +/- 1.2), growth velocity < p10 (3.4 +/- 1.0 cm/year) and peak GH level on two GH stimulation tests < 7 ng/ml (1.2 +/- 0.6 ng/ml); II. Short non-GHD (NGHD, n: 32), height of -2.7 +/- 0.9 SD for age, growth velocity < p 25 (3.9 +/- 1.2 cm/year), and peak GH level on two GH stimulation tests > 7 ng/ml (15.3 +/- 6.9 ng/ml), y III. Normal school children (n: 35) with normal heights (-0.17 +/- 0.12 SD) were studied as controls. IGF-1 and IGFBP-3 were significantly lower in GHD than in NGHD and controls (p < 0.001), and in NGHD than in C (p < 0.001). We defined the normal range of both proteins as +/- 2 SD of the mean of the control group. Using this criteria, IGF-I was low in 21/24 GHD, and in 12/32 NGHD. IGFBP-3 was low in 22/24 GHD, and in 6/32 NGHD. Only 1 GHD patient had both exams in the normal range, suggesting that he is probably NGHD. 4/32 of the NGHD and both exams below normal range, suggesting that they are probably GHD. IGF-1 and IGFBP-3 are important tools for the diagnosis of GHD."}, {"id": "pubmed23n0885_1883", "title": "[Ecological study on the mortality of residents in Manfredonia (Apulia Region, Southern Italy) from 1970 to 2013].", "score": 0.009523809523809525, "content": "OBIETTIVI: valutare lo stato di salute della popolazione residente nel comune di Manfredonia dal 1970 al 2013. DISEGNO: analisi descrittiva dell'andamento temporale della mortalità generale, per gruppi di cause, dal 1970 al 2013. SETTING E PARTECIPANTI: i dati di mortalità e le popolazioni residenti sono di fonte Istat. Sono state esaminate 55 cause di decesso. Le analisi sono disaggregate per sesso e periodo. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: sono stati elaborati i rapporti standardizzati di mortalità (SMR%), con i rispettivi intervalli di confidenza al 90% (IC90%), e i tassi di mortalità standardizzati col metodo diretto (TSD ). RISULTATI: lo stato di salute misurato dal tasso di mortalità per tutte le cause migliora nel tempo: i TSD passano da 92 x10.000 negli anni 1970-1974 a 52 x10.000 nel biennio 2012-2013 negli uomini, da 70 x10.000 a 39 x10.000 nelle donne. Tuttavia, rispetto alla media regionale Manfredonia perde progressivamente il suo vantaggio, passando da -20% a -10% negli uomini, e da -20% a +1,5% nelle donne. Questo andamento è molto evidente per il complesso delle cause cardiovascolari, mentre i tumori maligni sono in generale nella media regionale. Nell'ultimo periodo disponibile per causa di decesso (2006-2011), la mortalità per infarto miocardico è stata più alta della media regionale (uomini: +35%; donne: +54%). I rapporti standardizzati di mortalità (SMR) mostrano tra gli uomini valori in crescita, in particolar modo rispetto al riferimento provinciale, con un eccesso a cominciare dal periodo 2006-2011 (22 decessi/anno e 19 attesi; SMR%: 117,2; IC90% 101,1-135,2; riferimento: provincia di Foggia). Anche tra le donne gli SMR% superano i riferimenti provinciali negli ultimi periodi esaminati (nel 2012-2013: 7 decessi/ anno e 4,2 attesi; SMR%: 116,4; IC90% 97,0-260,7; riferimento: provincia di Foggia). CONCLUSIONI: la mortalità a Manfredonia è diminuita in misura minore rispetto a quella osservata nei riferimenti provinciali e regionali. Il vantaggio che si osservava negli anni Sessanta si è, infatti, ridotto nel tempo, fino ad annullarsi negli ultimi anni. Dal 1970, Manfredonia ha progressivamente perso il vantaggio che aveva. Dagli anni Duemila, la mortalità per infarto del miocardio è in eccesso sulla media regionale e provinciale. Da casi documentati in letteratura si osserva che le popolazioni che sperimentano catastrofi di origine naturale o antropica possono fronteggiare un aumento di patologie cardiovascolari. La mortalità per tumore polmonare mostra un eccesso sulla media regionale, in particolare provinciale, a cominciare dal 2000, coerentemente con i tempi di latenza legati all'esposizione ad arsenico negli anni Settanta."}, {"id": "pubmed23n0395_11630", "title": "[Growth pituitary adenomas: evaluation of 20 patients].", "score": 0.009523809523809525, "content": "The growth hormone secreting pituitary adenomas can be mono, bi or pluri-hormonals. The most frequent association of GH is with the sub unit alpha or with the prolactin. This type of adenoma comes with the classic alterations of acromegaly, but when they produce more than one hormone, visual symptoms can be present. The adenoma producing just GH hormone is generally microadenoma and the other two groups tend to be macroadenoma. We analyze 20 cases of these adenomas and we have found quite satisfactory surgical result for the mono-hormonal type group. Radiotherapy should be considered in cases of partial resection."}, {"id": "pubmed23n0966_6419", "title": "I nuovi \"casi difficili\" in psichiatria.", "score": 0.009433962264150943, "content": "In psichiatria, come nelle altre discipline mediche, esistono casi che sono \"difficili\" per le loro caratteristiche cliniche. Recentemente, sembra tuttavia emergere un nuovo tipo di casi che risultano \"difficili\" per ragioni non tanto psicopatologiche quanto piuttosto gestionali, di responsabilità e sicurezza. Alcuni di questi casi caratterizzano in particolare la psichiatria italiana, e coinvolgono soprattutto i clinici delle strutture pubbliche. In varie situazioni, essi implicano comportamenti autolesivi ed eterolesivi non prevedibili né prevenibili nonostante l'impegno degli operatori, un problema ancora scarsamente riconosciuto per le responsabilità stesse. La riforma sanitaria del 1978 ha posto l'Italia in una posizione di avanguardia nel mondo riguardo al sistema dell'assistenza territoriale in salute mentale, che ha compiuto negli ultimi quarant'anni grandi passi avanti rispetto al precedente assetto. Ultimamente si sono tuttavia verificati cambiamenti sociali, epidemiologici, psicopatologici e dei bisogni che hanno creato nuovi problemi e difficoltà all'assistenza psichiatrica. Tra questi cambiamenti figurano la crescente complessità delle grandi aree metropolitane; il fenomeno immigratorio; la massiccia crescita nell'utilizzo di sostanze; le modificazioni del profilo di responsabilità del medico; l'introduzione di complesse normative sulla sicurezza, il trattamento dei dati, il consenso alle cure e la competenza a decidere della persona con disturbi mentali. Come conseguenza, gli operatori si trovano oggi ad affrontare nuove difficoltà di tipo organizzativo e gestionale, e questioni problematiche relative alla sicurezza sia del paziente sia del sanitario, con un crescente profilo di responsabilità etica, deontologica e medico legale del sanitario stesso. Auspichiamo che le riflessioni qui proposte possano stimolare un dibattito costruttivo per migliorare le condizioni di lavoro degli operatori impegnati quotidianamente nel migliorare gli esiti clinici dei propri pazienti."}, {"id": "pubmed23n0263_11424", "title": "[Treatment of the non-functioning hypophyseal adenoma].", "score": 0.009433962264150943, "content": "Non-functioning pituitary adenoma is a lesion usually large enough to produce loss of vision and often loss of libido. Transsphenoidal microsurgery is the treatment of choice of these patients. Postoperative radiation therapy should be performed in patients with significant residual pituitary adenoma. Some studies have recently reported that somatostatin analogue may be useful as adjuvant medical therapy, at least in order to improve visual field defects."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009345794392523364, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0301_16097", "title": "[Utility of magnetic resonance in the etiologic diagnosis of hypopituitarism].", "score": 0.009345794392523364, "content": "The diagnosis of hypothalamic-pituitary disorders relies on a combination of clinical and biochemical data and imaging techniques. During the last decade, computed tomography (CT) has been the best technique for the evaluation of the hypothalamuspituitary region, but in recent years magnetic resonance (MR) has improved the diagnostic efficiency of CT. We retrospectively review the clinical records of 40 hypopituitary patients from the endocrinology unit of our hospital. The aim of the present study was to establish the role of MR in the etiologic diagnosis and anatomic definition of hypopituitarism, when compared with CT. Secondarily, we studied the different pituitary hormones in this condition. The diagnoses were: 12 postsurgical hypopituitarism, 10 empty sella turcica, 7 Sheehan's syndrome, 5 idiopathic hypopituitarism, 3 pituitary disgenesis, 2 craniopharyngioma and 1 macroprolactinoma. GH was the most commonly affected hormone, followed by gonadotrophins, corticotrophin and thyrotrophin (100%, 94%, 76% and 68% respectively). In 24 patients both MR and CT studies were performed. MR was diagnostic in 22 patients, and CT in 15 patients (p < 0.05). MR offered improved diagnostic or anatomical data in 16 patients of the 24 in whom both techniques were performed (p < 0.05). We conclude that MR allows a better definition of the hypothalamus-pituitary region than CT, contributing to the etiologic diagnosis and improving the anatomical findings. Empty sella turcica should be considered a common cause of hypopituitarism."}, {"id": "pubmed23n1029_21329", "title": "Principi di farmacodinamica e farmacocinetica nello switch tra antipsicotici: focus su cariprazina.", "score": 0.009259259259259259, "content": "Cariprazina {RGH-188; trans-N- [4- [2- [4- (2,3-diclorofenil) piperazin-1-il] etil] cicloesil] -N_, N_-dimetilurea cloridrato} è un antipsicotico atipico di nuova generazione, con un originale profilo farmacodinamico e farmacocinetico. Cariprazina ha due metaboliti attivi, uno dei quali ha un'emivita di 1-3 settimane, che è la più lunga di qualsiasi antipsicotico atipico, con emivita effettiva funzionale totale (cariprazina più due metaboliti) di 7 giorni. Il farmaco mostra un'affinità che è circa 10 volte più alta per i recettori D3 che per D2 (rispettivamente pKi 10,07 e 9,31). L'affinità per D3 è superiore all'affinità della stessa dopamina. Cariprazina mostra inoltre un'elevata affinità per i recettori 5-HT2B (pKi 9,24), con antagonismo puro. Cariprazina è un agonista parziale e ha un'affinità significativa, ma inferiore all'affinità per D3, sui recettori 5-HT1A (pKi 8,59). Agendo su D3 e 5-HT1, cariprazina migliora i sintomi negativi, l'anedonia e i deficit cognitivi. L'affinità per i recettori 5-HT2A (pKi 7,73), H1 (pKi 7,63) e 5-HT2C (pKi 6,87) è inferiore, così come minori sono le affinità per i recettori adrenergici, istaminergici e colinergici, recettori che sono spesso responsabili di effetti collaterali. Grazie al profilo di tollerabilità (sicurezza cardiovascolare, bassa probabilità di dare sedazione e iperprolattinemia, basso rischio metabolico), insieme alla sua peculiare efficacia sui sintomi negativi e alla sua lunga emivita, che spesso migliora la scarsa aderenza, cariprazina è un candidato valido per il passaggio da un antipsicotico inefficace (o parzialmente efficace, con particolare riferimento ai sintomi negativi), poco tollerato, o assunto con una scarsa aderenza. Questo articolo esamina le caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche di cariprazina e discute le loro implicazioni in termini di identificazione dei pazienti che possano beneficiare di un passaggio a cariprazina, e della migliore strategia per completare lo switch con successo."}, {"id": "pubmed23n0274_14038", "title": "[Role of magnetic resonance imaging in non-neoplastic hypothalamo-hypophyseal pathology].", "score": 0.009259259259259259, "content": "This study was designed to evaluate the diagnostic, therapeutic, and pathogenetic data provided by magnetic resonance imaging (MRI) in nonneoplastic hypothalamo-pituitary disorders. After determination of age-specific pituitary heights, 46 children with idiopathic growth hormone deficiency (GH peak < 8 ng/ml) were studied. Twenty-nine patients (group I) had pituitary stalk interruption syndrome and 17 (group II) had no anatomic abnormalities. Age-specific pituitary height was decreased by more than 2 SDs in all group I patients versus only 60% (10/17) of group II patients. The GH deficiency was transient in 4 of the 7 children with normal pituitary findings. Forty-seven girls with breast development before eight years of age were also studied: age-specific pituitary height was normal in all girls with premature thelarche and 68% of girls with mild form of central precocious puberty (CPP). Conversely, in 70% of girls with evolutive CPP, age-specific pituitary height was increased by more than 2 SDs. These data show that MRI is useful for the diagnosis of pituitary insufficiency and that multiple anterior pituitary deficiencies can be expected in patients with anatomic abnormalities. MRI is of diagnostic and prognostic usefulness in CPP and, therefore, is of assistance in making therapeutic decisions."}, {"id": "pubmed23n0885_1882", "title": "[Health expenditure for prevention in Italy (2006-2013): descriptive analysis, regional trends and international comparisons].", "score": 0.009174311926605505, "content": "Il dato dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) del 2012, che indicava l'Italia come il Paese con la più bassa spesa in prevenzione sanitaria, ha dato lo spunto per una raccolta sistematica e un'analisi critica dei flussi disponibili sulla spesa per le attività di prevenzione in Italia. Le statistiche correnti di spesa sanitaria sono raccolte centralmente dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) attraverso i modelli di rilevazione dei costi dei livelli essenziali di assistenza (LEA) delle aziende USL. Le tre macroaree dei LEA sono: assistenza distrettuale, assistenza ospedaliera e assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro. Le spese per la prevenzione rientrano in quest'ultima e sono ripartite nelle seguenti voci: attività di prevenzione rivolte alle persone, igiene degli alimenti e della nutrizione, igiene e sanità pubblica, prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro, sanità pubblica veterinaria, attività medico-legale per finalità pubblica. Tra il 2006 e il 2013, ultimo dato disponibile, la spesa per le attività di prevenzione del Servizio sanitario nazionale (SSN) è rimasta costante in rapporto alla spesa sanitaria totale (4,2%), pari a 4,9 miliardi nel 2013. Nel periodo di studio considerato (2006-2013) appaiono in aumento le spese per le attività rivolte alle persone (+8,7%), attribuibili soprattutto a vaccinazioni e screening, e in diminuzione le attività di igiene pubblica (-5,7%) e quelle della sanità pubblica veterinaria (-3,8%). I confronti internazionali indicano una spesa per la prevenzione del 2,9% rispetto alla spesa sanitaria totale, costante negli anni e nella media dei Paesi OCSE. Per la prevenzione, l'Italia spende tanto quanto i Paesi che non possiedono un servizio sanitario pubblico; il dato risulta inferiore del 5% rispetto alla programmazione nazionale, con poche eccezioni e molta variabilità regionale all'interno delle componenti delle voci di spesa. In questo contesto si sottolinea l'importanza di investire maggiori risorse nella pianificazione e nell'implementazione di interventi preventivi di provata efficacia e costo-efficacia."}, {"id": "pubmed23n0060_13199", "title": "[Functional significance of the serum/saliva testosterone ratio in various diseases].", "score": 0.009174311926605505, "content": "Serum/salivary testosterone ratio (ST/SlvT) expresses the relationship in absolute values between bound and unbound testosterone. This ST/SlvT ratio in supposedly healthy men (n = 25) and women (n = 72) and in patients with several disorders, prostatic carcinoma (n = 19), varicocele (n = 9) and hirsute women (n = 16), has been studied. Both serum and salivary testosterone were measured by an RIA method. ST/SlvT ratio values found in healthy men (78.4 +/- 30.9) did not differ significantly from values found in the varicocele group (111.1 +/- 49.3), but a significant difference (p less than 0.001) from those found in men with prostatic carcinoma (12.3 +/- 7.2) was observed. When the ST/SlvT ratio values obtained in healthy women (18.1 +/- 7.3) were compared with those obtained in hirsute women (1.56 +/- 5.7) no significant differences were observed. The results obtained may indicate the dissociation among the hormone transport, testosterone metabolic clearance and hormone secretion by the salivary glands."}, {"id": "pubmed23n0999_17562", "title": "Emozioni, comportamenti e relazioni: uno studio caso-controllo sul self-cutting in adolescenza.", "score": 0.00909090909090909, "content": "Scopo. Lo scopo del presente studio caso-controllo è di approfondire i correlati psicopatologici e alcuni tratti psicologici come alessitimia e impulsività inerenti al self-cutting. È stato anche approfondito il tema dell'ideazione suicidaria nei soggetti con tale forma di autolesionismo. Metodi. Lo studio caso-controllo ha coinvolto 55 pazienti con self-cutting non suicidario, di età compresa tra i 12 e i 18 anni, e un gruppo di controllo composto da 277 adolescenti di età compresa tra i 13 e i 19 anni. La batteria testale utilizzata è stata composta da YSR 11-18 anni, CBCL 6-18 anni, SCL-90-R, TAS-20, CDI e BIS-11. Risultati. Dalle analisi effettuate sono emerse differenze statisticamente significative tra casi e controlli in relazione alla maggioranza delle scale psicopatologiche considerate. È risultata una differenza significativa tra i due gruppi anche in merito all'ideazione suicidaria. Infine, tra i self-cutter si sono evidenziate differenze significative di alcune variabili psico-relazionali (alessitimia e competenze sociale) in relazione alla frequenza di attuazione dell'atto autolesivo. Conclusioni. Il self-cutting correla con un'ampia varietà di quadri psichiatrici, senza presentare legami specifici con una particolare categoria psicopatologica. Gli elementi di alessitimia, impulsività e difficoltà relazionali degli adolescenti self-cutter dicono di come la programmazione di interventi di prevenzione primaria e secondaria dovrebbero mirare alla psico-educazione all'affettività, all'autocontrollo e ai social skill. Nello specifico, i nostri dati suggeriscono che la focalizzazione dell'intervento, in termini di lavoro sull'emotività piuttosto che sulla socializzazione, dovrebbe tener conto della frequenza degli agiti. Nella gestione clinica di questi pazienti non va esclusa a priori la possibilità di passaggio all'atto suicidario, con relative attenzioni anamnestico-cliniche da avere sia al momento della valutazione diagnostica sia lungo il follow-up della presa in carico."}, {"id": "pubmed23n0057_19760", "title": "[Circulating prostatic-specific antigen in benign hypertrophy and localized prostate cancer: can PSA be considered a screening examination for localized cancer?].", "score": 0.00909090909090909, "content": "Prostate-specific antigen (PSA) is increasingly used in the diagnosis of prostatic pathology. Its usefulness in the early diagnosis of prostatic cancer is controversial. The aim of the study is to evaluate the sensitivity and specificity of PSA in a population with prostate diseases. Moreover, we wanted to know if the measure of the prostate volume may increase the sensitivity of the test. In benign prostatic hypertrophy (88 patients), a good correlation exists between circulating PSA and the prostatic volume or the volume of the adenoma. This correlation disappears in the presence of an adenocarcinoma at the profit of the tumor volume (46 patients). Used as a means of screening for cancer, the serum level of PSA with a threshold value of 2.5 ng/ml has a sensitivity of 91% and a specificity of 32%. The sensitivity is 50% and the specificity is 85% at a level of 15 ng/ml. Taken alone, the level of PSA is inadequate for diagnosis: If the lower level is chosen (2.5 ng/ml), the majority of benign prostatic hypertrophies will be the object of a biopsy. If the higher level is chosen (15-23 ng/ml), 50% of localized cancers of the prostate will escape detection. Nevertheless, a level of PSA < 15 ng/ml is an argument for a strong suspicion in favor of an adenocarcinoma of the prostate. The capacity of BPH to \"secrete\" serum PSA is five times greater than that of the normal peripheral prostate, and the capacity of cancer is 20 times greater than that of an adenoma. The individual variability of serum PSA per cubic centimeter of prostatic tissue is too great to allow a precise interpretation as a function of volume."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.009009009009009009, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0726_16388", "title": "[Relationship between PTH and PSA values in patients with pathological finding of benign prostatic hyperplasia].", "score": 0.009009009009009009, "content": "The functional relationship between parathyroid glands and prostatic gland is commonly very well known. The aim of our study was to investigate the relationship between serum levels of PTH and serum levels of PSA in patients with pathological finding of BPH. According to 261 transrectal ultrasound-guided prostatic biopsies performed from March 2009 to March 2010, 75 patients, responding to our inclusion criteria, were selected. 26 patients (34.6%) ended the study. All patients with high serum levels of PSA (>4 ng/mL), with histological diagnosis of benign prostatic hyperplasia, underwent the assay of serum levels of PTH. We observed high levels of PTH (> 66 pg/mL) in 9 patients (35.2%)."}, {"id": "pubmed23n1059_7363", "title": "Contributi scientifici in memoria di Antonio Fusco.", "score": 0.008928571428571428, "content": "Come si leggerà nell'Introduzione della sezione propriamente scientifica del Volume, il presente testo nasce dalla volontà e, soprattutto, dall'esigenza culturale di omaggiare il fu Prof. Antonio Fusco. Un debito scientifico ed umano che trova il suo locus naturale in questa prima parte del testo stesso, cui farà poi seguito la parte propriamente scientifica. In siffatta parentesi dovuta per le ragioni appena menzionate, il lettore, l'amico o l'allievo dell'opera del Prof. Fusco potranno trovare un suo sintetico Curriculum Vitae, correlato da una specifica ed accurata prosa, svolta dal già Magnifico Rettore Carlo Cipolli; il quale, oltre che evidenziare, ricordando, i meriti del collega oramai scomparso, aggiunge alsuo scritto un elemento che sarebbe imprescindibile a non trasformare lo stesso in una mera sequenza di parole: l'amicizia e l'affetto per un amico che, oramai, non c'è più. A fine lettura, evidente risuonerà il fatto che la vita di ognuno, se mossa dalla passione per ciò per cui si è predisposti cognitivamente e psicologicamente, può essere ricca di riconoscimenti, riconoscenze e soddisfazioni che, lungi dal divenire un cuscino di allori su cui adagiarsi, per una mente creativa come quella del Prof. Fusco hanno funto solo da motivazioni ad agire instancabilmente guardando sempre al futuro. Il lavoro di una vita che, materialmente, è sancito da un supporto poco più di cm 25x15: una targa. Una materialità evidente che, con grande commozione e riconoscenza, è stata affissa il 25 ottobre 2019 sull'aula fronte l'Aula Magna del Campus \"La Folcara\", a testimonianza che quello spirito creativo in continua evoluzione non si ferma; non si arresta neppure con la fine biologica di chi lo ha \"posseduto\". Rimangono le opere ed il pensiero del Prof. Fusco e restano gli affetti. A tal proposito, il lettore troverà una breve e sentita sezione su Testimonianze; coloro i quali hanno avuto modo, nell'arco della vita accademica ed umana, personale, di Fusco di conoscerlo. Ecco, allora, che i ricordi saranno i veri protagonisti di questa parentesi. Dopo di ciò, prima dei contributi prettamente scientifici dei lavori, tenutisi in occasione del Convegno Internazionale Psicologia, Arte, Letteratura. Antiche e Nuove Tendenze, seguiranno i saluti delle autorità che in quei due giorni si sono succedute a rappresentare non solo l'istituzione affiliata, ma anche la relazione di stima e di affetto che le legava al compianto Professore. Si passerà, infine, al volume tradizionalmente inteso."}, {"id": "pubmed23n0540_9976", "title": "[Idiopathic short stature: definition and treatment].", "score": 0.008928571428571428, "content": "Short stature is the leading cause of consultation in Pediatric Endocrinology. Decreased growth velocity and abnormally short height are characteristic of several different nosologic entities. Some are well characterized, while others correspond to what is known as idiopathic short stature (ISS). ISS includes children who grow less than 2 SD of the mean height values corresponding to their peers of similar age and the same sex, in whom the known causes of short stature have been ruled out. The diagnosis of ISS does not include children who only present a constitutional delay in growth and development. Several clinical trials have demonstrated the efficacy of growth hormone (rhGH) treatment in achieving catch-up growth in these children. Therefore, ISS should be kept in mind in the diagnosis of patients with short stature and abnormal growth patterns, who may benefit from rhGH treatment."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.008849557522123894, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n0014_6635", "title": "[Endocrine sequela of radiation treatment of extracranial head and neck tumors].", "score": 0.008849557522123894, "content": "A study of the thyroid and hypothalamo-pituitary functions was undertaken in 14 children having been irradiated for tumors of the neck and head. The following anomalies were found: S.T.H. deficiency: 8 cases, A.C.T.H. deficiency: 2 cases, T.S.H. deficiency: 4 cases, primary thyroid insufficiency: 4 cases. Growth was severely impaired since the height of 10 out of 14 patients was less than or equal to 2 S.D. These results emphasize the frequency of endocrine lesions related to radiotherapy, as the lesions were essentially extracranial. They also show a repercussion on growth, which worsen the long-term prognosis of these diseases."}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.008771929824561403, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n0619_10005", "title": "[Acromegaly. Report of 84 cases].", "score": 0.008771929824561403, "content": "acromegaly is a rare disease, it is characterized by elevation of the levels of growth hormone and Insulin-like growth factor 1 (IGF-1). The definitive treatment of this disease is surgical. to know the importance of this clinical disease and to exhort to the medical community for opportune delivery to specialist, to prove diagnosis and to treat with opportunity in order to avoid complications. the clinical files of the patients received at Endocrinology Service from 1995 to 2005 were reviewed. The data of serum growth hormone levels after a 75 g oral glucose tolerance test, tumor size, criteria for cure, co-morbidities, affectation of hormonal axes and visual field defects of operated patients and not operated patients, were collected. 84 patients were studied, 35 men and 49 women, with an average of 42 years of aged agreement to the Classification of Hardy Vezina, was greater number of cases in degree 2 (macro adenoma with local expansion of the chair). 35 patients with microadenomas: and 25 with macroadenomas were operated. The most frequent co-morbidities were the alteration in the metabolism of carbohydrates and hypertension, and a frequent hormonal affectation was hypothyroidism; the rate of biochemical cure was 7 %. Discordant results with levels of growth hormone high and normal levels of IGF-1 were in 10 %. the present study confirms that the acromegaly is diagnosed late and it had been associated with co-morbidities and bigger tumor size, that they have influence on the surgical treatment results, since the rate of success were low (7 %)."}, {"id": "pubmed23n0885_1890", "title": "[Mortality from respiratory diseases in the provinces of Apulia Region (Southern Italy) from 1933 to 2010].", "score": 0.008695652173913044, "content": "OBIETTIVI: valutare l'andamento temporale della mortalità per patologie respiratorie nelle province pugliesi utilizzando dati omogenei per fonte e metodologia di calcolo. DISEGNO: analisi ecologica storica degli andamenti temporali di mortalità per tumori e patologie dell'apparato respiratorio nelle province pugliesi, in Puglia e nelle ripartizioni geografiche italiane dal 1933 al 2010. SETTING E PARTECIPANTI: i dati di mortalità e le popolazioni residenti sono di fonte Istat. Sono state esaminate tutte le cause di decesso, il tumore della laringe, il tumore del polmone, l'insieme dei tumori respiratori, la bronchite, la polmonite e la broncopolmonite considerate congiuntamente, e l'insieme delle patologie respiratorie. Le analisi sono disaggregate per sesso dal 1969. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: rapporti standardizzati di mortalità (SMR%) in riferimento all'Italia, con intervalli di confidenza al 95%, e tassi di mortalità standardizzati col metodo diretto (TSD ) in riferimento alla popolazione standard europea. RISULTATI: dal 1933 al 2010, i TSD per tumori respiratori e per bronchiti diminuiscono in tutte le aree analizzate. Tuttavia, nelle province di Taranto, Brindisi e Lecce, l'SMR% per tumori respiratori, inferiore al riferimento nazionale fino agli anni Sessanta, si allinea (a Brindisi) e supera (a Lecce e Taranto) il riferimento negli anni successivi. Nelle province di Foggia e Bari il numero dei decessi per tumore del polmone è costantemente inferiore all'atteso. CONCLUSIONI: la ricostruzione storica e l'analisi dei trend temporali di mortalità dal 1933 al 2010 mostrano alcune criticità sanitarie in periodi specifici. L'elaborazione dei dati di mortalità per un arco temporale di circa 80 anni ha messo in evidenza la maggiore rilevanza di queste criticità con l'avvio dello sviluppo industriale."}, {"id": "pubmed23n0238_12395", "title": "[Empty sella syndrome: a cause of GH deficiency?].", "score": 0.008695652173913044, "content": "A deficiency of growth hormone (GH) was detected in a male child with \"empty sella syndrome\" (ESS). Association between ESS and defeciences of pituitary hormones has been previously reported in adult subjects. It seems likely that GH deficiency is be related to ESS in the case described in this paper. An appropriate evaluation of the endocrine system seems suitable in this condition, since ESS in childhood is not to be regarded only from neuroradiologic point of view."}, {"id": "pubmed23n0642_18243", "title": "[Search of prostatic tissue in 46,XX congenital adrenal hyperplasia].", "score": 0.008620689655172414, "content": "To describe the presence of prostatic tissue in 46,XX patients with the classical form of congenital adrenal hyperplasia (CAH); to evaluate the sensitivity and specificity of prostatic specific antigen (PSA) measured in congenital adrenal hyperplasia patients with regard to the detection of prostatic tissue in pelvic MRI. We studied 52 children and adolescents, 32 with the classical form of congenital adrenal hyperplasia, 10 boys and 10 girls without CAH. Pelvic MRI was performed in all patients to detect prostatic tissue. Prostate specific antigen, testosterone and dihydrotestosterone were measured in all patients. We used Receiver Operating Characteristic Curve for PSA discrimination capacity. Five girls with congenital adrenal hyperplasia showed image of prostatic tissue on pelvic MRI. Prostate specific antigen showed sensitivity and specificity of 100% and 88.9%, respectively, taking 0.1 ng/mL as the cutoff level. The incidence of prostatic tissue in 46,XX patients with the classical form of congenital adrenal hyperplasia was 15.6%. PSA demonstrated to be a good marker of prostatic tissue in these patients and should be used to screen patients to be submitted to image studies."}]}}}} {"correct_option": 1, "explanations": {"1": {"exist": true, "char_ranges": [[26, 211]], "word_ranges": [[5, 34]], "text": "L'affermazione definisce perfettamente il fenomeno della tolleranza, in cui il paziente si è \"abituato\" alla dose e ne ha bisogno di una maggiore per avere lo stesso effetto analgesico."}, "2": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "3": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "4": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "5": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}}, "full_answer": "La risposta corretta è 1. L'affermazione definisce perfettamente il fenomeno della tolleranza, in cui il paziente si è \"abituato\" alla dose e ne ha bisogno di una maggiore per avere lo stesso effetto analgesico.", "full_answer_no_ref": "La risposta [HIDDEN]. L'affermazione definisce perfettamente il fenomeno della tolleranza, in cui il paziente si è \"abituato\" alla dose e ne ha bisogno di una maggiore per avere lo stesso effetto analgesico.", "full_question": "Si è recato a casa di una paziente oncologica il cui dolore era stato di recente scarsamente controllato. L'esame fisico non ha mostrato alcuna evidenza di progressione del tumore e non ha rivelato alcun dato di interesse noto in precedenza. Nell'anamnesi, l'assistente principale dichiara che il paziente ha dolore 8 ore dopo aver ricevuto la dose basale di morfina prescritta ogni 12 ore. Questa situazione clinica viene definita:", "id": 409, "lang": "it", "options": {"1": "Tolleranza", "2": "Iperalgesia", "3": "Dipendenza", "4": "Inefficacia", "5": null}, "question_id_specific": 191, "type": "CURA PRIMARIA", "year": 2018, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "pubmed23n0962_22819", "title": "Recomendaciones para la prescripción segura de opioides en el manejo del dolor crónico no oncológico.", "score": 0.013358372900574018, "content": "El tratamiento del dolor crónico severo es una meta histórica de la medicina. Los opioides naturales (como la morfina) se han usado por muchos años y la aparición reciente de opioides sintéticos se ha sumado a esta opción terapéutica, sin embargo, el potencial adictivo de estas sustancias obliga a la reglamentación de su uso. Las agencias médicas internacionales recomiendan prudencia en el uso terapéutico de opioides. The treatment of chronic and severe pain is a principal goal of medicine. Natural opioids have been used for several years, and the recent development of synthetic opioids has increased therapeutic options; however, the addictive potential of these substances obliges the regulation of their use. International agencies recommend prudent rules in the therapeutic use of opioids."}, {"id": "wiki20220301en187_33102", "title": "Bollettino della Vittoria", "score": 0.010421664267818114, "content": "L'Esercito Austro-Ungarico è annientato: esso ha subito perdite gravissime nell'accanita resistenza dei primi giorni e nell'inseguimento ha perdute quantità ingentissime di materiale di ogni sorta e pressoché per intero i suoi magazzini e i depositi. Ha lasciato finora nelle nostre mani circa trecentomila prigionieri con interi stati maggiori e non meno di cinquemila cannoni. I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza. Il capo di stato maggiore dell'esercito, il generale Diaz English From the Supreme Headquarters 12:00 hours, November 4, 1918 The war against Austria-Hungary, which the Italian Army, inferior in number and equipment, began on 24 May 1915 under the leadership of His Majesty and supreme leader the King and conducted with unwavering faith and tenacious bravery without rest for 41 months, is won."}, {"id": "pubmed23n0749_21422", "title": "The clinician's role in the diagnosis of breast disease.", "score": 0.009900990099009901, "content": "Until 20 or 30 years ago, the diagnosis and treatment of breast disease was managed exclusively by the surgeon. This situation has changed to some extent as a result of recent technological advances, and clinicians' contributions to the diagnostic work-up and/or treatment of these cases can begin at any time. If they are the first physician to see the patient after the examination and formulation of a diagnostic hypothesis, they will almost always have to order a panel of imaging/instrumental examinations that is appropriate for the type of lesion suspected, the patient's age, and other factors; if they intervene at the end of the diagnostic work-up, it will be their job to arrive at a conclusion based on all of the data collected. The clinical examination includes various steps - history taking and inspection and palpation of the breasts - each of which is essential and requires the use of appropriate methods and techniques. The diagnostic capacity of the examination will depend largely on the consistency of the breasts, but it is influenced even more strongly by the doctor-patient relationship. Physicians must know their patient well, listen to and understand what she is saying, explain their own findings and verify that the explanations have been understood, and they must be convincing. Clinicians must also be able to assess the results of imaging studies (rather than relying solely on the radiologist's report), and this requires interaction with other specialists. The days are over when a clinician or radiologist or sonographer worked alone, certain that his/her examination method was sufficient in itself: today, teamwork is essential. But this also means that each member of the team must be extremely competent in his/her own sector and be aware of the other team members' limitations and expectations. The clinical examination remains central to the process since it is the basis for selecting appropriate treatment. SOMMARIO: Da quando si conosce la patologia mammaria la diagnosi e la terapia di tale patologia sono state a totale appannaggio del chirurgo, situazione che è proseguita fino a qualche decennio fa. Il recente progresso tecnologico ha modificato, in parte, questa situazione e il clinico può entrare nel percorso diagnostico o terapeutico in qualsiasi momento. Se è il primo coinvolto, dopo l'esame e dopo un'ipotesi diagnostica, dovrà, quasi sempre, orientarsi verso indagini strumentali in relazione al sospetto, all'età della paziente ecc., se è l'ultimo anello deve arrivare a una conclusione mettendo insieme tutte le informazioni. L'esame clinico è composto di varie fasi: anamnesi, ispezione, palpazione, ognuna essenziale. Ogni singola fase va affrontata con metodo e tecnica appropriata. La capacità diagnostica dell'esame clinico è influenzata dalla costituzione della mammella, ma ancor di più è condizionata da uno stretto rapporto tra paziente e medico che deve conoscere molto la paziente che gli sta davanti e che non solo deve \"visitare\", ma capire, spiegare, accertarsi che si abbia capito, convincere. È inoltre indispensabile che il clinico sia in grado di esaminare le indagini strumentali e non limitarsi a leggere i referti, quindi interagire con gli altri specialisti. L'epoca del clinico o del radiologo o dell'ecografista che lavora da solo credendo che il proprio esame sia sufficiente o sganciato da altri contesti è finita da tempo, tutti hanno bisogno di tutti. È però vero che ciascuno deve essere estremamente competente nel suo settore e deve conoscere i limiti e le aspettative di chi collabora in altre specialità, come rimane valida la regola che la clinica resta comunque il momento centrale, non fosse altro perché poi deve affrontare la terapia."}, {"id": "pubmed23n0366_18951", "title": "[Treatment of metastatic bone pain with repeated doses of strontium-89 in patients with prostate neoplasm].", "score": 0.009900990099009901, "content": "This study has aimed to evaluate the usefulness of repeated treatment with 89Sr in patients with prostate neoplasm and metastatic bone pain. Seventeen patients with partial or complete response after the first dose were retreated with two or more doses (total of 39 doses). The Karnofsky functional status, pain and degree of analgesia were assessed. After the first dose the response was good in 68% of the patients and partial in 32%. After the second dose, the response was good in 62% of the patients, partial in 15% and there was no response in 23% of the cases. The pre-treatment Karnofsky functional status and duration of the effect of 89Sr was lower after the second dose (p = 0.03, p = 0.02), but there were no statistically significant differences in the type of response. In conclusion, re-treatment with 89Sr can be administered safely and with a similar response to that achieved after the first dose."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.00980392156862745, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0319_11885", "title": "[Immediate-acting oral morphine sulfate in patients with cancer pain].", "score": 0.00980392156862745, "content": "In this article, we describe our experience with oral morphine for the treatment of patients with cancer pain who were referred to a Palliative Care Unit. Morphine was used in 3,399 days treatment with an average of 65 days per patient. In 50 patients (96%), there was a decreased intensity of pain from severe (Visual Analogue Scale average (VAS) 8.7) to mild (VAS average 1.9). Daily average dose was 95.6 mg. Only 26 patients (50%) required an increase in dosage. The side effects were minimal and controllable. Even though most authors recommend morphine q4h, in our population q6h was enough to achieve pain control in 83% of patients. It should be known by the medical population that morphine is essential therapy for pain in cancer patients. This study confirms that morphine is an excellent drug for the control of pain in cancer patients, with minimal dosages and controllable side effects."}, {"id": "pubmed23n0887_23509", "title": "[Cyberstalking among Italian nurses: a large multicentric study].", "score": 0.009708737864077669, "content": "Determinare la prevalenza di cyberstalking tra gli infermieri italiani e valutare il livello di ansia e depressione nelle vittime. Da aprile a settembre 2014 è stato condotto uno studio multicentrico trasversale in un campione di infermieri italiani (n=997) utilizzando il questionario \"Cyberstalking\" per analizzare il fenomeno del cyberstalking. Ai partecipanti, che si sono autodefinite vittime di cyberstalking, è stato chiesto anche di compilare gli strumenti \"Beck Depression Inventory\" e \"State-Trait Anxiety Inventory\" per valutare, rispettivamente, i livelli di depressione ed ansia. La prevalenza di cyberstalking tra gli infermieri italiani è risultata pari al 23.3%. Il 42.7% ha dovuto cambiare il proprio stile di vita e lavorativo. Il cyberstalker era prevalentemente di sesso maschile (52%) e, nel 49% dei casi, era un paziente. Le vittime hanno riferito moderati livelli di ansia (media=28.4, SD=23.2) e depressione (media=92.7, SD=18.3); i risultati hanno mostrato un aumento dei livelli di depressione negli infermieri esperti nell'utilizzo del computer, gestori di siti web o blog, e una correlazione negativa tra il livello di ansia e gli infermieri esperti (r = -0.264). Il cyberstalking è un fenomeno che si riscontra frequentemente tra gli infermieri. Il rapporto infermiere - paziente gioca un ruolo centrale nello sviluppo del fenomeno e le vittime hanno riferito disordini correlati allo stress che influenzano la vita lavorativa. Questi risultati preliminari potrebbero sensibilizzare, i dirigenti ospedalieri, la politica e i centri antiviolenza al fine di sviluppare strategie risolutiv."}, {"id": "pubmed23n1130_1118", "title": "[The &quot;redisorganisation&quot; of the Italian Healthcare Service].", "score": 0.009615384615384616, "content": "Non vi è alcun dubbio che, sotto la spinta degli effetti sanitari della pandemia da COVID19 e della approvazione (il 13/7/2021) del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), si è in presenza ancora una volta di un tentativo di riorganizzazione del Servizio sanitario nazionale. Alcuni significativi elementi di questa volontà politica sono stati già indicati negli Editoriali di questa Rivista pubblicati negli ultimi due anni - dalla dichiarazione dello stato di emergenza nazionale per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19 (D.L. 25/3/2020, n. 19) a tutt'oggi. Gli esperti diScienze politiche applicate alla sanità hanno fatto rilevare che le proposte di riorganizzazione - soprattutto tendenti a rafforzare la sanità territoriale (cure primarie e servizi territoriali)2 - risalgono addirittura alla legge istitutiva del Servizio sanitario nazionale e sono state \"rinnovellate\"da numerosi successivi atti legislativi mai completamente realizzati. La motivazione è facile da comprendere perché da tempo è fin troppo noto che non è possibile modificare un sistema, come quello sanitario (ma non solo questo), unicamente attraverso cambiamenti strutturali3. Una riforma per avere successo deve innescare un'interazione virtuosa tra il dispositivo normativo e il sistema sociale di realizzazione, composto dagli esecutori e dai beneficiari della riforma. L'antica metafora botanica della semina può rendere l'idea: anche la migliore semenza non può attecchire su un terreno arido o poco soleggiato e se le radici non trovano nel suolo il necessario alla crescita della pianta."}, {"id": "pubmed23n0343_3335", "title": "[Control of effective doses in x-ray studies].", "score": 0.009615384615384616, "content": "Developing the controlling techniques for dose loads in patients has led to the introduction of methods for evaluating the new dosimetric value an effective dose. When it is determined, regular refinement of calculating multiples causes errors as hundredths of a percent. Therefore, in addition to tabulated techniques of evaluating the effective dose and direct measurement of the dose absorbed per radiation area, one can determine midpoint exposure of an X-ray feeding device and use a translating program implemented in the Indor-C indicating device designed by the authors. In going from 60 kW to 120 kW, changes in the superficial dose by 15-50%, the absorbed dose by 10-45%, the 5-cm depth dose by 3-5 times can be neglected."}, {"id": "pubmed23n0711_1544", "title": "[ Monotherapy with tamsulosin].", "score": 0.009523809523809525, "content": "G.G. è un paziente di 62 anni, in condizioni generali discrete, che giunge alla nostra osservazione per la presenza di sintomi urinari del basso tratto urinario, International Prostate Symptom Score (IPSS) pari a 16. Anamnesi familiare negativa per carcinoma prostatico. Il paziente esegue terapia con calcio antagonista per ipertensione arteriosa. Ha subito un intervento di colecistectomia. Il paziente riferiva inoltre una qualità di vita negativamente influenzata da sintomi minzionali irritativi che lo portavano ad alzarsi più di 3 volte a notte per urinare ed una pollachiuria diurna ogni 3 ore. Viene inoltre riferita un'attività sessuale moderatamente insoddisfacente."}, {"id": "pubmed23n0529_23224", "title": "[Pain treatment of patients with incurable malignant tumors].", "score": 0.009523809523809525, "content": "Efficacious pain therapy is one of the main challenges in the management of patients with advanced cancer. It was the aim of this study to ascertain whether adequate pain treatment was achieved in a palliative care unit and what changes in medical treatment were undertaken during the patients stay in this unit. Medication against pain and pain intensity were documented during hospital care of 94 patients with cancer (mean age: 66.8 years; female/male 52.2/47.8%; discharged/deceased 58.5/41.5%) at admission and discharge. 32 patients were interviewed by phone after discharge about their current perception and intensity of pain, as well as their health. Highly significant reduction of pain intensity was achieved in all patients while receiving palliative care. Only those patients who were on oral morphine at admission to hospital required significantly raised morphine dosages while receiving palliative treatment. The other patients did not need significant changes of opioid medication. Pain reduction persisted even after discharge. In patients with advanced cancer the effects of psychological, social and spiritual factors on their perception of pain is probably of greater importance in achieving efficacious pain reduction than a change of medication. Further studies will be needed to confirm these findings."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009433962264150943, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0122_3555", "title": "[Treatment of the pain syndrome in cancer patients by peridural administration of low doses of opiates].", "score": 0.009433962264150943, "content": "Peridural injections of morphine were given to 180 incurable cancer patients suffering chronic pain. The effectiveness of the said procedure as well as its side-effects were assessed. A relationship between the external respiration parameters, on the one hand, and drug dosage and time postinjection, on the other, was studied. The data obtained point to the effectiveness of the said method and suggest that it be used as a universal procedure for the treatment of intractable pain in incurable patients."}, {"id": "pubmed23n1028_18191", "title": "Food knowledge of patients at the first access to a Diabetology center.", "score": 0.009345794392523364, "content": "Il diabete rappresenta una patologia in costante aumento: familiarità, età e stili di vita rappresentano i principali fattori di rischio per questa malattia e per le complicanze ad essa correlate. Considerando l'importanza del regime alimentare per la prevenzione e il trattamento di questa patologia, scopo del presente studio è stato quello di valutare le conoscenze alimentari di pazienti al primo accesso presso un centro di Diabetologia e di indagare sulla loro eventuale influenza su alcuni parametri ematici. È stato somministrato il questionario di Moynihan. La relazione tra i punteggi ottenuti e le variabili emoglobina glicata, BMI, glicemia a digiuno, è stata analizzata attraverso regressione multipla basata sul metodo dei minimi quadrati ordinari (modello OLS). Il response rate è stato del 73,3%. Il punteggio medio totale ottenuto dal questionario è stato di 23,61 ed è stata osservata una correlazione statisticamente significativa (p<0,0473) tra i migliori punteggi del questionario e i valori di Hb1Ac. Questo studio è il primo passo di un'indagine più ampia che verrà condotta nell'ottica di promuovere una formazione del paziente volta a verificare nel tempo le ricadute positive sulle scelte alimentari e sui parametri clinici."}, {"id": "pubmed23n0706_3630", "title": "[Imperative partial nephrectomy for renal cell carcinoma: oncological and functional results].", "score": 0.009345794392523364, "content": "To study oncological results and functional results after partial nephrectomy in imperative indication for the treatment of renal cell carcinoma. From January 1990 to December 2009, 65 partial nephrectomies in 61 patients were performed in imperative indication for renal cell carcinoma. The mean age of patients was 59.3 years. The mean follow-up was 47.4 months. The tumours were asymptomatic in 87.5%. The average tumour diameter was 4.3 cm. Twenty-nine percent of patients relapsed after a mean time of 27.4 months. The morbidity was 38.5%. Preoperative and endpoint serum creatinine and renal clearance were respectively 119 μmol/L and 63.1 mL/min versus 137 μmol/L and 50.9 mL/min (P=0.0003; 0.0002). Overall survival at one, three, five and ten years was 98.4%, 91.2%, 91.2% and 51.9%. Partial nephrectomy in imperative indication for renal cell carcinoma has helped preserve renal function but has a significant morbidity and recurrence rate."}, {"id": "pubmed23n1059_7363", "title": "Contributi scientifici in memoria di Antonio Fusco.", "score": 0.009259259259259259, "content": "Come si leggerà nell'Introduzione della sezione propriamente scientifica del Volume, il presente testo nasce dalla volontà e, soprattutto, dall'esigenza culturale di omaggiare il fu Prof. Antonio Fusco. Un debito scientifico ed umano che trova il suo locus naturale in questa prima parte del testo stesso, cui farà poi seguito la parte propriamente scientifica. In siffatta parentesi dovuta per le ragioni appena menzionate, il lettore, l'amico o l'allievo dell'opera del Prof. Fusco potranno trovare un suo sintetico Curriculum Vitae, correlato da una specifica ed accurata prosa, svolta dal già Magnifico Rettore Carlo Cipolli; il quale, oltre che evidenziare, ricordando, i meriti del collega oramai scomparso, aggiunge alsuo scritto un elemento che sarebbe imprescindibile a non trasformare lo stesso in una mera sequenza di parole: l'amicizia e l'affetto per un amico che, oramai, non c'è più. A fine lettura, evidente risuonerà il fatto che la vita di ognuno, se mossa dalla passione per ciò per cui si è predisposti cognitivamente e psicologicamente, può essere ricca di riconoscimenti, riconoscenze e soddisfazioni che, lungi dal divenire un cuscino di allori su cui adagiarsi, per una mente creativa come quella del Prof. Fusco hanno funto solo da motivazioni ad agire instancabilmente guardando sempre al futuro. Il lavoro di una vita che, materialmente, è sancito da un supporto poco più di cm 25x15: una targa. Una materialità evidente che, con grande commozione e riconoscenza, è stata affissa il 25 ottobre 2019 sull'aula fronte l'Aula Magna del Campus \"La Folcara\", a testimonianza che quello spirito creativo in continua evoluzione non si ferma; non si arresta neppure con la fine biologica di chi lo ha \"posseduto\". Rimangono le opere ed il pensiero del Prof. Fusco e restano gli affetti. A tal proposito, il lettore troverà una breve e sentita sezione su Testimonianze; coloro i quali hanno avuto modo, nell'arco della vita accademica ed umana, personale, di Fusco di conoscerlo. Ecco, allora, che i ricordi saranno i veri protagonisti di questa parentesi. Dopo di ciò, prima dei contributi prettamente scientifici dei lavori, tenutisi in occasione del Convegno Internazionale Psicologia, Arte, Letteratura. Antiche e Nuove Tendenze, seguiranno i saluti delle autorità che in quei due giorni si sono succedute a rappresentare non solo l'istituzione affiliata, ma anche la relazione di stima e di affetto che le legava al compianto Professore. Si passerà, infine, al volume tradizionalmente inteso."}, {"id": "pubmed23n0480_18856", "title": "[The role of nursing in percutaneous cervical cordotomy in the control of oncologic pain].", "score": 0.009259259259259259, "content": "Oncological pain is usually progressive and enabling. One third of the patients under treatment and two thirds of the patients with advanced cancer refer to pain. Generally treatment starts with non-opioids analgesic medicines and other drugs, passing to opioids with a progressive increase of the doses and neurosurgical procedures when recommended. Percutaneous cervical cordotomy is a neurosurgery procedure to treat unilateral cancer pain, especially in extremities, which gives immediate relief and low morbidity. The nursing professional plays an indispensable role in the effectiveness of this treatment. For this reason the author decide to report on this experience."}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.009174311926605505, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n0126_754", "title": "[Results of combined surgical and radiotherapeutic treatment of oral cancer in relation to the application of the Nominal Standard Dose].", "score": 0.009174311926605505, "content": "Between 1972 and 1980, a homogeneous group of 116 patients with squamous cell carcinomas in the oral cavity and the oropharynx underwent a combined surgical and radiological treatment. 36 out of them were submitted to a preoperative short-term irradiation with postoperative dose completion, the other 80 patients were only irradiated after the operation. The nominal standard dose (NSD) was calculated for all patients. The group submitted to preoperative short-term irradiation, having the same conditions apart from that, showed considerably less recurrences (13.9%) than the patients irradiated only after the operation (33.7%). Due to the shorter overall treatment period, higher average NSD values have been obtained in case of preoperative short-term irradiation. The authors discuss to what extent the better treatment results of pre- and postoperative irradiation are due to the devitalization effect or to the higher NSD values. The results show, however, that the fractionation scheme should be taken into special consideration in order to optimize the biologic radiation effect in the treatment of carcinomas of the oral cavity."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.00909090909090909, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n0023_7511", "title": "[Cancer (present status)].", "score": 0.00909090909090909, "content": "The basic biological aspects in relation to cancer are reviewed and how this concepts has influenced the rational treatment of this disease. The best results achieved in the treatment of cancer are obtained because of the use of a more radical treatment. And for the patients with not very advanced stages, the results have been improved with the prophylactic treatment on those areas where the tumor usually gives metastases. However, an early diagnosis and the proper treatment are the best way to obtain relieve in this group of patients."}, {"id": "pubmed23n0694_15642", "title": "", "score": 0.009009009009009009, "content": "E'ormai noto che esiste la possibilità rivoluzionaria di utilizzare il fegato per il trattamento della stadio terminale delle epatopatie.Nel gennaio 1980 si celebra il decimo anna di sopravvivenza con fegato trapiantato (la più lunga della letteratura) di un paziente da noi trattato. Si tratta di uno dei 12 malati sottoposti a trapianto e seguiti per più di 5 anni.La nota positiva di questa tipo di trattamento è rappresentata dall'eccellente tenore di vita che i pazienti conducono e dalla riabilitazione sociale e professionale.La nota negativa è data, invece, dal fatto che i buoni risultati non vengono raggiunti con regolarità e non possono essere previsti con esattezza. In questa breve rassegna considereremo la esperienza da noi fatta presso l'Università di Denver nel Colorado, mettendo in risalto le cause dell'elevata mortalità precoce e le prospettive future di questa mezzo terapeutico."}, {"id": "pubmed23n0509_14663", "title": "[Efficacy of postoperative radiation therapy for squamous cell carcinoma of the head and neck: results of a prospective randomised clinical trial].", "score": 0.009009009009009009, "content": "A prospective randomised clinical trial was designed to assess the usefulness of postoperative radiotherapy (RT) in terms of loco-regional control and survival in patients with surgically treated advanced (stages III to IV) head and neck squamous cell carcinoma with negative margins and without extracapsular extension in positive neck nodes. Between 1994 and 1995, 51 patients were included in the study and 42 were considered evaluables (from which 21 received postoperative RT). A minimum follow-up of 3 years was required. The loco-regional recurrence rates were identical in irradiated and non-irradiated patients (15/21 cases--70%--in each group), as was the 5-year disease-specific survival (35% for both groups). The only parameter that was associated with a reduced disease-specific survival was the presence of regional lymph node metastases. Our results suggest that postoperative RT does not increase loco-regional control or survival in patients with completely resected advanced head and neck squamous cell carcinoma."}, {"id": "pubmed23n0999_17549", "title": "[Bevacizumab e altri farmaci. Attività e sicurezza degli agenti anti-VEGF nel carcinoma ovarico.]", "score": 0.008928571428571428, "content": "Riassunto. L'angiogenesi svolge un ruolo importante sia nei tessuti epiteliali normali sia in quelli maligni. Negli ultimi anni questo fenomeno è stato ampiamente studiato in oncologia sperimentale e clinica perché ci sono evidenze che sia coinvolto nella diffusione e nella diffusione metastatica del carcinoma ovarico. Il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (vascular endothelial growth factor - VEGF) è l'attore principale nel meccanismo di angiogenesi e svolge un ruolo strategico nella proliferazione e migrazione delle cellule neoplastiche, con un impatto significativo sulla sopravvivenza e sull'outcome clinico. Secondo quanto emerge da molti studi sperimentali e clinici, le nostre conoscenze sulla biologia dell'angiogenesi e del VEGF sono aumentate portando allo sviluppo farmacologico di specifici agenti in grado di targeting VEGF. Questo nuovo campo di indagine offre agli scienziati l'opportunità di testare nuove possibilità terapeutiche nei pazienti con carcinoma ovarico con nuovi agenti mirati. Il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF umanizzato, è stato il primo farmaco anti-VEGF scoperto ed è usato oggi per il trattamento di diversi tumori solidi. Negli ultimi anni questo agente è stato ampiamente testato nei pazienti con carcinoma ovarico, mostrando un'attività clinica interessante e un profilo di tossicità tollerabile sia nelle pazienti giovani sia in quelle anziane. Il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel e successivamente utilizzato come agente singolo, è indicato per il trattamento del carcinoma epiteliale dell'ovaio di stadio III o IV, tuba di Falloppio o carcinoma peritoneale primario dopo iniziale resezione chirurgica. Il bevacizumab è anche usato per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico epiteliale ricorrente e resistente al platino, delle tube di Falloppio o dal tumore peritoneale primario che hanno ricevuto non più di 2 regimi precedenti di chemioterapia. Inoltre, il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel o con carboplatino e gemcitabina (e usato come agente singolo), è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma epiteliale dell'ovario sensibile al platino, tuba di Falloppio o tumore peritoneale primario. Le linee guida più accreditate suggeriscono quando bevacizumab deve essere usato nel trattamento del carcinoma ovarico avanzato e ricorrente. Altri agenti anti-VEGF, come gli inibitori della tirosin-chinasi del recettore VEGF (VEGFR), sono stati ampiamente testati nel carcinoma ovarico e molti altri sono in corso di studi al fine di testare la loro attività e sicurezza rispetto a bevacizumab. Gli agenti anti-VEGF e gli inibitori di PARP svolgono oggi un ruolo strategico nel trattamento del cancro ovarico con agenti mirati in associazione con la chemioterapia e la chirurgia in un'ottica multidisciplinare e personalizzata."}, {"id": "pubmed23n0300_17488", "title": "[Value of postoperative radiotherapy in malignant tumors of the upper urinary tract. Apropos of a series of 26 patients].", "score": 0.008928571428571428, "content": "To evaluate the role of adjuvant radiation therapy in invasive transitional cell carcinoma of the upper urinary tract, we retrospectively reviewed a series of 26 patients who underwent radical surgery plus post-operative prophylactic irradiation for such a tumor. Between 1980 and October 1993, 18 men and eight women (mean age: 65 +/- 9 years) were treated for an invasive transitional cell carcinoma of the upper urinary tract. Tumor location was the renal pelvis in 15 patients (58%). The tumor was pathological stage B in 11 patients (42%) and stage C in 15 patients (58%). Tumor grade was 2 in ten patients, 3 in 15 and unknown in one. Nine patients had node involvement. All patients underwent surgery followed by radiation therapy to a total dose of 45 Gy to the tumor bed (23 patients) and/or regional nodes (18 patients). After a mean follow-up of 45 months, 13 patients (50%) were alive and 11 were disease-free. Local tumor relapse, nodal recurrence, metastasis and second urothelial location were noted in one, four (15%), 14 (54%) and eight patients (30%) respectively. Overall 5-year survival and 5-year disease-free survival were 49% and 30% respectively. Overall 5-year survival rates were 60% for stage B and 19% for stage C disease (P = 0.07), 43% for node-negative versus 15% for node-positive cancer (P = 0.04) and 90% for grade 2 and 0% for grade 3 tumors (P < 0.01). In this study using a radio-surgical approach, local control of disease and survival were similar to those reported previously in surgical series. Prophylactic post-operative radiation therapy is not recommended."}, {"id": "pubmed23n1049_15021", "title": "[MI NUTRO (MIgrants NUTRition knOwledge per l'integrazione): un intervento di educazione alimentare tra gli immigrati, Perugia - uno studio pilota].", "score": 0.008849557522123894, "content": "Riassunto. Introduzione. MI NUTRO (MIgrants NUTRition knOwledge per l'integrazione) ha avuto come obiettivi: valutare le conoscenze nutrizionali dei migranti, aumentare le informazioni sulla dieta sana e misurare l'effetto delle lezioni di cucina sulle conoscenze. Metodi. MI NUTRO è uno studio pilota quasi sperimentale. Tutti i partecipanti sono stati inclusi su base volontaria e l'intervento si è basato su seminari teorici e lezioni pratiche. È stato utilizzato un questionario validato. Il test non parametrico di Wilcoxon è stato usato per confrontare il punteggio pre- e post-intervento. Risultati. Il punteggio medio di conoscenza nutrizionale era 11,4 ± 3,8 (deviazione standard - DS) prima e 27,5 ± 5,6 DS dopo l'intervento, con una differenza statisticamente significativa. Discussione. I dati mostrano un aumento significativo delle conoscenze nutrizionali dei migranti dopo l'intervento. Le lezioni di cucina offerte sono state sessioni di apprendimento interattive in cui ogni migrante ha avuto la possibilità di prendere parte al processo di preparazione degli alimenti. Inoltre, alla fine di ogni lezione ricercatori e migranti hanno cenato insieme, favorendo il processo di scambio culturale."}, {"id": "pubmed23n0715_8686", "title": "[Impact on opioid precipitation of opioid-starting titration path].", "score": 0.008849557522123894, "content": "To investigate the effect clinical path of cancer pain treatments for opioid naive patients has on physician practice, a prepost quasi-experimental study was performed. The primary outcome measure was the percentage of patients who received 'recommended pain treatments' during the study periods. We determined the treatment to be the treatment of choice, if the physician 1) ordered a rescue dose, 2) prescribed a laxative, and 3) prescribed antiemetics when starting opioids. The secondary outcome measure was the number of newly consulted patients for our palliative care team. The end-points were measured before and after disseminating the clinical path. The rate of patients receiving recommended pain treatments significantly increased after disseminating the clinical path(p=0.03): 17%(33/18)to 61%(19/31). Patients who received a rescue order, laxative, or antiemetic when starting opioids were: 44% vs. 68%, 77% vs. 90%, and 66% vs. 77%, respectively. The number of patients newly consulting the palliative care team was increased(21 cases to 42 cases/4 month). In conclusion, the clinical path of cancer pain treatments is useful for improving the physician's practice when starting opioids for cancer pain, and might contribute to enhancing palliative care team availability."}, {"id": "pubmed23n1029_21332", "title": "Esperienze di switch a cariprazina in pazienti schizofrenici con comparsa di effetti collaterali/comorbilità mediche.", "score": 0.008771929824561403, "content": "La schizofrenia è un disturbo psichiatrico grave e cronico con un background genetico e neurobiologico eterogeneo che influenza lo sviluppo precoce del cervello, ed è espressa come una combinazione di sintomi psicotici - come allucinazioni, deliri e disorganizzazione - e di sintomi negativi e cognitivi. Il trattamento dei pazienti con schizofrenia prevede l'utilizzo di antipsicotici, in accordo con i recenti dati di letteratura. Sulla base del meccanismo d'azione, gli antipsicotici vengono suddivisi in tipici (o \"di prima generazione\") e atipici (o \"di seconda generazione\"). Differiscono, anche, per la manifestazione di effetti collaterali, dovuti alla diversa affinità recettoriale caratteristica del singolo principio attivo. In questo caso clinico, presentiamo un giovane paziente di 24 anni con diagnosi di schizofrenia trattato prima con olanzapina e poi con risperidone, che ha manifestato significativi effetti collaterali di tipo metabolico e sessuali. La strategia terapeutica utilizzata è stata lo switch a un antipsicotico di terza generazione, cariprazina, con risoluzione delle collateralità e una migliore gestione dei sintomi negativi riportati. In conclusione, il modello di trattamento personalizzato sulla base delle condizioni cliniche e delle esigenze del paziente rappresenta l'approccio maggiormente adeguato nella gestione di ogni singolo caso."}, {"id": "pubmed23n0112_12810", "title": "[Significance of preventive radiotherapy of the neck in clinically N0 tumors of the larynx].", "score": 0.008771929824561403, "content": "The role of precautionary radiotherapy of the neck in laryngeal cancers (except T1-T2 glottic and some T1 supraglottic cancers) N0 at the clinical staging was investigated. Two-hundred and fifty-three patients were examined: 143 were irradiated only on T, and 110 also on the neck. Radiotherapy of the neck in the latter group was performed either by means of two large opposed fields of photon beams including T and N, or by means of fields of photon beams on T and electron beams (8 x 12 cm2 average) on the neck, to quite exclude any risks for the spinal cord. The dose was 45-50 Gy (2 Gy/fraction/day; 5 fraction/week) in 4-5 weeks. A comparison of the results obtained in the two groups, in terms of survival-rate and relapse-free time, indicates that radiotherapy reduces the change of relapses on N (6.1% vs. 14.62% at 3 years; p = 0.04) and improves the patient's survival chances (82.5% vs. 68.4% at 3 years; and 80.8% vs 63.4% at 5 years). Our data were then compared with literature data on the importance of N field size in radiation treatment. As a rule, some authors enlarge the field to be treated to a total nodal neck irradiation, but their results are not significantly different from those we obtained with 8 x 12 cm2 field size."}, {"id": "pubmed23n0999_17562", "title": "Emozioni, comportamenti e relazioni: uno studio caso-controllo sul self-cutting in adolescenza.", "score": 0.008695652173913044, "content": "Scopo. Lo scopo del presente studio caso-controllo è di approfondire i correlati psicopatologici e alcuni tratti psicologici come alessitimia e impulsività inerenti al self-cutting. È stato anche approfondito il tema dell'ideazione suicidaria nei soggetti con tale forma di autolesionismo. Metodi. Lo studio caso-controllo ha coinvolto 55 pazienti con self-cutting non suicidario, di età compresa tra i 12 e i 18 anni, e un gruppo di controllo composto da 277 adolescenti di età compresa tra i 13 e i 19 anni. La batteria testale utilizzata è stata composta da YSR 11-18 anni, CBCL 6-18 anni, SCL-90-R, TAS-20, CDI e BIS-11. Risultati. Dalle analisi effettuate sono emerse differenze statisticamente significative tra casi e controlli in relazione alla maggioranza delle scale psicopatologiche considerate. È risultata una differenza significativa tra i due gruppi anche in merito all'ideazione suicidaria. Infine, tra i self-cutter si sono evidenziate differenze significative di alcune variabili psico-relazionali (alessitimia e competenze sociale) in relazione alla frequenza di attuazione dell'atto autolesivo. Conclusioni. Il self-cutting correla con un'ampia varietà di quadri psichiatrici, senza presentare legami specifici con una particolare categoria psicopatologica. Gli elementi di alessitimia, impulsività e difficoltà relazionali degli adolescenti self-cutter dicono di come la programmazione di interventi di prevenzione primaria e secondaria dovrebbero mirare alla psico-educazione all'affettività, all'autocontrollo e ai social skill. Nello specifico, i nostri dati suggeriscono che la focalizzazione dell'intervento, in termini di lavoro sull'emotività piuttosto che sulla socializzazione, dovrebbe tener conto della frequenza degli agiti. Nella gestione clinica di questi pazienti non va esclusa a priori la possibilità di passaggio all'atto suicidario, con relative attenzioni anamnestico-cliniche da avere sia al momento della valutazione diagnostica sia lungo il follow-up della presa in carico."}, {"id": "pubmed23n0050_10795", "title": "[The results of definitive transcutaneous radiotherapy in the treatment of oropharyngeal neoplasms].", "score": 0.008695652173913044, "content": "From January 1976 to December 1986, 199 patients with oropharyngeal cancer were submitted to definitive radiotherapy. Survival and local control were analyzed and related to different parameters--i.e, T and N categories, histopathologic grading, tumor location, patients age, and radiation dose. Fifty-six per cent of patients (111/199) died from neoplastic disease within 5 years. Local progression, recurrence or metastases were observed in 149 cases (75%). Ninety-three per cent of first failures (138/149) were related to residual disease or to locoregional relapse while distant metastases occurred in 14 patients only. The majority of locoregional failures (94%) appeared within 2 years, with a mean disease-free interval of 8 months. Tumor recurrence in the primary location was observed to be the first cause of failure in 78% of relapsed patients; moreover, it was the sole cause of failure in half of the unfavorable events. On the contrary, nodal relapse appeared in 38% of treatment failures and in 12% only it was the sole cause of failure. Overall and disease-free survival were observed to depend mainly on T and N categories, while histopathologic grading was seen to affect only early response rate. No significant differences were observed depending on tumor site and patients age. Local control rates depended on total radiation dose, but the difference between low dose (NSD less than 1700) and high dose (NSD greater than 1700) was significant only for T1 and T2 patients."}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.008620689655172414, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}]}}}} {"correct_option": 2, "explanations": {"1": {"exist": true, "char_ranges": [[0, 178]], "word_ranges": [[0, 27]], "text": "In caso di trombocitopenia isolata, l'esame fisico non deve essere trascurato; così, la presenza di linfoadenopatie ci obbliga a escludere la presenza di un linfoma, per esempio."}, "2": {"exist": true, "char_ranges": [[193, 394]], "word_ranges": [[30, 61]], "text": "Una biopsia-aspirato del midollo osseo mostra che il numero di megacariociti è normale o addirittura aumentato, la colpa non è del midollo ma del sangue periferico, dove le piastrine vengono distrutte."}, "3": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "4": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "5": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}}, "full_answer": "In caso di trombocitopenia isolata, l'esame fisico non deve essere trascurato; così, la presenza di linfoadenopatie ci obbliga a escludere la presenza di un linfoma, per esempio. 1 è corretto. Una biopsia-aspirato del midollo osseo mostra che il numero di megacariociti è normale o addirittura aumentato, la colpa non è del midollo ma del sangue periferico, dove le piastrine vengono distrutte. Quindi... La risposta falsa è la 2.", "full_answer_no_ref": "In caso di trombocitopenia isolata, l'esame fisico non deve essere trascurato; così, la presenza di linfoadenopatie ci obbliga a escludere la presenza di un linfoma, per esempio. [HIDDEN] Una biopsia-aspirato del midollo osseo mostra che il numero di megacariociti è normale o addirittura aumentato, la colpa non è del midollo ma del sangue periferico, dove le piastrine vengono distrutte. Quindi... [HIDDEN]", "full_question": "Una donna di 33 anni si consulta per ripetute epistassi, petecchie ed ecchimosi. Gli esami di laboratorio mostrano una trombocitopenia con una conta piastrinica di 4000 piastrine/microlitro. La diagnosi presuntiva iniziale è di porpora trombocitopenica cronica (ITP). Quale delle seguenti affermazioni è FALSA riguardo alla diagnosi di ITP?", "id": 179, "lang": "it", "options": {"1": "La presenza di linfoadenopatia o splenomegalia all'esame fisico suggerisce una diagnosi diversa di ITP.", "2": "L'analisi del midollo osseo mostra una diminuzione del numero di megacariociti senza altre alterazioni.", "3": "L'emocromo completo mostra una trombocitopenia isolata con piastrine spesso grandi, senza anemia a meno che non vi sia un'emorragia importante o un'emolisi autoimmune associata (sindrome di Evans).", "4": "La diagnosi di ITP viene stabilita escludendo altri processi che causano trombocitopenia.", "5": "La determinazione degli anticorpi antiplacca non è accurata per stabilire la diagnosi."}, "question_id_specific": 98, "type": "EMATOLOGIA", "year": 2013, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "pubmed23n1137_1437", "title": "[Prevalenza di ipotiroidismo nei pazienti sottoposti a emodialisi presso un ospedale generale di Ahvaz.]", "score": 0.014236498125443309, "content": "Riassunto. Obiettivo. Lo scopo di questo studio trasversale è determinare la prevalenza dell'ipotiroidismo tra i pazienti in emodialisi (ED) e i suoi potenziali fattori di rischio. Metodi. Sono stati raccolti dati demografici e di laboratorio [vale a dire, livelli sierici di tireotropina (TSH), anticorpi anti-perossidasi tiroidea (anti-TPO)] di 117 pazienti con MH. I dati sono stati analizzati da SPSS.V 26, quando necessario. Risultati. I pazienti avevano un'età media (DS) di 59,47±15,08 anni e il 66,7% (n=78) era di genere maschile. I livelli medi (DS) di TSH erano 2,56 (4,01) μIU/mL. L'ipotiroidismo subclinico (SCH) è stato definito come un livello di TSH >4,2 μIU/mL e FT4 normale. Quindici pazienti (12,80%) avevano SCH. Non c'era correlazione significativa tra ipotiroidismo ed età, genere e/o malattie sottostanti (p>0,05). Inoltre, tra i 15 pazienti con SCH, 1 paziente (6,7%) ha mostrato un risultato anti-TPO positivo mentre 14 pazienti (93,3%) hanno avuto un risultato anti-TPO negativo. Conclusione. Data la notevole prevalenza dell'ipotiroidismo nei pazienti con ED, lo screening di routine della funzione tiroidea in questa popolazione di pazienti può aiutare a ridurre i tassi di complicanze e mortalità attraverso una diagnosi precoce e un intervento tempestivo."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.009900990099009901, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n0720_20739", "title": "[The role of splenectomy in the treatment of idiopatic thrombocytopenic purpura].", "score": 0.009900990099009901, "content": "Based on the earlier published data this article describes the role of the spleen in the development of some hematological diseases, the main of which is idiopathic thrombocytopenic purpura (ITP). The authors emphasize the role of splenectomy in the treatment of this disease. At 178 splenectomies performed at the clinic, 23,6 % of operations were carried out for hematological diseases, and among them 42,8 %--for ITP. The authors share their immediate and remote results of the treatment."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.00980392156862745, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n1011_2592", "title": "[How to explore… Inherited platelet disorders].", "score": 0.00980392156862745, "content": "Inherited platelet disorders (IPD) include a set of rare diseases whose diagnosis is often difficult because it requires the use of complex biological assays in specialized centers. They are probably under-diagnosed. Clinicians should consider an IPD when facing a chronic thrombocytopenia resistant to intravenous immunoglobulins (IVIG) and steroids together with a family history of thrombocytopenia. A syndromic thrombocytopenia will be suspected by the family survey and specific clinical signs. The confirmation of the diagnosis will then require the use of specialized biological assays such as platelet aggregation, flow cytometry, electron microscopy, platelet secretion assays, karyotype and molecular biology."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009708737864077669, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0521_4266", "title": "[Autoimmune thrombocytopenia: diagnosis and treatment].", "score": 0.009708737864077669, "content": "Idiopathic thrombocytopenic purpura (ITP) is an autoimmune disease characterized by an isolated, persistent thrombocytopenia in absence of known causes. In this review, we briefly analyze the most important diagnostic criteria of this autoimmune disorder, with particular consideration to differential diagnosis (false thrombocytopenia, congenital thrombocytopenia, acquired thrombocytopenia, pregnancy-associated thrombocytopenia) and to therapeutic options."}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.009615384615384616, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n0592_19500", "title": "[Diagnosis of idiopathic thrombocytopenic purpura].", "score": 0.009615384615384616, "content": "Idiopathic thrombocytopenic purpura (ITP) has an incidence of 5.8-6.6 per 100,000 adults and represents a frequent cause of impaired cellular haemostasis in clinical practice. Its diagnosis is still one of exclusion, because the diagnostic value of proposed biological markers of the disease has been disputed. The potential contribution of biomarkers both of the autoimmune reaction (leptin, free and cell-bound anti-platelet autoantibodies, specific B cells) and of thrombopoiesis (bone marrow histology, thrombopoietin, glycocalicin, reticulated platelets) to the diagnosis of ITP will be discussed. There is evidence that some of these biomarkers indeed could be useful in the diagnosis of ITP. To cope with the rapid progress in ITP therapy, prospective studies on well characterized cohorts are necessary to allow an efficient and definite diagnosis of this disease."}, {"id": "pubmed23n1029_21332", "title": "Esperienze di switch a cariprazina in pazienti schizofrenici con comparsa di effetti collaterali/comorbilità mediche.", "score": 0.009523809523809525, "content": "La schizofrenia è un disturbo psichiatrico grave e cronico con un background genetico e neurobiologico eterogeneo che influenza lo sviluppo precoce del cervello, ed è espressa come una combinazione di sintomi psicotici - come allucinazioni, deliri e disorganizzazione - e di sintomi negativi e cognitivi. Il trattamento dei pazienti con schizofrenia prevede l'utilizzo di antipsicotici, in accordo con i recenti dati di letteratura. Sulla base del meccanismo d'azione, gli antipsicotici vengono suddivisi in tipici (o \"di prima generazione\") e atipici (o \"di seconda generazione\"). Differiscono, anche, per la manifestazione di effetti collaterali, dovuti alla diversa affinità recettoriale caratteristica del singolo principio attivo. In questo caso clinico, presentiamo un giovane paziente di 24 anni con diagnosi di schizofrenia trattato prima con olanzapina e poi con risperidone, che ha manifestato significativi effetti collaterali di tipo metabolico e sessuali. La strategia terapeutica utilizzata è stata lo switch a un antipsicotico di terza generazione, cariprazina, con risoluzione delle collateralità e una migliore gestione dei sintomi negativi riportati. In conclusione, il modello di trattamento personalizzato sulla base delle condizioni cliniche e delle esigenze del paziente rappresenta l'approccio maggiormente adeguato nella gestione di ogni singolo caso."}, {"id": "pubmed23n1056_24544", "title": "[Secondary ITP in adults].", "score": 0.009523809523809525, "content": "Secondary forms of immune thrombocytopenia (ITP) represent approximately 20% of all ITP cases in adulthood and this rate increases with age. Since some causes may influence both the prognosis and outcome but also the management of ITP, a minimal workup must be performed at ITP diagnosis to look for an associated or underlying cause. Among adults, B-cell lymphomas and mainly chronic lymphocytic leukemia, systemic auto-immune diseases such as systemic lupus or primary immunodeficiencies mainly represented by common variable immunodeficiency are the most frequent causes of secondary ITP. Whereas first-line therapy used for secondary ITP is usually similar to the one commonly used in primary ITP and relies mostly on corticosteroids±intravenous immunoglobulin according to the severity of bleeding, second and third-line treatments must take into account the type and degree of activity of the underlying disease."}, {"id": "pubmed23n0966_6421", "title": "Frazione polifenolica del bergamotto per il trattamento della sindrome metabolica nella schizofrenia: uno studio pilota.", "score": 0.009433962264150943, "content": "Introduzione. La frazione polifenolica del bergamotto (BPF) ha dimostrato di possedere buona efficacia nel trattamento dei pazienti affetti da sindrome metabolica (SM) e pertanto potrebbe rappresentare una strategia promettente nel trattamento degli effetti collaterali indotti da antipsicotici di seconda generazione (SGA) in soggetti schizofrenici in trattamento con tali farmaci. Materiali e metodi. A 15 pazienti schizofrenici in trattamento stabilizzato con SGA e 15 soggetti di controllo non affetti da patologie psichiatriche, che presentavano valori ematici di colesterolo totale compresi tra 200 e 239 mg/dl, è stato somministrato un integratore contenente BPF (1000 mg) per un periodo di 60 giorni. A tutti i soggetti all'inizio e alla fine del trattamento sono state eseguite la misurazione dell'indice di massa corporea (BMI) e una serie di esami ematochimici per la valutazione degli aspetti metabolici (colesterolo totale, LDL, HDL, trigliceridi, glicemia). Risultati. In entrambi i gruppi si è evidenziata una riduzione significativa del BMI (BMI T0 vs Tfinale (media±DS)= schizofrenici: 34,5±5,7 vs 33,9±5,4, p=,041; controlli: 28,1±4,5 vs 27,3±4,1, p=,016 - BMIcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= -0,59±0.7 vs -0,72±0,8, p=,378); colesterolo totale e LDL risultano invece essere diminuiti esclusivamente nel gruppo di controllo (colesterolo totalecambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 8,2±31,5 vs -35,1±31,1, p=,003; LDLcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 14,1±29,4 vs -9±38,9, p=,014). Discussione. La differenza di efficacia dei BPF sulla dislipidemia tra i soggetti schizofrenici e il gruppo di controllo potrebbe essere spiegata dai diversi meccanismi patogenetici che sono alla base delle alterazioni metaboliche nei soggetti in trattamento con SGA e nei pazienti che non assumono questa classe di farmaci. Conclusioni. Ulteriori studi si rendono necessari al fine di valutare in questa categoria di soggetti i possibili effetti sulla dislipidemia di dosi maggiori di BPF."}, {"id": "pubmed23n0131_7727", "title": "[The role of methods using immunofluorescence (platelet suspension immunofluorescence test and granulocyte immunofluorescence test) in the diagnosis of autoimmune thrombocytopenia and neutropenia].", "score": 0.009433962264150943, "content": "The authors examined 46 patients with autoimmune thrombocytopenic Purpura and 17 patients with autoimmune neutropenia, with the direct and indirect immunofluorescence method. They intended to verify the sensibility of such methods and to determine the class of immunoglobulins. In the PTA the direct PSIFT was positive in 26 of the 46 examined patients, while the indirect in 15 cases. In the GPA the direct GIFT was positive in 9 of the 17 patients and the indirect in 6 cases. By using FITC-labelled monospecific anti-immunoglobulin reagents, in the PTA we have found IgG in the 57.7% of the patients, IgM in the 11.5% and IgG + IgM in 30.8%; in the GPA we have found IgG in the 66% of the cases, IgM in 11% and IgG + IgM in 23%. These methods have shown a good reliability and sensibility, but also delicacy."}, {"id": "pubmed23n0999_17562", "title": "Emozioni, comportamenti e relazioni: uno studio caso-controllo sul self-cutting in adolescenza.", "score": 0.009345794392523364, "content": "Scopo. Lo scopo del presente studio caso-controllo è di approfondire i correlati psicopatologici e alcuni tratti psicologici come alessitimia e impulsività inerenti al self-cutting. È stato anche approfondito il tema dell'ideazione suicidaria nei soggetti con tale forma di autolesionismo. Metodi. Lo studio caso-controllo ha coinvolto 55 pazienti con self-cutting non suicidario, di età compresa tra i 12 e i 18 anni, e un gruppo di controllo composto da 277 adolescenti di età compresa tra i 13 e i 19 anni. La batteria testale utilizzata è stata composta da YSR 11-18 anni, CBCL 6-18 anni, SCL-90-R, TAS-20, CDI e BIS-11. Risultati. Dalle analisi effettuate sono emerse differenze statisticamente significative tra casi e controlli in relazione alla maggioranza delle scale psicopatologiche considerate. È risultata una differenza significativa tra i due gruppi anche in merito all'ideazione suicidaria. Infine, tra i self-cutter si sono evidenziate differenze significative di alcune variabili psico-relazionali (alessitimia e competenze sociale) in relazione alla frequenza di attuazione dell'atto autolesivo. Conclusioni. Il self-cutting correla con un'ampia varietà di quadri psichiatrici, senza presentare legami specifici con una particolare categoria psicopatologica. Gli elementi di alessitimia, impulsività e difficoltà relazionali degli adolescenti self-cutter dicono di come la programmazione di interventi di prevenzione primaria e secondaria dovrebbero mirare alla psico-educazione all'affettività, all'autocontrollo e ai social skill. Nello specifico, i nostri dati suggeriscono che la focalizzazione dell'intervento, in termini di lavoro sull'emotività piuttosto che sulla socializzazione, dovrebbe tener conto della frequenza degli agiti. Nella gestione clinica di questi pazienti non va esclusa a priori la possibilità di passaggio all'atto suicidario, con relative attenzioni anamnestico-cliniche da avere sia al momento della valutazione diagnostica sia lungo il follow-up della presa in carico."}, {"id": "pubmed23n0565_4424", "title": "[Laparoscopic vs open splenectomy in the treatment of idiopathic thrombocytopenic purpura].", "score": 0.009345794392523364, "content": "Laparoscopic splenectomy (LS) is gaining acceptance as an effective and safe alternative to open splenectomy (OS) in the treatment of benign hematologic disorders unresponsive to medical treatment. Among these disorders, the most important is idiopathic thrombocytopenic purpura (ITP). We compared a cohort of 20 patients who had undergone LS in the previous 7 years, with a historical cohort of 38 patients who underwent OS between 1985 and 1999. All patients in the two groups were diagnosed with ITP unresponsive to medical treatment. The mean age of the patients was 41 years in the LS group and 39.7 in the OS group. Mean spleen size and weight were 11 cm and 150 g in the LS group and 9.9 cm and 190 g in the OS group. Preoperative platelet count was 78 x 10(9) in the LS group and 69 x 10(9) in the OS group. Accessory spleens were detected in 15% of patients in the LS group and in 16% of those in the OS group. The mean operative time was 180 minutes in LS and 85 minutes in OS (p < 0.001). The complications rate was 25% in LS and 21% in OS. The mean length of hospital stay was 3 days in the LS group and 9.4 days in the OS group (p < 0.001). No differences were observed in early and complete long-term remission. Compared with OS, LS requires a longer operative time and reduces hospital stay. Detection of accessory spleens, complication rates, and effectiveness in terms of early and long-term remission are similar in both procedures. In our opinion, LS should be considered the procedure of choice for the treatment of benign hematological disorders unresponsive to medical therapy."}, {"id": "pubmed23n1059_7363", "title": "Contributi scientifici in memoria di Antonio Fusco.", "score": 0.009259259259259259, "content": "Come si leggerà nell'Introduzione della sezione propriamente scientifica del Volume, il presente testo nasce dalla volontà e, soprattutto, dall'esigenza culturale di omaggiare il fu Prof. Antonio Fusco. Un debito scientifico ed umano che trova il suo locus naturale in questa prima parte del testo stesso, cui farà poi seguito la parte propriamente scientifica. In siffatta parentesi dovuta per le ragioni appena menzionate, il lettore, l'amico o l'allievo dell'opera del Prof. Fusco potranno trovare un suo sintetico Curriculum Vitae, correlato da una specifica ed accurata prosa, svolta dal già Magnifico Rettore Carlo Cipolli; il quale, oltre che evidenziare, ricordando, i meriti del collega oramai scomparso, aggiunge alsuo scritto un elemento che sarebbe imprescindibile a non trasformare lo stesso in una mera sequenza di parole: l'amicizia e l'affetto per un amico che, oramai, non c'è più. A fine lettura, evidente risuonerà il fatto che la vita di ognuno, se mossa dalla passione per ciò per cui si è predisposti cognitivamente e psicologicamente, può essere ricca di riconoscimenti, riconoscenze e soddisfazioni che, lungi dal divenire un cuscino di allori su cui adagiarsi, per una mente creativa come quella del Prof. Fusco hanno funto solo da motivazioni ad agire instancabilmente guardando sempre al futuro. Il lavoro di una vita che, materialmente, è sancito da un supporto poco più di cm 25x15: una targa. Una materialità evidente che, con grande commozione e riconoscenza, è stata affissa il 25 ottobre 2019 sull'aula fronte l'Aula Magna del Campus \"La Folcara\", a testimonianza che quello spirito creativo in continua evoluzione non si ferma; non si arresta neppure con la fine biologica di chi lo ha \"posseduto\". Rimangono le opere ed il pensiero del Prof. Fusco e restano gli affetti. A tal proposito, il lettore troverà una breve e sentita sezione su Testimonianze; coloro i quali hanno avuto modo, nell'arco della vita accademica ed umana, personale, di Fusco di conoscerlo. Ecco, allora, che i ricordi saranno i veri protagonisti di questa parentesi. Dopo di ciò, prima dei contributi prettamente scientifici dei lavori, tenutisi in occasione del Convegno Internazionale Psicologia, Arte, Letteratura. Antiche e Nuove Tendenze, seguiranno i saluti delle autorità che in quei due giorni si sono succedute a rappresentare non solo l'istituzione affiliata, ma anche la relazione di stima e di affetto che le legava al compianto Professore. Si passerà, infine, al volume tradizionalmente inteso."}, {"id": "pubmed23n0416_22924", "title": "[Refractory idiopathic thrombocytopenic purpura].", "score": 0.009259259259259259, "content": "Chronic refractory idiopathic purpura(ITP) is defined as ITP with persistent thrombocytopenia despite conventional initial management with corticosteroids and splenectomy. The goal of treatment is not cure of the ITP, but only to achieve a safe platelet count, which is arbitrarily assumed to be greater than 30,000/mm3. The risk for major bleeding seems great only when the platelet count is less than 10,000/mm3. There is no accepted algorithm for management of patients with chronic refractory ITP. Recently, more targeted therapies including rituximab, anti-CD40 ligand and Campath-1H have been evaluated in refractory ITP."}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.009174311926605505, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "pubmed23n0412_19859", "title": "[Late results of splenectomy in patients with chronic immune thrombocytopenic purpura].", "score": 0.009174311926605505, "content": "Splenectomy is definitive treatment for idiopathic thrombocytopenic purpura (ITP) because it removes both the sites of autoantibody producing cells and also the major site of platelet destruction. The purpose of this study was to evaluate long term results of splenectomised patients with ITP and to determine predictor factors for good response. A 167 patients with chronic ITP (136 females, 31 males), median aged 35 years (17-74) was splenectomised after 2 to 160 months (Median 12) from diagnosis of ITP. Indications for splenectomy were: 6 weeks of steroid therapy with platelet count below 10 x 10(9)/l or 3 months with platelet count under 30 x 10(9)/l, or treatment with prednisone above 30 mg more of 6 months to increase platelet count over 30 x 10(9)/l, or repeated relapses. Postoperative complications developed in 16 patients (9.5%), 3 of them died (1.8%) due to thromboembolism and 17 patients discontinued later controls. During follow up to 172 months (Median 62) 111/147 splenectomised patients were in remission (75.5%), 99 in complete (above 100 x 10(9)/l), 12 in partial (50-100 x 10(9)/l) and 36 patients (24.5%) were relapsed (below 50 x 10(9)/l). Remission was achieved in 79/88 patients (89.8%) with good response to prednisone before splenectomy toward 32/62 patients (51.6%) with poor response to prednisone (p < 0.01). Remission was obtained in 9/11 patients (81.8%) who responded well to intravenous immune globulin (0.4 g/kg x 5 d) and only in 1/8 who did not (p < 0.05). Higher response rate was achieved in patients under 40 years of age (81.6%) than in older ones (63.4%) (p < 0.05). No difference was shown between sex and time intervals (3, 6, 12, 24, 36 or over 36 months) from diagnosis to splenectomy. Splenectomy is an effective treatment of refractory ITP with response rate of 75.5% after median follow up of 62 months. In our patients better results on splenectomy were associated with age less than 40 years, good responses to steroid, and intravenous immune globulin."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.00909090909090909, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0687_3208", "title": "[What is the prognosis of chronic immune thrombocytopenia?].", "score": 0.00909090909090909, "content": "To analyse the characteristics of children with chronic ITP (chronic immune thrombocytopenia) in the Hospital Infantil Universitario Niño Jesús (HIUNJ) between 2003 and 2008. To also evaluate whether clinical variables as age, gender, initial platelet count, and treatment have any prognostic significance on the outcome of ITP. Data were retrospectively collected from 288 patients diagnosed with \"Purpura and other haemorrhagic illnesses\". Forty-two out of these 288 satisfied the criteria for \"chronic ITP\". Ten patients out of 42 (23.8%) achieved remission with splenectomy, and 25 (almost 60%) achieved it without splenectomy (14 were complete remissions and 11 were partial remissions). Eight patients (almost 20% of patients with chronic ITP) had spontaneous remissions between 6 and 12 months from initial diagnosis. None of the clinical variables analysed were related to the outcome of the disease and the prognosis of the disease. Almost 60% of children with chronic ITP achieve remission without treatment regardless of age, gender, initial treatment or platelet count. Splenectomy is one of the treatments with best results; however the high spontaneous recovery rate in children with cITP, the low percentage of bleeding, and the generally benign outcome should encourage delaying this as long as possible. As it is possible to have a remission between 6 and 12 months from the initial diagnosis, the term \"chronic\" should be reserved for patients with ITP lasting more than 1 year."}, {"id": "pubmed23n0885_1884", "title": "[Levels of trace elements in the fruits and vegetables from the so-called Land of fires in Campania Region (Southern Italy)].", "score": 0.009009009009009009, "content": "INTRODUZIONE: una vasta area compresa tra le province di Napoli e Caserta nella regione Campania ha negli ultimi anni attirato l'attenzione dei mass media a causa degli interramenti illeciti di rifiuti di varia origine nei campi o del loro abbandono lungo le strade. A tali pratiche illecite si aggiunge il fenomeno dei roghi incontrollati di questo materiale, motivo per il quale la zona è stata soprannominata \"Terra dei fuochi\". OBIETTIVI: ricerca di elementi in tracce presenti nei prodotti alimentari di origine vegetale prodotti nella Terra dei fuochi. DISEGNO E SETTING: piano di monitoraggio per il rilevamento dei livelli di alcuni metalli tossici ed essenziali nei vegetali coltivati in Campania nella Terra dei fuochi. La determinazione dei microelementi è stata effettuata dopo mineralizzazione della sostanza organica mediante microonde, utilizzando la spettrometria di massa a plasma induttivamente accoppiato (ICP-MS). RISULTATI: durante l'attività di monitoraggio sono stati raccolti 65 campioni di ortaggi e 49 campioni di frutta in 43 comuni rientranti nella Terra dei fuochi. Il contenuto medio di metalli tossici, cadmio e piombo nei prodotti ortofrutticoli è risultato ben lontano dai limiti massimi fissati dalla normativa europea. I valori delle concentrazioni sono significativamente inferiori rispetto a quanto riscontrato in zone ad alto impatto ambientale a causa della presenza di impianti industriali. CONCLUSIONI: la presenza di elementi tossici o potenzialmente tali nei campioni vegetali prodotti nella Terra dei fuochi è attribuibile a una varietà di fattori ambientali rilevanti (caratteristiche geologiche dell'area, inquinamento del suolo, dell'atmosfera e delle acque di irrigazione, pratiche illecite di smaltimento dei rifiuti industriali); non sembra, tuttavia, sussistere un rischio per la salute dei consumatori. Resta comunque l'allerta per la loro presenza nell'ambiente e la necessità che le attività di monitoraggio continuino."}, {"id": "pubmed23n0090_11355", "title": "[High-dose immunoglobulins in immune thrombocytopenic purpura].", "score": 0.009009009009009009, "content": "Twenty-four patients with immune thrombocytopenic purpura (ITP) were treated with high doses of intravenous immunoglobulin (Ig). Increase in platelets was observed in all the patients. The maximum value was reached between the seventh and the twelfth day of treatment. The mean number of platelets was 18 x 10(9)/l before the treatment and 150 x 10(9)/l after the treatment. The effect was transient; in fact, a fall in the platelets was observed after 18 days of treatment. Our study confirms that high doses Ig is an effective treatment of ITP, but the high cost and the temporary effect limit its use only in those cases in which other treatments are ineffective or contraindicated."}, {"id": "pubmed23n1137_1438", "title": "[\"Nessuno vuole vedermi\": è una battaglia persa contro una malattia tropicale trascurata?]", "score": 0.008928571428571428, "content": "Riassunto. Le malattie tropicali trascurate (NTD) sono una serie di malattie che prosperano nelle comunità povere di risorse, in particolare nei climi tropicali. I fattori sociali, ambientali ed economici contribuiscono alla loro persistenza. La filariosi linfatica (LF), classificata come NTD in tutto il mondo, è una malattia parassitaria causata da vermi microscopici noti come microfilarie. I vermi adulti dimorano solo nel sistema linfatico degli esseri umani. Le zanzare trasferiscono la LF da persona a persona. Gonfiore di braccia, gambe e seno (linfedema) o dello scroto (idrocele) sono alcuni dei sintomi più gravi e dolorosi. La LF ha una grave influenza sia sulla salute mentale e sociale sia su quella fisica, e porta le persone a convivere con una deformazione, una debilitazione e uno stigma legati alla condizione di malattia. Di seguito descriviamo un caso clinico di un uomo con LF, alienato e umiliato dalla sua malattia. L'OMS ha avviato un'iniziativa globale per debellare la LF. Oltre alla somministrazione di trattamenti regolari, è stata posta uguale enfasi sull'apprendimento di come lavare e alzare gli arti colpiti, per aiutare a ridurre la gravità clinica e la progressione del disturbo."}, {"id": "pubmed23n0222_13189", "title": "[Idiopathic thrombocytopenic purpura: diagnosis and therapy in 46 patients].", "score": 0.008928571428571428, "content": "The hematological and immunological data of 46 patients with idiopathic thrombozytopenic purpura (ITP) and their response to treatment are reported. The findings are as follows: (1) Antiplatelet antibodies (serum assays) cannot be recommended as a useful diagnostic approach in ITP. (2) Circulating immune complexes are demonstrable in 77% of our patients. (3) The bone marrow contains increased numbers of eosinophils and erythrocytes in about the half of the patients. (4) A \"remission\" is obtained in 50% of patients with corticosteroids and in 60-80% with splenectomy. Among the immunosuppressants, cyclophosphamide appears to be the most useful. (5) Fatal hemorrhages are very rarely seen in adults with ITP."}, {"id": "pubmed23n1130_1118", "title": "[The &quot;redisorganisation&quot; of the Italian Healthcare Service].", "score": 0.008849557522123894, "content": "Non vi è alcun dubbio che, sotto la spinta degli effetti sanitari della pandemia da COVID19 e della approvazione (il 13/7/2021) del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), si è in presenza ancora una volta di un tentativo di riorganizzazione del Servizio sanitario nazionale. Alcuni significativi elementi di questa volontà politica sono stati già indicati negli Editoriali di questa Rivista pubblicati negli ultimi due anni - dalla dichiarazione dello stato di emergenza nazionale per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19 (D.L. 25/3/2020, n. 19) a tutt'oggi. Gli esperti diScienze politiche applicate alla sanità hanno fatto rilevare che le proposte di riorganizzazione - soprattutto tendenti a rafforzare la sanità territoriale (cure primarie e servizi territoriali)2 - risalgono addirittura alla legge istitutiva del Servizio sanitario nazionale e sono state \"rinnovellate\"da numerosi successivi atti legislativi mai completamente realizzati. La motivazione è facile da comprendere perché da tempo è fin troppo noto che non è possibile modificare un sistema, come quello sanitario (ma non solo questo), unicamente attraverso cambiamenti strutturali3. Una riforma per avere successo deve innescare un'interazione virtuosa tra il dispositivo normativo e il sistema sociale di realizzazione, composto dagli esecutori e dai beneficiari della riforma. L'antica metafora botanica della semina può rendere l'idea: anche la migliore semenza non può attecchire su un terreno arido o poco soleggiato e se le radici non trovano nel suolo il necessario alla crescita della pianta."}, {"id": "pubmed23n0006_15435", "title": "[Prognosis and treatment of idiopathic thrombocytopenic purpura in children].", "score": 0.008849557522123894, "content": "The following conclusions can be drawn from the study of 55 cases of I.T.P. of childhood. 1. I.T.P. evolving more than 6 months must always be considered as chronic, the disease having in these cases few chances of recovery without splenectomy. After 6 months evolution, it is probably possible to establish a prognosis and a therapeutic approach with little risk of error. 2. Among the clinical and biological criteria noted at the onset of the disease, the intensity of thrombopenia alone is statistically different in acute and chronic I.T.P. Consequently, there are few criteria allowing the early recognition of evolution to chronic I.T.P. 3. The corticoids have no curative value in I.T.P. Prolonged corticotherapy is therefore useless in this disease. 4. As a palliative, the value of the corticoids can only be statisfactorily demonstrated in chronic I.T.P. Here it is certain in 6 cases on 16. 5. The value of corticoids for capillary resistance is evident, even in small doses. 6. Splenectomy must be considered in all cases of severe or corticodependant chronic I.T.P. Cure is obtained in most cases. 7. The contribution of immunosuppressive agents and in particular azathioprine, cannot be usefully assessed on the basis of the series studied. In the absence of decisive results, it would be worthwhile to evaluate this treatment by means of a greater number of clinical trials."}, {"id": "pubmed23n1049_20419", "title": "[New European guidelines for the management of dyslipidaemias: their aggressiveness is not legitimated by current evidence].", "score": 0.008771929824561403, "content": "Le linee guida 2019 delle Società europee di cardiologia e dell'aterosclerosi sulla gestione delle dislipidemie hanno aumentato l'aggressività diagnostico-terapeutica e non distinguono prevenzione primaria e secondaria, con parziale eccezione per gli ultra75enni. Raccomandano nuovi target di cLDL: per pazienti a rischio molto alto si raccomanda una riduzione a <55 mg/dl e >=50% rispetto al basale; per pazienti a rischio alto una riduzione a <70 mg/dl e >=50% del basale; per pazienti a rischio moderato una riduzione a <100 mg/dl; per pazienti a rischio basso una riduzione a <116 mg/dl. In base alle carte SCORE e ai dati di mortalità cardiovascolare in Italia, quasi tutti i maschi dai 70 anni e le donne dai 70-75 anni risulterebbero ad alto rischio per solo effetto dell'età. Anche quasi tutti i 60enni sarebbero a rischio moderato, con target di cLDL <100, e spesso necessità di aggiungere costosi ipolipemizzanti per chi già assume statine. Le prove supportano ben poco tale aggressività. Infatti, anche negli studi randomizzati controllati (RCT) i benefici su esiti cardiovascolari non fatali subiscono esagerazioni sistematiche, quello meno distorto e di maggior interesse per gli assistiti è la mortalità totale. Questa, con terapie ipocolesterolemizzanti più intensive, non si è ridotta nelle metanalisi di RCT con pazienti con cLDL tra 80 e <100 mg/dl al basale; con inibitori di PCSK9, pazienti con questi valori mostrano persino tendenza all'aumento della mortalità totale. Dunque, abbassare il cLDL a <80 mg/dl può non giovare neppure ad anziani coronaropatici. A oggi, ciò vale ancora di più per anziani nella popolazione generale, in cui una revisione sistematica di studi di coorte ha mostrato relazioni nulle o più spesso inverse tra cLDL e mortalità. Le nuove linee guida europee forzano le prove disponibili, trascurano il principio di precauzione e non possono esser base per un equo consenso informato."}, {"id": "pubmed23n0048_2018", "title": "[The infusion of high-dose immunoglobulins in a case of idiopathic thrombocytopenic purpura].", "score": 0.008771929824561403, "content": "Idiopathic thrombocytopenic purpura (ITP) is a disease characterized by the presence of circulating antiplatelet antibodies, which can cause platelet destruction, through the mediation of the reticuloendothelial system (RES). We report on a patient affected with ITP insensible to first line steroid therapy, who achieved a complete response following the administration of high-dose immunoglobulins (HDIgG, 400 mg/kg/die for 5 days), in association with decreasing doses of steroids. At the end of the treatment with immunoglobulins, the patient presented a normal platelet count and, up to date, 5 moths from the end of therapy, he is in good shape and presents normal platelets values."}, {"id": "pubmed23n0885_1882", "title": "[Health expenditure for prevention in Italy (2006-2013): descriptive analysis, regional trends and international comparisons].", "score": 0.008695652173913044, "content": "Il dato dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) del 2012, che indicava l'Italia come il Paese con la più bassa spesa in prevenzione sanitaria, ha dato lo spunto per una raccolta sistematica e un'analisi critica dei flussi disponibili sulla spesa per le attività di prevenzione in Italia. Le statistiche correnti di spesa sanitaria sono raccolte centralmente dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) attraverso i modelli di rilevazione dei costi dei livelli essenziali di assistenza (LEA) delle aziende USL. Le tre macroaree dei LEA sono: assistenza distrettuale, assistenza ospedaliera e assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro. Le spese per la prevenzione rientrano in quest'ultima e sono ripartite nelle seguenti voci: attività di prevenzione rivolte alle persone, igiene degli alimenti e della nutrizione, igiene e sanità pubblica, prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro, sanità pubblica veterinaria, attività medico-legale per finalità pubblica. Tra il 2006 e il 2013, ultimo dato disponibile, la spesa per le attività di prevenzione del Servizio sanitario nazionale (SSN) è rimasta costante in rapporto alla spesa sanitaria totale (4,2%), pari a 4,9 miliardi nel 2013. Nel periodo di studio considerato (2006-2013) appaiono in aumento le spese per le attività rivolte alle persone (+8,7%), attribuibili soprattutto a vaccinazioni e screening, e in diminuzione le attività di igiene pubblica (-5,7%) e quelle della sanità pubblica veterinaria (-3,8%). I confronti internazionali indicano una spesa per la prevenzione del 2,9% rispetto alla spesa sanitaria totale, costante negli anni e nella media dei Paesi OCSE. Per la prevenzione, l'Italia spende tanto quanto i Paesi che non possiedono un servizio sanitario pubblico; il dato risulta inferiore del 5% rispetto alla programmazione nazionale, con poche eccezioni e molta variabilità regionale all'interno delle componenti delle voci di spesa. In questo contesto si sottolinea l'importanza di investire maggiori risorse nella pianificazione e nell'implementazione di interventi preventivi di provata efficacia e costo-efficacia."}, {"id": "pubmed23n0298_11697", "title": "[Electro-optic method of recording antigen-antibody interactions in detection of antiplatelet antibodies in hemorrhagic thrombocytopathies].", "score": 0.008695652173913044, "content": "A new electrooptic method was used to study the antiplatelet autoimmune process. Antiplatelet antibodies were assessed in 60 patients with idiopathic thrombocytopenic purpura and 60 ones with acquired hemorrhagic thrombocytopathies. The reference group consisted of 50 donors. The relationship between the autoimmune process intensity and the disease severity, as well as blood platelet counts over the course of corticosteroid therapy was studied."}, {"id": "pubmed23n0885_1887", "title": "[Analysis of factors predicting early unplanned readmissions].", "score": 0.008620689655172414, "content": "OBIETTIVI: determinare i fattori associati ai ricoveri ripetuti per identificare i pazienti a rischio di riospedalizzazione entro i 30 giorni dalla dimissione. DISEGNO: analisi retrospettiva delle dimissioni nell'anno 2013 attraverso le schede di dimissione ospedaliera (SDO). 3.900 pazienti ricoverati presso il presidio ospedaliero \"Fabrizio Spaziani\" di Frosinone. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: analisi bivariata per l'analisi dell'associazione tra variabili. La regressione logistica è stata utilizzata per identificare i fattori di rischio associati al ricovero ripetuto. RISULTATI: tra i 3.900 pazienti considerati, il 12,8% ha avuto una riammissione non programmata entro un mese dalla dimissione precedente per le stesse categorie diagnostiche principali (MCD). Sono state rilevate differenze statisticamente significative tra i pazienti con e senza ricovero ripetuto per età, durata della degenza, titolo di studio, condizione occupazionale e diagnosi. I fattori che aumentano la probabilità di una riospedalizzazione sono il vivere da solo, la condizione di pensionato o casalinga, una degenza più lunga e alcune diagnosi, fra cui malattie dell'apparato respiratorio, del sistema nervoso e dell'apparato urinario. CONCLUSIONE: alcune caratteristiche sociodemografiche e la diagnosi dei pazienti ospedalizzati sono associate al rischio di riospedalizzazione entro 30 giorni dalla dimissione. I dati disponibili nell'archivio delle SDO possono essere utilizzati per un'identificazione dei pazienti a rischio sui quali definire specifici piani di dimissione."}]}}}} {"correct_option": 2, "explanations": {"1": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "2": {"exist": true, "char_ranges": [[26, 244]], "word_ranges": [[2, 35]], "text": "Questo è un tipico caso di endometriosi profonda, con impianti in diverse parti della pelvi. La diagnosi definitiva sarà data dall'anatomia patologica, per cui è necessario eseguire una laparoscopia e inviarla alla PA."}, "3": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "4": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "5": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}}, "full_answer": "Laparoscopia diagnostica. Questo è un tipico caso di endometriosi profonda, con impianti in diverse parti della pelvi. 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Lo scopo del presente studio caso-controllo è di approfondire i correlati psicopatologici e alcuni tratti psicologici come alessitimia e impulsività inerenti al self-cutting. È stato anche approfondito il tema dell'ideazione suicidaria nei soggetti con tale forma di autolesionismo. Metodi. Lo studio caso-controllo ha coinvolto 55 pazienti con self-cutting non suicidario, di età compresa tra i 12 e i 18 anni, e un gruppo di controllo composto da 277 adolescenti di età compresa tra i 13 e i 19 anni. La batteria testale utilizzata è stata composta da YSR 11-18 anni, CBCL 6-18 anni, SCL-90-R, TAS-20, CDI e BIS-11. Risultati. Dalle analisi effettuate sono emerse differenze statisticamente significative tra casi e controlli in relazione alla maggioranza delle scale psicopatologiche considerate. È risultata una differenza significativa tra i due gruppi anche in merito all'ideazione suicidaria. Infine, tra i self-cutter si sono evidenziate differenze significative di alcune variabili psico-relazionali (alessitimia e competenze sociale) in relazione alla frequenza di attuazione dell'atto autolesivo. Conclusioni. Il self-cutting correla con un'ampia varietà di quadri psichiatrici, senza presentare legami specifici con una particolare categoria psicopatologica. Gli elementi di alessitimia, impulsività e difficoltà relazionali degli adolescenti self-cutter dicono di come la programmazione di interventi di prevenzione primaria e secondaria dovrebbero mirare alla psico-educazione all'affettività, all'autocontrollo e ai social skill. Nello specifico, i nostri dati suggeriscono che la focalizzazione dell'intervento, in termini di lavoro sull'emotività piuttosto che sulla socializzazione, dovrebbe tener conto della frequenza degli agiti. Nella gestione clinica di questi pazienti non va esclusa a priori la possibilità di passaggio all'atto suicidario, con relative attenzioni anamnestico-cliniche da avere sia al momento della valutazione diagnostica sia lungo il follow-up della presa in carico."}, {"id": "wiki20220301en621_6645", "title": "Pablo Hasél", "score": 0.009900990099009901, "content": "Crucificado en tu clítoris (2011) Besos cortados con coca (2011) Canciones supervivientes al registro policial (2012) La tortura placentera de la luna: algunas canciones inéditas (2012) Escribiendo con Ulrike Meinhof (2012) Empezar de bajo 0: Algunos poemas grabados (2012) La noche que supe que hay laberintos sin salida (2012) Poemas de presos políticos comunistas (2012) Los gusanos nunca volarán (inéditas) (2012) La muerte nos obligó a vivir (2012) Sigue desnudándose la dictadura del capital (2013) Por mera supervivencia (inéditas) (2013) Por mera supervivencia II (inéditas) (2013) Por mera supervivencia III (inéditas) (2013) Exprimiendo el corazón (inéditas) (2013) Tarde o temprano Venceremos (2014) Mientras me asesina el tiempo (inéditas) (2014) Por escapar de la oscuridad (inéditas) (2014) A Orillas Del Segre (2014) Cafeína e imaginación (inéditas) (2015) Burlando al dolor (2015) Boicot Activo (2015) Hasta el fin de mis días (2015)"}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.00980392156862745, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "wiki20220301en452_13857", "title": "Yndio", "score": 0.00980392156862745, "content": "Discography Éxitos Eternos Sin Tu Amor (EP-1972) 1 Sin Tu Amor 2 Mamá Gorda 3 Las Nubes Que Pasan (Díselo Tú) 4 Amor de Padres Sin Tu Amor (1972) 1. Sin Tu Amor 2. No Me Dejes Amor 3. El Tiempo 4. Lo Que Te Puedo Ofrecer 5. Noches y Días Perdidos 6. Si Tu Me Dejas 7. Es Para Tí, Es Para Mí 8. Lo Que Siempre He Soñado 9. Jamás Corazón 10. Siempre Habra un Mañana Yndio MPHS-6114(1975) 1. El 2. Cuando Salgo A los Campos 3. Quedamos Como Amigos 4. Las Nubes 5. Desolacion 6. Dulce Amor 7. Siempre De Novios 8. Como Te Extraño 9. Perdoname Mi Amor 10. Dejame 11. Sufro Tu Ausencia Por que Nos Dijimos Adios MPHS-6125 (1975) 1. Por Que Nos Dijimos Adios 2. Como Te Extraño 3. La Que Era Ya No Es 4. Cuando Salgo A los Campos 5. Perdoname Mi Amor 6. Dejame 7. Quedamos Como Amigos 8. Sufro Tu Ausencia 9. Las Nubes 10. Desolacion"}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009708737864077669, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0309_15563", "title": "[Clinical utility of available diagnostic tests in prostatic carcinoma. Results of 500 biopsies. II. Rectal palpation, PSA, and transrectal echography].", "score": 0.009708737864077669, "content": "To analyze and compare the diagnostic yield of transrectal ultrasound versus digital rectal examination (DRE) and PSA. 500 patients with a suspicion of carcinoma of the prostate were evaluated by US-guided transrectal biopsy, PSA determination and DRE. The sensitivity, specificity and predictive values of these diagnostic methods, utilized alone or in combination, were analyzed. 44.8% of the patients had evidence of cancer in the biopsy specimen. DRE disclosed an indurated prostate in 32% and 45% of the ultrasound scans were suspicious of malignancy (74.2% of those in whom a tumor was demonstrated and 20.4% of those with no tumor, p < 0.001). DRE, PSA > 4 ng/ml and transrectal ultrasound had a sensitivity rate of 52%, 93% and 74%, and a specificity of 85%, 10% and 79%, respectively. The highest sensitivity rate was obtained when biopsy was indicated by an indurated prostate on DRE or PSA > 4 ng/ml or a suspicious transrectal ultrasound scan (96%). The highest diagnostic accuracy, with a specificity of 96%, was obtained in patients with PSA > 10 ng/ml and positive DRE and transrectal ultrasound. The combined use of the different tests is fundamental to early diagnosis of prostatic cancer. In our experience, transrectal ultrasound was the method which independently obtained the best predictive values, offering a high sensitivity and specificity."}, {"id": "pubmed23n1130_1118", "title": "[The &quot;redisorganisation&quot; of the Italian Healthcare Service].", "score": 0.009615384615384616, "content": "Non vi è alcun dubbio che, sotto la spinta degli effetti sanitari della pandemia da COVID19 e della approvazione (il 13/7/2021) del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), si è in presenza ancora una volta di un tentativo di riorganizzazione del Servizio sanitario nazionale. Alcuni significativi elementi di questa volontà politica sono stati già indicati negli Editoriali di questa Rivista pubblicati negli ultimi due anni - dalla dichiarazione dello stato di emergenza nazionale per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19 (D.L. 25/3/2020, n. 19) a tutt'oggi. Gli esperti diScienze politiche applicate alla sanità hanno fatto rilevare che le proposte di riorganizzazione - soprattutto tendenti a rafforzare la sanità territoriale (cure primarie e servizi territoriali)2 - risalgono addirittura alla legge istitutiva del Servizio sanitario nazionale e sono state \"rinnovellate\"da numerosi successivi atti legislativi mai completamente realizzati. La motivazione è facile da comprendere perché da tempo è fin troppo noto che non è possibile modificare un sistema, come quello sanitario (ma non solo questo), unicamente attraverso cambiamenti strutturali3. Una riforma per avere successo deve innescare un'interazione virtuosa tra il dispositivo normativo e il sistema sociale di realizzazione, composto dagli esecutori e dai beneficiari della riforma. L'antica metafora botanica della semina può rendere l'idea: anche la migliore semenza non può attecchire su un terreno arido o poco soleggiato e se le radici non trovano nel suolo il necessario alla crescita della pianta."}, {"id": "pubmed23n0098_10366", "title": "[Electro-echocardiographic correlation in mitral valve prolapse].", "score": 0.009615384615384616, "content": "The study was performed in 33 patients with echocardiographic diagnosis of mitral valve prolapse (PVM), without any other associated heart disease. A 19 derivations electrocardiogram (ECG) was performed a direct inscription 4 channel Samborns 150 machine at 25 and 50 mm/sec. The purpose of the study was determine the alterations in ventricular depolarization and repolarization, and to correlate them with valve prolapse, as well as with cavitary and parietal dimensions, as measured by M mode and/or two-dimensional echocardiography. Left ventricular hypertrophy detected by ECG agreed with the ECO test in 77%; the sensitivity was of 86% and specificity of 67.5%. Left ventricular hypertrophy detected by ECG was not related with the type of prolapse. Ventricular repolarization alteration was very frequent (84.8%). Association of this parameter with initial notch of R in a VF becomes important for diagnosis suspicion (p less than 0.01). When the abnormal repolarization affected the anterolateral wall, posterior valve prolapse was frequent; when the posteroinferior region was the affected one, the prolapse occurred more frequently in both valves. An important correlation (p less than 0.01) was found between left ventricular dilatation detected by ECO and the abnormal ventricular repolarization."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.009523809523809525, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "wiki20220301en240_7937", "title": "Los Creadorez", "score": 0.009523809523809525, "content": "2006-Libres 1. Pueblito De Villa-Alfredo Ramírez 2. Payaso Loco-Patrulla 81 3. Leña Verde-La Autoridad De La Sierra 4. Quisiera Ser Una Lágrima-Alfredo Ramírez 5. Los Laureles-Patrulla 81 6. Que Lastima-Alfredo Ramírez 7. Cuando Se Fue-Los Horóscopos De Durango 8. Ingratos Ojos Míos-Alfredo Ramírez 9. Siempre Que Te Vas-Banda Lamento Show De Durango 10. Si Yo También Te Engañara-Isabela 11. Que Le Vaya Bien-Conjunto Matador 12. Quisiera Ser Una Lagrima-Pop Versión Alfredo Ramírez 2007-Recio, Recio Mis Creadorez 1. Cada Vez Que Pienso En Ti “Amor Perdoname” 2. Quiero Ver Tus Ojos (ft. Hector Montemayor) 3. Jesusita En Chihuahua 4. Visite A Mi Padre 5. Homenaje Duranguense 6. El Preso 7. Paloma Palomita 8. La Santísima Muerte 9. El Circo 10. Extrañando Mi Terre 11. Te Pido Que Te Quedes 12. El Abandonado 13. Que Levante La Mano 14. Cada Vez Que Pienso En Ti “Amor Perdoname”-Norteño Version 2007-Corridos, Rancheras Y Más... 1. Por Quien Me Dejas 2. El Perro Negro"}, {"id": "pubmed23n1091_27494", "title": "[Errata corrige. Epidemiol Prev 2021;45(1):82-91].", "score": 0.009450317124735728, "content": "Articolo: Studio di coorte residenziale per valutare l'impatto delle emissionidi un cementificio sullo stato di salute della popolazione di Pederobba (Treviso). Epidemiol Prev 2021;45(1):82-91. A seguito della lettera di Paolo Crosignani, sono state eliminate le referenze 8 e 9 (p. 83) dell'articolo menzionato e, di conseguenza, è stata rinumerata l'intera bibliografia. All'indirizzo https://epiprev.it/5529 è possibile scaricare il PDF corretto."}, {"id": "pubmed23n0749_21422", "title": "The clinician's role in the diagnosis of breast disease.", "score": 0.009433962264150943, "content": "Until 20 or 30 years ago, the diagnosis and treatment of breast disease was managed exclusively by the surgeon. This situation has changed to some extent as a result of recent technological advances, and clinicians' contributions to the diagnostic work-up and/or treatment of these cases can begin at any time. If they are the first physician to see the patient after the examination and formulation of a diagnostic hypothesis, they will almost always have to order a panel of imaging/instrumental examinations that is appropriate for the type of lesion suspected, the patient's age, and other factors; if they intervene at the end of the diagnostic work-up, it will be their job to arrive at a conclusion based on all of the data collected. The clinical examination includes various steps - history taking and inspection and palpation of the breasts - each of which is essential and requires the use of appropriate methods and techniques. The diagnostic capacity of the examination will depend largely on the consistency of the breasts, but it is influenced even more strongly by the doctor-patient relationship. Physicians must know their patient well, listen to and understand what she is saying, explain their own findings and verify that the explanations have been understood, and they must be convincing. Clinicians must also be able to assess the results of imaging studies (rather than relying solely on the radiologist's report), and this requires interaction with other specialists. The days are over when a clinician or radiologist or sonographer worked alone, certain that his/her examination method was sufficient in itself: today, teamwork is essential. But this also means that each member of the team must be extremely competent in his/her own sector and be aware of the other team members' limitations and expectations. The clinical examination remains central to the process since it is the basis for selecting appropriate treatment. SOMMARIO: Da quando si conosce la patologia mammaria la diagnosi e la terapia di tale patologia sono state a totale appannaggio del chirurgo, situazione che è proseguita fino a qualche decennio fa. Il recente progresso tecnologico ha modificato, in parte, questa situazione e il clinico può entrare nel percorso diagnostico o terapeutico in qualsiasi momento. Se è il primo coinvolto, dopo l'esame e dopo un'ipotesi diagnostica, dovrà, quasi sempre, orientarsi verso indagini strumentali in relazione al sospetto, all'età della paziente ecc., se è l'ultimo anello deve arrivare a una conclusione mettendo insieme tutte le informazioni. L'esame clinico è composto di varie fasi: anamnesi, ispezione, palpazione, ognuna essenziale. Ogni singola fase va affrontata con metodo e tecnica appropriata. La capacità diagnostica dell'esame clinico è influenzata dalla costituzione della mammella, ma ancor di più è condizionata da uno stretto rapporto tra paziente e medico che deve conoscere molto la paziente che gli sta davanti e che non solo deve \"visitare\", ma capire, spiegare, accertarsi che si abbia capito, convincere. È inoltre indispensabile che il clinico sia in grado di esaminare le indagini strumentali e non limitarsi a leggere i referti, quindi interagire con gli altri specialisti. L'epoca del clinico o del radiologo o dell'ecografista che lavora da solo credendo che il proprio esame sia sufficiente o sganciato da altri contesti è finita da tempo, tutti hanno bisogno di tutti. È però vero che ciascuno deve essere estremamente competente nel suo settore e deve conoscere i limiti e le aspettative di chi collabora in altre specialità, come rimane valida la regola che la clinica resta comunque il momento centrale, non fosse altro perché poi deve affrontare la terapia."}, {"id": "wiki20220301en127_49749", "title": "La Renga discography", "score": 0.009433962264150943, "content": "{| |Esquivando Charcos (1991) 1. \"Somos Los Mismos de Siempre\" 2. \"Moscas Verdes, Para El Charlatán\" 3. \"Embrolos, Fatos y Paquetes\" 4.''' \"Luciendo Mi Saquito Blusero\"5. \"Voy a Bailar a La Nave del Olvido\"6. \"Buseca y Vino Tinto\"7. \"El Juicio del Ganso\"8. \"Negra Mi Alma, Negro Mi Corazón\"9. \"Blues de Bolivia\" |--- |A Dónde Me Lleva La Vida (1994)1. \"El Camino del Deshielo\"2. \"Cortala y Olvidala\"3. \"El Rito de Los Corazones Sangrando\"4. \"Blues Cardíaco\"5. \"Pis y Caca\"6. \"El Sátiro de La Mala Leche\"7. \"El Mambo de La Botella\"8. \"Debbie El Fantasma\"9. \"El Circo Romano\"10. \"2+2=3\"11. \"Triste Canción de Amor\" |--- |Despedazado por Mil Partes (1996)1. \"Desnudo Para Siempre (o Despedazado por Mil Partes)\"2. \"A La Carga Mi Rocanrol\"3. \"El Final Es En Donde Partí\"4. \"La Balada del Diablo y La Muerte\"5. \"Cuando Vendrán\"6. \"Psilocybe Mexicana\"7. \"Paja Brava\"8. \"Lo Fragil de La Locura\"9. \"Veneno\"10. \"El Viento Que Todo Empuja\"11. \"Hablando de La Libertad\" |---"}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.009345794392523364, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "pubmed23n0283_17507", "title": "[Respective diagnostic importance of hysterography and hysteroscopy in common uterine pathology].", "score": 0.009345794392523364, "content": "In order to evaluate the diagnostic effectiveness of hysteroscopy and hysterography in common uterine diseases. 175 cases of hysterectomy were reviewed. The preoperative diagnosis obtained by these two examination methods was compared with the pathologist's report. Statistical analysis showed a 97.3% sensitivity for hysterography (specificity 28.5%). The sensitivity of hysteroscopy was 89% and its specificity 50%. The results varied according to the pathology observed. The best results for myomas were obtained with hysterography, and those for localized disorders (hyperplasia, polyps, etc.) with hysteroscopy."}, {"id": "wiki20220301en063_51324", "title": "Pietro Verri", "score": 0.009317935462353039, "content": "Manoscritto da leggersi dalla mia cara figlia Teresa Verri per cui sola lo scrissi ne’ mesi di Settembre e Ottobre 1781 (1781) Storia di Milano (1783) Piano di organizzazione del Consiglio governativo ed istruzioni per il medesimo (1786) Precetti di Caligola e Claudio (1786–1788) Memoria cronologica dei cambiamenti pubblici dello Stato di Milano 1750–1791 (1791) Delle nozioni tendenti alla pubblica felicità (1791–1792) Pensieri di un buon vecchio che non è letterato (1796) Carteggio di Pietro e di Alessandro Verri (prima pubblicazione 1910) Sulla tortura e singolarmente sugli effetti che produsse all'occasione delle unzioni malefiche, alle quali si attribui la pestilenza che devastò Milano 'l'anno 1630. Volume 1, Editor Giovanni Silvestri, Milan (1843). (in conjunction with publication of Storia della Colonna Infame by Alessandro Manzoni.)"}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.009259259259259259, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "wiki20220301en395_26525", "title": "Carlos Cossio", "score": 0.009259259259259259, "content": "Principal works El concepto puro de la revolución (ed. Bosch, 1936). La valoración jurídica y la ciencia del derecho (1.ª ed., UNL, 1941; 2.ª ed., Arayú; 1954). La Política como Conciencia (Abeledo-Perrot, 1955). Ideología y Derecho (Inédito, 1962). La teoría egológica del derecho y el concepto jurídico de libertad (1.ª ed. 1944, Losada; 2.ª ed. 1964, Abeledo-Perrot). La plenitud del ordenamiento jurídico. (1.ª ed., Losada, 1939; 2.ª ed., Losada, 1947 y Los Andes, 2005) El Derecho en el Derecho Judicial. (1.ª ed., Kraft, 1945; 2.ª ed., Abeledo-Perot, 1959 y El Foro, 2002; 3.ª ed., Abeledo-Perrot, 1967) Teoría de la verdad jurídica. (Losada, 1954; El Foro, 2007) La opinión pública. La causa y la comprension en el derecho. (4.ª ed., Juerez Editor, 1969) El fundamento filosófico de los métodos interpretativos. (UNL, 1940). El principio \"nulla poena sine lege\" en la axiología egológica (Rev. LL, 1947). References"}, {"id": "wiki20220301en187_33100", "title": "Bollettino della Vittoria", "score": 0.009187865541456702, "content": "A similar bulletin was never drafted for the air forces since they were part of the Aeronautical Service, a department destined to the Royal Italian Army aircraft: the Royal Air Force, the third armed force of the Kingdom of Italy, was established only in 1923, after the end of the war. Text Italian Comando Supremo, 4 Novembre 1918, ore 12 La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta. La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso ottobre ed alla quale prendevano parte cinquantuno divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una cecoslovacca ed un reggimento americano, contro settantatré divisioni austroungariche, è finita."}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.009174311926605505, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n1054_25210", "title": "[Cierre percutáneo de comunicación interauricular en paciente con peso menor de 15 kilogramos utilizando técnica asistida con balón. Reporte de un caso].", "score": 0.009174311926605505, "content": "Niña de 3 años, con peso de 14 kg y antecedentes de episodios de neumonía adquirida en la comunidad y comunicación interauricular. En la exploración física se encuentra a la auscultación un soplo sistólico de grado II/IV en foco pulmonar y desdoblamiento del segundo ruido cardiaco."}, {"id": "pubmed23n1059_7363", "title": "Contributi scientifici in memoria di Antonio Fusco.", "score": 0.00909090909090909, "content": "Come si leggerà nell'Introduzione della sezione propriamente scientifica del Volume, il presente testo nasce dalla volontà e, soprattutto, dall'esigenza culturale di omaggiare il fu Prof. Antonio Fusco. Un debito scientifico ed umano che trova il suo locus naturale in questa prima parte del testo stesso, cui farà poi seguito la parte propriamente scientifica. In siffatta parentesi dovuta per le ragioni appena menzionate, il lettore, l'amico o l'allievo dell'opera del Prof. Fusco potranno trovare un suo sintetico Curriculum Vitae, correlato da una specifica ed accurata prosa, svolta dal già Magnifico Rettore Carlo Cipolli; il quale, oltre che evidenziare, ricordando, i meriti del collega oramai scomparso, aggiunge alsuo scritto un elemento che sarebbe imprescindibile a non trasformare lo stesso in una mera sequenza di parole: l'amicizia e l'affetto per un amico che, oramai, non c'è più. A fine lettura, evidente risuonerà il fatto che la vita di ognuno, se mossa dalla passione per ciò per cui si è predisposti cognitivamente e psicologicamente, può essere ricca di riconoscimenti, riconoscenze e soddisfazioni che, lungi dal divenire un cuscino di allori su cui adagiarsi, per una mente creativa come quella del Prof. Fusco hanno funto solo da motivazioni ad agire instancabilmente guardando sempre al futuro. Il lavoro di una vita che, materialmente, è sancito da un supporto poco più di cm 25x15: una targa. Una materialità evidente che, con grande commozione e riconoscenza, è stata affissa il 25 ottobre 2019 sull'aula fronte l'Aula Magna del Campus \"La Folcara\", a testimonianza che quello spirito creativo in continua evoluzione non si ferma; non si arresta neppure con la fine biologica di chi lo ha \"posseduto\". Rimangono le opere ed il pensiero del Prof. Fusco e restano gli affetti. A tal proposito, il lettore troverà una breve e sentita sezione su Testimonianze; coloro i quali hanno avuto modo, nell'arco della vita accademica ed umana, personale, di Fusco di conoscerlo. Ecco, allora, che i ricordi saranno i veri protagonisti di questa parentesi. Dopo di ciò, prima dei contributi prettamente scientifici dei lavori, tenutisi in occasione del Convegno Internazionale Psicologia, Arte, Letteratura. Antiche e Nuove Tendenze, seguiranno i saluti delle autorità che in quei due giorni si sono succedute a rappresentare non solo l'istituzione affiliata, ma anche la relazione di stima e di affetto che le legava al compianto Professore. Si passerà, infine, al volume tradizionalmente inteso."}, {"id": "wiki20220301en163_34530", "title": "Spasell", "score": 0.00909090909090909, "content": "EL «PATER NOSTER» IN SPASELL Masett che stanziê in la creuggia di salvestri, ch'el vost oden s'ingalmissa, ch'el stanzia el nost bosin piatt,che se rusca quel che vu tubèsora i masett de la luscia, quant in quella di sciatt.Refilên el sbêg de stobold, e che no va stanzien nippa in del scimêe i nost lenarii, come anch'el nost'oden szabolda ai olter ghielma;Fêen taruscia la schigna che ne rusca el Naja de Tameu.Per tagiorala no lassên sciobigà in nient de loffi.A M E N.Some Spasell words in Classical Milanese orthography:"}, {"id": "pubmed23n1049_20419", "title": "[New European guidelines for the management of dyslipidaemias: their aggressiveness is not legitimated by current evidence].", "score": 0.009009009009009009, "content": "Le linee guida 2019 delle Società europee di cardiologia e dell'aterosclerosi sulla gestione delle dislipidemie hanno aumentato l'aggressività diagnostico-terapeutica e non distinguono prevenzione primaria e secondaria, con parziale eccezione per gli ultra75enni. Raccomandano nuovi target di cLDL: per pazienti a rischio molto alto si raccomanda una riduzione a <55 mg/dl e >=50% rispetto al basale; per pazienti a rischio alto una riduzione a <70 mg/dl e >=50% del basale; per pazienti a rischio moderato una riduzione a <100 mg/dl; per pazienti a rischio basso una riduzione a <116 mg/dl. In base alle carte SCORE e ai dati di mortalità cardiovascolare in Italia, quasi tutti i maschi dai 70 anni e le donne dai 70-75 anni risulterebbero ad alto rischio per solo effetto dell'età. Anche quasi tutti i 60enni sarebbero a rischio moderato, con target di cLDL <100, e spesso necessità di aggiungere costosi ipolipemizzanti per chi già assume statine. Le prove supportano ben poco tale aggressività. Infatti, anche negli studi randomizzati controllati (RCT) i benefici su esiti cardiovascolari non fatali subiscono esagerazioni sistematiche, quello meno distorto e di maggior interesse per gli assistiti è la mortalità totale. Questa, con terapie ipocolesterolemizzanti più intensive, non si è ridotta nelle metanalisi di RCT con pazienti con cLDL tra 80 e <100 mg/dl al basale; con inibitori di PCSK9, pazienti con questi valori mostrano persino tendenza all'aumento della mortalità totale. Dunque, abbassare il cLDL a <80 mg/dl può non giovare neppure ad anziani coronaropatici. A oggi, ciò vale ancora di più per anziani nella popolazione generale, in cui una revisione sistematica di studi di coorte ha mostrato relazioni nulle o più spesso inverse tra cLDL e mortalità. Le nuove linee guida europee forzano le prove disponibili, trascurano il principio di precauzione e non possono esser base per un equo consenso informato."}, {"id": "pubmed23n0254_10124", "title": "[Role of transesophageal echocardiography in aortic dissection].", "score": 0.009009009009009009, "content": "Aortic dissection, especially type A, is a life-threatening condition, that requires a prompt and accurate diagnosis to ensure a rapid and precise therapeutic approach. Transesophageal echocardiography (TEE) is a highly reliable technique because of its sensitivity and specificity (near 100%; almost similar to nuclear magnetic resonance), and because it is a very low risk, rapid and easy diagnostic tool. Two hundred sixty-one patients were admitted at our institution in a 6-year period (1988-1994), because of a suspicion of aortic dissection. Two hundred forty-seven of them were submitted to TEE and the diagnosis was compared with surgical data in 124. There was only one false positive by TEE. Sensitivity of TEE vs surgery was 100%, specificity 93.7%, diagnostic accuracy 99%. Agreement between TEE and surgery in the setting of intimal tear was 69.2%. These data confirm the usefulness of TEE in the diagnostic approach to aortic dissection and the therapeutic decision, without using other methods."}, {"id": "pubmed23n0885_1883", "title": "[Ecological study on the mortality of residents in Manfredonia (Apulia Region, Southern Italy) from 1970 to 2013].", "score": 0.008928571428571428, "content": "OBIETTIVI: valutare lo stato di salute della popolazione residente nel comune di Manfredonia dal 1970 al 2013. DISEGNO: analisi descrittiva dell'andamento temporale della mortalità generale, per gruppi di cause, dal 1970 al 2013. SETTING E PARTECIPANTI: i dati di mortalità e le popolazioni residenti sono di fonte Istat. Sono state esaminate 55 cause di decesso. Le analisi sono disaggregate per sesso e periodo. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: sono stati elaborati i rapporti standardizzati di mortalità (SMR%), con i rispettivi intervalli di confidenza al 90% (IC90%), e i tassi di mortalità standardizzati col metodo diretto (TSD ). RISULTATI: lo stato di salute misurato dal tasso di mortalità per tutte le cause migliora nel tempo: i TSD passano da 92 x10.000 negli anni 1970-1974 a 52 x10.000 nel biennio 2012-2013 negli uomini, da 70 x10.000 a 39 x10.000 nelle donne. Tuttavia, rispetto alla media regionale Manfredonia perde progressivamente il suo vantaggio, passando da -20% a -10% negli uomini, e da -20% a +1,5% nelle donne. Questo andamento è molto evidente per il complesso delle cause cardiovascolari, mentre i tumori maligni sono in generale nella media regionale. Nell'ultimo periodo disponibile per causa di decesso (2006-2011), la mortalità per infarto miocardico è stata più alta della media regionale (uomini: +35%; donne: +54%). I rapporti standardizzati di mortalità (SMR) mostrano tra gli uomini valori in crescita, in particolar modo rispetto al riferimento provinciale, con un eccesso a cominciare dal periodo 2006-2011 (22 decessi/anno e 19 attesi; SMR%: 117,2; IC90% 101,1-135,2; riferimento: provincia di Foggia). Anche tra le donne gli SMR% superano i riferimenti provinciali negli ultimi periodi esaminati (nel 2012-2013: 7 decessi/ anno e 4,2 attesi; SMR%: 116,4; IC90% 97,0-260,7; riferimento: provincia di Foggia). CONCLUSIONI: la mortalità a Manfredonia è diminuita in misura minore rispetto a quella osservata nei riferimenti provinciali e regionali. Il vantaggio che si osservava negli anni Sessanta si è, infatti, ridotto nel tempo, fino ad annullarsi negli ultimi anni. Dal 1970, Manfredonia ha progressivamente perso il vantaggio che aveva. Dagli anni Duemila, la mortalità per infarto del miocardio è in eccesso sulla media regionale e provinciale. Da casi documentati in letteratura si osserva che le popolazioni che sperimentano catastrofi di origine naturale o antropica possono fronteggiare un aumento di patologie cardiovascolari. La mortalità per tumore polmonare mostra un eccesso sulla media regionale, in particolare provinciale, a cominciare dal 2000, coerentemente con i tempi di latenza legati all'esposizione ad arsenico negli anni Settanta."}, {"id": "wiki20220301en214_11655", "title": "Chongoyape District", "score": 0.008928571428571428, "content": "para este pobre que te ha venido siguiendo, ingrata... Sé que tus ojos abrasadores miran con ansias. al venturoso que te desdeña y a quien tu amas. Pero ¡no importa! Yo también tengo quien me idolatre, quien por mi pena, por mi suspira y aun vierte lagrimas... Tiene ojos verdes, cabellos rubios y tez de nácar. Y sus sonrisas son las canciones de la esperanza. Con que así mira no me desdeñes, niña simpática; porque aburrido tal vez me ahorque de tu ventana. Y entonces el vulgo diría al verte, cuando pasares; Ahí va la niña de faz de cielo cuyo amor mata."}, {"id": "pubmed23n1029_21329", "title": "Principi di farmacodinamica e farmacocinetica nello switch tra antipsicotici: focus su cariprazina.", "score": 0.008849557522123894, "content": "Cariprazina {RGH-188; trans-N- [4- [2- [4- (2,3-diclorofenil) piperazin-1-il] etil] cicloesil] -N_, N_-dimetilurea cloridrato} è un antipsicotico atipico di nuova generazione, con un originale profilo farmacodinamico e farmacocinetico. Cariprazina ha due metaboliti attivi, uno dei quali ha un'emivita di 1-3 settimane, che è la più lunga di qualsiasi antipsicotico atipico, con emivita effettiva funzionale totale (cariprazina più due metaboliti) di 7 giorni. Il farmaco mostra un'affinità che è circa 10 volte più alta per i recettori D3 che per D2 (rispettivamente pKi 10,07 e 9,31). L'affinità per D3 è superiore all'affinità della stessa dopamina. Cariprazina mostra inoltre un'elevata affinità per i recettori 5-HT2B (pKi 9,24), con antagonismo puro. Cariprazina è un agonista parziale e ha un'affinità significativa, ma inferiore all'affinità per D3, sui recettori 5-HT1A (pKi 8,59). Agendo su D3 e 5-HT1, cariprazina migliora i sintomi negativi, l'anedonia e i deficit cognitivi. L'affinità per i recettori 5-HT2A (pKi 7,73), H1 (pKi 7,63) e 5-HT2C (pKi 6,87) è inferiore, così come minori sono le affinità per i recettori adrenergici, istaminergici e colinergici, recettori che sono spesso responsabili di effetti collaterali. Grazie al profilo di tollerabilità (sicurezza cardiovascolare, bassa probabilità di dare sedazione e iperprolattinemia, basso rischio metabolico), insieme alla sua peculiare efficacia sui sintomi negativi e alla sua lunga emivita, che spesso migliora la scarsa aderenza, cariprazina è un candidato valido per il passaggio da un antipsicotico inefficace (o parzialmente efficace, con particolare riferimento ai sintomi negativi), poco tollerato, o assunto con una scarsa aderenza. Questo articolo esamina le caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche di cariprazina e discute le loro implicazioni in termini di identificazione dei pazienti che possano beneficiare di un passaggio a cariprazina, e della migliore strategia per completare lo switch con successo."}, {"id": "wiki20220301en452_13860", "title": "Yndio", "score": 0.008849557522123894, "content": "10 Aniversario (1982) 1. Algo 2. No Debes Verme Llorar 3. Soñando 4. Ya No Voy A Llorar 5. Amor 6. Mejor Que Ayer 7. Linda Mujer 8. Brindo Por Ella 9. Como Puedes 10. Creo En Ti Temas de Amor (1983) 1. Amor Indio 2. Gema 3. Solo 4. Historia De Un Amor 5. Ojos Cafes 6. Cancionero 7. Cien Mujeres 8. Sin Ti 9. Loca Pasion 10. Noche Callada Polkas y Cumbias (1984) 1 Pazcola 2 Siempre Hace Frío 3 Los Pandeados 4 La Huerfanita 5 Este Amor 6 La Rufalina 7 El Porro de Pedrito 8 Sonora Querida 9 María Chuchena 10 No Volveré Adiós (1985) 1. Adiós 2. Corazón 3. Música Triste 4. Eres Tú 5. Ladrones 6. Te Quedas o Te Vas 7. Una Limosina de Amor 8. No Quiero Vivir Sin Ti 9. Desde Hoy 10. Secreto Amor 11. Cuando el Amor Se Acaba 12. Antes de Que Te Vayas Polkas y Cumbias Vol II (1986) 1 El gringuito 2 Cuatro caminos 3 Mi corazón 4 Mariposa equivocada 5 Bésame, bésame 6 La indita y el yndio 7 Uno más de los mojados 8 Es amor 9 Lamento del mojado 10 Todo terminó"}, {"id": "pubmed23n0966_6421", "title": "Frazione polifenolica del bergamotto per il trattamento della sindrome metabolica nella schizofrenia: uno studio pilota.", "score": 0.008771929824561403, "content": "Introduzione. La frazione polifenolica del bergamotto (BPF) ha dimostrato di possedere buona efficacia nel trattamento dei pazienti affetti da sindrome metabolica (SM) e pertanto potrebbe rappresentare una strategia promettente nel trattamento degli effetti collaterali indotti da antipsicotici di seconda generazione (SGA) in soggetti schizofrenici in trattamento con tali farmaci. Materiali e metodi. A 15 pazienti schizofrenici in trattamento stabilizzato con SGA e 15 soggetti di controllo non affetti da patologie psichiatriche, che presentavano valori ematici di colesterolo totale compresi tra 200 e 239 mg/dl, è stato somministrato un integratore contenente BPF (1000 mg) per un periodo di 60 giorni. A tutti i soggetti all'inizio e alla fine del trattamento sono state eseguite la misurazione dell'indice di massa corporea (BMI) e una serie di esami ematochimici per la valutazione degli aspetti metabolici (colesterolo totale, LDL, HDL, trigliceridi, glicemia). Risultati. In entrambi i gruppi si è evidenziata una riduzione significativa del BMI (BMI T0 vs Tfinale (media±DS)= schizofrenici: 34,5±5,7 vs 33,9±5,4, p=,041; controlli: 28,1±4,5 vs 27,3±4,1, p=,016 - BMIcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= -0,59±0.7 vs -0,72±0,8, p=,378); colesterolo totale e LDL risultano invece essere diminuiti esclusivamente nel gruppo di controllo (colesterolo totalecambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 8,2±31,5 vs -35,1±31,1, p=,003; LDLcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 14,1±29,4 vs -9±38,9, p=,014). Discussione. La differenza di efficacia dei BPF sulla dislipidemia tra i soggetti schizofrenici e il gruppo di controllo potrebbe essere spiegata dai diversi meccanismi patogenetici che sono alla base delle alterazioni metaboliche nei soggetti in trattamento con SGA e nei pazienti che non assumono questa classe di farmaci. Conclusioni. 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Si presenta con sintomi simil-influenzali (cefalea, artralgie, mialgie, febbre...) e altri sintomi a seconda della via di ingresso. Nel nostro caso, quando si assiste a nascite di animali, l'ingresso avviene per via respiratoria, quindi gli infiltrati polmonari e il dolore toracico sono dovuti al batterio. Il trattamento varia a seconda della malattia e la mortalità è molto bassa, quasi nulla. La morbilità e la malattia nelle donne in gravidanza sono più preoccupanti. Importante: è molto frequente negli operatori zootecnici (veterinari, allevatori, macelli...) se si legge qualcosa come \"assiste a nascite di animali da allevamento\", \"lavora in un'azienda agricola\", \"è un veterinario\" si sospetta la Brucellosi.", "full_answer_no_ref": "Come possibile malattia considererei la brucellosi, tipica dei bovini (latte, aborto, secrezioni genitali...). Si presenta con sintomi simil-influenzali (cefalea, artralgie, mialgie, febbre...) e altri sintomi a seconda della via di ingresso. Nel nostro caso, quando si assiste a nascite di animali, l'ingresso avviene per via respiratoria, quindi gli infiltrati polmonari e il dolore toracico sono dovuti al batterio. Il trattamento varia a seconda della malattia e la mortalità è molto bassa, quasi nulla. La morbilità e la malattia nelle donne in gravidanza sono più preoccupanti. Importante: è molto frequente negli operatori zootecnici (veterinari, allevatori, macelli...) se si legge qualcosa come \"assiste a nascite di animali da allevamento\", \"lavora in un'azienda agricola\", \"è un veterinario\" si sospetta la Brucellosi.", "full_question": "Veterinaria di 38 anni, era responsabile del monitoraggio degli animali selvatici e dell'assistenza alla consegna del bestiame domestico. Ha iniziato con una febbre alta con brividi, cefalea, mialgia e tosse non produttiva, che ha interpretato come una malattia simil-influenzale. Ha presentato dolore al petto. 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Quale delle seguenti affermazioni è VERA?", "id": 438, "lang": "it", "options": {"1": "È trasmessa dalle zecche.", "2": "Sia la doxiciclina che l'idrossiclorochina sono efficaci nel trattamento delle forme acute della malattia.", "3": "Nella forma acuta, di solito è presente anche un'elevazione degli anticorpi contro gli antigeni della fase l.", "4": "La mortalità nelle forme acute è quasi inesistente.", "5": null}, "question_id_specific": 119, "type": "EPIDEMIOLOGIA E MEDICINA PREVENTIVA", "year": 2018, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "wiki20220301en187_33100", "title": "Bollettino della Vittoria", "score": 0.014384457313655893, "content": "A similar bulletin was never drafted for the air forces since they were part of the Aeronautical Service, a department destined to the Royal Italian Army aircraft: the Royal Air Force, the third armed force of the Kingdom of Italy, was established only in 1923, after the end of the war. Text Italian Comando Supremo, 4 Novembre 1918, ore 12 La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta. 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Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n0032_4282", "title": "[Use of the passive hemagglutination test for diagnosis of meningococcal infection].", "score": 0.009900990099009901, "content": "A considerable percentage of patients with meningococcus infection displayed an increase in the actibody titres to meningococcus, group A, detectable in the passive hemagglutination test (PHAT). 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La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0117_14273", "title": "[Detection of pneumococcal antibodies in children with acute pneumonia and pleurisy by an immunoenzyme method].", "score": 0.00980392156862745, "content": "The samples of sera and pleural fluid from sick children have been analyzed by means of EIA techniques. To detect the time course of antibody production, the antigenic preparations of pneumococci (monovalent capsular polysaccharides, polyvalent polysaccharide vaccine and complex pneumococcal antigen) have been used. Antibody response observed in the forms of pneumococcal infection, studied in this investigation, has proved to be highly variable. It is expedient to determine antibodies to polysaccharide antigens not earlier than on days 10-12 from the beginning of the disease. But, besides the positive dynamics of antibodies, their unchanged level is sometimes observed in the patients at the beginning of the disease. As a rule, there is a coincidence between the dynamics of antibody formation in response to polysaccharide antigens and to complex pneumococcal antigen."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009708737864077669, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. 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Attività e sicurezza degli agenti anti-VEGF nel carcinoma ovarico.]", "score": 0.009615384615384616, "content": "Riassunto. L'angiogenesi svolge un ruolo importante sia nei tessuti epiteliali normali sia in quelli maligni. Negli ultimi anni questo fenomeno è stato ampiamente studiato in oncologia sperimentale e clinica perché ci sono evidenze che sia coinvolto nella diffusione e nella diffusione metastatica del carcinoma ovarico. Il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (vascular endothelial growth factor - VEGF) è l'attore principale nel meccanismo di angiogenesi e svolge un ruolo strategico nella proliferazione e migrazione delle cellule neoplastiche, con un impatto significativo sulla sopravvivenza e sull'outcome clinico. Secondo quanto emerge da molti studi sperimentali e clinici, le nostre conoscenze sulla biologia dell'angiogenesi e del VEGF sono aumentate portando allo sviluppo farmacologico di specifici agenti in grado di targeting VEGF. Questo nuovo campo di indagine offre agli scienziati l'opportunità di testare nuove possibilità terapeutiche nei pazienti con carcinoma ovarico con nuovi agenti mirati. Il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF umanizzato, è stato il primo farmaco anti-VEGF scoperto ed è usato oggi per il trattamento di diversi tumori solidi. Negli ultimi anni questo agente è stato ampiamente testato nei pazienti con carcinoma ovarico, mostrando un'attività clinica interessante e un profilo di tossicità tollerabile sia nelle pazienti giovani sia in quelle anziane. Il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel e successivamente utilizzato come agente singolo, è indicato per il trattamento del carcinoma epiteliale dell'ovaio di stadio III o IV, tuba di Falloppio o carcinoma peritoneale primario dopo iniziale resezione chirurgica. Il bevacizumab è anche usato per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico epiteliale ricorrente e resistente al platino, delle tube di Falloppio o dal tumore peritoneale primario che hanno ricevuto non più di 2 regimi precedenti di chemioterapia. Inoltre, il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel o con carboplatino e gemcitabina (e usato come agente singolo), è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma epiteliale dell'ovario sensibile al platino, tuba di Falloppio o tumore peritoneale primario. Le linee guida più accreditate suggeriscono quando bevacizumab deve essere usato nel trattamento del carcinoma ovarico avanzato e ricorrente. Altri agenti anti-VEGF, come gli inibitori della tirosin-chinasi del recettore VEGF (VEGFR), sono stati ampiamente testati nel carcinoma ovarico e molti altri sono in corso di studi al fine di testare la loro attività e sicurezza rispetto a bevacizumab. Gli agenti anti-VEGF e gli inibitori di PARP svolgono oggi un ruolo strategico nel trattamento del cancro ovarico con agenti mirati in associazione con la chemioterapia e la chirurgia in un'ottica multidisciplinare e personalizzata."}, {"id": "pubmed23n0040_10501", "title": "[Comparison of the streptozyme test with titration of antistreptolysin, antistreptokinase and antistreptohyaluronidase].", "score": 0.009615384615384616, "content": "Streptozyme is a new serologic assay which is able to evidentiate 5 antistreptococcal antibodies at the same time (TAS, ASHA, ASK, DNase, NADase). This test has been carried out on 355 samples together with TAS, ASK and ASHA methods in order to value this method comparatively. The results showed that Streptozyme is a poorly reliable technique, looking at the false-positive or negative results obtained, but principally looking at the phenomena of no good reproducibility. We feel that at present it cannot be used in substitution of the classic serologic methods."}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.009523809523809525, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n0056_16113", "title": "[The common antigenic determinants of the H antigens of salmonellae].", "score": 0.009523809523809525, "content": "Salmonella H-antigens have common and specific antigenic determinants. Studies on the determination of common antigenic determinants of H-antigens (a; b; d; i; 1,2 and nt) has been carried out. The order of the distribution of H-antigens according to the decrease of these common antigenic determinants in size is presented: d greater than a greater than 1,2 greater than b greater than nt. These data broaden our knowledge of the structure of H-antigens; they are also necessary for obtaining specific antibodies and conjugate preparations used in the enzyme immunoassay."}, {"id": "pubmed23n0999_17562", "title": "Emozioni, comportamenti e relazioni: uno studio caso-controllo sul self-cutting in adolescenza.", "score": 0.009433962264150943, "content": "Scopo. Lo scopo del presente studio caso-controllo è di approfondire i correlati psicopatologici e alcuni tratti psicologici come alessitimia e impulsività inerenti al self-cutting. È stato anche approfondito il tema dell'ideazione suicidaria nei soggetti con tale forma di autolesionismo. Metodi. Lo studio caso-controllo ha coinvolto 55 pazienti con self-cutting non suicidario, di età compresa tra i 12 e i 18 anni, e un gruppo di controllo composto da 277 adolescenti di età compresa tra i 13 e i 19 anni. La batteria testale utilizzata è stata composta da YSR 11-18 anni, CBCL 6-18 anni, SCL-90-R, TAS-20, CDI e BIS-11. Risultati. Dalle analisi effettuate sono emerse differenze statisticamente significative tra casi e controlli in relazione alla maggioranza delle scale psicopatologiche considerate. È risultata una differenza significativa tra i due gruppi anche in merito all'ideazione suicidaria. Infine, tra i self-cutter si sono evidenziate differenze significative di alcune variabili psico-relazionali (alessitimia e competenze sociale) in relazione alla frequenza di attuazione dell'atto autolesivo. Conclusioni. Il self-cutting correla con un'ampia varietà di quadri psichiatrici, senza presentare legami specifici con una particolare categoria psicopatologica. Gli elementi di alessitimia, impulsività e difficoltà relazionali degli adolescenti self-cutter dicono di come la programmazione di interventi di prevenzione primaria e secondaria dovrebbero mirare alla psico-educazione all'affettività, all'autocontrollo e ai social skill. Nello specifico, i nostri dati suggeriscono che la focalizzazione dell'intervento, in termini di lavoro sull'emotività piuttosto che sulla socializzazione, dovrebbe tener conto della frequenza degli agiti. Nella gestione clinica di questi pazienti non va esclusa a priori la possibilità di passaggio all'atto suicidario, con relative attenzioni anamnestico-cliniche da avere sia al momento della valutazione diagnostica sia lungo il follow-up della presa in carico."}, {"id": "pubmed23n1137_1438", "title": "[\"Nessuno vuole vedermi\": è una battaglia persa contro una malattia tropicale trascurata?]", "score": 0.009345794392523364, "content": "Riassunto. Le malattie tropicali trascurate (NTD) sono una serie di malattie che prosperano nelle comunità povere di risorse, in particolare nei climi tropicali. I fattori sociali, ambientali ed economici contribuiscono alla loro persistenza. La filariosi linfatica (LF), classificata come NTD in tutto il mondo, è una malattia parassitaria causata da vermi microscopici noti come microfilarie. I vermi adulti dimorano solo nel sistema linfatico degli esseri umani. Le zanzare trasferiscono la LF da persona a persona. Gonfiore di braccia, gambe e seno (linfedema) o dello scroto (idrocele) sono alcuni dei sintomi più gravi e dolorosi. La LF ha una grave influenza sia sulla salute mentale e sociale sia su quella fisica, e porta le persone a convivere con una deformazione, una debilitazione e uno stigma legati alla condizione di malattia. Di seguito descriviamo un caso clinico di un uomo con LF, alienato e umiliato dalla sua malattia. L'OMS ha avviato un'iniziativa globale per debellare la LF. Oltre alla somministrazione di trattamenti regolari, è stata posta uguale enfasi sull'apprendimento di come lavare e alzare gli arti colpiti, per aiutare a ridurre la gravità clinica e la progressione del disturbo."}, {"id": "pubmed23n0393_19805", "title": "[Basis and guidelines for empirical antibody therapy in the management of community-acquired pneumonia].", "score": 0.009345794392523364, "content": "The choice of the antibiotic should be based on clinical, chest X-ray radiography and essentially microbiologic criteria. Incurrent practice treatment is more often empiric based on epidemiologic characteristics of the microbiologic agents and the particularities of each patient. A satisfactory approach requires, in addition, a perfect knowledge of different available antibiotics and the resistance of certain etiologic pathogens to these latters. because S. Pneumoniae is the most frequently encountered pathogen, B lactams and especially Penicillin G. and amoxicillin remain the most useful drugs prescribed for adults with risk factors. However, in advanced age patients and those with comorbidity, the spectrum should be enlarged and should include, besides S. Pneumoniae, H. influenzae and other Gram negative bacilli. When the pneumonia is more severe and has required hospitalization, the antimicrobial therapy must be immediate, multiple and large. The causal agent must be searched for desperately, so that the antimicrobial therapy can be adapted secondary to the results of the antibiogram."}, {"id": "pubmed23n0885_1883", "title": "[Ecological study on the mortality of residents in Manfredonia (Apulia Region, Southern Italy) from 1970 to 2013].", "score": 0.009259259259259259, "content": "OBIETTIVI: valutare lo stato di salute della popolazione residente nel comune di Manfredonia dal 1970 al 2013. DISEGNO: analisi descrittiva dell'andamento temporale della mortalità generale, per gruppi di cause, dal 1970 al 2013. SETTING E PARTECIPANTI: i dati di mortalità e le popolazioni residenti sono di fonte Istat. Sono state esaminate 55 cause di decesso. Le analisi sono disaggregate per sesso e periodo. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: sono stati elaborati i rapporti standardizzati di mortalità (SMR%), con i rispettivi intervalli di confidenza al 90% (IC90%), e i tassi di mortalità standardizzati col metodo diretto (TSD ). RISULTATI: lo stato di salute misurato dal tasso di mortalità per tutte le cause migliora nel tempo: i TSD passano da 92 x10.000 negli anni 1970-1974 a 52 x10.000 nel biennio 2012-2013 negli uomini, da 70 x10.000 a 39 x10.000 nelle donne. Tuttavia, rispetto alla media regionale Manfredonia perde progressivamente il suo vantaggio, passando da -20% a -10% negli uomini, e da -20% a +1,5% nelle donne. Questo andamento è molto evidente per il complesso delle cause cardiovascolari, mentre i tumori maligni sono in generale nella media regionale. Nell'ultimo periodo disponibile per causa di decesso (2006-2011), la mortalità per infarto miocardico è stata più alta della media regionale (uomini: +35%; donne: +54%). I rapporti standardizzati di mortalità (SMR) mostrano tra gli uomini valori in crescita, in particolar modo rispetto al riferimento provinciale, con un eccesso a cominciare dal periodo 2006-2011 (22 decessi/anno e 19 attesi; SMR%: 117,2; IC90% 101,1-135,2; riferimento: provincia di Foggia). Anche tra le donne gli SMR% superano i riferimenti provinciali negli ultimi periodi esaminati (nel 2012-2013: 7 decessi/ anno e 4,2 attesi; SMR%: 116,4; IC90% 97,0-260,7; riferimento: provincia di Foggia). CONCLUSIONI: la mortalità a Manfredonia è diminuita in misura minore rispetto a quella osservata nei riferimenti provinciali e regionali. Il vantaggio che si osservava negli anni Sessanta si è, infatti, ridotto nel tempo, fino ad annullarsi negli ultimi anni. Dal 1970, Manfredonia ha progressivamente perso il vantaggio che aveva. Dagli anni Duemila, la mortalità per infarto del miocardio è in eccesso sulla media regionale e provinciale. Da casi documentati in letteratura si osserva che le popolazioni che sperimentano catastrofi di origine naturale o antropica possono fronteggiare un aumento di patologie cardiovascolari. La mortalità per tumore polmonare mostra un eccesso sulla media regionale, in particolare provinciale, a cominciare dal 2000, coerentemente con i tempi di latenza legati all'esposizione ad arsenico negli anni Settanta."}, {"id": "pubmed23n0225_4281", "title": "[Immunochemical studies of antigen K 88 from E. coli strains isolated from pigs].", "score": 0.009259259259259259, "content": "Experiments were carried out to isolate, purify, and concentrate the K 88 antigen of Escherichia coli organisms. Employed were two purification methods --isoelectric precipitation, and immunoadsorption. The content of protein and carbohydrates was determined. The amino acid analysis revealed that the antigen contained 17 amino acids, mostly represented being asparagic acid, glutamic acid, and alanine. It was found that antigen K 88 obtained by the two methods was purified up to the state of homogeneity: in electrophoresis a band strip was produced, and in immunodiffusion and immunoelectrophoresis the antigen produced a precipitation arc against the homologous complete antiserum. In the elimination of K 88 in DEAE-Sefadex A-50 one peak only was present. The purified K 88 antigen was shown to possess good immunogenic properties. Sera obtained after hyperimmunization were with titres ranging from 1:640 to 1:1280, and they produced agglutination only with strains containing antigen K 88."}, {"id": "pubmed23n0932_1180", "title": "[La combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) nel trattamento del carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia: le notizie sulla mia morte sono state esagerate?]", "score": 0.009174311926605505, "content": "Riassunto. L'analisi è stata condotta al fine di valutare l'effetto sia sulla sopravvivenza globale (OS) sia sulla sopravvivenza libera da progressione di malattia (PFS) della chemioterapia di combinazione in prima linea per il carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia. La presente analisi è limitata agli studi randomizzati controllati (RCT) di fase III. Successivamente è stata applicata la European Society for Medical Oncology Magnitude of Clinical Benefit Scale (ESMO-MCBS) agli RCT di fase III analizzati per ricavare uno score relativo all'entità del beneficio clinico ottenuto per ciascun RCT. Sono state calcolate inoltre le differenze in termini di PFS tra i diversi bracci di trattamento rapportandole con i costi dei farmaci necessari per ottenere il beneficio di PFS. La nostra analisi ha valutato 11 RCT di fase III, per un totale di 4572 pazienti. Combinando i costi della terapia con la misura dell'efficacia espressa dalla PFS, è stato ottenuto un costo di 74,12 euro (€) per mese di vita guadagnato in termini di PFS con la combinazione di 5-fluorouracil, leucovorin, irinotecan e oxaliplatino (FOLFIRINOX), 90,14 € per la combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) e 4708,7 € per la combinazione di nab-paclitaxel e gemcitabina. Da questo punto di vista riteniamo che l'utilizzo delle \"vecche chemioterapie di combinazione\" (per es., GEMOX) non dovrebbe essere completamente abbandonato, ma valutato sul singolo paziente, sulla base di diversi fattori (età, ECOG PS, comorbilità, carico di malattia), al fine di ottenere una reale \"tailored therapy\"."}, {"id": "pubmed23n0343_12390", "title": "[The evaluation of the specific type of capsular polysaccharide of Cryptococcus neoformans as an immunogen and positive-control antigen].", "score": 0.009174311926605505, "content": "The specific type of capsular polysaccharide of an autochthonous strain of Cryptococcus neoformans var. neoformans was obtained by using the method of selective precipitation with hexadimethrine bromide. The capsular polysaccharide was matched to lamb's erythrocytes and it was used as an immunogen in rabbits. Antibody titres of up to 1:32 were attained. Doble serial dilutions of the capsular polysaccharide were evaluated as positive control antigen by contraimmunoelectrophoresis, latex and ELISA techniques, showing biological activity."}, {"id": "pubmed23n0885_1889", "title": "[Evaluation of mercury exposure in populations living near the industrial Augusta Bay (Sicily Region, Southern Italy)].", "score": 0.00909090909090909, "content": "OBIETTIVI: valutare e quantificare l'esposizione umana al mercurio (Hg) ed esplorare i fattori chiave che influenzano la contaminazione nelle popolazioni residenti in prossimità della Rada di Augusta, un'area a elevato rischio ambientale a causa degli effetti degli sversamenti incontrollati di Hg da parte di uno dei più grandi impianti cloro-soda d'Europa. DISEGNO: un campione di residenti nei comuni di Augusta, Priolo e Melilli (Sicilia orientale) è stato selezionato per lo studio di biomonitoraggio umano. Un questionario dettagliato è stato somministrato a ogni partecipante per raccogliere informazioni anagrafiche sulle abitudini di vita e alimentari. I livelli di Hg in sangue e capelli, usati come traccianti di esposizione a metilmercurio, sono stati messi in relazione al consumo di pesce locale. Il contenuto di Hg nelle urine è stato utilizzato per esplorare eventuali esposizioni atmosferiche a Hg inorganico. Una regressione lineare multivariata è stata applicata con l'obiettivo di esplorare i fattori che influenzano l'esposizione umana al Hg. L'approccio tossicocinetico è stato impiegato al fine di calcolare la dose settimanale provvisoria tollerabile ( provisional tolerable weekly intake, PTWI) e di predire le concentrazioni di Hg attese nel sangue degli individui con una dieta alimentare basata esclusivamente su pesce locale. 224 individui residenti nei comuni di Augusta, Melilli e Priolo. RISULTATI: eccessi di Hg sono stati misurati nel sangue e nei capelli del campione considerato. I più alti livelli sono stati rilevati ad Augusta, dove anche il consumo di pesce locale risulta maggiore. I valori di dose settimanale tollerabile provvisoria (PTWI) calcolati eccedono, nella maggior parte dei casi, le raccomandazioni internazionali, specialmente nei residenti ad Augusta. CONCLUSIONI: gli elevati livelli di Hg registrati nei campioni di sangue e capelli derivano, con ogni probabilità, dal consumo di pesce locale. Rispetto ad Augusta, gli individui di Priolo e Melilli subiscono un impatto più limitato. L'esposizione a Hg inorganico può essere considerata trascurabile."}, {"id": "pubmed23n0480_11437", "title": "[Analysis of dose-dependent antibody titration curves].", "score": 0.00909090909090909, "content": "Several types of dose-response titration curves were considered. It was demonstrated that the use of the so-called coordinates of dilution suggested earlier by us allows one to analyze the titration curves, obtained either by ELISA, or by agglutination. Theoretical curves, obtained by the developed theory are very similar to those obtained in experiments. It was shown, that the analysis of the titration curves could give important information concerning antibody-blocking factors in titration sera or other samples of studied antibodies."}, {"id": "pubmed23n0885_1888", "title": "[Assessment of a project for integrated management of care given to patients with type-2 diabetes in the Local Health Authority 21 of Legnago (Veneto Region, Northern Italy) in the period 2010-2012].", "score": 0.009009009009009009, "content": "OBIETTIVI: descrivere, nella ASL 21 di Legnago (VR), l'andamento di alcuni indicatori sanitari tra il 2009, anno precedente all'avvio di un progetto triennale per la gestione integrata dell'assistenza al paziente con diabete mellito di tipo 2, e il 2012, ultimo anno del progetto. DISEGNO: studio longitudinale trasversale ripetuto. SETTING E PARTECIPANTI: tutti i pazienti diabetici di tipo 2 della ASL 21, identificati nei database aziendali (in base a esenzioni per patologia, accessi al servizio diabetologico, consumo di farmaci antidiabetici e strisce per la determinazione della glicemia) e nelle cartelle cliniche dei medici di famiglia. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: numero di test diagnostici e di follow-up erogati, consumo di farmaci, prestazioni specialistiche, accessi al pronto soccorso, ricoveri e mortalità. RISULTATI: nonostante un calo generalizzato (-3,1%) nei test erogati dalla ASL 21 ai suoi assistititi nel periodo 2009-2012, l'analisi ha documentato un marcato aumento per gli esami previsti nella gestione del diabete, quali curve da carico glicemico (+104,3%), emoglobina glicata (+19,0%) e microalbuminuria (+296,1%). I soggetti identificati come diabetici sono aumentati da 8.084 nel 2009 (5,2%) a 9.221 nel 2012 (5,9%). Sono stati osservati aumenti nella prevalenza di pazienti visitati presso un servizio diabetologico (dal 22,6% al 39,0%), nonché negli utilizzatori di metformina (dal 28,0% al 37,5%), insuline (dal 13,5% al 18,3%) e incretine (dall'1,4% al 9,0%). Il consumo di sulfaniluree è, invece, calato (dal 49,9% al 40,8%), come anche l'erogazione di alcune prestazioni specialistiche, gli accessi al pronto soccorso e i ricoveri, mentre il tasso di mortalità è rimasto stabile (29,6 decessi x1.000/anno). CONCLUSIONE: durante il periodo di implementazione del progetto sembra essersi verificato un aumento della sensibilità diagnostica e una maggiore presa in carico del paziente diabetico. Anche se la natura osservazionale dello studio non consente di dimostrare una relazione causa-effetto, i risultati sembrano supportare l'ipotesi che la gestione integrata della patologia migliori l'appropriatezza dell'assistenza."}, {"id": "pubmed23n0102_5600", "title": "[Identification of the hemagglutinating antigens of the influenza virus by immunoenzyme analysis].", "score": 0.009009009009009009, "content": "Highly active test sera detecting the presence of virus antigen both in concentrated and purified preparations and in allantoic virus cultures directly adsorbed on the solid phase have been proposed for successful identification and detection of influenza A and B virus variants. After direct sorption of purified and concentrated virus preparations, the test sera to influenza A (H1N1, H2N2, H3N2) virus detect the virus antigen in a concentration of 8 ng/ml, test sera to influenza B virus in a concentration of 40 ng/ml. After sorption on the solid phase of allantoic virus cultures the test sera detected influenza A virus antigen in a dose of 0.25-1 agglutinating units (AU), and antigen of influenza B virus in a dose of 1-2 AU."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.008928571428571428, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0062_19468", "title": "[Detection of influenza B virus antibodies in different age groups using hemagglutination inhibition tests].", "score": 0.008928571428571428, "content": "Antibody levels against influenza B virus were investigated by using hemagglutination-inhibition (HA-I) tests in 402 sera obtained from different age groups. Hemagglutination antigens were obtained by production of influenza B virus (B/Singapur/LLC 6201) in trypsinized Madin Darby Bovine Kidney (MDBK) cell cultured and they were used in tests. In 355 out of 402 sera (88.3%) antibodies against influenza B virus were detected at titers varying between 1/20 and 1/1280. However in 47 sera (11.7%) no antibodies were detected at 1/20 titer. High titers of antibody (1/640-1/1280) were not detected in none of the sera obtained from an age group between 1 and 14. However high titer antibodies were detected in 15.6% of the sera from an age group between 26 and 35, in the 17.3% of the sera from a group above 50 years of age. Our findings suggest that the increase in the rates of seropositivity against influenza B virus depends on getting older and, that the infections by this virus may be widely seen in our country."}, {"id": "pubmed23n0966_6421", "title": "Frazione polifenolica del bergamotto per il trattamento della sindrome metabolica nella schizofrenia: uno studio pilota.", "score": 0.008849557522123894, "content": "Introduzione. La frazione polifenolica del bergamotto (BPF) ha dimostrato di possedere buona efficacia nel trattamento dei pazienti affetti da sindrome metabolica (SM) e pertanto potrebbe rappresentare una strategia promettente nel trattamento degli effetti collaterali indotti da antipsicotici di seconda generazione (SGA) in soggetti schizofrenici in trattamento con tali farmaci. Materiali e metodi. A 15 pazienti schizofrenici in trattamento stabilizzato con SGA e 15 soggetti di controllo non affetti da patologie psichiatriche, che presentavano valori ematici di colesterolo totale compresi tra 200 e 239 mg/dl, è stato somministrato un integratore contenente BPF (1000 mg) per un periodo di 60 giorni. A tutti i soggetti all'inizio e alla fine del trattamento sono state eseguite la misurazione dell'indice di massa corporea (BMI) e una serie di esami ematochimici per la valutazione degli aspetti metabolici (colesterolo totale, LDL, HDL, trigliceridi, glicemia). Risultati. In entrambi i gruppi si è evidenziata una riduzione significativa del BMI (BMI T0 vs Tfinale (media±DS)= schizofrenici: 34,5±5,7 vs 33,9±5,4, p=,041; controlli: 28,1±4,5 vs 27,3±4,1, p=,016 - BMIcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= -0,59±0.7 vs -0,72±0,8, p=,378); colesterolo totale e LDL risultano invece essere diminuiti esclusivamente nel gruppo di controllo (colesterolo totalecambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 8,2±31,5 vs -35,1±31,1, p=,003; LDLcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 14,1±29,4 vs -9±38,9, p=,014). Discussione. La differenza di efficacia dei BPF sulla dislipidemia tra i soggetti schizofrenici e il gruppo di controllo potrebbe essere spiegata dai diversi meccanismi patogenetici che sono alla base delle alterazioni metaboliche nei soggetti in trattamento con SGA e nei pazienti che non assumono questa classe di farmaci. Conclusioni. Ulteriori studi si rendono necessari al fine di valutare in questa categoria di soggetti i possibili effetti sulla dislipidemia di dosi maggiori di BPF."}, {"id": "pubmed23n0237_7563", "title": "[Initial evaluations on the use of passive microhemagglutination test for the verification of antitetanus immunity].", "score": 0.008849557522123894, "content": "First results obtained in the L.P.I.P. of Milan for tetanus antitoxin titration in the serum of 200 subjects vaccinated, are exposed in this work. A micromethod of passive haemoagglutination against avian erythrocytes was employed. The 26.5% of these subjects presents less than 0.1 Ul/ml. of antitoxin in spite of previous immunization. On the contrary in 33% of cases, high levels of antibodies have been determinated in spite of a not correctly executed vaccination. It seems confirmed the validity of this diagnostic procedure for monitoring the prophylaxis against tetanus among the National Sanitary Service and for its more correct management. The study of the results permits in addition to better determine the cases in which this test is suitable."}, {"id": "pubmed23n0923_20493", "title": "Management della retinopatia diabetica e dell'edema maculare diabetico: linee guida \"Euretina 2017\".", "score": 0.008771929824561403, "content": "Si prevede che la malattia diabetica con tutte le sue complicanze avrà un forte aumento di incidenza con un grosso impatto socioeconomico nei prossimi decenni in tutto il mondo. Pertanto ben si comprende l'importanza di individuare attraverso una fine diagnostica quanto più precocemente la comparsa dei sintomi diabetici, migliorare lo stile di vita ed impostare cure efficienti. Riportiamo la serie di raccomandazioni EURETINA 2017, dei maggiori esperti in Europa per la gestione della malattia diabetica e delle complicanze della retina. Per combattere questa \"pestilenza\" occorre un team medico preparato. Il trattamento laser è stato considerato sino a non molto tempo fa il Gold standard della retinopatia diabetica e dell'edema diabetico (RD e EMD). Recenti studi hanno dimostrato, invece, che si possono raggiungere risultati migliori mediante l'iniezione diretta di farmaci nella cavità vitreale. In particolare è emerso terapia di prima linea, molecole in grado di inibire il fattore di crescita endoteliale vascolare (anti VEGF) mentre non è più raccomandata la fotocoagulazione laser per il trattamento del DME. Nell'ambito delle molecole farmacologiche gli steroidi hanno mantenuto un ruolo nella gestione del DME cronicamente persistente."}, {"id": "pubmed23n0671_75", "title": "[Specific antibodies in children with recurrent respiratory infections immunized with pneumo 23 and Act-HIB vaccines].", "score": 0.008771929824561403, "content": "Assessment of specific IgG levels in children with recurrent respiratory infections after immunization with Pneumo 23 and Act-HIB vaccines. Concentrations of IgG to polysaccharide capsular antigens and cell wall antigens of Streptococcus pneumoniae and Haemophilus influenzae were measured by solid-phase ELISA in sera of 256 immunized children. Increase of levels of IgG to cell wall antigens and certain polysaccharide antigens was observed in patients with low or intermediate antibody levels at baseline. Obtained results allow to conclude that vaccination of children with recurrent respiratory and middle ear infections results in induction of IgG production that proves immunological effect of performed vaccination."}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.008695652173913044, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "wiki20220301en324_26289", "title": "Griselda Gambaro", "score": 0.008695652173913044, "content": "Teatro 1. Including the plays \"Real envido\", \"La malasangre\" (\"Bad blood\") y \"Del sol naciente\" (\"Rising Sun\"). Ediciones de la Flor, Buenos Aires, 1997 (3ª edición). Teatro 2. Plays: \"Dar la vuelta\", \"Información para extranjeros\" (\"Information for foreigners\"), \"Puesta en claro\" y \"Sucede lo que pasa\". Ediciones de la Flor, Buenos Aires, 1995 (2ª edición). Teatro 3. \"Viaje de invierno\", \"Nosferatu\", \"Cuatro ejercicios para actrices\", \"Acuerdo para cambiar de casa\",\"Sólo un aspecto\", \"La gracia\", \"El miedo\", \"El nombre\", \"El viaje a Bahía Blanca\", \"El despojamiento\", \"Decir sí\" and \"Antígona furiosa\". Griselda Gambaro, Ediciones de la Flor, Buenos Aires, 1997 (3ra. edición). Teatro 4. \"Las paredes\" (\"The walls\"), \"El desatino\", \"Los siameses\" (\"Siamese twins), \"El campo\" (\"The camp\") y \"Nada que ver\". Griselda Gambaro, Ediciones de la Flor, Buenos Aires, 1990 (2ª edición)."}, {"id": "pubmed23n0885_1894", "title": "[Population health surveillance of the general population living near Turin (Northern Italy) incinerator (SPoTT): methodology of the study].", "score": 0.008620689655172414, "content": "Si intende qui descrivere il sistema di sorveglianza sugli effetti sulla salute (SpoTT) dell'inquinamento ambientale nelle aree circostanti l'inceneritore di Torino. SPoTT ha 3 linee di attività: 1. monitoraggio epidemiologico degli effetti a breve termine attraverso analisi temporali e misura della correlazione tra livelli giornalieri di emissioni dell'impianto e andamento degli eventi individuati dagli archivi dei dimessi (SDO), di pronto soccorso e di mortalità; sono coinvolti coloro che nel 2013-2018 risiedevano nell'area di ricaduta delle emissioni; 2. sorveglianza epidemiologica degli effetti a lungo termine, stimando tassi standardizzati di mortalità e morbosità; a ogni soggetto è attribuito il valore stimato di esposizione cumulato nel tempo caratteristico della residenza anagrafica; le informazioni sulla salute sono reperite dagli archivi SDO, di mortalità e dai certificati di assistenza al parto; sono studiati due decenni pre-post l'avvio dell'impianto: 2003-2012 e 2013-2022; 3. monitoraggio biologico con misurazione pre-post di metalli, PCDD/F, PCB, OH-IPA; sono coinvolti 196 residenti esposti e 196 di controllo di 35-69 anni, campionati a caso dalle anagrafi comunali; sono effettuate misure di funzionalità endocrina e respiratoria, pressione arteriosa, rischio cardiovascolare; l'esposizione cumulativa sarà stimata per ciascuna persona campionata integrando l'indirizzo di residenza, il tempo di permanenza in ciascun indirizzo e i dati ricavati dai modelli di ricaduta; sarà costituita una biobanca per future indagini di laboratorio; sono coinvolti anche 20 allevatori e i lavoratori dell'impianto. 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Secondo l'esame descritto, il Glasgow è 4 (O1V1M2). La pressione di perfusione cerebrale è la pressione arteriosa media meno la pressione intracranica. L'edema cerebrale, in cui si verifica un edema cellulare dovuto all'introduzione di liquido extracellulare nel compartimento intracellulare, è citotossico.", "full_answer_no_ref": "L'ipercapnia e l'acidosi provocano una vasodilatazione che porta a un aumento del flusso sanguigno cerebrale. Secondo l'esame descritto, il Glasgow è 4 (O1V1M2). La pressione di perfusione cerebrale è la pressione arteriosa media meno la pressione intracranica. L'edema cerebrale, in cui si verifica un edema cellulare dovuto all'introduzione di liquido extracellulare nel compartimento intracellulare, è citotossico.", "full_question": "Un uomo di 49 anni è stato ricoverato in terapia intensiva per una lesione cerebrale traumatica a seguito di un incidente sul lavoro. All'esame fisico, non ha aperto gli occhi, non ha emesso suoni prima di essere intubato e ha mostrato un'estensione degli arti su stimolo nocicettivo. Viene posizionato un sensore di pressione intracranica e deve essere eseguita una craniotomia decompressiva a causa di un'emorragia intraparenchimale. 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Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n0548_9473", "title": "[Controlled hypernatremia].", "score": 0.009900990099009901, "content": "Hypernatremia exerts its main effect on the brain through the osmotic gradient it creates on either side of the blood brain barrier, which is impermeable to sodium. This generates a transfer of water from the intracellular to the vascular sector leading to temporary cell shrinkage. Osmoregulation permits cerebral cells to accumulate osmoactive molecules in order to restore their initial volume. It has been demonstrated in animals with brain injury that intracellular dehydration occurs essentially in the nonlesioned hemisphere. In most experimental studies, the reduction in cerebral volume obtained by hypertonic saline (HS) perfusion is accompanied by an intracranial pressure decrease, even under hemorrhagic shock conditions. Initially, clinical studies successfully used HS, as an alternative to mannitol, in the treatment of acute and refractory intracranial hypertension. Then continuous infusion of HS, with the objective of inducing hypernatremia, had produced encouraging effects on intracranial pressure control. However, these results were limited to non-randomized studies, without control groups and mainly in pediatric patients. Nevertheless, the use of HS on intracranial hypertension, refractory to conventional treatments, could be reasonable under strict monitoring of natremia as well as its adverse effects."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.00980392156862745, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. 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La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0666_9596", "title": "[Hypernatremia in neurointensive care].", "score": 0.009708737864077669, "content": "Hypernatremia invariably denotes hyperosmolarity and, at least transiently, causes cellular dehydration. Because of blood brain barrier properties, cerebral tissue volume is modified by acute changes in osmolarity. An acute hyperosmolarity (by intravenous sodium or mannitol) temporally decreases intracranial pressure. This treatment is thus useful in critical situations, allowing time for diagnosis and, if possible, other treatment. But in cases of sustained hypernatremia, cellular dehydration is rapidly counterbalanced by an increase in cellular osmolarity. For the brain, it has been shown that cerebral volume is restored in a few hours during prolonged hypernatremia. Moreover, the plasmatic osmotic load induces an increase in diuresis and natriuresis. A tight control is then necessary to prevent hypovolemia and electrolytes disorders. Teams using this treatment should undertake controlled randomized studies to ascertain any beneficial effect that cannot be explained by physiology."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009615384615384616, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0302_5670", "title": "[Hypertension and left ventricular hypertrophy in patients with spontaneous subarachnoid hemorrhage].", "score": 0.009615384615384616, "content": "One hundred and eighteen consecutive cases of spontaneous subarachnoid haemorrhage seen at one hospital during a three-year period were examined to assess the prevalence of hypertension and the correlation between the presence of hypertension and the risk of early death. Eighty-seven of the patients had intracranial aneurysms. The diagnosis of hypertension was determined by means of three complementary criteria: a history of treatment with antihypertensive drugs; systolic and/or diastolic blood pressure levels > or = 160 and 95 mmHg, respectively, measured by the general practitioners of the patients before the onset of the subarachnoid haemorrhage; and the presence of left ventricular hypertrophy determined by echocardiography and/or necropsy. The major findings were as follows: 1) hypertension was present in at least 41% of the patients; 2) in 37% of 51 patients with no history of hypertension before the haemorrhage, left ventricular hypertrophy was diagnosed; and 3) the frequency of hypertension was significantly higher in patients who died within 14 days after the bleeding episode compared with patients surviving this period."}, {"id": "pubmed23n1059_7363", "title": "Contributi scientifici in memoria di Antonio Fusco.", "score": 0.009523809523809525, "content": "Come si leggerà nell'Introduzione della sezione propriamente scientifica del Volume, il presente testo nasce dalla volontà e, soprattutto, dall'esigenza culturale di omaggiare il fu Prof. Antonio Fusco. Un debito scientifico ed umano che trova il suo locus naturale in questa prima parte del testo stesso, cui farà poi seguito la parte propriamente scientifica. In siffatta parentesi dovuta per le ragioni appena menzionate, il lettore, l'amico o l'allievo dell'opera del Prof. Fusco potranno trovare un suo sintetico Curriculum Vitae, correlato da una specifica ed accurata prosa, svolta dal già Magnifico Rettore Carlo Cipolli; il quale, oltre che evidenziare, ricordando, i meriti del collega oramai scomparso, aggiunge alsuo scritto un elemento che sarebbe imprescindibile a non trasformare lo stesso in una mera sequenza di parole: l'amicizia e l'affetto per un amico che, oramai, non c'è più. A fine lettura, evidente risuonerà il fatto che la vita di ognuno, se mossa dalla passione per ciò per cui si è predisposti cognitivamente e psicologicamente, può essere ricca di riconoscimenti, riconoscenze e soddisfazioni che, lungi dal divenire un cuscino di allori su cui adagiarsi, per una mente creativa come quella del Prof. Fusco hanno funto solo da motivazioni ad agire instancabilmente guardando sempre al futuro. Il lavoro di una vita che, materialmente, è sancito da un supporto poco più di cm 25x15: una targa. Una materialità evidente che, con grande commozione e riconoscenza, è stata affissa il 25 ottobre 2019 sull'aula fronte l'Aula Magna del Campus \"La Folcara\", a testimonianza che quello spirito creativo in continua evoluzione non si ferma; non si arresta neppure con la fine biologica di chi lo ha \"posseduto\". Rimangono le opere ed il pensiero del Prof. Fusco e restano gli affetti. A tal proposito, il lettore troverà una breve e sentita sezione su Testimonianze; coloro i quali hanno avuto modo, nell'arco della vita accademica ed umana, personale, di Fusco di conoscerlo. Ecco, allora, che i ricordi saranno i veri protagonisti di questa parentesi. Dopo di ciò, prima dei contributi prettamente scientifici dei lavori, tenutisi in occasione del Convegno Internazionale Psicologia, Arte, Letteratura. Antiche e Nuove Tendenze, seguiranno i saluti delle autorità che in quei due giorni si sono succedute a rappresentare non solo l'istituzione affiliata, ma anche la relazione di stima e di affetto che le legava al compianto Professore. Si passerà, infine, al volume tradizionalmente inteso."}, {"id": "pubmed23n0307_4369", "title": "[Evaluation of treatment outcome in patients after extremely severe head injury (GCS 3-4)].", "score": 0.009523809523809525, "content": "Advances in the diagnosis and treatment of severe head injured patients (GCS < = 8) have led to major improvement in outcome, but have not eliminated high mortality rates, which range between 38 and 80% as reported in the literature. The aim of this study was to evaluate the outcome of patients with GCS 3 and 4 and to evaluate the role of early and late hypotension (systolic blood pressure SBP < 90 mmHg) in outcome. Sixty two patients with severe head injury were divided into two groups. In Group I-22 patients with GCS 3-4, and in Group II-40 patients with GCS 5-8. There was no significant difference between mortality (p = 0.5), poor outcome (p = 0.36), and the very best outcome in the groups (p = 0.06). There was a statistically significant difference in death rate (p = 0.0012), when hypotension was present at the scene. Our data suggest that patients with extremely severe head injury do not necessarily have a worse outcome, if prompt diagnosis and appropriate aggressive treatment is implemented."}, {"id": "pubmed23n0999_17549", "title": "[Bevacizumab e altri farmaci. Attività e sicurezza degli agenti anti-VEGF nel carcinoma ovarico.]", "score": 0.009433962264150943, "content": "Riassunto. L'angiogenesi svolge un ruolo importante sia nei tessuti epiteliali normali sia in quelli maligni. Negli ultimi anni questo fenomeno è stato ampiamente studiato in oncologia sperimentale e clinica perché ci sono evidenze che sia coinvolto nella diffusione e nella diffusione metastatica del carcinoma ovarico. Il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (vascular endothelial growth factor - VEGF) è l'attore principale nel meccanismo di angiogenesi e svolge un ruolo strategico nella proliferazione e migrazione delle cellule neoplastiche, con un impatto significativo sulla sopravvivenza e sull'outcome clinico. Secondo quanto emerge da molti studi sperimentali e clinici, le nostre conoscenze sulla biologia dell'angiogenesi e del VEGF sono aumentate portando allo sviluppo farmacologico di specifici agenti in grado di targeting VEGF. Questo nuovo campo di indagine offre agli scienziati l'opportunità di testare nuove possibilità terapeutiche nei pazienti con carcinoma ovarico con nuovi agenti mirati. Il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF umanizzato, è stato il primo farmaco anti-VEGF scoperto ed è usato oggi per il trattamento di diversi tumori solidi. Negli ultimi anni questo agente è stato ampiamente testato nei pazienti con carcinoma ovarico, mostrando un'attività clinica interessante e un profilo di tossicità tollerabile sia nelle pazienti giovani sia in quelle anziane. Il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel e successivamente utilizzato come agente singolo, è indicato per il trattamento del carcinoma epiteliale dell'ovaio di stadio III o IV, tuba di Falloppio o carcinoma peritoneale primario dopo iniziale resezione chirurgica. Il bevacizumab è anche usato per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico epiteliale ricorrente e resistente al platino, delle tube di Falloppio o dal tumore peritoneale primario che hanno ricevuto non più di 2 regimi precedenti di chemioterapia. Inoltre, il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel o con carboplatino e gemcitabina (e usato come agente singolo), è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma epiteliale dell'ovario sensibile al platino, tuba di Falloppio o tumore peritoneale primario. Le linee guida più accreditate suggeriscono quando bevacizumab deve essere usato nel trattamento del carcinoma ovarico avanzato e ricorrente. Altri agenti anti-VEGF, come gli inibitori della tirosin-chinasi del recettore VEGF (VEGFR), sono stati ampiamente testati nel carcinoma ovarico e molti altri sono in corso di studi al fine di testare la loro attività e sicurezza rispetto a bevacizumab. Gli agenti anti-VEGF e gli inibitori di PARP svolgono oggi un ruolo strategico nel trattamento del cancro ovarico con agenti mirati in associazione con la chemioterapia e la chirurgia in un'ottica multidisciplinare e personalizzata."}, {"id": "pubmed23n0133_205", "title": "[Analysis of causes of death in the acute period of ruptured intracranial aneurysms].", "score": 0.009433962264150943, "content": "The causes of death of 80 patients with ruptured aneurysms of the brain are analysed; 37 of them underwent operation. Intracranial hypertension with edema and dislocation of the brain was the main cause of death both of patients who were operated on and of those not subjected to surgery. Intensive subarachnoid hemorrhage, vascular spasm, intracranial hematoma, and the escape of blood into the ventricles of the brain lead to the development of intracranial hematoma. Besides, in patients who were operated on, edema of the brain developed as a consequence of its injury during manipulations and clipping of a large vessel. In some cases, death of patients with ruptured intracranial aneurysms was due to extracranial factors."}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.009345794392523364, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n0808_1124", "title": "[Relevance of hyperglycemia on the course and outcome of aneurysmal subarachnoid hemorrhage: evidence and mechanisms].", "score": 0.009345794392523364, "content": "Aneurysmal subarachnoid hemorrhage (aSAH) may have a fatal outcome after a few weeks from ictus, due to its complications, like cerebral vasospasm and edema along with hyperglycemia. Hyperglycemia may be involved in the development of brain vasospasm and edema. It is possible that hyperglycemia plays a central role in the outcome of aSAH. Several mechanisms may explain this relationship; they include ion balance, excitatory amino acid release, stimulation of vasoconstrictor molecules and reduced synthesis of vasorelaxants. However, some studies do not support this hypothesis regarding the role of hyperglycemia in aSAH. Taken together, the evidence suggests that the control of glucose levels may influence the aSAH outcome depending on the complications that may develop."}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.009259259259259259, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "pubmed23n0648_10440", "title": "[Assessment of efficacy of hypertonic saline - hydroxyethylstarch in haemorrhagic shock].", "score": 0.009259259259259259, "content": "Assessment of haemodynamic, respiratory and renal effects of hypertonic saline-hydroxyethyl starch (HyperHES) in critically ill-patients with hemorrhagic shock. Seventeen mechanically ventilated patients with hemorragic shock benefiting from a cardiovascular monitoring by PiCCO device and requiring rapid volume loading. Two hundred and fifty milliliters of HyperHES were given over 5 minutes. The efficacy of volume loading was assessed by the measure of the systolic arterial pressure (SAP), cardiac index (CI), stroke volume variation (SVV) and the indexed systemic vascular resistance (iSVR). Studied parameters were assessed at baseline, 5, 30, 60 and 180 minutes after the end of HyperHES infusion. SAP (105 + or - 23 vs 77 + or - 10; p<0.001) and CI (4.8 + or - 1.1 vs 3.5 + or - 0.9; p<0.001) were significantly increased whereas iSVR (1175 + or - 310 vs 1501 + or - 337; p<0.01) and SVV (13 + or - 7 vs 20 + or - 5; p<0.01) were significantly decreased 5 minutes after the HyperHES infusion. Sodium (145 + or - 6 vs 136 + or - 5; p<0.001) and chloride (118 + or - 7 vs 107 + or - 6; p<0.001) were increased 5 minutes after the infusion. The PaO(2)/FiO(2) ratio as the extravascular lung water was not influenced by the infusion. The follow-up of renal parameters during the three first days (creatinemia, uremia and diuresis) did not revelead significant variations. In patients with hemorrhagic shock, the infusion of hypertonic saline (7.5%) hydroxyethyl starch association was followed by an increase in SAP, CI serum sodium and chloride concentrations. Prospective observational study."}, {"id": "pubmed23n0885_1889", "title": "[Evaluation of mercury exposure in populations living near the industrial Augusta Bay (Sicily Region, Southern Italy)].", "score": 0.009174311926605505, "content": "OBIETTIVI: valutare e quantificare l'esposizione umana al mercurio (Hg) ed esplorare i fattori chiave che influenzano la contaminazione nelle popolazioni residenti in prossimità della Rada di Augusta, un'area a elevato rischio ambientale a causa degli effetti degli sversamenti incontrollati di Hg da parte di uno dei più grandi impianti cloro-soda d'Europa. DISEGNO: un campione di residenti nei comuni di Augusta, Priolo e Melilli (Sicilia orientale) è stato selezionato per lo studio di biomonitoraggio umano. Un questionario dettagliato è stato somministrato a ogni partecipante per raccogliere informazioni anagrafiche sulle abitudini di vita e alimentari. I livelli di Hg in sangue e capelli, usati come traccianti di esposizione a metilmercurio, sono stati messi in relazione al consumo di pesce locale. Il contenuto di Hg nelle urine è stato utilizzato per esplorare eventuali esposizioni atmosferiche a Hg inorganico. Una regressione lineare multivariata è stata applicata con l'obiettivo di esplorare i fattori che influenzano l'esposizione umana al Hg. L'approccio tossicocinetico è stato impiegato al fine di calcolare la dose settimanale provvisoria tollerabile ( provisional tolerable weekly intake, PTWI) e di predire le concentrazioni di Hg attese nel sangue degli individui con una dieta alimentare basata esclusivamente su pesce locale. 224 individui residenti nei comuni di Augusta, Melilli e Priolo. RISULTATI: eccessi di Hg sono stati misurati nel sangue e nei capelli del campione considerato. I più alti livelli sono stati rilevati ad Augusta, dove anche il consumo di pesce locale risulta maggiore. I valori di dose settimanale tollerabile provvisoria (PTWI) calcolati eccedono, nella maggior parte dei casi, le raccomandazioni internazionali, specialmente nei residenti ad Augusta. CONCLUSIONI: gli elevati livelli di Hg registrati nei campioni di sangue e capelli derivano, con ogni probabilità, dal consumo di pesce locale. Rispetto ad Augusta, gli individui di Priolo e Melilli subiscono un impatto più limitato. L'esposizione a Hg inorganico può essere considerata trascurabile."}, {"id": "pubmed23n0054_5100", "title": "[Metabolic and water-electrolyte changes as postoperative complications in aneurysms of the anterior communicating artery].", "score": 0.009174311926605505, "content": "A study was performed on hydroelectrolytic changes in neurosurgical patients operated for clipping anterior communicating artery aneurysm. The patients were observed during a seven day period in ICU, between the preoperative day and the sixth post-operative day. No statistically significant changes were observed, except for hyponatriemia on the day of surgery. The etiology of this phenomenon is not clear: it could be a change of ADH or \"cerebral salt wasting syndrome\". A wider number of patients and repeated haematological tests are necessary."}, {"id": "pubmed23n0932_1180", "title": "[La combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) nel trattamento del carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia: le notizie sulla mia morte sono state esagerate?]", "score": 0.00909090909090909, "content": "Riassunto. L'analisi è stata condotta al fine di valutare l'effetto sia sulla sopravvivenza globale (OS) sia sulla sopravvivenza libera da progressione di malattia (PFS) della chemioterapia di combinazione in prima linea per il carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia. La presente analisi è limitata agli studi randomizzati controllati (RCT) di fase III. Successivamente è stata applicata la European Society for Medical Oncology Magnitude of Clinical Benefit Scale (ESMO-MCBS) agli RCT di fase III analizzati per ricavare uno score relativo all'entità del beneficio clinico ottenuto per ciascun RCT. Sono state calcolate inoltre le differenze in termini di PFS tra i diversi bracci di trattamento rapportandole con i costi dei farmaci necessari per ottenere il beneficio di PFS. La nostra analisi ha valutato 11 RCT di fase III, per un totale di 4572 pazienti. Combinando i costi della terapia con la misura dell'efficacia espressa dalla PFS, è stato ottenuto un costo di 74,12 euro (€) per mese di vita guadagnato in termini di PFS con la combinazione di 5-fluorouracil, leucovorin, irinotecan e oxaliplatino (FOLFIRINOX), 90,14 € per la combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) e 4708,7 € per la combinazione di nab-paclitaxel e gemcitabina. Da questo punto di vista riteniamo che l'utilizzo delle \"vecche chemioterapie di combinazione\" (per es., GEMOX) non dovrebbe essere completamente abbandonato, ma valutato sul singolo paziente, sulla base di diversi fattori (età, ECOG PS, comorbilità, carico di malattia), al fine di ottenere una reale \"tailored therapy\"."}, {"id": "pubmed23n0031_13029", "title": "[Assessment of the severity of grave cranio-cerebral injury and its outcome according to the state of energy metabolism in the brain].", "score": 0.00909090909090909, "content": "A dynamic study of the arteriovenous oxygen and lactic acid content difference, as well as a study of the CSF content of the lactic acid in patients with a severe craniocerebral trauma permitted to evaluate the severity of the pathological process and the results of its treatment. A growing production of lactic acid by the brain and its progressive accumulation in the CSF to a high level as 45-50 mg%, and a sharp dissociation between the increasing lactate level in the CSF and its growing concentration in the venous blood flowing from the brain is a prognostic sign of an unfavourable course and outcome of the disease."}, {"id": "pubmed23n0923_20493", "title": "Management della retinopatia diabetica e dell'edema maculare diabetico: linee guida \"Euretina 2017\".", "score": 0.009009009009009009, "content": "Si prevede che la malattia diabetica con tutte le sue complicanze avrà un forte aumento di incidenza con un grosso impatto socioeconomico nei prossimi decenni in tutto il mondo. Pertanto ben si comprende l'importanza di individuare attraverso una fine diagnostica quanto più precocemente la comparsa dei sintomi diabetici, migliorare lo stile di vita ed impostare cure efficienti. Riportiamo la serie di raccomandazioni EURETINA 2017, dei maggiori esperti in Europa per la gestione della malattia diabetica e delle complicanze della retina. Per combattere questa \"pestilenza\" occorre un team medico preparato. Il trattamento laser è stato considerato sino a non molto tempo fa il Gold standard della retinopatia diabetica e dell'edema diabetico (RD e EMD). Recenti studi hanno dimostrato, invece, che si possono raggiungere risultati migliori mediante l'iniezione diretta di farmaci nella cavità vitreale. In particolare è emerso terapia di prima linea, molecole in grado di inibire il fattore di crescita endoteliale vascolare (anti VEGF) mentre non è più raccomandata la fotocoagulazione laser per il trattamento del DME. Nell'ambito delle molecole farmacologiche gli steroidi hanno mantenuto un ruolo nella gestione del DME cronicamente persistente."}, {"id": "pubmed23n0749_16521", "title": "[The state of acid-alkaline balance and oxygen-transport function of blood in patients with acute carotid ischemic stroke].", "score": 0.009009009009009009, "content": "The gas composition, acid-alkaline state of arterial and venous blood and oxygen-transport function in carotid ischemic stroke was studied in 97 patients admitted to a hospital in the first 24h after stroke. Measurements were made at admission and after 5-7 days and 21-23 days. The relative hyperoxia, which reached maximal values to the first day, was found in patients in the acute stage of ischemic stroke. The increase in partial pressure of CO2 (pCO2) and relative acidosis seen to 5-7 days represent the compensatory reaction and lead to the increase in affinity of hemoglobin to oxygen thus improving the tissue oxygenation. We found the inverse correlations between the parameters of oxygen delivery (OD) and oxygen consumption (OC) in the first day and the severity of neurological deficit assessed with the NIHSS in the 21-23 days (r = -0.42; p < 0.01 and r = -0.55; p < 0.01 for OD and OC, respectively), i.e., the decrease in oxygen delivery and consumption corresponded to the greater severity of the stroke course."}, {"id": "pubmed23n1137_1438", "title": "[\"Nessuno vuole vedermi\": è una battaglia persa contro una malattia tropicale trascurata?]", "score": 0.008928571428571428, "content": "Riassunto. Le malattie tropicali trascurate (NTD) sono una serie di malattie che prosperano nelle comunità povere di risorse, in particolare nei climi tropicali. I fattori sociali, ambientali ed economici contribuiscono alla loro persistenza. La filariosi linfatica (LF), classificata come NTD in tutto il mondo, è una malattia parassitaria causata da vermi microscopici noti come microfilarie. I vermi adulti dimorano solo nel sistema linfatico degli esseri umani. Le zanzare trasferiscono la LF da persona a persona. Gonfiore di braccia, gambe e seno (linfedema) o dello scroto (idrocele) sono alcuni dei sintomi più gravi e dolorosi. La LF ha una grave influenza sia sulla salute mentale e sociale sia su quella fisica, e porta le persone a convivere con una deformazione, una debilitazione e uno stigma legati alla condizione di malattia. Di seguito descriviamo un caso clinico di un uomo con LF, alienato e umiliato dalla sua malattia. L'OMS ha avviato un'iniziativa globale per debellare la LF. Oltre alla somministrazione di trattamenti regolari, è stata posta uguale enfasi sull'apprendimento di come lavare e alzare gli arti colpiti, per aiutare a ridurre la gravità clinica e la progressione del disturbo."}, {"id": "pubmed23n0323_19916", "title": "[Post-traumatic intracranial hypertension and biochemical disorders: cases and consequences].", "score": 0.008928571428571428, "content": "Increased intracranial pressure is a risk factor which may result in secondary brain damage, and affect neurological outcome in head injured patients. In case of diffuse brain lesions, elevated intracranial pressure is characterised by two important features. First, it results from vasogenic or cellular oedema, or from an increase in cerebral blood volume. Second, it is strongly associated to biochemical disorders. The latter may be considered as a direct consequence of the initial traumatic impact, mediating factors of the secondary neurological lesion and the biochemical result of cerebral ischaemia. They contribute to increased intracranial pressure and ischaemia by inducing physiological disorders and cell lesions. They also reflect the degree of cerebral ischaemia. Cerebral acidosis, free radicals and excitatory amicoacids are the main biochemical disorders implicated in this vicious circle leading to neuronal death."}, {"id": "pubmed23n0999_17562", "title": "Emozioni, comportamenti e relazioni: uno studio caso-controllo sul self-cutting in adolescenza.", "score": 0.008849557522123894, "content": "Scopo. Lo scopo del presente studio caso-controllo è di approfondire i correlati psicopatologici e alcuni tratti psicologici come alessitimia e impulsività inerenti al self-cutting. È stato anche approfondito il tema dell'ideazione suicidaria nei soggetti con tale forma di autolesionismo. Metodi. Lo studio caso-controllo ha coinvolto 55 pazienti con self-cutting non suicidario, di età compresa tra i 12 e i 18 anni, e un gruppo di controllo composto da 277 adolescenti di età compresa tra i 13 e i 19 anni. La batteria testale utilizzata è stata composta da YSR 11-18 anni, CBCL 6-18 anni, SCL-90-R, TAS-20, CDI e BIS-11. Risultati. Dalle analisi effettuate sono emerse differenze statisticamente significative tra casi e controlli in relazione alla maggioranza delle scale psicopatologiche considerate. È risultata una differenza significativa tra i due gruppi anche in merito all'ideazione suicidaria. Infine, tra i self-cutter si sono evidenziate differenze significative di alcune variabili psico-relazionali (alessitimia e competenze sociale) in relazione alla frequenza di attuazione dell'atto autolesivo. Conclusioni. Il self-cutting correla con un'ampia varietà di quadri psichiatrici, senza presentare legami specifici con una particolare categoria psicopatologica. Gli elementi di alessitimia, impulsività e difficoltà relazionali degli adolescenti self-cutter dicono di come la programmazione di interventi di prevenzione primaria e secondaria dovrebbero mirare alla psico-educazione all'affettività, all'autocontrollo e ai social skill. Nello specifico, i nostri dati suggeriscono che la focalizzazione dell'intervento, in termini di lavoro sull'emotività piuttosto che sulla socializzazione, dovrebbe tener conto della frequenza degli agiti. Nella gestione clinica di questi pazienti non va esclusa a priori la possibilità di passaggio all'atto suicidario, con relative attenzioni anamnestico-cliniche da avere sia al momento della valutazione diagnostica sia lungo il follow-up della presa in carico."}, {"id": "pubmed23n0326_3382", "title": "[Decrease of mortality after correction of water-electrolyte balance in basic therapy of ischemic stroke].", "score": 0.008849557522123894, "content": "The subjects of the study were both 33 patients treated with a standard basic therapy including the use of diuretics, and 38 patients who at the same time, were treated with intravenous isotonic (5%) solution of glucose of keep blood serum osmolality at the upper normal level. This stabilisation of the blood osmolality has allowed the mortality to be decreased from 21.2 to 7.9% as well as it resulted in a decrease of the frequency of complications."}, {"id": "pubmed23n1049_20419", "title": "[New European guidelines for the management of dyslipidaemias: their aggressiveness is not legitimated by current evidence].", "score": 0.008771929824561403, "content": "Le linee guida 2019 delle Società europee di cardiologia e dell'aterosclerosi sulla gestione delle dislipidemie hanno aumentato l'aggressività diagnostico-terapeutica e non distinguono prevenzione primaria e secondaria, con parziale eccezione per gli ultra75enni. Raccomandano nuovi target di cLDL: per pazienti a rischio molto alto si raccomanda una riduzione a <55 mg/dl e >=50% rispetto al basale; per pazienti a rischio alto una riduzione a <70 mg/dl e >=50% del basale; per pazienti a rischio moderato una riduzione a <100 mg/dl; per pazienti a rischio basso una riduzione a <116 mg/dl. In base alle carte SCORE e ai dati di mortalità cardiovascolare in Italia, quasi tutti i maschi dai 70 anni e le donne dai 70-75 anni risulterebbero ad alto rischio per solo effetto dell'età. Anche quasi tutti i 60enni sarebbero a rischio moderato, con target di cLDL <100, e spesso necessità di aggiungere costosi ipolipemizzanti per chi già assume statine. Le prove supportano ben poco tale aggressività. Infatti, anche negli studi randomizzati controllati (RCT) i benefici su esiti cardiovascolari non fatali subiscono esagerazioni sistematiche, quello meno distorto e di maggior interesse per gli assistiti è la mortalità totale. Questa, con terapie ipocolesterolemizzanti più intensive, non si è ridotta nelle metanalisi di RCT con pazienti con cLDL tra 80 e <100 mg/dl al basale; con inibitori di PCSK9, pazienti con questi valori mostrano persino tendenza all'aumento della mortalità totale. Dunque, abbassare il cLDL a <80 mg/dl può non giovare neppure ad anziani coronaropatici. A oggi, ciò vale ancora di più per anziani nella popolazione generale, in cui una revisione sistematica di studi di coorte ha mostrato relazioni nulle o più spesso inverse tra cLDL e mortalità. Le nuove linee guida europee forzano le prove disponibili, trascurano il principio di precauzione e non possono esser base per un equo consenso informato."}, {"id": "pubmed23n0254_19193", "title": "[Initial arterial pressure and prognosis of cerebrovascular accidents].", "score": 0.008771929824561403, "content": "The present study analysed the charts of the patients admitted for acute stroke and assessed the relation between stroke mortality and initial blood pressure. Of the 388 patients admitted, 169 (44%) died. Mortality increased with advancing age and was higher in women, in hemorrhagic stroke (61%), and in patients with severe neurological deficit on admission. Average blood pressure on admission did not differ between the patients who died and those who survived. However, mortality was 42, 32, 57 and 62% in patients whose admission systolic blood pressure was, respectively, less than 160 mmHg, 160 to 199 mmHg, 200 to 249 mmHg and 250 mmHg or more. It described a similar curve when four categories of admission diastolic blood pressure were constituted. The data indicate a high case fatality rate in stroke patients. Mortality was higher in women; it increased with age and severe neurological deficit. The relation of stroke mortality to admission blood pressure suggests that it is not the lowest in patients with the lowest blood pressure, but in those with blood pressure level allowing the best brain perfusion after the onset of stroke."}, {"id": "pubmed23n1130_1118", "title": "[The &quot;redisorganisation&quot; of the Italian Healthcare Service].", "score": 0.008695652173913044, "content": "Non vi è alcun dubbio che, sotto la spinta degli effetti sanitari della pandemia da COVID19 e della approvazione (il 13/7/2021) del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), si è in presenza ancora una volta di un tentativo di riorganizzazione del Servizio sanitario nazionale. Alcuni significativi elementi di questa volontà politica sono stati già indicati negli Editoriali di questa Rivista pubblicati negli ultimi due anni - dalla dichiarazione dello stato di emergenza nazionale per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19 (D.L. 25/3/2020, n. 19) a tutt'oggi. Gli esperti diScienze politiche applicate alla sanità hanno fatto rilevare che le proposte di riorganizzazione - soprattutto tendenti a rafforzare la sanità territoriale (cure primarie e servizi territoriali)2 - risalgono addirittura alla legge istitutiva del Servizio sanitario nazionale e sono state \"rinnovellate\"da numerosi successivi atti legislativi mai completamente realizzati. La motivazione è facile da comprendere perché da tempo è fin troppo noto che non è possibile modificare un sistema, come quello sanitario (ma non solo questo), unicamente attraverso cambiamenti strutturali3. Una riforma per avere successo deve innescare un'interazione virtuosa tra il dispositivo normativo e il sistema sociale di realizzazione, composto dagli esecutori e dai beneficiari della riforma. L'antica metafora botanica della semina può rendere l'idea: anche la migliore semenza non può attecchire su un terreno arido o poco soleggiato e se le radici non trovano nel suolo il necessario alla crescita della pianta."}, {"id": "pubmed23n0581_22525", "title": "[Does cerebral salt wasting syndrome exist?].", "score": 0.008695652173913044, "content": "Increased natriuresis is a frequent situation after subarachnoid haemorrhage (SAH). It may be responsible for hyponatremia, which can be dangerous in case of severe hypo-osmolarity or hypovolemia. Inappropriate secretion of antidiuretic hormone or cerebral salt wasting syndrome (CSWS) have been incriminated for hyponatremia after SAH, but it remains difficult to distinguish between both syndromes. There are many explanations for increased natriuresis after SAH, depending on the level of blood pressure, the volemia, and the presence or not of natriuretic peptides. The cerebral insult and the treatments, which are done to fight against elevated intracranial pressure or vasospasm, can modify any of these parameters. So it appears that the word \"cerebral\" in CSWS is probably not a good term and it would be better to talk about appropriate or non-appropriate natriuretic response. Corticoïds or urea can be useful for controlling hypernatriuresis."}, {"id": "pubmed23n0966_6426", "title": "Riflessioni medico-legali su un caso giudizario di mobbing.", "score": 0.008620689655172414, "content": "Lo stress e le violenze morali nei luoghi di lavoro, come indicato dai dati epidemiologici, sono in costante aumento e rappresentano una causa di alterazione dello stato di salute dei lavoratori, con importanti ricadute negative sui soggetti, sulle aziende e sulla società. Nel caso descritto qui di seguito, le violenze morali e la disfunzionalità organizzativa, una delle principali fonti di stress correlato al lavoro, sono state intenzionalmente impiegate quale mezzo mobbizzante nei confronti di un lavoratore da parte dei suoi superiori (mobbing verticale). Attraverso il procedimento giudiziario, intrapreso dal lavoratore per vedersi riconosciuto vittima di mobbing, è stato possibile ripercorrere e identificare le ragioni e le modalità dell'azione mobbizzante, l'eziopatogenesi della conseguente psicopatologia, la sua strutturazione e la manifestazione sintomatologica. L'esame del caso permette di formulare delle considerazioni riguardo la necessità che i casi di mobbing siano trattati all'interno di un team multidisciplinare (medico di famiglia, medico del lavoro, psichiatra e medico legale) al fine di garantire un efficace trattamento terapeutico e la tutela del lavoratore nei diversi ambiti previsti dalla legge."}, {"id": "pubmed23n0226_9363", "title": "[Treatment of severe head injuries by external ventricular drainage and barbiturate therapy. Mortality and morbidity in 57 cases (author's transl)].", "score": 0.008620689655172414, "content": "After severe head injury the majority of deaths, during the early period, is due to acute intracranial hypertension. We report a series of 57 severe head injuries with early signs of brainstem involvement. CT Scan performed within 6 hours after injury and repeated at 48 hours showed hemispheric lesions and edema, without shift of the middle line. Treatment consisted of controlled ventilation, water and sodium restriction and barbiturates. A ventricular catheter was inserted in 52 patients allowing intracranial pressure (I.C.P.) monitoring, and permanent subtraction of cerebrospinal fluid (C.S.F.). This treatment allowed the control of a normal I.C.P. in 80% of the patients. In 6 patients a secondary surgical treatment was performed. In this series the mortality rate was 31,5% the good results and moderate disability 54,3%, the severe disability and vegetatives states 14,2%."}]}}}} {"correct_option": 2, "explanations": {"1": {"exist": true, "char_ranges": [[0, 203]], "word_ranges": [[0, 33]], "text": "Le risposte 1, 2 e 5 sono trattamenti appropriati per la sindrome da dumping o postgastrectomia, ma la domanda è incentrata sulla gestione iniziale, quindi la risposta più appropriata sembra essere la 2."}, "2": {"exist": true, "char_ranges": [[0, 203]], "word_ranges": [[0, 33]], "text": "Le risposte 1, 2 e 5 sono trattamenti appropriati per la sindrome da dumping o postgastrectomia, ma la domanda è incentrata sulla gestione iniziale, quindi la risposta più appropriata sembra essere la 2."}, "3": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "4": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "5": {"exist": true, "char_ranges": [[0, 203]], "word_ranges": [[0, 33]], "text": "Le risposte 1, 2 e 5 sono trattamenti appropriati per la sindrome da dumping o postgastrectomia, ma la domanda è incentrata sulla gestione iniziale, quindi la risposta più appropriata sembra essere la 2."}}, "full_answer": "Le risposte 1, 2 e 5 sono trattamenti appropriati per la sindrome da dumping o postgastrectomia, ma la domanda è incentrata sulla gestione iniziale, quindi la risposta più appropriata sembra essere la 2.", "full_answer_no_ref": "Le risposte 1, 2 e 5 sono trattamenti appropriati per la sindrome da dumping o postgastrectomia, ma la domanda è incentrata sulla gestione iniziale, quindi la risposta più appropriata sembra essere la [HIDDEN].", "full_question": "Un uomo di 45 anni è stato sottoposto a vagotomia troncale e antrectomia con ricostruzione Billroth II per una malattia cronica da ulcera peptica con stenosi piloro-duodenale. Sei settimane dopo l'intervento, ha riferito che poco dopo l'ingestione (meno di mezz'ora) ha avuto nausea, astenia e sudorazione, vertigini e crampi addominali generalmente accompagnati da scariche diarroiche. Quale dei seguenti è l'approccio più appropriato per la sua gestione iniziale?", "id": 212, "lang": "it", "options": {"1": "Applicare un trattamento con un inibitore della somatostatina (octreotide).", "2": "Seguire misure dietetiche specifiche.", "3": "Effettuare un trattamento di prova con una benzodiazepina.", "4": "Ricerca di un probabile tumore neuroendocrino (ad es. carcinoide).", "5": "Indicare il trattamento chirurgico per eseguire una gastrogiunostomia Roux-en-Y anti-peristaltica."}, "question_id_specific": 88, "type": "CHIRURGIA GENERALE", "year": 2014, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009900990099009901, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0389_18872", "title": "[Somatostatin analogues for the treatment of gastro-entero-pancreatic neuroendocrine tumours].", "score": 0.009900990099009901, "content": "Somatostatin has represented a significant breakthrough in the treatment of patients with hormone-acting, neuroendocrine gastro-intestinal-pancreatic (NEGEP) neoplasms, even if its short half-life made it impractical in the clinical practice. Over the last recent years new long-acting formulations have been developed from the native peptide. Octreotide, lanreotide and vapeotide are octapeptides with similar biological activity, remarkable stability and longer half-life; an extended-release formulation of octreotide (Octreotide-LAR) and lanreotide (Lanreotide-SR) have been more recently developed by incorporating the peptide in microspheres of a biodegradable polymer. This formulation was conceived to provide patients with the convenience of a once-a-month or twice-a-month injection and to ensure a stable serum concentration between injections and good clinical control of NEGEP tumours symptoms. Nowadays, somatostatin long-acting analogues represent the first treatment option in those patients who doesn't underwent radical surgery; in addition, these substances present no important side effects, ameliorate the prognosis and can exert some degree of tumour growth control."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.00980392156862745, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0095_14298", "title": "[Somatostatin in gastroenterological therapy].", "score": 0.00980392156862745, "content": "Somatostatin (SST) has been shown by several controlled studies to be effective in halting acute severe bleeding from ulcerative and erosive lesions of the upper intestinal tract. Its efficacy for the treatment of bleeding esophageal varices is less certain, and more controlled studies are necessary. Intravenous administration of SST or subcutaneous application of the new synthetic SST-analogues produces a decrease in serum hormone levels and abolition of symptoms in patients with endocrine-active tumors such as vipoma, glucagonoma and carcinoid. SST has no effect on the outcome of acute pancreatitis, and experience with SST in treating intestinal fistulas is very limited."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.009708737864077669, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n0066_958", "title": "[Effectiveness of somatostatin in the treatment of acute upper digestive hemorrhage].", "score": 0.009708737864077669, "content": "Our study has been made on a retrospective basis in order to evaluate the efficacy of somatostatin (SST) in the treatment of acute haemorrhage caused by gastroduodenal ulcer. Sixty patients were allocated in 2 groups: those who received SST (n = 30), and those who did not received it (n = 30), and were treated only with conventional measures (nasogastric catheter, H2 blockers, blood or derivatives, etc.). Both groups were monitored and controlled at the Anesthesia-Intensive Care Unit. The patients in the SST group received a continuous intravenous infusion of 250 micrograms/h. These patients showed better hemodynamic parameters, and only seven needed surgery. The patients in the conventional treatment group showed worse hemodynamics, needed higher volumes of hemoderivatives, and 25 of them needed surgery. The statistical analysis of our data supports the efficacy of SST in the treatment of uncontrollable upper gastrointestinal bleeding due to gastroduodenal ulcer."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.009615384615384616, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0539_14759", "title": "[Utility of bolus somatostatin administration in preventing pancreatitis after endoscopic retrograde cholangiopancreatography: a controlled, non-randomized study].", "score": 0.009615384615384616, "content": "Somatostatin is one of the most extensively evaluated drugs in the prophylaxis of pancreatitis after endoscopic retrograde cholangiopancreatography (ERCP), but its utility remains controversial. The aim of this study was to evaluate the role of somatostatin as prophylaxis of ERCP-induced acute pancreatitis. A group of consecutive patients that underwent ERCP in our endoscopy unit was prospectively studied for 8 months. Patients in this group were administered an endovenous bolus of 250 micrograms of somatostatin immediately before introducing the catheter in the papilla of Vater (somatostatin group). This group was compared with another group composed of consecutive patients who had undergone ERCP in the 8 previous months, without somatostatin administration (placebo group). Both groups contained the same number of patients. The following variables were recorded; sex, age, contrast injection in the duct of Wirsung, endoscopist, therapeutic maneuvers, and the development of post-ERCP pancreatitis. During the 16 months of patient inclusion, we performed 320 ERCP in our unit, of which 248 were included in the study: 142 in the somatostatin group and 142 in the placebo group. Of these patients, 152 (53.5%) were men and 132 (46.5%) were women. The mean age was 70.05 +/- 13.83 years (range: 27-93 years). Acute pancreatitis occurred in 10 patients in the somatostatin group and in 5 in the placebo group; this difference was not statistically significant (p > 0.05). No significant differences were found between the two groups in the remaining variables studied. Somatostatin does not seem to be useful in preventing post-ERCP acute pancreatitis."}, {"id": "pubmed23n0999_17549", "title": "[Bevacizumab e altri farmaci. Attività e sicurezza degli agenti anti-VEGF nel carcinoma ovarico.]", "score": 0.009523809523809525, "content": "Riassunto. L'angiogenesi svolge un ruolo importante sia nei tessuti epiteliali normali sia in quelli maligni. Negli ultimi anni questo fenomeno è stato ampiamente studiato in oncologia sperimentale e clinica perché ci sono evidenze che sia coinvolto nella diffusione e nella diffusione metastatica del carcinoma ovarico. Il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (vascular endothelial growth factor - VEGF) è l'attore principale nel meccanismo di angiogenesi e svolge un ruolo strategico nella proliferazione e migrazione delle cellule neoplastiche, con un impatto significativo sulla sopravvivenza e sull'outcome clinico. Secondo quanto emerge da molti studi sperimentali e clinici, le nostre conoscenze sulla biologia dell'angiogenesi e del VEGF sono aumentate portando allo sviluppo farmacologico di specifici agenti in grado di targeting VEGF. Questo nuovo campo di indagine offre agli scienziati l'opportunità di testare nuove possibilità terapeutiche nei pazienti con carcinoma ovarico con nuovi agenti mirati. Il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF umanizzato, è stato il primo farmaco anti-VEGF scoperto ed è usato oggi per il trattamento di diversi tumori solidi. Negli ultimi anni questo agente è stato ampiamente testato nei pazienti con carcinoma ovarico, mostrando un'attività clinica interessante e un profilo di tossicità tollerabile sia nelle pazienti giovani sia in quelle anziane. Il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel e successivamente utilizzato come agente singolo, è indicato per il trattamento del carcinoma epiteliale dell'ovaio di stadio III o IV, tuba di Falloppio o carcinoma peritoneale primario dopo iniziale resezione chirurgica. Il bevacizumab è anche usato per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico epiteliale ricorrente e resistente al platino, delle tube di Falloppio o dal tumore peritoneale primario che hanno ricevuto non più di 2 regimi precedenti di chemioterapia. Inoltre, il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel o con carboplatino e gemcitabina (e usato come agente singolo), è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma epiteliale dell'ovario sensibile al platino, tuba di Falloppio o tumore peritoneale primario. Le linee guida più accreditate suggeriscono quando bevacizumab deve essere usato nel trattamento del carcinoma ovarico avanzato e ricorrente. Altri agenti anti-VEGF, come gli inibitori della tirosin-chinasi del recettore VEGF (VEGFR), sono stati ampiamente testati nel carcinoma ovarico e molti altri sono in corso di studi al fine di testare la loro attività e sicurezza rispetto a bevacizumab. Gli agenti anti-VEGF e gli inibitori di PARP svolgono oggi un ruolo strategico nel trattamento del cancro ovarico con agenti mirati in associazione con la chemioterapia e la chirurgia in un'ottica multidisciplinare e personalizzata."}, {"id": "pubmed23n0481_101", "title": "[Somatostatin analogs in the treatment of carcinoid syndrome: a case report and review of literature].", "score": 0.009523809523809525, "content": "We report the case of 48-year old patient with carcinoid syndrome successfully treated with somatostatin analogues. We also present the review of published literature about the use of somatostatin analogues in the treatment of carcinoid syndrome. In addition, reported case shows difficulties in access to this treatment, caused by economical reasons."}, {"id": "pubmed23n0923_20493", "title": "Management della retinopatia diabetica e dell'edema maculare diabetico: linee guida \"Euretina 2017\".", "score": 0.009433962264150943, "content": "Si prevede che la malattia diabetica con tutte le sue complicanze avrà un forte aumento di incidenza con un grosso impatto socioeconomico nei prossimi decenni in tutto il mondo. Pertanto ben si comprende l'importanza di individuare attraverso una fine diagnostica quanto più precocemente la comparsa dei sintomi diabetici, migliorare lo stile di vita ed impostare cure efficienti. Riportiamo la serie di raccomandazioni EURETINA 2017, dei maggiori esperti in Europa per la gestione della malattia diabetica e delle complicanze della retina. Per combattere questa \"pestilenza\" occorre un team medico preparato. Il trattamento laser è stato considerato sino a non molto tempo fa il Gold standard della retinopatia diabetica e dell'edema diabetico (RD e EMD). Recenti studi hanno dimostrato, invece, che si possono raggiungere risultati migliori mediante l'iniezione diretta di farmaci nella cavità vitreale. In particolare è emerso terapia di prima linea, molecole in grado di inibire il fattore di crescita endoteliale vascolare (anti VEGF) mentre non è più raccomandata la fotocoagulazione laser per il trattamento del DME. Nell'ambito delle molecole farmacologiche gli steroidi hanno mantenuto un ruolo nella gestione del DME cronicamente persistente."}, {"id": "pubmed23n0086_2105", "title": "[Somatostatin in the emergency treatment of upper digestive hemorrhage in patients with portal hypertension].", "score": 0.009433962264150943, "content": "During a 2-yr period 15 patients (17 episodes) with variceal bleeding (VB) and 7 with cirrhosis and acute gastroduodenal haemorrhage (GDH) received intravenous somatostatin (250 mcg per hr after a bolus of 250 mcg). Initial control of bleeding was achieved in 13 (76%) with VB and in all with GDH. Three of the 4 patients with VB and 2 with GDH who rebled during treatment were controlled increasing the infusion to 500 mcg/hr. Patients with VB received somatostatin for 24 hrs, time selected for initiating injection sclerotherapy, and those with GDH for 48-72 hrs. At 24 hrs 71% of patients with VB and all with GDH were free of bleeding. Combining different therapies VB was controlled in 16 of the 17 episodes (94%) with only one death. No complications were observed in any of the 22 patients treated."}, {"id": "pubmed23n1029_21332", "title": "Esperienze di switch a cariprazina in pazienti schizofrenici con comparsa di effetti collaterali/comorbilità mediche.", "score": 0.009345794392523364, "content": "La schizofrenia è un disturbo psichiatrico grave e cronico con un background genetico e neurobiologico eterogeneo che influenza lo sviluppo precoce del cervello, ed è espressa come una combinazione di sintomi psicotici - come allucinazioni, deliri e disorganizzazione - e di sintomi negativi e cognitivi. Il trattamento dei pazienti con schizofrenia prevede l'utilizzo di antipsicotici, in accordo con i recenti dati di letteratura. Sulla base del meccanismo d'azione, gli antipsicotici vengono suddivisi in tipici (o \"di prima generazione\") e atipici (o \"di seconda generazione\"). Differiscono, anche, per la manifestazione di effetti collaterali, dovuti alla diversa affinità recettoriale caratteristica del singolo principio attivo. In questo caso clinico, presentiamo un giovane paziente di 24 anni con diagnosi di schizofrenia trattato prima con olanzapina e poi con risperidone, che ha manifestato significativi effetti collaterali di tipo metabolico e sessuali. La strategia terapeutica utilizzata è stata lo switch a un antipsicotico di terza generazione, cariprazina, con risoluzione delle collateralità e una migliore gestione dei sintomi negativi riportati. In conclusione, il modello di trattamento personalizzato sulla base delle condizioni cliniche e delle esigenze del paziente rappresenta l'approccio maggiormente adeguato nella gestione di ogni singolo caso."}, {"id": "pubmed23n0298_11275", "title": "[Indications for the use of somatostatin and octreotide in digestive pathology].", "score": 0.009345794392523364, "content": "The authors report their experience about the use of somatostatin (SST-14) (47 cases) and its analog octreotide (15 cases) in gastrointestinal diseases. On the basis of own clinical data and literature review, at present they think useful SST-14 employ in the upper gastrointestinal tract bleeding and acute pancreatitis. Out of the emergency, they consider favourable the use of octreotide, above all because of the easy subcutaneous administration's route."}, {"id": "pubmed23n1059_7363", "title": "Contributi scientifici in memoria di Antonio Fusco.", "score": 0.009259259259259259, "content": "Come si leggerà nell'Introduzione della sezione propriamente scientifica del Volume, il presente testo nasce dalla volontà e, soprattutto, dall'esigenza culturale di omaggiare il fu Prof. Antonio Fusco. Un debito scientifico ed umano che trova il suo locus naturale in questa prima parte del testo stesso, cui farà poi seguito la parte propriamente scientifica. In siffatta parentesi dovuta per le ragioni appena menzionate, il lettore, l'amico o l'allievo dell'opera del Prof. Fusco potranno trovare un suo sintetico Curriculum Vitae, correlato da una specifica ed accurata prosa, svolta dal già Magnifico Rettore Carlo Cipolli; il quale, oltre che evidenziare, ricordando, i meriti del collega oramai scomparso, aggiunge alsuo scritto un elemento che sarebbe imprescindibile a non trasformare lo stesso in una mera sequenza di parole: l'amicizia e l'affetto per un amico che, oramai, non c'è più. A fine lettura, evidente risuonerà il fatto che la vita di ognuno, se mossa dalla passione per ciò per cui si è predisposti cognitivamente e psicologicamente, può essere ricca di riconoscimenti, riconoscenze e soddisfazioni che, lungi dal divenire un cuscino di allori su cui adagiarsi, per una mente creativa come quella del Prof. Fusco hanno funto solo da motivazioni ad agire instancabilmente guardando sempre al futuro. Il lavoro di una vita che, materialmente, è sancito da un supporto poco più di cm 25x15: una targa. Una materialità evidente che, con grande commozione e riconoscenza, è stata affissa il 25 ottobre 2019 sull'aula fronte l'Aula Magna del Campus \"La Folcara\", a testimonianza che quello spirito creativo in continua evoluzione non si ferma; non si arresta neppure con la fine biologica di chi lo ha \"posseduto\". Rimangono le opere ed il pensiero del Prof. Fusco e restano gli affetti. A tal proposito, il lettore troverà una breve e sentita sezione su Testimonianze; coloro i quali hanno avuto modo, nell'arco della vita accademica ed umana, personale, di Fusco di conoscerlo. Ecco, allora, che i ricordi saranno i veri protagonisti di questa parentesi. Dopo di ciò, prima dei contributi prettamente scientifici dei lavori, tenutisi in occasione del Convegno Internazionale Psicologia, Arte, Letteratura. Antiche e Nuove Tendenze, seguiranno i saluti delle autorità che in quei due giorni si sono succedute a rappresentare non solo l'istituzione affiliata, ma anche la relazione di stima e di affetto che le legava al compianto Professore. Si passerà, infine, al volume tradizionalmente inteso."}, {"id": "pubmed23n0266_7813", "title": "[Benign obstruction of the common bile duct: what is the current role of transduodenal sphincteroplasty?].", "score": 0.009259259259259259, "content": "This paper is a critical review of the clinical records of 20 patients who underwent a Transduodenal Sphincteroplasty (PSP), from October 1990 to January 1992 at our Department (General Surgery). The age was 64.9 (14.2) years (mean and standard deviation), but 14 (70%) of those patients were older than 60 (range: 63 to 89) and 9 (45%) were in the 8th up to 9th decade of their lives. In 16 patients PSP was performed at the same time as cholecystectomy. Common bile duct (CBD) exploration was decided in 11 patients only on the basis of the intraoperative cholangiographic findings (evidence of CBD stones and/or benign stenosis of the Papilla of Vater) as demonstration of the permanent role of this examination in biliary surgery. Among the patients who underwent PSP some time after cholecystectomy, one had a lesion of the choledochus, sustained when he was cholecystectomized 15 days before. Because of the fact that recovery was prompt and definitely uneventful, PSP together with the infusion of somatostatin (SMTN) can be considered a useful approach to the treatment of the biliary fistula."}, {"id": "pubmed23n1029_21329", "title": "Principi di farmacodinamica e farmacocinetica nello switch tra antipsicotici: focus su cariprazina.", "score": 0.009174311926605505, "content": "Cariprazina {RGH-188; trans-N- [4- [2- [4- (2,3-diclorofenil) piperazin-1-il] etil] cicloesil] -N_, N_-dimetilurea cloridrato} è un antipsicotico atipico di nuova generazione, con un originale profilo farmacodinamico e farmacocinetico. Cariprazina ha due metaboliti attivi, uno dei quali ha un'emivita di 1-3 settimane, che è la più lunga di qualsiasi antipsicotico atipico, con emivita effettiva funzionale totale (cariprazina più due metaboliti) di 7 giorni. Il farmaco mostra un'affinità che è circa 10 volte più alta per i recettori D3 che per D2 (rispettivamente pKi 10,07 e 9,31). L'affinità per D3 è superiore all'affinità della stessa dopamina. Cariprazina mostra inoltre un'elevata affinità per i recettori 5-HT2B (pKi 9,24), con antagonismo puro. Cariprazina è un agonista parziale e ha un'affinità significativa, ma inferiore all'affinità per D3, sui recettori 5-HT1A (pKi 8,59). Agendo su D3 e 5-HT1, cariprazina migliora i sintomi negativi, l'anedonia e i deficit cognitivi. L'affinità per i recettori 5-HT2A (pKi 7,73), H1 (pKi 7,63) e 5-HT2C (pKi 6,87) è inferiore, così come minori sono le affinità per i recettori adrenergici, istaminergici e colinergici, recettori che sono spesso responsabili di effetti collaterali. Grazie al profilo di tollerabilità (sicurezza cardiovascolare, bassa probabilità di dare sedazione e iperprolattinemia, basso rischio metabolico), insieme alla sua peculiare efficacia sui sintomi negativi e alla sua lunga emivita, che spesso migliora la scarsa aderenza, cariprazina è un candidato valido per il passaggio da un antipsicotico inefficace (o parzialmente efficace, con particolare riferimento ai sintomi negativi), poco tollerato, o assunto con una scarsa aderenza. Questo articolo esamina le caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche di cariprazina e discute le loro implicazioni in termini di identificazione dei pazienti che possano beneficiare di un passaggio a cariprazina, e della migliore strategia per completare lo switch con successo."}, {"id": "pubmed23n0096_11754", "title": "[Somatostatin, what are its uses?].", "score": 0.009174311926605505, "content": "Somatostatin has several effects on the secretions of the gastrointestinal tract. The assessment of therapeutic use is based on literature review. The rebound and escape phenomena are the main problems in the clinical use of somatostatin and their prevention is perhaps possible by the prescription of a long-acting analogue in an intermittent mode of administration."}, {"id": "pubmed23n0932_1180", "title": "[La combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) nel trattamento del carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia: le notizie sulla mia morte sono state esagerate?]", "score": 0.00909090909090909, "content": "Riassunto. L'analisi è stata condotta al fine di valutare l'effetto sia sulla sopravvivenza globale (OS) sia sulla sopravvivenza libera da progressione di malattia (PFS) della chemioterapia di combinazione in prima linea per il carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia. La presente analisi è limitata agli studi randomizzati controllati (RCT) di fase III. Successivamente è stata applicata la European Society for Medical Oncology Magnitude of Clinical Benefit Scale (ESMO-MCBS) agli RCT di fase III analizzati per ricavare uno score relativo all'entità del beneficio clinico ottenuto per ciascun RCT. Sono state calcolate inoltre le differenze in termini di PFS tra i diversi bracci di trattamento rapportandole con i costi dei farmaci necessari per ottenere il beneficio di PFS. La nostra analisi ha valutato 11 RCT di fase III, per un totale di 4572 pazienti. Combinando i costi della terapia con la misura dell'efficacia espressa dalla PFS, è stato ottenuto un costo di 74,12 euro (€) per mese di vita guadagnato in termini di PFS con la combinazione di 5-fluorouracil, leucovorin, irinotecan e oxaliplatino (FOLFIRINOX), 90,14 € per la combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) e 4708,7 € per la combinazione di nab-paclitaxel e gemcitabina. Da questo punto di vista riteniamo che l'utilizzo delle \"vecche chemioterapie di combinazione\" (per es., GEMOX) non dovrebbe essere completamente abbandonato, ma valutato sul singolo paziente, sulla base di diversi fattori (età, ECOG PS, comorbilità, carico di malattia), al fine di ottenere una reale \"tailored therapy\"."}, {"id": "pubmed23n0698_13386", "title": "[Diagnosis and surgical management in gastrointestinal neuroendocrine tumors].", "score": 0.00909090909090909, "content": "Neuroendocrine tumors, known as carcinoid tumors constitute a heterogeneous group of neoplasms that present many clinical challenges. They secrete peptides and neuroamines that cause specific clinical syndromes. Assessment of specific or general tumors markers offers high sensitivity in establishing the diagnosis and they also have prognostic significance. Management strategies include curative surgery, whenever possible-that can be rarely achieved, palliative surgery, chemotherapy, radiologic therapy, such as radiofrequency ablation and chemoembolisations and somatostatin analogues therapy in order to control the symptoms. The aim of this paper is to review recent publications in this field and to give recommendations that take into account current advances in order to facilitate improvement in management and outcome."}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.009009009009009009, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "pubmed23n0095_13597", "title": "[Somatostatin in severe peptic ulcer hemorrhage].", "score": 0.009009009009009009, "content": "Somatostatin was compared with intensive antacid and thrombin in a randomised controlled study on 15 patients with severe haemorrhages of the upper digestive tract deriving from peptic ulcers and identified endoscopically in order to assess the efficacy of the two drugs. The results in both groups were similar but somatostatin appeared more effective than antacids and thrombin in terms of blood transfusions required and the average time it took to stop the bleeding. The insignificance of these results is in contrast with the data from similar studies using other drugs (anti-H2) and reported by others. This shows the need for controlled polycentric studies conducted on large groups of homogeneous patients."}, {"id": "pubmed23n0966_6421", "title": "Frazione polifenolica del bergamotto per il trattamento della sindrome metabolica nella schizofrenia: uno studio pilota.", "score": 0.008928571428571428, "content": "Introduzione. La frazione polifenolica del bergamotto (BPF) ha dimostrato di possedere buona efficacia nel trattamento dei pazienti affetti da sindrome metabolica (SM) e pertanto potrebbe rappresentare una strategia promettente nel trattamento degli effetti collaterali indotti da antipsicotici di seconda generazione (SGA) in soggetti schizofrenici in trattamento con tali farmaci. Materiali e metodi. A 15 pazienti schizofrenici in trattamento stabilizzato con SGA e 15 soggetti di controllo non affetti da patologie psichiatriche, che presentavano valori ematici di colesterolo totale compresi tra 200 e 239 mg/dl, è stato somministrato un integratore contenente BPF (1000 mg) per un periodo di 60 giorni. A tutti i soggetti all'inizio e alla fine del trattamento sono state eseguite la misurazione dell'indice di massa corporea (BMI) e una serie di esami ematochimici per la valutazione degli aspetti metabolici (colesterolo totale, LDL, HDL, trigliceridi, glicemia). Risultati. In entrambi i gruppi si è evidenziata una riduzione significativa del BMI (BMI T0 vs Tfinale (media±DS)= schizofrenici: 34,5±5,7 vs 33,9±5,4, p=,041; controlli: 28,1±4,5 vs 27,3±4,1, p=,016 - BMIcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= -0,59±0.7 vs -0,72±0,8, p=,378); colesterolo totale e LDL risultano invece essere diminuiti esclusivamente nel gruppo di controllo (colesterolo totalecambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 8,2±31,5 vs -35,1±31,1, p=,003; LDLcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 14,1±29,4 vs -9±38,9, p=,014). Discussione. La differenza di efficacia dei BPF sulla dislipidemia tra i soggetti schizofrenici e il gruppo di controllo potrebbe essere spiegata dai diversi meccanismi patogenetici che sono alla base delle alterazioni metaboliche nei soggetti in trattamento con SGA e nei pazienti che non assumono questa classe di farmaci. Conclusioni. Ulteriori studi si rendono necessari al fine di valutare in questa categoria di soggetti i possibili effetti sulla dislipidemia di dosi maggiori di BPF."}, {"id": "pubmed23n0255_18722", "title": "[Serum gastrin and somatostatin in diseases of the stomach].", "score": 0.008928571428571428, "content": "Gastrin and somatostatin are enterohormones which influence several physiological processes in the gastrointestinal tract. Gastrin has a pro-malignant and pro-ulcerogenic effect, while somatostatin deficiency has a similar effect. The authors examined in their investigation the 24-hour secretion of both hormones in patients with gastric ulcer and atypical gastric conditions. They revealed a significant difference in the 24-hour somatostatin level which was higher in patients with atypical gastric conditions (p < 0.05). The finding may suggest a more intense reaction of somatostatin to malignant than to non-malignant disease. In the other compared parameters no statistically significant difference was revealed."}, {"id": "pubmed23n0966_6426", "title": "Riflessioni medico-legali su un caso giudizario di mobbing.", "score": 0.008849557522123894, "content": "Lo stress e le violenze morali nei luoghi di lavoro, come indicato dai dati epidemiologici, sono in costante aumento e rappresentano una causa di alterazione dello stato di salute dei lavoratori, con importanti ricadute negative sui soggetti, sulle aziende e sulla società. Nel caso descritto qui di seguito, le violenze morali e la disfunzionalità organizzativa, una delle principali fonti di stress correlato al lavoro, sono state intenzionalmente impiegate quale mezzo mobbizzante nei confronti di un lavoratore da parte dei suoi superiori (mobbing verticale). Attraverso il procedimento giudiziario, intrapreso dal lavoratore per vedersi riconosciuto vittima di mobbing, è stato possibile ripercorrere e identificare le ragioni e le modalità dell'azione mobbizzante, l'eziopatogenesi della conseguente psicopatologia, la sua strutturazione e la manifestazione sintomatologica. L'esame del caso permette di formulare delle considerazioni riguardo la necessità che i casi di mobbing siano trattati all'interno di un team multidisciplinare (medico di famiglia, medico del lavoro, psichiatra e medico legale) al fine di garantire un efficace trattamento terapeutico e la tutela del lavoratore nei diversi ambiti previsti dalla legge."}, {"id": "pubmed23n0045_10892", "title": "[The use of somatostatin in the therapy of acute pancreatitis].", "score": 0.008849557522123894, "content": "The authors report their experience in the use of somatostatin in severe acute pancreatitis. From 1985 to 1990, 169 patients with severe acute pancreatitis have been observed in the Surgery Division of \"S. Andrea\" Hospital in Vercelli. After the introduction, the evaluation of methods employed and results obtained, the authors conclude that somatostatin can give a good response in this kind of patient without side effects or complications."}, {"id": "pubmed23n1038_10335", "title": "[Torsione di punta indotta dalla cocaina: un caso clinico.]", "score": 0.008771929824561403, "content": "Riassunto. La torsione di punta (TdP) è una tachicardia ventricolare polimorfica con una caratteristica torsione sinusoidale del complesso QRS attorno alla linea di base. Si differenzia da altre forme di tachicardia ventricolare per le sue caratteristiche morfologiche, per il meccanismo sottostante e le modalità di terapia. È associato alla sindrome del QT lungo e ha molti meccanismi precipitanti, fattori eziologici e opzioni di trattamento. Questo articolo presenta un caso di TdP che è stato caratterizzato da molteplici fattori e ha richiesto molte modalità di trattamento. Inoltre, vengono discussi i potenziali meccanismi e le modalità terapeutiche della TdP."}, {"id": "pubmed23n0258_1028", "title": "[Somatostatin prophylaxis following cephalic duodenopancreatectomy].", "score": 0.008771929824561403, "content": "This study was aimed at assessing the value of prophylactic somatostatin after cephalic duodenopancreatectomy. A randomized prospective study was undertaken using two groups of patients, one with prophylactic somatostatin (4.5 mg daily in continuous perfusion for 7 days postoperatively), known as group I, and group II, which did not receive somatostatin. During a five-year period, from April 1989 to April 1994, we performed 35 duodenopancreatectomies, of which 21 belonged to group I and 14 to group II. We found a lower incidence of pancreatic anastomosis fistulae in group I (9.5% vs 35.7%; p < 0.05). We did not find any correlation between prophylaxis with somatostatin and the appearance of other complications or postoperative mortality. The mean time of fistula closure in group I was 5 days while that of group II was 19.2 days. In conclusion, the administration of prophylactic somatostatin after cephalic duodenopancreatectomy reduces the incidence and duration of pancreatic fistula."}, {"id": "pubmed23n1137_1438", "title": "[\"Nessuno vuole vedermi\": è una battaglia persa contro una malattia tropicale trascurata?]", "score": 0.008695652173913044, "content": "Riassunto. Le malattie tropicali trascurate (NTD) sono una serie di malattie che prosperano nelle comunità povere di risorse, in particolare nei climi tropicali. I fattori sociali, ambientali ed economici contribuiscono alla loro persistenza. La filariosi linfatica (LF), classificata come NTD in tutto il mondo, è una malattia parassitaria causata da vermi microscopici noti come microfilarie. I vermi adulti dimorano solo nel sistema linfatico degli esseri umani. Le zanzare trasferiscono la LF da persona a persona. Gonfiore di braccia, gambe e seno (linfedema) o dello scroto (idrocele) sono alcuni dei sintomi più gravi e dolorosi. La LF ha una grave influenza sia sulla salute mentale e sociale sia su quella fisica, e porta le persone a convivere con una deformazione, una debilitazione e uno stigma legati alla condizione di malattia. Di seguito descriviamo un caso clinico di un uomo con LF, alienato e umiliato dalla sua malattia. L'OMS ha avviato un'iniziativa globale per debellare la LF. Oltre alla somministrazione di trattamenti regolari, è stata posta uguale enfasi sull'apprendimento di come lavare e alzare gli arti colpiti, per aiutare a ridurre la gravità clinica e la progressione del disturbo."}, {"id": "pubmed23n0068_5408", "title": "[Ultrasonic diagnosis with secretin stimulation in patients with pancreas divisum].", "score": 0.008695652173913044, "content": "The diagnostic value of secretin provoked abdominal ultrasound was studied on 34 patients with pancreas divisum and on 20 control subjects. The patients received a 1.0 unit/kg body weight dose of secretin. The degree of ductal expansion and the time required to return to the initial state were registered and these values were compared to the clinical diagnosis. The control subject's ductal diameters prior to secretin administration were 1 mm in all cases (maximum expansion 2 mm, return to the initial value within 10 minutes). The pancreas divisum patients could be placed in two groups based on their initial ductal diameter. Fourteen patients had initial ductal diameters of 2 mm or greater (A group mean +/- SD: 2.4 +/- 0.3) while 21 patients had an initial value of less than 2 m (B group; 1.7 +/- 0.3). Following secretin administration the ductal diameter of the A group's patients increased on average +/- SD to 1.3 +/- 0.5 times the initial value and in the B group 3.2 +/- 1.1 times the initial value (p less than 0.01). In the A group the ductal diameter returned to its initial value within 10 minutes, while it took 35 minutes for the same to occur in the B group. A relationship can be observed between the clinical diagnosis, the initial ductal diameter, the degree of expansion following secretin administration and the time required to return to the initial state."}, {"id": "pubmed23n0885_1889", "title": "[Evaluation of mercury exposure in populations living near the industrial Augusta Bay (Sicily Region, Southern Italy)].", "score": 0.008620689655172414, "content": "OBIETTIVI: valutare e quantificare l'esposizione umana al mercurio (Hg) ed esplorare i fattori chiave che influenzano la contaminazione nelle popolazioni residenti in prossimità della Rada di Augusta, un'area a elevato rischio ambientale a causa degli effetti degli sversamenti incontrollati di Hg da parte di uno dei più grandi impianti cloro-soda d'Europa. DISEGNO: un campione di residenti nei comuni di Augusta, Priolo e Melilli (Sicilia orientale) è stato selezionato per lo studio di biomonitoraggio umano. Un questionario dettagliato è stato somministrato a ogni partecipante per raccogliere informazioni anagrafiche sulle abitudini di vita e alimentari. I livelli di Hg in sangue e capelli, usati come traccianti di esposizione a metilmercurio, sono stati messi in relazione al consumo di pesce locale. Il contenuto di Hg nelle urine è stato utilizzato per esplorare eventuali esposizioni atmosferiche a Hg inorganico. Una regressione lineare multivariata è stata applicata con l'obiettivo di esplorare i fattori che influenzano l'esposizione umana al Hg. L'approccio tossicocinetico è stato impiegato al fine di calcolare la dose settimanale provvisoria tollerabile ( provisional tolerable weekly intake, PTWI) e di predire le concentrazioni di Hg attese nel sangue degli individui con una dieta alimentare basata esclusivamente su pesce locale. 224 individui residenti nei comuni di Augusta, Melilli e Priolo. RISULTATI: eccessi di Hg sono stati misurati nel sangue e nei capelli del campione considerato. I più alti livelli sono stati rilevati ad Augusta, dove anche il consumo di pesce locale risulta maggiore. I valori di dose settimanale tollerabile provvisoria (PTWI) calcolati eccedono, nella maggior parte dei casi, le raccomandazioni internazionali, specialmente nei residenti ad Augusta. CONCLUSIONI: gli elevati livelli di Hg registrati nei campioni di sangue e capelli derivano, con ogni probabilità, dal consumo di pesce locale. Rispetto ad Augusta, gli individui di Priolo e Melilli subiscono un impatto più limitato. L'esposizione a Hg inorganico può essere considerata trascurabile."}, {"id": "pubmed23n0045_13642", "title": "[Therapeutic use of somatostatin analogues in endocrinology].", "score": 0.008620689655172414, "content": "The recent availability of the long-acting somatostatin analogue, octreotide, has allowed its therapeutical use in a wide variety of human diseases, including some digestive, neoplastic and autoimmune disorders. This review focuses on the treatment of some endocrine disorders with octreotide. Evidence is accumulating that octreotide treatment is effective in improving the cure rate of pituitary surgery in acromegaly by shrinking the tumour size, and in lowering GH and IGF-I levels in the vaste majority of patients. Octreotide is also effective in ameliorating TSH-induced hyperthyroidism in patients with TSH-secreting adenomas. Moreover, octreotide has proved useful in the management of endocrine tumours of the gastroenteropancreatic tract (vipomas, glucagonomas, gastrinomas, insulinomas, and carcinoids) by reducing hormone levels and in some instances the size of the primary and/or metastatic lesions. Besides the above well-established indications there are some other potential indications (non-secreting pituitary tumours, medullary thyroid carcinoma, ectopic Cushing's syndrome, diabete mellitus, Graves' ophthalmopathy, tall children and polycystic ovary syndrome) that still await further investigation. Side-effects of octreotide, particularly the formation of gallstones, should be carefully monitored."}]}}}} {"correct_option": 3, "explanations": {"1": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "2": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "3": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "4": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "5": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}}, "full_answer": "Fare attenzione al litio. È stata osservata un'intossicazione con il litio normale. Non è raro, soprattutto a causa delle interazioni. Si tratta di un farmaco molto efficace, se si è avvertiti.", "full_answer_no_ref": "Fare attenzione al litio. È stata osservata un'intossicazione con il litio normale. Non è raro, soprattutto a causa delle interazioni. Si tratta di un farmaco molto efficace, se si è avvertiti.", "full_question": "Un uomo di 46 anni con disturbo bipolare viene portato al pronto soccorso dopo un'overdose di carbonato di litio. L'esame rivela tremore grave, atassia, disartria, mioclono e fascicolazioni. La litemia è di 4,1 mEq/L (tossicità > 1,6 mEq/L). Quale delle seguenti opzioni terapeutiche sarebbe più indicata?", "id": 507, "lang": "it", "options": {"1": "Aminofillina associata a un catartico.", "2": "Carbone attivo.", "3": "Emodialisi.", "4": "Diuresi forzata.", "5": null}, "question_id_specific": 89, "type": "PSICHIATRIA", "year": 2020, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "pubmed23n1137_1437", "title": "[Prevalenza di ipotiroidismo nei pazienti sottoposti a emodialisi presso un ospedale generale di Ahvaz.]", "score": 0.01352508132169149, "content": "Riassunto. Obiettivo. Lo scopo di questo studio trasversale è determinare la prevalenza dell'ipotiroidismo tra i pazienti in emodialisi (ED) e i suoi potenziali fattori di rischio. Metodi. Sono stati raccolti dati demografici e di laboratorio [vale a dire, livelli sierici di tireotropina (TSH), anticorpi anti-perossidasi tiroidea (anti-TPO)] di 117 pazienti con MH. I dati sono stati analizzati da SPSS.V 26, quando necessario. Risultati. I pazienti avevano un'età media (DS) di 59,47±15,08 anni e il 66,7% (n=78) era di genere maschile. I livelli medi (DS) di TSH erano 2,56 (4,01) μIU/mL. L'ipotiroidismo subclinico (SCH) è stato definito come un livello di TSH >4,2 μIU/mL e FT4 normale. Quindici pazienti (12,80%) avevano SCH. Non c'era correlazione significativa tra ipotiroidismo ed età, genere e/o malattie sottostanti (p>0,05). Inoltre, tra i 15 pazienti con SCH, 1 paziente (6,7%) ha mostrato un risultato anti-TPO positivo mentre 14 pazienti (93,3%) hanno avuto un risultato anti-TPO negativo. Conclusione. Data la notevole prevalenza dell'ipotiroidismo nei pazienti con ED, lo screening di routine della funzione tiroidea in questa popolazione di pazienti può aiutare a ridurre i tassi di complicanze e mortalità attraverso una diagnosi precoce e un intervento tempestivo."}, {"id": "pubmed23n0999_17549", "title": "[Bevacizumab e altri farmaci. Attività e sicurezza degli agenti anti-VEGF nel carcinoma ovarico.]", "score": 0.009900990099009901, "content": "Riassunto. L'angiogenesi svolge un ruolo importante sia nei tessuti epiteliali normali sia in quelli maligni. Negli ultimi anni questo fenomeno è stato ampiamente studiato in oncologia sperimentale e clinica perché ci sono evidenze che sia coinvolto nella diffusione e nella diffusione metastatica del carcinoma ovarico. Il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (vascular endothelial growth factor - VEGF) è l'attore principale nel meccanismo di angiogenesi e svolge un ruolo strategico nella proliferazione e migrazione delle cellule neoplastiche, con un impatto significativo sulla sopravvivenza e sull'outcome clinico. Secondo quanto emerge da molti studi sperimentali e clinici, le nostre conoscenze sulla biologia dell'angiogenesi e del VEGF sono aumentate portando allo sviluppo farmacologico di specifici agenti in grado di targeting VEGF. Questo nuovo campo di indagine offre agli scienziati l'opportunità di testare nuove possibilità terapeutiche nei pazienti con carcinoma ovarico con nuovi agenti mirati. Il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF umanizzato, è stato il primo farmaco anti-VEGF scoperto ed è usato oggi per il trattamento di diversi tumori solidi. Negli ultimi anni questo agente è stato ampiamente testato nei pazienti con carcinoma ovarico, mostrando un'attività clinica interessante e un profilo di tossicità tollerabile sia nelle pazienti giovani sia in quelle anziane. Il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel e successivamente utilizzato come agente singolo, è indicato per il trattamento del carcinoma epiteliale dell'ovaio di stadio III o IV, tuba di Falloppio o carcinoma peritoneale primario dopo iniziale resezione chirurgica. Il bevacizumab è anche usato per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico epiteliale ricorrente e resistente al platino, delle tube di Falloppio o dal tumore peritoneale primario che hanno ricevuto non più di 2 regimi precedenti di chemioterapia. Inoltre, il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel o con carboplatino e gemcitabina (e usato come agente singolo), è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma epiteliale dell'ovario sensibile al platino, tuba di Falloppio o tumore peritoneale primario. Le linee guida più accreditate suggeriscono quando bevacizumab deve essere usato nel trattamento del carcinoma ovarico avanzato e ricorrente. Altri agenti anti-VEGF, come gli inibitori della tirosin-chinasi del recettore VEGF (VEGFR), sono stati ampiamente testati nel carcinoma ovarico e molti altri sono in corso di studi al fine di testare la loro attività e sicurezza rispetto a bevacizumab. Gli agenti anti-VEGF e gli inibitori di PARP svolgono oggi un ruolo strategico nel trattamento del cancro ovarico con agenti mirati in associazione con la chemioterapia e la chirurgia in un'ottica multidisciplinare e personalizzata."}, {"id": "pubmed23n0707_14532", "title": "[Not Available].", "score": 0.009900990099009901, "content": "La pharmacologie des agents anesthésiques chez le brûlé est variable et imprévisible. Dans les premières 48 h, il y a une hypovolémie avec chute du débit cardiaque et des fuites plasmatiques. Après 48 h, il y a une hypervolémie avec augmentation du débit cardiaque, hypermétabolisme et la clearance des médicaments est augmentée. Parmi les facteurs de déséquilibre, on retrouve les variations des protéines plasmatiques. Deux protéines sont importantes chez le brûlé grave : l'albumine et l'alpha 1- glycoprotéine. Leur taux varie beaucoup au cours de l'évolution de la brûlure. Les agents anesthésiques dont la liaison avec ces deux protéines est prédominante verront leur pharmacocinétique modifiée. L'anesthésiste-réanimateur du service des brûlés va maîtriser ces notions pharmacologiques pour utiliser à bon escient les agents anesthésiques."}, {"id": "pubmed23n1029_21332", "title": "Esperienze di switch a cariprazina in pazienti schizofrenici con comparsa di effetti collaterali/comorbilità mediche.", "score": 0.00980392156862745, "content": "La schizofrenia è un disturbo psichiatrico grave e cronico con un background genetico e neurobiologico eterogeneo che influenza lo sviluppo precoce del cervello, ed è espressa come una combinazione di sintomi psicotici - come allucinazioni, deliri e disorganizzazione - e di sintomi negativi e cognitivi. Il trattamento dei pazienti con schizofrenia prevede l'utilizzo di antipsicotici, in accordo con i recenti dati di letteratura. Sulla base del meccanismo d'azione, gli antipsicotici vengono suddivisi in tipici (o \"di prima generazione\") e atipici (o \"di seconda generazione\"). Differiscono, anche, per la manifestazione di effetti collaterali, dovuti alla diversa affinità recettoriale caratteristica del singolo principio attivo. In questo caso clinico, presentiamo un giovane paziente di 24 anni con diagnosi di schizofrenia trattato prima con olanzapina e poi con risperidone, che ha manifestato significativi effetti collaterali di tipo metabolico e sessuali. La strategia terapeutica utilizzata è stata lo switch a un antipsicotico di terza generazione, cariprazina, con risoluzione delle collateralità e una migliore gestione dei sintomi negativi riportati. In conclusione, il modello di trattamento personalizzato sulla base delle condizioni cliniche e delle esigenze del paziente rappresenta l'approccio maggiormente adeguato nella gestione di ogni singolo caso."}, {"id": "pubmed23n0226_4007", "title": "[The effect of long-term feeding of higher doses of urea on clinical and biochemical indicators in sheep].", "score": 0.00980392156862745, "content": "During feeding 120 g of urea per head/day to four-year wethers for nine months it was observed that for the whole period the animals accepted the feed with appetite, the rumen motility and body temperature were within the physiological standard. In both groups of animals (three animals experimental and three animals control) a higher breathing frequency was found. In experimental (control) animals the levels were as follows: plasma calcium 2.62 +/- 0.17 mmol . 1(-1) (2.66 +/- 0.16 mmol . 1(-1)), inorganic phosphorus 2.35 +/- 0.33 mmol . 1(-1) (2.40 +/- 0.47 mmol . 1(-1), sodium 148.25 +/- 5.65 mmol . 1(-1) (151.09 +/- 5.71 mmol . 1(-1), potassium 5.02 +/- 0.46 mmol . 1(-1) (5.02 +/- 0.74 mmol . 1(-1)), magnesium 1.00 +/- 0.14 mmol . 1(-1) (0.98 +/- 0.10 mmol . 1(-1)), chlorine 107.86 +/- 12.86 mmol . 1(-1) (106.92 +/- 11.12 mmol . 1(-1)), total protein 69.9 +/- 7.8 g. 1(-1) (70.2 +/- 8.1 g . 1(-1)), glucose 3.97 +/- 0.68 mmol . 1(-1) (4.48 +/- 1.01 mmol . 1(-1)), urea 11.20 +/- 3.23 mmol . 1(-1) (7.61 +/- 1.89 mmol . 1(-1)), osmotic pressure 299.27 +/- 12.91 mosm . kg-1 (298.63 +/- 10.44 mosm . kg-1). By statistical t-test evaluation a significant difference in plasma urea in favour of the experimental animals was found. As to the other followed values, a statistically significant difference between the two groups, and that in favour of the control animals, was found only as regards the pulse rate."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.009708737864077669, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0809_5664", "title": "[Base deficit at intensive care unit admission: an early mortality indicator].", "score": 0.009708737864077669, "content": "Base deficit is considered an indicator of tissue injury, shock and resuscitation. The objective of this study was to establish an association between base deficit obtained on the admission of patients in intensive care unit (ICU) and their prognosis. A retrospective study with analysis of 110 patients admitted consecutively in the ICU, during the period of June to December 2006. There was a predominance of women, with age mean 54.2 ± 18.7 years old. Length of stay in ICU was 6.5 ± 7.4 days and the mean APACHE II score was 21 ± 8.1 points. The standardized mortality ratio was 0.715. Mortality was higher in patients with base deficit > 6 mEq/L (38.9%) than in those with base deficit < 6 mEq/L (20.6%); p < 0.05. Patients with early mortality had lower base deficit (7.75 ± 8.33 mEq/L) than survivors (3.17 ± 5.43 mEq/L); p < 0.05. Patients with permanence in ICU until 7 days and patients that stayed in this unit for more than 7 days had similar base deficit. Base deficit had been associated with early mortality during ICU internment. Base deficit > 6 mEq/L is a marker of significant mortality."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.009615384615384616, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0313_15514", "title": "[Behavior of ventilation parameters, gas exchange and blood gases during hemodialysis (HD), in a traction during which the bicarbonate concentration in dialysis fluid is raised to a level of 60 m Eq/l].", "score": 0.009615384615384616, "content": "In 9 patients with chronic renal failure treated by HD with bicarbonate-35 mEq/l containing fluid, investigations of minute ventilation, breathing patterns and blood gases were done during 5 sequential HD. During the standard HD-bicarbonate 35 mEq/l, the disturbances of minute ventilation, breathing patterns and blood gases did not appeared. During the standard HD session, between 60 to 75 minute of HD, the concentration of bicarbonate was increased to 60 mEq/l. Increased VCO2, PaCO2 and PvCO2 was observed during this 15 minutes in 45 HD sessions. Analysis of each HD in 9 patients showed that during 22 HD the values of VE, VA, VCO2 and PvCO2 were increased in 75 minute of HD compared to values obtained in 60 minute of HD. This group of HD we called responders. The different situation was during the 23 HD-non-responders. The values of PaCO2 and PvCO2 were increased in 75 minute of HD and VE and VA were decreased in this time. We conclude, that in the group of responders the increase of VE, VA, VCO2 and PvCO2 was the positive reaction of the breathing center to high values of PaCO2 and PvCO2. Decrease of VE observed in 23 HD-non-responders suggest the depressive influence of CO2 on respiratory muscles in patients with uremia."}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.009523809523809525, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "pubmed23n0004_10930", "title": "[Decreased catabolism after toxico-septic aggression by administration of injectable amino acids].", "score": 0.009523809523809525, "content": "Two comparative lots were established, of 48 and 44 patients respectively with toxico-septic syndromes, renal failure of the hypercatabolic type, that had received parenteral food for a period of between 3 and 11 days. The first group received only glucose while the second also had injectable aminoacids. In the first group was noted a daily rate of blood urea variation (r) of 1,65 mg% and a good nitrogen elimination. In the second group was noted an r of --8,13mg% (pless than 0,001) and a more rapid improvement of the clinical condition. Next to the fall in the absolute nitrogen elimination (p greater than 0,05), the nitrogen balance, computed at 36% incorporation of the administered nitrogen, was significantly improved in the second group (p greater than 0,01), demonstrating the lowering of the metabolic rate under perfusion with aminoacids."}, {"id": "pubmed23n1059_7363", "title": "Contributi scientifici in memoria di Antonio Fusco.", "score": 0.009433962264150943, "content": "Come si leggerà nell'Introduzione della sezione propriamente scientifica del Volume, il presente testo nasce dalla volontà e, soprattutto, dall'esigenza culturale di omaggiare il fu Prof. Antonio Fusco. Un debito scientifico ed umano che trova il suo locus naturale in questa prima parte del testo stesso, cui farà poi seguito la parte propriamente scientifica. In siffatta parentesi dovuta per le ragioni appena menzionate, il lettore, l'amico o l'allievo dell'opera del Prof. Fusco potranno trovare un suo sintetico Curriculum Vitae, correlato da una specifica ed accurata prosa, svolta dal già Magnifico Rettore Carlo Cipolli; il quale, oltre che evidenziare, ricordando, i meriti del collega oramai scomparso, aggiunge alsuo scritto un elemento che sarebbe imprescindibile a non trasformare lo stesso in una mera sequenza di parole: l'amicizia e l'affetto per un amico che, oramai, non c'è più. A fine lettura, evidente risuonerà il fatto che la vita di ognuno, se mossa dalla passione per ciò per cui si è predisposti cognitivamente e psicologicamente, può essere ricca di riconoscimenti, riconoscenze e soddisfazioni che, lungi dal divenire un cuscino di allori su cui adagiarsi, per una mente creativa come quella del Prof. Fusco hanno funto solo da motivazioni ad agire instancabilmente guardando sempre al futuro. Il lavoro di una vita che, materialmente, è sancito da un supporto poco più di cm 25x15: una targa. Una materialità evidente che, con grande commozione e riconoscenza, è stata affissa il 25 ottobre 2019 sull'aula fronte l'Aula Magna del Campus \"La Folcara\", a testimonianza che quello spirito creativo in continua evoluzione non si ferma; non si arresta neppure con la fine biologica di chi lo ha \"posseduto\". Rimangono le opere ed il pensiero del Prof. Fusco e restano gli affetti. A tal proposito, il lettore troverà una breve e sentita sezione su Testimonianze; coloro i quali hanno avuto modo, nell'arco della vita accademica ed umana, personale, di Fusco di conoscerlo. Ecco, allora, che i ricordi saranno i veri protagonisti di questa parentesi. Dopo di ciò, prima dei contributi prettamente scientifici dei lavori, tenutisi in occasione del Convegno Internazionale Psicologia, Arte, Letteratura. Antiche e Nuove Tendenze, seguiranno i saluti delle autorità che in quei due giorni si sono succedute a rappresentare non solo l'istituzione affiliata, ma anche la relazione di stima e di affetto che le legava al compianto Professore. Si passerà, infine, al volume tradizionalmente inteso."}, {"id": "pubmed23n0126_7119", "title": "[Plasma amino acids in dialyzed children: comparison of hemodialysis and continuous ambulatory peritoneal dialysis].", "score": 0.009433962264150943, "content": "Plasma protein and amino acid concentrations have been reported to be abnormal in patients with chronic renal failure, whether on conservative or regular dialysis treatment. These abnormalities may be related to impaired protein and amino acid metabolism associated with uremia, to dietary deficiencies of calories and proteins or to amino acid and protein losses due to peritoneal dialysis or hemodialysis. Plasma free amino acid concentrations were evaluated in 17 children undergoing hemodialysis (HD) and 13 children treated by continuous ambulatory peritoneal dialysis (CAPD). Plasma levels of free amino acids showed a reduction of EAA and of the ratio EAA/NEAA. There were some abnormalities in plasma amino acid concentrations; these included decreased levels of valine, threonine, lysine, serine, tyrosine, arginine, alpha-ABA. Aspartate, glycine, citrulline, and, only in HD, cystine and methionine were increased. Plasma protein and amino acid concentrations in CAPD patients are similar to those found in HD patients; thus they result poorly affected by different dialysis techniques and the uremic state itself seems to play a more decisive role."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009345794392523364, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0008_12102", "title": "[Respiratory-renal regulation of acid-base equilibrium disorders in patients with diabetes mellitus].", "score": 0.009345794392523364, "content": "The effects of ration on postprandial serum glucose and insulin were determined in 12 lactating Holstein cows. Six were fed a high grain ration of 15% hay and 85% concentrate (dry basis) and the other six a control ration of 55% corn silage, 10% hay, and 35% concentrate. High grain feeding increased flucose and insulin at all hours postfeeding as compared to control cows. In the cows fed high grain, glucose increased from 63.3 to 72.2 mg/100 ml and insulin from 19.2 to 25.6 muunits/ml serum just before feeding to 3 h postfeeding. Values for 2, 3, and 4 h samples were greater than for other sampling times. Serum glucose was 55.5 mg/100 ml at 1 h in control cows which was above other samples. Serum insulin followed a pattern similar to glucose in controls but was not significantly different with time. The blood changes due to high grain feeding are probably related to low milk fat production."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.009259259259259259, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n0422_8094", "title": "[Aetiologies of lithium overdose: 10-year experience of Marseille poison centre].", "score": 0.009259259259259259, "content": "Lithium is used for control of bipolar disorders. In order to precise the different circumstances at the origin of poisonings, the authors present the cases of lithium intoxication observed in the Marseille poison centre between January 1991 and December 2000. Retrospective study. Three hundred and four cases were observed during the studied period (1 patient a case), concerning 6 different circumstances. For 3 of them, the symptoms were mild: accidental ingestion with children (13 cases); mistakes on the quantities of ingested tablets (43 cases); elevation of lithium blood level due to diuretic therapy (8 cases). For 2 other circumstances, the clinical signs were more severe: treated patients who developed renal failure (15 cases, 6 patients managed in intensive care unit [ICU], 1 death) or dehydration (35 cases, 8 patients treated in ICU and 1 death). Finally, the most severe cases were collected with suicide attempts. Fifty-six percent of the patients were managed in ICU, 5% needed haemodialysis, 10% had cardiac (repolarization disturbances) or neurological (seizures) complications, 2% died. The severity of lithium poisonings depends of the circumstances. Ingestion of high quantities of sustained released tablets is the most dangerous situation. Accidental ingestion, even with children, must be considered as less severe situations."}, {"id": "pubmed23n1137_1438", "title": "[\"Nessuno vuole vedermi\": è una battaglia persa contro una malattia tropicale trascurata?]", "score": 0.009174311926605505, "content": "Riassunto. Le malattie tropicali trascurate (NTD) sono una serie di malattie che prosperano nelle comunità povere di risorse, in particolare nei climi tropicali. I fattori sociali, ambientali ed economici contribuiscono alla loro persistenza. La filariosi linfatica (LF), classificata come NTD in tutto il mondo, è una malattia parassitaria causata da vermi microscopici noti come microfilarie. I vermi adulti dimorano solo nel sistema linfatico degli esseri umani. Le zanzare trasferiscono la LF da persona a persona. Gonfiore di braccia, gambe e seno (linfedema) o dello scroto (idrocele) sono alcuni dei sintomi più gravi e dolorosi. La LF ha una grave influenza sia sulla salute mentale e sociale sia su quella fisica, e porta le persone a convivere con una deformazione, una debilitazione e uno stigma legati alla condizione di malattia. Di seguito descriviamo un caso clinico di un uomo con LF, alienato e umiliato dalla sua malattia. L'OMS ha avviato un'iniziativa globale per debellare la LF. Oltre alla somministrazione di trattamenti regolari, è stata posta uguale enfasi sull'apprendimento di come lavare e alzare gli arti colpiti, per aiutare a ridurre la gravità clinica e la progressione del disturbo."}, {"id": "pubmed23n0366_3239", "title": "[Influencing factors in the control of phosphorus in peritoneal dialysis. Therapeutic options].", "score": 0.009174311926605505, "content": "Impaired phosphate excretion resulting in hyperphosphatemia is one of the earliest consequences of chronic renal failure. To control serum phosphate levels, we can use the following therapies: 1) Restriction of dietary phosphate (but on CAPD, obligatory protein losses via peritoneal fluid makes impractical any reduction of phosphate diet. 2) Reduction of phosphate absorption, using phosphate binders. 3) Peritoneal phosphate removal. 1) To evaluate the factors affecting peritoneal phosphate removal such as plasma phosphate, peritoneal membrane transport type, peritoneal dialysis modality prescription (CAPD or APD) and daily dialysate volume. 2) To test the best calcium concentration in the peritoneal dialysis fluid (5, 6 or 7 mg/dl) in order to permit the use of calcium carbonate or acetate without the risk of hypercalcemia or hyperparathyroidism. Phosphate was measured in seventy 24-hour dialysate collections, 33 from patients on CAPD and 37 from patients on APD. 24-hour peritoneal phosphate removal (mg/24 hours) and weekly peritoneal phosphate clearance was calculated (L/week). The peritoneal membrane was studied by the peritoneal equilibrium test (PET), using a 2.27% glucose. We calculated also the peritoneal calcium balance in 25 daily peritoneal fluid collections from patients using a calcium dialysate concentration of 5, 6 or 7 mg/dl each one. IPTH levels and doses of vitamin D were compared at 6 months in patients using a calcium concentration of 5, 6 or 7 mg/dl from the beginning of peritoneal dialysis (5 patients of each calcium dialysate concentration). Weekly peritoneal phosphate clearance (WPC) were higher or APD than on CAPD (51 +/- 21 vs 41 +/- 14, p < 0.005). Daily dialysate volume was also higher on APD (14 +/- 4 vs 7.8 +/- 1.8 L/day, p < 0.001). WPC was higher on APD when a mild-day exchange was done (61 +/- 23 vs 45 +/- 15, p < 0.005), instead an equal total daily volume of the dialysate. Peritoneal calcium balance was significantly more negative in patients using a calcium in the dialysis fluid of 5 than 6 or 7 mg/dl (-125 +/- 7 vs -18 +/- 41 vs -11 +/- 49, p < 0.001). At 6 months, patients using a calcium fluid concentration of 5 mg/dl increased iPTH levels (from 160 +/- 101 to 332 +/- 153, p < 0.001) and vitamin D needs (from 0 to 1.87 +/- 0.37 mcg/week, p < 0.001). In summary, peritoneal phosphate clearance depends on plasma phosphate levels, daily volume of dialysate prescribed and peritoneal membrane transport characteristics. It can be improved by increasing the total peritoneal fluid. On APD, a mild-day exchange may improve phosphate clearance, without total volume increase. The risk of secondary hyperparathyroidism can be decreased with a calcium fluid concentration of 6 mg/dl, which was shown to be better than 5 mg/dl when calcium phosphate binders are not correctly taken."}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.00909090909090909, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n0591_1016", "title": "[Follow-up hemoglobin concentrations in ICU: relationship between diagnostic blood loss and daily fluid balance].", "score": 0.00909090909090909, "content": "To evaluate DeltaHb (daily changes of hemoglobin concentrations) in nonbleeding critically ill patients, and to investigate its relation with diagnostic blood loss (DBL) and fluid balance (FB). Hospital records of 34 nonseptic patients who stayed in respiratory intensive care unit (RICU) at least 72 hours with no evidence of acute bleeding, renal failure and bleeding diathesis, were evaluated retrospectively. Demographics, clinical features, acute physiology assessment and chronic health evaluation (APACHE) II scores, daily Hb levels, DBL and FB were recorded. Correlation statistics was performed between DeltaHb and DBL and FB. We compared the patients with DeltaHb > or =0.5 g/dL/day (group A) and the patients with DeltaHb < 0.5 g/dL/day (group B) in the first three days. The mean age was 55 +/- 14, Hb level was 13.2 +/- 1.7 g/dL at admission and 12.6 +/- 2.3 g/dL at discharge from RICU. DBL was 25.2 +/- 7.4 mL/d, and FB was 251 +/- 1783 mL/d for the first day in intensive care unit. DBL was lesser in subsequent days than in the first day but it wasn't significant. DeltaHb was -0.54 +/- 1.5 g/dL for the first three days, while it was -0.23 +/- 1.5 g/dL for subsequent four days (p= 0.9). DeltaHb in the first three days has no correlation with DBL and FB. Age, sex, APACHE II score, clinical features, DBL and FB were not differed between Group A and Group B. No relation was found between DeltaHb and DBL, and also FB; but studies like this are important to indicate that Hb concentrations may decrease in critically ill patients without any reason such as bleeding."}, {"id": "pubmed23n0966_6426", "title": "Riflessioni medico-legali su un caso giudizario di mobbing.", "score": 0.009009009009009009, "content": "Lo stress e le violenze morali nei luoghi di lavoro, come indicato dai dati epidemiologici, sono in costante aumento e rappresentano una causa di alterazione dello stato di salute dei lavoratori, con importanti ricadute negative sui soggetti, sulle aziende e sulla società. Nel caso descritto qui di seguito, le violenze morali e la disfunzionalità organizzativa, una delle principali fonti di stress correlato al lavoro, sono state intenzionalmente impiegate quale mezzo mobbizzante nei confronti di un lavoratore da parte dei suoi superiori (mobbing verticale). Attraverso il procedimento giudiziario, intrapreso dal lavoratore per vedersi riconosciuto vittima di mobbing, è stato possibile ripercorrere e identificare le ragioni e le modalità dell'azione mobbizzante, l'eziopatogenesi della conseguente psicopatologia, la sua strutturazione e la manifestazione sintomatologica. L'esame del caso permette di formulare delle considerazioni riguardo la necessità che i casi di mobbing siano trattati all'interno di un team multidisciplinare (medico di famiglia, medico del lavoro, psichiatra e medico legale) al fine di garantire un efficace trattamento terapeutico e la tutela del lavoratore nei diversi ambiti previsti dalla legge."}, {"id": "pubmed23n0415_19256", "title": "[Severe hypernatremia: survival without neurologic sequelae].", "score": 0.009009009009009009, "content": "Hypernatremia is an electrolyte disturbance most frequently caused by excess water loss and less frequently by increased sodium intake. The few reported cases of severe hypernatremia (> 190 mEq/l) had an adverse outcome with high mortality and/or severe neurologic sequelae. The first case was a 7-year-old girl with renal failure undergoing continuous venovenous hemodiafiltration therapy who presented hypernatremia (216 mEq/l) after incorrect preparation of dialysis fluid. The patient was treated with hemodiafiltration and hypernatremia was resolved in 48 hours. She had a convulsive crisis without subsequent neurologic impairment. The second patient, a 3-year-old girl with pseudohypoaldosteronism type I and encephalopathy, had hypernatremia (203 mEq/l) due to erroneous sodium administration, which was corrected in 36 hours with intravenous fluid therapy. Her neurologic status was unchanged by treatment. We conclude that children with extreme hypernatremia survive without neurologic sequelae if treatment achieves a progressive decrease of natremia."}, {"id": "pubmed23n0885_1883", "title": "[Ecological study on the mortality of residents in Manfredonia (Apulia Region, Southern Italy) from 1970 to 2013].", "score": 0.008928571428571428, "content": "OBIETTIVI: valutare lo stato di salute della popolazione residente nel comune di Manfredonia dal 1970 al 2013. DISEGNO: analisi descrittiva dell'andamento temporale della mortalità generale, per gruppi di cause, dal 1970 al 2013. SETTING E PARTECIPANTI: i dati di mortalità e le popolazioni residenti sono di fonte Istat. Sono state esaminate 55 cause di decesso. Le analisi sono disaggregate per sesso e periodo. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: sono stati elaborati i rapporti standardizzati di mortalità (SMR%), con i rispettivi intervalli di confidenza al 90% (IC90%), e i tassi di mortalità standardizzati col metodo diretto (TSD ). RISULTATI: lo stato di salute misurato dal tasso di mortalità per tutte le cause migliora nel tempo: i TSD passano da 92 x10.000 negli anni 1970-1974 a 52 x10.000 nel biennio 2012-2013 negli uomini, da 70 x10.000 a 39 x10.000 nelle donne. Tuttavia, rispetto alla media regionale Manfredonia perde progressivamente il suo vantaggio, passando da -20% a -10% negli uomini, e da -20% a +1,5% nelle donne. Questo andamento è molto evidente per il complesso delle cause cardiovascolari, mentre i tumori maligni sono in generale nella media regionale. Nell'ultimo periodo disponibile per causa di decesso (2006-2011), la mortalità per infarto miocardico è stata più alta della media regionale (uomini: +35%; donne: +54%). I rapporti standardizzati di mortalità (SMR) mostrano tra gli uomini valori in crescita, in particolar modo rispetto al riferimento provinciale, con un eccesso a cominciare dal periodo 2006-2011 (22 decessi/anno e 19 attesi; SMR%: 117,2; IC90% 101,1-135,2; riferimento: provincia di Foggia). Anche tra le donne gli SMR% superano i riferimenti provinciali negli ultimi periodi esaminati (nel 2012-2013: 7 decessi/ anno e 4,2 attesi; SMR%: 116,4; IC90% 97,0-260,7; riferimento: provincia di Foggia). CONCLUSIONI: la mortalità a Manfredonia è diminuita in misura minore rispetto a quella osservata nei riferimenti provinciali e regionali. Il vantaggio che si osservava negli anni Sessanta si è, infatti, ridotto nel tempo, fino ad annullarsi negli ultimi anni. Dal 1970, Manfredonia ha progressivamente perso il vantaggio che aveva. Dagli anni Duemila, la mortalità per infarto del miocardio è in eccesso sulla media regionale e provinciale. Da casi documentati in letteratura si osserva che le popolazioni che sperimentano catastrofi di origine naturale o antropica possono fronteggiare un aumento di patologie cardiovascolari. La mortalità per tumore polmonare mostra un eccesso sulla media regionale, in particolare provinciale, a cominciare dal 2000, coerentemente con i tempi di latenza legati all'esposizione ad arsenico negli anni Settanta."}, {"id": "pubmed23n0004_6075", "title": "[Practical management of parenteral nutrition (author's transl)].", "score": 0.008928571428571428, "content": "Three different plans of parenteral nutrition are available: (1) postoperative water and electrolyte substitution; (2) basic parenteral nutrion; (3) total parenteral nutrition. The decision for one of these plans depends on the duration of necessary parenteral support and on the patient's situation. ad 1: solution with electrolytes, 40 ml/kg body weight/day ad 2: solution with electrolytes, amino acids (25 g/day) and carbohydrates (125 g/day) in a 75 kg patient ad 3: solution with electrolytes, amino acids (1 g/kg body weight/day) and carbohydrates (5 g/kg body weight/day)."}, {"id": "pubmed23n0938_19190", "title": "[Teething: from symptomatology to practical approach].", "score": 0.008849557522123894, "content": "Scopo della presente trattazione è promuovere la consapevolezza del pediatra nei confronti della sintomatologia legata alla dentizione nei bambini con il supporto delle evidenze più significative reperibili nella letteratura scientifica. Dopo la caratterizzazione dei disturbi più comuni, con la relativa incidenza e durata nella popolazione pediatrica, e del ruolo dell'infiammazione saranno definiti i limiti delle terapie attualmente disponibili. Saranno quindi illustrate le prerogative di un medicinale omeopatico, Camilia® (Boiron, Francia), che interviene sull'infiammazione locale e sistemica e sulla composita fenomenologia correlata al processo di dentizione, con il vantaggio di un'azione multifunzionale ed efficace e l'assenza di effetti indesiderati o rischi di interazione con altri farmaci."}, {"id": "pubmed23n0041_391", "title": "[Changes in the alkaline-acid status and some plasma electrolytes in chronic hemodialysis patients].", "score": 0.008849557522123894, "content": "Prior to and post hemodialysis, a determination of plasma potassium, sodium, calcium, phosphorus and the indices of acid-base state is performed in 16 patients with chronic terminal renal insufficiency, with 560 hemodialyses, applied once or twice a week with deionized water and dialysis solution with 1, 5 mEq/1 potassium. Considerable hypopotassemia was established after hemodialysis--3, 3 mEq/1 and in 35% of the cases--hypopotassemia under 3.0 mEq/1. Metabolite alkalosis was established after dialysis: elevated pH in blood from 7,353 to 7,491; standard bicarbonates--from 21, 2 to 29, 1 m Eq/1; basis-excess: from (-3, 78) to (+5, 26) mEq/1; buffer bases: from 41, 3 to 51, 0 Eq/1, normalization of the elevated phosphorus in plasma from 7, 4 mg% to 4, 6 mg%. No significant changes in plasma sodium and potassium, as well as pCO2 were established after hemodialysis."}, {"id": "pubmed23n1049_20419", "title": "[New European guidelines for the management of dyslipidaemias: their aggressiveness is not legitimated by current evidence].", "score": 0.008771929824561403, "content": "Le linee guida 2019 delle Società europee di cardiologia e dell'aterosclerosi sulla gestione delle dislipidemie hanno aumentato l'aggressività diagnostico-terapeutica e non distinguono prevenzione primaria e secondaria, con parziale eccezione per gli ultra75enni. Raccomandano nuovi target di cLDL: per pazienti a rischio molto alto si raccomanda una riduzione a <55 mg/dl e >=50% rispetto al basale; per pazienti a rischio alto una riduzione a <70 mg/dl e >=50% del basale; per pazienti a rischio moderato una riduzione a <100 mg/dl; per pazienti a rischio basso una riduzione a <116 mg/dl. In base alle carte SCORE e ai dati di mortalità cardiovascolare in Italia, quasi tutti i maschi dai 70 anni e le donne dai 70-75 anni risulterebbero ad alto rischio per solo effetto dell'età. Anche quasi tutti i 60enni sarebbero a rischio moderato, con target di cLDL <100, e spesso necessità di aggiungere costosi ipolipemizzanti per chi già assume statine. Le prove supportano ben poco tale aggressività. Infatti, anche negli studi randomizzati controllati (RCT) i benefici su esiti cardiovascolari non fatali subiscono esagerazioni sistematiche, quello meno distorto e di maggior interesse per gli assistiti è la mortalità totale. Questa, con terapie ipocolesterolemizzanti più intensive, non si è ridotta nelle metanalisi di RCT con pazienti con cLDL tra 80 e <100 mg/dl al basale; con inibitori di PCSK9, pazienti con questi valori mostrano persino tendenza all'aumento della mortalità totale. Dunque, abbassare il cLDL a <80 mg/dl può non giovare neppure ad anziani coronaropatici. A oggi, ciò vale ancora di più per anziani nella popolazione generale, in cui una revisione sistematica di studi di coorte ha mostrato relazioni nulle o più spesso inverse tra cLDL e mortalità. Le nuove linee guida europee forzano le prove disponibili, trascurano il principio di precauzione e non possono esser base per un equo consenso informato."}, {"id": "pubmed23n0277_17481", "title": "[Effect of increasing protein ingestion on the nitrogen balance of mechanically ventilated critically ill patients receiving total parenteral nutrition].", "score": 0.008771929824561403, "content": "The amount of protein recommended to minimise N loss in critically ill patients receiving total parenteral nutrition (TPN) varies in the literature. Therefore, we studied the effect of increased protein intake on the N balance, administering TPN with either 1.2 g protein/kg/day (low N diet) or 1.8 g protein/kg/day (high N diet). Fifteen mechanically ventilated critically ill patients were studied in a surgical intensive care unit. After at least two days of standard TPN, patients were randomly assigned to either the low or the high N diet. Ten patients were studied on the low N diet and 11 on the high N diet; 6 patients were studied on both diets. Nonprotein energy was supplied according to estimated energy requirements. For five consecutive days, the N balance was measured daily. Total urinary nitrogen (TUN) was analysed using the Kjeldahl method. There was no difference in N balance between the groups. On the low N diet, N balance was -0.113 +/- 0.088 and on the high N diet -0.113 +/- 0.109 g N/kg/day. In patients studied twice, N balance was -0.087 +/- 0.054 and -0.050 +/- 0.060 g N/kd/day respectively. Results of a previous pilot study showed that in 20 similar patients the N balance became 80% less negative (from -5.7 +/- 5.1 to -1.1 +/- 8.2 g N/day) when protein intake was increased from 0.9 to 1.5 g/kg/day. Since these results are consistent with other studies, we conclude that the optimal range of protein supply in this type of critically ill patients is approximately 1.1-1.5 g protein/kg/day."}, {"id": "pubmed23n0885_1888", "title": "[Assessment of a project for integrated management of care given to patients with type-2 diabetes in the Local Health Authority 21 of Legnago (Veneto Region, Northern Italy) in the period 2010-2012].", "score": 0.008695652173913044, "content": "OBIETTIVI: descrivere, nella ASL 21 di Legnago (VR), l'andamento di alcuni indicatori sanitari tra il 2009, anno precedente all'avvio di un progetto triennale per la gestione integrata dell'assistenza al paziente con diabete mellito di tipo 2, e il 2012, ultimo anno del progetto. DISEGNO: studio longitudinale trasversale ripetuto. SETTING E PARTECIPANTI: tutti i pazienti diabetici di tipo 2 della ASL 21, identificati nei database aziendali (in base a esenzioni per patologia, accessi al servizio diabetologico, consumo di farmaci antidiabetici e strisce per la determinazione della glicemia) e nelle cartelle cliniche dei medici di famiglia. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: numero di test diagnostici e di follow-up erogati, consumo di farmaci, prestazioni specialistiche, accessi al pronto soccorso, ricoveri e mortalità. RISULTATI: nonostante un calo generalizzato (-3,1%) nei test erogati dalla ASL 21 ai suoi assistititi nel periodo 2009-2012, l'analisi ha documentato un marcato aumento per gli esami previsti nella gestione del diabete, quali curve da carico glicemico (+104,3%), emoglobina glicata (+19,0%) e microalbuminuria (+296,1%). I soggetti identificati come diabetici sono aumentati da 8.084 nel 2009 (5,2%) a 9.221 nel 2012 (5,9%). Sono stati osservati aumenti nella prevalenza di pazienti visitati presso un servizio diabetologico (dal 22,6% al 39,0%), nonché negli utilizzatori di metformina (dal 28,0% al 37,5%), insuline (dal 13,5% al 18,3%) e incretine (dall'1,4% al 9,0%). Il consumo di sulfaniluree è, invece, calato (dal 49,9% al 40,8%), come anche l'erogazione di alcune prestazioni specialistiche, gli accessi al pronto soccorso e i ricoveri, mentre il tasso di mortalità è rimasto stabile (29,6 decessi x1.000/anno). CONCLUSIONE: durante il periodo di implementazione del progetto sembra essersi verificato un aumento della sensibilità diagnostica e una maggiore presa in carico del paziente diabetico. Anche se la natura osservazionale dello studio non consente di dimostrare una relazione causa-effetto, i risultati sembrano supportare l'ipotesi che la gestione integrata della patologia migliori l'appropriatezza dell'assistenza."}, {"id": "pubmed23n0087_19004", "title": "[Familial hyperthyroxinemia with dysalbuminemia: screening of 21,000 patients at the occasion of thyroid evaluation].", "score": 0.008695652173913044, "content": "Serum samples from 21,342 patients undergoing evaluation of thyroid status were screened for familial dysalbuminemic hyperthyroxinemia (FDH) using a specific test based on the measure of charcoal uptake of 125I thyroxine (T4) from serum diluted 1:100 with addition of unlabelled 10(-6) M T4. We found 17 cases of FDH: a higher incidence (8:10,000) than previously reported in the general population (1:10,000). The results of thyroid function tests of patients with FDH are presented: total T4 concentration is increased in only 14 subjects; thyrotropin and free T4 measured by an immunoextraction method are the most useful assays to evaluate the clinical status of these patients."}, {"id": "pubmed23n1029_21329", "title": "Principi di farmacodinamica e farmacocinetica nello switch tra antipsicotici: focus su cariprazina.", "score": 0.008620689655172414, "content": "Cariprazina {RGH-188; trans-N- [4- [2- [4- (2,3-diclorofenil) piperazin-1-il] etil] cicloesil] -N_, N_-dimetilurea cloridrato} è un antipsicotico atipico di nuova generazione, con un originale profilo farmacodinamico e farmacocinetico. Cariprazina ha due metaboliti attivi, uno dei quali ha un'emivita di 1-3 settimane, che è la più lunga di qualsiasi antipsicotico atipico, con emivita effettiva funzionale totale (cariprazina più due metaboliti) di 7 giorni. Il farmaco mostra un'affinità che è circa 10 volte più alta per i recettori D3 che per D2 (rispettivamente pKi 10,07 e 9,31). L'affinità per D3 è superiore all'affinità della stessa dopamina. Cariprazina mostra inoltre un'elevata affinità per i recettori 5-HT2B (pKi 9,24), con antagonismo puro. Cariprazina è un agonista parziale e ha un'affinità significativa, ma inferiore all'affinità per D3, sui recettori 5-HT1A (pKi 8,59). Agendo su D3 e 5-HT1, cariprazina migliora i sintomi negativi, l'anedonia e i deficit cognitivi. L'affinità per i recettori 5-HT2A (pKi 7,73), H1 (pKi 7,63) e 5-HT2C (pKi 6,87) è inferiore, così come minori sono le affinità per i recettori adrenergici, istaminergici e colinergici, recettori che sono spesso responsabili di effetti collaterali. Grazie al profilo di tollerabilità (sicurezza cardiovascolare, bassa probabilità di dare sedazione e iperprolattinemia, basso rischio metabolico), insieme alla sua peculiare efficacia sui sintomi negativi e alla sua lunga emivita, che spesso migliora la scarsa aderenza, cariprazina è un candidato valido per il passaggio da un antipsicotico inefficace (o parzialmente efficace, con particolare riferimento ai sintomi negativi), poco tollerato, o assunto con una scarsa aderenza. Questo articolo esamina le caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche di cariprazina e discute le loro implicazioni in termini di identificazione dei pazienti che possano beneficiare di un passaggio a cariprazina, e della migliore strategia per completare lo switch con successo."}]}}}} {"correct_option": 1, "explanations": {"1": {"exist": true, "char_ranges": [[0, 220]], "word_ranges": [[0, 29]], "text": "Indubbiamente, non soddisfano i criteri diagnostici della malattia di Kawasaki (febbre di diversi giorni, eruzione cutanea, iniezione congiuntivale, labbra rosse, lingua a lampone, edema delle parti acrali e adenopatia)."}, "2": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "3": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "4": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "5": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}}, "full_answer": "Indubbiamente, non soddisfano i criteri diagnostici della malattia di Kawasaki (febbre di diversi giorni, eruzione cutanea, iniezione congiuntivale, labbra rosse, lingua a lampone, edema delle parti acrali e adenopatia).", "full_answer_no_ref": "Indubbiamente, non soddisfano i criteri diagnostici della malattia di Kawasaki (febbre di diversi giorni, eruzione cutanea, iniezione congiuntivale, labbra rosse, lingua a lampone, edema delle parti acrali e adenopatia).", "full_question": "Una bambina di 4 anni si è presentata con una febbre alta di 6 giorni. L'esame clinico ha rivelato un'eruzione maculopapulare eritematosa sul tronco e sull'area genitale, con tendenza alla confluenza, senza diventare scarlattiniforme; iniezione congiuntivale senza secrezione e labbra rosse con lingua a lampone. Erano inoltre presenti eritema con edema alle mani e ai piedi e un'adenopatia cervicale unilaterale di 2 cm di diametro. La diagnosi clinica di sospetto più probabile è:", "id": 552, "lang": "it", "options": {"1": "Malattia di Kawasaki.", "2": "Morbillo.", "3": "Rosolia.", "4": "Scarlattina.", "5": null}, "question_id_specific": 89, "type": "DERMATOLOGIA", "year": 2022, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "pubmed23n1106_6033", "title": "Photosensitivity in a Kennel of Harrier Hounds.", "score": 0.012219894623246366, "content": "Résumé- Une dermite s'est développé subitement dans un chenil de 30 chiens courants chez 12 d'entre eux. A la fois des males et des femelles étaient atteints et les lésions étaient limitées aux régions non pigmentées, principalement la face, les membres et la région inguinale. Initiallement les lésions étaient un érythème, un œdéme et une exsudation. Des croutes brunes se sont ensuite formées, et chez la plupart des animaux trés atteints, la peau a laissé la place à un escarre brun agglutiné dans les poils. Un pus malodorant était accumulé sous l'escarre. Les chiens moyennement atteints ont guerie sans traitement et les plus atteints ont guerie après exérèse des escarres et antibiothérapie. Aucun des chiens n'est mort et la plupart ont retrouvé une peau normale au bout de 3 mois. Cliniquement et histologiquement, ces lésions étaient compatibles avec une photosensibilisation, mais il a été impossible de retrouver l'agent causal. [Fairley, R. A., MacKenzie, I. S. Photosensitivity in a kennel of harrier hounds (Photosensibilisation dans un chenil de chiens courants). Resumen- Una condición de la piel se desarrolló de repente en 12 de 30 perros harrier. Afectó a machos y hembras y las lesiones se limitaban a areas de piel sin pigmento, principalmente la cara, patas e ingle. Inicialmente, la piel afectada estaba eritematosa, edematosa y húmeda. Entonces se formaban costras marrones y, en los perros más gravemente afectados, la piel se desprendia dejando una costra marrón seca enredada en el pelo. Debajo de la costra se acumulaba un exudado purulento maloliente. Los perros levemente afectados mejoraron sin tratamiento y los más gravemente afectados lo hicieron despues de tratamiento antibiotico y extirpación de la costra y el pus acumulado. Ninguno de los perros murió y la piel de la mayoria de ellos era normal en 3 meses. Clinica e histologicamente, las lesiones eran compatibles con una condición de fotosensibilidad de la piel, pero las investigaciones no lograron encontrar ningún agenté fotodinámico responsable. [Fairley, R. A., Mackenzie, I. S. Photosensitivity in a kennel of harrier hounds (Fotosensibilidad en una perrera de perros harrier). Abstract- A skin condition developed suddenly in 12 out of 30 harrier hounds. Both males and females were affected and lesions were confined to areas of unpigmented skin, mainly on the face, legs and groin. Initially the affected skin was erythematous, edematous and moist. Brown crusts then formed, and in the most severely affected dogs the skin sloughed leaving a dry brown eschar matted in the hair. A foul-smelling purulent exudate accumulated under the eschar. The mildly affected dogs improved without treatment and the most severely affected dogs improved following antibiotic treatment and the removal of the eschar and the accumulated pus. None of the dogs died and the skin of most dogs was normal within 3 months. Clinically and histologically, the lesions were compatible with a photosensitive skin condition, but investigations failed to find any responsible photodynamic agent."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.009900990099009901, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n0813_20336", "title": "[Use of group A streptococcal rapid diagnostic test in extra-pharyngeal infections].", "score": 0.009900990099009901, "content": "The purpose of this study was to assess the performances of the group A streptococcus (GAS) rapid antigen diagnostic tests (RADTs) in extra-pharyngeal infections. Between October 2009 and June 2014, 368 patients (median age: 48 months) were enrolled. The pathologies involved were : 160 perineal infections (44 %), 69 blistering distal dactylitis (19 %), 55 cervical lymphadenitis (15 %), 31 crusty or bleeding rhinitis (8 %), and 53 other diseases (14 %). The sensitivity of GAS-RADT used was 96 % (95 % CI: 92-99 %), the specificity 81 % (95 % CI: 75- 86 %), the negative predictive value 97 % (CI 95 %: 93-99 %), and the positive predictive value 79 % (95 % CI: 73-85 %). Finally, positive and negative likelihood ratio were 5 (95 % CI: 4-7) and 0.05 (95 % CI: 0.02-0.11) respectively. The GAS-RADTs developed for pharyngitis have comparable performances in these settings and therefore can be used. "}, {"id": "pubmed23n0999_17562", "title": "Emozioni, comportamenti e relazioni: uno studio caso-controllo sul self-cutting in adolescenza.", "score": 0.00980392156862745, "content": "Scopo. Lo scopo del presente studio caso-controllo è di approfondire i correlati psicopatologici e alcuni tratti psicologici come alessitimia e impulsività inerenti al self-cutting. È stato anche approfondito il tema dell'ideazione suicidaria nei soggetti con tale forma di autolesionismo. Metodi. Lo studio caso-controllo ha coinvolto 55 pazienti con self-cutting non suicidario, di età compresa tra i 12 e i 18 anni, e un gruppo di controllo composto da 277 adolescenti di età compresa tra i 13 e i 19 anni. La batteria testale utilizzata è stata composta da YSR 11-18 anni, CBCL 6-18 anni, SCL-90-R, TAS-20, CDI e BIS-11. Risultati. Dalle analisi effettuate sono emerse differenze statisticamente significative tra casi e controlli in relazione alla maggioranza delle scale psicopatologiche considerate. È risultata una differenza significativa tra i due gruppi anche in merito all'ideazione suicidaria. Infine, tra i self-cutter si sono evidenziate differenze significative di alcune variabili psico-relazionali (alessitimia e competenze sociale) in relazione alla frequenza di attuazione dell'atto autolesivo. Conclusioni. Il self-cutting correla con un'ampia varietà di quadri psichiatrici, senza presentare legami specifici con una particolare categoria psicopatologica. Gli elementi di alessitimia, impulsività e difficoltà relazionali degli adolescenti self-cutter dicono di come la programmazione di interventi di prevenzione primaria e secondaria dovrebbero mirare alla psico-educazione all'affettività, all'autocontrollo e ai social skill. Nello specifico, i nostri dati suggeriscono che la focalizzazione dell'intervento, in termini di lavoro sull'emotività piuttosto che sulla socializzazione, dovrebbe tener conto della frequenza degli agiti. Nella gestione clinica di questi pazienti non va esclusa a priori la possibilità di passaggio all'atto suicidario, con relative attenzioni anamnestico-cliniche da avere sia al momento della valutazione diagnostica sia lungo il follow-up della presa in carico."}, {"id": "wiki20220301en389_30262", "title": "Abraham Senior", "score": 0.00980392156862745, "content": "El concepto de \"hidalguía de solar conocido\" es también a veces referida como \"de linaje\", una forma particular de la \"nobleza de esencia\" y relacionada habitualmente con la zona cantábrica, donde se encontraban la mayor parte de esos solares iniciales de la nobleza castellana (Iuria vasconiae nº 3, FEDHAV, 2006, pgs. 286 y 301)."}, {"id": "pubmed23n1029_21329", "title": "Principi di farmacodinamica e farmacocinetica nello switch tra antipsicotici: focus su cariprazina.", "score": 0.009708737864077669, "content": "Cariprazina {RGH-188; trans-N- [4- [2- [4- (2,3-diclorofenil) piperazin-1-il] etil] cicloesil] -N_, N_-dimetilurea cloridrato} è un antipsicotico atipico di nuova generazione, con un originale profilo farmacodinamico e farmacocinetico. Cariprazina ha due metaboliti attivi, uno dei quali ha un'emivita di 1-3 settimane, che è la più lunga di qualsiasi antipsicotico atipico, con emivita effettiva funzionale totale (cariprazina più due metaboliti) di 7 giorni. Il farmaco mostra un'affinità che è circa 10 volte più alta per i recettori D3 che per D2 (rispettivamente pKi 10,07 e 9,31). L'affinità per D3 è superiore all'affinità della stessa dopamina. Cariprazina mostra inoltre un'elevata affinità per i recettori 5-HT2B (pKi 9,24), con antagonismo puro. Cariprazina è un agonista parziale e ha un'affinità significativa, ma inferiore all'affinità per D3, sui recettori 5-HT1A (pKi 8,59). Agendo su D3 e 5-HT1, cariprazina migliora i sintomi negativi, l'anedonia e i deficit cognitivi. L'affinità per i recettori 5-HT2A (pKi 7,73), H1 (pKi 7,63) e 5-HT2C (pKi 6,87) è inferiore, così come minori sono le affinità per i recettori adrenergici, istaminergici e colinergici, recettori che sono spesso responsabili di effetti collaterali. Grazie al profilo di tollerabilità (sicurezza cardiovascolare, bassa probabilità di dare sedazione e iperprolattinemia, basso rischio metabolico), insieme alla sua peculiare efficacia sui sintomi negativi e alla sua lunga emivita, che spesso migliora la scarsa aderenza, cariprazina è un candidato valido per il passaggio da un antipsicotico inefficace (o parzialmente efficace, con particolare riferimento ai sintomi negativi), poco tollerato, o assunto con una scarsa aderenza. Questo articolo esamina le caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche di cariprazina e discute le loro implicazioni in termini di identificazione dei pazienti che possano beneficiare di un passaggio a cariprazina, e della migliore strategia per completare lo switch con successo."}, {"id": "pubmed23n0668_22004", "title": "[Use of bevacizumab (Avastin) in KID syndrome: case report].", "score": 0.009708737864077669, "content": "KID syndrome is a congenital ectodermal dysplasia characterized by the association of keratitis, hyperkeratotic skin lesions and neurosensorial hearing loss. Ocular involvement occurs in 95% of patients. Although KID syndrome cutaneous manifestations have been studied in-depth, the treatment and prognosis of ophthalmic impairment have not been described in detail. At present, the treatment of the ocular damage caused by the syndrome is symptomatic and there are no studies defining a treatment that could change the disease course. In this case, ophthalmologic findings of a patient with KID syndrome and the use of subconjunctival bevacizumab to treat corneal neovascularization are described. In spite of the absence of improvement in this patient and the few reports of this disease, additional studies with bevacizumab to treat corneal deep neovascularization are suggested."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009615384615384616, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0617_2205", "title": "[Kawasaki's disease: must fever be obligatory criteria?].", "score": 0.009615384615384616, "content": "Kawasaki disease (KD) is one of the most common vasculitic disorders in children. The diagnosis is made based on the presence of clinical criteria. We present an exceptional case that fulfilled the clinical criteria of KD except the presence of fever. We consider that the criteria should be revised, with fever not to be considered as an obligate criterion. The similarities of KD with recurrent toxin-mediated perineal erythema are discussed, the latter being a possible attenuated form of KD."}, {"id": "pubmed23n1137_1438", "title": "[\"Nessuno vuole vedermi\": è una battaglia persa contro una malattia tropicale trascurata?]", "score": 0.009523809523809525, "content": "Riassunto. Le malattie tropicali trascurate (NTD) sono una serie di malattie che prosperano nelle comunità povere di risorse, in particolare nei climi tropicali. I fattori sociali, ambientali ed economici contribuiscono alla loro persistenza. La filariosi linfatica (LF), classificata come NTD in tutto il mondo, è una malattia parassitaria causata da vermi microscopici noti come microfilarie. I vermi adulti dimorano solo nel sistema linfatico degli esseri umani. Le zanzare trasferiscono la LF da persona a persona. Gonfiore di braccia, gambe e seno (linfedema) o dello scroto (idrocele) sono alcuni dei sintomi più gravi e dolorosi. La LF ha una grave influenza sia sulla salute mentale e sociale sia su quella fisica, e porta le persone a convivere con una deformazione, una debilitazione e uno stigma legati alla condizione di malattia. Di seguito descriviamo un caso clinico di un uomo con LF, alienato e umiliato dalla sua malattia. L'OMS ha avviato un'iniziativa globale per debellare la LF. Oltre alla somministrazione di trattamenti regolari, è stata posta uguale enfasi sull'apprendimento di come lavare e alzare gli arti colpiti, per aiutare a ridurre la gravità clinica e la progressione del disturbo."}, {"id": "pubmed23n0218_803", "title": "[Hypertrophic cardiomyopathy: distribution of the hypertrophy evaluated by bidimensional echocardiography and observations on the genesis of the obstruction].", "score": 0.009523809523809525, "content": "Two-dimensional echocardiography (2-DE) was performed in 38 patients with hypertrophic cardiomyopathy (HCM) in order to study the distribution of hypertrophy. Its importance in the genesis of the obstruction was evaluated in 26 of these patients who also underwent cardiac catheterization. The hypertrophy was confined to the septum only in 14 patients (37%) and involved both septum and free wall in 24 patients (63%). In the 26 patients who underwent cardiac catheterization, extensive hypertrophy (septum + free wall) was found in 16 of 18 patients with a pressure gradient and in 3 of 8 patients without a pressure gradient. Systolic anterior motion of mitral valve (SAM) was present in all patients with extensive hypertrophy and a pressure gradient. Three patients without a pressure gradient had systolic anterior motion of mitral valve. The two-dimensional echocardiographic finding of systolic cavity elimination was present in 7 of 18 patients with pressure gradient and in none of the patients without. We conclude that in hypertrophic cardiomyopathy: Septal hypertrophy is always present and also involves the free wall in a high percentage of the patients (63%). The data are in agreement with previous observation, apart from isolated free wall hypertrophy which was not seen in our series. The presence of extensive hypertrophy involving the free wall seems to be an essential determinant of a gradient. Systolic anterior motion of mitral valve seems to be the most sensitive (sensitivity = 89%) and cavity elimination the most specific (specificity = 100%) echocardiographic sign of outflow pressure gradient."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.009433962264150943, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "wiki20220301en044_13858", "title": "Pappo", "score": 0.009433962264150943, "content": "Pappo's Blues Pappo's Blues, 1971 \"Algo ha cambiado\" \"El viejo\" \"Hansen\" \"Gris y amarillo\" \"Adiós Willy\" \"El hombre suburbano\" \"Especies\" \"Adónde está la libertad\" Pappo's Blues Volumen 2, 1972 \"Tren de las 16\" \"Llegará la paz\" \"Insoluble\" \"Tema 1\" \"Desconfío de la vida\" \"Pobre Juan\" \"Blues para Santa Fe\" \"Tumba\" Pappo's Blues Volumen 3, 1972 Stratocaster Boogie Pájaro metálico Sucio y desprolijo El sur de la ciudad Sandwiches de miga El brujo y el tiempo Trabajando en el ferrocarril Caras en el parque Siempre es lo mismo nena Pappo's Blues Volumen 4, 1973 Fiesta cervezal Gato de la calle negra Abelardo el pollo Semilla de sésamo Con Elvira es otra cosa Sol de armónica El palacio de la montaña de invierno Triángulo, 1974 Malas compañías Nervioso visitante Mirese adentro Hubo distancias en un curioso baile matinal (parte I) Hubo distancias en un curioso baile matinal (parte II) El buzo"}, {"id": "pubmed23n1049_20419", "title": "[New European guidelines for the management of dyslipidaemias: their aggressiveness is not legitimated by current evidence].", "score": 0.009345794392523364, "content": "Le linee guida 2019 delle Società europee di cardiologia e dell'aterosclerosi sulla gestione delle dislipidemie hanno aumentato l'aggressività diagnostico-terapeutica e non distinguono prevenzione primaria e secondaria, con parziale eccezione per gli ultra75enni. Raccomandano nuovi target di cLDL: per pazienti a rischio molto alto si raccomanda una riduzione a <55 mg/dl e >=50% rispetto al basale; per pazienti a rischio alto una riduzione a <70 mg/dl e >=50% del basale; per pazienti a rischio moderato una riduzione a <100 mg/dl; per pazienti a rischio basso una riduzione a <116 mg/dl. In base alle carte SCORE e ai dati di mortalità cardiovascolare in Italia, quasi tutti i maschi dai 70 anni e le donne dai 70-75 anni risulterebbero ad alto rischio per solo effetto dell'età. Anche quasi tutti i 60enni sarebbero a rischio moderato, con target di cLDL <100, e spesso necessità di aggiungere costosi ipolipemizzanti per chi già assume statine. Le prove supportano ben poco tale aggressività. Infatti, anche negli studi randomizzati controllati (RCT) i benefici su esiti cardiovascolari non fatali subiscono esagerazioni sistematiche, quello meno distorto e di maggior interesse per gli assistiti è la mortalità totale. Questa, con terapie ipocolesterolemizzanti più intensive, non si è ridotta nelle metanalisi di RCT con pazienti con cLDL tra 80 e <100 mg/dl al basale; con inibitori di PCSK9, pazienti con questi valori mostrano persino tendenza all'aumento della mortalità totale. Dunque, abbassare il cLDL a <80 mg/dl può non giovare neppure ad anziani coronaropatici. A oggi, ciò vale ancora di più per anziani nella popolazione generale, in cui una revisione sistematica di studi di coorte ha mostrato relazioni nulle o più spesso inverse tra cLDL e mortalità. Le nuove linee guida europee forzano le prove disponibili, trascurano il principio di precauzione e non possono esser base per un equo consenso informato."}, {"id": "wiki20220301en575_20846", "title": "¿Y Tu Abuela Donde Esta?", "score": 0.009345794392523364, "content": "Como tu nena ej blanquita La sacaj mucho a pasiá . . . Y yo con ganae gritate ¿Y tu agüela, aonde ejtá? A ti te gujta el fojtrote, Y a mi brujca maniguá. Tú te laj tiraj de blanco ¿Y tu agüela, aonde ejtá? Erej blanquito enchapao Que dentraj en sosiedá, Temiendo que se conojca La mamá de tu mamá. Aquí el que no tiene dinga Tiene mandinga . . ¡ja, ja! Por eso yo te pregunto ¿Y tu agüela, aonde ejtá? Ayé me dijite negro Queriéndome abochoná. Mi agüela sale a la sala, Y la tuya oculta ajtá. La pobre se ejtá muriendo Al belse tan maltratá. Que hajta tu perro le ladra Si acaso a la sala bá. ¡Y bien que yo la conojco! Se ñama Siña Tatá . . . Tu la ejconde en la cosina, Po'que ej prieta de a beldá. Meaning"}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.009259259259259259, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0287_6818", "title": "[Angiography in the diagnosis of vasculitides].", "score": 0.009259259259259259, "content": "A review of angiographic findings in vasculitides classified according to Lie is introduced. Angiography is an important investigation in angiitis that affects large, medium and visualizible small vessels. Its importance resides in 1. diagnosis, 2. selection of adequate therapeutic intervention. This work includes the description of angiographic findings in Takayasu's arteritis and Buerger's disease. (Fig. 4, Ref. 26.)."}, {"id": "pubmed23n0749_21422", "title": "The clinician's role in the diagnosis of breast disease.", "score": 0.009174311926605505, "content": "Until 20 or 30 years ago, the diagnosis and treatment of breast disease was managed exclusively by the surgeon. This situation has changed to some extent as a result of recent technological advances, and clinicians' contributions to the diagnostic work-up and/or treatment of these cases can begin at any time. If they are the first physician to see the patient after the examination and formulation of a diagnostic hypothesis, they will almost always have to order a panel of imaging/instrumental examinations that is appropriate for the type of lesion suspected, the patient's age, and other factors; if they intervene at the end of the diagnostic work-up, it will be their job to arrive at a conclusion based on all of the data collected. The clinical examination includes various steps - history taking and inspection and palpation of the breasts - each of which is essential and requires the use of appropriate methods and techniques. The diagnostic capacity of the examination will depend largely on the consistency of the breasts, but it is influenced even more strongly by the doctor-patient relationship. Physicians must know their patient well, listen to and understand what she is saying, explain their own findings and verify that the explanations have been understood, and they must be convincing. Clinicians must also be able to assess the results of imaging studies (rather than relying solely on the radiologist's report), and this requires interaction with other specialists. The days are over when a clinician or radiologist or sonographer worked alone, certain that his/her examination method was sufficient in itself: today, teamwork is essential. But this also means that each member of the team must be extremely competent in his/her own sector and be aware of the other team members' limitations and expectations. The clinical examination remains central to the process since it is the basis for selecting appropriate treatment. SOMMARIO: Da quando si conosce la patologia mammaria la diagnosi e la terapia di tale patologia sono state a totale appannaggio del chirurgo, situazione che è proseguita fino a qualche decennio fa. Il recente progresso tecnologico ha modificato, in parte, questa situazione e il clinico può entrare nel percorso diagnostico o terapeutico in qualsiasi momento. Se è il primo coinvolto, dopo l'esame e dopo un'ipotesi diagnostica, dovrà, quasi sempre, orientarsi verso indagini strumentali in relazione al sospetto, all'età della paziente ecc., se è l'ultimo anello deve arrivare a una conclusione mettendo insieme tutte le informazioni. L'esame clinico è composto di varie fasi: anamnesi, ispezione, palpazione, ognuna essenziale. Ogni singola fase va affrontata con metodo e tecnica appropriata. La capacità diagnostica dell'esame clinico è influenzata dalla costituzione della mammella, ma ancor di più è condizionata da uno stretto rapporto tra paziente e medico che deve conoscere molto la paziente che gli sta davanti e che non solo deve \"visitare\", ma capire, spiegare, accertarsi che si abbia capito, convincere. È inoltre indispensabile che il clinico sia in grado di esaminare le indagini strumentali e non limitarsi a leggere i referti, quindi interagire con gli altri specialisti. L'epoca del clinico o del radiologo o dell'ecografista che lavora da solo credendo che il proprio esame sia sufficiente o sganciato da altri contesti è finita da tempo, tutti hanno bisogno di tutti. È però vero che ciascuno deve essere estremamente competente nel suo settore e deve conoscere i limiti e le aspettative di chi collabora in altre specialità, come rimane valida la regola che la clinica resta comunque il momento centrale, non fosse altro perché poi deve affrontare la terapia."}, {"id": "pubmed23n0282_10924", "title": "[WR in patients with secondary syphilis and HIV infection].", "score": 0.009174311926605505, "content": "In recent years, there have been sporadic reports of aberrant manifestations of syphilis and a changed syphilis serology in AIDS patients, which might indicate difficulties in diagnosing the infection and monitoring the response to penicillin treatment. Six male patients aged 25 to 42 years with asymptomatic HIV infection and secondary syphilis were retrospectively compared with a control group of seven HIV-negative males aged 26 to 52 years with secondary syphilis. All patients presented with macular-papular exanthema of secondary syphilis; in all cases it was also their first episode of the disease. The median WR titre was 13 (range 11 to 20) in syphilis patients with HIV and nine (8 to 14) in the control group (p = 0.1). The median time until WR was found non-reactive after penicillin was four months (3 to 16) and five months (3 to 9), respectively (p = 0.8). Thus, in this small series there was no statistically significant difference in the WR-titres of asymptomatic HIV positive and HIV negative patients with secondary syphilis, although there was a tendency towards initially higher WR titre in the HIV group, as reported by others."}, {"id": "pubmed23n1111_261", "title": "[Michelangelo COVID hotel in Milan (Northern Italy): analysis of a hospitality experience in time of Coronavirus].", "score": 0.00909090909090909, "content": "Il \"progetto Michelangelo\" è nato dall'esigenza di rallentare la diffusione dei contagi da SARS-CoV-2 e alleggerire il carico a livello ospedaliero. Inizialmente, la maggior parte degli ospiti dell'hotel Michelangelo di Milano erano pazienti dimessi dagli ospedali con test molecolare ancora positivo che non avevano la possibilità di restare in isolamento domiciliare. Ben presto, però, il progetto è stato esteso e circa un ospite su quattro era un adulto/nucleo familiare in condizioni di grave disagio economico o sociale o una persona senza fissa dimora. Inoltre, la maggior parte degli ospiti era di nazionalità non italiana: persone che, a causa di barriere linguistiche, legali, culturali e sociali, hanno trovato maggiore difficoltà ad avere un rapido accesso ai servizi sanitari. Il \"progetto Michelangelo\" non ha solo contribuito a ridurre il sovraffollamento degli ospedali, ma è stato di supporto ai servizi rivolti al contrasto della grave marginalità."}, {"id": "wiki20220301en163_34530", "title": "Spasell", "score": 0.00909090909090909, "content": "EL «PATER NOSTER» IN SPASELL Masett che stanziê in la creuggia di salvestri, ch'el vost oden s'ingalmissa, ch'el stanzia el nost bosin piatt,che se rusca quel che vu tubèsora i masett de la luscia, quant in quella di sciatt.Refilên el sbêg de stobold, e che no va stanzien nippa in del scimêe i nost lenarii, come anch'el nost'oden szabolda ai olter ghielma;Fêen taruscia la schigna che ne rusca el Naja de Tameu.Per tagiorala no lassên sciobigà in nient de loffi.A M E N.Some Spasell words in Classical Milanese orthography:"}, {"id": "pubmed23n0885_1887", "title": "[Analysis of factors predicting early unplanned readmissions].", "score": 0.009009009009009009, "content": "OBIETTIVI: determinare i fattori associati ai ricoveri ripetuti per identificare i pazienti a rischio di riospedalizzazione entro i 30 giorni dalla dimissione. DISEGNO: analisi retrospettiva delle dimissioni nell'anno 2013 attraverso le schede di dimissione ospedaliera (SDO). 3.900 pazienti ricoverati presso il presidio ospedaliero \"Fabrizio Spaziani\" di Frosinone. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: analisi bivariata per l'analisi dell'associazione tra variabili. La regressione logistica è stata utilizzata per identificare i fattori di rischio associati al ricovero ripetuto. RISULTATI: tra i 3.900 pazienti considerati, il 12,8% ha avuto una riammissione non programmata entro un mese dalla dimissione precedente per le stesse categorie diagnostiche principali (MCD). Sono state rilevate differenze statisticamente significative tra i pazienti con e senza ricovero ripetuto per età, durata della degenza, titolo di studio, condizione occupazionale e diagnosi. I fattori che aumentano la probabilità di una riospedalizzazione sono il vivere da solo, la condizione di pensionato o casalinga, una degenza più lunga e alcune diagnosi, fra cui malattie dell'apparato respiratorio, del sistema nervoso e dell'apparato urinario. CONCLUSIONE: alcune caratteristiche sociodemografiche e la diagnosi dei pazienti ospedalizzati sono associate al rischio di riospedalizzazione entro 30 giorni dalla dimissione. I dati disponibili nell'archivio delle SDO possono essere utilizzati per un'identificazione dei pazienti a rischio sui quali definire specifici piani di dimissione."}, {"id": "pubmed23n0625_8560", "title": "[Adult Kawasaki disease].", "score": 0.009009009009009009, "content": "Kawasaki disease is an acute vasculitis seen rarely in adults. Diagnosis is based on fever lasting at least 5 days and four or five major clinical criteria in the absence of any other potential pathological causes. A 50-year-old woman taking no new medications immediately beforehand was seen with a febrile maculopapular exanthema present for 3 days, as well as gradual onset of enanthema, cheilitis, odynophagia, adenopathy, peripheral oedema and bilateral conjunctivitis. Fever and markers of inflammation persisted despite 3 days of antibiotic therapy. The diagnosis of Kawasaki disease was made on the basis of the presence of all the major diagnostic criteria of Kawasaki disease. A favourable outcome was achieved 48 hours after the start of intravenous immunoglobulin and aspirin. Our case is of interest because of the presence of all the diagnostic clinical criteria as well as the favourable outcome achieved rapidly with treatment. In adults, the rarity of this disease, which frequently presents in the incomplete forms, with lack of specific clinical signs and the unavailability of diagnostic laboratory tests mean that diagnosis is usually delayed. It is recommended that treatment be initiated before the disease has progressed for 10 days."}, {"id": "pubmed23n0999_17549", "title": "[Bevacizumab e altri farmaci. Attività e sicurezza degli agenti anti-VEGF nel carcinoma ovarico.]", "score": 0.008928571428571428, "content": "Riassunto. L'angiogenesi svolge un ruolo importante sia nei tessuti epiteliali normali sia in quelli maligni. Negli ultimi anni questo fenomeno è stato ampiamente studiato in oncologia sperimentale e clinica perché ci sono evidenze che sia coinvolto nella diffusione e nella diffusione metastatica del carcinoma ovarico. Il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (vascular endothelial growth factor - VEGF) è l'attore principale nel meccanismo di angiogenesi e svolge un ruolo strategico nella proliferazione e migrazione delle cellule neoplastiche, con un impatto significativo sulla sopravvivenza e sull'outcome clinico. Secondo quanto emerge da molti studi sperimentali e clinici, le nostre conoscenze sulla biologia dell'angiogenesi e del VEGF sono aumentate portando allo sviluppo farmacologico di specifici agenti in grado di targeting VEGF. Questo nuovo campo di indagine offre agli scienziati l'opportunità di testare nuove possibilità terapeutiche nei pazienti con carcinoma ovarico con nuovi agenti mirati. Il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF umanizzato, è stato il primo farmaco anti-VEGF scoperto ed è usato oggi per il trattamento di diversi tumori solidi. Negli ultimi anni questo agente è stato ampiamente testato nei pazienti con carcinoma ovarico, mostrando un'attività clinica interessante e un profilo di tossicità tollerabile sia nelle pazienti giovani sia in quelle anziane. Il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel e successivamente utilizzato come agente singolo, è indicato per il trattamento del carcinoma epiteliale dell'ovaio di stadio III o IV, tuba di Falloppio o carcinoma peritoneale primario dopo iniziale resezione chirurgica. Il bevacizumab è anche usato per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico epiteliale ricorrente e resistente al platino, delle tube di Falloppio o dal tumore peritoneale primario che hanno ricevuto non più di 2 regimi precedenti di chemioterapia. Inoltre, il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel o con carboplatino e gemcitabina (e usato come agente singolo), è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma epiteliale dell'ovario sensibile al platino, tuba di Falloppio o tumore peritoneale primario. Le linee guida più accreditate suggeriscono quando bevacizumab deve essere usato nel trattamento del carcinoma ovarico avanzato e ricorrente. Altri agenti anti-VEGF, come gli inibitori della tirosin-chinasi del recettore VEGF (VEGFR), sono stati ampiamente testati nel carcinoma ovarico e molti altri sono in corso di studi al fine di testare la loro attività e sicurezza rispetto a bevacizumab. Gli agenti anti-VEGF e gli inibitori di PARP svolgono oggi un ruolo strategico nel trattamento del cancro ovarico con agenti mirati in associazione con la chemioterapia e la chirurgia in un'ottica multidisciplinare e personalizzata."}, {"id": "wiki20220301en324_26289", "title": "Griselda Gambaro", "score": 0.008928571428571428, "content": "Teatro 1. Including the plays \"Real envido\", \"La malasangre\" (\"Bad blood\") y \"Del sol naciente\" (\"Rising Sun\"). Ediciones de la Flor, Buenos Aires, 1997 (3ª edición). Teatro 2. Plays: \"Dar la vuelta\", \"Información para extranjeros\" (\"Information for foreigners\"), \"Puesta en claro\" y \"Sucede lo que pasa\". Ediciones de la Flor, Buenos Aires, 1995 (2ª edición). Teatro 3. \"Viaje de invierno\", \"Nosferatu\", \"Cuatro ejercicios para actrices\", \"Acuerdo para cambiar de casa\",\"Sólo un aspecto\", \"La gracia\", \"El miedo\", \"El nombre\", \"El viaje a Bahía Blanca\", \"El despojamiento\", \"Decir sí\" and \"Antígona furiosa\". Griselda Gambaro, Ediciones de la Flor, Buenos Aires, 1997 (3ra. edición). Teatro 4. \"Las paredes\" (\"The walls\"), \"El desatino\", \"Los siameses\" (\"Siamese twins), \"El campo\" (\"The camp\") y \"Nada que ver\". Griselda Gambaro, Ediciones de la Flor, Buenos Aires, 1990 (2ª edición)."}, {"id": "pubmed23n1029_21332", "title": "Esperienze di switch a cariprazina in pazienti schizofrenici con comparsa di effetti collaterali/comorbilità mediche.", "score": 0.008849557522123894, "content": "La schizofrenia è un disturbo psichiatrico grave e cronico con un background genetico e neurobiologico eterogeneo che influenza lo sviluppo precoce del cervello, ed è espressa come una combinazione di sintomi psicotici - come allucinazioni, deliri e disorganizzazione - e di sintomi negativi e cognitivi. Il trattamento dei pazienti con schizofrenia prevede l'utilizzo di antipsicotici, in accordo con i recenti dati di letteratura. Sulla base del meccanismo d'azione, gli antipsicotici vengono suddivisi in tipici (o \"di prima generazione\") e atipici (o \"di seconda generazione\"). Differiscono, anche, per la manifestazione di effetti collaterali, dovuti alla diversa affinità recettoriale caratteristica del singolo principio attivo. In questo caso clinico, presentiamo un giovane paziente di 24 anni con diagnosi di schizofrenia trattato prima con olanzapina e poi con risperidone, che ha manifestato significativi effetti collaterali di tipo metabolico e sessuali. La strategia terapeutica utilizzata è stata lo switch a un antipsicotico di terza generazione, cariprazina, con risoluzione delle collateralità e una migliore gestione dei sintomi negativi riportati. In conclusione, il modello di trattamento personalizzato sulla base delle condizioni cliniche e delle esigenze del paziente rappresenta l'approccio maggiormente adeguato nella gestione di ogni singolo caso."}, {"id": "pubmed23n0749_25615", "title": "[Not Available].", "score": 0.008849557522123894, "content": "Nous rapportons un nouveau cas d'éléphantiasis pénoscrotal idiopathique chez un adulte de 31 ans. La masse scrotale atteignait les genoux, avec lésions de grattage traitées et guéries à l'éosine aqueuse associée à une antibiothérapie par voie parentérale. Une exérèse de la masse scrotale a été effectuée, suivie d'une plastie de peau scrotale postérosupérieure associée à une circoncision partielle. Le résultat esthétique et fonctionnel à long terme fut excellent, avec une peau pénienne assouplie et élastique."}, {"id": "pubmed23n0932_1180", "title": "[La combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) nel trattamento del carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia: le notizie sulla mia morte sono state esagerate?]", "score": 0.008771929824561403, "content": "Riassunto. L'analisi è stata condotta al fine di valutare l'effetto sia sulla sopravvivenza globale (OS) sia sulla sopravvivenza libera da progressione di malattia (PFS) della chemioterapia di combinazione in prima linea per il carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia. La presente analisi è limitata agli studi randomizzati controllati (RCT) di fase III. Successivamente è stata applicata la European Society for Medical Oncology Magnitude of Clinical Benefit Scale (ESMO-MCBS) agli RCT di fase III analizzati per ricavare uno score relativo all'entità del beneficio clinico ottenuto per ciascun RCT. Sono state calcolate inoltre le differenze in termini di PFS tra i diversi bracci di trattamento rapportandole con i costi dei farmaci necessari per ottenere il beneficio di PFS. La nostra analisi ha valutato 11 RCT di fase III, per un totale di 4572 pazienti. Combinando i costi della terapia con la misura dell'efficacia espressa dalla PFS, è stato ottenuto un costo di 74,12 euro (€) per mese di vita guadagnato in termini di PFS con la combinazione di 5-fluorouracil, leucovorin, irinotecan e oxaliplatino (FOLFIRINOX), 90,14 € per la combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) e 4708,7 € per la combinazione di nab-paclitaxel e gemcitabina. Da questo punto di vista riteniamo che l'utilizzo delle \"vecche chemioterapie di combinazione\" (per es., GEMOX) non dovrebbe essere completamente abbandonato, ma valutato sul singolo paziente, sulla base di diversi fattori (età, ECOG PS, comorbilità, carico di malattia), al fine di ottenere una reale \"tailored therapy\"."}, {"id": "pubmed23n0309_4443", "title": "[Complications and course of Kawasaki disease in 23 patients].", "score": 0.008771929824561403, "content": "A comprehensive description of clinical data, cardiological complications, evolution and treatment of patients who were diagnosed with Kawasaki disease in our hospital is presented. A retrospective study of clinical and cardiological data, as well as laboratory tests collected from 23 patients who suffered from Kawasaki disease and were treated between January 1989 and December 1995 was performed. The mean age of the patients was 3 years and 6 months of age, ranging from 5 months to 6 years old. The ratio male/female was 1.5/1. Clinical features were typical of the disease: persistent fever (100%), bilateral conjunctivitis (87%), changes in lips and oropharynx (100%), rash (91%), periungual desquamation (83%) and laterocervical adenopathy (74%). The diagnosis was delayed in 7 cases due to some symptoms that appeared as the beginning of the illness: hydrops of the gallbladder (one case), adenophlegmon (two cases), aseptic meningitis (two cases), diarrhoea (one case) and \"sunburn-like\" skin rash (one case). Five patients (22%) showed cardiological sequelae, three of them also had coronary artery aneurysms. One of these, whose diameter measured more than 8 mm, was several times complicated with coronary thrombus. Every patient was treated with salicylates and 19 of them were also treated with intravenous gamma globulins. As of December 1995, no deaths had been reported. Whenever the first symptoms and the evolution of the disease are not classical, it is more difficult to diagnose the disease."}, {"id": "pubmed23n1038_10335", "title": "[Torsione di punta indotta dalla cocaina: un caso clinico.]", "score": 0.008695652173913044, "content": "Riassunto. La torsione di punta (TdP) è una tachicardia ventricolare polimorfica con una caratteristica torsione sinusoidale del complesso QRS attorno alla linea di base. Si differenzia da altre forme di tachicardia ventricolare per le sue caratteristiche morfologiche, per il meccanismo sottostante e le modalità di terapia. È associato alla sindrome del QT lungo e ha molti meccanismi precipitanti, fattori eziologici e opzioni di trattamento. Questo articolo presenta un caso di TdP che è stato caratterizzato da molteplici fattori e ha richiesto molte modalità di trattamento. Inoltre, vengono discussi i potenziali meccanismi e le modalità terapeutiche della TdP."}, {"id": "pubmed23n0092_8786", "title": "[Apropos of 45 cases of cutaneous tuberculosis in Tlemcen (western Algeria)].", "score": 0.008695652173913044, "content": "The cutaneous tuberculosis (CTB) is still frequent in Algeria. From March 81 through December 87, forty-five cases were observed in our service of Dermato-Venereology (CHU Tlemcen), something like 6.4 cases per year. The two sexes are equally represented; 66.6% aged under 40; 66.6% are living in cities and have modest social and economical conditions; 20% were inoculated with BCG; previous CTB (personal 8.8% of family 11.1%) were hardly seen. It took some 44% of the patients less than a year to ask for a diagnosis, after receiving several non specific treatments. The rest took longer to come for consultation and in one case, the disease evaluated for 28 years. One explanation is that sometimes the affection causes very little annoyance. The clinical aspects observed were often evocative: Lupus vulgaris, 28.8%, scrofuloderma, 28.8%, specific adenitis, 13.3%, tuberculosis verrucosa cutis, 13.3%, gum, 13.9%, ulcerous CTB, 2.2%. Tuberculin skin test was positive for 86% of the cases and was taken into consideration when it reaches over 15 mm (46%), and with discomfort (4.4%). The treatment was efficient in the large majority of the cases. However, 29.5% of the patients gave up before the end of the cure. We insist upon the priority of the relationship doctor-patient in the case of a chronicle affection, which is less uneasy for some and shameful for a great many."}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.008620689655172414, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}]}}}} {"correct_option": 3, "explanations": {"1": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "2": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "3": {"exist": true, "char_ranges": [[0, 470]], "word_ranges": [[0, 65]], "text": "Questo paziente presenta una granulomatosi con poliangioite, precedentemente nota come granulomatosi di Wegener. Nel caso clinico, ci viene riferito il coinvolgimento otorinolaringoiatrico, presente nel 92% dei pazienti. A livello polmonare, ci è stata segnalata la presenza di muco con coagulo; questo tipo di coinvolgimento è presente nell'85% dei pazienti. 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Qual è la diagnosi iniziale più probabile?", "id": 598, "lang": "it", "options": {"1": "Granulomatosi eosinofila con poliangioite.", "2": "Poliangioite microscopica.", "3": "Granulomatosi con poliangioite.", "4": "Poliarterite nodosa.", "5": null}, "question_id_specific": 181, "type": "REUMATOLOGIA", "year": 2022, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009900990099009901, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0399_7723", "title": "[Renal histological lesions in patients with type II diabetes mellitus].", "score": 0.009900990099009901, "content": "Diabetic glomerulosclerosis is the most frequent cause of renal disease in patients with type II diabetes mellitus (DM), sometimes accompanied by vascular lesions. However, other glomerular pathologies are important in these patients. The aim of this study was to evaluate the prevalence of non-diabetic nephropathy (NDN) in selected patients with type II DM, and to identify clinical markers that may predict its presence in this population. We reviewed 20 renal biopsies performed on twenty patients with type II DM. Nine of them showed diabetic nephropathy (DN) (45%), whereas eleven showed NDN (55%): 1 IgA nephropathy, 3 vasculitis and 7 membranous nephropathy. We found no differences between the two groups with regard to sex, duration of DM, insulin therapy, glycosylated haemoglobin, proteinuria, presence of nephrotic syndrome, hypertension, serum IgA level or renal size. The NDN group had haematuria in 63.6%, whereas the patients with NDN had it in 44.4% (NS). Body mass index was higher in NDN patients (30 +/- 6.7 vs 22 +/- 2.9; p < 0.01), The same was true for creatinine clearance (82.2 +/- 51.4 ml/m vs 40.4 +/- 19.6 ml/m; p < 0.05). The age at the moment of diagnosis was higher in ND patients (67 +/- 11.2 vs 54.3 +/- 4.6; p < 0.05). The 3 patients who had diabetic retinopathy were found to have DN on renal biopsy (diagnostic specificity = 100%), although 66.7% of the patients with diabetic glomerulopathy had no retinopathy. We conclude that patients with type II DM with renal findings suggesting non-diabetic renal disease frequently it have NDN, and a renal biopsy must be performed. The presence of retinopathy has a predictive value of 100% in predicting DN, therefore its existence may make this diagnostic procedure unneccesary."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.00980392156862745, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). 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Il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (vascular endothelial growth factor - VEGF) è l'attore principale nel meccanismo di angiogenesi e svolge un ruolo strategico nella proliferazione e migrazione delle cellule neoplastiche, con un impatto significativo sulla sopravvivenza e sull'outcome clinico. Secondo quanto emerge da molti studi sperimentali e clinici, le nostre conoscenze sulla biologia dell'angiogenesi e del VEGF sono aumentate portando allo sviluppo farmacologico di specifici agenti in grado di targeting VEGF. Questo nuovo campo di indagine offre agli scienziati l'opportunità di testare nuove possibilità terapeutiche nei pazienti con carcinoma ovarico con nuovi agenti mirati. Il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF umanizzato, è stato il primo farmaco anti-VEGF scoperto ed è usato oggi per il trattamento di diversi tumori solidi. Negli ultimi anni questo agente è stato ampiamente testato nei pazienti con carcinoma ovarico, mostrando un'attività clinica interessante e un profilo di tossicità tollerabile sia nelle pazienti giovani sia in quelle anziane. Il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel e successivamente utilizzato come agente singolo, è indicato per il trattamento del carcinoma epiteliale dell'ovaio di stadio III o IV, tuba di Falloppio o carcinoma peritoneale primario dopo iniziale resezione chirurgica. Il bevacizumab è anche usato per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico epiteliale ricorrente e resistente al platino, delle tube di Falloppio o dal tumore peritoneale primario che hanno ricevuto non più di 2 regimi precedenti di chemioterapia. Inoltre, il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel o con carboplatino e gemcitabina (e usato come agente singolo), è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma epiteliale dell'ovario sensibile al platino, tuba di Falloppio o tumore peritoneale primario. Le linee guida più accreditate suggeriscono quando bevacizumab deve essere usato nel trattamento del carcinoma ovarico avanzato e ricorrente. Altri agenti anti-VEGF, come gli inibitori della tirosin-chinasi del recettore VEGF (VEGFR), sono stati ampiamente testati nel carcinoma ovarico e molti altri sono in corso di studi al fine di testare la loro attività e sicurezza rispetto a bevacizumab. Gli agenti anti-VEGF e gli inibitori di PARP svolgono oggi un ruolo strategico nel trattamento del cancro ovarico con agenti mirati in associazione con la chemioterapia e la chirurgia in un'ottica multidisciplinare e personalizzata."}, {"id": "pubmed23n0815_6786", "title": "[ANCA-associated vasculitis].", "score": 0.009708737864077669, "content": "The vasculitides represent one group of the systemic rheumatic diseases. Among the vasculitides we distinguish between large- (i.e. giant cell arteritis), medium- (i.e. polyarteritis nodosa) and small-vessel vasculitides (i.e. ANCA-associated vasculitides). Granulomatosis with polyangiitis, microscopic polyangiitis and eosinophilic granulomatosis with polyangiitis belong to the ANCA-associated vasculitides. They share the features of vasculitic manifestations in small- to medium-sized vessel beds (which can occur in almost any organ system) and the presence of ANCA, the detection of which, however, is not necessarily mandatory. 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In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n0553_3843", "title": "[Wegener's granulomatosis: that is the risk of diagnostic hypervaluation].", "score": 0.009615384615384616, "content": "Iter for diagnosis of Wegener's granulomatosis is delineated, underling the role of ANCA, histological test and the risk of diagnostic hypervalutation."}, {"id": "pubmed23n0885_1883", "title": "[Ecological study on the mortality of residents in Manfredonia (Apulia Region, Southern Italy) from 1970 to 2013].", "score": 0.009523809523809525, "content": "OBIETTIVI: valutare lo stato di salute della popolazione residente nel comune di Manfredonia dal 1970 al 2013. DISEGNO: analisi descrittiva dell'andamento temporale della mortalità generale, per gruppi di cause, dal 1970 al 2013. SETTING E PARTECIPANTI: i dati di mortalità e le popolazioni residenti sono di fonte Istat. Sono state esaminate 55 cause di decesso. Le analisi sono disaggregate per sesso e periodo. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: sono stati elaborati i rapporti standardizzati di mortalità (SMR%), con i rispettivi intervalli di confidenza al 90% (IC90%), e i tassi di mortalità standardizzati col metodo diretto (TSD ). RISULTATI: lo stato di salute misurato dal tasso di mortalità per tutte le cause migliora nel tempo: i TSD passano da 92 x10.000 negli anni 1970-1974 a 52 x10.000 nel biennio 2012-2013 negli uomini, da 70 x10.000 a 39 x10.000 nelle donne. Tuttavia, rispetto alla media regionale Manfredonia perde progressivamente il suo vantaggio, passando da -20% a -10% negli uomini, e da -20% a +1,5% nelle donne. Questo andamento è molto evidente per il complesso delle cause cardiovascolari, mentre i tumori maligni sono in generale nella media regionale. Nell'ultimo periodo disponibile per causa di decesso (2006-2011), la mortalità per infarto miocardico è stata più alta della media regionale (uomini: +35%; donne: +54%). I rapporti standardizzati di mortalità (SMR) mostrano tra gli uomini valori in crescita, in particolar modo rispetto al riferimento provinciale, con un eccesso a cominciare dal periodo 2006-2011 (22 decessi/anno e 19 attesi; SMR%: 117,2; IC90% 101,1-135,2; riferimento: provincia di Foggia). Anche tra le donne gli SMR% superano i riferimenti provinciali negli ultimi periodi esaminati (nel 2012-2013: 7 decessi/ anno e 4,2 attesi; SMR%: 116,4; IC90% 97,0-260,7; riferimento: provincia di Foggia). CONCLUSIONI: la mortalità a Manfredonia è diminuita in misura minore rispetto a quella osservata nei riferimenti provinciali e regionali. Il vantaggio che si osservava negli anni Sessanta si è, infatti, ridotto nel tempo, fino ad annullarsi negli ultimi anni. Dal 1970, Manfredonia ha progressivamente perso il vantaggio che aveva. Dagli anni Duemila, la mortalità per infarto del miocardio è in eccesso sulla media regionale e provinciale. Da casi documentati in letteratura si osserva che le popolazioni che sperimentano catastrofi di origine naturale o antropica possono fronteggiare un aumento di patologie cardiovascolari. La mortalità per tumore polmonare mostra un eccesso sulla media regionale, in particolare provinciale, a cominciare dal 2000, coerentemente con i tempi di latenza legati all'esposizione ad arsenico negli anni Settanta."}, {"id": "pubmed23n0056_1958", "title": "[Necrotizing vasculitis with predominant kidney involvement].", "score": 0.009523809523809525, "content": "We report five patients with necrotizing vasculitis with predominant renal involvement; the diagnostic and therapeutics was effected completely at regional hospital. We detach: a) the clinical presentation's forms with rapidly progressive renal failure with microscopic hematuria and minimal proteinuria; b) the biopsy of kidney with necrotizing vasculitis or necrotizing glomerulonephritis (microscopic polyarteritis). We review the necrotizing vasculitis with predominant renal involvement in its pathogenic, clinical and histological aspects, and we insist that the diagnostic and early treatment are fundamental for prognostic's improvement of these patients. We conclude that this diagnostic and treatment can be made in regional hospitals with sensible physicians by the theme."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.009433962264150943, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n0252_13498", "title": "[Diffuse lung hemorrhage and necrotizing glomerulonephritis in a case of Wegener's granulomatosis. Diagnostic and therapeutic approach].", "score": 0.009433962264150943, "content": "We present the case of a 59 years old male with Wegener's Granulomatosis with uncommon manifestations such as diffuse pulmonary hemorrhage and acute renal failure due to necrotizing glomerulonephritis. Neutrophil anticytoplasmic antibodies determination was negative. Conventional and high resolution thoracic computed tomography showed cavitated lung nodules with small peripheral vessels. These lesions, that are characteristic of this type of vasculitis, were not appreciated on the routine chest roetgenogram. Definitive diagnosis was made by the histological study of open lung and renal biopsies. Favourable response to corticosteroids, immunosuppressive drugs and hemodialysis was obtained. Diffuse pulmonary hemorrhage is an uncommon manifestation of Wegener's Granulomatosis, and must be considered as a vital emergency that justify the use of aggressive diagnostic and therapeutic methods."}, {"id": "pubmed23n1049_20419", "title": "[New European guidelines for the management of dyslipidaemias: their aggressiveness is not legitimated by current evidence].", "score": 0.009345794392523364, "content": "Le linee guida 2019 delle Società europee di cardiologia e dell'aterosclerosi sulla gestione delle dislipidemie hanno aumentato l'aggressività diagnostico-terapeutica e non distinguono prevenzione primaria e secondaria, con parziale eccezione per gli ultra75enni. Raccomandano nuovi target di cLDL: per pazienti a rischio molto alto si raccomanda una riduzione a <55 mg/dl e >=50% rispetto al basale; per pazienti a rischio alto una riduzione a <70 mg/dl e >=50% del basale; per pazienti a rischio moderato una riduzione a <100 mg/dl; per pazienti a rischio basso una riduzione a <116 mg/dl. In base alle carte SCORE e ai dati di mortalità cardiovascolare in Italia, quasi tutti i maschi dai 70 anni e le donne dai 70-75 anni risulterebbero ad alto rischio per solo effetto dell'età. Anche quasi tutti i 60enni sarebbero a rischio moderato, con target di cLDL <100, e spesso necessità di aggiungere costosi ipolipemizzanti per chi già assume statine. Le prove supportano ben poco tale aggressività. Infatti, anche negli studi randomizzati controllati (RCT) i benefici su esiti cardiovascolari non fatali subiscono esagerazioni sistematiche, quello meno distorto e di maggior interesse per gli assistiti è la mortalità totale. Questa, con terapie ipocolesterolemizzanti più intensive, non si è ridotta nelle metanalisi di RCT con pazienti con cLDL tra 80 e <100 mg/dl al basale; con inibitori di PCSK9, pazienti con questi valori mostrano persino tendenza all'aumento della mortalità totale. Dunque, abbassare il cLDL a <80 mg/dl può non giovare neppure ad anziani coronaropatici. A oggi, ciò vale ancora di più per anziani nella popolazione generale, in cui una revisione sistematica di studi di coorte ha mostrato relazioni nulle o più spesso inverse tra cLDL e mortalità. Le nuove linee guida europee forzano le prove disponibili, trascurano il principio di precauzione e non possono esser base per un equo consenso informato."}, {"id": "pubmed23n0420_6835", "title": "[Wegener's granulomatosis. Report of a pediatric case and review of the literature].", "score": 0.009345794392523364, "content": "Wegener's granulomatosis is a form of systemic vasculitis of unknown etiology that affects the small blood vessels. The disease is characterized by the formation of granulomas on small and medium blood vessels, and often affects the respiratory tract and renal system. In 86% of diagnosed cases, renal compromise is in the form of glomerulonephritis. Wegener's granulomatosis can occur at any age, principally during the 4th and 5th decades of life, and 85% of cases occur over the age of 19 years. In the United States about 3 per 100,000 cases are reported, with a major occurrence in males. The present report is about a case of a 12 year old female with Wegener's granulomatosis of 18 months of evolution, with symptoms such as epistaxis, generalized edema, cough, dyspnea, hemoptysis, high blood pressure and macroscopic hematuria. Out of the five criteria for the diagnosis of Wegener's granulomatosis, she had perinuclear anti-neutrophil cytoplasmic antibody positive to serum p-ANCA mark, which is the least frequent, which makes more difficult the diagnosis. Over a period of five years, in our hospital, we have diagnosed 11 patients with Wegener's granulomatosis, and the present case is the only pediatric case."}, {"id": "pubmed23n1059_7363", "title": "Contributi scientifici in memoria di Antonio Fusco.", "score": 0.009259259259259259, "content": "Come si leggerà nell'Introduzione della sezione propriamente scientifica del Volume, il presente testo nasce dalla volontà e, soprattutto, dall'esigenza culturale di omaggiare il fu Prof. Antonio Fusco. Un debito scientifico ed umano che trova il suo locus naturale in questa prima parte del testo stesso, cui farà poi seguito la parte propriamente scientifica. In siffatta parentesi dovuta per le ragioni appena menzionate, il lettore, l'amico o l'allievo dell'opera del Prof. Fusco potranno trovare un suo sintetico Curriculum Vitae, correlato da una specifica ed accurata prosa, svolta dal già Magnifico Rettore Carlo Cipolli; il quale, oltre che evidenziare, ricordando, i meriti del collega oramai scomparso, aggiunge alsuo scritto un elemento che sarebbe imprescindibile a non trasformare lo stesso in una mera sequenza di parole: l'amicizia e l'affetto per un amico che, oramai, non c'è più. A fine lettura, evidente risuonerà il fatto che la vita di ognuno, se mossa dalla passione per ciò per cui si è predisposti cognitivamente e psicologicamente, può essere ricca di riconoscimenti, riconoscenze e soddisfazioni che, lungi dal divenire un cuscino di allori su cui adagiarsi, per una mente creativa come quella del Prof. Fusco hanno funto solo da motivazioni ad agire instancabilmente guardando sempre al futuro. Il lavoro di una vita che, materialmente, è sancito da un supporto poco più di cm 25x15: una targa. Una materialità evidente che, con grande commozione e riconoscenza, è stata affissa il 25 ottobre 2019 sull'aula fronte l'Aula Magna del Campus \"La Folcara\", a testimonianza che quello spirito creativo in continua evoluzione non si ferma; non si arresta neppure con la fine biologica di chi lo ha \"posseduto\". Rimangono le opere ed il pensiero del Prof. Fusco e restano gli affetti. A tal proposito, il lettore troverà una breve e sentita sezione su Testimonianze; coloro i quali hanno avuto modo, nell'arco della vita accademica ed umana, personale, di Fusco di conoscerlo. Ecco, allora, che i ricordi saranno i veri protagonisti di questa parentesi. Dopo di ciò, prima dei contributi prettamente scientifici dei lavori, tenutisi in occasione del Convegno Internazionale Psicologia, Arte, Letteratura. Antiche e Nuove Tendenze, seguiranno i saluti delle autorità che in quei due giorni si sono succedute a rappresentare non solo l'istituzione affiliata, ma anche la relazione di stima e di affetto che le legava al compianto Professore. Si passerà, infine, al volume tradizionalmente inteso."}, {"id": "pubmed23n0040_8978", "title": "[Proceedings: Evolutive forms of glomerulonephritis and their prognosis].", "score": 0.009259259259259259, "content": "The prognosis in patients with glomerulonephritis can now be established with some confidence. The major advance has been the use and interpretation of renal biopsies. The different histological varieties have their own evolution and prognosis. The clinical/pathological correlations assist the physician in determining the prognosis in patients with glomerulonephritis. On the clinical side, the most important observation is the simplest: proteinuria or hematuria may persist separately for many years without alteration of renal function. However, in patients with persistent proteinuria associated with hematuria the prognosis is poor, as the evolution is towards renal failure."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.009174311926605505, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0285_7598", "title": "[Significance of renal biopsy in patients with isolated microhematuria].", "score": 0.009174311926605505, "content": "Retrospective study included 30 patients with isolated microhematuria in which renal biopsy was performed. Renal biopsy provided diagnosis in 28 (98.3%) cases, and histological finding was normal in only 2 (6.7%) patients. The most frequent finding was IgA nephritis found in 15 (50%) patients, while the other forms of glomerulonephritis were less frequent. In our patients there were no indications for steroid therapy. It was concluded that renal biopsy had great diagnostic value and that it should be preferred to invasive urologic-radiologic diagnostic procedures particularly when it is to be performed transcutaneously."}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.00909090909090909, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "pubmed23n0064_2051", "title": "[Proteinuria in dermal vasculitis (incidence, degree and possible mechanisms of onset)].", "score": 0.00909090909090909, "content": "The paper comprises 63 patients with diagnosed vasculitis of the skin who had abnormal findings in the urine. Thirteen of these patients had positive skin findings and abnormal findings in the urine, with concomitant attacks of dyspnea as seen in bronchial asthma. These patients account for 20% of the entire group, while there was an incidence of 37% of systemic manifestations. Skin findings: 45% had a maculopapular rash, 36% had urticarial findings, 13% had urticaria and angioedema and 6% had angioedema alone. Nonspecific biologic syndrome of evolution was statistically significant while no significant changes were found in the number of white blood cells and eosinophils. The degree of proteinuria ranged from 0.1 g/L to 1.16 g/L. Most patients with proteinuria above 0.25 g/L had microhematuria. Slightly over 50% of the patients had signs of complement activation by the alternative pathway, along with the presence of cryoglobulins. Increased histamine in the serum was found in over 50% of the patients although the values of histamine did not correlate with the degree of proteinuria. Proteinuria was not detected in patients with very high values of histamine (and without signs of vasculitis), which indicates that histamine itself responsible for changes in the glomeruli. There is a possibility that local tissue hyperhistaminemia is responsible for the increased permeability of the basal membrane of the glomeruli. According to the obtained results, the etiology of proteinuria and microhematuria should be pursued in the pathogenesis of vasculitis as signs of complement activation indicate. Other possible causes for proteinuria were excluded. The proteinuria was selective, benign according to its course and degree, occurred concomitantly with skin findings and was absent during remission of the disease."}, {"id": "pubmed23n1029_21332", "title": "Esperienze di switch a cariprazina in pazienti schizofrenici con comparsa di effetti collaterali/comorbilità mediche.", "score": 0.009009009009009009, "content": "La schizofrenia è un disturbo psichiatrico grave e cronico con un background genetico e neurobiologico eterogeneo che influenza lo sviluppo precoce del cervello, ed è espressa come una combinazione di sintomi psicotici - come allucinazioni, deliri e disorganizzazione - e di sintomi negativi e cognitivi. Il trattamento dei pazienti con schizofrenia prevede l'utilizzo di antipsicotici, in accordo con i recenti dati di letteratura. Sulla base del meccanismo d'azione, gli antipsicotici vengono suddivisi in tipici (o \"di prima generazione\") e atipici (o \"di seconda generazione\"). Differiscono, anche, per la manifestazione di effetti collaterali, dovuti alla diversa affinità recettoriale caratteristica del singolo principio attivo. In questo caso clinico, presentiamo un giovane paziente di 24 anni con diagnosi di schizofrenia trattato prima con olanzapina e poi con risperidone, che ha manifestato significativi effetti collaterali di tipo metabolico e sessuali. La strategia terapeutica utilizzata è stata lo switch a un antipsicotico di terza generazione, cariprazina, con risoluzione delle collateralità e una migliore gestione dei sintomi negativi riportati. In conclusione, il modello di trattamento personalizzato sulla base delle condizioni cliniche e delle esigenze del paziente rappresenta l'approccio maggiormente adeguato nella gestione di ogni singolo caso."}, {"id": "pubmed23n0813_21471", "title": "[TTP or HUS? About a case revealing an IgA nephropathy].", "score": 0.009009009009009009, "content": "Thrombotic microangiopathy includes a set of conditions characterized by the association of mechanical hemolytic anemia, thrombocytopenia and organ failure which accurate diagnosis is sometimes difficult. We report the case of a patient who presented a thrombotic microangiopathy (TMA) due to an atypical hemolytic and uremic syndrome (HUS) associated with an immunoglobulin A (IgA) nephropathy with a favorable outcome under corticosteroid."}, {"id": "pubmed23n0999_17562", "title": "Emozioni, comportamenti e relazioni: uno studio caso-controllo sul self-cutting in adolescenza.", "score": 0.008928571428571428, "content": "Scopo. Lo scopo del presente studio caso-controllo è di approfondire i correlati psicopatologici e alcuni tratti psicologici come alessitimia e impulsività inerenti al self-cutting. È stato anche approfondito il tema dell'ideazione suicidaria nei soggetti con tale forma di autolesionismo. Metodi. Lo studio caso-controllo ha coinvolto 55 pazienti con self-cutting non suicidario, di età compresa tra i 12 e i 18 anni, e un gruppo di controllo composto da 277 adolescenti di età compresa tra i 13 e i 19 anni. La batteria testale utilizzata è stata composta da YSR 11-18 anni, CBCL 6-18 anni, SCL-90-R, TAS-20, CDI e BIS-11. Risultati. Dalle analisi effettuate sono emerse differenze statisticamente significative tra casi e controlli in relazione alla maggioranza delle scale psicopatologiche considerate. È risultata una differenza significativa tra i due gruppi anche in merito all'ideazione suicidaria. Infine, tra i self-cutter si sono evidenziate differenze significative di alcune variabili psico-relazionali (alessitimia e competenze sociale) in relazione alla frequenza di attuazione dell'atto autolesivo. Conclusioni. Il self-cutting correla con un'ampia varietà di quadri psichiatrici, senza presentare legami specifici con una particolare categoria psicopatologica. Gli elementi di alessitimia, impulsività e difficoltà relazionali degli adolescenti self-cutter dicono di come la programmazione di interventi di prevenzione primaria e secondaria dovrebbero mirare alla psico-educazione all'affettività, all'autocontrollo e ai social skill. Nello specifico, i nostri dati suggeriscono che la focalizzazione dell'intervento, in termini di lavoro sull'emotività piuttosto che sulla socializzazione, dovrebbe tener conto della frequenza degli agiti. Nella gestione clinica di questi pazienti non va esclusa a priori la possibilità di passaggio all'atto suicidario, con relative attenzioni anamnestico-cliniche da avere sia al momento della valutazione diagnostica sia lungo il follow-up della presa in carico."}, {"id": "pubmed23n0302_19128", "title": "[Goodpasture's disease or syndrome? Apropos of a case].", "score": 0.008928571428571428, "content": "Goodpasture's disease is characterized by lung haemorrhage, associated with glomerulus basement membrane antibody glomerulonephritis, and circulating basement membrane antibody. Other diseases (Wegener, LES, arteritis) may have the same kidney and lung involvement. The Authors present a clinical case of rapidly progressive renal failure where renal biopsy showed an extensive extracapillary proliferative glomerulonephritis with linear deposits of antibody in the basement membrane, similar to Goodpasture's disease, with following lung involvement, but without hemoptysis and in absence of circulating antiglomerular basement membrane antibody. The Authors think it could be a case of Goodpasture's disease, even if it did not show the above-mentioned symptoms, whether out of the characteristic clinical course or the exclusion of all the other diseases. The Authors believe that the absence of circulating basement membrane antibody could be due to their sediment in the target organs and suggest a revision of the standards required for the Goodpasture's disease diagnosis."}, {"id": "pubmed23n0885_1889", "title": "[Evaluation of mercury exposure in populations living near the industrial Augusta Bay (Sicily Region, Southern Italy)].", "score": 0.008849557522123894, "content": "OBIETTIVI: valutare e quantificare l'esposizione umana al mercurio (Hg) ed esplorare i fattori chiave che influenzano la contaminazione nelle popolazioni residenti in prossimità della Rada di Augusta, un'area a elevato rischio ambientale a causa degli effetti degli sversamenti incontrollati di Hg da parte di uno dei più grandi impianti cloro-soda d'Europa. DISEGNO: un campione di residenti nei comuni di Augusta, Priolo e Melilli (Sicilia orientale) è stato selezionato per lo studio di biomonitoraggio umano. Un questionario dettagliato è stato somministrato a ogni partecipante per raccogliere informazioni anagrafiche sulle abitudini di vita e alimentari. I livelli di Hg in sangue e capelli, usati come traccianti di esposizione a metilmercurio, sono stati messi in relazione al consumo di pesce locale. Il contenuto di Hg nelle urine è stato utilizzato per esplorare eventuali esposizioni atmosferiche a Hg inorganico. Una regressione lineare multivariata è stata applicata con l'obiettivo di esplorare i fattori che influenzano l'esposizione umana al Hg. L'approccio tossicocinetico è stato impiegato al fine di calcolare la dose settimanale provvisoria tollerabile ( provisional tolerable weekly intake, PTWI) e di predire le concentrazioni di Hg attese nel sangue degli individui con una dieta alimentare basata esclusivamente su pesce locale. 224 individui residenti nei comuni di Augusta, Melilli e Priolo. RISULTATI: eccessi di Hg sono stati misurati nel sangue e nei capelli del campione considerato. I più alti livelli sono stati rilevati ad Augusta, dove anche il consumo di pesce locale risulta maggiore. I valori di dose settimanale tollerabile provvisoria (PTWI) calcolati eccedono, nella maggior parte dei casi, le raccomandazioni internazionali, specialmente nei residenti ad Augusta. CONCLUSIONI: gli elevati livelli di Hg registrati nei campioni di sangue e capelli derivano, con ogni probabilità, dal consumo di pesce locale. Rispetto ad Augusta, gli individui di Priolo e Melilli subiscono un impatto più limitato. L'esposizione a Hg inorganico può essere considerata trascurabile."}, {"id": "pubmed23n0768_18108", "title": "[ANCA associated vasculitis].", "score": 0.008849557522123894, "content": "Vasculitis is a process caused by inflammation and necrosis of blood vessel walls and results in a variety of disorders. An accepted classification system for vasculitis is categorized by the size or type of the involved blood vessel as large-, medium-, or small-vessel vasculitis. Small-vessel vasculitis is defined as vasculitis that affects vessels smaller than arteries (i.e., arterioles, venules, and capillaries); however, small-vessel vasculitis can also involve medium-sized arteries. Granulomatosis with polyangiitis, Microscopoc polyangiitis, Churg Strauss syndrome and Renal Limited Vasculitis where the kidney is the only organ involved are clasified as a small vesselvasculitis. These disorders are described to be commonly associated with antineutrophil cytoplasm antibodies (ANCA). The etiology is not known and the incidence of vasculitis is incresasing occuring more often in elderly population. These diseases can cause the focal necrotizing lesions witch affect vessels and organs. In the lung it may cause alveolar hemorrhage, in the kidneys crescentic glomerulonephritis with acute renal failure, in the skin purpuric rash and ulcerations. Treatment usually includes corticosteroids, immunosupresive therapy and in some cases plasmapheresis. Advances in clinical management have been achieved during the past few years."}, {"id": "pubmed23n0885_1882", "title": "[Health expenditure for prevention in Italy (2006-2013): descriptive analysis, regional trends and international comparisons].", "score": 0.008771929824561403, "content": "Il dato dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) del 2012, che indicava l'Italia come il Paese con la più bassa spesa in prevenzione sanitaria, ha dato lo spunto per una raccolta sistematica e un'analisi critica dei flussi disponibili sulla spesa per le attività di prevenzione in Italia. Le statistiche correnti di spesa sanitaria sono raccolte centralmente dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) attraverso i modelli di rilevazione dei costi dei livelli essenziali di assistenza (LEA) delle aziende USL. Le tre macroaree dei LEA sono: assistenza distrettuale, assistenza ospedaliera e assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro. Le spese per la prevenzione rientrano in quest'ultima e sono ripartite nelle seguenti voci: attività di prevenzione rivolte alle persone, igiene degli alimenti e della nutrizione, igiene e sanità pubblica, prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro, sanità pubblica veterinaria, attività medico-legale per finalità pubblica. Tra il 2006 e il 2013, ultimo dato disponibile, la spesa per le attività di prevenzione del Servizio sanitario nazionale (SSN) è rimasta costante in rapporto alla spesa sanitaria totale (4,2%), pari a 4,9 miliardi nel 2013. Nel periodo di studio considerato (2006-2013) appaiono in aumento le spese per le attività rivolte alle persone (+8,7%), attribuibili soprattutto a vaccinazioni e screening, e in diminuzione le attività di igiene pubblica (-5,7%) e quelle della sanità pubblica veterinaria (-3,8%). I confronti internazionali indicano una spesa per la prevenzione del 2,9% rispetto alla spesa sanitaria totale, costante negli anni e nella media dei Paesi OCSE. Per la prevenzione, l'Italia spende tanto quanto i Paesi che non possiedono un servizio sanitario pubblico; il dato risulta inferiore del 5% rispetto alla programmazione nazionale, con poche eccezioni e molta variabilità regionale all'interno delle componenti delle voci di spesa. In questo contesto si sottolinea l'importanza di investire maggiori risorse nella pianificazione e nell'implementazione di interventi preventivi di provata efficacia e costo-efficacia."}, {"id": "pubmed23n0285_2938", "title": "[Wegener's granulomatosis: a diagnostic review and case report].", "score": 0.008771929824561403, "content": "Wegener's granulomatosis (WG) is characterized by necrotizing granulomas and vasculitis that may affect any organ. The upper and lower respiratory tract and kidney usually are affected. WG is diagnosed by determination of anti-neutrophil cytoplasm antibody (ANCA), a highly sensitive and specific test that is particularly important in the early stages to achieve the best prognosis. We describe a case in a 28-year-old man that exemplifies some of the diagnostic features of WG."}, {"id": "pubmed23n1137_1438", "title": "[\"Nessuno vuole vedermi\": è una battaglia persa contro una malattia tropicale trascurata?]", "score": 0.008695652173913044, "content": "Riassunto. Le malattie tropicali trascurate (NTD) sono una serie di malattie che prosperano nelle comunità povere di risorse, in particolare nei climi tropicali. I fattori sociali, ambientali ed economici contribuiscono alla loro persistenza. La filariosi linfatica (LF), classificata come NTD in tutto il mondo, è una malattia parassitaria causata da vermi microscopici noti come microfilarie. I vermi adulti dimorano solo nel sistema linfatico degli esseri umani. Le zanzare trasferiscono la LF da persona a persona. Gonfiore di braccia, gambe e seno (linfedema) o dello scroto (idrocele) sono alcuni dei sintomi più gravi e dolorosi. La LF ha una grave influenza sia sulla salute mentale e sociale sia su quella fisica, e porta le persone a convivere con una deformazione, una debilitazione e uno stigma legati alla condizione di malattia. Di seguito descriviamo un caso clinico di un uomo con LF, alienato e umiliato dalla sua malattia. L'OMS ha avviato un'iniziativa globale per debellare la LF. Oltre alla somministrazione di trattamenti regolari, è stata posta uguale enfasi sull'apprendimento di come lavare e alzare gli arti colpiti, per aiutare a ridurre la gravità clinica e la progressione del disturbo."}, {"id": "pubmed23n0134_6358", "title": "[Immunoglobulins and diabetic microangiopathy].", "score": 0.008695652173913044, "content": "Blood level of immunoglobulins A, M and G were studied in 166 diabetics with present or absent microangiopathy. Regardless of the significant elevation of IgA and IgG, for the whole group, reduction of IgM respectively, no significant difference was established in their level among the subgroup with present or absent retino- and nephropathy as well as among those with proliferative and non-proliferative retinopathy."}, {"id": "pubmed23n0966_6421", "title": "Frazione polifenolica del bergamotto per il trattamento della sindrome metabolica nella schizofrenia: uno studio pilota.", "score": 0.008620689655172414, "content": "Introduzione. La frazione polifenolica del bergamotto (BPF) ha dimostrato di possedere buona efficacia nel trattamento dei pazienti affetti da sindrome metabolica (SM) e pertanto potrebbe rappresentare una strategia promettente nel trattamento degli effetti collaterali indotti da antipsicotici di seconda generazione (SGA) in soggetti schizofrenici in trattamento con tali farmaci. Materiali e metodi. A 15 pazienti schizofrenici in trattamento stabilizzato con SGA e 15 soggetti di controllo non affetti da patologie psichiatriche, che presentavano valori ematici di colesterolo totale compresi tra 200 e 239 mg/dl, è stato somministrato un integratore contenente BPF (1000 mg) per un periodo di 60 giorni. A tutti i soggetti all'inizio e alla fine del trattamento sono state eseguite la misurazione dell'indice di massa corporea (BMI) e una serie di esami ematochimici per la valutazione degli aspetti metabolici (colesterolo totale, LDL, HDL, trigliceridi, glicemia). Risultati. In entrambi i gruppi si è evidenziata una riduzione significativa del BMI (BMI T0 vs Tfinale (media±DS)= schizofrenici: 34,5±5,7 vs 33,9±5,4, p=,041; controlli: 28,1±4,5 vs 27,3±4,1, p=,016 - BMIcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= -0,59±0.7 vs -0,72±0,8, p=,378); colesterolo totale e LDL risultano invece essere diminuiti esclusivamente nel gruppo di controllo (colesterolo totalecambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 8,2±31,5 vs -35,1±31,1, p=,003; LDLcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 14,1±29,4 vs -9±38,9, p=,014). Discussione. La differenza di efficacia dei BPF sulla dislipidemia tra i soggetti schizofrenici e il gruppo di controllo potrebbe essere spiegata dai diversi meccanismi patogenetici che sono alla base delle alterazioni metaboliche nei soggetti in trattamento con SGA e nei pazienti che non assumono questa classe di farmaci. Conclusioni. Ulteriori studi si rendono necessari al fine di valutare in questa categoria di soggetti i possibili effetti sulla dislipidemia di dosi maggiori di BPF."}, {"id": "pubmed23n0831_7273", "title": "[Rituximab (MabThera): a new therapy for ANCA vasculitis].", "score": 0.008620689655172414, "content": "Three recently published randomized studies have demonstrated the efficacy of rituximab in the induction and maintenance therapy of ANCA vasculitis. This is a major advance since these types of vasculitis entail a high morbity and mortality."}]}}}} {"correct_option": 4, "explanations": {"1": {"exist": true, "char_ranges": [[867, 926]], "word_ranges": [[120, 130]], "text": "Una membrana epiretinica ha di solito un decorso più lento."}, "2": {"exist": true, "char_ranges": [[927, 1066]], "word_ranges": [[130, 153]], "text": "In un foro maculare, la perdita visiva è più rilevante (può essere segnalata anche la metamorfopsia, ma è meno probabile nella fase acuta)."}, "3": {"exist": true, "char_ranges": [[1067, 1236]], "word_ranges": [[153, 179]], "text": "Nella trombosi della vena retinica centrale, la perdita visiva è più importante e di solito non spiega la metamorfopsia (ma può verificarsi a causa dell'edema maculare)."}, "4": {"exist": true, "char_ranges": [[241, 537]], "word_ranges": [[32, 76]], "text": "La chiave per differenziare gli altri quattro è che il paziente presentava drusen morbide nel fondo. Sebbene non si tratti di una \"diagnosi\" (la domanda poteva essere formulata meglio), si tratta di un reperto correlato alla degenerazione maculare legata all'età, o degenerazione maculare senile."}, "5": {"exist": true, "char_ranges": [[93, 240]], "word_ranges": [[12, 32]], "text": "Inizialmente potremmo escludere la corioretinopatia sierosa centrale, perché per definizione si verifica in persone giovani (fino a circa 55 anni)."}}, "full_answer": "Delle cinque opzioni, quattro potrebbero essere compatibili con il quadro clinico descritto. Inizialmente potremmo escludere la corioretinopatia sierosa centrale, perché per definizione si verifica in persone giovani (fino a circa 55 anni). La chiave per differenziare gli altri quattro è che il paziente presentava drusen morbide nel fondo. Sebbene non si tratti di una \"diagnosi\" (la domanda poteva essere formulata meglio), si tratta di un reperto correlato alla degenerazione maculare legata all'età, o degenerazione maculare senile. La forma secca o atrofica si presenta con una perdita visiva lentamente progressiva. La forma umida o essudativa, invece, produce una grave perdita visiva acuta o rapidamente progressiva (di solito dovuta a un'emorragia sottoretinica accompagnata da metamorfopsia (distorsione dell'immagine dovuta al sollevamento della retina). Una membrana epiretinica ha di solito un decorso più lento. In un foro maculare, la perdita visiva è più rilevante (può essere segnalata anche la metamorfopsia, ma è meno probabile nella fase acuta). Nella trombosi della vena retinica centrale, la perdita visiva è più importante e di solito non spiega la metamorfopsia (ma può verificarsi a causa dell'edema maculare).", "full_answer_no_ref": "Delle cinque opzioni, quattro potrebbero essere compatibili con il quadro clinico descritto. Inizialmente potremmo escludere la corioretinopatia sierosa centrale, perché per definizione si verifica in persone giovani (fino a circa 55 anni). La chiave per differenziare gli altri quattro è che il paziente presentava drusen morbide nel fondo. Sebbene non si tratti di una \"diagnosi\" (la domanda poteva essere formulata meglio), si tratta di un reperto correlato alla degenerazione maculare legata all'età, o degenerazione maculare senile. La forma secca o atrofica si presenta con una perdita visiva lentamente progressiva. La forma umida o essudativa, invece, produce una grave perdita visiva acuta o rapidamente progressiva (di solito dovuta a un'emorragia sottoretinica accompagnata da metamorfopsia (distorsione dell'immagine dovuta al sollevamento della retina). Una membrana epiretinica ha di solito un decorso più lento. In un foro maculare, la perdita visiva è più rilevante (può essere segnalata anche la metamorfopsia, ma è meno probabile nella fase acuta). Nella trombosi della vena retinica centrale, la perdita visiva è più importante e di solito non spiega la metamorfopsia (ma può verificarsi a causa dell'edema maculare).", "full_question": "Donna di 75 anni a cui 3 anni fa è stata diagnosticata una drusen morbida nella parte posteriore dell'occhio. Ha riferito metamorfopsia e una significativa perdita visiva nell'occhio destro nelle ultime 2 settimane, che le impediva di leggere. Indicare la diagnosi più probabile:", "id": 133, "lang": "it", "options": {"1": "Membrana epiretinica maculare.", "2": "Foro maculare.", "3": "Trombosi della vena retinica centrale.", "4": "Degenerazione maculare legata all'età.", "5": "Corioretinopatia sierosa centrale."}, "question_id_specific": 168, "type": "OFTALMOLOGIA", "year": 2012, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "pubmed23n0923_20493", "title": "Management della retinopatia diabetica e dell'edema maculare diabetico: linee guida \"Euretina 2017\".", "score": 0.017323775388291517, "content": "Si prevede che la malattia diabetica con tutte le sue complicanze avrà un forte aumento di incidenza con un grosso impatto socioeconomico nei prossimi decenni in tutto il mondo. Pertanto ben si comprende l'importanza di individuare attraverso una fine diagnostica quanto più precocemente la comparsa dei sintomi diabetici, migliorare lo stile di vita ed impostare cure efficienti. Riportiamo la serie di raccomandazioni EURETINA 2017, dei maggiori esperti in Europa per la gestione della malattia diabetica e delle complicanze della retina. Per combattere questa \"pestilenza\" occorre un team medico preparato. Il trattamento laser è stato considerato sino a non molto tempo fa il Gold standard della retinopatia diabetica e dell'edema diabetico (RD e EMD). Recenti studi hanno dimostrato, invece, che si possono raggiungere risultati migliori mediante l'iniezione diretta di farmaci nella cavità vitreale. In particolare è emerso terapia di prima linea, molecole in grado di inibire il fattore di crescita endoteliale vascolare (anti VEGF) mentre non è più raccomandata la fotocoagulazione laser per il trattamento del DME. Nell'ambito delle molecole farmacologiche gli steroidi hanno mantenuto un ruolo nella gestione del DME cronicamente persistente."}, {"id": "pubmed23n0912_8717", "title": "Desgarros del epitelio pigmentario de la retina: factores de riesgo, mecanismo y control terapéutico.", "score": 0.01194687519394278, "content": "Los desgarros del epitelio pigmentario de la retina (EPR) se asocian en la mayoría de los casos con los desprendimientos vascularizados del EPR debido a una degeneración macular asociada a la edad (DMAE), y normalmente implican una pérdida adversa de la agudeza visual. Estudios recientes indican que ha habido un aumento en la incidencia de desgarros del EPR desde la introducción de fármacos anti-factor de crecimiento del endotelio vascular (anti-VEGF) así como una asociación temporal entre el desgarro y la inyección intravítrea. Dado que el número de pacientes con DMAE y el número de inyecciones anti-VEGF va en aumento, tanto la dificultad de prevenir desgarros del EPR como el tratamiento tras la formación de los desgarros han adquirido una mayor relevancia. De forma paralela, la evolución de la imagenología de la retina ha contribuido de manera significativa a comprender mejor el desarrollo de los desgarros del EPR en los últimos años. Esta revisión resume los conocimientos que se poseen actualmente sobre el desarrollo, los factores pronósticos y las estrategias terapéuticas de los desgarros del EPR antes y después de que estos se formen."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.009900990099009901, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0672_177", "title": "[Treatment with bevacizumab in exudative age-related macular degeneration].", "score": 0.009900990099009901, "content": "evaluation of the treatment with bevacizumab for advanced exudative AMD. prospective study on 163 patients (December 2006-February 2009). All patients received a series of 3 intravitreal injections with bevacizumab (1.25 mg/0.05 ml) at 6 weeks intervals followed by surveillance and continuation or restart of therapy based on clinical criteria and central macular thickness (CMT). The series was subdivided in three groups based on initial VA (VA < or = 0, 1; VA = 0, 1-0, 3; VA > or = 0,3). Final VA increased or remained constant in 88% of patients. VA increased in all three groups: from 0.029 to 0.069 in the first group; from 0.152 to 0.245 in the second group; and from 0.409 to 0.612 in the third group. In all three groups the increase in VA achieved statistical significance (p < 0.001). The whole series manifested an anatomical improvement (final mean CMT of 243.3 microm, as compared to initial mean CMT of 345.3 microm). intravitreal treatment with bevacizumab is efficient but should be followed by aggressive follow-up and rapid resume of the treatment if recurrence is diagnosed."}, {"id": "pubmed23n1049_20419", "title": "[New European guidelines for the management of dyslipidaemias: their aggressiveness is not legitimated by current evidence].", "score": 0.00980392156862745, "content": "Le linee guida 2019 delle Società europee di cardiologia e dell'aterosclerosi sulla gestione delle dislipidemie hanno aumentato l'aggressività diagnostico-terapeutica e non distinguono prevenzione primaria e secondaria, con parziale eccezione per gli ultra75enni. Raccomandano nuovi target di cLDL: per pazienti a rischio molto alto si raccomanda una riduzione a <55 mg/dl e >=50% rispetto al basale; per pazienti a rischio alto una riduzione a <70 mg/dl e >=50% del basale; per pazienti a rischio moderato una riduzione a <100 mg/dl; per pazienti a rischio basso una riduzione a <116 mg/dl. In base alle carte SCORE e ai dati di mortalità cardiovascolare in Italia, quasi tutti i maschi dai 70 anni e le donne dai 70-75 anni risulterebbero ad alto rischio per solo effetto dell'età. Anche quasi tutti i 60enni sarebbero a rischio moderato, con target di cLDL <100, e spesso necessità di aggiungere costosi ipolipemizzanti per chi già assume statine. Le prove supportano ben poco tale aggressività. Infatti, anche negli studi randomizzati controllati (RCT) i benefici su esiti cardiovascolari non fatali subiscono esagerazioni sistematiche, quello meno distorto e di maggior interesse per gli assistiti è la mortalità totale. Questa, con terapie ipocolesterolemizzanti più intensive, non si è ridotta nelle metanalisi di RCT con pazienti con cLDL tra 80 e <100 mg/dl al basale; con inibitori di PCSK9, pazienti con questi valori mostrano persino tendenza all'aumento della mortalità totale. Dunque, abbassare il cLDL a <80 mg/dl può non giovare neppure ad anziani coronaropatici. A oggi, ciò vale ancora di più per anziani nella popolazione generale, in cui una revisione sistematica di studi di coorte ha mostrato relazioni nulle o più spesso inverse tra cLDL e mortalità. Le nuove linee guida europee forzano le prove disponibili, trascurano il principio di precauzione e non possono esser base per un equo consenso informato."}, {"id": "pubmed23n0760_904", "title": "[Clinical course of patients with exudative-haemorrhagic age-related macular degeneration treated with ranibizumab. Eye2Eye study].", "score": 0.00980392156862745, "content": "To assess the mean best-corrected visual acuity (BCVA) change in patients with exudative-haemorrhagic age-related macular degeneration (EH-ARMD) after 12-month period of treatment with ranibizumab. A retrospective, multicentre and national study of intravitreal administered ranibizumab was conducted on 2 groups of EH-ARMD patients: only one eye affected (group 1) versus second eye affected (group 2), having the first one affected. Eligible subjects were ≥ 50 years old with primary or secondary active subfoveal EH-ARMD-related choroidal neovascularisation (CNV). A total of 184 patients (91 group 1 and 93 group 2) were included. Mean age (SD) was 75.3 (7.5) years, and 53.6% were women. The BCVA showed a VA improvement at 12 months of 9.3 (18.0) number of letters in group 1 and 5.1 (16.8) number of letters in group 2 (P<.0001 and P=.0042, respectively). No statistical differences between groups were observed. Lesion characteristics in the total population (baseline vs 12-month) were: drusen (69.1% vs 61.1%), macular haemorrhages (59.0% vs 7.3%), lipid exudates (28.1% vs 8.2%), and retinal pigment epithelium detachment (46.8% vs 19.0%). The optical coherence tomography (OCT) in the total population (baseline vs 12-month) showed a reduction in macular oedema (73.6% vs 20.9%), subretinal fluids (71.3% vs 14.7%), and intraretinal cysts (38.5 vs 19.7%), as well as a reduction of the mean foveal thickness 377.4 ± 109.8μm vs 249.1 ± 67.8μm in group 1 and 354.1 ± 123.2μm vs 254.6 ± 67.4μm in group 2, P<.0001, both groups, with no significant differences between groups. Intravitreal administration of ranibizumab for a minimum of 12-months significantly improved the BCVA, decreased lesion characteristics, and reduced the initial mean foveal thickness in patients with CNV primary or secondary to EH-ARMD, both in patients with only one eye affected and in patients with a second eye affected, having the first one affected."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.009708737864077669, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0693_23257", "title": "[Efficacy of three intravitreal injections of bevacizumab in the treatment of exudative age-related macular degeneration].", "score": 0.009708737864077669, "content": "To evaluate intravitreal bevacizumab therapy for choroidal neovascularization (CNV) secondary to age-related macular degeneration (AMD). A retrospective review between June 2006 and May 2008 of patients with CNV secondary to AMD was conducted. All patients were treated with intravitreal injection of bevacizumab (1.25mg) once a month during a 3-month-period. The mean evaluation criteria were the best-corrected visual acuity (BCVA) logMar testing before and one month after the third injection. All eyes underwent an angiography and an optical coherence tomography before injections to define the activity and the type of CNV and then to evaluate the persistence of leakage (macular edema, subretinal fluid, and pigment epithelial detachment) after treatment. Then treatments were left to the investigator's discretion during the following six months. Seventy-one eyes of 66 patients were enrolled. There were 65% occult CNV, 20% classic CNV, and 15% combined. A significant improvement in BCVA was observed, from 0.88±0.57 to 0.77±0.60 (p=0.001), one month after the third injection. At this time, 57.7% of the eyes required a reinjection because of leakage persistence. A concomitant treatment with intravitreal triamcinolone injection and/or photodynamic therapy was necessary for 8% of nonresponder eyes. Six months after initial treatment, a complete resolution of exudative signs was not obtained for 33.8% of eyes. The average number of injections was 3.85±0.96 during the 9-month follow-up. BCVA stability was observed at 4, 6 and 9-month follow-ups (F(71.2)=1.54; p=0.46). Three complications occurred: one endophthalmitis, one retinal tear, and one vitreous hemorrhage secondary to a macular hemorrhage. Mean BCVA significantly improved at one month after three consecutive monthly intravitreal injections of bevacizumab. However, most eyes required a reinjection. In spite of improvement in BCVA, leakage of the CNV persisted in most eyes after three monthly intravitreal injections of bevacizumab. Then retreatment and sometimes concomitant treatment was necessary to obtain complete resolution of exudative signs and BCVA stability."}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.009615384615384616, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "pubmed23n0593_11371", "title": "[Intravitreal administration of triamcinolone and bevacizumab for pigment epithelial detachment in conjunction with AMD].", "score": 0.009615384615384616, "content": "The effect of the vascular endothelial growth factor (VEGF) inhibitors triamcinolone and bevacizumab (Avastin) on serous pigment epithelial detachment (PED) related to age-dependent macular degeneration (AMD) was analysed retrospectively. Data of 45 patients (45 eyes) were evaluated: 11 patients received an intravitreal injection with triamcinolone and 16 with bevacizumab. The remaining 18 patients received no therapy. Visual acuity (VA), height of the PED, retinal thickness and the cystoid component of the PED were compared after 6 months follow-up. Over 90% showed a stabilisation or improvement in VA after bevacizumab therapy; 63% of those who received triamcinolone showed VA stabilisation. Patients who received no therapy had a significant decrease in VA. Our data seem to implicate that VA outcome is much better after bevacizumab treatment. VA outcome seems to correlate with the cystoid component of the foveal oedema rather than with the height of PED. A greater number of patients with a longer period of follow-up are necessary to confirm these results."}, {"id": "pubmed23n0885_1883", "title": "[Ecological study on the mortality of residents in Manfredonia (Apulia Region, Southern Italy) from 1970 to 2013].", "score": 0.009523809523809525, "content": "OBIETTIVI: valutare lo stato di salute della popolazione residente nel comune di Manfredonia dal 1970 al 2013. DISEGNO: analisi descrittiva dell'andamento temporale della mortalità generale, per gruppi di cause, dal 1970 al 2013. SETTING E PARTECIPANTI: i dati di mortalità e le popolazioni residenti sono di fonte Istat. Sono state esaminate 55 cause di decesso. Le analisi sono disaggregate per sesso e periodo. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: sono stati elaborati i rapporti standardizzati di mortalità (SMR%), con i rispettivi intervalli di confidenza al 90% (IC90%), e i tassi di mortalità standardizzati col metodo diretto (TSD ). RISULTATI: lo stato di salute misurato dal tasso di mortalità per tutte le cause migliora nel tempo: i TSD passano da 92 x10.000 negli anni 1970-1974 a 52 x10.000 nel biennio 2012-2013 negli uomini, da 70 x10.000 a 39 x10.000 nelle donne. Tuttavia, rispetto alla media regionale Manfredonia perde progressivamente il suo vantaggio, passando da -20% a -10% negli uomini, e da -20% a +1,5% nelle donne. Questo andamento è molto evidente per il complesso delle cause cardiovascolari, mentre i tumori maligni sono in generale nella media regionale. Nell'ultimo periodo disponibile per causa di decesso (2006-2011), la mortalità per infarto miocardico è stata più alta della media regionale (uomini: +35%; donne: +54%). I rapporti standardizzati di mortalità (SMR) mostrano tra gli uomini valori in crescita, in particolar modo rispetto al riferimento provinciale, con un eccesso a cominciare dal periodo 2006-2011 (22 decessi/anno e 19 attesi; SMR%: 117,2; IC90% 101,1-135,2; riferimento: provincia di Foggia). Anche tra le donne gli SMR% superano i riferimenti provinciali negli ultimi periodi esaminati (nel 2012-2013: 7 decessi/ anno e 4,2 attesi; SMR%: 116,4; IC90% 97,0-260,7; riferimento: provincia di Foggia). CONCLUSIONI: la mortalità a Manfredonia è diminuita in misura minore rispetto a quella osservata nei riferimenti provinciali e regionali. Il vantaggio che si osservava negli anni Sessanta si è, infatti, ridotto nel tempo, fino ad annullarsi negli ultimi anni. Dal 1970, Manfredonia ha progressivamente perso il vantaggio che aveva. Dagli anni Duemila, la mortalità per infarto del miocardio è in eccesso sulla media regionale e provinciale. Da casi documentati in letteratura si osserva che le popolazioni che sperimentano catastrofi di origine naturale o antropica possono fronteggiare un aumento di patologie cardiovascolari. La mortalità per tumore polmonare mostra un eccesso sulla media regionale, in particolare provinciale, a cominciare dal 2000, coerentemente con i tempi di latenza legati all'esposizione ad arsenico negli anni Settanta."}, {"id": "pubmed23n0862_1076", "title": "[Evaluation of the efficacy of aflibercept's in the treatment of neovascular age-related macular degeneration in treatment-naive and switched patients. Report of 86 cases].", "score": 0.009523809523809525, "content": "AMD (age-related macular degeneration) is the leading cause of legal blindness after age 50 in developed countries. Anti-VEGF therapy by intravitreal injection has become the standard for the treatment of neovascular AMD. Ranibizumab is the most currently used, but the arrival of aflibercept on the market 1 year ago is changing clinical practices in France. The objective of this study is to evaluate the efficacy of aflibercept in AMD. All patients with neovascular AMD undergoing IVT (intra-vitreal injection) of aflibercept were included. All patients had at baseline and on follow-up visits a measurement of best corrected visual acuity (ETDRS), a fundus examination and an OCT. For statistical analysis, we analyzed the data at 0, 3, 6 and 12 months. An induction phase was carried out for treatment-naive patients, and follow-up was performed according to the PRN method (Pro Re Nata). The total number of injections over the entire follow-up period was recorded. Ninety-six eyes were included, with 17 treatment-naive patients and 69 patients who had previously received ranibizumab. At 1 year, all patients had a mean improvement of 5.4 ETDRS letters (P=0.0026). The OCT data showed a rapid decline in retinal thickness, from baseline to the third month, of 143 microns on average (P=5.6×10(-15)); between the 3rd and 6th month, this was slower, with an average decrease of 4.6 microns, and between the 6th and the 12th month, the difference was significant, with an average decrease of 36 microns (P=0.003). The number of injections over one year was 5.7 on average. The efficacy of aflibercept with a PRN protocol provides interesting results, with an improvement in visual acuity and central retinal thickness in all treated groups, and with fewer injections than advocated."}, {"id": "pubmed23n0999_17562", "title": "Emozioni, comportamenti e relazioni: uno studio caso-controllo sul self-cutting in adolescenza.", "score": 0.009433962264150943, "content": "Scopo. Lo scopo del presente studio caso-controllo è di approfondire i correlati psicopatologici e alcuni tratti psicologici come alessitimia e impulsività inerenti al self-cutting. È stato anche approfondito il tema dell'ideazione suicidaria nei soggetti con tale forma di autolesionismo. Metodi. Lo studio caso-controllo ha coinvolto 55 pazienti con self-cutting non suicidario, di età compresa tra i 12 e i 18 anni, e un gruppo di controllo composto da 277 adolescenti di età compresa tra i 13 e i 19 anni. La batteria testale utilizzata è stata composta da YSR 11-18 anni, CBCL 6-18 anni, SCL-90-R, TAS-20, CDI e BIS-11. Risultati. Dalle analisi effettuate sono emerse differenze statisticamente significative tra casi e controlli in relazione alla maggioranza delle scale psicopatologiche considerate. È risultata una differenza significativa tra i due gruppi anche in merito all'ideazione suicidaria. Infine, tra i self-cutter si sono evidenziate differenze significative di alcune variabili psico-relazionali (alessitimia e competenze sociale) in relazione alla frequenza di attuazione dell'atto autolesivo. Conclusioni. Il self-cutting correla con un'ampia varietà di quadri psichiatrici, senza presentare legami specifici con una particolare categoria psicopatologica. Gli elementi di alessitimia, impulsività e difficoltà relazionali degli adolescenti self-cutter dicono di come la programmazione di interventi di prevenzione primaria e secondaria dovrebbero mirare alla psico-educazione all'affettività, all'autocontrollo e ai social skill. Nello specifico, i nostri dati suggeriscono che la focalizzazione dell'intervento, in termini di lavoro sull'emotività piuttosto che sulla socializzazione, dovrebbe tener conto della frequenza degli agiti. Nella gestione clinica di questi pazienti non va esclusa a priori la possibilità di passaggio all'atto suicidario, con relative attenzioni anamnestico-cliniche da avere sia al momento della valutazione diagnostica sia lungo il follow-up della presa in carico."}, {"id": "pubmed23n0315_20210", "title": "[Laser therapy of age-related exudative macular degeneration].", "score": 0.009433962264150943, "content": "Aim of the study is to determine the percent of cases with exsudative form of age related macular degeneration that are eligible for treatment by the Macular Photocoagulation Study guidelines after initial visit. Authors also evaluated efficacy of focal laser treatment in visual acuity. In a group of 80 eyes in 55 patients only in 13 (16%) eyes was found classic choroidal neovascular membrane and 12 (15%) of them met eligibility criteria for treatment by the MPS criteria. 6 CNV (46%) were treated with argon-green laser according to MPS photocoagulation criteria. Visual acuity of treated eyes was improved in 2 eyes, unchanged in 1 eye and worsened in 3 eyes. For worse visual outcomes were responsible recurrent CNV which occurred in 3 (50%) of treated eyes."}, {"id": "pubmed23n1029_21329", "title": "Principi di farmacodinamica e farmacocinetica nello switch tra antipsicotici: focus su cariprazina.", "score": 0.009345794392523364, "content": "Cariprazina {RGH-188; trans-N- [4- [2- [4- (2,3-diclorofenil) piperazin-1-il] etil] cicloesil] -N_, N_-dimetilurea cloridrato} è un antipsicotico atipico di nuova generazione, con un originale profilo farmacodinamico e farmacocinetico. Cariprazina ha due metaboliti attivi, uno dei quali ha un'emivita di 1-3 settimane, che è la più lunga di qualsiasi antipsicotico atipico, con emivita effettiva funzionale totale (cariprazina più due metaboliti) di 7 giorni. Il farmaco mostra un'affinità che è circa 10 volte più alta per i recettori D3 che per D2 (rispettivamente pKi 10,07 e 9,31). L'affinità per D3 è superiore all'affinità della stessa dopamina. Cariprazina mostra inoltre un'elevata affinità per i recettori 5-HT2B (pKi 9,24), con antagonismo puro. Cariprazina è un agonista parziale e ha un'affinità significativa, ma inferiore all'affinità per D3, sui recettori 5-HT1A (pKi 8,59). Agendo su D3 e 5-HT1, cariprazina migliora i sintomi negativi, l'anedonia e i deficit cognitivi. L'affinità per i recettori 5-HT2A (pKi 7,73), H1 (pKi 7,63) e 5-HT2C (pKi 6,87) è inferiore, così come minori sono le affinità per i recettori adrenergici, istaminergici e colinergici, recettori che sono spesso responsabili di effetti collaterali. Grazie al profilo di tollerabilità (sicurezza cardiovascolare, bassa probabilità di dare sedazione e iperprolattinemia, basso rischio metabolico), insieme alla sua peculiare efficacia sui sintomi negativi e alla sua lunga emivita, che spesso migliora la scarsa aderenza, cariprazina è un candidato valido per il passaggio da un antipsicotico inefficace (o parzialmente efficace, con particolare riferimento ai sintomi negativi), poco tollerato, o assunto con una scarsa aderenza. Questo articolo esamina le caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche di cariprazina e discute le loro implicazioni in termini di identificazione dei pazienti che possano beneficiare di un passaggio a cariprazina, e della migliore strategia per completare lo switch con successo."}, {"id": "pubmed23n0731_13430", "title": "[Long-term visual acuity in patients with age-related macular degeneration and persistence of subretinal fluid after treatment with ranibizumab].", "score": 0.009345794392523364, "content": "To analyse the long-term visual acuity (VA) in patients with age-related macular degeneration (ARMD) treated with ranibizumab, and who had persistent subretinal fluid after the induction therapy and/or in the successive controls. We reviewed the medical records, optical coherence tomography (OCT) and fluorescein angiograms of 216 patients treated with ranibizumab between January 2008 and April 2010, selecting those who had persistent subretinal fluid or recurrent fluid for at least one year of follow-up. A total of 36 eyes from 34 patients were included, with 19 eyes (52.7%) having persistent, and 17 (47.2%) recurrent subretinal fluid throughout the follow- up (mean 29.06±9.28 months). The average number of injections was 7.89±3.2. The central macular thickness (CMT) at the start of follow-up was 330±84μm, at 3 months 265.2±62μm, and 294.5±37μm at the end of the follow-up. The initial mean VA was 0.3±0.2, at 3 months 0.43±0.2 (P<.05) and at the final review, 0.41±0.22 (P<.05). Haemorrhages in recurrences were associated with a worse final VA (P=.004). At the end of follow-up, 18 eyes (50%) continued with ranibizumab treatment, 16 eyes (44%) were kept under observation, and 2 patients died. There were no differences between VA and CMT between the groups. The persistence or recurrence of macular subretinal fluid in patients treated with ranibizumab does not significantly reduce the visual gain obtained after induction therapy, despite discontinuation of treatment during follow-up. Haemorrhages in the recurrences were associated with a worse final VA."}, {"id": "pubmed23n0613_15446", "title": "[Photodynamic therapy in age-related macular degeneration: one-year results].", "score": 0.009259259259259259, "content": "To evaluate the efficacy of photodynamic therapy (PDT) for subfoveal choroidal neovascularization(CNV) secondary to age-related macular degeneration(AMD) one year after PDT. 106 eyes of 106 AMD patients with subfoveal CNV detected by fluorescein angiography (FA). Best-corrected visual acuity, color fundus photography, FA and indocyanine green angiography were performed before and 1 year after treatment. Visual acuity and CNV size before PDT were compared with those 1 year after treatment. Pre-PDT factors predicting a visual acuity of 0.4 or more 1 year after this treatment were evaluated. Visual acuity improved or was maintained in 84 of the 106 eyes. The size of CNV decreased significantly (p < 0.001). A visual acuity of 0.4 or more 1 year after PDT was predicted by an acuity of 0.4 or more (p = 0.01) and occult with no classic CNV (p = 0.04) prior to PDT. PDT is effective for maintaining or improving visual acuity and obliteration of CNV for 1 year or longer. Factors predicting a visual acuity of 0.4 or more 1 year after PDT were an acuity of 0.4 or more and occult with no classic CNV prior to PDT."}, {"id": "pubmed23n0885_1882", "title": "[Health expenditure for prevention in Italy (2006-2013): descriptive analysis, regional trends and international comparisons].", "score": 0.009174311926605505, "content": "Il dato dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) del 2012, che indicava l'Italia come il Paese con la più bassa spesa in prevenzione sanitaria, ha dato lo spunto per una raccolta sistematica e un'analisi critica dei flussi disponibili sulla spesa per le attività di prevenzione in Italia. Le statistiche correnti di spesa sanitaria sono raccolte centralmente dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) attraverso i modelli di rilevazione dei costi dei livelli essenziali di assistenza (LEA) delle aziende USL. Le tre macroaree dei LEA sono: assistenza distrettuale, assistenza ospedaliera e assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro. Le spese per la prevenzione rientrano in quest'ultima e sono ripartite nelle seguenti voci: attività di prevenzione rivolte alle persone, igiene degli alimenti e della nutrizione, igiene e sanità pubblica, prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro, sanità pubblica veterinaria, attività medico-legale per finalità pubblica. Tra il 2006 e il 2013, ultimo dato disponibile, la spesa per le attività di prevenzione del Servizio sanitario nazionale (SSN) è rimasta costante in rapporto alla spesa sanitaria totale (4,2%), pari a 4,9 miliardi nel 2013. Nel periodo di studio considerato (2006-2013) appaiono in aumento le spese per le attività rivolte alle persone (+8,7%), attribuibili soprattutto a vaccinazioni e screening, e in diminuzione le attività di igiene pubblica (-5,7%) e quelle della sanità pubblica veterinaria (-3,8%). I confronti internazionali indicano una spesa per la prevenzione del 2,9% rispetto alla spesa sanitaria totale, costante negli anni e nella media dei Paesi OCSE. Per la prevenzione, l'Italia spende tanto quanto i Paesi che non possiedono un servizio sanitario pubblico; il dato risulta inferiore del 5% rispetto alla programmazione nazionale, con poche eccezioni e molta variabilità regionale all'interno delle componenti delle voci di spesa. In questo contesto si sottolinea l'importanza di investire maggiori risorse nella pianificazione e nell'implementazione di interventi preventivi di provata efficacia e costo-efficacia."}, {"id": "pubmed23n0004_947", "title": "[Value and limit of photocoagulation for juxtafoveolar sub-retinal vessels (author's transl)].", "score": 0.009174311926605505, "content": "Sub-retinal new vessels arising from the choroid are the most dangerous components in disciform maculopathies. The greatest advance made in their treatment has been due to the use of photocoagulation over the last few years, but their destruction by this method is still a very controversial subject. The aim of the present study was to define which lesions should be treated and which should not. Results demonstrated that the use of photocoagulation to destroy new vascular membrane which is very close to the foveola, is possible, and can restore vision or preserve useful visual acuity. The laser can be used very close to the centre of the foveola, even in a part of the central avascular area. A randomized study is now being conducted and should supply statistical evidence as to whether this treatment should or should not be recommanded."}, {"id": "pubmed23n0885_1889", "title": "[Evaluation of mercury exposure in populations living near the industrial Augusta Bay (Sicily Region, Southern Italy)].", "score": 0.00909090909090909, "content": "OBIETTIVI: valutare e quantificare l'esposizione umana al mercurio (Hg) ed esplorare i fattori chiave che influenzano la contaminazione nelle popolazioni residenti in prossimità della Rada di Augusta, un'area a elevato rischio ambientale a causa degli effetti degli sversamenti incontrollati di Hg da parte di uno dei più grandi impianti cloro-soda d'Europa. DISEGNO: un campione di residenti nei comuni di Augusta, Priolo e Melilli (Sicilia orientale) è stato selezionato per lo studio di biomonitoraggio umano. Un questionario dettagliato è stato somministrato a ogni partecipante per raccogliere informazioni anagrafiche sulle abitudini di vita e alimentari. I livelli di Hg in sangue e capelli, usati come traccianti di esposizione a metilmercurio, sono stati messi in relazione al consumo di pesce locale. Il contenuto di Hg nelle urine è stato utilizzato per esplorare eventuali esposizioni atmosferiche a Hg inorganico. Una regressione lineare multivariata è stata applicata con l'obiettivo di esplorare i fattori che influenzano l'esposizione umana al Hg. L'approccio tossicocinetico è stato impiegato al fine di calcolare la dose settimanale provvisoria tollerabile ( provisional tolerable weekly intake, PTWI) e di predire le concentrazioni di Hg attese nel sangue degli individui con una dieta alimentare basata esclusivamente su pesce locale. 224 individui residenti nei comuni di Augusta, Melilli e Priolo. RISULTATI: eccessi di Hg sono stati misurati nel sangue e nei capelli del campione considerato. I più alti livelli sono stati rilevati ad Augusta, dove anche il consumo di pesce locale risulta maggiore. I valori di dose settimanale tollerabile provvisoria (PTWI) calcolati eccedono, nella maggior parte dei casi, le raccomandazioni internazionali, specialmente nei residenti ad Augusta. CONCLUSIONI: gli elevati livelli di Hg registrati nei campioni di sangue e capelli derivano, con ogni probabilità, dal consumo di pesce locale. Rispetto ad Augusta, gli individui di Priolo e Melilli subiscono un impatto più limitato. L'esposizione a Hg inorganico può essere considerata trascurabile."}, {"id": "pubmed23n0703_8245", "title": "[Peripheral retina in AMD patients].", "score": 0.00909090909090909, "content": "To determine the frequency and possible correlation between peripheral retinal lesions and AMD. 92 patients (50-89 years old), with AMD were evaluated by indirect ophthalmoscopy and biomicroscopy with triple mirror. The control group consisted of 92 patients without any lesions in macula and other retinal changes. At the AMD patients the peripheral benign lesions were found more frequent than in control group (p = 0.003, especially: drusen (p = 0.026), atrophy (p = 0.011), and chorioretinal degeneration (p = 0.001). The presence of peripheral retinal lesions may correlate with AMD evaluation."}, {"id": "pubmed23n0885_1884", "title": "[Levels of trace elements in the fruits and vegetables from the so-called Land of fires in Campania Region (Southern Italy)].", "score": 0.009009009009009009, "content": "INTRODUZIONE: una vasta area compresa tra le province di Napoli e Caserta nella regione Campania ha negli ultimi anni attirato l'attenzione dei mass media a causa degli interramenti illeciti di rifiuti di varia origine nei campi o del loro abbandono lungo le strade. A tali pratiche illecite si aggiunge il fenomeno dei roghi incontrollati di questo materiale, motivo per il quale la zona è stata soprannominata \"Terra dei fuochi\". OBIETTIVI: ricerca di elementi in tracce presenti nei prodotti alimentari di origine vegetale prodotti nella Terra dei fuochi. DISEGNO E SETTING: piano di monitoraggio per il rilevamento dei livelli di alcuni metalli tossici ed essenziali nei vegetali coltivati in Campania nella Terra dei fuochi. La determinazione dei microelementi è stata effettuata dopo mineralizzazione della sostanza organica mediante microonde, utilizzando la spettrometria di massa a plasma induttivamente accoppiato (ICP-MS). RISULTATI: durante l'attività di monitoraggio sono stati raccolti 65 campioni di ortaggi e 49 campioni di frutta in 43 comuni rientranti nella Terra dei fuochi. Il contenuto medio di metalli tossici, cadmio e piombo nei prodotti ortofrutticoli è risultato ben lontano dai limiti massimi fissati dalla normativa europea. I valori delle concentrazioni sono significativamente inferiori rispetto a quanto riscontrato in zone ad alto impatto ambientale a causa della presenza di impianti industriali. CONCLUSIONI: la presenza di elementi tossici o potenzialmente tali nei campioni vegetali prodotti nella Terra dei fuochi è attribuibile a una varietà di fattori ambientali rilevanti (caratteristiche geologiche dell'area, inquinamento del suolo, dell'atmosfera e delle acque di irrigazione, pratiche illecite di smaltimento dei rifiuti industriali); non sembra, tuttavia, sussistere un rischio per la salute dei consumatori. Resta comunque l'allerta per la loro presenza nell'ambiente e la necessità che le attività di monitoraggio continuino."}, {"id": "pubmed23n0635_12534", "title": "[Guidelines of clinical practice of the SERV: treatment of exudative age-related macular degeneration (AMD)].", "score": 0.009009009009009009, "content": "Age related macular degeneration (ARMD) in its neovascular form is a serious disease which produces legal blindness in many patients with poor prognosis if left untreated. We intend to establish a clinical guide with the different therapeutic options that exist nowadays, which may help the ophthalmologists in their clinical practice. A group of medical retina experts selected by SERV have evaluated the results of different published studies with the drugs currently available, obtaining an evidence-based consensus. Some recommendations have been established for diagnosis, treatment and monitoring of patients with neovascular ARMD. The intravitreal injection of ranibizumab at a dosage of 0.5 mg produces significant improvement of visual acuity in subfoveal lesions, according to data obtained from studies with the highest level of evidence. It should be considered as a first choice drug. The use of bevacizumab, a drug with not approved indication for intraocular use, nor for the treatment of neovascular ARMD can reach a result which is closer to the ones obtained with ranibizumab than to those obtained with photodynamic therapy (PDT) and pegaptanib. The use of intravitreal pegaptanib sodium in intravitreal injection at a dosage of 0.3 mg as a treatment for subfoveal lesions can obtain similar results to the TFD, but with a wider range of injuries. The results of the evidence-based studies are a good guide for the treatment of this disease."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.008928571428571428, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n0318_3211", "title": "[Age related macular degeneration as a cause of blindness].", "score": 0.008928571428571428, "content": "To present our studies concerning the causes of blindness in age-related macular degeneration, including the relationship with risk factors for this disease. A total number of 158 eyes with AMD in 99 patients were examined. Among them there were 21 cases with visual acuity 0.1 or less in the better eye. This group of patients underwent a detailed analysis in order to determine the factors responsible for visual impairment in comparison to the patients with better visual function. Blindness is connected mostly with exudative AMD. There are no significant differences in prevalence of risk factors for AMD between the group of patients with visual loss and that of patients with visual acuity above 0.1. The majority of patients referred to the ophthalmologist too late and on account of that is should be necessary to perform prophylactic examinations of the people above sixty."}, {"id": "pubmed23n0749_21422", "title": "The clinician's role in the diagnosis of breast disease.", "score": 0.008849557522123894, "content": "Until 20 or 30 years ago, the diagnosis and treatment of breast disease was managed exclusively by the surgeon. This situation has changed to some extent as a result of recent technological advances, and clinicians' contributions to the diagnostic work-up and/or treatment of these cases can begin at any time. If they are the first physician to see the patient after the examination and formulation of a diagnostic hypothesis, they will almost always have to order a panel of imaging/instrumental examinations that is appropriate for the type of lesion suspected, the patient's age, and other factors; if they intervene at the end of the diagnostic work-up, it will be their job to arrive at a conclusion based on all of the data collected. The clinical examination includes various steps - history taking and inspection and palpation of the breasts - each of which is essential and requires the use of appropriate methods and techniques. The diagnostic capacity of the examination will depend largely on the consistency of the breasts, but it is influenced even more strongly by the doctor-patient relationship. Physicians must know their patient well, listen to and understand what she is saying, explain their own findings and verify that the explanations have been understood, and they must be convincing. Clinicians must also be able to assess the results of imaging studies (rather than relying solely on the radiologist's report), and this requires interaction with other specialists. The days are over when a clinician or radiologist or sonographer worked alone, certain that his/her examination method was sufficient in itself: today, teamwork is essential. But this also means that each member of the team must be extremely competent in his/her own sector and be aware of the other team members' limitations and expectations. The clinical examination remains central to the process since it is the basis for selecting appropriate treatment. SOMMARIO: Da quando si conosce la patologia mammaria la diagnosi e la terapia di tale patologia sono state a totale appannaggio del chirurgo, situazione che è proseguita fino a qualche decennio fa. Il recente progresso tecnologico ha modificato, in parte, questa situazione e il clinico può entrare nel percorso diagnostico o terapeutico in qualsiasi momento. Se è il primo coinvolto, dopo l'esame e dopo un'ipotesi diagnostica, dovrà, quasi sempre, orientarsi verso indagini strumentali in relazione al sospetto, all'età della paziente ecc., se è l'ultimo anello deve arrivare a una conclusione mettendo insieme tutte le informazioni. L'esame clinico è composto di varie fasi: anamnesi, ispezione, palpazione, ognuna essenziale. Ogni singola fase va affrontata con metodo e tecnica appropriata. La capacità diagnostica dell'esame clinico è influenzata dalla costituzione della mammella, ma ancor di più è condizionata da uno stretto rapporto tra paziente e medico che deve conoscere molto la paziente che gli sta davanti e che non solo deve \"visitare\", ma capire, spiegare, accertarsi che si abbia capito, convincere. È inoltre indispensabile che il clinico sia in grado di esaminare le indagini strumentali e non limitarsi a leggere i referti, quindi interagire con gli altri specialisti. L'epoca del clinico o del radiologo o dell'ecografista che lavora da solo credendo che il proprio esame sia sufficiente o sganciato da altri contesti è finita da tempo, tutti hanno bisogno di tutti. È però vero che ciascuno deve essere estremamente competente nel suo settore e deve conoscere i limiti e le aspettative di chi collabora in altre specialità, come rimane valida la regola che la clinica resta comunque il momento centrale, non fosse altro perché poi deve affrontare la terapia."}, {"id": "pubmed23n0618_18811", "title": "[Safety and efficacy of using bevacizumab in the treatment of exudative age-related macular degeneration].", "score": 0.008849557522123894, "content": "To evaluate the efficacy and safety of intravitreal bevacizumab administered on \"as required\" basis in patients with exudative age-related macular degeneration (AMD). A prospective uncontrolled cohort study of patients with exudative AMD treated with intravitreal bevacizumab administered \"as required\" based on PRONTO reinjection criteria. Main outcome measures include standardized best-corrected visual acuity (BCVA) and central macular thickness (CMT) measured with optical coherence tomography (Stratus OCT). 153 eyes of 153 consecutive patients with AMD were treated with intravitreal bevacizumab injection, followed monthly and reinjected \"as required\". Mean follow-up time was 14.2 weeks (4-52 weeks). Distance BCVA improved from 0.79 log MAR at baseline to 0.69 at 4 weeks, 0.7 at 8 weeks, 0.64 at 12 weeks, 0.71 at 16 weeks and 0.63 at 20 weeks (p<.05). Near BCVA improved from 0.13 at baseline to 0.22 at 4 and 8 weeks, 0.25 at 12 weeks, 0.22 at 16 weeks and 0.28 at 20 weeks (p<.05). Mean CMT decreased from 395 microm at baseline to 265 at 4 weeks, 260 at 8 weeks, 268 at 12 weeks, 255 at 16 weeks and 257 at 20 weeks (p<.05). Mean time between first and second injection was 91.9 days, and between second and third injection 99.7 days. No adverse events were observed. Short-term results suggest that intravitreal bevaciuzmab administered \"as required\" is safe and effective in patients with exudative AMD. \"As required\" schedule may decrease the risk of adverse events and lower the cost of treatment."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.008771929824561403, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0662_10125", "title": "[Our two-year experience with the bevacizumab (Avastin) treatment of the age related macular degeneration wet form].", "score": 0.008771929824561403, "content": "To evaluate the results of the intravitreal Avastin injection treatment in patients with the wet form of the age related macular degeneration and to point out some problems of this treatment. The study group consisted of 71 eyes of 71 patients; the follow up period was 6-24 months, on average, 18.5 months. The first subgroup consisted of 31 eyes treated in the first year, the second subgroup 40 eyes treated in the second year of the study. At the beginning of the treatment, the visual acuity in the first subgroup was 0.05-0.8, on average 0.26, in the second subgroup 0.1-0.6, on average 0.3. Most frequently, the occult form of the subretinal neovascular membrane was diagnosed (60.6%). There were applied 1-6 injections, on average, 3.52 injections. The frequency of applications was set according to the PRONTO study schedule for Lucentis application. The neuroepithelium thickness decreased by more than 100 microm in 35.2% of eyes, was stabilized in 46.5% of eyes, and increased by more than 100 microm in 11.3% of eyes. In the first subgroup, the visual acuity stabilized in 90.3% of eyes, in the second one in 95%, and in the whole group in 93% of eyes. Improvement by more than 15 letters of the ETDRS chart was recorded in the whole group in 8 eyes (11.3%) and, on the other hand, the worsening by more than 15 letters in 5 eyes (7%). We recorded no systemic complications; in no eye we had to treat the endophthalmitis, nor the retinal detachment. Several times lower price, safety, and positive results of intravitreal Avastin injection treatment support its use in the competition with other anti-VEGF substances."}, {"id": "pubmed23n1059_7363", "title": "Contributi scientifici in memoria di Antonio Fusco.", "score": 0.008695652173913044, "content": "Come si leggerà nell'Introduzione della sezione propriamente scientifica del Volume, il presente testo nasce dalla volontà e, soprattutto, dall'esigenza culturale di omaggiare il fu Prof. Antonio Fusco. Un debito scientifico ed umano che trova il suo locus naturale in questa prima parte del testo stesso, cui farà poi seguito la parte propriamente scientifica. In siffatta parentesi dovuta per le ragioni appena menzionate, il lettore, l'amico o l'allievo dell'opera del Prof. Fusco potranno trovare un suo sintetico Curriculum Vitae, correlato da una specifica ed accurata prosa, svolta dal già Magnifico Rettore Carlo Cipolli; il quale, oltre che evidenziare, ricordando, i meriti del collega oramai scomparso, aggiunge alsuo scritto un elemento che sarebbe imprescindibile a non trasformare lo stesso in una mera sequenza di parole: l'amicizia e l'affetto per un amico che, oramai, non c'è più. A fine lettura, evidente risuonerà il fatto che la vita di ognuno, se mossa dalla passione per ciò per cui si è predisposti cognitivamente e psicologicamente, può essere ricca di riconoscimenti, riconoscenze e soddisfazioni che, lungi dal divenire un cuscino di allori su cui adagiarsi, per una mente creativa come quella del Prof. Fusco hanno funto solo da motivazioni ad agire instancabilmente guardando sempre al futuro. Il lavoro di una vita che, materialmente, è sancito da un supporto poco più di cm 25x15: una targa. Una materialità evidente che, con grande commozione e riconoscenza, è stata affissa il 25 ottobre 2019 sull'aula fronte l'Aula Magna del Campus \"La Folcara\", a testimonianza che quello spirito creativo in continua evoluzione non si ferma; non si arresta neppure con la fine biologica di chi lo ha \"posseduto\". Rimangono le opere ed il pensiero del Prof. Fusco e restano gli affetti. A tal proposito, il lettore troverà una breve e sentita sezione su Testimonianze; coloro i quali hanno avuto modo, nell'arco della vita accademica ed umana, personale, di Fusco di conoscerlo. Ecco, allora, che i ricordi saranno i veri protagonisti di questa parentesi. Dopo di ciò, prima dei contributi prettamente scientifici dei lavori, tenutisi in occasione del Convegno Internazionale Psicologia, Arte, Letteratura. Antiche e Nuove Tendenze, seguiranno i saluti delle autorità che in quei due giorni si sono succedute a rappresentare non solo l'istituzione affiliata, ma anche la relazione di stima e di affetto che le legava al compianto Professore. Si passerà, infine, al volume tradizionalmente inteso."}, {"id": "pubmed23n0570_2505", "title": "[Intravitreal bevacizumab versus verteporfin and intravitreal triamcinolone acetonide in patients with neovascular age-related macula degeneration].", "score": 0.008695652173913044, "content": "The aim of this study was to compare intravitreal bevacizumab (IVB) and verteporfin therapy in combination with 4 mg intravitreal triamcinolone (PDT-IVTA) in patients with neovascular age-related macular degeneration (AMD). A total of 30 eyes of 30 patients with neovascular AMD were included in a prospective, randomized study. Ten eyes received PDT-IVTA with a standard light fluence of 50 J/cm(2) (SPDT-IVTA), ten were treated with PDT-IVTA with a reduced light fluence of 25 J/cm(2) (RPDT-IVTA) and ten received IVB. The main outcome was evaluated using early treatment diabetic retinopathy study (ETDRS) visual acuity, fluorescein angiography and optical coherence tomography (OCT) at baseline as well as at day 1, week 1, 1 month and 3 months after therapy. At the beginning of therapy, the distribution of the groups was balanced. After 3 months, the SPDT-IVTA group showed a non-significant vision loss of seven letters (p<0.3) while a vision loss of 0.5 letters (p<0.9) was found in the RPDT-IVTA group. At the same time, the IVB group had a vision improvement of 11.8 letters (p<0.001). This vision improvement was statistically significant compared to the results of both PDT-IVTA groups (p<0.005). Central retinal thickness (CRT) decreased up to month 3 in the SPDT-IVTA group by 132 microm, in the RPDT-IVTA group by 78 mum and in the IVB group by 138 microm, (p<0.05 in the three groups). No significant difference in the decrease of CRT was found between the treatment groups after 3 months. IVB shows significantly better results in vision improvement in the short-term compared to the two PDT-IVTA groups. Within 3 months, all groups showed a comparable decrease in CRT. Long-term follow-up is required to evaluate the safety and treatment efficacy of all treatment modalities."}, {"id": "pubmed23n1121_19919", "title": "[Community Medicine revival. Community Medicine (revised and corrected)].", "score": 0.008620689655172414, "content": "A &quot;la Scienza e l'Arte di prevenire le malattie, di prolungare la vita e di promuovere la salute attraverso gli sforzi organizzati della società&quot; sono stati attribuiti molti nomi, variamente associati tra loro: Sanità pubblica, termine onnicomprensivo della multidisciplinarietà della materia, ma anche Igiene, Medicina preventiva, Medicina sociale, Medicina di comunità a seconda del prevalente campo di attività messo in atto. L'inserimento della dimensione comunitaria nella teoria e nella pratica della Medicina richiede però la definizione di comunità, il coinvolgimento nell'azione di tutela della salute (promozione, conservazione e recupero), la localizzazione territoriale (dove la gente vive e lavora), la disponibilità di risorse finalizzate e così via. Una esigenza quanto mai necessaria specialmente ora che l'ormai &quot;mitico&quot; Recovery Plan - ovvero Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) - cita ripetutamente la&quot;Comunità&quot; facendone un elemento di rilievo dell'azione progettuale. Uno degli interventi previsti è infatti la realizzazione entro il 2026 di 1.288 Case della Comunità. Queste sono ideate come strutture sanitarie, promotrici di un modello di intervento multidisciplinare, nonché luoghi privilegiati per la progettazione di interventi di carattere sociale e di integrazione sociosanitaria esprimendo una nuova modalità di presa in carico delle persone e delle comunità per prevenire le malattie, prolungare la vita e promuovere la salute. Ne consegue che la sede della Casa della Comunità deve essere visibile e facilmente accessibile per la comunità di riferimento (struttura di prossimità) perché è il luogo dove il cittadino può trovare una risposta adeguata alle più diverse esigenze sanitarie o sociosanitarie. La soluzione organizzativa raccomandata (in informatica &quot;hub & spoke&quot;) prevede un elemento centrale di una rete per le cure primarie e per i supporti sociali e assistenziali, proponendosi come luogo di offerta, ma contestualmente come luogo di relazione e di attenzione a tutte le dimensioni di vita della persona e della comunità."}]}}}} {"correct_option": 3, "explanations": {"1": {"exist": true, "char_ranges": [[110, 203]], "word_ranges": [[18, 34]], "text": "passaggi. Siamo tutti d'accordo che il paziente sembra avere la sindrome di Cushing (escludiamo la 1)."}, "2": {"exist": true, "char_ranges": [[1298, 1393]], "word_ranges": [[194, 214]], "text": "la risposta 2 è falsa (la TC addominale non è un esame che serve a escludere la s. di Cushing);"}, "3": {"exist": true, "char_ranges": [[1394, 1520]], "word_ranges": [[214, 234]], "text": "un esame di diagnostica per immagini deve essere eseguito solo dopo che è stata fatta una chiara diagnosi di ipercortisolismo."}, "4": {"exist": true, "char_ranges": [[361, 679]], "word_ranges": [[57, 101]], "text": "Se l'ipercortisolismo è confermato, occorre ricercarne l'origine; la misurazione dell'ACTH indica l'origine: soppressa nell'ipercortisolismo di origine surrenalica o da uso prolungato di corticosteroidi ed elevata o normale se l'origine è ipofisaria o dovuta a secrezione ectopica di ACTH (pertanto, 4 e 5 sono falsi)."}, "5": {"exist": true, "char_ranges": [[361, 679]], "word_ranges": [[57, 101]], "text": "Se l'ipercortisolismo è confermato, occorre ricercarne l'origine; la misurazione dell'ACTH indica l'origine: soppressa nell'ipercortisolismo di origine surrenalica o da uso prolungato di corticosteroidi ed elevata o normale se l'origine è ipofisaria o dovuta a secrezione ectopica di ACTH (pertanto, 4 e 5 sono falsi)."}}, "full_answer": "Una domanda un po' contorta sulla diagnosi della sindrome di Cushing, ma facile se si hanno chiari i passaggi. Siamo tutti d'accordo che il paziente sembra avere la sindrome di Cushing (escludiamo la 1). Per la diagnosi è necessario misurare il cortisolo libero urinario, fare un test di soppressione con desametasone o misurare il cortisolo salivare notturno. Se l'ipercortisolismo è confermato, occorre ricercarne l'origine; la misurazione dell'ACTH indica l'origine: soppressa nell'ipercortisolismo di origine surrenalica o da uso prolungato di corticosteroidi ed elevata o normale se l'origine è ipofisaria o dovuta a secrezione ectopica di ACTH (pertanto, 4 e 5 sono falsi). Se l'ACTH è basso, è necessario eseguire una TC dell'addome per individuare l'origine. Se l'ACTH è normale o alto, è necessario eseguire una risonanza magnetica ipofisaria (gli adenomi ipofisari responsabili della sindrome di Cushing sono molto piccoli e la TC ipofisaria è meno sensibile della RM). È molto importante eseguire l'ordine giusto per arrivare a una diagnosi corretta: 1°: confermare l'ipercortisolismo o la s. di Cushing, 2°: misurare l'adenoma ipofisario responsabile della s. di Cushing. Cushing, 2°: misurare l'ACTH per orientare l'eziologia. 3°: test di imaging in base ai livelli di ACTH. Pertanto, la risposta 2 è falsa (la TC addominale non è un esame che serve a escludere la s. di Cushing); un esame di diagnostica per immagini deve essere eseguito solo dopo che è stata fatta una chiara diagnosi di ipercortisolismo. Pertanto, la risposta vera è la 3.", "full_answer_no_ref": "Una domanda un po' contorta sulla diagnosi della sindrome di Cushing, ma facile se si hanno chiari i passaggi. Siamo tutti d'accordo che il paziente sembra avere la sindrome di Cushing ([HIDDEN]). Per la diagnosi è necessario misurare il cortisolo libero urinario, fare un test di soppressione con desametasone o misurare il cortisolo salivare notturno. Se l'ipercortisolismo è confermato, occorre ricercarne l'origine; la misurazione dell'ACTH indica l'origine: soppressa nell'ipercortisolismo di origine surrenalica o da uso prolungato di corticosteroidi ed elevata o normale se l'origine è ipofisaria o dovuta a secrezione ectopica di ACTH ([HIDDEN]). Se l'ACTH è basso, è necessario eseguire una TC dell'addome per individuare l'origine. Se l'ACTH è normale o alto, è necessario eseguire una risonanza magnetica ipofisaria (gli adenomi ipofisari responsabili della sindrome di Cushing sono molto piccoli e la TC ipofisaria è meno sensibile della RM). È molto importante eseguire l'ordine giusto per arrivare a una diagnosi corretta: 1°: confermare l'ipercortisolismo o la s. di Cushing, 2°: misurare l'adenoma ipofisario responsabile della s. di Cushing. Cushing, 2°: misurare l'ACTH per orientare l'eziologia. 3°: test di imaging in base ai livelli di ACTH. [HIDDEN]; un esame di diagnostica per immagini deve essere eseguito solo dopo che è stata fatta una chiara diagnosi di ipercortisolismo. [HIDDEN].", "full_question": "Una paziente di 56 anni si è presentata per un dolore alla colonna vertebrale dorso-lombare e una progressiva difficoltà a svolgere le normali attività. Negli ultimi 5 anni era aumentata di peso, presentava facilmente ecchimosi ed era stata rilevata ipertensione arteriosa. Esame fisico: obesità prevalentemente centrale, facies arrotondata, aumento del grasso sovraclaveare, diminuzione della forza muscolare prossimale e alcune strie rossastre sull'addome. La glicemia è di 136 mg/dL e lo studio radiologico ha evidenziato osteoporosi e schiacciamento vertebrale. Quale pensate sia l'interpretazione e l'atteggiamento più coerente?", "id": 186, "lang": "it", "options": {"1": "Osteoporosi post-menopausale, diabete mellito di tipo 2 e ipertensione essenziale, con diminuzione della forza dovuta alla polineuropatia diabetica.", "2": "La malattia di Cushing deve essere esclusa con il test di soppressione del desametasone e la TC cranica.", "3": "Suggerire la malattia di Cushing. Determinare il cortisolo libero urinario e l'ACTH basale, che serve a guidare l'eziologia e a selezionare la tecnica di imaging più appropriata.", "4": "Sembra una malattia di Cushing. Se l'ACTH basale è elevato, può essere dovuto all'uso di corticosteroidi o a un tumore surrenalico; è necessario eseguire una risonanza magnetica.", "5": "Probabilmente è affetto da Cushing. Se l'ACTH basale è basso, è probabile che abbia un microadenoma ipofisario e che debba essere eseguita una TAC cranica."}, "question_id_specific": 67, "type": "ENDOCRINOLOGIA", "year": 2013, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.009900990099009901, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n1007_20630", "title": "[Effect of desmopressin on the production of corticosteroids in patients with different forms of hypercorticism].", "score": 0.009900990099009901, "content": "То investigate the direct effect of desmopressin (DP), a vasopressin agonist, on the adrenal cortex, the authors studied a response of the pituitary and all three adrenal cortical areas in patients with different forms ofhypercorticism (active stage): ACTH-dependent Itsenko-Cushing syndrome, ectopic ACTH-dependent syndrome, corticosteroma. The levels of ACTH, cortisol, dehydroepiandros-terone sulfate, and aldosterone were used to assess a response to DP 15, 30, 60, 90, and 120 minutes after administration. There were several types of a response of corticosteroids to DP: 1) an increase in the level of ACTH and, subsequently, in the concentration of either all test steroids, one of the steroids, or two steroids in different combinations; 2) an elevation of the concentration of steroids in different combinations irrespective the response of ACTH to DP. Thus, there are patients with hypercorticism whose adrenals respond to DP by the higher synthesis and secretion of glucocorticoids (cortisol), mineralcorticoids (aldosterone), and adrenal androgens (dehydroepiandrosterone sulfate). The findings suggest that there are \"ectopic\" receptors to vasopressin in the adrenal cortex of patients."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.00980392156862745, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0492_18814", "title": "[Inappropriate secretion of antidiuretic hormone and diabetes insipidus after surgery for pituitary adenoma].", "score": 0.00980392156862745, "content": "The purpose of our study was to evaluate the incidence and risk factors of SIADH (syndrome of inappropriate antidiuretic hormone) and diabetes insipidus after pituitary adenoma surgery in patients and report follow-up data collected in our department of endocrinology. This retrospective study included 78 patients seen in the last 5 years. Possible risk factors of SIADH and diabetes insipidus were studies: patient age and gender, type of secretion, tumor volume, surgical approach, presence of postoperative pituitary failure. The incidence of SIADH and diabetes insipidus were similar: 12.8%. We did not find any risk factor for SIADH associated with postoperative anterior pituitary failure. This study illustrates the importance of postoperative follow-up after pituitary adenoma surgery."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.009708737864077669, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n0270_5581", "title": "[Basal cortisol and ACTH in the immediate postoperative period in ACTH-producing hypophyseal adenomas].", "score": 0.009708737864077669, "content": "Evaluate the usefulness of basal cortisol and ACTH during the immediate postoperative period following hypophyseal surgery, as early indicators of remission in patients with Cushing's disease. Nine patients with Cushing's disease and on whom selective transphenoidal adenomectomy was performed were included in the study. Basal cortisol and ACTH levels were compared the first week after surgery, with definitive results being obtained after a month's time during which basal cortisol levels below 165 nmol/l indicated patients cured of Cushing's disease. Cortisol levels determined post-op, in five patients in remission, were found to be lower than those in patients who were not cured (63 +/- 55.8 versus 606 +/- 267 nmol/l, p < 0.01). However, ACTH levels were not lower. All the patients in remission had initial cortisol levels lower than 182 nmol/l, whereas the uncured patients had levels higher than 404 nmol/l. There was a correlation between cortisol measured in the first week and the definitive value (r = 0.81, p < 0.01). Cortisol in the immediate postoperative period following hypophyseal surgery is a good indicator of definitive adrenocorticotropic function and permits the identification of those patients in remission."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.009615384615384616, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0590_13669", "title": "[Subclinical Cushing's syndrome in populations at risk].", "score": 0.009615384615384616, "content": "Based on autopsy studies, adrenal masses are among the most common tumors in humans. Endogenous Cushing's syndrome (CS) is unusual and adrenal adenomas account for 10% of all cases of CS. Patients with subclinical CS (SCS) present abnormal cortisol dynamics without obvious manifestations. The prevalence of hypercortisolism in clinically inapparent adrenal masses has been reported as 9%. Data from several small series of patients indicate that fewer than 20% develop hormone overproduction when followed for up to 10 years. Follow-up of patients with subclinical CS suggests that rarely masses increase in size or progress to overt CS. Adrenal incidentalomas and subclinical CS are related to metabolic disorders, in special to type-2 diabetes. The scarce available data suggest that treatment of hypercortisolism correct the metabolic abnormalities and blood pressure. Some studies evaluating the prevalence of subclinical CS in overweight type-2 diabetes patients suggest that it is considerably higher in populations at risk than in the general population."}, {"id": "pubmed23n1130_1118", "title": "[The &quot;redisorganisation&quot; of the Italian Healthcare Service].", "score": 0.009523809523809525, "content": "Non vi è alcun dubbio che, sotto la spinta degli effetti sanitari della pandemia da COVID19 e della approvazione (il 13/7/2021) del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), si è in presenza ancora una volta di un tentativo di riorganizzazione del Servizio sanitario nazionale. Alcuni significativi elementi di questa volontà politica sono stati già indicati negli Editoriali di questa Rivista pubblicati negli ultimi due anni - dalla dichiarazione dello stato di emergenza nazionale per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19 (D.L. 25/3/2020, n. 19) a tutt'oggi. Gli esperti diScienze politiche applicate alla sanità hanno fatto rilevare che le proposte di riorganizzazione - soprattutto tendenti a rafforzare la sanità territoriale (cure primarie e servizi territoriali)2 - risalgono addirittura alla legge istitutiva del Servizio sanitario nazionale e sono state \"rinnovellate\"da numerosi successivi atti legislativi mai completamente realizzati. La motivazione è facile da comprendere perché da tempo è fin troppo noto che non è possibile modificare un sistema, come quello sanitario (ma non solo questo), unicamente attraverso cambiamenti strutturali3. Una riforma per avere successo deve innescare un'interazione virtuosa tra il dispositivo normativo e il sistema sociale di realizzazione, composto dagli esecutori e dai beneficiari della riforma. L'antica metafora botanica della semina può rendere l'idea: anche la migliore semenza non può attecchire su un terreno arido o poco soleggiato e se le radici non trovano nel suolo il necessario alla crescita della pianta."}, {"id": "pubmed23n0366_10460", "title": "[Detection of preclinical Cushing's syndrome in overweight type 2 diabetic patients].", "score": 0.009523809523809525, "content": "Preclinical Cushing's syndrome (PCS) is a condition in which cortisol excess is not associated to clinical features of Cushing's syndrome. The aim of this study was to detect PCS in 48 ambulatory overweight type 2 diabetic patients (DM). Controls were 40 normoglycemic obese (Ob) and 36 normo-weight healthy subjects (N). In DM (47/48) total urinary cortisol (UF) levels were similar to those found in Ob and N. Evening urinary cortisol (Spot F) was significantly higher than either Ob (p: 0.0001) or N (p: 0.03), although values did not overcome the upper normal limit (44 ng/mg creatinine). False positive results to the overnight 1 mg dexamethasone suppression test were found in 31% and 22% of DM and Ob, respectively. In a DM female an elevated UF and Spot F associated to absence of cortisol inhibition to the overnight 1 mg dexamethasone suppression test was repeatedly detected. Diagnosis of PCS was performed. Remission of hypercorticism and glycemic control were achieved after pituitary surgery. It would be useful to screen DM patients with poor glycemic control for PCS."}, {"id": "pubmed23n1059_7363", "title": "Contributi scientifici in memoria di Antonio Fusco.", "score": 0.009433962264150943, "content": "Come si leggerà nell'Introduzione della sezione propriamente scientifica del Volume, il presente testo nasce dalla volontà e, soprattutto, dall'esigenza culturale di omaggiare il fu Prof. Antonio Fusco. Un debito scientifico ed umano che trova il suo locus naturale in questa prima parte del testo stesso, cui farà poi seguito la parte propriamente scientifica. In siffatta parentesi dovuta per le ragioni appena menzionate, il lettore, l'amico o l'allievo dell'opera del Prof. Fusco potranno trovare un suo sintetico Curriculum Vitae, correlato da una specifica ed accurata prosa, svolta dal già Magnifico Rettore Carlo Cipolli; il quale, oltre che evidenziare, ricordando, i meriti del collega oramai scomparso, aggiunge alsuo scritto un elemento che sarebbe imprescindibile a non trasformare lo stesso in una mera sequenza di parole: l'amicizia e l'affetto per un amico che, oramai, non c'è più. A fine lettura, evidente risuonerà il fatto che la vita di ognuno, se mossa dalla passione per ciò per cui si è predisposti cognitivamente e psicologicamente, può essere ricca di riconoscimenti, riconoscenze e soddisfazioni che, lungi dal divenire un cuscino di allori su cui adagiarsi, per una mente creativa come quella del Prof. Fusco hanno funto solo da motivazioni ad agire instancabilmente guardando sempre al futuro. Il lavoro di una vita che, materialmente, è sancito da un supporto poco più di cm 25x15: una targa. Una materialità evidente che, con grande commozione e riconoscenza, è stata affissa il 25 ottobre 2019 sull'aula fronte l'Aula Magna del Campus \"La Folcara\", a testimonianza che quello spirito creativo in continua evoluzione non si ferma; non si arresta neppure con la fine biologica di chi lo ha \"posseduto\". Rimangono le opere ed il pensiero del Prof. Fusco e restano gli affetti. A tal proposito, il lettore troverà una breve e sentita sezione su Testimonianze; coloro i quali hanno avuto modo, nell'arco della vita accademica ed umana, personale, di Fusco di conoscerlo. Ecco, allora, che i ricordi saranno i veri protagonisti di questa parentesi. Dopo di ciò, prima dei contributi prettamente scientifici dei lavori, tenutisi in occasione del Convegno Internazionale Psicologia, Arte, Letteratura. Antiche e Nuove Tendenze, seguiranno i saluti delle autorità che in quei due giorni si sono succedute a rappresentare non solo l'istituzione affiliata, ma anche la relazione di stima e di affetto che le legava al compianto Professore. Si passerà, infine, al volume tradizionalmente inteso."}, {"id": "pubmed23n0243_9325", "title": "[Surgical treatment in Cushing's disease (authors' translation)].", "score": 0.009433962264150943, "content": "We are presenting a series of 23 patients with Cushing disease selected from a larger study in which the ectopic production of ACTH (paraneoplastic or tumoral), adrenal adenoma or carcinoma were discarded. Sixteen were female and seven male. Diagnosis was fundamentally realized by clinical manifestations derived from hypercortisolism (obesity, muscular atrophy, diabetes, osteoporosis or polyglubulia). The polytomography demonstrated a deformed sella in 19 patients. Endocrine exams showed an alteration in rhythm of Cortisol and elevated levels of urinary metabolites. Others exams, Liddle Test, Metopirona Test, or stimulation of exogenic ACTH did not always permit diagnosis of pituitary adenoma. Plasmatic dosage of ACTH is the best test although results did not always agree with clinical manifestations. In each case we performed clinical treatment in preparation for surgery and later selective removal of adenoma or total pituitary ablation by transphenoidal approach. Of 21 patients, we found an adenoma during surgery in 15; the other 6 on whom we performed a total hypophysectomy, the pathological study showed an adenoma in 5 and a hyperemic gland with thick capillaries in 1. Another type of treatment was used on 2 due to their age. Nine patients were given post-operative radiotherapy. We conclude that microsurgery by transphenoidal approach offers the best possibilities for patients with Cushing disease."}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.009345794392523364, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n0256_21539", "title": "[Diabetes insipidus caused by metastasis to the hypothalamo-hypophyseal axis. Apropos of 4 cases].", "score": 0.009345794392523364, "content": "This study concerns the cases of 4 patients with polyuria and polydipsia syndrome as part of a known evolutive neoplasia. MRI demonstrated an intra- and supersellar tumoral process developed from the pituitary stalk and the posterior pituitary lobe suggesting metastasis."}, {"id": "pubmed23n0749_21422", "title": "The clinician's role in the diagnosis of breast disease.", "score": 0.009259259259259259, "content": "Until 20 or 30 years ago, the diagnosis and treatment of breast disease was managed exclusively by the surgeon. This situation has changed to some extent as a result of recent technological advances, and clinicians' contributions to the diagnostic work-up and/or treatment of these cases can begin at any time. If they are the first physician to see the patient after the examination and formulation of a diagnostic hypothesis, they will almost always have to order a panel of imaging/instrumental examinations that is appropriate for the type of lesion suspected, the patient's age, and other factors; if they intervene at the end of the diagnostic work-up, it will be their job to arrive at a conclusion based on all of the data collected. The clinical examination includes various steps - history taking and inspection and palpation of the breasts - each of which is essential and requires the use of appropriate methods and techniques. The diagnostic capacity of the examination will depend largely on the consistency of the breasts, but it is influenced even more strongly by the doctor-patient relationship. Physicians must know their patient well, listen to and understand what she is saying, explain their own findings and verify that the explanations have been understood, and they must be convincing. Clinicians must also be able to assess the results of imaging studies (rather than relying solely on the radiologist's report), and this requires interaction with other specialists. The days are over when a clinician or radiologist or sonographer worked alone, certain that his/her examination method was sufficient in itself: today, teamwork is essential. But this also means that each member of the team must be extremely competent in his/her own sector and be aware of the other team members' limitations and expectations. The clinical examination remains central to the process since it is the basis for selecting appropriate treatment. SOMMARIO: Da quando si conosce la patologia mammaria la diagnosi e la terapia di tale patologia sono state a totale appannaggio del chirurgo, situazione che è proseguita fino a qualche decennio fa. Il recente progresso tecnologico ha modificato, in parte, questa situazione e il clinico può entrare nel percorso diagnostico o terapeutico in qualsiasi momento. Se è il primo coinvolto, dopo l'esame e dopo un'ipotesi diagnostica, dovrà, quasi sempre, orientarsi verso indagini strumentali in relazione al sospetto, all'età della paziente ecc., se è l'ultimo anello deve arrivare a una conclusione mettendo insieme tutte le informazioni. L'esame clinico è composto di varie fasi: anamnesi, ispezione, palpazione, ognuna essenziale. Ogni singola fase va affrontata con metodo e tecnica appropriata. La capacità diagnostica dell'esame clinico è influenzata dalla costituzione della mammella, ma ancor di più è condizionata da uno stretto rapporto tra paziente e medico che deve conoscere molto la paziente che gli sta davanti e che non solo deve \"visitare\", ma capire, spiegare, accertarsi che si abbia capito, convincere. È inoltre indispensabile che il clinico sia in grado di esaminare le indagini strumentali e non limitarsi a leggere i referti, quindi interagire con gli altri specialisti. L'epoca del clinico o del radiologo o dell'ecografista che lavora da solo credendo che il proprio esame sia sufficiente o sganciato da altri contesti è finita da tempo, tutti hanno bisogno di tutti. È però vero che ciascuno deve essere estremamente competente nel suo settore e deve conoscere i limiti e le aspettative di chi collabora in altre specialità, come rimane valida la regola che la clinica resta comunque il momento centrale, non fosse altro perché poi deve affrontare la terapia."}, {"id": "pubmed23n0798_2797", "title": "[Screening for Cushing's syndrome in obese patients; is it really necessary?].", "score": 0.009259259259259259, "content": "to be more frequent among patients with metabolic syndrome. Previous studies have suggested to perform a routine screening for CS in obese patients; however, more recent reports only recommend a case-finding approach in patients with uncontrolled diabetes and hypertension, despite appropriate treatment. Objective: The aim of this study was to evaluate the prevalence of unsuspected CS in morbidly obese patients in an outpatient’s clinic. Patients and methods: Retrospective case-note study. We reviewed the medical records of morbidly obese patients referred to our clinic prior to bariatric surgery between january 2001 and december 2011. All patients had a complete medical history including physical examination, and 399 underwent screening for CS as part of our pre-surgical protocol. As screening for autonomous cortisol secretion, we performed an overnight 1 mg Dexamethasone Suppression Test (DST). Serum cortisol < 1.8 μg/dl was the cut-off point for normal suppression. Results: 399 patients (308 female; mean age 41.9 ± 10.5 years; mean BMI 51.5 ± 8.4 kg/m2). In the retrospective analysis, prediabetes and diabetes mellitus were observed in 10.3% and 27.8% respectively. In 21 of 399 patients, screening was considered to be abnormal. Eight of these 21 patients had subsequent normal 24h Urinary Free Cortisol (UFC) levels (150 μg/24h). In 13 of 20 patients, we repeated an overnight 1mg DST, on suspicion of failing to take the dexamethasone correctly. Three patients failed to suppress their cortisol levels, two of them were on carbamazepine, which was considered to be a false positive result. The other patient with abnormal UFC levels was diagnosed with CS (0.26%), whose cause was a pituitary microadenoma. Conclusion: A low proportion of patients with morbid obesity were found to have CS. Our findings suggest that morbidly obese patients should not be routinely screened for CS."}, {"id": "wiki20220301en162_39110", "title": "Tarantino dialect", "score": 0.009228565582156742, "content": "Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant' è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch'i' vi trovai, dirò de l'altre cose ch'i' v'ho scorte. Io non so ben ridir com' i' v'intrai, tant' era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch'i' fui al piè d'un colle giunto, là dove terminava quella valle che m'avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de' raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle... 'U 'càndeche de le crijatúre de San Frangísche (Enrico Vetrò) Altísseme, 'Neputènde, Signóre bbuéne, Túje so' le làude, 'a glorie e ll’anóre e ogne bbenedizzióne. A Tté súle, Altísseme, Te tòcchene, e nnisciún’óme éte dègne de Te menduváre."}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.009174311926605505, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "pubmed23n0910_16018", "title": "[Diabetes mellitus secondary to an endocrine pathology : when to think about it ?]", "score": 0.009174311926605505, "content": "An endocrine disease can be associated with glucose intolerance or diabetes mellitus, and the latter can falsely be considered as type 2 diabetes. Glycemic imbalance can be a direct or indirect consequence of excessive hormone production. Endocrine diseases such as acromegaly, Cushing's syndrome and pheochromocytoma can increase glucose production and cause insulin resistance. Hyperthyroidism, hyperaldosteronism, glucagonoma and somatostatinoma lead to hyperglycemia by other physiopathological mechanisms detailed in this article. When a clinical picture suggests an endocrine disease, several analyses need to be done in order to avoid treatment escalation of diabetes."}, {"id": "pubmed23n1137_1438", "title": "[\"Nessuno vuole vedermi\": è una battaglia persa contro una malattia tropicale trascurata?]", "score": 0.00909090909090909, "content": "Riassunto. Le malattie tropicali trascurate (NTD) sono una serie di malattie che prosperano nelle comunità povere di risorse, in particolare nei climi tropicali. I fattori sociali, ambientali ed economici contribuiscono alla loro persistenza. La filariosi linfatica (LF), classificata come NTD in tutto il mondo, è una malattia parassitaria causata da vermi microscopici noti come microfilarie. I vermi adulti dimorano solo nel sistema linfatico degli esseri umani. Le zanzare trasferiscono la LF da persona a persona. Gonfiore di braccia, gambe e seno (linfedema) o dello scroto (idrocele) sono alcuni dei sintomi più gravi e dolorosi. La LF ha una grave influenza sia sulla salute mentale e sociale sia su quella fisica, e porta le persone a convivere con una deformazione, una debilitazione e uno stigma legati alla condizione di malattia. Di seguito descriviamo un caso clinico di un uomo con LF, alienato e umiliato dalla sua malattia. L'OMS ha avviato un'iniziativa globale per debellare la LF. Oltre alla somministrazione di trattamenti regolari, è stata posta uguale enfasi sull'apprendimento di come lavare e alzare gli arti colpiti, per aiutare a ridurre la gravità clinica e la progressione del disturbo."}, {"id": "pubmed23n0634_13742", "title": "[Prevalence, etiology and clinical findings of Cushing's syndrome].", "score": 0.00909090909090909, "content": "Endogenous Cushing's syndrome is a very rare entity, with an incidence of 2-4 cases per million inhabitants per year. Cases caused by ectopic ACTH secretion are under-diagnosed. Cushing's disease is the most frequent cause of endogenous Cushing's syndrome, which is 5 or 6 times more frequent than adrenal Cushing's syndrome, with an incidence of between 1.2 and 2.4 cases per million inhabitants per year. Cushing's disease is 3-8 times higher in women than in men. The frequency of adrenal tumors is 3 times higher in women, while that of Cushing's syndrome due to adrenal tumors is 3-5 times higher. Age at diagnosis of Cushing's syndrome varies according to the etiology. Most cases of Cushing's disease are due to a pituitary adenoma, although the tumor may not be visible on the available imaging techniques. ACTH-independent Cushing's syndrome is found in 20% of cases and is most frequently due to adenomas (10%) or adrenal carcinomas (8). Bilateral micronodular hyperplasia and macronodular hyperplasia are infrequent entities, representing less than 10% of all cases of ACTH-independent Cushing's syndrome. Both familial and sporadic forms exist: the familial form, or Carney complex, and ACTH-independent bilateral macronodular hyperplasia, in which the size of the adrenal glands is considerably enlarged. The signs and symptoms of Cushing's syndrome are a direct result of long-term exposure to excessive glucocorticoids. Most signs and symptoms are highly prevalent in the general population (hypertension, central obesity, diabetes mellitus or carbohydrate intolerance, osteoporosis, and characteristic phenotypical alterations)."}, {"id": "pubmed23n0999_17562", "title": "Emozioni, comportamenti e relazioni: uno studio caso-controllo sul self-cutting in adolescenza.", "score": 0.009009009009009009, "content": "Scopo. Lo scopo del presente studio caso-controllo è di approfondire i correlati psicopatologici e alcuni tratti psicologici come alessitimia e impulsività inerenti al self-cutting. È stato anche approfondito il tema dell'ideazione suicidaria nei soggetti con tale forma di autolesionismo. Metodi. Lo studio caso-controllo ha coinvolto 55 pazienti con self-cutting non suicidario, di età compresa tra i 12 e i 18 anni, e un gruppo di controllo composto da 277 adolescenti di età compresa tra i 13 e i 19 anni. La batteria testale utilizzata è stata composta da YSR 11-18 anni, CBCL 6-18 anni, SCL-90-R, TAS-20, CDI e BIS-11. Risultati. Dalle analisi effettuate sono emerse differenze statisticamente significative tra casi e controlli in relazione alla maggioranza delle scale psicopatologiche considerate. È risultata una differenza significativa tra i due gruppi anche in merito all'ideazione suicidaria. Infine, tra i self-cutter si sono evidenziate differenze significative di alcune variabili psico-relazionali (alessitimia e competenze sociale) in relazione alla frequenza di attuazione dell'atto autolesivo. Conclusioni. Il self-cutting correla con un'ampia varietà di quadri psichiatrici, senza presentare legami specifici con una particolare categoria psicopatologica. Gli elementi di alessitimia, impulsività e difficoltà relazionali degli adolescenti self-cutter dicono di come la programmazione di interventi di prevenzione primaria e secondaria dovrebbero mirare alla psico-educazione all'affettività, all'autocontrollo e ai social skill. Nello specifico, i nostri dati suggeriscono che la focalizzazione dell'intervento, in termini di lavoro sull'emotività piuttosto che sulla socializzazione, dovrebbe tener conto della frequenza degli agiti. Nella gestione clinica di questi pazienti non va esclusa a priori la possibilità di passaggio all'atto suicidario, con relative attenzioni anamnestico-cliniche da avere sia al momento della valutazione diagnostica sia lungo il follow-up della presa in carico."}, {"id": "pubmed23n1007_20538", "title": "[Hypothalamo-pituitary-adrenal axis disorders in diabetes].", "score": 0.009009009009009009, "content": "Today we know a lot about violations of the hypothalamic-pituitary-adrenal system in diabetes mellitus. The purpose of the review is an attempt to present the results of some studies and summarize many years of research experience in this direction."}, {"id": "pubmed23n0999_17549", "title": "[Bevacizumab e altri farmaci. Attività e sicurezza degli agenti anti-VEGF nel carcinoma ovarico.]", "score": 0.008928571428571428, "content": "Riassunto. L'angiogenesi svolge un ruolo importante sia nei tessuti epiteliali normali sia in quelli maligni. Negli ultimi anni questo fenomeno è stato ampiamente studiato in oncologia sperimentale e clinica perché ci sono evidenze che sia coinvolto nella diffusione e nella diffusione metastatica del carcinoma ovarico. Il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (vascular endothelial growth factor - VEGF) è l'attore principale nel meccanismo di angiogenesi e svolge un ruolo strategico nella proliferazione e migrazione delle cellule neoplastiche, con un impatto significativo sulla sopravvivenza e sull'outcome clinico. Secondo quanto emerge da molti studi sperimentali e clinici, le nostre conoscenze sulla biologia dell'angiogenesi e del VEGF sono aumentate portando allo sviluppo farmacologico di specifici agenti in grado di targeting VEGF. Questo nuovo campo di indagine offre agli scienziati l'opportunità di testare nuove possibilità terapeutiche nei pazienti con carcinoma ovarico con nuovi agenti mirati. Il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF umanizzato, è stato il primo farmaco anti-VEGF scoperto ed è usato oggi per il trattamento di diversi tumori solidi. Negli ultimi anni questo agente è stato ampiamente testato nei pazienti con carcinoma ovarico, mostrando un'attività clinica interessante e un profilo di tossicità tollerabile sia nelle pazienti giovani sia in quelle anziane. Il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel e successivamente utilizzato come agente singolo, è indicato per il trattamento del carcinoma epiteliale dell'ovaio di stadio III o IV, tuba di Falloppio o carcinoma peritoneale primario dopo iniziale resezione chirurgica. Il bevacizumab è anche usato per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico epiteliale ricorrente e resistente al platino, delle tube di Falloppio o dal tumore peritoneale primario che hanno ricevuto non più di 2 regimi precedenti di chemioterapia. Inoltre, il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel o con carboplatino e gemcitabina (e usato come agente singolo), è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma epiteliale dell'ovario sensibile al platino, tuba di Falloppio o tumore peritoneale primario. Le linee guida più accreditate suggeriscono quando bevacizumab deve essere usato nel trattamento del carcinoma ovarico avanzato e ricorrente. Altri agenti anti-VEGF, come gli inibitori della tirosin-chinasi del recettore VEGF (VEGFR), sono stati ampiamente testati nel carcinoma ovarico e molti altri sono in corso di studi al fine di testare la loro attività e sicurezza rispetto a bevacizumab. Gli agenti anti-VEGF e gli inibitori di PARP svolgono oggi un ruolo strategico nel trattamento del cancro ovarico con agenti mirati in associazione con la chemioterapia e la chirurgia in un'ottica multidisciplinare e personalizzata."}, {"id": "pubmed23n0071_21952", "title": "[Cushing's syndrome: the diagnostic and treatment problems in 27 cases].", "score": 0.008928571428571428, "content": "Problems of diagnosis and treatment were analyzed in 27 patients with Cushing syndrome (25 confirmed by anatomic findings) followed for a mean of 50 months. The etiology was Cushing disease in 14 (52%), suprarenal tumor in 9 (33%) and ectopic secretion of ACTH in 4 (15%). Determination of plasma cortisol levels at 4 PM or 11 PM was a highly sensitive test for the presence of this syndrome (100%). High resolution computed tomography was considerably more effective than conventional X ray studies of the sella in patients with Cushing disease (42 vs 20%). Treatment has been totally effective in all patients with benign suprarenal lesions. Cure was obtained in 64% of patients with pituitary lesions and 0% of patients with Cushing syndrome associated to malignancy."}, {"id": "pubmed23n0923_20493", "title": "Management della retinopatia diabetica e dell'edema maculare diabetico: linee guida \"Euretina 2017\".", "score": 0.008849557522123894, "content": "Si prevede che la malattia diabetica con tutte le sue complicanze avrà un forte aumento di incidenza con un grosso impatto socioeconomico nei prossimi decenni in tutto il mondo. Pertanto ben si comprende l'importanza di individuare attraverso una fine diagnostica quanto più precocemente la comparsa dei sintomi diabetici, migliorare lo stile di vita ed impostare cure efficienti. Riportiamo la serie di raccomandazioni EURETINA 2017, dei maggiori esperti in Europa per la gestione della malattia diabetica e delle complicanze della retina. Per combattere questa \"pestilenza\" occorre un team medico preparato. Il trattamento laser è stato considerato sino a non molto tempo fa il Gold standard della retinopatia diabetica e dell'edema diabetico (RD e EMD). Recenti studi hanno dimostrato, invece, che si possono raggiungere risultati migliori mediante l'iniezione diretta di farmaci nella cavità vitreale. In particolare è emerso terapia di prima linea, molecole in grado di inibire il fattore di crescita endoteliale vascolare (anti VEGF) mentre non è più raccomandata la fotocoagulazione laser per il trattamento del DME. Nell'ambito delle molecole farmacologiche gli steroidi hanno mantenuto un ruolo nella gestione del DME cronicamente persistente."}, {"id": "pubmed23n0910_12688", "title": "[Carbohydrate metabolism in patients with acromegaly and Itsenko-Cushing disease].", "score": 0.008849557522123894, "content": "The relevance of investigating carbohydrate metabolism (CM) in patients with acromegaly and Itsenko-Cushing disease is attributable to frequent glucose metabolic disturbances, on the one hand, and to difficulties in choosing sugar-lowering therapy in these categories of patients, on the other. The efficiency of hyperglycemia treatment in these patients may be reduced due to problems in achieving remission/cure of the underlying disease and to specific therapy favoring hyperglycemia. The top-priority tasks are to search for ways of reducing the frequency of CM abnormalities in patients with neuroendocrine diseases and to elaborate sugar-lowering therapy regimens. There is a growing interest in studies of the role of the incretin system in the pathogenesis of secondary hyperglycemias associated with neuroendocrine diseases. Nevertheless, few works have been published on this subject matter because of its novelty. There is a need for a further closer study of the specific features of incretin system function and the pharmacodynamics of incretin mimetics that are potential candidates as first-line drugs to treat secondary hyperglycemias. This paper attempts to summarize the available data obtained from studies into CM in neuroendocrine diseases."}, {"id": "pubmed23n0885_1882", "title": "[Health expenditure for prevention in Italy (2006-2013): descriptive analysis, regional trends and international comparisons].", "score": 0.008771929824561403, "content": "Il dato dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) del 2012, che indicava l'Italia come il Paese con la più bassa spesa in prevenzione sanitaria, ha dato lo spunto per una raccolta sistematica e un'analisi critica dei flussi disponibili sulla spesa per le attività di prevenzione in Italia. Le statistiche correnti di spesa sanitaria sono raccolte centralmente dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) attraverso i modelli di rilevazione dei costi dei livelli essenziali di assistenza (LEA) delle aziende USL. Le tre macroaree dei LEA sono: assistenza distrettuale, assistenza ospedaliera e assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro. Le spese per la prevenzione rientrano in quest'ultima e sono ripartite nelle seguenti voci: attività di prevenzione rivolte alle persone, igiene degli alimenti e della nutrizione, igiene e sanità pubblica, prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro, sanità pubblica veterinaria, attività medico-legale per finalità pubblica. Tra il 2006 e il 2013, ultimo dato disponibile, la spesa per le attività di prevenzione del Servizio sanitario nazionale (SSN) è rimasta costante in rapporto alla spesa sanitaria totale (4,2%), pari a 4,9 miliardi nel 2013. Nel periodo di studio considerato (2006-2013) appaiono in aumento le spese per le attività rivolte alle persone (+8,7%), attribuibili soprattutto a vaccinazioni e screening, e in diminuzione le attività di igiene pubblica (-5,7%) e quelle della sanità pubblica veterinaria (-3,8%). I confronti internazionali indicano una spesa per la prevenzione del 2,9% rispetto alla spesa sanitaria totale, costante negli anni e nella media dei Paesi OCSE. Per la prevenzione, l'Italia spende tanto quanto i Paesi che non possiedono un servizio sanitario pubblico; il dato risulta inferiore del 5% rispetto alla programmazione nazionale, con poche eccezioni e molta variabilità regionale all'interno delle componenti delle voci di spesa. In questo contesto si sottolinea l'importanza di investire maggiori risorse nella pianificazione e nell'implementazione di interventi preventivi di provata efficacia e costo-efficacia."}, {"id": "pubmed23n0322_19186", "title": "[Results of surgical treatment in Cushing syndrome].", "score": 0.008771929824561403, "content": "The authors report 10 cases of hypercortisolism studied at University's Surgical Clinic of Trieste (Italy). Comparing their results to the recent Literature, they observe the highly reliability of the instrumental and laboratory investigations to achieve an accurate preoperative diagnosis. The effectiveness of surgical therapy evinces not only from absence of surgical mortality and morbility, but also from optimal results of follow-up: all patients, in fact, heal completely in few weeks or months."}, {"id": "pubmed23n0932_1180", "title": "[La combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) nel trattamento del carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia: le notizie sulla mia morte sono state esagerate?]", "score": 0.008695652173913044, "content": "Riassunto. L'analisi è stata condotta al fine di valutare l'effetto sia sulla sopravvivenza globale (OS) sia sulla sopravvivenza libera da progressione di malattia (PFS) della chemioterapia di combinazione in prima linea per il carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia. La presente analisi è limitata agli studi randomizzati controllati (RCT) di fase III. Successivamente è stata applicata la European Society for Medical Oncology Magnitude of Clinical Benefit Scale (ESMO-MCBS) agli RCT di fase III analizzati per ricavare uno score relativo all'entità del beneficio clinico ottenuto per ciascun RCT. Sono state calcolate inoltre le differenze in termini di PFS tra i diversi bracci di trattamento rapportandole con i costi dei farmaci necessari per ottenere il beneficio di PFS. La nostra analisi ha valutato 11 RCT di fase III, per un totale di 4572 pazienti. Combinando i costi della terapia con la misura dell'efficacia espressa dalla PFS, è stato ottenuto un costo di 74,12 euro (€) per mese di vita guadagnato in termini di PFS con la combinazione di 5-fluorouracil, leucovorin, irinotecan e oxaliplatino (FOLFIRINOX), 90,14 € per la combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) e 4708,7 € per la combinazione di nab-paclitaxel e gemcitabina. Da questo punto di vista riteniamo che l'utilizzo delle \"vecche chemioterapie di combinazione\" (per es., GEMOX) non dovrebbe essere completamente abbandonato, ma valutato sul singolo paziente, sulla base di diversi fattori (età, ECOG PS, comorbilità, carico di malattia), al fine di ottenere una reale \"tailored therapy\"."}, {"id": "pubmed23n0045_1430", "title": "[A case of pituitary stalk tumor diagnosed with magnetic resonance (MRI)].", "score": 0.008695652173913044, "content": "Authors present a case of 28-year old female with anterior hypopituitarism and diabetes insipidus, with properly functioning anterior pituitary cells as showed by means of measuring pituitary hormones in response to neurohormones i.v. injections. Magnetic resonance imaging revealed neoplastic tissue in the pituitary stalk destroying supraopticohypophysial and paraventriculohypophysial tracts, as well as portal blood system, thus preventing release of vasopressin and these hypothalamic neurohormones from accessing anterior pituitary."}, {"id": "pubmed23n0885_1889", "title": "[Evaluation of mercury exposure in populations living near the industrial Augusta Bay (Sicily Region, Southern Italy)].", "score": 0.008620689655172414, "content": "OBIETTIVI: valutare e quantificare l'esposizione umana al mercurio (Hg) ed esplorare i fattori chiave che influenzano la contaminazione nelle popolazioni residenti in prossimità della Rada di Augusta, un'area a elevato rischio ambientale a causa degli effetti degli sversamenti incontrollati di Hg da parte di uno dei più grandi impianti cloro-soda d'Europa. DISEGNO: un campione di residenti nei comuni di Augusta, Priolo e Melilli (Sicilia orientale) è stato selezionato per lo studio di biomonitoraggio umano. Un questionario dettagliato è stato somministrato a ogni partecipante per raccogliere informazioni anagrafiche sulle abitudini di vita e alimentari. I livelli di Hg in sangue e capelli, usati come traccianti di esposizione a metilmercurio, sono stati messi in relazione al consumo di pesce locale. Il contenuto di Hg nelle urine è stato utilizzato per esplorare eventuali esposizioni atmosferiche a Hg inorganico. Una regressione lineare multivariata è stata applicata con l'obiettivo di esplorare i fattori che influenzano l'esposizione umana al Hg. L'approccio tossicocinetico è stato impiegato al fine di calcolare la dose settimanale provvisoria tollerabile ( provisional tolerable weekly intake, PTWI) e di predire le concentrazioni di Hg attese nel sangue degli individui con una dieta alimentare basata esclusivamente su pesce locale. 224 individui residenti nei comuni di Augusta, Melilli e Priolo. RISULTATI: eccessi di Hg sono stati misurati nel sangue e nei capelli del campione considerato. I più alti livelli sono stati rilevati ad Augusta, dove anche il consumo di pesce locale risulta maggiore. I valori di dose settimanale tollerabile provvisoria (PTWI) calcolati eccedono, nella maggior parte dei casi, le raccomandazioni internazionali, specialmente nei residenti ad Augusta. CONCLUSIONI: gli elevati livelli di Hg registrati nei campioni di sangue e capelli derivano, con ogni probabilità, dal consumo di pesce locale. Rispetto ad Augusta, gli individui di Priolo e Melilli subiscono un impatto più limitato. 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Per escluderne 1 sarebbe facile eliminarlo, il trattamento per il cancro del colon è chirurgico (con trattamento neoadiuvante per il cancro del retto). Se le biopsie confermano l'adenocarcinoma, non è necessario ripeterle, perché è necessario avere il campione completo. La maggior parte dei tumori del colon si sviluppa su adenomi, quindi possiamo eliminare questa patologia. Degli altri due, è importante sapere che il 5 è corretto, poiché quasi sempre presentano instabilità microsatellitare anche se non soddisfano i criteri di Amsterdam e hanno una prognosi migliore rispetto agli altri tumori del colon scarsamente differenziati.", "full_answer_no_ref": "Domanda complicata su un adenocarcinoma insolito. Per escluderne 1 sarebbe facile eliminarlo, il trattamento per il cancro del colon è chirurgico (con trattamento neoadiuvante per il cancro del retto). Se le biopsie confermano l'adenocarcinoma, non è necessario ripeterle, perché è necessario avere il campione completo. 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Le biopsie sono superficiali e mostrano un tumore scarsamente differenziato con abbondanti cellule infiammatorie nello stroma, diagnosticato come carcinoma di tipo midollare.", "id": 7, "lang": "it", "options": {"1": "La chemioterapia è il trattamento di scelta.", "2": "Poiché la biopsia è superficiale, deve essere ripetuta prima del trattamento.", "3": "La prognosi del tumore dipende principalmente dal suo alto grado di anaplasia.", "4": "È improbabile che questo tumore si sia sviluppato sopra un precedente adenoma.", "5": "Dovrebbero essere studiati l'instabilità dei microsatelliti e i geni di riparazione degli errori del DNA."}, "question_id_specific": 208, "type": "DIGESTIVO", "year": 2011, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "pubmed23n0999_17549", "title": "[Bevacizumab e altri farmaci. Attività e sicurezza degli agenti anti-VEGF nel carcinoma ovarico.]", "score": 0.009900990099009901, "content": "Riassunto. L'angiogenesi svolge un ruolo importante sia nei tessuti epiteliali normali sia in quelli maligni. Negli ultimi anni questo fenomeno è stato ampiamente studiato in oncologia sperimentale e clinica perché ci sono evidenze che sia coinvolto nella diffusione e nella diffusione metastatica del carcinoma ovarico. Il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (vascular endothelial growth factor - VEGF) è l'attore principale nel meccanismo di angiogenesi e svolge un ruolo strategico nella proliferazione e migrazione delle cellule neoplastiche, con un impatto significativo sulla sopravvivenza e sull'outcome clinico. Secondo quanto emerge da molti studi sperimentali e clinici, le nostre conoscenze sulla biologia dell'angiogenesi e del VEGF sono aumentate portando allo sviluppo farmacologico di specifici agenti in grado di targeting VEGF. Questo nuovo campo di indagine offre agli scienziati l'opportunità di testare nuove possibilità terapeutiche nei pazienti con carcinoma ovarico con nuovi agenti mirati. Il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF umanizzato, è stato il primo farmaco anti-VEGF scoperto ed è usato oggi per il trattamento di diversi tumori solidi. Negli ultimi anni questo agente è stato ampiamente testato nei pazienti con carcinoma ovarico, mostrando un'attività clinica interessante e un profilo di tossicità tollerabile sia nelle pazienti giovani sia in quelle anziane. Il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel e successivamente utilizzato come agente singolo, è indicato per il trattamento del carcinoma epiteliale dell'ovaio di stadio III o IV, tuba di Falloppio o carcinoma peritoneale primario dopo iniziale resezione chirurgica. Il bevacizumab è anche usato per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico epiteliale ricorrente e resistente al platino, delle tube di Falloppio o dal tumore peritoneale primario che hanno ricevuto non più di 2 regimi precedenti di chemioterapia. Inoltre, il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel o con carboplatino e gemcitabina (e usato come agente singolo), è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma epiteliale dell'ovario sensibile al platino, tuba di Falloppio o tumore peritoneale primario. Le linee guida più accreditate suggeriscono quando bevacizumab deve essere usato nel trattamento del carcinoma ovarico avanzato e ricorrente. Altri agenti anti-VEGF, come gli inibitori della tirosin-chinasi del recettore VEGF (VEGFR), sono stati ampiamente testati nel carcinoma ovarico e molti altri sono in corso di studi al fine di testare la loro attività e sicurezza rispetto a bevacizumab. Gli agenti anti-VEGF e gli inibitori di PARP svolgono oggi un ruolo strategico nel trattamento del cancro ovarico con agenti mirati in associazione con la chemioterapia e la chirurgia in un'ottica multidisciplinare e personalizzata."}, {"id": "pubmed23n0516_12328", "title": "[Association between microsatellite instability and clinico-pathological characteristics in sporadic colon cancer].", "score": 0.009900990099009901, "content": "Currently, colon cancer is a leading cause of cancer death world-wide. It progresses according to three molecular pathways, named suppressor, mutador and methylator. Microsatellite instability is a hallmark of the lack of reparation, of DNA mismatches and it characterizes a subset of colon tumors (unstable tumors, MSI). MSI-H patients (high degree of microsatellite instability) seem to share clinico-pathological differences with MSS (microsatellite stable) and MSI-L (low degree of microsatellite instability) patients. In this study, associations between high degree of microsatellite instability and pathological (location, mucinous content, differentiation grade, stages T3N0, stages II and III) and clinical features (response to chemotherapy, disease-free survival and overall survival) were evaluated. 117 patients with sporadic colon cancer were classified into two populations (MSS/MSI-L and MSI-H) by using PCR and electrophoresis of seven microsatellites, according to the National Cancer Institute recommendations. MSI-H tumors tended to be located in the right colon (p = 0.022) and were of mucinous histologic type (p = 0.04). No differences in disease-free survival and overall survival between group of stage II and III patients with MSS/ MSI-L and corresponding ones with MSI-H colon cancer were found (p = 0.54, p = 0.37, respectively). Conversely, MSI-H patients with stage II colon cancer had a favourable prognosis (p = 0.027). Nevertheless, response to 5-fluorouracil (5-FU) and leucovorin was similar in MSS/ MSI-L and MSI-H groups (p = 0.38). MSI-H patients are characterized by certain pathological features; those MSI-H patients with a stage II seem to have a better prognosis than MSS/ MSI-L patients."}, {"id": "pubmed23n0910_9460", "title": "[Il ruolo di niraparib nel trattamento del carcinoma ovarico: attualità e prospettive.]", "score": 0.00980392156862745, "content": "Riassunto. I PARP inibitori interferiscono con la riparazione del danno nella singola elica del DNA determinando una progressione del difetto nella doppia elica. In circa il 50% delle pazienti con carcinoma dell'ovaio sieroso di alto grado sono presenti difetti nei meccanismi di ricombinazione omologa, deputati alla riparazione del danno della doppia elica del DNA. L'incapacità di riparare il danno si traduce nella morte cellulare, un processo definito \"letalità sintetica\". Nella famiglia dei PARP inibitori il niraparib è stato il primo a essere approvato dalla FDA nel trattamento delle pazienti con carcinoma ovarico ricorrente indipendentemente dalla presenza o assenza di mutazioni BRCA. Questo risultato è stato raggiunto grazie ai dati emersi dal trial di fase III ENGOT-OV16/NOVA, favorevoli in termini di prolungamento della sopravvivenza libera da progressione e associati a un buon profilo di tossicità. Ulteriori trial clinici sono in corso per valutare ulteriori indicazioni all'impiego di niraparib nel trattamento del carcinoma ovarico."}, {"id": "pubmed23n0392_23255", "title": "[The experience in the use of DNA flow cytometry to predict the natural history of malignant neoplasms].", "score": 0.00980392156862745, "content": "The aim is to study the pattern of a cell population (ploidy) and to evaluate the latter's significance in the prognosis of different carcinomas. A total of 467 patients with primary carcinomas of the breast (n = 177), lung (n = 88), head and neck (n = 140), and colon and rectum (n = 62) were examined. All the patients underwent surgery alone or in combination with radiotherapy (X-ray)/chemotherapy. A follow-up lasted 6 to 120 months. DNA was measured in the operative tumor tissue specimens by using an ICP-22 flow cytometer. Diploid and aneuploid cancers occurred in 20.4-53.6 and 43.6-79.6% of cases, respectively. The frequency of recurrences was mainly associated with aneuploidy and it was more than thrice higher than that with diploidy (21.0-43.2 versus 4.5-14.4%). Five-year survival was twice worse in patients with aneuploid tumors than in those with diploid ones. The survival rates after one operation, preoperative, and postoperative radiation therapy was greater in patients with diploid tumors than in patients with aneuploid ones. Thus, DNA-ploidy of the study neoplasms is of high informative value in predicting the course of a tumorous process and in choosing treatment policy on an individual basis."}, {"id": "pubmed23n0932_1180", "title": "[La combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) nel trattamento del carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia: le notizie sulla mia morte sono state esagerate?]", "score": 0.009708737864077669, "content": "Riassunto. L'analisi è stata condotta al fine di valutare l'effetto sia sulla sopravvivenza globale (OS) sia sulla sopravvivenza libera da progressione di malattia (PFS) della chemioterapia di combinazione in prima linea per il carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia. La presente analisi è limitata agli studi randomizzati controllati (RCT) di fase III. Successivamente è stata applicata la European Society for Medical Oncology Magnitude of Clinical Benefit Scale (ESMO-MCBS) agli RCT di fase III analizzati per ricavare uno score relativo all'entità del beneficio clinico ottenuto per ciascun RCT. Sono state calcolate inoltre le differenze in termini di PFS tra i diversi bracci di trattamento rapportandole con i costi dei farmaci necessari per ottenere il beneficio di PFS. La nostra analisi ha valutato 11 RCT di fase III, per un totale di 4572 pazienti. Combinando i costi della terapia con la misura dell'efficacia espressa dalla PFS, è stato ottenuto un costo di 74,12 euro (€) per mese di vita guadagnato in termini di PFS con la combinazione di 5-fluorouracil, leucovorin, irinotecan e oxaliplatino (FOLFIRINOX), 90,14 € per la combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) e 4708,7 € per la combinazione di nab-paclitaxel e gemcitabina. Da questo punto di vista riteniamo che l'utilizzo delle \"vecche chemioterapie di combinazione\" (per es., GEMOX) non dovrebbe essere completamente abbandonato, ma valutato sul singolo paziente, sulla base di diversi fattori (età, ECOG PS, comorbilità, carico di malattia), al fine di ottenere una reale \"tailored therapy\"."}, {"id": "pubmed23n0815_17106", "title": "[Plasma DNA measurement as a biomarker of cancer].", "score": 0.009708737864077669, "content": "Carcinoembryonic antigen (CEA) and CA 15-3 serve as biomarkers in the two prevalent cancers of the colon and breast, respectively. However, their sensitivity for screening is tow. Circulating DNA has been suggested as a potential marker. We developed a fluorometric method which enables an easy, fast and reliable DNA measurement. This manuscript presents the results of our experiments to evaluate the significance of DNA measurements in breast and colon patients. Patients who had been diagnosed with early stages of colon or breast cancer were recruited into a prospective study. Blood samples were withdrawn for the determination of CEA, CA 15-3 (according to the type of cancer) and circulating DNA concentrations prior to any therapeutic intervention. Control DNA Levels were determined in blood samples of healthy volunteers. Mean circulating DNA in patients with colon cancer was higher than in control subjects [798+409 ng/ml vs. 308 +/- 256 ng/ml, p<0.0001. High DNA concentrations were identified in 40% of colon patients compared with 28% with increased CEA levels. Mean DNA levels among breast cancer patients was higher than the control group [1060 +/- 670.9 ng/mt vs. 376.2 +/- 244.1 ng/ml, p=0.0001]. High DNA concentrations were identified in 53% of breast cancer patients compared with 9% with increased CA 15-3 levels. A novel simple, rapid, cheap and reliable fluoroscopic method was used to determine circulating DNA levels in the blood of breast and colon cancer patients. Increased DNA concentrations were found in the blood of early cancer patients. This method demonstrates a better sensitivity compared with the traditional markers."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.009615384615384616, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n0363_14534", "title": "[Analysis of DNA excreted from the body as an approach to diagnosis and monitoring tumor growth].", "score": 0.009615384615384616, "content": "Proceeding from their early data showing that some portion of DNA originating from apoptotic cells can enter the blood stream and pass through the renal barrier by preserving its template capabilities, the authors analyzed urine DNA from 29 patients with colorectal cancer. PCR was used to compare DNA samples from the normal mucosa surrounding the tumor and from the urine collected just prior to surgery. Six microsatellite loci were studied with oligonucleotide primers. The following results were obtained: i) 3 cases showed differences in one of the studied loci in normal and tissue DNA; ii) some patients displayed changes in urine DNA microsatellite loci, namely: disappearance of some alleles (loss of heterozygocity) and appearance of new ones; iii) there were no differences in microsatellite patterns of lymphocytic DNA (taken as a control) and urine DNA in healthy donors. The findings are discussed in view of current concepts of tumor clonal heterogeneity and interpreted as a promising approach to diagnosing and monitoring tumor growth."}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.009523809523809525, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n0319_11928", "title": "[Flow cytometry sutdy of DNA and cell kinetics in the adenoma- carcinoma sequence in the large intestine].", "score": 0.009523809523809525, "content": "The quantitation of DNA and growth fraction in the different step from dysplastic to neoplastic process in large bowel is the aim of this study. 70 colonic polyps were studied. The fresh specimens were processed and DNA analysis was carried out using a Partec CA II flow cytometer and the growth fraction was tested with KI-67 monoclonal antibody. The percentage of S-phase cells has been calculated with the Multicycle program. Our results demonstrated that 7 adenomas were tubulo-villous with mild dysplasia, 39 with mild-moderate dysplasia, 1 with severe dysplasia, 5 were polypoid carcinomas, 2 juvenile polyps, 1 polypoid leiomyoma, 1 inflammatory fibroid polyps. DNA analysis showed a diploid DNA content in non adenomatous polyps, in all adenomas with mild dysplasia, in 37 with mild-moderate dysplasia, in 8 cases with moderate-severe dysplasia and 1 cancer. Aneuploidy was discovered in 2 cases with mild-moderate dysplasia, in 6 cases with moderate-severe dysplasia, in the case of severe dysplasia and in 4 cases of carcinomas. Best indexes of linear correlation (Pearson's r) has been found between S-phase and DNA index (r = .75) and between S-phase and KI-67 (r = .82). 1) No relationship was found between DNA content and age, sex, size and location of polyps. 2) Aneuploidy is strictly related to moderate-severe grade of dysplasia therefore it is an important element in the development of adenomacarcinoma sequence. 3) DNA-index, S-phase and KI-67 are strictly related."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.009433962264150943, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0262_13479", "title": "[Genes, heredity and colorectal cancer].", "score": 0.009433962264150943, "content": "All cancers result from the accumulation of mutations of proto-oncogenes and tumor suppressor genes. Sporadic and familial colorectal cancers result from the accumulation of the following genes, in a relatively stereotyped chronological order: the tumor suppressor gene apc whose mutations are responsible for the familial adenomatous polyposis; the proto-oncogene K-ras which is mutated in 50% of large adenomas (> 1 cm) and adenocarcinomas; the tumor suppressor gene dcc; and the tumor suppressor gene p53 whose inactivation in a factor of bad prognosis. While some of them are induced by mutagens, others result from an instability of the genome. Two types of instability are observed in both sporadic and familial colorectal cancer. The first type, which is found in 25-50% of cases, appears as cytogenetic abnormalities with aneuploidy and allelic losses. The second type of instability is induced by mutations of the hMSH2 or hMLH1 genes which code for proteins involved in the mechanism of DNA repair."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.009345794392523364, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0311_4306", "title": "[Colonic cancer: from molecular diagnosis to diagnostic and therapeutic procedure].", "score": 0.009345794392523364, "content": "Studies of tumour cell genetic alterations have demonstrated the existence of two distinct groups of colorectal cancers. The first one is characterised by the existence of hyperploid tumour cells and frequent loss of heterozygosity. These colorectal cancers are the most common. The second one is characterised by the presence of microsatellite instability. Among the most frequent genetic alterations, the loss of heterozygosity on the short arm of chromosome 17 and the long arm of chromosome 18 seems to be indicators of a pejorative prognosis. In the same way the existence of a p53 mutation in tumour cells has been demonstrated as an independent prognostic factor in colorectal cancer. The indication of an adjuvant chemotherapy on the basis of such genetic alterations remains to be demonstrated by randomised trials."}, {"id": "pubmed23n0999_17555", "title": "Terapia cognitivo-comportamentale per giovani ad alto rischio di un primo episodio di psicosi: un trial randomizzato controllato.", "score": 0.009259259259259259, "content": "Scopo. Nell'ultimo ventennio l'interesse di ricercatori e clinici nella prevenzione di disturbi psicotici è cresciuto notevolmente. Gli studi internazionali su strategie a favore di giovani \"ad alto rischio di un primo episodio di psicosi\" sono ancora in numero ridotto, mentre in Italia risultano del tutto assenti. Oltre a manifestare sintomi psicotici sotto-soglia, questa popolazione di frequente riporta un compromesso funzionamento. La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) è la strategia di prima linea, ma si rileva in letteratura l'importanza di studi su ulteriori misure di esito, quali il funzionamento. Il presente studio ha valutato se un protocollo di TCC modulare riducesse il rischio di un primo episodio psicotico in un gruppo di giovani ad alto rischio a post-trattamento e follow-up rispettivamente di 6 e 14 mesi a confronto con trattamento di supporto psicologico di routine ( treatment as usual). Metodi. Cinquantotto partecipanti (età media=25,51, 67,20% maschi) che soddisfacevano criteri per stati mentali a rischio alla Comprehensive Assessment of At-Risk-Mental States sono stati randomizzati a TCC o treatment as usual. Il protocollo di TCC ha incluso 30 sedute settimanali. Risultati. Nel gruppo TCC, il numero di giovani che ha sviluppato un primo episodio psicotico a follow-up è stato inferiore (n=4, 10,30%) a quello del gruppo di controllo (n=8, 27,60%), sebbene tale differenza sia risultata di significatività marginale [Log rank test χ2(1)= 3,66, p=0,05]. I giovani con funzionamento baseline più alto hanno ottenuto maggiori benefici al di là del tipo di percorso. Conclusioni. Anche nel contesto italiano, la TCC sembra efficace e promettente nel prevenire un primo episodio psicotico in giovani con stato mentale a rischio."}, {"id": "pubmed23n0256_22373", "title": "[DNA content in colorectal carcinomas: application of image analysis to archival material].", "score": 0.009259259259259259, "content": "The most studied biological parameter of human tumours is the DNA nuclear content. In the present study we assessed the DNA content of 197 colorectal cancers from 180 patients using archival material (tissues routinely processed and paraffin-embedded) for image analysis. The metastatic lymph nodes were also included in the study in 54 Dukes \"C\" stage cases and 19/25 Dukes \"D\" stage cases. A total of 452 sections, 5 mu thick, were submitted to image analysis in static cytometry. DNA diploid pattern was found in 72/452 samples (15.9%) and the DNA-aneuploid pattern in 380/452 (84.1%). Two different areas for each tumour were examined but we found a concordance of diploid pattern in only 23 cases. DNA-aneuploidy, regarded as presence of at least one sample with an aneuploid peak in the same tumour, reached 88% in our study. In conclusion the image analysis of several samples obtained from different areas of the same tumour clearly revealed: a pronounced heterogeneity of ploidy patterns in colon cancer; an overall prevalence of DNA-aneuploidy in colon cancer; a prevalence of diploid pattern in tumours localized in right portion of the colon and in younger patients."}, {"id": "pubmed23n0966_6421", "title": "Frazione polifenolica del bergamotto per il trattamento della sindrome metabolica nella schizofrenia: uno studio pilota.", "score": 0.009174311926605505, "content": "Introduzione. La frazione polifenolica del bergamotto (BPF) ha dimostrato di possedere buona efficacia nel trattamento dei pazienti affetti da sindrome metabolica (SM) e pertanto potrebbe rappresentare una strategia promettente nel trattamento degli effetti collaterali indotti da antipsicotici di seconda generazione (SGA) in soggetti schizofrenici in trattamento con tali farmaci. Materiali e metodi. A 15 pazienti schizofrenici in trattamento stabilizzato con SGA e 15 soggetti di controllo non affetti da patologie psichiatriche, che presentavano valori ematici di colesterolo totale compresi tra 200 e 239 mg/dl, è stato somministrato un integratore contenente BPF (1000 mg) per un periodo di 60 giorni. A tutti i soggetti all'inizio e alla fine del trattamento sono state eseguite la misurazione dell'indice di massa corporea (BMI) e una serie di esami ematochimici per la valutazione degli aspetti metabolici (colesterolo totale, LDL, HDL, trigliceridi, glicemia). Risultati. In entrambi i gruppi si è evidenziata una riduzione significativa del BMI (BMI T0 vs Tfinale (media±DS)= schizofrenici: 34,5±5,7 vs 33,9±5,4, p=,041; controlli: 28,1±4,5 vs 27,3±4,1, p=,016 - BMIcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= -0,59±0.7 vs -0,72±0,8, p=,378); colesterolo totale e LDL risultano invece essere diminuiti esclusivamente nel gruppo di controllo (colesterolo totalecambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 8,2±31,5 vs -35,1±31,1, p=,003; LDLcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 14,1±29,4 vs -9±38,9, p=,014). Discussione. La differenza di efficacia dei BPF sulla dislipidemia tra i soggetti schizofrenici e il gruppo di controllo potrebbe essere spiegata dai diversi meccanismi patogenetici che sono alla base delle alterazioni metaboliche nei soggetti in trattamento con SGA e nei pazienti che non assumono questa classe di farmaci. Conclusioni. Ulteriori studi si rendono necessari al fine di valutare in questa categoria di soggetti i possibili effetti sulla dislipidemia di dosi maggiori di BPF."}, {"id": "pubmed23n0533_19410", "title": "[Hereditary non polyposis colon cancer--basic principle and ethical considerations].", "score": 0.009174311926605505, "content": "HNPCC is a hereditary cancer syndrome of several organs but more particularly the colon and the uterus. It is characterized by microsatellite instability (MSI) related to mutations of DNA mismatch repair (MMR) genes. The role of the pathologist in the detection of colorectal cancer with MSI phenotype is important. Among the available tests to detect MSI, immunohistochemistry appears being a sensitive, specific and inexpensive test. The detection of HNPCC syndrome by the genetic test among the MSI cancers implies a coordination of the structures of health and requires a follow-up of the patients, during and after the genetic test. Ethical dimension related to these hereditary cancers must be considered without constituting a brake for their detection."}, {"id": "pubmed23n0885_1883", "title": "[Ecological study on the mortality of residents in Manfredonia (Apulia Region, Southern Italy) from 1970 to 2013].", "score": 0.00909090909090909, "content": "OBIETTIVI: valutare lo stato di salute della popolazione residente nel comune di Manfredonia dal 1970 al 2013. DISEGNO: analisi descrittiva dell'andamento temporale della mortalità generale, per gruppi di cause, dal 1970 al 2013. SETTING E PARTECIPANTI: i dati di mortalità e le popolazioni residenti sono di fonte Istat. Sono state esaminate 55 cause di decesso. Le analisi sono disaggregate per sesso e periodo. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: sono stati elaborati i rapporti standardizzati di mortalità (SMR%), con i rispettivi intervalli di confidenza al 90% (IC90%), e i tassi di mortalità standardizzati col metodo diretto (TSD ). RISULTATI: lo stato di salute misurato dal tasso di mortalità per tutte le cause migliora nel tempo: i TSD passano da 92 x10.000 negli anni 1970-1974 a 52 x10.000 nel biennio 2012-2013 negli uomini, da 70 x10.000 a 39 x10.000 nelle donne. Tuttavia, rispetto alla media regionale Manfredonia perde progressivamente il suo vantaggio, passando da -20% a -10% negli uomini, e da -20% a +1,5% nelle donne. Questo andamento è molto evidente per il complesso delle cause cardiovascolari, mentre i tumori maligni sono in generale nella media regionale. Nell'ultimo periodo disponibile per causa di decesso (2006-2011), la mortalità per infarto miocardico è stata più alta della media regionale (uomini: +35%; donne: +54%). I rapporti standardizzati di mortalità (SMR) mostrano tra gli uomini valori in crescita, in particolar modo rispetto al riferimento provinciale, con un eccesso a cominciare dal periodo 2006-2011 (22 decessi/anno e 19 attesi; SMR%: 117,2; IC90% 101,1-135,2; riferimento: provincia di Foggia). Anche tra le donne gli SMR% superano i riferimenti provinciali negli ultimi periodi esaminati (nel 2012-2013: 7 decessi/ anno e 4,2 attesi; SMR%: 116,4; IC90% 97,0-260,7; riferimento: provincia di Foggia). CONCLUSIONI: la mortalità a Manfredonia è diminuita in misura minore rispetto a quella osservata nei riferimenti provinciali e regionali. Il vantaggio che si osservava negli anni Sessanta si è, infatti, ridotto nel tempo, fino ad annullarsi negli ultimi anni. Dal 1970, Manfredonia ha progressivamente perso il vantaggio che aveva. Dagli anni Duemila, la mortalità per infarto del miocardio è in eccesso sulla media regionale e provinciale. Da casi documentati in letteratura si osserva che le popolazioni che sperimentano catastrofi di origine naturale o antropica possono fronteggiare un aumento di patologie cardiovascolari. La mortalità per tumore polmonare mostra un eccesso sulla media regionale, in particolare provinciale, a cominciare dal 2000, coerentemente con i tempi di latenza legati all'esposizione ad arsenico negli anni Settanta."}, {"id": "pubmed23n0481_16766", "title": "[Prognostic significance of chromosome and microsatellite instability in colorectal cancer].", "score": 0.00909090909090909, "content": "The prediction of recurrence and the prognosis of colorectal cancer have always been related to the stage of the disease. Clinical pathological classifications are unable to predict the individual risk of recurrence and the prognosis which would also appear to be linked to additional factors, which have yet to be properly assessed, such as the genetic endowment of the tumour. In this study we assessed how microsatellite and chromosomal instability may help us to stratify two classes of risk of recurrence in patients at the same stage. From July 1996 to June 1999 we prospectively collected data on 112 patients (59 male, 53 female) affected by colorectal cancer and undergoing surgery with a radical intent. Biopsies of normal and tumor tissue were submitted to DNA extraction and amplification to evaluate the presence of chromosomal instability (loss of heterozygosity) and microsatellite instability. Analysis of the data revealed that loss of heterozygosity in the long arm of chromosome 18 is associated, in patients with stage III colorectal cancer, with a higher risk of recurrence and therefore with a worse prognosis. Microsatellite instability proved to be associated with a better prognosis even in cases of recurrence."}, {"id": "pubmed23n1059_7363", "title": "Contributi scientifici in memoria di Antonio Fusco.", "score": 0.009009009009009009, "content": "Come si leggerà nell'Introduzione della sezione propriamente scientifica del Volume, il presente testo nasce dalla volontà e, soprattutto, dall'esigenza culturale di omaggiare il fu Prof. Antonio Fusco. Un debito scientifico ed umano che trova il suo locus naturale in questa prima parte del testo stesso, cui farà poi seguito la parte propriamente scientifica. In siffatta parentesi dovuta per le ragioni appena menzionate, il lettore, l'amico o l'allievo dell'opera del Prof. Fusco potranno trovare un suo sintetico Curriculum Vitae, correlato da una specifica ed accurata prosa, svolta dal già Magnifico Rettore Carlo Cipolli; il quale, oltre che evidenziare, ricordando, i meriti del collega oramai scomparso, aggiunge alsuo scritto un elemento che sarebbe imprescindibile a non trasformare lo stesso in una mera sequenza di parole: l'amicizia e l'affetto per un amico che, oramai, non c'è più. A fine lettura, evidente risuonerà il fatto che la vita di ognuno, se mossa dalla passione per ciò per cui si è predisposti cognitivamente e psicologicamente, può essere ricca di riconoscimenti, riconoscenze e soddisfazioni che, lungi dal divenire un cuscino di allori su cui adagiarsi, per una mente creativa come quella del Prof. Fusco hanno funto solo da motivazioni ad agire instancabilmente guardando sempre al futuro. Il lavoro di una vita che, materialmente, è sancito da un supporto poco più di cm 25x15: una targa. Una materialità evidente che, con grande commozione e riconoscenza, è stata affissa il 25 ottobre 2019 sull'aula fronte l'Aula Magna del Campus \"La Folcara\", a testimonianza che quello spirito creativo in continua evoluzione non si ferma; non si arresta neppure con la fine biologica di chi lo ha \"posseduto\". Rimangono le opere ed il pensiero del Prof. Fusco e restano gli affetti. A tal proposito, il lettore troverà una breve e sentita sezione su Testimonianze; coloro i quali hanno avuto modo, nell'arco della vita accademica ed umana, personale, di Fusco di conoscerlo. Ecco, allora, che i ricordi saranno i veri protagonisti di questa parentesi. Dopo di ciò, prima dei contributi prettamente scientifici dei lavori, tenutisi in occasione del Convegno Internazionale Psicologia, Arte, Letteratura. Antiche e Nuove Tendenze, seguiranno i saluti delle autorità che in quei due giorni si sono succedute a rappresentare non solo l'istituzione affiliata, ma anche la relazione di stima e di affetto che le legava al compianto Professore. Si passerà, infine, al volume tradizionalmente inteso."}, {"id": "pubmed23n0269_1670", "title": "[Evaluation of prognostic parameters in colorectal carcinoma. II. Ploidy determination with flow cytometry].", "score": 0.009009009009009009, "content": "The prognostic value of DNA ploidy in large bowel cancer is still controversial. In the present investigation we have evaluated the nuclear DNA content in 123 colorectal adenocarcinomas by flow cytometry using multiple frozen tumour samples. Thirty-three (26.8%) carcinomas were classified as diploid and 90 as aneuploid (73.2%). Presence of DNA aneuploidy was found to be unrelated to age and sex of patients, tumour stage and grade of differentiation, as well as to several other histopathological variables. However, multiploid tumours (20/123, 16.3%) resulted to be more frequently in advanced stages of disease (stages III and IV, P < 0.025) and more often showed unfavourable histopathological features, especially an infiltrating pattern of growth (P < 0.05), compared to diploid and single aneuploid carcinomas. Nuclear DNA content was found to be closely related to tumour site. Carcinomas of the proximal colon were more frequently diploid (P < 0.005) and more often displayed a DI < or = 1.20 (P < 0.001) than tumours of the distal colon. Nuclear DNA content was also found to be related to tumour type. In fact, a high proportion (66.7%) of mucinous carcinomas showed DI values < or = 1.20; conversely only 31.4% of nonmucinous adenocarcinomas had a DI < or = 1.20 (P < 0.01). Intratumoural heterogeneity in nuclear DNA content was found in 23% of cases. These results seem to suggest that the DNA ploidy pattern probably reflects different genetic mechanisms involved in the development of carcinomas in the proximal and distal colon. Furthermore our data support the hypothesis that mucinous carcinoma represents a distinct clinicopathologic entity, possibly related to pathogenetic factors different from those acting in the majority of nonmucinous adenocarcinomas. Finally, the analysis of multiple tissue samples taken from different areas of each tumour is necessary to assess carefully the DNA ploidy pattern of large bowel carcinomas."}, {"id": "pubmed23n0885_1889", "title": "[Evaluation of mercury exposure in populations living near the industrial Augusta Bay (Sicily Region, Southern Italy)].", "score": 0.008928571428571428, "content": "OBIETTIVI: valutare e quantificare l'esposizione umana al mercurio (Hg) ed esplorare i fattori chiave che influenzano la contaminazione nelle popolazioni residenti in prossimità della Rada di Augusta, un'area a elevato rischio ambientale a causa degli effetti degli sversamenti incontrollati di Hg da parte di uno dei più grandi impianti cloro-soda d'Europa. DISEGNO: un campione di residenti nei comuni di Augusta, Priolo e Melilli (Sicilia orientale) è stato selezionato per lo studio di biomonitoraggio umano. Un questionario dettagliato è stato somministrato a ogni partecipante per raccogliere informazioni anagrafiche sulle abitudini di vita e alimentari. I livelli di Hg in sangue e capelli, usati come traccianti di esposizione a metilmercurio, sono stati messi in relazione al consumo di pesce locale. Il contenuto di Hg nelle urine è stato utilizzato per esplorare eventuali esposizioni atmosferiche a Hg inorganico. Una regressione lineare multivariata è stata applicata con l'obiettivo di esplorare i fattori che influenzano l'esposizione umana al Hg. L'approccio tossicocinetico è stato impiegato al fine di calcolare la dose settimanale provvisoria tollerabile ( provisional tolerable weekly intake, PTWI) e di predire le concentrazioni di Hg attese nel sangue degli individui con una dieta alimentare basata esclusivamente su pesce locale. 224 individui residenti nei comuni di Augusta, Melilli e Priolo. RISULTATI: eccessi di Hg sono stati misurati nel sangue e nei capelli del campione considerato. I più alti livelli sono stati rilevati ad Augusta, dove anche il consumo di pesce locale risulta maggiore. I valori di dose settimanale tollerabile provvisoria (PTWI) calcolati eccedono, nella maggior parte dei casi, le raccomandazioni internazionali, specialmente nei residenti ad Augusta. CONCLUSIONI: gli elevati livelli di Hg registrati nei campioni di sangue e capelli derivano, con ogni probabilità, dal consumo di pesce locale. Rispetto ad Augusta, gli individui di Priolo e Melilli subiscono un impatto più limitato. L'esposizione a Hg inorganico può essere considerata trascurabile."}, {"id": "pubmed23n0558_11265", "title": "[Microsatellite instability among patients with colorectal cancer].", "score": 0.008928571428571428, "content": "In patients with colorectal carcinoma, insertions or deletions of short sequences of DNA, a phenomenon called microsatellite instability, are observed. To look for microsatellite instability and mutations of MLH1 and MSH2 gene mutations in patients with colorectal carcinoma. Ten patients with sporadic colorectal carcinoma and 31 patients fulfilling criteria for hereditary nonpolyposis colon cancer (HNPCC), aged 9 to 70 years, were studied. Microsatellite instability was studied in samples of tumor and peripheral blood mononuclear cell DNA. Six markers were amplified by polymerase chain reaction and capillary electrophoresis. In samples with microsatellite instability, mutations of MLH1 and MSH2 genes were studied by direct sequencing. Thirty four percent of patients had microsatellite instability and among these, 76% had a high degree of instability. BAT40 marker had the higher frequency of instability. No mutations for MLH1 and MSH2 genes were observed. However a new polymorphism, C399T, was identified in exon 3 of MSH2 gene. This polymorphism was observed both in patients with sporadic colorectal carcinoma and patients with HNPCC. There is a high frequency of microsatellite instability among patients with colorectal cancer. A new polymorphism, not previously reported, was identified in MSH2 gene."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.008849557522123894, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n1003_20675", "title": "[The development of polymerase chain reaction diagnostic of colorectal cancer based on DNA integrity separated from feces of patient.]", "score": 0.008849557522123894, "content": "The article presents procedure of diagnostic of colorectal cancer on the basis of analysis of integrity of fecal DNA. The samples of stool were picked out in 91 patients and out of them: 60 patients with colorectal cancer, 24 healthy volunteers (control group) and 7 patients with benign tumors. The evaluation of integrity of genome DNA using technique of polymerase chain reaction analysis specified involvement of two long fragments - sites of genes TP53 and MLH1. In stool of 47 patients with colorectal cancer the long fragments of DNA were detected while analysis of DNA from stool of individuals from control group detected only short fragments of DNA with size less than 200 np. The technique of non-invasive polymerase chain reaction diagnostic of colorectal cancer was developed. The sensitivity and specificity of this technique made up to 78% and 100% (p<0.0001). The sensitivity of technique has no significant differences for patients with different stages of disease that permits to apply it for early diagnostic of colorectal cancer."}, {"id": "pubmed23n1029_21332", "title": "Esperienze di switch a cariprazina in pazienti schizofrenici con comparsa di effetti collaterali/comorbilità mediche.", "score": 0.008771929824561403, "content": "La schizofrenia è un disturbo psichiatrico grave e cronico con un background genetico e neurobiologico eterogeneo che influenza lo sviluppo precoce del cervello, ed è espressa come una combinazione di sintomi psicotici - come allucinazioni, deliri e disorganizzazione - e di sintomi negativi e cognitivi. Il trattamento dei pazienti con schizofrenia prevede l'utilizzo di antipsicotici, in accordo con i recenti dati di letteratura. Sulla base del meccanismo d'azione, gli antipsicotici vengono suddivisi in tipici (o \"di prima generazione\") e atipici (o \"di seconda generazione\"). Differiscono, anche, per la manifestazione di effetti collaterali, dovuti alla diversa affinità recettoriale caratteristica del singolo principio attivo. In questo caso clinico, presentiamo un giovane paziente di 24 anni con diagnosi di schizofrenia trattato prima con olanzapina e poi con risperidone, che ha manifestato significativi effetti collaterali di tipo metabolico e sessuali. La strategia terapeutica utilizzata è stata lo switch a un antipsicotico di terza generazione, cariprazina, con risoluzione delle collateralità e una migliore gestione dei sintomi negativi riportati. In conclusione, il modello di trattamento personalizzato sulla base delle condizioni cliniche e delle esigenze del paziente rappresenta l'approccio maggiormente adeguato nella gestione di ogni singolo caso."}, {"id": "pubmed23n0693_3378", "title": "[Molecular and genetic studies for hereditary colon cancer in two patients and their families].", "score": 0.008771929824561403, "content": "About 30% of cases of colon cancer (CC) have a family history of CC, and only 5% are hereditary forms. Hereditary forms have an increased risk of CC and other tumors. To report the molecular and genetic study in two families with hereditary CC. Molecular analysis of the adenomatous polyposis coli (APC) gene of familial adenomatous polyposis (FAP), was done in a patient with multiple benign polyps and his children. Molecular analysis was performed for MLH1 gene mutation of hereditary non-polyposis colon cancer (HNPCC) in an asymptomatic patient with family history of multiple cancers and his mother with a confirmed mutation in the MLH1 gene. The patient with FAP had an insertion of 17 base pairs in exon 9 of the APC gene and two of his children had the same mutation. The patient with history of HNPCC did not have the family mutation on MLH1. In the case of FAP, molecular study was performed in his children since manifestations in carriers of the mutation may begin in childhood. If the second patient would have had the mutation, the study of his children could have been postponed until the age of 18, when the risk for CC is increased."}, {"id": "pubmed23n1130_1118", "title": "[The &quot;redisorganisation&quot; of the Italian Healthcare Service].", "score": 0.008695652173913044, "content": "Non vi è alcun dubbio che, sotto la spinta degli effetti sanitari della pandemia da COVID19 e della approvazione (il 13/7/2021) del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), si è in presenza ancora una volta di un tentativo di riorganizzazione del Servizio sanitario nazionale. Alcuni significativi elementi di questa volontà politica sono stati già indicati negli Editoriali di questa Rivista pubblicati negli ultimi due anni - dalla dichiarazione dello stato di emergenza nazionale per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19 (D.L. 25/3/2020, n. 19) a tutt'oggi. Gli esperti diScienze politiche applicate alla sanità hanno fatto rilevare che le proposte di riorganizzazione - soprattutto tendenti a rafforzare la sanità territoriale (cure primarie e servizi territoriali)2 - risalgono addirittura alla legge istitutiva del Servizio sanitario nazionale e sono state \"rinnovellate\"da numerosi successivi atti legislativi mai completamente realizzati. La motivazione è facile da comprendere perché da tempo è fin troppo noto che non è possibile modificare un sistema, come quello sanitario (ma non solo questo), unicamente attraverso cambiamenti strutturali3. Una riforma per avere successo deve innescare un'interazione virtuosa tra il dispositivo normativo e il sistema sociale di realizzazione, composto dagli esecutori e dai beneficiari della riforma. L'antica metafora botanica della semina può rendere l'idea: anche la migliore semenza non può attecchire su un terreno arido o poco soleggiato e se le radici non trovano nel suolo il necessario alla crescita della pianta."}, {"id": "pubmed23n0691_4103", "title": "[Utility of immunohistochemistry in detecting alterations of mismatch repair genes of DNA. A series of 48 cases of colorectal cancer].", "score": 0.008695652173913044, "content": "Hereditary non-polyposis colorectal cancer (HNPCC) is associated in more than 95% to a germline mutation in the genes of the mismatch repair (MMR) of DNA. The aim of this study was to assess the utility of immunohistochemistry, a simple and fast technique, in the triage of families where HNPCC is suspected. Tumor samples included in this study were from patients with resection for colorectal cancer, examined in our laboratory between 2004 and 2007. For each case, a formalin-fixed paraffin-embedded tissue block containing tumor tissue and normal adjacent mucosa was selected. Tumor specimens were examined with immunohistochemistry for the presence of hMLH1, hMSH2, and hMSH6 proteins. Scoring of the tumor staining was performed without any knowledge of patients' family history. The loss of protein expression was noted in four patients among 48 cases tested: two cases with isolated loss of hMSH2, a case with isolated loss of hMSH6 and one case with combined loss of MSH2/MSH6. No case has shown a suppression of hMLH1 protein. Comparing the immunohistochemical results for clinical has revealed a clear correlation between loss of protein expression demonstrated by immunohistochemistry and clinical data. Indeed, three cases among the four who showed no expression of MMR proteins showed at least one clinical criterion predictive of HNPCC. In conclusion, our study support the potential utility of immunohistochemistry to identify a significant portion of colorectal tumors derived from germline mutation of MMR genes and can be used as an adjunct measure in the identification of HNPCC."}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.008620689655172414, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "pubmed23n0495_11737", "title": "[Clinical and pathological significance of the genetic analysis in colorectal carcinomas].", "score": 0.008620689655172414, "content": "The molecular genetics of colorectal carcinomas are among the best understood of common human cancers. Three inter-related molecular pathways are involved. The chromosomal instability pathway begins with inactivation of the APC/beta-catenin genes followed by activation of oncogenes and inactivation of additional suppressor genes, commonly with high frequency of allelic losses, cytogenetic abnormalities. The microsatellite instability pathway begins with inactivating one of a group of genes responsible for DNA nucleotide mismatch repair leading to extensive mutations in both repetitive and non-repetitive DNA sequences with low frequencies of allelic losses and rare alteration of tumor DNA content. Finally, the CpG island methylation pathway involves inactivation of genes by methylation of cytosines in promoter regions to silence gene expression without DNA sequence alterations. Molecular genetics have the potential for clinical applications. Combination of genetic classification of high levels of microsatellite instability (MSI-H), gene expression analysis of mismatch repair genes and subsequent mutation analysis of inactivated genes can be used as an effective method for the identification of hereditary nonpolyposis colorectal carcinoma patients. Molecular genetic alterations have been proposed to be of prognostic value, including allelic deletion on chromosome 18q, and on chromosome 17p. MSI-H has been reported as a marker for better prognosis. 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In questo periodo non si deve modificare il trattamento ipouricemizzante perché altera la catena metabolica dell'acido urico e può peggiorare la situazione.", "full_answer_no_ref": "In caso di artrite gottosa acuta (la presenza di cristalli intracellulari con birifrangenza negativa lo conferma) in un paziente iperuricemico precedentemente trattato con allopurinolo, è necessario aggiungere un FANS fino a quando la crisi non si attenua. In questo periodo non si deve modificare il trattamento ipouricemizzante perché altera la catena metabolica dell'acido urico e può peggiorare la situazione.", "full_question": "Un paziente iperuricemico che assume abitualmente 100 mg di allopurinolo al giorno arriva al pronto soccorso con dolore acuto e segni infiammatori al ginocchio destro. Viene eseguita un'artrocentesi e al microscopio a luce polarizzata si osservano cristalli intracellulari con birifrangenza negativa. Quale dei seguenti approcci terapeutici è il più appropriato in questo caso?", "id": 152, "lang": "it", "options": {"1": "Interrompere l'allopurinolo e iniziare la colchicina.", "2": "Interrompere l'allopurinolo e iniziare i FANS.", "3": "Aggiungere un FANS finché la crisi non si attenua.", "4": "Aumentare la dose di allopurinolo a 300 mg/die.", "5": "Sostituire l'allopurinolo con un uricosurico."}, "question_id_specific": 72, "type": "REUMATOLOGIA", "year": 2012, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.009900990099009901, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0646_19557", "title": "[Rasburicase versus allopurinol in the treatment of hyperuricaemia in tumour lysis syndrome].", "score": 0.009900990099009901, "content": "Hyperuricaemia accompanying tumour lysis syndrome (TLS) is a serious complication in neoplasias with rapid proliferation and cellular destruction. The aim of the study was to evaluate the effects of rasburicase versus allopurinol on plasma uric acid, creatinine and phosphorus levels in paediatric patients with TLS. A comparative study of treatment with rasburicase or allopurinol was performed in 32 paediatric patients with haematological-oncological malignancies and with established TLS or a high risk of developing it, admitted to the Paediatric Intensive Care Unit (PICU). Allopurinol (10mg/kg/day every 8h) was administered to 16 patients between January 1991 and January 2003, and 16 patients received rasburicase (0.2mg/kg/day, once daily), from February 2003 to June 2009. Plasma uric acid, creatinine and phosphorus levels were measured at baseline and 4, 12, 24, 36, 48, 72 and 96h after therapy in both study groups. Baseline uric acid levels were similar in both groups. Four hours after the first dose, patients treated with rasburicase achieved a greater reduction (p<0.0001) of initial plasma uric acid levels compared to allopurinol, as in the other serial determinations. Creatinine levels were higher in the allopurinol group than in the rasburicase one. Plasma phosphorus levels were similar in both groups. Haemodialysis was required in 56% of patients in the allopurinol group, whereas none of rasburicase group needed this. This study demonstrated that there is more rapid control and lower plasma uric acid levels in patients at high risk for tumour lysis syndrome who received rasburicase compared to allopurinol, as well as lower levels of creatinine and a lower percentage of haemodialysis."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.00980392156862745, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0149_27", "title": "[Hereditary nephritis with bearing loss of the receiver type (Alport's syndrome) with a description of 2 cases].", "score": 0.00980392156862745, "content": "A familial predisposed diffuse nephropathy is described in three adult patients--brothers, combined with hearing abatement--receiver type--in two of them. Typical gout was also found in them, that is difficult to associate with the azotemia. It was admitted that it concerns the Alport syndrome in adults, developing with certain peculiarities, advanced patient age, disturbances of purine metabolism, moderately selective proteinuria of glomercultubular type and chromosome aberration--thresomia of F chromosome."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009708737864077669, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n1082_6925", "title": "[Cardiovascular risk in gout - Role of allopurinol?]", "score": 0.009708737864077669, "content": "The treatment of gout is subject to different national and international guidelines. These guidelines differ in the extent to which they consider cardiovascular risk factors when deciding to start allopurinol. Observational studies and limited trial data suggest that treatment with allopurinol may reduce the risk of cardiovascular events in patients with gout. However, at this moment allopurinol remains an unproven strategy. There is need for a large randomized placebo-controlled trial with sufficient power and duration of follow-up."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.009615384615384616, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n0877_17844", "title": "[An update on gout: diagnostic approach, treatment and comorbidity].", "score": 0.009615384615384616, "content": "Muskuloskeletal ultrasound and dual-energy-CT (DECT) findings are increasingly relevant for the establishment of the diagnosis of gout, and are therefore incorporated into the novel ACR / EULAR classification criteria. Canakinumab, a monoclonal antibody directed against interleukin-1β (IL-1β) has been approved in 2013 for the treatment of acute gout and for prophylaxis of flares. In patients demonstrating an inadequate response upon treatment with allopurinol or febuxostat, combination therapy with lesinurad might reduce uric acid levels to the target of < 6 mg / dl (< 5 mg / dl in tophaceous gout). Rapid lowering of uric acid levels and effective tophi reduction can be achieved with pegloticase, which can be utilized in selected patients presenting contraindications to xanthine oxidase inhibitors and uricosuric drugs. This article summarizes current scientific aspects of diagnosis, treatment and comorbidities of gout in the context of clinical relevance. "}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.009523809523809525, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n0303_6344", "title": "[Xanthine urinary calculus in a patient with Lesch-Nyhan syndrome. Apropos of a case].", "score": 0.009523809523809525, "content": "The authors report a case of xanthine stones in a 12-year-old child with Lesh Nyhan syndrome treated by allopurinol at the dose of 10 mg/kg/24 hours. This type of urinary stone is unusual and its structure was confirmed by spectrophotometric analysis. This type of stone, in the context of Lesh Nyhan syndrome, suggests the presence of allopurinol treatment. Discontinuation of this treatment prevents recurrence of xanthine stones."}, {"id": "pubmed23n1059_7363", "title": "Contributi scientifici in memoria di Antonio Fusco.", "score": 0.009433962264150943, "content": "Come si leggerà nell'Introduzione della sezione propriamente scientifica del Volume, il presente testo nasce dalla volontà e, soprattutto, dall'esigenza culturale di omaggiare il fu Prof. Antonio Fusco. Un debito scientifico ed umano che trova il suo locus naturale in questa prima parte del testo stesso, cui farà poi seguito la parte propriamente scientifica. In siffatta parentesi dovuta per le ragioni appena menzionate, il lettore, l'amico o l'allievo dell'opera del Prof. Fusco potranno trovare un suo sintetico Curriculum Vitae, correlato da una specifica ed accurata prosa, svolta dal già Magnifico Rettore Carlo Cipolli; il quale, oltre che evidenziare, ricordando, i meriti del collega oramai scomparso, aggiunge alsuo scritto un elemento che sarebbe imprescindibile a non trasformare lo stesso in una mera sequenza di parole: l'amicizia e l'affetto per un amico che, oramai, non c'è più. A fine lettura, evidente risuonerà il fatto che la vita di ognuno, se mossa dalla passione per ciò per cui si è predisposti cognitivamente e psicologicamente, può essere ricca di riconoscimenti, riconoscenze e soddisfazioni che, lungi dal divenire un cuscino di allori su cui adagiarsi, per una mente creativa come quella del Prof. Fusco hanno funto solo da motivazioni ad agire instancabilmente guardando sempre al futuro. Il lavoro di una vita che, materialmente, è sancito da un supporto poco più di cm 25x15: una targa. Una materialità evidente che, con grande commozione e riconoscenza, è stata affissa il 25 ottobre 2019 sull'aula fronte l'Aula Magna del Campus \"La Folcara\", a testimonianza che quello spirito creativo in continua evoluzione non si ferma; non si arresta neppure con la fine biologica di chi lo ha \"posseduto\". Rimangono le opere ed il pensiero del Prof. Fusco e restano gli affetti. A tal proposito, il lettore troverà una breve e sentita sezione su Testimonianze; coloro i quali hanno avuto modo, nell'arco della vita accademica ed umana, personale, di Fusco di conoscerlo. Ecco, allora, che i ricordi saranno i veri protagonisti di questa parentesi. Dopo di ciò, prima dei contributi prettamente scientifici dei lavori, tenutisi in occasione del Convegno Internazionale Psicologia, Arte, Letteratura. Antiche e Nuove Tendenze, seguiranno i saluti delle autorità che in quei due giorni si sono succedute a rappresentare non solo l'istituzione affiliata, ma anche la relazione di stima e di affetto che le legava al compianto Professore. Si passerà, infine, al volume tradizionalmente inteso."}, {"id": "pubmed23n0490_9418", "title": "[Gout].", "score": 0.009433962264150943, "content": "In most cases gout is the clinical manifestation of familial hyperuricemia. Pathogenesis of hyperuricemia, clinical manifestations, diagnosis and differential diagnosis of hyperuricemia and gout are described. Treatment of hyperuricemia consists of dietary measurements and administration of uric acid lowering drugs, such as allopurinol or uricosuric agents. Nonsteroidal antiinflammatory drugs, colchicine and glucocorticosteroids are the treatment of choice for the acute gout attack. Prophylaxis of acute uric acid nephropathy consists of hydration, urine alkalinization and administration of allopurinol or rasburicase. For treatment of acute uric acid nephropathy rasburicase is the drug of choice."}, {"id": "pubmed23n1029_21329", "title": "Principi di farmacodinamica e farmacocinetica nello switch tra antipsicotici: focus su cariprazina.", "score": 0.009345794392523364, "content": "Cariprazina {RGH-188; trans-N- [4- [2- [4- (2,3-diclorofenil) piperazin-1-il] etil] cicloesil] -N_, N_-dimetilurea cloridrato} è un antipsicotico atipico di nuova generazione, con un originale profilo farmacodinamico e farmacocinetico. Cariprazina ha due metaboliti attivi, uno dei quali ha un'emivita di 1-3 settimane, che è la più lunga di qualsiasi antipsicotico atipico, con emivita effettiva funzionale totale (cariprazina più due metaboliti) di 7 giorni. Il farmaco mostra un'affinità che è circa 10 volte più alta per i recettori D3 che per D2 (rispettivamente pKi 10,07 e 9,31). L'affinità per D3 è superiore all'affinità della stessa dopamina. Cariprazina mostra inoltre un'elevata affinità per i recettori 5-HT2B (pKi 9,24), con antagonismo puro. Cariprazina è un agonista parziale e ha un'affinità significativa, ma inferiore all'affinità per D3, sui recettori 5-HT1A (pKi 8,59). Agendo su D3 e 5-HT1, cariprazina migliora i sintomi negativi, l'anedonia e i deficit cognitivi. L'affinità per i recettori 5-HT2A (pKi 7,73), H1 (pKi 7,63) e 5-HT2C (pKi 6,87) è inferiore, così come minori sono le affinità per i recettori adrenergici, istaminergici e colinergici, recettori che sono spesso responsabili di effetti collaterali. Grazie al profilo di tollerabilità (sicurezza cardiovascolare, bassa probabilità di dare sedazione e iperprolattinemia, basso rischio metabolico), insieme alla sua peculiare efficacia sui sintomi negativi e alla sua lunga emivita, che spesso migliora la scarsa aderenza, cariprazina è un candidato valido per il passaggio da un antipsicotico inefficace (o parzialmente efficace, con particolare riferimento ai sintomi negativi), poco tollerato, o assunto con una scarsa aderenza. Questo articolo esamina le caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche di cariprazina e discute le loro implicazioni in termini di identificazione dei pazienti che possano beneficiare di un passaggio a cariprazina, e della migliore strategia per completare lo switch con successo."}, {"id": "pubmed23n0016_13736", "title": "[Therapy of gout].", "score": 0.009345794392523364, "content": "Increasing incidence of gout and its importance as a risk factor for arteriosclerosis stimulate the practitioner to improve his knowledge about therapeutic possibilities. Therapy of gout includes (1) treatment of acute attack with colchicine and indometacin, (2) decrease of uric acid blood concentration in tophaceous gout using uricosurica, alkalinization of urin, increased diuresis, and blockade of de-novo synthesis of uric acid, and (3) maintenance therapy with allopurinol or uricosurica to avoid recurrent arthritis as well as tophi. In addition, surgical removal of larger tophi may be of benefit."}, {"id": "pubmed23n0885_1888", "title": "[Assessment of a project for integrated management of care given to patients with type-2 diabetes in the Local Health Authority 21 of Legnago (Veneto Region, Northern Italy) in the period 2010-2012].", "score": 0.009259259259259259, "content": "OBIETTIVI: descrivere, nella ASL 21 di Legnago (VR), l'andamento di alcuni indicatori sanitari tra il 2009, anno precedente all'avvio di un progetto triennale per la gestione integrata dell'assistenza al paziente con diabete mellito di tipo 2, e il 2012, ultimo anno del progetto. DISEGNO: studio longitudinale trasversale ripetuto. SETTING E PARTECIPANTI: tutti i pazienti diabetici di tipo 2 della ASL 21, identificati nei database aziendali (in base a esenzioni per patologia, accessi al servizio diabetologico, consumo di farmaci antidiabetici e strisce per la determinazione della glicemia) e nelle cartelle cliniche dei medici di famiglia. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: numero di test diagnostici e di follow-up erogati, consumo di farmaci, prestazioni specialistiche, accessi al pronto soccorso, ricoveri e mortalità. RISULTATI: nonostante un calo generalizzato (-3,1%) nei test erogati dalla ASL 21 ai suoi assistititi nel periodo 2009-2012, l'analisi ha documentato un marcato aumento per gli esami previsti nella gestione del diabete, quali curve da carico glicemico (+104,3%), emoglobina glicata (+19,0%) e microalbuminuria (+296,1%). I soggetti identificati come diabetici sono aumentati da 8.084 nel 2009 (5,2%) a 9.221 nel 2012 (5,9%). Sono stati osservati aumenti nella prevalenza di pazienti visitati presso un servizio diabetologico (dal 22,6% al 39,0%), nonché negli utilizzatori di metformina (dal 28,0% al 37,5%), insuline (dal 13,5% al 18,3%) e incretine (dall'1,4% al 9,0%). Il consumo di sulfaniluree è, invece, calato (dal 49,9% al 40,8%), come anche l'erogazione di alcune prestazioni specialistiche, gli accessi al pronto soccorso e i ricoveri, mentre il tasso di mortalità è rimasto stabile (29,6 decessi x1.000/anno). CONCLUSIONE: durante il periodo di implementazione del progetto sembra essersi verificato un aumento della sensibilità diagnostica e una maggiore presa in carico del paziente diabetico. Anche se la natura osservazionale dello studio non consente di dimostrare una relazione causa-effetto, i risultati sembrano supportare l'ipotesi che la gestione integrata della patologia migliori l'appropriatezza dell'assistenza."}, {"id": "pubmed23n0235_3872", "title": "[Principles of treatment of gout and hyperuricemia].", "score": 0.009259259259259259, "content": "Gout can be considered to be a group of diseases that are typified by acute arthritis, tophi and kidney stones. The acute attacks of arthritis should be treated with standard anti-inflammatory agents and the patient should receive maintenance therapy after the second acute attack. The dangers of asymptomatic hyperuricaemia are acute arthritis and uric acid kidney stones. Patients should be treated when the serum uric acid level is greater than 0,54 mmol/l or if the urinary uric acid excretion is greater than 4,2 mmol/l/24 h."}, {"id": "pubmed23n0694_15642", "title": "", "score": 0.009174311926605505, "content": "E'ormai noto che esiste la possibilità rivoluzionaria di utilizzare il fegato per il trattamento della stadio terminale delle epatopatie.Nel gennaio 1980 si celebra il decimo anna di sopravvivenza con fegato trapiantato (la più lunga della letteratura) di un paziente da noi trattato. Si tratta di uno dei 12 malati sottoposti a trapianto e seguiti per più di 5 anni.La nota positiva di questa tipo di trattamento è rappresentata dall'eccellente tenore di vita che i pazienti conducono e dalla riabilitazione sociale e professionale.La nota negativa è data, invece, dal fatto che i buoni risultati non vengono raggiunti con regolarità e non possono essere previsti con esattezza. In questa breve rassegna considereremo la esperienza da noi fatta presso l'Università di Denver nel Colorado, mettendo in risalto le cause dell'elevata mortalità precoce e le prospettive future di questa mezzo terapeutico."}, {"id": "pubmed23n0124_13542", "title": "[Allopurinol toxicity. Apropos of 1 case].", "score": 0.009174311926605505, "content": "Allopurinol is widely used in the treatment of hyperuricemia. Unusual (78 cases published up to 1984) but severe toxicity includes renal, skin and hepatic involvement. We report a new case of serious toxic manifestations with acute interstitial nephritis. We stress the need to adapt the daily dosage of the drug to the glomerular filtration rate and to interrupt drug administration rapidly if allergic manifestations develop."}, {"id": "pubmed23n1029_21332", "title": "Esperienze di switch a cariprazina in pazienti schizofrenici con comparsa di effetti collaterali/comorbilità mediche.", "score": 0.00909090909090909, "content": "La schizofrenia è un disturbo psichiatrico grave e cronico con un background genetico e neurobiologico eterogeneo che influenza lo sviluppo precoce del cervello, ed è espressa come una combinazione di sintomi psicotici - come allucinazioni, deliri e disorganizzazione - e di sintomi negativi e cognitivi. Il trattamento dei pazienti con schizofrenia prevede l'utilizzo di antipsicotici, in accordo con i recenti dati di letteratura. Sulla base del meccanismo d'azione, gli antipsicotici vengono suddivisi in tipici (o \"di prima generazione\") e atipici (o \"di seconda generazione\"). Differiscono, anche, per la manifestazione di effetti collaterali, dovuti alla diversa affinità recettoriale caratteristica del singolo principio attivo. In questo caso clinico, presentiamo un giovane paziente di 24 anni con diagnosi di schizofrenia trattato prima con olanzapina e poi con risperidone, che ha manifestato significativi effetti collaterali di tipo metabolico e sessuali. La strategia terapeutica utilizzata è stata lo switch a un antipsicotico di terza generazione, cariprazina, con risoluzione delle collateralità e una migliore gestione dei sintomi negativi riportati. In conclusione, il modello di trattamento personalizzato sulla base delle condizioni cliniche e delle esigenze del paziente rappresenta l'approccio maggiormente adeguato nella gestione di ogni singolo caso."}, {"id": "pubmed23n0132_4085", "title": "[Preventive medical treatment of recurrent urinary calcium calculi].", "score": 0.00909090909090909, "content": "In 59 out of 80 patients with recurrent renal calcium stones studied between 1977 and 1982 and followed up for 4,5 to 7 years, an index has been used to determine the activity of the disease, before and after treatment with diet, high water intake, thiazide and/or allopurinol. As estimated by variations of the \"activity index\", the treatment was effective in all groups studied: patients with idiopathic hypercalciuria were prescribed a low purine and oxalate diet and a large water intake associated or not with thiazide; hyperuricosuric patients were treated by the same diet and allopurinol; patients with no metabolic abnormality were submitted to diet and/or thiazide and/or allopurinol. The association of thiazide and allopurinol seems to be a more effective therapy in recurrent stone formers with primary hyperoxaluria than high diuresis and succinimide."}, {"id": "pubmed23n0999_17549", "title": "[Bevacizumab e altri farmaci. Attività e sicurezza degli agenti anti-VEGF nel carcinoma ovarico.]", "score": 0.009009009009009009, "content": "Riassunto. L'angiogenesi svolge un ruolo importante sia nei tessuti epiteliali normali sia in quelli maligni. Negli ultimi anni questo fenomeno è stato ampiamente studiato in oncologia sperimentale e clinica perché ci sono evidenze che sia coinvolto nella diffusione e nella diffusione metastatica del carcinoma ovarico. Il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (vascular endothelial growth factor - VEGF) è l'attore principale nel meccanismo di angiogenesi e svolge un ruolo strategico nella proliferazione e migrazione delle cellule neoplastiche, con un impatto significativo sulla sopravvivenza e sull'outcome clinico. Secondo quanto emerge da molti studi sperimentali e clinici, le nostre conoscenze sulla biologia dell'angiogenesi e del VEGF sono aumentate portando allo sviluppo farmacologico di specifici agenti in grado di targeting VEGF. Questo nuovo campo di indagine offre agli scienziati l'opportunità di testare nuove possibilità terapeutiche nei pazienti con carcinoma ovarico con nuovi agenti mirati. Il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF umanizzato, è stato il primo farmaco anti-VEGF scoperto ed è usato oggi per il trattamento di diversi tumori solidi. Negli ultimi anni questo agente è stato ampiamente testato nei pazienti con carcinoma ovarico, mostrando un'attività clinica interessante e un profilo di tossicità tollerabile sia nelle pazienti giovani sia in quelle anziane. Il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel e successivamente utilizzato come agente singolo, è indicato per il trattamento del carcinoma epiteliale dell'ovaio di stadio III o IV, tuba di Falloppio o carcinoma peritoneale primario dopo iniziale resezione chirurgica. Il bevacizumab è anche usato per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico epiteliale ricorrente e resistente al platino, delle tube di Falloppio o dal tumore peritoneale primario che hanno ricevuto non più di 2 regimi precedenti di chemioterapia. Inoltre, il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel o con carboplatino e gemcitabina (e usato come agente singolo), è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma epiteliale dell'ovario sensibile al platino, tuba di Falloppio o tumore peritoneale primario. Le linee guida più accreditate suggeriscono quando bevacizumab deve essere usato nel trattamento del carcinoma ovarico avanzato e ricorrente. Altri agenti anti-VEGF, come gli inibitori della tirosin-chinasi del recettore VEGF (VEGFR), sono stati ampiamente testati nel carcinoma ovarico e molti altri sono in corso di studi al fine di testare la loro attività e sicurezza rispetto a bevacizumab. Gli agenti anti-VEGF e gli inibitori di PARP svolgono oggi un ruolo strategico nel trattamento del cancro ovarico con agenti mirati in associazione con la chemioterapia e la chirurgia in un'ottica multidisciplinare e personalizzata."}, {"id": "pubmed23n0833_8359", "title": "[The role of uric acid and allopurinol therapy in cardiovascular disease].", "score": 0.009009009009009009, "content": "Uric acid elevation is very common among patients with cardiovascular, renal and metabolic diseases. The role of uric acid in the pathogenesis of these diseases has been subject of intensive research and scientific discussions for decades. Allopurinol, which has been used in clinical practice for almost 50 years, is the drug of first choice for long-term control of gout. Due to its efficiency, low price and well-known risk profile, it is a widely prescribed drug. However allopurinol treatment in patients with asymptomatic hyperuricemia and cardiovascular diseases is still controversial. This review summarizes the increasing evidence of experimental and clinical studies suggesting that uric acid may play a causal role in cardiovascular disorders pathogenesis. The current evidence suggests that allopurinol therapy could provide a clinical benefit in the prevention and treatment in many of these conditions."}, {"id": "pubmed23n0887_23509", "title": "[Cyberstalking among Italian nurses: a large multicentric study].", "score": 0.008928571428571428, "content": "Determinare la prevalenza di cyberstalking tra gli infermieri italiani e valutare il livello di ansia e depressione nelle vittime. Da aprile a settembre 2014 è stato condotto uno studio multicentrico trasversale in un campione di infermieri italiani (n=997) utilizzando il questionario \"Cyberstalking\" per analizzare il fenomeno del cyberstalking. Ai partecipanti, che si sono autodefinite vittime di cyberstalking, è stato chiesto anche di compilare gli strumenti \"Beck Depression Inventory\" e \"State-Trait Anxiety Inventory\" per valutare, rispettivamente, i livelli di depressione ed ansia. La prevalenza di cyberstalking tra gli infermieri italiani è risultata pari al 23.3%. Il 42.7% ha dovuto cambiare il proprio stile di vita e lavorativo. Il cyberstalker era prevalentemente di sesso maschile (52%) e, nel 49% dei casi, era un paziente. Le vittime hanno riferito moderati livelli di ansia (media=28.4, SD=23.2) e depressione (media=92.7, SD=18.3); i risultati hanno mostrato un aumento dei livelli di depressione negli infermieri esperti nell'utilizzo del computer, gestori di siti web o blog, e una correlazione negativa tra il livello di ansia e gli infermieri esperti (r = -0.264). Il cyberstalking è un fenomeno che si riscontra frequentemente tra gli infermieri. Il rapporto infermiere - paziente gioca un ruolo centrale nello sviluppo del fenomeno e le vittime hanno riferito disordini correlati allo stress che influenzano la vita lavorativa. Questi risultati preliminari potrebbero sensibilizzare, i dirigenti ospedalieri, la politica e i centri antiviolenza al fine di sviluppare strategie risolutiv."}, {"id": "pubmed23n0237_11896", "title": "[Diagnostic criteria and therapy of gout].", "score": 0.008928571428571428, "content": "Among the diagnostic criteria the proof of urate crystals in the joint fluid is regarded as absolutely specific in the acute gout. In contrast to this the hyperuricaemia as an isolated finding has only a slight diagnostic value. For scientific and clinical proposes 7.0 mg/dl is to be regarded as upper limit value of the serum uric acid for the two sexes together. The chronic primary gout may with the help of the clearance of uric acid, the daily excretion of the quantity of uric acid as well as the pH-measurement of the urine pathogenetically be differentiated into a type of overproduction (type I about 20%) and into a type of renal excretion (type II about 80%), from which therapeutic consequences are the result. By dispensary care of the chronic form of the course we succeed, as a rule, in avoiding severe organic lesions at the kidney."}, {"id": "pubmed23n1063_21404", "title": "Everything is going to be all right. Psychopathology in the time of an epidemic in Italy.", "score": 0.008849557522123894, "content": "Scopo del presente lavoro è descrivere alcune reazioni umane e alcuni elementi di psicopatologia durante la pandemia. La pandemia ha messo in luce diversi aspetti dell'animo umano negli operatori sanitari, nei pazienti e nelle altre persone. Vi sono medici, infermieri, operatori che lavorano 24 ore su 24 per curare e assistere i malati, accompagnare chi non ce la fa. Incuranti del rischio di contagio, della fatica, dei propri bisogni hanno un'unica priorità : aiutare, fare il proprio dovere. Molti di loro si sono ammalati, molti sono morti. Tra loro vi è un alto tasso di contagiati, malati, qualcuno muore. Tutti sono stremati. Sono stati chiamati eroi, ma non tutti sono eroi. I nostri pazienti psichiatrici, inizialmente, sono i più adeguati, prudenti, saggi, responsabili. Con poche, semplici parole esprimono tanta consapevolezza e sana umanità. Al contrario, altre persone, quelle che normalmente si sentono \"al di sopra delle cose\", entrano nel panico Questa pandemia ci ha fatto capire (se ancora lo ignoravamo) che la vita è fragile, che tutto ciò che ci circonda e su cui costruiamo le nostre sicurezze è precario e incerto."}, {"id": "pubmed23n0769_17074", "title": "[Chronic tophaceous gout].", "score": 0.008849557522123894, "content": "Gout is a common illness, usually of unknown etiology, is more frequent in men, and with a prevalence that increases with age. It is characterized by recurrent episodes of acute arthritis due to the deposition of monosodium urate crystals in joints. The underlying disorder in most cases is hyperuricemia, usually as a consequence of impairment in its renal excretion. Although it is generally believed that both the diagnosis and treatment are simple, the truth is that the level of adherence of clinical decisions using the existing guidelines is poor. We describe a case of chronic tophaceous gout, and review the general characteristics of this condition. "}, {"id": "pubmed23n0885_1883", "title": "[Ecological study on the mortality of residents in Manfredonia (Apulia Region, Southern Italy) from 1970 to 2013].", "score": 0.008771929824561403, "content": "OBIETTIVI: valutare lo stato di salute della popolazione residente nel comune di Manfredonia dal 1970 al 2013. DISEGNO: analisi descrittiva dell'andamento temporale della mortalità generale, per gruppi di cause, dal 1970 al 2013. SETTING E PARTECIPANTI: i dati di mortalità e le popolazioni residenti sono di fonte Istat. Sono state esaminate 55 cause di decesso. Le analisi sono disaggregate per sesso e periodo. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: sono stati elaborati i rapporti standardizzati di mortalità (SMR%), con i rispettivi intervalli di confidenza al 90% (IC90%), e i tassi di mortalità standardizzati col metodo diretto (TSD ). RISULTATI: lo stato di salute misurato dal tasso di mortalità per tutte le cause migliora nel tempo: i TSD passano da 92 x10.000 negli anni 1970-1974 a 52 x10.000 nel biennio 2012-2013 negli uomini, da 70 x10.000 a 39 x10.000 nelle donne. Tuttavia, rispetto alla media regionale Manfredonia perde progressivamente il suo vantaggio, passando da -20% a -10% negli uomini, e da -20% a +1,5% nelle donne. Questo andamento è molto evidente per il complesso delle cause cardiovascolari, mentre i tumori maligni sono in generale nella media regionale. Nell'ultimo periodo disponibile per causa di decesso (2006-2011), la mortalità per infarto miocardico è stata più alta della media regionale (uomini: +35%; donne: +54%). I rapporti standardizzati di mortalità (SMR) mostrano tra gli uomini valori in crescita, in particolar modo rispetto al riferimento provinciale, con un eccesso a cominciare dal periodo 2006-2011 (22 decessi/anno e 19 attesi; SMR%: 117,2; IC90% 101,1-135,2; riferimento: provincia di Foggia). Anche tra le donne gli SMR% superano i riferimenti provinciali negli ultimi periodi esaminati (nel 2012-2013: 7 decessi/ anno e 4,2 attesi; SMR%: 116,4; IC90% 97,0-260,7; riferimento: provincia di Foggia). CONCLUSIONI: la mortalità a Manfredonia è diminuita in misura minore rispetto a quella osservata nei riferimenti provinciali e regionali. Il vantaggio che si osservava negli anni Sessanta si è, infatti, ridotto nel tempo, fino ad annullarsi negli ultimi anni. Dal 1970, Manfredonia ha progressivamente perso il vantaggio che aveva. Dagli anni Duemila, la mortalità per infarto del miocardio è in eccesso sulla media regionale e provinciale. Da casi documentati in letteratura si osserva che le popolazioni che sperimentano catastrofi di origine naturale o antropica possono fronteggiare un aumento di patologie cardiovascolari. La mortalità per tumore polmonare mostra un eccesso sulla media regionale, in particolare provinciale, a cominciare dal 2000, coerentemente con i tempi di latenza legati all'esposizione ad arsenico negli anni Settanta."}, {"id": "pubmed23n0049_18134", "title": "[Hypersensitivity syndrome caused by allopurinol: report of 2 cases and review of the literature].", "score": 0.008771929824561403, "content": "A severe adverse drug effect secondary to allopurinol ingestion has been described, characterized by fever, eosinophilia, cutaneous rash, hepatic lesion and renal failure, with a high mortality (21-26%) and unknown ethiopathogenicity. In many cases patients had a previous disorder on their renal function (53%) and more than half received allopurinol due to asymptomatic hyperuricemia. We present two new cases and review other 18 patients diagnosed in the last nine years, analyzing the ethiopathogenicity, epidemiological, clinical, therapeutical and preventive aspects."}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.008695652173913044, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "article-17382_2", "title": "Allopurinol -- Indications", "score": 0.008695652173913044, "content": "Allopurinol, a xanthine oxidase inhibitor, is a urate-lowering medication. Allopurinol is FDA approved for the following indications: Gout Prevention of tumor lysis syndrome Prevention of recurrent calcium nephrolithiasis in patients with hyperuricosuria Other non-FDA-approved indications include Lesch-Nyhan syndrome-associated hyperuricemia and recurrent uric acid nephrolithiasis prevention. [1] American College of Rheumatology recommends initiating urate-lowering therapy such as allopurinol in patients with an established diagnosis of gouty arthritis in the following situations: Frequent attacks of acute gouty arthritis, defined as equal to or more than two attacks per year Chronic kidney disease stage 2 or worse Presence of tophi or tophus on clinical exam or imaging History of nephrolithiasis It is important to note that asymptomatic hyperuricemia is not an indication of allopurinol or any urate-lowering therapy. [1]"}, {"id": "pubmed23n1049_20419", "title": "[New European guidelines for the management of dyslipidaemias: their aggressiveness is not legitimated by current evidence].", "score": 0.008620689655172414, "content": "Le linee guida 2019 delle Società europee di cardiologia e dell'aterosclerosi sulla gestione delle dislipidemie hanno aumentato l'aggressività diagnostico-terapeutica e non distinguono prevenzione primaria e secondaria, con parziale eccezione per gli ultra75enni. Raccomandano nuovi target di cLDL: per pazienti a rischio molto alto si raccomanda una riduzione a <55 mg/dl e >=50% rispetto al basale; per pazienti a rischio alto una riduzione a <70 mg/dl e >=50% del basale; per pazienti a rischio moderato una riduzione a <100 mg/dl; per pazienti a rischio basso una riduzione a <116 mg/dl. In base alle carte SCORE e ai dati di mortalità cardiovascolare in Italia, quasi tutti i maschi dai 70 anni e le donne dai 70-75 anni risulterebbero ad alto rischio per solo effetto dell'età. Anche quasi tutti i 60enni sarebbero a rischio moderato, con target di cLDL <100, e spesso necessità di aggiungere costosi ipolipemizzanti per chi già assume statine. Le prove supportano ben poco tale aggressività. Infatti, anche negli studi randomizzati controllati (RCT) i benefici su esiti cardiovascolari non fatali subiscono esagerazioni sistematiche, quello meno distorto e di maggior interesse per gli assistiti è la mortalità totale. Questa, con terapie ipocolesterolemizzanti più intensive, non si è ridotta nelle metanalisi di RCT con pazienti con cLDL tra 80 e <100 mg/dl al basale; con inibitori di PCSK9, pazienti con questi valori mostrano persino tendenza all'aumento della mortalità totale. Dunque, abbassare il cLDL a <80 mg/dl può non giovare neppure ad anziani coronaropatici. A oggi, ciò vale ancora di più per anziani nella popolazione generale, in cui una revisione sistematica di studi di coorte ha mostrato relazioni nulle o più spesso inverse tra cLDL e mortalità. Le nuove linee guida europee forzano le prove disponibili, trascurano il principio di precauzione e non possono esser base per un equo consenso informato."}, {"id": "pubmed23n0019_13067", "title": "[On the dose-effect relation of allopurinol (author's transl)].", "score": 0.008620689655172414, "content": "The hypuricemic action(y) of 1H-pyrazolo(3,4-d)pyrimidin-4-ol (allopurinol) is dependent on the serum concentration of uric acid (x). After treatment with allopurinol at doses of 300 mg daily for 8 days there exists a highly significant correlation corresponding the equation y = 0.875x + 3.950. At a level of 8 mg/dl without any therapy serum uric acid concentration is expected to decrease by an average of 3 mg/dl if allopurinol is applied at daily doses of 300 mg in a preparation with or without any retarding effect. Following a dose reduction to 150 mg allopurinol daily over a period of 8 days, too, the mean diminution of the hypuricemic action amounts only to 0.43 +/- 0.26 mg/dl (S.D.). In some cases, however, long-term therapy with allopurinol at daily doses of 150 mg is insufficient to guarantee a normuricemic state."}]}}}} {"correct_option": 5, "explanations": {"1": {"exist": true, "char_ranges": [[686, 952]], "word_ranges": [[111, 155]], "text": "l'ELISA è una tecnica molto sensibile, quindi un risultato negativo potrebbe lasciarci tranquilli, tuttavia sappiamo tutti che non esiste un test medico che escluda qualcosa con assoluta certezza (a meno che la sua sensibilità non sia del 100%, il che non è il caso)"}, "2": {"exist": true, "char_ranges": [[84, 288]], "word_ranges": [[12, 42]], "text": "potremmo escludere direttamente la risposta 2 in quanto sappiamo che la mononucleosi può essere espressione del primo stadio dell'infezione da HIV, soprattutto quando c'è una storia di contatti a rischio."}, "3": {"exist": true, "char_ranges": [[338, 458]], "word_ranges": [[51, 71]], "text": "l'ELISA è una tecnica molto sensibile ma non molto specifica e la conferma con un test Western-blot è SEMPRE necessaria."}, "4": {"exist": true, "char_ranges": [[338, 458]], "word_ranges": [[51, 71]], "text": "l'ELISA è una tecnica molto sensibile ma non molto specifica e la conferma con un test Western-blot è SEMPRE necessaria."}, "5": {"exist": true, "char_ranges": [[1337, 1553]], "word_ranges": [[214, 253]], "text": "la risposta che meglio si adatta a noi sarebbe 5, nel periodo finestra una carica virale può essere indicata per la diagnosi (positiva se ci sono più di 10.000 copie), anche se questo test non viene fatto di routine."}}, "full_answer": "Domanda semplice se abbiamo chiaro il processo diagnostico dell'HIV. A prima vista, potremmo escludere direttamente la risposta 2 in quanto sappiamo che la mononucleosi può essere espressione del primo stadio dell'infezione da HIV, soprattutto quando c'è una storia di contatti a rischio. Anche le risposte 3 e 4 sono facilmente escluse; l'ELISA è una tecnica molto sensibile ma non molto specifica e la conferma con un test Western-blot è SEMPRE necessaria. Le risposte 1 e 5 si contraddicono, se ci fate caso, quindi una delle due è corretta. In questo caso, la risposta falsa è la 1, è una risposta molto categorica (\"escludere\") che non corrisponde alla realtà; Come abbiamo detto, l'ELISA è una tecnica molto sensibile, quindi un risultato negativo potrebbe lasciarci tranquilli, tuttavia sappiamo tutti che non esiste un test medico che escluda qualcosa con assoluta certezza (a meno che la sua sensibilità non sia del 100%, il che non è il caso) e, d'altra parte, potremmo dire che in questo caso abbiamo un elevato sospetto clinico (il quadro è suggestivo, e gli antecedenti ci sono). Inoltre, sono passate solo 3 settimane dal contatto, quindi il nostro paziente si trova probabilmente nel \"periodo finestra\" durante il quale le tecniche sierologiche potrebbero non essere efficaci dal punto di vista dei costi. In conclusione, la risposta che meglio si adatta a noi sarebbe 5, nel periodo finestra una carica virale può essere indicata per la diagnosi (positiva se ci sono più di 10.000 copie), anche se questo test non viene fatto di routine.", "full_answer_no_ref": "Domanda semplice se abbiamo chiaro il processo diagnostico dell'HIV. A prima vista, potremmo escludere direttamente la risposta 2 in quanto sappiamo che la mononucleosi può essere espressione del primo stadio dell'infezione da HIV, soprattutto quando c'è una storia di contatti a rischio. Anche le risposte 3 e 4 sono facilmente escluse; l'ELISA è una tecnica molto sensibile ma non molto specifica e la conferma con un test Western-blot è SEMPRE necessaria. Le risposte 1 e 5 si contraddicono, se ci fate caso, quindi una delle due è [HIDDEN]. In questo caso, la risposta falsa è la 1, è una risposta molto categorica (\"escludere\") che non corrisponde alla realtà; Come abbiamo detto, l'ELISA è una tecnica molto sensibile, quindi un risultato negativo potrebbe lasciarci tranquilli, tuttavia sappiamo tutti che non esiste un test medico che escluda qualcosa con assoluta certezza (a meno che la sua sensibilità non sia del 100%, il che non è il caso) e, d'altra parte, potremmo dire che in questo caso abbiamo un elevato sospetto clinico (il quadro è suggestivo, e gli antecedenti ci sono). Inoltre, sono passate solo 3 settimane dal contatto, quindi il nostro paziente si trova probabilmente nel \"periodo finestra\" durante il quale le tecniche sierologiche potrebbero non essere efficaci dal punto di vista dei costi. In conclusione, la risposta che meglio si adatta a noi sarebbe [HIDDEN], nel periodo finestra una carica virale può essere indicata per la diagnosi (positiva se ci sono più di 10.000 copie), anche se questo test non viene fatto di routine.", "full_question": "Una donna di 20 anni si presenta con un esordio acuto di febbre, linfoadenopatia cervicale e rash cutaneo. Secondo la paziente, tre settimane fa ha avuto un rapporto sessuale che avrebbe potuto comportare il rischio di contrarre il virus HIV. Quale delle seguenti risposte è vera?", "id": 243, "lang": "it", "options": {"1": "Una sierologia HIV-1/HIV-2 negativa mediante ELISA esclude la possibilità che il paziente sia stato infettato dal virus HIV.", "2": "Il processo clinico del paziente non è coerente con un'infezione acuta da HIV.", "3": "Se il test ELISA del paziente è positivo, non sono necessari ulteriori accertamenti diagnostici per l'infezione da HIV.", "4": "La tecnica ELISA ha un'elevata sensibilità per la diagnosi di infezione da HIV, ma la sua specificità è ancora più elevata.", "5": "Se il test ELISA per diagnosticare l'HIV nel paziente era negativo, potevamo determinare la carica virale nel sangue con la tecnica della PCR."}, "question_id_specific": 112, "type": "MALATTIE INFETTIVE", "year": 2014, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "pubmed23n0808_11508", "title": "Aceptabilidad del diagnóstico rápido casero para HIV entre hombres gay y otros hombres que tienen sexo con hombres (G&HSH) de la Ciudad de Buenos Aires.", "score": 0.011610108303249097, "content": "El uso del diagnóstico rápido para HIV en Argentina, así como otros países de Latinoamérica, ha sido limitado hasta el momento. Este trabajo reporta los resultados provenientes de un estudio cualitativo realizado entre hombres gays y otros hombres que tienen sexo con hombres (G&HSH) de la Ciudad de Buenos Aires, Argentina. El objetivo principal del mismo fue conocer las ventajas y desventajas que los hombres G&HSH perciben en relación al diagnóstico rápido casero para HIV. Se realizaron ocho grupos focales con 73 participantes en los cuales se discutió acerca de las ventajas y desventajas del uso de los diagnósticos rápidos. Las respuestas fueron codificadas utilizando un programa para análisis de datos cualitativos (NVivo) y analizadas temáticamente. Los participantes describieron numerosas ventajas sobre el uso del diagnóstico rápido casero, aunque algunos reportaron importantes preocupaciones dentro de las cuales se destaca la posibilidad de impulsos suicidas si alguien recibe un resultado positivo estando solo. En términos generales se observó una gran aceptabilidad para el uso del diagnóstico rápido si el mismo es realizado por personal de salud en lugares acondicionados para este fin."}, {"id": "pubmed23n0749_21422", "title": "The clinician's role in the diagnosis of breast disease.", "score": 0.009900990099009901, "content": "Until 20 or 30 years ago, the diagnosis and treatment of breast disease was managed exclusively by the surgeon. This situation has changed to some extent as a result of recent technological advances, and clinicians' contributions to the diagnostic work-up and/or treatment of these cases can begin at any time. If they are the first physician to see the patient after the examination and formulation of a diagnostic hypothesis, they will almost always have to order a panel of imaging/instrumental examinations that is appropriate for the type of lesion suspected, the patient's age, and other factors; if they intervene at the end of the diagnostic work-up, it will be their job to arrive at a conclusion based on all of the data collected. The clinical examination includes various steps - history taking and inspection and palpation of the breasts - each of which is essential and requires the use of appropriate methods and techniques. The diagnostic capacity of the examination will depend largely on the consistency of the breasts, but it is influenced even more strongly by the doctor-patient relationship. Physicians must know their patient well, listen to and understand what she is saying, explain their own findings and verify that the explanations have been understood, and they must be convincing. Clinicians must also be able to assess the results of imaging studies (rather than relying solely on the radiologist's report), and this requires interaction with other specialists. The days are over when a clinician or radiologist or sonographer worked alone, certain that his/her examination method was sufficient in itself: today, teamwork is essential. But this also means that each member of the team must be extremely competent in his/her own sector and be aware of the other team members' limitations and expectations. The clinical examination remains central to the process since it is the basis for selecting appropriate treatment. SOMMARIO: Da quando si conosce la patologia mammaria la diagnosi e la terapia di tale patologia sono state a totale appannaggio del chirurgo, situazione che è proseguita fino a qualche decennio fa. Il recente progresso tecnologico ha modificato, in parte, questa situazione e il clinico può entrare nel percorso diagnostico o terapeutico in qualsiasi momento. Se è il primo coinvolto, dopo l'esame e dopo un'ipotesi diagnostica, dovrà, quasi sempre, orientarsi verso indagini strumentali in relazione al sospetto, all'età della paziente ecc., se è l'ultimo anello deve arrivare a una conclusione mettendo insieme tutte le informazioni. L'esame clinico è composto di varie fasi: anamnesi, ispezione, palpazione, ognuna essenziale. Ogni singola fase va affrontata con metodo e tecnica appropriata. La capacità diagnostica dell'esame clinico è influenzata dalla costituzione della mammella, ma ancor di più è condizionata da uno stretto rapporto tra paziente e medico che deve conoscere molto la paziente che gli sta davanti e che non solo deve \"visitare\", ma capire, spiegare, accertarsi che si abbia capito, convincere. È inoltre indispensabile che il clinico sia in grado di esaminare le indagini strumentali e non limitarsi a leggere i referti, quindi interagire con gli altri specialisti. L'epoca del clinico o del radiologo o dell'ecografista che lavora da solo credendo che il proprio esame sia sufficiente o sganciato da altri contesti è finita da tempo, tutti hanno bisogno di tutti. È però vero che ciascuno deve essere estremamente competente nel suo settore e deve conoscere i limiti e le aspettative di chi collabora in altre specialità, come rimane valida la regola che la clinica resta comunque il momento centrale, non fosse altro perché poi deve affrontare la terapia."}, {"id": "pubmed23n0064_8554", "title": "[Laboratory diagnosis in HIV infection].", "score": 0.009900990099009901, "content": "The laboratory diagnosis of an HIV infection is mainly based on the detection of antibodies. Many reliable tests are commercially available. Although they have excellent characteristics (sensitivity and specificity above 99%), their positive predictive value is low in populations with a very low prevalence of HIV infections. Therefore, reactive screening tests must be validated by a confirmatory test in order to reduce the probability of false positive results to an acceptably low level, i.e. below 1%. The detection of HIV by cell culture, antigen detection or genome detection is less standardized and, as a single test, less sensitive than the antibody tests. It is useful as an additional investigation in cases where the results of antibody tests are equivocal."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.00980392156862745, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0653_4916", "title": "[Diagnosis of HIV infection and AIDS].", "score": 0.00980392156862745, "content": "The diagnosis of HIV infection is established by two steps, screening assays and confirmatory assays. The screening assays are designed to detect all infected individuals, and possess a high degree of sensitivity. The confirmatory assays are designed to identify individuals who are not infected but who have reactive screening test results, and have a high specificity. Tests with high sensitivity produce few false-negative results, whereas tests with high specificity produce few false-positive results. The most important step in evaluating an indeterminate result is assessing the patient's risk factors. The diagnosis of AIDS is defined as having HIV infection and getting one of AIDS-related disorders, which are unusual in people with a healthy immune system."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.009708737864077669, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n0351_3357", "title": "[Diagnosis and virologic monitoring of HIV infection].", "score": 0.009708737864077669, "content": "The new challenge of the diagnosis of HIV infection concerns the treatment since an early diagnosis permits to start antiretroviral therapy with the aim to block the evolution to aids. The virological diagnosis may be done easily using new sensitive and specific techniques. Using the test of detection of p24 antigenemia and HIV-RNA in plasma, it is easy to approach the diagnosis of primary infection. The tests for HIV viral load are now largely available and they must be systematically included in the follow-up of infected persons."}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.009615384615384616, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n0767_18836", "title": "[Role of line immunoassay in the diagnosis of early HIV infection: a diagnostic case].", "score": 0.009615384615384616, "content": "Combined p24 antigen-HIV antibody fourth-generation assays that identify most of the early HIV infections have been used extensively worldwide for several years. This poses challenges for the traditional algorithm of line immunoassay (LIA) confirmation. LIA tests are useful methods with their high specificity and their ability to differentiate HIV-1 from HIV-2, but they are reactive days after the fourth generation enzyme immunoassays. With acute HIV infection, high levels of infectious virus are detectable in serum and genital secretions. The rate of transmission during acute HIV infection is higher than the established HIV infection, for this reason, new HIV testing strategies need to focus on sensitivity, especially for this highly contagious phase immediately after infection. Serum sample of a patient sent to Ege University Hospital Clinical Virology Laboratory was repeatedly reactive with low signal/cutoff ratios with two different commercial fourth generation enzyme immunoassays (Architect HIV Ag/Ab Combo Reagent Kit, Abbott, Germany and Vidas HIV Duo Quick, Biomerieux, France). The sample was non-reactive with the LIA (INNO-LIA HIV I/II Score, Innogenetics, Belgium) and HIV RNA (RealTime HIV-I Amplification Reagent Kit, Abbott, USA) result was positive (4.1 x 10(5) copies/ml). With the presentation of this case, the role of LIA in the diagnosis of early HIV infection and its place in test algorithms were questioned. "}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.009523809523809525, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0891_11655", "title": "[Comparative study of HIV-1/2 antibody confirmatory assay: Geenius™ versus INNO-LIA™].", "score": 0.009523809523809525, "content": "The aim of the study is to compare two confirmatory tests for HIV-1/2 infection. A prospective study was carried out between 01/01/2015 and 12/31/2015. Serum samples with repeatedly positive results in the Antibody-Antigen-HIV-1/2 (Architect, Abbott) screening assay were included. The serum samples corresponding to new diagnosed cases were selected and were used to compare the two confirmatory assays: Geenius™ HIV-1/2 (Bio-Rad) and INNO-LIA™ HIV-1/2 score line-immunoassay (Innogene-tics®). The HIV-1 viral load (Cobas® AmpliPrepHIV, Ro-che) was performed in discordant or indeterminate cases. Eight five samples were included. The results of both confirmatory assays were concordant in 80/85 samples: 53 HIV-1, 1 HIV-2, 25 negative and one indeterminate. Cohen's Kappa concordance coefficient between Geenius™ and INNO-LIA™ techniques was very high (0.878). The concordance between the two assays is high. The procedure for Geenius™ is simple and fast. Geenius™ is a good alternative to include in the HIV-1/2 diagnostic algorithm."}, {"id": "pubmed23n0885_1888", "title": "[Assessment of a project for integrated management of care given to patients with type-2 diabetes in the Local Health Authority 21 of Legnago (Veneto Region, Northern Italy) in the period 2010-2012].", "score": 0.009433962264150943, "content": "OBIETTIVI: descrivere, nella ASL 21 di Legnago (VR), l'andamento di alcuni indicatori sanitari tra il 2009, anno precedente all'avvio di un progetto triennale per la gestione integrata dell'assistenza al paziente con diabete mellito di tipo 2, e il 2012, ultimo anno del progetto. DISEGNO: studio longitudinale trasversale ripetuto. SETTING E PARTECIPANTI: tutti i pazienti diabetici di tipo 2 della ASL 21, identificati nei database aziendali (in base a esenzioni per patologia, accessi al servizio diabetologico, consumo di farmaci antidiabetici e strisce per la determinazione della glicemia) e nelle cartelle cliniche dei medici di famiglia. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: numero di test diagnostici e di follow-up erogati, consumo di farmaci, prestazioni specialistiche, accessi al pronto soccorso, ricoveri e mortalità. RISULTATI: nonostante un calo generalizzato (-3,1%) nei test erogati dalla ASL 21 ai suoi assistititi nel periodo 2009-2012, l'analisi ha documentato un marcato aumento per gli esami previsti nella gestione del diabete, quali curve da carico glicemico (+104,3%), emoglobina glicata (+19,0%) e microalbuminuria (+296,1%). I soggetti identificati come diabetici sono aumentati da 8.084 nel 2009 (5,2%) a 9.221 nel 2012 (5,9%). Sono stati osservati aumenti nella prevalenza di pazienti visitati presso un servizio diabetologico (dal 22,6% al 39,0%), nonché negli utilizzatori di metformina (dal 28,0% al 37,5%), insuline (dal 13,5% al 18,3%) e incretine (dall'1,4% al 9,0%). Il consumo di sulfaniluree è, invece, calato (dal 49,9% al 40,8%), come anche l'erogazione di alcune prestazioni specialistiche, gli accessi al pronto soccorso e i ricoveri, mentre il tasso di mortalità è rimasto stabile (29,6 decessi x1.000/anno). CONCLUSIONE: durante il periodo di implementazione del progetto sembra essersi verificato un aumento della sensibilità diagnostica e una maggiore presa in carico del paziente diabetico. Anche se la natura osservazionale dello studio non consente di dimostrare una relazione causa-effetto, i risultati sembrano supportare l'ipotesi che la gestione integrata della patologia migliori l'appropriatezza dell'assistenza."}, {"id": "pubmed23n0482_12085", "title": "[Laboratory tests for HIV infection].", "score": 0.009433962264150943, "content": "This report describes commercially available tests for HIV diagnosis. It evaluates the sensitivity and specificity of tests and provides guidance for interpreting the test results. How use of them in HIV diagnosis is dependent on which kind of test was used, when the proper technique can to be used and how to interpret the results. The following diagnostic techniques are described: antibody related (EIA and Western blot), genetic test (PCR), viral protein estimation (p24 Ag), cell and viral culture."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.009345794392523364, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0687_12280", "title": "[Laboratory diagnosis of HIV infection, viral tropism and resistance to antiretrovirals].", "score": 0.009345794392523364, "content": "The accurate diagnosis of HIV infection demands that to consider a positive result, at least three assays with different antigenic base should be used, one of them, Western-Blot being mandatory for confirmation. Fourth generation ELISAs shorten the window phase to 13-15 days, as they now include p24 antigen detection. Proviral DNA or Viral RNA detection by molecular methods have proved useful for addressing complex situations in which serology was inconclusive. Viral load (HIV-RNA) is routinely used to follow-up HIV infected patients and is used for treatment initiation decisions. It is also used to monitor viral failure. When this happens, resistance tests are needed to guide treatment changes. Resistance is also used to assess the transmission of drug resistance to newly diagnosed patients. Finally, before using an anti-CCR5 drug, viral tropism needs to be determined. This can be done using genotypic tests, widely available in many HIV labs, or phenotypic tests, only available at certain sites."}, {"id": "pubmed23n0887_23509", "title": "[Cyberstalking among Italian nurses: a large multicentric study].", "score": 0.009259259259259259, "content": "Determinare la prevalenza di cyberstalking tra gli infermieri italiani e valutare il livello di ansia e depressione nelle vittime. Da aprile a settembre 2014 è stato condotto uno studio multicentrico trasversale in un campione di infermieri italiani (n=997) utilizzando il questionario \"Cyberstalking\" per analizzare il fenomeno del cyberstalking. Ai partecipanti, che si sono autodefinite vittime di cyberstalking, è stato chiesto anche di compilare gli strumenti \"Beck Depression Inventory\" e \"State-Trait Anxiety Inventory\" per valutare, rispettivamente, i livelli di depressione ed ansia. La prevalenza di cyberstalking tra gli infermieri italiani è risultata pari al 23.3%. Il 42.7% ha dovuto cambiare il proprio stile di vita e lavorativo. Il cyberstalker era prevalentemente di sesso maschile (52%) e, nel 49% dei casi, era un paziente. Le vittime hanno riferito moderati livelli di ansia (media=28.4, SD=23.2) e depressione (media=92.7, SD=18.3); i risultati hanno mostrato un aumento dei livelli di depressione negli infermieri esperti nell'utilizzo del computer, gestori di siti web o blog, e una correlazione negativa tra il livello di ansia e gli infermieri esperti (r = -0.264). Il cyberstalking è un fenomeno che si riscontra frequentemente tra gli infermieri. Il rapporto infermiere - paziente gioca un ruolo centrale nello sviluppo del fenomeno e le vittime hanno riferito disordini correlati allo stress che influenzano la vita lavorativa. Questi risultati preliminari potrebbero sensibilizzare, i dirigenti ospedalieri, la politica e i centri antiviolenza al fine di sviluppare strategie risolutiv."}, {"id": "pubmed23n0071_21806", "title": "[Evaluation of various tests for the detection of antigen and antibodies in the diagnosis of primary HIV infection].", "score": 0.009259259259259259, "content": "The effectiveness of different methodologies to identify antigenemia and antibodies against HIV at the time of viral primary infection was evaluated. To this end, 6 consecutive serum samples of a patient who had had symptomatic seroconversion were assessed. The detection of antigenemia was earlier than that of antibodies, although the sensitivity of the three evaluated assays varied greatly. An enzyme immunoassay (EIA) designed with synthetic peptides from the HIV envelope (third generation EIA) was the most sensitive test for antibody detection. Five other tests elaborated with antigenic material from a viral lysate (first generation) or with recombinant proteins (second generation) were reactive later, although the second generation EIA were more sensitive. A rapid immunofiltration test (HIV-Check) had good sensitivity, similar to that of the second generation EIA. Western blotting (WB) identified antibodies against the viral core later than the third generation EIA, and all the bands required for the diagnosis only appeared three weeks later. Therefore, although WB is an excellent method to confirm results from other tests, it may not be definitive for the results at the primary infection period when other particularly sensitive techniques are already diagnostic. We think that the higher sensitivity of EIA tests using synthetic peptides justifies its generalization for sample screening in blood banks."}, {"id": "pubmed23n0932_1180", "title": "[La combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) nel trattamento del carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia: le notizie sulla mia morte sono state esagerate?]", "score": 0.009174311926605505, "content": "Riassunto. L'analisi è stata condotta al fine di valutare l'effetto sia sulla sopravvivenza globale (OS) sia sulla sopravvivenza libera da progressione di malattia (PFS) della chemioterapia di combinazione in prima linea per il carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia. La presente analisi è limitata agli studi randomizzati controllati (RCT) di fase III. Successivamente è stata applicata la European Society for Medical Oncology Magnitude of Clinical Benefit Scale (ESMO-MCBS) agli RCT di fase III analizzati per ricavare uno score relativo all'entità del beneficio clinico ottenuto per ciascun RCT. Sono state calcolate inoltre le differenze in termini di PFS tra i diversi bracci di trattamento rapportandole con i costi dei farmaci necessari per ottenere il beneficio di PFS. La nostra analisi ha valutato 11 RCT di fase III, per un totale di 4572 pazienti. Combinando i costi della terapia con la misura dell'efficacia espressa dalla PFS, è stato ottenuto un costo di 74,12 euro (€) per mese di vita guadagnato in termini di PFS con la combinazione di 5-fluorouracil, leucovorin, irinotecan e oxaliplatino (FOLFIRINOX), 90,14 € per la combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) e 4708,7 € per la combinazione di nab-paclitaxel e gemcitabina. Da questo punto di vista riteniamo che l'utilizzo delle \"vecche chemioterapie di combinazione\" (per es., GEMOX) non dovrebbe essere completamente abbandonato, ma valutato sul singolo paziente, sulla base di diversi fattori (età, ECOG PS, comorbilità, carico di malattia), al fine di ottenere una reale \"tailored therapy\"."}, {"id": "pubmed23n0421_6716", "title": "[Laboratory diagnosis of HIV infection].", "score": 0.009174311926605505, "content": "The diagnosis of HIV infection is generally lead using two different ELISAs to detect specific anti-HIV antibodies, the eventual reactivity must then be confirmed by a Western Blot The antibodies can be detected only 1-6 months after the infection; in fact in the earliest phases neither the antibodies, for their low titre, nor the specific antigens, for the antibodies could form immune complexes, can be detected by the achieved methods. Only the viral isolation can reveal the presence of the virus in this early phase, but the isolation must be conducted only in adequately safe laboratories (P3 laboratories). The only test able to replace the viral isolation is the Polymerase Chain Reaction (PCR). The PCR technique can be useful to reveal an HIV infection in its early phase and to monitor the infection progression and the efficacy of an antiretroviral treatment"}, {"id": "pubmed23n0694_15642", "title": "", "score": 0.00909090909090909, "content": "E'ormai noto che esiste la possibilità rivoluzionaria di utilizzare il fegato per il trattamento della stadio terminale delle epatopatie.Nel gennaio 1980 si celebra il decimo anna di sopravvivenza con fegato trapiantato (la più lunga della letteratura) di un paziente da noi trattato. Si tratta di uno dei 12 malati sottoposti a trapianto e seguiti per più di 5 anni.La nota positiva di questa tipo di trattamento è rappresentata dall'eccellente tenore di vita che i pazienti conducono e dalla riabilitazione sociale e professionale.La nota negativa è data, invece, dal fatto che i buoni risultati non vengono raggiunti con regolarità e non possono essere previsti con esattezza. In questa breve rassegna considereremo la esperienza da noi fatta presso l'Università di Denver nel Colorado, mettendo in risalto le cause dell'elevata mortalità precoce e le prospettive future di questa mezzo terapeutico."}, {"id": "pubmed23n0618_9065", "title": "[Diagnosis of HIV-1 non-B subtypes and HIV-2].", "score": 0.00909090909090909, "content": "The high genetic diversity of human immunodeficiency virus (HIV) poses a significant challenge to the diagnosis and microbiological characterization of HIV infection. Because of the continual emergence of new variants and the global spread of HIV groups, subtypes and recombinant forms, accurate diagnostic tools are of prime importance. The present review analyzes the problems posed by HIV assays for antibody screening, nucleic acid testing and patient monitoring in HIV-1 non-B subtypes, as well as the utility of some recently introduced genetic algorithms, such as those proposed for the characterization of viral tropism. Overall, the reliability of serological and molecular tests for HIV-1 strains is high, except for the more genetically diverse HIV variants (HIV-1 group O, N, and HIV-2). In contrast, genetic algorithms show acceptable accuracy for HIV-1 subtype B, but are less accurate for non-B subtypes. In conclusion, the ongoing evolution of HIV requires constant monitoring of the performance of screening tests and provides a stimulus to the development of molecular assays to detect all spreading and emerging HIV variants. The availability of both in vitro and clinical data from studies of HIV-1 non-B subtypes will improve the performance of bioinformatics tools."}, {"id": "pubmed23n0999_17549", "title": "[Bevacizumab e altri farmaci. Attività e sicurezza degli agenti anti-VEGF nel carcinoma ovarico.]", "score": 0.009009009009009009, "content": "Riassunto. L'angiogenesi svolge un ruolo importante sia nei tessuti epiteliali normali sia in quelli maligni. Negli ultimi anni questo fenomeno è stato ampiamente studiato in oncologia sperimentale e clinica perché ci sono evidenze che sia coinvolto nella diffusione e nella diffusione metastatica del carcinoma ovarico. Il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (vascular endothelial growth factor - VEGF) è l'attore principale nel meccanismo di angiogenesi e svolge un ruolo strategico nella proliferazione e migrazione delle cellule neoplastiche, con un impatto significativo sulla sopravvivenza e sull'outcome clinico. Secondo quanto emerge da molti studi sperimentali e clinici, le nostre conoscenze sulla biologia dell'angiogenesi e del VEGF sono aumentate portando allo sviluppo farmacologico di specifici agenti in grado di targeting VEGF. Questo nuovo campo di indagine offre agli scienziati l'opportunità di testare nuove possibilità terapeutiche nei pazienti con carcinoma ovarico con nuovi agenti mirati. Il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF umanizzato, è stato il primo farmaco anti-VEGF scoperto ed è usato oggi per il trattamento di diversi tumori solidi. Negli ultimi anni questo agente è stato ampiamente testato nei pazienti con carcinoma ovarico, mostrando un'attività clinica interessante e un profilo di tossicità tollerabile sia nelle pazienti giovani sia in quelle anziane. Il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel e successivamente utilizzato come agente singolo, è indicato per il trattamento del carcinoma epiteliale dell'ovaio di stadio III o IV, tuba di Falloppio o carcinoma peritoneale primario dopo iniziale resezione chirurgica. Il bevacizumab è anche usato per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico epiteliale ricorrente e resistente al platino, delle tube di Falloppio o dal tumore peritoneale primario che hanno ricevuto non più di 2 regimi precedenti di chemioterapia. Inoltre, il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel o con carboplatino e gemcitabina (e usato come agente singolo), è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma epiteliale dell'ovario sensibile al platino, tuba di Falloppio o tumore peritoneale primario. Le linee guida più accreditate suggeriscono quando bevacizumab deve essere usato nel trattamento del carcinoma ovarico avanzato e ricorrente. Altri agenti anti-VEGF, come gli inibitori della tirosin-chinasi del recettore VEGF (VEGFR), sono stati ampiamente testati nel carcinoma ovarico e molti altri sono in corso di studi al fine di testare la loro attività e sicurezza rispetto a bevacizumab. Gli agenti anti-VEGF e gli inibitori di PARP svolgono oggi un ruolo strategico nel trattamento del cancro ovarico con agenti mirati in associazione con la chemioterapia e la chirurgia in un'ottica multidisciplinare e personalizzata."}, {"id": "pubmed23n0116_3501", "title": "[Laboratory diagnosis of AIDS].", "score": 0.009009009009009009, "content": "The data on the morphogenesis, biology and genetics of human immunodeficiency virus, as well as on the epidemiology of AIDS, are presented. Different assay systems developed in the USSR for the diagnosis of AIDS are described. The prospects for improving diagnostic techniques with the use of gene engineering are considered."}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.008928571428571428, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "pubmed23n0321_16846", "title": "[Detection of HIV antibodies in pooled sera].", "score": 0.008928571428571428, "content": "The use of sera mixtures for the detection of HIV antibodies was studied in a population of low prevalence (0.006%), using the diagnosis systems of national production: Recombinant HIV UMELISA and RECHIV 1 + 2. The systems were evaluated with individual samples and mixtures of 5 and 10 sera from healthy blood donors and from HIV-1 and/or HIV-2 positive and undetermined persons. It was observed that the utilization of mixtures of 10 sera is not feasible; however, the use of mixtures of 5 affects neither the specificity nor the sensitivity of the systems studied."}, {"id": "pubmed23n0711_1544", "title": "[ Monotherapy with tamsulosin].", "score": 0.008849557522123894, "content": "G.G. è un paziente di 62 anni, in condizioni generali discrete, che giunge alla nostra osservazione per la presenza di sintomi urinari del basso tratto urinario, International Prostate Symptom Score (IPSS) pari a 16. Anamnesi familiare negativa per carcinoma prostatico. Il paziente esegue terapia con calcio antagonista per ipertensione arteriosa. Ha subito un intervento di colecistectomia. Il paziente riferiva inoltre una qualità di vita negativamente influenzata da sintomi minzionali irritativi che lo portavano ad alzarsi più di 3 volte a notte per urinare ed una pollachiuria diurna ogni 3 ore. Viene inoltre riferita un'attività sessuale moderatamente insoddisfacente."}, {"id": "pubmed23n0067_3290", "title": "[Virologic diagnosis of human immunodeficiency].", "score": 0.008849557522123894, "content": "The reference tests for HIV diagnosis are the ELISA and Western-Blot assays. Their rapid development has made it possible to obtain a reliable, specific and highly sensitive diagnosis. The follow-up of HIV-infected subjects includes HIV-p24 antigenaemia, but viral culture and PCR will perhaps permit a quantification of viral load in order to evaluate the results of antiviral therapy."}, {"id": "pubmed23n1059_7363", "title": "Contributi scientifici in memoria di Antonio Fusco.", "score": 0.008771929824561403, "content": "Come si leggerà nell'Introduzione della sezione propriamente scientifica del Volume, il presente testo nasce dalla volontà e, soprattutto, dall'esigenza culturale di omaggiare il fu Prof. Antonio Fusco. Un debito scientifico ed umano che trova il suo locus naturale in questa prima parte del testo stesso, cui farà poi seguito la parte propriamente scientifica. In siffatta parentesi dovuta per le ragioni appena menzionate, il lettore, l'amico o l'allievo dell'opera del Prof. Fusco potranno trovare un suo sintetico Curriculum Vitae, correlato da una specifica ed accurata prosa, svolta dal già Magnifico Rettore Carlo Cipolli; il quale, oltre che evidenziare, ricordando, i meriti del collega oramai scomparso, aggiunge alsuo scritto un elemento che sarebbe imprescindibile a non trasformare lo stesso in una mera sequenza di parole: l'amicizia e l'affetto per un amico che, oramai, non c'è più. A fine lettura, evidente risuonerà il fatto che la vita di ognuno, se mossa dalla passione per ciò per cui si è predisposti cognitivamente e psicologicamente, può essere ricca di riconoscimenti, riconoscenze e soddisfazioni che, lungi dal divenire un cuscino di allori su cui adagiarsi, per una mente creativa come quella del Prof. Fusco hanno funto solo da motivazioni ad agire instancabilmente guardando sempre al futuro. Il lavoro di una vita che, materialmente, è sancito da un supporto poco più di cm 25x15: una targa. Una materialità evidente che, con grande commozione e riconoscenza, è stata affissa il 25 ottobre 2019 sull'aula fronte l'Aula Magna del Campus \"La Folcara\", a testimonianza che quello spirito creativo in continua evoluzione non si ferma; non si arresta neppure con la fine biologica di chi lo ha \"posseduto\". Rimangono le opere ed il pensiero del Prof. Fusco e restano gli affetti. A tal proposito, il lettore troverà una breve e sentita sezione su Testimonianze; coloro i quali hanno avuto modo, nell'arco della vita accademica ed umana, personale, di Fusco di conoscerlo. Ecco, allora, che i ricordi saranno i veri protagonisti di questa parentesi. Dopo di ciò, prima dei contributi prettamente scientifici dei lavori, tenutisi in occasione del Convegno Internazionale Psicologia, Arte, Letteratura. Antiche e Nuove Tendenze, seguiranno i saluti delle autorità che in quei due giorni si sono succedute a rappresentare non solo l'istituzione affiliata, ma anche la relazione di stima e di affetto che le legava al compianto Professore. Si passerà, infine, al volume tradizionalmente inteso."}, {"id": "pubmed23n0773_19243", "title": "[HIV testing: the medical laboratory role in HIV diagnosis and monitoring].", "score": 0.008771929824561403, "content": "Diagnosis of HIV infection is performed via enzyme immunoassay (EIA), an assay based on screening for antibodies against HIV. Confirmation of diagnosis is performed by Western-Blot, a more specific assay directed at a number of viral proteins for which antibodies exist. Routine follow-up of HIV-infected individuals includes measurement of CD4 cell count to evaluate the immune status, of viral load to assess virus replication, and of changes in the viral genome to characterize resistance to drugs and tropism. In addition, absence of the HLA B*57:01 allele is verified before prescription of abacavir, and drug levels of protease-inhibitors are determined in treatment-failing individuals after ruling out other causes of failure. Rapid diagnosis and regular follow-up improve the quality of life of patients and extend their life expectancy, also helping to control the spread of the epidemic at the national level."}, {"id": "pubmed23n1029_21332", "title": "Esperienze di switch a cariprazina in pazienti schizofrenici con comparsa di effetti collaterali/comorbilità mediche.", "score": 0.008695652173913044, "content": "La schizofrenia è un disturbo psichiatrico grave e cronico con un background genetico e neurobiologico eterogeneo che influenza lo sviluppo precoce del cervello, ed è espressa come una combinazione di sintomi psicotici - come allucinazioni, deliri e disorganizzazione - e di sintomi negativi e cognitivi. Il trattamento dei pazienti con schizofrenia prevede l'utilizzo di antipsicotici, in accordo con i recenti dati di letteratura. Sulla base del meccanismo d'azione, gli antipsicotici vengono suddivisi in tipici (o \"di prima generazione\") e atipici (o \"di seconda generazione\"). Differiscono, anche, per la manifestazione di effetti collaterali, dovuti alla diversa affinità recettoriale caratteristica del singolo principio attivo. In questo caso clinico, presentiamo un giovane paziente di 24 anni con diagnosi di schizofrenia trattato prima con olanzapina e poi con risperidone, che ha manifestato significativi effetti collaterali di tipo metabolico e sessuali. La strategia terapeutica utilizzata è stata lo switch a un antipsicotico di terza generazione, cariprazina, con risoluzione delle collateralità e una migliore gestione dei sintomi negativi riportati. In conclusione, il modello di trattamento personalizzato sulla base delle condizioni cliniche e delle esigenze del paziente rappresenta l'approccio maggiormente adeguato nella gestione di ogni singolo caso."}, {"id": "pubmed23n0068_15086", "title": "[Comparative evaluation of the immunoenzyme test systems for HIV-1 and HIV-2 infections].", "score": 0.008695652173913044, "content": "Comparative investigations of enzyme immunoassay systems for the diagnosis of HIV-infection were conducted in panels with HIV-1 and HIV-2-positive and negative samples. It has been shown that immunodiagnostic reagents produced by the firms \"Abbott\" (USA) and \"Behring\" (FRG) possess the highest sensitivity and specificity. It has been established that the test-systems for HIV-1 cannot identify HIV-2-positive samples due to the absence of cross-reactivity. 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PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: sono stati elaborati i rapporti standardizzati di mortalità (SMR%), con i rispettivi intervalli di confidenza al 90% (IC90%), e i tassi di mortalità standardizzati col metodo diretto (TSD ). RISULTATI: lo stato di salute misurato dal tasso di mortalità per tutte le cause migliora nel tempo: i TSD passano da 92 x10.000 negli anni 1970-1974 a 52 x10.000 nel biennio 2012-2013 negli uomini, da 70 x10.000 a 39 x10.000 nelle donne. Tuttavia, rispetto alla media regionale Manfredonia perde progressivamente il suo vantaggio, passando da -20% a -10% negli uomini, e da -20% a +1,5% nelle donne. Questo andamento è molto evidente per il complesso delle cause cardiovascolari, mentre i tumori maligni sono in generale nella media regionale. Nell'ultimo periodo disponibile per causa di decesso (2006-2011), la mortalità per infarto miocardico è stata più alta della media regionale (uomini: +35%; donne: +54%). I rapporti standardizzati di mortalità (SMR) mostrano tra gli uomini valori in crescita, in particolar modo rispetto al riferimento provinciale, con un eccesso a cominciare dal periodo 2006-2011 (22 decessi/anno e 19 attesi; SMR%: 117,2; IC90% 101,1-135,2; riferimento: provincia di Foggia). Anche tra le donne gli SMR% superano i riferimenti provinciali negli ultimi periodi esaminati (nel 2012-2013: 7 decessi/ anno e 4,2 attesi; SMR%: 116,4; IC90% 97,0-260,7; riferimento: provincia di Foggia). CONCLUSIONI: la mortalità a Manfredonia è diminuita in misura minore rispetto a quella osservata nei riferimenti provinciali e regionali. Il vantaggio che si osservava negli anni Sessanta si è, infatti, ridotto nel tempo, fino ad annullarsi negli ultimi anni. Dal 1970, Manfredonia ha progressivamente perso il vantaggio che aveva. Dagli anni Duemila, la mortalità per infarto del miocardio è in eccesso sulla media regionale e provinciale. Da casi documentati in letteratura si osserva che le popolazioni che sperimentano catastrofi di origine naturale o antropica possono fronteggiare un aumento di patologie cardiovascolari. La mortalità per tumore polmonare mostra un eccesso sulla media regionale, in particolare provinciale, a cominciare dal 2000, coerentemente con i tempi di latenza legati all'esposizione ad arsenico negli anni Settanta."}]}}}} {"correct_option": 3, "explanations": {"1": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "2": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "3": {"exist": true, "char_ranges": [[250, 470]], "word_ranges": [[34, 67]], "text": "Nel nostro ambiente, la causa più frequente è la chirurgia della ghiandola spaccata, con una percentuale di insorgenza compresa tra il 10 e l'80%. 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Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0085_10059", "title": "[Surgery for pleomorphic adenoma of the parotid gland evaluated by long term follow-up].", "score": 0.009900990099009901, "content": "Fifty six cases with pleomorphic adenoma of the parotid gland were evaluated on local recurrences following surgical treatments which were performed from 1970 to 1983. The surgical treatments for the tumors were 11 extirpations and 45 parotidectomies. The recurrence in each treatment was observed in one (9%) and in none (0%), respectively. The average follow-up period is 11 years (from 5 to 19). The treatment of choice for pleomorphic adenoma is the parotidectomy, of the superficial, deep and/or posterior, lobes."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.00980392156862745, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0555_12366", "title": "[Evaluation of the fine needle aspiration biopsy in the presurgical diagnosis of tumors of the parotid gland].", "score": 0.00980392156862745, "content": "The treatment ofparotid masses is generally surgery. The presurgical assesment is made by clinical examination, radiology and fine needle aspiration (FNA). FNA has been applied for the last decades and has been the subject of many reviews. It is a safe, rapid and economic procedure that can be made as an ambulatory procedure. In this study we have reviewed the parotidectomies performed in our institution during the years 1998 - 2003 where a preoperative FNA was available. The sensitivity of FNA in our hands is 40% and specifity 96.3%. We have also calculated the utility of clinical examination and radiology in the assessment of parotid masses."}, {"id": "pubmed23n1029_21332", "title": "Esperienze di switch a cariprazina in pazienti schizofrenici con comparsa di effetti collaterali/comorbilità mediche.", "score": 0.009708737864077669, "content": "La schizofrenia è un disturbo psichiatrico grave e cronico con un background genetico e neurobiologico eterogeneo che influenza lo sviluppo precoce del cervello, ed è espressa come una combinazione di sintomi psicotici - come allucinazioni, deliri e disorganizzazione - e di sintomi negativi e cognitivi. Il trattamento dei pazienti con schizofrenia prevede l'utilizzo di antipsicotici, in accordo con i recenti dati di letteratura. Sulla base del meccanismo d'azione, gli antipsicotici vengono suddivisi in tipici (o \"di prima generazione\") e atipici (o \"di seconda generazione\"). Differiscono, anche, per la manifestazione di effetti collaterali, dovuti alla diversa affinità recettoriale caratteristica del singolo principio attivo. In questo caso clinico, presentiamo un giovane paziente di 24 anni con diagnosi di schizofrenia trattato prima con olanzapina e poi con risperidone, che ha manifestato significativi effetti collaterali di tipo metabolico e sessuali. La strategia terapeutica utilizzata è stata lo switch a un antipsicotico di terza generazione, cariprazina, con risoluzione delle collateralità e una migliore gestione dei sintomi negativi riportati. In conclusione, il modello di trattamento personalizzato sulla base delle condizioni cliniche e delle esigenze del paziente rappresenta l'approccio maggiormente adeguato nella gestione di ogni singolo caso."}, {"id": "pubmed23n0055_18124", "title": "[Treatment of recurrence of pleomorphic adenomas of the parotid gland].", "score": 0.009708737864077669, "content": "This is a retrospective study of 10 patients who underwent surgery for a first or multiple recurrence of pleomorphic adenoma (P.A.). Recurrence may come more than 10 years after an initial episode. During initial surgery, the risk of recurrence is related to pre-operative dissemination and to failure to identify tumoral prolongations in the parotid gland. Recurrence is generally multifocal. In 2 cases, carcinoma developed in association with P.A. Treatment of benign recurrence is surgical: it consists of totalizing the previous parotidectomy. If the previous parotidectomy has been total, tumorectomy is carried out. In all cases, surgery preserves the facial nerve trunk."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.009615384615384616, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n0316_15649", "title": "[Surgical treatment of pleomorphic adenoma of the parotid gland. Apropos of 192 cases].", "score": 0.009615384615384616, "content": "Tumors of the salivary glands are exceptional, representing approximately 2% of head and neck tumors. The parotid gland is most often involved, at a frequency reaching 80%. Histology examination generally shows a pleomorphous adenoma. The choice of a surgical technique best adapted to curative treatment depends on the type of tumor and is widely debated. Our management strategy is based on simultaneous histology examination and superficial parotidectomy. Several pre and intra-operative factors determine the need for resection. We verified our strategy with a retrospective study."}, {"id": "pubmed23n0999_17549", "title": "[Bevacizumab e altri farmaci. Attività e sicurezza degli agenti anti-VEGF nel carcinoma ovarico.]", "score": 0.009523809523809525, "content": "Riassunto. L'angiogenesi svolge un ruolo importante sia nei tessuti epiteliali normali sia in quelli maligni. Negli ultimi anni questo fenomeno è stato ampiamente studiato in oncologia sperimentale e clinica perché ci sono evidenze che sia coinvolto nella diffusione e nella diffusione metastatica del carcinoma ovarico. Il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (vascular endothelial growth factor - VEGF) è l'attore principale nel meccanismo di angiogenesi e svolge un ruolo strategico nella proliferazione e migrazione delle cellule neoplastiche, con un impatto significativo sulla sopravvivenza e sull'outcome clinico. Secondo quanto emerge da molti studi sperimentali e clinici, le nostre conoscenze sulla biologia dell'angiogenesi e del VEGF sono aumentate portando allo sviluppo farmacologico di specifici agenti in grado di targeting VEGF. Questo nuovo campo di indagine offre agli scienziati l'opportunità di testare nuove possibilità terapeutiche nei pazienti con carcinoma ovarico con nuovi agenti mirati. Il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF umanizzato, è stato il primo farmaco anti-VEGF scoperto ed è usato oggi per il trattamento di diversi tumori solidi. Negli ultimi anni questo agente è stato ampiamente testato nei pazienti con carcinoma ovarico, mostrando un'attività clinica interessante e un profilo di tossicità tollerabile sia nelle pazienti giovani sia in quelle anziane. Il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel e successivamente utilizzato come agente singolo, è indicato per il trattamento del carcinoma epiteliale dell'ovaio di stadio III o IV, tuba di Falloppio o carcinoma peritoneale primario dopo iniziale resezione chirurgica. Il bevacizumab è anche usato per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico epiteliale ricorrente e resistente al platino, delle tube di Falloppio o dal tumore peritoneale primario che hanno ricevuto non più di 2 regimi precedenti di chemioterapia. Inoltre, il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel o con carboplatino e gemcitabina (e usato come agente singolo), è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma epiteliale dell'ovario sensibile al platino, tuba di Falloppio o tumore peritoneale primario. Le linee guida più accreditate suggeriscono quando bevacizumab deve essere usato nel trattamento del carcinoma ovarico avanzato e ricorrente. Altri agenti anti-VEGF, come gli inibitori della tirosin-chinasi del recettore VEGF (VEGFR), sono stati ampiamente testati nel carcinoma ovarico e molti altri sono in corso di studi al fine di testare la loro attività e sicurezza rispetto a bevacizumab. Gli agenti anti-VEGF e gli inibitori di PARP svolgono oggi un ruolo strategico nel trattamento del cancro ovarico con agenti mirati in associazione con la chemioterapia e la chirurgia in un'ottica multidisciplinare e personalizzata."}, {"id": "pubmed23n0329_9058", "title": "[Therapeutic strategies for the treatment of parotid gland malignancies].", "score": 0.009523809523809525, "content": "Parotid gland neoplasms include a quite heterogeneous group of histotypes with markedly different biological characteristics and evolution, thus requiring different forms of treatment. The present study evaluated the effects surgery and radiotherapy have on local disease control, survival rates and onset of locoregional recurrences. 126 malignant parotid tumors were examined (59 males, 67 females; age range 11 to 88 years; mean age 62 years) with a minimum of 1 year follow-up. The most malignant tumors were those most frequently seen in this case study (68%). Surgery was performed in 81 subjects (83.5%). Conservative total parotidectomy was the procedure most frequently performed (60/81, 74%). The overall 5-year survival rate was around 54% while 47% were \"disease-free\" patients at 5 years. When the subjects were broken down into 2 groups according to the degree of malignancy (high or low), the survival curve for disease-free subjects showed some differences (respectively 52% and 42%). The choice of treatment for the primary T significantly affect survival. Radiotherapy alone proved much less satisfactory than surgery (p < 0.01). The 5-year survival rate following a combination of surgery and subsequent radiotherapy was 52%, while it was 47% for those treated by surgery alone. An examination of the type of surgery performed revealed a difference in survival between those treated with preservation of the VII cranial nerve (52% at 5 years) and the more radical surgery (43% at 5 years) although this difference was not statistically significant. The incidence of recurrence was 25.7% (25 cases out of 97), of which 88% arose within the first 2 years. In conclusion, it has been seen that malignant parotid gland neoplasms are highly aggressive and the treatment of choice appears to be surgery plus radiotherapy whenever the clinical-biological features of the neoplasm warrant it. The surgical approach to the facial nerve should be as conservative as possible, reserving utmost radicality for the most advanced cases compromising the adjacent structures."}, {"id": "pubmed23n0999_17555", "title": "Terapia cognitivo-comportamentale per giovani ad alto rischio di un primo episodio di psicosi: un trial randomizzato controllato.", "score": 0.009433962264150943, "content": "Scopo. Nell'ultimo ventennio l'interesse di ricercatori e clinici nella prevenzione di disturbi psicotici è cresciuto notevolmente. Gli studi internazionali su strategie a favore di giovani \"ad alto rischio di un primo episodio di psicosi\" sono ancora in numero ridotto, mentre in Italia risultano del tutto assenti. Oltre a manifestare sintomi psicotici sotto-soglia, questa popolazione di frequente riporta un compromesso funzionamento. La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) è la strategia di prima linea, ma si rileva in letteratura l'importanza di studi su ulteriori misure di esito, quali il funzionamento. Il presente studio ha valutato se un protocollo di TCC modulare riducesse il rischio di un primo episodio psicotico in un gruppo di giovani ad alto rischio a post-trattamento e follow-up rispettivamente di 6 e 14 mesi a confronto con trattamento di supporto psicologico di routine ( treatment as usual). Metodi. Cinquantotto partecipanti (età media=25,51, 67,20% maschi) che soddisfacevano criteri per stati mentali a rischio alla Comprehensive Assessment of At-Risk-Mental States sono stati randomizzati a TCC o treatment as usual. Il protocollo di TCC ha incluso 30 sedute settimanali. Risultati. Nel gruppo TCC, il numero di giovani che ha sviluppato un primo episodio psicotico a follow-up è stato inferiore (n=4, 10,30%) a quello del gruppo di controllo (n=8, 27,60%), sebbene tale differenza sia risultata di significatività marginale [Log rank test χ2(1)= 3,66, p=0,05]. I giovani con funzionamento baseline più alto hanno ottenuto maggiori benefici al di là del tipo di percorso. Conclusioni. Anche nel contesto italiano, la TCC sembra efficace e promettente nel prevenire un primo episodio psicotico in giovani con stato mentale a rischio."}, {"id": "pubmed23n0780_15193", "title": "[Radiation therapy for pleomorphic adenoma of the parotid].", "score": 0.009433962264150943, "content": "Parotid pleomorphic adenoma is the most frequent tumor of salivary glands. The prognosis depends on the recurrences because they could lead to iatrogenic events (facial paralysis). Moreover the risk of malignant transformation increases with the number of local relapses. This article aims at reviewing histological and radiological criteria and the surgical techniques. To improve local control, adjuvant irradiation (in first intention or after recurrence) may be useful but is still controversial for benign tumors in young patients with a risk of radio-induced cancer. We listed studies in which adjuvant radiotherapy was used so as to define its place in the treatment strategy. Prognostic factors were found by some authors. Other studies have to be done before strong evidence-based recommendations are issued. "}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.009345794392523364, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0119_2075", "title": "[Treatment of epitheliomas of the parotid. Apropos of 93 cases treated at the Curie Institute].", "score": 0.009345794392523364, "content": "From 1955 through 1982, a series of 93 cases of parotid gland carcinoma were treated at the Institut Curie: 55 primarily and 28 for recurrent tumors. Treatment modalities included surgery alone (n : 14), surgery followed by radiotherapy (n : 43), and radiotherapy alone (n : 36). The most advanced cases were mostly in the latter group. With a mean follow-up of 13 years, the actuarial loco-regional control is 67% (62/93) and the median survival 10 years. Ultimate loco-regional control was achieved in 86% of cases managed by surgery alone, 88% of cases managed by surgery and radiotherapy and 33% of cases managed by radiotherapy. In the latter group, control rate was 42% (8/19) in those primarily treated by radiotherapy. Prognosis was related to histology. Twenty patients (22%) presented distant metastasis. The potential advantages of neutron irradiation for parotid neoplasms is discussed."}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.009259259259259259, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n0047_3225", "title": "[Concerning diagnosis and treatment of parotid neoplasms].", "score": 0.009259259259259259, "content": "This study is a review of 57 patients with tumours in the parotid glands who underwent surgery at the ORL Clinic in Białystok. Malignant tumours constituted 17.5% of all parotid tumours and adenoid cystic carcinoma was the dominant type in this group. Pleomorphic adenomas were the most common benign tumour. The role of fine needle aspiration biopsy in diagnosis of parotid tumours is discussed. Superficial parotidectomy was the predominant form of treatment (47 cases). Total parotidectomy was done in 7 cases. The results of treatment are presented."}, {"id": "pubmed23n0923_20493", "title": "Management della retinopatia diabetica e dell'edema maculare diabetico: linee guida \"Euretina 2017\".", "score": 0.009174311926605505, "content": "Si prevede che la malattia diabetica con tutte le sue complicanze avrà un forte aumento di incidenza con un grosso impatto socioeconomico nei prossimi decenni in tutto il mondo. Pertanto ben si comprende l'importanza di individuare attraverso una fine diagnostica quanto più precocemente la comparsa dei sintomi diabetici, migliorare lo stile di vita ed impostare cure efficienti. Riportiamo la serie di raccomandazioni EURETINA 2017, dei maggiori esperti in Europa per la gestione della malattia diabetica e delle complicanze della retina. Per combattere questa \"pestilenza\" occorre un team medico preparato. Il trattamento laser è stato considerato sino a non molto tempo fa il Gold standard della retinopatia diabetica e dell'edema diabetico (RD e EMD). Recenti studi hanno dimostrato, invece, che si possono raggiungere risultati migliori mediante l'iniezione diretta di farmaci nella cavità vitreale. In particolare è emerso terapia di prima linea, molecole in grado di inibire il fattore di crescita endoteliale vascolare (anti VEGF) mentre non è più raccomandata la fotocoagulazione laser per il trattamento del DME. Nell'ambito delle molecole farmacologiche gli steroidi hanno mantenuto un ruolo nella gestione del DME cronicamente persistente."}, {"id": "pubmed23n0756_13990", "title": "[Our surgical approach to parotid masses: an analysis of 130 patients].", "score": 0.009174311926605505, "content": "This study aims to evaluate the surgical procedures applied, histopathologic results, incidence of the disease, and complications in patients with parotid tumors. Between January 2002 and December 2010, medical records of 130 patients (63 males, 67 females, mean age 47.2 years; range 15 to 81 years) with parotid masses who were admitted to our clinic and underwent parotidectomy were retrospectively analyzed. Age, sex, surgical procedures applied, histopathological results and complications were recorded. A total of 105 masses (79.5%) were superficial lobe, while 27 (20.5%) were located in the deep lobe. Two patients were operated twice due to bilateral lesion at different time. We found that 15.2% of patients had nonneoplastic lesions, 67.4% had benign tumors and 17.4% had malignant tumors. The most frequent benign tumor was pleomorphic adenoma. Among malignant tumors, mucoepidermoid carcinoma, squamous cell carcinoma and lymphoma were found at same frequency. Superficial parotidectomy was performed on 110 patients, whereas 13 patients underwent total parotidectomy and nine patients underwent total parotidectomy plus neck dissection. Fifteen patients (11.4%) developed facial paralysis during the postoperative period. Our study results suggest that the distribution of patient age-sex, tumor location, pathologic diagnosis, and postoperative complication rate is consistent with the literature."}, {"id": "pubmed23n0910_9460", "title": "[Il ruolo di niraparib nel trattamento del carcinoma ovarico: attualità e prospettive.]", "score": 0.00909090909090909, "content": "Riassunto. I PARP inibitori interferiscono con la riparazione del danno nella singola elica del DNA determinando una progressione del difetto nella doppia elica. In circa il 50% delle pazienti con carcinoma dell'ovaio sieroso di alto grado sono presenti difetti nei meccanismi di ricombinazione omologa, deputati alla riparazione del danno della doppia elica del DNA. L'incapacità di riparare il danno si traduce nella morte cellulare, un processo definito \"letalità sintetica\". Nella famiglia dei PARP inibitori il niraparib è stato il primo a essere approvato dalla FDA nel trattamento delle pazienti con carcinoma ovarico ricorrente indipendentemente dalla presenza o assenza di mutazioni BRCA. Questo risultato è stato raggiunto grazie ai dati emersi dal trial di fase III ENGOT-OV16/NOVA, favorevoli in termini di prolungamento della sopravvivenza libera da progressione e associati a un buon profilo di tossicità. Ulteriori trial clinici sono in corso per valutare ulteriori indicazioni all'impiego di niraparib nel trattamento del carcinoma ovarico."}, {"id": "pubmed23n0045_651", "title": "[Tumors of the parotid area. Apropos of 203 surgical explorations].", "score": 0.00909090909090909, "content": "The authors present their clinical, radiological and histological conclusions, according to a retrospective personal study about 203 chirurgical explorations from the parotid gland. The pleomorphic adenoma and the cystadenoma are presented more precisely and basically their chirurgical indications; the other histological types met are only presented through several tables."}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.009009009009009009, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "pubmed23n0399_22547", "title": "[The analysis of treatment methods in patients with parotid gland cancer].", "score": 0.009009009009009009, "content": "The analysis of 105 patients treated due to parotid gland cancer was performed. The choice of the treatment method depends on the tumor's histological type and the advancement of the clinical stage. Clinical observation and statistic evaluation proved that the best treatment method was surgical procedure, in some cases supplemented with radio- and chemiotherapy."}, {"id": "pubmed23n0885_1883", "title": "[Ecological study on the mortality of residents in Manfredonia (Apulia Region, Southern Italy) from 1970 to 2013].", "score": 0.008928571428571428, "content": "OBIETTIVI: valutare lo stato di salute della popolazione residente nel comune di Manfredonia dal 1970 al 2013. DISEGNO: analisi descrittiva dell'andamento temporale della mortalità generale, per gruppi di cause, dal 1970 al 2013. SETTING E PARTECIPANTI: i dati di mortalità e le popolazioni residenti sono di fonte Istat. Sono state esaminate 55 cause di decesso. Le analisi sono disaggregate per sesso e periodo. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: sono stati elaborati i rapporti standardizzati di mortalità (SMR%), con i rispettivi intervalli di confidenza al 90% (IC90%), e i tassi di mortalità standardizzati col metodo diretto (TSD ). RISULTATI: lo stato di salute misurato dal tasso di mortalità per tutte le cause migliora nel tempo: i TSD passano da 92 x10.000 negli anni 1970-1974 a 52 x10.000 nel biennio 2012-2013 negli uomini, da 70 x10.000 a 39 x10.000 nelle donne. Tuttavia, rispetto alla media regionale Manfredonia perde progressivamente il suo vantaggio, passando da -20% a -10% negli uomini, e da -20% a +1,5% nelle donne. Questo andamento è molto evidente per il complesso delle cause cardiovascolari, mentre i tumori maligni sono in generale nella media regionale. Nell'ultimo periodo disponibile per causa di decesso (2006-2011), la mortalità per infarto miocardico è stata più alta della media regionale (uomini: +35%; donne: +54%). I rapporti standardizzati di mortalità (SMR) mostrano tra gli uomini valori in crescita, in particolar modo rispetto al riferimento provinciale, con un eccesso a cominciare dal periodo 2006-2011 (22 decessi/anno e 19 attesi; SMR%: 117,2; IC90% 101,1-135,2; riferimento: provincia di Foggia). Anche tra le donne gli SMR% superano i riferimenti provinciali negli ultimi periodi esaminati (nel 2012-2013: 7 decessi/ anno e 4,2 attesi; SMR%: 116,4; IC90% 97,0-260,7; riferimento: provincia di Foggia). CONCLUSIONI: la mortalità a Manfredonia è diminuita in misura minore rispetto a quella osservata nei riferimenti provinciali e regionali. Il vantaggio che si osservava negli anni Sessanta si è, infatti, ridotto nel tempo, fino ad annullarsi negli ultimi anni. Dal 1970, Manfredonia ha progressivamente perso il vantaggio che aveva. Dagli anni Duemila, la mortalità per infarto del miocardio è in eccesso sulla media regionale e provinciale. Da casi documentati in letteratura si osserva che le popolazioni che sperimentano catastrofi di origine naturale o antropica possono fronteggiare un aumento di patologie cardiovascolari. La mortalità per tumore polmonare mostra un eccesso sulla media regionale, in particolare provinciale, a cominciare dal 2000, coerentemente con i tempi di latenza legati all'esposizione ad arsenico negli anni Settanta."}, {"id": "pubmed23n0087_13217", "title": "[Current views on the treatment of salivary gland tumors. A bibliographic review].", "score": 0.008928571428571428, "content": "The paper discusses current views on the subject of the treatment of salivary gland tumours, based on the largest and most important studies reported in the literature. In particular, it takes into consideration the role of preoperative biopsy, the extension to be given to operations, the opportunity of using surgical and/or radiotherapeutic treatment for the neck, and factors which influence prognosis."}, {"id": "pubmed23n0966_6421", "title": "Frazione polifenolica del bergamotto per il trattamento della sindrome metabolica nella schizofrenia: uno studio pilota.", "score": 0.008849557522123894, "content": "Introduzione. La frazione polifenolica del bergamotto (BPF) ha dimostrato di possedere buona efficacia nel trattamento dei pazienti affetti da sindrome metabolica (SM) e pertanto potrebbe rappresentare una strategia promettente nel trattamento degli effetti collaterali indotti da antipsicotici di seconda generazione (SGA) in soggetti schizofrenici in trattamento con tali farmaci. Materiali e metodi. A 15 pazienti schizofrenici in trattamento stabilizzato con SGA e 15 soggetti di controllo non affetti da patologie psichiatriche, che presentavano valori ematici di colesterolo totale compresi tra 200 e 239 mg/dl, è stato somministrato un integratore contenente BPF (1000 mg) per un periodo di 60 giorni. A tutti i soggetti all'inizio e alla fine del trattamento sono state eseguite la misurazione dell'indice di massa corporea (BMI) e una serie di esami ematochimici per la valutazione degli aspetti metabolici (colesterolo totale, LDL, HDL, trigliceridi, glicemia). Risultati. In entrambi i gruppi si è evidenziata una riduzione significativa del BMI (BMI T0 vs Tfinale (media±DS)= schizofrenici: 34,5±5,7 vs 33,9±5,4, p=,041; controlli: 28,1±4,5 vs 27,3±4,1, p=,016 - BMIcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= -0,59±0.7 vs -0,72±0,8, p=,378); colesterolo totale e LDL risultano invece essere diminuiti esclusivamente nel gruppo di controllo (colesterolo totalecambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 8,2±31,5 vs -35,1±31,1, p=,003; LDLcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 14,1±29,4 vs -9±38,9, p=,014). Discussione. La differenza di efficacia dei BPF sulla dislipidemia tra i soggetti schizofrenici e il gruppo di controllo potrebbe essere spiegata dai diversi meccanismi patogenetici che sono alla base delle alterazioni metaboliche nei soggetti in trattamento con SGA e nei pazienti che non assumono questa classe di farmaci. Conclusioni. Ulteriori studi si rendono necessari al fine di valutare in questa categoria di soggetti i possibili effetti sulla dislipidemia di dosi maggiori di BPF."}, {"id": "pubmed23n0324_2166", "title": "[Salivary gland tumor in authors' material].", "score": 0.008849557522123894, "content": "The aim this work was to analyze the operated salivary gland tumors, taking into consideration the age and the sex of the patients. From 1980 to 1996 74 patients were operated including 40 women and 34 men, aged 21-78. Out of those 74 salivary gland tumors which were operated, conservative operation was carried out in 62 patients (85.2%) while in 11 patients (14.8%) it was radical operation. Most of the patients who underwent the operation were at the age between 31 and 60 (77.1%). In most cases--77.2% we had to do with mixed tumor of parotid gland and in 4% of submaxillary gland. Postsurgery complications in the from of complete facial paralysis were shown in 14.8% of the patients."}, {"id": "pubmed23n0999_17562", "title": "Emozioni, comportamenti e relazioni: uno studio caso-controllo sul self-cutting in adolescenza.", "score": 0.008771929824561403, "content": "Scopo. Lo scopo del presente studio caso-controllo è di approfondire i correlati psicopatologici e alcuni tratti psicologici come alessitimia e impulsività inerenti al self-cutting. È stato anche approfondito il tema dell'ideazione suicidaria nei soggetti con tale forma di autolesionismo. Metodi. Lo studio caso-controllo ha coinvolto 55 pazienti con self-cutting non suicidario, di età compresa tra i 12 e i 18 anni, e un gruppo di controllo composto da 277 adolescenti di età compresa tra i 13 e i 19 anni. La batteria testale utilizzata è stata composta da YSR 11-18 anni, CBCL 6-18 anni, SCL-90-R, TAS-20, CDI e BIS-11. Risultati. Dalle analisi effettuate sono emerse differenze statisticamente significative tra casi e controlli in relazione alla maggioranza delle scale psicopatologiche considerate. È risultata una differenza significativa tra i due gruppi anche in merito all'ideazione suicidaria. Infine, tra i self-cutter si sono evidenziate differenze significative di alcune variabili psico-relazionali (alessitimia e competenze sociale) in relazione alla frequenza di attuazione dell'atto autolesivo. Conclusioni. Il self-cutting correla con un'ampia varietà di quadri psichiatrici, senza presentare legami specifici con una particolare categoria psicopatologica. Gli elementi di alessitimia, impulsività e difficoltà relazionali degli adolescenti self-cutter dicono di come la programmazione di interventi di prevenzione primaria e secondaria dovrebbero mirare alla psico-educazione all'affettività, all'autocontrollo e ai social skill. Nello specifico, i nostri dati suggeriscono che la focalizzazione dell'intervento, in termini di lavoro sull'emotività piuttosto che sulla socializzazione, dovrebbe tener conto della frequenza degli agiti. Nella gestione clinica di questi pazienti non va esclusa a priori la possibilità di passaggio all'atto suicidario, con relative attenzioni anamnestico-cliniche da avere sia al momento della valutazione diagnostica sia lungo il follow-up della presa in carico."}, {"id": "pubmed23n0044_4519", "title": "[Primary tumors of the parotid. An anatomicoclinical review].", "score": 0.008771929824561403, "content": "It was studied 54 cases of tumors of parotid treated in the Hospital Universitario of Granada from 1978 to 1989. It was also studied the patient age and sex, the year and month of disease arise, the tumors stages at diagnosis, the different treatments followed and the histological classification. Finally the results are discussed."}, {"id": "pubmed23n0711_1544", "title": "[ Monotherapy with tamsulosin].", "score": 0.008695652173913044, "content": "G.G. è un paziente di 62 anni, in condizioni generali discrete, che giunge alla nostra osservazione per la presenza di sintomi urinari del basso tratto urinario, International Prostate Symptom Score (IPSS) pari a 16. Anamnesi familiare negativa per carcinoma prostatico. Il paziente esegue terapia con calcio antagonista per ipertensione arteriosa. Ha subito un intervento di colecistectomia. Il paziente riferiva inoltre una qualità di vita negativamente influenzata da sintomi minzionali irritativi che lo portavano ad alzarsi più di 3 volte a notte per urinare ed una pollachiuria diurna ogni 3 ore. Viene inoltre riferita un'attività sessuale moderatamente insoddisfacente."}, {"id": "pubmed23n0094_14452", "title": "[Electron therapy of malignant parotid tumors].", "score": 0.008695652173913044, "content": "Between 1968 and 1984, 61 patients with malignant parotid tumors were irradiated with fast electrons. The irradiation was performed after surgery in 58 patients, 37 out of them had tumor reresidues at the beginning of radiotherapy. The local recurrence rate was 16%, and there were no differences between patients operated in sano and patients operated non in sano. The survival at five years, however, was only 43%. This is explained by the preponderance of tumor histologies with unfavorable prognoses. Distant metastases were observed in 38% of patients. 8/10 patients with local recurrences developed distant metastases. It is noticeable that polymorphous adenomas were found in the anamneses of ten patients and histologically different secondary carcinomas in 9/61 cases."}, {"id": "pubmed23n0885_1882", "title": "[Health expenditure for prevention in Italy (2006-2013): descriptive analysis, regional trends and international comparisons].", "score": 0.008620689655172414, "content": "Il dato dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) del 2012, che indicava l'Italia come il Paese con la più bassa spesa in prevenzione sanitaria, ha dato lo spunto per una raccolta sistematica e un'analisi critica dei flussi disponibili sulla spesa per le attività di prevenzione in Italia. Le statistiche correnti di spesa sanitaria sono raccolte centralmente dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) attraverso i modelli di rilevazione dei costi dei livelli essenziali di assistenza (LEA) delle aziende USL. Le tre macroaree dei LEA sono: assistenza distrettuale, assistenza ospedaliera e assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro. Le spese per la prevenzione rientrano in quest'ultima e sono ripartite nelle seguenti voci: attività di prevenzione rivolte alle persone, igiene degli alimenti e della nutrizione, igiene e sanità pubblica, prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro, sanità pubblica veterinaria, attività medico-legale per finalità pubblica. Tra il 2006 e il 2013, ultimo dato disponibile, la spesa per le attività di prevenzione del Servizio sanitario nazionale (SSN) è rimasta costante in rapporto alla spesa sanitaria totale (4,2%), pari a 4,9 miliardi nel 2013. Nel periodo di studio considerato (2006-2013) appaiono in aumento le spese per le attività rivolte alle persone (+8,7%), attribuibili soprattutto a vaccinazioni e screening, e in diminuzione le attività di igiene pubblica (-5,7%) e quelle della sanità pubblica veterinaria (-3,8%). I confronti internazionali indicano una spesa per la prevenzione del 2,9% rispetto alla spesa sanitaria totale, costante negli anni e nella media dei Paesi OCSE. Per la prevenzione, l'Italia spende tanto quanto i Paesi che non possiedono un servizio sanitario pubblico; il dato risulta inferiore del 5% rispetto alla programmazione nazionale, con poche eccezioni e molta variabilità regionale all'interno delle componenti delle voci di spesa. In questo contesto si sottolinea l'importanza di investire maggiori risorse nella pianificazione e nell'implementazione di interventi preventivi di provata efficacia e costo-efficacia."}, {"id": "pubmed23n0680_6897", "title": "[Thirteen years' experience with superficial partial parotidectomy as treatment for benign parotid tumours].", "score": 0.008620689655172414, "content": "Most authors agree that surgery is the treatment of choice for benign tumours of the parotid gland. However, the best surgical technique and the extent of surgery remain controversial. This study attempts to establish whether the implementation of a partial superficial parotidectomy (PSP) is appropriate for the treatment of benign parotid gland tumours. We selected 63 patients with benign parotid gland surgery, of whom 43 had a pleomorphic adenoma and 20, a Warthin tumour. Of this group of 63 patients, 6 could not be included. We consequently studied 57 patients, 41 of them diagnosed as pleomorphic adenoma and 16, as Warthin tumours. In all of them, a PSP was performed without intraoperative monitoring of the facial nerve. Transient facial nerve paralysis, 14 patients (24.5%). Ten cases were resolved within the first month after surgery and 4 before the third month, after indicating facial physiotherapy. One patient (1.7%) had a permanent difficulty in keeping one side of the lower lip aligned under pressure-mobility, without altering commissure mobility. None of the patients studied had a recurrence (control, 3-13 years). Although PSP is a technique with a few complications, it has a recurrence rate comparable to or lower than other techniques used for the treatment of pleomorphic adenomas or Warthin parotid tumours. Intraoperative facial nerve monitoring can be helpful during surgery. The lack of monitoring would not be considered a contraindication for surgery."}]}}}} {"correct_option": 1, "explanations": {"1": {"exist": true, "char_ranges": [[33, 141]], "word_ranges": [[6, 24]], "text": "La causa più comune di infezioni del tratto urinario è l'Escherichia coli e anche nelle donne in gravidanza."}, "2": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "3": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "4": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "5": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}}, "full_answer": "La risposta corretta è la prima. La causa più comune di infezioni del tratto urinario è l'Escherichia coli e anche nelle donne in gravidanza.", "full_answer_no_ref": "[HIDDEN] La causa più comune di infezioni del tratto urinario è l'Escherichia coli e anche nelle donne in gravidanza.", "full_question": "Donna incinta di 27 anni, 30 settimane di gestazione. Si è presentata ieri al pronto soccorso dopo aver notato dolore nella regione lombare sinistra e disuria. Nessuna sensazione febbrile. Ha riferito ripetute infezioni delle vie urinarie (UTI). Le analisi delle urine hanno mostrato Hb 3+, leucociti 3+, nitriti 2+, sedimento: 15-20 leucociti per campo e 5-10 globuli rossi per campo. 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La pandemia da covid-19 ha comportato un incremento dell'uso degli antibiotici e dell'antibiotico-resistenza negli ospedali, sia negli Stati Uniti che in Europa, causando un aumento della morbilità e della mortalità nei pazienti ospedalizzati per la covid-19. Come in altri ospedali anche noi abbiamo documentato un incremento delle colonizzazioni e infezioni da germi multiresistenti. In questo studio siamo andati a valutare, nel nostro ospedale, come è cambiata la prevalenza delle infezioni ematiche da Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemici nel periodo 2019-primo quadrimestre del 2021 (prima e durante la diffusione della pandemia covid-19). I nostri dati documentano un incremento significativo delle infezioni ematiche da Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemici e un incremento dell'uso e dei costi per ceftazidime/avibactam."}, {"id": "wiki20220301en571_17391", "title": "Giorgio Pisanò", "score": 0.00990982302165212, "content": "Il vero volto della guerra civile. Documentario fotografico, Milano, Rusconi, 1961. Sangue chiama sangue, Milano, Pidola, 1962. La generazione che non-si è arresa, Milano, Pidola, 1964. Giovanni XXIII. Le sue parole, la sua vita, le sue opere e le fotografie più belle. La prima biografia del papa santo, a cura di, Milano, FPE, 1965. Storia della guerra civile in Italia, 1943–1945, 3 voll., Milano, FPE, 1965–1966. Gli ultimi in grigioverde. Storia delle forze armate della Repubblica Sociale Italiana (1943–1945), 4 voll., Milano, FPE, 1967. Mussolini e gli ebrei, Milano, FPE, 1967. Penna nera. Storia e battaglie degli alpini d'Italia, con , 2 voll., Milano, FPE, 1968. L'altra faccia del pianeta \"P2\". Testo integrale della Relazione conclusiva di minoranza presentata al Parlamento dal rappresentante del MSI-DN, Milano, Edizioni del Nuovo Candido, 1984."}, {"id": "pubmed23n0999_17549", "title": "[Bevacizumab e altri farmaci. Attività e sicurezza degli agenti anti-VEGF nel carcinoma ovarico.]", "score": 0.009900990099009901, "content": "Riassunto. L'angiogenesi svolge un ruolo importante sia nei tessuti epiteliali normali sia in quelli maligni. Negli ultimi anni questo fenomeno è stato ampiamente studiato in oncologia sperimentale e clinica perché ci sono evidenze che sia coinvolto nella diffusione e nella diffusione metastatica del carcinoma ovarico. Il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (vascular endothelial growth factor - VEGF) è l'attore principale nel meccanismo di angiogenesi e svolge un ruolo strategico nella proliferazione e migrazione delle cellule neoplastiche, con un impatto significativo sulla sopravvivenza e sull'outcome clinico. Secondo quanto emerge da molti studi sperimentali e clinici, le nostre conoscenze sulla biologia dell'angiogenesi e del VEGF sono aumentate portando allo sviluppo farmacologico di specifici agenti in grado di targeting VEGF. Questo nuovo campo di indagine offre agli scienziati l'opportunità di testare nuove possibilità terapeutiche nei pazienti con carcinoma ovarico con nuovi agenti mirati. Il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF umanizzato, è stato il primo farmaco anti-VEGF scoperto ed è usato oggi per il trattamento di diversi tumori solidi. Negli ultimi anni questo agente è stato ampiamente testato nei pazienti con carcinoma ovarico, mostrando un'attività clinica interessante e un profilo di tossicità tollerabile sia nelle pazienti giovani sia in quelle anziane. Il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel e successivamente utilizzato come agente singolo, è indicato per il trattamento del carcinoma epiteliale dell'ovaio di stadio III o IV, tuba di Falloppio o carcinoma peritoneale primario dopo iniziale resezione chirurgica. Il bevacizumab è anche usato per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico epiteliale ricorrente e resistente al platino, delle tube di Falloppio o dal tumore peritoneale primario che hanno ricevuto non più di 2 regimi precedenti di chemioterapia. Inoltre, il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel o con carboplatino e gemcitabina (e usato come agente singolo), è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma epiteliale dell'ovario sensibile al platino, tuba di Falloppio o tumore peritoneale primario. Le linee guida più accreditate suggeriscono quando bevacizumab deve essere usato nel trattamento del carcinoma ovarico avanzato e ricorrente. Altri agenti anti-VEGF, come gli inibitori della tirosin-chinasi del recettore VEGF (VEGFR), sono stati ampiamente testati nel carcinoma ovarico e molti altri sono in corso di studi al fine di testare la loro attività e sicurezza rispetto a bevacizumab. Gli agenti anti-VEGF e gli inibitori di PARP svolgono oggi un ruolo strategico nel trattamento del cancro ovarico con agenti mirati in associazione con la chemioterapia e la chirurgia in un'ottica multidisciplinare e personalizzata."}, {"id": "pubmed23n0004_14854", "title": "[Frequency and antibiotic resistance of bacteria isolated from urine cultures].", "score": 0.009900990099009901, "content": "The AA report the data pertinent to the urine culture performed during a year in the Sanitary and Prophylactic Laboratory of the district of L'Aquila. In urine samples with number of bacteria > 10(5)/ml have been found E. coli (49%), Proteus mirabilis (32%), Pseudomonas aeruginosa (12%), Staphylococcus aureus (5%), Proteus rettgeri (1%), Enterococco (1%). The data are also reported concerning germ resistance to several antibiotics."}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.00980392156862745, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n0126_60", "title": "[5-year evaluation of bacteriological samples (CSF, blood cultures, urine) in neonatology].", "score": 0.00980392156862745, "content": "We report the result of the bacteriological samples performed for 5 years (1980-1984) in neonates, referred to the neonate unit of the hospital of Clermont-Ferrand, for infection (2,894 infants). The CSF tests show aseptic meningitis in 4% of the cases and in 0.4% meningitis with bacteria on the direct examination and in culture. We emphasize the interest of carrying out the soluble bacterial antigen assay (Strepto B, Coli K1) to find out the bacteria involved in the meningitis. 13.7% of the infants have one or several positive blood culture. The germ is a E. Coli in 30% of the cases, and less frequently a streptococcus D. They are few listeria. In 1984, the frequency of streptococcus B is increasing. Septicemia due to anaerobic germs or Candida Albicans emerge during the stay in the unit. Among 12,704 bacteriological urine analysis, we compare the real urinary infections (in which the enterobacteria are the main strain: 75.3%) and the significant bacteriuria."}, {"id": "pubmed23n0885_1883", "title": "[Ecological study on the mortality of residents in Manfredonia (Apulia Region, Southern Italy) from 1970 to 2013].", "score": 0.009708737864077669, "content": "OBIETTIVI: valutare lo stato di salute della popolazione residente nel comune di Manfredonia dal 1970 al 2013. DISEGNO: analisi descrittiva dell'andamento temporale della mortalità generale, per gruppi di cause, dal 1970 al 2013. SETTING E PARTECIPANTI: i dati di mortalità e le popolazioni residenti sono di fonte Istat. Sono state esaminate 55 cause di decesso. Le analisi sono disaggregate per sesso e periodo. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: sono stati elaborati i rapporti standardizzati di mortalità (SMR%), con i rispettivi intervalli di confidenza al 90% (IC90%), e i tassi di mortalità standardizzati col metodo diretto (TSD ). RISULTATI: lo stato di salute misurato dal tasso di mortalità per tutte le cause migliora nel tempo: i TSD passano da 92 x10.000 negli anni 1970-1974 a 52 x10.000 nel biennio 2012-2013 negli uomini, da 70 x10.000 a 39 x10.000 nelle donne. Tuttavia, rispetto alla media regionale Manfredonia perde progressivamente il suo vantaggio, passando da -20% a -10% negli uomini, e da -20% a +1,5% nelle donne. Questo andamento è molto evidente per il complesso delle cause cardiovascolari, mentre i tumori maligni sono in generale nella media regionale. Nell'ultimo periodo disponibile per causa di decesso (2006-2011), la mortalità per infarto miocardico è stata più alta della media regionale (uomini: +35%; donne: +54%). I rapporti standardizzati di mortalità (SMR) mostrano tra gli uomini valori in crescita, in particolar modo rispetto al riferimento provinciale, con un eccesso a cominciare dal periodo 2006-2011 (22 decessi/anno e 19 attesi; SMR%: 117,2; IC90% 101,1-135,2; riferimento: provincia di Foggia). Anche tra le donne gli SMR% superano i riferimenti provinciali negli ultimi periodi esaminati (nel 2012-2013: 7 decessi/ anno e 4,2 attesi; SMR%: 116,4; IC90% 97,0-260,7; riferimento: provincia di Foggia). CONCLUSIONI: la mortalità a Manfredonia è diminuita in misura minore rispetto a quella osservata nei riferimenti provinciali e regionali. Il vantaggio che si osservava negli anni Sessanta si è, infatti, ridotto nel tempo, fino ad annullarsi negli ultimi anni. Dal 1970, Manfredonia ha progressivamente perso il vantaggio che aveva. Dagli anni Duemila, la mortalità per infarto del miocardio è in eccesso sulla media regionale e provinciale. Da casi documentati in letteratura si osserva che le popolazioni che sperimentano catastrofi di origine naturale o antropica possono fronteggiare un aumento di patologie cardiovascolari. La mortalità per tumore polmonare mostra un eccesso sulla media regionale, in particolare provinciale, a cominciare dal 2000, coerentemente con i tempi di latenza legati all'esposizione ad arsenico negli anni Settanta."}, {"id": "pubmed23n0750_10734", "title": "[Clinical significance of Staphylococcus aureus in urine].", "score": 0.009708737864077669, "content": "To evaluate the clinical significance of the isolation of Staphylococcus aureus in urine samples. A retrospective study was performed on adult patients identified from a microbiology database in a 200-bed general hospital between the years 2000 and 2009. The demographic data, comorbidities, and risk factors, were reviewed, particularly those associated with the concomitant isolation of S.aureus in blood cultures. The frequency of S.aureus found in urine samples was 0.63%. A total of 43 patients (mean age 68.7 years [SD±16], and 58.1% males) were identified in the database. A Charlson comorbidity index >3 was observed in 20.9%. Concurrent bacteremia was seen in 48.8%. Two groups of patients were distinguished: with concomitant bacteremia (n=21) or without (n=22). Intervention in the urinary tract significantly predicted (P=.00004) bacteriuria without bacteremia (81.8%), compared to bacteremia cases (19%). The attributable mortality was 47.6% in patients with bacteremia compared to non-bacteremia (no deaths), even though the appropriate antibiotic treatment was more frequent among patients with bacteremia (92% and 60%, respectively). The presence of S.aureus in urine was accompanied by bacteremia in half of the cases, but in patients without previous urinary tract intervention such a possibility increased to 81%. Concomitant bacteremia predicts a worse prognosis even with appropriate treatment."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.009615384615384616, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0696_21717", "title": "[Decrease of urinary tract infections following catheterization after the education of health care workers, introduction of protocols and surveillance lists].", "score": 0.009615384615384616, "content": "Urinary tract infections (UTI) following catheterization are the most common hospital-acquired infections, with their frequency amounting to 30-40% of all hospital infections. Major percentage of this kind of infectious episodes can be prevented via active and continual education of health care workers (HCW), implementation of transparent protocols concerning installation and attendance of urinary catheters and regular control of catheterized patients through surveillance lists. This research shows the importance of a fore-mentioned activities, demonstrating a significant decrease of UTI following catheterization at the Department of Urology in Slavonski Brod General Hospital during two periods. After the aforementioned procedures were conducted, a statistically significant discrepancy in the decrease of the UTI incidence following catheterization was identified, from 20.4% to 11.7%, i.e. chi2 = 17.5; p < 0.01, and accordingly, significant decrease of the number of hospital bed-days, i.e. chi2 = 16.62; p < 0.0, while total consumption of antibiotics at the Department was not reduced, despite the decrease in the number of UTI. The most common uropathogens, with no significant difference in both periods, were E. coli (29.7%), Enterococcus spp (20%), and Pseudomonas aeruginosa (15.8%). Strict implementation and close surveillance of the recommended preventive measures are an important factor in reducing the number of hospital infections."}, {"id": "pubmed23n1049_20419", "title": "[New European guidelines for the management of dyslipidaemias: their aggressiveness is not legitimated by current evidence].", "score": 0.009523809523809525, "content": "Le linee guida 2019 delle Società europee di cardiologia e dell'aterosclerosi sulla gestione delle dislipidemie hanno aumentato l'aggressività diagnostico-terapeutica e non distinguono prevenzione primaria e secondaria, con parziale eccezione per gli ultra75enni. Raccomandano nuovi target di cLDL: per pazienti a rischio molto alto si raccomanda una riduzione a <55 mg/dl e >=50% rispetto al basale; per pazienti a rischio alto una riduzione a <70 mg/dl e >=50% del basale; per pazienti a rischio moderato una riduzione a <100 mg/dl; per pazienti a rischio basso una riduzione a <116 mg/dl. In base alle carte SCORE e ai dati di mortalità cardiovascolare in Italia, quasi tutti i maschi dai 70 anni e le donne dai 70-75 anni risulterebbero ad alto rischio per solo effetto dell'età. Anche quasi tutti i 60enni sarebbero a rischio moderato, con target di cLDL <100, e spesso necessità di aggiungere costosi ipolipemizzanti per chi già assume statine. Le prove supportano ben poco tale aggressività. Infatti, anche negli studi randomizzati controllati (RCT) i benefici su esiti cardiovascolari non fatali subiscono esagerazioni sistematiche, quello meno distorto e di maggior interesse per gli assistiti è la mortalità totale. Questa, con terapie ipocolesterolemizzanti più intensive, non si è ridotta nelle metanalisi di RCT con pazienti con cLDL tra 80 e <100 mg/dl al basale; con inibitori di PCSK9, pazienti con questi valori mostrano persino tendenza all'aumento della mortalità totale. Dunque, abbassare il cLDL a <80 mg/dl può non giovare neppure ad anziani coronaropatici. A oggi, ciò vale ancora di più per anziani nella popolazione generale, in cui una revisione sistematica di studi di coorte ha mostrato relazioni nulle o più spesso inverse tra cLDL e mortalità. Le nuove linee guida europee forzano le prove disponibili, trascurano il principio di precauzione e non possono esser base per un equo consenso informato."}, {"id": "pubmed23n0012_11450", "title": "[Urinary infections in children].", "score": 0.009523809523809525, "content": "The E. Coli antibody response was studied in 81 infants and children with urinary tract infection. An haemagglutination technique was used. The antigen used was the bacteria present in urine. The correlation between the site of infection and response of haemagglutinating antibodies was statistically demonstrated. In some cases, the antibody titers were followed for several weeks, allowing an appreciation on the effectiveness of treatment. On the other hand, the correlation between serology and some of the results emphasize the interest of these tests in the general investigation of urinary tract infection in childhood."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009433962264150943, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0596_11722", "title": "[Frequency and antibiotic susceptibility of bacteria identified in urine].", "score": 0.009433962264150943, "content": "The authors had for aim to evaluate the frequency of isolation and the antibiotic susceptibility of bacteria responsible for urinary infections among in and out-patients. A retrospective study was carried out at the Microbiology Laboratory of the Mohammed-V Military Instruction Hospital in Rabat, on bacteria isolated from 896 positive cytobacteriologic examinations of urine, from January 1 to December 31, 2005. Among the 7472 urinary samples, 896 answered the criteria of urinary infection (12%). Urinary infections were more frequent in in-patients (57.8%; sex-ratio F/M=1:16). Enterobacteria were the most frequent (85%) and especially Escherichia coli (44.7%). Gram positive bacteria (11.6%) were more frequently Staphylococcus saprophyticus (3.1%). E. coli was highly resistant to amoxicillin, and sulfamethoxazole, whereas quinolones and aminosides maintained a good activity and third generation cephalosporines remain active (97% of susceptibility). Among the enterobacteria present, 3.2% were resistant to third generation cephalosporines with extended spectrum betalactamase."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.009345794392523364, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0292_2385", "title": "[Urinary infection in urolithiasis patients in the Epirus district (northeastern Greece)].", "score": 0.009345794392523364, "content": "The relationship between renal stones and urinary tract infection is frequent but not well-known. In this study, urinary tract infection was found in 12% of renal stone formers. It is four times more common in females than in males. Urea splitting bacteria (Proteus, Klebsiella, Staphylococcus and Pyocyaneus) lead to stone formation. They were identified in 72% of cases. Proteus was predominant and the organism most frequently found in staghorn stone formers. Other non urea-splitting bacteria (E. coli, Enterobacter, Streptococcus) were observed in 25% to 30% of cases. The percentage of the various bacteria varies according to the degree of resistance to therapy and the patients sex."}, {"id": "pubmed23n0923_20493", "title": "Management della retinopatia diabetica e dell'edema maculare diabetico: linee guida \"Euretina 2017\".", "score": 0.009259259259259259, "content": "Si prevede che la malattia diabetica con tutte le sue complicanze avrà un forte aumento di incidenza con un grosso impatto socioeconomico nei prossimi decenni in tutto il mondo. Pertanto ben si comprende l'importanza di individuare attraverso una fine diagnostica quanto più precocemente la comparsa dei sintomi diabetici, migliorare lo stile di vita ed impostare cure efficienti. Riportiamo la serie di raccomandazioni EURETINA 2017, dei maggiori esperti in Europa per la gestione della malattia diabetica e delle complicanze della retina. Per combattere questa \"pestilenza\" occorre un team medico preparato. Il trattamento laser è stato considerato sino a non molto tempo fa il Gold standard della retinopatia diabetica e dell'edema diabetico (RD e EMD). Recenti studi hanno dimostrato, invece, che si possono raggiungere risultati migliori mediante l'iniezione diretta di farmaci nella cavità vitreale. In particolare è emerso terapia di prima linea, molecole in grado di inibire il fattore di crescita endoteliale vascolare (anti VEGF) mentre non è più raccomandata la fotocoagulazione laser per il trattamento del DME. Nell'ambito delle molecole farmacologiche gli steroidi hanno mantenuto un ruolo nella gestione del DME cronicamente persistente."}, {"id": "pubmed23n0211_11176", "title": "[Frequency of isolation and antibiotic sensitivity of strains of coli bacilli from urinary tract infections isolated in private laboratories].", "score": 0.009259259259259259, "content": "Frequency of isolation and antibiotic susceptibility of E. coli strains isolated from urinary tract infections in private laboratory. The urinary tract infections are not the most frequent infections in man. However cytobacteriological analysis are often required for the diagnosis. The critical evaluation of 3000 analysis brings the followed conclusions: 1) 16% of the analysis correspond to a urinary tract infection; 2) the most frequently isolated germs are E. coli (65%) and Proteus mirabilis (11%); 3) E. coli is always very susceptible to antibiotics especially aminosides (100%) polymyxine E (92%), cotrimoxazole (91%) and quinolones (90%); 4) hospital bacteria can be found with a low frequency. However, in our study, Staphylococcus aureus has been isolated in 6% of the cases. This seems to be in relation with the passage of patients in an obstetric clinic."}, {"id": "pubmed23n0885_1884", "title": "[Levels of trace elements in the fruits and vegetables from the so-called Land of fires in Campania Region (Southern Italy)].", "score": 0.009174311926605505, "content": "INTRODUZIONE: una vasta area compresa tra le province di Napoli e Caserta nella regione Campania ha negli ultimi anni attirato l'attenzione dei mass media a causa degli interramenti illeciti di rifiuti di varia origine nei campi o del loro abbandono lungo le strade. A tali pratiche illecite si aggiunge il fenomeno dei roghi incontrollati di questo materiale, motivo per il quale la zona è stata soprannominata \"Terra dei fuochi\". OBIETTIVI: ricerca di elementi in tracce presenti nei prodotti alimentari di origine vegetale prodotti nella Terra dei fuochi. DISEGNO E SETTING: piano di monitoraggio per il rilevamento dei livelli di alcuni metalli tossici ed essenziali nei vegetali coltivati in Campania nella Terra dei fuochi. La determinazione dei microelementi è stata effettuata dopo mineralizzazione della sostanza organica mediante microonde, utilizzando la spettrometria di massa a plasma induttivamente accoppiato (ICP-MS). RISULTATI: durante l'attività di monitoraggio sono stati raccolti 65 campioni di ortaggi e 49 campioni di frutta in 43 comuni rientranti nella Terra dei fuochi. Il contenuto medio di metalli tossici, cadmio e piombo nei prodotti ortofrutticoli è risultato ben lontano dai limiti massimi fissati dalla normativa europea. I valori delle concentrazioni sono significativamente inferiori rispetto a quanto riscontrato in zone ad alto impatto ambientale a causa della presenza di impianti industriali. CONCLUSIONI: la presenza di elementi tossici o potenzialmente tali nei campioni vegetali prodotti nella Terra dei fuochi è attribuibile a una varietà di fattori ambientali rilevanti (caratteristiche geologiche dell'area, inquinamento del suolo, dell'atmosfera e delle acque di irrigazione, pratiche illecite di smaltimento dei rifiuti industriali); non sembra, tuttavia, sussistere un rischio per la salute dei consumatori. Resta comunque l'allerta per la loro presenza nell'ambiente e la necessità che le attività di monitoraggio continuino."}, {"id": "pubmed23n0671_24141", "title": "[Epidemiology of urinary tract infection in children in Marrakech].", "score": 0.009174311926605505, "content": "By its incidence, the polymorphism of its clinical presentation, its potential gravity, the difficulty of realization of urine culture in children, the frequency of the subjacent urologic abnormalities, the urinary tract infection (UTI) is an important problem in paediatrics. This work relates to a retrospective study carrying 121 episodes of UTI in 111 children taken care in paediatrics services of the Teaching Hospital Mohammed VI in Marrakech between March 2005 and March 2009. The age of our children varied between one month and 15 years with an average of 31 months, girls were more touched than boys with a sex ratio at 1.9. E. coli was the most common causative agent in our study (72 %), followed by Klebsiella in 14 % and Proteus in 5.8 % of cases. The study of antimicrobial susceptibility showed that the majority of the isolates were resistant to amoxicilline in 2/3 of cases. Third generation cephalosporins and aminosides kept their effectiveness on the majority of isolates (E. coli was susceptible to 3GC in 91.2 % and to gentamycin in 88 %). E. coli was sensible to the TSU in 54.4 % of cases."}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.00909090909090909, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "pubmed23n0260_8471", "title": "[Monitoring of low urinary tract infections in patients hospitalized with neurological diseases].", "score": 0.00909090909090909, "content": "Bacteriological and systematic investigation has been carried on 135 confined to bed patients at the Neurological Department of the Policlinico of the University of Catania from January 1993 to June 1993, in order to estimate the frequency of the I.V.U. and the probable correlations with the basic nerve disease. Infections have been found with greater frequency between women and patients with catheter. The microorganisms most frequently isolated were: E. coli (36%) and Streptococcus faecalis (36%). Patients with positive urine culture have been treated in accordance with the indications of the bacterial identification. Particularly, surveys carried out in a group of patients suffering from cerebral stroke (81 cases), showed a frequent association between the I.V.U. and the beforesaid pathology. Similar results have been obtained in the two groups of patients submitted to 2 and to 3 drawings of urine respectively, practised at a distance of 5 of 5 days the one form the other."}, {"id": "pubmed23n0885_1882", "title": "[Health expenditure for prevention in Italy (2006-2013): descriptive analysis, regional trends and international comparisons].", "score": 0.009009009009009009, "content": "Il dato dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) del 2012, che indicava l'Italia come il Paese con la più bassa spesa in prevenzione sanitaria, ha dato lo spunto per una raccolta sistematica e un'analisi critica dei flussi disponibili sulla spesa per le attività di prevenzione in Italia. Le statistiche correnti di spesa sanitaria sono raccolte centralmente dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) attraverso i modelli di rilevazione dei costi dei livelli essenziali di assistenza (LEA) delle aziende USL. Le tre macroaree dei LEA sono: assistenza distrettuale, assistenza ospedaliera e assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro. Le spese per la prevenzione rientrano in quest'ultima e sono ripartite nelle seguenti voci: attività di prevenzione rivolte alle persone, igiene degli alimenti e della nutrizione, igiene e sanità pubblica, prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro, sanità pubblica veterinaria, attività medico-legale per finalità pubblica. Tra il 2006 e il 2013, ultimo dato disponibile, la spesa per le attività di prevenzione del Servizio sanitario nazionale (SSN) è rimasta costante in rapporto alla spesa sanitaria totale (4,2%), pari a 4,9 miliardi nel 2013. Nel periodo di studio considerato (2006-2013) appaiono in aumento le spese per le attività rivolte alle persone (+8,7%), attribuibili soprattutto a vaccinazioni e screening, e in diminuzione le attività di igiene pubblica (-5,7%) e quelle della sanità pubblica veterinaria (-3,8%). I confronti internazionali indicano una spesa per la prevenzione del 2,9% rispetto alla spesa sanitaria totale, costante negli anni e nella media dei Paesi OCSE. Per la prevenzione, l'Italia spende tanto quanto i Paesi che non possiedono un servizio sanitario pubblico; il dato risulta inferiore del 5% rispetto alla programmazione nazionale, con poche eccezioni e molta variabilità regionale all'interno delle componenti delle voci di spesa. In questo contesto si sottolinea l'importanza di investire maggiori risorse nella pianificazione e nell'implementazione di interventi preventivi di provata efficacia e costo-efficacia."}, {"id": "pubmed23n0073_6774", "title": "[Cytobacteriologic examination of the urine. Execution. Interpretation].", "score": 0.009009009009009009, "content": "Bacteriological examination of urine is sufficient to assert the presence of a urinary tract infection (UTI). Specimens must be collected under strictly aseptic conditions. The midstream jet method is the best, but when it is not feasible bladder puncture, sterile pouches or catheterization may be used. The urine obtained must be correctly preserved and transported. In the practitioner's office, UTI can be detected by reagent strips or agar-coated plates. In the laboratory, direct examination is used to count leucocytes and characterize Gram-positive and Gram-negative bacteria. Bacteriuria at 10(5)/ml is significant of infection. The micro-organisms most frequently responsible for UTI are Enterobacteriaceae (mostly E. coli), Proteus mirabilis, Klebsiella spp. and staphylococci (Staph. aureus, Staph. saprophyticus, Staph. epidermidis). In most cases disc sensitivity tests are indispensable, but bacteriological examination of urine is not always needed in women with uncomplicated lower urinary tract infection."}, {"id": "pubmed23n0885_1891", "title": "[Effectiveness of school-based interventions to prevent traffic accidents: an overview of secondary literature].", "score": 0.008928571428571428, "content": "INTRODUZIONE: gli incidenti stradali sono l'ottava causa di morte al mondo e la prima tra i giovani di 15-29 anni. In Italia il Piano nazionale sicurezza stradale raccomanda l'educazione scolastica per la prevenzione degli incidenti stradali; ad oggi non esistono documenti che raccolgano evidenze di efficacia sugli interventi educativi stradali e le rapportino al contesto italiano. OBIETTIVI: riassumere e discutere ciò che è noto in letteratura riguardo agli interventi scolastici per la prevenzione degli incidenti stradali. METODI: sono state ricercate linee guida e revisioni sistematiche usando i seguenti criteri di inclusione: popolazione di età inferiore ai 25 anni di entrambi i sessi; interventi scolastici di educazione stradale; effetti su indicatori primari di esito come riduzione degli incidenti stradali, astinenza dalla guida sotto l'effetto di alcol e dall'accettare passaggi in macchina da guidatori che sono sotto l'effetto di alcol; effetti su indicatori secondari di esito come conoscenze e competenze sui comportamenti di guida sicura. RISULTATI: sono state identificate due revisioni sistematiche. L'educazione stradale nelle scuole non mostra evidenza di efficacia (rischio relativo 1,03; IC95% 0,98-1,08) nel ridurre gli incidenti. Programmi scolastici più specifici mostrano risultati solo in parte convincenti per l'adozione di comportamenti sicuri come l'astinenza dal guidare sotto l'effetto di alcol e dall'accettare passaggi in macchina da guidatori che sono sotto l'effetto di alcol. DISCUSSIONE: le revisioni incluse non hanno trovato programmi efficaci nella riduzione degli incidenti stradali o dei fattori che possano determinarli. Nell'attesa di studi più recenti, appare opportuno promuovere l'implementazione di interventi misti, scolastici e di comunità, che hanno mostrato maggiori prove di efficacia."}, {"id": "pubmed23n0421_12508", "title": "[Evaluation of sensitivity to antibiotics of microorganisms isolated from children with urinary tract infections].", "score": 0.008928571428571428, "content": "The incidence of etiological factors of urinary tract infections in children and in vitro susceptibility of these strains to antibiotics were evaluated. 1082 strains isolated from 905 samples of urine of children hospitalized in the period of 01.01-31.12.2001 were tested. Among the isolated microorganisms, the most common group was the Enterobacteriaceae family (57.4%) and also very often Gram-positive cocci were isolated (34.2%). The most frequent causative agents of UTI (Escherichia coli and Enterococcus faecalis) were generally sensitive to all used antibiotics, but E. coli rods were resistant to ampicillin. In addition, 23.4% of E. coli were the ESBL-producing strains."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.008849557522123894, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n0565_20500", "title": "[Nosocomial urinary tract infections in the intensive care unit patients].", "score": 0.008849557522123894, "content": "The aim of this prospective study was to determine the frequency of nosocomial urinary tract infections (UTI) and risk factors in intensive care unit patients. A total of 110 patients were included in the study, and UTI developed in 39.1% of them. The mean age of patients with UTI (53.6+/-20.0 yrs) was found higher than the patients without UTI (39.7+/-22.2 yrs), (p<0.01), whereas there was no gender associated difference between these two groups (p>0.01). No patient had developed symptoms suggesting UTI. All of the UTI has developed in patients with urinary catheter. Infections occurred in 72.2% of the patients with catheter lasting for seven days or more, and 24.3% of those lasting less than seven days (p<0.001). The UTI development rate was found as 31.3% in the patients who had been using antibiotics, while this ratio was 50% in those who had not used antibiotics (p<0.05). Pyuria was detected in 86.1% and 17.9% of the patients with and without UTI, respectively (p<0.001). Detection of bacteria in urine by the examination of Gram stained preparations, and the tests of peripheral blood leucocyte counting and CRP levels were not found sensitive and specific for nosocomial UTI. The prevalence of UTI increased gradually by the duration of hospitalization. The most frequently isolated microorganisms were found as Candida (27.2%), Escherichia coil (27.2%) and staphylococci (12.9%). Since nosocomial UTI which are important causes of morbidity in intensive care unit patients, are difficult to diagnose and treat, more efforts should be used for preventive measures."}, {"id": "pubmed23n0887_23509", "title": "[Cyberstalking among Italian nurses: a large multicentric study].", "score": 0.008771929824561403, "content": "Determinare la prevalenza di cyberstalking tra gli infermieri italiani e valutare il livello di ansia e depressione nelle vittime. Da aprile a settembre 2014 è stato condotto uno studio multicentrico trasversale in un campione di infermieri italiani (n=997) utilizzando il questionario \"Cyberstalking\" per analizzare il fenomeno del cyberstalking. Ai partecipanti, che si sono autodefinite vittime di cyberstalking, è stato chiesto anche di compilare gli strumenti \"Beck Depression Inventory\" e \"State-Trait Anxiety Inventory\" per valutare, rispettivamente, i livelli di depressione ed ansia. La prevalenza di cyberstalking tra gli infermieri italiani è risultata pari al 23.3%. Il 42.7% ha dovuto cambiare il proprio stile di vita e lavorativo. Il cyberstalker era prevalentemente di sesso maschile (52%) e, nel 49% dei casi, era un paziente. Le vittime hanno riferito moderati livelli di ansia (media=28.4, SD=23.2) e depressione (media=92.7, SD=18.3); i risultati hanno mostrato un aumento dei livelli di depressione negli infermieri esperti nell'utilizzo del computer, gestori di siti web o blog, e una correlazione negativa tra il livello di ansia e gli infermieri esperti (r = -0.264). Il cyberstalking è un fenomeno che si riscontra frequentemente tra gli infermieri. Il rapporto infermiere - paziente gioca un ruolo centrale nello sviluppo del fenomeno e le vittime hanno riferito disordini correlati allo stress che influenzano la vita lavorativa. Questi risultati preliminari potrebbero sensibilizzare, i dirigenti ospedalieri, la politica e i centri antiviolenza al fine di sviluppare strategie risolutiv."}, {"id": "pubmed23n0489_6219", "title": "[Gram positive microorganisms in urinary tract infections: epidemiology and therapy].", "score": 0.008771929824561403, "content": "Urinary tract infections are the most frequent hospital acquired infections and represent one of the major problem in general practice. The predominant causative agents are enteric gram-negative bacteria. Nevertheless, the importance of gram-positive bacteria, particularly Staphylococcus aureus and Enterococcus, has progressively increased especially in nosocomial urinary tract infections. Such an increase is probably related to the indiscriminate use of beta-lactam antibiotics or to the growing number of susceptible patients (surgical procedures, immunodeficiency, ecc.) The therapeutic approach of community and hospital infections is different: while in the first case treatment is usually not difficult, the therapy for nosocomial urinary tract infections should be based on the results of antibiotic susceptibility tests since a multiantibiotic resistant microorganism is often involved."}, {"id": "pubmed23n0947_6741", "title": "[I direttori delle riviste vanno avanti: attenersi ai principi accademici, adottare trasparenza e rispetto e applicare le regole.]", "score": 0.008695652173913044, "content": "Nonostante i cambiamenti in corso nell'ambito delle pubblicazioni scientifiche (STEM - scienza, tecnologia, ingegneria e medicina), è indubbio che i direttori delle riviste restano i più importanti custodi del processo editoriale. In questo articolo vengono analizzati i motivi per cui i direttori delle riviste devono continuare ad attenersi ai principi editoriali fondamentali e a utilizzare le nuove tecnologie digitali solo per dare forza al contenuto, ma non per sostituirlo nella sua qualità. Per raggiungere questo obiettivo, in un'epoca caratterizzata da controlli ed equilibri, i direttori delle riviste devono essere attentamente sorvegliati e ritenuti responsabili tanto quanto gli autori che essi stessi valutano. Qualunque scorciatoia potrebbe avere conseguenze negative e inaspettate per quella rivista che non si attenesse a tali regole, che vedrebbe intaccata la propria reputazione e che dovrebbe faticare per recuperare la fiducia dei propri lettori. Quindi, a rischio di sembrare scontati, è meglio prevenire il danno alla reputazione piuttosto che curarlo. L'unico modo per evitarlo è che i direttori delle riviste si adattino a un crescente movimento sempre più critico, che richiede maggiore trasparenza e responsabilità da parte di chi contribuisce a costruire la base delle conoscenze scientifiche e dalla società, specialmente laddove la ricerca è finanziata pubblicamente."}, {"id": "pubmed23n0025_6908", "title": "[Characteristics of the enterobacteria strains isolated from the urine in urinary tract infections].", "score": 0.008695652173913044, "content": "Study of biochemical properties of 421 strains of enterobacteria permitted to refer them to the following taxonomic groups of which E. coli constituted 83,4 +/- 3.6%, Enterobactercloacae--97 +/- 3.0%, Klebsiella 4.0 +/- 2.0%. Enterobacter aerogenes, Enterobacter hafnia, Citrobacter, Proteus rettgeri, Proteus vulgaris were revealed in individual cases (0.2-1.0%). As a result of serological typing there were revealed 105 serological types of Escherichia differing by 55 O-antigen variants, 26 H-antigen variants, and the presence or absence of K-antigen. The following groups occurred most frequently-01, 02, 04, 06, 08, 09, 015, 016, 017, 018, 025, 028, and 075. There were also revealed new 0154 and 0155 groups. In 30.9 + 5,3% of cases Escherichia did not belong to the known 157 O-groups; among them 87.1 +7,2% of the strains had H-antigens which could not be referred to any of the known variants according to the international designation."}]}}}} {"correct_option": 2, "explanations": {"1": {"exist": true, "char_ranges": [[57, 292]], "word_ranges": [[7, 46]], "text": "Per quanto riguarda il peso, la metformina, in misura minore, gli inibitori del SGLT-2 e, soprattutto, gli agonisti del GLP-1 sono stati associati a una significativa riduzione del peso nei pazienti con DM-2 (risposte 1, 3 e 4 errate)."}, "2": {"exist": true, "char_ranges": [[293, 501]], "word_ranges": [[46, 76]], "text": "Al contrario, il pioglitazone, come si evince dalla sua etichetta, può causare un aumento di peso dose-dipendente, dovuto principalmente all'accumulo di grasso e, in alcuni casi, anche alla ritenzione idrica."}, "3": {"exist": true, "char_ranges": [[57, 292]], "word_ranges": [[7, 46]], "text": "Per quanto riguarda il peso, la metformina, in misura minore, gli inibitori del SGLT-2 e, soprattutto, gli agonisti del GLP-1 sono stati associati a una significativa riduzione del peso nei pazienti con DM-2 (risposte 1, 3 e 4 errate)."}, "4": {"exist": true, "char_ranges": [[57, 292]], "word_ranges": [[7, 46]], "text": "Per quanto riguarda il peso, la metformina, in misura minore, gli inibitori del SGLT-2 e, soprattutto, gli agonisti del GLP-1 sono stati associati a una significativa riduzione del peso nei pazienti con DM-2 (risposte 1, 3 e 4 errate)."}, "5": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}}, "full_answer": "Una domanda leggermente più complicata della precedente. Per quanto riguarda il peso, la metformina, in misura minore, gli inibitori del SGLT-2 e, soprattutto, gli agonisti del GLP-1 sono stati associati a una significativa riduzione del peso nei pazienti con DM-2 (risposte 1, 3 e 4 errate). Al contrario, il pioglitazone, come si evince dalla sua etichetta, può causare un aumento di peso dose-dipendente, dovuto principalmente all'accumulo di grasso e, in alcuni casi, anche alla ritenzione idrica.", "full_answer_no_ref": "Una domanda leggermente più complicata della precedente. Per quanto riguarda il peso, la metformina, in misura minore, gli inibitori del SGLT-2 e, soprattutto, gli agonisti del GLP-1 sono stati associati a una significativa riduzione del peso nei pazienti con DM-2 ([HIDDEN]). Al contrario, il pioglitazone, come si evince dalla sua etichetta, può causare un aumento di peso dose-dipendente, dovuto principalmente all'accumulo di grasso e, in alcuni casi, anche alla ritenzione idrica.", "full_question": "Una donna di 66 anni ha ricevuto una diagnosi di diabete mellito di tipo 2 tre mesi fa. Ha un BMI di 31 kg/m2 e ha uno scarso controllo glicemico nonostante un programma di misure non farmacologiche (dieta sana, esercizio fisico). Quale dei seguenti farmaci ipoglicemizzanti è associato all'aumento di peso e dovrebbe essere evitato in questa paziente?", "id": 522, "lang": "it", "options": {"1": "Metformina (biguanide).", "2": "Pioglitazone (tiazolidinedione).", "3": "Canagliflozin (inibitore del cotrasportatore sodio-glucosio 2 - iSGLT2).", "4": "Liraglutide (agonista del recettore GLP-1).", "5": null}, "question_id_specific": 165, "type": "ENDOCRINOLOGIA", "year": 2021, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "pubmed23n0885_1888", "title": "[Assessment of a project for integrated management of care given to patients with type-2 diabetes in the Local Health Authority 21 of Legnago (Veneto Region, Northern Italy) in the period 2010-2012].", "score": 0.009900990099009901, "content": "OBIETTIVI: descrivere, nella ASL 21 di Legnago (VR), l'andamento di alcuni indicatori sanitari tra il 2009, anno precedente all'avvio di un progetto triennale per la gestione integrata dell'assistenza al paziente con diabete mellito di tipo 2, e il 2012, ultimo anno del progetto. DISEGNO: studio longitudinale trasversale ripetuto. SETTING E PARTECIPANTI: tutti i pazienti diabetici di tipo 2 della ASL 21, identificati nei database aziendali (in base a esenzioni per patologia, accessi al servizio diabetologico, consumo di farmaci antidiabetici e strisce per la determinazione della glicemia) e nelle cartelle cliniche dei medici di famiglia. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: numero di test diagnostici e di follow-up erogati, consumo di farmaci, prestazioni specialistiche, accessi al pronto soccorso, ricoveri e mortalità. RISULTATI: nonostante un calo generalizzato (-3,1%) nei test erogati dalla ASL 21 ai suoi assistititi nel periodo 2009-2012, l'analisi ha documentato un marcato aumento per gli esami previsti nella gestione del diabete, quali curve da carico glicemico (+104,3%), emoglobina glicata (+19,0%) e microalbuminuria (+296,1%). I soggetti identificati come diabetici sono aumentati da 8.084 nel 2009 (5,2%) a 9.221 nel 2012 (5,9%). Sono stati osservati aumenti nella prevalenza di pazienti visitati presso un servizio diabetologico (dal 22,6% al 39,0%), nonché negli utilizzatori di metformina (dal 28,0% al 37,5%), insuline (dal 13,5% al 18,3%) e incretine (dall'1,4% al 9,0%). Il consumo di sulfaniluree è, invece, calato (dal 49,9% al 40,8%), come anche l'erogazione di alcune prestazioni specialistiche, gli accessi al pronto soccorso e i ricoveri, mentre il tasso di mortalità è rimasto stabile (29,6 decessi x1.000/anno). CONCLUSIONE: durante il periodo di implementazione del progetto sembra essersi verificato un aumento della sensibilità diagnostica e una maggiore presa in carico del paziente diabetico. Anche se la natura osservazionale dello studio non consente di dimostrare una relazione causa-effetto, i risultati sembrano supportare l'ipotesi che la gestione integrata della patologia migliori l'appropriatezza dell'assistenza."}, {"id": "pubmed23n0997_19526", "title": "[Management of hyperglycaemia with non-insulin drugs in adult patients with type 2 diabetes].", "score": 0.009900990099009901, "content": "Treatment of diabetes mellitus type2 (DM2) includes healthy eating and exercise (150minutes/week) as basic pillars. For pharmacological treatment, metformin is the initial drug except contraindication or intolerance; in case of poor control, 8 therapeutic families are available (6 oral and 2 injectable) as possible combinations. An algorithm and some recommendations for the treatment of DM2 are presented. In secondary cardiovascular prevention, it is recommended to associate an inhibitor of the sodium-glucose cotransporter type 2 (iSGLT2) or a glucagon-like peptide-1 receptor agonist (arGLP1) in patients with obesity. In primary prevention if the patient is obese or overweight metformin should be combined with iSGLT2, arGLP1, or inhibitors of type4 dipeptidylpeptidase (iDPP4). If the patient does not present obesity, iDPP4, iSGLT2 or gliclazide, sulfonylurea, recommended due to its lower tendency to hypoglycaemia, may be used."}, {"id": "pubmed23n0966_6421", "title": "Frazione polifenolica del bergamotto per il trattamento della sindrome metabolica nella schizofrenia: uno studio pilota.", "score": 0.00980392156862745, "content": "Introduzione. La frazione polifenolica del bergamotto (BPF) ha dimostrato di possedere buona efficacia nel trattamento dei pazienti affetti da sindrome metabolica (SM) e pertanto potrebbe rappresentare una strategia promettente nel trattamento degli effetti collaterali indotti da antipsicotici di seconda generazione (SGA) in soggetti schizofrenici in trattamento con tali farmaci. Materiali e metodi. A 15 pazienti schizofrenici in trattamento stabilizzato con SGA e 15 soggetti di controllo non affetti da patologie psichiatriche, che presentavano valori ematici di colesterolo totale compresi tra 200 e 239 mg/dl, è stato somministrato un integratore contenente BPF (1000 mg) per un periodo di 60 giorni. A tutti i soggetti all'inizio e alla fine del trattamento sono state eseguite la misurazione dell'indice di massa corporea (BMI) e una serie di esami ematochimici per la valutazione degli aspetti metabolici (colesterolo totale, LDL, HDL, trigliceridi, glicemia). Risultati. In entrambi i gruppi si è evidenziata una riduzione significativa del BMI (BMI T0 vs Tfinale (media±DS)= schizofrenici: 34,5±5,7 vs 33,9±5,4, p=,041; controlli: 28,1±4,5 vs 27,3±4,1, p=,016 - BMIcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= -0,59±0.7 vs -0,72±0,8, p=,378); colesterolo totale e LDL risultano invece essere diminuiti esclusivamente nel gruppo di controllo (colesterolo totalecambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 8,2±31,5 vs -35,1±31,1, p=,003; LDLcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 14,1±29,4 vs -9±38,9, p=,014). Discussione. La differenza di efficacia dei BPF sulla dislipidemia tra i soggetti schizofrenici e il gruppo di controllo potrebbe essere spiegata dai diversi meccanismi patogenetici che sono alla base delle alterazioni metaboliche nei soggetti in trattamento con SGA e nei pazienti che non assumono questa classe di farmaci. Conclusioni. Ulteriori studi si rendono necessari al fine di valutare in questa categoria di soggetti i possibili effetti sulla dislipidemia di dosi maggiori di BPF."}, {"id": "pubmed23n1047_13336", "title": "[Management of patients with type 2 diabetes at cardiovascular and renal risk : ESC versus ADA-EASD].", "score": 0.00980392156862745, "content": "Glucagon-like peptide-1 receptor agonists and SGLT2 inhibitors (gliflozins), which demonstrated a cardiovascular and renal protection, have profoundly changed the management of patients with type 2 diabetes who are at cardiovascular risk. Nowadays, these antidiabetic medications occupy a preferred position, independently of glucose control. This has been emphasized in the last guidelines of the European Society of Cardiology (ESC) and the joint consensus by the American Diabetes Association and the European Association for the Study of Diabetes (ADA-EASD), both published in 2020. Nevertheless, there are some discrepancies between the two points of view, especially concerning the definition of the patient at cardiovascular risk in primary prevention and the first-choice place still to be reserved to metformin in these patients."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009708737864077669, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n1119_12469", "title": "[News in diabetology 2021].", "score": 0.009708737864077669, "content": "Diabetes is a rapidly evolving discipline ; numerous new molecules are available and recommendations regarding treatment change. However, these rapid changes are sometimes difficult to follow for general practitioners. Metformin remains the cornerstone of type 2 diabetes treatment after lifestyle modifications, which should always be encouraged before medications. Currently, the best classes to add after metformin are SGLT2 inhibitors and GLP-1 receptor agonists, as these molecules showed some cardiovascular and renal beneficial effects in dedicated studies. The aim of this article is to guide the general practitioner in choosing the most suitable pharmacological treatment for each patient, in light of the novelties in the field of diabetes that appeared during the year 2021."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.009615384615384616, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n1068_25980", "title": "[News in Diabetology 2020].", "score": 0.009615384615384616, "content": "Diabetes is a rapidly evolving discipline, numerous new molecules and recommendations are available. However, these rapid changes are sometimes difficult to follow for general practitioners. Metformin remains the cornerstone of type 2 diabetes treatment after lifestyle modifications, which should always be encouraged before medications. Currently, the best classes to add after metformin seem to be SGLT2 inhibitors and GLP-1 receptor agonists, as these molecules showed some cardiovascular and renal beneficial effects in dedicated studies. Nevertheless, the current pharmacological plethora is paradoxically associated with clinical inertia as general practitioners may be in trouble finding the right medication. This article will highlight novelties in the field of diabetes during the year 2020."}, {"id": "pubmed23n1029_21332", "title": "Esperienze di switch a cariprazina in pazienti schizofrenici con comparsa di effetti collaterali/comorbilità mediche.", "score": 0.009523809523809525, "content": "La schizofrenia è un disturbo psichiatrico grave e cronico con un background genetico e neurobiologico eterogeneo che influenza lo sviluppo precoce del cervello, ed è espressa come una combinazione di sintomi psicotici - come allucinazioni, deliri e disorganizzazione - e di sintomi negativi e cognitivi. Il trattamento dei pazienti con schizofrenia prevede l'utilizzo di antipsicotici, in accordo con i recenti dati di letteratura. Sulla base del meccanismo d'azione, gli antipsicotici vengono suddivisi in tipici (o \"di prima generazione\") e atipici (o \"di seconda generazione\"). Differiscono, anche, per la manifestazione di effetti collaterali, dovuti alla diversa affinità recettoriale caratteristica del singolo principio attivo. In questo caso clinico, presentiamo un giovane paziente di 24 anni con diagnosi di schizofrenia trattato prima con olanzapina e poi con risperidone, che ha manifestato significativi effetti collaterali di tipo metabolico e sessuali. La strategia terapeutica utilizzata è stata lo switch a un antipsicotico di terza generazione, cariprazina, con risoluzione delle collateralità e una migliore gestione dei sintomi negativi riportati. In conclusione, il modello di trattamento personalizzato sulla base delle condizioni cliniche e delle esigenze del paziente rappresenta l'approccio maggiormente adeguato nella gestione di ogni singolo caso."}, {"id": "pubmed23n0782_8806", "title": "[Dapagliflozin, the first SGLT-2 inhibitor in the treatment of type 2 diabetes].", "score": 0.009523809523809525, "content": "Dapagliflozin is the first novel sodium-glucose co-transporter-2 (SGLT2) inhibitor approved by the European Medicines Agency (EMA) for the treatment of type 2 diabetes. By inhibiting SGLT2, dapagliflozin blocks reabsorption of filtered glucose in the kidney, increasing urinary glucose excretion and reducing blood glucose levels. Its mechanism of action is independent of pancreatic β cell function and modulation of insulin sensitivity. The results of phase III clinical trials showed that dapagliflozin, at a dose of 5 or 10mg/day for 24 weeks as monotherapy in previously untreated patients, or as add-on combination therapy with metformin, glimepiride, pioglitazone or insulin-based therapy, significantly reduced both HbA1c and fasting plasma glucose levels compared with placebo. In addition, dapagliflozin was noninferior to glipizide, in terms of glycemic control after 52 weeks, when used as add-on therapy in patients with type 2 diabetes inadequately controlled with metformin. In most clinical trials, dapagliflozin reduced body weight. The combination of both effects (improved glycemic control and weight loss) is achieved to a greater extent in treatments that include dapaglifozin. Longer-term extension studies indicated that the efficacy of dapagliflozin on the glycemic control and weight reducción is maintained for up to 2 and 4 years. Dapagliflozin was well tolerated. Genital infections and urinary tract infections were more frequent in patients who received dapagliflozin than in placebo recipients. Hypoglycemic episodes were scarce with dapagliflozin. In conclusion, dapagliflozin is a novel option for the management of type 2 diabetes, particularly when used as add-on therapy. "}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.009433962264150943, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "pubmed23n0603_16924", "title": "[Metformin role in the treatment of type 2 diabetes in 2008].", "score": 0.009433962264150943, "content": "Treatment of type 2 diabetes includes lifestyle adaptations and drug treatment with the recent availability of many new substances. Metformin is the best first option at present due to its efficacy, its neutral effect on weight, its security profile and its cost. In addition, metformin can be associated with any other antidiabetic agent. Sulfonylureas remain the best choice for combination with metformin although their effectiveness on glucose control decrease with time more rapidly compared with glitazones. The GLP-1 (glucagon-like peptide 1) analogues and DPP-4 (di-peptidyl-peptidase-4) inhibitors are effective but need long-term evaluation of their security profile. Insulin can be used when the different oral options have failed."}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.009345794392523364, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n0772_21909", "title": "[A combination of dipeptidyl peptidase-4 inhibitor and metformin in the treatment of patients with type 2 diabetes mellitus: effective control of glycemia, weight, and quantitative body composition].", "score": 0.009345794392523364, "content": "To study the impact of intensified therapy with the dipeptidyl peptidase-4 (DPP-4) inhibitor vilagliptin or sulfonylurea (SU) on the control of glycemia, weight, and quantitative body composition in patients with type 2 diabetes mellitus (DM-2) who have failed to achieve compensation during metformin monotherapy. Forty patients (mean age 55.0 (range 53.0-60.7) years; disease duration 2.0 (range 1.1-5.0) years) with poor glycemic control (7%<HbA1c <10%) during metformin monotherapy were allocated to 2 groups for 6-month therapy. In group 1 (n=20), vildagliptin 100 mg/day was added to metformin; in Group 2 (n=20), the latter was added by SU with its dose adjustment. Dual-energy X-ray absorptiometry was used to quantify body composition at baseline and after 6 months. The efficiency of glycemic control and adiponectin level changes was evaluated at baseline and after 3 and 6 months. Following 6 months of treatment, both groups achieved a comparable reduction in HbA1c levels; however, the number of glycemic episodes during SU treatment was found to be significantly higher. When vildagliptin was used in combination therapy, with the lean body mass being preserved, there was a statistically significant decrease in total body weight, body mass index (BMI), fat mass, and tissue fat percentage without considering bone mass, as well as waist circumference (WC), which was attended by an elevation of adiponectin levels. On the contrary, when SU therapy was intensified, total body weight, fat mass, BMI, and WC were statistically significantly increased and adiponectin levels remained unchanged. The glucose-lowering efficiency of combination therapy with metformin + vildagliptin, a DPP-4 inhibitor, was comparable with that of a metformin + SU combination, but safer with respect to the risk of developing hypoglycemia. Addition of vildaglptin to metformin monotherapy may cause an additional favorable effect in reducing body weight at the expense of a fat component, with the lean body mass being preserved, and in elevating the level of adiponectin, an adipose tissue-derived antiatherogenic hormone."}, {"id": "pubmed23n0932_1180", "title": "[La combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) nel trattamento del carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia: le notizie sulla mia morte sono state esagerate?]", "score": 0.009259259259259259, "content": "Riassunto. L'analisi è stata condotta al fine di valutare l'effetto sia sulla sopravvivenza globale (OS) sia sulla sopravvivenza libera da progressione di malattia (PFS) della chemioterapia di combinazione in prima linea per il carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia. La presente analisi è limitata agli studi randomizzati controllati (RCT) di fase III. Successivamente è stata applicata la European Society for Medical Oncology Magnitude of Clinical Benefit Scale (ESMO-MCBS) agli RCT di fase III analizzati per ricavare uno score relativo all'entità del beneficio clinico ottenuto per ciascun RCT. Sono state calcolate inoltre le differenze in termini di PFS tra i diversi bracci di trattamento rapportandole con i costi dei farmaci necessari per ottenere il beneficio di PFS. La nostra analisi ha valutato 11 RCT di fase III, per un totale di 4572 pazienti. Combinando i costi della terapia con la misura dell'efficacia espressa dalla PFS, è stato ottenuto un costo di 74,12 euro (€) per mese di vita guadagnato in termini di PFS con la combinazione di 5-fluorouracil, leucovorin, irinotecan e oxaliplatino (FOLFIRINOX), 90,14 € per la combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) e 4708,7 € per la combinazione di nab-paclitaxel e gemcitabina. Da questo punto di vista riteniamo che l'utilizzo delle \"vecche chemioterapie di combinazione\" (per es., GEMOX) non dovrebbe essere completamente abbandonato, ma valutato sul singolo paziente, sulla base di diversi fattori (età, ECOG PS, comorbilità, carico di malattia), al fine di ottenere una reale \"tailored therapy\"."}, {"id": "pubmed23n1117_10166", "title": "[Process to insulin for type 2 diabetes mellitus therapy].", "score": 0.009259259259259259, "content": "In type 1 diabetes mellitus and in symptomatic and critical hyperglycemic states, insulin is a lifesaving drug; however, its value in long-term type 2 diabetes therapy, which represents more than 90% of diabetes, has not been assessed. This happens despite the fact that, in randomized studies on type 2 diabetes, insulin is used in two-thirds of cases when intensive hypoglycemic treatment is needed and in half of the patients when treatment is the standard one. This is a major issue from a clinical, economic and social-health organization point of view as insulin therapy is expensive and needs a complex organization. Observational and retrospective studies from the scientific literature show that in this type of diabetes insulin treatment is associated with increased cardiovascular and all-cause mortality. It is not clear whether this is due to a greater severity of the clinical picture, to the therapeutic target of blood glucose that may induce hypoglycemia, or to the intrinsic pharmacological activity of the drug that beyond reducing hyperglycemia can cause hypoglycemia, water retention, weight gain and hyperinsulinemia with proatherogenic effects. In particular, in patients with heart failure at high cardiovascular risk or with high insulin resistance, these clues are supported by meaningful data. Although there is no definitive evidence (the so-called \"smoking gun\") from randomized controlled trials, the high degree of suspicion induces the preferential choice of other drugs such as sodium-glucose co-transporter 2 inhibitors, glucagon-like peptide-1 receptor agonists and metformin beyond avoiding glycemic targets that induce hypoglycemia, especially in frail, elderly patients, or patients with cardiovascular diseases. These drugs, for their proven efficacy and the easy use within an outpatient setting (that favors their prescription and improves the inertia of the doctor and the adherence of patients), could help a more effective treatment of patients, both for quality and life expectancy beyond mere glycemic control."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.009174311926605505, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n1058_25724", "title": "[Starting insulin or not? And if so, which basal insulin?]", "score": 0.009174311926605505, "content": "A 55-year-old patient with a BMI of 30 kg/m2 is referred for uncontrolled type 2 diabetes mellitus. His HbA1c-concentration is 71 mmol/mol, despite an initial 8% weight loss and treatment with metformin and glimepiride. The general practitioner proposes to start with insulin, but the patient refuses. We discuss whether there is a good alternative for insulin such as more weight loss and the addition of more drugs. Our patient then changes his mind and agrees to start insulin treatment. Basal insulin is usually recommended in cases like this.Since there are no significant differences between different types of available basal insulin, it seems reasonable to take price into account. Our patient achieved reasonable glucose control without weight gain using a combination of basal insulin and a GLP-1 receptor agonist."}, {"id": "pubmed23n1059_7363", "title": "Contributi scientifici in memoria di Antonio Fusco.", "score": 0.00909090909090909, "content": "Come si leggerà nell'Introduzione della sezione propriamente scientifica del Volume, il presente testo nasce dalla volontà e, soprattutto, dall'esigenza culturale di omaggiare il fu Prof. Antonio Fusco. Un debito scientifico ed umano che trova il suo locus naturale in questa prima parte del testo stesso, cui farà poi seguito la parte propriamente scientifica. In siffatta parentesi dovuta per le ragioni appena menzionate, il lettore, l'amico o l'allievo dell'opera del Prof. Fusco potranno trovare un suo sintetico Curriculum Vitae, correlato da una specifica ed accurata prosa, svolta dal già Magnifico Rettore Carlo Cipolli; il quale, oltre che evidenziare, ricordando, i meriti del collega oramai scomparso, aggiunge alsuo scritto un elemento che sarebbe imprescindibile a non trasformare lo stesso in una mera sequenza di parole: l'amicizia e l'affetto per un amico che, oramai, non c'è più. A fine lettura, evidente risuonerà il fatto che la vita di ognuno, se mossa dalla passione per ciò per cui si è predisposti cognitivamente e psicologicamente, può essere ricca di riconoscimenti, riconoscenze e soddisfazioni che, lungi dal divenire un cuscino di allori su cui adagiarsi, per una mente creativa come quella del Prof. Fusco hanno funto solo da motivazioni ad agire instancabilmente guardando sempre al futuro. Il lavoro di una vita che, materialmente, è sancito da un supporto poco più di cm 25x15: una targa. Una materialità evidente che, con grande commozione e riconoscenza, è stata affissa il 25 ottobre 2019 sull'aula fronte l'Aula Magna del Campus \"La Folcara\", a testimonianza che quello spirito creativo in continua evoluzione non si ferma; non si arresta neppure con la fine biologica di chi lo ha \"posseduto\". Rimangono le opere ed il pensiero del Prof. Fusco e restano gli affetti. A tal proposito, il lettore troverà una breve e sentita sezione su Testimonianze; coloro i quali hanno avuto modo, nell'arco della vita accademica ed umana, personale, di Fusco di conoscerlo. Ecco, allora, che i ricordi saranno i veri protagonisti di questa parentesi. Dopo di ciò, prima dei contributi prettamente scientifici dei lavori, tenutisi in occasione del Convegno Internazionale Psicologia, Arte, Letteratura. Antiche e Nuove Tendenze, seguiranno i saluti delle autorità che in quei due giorni si sono succedute a rappresentare non solo l'istituzione affiliata, ma anche la relazione di stima e di affetto che le legava al compianto Professore. Si passerà, infine, al volume tradizionalmente inteso."}, {"id": "pubmed23n0858_12", "title": "[How I TREAT ... THE ROLE OF DPP-4 INHIBITORS (GLIPTINS) IN THE TREATMENT OF TYPE 2 DIABETES].", "score": 0.00909090909090909, "content": "Dipeptidyl peptidase-4 (DPP-4) inhibitors (gliptins) are more and more prominent medications in the management of type 2 diabetes (T2D), with five molecules commercialized and as many fixed-dose combinations with metformin. After failure of metformin monotherapy, gliptins compete with old medications such as sulphonylureas, on the one hand, or with new oral antidiabetic agents such as inhibitors of renal sodium-glucose cotransporters type 2 (SGLT2) (gliflozines), on the other hand. Another alternative is the use of an incretin mimetic (agonist of glucagon-like peptide-1 receptors, to be injected subcutaneously) rather than an incretin enhancer such as a gliptin, before considering insulin therapy. This article analyses the arguments in favour of DPP-4 inhibitors. We will mainly consider the use of gliptins in patients with recently diagnosed T2D, in elderly and frail patients and in those with chronic kidney disease. To illustrate the discussion, we will analyze the results of both interventional and observational studies with vildagliptin. Obviously, these various groups of patients represent a large proportion of T2D population."}, {"id": "pubmed23n0923_20493", "title": "Management della retinopatia diabetica e dell'edema maculare diabetico: linee guida \"Euretina 2017\".", "score": 0.009009009009009009, "content": "Si prevede che la malattia diabetica con tutte le sue complicanze avrà un forte aumento di incidenza con un grosso impatto socioeconomico nei prossimi decenni in tutto il mondo. Pertanto ben si comprende l'importanza di individuare attraverso una fine diagnostica quanto più precocemente la comparsa dei sintomi diabetici, migliorare lo stile di vita ed impostare cure efficienti. Riportiamo la serie di raccomandazioni EURETINA 2017, dei maggiori esperti in Europa per la gestione della malattia diabetica e delle complicanze della retina. Per combattere questa \"pestilenza\" occorre un team medico preparato. Il trattamento laser è stato considerato sino a non molto tempo fa il Gold standard della retinopatia diabetica e dell'edema diabetico (RD e EMD). Recenti studi hanno dimostrato, invece, che si possono raggiungere risultati migliori mediante l'iniezione diretta di farmaci nella cavità vitreale. In particolare è emerso terapia di prima linea, molecole in grado di inibire il fattore di crescita endoteliale vascolare (anti VEGF) mentre non è più raccomandata la fotocoagulazione laser per il trattamento del DME. Nell'ambito delle molecole farmacologiche gli steroidi hanno mantenuto un ruolo nella gestione del DME cronicamente persistente."}, {"id": "pubmed23n0973_8462", "title": "[Management of hyperglycaemia of type 2 diabetes. Paradigm change according to the ADA-EASD consensus report 2018].", "score": 0.009009009009009009, "content": "The strategy for the management of hyperglycaemia in type 2 diabetes was updated in October 2018 by a group of experts of the American Diabetes Association (ADA) and the European Association for the Study of Diabetes (EASD). They are triggered by the results of cardiovascular outcome trials published since 2015, which demonstrated a cardiovascular (and renal) protection with two classes of medications, SGLT2 inhibitors (gliflozins) and some GLP-1 receptor agonists (mainly liraglutide) in patients with established cardiovascular disease. Thus, after failure of lifestyle and metformin, the addition of one of these agents is recommended in presence of atherosclerotic cardiovascular disease. In case of heart failure or renal disease, the preference is given to a SGLT2 inhibitor, provided that estimated glomerular filtration rate is adequate (superior to 45-60 ml/min/1.73 m²). In all other patients, the choice is guided by the main objective, in concertation with the patient : to reduce the risk of hypoglycaemia (gliptin, gliflozin, pioglitazone or GLP1 receptor agonist), body weight excess (SGLT2 inhibitor or GLP-1 receptor) or medication cost (sulphonylurea, pioglitazone). If oral treatment is insufficient, the preference is now given to a GLP-1 receptor agonist rather than basal insulin. Thus, instead of a glucocentric and metabolic viewpoint predominant in the previous position statement, a paradigm change is proposed, focusing on cardiovascular and renal protection, within a patient-centred approach."}, {"id": "pubmed23n1028_18191", "title": "Food knowledge of patients at the first access to a Diabetology center.", "score": 0.008928571428571428, "content": "Il diabete rappresenta una patologia in costante aumento: familiarità, età e stili di vita rappresentano i principali fattori di rischio per questa malattia e per le complicanze ad essa correlate. Considerando l'importanza del regime alimentare per la prevenzione e il trattamento di questa patologia, scopo del presente studio è stato quello di valutare le conoscenze alimentari di pazienti al primo accesso presso un centro di Diabetologia e di indagare sulla loro eventuale influenza su alcuni parametri ematici. È stato somministrato il questionario di Moynihan. La relazione tra i punteggi ottenuti e le variabili emoglobina glicata, BMI, glicemia a digiuno, è stata analizzata attraverso regressione multipla basata sul metodo dei minimi quadrati ordinari (modello OLS). Il response rate è stato del 73,3%. Il punteggio medio totale ottenuto dal questionario è stato di 23,61 ed è stata osservata una correlazione statisticamente significativa (p<0,0473) tra i migliori punteggi del questionario e i valori di Hb1Ac. Questo studio è il primo passo di un'indagine più ampia che verrà condotta nell'ottica di promuovere una formazione del paziente volta a verificare nel tempo le ricadute positive sulle scelte alimentari e sui parametri clinici."}, {"id": "pubmed23n0846_2669", "title": "[Anti-diabetics and chronic kidney disease].", "score": 0.008928571428571428, "content": "Diabetes mellitus (DM) is the most important non-communicable disease after hypertension. Prevalence of type 2 DM has progressively increased over the last decades. In Italy, 11.8% of the general adult population can be identified as diabetic. The major complication of DM is diabetic nephropathy (DM-CKD), which develops in approximately one-third of diabetics. Achieving optimal glycemic control is the first therapeutic goal in the management of DM-CKD. In recent years, new antidiabetic drugs have been marketed (GLP1 analogues, DPP-4 inhibitors, SGLT-2 inhibitors) to ameliorate glycemia in patients nave or treated by means of traditional agents, such as sulfonylureas, metformin, glinides, insulin. However, use of these drugs in DM-CKD should be evaluated carefully, mainly because of the higher risk of hypoglycemia that requires dosing adjustments. Metformin still represents an adequate choice if proper dose adjustments are made on the basis of renal function. Sulfonylureas with limited renal clearance, i.e., gliquidone, glipizide and gliclazide are an alternative to metformin and more effective than repaglinide on glycemic control. Other antidiabetic agents with potential nephroprotective effects, namely DPP-4 inhibitors, incretin analogues and SGLT-2 inhibitors, may allow nephroprotective effects independent of glycemic control. Insulin remains the cornerstone of therapy when oral therapy is no longer effective. "}, {"id": "pubmed23n1097_5003", "title": "[Beyond the assessment of work-related stress risk: the management standards approach for organizational wellbeing.]", "score": 0.008849557522123894, "content": "La valutazione approfondita del rischio stress lavoro-correlato (SLC), oltre a soddisfare un obbligo normativo, rappresenta un momento per riflettere sulle condizioni di salute di un'organizzazione e sugli elementi su cui intervenire per migliorarle. Nel presente contributo vengono riportati i risultati ottenuti dalla valutazione approfondita dello SLC condotta in un'azienda di facility management tramite la somministrazione dell'HSE Management Standards Indicator Tool (HSE-MS IT) e ulteriori misure atte a valutare lo stress percepito, la soddisfazione lavorativa e la motivazione al lavoro. Hanno partecipato allo studio 196 operai di un'azienda che si occupa di pulizie ospedaliere, industriali e civili. Dalla valutazione approfondita è emersa la presenza di rischio nelle dimensioni Domanda, Relazioni, e Supporto dei Colleghi e di rischio grave nella dimensione Controllo. L'analisi delle correlazioni e delle regressioni multiple hanno permesso di identificare le aree organizzative significativamente associate allo stress percepito, alla soddisfazione lavorativa e alla motivazione. Tramite modelli di path analysis si è inoltre valutato l'effetto diretto e indiretto dei Management Standards su queste tre misure di output. Domanda, Controllo e Relazioni hanno un effetto diretto sullo stress percepito, mentre il Supporto dei Colleghi e il Supporto dei Superiori influiscono rispettivamente sulla soddisfazione e sulla motivazione al lavoro. Lo stress percepito ha inoltre un effetto diretto sulla soddisfazione lavorativa, che a sua volta influenza la motivazione al lavoro. In conclusione, una valutazione approfondita del rischio SLC che integri il tradizionale approccio basato sui Management Standards considerando ulteriori misure di benessere organizzativo costituisce un'occasione utile per identificare non solo i fattori che possono produrre SLC, ma anche le aree di gestione che possono incidere su dimensioni, quali ad esempio la motivazione e la soddisfazione lavorativa, che contribuiscono criticamente al benessere complessivo di un'azienda."}, {"id": "pubmed23n0420_21547", "title": "[Therapeutic strategies for type 2 diabetes].", "score": 0.008849557522123894, "content": "The results of the large therapeutic trials for type 2 diabetes have led to a reconsideration of the \"classical\" treatment strategy. Until now, the strategy consisted of starting with a modification of the lifestyle, then in the event of failure, without privileging one therapeutic class over another, to prescribe a monotherapy, in increasing doses until the maximum dose is reached, and only then to pass to a bi-therapy up to it's maximum dose; Since the apparition of the glitazones, bi-therapy based in particular on the association metformin-glitazone, should be envisaged from diagnosis in patients who are obese or heavily overweight. New strategies now in the process of being elaborated suggest to treat type 2 diabetes much earlier and with much more ambitious glycaemic objectives."}, {"id": "pubmed23n0999_17562", "title": "Emozioni, comportamenti e relazioni: uno studio caso-controllo sul self-cutting in adolescenza.", "score": 0.008771929824561403, "content": "Scopo. Lo scopo del presente studio caso-controllo è di approfondire i correlati psicopatologici e alcuni tratti psicologici come alessitimia e impulsività inerenti al self-cutting. È stato anche approfondito il tema dell'ideazione suicidaria nei soggetti con tale forma di autolesionismo. Metodi. Lo studio caso-controllo ha coinvolto 55 pazienti con self-cutting non suicidario, di età compresa tra i 12 e i 18 anni, e un gruppo di controllo composto da 277 adolescenti di età compresa tra i 13 e i 19 anni. La batteria testale utilizzata è stata composta da YSR 11-18 anni, CBCL 6-18 anni, SCL-90-R, TAS-20, CDI e BIS-11. Risultati. Dalle analisi effettuate sono emerse differenze statisticamente significative tra casi e controlli in relazione alla maggioranza delle scale psicopatologiche considerate. È risultata una differenza significativa tra i due gruppi anche in merito all'ideazione suicidaria. Infine, tra i self-cutter si sono evidenziate differenze significative di alcune variabili psico-relazionali (alessitimia e competenze sociale) in relazione alla frequenza di attuazione dell'atto autolesivo. Conclusioni. Il self-cutting correla con un'ampia varietà di quadri psichiatrici, senza presentare legami specifici con una particolare categoria psicopatologica. Gli elementi di alessitimia, impulsività e difficoltà relazionali degli adolescenti self-cutter dicono di come la programmazione di interventi di prevenzione primaria e secondaria dovrebbero mirare alla psico-educazione all'affettività, all'autocontrollo e ai social skill. Nello specifico, i nostri dati suggeriscono che la focalizzazione dell'intervento, in termini di lavoro sull'emotività piuttosto che sulla socializzazione, dovrebbe tener conto della frequenza degli agiti. Nella gestione clinica di questi pazienti non va esclusa a priori la possibilità di passaggio all'atto suicidario, con relative attenzioni anamnestico-cliniche da avere sia al momento della valutazione diagnostica sia lungo il follow-up della presa in carico."}, {"id": "pubmed23n1028_11300", "title": "[Extended indications for antidiabetic agents with cardio-renal protection in updated international recommendations for themanagement of at risk patients with type2 diabetes].", "score": 0.008771929824561403, "content": "The strategy for the management of type 2 diabetes (T2D) has been updated late 2019-2020 by a group of experts of the American Diabetes Association (ADA) and the European Association for the Study of Diabetes (EASD). The indications of two pharmacological classes that have demonstrated a cardiovascular and renal protection, i.e. sodium-glucose cotransporter type 2 inhibitors (SGLT2i) and glucagon-like peptide-1 receptor agonists (GLP-1AR), are now extended because of the favourable results of recent clinical trials. In patients with T2D at high cardiovascular risk (even without previous event, but with indicators of atherosclerotic disease), the addition of these antidiabetic agents to metformin background therapy is now recommended independently of the glycated haemo¬globin (HbA1c) level. For SGLT2i, the prescription may be extended to patients with an estimated glomerular filtration rate down to 30 (instead of 60) ml/min/1.73 m², in particular in patients with progressive renal disease and albuminuria and in patients at risk of heart failure, especially if left ventricular ejection fraction is reduced. However, these new proposals could not be applied stricto sensu because of strict reimbursement criteria based upon HbA1c currently applied in our country."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.008695652173913044, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n1003_4448", "title": "[How I manage a patient with type 2 diabetes not well controlled with a metformin plus gliptin combination].", "score": 0.008695652173913044, "content": "Type 2 diabetes (T2D) is an evolving disease that requires therapeutic adjustments to maintain adequate glucose control in the long run. An increasing number of patients with T2D are treated with a metformin plus gliptin (DPP-4 Inhibitor) combination, especially those for whom a sulfonylurea is avoided because of a risk of hypoglycaemia. When this dual metformin-gliptin therapy becomes insufficient to reach or maintain adequate glucose control, three solutions may be considered : the addition of a gliflozin (SGLT2 inhibitor), the replacement of the gliptin by a glucagon-like peptide-1 receptor agonist or the addition of a basal insulin whose posology should be progressively up-titrated according to fasting glycaemia. This article describes the pro and contra arguments of these three therapeutic regimens. According to the recent data of the literature, the triple oral therapy combining metformin, a gliptin and a gliflozin appears to offer a favourable alternative in terms of efficacy, tolerance, ease of use, patient adherence and cost."}, {"id": "pubmed23n0999_17555", "title": "Terapia cognitivo-comportamentale per giovani ad alto rischio di un primo episodio di psicosi: un trial randomizzato controllato.", "score": 0.008620689655172414, "content": "Scopo. Nell'ultimo ventennio l'interesse di ricercatori e clinici nella prevenzione di disturbi psicotici è cresciuto notevolmente. Gli studi internazionali su strategie a favore di giovani \"ad alto rischio di un primo episodio di psicosi\" sono ancora in numero ridotto, mentre in Italia risultano del tutto assenti. Oltre a manifestare sintomi psicotici sotto-soglia, questa popolazione di frequente riporta un compromesso funzionamento. La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) è la strategia di prima linea, ma si rileva in letteratura l'importanza di studi su ulteriori misure di esito, quali il funzionamento. Il presente studio ha valutato se un protocollo di TCC modulare riducesse il rischio di un primo episodio psicotico in un gruppo di giovani ad alto rischio a post-trattamento e follow-up rispettivamente di 6 e 14 mesi a confronto con trattamento di supporto psicologico di routine ( treatment as usual). Metodi. Cinquantotto partecipanti (età media=25,51, 67,20% maschi) che soddisfacevano criteri per stati mentali a rischio alla Comprehensive Assessment of At-Risk-Mental States sono stati randomizzati a TCC o treatment as usual. Il protocollo di TCC ha incluso 30 sedute settimanali. Risultati. Nel gruppo TCC, il numero di giovani che ha sviluppato un primo episodio psicotico a follow-up è stato inferiore (n=4, 10,30%) a quello del gruppo di controllo (n=8, 27,60%), sebbene tale differenza sia risultata di significatività marginale [Log rank test χ2(1)= 3,66, p=0,05]. I giovani con funzionamento baseline più alto hanno ottenuto maggiori benefici al di là del tipo di percorso. Conclusioni. Anche nel contesto italiano, la TCC sembra efficace e promettente nel prevenire un primo episodio psicotico in giovani con stato mentale a rischio."}, {"id": "pubmed23n0992_5134", "title": "[GLP-1 analogues in 2019 : for whom and how ?]", "score": 0.008620689655172414, "content": "GLP-1 analogues are a well-established treatment for type 2 diabetes. They act by improving glycemic control through several mechanisms. They also have the advantage of inducing weight loss without the risk of associated hypoglycemia. This class of molecules has also shown a benefit in cardiovascular events such as cardiovascular mortality, stroke and myocardial infarction, and albuminuria. These favorable effects place them, like SGLT-2 inhibitors, as a second option in the case of unsatisfactory glycemic control after metformin and dietary and lifestyle measures. This article provides an overview of the current knowledge of GLP-1 analogue therapy in patients with type 2 diabetes."}]}}}} {"correct_option": 3, "explanations": {"1": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "2": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "3": {"exist": true, "char_ranges": [[0, 280]], "word_ranges": [[0, 43]], "text": "Questo è un tipico caso di incompetenza cervicale (e questa paziente ha la conizzazione come fattore di rischio). Questa patologia consiste in una dilatazione della cervice in assenza di contrazioni, che richiede un cerchiaggio per evitare un aborto spontaneo o un parto immaturo."}, "4": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "5": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}}, "full_answer": "Questo è un tipico caso di incompetenza cervicale (e questa paziente ha la conizzazione come fattore di rischio). Questa patologia consiste in una dilatazione della cervice in assenza di contrazioni, che richiede un cerchiaggio per evitare un aborto spontaneo o un parto immaturo. Idealmente, il cerchiaggio viene eseguito elettivamente, su base programmata, e non quando la paziente arriva al pronto soccorso \"in extemis\" (cosa che si fa anche, ma con un tasso di successo inferiore... idealmente, dovrebbe essere eseguito a freddo).", "full_answer_no_ref": "Questo è un tipico caso di incompetenza cervicale (e questa paziente ha la conizzazione come fattore di rischio). Questa patologia consiste in una dilatazione della cervice in assenza di contrazioni, che richiede un cerchiaggio per evitare un aborto spontaneo o un parto immaturo. Idealmente, il cerchiaggio viene eseguito elettivamente, su base programmata, e non quando la paziente arriva al pronto soccorso \"in extemis\" (cosa che si fa anche, ma con un tasso di successo inferiore... idealmente, dovrebbe essere eseguito a freddo).", "full_question": "Una donna di 32 anni chiede una consulenza preconcezionale. La paziente riferisce di essersi sottoposta a conizzazione cervicale per una lesione intraepiteliale di alto grado (H-SIL) e di aver avuto successivamente tre aborti spontanei tra le 20 e le 22 settimane di gestazione. Non ha figli in vita. In tutte e tre le occasioni si è presentata al pronto soccorso con una sensazione di pesantezza nell'ipogastrio ed è stata trovata dilatata di 8 cm con membrane amniotiche prominenti, senza aver mai avvertito contrazioni. Non aveva mai avvertito contrazioni prima d'ora. Quale consiglio le dareste per la prossima gravidanza?", "id": 209, "lang": "it", "options": {"1": "Prescriverei la profilassi con atosiban orale per tutta la gravidanza.", "2": "Proporrei una maturazione polmonare con corticosteroidi a partire da 19-20 settimane di gestazione.", "3": "Consiglio un cerchiaggio cervicale a 14 settimane di gestazione.", "4": "Le consiglierei di non tentare altre gravidanze a causa dell'elevato rischio di recidiva.", "5": "Raccomanderei le tecnologie di riproduzione assistita."}, "question_id_specific": 185, "type": "GINECOLOGIA E OSTETRICIA", "year": 2014, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "pubmed23n1137_1437", "title": "[Prevalenza di ipotiroidismo nei pazienti sottoposti a emodialisi presso un ospedale generale di Ahvaz.]", "score": 0.01394335511982571, "content": "Riassunto. Obiettivo. Lo scopo di questo studio trasversale è determinare la prevalenza dell'ipotiroidismo tra i pazienti in emodialisi (ED) e i suoi potenziali fattori di rischio. Metodi. Sono stati raccolti dati demografici e di laboratorio [vale a dire, livelli sierici di tireotropina (TSH), anticorpi anti-perossidasi tiroidea (anti-TPO)] di 117 pazienti con MH. I dati sono stati analizzati da SPSS.V 26, quando necessario. Risultati. I pazienti avevano un'età media (DS) di 59,47±15,08 anni e il 66,7% (n=78) era di genere maschile. I livelli medi (DS) di TSH erano 2,56 (4,01) μIU/mL. L'ipotiroidismo subclinico (SCH) è stato definito come un livello di TSH >4,2 μIU/mL e FT4 normale. Quindici pazienti (12,80%) avevano SCH. Non c'era correlazione significativa tra ipotiroidismo ed età, genere e/o malattie sottostanti (p>0,05). Inoltre, tra i 15 pazienti con SCH, 1 paziente (6,7%) ha mostrato un risultato anti-TPO positivo mentre 14 pazienti (93,3%) hanno avuto un risultato anti-TPO negativo. Conclusione. Data la notevole prevalenza dell'ipotiroidismo nei pazienti con ED, lo screening di routine della funzione tiroidea in questa popolazione di pazienti può aiutare a ridurre i tassi di complicanze e mortalità attraverso una diagnosi precoce e un intervento tempestivo."}, {"id": "wiki20220301en162_39110", "title": "Tarantino dialect", "score": 0.01269629134647511, "content": "Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant' è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch'i' vi trovai, dirò de l'altre cose ch'i' v'ho scorte. Io non so ben ridir com' i' v'intrai, tant' era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch'i' fui al piè d'un colle giunto, là dove terminava quella valle che m'avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de' raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle... 'U 'càndeche de le crijatúre de San Frangísche (Enrico Vetrò) Altísseme, 'Neputènde, Signóre bbuéne, Túje so' le làude, 'a glorie e ll’anóre e ogne bbenedizzióne. A Tté súle, Altísseme, Te tòcchene, e nnisciún’óme éte dègne de Te menduváre."}, {"id": "wiki20220301en622_30059", "title": "Serafino Serrati", "score": 0.011904761904761904, "content": "Among his reports published in life are the following nine communications: Di osservazioni nella scelta dell'aria infiammabile Che tratta di una storta a due fuochi per decomporre los spirito di vino in aria infiammabile Che descrive un modello per formare il globo areostatico di figura conica, senza farvi cucciture accio non perda l'aria ch vi s'introduce Che spiega la direzione di un globo aereostatico per qualunque parte, e in qualungue altezza Rappresentate un bilancia a filo, senza l'attritoSopra di un machina pneumatica a mercurio Che tratta di un conduttore positivo e negativo de di un elettroforo senza le resine *Chi dimostra un barchetto a fuoco, che con la forza di esso, cammina senza il vento"}, {"id": "pubmed23n1115_5743", "title": "", "score": 0.01180033416875522, "content": "La recente approvazione del testo unico sulle malattie rare da parte dei due rami del Parlamento (Disposizioni per la cura delle malattie rare e per il sostegno della ricerca e della produzione dei farmaci orfani) richiama l'attenzione degli operatori di Sanità pubblica su una materia vasta e disomogenea come la ricerca, la diagnosi e il trattamento delle malattie rare. La disponibilità di un testo di legge, anche se devono seguire i decreti attuativi per rispondere alle necessità concrete dei malati e delle loro famiglie, è comunque uno strumento essenziale nella \"cassetta degli attrezzi\" degli operatori in quanto «dai documenti storici più antichi a quelli contemporanei si hanno prove del ricorso ad atti normativi non solo nei momenti di emergenza (gestione delle epidemie) ma anche nell'organizzazione e il controllo della vita quotidiana sempre in nome e per conto della salute collettiva» (Editoriale. La normazione, lo strumento cardine di Sanità pubblica. Igiene e Sanità Pubblica 2020; 76: 284-286)."}, {"id": "pubmed23n0694_15642", "title": "", "score": 0.011538222305156436, "content": "E'ormai noto che esiste la possibilità rivoluzionaria di utilizzare il fegato per il trattamento della stadio terminale delle epatopatie.Nel gennaio 1980 si celebra il decimo anna di sopravvivenza con fegato trapiantato (la più lunga della letteratura) di un paziente da noi trattato. Si tratta di uno dei 12 malati sottoposti a trapianto e seguiti per più di 5 anni.La nota positiva di questa tipo di trattamento è rappresentata dall'eccellente tenore di vita che i pazienti conducono e dalla riabilitazione sociale e professionale.La nota negativa è data, invece, dal fatto che i buoni risultati non vengono raggiunti con regolarità e non possono essere previsti con esattezza. In questa breve rassegna considereremo la esperienza da noi fatta presso l'Università di Denver nel Colorado, mettendo in risalto le cause dell'elevata mortalità precoce e le prospettive future di questa mezzo terapeutico."}, {"id": "pubmed23n1029_21334", "title": "Esperienze di switch a cariprazina in pazienti affetti da schizofrenia con ricorrenze.", "score": 0.00998476502988398, "content": "Nel trattamento a lungo termine dei pazienti affetti da schizofrenia, il problema delle ricadute di malattia è di fondamentale rilevanza clinica e tuttora dibattuto. Una possibile strategia di intervento, in caso di riacutizzazione, è quella dello switch da un farmaco antipsicotico a un altro. Sarebbe utile, in questo senso, avere a disposizione molecole in grado di garantire uno stato di remissione clinica persistente nel tempo. Fra queste è possibile senz'altro considerare cariprazina, un farmaco di recente introduzione, dotato di un profilo d'azione unico rispetto agli altri antipsicotici, sia tipici che atipici."}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.009900990099009901, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "wiki20220301en621_6645", "title": "Pablo Hasél", "score": 0.009900990099009901, "content": "Crucificado en tu clítoris (2011) Besos cortados con coca (2011) Canciones supervivientes al registro policial (2012) La tortura placentera de la luna: algunas canciones inéditas (2012) Escribiendo con Ulrike Meinhof (2012) Empezar de bajo 0: Algunos poemas grabados (2012) La noche que supe que hay laberintos sin salida (2012) Poemas de presos políticos comunistas (2012) Los gusanos nunca volarán (inéditas) (2012) La muerte nos obligó a vivir (2012) Sigue desnudándose la dictadura del capital (2013) Por mera supervivencia (inéditas) (2013) Por mera supervivencia II (inéditas) (2013) Por mera supervivencia III (inéditas) (2013) Exprimiendo el corazón (inéditas) (2013) Tarde o temprano Venceremos (2014) Mientras me asesina el tiempo (inéditas) (2014) Por escapar de la oscuridad (inéditas) (2014) A Orillas Del Segre (2014) Cafeína e imaginación (inéditas) (2015) Burlando al dolor (2015) Boicot Activo (2015) Hasta el fin de mis días (2015)"}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.00980392156862745, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "wiki20220301en452_13857", "title": "Yndio", "score": 0.00980392156862745, "content": "Discography Éxitos Eternos Sin Tu Amor (EP-1972) 1 Sin Tu Amor 2 Mamá Gorda 3 Las Nubes Que Pasan (Díselo Tú) 4 Amor de Padres Sin Tu Amor (1972) 1. Sin Tu Amor 2. No Me Dejes Amor 3. El Tiempo 4. Lo Que Te Puedo Ofrecer 5. Noches y Días Perdidos 6. Si Tu Me Dejas 7. Es Para Tí, Es Para Mí 8. Lo Que Siempre He Soñado 9. Jamás Corazón 10. Siempre Habra un Mañana Yndio MPHS-6114(1975) 1. El 2. Cuando Salgo A los Campos 3. Quedamos Como Amigos 4. Las Nubes 5. Desolacion 6. Dulce Amor 7. Siempre De Novios 8. Como Te Extraño 9. Perdoname Mi Amor 10. Dejame 11. Sufro Tu Ausencia Por que Nos Dijimos Adios MPHS-6125 (1975) 1. Por Que Nos Dijimos Adios 2. Como Te Extraño 3. La Que Era Ya No Es 4. Cuando Salgo A los Campos 5. Perdoname Mi Amor 6. Dejame 7. Quedamos Como Amigos 8. Sufro Tu Ausencia 9. Las Nubes 10. Desolacion"}, {"id": "pubmed23n1059_7363", "title": "Contributi scientifici in memoria di Antonio Fusco.", "score": 0.009708737864077669, "content": "Come si leggerà nell'Introduzione della sezione propriamente scientifica del Volume, il presente testo nasce dalla volontà e, soprattutto, dall'esigenza culturale di omaggiare il fu Prof. Antonio Fusco. Un debito scientifico ed umano che trova il suo locus naturale in questa prima parte del testo stesso, cui farà poi seguito la parte propriamente scientifica. In siffatta parentesi dovuta per le ragioni appena menzionate, il lettore, l'amico o l'allievo dell'opera del Prof. Fusco potranno trovare un suo sintetico Curriculum Vitae, correlato da una specifica ed accurata prosa, svolta dal già Magnifico Rettore Carlo Cipolli; il quale, oltre che evidenziare, ricordando, i meriti del collega oramai scomparso, aggiunge alsuo scritto un elemento che sarebbe imprescindibile a non trasformare lo stesso in una mera sequenza di parole: l'amicizia e l'affetto per un amico che, oramai, non c'è più. A fine lettura, evidente risuonerà il fatto che la vita di ognuno, se mossa dalla passione per ciò per cui si è predisposti cognitivamente e psicologicamente, può essere ricca di riconoscimenti, riconoscenze e soddisfazioni che, lungi dal divenire un cuscino di allori su cui adagiarsi, per una mente creativa come quella del Prof. Fusco hanno funto solo da motivazioni ad agire instancabilmente guardando sempre al futuro. Il lavoro di una vita che, materialmente, è sancito da un supporto poco più di cm 25x15: una targa. Una materialità evidente che, con grande commozione e riconoscenza, è stata affissa il 25 ottobre 2019 sull'aula fronte l'Aula Magna del Campus \"La Folcara\", a testimonianza che quello spirito creativo in continua evoluzione non si ferma; non si arresta neppure con la fine biologica di chi lo ha \"posseduto\". Rimangono le opere ed il pensiero del Prof. Fusco e restano gli affetti. A tal proposito, il lettore troverà una breve e sentita sezione su Testimonianze; coloro i quali hanno avuto modo, nell'arco della vita accademica ed umana, personale, di Fusco di conoscerlo. Ecco, allora, che i ricordi saranno i veri protagonisti di questa parentesi. Dopo di ciò, prima dei contributi prettamente scientifici dei lavori, tenutisi in occasione del Convegno Internazionale Psicologia, Arte, Letteratura. Antiche e Nuove Tendenze, seguiranno i saluti delle autorità che in quei due giorni si sono succedute a rappresentare non solo l'istituzione affiliata, ma anche la relazione di stima e di affetto che le legava al compianto Professore. Si passerà, infine, al volume tradizionalmente inteso."}, {"id": "wiki20220301en187_33100", "title": "Bollettino della Vittoria", "score": 0.009708737864077669, "content": "A similar bulletin was never drafted for the air forces since they were part of the Aeronautical Service, a department destined to the Royal Italian Army aircraft: the Royal Air Force, the third armed force of the Kingdom of Italy, was established only in 1923, after the end of the war. Text Italian Comando Supremo, 4 Novembre 1918, ore 12 La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta. La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso ottobre ed alla quale prendevano parte cinquantuno divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una cecoslovacca ed un reggimento americano, contro settantatré divisioni austroungariche, è finita."}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.009615384615384616, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "wiki20220301en395_26525", "title": "Carlos Cossio", "score": 0.009615384615384616, "content": "Principal works El concepto puro de la revolución (ed. Bosch, 1936). La valoración jurídica y la ciencia del derecho (1.ª ed., UNL, 1941; 2.ª ed., Arayú; 1954). La Política como Conciencia (Abeledo-Perrot, 1955). Ideología y Derecho (Inédito, 1962). La teoría egológica del derecho y el concepto jurídico de libertad (1.ª ed. 1944, Losada; 2.ª ed. 1964, Abeledo-Perrot). La plenitud del ordenamiento jurídico. (1.ª ed., Losada, 1939; 2.ª ed., Losada, 1947 y Los Andes, 2005) El Derecho en el Derecho Judicial. (1.ª ed., Kraft, 1945; 2.ª ed., Abeledo-Perot, 1959 y El Foro, 2002; 3.ª ed., Abeledo-Perrot, 1967) Teoría de la verdad jurídica. (Losada, 1954; El Foro, 2007) La opinión pública. La causa y la comprension en el derecho. (4.ª ed., Juerez Editor, 1969) El fundamento filosófico de los métodos interpretativos. (UNL, 1940). El principio \"nulla poena sine lege\" en la axiología egológica (Rev. LL, 1947). References"}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009523809523809525, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "wiki20220301en303_19228", "title": "Nomadi 40", "score": 0.009523809523809525, "content": "Il nome che non hai (4' 34\") Ho difeso il mio amore (4' 29\") Dio è morto (2' 49\") Ti lascio una parola (Goodbye) (4' 31\") Vivo forte (7' 25\") Senza discutere (3' 33\") Come potete giudicar (3' 27\")"}, {"id": "pubmed23n1049_20419", "title": "[New European guidelines for the management of dyslipidaemias: their aggressiveness is not legitimated by current evidence].", "score": 0.009433962264150943, "content": "Le linee guida 2019 delle Società europee di cardiologia e dell'aterosclerosi sulla gestione delle dislipidemie hanno aumentato l'aggressività diagnostico-terapeutica e non distinguono prevenzione primaria e secondaria, con parziale eccezione per gli ultra75enni. Raccomandano nuovi target di cLDL: per pazienti a rischio molto alto si raccomanda una riduzione a <55 mg/dl e >=50% rispetto al basale; per pazienti a rischio alto una riduzione a <70 mg/dl e >=50% del basale; per pazienti a rischio moderato una riduzione a <100 mg/dl; per pazienti a rischio basso una riduzione a <116 mg/dl. In base alle carte SCORE e ai dati di mortalità cardiovascolare in Italia, quasi tutti i maschi dai 70 anni e le donne dai 70-75 anni risulterebbero ad alto rischio per solo effetto dell'età. Anche quasi tutti i 60enni sarebbero a rischio moderato, con target di cLDL <100, e spesso necessità di aggiungere costosi ipolipemizzanti per chi già assume statine. Le prove supportano ben poco tale aggressività. Infatti, anche negli studi randomizzati controllati (RCT) i benefici su esiti cardiovascolari non fatali subiscono esagerazioni sistematiche, quello meno distorto e di maggior interesse per gli assistiti è la mortalità totale. Questa, con terapie ipocolesterolemizzanti più intensive, non si è ridotta nelle metanalisi di RCT con pazienti con cLDL tra 80 e <100 mg/dl al basale; con inibitori di PCSK9, pazienti con questi valori mostrano persino tendenza all'aumento della mortalità totale. Dunque, abbassare il cLDL a <80 mg/dl può non giovare neppure ad anziani coronaropatici. A oggi, ciò vale ancora di più per anziani nella popolazione generale, in cui una revisione sistematica di studi di coorte ha mostrato relazioni nulle o più spesso inverse tra cLDL e mortalità. Le nuove linee guida europee forzano le prove disponibili, trascurano il principio di precauzione e non possono esser base per un equo consenso informato."}, {"id": "wiki20220301en543_3124", "title": "Vicente Pascual Pastor", "score": 0.009433962264150943, "content": "Fábrica de Hilados y Tejidos del industrial Bernabeu en la calle Alcolecha número 4, in Alcoy, (1920). Fábrica en Passeig del Viaducte número 26, in Alcoy, (1920). Edificio de sindicato en la calle Sant Joan de Ribera número 1, in Alcoy, (1921). Fábrica de Ferrándiz, in Alcoy. Campus of Alcoy, (1922). Fábrica en la calle Agres número 4, en Alcoy, (1922). Fábrica de gaseosa \"La Bohemia\" en la calle Na Saurina d'Entença número 11, en Alcoy, (1922). Fábrica en calle Sant Joan de Ribera número 6, en Alcoy, (1922). Edificio en calle Sant Nicolau número 46, en Alcoy, (1924). Grupo Escolar Cervantes, en Alcoy, (1925). Edificio en calle Rigoberto Albors número 7, en Alcoy, (1925). Recinto de religiosas in the Alcoy Cemetery, (1925). Edificio en la calle Sant Tomás número 23, en Alcoy, (1926). Fundición de Vicente Miró en la calle Quevedo, en Alcoy, (1926). Reforma de edificio de la Unión Alcoyana en la plaza de España número 21, en Alcoy, (1928)."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.009345794392523364, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "wiki20220301en000_306900", "title": "Miguel de Cervantes", "score": 0.009345794392523364, "content": "Other works Generally considered a mediocre poet, few of his poems survive; some appear in La Galatea, while he also wrote Dos Canciones à la Armada Invencible. His sonnets are considered his best work, particularly Al Túmulo del Rey Felipe en Sevilla, Canto de Calíope and Epístola a Mateo Vázquez. Viaje del Parnaso, or Journey to Parnassus, is his most ambitious verse work, an allegory that consists largely of reviews of contemporary poets."}, {"id": "pubmed23n1029_21329", "title": "Principi di farmacodinamica e farmacocinetica nello switch tra antipsicotici: focus su cariprazina.", "score": 0.009259259259259259, "content": "Cariprazina {RGH-188; trans-N- [4- [2- [4- (2,3-diclorofenil) piperazin-1-il] etil] cicloesil] -N_, N_-dimetilurea cloridrato} è un antipsicotico atipico di nuova generazione, con un originale profilo farmacodinamico e farmacocinetico. Cariprazina ha due metaboliti attivi, uno dei quali ha un'emivita di 1-3 settimane, che è la più lunga di qualsiasi antipsicotico atipico, con emivita effettiva funzionale totale (cariprazina più due metaboliti) di 7 giorni. Il farmaco mostra un'affinità che è circa 10 volte più alta per i recettori D3 che per D2 (rispettivamente pKi 10,07 e 9,31). L'affinità per D3 è superiore all'affinità della stessa dopamina. Cariprazina mostra inoltre un'elevata affinità per i recettori 5-HT2B (pKi 9,24), con antagonismo puro. Cariprazina è un agonista parziale e ha un'affinità significativa, ma inferiore all'affinità per D3, sui recettori 5-HT1A (pKi 8,59). Agendo su D3 e 5-HT1, cariprazina migliora i sintomi negativi, l'anedonia e i deficit cognitivi. L'affinità per i recettori 5-HT2A (pKi 7,73), H1 (pKi 7,63) e 5-HT2C (pKi 6,87) è inferiore, così come minori sono le affinità per i recettori adrenergici, istaminergici e colinergici, recettori che sono spesso responsabili di effetti collaterali. Grazie al profilo di tollerabilità (sicurezza cardiovascolare, bassa probabilità di dare sedazione e iperprolattinemia, basso rischio metabolico), insieme alla sua peculiare efficacia sui sintomi negativi e alla sua lunga emivita, che spesso migliora la scarsa aderenza, cariprazina è un candidato valido per il passaggio da un antipsicotico inefficace (o parzialmente efficace, con particolare riferimento ai sintomi negativi), poco tollerato, o assunto con una scarsa aderenza. Questo articolo esamina le caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche di cariprazina e discute le loro implicazioni in termini di identificazione dei pazienti che possano beneficiare di un passaggio a cariprazina, e della migliore strategia per completare lo switch con successo."}, {"id": "wiki20220301en024_51522", "title": "Leopoldo Cicognara", "score": 0.009259259259259259, "content": "List of works Le belle arti (Ferrara: Per gli eredi di G. Rinaldi, 1790) Lettera ad un amico su di alcune attuali controversie giudiciarie e su diverse opinioni degli eruditi intorno al Panteon di M. Agrippa detto la Rotonda (Pisa: Impresso co' caratteri di Firmino Didot, 1807) Del bello: Ragionamenti (Florence and Pisa, 1808) Storia della scultura dal suo risorgimento in Italia sino al secolo di Napoleone per servire di continuazione alle opere di Winckelmann e di d’Agincourt. Vol. 1, Vol. 2, Vol. 3 (Venice: Venezia: Nella tipografia Picotti, 1813) De' propilei e della inutilità e dei danni dei perni metallici nella costruzione degli edifizii (Venice: Nella Tip. di Alvisopoli, 1814) Le fabbriche più cospicue di Venezia... (Venice, 1815–1820) Catalogo ragionato de’ libri d’arte e di antichità (Pisa: N. Capurro, co'caratteri di F. Didot, 1821) Biografia di Antonio Canova, aggiuntivi il catalogo completo delle opere (Venice: G. Missiaglia, 1823)"}, {"id": "pubmed23n0932_1180", "title": "[La combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) nel trattamento del carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia: le notizie sulla mia morte sono state esagerate?]", "score": 0.009174311926605505, "content": "Riassunto. L'analisi è stata condotta al fine di valutare l'effetto sia sulla sopravvivenza globale (OS) sia sulla sopravvivenza libera da progressione di malattia (PFS) della chemioterapia di combinazione in prima linea per il carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia. La presente analisi è limitata agli studi randomizzati controllati (RCT) di fase III. Successivamente è stata applicata la European Society for Medical Oncology Magnitude of Clinical Benefit Scale (ESMO-MCBS) agli RCT di fase III analizzati per ricavare uno score relativo all'entità del beneficio clinico ottenuto per ciascun RCT. Sono state calcolate inoltre le differenze in termini di PFS tra i diversi bracci di trattamento rapportandole con i costi dei farmaci necessari per ottenere il beneficio di PFS. La nostra analisi ha valutato 11 RCT di fase III, per un totale di 4572 pazienti. Combinando i costi della terapia con la misura dell'efficacia espressa dalla PFS, è stato ottenuto un costo di 74,12 euro (€) per mese di vita guadagnato in termini di PFS con la combinazione di 5-fluorouracil, leucovorin, irinotecan e oxaliplatino (FOLFIRINOX), 90,14 € per la combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) e 4708,7 € per la combinazione di nab-paclitaxel e gemcitabina. Da questo punto di vista riteniamo che l'utilizzo delle \"vecche chemioterapie di combinazione\" (per es., GEMOX) non dovrebbe essere completamente abbandonato, ma valutato sul singolo paziente, sulla base di diversi fattori (età, ECOG PS, comorbilità, carico di malattia), al fine di ottenere una reale \"tailored therapy\"."}, {"id": "wiki20220301en038_85286", "title": "Barrio Sésamo", "score": 0.009174311926605505, "content": "\"Concurso de disfraces\" (19-6-1986) (18-12-1986) (18-2-1988) \"Gambas con gabardina\" (24-6-1896) \"Abrete Sésamo\" (25-6-1986) (18-12-1986) (14-3-1988) \"La naranjada\" (2-10-1986) (5-11-1986) (14-4-1988) \"Espinete domador\" (8-10-1986) (4-12-1986) (25-1-1988) \"El mundo del reves y Espinete\" (14-10-1986) (16-12-1986) (7-3-1988) \"El viaje de Espinete\" (3-11-1986) \"Espinete bebé\" (17-11-1986) (28-1-1988) \"No te manches\" (26-11-1986) (28-3-1988) \"El hermano de Espinete\" (9-12-1986) (11-2-1988) \"Espinete Superstar\" (19-12-1986) (30-3-1988) \"El show de Barrio Sésamo\" (1-1-1987) \"La inauguración\" (8-1-1987) \"El guaperas\" (13-1-1987) \"El vendedor ambulante\" (11-2-1987) \"Visto y no visto\" (13-2-1987) \"Los trogloditas\" (19-2-1987) \"Llama que te llama\" (23-2-1987) \"Los trogloditas atacan de nuevo\" (9-3-1987) \"La banda y Espinete\" (3-7-1987) \"El balón de Espinete\" (1-10-1987) \"Espinete y el buzón\" (5-10-1987) \"Los trucos de Espinete\" (16-11-1987) \"El trabalenguas\" (26-11-1987)"}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.00909090909090909, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "wiki20220301en226_31804", "title": "Francisco J. Santamaría", "score": 0.00909090909090909, "content": "Un valioso hallazgo bibliográfico cervantino: la segunda parte de la edición más discutible de \"El quijote\". 1926Glosa lexicográfica. 1926Bibliografia general de Tabasco: Tomo I. 1930Crónicas del destierro: Desde la ciudad de hierro. Diario de un desterrado mejicano en Nueva York. Recordaciones del destierro. 1933Nuevo codigo civil para el distrito y territorios federales. 1933Las ruinas occidentales del viejo imperio Maya: en la Sierra del Tortuguero en Macuspana, Tabasco: notas de una excursión. 1933Código de procedimientos civiles para el Distrito Federal y territorios: expedido el 30 de agosto de 1932. 1934Código civil para el Distrito y territorios federales (vigente desde el 1. de octubre de 1932). 1935Diccionario del Código civil para el Distrito y territorios federales. 1935Código civil para el Distrito y territorios federales: expedido en 30 de agosto de 1928 ; exposición de motivos, de la Comisión autora del Proyecto. 1935Ley orgánica del poder judicial de la federación."}, {"id": "pubmed23n0885_1887", "title": "[Analysis of factors predicting early unplanned readmissions].", "score": 0.009009009009009009, "content": "OBIETTIVI: determinare i fattori associati ai ricoveri ripetuti per identificare i pazienti a rischio di riospedalizzazione entro i 30 giorni dalla dimissione. DISEGNO: analisi retrospettiva delle dimissioni nell'anno 2013 attraverso le schede di dimissione ospedaliera (SDO). 3.900 pazienti ricoverati presso il presidio ospedaliero \"Fabrizio Spaziani\" di Frosinone. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: analisi bivariata per l'analisi dell'associazione tra variabili. La regressione logistica è stata utilizzata per identificare i fattori di rischio associati al ricovero ripetuto. RISULTATI: tra i 3.900 pazienti considerati, il 12,8% ha avuto una riammissione non programmata entro un mese dalla dimissione precedente per le stesse categorie diagnostiche principali (MCD). Sono state rilevate differenze statisticamente significative tra i pazienti con e senza ricovero ripetuto per età, durata della degenza, titolo di studio, condizione occupazionale e diagnosi. I fattori che aumentano la probabilità di una riospedalizzazione sono il vivere da solo, la condizione di pensionato o casalinga, una degenza più lunga e alcune diagnosi, fra cui malattie dell'apparato respiratorio, del sistema nervoso e dell'apparato urinario. CONCLUSIONE: alcune caratteristiche sociodemografiche e la diagnosi dei pazienti ospedalizzati sono associate al rischio di riospedalizzazione entro 30 giorni dalla dimissione. I dati disponibili nell'archivio delle SDO possono essere utilizzati per un'identificazione dei pazienti a rischio sui quali definire specifici piani di dimissione."}, {"id": "pubmed23n1062_814", "title": "La voz de una enfermera desde la zona roja.", "score": 0.009009009009009009, "content": "Mi nombre es Paula. Nací en Madrid en 1995. Al acabar el bachillerato tenía muchas dudas sobre hacia dónde encaminar mi vida. Pensé qué hacer y qué se me daba bien o con qué era feliz. El caso es que desde siempre me ha gustado poco ser protagonista, pero me encantaba escuchar, conocer el más allá de la gente cuando se sentían en confi anza de contarme. Me sentía bien siendo receptora de sus historias, sus sentimientos y sus vidas. Además, siempre me gustaron las ciencias, la química, las matemáticas, la biología… así que vi que la combinación perfecta para elegir carrera tendría que ser algo relativo a las ciencias de la salud: ciencias y personas en uno. Es entonces cuando pensé en la enfermería. Tenía ciencias, tenía personas y sobre todo tenía ese valioso tiempo cerca de las personas para acompañar y cuidar. Siempre me gustó ese dicho: la enfermera cuida, no cura."}, {"id": "pubmed23n0919_2417", "title": "", "score": 0.008986369667484218, "content": "Riassunto La pubblicazione di Unanticipated outcomes, la storia personale di Jerome P. Kassirer, ex direttore del New England Journal of Medicine, offre l'opportunità di considerare i principi etici dell'editoria biomedica e scientifica. Il conflitto di interessi, le dichiarazioni e la frode influenzano la credibilità della comunicazione medica, che poggia sulla robustezza e sulla trasparenza dei suoi processi. Non tutto è ancora perduto, ma dobbiamo essere guidati da forti principi morali e da un quadro coerente di valori."}, {"id": "pubmed23n0885_1883", "title": "[Ecological study on the mortality of residents in Manfredonia (Apulia Region, Southern Italy) from 1970 to 2013].", "score": 0.008928571428571428, "content": "OBIETTIVI: valutare lo stato di salute della popolazione residente nel comune di Manfredonia dal 1970 al 2013. DISEGNO: analisi descrittiva dell'andamento temporale della mortalità generale, per gruppi di cause, dal 1970 al 2013. SETTING E PARTECIPANTI: i dati di mortalità e le popolazioni residenti sono di fonte Istat. Sono state esaminate 55 cause di decesso. Le analisi sono disaggregate per sesso e periodo. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: sono stati elaborati i rapporti standardizzati di mortalità (SMR%), con i rispettivi intervalli di confidenza al 90% (IC90%), e i tassi di mortalità standardizzati col metodo diretto (TSD ). RISULTATI: lo stato di salute misurato dal tasso di mortalità per tutte le cause migliora nel tempo: i TSD passano da 92 x10.000 negli anni 1970-1974 a 52 x10.000 nel biennio 2012-2013 negli uomini, da 70 x10.000 a 39 x10.000 nelle donne. Tuttavia, rispetto alla media regionale Manfredonia perde progressivamente il suo vantaggio, passando da -20% a -10% negli uomini, e da -20% a +1,5% nelle donne. Questo andamento è molto evidente per il complesso delle cause cardiovascolari, mentre i tumori maligni sono in generale nella media regionale. Nell'ultimo periodo disponibile per causa di decesso (2006-2011), la mortalità per infarto miocardico è stata più alta della media regionale (uomini: +35%; donne: +54%). I rapporti standardizzati di mortalità (SMR) mostrano tra gli uomini valori in crescita, in particolar modo rispetto al riferimento provinciale, con un eccesso a cominciare dal periodo 2006-2011 (22 decessi/anno e 19 attesi; SMR%: 117,2; IC90% 101,1-135,2; riferimento: provincia di Foggia). Anche tra le donne gli SMR% superano i riferimenti provinciali negli ultimi periodi esaminati (nel 2012-2013: 7 decessi/ anno e 4,2 attesi; SMR%: 116,4; IC90% 97,0-260,7; riferimento: provincia di Foggia). CONCLUSIONI: la mortalità a Manfredonia è diminuita in misura minore rispetto a quella osservata nei riferimenti provinciali e regionali. Il vantaggio che si osservava negli anni Sessanta si è, infatti, ridotto nel tempo, fino ad annullarsi negli ultimi anni. Dal 1970, Manfredonia ha progressivamente perso il vantaggio che aveva. Dagli anni Duemila, la mortalità per infarto del miocardio è in eccesso sulla media regionale e provinciale. Da casi documentati in letteratura si osserva che le popolazioni che sperimentano catastrofi di origine naturale o antropica possono fronteggiare un aumento di patologie cardiovascolari. La mortalità per tumore polmonare mostra un eccesso sulla media regionale, in particolare provinciale, a cominciare dal 2000, coerentemente con i tempi di latenza legati all'esposizione ad arsenico negli anni Settanta."}, {"id": "wiki20220301en240_7937", "title": "Los Creadorez", "score": 0.008928571428571428, "content": "2006-Libres 1. Pueblito De Villa-Alfredo Ramírez 2. Payaso Loco-Patrulla 81 3. Leña Verde-La Autoridad De La Sierra 4. Quisiera Ser Una Lágrima-Alfredo Ramírez 5. Los Laureles-Patrulla 81 6. Que Lastima-Alfredo Ramírez 7. Cuando Se Fue-Los Horóscopos De Durango 8. Ingratos Ojos Míos-Alfredo Ramírez 9. Siempre Que Te Vas-Banda Lamento Show De Durango 10. Si Yo También Te Engañara-Isabela 11. Que Le Vaya Bien-Conjunto Matador 12. Quisiera Ser Una Lagrima-Pop Versión Alfredo Ramírez 2007-Recio, Recio Mis Creadorez 1. Cada Vez Que Pienso En Ti “Amor Perdoname” 2. Quiero Ver Tus Ojos (ft. Hector Montemayor) 3. Jesusita En Chihuahua 4. Visite A Mi Padre 5. Homenaje Duranguense 6. El Preso 7. Paloma Palomita 8. La Santísima Muerte 9. El Circo 10. Extrañando Mi Terre 11. Te Pido Que Te Quedes 12. El Abandonado 13. Que Levante La Mano 14. Cada Vez Que Pienso En Ti “Amor Perdoname”-Norteño Version 2007-Corridos, Rancheras Y Más... 1. Por Quien Me Dejas 2. El Perro Negro"}, {"id": "pubmed23n0885_1884", "title": "[Levels of trace elements in the fruits and vegetables from the so-called Land of fires in Campania Region (Southern Italy)].", "score": 0.008849557522123894, "content": "INTRODUZIONE: una vasta area compresa tra le province di Napoli e Caserta nella regione Campania ha negli ultimi anni attirato l'attenzione dei mass media a causa degli interramenti illeciti di rifiuti di varia origine nei campi o del loro abbandono lungo le strade. A tali pratiche illecite si aggiunge il fenomeno dei roghi incontrollati di questo materiale, motivo per il quale la zona è stata soprannominata \"Terra dei fuochi\". OBIETTIVI: ricerca di elementi in tracce presenti nei prodotti alimentari di origine vegetale prodotti nella Terra dei fuochi. DISEGNO E SETTING: piano di monitoraggio per il rilevamento dei livelli di alcuni metalli tossici ed essenziali nei vegetali coltivati in Campania nella Terra dei fuochi. 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Contrassegnare la risposta CORRETTA:", "id": 282, "lang": "it", "options": {"1": "La mortalità con il trattamento medico è del 20%.", "2": "In caso di rottura della parete libera si verifica un salto ossimetrico nel ventricolo destro nel cateterismo Swan-Ganz.", "3": "In caso di rottura della parete libera, non c'è frémito palpabile.", "4": "Le complicazioni meccaniche si verificano di solito nel primo giorno dopo l'infarto.", "5": null}, "question_id_specific": 55, "type": "CARDIOLOGIA E CHIRURGIA VASCOLARE", "year": 2016, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "pubmed23n1038_10335", "title": "[Torsione di punta indotta dalla cocaina: un caso clinico.]", "score": 0.01837336704593342, "content": "Riassunto. La torsione di punta (TdP) è una tachicardia ventricolare polimorfica con una caratteristica torsione sinusoidale del complesso QRS attorno alla linea di base. Si differenzia da altre forme di tachicardia ventricolare per le sue caratteristiche morfologiche, per il meccanismo sottostante e le modalità di terapia. È associato alla sindrome del QT lungo e ha molti meccanismi precipitanti, fattori eziologici e opzioni di trattamento. Questo articolo presenta un caso di TdP che è stato caratterizzato da molteplici fattori e ha richiesto molte modalità di trattamento. Inoltre, vengono discussi i potenziali meccanismi e le modalità terapeutiche della TdP."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.009900990099009901, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n1057_5320", "title": "Drenaje anómalo total de venas pulmonares variante supracardiaca en una mujer adulta.", "score": 0.009900990099009901, "content": "La conexión anómala total de venas pulmonares (CATVP) es una cardiopatía congénita en la que la circulación venosa pulmonar drena al sistema venoso sistémico 300 ml/hr or 4 to 5 ml/kg/hr in two consecutive hours Polyuria > 3L/24 hours or > 2ml/kg/hr in 24 hours Serum osmolality > 300 mOsm/kg Urine osmolality < 300 mOsm/kg Urine/plasma osmolality <  1 The specific gravity of less than 1.005"}, {"id": "article-23192_7", "title": "Hypernatremia -- Evaluation", "score": 0.012734292297154243, "content": "The etiology of hypernatremia usually is evident based on history and physical examination. Plasma volume, plasma osmolality, urine volume, concentrating ability, and osmolality can help to further differentiate between renal and extrarenal causes. In DI, the urine is inappropriately diluted with normal urine volume and urine osmolality less than the serum osmolality. When DI is suspected, a water deprivation test may be performed with the administration of desmopressin. In central DI, desmopressin administration demonstrates an increase in urine osmolality, while in the nephrogenic variety, there is no response to desmopressin. In extrarenal causes, the body tries to conserve fluids with appropriately low urine volume, high specific gravity, and urine osmolality greater than serum osmolality. [13]"}, {"id": "article-27735_21", "title": "Primary Polydipsia -- Differential Diagnosis", "score": 0.01140911689796767, "content": "After polyuria (>40-50 ml/kg/24hrs) is confirmed, and urine osmolality is <800 mOsm/kg, serum sodium level has to be checked. If the serum sodium level is <135 meq, it is diagnostic of PP. If the serum sodium levels are >147, it is diagnostic of diabetes insipidus. If the serum sodium is between 135 and 147, the next step would be the water deprivation test. The traditional test that has been utilized by providers for a long time is the indirect water deprivation test that indirectly measures the activity of AVP. This test is started once hypotonic polyuria is confirmed, and serum sodium is between 135 and 147. Polyuria in primary polydipsia decreases with water deprivation (typically >8hrs), and urine osmolality increases (>800 mOsm/kg typically), this is diagnostic of PP. In diabetes insipidus, polyuria does not get better with water deprivation. If the urine osmolality remains <300 mOsm/kg after water deprivation, it is diagnostic of DI."}, {"id": "article-20428_60", "title": "Arginine Vasopressin Disorder (Diabetes Insipidus) -- Evaluation -- 2. Diagnosis of the type of polyuria-polydipsia syndrome", "score": 0.01107130417475245, "content": "Hypertonic saline (3% saline, 1027 mOsm/L) infusion coupled with plasma copeptin measurement is an alternative test that is now being recommended by many experts in the field of DI as the preferred test to be used in place of the water deprivation test."}, {"id": "article-25794_34", "title": "Neurohypophysis -- Treatment / Management -- Diabetic Insipidus", "score": 0.010808190960862716, "content": "The medication recommended in the acute and chronic setting of central DI is desmopressin. [31] [32] Desmopressin, D-amino D-arginine vasopressin (DDAVP) is given intranasal, orally, and intravenous with a half-life of 8-20 hours. It is crucial to establish the dose that works to improve the patient's polyuria and polydipsia without compromise of the plasma serum electrolytes. [23] The water loss must be replaced. In acute DI after a TBI, it is mandatory to evaluate if the patient is conscious or unconscious. If the patient is conscious, encourage drinking. If the patient can not drink, enforce fluid intake by nasogastric tube guided by daily weighing. If the patient is unconscious, intravenous fluids of dextrose 5% are given. Treatment with DDAVP is administered at 10 mcg by nasal puff or 0.4 to 4 mcg subcutaneous or intravenous DDAVP. Maintenance is usually by 1 to 2 nasal puffs every 12 hours. Hypokalemia, if present, must be corrected. Urine volume, fluid balance, urine osmolality, plasma osmolality, and serum electrolytes must be monitored. The goal is to balance electrolytes and to have normal urine output. After desmopressin is given, it is essential to monitor sodium levels. In the management of hypernatremia in DI, it is vital to use dextrose or nasogastric water at a pace of lowering plasma sodium concentration at 0.5 mEq/L/hr or less."}, {"id": "article-27735_22", "title": "Primary Polydipsia -- Differential Diagnosis", "score": 0.010625737898465172, "content": "The administration of desmopressin differentiates between central and nephrogenic insipidus. If, after the administration of desmopressin, there is an increase of >50% in the urine osmolality, it is diagnostic of central DI. If there is an increase of <50% in the urine osmolality, it is diagnostic of nephrogenic DI. If the urine osmolality is between 300 mOsm/kg and 800 mOsm/kg after the water deprivation test, this could either be partial central DI or PP. To differentiate partial central DI from PP, desmopressin is administered. If the urine osmolality increases by > 9%, it is diagnostic of PP. If the Urine osmolality increases by <9%, it is diagnostic of partial central diabetes insipidus."}, {"id": "InternalMed_Harrison_26611", "title": "InternalMed_Harrison", "score": 0.010483834603417955, "content": "Brain MRI Urinary frequency, nocturia, enuresis 24-h urine volume and osmolarity on unrestrictedfluid intake Volume >40 mL/kg Osmolarity <300 mosm/L Basal plasma AVP >1 pg/mL <1 pg/mL Pituitary bright spot Present Absent Anatomy Pathology? GU evaluation Volume <40 mL/kg Osmolarity >300 mosm/L If MRI and/or AVP assays with the requisite sensitivity and specificity are unavailable and a fluid deprivation test is impractical or undesirable, a third way to differentiate between pituitary DI, nephrogenic DI, and primary polydipsia is a trial of desmopressin therapy. Such a trial should be conducted with very close monitoring of serum sodium as well as urine output, preferably in hospital, because desmopressin will produce hyponatremia in 8–24 h if the patient has primary polydipsia."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009900990099009901, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0838_15240", "title": "[Disorders of water balance].", "score": 0.009900990099009901, "content": "Disorders of water balance are manifested as hyponatremia, polyuria or hypernatremia. While a diagnostic scheme is useful in the exploration of hyponatremia, the urgency of restoration of hyponatremia is essential in the treatment. Regardless of the therapeutic method, strong diuresis is predictive of too rapid restoration of hyponatremia. There are many causes for an increased need to pass urine. Polyuria is in question if the volume of urine collected over a 24-hour period has increased. After excluding diabetes and other common causes of polyuria, the osmolality of the first urine voided in the morning reflects the ability of the kidneys to concentrate urine. A water deprivation test is helpful in the differential diagnosis of the causes of polyuria."}, {"id": "pubmed23n1049_20419", "title": "[New European guidelines for the management of dyslipidaemias: their aggressiveness is not legitimated by current evidence].", "score": 0.00980392156862745, "content": "Le linee guida 2019 delle Società europee di cardiologia e dell'aterosclerosi sulla gestione delle dislipidemie hanno aumentato l'aggressività diagnostico-terapeutica e non distinguono prevenzione primaria e secondaria, con parziale eccezione per gli ultra75enni. Raccomandano nuovi target di cLDL: per pazienti a rischio molto alto si raccomanda una riduzione a <55 mg/dl e >=50% rispetto al basale; per pazienti a rischio alto una riduzione a <70 mg/dl e >=50% del basale; per pazienti a rischio moderato una riduzione a <100 mg/dl; per pazienti a rischio basso una riduzione a <116 mg/dl. In base alle carte SCORE e ai dati di mortalità cardiovascolare in Italia, quasi tutti i maschi dai 70 anni e le donne dai 70-75 anni risulterebbero ad alto rischio per solo effetto dell'età. Anche quasi tutti i 60enni sarebbero a rischio moderato, con target di cLDL <100, e spesso necessità di aggiungere costosi ipolipemizzanti per chi già assume statine. Le prove supportano ben poco tale aggressività. Infatti, anche negli studi randomizzati controllati (RCT) i benefici su esiti cardiovascolari non fatali subiscono esagerazioni sistematiche, quello meno distorto e di maggior interesse per gli assistiti è la mortalità totale. Questa, con terapie ipocolesterolemizzanti più intensive, non si è ridotta nelle metanalisi di RCT con pazienti con cLDL tra 80 e <100 mg/dl al basale; con inibitori di PCSK9, pazienti con questi valori mostrano persino tendenza all'aumento della mortalità totale. Dunque, abbassare il cLDL a <80 mg/dl può non giovare neppure ad anziani coronaropatici. A oggi, ciò vale ancora di più per anziani nella popolazione generale, in cui una revisione sistematica di studi di coorte ha mostrato relazioni nulle o più spesso inverse tra cLDL e mortalità. Le nuove linee guida europee forzano le prove disponibili, trascurano il principio di precauzione e non possono esser base per un equo consenso informato."}, {"id": "pubmed23n0028_13147", "title": "[A short-term test using DDAVP for determination of the renal concentration capacity (author's transl)].", "score": 0.00980392156862745, "content": "A short-term test to determine renal concentrating ability without any water deprivation has been described. It consists of osmolatity determinations in three onehour urine portions from spontaneous voidings following an intranasal application of 7 microng of the synthetic analogue of vasopressin-DDAVP per 0,5 m2 body surface. The values of maximal urine osmalatity over 900 mosm/Kg H2O following DDAVP are considered normal whereas values under 600 mosm are consistent with impaired renal function. If, however, the maximal urine osmolality is in the so called \"uncertain range\" i.e. from 600 to 900 mosm, it is advisable to perform in the same patients also the classical concentration test based on a prolonged dehydration (26 h)."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.009708737864077669, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0119_3558", "title": "[Trials for simplified hypertonic saline test].", "score": 0.009708737864077669, "content": "Hypertonic saline test is indispensable for the evaluation of posterior pituitary function. However the test is not simple, including water loading, urine sampling and at least 45 min of hypertonic saline infusion, mostly because the test relies on urinary osmolality as an index of ADH secretion. The object of this study is try to simplify the test by directly measuring plasma ADH concentration before and after 10 min of hypertonic saline infusion. Intravenous infusion of hypertonic saline (5% NaCl, 0.24 ml/kg/min, for 10 min) was performed on normal subjects, patients with diabetes insipidus and patients with renal failure under chronic hemodialysis. Venous blood samples were obtained seriously including just before and after 10 min of the infusion. ADH was extracted from plasma using Sep-Pak C18 column and assayed by specific RIA. Minimum sensitivity of the assay was 0.25 pg/ml. The hypertonic saline infusion resulted in an increase of plasma osmolality by about 8 mOsm/kg H2O and plasma sodium concentration by 4 mEq/l. Plasma ADH increased from 0.77 +/- 0.09 to 3.42 +/- 0.73 pg/ml (m +/- SE, n = 8, p less than 0.01) in normal subjects of ad lib. water drinking and from 0.55 +/- 0.33 to 2.34 +/- 0.33 (m +/- SE, n = 4, p less than 0.05) in water loaded normal subjects (20 ml/kg of water, 60 min before hypertonic saline infusion).(ABSTRACT TRUNCATED AT 250 WORDS)"}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.009615384615384616, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n0017_1393", "title": "[Variations in urinary antidiuretic hormone levels related to sodium intake (author's transl)].", "score": 0.009615384615384616, "content": "Eighteen healthy male subjects, were investigated under normal sodium intake and after 5 days of high and low sodium intake. Under normal sodium intake, the following mean values were observed -- plasma osmolality (Posm): 294 +/- 5 mOsm/kg -- plasma volume (Vp): 33.9 +/- 4,3 ml/kg -- urinary sodium output (UNa.V): 173 +/- 73 mEq/24 h -- urinary antidiuretic hormone (A.D.H.): 68.8 +/- 35.6 ng/24 h. Under low sodium intake these values decreased to -- Posm: 289 +/- 4 m Osm/kg -- Vp: 32.7 +/- 3.2 ml/kg -- UNa.V: 12 +/- 9 mEq/24 h -- A.D.H.: 40.9 +/- 16.3 ng/24 h. Under high sodium intake these values increased to -- Posm: 298 +/- 5 m Osm/kg -- Vp: 36.3 +/- 4.1 ml/kg -- UNa.V: 325 +/- 67 mEq/24 h -- A.D.H.: 118.2 +/- 45.5 NG/24 H. Highly significant correlations are found between Posm and A.D.H. and between the Posm or A.D.H. and UNa.V. Interest is focused on UNa.V since the correlation between A.D.H. and UNa.V (r = 0.78) is more significant than that between A.D.H. and Posm (r = 0.47). Overriding of Posm on Vp in the regulation of A.D.H. secretion is again demonstrated. Plasma renin activity decrease when A.D.H. increase."}, {"id": "article-20428_54", "title": "Arginine Vasopressin Disorder (Diabetes Insipidus) -- Evaluation -- 2. Diagnosis of the type of polyuria-polydipsia syndrome", "score": 0.00954861111111111, "content": "To differentiate AVP-D and AVP-R and primary polydipsia, perform a water deprivation test and desmopressin (DDAVP) trial. Typically a 7-hour deprivation test is adequate to diagnose DI. Primary polydipsia may require more extended dehydration periods. The basic principle behind the water deprivation test is that in individuals with normal posterior pituitary and renal function (or those with primary polydipsia), an increase in plasma osmolality from dehydration stimulates AVP release from the posterior pituitary, which then leads to water reabsorption in the nephrons, thus resulting in concentration of urine and an increase in urine osmolality. In AVP-D or AVP-R, the urine fails to concentrate optimally with water deprivation, and there is persistent excretion of hypotonic urine. In adults, the water restriction test should be discontinued when one of the following is reached:"}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.009523809523809525, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n0885_1889", "title": "[Evaluation of mercury exposure in populations living near the industrial Augusta Bay (Sicily Region, Southern Italy)].", "score": 0.009433962264150943, "content": "OBIETTIVI: valutare e quantificare l'esposizione umana al mercurio (Hg) ed esplorare i fattori chiave che influenzano la contaminazione nelle popolazioni residenti in prossimità della Rada di Augusta, un'area a elevato rischio ambientale a causa degli effetti degli sversamenti incontrollati di Hg da parte di uno dei più grandi impianti cloro-soda d'Europa. DISEGNO: un campione di residenti nei comuni di Augusta, Priolo e Melilli (Sicilia orientale) è stato selezionato per lo studio di biomonitoraggio umano. Un questionario dettagliato è stato somministrato a ogni partecipante per raccogliere informazioni anagrafiche sulle abitudini di vita e alimentari. I livelli di Hg in sangue e capelli, usati come traccianti di esposizione a metilmercurio, sono stati messi in relazione al consumo di pesce locale. Il contenuto di Hg nelle urine è stato utilizzato per esplorare eventuali esposizioni atmosferiche a Hg inorganico. Una regressione lineare multivariata è stata applicata con l'obiettivo di esplorare i fattori che influenzano l'esposizione umana al Hg. L'approccio tossicocinetico è stato impiegato al fine di calcolare la dose settimanale provvisoria tollerabile ( provisional tolerable weekly intake, PTWI) e di predire le concentrazioni di Hg attese nel sangue degli individui con una dieta alimentare basata esclusivamente su pesce locale. 224 individui residenti nei comuni di Augusta, Melilli e Priolo. RISULTATI: eccessi di Hg sono stati misurati nel sangue e nei capelli del campione considerato. I più alti livelli sono stati rilevati ad Augusta, dove anche il consumo di pesce locale risulta maggiore. I valori di dose settimanale tollerabile provvisoria (PTWI) calcolati eccedono, nella maggior parte dei casi, le raccomandazioni internazionali, specialmente nei residenti ad Augusta. CONCLUSIONI: gli elevati livelli di Hg registrati nei campioni di sangue e capelli derivano, con ogni probabilità, dal consumo di pesce locale. Rispetto ad Augusta, gli individui di Priolo e Melilli subiscono un impatto più limitato. L'esposizione a Hg inorganico può essere considerata trascurabile."}, {"id": "pubmed23n0885_1884", "title": "[Levels of trace elements in the fruits and vegetables from the so-called Land of fires in Campania Region (Southern Italy)].", "score": 0.009345794392523364, "content": "INTRODUZIONE: una vasta area compresa tra le province di Napoli e Caserta nella regione Campania ha negli ultimi anni attirato l'attenzione dei mass media a causa degli interramenti illeciti di rifiuti di varia origine nei campi o del loro abbandono lungo le strade. A tali pratiche illecite si aggiunge il fenomeno dei roghi incontrollati di questo materiale, motivo per il quale la zona è stata soprannominata \"Terra dei fuochi\". OBIETTIVI: ricerca di elementi in tracce presenti nei prodotti alimentari di origine vegetale prodotti nella Terra dei fuochi. DISEGNO E SETTING: piano di monitoraggio per il rilevamento dei livelli di alcuni metalli tossici ed essenziali nei vegetali coltivati in Campania nella Terra dei fuochi. La determinazione dei microelementi è stata effettuata dopo mineralizzazione della sostanza organica mediante microonde, utilizzando la spettrometria di massa a plasma induttivamente accoppiato (ICP-MS). RISULTATI: durante l'attività di monitoraggio sono stati raccolti 65 campioni di ortaggi e 49 campioni di frutta in 43 comuni rientranti nella Terra dei fuochi. Il contenuto medio di metalli tossici, cadmio e piombo nei prodotti ortofrutticoli è risultato ben lontano dai limiti massimi fissati dalla normativa europea. I valori delle concentrazioni sono significativamente inferiori rispetto a quanto riscontrato in zone ad alto impatto ambientale a causa della presenza di impianti industriali. CONCLUSIONI: la presenza di elementi tossici o potenzialmente tali nei campioni vegetali prodotti nella Terra dei fuochi è attribuibile a una varietà di fattori ambientali rilevanti (caratteristiche geologiche dell'area, inquinamento del suolo, dell'atmosfera e delle acque di irrigazione, pratiche illecite di smaltimento dei rifiuti industriali); non sembra, tuttavia, sussistere un rischio per la salute dei consumatori. Resta comunque l'allerta per la loro presenza nell'ambiente e la necessità che le attività di monitoraggio continuino."}, {"id": "pubmed23n0059_20746", "title": "[Antidiuretic hormone (ADH) and urination].", "score": 0.009345794392523364, "content": "The role played by antidiuretic hormone in enuresis remains controversial. As a symptomatic treatment, desmopressin (DDAVP) has already proved to be a useful addition to the measures applied against this condition."}, {"id": "pubmed23n0932_1180", "title": "[La combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) nel trattamento del carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia: le notizie sulla mia morte sono state esagerate?]", "score": 0.009259259259259259, "content": "Riassunto. L'analisi è stata condotta al fine di valutare l'effetto sia sulla sopravvivenza globale (OS) sia sulla sopravvivenza libera da progressione di malattia (PFS) della chemioterapia di combinazione in prima linea per il carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia. La presente analisi è limitata agli studi randomizzati controllati (RCT) di fase III. Successivamente è stata applicata la European Society for Medical Oncology Magnitude of Clinical Benefit Scale (ESMO-MCBS) agli RCT di fase III analizzati per ricavare uno score relativo all'entità del beneficio clinico ottenuto per ciascun RCT. Sono state calcolate inoltre le differenze in termini di PFS tra i diversi bracci di trattamento rapportandole con i costi dei farmaci necessari per ottenere il beneficio di PFS. La nostra analisi ha valutato 11 RCT di fase III, per un totale di 4572 pazienti. Combinando i costi della terapia con la misura dell'efficacia espressa dalla PFS, è stato ottenuto un costo di 74,12 euro (€) per mese di vita guadagnato in termini di PFS con la combinazione di 5-fluorouracil, leucovorin, irinotecan e oxaliplatino (FOLFIRINOX), 90,14 € per la combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) e 4708,7 € per la combinazione di nab-paclitaxel e gemcitabina. Da questo punto di vista riteniamo che l'utilizzo delle \"vecche chemioterapie di combinazione\" (per es., GEMOX) non dovrebbe essere completamente abbandonato, ma valutato sul singolo paziente, sulla base di diversi fattori (età, ECOG PS, comorbilità, carico di malattia), al fine di ottenere una reale \"tailored therapy\"."}, {"id": "pubmed23n0069_8456", "title": "[Diagnostic value of the determination of blood urea in dehydrated patients with and without central diabetes insipidus].", "score": 0.009259259259259259, "content": "Dehydrated patients usually present with an elevated serum urea level, owing in part to increased renal reabsorption of urea mediated by antidiuretic hormone (ADH). This study was carried out in order to examine whether, during dehydration, the variations in the serum urea level could discriminate patients with central diabetes insipidus (CDI) from those with dehydration due to other causes. We studied retrospectively 27 episodes of dehydration in 23 patients with CDI and 14 episodes in 14 patients without CDI. The mean serum urea level was 2.9 mmol/L in the CDI group and 15.4 mmol/L in the patients without CDI (p less than 0.001) while the mean serum sodium level was 155 mmol/L in both groups. During dehydration, patients with CDI decreased their serum urea level (4.0 +/- 2.3 vs 2.9 +/- 1.5 mmol/L, p less than 0.001). In addition, a positive correlation was found in the patients with CDI between the magnitude of diuresis and the percentage decrease in the serum urea level compared with the level before dehydration (r = 0.70, p less than 0.001). A striking increase in the clearance of urea (0.8 +/- 1 vs 2.1 +/- 1 ml/s, P less than 0.01), which exceeded the creatinine clearance (1.8 +/- 0.5 ml/s), was observed during dehydration in the six patients in whom clearance studies were done. Therefore, our results suggest that serum urea values can be used to distinguish patients dehydrated because of CDI from those with hypertonic dehydration but without ADH deficiency and that during dehydration the reabsorption of urea is mainly dependent on the renal action of ADH."}, {"id": "pubmed23n0966_6421", "title": "Frazione polifenolica del bergamotto per il trattamento della sindrome metabolica nella schizofrenia: uno studio pilota.", "score": 0.009174311926605505, "content": "Introduzione. La frazione polifenolica del bergamotto (BPF) ha dimostrato di possedere buona efficacia nel trattamento dei pazienti affetti da sindrome metabolica (SM) e pertanto potrebbe rappresentare una strategia promettente nel trattamento degli effetti collaterali indotti da antipsicotici di seconda generazione (SGA) in soggetti schizofrenici in trattamento con tali farmaci. Materiali e metodi. A 15 pazienti schizofrenici in trattamento stabilizzato con SGA e 15 soggetti di controllo non affetti da patologie psichiatriche, che presentavano valori ematici di colesterolo totale compresi tra 200 e 239 mg/dl, è stato somministrato un integratore contenente BPF (1000 mg) per un periodo di 60 giorni. A tutti i soggetti all'inizio e alla fine del trattamento sono state eseguite la misurazione dell'indice di massa corporea (BMI) e una serie di esami ematochimici per la valutazione degli aspetti metabolici (colesterolo totale, LDL, HDL, trigliceridi, glicemia). Risultati. In entrambi i gruppi si è evidenziata una riduzione significativa del BMI (BMI T0 vs Tfinale (media±DS)= schizofrenici: 34,5±5,7 vs 33,9±5,4, p=,041; controlli: 28,1±4,5 vs 27,3±4,1, p=,016 - BMIcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= -0,59±0.7 vs -0,72±0,8, p=,378); colesterolo totale e LDL risultano invece essere diminuiti esclusivamente nel gruppo di controllo (colesterolo totalecambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 8,2±31,5 vs -35,1±31,1, p=,003; LDLcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 14,1±29,4 vs -9±38,9, p=,014). Discussione. La differenza di efficacia dei BPF sulla dislipidemia tra i soggetti schizofrenici e il gruppo di controllo potrebbe essere spiegata dai diversi meccanismi patogenetici che sono alla base delle alterazioni metaboliche nei soggetti in trattamento con SGA e nei pazienti che non assumono questa classe di farmaci. Conclusioni. Ulteriori studi si rendono necessari al fine di valutare in questa categoria di soggetti i possibili effetti sulla dislipidemia di dosi maggiori di BPF."}, {"id": "pubmed23n0945_17353", "title": "[Study of diagnostic value of natremia in a cohort of patients with hypercalcemia].", "score": 0.009174311926605505, "content": "Hypercalcemia is a common pathological condition in clinical practice. The two most common causes are primary hyperparathyroidism and cancer. SIADH is often encountered in cancer cases and is the most common cause of hyponatremia. The aim of this study is to evaluate serum sodium levels in a cohort of patients with hypercalcemia and consider its predictive value in determining the origin of this hypercalcemia. We performed a retrospective study on a series of 15.284 blood tests among adult patients with hypercalcemia. After selection, the study population had 151 patients. We studied mainly serum sodium and etiology of hypercalcemia in our population. We observed a statistically significant association between the presence of hyponatremia and the neoplastic etiology of hypercalcemia. This association persisted after exclusion of patients under treatment with loop diuretics. Conversely, there was no association between hypernatremia and cancer-related hypercalcemia. Among 151 patients with hypercalcemia, 16 presented hyponatremia and 7 with hypernatremia. SIADH was the main cause of hyponatremia. We performed univariate and multivariate logistic regression showing the association between the presence of cancer and the presence of hyponatremia. Our study shows that there is an association between the presence of hyponatremia and neoplastic origin of hypercalcemia. Besides, the association described between hyponatremia and cancer is not faulted by the presence of hypercalcemia, a potential cause of acquired nephrogenic diabetes insipidus."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.00909090909090909, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0656_7575", "title": "[Hypernatremia: a matter of water].", "score": 0.00909090909090909, "content": "Hypernatremia is defined as a serum sodium concentration above the upper laboratory reference range, usually > 145 mmol/l. It is a common electrolyte disorder in the very young and the very old patient. Hospitalization itself is a risk factor for developing hypernatremia. Free water deficit is the main cause of this condition. It induces hyperosmolality and an intracellular dehydration. Clinical manifestations are mostly neurological but non-specific. A blood sample analysis is needed to establish the diagnosis. Hypernatremia is associated with a high mortality and morbidity. Treatment consists of correcting the underlying cause and the volume deficit. A brief review of this condition is proposed."}, {"id": "pubmed23n1137_1438", "title": "[\"Nessuno vuole vedermi\": è una battaglia persa contro una malattia tropicale trascurata?]", "score": 0.009009009009009009, "content": "Riassunto. Le malattie tropicali trascurate (NTD) sono una serie di malattie che prosperano nelle comunità povere di risorse, in particolare nei climi tropicali. I fattori sociali, ambientali ed economici contribuiscono alla loro persistenza. La filariosi linfatica (LF), classificata come NTD in tutto il mondo, è una malattia parassitaria causata da vermi microscopici noti come microfilarie. I vermi adulti dimorano solo nel sistema linfatico degli esseri umani. Le zanzare trasferiscono la LF da persona a persona. Gonfiore di braccia, gambe e seno (linfedema) o dello scroto (idrocele) sono alcuni dei sintomi più gravi e dolorosi. La LF ha una grave influenza sia sulla salute mentale e sociale sia su quella fisica, e porta le persone a convivere con una deformazione, una debilitazione e uno stigma legati alla condizione di malattia. Di seguito descriviamo un caso clinico di un uomo con LF, alienato e umiliato dalla sua malattia. L'OMS ha avviato un'iniziativa globale per debellare la LF. Oltre alla somministrazione di trattamenti regolari, è stata posta uguale enfasi sull'apprendimento di come lavare e alzare gli arti colpiti, per aiutare a ridurre la gravità clinica e la progressione del disturbo."}, {"id": "article-20428_55", "title": "Arginine Vasopressin Disorder (Diabetes Insipidus) -- Evaluation -- 2. Diagnosis of the type of polyuria-polydipsia syndrome", "score": 0.009009009009009009, "content": "Urine osmolality reaches the normal reference range. Urine osmolality is stable on two to three consecutive hourly measurements, even with rising plasma osmolality. Plasma osmolality is higher than 295 to 300 mOsm/kg Plasma Na greater than 145 mEq If AVP-R is suspected in newborns and young infants, the diagnostic test of choice is DDAVP (1 mcg subcutaneously or intravenously over 20 minutes, maximum dose of 0.4 mcg/kg). In children, the water deprivation test should be closely monitored. If one of the following endpoints is reached, discontinue the trial: Urine osmolality reaches the normal reference range. Plasma osmolality greater than 295 mOsm/kg to 300 mOsm/kg Plasma sodium greater than 145 meq/L Loss of 5% of body weight or signs of volume depletion"}, {"id": "pubmed23n0885_1888", "title": "[Assessment of a project for integrated management of care given to patients with type-2 diabetes in the Local Health Authority 21 of Legnago (Veneto Region, Northern Italy) in the period 2010-2012].", "score": 0.008928571428571428, "content": "OBIETTIVI: descrivere, nella ASL 21 di Legnago (VR), l'andamento di alcuni indicatori sanitari tra il 2009, anno precedente all'avvio di un progetto triennale per la gestione integrata dell'assistenza al paziente con diabete mellito di tipo 2, e il 2012, ultimo anno del progetto. DISEGNO: studio longitudinale trasversale ripetuto. SETTING E PARTECIPANTI: tutti i pazienti diabetici di tipo 2 della ASL 21, identificati nei database aziendali (in base a esenzioni per patologia, accessi al servizio diabetologico, consumo di farmaci antidiabetici e strisce per la determinazione della glicemia) e nelle cartelle cliniche dei medici di famiglia. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: numero di test diagnostici e di follow-up erogati, consumo di farmaci, prestazioni specialistiche, accessi al pronto soccorso, ricoveri e mortalità. RISULTATI: nonostante un calo generalizzato (-3,1%) nei test erogati dalla ASL 21 ai suoi assistititi nel periodo 2009-2012, l'analisi ha documentato un marcato aumento per gli esami previsti nella gestione del diabete, quali curve da carico glicemico (+104,3%), emoglobina glicata (+19,0%) e microalbuminuria (+296,1%). I soggetti identificati come diabetici sono aumentati da 8.084 nel 2009 (5,2%) a 9.221 nel 2012 (5,9%). Sono stati osservati aumenti nella prevalenza di pazienti visitati presso un servizio diabetologico (dal 22,6% al 39,0%), nonché negli utilizzatori di metformina (dal 28,0% al 37,5%), insuline (dal 13,5% al 18,3%) e incretine (dall'1,4% al 9,0%). Il consumo di sulfaniluree è, invece, calato (dal 49,9% al 40,8%), come anche l'erogazione di alcune prestazioni specialistiche, gli accessi al pronto soccorso e i ricoveri, mentre il tasso di mortalità è rimasto stabile (29,6 decessi x1.000/anno). CONCLUSIONE: durante il periodo di implementazione del progetto sembra essersi verificato un aumento della sensibilità diagnostica e una maggiore presa in carico del paziente diabetico. Anche se la natura osservazionale dello studio non consente di dimostrare una relazione causa-effetto, i risultati sembrano supportare l'ipotesi che la gestione integrata della patologia migliori l'appropriatezza dell'assistenza."}, {"id": "pubmed23n0821_9338", "title": "[Pathophysiology of sodium disorders in children].", "score": 0.008928571428571428, "content": "Dysnatremia is among the most common electrolyte disorders in clinical medicine and its improper management can have serious consequences associated with increased morbidity and mortality of patients. The aim of this study is to update the pathophysiology of dysnatremia and review some simple clinical and laboratory tools, easy to interpret, that allow us to make a quick and simple approach. Dysnatremia involves water balance disorders. Water balance is directly related to osmoregulation. There are mechanisms to maintain plasma osmolality control; which are triggered by 1-2% changes. Hypothalamic osmoreceptors detect changes in plasma osmolality, regulating the secretion of Antidiuretic Hormone (ADH), which travels to the kidneys resulting in more water being reabsorbed into the blood; therefore, the kidney is the main regulator of water balance. When a patient is suffering dysnatremia, it is important to assess how his ADH-renal axis is working. There are causes of this condition easy to identify, however, to differentiate a syndrome of inappropriate ADH secretion from cerebral salt-wasting syndrome is often more difficult. In the case of hypernatremia, to suspect insipidus diabetes and to differentiate its either central or nephrogenic origin is essential for its management. In conclusion, dysnatremia management requires pathophysiologic knowledge of its development in order to make an accurate diagnosis and appropriate treatment, avoiding errors that may endanger the health of our patients. "}, {"id": "pubmed23n1029_21332", "title": "Esperienze di switch a cariprazina in pazienti schizofrenici con comparsa di effetti collaterali/comorbilità mediche.", "score": 0.008849557522123894, "content": "La schizofrenia è un disturbo psichiatrico grave e cronico con un background genetico e neurobiologico eterogeneo che influenza lo sviluppo precoce del cervello, ed è espressa come una combinazione di sintomi psicotici - come allucinazioni, deliri e disorganizzazione - e di sintomi negativi e cognitivi. Il trattamento dei pazienti con schizofrenia prevede l'utilizzo di antipsicotici, in accordo con i recenti dati di letteratura. Sulla base del meccanismo d'azione, gli antipsicotici vengono suddivisi in tipici (o \"di prima generazione\") e atipici (o \"di seconda generazione\"). Differiscono, anche, per la manifestazione di effetti collaterali, dovuti alla diversa affinità recettoriale caratteristica del singolo principio attivo. In questo caso clinico, presentiamo un giovane paziente di 24 anni con diagnosi di schizofrenia trattato prima con olanzapina e poi con risperidone, che ha manifestato significativi effetti collaterali di tipo metabolico e sessuali. La strategia terapeutica utilizzata è stata lo switch a un antipsicotico di terza generazione, cariprazina, con risoluzione delle collateralità e una migliore gestione dei sintomi negativi riportati. In conclusione, il modello di trattamento personalizzato sulla base delle condizioni cliniche e delle esigenze del paziente rappresenta l'approccio maggiormente adeguato nella gestione di ogni singolo caso."}, {"id": "pubmed23n0124_11052", "title": "[Clinical assessment of posterior pituitary function by direct measurement of plasma vasopressin levels during hypertonic saline infusion].", "score": 0.008849557522123894, "content": "Clinical usefulness of a radioimmunoassay of plasma arginine vasopressin concentration (AVP) during hypertonic saline infusion for the assessment of posterior pituitary function was studied in comparison with the conventional water deprivation test. Infusion of 5% saline at a rate of 0.05 ml/kg/min for 120 min in 15 normal subjects induced an elevation of plasma osmolality (Posm) from 290.3 +/- 0.7 to 307.5 +/- 2.1 mOsm/kg with a resultant increase in AVP from 2.4 +/- 0.4 to 9.9 +/- 2.2 pg/ml. During the infusion, a highly significant correlation between AVP and Posm was observed with a regression line expressed as AVP = 0.40 (Posm - 283.0). In 22 polyuric patients, on the other hand, the infusion induced a marked elevation of Posm from 302.6 +/- 2.5 to 321.3 +/- 2.9 mOsm/kg, but caused a slight (less than 5.8 pg/ml) or no increase in AVP from the basal levels (0.5 +/- 0.1 pg/ml). A conventional water deprivation test was carried out in ten patients with neurogenic diabetes insipidus, including one who had coincidental nephrogenic diabetes insipidus. As would be expected, urine osmolality (Uosm) did not rise beyond Posm in seven of them. However, two of three other patients, who had a complete lack of AVP response to the hypertonic saline, were able to concentrate their urine with a maximal Uosm/Posm of 1.3 and 1.1 respectively. The concurrent decrease in creatinine clearance to 49 and 57% of the initial values, respectively, indicated that a marked reduction in glomerular filtration rate due to severe dehydration was responsible for the unexpected concentration of urine in the patients with totally impaired AVP secretion. Based on these results, we conclude that the direct measurement of AVP during hypertonic saline infusion is an essential procedure for the accurate evaluation of posterior pituitary function."}]}}}} {"correct_option": 1, "explanations": {"1": {"exist": true, "char_ranges": [[97, 150]], "word_ranges": [[17, 25]], "text": "La diagnosi sarebbe praticamente fatta con l'AMA (1)."}, "2": {"exist": true, "char_ranges": [[151, 188]], "word_ranges": [[25, 30]], "text": "Con il 2 escluderemmo l'emocromatosi,"}, "3": {"exist": true, "char_ranges": [[189, 220]], "word_ranges": [[30, 37]], "text": "con il 3 la malattia di Wilson."}, "4": {"exist": true, "char_ranges": [[221, 326]], "word_ranges": [[37, 55]], "text": "Con la 4 potremmo escludere malattie rare come le malformazioni delle vie biliari o la malattia di Caroli,"}, "5": {"exist": true, "char_ranges": [[330, 375]], "word_ranges": [[56, 63]], "text": "con la 5 potremmo escludere l'epatite virale."}}, "full_answer": "Un quadro da manuale di cirrosi biliare primaria, del tipo che non si verifica nella vita reale. La diagnosi sarebbe praticamente fatta con l'AMA (1). Con il 2 escluderemmo l'emocromatosi, con il 3 la malattia di Wilson. Con la 4 potremmo escludere malattie rare come le malformazioni delle vie biliari o la malattia di Caroli, e con la 5 potremmo escludere l'epatite virale.", "full_answer_no_ref": "Un quadro da manuale di cirrosi biliare primaria, del tipo che non si verifica nella vita reale. La diagnosi sarebbe praticamente fatta con l'AMA (1). Con il 2 escluderemmo l'emocromatosi, con il 3 la malattia di Wilson. Con la 4 potremmo escludere malattie rare come le malformazioni delle vie biliari o la malattia di Caroli, e con la 5 potremmo escludere l'epatite virale.", "full_question": "Una donna di 52 anni si è consultata per aver notato una colorazione giallastra delle congiuntive durante la settimana precedente. Non ha riferito comportamenti sessuali a rischio o anamnesi epidemiologica di rischio per epatite virale. Non consuma alcolici né farmaci epatotossici. La paziente ha riferito una storia di un anno di prurito generalizzato, astenia, secchezza delle fauci e assenza di lacrimazione per una causa non correlata. Il resto dell'anamnesi non mostrava alcun reperto patologico. L'esame fisico ha rivelato lesioni da grattamento, ittero congiuntivale ed epatomegalia non dolente. Il paziente ha fornito gli esami del sangue eseguiti nella sua azienda con i seguenti risultati patologici: Bilirubina 3 mg/dl, FA 400 UI/ VES 40 mm 1 ora. Indicare quale sarebbe la raccomandazione più appropriata per stabilire la diagnosi eziologica dei sintomi del paziente:", "id": 8, "lang": "it", "options": {"1": "Anticorpi antimitocondriali.", "2": "Studio del metabolismo del Fe.", "3": "Studio del metabolismo del rame.", "4": "Risonanza magnetica del fegato.", "5": "Sierologia del virus B e C."}, "question_id_specific": 232, "type": "DIGESTIVO", "year": 2011, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "wiki20220301en162_39110", "title": "Tarantino dialect", "score": 0.012264480665967656, "content": "Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant' è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch'i' vi trovai, dirò de l'altre cose ch'i' v'ho scorte. Io non so ben ridir com' i' v'intrai, tant' era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch'i' fui al piè d'un colle giunto, là dove terminava quella valle che m'avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de' raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle... 'U 'càndeche de le crijatúre de San Frangísche (Enrico Vetrò) Altísseme, 'Neputènde, Signóre bbuéne, Túje so' le làude, 'a glorie e ll’anóre e ogne bbenedizzióne. A Tté súle, Altísseme, Te tòcchene, e nnisciún’óme éte dègne de Te menduváre."}, {"id": "pubmed23n1137_1437", "title": "[Prevalenza di ipotiroidismo nei pazienti sottoposti a emodialisi presso un ospedale generale di Ahvaz.]", "score": 0.0113033518205932, "content": "Riassunto. Obiettivo. Lo scopo di questo studio trasversale è determinare la prevalenza dell'ipotiroidismo tra i pazienti in emodialisi (ED) e i suoi potenziali fattori di rischio. Metodi. Sono stati raccolti dati demografici e di laboratorio [vale a dire, livelli sierici di tireotropina (TSH), anticorpi anti-perossidasi tiroidea (anti-TPO)] di 117 pazienti con MH. I dati sono stati analizzati da SPSS.V 26, quando necessario. Risultati. I pazienti avevano un'età media (DS) di 59,47±15,08 anni e il 66,7% (n=78) era di genere maschile. I livelli medi (DS) di TSH erano 2,56 (4,01) μIU/mL. L'ipotiroidismo subclinico (SCH) è stato definito come un livello di TSH >4,2 μIU/mL e FT4 normale. Quindici pazienti (12,80%) avevano SCH. Non c'era correlazione significativa tra ipotiroidismo ed età, genere e/o malattie sottostanti (p>0,05). Inoltre, tra i 15 pazienti con SCH, 1 paziente (6,7%) ha mostrato un risultato anti-TPO positivo mentre 14 pazienti (93,3%) hanno avuto un risultato anti-TPO negativo. Conclusione. Data la notevole prevalenza dell'ipotiroidismo nei pazienti con ED, lo screening di routine della funzione tiroidea in questa popolazione di pazienti può aiutare a ridurre i tassi di complicanze e mortalità attraverso una diagnosi precoce e un intervento tempestivo."}, {"id": "pubmed23n0885_1888", "title": "[Assessment of a project for integrated management of care given to patients with type-2 diabetes in the Local Health Authority 21 of Legnago (Veneto Region, Northern Italy) in the period 2010-2012].", "score": 0.009900990099009901, "content": "OBIETTIVI: descrivere, nella ASL 21 di Legnago (VR), l'andamento di alcuni indicatori sanitari tra il 2009, anno precedente all'avvio di un progetto triennale per la gestione integrata dell'assistenza al paziente con diabete mellito di tipo 2, e il 2012, ultimo anno del progetto. DISEGNO: studio longitudinale trasversale ripetuto. SETTING E PARTECIPANTI: tutti i pazienti diabetici di tipo 2 della ASL 21, identificati nei database aziendali (in base a esenzioni per patologia, accessi al servizio diabetologico, consumo di farmaci antidiabetici e strisce per la determinazione della glicemia) e nelle cartelle cliniche dei medici di famiglia. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: numero di test diagnostici e di follow-up erogati, consumo di farmaci, prestazioni specialistiche, accessi al pronto soccorso, ricoveri e mortalità. RISULTATI: nonostante un calo generalizzato (-3,1%) nei test erogati dalla ASL 21 ai suoi assistititi nel periodo 2009-2012, l'analisi ha documentato un marcato aumento per gli esami previsti nella gestione del diabete, quali curve da carico glicemico (+104,3%), emoglobina glicata (+19,0%) e microalbuminuria (+296,1%). I soggetti identificati come diabetici sono aumentati da 8.084 nel 2009 (5,2%) a 9.221 nel 2012 (5,9%). Sono stati osservati aumenti nella prevalenza di pazienti visitati presso un servizio diabetologico (dal 22,6% al 39,0%), nonché negli utilizzatori di metformina (dal 28,0% al 37,5%), insuline (dal 13,5% al 18,3%) e incretine (dall'1,4% al 9,0%). Il consumo di sulfaniluree è, invece, calato (dal 49,9% al 40,8%), come anche l'erogazione di alcune prestazioni specialistiche, gli accessi al pronto soccorso e i ricoveri, mentre il tasso di mortalità è rimasto stabile (29,6 decessi x1.000/anno). CONCLUSIONE: durante il periodo di implementazione del progetto sembra essersi verificato un aumento della sensibilità diagnostica e una maggiore presa in carico del paziente diabetico. Anche se la natura osservazionale dello studio non consente di dimostrare una relazione causa-effetto, i risultati sembrano supportare l'ipotesi che la gestione integrata della patologia migliori l'appropriatezza dell'assistenza."}, {"id": "wiki20220301en038_85286", "title": "Barrio Sésamo", "score": 0.009900990099009901, "content": "\"Concurso de disfraces\" (19-6-1986) (18-12-1986) (18-2-1988) \"Gambas con gabardina\" (24-6-1896) \"Abrete Sésamo\" (25-6-1986) (18-12-1986) (14-3-1988) \"La naranjada\" (2-10-1986) (5-11-1986) (14-4-1988) \"Espinete domador\" (8-10-1986) (4-12-1986) (25-1-1988) \"El mundo del reves y Espinete\" (14-10-1986) (16-12-1986) (7-3-1988) \"El viaje de Espinete\" (3-11-1986) \"Espinete bebé\" (17-11-1986) (28-1-1988) \"No te manches\" (26-11-1986) (28-3-1988) \"El hermano de Espinete\" (9-12-1986) (11-2-1988) \"Espinete Superstar\" (19-12-1986) (30-3-1988) \"El show de Barrio Sésamo\" (1-1-1987) \"La inauguración\" (8-1-1987) \"El guaperas\" (13-1-1987) \"El vendedor ambulante\" (11-2-1987) \"Visto y no visto\" (13-2-1987) \"Los trogloditas\" (19-2-1987) \"Llama que te llama\" (23-2-1987) \"Los trogloditas atacan de nuevo\" (9-3-1987) \"La banda y Espinete\" (3-7-1987) \"El balón de Espinete\" (1-10-1987) \"Espinete y el buzón\" (5-10-1987) \"Los trucos de Espinete\" (16-11-1987) \"El trabalenguas\" (26-11-1987)"}, {"id": "pubmed23n1029_21332", "title": "Esperienze di switch a cariprazina in pazienti schizofrenici con comparsa di effetti collaterali/comorbilità mediche.", "score": 0.00980392156862745, "content": "La schizofrenia è un disturbo psichiatrico grave e cronico con un background genetico e neurobiologico eterogeneo che influenza lo sviluppo precoce del cervello, ed è espressa come una combinazione di sintomi psicotici - come allucinazioni, deliri e disorganizzazione - e di sintomi negativi e cognitivi. Il trattamento dei pazienti con schizofrenia prevede l'utilizzo di antipsicotici, in accordo con i recenti dati di letteratura. Sulla base del meccanismo d'azione, gli antipsicotici vengono suddivisi in tipici (o \"di prima generazione\") e atipici (o \"di seconda generazione\"). Differiscono, anche, per la manifestazione di effetti collaterali, dovuti alla diversa affinità recettoriale caratteristica del singolo principio attivo. In questo caso clinico, presentiamo un giovane paziente di 24 anni con diagnosi di schizofrenia trattato prima con olanzapina e poi con risperidone, che ha manifestato significativi effetti collaterali di tipo metabolico e sessuali. La strategia terapeutica utilizzata è stata lo switch a un antipsicotico di terza generazione, cariprazina, con risoluzione delle collateralità e una migliore gestione dei sintomi negativi riportati. In conclusione, il modello di trattamento personalizzato sulla base delle condizioni cliniche e delle esigenze del paziente rappresenta l'approccio maggiormente adeguato nella gestione di ogni singolo caso."}, {"id": "wiki20220301en378_21974", "title": "Sérgio Pereira Couto", "score": 0.00980392156862745, "content": "Evangelho de Judas e Outros Mistérios A História Secreta de Roma Seitas Secretas Maçonaria Para Não-Iniciados Dossiê Hitler A Incrível História da Bíblia Desvendando o Egito Os Segredos do Nazismo Segredos e Lendas do Rock'''A Extraordinária História da ChinaCódigos e Cifras – da Antiguidade à Era ModernaSegredos da CabalaAs Dez Sociedades Mais Influentes da HistóriaSociedades Secretas: IlluminatiOs Segredos das Investigações CriminaisHitler e os Segredos do Nazismo vols. 1 e 2Segredos da BruxariaAlmanaque das GuerrasDecifrando o Símbolo PerdidoManual de Investigação ForenseDesvendando a MaçonariaDossiê John Lennon2012 X NostradamusArquivos Secretos do VaticanoO Homem Que Previa o FuturoAlmanaque das Sociedades SecretasWikiLeaks: Segredos, Informações e Poder'' (with José Antonio Domingos)"}, {"id": "wiki20220301en230_10762", "title": "Domenico Losurdo", "score": 0.009791370317686107, "content": "Ascesa e declino delle repubbliche, a cura di e con Maurizio Viroli, Urbino, Quattro venti, 1997. . Lenin e il Novecento. Atti del Convegno internazionale di Urbino, 13-14-15 gennaio 1994, a cura di e con Ruggero Giacomini, Napoli, La città del sole, 1997. . Metafisica. Il mondo Nascosto, con altri, Roma-Bari, Laterza, 1997. . Antonio Gramsci dal liberalismo al «Comunismo critico», Roma, Gamberetti, 1997. . Dai fratelli Spaventa a Gramsci. Per una storia politico-sociale della fortuna di Hegel in Italia, Napoli, La città del sole, 1997. . Hegel e la Germania. Filosofia e questione nazionale tra rivoluzione e reazione, Milano, Guerini, 1997. . Nietzsche. Per una biografia politica, Roma, Manifestolibri, 1997. . Il peccato originale del Novecento, Roma-Bari, Laterza, 1998. . Dal Medio Oriente ai Balcani. L'alba di sangue del secolo americano, Napoli, La città del sole, 1999. ."}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.009708737864077669, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n1084_18631", "title": "", "score": 0.009708737864077669, "content": "Objetivo. Determinar el nivel de evidencia sobre la proba-bilidad de transmisión de enfermedades respiratorias agudas en el transporte público colectivo. Material y métodos. Se utilizó la metodología de revisiones rápidas de Cochrane. La estrategia de búsqueda abarcó una base de datos acadé-mica hasta el 10 de diciembre de 2020. Resultados. Se identificaron 16 manuscritos que cumplieron los criterios de selección. En estudios de cohorte agrupados se encontró que el momio de seroconversión por influenza A o B fue 54% mayor en personas con uso frecuente de transporte público colectivo en comparación con las personas con un uso poco frecuente (razón de momios: 1.54; IC95%:1.06-2.01). Conclusión. La probabilidad de contagio por enfermeda-des respiratorias agudas puede incrementar con el uso del transporte público colectivo. Algunas recomendaciones para reducir la probabilidad de contagio en el transporte público colectivo son el uso de cubrebocas y reducir el número de pasajeros y tiempo de traslado."}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.009615384615384616, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "pubmed23n0120_12791", "title": "[Absence of a relationship between the prevalence of markers for hepatitis B virus and the moderate consumption of alcohol].", "score": 0.009615384615384616, "content": "The prevalence of 3 serological markers of hepatitis B virus was studied in a sample population of 481 men between the ages of 40 and 60 examined in the course of a routine medical checkup, whose acknowledged intake of pure alcohol was under 120 g per day. No statistically significant relationship was found between the frequency of the markers (HBs antigen, anti-HBs and anti-HBc antibodies) and the level of acknowledged alcohol consumption. The frequencies of the major potential risk factors in hepatitis B virus infection were similar among patients claiming to drink less than 20 g per day and those claiming an intake of between 20 and 80 g daily. Finally, the activities of some of the plasma enzymes most frequent in hepatology increased in a statistically significant way with acknowledged consumption of alcohol--this, in the absence of any contact with hepatitis B virus. No relationship was shown between enzyme levels and the presence--or absence--of hepatitis B markers, whatever the acknowledged alcohol consumption."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.009523809523809525, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "wiki20220301en621_6645", "title": "Pablo Hasél", "score": 0.009523809523809525, "content": "Crucificado en tu clítoris (2011) Besos cortados con coca (2011) Canciones supervivientes al registro policial (2012) La tortura placentera de la luna: algunas canciones inéditas (2012) Escribiendo con Ulrike Meinhof (2012) Empezar de bajo 0: Algunos poemas grabados (2012) La noche que supe que hay laberintos sin salida (2012) Poemas de presos políticos comunistas (2012) Los gusanos nunca volarán (inéditas) (2012) La muerte nos obligó a vivir (2012) Sigue desnudándose la dictadura del capital (2013) Por mera supervivencia (inéditas) (2013) Por mera supervivencia II (inéditas) (2013) Por mera supervivencia III (inéditas) (2013) Exprimiendo el corazón (inéditas) (2013) Tarde o temprano Venceremos (2014) Mientras me asesina el tiempo (inéditas) (2014) Por escapar de la oscuridad (inéditas) (2014) A Orillas Del Segre (2014) Cafeína e imaginación (inéditas) (2015) Burlando al dolor (2015) Boicot Activo (2015) Hasta el fin de mis días (2015)"}, {"id": "pubmed23n0887_23509", "title": "[Cyberstalking among Italian nurses: a large multicentric study].", "score": 0.009433962264150943, "content": "Determinare la prevalenza di cyberstalking tra gli infermieri italiani e valutare il livello di ansia e depressione nelle vittime. Da aprile a settembre 2014 è stato condotto uno studio multicentrico trasversale in un campione di infermieri italiani (n=997) utilizzando il questionario \"Cyberstalking\" per analizzare il fenomeno del cyberstalking. Ai partecipanti, che si sono autodefinite vittime di cyberstalking, è stato chiesto anche di compilare gli strumenti \"Beck Depression Inventory\" e \"State-Trait Anxiety Inventory\" per valutare, rispettivamente, i livelli di depressione ed ansia. La prevalenza di cyberstalking tra gli infermieri italiani è risultata pari al 23.3%. Il 42.7% ha dovuto cambiare il proprio stile di vita e lavorativo. Il cyberstalker era prevalentemente di sesso maschile (52%) e, nel 49% dei casi, era un paziente. Le vittime hanno riferito moderati livelli di ansia (media=28.4, SD=23.2) e depressione (media=92.7, SD=18.3); i risultati hanno mostrato un aumento dei livelli di depressione negli infermieri esperti nell'utilizzo del computer, gestori di siti web o blog, e una correlazione negativa tra il livello di ansia e gli infermieri esperti (r = -0.264). Il cyberstalking è un fenomeno che si riscontra frequentemente tra gli infermieri. Il rapporto infermiere - paziente gioca un ruolo centrale nello sviluppo del fenomeno e le vittime hanno riferito disordini correlati allo stress che influenzano la vita lavorativa. Questi risultati preliminari potrebbero sensibilizzare, i dirigenti ospedalieri, la politica e i centri antiviolenza al fine di sviluppare strategie risolutiv."}, {"id": "wiki20220301en149_18258", "title": "Discos y Cintas Denver", "score": 0.009433962264150943, "content": "Lira N' Roll - Va Por Ti Poder Oculto - Hacia La Libertad 3 Vallejo - Déjame Conocerte California Blues, - Magia Toma II - Tiempo Cer d' Heavy Lvzbel - Tentaciones Dinastía Inmortal - Primer Acto Dinastía Inmortal - Segundo Acto Morante (banda) - Danza al Viento Nuits Eternelles - Noche Eterna Trágico Ballet - Del amor y otros Excesos Erszebeth - La Condesa Inmortal Morante (banda) - El Vigilante Nocturno María Escarlata - El Misterio Dinastía Inmortal - Tercer Acto Valle de la Muerte - Crónicas Nocturnas Fortaleza (banda) - La Fortaleza de la Soledad Anabantha - Hermanos de Sangre Requiem - Falsos Poemas interpuesto-hasta la eternidad Important contributions"}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.009345794392523364, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "wiki20220301en087_22345", "title": "António Variações", "score": 0.009345794392523364, "content": "Cover songs 1987 - Delfins - Canção de Engate 1995 - Amarguinhas - Estou Além 1995 - Íris - Estou Além 1996 - MDA - Dar & Receber 1996 - MDA - Estou Além 1997 - Isabel Sivestre - Deolinda de Jesus 2004 - Donna Maria - Estou Além 2004 - Funkoffandfly - Dar e receber 2005 - RAMP - Anjinho da Guarda 2008 - André Sardet - Anjinho da Guarda 2012 - Tiago Bettencourt - Canção de Engate 2013 - Dead Combo & Márcia - Visões Ficções 2014 - OqueStrada - Parei na Madrugada [inedit song] 2016 - Telmo Pires - Ao passar por Braga abaixo [inedit song] 2017 - Filipe Catto - Canção de Engate 2017 - União das Tribos feat. Miguel Ângelo - Canção de Engate 2017 - The Beheaded - Canção de Engate 2020 - Lina e Raül Refree - Voz Amália de Nós 2020 - Zeca Baleiro - Canção de Engate Albums 1989 - Lena D'Água - Tu Aqui [5 inedit songs of Variações] 1994 - Variações - As canções de António 2004 - Humanos - Humanos [inedit songs of Variações]"}, {"id": "pubmed23n0885_1887", "title": "[Analysis of factors predicting early unplanned readmissions].", "score": 0.009259259259259259, "content": "OBIETTIVI: determinare i fattori associati ai ricoveri ripetuti per identificare i pazienti a rischio di riospedalizzazione entro i 30 giorni dalla dimissione. DISEGNO: analisi retrospettiva delle dimissioni nell'anno 2013 attraverso le schede di dimissione ospedaliera (SDO). 3.900 pazienti ricoverati presso il presidio ospedaliero \"Fabrizio Spaziani\" di Frosinone. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: analisi bivariata per l'analisi dell'associazione tra variabili. La regressione logistica è stata utilizzata per identificare i fattori di rischio associati al ricovero ripetuto. RISULTATI: tra i 3.900 pazienti considerati, il 12,8% ha avuto una riammissione non programmata entro un mese dalla dimissione precedente per le stesse categorie diagnostiche principali (MCD). Sono state rilevate differenze statisticamente significative tra i pazienti con e senza ricovero ripetuto per età, durata della degenza, titolo di studio, condizione occupazionale e diagnosi. I fattori che aumentano la probabilità di una riospedalizzazione sono il vivere da solo, la condizione di pensionato o casalinga, una degenza più lunga e alcune diagnosi, fra cui malattie dell'apparato respiratorio, del sistema nervoso e dell'apparato urinario. CONCLUSIONE: alcune caratteristiche sociodemografiche e la diagnosi dei pazienti ospedalizzati sono associate al rischio di riospedalizzazione entro 30 giorni dalla dimissione. I dati disponibili nell'archivio delle SDO possono essere utilizzati per un'identificazione dei pazienti a rischio sui quali definire specifici piani di dimissione."}, {"id": "wiki20220301en543_3124", "title": "Vicente Pascual Pastor", "score": 0.009259259259259259, "content": "Fábrica de Hilados y Tejidos del industrial Bernabeu en la calle Alcolecha número 4, in Alcoy, (1920). Fábrica en Passeig del Viaducte número 26, in Alcoy, (1920). Edificio de sindicato en la calle Sant Joan de Ribera número 1, in Alcoy, (1921). Fábrica de Ferrándiz, in Alcoy. Campus of Alcoy, (1922). Fábrica en la calle Agres número 4, en Alcoy, (1922). Fábrica de gaseosa \"La Bohemia\" en la calle Na Saurina d'Entença número 11, en Alcoy, (1922). Fábrica en calle Sant Joan de Ribera número 6, en Alcoy, (1922). Edificio en calle Sant Nicolau número 46, en Alcoy, (1924). Grupo Escolar Cervantes, en Alcoy, (1925). Edificio en calle Rigoberto Albors número 7, en Alcoy, (1925). Recinto de religiosas in the Alcoy Cemetery, (1925). Edificio en la calle Sant Tomás número 23, en Alcoy, (1926). Fundición de Vicente Miró en la calle Quevedo, en Alcoy, (1926). Reforma de edificio de la Unión Alcoyana en la plaza de España número 21, en Alcoy, (1928)."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.009174311926605505, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "wiki20220301en038_88260", "title": "Mort & Phil", "score": 0.009174311926605505, "content": "Between 1975 and 1976 ¡Pánico en el zoo! Concurso-oposición Los mercenarios Objetivo: eliminar al Rana Misión de perros Los secuestradores La gallina de los huevos de oro El caso del calcetín Between 1977 and 1979 El brujo ¡Soborno! Los guardaespaldas Mundial 78 Los gamberros Contrabando La máquina de copiar gente Los \"bomberos\" El transformador metabólico ¡A por el niño! La gente de Vicente Secuestro aéreo Between 1980 and 1981 Olimpiada 1980 La elasticina Kilociclos asesinos Ladrones de coches Lo que el viento se dejó La brigada bichera Tete Cohete En marcha el mundial 82 El caso de los señores pequeñitos Between 1982 and 1983 En Alemania Queda inaugurado el mundial 82 El balón catastrófico Billy \"El Horrendo\" ¡Hay un traidor en la T.I.A.! El bacilón El ascenso Between 1984 and 1985 La estatua de la libertad Testigo de cargo Los Ángeles 84 El cacao espacial El preboste de seguridad El cochecito leré Between 1986 and 1987"}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.00909090909090909, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "wiki20220301en479_32289", "title": "Rubén Rojo", "score": 0.00909090909090909, "content": "Ahora seremos felices (1938) - Radio Station boy #2 (uncredited) My Children (1944) - Eduardo Imprudencia (1944) Adán, Eva y el diablo (1945) Escuadrón 201 (1945) - Manuel Ceballos Sol y sombra (1946) El puente del castigo (1946) Smoke in the Eyes (1946) - Juan Manuel Soledad (1947) - Carlos Cortesã (1948) Algo flota sobre el agua (1948) - Lalo Dueña y señora (1948) - Luis El dolor de los hijos (1949) - Librado Cuando baja la marea (1949) La hija del penal (1949) - Ernesto del Villar The Great Madcap (1949) - Pablo Un cuerpo de mujer (1949) - Javier La liga de las muchachas (1950) - Pablo Un grito en la noche (1950) Mujeres en mi vida (1950) - Javier Arias Cabellera blanca (1950) - Roberto Palacios Mala hembra (1950) El sol sale para todos (1950) Aventurera (1951) - Mario Cervera En carne viva (1951) - Arturo La reina del mambo (1951) El gendarme de la esquina (1951) - Luis Sensualidad (1951) - Raúl Luque Daughter of Deceit (1951) - Paco"}, {"id": "pubmed23n0885_1884", "title": "[Levels of trace elements in the fruits and vegetables from the so-called Land of fires in Campania Region (Southern Italy)].", "score": 0.009009009009009009, "content": "INTRODUZIONE: una vasta area compresa tra le province di Napoli e Caserta nella regione Campania ha negli ultimi anni attirato l'attenzione dei mass media a causa degli interramenti illeciti di rifiuti di varia origine nei campi o del loro abbandono lungo le strade. A tali pratiche illecite si aggiunge il fenomeno dei roghi incontrollati di questo materiale, motivo per il quale la zona è stata soprannominata \"Terra dei fuochi\". OBIETTIVI: ricerca di elementi in tracce presenti nei prodotti alimentari di origine vegetale prodotti nella Terra dei fuochi. DISEGNO E SETTING: piano di monitoraggio per il rilevamento dei livelli di alcuni metalli tossici ed essenziali nei vegetali coltivati in Campania nella Terra dei fuochi. La determinazione dei microelementi è stata effettuata dopo mineralizzazione della sostanza organica mediante microonde, utilizzando la spettrometria di massa a plasma induttivamente accoppiato (ICP-MS). RISULTATI: durante l'attività di monitoraggio sono stati raccolti 65 campioni di ortaggi e 49 campioni di frutta in 43 comuni rientranti nella Terra dei fuochi. Il contenuto medio di metalli tossici, cadmio e piombo nei prodotti ortofrutticoli è risultato ben lontano dai limiti massimi fissati dalla normativa europea. I valori delle concentrazioni sono significativamente inferiori rispetto a quanto riscontrato in zone ad alto impatto ambientale a causa della presenza di impianti industriali. CONCLUSIONI: la presenza di elementi tossici o potenzialmente tali nei campioni vegetali prodotti nella Terra dei fuochi è attribuibile a una varietà di fattori ambientali rilevanti (caratteristiche geologiche dell'area, inquinamento del suolo, dell'atmosfera e delle acque di irrigazione, pratiche illecite di smaltimento dei rifiuti industriali); non sembra, tuttavia, sussistere un rischio per la salute dei consumatori. Resta comunque l'allerta per la loro presenza nell'ambiente e la necessità che le attività di monitoraggio continuino."}, {"id": "pubmed23n1062_814", "title": "La voz de una enfermera desde la zona roja.", "score": 0.009009009009009009, "content": "Mi nombre es Paula. Nací en Madrid en 1995. Al acabar el bachillerato tenía muchas dudas sobre hacia dónde encaminar mi vida. Pensé qué hacer y qué se me daba bien o con qué era feliz. El caso es que desde siempre me ha gustado poco ser protagonista, pero me encantaba escuchar, conocer el más allá de la gente cuando se sentían en confi anza de contarme. Me sentía bien siendo receptora de sus historias, sus sentimientos y sus vidas. Además, siempre me gustaron las ciencias, la química, las matemáticas, la biología… así que vi que la combinación perfecta para elegir carrera tendría que ser algo relativo a las ciencias de la salud: ciencias y personas en uno. Es entonces cuando pensé en la enfermería. Tenía ciencias, tenía personas y sobre todo tenía ese valioso tiempo cerca de las personas para acompañar y cuidar. Siempre me gustó ese dicho: la enfermera cuida, no cura."}, {"id": "pubmed23n1059_7363", "title": "Contributi scientifici in memoria di Antonio Fusco.", "score": 0.008928571428571428, "content": "Come si leggerà nell'Introduzione della sezione propriamente scientifica del Volume, il presente testo nasce dalla volontà e, soprattutto, dall'esigenza culturale di omaggiare il fu Prof. Antonio Fusco. Un debito scientifico ed umano che trova il suo locus naturale in questa prima parte del testo stesso, cui farà poi seguito la parte propriamente scientifica. In siffatta parentesi dovuta per le ragioni appena menzionate, il lettore, l'amico o l'allievo dell'opera del Prof. Fusco potranno trovare un suo sintetico Curriculum Vitae, correlato da una specifica ed accurata prosa, svolta dal già Magnifico Rettore Carlo Cipolli; il quale, oltre che evidenziare, ricordando, i meriti del collega oramai scomparso, aggiunge alsuo scritto un elemento che sarebbe imprescindibile a non trasformare lo stesso in una mera sequenza di parole: l'amicizia e l'affetto per un amico che, oramai, non c'è più. A fine lettura, evidente risuonerà il fatto che la vita di ognuno, se mossa dalla passione per ciò per cui si è predisposti cognitivamente e psicologicamente, può essere ricca di riconoscimenti, riconoscenze e soddisfazioni che, lungi dal divenire un cuscino di allori su cui adagiarsi, per una mente creativa come quella del Prof. Fusco hanno funto solo da motivazioni ad agire instancabilmente guardando sempre al futuro. Il lavoro di una vita che, materialmente, è sancito da un supporto poco più di cm 25x15: una targa. Una materialità evidente che, con grande commozione e riconoscenza, è stata affissa il 25 ottobre 2019 sull'aula fronte l'Aula Magna del Campus \"La Folcara\", a testimonianza che quello spirito creativo in continua evoluzione non si ferma; non si arresta neppure con la fine biologica di chi lo ha \"posseduto\". Rimangono le opere ed il pensiero del Prof. Fusco e restano gli affetti. A tal proposito, il lettore troverà una breve e sentita sezione su Testimonianze; coloro i quali hanno avuto modo, nell'arco della vita accademica ed umana, personale, di Fusco di conoscerlo. Ecco, allora, che i ricordi saranno i veri protagonisti di questa parentesi. Dopo di ciò, prima dei contributi prettamente scientifici dei lavori, tenutisi in occasione del Convegno Internazionale Psicologia, Arte, Letteratura. Antiche e Nuove Tendenze, seguiranno i saluti delle autorità che in quei due giorni si sono succedute a rappresentare non solo l'istituzione affiliata, ma anche la relazione di stima e di affetto che le legava al compianto Professore. Si passerà, infine, al volume tradizionalmente inteso."}, {"id": "wiki20220301en324_26289", "title": "Griselda Gambaro", "score": 0.008928571428571428, "content": "Teatro 1. Including the plays \"Real envido\", \"La malasangre\" (\"Bad blood\") y \"Del sol naciente\" (\"Rising Sun\"). Ediciones de la Flor, Buenos Aires, 1997 (3ª edición). Teatro 2. Plays: \"Dar la vuelta\", \"Información para extranjeros\" (\"Information for foreigners\"), \"Puesta en claro\" y \"Sucede lo que pasa\". Ediciones de la Flor, Buenos Aires, 1995 (2ª edición). Teatro 3. \"Viaje de invierno\", \"Nosferatu\", \"Cuatro ejercicios para actrices\", \"Acuerdo para cambiar de casa\",\"Sólo un aspecto\", \"La gracia\", \"El miedo\", \"El nombre\", \"El viaje a Bahía Blanca\", \"El despojamiento\", \"Decir sí\" and \"Antígona furiosa\". Griselda Gambaro, Ediciones de la Flor, Buenos Aires, 1997 (3ra. edición). Teatro 4. \"Las paredes\" (\"The walls\"), \"El desatino\", \"Los siameses\" (\"Siamese twins), \"El campo\" (\"The camp\") y \"Nada que ver\". Griselda Gambaro, Ediciones de la Flor, Buenos Aires, 1990 (2ª edición)."}, {"id": "pubmed23n0966_6421", "title": "Frazione polifenolica del bergamotto per il trattamento della sindrome metabolica nella schizofrenia: uno studio pilota.", "score": 0.008849557522123894, "content": "Introduzione. La frazione polifenolica del bergamotto (BPF) ha dimostrato di possedere buona efficacia nel trattamento dei pazienti affetti da sindrome metabolica (SM) e pertanto potrebbe rappresentare una strategia promettente nel trattamento degli effetti collaterali indotti da antipsicotici di seconda generazione (SGA) in soggetti schizofrenici in trattamento con tali farmaci. Materiali e metodi. A 15 pazienti schizofrenici in trattamento stabilizzato con SGA e 15 soggetti di controllo non affetti da patologie psichiatriche, che presentavano valori ematici di colesterolo totale compresi tra 200 e 239 mg/dl, è stato somministrato un integratore contenente BPF (1000 mg) per un periodo di 60 giorni. A tutti i soggetti all'inizio e alla fine del trattamento sono state eseguite la misurazione dell'indice di massa corporea (BMI) e una serie di esami ematochimici per la valutazione degli aspetti metabolici (colesterolo totale, LDL, HDL, trigliceridi, glicemia). Risultati. In entrambi i gruppi si è evidenziata una riduzione significativa del BMI (BMI T0 vs Tfinale (media±DS)= schizofrenici: 34,5±5,7 vs 33,9±5,4, p=,041; controlli: 28,1±4,5 vs 27,3±4,1, p=,016 - BMIcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= -0,59±0.7 vs -0,72±0,8, p=,378); colesterolo totale e LDL risultano invece essere diminuiti esclusivamente nel gruppo di controllo (colesterolo totalecambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 8,2±31,5 vs -35,1±31,1, p=,003; LDLcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 14,1±29,4 vs -9±38,9, p=,014). Discussione. La differenza di efficacia dei BPF sulla dislipidemia tra i soggetti schizofrenici e il gruppo di controllo potrebbe essere spiegata dai diversi meccanismi patogenetici che sono alla base delle alterazioni metaboliche nei soggetti in trattamento con SGA e nei pazienti che non assumono questa classe di farmaci. Conclusioni. Ulteriori studi si rendono necessari al fine di valutare in questa categoria di soggetti i possibili effetti sulla dislipidemia di dosi maggiori di BPF."}, {"id": "pubmed23n1062_2177", "title": "[Correlación de variables ecocardiográficas y biomarcadores en pacientes graves con COVID-19].", "score": 0.008849557522123894, "content": "Objetivo: Describir las variables ecocardiográficas de los pacientes con COVID-19 y su correlación con biomarcadores y mortalidad. Método: Estudio observacional, descriptivo, longitudinal y retrospectivo. Resultados: El 70% (n = 21) eran de sexo masculino, el promedio de edad fue de 59 (46-67) años y el índice de masa corporal fue de 30.1 (27.3-32.4) kg/m2. En la evaluación de la función sistólica del ventrículo izquierdo se observó una adecuada correlación entre la excursión sistólica del plano del anillo mitral (MAPSE) y la fracción de eyección del ventrículo izquierdo (r2 = 0.508, p = 0.004). La evaluación de la función sistólica del ventrículo derecho indicó una óptima correlación entre la excursión sistólica del plano del anillo tricuspídeo (TAPSE) y la fracción de acortamiento del ventrículo derecho (r2 = 0.649, p = ≤ 0.0001). No hubo correlación de los biomarcadores y las variables ecocardiográficas entre los pacientes sobrevivientes y no sobrevivientes, a excepción del MAPSE y las concentraciones séricas de deshidrogenasa láctica (r2 = -0.427, p = 0.019). La tasa de mortalidad fue del 16% (n = 5). Conclusión: Existe una adecuada correlación entre las variables ecocardiográficas de la función sistólica del ventrículo izquierdo y del ventrículo derecho, así como también entre la MAPSE y los valores séricos de DHL."}, {"id": "pubmed23n0923_20493", "title": "Management della retinopatia diabetica e dell'edema maculare diabetico: linee guida \"Euretina 2017\".", "score": 0.008771929824561403, "content": "Si prevede che la malattia diabetica con tutte le sue complicanze avrà un forte aumento di incidenza con un grosso impatto socioeconomico nei prossimi decenni in tutto il mondo. Pertanto ben si comprende l'importanza di individuare attraverso una fine diagnostica quanto più precocemente la comparsa dei sintomi diabetici, migliorare lo stile di vita ed impostare cure efficienti. Riportiamo la serie di raccomandazioni EURETINA 2017, dei maggiori esperti in Europa per la gestione della malattia diabetica e delle complicanze della retina. Per combattere questa \"pestilenza\" occorre un team medico preparato. Il trattamento laser è stato considerato sino a non molto tempo fa il Gold standard della retinopatia diabetica e dell'edema diabetico (RD e EMD). Recenti studi hanno dimostrato, invece, che si possono raggiungere risultati migliori mediante l'iniezione diretta di farmaci nella cavità vitreale. In particolare è emerso terapia di prima linea, molecole in grado di inibire il fattore di crescita endoteliale vascolare (anti VEGF) mentre non è più raccomandata la fotocoagulazione laser per il trattamento del DME. Nell'ambito delle molecole farmacologiche gli steroidi hanno mantenuto un ruolo nella gestione del DME cronicamente persistente."}, {"id": "wiki20220301en268_36948", "title": "Esperpento", "score": 0.008771929824561403, "content": "de «esperpentos». El mundo de los «esperpentos»—explica uno de los personajes de Luces de Bohemia—es como si los héroes antiguos se hubiesen deformado en los espejos cóncavos de la calle, con un transporte grotesco, pero rigurosamente geométrico. Y estos seres deformados son los héroes llamados a representar una fábula clásica no deformada. Son enanos y patizambos que juegan una tragedia. Y con este sentido los he llevado a Tirano Banderas y a El ruedo ibérico.\""}, {"id": "pubmed23n0966_6419", "title": "I nuovi \"casi difficili\" in psichiatria.", "score": 0.008695652173913044, "content": "In psichiatria, come nelle altre discipline mediche, esistono casi che sono \"difficili\" per le loro caratteristiche cliniche. Recentemente, sembra tuttavia emergere un nuovo tipo di casi che risultano \"difficili\" per ragioni non tanto psicopatologiche quanto piuttosto gestionali, di responsabilità e sicurezza. 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Tra questi cambiamenti figurano la crescente complessità delle grandi aree metropolitane; il fenomeno immigratorio; la massiccia crescita nell'utilizzo di sostanze; le modificazioni del profilo di responsabilità del medico; l'introduzione di complesse normative sulla sicurezza, il trattamento dei dati, il consenso alle cure e la competenza a decidere della persona con disturbi mentali. Come conseguenza, gli operatori si trovano oggi ad affrontare nuove difficoltà di tipo organizzativo e gestionale, e questioni problematiche relative alla sicurezza sia del paziente sia del sanitario, con un crescente profilo di responsabilità etica, deontologica e medico legale del sanitario stesso. 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Le fratture naso-etmoidali sono incluse nelle fratture della faccia media, ma le ossa del naso sono situate più anteriormente al bordo orbitale mediale e quindi al di fuori dell'orbita (opzione 3 scartata).", "full_answer_no_ref": "Le fratture del terzo medio della faccia nella regione orbito-malare possono interessare il pavimento e, in misura minore, la parete laterale dell'orbita. Supponendo quindi che ci venga chiesto quale sia una delle complicanze più frequenti del pavimento dell'orbita, vanno sempre evidenziate due complicanze che possono indicare un trattamento chirurgico, anche urgente: la diplopia, dovuta alla dislocazione del muscolo retto inferiore al seno mascellare sottostante (e persino all'intrappolamento dello stesso); e l'enoftalmo, che può portare ad altre complicanze associate a medio e lungo termine, come la pseudoptosi palpebrale superiore dovuta alla perdita di volume orbitale ([HIDDEN]). L'anchilosi temporo-mandibolare non è considerata perché, sebbene relativamente vicina alla cavità orbitale, non fa parte del complesso orbito-malare ([HIDDEN]). Il coinvolgimento del mascellare può causare una malocclusione dentale, ma di solito si verifica nelle fratture situate più in basso rispetto alla cavità orbitale ([HIDDEN]). Le fratture naso-etmoidali sono incluse nelle fratture della faccia media, ma le ossa del naso sono situate più anteriormente al bordo orbitale mediale e quindi al di fuori dell'orbita ([HIDDEN]).", "full_question": "Un paziente di 20 anni si è presentato al pronto soccorso dopo un incidente in bicicletta con un trauma facciale. È stata eseguita una TC cranica che ha mostrato una frattura del terzo medio della faccia con interessamento della regione orbito-malare. 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All'indirizzo https://epiprev.it/5529 è possibile scaricare il PDF corretto."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.009900990099009901, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0255_6405", "title": "[Facial fractures. Analysis of 130 cases].", "score": 0.009900990099009901, "content": "The importance of facial trauma comes from the possibility of leaving serious functional and aesthetic consequences. Since 1990 patients with facial fractures were treated at the Emergency Ward of the Hospital das Clinicas of the Medical Faculty of São Paulo by plastic surgeons. In 24 months, 130 patients with facial fractures were treated there. The main causative factors were motor vehicle accidents (51%) and the main bone fracture was that of mandible (46%). A correlation between the kind of trauma and the kind of fracture is made."}, {"id": "pubmed23n0884_23931", "title": "", "score": 0.009881230529595015, "content": "Objetivo: el objetivo de este estudio fue analizar la ingesta nutricional de atletas de alto nivel de las especialidades de fondo y medio fondo, durante una temporada atlética, para detectar posibles deficiencias.Métodos: para llevar a cabo el estudio, se procedió a evaluar la dieta y las diferentes concentraciones de los macronutrientes (glúcidos, lípidos y proteínas) y los diferentes tipos de ácidos grasos, en cuatro momentos diferentes de la temporada: al inicio y a los 3, 6 y 9 meses de entrenamiento. La muestra estuvo constituida por un grupo formado por 23 atletas de fondo y medio fondo con un mínimo de 5 años de ntrenamiento, una carga semanal de entre 14-20 horas y un volumen de 100-120 km semanales. El procedimiento consistió en el registro nutricional durante un periodo de tres días consecutivos, en los cuatro momentos establecidos.Resultados: los resultados obtenidos muestran incrementos significativos (p < 0,05) en la ingesta de proteínas entre los 3-9 meses.Conclusión: la ingesta energética en atletas de fondo y medio fondo va aumentando a lo largo de la temporada deportiva, con cantidades de macronutrientes inferiores a las recomendadas por la comunidad científica, y con incrementos en la ingesta de proteínas en periodos de primavera y verano, coincidiendo con momentos de competición."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.00980392156862745, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. 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This article deals with these matters: an insufficient amount of information, the cause of final damage or the loss of chance, the loss of chance being a function of the deficit of information. In this sense, can the failure to begin early, appropriate dento-facial orthopedic treatment be considered a loss of chance for the child?"}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.009708737864077669, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "wiki20220301en155_11222", "title": "Grupo Montez de Durango", "score": 0.009708737864077669, "content": "Discography 1997 Rama Seca 1. Rama Seca 2. Me Persigue Tu Sombra 3. Sigue José, Ramon, Y María 4. Todos Lloramos 5. Paloma Herrante 6. Santiago Papasquiaro 7. Ingrata Mujer 8. Me Duele 9. Tus Mentiras 10. Tu Y La Mentira 1998 Tu Mirada 1. La Novia Del Pajarillo 2. Señora Enamorada 3. Poquito A Poco 4. Tu Mirada 5. Nomas Las Mujeres Quedan 6. Una Noche Serena Y Obscura 7. El Obscuro De La Vara 8. Paloma Sin Nido 9. En Donde Estarás 10. Te Necesito Tanto Amor 1999 La Ausencia 1. La Ausencia 2. Se Les Pelo Baltazar 3. Tu Me Has Cambiado 4. Ezequiel Rodríguez 5. Los 500 Novillos 6. Como Un Pájaro Errante 7. Temporada En La Sierra 8. Solo Amigos 9. Lastima Es Mi Mujer 10. El 4 Negro 2000 Los Primos de Baltazar 1. Los Laureles 2. El Moreno 3. Tres Ramitas 4. Macario Leyva 5. La Hierba Se Movia 6. Flor Del Río 7. Los Primos De Baltazar 8. Al Despertar 9. La Rafailita 10. Estoy Enamorado 2001 Con Sabor A Tamborazo 1. Catarino Y Los Rurales 2. Clave 7 3. La Revolcada 4. Carne Quemada"}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009615384615384616, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0276_14415", "title": "[Epidemiologic study of mid-face fractures in a 14-year (1977-1990) material of the authors' clinic].", "score": 0.009615384615384616, "content": "The authors made a retrospective study of fractures of the maxilla analyzing the occurrence, localisation and the causal factors of the injury. The treated 223 patients with fracture of the middle face during this period. The most exposed age group was the group of 21-40 years, the most frequent causes were: traffic accident, brawl, and sport accident. The proportion of fracture of middle face and mandible was 1:2. As to the localisation of the fractures, the simple fracture in the lateral area was the most frequent."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.009523809523809525, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n0665_23415", "title": "[The study of emergency facial trauma in children and parents' cognition on it].", "score": 0.009523809523809525, "content": "To analyze the characteristics of emergency facial trauma in children and mother's cognition on it. Descriptive analysis was undertaken for 216 children with maxillofacial trauma. 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Propaganda should be increased among them to reduce risks of maxillofacial injuries."}, {"id": "pubmed23n1029_21332", "title": "Esperienze di switch a cariprazina in pazienti schizofrenici con comparsa di effetti collaterali/comorbilità mediche.", "score": 0.009433962264150943, "content": "La schizofrenia è un disturbo psichiatrico grave e cronico con un background genetico e neurobiologico eterogeneo che influenza lo sviluppo precoce del cervello, ed è espressa come una combinazione di sintomi psicotici - come allucinazioni, deliri e disorganizzazione - e di sintomi negativi e cognitivi. Il trattamento dei pazienti con schizofrenia prevede l'utilizzo di antipsicotici, in accordo con i recenti dati di letteratura. Sulla base del meccanismo d'azione, gli antipsicotici vengono suddivisi in tipici (o \"di prima generazione\") e atipici (o \"di seconda generazione\"). Differiscono, anche, per la manifestazione di effetti collaterali, dovuti alla diversa affinità recettoriale caratteristica del singolo principio attivo. In questo caso clinico, presentiamo un giovane paziente di 24 anni con diagnosi di schizofrenia trattato prima con olanzapina e poi con risperidone, che ha manifestato significativi effetti collaterali di tipo metabolico e sessuali. La strategia terapeutica utilizzata è stata lo switch a un antipsicotico di terza generazione, cariprazina, con risoluzione delle collateralità e una migliore gestione dei sintomi negativi riportati. In conclusione, il modello di trattamento personalizzato sulla base delle condizioni cliniche e delle esigenze del paziente rappresenta l'approccio maggiormente adeguato nella gestione di ogni singolo caso."}, {"id": "pubmed23n0542_23615", "title": "[Retromandibular approach for subcondylar fractures].", "score": 0.009433962264150943, "content": "Fractures of the jaw are the second ones in order of frequency, being the condylar region the most frequent. With the coming of the rigid fixation, more surgeons now agree with the open approach for the displaced fractures of subcondylar region, specially in adult patients. When a rigid fixation is necessary, retromandibular approach is an effective and safe technique, specially for condylar displaced fractures, in which the facial nerve is exposed without any damage."}, {"id": "pubmed23n1059_7363", "title": "Contributi scientifici in memoria di Antonio Fusco.", "score": 0.009345794392523364, "content": "Come si leggerà nell'Introduzione della sezione propriamente scientifica del Volume, il presente testo nasce dalla volontà e, soprattutto, dall'esigenza culturale di omaggiare il fu Prof. Antonio Fusco. Un debito scientifico ed umano che trova il suo locus naturale in questa prima parte del testo stesso, cui farà poi seguito la parte propriamente scientifica. In siffatta parentesi dovuta per le ragioni appena menzionate, il lettore, l'amico o l'allievo dell'opera del Prof. Fusco potranno trovare un suo sintetico Curriculum Vitae, correlato da una specifica ed accurata prosa, svolta dal già Magnifico Rettore Carlo Cipolli; il quale, oltre che evidenziare, ricordando, i meriti del collega oramai scomparso, aggiunge alsuo scritto un elemento che sarebbe imprescindibile a non trasformare lo stesso in una mera sequenza di parole: l'amicizia e l'affetto per un amico che, oramai, non c'è più. A fine lettura, evidente risuonerà il fatto che la vita di ognuno, se mossa dalla passione per ciò per cui si è predisposti cognitivamente e psicologicamente, può essere ricca di riconoscimenti, riconoscenze e soddisfazioni che, lungi dal divenire un cuscino di allori su cui adagiarsi, per una mente creativa come quella del Prof. Fusco hanno funto solo da motivazioni ad agire instancabilmente guardando sempre al futuro. Il lavoro di una vita che, materialmente, è sancito da un supporto poco più di cm 25x15: una targa. Una materialità evidente che, con grande commozione e riconoscenza, è stata affissa il 25 ottobre 2019 sull'aula fronte l'Aula Magna del Campus \"La Folcara\", a testimonianza che quello spirito creativo in continua evoluzione non si ferma; non si arresta neppure con la fine biologica di chi lo ha \"posseduto\". Rimangono le opere ed il pensiero del Prof. Fusco e restano gli affetti. A tal proposito, il lettore troverà una breve e sentita sezione su Testimonianze; coloro i quali hanno avuto modo, nell'arco della vita accademica ed umana, personale, di Fusco di conoscerlo. Ecco, allora, che i ricordi saranno i veri protagonisti di questa parentesi. Dopo di ciò, prima dei contributi prettamente scientifici dei lavori, tenutisi in occasione del Convegno Internazionale Psicologia, Arte, Letteratura. Antiche e Nuove Tendenze, seguiranno i saluti delle autorità che in quei due giorni si sono succedute a rappresentare non solo l'istituzione affiliata, ma anche la relazione di stima e di affetto che le legava al compianto Professore. Si passerà, infine, al volume tradizionalmente inteso."}, {"id": "pubmed23n0092_5555", "title": "[The deformed partially edentulous ridge in the area of the anterior teeth and that reconstruction. Part I. Analysis of types of defects by the study casts].", "score": 0.009345794392523364, "content": "The purpose of the study was investigated the incidence and type of anterior ridge deformities in partially edentulous patients. Furthermore that deformed partially edentulous ridge were investigated which esthetic problem were existence or not, and what type of edentulous ridge have to do the ridge augmentation. A random sample of 94 casts 118 regions was evaluated. The results obtained were as follow: 1. These partially edentulous ridge were measured distance by the divided into Apicocoronal loss D1 and Buccolingal loss W, and relationship between D1 and W was significant. But the relationships of D1 and W weren't found between 1 to 2 missing tooth, and on the presence of the root exposure. 2. The resorption form at the palatal regions of upper differed from lower, remained to alveolar crest on palatal regions. But the resorption form at the Buccal region were similar to upper and lower. 3. Using Seibert's classification, we found that the Class III was the most prevalent deformity (55.1%). The other prevalent defect was discerned the Class 0 (17.8%) greater than Class I (16.1%) greater than Class II (11.0%). 4. An unesthetic pontic-to-ridge relationship observed in an Apicocornal loss or a Buccolingal loss. 5. The surgical procedures for reconstruction to partially edentulous ridges should be carried out the either D1: greater than 3 mm or W: greater than 3 mm. The edentulous ridges which lacked in the either D1: greater than 2 mm or W: greater than 2 mm were considered preparatory application."}, {"id": "pubmed23n1079_7400", "title": "Control de la fuente respiratoria mediante el uso de una mascarilla quirúrgica: un estudio in vitro.", "score": 0.009326492456193748, "content": "RESUMENLa etiqueta para la tos y la higiene respiratoria son formas de control de la fuente de emisión cuyo uso se alienta para evitar la propagación de infecciones respiratorias. El uso de mascarillas quirúrgicas como medio de control de la fuente en términos de reducción de la exposición de terceros no se ha investigado. En este estudio diseñamos un modelo Di osservazioni nella scelta dell'aria infiammabile Che tratta di una storta a due fuochi per decomporre los spirito di vino in aria infiammabile Che descrive un modello per formare il globo areostatico di figura conica, senza farvi cucciture accio non perda l'aria ch vi s'introduce Che spiega la direzione di un globo aereostatico per qualunque parte, e in qualungue altezza Rappresentate un bilancia a filo, senza l'attritoSopra di un machina pneumatica a mercurio Che tratta di un conduttore positivo e negativo de di un elettroforo senza le resine *Chi dimostra un barchetto a fuoco, che con la forza di esso, cammina senza il vento"}, {"id": "pubmed23n0923_20493", "title": "Management della retinopatia diabetica e dell'edema maculare diabetico: linee guida \"Euretina 2017\".", "score": 0.008771929824561403, "content": "Si prevede che la malattia diabetica con tutte le sue complicanze avrà un forte aumento di incidenza con un grosso impatto socioeconomico nei prossimi decenni in tutto il mondo. Pertanto ben si comprende l'importanza di individuare attraverso una fine diagnostica quanto più precocemente la comparsa dei sintomi diabetici, migliorare lo stile di vita ed impostare cure efficienti. Riportiamo la serie di raccomandazioni EURETINA 2017, dei maggiori esperti in Europa per la gestione della malattia diabetica e delle complicanze della retina. Per combattere questa \"pestilenza\" occorre un team medico preparato. Il trattamento laser è stato considerato sino a non molto tempo fa il Gold standard della retinopatia diabetica e dell'edema diabetico (RD e EMD). Recenti studi hanno dimostrato, invece, che si possono raggiungere risultati migliori mediante l'iniezione diretta di farmaci nella cavità vitreale. In particolare è emerso terapia di prima linea, molecole in grado di inibire il fattore di crescita endoteliale vascolare (anti VEGF) mentre non è più raccomandata la fotocoagulazione laser per il trattamento del DME. Nell'ambito delle molecole farmacologiche gli steroidi hanno mantenuto un ruolo nella gestione del DME cronicamente persistente."}, {"id": "wiki20220301en226_31804", "title": "Francisco J. Santamaría", "score": 0.008771929824561403, "content": "Un valioso hallazgo bibliográfico cervantino: la segunda parte de la edición más discutible de \"El quijote\". 1926Glosa lexicográfica. 1926Bibliografia general de Tabasco: Tomo I. 1930Crónicas del destierro: Desde la ciudad de hierro. Diario de un desterrado mejicano en Nueva York. Recordaciones del destierro. 1933Nuevo codigo civil para el distrito y territorios federales. 1933Las ruinas occidentales del viejo imperio Maya: en la Sierra del Tortuguero en Macuspana, Tabasco: notas de una excursión. 1933Código de procedimientos civiles para el Distrito Federal y territorios: expedido el 30 de agosto de 1932. 1934Código civil para el Distrito y territorios federales (vigente desde el 1. de octubre de 1932). 1935Diccionario del Código civil para el Distrito y territorios federales. 1935Código civil para el Distrito y territorios federales: expedido en 30 de agosto de 1928 ; exposición de motivos, de la Comisión autora del Proyecto. 1935Ley orgánica del poder judicial de la federación."}, {"id": "wiki20220301en588_4112", "title": "Bollettino della Vittoria Navale", "score": 0.008766174594496082, "content": "Sappia oggi la Patria, di quanti sforzi ed eroismi ignoti è fatta questa sua immensa Gloria. Consideri come due volte la Vittoria abbia preso il volo e l'augurio dal gorgo ove le più potenti navi nemiche scomparivano: da Premuda al Piave, da Pola a Trieste e Trento. La grande nave colata a picco nel porto di Pola fu più che un presagio. Nel suo nome stesso ostentava la vecchia menzogna delle forze, non riunite ma coatte. La duplice dissoluzione è avvenuta. Come più non esiste l'esercito, così la flotta Imperiale non esiste più."}]}}}} {"correct_option": 1, "explanations": {"1": {"exist": true, "char_ranges": [[0, 242]], "word_ranges": [[0, 37]], "text": "Stiamo descrivendo una crisi di dolore acuto in un paziente con gonartrosi. In questa situazione, la prima cosa da fare è risolvere la crisi di dolore e considerare un trattamento conservativo appropriato per questa osteoartrosi (1 corretto)."}, "2": {"exist": true, "char_ranges": [[243, 339]], "word_ranges": [[37, 51]], "text": "L'artroplastica del ginocchio non viene presa in considerazione all'inizio, quindi il 2 è falso."}, "3": {"exist": true, "char_ranges": [[340, 476]], "word_ranges": [[51, 73]], "text": "Non ci viene detto di una clinica infettiva per sospettare un'artrite che giustifichi uno sbrigliamento e un lavaggio, quindi 3 è falso."}, "4": {"exist": true, "char_ranges": [[579, 899]], "word_ranges": [[88, 144]], "text": "La cisti di Baker ci interesserebbe solo in caso di grave crisi di dolore nella diagnosi differenziale con la trombosi profonda e viene valutata con un ecodoppler; in caso di gonartrosi non ha alcun valore rilevare una cisti di Baker. La tendinite si diagnostica con l'esame, non con la RM. 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Pertanto, il punto 4 è falso.", "full_answer_no_ref": "Stiamo descrivendo una crisi di dolore acuto in un paziente con gonartrosi. In questa situazione, la prima cosa da fare è risolvere la crisi di dolore e considerare un trattamento conservativo appropriato per questa osteoartrosi ([HIDDEN]). L'artroplastica del ginocchio non viene presa in considerazione all'inizio, quindi il [HIDDEN]. Non ci viene detto di una clinica infettiva per sospettare un'artrite che giustifichi uno sbrigliamento e un lavaggio, quindi [HIDDEN]. In un paziente con gonartrosi ci sarà sempre una meniscopatia, fa parte dei cambiamenti degenerativi. La cisti di Baker ci interesserebbe solo in caso di grave crisi di dolore nella diagnosi differenziale con la trombosi profonda e viene valutata con un ecodoppler; in caso di gonartrosi non ha alcun valore rilevare una cisti di Baker. La tendinite si diagnostica con l'esame, non con la RM. 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Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. 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They were all treated with acromioplasty and a deltoid flap according to Augereau technique. Follow-up averaged 6 years 3 months (range 18 months - 11 years 4 months). Clinical and radiologic evaluations were done before and after surgery. Function was evaluated according to Constant's score. The Constant's score increased from 24.6/100 to 54.45/100. Eighty five per cent of patients were satisfied. Results on pain were good, with an average of Constant's score of 11/15. However, improvement strength or motion was not significative, with an average of 7.1/25 and 22.8/40 respectively. This study concludes that, this technique is a simple surgical procedure and their results on pain were good. Therefore, we conceder it is an excellent indication for the treatment of massive rotator cuff tears in adults after medical treatment failure."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.00980392156862745, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0390_605", "title": "[Role of standard radiography and computed tomography in the assessment of shoulder instability: decision-making value in surgical planning. (Radio-anatomic study of 51 unstable shoulders)].", "score": 0.00980392156862745, "content": "The therapeutic algorythm for shoulder instability, either arthroscopically, either surgically, should focus on clinical data as well as imaging ones. The latter involve standard X-rays and arthrotomodensitometry (AOTDM). Both of these are crucial for the surgical approach. This paper emphasizes their limits and places. We analysed anatomical and imaging data of 51 unstable shoulders operated on between January 1998 and February 2000. Our purpose was to determine the sensitivity and specificity of imaging techniques for each anatomical structure playing a role in the management. Standard X-rays include comparative AP and Bernageau's views. Based on our results, their efficiency is confirmed for the therapeutic approach of bony lesions. Their sensitivity was respectively 96% and 93% for the reconnaissance of Hill-Sachs lesions and lesions of the anterior glenoïd rim. The sensitivity of AOTDM in identifying labral desinsertions was 91% but their extent was not precisely documented likewise for the labral degeneration and absence. The sensitivity was respectively 69% and 71%. Results were poor for the evaluation of the anterior ligament complex. TDM could not accurately document 90% soft tissues lesions which carry a poor prognosis for arthroscopic reconstructive procedures. There is a good correlation between the aspect of anterior capsular attachment and the sprain lesions (P = 0.003). We could conclude that the AOTDM is not determinant factor for choice of the reconstructive procedure, either arthroscopically, either surgically."}, {"id": "pubmed23n0999_17549", "title": "[Bevacizumab e altri farmaci. Attività e sicurezza degli agenti anti-VEGF nel carcinoma ovarico.]", "score": 0.009708737864077669, "content": "Riassunto. L'angiogenesi svolge un ruolo importante sia nei tessuti epiteliali normali sia in quelli maligni. Negli ultimi anni questo fenomeno è stato ampiamente studiato in oncologia sperimentale e clinica perché ci sono evidenze che sia coinvolto nella diffusione e nella diffusione metastatica del carcinoma ovarico. Il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (vascular endothelial growth factor - VEGF) è l'attore principale nel meccanismo di angiogenesi e svolge un ruolo strategico nella proliferazione e migrazione delle cellule neoplastiche, con un impatto significativo sulla sopravvivenza e sull'outcome clinico. Secondo quanto emerge da molti studi sperimentali e clinici, le nostre conoscenze sulla biologia dell'angiogenesi e del VEGF sono aumentate portando allo sviluppo farmacologico di specifici agenti in grado di targeting VEGF. Questo nuovo campo di indagine offre agli scienziati l'opportunità di testare nuove possibilità terapeutiche nei pazienti con carcinoma ovarico con nuovi agenti mirati. Il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF umanizzato, è stato il primo farmaco anti-VEGF scoperto ed è usato oggi per il trattamento di diversi tumori solidi. Negli ultimi anni questo agente è stato ampiamente testato nei pazienti con carcinoma ovarico, mostrando un'attività clinica interessante e un profilo di tossicità tollerabile sia nelle pazienti giovani sia in quelle anziane. Il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel e successivamente utilizzato come agente singolo, è indicato per il trattamento del carcinoma epiteliale dell'ovaio di stadio III o IV, tuba di Falloppio o carcinoma peritoneale primario dopo iniziale resezione chirurgica. Il bevacizumab è anche usato per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico epiteliale ricorrente e resistente al platino, delle tube di Falloppio o dal tumore peritoneale primario che hanno ricevuto non più di 2 regimi precedenti di chemioterapia. Inoltre, il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel o con carboplatino e gemcitabina (e usato come agente singolo), è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma epiteliale dell'ovario sensibile al platino, tuba di Falloppio o tumore peritoneale primario. Le linee guida più accreditate suggeriscono quando bevacizumab deve essere usato nel trattamento del carcinoma ovarico avanzato e ricorrente. Altri agenti anti-VEGF, come gli inibitori della tirosin-chinasi del recettore VEGF (VEGFR), sono stati ampiamente testati nel carcinoma ovarico e molti altri sono in corso di studi al fine di testare la loro attività e sicurezza rispetto a bevacizumab. Gli agenti anti-VEGF e gli inibitori di PARP svolgono oggi un ruolo strategico nel trattamento del cancro ovarico con agenti mirati in associazione con la chemioterapia e la chirurgia in un'ottica multidisciplinare e personalizzata."}, {"id": "pubmed23n0249_7532", "title": "[Antero-superior impingement of the shoulder. Indications for and options in surgical treatment].", "score": 0.009708737864077669, "content": "Many therapeutic questions and controversies surround the impingement syndrome of the shoulder, however it appears that the major procedure is rotator cuff decompression. This is achieved by antero-inferior acromioplasty and section of the coracoacromial ligament, during open or arthroscopic surgery. Which patients will be helped by this procedure? When does the surgical decision have to be taken? Is the suture of the rotator cuff tear and the removal of intratendinous calcifications needed in addition to the acromioplasty? Many major questions remain unanswered."}, {"id": "pubmed23n0885_1883", "title": "[Ecological study on the mortality of residents in Manfredonia (Apulia Region, Southern Italy) from 1970 to 2013].", "score": 0.009615384615384616, "content": "OBIETTIVI: valutare lo stato di salute della popolazione residente nel comune di Manfredonia dal 1970 al 2013. DISEGNO: analisi descrittiva dell'andamento temporale della mortalità generale, per gruppi di cause, dal 1970 al 2013. SETTING E PARTECIPANTI: i dati di mortalità e le popolazioni residenti sono di fonte Istat. Sono state esaminate 55 cause di decesso. Le analisi sono disaggregate per sesso e periodo. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: sono stati elaborati i rapporti standardizzati di mortalità (SMR%), con i rispettivi intervalli di confidenza al 90% (IC90%), e i tassi di mortalità standardizzati col metodo diretto (TSD ). RISULTATI: lo stato di salute misurato dal tasso di mortalità per tutte le cause migliora nel tempo: i TSD passano da 92 x10.000 negli anni 1970-1974 a 52 x10.000 nel biennio 2012-2013 negli uomini, da 70 x10.000 a 39 x10.000 nelle donne. Tuttavia, rispetto alla media regionale Manfredonia perde progressivamente il suo vantaggio, passando da -20% a -10% negli uomini, e da -20% a +1,5% nelle donne. Questo andamento è molto evidente per il complesso delle cause cardiovascolari, mentre i tumori maligni sono in generale nella media regionale. Nell'ultimo periodo disponibile per causa di decesso (2006-2011), la mortalità per infarto miocardico è stata più alta della media regionale (uomini: +35%; donne: +54%). I rapporti standardizzati di mortalità (SMR) mostrano tra gli uomini valori in crescita, in particolar modo rispetto al riferimento provinciale, con un eccesso a cominciare dal periodo 2006-2011 (22 decessi/anno e 19 attesi; SMR%: 117,2; IC90% 101,1-135,2; riferimento: provincia di Foggia). Anche tra le donne gli SMR% superano i riferimenti provinciali negli ultimi periodi esaminati (nel 2012-2013: 7 decessi/ anno e 4,2 attesi; SMR%: 116,4; IC90% 97,0-260,7; riferimento: provincia di Foggia). CONCLUSIONI: la mortalità a Manfredonia è diminuita in misura minore rispetto a quella osservata nei riferimenti provinciali e regionali. Il vantaggio che si osservava negli anni Sessanta si è, infatti, ridotto nel tempo, fino ad annullarsi negli ultimi anni. Dal 1970, Manfredonia ha progressivamente perso il vantaggio che aveva. Dagli anni Duemila, la mortalità per infarto del miocardio è in eccesso sulla media regionale e provinciale. Da casi documentati in letteratura si osserva che le popolazioni che sperimentano catastrofi di origine naturale o antropica possono fronteggiare un aumento di patologie cardiovascolari. La mortalità per tumore polmonare mostra un eccesso sulla media regionale, in particolare provinciale, a cominciare dal 2000, coerentemente con i tempi di latenza legati all'esposizione ad arsenico negli anni Settanta."}, {"id": "pubmed23n0249_7459", "title": "[Conservative treatment of the painful, stiff shoulder].", "score": 0.009615384615384616, "content": "The painful respectively stiff shoulder form an important part of orthopaedic practice. The treatment of patients with such a disease is at first always conservative except acute rupture of the tendon. Recurrences and those who do not respond to therapy require surgery. This study includes 86 patients treated for the painful shoulder. The were followed up and subjected to statistical analysis to determine the success of treatment by conservative methods. Conservative methods were in 83 shoulders, what amounts to a rate of 93 percent. Our results correspond to those reported in literature."}, {"id": "pubmed23n1029_21329", "title": "Principi di farmacodinamica e farmacocinetica nello switch tra antipsicotici: focus su cariprazina.", "score": 0.009523809523809525, "content": "Cariprazina {RGH-188; trans-N- [4- [2- [4- (2,3-diclorofenil) piperazin-1-il] etil] cicloesil] -N_, N_-dimetilurea cloridrato} è un antipsicotico atipico di nuova generazione, con un originale profilo farmacodinamico e farmacocinetico. Cariprazina ha due metaboliti attivi, uno dei quali ha un'emivita di 1-3 settimane, che è la più lunga di qualsiasi antipsicotico atipico, con emivita effettiva funzionale totale (cariprazina più due metaboliti) di 7 giorni. Il farmaco mostra un'affinità che è circa 10 volte più alta per i recettori D3 che per D2 (rispettivamente pKi 10,07 e 9,31). L'affinità per D3 è superiore all'affinità della stessa dopamina. Cariprazina mostra inoltre un'elevata affinità per i recettori 5-HT2B (pKi 9,24), con antagonismo puro. Cariprazina è un agonista parziale e ha un'affinità significativa, ma inferiore all'affinità per D3, sui recettori 5-HT1A (pKi 8,59). Agendo su D3 e 5-HT1, cariprazina migliora i sintomi negativi, l'anedonia e i deficit cognitivi. L'affinità per i recettori 5-HT2A (pKi 7,73), H1 (pKi 7,63) e 5-HT2C (pKi 6,87) è inferiore, così come minori sono le affinità per i recettori adrenergici, istaminergici e colinergici, recettori che sono spesso responsabili di effetti collaterali. Grazie al profilo di tollerabilità (sicurezza cardiovascolare, bassa probabilità di dare sedazione e iperprolattinemia, basso rischio metabolico), insieme alla sua peculiare efficacia sui sintomi negativi e alla sua lunga emivita, che spesso migliora la scarsa aderenza, cariprazina è un candidato valido per il passaggio da un antipsicotico inefficace (o parzialmente efficace, con particolare riferimento ai sintomi negativi), poco tollerato, o assunto con una scarsa aderenza. Questo articolo esamina le caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche di cariprazina e discute le loro implicazioni in termini di identificazione dei pazienti che possano beneficiare di un passaggio a cariprazina, e della migliore strategia per completare lo switch con successo."}, {"id": "pubmed23n0371_3351", "title": "[The role of arthroscopy in subacromial pathology. Retrospective study of a series of arthroscopic acromioplasties].", "score": 0.009523809523809525, "content": "The authors report the results of a retrospective study of 59 arthroscopic acromioplasties. Objective shoulder assessment was made following the relative Constant score and UCLA rating scale. Subjective satisfaction of the patient was assessed on an analogic scale. The patients were divided into 3 groups, according to the subacromial pathology treated. The first group (27 shoulders in 23 patients) included patients with subacromial impingement without a complete rotator cuff tear. The objective result, between 80 and 90%, was close to results in others series reported. Distinction between patients with no tear or partial tear of the cuff showed better results for patients with partial tears. This surprising finding may be at least partially explained by the fact that these patients were older than those without a cuff tear. The results of this study, and the review of the literature, confirmed the value of subacromial decompression as a treatment for impingement without complete cuff tear resistant to at least 6 months of conservative treatment; comparison between surgical and arthroscopic series showed similar results. The second group (19 shoulders in 19 patients) included patients with impingement and complete cuff tear. The objective results and the literature review led us to specify indications. Subacromial decompression with debridment of the tear has given excellent results in older patients--over 60 for most authors--when the tear was limited. In our study, the function of the shoulder at revision was good when the tear was limited to the supraspinatus and part of the infraspinatus. The third group (13 shoulders in 10 patients) included patients with calcifying tendinitis. Arthroscopic acromioplasty was performed in every case; excision of the calcification was performed in less than half of the cases and did not influence the final result. The calcifications had disappeared at revision in all cases. This may suggest that the treatment of the associated impingement was the most important procedure in these cases."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.009433962264150943, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0043_14698", "title": "[Surgical treatment of rotator cuff rupture. Prognostic factors].", "score": 0.009433962264150943, "content": "A retrospective study of 67 total ruptures of the rotator cuff operated on was carried on, with an average follow-up of 25 months. The lesions were characterised by their size (19 tears of less than 2 cm, 30 between 2 and 4 cm, 18 over 4 cm) and location (27 tears of the supraspinatus, 15 tears of the supraspinatus extending to the front (coraco-humeral, long biceps, subscapular), 20 supra and infra-spinatus, 5 \"massive\" tears). The tendon of the long biceps was pathological in half of the cases. Fourteen patients presented with a subacromial osteoarthritis. All patients benefited from a decompression and repair of the rupture. Whereas the subjective results indicate 92 per cent satisfied patients, from the objective point of view the average score with Constant's rating was 62.5 pts with 53 per cent favorable results. Evaluation of force was a particular subject of attention: the results obtained with three charts were compared; the conclusion was in favour of an objective measurement using a dynamometer but with a weighting according to age and sex. The characteristics of the tear (location especially), the state of the long biceps, the presence of a subacromial osteoarthritis and the pre-operative mobility affected statistically and significantly the final result. The authors reserve reconstructive surgery for tears without osteoarthritis, isolated lesions of the supraspinatus having the best prognosis. The existence of a subacromial osteoarthritis, always a sign of a massive tear, in elderly patients should lead one to choose a procedure a minima under arthroscopy."}, {"id": "pubmed23n0885_1888", "title": "[Assessment of a project for integrated management of care given to patients with type-2 diabetes in the Local Health Authority 21 of Legnago (Veneto Region, Northern Italy) in the period 2010-2012].", "score": 0.009345794392523364, "content": "OBIETTIVI: descrivere, nella ASL 21 di Legnago (VR), l'andamento di alcuni indicatori sanitari tra il 2009, anno precedente all'avvio di un progetto triennale per la gestione integrata dell'assistenza al paziente con diabete mellito di tipo 2, e il 2012, ultimo anno del progetto. DISEGNO: studio longitudinale trasversale ripetuto. SETTING E PARTECIPANTI: tutti i pazienti diabetici di tipo 2 della ASL 21, identificati nei database aziendali (in base a esenzioni per patologia, accessi al servizio diabetologico, consumo di farmaci antidiabetici e strisce per la determinazione della glicemia) e nelle cartelle cliniche dei medici di famiglia. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: numero di test diagnostici e di follow-up erogati, consumo di farmaci, prestazioni specialistiche, accessi al pronto soccorso, ricoveri e mortalità. RISULTATI: nonostante un calo generalizzato (-3,1%) nei test erogati dalla ASL 21 ai suoi assistititi nel periodo 2009-2012, l'analisi ha documentato un marcato aumento per gli esami previsti nella gestione del diabete, quali curve da carico glicemico (+104,3%), emoglobina glicata (+19,0%) e microalbuminuria (+296,1%). I soggetti identificati come diabetici sono aumentati da 8.084 nel 2009 (5,2%) a 9.221 nel 2012 (5,9%). Sono stati osservati aumenti nella prevalenza di pazienti visitati presso un servizio diabetologico (dal 22,6% al 39,0%), nonché negli utilizzatori di metformina (dal 28,0% al 37,5%), insuline (dal 13,5% al 18,3%) e incretine (dall'1,4% al 9,0%). Il consumo di sulfaniluree è, invece, calato (dal 49,9% al 40,8%), come anche l'erogazione di alcune prestazioni specialistiche, gli accessi al pronto soccorso e i ricoveri, mentre il tasso di mortalità è rimasto stabile (29,6 decessi x1.000/anno). CONCLUSIONE: durante il periodo di implementazione del progetto sembra essersi verificato un aumento della sensibilità diagnostica e una maggiore presa in carico del paziente diabetico. Anche se la natura osservazionale dello studio non consente di dimostrare una relazione causa-effetto, i risultati sembrano supportare l'ipotesi che la gestione integrata della patologia migliori l'appropriatezza dell'assistenza."}, {"id": "wiki20220301en217_2834", "title": "Mylène Farmer en tournée", "score": 0.009345794392523364, "content": "Russia only Anatomic act \"D'entre les morts\" (Intro) \"Paradis inanimé\" \"L'Âme-stram-gram\" \"Je m'ennuie\" Red Glitter act Intro + \"Appelle mon numéro\" \"XXL\" \"L'amour n'est rien... \"Pourvu qu'elles soient douces\" Ballads act \"Point de Suture\" \"Rêver\" \"Ainsi soit je...\" \"Interlude: Avant que l'ombre...\" Black vs White act \"Libertine\" \"Sans contrefaçon\" \"Je t'aime mélancolie\" (only performed in Saint Petersburg) \"Fuck Them All\" X-Ray act \"Dégénération\" \"Désenchantée\" \"C'est dans l'air\" Final \"Si j'avais au moins...\""}, {"id": "pubmed23n1059_7363", "title": "Contributi scientifici in memoria di Antonio Fusco.", "score": 0.009259259259259259, "content": "Come si leggerà nell'Introduzione della sezione propriamente scientifica del Volume, il presente testo nasce dalla volontà e, soprattutto, dall'esigenza culturale di omaggiare il fu Prof. Antonio Fusco. Un debito scientifico ed umano che trova il suo locus naturale in questa prima parte del testo stesso, cui farà poi seguito la parte propriamente scientifica. In siffatta parentesi dovuta per le ragioni appena menzionate, il lettore, l'amico o l'allievo dell'opera del Prof. Fusco potranno trovare un suo sintetico Curriculum Vitae, correlato da una specifica ed accurata prosa, svolta dal già Magnifico Rettore Carlo Cipolli; il quale, oltre che evidenziare, ricordando, i meriti del collega oramai scomparso, aggiunge alsuo scritto un elemento che sarebbe imprescindibile a non trasformare lo stesso in una mera sequenza di parole: l'amicizia e l'affetto per un amico che, oramai, non c'è più. A fine lettura, evidente risuonerà il fatto che la vita di ognuno, se mossa dalla passione per ciò per cui si è predisposti cognitivamente e psicologicamente, può essere ricca di riconoscimenti, riconoscenze e soddisfazioni che, lungi dal divenire un cuscino di allori su cui adagiarsi, per una mente creativa come quella del Prof. Fusco hanno funto solo da motivazioni ad agire instancabilmente guardando sempre al futuro. Il lavoro di una vita che, materialmente, è sancito da un supporto poco più di cm 25x15: una targa. Una materialità evidente che, con grande commozione e riconoscenza, è stata affissa il 25 ottobre 2019 sull'aula fronte l'Aula Magna del Campus \"La Folcara\", a testimonianza che quello spirito creativo in continua evoluzione non si ferma; non si arresta neppure con la fine biologica di chi lo ha \"posseduto\". Rimangono le opere ed il pensiero del Prof. Fusco e restano gli affetti. A tal proposito, il lettore troverà una breve e sentita sezione su Testimonianze; coloro i quali hanno avuto modo, nell'arco della vita accademica ed umana, personale, di Fusco di conoscerlo. Ecco, allora, che i ricordi saranno i veri protagonisti di questa parentesi. Dopo di ciò, prima dei contributi prettamente scientifici dei lavori, tenutisi in occasione del Convegno Internazionale Psicologia, Arte, Letteratura. Antiche e Nuove Tendenze, seguiranno i saluti delle autorità che in quei due giorni si sono succedute a rappresentare non solo l'istituzione affiliata, ma anche la relazione di stima e di affetto che le legava al compianto Professore. Si passerà, infine, al volume tradizionalmente inteso."}, {"id": "pubmed23n0756_493", "title": "[Aspects of interest on vitamin D for the traumatologist and orthopaedic surgeon].", "score": 0.009259259259259259, "content": "Vitamin D deficiency or insufficiency is a clinical problem particularly prevalent in elderly patients with low-energy fractures, particularly hip fractures, but has also been associated with stress fractures and high energy fractures. There is much evidence that supports the need to maintain adequate levels of vitamin D in the blood in order to; reduce the number of fragility fractures, furthering the consolidation of these, improve neuromuscular function of patients, prevent falls, prevent surgical infections, or improve the length of arthroplasties. However, it is rare for the orthopaedic surgeon to request the values of vitamin D in these patients and give the appropriate treatment It is recommended to maintain levels higher than 30-40ng/ml (75-100nmol/l) and increase vitamin D intake, in almost all cases, from 800 to 1,000IU/day to achieve these levels."}, {"id": "pubmed23n0885_1890", "title": "[Mortality from respiratory diseases in the provinces of Apulia Region (Southern Italy) from 1933 to 2010].", "score": 0.009174311926605505, "content": "OBIETTIVI: valutare l'andamento temporale della mortalità per patologie respiratorie nelle province pugliesi utilizzando dati omogenei per fonte e metodologia di calcolo. DISEGNO: analisi ecologica storica degli andamenti temporali di mortalità per tumori e patologie dell'apparato respiratorio nelle province pugliesi, in Puglia e nelle ripartizioni geografiche italiane dal 1933 al 2010. SETTING E PARTECIPANTI: i dati di mortalità e le popolazioni residenti sono di fonte Istat. Sono state esaminate tutte le cause di decesso, il tumore della laringe, il tumore del polmone, l'insieme dei tumori respiratori, la bronchite, la polmonite e la broncopolmonite considerate congiuntamente, e l'insieme delle patologie respiratorie. Le analisi sono disaggregate per sesso dal 1969. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: rapporti standardizzati di mortalità (SMR%) in riferimento all'Italia, con intervalli di confidenza al 95%, e tassi di mortalità standardizzati col metodo diretto (TSD ) in riferimento alla popolazione standard europea. RISULTATI: dal 1933 al 2010, i TSD per tumori respiratori e per bronchiti diminuiscono in tutte le aree analizzate. Tuttavia, nelle province di Taranto, Brindisi e Lecce, l'SMR% per tumori respiratori, inferiore al riferimento nazionale fino agli anni Sessanta, si allinea (a Brindisi) e supera (a Lecce e Taranto) il riferimento negli anni successivi. Nelle province di Foggia e Bari il numero dei decessi per tumore del polmone è costantemente inferiore all'atteso. CONCLUSIONI: la ricostruzione storica e l'analisi dei trend temporali di mortalità dal 1933 al 2010 mostrano alcune criticità sanitarie in periodi specifici. L'elaborazione dei dati di mortalità per un arco temporale di circa 80 anni ha messo in evidenza la maggiore rilevanza di queste criticità con l'avvio dello sviluppo industriale."}, {"id": "pubmed23n0787_23345", "title": "[Weightings and sequences in magnetic resonance imaging in orthopedic surgery].", "score": 0.009174311926605505, "content": "Magnetic resonance imaging (MRI) plays a very important role in the diagnosis of musculoskeletal conditions; its importance in orthopedic trauma continues to grow. To ensure optimal imaging and to be able to answer all clinically relevant questions, some prerequisites must be taken into account. Of uttermost importance is a functioning communication between surgeons and radiologists. To adapt the best sequences, the radiologist needs to know all suspected injuries and the mechanism of trauma. Second, the surgeon must have basic knowledge regarding this technology to optimally use all its possibilities. The aim of this article is to familiarize the reader with basic MRI in traumatology focusing on weightings and sequences."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.00909090909090909, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0715_22461", "title": "[Arthroscopically assisted reduction of acute acromioclavicular joint separations: comparison of clinical and radiological results of single versus double TightRope™ technique].", "score": 0.00909090909090909, "content": "The aim of this study was to compare the results of the single (STR) versus double TightRope™ (DTR) technique for stabilisation of acute separations of the AC joint with the hypothesis that DTR achieves lower CC distance. A total of 29 consecutive patients treated operatively with the TR technique (mean age 38.1 years, n=26 male) were analysed in a cohort study with a mean follow-up of 13.3 months (12.0-21.7). Acute AC joint separations types III and V according to Rockwood (R) were included; R types I, II, IV and VI were excluded. The prospective scores determined pre-op and 3, 6 and 12 months post-op and X-rays were evaluated. Of the patients 12 suffered an R type III and 17 an R V separation; 14 were treated with STR and 15 with DTR. With STR, 8 R III and 6 R V injuries and with DTR 4 R III and 11 R V injuries were treated arthroscopically. STR achieved an increased CC distance >125% compared to the contralateral AC joint in five cases (36%). Two of them occurred as R V and three as R III injury. DTR achieved a CC distance >125% in two cases of an R V injury (13%). The DTR technique provides lower CC distance compared to the STR technique, without a significant difference of CC distance and scores."}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.009009009009009009, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n0577_7316", "title": "[Operating treatment results of acromioclavicular (joint) abarticulations in materials of the Traumatic and Orthopedic Surgery unit and Rehabilitation Unit in Dabrowa Tarnowska].", "score": 0.009009009009009009, "content": "The work presents results of operative treatment of acromioclavicular (joint) abarticulations using two different materials during syndesmoplasty of the coracoclavicular ligament, the steel loop of wire and the coal fibre (fabrics). Examining the patients, all the advantages and disadvantages of the treatment have been pointed out. In the reconstruction of coracoclavicular ligament, better results were obtained when using the steel loop."}, {"id": "pubmed23n0932_1180", "title": "[La combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) nel trattamento del carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia: le notizie sulla mia morte sono state esagerate?]", "score": 0.008928571428571428, "content": "Riassunto. L'analisi è stata condotta al fine di valutare l'effetto sia sulla sopravvivenza globale (OS) sia sulla sopravvivenza libera da progressione di malattia (PFS) della chemioterapia di combinazione in prima linea per il carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia. La presente analisi è limitata agli studi randomizzati controllati (RCT) di fase III. Successivamente è stata applicata la European Society for Medical Oncology Magnitude of Clinical Benefit Scale (ESMO-MCBS) agli RCT di fase III analizzati per ricavare uno score relativo all'entità del beneficio clinico ottenuto per ciascun RCT. Sono state calcolate inoltre le differenze in termini di PFS tra i diversi bracci di trattamento rapportandole con i costi dei farmaci necessari per ottenere il beneficio di PFS. La nostra analisi ha valutato 11 RCT di fase III, per un totale di 4572 pazienti. Combinando i costi della terapia con la misura dell'efficacia espressa dalla PFS, è stato ottenuto un costo di 74,12 euro (€) per mese di vita guadagnato in termini di PFS con la combinazione di 5-fluorouracil, leucovorin, irinotecan e oxaliplatino (FOLFIRINOX), 90,14 € per la combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) e 4708,7 € per la combinazione di nab-paclitaxel e gemcitabina. Da questo punto di vista riteniamo che l'utilizzo delle \"vecche chemioterapie di combinazione\" (per es., GEMOX) non dovrebbe essere completamente abbandonato, ma valutato sul singolo paziente, sulla base di diversi fattori (età, ECOG PS, comorbilità, carico di malattia), al fine di ottenere una reale \"tailored therapy\"."}, {"id": "pubmed23n0375_6517", "title": "[Value of exact focusing of extracorporeal shock waves (ESWT) in therapy of tendinitis calcarea. A prospective randomized study].", "score": 0.008928571428571428, "content": "A controlled randomized study was designed to analyse the effect of extracorporeal shockwave therapy (ESWT) focussed on either the calcified region or the insertion of the supraspinatus tendon. The study included 50 patients who were treated with a Storz Minilith SI-1 prototype shockwave generator. In the treated group, 4000 impulses (ED+ 0.78 ml/mm2) were applied, under local anaesthesia to the insertion of the supraspinatus in 2 treatment sessions. Control patients received ESWT focussed on the calcified region. Follow-up examinations were carried out 12 weeks after treatment by an independent observer. We found functional improvement and pain reduction in both groups. Statistical analyses showed significant superiority of ESWT focussed on the calcified region for the parameters constant-score (primary endpoint, p < 0.001) and pain intensity (p = 0.001). For the treatment of calcific tendinitis affecting the supraspinatus, we recommend accurate fluoroscopy-controlled focussing of ESWT on the calcification. Focussing on the calcification rather than on the insertion of the supraspinatus tendon is significantly more effective. On the basis of our results, ESWT requires the use of suitable shockwave generators that permit accurate focussing."}, {"id": "pubmed23n0966_6421", "title": "Frazione polifenolica del bergamotto per il trattamento della sindrome metabolica nella schizofrenia: uno studio pilota.", "score": 0.008849557522123894, "content": "Introduzione. La frazione polifenolica del bergamotto (BPF) ha dimostrato di possedere buona efficacia nel trattamento dei pazienti affetti da sindrome metabolica (SM) e pertanto potrebbe rappresentare una strategia promettente nel trattamento degli effetti collaterali indotti da antipsicotici di seconda generazione (SGA) in soggetti schizofrenici in trattamento con tali farmaci. Materiali e metodi. A 15 pazienti schizofrenici in trattamento stabilizzato con SGA e 15 soggetti di controllo non affetti da patologie psichiatriche, che presentavano valori ematici di colesterolo totale compresi tra 200 e 239 mg/dl, è stato somministrato un integratore contenente BPF (1000 mg) per un periodo di 60 giorni. A tutti i soggetti all'inizio e alla fine del trattamento sono state eseguite la misurazione dell'indice di massa corporea (BMI) e una serie di esami ematochimici per la valutazione degli aspetti metabolici (colesterolo totale, LDL, HDL, trigliceridi, glicemia). Risultati. In entrambi i gruppi si è evidenziata una riduzione significativa del BMI (BMI T0 vs Tfinale (media±DS)= schizofrenici: 34,5±5,7 vs 33,9±5,4, p=,041; controlli: 28,1±4,5 vs 27,3±4,1, p=,016 - BMIcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= -0,59±0.7 vs -0,72±0,8, p=,378); colesterolo totale e LDL risultano invece essere diminuiti esclusivamente nel gruppo di controllo (colesterolo totalecambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 8,2±31,5 vs -35,1±31,1, p=,003; LDLcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 14,1±29,4 vs -9±38,9, p=,014). Discussione. La differenza di efficacia dei BPF sulla dislipidemia tra i soggetti schizofrenici e il gruppo di controllo potrebbe essere spiegata dai diversi meccanismi patogenetici che sono alla base delle alterazioni metaboliche nei soggetti in trattamento con SGA e nei pazienti che non assumono questa classe di farmaci. Conclusioni. Ulteriori studi si rendono necessari al fine di valutare in questa categoria di soggetti i possibili effetti sulla dislipidemia di dosi maggiori di BPF."}, {"id": "pubmed23n1088_5332", "title": "[Quality in shoulder surgery: is return to play all that matters?]", "score": 0.008849557522123894, "content": "Pathologies of the shoulder joint present a significant burden on not only the affected individual but also the healthcare system as a whole. This article serves to delineate the outcomes that patients expect from undergoing shoulder surgery and the results that occur following shoulder surgery."}, {"id": "pubmed23n1049_20419", "title": "[New European guidelines for the management of dyslipidaemias: their aggressiveness is not legitimated by current evidence].", "score": 0.008771929824561403, "content": "Le linee guida 2019 delle Società europee di cardiologia e dell'aterosclerosi sulla gestione delle dislipidemie hanno aumentato l'aggressività diagnostico-terapeutica e non distinguono prevenzione primaria e secondaria, con parziale eccezione per gli ultra75enni. Raccomandano nuovi target di cLDL: per pazienti a rischio molto alto si raccomanda una riduzione a <55 mg/dl e >=50% rispetto al basale; per pazienti a rischio alto una riduzione a <70 mg/dl e >=50% del basale; per pazienti a rischio moderato una riduzione a <100 mg/dl; per pazienti a rischio basso una riduzione a <116 mg/dl. In base alle carte SCORE e ai dati di mortalità cardiovascolare in Italia, quasi tutti i maschi dai 70 anni e le donne dai 70-75 anni risulterebbero ad alto rischio per solo effetto dell'età. Anche quasi tutti i 60enni sarebbero a rischio moderato, con target di cLDL <100, e spesso necessità di aggiungere costosi ipolipemizzanti per chi già assume statine. Le prove supportano ben poco tale aggressività. Infatti, anche negli studi randomizzati controllati (RCT) i benefici su esiti cardiovascolari non fatali subiscono esagerazioni sistematiche, quello meno distorto e di maggior interesse per gli assistiti è la mortalità totale. Questa, con terapie ipocolesterolemizzanti più intensive, non si è ridotta nelle metanalisi di RCT con pazienti con cLDL tra 80 e <100 mg/dl al basale; con inibitori di PCSK9, pazienti con questi valori mostrano persino tendenza all'aumento della mortalità totale. Dunque, abbassare il cLDL a <80 mg/dl può non giovare neppure ad anziani coronaropatici. A oggi, ciò vale ancora di più per anziani nella popolazione generale, in cui una revisione sistematica di studi di coorte ha mostrato relazioni nulle o più spesso inverse tra cLDL e mortalità. Le nuove linee guida europee forzano le prove disponibili, trascurano il principio di precauzione e non possono esser base per un equo consenso informato."}, {"id": "pubmed23n0062_7627", "title": "[Surgical treatment of acromioclavicular joint injury].", "score": 0.008771929824561403, "content": "The acromioclavicular joint plate according to Rahmanzadeh allows the safe retention of the reset acromioclavicular joint in stage Tossy III and in exceptional cases also in stage Tossy II traumata when simultaneous early functional post-treatment is done from the first postoperative day on. The clinical results obtained after follow-up examinations of 53 of the 83 patients treated in this way were mostly good or very good. Perfect radiological results were obtained in 50% of these patients; 40% showed a slight subluxation and 10% a marked but pain-free subluxation."}, {"id": "pubmed23n0999_17562", "title": "Emozioni, comportamenti e relazioni: uno studio caso-controllo sul self-cutting in adolescenza.", "score": 0.008695652173913044, "content": "Scopo. Lo scopo del presente studio caso-controllo è di approfondire i correlati psicopatologici e alcuni tratti psicologici come alessitimia e impulsività inerenti al self-cutting. È stato anche approfondito il tema dell'ideazione suicidaria nei soggetti con tale forma di autolesionismo. Metodi. Lo studio caso-controllo ha coinvolto 55 pazienti con self-cutting non suicidario, di età compresa tra i 12 e i 18 anni, e un gruppo di controllo composto da 277 adolescenti di età compresa tra i 13 e i 19 anni. La batteria testale utilizzata è stata composta da YSR 11-18 anni, CBCL 6-18 anni, SCL-90-R, TAS-20, CDI e BIS-11. Risultati. Dalle analisi effettuate sono emerse differenze statisticamente significative tra casi e controlli in relazione alla maggioranza delle scale psicopatologiche considerate. È risultata una differenza significativa tra i due gruppi anche in merito all'ideazione suicidaria. Infine, tra i self-cutter si sono evidenziate differenze significative di alcune variabili psico-relazionali (alessitimia e competenze sociale) in relazione alla frequenza di attuazione dell'atto autolesivo. Conclusioni. Il self-cutting correla con un'ampia varietà di quadri psichiatrici, senza presentare legami specifici con una particolare categoria psicopatologica. Gli elementi di alessitimia, impulsività e difficoltà relazionali degli adolescenti self-cutter dicono di come la programmazione di interventi di prevenzione primaria e secondaria dovrebbero mirare alla psico-educazione all'affettività, all'autocontrollo e ai social skill. Nello specifico, i nostri dati suggeriscono che la focalizzazione dell'intervento, in termini di lavoro sull'emotività piuttosto che sulla socializzazione, dovrebbe tener conto della frequenza degli agiti. Nella gestione clinica di questi pazienti non va esclusa a priori la possibilità di passaggio all'atto suicidario, con relative attenzioni anamnestico-cliniche da avere sia al momento della valutazione diagnostica sia lungo il follow-up della presa in carico."}, {"id": "pubmed23n0242_9468", "title": "[Contribution to surgical treatment of tendinosis calcarea of the shoulder (author's transl)].", "score": 0.008695652173913044, "content": "The article is based on the results obtained in 13 patients who were operated within a period of 25 months in 14 joints for calcareous tendinosis of the rotator cuff. The article concentrates on the technique of the minor and largely safe surgical procedure and describes the operative results obtained. Surgery should be performed in all cases where conservative treatment continued for 6 months has remained unsuccessful, the complaints in question being definitely attributable to the calcareous focus."}, {"id": "wiki20220301en578_790", "title": "Hiraab Imamate", "score": 0.008685985605004333, "content": "Si assicura, che finalmente uno della tribù degli Abgal, chiamato Omar Egalle, proponesse la pace, offrendosi di accomodare l'affare per l'elezione dell'Imam. E molto si affacendò infatti per quetare i tumultuosi partiti, non riuscendo a sedarli in parte se non con la definitiva divisizione del territorio: assegnando il tratto della costa da Ras Elhur sino a Merka sotto la protezione dei figli di Ali Mohamed, ed a principiare da Uarsciek per l'interno, sotto la protezione dei figli di Mahmud Mohamed. Questi venivano così ad occupare un territorio parallelo ai primi, ma più nell'interno."}]}}}} {"correct_option": 3, "explanations": {"1": {"exist": true, "char_ranges": [[0, 274]], "word_ranges": [[0, 39]], "text": "L'anamnesi di contatto con l'acqua dolce in un'area endemica fa pensare alla leptospirosi, e nel quadro clinico troviamo anche ittero e iniezione congiuntivale, che fanno pensare anch'essi alla leptospirosi e non sono così caratteristicamente legati agli altri tre patogeni."}, "2": {"exist": true, "char_ranges": [[0, 274]], "word_ranges": [[0, 39]], "text": "L'anamnesi di contatto con l'acqua dolce in un'area endemica fa pensare alla leptospirosi, e nel quadro clinico troviamo anche ittero e iniezione congiuntivale, che fanno pensare anch'essi alla leptospirosi e non sono così caratteristicamente legati agli altri tre patogeni."}, "3": {"exist": true, "char_ranges": [[0, 274]], "word_ranges": [[0, 39]], "text": "L'anamnesi di contatto con l'acqua dolce in un'area endemica fa pensare alla leptospirosi, e nel quadro clinico troviamo anche ittero e iniezione congiuntivale, che fanno pensare anch'essi alla leptospirosi e non sono così caratteristicamente legati agli altri tre patogeni."}, "4": {"exist": true, "char_ranges": [[0, 274]], "word_ranges": [[0, 39]], "text": "L'anamnesi di contatto con l'acqua dolce in un'area endemica fa pensare alla leptospirosi, e nel quadro clinico troviamo anche ittero e iniezione congiuntivale, che fanno pensare anch'essi alla leptospirosi e non sono così caratteristicamente legati agli altri tre patogeni."}, "5": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}}, "full_answer": "L'anamnesi di contatto con l'acqua dolce in un'area endemica fa pensare alla leptospirosi, e nel quadro clinico troviamo anche ittero e iniezione congiuntivale, che fanno pensare anch'essi alla leptospirosi e non sono così caratteristicamente legati agli altri tre patogeni.", "full_answer_no_ref": "L'anamnesi di contatto con l'acqua dolce in un'area endemica fa pensare alla leptospirosi, e nel quadro clinico troviamo anche ittero e iniezione congiuntivale, che fanno pensare anch'essi alla leptospirosi e non sono così caratteristicamente legati agli altri tre patogeni.", "full_question": "Un uomo di 25 anni, senza precedenti, si presenta al pronto soccorso con febbre, cefalea, mialgia, nausea, vomito, dolore addominale, ittero e iniezione congiuntivale, 2 settimane dopo essersi recato in Thailandia per partecipare a una regata di acqua dolce. Qual è la diagnosi più probabile?", "id": 298, "lang": "it", "options": {"1": "Malaria.", "2": "Schistosomiasi.", "3": "Leptospirosi.", "4": "Rabia.", "5": null}, "question_id_specific": 103, "type": "MALATTIE INFETTIVE", "year": 2016, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.009900990099009901, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0585_7886", "title": "[Human leptospirosis in Slavonski Brod, 1995-2005].", "score": 0.009900990099009901, "content": "Leptospirosis is a worlwide spread zoonosis. During the 1995-2005 period, 54 patients with leptospirosis were recorded at the Institute of Public Health, Brod-Posavina County, yielding an incidence rate of 1.6-8.8 per 100,000 per year. One (1.85 %) patient died. There were 41 (76%) males. The age of leptospirosis patients ranged from 15 to 77 (mean 44) years. Forty-three (79.6 %) patients were from rural areas, and 17%. were farmers. The most frequent serotypes were: australis (20%), pomona (15%), saxkoebing (10%) and grippotyphosa (7%). Thirty-six (68.5%) leptospirosis cases were notified between July and October. A significant correlation (r = 0.77; P < 0.01; r2 = 59.3%) was found betwen the number of leptospirosis cases and average rainfall recorded one month prior to the diagnosis."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.00980392156862745, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0254_12741", "title": "[Health personnel and population practices in the diagnosis of malaria and use of antimalarial drugs in Dakar].", "score": 0.00980392156862745, "content": "The practices of health care workers and the population with regard to diagnosis of malaria and use of antimalarial drugs were studied in the city of Dakar from September 1991 to March 1992. Study included 847 heads of family, 191 treatment prescribers including 77 physicians, 53 nurses and 61 midwives, and 60 pharmacists. Three separate questionnaires were used: one for the population, one for physicians and paramedical staff, and one for pharmacists. The data collected showed that the 4 main symptoms used by both health care workers and the general population for diagnosis of malaria were fever, chills, vomiting, and headache. Treatment was administered upon suspicion of infection by 72% of treatment prescribers. Chloroquine was the drug most widely used by prescribers and for self-treatment of malaria. Prophylactic drug treatment was practised by all groups studied except treatment prescribers but was unappropriate for the target groups. Chloroquine is the drug most widely used to protect against the disease. Pharmacists have adequate supplies but distribution is poor. Despite promising results in the fight against malaria, further effort is needed to train health care workers and provide information to the population."}, {"id": "pubmed23n1059_7363", "title": "Contributi scientifici in memoria di Antonio Fusco.", "score": 0.009708737864077669, "content": "Come si leggerà nell'Introduzione della sezione propriamente scientifica del Volume, il presente testo nasce dalla volontà e, soprattutto, dall'esigenza culturale di omaggiare il fu Prof. Antonio Fusco. Un debito scientifico ed umano che trova il suo locus naturale in questa prima parte del testo stesso, cui farà poi seguito la parte propriamente scientifica. In siffatta parentesi dovuta per le ragioni appena menzionate, il lettore, l'amico o l'allievo dell'opera del Prof. Fusco potranno trovare un suo sintetico Curriculum Vitae, correlato da una specifica ed accurata prosa, svolta dal già Magnifico Rettore Carlo Cipolli; il quale, oltre che evidenziare, ricordando, i meriti del collega oramai scomparso, aggiunge alsuo scritto un elemento che sarebbe imprescindibile a non trasformare lo stesso in una mera sequenza di parole: l'amicizia e l'affetto per un amico che, oramai, non c'è più. A fine lettura, evidente risuonerà il fatto che la vita di ognuno, se mossa dalla passione per ciò per cui si è predisposti cognitivamente e psicologicamente, può essere ricca di riconoscimenti, riconoscenze e soddisfazioni che, lungi dal divenire un cuscino di allori su cui adagiarsi, per una mente creativa come quella del Prof. Fusco hanno funto solo da motivazioni ad agire instancabilmente guardando sempre al futuro. Il lavoro di una vita che, materialmente, è sancito da un supporto poco più di cm 25x15: una targa. Una materialità evidente che, con grande commozione e riconoscenza, è stata affissa il 25 ottobre 2019 sull'aula fronte l'Aula Magna del Campus \"La Folcara\", a testimonianza che quello spirito creativo in continua evoluzione non si ferma; non si arresta neppure con la fine biologica di chi lo ha \"posseduto\". Rimangono le opere ed il pensiero del Prof. Fusco e restano gli affetti. A tal proposito, il lettore troverà una breve e sentita sezione su Testimonianze; coloro i quali hanno avuto modo, nell'arco della vita accademica ed umana, personale, di Fusco di conoscerlo. Ecco, allora, che i ricordi saranno i veri protagonisti di questa parentesi. Dopo di ciò, prima dei contributi prettamente scientifici dei lavori, tenutisi in occasione del Convegno Internazionale Psicologia, Arte, Letteratura. Antiche e Nuove Tendenze, seguiranno i saluti delle autorità che in quei due giorni si sono succedute a rappresentare non solo l'istituzione affiliata, ma anche la relazione di stima e di affetto che le legava al compianto Professore. Si passerà, infine, al volume tradizionalmente inteso."}, {"id": "pubmed23n0064_194", "title": "[Seroepidemiological study of urogenital schistosomiasis in Algeria: the focus of Khemis el Kechna].", "score": 0.009708737864077669, "content": "Two foci of schistosomiasis are known to be active in Algeria, first in the north of the country, at wadi El Hamiz in relation with the dam of El Hamiz river in the commune of Khemis el Kechna; and the other in the south, in the Tassili N'Ajjer region (Djanet, Ihérir, Tamadjert). In relation with a preparatory phase of a control programme of the disease a sero-epidemiological study was performed in the focus of Khemis el Kechna in 1987-1988; 1,876 parasitological samples and 1,760 serological samples were collected. The parasitological prevalence was 4.90%, the serological prevalence was 15.6% with a wider distribution by age."}, {"id": "pubmed23n0885_1888", "title": "[Assessment of a project for integrated management of care given to patients with type-2 diabetes in the Local Health Authority 21 of Legnago (Veneto Region, Northern Italy) in the period 2010-2012].", "score": 0.009615384615384616, "content": "OBIETTIVI: descrivere, nella ASL 21 di Legnago (VR), l'andamento di alcuni indicatori sanitari tra il 2009, anno precedente all'avvio di un progetto triennale per la gestione integrata dell'assistenza al paziente con diabete mellito di tipo 2, e il 2012, ultimo anno del progetto. DISEGNO: studio longitudinale trasversale ripetuto. SETTING E PARTECIPANTI: tutti i pazienti diabetici di tipo 2 della ASL 21, identificati nei database aziendali (in base a esenzioni per patologia, accessi al servizio diabetologico, consumo di farmaci antidiabetici e strisce per la determinazione della glicemia) e nelle cartelle cliniche dei medici di famiglia. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: numero di test diagnostici e di follow-up erogati, consumo di farmaci, prestazioni specialistiche, accessi al pronto soccorso, ricoveri e mortalità. RISULTATI: nonostante un calo generalizzato (-3,1%) nei test erogati dalla ASL 21 ai suoi assistititi nel periodo 2009-2012, l'analisi ha documentato un marcato aumento per gli esami previsti nella gestione del diabete, quali curve da carico glicemico (+104,3%), emoglobina glicata (+19,0%) e microalbuminuria (+296,1%). I soggetti identificati come diabetici sono aumentati da 8.084 nel 2009 (5,2%) a 9.221 nel 2012 (5,9%). Sono stati osservati aumenti nella prevalenza di pazienti visitati presso un servizio diabetologico (dal 22,6% al 39,0%), nonché negli utilizzatori di metformina (dal 28,0% al 37,5%), insuline (dal 13,5% al 18,3%) e incretine (dall'1,4% al 9,0%). Il consumo di sulfaniluree è, invece, calato (dal 49,9% al 40,8%), come anche l'erogazione di alcune prestazioni specialistiche, gli accessi al pronto soccorso e i ricoveri, mentre il tasso di mortalità è rimasto stabile (29,6 decessi x1.000/anno). CONCLUSIONE: durante il periodo di implementazione del progetto sembra essersi verificato un aumento della sensibilità diagnostica e una maggiore presa in carico del paziente diabetico. Anche se la natura osservazionale dello studio non consente di dimostrare una relazione causa-effetto, i risultati sembrano supportare l'ipotesi che la gestione integrata della patologia migliori l'appropriatezza dell'assistenza."}, {"id": "pubmed23n0393_5053", "title": "[Leptospirosis in children of Libreville: difficult diagnosis, apropos of 1 case].", "score": 0.009615384615384616, "content": "Leptospirosis is a widespread zoonosis, which is diagnosed less frequently in children than might be expected from the level of exposure to hazards, especially in tropical areas. A 15 1/2-year-old Gabonese boy was admitted following five days of fever, headache, myalgia, abdominal pain, diarrhea, intestinal bleeding, jaundice and conjunctival suffusion. Laboratory data showed abnormal liver and renal function tests, and diagnosis of Plasmodium falciparum malaria was confirmed by thin blood smear. The patient did not clinically improve despite antimalarial treatment and then leptospirosis was suspected. Serologic tests were performed and leptospirosis was later confirmed. Antibiotic treatment (cefuroxim) was given. The outcome was good, liver and renal tests returned to normal in a few days. In tropical area, leptospirosis should be considered in children who are diagnosed with either an unexplained fever, a pseudo-influenza syndrome, or jaundice with hepatorenal involvement and gastrointestinal bleeding."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.009523809523809525, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "wiki20220301en215_9046", "title": "History of malaria", "score": 0.009523809523809525, "content": "Avuto i Fiorentini questo fortissimo castello e fornitolo di buone guardie, consigliavano fra loro medesimi fosse da fare. Erano alcuni a' quali pareva sommamente utile e necessario a ridurre lo esercito, e massimamente essendo affaticato per la infermità e per la mala ariae per lungo e difficile campeggiare nel tempo dell'autunno e in luoghi infermi, e vedendo ancora ch'egli era diminuito assai per la licenza conceduta a molti pel capitano di potersi partire: perocchè, nel tempo che eglino erano stati lungamente a quello assedio, molti, o per disagio del campo o per paura d'infermità, avevano domandato e ottenuto licenza da lui (Acciajuoli 1476)."}, {"id": "pubmed23n0999_17549", "title": "[Bevacizumab e altri farmaci. Attività e sicurezza degli agenti anti-VEGF nel carcinoma ovarico.]", "score": 0.009433962264150943, "content": "Riassunto. L'angiogenesi svolge un ruolo importante sia nei tessuti epiteliali normali sia in quelli maligni. Negli ultimi anni questo fenomeno è stato ampiamente studiato in oncologia sperimentale e clinica perché ci sono evidenze che sia coinvolto nella diffusione e nella diffusione metastatica del carcinoma ovarico. Il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (vascular endothelial growth factor - VEGF) è l'attore principale nel meccanismo di angiogenesi e svolge un ruolo strategico nella proliferazione e migrazione delle cellule neoplastiche, con un impatto significativo sulla sopravvivenza e sull'outcome clinico. Secondo quanto emerge da molti studi sperimentali e clinici, le nostre conoscenze sulla biologia dell'angiogenesi e del VEGF sono aumentate portando allo sviluppo farmacologico di specifici agenti in grado di targeting VEGF. Questo nuovo campo di indagine offre agli scienziati l'opportunità di testare nuove possibilità terapeutiche nei pazienti con carcinoma ovarico con nuovi agenti mirati. Il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF umanizzato, è stato il primo farmaco anti-VEGF scoperto ed è usato oggi per il trattamento di diversi tumori solidi. Negli ultimi anni questo agente è stato ampiamente testato nei pazienti con carcinoma ovarico, mostrando un'attività clinica interessante e un profilo di tossicità tollerabile sia nelle pazienti giovani sia in quelle anziane. Il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel e successivamente utilizzato come agente singolo, è indicato per il trattamento del carcinoma epiteliale dell'ovaio di stadio III o IV, tuba di Falloppio o carcinoma peritoneale primario dopo iniziale resezione chirurgica. Il bevacizumab è anche usato per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico epiteliale ricorrente e resistente al platino, delle tube di Falloppio o dal tumore peritoneale primario che hanno ricevuto non più di 2 regimi precedenti di chemioterapia. Inoltre, il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel o con carboplatino e gemcitabina (e usato come agente singolo), è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma epiteliale dell'ovario sensibile al platino, tuba di Falloppio o tumore peritoneale primario. Le linee guida più accreditate suggeriscono quando bevacizumab deve essere usato nel trattamento del carcinoma ovarico avanzato e ricorrente. Altri agenti anti-VEGF, come gli inibitori della tirosin-chinasi del recettore VEGF (VEGFR), sono stati ampiamente testati nel carcinoma ovarico e molti altri sono in corso di studi al fine di testare la loro attività e sicurezza rispetto a bevacizumab. Gli agenti anti-VEGF e gli inibitori di PARP svolgono oggi un ruolo strategico nel trattamento del cancro ovarico con agenti mirati in associazione con la chemioterapia e la chirurgia in un'ottica multidisciplinare e personalizzata."}, {"id": "pubmed23n0207_8078", "title": "[Leptospira population ecology. II. An attempt to assess the number in the soil and the epizootic potential of infected spots].", "score": 0.009433962264150943, "content": "Leptospires released with a carrier's urine were found to inhabit the upper layer of the soil 1 cm deep at a radius of 1-2 cm from the place of their penetration into the soil. A sharp drop in the number of leptospires in the \"infected spot\" was shown to occur; in 6-12 hours their concentration became no different from that in the intact soil. Most of such spots retained their infective capacity for 6 hours (up to 2 days), though the presence of leptospires at low concentration was registered for 10 days (the term of observation). The infective capacity was probably maintained by the regular addition of leptospires with carriers' urine."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009345794392523364, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0136_7898", "title": "[Teaching at the Institute of Tropical Medicine of the Army Health Service (Le Pharo)].", "score": 0.009345794392523364, "content": "Specialized education and training in tropical medicine given at I.M.T.S.S.A. aimes at bringing up the medical officers, attached to the Institute for instruction, to the highest possible level of competency to fulfil their duties in tropical zones in general and in particular in their first assignment, sometimes even in rural areas. Therefore, the objectives imparted to the different matters must correspond to the different tasks the newly seconded or posted medical officers will have to perform in tropical zones. In addition, pedagogical evaluation of these objectives and of the guided training, as well as evaluation of the knowledge acquired, are carried out several times during the course of the studies, in order to adapt these three parameters to the means and possibilities available in tropical zones."}, {"id": "pubmed23n1029_21329", "title": "Principi di farmacodinamica e farmacocinetica nello switch tra antipsicotici: focus su cariprazina.", "score": 0.009259259259259259, "content": "Cariprazina {RGH-188; trans-N- [4- [2- [4- (2,3-diclorofenil) piperazin-1-il] etil] cicloesil] -N_, N_-dimetilurea cloridrato} è un antipsicotico atipico di nuova generazione, con un originale profilo farmacodinamico e farmacocinetico. Cariprazina ha due metaboliti attivi, uno dei quali ha un'emivita di 1-3 settimane, che è la più lunga di qualsiasi antipsicotico atipico, con emivita effettiva funzionale totale (cariprazina più due metaboliti) di 7 giorni. Il farmaco mostra un'affinità che è circa 10 volte più alta per i recettori D3 che per D2 (rispettivamente pKi 10,07 e 9,31). L'affinità per D3 è superiore all'affinità della stessa dopamina. Cariprazina mostra inoltre un'elevata affinità per i recettori 5-HT2B (pKi 9,24), con antagonismo puro. Cariprazina è un agonista parziale e ha un'affinità significativa, ma inferiore all'affinità per D3, sui recettori 5-HT1A (pKi 8,59). Agendo su D3 e 5-HT1, cariprazina migliora i sintomi negativi, l'anedonia e i deficit cognitivi. L'affinità per i recettori 5-HT2A (pKi 7,73), H1 (pKi 7,63) e 5-HT2C (pKi 6,87) è inferiore, così come minori sono le affinità per i recettori adrenergici, istaminergici e colinergici, recettori che sono spesso responsabili di effetti collaterali. Grazie al profilo di tollerabilità (sicurezza cardiovascolare, bassa probabilità di dare sedazione e iperprolattinemia, basso rischio metabolico), insieme alla sua peculiare efficacia sui sintomi negativi e alla sua lunga emivita, che spesso migliora la scarsa aderenza, cariprazina è un candidato valido per il passaggio da un antipsicotico inefficace (o parzialmente efficace, con particolare riferimento ai sintomi negativi), poco tollerato, o assunto con una scarsa aderenza. Questo articolo esamina le caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche di cariprazina e discute le loro implicazioni in termini di identificazione dei pazienti che possano beneficiare di un passaggio a cariprazina, e della migliore strategia per completare lo switch con successo."}, {"id": "pubmed23n0703_22007", "title": "[Prevalence and parasite load of urinary schistosomiasis in schoolchildren in the Wilaya of Gorgol in Mauritania].", "score": 0.009259259259259259, "content": "The purpose of this article is to describe the findings of a study carried out in a cohort of 610 schoolchildren aged 6-15 years to determine the prevalence of urinary schistosomiasis in Wilaya of Gorgol. The schistosomiasis prevalence rate was high ranging from 1.3 to 30.1% depending on location and from 7.9 to 13.7% according to age. Parasite loads up to 14 eggs/10 mL were measured. Children living in the wet zone were significantly more infected than those living in the intermediate and dry zones (p = 0.005). However, no significant difference in prevalence was found according to age (p = 0.258). Infection rate and parasite burden were correlated with exposure in terms of frequency of contact with permanent water sources. Schoolchildren in frequent contact with breeding grounds were more vulnerable to urinary schistosomiasis. Areas along the riverbank were more affected than areas located away from the river or permanent water sources."}, {"id": "pubmed23n1049_20419", "title": "[New European guidelines for the management of dyslipidaemias: their aggressiveness is not legitimated by current evidence].", "score": 0.009174311926605505, "content": "Le linee guida 2019 delle Società europee di cardiologia e dell'aterosclerosi sulla gestione delle dislipidemie hanno aumentato l'aggressività diagnostico-terapeutica e non distinguono prevenzione primaria e secondaria, con parziale eccezione per gli ultra75enni. Raccomandano nuovi target di cLDL: per pazienti a rischio molto alto si raccomanda una riduzione a <55 mg/dl e >=50% rispetto al basale; per pazienti a rischio alto una riduzione a <70 mg/dl e >=50% del basale; per pazienti a rischio moderato una riduzione a <100 mg/dl; per pazienti a rischio basso una riduzione a <116 mg/dl. In base alle carte SCORE e ai dati di mortalità cardiovascolare in Italia, quasi tutti i maschi dai 70 anni e le donne dai 70-75 anni risulterebbero ad alto rischio per solo effetto dell'età. Anche quasi tutti i 60enni sarebbero a rischio moderato, con target di cLDL <100, e spesso necessità di aggiungere costosi ipolipemizzanti per chi già assume statine. Le prove supportano ben poco tale aggressività. Infatti, anche negli studi randomizzati controllati (RCT) i benefici su esiti cardiovascolari non fatali subiscono esagerazioni sistematiche, quello meno distorto e di maggior interesse per gli assistiti è la mortalità totale. Questa, con terapie ipocolesterolemizzanti più intensive, non si è ridotta nelle metanalisi di RCT con pazienti con cLDL tra 80 e <100 mg/dl al basale; con inibitori di PCSK9, pazienti con questi valori mostrano persino tendenza all'aumento della mortalità totale. Dunque, abbassare il cLDL a <80 mg/dl può non giovare neppure ad anziani coronaropatici. A oggi, ciò vale ancora di più per anziani nella popolazione generale, in cui una revisione sistematica di studi di coorte ha mostrato relazioni nulle o più spesso inverse tra cLDL e mortalità. Le nuove linee guida europee forzano le prove disponibili, trascurano il principio di precauzione e non possono esser base per un equo consenso informato."}, {"id": "pubmed23n0686_2971", "title": "[Fever in returned travelers].", "score": 0.009174311926605505, "content": "Fever is one of the most common complaints in returned travelers and accounts for about 25% of cases seeking medical care. Fever is one of the most challenging conditions since fever may be the manifestation of a self-limited, trivial infection, or on the other hand, can be the presenting sign of an infection that could be rapidly progressive and lethal. The list of infections that should be considered includes common, worldwide (cosmopolitan) infections as well as unique tropical diseases, related to specific regions (malaria, dengue fever, enteric fever, schistosomiasis, leptospirosis, rickettsia). Many febrile infections are associated with focal signs and symptoms, which help to limit the differential diagnosis. However, returning travelers with undifferentiated fever are the largest group of those with febrile infection and among these patients, malaria is the most common specific pathogen. The approach to patients must include consideration of the geographic area visited, the estimated incubation period, mode of exposure and impact of pre-travel vaccination. A routine laboratory work-up may offer important clues to the final diagnosis. Initial attention should focus urgently on infections that are treatable, transmissible, and that cause serious sequelae or death. Finally, malaria must be ruled out in any febrile traveler returning from endemic regions."}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.00909090909090909, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "pubmed23n0501_16104", "title": "[Diarrhea in tropical countries--what is to be done?].", "score": 0.00909090909090909, "content": "Diarrhea continues to be the most common cause of health problems encountered by travelers to tropical or subtropical countries. Every second traveler is affected. Since traveler's diarrhea cannot be reliably prevented by prophylactic measures, the sole option is self-medication. To accomplish this, comprehensive counseling of the traveler is a must. Appropriate treatment properly implemented can be highly effective and well tolerated and may curtail the illness and prevent complications."}, {"id": "pubmed23n0999_17562", "title": "Emozioni, comportamenti e relazioni: uno studio caso-controllo sul self-cutting in adolescenza.", "score": 0.009009009009009009, "content": "Scopo. Lo scopo del presente studio caso-controllo è di approfondire i correlati psicopatologici e alcuni tratti psicologici come alessitimia e impulsività inerenti al self-cutting. È stato anche approfondito il tema dell'ideazione suicidaria nei soggetti con tale forma di autolesionismo. Metodi. Lo studio caso-controllo ha coinvolto 55 pazienti con self-cutting non suicidario, di età compresa tra i 12 e i 18 anni, e un gruppo di controllo composto da 277 adolescenti di età compresa tra i 13 e i 19 anni. La batteria testale utilizzata è stata composta da YSR 11-18 anni, CBCL 6-18 anni, SCL-90-R, TAS-20, CDI e BIS-11. Risultati. Dalle analisi effettuate sono emerse differenze statisticamente significative tra casi e controlli in relazione alla maggioranza delle scale psicopatologiche considerate. È risultata una differenza significativa tra i due gruppi anche in merito all'ideazione suicidaria. Infine, tra i self-cutter si sono evidenziate differenze significative di alcune variabili psico-relazionali (alessitimia e competenze sociale) in relazione alla frequenza di attuazione dell'atto autolesivo. Conclusioni. Il self-cutting correla con un'ampia varietà di quadri psichiatrici, senza presentare legami specifici con una particolare categoria psicopatologica. Gli elementi di alessitimia, impulsività e difficoltà relazionali degli adolescenti self-cutter dicono di come la programmazione di interventi di prevenzione primaria e secondaria dovrebbero mirare alla psico-educazione all'affettività, all'autocontrollo e ai social skill. Nello specifico, i nostri dati suggeriscono che la focalizzazione dell'intervento, in termini di lavoro sull'emotività piuttosto che sulla socializzazione, dovrebbe tener conto della frequenza degli agiti. Nella gestione clinica di questi pazienti non va esclusa a priori la possibilità di passaggio all'atto suicidario, con relative attenzioni anamnestico-cliniche da avere sia al momento della valutazione diagnostica sia lungo il follow-up della presa in carico."}, {"id": "pubmed23n0648_17539", "title": "[Epidemiological baseline situation before the construction of a small dam in five villages of Bouaké, central Côte-d'Ivoire].", "score": 0.009009009009009009, "content": "Abstract From June 2007 to June 2008, entomological, malacological and parasitological investigations were carried out in five villages in close proximity to a small dam of Raf-fierkro in Bouaké, central Côte-d'Ivoire. The objective of the study was to identify vectors and intermediate host snails of parasitic diseases related to water, and to assess the prevalence of malaria, schistosomiasis and soil-transmitted helminthiasis before dam construction. Mosquitoes were caught by human landing catches, snails were collected in water bodies, and microscopic analyses of blood, stool and urine samples were carried out. Two malaria vector species were identified:Anopheles gambiae and Anopheles funestus. The average infective rate of An. gambiae ranged between 3.1 and 4.5 %. The infective rate of An. funestus was 1 % in all sites. The entomological inoculation rate ranged between 343.1 and 427.1 infective bites per person per year (ib/p/y)for An. gambiae and between 14.6 and 40.1 ib/p/y for An. funestus. Three species of were found: Plasmodium falciparum (predominant species), Plasmodium ovale and Plasmodium malariae. There were no intermediate host snails of schistosomiasis with the exception of Biomphalaria pfeifferi,intermediate host snail of Schistosoma mansoni in Ahougui. The prevalence of urinary and intestinal schistosomiasis and soil-transmitted helminthiasis was low. Our studies revealed important transmission of malaria, with the presence of three plasmodial species, whereas schistosomiasis and soil-transmitted helminthiasis were present, but only at low frequencies."}, {"id": "pubmed23n1137_1438", "title": "[\"Nessuno vuole vedermi\": è una battaglia persa contro una malattia tropicale trascurata?]", "score": 0.008928571428571428, "content": "Riassunto. Le malattie tropicali trascurate (NTD) sono una serie di malattie che prosperano nelle comunità povere di risorse, in particolare nei climi tropicali. I fattori sociali, ambientali ed economici contribuiscono alla loro persistenza. La filariosi linfatica (LF), classificata come NTD in tutto il mondo, è una malattia parassitaria causata da vermi microscopici noti come microfilarie. I vermi adulti dimorano solo nel sistema linfatico degli esseri umani. Le zanzare trasferiscono la LF da persona a persona. Gonfiore di braccia, gambe e seno (linfedema) o dello scroto (idrocele) sono alcuni dei sintomi più gravi e dolorosi. La LF ha una grave influenza sia sulla salute mentale e sociale sia su quella fisica, e porta le persone a convivere con una deformazione, una debilitazione e uno stigma legati alla condizione di malattia. Di seguito descriviamo un caso clinico di un uomo con LF, alienato e umiliato dalla sua malattia. L'OMS ha avviato un'iniziativa globale per debellare la LF. Oltre alla somministrazione di trattamenti regolari, è stata posta uguale enfasi sull'apprendimento di come lavare e alzare gli arti colpiti, per aiutare a ridurre la gravità clinica e la progressione del disturbo."}, {"id": "pubmed23n0509_23475", "title": "[Revaluation of chloroquine therapeutic efficacy on children with uncomplicated Plasmodium falciparum malaria in eastern Ivory Coast (1999-2002)].", "score": 0.008928571428571428, "content": "A prospective study was made from November 1999 to May 2002 in order to revaluate the therapeutic efficacy of chloroquine in pediatric Plamodium falciparum malaria in Ivory Coast. This study was included in the national Plasmodium falciparum-susceptibility supervision program. Two hundred and fifty-six out of 594 patients from six to 59 months of age were included. Chloroquine was administered in accordance with the standard 14 day WHO protocol; i.e. administered dose of 25 mg/kg, in split doses, over three days. Two hundred and forty-seven patients completed the treatment. Among these, 217 presented with adequate clinical response (87.8%). The percentage of therapeutic failure was 12.2% with 12 early cases of therapeutic failure and 18 late cases of therapeutic failure. Chloroquine was more efficacious in Agnibilékrou (11.3% of therapeutic failure), Bondoukou (10.4%), and Tanda (10%), than in Abengourou (16.4%). Parasitic reduction on patients with resistant Plasmodium was superior to 90%, from day 0 to day 3. The risk of therapeutic failure was significantly linked to patient age. Considering these results, the authors suggest that the first-line treatment with chloroquine must be continued for uncomplicated malaria in humans."}, {"id": "pubmed23n0885_1883", "title": "[Ecological study on the mortality of residents in Manfredonia (Apulia Region, Southern Italy) from 1970 to 2013].", "score": 0.008849557522123894, "content": "OBIETTIVI: valutare lo stato di salute della popolazione residente nel comune di Manfredonia dal 1970 al 2013. DISEGNO: analisi descrittiva dell'andamento temporale della mortalità generale, per gruppi di cause, dal 1970 al 2013. SETTING E PARTECIPANTI: i dati di mortalità e le popolazioni residenti sono di fonte Istat. Sono state esaminate 55 cause di decesso. Le analisi sono disaggregate per sesso e periodo. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: sono stati elaborati i rapporti standardizzati di mortalità (SMR%), con i rispettivi intervalli di confidenza al 90% (IC90%), e i tassi di mortalità standardizzati col metodo diretto (TSD ). RISULTATI: lo stato di salute misurato dal tasso di mortalità per tutte le cause migliora nel tempo: i TSD passano da 92 x10.000 negli anni 1970-1974 a 52 x10.000 nel biennio 2012-2013 negli uomini, da 70 x10.000 a 39 x10.000 nelle donne. Tuttavia, rispetto alla media regionale Manfredonia perde progressivamente il suo vantaggio, passando da -20% a -10% negli uomini, e da -20% a +1,5% nelle donne. Questo andamento è molto evidente per il complesso delle cause cardiovascolari, mentre i tumori maligni sono in generale nella media regionale. Nell'ultimo periodo disponibile per causa di decesso (2006-2011), la mortalità per infarto miocardico è stata più alta della media regionale (uomini: +35%; donne: +54%). I rapporti standardizzati di mortalità (SMR) mostrano tra gli uomini valori in crescita, in particolar modo rispetto al riferimento provinciale, con un eccesso a cominciare dal periodo 2006-2011 (22 decessi/anno e 19 attesi; SMR%: 117,2; IC90% 101,1-135,2; riferimento: provincia di Foggia). Anche tra le donne gli SMR% superano i riferimenti provinciali negli ultimi periodi esaminati (nel 2012-2013: 7 decessi/ anno e 4,2 attesi; SMR%: 116,4; IC90% 97,0-260,7; riferimento: provincia di Foggia). CONCLUSIONI: la mortalità a Manfredonia è diminuita in misura minore rispetto a quella osservata nei riferimenti provinciali e regionali. Il vantaggio che si osservava negli anni Sessanta si è, infatti, ridotto nel tempo, fino ad annullarsi negli ultimi anni. Dal 1970, Manfredonia ha progressivamente perso il vantaggio che aveva. Dagli anni Duemila, la mortalità per infarto del miocardio è in eccesso sulla media regionale e provinciale. Da casi documentati in letteratura si osserva che le popolazioni che sperimentano catastrofi di origine naturale o antropica possono fronteggiare un aumento di patologie cardiovascolari. La mortalità per tumore polmonare mostra un eccesso sulla media regionale, in particolare provinciale, a cominciare dal 2000, coerentemente con i tempi di latenza legati all'esposizione ad arsenico negli anni Settanta."}, {"id": "pubmed23n0419_16839", "title": "[Short course schemes for vivax malaria treatment].", "score": 0.008849557522123894, "content": "with the objective of evaluating shortened therapeutic outlines effective in vivax malaria treatment, we accomplished an open, prospective study allocating 234 patients with vivax malaria distributed at random into eight therapeutic groups. Six groups used oral arthemisin as blood esquizonticide at different doses for one day and the other two groups received chloroquine in a single dose. The primaquine was used as a hypnozoiticide in all groups. They received a daily dose of 30mg in the course of five or seven days in all groups. The clearance of parasitaemia in patients treated with arthemisin (independent of dosage) was faster than the chloroquine group (p <0.01). Cure was acheived in 92.3% and 80.2%, in patients treated with primaquine for seven or five days, respectively (p=0.0372)."}, {"id": "pubmed23n0885_1894", "title": "[Population health surveillance of the general population living near Turin (Northern Italy) incinerator (SPoTT): methodology of the study].", "score": 0.008771929824561403, "content": "Si intende qui descrivere il sistema di sorveglianza sugli effetti sulla salute (SpoTT) dell'inquinamento ambientale nelle aree circostanti l'inceneritore di Torino. SPoTT ha 3 linee di attività: 1. monitoraggio epidemiologico degli effetti a breve termine attraverso analisi temporali e misura della correlazione tra livelli giornalieri di emissioni dell'impianto e andamento degli eventi individuati dagli archivi dei dimessi (SDO), di pronto soccorso e di mortalità; sono coinvolti coloro che nel 2013-2018 risiedevano nell'area di ricaduta delle emissioni; 2. sorveglianza epidemiologica degli effetti a lungo termine, stimando tassi standardizzati di mortalità e morbosità; a ogni soggetto è attribuito il valore stimato di esposizione cumulato nel tempo caratteristico della residenza anagrafica; le informazioni sulla salute sono reperite dagli archivi SDO, di mortalità e dai certificati di assistenza al parto; sono studiati due decenni pre-post l'avvio dell'impianto: 2003-2012 e 2013-2022; 3. monitoraggio biologico con misurazione pre-post di metalli, PCDD/F, PCB, OH-IPA; sono coinvolti 196 residenti esposti e 196 di controllo di 35-69 anni, campionati a caso dalle anagrafi comunali; sono effettuate misure di funzionalità endocrina e respiratoria, pressione arteriosa, rischio cardiovascolare; l'esposizione cumulativa sarà stimata per ciascuna persona campionata integrando l'indirizzo di residenza, il tempo di permanenza in ciascun indirizzo e i dati ricavati dai modelli di ricaduta; sarà costituita una biobanca per future indagini di laboratorio; sono coinvolti anche 20 allevatori e i lavoratori dell'impianto. Una quarta linea di attività, non descritta in questo articolo, riguarda il monitoraggio della salute dei lavoratori addetti all'impianto. SPoTT è il primo studio in Italia su inceneritori e salute che adotta un disegno di studio longitudinale di adeguata potenza sia per i residenti sia per i lavoratori. I primi risultati sono attesi nel corso del 2016."}, {"id": "pubmed23n0382_20267", "title": "[Assessment of the response to reduced treatment schemes for vivax malaria].", "score": 0.008771929824561403, "content": "Relapses may occur with long standard treatment of vivax malaria, and these are caused by incomplete patient's compliance. The use of reduced schedules may further better patient compliance, while maintaining the same efficacy, tolerance and minimal adverse reactions. The objective of this study was to test two schedules with reduced doses of chloroquine for vivax malaria and comparing these with the classical schedule. The authors studied 120 outpatients, with vivax malaria, aged over 12 years, submitted to three therapeutic schemes: scheme I: chloroquine phosphate (150 mg) in a dose of 25mg/kg/day for three days (10mg/kg/ day in the first day, 7.5mg/kg/day in the second and third day), plus primaquine (15 mg) in a dose of 0.25mg/kg/day for fourteen days; scheme II: chloroquine, in a single dose of 10mg/kg, plus primaquine in a dose of 0.5mg/kg/day for seven days; scheme III: chloroquine, 10mg/kg in a single dose plus primaquine in a dose 0.5mg/kg/ day for five days. The clinical response to all three therapeutic schemes was satisfactory. The disappearance of malarial symptoms occurred after a maximum 96 hours of treatment, while the asexual parasitaemia clearance occurred within 72 hours, in all therapeutic schemes."}, {"id": "pubmed23n0885_1887", "title": "[Analysis of factors predicting early unplanned readmissions].", "score": 0.008695652173913044, "content": "OBIETTIVI: determinare i fattori associati ai ricoveri ripetuti per identificare i pazienti a rischio di riospedalizzazione entro i 30 giorni dalla dimissione. DISEGNO: analisi retrospettiva delle dimissioni nell'anno 2013 attraverso le schede di dimissione ospedaliera (SDO). 3.900 pazienti ricoverati presso il presidio ospedaliero \"Fabrizio Spaziani\" di Frosinone. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: analisi bivariata per l'analisi dell'associazione tra variabili. La regressione logistica è stata utilizzata per identificare i fattori di rischio associati al ricovero ripetuto. RISULTATI: tra i 3.900 pazienti considerati, il 12,8% ha avuto una riammissione non programmata entro un mese dalla dimissione precedente per le stesse categorie diagnostiche principali (MCD). Sono state rilevate differenze statisticamente significative tra i pazienti con e senza ricovero ripetuto per età, durata della degenza, titolo di studio, condizione occupazionale e diagnosi. I fattori che aumentano la probabilità di una riospedalizzazione sono il vivere da solo, la condizione di pensionato o casalinga, una degenza più lunga e alcune diagnosi, fra cui malattie dell'apparato respiratorio, del sistema nervoso e dell'apparato urinario. CONCLUSIONE: alcune caratteristiche sociodemografiche e la diagnosi dei pazienti ospedalizzati sono associate al rischio di riospedalizzazione entro 30 giorni dalla dimissione. I dati disponibili nell'archivio delle SDO possono essere utilizzati per un'identificazione dei pazienti a rischio sui quali definire specifici piani di dimissione."}, {"id": "pubmed23n0721_2115", "title": "[Basic features in the current practice of clinical medicine in the tropics (I). Parasitic diseases].", "score": 0.008695652173913044, "content": "In recent years an increasing number of physicians want to spend part of their medical training in health facilities in developing countries. Working in these areas requires good clinical skills, particularly where diagnostic resources are limited. Trainees will attend patients with many different parasitic diseases such as malaria and soil transmitted helminthic infections. The aim of this work is to provide basic concepts of epidemiology, clinical characteristics, diagnosis and treatment of the principal parasitic diseases that could occur in a rural health post in the tropics."}, {"id": "pubmed23n0885_1889", "title": "[Evaluation of mercury exposure in populations living near the industrial Augusta Bay (Sicily Region, Southern Italy)].", "score": 0.008620689655172414, "content": "OBIETTIVI: valutare e quantificare l'esposizione umana al mercurio (Hg) ed esplorare i fattori chiave che influenzano la contaminazione nelle popolazioni residenti in prossimità della Rada di Augusta, un'area a elevato rischio ambientale a causa degli effetti degli sversamenti incontrollati di Hg da parte di uno dei più grandi impianti cloro-soda d'Europa. DISEGNO: un campione di residenti nei comuni di Augusta, Priolo e Melilli (Sicilia orientale) è stato selezionato per lo studio di biomonitoraggio umano. Un questionario dettagliato è stato somministrato a ogni partecipante per raccogliere informazioni anagrafiche sulle abitudini di vita e alimentari. I livelli di Hg in sangue e capelli, usati come traccianti di esposizione a metilmercurio, sono stati messi in relazione al consumo di pesce locale. Il contenuto di Hg nelle urine è stato utilizzato per esplorare eventuali esposizioni atmosferiche a Hg inorganico. Una regressione lineare multivariata è stata applicata con l'obiettivo di esplorare i fattori che influenzano l'esposizione umana al Hg. L'approccio tossicocinetico è stato impiegato al fine di calcolare la dose settimanale provvisoria tollerabile ( provisional tolerable weekly intake, PTWI) e di predire le concentrazioni di Hg attese nel sangue degli individui con una dieta alimentare basata esclusivamente su pesce locale. 224 individui residenti nei comuni di Augusta, Melilli e Priolo. RISULTATI: eccessi di Hg sono stati misurati nel sangue e nei capelli del campione considerato. I più alti livelli sono stati rilevati ad Augusta, dove anche il consumo di pesce locale risulta maggiore. I valori di dose settimanale tollerabile provvisoria (PTWI) calcolati eccedono, nella maggior parte dei casi, le raccomandazioni internazionali, specialmente nei residenti ad Augusta. CONCLUSIONI: gli elevati livelli di Hg registrati nei campioni di sangue e capelli derivano, con ogni probabilità, dal consumo di pesce locale. Rispetto ad Augusta, gli individui di Priolo e Melilli subiscono un impatto più limitato. L'esposizione a Hg inorganico può essere considerata trascurabile."}, {"id": "pubmed23n0041_613", "title": "[Recrudescence of imported malaria (apropos of 30 recent cases)].", "score": 0.008620689655172414, "content": "30 cases of imported malaria were diagnosed in the Laboratoire Central de Parasitologie of the Pitié-Salpêtrière C.H.U. in less than five months. The circumstances of appearance and the conditions of the patients' stay, the difficulties of the clinical diagnosis of the primary invasion, the gravity of P. falciparum attacks and the therapeutic schedules are presented. The accent is placed on the deficiencies of correctly prescribed anti-malaria chemotherapy and on the importance of information and sensitization of travellers."}]}}}} {"correct_option": 4, "explanations": {"1": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "2": {"exist": true, "char_ranges": [[245, 328]], "word_ranges": [[30, 44]], "text": "La tubercolosi può interessare i polmoni e il cervello, ma non gli ascessi cutanei."}, "3": {"exist": true, "char_ranges": [[0, 244]], "word_ranges": [[0, 30]], "text": "La nocardia colpisce tipicamente i soggetti immunosoppressi, in particolare quelli con immunità cellulo-mediata compromessa, come quella prodotta dagli steroidi, e può comportare un coinvolgimento polmonare, ascessi cerebrali e ascessi cutanei."}, "4": {"exist": true, "char_ranges": [[329, 370]], "word_ranges": [[44, 50]], "text": "Anche l'aspergillo non colpisce la pelle."}, "5": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}}, "full_answer": "La nocardia colpisce tipicamente i soggetti immunosoppressi, in particolare quelli con immunità cellulo-mediata compromessa, come quella prodotta dagli steroidi, e può comportare un coinvolgimento polmonare, ascessi cerebrali e ascessi cutanei. La tubercolosi può interessare i polmoni e il cervello, ma non gli ascessi cutanei. Anche l'aspergillo non colpisce la pelle.", "full_answer_no_ref": "La nocardia colpisce tipicamente i soggetti immunosoppressi, in particolare quelli con immunità cellulo-mediata compromessa, come quella prodotta dagli steroidi, e può comportare un coinvolgimento polmonare, ascessi cerebrali e ascessi cutanei. La tubercolosi può interessare i polmoni e il cervello, ma non gli ascessi cutanei. Anche l'aspergillo non colpisce la pelle.", "full_question": "Un paziente maschio di 64 anni, agricoltore, ex fumatore (5 anni), BPCO e affetto da artrite reumatoide in trattamento con corticosteroidi. Si è rivolto al Pronto Soccorso per una forte cefalea che si protraeva da 2 giorni con deviazione dell'angolo della bocca. Ha riferito che, dopo un mese di influenza, persisteva tosse, espettorazione purulenta e talvolta emoptotica, febbre, anoressia, astenia e perdita di peso. All'arrivo, febbre di 38,2ºC, ascessi cutanei multipli alle mani, al dorso e ai glutei (alcuni con tratti fistolosi) e paralisi facciale centrale destra, infiltrati apicali con associato un piccolo versamento pleurico alla radiografia del torace e leucocitosi con neutrofilia. Tra le seguenti diagnosi sospette riterrei le più probabili:", "id": 365, "lang": "it", "options": {"1": "Neoplasia polmonare con metastasi cerebrali.", "2": "Tubercolosi disseminata.", "3": "Nocardiosi.", "4": "Aspergillosi.", "5": null}, "question_id_specific": 100, "type": "PNEUMOLOGIA E CHIRURGIA TORACICA", "year": 2016, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "pubmed23n1029_21334", "title": "Esperienze di switch a cariprazina in pazienti affetti da schizofrenia con ricorrenze.", "score": 0.012779683161848767, "content": "Nel trattamento a lungo termine dei pazienti affetti da schizofrenia, il problema delle ricadute di malattia è di fondamentale rilevanza clinica e tuttora dibattuto. Una possibile strategia di intervento, in caso di riacutizzazione, è quella dello switch da un farmaco antipsicotico a un altro. Sarebbe utile, in questo senso, avere a disposizione molecole in grado di garantire uno stato di remissione clinica persistente nel tempo. Fra queste è possibile senz'altro considerare cariprazina, un farmaco di recente introduzione, dotato di un profilo d'azione unico rispetto agli altri antipsicotici, sia tipici che atipici."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.009900990099009901, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0034_481", "title": "[Diagnosis and treatment of acute purulent pleurisy in children].", "score": 0.009900990099009901, "content": "Under consideration is the diagnosis and treatment of different forms of staphylococcic destruction of the lung in children. The immediate and late results of treatment are studied. Application of the intensive therapy in association with different surgical interventions enabled the authors to obtain good immediate and late results in children with staphylococcic destruction of the lung."}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.00980392156862745, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n0046_14666", "title": "[Serodiagnosis in pulmonary tuberculosis. Clinical evaluation].", "score": 0.00980392156862745, "content": "The IgA, IgG, IgM and IgG subsets antibodies levels were determined in 200 patients with pulmonary tuberculosis and compared to three control groups: 80 healthy individuals (50 with negative PPD skin test, 30 with positive PPD skin test), 30 leprosy patients and 20 patients with different pulmonary diseases. The technique used was an enzyme linked assay. As antigens, purified tuberculin and Ag60 from M. bovis were used. There were not statistically significant differences between antibody levels among all control groups studied, but when we compare the level in control groups with that observed in tuberculous patients, they showed higher levels of IgA, IgG, IgM, IgG2 (p less than 0.01) and IgG4 (p less than 0.05). A definite diagnosis of tuberculosis of the lung should only be established if the patient showed to be positive to IgG plus IgA or IgM and in special cases to IgG1, reaching then a diagnostic efficacy of 90% in a patient population with a 68% of positive smears for acid-fast bacilli."}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.009708737864077669, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "pubmed23n0368_8304", "title": "[The treatment and prognosis of sarcoidosis. Apropos 53].", "score": 0.009708737864077669, "content": "We retrospectively studied 53 cases of sarcoidosis which have been diagnosed at our service during de last 14 years. The criteria for starting therapy with corticosteroids and recurrences were analyzed. The patients mean (SD) age was 42 (15) years old (range 16-76) and the majority were female (72%). 15 patients (28.3%) received corticosteroids. The only differences with respect to patients not treated were the presence of respiratory symptoms (47% vs 18%; p = 0.04) and the abnormality of spirometric parameters (DLCO/VA p = 0.01; CV p = 0.002). 17 (32%) patients recurred. 14 (82%) of them required corticosteroids. This percentage was significantly greater than that of patients treated at first episode (82% vs 28%, p = 0.0002). All patients improved with treatment. The only difference with respect to patients without recurrences were to be treated at the first episode (53% vs 17%, p = 0.007)."}, {"id": "pubmed23n0885_1883", "title": "[Ecological study on the mortality of residents in Manfredonia (Apulia Region, Southern Italy) from 1970 to 2013].", "score": 0.009615384615384616, "content": "OBIETTIVI: valutare lo stato di salute della popolazione residente nel comune di Manfredonia dal 1970 al 2013. DISEGNO: analisi descrittiva dell'andamento temporale della mortalità generale, per gruppi di cause, dal 1970 al 2013. SETTING E PARTECIPANTI: i dati di mortalità e le popolazioni residenti sono di fonte Istat. Sono state esaminate 55 cause di decesso. Le analisi sono disaggregate per sesso e periodo. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: sono stati elaborati i rapporti standardizzati di mortalità (SMR%), con i rispettivi intervalli di confidenza al 90% (IC90%), e i tassi di mortalità standardizzati col metodo diretto (TSD ). RISULTATI: lo stato di salute misurato dal tasso di mortalità per tutte le cause migliora nel tempo: i TSD passano da 92 x10.000 negli anni 1970-1974 a 52 x10.000 nel biennio 2012-2013 negli uomini, da 70 x10.000 a 39 x10.000 nelle donne. Tuttavia, rispetto alla media regionale Manfredonia perde progressivamente il suo vantaggio, passando da -20% a -10% negli uomini, e da -20% a +1,5% nelle donne. Questo andamento è molto evidente per il complesso delle cause cardiovascolari, mentre i tumori maligni sono in generale nella media regionale. Nell'ultimo periodo disponibile per causa di decesso (2006-2011), la mortalità per infarto miocardico è stata più alta della media regionale (uomini: +35%; donne: +54%). I rapporti standardizzati di mortalità (SMR) mostrano tra gli uomini valori in crescita, in particolar modo rispetto al riferimento provinciale, con un eccesso a cominciare dal periodo 2006-2011 (22 decessi/anno e 19 attesi; SMR%: 117,2; IC90% 101,1-135,2; riferimento: provincia di Foggia). Anche tra le donne gli SMR% superano i riferimenti provinciali negli ultimi periodi esaminati (nel 2012-2013: 7 decessi/ anno e 4,2 attesi; SMR%: 116,4; IC90% 97,0-260,7; riferimento: provincia di Foggia). CONCLUSIONI: la mortalità a Manfredonia è diminuita in misura minore rispetto a quella osservata nei riferimenti provinciali e regionali. Il vantaggio che si osservava negli anni Sessanta si è, infatti, ridotto nel tempo, fino ad annullarsi negli ultimi anni. Dal 1970, Manfredonia ha progressivamente perso il vantaggio che aveva. Dagli anni Duemila, la mortalità per infarto del miocardio è in eccesso sulla media regionale e provinciale. Da casi documentati in letteratura si osserva che le popolazioni che sperimentano catastrofi di origine naturale o antropica possono fronteggiare un aumento di patologie cardiovascolari. La mortalità per tumore polmonare mostra un eccesso sulla media regionale, in particolare provinciale, a cominciare dal 2000, coerentemente con i tempi di latenza legati all'esposizione ad arsenico negli anni Settanta."}, {"id": "pubmed23n0055_20019", "title": "[Pleural puncture biopsy--a diagnostic method in tuberculous serofibrinous pleurisy in children].", "score": 0.009615384615384616, "content": "The biopsy of the parietal pleura with a special needle has become an essential diagnosis method in the adult patients with pleural disease of unknown etiology, and might become a complementary paraclinical method for children also. The certitude diagnosis in tuberculous serous fibrinous pleurisy of the child is laid on evidencing Koch's bacillus at the direct examination or in culture, and on fragments of pleural biopsy puncture, in evidencing the lesions. The study is based on the results obtained in the pleural biopsy puncture made on 6 children. The histologic examination of the pleural fragment showed, in 4 cases of 6, the presence of tuberculous lymphoepithelioid nodules, with central caseous necrosis thus granting certitude to the diagnosis. The pleural biopsy puncture permits an early and certain diagnosis in more than 2/3 of the pleurisies of tuberculous etiology."}, {"id": "pubmed23n0999_17562", "title": "Emozioni, comportamenti e relazioni: uno studio caso-controllo sul self-cutting in adolescenza.", "score": 0.009523809523809525, "content": "Scopo. Lo scopo del presente studio caso-controllo è di approfondire i correlati psicopatologici e alcuni tratti psicologici come alessitimia e impulsività inerenti al self-cutting. È stato anche approfondito il tema dell'ideazione suicidaria nei soggetti con tale forma di autolesionismo. Metodi. Lo studio caso-controllo ha coinvolto 55 pazienti con self-cutting non suicidario, di età compresa tra i 12 e i 18 anni, e un gruppo di controllo composto da 277 adolescenti di età compresa tra i 13 e i 19 anni. La batteria testale utilizzata è stata composta da YSR 11-18 anni, CBCL 6-18 anni, SCL-90-R, TAS-20, CDI e BIS-11. Risultati. Dalle analisi effettuate sono emerse differenze statisticamente significative tra casi e controlli in relazione alla maggioranza delle scale psicopatologiche considerate. È risultata una differenza significativa tra i due gruppi anche in merito all'ideazione suicidaria. Infine, tra i self-cutter si sono evidenziate differenze significative di alcune variabili psico-relazionali (alessitimia e competenze sociale) in relazione alla frequenza di attuazione dell'atto autolesivo. Conclusioni. Il self-cutting correla con un'ampia varietà di quadri psichiatrici, senza presentare legami specifici con una particolare categoria psicopatologica. Gli elementi di alessitimia, impulsività e difficoltà relazionali degli adolescenti self-cutter dicono di come la programmazione di interventi di prevenzione primaria e secondaria dovrebbero mirare alla psico-educazione all'affettività, all'autocontrollo e ai social skill. Nello specifico, i nostri dati suggeriscono che la focalizzazione dell'intervento, in termini di lavoro sull'emotività piuttosto che sulla socializzazione, dovrebbe tener conto della frequenza degli agiti. Nella gestione clinica di questi pazienti non va esclusa a priori la possibilità di passaggio all'atto suicidario, con relative attenzioni anamnestico-cliniche da avere sia al momento della valutazione diagnostica sia lungo il follow-up della presa in carico."}, {"id": "pubmed23n0267_11434", "title": "[The efficacy of bronchoalveolar lavage in the diagnosis of pulmonary tuberculosis].", "score": 0.009523809523809525, "content": "In order to analyze the usefulness of bronchoalveolar lavage (BAL) for conventional microbiological diagnosis of tuberculosis (TB) and other mycobacteria, and to assess the need to use it or not as a routine diagnostic technique in these diseases, we studied 30 patients with mycobacteria (26 TB and 4 Mycobacterium avium-intracellulare infections) by bronchoscopy, with BAL and bronchoaspirate (BAS) bacteriological analyses also available. The results were compared with those obtained for sputum taken before and after bronchoscopy when these specimens were available. The overall yield for BAL and BAS cultures was 90%, with BAL (83.3%) specimens being more productive than BAS (73.3%) specimens. Both performed far better than the 53.8% recorded for cultures of pre-bronchoscopy sputum and 60% for post-bronchoscopy sputum. BAL was the only diagnostic specimen from 7 patients, while BAS the only one from 4. Sensitivity was similar for the two mycobacteria studied. The results for direct bacilloscopy, however, at 30% for the two specimens, rose to 36.6% when they were analyzed together with BAS and BAL. We conclude that bronchoscopy should be performed on all patients suspected of mycobacterial infection when sputum bacilloscopy is negative and patients have no expectoration. Performance of BAL should be routine since this simple and usually uncomplicated technique produces the most productive specimens."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.009433962264150943, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0937_15758", "title": "", "score": 0.009433962264150943, "content": "La práctica de tatuajes tienen más de 8000 años de antigüedad, existiendo un incremento continuo en la sociedad occidental en las últimos 3 décadas La introducción de una sustancia exógena en la pielpuede provocar una respuesta inmunológica en su contra, estando descritas reacciones cutáneas por hipersensibilidad a una variedad de pigmentos, las que se limitan al área de un determinado color,atribuyéndose a los materiales inyectados. El color más reportado en la literatura es el rojo, que tradicionalmente se confeccionaban a base dederivados del mercurio (cinabrio). Diversos patrones histológicos de reacción están descritos, siendo el más frecuente el liquenoide. Presentamos una serie de 10 pacientes con reacción de hipersensibilidad a tatuaje rojo, con patrón histológico predominante dereacción granulomatosa y con moderada respuesta a tratamiento. Es importante cuando se está ante un patrón granulomatoso de reacción descartar sarcoidosis sistémica e infecciones por micobacterias."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.009345794392523364, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n1110_14802", "title": "La prise en charge des exacerbations aiguës de l'asthme chez les enfants.", "score": 0.009345794392523364, "content": "Les enfants et les adolescents atteints d'exacerbations aiguës de l'asthme se rendent souvent à l'urgence à cause de signes de détresse respiratoire. Les épisodes les plus graves ont un potentiel mortel. Pour que les traitements soient efficaces, le patient doit faire l'objet d'une évaluation exacte et rapide de la gravité de la crise d'asthme. Le présent document de principes traite de l'évaluation, de la prise en charge et de la disposition des patients pédiatriques ayant un diagnostic connu d'asthme qui consultent à cause d'une exacerbation aiguë. Les directives portent sur l'évaluation de la gravité de l'asthme, les considérations thérapeutiques, le plan de congé approprié, le suivi et la prescription de corticostéroïdes inhalés pour éviter de nouvelles exacerbations et limiter la morbidité chronique."}, {"id": "wiki20220301en578_790", "title": "Hiraab Imamate", "score": 0.009325276062951048, "content": "Si assicura, che finalmente uno della tribù degli Abgal, chiamato Omar Egalle, proponesse la pace, offrendosi di accomodare l'affare per l'elezione dell'Imam. E molto si affacendò infatti per quetare i tumultuosi partiti, non riuscendo a sedarli in parte se non con la definitiva divisizione del territorio: assegnando il tratto della costa da Ras Elhur sino a Merka sotto la protezione dei figli di Ali Mohamed, ed a principiare da Uarsciek per l'interno, sotto la protezione dei figli di Mahmud Mohamed. Questi venivano così ad occupare un territorio parallelo ai primi, ma più nell'interno."}, {"id": "pubmed23n1029_21329", "title": "Principi di farmacodinamica e farmacocinetica nello switch tra antipsicotici: focus su cariprazina.", "score": 0.009259259259259259, "content": "Cariprazina {RGH-188; trans-N- [4- [2- [4- (2,3-diclorofenil) piperazin-1-il] etil] cicloesil] -N_, N_-dimetilurea cloridrato} è un antipsicotico atipico di nuova generazione, con un originale profilo farmacodinamico e farmacocinetico. Cariprazina ha due metaboliti attivi, uno dei quali ha un'emivita di 1-3 settimane, che è la più lunga di qualsiasi antipsicotico atipico, con emivita effettiva funzionale totale (cariprazina più due metaboliti) di 7 giorni. Il farmaco mostra un'affinità che è circa 10 volte più alta per i recettori D3 che per D2 (rispettivamente pKi 10,07 e 9,31). L'affinità per D3 è superiore all'affinità della stessa dopamina. Cariprazina mostra inoltre un'elevata affinità per i recettori 5-HT2B (pKi 9,24), con antagonismo puro. Cariprazina è un agonista parziale e ha un'affinità significativa, ma inferiore all'affinità per D3, sui recettori 5-HT1A (pKi 8,59). Agendo su D3 e 5-HT1, cariprazina migliora i sintomi negativi, l'anedonia e i deficit cognitivi. L'affinità per i recettori 5-HT2A (pKi 7,73), H1 (pKi 7,63) e 5-HT2C (pKi 6,87) è inferiore, così come minori sono le affinità per i recettori adrenergici, istaminergici e colinergici, recettori che sono spesso responsabili di effetti collaterali. Grazie al profilo di tollerabilità (sicurezza cardiovascolare, bassa probabilità di dare sedazione e iperprolattinemia, basso rischio metabolico), insieme alla sua peculiare efficacia sui sintomi negativi e alla sua lunga emivita, che spesso migliora la scarsa aderenza, cariprazina è un candidato valido per il passaggio da un antipsicotico inefficace (o parzialmente efficace, con particolare riferimento ai sintomi negativi), poco tollerato, o assunto con una scarsa aderenza. Questo articolo esamina le caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche di cariprazina e discute le loro implicazioni in termini di identificazione dei pazienti che possano beneficiare di un passaggio a cariprazina, e della migliore strategia per completare lo switch con successo."}, {"id": "pubmed23n0520_6004", "title": "[Airway responsiveness in sarcoidosis].", "score": 0.009259259259259259, "content": "The purpose of this study was to measure airway responsiveness in patients with sarcoidosis using bronchoprovocation test with methacholine (BPT) in comparison to roentgenographic findings, respiratory symptoms, activity and duration of the disease. There were 17 patients with Sarcoidosis, 20 asthmatics and 21 assymptomatics. We used the tidal breathing method with standardizes output for the nebulizers. We administered increasing and successively concentrations of methacholine beginning with 0.125 to 16 mg/ml. The responses were measured by changes in FEV1 or the final concentration was reached. The results were expressed as the concentration of methacholine causing 20% fall in FEV1 (PC20). Aerosolized bronchodilator was given at the completion of all tests. There were 4 patients with sarcoidosis who had positive BPT, 3 of them with PC20<8 mg/ml associated with respiratory symptoms, bilateral hilar adenopathy, more than two-year duration and active disease. All the asthmatic subjects had positive BPT with CP20<8 mg/ml. The entire assymptomatic group had negative BPT. Positive bronchodilator response was reached in 6 patients with sarcoidosis, 20 asthmatics and 8 assymptomatic subjects. We concluded that: (a) airway responsiveness can be reached in 17.6% patients with sarcoidosis related to bilateral hilar adenopathy, chronic and active disease; (b) 50% of sarcoidosis patients with cough and/or wheeze had positive BPT, (c) the BPT was able to discriminate asthmatic from assymptomatic subjects."}, {"id": "pubmed23n1059_7363", "title": "Contributi scientifici in memoria di Antonio Fusco.", "score": 0.009174311926605505, "content": "Come si leggerà nell'Introduzione della sezione propriamente scientifica del Volume, il presente testo nasce dalla volontà e, soprattutto, dall'esigenza culturale di omaggiare il fu Prof. Antonio Fusco. Un debito scientifico ed umano che trova il suo locus naturale in questa prima parte del testo stesso, cui farà poi seguito la parte propriamente scientifica. In siffatta parentesi dovuta per le ragioni appena menzionate, il lettore, l'amico o l'allievo dell'opera del Prof. Fusco potranno trovare un suo sintetico Curriculum Vitae, correlato da una specifica ed accurata prosa, svolta dal già Magnifico Rettore Carlo Cipolli; il quale, oltre che evidenziare, ricordando, i meriti del collega oramai scomparso, aggiunge alsuo scritto un elemento che sarebbe imprescindibile a non trasformare lo stesso in una mera sequenza di parole: l'amicizia e l'affetto per un amico che, oramai, non c'è più. A fine lettura, evidente risuonerà il fatto che la vita di ognuno, se mossa dalla passione per ciò per cui si è predisposti cognitivamente e psicologicamente, può essere ricca di riconoscimenti, riconoscenze e soddisfazioni che, lungi dal divenire un cuscino di allori su cui adagiarsi, per una mente creativa come quella del Prof. Fusco hanno funto solo da motivazioni ad agire instancabilmente guardando sempre al futuro. Il lavoro di una vita che, materialmente, è sancito da un supporto poco più di cm 25x15: una targa. Una materialità evidente che, con grande commozione e riconoscenza, è stata affissa il 25 ottobre 2019 sull'aula fronte l'Aula Magna del Campus \"La Folcara\", a testimonianza che quello spirito creativo in continua evoluzione non si ferma; non si arresta neppure con la fine biologica di chi lo ha \"posseduto\". Rimangono le opere ed il pensiero del Prof. Fusco e restano gli affetti. A tal proposito, il lettore troverà una breve e sentita sezione su Testimonianze; coloro i quali hanno avuto modo, nell'arco della vita accademica ed umana, personale, di Fusco di conoscerlo. Ecco, allora, che i ricordi saranno i veri protagonisti di questa parentesi. Dopo di ciò, prima dei contributi prettamente scientifici dei lavori, tenutisi in occasione del Convegno Internazionale Psicologia, Arte, Letteratura. Antiche e Nuove Tendenze, seguiranno i saluti delle autorità che in quei due giorni si sono succedute a rappresentare non solo l'istituzione affiliata, ma anche la relazione di stima e di affetto che le legava al compianto Professore. Si passerà, infine, al volume tradizionalmente inteso."}, {"id": "pubmed23n0308_14813", "title": "[Comparative study of acute and chronic forms of pleural tuberculosis].", "score": 0.009174311926605505, "content": "To analyze whether a characteristic pattern distinguishes acute forms (symptoms starting no more than one week earlier) and subacute or chronic forms (symptoms lasting more than one week) of pleural tuberculosis (PT) in our practice. Retrospective analysis of 102 cases of PT diagnosed between 1986 and 1992, comparing the findings of case histories, imaging, pleural biochemistry and cytology, microbiology of sputum, pleural biopsy and fluid, anatomy and pathology studies of the biopsy specimens, course of disease, response to treatment and sequelae after one year and a half. Thirty-two patients (31.4%) had acute PT and 70 (68.6%) had chronic forms. LDH levels and the percentage of pleural nuclear polymorphism were higher in acute cases, while the concurrence of systemic involvement and lymphocytic predominance was more often seen in chronic cases. Other data analyzed were similar in both groups. No specific clinical or X-ray profiles or differences in course of disease and response to treatment distinguishes between acute and chronic forms of PT after 7 days. Only LDH levels and cytology results differentiated acute forms and, occasionally, such cases were indistinguishable from pneumonia-like effusion."}, {"id": "pubmed23n0999_17549", "title": "[Bevacizumab e altri farmaci. Attività e sicurezza degli agenti anti-VEGF nel carcinoma ovarico.]", "score": 0.00909090909090909, "content": "Riassunto. L'angiogenesi svolge un ruolo importante sia nei tessuti epiteliali normali sia in quelli maligni. Negli ultimi anni questo fenomeno è stato ampiamente studiato in oncologia sperimentale e clinica perché ci sono evidenze che sia coinvolto nella diffusione e nella diffusione metastatica del carcinoma ovarico. Il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (vascular endothelial growth factor - VEGF) è l'attore principale nel meccanismo di angiogenesi e svolge un ruolo strategico nella proliferazione e migrazione delle cellule neoplastiche, con un impatto significativo sulla sopravvivenza e sull'outcome clinico. Secondo quanto emerge da molti studi sperimentali e clinici, le nostre conoscenze sulla biologia dell'angiogenesi e del VEGF sono aumentate portando allo sviluppo farmacologico di specifici agenti in grado di targeting VEGF. Questo nuovo campo di indagine offre agli scienziati l'opportunità di testare nuove possibilità terapeutiche nei pazienti con carcinoma ovarico con nuovi agenti mirati. Il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF umanizzato, è stato il primo farmaco anti-VEGF scoperto ed è usato oggi per il trattamento di diversi tumori solidi. Negli ultimi anni questo agente è stato ampiamente testato nei pazienti con carcinoma ovarico, mostrando un'attività clinica interessante e un profilo di tossicità tollerabile sia nelle pazienti giovani sia in quelle anziane. Il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel e successivamente utilizzato come agente singolo, è indicato per il trattamento del carcinoma epiteliale dell'ovaio di stadio III o IV, tuba di Falloppio o carcinoma peritoneale primario dopo iniziale resezione chirurgica. Il bevacizumab è anche usato per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico epiteliale ricorrente e resistente al platino, delle tube di Falloppio o dal tumore peritoneale primario che hanno ricevuto non più di 2 regimi precedenti di chemioterapia. Inoltre, il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel o con carboplatino e gemcitabina (e usato come agente singolo), è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma epiteliale dell'ovario sensibile al platino, tuba di Falloppio o tumore peritoneale primario. Le linee guida più accreditate suggeriscono quando bevacizumab deve essere usato nel trattamento del carcinoma ovarico avanzato e ricorrente. Altri agenti anti-VEGF, come gli inibitori della tirosin-chinasi del recettore VEGF (VEGFR), sono stati ampiamente testati nel carcinoma ovarico e molti altri sono in corso di studi al fine di testare la loro attività e sicurezza rispetto a bevacizumab. Gli agenti anti-VEGF e gli inibitori di PARP svolgono oggi un ruolo strategico nel trattamento del cancro ovarico con agenti mirati in associazione con la chemioterapia e la chirurgia in un'ottica multidisciplinare e personalizzata."}, {"id": "pubmed23n0083_5396", "title": "[Adenosine deaminase in pleural effusions. Its usefulness in the diagnosis of tuberculous pleurisy].", "score": 0.00909090909090909, "content": "The activity of adenosine deaminase was determined in 79 pleural effusions in order to evaluate the utility and reliability in diagnosing tuberculous effusions. The effusions were grouped by the etiology: 26 were tuberculous (group I); 22 were neoplastic (group II); 11 were pneumonic (group III); 10 were non-infections exudates of different causes (group IV); and 10 transudates (group V). Group I presented the higher median value of AD (MED = 81.92; DE: 29.02) the difference being statistically significant (p less than 0.0001) compared with the results of the other groups. We found 2 cases of pleural tuberculosis histologically demonstrated with AD levels under the amount of 40 U/L. In our experience, AD determination had a sensitivity of 92% and specificity of 94%; with a predictive value of 89% and a negative predictive value of 96%, this being considered useful but non specific of tuberculosis."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009009009009009009, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0721_14290", "title": "[Non-tuberculous pleural infections versus tuberculous pleural infections].", "score": 0.009009009009009009, "content": "In countries where tuberculosis is endemic, the main differential diagnosis for pleural infection by common bacteria is pleural tuberculosis. The purpose of our study was to determine the differences between pleural infection by common bacteria and that caused by pleural tuberculosis. Our study was a retrospective analysis and compared the characteristics of confirmed pleural infection by common bacteria (PIB) and that due to pleural tuberculosis (PT). For the PIB, the signs evolved for 2.4 ± 1.4 weeks versus 5.6 ± 2.2 weeks for the PT (P=0.01). In multivariate analysis, for PIB the onset of symptoms was more abrupt (OR=3.8 [1.5; 9.9]; P=0.01), asthenia was less frequent (OR=0.3 [0.1; 0.9]; P=0.03), pleural liquid was more purulent (OR=40.0 [15.0; 106.7]; P<0.01). The blood neutrophil count was more frequently raised in cases of PIB (OR=2.5 [1.2; 5.4]; P=0.02). Pneumothorax/hydropneumothorax was less frequent in PIB (OR=0.3 [0.1; 1.0]; P=0.04). Clinical differences exist between pleural effusions caused by tuberculosis (TB) and those due to other bacterial infections. However, they are not sufficiently sensitive and therefore the search for the tuberculous bacillus must be systematic while waiting for implementation of new diagnostic tests for the organism."}, {"id": "pubmed23n0966_6421", "title": "Frazione polifenolica del bergamotto per il trattamento della sindrome metabolica nella schizofrenia: uno studio pilota.", "score": 0.008928571428571428, "content": "Introduzione. La frazione polifenolica del bergamotto (BPF) ha dimostrato di possedere buona efficacia nel trattamento dei pazienti affetti da sindrome metabolica (SM) e pertanto potrebbe rappresentare una strategia promettente nel trattamento degli effetti collaterali indotti da antipsicotici di seconda generazione (SGA) in soggetti schizofrenici in trattamento con tali farmaci. Materiali e metodi. A 15 pazienti schizofrenici in trattamento stabilizzato con SGA e 15 soggetti di controllo non affetti da patologie psichiatriche, che presentavano valori ematici di colesterolo totale compresi tra 200 e 239 mg/dl, è stato somministrato un integratore contenente BPF (1000 mg) per un periodo di 60 giorni. A tutti i soggetti all'inizio e alla fine del trattamento sono state eseguite la misurazione dell'indice di massa corporea (BMI) e una serie di esami ematochimici per la valutazione degli aspetti metabolici (colesterolo totale, LDL, HDL, trigliceridi, glicemia). Risultati. In entrambi i gruppi si è evidenziata una riduzione significativa del BMI (BMI T0 vs Tfinale (media±DS)= schizofrenici: 34,5±5,7 vs 33,9±5,4, p=,041; controlli: 28,1±4,5 vs 27,3±4,1, p=,016 - BMIcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= -0,59±0.7 vs -0,72±0,8, p=,378); colesterolo totale e LDL risultano invece essere diminuiti esclusivamente nel gruppo di controllo (colesterolo totalecambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 8,2±31,5 vs -35,1±31,1, p=,003; LDLcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 14,1±29,4 vs -9±38,9, p=,014). Discussione. La differenza di efficacia dei BPF sulla dislipidemia tra i soggetti schizofrenici e il gruppo di controllo potrebbe essere spiegata dai diversi meccanismi patogenetici che sono alla base delle alterazioni metaboliche nei soggetti in trattamento con SGA e nei pazienti che non assumono questa classe di farmaci. Conclusioni. Ulteriori studi si rendono necessari al fine di valutare in questa categoria di soggetti i possibili effetti sulla dislipidemia di dosi maggiori di BPF."}, {"id": "pubmed23n0319_3716", "title": "[Pulmonary symptoms of primary immunodeficiency diseases].", "score": 0.008928571428571428, "content": "Patients who lack major components of the immune system carry an increased risk for severe and recurrent pulmonary infections at those respiratory sites were the deficient component would, in the normal state, have its greatest concentration. We report different pulmonary manifestations in pediatric patients with primary immunodeficiency disease (PID). We studied 44 children younger than 14 years old, who were diagnosed of PID in our pediatric department between January 1990 and May 1996. Antibody deficiencies were the most frequent disorders (27/44; 61.3%) followed by PID associated with or secondary to other disorders (10/44; 22.7%) and defects of phagocyte function (5/44; 11.3%). Twenty-seven patients (61.3%) showed relevant pulmonary manifestations that required assistance in the division of pediatric pulmonology. Bronchial responsiveness was seen in 17/27, 11/27 had recurrent pneumonias with development of bronchiectasis in 7/27. Opportunistic or severe pneumonias leading to acute respiratory failure were diagnosed in 9/27. Necrotizing pneumonias leading to development of pneumatoceles, cavities or abscesses was seen in 3/27 with the same rate for lymphoid interstitial pneumonia. Respiratory symptoms were the first manifestations of PID in 19/27 (70.3%). The findings of the study emphasize the responsibility of the pediatric pulmonologists in avoiding the delayed diagnosis of PID since the prognosis depends on the precocity of diagnosis."}, {"id": "pubmed23n1038_10335", "title": "[Torsione di punta indotta dalla cocaina: un caso clinico.]", "score": 0.008849557522123894, "content": "Riassunto. La torsione di punta (TdP) è una tachicardia ventricolare polimorfica con una caratteristica torsione sinusoidale del complesso QRS attorno alla linea di base. Si differenzia da altre forme di tachicardia ventricolare per le sue caratteristiche morfologiche, per il meccanismo sottostante e le modalità di terapia. È associato alla sindrome del QT lungo e ha molti meccanismi precipitanti, fattori eziologici e opzioni di trattamento. Questo articolo presenta un caso di TdP che è stato caratterizzato da molteplici fattori e ha richiesto molte modalità di trattamento. Inoltre, vengono discussi i potenziali meccanismi e le modalità terapeutiche della TdP."}, {"id": "pubmed23n0572_2921", "title": "[Pulmonary abscess and Pyoderma gangrenosum].", "score": 0.008849557522123894, "content": "Pyoderma gangrenosum is the ulcerative form of neutrophilic dermatoses. The most frequent extracutaneous localizations are the lungs, joints, and digestive tract. We report a case of Pyoderma gangrenosum, which presented first as an aseptic lung abscess. The first cutaneous lesions occurred 9 months later, with skin ulcerations on the thorax and on surgical scars. The histological diagnosis was made on skin biopsies. There was no associated abnormality except for IgA monoclonal gammapathy. Clinical improvement was noted with immunosuppressive treatment. This infrequent case report underlines that lung abscesses may be of non-infectious origin, that in Pyoderma gangrenosum, skin lesions may be come several months after extracutaneous manifestations, among which lungs abcesses are the most frequent."}, {"id": "pubmed23n1029_21332", "title": "Esperienze di switch a cariprazina in pazienti schizofrenici con comparsa di effetti collaterali/comorbilità mediche.", "score": 0.008771929824561403, "content": "La schizofrenia è un disturbo psichiatrico grave e cronico con un background genetico e neurobiologico eterogeneo che influenza lo sviluppo precoce del cervello, ed è espressa come una combinazione di sintomi psicotici - come allucinazioni, deliri e disorganizzazione - e di sintomi negativi e cognitivi. Il trattamento dei pazienti con schizofrenia prevede l'utilizzo di antipsicotici, in accordo con i recenti dati di letteratura. Sulla base del meccanismo d'azione, gli antipsicotici vengono suddivisi in tipici (o \"di prima generazione\") e atipici (o \"di seconda generazione\"). Differiscono, anche, per la manifestazione di effetti collaterali, dovuti alla diversa affinità recettoriale caratteristica del singolo principio attivo. In questo caso clinico, presentiamo un giovane paziente di 24 anni con diagnosi di schizofrenia trattato prima con olanzapina e poi con risperidone, che ha manifestato significativi effetti collaterali di tipo metabolico e sessuali. La strategia terapeutica utilizzata è stata lo switch a un antipsicotico di terza generazione, cariprazina, con risoluzione delle collateralità e una migliore gestione dei sintomi negativi riportati. In conclusione, il modello di trattamento personalizzato sulla base delle condizioni cliniche e delle esigenze del paziente rappresenta l'approccio maggiormente adeguato nella gestione di ogni singolo caso."}, {"id": "pubmed23n0271_13675", "title": "[Adenosine deaminase activity in the pleural effusion. A study of 64 cases].", "score": 0.008771929824561403, "content": "Clinical and analytic data of 64 patients with firm etiologic diagnosis of pleural effusion with adenosine deaminase (ADA) present, were analyzed retrospectively. The patients had entered our hospital over a 40-month period. ADA activity in pleural fluid was analyzed by the Blake and Berman kinetic method. Mean ADA activity of the total sample was 32 U/l (SD:23.9). In patients with tuberculous pleural effusion ADA activity was higher than in the remaining patients (47.7, SD:21.4, versus 15.5 SD: 13.2; p < 0.0001). In the group of patients with tuberculous pleuritis diagnosed by pleural biopsy (22 cases) the presence of necrotizing granulomas was associated with slightly higher ADA activity although the difference was not statistically significant (49.2 SD 10.1 versus 41.3 SD 8.9; p = 0.07). Among only patients with tuberculous pleuritis or neoplasia with lymphocytic exudate, a cut off point greater than 23 U for ADA predicted a diagnosis of tuberculous pleuritis with a sensitivity of 0.96, specificity of 1, positive predictive value of 1, negative predictive value of 0.94, and a confidence limit of 0.97. In conclusion, ADA activity greater than 23 U determined by the kinetic method in pleural fluid with signs of lymphocytic exudate is strongly suggestive of pleural tuberculosis based on our sample of patients with pleural effusion."}, {"id": "pubmed23n1049_20419", "title": "[New European guidelines for the management of dyslipidaemias: their aggressiveness is not legitimated by current evidence].", "score": 0.008695652173913044, "content": "Le linee guida 2019 delle Società europee di cardiologia e dell'aterosclerosi sulla gestione delle dislipidemie hanno aumentato l'aggressività diagnostico-terapeutica e non distinguono prevenzione primaria e secondaria, con parziale eccezione per gli ultra75enni. Raccomandano nuovi target di cLDL: per pazienti a rischio molto alto si raccomanda una riduzione a <55 mg/dl e >=50% rispetto al basale; per pazienti a rischio alto una riduzione a <70 mg/dl e >=50% del basale; per pazienti a rischio moderato una riduzione a <100 mg/dl; per pazienti a rischio basso una riduzione a <116 mg/dl. In base alle carte SCORE e ai dati di mortalità cardiovascolare in Italia, quasi tutti i maschi dai 70 anni e le donne dai 70-75 anni risulterebbero ad alto rischio per solo effetto dell'età. Anche quasi tutti i 60enni sarebbero a rischio moderato, con target di cLDL <100, e spesso necessità di aggiungere costosi ipolipemizzanti per chi già assume statine. Le prove supportano ben poco tale aggressività. Infatti, anche negli studi randomizzati controllati (RCT) i benefici su esiti cardiovascolari non fatali subiscono esagerazioni sistematiche, quello meno distorto e di maggior interesse per gli assistiti è la mortalità totale. Questa, con terapie ipocolesterolemizzanti più intensive, non si è ridotta nelle metanalisi di RCT con pazienti con cLDL tra 80 e <100 mg/dl al basale; con inibitori di PCSK9, pazienti con questi valori mostrano persino tendenza all'aumento della mortalità totale. Dunque, abbassare il cLDL a <80 mg/dl può non giovare neppure ad anziani coronaropatici. A oggi, ciò vale ancora di più per anziani nella popolazione generale, in cui una revisione sistematica di studi di coorte ha mostrato relazioni nulle o più spesso inverse tra cLDL e mortalità. Le nuove linee guida europee forzano le prove disponibili, trascurano il principio di precauzione e non possono esser base per un equo consenso informato."}, {"id": "pubmed23n0078_18592", "title": "[Cytological exam of the pleural fluid in the diagnosis of neoplastic pleuritis. Cases contribution].", "score": 0.008695652173913044, "content": "The relevance of cytologic procedures in the diagnosis of malignant pleural effusions is evaluated. Pleural fluid sample obtained from 48 patients with malignant disease (39 metastatic tumors, 9 mesotheliomas), were studied to search for cancer cells. The results were: 32 (66.6%) patients had a cytologic diagnosis of malignant pleural effusions; 16 malignant specimens were not confirm by pleural fluid cytologic analysis. In our experience the cytologic diagnosis of malignant pleural effusions are more frequent in metastatic disease, especially in lung cancer."}]}}}} {"correct_option": 3, "explanations": {"1": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "2": {"exist": true, "char_ranges": [[181, 306]], "word_ranges": [[26, 45]], "text": "se guardiamo alla capacità del paziente di mantenere il sonno, c'è un dato chiaro che \"esclude\" un cambiamento ipo/maniacale."}, "3": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "4": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "5": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}}, "full_answer": "In questa domanda, si potrebbe sospettare la possibilità di un cambiamento affettivo dopo l'introduzione del farmaco antidepressivo, sulla base di ciò che il paziente riferisce, ma se guardiamo alla capacità del paziente di mantenere il sonno, c'è un dato chiaro che \"esclude\" un cambiamento ipo/maniacale. Due settimane sono un tempo breve perché il farmaco abbia avuto pieno effetto sull'umore, ma potrebbe esserci un'attivazione iniziale che i pazienti a volte non affrontano molto bene (e non sembra essere questo il caso). In questi pazienti è indicato mantenere il trattamento e rivalutarlo tra non più di un mese.", "full_answer_no_ref": "In questa domanda, si potrebbe sospettare la possibilità di un cambiamento affettivo dopo l'introduzione del farmaco antidepressivo, sulla base di ciò che il paziente riferisce, ma se guardiamo alla capacità del paziente di mantenere il sonno, c'è un dato chiaro che \"[HIDDEN]\" un cambiamento ipo/maniacale. Due settimane sono un tempo breve perché il farmaco abbia avuto pieno effetto sull'umore, ma potrebbe esserci un'attivazione iniziale che i pazienti a volte non affrontano molto bene (e non sembra essere questo il caso). In questi pazienti è indicato mantenere il trattamento e rivalutarlo tra non più di un mese.", "full_question": "Una donna di 68 anni, con una storia di 2 episodi depressivi maggiori nella sua vita, si è consultata per sintomi di tristezza, depressione, anedonia, astenia e anoressia compatibili con un nuovo episodio depressivo. Le sono stati prescritti 10 mg di escitalopram ed è stata valutata 2 settimane dopo. A questa visita la paziente ha riferito di sentirsi molto bene, di svegliarsi presto al mattino molto iperattiva e con una \"grande voglia di fare\", ha detto di avere molta energia e di essere più loquace del solito. Non riferisce di essere irritabile ed è in grado di dormire per 6 ore consecutive. Alla luce di questa situazione, cosa pensate che abbia la paziente?", "id": 392, "lang": "it", "options": {"1": "Disturbo bipolare di tipo I.", "2": "Ipomania indotta da farmaci.", "3": "Risposta normale all'escitalopram.", "4": "Demenza frontale.", "5": null}, "question_id_specific": 223, "type": "PSICHIATRIA", "year": 2016, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "pubmed23n1029_21332", "title": "Esperienze di switch a cariprazina in pazienti schizofrenici con comparsa di effetti collaterali/comorbilità mediche.", "score": 0.01625538582060321, "content": "La schizofrenia è un disturbo psichiatrico grave e cronico con un background genetico e neurobiologico eterogeneo che influenza lo sviluppo precoce del cervello, ed è espressa come una combinazione di sintomi psicotici - come allucinazioni, deliri e disorganizzazione - e di sintomi negativi e cognitivi. Il trattamento dei pazienti con schizofrenia prevede l'utilizzo di antipsicotici, in accordo con i recenti dati di letteratura. Sulla base del meccanismo d'azione, gli antipsicotici vengono suddivisi in tipici (o \"di prima generazione\") e atipici (o \"di seconda generazione\"). Differiscono, anche, per la manifestazione di effetti collaterali, dovuti alla diversa affinità recettoriale caratteristica del singolo principio attivo. In questo caso clinico, presentiamo un giovane paziente di 24 anni con diagnosi di schizofrenia trattato prima con olanzapina e poi con risperidone, che ha manifestato significativi effetti collaterali di tipo metabolico e sessuali. La strategia terapeutica utilizzata è stata lo switch a un antipsicotico di terza generazione, cariprazina, con risoluzione delle collateralità e una migliore gestione dei sintomi negativi riportati. 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In particolare, cariprazina potrebbe rappresentare una valida alternativa per pazienti che presentano sintomi negativi e cognitivi prominenti e che presentano una risposta sub-ottimale ad altre molecole antipsicotiche. L'obiettivo di questa rassegna è quello di presentare alcuni casi clinici in cui la risposta parziale o sub-ottimale a un precedente trattamento antipsicotico ha suggerito l'opportunità di uno switch a cariprazina, nonché di illustrare le modalità e l'esito dello switch. La discussione dei casi clinici vuole fornire alcune informazioni utili per l'utilizzo di cariprazina nella pratica clinica quotidiana."}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.009900990099009901, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "pubmed23n0270_11130", "title": "[The ICD-10 and mood disorders].", "score": 0.009900990099009901, "content": "30 patients with affective disorders are evaluated by a Mental Health team following diagnostic criteria of ICD-10 and DSM-III-R. Results are compared. Significative aspects of ICD-10 and differences between both classifications are analyzed in this area."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.00980392156862745, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0627_11931", "title": "[Severe forms of depression: the efficacy of escitalopram].", "score": 0.00980392156862745, "content": "Severe forms of depression are a major therapeutic concern for psychiatrists. According to Health Authority recommendations, they require the systematic initiation of treatment with active drugs, and they respond less well to placebos than the less severe forms. Escitalopram, which is the most active enanthiomer of the racemic compound (citalopram), is tolerated well at the doses indicated in the marketing authorisation (10 to 20mg per day) and it is particularly effective in the severe forms of depression. Several studies have compared escitalopram to another specific serotonin recapture inhibitor (SSRI) in severe depression. In a 24-week study, 20mg per day of escitalopram, compared to 40mg per day paroxetin, demonstrated significantly greater efficacy (p<0.05) on the primary criterion (modification of the total MADRS score between inclusion and the end of the study). In this same study, the difference in favour of escitalopram increased in parallel with the increase in initial severity. In a grouped analysis of three studies versus citalopram, the superior efficacy of escitalopram also increased in parallel with the initial severity. The antidepressants, combined serotonin recapture inhibitors and noradrenalin (SRINA), might, in theory, be more effective than the SRI because of their broader mode of action. Recent data on escitalopram have invalidated this fact. In a study comparing 20mg per day of escitalopram to 225mg per day of venlafaxine during eight weeks in severely depressed patients (MADRS>30), escitalopram led to a significantly enhanced improvement (p<0.05). A grouped analysis of two similarly designed studies showed that the difference in favour of escitalopram increased at the same time as the initial severity increased. An analysis of two studies comparing 10 to 20mg per day of escitalopram to 60mg per day of duloxetine in severely depressed patients, revealed the superior efficacy of escitalopram in the sub-sample of severely depressed patients (p<0.01), with significant superiority on each of the 10 items of the MADRS taken singly. Despite the limits of regrouped analyses, all these results underline the fact that escitalopram is at least as effective as the comparators, and notably compared to the two SRINA studied, in the severe forms of depression."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.009708737864077669, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "wiki20220301en038_85286", "title": "Barrio Sésamo", "score": 0.009708737864077669, "content": "\"Concurso de disfraces\" (19-6-1986) (18-12-1986) (18-2-1988) \"Gambas con gabardina\" (24-6-1896) \"Abrete Sésamo\" (25-6-1986) (18-12-1986) (14-3-1988) \"La naranjada\" (2-10-1986) (5-11-1986) (14-4-1988) \"Espinete domador\" (8-10-1986) (4-12-1986) (25-1-1988) \"El mundo del reves y Espinete\" (14-10-1986) (16-12-1986) (7-3-1988) \"El viaje de Espinete\" (3-11-1986) \"Espinete bebé\" (17-11-1986) (28-1-1988) \"No te manches\" (26-11-1986) (28-3-1988) \"El hermano de Espinete\" (9-12-1986) (11-2-1988) \"Espinete Superstar\" (19-12-1986) (30-3-1988) \"El show de Barrio Sésamo\" (1-1-1987) \"La inauguración\" (8-1-1987) \"El guaperas\" (13-1-1987) \"El vendedor ambulante\" (11-2-1987) \"Visto y no visto\" (13-2-1987) \"Los trogloditas\" (19-2-1987) \"Llama que te llama\" (23-2-1987) \"Los trogloditas atacan de nuevo\" (9-3-1987) \"La banda y Espinete\" (3-7-1987) \"El balón de Espinete\" (1-10-1987) \"Espinete y el buzón\" (5-10-1987) \"Los trucos de Espinete\" (16-11-1987) \"El trabalenguas\" (26-11-1987)"}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.009615384615384616, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "wiki20220301en389_8986", "title": "Julio Moizeszowicz", "score": 0.009615384615384616, "content": "\"Psicofarmacología Psicodinámica I. Aspectos neuroquímicos y psicológicos\". (Psychodynamic Psychopharmacology I. Neurochemical and psychological aspects), Editorial Paidós, Buenos Aires, 1982. (). Utilidad de la potenciación con antipsicóticos atípicos, en la depresión resistente. 26° Congreso Argentino de Psiquiatría, Asociación de Psiquiatras Argentinos, Mar del Plata, Hotel Sheraton, 19-22 Abril 2012. Viñetas Clínicas Interactivas: Actualidad diagnóstica y de tratamiento. 26° Congreso Argentino de Psiquiatría, Asociación de Psiquiatras Argentinos, Mar del Plata, Hotel Sheraton, 21-24 Abril 2010 Psicofarmacología del espectro ¿border-bipolar? 17° Congreso Internacional de Psiquiatría, Asociación Argentina de Psiquiatras, Buenos Aires, Hotel Sheraton, 27-30 septiembre 2010."}, {"id": "pubmed23n1059_7363", "title": "Contributi scientifici in memoria di Antonio Fusco.", "score": 0.009523809523809525, "content": "Come si leggerà nell'Introduzione della sezione propriamente scientifica del Volume, il presente testo nasce dalla volontà e, soprattutto, dall'esigenza culturale di omaggiare il fu Prof. Antonio Fusco. Un debito scientifico ed umano che trova il suo locus naturale in questa prima parte del testo stesso, cui farà poi seguito la parte propriamente scientifica. In siffatta parentesi dovuta per le ragioni appena menzionate, il lettore, l'amico o l'allievo dell'opera del Prof. Fusco potranno trovare un suo sintetico Curriculum Vitae, correlato da una specifica ed accurata prosa, svolta dal già Magnifico Rettore Carlo Cipolli; il quale, oltre che evidenziare, ricordando, i meriti del collega oramai scomparso, aggiunge alsuo scritto un elemento che sarebbe imprescindibile a non trasformare lo stesso in una mera sequenza di parole: l'amicizia e l'affetto per un amico che, oramai, non c'è più. A fine lettura, evidente risuonerà il fatto che la vita di ognuno, se mossa dalla passione per ciò per cui si è predisposti cognitivamente e psicologicamente, può essere ricca di riconoscimenti, riconoscenze e soddisfazioni che, lungi dal divenire un cuscino di allori su cui adagiarsi, per una mente creativa come quella del Prof. Fusco hanno funto solo da motivazioni ad agire instancabilmente guardando sempre al futuro. Il lavoro di una vita che, materialmente, è sancito da un supporto poco più di cm 25x15: una targa. Una materialità evidente che, con grande commozione e riconoscenza, è stata affissa il 25 ottobre 2019 sull'aula fronte l'Aula Magna del Campus \"La Folcara\", a testimonianza che quello spirito creativo in continua evoluzione non si ferma; non si arresta neppure con la fine biologica di chi lo ha \"posseduto\". Rimangono le opere ed il pensiero del Prof. Fusco e restano gli affetti. A tal proposito, il lettore troverà una breve e sentita sezione su Testimonianze; coloro i quali hanno avuto modo, nell'arco della vita accademica ed umana, personale, di Fusco di conoscerlo. Ecco, allora, che i ricordi saranno i veri protagonisti di questa parentesi. Dopo di ciò, prima dei contributi prettamente scientifici dei lavori, tenutisi in occasione del Convegno Internazionale Psicologia, Arte, Letteratura. Antiche e Nuove Tendenze, seguiranno i saluti delle autorità che in quei due giorni si sono succedute a rappresentare non solo l'istituzione affiliata, ma anche la relazione di stima e di affetto che le legava al compianto Professore. Si passerà, infine, al volume tradizionalmente inteso."}, {"id": "pubmed23n0816_17893", "title": "[Attention deficit hyperactivity disorder and/or bipolar disorder?].", "score": 0.009523809523809525, "content": "The attention deficit disorder and the bipolar disorder maintain a complex relation. Indeed, these two syndromes share numerous symptoms that engender numerous diagnostic difficulties. According to several studies, it seems that these two disorders are really different with significant differences at the functional and anatomical level. However, there are common cognitive deficits as well as relatively frequent co-morbidity which is necessary to know in order to adjust the treatment. "}, {"id": "pubmed23n0923_20493", "title": "Management della retinopatia diabetica e dell'edema maculare diabetico: linee guida \"Euretina 2017\".", "score": 0.009433962264150943, "content": "Si prevede che la malattia diabetica con tutte le sue complicanze avrà un forte aumento di incidenza con un grosso impatto socioeconomico nei prossimi decenni in tutto il mondo. Pertanto ben si comprende l'importanza di individuare attraverso una fine diagnostica quanto più precocemente la comparsa dei sintomi diabetici, migliorare lo stile di vita ed impostare cure efficienti. Riportiamo la serie di raccomandazioni EURETINA 2017, dei maggiori esperti in Europa per la gestione della malattia diabetica e delle complicanze della retina. Per combattere questa \"pestilenza\" occorre un team medico preparato. Il trattamento laser è stato considerato sino a non molto tempo fa il Gold standard della retinopatia diabetica e dell'edema diabetico (RD e EMD). Recenti studi hanno dimostrato, invece, che si possono raggiungere risultati migliori mediante l'iniezione diretta di farmaci nella cavità vitreale. In particolare è emerso terapia di prima linea, molecole in grado di inibire il fattore di crescita endoteliale vascolare (anti VEGF) mentre non è più raccomandata la fotocoagulazione laser per il trattamento del DME. Nell'ambito delle molecole farmacologiche gli steroidi hanno mantenuto un ruolo nella gestione del DME cronicamente persistente."}, {"id": "pubmed23n0564_12489", "title": "[Serum serotonin level in patients with depression and panic attacks].", "score": 0.009433962264150943, "content": "Serum serotonin level (SSL) was studied using ELISA method in 21 patients with depression associated with panic attacks (PA) and 15 non-depressed patients (8--with PA, 7--with the autonomous nervous system dysfunction). The authors found significant positive correlation between increased SSL and severity of depression, according to BDI (r = 0.82, r < 0.05). There was no correlation with other signs of the disease (anxiety, autonomous nervous system parameters). SSL in control group was about 72.6 +/- 10.06 ng/ml, in mild depressed patients--203.41 +/- 26.47 ng/ml, in severe depressed patients--438.58 +/- 36.31 ng/ml (P(1-2) < 0.001; P(2-3) < 0.001). It was proposed to use SSL for verification the depression severity."}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.009345794392523364, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n0041_3324", "title": "[Alcoholism and depression (Note apropos of a survey using Beck's inventary].", "score": 0.009345794392523364, "content": "The authors summarize recent works that correlate depression and alcoholism. They give the result of an inquiry: 38 patients (7 women and 31 men) admitted for alcoholism were given the Beck inventory for measuring depressio;. Most of the men (18) were not voluntary for entering hospital; they were not depressed clinically and in the results of the Beck inventory (mean score=12,1). 13 men were voluntary for treating their alcoholism, most of them were clearly depressed (mean score=23.3). There is a good concordance between clinical data and Beck scores. This reminds us that depression may masquerade as alcoholism."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009259259259259259, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0674_82", "title": "[Bipolar depression and unipolar depression: differential diagnosis in clinical practice].", "score": 0.009259259259259259, "content": "When assessing a patient with depression it is crucial not to miss a diagnosis of bipolar depression. In this review we suggest that it can be achieved, first, by consistently usingstandardised diagnostic criteria (e.g., DSM-IV-TR or ICD 10) and, second, by ascertaining the presence of some clinical features. The latter include previous episodes of mood elevation, current or past episodes of psychotic depression, onset of recurrent depressive disorder before the age of 25, a strong family history of mood disorder and suicide, lack of response or \"wearing off\" of response to well conducted antidepressant treatment, and an unusually fast response to antidepressants with features of elation. Although more and better research is required to establish the validity, sensitivity, specificity, and predictive value of each one of these features we suggest that from a practical point of view they would increase clinicians' awareness of bipolar depression."}, {"id": "pubmed23n0749_21422", "title": "The clinician's role in the diagnosis of breast disease.", "score": 0.009174311926605505, "content": "Until 20 or 30 years ago, the diagnosis and treatment of breast disease was managed exclusively by the surgeon. This situation has changed to some extent as a result of recent technological advances, and clinicians' contributions to the diagnostic work-up and/or treatment of these cases can begin at any time. If they are the first physician to see the patient after the examination and formulation of a diagnostic hypothesis, they will almost always have to order a panel of imaging/instrumental examinations that is appropriate for the type of lesion suspected, the patient's age, and other factors; if they intervene at the end of the diagnostic work-up, it will be their job to arrive at a conclusion based on all of the data collected. The clinical examination includes various steps - history taking and inspection and palpation of the breasts - each of which is essential and requires the use of appropriate methods and techniques. The diagnostic capacity of the examination will depend largely on the consistency of the breasts, but it is influenced even more strongly by the doctor-patient relationship. Physicians must know their patient well, listen to and understand what she is saying, explain their own findings and verify that the explanations have been understood, and they must be convincing. Clinicians must also be able to assess the results of imaging studies (rather than relying solely on the radiologist's report), and this requires interaction with other specialists. The days are over when a clinician or radiologist or sonographer worked alone, certain that his/her examination method was sufficient in itself: today, teamwork is essential. But this also means that each member of the team must be extremely competent in his/her own sector and be aware of the other team members' limitations and expectations. The clinical examination remains central to the process since it is the basis for selecting appropriate treatment. SOMMARIO: Da quando si conosce la patologia mammaria la diagnosi e la terapia di tale patologia sono state a totale appannaggio del chirurgo, situazione che è proseguita fino a qualche decennio fa. Il recente progresso tecnologico ha modificato, in parte, questa situazione e il clinico può entrare nel percorso diagnostico o terapeutico in qualsiasi momento. Se è il primo coinvolto, dopo l'esame e dopo un'ipotesi diagnostica, dovrà, quasi sempre, orientarsi verso indagini strumentali in relazione al sospetto, all'età della paziente ecc., se è l'ultimo anello deve arrivare a una conclusione mettendo insieme tutte le informazioni. L'esame clinico è composto di varie fasi: anamnesi, ispezione, palpazione, ognuna essenziale. Ogni singola fase va affrontata con metodo e tecnica appropriata. La capacità diagnostica dell'esame clinico è influenzata dalla costituzione della mammella, ma ancor di più è condizionata da uno stretto rapporto tra paziente e medico che deve conoscere molto la paziente che gli sta davanti e che non solo deve \"visitare\", ma capire, spiegare, accertarsi che si abbia capito, convincere. È inoltre indispensabile che il clinico sia in grado di esaminare le indagini strumentali e non limitarsi a leggere i referti, quindi interagire con gli altri specialisti. L'epoca del clinico o del radiologo o dell'ecografista che lavora da solo credendo che il proprio esame sia sufficiente o sganciato da altri contesti è finita da tempo, tutti hanno bisogno di tutti. È però vero che ciascuno deve essere estremamente competente nel suo settore e deve conoscere i limiti e le aspettative di chi collabora in altre specialità, come rimane valida la regola che la clinica resta comunque il momento centrale, non fosse altro perché poi deve affrontare la terapia."}, {"id": "wiki20220301en441_22152", "title": "Skread production discography", "score": 0.009174311926605505, "content": "2011 Nessbeal – Sélection naturelle 05. \"J'suis un salaud\" 08. \"La nébuleuse des aigles\" (featuring Isleym) 10. \"Soldat\" 13. \"La naissance du mal\" 14. \"Sélection naturelle\" Orelsan – Le chant des sirènes 01. \"RaelSan\" 02. \"Le chant des sirènes\" 03. \"Plus rien ne m'étonne\" 05. \"Double vie\" 06. \"Finir mal\" 07. \"Si seul\" 08. \"Des trous dans la tête\" 11. \"1990\" 12. \"2010\" 13. \"La morale\" (co-produced with Félipé Saldivia) 15. \"Suicide social\" 16. \"Elle viendra quand même\" 2013"}, {"id": "pubmed23n0966_6421", "title": "Frazione polifenolica del bergamotto per il trattamento della sindrome metabolica nella schizofrenia: uno studio pilota.", "score": 0.00909090909090909, "content": "Introduzione. La frazione polifenolica del bergamotto (BPF) ha dimostrato di possedere buona efficacia nel trattamento dei pazienti affetti da sindrome metabolica (SM) e pertanto potrebbe rappresentare una strategia promettente nel trattamento degli effetti collaterali indotti da antipsicotici di seconda generazione (SGA) in soggetti schizofrenici in trattamento con tali farmaci. Materiali e metodi. A 15 pazienti schizofrenici in trattamento stabilizzato con SGA e 15 soggetti di controllo non affetti da patologie psichiatriche, che presentavano valori ematici di colesterolo totale compresi tra 200 e 239 mg/dl, è stato somministrato un integratore contenente BPF (1000 mg) per un periodo di 60 giorni. A tutti i soggetti all'inizio e alla fine del trattamento sono state eseguite la misurazione dell'indice di massa corporea (BMI) e una serie di esami ematochimici per la valutazione degli aspetti metabolici (colesterolo totale, LDL, HDL, trigliceridi, glicemia). Risultati. In entrambi i gruppi si è evidenziata una riduzione significativa del BMI (BMI T0 vs Tfinale (media±DS)= schizofrenici: 34,5±5,7 vs 33,9±5,4, p=,041; controlli: 28,1±4,5 vs 27,3±4,1, p=,016 - BMIcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= -0,59±0.7 vs -0,72±0,8, p=,378); colesterolo totale e LDL risultano invece essere diminuiti esclusivamente nel gruppo di controllo (colesterolo totalecambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 8,2±31,5 vs -35,1±31,1, p=,003; LDLcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 14,1±29,4 vs -9±38,9, p=,014). Discussione. La differenza di efficacia dei BPF sulla dislipidemia tra i soggetti schizofrenici e il gruppo di controllo potrebbe essere spiegata dai diversi meccanismi patogenetici che sono alla base delle alterazioni metaboliche nei soggetti in trattamento con SGA e nei pazienti che non assumono questa classe di farmaci. Conclusioni. Ulteriori studi si rendono necessari al fine di valutare in questa categoria di soggetti i possibili effetti sulla dislipidemia di dosi maggiori di BPF."}, {"id": "pubmed23n0681_14834", "title": "[Bipolar disorder and suicide risk].", "score": 0.00909090909090909, "content": "Bipolar disorder is a serious disease characterised by intense mood fluctuations. There is a significant risk of suicide during depressive episodes. Establishing a diagnosis, providing effective treatment and knowing and assessing the suicide risk factors are essential phases in successfully treating patients."}, {"id": "pubmed23n0912_2807", "title": "[The diagnosis and treatment of bipolar affective disorders].", "score": 0.009009009009009009, "content": "No abstcarct available."}, {"id": "pubmed23n0999_17549", "title": "[Bevacizumab e altri farmaci. Attività e sicurezza degli agenti anti-VEGF nel carcinoma ovarico.]", "score": 0.008928571428571428, "content": "Riassunto. L'angiogenesi svolge un ruolo importante sia nei tessuti epiteliali normali sia in quelli maligni. Negli ultimi anni questo fenomeno è stato ampiamente studiato in oncologia sperimentale e clinica perché ci sono evidenze che sia coinvolto nella diffusione e nella diffusione metastatica del carcinoma ovarico. Il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (vascular endothelial growth factor - VEGF) è l'attore principale nel meccanismo di angiogenesi e svolge un ruolo strategico nella proliferazione e migrazione delle cellule neoplastiche, con un impatto significativo sulla sopravvivenza e sull'outcome clinico. Secondo quanto emerge da molti studi sperimentali e clinici, le nostre conoscenze sulla biologia dell'angiogenesi e del VEGF sono aumentate portando allo sviluppo farmacologico di specifici agenti in grado di targeting VEGF. Questo nuovo campo di indagine offre agli scienziati l'opportunità di testare nuove possibilità terapeutiche nei pazienti con carcinoma ovarico con nuovi agenti mirati. Il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF umanizzato, è stato il primo farmaco anti-VEGF scoperto ed è usato oggi per il trattamento di diversi tumori solidi. Negli ultimi anni questo agente è stato ampiamente testato nei pazienti con carcinoma ovarico, mostrando un'attività clinica interessante e un profilo di tossicità tollerabile sia nelle pazienti giovani sia in quelle anziane. Il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel e successivamente utilizzato come agente singolo, è indicato per il trattamento del carcinoma epiteliale dell'ovaio di stadio III o IV, tuba di Falloppio o carcinoma peritoneale primario dopo iniziale resezione chirurgica. Il bevacizumab è anche usato per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico epiteliale ricorrente e resistente al platino, delle tube di Falloppio o dal tumore peritoneale primario che hanno ricevuto non più di 2 regimi precedenti di chemioterapia. Inoltre, il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel o con carboplatino e gemcitabina (e usato come agente singolo), è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma epiteliale dell'ovario sensibile al platino, tuba di Falloppio o tumore peritoneale primario. Le linee guida più accreditate suggeriscono quando bevacizumab deve essere usato nel trattamento del carcinoma ovarico avanzato e ricorrente. Altri agenti anti-VEGF, come gli inibitori della tirosin-chinasi del recettore VEGF (VEGFR), sono stati ampiamente testati nel carcinoma ovarico e molti altri sono in corso di studi al fine di testare la loro attività e sicurezza rispetto a bevacizumab. Gli agenti anti-VEGF e gli inibitori di PARP svolgono oggi un ruolo strategico nel trattamento del cancro ovarico con agenti mirati in associazione con la chemioterapia e la chirurgia in un'ottica multidisciplinare e personalizzata."}, {"id": "pubmed23n0939_8112", "title": "[Increased sensitivity in bipolar disorder detection with the MDQ and BSDS using Ghaemi-Goodwin's criteria for the bipolar spectrum].", "score": 0.008928571428571428, "content": "Many patients with bipolar disorder (BD) spend around 10 years without a diagnosis and appropriate treatment. The difficulty in distinguishing bipolar from unipolar depression, the prevalence of depressive symptoms along the course of BD and patients' bias in recalling their hypomanic symptoms are some of the factors that contribute to this problem. This study compares the efficiency of several screening instruments for BD detection in a group of patients (n=63) with mood disorders, or cluster B personality disorders. The diagnoses were made with structured interviews: Mini International Neuropsychiatric Interview (MINI) and Structured Clinical Diagnostic Interview for axis II (SCID-II). The patients completed the Mood Disorder Questionnaire (MDQ) and Bipolar Spectrum Disorder Scale (BSDS) and were assessed with the Bipolar Index-BI and Ghaemi-Goodwin Bipolar Spectrum Criteria. Sensitivity, specifcity, Positive Predictive Value (PPV) and Negative Predictive Value (NPV) were estimated for each instrument, along with Chi2 and T-tests. Statistical analyses were conducted using the SPSS-v16. The BI had the best global performance with 88% specificity and 0.90 of sensitivity. The MDQ-H had the highest specificity and the MDQ-6 the highest sensitivity. However, when combining the MDQ with Ghaemi's criteria, an ostensible augment was obtained in sensitivity while maintaining good predictive values. The joint assessment of mania symptoms and typical evolving course symptoms in BD increased the probability of BD detection in this clinical sample."}, {"id": "pubmed23n1049_20419", "title": "[New European guidelines for the management of dyslipidaemias: their aggressiveness is not legitimated by current evidence].", "score": 0.008849557522123894, "content": "Le linee guida 2019 delle Società europee di cardiologia e dell'aterosclerosi sulla gestione delle dislipidemie hanno aumentato l'aggressività diagnostico-terapeutica e non distinguono prevenzione primaria e secondaria, con parziale eccezione per gli ultra75enni. Raccomandano nuovi target di cLDL: per pazienti a rischio molto alto si raccomanda una riduzione a <55 mg/dl e >=50% rispetto al basale; per pazienti a rischio alto una riduzione a <70 mg/dl e >=50% del basale; per pazienti a rischio moderato una riduzione a <100 mg/dl; per pazienti a rischio basso una riduzione a <116 mg/dl. In base alle carte SCORE e ai dati di mortalità cardiovascolare in Italia, quasi tutti i maschi dai 70 anni e le donne dai 70-75 anni risulterebbero ad alto rischio per solo effetto dell'età. Anche quasi tutti i 60enni sarebbero a rischio moderato, con target di cLDL <100, e spesso necessità di aggiungere costosi ipolipemizzanti per chi già assume statine. Le prove supportano ben poco tale aggressività. Infatti, anche negli studi randomizzati controllati (RCT) i benefici su esiti cardiovascolari non fatali subiscono esagerazioni sistematiche, quello meno distorto e di maggior interesse per gli assistiti è la mortalità totale. Questa, con terapie ipocolesterolemizzanti più intensive, non si è ridotta nelle metanalisi di RCT con pazienti con cLDL tra 80 e <100 mg/dl al basale; con inibitori di PCSK9, pazienti con questi valori mostrano persino tendenza all'aumento della mortalità totale. Dunque, abbassare il cLDL a <80 mg/dl può non giovare neppure ad anziani coronaropatici. A oggi, ciò vale ancora di più per anziani nella popolazione generale, in cui una revisione sistematica di studi di coorte ha mostrato relazioni nulle o più spesso inverse tra cLDL e mortalità. Le nuove linee guida europee forzano le prove disponibili, trascurano il principio di precauzione e non possono esser base per un equo consenso informato."}, {"id": "wiki20220301en127_49750", "title": "La Renga discography", "score": 0.008849557522123894, "content": "|--- |La Renga (1998)1. \"El Terco\"2. \"Tripa y Corazón\"3. \"Bien Alto\"4. \"El Hombre de La Estrella\"5. \"Vende Patria Clon\"6. \"El Rebelde\"7. \"Me Hice Canción\"8. \"Cuando Estés Acá\"9. \"El Twist del Pibe\"10. \"Reíte\"11. \"Ser Yo\" |--- |La Esquina del Infinito (1999)1. \"La Vida, Las Mismas Calles\"2. \"Motoralmaisangre\"3. \"Al Que He Sangrado\"4. \"Panic Show\"5. \"El Cielo del Desengaño\"6. \"Arte Infernal\"7. \"En El Baldío\"8. \"En Pie\"9. \"El Rey de La Triste Felicidad\"10. \"Estalla\"11. \"Hey Hey, My My\"12. \"Untitled\" |--- |Detonador de Sueños (2003)1. \"A Tu Lado\"2. \"Detonador de Sueños\"3. \"El Ojo del Huracán\"4. \"La Razón Que Te Demora\"5. \"Dementes En El Espacio\"6. \"Estado\"7. \"Las Cosas Que Hace\"8. \"Noche Vudú\"9. \"En Los Brazos del Sol\"10. \"Míralos\"11. \"El Rastro de La Conciencia\"12. \"Hielasangre\" |---"}, {"id": "pubmed23n1137_1438", "title": "[\"Nessuno vuole vedermi\": è una battaglia persa contro una malattia tropicale trascurata?]", "score": 0.008771929824561403, "content": "Riassunto. Le malattie tropicali trascurate (NTD) sono una serie di malattie che prosperano nelle comunità povere di risorse, in particolare nei climi tropicali. I fattori sociali, ambientali ed economici contribuiscono alla loro persistenza. La filariosi linfatica (LF), classificata come NTD in tutto il mondo, è una malattia parassitaria causata da vermi microscopici noti come microfilarie. I vermi adulti dimorano solo nel sistema linfatico degli esseri umani. Le zanzare trasferiscono la LF da persona a persona. Gonfiore di braccia, gambe e seno (linfedema) o dello scroto (idrocele) sono alcuni dei sintomi più gravi e dolorosi. La LF ha una grave influenza sia sulla salute mentale e sociale sia su quella fisica, e porta le persone a convivere con una deformazione, una debilitazione e uno stigma legati alla condizione di malattia. Di seguito descriviamo un caso clinico di un uomo con LF, alienato e umiliato dalla sua malattia. L'OMS ha avviato un'iniziativa globale per debellare la LF. Oltre alla somministrazione di trattamenti regolari, è stata posta uguale enfasi sull'apprendimento di come lavare e alzare gli arti colpiti, per aiutare a ridurre la gravità clinica e la progressione del disturbo."}, {"id": "pubmed23n0422_4639", "title": "[The contribution of psychotherapy to a therapeutic approach of bipolar disorders that combines psychotherapy and pharmacotherapy].", "score": 0.008771929824561403, "content": "The author assumes that genetic and environmental factors interact in the etiology of Bipolar Disorders. The main goal of this article is to discuss the contribution of psychotherapy in a therapeutic approach to Bipolar Disorders that includes both psychopharmacological treatment and psychotherapy. The central tenet of the paper is that the psychotherapeutic approach to depression focuses on the personality structure as a whole and identifies the predominant psychodynamic factors: the disparity between actual and ideal self-representations, the loss of internal objects, the impact of the vicissitudes of symbiotic relationships on the psychic equilibrium. In the treatment of mania, the psychotherapeutic interventions are considered to be significantly less useful than in the treatment of depression."}, {"id": "pubmed23n0885_1889", "title": "[Evaluation of mercury exposure in populations living near the industrial Augusta Bay (Sicily Region, Southern Italy)].", "score": 0.008695652173913044, "content": "OBIETTIVI: valutare e quantificare l'esposizione umana al mercurio (Hg) ed esplorare i fattori chiave che influenzano la contaminazione nelle popolazioni residenti in prossimità della Rada di Augusta, un'area a elevato rischio ambientale a causa degli effetti degli sversamenti incontrollati di Hg da parte di uno dei più grandi impianti cloro-soda d'Europa. DISEGNO: un campione di residenti nei comuni di Augusta, Priolo e Melilli (Sicilia orientale) è stato selezionato per lo studio di biomonitoraggio umano. Un questionario dettagliato è stato somministrato a ogni partecipante per raccogliere informazioni anagrafiche sulle abitudini di vita e alimentari. I livelli di Hg in sangue e capelli, usati come traccianti di esposizione a metilmercurio, sono stati messi in relazione al consumo di pesce locale. Il contenuto di Hg nelle urine è stato utilizzato per esplorare eventuali esposizioni atmosferiche a Hg inorganico. Una regressione lineare multivariata è stata applicata con l'obiettivo di esplorare i fattori che influenzano l'esposizione umana al Hg. L'approccio tossicocinetico è stato impiegato al fine di calcolare la dose settimanale provvisoria tollerabile ( provisional tolerable weekly intake, PTWI) e di predire le concentrazioni di Hg attese nel sangue degli individui con una dieta alimentare basata esclusivamente su pesce locale. 224 individui residenti nei comuni di Augusta, Melilli e Priolo. RISULTATI: eccessi di Hg sono stati misurati nel sangue e nei capelli del campione considerato. I più alti livelli sono stati rilevati ad Augusta, dove anche il consumo di pesce locale risulta maggiore. I valori di dose settimanale tollerabile provvisoria (PTWI) calcolati eccedono, nella maggior parte dei casi, le raccomandazioni internazionali, specialmente nei residenti ad Augusta. CONCLUSIONI: gli elevati livelli di Hg registrati nei campioni di sangue e capelli derivano, con ogni probabilità, dal consumo di pesce locale. Rispetto ad Augusta, gli individui di Priolo e Melilli subiscono un impatto più limitato. L'esposizione a Hg inorganico può essere considerata trascurabile."}, {"id": "pubmed23n0311_16704", "title": "[Bipolar II disorder: course and suicidal behavior].", "score": 0.008695652173913044, "content": "Bipolar II disorder seems to be more than a mild form of classic manic-depressive illness. Differences with bipolar I concern genetic, biological, clinical and pharmacological aspects. Nevertheless, studies on suicidal behavior in both groups have resulted in inconsistent results Twenty-two patients fulfilling Research Diagnostic Criteria for the diagnosis of bipolar II disorder and 38 bipolar I were evaluated with the Schedule for Affective Disorders and Schizophrenia by two independent interviewers, and compared. Bipolar II patients had significantly more previous episodes (p = 0.001), including both depressive (p = 0.003) and hypomanic switches (p = 0.006), but had been hospitalized (p = 0.001) and presented psychotic symptoms (p < 0.001) less frequently. There were no significant differences between both groups regarding suicidal behavior variables. These results suggest that bipolar II disorder is less severe than bipolar I regarding symptoms intensity, but more severe with respect to episodes frequency, and that suicide attempts rates are not useful to discriminate between both groups."}, {"id": "pubmed23n0999_17555", "title": "Terapia cognitivo-comportamentale per giovani ad alto rischio di un primo episodio di psicosi: un trial randomizzato controllato.", "score": 0.008620689655172414, "content": "Scopo. Nell'ultimo ventennio l'interesse di ricercatori e clinici nella prevenzione di disturbi psicotici è cresciuto notevolmente. Gli studi internazionali su strategie a favore di giovani \"ad alto rischio di un primo episodio di psicosi\" sono ancora in numero ridotto, mentre in Italia risultano del tutto assenti. Oltre a manifestare sintomi psicotici sotto-soglia, questa popolazione di frequente riporta un compromesso funzionamento. La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) è la strategia di prima linea, ma si rileva in letteratura l'importanza di studi su ulteriori misure di esito, quali il funzionamento. Il presente studio ha valutato se un protocollo di TCC modulare riducesse il rischio di un primo episodio psicotico in un gruppo di giovani ad alto rischio a post-trattamento e follow-up rispettivamente di 6 e 14 mesi a confronto con trattamento di supporto psicologico di routine ( treatment as usual). Metodi. Cinquantotto partecipanti (età media=25,51, 67,20% maschi) che soddisfacevano criteri per stati mentali a rischio alla Comprehensive Assessment of At-Risk-Mental States sono stati randomizzati a TCC o treatment as usual. Il protocollo di TCC ha incluso 30 sedute settimanali. Risultati. Nel gruppo TCC, il numero di giovani che ha sviluppato un primo episodio psicotico a follow-up è stato inferiore (n=4, 10,30%) a quello del gruppo di controllo (n=8, 27,60%), sebbene tale differenza sia risultata di significatività marginale [Log rank test χ2(1)= 3,66, p=0,05]. I giovani con funzionamento baseline più alto hanno ottenuto maggiori benefici al di là del tipo di percorso. Conclusioni. Anche nel contesto italiano, la TCC sembra efficace e promettente nel prevenire un primo episodio psicotico in giovani con stato mentale a rischio."}]}}}} {"correct_option": 2, "explanations": {"1": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "2": {"exist": true, "char_ranges": [[0, 101]], "word_ranges": [[0, 15]], "text": "Aumentare la dose di enalapril in base alla tolleranza e somministrare turosemide per via endovenosa."}, "3": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "4": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "5": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}}, "full_answer": "Aumentare la dose di enalapril in base alla tolleranza e somministrare turosemide per via endovenosa.", "full_answer_no_ref": "Aumentare la dose di enalapril in base alla tolleranza e somministrare turosemide per via endovenosa.", "full_question": "Una donna di 73 anni è stata ricoverata con dispnea progressiva fino al riposo, ortopnea e un aumento di peso di 4 kg. 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Qual è il trattamento più appropriato in questo momento?", "id": 285, "lang": "it", "options": {"1": "Somministrare fiirosemide per via endovenosa.", "2": "Aumentare la dose di enalapril in base alla tolleranza e somministrare furosemide per via endovenosa.", "3": "Iniziare un beta-bloccante.", "4": "Aggiungere il trattamento con amlodipina.", "5": null}, "question_id_specific": 59, "type": "CARDIOLOGIA E CHIRURGIA VASCOLARE", "year": 2016, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009900990099009901, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0829_22677", "title": "[Thiazide diuretics in the treatment of hypertensive patients].", "score": 0.009900990099009901, "content": "This Cochrane review had the objectives to determine the dose-related decrease in blood pressure due to thiazide diuretics compared with placebo control in the treatment of hypertensive patients. Hydrochlorothiazide has a dose-related blood pressure-lowering effect over the dose range 6.25, 12.5, 25 and 50 mg/day of 4/2, 6/3, 8/3 and 11/5 mmHg, respectively. This exceeds the mean 3 mmHg reduction achieved by angiotensin-converting-enzyme inhibitors and angiotensin receptor blockers as shown in other Cochrane reviews, which have compared these antihypertensive drugs with placebo having used similar inclusion/exclusion criteria. "}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.00980392156862745, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0797_10862", "title": "[Diuretic therapy in acute heart failure].", "score": 0.00980392156862745, "content": "Diuretics are widely recommended in patients with acute heart failure (AHF). Unfortunately, despite their widespread use, limited data are available from randomized clinical trials to guide clinicians on the appropriate management of diuretic therapy. Loop diuretics are considered the first-line diuretic therapy, especially intravenous furosemide, but the best mode of administration (high-dose versus low-dose and continuous infusion versus bolus) is unclear. When diuretic resistance develops, different therapeutic strategies can be adopted, including combined diuretic therapy with thiazide diuretics and/or aldosterone antagonists. Low or \"non-diuretic\" doses (25-50mg QD) of aldosterone antagonists have been demonstrated to confer a survival benefit in patients with heart failure and reduced ejection fraction and consequently should be prescribed in all such patients, unless contraindicated by potassium and/or renal function values. There is less evidence on the use of aldosterone antagonists at higher or \"diuretic\" doses (≥ 100mg QD) but these drugs could be useful in relieving congestive symptoms in combination with furosemide. Thiazide diuretics can also be helpful as they have synergic effects with loop diuretics by inhibiting sodium reabsorption in distal parts of the nephron. The effect of diuretic therapy in AHF should be monitored with careful observation of clinical signs and symptoms of congestion. Serum electrolytes and kidney function should also be monitored during the use of intravenous diuretics. "}, {"id": "pubmed23n0999_17549", "title": "[Bevacizumab e altri farmaci. Attività e sicurezza degli agenti anti-VEGF nel carcinoma ovarico.]", "score": 0.009708737864077669, "content": "Riassunto. L'angiogenesi svolge un ruolo importante sia nei tessuti epiteliali normali sia in quelli maligni. Negli ultimi anni questo fenomeno è stato ampiamente studiato in oncologia sperimentale e clinica perché ci sono evidenze che sia coinvolto nella diffusione e nella diffusione metastatica del carcinoma ovarico. Il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (vascular endothelial growth factor - VEGF) è l'attore principale nel meccanismo di angiogenesi e svolge un ruolo strategico nella proliferazione e migrazione delle cellule neoplastiche, con un impatto significativo sulla sopravvivenza e sull'outcome clinico. Secondo quanto emerge da molti studi sperimentali e clinici, le nostre conoscenze sulla biologia dell'angiogenesi e del VEGF sono aumentate portando allo sviluppo farmacologico di specifici agenti in grado di targeting VEGF. Questo nuovo campo di indagine offre agli scienziati l'opportunità di testare nuove possibilità terapeutiche nei pazienti con carcinoma ovarico con nuovi agenti mirati. Il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF umanizzato, è stato il primo farmaco anti-VEGF scoperto ed è usato oggi per il trattamento di diversi tumori solidi. Negli ultimi anni questo agente è stato ampiamente testato nei pazienti con carcinoma ovarico, mostrando un'attività clinica interessante e un profilo di tossicità tollerabile sia nelle pazienti giovani sia in quelle anziane. Il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel e successivamente utilizzato come agente singolo, è indicato per il trattamento del carcinoma epiteliale dell'ovaio di stadio III o IV, tuba di Falloppio o carcinoma peritoneale primario dopo iniziale resezione chirurgica. Il bevacizumab è anche usato per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico epiteliale ricorrente e resistente al platino, delle tube di Falloppio o dal tumore peritoneale primario che hanno ricevuto non più di 2 regimi precedenti di chemioterapia. Inoltre, il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel o con carboplatino e gemcitabina (e usato come agente singolo), è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma epiteliale dell'ovario sensibile al platino, tuba di Falloppio o tumore peritoneale primario. Le linee guida più accreditate suggeriscono quando bevacizumab deve essere usato nel trattamento del carcinoma ovarico avanzato e ricorrente. Altri agenti anti-VEGF, come gli inibitori della tirosin-chinasi del recettore VEGF (VEGFR), sono stati ampiamente testati nel carcinoma ovarico e molti altri sono in corso di studi al fine di testare la loro attività e sicurezza rispetto a bevacizumab. Gli agenti anti-VEGF e gli inibitori di PARP svolgono oggi un ruolo strategico nel trattamento del cancro ovarico con agenti mirati in associazione con la chemioterapia e la chirurgia in un'ottica multidisciplinare e personalizzata."}, {"id": "pubmed23n1061_6290", "title": "[¿Cómo tratar la hipertensión arterial sistémica? Estrategias de tratamiento actuales].", "score": 0.009708737864077669, "content": "Hypertension is a disease that affects almost half of the population. Its complex pathophysiology, mainly affecting the renal, hormonal, cardiovascular and neurological systems, has allowed us to have different pharmacological strategies to treat each of these systems and thus regulate blood pressure. The American Heart Association in 2017, the European Society of Cardiology in 2018, and the American Society of Hypertension in 2020 published their recommendations for the diagnosis, monitoring and treatment of arterial hypertension. The definition of normal blood pressure or hypertension varies according to each guideline. Recommendations on lifestyle and pharmacological therapy are very similar in the guidelines. They recommend blockers of the renin-angiotensin system, calcium antagonists and thiazides, and only in selected cases the use of mineralocorticoid receptor antagonist or beta-blockers."}, {"id": "pubmed23n1029_21332", "title": "Esperienze di switch a cariprazina in pazienti schizofrenici con comparsa di effetti collaterali/comorbilità mediche.", "score": 0.009615384615384616, "content": "La schizofrenia è un disturbo psichiatrico grave e cronico con un background genetico e neurobiologico eterogeneo che influenza lo sviluppo precoce del cervello, ed è espressa come una combinazione di sintomi psicotici - come allucinazioni, deliri e disorganizzazione - e di sintomi negativi e cognitivi. Il trattamento dei pazienti con schizofrenia prevede l'utilizzo di antipsicotici, in accordo con i recenti dati di letteratura. Sulla base del meccanismo d'azione, gli antipsicotici vengono suddivisi in tipici (o \"di prima generazione\") e atipici (o \"di seconda generazione\"). Differiscono, anche, per la manifestazione di effetti collaterali, dovuti alla diversa affinità recettoriale caratteristica del singolo principio attivo. In questo caso clinico, presentiamo un giovane paziente di 24 anni con diagnosi di schizofrenia trattato prima con olanzapina e poi con risperidone, che ha manifestato significativi effetti collaterali di tipo metabolico e sessuali. La strategia terapeutica utilizzata è stata lo switch a un antipsicotico di terza generazione, cariprazina, con risoluzione delle collateralità e una migliore gestione dei sintomi negativi riportati. In conclusione, il modello di trattamento personalizzato sulla base delle condizioni cliniche e delle esigenze del paziente rappresenta l'approccio maggiormente adeguato nella gestione di ogni singolo caso."}, {"id": "pubmed23n0283_19848", "title": "[Double blind comparative randomized study of the efficacy of celiprolol versus amiloride-hydrochlorothiazide in mild to moderate AHT].", "score": 0.009615384615384616, "content": "We tried to assess the antihypertensive effectivity of a betablocker, celiprolol, in the control of mild to moderate essential arterial hypertension. A double-blind randomized comparative study was conducted between celiprolol and amiloride-hydrochlorothiazide in 40 patients with mild to moderate essential hypertension. Both drugs were effective in the therapeutical control of hypertension, although reductions in systolic blood pressure were more significant among the celiprolol group, being the percentage of patients with reduction of diastolic blood pressure below 90 mmHg., 89.5% in the celiprolol group and 82.4% in the amiloride group. The average dose of celiprolol used was 200 mg/day, with few mide effects."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.009523809523809525, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0254_19252", "title": "[Sodium and left ventricular hypertrophy in patients with hypertension].", "score": 0.009523809523809525, "content": "Dietary sodium is an environmental factor capable of amplifying or limiting the consequences of hypertension on the heart. In a given population of hypertensive subjects, recent clinical trials have shown a positive relationship between sodium intake and the degree of left ventricular hypertrophy, independently of the value of blood pressure and body weight. In addition, dietary sodium could play a role in modulating the myocardial response to a decrease in blood pressure by antihypertensive therapy. The logical consequence of these observations is to try and prove the possible advantages of restricting dietary sodium in reducing the blood pressure and reversing left ventricular hypertrophy. With this in mind, the evaluation of dietary sodium excretion is certainly an element to take into account in the initial evaluation and also the follow-up of hypertensive subjects and of the effects of antihypertensive therapy."}, {"id": "pubmed23n0923_20493", "title": "Management della retinopatia diabetica e dell'edema maculare diabetico: linee guida \"Euretina 2017\".", "score": 0.009433962264150943, "content": "Si prevede che la malattia diabetica con tutte le sue complicanze avrà un forte aumento di incidenza con un grosso impatto socioeconomico nei prossimi decenni in tutto il mondo. Pertanto ben si comprende l'importanza di individuare attraverso una fine diagnostica quanto più precocemente la comparsa dei sintomi diabetici, migliorare lo stile di vita ed impostare cure efficienti. Riportiamo la serie di raccomandazioni EURETINA 2017, dei maggiori esperti in Europa per la gestione della malattia diabetica e delle complicanze della retina. Per combattere questa \"pestilenza\" occorre un team medico preparato. Il trattamento laser è stato considerato sino a non molto tempo fa il Gold standard della retinopatia diabetica e dell'edema diabetico (RD e EMD). Recenti studi hanno dimostrato, invece, che si possono raggiungere risultati migliori mediante l'iniezione diretta di farmaci nella cavità vitreale. In particolare è emerso terapia di prima linea, molecole in grado di inibire il fattore di crescita endoteliale vascolare (anti VEGF) mentre non è più raccomandata la fotocoagulazione laser per il trattamento del DME. Nell'ambito delle molecole farmacologiche gli steroidi hanno mantenuto un ruolo nella gestione del DME cronicamente persistente."}, {"id": "pubmed23n0343_18807", "title": "[Therapeutic trials in arterial hypertension].", "score": 0.009433962264150943, "content": "Therapeutic trials in hypertension taught us that a strategy based on a thiazide diuretic, or a beta-blocker as first-line drug, has reduced significantly the incidence of stroke (relative risk reduction: -35%), major coronary events (-14%), cardiovascular death (-18%) and heart failure (-42%). The level of cardiovascular risk, taking into account classical risk factors, multiplied by relative risk, offers the best estimate of therapeutic absolute benefit. In terms of prevention, being treated seems to be more important than the level of blood pressure that has been reached."}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.009345794392523364, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n0061_6122", "title": "[Antihypertensive efficacy of the combination of captopril 50mg and hydrochlorothiazide 25mg evaluated by ambulatory blood pressure measurement].", "score": 0.009345794392523364, "content": "The anti-hypertensive effects of the captopril-hydrochlorothiazide combination administered during three months as one single morning dose were evaluated in 51 patients with moderate essential hypertension by means of ambulatory blood pressure recording. At the end of the study, the mean values of arterial blood pressure recorded over 24 hours were significantly lowered: systolic pressure was reduced from 145 +/- 11 to 131 +/- 10 mmHg (P less than 0.001), and diastolic pressure from 88 +/- 5 mmHg to 81 +/- 4 mmHg (P less than 0.001). The same results were recorded during the day (07.00 to 22.00 hours) and during the night (23.00 to 06.00 hours). No change in heart rate was observed."}, {"id": "pubmed23n1028_18191", "title": "Food knowledge of patients at the first access to a Diabetology center.", "score": 0.009259259259259259, "content": "Il diabete rappresenta una patologia in costante aumento: familiarità, età e stili di vita rappresentano i principali fattori di rischio per questa malattia e per le complicanze ad essa correlate. Considerando l'importanza del regime alimentare per la prevenzione e il trattamento di questa patologia, scopo del presente studio è stato quello di valutare le conoscenze alimentari di pazienti al primo accesso presso un centro di Diabetologia e di indagare sulla loro eventuale influenza su alcuni parametri ematici. È stato somministrato il questionario di Moynihan. La relazione tra i punteggi ottenuti e le variabili emoglobina glicata, BMI, glicemia a digiuno, è stata analizzata attraverso regressione multipla basata sul metodo dei minimi quadrati ordinari (modello OLS). Il response rate è stato del 73,3%. Il punteggio medio totale ottenuto dal questionario è stato di 23,61 ed è stata osservata una correlazione statisticamente significativa (p<0,0473) tra i migliori punteggi del questionario e i valori di Hb1Ac. Questo studio è il primo passo di un'indagine più ampia che verrà condotta nell'ottica di promuovere una formazione del paziente volta a verificare nel tempo le ricadute positive sulle scelte alimentari e sui parametri clinici."}, {"id": "pubmed23n0283_4607", "title": "[The effect of antihypertensive therapy on left ventricular mass and diastolic filling in light and moderate hypertension].", "score": 0.009259259259259259, "content": "To valorate the effect of four antihypertensive drugs on the regression of cardiac mass and diastolic function, by echocardiography-Doppler, in not treated hypertensive subjects. 60 mild-moderate hypertensive subjects were studied randomized in four groups of 15 patients each one: enalapril (10-40 mg/d), atenolol (25-100 mg/d), verapamil-retard (120-240 mg/d), alphametildopa (250 mg/8h to 3 g/d). The active drug therapy phase was 6 months, performing echo-Doppler, evaluating posterior-wall and septal-wall thicknesses, ventricular mass index, ratio of early to atrial peak diastolic filling velocity (E/A), the first-third filling fraction and atrial filling fraction. The cardiac mass index decreased with the four drugs: with enalapril from 178 +/- 28 to 155 +/- 29 g/m2 (p < 0.05), with atenolol from 170 +/- 23 to 154 +/- 19 g/m2 (p < 0.05), with verapamil from 180 +/- 27 to 159 +/- 22 g/m2 (p < 0.05) and with alphametildopa from 176 +/- 30 to 142 +/- 22 g/m2 (p < 0.01). The E/A ratio and first-third filling fraction only improved in the atenolol subgroup, from 0.79 +/- 0.13 to 0.97 +/- 0.16 (p < 0.01) and from 36 +/- 5 to 44 +/- 9% (p < 0.01), decreasing atrial filling fraction from 37 +/- 6 to 30 +/- 8% (p < 0.01), without modifying with enalapril (0.74 +/- 0.14 to 0.76 +/- 0.20, 35 +/- 5% to 36 +/- 7%, 38 +/- 5 to 39 +/- 7%, p = NS), verapamil (0.69 +/- 0.12 to 0.74 +/- 0.17, 35 +/- 6% to 36 +/- 8% to 40 +/- 12%, p = NS) neither alphametildopa (0.72 +/- 0.14 to 0.71 +/- 0.21, 34 +/- 5% to 35 +/- 7%, 40 +/- 6% to 41 +/- 9%, p = NS). The heart rate decreased more with atenolol than with the other drugs (61 +/- 15 vs 71 +/- 12, p < 0.01). In hypertensive patients the decreasing of cardiac mass is not accompanied of improvement of the diastolic function except in patients treated with atenolol, probably due to bradycardia."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.009174311926605505, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n0300_7348", "title": "[Effect of the treatment with amlodipine on left ventricular hypertrophy in hypertensive patients].", "score": 0.009174311926605505, "content": "Left ventricular hypertrophy (LVH) is one of the physiopathological effects of hypertension and one of the main risk factors for sudden death, myocardial infarction and congestive heart failure. Drugs to treat hypertension must not only reduce blood pressure, but also modify the facts which lead to ventricular hypertrophy. This study has been designed to assess the effect of amlodipine, a calcium-antagonist, on LVH in hypertensive patients. 20 hypertensive patients (mild to moderate, both sexes, mean age 45.0 yr) were included in a single-blind study. After an initial, four weeks placebo period, active treatment was given (amlodipine 5 mg a day). Dose titration was made after 4-8 weeks to 10 mg a day if necessary and continued until the end of the study. Systolic (SBP) and diastolic blood pressure (DBP), as well as pulse rate (PR) and adverse events were recorded at every visit. Blood and urine analysis, catecholamine, plasmatic renin activity and Mode M echocardiography were made at the beginning and the end of the study. Only one patient was excluded. SBP and DBP showed a significantly fall (p < 0.001). In 80% of patients DBP fell under 90 mm Hg. Every echocardiographic parameter, but left ventricular diastolic dimension, showed significantly reductions at the end of the study: septum thickness (p = 0.001), posterior wall thickness (p = 0.001), left ventricular systolic dimension (p = 0.014), wall relative thickness (p = 0.015), shortening fraction (p = 0.009), left ventricular mass (p = 0.001) and corrected left ventricular mass (p = 0.001). Blood parameters did not modify. Amlodipine has a beneficial effect on LVH and also is an effective and safe drug to treat mild to moderate hypertension."}, {"id": "pubmed23n1038_10335", "title": "[Torsione di punta indotta dalla cocaina: un caso clinico.]", "score": 0.00909090909090909, "content": "Riassunto. La torsione di punta (TdP) è una tachicardia ventricolare polimorfica con una caratteristica torsione sinusoidale del complesso QRS attorno alla linea di base. Si differenzia da altre forme di tachicardia ventricolare per le sue caratteristiche morfologiche, per il meccanismo sottostante e le modalità di terapia. È associato alla sindrome del QT lungo e ha molti meccanismi precipitanti, fattori eziologici e opzioni di trattamento. Questo articolo presenta un caso di TdP che è stato caratterizzato da molteplici fattori e ha richiesto molte modalità di trattamento. Inoltre, vengono discussi i potenziali meccanismi e le modalità terapeutiche della TdP."}, {"id": "pubmed23n0732_10101", "title": "[Loop diuretics: facts and fallacies].", "score": 0.00909090909090909, "content": "Refractory edema is a clinical condition which recognises different etiologies and is characterized by decreased or absent diuretic response before the therapeutic goal is reached. Several pharmacokinetic and pharmacodynamic strategies are used in this setting, and further research is needed in order to optimize drug effectiveness."}, {"id": "pubmed23n0966_6426", "title": "Riflessioni medico-legali su un caso giudizario di mobbing.", "score": 0.009009009009009009, "content": "Lo stress e le violenze morali nei luoghi di lavoro, come indicato dai dati epidemiologici, sono in costante aumento e rappresentano una causa di alterazione dello stato di salute dei lavoratori, con importanti ricadute negative sui soggetti, sulle aziende e sulla società. Nel caso descritto qui di seguito, le violenze morali e la disfunzionalità organizzativa, una delle principali fonti di stress correlato al lavoro, sono state intenzionalmente impiegate quale mezzo mobbizzante nei confronti di un lavoratore da parte dei suoi superiori (mobbing verticale). Attraverso il procedimento giudiziario, intrapreso dal lavoratore per vedersi riconosciuto vittima di mobbing, è stato possibile ripercorrere e identificare le ragioni e le modalità dell'azione mobbizzante, l'eziopatogenesi della conseguente psicopatologia, la sua strutturazione e la manifestazione sintomatologica. L'esame del caso permette di formulare delle considerazioni riguardo la necessità che i casi di mobbing siano trattati all'interno di un team multidisciplinare (medico di famiglia, medico del lavoro, psichiatra e medico legale) al fine di garantire un efficace trattamento terapeutico e la tutela del lavoratore nei diversi ambiti previsti dalla legge."}, {"id": "pubmed23n0278_6255", "title": "[The value of diuretics in monotherapy of hypertension].", "score": 0.009009009009009009, "content": "To represent the usefulness of thiazide diuretics as monotherapy of primary hypertension. Moderate doses of thiazide diuretics can produce a reduction in blood pressure equal to that of beta blockers, calcium antagonists and ACE inhibitors, and achieve an equally high response rate. The advantages and disadvantages of the specific action profile of these diuretics are described. Discussions about the reduction in cardiovascular mortality is represented and practical conclusions drawn. The specific indications for monotherapy with thiazide diuretics include systolic, diastolic and isolated systolic hypertension in the elderly hypertensive, and hypertension in NYHA III and IV cardiac insufficiency. Suggestions for their use in practice are given."}, {"id": "pubmed23n0932_1180", "title": "[La combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) nel trattamento del carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia: le notizie sulla mia morte sono state esagerate?]", "score": 0.008928571428571428, "content": "Riassunto. L'analisi è stata condotta al fine di valutare l'effetto sia sulla sopravvivenza globale (OS) sia sulla sopravvivenza libera da progressione di malattia (PFS) della chemioterapia di combinazione in prima linea per il carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia. La presente analisi è limitata agli studi randomizzati controllati (RCT) di fase III. Successivamente è stata applicata la European Society for Medical Oncology Magnitude of Clinical Benefit Scale (ESMO-MCBS) agli RCT di fase III analizzati per ricavare uno score relativo all'entità del beneficio clinico ottenuto per ciascun RCT. Sono state calcolate inoltre le differenze in termini di PFS tra i diversi bracci di trattamento rapportandole con i costi dei farmaci necessari per ottenere il beneficio di PFS. La nostra analisi ha valutato 11 RCT di fase III, per un totale di 4572 pazienti. Combinando i costi della terapia con la misura dell'efficacia espressa dalla PFS, è stato ottenuto un costo di 74,12 euro (€) per mese di vita guadagnato in termini di PFS con la combinazione di 5-fluorouracil, leucovorin, irinotecan e oxaliplatino (FOLFIRINOX), 90,14 € per la combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) e 4708,7 € per la combinazione di nab-paclitaxel e gemcitabina. Da questo punto di vista riteniamo che l'utilizzo delle \"vecche chemioterapie di combinazione\" (per es., GEMOX) non dovrebbe essere completamente abbandonato, ma valutato sul singolo paziente, sulla base di diversi fattori (età, ECOG PS, comorbilità, carico di malattia), al fine di ottenere una reale \"tailored therapy\"."}, {"id": "pubmed23n0655_2857", "title": "[Does spironolactone use at arterial hypertension therapy protect endothelium also in smoking patients?].", "score": 0.008928571428571428, "content": "The aim of the study was evaluation of spironolactone effect on concentration of endothelin-1 (ET-1 - vasoconstrictive substance produced by endothelial cells) and aldosterone (Ald) and plasma renin activity (PRA) in patients with primary arterial hypertension (AH): group A--smoking patients (11 individuals) in comparison with group B--non-smoking ones (12 individuals). ET-1, Ald and PRA were assessed before treatment (examination 1) and after 20 days of spironolactone therapy in dose 25 mg/day (examination 2). We observed: In group A significant elevation of: ET-1 ((Me +/- S exam.1 - 45.55 +/- 12.95 vs. exam.2 - 63.41 +/- 12.71 pg/ml, p = 0,009) PRA (Me +/- S exam.1 - 1.8 +/- 0.78 vs. exam.2 - 3.0 +/- 1.41 ng/ml/h, p = 0,012). In group B: significant decrease of ET-1 (Me +/- S exam.1- 61.58 +/- 12.15 vs. exam.2 - 43.48 +/- 14.37 pg/ml, p = 0.0028) significant elevation of PRA (Me +/- S exam1 - 1.20 +/- 1,91 vs. exam2 - 2.51 +/- 1.78 ng/ ml/h, p = 0.028).In our investigation different action of spironolactone on ET-1 in the two groups was observed. In group B spironolactone decreased ET-1 but in group A we noticed elevated ET-1 concentration. These results indicate advantageous endothelial effect of spironolactone only in non-smoking patients with AH."}, {"id": "pubmed23n0966_6421", "title": "Frazione polifenolica del bergamotto per il trattamento della sindrome metabolica nella schizofrenia: uno studio pilota.", "score": 0.008849557522123894, "content": "Introduzione. La frazione polifenolica del bergamotto (BPF) ha dimostrato di possedere buona efficacia nel trattamento dei pazienti affetti da sindrome metabolica (SM) e pertanto potrebbe rappresentare una strategia promettente nel trattamento degli effetti collaterali indotti da antipsicotici di seconda generazione (SGA) in soggetti schizofrenici in trattamento con tali farmaci. Materiali e metodi. A 15 pazienti schizofrenici in trattamento stabilizzato con SGA e 15 soggetti di controllo non affetti da patologie psichiatriche, che presentavano valori ematici di colesterolo totale compresi tra 200 e 239 mg/dl, è stato somministrato un integratore contenente BPF (1000 mg) per un periodo di 60 giorni. A tutti i soggetti all'inizio e alla fine del trattamento sono state eseguite la misurazione dell'indice di massa corporea (BMI) e una serie di esami ematochimici per la valutazione degli aspetti metabolici (colesterolo totale, LDL, HDL, trigliceridi, glicemia). Risultati. In entrambi i gruppi si è evidenziata una riduzione significativa del BMI (BMI T0 vs Tfinale (media±DS)= schizofrenici: 34,5±5,7 vs 33,9±5,4, p=,041; controlli: 28,1±4,5 vs 27,3±4,1, p=,016 - BMIcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= -0,59±0.7 vs -0,72±0,8, p=,378); colesterolo totale e LDL risultano invece essere diminuiti esclusivamente nel gruppo di controllo (colesterolo totalecambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 8,2±31,5 vs -35,1±31,1, p=,003; LDLcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 14,1±29,4 vs -9±38,9, p=,014). Discussione. La differenza di efficacia dei BPF sulla dislipidemia tra i soggetti schizofrenici e il gruppo di controllo potrebbe essere spiegata dai diversi meccanismi patogenetici che sono alla base delle alterazioni metaboliche nei soggetti in trattamento con SGA e nei pazienti che non assumono questa classe di farmaci. Conclusioni. Ulteriori studi si rendono necessari al fine di valutare in questa categoria di soggetti i possibili effetti sulla dislipidemia di dosi maggiori di BPF."}, {"id": "pubmed23n0662_19366", "title": "[Use of diuretics in acute decompensated heart failure].", "score": 0.008849557522123894, "content": "Patients with acute heart failure usually present with dyspnoe and edema secondary to elevated intracardiac filling pressure resulting from volume overload. Despite significant progress in understanding heart failure, the treatment strategy for acute heart failure did not change in the same way. Diuretics, especially loop diuretics, are the most common therapy used in this setting. Intravenous diuretics act acutely by exerting a modest vasodilatory response and chronically by reducing circulating blood volume. Despite near universal use of diuretics in patients hospitalized with acute heart failure, nearly half of these patients are discharged from hospital without weight loss. This could be due to inadequate diuresis, overdiuresis with subsequent volume replacement and diuretic resistance. Aggressive diuresis carries a significant risk of electrolyte and volume depletion with subsequent arrythmias, hypotension, and worsening renal function. Actually there were scant data available from randomized clinical trials to guide therapeutic choice with diuretics. Thus, the choice and dosing of diuretic therapy must be individualized based on general knowledge of potency and pharmacokinetic and pharmacodynamic considerations."}, {"id": "pubmed23n0885_1883", "title": "[Ecological study on the mortality of residents in Manfredonia (Apulia Region, Southern Italy) from 1970 to 2013].", "score": 0.008771929824561403, "content": "OBIETTIVI: valutare lo stato di salute della popolazione residente nel comune di Manfredonia dal 1970 al 2013. DISEGNO: analisi descrittiva dell'andamento temporale della mortalità generale, per gruppi di cause, dal 1970 al 2013. SETTING E PARTECIPANTI: i dati di mortalità e le popolazioni residenti sono di fonte Istat. Sono state esaminate 55 cause di decesso. Le analisi sono disaggregate per sesso e periodo. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: sono stati elaborati i rapporti standardizzati di mortalità (SMR%), con i rispettivi intervalli di confidenza al 90% (IC90%), e i tassi di mortalità standardizzati col metodo diretto (TSD ). RISULTATI: lo stato di salute misurato dal tasso di mortalità per tutte le cause migliora nel tempo: i TSD passano da 92 x10.000 negli anni 1970-1974 a 52 x10.000 nel biennio 2012-2013 negli uomini, da 70 x10.000 a 39 x10.000 nelle donne. Tuttavia, rispetto alla media regionale Manfredonia perde progressivamente il suo vantaggio, passando da -20% a -10% negli uomini, e da -20% a +1,5% nelle donne. Questo andamento è molto evidente per il complesso delle cause cardiovascolari, mentre i tumori maligni sono in generale nella media regionale. Nell'ultimo periodo disponibile per causa di decesso (2006-2011), la mortalità per infarto miocardico è stata più alta della media regionale (uomini: +35%; donne: +54%). I rapporti standardizzati di mortalità (SMR) mostrano tra gli uomini valori in crescita, in particolar modo rispetto al riferimento provinciale, con un eccesso a cominciare dal periodo 2006-2011 (22 decessi/anno e 19 attesi; SMR%: 117,2; IC90% 101,1-135,2; riferimento: provincia di Foggia). Anche tra le donne gli SMR% superano i riferimenti provinciali negli ultimi periodi esaminati (nel 2012-2013: 7 decessi/ anno e 4,2 attesi; SMR%: 116,4; IC90% 97,0-260,7; riferimento: provincia di Foggia). CONCLUSIONI: la mortalità a Manfredonia è diminuita in misura minore rispetto a quella osservata nei riferimenti provinciali e regionali. Il vantaggio che si osservava negli anni Sessanta si è, infatti, ridotto nel tempo, fino ad annullarsi negli ultimi anni. Dal 1970, Manfredonia ha progressivamente perso il vantaggio che aveva. Dagli anni Duemila, la mortalità per infarto del miocardio è in eccesso sulla media regionale e provinciale. Da casi documentati in letteratura si osserva che le popolazioni che sperimentano catastrofi di origine naturale o antropica possono fronteggiare un aumento di patologie cardiovascolari. La mortalità per tumore polmonare mostra un eccesso sulla media regionale, in particolare provinciale, a cominciare dal 2000, coerentemente con i tempi di latenza legati all'esposizione ad arsenico negli anni Settanta."}, {"id": "pubmed23n0308_17220", "title": "[Diuretics for therapy of patients with hypertension].", "score": 0.008771929824561403, "content": "Diuretic agents have antihypertensive effects mainly be decreasing extracellular volume and cardiac output. These diuretics are described with regard to mechanism of action, site of action, adverse effects, and drug interactions. Thiazide diuretics inhibit the Na(+)-Cl- symporter in the distal convoluted tubule, by competing for the Cl- binding site, and increase Na+ and Cl- excretion. Loop diuretics are inhibitors of Na(+)-K(+)-2Cl- symporter in the thick ascending limb of the loop of Henle. However, loop diuretics are not the diuretic of first choice and should be reserved for patients in whom other diuretics or antihypertensive drugs do not result in a satisfactory response. The potassium sparing diuretics are used primarily to reduce the kaliuresis and potenciate the hypotensive effect of a thiazide."}, {"id": "pubmed23n1029_21329", "title": "Principi di farmacodinamica e farmacocinetica nello switch tra antipsicotici: focus su cariprazina.", "score": 0.008695652173913044, "content": "Cariprazina {RGH-188; trans-N- [4- [2- [4- (2,3-diclorofenil) piperazin-1-il] etil] cicloesil] -N_, N_-dimetilurea cloridrato} è un antipsicotico atipico di nuova generazione, con un originale profilo farmacodinamico e farmacocinetico. Cariprazina ha due metaboliti attivi, uno dei quali ha un'emivita di 1-3 settimane, che è la più lunga di qualsiasi antipsicotico atipico, con emivita effettiva funzionale totale (cariprazina più due metaboliti) di 7 giorni. Il farmaco mostra un'affinità che è circa 10 volte più alta per i recettori D3 che per D2 (rispettivamente pKi 10,07 e 9,31). L'affinità per D3 è superiore all'affinità della stessa dopamina. Cariprazina mostra inoltre un'elevata affinità per i recettori 5-HT2B (pKi 9,24), con antagonismo puro. Cariprazina è un agonista parziale e ha un'affinità significativa, ma inferiore all'affinità per D3, sui recettori 5-HT1A (pKi 8,59). Agendo su D3 e 5-HT1, cariprazina migliora i sintomi negativi, l'anedonia e i deficit cognitivi. L'affinità per i recettori 5-HT2A (pKi 7,73), H1 (pKi 7,63) e 5-HT2C (pKi 6,87) è inferiore, così come minori sono le affinità per i recettori adrenergici, istaminergici e colinergici, recettori che sono spesso responsabili di effetti collaterali. Grazie al profilo di tollerabilità (sicurezza cardiovascolare, bassa probabilità di dare sedazione e iperprolattinemia, basso rischio metabolico), insieme alla sua peculiare efficacia sui sintomi negativi e alla sua lunga emivita, che spesso migliora la scarsa aderenza, cariprazina è un candidato valido per il passaggio da un antipsicotico inefficace (o parzialmente efficace, con particolare riferimento ai sintomi negativi), poco tollerato, o assunto con una scarsa aderenza. Questo articolo esamina le caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche di cariprazina e discute le loro implicazioni in termini di identificazione dei pazienti che possano beneficiare di un passaggio a cariprazina, e della migliore strategia per completare lo switch con successo."}, {"id": "pubmed23n0249_17691", "title": "[Diuretics and beta-blockers as the first option in the treatment of arterial hypertension].", "score": 0.008695652173913044, "content": "Diuretics have increasingly come to be used for the treatment of arterial hypertension over the last few decades. Although their precise active mechanism is unknown, it is supposed that their usefulness as antihypertensive is a product mainly of their effect on the transport of ions across the cell wall, which reduces peripheral vascular resistance. The adverse metabolic effects of diuretics can be minimized by prescribing the lowest doses presently recommended, or by administering potassium salts or a potassium-retain diuretic. The antihypertensive action of beta blockers is similar to that of diuretics and other antihypertensive drugs, and again, their active mechanism is poorly understood. There are several contraindications for prescribing beta blockers, as well as side effects that must be considered before starting treatment. Well-controlled studies on large cohorts have demonstrated the usefulness of both diuretics and beta blockers in preventing the cardiovascular complications of hypertension. These studies have also allowed the medical profession to designate indications for using these drugs in various segments of the population defined by factors of age and race. Given the proved therapeutic efficacy of diuretics and beta blockers, as well as economic considerations, these drugs should be considered first-choice options for the arterial hypertension."}, {"id": "pubmed23n1049_20419", "title": "[New European guidelines for the management of dyslipidaemias: their aggressiveness is not legitimated by current evidence].", "score": 0.008620689655172414, "content": "Le linee guida 2019 delle Società europee di cardiologia e dell'aterosclerosi sulla gestione delle dislipidemie hanno aumentato l'aggressività diagnostico-terapeutica e non distinguono prevenzione primaria e secondaria, con parziale eccezione per gli ultra75enni. Raccomandano nuovi target di cLDL: per pazienti a rischio molto alto si raccomanda una riduzione a <55 mg/dl e >=50% rispetto al basale; per pazienti a rischio alto una riduzione a <70 mg/dl e >=50% del basale; per pazienti a rischio moderato una riduzione a <100 mg/dl; per pazienti a rischio basso una riduzione a <116 mg/dl. In base alle carte SCORE e ai dati di mortalità cardiovascolare in Italia, quasi tutti i maschi dai 70 anni e le donne dai 70-75 anni risulterebbero ad alto rischio per solo effetto dell'età. Anche quasi tutti i 60enni sarebbero a rischio moderato, con target di cLDL <100, e spesso necessità di aggiungere costosi ipolipemizzanti per chi già assume statine. Le prove supportano ben poco tale aggressività. Infatti, anche negli studi randomizzati controllati (RCT) i benefici su esiti cardiovascolari non fatali subiscono esagerazioni sistematiche, quello meno distorto e di maggior interesse per gli assistiti è la mortalità totale. Questa, con terapie ipocolesterolemizzanti più intensive, non si è ridotta nelle metanalisi di RCT con pazienti con cLDL tra 80 e <100 mg/dl al basale; con inibitori di PCSK9, pazienti con questi valori mostrano persino tendenza all'aumento della mortalità totale. Dunque, abbassare il cLDL a <80 mg/dl può non giovare neppure ad anziani coronaropatici. A oggi, ciò vale ancora di più per anziani nella popolazione generale, in cui una revisione sistematica di studi di coorte ha mostrato relazioni nulle o più spesso inverse tra cLDL e mortalità. Le nuove linee guida europee forzano le prove disponibili, trascurano il principio di precauzione e non possono esser base per un equo consenso informato."}, {"id": "pubmed23n0377_18351", "title": "[Diuretics in the treatment of arterial hypertension].", "score": 0.008620689655172414, "content": "Diuretic compounds, which comprise the basis of any cardiovascular prevention in subjects with hypertension, have never been studied in terms of clinical pharmacology according to the classical and well-established rules used nowadays with other anti-hypertensive agents. Because edema was the first historical indication for diuretic compounds, very high doses were initially given for drug treatment of chronic hypertension. It was only 10-15 years ago that lower doses were first used due to the effectiveness of treatment in old subjects with hypertension and to the development of fixed associations with either converting enzyme inhibitors or beta-blocking agents. However, only a very small number of pathophysiological studies have been conducted in parallel, particularly to determine the effects on vessels and the endothelium. 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Un Orlando innamorato Non è niente in mio confronte; Un Medoro il sen piagato Verso lui per nulla io conto: Son di foco i miei sospiri Son di bronzo i suoi desiri, Se si parla poi di merto Certo io sono e egli è certo Che gli uguali non si trovano Da Vienna al Canadà, Siam due Credi per ricchezza, Due Narcisi per bellezza In amor i Marcantoni Verso noi sarian buffoni Siam più forti d'un ciclopo, Letterati al par di Esopo. Se balliamo un Pich ne cede Sì gentil e snello è il piede, Se cantiam col trillo solo Facciam torto all'usignuolo, E qualch'altro capitale Abbiam poi che alcun non sa."}, {"id": "wiki20220301en187_33100", "title": "Bollettino della Vittoria", "score": 0.013346727898966706, "content": "A similar bulletin was never drafted for the air forces since they were part of the Aeronautical Service, a department destined to the Royal Italian Army aircraft: the Royal Air Force, the third armed force of the Kingdom of Italy, was established only in 1923, after the end of the war. Text Italian Comando Supremo, 4 Novembre 1918, ore 12 La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta. La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso ottobre ed alla quale prendevano parte cinquantuno divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una cecoslovacca ed un reggimento americano, contro settantatré divisioni austroungariche, è finita."}, {"id": "wiki20220301en162_39110", "title": "Tarantino dialect", "score": 0.012130187947388835, "content": "Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant' è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch'i' vi trovai, dirò de l'altre cose ch'i' v'ho scorte. Io non so ben ridir com' i' v'intrai, tant' era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch'i' fui al piè d'un colle giunto, là dove terminava quella valle che m'avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle vestite già de' raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle... 'U 'càndeche de le crijatúre de San Frangísche (Enrico Vetrò) Altísseme, 'Neputènde, Signóre bbuéne, Túje so' le làude, 'a glorie e ll’anóre e ogne bbenedizzióne. A Tté súle, Altísseme, Te tòcchene, e nnisciún’óme éte dègne de Te menduváre."}, {"id": "pubmed23n1137_1437", "title": "[Prevalenza di ipotiroidismo nei pazienti sottoposti a emodialisi presso un ospedale generale di Ahvaz.]", "score": 0.01206228281208233, "content": "Riassunto. Obiettivo. Lo scopo di questo studio trasversale è determinare la prevalenza dell'ipotiroidismo tra i pazienti in emodialisi (ED) e i suoi potenziali fattori di rischio. Metodi. Sono stati raccolti dati demografici e di laboratorio [vale a dire, livelli sierici di tireotropina (TSH), anticorpi anti-perossidasi tiroidea (anti-TPO)] di 117 pazienti con MH. I dati sono stati analizzati da SPSS.V 26, quando necessario. Risultati. I pazienti avevano un'età media (DS) di 59,47±15,08 anni e il 66,7% (n=78) era di genere maschile. I livelli medi (DS) di TSH erano 2,56 (4,01) μIU/mL. L'ipotiroidismo subclinico (SCH) è stato definito come un livello di TSH >4,2 μIU/mL e FT4 normale. Quindici pazienti (12,80%) avevano SCH. Non c'era correlazione significativa tra ipotiroidismo ed età, genere e/o malattie sottostanti (p>0,05). Inoltre, tra i 15 pazienti con SCH, 1 paziente (6,7%) ha mostrato un risultato anti-TPO positivo mentre 14 pazienti (93,3%) hanno avuto un risultato anti-TPO negativo. Conclusione. Data la notevole prevalenza dell'ipotiroidismo nei pazienti con ED, lo screening di routine della funzione tiroidea in questa popolazione di pazienti può aiutare a ridurre i tassi di complicanze e mortalità attraverso una diagnosi precoce e un intervento tempestivo."}, {"id": "wiki20220301en622_30059", "title": "Serafino Serrati", "score": 0.012003101925216628, "content": "Among his reports published in life are the following nine communications: Di osservazioni nella scelta dell'aria infiammabile Che tratta di una storta a due fuochi per decomporre los spirito di vino in aria infiammabile Che descrive un modello per formare il globo areostatico di figura conica, senza farvi cucciture accio non perda l'aria ch vi s'introduce Che spiega la direzione di un globo aereostatico per qualunque parte, e in qualungue altezza Rappresentate un bilancia a filo, senza l'attritoSopra di un machina pneumatica a mercurio Che tratta di un conduttore positivo e negativo de di un elettroforo senza le resine *Chi dimostra un barchetto a fuoco, che con la forza di esso, cammina senza il vento"}, {"id": "pubmed23n1115_5743", "title": "", "score": 0.01182249322493225, "content": "La recente approvazione del testo unico sulle malattie rare da parte dei due rami del Parlamento (Disposizioni per la cura delle malattie rare e per il sostegno della ricerca e della produzione dei farmaci orfani) richiama l'attenzione degli operatori di Sanità pubblica su una materia vasta e disomogenea come la ricerca, la diagnosi e il trattamento delle malattie rare. La disponibilità di un testo di legge, anche se devono seguire i decreti attuativi per rispondere alle necessità concrete dei malati e delle loro famiglie, è comunque uno strumento essenziale nella \"cassetta degli attrezzi\" degli operatori in quanto «dai documenti storici più antichi a quelli contemporanei si hanno prove del ricorso ad atti normativi non solo nei momenti di emergenza (gestione delle epidemie) ma anche nell'organizzazione e il controllo della vita quotidiana sempre in nome e per conto della salute collettiva» (Editoriale. La normazione, lo strumento cardine di Sanità pubblica. Igiene e Sanità Pubblica 2020; 76: 284-286)."}, {"id": "wiki20220301en303_19227", "title": "Nomadi 40", "score": 0.01119554679926197, "content": "Track listing Disc 1 Noi non ci saremo (3' 05\") Gordon (4' 18\") Tutto a posto (4' 18\") Gli aironi neri (4' 31\") Il vento del nord (4' 51\") L'uomo di Monaco (4' 15\") Il fiore nero (3' 19\") I miei anni (4' 45\") Un pugno di sabbia (4' 37\") Per fare un uomo (3' 33\") Canzone per un'amica (4' 19\") Lontano (4' 29\") Un giorno insieme (3' 58\") Il vecchio e il bambino (4' 36\") L'angelo caduto (4' 19\") Io vagabondo (3' 54\") Voglio ridere (4' 23\") E di notte (4' 21\") Disc 2 Io voglio vivere (4' 58\") La libertà di volare (4' 11\") La vita che seduce (4' 28\") Una storia da raccontare (3' 19\") Auschwitz (6' 00\") Naracauli (5' 06\") Sangue al cuore (4' 34\") Le strade (4' 41\") Né gioia né dolore (4' 49\") Il nome che non hai (4' 34\") Ho difeso il mio amore (4' 29\") Dio è morto (2' 49\") Ti lascio una parola (Goodbye) (4' 31\") Vivo forte (7' 25\") Senza discutere (3' 33\")"}, {"id": "pubmed23n0694_15642", "title": "", "score": 0.010302856047536899, "content": "E'ormai noto che esiste la possibilità rivoluzionaria di utilizzare il fegato per il trattamento della stadio terminale delle epatopatie.Nel gennaio 1980 si celebra il decimo anna di sopravvivenza con fegato trapiantato (la più lunga della letteratura) di un paziente da noi trattato. Si tratta di uno dei 12 malati sottoposti a trapianto e seguiti per più di 5 anni.La nota positiva di questa tipo di trattamento è rappresentata dall'eccellente tenore di vita che i pazienti conducono e dalla riabilitazione sociale e professionale.La nota negativa è data, invece, dal fatto che i buoni risultati non vengono raggiunti con regolarità e non possono essere previsti con esattezza. In questa breve rassegna considereremo la esperienza da noi fatta presso l'Università di Denver nel Colorado, mettendo in risalto le cause dell'elevata mortalità precoce e le prospettive future di questa mezzo terapeutico."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.009900990099009901, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "wiki20220301en621_6645", "title": "Pablo Hasél", "score": 0.009900990099009901, "content": "Crucificado en tu clítoris (2011) Besos cortados con coca (2011) Canciones supervivientes al registro policial (2012) La tortura placentera de la luna: algunas canciones inéditas (2012) Escribiendo con Ulrike Meinhof (2012) Empezar de bajo 0: Algunos poemas grabados (2012) La noche que supe que hay laberintos sin salida (2012) Poemas de presos políticos comunistas (2012) Los gusanos nunca volarán (inéditas) (2012) La muerte nos obligó a vivir (2012) Sigue desnudándose la dictadura del capital (2013) Por mera supervivencia (inéditas) (2013) Por mera supervivencia II (inéditas) (2013) Por mera supervivencia III (inéditas) (2013) Exprimiendo el corazón (inéditas) (2013) Tarde o temprano Venceremos (2014) Mientras me asesina el tiempo (inéditas) (2014) Por escapar de la oscuridad (inéditas) (2014) A Orillas Del Segre (2014) Cafeína e imaginación (inéditas) (2015) Burlando al dolor (2015) Boicot Activo (2015) Hasta el fin de mis días (2015)"}, {"id": "pubmed23n1130_1118", "title": "[The &quot;redisorganisation&quot; of the Italian Healthcare Service].", "score": 0.00980392156862745, "content": "Non vi è alcun dubbio che, sotto la spinta degli effetti sanitari della pandemia da COVID19 e della approvazione (il 13/7/2021) del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), si è in presenza ancora una volta di un tentativo di riorganizzazione del Servizio sanitario nazionale. Alcuni significativi elementi di questa volontà politica sono stati già indicati negli Editoriali di questa Rivista pubblicati negli ultimi due anni - dalla dichiarazione dello stato di emergenza nazionale per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19 (D.L. 25/3/2020, n. 19) a tutt'oggi. Gli esperti diScienze politiche applicate alla sanità hanno fatto rilevare che le proposte di riorganizzazione - soprattutto tendenti a rafforzare la sanità territoriale (cure primarie e servizi territoriali)2 - risalgono addirittura alla legge istitutiva del Servizio sanitario nazionale e sono state \"rinnovellate\"da numerosi successivi atti legislativi mai completamente realizzati. La motivazione è facile da comprendere perché da tempo è fin troppo noto che non è possibile modificare un sistema, come quello sanitario (ma non solo questo), unicamente attraverso cambiamenti strutturali3. Una riforma per avere successo deve innescare un'interazione virtuosa tra il dispositivo normativo e il sistema sociale di realizzazione, composto dagli esecutori e dai beneficiari della riforma. L'antica metafora botanica della semina può rendere l'idea: anche la migliore semenza non può attecchire su un terreno arido o poco soleggiato e se le radici non trovano nel suolo il necessario alla crescita della pianta."}, {"id": "wiki20220301en578_790", "title": "Hiraab Imamate", "score": 0.00980392156862745, "content": "Si assicura, che finalmente uno della tribù degli Abgal, chiamato Omar Egalle, proponesse la pace, offrendosi di accomodare l'affare per l'elezione dell'Imam. E molto si affacendò infatti per quetare i tumultuosi partiti, non riuscendo a sedarli in parte se non con la definitiva divisizione del territorio: assegnando il tratto della costa da Ras Elhur sino a Merka sotto la protezione dei figli di Ali Mohamed, ed a principiare da Uarsciek per l'interno, sotto la protezione dei figli di Mahmud Mohamed. Questi venivano così ad occupare un territorio parallelo ai primi, ma più nell'interno."}, {"id": "pubmed23n1096_6779", "title": "[More on the COVID 19 pandemic: Public health Apology].", "score": 0.009719952054048164, "content": "La pandemia da COVID 19 sembra somigliare sempre più ad un \"buco nero galattico\" in cui vengono inghiottite tutte le energie e tutti i pensieri dell'intera comunità nazionale. Quest'ultima, al pari di un drogato, sembra attendere ansiosamente la quotidiana \"dose\" di notizie, in una condizione, cioè, di trovarsi gradualmente a non poter controllare il desiderio di assumere una certa sostanza nonostante il danno fisico, psicologico, affettivo, emotivo o sociale che può conseguire a tale assunzione."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009708737864077669, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0102_3050", "title": "[Evaluation of a fast test for direct research on streptococcal group A from pharyngeal samples].", "score": 0.009708737864077669, "content": "Importance of streptococcal pharyngitis rapid diagnosis is increasing. 645 patients with pharyngoamygdalitis were tested. The correlation between bacteriologic culture and rapid test is 86%, the sensibility of the test is 68%, its specificity is 92%, while the predictive positive and negative values are 75% and 90%. These results show the interest of the rapid test for the diagnosis of streptococcal pharyngitis."}, {"id": "pubmed23n0885_1884", "title": "[Levels of trace elements in the fruits and vegetables from the so-called Land of fires in Campania Region (Southern Italy)].", "score": 0.009615384615384616, "content": "INTRODUZIONE: una vasta area compresa tra le province di Napoli e Caserta nella regione Campania ha negli ultimi anni attirato l'attenzione dei mass media a causa degli interramenti illeciti di rifiuti di varia origine nei campi o del loro abbandono lungo le strade. A tali pratiche illecite si aggiunge il fenomeno dei roghi incontrollati di questo materiale, motivo per il quale la zona è stata soprannominata \"Terra dei fuochi\". OBIETTIVI: ricerca di elementi in tracce presenti nei prodotti alimentari di origine vegetale prodotti nella Terra dei fuochi. DISEGNO E SETTING: piano di monitoraggio per il rilevamento dei livelli di alcuni metalli tossici ed essenziali nei vegetali coltivati in Campania nella Terra dei fuochi. La determinazione dei microelementi è stata effettuata dopo mineralizzazione della sostanza organica mediante microonde, utilizzando la spettrometria di massa a plasma induttivamente accoppiato (ICP-MS). RISULTATI: durante l'attività di monitoraggio sono stati raccolti 65 campioni di ortaggi e 49 campioni di frutta in 43 comuni rientranti nella Terra dei fuochi. Il contenuto medio di metalli tossici, cadmio e piombo nei prodotti ortofrutticoli è risultato ben lontano dai limiti massimi fissati dalla normativa europea. I valori delle concentrazioni sono significativamente inferiori rispetto a quanto riscontrato in zone ad alto impatto ambientale a causa della presenza di impianti industriali. CONCLUSIONI: la presenza di elementi tossici o potenzialmente tali nei campioni vegetali prodotti nella Terra dei fuochi è attribuibile a una varietà di fattori ambientali rilevanti (caratteristiche geologiche dell'area, inquinamento del suolo, dell'atmosfera e delle acque di irrigazione, pratiche illecite di smaltimento dei rifiuti industriali); non sembra, tuttavia, sussistere un rischio per la salute dei consumatori. Resta comunque l'allerta per la loro presenza nell'ambiente e la necessità che le attività di monitoraggio continuino."}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.009523809523809525, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "pubmed23n0256_20562", "title": "[Variation in the number of diagnostic analyses and tests in a hospital outpatient consulting clinic].", "score": 0.009523809523809525, "content": "To analyze the variation in the number of diagnostic test orders after physicians have been made aware of the need to order only the necessary tests for adequate patient diagnosis. The study was done in a prospective manner in 3 successive steps during which 750 first-visit patients attending in an outpatient rheumatology clinic at a general hospital were analyzed. In the first step (baseline) data were collected without the physicians' knowledge. The results of the study were later presented at a grand round. In the second step (intervention) data were collected again, this time with the physicians' knowledge. A final data collection (control) was carried out 6 months later without physicians' knowledge again. In the baseline step 2.355 orders with a mean of 9.42 +/- 5.5 order/patient were done. In the intervention step, there was a reduction of 1,946 orders with a mean of 7.78 +/- 4.48 (p < 0.001). Six months later, in the control step, the number of orders was reduced to 1.806 with a mean of 7.22 +/- 5.16 orders/patient, with a 23.3% saving compared with the baseline step (p < 0.001). Also, significant differences were found in the number or orders among physicians at each step. Reduction was observed in every kind of diagnostic test. A considerable reduction of 23.3% in the number of analysis and diagnostic tests can be obtained if physicians are made aware of the need to order only the necessary tests for patients' diagnostic. This strategy may result in a significant containment in the growing health care cost we suffer nowadays."}, {"id": "pubmed23n0999_17562", "title": "Emozioni, comportamenti e relazioni: uno studio caso-controllo sul self-cutting in adolescenza.", "score": 0.009433962264150943, "content": "Scopo. Lo scopo del presente studio caso-controllo è di approfondire i correlati psicopatologici e alcuni tratti psicologici come alessitimia e impulsività inerenti al self-cutting. È stato anche approfondito il tema dell'ideazione suicidaria nei soggetti con tale forma di autolesionismo. Metodi. Lo studio caso-controllo ha coinvolto 55 pazienti con self-cutting non suicidario, di età compresa tra i 12 e i 18 anni, e un gruppo di controllo composto da 277 adolescenti di età compresa tra i 13 e i 19 anni. La batteria testale utilizzata è stata composta da YSR 11-18 anni, CBCL 6-18 anni, SCL-90-R, TAS-20, CDI e BIS-11. Risultati. Dalle analisi effettuate sono emerse differenze statisticamente significative tra casi e controlli in relazione alla maggioranza delle scale psicopatologiche considerate. È risultata una differenza significativa tra i due gruppi anche in merito all'ideazione suicidaria. Infine, tra i self-cutter si sono evidenziate differenze significative di alcune variabili psico-relazionali (alessitimia e competenze sociale) in relazione alla frequenza di attuazione dell'atto autolesivo. Conclusioni. Il self-cutting correla con un'ampia varietà di quadri psichiatrici, senza presentare legami specifici con una particolare categoria psicopatologica. Gli elementi di alessitimia, impulsività e difficoltà relazionali degli adolescenti self-cutter dicono di come la programmazione di interventi di prevenzione primaria e secondaria dovrebbero mirare alla psico-educazione all'affettività, all'autocontrollo e ai social skill. Nello specifico, i nostri dati suggeriscono che la focalizzazione dell'intervento, in termini di lavoro sull'emotività piuttosto che sulla socializzazione, dovrebbe tener conto della frequenza degli agiti. Nella gestione clinica di questi pazienti non va esclusa a priori la possibilità di passaggio all'atto suicidario, con relative attenzioni anamnestico-cliniche da avere sia al momento della valutazione diagnostica sia lungo il follow-up della presa in carico."}, {"id": "wiki20220301en205_6509", "title": "Girolamo Graziani", "score": 0.009433962264150943, "content": "Il Colosso Sacro. Alle Glorie del Card. Mazzarino. Panegirico in Sesta Rima, Parigi, Stamperia reale, 1655 in -folio Breve e sincerissima informazione di quanto è sucesso negli emergenti ultimamente occorsi per l'invasione seguita delle Armi Spagnuole ne' Stati del Duca di Modena, Modena, Cassiani, 1655 in −8° Apologia dell'Informazione pubblicata dal Segretario del Duca di Modena dopo la ritirata dell'Armi Spagnuole dall'invasione de' Stati di S.A.S.. Opera curiosa ed elegante di un Cittadino Modenese. E per maggiore comodità e soddisfazione de' lettori si è qui inserita l'informazione suddetta., s.l. [Modena], s.s. [Cassiani?], 1655 in -folio Il Trionfo della Virtù. Festa d'Armi a Cavallo rappre-sentata nella nascita del Serenissimo Principe di Modena, Modena, Soliani, 1660 in −12° Varie Poesie e Prose, Modena, Soliani, 1662, in −12°"}, {"id": "pubmed23n1059_7363", "title": "Contributi scientifici in memoria di Antonio Fusco.", "score": 0.009345794392523364, "content": "Come si leggerà nell'Introduzione della sezione propriamente scientifica del Volume, il presente testo nasce dalla volontà e, soprattutto, dall'esigenza culturale di omaggiare il fu Prof. Antonio Fusco. Un debito scientifico ed umano che trova il suo locus naturale in questa prima parte del testo stesso, cui farà poi seguito la parte propriamente scientifica. In siffatta parentesi dovuta per le ragioni appena menzionate, il lettore, l'amico o l'allievo dell'opera del Prof. Fusco potranno trovare un suo sintetico Curriculum Vitae, correlato da una specifica ed accurata prosa, svolta dal già Magnifico Rettore Carlo Cipolli; il quale, oltre che evidenziare, ricordando, i meriti del collega oramai scomparso, aggiunge alsuo scritto un elemento che sarebbe imprescindibile a non trasformare lo stesso in una mera sequenza di parole: l'amicizia e l'affetto per un amico che, oramai, non c'è più. A fine lettura, evidente risuonerà il fatto che la vita di ognuno, se mossa dalla passione per ciò per cui si è predisposti cognitivamente e psicologicamente, può essere ricca di riconoscimenti, riconoscenze e soddisfazioni che, lungi dal divenire un cuscino di allori su cui adagiarsi, per una mente creativa come quella del Prof. Fusco hanno funto solo da motivazioni ad agire instancabilmente guardando sempre al futuro. Il lavoro di una vita che, materialmente, è sancito da un supporto poco più di cm 25x15: una targa. Una materialità evidente che, con grande commozione e riconoscenza, è stata affissa il 25 ottobre 2019 sull'aula fronte l'Aula Magna del Campus \"La Folcara\", a testimonianza che quello spirito creativo in continua evoluzione non si ferma; non si arresta neppure con la fine biologica di chi lo ha \"posseduto\". Rimangono le opere ed il pensiero del Prof. Fusco e restano gli affetti. A tal proposito, il lettore troverà una breve e sentita sezione su Testimonianze; coloro i quali hanno avuto modo, nell'arco della vita accademica ed umana, personale, di Fusco di conoscerlo. Ecco, allora, che i ricordi saranno i veri protagonisti di questa parentesi. Dopo di ciò, prima dei contributi prettamente scientifici dei lavori, tenutisi in occasione del Convegno Internazionale Psicologia, Arte, Letteratura. Antiche e Nuove Tendenze, seguiranno i saluti delle autorità che in quei due giorni si sono succedute a rappresentare non solo l'istituzione affiliata, ma anche la relazione di stima e di affetto che le legava al compianto Professore. Si passerà, infine, al volume tradizionalmente inteso."}, {"id": "wiki20220301en187_33102", "title": "Bollettino della Vittoria", "score": 0.009345794392523364, "content": "L'Esercito Austro-Ungarico è annientato: esso ha subito perdite gravissime nell'accanita resistenza dei primi giorni e nell'inseguimento ha perdute quantità ingentissime di materiale di ogni sorta e pressoché per intero i suoi magazzini e i depositi. Ha lasciato finora nelle nostre mani circa trecentomila prigionieri con interi stati maggiori e non meno di cinquemila cannoni. I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza. Il capo di stato maggiore dell'esercito, il generale Diaz English From the Supreme Headquarters 12:00 hours, November 4, 1918 The war against Austria-Hungary, which the Italian Army, inferior in number and equipment, began on 24 May 1915 under the leadership of His Majesty and supreme leader the King and conducted with unwavering faith and tenacious bravery without rest for 41 months, is won."}, {"id": "pubmed23n0749_21422", "title": "The clinician's role in the diagnosis of breast disease.", "score": 0.009259259259259259, "content": "Until 20 or 30 years ago, the diagnosis and treatment of breast disease was managed exclusively by the surgeon. This situation has changed to some extent as a result of recent technological advances, and clinicians' contributions to the diagnostic work-up and/or treatment of these cases can begin at any time. If they are the first physician to see the patient after the examination and formulation of a diagnostic hypothesis, they will almost always have to order a panel of imaging/instrumental examinations that is appropriate for the type of lesion suspected, the patient's age, and other factors; if they intervene at the end of the diagnostic work-up, it will be their job to arrive at a conclusion based on all of the data collected. The clinical examination includes various steps - history taking and inspection and palpation of the breasts - each of which is essential and requires the use of appropriate methods and techniques. The diagnostic capacity of the examination will depend largely on the consistency of the breasts, but it is influenced even more strongly by the doctor-patient relationship. Physicians must know their patient well, listen to and understand what she is saying, explain their own findings and verify that the explanations have been understood, and they must be convincing. Clinicians must also be able to assess the results of imaging studies (rather than relying solely on the radiologist's report), and this requires interaction with other specialists. The days are over when a clinician or radiologist or sonographer worked alone, certain that his/her examination method was sufficient in itself: today, teamwork is essential. But this also means that each member of the team must be extremely competent in his/her own sector and be aware of the other team members' limitations and expectations. The clinical examination remains central to the process since it is the basis for selecting appropriate treatment. SOMMARIO: Da quando si conosce la patologia mammaria la diagnosi e la terapia di tale patologia sono state a totale appannaggio del chirurgo, situazione che è proseguita fino a qualche decennio fa. Il recente progresso tecnologico ha modificato, in parte, questa situazione e il clinico può entrare nel percorso diagnostico o terapeutico in qualsiasi momento. Se è il primo coinvolto, dopo l'esame e dopo un'ipotesi diagnostica, dovrà, quasi sempre, orientarsi verso indagini strumentali in relazione al sospetto, all'età della paziente ecc., se è l'ultimo anello deve arrivare a una conclusione mettendo insieme tutte le informazioni. L'esame clinico è composto di varie fasi: anamnesi, ispezione, palpazione, ognuna essenziale. Ogni singola fase va affrontata con metodo e tecnica appropriata. La capacità diagnostica dell'esame clinico è influenzata dalla costituzione della mammella, ma ancor di più è condizionata da uno stretto rapporto tra paziente e medico che deve conoscere molto la paziente che gli sta davanti e che non solo deve \"visitare\", ma capire, spiegare, accertarsi che si abbia capito, convincere. È inoltre indispensabile che il clinico sia in grado di esaminare le indagini strumentali e non limitarsi a leggere i referti, quindi interagire con gli altri specialisti. L'epoca del clinico o del radiologo o dell'ecografista che lavora da solo credendo che il proprio esame sia sufficiente o sganciato da altri contesti è finita da tempo, tutti hanno bisogno di tutti. È però vero che ciascuno deve essere estremamente competente nel suo settore e deve conoscere i limiti e le aspettative di chi collabora in altre specialità, come rimane valida la regola che la clinica resta comunque il momento centrale, non fosse altro perché poi deve affrontare la terapia."}, {"id": "wiki20220301en588_4112", "title": "Bollettino della Vittoria Navale", "score": 0.009259259259259259, "content": "Sappia oggi la Patria, di quanti sforzi ed eroismi ignoti è fatta questa sua immensa Gloria. Consideri come due volte la Vittoria abbia preso il volo e l'augurio dal gorgo ove le più potenti navi nemiche scomparivano: da Premuda al Piave, da Pola a Trieste e Trento. La grande nave colata a picco nel porto di Pola fu più che un presagio. Nel suo nome stesso ostentava la vecchia menzogna delle forze, non riunite ma coatte. La duplice dissoluzione è avvenuta. Come più non esiste l'esercito, così la flotta Imperiale non esiste più."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.009174311926605505, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "wiki20220301en566_444", "title": "Nekane Balluerka", "score": 0.009174311926605505, "content": "La Psicología como ciencia: Principales cambios paradigmáticos y metodológicos (1998) Saiakuntza eta sasi-saiakuntza diseinuaren balidezia psikologian (1996) Datu analisia eta saiakuntza diseinuak portaera zientziatan (1995) Cómo mejorar el estudio y aprendizaje de textos de carácter científico (1995)"}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.00909090909090909, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "wiki20220301en364_15820", "title": "Sesto Prete", "score": 0.00909090909090909, "content": "Studies in Latin Poets of the Quattrocento 1978, The University of Kaansas. L'Umanista Niccolò Perotti, Sassoferrato, Istituto Internazionale di Studi Piceni, 1980. I Codici di Terenzio e quelli di Lucano nella Herzog August Bibliothek di Wolfenbuttel 1982. Tra filologi e studiosi della nostra epoca: dalla corrispondenza di Gunther Jachmann, Didascaliae I, Pesaro, Belli, 1984. Pagine amare di storia della filologia classica. Dalla corrispondenza di Edoardo Fraenkel a Gunther Jachmann, Didascaliae III, Sassoferrato, Istituto Internazionale di Studi Piceni, 1987. Capitoli su Terenzio, Didascaliae IV, Sassoferrato, Istituto Internazionale di Studi Piceni, 1990. Lettere di Edoardo Fraenkel a Gunther Jachmann, a cura di P.Gatti, Didascaliae V e VI, voll. 1 e 2, Fano Editrice Fortuna, 1996-1997."}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.009009009009009009, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "wiki20220301en163_34530", "title": "Spasell", "score": 0.009009009009009009, "content": "EL «PATER NOSTER» IN SPASELL Masett che stanziê in la creuggia di salvestri, ch'el vost oden s'ingalmissa, ch'el stanzia el nost bosin piatt,che se rusca quel che vu tubèsora i masett de la luscia, quant in quella di sciatt.Refilên el sbêg de stobold, e che no va stanzien nippa in del scimêe i nost lenarii, come anch'el nost'oden szabolda ai olter ghielma;Fêen taruscia la schigna che ne rusca el Naja de Tameu.Per tagiorala no lassên sciobigà in nient de loffi.A M E N.Some Spasell words in Classical Milanese orthography:"}, {"id": "pubmed23n1049_20419", "title": "[New European guidelines for the management of dyslipidaemias: their aggressiveness is not legitimated by current evidence].", "score": 0.008928571428571428, "content": "Le linee guida 2019 delle Società europee di cardiologia e dell'aterosclerosi sulla gestione delle dislipidemie hanno aumentato l'aggressività diagnostico-terapeutica e non distinguono prevenzione primaria e secondaria, con parziale eccezione per gli ultra75enni. Raccomandano nuovi target di cLDL: per pazienti a rischio molto alto si raccomanda una riduzione a <55 mg/dl e >=50% rispetto al basale; per pazienti a rischio alto una riduzione a <70 mg/dl e >=50% del basale; per pazienti a rischio moderato una riduzione a <100 mg/dl; per pazienti a rischio basso una riduzione a <116 mg/dl. In base alle carte SCORE e ai dati di mortalità cardiovascolare in Italia, quasi tutti i maschi dai 70 anni e le donne dai 70-75 anni risulterebbero ad alto rischio per solo effetto dell'età. Anche quasi tutti i 60enni sarebbero a rischio moderato, con target di cLDL <100, e spesso necessità di aggiungere costosi ipolipemizzanti per chi già assume statine. Le prove supportano ben poco tale aggressività. Infatti, anche negli studi randomizzati controllati (RCT) i benefici su esiti cardiovascolari non fatali subiscono esagerazioni sistematiche, quello meno distorto e di maggior interesse per gli assistiti è la mortalità totale. Questa, con terapie ipocolesterolemizzanti più intensive, non si è ridotta nelle metanalisi di RCT con pazienti con cLDL tra 80 e <100 mg/dl al basale; con inibitori di PCSK9, pazienti con questi valori mostrano persino tendenza all'aumento della mortalità totale. Dunque, abbassare il cLDL a <80 mg/dl può non giovare neppure ad anziani coronaropatici. A oggi, ciò vale ancora di più per anziani nella popolazione generale, in cui una revisione sistematica di studi di coorte ha mostrato relazioni nulle o più spesso inverse tra cLDL e mortalità. 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Negli ultimi anni questo fenomeno è stato ampiamente studiato in oncologia sperimentale e clinica perché ci sono evidenze che sia coinvolto nella diffusione e nella diffusione metastatica del carcinoma ovarico. Il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (vascular endothelial growth factor - VEGF) è l'attore principale nel meccanismo di angiogenesi e svolge un ruolo strategico nella proliferazione e migrazione delle cellule neoplastiche, con un impatto significativo sulla sopravvivenza e sull'outcome clinico. Secondo quanto emerge da molti studi sperimentali e clinici, le nostre conoscenze sulla biologia dell'angiogenesi e del VEGF sono aumentate portando allo sviluppo farmacologico di specifici agenti in grado di targeting VEGF. Questo nuovo campo di indagine offre agli scienziati l'opportunità di testare nuove possibilità terapeutiche nei pazienti con carcinoma ovarico con nuovi agenti mirati. Il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF umanizzato, è stato il primo farmaco anti-VEGF scoperto ed è usato oggi per il trattamento di diversi tumori solidi. Negli ultimi anni questo agente è stato ampiamente testato nei pazienti con carcinoma ovarico, mostrando un'attività clinica interessante e un profilo di tossicità tollerabile sia nelle pazienti giovani sia in quelle anziane. Il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel e successivamente utilizzato come agente singolo, è indicato per il trattamento del carcinoma epiteliale dell'ovaio di stadio III o IV, tuba di Falloppio o carcinoma peritoneale primario dopo iniziale resezione chirurgica. Il bevacizumab è anche usato per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico epiteliale ricorrente e resistente al platino, delle tube di Falloppio o dal tumore peritoneale primario che hanno ricevuto non più di 2 regimi precedenti di chemioterapia. Inoltre, il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel o con carboplatino e gemcitabina (e usato come agente singolo), è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma epiteliale dell'ovario sensibile al platino, tuba di Falloppio o tumore peritoneale primario. Le linee guida più accreditate suggeriscono quando bevacizumab deve essere usato nel trattamento del carcinoma ovarico avanzato e ricorrente. Altri agenti anti-VEGF, come gli inibitori della tirosin-chinasi del recettore VEGF (VEGFR), sono stati ampiamente testati nel carcinoma ovarico e molti altri sono in corso di studi al fine di testare la loro attività e sicurezza rispetto a bevacizumab. Gli agenti anti-VEGF e gli inibitori di PARP svolgono oggi un ruolo strategico nel trattamento del cancro ovarico con agenti mirati in associazione con la chemioterapia e la chirurgia in un'ottica multidisciplinare e personalizzata."}, {"id": "pubmed23n0089_15610", "title": "[Therapy of herpes zoster].", "score": 0.009900990099009901, "content": "Regarding the treatment of herpes zoster, aciclovir (ACV) is as the most effective and safe drug available. ACV reduces the viral shedding time and promotes the cutaneous healing and pain resolution. Oral ACV in high doses (5 x 800 mg daily), as well, has proved effective in the treatment of acute herpes zoster. If there is no convincing effect on the pain, additional application of corticoids in high doses may be of benefit."}, {"id": "pubmed23n1029_21332", "title": "Esperienze di switch a cariprazina in pazienti schizofrenici con comparsa di effetti collaterali/comorbilità mediche.", "score": 0.00980392156862745, "content": "La schizofrenia è un disturbo psichiatrico grave e cronico con un background genetico e neurobiologico eterogeneo che influenza lo sviluppo precoce del cervello, ed è espressa come una combinazione di sintomi psicotici - come allucinazioni, deliri e disorganizzazione - e di sintomi negativi e cognitivi. Il trattamento dei pazienti con schizofrenia prevede l'utilizzo di antipsicotici, in accordo con i recenti dati di letteratura. Sulla base del meccanismo d'azione, gli antipsicotici vengono suddivisi in tipici (o \"di prima generazione\") e atipici (o \"di seconda generazione\"). Differiscono, anche, per la manifestazione di effetti collaterali, dovuti alla diversa affinità recettoriale caratteristica del singolo principio attivo. In questo caso clinico, presentiamo un giovane paziente di 24 anni con diagnosi di schizofrenia trattato prima con olanzapina e poi con risperidone, che ha manifestato significativi effetti collaterali di tipo metabolico e sessuali. La strategia terapeutica utilizzata è stata lo switch a un antipsicotico di terza generazione, cariprazina, con risoluzione delle collateralità e una migliore gestione dei sintomi negativi riportati. In conclusione, il modello di trattamento personalizzato sulla base delle condizioni cliniche e delle esigenze del paziente rappresenta l'approccio maggiormente adeguato nella gestione di ogni singolo caso."}, {"id": "pubmed23n0906_20876", "title": "[How I treat… a neonatal Herpes simplex virus infection].", "score": 0.00980392156862745, "content": "Neonatal herpes simplex virus infection is rare but important to recognize because of the major risk of sequelae or death. The diagnosis is mainly based on specific clinical and biological analyses. Aciclovir is the treatment of choice, duration of administration depending on the severity of the disease. A six-month treatment with suppressive-dose oral aciclovir is recommended to improve the child's prognosis. From a clinical case, we reviewed the literature to improve the management."}, {"id": "pubmed23n0966_6421", "title": "Frazione polifenolica del bergamotto per il trattamento della sindrome metabolica nella schizofrenia: uno studio pilota.", "score": 0.009708737864077669, "content": "Introduzione. La frazione polifenolica del bergamotto (BPF) ha dimostrato di possedere buona efficacia nel trattamento dei pazienti affetti da sindrome metabolica (SM) e pertanto potrebbe rappresentare una strategia promettente nel trattamento degli effetti collaterali indotti da antipsicotici di seconda generazione (SGA) in soggetti schizofrenici in trattamento con tali farmaci. Materiali e metodi. A 15 pazienti schizofrenici in trattamento stabilizzato con SGA e 15 soggetti di controllo non affetti da patologie psichiatriche, che presentavano valori ematici di colesterolo totale compresi tra 200 e 239 mg/dl, è stato somministrato un integratore contenente BPF (1000 mg) per un periodo di 60 giorni. A tutti i soggetti all'inizio e alla fine del trattamento sono state eseguite la misurazione dell'indice di massa corporea (BMI) e una serie di esami ematochimici per la valutazione degli aspetti metabolici (colesterolo totale, LDL, HDL, trigliceridi, glicemia). Risultati. In entrambi i gruppi si è evidenziata una riduzione significativa del BMI (BMI T0 vs Tfinale (media±DS)= schizofrenici: 34,5±5,7 vs 33,9±5,4, p=,041; controlli: 28,1±4,5 vs 27,3±4,1, p=,016 - BMIcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= -0,59±0.7 vs -0,72±0,8, p=,378); colesterolo totale e LDL risultano invece essere diminuiti esclusivamente nel gruppo di controllo (colesterolo totalecambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 8,2±31,5 vs -35,1±31,1, p=,003; LDLcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 14,1±29,4 vs -9±38,9, p=,014). Discussione. La differenza di efficacia dei BPF sulla dislipidemia tra i soggetti schizofrenici e il gruppo di controllo potrebbe essere spiegata dai diversi meccanismi patogenetici che sono alla base delle alterazioni metaboliche nei soggetti in trattamento con SGA e nei pazienti che non assumono questa classe di farmaci. Conclusioni. Ulteriori studi si rendono necessari al fine di valutare in questa categoria di soggetti i possibili effetti sulla dislipidemia di dosi maggiori di BPF."}, {"id": "pubmed23n0051_3568", "title": "[Fatal varicella pneumonia unresponsive to acyclovir therapy in a child with a malignancy].", "score": 0.009708737864077669, "content": "Acyclovir has become the drug of choice for prevention of visceral dissemination of Varicella-zoster virus infections in immunocompromised individuals. This article describes a 6-year-old girl taking cytotoxic therapy and radiotherapy for treatment of Hodgkin lymphoma who developed cutaneous varicella infection. Despite the early administration of acyclovir a fatal varicella pneumonia occurred and she died on the 4th day of hospitalization. Since the resistance is inducible, the increase of unresponsiveness to acyclovir in immunocompromised hosts with varicella infection is a potential risk that can cause to increase in fatalities in these patients."}, {"id": "pubmed23n0910_9460", "title": "[Il ruolo di niraparib nel trattamento del carcinoma ovarico: attualità e prospettive.]", "score": 0.009615384615384616, "content": "Riassunto. I PARP inibitori interferiscono con la riparazione del danno nella singola elica del DNA determinando una progressione del difetto nella doppia elica. In circa il 50% delle pazienti con carcinoma dell'ovaio sieroso di alto grado sono presenti difetti nei meccanismi di ricombinazione omologa, deputati alla riparazione del danno della doppia elica del DNA. L'incapacità di riparare il danno si traduce nella morte cellulare, un processo definito \"letalità sintetica\". Nella famiglia dei PARP inibitori il niraparib è stato il primo a essere approvato dalla FDA nel trattamento delle pazienti con carcinoma ovarico ricorrente indipendentemente dalla presenza o assenza di mutazioni BRCA. Questo risultato è stato raggiunto grazie ai dati emersi dal trial di fase III ENGOT-OV16/NOVA, favorevoli in termini di prolungamento della sopravvivenza libera da progressione e associati a un buon profilo di tossicità. Ulteriori trial clinici sono in corso per valutare ulteriori indicazioni all'impiego di niraparib nel trattamento del carcinoma ovarico."}, {"id": "pubmed23n0264_14913", "title": "[Clinical aspects and therapy of Herpes simplex and Varicella-Zoster virus infections in practice].", "score": 0.009615384615384616, "content": "Primary infections with herpes simplex virus are usually localized, whereas those with varicella-zoster virus always disseminate. Both viruses persist within the host and may cause recurrent infections. Newborns and immunocompromised individuals have a risk for severe disease. Acyclovir is the drug of choice for complications or in immunodeficiency."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009523809523809525, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0238_6782", "title": "[Adenine arabinoside treatment of varicella and generalized herpes zoster in 43 immunosuppressed patients].", "score": 0.009523809523809525, "content": "Forty-three immunosuppressed patients presenting with varicella or generalized herpes zoster were treated with adenine arabinoside (as monophosphate in 10 patients). All those who received the recommended 5-day course were rapidly cured without relapse; the skin lesions were virus-free after the 5th days of treatment. Five patients with malignant varicella involving several organs and who had only been treated for a few hours died. It is concluded that adenine arabinoside is a useful drug in VZ virus infections, although it has no immediate action. The monophosphate presentation, more soluble and requiring lesser amounts of solvent, is easier to administer and as effective as the ordinary presentation."}, {"id": "wiki20220301en541_22625", "title": "Compagnia dell'Immacolata Concezione", "score": 0.009444928799767511, "content": "n°9- Nel recinto delle mura di questo convento ritrovasi l'oratorio della Compagnia dell'Immacolata Concezione di Maria, la quale nella di lui chiesa tiene anche; la sua cappella fabbricata a spese dei confrati a cagione dell'aggregazione fatta con questo Convento negli atti del notar Filippo Mercadante, nel 1 luglio, 8 ind. 1595, o 9 ind.1596; dietro di che la fondazione di questa Compagnia allora Confraternita colla sua Cappella si effettuò per pubblico atto in Notar Antonino Vaccaro li 9 Gennaio Xind. 1596. In detta Cappella vi è il quadro dell'Immacolata Signora con cornice di marmo rosso e nel tetto di essa Cappella vi sono 34 quadri dei Santi, e nel mezzo vi è altro quadro di Maria SS. Immacolata con sua cornice dorata, il quale tetto si coprì di detti quadri nell'anno 1613, a spese delli confrati della Concezione, avendo fatto fare ognuno il suo quadro per devozione con scrivergli anche il suo nome."}, {"id": "pubmed23n0923_20493", "title": "Management della retinopatia diabetica e dell'edema maculare diabetico: linee guida \"Euretina 2017\".", "score": 0.009433962264150943, "content": "Si prevede che la malattia diabetica con tutte le sue complicanze avrà un forte aumento di incidenza con un grosso impatto socioeconomico nei prossimi decenni in tutto il mondo. Pertanto ben si comprende l'importanza di individuare attraverso una fine diagnostica quanto più precocemente la comparsa dei sintomi diabetici, migliorare lo stile di vita ed impostare cure efficienti. Riportiamo la serie di raccomandazioni EURETINA 2017, dei maggiori esperti in Europa per la gestione della malattia diabetica e delle complicanze della retina. Per combattere questa \"pestilenza\" occorre un team medico preparato. Il trattamento laser è stato considerato sino a non molto tempo fa il Gold standard della retinopatia diabetica e dell'edema diabetico (RD e EMD). Recenti studi hanno dimostrato, invece, che si possono raggiungere risultati migliori mediante l'iniezione diretta di farmaci nella cavità vitreale. In particolare è emerso terapia di prima linea, molecole in grado di inibire il fattore di crescita endoteliale vascolare (anti VEGF) mentre non è più raccomandata la fotocoagulazione laser per il trattamento del DME. Nell'ambito delle molecole farmacologiche gli steroidi hanno mantenuto un ruolo nella gestione del DME cronicamente persistente."}, {"id": "pubmed23n0055_14497", "title": "[Treatment of cytomegalovirus infections in renal transplants].", "score": 0.009433962264150943, "content": "Primary cytomegalovirus (CMV) disease can be prevented in renal transplant recipient with the use of either CMV hyperimmune globulin or acyclovir. When started before transplantation and continued for 12 to 16 weeks, these treatments decrease significantly the incidence of primary CMV disease. However they are not always effective and their effectiveness for the prevention of CMV reinfection or reactivation has not been established. Other prophylactic methods, such as vaccination or interferon alpha are not effective. Ganciclovir has been shown to be effective for the treatment of overt CMV disease, provided it is administered early. Combined treatments with CMV hyperimmune globulins and ganciclovir can be used in the most severe forms of the disease. Foscarnet can also be effective, however its nephrotoxicity limits its use in renal transplant recipients."}, {"id": "pubmed23n1029_21330", "title": "Esperienze di switch a cariprazina in pazienti affetti da schizofrenia con risposta parziale.", "score": 0.009345794392523364, "content": "Tra gli antipsicotici cosiddetti \"di terza generazione\", dotati di agonismo parziale sui recettori D 2 , cariprazina è in particolare contraddistinta da agonismo parziale D 3 /D 2 con affinità particolarmente elevata per i recettori D 3 , oltre che da un'azione di antagonismo 5HT2B e 5TH2A e agonismo parziale 5TH1A. L'insieme di queste attività recettoriali conferisce a cariprazina un profilo di azione sia sui sintomi positivi sia su quelli negativi, offrendo nuove opportunità di trattamento per disturbi dello spettro schizofrenico. In particolare, cariprazina potrebbe rappresentare una valida alternativa per pazienti che presentano sintomi negativi e cognitivi prominenti e che presentano una risposta sub-ottimale ad altre molecole antipsicotiche. L'obiettivo di questa rassegna è quello di presentare alcuni casi clinici in cui la risposta parziale o sub-ottimale a un precedente trattamento antipsicotico ha suggerito l'opportunità di uno switch a cariprazina, nonché di illustrare le modalità e l'esito dello switch. La discussione dei casi clinici vuole fornire alcune informazioni utili per l'utilizzo di cariprazina nella pratica clinica quotidiana."}, {"id": "pubmed23n0496_5422", "title": "[The latest in herpes simplex keratitis therapy].", "score": 0.009345794392523364, "content": "Herpetic keratitis is characterized by spontaneous recurrences and a risk of vision loss, the latter being more serious when relapses are frequent and severe. Two clinical forms are commonly distinguished: epithelial keratitis, usually quickly resolved with topical antivirals, and stromal keratitis, which has a slower progression, even when both steroids and antivirals are used. Great strides have been made during the last 20 Years in the therapy of herpes keratitis, which is now considered and treated as a chronic disease. Randomized controlled studies definitively showed the decrease in spontaneous herpetic ocular events in patients treated with long-term oral acyclovir. The effectiveness of preventive treatment has also been shown during high-risk periods, especially ocular surgery, in patients with a history of herpes keratitis. However, the optimal duration and dosage of antiviral prevention have yet to be defined. We can also hope that in the future novel antiviral strategies such as vaccination will reduce the place of herpes keratitis as an indication for corneal graft."}, {"id": "pubmed23n0999_17555", "title": "Terapia cognitivo-comportamentale per giovani ad alto rischio di un primo episodio di psicosi: un trial randomizzato controllato.", "score": 0.009259259259259259, "content": "Scopo. Nell'ultimo ventennio l'interesse di ricercatori e clinici nella prevenzione di disturbi psicotici è cresciuto notevolmente. Gli studi internazionali su strategie a favore di giovani \"ad alto rischio di un primo episodio di psicosi\" sono ancora in numero ridotto, mentre in Italia risultano del tutto assenti. Oltre a manifestare sintomi psicotici sotto-soglia, questa popolazione di frequente riporta un compromesso funzionamento. La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) è la strategia di prima linea, ma si rileva in letteratura l'importanza di studi su ulteriori misure di esito, quali il funzionamento. Il presente studio ha valutato se un protocollo di TCC modulare riducesse il rischio di un primo episodio psicotico in un gruppo di giovani ad alto rischio a post-trattamento e follow-up rispettivamente di 6 e 14 mesi a confronto con trattamento di supporto psicologico di routine ( treatment as usual). Metodi. Cinquantotto partecipanti (età media=25,51, 67,20% maschi) che soddisfacevano criteri per stati mentali a rischio alla Comprehensive Assessment of At-Risk-Mental States sono stati randomizzati a TCC o treatment as usual. Il protocollo di TCC ha incluso 30 sedute settimanali. Risultati. Nel gruppo TCC, il numero di giovani che ha sviluppato un primo episodio psicotico a follow-up è stato inferiore (n=4, 10,30%) a quello del gruppo di controllo (n=8, 27,60%), sebbene tale differenza sia risultata di significatività marginale [Log rank test χ2(1)= 3,66, p=0,05]. I giovani con funzionamento baseline più alto hanno ottenuto maggiori benefici al di là del tipo di percorso. Conclusioni. Anche nel contesto italiano, la TCC sembra efficace e promettente nel prevenire un primo episodio psicotico in giovani con stato mentale a rischio."}, {"id": "pubmed23n0623_15487", "title": "[Update on the treatment of genital herpes].", "score": 0.009259259259259259, "content": "Genital herpes is a chronic infection characterized by periodic reactivation. It can produce symptomatic disease in the host although asymptomatic viral excretion can also occur. It is currently the main cause of genital ulceration and an important public health problem that has substantial clinical, psychological, and economic repercussions. This review analyzes the currently available therapeutic options and regimens, which are based mainly on systemic use of antiviral agents such as aciclovir, valacyclovir, and famciclovir. In addition, special emphasis is placed on the prevention and management of this infection in specific situations, such as pregnant, pediatric, and immunocompromised patients."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.009174311926605505, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0124_6061", "title": "[Specific immunoglobulin and acyclovir in the prevention and treatment of varicella zoster infections in children with neoplastic diseases].", "score": 0.009174311926605505, "content": "Immunocompromised children with acute leukemias and solid tumors are at high risk of fatal varicella infection. Reviewing a total of 242 patients at risk we have found that zoster immune plasma from reconvalescent patients (ZIP) and commercially available specific varicella/zoster immune globulin (VZIG) both prevent fatal disease. In addition, Acyclovir was effective against VZV-infections in this group of patients. We summarize our present policy of prophylaxis and treatment of immunocompromised children with neoplastic disease who have been exposed to VZV."}, {"id": "pubmed23n1038_10335", "title": "[Torsione di punta indotta dalla cocaina: un caso clinico.]", "score": 0.00909090909090909, "content": "Riassunto. La torsione di punta (TdP) è una tachicardia ventricolare polimorfica con una caratteristica torsione sinusoidale del complesso QRS attorno alla linea di base. Si differenzia da altre forme di tachicardia ventricolare per le sue caratteristiche morfologiche, per il meccanismo sottostante e le modalità di terapia. È associato alla sindrome del QT lungo e ha molti meccanismi precipitanti, fattori eziologici e opzioni di trattamento. Questo articolo presenta un caso di TdP che è stato caratterizzato da molteplici fattori e ha richiesto molte modalità di trattamento. Inoltre, vengono discussi i potenziali meccanismi e le modalità terapeutiche della TdP."}, {"id": "pubmed23n0813_9097", "title": "[Preauricular injection of betamethasone depot and acyclovir for the treatment of acute herpes zoster ophthalmicus].", "score": 0.00909090909090909, "content": "Several treatments have been described for the management of patients with herpes zoster ophthalmicus (HZO). However, the progress of these patients is usually slow, and many of them develop postherpetic neuritis (PHN). In the present paper, three clinical cases are presented, in which a significant symptomatic improvement was obtained by using a preauricular injection of a mixture of betamethasone depot combined with acyclovir. PHN did not develop in any of them. The preauricular injection of betamethasone depot and acyclovir could be a good alternative for the management of HZO."}, {"id": "pubmed23n0932_1180", "title": "[La combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) nel trattamento del carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia: le notizie sulla mia morte sono state esagerate?]", "score": 0.009009009009009009, "content": "Riassunto. L'analisi è stata condotta al fine di valutare l'effetto sia sulla sopravvivenza globale (OS) sia sulla sopravvivenza libera da progressione di malattia (PFS) della chemioterapia di combinazione in prima linea per il carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia. La presente analisi è limitata agli studi randomizzati controllati (RCT) di fase III. Successivamente è stata applicata la European Society for Medical Oncology Magnitude of Clinical Benefit Scale (ESMO-MCBS) agli RCT di fase III analizzati per ricavare uno score relativo all'entità del beneficio clinico ottenuto per ciascun RCT. Sono state calcolate inoltre le differenze in termini di PFS tra i diversi bracci di trattamento rapportandole con i costi dei farmaci necessari per ottenere il beneficio di PFS. La nostra analisi ha valutato 11 RCT di fase III, per un totale di 4572 pazienti. Combinando i costi della terapia con la misura dell'efficacia espressa dalla PFS, è stato ottenuto un costo di 74,12 euro (€) per mese di vita guadagnato in termini di PFS con la combinazione di 5-fluorouracil, leucovorin, irinotecan e oxaliplatino (FOLFIRINOX), 90,14 € per la combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) e 4708,7 € per la combinazione di nab-paclitaxel e gemcitabina. Da questo punto di vista riteniamo che l'utilizzo delle \"vecche chemioterapie di combinazione\" (per es., GEMOX) non dovrebbe essere completamente abbandonato, ma valutato sul singolo paziente, sulla base di diversi fattori (età, ECOG PS, comorbilità, carico di malattia), al fine di ottenere una reale \"tailored therapy\"."}, {"id": "pubmed23n0356_4264", "title": "[Herpes simplex virus types 1 and 2 (HSV-1 and HSV-2)].", "score": 0.009009009009009009, "content": "Herpes simplex virus (HSV) infections are prevalent worldwide. HSV are characterized by their ability to establish and maintain latent infections that can be reactivated. Various clinical presentations of HSV infections are described. Mostly asymptomatic, these infections may become life-threatening when occurring in neonates or when infecting the central nervous system. Accurate diagnosis of HSV infections is important and PCR is the most sensitive technique for detecting HSV. Type-specific serologies could be particularly useful for seroprevalence rates. Aciclovir is an efficient drug for the treatment of herpes simplex virus infections and resistance to this drug has been reported mainly in immunocompromised patients during the course of aciclovir treatment. There is a variety of potential vaccines for prophylaxis of HSV infection, but no vaccine is now available."}, {"id": "pubmed23n0694_15642", "title": "", "score": 0.008928571428571428, "content": "E'ormai noto che esiste la possibilità rivoluzionaria di utilizzare il fegato per il trattamento della stadio terminale delle epatopatie.Nel gennaio 1980 si celebra il decimo anna di sopravvivenza con fegato trapiantato (la più lunga della letteratura) di un paziente da noi trattato. Si tratta di uno dei 12 malati sottoposti a trapianto e seguiti per più di 5 anni.La nota positiva di questa tipo di trattamento è rappresentata dall'eccellente tenore di vita che i pazienti conducono e dalla riabilitazione sociale e professionale.La nota negativa è data, invece, dal fatto che i buoni risultati non vengono raggiunti con regolarità e non possono essere previsti con esattezza. In questa breve rassegna considereremo la esperienza da noi fatta presso l'Università di Denver nel Colorado, mettendo in risalto le cause dell'elevata mortalità precoce e le prospettive future di questa mezzo terapeutico."}, {"id": "pubmed23n0305_11756", "title": "[Drugs active against herpesviruses].", "score": 0.008928571428571428, "content": "Drugs active against herpesvirus are undergoing rapid development. Acyclovir is the antiviral drug of choice for treatment of herpes simplex virus (HSV) infections and the varicella and zona virus (VZV) because of its efficacy and lack of toxicity. Valaciclovir, precursor of acyclovir, allows reducing the daily intake to 2 doses for HSV infections and to 3 doses for VZV. For cytomegalovirus infections and HSV that are resistant to acyclovir in immunodepressed patients, ganciclovir and foscarnet are available and effective but can involve respectively haematologic and renal toxicity. Penciclovir, the active form of famciclovir, is a new antiviral drug indicated in the treatment of zona."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.008849557522123894, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n0070_2691", "title": "[Treatment of labial herpes with acyclovir].", "score": 0.008849557522123894, "content": "Recurrent infections with herpes simplex virus (HSV), occurring in as many as 20% of the population, often interfere with dental treatment. HSV (type 1 and type 2) belongs to the family of DNA viruses. The new generation of antiviral drugs promises to provide more successful management of viral diseases. Acyclovir, an analogue of viral deoxyguanosine, is an inhibitor of viral DNA and viral DNA polymerase. The aim of the present study was to evaluate to efficacy of the Virolex ointment, an acyclovir preparation manufactured by KRKA Novo mesto, in the treatment of labial herpes. The results show that Virolex is a highly effective agent. If started in the initial phase of infection it can prevent the development of herpetic lesions. Compared to other antiviral drugs used in the treatment of labial herpes, the duration of acyclovir therapy is shorter."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.008771929824561403, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0053_16130", "title": "[The incorporation of acyclovir into the treatment of peripheral paralysis. A study of 45 cases].", "score": 0.008771929824561403, "content": "The relation between use of acyclovir and facial nerve palsy prognosis was studied. In a randomised study, steroids or steroids + acyclovir (oral doses for Bell's palsy, and intravenous doses for Ramsay Hunt's syndrome) were given to 45 patients with facial palsy. There was a significant reduction of sequelae in patients treated with acyclovir in the group of Ramsay Hunt's syndrome (n = 15) (p less than 0.05). There were no significant differences in the group of Bell's palsy (n = 30) (p greater than 0.05), treated with acyclovir compared with steroids."}, {"id": "pubmed23n0966_6419", "title": "I nuovi \"casi difficili\" in psichiatria.", "score": 0.008695652173913044, "content": "In psichiatria, come nelle altre discipline mediche, esistono casi che sono \"difficili\" per le loro caratteristiche cliniche. Recentemente, sembra tuttavia emergere un nuovo tipo di casi che risultano \"difficili\" per ragioni non tanto psicopatologiche quanto piuttosto gestionali, di responsabilità e sicurezza. Alcuni di questi casi caratterizzano in particolare la psichiatria italiana, e coinvolgono soprattutto i clinici delle strutture pubbliche. In varie situazioni, essi implicano comportamenti autolesivi ed eterolesivi non prevedibili né prevenibili nonostante l'impegno degli operatori, un problema ancora scarsamente riconosciuto per le responsabilità stesse. La riforma sanitaria del 1978 ha posto l'Italia in una posizione di avanguardia nel mondo riguardo al sistema dell'assistenza territoriale in salute mentale, che ha compiuto negli ultimi quarant'anni grandi passi avanti rispetto al precedente assetto. Ultimamente si sono tuttavia verificati cambiamenti sociali, epidemiologici, psicopatologici e dei bisogni che hanno creato nuovi problemi e difficoltà all'assistenza psichiatrica. Tra questi cambiamenti figurano la crescente complessità delle grandi aree metropolitane; il fenomeno immigratorio; la massiccia crescita nell'utilizzo di sostanze; le modificazioni del profilo di responsabilità del medico; l'introduzione di complesse normative sulla sicurezza, il trattamento dei dati, il consenso alle cure e la competenza a decidere della persona con disturbi mentali. Come conseguenza, gli operatori si trovano oggi ad affrontare nuove difficoltà di tipo organizzativo e gestionale, e questioni problematiche relative alla sicurezza sia del paziente sia del sanitario, con un crescente profilo di responsabilità etica, deontologica e medico legale del sanitario stesso. Auspichiamo che le riflessioni qui proposte possano stimolare un dibattito costruttivo per migliorare le condizioni di lavoro degli operatori impegnati quotidianamente nel migliorare gli esiti clinici dei propri pazienti."}, {"id": "wiki20220301en489_7628", "title": "Rubén Moreno Palanques", "score": 0.008695652173913044, "content": "Gene therapy: Protocols and patient register. Moreno-Palanques, R. F. In: Gene Therapy. Bilbao: Fundación BBV, 133-187, 1995. El Sistema Nacional de Salud en la nueva etapa de descentralización plena. Moreno Palanques, RF. Presupuesto y Gasto Público, 28: 117-121, 2002. (Madrid: Instituto de Estudios Fiscales, Ministerio de Economía y Hacienda) La financiación de la asistencia sanitaria prestada a través del INSALUD. Moreno Palanques, RF. Presupuesto y Gasto Público, 25: 139-147, 2001 (Madrid: Instituto de Estudios Fiscales, Ministerio de Economía y Hacienda) El papel del Ministerio de Sanidad y Consumo ante la descentralización plena de la Gestón Sanitaria. Moreno Palanques, R.F. Revista de Administración Sanitaria, IV (16): 15-27 (2000)"}, {"id": "pubmed23n1059_7363", "title": "Contributi scientifici in memoria di Antonio Fusco.", "score": 0.008620689655172414, "content": "Come si leggerà nell'Introduzione della sezione propriamente scientifica del Volume, il presente testo nasce dalla volontà e, soprattutto, dall'esigenza culturale di omaggiare il fu Prof. Antonio Fusco. Un debito scientifico ed umano che trova il suo locus naturale in questa prima parte del testo stesso, cui farà poi seguito la parte propriamente scientifica. In siffatta parentesi dovuta per le ragioni appena menzionate, il lettore, l'amico o l'allievo dell'opera del Prof. Fusco potranno trovare un suo sintetico Curriculum Vitae, correlato da una specifica ed accurata prosa, svolta dal già Magnifico Rettore Carlo Cipolli; il quale, oltre che evidenziare, ricordando, i meriti del collega oramai scomparso, aggiunge alsuo scritto un elemento che sarebbe imprescindibile a non trasformare lo stesso in una mera sequenza di parole: l'amicizia e l'affetto per un amico che, oramai, non c'è più. A fine lettura, evidente risuonerà il fatto che la vita di ognuno, se mossa dalla passione per ciò per cui si è predisposti cognitivamente e psicologicamente, può essere ricca di riconoscimenti, riconoscenze e soddisfazioni che, lungi dal divenire un cuscino di allori su cui adagiarsi, per una mente creativa come quella del Prof. Fusco hanno funto solo da motivazioni ad agire instancabilmente guardando sempre al futuro. Il lavoro di una vita che, materialmente, è sancito da un supporto poco più di cm 25x15: una targa. Una materialità evidente che, con grande commozione e riconoscenza, è stata affissa il 25 ottobre 2019 sull'aula fronte l'Aula Magna del Campus \"La Folcara\", a testimonianza che quello spirito creativo in continua evoluzione non si ferma; non si arresta neppure con la fine biologica di chi lo ha \"posseduto\". Rimangono le opere ed il pensiero del Prof. Fusco e restano gli affetti. A tal proposito, il lettore troverà una breve e sentita sezione su Testimonianze; coloro i quali hanno avuto modo, nell'arco della vita accademica ed umana, personale, di Fusco di conoscerlo. Ecco, allora, che i ricordi saranno i veri protagonisti di questa parentesi. Dopo di ciò, prima dei contributi prettamente scientifici dei lavori, tenutisi in occasione del Convegno Internazionale Psicologia, Arte, Letteratura. Antiche e Nuove Tendenze, seguiranno i saluti delle autorità che in quei due giorni si sono succedute a rappresentare non solo l'istituzione affiliata, ma anche la relazione di stima e di affetto che le legava al compianto Professore. Si passerà, infine, al volume tradizionalmente inteso."}]}}}} {"correct_option": 3, "explanations": {"1": {"exist": true, "char_ranges": [[353, 451]], "word_ranges": [[46, 59]], "text": "Pertanto, è necessario attendere l'esame di imaging per confermare l'eziologia (opzione 1 errata)."}, "2": {"exist": true, "char_ranges": [[452, 535]], "word_ranges": [[59, 72]], "text": "La causa più comune è l'adenoma produttore di aldosterone (opzione 2 non corretta)."}, "3": {"exist": true, "char_ranges": [[0, 352]], "word_ranges": [[0, 46]], "text": "Ci viene presentato un paziente con ipertensione arteriosa resistente, ipotizzando un iperaldosteronismo primario dovuto a un'alcalosi metabolica ipokaliemica. 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Contrassegnare l'affermazione corretta:", "id": 564, "lang": "it", "options": {"1": "L'origine dell'ipertensione in questo caso è un'eccessiva secrezione di aldosterone causata da un'iperfunzione autonomica della midollare surrenale.", "2": "Nella maggior parte dei casi il substrato anatomico è l'iperplasia bilaterale della corteccia surrenale.", "3": "La TC fa parte del work-up diagnostico in caso di conferma biochimica.", "4": "Lo spironolattone è controindicato nella gestione di questa condizione.", "5": null}, "question_id_specific": 126, "type": "NEFROLOGIA", "year": 2022, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009900990099009901, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0011_13349", "title": "[Detection of the optimal dose of spironolactone for the treatment of benign essential hypertension].", "score": 0.009900990099009901, "content": "The blood pressure lowering effects of spironolactone have been studied in 40 subjects with benign essential hypertension in an attempt to determine the optimum starting dose for the drug. The trial was carried out by the double blind method. In almost all patients 100-400 mg spironolactone caused a signnificant decrease in diastolic and systolic arterial pressure. Present findings indicate that 100-200 mg spironolactone represents the optimum attack dose. The medication caused a significant rise in serum potassium. Other parameters were not affected by the treatment. In conclusion, it would appear that spironolactone--in association with other antihypertensive regiments--may improve the treatment of essential hypertension, especially in patients showing a tendency to hypokalemia and uricemia, and may offer an additional possibility or alternative in the therapy of hypertensive diseases."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.00980392156862745, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n1061_6290", "title": "[¿Cómo tratar la hipertensión arterial sistémica? Estrategias de tratamiento actuales].", "score": 0.00980392156862745, "content": "Hypertension is a disease that affects almost half of the population. Its complex pathophysiology, mainly affecting the renal, hormonal, cardiovascular and neurological systems, has allowed us to have different pharmacological strategies to treat each of these systems and thus regulate blood pressure. The American Heart Association in 2017, the European Society of Cardiology in 2018, and the American Society of Hypertension in 2020 published their recommendations for the diagnosis, monitoring and treatment of arterial hypertension. The definition of normal blood pressure or hypertension varies according to each guideline. Recommendations on lifestyle and pharmacological therapy are very similar in the guidelines. They recommend blockers of the renin-angiotensin system, calcium antagonists and thiazides, and only in selected cases the use of mineralocorticoid receptor antagonist or beta-blockers."}, {"id": "pubmed23n0999_17562", "title": "Emozioni, comportamenti e relazioni: uno studio caso-controllo sul self-cutting in adolescenza.", "score": 0.009708737864077669, "content": "Scopo. Lo scopo del presente studio caso-controllo è di approfondire i correlati psicopatologici e alcuni tratti psicologici come alessitimia e impulsività inerenti al self-cutting. È stato anche approfondito il tema dell'ideazione suicidaria nei soggetti con tale forma di autolesionismo. Metodi. Lo studio caso-controllo ha coinvolto 55 pazienti con self-cutting non suicidario, di età compresa tra i 12 e i 18 anni, e un gruppo di controllo composto da 277 adolescenti di età compresa tra i 13 e i 19 anni. La batteria testale utilizzata è stata composta da YSR 11-18 anni, CBCL 6-18 anni, SCL-90-R, TAS-20, CDI e BIS-11. Risultati. Dalle analisi effettuate sono emerse differenze statisticamente significative tra casi e controlli in relazione alla maggioranza delle scale psicopatologiche considerate. È risultata una differenza significativa tra i due gruppi anche in merito all'ideazione suicidaria. Infine, tra i self-cutter si sono evidenziate differenze significative di alcune variabili psico-relazionali (alessitimia e competenze sociale) in relazione alla frequenza di attuazione dell'atto autolesivo. Conclusioni. Il self-cutting correla con un'ampia varietà di quadri psichiatrici, senza presentare legami specifici con una particolare categoria psicopatologica. Gli elementi di alessitimia, impulsività e difficoltà relazionali degli adolescenti self-cutter dicono di come la programmazione di interventi di prevenzione primaria e secondaria dovrebbero mirare alla psico-educazione all'affettività, all'autocontrollo e ai social skill. Nello specifico, i nostri dati suggeriscono che la focalizzazione dell'intervento, in termini di lavoro sull'emotività piuttosto che sulla socializzazione, dovrebbe tener conto della frequenza degli agiti. Nella gestione clinica di questi pazienti non va esclusa a priori la possibilità di passaggio all'atto suicidario, con relative attenzioni anamnestico-cliniche da avere sia al momento della valutazione diagnostica sia lungo il follow-up della presa in carico."}, {"id": "pubmed23n0376_1729", "title": "[Excess of mineralocorticoids in essential hypertension: clinical-diagnostic approach].", "score": 0.009708737864077669, "content": "Primary hyperaldosteronism is more frequent among subjects with essential hypertension than previously thought. The prevalence, according to local and international evidence could fluctuate between 9 and 10%. To investigate if subjects with essential hypertension have different aldosterone and renin plasma levels than normotensive subjects. One hundred twenty five subjects with essential hypertension, not receiving medications for at least two weeks prior to the study and 168 age and sex matched normotensive controls were studied. Blood was drawn between 9 and 10 AM during a sodium free diet to determine plasma aldosterone, plasma renin activity and potassium. Plasma aldosterone was higher in hypertensive subjects than controls (11.6 +/- 7.6 and 9.9 +/- 5.1 ng/dl respectively; p = 0.04). Plasma renin activity was lower in hypertensives than controls (1.42 +/- 1.28 and 1.88 +/- 1.39 ng/ml/b respectively; p < 0.001). Thus, plasma aldosterone/plasma renin activity ratio was higher in hypertensives (13.8 +/- 13.5 and 8.3 +/- 7.8; p < 0.001). A pathological ratio was defined as over 25, corresponding to the mean plus two standard deviations of the control group. Primary hyperaldosteronism was found in 5/125 hypertensives (4%) and 1/168 normotensive subject (0.6%). None had hypokalemia. Subjects with essential hypertension have higher plasma aldosterone and lower plasma renin activity than normal controls. A plasma aldosterone/plasma renin activity over 25 was defined as abnormal."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.009615384615384616, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0001_10667", "title": "[The renin-angiotensin-aldosterone system in hypertensive subjects. III- The use of beta-blockers in reno-vascular hypertension (author's transl)].", "score": 0.009615384615384616, "content": "Six patients with permanent hypertension with renal artery stenosis were treated by conservative reparative surgery appart from one of them (unilateral nephrectomy) and were all seen again at the 8th month at the earliest in the absence of any anti-hypertensive therapy. Study of the renin-angiotensin system carried out on a normal sodium diet, after stopping all anti-hypertensive treatment for at least 15 days, was combined with the anti-hypertensive response under the influence of a beta-blocker. There were two types of response pre-operatively: firstly, with beta-blockers alone a normal blood pressure which remained normal postoperatively; the second group of patients remained hypertensive, requiring the addition of diuretics, and remained hypertensive after surgery. This response, although non-specific, would appear to represent an important element in assessing the curability of reno-vascular hypertension."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.009523809523809525, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n0104_18581", "title": "[Acute response to calcium inhibitors in secondary arterial hypertension: does renin play a role?].", "score": 0.009523809523809525, "content": "Calcium channel blocking agents are considered to be particularly effective in reducing blood pressure (BP) in low renin essential hypertension and in primary aldosteronism. The aim of this study was to compare the acute BP response to nicardipine in 2 opposite situations of stimulation of the renin angiotensin system: eight patients (49 +/- 13 years, mean arterial BP (MAP) 123 +/- 8 mmHg) with primary aldosteronism (active renin less than 5 pg/ml, group 1) and nine patients (38 +/- 17 years, MAP: 107 +/- 13 mmHg) with renovascular hypertension and high level of active renin (greater than 25 pg/ml, group 2). They had not taken any antihypertensive treatment since at least one week. After 60 minutes in the supine position (T0) nicardipine was infused at a rate of 7.5 mg/h during 10 minutes (T10), 15 mg/h from the 10th to 20th minute (T20) and 30 mg/h during the last ten minutes (T30). Thus, a total cumulative dose of 8.75 mg was administrated in 30 minutes. BP was recorded by an indirect oscillometric method (Sentrom) every 2 minutes and renin was assayed through an immuno-radiometric procedure (IRMA). There was an important and similar BP fall in the 2 groups (Gr 1: T10-6 p. 100, T20-17 p. 100, T30-25 p. 100; Gr 2: T10-7 p. 100, T20-13 p. 100, T30-18 p. 100) with a very significant dose-effect relation (r = 0.67, p less than 0.001). There was also an important increase in heart rate similar in the 2 groups (+35 p. 100, +25 p. 100, ns).(ABSTRACT TRUNCATED AT 250 WORDS)"}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.009433962264150943, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n0214_5286", "title": "[Effects of potassium on renin and aldosterone].", "score": 0.009433962264150943, "content": "The renin-aldosterone system contributes to the regulation of arterial pressure and to the maintenance of sodium and potassium balance. Alterations in plasma potassium concentration have opposite and independent effects on renin secretion by the kidney and on aldosterone secretion by the adrenal gland. Renin secretion tends to be inhibited by hyperkalemia and stimulated by potassium depletion. In contrast, increases of plasma potassium directly stimulate aldosterone secretion. This effect of potassium on aldosterone serves as a protective mechanism against the development of hyperkalemia. Conversely, hypokalemia inhibits aldosterone production. Small changes in plasma potassium have a greater effect on aldosterone than on renin secretion. In patients with essential hypertension, diuretic induced alterations in serum potassium concentrations may affect both renin and aldosterone secretion. We have observed that therapy with a thiazide diuretic results in a reduction of serum potassium and a greater increase in renin activity than therapy with the potassium-retaining diuretic, spironolactone, despite comparable natriuretic responses with both drugs. Conversely spironolactone therapy is associated with a greater increase in aldosterone production. The greater effect of thiazides on renin activity and the greater effect of spironolactone on aldosterone production may be related to the thiazide induced reduction of serum potassium and the spironolactone induced increases of serum potassium."}, {"id": "pubmed23n0885_1888", "title": "[Assessment of a project for integrated management of care given to patients with type-2 diabetes in the Local Health Authority 21 of Legnago (Veneto Region, Northern Italy) in the period 2010-2012].", "score": 0.009345794392523364, "content": "OBIETTIVI: descrivere, nella ASL 21 di Legnago (VR), l'andamento di alcuni indicatori sanitari tra il 2009, anno precedente all'avvio di un progetto triennale per la gestione integrata dell'assistenza al paziente con diabete mellito di tipo 2, e il 2012, ultimo anno del progetto. DISEGNO: studio longitudinale trasversale ripetuto. SETTING E PARTECIPANTI: tutti i pazienti diabetici di tipo 2 della ASL 21, identificati nei database aziendali (in base a esenzioni per patologia, accessi al servizio diabetologico, consumo di farmaci antidiabetici e strisce per la determinazione della glicemia) e nelle cartelle cliniche dei medici di famiglia. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: numero di test diagnostici e di follow-up erogati, consumo di farmaci, prestazioni specialistiche, accessi al pronto soccorso, ricoveri e mortalità. RISULTATI: nonostante un calo generalizzato (-3,1%) nei test erogati dalla ASL 21 ai suoi assistititi nel periodo 2009-2012, l'analisi ha documentato un marcato aumento per gli esami previsti nella gestione del diabete, quali curve da carico glicemico (+104,3%), emoglobina glicata (+19,0%) e microalbuminuria (+296,1%). I soggetti identificati come diabetici sono aumentati da 8.084 nel 2009 (5,2%) a 9.221 nel 2012 (5,9%). Sono stati osservati aumenti nella prevalenza di pazienti visitati presso un servizio diabetologico (dal 22,6% al 39,0%), nonché negli utilizzatori di metformina (dal 28,0% al 37,5%), insuline (dal 13,5% al 18,3%) e incretine (dall'1,4% al 9,0%). Il consumo di sulfaniluree è, invece, calato (dal 49,9% al 40,8%), come anche l'erogazione di alcune prestazioni specialistiche, gli accessi al pronto soccorso e i ricoveri, mentre il tasso di mortalità è rimasto stabile (29,6 decessi x1.000/anno). CONCLUSIONE: durante il periodo di implementazione del progetto sembra essersi verificato un aumento della sensibilità diagnostica e una maggiore presa in carico del paziente diabetico. Anche se la natura osservazionale dello studio non consente di dimostrare una relazione causa-effetto, i risultati sembrano supportare l'ipotesi che la gestione integrata della patologia migliori l'appropriatezza dell'assistenza."}, {"id": "pubmed23n0737_6108", "title": "[Is there still a place for a dual blockade of the renin-angiotensin system in 2012?].", "score": 0.009345794392523364, "content": "The blockade of the renin-angiotensin system (RAS) improves the prognosis of patients with complications related to diabetes, hypertension or, in general, atherosclerosis. Several observational studies have suggested the use of a dual blockade of the RAS to benefit from a better cardiorenal protection. However, recent randomized controlled studies failed to demonstrate that a dual blockade exert a better protection than single blockade, but showed a higher risk for renal complications and hyperkalemia. To decrease the residual risk, other opportunities may be recommended such as reinforcement of low salt diet, use of supraphysiological dose of a monotherapy inhibiting the RAS (perhaps prescribed at the evening) or addition of an aldosterone antagonist. However, all these approaches, as dual therapy, may also increase the risk of hypotension and renal insufficiency and thus require to be used under strict medical supervision."}, {"id": "pubmed23n0923_20493", "title": "Management della retinopatia diabetica e dell'edema maculare diabetico: linee guida \"Euretina 2017\".", "score": 0.009259259259259259, "content": "Si prevede che la malattia diabetica con tutte le sue complicanze avrà un forte aumento di incidenza con un grosso impatto socioeconomico nei prossimi decenni in tutto il mondo. Pertanto ben si comprende l'importanza di individuare attraverso una fine diagnostica quanto più precocemente la comparsa dei sintomi diabetici, migliorare lo stile di vita ed impostare cure efficienti. Riportiamo la serie di raccomandazioni EURETINA 2017, dei maggiori esperti in Europa per la gestione della malattia diabetica e delle complicanze della retina. Per combattere questa \"pestilenza\" occorre un team medico preparato. Il trattamento laser è stato considerato sino a non molto tempo fa il Gold standard della retinopatia diabetica e dell'edema diabetico (RD e EMD). Recenti studi hanno dimostrato, invece, che si possono raggiungere risultati migliori mediante l'iniezione diretta di farmaci nella cavità vitreale. In particolare è emerso terapia di prima linea, molecole in grado di inibire il fattore di crescita endoteliale vascolare (anti VEGF) mentre non è più raccomandata la fotocoagulazione laser per il trattamento del DME. Nell'ambito delle molecole farmacologiche gli steroidi hanno mantenuto un ruolo nella gestione del DME cronicamente persistente."}, {"id": "pubmed23n0036_11023", "title": "[Double-blind therapeutic trial of spironolactone in arterial hypertension].", "score": 0.009259259259259259, "content": "Spironolactone is a diuretic, selective aldosterone, antagonist with its own antihypertensive action which prevents body loss of potassium. Its clinical use has been documented on the treatment of essential arterial hypertension; however, there does not seem to be enough information to form a solid chemical criterion. This work is a clinical evaluation of the antihypertensive effect of the drug using double-blind technic with 41 patients with essential arterial hypertension, all external patients from the Instituto de Cardiología. They were divided in two groups, selected at random, to be able to observe their tensional range with spironolactone every two weeks, during 16 weeks; and using a placebo for the next 16 weeks. On group following this order; and the other one viceversa. After 32 weeks, the results observed show the effect of placebo, as well as spironolactone on arterial pressure and the statistic comparison, states the real antihypertensive effect of the drug on this group of patients. Every day doses were from 300 to 450 mg., and with it there was a rise in seric potassium of an average of 1 mEq/l. The authors suggest that this drug is useful in cases of essential hypertension although its pathway isn't deeply known. Apparently, the antihypertensive effect of spironolactone is not solely on patients with hypertension due to primary aldosteronism. The intervention on various hipertensinogenous factors in relation to its effect are discussed."}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.009174311926605505, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "pubmed23n0030_6764", "title": "[The renin-angiotensin-aldosterone system in hypertensive patients. II. Diagnosis of primary hyperaldosteronism].", "score": 0.009174311926605505, "content": "Twenty patients suffering from primary hyperaldosteronism were studied. Sixteen had a single adenoma of the adrenal and four had bilateral hyperplasia affecting both adrenals. Cases of primary hyperaldosteronism due to a tumour were characterised by a higher degree of hypermineralocorticism than was seen in the patients with hyperplasia. Plasma aldosterone, after acute volaemic expansion, did not fall below 13 ng/100 ml in the adenoma patients whilst it was lower in the case of hyperplasia. Adrenal phlebography is a useful tool in preoperative diagnosis."}, {"id": "pubmed23n0966_6421", "title": "Frazione polifenolica del bergamotto per il trattamento della sindrome metabolica nella schizofrenia: uno studio pilota.", "score": 0.00909090909090909, "content": "Introduzione. La frazione polifenolica del bergamotto (BPF) ha dimostrato di possedere buona efficacia nel trattamento dei pazienti affetti da sindrome metabolica (SM) e pertanto potrebbe rappresentare una strategia promettente nel trattamento degli effetti collaterali indotti da antipsicotici di seconda generazione (SGA) in soggetti schizofrenici in trattamento con tali farmaci. Materiali e metodi. A 15 pazienti schizofrenici in trattamento stabilizzato con SGA e 15 soggetti di controllo non affetti da patologie psichiatriche, che presentavano valori ematici di colesterolo totale compresi tra 200 e 239 mg/dl, è stato somministrato un integratore contenente BPF (1000 mg) per un periodo di 60 giorni. A tutti i soggetti all'inizio e alla fine del trattamento sono state eseguite la misurazione dell'indice di massa corporea (BMI) e una serie di esami ematochimici per la valutazione degli aspetti metabolici (colesterolo totale, LDL, HDL, trigliceridi, glicemia). Risultati. In entrambi i gruppi si è evidenziata una riduzione significativa del BMI (BMI T0 vs Tfinale (media±DS)= schizofrenici: 34,5±5,7 vs 33,9±5,4, p=,041; controlli: 28,1±4,5 vs 27,3±4,1, p=,016 - BMIcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= -0,59±0.7 vs -0,72±0,8, p=,378); colesterolo totale e LDL risultano invece essere diminuiti esclusivamente nel gruppo di controllo (colesterolo totalecambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 8,2±31,5 vs -35,1±31,1, p=,003; LDLcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 14,1±29,4 vs -9±38,9, p=,014). Discussione. La differenza di efficacia dei BPF sulla dislipidemia tra i soggetti schizofrenici e il gruppo di controllo potrebbe essere spiegata dai diversi meccanismi patogenetici che sono alla base delle alterazioni metaboliche nei soggetti in trattamento con SGA e nei pazienti che non assumono questa classe di farmaci. Conclusioni. Ulteriori studi si rendono necessari al fine di valutare in questa categoria di soggetti i possibili effetti sulla dislipidemia di dosi maggiori di BPF."}, {"id": "pubmed23n0331_3781", "title": "[Role of hypertension in determining valvular diseases in patients with chronic uremia and dialytic treatment].", "score": 0.00909090909090909, "content": "Patients in chronic dialysis have a higher prevalence of cardiovascular morbidity and mortality, together with higher prevalence of hypertension and valvular diseases. It is not clear whether aortic and mitral defects are linked to the effect of chronic dialysis (for instance hypercalcaemia or hyperparathyroidism) or to hypertension. In order to see whether these factors could independently affect the single valve diseases we studied 48 patients in chronic dialysis. Patients were divided into hypertensive and normotensive. A population of hypertensive and another of normotensive, non-dialyzed patients served as control. The presence of valvular disease was searched by mean of echocardiography. We also investigated the length of dialytic treatment and the levels of parathyroid hormone in order to see if any correlation with the single valve defects existed. Aortic stenosis and insufficiency were not related to hypertension suggesting that circulating factors are likely to be involved in the pathogenesis of this valvulopathy (chi 2 = 6, p < 0.01 between hypertensive and normotensive in dialysis; chi 2 = 6.1, p < 0.01 between patients in dialysis and normotensive non uremic, for aortic stenosis; chi 2 = 12.1, p = 0.02 between non uremic normotensive and dialyzed, for aortic insufficiency). On the contrary for mitral regurgitation we did not find differences between dialyzed patients and controls (chi 2 = 18.2, p < 0.0001 between uremic hypertensive and controls). There was a significant difference in both groups between hypertensive and normotensive subjects suggesting that hypertension plays an important role in this valvulopathy. Mitral and aortic calcifications were more frequent in the uremic patients (55% in hypertensive uremics, 33% in normotensive uremics, 16 and 25% in non uremics)."}, {"id": "pubmed23n1029_21332", "title": "Esperienze di switch a cariprazina in pazienti schizofrenici con comparsa di effetti collaterali/comorbilità mediche.", "score": 0.009009009009009009, "content": "La schizofrenia è un disturbo psichiatrico grave e cronico con un background genetico e neurobiologico eterogeneo che influenza lo sviluppo precoce del cervello, ed è espressa come una combinazione di sintomi psicotici - come allucinazioni, deliri e disorganizzazione - e di sintomi negativi e cognitivi. Il trattamento dei pazienti con schizofrenia prevede l'utilizzo di antipsicotici, in accordo con i recenti dati di letteratura. Sulla base del meccanismo d'azione, gli antipsicotici vengono suddivisi in tipici (o \"di prima generazione\") e atipici (o \"di seconda generazione\"). Differiscono, anche, per la manifestazione di effetti collaterali, dovuti alla diversa affinità recettoriale caratteristica del singolo principio attivo. In questo caso clinico, presentiamo un giovane paziente di 24 anni con diagnosi di schizofrenia trattato prima con olanzapina e poi con risperidone, che ha manifestato significativi effetti collaterali di tipo metabolico e sessuali. La strategia terapeutica utilizzata è stata lo switch a un antipsicotico di terza generazione, cariprazina, con risoluzione delle collateralità e una migliore gestione dei sintomi negativi riportati. In conclusione, il modello di trattamento personalizzato sulla base delle condizioni cliniche e delle esigenze del paziente rappresenta l'approccio maggiormente adeguato nella gestione di ogni singolo caso."}, {"id": "pubmed23n0364_12409", "title": "[What tests should be conducted for secondary arterial hypertension in hypertensive patients resistant to treatment?].", "score": 0.009009009009009009, "content": "The aim of this study was to determine the prevalence of secondary hypertension in a population of refractory hypertension without initial clinical or biological findings suggesting identifiable causes of hypertension. A survey included 200 consecutive hypertensive patients referred to hypertension specialists for refractory hypertension (BP > 140/90 mmHg on at least two antihypertensive drugs). Prior inclusion, the permanent elevation of blood pressure was confirmed by ambulatory monitoring. In each subject an extensive work-up was performed to detect a secondary cause for hypertension. An essential hypertension was confirmed in 61% of this cohort. A secondary hypertension was detected in 20% of the patients; 8.5% with a primary hyperaldosteronism, 8% with a reno-vascular hypertension and 3% with a nephropathy. Moreover, 18.5% had a low renin hypertension. Thus, 27% of these patients had an abnormality of the renin-aldosterone axis. Patients with refractory hypertension should be explored to detect secondary hypertension even without findings suggesting such causes. This additional diagnostic procedure must include at least renovascular investigations and plasma renin/aldosterone level determinations in appropriate conditions."}, {"id": "pubmed23n0885_1894", "title": "[Population health surveillance of the general population living near Turin (Northern Italy) incinerator (SPoTT): methodology of the study].", "score": 0.008928571428571428, "content": "Si intende qui descrivere il sistema di sorveglianza sugli effetti sulla salute (SpoTT) dell'inquinamento ambientale nelle aree circostanti l'inceneritore di Torino. SPoTT ha 3 linee di attività: 1. monitoraggio epidemiologico degli effetti a breve termine attraverso analisi temporali e misura della correlazione tra livelli giornalieri di emissioni dell'impianto e andamento degli eventi individuati dagli archivi dei dimessi (SDO), di pronto soccorso e di mortalità; sono coinvolti coloro che nel 2013-2018 risiedevano nell'area di ricaduta delle emissioni; 2. sorveglianza epidemiologica degli effetti a lungo termine, stimando tassi standardizzati di mortalità e morbosità; a ogni soggetto è attribuito il valore stimato di esposizione cumulato nel tempo caratteristico della residenza anagrafica; le informazioni sulla salute sono reperite dagli archivi SDO, di mortalità e dai certificati di assistenza al parto; sono studiati due decenni pre-post l'avvio dell'impianto: 2003-2012 e 2013-2022; 3. monitoraggio biologico con misurazione pre-post di metalli, PCDD/F, PCB, OH-IPA; sono coinvolti 196 residenti esposti e 196 di controllo di 35-69 anni, campionati a caso dalle anagrafi comunali; sono effettuate misure di funzionalità endocrina e respiratoria, pressione arteriosa, rischio cardiovascolare; l'esposizione cumulativa sarà stimata per ciascuna persona campionata integrando l'indirizzo di residenza, il tempo di permanenza in ciascun indirizzo e i dati ricavati dai modelli di ricaduta; sarà costituita una biobanca per future indagini di laboratorio; sono coinvolti anche 20 allevatori e i lavoratori dell'impianto. Una quarta linea di attività, non descritta in questo articolo, riguarda il monitoraggio della salute dei lavoratori addetti all'impianto. SPoTT è il primo studio in Italia su inceneritori e salute che adotta un disegno di studio longitudinale di adeguata potenza sia per i residenti sia per i lavoratori. I primi risultati sono attesi nel corso del 2016."}, {"id": "pubmed23n0299_4784", "title": "[Is the aldosterone-renin ratio useful in screening for primary aldosteronism?].", "score": 0.008928571428571428, "content": "Despite improving laboratory and imaging methods the diagnosis of primary aldosteronism still remains a problem. One of the reasons is inadequate sensitivity of classical screening of this secondary arterial hypertension by hypokalemia. In the submitted paper the authors review data from the literature on more sensitive screening by means of the aldosterone-renin ratio. Its inclusion among basic examinations in patients with arterial hypertension seems fully justified."}, {"id": "pubmed23n0999_17549", "title": "[Bevacizumab e altri farmaci. Attività e sicurezza degli agenti anti-VEGF nel carcinoma ovarico.]", "score": 0.008849557522123894, "content": "Riassunto. L'angiogenesi svolge un ruolo importante sia nei tessuti epiteliali normali sia in quelli maligni. Negli ultimi anni questo fenomeno è stato ampiamente studiato in oncologia sperimentale e clinica perché ci sono evidenze che sia coinvolto nella diffusione e nella diffusione metastatica del carcinoma ovarico. Il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (vascular endothelial growth factor - VEGF) è l'attore principale nel meccanismo di angiogenesi e svolge un ruolo strategico nella proliferazione e migrazione delle cellule neoplastiche, con un impatto significativo sulla sopravvivenza e sull'outcome clinico. Secondo quanto emerge da molti studi sperimentali e clinici, le nostre conoscenze sulla biologia dell'angiogenesi e del VEGF sono aumentate portando allo sviluppo farmacologico di specifici agenti in grado di targeting VEGF. Questo nuovo campo di indagine offre agli scienziati l'opportunità di testare nuove possibilità terapeutiche nei pazienti con carcinoma ovarico con nuovi agenti mirati. Il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF umanizzato, è stato il primo farmaco anti-VEGF scoperto ed è usato oggi per il trattamento di diversi tumori solidi. Negli ultimi anni questo agente è stato ampiamente testato nei pazienti con carcinoma ovarico, mostrando un'attività clinica interessante e un profilo di tossicità tollerabile sia nelle pazienti giovani sia in quelle anziane. Il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel e successivamente utilizzato come agente singolo, è indicato per il trattamento del carcinoma epiteliale dell'ovaio di stadio III o IV, tuba di Falloppio o carcinoma peritoneale primario dopo iniziale resezione chirurgica. Il bevacizumab è anche usato per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico epiteliale ricorrente e resistente al platino, delle tube di Falloppio o dal tumore peritoneale primario che hanno ricevuto non più di 2 regimi precedenti di chemioterapia. Inoltre, il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel o con carboplatino e gemcitabina (e usato come agente singolo), è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma epiteliale dell'ovario sensibile al platino, tuba di Falloppio o tumore peritoneale primario. Le linee guida più accreditate suggeriscono quando bevacizumab deve essere usato nel trattamento del carcinoma ovarico avanzato e ricorrente. Altri agenti anti-VEGF, come gli inibitori della tirosin-chinasi del recettore VEGF (VEGFR), sono stati ampiamente testati nel carcinoma ovarico e molti altri sono in corso di studi al fine di testare la loro attività e sicurezza rispetto a bevacizumab. Gli agenti anti-VEGF e gli inibitori di PARP svolgono oggi un ruolo strategico nel trattamento del cancro ovarico con agenti mirati in associazione con la chemioterapia e la chirurgia in un'ottica multidisciplinare e personalizzata."}, {"id": "pubmed23n0840_8504", "title": "[Primary aldosteronism].", "score": 0.008849557522123894, "content": "Primary aldosteronism affects 6% of hypertensive patients. The diagnosis should be suspected in any patient with severe or resistant hypertension or hypertension associated with hypokalemia. The screening test consists on the assessment of the aldosterone to renin ratio. In case of an elevated ratio, the diagnosis of primary aldosteronism is confirmed by either elevated concentrations of basal plasma and/or urinary aldosterone or absence of suppression of aldosterone during dynamic test (including the saline infusion test). CT aims to ensure the absence of adrenal carcinoma and to study the morphology of the adrenals. The unilateral or bilateral type of aldosterone secretion is based on the realization of an adrenal venous sampling. When the hypersecretion is unilateral, the treatment consists of adrenalectomy leading to cure of hypertension in 42% of cases, improvement in 40% of cases. For patient with bilateral disease or who don't want to undergo surgery, treatment is based on spironolactone usually at doses of 25 or 50 mg in combination with other antihypertensives drugs such as diuretics or calcium channel blockers."}, {"id": "pubmed23n0885_1883", "title": "[Ecological study on the mortality of residents in Manfredonia (Apulia Region, Southern Italy) from 1970 to 2013].", "score": 0.008771929824561403, "content": "OBIETTIVI: valutare lo stato di salute della popolazione residente nel comune di Manfredonia dal 1970 al 2013. DISEGNO: analisi descrittiva dell'andamento temporale della mortalità generale, per gruppi di cause, dal 1970 al 2013. SETTING E PARTECIPANTI: i dati di mortalità e le popolazioni residenti sono di fonte Istat. Sono state esaminate 55 cause di decesso. Le analisi sono disaggregate per sesso e periodo. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: sono stati elaborati i rapporti standardizzati di mortalità (SMR%), con i rispettivi intervalli di confidenza al 90% (IC90%), e i tassi di mortalità standardizzati col metodo diretto (TSD ). RISULTATI: lo stato di salute misurato dal tasso di mortalità per tutte le cause migliora nel tempo: i TSD passano da 92 x10.000 negli anni 1970-1974 a 52 x10.000 nel biennio 2012-2013 negli uomini, da 70 x10.000 a 39 x10.000 nelle donne. Tuttavia, rispetto alla media regionale Manfredonia perde progressivamente il suo vantaggio, passando da -20% a -10% negli uomini, e da -20% a +1,5% nelle donne. Questo andamento è molto evidente per il complesso delle cause cardiovascolari, mentre i tumori maligni sono in generale nella media regionale. Nell'ultimo periodo disponibile per causa di decesso (2006-2011), la mortalità per infarto miocardico è stata più alta della media regionale (uomini: +35%; donne: +54%). I rapporti standardizzati di mortalità (SMR) mostrano tra gli uomini valori in crescita, in particolar modo rispetto al riferimento provinciale, con un eccesso a cominciare dal periodo 2006-2011 (22 decessi/anno e 19 attesi; SMR%: 117,2; IC90% 101,1-135,2; riferimento: provincia di Foggia). Anche tra le donne gli SMR% superano i riferimenti provinciali negli ultimi periodi esaminati (nel 2012-2013: 7 decessi/ anno e 4,2 attesi; SMR%: 116,4; IC90% 97,0-260,7; riferimento: provincia di Foggia). CONCLUSIONI: la mortalità a Manfredonia è diminuita in misura minore rispetto a quella osservata nei riferimenti provinciali e regionali. Il vantaggio che si osservava negli anni Sessanta si è, infatti, ridotto nel tempo, fino ad annullarsi negli ultimi anni. Dal 1970, Manfredonia ha progressivamente perso il vantaggio che aveva. Dagli anni Duemila, la mortalità per infarto del miocardio è in eccesso sulla media regionale e provinciale. Da casi documentati in letteratura si osserva che le popolazioni che sperimentano catastrofi di origine naturale o antropica possono fronteggiare un aumento di patologie cardiovascolari. La mortalità per tumore polmonare mostra un eccesso sulla media regionale, in particolare provinciale, a cominciare dal 2000, coerentemente con i tempi di latenza legati all'esposizione ad arsenico negli anni Settanta."}, {"id": "pubmed23n0998_13795", "title": "[Update in the clinical management of low renin hypertension].", "score": 0.008771929824561403, "content": "The renin-angiotensin-aldosterone system modulates volume, sodium and potassium homeostasis. In the setting of a high sodium diet, up to 30% of patients with hypertension have a low or suppressed renin and increased volume. This phenotype of low renin hypertension (LRH) is multifactorial and includes infrequent inherited genetic syndromes, milder phenotypes of classic diseases and environmental exposures. All these conditions have in common a higher cardiovascular risk mediated by the over activation of the mineralocorticoid receptor (MR), present not only in the kidney, but also in vasculature, myocardium and adipocytes. Consequently, the aim of LRH treatment goes beyond the control of blood pressure and requires antagonizing MR with specific pharmacologic agents, pursuing normalization of renin as a clinical objective. Due to the unusual evaluation of renin status by non-endocrinologists and lack of disease awareness, only a minority of hypertensive patients receive this pathophysiologically-driven treatment that should reduce cardiovascular outcomes."}, {"id": "pubmed23n1130_1118", "title": "[The &quot;redisorganisation&quot; of the Italian Healthcare Service].", "score": 0.008695652173913044, "content": "Non vi è alcun dubbio che, sotto la spinta degli effetti sanitari della pandemia da COVID19 e della approvazione (il 13/7/2021) del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), si è in presenza ancora una volta di un tentativo di riorganizzazione del Servizio sanitario nazionale. Alcuni significativi elementi di questa volontà politica sono stati già indicati negli Editoriali di questa Rivista pubblicati negli ultimi due anni - dalla dichiarazione dello stato di emergenza nazionale per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19 (D.L. 25/3/2020, n. 19) a tutt'oggi. Gli esperti diScienze politiche applicate alla sanità hanno fatto rilevare che le proposte di riorganizzazione - soprattutto tendenti a rafforzare la sanità territoriale (cure primarie e servizi territoriali)2 - risalgono addirittura alla legge istitutiva del Servizio sanitario nazionale e sono state \"rinnovellate\"da numerosi successivi atti legislativi mai completamente realizzati. La motivazione è facile da comprendere perché da tempo è fin troppo noto che non è possibile modificare un sistema, come quello sanitario (ma non solo questo), unicamente attraverso cambiamenti strutturali3. Una riforma per avere successo deve innescare un'interazione virtuosa tra il dispositivo normativo e il sistema sociale di realizzazione, composto dagli esecutori e dai beneficiari della riforma. L'antica metafora botanica della semina può rendere l'idea: anche la migliore semenza non può attecchire su un terreno arido o poco soleggiato e se le radici non trovano nel suolo il necessario alla crescita della pianta."}, {"id": "pubmed23n0541_6226", "title": "[Antihypertensive drugs in diabetic's hypertension].", "score": 0.008695652173913044, "content": "Hypertension is defined by the Joint National Committee (JNC 7) as blood pressure (BP) > or =Y130/80 mmHg. It affects up to 70% of patients with type 2 diabetes and is twice as prevalent in diabetics as in non-diabetics. Due to its contribution to renal and cardiovascular disease, hypertension increases diabetic mortality four to five-fold. Therefore, a BP goal of 130/80 mmHg or less (125/75 mmHg in patients with proteinuria >1 g/die and increased creatinemia), is recommended. For isolated systolic hypertension, defined as a systolic BP > or =Y180 mmHg with normal diastolic BP, the treatment goal is to reduce systolic BP to <160 mmHg. The evidence from most trials suggests that there are only minimal differences between the various antihypertensive drugs, and that almost all agents are capable of successfully reducing adverse clinical events. Nevertheless, there is evidence that certain drugs are more useful in preventing damage to a specific organ system; and therefore, the selection of the therapy should be guided by the presence of concomitant disease and the protection of the organ system that is most at risk. Beta-blockers and calcium channel blockers are effective antianginals; diuretics, angiotensin-converting enzyme (ACE) inhibitors and beta-blockers are useful for heart failure; ACE inhibitors and angiotensin receptor blockers are especially effective in preserving renal function. Adequate BP control, irrespective of the type of antihypertensive drugs used, should replace the academic debate on what is the best antihypertensive agent."}, {"id": "pubmed23n0910_9460", "title": "[Il ruolo di niraparib nel trattamento del carcinoma ovarico: attualità e prospettive.]", "score": 0.008620689655172414, "content": "Riassunto. I PARP inibitori interferiscono con la riparazione del danno nella singola elica del DNA determinando una progressione del difetto nella doppia elica. In circa il 50% delle pazienti con carcinoma dell'ovaio sieroso di alto grado sono presenti difetti nei meccanismi di ricombinazione omologa, deputati alla riparazione del danno della doppia elica del DNA. L'incapacità di riparare il danno si traduce nella morte cellulare, un processo definito \"letalità sintetica\". Nella famiglia dei PARP inibitori il niraparib è stato il primo a essere approvato dalla FDA nel trattamento delle pazienti con carcinoma ovarico ricorrente indipendentemente dalla presenza o assenza di mutazioni BRCA. Questo risultato è stato raggiunto grazie ai dati emersi dal trial di fase III ENGOT-OV16/NOVA, favorevoli in termini di prolungamento della sopravvivenza libera da progressione e associati a un buon profilo di tossicità. Ulteriori trial clinici sono in corso per valutare ulteriori indicazioni all'impiego di niraparib nel trattamento del carcinoma ovarico."}, {"id": "pubmed23n0624_13015", "title": "[Resistant hypertension: evaluation and treatment].", "score": 0.008620689655172414, "content": "Treatment resistant hypertension is defined as a blood pressure not achieving a goal blood pressure (< 140/90 mm Hg). The diagnosis of resistant hypertension requires use of good blood pressure technique to confirm persistently elevated blood pressure levels. Pseudoresistance, including lack of blood pressure control secondary to poor medication adherence or white coat hypertension, must be excluded. The evaluation of patients with resistant hypertension is focused on identifying contributing and secondary causes of hypertension which are guided by the clinical feature of hypertension: metabolic (obstructive sleep apnea, kidney disease), vascular (renal artery atheroma stenosis), endocrine (hyperaldosteronism), familial (renal artery fibrodyspalsia, adrenal causes). Treatment includes removal of contributing factors, appropriate management of secondary causes, and use of effective multidrug regimens. Three antihypertensive medications including ARB or ACEI in addition to calcium channel blocker and to thiazide diuretics is able to control 75% of hypertensive subjects when prescribed in effective doses. The addition of low dose spironolactone to this triple treatment induces significant BP reduction in most patients with resistant hypertension."}]}}}} {"correct_option": 3, "explanations": {"1": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "2": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "3": {"exist": true, "char_ranges": [[0, 214]], "word_ranges": [[0, 27]], "text": "Sta descrivendo una sindrome di Reiter da manuale: cheratoderma palmo-plantare, artrite e manifestazioni oculari, insieme a una probabile uretrite clamidiale, forse asintomatica (non si spiega l'essudato uretrale)."}, "4": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "5": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}}, "full_answer": "Sta descrivendo una sindrome di Reiter da manuale: cheratoderma palmo-plantare, artrite e manifestazioni oculari, insieme a una probabile uretrite clamidiale, forse asintomatica (non si spiega l'essudato uretrale). Naturalmente, il paziente può anche avere un'infezione da HIV o persino una sifilide secondaria (oltre a quella di Reiter).", "full_answer_no_ref": "Sta descrivendo una sindrome di Reiter da manuale: cheratoderma palmo-plantare, artrite e manifestazioni oculari, insieme a una probabile uretrite clamidiale, forse asintomatica (non si spiega l'essudato uretrale). Naturalmente, il paziente può anche avere un'infezione da HIV o persino una sifilide secondaria (oltre a quella di Reiter).", "full_question": "Gustavo si è presentato al pronto soccorso con lesioni cutanee e malessere generale che si protraeva da diversi giorni. Aveva lesioni psoriasiformi sul tronco con coinvolgimento dei palmi delle mani e delle piante dei piedi. Presentava inoltre un'infiammazione articolare asimmetrica non suppurativa e arrossamenti oculari bilaterali, nonché erosioni sul glande del pene. Nell'anamnesi successiva Gustavo riconosce un contatto sessuale a rischio avvenuto 20 giorni prima. Qual è la diagnosi?", "id": 292, "lang": "it", "options": {"1": "Infezione da HIV.", "2": "Sifilide secondaria.", "3": "Sindrome di Reiter.", "4": "Eritema multiforme.", "5": null}, "question_id_specific": 213, "type": "DERMATOLOGIA, VENEREOLOGIA E CHIRURGIA PLASTICA", "year": 2016, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "wiki20220301en578_790", "title": "Hiraab Imamate", "score": 0.013645552560646899, "content": "Si assicura, che finalmente uno della tribù degli Abgal, chiamato Omar Egalle, proponesse la pace, offrendosi di accomodare l'affare per l'elezione dell'Imam. E molto si affacendò infatti per quetare i tumultuosi partiti, non riuscendo a sedarli in parte se non con la definitiva divisizione del territorio: assegnando il tratto della costa da Ras Elhur sino a Merka sotto la protezione dei figli di Ali Mohamed, ed a principiare da Uarsciek per l'interno, sotto la protezione dei figli di Mahmud Mohamed. Questi venivano così ad occupare un territorio parallelo ai primi, ma più nell'interno."}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.009900990099009901, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n0880_22459", "title": "Lesões vesiculares e prurido intenso em paciente com sífilis secundária:manifestação clínica atípica.", "score": 0.009900990099009901, "content": "Syphilis is an infectious disease with mucocutaneous lesions that are characteristic of their stage (primary, secondary, or tertiary). These are not always typical and may have other morphologies and unusual symptoms, making diagnosis difficult. The report herein is of a healthy woman with vesicular lesions associated with intense itching.  The diagnosis of secondary syphilis was confirmed with VDRL 1/512 and FTA Abs positive.  Histopathology showed spongiosis in the epidermis and infiltrated lymphocytes and plasma cell in the dermis.  Clinical improvement occurred after the first dose of benzathine penicillin. In the literature, few cases of vesicular lesions in syphilis have been found and itching is mentioned as uncharacteristic . Histology showing spongiosis is also unusual. "}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.00980392156862745, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0282_10924", "title": "[WR in patients with secondary syphilis and HIV infection].", "score": 0.00980392156862745, "content": "In recent years, there have been sporadic reports of aberrant manifestations of syphilis and a changed syphilis serology in AIDS patients, which might indicate difficulties in diagnosing the infection and monitoring the response to penicillin treatment. Six male patients aged 25 to 42 years with asymptomatic HIV infection and secondary syphilis were retrospectively compared with a control group of seven HIV-negative males aged 26 to 52 years with secondary syphilis. All patients presented with macular-papular exanthema of secondary syphilis; in all cases it was also their first episode of the disease. The median WR titre was 13 (range 11 to 20) in syphilis patients with HIV and nine (8 to 14) in the control group (p = 0.1). The median time until WR was found non-reactive after penicillin was four months (3 to 16) and five months (3 to 9), respectively (p = 0.8). Thus, in this small series there was no statistically significant difference in the WR-titres of asymptomatic HIV positive and HIV negative patients with secondary syphilis, although there was a tendency towards initially higher WR titre in the HIV group, as reported by others."}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.009708737864077669, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "pubmed23n0962_22823", "title": "Evaluación clínica y ultrasonográfica de la glándula tiroides en pacientes con artritis reumatoide.", "score": 0.009708737864077669, "content": "Los pacientes con artritis reumatoide pueden desarrollar enfermedad tiroidea autoinmune (ETA), cuyo diagnóstico clínico puede ser difícil debido a que ambas comparten síntomas como artralgias, mialgias, rigidez matutina o fatiga. Determinar la prevalencia de ETA en pacientes con artritis reumatoide. Estudio transversal que incluyó 78 pacientes con artritis reumatoide y 81 controles clínicamente sanos pareados por edad y sexo. A ambos grupos se realizó cuantificación de anticuerpos antitiroideos, pruebas de función tiroidea, ultrasonido y biopsia de glándula tiroides cuando la puntuación de Thyroid Imaging Reporting and Data System (TIRADS) fue ≥ 4. 24.4 % de los pacientes con artritis reumatoide presentó hipotiroidismo (p = 0.003) y altos títulos de anticuerpos antitiroideos versus controles clínicamente sanos; 53 % de los ultrasonidos tiroideos resultó normal en pacientes hipotiroideos; en pacientes con artritis reumatoide positivos para anticuerpos antitiroideos se encontró perfusión incrementada en 40 %. Los casos clasificados como TIRADS 4 fueron enviados a aspiración, con resultado histopatológico benigno. Se demostró el valor clínico agregado de la evaluación tiroidea en pacientes con artritis reumatoide, conforme a la prevalencia de hipotiroidismo subclínico, positividad de anticuerpos antitiroideos y anomalías en el ultrasonido independientes de la función tiroidea normal o alterada. Patients with rheumatoid arthritis can develop autoimmune thyroid disease (ATD), the clinical diagnosis of which can be difficult because both entities share symptoms such as arthralgia, myalgia, morning stiffness or fatigue. To determine the prevalence of ATD in patients with rheumatoid arthritis. Cross-sectional study that included 78 patients with rheumatoid arthritis and 81 clinically healthy controls matched by age and gender. Both groups underwent anti-thyroid antibodies quantification, thyroid function tests, thyroid ultrasound and thyroid gland biopsy when the Thyroid Imaging Reporting and Data System (TIRADS) score was ≥ 4. Hypothyroidism was found in 24.4% of patients with rheumatoid arthritis (p = 0.003), as well as high titers of anti-thyroid antibodies versus clinically healthy controls; 53% of thyroid ultrasounds were normal in hypothyroid patients, and increased perfusion was found in 40% of rheumatoid arthritis patients who tested positive for anti-thyroid antibodies. Cases classified as TIRADS 4 underwent aspiration with benign histopathological results. Thyroid assessment added clinical value was demonstrated in patients with rheumatoid arthritis, according to the prevalence of subclinical hypothyroidism, anti-thyroid antibodies positivity and ultrasound abnormalities, regardless of normal or altered thyroid function."}, {"id": "pubmed23n0966_6421", "title": "Frazione polifenolica del bergamotto per il trattamento della sindrome metabolica nella schizofrenia: uno studio pilota.", "score": 0.009615384615384616, "content": "Introduzione. La frazione polifenolica del bergamotto (BPF) ha dimostrato di possedere buona efficacia nel trattamento dei pazienti affetti da sindrome metabolica (SM) e pertanto potrebbe rappresentare una strategia promettente nel trattamento degli effetti collaterali indotti da antipsicotici di seconda generazione (SGA) in soggetti schizofrenici in trattamento con tali farmaci. Materiali e metodi. A 15 pazienti schizofrenici in trattamento stabilizzato con SGA e 15 soggetti di controllo non affetti da patologie psichiatriche, che presentavano valori ematici di colesterolo totale compresi tra 200 e 239 mg/dl, è stato somministrato un integratore contenente BPF (1000 mg) per un periodo di 60 giorni. A tutti i soggetti all'inizio e alla fine del trattamento sono state eseguite la misurazione dell'indice di massa corporea (BMI) e una serie di esami ematochimici per la valutazione degli aspetti metabolici (colesterolo totale, LDL, HDL, trigliceridi, glicemia). Risultati. In entrambi i gruppi si è evidenziata una riduzione significativa del BMI (BMI T0 vs Tfinale (media±DS)= schizofrenici: 34,5±5,7 vs 33,9±5,4, p=,041; controlli: 28,1±4,5 vs 27,3±4,1, p=,016 - BMIcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= -0,59±0.7 vs -0,72±0,8, p=,378); colesterolo totale e LDL risultano invece essere diminuiti esclusivamente nel gruppo di controllo (colesterolo totalecambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 8,2±31,5 vs -35,1±31,1, p=,003; LDLcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 14,1±29,4 vs -9±38,9, p=,014). Discussione. La differenza di efficacia dei BPF sulla dislipidemia tra i soggetti schizofrenici e il gruppo di controllo potrebbe essere spiegata dai diversi meccanismi patogenetici che sono alla base delle alterazioni metaboliche nei soggetti in trattamento con SGA e nei pazienti che non assumono questa classe di farmaci. Conclusioni. Ulteriori studi si rendono necessari al fine di valutare in questa categoria di soggetti i possibili effetti sulla dislipidemia di dosi maggiori di BPF."}, {"id": "pubmed23n0963_6492", "title": "", "score": 0.009615384615384616, "content": "La alopecia areata constituye un reto terapéutico, sobre todo en sus formas extensas. Antes de iniciar cualquier tratamiento es necesario tener en cuenta algunas consideraciones. Se trata de una enfermedad que no afecta de forma directa a la salud del paciente y que puede presentar resolución espontánea. Las formas extensas, las que se inician en la infancia y las de larga evolución son muy rebeldes a los tratamientos y asocian recaídas. Todos los tratamientos tienen efectos secundarios. Ningún tratamiento ha demostrado alterar el curso de la enfermedad, muy pocos han demostrado eficacia en ensayos clínicos aleatorizados y no existen guías terapéuticas salvo la publicada en 2003 y actualizada en 2012 en el British Journal of Dermatology. Por todo ello, es necesario elaborar un plan de tratamiento individualizado en cada paciente. Se debe comenzar con los fármacos más seguros e inocuos, y pasar al siguiente escalón terapéutico cuando el actual haya demostrado su ineficacia durante un periodo de 6 meses. Se revisan las principales propuestas farmacológicas para alopecia areata, aportando datos sobre su mecanismo de acción, efectos secundarios y posicionamiento terapéutico en función de los estudios disponibles. Finalmente, se propone un algoritmo terapéutico como guía en el manejo de esta patología."}, {"id": "pubmed23n1059_7363", "title": "Contributi scientifici in memoria di Antonio Fusco.", "score": 0.009523809523809525, "content": "Come si leggerà nell'Introduzione della sezione propriamente scientifica del Volume, il presente testo nasce dalla volontà e, soprattutto, dall'esigenza culturale di omaggiare il fu Prof. Antonio Fusco. Un debito scientifico ed umano che trova il suo locus naturale in questa prima parte del testo stesso, cui farà poi seguito la parte propriamente scientifica. In siffatta parentesi dovuta per le ragioni appena menzionate, il lettore, l'amico o l'allievo dell'opera del Prof. Fusco potranno trovare un suo sintetico Curriculum Vitae, correlato da una specifica ed accurata prosa, svolta dal già Magnifico Rettore Carlo Cipolli; il quale, oltre che evidenziare, ricordando, i meriti del collega oramai scomparso, aggiunge alsuo scritto un elemento che sarebbe imprescindibile a non trasformare lo stesso in una mera sequenza di parole: l'amicizia e l'affetto per un amico che, oramai, non c'è più. A fine lettura, evidente risuonerà il fatto che la vita di ognuno, se mossa dalla passione per ciò per cui si è predisposti cognitivamente e psicologicamente, può essere ricca di riconoscimenti, riconoscenze e soddisfazioni che, lungi dal divenire un cuscino di allori su cui adagiarsi, per una mente creativa come quella del Prof. Fusco hanno funto solo da motivazioni ad agire instancabilmente guardando sempre al futuro. Il lavoro di una vita che, materialmente, è sancito da un supporto poco più di cm 25x15: una targa. Una materialità evidente che, con grande commozione e riconoscenza, è stata affissa il 25 ottobre 2019 sull'aula fronte l'Aula Magna del Campus \"La Folcara\", a testimonianza che quello spirito creativo in continua evoluzione non si ferma; non si arresta neppure con la fine biologica di chi lo ha \"posseduto\". Rimangono le opere ed il pensiero del Prof. Fusco e restano gli affetti. A tal proposito, il lettore troverà una breve e sentita sezione su Testimonianze; coloro i quali hanno avuto modo, nell'arco della vita accademica ed umana, personale, di Fusco di conoscerlo. Ecco, allora, che i ricordi saranno i veri protagonisti di questa parentesi. Dopo di ciò, prima dei contributi prettamente scientifici dei lavori, tenutisi in occasione del Convegno Internazionale Psicologia, Arte, Letteratura. Antiche e Nuove Tendenze, seguiranno i saluti delle autorità che in quei due giorni si sono succedute a rappresentare non solo l'istituzione affiliata, ma anche la relazione di stima e di affetto che le legava al compianto Professore. Si passerà, infine, al volume tradizionalmente inteso."}, {"id": "pubmed23n1106_6033", "title": "Photosensitivity in a Kennel of Harrier Hounds.", "score": 0.009523809523809525, "content": "Résumé- Une dermite s'est développé subitement dans un chenil de 30 chiens courants chez 12 d'entre eux. A la fois des males et des femelles étaient atteints et les lésions étaient limitées aux régions non pigmentées, principalement la face, les membres et la région inguinale. Initiallement les lésions étaient un érythème, un œdéme et une exsudation. Des croutes brunes se sont ensuite formées, et chez la plupart des animaux trés atteints, la peau a laissé la place à un escarre brun agglutiné dans les poils. Un pus malodorant était accumulé sous l'escarre. Les chiens moyennement atteints ont guerie sans traitement et les plus atteints ont guerie après exérèse des escarres et antibiothérapie. Aucun des chiens n'est mort et la plupart ont retrouvé une peau normale au bout de 3 mois. Cliniquement et histologiquement, ces lésions étaient compatibles avec une photosensibilisation, mais il a été impossible de retrouver l'agent causal. [Fairley, R. A., MacKenzie, I. S. Photosensitivity in a kennel of harrier hounds (Photosensibilisation dans un chenil de chiens courants). Resumen- Una condición de la piel se desarrolló de repente en 12 de 30 perros harrier. Afectó a machos y hembras y las lesiones se limitaban a areas de piel sin pigmento, principalmente la cara, patas e ingle. Inicialmente, la piel afectada estaba eritematosa, edematosa y húmeda. Entonces se formaban costras marrones y, en los perros más gravemente afectados, la piel se desprendia dejando una costra marrón seca enredada en el pelo. Debajo de la costra se acumulaba un exudado purulento maloliente. Los perros levemente afectados mejoraron sin tratamiento y los más gravemente afectados lo hicieron despues de tratamiento antibiotico y extirpación de la costra y el pus acumulado. Ninguno de los perros murió y la piel de la mayoria de ellos era normal en 3 meses. Clinica e histologicamente, las lesiones eran compatibles con una condición de fotosensibilidad de la piel, pero las investigaciones no lograron encontrar ningún agenté fotodinámico responsable. [Fairley, R. A., Mackenzie, I. S. Photosensitivity in a kennel of harrier hounds (Fotosensibilidad en una perrera de perros harrier). Abstract- A skin condition developed suddenly in 12 out of 30 harrier hounds. Both males and females were affected and lesions were confined to areas of unpigmented skin, mainly on the face, legs and groin. Initially the affected skin was erythematous, edematous and moist. Brown crusts then formed, and in the most severely affected dogs the skin sloughed leaving a dry brown eschar matted in the hair. A foul-smelling purulent exudate accumulated under the eschar. The mildly affected dogs improved without treatment and the most severely affected dogs improved following antibiotic treatment and the removal of the eschar and the accumulated pus. None of the dogs died and the skin of most dogs was normal within 3 months. Clinically and histologically, the lesions were compatible with a photosensitive skin condition, but investigations failed to find any responsible photodynamic agent."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.009433962264150943, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0715_2131", "title": "[Extra-articular manifestations of seronegative spondyloarthritides].", "score": 0.009433962264150943, "content": "The term seronegative spondyloarthritides (SpA) is used to refer to a family of inflammatory rheumatic diseases characterised by inflammation of axial joints, asymmetric oligoarthritis and enthesitis, sometimes involving nonarticular structures, such as skin, heart, aortic valve, eye and kidney. The SpA consist of the following entities: ankylosing spondylitis, reactive arthritis, psoriatic arthritis, spondyloarthritis associated with IBD and undifferentiated spondyloarthritis. The prevalence of SpA in the population is 0,5-2%."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.009345794392523364, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n0217_12573", "title": "[Hyalinosis cutis et mucosae: report of a case].", "score": 0.009345794392523364, "content": "The clinical case of a patient with hyalinosis cutis et mucosae is reported, and the neurological, radiological and dermatological aspects involved are discussed. We point out the presence of intracranial calcifications, demonstrated by radiological examination, considered to be pathognomonic."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009259259259259259, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0707_14587", "title": "[Not Available].", "score": 0.009259259259259259, "content": "Le syndrome de Lyell ou nécrolyse épidermique toxique (NET) est une pathologie très grave des dermatoses bulleuses d'étiologie médicamenteuse. Il se caractérise par une nécrose aiguë de l'épiderme sur toute la hauteur du corps muqueux. L'aspect clinique de la NET est celui d'une brûlure étendue du deuxième degré profond. A ce tableau s'associent constamment des lésions muqueuses et une atteinte multiviscérale qui aggrave le pronostic. Nous rapportons deux cas de NET qui illustrent l'importance d'une prise en charge précoce et multidisciplinaire de ces patients atteints au sein d'un service de réanimation des brûlés, dont les fondements reposent sur l'asepsie rigoureuse, l'apport hydroélectrolytique et nutritionnel, la prévention de l'infection et son traitement par une antibiothérapie adaptée, et un nursing et des soins locaux. L'efficacité supposée des immunoglobulines intraveineuses ne repose que sur des cas isolés et il n'y a pas encore d'études randomisées."}, {"id": "pubmed23n0885_1886", "title": "[Atmospheric non-methane hydrocarbons near plants of crude oil first treatment].", "score": 0.009174311926605505, "content": "La continua espansione delle attività di perforazione ai fini dell'estrazione petrolifera in prossimità di aree abitate ha fatto sì che negli ultimi anni l'attenzione si focalizzasse sull'impatto di questo processo fortemente industrializzato sulla salute pubblica. Le comunità che vivono nei dintorni di impianti di questo tipo devono, infatti, fronteggiare diversi problemi, quali l'inquinamento atmosferico e acustico, la contaminazione del suolo e delle acque sotterranee, il traffico dei camion da e verso il sito, incidenti e malfunzionamenti all'interno dell'impianto. In questo contesto, la valutazione del rischio per la salute è ostacolata dal fatto che l'esposizione alle sostanze chimiche presenti non può essere valutata in via definitiva, poiché non sempre si è a conoscenza di tutti i composti immessi nell'ambiente né delle loro concentrazioni, per non parlare del problema delle coesposizioni ad altri inquinanti. Nonostante l'oramai conclamato e vasto interesse generato da questo argomento, ad oggi esistono pochi studi basati su popolazioni riguardanti gli effetti sulla salute delle comunità che vivono in prossimità dei siti di perforazione ed estrazione; ciò genera la necessità di condurre campagne di monitoraggio mirate e studi epidemiologici che verifichino l'eventuale esistenza e natura di pattern di malattie associati a tali attività. La presente rassegna bibliografica individua, quindi, i principali inquinanti atmosferici presenti in prossimità di un impianto di primo trattamento del greggio e cerca di fornire un quadro generale delle loro potenziali sorgenti e caratteristiche."}, {"id": "pubmed23n0937_15758", "title": "", "score": 0.009174311926605505, "content": "La práctica de tatuajes tienen más de 8000 años de antigüedad, existiendo un incremento continuo en la sociedad occidental en las últimos 3 décadas La introducción de una sustancia exógena en la pielpuede provocar una respuesta inmunológica en su contra, estando descritas reacciones cutáneas por hipersensibilidad a una variedad de pigmentos, las que se limitan al área de un determinado color,atribuyéndose a los materiales inyectados. El color más reportado en la literatura es el rojo, que tradicionalmente se confeccionaban a base dederivados del mercurio (cinabrio). Diversos patrones histológicos de reacción están descritos, siendo el más frecuente el liquenoide. Presentamos una serie de 10 pacientes con reacción de hipersensibilidad a tatuaje rojo, con patrón histológico predominante dereacción granulomatosa y con moderada respuesta a tratamiento. Es importante cuando se está ante un patrón granulomatoso de reacción descartar sarcoidosis sistémica e infecciones por micobacterias."}, {"id": "wiki20220301en456_28430", "title": "Selva morale e spirituale", "score": 0.00909560723514212, "content": "Laudate Pueri Secondo a 5 voci Laudate dominum omnes gentes Primo a 5 voci concertato con due violi- ni & un choro a quattro voci qual potrasi e cantare e sonare co quattro vio- le o Tromboni & anco lasciare se acadesse il bisogno Laudate Dominum Secondo a 8 voci & due violini Laudate Dominum Terzo a 8 voci Credidi a 8 voci da Capella Memento a 8 voci da Capella Sanctorum meritis Primo a voce sola e due violini sopra alla qual aria si potranno cantare anco altri Hinni pero che sijno dello stesso Metro Sanctorum meritis secondo a voce sola concertato con due violini sopra a la qual aria si puo cantare anco altri Hinni dello stesso Metro Iste Confessor voce sola & due violini sopra alla qual Aria si puo cantare parimente Ut queant laxis die S. Gio. Batt. & simili Deus tuorum militum Hinno con doi violini Magnificat Primo a 8 voci con 2 violini e 4 viole ovvero 4 tromboni quali in accidente si possono lasciare Magnificat Secondo a quatro voci in genere da Capella"}, {"id": "pubmed23n0932_1180", "title": "[La combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) nel trattamento del carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia: le notizie sulla mia morte sono state esagerate?]", "score": 0.00909090909090909, "content": "Riassunto. L'analisi è stata condotta al fine di valutare l'effetto sia sulla sopravvivenza globale (OS) sia sulla sopravvivenza libera da progressione di malattia (PFS) della chemioterapia di combinazione in prima linea per il carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia. La presente analisi è limitata agli studi randomizzati controllati (RCT) di fase III. Successivamente è stata applicata la European Society for Medical Oncology Magnitude of Clinical Benefit Scale (ESMO-MCBS) agli RCT di fase III analizzati per ricavare uno score relativo all'entità del beneficio clinico ottenuto per ciascun RCT. Sono state calcolate inoltre le differenze in termini di PFS tra i diversi bracci di trattamento rapportandole con i costi dei farmaci necessari per ottenere il beneficio di PFS. La nostra analisi ha valutato 11 RCT di fase III, per un totale di 4572 pazienti. Combinando i costi della terapia con la misura dell'efficacia espressa dalla PFS, è stato ottenuto un costo di 74,12 euro (€) per mese di vita guadagnato in termini di PFS con la combinazione di 5-fluorouracil, leucovorin, irinotecan e oxaliplatino (FOLFIRINOX), 90,14 € per la combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) e 4708,7 € per la combinazione di nab-paclitaxel e gemcitabina. Da questo punto di vista riteniamo che l'utilizzo delle \"vecche chemioterapie di combinazione\" (per es., GEMOX) non dovrebbe essere completamente abbandonato, ma valutato sul singolo paziente, sulla base di diversi fattori (età, ECOG PS, comorbilità, carico di malattia), al fine di ottenere una reale \"tailored therapy\"."}, {"id": "pubmed23n0405_10937", "title": "[Cogan syndrome or sarcoidosis?].", "score": 0.00909090909090909, "content": "The Cogan's syndrome is characterized by the association of vestibulo-auditory dysfunction, non syphilitic interstitial keratitis or another significant inflammatory eye lesion. Some authors consider this disease as a vasculitis, because it is frequently associated with systemic manifestations. Based on Cogan's diagnostic criteria, Cogan's syndrome may be part of other systemic diseases, as polyarteritis nodosa or Wegener's granulomatosis. We report the case of a patient who presented with a Cogan's syndrome and developed further sarcoidosis. If Cogan's syndrome is characterized as systemic disease because of its association with aortitis or other vasculitis, on the other hand, clinical presentation may be part of many other systemic diseases."}, {"id": "pubmed23n0885_1887", "title": "[Analysis of factors predicting early unplanned readmissions].", "score": 0.009009009009009009, "content": "OBIETTIVI: determinare i fattori associati ai ricoveri ripetuti per identificare i pazienti a rischio di riospedalizzazione entro i 30 giorni dalla dimissione. DISEGNO: analisi retrospettiva delle dimissioni nell'anno 2013 attraverso le schede di dimissione ospedaliera (SDO). 3.900 pazienti ricoverati presso il presidio ospedaliero \"Fabrizio Spaziani\" di Frosinone. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: analisi bivariata per l'analisi dell'associazione tra variabili. La regressione logistica è stata utilizzata per identificare i fattori di rischio associati al ricovero ripetuto. RISULTATI: tra i 3.900 pazienti considerati, il 12,8% ha avuto una riammissione non programmata entro un mese dalla dimissione precedente per le stesse categorie diagnostiche principali (MCD). Sono state rilevate differenze statisticamente significative tra i pazienti con e senza ricovero ripetuto per età, durata della degenza, titolo di studio, condizione occupazionale e diagnosi. I fattori che aumentano la probabilità di una riospedalizzazione sono il vivere da solo, la condizione di pensionato o casalinga, una degenza più lunga e alcune diagnosi, fra cui malattie dell'apparato respiratorio, del sistema nervoso e dell'apparato urinario. CONCLUSIONE: alcune caratteristiche sociodemografiche e la diagnosi dei pazienti ospedalizzati sono associate al rischio di riospedalizzazione entro 30 giorni dalla dimissione. I dati disponibili nell'archivio delle SDO possono essere utilizzati per un'identificazione dei pazienti a rischio sui quali definire specifici piani di dimissione."}, {"id": "wiki20220301en546_14696", "title": "Antonio Mongitore", "score": 0.009009009009009009, "content": "Bullae, privilegia, et instrumenta Panormitanae metropolitanae ecclesiae, regni Siciliae primariae, Palermo 1734. Rime degli Ereini di Palermo, Roma 1734. Discorso istorico su l'antico titolo di Regno concesso all'isola di Sicilia, Palermo 1735. Siciliæ sacræ celeberrimi abbatis Netini d. Rocchi Pirri additiones, et correctiones, Palermo 1735. Lettera responsiva del sig. N.N. siciliano all'illustre signor marchese N.N. napolitano, Palermo 1736. Della Sicilia ricercata nelle cose più memorabili, Palermo 1742–1743 (2 Vol.). tomo secondo on-line Parlamenti generali del Regno di Sicilia dall'anno 1446 fino al 1748. Con le memorie istoriche dell'antico, e moderno uso del Parlamento appresso varie nazioni, ed in particolare della sua origine in Sicilia, e del modo di celebrarsi, Palermo 1749 (2 vol.): tomo secondo (on-line) Palermo santificato dalla vita de' suoi cittadini : vite de' santi e beati palermitani, Palermo 1757."}, {"id": "pubmed23n1029_21329", "title": "Principi di farmacodinamica e farmacocinetica nello switch tra antipsicotici: focus su cariprazina.", "score": 0.008928571428571428, "content": "Cariprazina {RGH-188; trans-N- [4- [2- [4- (2,3-diclorofenil) piperazin-1-il] etil] cicloesil] -N_, N_-dimetilurea cloridrato} è un antipsicotico atipico di nuova generazione, con un originale profilo farmacodinamico e farmacocinetico. Cariprazina ha due metaboliti attivi, uno dei quali ha un'emivita di 1-3 settimane, che è la più lunga di qualsiasi antipsicotico atipico, con emivita effettiva funzionale totale (cariprazina più due metaboliti) di 7 giorni. Il farmaco mostra un'affinità che è circa 10 volte più alta per i recettori D3 che per D2 (rispettivamente pKi 10,07 e 9,31). L'affinità per D3 è superiore all'affinità della stessa dopamina. Cariprazina mostra inoltre un'elevata affinità per i recettori 5-HT2B (pKi 9,24), con antagonismo puro. Cariprazina è un agonista parziale e ha un'affinità significativa, ma inferiore all'affinità per D3, sui recettori 5-HT1A (pKi 8,59). Agendo su D3 e 5-HT1, cariprazina migliora i sintomi negativi, l'anedonia e i deficit cognitivi. L'affinità per i recettori 5-HT2A (pKi 7,73), H1 (pKi 7,63) e 5-HT2C (pKi 6,87) è inferiore, così come minori sono le affinità per i recettori adrenergici, istaminergici e colinergici, recettori che sono spesso responsabili di effetti collaterali. Grazie al profilo di tollerabilità (sicurezza cardiovascolare, bassa probabilità di dare sedazione e iperprolattinemia, basso rischio metabolico), insieme alla sua peculiare efficacia sui sintomi negativi e alla sua lunga emivita, che spesso migliora la scarsa aderenza, cariprazina è un candidato valido per il passaggio da un antipsicotico inefficace (o parzialmente efficace, con particolare riferimento ai sintomi negativi), poco tollerato, o assunto con una scarsa aderenza. Questo articolo esamina le caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche di cariprazina e discute le loro implicazioni in termini di identificazione dei pazienti che possano beneficiare di un passaggio a cariprazina, e della migliore strategia per completare lo switch con successo."}, {"id": "pubmed23n1097_5003", "title": "[Beyond the assessment of work-related stress risk: the management standards approach for organizational wellbeing.]", "score": 0.008849557522123894, "content": "La valutazione approfondita del rischio stress lavoro-correlato (SLC), oltre a soddisfare un obbligo normativo, rappresenta un momento per riflettere sulle condizioni di salute di un'organizzazione e sugli elementi su cui intervenire per migliorarle. Nel presente contributo vengono riportati i risultati ottenuti dalla valutazione approfondita dello SLC condotta in un'azienda di facility management tramite la somministrazione dell'HSE Management Standards Indicator Tool (HSE-MS IT) e ulteriori misure atte a valutare lo stress percepito, la soddisfazione lavorativa e la motivazione al lavoro. Hanno partecipato allo studio 196 operai di un'azienda che si occupa di pulizie ospedaliere, industriali e civili. Dalla valutazione approfondita è emersa la presenza di rischio nelle dimensioni Domanda, Relazioni, e Supporto dei Colleghi e di rischio grave nella dimensione Controllo. L'analisi delle correlazioni e delle regressioni multiple hanno permesso di identificare le aree organizzative significativamente associate allo stress percepito, alla soddisfazione lavorativa e alla motivazione. Tramite modelli di path analysis si è inoltre valutato l'effetto diretto e indiretto dei Management Standards su queste tre misure di output. Domanda, Controllo e Relazioni hanno un effetto diretto sullo stress percepito, mentre il Supporto dei Colleghi e il Supporto dei Superiori influiscono rispettivamente sulla soddisfazione e sulla motivazione al lavoro. Lo stress percepito ha inoltre un effetto diretto sulla soddisfazione lavorativa, che a sua volta influenza la motivazione al lavoro. In conclusione, una valutazione approfondita del rischio SLC che integri il tradizionale approccio basato sui Management Standards considerando ulteriori misure di benessere organizzativo costituisce un'occasione utile per identificare non solo i fattori che possono produrre SLC, ma anche le aree di gestione che possono incidere su dimensioni, quali ad esempio la motivazione e la soddisfazione lavorativa, che contribuiscono criticamente al benessere complessivo di un'azienda."}, {"id": "pubmed23n0558_1567", "title": "[Adult Still's disease with atypical skin manifestations].", "score": 0.008849557522123894, "content": "Adult Still's disease (ASD) is an uncommon inflammatory disease of unknown etiology. It is characterized by the triad of intermittent high fever, evanescent rash and polyarthralgia or polyarthritis. We present the case of a 29-year-old woman with ASD and persistent erythematous papule on neck and upper part of the trunk. The presence of fixed lesions is not characteristic of ASD, but its appearance during development of the disease suggests that they are a manifestation of it. Recently, other skin manifestations of ASD have been published, but they are not well-known."}, {"id": "pubmed23n1063_21404", "title": "Everything is going to be all right. Psychopathology in the time of an epidemic in Italy.", "score": 0.008771929824561403, "content": "Scopo del presente lavoro è descrivere alcune reazioni umane e alcuni elementi di psicopatologia durante la pandemia. La pandemia ha messo in luce diversi aspetti dell'animo umano negli operatori sanitari, nei pazienti e nelle altre persone. Vi sono medici, infermieri, operatori che lavorano 24 ore su 24 per curare e assistere i malati, accompagnare chi non ce la fa. Incuranti del rischio di contagio, della fatica, dei propri bisogni hanno un'unica priorità : aiutare, fare il proprio dovere. Molti di loro si sono ammalati, molti sono morti. Tra loro vi è un alto tasso di contagiati, malati, qualcuno muore. Tutti sono stremati. Sono stati chiamati eroi, ma non tutti sono eroi. I nostri pazienti psichiatrici, inizialmente, sono i più adeguati, prudenti, saggi, responsabili. Con poche, semplici parole esprimono tanta consapevolezza e sana umanità. Al contrario, altre persone, quelle che normalmente si sentono \"al di sopra delle cose\", entrano nel panico Questa pandemia ci ha fatto capire (se ancora lo ignoravamo) che la vita è fragile, che tutto ciò che ci circonda e su cui costruiamo le nostre sicurezze è precario e incerto."}, {"id": "pubmed23n1053_24935", "title": "[Severe skin and soft tissue infections. An update].", "score": 0.008771929824561403, "content": "Severe skin and soft tissue infections present a high morbidity and mortality and require a complex surgical treatment. Its estimated annual incidence is 0.3 to 5 cases per 10 000 people. The most common etiologic agents are Streptococcus pyogenes, Staphylococcus aureus, anaerobes and gram-negative bacilli. A prompt diagnosis and the timely initiation of an empirical antibiotic scheme and repeated surgical debridement can avert a worrisome outcome. New therapeutic options are promising, especially for infections caused by multidrug resistant germs. A multidisciplinary approach is fundamental for the correct management of these conditions."}, {"id": "pubmed23n0947_6741", "title": "[I direttori delle riviste vanno avanti: attenersi ai principi accademici, adottare trasparenza e rispetto e applicare le regole.]", "score": 0.008695652173913044, "content": "Nonostante i cambiamenti in corso nell'ambito delle pubblicazioni scientifiche (STEM - scienza, tecnologia, ingegneria e medicina), è indubbio che i direttori delle riviste restano i più importanti custodi del processo editoriale. In questo articolo vengono analizzati i motivi per cui i direttori delle riviste devono continuare ad attenersi ai principi editoriali fondamentali e a utilizzare le nuove tecnologie digitali solo per dare forza al contenuto, ma non per sostituirlo nella sua qualità. Per raggiungere questo obiettivo, in un'epoca caratterizzata da controlli ed equilibri, i direttori delle riviste devono essere attentamente sorvegliati e ritenuti responsabili tanto quanto gli autori che essi stessi valutano. Qualunque scorciatoia potrebbe avere conseguenze negative e inaspettate per quella rivista che non si attenesse a tali regole, che vedrebbe intaccata la propria reputazione e che dovrebbe faticare per recuperare la fiducia dei propri lettori. Quindi, a rischio di sembrare scontati, è meglio prevenire il danno alla reputazione piuttosto che curarlo. L'unico modo per evitarlo è che i direttori delle riviste si adattino a un crescente movimento sempre più critico, che richiede maggiore trasparenza e responsabilità da parte di chi contribuisce a costruire la base delle conoscenze scientifiche e dalla società, specialmente laddove la ricerca è finanziata pubblicamente."}, {"id": "pubmed23n0881_16917", "title": "[Skin and mucosal erosions revealing secondary syphilis with otologic and eye disorders].", "score": 0.008695652173913044, "content": "The clinical polymorphism of syphilis leads to diagnostic issues. We report a case of secondary syphilis revealed by skin and mucosal erosions, and responsible for sensorineural hearing loss and asymptomatic papillitis. A 55-year-old man presented oral and peri-anal erosions as the initial symptoms of secondary syphilis. He reported hypoacusis and a pure-tone audiogram revealed bilateral sensorineural hearing loss. 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La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0507_6575", "title": "[Predictors of outcome in blunt chest trauma].", "score": 0.009900990099009901, "content": "Thoracic trauma is often associated with polytrauma. Because mortality is high, the search for prognostic tools is useful. A total of 108 patients with blunt thoracic trauma, 73 of whom had multiple injuries, were studied in an intensive care unit (ICU). The variables named as potential predictors of outcome were the need for mechanical ventilation, duration of ventilation, and high positive end-expiratory pressure (PEEP); the presence of rib fractures, pulmonary contusion, pleural involvement (hemo- and/or pneumothorax), or lung infection; the need for emergency surgery; mean duration of ICU stay, and age. We also studied whether or not the mortality rate was higher in polytrauma patients. 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The presence of the aforementioned predictors (mechanical ventilation, high PEEP, pulmonary contusion, emergency surgery, and hemodynamic instability) indicate serious injury to the lung parenchyma, which is the main determinant of outcome for patients with thoracic trauma."}, {"id": "wiki20220301en578_790", "title": "Hiraab Imamate", "score": 0.009807692307692309, "content": "Si assicura, che finalmente uno della tribù degli Abgal, chiamato Omar Egalle, proponesse la pace, offrendosi di accomodare l'affare per l'elezione dell'Imam. E molto si affacendò infatti per quetare i tumultuosi partiti, non riuscendo a sedarli in parte se non con la definitiva divisizione del territorio: assegnando il tratto della costa da Ras Elhur sino a Merka sotto la protezione dei figli di Ali Mohamed, ed a principiare da Uarsciek per l'interno, sotto la protezione dei figli di Mahmud Mohamed. 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Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n0598_3577", "title": "[Indicators of severity in chest trauma].", "score": 0.00980392156862745, "content": "We undertook a review of patients with chest trauma attended between January 1992 and June 2005 in order to establish severity criteria in these cases. During the study period, 1,772 cases (1,346 [76%] males) were treated, with ages ranging from 7 to 98 years (mean, 46.4 years). The Revised Trauma Score (RTS) was calculated and the following variables were also studied as potential indicators of severity: age, extent of the injury, number of rib fractures, presence of lung contusion, hemothorax, cardiorespiratory repercussions, and need for mechanical ventilation. At the time of admission, 84.4% of patients presented only symptoms related to the injury, with no general repercussions, and 66.7% had an RTS of 12. The number of rib fractures was a reliable indicator of severity, as was the presence of multiple injuries, lung contusion, need for mechanical ventilation, and cardiorespiratory repercussions. Neither age nor presence of hemothorax was found to be an indicator of severity. Pleural drainage was performed in 756 cases and was effective in 670 (88.6%). There are a number of indicators of severity in chest trauma, related more closely to the type and repercussions of the trauma than to the age of the patient. There is a high incidence of fluid or gas accumulation in the pleural space, though this can be easily managed by pleural drainage, which constitutes the main therapeutic procedure in chest trauma."}, {"id": "pubmed23n0999_17549", "title": "[Bevacizumab e altri farmaci. Attività e sicurezza degli agenti anti-VEGF nel carcinoma ovarico.]", "score": 0.009708737864077669, "content": "Riassunto. L'angiogenesi svolge un ruolo importante sia nei tessuti epiteliali normali sia in quelli maligni. Negli ultimi anni questo fenomeno è stato ampiamente studiato in oncologia sperimentale e clinica perché ci sono evidenze che sia coinvolto nella diffusione e nella diffusione metastatica del carcinoma ovarico. Il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (vascular endothelial growth factor - VEGF) è l'attore principale nel meccanismo di angiogenesi e svolge un ruolo strategico nella proliferazione e migrazione delle cellule neoplastiche, con un impatto significativo sulla sopravvivenza e sull'outcome clinico. Secondo quanto emerge da molti studi sperimentali e clinici, le nostre conoscenze sulla biologia dell'angiogenesi e del VEGF sono aumentate portando allo sviluppo farmacologico di specifici agenti in grado di targeting VEGF. Questo nuovo campo di indagine offre agli scienziati l'opportunità di testare nuove possibilità terapeutiche nei pazienti con carcinoma ovarico con nuovi agenti mirati. Il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF umanizzato, è stato il primo farmaco anti-VEGF scoperto ed è usato oggi per il trattamento di diversi tumori solidi. Negli ultimi anni questo agente è stato ampiamente testato nei pazienti con carcinoma ovarico, mostrando un'attività clinica interessante e un profilo di tossicità tollerabile sia nelle pazienti giovani sia in quelle anziane. Il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel e successivamente utilizzato come agente singolo, è indicato per il trattamento del carcinoma epiteliale dell'ovaio di stadio III o IV, tuba di Falloppio o carcinoma peritoneale primario dopo iniziale resezione chirurgica. Il bevacizumab è anche usato per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico epiteliale ricorrente e resistente al platino, delle tube di Falloppio o dal tumore peritoneale primario che hanno ricevuto non più di 2 regimi precedenti di chemioterapia. Inoltre, il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel o con carboplatino e gemcitabina (e usato come agente singolo), è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma epiteliale dell'ovario sensibile al platino, tuba di Falloppio o tumore peritoneale primario. Le linee guida più accreditate suggeriscono quando bevacizumab deve essere usato nel trattamento del carcinoma ovarico avanzato e ricorrente. Altri agenti anti-VEGF, come gli inibitori della tirosin-chinasi del recettore VEGF (VEGFR), sono stati ampiamente testati nel carcinoma ovarico e molti altri sono in corso di studi al fine di testare la loro attività e sicurezza rispetto a bevacizumab. 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To evaluate the effect of injury severity on the incidence of IPC, patients were divided into 2 groups: I--185 (ISS < 30) and group II--225 (ISS ≥ 30). In group I, prolonged mechanical ventilation was required in 4 patients (2.2%), pneumonia occurred in 9 patients (4.9%), no one died In group II--prolonged mechanical ventilation was performed in 120 (47.6%), pneumonia occurred in 158 (70.2%), sepsis--in 14 (6.2%), 37 (16.4%) patients died. Depending on the volume of blood loss into two groups: I group--179 patients (blood loss < 2000 ml) and group II--231 (blood loss ≥ 2000 ml). Prolonged mechanical ventilation was required 14 (7.6%) patients in group I and at 110 (47.6%)--II group, pneumonia developed in 14 (7.6%) and 153 (66.2%), respectively. Sepsis was developed in 14 patients of group II, whereas in patients of group I it was not registered also differed the number of deaths in the early period: in group 14 (2.2%) patients died, in II--33 (14.3%). Comparative statistical analysis revealed important criteriafor the prognosis of the IPC in patients with severe polytrauma: the severity of damage on a ISS ≥ 30 points and the volume of acute blood loss ≥ 2000 ml."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.009615384615384616, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0015_716", "title": "[Treatment of acute respiratory insufficiency in an intensive care unit (author's transl)].", "score": 0.009615384615384616, "content": "The clinical records of 304 patients with acute respiratory insufficiency were studied in retrospect. All of them had been treated in an Intensive Care Unit during its first year and a half of operation. One hundred and thirty-one patients suffered from chronic obstructive lung disease and acute episodes of chronic respiratory insufficiency. The remaining 173 had acute respiratory insufficiency due to various etiologies. The overall survival for patients with acute episodes of chronic respiratory insufficiency was 66 percent, significantly higher than the 53 percent survival of patients with acute conditions (p less than 0.02). Sixty percent of the chronic cases had to be treated with mechanical ventilation; the mortality rate was 45 percent. Mortality was 70 percent among individuals with acute conditions who received mechanical ventilation. Almost two thirds of deaths occurring in acute cases resulted from non-respiratory complications. Mortality due to respiratory causes was significantly higher in patients with chronic conditions (p less than 0.01). Twenty-three of the 171 patients given artificial ventilation (13 percent) presented secondary respiratory complications as a result. The incidence of pneumothorax was 5 percent and a statistically significant association between barotrauma and PEEP was found (p less than 0.05)."}, {"id": "pubmed23n0885_1883", "title": "[Ecological study on the mortality of residents in Manfredonia (Apulia Region, Southern Italy) from 1970 to 2013].", "score": 0.009523809523809525, "content": "OBIETTIVI: valutare lo stato di salute della popolazione residente nel comune di Manfredonia dal 1970 al 2013. DISEGNO: analisi descrittiva dell'andamento temporale della mortalità generale, per gruppi di cause, dal 1970 al 2013. SETTING E PARTECIPANTI: i dati di mortalità e le popolazioni residenti sono di fonte Istat. Sono state esaminate 55 cause di decesso. Le analisi sono disaggregate per sesso e periodo. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: sono stati elaborati i rapporti standardizzati di mortalità (SMR%), con i rispettivi intervalli di confidenza al 90% (IC90%), e i tassi di mortalità standardizzati col metodo diretto (TSD ). RISULTATI: lo stato di salute misurato dal tasso di mortalità per tutte le cause migliora nel tempo: i TSD passano da 92 x10.000 negli anni 1970-1974 a 52 x10.000 nel biennio 2012-2013 negli uomini, da 70 x10.000 a 39 x10.000 nelle donne. Tuttavia, rispetto alla media regionale Manfredonia perde progressivamente il suo vantaggio, passando da -20% a -10% negli uomini, e da -20% a +1,5% nelle donne. Questo andamento è molto evidente per il complesso delle cause cardiovascolari, mentre i tumori maligni sono in generale nella media regionale. Nell'ultimo periodo disponibile per causa di decesso (2006-2011), la mortalità per infarto miocardico è stata più alta della media regionale (uomini: +35%; donne: +54%). I rapporti standardizzati di mortalità (SMR) mostrano tra gli uomini valori in crescita, in particolar modo rispetto al riferimento provinciale, con un eccesso a cominciare dal periodo 2006-2011 (22 decessi/anno e 19 attesi; SMR%: 117,2; IC90% 101,1-135,2; riferimento: provincia di Foggia). Anche tra le donne gli SMR% superano i riferimenti provinciali negli ultimi periodi esaminati (nel 2012-2013: 7 decessi/ anno e 4,2 attesi; SMR%: 116,4; IC90% 97,0-260,7; riferimento: provincia di Foggia). CONCLUSIONI: la mortalità a Manfredonia è diminuita in misura minore rispetto a quella osservata nei riferimenti provinciali e regionali. Il vantaggio che si osservava negli anni Sessanta si è, infatti, ridotto nel tempo, fino ad annullarsi negli ultimi anni. Dal 1970, Manfredonia ha progressivamente perso il vantaggio che aveva. Dagli anni Duemila, la mortalità per infarto del miocardio è in eccesso sulla media regionale e provinciale. Da casi documentati in letteratura si osserva che le popolazioni che sperimentano catastrofi di origine naturale o antropica possono fronteggiare un aumento di patologie cardiovascolari. La mortalità per tumore polmonare mostra un eccesso sulla media regionale, in particolare provinciale, a cominciare dal 2000, coerentemente con i tempi di latenza legati all'esposizione ad arsenico negli anni Settanta."}, {"id": "pubmed23n0648_10284", "title": "[Prognostic factors in chest traumas: a prospective study of 500 patients].", "score": 0.009523809523809525, "content": "Identify the factors of greatest impact in patients with chest trauma. prospective study of 500 patients (425 men and 75 women) with chest trauma treated between January 2006 and December 2008. The parameters assessed include the degree of trauma, the abbreviated injury scale (AIS), the injury severity score (ISS), pre-hospital intubation, duration of mechanical ventilation, stay in the intensive care unit (ICU), number of rib fractures, presence of pulmonary contusion, haemothorax and cardio-pulmonary effects. The presence of polytrauma, the number of rib fractures, the presence of flail chest, pulmonary contusion, the delay in mechanical ventilation and age were shown to be effective markers of severity. Thoracic injuries have a number of indicators of severity. The mortality risk is associated with an ISS >25, the presence of 3 or more rib fractures with flail chest, pulmonary contusion, the development of ARDS, and with an age >55 years."}, {"id": "pubmed23n1059_7363", "title": "Contributi scientifici in memoria di Antonio Fusco.", "score": 0.009433962264150943, "content": "Come si leggerà nell'Introduzione della sezione propriamente scientifica del Volume, il presente testo nasce dalla volontà e, soprattutto, dall'esigenza culturale di omaggiare il fu Prof. Antonio Fusco. Un debito scientifico ed umano che trova il suo locus naturale in questa prima parte del testo stesso, cui farà poi seguito la parte propriamente scientifica. In siffatta parentesi dovuta per le ragioni appena menzionate, il lettore, l'amico o l'allievo dell'opera del Prof. Fusco potranno trovare un suo sintetico Curriculum Vitae, correlato da una specifica ed accurata prosa, svolta dal già Magnifico Rettore Carlo Cipolli; il quale, oltre che evidenziare, ricordando, i meriti del collega oramai scomparso, aggiunge alsuo scritto un elemento che sarebbe imprescindibile a non trasformare lo stesso in una mera sequenza di parole: l'amicizia e l'affetto per un amico che, oramai, non c'è più. A fine lettura, evidente risuonerà il fatto che la vita di ognuno, se mossa dalla passione per ciò per cui si è predisposti cognitivamente e psicologicamente, può essere ricca di riconoscimenti, riconoscenze e soddisfazioni che, lungi dal divenire un cuscino di allori su cui adagiarsi, per una mente creativa come quella del Prof. Fusco hanno funto solo da motivazioni ad agire instancabilmente guardando sempre al futuro. Il lavoro di una vita che, materialmente, è sancito da un supporto poco più di cm 25x15: una targa. Una materialità evidente che, con grande commozione e riconoscenza, è stata affissa il 25 ottobre 2019 sull'aula fronte l'Aula Magna del Campus \"La Folcara\", a testimonianza che quello spirito creativo in continua evoluzione non si ferma; non si arresta neppure con la fine biologica di chi lo ha \"posseduto\". Rimangono le opere ed il pensiero del Prof. Fusco e restano gli affetti. A tal proposito, il lettore troverà una breve e sentita sezione su Testimonianze; coloro i quali hanno avuto modo, nell'arco della vita accademica ed umana, personale, di Fusco di conoscerlo. Ecco, allora, che i ricordi saranno i veri protagonisti di questa parentesi. Dopo di ciò, prima dei contributi prettamente scientifici dei lavori, tenutisi in occasione del Convegno Internazionale Psicologia, Arte, Letteratura. Antiche e Nuove Tendenze, seguiranno i saluti delle autorità che in quei due giorni si sono succedute a rappresentare non solo l'istituzione affiliata, ma anche la relazione di stima e di affetto che le legava al compianto Professore. Si passerà, infine, al volume tradizionalmente inteso."}, {"id": "pubmed23n0267_11437", "title": "[Thoracic traumatism in a specialized unit. Its epidemiology and morbimortality].", "score": 0.009433962264150943, "content": "Two hundred forty-eight cases of thoracic trauma arriving at our hospital between 1990 and 1992 are analyzed in this report. Injuries were only thoracic in 29% of the cases. The remaining patients presented associated lesions, mainly in the extremities, followed by head injuries. Single or multiple rib fracture, in 193 (77.8%) patients, was the most frequent thoracic injury, followed by 94 (37.6%) cases of hemothorax and 80 (30.2%) instances of pneumothorax. Pulmonary contusion in 57 (22.9%) cases was a serious consequence with a mortality rate of 35.7%. Eighty six (34.6%) chest tube were placed and 14 (5.6%) thoracotomies were performed. Death occurred in 34 (13.7%) cases and was mainly related to the presence of associated injuries, in 29 (16.7%) patients as opposed to 5 (6.9%) (p < 0.05), and to pulmonary contusion in 20 (35.7%) patients vs. 13 (6.8%) (p < 0.001)."}, {"id": "pubmed23n0999_17562", "title": "Emozioni, comportamenti e relazioni: uno studio caso-controllo sul self-cutting in adolescenza.", "score": 0.009345794392523364, "content": "Scopo. Lo scopo del presente studio caso-controllo è di approfondire i correlati psicopatologici e alcuni tratti psicologici come alessitimia e impulsività inerenti al self-cutting. È stato anche approfondito il tema dell'ideazione suicidaria nei soggetti con tale forma di autolesionismo. Metodi. Lo studio caso-controllo ha coinvolto 55 pazienti con self-cutting non suicidario, di età compresa tra i 12 e i 18 anni, e un gruppo di controllo composto da 277 adolescenti di età compresa tra i 13 e i 19 anni. La batteria testale utilizzata è stata composta da YSR 11-18 anni, CBCL 6-18 anni, SCL-90-R, TAS-20, CDI e BIS-11. Risultati. Dalle analisi effettuate sono emerse differenze statisticamente significative tra casi e controlli in relazione alla maggioranza delle scale psicopatologiche considerate. È risultata una differenza significativa tra i due gruppi anche in merito all'ideazione suicidaria. Infine, tra i self-cutter si sono evidenziate differenze significative di alcune variabili psico-relazionali (alessitimia e competenze sociale) in relazione alla frequenza di attuazione dell'atto autolesivo. Conclusioni. Il self-cutting correla con un'ampia varietà di quadri psichiatrici, senza presentare legami specifici con una particolare categoria psicopatologica. Gli elementi di alessitimia, impulsività e difficoltà relazionali degli adolescenti self-cutter dicono di come la programmazione di interventi di prevenzione primaria e secondaria dovrebbero mirare alla psico-educazione all'affettività, all'autocontrollo e ai social skill. Nello specifico, i nostri dati suggeriscono che la focalizzazione dell'intervento, in termini di lavoro sull'emotività piuttosto che sulla socializzazione, dovrebbe tener conto della frequenza degli agiti. Nella gestione clinica di questi pazienti non va esclusa a priori la possibilità di passaggio all'atto suicidario, con relative attenzioni anamnestico-cliniche da avere sia al momento della valutazione diagnostica sia lungo il follow-up della presa in carico."}, {"id": "pubmed23n0660_318", "title": "[Importance of blunt injuries of the chest for assessment of the therapeutic procedure and prognosis in multiple injuries.].", "score": 0.009345794392523364, "content": "Based on analysis of a group of 62 casualties with multiple injuries where a blunt chest injury was found, the authors submit some principles for assessment of the priority of the therapeutic procedure. The patients were hospitalized at the intensive care unit of the Surgical Clinic of the Third Medical Faculty in Prague between 1989 and 1992. Craniocerebral injury was the most frequent associated injury, its sequelae were the cause of death in the majority of injured patients who died. In the treatment of chest injuries with an unstable thoracic wall, with contusion of the lungs and associated craniocerebral injury artificial ventilation is still the method of choice. Key words: multiple injuries, associated blunt injury of the chest, therapeutic procedure."}, {"id": "pubmed23n1111_261", "title": "[Michelangelo COVID hotel in Milan (Northern Italy): analysis of a hospitality experience in time of Coronavirus].", "score": 0.009259259259259259, "content": "Il \"progetto Michelangelo\" è nato dall'esigenza di rallentare la diffusione dei contagi da SARS-CoV-2 e alleggerire il carico a livello ospedaliero. Inizialmente, la maggior parte degli ospiti dell'hotel Michelangelo di Milano erano pazienti dimessi dagli ospedali con test molecolare ancora positivo che non avevano la possibilità di restare in isolamento domiciliare. Ben presto, però, il progetto è stato esteso e circa un ospite su quattro era un adulto/nucleo familiare in condizioni di grave disagio economico o sociale o una persona senza fissa dimora. Inoltre, la maggior parte degli ospiti era di nazionalità non italiana: persone che, a causa di barriere linguistiche, legali, culturali e sociali, hanno trovato maggiore difficoltà ad avere un rapido accesso ai servizi sanitari. Il \"progetto Michelangelo\" non ha solo contribuito a ridurre il sovraffollamento degli ospedali, ma è stato di supporto ai servizi rivolti al contrasto della grave marginalità."}, {"id": "pubmed23n0291_15823", "title": "[Mechanical ventilation and long-term respiratory care in the intensive care unit of a general hospital].", "score": 0.009259259259259259, "content": "We studied the need for mechanical ventilation in 265 patients with respiratory failure who came to our medical ICU over the past 3 years. The time required for weaning from mechanical ventilation and the percentage of patients who needed oxygen therapy or mechanical ventilation at home after their condition was no longer acute were also studied. Of the patients treated in the medical ICU, 143 (54%) required mechanical ventilation; 104 (39%) had acute respiratory failure and the others had acute exacerbations of chronic respiratory failure. Some causes of acute respiratory failure were aspiration pneumonia, bronchial asthma, and drug use. Three-fourths of those with chronic respiratory failure had pulmonary emphysema, sequela of pulmonary tuberculosis, or idiopathic interstitial pneumonia. In patients with chronic respiratory failure, success in weaning could be predicted from the respiratory index (PaO2/FIO2), the serum albumin level, and the length of time that they were ventilated with more than 60% oxygen. Thirteen patients with chronic respiratory failure died while receiving mechanical ventilation. Of those who survived, 11 underwent tracheostomies, and 4 of those 11 were mechanically ventilated at home with portable devices. Ten other survivors received home oxygen therapy. Chest physicians bear the greatest responsibility for managing mechanical ventilation in medical emergencies. Moreover, the prognosis for patients with chronic respiratory failure can be improved with a long-term program for respiratory care that includes home mechanical ventilation and home oxygen therapy."}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.009174311926605505, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n0634_11644", "title": "[Pressure-volume curves in acute pulmonary injury].", "score": 0.009174311926605505, "content": "Static pressure-volume curves of the respiratory system from patients with acute lung injury have been extensively studied as a marker of aeration and recruitment phenomena and as a tool to set mechanical ventilation. The inflection points of these curves allow to identify both the pressures in which recruitment starts and finishes and those in which derecruitment starts. However, setting the ventilatory parameters based on these curves has some problems, derived from the fact that setting PEEP and plateau pressures in these patients must balance between the benefits of recruitment and the risks of overstretching caused by high pressures. It remains to be determined if new data derived from these curves are useful to optimize ventilatory settings or to predict the response of a patient to a change in the ventilatory settings."}, {"id": "pubmed23n1137_1438", "title": "[\"Nessuno vuole vedermi\": è una battaglia persa contro una malattia tropicale trascurata?]", "score": 0.00909090909090909, "content": "Riassunto. Le malattie tropicali trascurate (NTD) sono una serie di malattie che prosperano nelle comunità povere di risorse, in particolare nei climi tropicali. I fattori sociali, ambientali ed economici contribuiscono alla loro persistenza. La filariosi linfatica (LF), classificata come NTD in tutto il mondo, è una malattia parassitaria causata da vermi microscopici noti come microfilarie. I vermi adulti dimorano solo nel sistema linfatico degli esseri umani. Le zanzare trasferiscono la LF da persona a persona. Gonfiore di braccia, gambe e seno (linfedema) o dello scroto (idrocele) sono alcuni dei sintomi più gravi e dolorosi. La LF ha una grave influenza sia sulla salute mentale e sociale sia su quella fisica, e porta le persone a convivere con una deformazione, una debilitazione e uno stigma legati alla condizione di malattia. Di seguito descriviamo un caso clinico di un uomo con LF, alienato e umiliato dalla sua malattia. L'OMS ha avviato un'iniziativa globale per debellare la LF. Oltre alla somministrazione di trattamenti regolari, è stata posta uguale enfasi sull'apprendimento di come lavare e alzare gli arti colpiti, per aiutare a ridurre la gravità clinica e la progressione del disturbo."}, {"id": "pubmed23n0855_3223", "title": "[Evolution of mortality in severe chest trauma in the elderly patient].", "score": 0.00909090909090909, "content": "Persons older than 65 years represent about 30% of all cases requiring care for traumatic injury, and is the fifth leading cause of death. Thus, it is considered important to search for epidemiological parameters that can identify this population group. A retrospective, observational, and comparative study was conducted on patients aged 65 years and over admitted to the Intensive Care Unit of tertiary hospital with a primary diagnosis of severe chest trauma between January 1992 and January 2012. A logistic regression was performed to determine the probability of hospital death in relation to the year of hospitalisation. The cohort included 235 patients. Univariate logistic regression analysis showed a gradual decrease in the probability of death over the years, with an OR of 0.95 [95% CI; 0.90 to 0.99] for each year of admission after 1992 (P=.029). The multivariate model showed an association of mortality with patient age (OR: 1.08 for year over 65), the score on the scale APACHE II (OR: 1.1 for each point obtained), and need for mechanical ventilation (OR: 5.36). This study shows a decrease in mortality over the years, with an association that remained after adjustment for different confounding parameters."}, {"id": "pubmed23n0885_1889", "title": "[Evaluation of mercury exposure in populations living near the industrial Augusta Bay (Sicily Region, Southern Italy)].", "score": 0.009009009009009009, "content": "OBIETTIVI: valutare e quantificare l'esposizione umana al mercurio (Hg) ed esplorare i fattori chiave che influenzano la contaminazione nelle popolazioni residenti in prossimità della Rada di Augusta, un'area a elevato rischio ambientale a causa degli effetti degli sversamenti incontrollati di Hg da parte di uno dei più grandi impianti cloro-soda d'Europa. DISEGNO: un campione di residenti nei comuni di Augusta, Priolo e Melilli (Sicilia orientale) è stato selezionato per lo studio di biomonitoraggio umano. Un questionario dettagliato è stato somministrato a ogni partecipante per raccogliere informazioni anagrafiche sulle abitudini di vita e alimentari. I livelli di Hg in sangue e capelli, usati come traccianti di esposizione a metilmercurio, sono stati messi in relazione al consumo di pesce locale. Il contenuto di Hg nelle urine è stato utilizzato per esplorare eventuali esposizioni atmosferiche a Hg inorganico. Una regressione lineare multivariata è stata applicata con l'obiettivo di esplorare i fattori che influenzano l'esposizione umana al Hg. L'approccio tossicocinetico è stato impiegato al fine di calcolare la dose settimanale provvisoria tollerabile ( provisional tolerable weekly intake, PTWI) e di predire le concentrazioni di Hg attese nel sangue degli individui con una dieta alimentare basata esclusivamente su pesce locale. 224 individui residenti nei comuni di Augusta, Melilli e Priolo. RISULTATI: eccessi di Hg sono stati misurati nel sangue e nei capelli del campione considerato. I più alti livelli sono stati rilevati ad Augusta, dove anche il consumo di pesce locale risulta maggiore. I valori di dose settimanale tollerabile provvisoria (PTWI) calcolati eccedono, nella maggior parte dei casi, le raccomandazioni internazionali, specialmente nei residenti ad Augusta. CONCLUSIONI: gli elevati livelli di Hg registrati nei campioni di sangue e capelli derivano, con ogni probabilità, dal consumo di pesce locale. Rispetto ad Augusta, gli individui di Priolo e Melilli subiscono un impatto più limitato. L'esposizione a Hg inorganico può essere considerata trascurabile."}, {"id": "pubmed23n0836_11288", "title": "[Quality care in an intensive therapy unit at private hospital].", "score": 0.009009009009009009, "content": "The aim of this article is to evaluate the quality of care in intensive care, with international quality indices. It was a descriptive study in an intensive care private care in Mexico. 2012 indicators are analyzed in a total of 446 hospital patients. The quality indicators were in line with international recommendations. The severity was determined by the scale SAPS III. Indicator of ventilation associated pneumonia was below the recommended standard (11.7 vs. 12 per thousand), bacteremia related central venous catheter in accepted ranges (5.7 vs. 4 per thousand). The ulcer prophylaxis, prevention of pulmonary embolism and prevention of falls in high compliance proportions (> 90, > 95 % and 0 falls). The rates of unplanned extubation and re-intubation below indicators (< 1 per thousand days intubation and < 12 %). While indicators varied by classification of severity of the condition, the goals were met. Mortality was lower than that estimated by gravity. In this therapy the implementation of internationally recommended actions has helped maintain an adequate quality of care. The effort has impacted not only the patients with acute conditions of admission, but also patients with high mortality or Hazard."}, {"id": "pubmed23n1029_21332", "title": "Esperienze di switch a cariprazina in pazienti schizofrenici con comparsa di effetti collaterali/comorbilità mediche.", "score": 0.008928571428571428, "content": "La schizofrenia è un disturbo psichiatrico grave e cronico con un background genetico e neurobiologico eterogeneo che influenza lo sviluppo precoce del cervello, ed è espressa come una combinazione di sintomi psicotici - come allucinazioni, deliri e disorganizzazione - e di sintomi negativi e cognitivi. Il trattamento dei pazienti con schizofrenia prevede l'utilizzo di antipsicotici, in accordo con i recenti dati di letteratura. Sulla base del meccanismo d'azione, gli antipsicotici vengono suddivisi in tipici (o \"di prima generazione\") e atipici (o \"di seconda generazione\"). Differiscono, anche, per la manifestazione di effetti collaterali, dovuti alla diversa affinità recettoriale caratteristica del singolo principio attivo. In questo caso clinico, presentiamo un giovane paziente di 24 anni con diagnosi di schizofrenia trattato prima con olanzapina e poi con risperidone, che ha manifestato significativi effetti collaterali di tipo metabolico e sessuali. La strategia terapeutica utilizzata è stata lo switch a un antipsicotico di terza generazione, cariprazina, con risoluzione delle collateralità e una migliore gestione dei sintomi negativi riportati. In conclusione, il modello di trattamento personalizzato sulla base delle condizioni cliniche e delle esigenze del paziente rappresenta l'approccio maggiormente adeguato nella gestione di ogni singolo caso."}, {"id": "pubmed23n0071_10954", "title": "[Prognosis of acute pneumococcal respiratory insufficiency requiring mechanical ventilation].", "score": 0.008928571428571428, "content": "A retrospective study was carried out between 1980 and 1988 in an attempt to determine the prognostic factors in pneumococcal pneumonia requiring mechanical ventilation. Thirty-six of the 57 patients studied died (63 per cent). The initial severity of the lung disease, was the same in the patients who died and in those who survived. The risk of death was associated with the severity of the septic syndrome, as evaluated by the presence of septic shock, acute renal failure and disseminated intravascular coagulation."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.008849557522123894, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0493_20357", "title": "[Flail chest due to blunt trauma: clinical features and factors affecting prognosis].", "score": 0.008849557522123894, "content": "We evaluated the clinical features of patients with flail chest, together with treatment results, and the factors affecting prognosis. The study included 34 patients (27 males, 7 females; mean age 41 years; range 15-61 years) who underwent treatment for flail chest. A retrospective analysis was made regarding the etiology, injury to the chest wall, pulmonary contusion, hemothorax and pneumothorax requiring chest tube, associated injuries, injury severity score (ISS), the presence of shock on admission, the amount of blood transfusions within the first 24 hours, treatment, and the results. The most common cause of flail chest was traffic accidents (79.4%). Shock was detected in 41.2% and pulmonary contusions in 55.9%. Ventilatory support was required in 70.6%. The mean ISS was 36; mortality occurred in 32.4%. In seven patients without associated injuries and who did not receive ventilatory support, the mean ISS was 22.8 and all survived. However, in 18 patients with associated organ injuries, the mean ISS was 43.6, with mortality being 50% (p<0.05). Factors responsible for prolonged ventilatory support, pneumonia, and septic deaths included ISS above 31, associated fractures and injuries, blood transfusions, the need for chest tube, age equal to or above 50 years, and the presence of bilateral flail chest. The incidences of pneumonia and mortality were significantly less in patients treated with internal fixation (p<0.05). Our data show that careful fluid management and effective pain control, stabilization of the chest wall, immediate ventilatory support and early weaning from ventilation are the mainstays of treatment."}, {"id": "pubmed23n0885_1894", "title": "[Population health surveillance of the general population living near Turin (Northern Italy) incinerator (SPoTT): methodology of the study].", "score": 0.008771929824561403, "content": "Si intende qui descrivere il sistema di sorveglianza sugli effetti sulla salute (SpoTT) dell'inquinamento ambientale nelle aree circostanti l'inceneritore di Torino. SPoTT ha 3 linee di attività: 1. monitoraggio epidemiologico degli effetti a breve termine attraverso analisi temporali e misura della correlazione tra livelli giornalieri di emissioni dell'impianto e andamento degli eventi individuati dagli archivi dei dimessi (SDO), di pronto soccorso e di mortalità; sono coinvolti coloro che nel 2013-2018 risiedevano nell'area di ricaduta delle emissioni; 2. sorveglianza epidemiologica degli effetti a lungo termine, stimando tassi standardizzati di mortalità e morbosità; a ogni soggetto è attribuito il valore stimato di esposizione cumulato nel tempo caratteristico della residenza anagrafica; le informazioni sulla salute sono reperite dagli archivi SDO, di mortalità e dai certificati di assistenza al parto; sono studiati due decenni pre-post l'avvio dell'impianto: 2003-2012 e 2013-2022; 3. monitoraggio biologico con misurazione pre-post di metalli, PCDD/F, PCB, OH-IPA; sono coinvolti 196 residenti esposti e 196 di controllo di 35-69 anni, campionati a caso dalle anagrafi comunali; sono effettuate misure di funzionalità endocrina e respiratoria, pressione arteriosa, rischio cardiovascolare; l'esposizione cumulativa sarà stimata per ciascuna persona campionata integrando l'indirizzo di residenza, il tempo di permanenza in ciascun indirizzo e i dati ricavati dai modelli di ricaduta; sarà costituita una biobanca per future indagini di laboratorio; sono coinvolti anche 20 allevatori e i lavoratori dell'impianto. Una quarta linea di attività, non descritta in questo articolo, riguarda il monitoraggio della salute dei lavoratori addetti all'impianto. SPoTT è il primo studio in Italia su inceneritori e salute che adotta un disegno di studio longitudinale di adeguata potenza sia per i residenti sia per i lavoratori. I primi risultati sono attesi nel corso del 2016."}, {"id": "pubmed23n0809_5817", "title": "[Ventilator-associated pneumonia in surgical Intensive Care Unit].", "score": 0.008771929824561403, "content": "The ventilator-associated pneumonia (VAP) is a severe infection that presents multiple causes which can vary depending on the type of intensive care unit, type of patients, emphasizing the needs for vigilance measures with local data. The aim of this study is to describe the incidence, risk factors and mortality of VAP in patients in a surgical ICU. Prospective cohort conducted from January 2004 to January 2005. It was included all the patients in mechanical ventilation, followed daily to collect data about demographics, diagnostic, APACHE II and TISS 28 scores, duration of mechanical ventilation, length of stay, incidence of VAP and mortality. 462 patients were studied; age 57.2 ± 16.6 years, 55% men. The mean APACHE II score was 18.3 and the incidence of VAP was 18.8%. The TISS score at admission OR = 1.050 (IC 95%: 1.003-1.050) and the enteral nutrition OR = 5.609 (IC 3.351-9.388) were factors associated with VAP and the prophylactic use of antibiotics was a factor of protection OR = 0.399 (IC95%: 0.177-0.902). The patients with VAP had longer length of stay in ICU (10.3 ± 10.7 vs 4.9 ± 3.3 days), higher median of duration of mechanical ventilation (4 vs 1 days), higher mean of TISS 28 (24.4 ± 4.6 vs 22.8 ± 4.5), and higher crude mortality (46 vs 28.8%) when compared with the patients without VAP. VAP was a frequent infection in surgical patients in mechanical ventilation. Enteral nutrition and admission TISS were risk factors and the previous use of antibiotics was protection factor to develop VAP. In our sample the results demonstrate that VAP is associated with higher duration in mechanical ventilation, longer length of stay and higher mortality."}, {"id": "pubmed23n1029_21329", "title": "Principi di farmacodinamica e farmacocinetica nello switch tra antipsicotici: focus su cariprazina.", "score": 0.008695652173913044, "content": "Cariprazina {RGH-188; trans-N- [4- [2- [4- (2,3-diclorofenil) piperazin-1-il] etil] cicloesil] -N_, N_-dimetilurea cloridrato} è un antipsicotico atipico di nuova generazione, con un originale profilo farmacodinamico e farmacocinetico. Cariprazina ha due metaboliti attivi, uno dei quali ha un'emivita di 1-3 settimane, che è la più lunga di qualsiasi antipsicotico atipico, con emivita effettiva funzionale totale (cariprazina più due metaboliti) di 7 giorni. Il farmaco mostra un'affinità che è circa 10 volte più alta per i recettori D3 che per D2 (rispettivamente pKi 10,07 e 9,31). L'affinità per D3 è superiore all'affinità della stessa dopamina. Cariprazina mostra inoltre un'elevata affinità per i recettori 5-HT2B (pKi 9,24), con antagonismo puro. Cariprazina è un agonista parziale e ha un'affinità significativa, ma inferiore all'affinità per D3, sui recettori 5-HT1A (pKi 8,59). Agendo su D3 e 5-HT1, cariprazina migliora i sintomi negativi, l'anedonia e i deficit cognitivi. L'affinità per i recettori 5-HT2A (pKi 7,73), H1 (pKi 7,63) e 5-HT2C (pKi 6,87) è inferiore, così come minori sono le affinità per i recettori adrenergici, istaminergici e colinergici, recettori che sono spesso responsabili di effetti collaterali. Grazie al profilo di tollerabilità (sicurezza cardiovascolare, bassa probabilità di dare sedazione e iperprolattinemia, basso rischio metabolico), insieme alla sua peculiare efficacia sui sintomi negativi e alla sua lunga emivita, che spesso migliora la scarsa aderenza, cariprazina è un candidato valido per il passaggio da un antipsicotico inefficace (o parzialmente efficace, con particolare riferimento ai sintomi negativi), poco tollerato, o assunto con una scarsa aderenza. Questo articolo esamina le caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche di cariprazina e discute le loro implicazioni in termini di identificazione dei pazienti che possano beneficiare di un passaggio a cariprazina, e della migliore strategia per completare lo switch con successo."}, {"id": "pubmed23n0649_15805", "title": "[Community-acquired pneumonia: a 7-years descriptive study. Usefulness of the IDSA/ATS 2007 in the assessment of ICU admission].", "score": 0.008695652173913044, "content": "To describe the clinical characteristics and outcomes of patients with community-acquired pneumonia (CAP) admitted to the Intensive Care Unit (ICU). To evaluate new ATS/IDSA criteria to identify patients with CAP who required admission to ICU. Retrospective analysis of prospective collected data in a 7-year period (2000-2007). Medical-surgical ICU with 16 beds. All patients with severe CAP admitted to the ICU (n=147). PRIMARY ENDPOINTS: Clinical and microbiological characteristics. Prognostic factors. Comparison of patients admitted in the ICU and ATS/IDSA criteria (group 1: > or = 1 major criterion, group 2: > or = 3 minor criteria and group 3: no criterion). None. Admission to the ICU is required for patients with acute respiratory failure (60.5%) and with septic shock (28.5%). A total of 71.4%, had an identifiable microbial etiology, S. pneumoniae being the most frequently isolated. Mean time to antibiotic therapy was 4.3+/-4.2h, this being adequate in 97.1%. ICU global mortality rate was 32%. Prognostic factors associated with higher mortality were acute renal failure (OR:4.7), mechanical ventilation (OR:3.4), non-identifiable etiology (OR:4.2) and non-S. pneumonia etiology (OR:3.5). Sixty-eight percent of the patients were included in the first group of the ATS/IDSA criteria and 21% in the second group. CAP mortality is still high despite early antibiotic therapy, especially in those patients with a non-S. pneumonia etiology or who require mechanical ventilation. Almost 90% of the ICU admissions were identified by the new criteria from ATS/IDSA."}, {"id": "pubmed23n0966_6421", "title": "Frazione polifenolica del bergamotto per il trattamento della sindrome metabolica nella schizofrenia: uno studio pilota.", "score": 0.008620689655172414, "content": "Introduzione. La frazione polifenolica del bergamotto (BPF) ha dimostrato di possedere buona efficacia nel trattamento dei pazienti affetti da sindrome metabolica (SM) e pertanto potrebbe rappresentare una strategia promettente nel trattamento degli effetti collaterali indotti da antipsicotici di seconda generazione (SGA) in soggetti schizofrenici in trattamento con tali farmaci. Materiali e metodi. A 15 pazienti schizofrenici in trattamento stabilizzato con SGA e 15 soggetti di controllo non affetti da patologie psichiatriche, che presentavano valori ematici di colesterolo totale compresi tra 200 e 239 mg/dl, è stato somministrato un integratore contenente BPF (1000 mg) per un periodo di 60 giorni. A tutti i soggetti all'inizio e alla fine del trattamento sono state eseguite la misurazione dell'indice di massa corporea (BMI) e una serie di esami ematochimici per la valutazione degli aspetti metabolici (colesterolo totale, LDL, HDL, trigliceridi, glicemia). Risultati. In entrambi i gruppi si è evidenziata una riduzione significativa del BMI (BMI T0 vs Tfinale (media±DS)= schizofrenici: 34,5±5,7 vs 33,9±5,4, p=,041; controlli: 28,1±4,5 vs 27,3±4,1, p=,016 - BMIcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= -0,59±0.7 vs -0,72±0,8, p=,378); colesterolo totale e LDL risultano invece essere diminuiti esclusivamente nel gruppo di controllo (colesterolo totalecambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 8,2±31,5 vs -35,1±31,1, p=,003; LDLcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 14,1±29,4 vs -9±38,9, p=,014). Discussione. La differenza di efficacia dei BPF sulla dislipidemia tra i soggetti schizofrenici e il gruppo di controllo potrebbe essere spiegata dai diversi meccanismi patogenetici che sono alla base delle alterazioni metaboliche nei soggetti in trattamento con SGA e nei pazienti che non assumono questa classe di farmaci. Conclusioni. Ulteriori studi si rendono necessari al fine di valutare in questa categoria di soggetti i possibili effetti sulla dislipidemia di dosi maggiori di BPF."}]}}}} {"correct_option": 1, "explanations": {"1": {"exist": true, "char_ranges": [[16, 199]], "word_ranges": [[2, 31]], "text": "Lo stadio G3a corrisponde a una velocità di filtrazione compresa tra 45-59 ml/min. Lo stadio A1 corrisponde a un'albuminuria inferiore a 30 mg/ml. Pertanto, l'opzione corretta è la 1."}, "2": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "3": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "4": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "5": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}}, "full_answer": "Domanda facile. Lo stadio G3a corrisponde a una velocità di filtrazione compresa tra 45-59 ml/min. Lo stadio A1 corrisponde a un'albuminuria inferiore a 30 mg/ml. Pertanto, l'opzione corretta è la 1.", "full_answer_no_ref": "Domanda facile. Lo stadio G3a corrisponde a una velocità di filtrazione compresa tra 45-59 ml/min. Lo stadio A1 corrisponde a un'albuminuria inferiore a 30 mg/ml. Pertanto, [HIDDEN].", "full_question": "Una donna di 66 anni con diabete mellito di tipo 2. Al momento della valutazione della funzione renale, ha presentato uno stadio G3a/A1. A quali valori corrisponde questo stadio, il più frequente nei pazienti con nefropatia diabetica?", "id": 572, "lang": "it", "options": {"1": "Velocità di filtrazione glomerulare 45-59 ml/min/1,73 m² e albuminuria <30 mg/ml.", "2": "Velocità di filtrazione glomerulare 30-44 ml/min/1,73 m² e albuminuria <30 mg/ml.", "3": "Tasso di filtrazione glomerulare 45-59 ml/min/1,73 m² e albuminuria 30-300 mg/ml.", "4": "Velocità di filtrazione glomerulare 15-29 ml/min/1,73 m² e albuminuria <30 mg/ml.", "5": null}, "question_id_specific": 195, "type": "NEFROLOGIA", "year": 2022, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "pubmed23n0728_16110", "title": "[Frequency of chronic kidney disease among ambulatory patients with type 2 diabetes].", "score": 0.015270734976977327, "content": "Type 2 diabetes mellitus is the main cause of chronic kidney disease in developed countries. To study the prevalence of chronic kidney disease among adults with diabetes mellitus attended at a public primary health care clinic in southern Chile. One hundred patients with type 2 diabetes mellitus, aged more than 15 years participated in this cross sectional study. Chronic kidney disease was defined as the presence of a urine albumin/creatinine ratio over 30 mg/g or an estimated glomerular filtration rate of less than 60 mL/min/1,73 m², detected in at least two opportunities, separated at least by three months. Thirty four percent of participants had chronic kidney disease (17% stage 1 or 2 and 17% stage 3). Thirty percent of participants had an abnormal urinary albumin/creatinine ratio. Halfof the patients with an estimated glomerular filtration rate below 60 mL/min/1,73 m², had a normal urinary albumin/creatinine ratio. The rates of chronic kidney disease in this group of diabetic patients are very similar to those reported elsewhere."}, {"id": "article-28357_3", "title": "Chronic Kidney Disease -- Introduction", "score": 0.014543258061518446, "content": "The 6 categories include: G1: GFR 90 ml/min per 1.73 m 2 and above G2: GFR 60 to 89 ml/min per 1.73 m 2 G3a: GFR 45 to 59 ml/min per 1.73 m 2 G3b: GFR 30 to 44 ml/min per 1.73 m 2 G4: GFR 15 to 29 ml/min per 1.73 m 2 G5: GFR less than 15 ml/min per 1.73 m 2 or treatment by dialysis The three levels of albuminuria include an albumin-creatinine ratio (ACR) A1: ACR less than 30 mg/gm (less than 3.4 mg/mmol) A2: ACR 30 to 299 mg/gm (3.4 to 34 mg/mmol) A3: ACR greater than 300 mg/gm (greater than 34 mg/mmol)."}, {"id": "article-28357_50", "title": "Chronic Kidney Disease -- Staging", "score": 0.014509285029885476, "content": "The 6 categories include: G1: GFR 90 ml/min per 1.73 m 2 and above G2: GFR 60 to 89 ml/min per 1.73 m 2 G3a: GFR 45 to 59 ml/min per 1.73 m 2 G3b: GFR 30 to 44 ml/min per 1.73 m 2 G4: GFR 15 to 29 ml/min per 1.73 m 2 G5: GFR less than 15 ml/min per 1.73 m 2 or treatment by dialysis The 3 levels of albuminuria include albumin-creatinine ratio (ACR): A1: ACR less than 30 mg/gm (less than 3.4 mg/mmol) A2: ACR 30 to 299 mg/gm (3.4 to 34 mg/mmol) A3: ACR greater than 300 mg/gm (greater than 34 mg/mmol)"}, {"id": "wiki20220301en019_111576", "title": "Glomerular filtration rate", "score": 0.012833621267143814, "content": "The severity of chronic kidney disease (CKD) is described by six stages; the most severe three are defined by the MDRD-eGFR value, and first three also depend on whether there is other evidence of kidney disease (e.g., proteinuria): 0) Normal kidney function – GFR above 90 mL/min/1.73 m2 and no proteinuria 1) CKD1 – GFR above 90 mL/min/1.73 m2 with evidence of kidney damage 2) CKD2 (mild) – GFR of 60 to 89 mL/min/1.73 m2 with evidence of kidney damage 3) CKD3 (moderate) – GFR of 30 to 59 mL/min/1.73 m2 4) CKD4 (severe) – GFR of 15 to 29 mL/min/1.73 m2 5) CKD5 kidney failure – GFR less than 15 mL/min/1.73 m2 Some people add CKD5D for those stage 5 patients requiring dialysis; many patients in CKD5 are not yet on dialysis. Note: others add a \"T\" to patients who have had a transplant regardless of stage."}, {"id": "nurse-article-28357_2", "title": "Chronic Kidney Disease (Nursing) -- Introduction", "score": 0.012353490614360179, "content": "The 6 categories include: G1: GFR 90 ml/min per 1.73 m2 and above G2: GFR 60 to 89 ml/min per 1.73 m2 G3a: GFR 45 to 59 ml/min per 1.73 m2 G3b: GFR 30 to 44 ml/min per 1.73 m2 G4: GFR 15 to 29 ml/min per 1.73 m2 G5: GFR less than 15 ml/min per 1.73 m2 or treatment by dialysis The three levels of albuminuria include albumin-creatinine ratio (ACR) A1: ACR less than 30 mg/gm (less than 3.4 mg/mmol) A2: ACR 30 to 299 mg/gm (3.4 to 34 mg/mmol) A3: ACR greater than 300 mg/gm (greater than 34 mg/mmol)."}, {"id": "pubmed23n0964_1589", "title": "[Update on Diabetic Nephropathy 2018].", "score": 0.011953186326982088, "content": "UPDATE ON DIABETIC NEPHROPATHY 2018:  The prevalance of elevated albuminuria in patients with diabetes is decreasing, while that of reduced eGFR is increasing, probably owing to more stringent blood pressure and blood glucose control.Well validated online score calculators for risk for renal replacement therapy, cardiovascular events and death are available online.Clinical variables remain more suited than histology for predicting end stage renal disease. Extracapillary hypercellularity, segmental sclerosis and exsudative lesions could represent a distinct risk phenotype.SGLT-2-inhibitors and GLP-1 analogues provide significant reductions of micro- and macrovascular end points. SGLT-2-inhibitors can only be prescribed at eGFR > 60 ml/min/1,73 m75 y - 4 points Hematocrit level <39% for men and <35% for women - 3 points Diabetes mellitus- 3 points Contrast media volume - 1 point for each 100 mL Decreased kidney function: Serum creatinine level >1.5 g/dL - 4 points or Estimated Glomerular filtration rate (online calculator) 2 for 40–60 mL/min/1.73 m2 4 for 20–40 mL/min/1.73 m2 6 for < 20 mL/min/1.73 m2"}, {"id": "article-28359_11", "title": "Renal Function Tests -- Procedures -- Glomerular Filtration Rate", "score": 0.01095350669818755, "content": "Serum creatinine is also utilized in GFR estimating equations such as the Modified Diet in Renal Disease (MDRD) and the CKD-EPI (Chronic Kidney Disease Epidemiology Collaboration) equation. These eGFR equations are superior to serum creatinine alone since they include race, age, and gender variables. GFR is classified into the following stages based on kidney disease. Kidney Disease Improving Global Outcomes (KDIGO) stages of chronic kidney disease (CKD): Stage 1 GFR greater than 90 ml/min/1.73 m² Stage 2 GFR-between 60 to 89 ml/min/1.73 m² Stage 3a  GFR 45 to 59 ml/min/1.73 m² Stage 3b GFR 30 to 44 ml/min/1.73 m² Stage 4 GFR of 15 to 29 ml/min/1.73 m² Stage 5-GFR less than 15 ml/min/1.73 m² (end-stage renal disease)"}, {"id": "wiki20220301en019_111560", "title": "Glomerular filtration rate", "score": 0.010483870967741934, "content": "Creatinine clearance CCr One method of determining GFR from creatinine is to collect urine (usually for 24 h) to determine the amount of creatinine that was removed from the blood over a given time interval. If one removes 1440 mg in 24 h, this is equivalent to removing 1 mg/min. If the blood concentration is 0.01 mg/mL (1 mg/dL), then one can say that 100 mL/min of blood is being \"cleared\" of creatinine, since, to get 1 mg of creatinine, 100 mL of blood containing 0.01 mg/mL would need to have been cleared. Creatinine clearance (CCr) is calculated from the creatinine concentration in the collected urine sample (UCr), urine flow rate (Vdt), and the plasma concentration (PCr). Since the product of urine concentration and urine flow rate yields creatinine excretion rate, which is the rate of removal from the blood, creatinine clearance is calculated as removal rate per min (UCr×Vdt) divided by the plasma creatinine concentration. This is commonly represented mathematically as"}, {"id": "pubmed23n0545_10630", "title": "[What values should be used to diagnose microalbuminuria in patients with diabetes mellitus?].", "score": 0.009900990099009901, "content": "Diabetic nephropathy (DN) is a complication of diabetes mellitus (DM) associated with increased morbi-mortality. The identification of individuals at high risk for DN will make its prevention more effective. Urinary albumin excretion rate (UAER) is still the best marker for DN development and progression. It is also a major risk factor for macrovascular disease. High-normal albuminuria (< 20 microg/min) is still associated with development of micro- and macroalbuminuria. UAER has a continuous relationship with the development of renal and cardiovascular disease, without a cutoff point from which there is a highly increased risk. However, in clinical practice we need a reference value in order to guide the patient's treatment. Some evidence indicates values of UAER between 5 and 10 microg/min as a new cutoff point for the diagnosis of microalbuminuria. In conclusion, the association between UAER and the renal and cardiovascular outcomes seems to be continuous and is already present with UAER within the normal range. The adoption of a UAER value around 5 to 10 microg/min as risky could identify patients that should receive earlier and more aggressive treatment of modifiable risk factors."}, {"id": "pubmed23n0299_4764", "title": "[Albuminuria and glycemic control. The significance for mortality in non-insulin-dependent diabetes mellitus].", "score": 0.00980392156862745, "content": "The impact of microalbuminuria and macroalbuminuria on mortality was evaluated prospectively in 328 Caucasian patients with non-insulin-dependent diabetes mellitus (NIDDM) followed for five years. One hundred and ninety-one patients with normoalbuminuria (albumin excretion rate (AER) < 30 mg/24 h), 86 patients with microalbuminuria (AER 30-299 mg/24 h), and 51 patients with macroalbuminuria (AER > or = 300 mg/24 h) all less than 66 years old at start of the study were followed from 1987 until death or until 1 January 1993. Eight percent of patients with normoalbuminuria, 20% of patients with microalbuminuria, and 35% of patients with macroalbuminuria had died, predominantly from cardiovascular disease. Significant predictors of all-cause mortality included preexisting coronary heart disease, AER, HbA1c level and age. Significant predictors of cardiovascular mortality included preexisting coronary heart disease, macroalbuminuria, HbA1c level and systolic blood pressure. Abnormally elevated urinary albumin excretion and poor glycaemic control indicate a substantially increased all-cause, mainly cardiovascular, mortality risk in NIDDM patients."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009708737864077669, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0581_11627", "title": "[Risk and prevention of diabetic nephropathy].", "score": 0.009708737864077669, "content": "Diabetic nephropathy is one of the most frequent causes of end-stage renal disease (ESRD), and there has been a dramatic increase in the number of patients entering renal replacement therapy in the last few years. Moreover, diabetic nephropathy is associated with elevated cardiovascular morbidity and mortality. Prevention and treatment of diabetic nephropathy is based on optimal metabolic and blood pressure control, proteinuria reduction, and renin-angiotensin-aldosterone system (RAAS) inhibition. In the normoalbuminuric patient, optimal glycemic control (HbA1c below 7.0%) plays a fundamental role in the primary prevention of ESRD. Furthermore, blood pressure levels below 130/80 mmHg are strongly recommended. In the microalbuminuric stage, strict glycemic control (HbA1c below 7.0%) likely reduces the incidence of overt nephropathy, while blood pressure values less than 130/80 mmHg are recommended. Moreover, there is evidence that inhibition of RAAS, either by angiotensin-converting-enzyme inhibitors (ACE-I) or angiotensin-receptor blockers (ARB), reduces the development of overt nephropathy, regardless of the blood pressure levels. ACE-I are recommended as the drugs of choice in type 1 diabetes, while both ACE-I and ARB are considered first-choice drugs in type 2 diabetes. Once overt proteinuria has developed, it is uncertain whether glycemic control affects the progression of nephropathy, which is strongly influenced by blood pressure and proteinuria. Optimal blood pressure levels are < 130/80 mmHg in patients with proteinuria < 1 g/day and < 120/75 mmHg in patients with proteinuria > or =1 g/day. In type 1 diabetes there is consensus on the renoprotective role of ACE-I, while in type 2 diabetes, ARB have been shown to be more effective than conventional therapy or calcium-channel blockers in slowing the progression of nephropathy. Lastly, a multifactorial therapeutic approach based on optimal glycemic control, intensive antihypertensive therapy, inhibition of RAAS, statins and aspirin is pivotal in the prevention and treatment of diabetic nephropathy."}, {"id": "pubmed23n0660_11995", "title": "[In-hospital and long-term (to 3 years) results of using bare-metal stents in patients with coronary artery disease and chronic kidney disease].", "score": 0.009615384615384616, "content": "Patients (n=727) who had been subjected to implantation of one or several standard stents in 2004 were included into this study. These patients were divided into 3 groups according to initial level of glomerular filtration rate (GFR, MDRD equation): group 1 - 466 patients with GFR >60 ml/min/1,73 m(2), group 2 - 233 patients with GFR 30 - 60 ml/min/1,73 m(2), group 3 - 38 patients with GFR <30 ml/min/1,73 m(2). In all group 2 and 3 patients prevention of contrast induced nephropathy (CIN) was implemented: hydration before and after angiography, limitation of intake of nephrotoxic drugs, N acetylcysteine 600 mg/day orally. In all group 2 and 3 patients only contrast preparation iodixanol was used. Total amount of contrast did not exceed 350 ml in patients with GFR 45-59 ml/min/1.73 m(2) and 250 ml - with GFR <45 ml/min/1.73 m(2). In all patients with GFR 60 ml/min/1.73 m(2) low osmolar contrast preparations were used (total amount - less then 600 ml per patient). Immediate success of PCI was similar in all groups (99.4%, 98.2% 97.4%, respectively). Rate of CIN rose significantly in groups 2 and 3 (0.4%, 4.9%, 13.2%, respectively, <0.001). Before 6 months after PCI restenosis developed more frequently with lowering of GFR (group 1 - 11%, group 2 - 22%, group 3 - 34%, <0.001). Myocardial infarction developed by 3 years in 6, 10, and 26% of patients in groups 1, 2, and 3, respectively. Lethality during 3 years was 5, 10, and 24% in groups 1, 2, and 3, respectively. Regression analysis showed that as a whole 3 years rate of myocardial infarction rose 1.57 times in group 2 compared with group 1, and 3.91 times in group 3 compared with group 1. Mortality by 3 years rose 1.93 times in group 2 compared with group 1, and 4.52 times in group 3 compared with group 1. Thus, presence of initially lowered GFR increases risk of CIN after elective implantations of standard stents, leads to rise of restenosis rate by 6 months and increase of mortality and rate of nonfatal myocardial infarction by 3 years."}, {"id": "pubmed23n0325_18925", "title": "[How I evaluate...diabetic nephropathy. First part: micro- and macroalbuminuria].", "score": 0.009615384615384616, "content": "Diabetic nephropathy (DN) appears in about 30% of patients with type 1 diabetes (D1) and 15 to 60% of patients with type 2 diabetes (D2). It is preceded by microalbuminuria. Microalbuminuria is defined as an albumin excretion rate between 30 and 300 mg/24 h (on a 24-hour urine collection) or between 20 and 200 micrograms/min (on an overnight collection) in at least two out of three consecutive collections made within a 6-month period. Alternative screening techniques use either dipstick (Micral-Test II) or the albumin to creatinine ratio on an early morning urine sample (30-300 mg/g creatinine). Once persistent microalbuminuria is confirmed, 80% of type 1 diabetic patients and 20 to 50% of type 2 diabetic patients will progress to DN. In D2, microalbuminuria also represents a powerful predictor of early mortality from cardiovascular disease. Macroalbuminuria (AER > 300 mg/24 h, corresponding to a total protein excretion > 500 mg/24 h) will eventually lead to a end-stage renal insufficiency within 10 to 20 years. In D2, numerous patients will die from cardiovascular disease before reaching end-stage renal failure. Angiotensin-converting enzyme inhibitors can slow down the evolution toward DN when prescribed when microalbuminuria appears. Screening for microalbuminuria should therefore be a part of the annual clinical assessment in every diabetic patient."}, {"id": "wiki20220301en019_111573", "title": "Glomerular filtration rate", "score": 0.009539161348731423, "content": "Normal ranges The normal range of GFR, adjusted for body surface area, is 100–130 average 125 mL/min/1.73m2 in men and 90–120 ml/min/1.73m2 in women younger than the age of 40. In children, GFR measured by inulin clearance is 110 mL/min/1.73 m2 until 2 years of age in both sexes, and then it progressively decreases. After age 40, GFR decreases progressively with age, by 0.4–1.2 mL/min per year. Decreased GFR A decreased renal function can be caused by many types of kidney disease. Upon presentation of decreased renal function, it is recommended to perform a history and physical examination, as well as performing a renal ultrasound and a urinalysis. The most relevant items in the history are medications, edema, nocturia, gross hematuria, family history of kidney disease, diabetes and polyuria. The most important items in a physical examination are signs of vasculitis, lupus erythematosus, diabetes, endocarditis and hypertension."}, {"id": "pubmed23n1137_1437", "title": "[Prevalenza di ipotiroidismo nei pazienti sottoposti a emodialisi presso un ospedale generale di Ahvaz.]", "score": 0.009523809523809525, "content": "Riassunto. Obiettivo. Lo scopo di questo studio trasversale è determinare la prevalenza dell'ipotiroidismo tra i pazienti in emodialisi (ED) e i suoi potenziali fattori di rischio. Metodi. Sono stati raccolti dati demografici e di laboratorio [vale a dire, livelli sierici di tireotropina (TSH), anticorpi anti-perossidasi tiroidea (anti-TPO)] di 117 pazienti con MH. I dati sono stati analizzati da SPSS.V 26, quando necessario. Risultati. I pazienti avevano un'età media (DS) di 59,47±15,08 anni e il 66,7% (n=78) era di genere maschile. I livelli medi (DS) di TSH erano 2,56 (4,01) μIU/mL. L'ipotiroidismo subclinico (SCH) è stato definito come un livello di TSH >4,2 μIU/mL e FT4 normale. Quindici pazienti (12,80%) avevano SCH. Non c'era correlazione significativa tra ipotiroidismo ed età, genere e/o malattie sottostanti (p>0,05). Inoltre, tra i 15 pazienti con SCH, 1 paziente (6,7%) ha mostrato un risultato anti-TPO positivo mentre 14 pazienti (93,3%) hanno avuto un risultato anti-TPO negativo. Conclusione. Data la notevole prevalenza dell'ipotiroidismo nei pazienti con ED, lo screening di routine della funzione tiroidea in questa popolazione di pazienti può aiutare a ridurre i tassi di complicanze e mortalità attraverso una diagnosi precoce e un intervento tempestivo."}, {"id": "pubmed23n0604_12524", "title": "[Prevalence of subnormal glomerular filtration rate in patients with diabetes mellitus].", "score": 0.009523809523809525, "content": "To evaluate prevalence of subnormal glomerular filtration rate (GFR) in diabetes mellitus (DM) patients with reference to albuminuria level. GFR by MDRD and urine excretion of protein/albumin were estimated in 851 diabetic patients (473 with type 1 DM and 378 with type 2 DM). Normoalbuminuria (NAU), microalbuminuria (MAU) and proteinuria were detected in 54, 16 and 30% type 1 diabetics, respectively; 77% had subnormal GFR, in NAU 8.3% had GFR decline (< 60 ml/min) corresponding to stage III-IV chronic disease of the kidneys. In MAU the latter was present in 16.4%, in proteinuria--in 62.8%. Type 2 diabetics had NAU in 33.6% cases, MAU--in 17.7%, proteinuria--in 48.7%. Subnormal GFR < 60 ml/min was found in 40% cases with NAU and MAU. Most patients with proteinuria had chronic disease of the kidneys of stage III-V In a normal creatinine concentration in blood serum subnormal GFR < 60 ml/min was observed in type 1 DM in 7.6, in type 2 DM--in 33% cases. Prevalence of subnormal GFR in diabetic patients with NAU and MAU is rather high. This necessitates wide introduction of this index in screening, follow-up and classification of renal damage severity in DM as well as estimation of albuminuria/proteinuria."}, {"id": "pubmed23n0703_7302", "title": "Albuminuria and estimated glomerular filtration rate as predictors of diabetic end-stage renal disease and death.", "score": 0.009433962264150943, "content": "We investigated predictive value of albuminuria and estimated GFR (eGFR) for ESRD in Pima Indians with type 2 diabetes. Beginning in 1982, 2420 diabetic Pima Indians ≥18 years old were followed until they developed ESRD or died or until December 31, 2005. Individuals were classified at baseline by urinary albumin-to-creatinine ratio (ACR) and by eGFR, calculated by the Chronic Kidney Disease Epidemiology Collaboration equation. Predictors of ESRD and mortality were examined by proportional hazards regression. During a mean follow-up of 10.2 years, 287 individuals developed ESRD. Incidence of ESRD among individuals with macroalbuminuria (ACR ≥ 300 mg/g) was 9.3 times that of those with normoalbuminuria (ACR < 30 mg/g), controlled for age, gender, and duration of diabetes. Incidence among individuals with eGFR 15 to 29 ml/min per 1.73 m(2) was 81.9 times that of those with eGFR 90 to 119 ml/min per 1.73 m(2). Models that combined albuminuria and eGFR added significant predictive information about risk of ESRD or death compared with models containing eGFR or albuminuria alone. The hazard ratio for ESRD associated with a 10-ml/min per 1.73 m(2) lower eGFR was 1.36, whereas that associated with an increase in albuminuria category was 2.69; corresponding hazard ratios for death were 1.15 and 1.37. These results suggest that incorporation of quantitative information about albuminuria into staging systems based on eGFR adds significant prognostic information about risk for diabetic ESRD and death."}, {"id": "pubmed23n0635_4370", "title": "[Diabetic nephropathy and cardiovascular risk].", "score": 0.009433962264150943, "content": "The importance of the early detection of diabetic nephropathy is because it is a cardiovascular risk marker and it indicates the existence of vascular changes associated to an increase risk of having a cardiovascular event in diabetes mellitus type 1 (DM 1), as well as in type 2 (DM 2). Microalbuminuria is a risk factor for overall cardiovascular and coronary mortality in the patients with DM 1. Total mortality is increased in patients with DM 2 and microalbuminuria with a RR of 1.8, and it is related to microalbuminuria levels even below the considered normal range (20 microg/min and/or 30 mg/day). For this reason, the definition of microalbuminuria must be reviewed in the patients with DM 2. More studies are needed to confirm the predictive power of microalbuminuria in cardiovascular and coronary disease."}, {"id": "wiki20220301en002_229984", "title": "Albuminuria", "score": 0.009414780763790664, "content": "Causes of albuminuria can be discriminated between by the amount of protein excreted. The nephrotic syndrome usually results in the excretion of about 3.0 to 3.5 grams per 24 hours. Nephritic syndrome results in far less albuminuria. Microalbuminuria (between 30 and 300 mg/24h, mg/l of urine or μg/mg of creatinine) can be a forerunner of diabetic nephropathy. The term albuminuria is now preferred in Nephrology since there is not a \"small albumin\" (microalbuminuria) or a \"big albumin\" (macroalbuminuria). A1 represents normal to mildly increased urinary albumin/creatinine ratio (<30 mg/g or < 3 mg/mmmol); A2 represents moderately increased urinary albumin/creatinine ratio (30–300 mg/g or 3–30 mg/mmmol, previously known as microalbuminuria); and A3 reflects severely increased urinary albumin/creatinine ratio >300 mg/g or > 30 mg/mmol)."}, {"id": "pubmed23n0060_4525", "title": "[Captopril reduction of albuminuria in type-II diabetics with diabetic nephropathy].", "score": 0.009345794392523364, "content": "This study was to search if captopril (C) reduces albuminuria in a group of type II diabetics with diabetic nephropathy (DN). Eleven type II diabetics with DN and hypertension, with albuminuria over 0.30 g/L/24th, fasten blood glucose under 250 mg/dL, serum albumin over 3 g/dL, without infection, cardiac failure or diuretic treatment, were treated with C for six months, as the only treatment for hypertension and albuminuria. Every month, albuminuria in a 24h urinary collection, medium arterial pressure (MAP), serum creatinine and fasten blood glucose were measured. Ten women and one man with 60 (50-70) years of average age (0 to 100th percentile), with 18 (8-35) years of diabetic disease, and 4 (1-7) years of clinic hypertension were studied. Before the treatment with C they had albuminuria of 6.9 (0.7 to 12.5) g/L/24h, MAP of 119.7 (93.2 to 139) mmHg, serum creatinine of 2.2 (0.7 to 7.5) mg/dL and glucose of 168 (78 to 250) mg/dL. After 6 months with C, they had albuminuria of 3.5 (0.2 to 9.6) g/L/24h (p less than 0.01), MAP of 113.4 (92.9 to 132.4) mmHg (p = 0.5), serum creatinine of 2.3 (0.5 to 6.4) mg/dL (p = 0.23) and glucose of 133 (87.5 to 239) mg/dL (p = 0.32). The MAP showed a predictive relation over albuminuria (p = less than 0.004). During the six months of study, C reduced albuminuria in type II diabetics with hypertension and diabetic nephropathy."}, {"id": "wiki20220301en070_45897", "title": "Norfloxacin", "score": 0.009259259259259259, "content": "“Absorption of norfloxacin is rapid following single doses of 200 mg, 400 mg and 800 mg. At the respective doses, mean peak serum and plasma concentrations of 0.8, 1.5 and 2.4 μg/mL are attained approximately one hour after dosing. The effective half-life of norfloxacin in serum and plasma is 3–4 hours. Steady-state concentrations of norfloxacin will be attained within two days of dosing. Renal excretion occurs by both glomerular filtration and tubular secretion as evidenced by the high rate of renal clearance (approximately 275 mL/min). Within 24 hours of drug administration, 26 to 32% of the administered dose is recovered in the urine as norfloxacin with an additional 5-8% being recovered in the urine as six active metabolites of lesser antimicrobial potency. Only a small percentage (less than 1%) of the dose is recovered thereafter. Fecal recovery accounts for another 30% of the administered dose. Two to three hours after a single 400-mg dose, urinary concentrations of 200 μg/mL"}, {"id": "pubmed23n0515_6388", "title": "[Type 2 diabetic nephropathy: clinical course and prevention proposals 2004].", "score": 0.009259259259259259, "content": "The first clinical evidence of nephropathy is the appearance of low, but abnormal, albumin levels in the urine (>30 mg/day or 20 mg/min), microalbuminuria. Without specific interventions, approximately 80% of type 1 diabetics have their urinary albumin excretion increase at a rate of 10-20%/yr to the stage of overt nephropathy or clinical albuminuria (>300 mg/24h or >200 mg/min) over 10-15 yrs, developing hypertension along the way. Approximately 30% of individuals with type 2 diabetes are found to have microalbuminuria or overt nephropathy shortly after the diagnosis of their illness, because diabetes is actually present for many years previously and because the presence of albuminuria can depend on other concomitant nephropathies, as shown by biopsy studies. Without specific intervention, 20-40% of type 2 diabetic patients with microalbuminuria progress to overt nephropathy, but 20 yrs after onset only 20% progress to end-stage renal failure (ESRD). The rates of decline in glomerular filtration rate (GFR) are highly variable from one individual to another, but they may not be substantially different between patients with type 1 and type 2 diabetes. As therapies and interventions for coronary artery disease continue to improve, more elderly type 2 diabetes patients can be expected to survive long enough to develop renal failure. The recently published Italian Society of Nephrology (SIN) guidelines for diagnosis and therapy of diabetic nephropathy present the route for the best strategies in prevention and therapy, from earlier onset to advanced ESRD."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.009174311926605505, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0731_4147", "title": "[Albuminuria in patients with type 2 diabetes mellitus in relation to percentage of HbA1c].", "score": 0.009174311926605505, "content": "Albuminuria is an early marker of the microvascular and macrovascular complications in patients with type 2 diabetes mellitus. Metabolic complication accompanying the disease, especially hyperglicaemia, have significant influence on the range of albumin excretion. The aim of the study was to evaluate urinary albumin excretion and percentage of glycated hemoglobin (HbA1c), in relation to fasting and postprandial glycaemia. Research was made in two groups of patients with confirmed albuminuria: in the 1st group with good glycemic control with HbA1c > or = 6,1%-< or = 6,5%, and in the 2-nd group with poor glycemic control with HbA1c > 6,5%-< or = 10%. The control group consisted of 21 patients with essential hypertension and coexisted albuminuria, not suffering from diabetes. The average fasting and postprandial glycemic were calculated for each patient on the basis of the last three values of glycaemia from the patient's self-control test. The extent of albuminuria and the percentage of HbA1c were determined by the immunoturbidimetric test. The highest albumin excretion in urine was noticed in the group with poor glycemic control, a slightly lower level of albuminuria was found in the group with good glycemic control, however the lowest level of albumin excretion was noticed in the control group. The differences were not statistically significant. The fasting glycaemia as well as postprandial glycaemia were increased in the group with higher percentage of HbA1c (p < 0,001) with comparison to the group with good glycemic control. The average percentage of HbA1c was 7,54% in the group with poor glycemic control and was significantly connected with larger glycaemia with comparison to the 2nd group with average percentage of HbA1c 6,3%. The excretion of albumin in urine rises with increased glycaemia and percentage of glycosylated hemoglobin. Fasting glycaemia as well as postprandial glycaemia have influence on the percentage of glycated hemoglobin."}, {"id": "pubmed23n0582_11889", "title": "Sequence of progression of albuminuria and decreased GFR in persons with type 1 diabetes: a cohort study.", "score": 0.00909090909090909, "content": "The sensitivity of albuminuria in predicting loss of kidney function has been questioned. We determined the sequence of kidney disease stages (microalbuminuria, macroalbuminuria, low estimated glomerular filtration rate [eGFR], and end-stage renal disease [ESRD]) and characterized those without albuminuria before a low eGFR. The Pittsburgh Epidemiology of Diabetes Complications Study is a prospective cohort investigation of childhood-onset type 1 diabetes. 480 study participants with eGFR greater than 60 mL/min/1.73 m(2) (mean age, 27 years; diabetes duration, 19 years at study entry) were prospectively followed up for 16 years. Low eGFR was defined as creatinine clearance less than 60 mL/min/1.73 m(2) from timed urine collections; microalbuminuria, as albumin excretion rate between 20 to 200 microg/min (30 to 300 mg/24 h); macroalbuminuria, as albumin excretion rate greater than 200 microg/min (>300 mg/24 h); and ESRD, as dialysis or renal transplantation. The 33 of 480 individuals (7%) who developed ESRD had prior albuminuria. 71 of 480 (15%) individuals developed low eGFR. 66 of 71 (93%) had prior/concurrent albuminuria, and 5 of 71 (7%) did not. Incident low eGFR values in the 5 patients were: (1) 54, (2) 58, (3) 59, (4) 59.7, and (5) 59.8 mL/min/1.73 m(2). 3 of 5 (60%; patients 1, 4, and 5) subsequently developed albuminuria. Final eGFRs in the 5 patients were: (1) 94, (2) 86, (3) 60, (4) 65, and (5) 54 mL/min/1.73 m(2), respectively. GFR and insulin sensitivity were not measured, but estimated. Incident decreased eGFR in patients without preceding/concurrent albuminuria may be caused by misclassification or a temporary eGFR decrease. 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We observed glycemic control (WMG < 150 mg/dL and VG < 50) in 75% (n = 21) of the patients on the intervention treatment (IT) (n = 28), and in 24% (n = 6) of the ones on the conventional treatment (CT) (n = 25) (p < 0.001). Considering patients of the two groups, 14 out of the 27 patients who achieved glycemic control showed initial mean systolic blood pressure (SBP) > 120 mmHg which was reduced from 138.4 ± 10.1 to 127.8 ± 11.6 mmHg (p = 0.023) at the end of week six. Reductions in SBP and diastolic BP (DBP) during wakefulness and sleep did not occur in the group (n = 17) without glycemic control and with SBP > 120 mmHg. Initially, 15 patients had GFR > 120 mL/min, and after six weeks, only the subgroup that achieved glycemic control (n = 7) showed a reduction of 137.2 ± 16 to 122.2 ± 25.2 mL/min (p = 0.02). At the beginning of the study, another fifteen patients presented with microalbuminuria. After six weeks, regardless of whether they achieved glycemic control or not, there was reduction in UAE, from 63.0 ± 43.1 to 24.8 ± 19.5 mg/g creatinine (p = 0.02). Thus short term glycemic control resulted in reductions of BP, GFR and the UAE in patients with DM2, which are beneficial for renal protection."}, {"id": "pubmed23n0058_13251", "title": "[Microalbuminuria in a population of 653 patients with type 1 and 2 diabetes].", "score": 0.009009009009009009, "content": "The aim of this retrospective study was to evaluate the prevalence of microalbuminuria in type 1 and 2 diabetic patients with or without high blood pressure levels. 653 patients were involved in the study [type 1: n = 413 (normotensive: n = 298; hypertensive: n = 115); type 2: n = 240 (normotensive: n = 93; hypertensive: n = 147)]. In type 1 diabetic patients, the prevalence of microalbuminuria was of 21 per cent. Microalbuminuria was also found in 28 per cent of type 2 diabetic subjects (p less than 0.10 vs type 1). The prevalence of microalbuminuria was significantly higher in hypertensive than in normotensive diabetic subjects (28 vs 20 per cent; p less than 0.05). Blood pressure in type 1 and 2 normotensive patients was significantly higher in subjects with than without microalbuminuria. We also observed higher HbA1 levels in microalbuminuric type 1 diabetic patients. Finally, we also assessed that the prevalence of diabetic chronic complications was higher in type 1 patients with than without microalbuminuria (p less than 0.05). This relationship was not evidenced in type 2 diabetic patients. In conclusion, the prevalence of microalbuminuria in a population of type 1 and 2 diabetic patients is high. We confirm in this study the relationship between microalbuminuria, blood pressure, and HbA1."}, {"id": "pubmed23n0649_6196", "title": "Association between kidney function and albuminuria with cardiovascular events in HIV-infected persons.", "score": 0.008928571428571428, "content": "Cardiovascular disease (CVD) is now a leading cause of death in HIV-infected persons; however, risk markers for CVD are ill defined in this population. We examined the association between longitudinal measures of kidney function and albuminuria with risk of atherosclerotic CVD and heart failure in a contemporary cohort of HIV-infected individuals. We followed a national sample of 17 264 HIV-infected persons receiving care in the Veterans Health Administration for (1) incident CVD, defined as coronary, cerebrovascular, or peripheral arterial disease, and (2) incident heart failure. Rates of CVD and heart failure were at least 6-fold greater in the highest-risk patients with an estimated glomerular filtration rate (eGFR) <30 mL/min per 1.73 m(2) and albuminuria > or =300 mg/dL versus those with no evidence of kidney disease (eGFR > or =60 mL/min per 1.73 m(2) and no albuminuria). After multivariable adjustment, eGFR levels 45 to 59, 30 to 44, and <30 mL/min per 1.73 m(2) were associated with hazard ratios for incident CVD of 1.46 (95% confidence interval, 1.15 to 1.86), 2.03 (1.47 to 2.82), and 1.99 (1.46 to 2.70) compared with eGFR > or =60 mL/min per 1.73 m(2). Similarly, albuminuria levels 30, 100, and > or =300 mg/dL had hazard ratios for CVD of 1.28 (1.09 to 1.51), 1.48 (1.15 to 1.90), and 1.71 (1.30 to 2.27) compared with absent albuminuria. The associations between eGFR and albuminuria with heart failure were larger in magnitude and followed the same trends. In this national sample of HIV-infected persons, eGFR and albuminuria levels were strongly associated with risk of CVD and heart failure. Kidney function and albuminuria provide complementary prognostic information that may aid CVD risk stratification in HIV-infected persons."}, {"id": "pubmed23n0249_14953", "title": "[Diabetic nephropathy: significance of microalbuminuria and proteinuria in Type I and Type II diabetes mellitus].", "score": 0.008928571428571428, "content": "Diabetic nephropathy is a progressive renal disease and represents a serious late complication of diabetes. There are familial clustering and huge ethnic differences in the occurrence of diabetic nephropathy, which point to a genetic predisposition. Diabetic nephropathy is defined by persistent albuminuria (albumin excretion rate [AER] > 300 mg/day), declining glomerular filtration rate and rising blood pressure. Several years of incipient nephropathy, characterized by worsening microalbuminuria (AER 30 to 300 mg/day or 20 to 200 micrograms/min), which is Albustix-negative and detectable by special assays only, are followed by established nephropathy. The natural history of nephropathy differs between insulin-dependent (IDDM) and non-insulin-dependent (NIDDM) diabetes mellitus. In IDDM, nephropathy develops in 30 to 40% of cases. The incidence peaks after 15 to 16 years of diabetes. In NIDDM, estimates of prevalence range from 15 to 20%, and nephropathy often supervenes after a shorter known duration of diabetes than in IDDM. GFR is often increased above normal (hyperfiltration) from the onset of IDDM due to increased renal blood flow, glomerular capillary hypertension and increased filtration surface. The glomeruli are hypertrophied and the kidneys enlarged. In both IDDM and NIDDM, GFR begins to decline irreversibly, when AER has risen to 100 to 300 mg/day at an average rate of 10 ml/min. per year. This is due to progressive reduction of the filtration surface area through mesangial expansion. 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Vogliamo qualcosa di più duraturo. Neanche gli androgeni e le trasfusioni di piastrine risolvono il problema. Ci restano le altre tre opzioni. Un trapianto autologo non è ragionevole, poiché il midollo osseo di un paziente con aplasia midollare è inferiore al 25%, quindi è possibile ottenerne poco. Pertanto, preferiremmo un trapianto di midollo osseo allogenico se il paziente ha un fratello HLA-identico, poiché questo è il trattamento di scelta secondo il protocollo della Società Spagnola di Ematologia ed Emoterapia per i pazienti di età inferiore ai 40 anni con grave aplasia midollare. Risposta corretta, 3.", "full_answer_no_ref": "Trasferire questo paziente e riempirlo di antibiotici significa dargli pane per oggi e fame per domani. Vogliamo qualcosa di più duraturo. Neanche gli androgeni e le trasfusioni di piastrine risolvono il problema. Ci restano le altre tre opzioni. 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Qual è il trattamento di scelta?", "id": 180, "lang": "it", "options": {"1": "Trasfusioni periodiche e antibiotici.", "2": "Androgeni e trasfusioni di piastrine.", "3": "Trapianto di midollo osseo allogenico se fratello HLA-identico.", "4": "Trapianto autologo di midollo osseo per evitare il rigetto.", "5": "Ciclosporina A e globulina antitimociti."}, "question_id_specific": 232, "type": "EMATOLOGIA", "year": 2013, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "wiki20220301en541_22625", "title": "Compagnia dell'Immacolata Concezione", "score": 0.011564625850340137, "content": "n°9- Nel recinto delle mura di questo convento ritrovasi l'oratorio della Compagnia dell'Immacolata Concezione di Maria, la quale nella di lui chiesa tiene anche; la sua cappella fabbricata a spese dei confrati a cagione dell'aggregazione fatta con questo Convento negli atti del notar Filippo Mercadante, nel 1 luglio, 8 ind. 1595, o 9 ind.1596; dietro di che la fondazione di questa Compagnia allora Confraternita colla sua Cappella si effettuò per pubblico atto in Notar Antonino Vaccaro li 9 Gennaio Xind. 1596. 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Si tratta di uno dei 12 malati sottoposti a trapianto e seguiti per più di 5 anni.La nota positiva di questa tipo di trattamento è rappresentata dall'eccellente tenore di vita che i pazienti conducono e dalla riabilitazione sociale e professionale.La nota negativa è data, invece, dal fatto che i buoni risultati non vengono raggiunti con regolarità e non possono essere previsti con esattezza. In questa breve rassegna considereremo la esperienza da noi fatta presso l'Università di Denver nel Colorado, mettendo in risalto le cause dell'elevata mortalità precoce e le prospettive future di questa mezzo terapeutico."}, {"id": "pubmed23n0087_21082", "title": "[Results of severe aplastic anemia treated with antilymphocytic globulin].", "score": 0.009900990099009901, "content": "The best results of the therapeutic immunosuppression in a plastic anemia have been obtained with antilymphocyte globulin (ALG). 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La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. 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There was no mortality in group 1, while there were one death in group 2 and two more in group 3. There was no significant difference between CsA and Blood transfusions in the patients and grafts survival."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009708737864077669, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0088_14201", "title": "[Treatment of severe aplastic anemia with bone marrow transplants or with antithymocyte globulin. Evaluation of 27 patients].", "score": 0.009708737864077669, "content": "The therapeutic results obtained in 27 patients with severe aplastic anemia (SAA) have been studied retrospectively. Ten patients underwent allogenic bone marrow transplantation (BMT) and 17 received antithymocyte globulin (ATG). Five of the ten patients transplanted (50%) are living and show normal hemopoiesis. Although prophylaxis was used, the incidence of host-versus-graft disease (grade II-IV) was 40% and concomitant pneumonitis was the main cause of death. Twenty courses of ATG were given to the 17 patients. 12 responses were achieved (60%), of which two were complete and the remaining were partial. Two patients who did not respond initially and one who recurred responded to a second course. Eleven patients survived (64.7%) of which 10 were disease-free (58.8%). One of them had remission controlled with cyclosporine. The probability of long-term survival is 48% in the group transplanted and 61.6% in the group treated with ATG, showing no statistical differences."}, {"id": "pubmed23n1029_21332", "title": "Esperienze di switch a cariprazina in pazienti schizofrenici con comparsa di effetti collaterali/comorbilità mediche.", "score": 0.009615384615384616, "content": "La schizofrenia è un disturbo psichiatrico grave e cronico con un background genetico e neurobiologico eterogeneo che influenza lo sviluppo precoce del cervello, ed è espressa come una combinazione di sintomi psicotici - come allucinazioni, deliri e disorganizzazione - e di sintomi negativi e cognitivi. Il trattamento dei pazienti con schizofrenia prevede l'utilizzo di antipsicotici, in accordo con i recenti dati di letteratura. Sulla base del meccanismo d'azione, gli antipsicotici vengono suddivisi in tipici (o \"di prima generazione\") e atipici (o \"di seconda generazione\"). Differiscono, anche, per la manifestazione di effetti collaterali, dovuti alla diversa affinità recettoriale caratteristica del singolo principio attivo. In questo caso clinico, presentiamo un giovane paziente di 24 anni con diagnosi di schizofrenia trattato prima con olanzapina e poi con risperidone, che ha manifestato significativi effetti collaterali di tipo metabolico e sessuali. La strategia terapeutica utilizzata è stata lo switch a un antipsicotico di terza generazione, cariprazina, con risoluzione delle collateralità e una migliore gestione dei sintomi negativi riportati. In conclusione, il modello di trattamento personalizzato sulla base delle condizioni cliniche e delle esigenze del paziente rappresenta l'approccio maggiormente adeguato nella gestione di ogni singolo caso."}, {"id": "pubmed23n0481_22478", "title": "[Double renal transplant. Retrospective analysis of data on the patient population with double kidney transplantation in the setting of the AIRT].", "score": 0.009615384615384616, "content": "The number of patients on the waiting list for renal transplantation has progressively increased in the last decade, while the number of potential donors have remained the same. The expansion of the donor pool using marginal donors may represent a possible, although partial solution to this problem. Thus, the aim of the present analysis was to evaluate the graft survival of double renal transplant from marginal donors performed within the Associazione InterRegionale Trapianti (AIRT) and to assess whether this procedure is characterized by an increase in surgical complications. 79 double renal transplants were performed from January 1st 1999 to December 31st 2002 in three AIRT transplant centers (Bari, Bologna, Torino). Immunosuppressive therapy for all patients included anti-IL-2 receptor antibodies, corticosteroids, tacrolimus and mofetil micophenolate. Graft survival was 90% at 36 months. Acute rejection incidence was 6.4%, while the incidence of surgical complications was 16.6%. The present study opens new perspectives to overcome the actual shortage of donor kidneys. Indeed, the use of marginal organs for double renal transplantation not suitable for single transplantation may create an additional pool of potential donors and significantly increase the number of kidney transplants."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.009523809523809525, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0284_2966", "title": "[Treatment of severe acquired aplastic anemia].", "score": 0.009523809523809525, "content": "Severe acquired aplastic anaemia is associated with high morbidity and mortality despite improvement in the results obtained both with bone marrow transplantation and with immunosuppressive treatment. Early bone marrow transplantation is the treatment of choice for patients under 45 years of age, if the neutrophil granulocyte count is less than 0.2-0.5 x 10(9)/l and an HLA-identical sibling donor is available. Other patients should receive primary immunosuppression with antithymocyte globulin, cyclosporin and glucocorticoid in combination with granulocyte colony-stimulating factor. If they fail to respond after three months, and a donor is available, such patients may be treated with bone marrow transplantation. However, transplantation with marrow from donors other than HLA-identical siblings is still at an experimental stage."}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.009433962264150943, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "pubmed23n0264_395", "title": "[Immunohematologic surveillance of patients treated with ABO incompatible bone marrow allografts].", "score": 0.009433962264150943, "content": "Direct antiglobulin test (DAT), ABO typing and isoagglutinins titers were regularly performed in 26 patients who received a marrow transplant from a major ABO incompatible donor (M = 10 cases), from a minor ABO incompatible donor (m = 10 cases) or both (B = 6 cases). Erythrocyte or plasma depletion of bone marrow infusate was used in all major or certain minor ABO incompatibilities respectively. A positive DAT was recorded in 19/26 patients at various times, but only a few of them, belonging to groups M or B, exhibited a significant hemolysis. No serious complication was observed after bone marrow infusion. Five patients showed evidence of hemolysis after transplantation, 1 patient died with a graft rejection and 3 patients had a delayed erythropoietic engraftment. In all cases of major ABO incompatibility, the erythrocyte recovery was preceeded by a decrease of antibodies against the donor's blood group. These antibodies finally disappeared in all patients except one who had a persistence of isoagglutinins beyond day + 650. A transient appearance of isoagglutinins against the recipient blood group was sometimes detected in minor ABO incompatibility without any clinical complications."}, {"id": "pubmed23n0999_17549", "title": "[Bevacizumab e altri farmaci. Attività e sicurezza degli agenti anti-VEGF nel carcinoma ovarico.]", "score": 0.009345794392523364, "content": "Riassunto. L'angiogenesi svolge un ruolo importante sia nei tessuti epiteliali normali sia in quelli maligni. Negli ultimi anni questo fenomeno è stato ampiamente studiato in oncologia sperimentale e clinica perché ci sono evidenze che sia coinvolto nella diffusione e nella diffusione metastatica del carcinoma ovarico. Il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (vascular endothelial growth factor - VEGF) è l'attore principale nel meccanismo di angiogenesi e svolge un ruolo strategico nella proliferazione e migrazione delle cellule neoplastiche, con un impatto significativo sulla sopravvivenza e sull'outcome clinico. Secondo quanto emerge da molti studi sperimentali e clinici, le nostre conoscenze sulla biologia dell'angiogenesi e del VEGF sono aumentate portando allo sviluppo farmacologico di specifici agenti in grado di targeting VEGF. Questo nuovo campo di indagine offre agli scienziati l'opportunità di testare nuove possibilità terapeutiche nei pazienti con carcinoma ovarico con nuovi agenti mirati. Il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF umanizzato, è stato il primo farmaco anti-VEGF scoperto ed è usato oggi per il trattamento di diversi tumori solidi. Negli ultimi anni questo agente è stato ampiamente testato nei pazienti con carcinoma ovarico, mostrando un'attività clinica interessante e un profilo di tossicità tollerabile sia nelle pazienti giovani sia in quelle anziane. Il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel e successivamente utilizzato come agente singolo, è indicato per il trattamento del carcinoma epiteliale dell'ovaio di stadio III o IV, tuba di Falloppio o carcinoma peritoneale primario dopo iniziale resezione chirurgica. Il bevacizumab è anche usato per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico epiteliale ricorrente e resistente al platino, delle tube di Falloppio o dal tumore peritoneale primario che hanno ricevuto non più di 2 regimi precedenti di chemioterapia. Inoltre, il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel o con carboplatino e gemcitabina (e usato come agente singolo), è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma epiteliale dell'ovario sensibile al platino, tuba di Falloppio o tumore peritoneale primario. Le linee guida più accreditate suggeriscono quando bevacizumab deve essere usato nel trattamento del carcinoma ovarico avanzato e ricorrente. Altri agenti anti-VEGF, come gli inibitori della tirosin-chinasi del recettore VEGF (VEGFR), sono stati ampiamente testati nel carcinoma ovarico e molti altri sono in corso di studi al fine di testare la loro attività e sicurezza rispetto a bevacizumab. Gli agenti anti-VEGF e gli inibitori di PARP svolgono oggi un ruolo strategico nel trattamento del cancro ovarico con agenti mirati in associazione con la chemioterapia e la chirurgia in un'ottica multidisciplinare e personalizzata."}, {"id": "pubmed23n0272_13739", "title": "[Immunoglobulins in Hematology. Immunologic thrombopenic purpura].", "score": 0.009345794392523364, "content": "Immunologic thrombopenic purpura refers to several diseases including the most frequent, autoimmune thrombopenic purpura (AITP). Immunologic thrombopenia is related to anti-platelet autoantibodies, usually IgGs. In 15 to 20% of the cases, no auto-antibody can be detected. The severity of the cutaneomucosal manifestations is not always correlated with the degree of thrombopenia but only occurs for platelet counts less than 50 x 10(9)/L. The clinical course includes acute episodes of AITP and complete remissions in 80% of the cases in the episodes of AITP and complete remissions in 80% of the cases in the very young child. Inversely, in the adult, treatment of AITP has been highly debated because chronicity is frequent. Two therapeutic approaches, corticotherapy and splenectomy, have been widely used. Corticoids given at a dose of 0.5 to 1 mg/kg/day leads to remission in 15 to 30% of the cases. Splenectomy, a second intention therapy, leads to platelet counts above 100 x 10(9)/L in 60 to 70% of the patients. In 1981, intravenous polyvalent immunoglobulins were first employed for 13 children in a study reported by Imbach et al. The results have been confirmed in children and in adults. There are few side effects with this method and the dose of 1 g/kg over 2 days is effective. Response is rapid (platelet counts above 50 x 10(9)/L in 1 to 5 days) but often temporary (relapse to former levels in 5 to 45 days). The high cost of this intravenous polyvalent immunoglobulins has led to much debate over their use.(ABSTRACT TRUNCATED AT 250 WORDS)"}, {"id": "pubmed23n0966_6421", "title": "Frazione polifenolica del bergamotto per il trattamento della sindrome metabolica nella schizofrenia: uno studio pilota.", "score": 0.009259259259259259, "content": "Introduzione. La frazione polifenolica del bergamotto (BPF) ha dimostrato di possedere buona efficacia nel trattamento dei pazienti affetti da sindrome metabolica (SM) e pertanto potrebbe rappresentare una strategia promettente nel trattamento degli effetti collaterali indotti da antipsicotici di seconda generazione (SGA) in soggetti schizofrenici in trattamento con tali farmaci. Materiali e metodi. A 15 pazienti schizofrenici in trattamento stabilizzato con SGA e 15 soggetti di controllo non affetti da patologie psichiatriche, che presentavano valori ematici di colesterolo totale compresi tra 200 e 239 mg/dl, è stato somministrato un integratore contenente BPF (1000 mg) per un periodo di 60 giorni. A tutti i soggetti all'inizio e alla fine del trattamento sono state eseguite la misurazione dell'indice di massa corporea (BMI) e una serie di esami ematochimici per la valutazione degli aspetti metabolici (colesterolo totale, LDL, HDL, trigliceridi, glicemia). Risultati. In entrambi i gruppi si è evidenziata una riduzione significativa del BMI (BMI T0 vs Tfinale (media±DS)= schizofrenici: 34,5±5,7 vs 33,9±5,4, p=,041; controlli: 28,1±4,5 vs 27,3±4,1, p=,016 - BMIcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= -0,59±0.7 vs -0,72±0,8, p=,378); colesterolo totale e LDL risultano invece essere diminuiti esclusivamente nel gruppo di controllo (colesterolo totalecambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 8,2±31,5 vs -35,1±31,1, p=,003; LDLcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 14,1±29,4 vs -9±38,9, p=,014). Discussione. La differenza di efficacia dei BPF sulla dislipidemia tra i soggetti schizofrenici e il gruppo di controllo potrebbe essere spiegata dai diversi meccanismi patogenetici che sono alla base delle alterazioni metaboliche nei soggetti in trattamento con SGA e nei pazienti che non assumono questa classe di farmaci. Conclusioni. Ulteriori studi si rendono necessari al fine di valutare in questa categoria di soggetti i possibili effetti sulla dislipidemia di dosi maggiori di BPF."}, {"id": "pubmed23n1101_8764", "title": "[Diagnosis and treatment for aplastic anemia].", "score": 0.009259259259259259, "content": "Treatments of aplastic anemia comprise supportive therapy and aplastic anemia-specific therapy to recover from hematopoiesis. Supportive therapy includes transfusion, granulocyte colony-stimulating factor, and iron chelation therapy in addition to symptomatic treatment. Aplastic anemia-specific treatments that aim to achieve hematopoietic recovery are immunosuppressive therapy, thrombopoietin receptor agonist (TPO-RA) treatment, allogeneic hematopoietic stem cell transplantation, and anabolic hormone therapy. Although the transplantation achieves complete recovery of hematopoiesis (healing), there is a risk of death from transplant-related complications. The most effective drug therapy is the combination of TPO-RA and the immunotherapy combined with anti-thymocyte globulin and cyclosporine. This treatment is also effective against secondary, drug-induced, or hepatitis-associated aplastic anemia. In the treatment of aplastic anemia, the treatment choice is made based on the disease severity and patient ages."}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.009174311926605505, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n0271_6847", "title": "[Prophylactic and therapeutic use of immunoglobulins in patients with bone marrow transplantation].", "score": 0.009174311926605505, "content": "Eleven children were transplanted in our BMT Unit. All but one received standard IVIG preparations in doses of 100 mg/kg b. w. regularly on days before and after transplantation -1, +14, +28, +60 and +90, respectively, and anti-CMV hyperimmune globulin (Cytotect) was given to six patients in the same doses, respectively. In spite of the severe immunodeficiency bacterial infections were verified only in four patients, and CMV infection in three. New infection only occurred in two of the three patients, who hadn't been given CMV prophylaxis, while in the group of six children having been given Cytotect prophylaxis only one became infected from endogenous reactivation of CMV. Therapeutic application of immunoglobulin compounds were used in four of our transplanted patients. Two of them suffered from sepsis during transplantation, one from protracted immunoneutropenia and one from CMV antigenaemia after the transplantation, respectively. Our conclusion is that the administration of immunoglobulins may contribute to the prevention of infections and to the treatment of some complications in BMT recipients. Anti-CMV immune globulin seems to be more effective than standard IVIG in the prevention of CMV infection."}, {"id": "pubmed23n1028_18191", "title": "Food knowledge of patients at the first access to a Diabetology center.", "score": 0.00909090909090909, "content": "Il diabete rappresenta una patologia in costante aumento: familiarità, età e stili di vita rappresentano i principali fattori di rischio per questa malattia e per le complicanze ad essa correlate. Considerando l'importanza del regime alimentare per la prevenzione e il trattamento di questa patologia, scopo del presente studio è stato quello di valutare le conoscenze alimentari di pazienti al primo accesso presso un centro di Diabetologia e di indagare sulla loro eventuale influenza su alcuni parametri ematici. È stato somministrato il questionario di Moynihan. La relazione tra i punteggi ottenuti e le variabili emoglobina glicata, BMI, glicemia a digiuno, è stata analizzata attraverso regressione multipla basata sul metodo dei minimi quadrati ordinari (modello OLS). Il response rate è stato del 73,3%. Il punteggio medio totale ottenuto dal questionario è stato di 23,61 ed è stata osservata una correlazione statisticamente significativa (p<0,0473) tra i migliori punteggi del questionario e i valori di Hb1Ac. Questo studio è il primo passo di un'indagine più ampia che verrà condotta nell'ottica di promuovere una formazione del paziente volta a verificare nel tempo le ricadute positive sulle scelte alimentari e sui parametri clinici."}, {"id": "pubmed23n0349_7200", "title": "[Intravenous immunoglobulins and autoimmune thrombopenic purpura].", "score": 0.00909090909090909, "content": "To determine the usefulness of intravenous immunoglobulin in the treatment of autoimmune thrombocytopenic purpura (AITP). IVIg infusion is an important agent in managing AITP because most patients experienced a rapid increased platelet count. Its precise place in the management of these patients is however controversial, particularly on account of its high cost and transient effect. It is indicated in the severe form of the disease or before surgery in corticoresistant patients. Prospective studied are mandatory to compare the efficacy of IVIg and high dose corticosteroids in this indication."}, {"id": "pubmed23n0885_1888", "title": "[Assessment of a project for integrated management of care given to patients with type-2 diabetes in the Local Health Authority 21 of Legnago (Veneto Region, Northern Italy) in the period 2010-2012].", "score": 0.009009009009009009, "content": "OBIETTIVI: descrivere, nella ASL 21 di Legnago (VR), l'andamento di alcuni indicatori sanitari tra il 2009, anno precedente all'avvio di un progetto triennale per la gestione integrata dell'assistenza al paziente con diabete mellito di tipo 2, e il 2012, ultimo anno del progetto. DISEGNO: studio longitudinale trasversale ripetuto. SETTING E PARTECIPANTI: tutti i pazienti diabetici di tipo 2 della ASL 21, identificati nei database aziendali (in base a esenzioni per patologia, accessi al servizio diabetologico, consumo di farmaci antidiabetici e strisce per la determinazione della glicemia) e nelle cartelle cliniche dei medici di famiglia. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: numero di test diagnostici e di follow-up erogati, consumo di farmaci, prestazioni specialistiche, accessi al pronto soccorso, ricoveri e mortalità. RISULTATI: nonostante un calo generalizzato (-3,1%) nei test erogati dalla ASL 21 ai suoi assistititi nel periodo 2009-2012, l'analisi ha documentato un marcato aumento per gli esami previsti nella gestione del diabete, quali curve da carico glicemico (+104,3%), emoglobina glicata (+19,0%) e microalbuminuria (+296,1%). I soggetti identificati come diabetici sono aumentati da 8.084 nel 2009 (5,2%) a 9.221 nel 2012 (5,9%). Sono stati osservati aumenti nella prevalenza di pazienti visitati presso un servizio diabetologico (dal 22,6% al 39,0%), nonché negli utilizzatori di metformina (dal 28,0% al 37,5%), insuline (dal 13,5% al 18,3%) e incretine (dall'1,4% al 9,0%). Il consumo di sulfaniluree è, invece, calato (dal 49,9% al 40,8%), come anche l'erogazione di alcune prestazioni specialistiche, gli accessi al pronto soccorso e i ricoveri, mentre il tasso di mortalità è rimasto stabile (29,6 decessi x1.000/anno). CONCLUSIONE: durante il periodo di implementazione del progetto sembra essersi verificato un aumento della sensibilità diagnostica e una maggiore presa in carico del paziente diabetico. Anche se la natura osservazionale dello studio non consente di dimostrare una relazione causa-effetto, i risultati sembrano supportare l'ipotesi che la gestione integrata della patologia migliori l'appropriatezza dell'assistenza."}, {"id": "pubmed23n0043_13324", "title": "[Advances in the treatment of aplastic anemia].", "score": 0.009009009009009009, "content": "The purpose of this paper is to describe the current advances in the pathogenesis, classification and treatment of acquired aplastic anemia (AA). The therapeutical experience obtained at the Servicio de Hematología, Centro Medico Nacional, Siglo XXI is described. Bone marrow transplantation is the first choice therapy for severe AA. This procedure succeeds in obtaining complete remission in nearly 80% of the cases. Nevertheless, few patients are eligible for such therapy, consequently other treatments should be considered. In this context some immunosuppressive therapies such as antilymphocyte globulin had shown to produce favorable responses in 60% of the patients. In addition, androgens and immunosuppressive drugs like methylprednisolone bolus and cyclosporin A do not have a definitive place in severe AA. Finally, it is important to describe the experience with lymphocytapheresis, a new procedure, that decreases the immunological response against the normal hematopoiesis by removing the population of T-lymphocytes inducing complete remission in a few patients."}, {"id": "pubmed23n0999_17555", "title": "Terapia cognitivo-comportamentale per giovani ad alto rischio di un primo episodio di psicosi: un trial randomizzato controllato.", "score": 0.008928571428571428, "content": "Scopo. Nell'ultimo ventennio l'interesse di ricercatori e clinici nella prevenzione di disturbi psicotici è cresciuto notevolmente. Gli studi internazionali su strategie a favore di giovani \"ad alto rischio di un primo episodio di psicosi\" sono ancora in numero ridotto, mentre in Italia risultano del tutto assenti. Oltre a manifestare sintomi psicotici sotto-soglia, questa popolazione di frequente riporta un compromesso funzionamento. La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) è la strategia di prima linea, ma si rileva in letteratura l'importanza di studi su ulteriori misure di esito, quali il funzionamento. Il presente studio ha valutato se un protocollo di TCC modulare riducesse il rischio di un primo episodio psicotico in un gruppo di giovani ad alto rischio a post-trattamento e follow-up rispettivamente di 6 e 14 mesi a confronto con trattamento di supporto psicologico di routine ( treatment as usual). Metodi. Cinquantotto partecipanti (età media=25,51, 67,20% maschi) che soddisfacevano criteri per stati mentali a rischio alla Comprehensive Assessment of At-Risk-Mental States sono stati randomizzati a TCC o treatment as usual. Il protocollo di TCC ha incluso 30 sedute settimanali. Risultati. Nel gruppo TCC, il numero di giovani che ha sviluppato un primo episodio psicotico a follow-up è stato inferiore (n=4, 10,30%) a quello del gruppo di controllo (n=8, 27,60%), sebbene tale differenza sia risultata di significatività marginale [Log rank test χ2(1)= 3,66, p=0,05]. I giovani con funzionamento baseline più alto hanno ottenuto maggiori benefici al di là del tipo di percorso. Conclusioni. Anche nel contesto italiano, la TCC sembra efficace e promettente nel prevenire un primo episodio psicotico in giovani con stato mentale a rischio."}, {"id": "pubmed23n0603_9710", "title": "[Severe acquired aplastic anemia: historical outcome of patients treated by allogeneic bone marrow transplantation from matched sibling donors. A study by the Spanish Group for Bone Marrow Transplantation in Children (GETMON)].", "score": 0.008928571428571428, "content": "Allogeneic haematopoietic stem-cell transplantation is the treatment of choice for acquired aplastic anaemia in children. Experience with this approach from Spanish Working Party for Bone Marrow Transplantation in Children in two sequential time periods (1982-1990 and 1991-2004) is reported. Sixty two consecutive patients with a median age of 10 years were transplanted; 18 in the 1982-1990 period and 44 in the 1991-2004 period. Conditioning regimen consisted mainly of irradiation and cyclophosphamide in the first period (72 % of patients) and cyclophosphamide +/- anti-thymocyte globulin (62 %) in the second. Graft versus host disease prophylaxis consisted of cyclosporine in most patients (57/62). Fifty one patients are alive and disease-free at a median follow-up of 127 months. Five years probability of event-free survival is 82 %. The survival increased from 61 % to 91 % during the two time periods. Eleven patients died from graft failure or rejection (3), acute or chronic graft versus host disease and infection (4) or multi-organ failure (4). Univariate analysis identified two significant prognostic factors: interval diagnostic/transplant and time period of transplant (for both p = 0.03). This experience corroborates that allogeneic haematopoietic stem-cell transplantation is the best treatment for severe acquired aplastic anaemia, with a current disease-free survival of 90 % of patients."}, {"id": "pubmed23n0885_1883", "title": "[Ecological study on the mortality of residents in Manfredonia (Apulia Region, Southern Italy) from 1970 to 2013].", "score": 0.008849557522123894, "content": "OBIETTIVI: valutare lo stato di salute della popolazione residente nel comune di Manfredonia dal 1970 al 2013. DISEGNO: analisi descrittiva dell'andamento temporale della mortalità generale, per gruppi di cause, dal 1970 al 2013. SETTING E PARTECIPANTI: i dati di mortalità e le popolazioni residenti sono di fonte Istat. Sono state esaminate 55 cause di decesso. Le analisi sono disaggregate per sesso e periodo. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: sono stati elaborati i rapporti standardizzati di mortalità (SMR%), con i rispettivi intervalli di confidenza al 90% (IC90%), e i tassi di mortalità standardizzati col metodo diretto (TSD ). RISULTATI: lo stato di salute misurato dal tasso di mortalità per tutte le cause migliora nel tempo: i TSD passano da 92 x10.000 negli anni 1970-1974 a 52 x10.000 nel biennio 2012-2013 negli uomini, da 70 x10.000 a 39 x10.000 nelle donne. Tuttavia, rispetto alla media regionale Manfredonia perde progressivamente il suo vantaggio, passando da -20% a -10% negli uomini, e da -20% a +1,5% nelle donne. Questo andamento è molto evidente per il complesso delle cause cardiovascolari, mentre i tumori maligni sono in generale nella media regionale. Nell'ultimo periodo disponibile per causa di decesso (2006-2011), la mortalità per infarto miocardico è stata più alta della media regionale (uomini: +35%; donne: +54%). I rapporti standardizzati di mortalità (SMR) mostrano tra gli uomini valori in crescita, in particolar modo rispetto al riferimento provinciale, con un eccesso a cominciare dal periodo 2006-2011 (22 decessi/anno e 19 attesi; SMR%: 117,2; IC90% 101,1-135,2; riferimento: provincia di Foggia). Anche tra le donne gli SMR% superano i riferimenti provinciali negli ultimi periodi esaminati (nel 2012-2013: 7 decessi/ anno e 4,2 attesi; SMR%: 116,4; IC90% 97,0-260,7; riferimento: provincia di Foggia). CONCLUSIONI: la mortalità a Manfredonia è diminuita in misura minore rispetto a quella osservata nei riferimenti provinciali e regionali. Il vantaggio che si osservava negli anni Sessanta si è, infatti, ridotto nel tempo, fino ad annullarsi negli ultimi anni. Dal 1970, Manfredonia ha progressivamente perso il vantaggio che aveva. Dagli anni Duemila, la mortalità per infarto del miocardio è in eccesso sulla media regionale e provinciale. Da casi documentati in letteratura si osserva che le popolazioni che sperimentano catastrofi di origine naturale o antropica possono fronteggiare un aumento di patologie cardiovascolari. La mortalità per tumore polmonare mostra un eccesso sulla media regionale, in particolare provinciale, a cominciare dal 2000, coerentemente con i tempi di latenza legati all'esposizione ad arsenico negli anni Settanta."}, {"id": "pubmed23n0275_11115", "title": "[Intravenous immunoglobulins in bone marrow transplantation].", "score": 0.008849557522123894, "content": "Intravenous immunoglobulins have a role also in the prevention of infections after a bone marrow transplantation. Even if a reduction of CMV pneumonia is reported it is not clear whether such an effect is due to a direct antiviral activity or it is mediated through an immune modulation that reduces GVHD and then the immune suppression. We are currently using i.v.Ig at a dose of 100 mg/kg/day within a protocol for GVHD prophylaxis after a mismatched BMT."}, {"id": "pubmed23n0885_1894", "title": "[Population health surveillance of the general population living near Turin (Northern Italy) incinerator (SPoTT): methodology of the study].", "score": 0.008771929824561403, "content": "Si intende qui descrivere il sistema di sorveglianza sugli effetti sulla salute (SpoTT) dell'inquinamento ambientale nelle aree circostanti l'inceneritore di Torino. SPoTT ha 3 linee di attività: 1. monitoraggio epidemiologico degli effetti a breve termine attraverso analisi temporali e misura della correlazione tra livelli giornalieri di emissioni dell'impianto e andamento degli eventi individuati dagli archivi dei dimessi (SDO), di pronto soccorso e di mortalità; sono coinvolti coloro che nel 2013-2018 risiedevano nell'area di ricaduta delle emissioni; 2. sorveglianza epidemiologica degli effetti a lungo termine, stimando tassi standardizzati di mortalità e morbosità; a ogni soggetto è attribuito il valore stimato di esposizione cumulato nel tempo caratteristico della residenza anagrafica; le informazioni sulla salute sono reperite dagli archivi SDO, di mortalità e dai certificati di assistenza al parto; sono studiati due decenni pre-post l'avvio dell'impianto: 2003-2012 e 2013-2022; 3. monitoraggio biologico con misurazione pre-post di metalli, PCDD/F, PCB, OH-IPA; sono coinvolti 196 residenti esposti e 196 di controllo di 35-69 anni, campionati a caso dalle anagrafi comunali; sono effettuate misure di funzionalità endocrina e respiratoria, pressione arteriosa, rischio cardiovascolare; l'esposizione cumulativa sarà stimata per ciascuna persona campionata integrando l'indirizzo di residenza, il tempo di permanenza in ciascun indirizzo e i dati ricavati dai modelli di ricaduta; sarà costituita una biobanca per future indagini di laboratorio; sono coinvolti anche 20 allevatori e i lavoratori dell'impianto. Una quarta linea di attività, non descritta in questo articolo, riguarda il monitoraggio della salute dei lavoratori addetti all'impianto. SPoTT è il primo studio in Italia su inceneritori e salute che adotta un disegno di studio longitudinale di adeguata potenza sia per i residenti sia per i lavoratori. I primi risultati sono attesi nel corso del 2016."}, {"id": "pubmed23n0075_5494", "title": "[The comparative efficacy of splenectomy and antilymphocyte globulin therapy in patients with aplastic anemia].", "score": 0.008771929824561403, "content": "Analysis of the clinical efficacy and long-term survival of patients with grave and not grave forms of aplastic anemia, subjected to splenectomy or treated with antilymphocytic globulin has shown that in grave aplastic anemia, the clinical efficacy of antilymphocytic globulin is higher than the efficacy of the operative treatment methods. The 30-month survival can be attained in 42% of the patients given globulin and in 28% of the patients after splenectomy. In patients with grave aplastic anemia, it is recommended that the treatment be instituted from the use of antilymphocytic globulin in a dose of 15 mg/kg bw daily for 5 days, provided there are no contraindications. In patients with not grave aplastic anemia, the results of splenectomy and therapy with antilymphocytic globulin are approximately the same: the 5-year survival amounts to 94 and 93%, respectively. Therefore, the use of globulin may be recommended as a method of choice for the above patients' group, since surgical approaches to the treatment are still coupled with a high risk for the patient's life."}, {"id": "pubmed23n1059_7363", "title": "Contributi scientifici in memoria di Antonio Fusco.", "score": 0.008695652173913044, "content": "Come si leggerà nell'Introduzione della sezione propriamente scientifica del Volume, il presente testo nasce dalla volontà e, soprattutto, dall'esigenza culturale di omaggiare il fu Prof. Antonio Fusco. Un debito scientifico ed umano che trova il suo locus naturale in questa prima parte del testo stesso, cui farà poi seguito la parte propriamente scientifica. In siffatta parentesi dovuta per le ragioni appena menzionate, il lettore, l'amico o l'allievo dell'opera del Prof. Fusco potranno trovare un suo sintetico Curriculum Vitae, correlato da una specifica ed accurata prosa, svolta dal già Magnifico Rettore Carlo Cipolli; il quale, oltre che evidenziare, ricordando, i meriti del collega oramai scomparso, aggiunge alsuo scritto un elemento che sarebbe imprescindibile a non trasformare lo stesso in una mera sequenza di parole: l'amicizia e l'affetto per un amico che, oramai, non c'è più. A fine lettura, evidente risuonerà il fatto che la vita di ognuno, se mossa dalla passione per ciò per cui si è predisposti cognitivamente e psicologicamente, può essere ricca di riconoscimenti, riconoscenze e soddisfazioni che, lungi dal divenire un cuscino di allori su cui adagiarsi, per una mente creativa come quella del Prof. Fusco hanno funto solo da motivazioni ad agire instancabilmente guardando sempre al futuro. Il lavoro di una vita che, materialmente, è sancito da un supporto poco più di cm 25x15: una targa. Una materialità evidente che, con grande commozione e riconoscenza, è stata affissa il 25 ottobre 2019 sull'aula fronte l'Aula Magna del Campus \"La Folcara\", a testimonianza che quello spirito creativo in continua evoluzione non si ferma; non si arresta neppure con la fine biologica di chi lo ha \"posseduto\". Rimangono le opere ed il pensiero del Prof. Fusco e restano gli affetti. A tal proposito, il lettore troverà una breve e sentita sezione su Testimonianze; coloro i quali hanno avuto modo, nell'arco della vita accademica ed umana, personale, di Fusco di conoscerlo. Ecco, allora, che i ricordi saranno i veri protagonisti di questa parentesi. Dopo di ciò, prima dei contributi prettamente scientifici dei lavori, tenutisi in occasione del Convegno Internazionale Psicologia, Arte, Letteratura. Antiche e Nuove Tendenze, seguiranno i saluti delle autorità che in quei due giorni si sono succedute a rappresentare non solo l'istituzione affiliata, ma anche la relazione di stima e di affetto che le legava al compianto Professore. Si passerà, infine, al volume tradizionalmente inteso."}, {"id": "pubmed23n0322_9657", "title": "[Bone marrow transplantation for severe aplastic anemia].", "score": 0.008695652173913044, "content": "Severe aplastic anemia is a hematological disease with a high mortality rate, for which bone marrow transplantation is the treatment of choice, specially in children and young adults. The number of transfusions undergone before the transplant is the most important factor to predict the possibility of graft failure. Twenty patients with severe aplastic anemia, most of them already multiple transfused, were transplanted utilizing cyclophosphamide combined with antilymphocyte globulin as a conditioning regiment. All the evaluable patients engrafted and there were no episodes of graft failure. Three patients died, and 17 (85%) are alive with hematopoietic recovery at a median of 27.7 months post-transplant. Bone marrow transplantation was an excellent therapeutic option in this series of patients with severe aplastic anemia and the conditioning regiment appeared to be sufficiently myeloablative and immunosuppressive to avoid early or late graft failure."}, {"id": "pubmed23n0932_1180", "title": "[La combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) nel trattamento del carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia: le notizie sulla mia morte sono state esagerate?]", "score": 0.008620689655172414, "content": "Riassunto. L'analisi è stata condotta al fine di valutare l'effetto sia sulla sopravvivenza globale (OS) sia sulla sopravvivenza libera da progressione di malattia (PFS) della chemioterapia di combinazione in prima linea per il carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia. La presente analisi è limitata agli studi randomizzati controllati (RCT) di fase III. Successivamente è stata applicata la European Society for Medical Oncology Magnitude of Clinical Benefit Scale (ESMO-MCBS) agli RCT di fase III analizzati per ricavare uno score relativo all'entità del beneficio clinico ottenuto per ciascun RCT. Sono state calcolate inoltre le differenze in termini di PFS tra i diversi bracci di trattamento rapportandole con i costi dei farmaci necessari per ottenere il beneficio di PFS. La nostra analisi ha valutato 11 RCT di fase III, per un totale di 4572 pazienti. Combinando i costi della terapia con la misura dell'efficacia espressa dalla PFS, è stato ottenuto un costo di 74,12 euro (€) per mese di vita guadagnato in termini di PFS con la combinazione di 5-fluorouracil, leucovorin, irinotecan e oxaliplatino (FOLFIRINOX), 90,14 € per la combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) e 4708,7 € per la combinazione di nab-paclitaxel e gemcitabina. Da questo punto di vista riteniamo che l'utilizzo delle \"vecche chemioterapie di combinazione\" (per es., GEMOX) non dovrebbe essere completamente abbandonato, ma valutato sul singolo paziente, sulla base di diversi fattori (età, ECOG PS, comorbilità, carico di malattia), al fine di ottenere una reale \"tailored therapy\"."}]}}}} {"correct_option": 3, "explanations": {"1": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "2": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "3": {"exist": true, "char_ranges": [[215, 549]], "word_ranges": [[35, 81]], "text": "c'è un segnale di allarme: non c'è polso arterioso e l'ustione è circonferenziale all'arto. Si tratta di un'emergenza che, se lasciata evolvere, compromette la vitalità dell'arto colpito e porta all'amputazione: è necessario eseguire un'escarotomia d'urgenza per alleviare la pressione del terzo spazio sul tronco vascolare arterioso."}, "4": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "5": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}}, "full_answer": "La domanda è complicata: si parla di un'ustione del 10% della superficie corporea e il trattamento di scelta per le ustioni di secondo grado inferiori al 20% della BSA dovrebbe essere topico e monitorato. Tuttavia, c'è un segnale di allarme: non c'è polso arterioso e l'ustione è circonferenziale all'arto. 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Si tratta di un'emergenza che, se lasciata evolvere, compromette la vitalità dell'arto colpito e porta all'amputazione: è necessario eseguire un'escarotomia d'urgenza per alleviare la pressione del terzo spazio sul tronco vascolare arterioso.", "full_question": "Un giovane uomo arriva al pronto soccorso con un'ustione da fiamma di secondo grado sul 10% della superficie corporea, che interessa il braccio destro con un esteso disegno circolare. Non c'è polso arterioso nella mano misurato con il Doppler. Qual è il trattamento di scelta?", "id": 270, "lang": "it", "options": {"1": "Cure occlusive con sulfadiazina-arginina e valutazione della profondità a una settimana.", "2": "Drenaggio linfatico e valutazione di un by-pass vascolare.", "3": "Incisioni per escarotomia o decompressione d'emergenza.", "4": "Gestione delle aspettative.", "5": "Amputazione dell'arto."}, "question_id_specific": 135, "type": "DERMATOLOGIA E CHIRURGIA PLASTICA", "year": 2015, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "pubmed23n0923_20493", "title": "Management della retinopatia diabetica e dell'edema maculare diabetico: linee guida \"Euretina 2017\".", "score": 0.009900990099009901, "content": "Si prevede che la malattia diabetica con tutte le sue complicanze avrà un forte aumento di incidenza con un grosso impatto socioeconomico nei prossimi decenni in tutto il mondo. Pertanto ben si comprende l'importanza di individuare attraverso una fine diagnostica quanto più precocemente la comparsa dei sintomi diabetici, migliorare lo stile di vita ed impostare cure efficienti. Riportiamo la serie di raccomandazioni EURETINA 2017, dei maggiori esperti in Europa per la gestione della malattia diabetica e delle complicanze della retina. Per combattere questa \"pestilenza\" occorre un team medico preparato. Il trattamento laser è stato considerato sino a non molto tempo fa il Gold standard della retinopatia diabetica e dell'edema diabetico (RD e EMD). Recenti studi hanno dimostrato, invece, che si possono raggiungere risultati migliori mediante l'iniezione diretta di farmaci nella cavità vitreale. In particolare è emerso terapia di prima linea, molecole in grado di inibire il fattore di crescita endoteliale vascolare (anti VEGF) mentre non è più raccomandata la fotocoagulazione laser per il trattamento del DME. Nell'ambito delle molecole farmacologiche gli steroidi hanno mantenuto un ruolo nella gestione del DME cronicamente persistente."}, {"id": "pubmed23n0087_1005", "title": "[Clinical usefulness of the Doppler-echocardiographic method for evaluating intracardiac shunts. Combined Doppler and hemodynamic study].", "score": 0.009900990099009901, "content": "The purpose of this study was to assess the accuracy of a quantitative two-dimensional Doppler echocardiographic method for estimating systemic and pulmonary blood flows in atrial and ventricular septal defects. Twenty-eight patients (mean age 22 +/- 14), with atrial septal defect (ADS) or ventricular septal defect (VSD) underwent Doppler-echocardiography and cardiac catheterization in order to assess pulmonary blood flow (QP), systemic blood flow (QS), the left to right shunt (SH) and the ratio of pulmonary to systemic flow (QP/QS ratio). Cardiac output was also determined by the oximetry method according to Fick principle. Pulmonary output assessed by Doppler was 7.9 +/- 0.61/min, by catheterization 9.0 +/- 3.9. Linear regression analysis showed a low correlation coefficient (r = 0.10; p = NS). Systemic output evaluated by Doppler resulted 4.6 +/- 1.4 l/m, while at catheterization 5.1 +/- 1.5 l/min (r = 0.25; p = NS). Doppler evaluation of left-to right shunt was 3.3 +/- 1.5 l/min, at catheterization 3.9 +/- 3.1 (r = 0.74; p less than 0.001). Doppler QP/QS ratio resulted 1.7 +/- 0.5, at catheterization 1.8 +/- 0.5 (r = 0.96; p less than 0.0010. The results showed that, in spite of the lack of correlation between the pulmonary and systemic outputs assessed by Doppler vs catheterization, QP/QS ratio, as well as SH, are useful noninvasive indexes in order to evaluate intracardiac shunts."}, {"id": "pubmed23n0999_17549", "title": "[Bevacizumab e altri farmaci. Attività e sicurezza degli agenti anti-VEGF nel carcinoma ovarico.]", "score": 0.00980392156862745, "content": "Riassunto. L'angiogenesi svolge un ruolo importante sia nei tessuti epiteliali normali sia in quelli maligni. Negli ultimi anni questo fenomeno è stato ampiamente studiato in oncologia sperimentale e clinica perché ci sono evidenze che sia coinvolto nella diffusione e nella diffusione metastatica del carcinoma ovarico. Il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (vascular endothelial growth factor - VEGF) è l'attore principale nel meccanismo di angiogenesi e svolge un ruolo strategico nella proliferazione e migrazione delle cellule neoplastiche, con un impatto significativo sulla sopravvivenza e sull'outcome clinico. Secondo quanto emerge da molti studi sperimentali e clinici, le nostre conoscenze sulla biologia dell'angiogenesi e del VEGF sono aumentate portando allo sviluppo farmacologico di specifici agenti in grado di targeting VEGF. Questo nuovo campo di indagine offre agli scienziati l'opportunità di testare nuove possibilità terapeutiche nei pazienti con carcinoma ovarico con nuovi agenti mirati. Il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF umanizzato, è stato il primo farmaco anti-VEGF scoperto ed è usato oggi per il trattamento di diversi tumori solidi. Negli ultimi anni questo agente è stato ampiamente testato nei pazienti con carcinoma ovarico, mostrando un'attività clinica interessante e un profilo di tossicità tollerabile sia nelle pazienti giovani sia in quelle anziane. Il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel e successivamente utilizzato come agente singolo, è indicato per il trattamento del carcinoma epiteliale dell'ovaio di stadio III o IV, tuba di Falloppio o carcinoma peritoneale primario dopo iniziale resezione chirurgica. Il bevacizumab è anche usato per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico epiteliale ricorrente e resistente al platino, delle tube di Falloppio o dal tumore peritoneale primario che hanno ricevuto non più di 2 regimi precedenti di chemioterapia. Inoltre, il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel o con carboplatino e gemcitabina (e usato come agente singolo), è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma epiteliale dell'ovario sensibile al platino, tuba di Falloppio o tumore peritoneale primario. Le linee guida più accreditate suggeriscono quando bevacizumab deve essere usato nel trattamento del carcinoma ovarico avanzato e ricorrente. Altri agenti anti-VEGF, come gli inibitori della tirosin-chinasi del recettore VEGF (VEGFR), sono stati ampiamente testati nel carcinoma ovarico e molti altri sono in corso di studi al fine di testare la loro attività e sicurezza rispetto a bevacizumab. Gli agenti anti-VEGF e gli inibitori di PARP svolgono oggi un ruolo strategico nel trattamento del cancro ovarico con agenti mirati in associazione con la chemioterapia e la chirurgia in un'ottica multidisciplinare e personalizzata."}, {"id": "pubmed23n0061_307", "title": "[Coronary angioplasty using last generation materials. Immediate results].", "score": 0.00980392156862745, "content": "To present immediate results of percutaneous transluminal coronary angioplasty (PTCA) with the use of last generation catheter devices. 74 patients underwent PTCA mean age 55 years the majority of them with disease of one vessel (92%) and good left ventricular function (88%). There was a total of 80 lesions treated, 26 type A and 54 type B according to the Task Force for Coronary Angioplasty of the American College of Cardiology--American Heart Association Classification. Results were analysed by separate observers: one clinical cardiologist (C), one cardiovascular surgeon (S) and two hemodynamicists (H1, H2). A significant fail in the degree of coronary obstruction was demonstrated post PTCA in the opinion of the observers: C = 83 +/- 10.7/9.0 +/- 14; S = 86 +/- 13.0/9.3 +/- 11; H1 = 88.6 +/- 7.0/8.5 +/- 12; H2 = 88.5 +/- 8.0/8.3 +/- 12 (P less than 0.001). Angiographic success was attained in 94.6% of the cases and the complication rate was low 2.7%. The high primary success and the low complication rates seen in this series can be attributed to the careful selection of cases and advanced performance of the catheterization devices that were used."}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.009708737864077669, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "pubmed23n0089_18630", "title": "[Contribution of two-dimensional echocardiography to the diagnosis of abnormalities of the left coronary artery originating in the trunk of the pulmonary artery].", "score": 0.009708737864077669, "content": "The abnormal origin of the left coronary artery from the trunk of the pulmonary artery is rarely encountered, difficult to diagnose and has a severe prognosis because of the major risk of sudden death. The authors report the case of a 63 year-old male patient, presenting this anomaly which creates a true left-to-right shunt with myocardial ischemia secondary to the steal of coronary blood toward the pulmonary artery. The diagnosis is evoked by bidimensional cardiac sonography, pulsated and color Doppler, which permit to confirm the left-to-right shunt while this is confirmed by coronary angiography. The treatment is essentially surgical."}, {"id": "pubmed23n0885_1888", "title": "[Assessment of a project for integrated management of care given to patients with type-2 diabetes in the Local Health Authority 21 of Legnago (Veneto Region, Northern Italy) in the period 2010-2012].", "score": 0.009615384615384616, "content": "OBIETTIVI: descrivere, nella ASL 21 di Legnago (VR), l'andamento di alcuni indicatori sanitari tra il 2009, anno precedente all'avvio di un progetto triennale per la gestione integrata dell'assistenza al paziente con diabete mellito di tipo 2, e il 2012, ultimo anno del progetto. DISEGNO: studio longitudinale trasversale ripetuto. SETTING E PARTECIPANTI: tutti i pazienti diabetici di tipo 2 della ASL 21, identificati nei database aziendali (in base a esenzioni per patologia, accessi al servizio diabetologico, consumo di farmaci antidiabetici e strisce per la determinazione della glicemia) e nelle cartelle cliniche dei medici di famiglia. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: numero di test diagnostici e di follow-up erogati, consumo di farmaci, prestazioni specialistiche, accessi al pronto soccorso, ricoveri e mortalità. RISULTATI: nonostante un calo generalizzato (-3,1%) nei test erogati dalla ASL 21 ai suoi assistititi nel periodo 2009-2012, l'analisi ha documentato un marcato aumento per gli esami previsti nella gestione del diabete, quali curve da carico glicemico (+104,3%), emoglobina glicata (+19,0%) e microalbuminuria (+296,1%). I soggetti identificati come diabetici sono aumentati da 8.084 nel 2009 (5,2%) a 9.221 nel 2012 (5,9%). Sono stati osservati aumenti nella prevalenza di pazienti visitati presso un servizio diabetologico (dal 22,6% al 39,0%), nonché negli utilizzatori di metformina (dal 28,0% al 37,5%), insuline (dal 13,5% al 18,3%) e incretine (dall'1,4% al 9,0%). Il consumo di sulfaniluree è, invece, calato (dal 49,9% al 40,8%), come anche l'erogazione di alcune prestazioni specialistiche, gli accessi al pronto soccorso e i ricoveri, mentre il tasso di mortalità è rimasto stabile (29,6 decessi x1.000/anno). CONCLUSIONE: durante il periodo di implementazione del progetto sembra essersi verificato un aumento della sensibilità diagnostica e una maggiore presa in carico del paziente diabetico. Anche se la natura osservazionale dello studio non consente di dimostrare una relazione causa-effetto, i risultati sembrano supportare l'ipotesi che la gestione integrata della patologia migliori l'appropriatezza dell'assistenza."}, {"id": "pubmed23n0491_20792", "title": "[Is the screening of asymptomatic carotid stenosis worthwhile?].", "score": 0.009615384615384616, "content": "Endarteriectomy may be of some benefit for those patients who have asymptomatic carotid stenosis above 80%. Duplex echography is a useful non-invasive diagnosis method, and the detection of asymptomatic carotid stenosis is questionable. Detection in the whole population seems inefficient since most stenosis are found in patients who experience other locations of atherosclerosis or who have several risk factors. The conditions where detection seems useful are the patients above 55 years with lower limb occlusive arterial disease or aortic aneurysm, and the subjects who have three of the four following conditions: age above 65 years, hypercholesterolemia, tobacco, and ischaemic cardiopathy."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009523809523809525, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0014_4345", "title": "[Aortocoronary bypass. 2. Long-term results evaluated in 318 survivors].", "score": 0.009523809523809525, "content": "Of the 318 patients surviving the first postoperative month 14 died secondarily, 5 were lost to follow-up, and 299 were therefore reviewed with a mean follow-up of 16.6 months (extremes of 2 and 42 months). The percentage of late infarcts was 5.9%. Complete disappearance of the angina occurred in 80.3% of patients. Persistant angina was commoner in females (p less than 0.05) and in patients with a lesion affecting all three trunks (p less than 0.05). On the other hand age, the clinical indications for bypass, the presence of an infarct preoperatively, and the development of an infarct immediately postoperatively did not affect the functional result. The cardio-thoracic ratio decreased significantly, from0.51 +/- 0.07 to 0.47 +/- 0.05 (p less than 0.001). 45 coronary arteriograms in a total of 63 grafts were analysed. 73% were patent after a follow-up period of 10.5 months. The patency rate was 88.6% when coronary arteriography was carried out systematically, and 63% (p less than 0.002) when it was indicated by persistant or recurrent angina. The actuarial survival curve in patients with 2 or 3 trunk involvement demonstrates clearly the superiority of surgical over medical treatment."}, {"id": "wiki20220301en187_33100", "title": "Bollettino della Vittoria", "score": 0.009478885893980233, "content": "A similar bulletin was never drafted for the air forces since they were part of the Aeronautical Service, a department destined to the Royal Italian Army aircraft: the Royal Air Force, the third armed force of the Kingdom of Italy, was established only in 1923, after the end of the war. Text Italian Comando Supremo, 4 Novembre 1918, ore 12 La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta. La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso ottobre ed alla quale prendevano parte cinquantuno divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una cecoslovacca ed un reggimento americano, contro settantatré divisioni austroungariche, è finita."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.009433962264150943, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0061_10397", "title": "[Surgical results in stage 2 arterial diseases].", "score": 0.009433962264150943, "content": "The results of surgical treatment of peripheral artery disease at the stage of intermittent claudication may now be assessed with a 40 year follow-up. In selected cases the 10 year patency rate of aortoiliac revascularisation is 90% and the 5 year patency rate of femoropopliteal revascularisation is 85%. When the indications are widened to include less favourable lesions giving rise to severe claudication, the patency rate falls to 60% at 5 years. These results should improve with better preoperative assessment by Doppler ultrasonography the use of new material and methods (endovascular) and stricter control of the revascularisation procedure by angioscopy in patients with severe effort ischaemia which is the principal surgical indication; the association of endovascular revascularisation procedures has increased the therapeutic indications and improved the functional result."}, {"id": "pubmed23n0966_6421", "title": "Frazione polifenolica del bergamotto per il trattamento della sindrome metabolica nella schizofrenia: uno studio pilota.", "score": 0.009345794392523364, "content": "Introduzione. La frazione polifenolica del bergamotto (BPF) ha dimostrato di possedere buona efficacia nel trattamento dei pazienti affetti da sindrome metabolica (SM) e pertanto potrebbe rappresentare una strategia promettente nel trattamento degli effetti collaterali indotti da antipsicotici di seconda generazione (SGA) in soggetti schizofrenici in trattamento con tali farmaci. Materiali e metodi. A 15 pazienti schizofrenici in trattamento stabilizzato con SGA e 15 soggetti di controllo non affetti da patologie psichiatriche, che presentavano valori ematici di colesterolo totale compresi tra 200 e 239 mg/dl, è stato somministrato un integratore contenente BPF (1000 mg) per un periodo di 60 giorni. A tutti i soggetti all'inizio e alla fine del trattamento sono state eseguite la misurazione dell'indice di massa corporea (BMI) e una serie di esami ematochimici per la valutazione degli aspetti metabolici (colesterolo totale, LDL, HDL, trigliceridi, glicemia). Risultati. In entrambi i gruppi si è evidenziata una riduzione significativa del BMI (BMI T0 vs Tfinale (media±DS)= schizofrenici: 34,5±5,7 vs 33,9±5,4, p=,041; controlli: 28,1±4,5 vs 27,3±4,1, p=,016 - BMIcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= -0,59±0.7 vs -0,72±0,8, p=,378); colesterolo totale e LDL risultano invece essere diminuiti esclusivamente nel gruppo di controllo (colesterolo totalecambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 8,2±31,5 vs -35,1±31,1, p=,003; LDLcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 14,1±29,4 vs -9±38,9, p=,014). Discussione. La differenza di efficacia dei BPF sulla dislipidemia tra i soggetti schizofrenici e il gruppo di controllo potrebbe essere spiegata dai diversi meccanismi patogenetici che sono alla base delle alterazioni metaboliche nei soggetti in trattamento con SGA e nei pazienti che non assumono questa classe di farmaci. Conclusioni. Ulteriori studi si rendono necessari al fine di valutare in questa categoria di soggetti i possibili effetti sulla dislipidemia di dosi maggiori di BPF."}, {"id": "pubmed23n0570_17167", "title": "[Prevalence of carotid artery disease in an ischemic stroke population: role of Doppler ultrasonography].", "score": 0.009345794392523364, "content": "Atherosclerotic carotid disease represents approximately 20% of the causes of ischemic stroke. Effective treatment options, such as endovascular or surgical revascularization procedures, are available. Doppler Ultrasound (DUS) is a non-invasive, inexpensive, routine exam used to evaluate the presence of internal carotid artery (ICA) stenosis. We retrospectively analysed the prevalence of severe atherosclerotic carotid disease in a population of patients with acute ischemic stroke/transitory ischemic attacks (TIAs), and the role of DUS in the detection of ICA stenosis and treatment decisions in these patients. A total of 318 patients with ischemic stroke or TIAs was admitted to our stroke unit, and 260 patients were studied by DUS. ICA stenosis was evaluated by DUS according to peak systolic velocity. All DUS exams were performed by the same operator. ICA stenosis was further assessed in 43 patients by digital subtraction angiography (DSA) using NASCET criteria. Of the total 318 patients, 260 (82%) had DUS evaluation. Of the total 520 ICAs studied by DUS, degrees of ICA stenosis were: 0-29% n= 438 (84%); 30-49% n= 8 (2%); 50-69% n= 27 (5%); 70-89% n= 15 (3%); 90-99% n= 20 (4%); oclusão n= 14 (2%). Of the total 260 patients studied, 43 (16.5%) underwent DSA. Sensibility and specificity of DUS in the diagnosis of carotid stenosis over 70% were, respectively, 91% e 84%. Of the total 31 patients with significant carotid stenosis (70-99%), 23 (74%) underwent subsequent carotid revascularization procedures. DUS is an important screening test in our stroke unit, justifying its use as a routine exam for all patients with ischemic stroke/TIAs. Moreover, our results show the relevance of severe carotid disease in a population with acute ischemic stroke/TIAs (16.5%), with a total of 9% of patients being submitted to carotid revascularization procedures."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.009259259259259259, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0260_18236", "title": "[Symptomatic and asymptomatic myocardial ischemia before and after percutaneous transluminal coronary angioplasty].", "score": 0.009259259259259259, "content": "The aim of the present study was to prove the effect of successful percutaneous transluminal coronary angioplasty (PTCA) on the occurrence of symptomatic and silent myocardial ischemia recorded during 24-h ECG, considering the number of diseased coronary arteries, a history of myocardial infarction, and the interval between myocardial infarction and PTCA. Before PTCA, 28 of 56 patients (50%) had ischemic ST-segment alterations, 3-8 days thereafter, there were only 13 patients (23%) with signs of myocardial ischemia (p < 0.01). The number of episodes of ischemia (IE) was reduced 44% (p < 0.05), their duration (ID) 51% (p < 0.01). In symptomatic patients, the decrease was 67% (p < 0.05) and 83% (p < 0.05), in patients with silent myocardial ischemia 20% (n.s.) and 29% (n.s.). Patients with one-vessel disease exhibited a 73% reduction of IE (p < 0.01) and a 85% reduction of ID (p < 0.01). In patients with two-vessel disease, the decrease was 47% (p < 0.05) and 26% (p < 0.05), whereas in those with three-vessel disease, there was no significant change. Patients without stenosis (< 50%) after PTCA had--irrespective of primary findings--a decrease of IE of 78% (p < 0.05) and of ID of 85% (p < 0.05), while patients with persisting coronary artery stenosis exhibited no significant decrease (20% and 35%, n.s.). In patients without history of myocardial infarction, the reduction of IE was 79% (p < 0.01) and that of ID 85% (p < 0.05); in patients with recent myocardial infarction (< 3 months) the decrease was 59% (p < 0.05) and 70% (p < 0.05).(ABSTRACT TRUNCATED AT 250 WORDS)"}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.009174311926605505, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n0381_3951", "title": "[The classification of coronary lesion from Society for Cardiac Angiography and Intervention predicts better results of coronary angioplasty than the one from American College of Cardiology/American Heart Association Coronary Disease].", "score": 0.009174311926605505, "content": "The classification of coronary lesion complexity, using the American College of Cardiology/American Heart Association (ACC/AHA) is a predictor of balloon angioplasty success. Stents have improved results even in complex lesions. To compare the ACC/AHA and the new Society for Cardiac Angiography (SCA&I) coronary lesion scores as predictors of angioplasty success. Ali consecutive angioplasty procedures (n = 346, 456 lesions, 47% stents) were prospectively analyzed from August 1996 to March 1999. Coronary lesions were classified using the ACC/AHA and SCA&I scores. Angiographic success was assessed and its multivariate predictors determined with logistic regression analysis. According to the ACC/AHA score, angiographic success was 97, 92.7, 93.3, and 82.3% in A, Bl, B2 and C lesions respectively (p = 0.013). There only were significant differences in success between C and A, Bl or B2 lesions. According to the SCA&I score success was achieved in 97.3, 97.9, 75.8 and 33.3% in nonCP, CP, nonCO and CO lesions respectively (P < 0.001). With the SCA&I score statistically significant differences in angiographic success were found for all lesion score comparisons, except between nonCP and CP lesions. No other variables had predictive value for angiographic success. Coronary angioplasty angiographic success is better predicted by the new SCA&l lesion score than with the ACC/AHA lesion classification in a group of patients with frequent use of stents."}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.00909090909090909, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n0117_13024", "title": "[Dobutamine in vascular surgery].", "score": 0.00909090909090909, "content": "The hemodynamic parameters of 12 patients operated on not a coronary vascular disease have been controlled by means of not invasive technic. The aortic output was measured by means of an oesophageal probe that associates echography and Doppler effect. A double blinded study was done by dividing the patients into two groups. The group 1 was subjected to a perfusion of dobutamine and the group 2 to a perfusion of a placebo during the operation. The group 1 showed a mean aortic output similar-level than before anesthesia one (3.40 +/- 0.61 l/min; 3.35 +/- 0.5 l/min) and 37% greater than group 2 (p less than 0.01), during operation period. The average systolic volume of group 1 was nearly similar at the initial one (46.5 +/- 12.92 ml; 40.8 +/- 8.2 ml) and 35% higher than group 2 (p less than 0.01). The cardiac frequency was higher (average 14 beats per minute) in the group 1 (p less than 0.01). The total systemic vascular resistance of group 1 were maintained in equilibrium and did not show any significative change. In opposition, group 2 showed a 207% increase in their vascular resistance, in relation to the initial values (p less than 0.01). These values were significatively higher that those of the group 1 (p less than 0.00). Mean diuresis was of 144 +/- 41.5 ml/h for group 1 and 43.6 +/- 10.9 ml/h for group 2 (p less than 0.001). In group 2 the H+ concentration increased from 33 to 39 nmol/l (p less than 0.01) and it was higher (p less than 0.01) than group 1.(ABSTRACT TRUNCATED AT 250 WORDS)"}, {"id": "pubmed23n0999_17562", "title": "Emozioni, comportamenti e relazioni: uno studio caso-controllo sul self-cutting in adolescenza.", "score": 0.009009009009009009, "content": "Scopo. Lo scopo del presente studio caso-controllo è di approfondire i correlati psicopatologici e alcuni tratti psicologici come alessitimia e impulsività inerenti al self-cutting. È stato anche approfondito il tema dell'ideazione suicidaria nei soggetti con tale forma di autolesionismo. Metodi. Lo studio caso-controllo ha coinvolto 55 pazienti con self-cutting non suicidario, di età compresa tra i 12 e i 18 anni, e un gruppo di controllo composto da 277 adolescenti di età compresa tra i 13 e i 19 anni. La batteria testale utilizzata è stata composta da YSR 11-18 anni, CBCL 6-18 anni, SCL-90-R, TAS-20, CDI e BIS-11. Risultati. Dalle analisi effettuate sono emerse differenze statisticamente significative tra casi e controlli in relazione alla maggioranza delle scale psicopatologiche considerate. È risultata una differenza significativa tra i due gruppi anche in merito all'ideazione suicidaria. Infine, tra i self-cutter si sono evidenziate differenze significative di alcune variabili psico-relazionali (alessitimia e competenze sociale) in relazione alla frequenza di attuazione dell'atto autolesivo. Conclusioni. Il self-cutting correla con un'ampia varietà di quadri psichiatrici, senza presentare legami specifici con una particolare categoria psicopatologica. Gli elementi di alessitimia, impulsività e difficoltà relazionali degli adolescenti self-cutter dicono di come la programmazione di interventi di prevenzione primaria e secondaria dovrebbero mirare alla psico-educazione all'affettività, all'autocontrollo e ai social skill. Nello specifico, i nostri dati suggeriscono che la focalizzazione dell'intervento, in termini di lavoro sull'emotività piuttosto che sulla socializzazione, dovrebbe tener conto della frequenza degli agiti. Nella gestione clinica di questi pazienti non va esclusa a priori la possibilità di passaggio all'atto suicidario, con relative attenzioni anamnestico-cliniche da avere sia al momento della valutazione diagnostica sia lungo il follow-up della presa in carico."}, {"id": "pubmed23n0090_12350", "title": "[Non-invasive monitoring of cardiac output with Doppler in aortoiliac surgery. Preliminary study].", "score": 0.009009009009009009, "content": "The experience about 18 patients subjected to aortoiliac surgery is exposed. The cardiac flow was bloodless monitorized by means of an apparatus, based in Doppler effect, which proved its accuracy and usefulness. Authors considers necessary to monitorize the cardiac flow in this sort of surgery, and this bloodless method has showed its validity and simplicity."}, {"id": "pubmed23n1029_21332", "title": "Esperienze di switch a cariprazina in pazienti schizofrenici con comparsa di effetti collaterali/comorbilità mediche.", "score": 0.008928571428571428, "content": "La schizofrenia è un disturbo psichiatrico grave e cronico con un background genetico e neurobiologico eterogeneo che influenza lo sviluppo precoce del cervello, ed è espressa come una combinazione di sintomi psicotici - come allucinazioni, deliri e disorganizzazione - e di sintomi negativi e cognitivi. Il trattamento dei pazienti con schizofrenia prevede l'utilizzo di antipsicotici, in accordo con i recenti dati di letteratura. Sulla base del meccanismo d'azione, gli antipsicotici vengono suddivisi in tipici (o \"di prima generazione\") e atipici (o \"di seconda generazione\"). Differiscono, anche, per la manifestazione di effetti collaterali, dovuti alla diversa affinità recettoriale caratteristica del singolo principio attivo. In questo caso clinico, presentiamo un giovane paziente di 24 anni con diagnosi di schizofrenia trattato prima con olanzapina e poi con risperidone, che ha manifestato significativi effetti collaterali di tipo metabolico e sessuali. La strategia terapeutica utilizzata è stata lo switch a un antipsicotico di terza generazione, cariprazina, con risoluzione delle collateralità e una migliore gestione dei sintomi negativi riportati. In conclusione, il modello di trattamento personalizzato sulla base delle condizioni cliniche e delle esigenze del paziente rappresenta l'approccio maggiormente adeguato nella gestione di ogni singolo caso."}, {"id": "pubmed23n0084_9679", "title": "[Influence of left ventricular hypertrophy on its function in essential arterial hypertension. Analysis by Doppler echocardiography].", "score": 0.008928571428571428, "content": "In order to evaluate the influence of left ventricular hypertrophy (LVH) on the function of this ventricle, twenty patients with essential arterial hypertension (EAH) were studied using Doppler echocardiography. Patients with diastolic blood pressure greater than 91 mmHg were included. Antihypertensive treatment was stopped 2 weeks before the study. None of them had any concomitant coronary artery disease nor kidney involvement. Left ventricular diameters, left ventricular mass (LVM), stroke volume, fractional shortening, mean velocity of circumferential shortening (Vcfr), mean velocity of circumferential relaxation, mean velocity of aortic flow and mean E and A velocities of mitral flow as well as the ratio of these velocities (E/A) were measured or calculated. With those values from the entire group, arithmetic means were calculated and the population was divided into two groups: those with values greater than the mean and those with values below the mean for each variable for comparative purposes. The relationship of the individual values was also calculated. The interventricular septum thickness and the left ventricular end diastolic diameter were proportional with diastolic blood pressure (p less than 0.05). The LVM values shown an inverse relationship to the fractional shortening (p less than 0.01), Vcfr (p less than 0.05) as well as end diastolic diameter of left ventricle (r = -0.889, p less than 0.01) and with the stroke volume (r = -0.861, p less than 0.01). The E/A ratio was proportional to the fractional shortening (p less than 0.05) and to Vcfr (r = 0.903). The A velocity of the mitral Doppler flow showed an inverse proportion to the Vcfr (p less than 0.05).(ABSTRACT TRUNCATED AT 250 WORDS)"}, {"id": "wiki20220301en500_33045", "title": "Orazio Tedone", "score": 0.008914036132618621, "content": "Selected works \"Sul moto di un fluido contenuto in un involucro ellissoidico solido.\" Il Nuovo Cimento (1877–1894) 33, no. 1 (1893): 160–179. Sulla linea elastica (1894). \"Il moto di un ellissoide fluido secondo l'ipotesi di Dirichlet.\" Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa-Classe di Scienze 7 (1895): 1–4. Sulla integrazione dell'equazione ... (1898). Sul sistema generale delle equazioni (1898). Sulla teoria degli spazi a curvatura costante (1899). Sull'equazione dell'elasticità in coordinate curvilinee (1899). Sulle equazioni delle vibrazioni dei corpi elastici (1900). \"Sulle formole che rappresentano lo spostamento di un punto di un corpo elastico in equilibrio.\" Il Nuovo Cimento (1895–1900) 11, no. 1 (1900): 161–172. \"Saggio di una teoria generale delle equazioni dell'equilibrio elastico per un corpo isotropo.\" Annali di Matematica Pura ed Applicata (1898–1922) 10, no. 1 (1904): 13–64"}, {"id": "pubmed23n0910_9460", "title": "[Il ruolo di niraparib nel trattamento del carcinoma ovarico: attualità e prospettive.]", "score": 0.008849557522123894, "content": "Riassunto. I PARP inibitori interferiscono con la riparazione del danno nella singola elica del DNA determinando una progressione del difetto nella doppia elica. In circa il 50% delle pazienti con carcinoma dell'ovaio sieroso di alto grado sono presenti difetti nei meccanismi di ricombinazione omologa, deputati alla riparazione del danno della doppia elica del DNA. L'incapacità di riparare il danno si traduce nella morte cellulare, un processo definito \"letalità sintetica\". Nella famiglia dei PARP inibitori il niraparib è stato il primo a essere approvato dalla FDA nel trattamento delle pazienti con carcinoma ovarico ricorrente indipendentemente dalla presenza o assenza di mutazioni BRCA. Questo risultato è stato raggiunto grazie ai dati emersi dal trial di fase III ENGOT-OV16/NOVA, favorevoli in termini di prolungamento della sopravvivenza libera da progressione e associati a un buon profilo di tossicità. Ulteriori trial clinici sono in corso per valutare ulteriori indicazioni all'impiego di niraparib nel trattamento del carcinoma ovarico."}, {"id": "pubmed23n0259_6196", "title": "[Comparative study of transthoracic Doppler echocardiogram, computed tomography and aortography in the diagnosis of thoracic aortic dissection].", "score": 0.008849557522123894, "content": "Comparative and prospective evaluation of three methods (transthoracic echo-Doppler (TTE), computerized tomography (CT) and aortography (AORT) utilized for aortic dissection diagnosis. The 39 patients with confirmed aortic dissection (surgery or autopsy) underwent, within a few hours of each other, all three methods scrutinized. There were 19 cases of type A and 20 of type B dissection. In type A dissection the methods were equivalent (TTE = 73.7%, CT = 84.2%, AORT = 73.7% p = NS) but for type B, TTE was significantly inferior to the other two methods (TTE = 60%, TC 90%, AORT = 80%, p < 0.05 for TTE, for TC and AORT p = NS). In three occasions, even though all three methods were performed, the diagnosis was not obtained. The methods which were evaluated make the diagnosis in the majority of cases. In type A all methods are similar, however, in type B, TC and AORT are superior to TTE. Even performing all three methods in each patient, in three instances the diagnosis was not made."}, {"id": "pubmed23n1059_7363", "title": "Contributi scientifici in memoria di Antonio Fusco.", "score": 0.008771929824561403, "content": "Come si leggerà nell'Introduzione della sezione propriamente scientifica del Volume, il presente testo nasce dalla volontà e, soprattutto, dall'esigenza culturale di omaggiare il fu Prof. Antonio Fusco. Un debito scientifico ed umano che trova il suo locus naturale in questa prima parte del testo stesso, cui farà poi seguito la parte propriamente scientifica. In siffatta parentesi dovuta per le ragioni appena menzionate, il lettore, l'amico o l'allievo dell'opera del Prof. Fusco potranno trovare un suo sintetico Curriculum Vitae, correlato da una specifica ed accurata prosa, svolta dal già Magnifico Rettore Carlo Cipolli; il quale, oltre che evidenziare, ricordando, i meriti del collega oramai scomparso, aggiunge alsuo scritto un elemento che sarebbe imprescindibile a non trasformare lo stesso in una mera sequenza di parole: l'amicizia e l'affetto per un amico che, oramai, non c'è più. A fine lettura, evidente risuonerà il fatto che la vita di ognuno, se mossa dalla passione per ciò per cui si è predisposti cognitivamente e psicologicamente, può essere ricca di riconoscimenti, riconoscenze e soddisfazioni che, lungi dal divenire un cuscino di allori su cui adagiarsi, per una mente creativa come quella del Prof. Fusco hanno funto solo da motivazioni ad agire instancabilmente guardando sempre al futuro. Il lavoro di una vita che, materialmente, è sancito da un supporto poco più di cm 25x15: una targa. Una materialità evidente che, con grande commozione e riconoscenza, è stata affissa il 25 ottobre 2019 sull'aula fronte l'Aula Magna del Campus \"La Folcara\", a testimonianza che quello spirito creativo in continua evoluzione non si ferma; non si arresta neppure con la fine biologica di chi lo ha \"posseduto\". Rimangono le opere ed il pensiero del Prof. Fusco e restano gli affetti. A tal proposito, il lettore troverà una breve e sentita sezione su Testimonianze; coloro i quali hanno avuto modo, nell'arco della vita accademica ed umana, personale, di Fusco di conoscerlo. Ecco, allora, che i ricordi saranno i veri protagonisti di questa parentesi. Dopo di ciò, prima dei contributi prettamente scientifici dei lavori, tenutisi in occasione del Convegno Internazionale Psicologia, Arte, Letteratura. Antiche e Nuove Tendenze, seguiranno i saluti delle autorità che in quei due giorni si sono succedute a rappresentare non solo l'istituzione affiliata, ma anche la relazione di stima e di affetto che le legava al compianto Professore. Si passerà, infine, al volume tradizionalmente inteso."}, {"id": "pubmed23n0098_8518", "title": "[Pulsed Doppler in children operated on for aortic coarctation: reliability in the evaluation of minor residual lesions].", "score": 0.008771929824561403, "content": "The usual non invasive diagnostic methods may not be able to estimate a mild residual gradient in infants treated for Coarctation of the Aorta (CA) so we tried to determine whether Pulsed Doppler (PD) may be useful in these cases. We studied 16 children (Group A) treated for CA, clinically considered as good operative results (arm to leg gradient less than or equal to 10 mmHg) and admitted for cardiac catheterization to study associated cardiac defects. Ten children with congenital heart disease different from CA were studied as a control (Group B). Percutaneous left cardiac catheterization was performed in all children with pull-back recording of the aortic pressure across aortoplasty before angiography. PD study was performed with an ATL Mark 600 and a 3 MHz transducer positioned in the suprasternal notch. The sample volume was moved into the descending aorta in order to obtain peak flow velocity (PFV) and estimate systolic gradient (DEG). Cardiac catheterization gradients (CCG) ranged from 0 to 20 mmHg (3.9 +/- 6.3 mmHg) in Group A while no gradient was recorded at the Isthmus in Group B. In Group A the frequency shift changed just below the aortoplasty; PFV and DEG ranged respectively from 1 to 2.3 m/s (1.6 +/- 0.3 m/s) and from 4 to 22 mmHg (10 +/- 4.8 mmHg). In Group B the descending aorta PFV ranged from 0.8 +/- 1.3 m/s (1 +/- 0.2 m/s). PFV in Group A was higher than in Group B (p less than 0.001). CCG were plotted against DEG; the linear regression gave a satisfactory coefficient of correlation (R = 0.93 and p less than 0.001).(ABSTRACT TRUNCATED AT 250 WORDS)"}, {"id": "pubmed23n0885_1883", "title": "[Ecological study on the mortality of residents in Manfredonia (Apulia Region, Southern Italy) from 1970 to 2013].", "score": 0.008695652173913044, "content": "OBIETTIVI: valutare lo stato di salute della popolazione residente nel comune di Manfredonia dal 1970 al 2013. DISEGNO: analisi descrittiva dell'andamento temporale della mortalità generale, per gruppi di cause, dal 1970 al 2013. SETTING E PARTECIPANTI: i dati di mortalità e le popolazioni residenti sono di fonte Istat. Sono state esaminate 55 cause di decesso. Le analisi sono disaggregate per sesso e periodo. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: sono stati elaborati i rapporti standardizzati di mortalità (SMR%), con i rispettivi intervalli di confidenza al 90% (IC90%), e i tassi di mortalità standardizzati col metodo diretto (TSD ). RISULTATI: lo stato di salute misurato dal tasso di mortalità per tutte le cause migliora nel tempo: i TSD passano da 92 x10.000 negli anni 1970-1974 a 52 x10.000 nel biennio 2012-2013 negli uomini, da 70 x10.000 a 39 x10.000 nelle donne. Tuttavia, rispetto alla media regionale Manfredonia perde progressivamente il suo vantaggio, passando da -20% a -10% negli uomini, e da -20% a +1,5% nelle donne. Questo andamento è molto evidente per il complesso delle cause cardiovascolari, mentre i tumori maligni sono in generale nella media regionale. Nell'ultimo periodo disponibile per causa di decesso (2006-2011), la mortalità per infarto miocardico è stata più alta della media regionale (uomini: +35%; donne: +54%). I rapporti standardizzati di mortalità (SMR) mostrano tra gli uomini valori in crescita, in particolar modo rispetto al riferimento provinciale, con un eccesso a cominciare dal periodo 2006-2011 (22 decessi/anno e 19 attesi; SMR%: 117,2; IC90% 101,1-135,2; riferimento: provincia di Foggia). Anche tra le donne gli SMR% superano i riferimenti provinciali negli ultimi periodi esaminati (nel 2012-2013: 7 decessi/ anno e 4,2 attesi; SMR%: 116,4; IC90% 97,0-260,7; riferimento: provincia di Foggia). CONCLUSIONI: la mortalità a Manfredonia è diminuita in misura minore rispetto a quella osservata nei riferimenti provinciali e regionali. Il vantaggio che si osservava negli anni Sessanta si è, infatti, ridotto nel tempo, fino ad annullarsi negli ultimi anni. Dal 1970, Manfredonia ha progressivamente perso il vantaggio che aveva. Dagli anni Duemila, la mortalità per infarto del miocardio è in eccesso sulla media regionale e provinciale. Da casi documentati in letteratura si osserva che le popolazioni che sperimentano catastrofi di origine naturale o antropica possono fronteggiare un aumento di patologie cardiovascolari. La mortalità per tumore polmonare mostra un eccesso sulla media regionale, in particolare provinciale, a cominciare dal 2000, coerentemente con i tempi di latenza legati all'esposizione ad arsenico negli anni Settanta."}, {"id": "pubmed23n0314_6683", "title": "[Myocardial revascularization with one and two mammary arteries: clinical results and long-term follow-up].", "score": 0.008695652173913044, "content": "Coronary bypass grafts made with internal mammary artery have better long-term results than those made with saphenous vein. It is possible that the use of both mammary arteries would lead to even better results. To compare the long-term survival and the incidence of new coronary events of patients, in whom one or two mammary arteries were used as coronary bypass grafts. One hundred and eight randomly selected patients who received one mammary artery for myocardial revascularization and 108 patients, matched for prognostic factors, who received two mammary arteries were studied. These patients were followed for a mean of 4 years (range 1 to 12 years). Operative complications, hospital mortality and long-term probability of being free of disease were compared in both groups. Operative mortality was similar in both groups (0.9%). Patients that received two mammary arteries had a higher frequency of operative wound complications. Long-term survival was 84% in patients who received one and 83% in patients who received two mammary arteries. The probabilities of being free of myocardial infarction (92 and 82% respectively) and angina (94 and 86% respectively) were lower in the later group. Patients who received two mammary arteries had a higher probability of a long term disease free survival than patients who received one mammary artery."}]}}}} {"correct_option": 1, "explanations": {"1": {"exist": true, "char_ranges": [[0, 382]], "word_ranges": [[0, 55]], "text": "La FiO2 di 1 e l'iperventilazione con ventilazione meccanica, dimostrata da una bassa PCO2, non riescono a innalzare sufficientemente la PO2, a causa di un disturbo V/Q, con probabile shunt nell'area dell'atelettasia polmonare, probabilmente acuta, poiché il polmone non è stato in grado di creare meccanismi compensatori per limitare la perfusione nelle aree scarsamente ventilate."}, "2": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "3": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "4": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "5": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}}, "full_answer": "La FiO2 di 1 e l'iperventilazione con ventilazione meccanica, dimostrata da una bassa PCO2, non riescono a innalzare sufficientemente la PO2, a causa di un disturbo V/Q, con probabile shunt nell'area dell'atelettasia polmonare, probabilmente acuta, poiché il polmone non è stato in grado di creare meccanismi compensatori per limitare la perfusione nelle aree scarsamente ventilate.", "full_answer_no_ref": "La FiO2 di 1 e l'iperventilazione con ventilazione meccanica, dimostrata da una bassa PCO2, non riescono a innalzare sufficientemente la PO2, a causa di un disturbo V/Q, con probabile shunt nell'area dell'atelettasia polmonare, probabilmente acuta, poiché il polmone non è stato in grado di creare meccanismi compensatori per limitare la perfusione nelle aree scarsamente ventilate.", "full_question": "Durante il servizio di guardia al Pronto Soccorso del vostro ospedale, dovete assistere un paziente di 64 anni con insufficienza respiratoria acuta. Le sue condizioni cliniche erano critiche, con bassa saturazione di ossigeno e instabilità emodinamica. Una radiografia del torace urgente ha mostrato un'atelettasia di 2/3 del polmone destro. Sono state eseguite l'intubazione orotracheale e la ventilazione assistita, con una Fi02 pari a 1,0. La successiva emogasanalisi arteriosa ha mostrato pH 7,23, Pa02 60 mmHg e PaC02 30 mmHg. Qual è la causa dell'ipossiemia?", "id": 368, "lang": "it", "options": {"1": "Cortocircuito.", "2": "Ipoventilazione.", "3": "Bassa pressione inspirata 02.", "4": "Malattie neuromuscolari.", "5": null}, "question_id_specific": 121, "type": "PNEUMOLOGIA E CHIRURGIA TORACICA", "year": 2016, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "pubmed23n0885_1888", "title": "[Assessment of a project for integrated management of care given to patients with type-2 diabetes in the Local Health Authority 21 of Legnago (Veneto Region, Northern Italy) in the period 2010-2012].", "score": 0.009900990099009901, "content": "OBIETTIVI: descrivere, nella ASL 21 di Legnago (VR), l'andamento di alcuni indicatori sanitari tra il 2009, anno precedente all'avvio di un progetto triennale per la gestione integrata dell'assistenza al paziente con diabete mellito di tipo 2, e il 2012, ultimo anno del progetto. DISEGNO: studio longitudinale trasversale ripetuto. SETTING E PARTECIPANTI: tutti i pazienti diabetici di tipo 2 della ASL 21, identificati nei database aziendali (in base a esenzioni per patologia, accessi al servizio diabetologico, consumo di farmaci antidiabetici e strisce per la determinazione della glicemia) e nelle cartelle cliniche dei medici di famiglia. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: numero di test diagnostici e di follow-up erogati, consumo di farmaci, prestazioni specialistiche, accessi al pronto soccorso, ricoveri e mortalità. RISULTATI: nonostante un calo generalizzato (-3,1%) nei test erogati dalla ASL 21 ai suoi assistititi nel periodo 2009-2012, l'analisi ha documentato un marcato aumento per gli esami previsti nella gestione del diabete, quali curve da carico glicemico (+104,3%), emoglobina glicata (+19,0%) e microalbuminuria (+296,1%). I soggetti identificati come diabetici sono aumentati da 8.084 nel 2009 (5,2%) a 9.221 nel 2012 (5,9%). Sono stati osservati aumenti nella prevalenza di pazienti visitati presso un servizio diabetologico (dal 22,6% al 39,0%), nonché negli utilizzatori di metformina (dal 28,0% al 37,5%), insuline (dal 13,5% al 18,3%) e incretine (dall'1,4% al 9,0%). Il consumo di sulfaniluree è, invece, calato (dal 49,9% al 40,8%), come anche l'erogazione di alcune prestazioni specialistiche, gli accessi al pronto soccorso e i ricoveri, mentre il tasso di mortalità è rimasto stabile (29,6 decessi x1.000/anno). CONCLUSIONE: durante il periodo di implementazione del progetto sembra essersi verificato un aumento della sensibilità diagnostica e una maggiore presa in carico del paziente diabetico. Anche se la natura osservazionale dello studio non consente di dimostrare una relazione causa-effetto, i risultati sembrano supportare l'ipotesi che la gestione integrata della patologia migliori l'appropriatezza dell'assistenza."}, {"id": "pubmed23n0013_7428", "title": "[Optimal positive and expiratory pressure in adult respiratory distress syndrome (author's transl)].", "score": 0.009900990099009901, "content": "We defined a new optimal positive end expiratory pressure (PEEP) in the adult respiratory distress syndrome (ARDS). The optimal PEEP is the one which allows to obtain a PaO2 greater than or equal to 400 mmHg and/or an intrapulmonary shunt less than or equal to 15 p. cent, the cardiac output being held constant. 14 cases of ARDS have been treated by this method with encouraging results. The earlier optimal PEEP was applied, the more effective it was."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.00980392156862745, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0321_7528", "title": "[Evaluation of hemodynamic and respiratory variables in patients with acute respiratory distress syndrome in two ventilatory modes].", "score": 0.00980392156862745, "content": "The aim of the present study was to evaluate the hemodynamic and respiratory variations in patients with acute respiratory distress syndrome (ARDS) under two conditions: volume controlled ventilation (VCV) and pressure controlled inverse ratio ventilation (PCIRV). Seventeen patients with ARDS and the following criteria were included: lung injury score > 2.5 and peak inspiratory pressure > or = 40 cm H2O under VCV, constant flow and I/E ratio of 1/2. Measurements were obtained in VCV and after one hour in PCIRV with I/E ratio 2/1 using a similar PEEP value than VCV. PCIRV was accompanied by a significant lower tidal volume (736.10 +/- 119.20 vs 540.35 +/- 84.66 p < 0.001), peak inspiratory pressure (43.60 +/- 5.50 vs 26.26 +/- 3.47 p < 0.0001) and plateau pressure (37.64 +/- 3.70 vs 25.30 +/- 3.50 p < 0.001) and a significant higher: respiratory frequency (17.70 +/- 2.10 vs 20.94 +/- 3.38 p < 0.002), mean airway pressure (16.20 +/- 3.00 vs 19.41 +/- 2.80 p < 0.003) and static compliance (25.84 +/- 5.42 vs 35.18 +/- 9.39 p < 0.002). Similar values in the hemodynamic and oxygenation variables were observed between both groups. Our results show that PCIRV allow to ventilate patients with lower peak inspiratory and plateau pressures without significant changes in hemodynamic and oxygenation parameters. The conventional tidal volumes are excessive for lungs with SDRA, which is shown with the improvement in the static compliance and the airway pressures in PCIRV. PCIRV mode at the same PEEPt level as VCV, with normal I/E ratio does not improve the oxygenation, despite the higher level of the mean airway pressure."}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.009708737864077669, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n0506_11817", "title": "[A comparison of the continuous positive airway pressures produced by two systems].", "score": 0.009708737864077669, "content": "To compare the generation of continuous positive airway pressure using a hand-made device (underwater seal) or a ventilator (Inter 3). Two positive airway pressure generation systems were compared through laboratory simulations. Measurements were not considered if the mechanical ventilator required calibration or in the presence of gas flow variation (flowmeter sphere oscillation). Recordings were assessed in terms of the capacity to produce the desired pressure (3, 5 and 6 cmH2O) when submitted to three different flow values (8, 10 and 12 l/min). For that end, Student's t test for paired samples and the nonparametric Man-Whitney test for independent samples were employed. We verified that the systems behave in different manners under the same conditions of flow and positive end expiratory pressure. For the mechanical ventilator, the mean pressure behavior under continuous positive airway pressure at 3 cmH2O with flows of 8, 10 and 12 l/min were 2.26+/-0.41, 2.22+/-0.37, 2.04+/-0.41, respectively; under positive end-expiratory pressure at 5 cmH2O we found 3.96+/-0.41, 3.87+/-0.43 and 3.75+/-0.52; and under positive end-expiratory pressure at 6 cmH2O the values recorded were 4.94+/-0.40, 4.85+/-0.41 and 4.72+/-0.37. For the underwater seal, the mean pressure behavior under continuous positive airway pressure at 3 cmH2O with flows of 8, 10 and 12 l/min were 4.24+/-0.24, 4.46+/-0.26, 4.72+/-0.37, respectively; at 5 cmH2O the values were 5.97+/-0.17, 6.28+/-0.18, 6.47+/-0.31; and at 6 cmH2O we recorded 6.85+/-0.20, 7.17+/-0.29 and 7.53+/-0.31. All the comparisons were statistically significant (p = 0.000). Through our recordings it was possible to observe that the Inter 3 continuous positive airway pressure system was more stable than the underwater seal."}, {"id": "pubmed23n1029_21332", "title": "Esperienze di switch a cariprazina in pazienti schizofrenici con comparsa di effetti collaterali/comorbilità mediche.", "score": 0.009615384615384616, "content": "La schizofrenia è un disturbo psichiatrico grave e cronico con un background genetico e neurobiologico eterogeneo che influenza lo sviluppo precoce del cervello, ed è espressa come una combinazione di sintomi psicotici - come allucinazioni, deliri e disorganizzazione - e di sintomi negativi e cognitivi. Il trattamento dei pazienti con schizofrenia prevede l'utilizzo di antipsicotici, in accordo con i recenti dati di letteratura. Sulla base del meccanismo d'azione, gli antipsicotici vengono suddivisi in tipici (o \"di prima generazione\") e atipici (o \"di seconda generazione\"). Differiscono, anche, per la manifestazione di effetti collaterali, dovuti alla diversa affinità recettoriale caratteristica del singolo principio attivo. In questo caso clinico, presentiamo un giovane paziente di 24 anni con diagnosi di schizofrenia trattato prima con olanzapina e poi con risperidone, che ha manifestato significativi effetti collaterali di tipo metabolico e sessuali. La strategia terapeutica utilizzata è stata lo switch a un antipsicotico di terza generazione, cariprazina, con risoluzione delle collateralità e una migliore gestione dei sintomi negativi riportati. In conclusione, il modello di trattamento personalizzato sulla base delle condizioni cliniche e delle esigenze del paziente rappresenta l'approccio maggiormente adeguato nella gestione di ogni singolo caso."}, {"id": "pubmed23n0634_11644", "title": "[Pressure-volume curves in acute pulmonary injury].", "score": 0.009615384615384616, "content": "Static pressure-volume curves of the respiratory system from patients with acute lung injury have been extensively studied as a marker of aeration and recruitment phenomena and as a tool to set mechanical ventilation. The inflection points of these curves allow to identify both the pressures in which recruitment starts and finishes and those in which derecruitment starts. However, setting the ventilatory parameters based on these curves has some problems, derived from the fact that setting PEEP and plateau pressures in these patients must balance between the benefits of recruitment and the risks of overstretching caused by high pressures. It remains to be determined if new data derived from these curves are useful to optimize ventilatory settings or to predict the response of a patient to a change in the ventilatory settings."}, {"id": "pubmed23n0885_1882", "title": "[Health expenditure for prevention in Italy (2006-2013): descriptive analysis, regional trends and international comparisons].", "score": 0.009523809523809525, "content": "Il dato dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) del 2012, che indicava l'Italia come il Paese con la più bassa spesa in prevenzione sanitaria, ha dato lo spunto per una raccolta sistematica e un'analisi critica dei flussi disponibili sulla spesa per le attività di prevenzione in Italia. Le statistiche correnti di spesa sanitaria sono raccolte centralmente dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) attraverso i modelli di rilevazione dei costi dei livelli essenziali di assistenza (LEA) delle aziende USL. Le tre macroaree dei LEA sono: assistenza distrettuale, assistenza ospedaliera e assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro. Le spese per la prevenzione rientrano in quest'ultima e sono ripartite nelle seguenti voci: attività di prevenzione rivolte alle persone, igiene degli alimenti e della nutrizione, igiene e sanità pubblica, prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro, sanità pubblica veterinaria, attività medico-legale per finalità pubblica. Tra il 2006 e il 2013, ultimo dato disponibile, la spesa per le attività di prevenzione del Servizio sanitario nazionale (SSN) è rimasta costante in rapporto alla spesa sanitaria totale (4,2%), pari a 4,9 miliardi nel 2013. Nel periodo di studio considerato (2006-2013) appaiono in aumento le spese per le attività rivolte alle persone (+8,7%), attribuibili soprattutto a vaccinazioni e screening, e in diminuzione le attività di igiene pubblica (-5,7%) e quelle della sanità pubblica veterinaria (-3,8%). I confronti internazionali indicano una spesa per la prevenzione del 2,9% rispetto alla spesa sanitaria totale, costante negli anni e nella media dei Paesi OCSE. Per la prevenzione, l'Italia spende tanto quanto i Paesi che non possiedono un servizio sanitario pubblico; il dato risulta inferiore del 5% rispetto alla programmazione nazionale, con poche eccezioni e molta variabilità regionale all'interno delle componenti delle voci di spesa. In questo contesto si sottolinea l'importanza di investire maggiori risorse nella pianificazione e nell'implementazione di interventi preventivi di provata efficacia e costo-efficacia."}, {"id": "pubmed23n0346_11192", "title": "[Ventilatory support in patients with acute disease of the central nervous system].", "score": 0.009523809523809525, "content": "Patients with severe head injury are prone to pulmonary complications that result in hypoxemia or hypercarbia, which could worsen their neurological condition. A rational ventilatory approach requires a good knowledge of respiratory and neurological pathophysiology. Airway management is of prime importance in neurological patients. Prophylactic chronic hyperventilation in head trauma is no longer recommended since it could impair cerebral perfusion, although transient hypocarbia could be of benefit to some patients. The use of low or moderate positive and expiratory pressure levels apparently improves oxygenation without worsening intracranial pressure. Ventilatory management should be closely monitored and adjusted to hemodynamic, respiratory and neurological status to achieve a good outcome."}, {"id": "pubmed23n1137_1437", "title": "[Prevalenza di ipotiroidismo nei pazienti sottoposti a emodialisi presso un ospedale generale di Ahvaz.]", "score": 0.009433962264150943, "content": "Riassunto. Obiettivo. Lo scopo di questo studio trasversale è determinare la prevalenza dell'ipotiroidismo tra i pazienti in emodialisi (ED) e i suoi potenziali fattori di rischio. Metodi. Sono stati raccolti dati demografici e di laboratorio [vale a dire, livelli sierici di tireotropina (TSH), anticorpi anti-perossidasi tiroidea (anti-TPO)] di 117 pazienti con MH. I dati sono stati analizzati da SPSS.V 26, quando necessario. Risultati. I pazienti avevano un'età media (DS) di 59,47±15,08 anni e il 66,7% (n=78) era di genere maschile. I livelli medi (DS) di TSH erano 2,56 (4,01) μIU/mL. L'ipotiroidismo subclinico (SCH) è stato definito come un livello di TSH >4,2 μIU/mL e FT4 normale. Quindici pazienti (12,80%) avevano SCH. Non c'era correlazione significativa tra ipotiroidismo ed età, genere e/o malattie sottostanti (p>0,05). Inoltre, tra i 15 pazienti con SCH, 1 paziente (6,7%) ha mostrato un risultato anti-TPO positivo mentre 14 pazienti (93,3%) hanno avuto un risultato anti-TPO negativo. Conclusione. Data la notevole prevalenza dell'ipotiroidismo nei pazienti con ED, lo screening di routine della funzione tiroidea in questa popolazione di pazienti può aiutare a ridurre i tassi di complicanze e mortalità attraverso una diagnosi precoce e un intervento tempestivo."}, {"id": "pubmed23n0053_10810", "title": "[Evaluation of 2 techniques for ventilation support during single-lung ventilation].", "score": 0.009433962264150943, "content": "In a group of 22 patients undergoing thoracotomy we compared two techniques of ventilatory assistance to the nondependent lung during single lung ventilation. We simultaneously administered a 0.5% FiO2 to the dependent lung. We used a CPAP system with continuous O2 flow limited by an underwater valve at a pressure of +5 cmH2O. We performed 33 ventilatory assistances: in 15 cases to the nondependent lung (CPAP group) and in 18 patients to the lower lobe of the nondependent lung (lobar CPAP group). Evaluation of both techniques was performed by means of arterial blood gas measurement and the mean values were compared using the student's t test. During single lung ventilation the PaO2 in CPAP group increased from 85.86 +/- 22.28 mmHg to 155.52 +/- 59.54 mmHg (p less than 0.001) and in the lobar CPAP series it increased from 88.75 +/- 24.34 mmHg to 122.36 +/- 43.21 mmHg (p less than 0.01). In 11 out of the 22 patients we firstly applied the lobar CPAP and thereafter the CPAP to the whole lung in order to compare the efficacy of both techniques in the same patient. The PaO2 during single lung ventilation was 86.9 +/- 22.7 mmHg and it increased to 111.1 +/- 37.9 mmHg after lobar CPAP (p less than 0.01) ant to 163.3 +/- 64 mmHg after total lung CPAP ventilation (p less than 0.001). Our results confirm the usefulness of both techniques and they indicate that CPAP to the whole nondependent lung is the most effective."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.009345794392523364, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0480_14016", "title": "[Auto-PEEP effects on respiratory mechanics and blood gases in mechanically ventilated patients]", "score": 0.009345794392523364, "content": "OBJECTIVE: The purpose of this study was to examine the auto-PEEP incidence and magnitude and the relationship between its reductions and changes in respiratory mechanics and gas exchanges in mechanically ventilated patients addmited in an Intensive Care Unit.METHODS: A prospective study was conducted in seventeen infants undergoing mechanical ventilation due to respiratory or neuromuscular diseases. We have measured blood gases, mean airway pressure, tidal volume, compliance, resistance and time constants of the respiratory system and monitored pressure, flow and volume waveforms and pressure-volume and flow-volume loops.RESULTS: Thirteen patients or 76% developed auto-PEEP and the reduction of its magnitude (from 5.4 -/+ 3.2 to 4.1 -/+ 2.6 cmH2O, p<0.01) showed association to mean airway pressure decrease (from 10.2 -/+ 3.1 to 9.3 -/+ 2.3 cmH2O, p<0.01), tidal volume (from 45.3 -/+ 19.1 to 51.3 -/+ 22.9 ml, p<0.01) and corrected compliance increase (1.02 -/+ 1.20 to 1.13 -/+ 1.41 ml/cmH2O/kg, p=0.05). Expiratory resistance remained unchanged (from 15.0 -/+ 8.6 to 15.7 -/+ 9.4 cmH2O/l/sec/kg, p=0.06). Arterial blood gases showed pH increase (from 7.37 -/+ 0.12 to 7.42 -/+ 0.05, p<0.05) and PCO2 and PO2 decrease (from 40.1 -/+ 11.1 mmHg to 33.1 -/+ 7.4 mmHg, p<0.01 and 65.0 -/+ 13.9 to 58.0 -/+ 12.6 mmHg, p<0.01 respectively).CONCLUSIONS: Auto-PEEP reduction was associated with pulmonary mechanics and blood gases improvement. Knowledge of auto-PEEP presence and magnitude allowed to respiratory system compliance and time constants correction, providing accurate index of the pulmonary mechanics."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.009259259259259259, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0049_9117", "title": "[A study of 11 ventilators for anesthesia: laboratory testing].", "score": 0.009259259259259259, "content": "Eleven anaesthesia ventilators were instrumentally tested under various conditions. They included: Excel and Modulus II Plus (Ohmeda); 710 and Servo anaesthesia circle 985 (Siemens); Jollytronic (Soxil) and Elsa (Engström); SA2 and Cicero (Dräger); ABT 4,300 (Kontron); Monnal A and the prototype Alys (Taema). The test circuit comprised a two compartment model lung, a pneumotachograph, a pressure gauge in the \"airway\". The volume was calculated as the integral of flow rate. Each machine was calibrated by the firms' technicians. Before each test, the pneumotachograph was calibrated using a 11 air syringe and the pressure gauge with a 5 cm water column. Each machine ventilated the model lung for 30 min before starting the tests. There were five tests: 1) reliability of the machine's spirometer, 2) reliability of the ventilation rate, 3) reliability of pressure measurements, 4) effect of increasing fresh gas flow on spirometry, 5) effect of increasing downstream resistances. In usual simulated ventilatory conditions, all the machines accurately delivered the setted ventilation and spirometric measurements were with minimal error only. Several ventilators (SA2, Excel, 710, Elsa, ABT 4,300) did not succeed in maintaining their performances when compliance was strongly decreased or resistance of the test lung notably increased. Resistance in the circuit during simulated spontaneous ventilation was < 3.6 cmH2O.l-1.s-1. Increasing fresh gas flow raised the minute volume delivered in six ventilators. It is concluded that, during extreme ventilatory conditions, the inspired volume must be adjusted so as to maintain the inspired tidal volume. However, ventilators which increase inspiratory time in response to an increased mechanical load cannot be adjusted by this way."}, {"id": "pubmed23n0887_23509", "title": "[Cyberstalking among Italian nurses: a large multicentric study].", "score": 0.009174311926605505, "content": "Determinare la prevalenza di cyberstalking tra gli infermieri italiani e valutare il livello di ansia e depressione nelle vittime. Da aprile a settembre 2014 è stato condotto uno studio multicentrico trasversale in un campione di infermieri italiani (n=997) utilizzando il questionario \"Cyberstalking\" per analizzare il fenomeno del cyberstalking. Ai partecipanti, che si sono autodefinite vittime di cyberstalking, è stato chiesto anche di compilare gli strumenti \"Beck Depression Inventory\" e \"State-Trait Anxiety Inventory\" per valutare, rispettivamente, i livelli di depressione ed ansia. La prevalenza di cyberstalking tra gli infermieri italiani è risultata pari al 23.3%. Il 42.7% ha dovuto cambiare il proprio stile di vita e lavorativo. Il cyberstalker era prevalentemente di sesso maschile (52%) e, nel 49% dei casi, era un paziente. Le vittime hanno riferito moderati livelli di ansia (media=28.4, SD=23.2) e depressione (media=92.7, SD=18.3); i risultati hanno mostrato un aumento dei livelli di depressione negli infermieri esperti nell'utilizzo del computer, gestori di siti web o blog, e una correlazione negativa tra il livello di ansia e gli infermieri esperti (r = -0.264). Il cyberstalking è un fenomeno che si riscontra frequentemente tra gli infermieri. Il rapporto infermiere - paziente gioca un ruolo centrale nello sviluppo del fenomeno e le vittime hanno riferito disordini correlati allo stress che influenzano la vita lavorativa. Questi risultati preliminari potrebbero sensibilizzare, i dirigenti ospedalieri, la politica e i centri antiviolenza al fine di sviluppare strategie risolutiv."}, {"id": "pubmed23n0207_6440", "title": "[Comparison of high-frequency jet ventilation and conventional ventilation in the adult respiratory distress syndrome].", "score": 0.009174311926605505, "content": "Sixteen adult patients with respiratory distress syndrome requiring mechanical respiratory assistance entered this study, the purpose of which was to obtain the same blood gas values under high frequency jet ventilation as under conventional ventilation. When high frequency jet ventilation without spontaneous breathing was compared to continuous positive pressure ventilation, peak airway pressure was the same, but mean airway pressure, positive end-expiratory pressure and pleural pressure were higher and cardiac index lower. When high frequency jet ventilation with spontaneous breathing was compared to intermittent mandatory ventilation, peak airway pressure was lower, mean airway pressure and positive end-expiratory pressure were higher, and pleural pressure and cardiac index were not different."}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.00909090909090909, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "pubmed23n0325_8193", "title": "[A comparison of ventilation techniques in ARDS. Volume controlled vs pressure regulated volume control].", "score": 0.00909090909090909, "content": "Comparison between effects of a new method of mechanical ventilation (PRVC) and Volume Controlled ventilation in the ARDS treatment. Prospective study from March 1995 to March 1997. Intensive Care Unit of Sanremo Hospital. Nine patients, six males and three females, average age 49.2 years, average SAPS 35.5, with moderate to severe ARDS related to various etiologies. Patient were first ventilated with Siemens Servo Ventilators 300 in Volume controlled. They were then ventilated with Pressure-regulated Volume Control maintaining the same ventilation parameters (TV, RR, FiO2, PEEP and I:E ratio). After a 60 minute stabilisation period in each method, Peak inspiratory pressure, Static Compliance, PaO2, PaCO2, AaDO2 and cardiovascular parameters were measured. With the PRVC ventilation an important decrease of PIP and an improvement of PaO2 and SaO2 were observed. Although it is not possible to draw any conclusion on morbidity and mortality in patients treated with PRVC versus VC, for gas exchange and compliance improvement and for inspiratory pressure decrease with consequent reduction of barotrauma, it may be affirm that PCRV seems to be the best ventilation methods in the ARDS treatment."}, {"id": "pubmed23n0885_1894", "title": "[Population health surveillance of the general population living near Turin (Northern Italy) incinerator (SPoTT): methodology of the study].", "score": 0.009009009009009009, "content": "Si intende qui descrivere il sistema di sorveglianza sugli effetti sulla salute (SpoTT) dell'inquinamento ambientale nelle aree circostanti l'inceneritore di Torino. SPoTT ha 3 linee di attività: 1. monitoraggio epidemiologico degli effetti a breve termine attraverso analisi temporali e misura della correlazione tra livelli giornalieri di emissioni dell'impianto e andamento degli eventi individuati dagli archivi dei dimessi (SDO), di pronto soccorso e di mortalità; sono coinvolti coloro che nel 2013-2018 risiedevano nell'area di ricaduta delle emissioni; 2. sorveglianza epidemiologica degli effetti a lungo termine, stimando tassi standardizzati di mortalità e morbosità; a ogni soggetto è attribuito il valore stimato di esposizione cumulato nel tempo caratteristico della residenza anagrafica; le informazioni sulla salute sono reperite dagli archivi SDO, di mortalità e dai certificati di assistenza al parto; sono studiati due decenni pre-post l'avvio dell'impianto: 2003-2012 e 2013-2022; 3. monitoraggio biologico con misurazione pre-post di metalli, PCDD/F, PCB, OH-IPA; sono coinvolti 196 residenti esposti e 196 di controllo di 35-69 anni, campionati a caso dalle anagrafi comunali; sono effettuate misure di funzionalità endocrina e respiratoria, pressione arteriosa, rischio cardiovascolare; l'esposizione cumulativa sarà stimata per ciascuna persona campionata integrando l'indirizzo di residenza, il tempo di permanenza in ciascun indirizzo e i dati ricavati dai modelli di ricaduta; sarà costituita una biobanca per future indagini di laboratorio; sono coinvolti anche 20 allevatori e i lavoratori dell'impianto. Una quarta linea di attività, non descritta in questo articolo, riguarda il monitoraggio della salute dei lavoratori addetti all'impianto. SPoTT è il primo studio in Italia su inceneritori e salute che adotta un disegno di studio longitudinale di adeguata potenza sia per i residenti sia per i lavoratori. I primi risultati sono attesi nel corso del 2016."}, {"id": "pubmed23n0089_7828", "title": "[Effects of positive end expiratory pressure on oxygen transport].", "score": 0.009009009009009009, "content": "Fifteen patients admitted at the ICU of our hospital suffering from respiratory failure and submitted to mechanical ventilation were included in a study upon the influence of positive end expiratory pressure (PEEP) on oxygen transport. When the PaO2/FiO2 index was less than 300, 200, and 150, PEEP of +5, +10, and +15 cmH2O respectively was introduced. A Swan-Ganz catheter in the pulmonary artery and a catheter in a radial artery were inserted with the aim to obtain mixed venous blood samples and determine cardiac output, and vascular pulmonary resistances for each PEEP value. When PEEP increased from 5 cmH2O to 15 cmH2O, oxygen supply decreased a 12.4% (p less than 0.05), oxygen extraction from the tissues increased a 21.4% (p less than 0.025) and cardiac output decreased a 7.9% (p less than 0.02) while vascular pulmonary resistances increased a 6.6% (p = NS). We conclude that a PEEP of 5 cmH2O impairs tissue oxygenation when compared with PEEP of 5 cmH2O and that oxygen supply decrease with cardiac output."}, {"id": "pubmed23n0966_6419", "title": "I nuovi \"casi difficili\" in psichiatria.", "score": 0.008928571428571428, "content": "In psichiatria, come nelle altre discipline mediche, esistono casi che sono \"difficili\" per le loro caratteristiche cliniche. Recentemente, sembra tuttavia emergere un nuovo tipo di casi che risultano \"difficili\" per ragioni non tanto psicopatologiche quanto piuttosto gestionali, di responsabilità e sicurezza. Alcuni di questi casi caratterizzano in particolare la psichiatria italiana, e coinvolgono soprattutto i clinici delle strutture pubbliche. In varie situazioni, essi implicano comportamenti autolesivi ed eterolesivi non prevedibili né prevenibili nonostante l'impegno degli operatori, un problema ancora scarsamente riconosciuto per le responsabilità stesse. La riforma sanitaria del 1978 ha posto l'Italia in una posizione di avanguardia nel mondo riguardo al sistema dell'assistenza territoriale in salute mentale, che ha compiuto negli ultimi quarant'anni grandi passi avanti rispetto al precedente assetto. Ultimamente si sono tuttavia verificati cambiamenti sociali, epidemiologici, psicopatologici e dei bisogni che hanno creato nuovi problemi e difficoltà all'assistenza psichiatrica. Tra questi cambiamenti figurano la crescente complessità delle grandi aree metropolitane; il fenomeno immigratorio; la massiccia crescita nell'utilizzo di sostanze; le modificazioni del profilo di responsabilità del medico; l'introduzione di complesse normative sulla sicurezza, il trattamento dei dati, il consenso alle cure e la competenza a decidere della persona con disturbi mentali. Come conseguenza, gli operatori si trovano oggi ad affrontare nuove difficoltà di tipo organizzativo e gestionale, e questioni problematiche relative alla sicurezza sia del paziente sia del sanitario, con un crescente profilo di responsabilità etica, deontologica e medico legale del sanitario stesso. Auspichiamo che le riflessioni qui proposte possano stimolare un dibattito costruttivo per migliorare le condizioni di lavoro degli operatori impegnati quotidianamente nel migliorare gli esiti clinici dei propri pazienti."}, {"id": "pubmed23n0448_735", "title": "[Pressure support ventilation].", "score": 0.008928571428571428, "content": "Assisted mechanical ventilation is highly useful in clinical practice and allows good interaction between the patient and ventilator. The major uses of this mode are to reduce the work of breathing in patients with intact spontaneous breathing and to provide additional support during weaning from mechanical ventilation, especially when this has been prolonged."}, {"id": "pubmed23n0966_6426", "title": "Riflessioni medico-legali su un caso giudizario di mobbing.", "score": 0.008849557522123894, "content": "Lo stress e le violenze morali nei luoghi di lavoro, come indicato dai dati epidemiologici, sono in costante aumento e rappresentano una causa di alterazione dello stato di salute dei lavoratori, con importanti ricadute negative sui soggetti, sulle aziende e sulla società. Nel caso descritto qui di seguito, le violenze morali e la disfunzionalità organizzativa, una delle principali fonti di stress correlato al lavoro, sono state intenzionalmente impiegate quale mezzo mobbizzante nei confronti di un lavoratore da parte dei suoi superiori (mobbing verticale). Attraverso il procedimento giudiziario, intrapreso dal lavoratore per vedersi riconosciuto vittima di mobbing, è stato possibile ripercorrere e identificare le ragioni e le modalità dell'azione mobbizzante, l'eziopatogenesi della conseguente psicopatologia, la sua strutturazione e la manifestazione sintomatologica. L'esame del caso permette di formulare delle considerazioni riguardo la necessità che i casi di mobbing siano trattati all'interno di un team multidisciplinare (medico di famiglia, medico del lavoro, psichiatra e medico legale) al fine di garantire un efficace trattamento terapeutico e la tutela del lavoratore nei diversi ambiti previsti dalla legge."}, {"id": "pubmed23n0773_1504", "title": "[Pressure support ventilation and proportional assist ventilation during weaning from mechanical ventilation].", "score": 0.008849557522123894, "content": "To compare tolerance, duration of mechanical ventilation (MV) and clinical outcomes during weaning from MV in patients subjected to either pressure support ventilation (PSV) or proportional assist ventilation (PAV). A prospective, observational study was carried out. Intensive Care Unit. A total of 40 consecutive subjects were allocated to either the PSV or the PAV group until each group contained 20 patients. Patients were included in the study when they met the criteria to begin weaning and the attending physician decided to initiate the weaning process. The physician selected the modality and set the ventilatory parameters. None. Demographic data, respiratory mechanics, ventilatory parameters, duration of MV, and clinical outcomes (reintubation, tracheostomy, mortality). Baseline characteristics were similar in both groups. No significant differences were observed between the PSV and PAV groups in terms of the total duration of MV (10 [5-18] vs. 9 [7-19] days; P=.85), reintubation (5 [31%] vs. 3 [19%]; P=.69), or mortality (4 [20%] vs. 5 [25%] deaths; P=1). Eight patients (40%) in the PSV group and 6 patients (30%) in the PAV group (P=.74) required a return to volume assist-control ventilation due to clinical deterioration. Tolerance, duration of MV and clinical outcomes during weaning from mechanical ventilation were similar in PSV and PAV."}, {"id": "pubmed23n1049_20419", "title": "[New European guidelines for the management of dyslipidaemias: their aggressiveness is not legitimated by current evidence].", "score": 0.008771929824561403, "content": "Le linee guida 2019 delle Società europee di cardiologia e dell'aterosclerosi sulla gestione delle dislipidemie hanno aumentato l'aggressività diagnostico-terapeutica e non distinguono prevenzione primaria e secondaria, con parziale eccezione per gli ultra75enni. Raccomandano nuovi target di cLDL: per pazienti a rischio molto alto si raccomanda una riduzione a <55 mg/dl e >=50% rispetto al basale; per pazienti a rischio alto una riduzione a <70 mg/dl e >=50% del basale; per pazienti a rischio moderato una riduzione a <100 mg/dl; per pazienti a rischio basso una riduzione a <116 mg/dl. In base alle carte SCORE e ai dati di mortalità cardiovascolare in Italia, quasi tutti i maschi dai 70 anni e le donne dai 70-75 anni risulterebbero ad alto rischio per solo effetto dell'età. Anche quasi tutti i 60enni sarebbero a rischio moderato, con target di cLDL <100, e spesso necessità di aggiungere costosi ipolipemizzanti per chi già assume statine. Le prove supportano ben poco tale aggressività. Infatti, anche negli studi randomizzati controllati (RCT) i benefici su esiti cardiovascolari non fatali subiscono esagerazioni sistematiche, quello meno distorto e di maggior interesse per gli assistiti è la mortalità totale. Questa, con terapie ipocolesterolemizzanti più intensive, non si è ridotta nelle metanalisi di RCT con pazienti con cLDL tra 80 e <100 mg/dl al basale; con inibitori di PCSK9, pazienti con questi valori mostrano persino tendenza all'aumento della mortalità totale. Dunque, abbassare il cLDL a <80 mg/dl può non giovare neppure ad anziani coronaropatici. A oggi, ciò vale ancora di più per anziani nella popolazione generale, in cui una revisione sistematica di studi di coorte ha mostrato relazioni nulle o più spesso inverse tra cLDL e mortalità. Le nuove linee guida europee forzano le prove disponibili, trascurano il principio di precauzione e non possono esser base per un equo consenso informato."}, {"id": "pubmed23n0809_11123", "title": "[Influence of the breathing time increase in the pulmonary ventilation of patients submitted to mechanical ventilation in controlled pressure mode].", "score": 0.008771929824561403, "content": "The mechanical ventilator support is one of the main used modalities of support in intensive therapy. In the modality of predetermined pressure, the maximum pressure is regulated, but the current volume (V T) is a complex function of the applied pressure and its speed to reach the pressure-target, of the available breathing time and the resistance to the breath. This paper has as objective to evaluate the influences of the increment of the breathing time in the pulmonary ventilation. The study was carried through in the Adult ICU of the Regional Hospital of Mato Grosso do Sul, located in Campo Grande. They had been enclosed individuals adult, both genders, between 16 and 84 years, submitted to the mechanical ventilation in controlled pressure mode or in controlled-watched mode. The breathing time was adjusted in 1 sec, developing in 0.2 sec until the boundary-value of 1.6 sec. The tidal volume (V T) and the volume minute (V E) had been evaluated of 13 patients in the breathing times of 1s; 1.2s; 1.4s and 1.6s. In the mean of V T and V E an increasing increase was observed after-increment of the breathing time. We did not find in consulted literature, data which correlated the breathing time with alterations in the current volume. The increment of the breathing time in the ventilation for pressure control can have influence in the determination of the current volume offered to the patient."}, {"id": "pubmed23n0711_1544", "title": "[ Monotherapy with tamsulosin].", "score": 0.008695652173913044, "content": "G.G. è un paziente di 62 anni, in condizioni generali discrete, che giunge alla nostra osservazione per la presenza di sintomi urinari del basso tratto urinario, International Prostate Symptom Score (IPSS) pari a 16. Anamnesi familiare negativa per carcinoma prostatico. Il paziente esegue terapia con calcio antagonista per ipertensione arteriosa. Ha subito un intervento di colecistectomia. Il paziente riferiva inoltre una qualità di vita negativamente influenzata da sintomi minzionali irritativi che lo portavano ad alzarsi più di 3 volte a notte per urinare ed una pollachiuria diurna ogni 3 ore. Viene inoltre riferita un'attività sessuale moderatamente insoddisfacente."}, {"id": "pubmed23n0235_300", "title": "[Monitoring of respiration and respiratory mechanics in intensive care].", "score": 0.008695652173913044, "content": "Monitoring of respiratory function in the intensive care unit uses different techniques in spontaneously breathing patients and during mechanical ventilation. The simplest and most efficient means are clinical observation, non-invasive monitoring of respiratory movements and frequent blood gas analysis. The respiratory force and reserves can be assessed by measuring tidal volume, vital capacity and maximal inspiratory force (in cm H2O or mm Hg), and these values are helpful in deciding on ventilatory assistance or extubation. During mechanical ventilation the function of the respirator must be monitored by appropriate sensors and alarms. In addition, the measurement of functional residual capacity, compliance and distribution of ventilation, as well as changes therein with the application of positive end-expiratory pressure (PEEP), can contribute to evaluate of appropriate therapy and prognosis of pulmonary failure."}, {"id": "pubmed23n1059_7363", "title": "Contributi scientifici in memoria di Antonio Fusco.", "score": 0.008620689655172414, "content": "Come si leggerà nell'Introduzione della sezione propriamente scientifica del Volume, il presente testo nasce dalla volontà e, soprattutto, dall'esigenza culturale di omaggiare il fu Prof. Antonio Fusco. Un debito scientifico ed umano che trova il suo locus naturale in questa prima parte del testo stesso, cui farà poi seguito la parte propriamente scientifica. In siffatta parentesi dovuta per le ragioni appena menzionate, il lettore, l'amico o l'allievo dell'opera del Prof. Fusco potranno trovare un suo sintetico Curriculum Vitae, correlato da una specifica ed accurata prosa, svolta dal già Magnifico Rettore Carlo Cipolli; il quale, oltre che evidenziare, ricordando, i meriti del collega oramai scomparso, aggiunge alsuo scritto un elemento che sarebbe imprescindibile a non trasformare lo stesso in una mera sequenza di parole: l'amicizia e l'affetto per un amico che, oramai, non c'è più. A fine lettura, evidente risuonerà il fatto che la vita di ognuno, se mossa dalla passione per ciò per cui si è predisposti cognitivamente e psicologicamente, può essere ricca di riconoscimenti, riconoscenze e soddisfazioni che, lungi dal divenire un cuscino di allori su cui adagiarsi, per una mente creativa come quella del Prof. Fusco hanno funto solo da motivazioni ad agire instancabilmente guardando sempre al futuro. Il lavoro di una vita che, materialmente, è sancito da un supporto poco più di cm 25x15: una targa. Una materialità evidente che, con grande commozione e riconoscenza, è stata affissa il 25 ottobre 2019 sull'aula fronte l'Aula Magna del Campus \"La Folcara\", a testimonianza che quello spirito creativo in continua evoluzione non si ferma; non si arresta neppure con la fine biologica di chi lo ha \"posseduto\". Rimangono le opere ed il pensiero del Prof. Fusco e restano gli affetti. A tal proposito, il lettore troverà una breve e sentita sezione su Testimonianze; coloro i quali hanno avuto modo, nell'arco della vita accademica ed umana, personale, di Fusco di conoscerlo. Ecco, allora, che i ricordi saranno i veri protagonisti di questa parentesi. Dopo di ciò, prima dei contributi prettamente scientifici dei lavori, tenutisi in occasione del Convegno Internazionale Psicologia, Arte, Letteratura. Antiche e Nuove Tendenze, seguiranno i saluti delle autorità che in quei due giorni si sono succedute a rappresentare non solo l'istituzione affiliata, ma anche la relazione di stima e di affetto che le legava al compianto Professore. Si passerà, infine, al volume tradizionalmente inteso."}, {"id": "pubmed23n0248_7781", "title": "[The reliability of the maximal expiratory flow 25-75o/o referred to the vital capacity (MMEF 25-75/VC) in the detection of peripheral ventilatory disorders].", "score": 0.008620689655172414, "content": "The reliability of MMEF 25-75/VC in the detection of ventilatory disorders of the small airways has been studied. The test was compared with other which, according to the literature, have displayed great sensitivity in this respect (Vmax 50% and 25%, delta Vmax 50% and 25% and iso-flow volume). The study was performed in 90 individuals and showed a good correlation between the results of MMEF 25-75/VC and the other above-mentioned tests."}]}}}} {"correct_option": 3, "explanations": {"1": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "2": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "3": {"exist": true, "char_ranges": [[185, 448]], "word_ranges": [[32, 79]], "text": "se vediamo ripercussioni nel polso giugulare, deve essere nelle cavità di destra. A parte il fatto che l'onda v compare durante la sistole, mentre gli atri si stanno riempiendo: se il flusso RV sale verso la RA, ciò che accadrà è che l'onda v sarà molto grande..."}, "4": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "5": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}}, "full_answer": "Semiologia di base. Tuttavia, ragionamento d'emergenza: soffio sistolico, qualcosa che in sistole dovrebbe essere chiuso e non lo è, o dovrebbe aprirsi e non lo fa: opzioni 1, 3 e 5. E se vediamo ripercussioni nel polso giugulare, deve essere nelle cavità di destra. A parte il fatto che l'onda v compare durante la sistole, mentre gli atri si stanno riempiendo: se il flusso RV sale verso la RA, ciò che accadrà è che l'onda v sarà molto grande...", "full_answer_no_ref": "Semiologia di base. Tuttavia, ragionamento d'emergenza: soffio sistolico, qualcosa che in sistole dovrebbe essere chiuso e non lo è, o dovrebbe aprirsi e non lo fa: opzioni 1, 3 e 5. E se vediamo ripercussioni nel polso giugulare, deve essere nelle cavità di destra. A parte il fatto che l'onda v compare durante la sistole, mentre gli atri si stanno riempiendo: se il flusso RV sale verso la RA, ciò che accadrà è che l'onda v sarà molto grande...", "full_question": "Se in un paziente con insufficienza cardiaca cronica rileviamo onde V prominenti nel polso venoso giugulare e all'auscultazione cardiaca rileviamo un soffio olosistolico nell'area dell'appendice xifoidea che si accentua con l'ispirazione profonda, qual è la valvulopatia responsabile di questo esame fisico?", "id": 167, "lang": "it", "options": {"1": "Insufficienza mitralica.", "2": "Insufficienza polmonare.", "3": "Insufficienza tricuspidale.", "4": "Insufficienza aortica.", "5": "Stenosi aortica."}, "question_id_specific": 85, "type": "CARDIOLOGIA E CHIRURGIA CARDIOVASCOLARE", "year": 2013, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.009900990099009901, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n0052_6280", "title": "[Value and limits of the determination of aortic output by Doppler echocardiography in the quantification of aortic valve insufficiencies].", "score": 0.009900990099009901, "content": "The aim of this study was to assess the value and limitations of Doppler echocardiographic measurement of aortic flow in the quantification of aortic regurgitation. Sixty-one patients were examined by Doppler echocardiography within 48 hours of cardiac catheterisation. There were 9 Grade I, 18 Grade II, 18 Grade III and 16 Grade IV angiographic aortic regurgitations. The mean aortic blood flow in angiographic Grades I and II (p less than 0.01). A correlation was observed between Doppler aortic flow and the angiographic grade of regurgitation (r = 0.66, p less than 0.001) and between aortic flow and regurgitant fraction (r = 0.68, p less than 0.001). Aortic flow greater than 10 l/mn identified angiographic Grades III or IV regurgitation with a sensitivity and specificity of 73.5% and 92.5% respectively and a positive and negative predictive values of 92.5% and 73.5% respectively. Aortic regurgitation with a regurgitant fraction greater than 40% was identified by a pulsed Doppler aortic blood flow greater than 10 l/mn with a sensitivity and specificity of 70% and 93% respectively, and positive and negative predictive values of 95% and 61% respectively. The sensitivity of this criterion is relatively poor as some severe aortic regurgitations have aortic flows of less than 10 l/mn: these patients have low outputs because of left ventricular dysfunction which is apparent from measurement of left ventricular fractional shortening."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.00980392156862745, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0103_15356", "title": "[Results of valvular replacement in chronic or paucisymptomatic aortic insufficiency. Apropos of 79 patients].", "score": 0.00980392156862745, "content": "The aim of this study was to assess the outcome of 79 patients operated for chronic, pure, severe aortic incompetence with little or no symptoms (Grades I or II of the NYHA Classification). The average age of the patients was 42 years (range 14 to 76 years) and the average follow-up period was 59.4 months (range 3 to 190 months). The preoperative left ventricular volumes on angiography were: end diastolic volume 224 +/- 47 ml/m2, end systolic volume 121 +/- 39 ml/m2. The ejection fraction was 48 +/- 10 p. 100. Forty two mechanical prostheses and 37 bioprostheses were implanted. There were no operative deaths. The 8 year survival rate was 87 p. 100. Ninety four per cent of the survivors remained asymptomatic; 91 p. 100 have had no thromboembolic complications and 90 p. 100 have not been reoperated. The incidence of myocardial dysfunction was 8.8 p. 100 during this period. The most significant poor prognostic factor was a preoperative ejection fraction of less than 40 p. 100. These results show that early surgery in patients with aortic incompetence and little or no symptoms has a low operative risk and a low incidence of late myocardial dysfunction despite severe left ventricular dilatation with decreased left ventricular function."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.009708737864077669, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0103_983", "title": "[Isolated aortic valve replacement in an advanced stage of cardiac failure. Results and prognostic study apropos of 71 cases].", "score": 0.009708737864077669, "content": "Between January 1970 and December 1982, seventy-one patients in functional Stage IV of the NYHA classification underwent isolated aortic valve replacement for aortic incompetence (27 cases), aortic stenosis (18 cases) or mixed aortic valve disease (26 cases). Three haemodynamic criteria were chosen: left ventricular ejection fraction less than 40% (average 34 +/- 2%); arteriovenous difference greater than 6 volumes per 100 ml (average 6.7 +/- 0.2 vol.); left ventricular end diastolic pressure greater than 20 mmHg (average 26 +/- 1.3 mmHg). Analysis of the preoperative data defined the clinical profile of these patients: average cardiac index 2.2 +/- 0.07 l/min/m2; 75% had a cardiothoracic index greater than 0.50%; 61% had at least one conduction defect. The average Sokolow index was 50 +/- 2 mm. Twenty seven of the 71 patients died (36%); there were 7 early postoperative deaths (1st month) (10%), mainly due to ventricular arrhythmias (6 out of 7). There were 20 late deaths (31%) on average 52 +/- 8 months after surgery: 70% were of cardiac origin with a predominance of sudden deaths. There were no deaths in the group of patients operated after 1977, probably because of improved techniques of peroperative myocardial protection. The actuarial survival was 72% at 5 years and 63% at 10 years: long term survival was lower in aortic incompetence (25% at 10 years) compared with aortic stenosis (68%) and mixed aortic valve disease (78%). There was a significant relationship between long term survival and cardiothoracic ratio, ejection fraction, the duration of symptoms before surgery and the presence of atrioventricular or left bundle branch block.(ABSTRACT TRUNCATED AT 250 WORDS)"}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.009615384615384616, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0258_4640", "title": "[Detection of left cardiopathy using echocardiography during acute respiratory failure in chronic respiratory insufficiency].", "score": 0.009615384615384616, "content": "Echocardiography was performed in a systematic fashion in 58 patients suffering from on-chronic respiratory failure (IRC) who were admitted to the intensive care unit. The prevalence of left ventricular disease in patients with IRC who were admitted to the intensive care unit was 31%, there were 18 cases of cardiac disease: nine had hypertrophic cardiac disease (two with intraventricular gradients), three had dilated cardiomyopathies, and there were six cases of ischaemic cardiac disease. Among these cases, six had not previously been diagnosed as having cardiac disease (10%). In cases with poor echogenicity by the transthoracic root, oesophageal echocardiography was performed and this improved the feasibility of a good examination with only a five per cent failure rate. Left ventricular disease was implicated in the clinical assessment eleven times (19%), either on admission (nine times) or during the course of the in-patient treatment (twice). In directing the initial assessment and the aetiological treatment, echocardiography directly contributed to better management in six cases (10%). As regards the number of cases of cardiac disease which were detected, the study confirms the value of this technique at the bedside of the patient. The use of the transoesophageal route improves the diagnostic value including those patients who were intubated and ventilated."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.009523809523809525, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n0378_3159", "title": "[Assessment of pure isolated mitral valve insufficiency by Doppler echocardiography].", "score": 0.009523809523809525, "content": "Taking 33 patients having pure MI as a material, the authors find a correlation between regurgitation fraction obtained by calculation of outputs estimated by Touch's method and angiographic values. There is a statistically significant differences (P < 0.001) between regurgitation fraction of grade I to II and grade II to III MI. The ratio mitral integral time velocity (ITV) to Aortic (ITV) is an important semi-quantitative assessment of pure MI. In fact, a ratio > 1.3 identify important degree of MI with 82% sensitivity and 93% specificity. The authors estimate that there is a correlation between the ratio of regurgitant jet surface to left atrial surface found in TEE and their degree of MI in angiography with a significant difference (P < 0.001) between the ratio of grade I to II and grade II to III MI in angiography. A ratio higher than 40% allow to identify grade III MI at minimum."}, {"id": "pubmed23n0885_1883", "title": "[Ecological study on the mortality of residents in Manfredonia (Apulia Region, Southern Italy) from 1970 to 2013].", "score": 0.009433962264150943, "content": "OBIETTIVI: valutare lo stato di salute della popolazione residente nel comune di Manfredonia dal 1970 al 2013. DISEGNO: analisi descrittiva dell'andamento temporale della mortalità generale, per gruppi di cause, dal 1970 al 2013. SETTING E PARTECIPANTI: i dati di mortalità e le popolazioni residenti sono di fonte Istat. Sono state esaminate 55 cause di decesso. Le analisi sono disaggregate per sesso e periodo. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: sono stati elaborati i rapporti standardizzati di mortalità (SMR%), con i rispettivi intervalli di confidenza al 90% (IC90%), e i tassi di mortalità standardizzati col metodo diretto (TSD ). RISULTATI: lo stato di salute misurato dal tasso di mortalità per tutte le cause migliora nel tempo: i TSD passano da 92 x10.000 negli anni 1970-1974 a 52 x10.000 nel biennio 2012-2013 negli uomini, da 70 x10.000 a 39 x10.000 nelle donne. Tuttavia, rispetto alla media regionale Manfredonia perde progressivamente il suo vantaggio, passando da -20% a -10% negli uomini, e da -20% a +1,5% nelle donne. Questo andamento è molto evidente per il complesso delle cause cardiovascolari, mentre i tumori maligni sono in generale nella media regionale. Nell'ultimo periodo disponibile per causa di decesso (2006-2011), la mortalità per infarto miocardico è stata più alta della media regionale (uomini: +35%; donne: +54%). I rapporti standardizzati di mortalità (SMR) mostrano tra gli uomini valori in crescita, in particolar modo rispetto al riferimento provinciale, con un eccesso a cominciare dal periodo 2006-2011 (22 decessi/anno e 19 attesi; SMR%: 117,2; IC90% 101,1-135,2; riferimento: provincia di Foggia). Anche tra le donne gli SMR% superano i riferimenti provinciali negli ultimi periodi esaminati (nel 2012-2013: 7 decessi/ anno e 4,2 attesi; SMR%: 116,4; IC90% 97,0-260,7; riferimento: provincia di Foggia). CONCLUSIONI: la mortalità a Manfredonia è diminuita in misura minore rispetto a quella osservata nei riferimenti provinciali e regionali. Il vantaggio che si osservava negli anni Sessanta si è, infatti, ridotto nel tempo, fino ad annullarsi negli ultimi anni. Dal 1970, Manfredonia ha progressivamente perso il vantaggio che aveva. Dagli anni Duemila, la mortalità per infarto del miocardio è in eccesso sulla media regionale e provinciale. Da casi documentati in letteratura si osserva che le popolazioni che sperimentano catastrofi di origine naturale o antropica possono fronteggiare un aumento di patologie cardiovascolari. La mortalità per tumore polmonare mostra un eccesso sulla media regionale, in particolare provinciale, a cominciare dal 2000, coerentemente con i tempi di latenza legati all'esposizione ad arsenico negli anni Settanta."}, {"id": "pubmed23n0396_14864", "title": "[Heart insufficiency in aortic valve disease: prognosis and treatment].", "score": 0.009433962264150943, "content": "The purpose of this paper is to review the mortality rate in patients with aortic stenosis, and the special subgroup of this pathology associated with left ventricular dysfunction and clinical data of heart failure. The left ventricular dysfunction is recognized by low aortic gradients, and differentiation must be made between reversible ventricular dysfunction, in which case the optimal treatment is surgery, and irreversible ventricular disfunction, since in these cases surgical treatment will have excessively high mortality rates and no benefit."}, {"id": "pubmed23n0966_6425", "title": "Analisi comparativa dei profili di personalità di pazienti affetti da disturbo borderline e detenuti con diagnosi di disturbo antisociale di personalità ottenuti tramite l'MMPI-2.", "score": 0.009345794392523364, "content": "Scopo. Nel disturbo borderline di personalità (DBP), i comportamenti violenti e aggressivi sono spesso presenti tanto che sarebbero un segnale prodromico del DBP e segnerebbero un'importante sovrapposizione con il disturbo antisociale di personalità (DAP). Nonostante le differenze cliniche tra i due quadri, tali sovrapposizioni potrebbero inficiare l'uso di strumenti di valutazione come il Minnesota Multiphasic Personality Inventory-2 (MMPI-2), tanto che alcuni autori hanno evidenziato come questo strumento, pur utile per individuare i soggetti con un disturbo di personalità, debba essere usato cautamente per differenziare tra DBP e DAP. Il presente contributo ha indagato i profili MMPI-2 di pazienti con DBP, in presenza di comportamenti aggressivi, a confronto con quelli di detenuti con DAP in assenza di DBP, al fine di meglio comprendere quali scale possano assimilare e quali differenziare i due quadri clinici. Metodi. Hanno partecipato 91 soggetti, di cui 30 pazienti con diagnosi di DBP e 61 detenuti con DAP. Sono state somministrate SCID-I e SCID-II da due valutatori indipendenti e MMPI-2. Risultati. I risultati hanno evidenziato l'elevazione nelle scale cliniche Pd, Pa, Pt e Sc per entrambi i gruppi, e un'elevazione della scala D, che è risultata significativa solo per il gruppo DBP. Inoltre, le scale di contenuto sono sembrate suggerire una maggiore presenza di problemi sociali, familiari e lavorativi nei pazienti con DBP. Conclusioni. Il presente studio mostra come il profilo di personalità rilevato dall'MMPI-2 nel confronto tra pazienti con DBP e detenuti con DAP sia in gran parte sovrapponibile. La scala clinica D, che misura la sintomatologia depressiva, accanto alle scale di contenuto correlate a problemi nel funzionamento sembrano essere le uniche in grado di differenziare i due quadri clinici, suggerendo come nei pazienti con DBP si possano osservare maggiori problemi nel funzionamento e nell'area dell'umore rispetto a detenuti con DAP."}, {"id": "pubmed23n0637_11105", "title": "[Correlation between left ventricular stroke work loss index and aortic valve area in patients with aortic stenosis].", "score": 0.009345794392523364, "content": "In echocardiographic evaluation of patients with aortic stenosis (AS), prospective studies have demonstrated that left ventricular stoke work loss index (LVSWLI) provide a more clinical efficacy than calculate of aortic valve area (AVA) by continuity equation to estimate severity of stenosis. The aim of this study was assess in our population of patients with AS the correlation between LVSWLI and AVA in regard to severity. Forty nine patients with moderate and severe AS were evaluated by transthoracic echocardiography. Grades of AS were assessed by transaortic flow velocity (Vmax) and mean aortic transvalvular gradient (deltaP). AVA and LVSWLI were calculated and Pearson's and Spearman's correlation coefficients between both methods were assessed. Significance level was set at <0.05. The age of the patients was 66 +/- 13 (31-84 years). Thirty four (69%) patients had severe AS and 15 (31%) moderate AS. The Pearson's correlation coefficient between LVSWLI and AVA was 0.79 (p<0.04) and between LVSWLI and deltaP was 0.90 (p<0.03). The Spearman's correlation coefficient between LVSWLI and symptomatic status was 0.70 (rho = 0.70, p < 0.003). In patients with moderate and severe AS, the correlation between LVSWLI and deltaP is higher than correlation between LVSWLI and AVA. Moreover LVSWLI has a higher correlation with presence of symptoms than AVA."}, {"id": "pubmed23n0999_17549", "title": "[Bevacizumab e altri farmaci. Attività e sicurezza degli agenti anti-VEGF nel carcinoma ovarico.]", "score": 0.009259259259259259, "content": "Riassunto. L'angiogenesi svolge un ruolo importante sia nei tessuti epiteliali normali sia in quelli maligni. Negli ultimi anni questo fenomeno è stato ampiamente studiato in oncologia sperimentale e clinica perché ci sono evidenze che sia coinvolto nella diffusione e nella diffusione metastatica del carcinoma ovarico. Il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (vascular endothelial growth factor - VEGF) è l'attore principale nel meccanismo di angiogenesi e svolge un ruolo strategico nella proliferazione e migrazione delle cellule neoplastiche, con un impatto significativo sulla sopravvivenza e sull'outcome clinico. Secondo quanto emerge da molti studi sperimentali e clinici, le nostre conoscenze sulla biologia dell'angiogenesi e del VEGF sono aumentate portando allo sviluppo farmacologico di specifici agenti in grado di targeting VEGF. Questo nuovo campo di indagine offre agli scienziati l'opportunità di testare nuove possibilità terapeutiche nei pazienti con carcinoma ovarico con nuovi agenti mirati. Il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF umanizzato, è stato il primo farmaco anti-VEGF scoperto ed è usato oggi per il trattamento di diversi tumori solidi. Negli ultimi anni questo agente è stato ampiamente testato nei pazienti con carcinoma ovarico, mostrando un'attività clinica interessante e un profilo di tossicità tollerabile sia nelle pazienti giovani sia in quelle anziane. Il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel e successivamente utilizzato come agente singolo, è indicato per il trattamento del carcinoma epiteliale dell'ovaio di stadio III o IV, tuba di Falloppio o carcinoma peritoneale primario dopo iniziale resezione chirurgica. Il bevacizumab è anche usato per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico epiteliale ricorrente e resistente al platino, delle tube di Falloppio o dal tumore peritoneale primario che hanno ricevuto non più di 2 regimi precedenti di chemioterapia. Inoltre, il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel o con carboplatino e gemcitabina (e usato come agente singolo), è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma epiteliale dell'ovario sensibile al platino, tuba di Falloppio o tumore peritoneale primario. Le linee guida più accreditate suggeriscono quando bevacizumab deve essere usato nel trattamento del carcinoma ovarico avanzato e ricorrente. Altri agenti anti-VEGF, come gli inibitori della tirosin-chinasi del recettore VEGF (VEGFR), sono stati ampiamente testati nel carcinoma ovarico e molti altri sono in corso di studi al fine di testare la loro attività e sicurezza rispetto a bevacizumab. Gli agenti anti-VEGF e gli inibitori di PARP svolgono oggi un ruolo strategico nel trattamento del cancro ovarico con agenti mirati in associazione con la chemioterapia e la chirurgia in un'ottica multidisciplinare e personalizzata."}, {"id": "pubmed23n0065_9762", "title": "[Pulsed echo-Doppler evaluation of regurgitant fraction in mitral valve insufficiency].", "score": 0.009259259259259259, "content": "The aim of this study was to evaluate the validity of Doppler echocardiographic evaluation of the regurgitant fraction in pure mitral insufficiency. The Doppler echocardiographic measurement of systemic flow was made at the level of the aortic ring, and the mitral flow by the method of integration of instantaneous flow proposed by Touche. In a preliminary study, we demonstrated a close correlation between forward aortic and mitral flow in 20 normal subjects (r = 0.94; SD = 0.31 l/mn; y = 0.98 x -0.004). We then studied a group of 38 patients with pure isolated mitral regurgitation. Five patients were excluded because of the poor quality of the echocardiographic documents. The hemodynamic regurgitant fraction was determined by measuring pulmonary flow by thermodilution and the left ventricular outflow by digitised angiography. The average Doppler and hemodynamic regurgitant fractions were 46.6 +/- 18% and 42 +/- 17% respectively. There was a close correlation between the Doppler and hemodynamic values (r = 0.91; SD = 7.8%; y = 0.97 x + 5.7). The correlations were also good between Doppler regurgitant fraction and the four angiographic grades of regurgitation (r = 0.88). A statistically significant difference was observed between the Doppler regurgitant fractions of Grades I and II and of Grades III and IV (p less than 0.001). In addition, the ratio of mitral VTI/aortic VTI gave a useful index of regurgitation in pure mitral insufficiency. When the ratio was greater than 1.3 the regurgitant fraction was over 40% with a sensitivity of 79% and a specificity of 86%. Finally, this study shows that pure, isolated mitral regurgitation can be evaluated by Doppler echocardiography.(ABSTRACT TRUNCATED AT 250 WORDS)"}, {"id": "pubmed23n1029_21332", "title": "Esperienze di switch a cariprazina in pazienti schizofrenici con comparsa di effetti collaterali/comorbilità mediche.", "score": 0.009174311926605505, "content": "La schizofrenia è un disturbo psichiatrico grave e cronico con un background genetico e neurobiologico eterogeneo che influenza lo sviluppo precoce del cervello, ed è espressa come una combinazione di sintomi psicotici - come allucinazioni, deliri e disorganizzazione - e di sintomi negativi e cognitivi. Il trattamento dei pazienti con schizofrenia prevede l'utilizzo di antipsicotici, in accordo con i recenti dati di letteratura. Sulla base del meccanismo d'azione, gli antipsicotici vengono suddivisi in tipici (o \"di prima generazione\") e atipici (o \"di seconda generazione\"). Differiscono, anche, per la manifestazione di effetti collaterali, dovuti alla diversa affinità recettoriale caratteristica del singolo principio attivo. In questo caso clinico, presentiamo un giovane paziente di 24 anni con diagnosi di schizofrenia trattato prima con olanzapina e poi con risperidone, che ha manifestato significativi effetti collaterali di tipo metabolico e sessuali. La strategia terapeutica utilizzata è stata lo switch a un antipsicotico di terza generazione, cariprazina, con risoluzione delle collateralità e una migliore gestione dei sintomi negativi riportati. In conclusione, il modello di trattamento personalizzato sulla base delle condizioni cliniche e delle esigenze del paziente rappresenta l'approccio maggiormente adeguato nella gestione di ogni singolo caso."}, {"id": "pubmed23n0537_2169", "title": "[Symptomatic severe chronic aortic valve disease: a comparative study of cardiac magnetic resonance imaging and echocardiography].", "score": 0.009174311926605505, "content": "To show the real value of cardiac magnetic resonance imaging (CMRI) in the evaluation of patients with symptomatic chronic aortic valve disease. Seventy patients--35 with aortic stenosis (AoS) and 35 with aortic regurgitation (AoR) with surgical indication, who underwent preoperative echocardiogram (ECHO) and CMRI to assess ventricular function, volumes, and left ventricular mass index using cine magnetic resonance imaging, were studied. No statistically significant difference was observed between the AoS and AoR groups when ECHO and CMRI variables were compared. When compared with the type of symptom, ECHO and CMRI variables showed the same pattern. CMRI data were in agreement with ECHO data regarding the assessment of left ventricular volume and ejection fraction, and with the clinical presentation of patients with chronic aortic valve disease."}, {"id": "pubmed23n0694_15642", "title": "", "score": 0.00909090909090909, "content": "E'ormai noto che esiste la possibilità rivoluzionaria di utilizzare il fegato per il trattamento della stadio terminale delle epatopatie.Nel gennaio 1980 si celebra il decimo anna di sopravvivenza con fegato trapiantato (la più lunga della letteratura) di un paziente da noi trattato. Si tratta di uno dei 12 malati sottoposti a trapianto e seguiti per più di 5 anni.La nota positiva di questa tipo di trattamento è rappresentata dall'eccellente tenore di vita che i pazienti conducono e dalla riabilitazione sociale e professionale.La nota negativa è data, invece, dal fatto che i buoni risultati non vengono raggiunti con regolarità e non possono essere previsti con esattezza. In questa breve rassegna considereremo la esperienza da noi fatta presso l'Università di Denver nel Colorado, mettendo in risalto le cause dell'elevata mortalità precoce e le prospettive future di questa mezzo terapeutico."}, {"id": "pubmed23n0213_9632", "title": "[Hemodynamic characteristics of aortic insufficiencies].", "score": 0.00909090909090909, "content": "The surgical indications in aortic regurgitation (AR) depend on the functional performances of the left ventricle (LV) and its reactions to the chronic volume overload. The relation between patient symptomatology and the hemodynamic data in isolated chronic AR were studied by correlating parameters obtained at catheterisation and biplane left cineventriculography under basal conditions and post-extrasystolic potentialisation (PEP) with the NYHA functional classification of 51 patients with AR. Fifteen patients were in Class I, 26 in Class II, 10 in Class III and none in Class IV. The mean regurgitant fraction (0,55 +/- 0,15), cardiac index (3,1 +/- 0,7 1/min/m2) and left ventricular end diastolic pressure (LVEDP) (14 +/- 7 mmHg) were comparable in the 3 classes of patients. Three significant differences were observed between Class I and Class III: --The LV ejection fraction was significantly lower (I = 0,53 +/- 0,13; II = 0,50 +/- 0,39; III = 0,42 +/- 0,17, p less than 0,04). --The LV end systolic volume was significantly higher (I = 88 +/- 48; II = 90 +/- 31; III = 138 +/- 68 ml/m2, p less than 0,02). --The myocardial mass was significantly greater (I = 168 +/- 57; II = 204 +/- 94; III = 291 +/- 128 g/m2, p less than 0,003). Under basal conditions, this was the only parameter distinguishing asymptomatic from symptomatic AR. The increase in LV ejection fraction during PEP was similar in all 3 groups, as was the increase in LVEDP (+36 p. 100). The LV systolic pressure of the potentialised complex was the only parameter which distinguished Class I and Class III patients."}, {"id": "pubmed23n0932_1180", "title": "[La combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) nel trattamento del carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia: le notizie sulla mia morte sono state esagerate?]", "score": 0.009009009009009009, "content": "Riassunto. L'analisi è stata condotta al fine di valutare l'effetto sia sulla sopravvivenza globale (OS) sia sulla sopravvivenza libera da progressione di malattia (PFS) della chemioterapia di combinazione in prima linea per il carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia. La presente analisi è limitata agli studi randomizzati controllati (RCT) di fase III. Successivamente è stata applicata la European Society for Medical Oncology Magnitude of Clinical Benefit Scale (ESMO-MCBS) agli RCT di fase III analizzati per ricavare uno score relativo all'entità del beneficio clinico ottenuto per ciascun RCT. Sono state calcolate inoltre le differenze in termini di PFS tra i diversi bracci di trattamento rapportandole con i costi dei farmaci necessari per ottenere il beneficio di PFS. La nostra analisi ha valutato 11 RCT di fase III, per un totale di 4572 pazienti. Combinando i costi della terapia con la misura dell'efficacia espressa dalla PFS, è stato ottenuto un costo di 74,12 euro (€) per mese di vita guadagnato in termini di PFS con la combinazione di 5-fluorouracil, leucovorin, irinotecan e oxaliplatino (FOLFIRINOX), 90,14 € per la combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) e 4708,7 € per la combinazione di nab-paclitaxel e gemcitabina. Da questo punto di vista riteniamo che l'utilizzo delle \"vecche chemioterapie di combinazione\" (per es., GEMOX) non dovrebbe essere completamente abbandonato, ma valutato sul singolo paziente, sulla base di diversi fattori (età, ECOG PS, comorbilità, carico di malattia), al fine di ottenere una reale \"tailored therapy\"."}, {"id": "pubmed23n0271_6453", "title": "[Use of spirometry in the evaluation of the cardiovascular and respiratory system in mitral valve prosthesis].", "score": 0.009009009009009009, "content": "Before the operation, in 103 patients with the defects of the right and left atrioventricular valves, echocardiography and spiro-ergometry were performed. Their performance permitted to reveal latent myocardial incompetence in these patients. Changes in the indices of external respiration and gas exchange at a level of the threshold standard load can serve as objective criteria for assessment of reserve resources of the cardiovascular and respiratory systems and prognosis of the development of acute cardiac failure at the shortest period after the mitral valve replacement."}, {"id": "pubmed23n0535_19199", "title": "Predictive validity of measures of comorbidity in older community dwellers: the Insufficienza Cardiaca negli Anziani Residenti a Dicomano Study.", "score": 0.008928571428571428, "content": "To compare the ability of five measures of comorbidity to predict mortality and incident disability in basic activities of daily living (BADLs) in unselected older persons. An assessment of the data obtained from the Insufficienza Cardiaca negli Anziani Residenti a Dicomano (ICARe Dicomano) Study, a longitudinal epidemiological survey on heart failure in older people. Dicomano, a small, rural town near Florence, Italy. The entire population aged 65 and older living in Dicomano, Italy, was enrolled in the ICARe Dicomano Study. At baseline (1995), comorbidity was quantified in 688 participants, based on clinical diagnoses, using disease count (DC), Charlson Comorbidity Index (CCI), Index of Co-Existent Diseases (ICED), and Geriatric Index of Comorbidity (GIC), or on drug use, using Chronic Disease Score (CDS). Incident ADL disability was assessed in 1999 and vital status in 2004. Mortality increased with the severity of comorbidity, with hazard ratios around 2 when comparing the highest and the lowest quartiles of DC, CCI, and ICED in Cox regressions adjusted for age, sex, and physical and cognitive performance. Prediction of mortality with GIC and CDS was only borderline significant. All measures predicted incident ADL disability; the strongest risk gradient (hazard ratio = 8.2 between the highest and lowest quartiles) was observed with ICED. Physical and, to a minor extent, cognitive performance added significantly to predicting mortality and incident BADL disability. All the measures of comorbidity predicted death and BADL disability in older community dwellers. DC, CCI, and ICED performed better than GIC and CDS. Physical performance measures are strong, independent contributors to the prediction of these outcomes."}, {"id": "pubmed23n0087_18223", "title": "[Prevalence of tricuspid and aortic valve prolapse in patients with mitral valve prolapse].", "score": 0.008928571428571428, "content": "Two-dimensional echocardiograms were performed in 30 patients with mitral valve prolapse (15 females and 15 males, with an average of 33.3). The main objective was to observe the prevalence of involvement of tricuspid and aortic valves. Tricuspid valve prolapse was observed in 43.3% with anterior and septal involvement in 92.3% and posterior involvement in 15.3%. The incidence of aortic prolapse was 10% with involvement of both right coronary and non-coronary leaflets. All patients with aortic valve prolapse showed involvement of both mitral leaflets and at least two tricuspid leaflets. It is concluded that involvement of other valves such as tricuspid (43.3) and aortic (10%) is a common finding in patients with mitral valve prolapse."}, {"id": "pubmed23n1029_21329", "title": "Principi di farmacodinamica e farmacocinetica nello switch tra antipsicotici: focus su cariprazina.", "score": 0.008849557522123894, "content": "Cariprazina {RGH-188; trans-N- [4- [2- [4- (2,3-diclorofenil) piperazin-1-il] etil] cicloesil] -N_, N_-dimetilurea cloridrato} è un antipsicotico atipico di nuova generazione, con un originale profilo farmacodinamico e farmacocinetico. Cariprazina ha due metaboliti attivi, uno dei quali ha un'emivita di 1-3 settimane, che è la più lunga di qualsiasi antipsicotico atipico, con emivita effettiva funzionale totale (cariprazina più due metaboliti) di 7 giorni. Il farmaco mostra un'affinità che è circa 10 volte più alta per i recettori D3 che per D2 (rispettivamente pKi 10,07 e 9,31). L'affinità per D3 è superiore all'affinità della stessa dopamina. Cariprazina mostra inoltre un'elevata affinità per i recettori 5-HT2B (pKi 9,24), con antagonismo puro. Cariprazina è un agonista parziale e ha un'affinità significativa, ma inferiore all'affinità per D3, sui recettori 5-HT1A (pKi 8,59). Agendo su D3 e 5-HT1, cariprazina migliora i sintomi negativi, l'anedonia e i deficit cognitivi. L'affinità per i recettori 5-HT2A (pKi 7,73), H1 (pKi 7,63) e 5-HT2C (pKi 6,87) è inferiore, così come minori sono le affinità per i recettori adrenergici, istaminergici e colinergici, recettori che sono spesso responsabili di effetti collaterali. Grazie al profilo di tollerabilità (sicurezza cardiovascolare, bassa probabilità di dare sedazione e iperprolattinemia, basso rischio metabolico), insieme alla sua peculiare efficacia sui sintomi negativi e alla sua lunga emivita, che spesso migliora la scarsa aderenza, cariprazina è un candidato valido per il passaggio da un antipsicotico inefficace (o parzialmente efficace, con particolare riferimento ai sintomi negativi), poco tollerato, o assunto con una scarsa aderenza. Questo articolo esamina le caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche di cariprazina e discute le loro implicazioni in termini di identificazione dei pazienti che possano beneficiare di un passaggio a cariprazina, e della migliore strategia per completare lo switch con successo."}, {"id": "pubmed23n0315_13617", "title": "[Follow-up of patients with chronic aortic valve insufficiency with ACE inhibitor therapy].", "score": 0.008849557522123894, "content": "Long-term treatment with ACE-inhibitors improves left ventricular function in patients with aortic regurgitation. But how does this advantage influence capacity? Using echocardiography and spiroergometry, we investigated 13 patients before and after a 3 month treatment with cilazapril (2.5-5 mg/d). Ventricular enddiastolic diameter-index decreased from 3.5 to 3.1 cm/m2 (p = 0.005), left ventricular endsystolic diameter-index from 2.3 to 2.0 cm/m2 (p = 0.005), and wallstress from 174 to 150 dyn/cm2 (p = 0.01). Left ventricular mass was reduced by 14% to 488 g (= 253 g/m2, p < 0.05). The regurgitant jet area decreased from 10.1 to 8.1 cm2 (p < 0.05). Wall thickness, workload, and maximal oxygen intake showed no significant difference during follow-up. These results indicate that left ventricular volumes and muscle mass in patients with aortic regurgitation are positively influenced by long term ACE-inhibition, which preserves exercise capacity."}, {"id": "pubmed23n0749_21422", "title": "The clinician's role in the diagnosis of breast disease.", "score": 0.008771929824561403, "content": "Until 20 or 30 years ago, the diagnosis and treatment of breast disease was managed exclusively by the surgeon. This situation has changed to some extent as a result of recent technological advances, and clinicians' contributions to the diagnostic work-up and/or treatment of these cases can begin at any time. If they are the first physician to see the patient after the examination and formulation of a diagnostic hypothesis, they will almost always have to order a panel of imaging/instrumental examinations that is appropriate for the type of lesion suspected, the patient's age, and other factors; if they intervene at the end of the diagnostic work-up, it will be their job to arrive at a conclusion based on all of the data collected. The clinical examination includes various steps - history taking and inspection and palpation of the breasts - each of which is essential and requires the use of appropriate methods and techniques. The diagnostic capacity of the examination will depend largely on the consistency of the breasts, but it is influenced even more strongly by the doctor-patient relationship. Physicians must know their patient well, listen to and understand what she is saying, explain their own findings and verify that the explanations have been understood, and they must be convincing. Clinicians must also be able to assess the results of imaging studies (rather than relying solely on the radiologist's report), and this requires interaction with other specialists. The days are over when a clinician or radiologist or sonographer worked alone, certain that his/her examination method was sufficient in itself: today, teamwork is essential. But this also means that each member of the team must be extremely competent in his/her own sector and be aware of the other team members' limitations and expectations. The clinical examination remains central to the process since it is the basis for selecting appropriate treatment. SOMMARIO: Da quando si conosce la patologia mammaria la diagnosi e la terapia di tale patologia sono state a totale appannaggio del chirurgo, situazione che è proseguita fino a qualche decennio fa. Il recente progresso tecnologico ha modificato, in parte, questa situazione e il clinico può entrare nel percorso diagnostico o terapeutico in qualsiasi momento. Se è il primo coinvolto, dopo l'esame e dopo un'ipotesi diagnostica, dovrà, quasi sempre, orientarsi verso indagini strumentali in relazione al sospetto, all'età della paziente ecc., se è l'ultimo anello deve arrivare a una conclusione mettendo insieme tutte le informazioni. L'esame clinico è composto di varie fasi: anamnesi, ispezione, palpazione, ognuna essenziale. Ogni singola fase va affrontata con metodo e tecnica appropriata. La capacità diagnostica dell'esame clinico è influenzata dalla costituzione della mammella, ma ancor di più è condizionata da uno stretto rapporto tra paziente e medico che deve conoscere molto la paziente che gli sta davanti e che non solo deve \"visitare\", ma capire, spiegare, accertarsi che si abbia capito, convincere. È inoltre indispensabile che il clinico sia in grado di esaminare le indagini strumentali e non limitarsi a leggere i referti, quindi interagire con gli altri specialisti. L'epoca del clinico o del radiologo o dell'ecografista che lavora da solo credendo che il proprio esame sia sufficiente o sganciato da altri contesti è finita da tempo, tutti hanno bisogno di tutti. È però vero che ciascuno deve essere estremamente competente nel suo settore e deve conoscere i limiti e le aspettative di chi collabora in altre specialità, come rimane valida la regola che la clinica resta comunque il momento centrale, non fosse altro perché poi deve affrontare la terapia."}, {"id": "pubmed23n0005_11801", "title": "[The value of myocardial mass determination in the evaluation of left ventricular functional value in chronic mitral insufficiency. Apropos of 44 cases].", "score": 0.008771929824561403, "content": "The functional value of the left ventricle in chronic mitral incompetence, determined as a function of haemodynamic and angiocardiographic indices, has now become a difficult factor to determine because of the multiplicity of indices which exist, and because of disagreement about the pathological values which are often a function of the valvular pathology in the particular case. Moreover, the importance of myocardial hypertrophy is rarely taken into account. The ratio systolic work/myocardial mass (WS/WM) which lies between no limits in the normal subject (0.81+/-0.03 gm.g-1) has allowed us to classify 44 patients with chronic mitral incompetence into three groups: groupe I (WS/V(M) greater than 0.87 gm.g-1), characterised by an increase in WS proportionally superior to that of V(M) (hyperfunctional); group II (0.87 gm.g-1 larger than or equal to WS/V(M) larger than or equal to 0.75 gm-1), characterised by a parallel increase of mass and WS (isofunctional); group III (WS/V(M) less than 0.75 gm.g-1) in which the increase in mass is proportionally greater than the variation in WS (hypofunctional). A comparison between the selectivity of this relationship and that of other indices, which contain large areas of overlap between the various groups of patients, lead us to hope for a prognostic index which will take account of the myocardial mass and of the pump action of the left ventricle."}, {"id": "pubmed23n0999_17555", "title": "Terapia cognitivo-comportamentale per giovani ad alto rischio di un primo episodio di psicosi: un trial randomizzato controllato.", "score": 0.008695652173913044, "content": "Scopo. Nell'ultimo ventennio l'interesse di ricercatori e clinici nella prevenzione di disturbi psicotici è cresciuto notevolmente. Gli studi internazionali su strategie a favore di giovani \"ad alto rischio di un primo episodio di psicosi\" sono ancora in numero ridotto, mentre in Italia risultano del tutto assenti. Oltre a manifestare sintomi psicotici sotto-soglia, questa popolazione di frequente riporta un compromesso funzionamento. La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) è la strategia di prima linea, ma si rileva in letteratura l'importanza di studi su ulteriori misure di esito, quali il funzionamento. Il presente studio ha valutato se un protocollo di TCC modulare riducesse il rischio di un primo episodio psicotico in un gruppo di giovani ad alto rischio a post-trattamento e follow-up rispettivamente di 6 e 14 mesi a confronto con trattamento di supporto psicologico di routine ( treatment as usual). Metodi. Cinquantotto partecipanti (età media=25,51, 67,20% maschi) che soddisfacevano criteri per stati mentali a rischio alla Comprehensive Assessment of At-Risk-Mental States sono stati randomizzati a TCC o treatment as usual. Il protocollo di TCC ha incluso 30 sedute settimanali. Risultati. Nel gruppo TCC, il numero di giovani che ha sviluppato un primo episodio psicotico a follow-up è stato inferiore (n=4, 10,30%) a quello del gruppo di controllo (n=8, 27,60%), sebbene tale differenza sia risultata di significatività marginale [Log rank test χ2(1)= 3,66, p=0,05]. I giovani con funzionamento baseline più alto hanno ottenuto maggiori benefici al di là del tipo di percorso. Conclusioni. Anche nel contesto italiano, la TCC sembra efficace e promettente nel prevenire un primo episodio psicotico in giovani con stato mentale a rischio."}, {"id": "pubmed23n0274_11002", "title": "[Fatigue resistance of inspiratory muscles in patients with severe mitral valve stenosis].", "score": 0.008695652173913044, "content": "The strength and endurance of the inspiratory muscles was assessed in 14 patients with severe mitral valve stenosis uncomplicated by other diseases. Strength was evaluated measuring the maximal static inspiratory pressure (MIP). Endurance was measured using a two minute weight incremental test, to obtain the maximal sustainable pressure (SIP), which is the highest pressure that a subject can generate to mobilize air with incremental weight during inspiration. MIP was similar to that of 8 normal subjects (110 +/- 21 and 128 +/- 27 cm H2O respectively p = NS). SIP, maximal sustainable weight and SIP as percentage of MIP were 47 +/- 10 cm H2O, 261 +/- 81 g and 43 +/- 6% respectively, all lower than in normal subjects (89 +/- 25 cm H2O, 525 +/- 167 g and 71 +/- 15% respectively) We conclude that patients with severe mitral valve stenosis have decreased inspiratory muscle endurance compared to normal subjects and this feature may be related to their decreased exercise tolerance."}, {"id": "pubmed23n0937_22521", "title": "Prognostic impact of elevated serum uric acid levels on long-term outcomes in patients with chronic heart failure: A post-hoc analysis of the GISSI-HF (Gruppo Italiano per lo Studio della Sopravvivenza nella Insufficienza Cardiaca-Heart Failure) trial.", "score": 0.008620689655172414, "content": "The prognostic impact of hyperuricemia on long-term clinical outcomes in patients with chronic heart failure (HF) has been investigated in observational registries and clinical trials, but the results have been often inconclusive. We examined the prognostic impact of elevated serum uric acid levels on long-term clinical outcomes in the GISSI-HF (Gruppo Italiano per lo Studio della Sopravvivenza nella Insufficienza Cardiaca-Heart Failure) trial. CLINICALTRIALS. NCT00336336. We assessed the rates of all-cause death, cardiovascular death, cardiovascular hospitalization and the composite of all-cause death or cardiovascular hospitalization over a median follow-up of 3.9 years among 6683 ambulatory patients with chronic HF. Patients in the 3rd serum uric acid tertile (>7.2 mg/dl) had a nearly 1.8-fold increased risk of both all-cause death and cardiovascular death, and a nearly 1.5-fold increased risk of cardiovascular hospitalization and of the composite endpoint compared to those in the 1st uric acid tertile (<5.7 mg/dl). Beyond serum uric acid ≥ 7 mg/dl the risk of outcomes increased sharply and linearly. The significant association between elevated serum uric acid levels and adverse outcomes persisted after adjustment for multiple established cardiovascular risk factors, HF etiology, left ventricular ejection fraction, medication use and other potential confounders, with an adjusted hazard ratio of 1.37 (95% CI 1.22-1.55) for all-cause death, 1.48 (1.29-1.69) for cardiovascular death, 1.19 (1.09-1.30) for cardiovascular hospitalization and 1.21 (1.11-1.31) for the composite endpoint, respectively. Elevated serum uric acid levels are independently associated with poor long-term survival and increased risk of cardiovascular hospitalization in patients with chronic HF."}, {"id": "pubmed23n0214_9822", "title": "[Critical study of the prognostic value of echocardiography in chronic aortic insufficiency].", "score": 0.008620689655172414, "content": "The aim of this study was to assess whether, as previously reported series have suggested, aortic valve replacement is too late when echocardiography shows a left ventricular end systolic diameter (LVS) greater than or equal to 55 mm, a left ventricular fractional shortening (FS) less than or equal to 25%, and a ratio of left ventricular radius to wall thickness (R/H) greater than or equal to 4. Sixty-seven patients with pure chronic aortic regurgitation were operated in the period between 1979 and June 1981. All had at least one good quality preoperative M mode recording. Using the above mentioned parameters, the patients were divided into two groups: Group I (n = 41) \"good surgical candidates\" with LVS less than or equal to 55 mm, FS greater than 25%, and/or R/H less than 4; and Group II (n = 26) \"high risk candidates\" with LVS greater than 55 mm, FS less than or equal to 25% and/or R/H greater than or equal to 4. The clinical improvement was spectacular in both groups after surgery (mean follow-up 28 +/- 8 months). There were no operative deaths but 5 patients out of each group died secondarily. An echocardiogram was recorded in the immediate post-operative period in 55 cases; there was a significant reduction in LV diameters in both groups but the values in Group II remained higher. A control echocardiogram was recorded 17,5 +/- 8,9 months later 46 cases. The LV diameters had returned to normal in Group I but remained at the upper limit of normal in Group II. We conclude that patients with echocardiographic indices of \" high risk \" usually have a favourable postoperative course. However, although the echocardiographic parameters to improve, they do not return completely to normal."}]}}}} {"correct_option": 2, "explanations": {"1": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "2": {"exist": true, "char_ranges": [[64, 271]], "word_ranges": [[11, 40]], "text": "dato che negli ultimi sei mesi ha mostrato un chiaro miglioramento clinico e biologico (diminuzione dei reagenti di fase acuta), manterrei l'approccio terapeutico adottato e aspetterei una nuova valutazione."}, "3": {"exist": true, "char_ranges": [[416, 549]], "word_ranges": [[60, 82]], "text": "Se quello che si cerca è una remissione della malattia il più presto possibile, si potrebbe decidere di associare un anti-TNF alfa..."}, "4": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "5": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}}, "full_answer": "Si tratta di una paziente con artrite reumatoide. A mio parere, dato che negli ultimi sei mesi ha mostrato un chiaro miglioramento clinico e biologico (diminuzione dei reagenti di fase acuta), manterrei l'approccio terapeutico adottato e aspetterei una nuova valutazione. Tuttavia, credo che questa domanda possa avere un'altra risposta valida, la numero 3. Dipende un po' dall'atteggiamento di ciascun reumatologo. Se quello che si cerca è una remissione della malattia il più presto possibile, si potrebbe decidere di associare un anti-TNF alfa...", "full_answer_no_ref": "Si tratta di una paziente con artrite reumatoide. A mio parere, dato che negli ultimi sei mesi ha mostrato un chiaro miglioramento clinico e biologico (diminuzione dei reagenti di fase acuta), manterrei l'approccio terapeutico adottato e aspetterei una nuova valutazione. Tuttavia, credo che questa domanda possa avere un'altra risposta valida, la numero [HIDDEN]. Dipende un po' dall'atteggiamento di ciascun reumatologo. Se quello che si cerca è una remissione della malattia il più presto possibile, si potrebbe decidere di associare un anti-TNF alfa...", "full_question": "Una paziente di 42 anni riferisce un dolore con caratteristiche infiammatorie e gonfiore a entrambi i polsi, alla seconda e terza articolazione metacarpo-falangea e interfalangea prossimale bilateralmente e alla caviglia sinistra, della durata di 4 mesi, accompagnato da rigidità mattutina di oltre un'ora. La radiografia della mano ha mostrato un'erosione del processo stiloideo dell'ulna nel carpo destro. Gli esami di laboratorio hanno mostrato Hb: 10 g/dL con VES di 45 mm nella prima ora, CRP 16 mg/L, fattore reumatoide 160 UI/ML. Dopo 6 mesi di trattamento con indometacina e metotrexato, il paziente persiste con dolore e gonfiore di entrambi i carpi, rigidità mattutina della durata di 30 minuti e un esame del sangue che mostra una VES di 30 mm nella prima ora e un CRP di 9 mg/dL. Quale delle seguenti affermazioni è vera per quanto riguarda l'approccio da adottare:", "id": 154, "lang": "it", "options": {"1": "Interrompere il trattamento per mancanza di risposta e iniziare il prednisone ad alte dosi solo per il controllo dei sintomi.", "2": "Mantenere l'approccio terapeutico adottato, dato che il programma è in corso da soli 6 mesi e che è necessario attendere almeno 9 mesi per valutare la risposta terapeutica.", "3": "Se non vi sono controindicazioni mediche, si può prendere in considerazione l'aggiunta di un anti-TNF alfa al trattamento.", "4": "Iniziare un secondo farmaco modificante la malattia il prima possibile, poiché non sarebbe possibile iniziare il trattamento con una terapia biologica dopo il solo metotrexato.", "5": "Considerare l'inizio del trattamento con una terapia anti-CD20 associata a metotrexato."}, "question_id_specific": 75, "type": "REUMATOLOGIA", "year": 2012, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "wiki20220301en187_33100", "title": "Bollettino della Vittoria", "score": 0.014724967555156234, "content": "A similar bulletin was never drafted for the air forces since they were part of the Aeronautical Service, a department destined to the Royal Italian Army aircraft: the Royal Air Force, the third armed force of the Kingdom of Italy, was established only in 1923, after the end of the war. Text Italian Comando Supremo, 4 Novembre 1918, ore 12 La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta. La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso ottobre ed alla quale prendevano parte cinquantuno divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una cecoslovacca ed un reggimento americano, contro settantatré divisioni austroungariche, è finita."}, {"id": "wiki20220301en622_30059", "title": "Serafino Serrati", "score": 0.013615384615384616, "content": "Among his reports published in life are the following nine communications: Di osservazioni nella scelta dell'aria infiammabile Che tratta di una storta a due fuochi per decomporre los spirito di vino in aria infiammabile Che descrive un modello per formare il globo areostatico di figura conica, senza farvi cucciture accio non perda l'aria ch vi s'introduce Che spiega la direzione di un globo aereostatico per qualunque parte, e in qualungue altezza Rappresentate un bilancia a filo, senza l'attritoSopra di un machina pneumatica a mercurio Che tratta di un conduttore positivo e negativo de di un elettroforo senza le resine *Chi dimostra un barchetto a fuoco, che con la forza di esso, cammina senza il vento"}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009900990099009901, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "wiki20220301en378_21974", "title": "Sérgio Pereira Couto", "score": 0.009900990099009901, "content": "Evangelho de Judas e Outros Mistérios A História Secreta de Roma Seitas Secretas Maçonaria Para Não-Iniciados Dossiê Hitler A Incrível História da Bíblia Desvendando o Egito Os Segredos do Nazismo Segredos e Lendas do Rock'''A Extraordinária História da ChinaCódigos e Cifras – da Antiguidade à Era ModernaSegredos da CabalaAs Dez Sociedades Mais Influentes da HistóriaSociedades Secretas: IlluminatiOs Segredos das Investigações CriminaisHitler e os Segredos do Nazismo vols. 1 e 2Segredos da BruxariaAlmanaque das GuerrasDecifrando o Símbolo PerdidoManual de Investigação ForenseDesvendando a MaçonariaDossiê John Lennon2012 X NostradamusArquivos Secretos do VaticanoO Homem Que Previa o FuturoAlmanaque das Sociedades SecretasWikiLeaks: Segredos, Informações e Poder'' (with José Antonio Domingos)"}, {"id": "pubmed23n1029_21332", "title": "Esperienze di switch a cariprazina in pazienti schizofrenici con comparsa di effetti collaterali/comorbilità mediche.", "score": 0.00980392156862745, "content": "La schizofrenia è un disturbo psichiatrico grave e cronico con un background genetico e neurobiologico eterogeneo che influenza lo sviluppo precoce del cervello, ed è espressa come una combinazione di sintomi psicotici - come allucinazioni, deliri e disorganizzazione - e di sintomi negativi e cognitivi. Il trattamento dei pazienti con schizofrenia prevede l'utilizzo di antipsicotici, in accordo con i recenti dati di letteratura. Sulla base del meccanismo d'azione, gli antipsicotici vengono suddivisi in tipici (o \"di prima generazione\") e atipici (o \"di seconda generazione\"). Differiscono, anche, per la manifestazione di effetti collaterali, dovuti alla diversa affinità recettoriale caratteristica del singolo principio attivo. In questo caso clinico, presentiamo un giovane paziente di 24 anni con diagnosi di schizofrenia trattato prima con olanzapina e poi con risperidone, che ha manifestato significativi effetti collaterali di tipo metabolico e sessuali. La strategia terapeutica utilizzata è stata lo switch a un antipsicotico di terza generazione, cariprazina, con risoluzione delle collateralità e una migliore gestione dei sintomi negativi riportati. In conclusione, il modello di trattamento personalizzato sulla base delle condizioni cliniche e delle esigenze del paziente rappresenta l'approccio maggiormente adeguato nella gestione di ogni singolo caso."}, {"id": "pubmed23n0912_8717", "title": "Desgarros del epitelio pigmentario de la retina: factores de riesgo, mecanismo y control terapéutico.", "score": 0.00980392156862745, "content": "Los desgarros del epitelio pigmentario de la retina (EPR) se asocian en la mayoría de los casos con los desprendimientos vascularizados del EPR debido a una degeneración macular asociada a la edad (DMAE), y normalmente implican una pérdida adversa de la agudeza visual. Estudios recientes indican que ha habido un aumento en la incidencia de desgarros del EPR desde la introducción de fármacos anti-factor de crecimiento del endotelio vascular (anti-VEGF) así como una asociación temporal entre el desgarro y la inyección intravítrea. Dado que el número de pacientes con DMAE y el número de inyecciones anti-VEGF va en aumento, tanto la dificultad de prevenir desgarros del EPR como el tratamiento tras la formación de los desgarros han adquirido una mayor relevancia. De forma paralela, la evolución de la imagenología de la retina ha contribuido de manera significativa a comprender mejor el desarrollo de los desgarros del EPR en los últimos años. Esta revisión resume los conocimientos que se poseen actualmente sobre el desarrollo, los factores pronósticos y las estrategias terapéuticas de los desgarros del EPR antes y después de que estos se formen."}, {"id": "pubmed23n0966_6421", "title": "Frazione polifenolica del bergamotto per il trattamento della sindrome metabolica nella schizofrenia: uno studio pilota.", "score": 0.009708737864077669, "content": "Introduzione. La frazione polifenolica del bergamotto (BPF) ha dimostrato di possedere buona efficacia nel trattamento dei pazienti affetti da sindrome metabolica (SM) e pertanto potrebbe rappresentare una strategia promettente nel trattamento degli effetti collaterali indotti da antipsicotici di seconda generazione (SGA) in soggetti schizofrenici in trattamento con tali farmaci. Materiali e metodi. A 15 pazienti schizofrenici in trattamento stabilizzato con SGA e 15 soggetti di controllo non affetti da patologie psichiatriche, che presentavano valori ematici di colesterolo totale compresi tra 200 e 239 mg/dl, è stato somministrato un integratore contenente BPF (1000 mg) per un periodo di 60 giorni. A tutti i soggetti all'inizio e alla fine del trattamento sono state eseguite la misurazione dell'indice di massa corporea (BMI) e una serie di esami ematochimici per la valutazione degli aspetti metabolici (colesterolo totale, LDL, HDL, trigliceridi, glicemia). Risultati. In entrambi i gruppi si è evidenziata una riduzione significativa del BMI (BMI T0 vs Tfinale (media±DS)= schizofrenici: 34,5±5,7 vs 33,9±5,4, p=,041; controlli: 28,1±4,5 vs 27,3±4,1, p=,016 - BMIcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= -0,59±0.7 vs -0,72±0,8, p=,378); colesterolo totale e LDL risultano invece essere diminuiti esclusivamente nel gruppo di controllo (colesterolo totalecambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 8,2±31,5 vs -35,1±31,1, p=,003; LDLcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 14,1±29,4 vs -9±38,9, p=,014). Discussione. La differenza di efficacia dei BPF sulla dislipidemia tra i soggetti schizofrenici e il gruppo di controllo potrebbe essere spiegata dai diversi meccanismi patogenetici che sono alla base delle alterazioni metaboliche nei soggetti in trattamento con SGA e nei pazienti che non assumono questa classe di farmaci. Conclusioni. Ulteriori studi si rendono necessari al fine di valutare in questa categoria di soggetti i possibili effetti sulla dislipidemia di dosi maggiori di BPF."}, {"id": "pubmed23n0533_10850", "title": "[Biologic therapy with anti-TNFα in rheumathoid arthritis].", "score": 0.009708737864077669, "content": "To evaluate the efficacy, the tolerability, and treatment survival of the association of anti-TNFα (Infliximab, Etanercept, Adalimumab) plus Methotrexate vs Methotrexate as monotherapy in patients with reumathoid arthritis (RA). Review of published controlled randomized clinical studies on the association of anti-TNFα plus Methotrexate vs Methotrexate alone in patients with rheumathoid arthritis (RA). Results in terms of remission and progression of radiologic damage, and clinical response expressed in terms of ACR 50 or ACR 70 were reviewed in the different studies. In patients with RA the association of anti-TNFα plus Methotrexate led to a greater remission of radiologic damage and marked improvement of clinical response expressed as ACR 50 or ACR 70 compared to therapy with Methotrexate only. In the absence of controlled studies, review of the published studies showed that in RA patients the association of anti-TNFα plus Methotrexate is extremely more efficacious than therapy with Methotrexate only. Choice of the drug depends on the activity of the disease, the necessity of a fast response, the presence of side effects, the schedule of treatment and consequently the direct and indirect costs of the drug, and the easiness on supply and distribution."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.009615384615384616, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.009523809523809525, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n0657_11278", "title": "[Tumour necrosis factor alpha antagonists in established rheumatoid arthritis: effectiveness comparative study].", "score": 0.009523809523809525, "content": "Knowing the differences in the effectiveness between three tumour necrosis factor alpha antagonists (anti-TNF alpha) in rheumatoid arthritis (RA) has important clinical implications. The aim of this study was to assess anti-TNF alpha effectiveness and to study possible differences in outcomes between them. We included all patients with rheumatoid arthritis (RA) attended in consulting room from Zaragoza Area II between May 2000 and December 2006 who completed a year with anti-TNF alpha treatment. Several demographic and clinical parameters at the beginning and after a year with three different agents were analysed and compared. 119 patients completed a year with anti-TNF alpha, 28 with infliximab, 44 with etanercept and 37 with adalimumab. After a year with treatment, DAS 28 descended 1,82 (1,42) points and HAQ 0,3 (0,58) (p<0,05). Comparing the clinical parameters after a year DAS 28 was 3,8 in the three groups. HAQ was 1,2 for patients in treatment with infliximab and 0,9 for patients with etanercept and adalimumab. There were no significant differences in effectiveness between the 3 drugs. Anti-TNF alpha drugs are effective to treat RA and the effectiveness is similar in all them."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.009433962264150943, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n0923_20493", "title": "Management della retinopatia diabetica e dell'edema maculare diabetico: linee guida \"Euretina 2017\".", "score": 0.009345794392523364, "content": "Si prevede che la malattia diabetica con tutte le sue complicanze avrà un forte aumento di incidenza con un grosso impatto socioeconomico nei prossimi decenni in tutto il mondo. Pertanto ben si comprende l'importanza di individuare attraverso una fine diagnostica quanto più precocemente la comparsa dei sintomi diabetici, migliorare lo stile di vita ed impostare cure efficienti. Riportiamo la serie di raccomandazioni EURETINA 2017, dei maggiori esperti in Europa per la gestione della malattia diabetica e delle complicanze della retina. Per combattere questa \"pestilenza\" occorre un team medico preparato. Il trattamento laser è stato considerato sino a non molto tempo fa il Gold standard della retinopatia diabetica e dell'edema diabetico (RD e EMD). Recenti studi hanno dimostrato, invece, che si possono raggiungere risultati migliori mediante l'iniezione diretta di farmaci nella cavità vitreale. In particolare è emerso terapia di prima linea, molecole in grado di inibire il fattore di crescita endoteliale vascolare (anti VEGF) mentre non è più raccomandata la fotocoagulazione laser per il trattamento del DME. Nell'ambito delle molecole farmacologiche gli steroidi hanno mantenuto un ruolo nella gestione del DME cronicamente persistente."}, {"id": "wiki20220301en452_13857", "title": "Yndio", "score": 0.009345794392523364, "content": "Discography Éxitos Eternos Sin Tu Amor (EP-1972) 1 Sin Tu Amor 2 Mamá Gorda 3 Las Nubes Que Pasan (Díselo Tú) 4 Amor de Padres Sin Tu Amor (1972) 1. Sin Tu Amor 2. No Me Dejes Amor 3. El Tiempo 4. Lo Que Te Puedo Ofrecer 5. Noches y Días Perdidos 6. Si Tu Me Dejas 7. Es Para Tí, Es Para Mí 8. Lo Que Siempre He Soñado 9. Jamás Corazón 10. Siempre Habra un Mañana Yndio MPHS-6114(1975) 1. El 2. Cuando Salgo A los Campos 3. Quedamos Como Amigos 4. Las Nubes 5. Desolacion 6. Dulce Amor 7. Siempre De Novios 8. Como Te Extraño 9. Perdoname Mi Amor 10. Dejame 11. Sufro Tu Ausencia Por que Nos Dijimos Adios MPHS-6125 (1975) 1. Por Que Nos Dijimos Adios 2. Como Te Extraño 3. La Que Era Ya No Es 4. Cuando Salgo A los Campos 5. Perdoname Mi Amor 6. Dejame 7. Quedamos Como Amigos 8. Sufro Tu Ausencia 9. Las Nubes 10. Desolacion"}, {"id": "pubmed23n0999_17549", "title": "[Bevacizumab e altri farmaci. Attività e sicurezza degli agenti anti-VEGF nel carcinoma ovarico.]", "score": 0.009259259259259259, "content": "Riassunto. L'angiogenesi svolge un ruolo importante sia nei tessuti epiteliali normali sia in quelli maligni. Negli ultimi anni questo fenomeno è stato ampiamente studiato in oncologia sperimentale e clinica perché ci sono evidenze che sia coinvolto nella diffusione e nella diffusione metastatica del carcinoma ovarico. Il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (vascular endothelial growth factor - VEGF) è l'attore principale nel meccanismo di angiogenesi e svolge un ruolo strategico nella proliferazione e migrazione delle cellule neoplastiche, con un impatto significativo sulla sopravvivenza e sull'outcome clinico. Secondo quanto emerge da molti studi sperimentali e clinici, le nostre conoscenze sulla biologia dell'angiogenesi e del VEGF sono aumentate portando allo sviluppo farmacologico di specifici agenti in grado di targeting VEGF. Questo nuovo campo di indagine offre agli scienziati l'opportunità di testare nuove possibilità terapeutiche nei pazienti con carcinoma ovarico con nuovi agenti mirati. Il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF umanizzato, è stato il primo farmaco anti-VEGF scoperto ed è usato oggi per il trattamento di diversi tumori solidi. Negli ultimi anni questo agente è stato ampiamente testato nei pazienti con carcinoma ovarico, mostrando un'attività clinica interessante e un profilo di tossicità tollerabile sia nelle pazienti giovani sia in quelle anziane. Il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel e successivamente utilizzato come agente singolo, è indicato per il trattamento del carcinoma epiteliale dell'ovaio di stadio III o IV, tuba di Falloppio o carcinoma peritoneale primario dopo iniziale resezione chirurgica. Il bevacizumab è anche usato per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico epiteliale ricorrente e resistente al platino, delle tube di Falloppio o dal tumore peritoneale primario che hanno ricevuto non più di 2 regimi precedenti di chemioterapia. Inoltre, il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel o con carboplatino e gemcitabina (e usato come agente singolo), è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma epiteliale dell'ovario sensibile al platino, tuba di Falloppio o tumore peritoneale primario. Le linee guida più accreditate suggeriscono quando bevacizumab deve essere usato nel trattamento del carcinoma ovarico avanzato e ricorrente. Altri agenti anti-VEGF, come gli inibitori della tirosin-chinasi del recettore VEGF (VEGFR), sono stati ampiamente testati nel carcinoma ovarico e molti altri sono in corso di studi al fine di testare la loro attività e sicurezza rispetto a bevacizumab. Gli agenti anti-VEGF e gli inibitori di PARP svolgono oggi un ruolo strategico nel trattamento del cancro ovarico con agenti mirati in associazione con la chemioterapia e la chirurgia in un'ottica multidisciplinare e personalizzata."}, {"id": "pubmed23n0617_17973", "title": "[Is the response to anti-TNFalpha treatment influenced by the presence of IgM rheumatoid factor, in Rheumatoid Arthritis patients?].", "score": 0.009259259259259259, "content": "To verify if the response to TNFalpha inhibitors is influenced by the presence of IgM rheumatoid factor (RF), in patients with RA. In this study, the patients with the diagnosis of RA treated with TNFa inhibitors followed in our hospital were recruited. A protocol was applied including demographic, clinical and laboratory data, in order to calculate DAS 28. The presence/absence of IgM RF and associated therapies were record. Fifty-seven patients, 52 female, with a mean duration of anti-TNFa treatment of 30,9+/-15,9 months were studied. Twenty-four patients were being treated with infliximab, 17 with adalimumab and 16 with etanercept. Forty-one patients had IgM RF detectable in serum (RF positive group). In the RF positive group, the variation of DAS 28 was -1,75 +/- 1,53 vs -1,04 +/- 1,76 in the RF negative group (p=0,135). The mean duration of anti-TNFalpha treatment was similar in both groups (31,9+/-15,9 vs 29,5+/-16,16 months). Patients who were treated with methotrexate presented a higher variation of DAS 28 (-1,87 +/- 1,70 vs -0,80 +/- 1,09; p=0,041) and this variation was dose dependent (p=0,056). Despite needing a replication in a larger cohort, our results suggest that the presence of IgM RF in the serum did not interfere with the response to treatment with TNFalpha inhibitors."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.009174311926605505, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0533_10851", "title": "[Biologic therapy with anti-TNFα in spondyloarthritides and other autoimmune diseases].", "score": 0.009174311926605505, "content": "To evaluate the efficacy of the anti-TNFα (Tumor Necrosis Factor alpha) drugs in a variety of pathologic conditions such as psoriatic arthritis, undifferentiated entheso-arthritides, chronic inflammatory bowel diseases, adult onset Still's disease, Behcet disease. Review of all published studies evaluating the efficacy of these drugs (mainly infliximab and etanercept, adalimumab to a lesser degree) on the above diseases. Results are reported for each pathologic condition. Both drugs showed to be very efficacious in all the above conditions, except Crohn disease where etanercept does not seem adequate. Both drugs work extremely well, even though comparison between infliximab and etanercept efficacy cannot be performed, due to the lack of a direct comparison."}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.00909090909090909, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "wiki20220301en543_3124", "title": "Vicente Pascual Pastor", "score": 0.00909090909090909, "content": "Fábrica de Hilados y Tejidos del industrial Bernabeu en la calle Alcolecha número 4, in Alcoy, (1920). Fábrica en Passeig del Viaducte número 26, in Alcoy, (1920). Edificio de sindicato en la calle Sant Joan de Ribera número 1, in Alcoy, (1921). Fábrica de Ferrándiz, in Alcoy. Campus of Alcoy, (1922). Fábrica en la calle Agres número 4, en Alcoy, (1922). Fábrica de gaseosa \"La Bohemia\" en la calle Na Saurina d'Entença número 11, en Alcoy, (1922). Fábrica en calle Sant Joan de Ribera número 6, en Alcoy, (1922). Edificio en calle Sant Nicolau número 46, en Alcoy, (1924). Grupo Escolar Cervantes, en Alcoy, (1925). Edificio en calle Rigoberto Albors número 7, en Alcoy, (1925). Recinto de religiosas in the Alcoy Cemetery, (1925). Edificio en la calle Sant Tomás número 23, en Alcoy, (1926). Fundición de Vicente Miró en la calle Quevedo, en Alcoy, (1926). Reforma de edificio de la Unión Alcoyana en la plaza de España número 21, en Alcoy, (1928)."}, {"id": "pubmed23n0999_17555", "title": "Terapia cognitivo-comportamentale per giovani ad alto rischio di un primo episodio di psicosi: un trial randomizzato controllato.", "score": 0.009009009009009009, "content": "Scopo. Nell'ultimo ventennio l'interesse di ricercatori e clinici nella prevenzione di disturbi psicotici è cresciuto notevolmente. Gli studi internazionali su strategie a favore di giovani \"ad alto rischio di un primo episodio di psicosi\" sono ancora in numero ridotto, mentre in Italia risultano del tutto assenti. Oltre a manifestare sintomi psicotici sotto-soglia, questa popolazione di frequente riporta un compromesso funzionamento. La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) è la strategia di prima linea, ma si rileva in letteratura l'importanza di studi su ulteriori misure di esito, quali il funzionamento. Il presente studio ha valutato se un protocollo di TCC modulare riducesse il rischio di un primo episodio psicotico in un gruppo di giovani ad alto rischio a post-trattamento e follow-up rispettivamente di 6 e 14 mesi a confronto con trattamento di supporto psicologico di routine ( treatment as usual). Metodi. Cinquantotto partecipanti (età media=25,51, 67,20% maschi) che soddisfacevano criteri per stati mentali a rischio alla Comprehensive Assessment of At-Risk-Mental States sono stati randomizzati a TCC o treatment as usual. Il protocollo di TCC ha incluso 30 sedute settimanali. Risultati. Nel gruppo TCC, il numero di giovani che ha sviluppato un primo episodio psicotico a follow-up è stato inferiore (n=4, 10,30%) a quello del gruppo di controllo (n=8, 27,60%), sebbene tale differenza sia risultata di significatività marginale [Log rank test χ2(1)= 3,66, p=0,05]. I giovani con funzionamento baseline più alto hanno ottenuto maggiori benefici al di là del tipo di percorso. Conclusioni. Anche nel contesto italiano, la TCC sembra efficace e promettente nel prevenire un primo episodio psicotico in giovani con stato mentale a rischio."}, {"id": "wiki20220301en517_6845", "title": "Aristides Lima", "score": 0.009009009009009009, "content": "Works \"A Importância da Não Reciprocidade e do Tratamento Preferencial dos Países em Vias de Desenvolvimento nas Relações Internacionais e especialmente no Direito Internacional Público, na Perspectiva dos Países em Vias de Desenvolvimento\", University of Leipzig,1983 Reforma política em Cabo Verde [Political Reform in Cape Verde], Praia, 1991 \"Grundzüge des Politischen Reformprozesses in Kapverden\", 1992 Estatuto jurídico-constitucional do Chefe de Estado [Judicial-Constitutional Statute of the Head of State], University of Heidelberg, 2000 (2004)Constituição, democracia e direitos humanos: discursos de representação e outros textos [Constitution, Democracy and Human Rights: Speeches of Representation in Other Texts] (February 2004)O recurso constitucional alemão e o recurso de ampara Cabo-Verdiano uma análise comparativa (September 2004)No Parlamento ao serviço da nação e dos boavistenses [Boa Vistans in Parliament for the Service of the Nation], Alfa-Comunicações, Praia, 2005"}, {"id": "pubmed23n1059_7363", "title": "Contributi scientifici in memoria di Antonio Fusco.", "score": 0.008928571428571428, "content": "Come si leggerà nell'Introduzione della sezione propriamente scientifica del Volume, il presente testo nasce dalla volontà e, soprattutto, dall'esigenza culturale di omaggiare il fu Prof. Antonio Fusco. Un debito scientifico ed umano che trova il suo locus naturale in questa prima parte del testo stesso, cui farà poi seguito la parte propriamente scientifica. In siffatta parentesi dovuta per le ragioni appena menzionate, il lettore, l'amico o l'allievo dell'opera del Prof. Fusco potranno trovare un suo sintetico Curriculum Vitae, correlato da una specifica ed accurata prosa, svolta dal già Magnifico Rettore Carlo Cipolli; il quale, oltre che evidenziare, ricordando, i meriti del collega oramai scomparso, aggiunge alsuo scritto un elemento che sarebbe imprescindibile a non trasformare lo stesso in una mera sequenza di parole: l'amicizia e l'affetto per un amico che, oramai, non c'è più. A fine lettura, evidente risuonerà il fatto che la vita di ognuno, se mossa dalla passione per ciò per cui si è predisposti cognitivamente e psicologicamente, può essere ricca di riconoscimenti, riconoscenze e soddisfazioni che, lungi dal divenire un cuscino di allori su cui adagiarsi, per una mente creativa come quella del Prof. Fusco hanno funto solo da motivazioni ad agire instancabilmente guardando sempre al futuro. Il lavoro di una vita che, materialmente, è sancito da un supporto poco più di cm 25x15: una targa. Una materialità evidente che, con grande commozione e riconoscenza, è stata affissa il 25 ottobre 2019 sull'aula fronte l'Aula Magna del Campus \"La Folcara\", a testimonianza che quello spirito creativo in continua evoluzione non si ferma; non si arresta neppure con la fine biologica di chi lo ha \"posseduto\". Rimangono le opere ed il pensiero del Prof. Fusco e restano gli affetti. A tal proposito, il lettore troverà una breve e sentita sezione su Testimonianze; coloro i quali hanno avuto modo, nell'arco della vita accademica ed umana, personale, di Fusco di conoscerlo. Ecco, allora, che i ricordi saranno i veri protagonisti di questa parentesi. Dopo di ciò, prima dei contributi prettamente scientifici dei lavori, tenutisi in occasione del Convegno Internazionale Psicologia, Arte, Letteratura. Antiche e Nuove Tendenze, seguiranno i saluti delle autorità che in quei due giorni si sono succedute a rappresentare non solo l'istituzione affiliata, ma anche la relazione di stima e di affetto che le legava al compianto Professore. Si passerà, infine, al volume tradizionalmente inteso."}, {"id": "wiki20220301en134_44746", "title": "Rodrigo Jokisch", "score": 0.008928571428571428, "content": "'Zur Beobachtung von Handlung', in: Rainer Mackensen (Hrsg.), Handlung und Umwelt. Beiträge zu einer soziologischen Lokaltheorie, Leske & Budrich, 2000, S. 139-164 'Wie ist Alltag möglich? Beobachtungen aus einer distinktionstheoretisch reformulierten Theorie der Handlung'. Spanische Version bereits erschienen: ‘Como es posible la ‚vida cotidiana‘ desde el punto de vista de la teoría de la acción social? Apuntes sobre Alfred Schütz y la Sociología de la vida cotidiana’, en: Estudios Sociológicos, Vol. XVIII, núm. 54, septiembre-diciembre, 2000, p. 547-554 'Die Theorie des kommunikativen Handelns von Jürgen Habermas aus der Perspektive der Distinktionstheorie'. Teile enthalten in: ‘Apuntes sobre la teoría de la acción comunicativa de Jürgen Habermas, desde el punto de vista de la teoría de las distinciones, en: Estudios Políticos, núm. 24, Mayo-Agosto, 2000, p. 81-128"}, {"id": "pubmed23n0932_1180", "title": "[La combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) nel trattamento del carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia: le notizie sulla mia morte sono state esagerate?]", "score": 0.008849557522123894, "content": "Riassunto. L'analisi è stata condotta al fine di valutare l'effetto sia sulla sopravvivenza globale (OS) sia sulla sopravvivenza libera da progressione di malattia (PFS) della chemioterapia di combinazione in prima linea per il carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia. La presente analisi è limitata agli studi randomizzati controllati (RCT) di fase III. Successivamente è stata applicata la European Society for Medical Oncology Magnitude of Clinical Benefit Scale (ESMO-MCBS) agli RCT di fase III analizzati per ricavare uno score relativo all'entità del beneficio clinico ottenuto per ciascun RCT. Sono state calcolate inoltre le differenze in termini di PFS tra i diversi bracci di trattamento rapportandole con i costi dei farmaci necessari per ottenere il beneficio di PFS. La nostra analisi ha valutato 11 RCT di fase III, per un totale di 4572 pazienti. Combinando i costi della terapia con la misura dell'efficacia espressa dalla PFS, è stato ottenuto un costo di 74,12 euro (€) per mese di vita guadagnato in termini di PFS con la combinazione di 5-fluorouracil, leucovorin, irinotecan e oxaliplatino (FOLFIRINOX), 90,14 € per la combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) e 4708,7 € per la combinazione di nab-paclitaxel e gemcitabina. Da questo punto di vista riteniamo che l'utilizzo delle \"vecche chemioterapie di combinazione\" (per es., GEMOX) non dovrebbe essere completamente abbandonato, ma valutato sul singolo paziente, sulla base di diversi fattori (età, ECOG PS, comorbilità, carico di malattia), al fine di ottenere una reale \"tailored therapy\"."}, {"id": "pubmed23n0621_22723", "title": "[Update in treatment of psoriatic arthritis].", "score": 0.008849557522123894, "content": "Psoriatic arthritis is a chronic rheumatic disease making part of spondylarthropathies. It is the most frequent chronic inflammatory rheumatism after rheumatoid arthritis. Eventhough, it is usually a benign affection, it may be destructive leading to handicap. Several new medications have been introduced, including anti-tumor necrosis factor (TNF alpha blockers) and leflunomide for treatment of psoriatic arthritis. Many studies show the efficacy of these medications in this disease."}, {"id": "pubmed23n0910_9460", "title": "[Il ruolo di niraparib nel trattamento del carcinoma ovarico: attualità e prospettive.]", "score": 0.008771929824561403, "content": "Riassunto. I PARP inibitori interferiscono con la riparazione del danno nella singola elica del DNA determinando una progressione del difetto nella doppia elica. In circa il 50% delle pazienti con carcinoma dell'ovaio sieroso di alto grado sono presenti difetti nei meccanismi di ricombinazione omologa, deputati alla riparazione del danno della doppia elica del DNA. L'incapacità di riparare il danno si traduce nella morte cellulare, un processo definito \"letalità sintetica\". Nella famiglia dei PARP inibitori il niraparib è stato il primo a essere approvato dalla FDA nel trattamento delle pazienti con carcinoma ovarico ricorrente indipendentemente dalla presenza o assenza di mutazioni BRCA. Questo risultato è stato raggiunto grazie ai dati emersi dal trial di fase III ENGOT-OV16/NOVA, favorevoli in termini di prolungamento della sopravvivenza libera da progressione e associati a un buon profilo di tossicità. Ulteriori trial clinici sono in corso per valutare ulteriori indicazioni all'impiego di niraparib nel trattamento del carcinoma ovarico."}, {"id": "wiki20220301en500_6564", "title": "Ramond de la Croisette", "score": 0.008771929824561403, "content": "1823: Le comte d'Angoulême, ou Le siège de Gênes, with Fulgence de Bury, Michel-Joseph Gentil de Chavagnac and Paul Ledoux 1823: Le siège de Gênes, comédie héroïque in 2 acts, with Chavagnac, Ledoux and de Bury 1824: Mr Manuel, 1824 1824: Mes derniers vingt sols, vaudeville in 1 act, with Théaulon 1824: Grétry, opéra-comique in 1 act, with de Bury and Ledoux 1825: Le Béarnais, ou la Jeunesse de Henri IV, comedy in 1 act and in free verses, with de Bury and Ledoux 1826: La Fête du roi, ou le Remède à la goutte, comedy in 1 act and in verses, with Paul Ledoux 1827: La leçon de mathématiques, comédie-vaudeville in 1 act 1828: J'épouse ma femme, vaudeville in 1 act undated: Mon rêve, ou J'étais ministre"}, {"id": "pubmed23n1130_1118", "title": "[The &quot;redisorganisation&quot; of the Italian Healthcare Service].", "score": 0.008695652173913044, "content": "Non vi è alcun dubbio che, sotto la spinta degli effetti sanitari della pandemia da COVID19 e della approvazione (il 13/7/2021) del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), si è in presenza ancora una volta di un tentativo di riorganizzazione del Servizio sanitario nazionale. Alcuni significativi elementi di questa volontà politica sono stati già indicati negli Editoriali di questa Rivista pubblicati negli ultimi due anni - dalla dichiarazione dello stato di emergenza nazionale per il contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19 (D.L. 25/3/2020, n. 19) a tutt'oggi. Gli esperti diScienze politiche applicate alla sanità hanno fatto rilevare che le proposte di riorganizzazione - soprattutto tendenti a rafforzare la sanità territoriale (cure primarie e servizi territoriali)2 - risalgono addirittura alla legge istitutiva del Servizio sanitario nazionale e sono state \"rinnovellate\"da numerosi successivi atti legislativi mai completamente realizzati. La motivazione è facile da comprendere perché da tempo è fin troppo noto che non è possibile modificare un sistema, come quello sanitario (ma non solo questo), unicamente attraverso cambiamenti strutturali3. Una riforma per avere successo deve innescare un'interazione virtuosa tra il dispositivo normativo e il sistema sociale di realizzazione, composto dagli esecutori e dai beneficiari della riforma. L'antica metafora botanica della semina può rendere l'idea: anche la migliore semenza non può attecchire su un terreno arido o poco soleggiato e se le radici non trovano nel suolo il necessario alla crescita della pianta."}, {"id": "wiki20220301en268_36948", "title": "Esperpento", "score": 0.008695652173913044, "content": "de «esperpentos». El mundo de los «esperpentos»—explica uno de los personajes de Luces de Bohemia—es como si los héroes antiguos se hubiesen deformado en los espejos cóncavos de la calle, con un transporte grotesco, pero rigurosamente geométrico. Y estos seres deformados son los héroes llamados a representar una fábula clásica no deformada. Son enanos y patizambos que juegan una tragedia. Y con este sentido los he llevado a Tirano Banderas y a El ruedo ibérico.\""}, {"id": "pubmed23n0966_6419", "title": "I nuovi \"casi difficili\" in psichiatria.", "score": 0.008620689655172414, "content": "In psichiatria, come nelle altre discipline mediche, esistono casi che sono \"difficili\" per le loro caratteristiche cliniche. Recentemente, sembra tuttavia emergere un nuovo tipo di casi che risultano \"difficili\" per ragioni non tanto psicopatologiche quanto piuttosto gestionali, di responsabilità e sicurezza. Alcuni di questi casi caratterizzano in particolare la psichiatria italiana, e coinvolgono soprattutto i clinici delle strutture pubbliche. In varie situazioni, essi implicano comportamenti autolesivi ed eterolesivi non prevedibili né prevenibili nonostante l'impegno degli operatori, un problema ancora scarsamente riconosciuto per le responsabilità stesse. La riforma sanitaria del 1978 ha posto l'Italia in una posizione di avanguardia nel mondo riguardo al sistema dell'assistenza territoriale in salute mentale, che ha compiuto negli ultimi quarant'anni grandi passi avanti rispetto al precedente assetto. Ultimamente si sono tuttavia verificati cambiamenti sociali, epidemiologici, psicopatologici e dei bisogni che hanno creato nuovi problemi e difficoltà all'assistenza psichiatrica. Tra questi cambiamenti figurano la crescente complessità delle grandi aree metropolitane; il fenomeno immigratorio; la massiccia crescita nell'utilizzo di sostanze; le modificazioni del profilo di responsabilità del medico; l'introduzione di complesse normative sulla sicurezza, il trattamento dei dati, il consenso alle cure e la competenza a decidere della persona con disturbi mentali. Come conseguenza, gli operatori si trovano oggi ad affrontare nuove difficoltà di tipo organizzativo e gestionale, e questioni problematiche relative alla sicurezza sia del paziente sia del sanitario, con un crescente profilo di responsabilità etica, deontologica e medico legale del sanitario stesso. Auspichiamo che le riflessioni qui proposte possano stimolare un dibattito costruttivo per migliorare le condizioni di lavoro degli operatori impegnati quotidianamente nel migliorare gli esiti clinici dei propri pazienti."}, {"id": "wiki20220301en087_22345", "title": "António Variações", "score": 0.008620689655172414, "content": "Cover songs 1987 - Delfins - Canção de Engate 1995 - Amarguinhas - Estou Além 1995 - Íris - Estou Além 1996 - MDA - Dar & Receber 1996 - MDA - Estou Além 1997 - Isabel Sivestre - Deolinda de Jesus 2004 - Donna Maria - Estou Além 2004 - Funkoffandfly - Dar e receber 2005 - RAMP - Anjinho da Guarda 2008 - André Sardet - Anjinho da Guarda 2012 - Tiago Bettencourt - Canção de Engate 2013 - Dead Combo & Márcia - Visões Ficções 2014 - OqueStrada - Parei na Madrugada [inedit song] 2016 - Telmo Pires - Ao passar por Braga abaixo [inedit song] 2017 - Filipe Catto - Canção de Engate 2017 - União das Tribos feat. Miguel Ângelo - Canção de Engate 2017 - The Beheaded - Canção de Engate 2020 - Lina e Raül Refree - Voz Amália de Nós 2020 - Zeca Baleiro - Canção de Engate Albums 1989 - Lena D'Água - Tu Aqui [5 inedit songs of Variações] 1994 - Variações - As canções de António 2004 - Humanos - Humanos [inedit songs of Variações]"}]}}}} {"correct_option": 3, "explanations": {"1": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "2": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "3": {"exist": true, "char_ranges": [[167, 348]], "word_ranges": [[24, 49]], "text": "Il trattamento antibiotico è in linea di principio corretto e prima di prendere in considerazione modifiche del trattamento, è necessario valutare la possibilità di empiemizzazione."}, "4": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "5": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}}, "full_answer": "Finché la febbre persiste in una polmonite in evoluzione, esiste il rischio di empiematizzazione, soprattutto se all'inizio si è già verificato un piccolo versamento. Il trattamento antibiotico è in linea di principio corretto e prima di prendere in considerazione modifiche del trattamento, è necessario valutare la possibilità di empiemizzazione.", "full_answer_no_ref": "Finché la febbre persiste in una polmonite in evoluzione, esiste il rischio di empiematizzazione, soprattutto se all'inizio si è già verificato un piccolo versamento. Il trattamento antibiotico è in linea di principio [HIDDEN] e prima di prendere in considerazione modifiche del trattamento, è necessario valutare la possibilità di empiemizzazione.", "full_question": "Donna di 56 anni, con anamnesi di schizofrenia ben controllata, senza abitudini tossiche. Ricoverata per polmonite del lobo medio con un piccolo versamento pleurico associato e in trattamento con levofloxacina 500 mg/24h. L'evoluzione clinica è stata buona, ad eccezione di una febbre febbrile persistente e di una leucocitosi al sesto giorno di trattamento. Non sono disponibili studi microbiologici. Il corso d'azione più appropriato è:", "id": 176, "lang": "it", "options": {"1": "L'evoluzione è normale, il trattamento deve essere mantenuto fino a 10 giorni dopo.", "2": "È considerato un fallimento terapeutico e il trattamento antibiotico deve essere modificato.", "3": "Eseguire una toracentesi per escludere un empiema.", "4": "Aggiungere al trattamento antibiotico i corticosteroidi alla dose di 0,5 mg/kg/die.", "5": "Eseguire la broncoscopia con biopsia, aspirazione e lavaggio broncoalveolare."}, "question_id_specific": 57, "type": "PNEUMOLOGIA", "year": 2013, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "pubmed23n0999_17549", "title": "[Bevacizumab e altri farmaci. Attività e sicurezza degli agenti anti-VEGF nel carcinoma ovarico.]", "score": 0.009900990099009901, "content": "Riassunto. L'angiogenesi svolge un ruolo importante sia nei tessuti epiteliali normali sia in quelli maligni. Negli ultimi anni questo fenomeno è stato ampiamente studiato in oncologia sperimentale e clinica perché ci sono evidenze che sia coinvolto nella diffusione e nella diffusione metastatica del carcinoma ovarico. Il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (vascular endothelial growth factor - VEGF) è l'attore principale nel meccanismo di angiogenesi e svolge un ruolo strategico nella proliferazione e migrazione delle cellule neoplastiche, con un impatto significativo sulla sopravvivenza e sull'outcome clinico. Secondo quanto emerge da molti studi sperimentali e clinici, le nostre conoscenze sulla biologia dell'angiogenesi e del VEGF sono aumentate portando allo sviluppo farmacologico di specifici agenti in grado di targeting VEGF. Questo nuovo campo di indagine offre agli scienziati l'opportunità di testare nuove possibilità terapeutiche nei pazienti con carcinoma ovarico con nuovi agenti mirati. Il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF umanizzato, è stato il primo farmaco anti-VEGF scoperto ed è usato oggi per il trattamento di diversi tumori solidi. Negli ultimi anni questo agente è stato ampiamente testato nei pazienti con carcinoma ovarico, mostrando un'attività clinica interessante e un profilo di tossicità tollerabile sia nelle pazienti giovani sia in quelle anziane. Il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel e successivamente utilizzato come agente singolo, è indicato per il trattamento del carcinoma epiteliale dell'ovaio di stadio III o IV, tuba di Falloppio o carcinoma peritoneale primario dopo iniziale resezione chirurgica. Il bevacizumab è anche usato per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico epiteliale ricorrente e resistente al platino, delle tube di Falloppio o dal tumore peritoneale primario che hanno ricevuto non più di 2 regimi precedenti di chemioterapia. Inoltre, il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel o con carboplatino e gemcitabina (e usato come agente singolo), è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma epiteliale dell'ovario sensibile al platino, tuba di Falloppio o tumore peritoneale primario. Le linee guida più accreditate suggeriscono quando bevacizumab deve essere usato nel trattamento del carcinoma ovarico avanzato e ricorrente. Altri agenti anti-VEGF, come gli inibitori della tirosin-chinasi del recettore VEGF (VEGFR), sono stati ampiamente testati nel carcinoma ovarico e molti altri sono in corso di studi al fine di testare la loro attività e sicurezza rispetto a bevacizumab. Gli agenti anti-VEGF e gli inibitori di PARP svolgono oggi un ruolo strategico nel trattamento del cancro ovarico con agenti mirati in associazione con la chemioterapia e la chirurgia in un'ottica multidisciplinare e personalizzata."}, {"id": "pubmed23n0680_17004", "title": "[Efficacy of corticosteroids in the management of community-acquired pneumonia].", "score": 0.009900990099009901, "content": "Community-acquired pneumonia conveys a high human and financial burden. Few therapeutic progresses have been made since the introduction of penicillin. Improving the prognosis by controlling the host inflammatory response is a biologically sound strategy, which has proved its efficacy in some respiratory and infectious diseases. Adjunction of corticosteroids to antibiotic treatment has been tested in a few controlled studies. However, results are not indicative of any clinical benefit. We present a critical review of the available literature."}, {"id": "pubmed23n0966_6421", "title": "Frazione polifenolica del bergamotto per il trattamento della sindrome metabolica nella schizofrenia: uno studio pilota.", "score": 0.00980392156862745, "content": "Introduzione. La frazione polifenolica del bergamotto (BPF) ha dimostrato di possedere buona efficacia nel trattamento dei pazienti affetti da sindrome metabolica (SM) e pertanto potrebbe rappresentare una strategia promettente nel trattamento degli effetti collaterali indotti da antipsicotici di seconda generazione (SGA) in soggetti schizofrenici in trattamento con tali farmaci. Materiali e metodi. A 15 pazienti schizofrenici in trattamento stabilizzato con SGA e 15 soggetti di controllo non affetti da patologie psichiatriche, che presentavano valori ematici di colesterolo totale compresi tra 200 e 239 mg/dl, è stato somministrato un integratore contenente BPF (1000 mg) per un periodo di 60 giorni. A tutti i soggetti all'inizio e alla fine del trattamento sono state eseguite la misurazione dell'indice di massa corporea (BMI) e una serie di esami ematochimici per la valutazione degli aspetti metabolici (colesterolo totale, LDL, HDL, trigliceridi, glicemia). Risultati. In entrambi i gruppi si è evidenziata una riduzione significativa del BMI (BMI T0 vs Tfinale (media±DS)= schizofrenici: 34,5±5,7 vs 33,9±5,4, p=,041; controlli: 28,1±4,5 vs 27,3±4,1, p=,016 - BMIcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= -0,59±0.7 vs -0,72±0,8, p=,378); colesterolo totale e LDL risultano invece essere diminuiti esclusivamente nel gruppo di controllo (colesterolo totalecambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 8,2±31,5 vs -35,1±31,1, p=,003; LDLcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 14,1±29,4 vs -9±38,9, p=,014). Discussione. La differenza di efficacia dei BPF sulla dislipidemia tra i soggetti schizofrenici e il gruppo di controllo potrebbe essere spiegata dai diversi meccanismi patogenetici che sono alla base delle alterazioni metaboliche nei soggetti in trattamento con SGA e nei pazienti che non assumono questa classe di farmaci. Conclusioni. Ulteriori studi si rendono necessari al fine di valutare in questa categoria di soggetti i possibili effetti sulla dislipidemia di dosi maggiori di BPF."}, {"id": "pubmed23n0407_15205", "title": "[The efficacy of combining antibiotic treatment with topical intranasal steroid administration in the treatment of chronic otitis media with effusion].", "score": 0.00980392156862745, "content": "We evaluated the efficacy of antibiotic treatment with or without topical administration of intranasal budesonide in chronic otitis media with effusion (OME). The study included 62 patients (age range 2 to 12 years) with chronic OME. The patients were randomly assigned to three groups, namely, antibiotic treatment (20 patients, ampicillin/sulbactam, 25 mg/kg/daily), antibiotic treatment combined with intranasal budesonide (20 patients, 200 mg/daily), and no treatment (22 patients). All patients and families were questioned regarding the presence of allergy, frequent upper respiratory tract infections, passive smoking, low birth weight, and pre-school nursery attendance. Otoscopic examination findings and the results of tympanograms obtained at the time of diagnosis, and at the end of four and eight weeks of treatment were evaluated. At the end of eight weeks, significant improvement in tympanograms and otoscopic findings was obtained in both groups when compared with the control group (p<0.05). Resolution rates were 24% (9/37 ears), 39% (14/36), and 5% (2/40) with antibiotic, budesonide, and no treatment groups, respectively. Although budesonide treatment was associated with a higher rate of resolution of effusion compared to that of antibiotic alone, this did not reach significance (p>0.05). Further studies with larger patient series are required to better evaluate the efficacy of antibiotic treatment and topical intranasal steroid administration in chronic OME."}, {"id": "pubmed23n1029_21332", "title": "Esperienze di switch a cariprazina in pazienti schizofrenici con comparsa di effetti collaterali/comorbilità mediche.", "score": 0.009708737864077669, "content": "La schizofrenia è un disturbo psichiatrico grave e cronico con un background genetico e neurobiologico eterogeneo che influenza lo sviluppo precoce del cervello, ed è espressa come una combinazione di sintomi psicotici - come allucinazioni, deliri e disorganizzazione - e di sintomi negativi e cognitivi. Il trattamento dei pazienti con schizofrenia prevede l'utilizzo di antipsicotici, in accordo con i recenti dati di letteratura. Sulla base del meccanismo d'azione, gli antipsicotici vengono suddivisi in tipici (o \"di prima generazione\") e atipici (o \"di seconda generazione\"). Differiscono, anche, per la manifestazione di effetti collaterali, dovuti alla diversa affinità recettoriale caratteristica del singolo principio attivo. In questo caso clinico, presentiamo un giovane paziente di 24 anni con diagnosi di schizofrenia trattato prima con olanzapina e poi con risperidone, che ha manifestato significativi effetti collaterali di tipo metabolico e sessuali. La strategia terapeutica utilizzata è stata lo switch a un antipsicotico di terza generazione, cariprazina, con risoluzione delle collateralità e una migliore gestione dei sintomi negativi riportati. In conclusione, il modello di trattamento personalizzato sulla base delle condizioni cliniche e delle esigenze del paziente rappresenta l'approccio maggiormente adeguato nella gestione di ogni singolo caso."}, {"id": "pubmed23n0387_20620", "title": "[Objectives for antibiotic therapy in acute exacerbations of chronic bronchitis].", "score": 0.009708737864077669, "content": "ANTIBIOTIC EFFICACY: According to early studies, antibiotics have moderate efficacy in acute exacerbation of chronic bronchitis. The lack of efficacy is particularly clear for patent exacerbation with marked alteration of respiratory function. Recent studies have shown that newer compounds exhibit an efficacy similar (no proven superiority) to comparison compounds (75 to 95% favorable outcome with treatment). The recommendations of the IVth Consensus Conference on Anti-infectious Therapy thus propose first line antibiotic therapy for patients with a forced expiratory volume in 1 second (FEV1) between 80 and 35% and broader spectrum and new antibiotics in case of failure of the first line treatment for patients with severe obstruction or frequently recurrent exacerbation. Using exacerbation-free interval, reduction in the number of exacerbations, duration of treatment and/or hospital stay as evaluation criteria, interesting results are obtained with amoxicillin/clavulanic acid, azithromycin, and ciprofloxacin. Independent factors predictive of therapeutic failure are, according to one study, FEV1 less than 35%, ambulatory administration of oxygen, more than 4 acute exacerbations within 24 months, history of pneumonia or sinusitis, and requirement for long-term corticosteroid therapy. Factors predictive of recurrence are, according to another study, dependence on oxygen therapy, prolonged corticosteroid therapy, smoking, and/or heart disease. Cost effectiveness is particularly interesting with ciprofloxacin, especially in more severe patients. It is important to target antibiotic therapy for acute exacerbation of chronic bronchitis specifically for patients who will truly benefit, adapting the prescribed compound to the bacterial target."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009615384615384616, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0393_19805", "title": "[Basis and guidelines for empirical antibody therapy in the management of community-acquired pneumonia].", "score": 0.009615384615384616, "content": "The choice of the antibiotic should be based on clinical, chest X-ray radiography and essentially microbiologic criteria. Incurrent practice treatment is more often empiric based on epidemiologic characteristics of the microbiologic agents and the particularities of each patient. A satisfactory approach requires, in addition, a perfect knowledge of different available antibiotics and the resistance of certain etiologic pathogens to these latters. because S. Pneumoniae is the most frequently encountered pathogen, B lactams and especially Penicillin G. and amoxicillin remain the most useful drugs prescribed for adults with risk factors. However, in advanced age patients and those with comorbidity, the spectrum should be enlarged and should include, besides S. Pneumoniae, H. influenzae and other Gram negative bacilli. When the pneumonia is more severe and has required hospitalization, the antimicrobial therapy must be immediate, multiple and large. The causal agent must be searched for desperately, so that the antimicrobial therapy can be adapted secondary to the results of the antibiogram."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.009523809523809525, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0128_1253", "title": "[Antibiotic therapy in bronchopulmonary diseases in children].", "score": 0.009523809523809525, "content": "With a wide-spectrum antibiotic the results obtained are not as satisfactory as those obtained with an aimed antibiotic therapy. It is for this reason that a physician must always keep up to date on all the antibiotics and their field of action. Apart the antituberculosis drugs we can currently count on three large families, the penicillins, the cephalosporins, the aminoglycosides, and on a polymorph group made up of erythromycin, chloramphenicol, vancomycin and trimethoprim-sulfamethoxazole (TMP-SMZ). Of all the lung diseases, pneumoniae is without doubt the disease in which the choice of the antibiotic is most difficult and also most determinant. Using a scheme made up of three successive stages could be useful. In the first stage we exploit our knowledge of the prevalence of certain infectious agents in single age group. In the first two months of life gram negative rods, B and D Streptococci and Pneumococcus are the most probable agents, therefore an association of ampicillin and aminoglycoside is recommended. In the pre-school age we find a predominance of Haemophilus influenzae and Pneumococcus and therefore the antibiotic of choice is amoxicillin. In the school age there remains only the Pneumococcus so that the first choice antibiotic is now penicillin. All of this is true for those clinical situations that do not present peculiar characteristics. When this is not the case, we pass on to the second stage which consists of suspecting, on the basis of clinical and instrumental data, of a certain etiologic agent and in choosing an appropriate antibiotic.(ABSTRACT TRUNCATED AT 250 WORDS)"}, {"id": "pubmed23n0923_20493", "title": "Management della retinopatia diabetica e dell'edema maculare diabetico: linee guida \"Euretina 2017\".", "score": 0.009433962264150943, "content": "Si prevede che la malattia diabetica con tutte le sue complicanze avrà un forte aumento di incidenza con un grosso impatto socioeconomico nei prossimi decenni in tutto il mondo. Pertanto ben si comprende l'importanza di individuare attraverso una fine diagnostica quanto più precocemente la comparsa dei sintomi diabetici, migliorare lo stile di vita ed impostare cure efficienti. Riportiamo la serie di raccomandazioni EURETINA 2017, dei maggiori esperti in Europa per la gestione della malattia diabetica e delle complicanze della retina. Per combattere questa \"pestilenza\" occorre un team medico preparato. Il trattamento laser è stato considerato sino a non molto tempo fa il Gold standard della retinopatia diabetica e dell'edema diabetico (RD e EMD). Recenti studi hanno dimostrato, invece, che si possono raggiungere risultati migliori mediante l'iniezione diretta di farmaci nella cavità vitreale. In particolare è emerso terapia di prima linea, molecole in grado di inibire il fattore di crescita endoteliale vascolare (anti VEGF) mentre non è più raccomandata la fotocoagulazione laser per il trattamento del DME. Nell'ambito delle molecole farmacologiche gli steroidi hanno mantenuto un ruolo nella gestione del DME cronicamente persistente."}, {"id": "pubmed23n0067_5364", "title": "[Evaluation of ciprofloxacin versus amoxicillin + clavulanic acid or erythromycin for the empiric treatment of community-acquired pneumonia].", "score": 0.009433962264150943, "content": "For the empiric management of community-acquired pneumonia, ciprofloxacin (750 mg b.i.d.) was compared with two antibiotics frequently used in this indication, i.e., amoxicillin + clavulanic acid and erythromycin. One hundred and forty-two patients were randomized in this prospective study. Among them, the 63 patients with bacteriologically documented disease were evaluated. Clinical recovery was achieved in 73.3% of patients in the ciprofloxacin group (22/30) versus 81.8% of patients in the amoxicillin + clavulanic acid or erythromycin group (27/33) (non-significant difference). Clinical failures seen with ciprofloxacin were found to be correlated with recovery of Streptococcus pneumoniae. Ciprofloxacin is effective in pneumonia but should be used only in cases where Streptococcus pneumoniae can be excluded as the causative agent."}, {"id": "pubmed23n0910_9460", "title": "[Il ruolo di niraparib nel trattamento del carcinoma ovarico: attualità e prospettive.]", "score": 0.009345794392523364, "content": "Riassunto. I PARP inibitori interferiscono con la riparazione del danno nella singola elica del DNA determinando una progressione del difetto nella doppia elica. In circa il 50% delle pazienti con carcinoma dell'ovaio sieroso di alto grado sono presenti difetti nei meccanismi di ricombinazione omologa, deputati alla riparazione del danno della doppia elica del DNA. L'incapacità di riparare il danno si traduce nella morte cellulare, un processo definito \"letalità sintetica\". Nella famiglia dei PARP inibitori il niraparib è stato il primo a essere approvato dalla FDA nel trattamento delle pazienti con carcinoma ovarico ricorrente indipendentemente dalla presenza o assenza di mutazioni BRCA. Questo risultato è stato raggiunto grazie ai dati emersi dal trial di fase III ENGOT-OV16/NOVA, favorevoli in termini di prolungamento della sopravvivenza libera da progressione e associati a un buon profilo di tossicità. Ulteriori trial clinici sono in corso per valutare ulteriori indicazioni all'impiego di niraparib nel trattamento del carcinoma ovarico."}, {"id": "pubmed23n0726_23858", "title": "[Influence of systemic corticosteroid administration in the prognosis of patients with community-acquired pneumonia].", "score": 0.009345794392523364, "content": "Community-acquired pneumonia (CAP) is a common and potentially serious disease. In recent years, control of the inflammatory response has begun to be taken into account as a new therapeutic target. This study has aimed to analyze the influence of the administration of systemic corticosteroids on mortality of patients admitted with CAP in the common clinical practice. A prospective observational study was carried out. The study included patients with CAP admitted to Internal Medicine and Pulmonology services of a tertiary hospital in 2007. Treatment given during admission was recorded and mortality during hospitalization and at 30 and 90 days after discharge was determined. A total of 257 patients, 179 men (69.6%) and 78 women (30.4%) were analyzed. Mean age was 72±15 years. Both in-hospital mortality as well as at 30 days of discharge was 10.2%, while overall mortality at 90 days was 14.8%. No relation was found between the use of corticosteroids and mortality. Use of corticosteroids also did not modify the length of hospital stay or readmission rate. It was observed in this study that treatment with corticosteroids in CAP is not associated with lower mortality and does not affect the rate of readmissions. It also does not change the length of hospital stay."}, {"id": "pubmed23n0932_1180", "title": "[La combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) nel trattamento del carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia: le notizie sulla mia morte sono state esagerate?]", "score": 0.009259259259259259, "content": "Riassunto. L'analisi è stata condotta al fine di valutare l'effetto sia sulla sopravvivenza globale (OS) sia sulla sopravvivenza libera da progressione di malattia (PFS) della chemioterapia di combinazione in prima linea per il carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia. La presente analisi è limitata agli studi randomizzati controllati (RCT) di fase III. Successivamente è stata applicata la European Society for Medical Oncology Magnitude of Clinical Benefit Scale (ESMO-MCBS) agli RCT di fase III analizzati per ricavare uno score relativo all'entità del beneficio clinico ottenuto per ciascun RCT. Sono state calcolate inoltre le differenze in termini di PFS tra i diversi bracci di trattamento rapportandole con i costi dei farmaci necessari per ottenere il beneficio di PFS. La nostra analisi ha valutato 11 RCT di fase III, per un totale di 4572 pazienti. Combinando i costi della terapia con la misura dell'efficacia espressa dalla PFS, è stato ottenuto un costo di 74,12 euro (€) per mese di vita guadagnato in termini di PFS con la combinazione di 5-fluorouracil, leucovorin, irinotecan e oxaliplatino (FOLFIRINOX), 90,14 € per la combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) e 4708,7 € per la combinazione di nab-paclitaxel e gemcitabina. Da questo punto di vista riteniamo che l'utilizzo delle \"vecche chemioterapie di combinazione\" (per es., GEMOX) non dovrebbe essere completamente abbandonato, ma valutato sul singolo paziente, sulla base di diversi fattori (età, ECOG PS, comorbilità, carico di malattia), al fine di ottenere una reale \"tailored therapy\"."}, {"id": "pubmed23n0360_20288", "title": "[Treatment of community-acquired pneumonia with levofloxacin: 500 mg once a day or 500 mg twice a day?].", "score": 0.009259259259259259, "content": "LEVOFLOXACIN: A new anti-pneumococcal fluoroquinolone, levofloxacin, has received approval in France for the treatment of community-acquired pneumonia at the dose of 500 mg once or twice a day, depending on the severity of the disease, the germ susceptibility and the patient's weight. Levofloxacin has a powerful and rapid bactericidal activity, particularly against pneumococci, whatever the level of penicillin resistance. The pharmacokinetic properties of the compound allow once daily dosage. Pharmacodynamically, it has been clinically demonstrated that the most predictive parameter of efficacy is the Cmax/MIC ratio. PNEUMOCOCCAL PNEUMONIA: Because of the potential gravity of pneumococcal pneumonia, it might be preferrable to use levofloxacin at the dose of 500 mg twice daily. The efficacy of the two levofloxacin doses for the treatment of pneumococcal pneumonia was thus analyzed. Five clinical studies including 4 comparative trials, enrolling nearly 2,000 patients with community-acquired pneumonia were reported in the international approval document. Among these patients, 310 had documented pneumococcal pneumonia including 31% with bacteriemia. TASK FORCE REPORT: On the basis of available data, the level of proof is sufficient to prescribe levofloxacin at the dose of 500 mg once daily for the treatment of mild to moderately severe community-acquired pneumonia in ambulatory patients, including those with suspected pneumococcal pneumonia, with or without bacteriemia. It would be reasonable to propose the 500 mg twice daily dosage for severe community-acquired pneumonia warranting intensive care hospitalization in accordance with the criteria of the ERS Task Force Report. The well-founded rationale of this therapeutic strategy should be validated by the results of ongoing studies and by following the evolution of germ susceptibility to these new compounds."}, {"id": "wiki20220301en187_33100", "title": "Bollettino della Vittoria", "score": 0.009223999323009224, "content": "A similar bulletin was never drafted for the air forces since they were part of the Aeronautical Service, a department destined to the Royal Italian Army aircraft: the Royal Air Force, the third armed force of the Kingdom of Italy, was established only in 1923, after the end of the war. Text Italian Comando Supremo, 4 Novembre 1918, ore 12 La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta. La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso ottobre ed alla quale prendevano parte cinquantuno divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una cecoslovacca ed un reggimento americano, contro settantatré divisioni austroungariche, è finita."}, {"id": "pubmed23n1049_20419", "title": "[New European guidelines for the management of dyslipidaemias: their aggressiveness is not legitimated by current evidence].", "score": 0.009174311926605505, "content": "Le linee guida 2019 delle Società europee di cardiologia e dell'aterosclerosi sulla gestione delle dislipidemie hanno aumentato l'aggressività diagnostico-terapeutica e non distinguono prevenzione primaria e secondaria, con parziale eccezione per gli ultra75enni. Raccomandano nuovi target di cLDL: per pazienti a rischio molto alto si raccomanda una riduzione a <55 mg/dl e >=50% rispetto al basale; per pazienti a rischio alto una riduzione a <70 mg/dl e >=50% del basale; per pazienti a rischio moderato una riduzione a <100 mg/dl; per pazienti a rischio basso una riduzione a <116 mg/dl. In base alle carte SCORE e ai dati di mortalità cardiovascolare in Italia, quasi tutti i maschi dai 70 anni e le donne dai 70-75 anni risulterebbero ad alto rischio per solo effetto dell'età. Anche quasi tutti i 60enni sarebbero a rischio moderato, con target di cLDL <100, e spesso necessità di aggiungere costosi ipolipemizzanti per chi già assume statine. Le prove supportano ben poco tale aggressività. Infatti, anche negli studi randomizzati controllati (RCT) i benefici su esiti cardiovascolari non fatali subiscono esagerazioni sistematiche, quello meno distorto e di maggior interesse per gli assistiti è la mortalità totale. Questa, con terapie ipocolesterolemizzanti più intensive, non si è ridotta nelle metanalisi di RCT con pazienti con cLDL tra 80 e <100 mg/dl al basale; con inibitori di PCSK9, pazienti con questi valori mostrano persino tendenza all'aumento della mortalità totale. Dunque, abbassare il cLDL a <80 mg/dl può non giovare neppure ad anziani coronaropatici. A oggi, ciò vale ancora di più per anziani nella popolazione generale, in cui una revisione sistematica di studi di coorte ha mostrato relazioni nulle o più spesso inverse tra cLDL e mortalità. Le nuove linee guida europee forzano le prove disponibili, trascurano il principio di precauzione e non possono esser base per un equo consenso informato."}, {"id": "pubmed23n0870_9168", "title": "[Efficiency of nebulised magnesium sulphate in infective exacerbations of chronic obstructive pulmonary disease].", "score": 0.009174311926605505, "content": "Conflicting results has been achieved in a small number of clinical studies evaluating the efficiency of magnesium sulphate (MS) in COPD exacerbations. We aimed to investigate the efficiency of nebulised MS in COPD exacerbations. Twenty patients who met the study criteria were randomized into two groups. All patients were treated with O2, antibiotics and oral corticosteroids. Additionally one group received ipratropium bromide (IB) 500 µg together with MS 151 mg/dose, while the other group received IB together with placebo. The patients were followed-up with forced expiratory volume in 1 second (FEV1) and visual analogue scale dyspnea scores for 48 hours. Peak expiratory flow rates (PEFRs) were measured before and 10, 30, 60 and 120 minutes after each nebule treatment. The baseline characteristics of the patients in both groups were similar. The FEV1 values measured at 24 and 48 hours did not show significant changes compared to baseline in both groups. Dyspnea scores in both groups decreased significantly in the first day, and in only MS group in the second day. The % change in the dyspnea score at the end of first day was significantly more in the MS group [-23.8% (13.6)] compared with the placebo group [-9.4% (12.9)] (p= 0.002). The % changes in PEFRs at 10 minutes [4.7 (7.5) and -3.5 (6.0), p= 0.005] and 30 minutes [8.2 (6.7) and 1.3 (5.5), p= 0.03] were significantly greater in the MS group compared with the placebo group on the first day. No side effects developed due to MS. Nebulised MS is a cheap, feasible and safe drug that can be added to the standart bronchodilator treatment since it provides additional relief of dyspnea in patients with COPD exacerbations. This needs to be evaluated in future clinical studies including greater number of patients."}, {"id": "pubmed23n1038_10335", "title": "[Torsione di punta indotta dalla cocaina: un caso clinico.]", "score": 0.00909090909090909, "content": "Riassunto. La torsione di punta (TdP) è una tachicardia ventricolare polimorfica con una caratteristica torsione sinusoidale del complesso QRS attorno alla linea di base. Si differenzia da altre forme di tachicardia ventricolare per le sue caratteristiche morfologiche, per il meccanismo sottostante e le modalità di terapia. È associato alla sindrome del QT lungo e ha molti meccanismi precipitanti, fattori eziologici e opzioni di trattamento. Questo articolo presenta un caso di TdP che è stato caratterizzato da molteplici fattori e ha richiesto molte modalità di trattamento. Inoltre, vengono discussi i potenziali meccanismi e le modalità terapeutiche della TdP."}, {"id": "pubmed23n0074_15542", "title": "[Pulmonary and tonsillar distribution of ceftriaxone and cefonicid and the resultant bactericidal activity of the organ].", "score": 0.00909090909090909, "content": "The therapeutic efficacy of Ceftriaxone and Cefonicid 1 g I.M. single-dose against S. Pneumoniae, H. Influenzae and K. Pneumoniae in tonsil and lung infections was studied using bactericidal quotient (BQ). Samples of lung tissue and serum were obtained from two groups of surgical patients, treated with Ceftriaxone or Cefonicid 1 g I.M., 2-8-16 and 24 hours before surgery. From two other groups of 10 surgical patients, treated as above, samples of tonsil tissue and serum were obtained. In lung tissue the higher levels of Ceftriaxone and Cefonicid appeared at the second hour (11.54 +/- 1.59 mcg/g and 11.4 +/- 2.49 mcg/g respectively); the lower values were observed at the 24th hour (2.18 +/- 0.47 mcg/g for Ceftriaxone and 0.64 +/- 0.21 mcg/g for Cefonicid). Higher Ceftriaxone and Cefonicid levels also appeared in tonsil tissue at the 2nd hour (11.12 +/- 2.42 mcg/g and 9.22 +/- 3.12 mcg/g respectively); the lower values were observed at the 24th hour (1.54 +/- 0.46 mcg/g for Ceftriaxone and 0.42 +/- 0.23 mcg/g for Cefonicid). BQ values were estimated using the ratio between the mean concentrations of Ceftriaxone and Cefonicid in tissue samples and the MBC mean values determined for the above mentioned pathogens, isolated in hospital. Ceftriaxone always showed BQ values greater than 1 during 24 hours versus levels observed for the three reported pathogens. Cefonicid showed BQ values greater than 1 during 24 hours against S. Pneumoniae and BQ values less than 1 for 6-8 hours against H. Influenzae and for 1-4 hours against K. Pneumoniae."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.009009009009009009, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0256_16237", "title": "[Treatment of aspiration pneumonia with low-dose methylprednisolone and antibiotics].", "score": 0.009009009009009009, "content": "Low-dose methylprednisolone and antibiotics were used to treat 30 patients with aspiration pneumonia, in a prospective, randomized, double-blind trial with placebo control. All patients received clindamycin phosphate 1200 mg per day. In addition, 15 patients received methylprednisolone 20 mg per day for three days and the other 15 patients received placebo according to the same schedule. In the methyl prednisolone group, CRP had decreased (p < 0.05) from 12.7 +/- 9.8 to 6.4 +/- 5.4 mg/dl day 4, neutrophil elastase had decreased (p < 0.05) from 402 +/- 304 to 231 +/- 64 micrograms/dl by day 4 and to 184 +/- 59 micrograms/dl by day 7, maximum body temperature had decreased (p < 0.01) from 37.9 +/- 1.1 to 36.8 +/- 0.6 degrees C by day 7, and the pneumonia score had improved (p < 0.01) from 11.8 +/- 3.0 to 8.6 +/- 2.4 by day 4. In the placebo group, there were no significant improvements by those days. We conclude that low-dose methylprednisolone therapy with antibiotics is effective against aspiration pneumonia."}, {"id": "pubmed23n0885_1889", "title": "[Evaluation of mercury exposure in populations living near the industrial Augusta Bay (Sicily Region, Southern Italy)].", "score": 0.008928571428571428, "content": "OBIETTIVI: valutare e quantificare l'esposizione umana al mercurio (Hg) ed esplorare i fattori chiave che influenzano la contaminazione nelle popolazioni residenti in prossimità della Rada di Augusta, un'area a elevato rischio ambientale a causa degli effetti degli sversamenti incontrollati di Hg da parte di uno dei più grandi impianti cloro-soda d'Europa. DISEGNO: un campione di residenti nei comuni di Augusta, Priolo e Melilli (Sicilia orientale) è stato selezionato per lo studio di biomonitoraggio umano. Un questionario dettagliato è stato somministrato a ogni partecipante per raccogliere informazioni anagrafiche sulle abitudini di vita e alimentari. I livelli di Hg in sangue e capelli, usati come traccianti di esposizione a metilmercurio, sono stati messi in relazione al consumo di pesce locale. Il contenuto di Hg nelle urine è stato utilizzato per esplorare eventuali esposizioni atmosferiche a Hg inorganico. Una regressione lineare multivariata è stata applicata con l'obiettivo di esplorare i fattori che influenzano l'esposizione umana al Hg. L'approccio tossicocinetico è stato impiegato al fine di calcolare la dose settimanale provvisoria tollerabile ( provisional tolerable weekly intake, PTWI) e di predire le concentrazioni di Hg attese nel sangue degli individui con una dieta alimentare basata esclusivamente su pesce locale. 224 individui residenti nei comuni di Augusta, Melilli e Priolo. RISULTATI: eccessi di Hg sono stati misurati nel sangue e nei capelli del campione considerato. I più alti livelli sono stati rilevati ad Augusta, dove anche il consumo di pesce locale risulta maggiore. I valori di dose settimanale tollerabile provvisoria (PTWI) calcolati eccedono, nella maggior parte dei casi, le raccomandazioni internazionali, specialmente nei residenti ad Augusta. CONCLUSIONI: gli elevati livelli di Hg registrati nei campioni di sangue e capelli derivano, con ogni probabilità, dal consumo di pesce locale. Rispetto ad Augusta, gli individui di Priolo e Melilli subiscono un impatto più limitato. L'esposizione a Hg inorganico può essere considerata trascurabile."}, {"id": "pubmed23n0761_24314", "title": "[Comparative analysis of the treatment of inpatients with community-acquired pneumonia and its different outcomes].", "score": 0.008928571428571428, "content": "The aim of the work was to compare the quality of medical care provided to patients with severe community-acquired pneumonia (CAP) and its different outcomes. (complete recovery, or death--25 patients in either group). In the latter group, the patients did not undergo adequate clinical and instrumental examination at the pre-hospital stage). Most recovered patients were given high doses of ceftriaxone, clarithromycin and ambroxol or low doses of systemic glucocorticoids. A pulmonologist participated in the treatment of these patients twice as frequently as in the treatment of the patients of the latter group. Effects of high doses of systemic glucocorticoids remains debatable."}, {"id": "wiki20220301en303_19227", "title": "Nomadi 40", "score": 0.008924876293297346, "content": "Track listing Disc 1 Noi non ci saremo (3' 05\") Gordon (4' 18\") Tutto a posto (4' 18\") Gli aironi neri (4' 31\") Il vento del nord (4' 51\") L'uomo di Monaco (4' 15\") Il fiore nero (3' 19\") I miei anni (4' 45\") Un pugno di sabbia (4' 37\") Per fare un uomo (3' 33\") Canzone per un'amica (4' 19\") Lontano (4' 29\") Un giorno insieme (3' 58\") Il vecchio e il bambino (4' 36\") L'angelo caduto (4' 19\") Io vagabondo (3' 54\") Voglio ridere (4' 23\") E di notte (4' 21\") Disc 2 Io voglio vivere (4' 58\") La libertà di volare (4' 11\") La vita che seduce (4' 28\") Una storia da raccontare (3' 19\") Auschwitz (6' 00\") Naracauli (5' 06\") Sangue al cuore (4' 34\") Le strade (4' 41\") Né gioia né dolore (4' 49\") Il nome che non hai (4' 34\") Ho difeso il mio amore (4' 29\") Dio è morto (2' 49\") Ti lascio una parola (Goodbye) (4' 31\") Vivo forte (7' 25\") Senza discutere (3' 33\")"}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.008849557522123894, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n0400_11460", "title": "[Efficacy of topical ciprofloxacin and tobramycin in combination with dexamethasone in the treatment of chronic suppurative otitis media].", "score": 0.008849557522123894, "content": "To evaluate the efficacy of topical ciprofloxacin and tobramycin with and without topical dexamethasone in the treatment of chronic suppurative otitis media without cholesteatoma. The study included 103 ears of 80 patients (49 males, 31 females; mean age 31 years; range 18 to 60 years) with chronic suppurative otitis media without cholesteatoma. The patients were randomly divided into four groups to receive topical applications of either ciprofloxacin and tobramycin alone, or in combination with dexamethasone. Cultures were obtained from the ears preoperatively and 24 hours after treatment. Aerobic bacteria were isolated in 94.1% of patients before the treatment, the most common being Pseudomonas aeruginosa (38.9%). With dexamethasone, the clinical response for ciprofloxacin and tobramycin increased from 80% to 90% and from 70% to 75%, respectively, but this improvement was not significant (p > 0.03). Addition of dexamethasone to ciprofloxacin decreased the recovery period from 14 days to seven days, whereas no change (7 days) was observed with tobramycin. The efficacy of ciprofloxacin and tobramycin were similar in the treatment of chronic suppurative otitis media. Addition of dexamethasone to ciprofloxacin decreased the treatment period."}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.008771929824561403, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n0239_3154", "title": "[Useful and superfluous measures in the treatment of respiratory infections].", "score": 0.008771929824561403, "content": "A safe and inexpensive approach to respiratory infections requires: 1. an accurate diagnosis, 2. a critical attitude towards drugs whose clinical efficacy is unproven, 3. to avoid antibiotics where they are not strictly indicated, 4. to use penicillin instead of more expensive (and often less active) antibiotics in the treatment of infections due to streptococci or pneumococci."}, {"id": "pubmed23n0694_15642", "title": "", "score": 0.008695652173913044, "content": "E'ormai noto che esiste la possibilità rivoluzionaria di utilizzare il fegato per il trattamento della stadio terminale delle epatopatie.Nel gennaio 1980 si celebra il decimo anna di sopravvivenza con fegato trapiantato (la più lunga della letteratura) di un paziente da noi trattato. Si tratta di uno dei 12 malati sottoposti a trapianto e seguiti per più di 5 anni.La nota positiva di questa tipo di trattamento è rappresentata dall'eccellente tenore di vita che i pazienti conducono e dalla riabilitazione sociale e professionale.La nota negativa è data, invece, dal fatto che i buoni risultati non vengono raggiunti con regolarità e non possono essere previsti con esattezza. In questa breve rassegna considereremo la esperienza da noi fatta presso l'Università di Denver nel Colorado, mettendo in risalto le cause dell'elevata mortalità precoce e le prospettive future di questa mezzo terapeutico."}, {"id": "pubmed23n0062_19727", "title": "[Diffusion of ciprofloxacin into bronchial secretions in mechanically ventilated patients].", "score": 0.008695652173913044, "content": "The aim of the study was to evaluate, in clinical conditions, the penetration of ciprofloxacin into bronchial secretions. Eight patients were included in the study. They presented with nosocomial pneumonia and were under controlled mechanical ventilation. Ciprofloxacin was given at a dose of 3 mg/kg over 30 min. Serial bronchial and blood samples were obtained over a 12 hour period on day 2 and 4. Ciprofloxacin was measured by HPLC. Serum peak levels were 2.95 +/- 1 mg/l on day 2, and 2.43 +/- 0.7 mg/l on day 4. Bronchial peak and through levels were 0.95 +/- 0.51 mg/l and 0.21 +/- 0.12 mg/l, respectively, on day 2, and 0.76 +/- 0.17 mg/l and 0.18 +/- 0.14 mg/l, respectively, on day 4. The ratio of bronchial/serum peak was 0.32 +/- 0.11 and 0.33 +/- 0.06 on day 2 and 4, respectively. The ratio of AUC 0-12 h in the bronchial secretions/AUC 0-12 h in the serum samples was 0.66 +/- 0.04 and 0.55 +/- 0.27 on day 2 and 4, respectively."}]}}}} {"correct_option": 5, "explanations": {"1": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "2": {"exist": true, "char_ranges": [[447, 514]], "word_ranges": [[60, 70]], "text": "Lennox Gastaut si sviluppa in età precoce con altra sintomatologia,"}, "3": {"exist": true, "char_ranges": [[541, 593]], "word_ranges": [[76, 85]], "text": "3 si presenta di solito con crisi parziali complesse"}, "4": {"exist": true, "char_ranges": [[515, 538]], "word_ranges": [[70, 75]], "text": "4 è uguale alle assenze"}, "5": {"exist": true, "char_ranges": [[0, 174]], "word_ranges": [[0, 23]], "text": "Un paziente in età adolescenziale con mioclono (\"salti violenti\") al momento della colazione ci porterà quasi sempre all'epilessia mioclonica giovanile (risposta 5 corretta),"}}, "full_answer": "Un paziente in età adolescenziale con mioclono (\"salti violenti\") al momento della colazione ci porterà quasi sempre all'epilessia mioclonica giovanile (risposta 5 corretta), un'entità molto ben caratterizzata. Altre caratteristiche includono una precedente storia di crisi o assenze, un peggioramento con le uscite notturne e un EEG con scariche polipoidi generalizzate con una frequenza maggiore rispetto alle assenze. Delle risposte rimanenti, Lennox Gastaut si sviluppa in età precoce con altra sintomatologia, 4 è uguale alle assenze e 3 si presenta di solito con crisi parziali complesse e in entrambi i casi l'EEG è chiaramente distinto da un focus temporale.", "full_answer_no_ref": "Un paziente in età adolescenziale con mioclono (\"salti violenti\") al momento della colazione ci porterà quasi sempre all'epilessia mioclonica giovanile ([HIDDEN]), un'entità molto ben caratterizzata. Altre caratteristiche includono una precedente storia di crisi o assenze, un peggioramento con le uscite notturne e un EEG con scariche polipoidi generalizzate con una frequenza maggiore rispetto alle assenze. Delle risposte rimanenti, Lennox Gastaut si sviluppa in età precoce con altra sintomatologia, [HIDDEN] è uguale alle assenze e [HIDDEN] si presenta di solito con crisi parziali complesse e in entrambi i casi l'EEG è chiaramente distinto da un focus temporale.", "full_question": "Una paziente di 18 anni con una storia di assenze tra i 6 e i 9 anni, crisi tonico-cloniche generalizzate di recente insorgenza e violenti salti degli arti superiori durante la colazione. Il quadro clinico peggiora con le uscite notturne del fine settimana. Un EEG mostra scariche acute di polipi a 6 cicli/secondo. La diagnosi più probabile è:", "id": 130, "lang": "it", "options": {"1": "Grande epilettico maligno.", "2": "Sindrome di Lennox-Gastaut.", "3": "Epilessia sintomatica dovuta a sclerosi temporale mesiale.", "4": "Piccola malattia atipica.", "5": "Epilessia mioclonica giovanile."}, "question_id_specific": 82, "type": "NEUROLOGIA E NEUROCHIRURGIA", "year": 2012, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009900990099009901, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0628_11495", "title": "[Clinical presentations of the secondary bilateral synchronization syndrome in adults with epilepsy].", "score": 0.009900990099009901, "content": "One thousand eight hundreds and eighty patients with symptomatic and cryptogenic forms of focal epilepsy have been studied. Ninety patients (4.7%) had the secondary bilateral synchronization (SBS) syndrome in the EEG. Criteria of the syndrome are the presence of focal epileptiform activity in the EEG and SBS detected during the long-term video-EEG monitoring. In this group of patients, secondary generalized tonic-clonic, myoclonic and complex partial seizures were found. The clinical presentations of focal epilepsy were similar to the syndromes of idiopathic epilepsy in most cases. Long-term video-EEG monitoring is a method of choice in the instrumental diagnostics of these forms of epilepsy which are different in genesis and prognosis but similar in the kinematic characteristics."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.00980392156862745, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0070_15833", "title": "[\"Benign\" form of myoclonic epilepsy in children].", "score": 0.00980392156862745, "content": "Among 62 children with myoclonic epilepsy who had first seizures between 1 and 10 years, without clinical or radiological evidence of brain lesion, we selected the 16 patients who had exhibited several types of fits and had stopped having seizures for over two years. First seizures occurred between 18 months and 4 years, and they were generalized clonic, tonic-clonic or tonic. After a mean 3 months' period, patients started also to have absence and myoclonic fits. During the period with various types of seizures, that lasted a mean 10 months, patients were ataxic and hyperkinetic, and 11 of them suffered myoclonic absence status for several hours or days. The EEG showed a high voltage rhythmic slow-wave activity with spikes, differing from the slow spike wave tracing of the Lennox-Gastaut syndrome, and there was no photosensitivity. The mean duration of the epilepsy was 1 year and 4 months and the last seizures were convulsive, occurring mainly during sleep. The clinical and EEG pattern, the high familial incidence are shared by the Doose syndrome, of which the present series seems to be a subgroup, as are other well-defined syndromes: benign and severe myoclonic epilepsies of infancy."}, {"id": "pubmed23n1137_1438", "title": "[\"Nessuno vuole vedermi\": è una battaglia persa contro una malattia tropicale trascurata?]", "score": 0.009708737864077669, "content": "Riassunto. Le malattie tropicali trascurate (NTD) sono una serie di malattie che prosperano nelle comunità povere di risorse, in particolare nei climi tropicali. I fattori sociali, ambientali ed economici contribuiscono alla loro persistenza. La filariosi linfatica (LF), classificata come NTD in tutto il mondo, è una malattia parassitaria causata da vermi microscopici noti come microfilarie. I vermi adulti dimorano solo nel sistema linfatico degli esseri umani. Le zanzare trasferiscono la LF da persona a persona. Gonfiore di braccia, gambe e seno (linfedema) o dello scroto (idrocele) sono alcuni dei sintomi più gravi e dolorosi. La LF ha una grave influenza sia sulla salute mentale e sociale sia su quella fisica, e porta le persone a convivere con una deformazione, una debilitazione e uno stigma legati alla condizione di malattia. Di seguito descriviamo un caso clinico di un uomo con LF, alienato e umiliato dalla sua malattia. L'OMS ha avviato un'iniziativa globale per debellare la LF. Oltre alla somministrazione di trattamenti regolari, è stata posta uguale enfasi sull'apprendimento di come lavare e alzare gli arti colpiti, per aiutare a ridurre la gravità clinica e la progressione del disturbo."}, {"id": "pubmed23n0014_1679", "title": "[The epileptic crises of the Lennox-Gastaut syndrome. I. Convulsive forms].", "score": 0.009708737864077669, "content": "Clinical and electroensephalographic aspects of twenty seven (27) patients with Lennox-Gastaut syndrome were studied (20 without previous West syndrome, group A, and 7 with this antecedent, group B). The epileptic seizures were characterized through descriptions made by relatives who were in close contact with the patients, and also by direct observation by the author in the clinic. The direct observation was possible due to high frequency of the seizures. Denominations were given to the manifestations not previously mentioned in the literature, according to the quality and eventual sequence of observable phenomena, in agreement with the terminology used by the Clinical and EEG Classification of Epileptic Seizures. The incidence, prognostic, clinical and evolutive aspects of elementary forms of epileptic seizures were discussed. Great variability of the convulsive seizures was verified, permitting their division into simple, complex and mixed forms."}, {"id": "pubmed23n1137_1434", "title": "[Implementation of the European regulation 536/2014 in Italy: the neverending story.]", "score": 0.009615384615384616, "content": "The European regulation 536/2014, unapplied for several years due to the inoperability of the European Portal, represented an epochal turning point in the legislation concerning pharmacological clinical trials. Although, unlike the directive, it could be directly applied without national transpositions, in Italy this has not been possible and for three months now we have been witnessing a haemorrhage of guidelines/operational proposals/decrees that to date do not make us ready to fully operate according to the new rules. Il regolamento europeo 536/20141, in vigore dal 16 giugno 2014 e rimasto per diversi anni non applicato per un ritardo nella messa in funzione del portale unico europeo, ha rappresentato una svolta epocale nella normativa inerente le sperimentazioni cliniche con farmaco. La normativa precedentemente in vigore2, infatti, pur rappresentando la prima trasformazione in legge delle Good Clinical Practices e un primo tentativo di armonizzazione tra le procedure regolatorie dei diversi stati membri, aveva portato a una serie di risvolti negativi, come un aumento vertiginoso dei costi e dei tempi necessari ad avviare uno studio. Tutto ciò, negli anni, si è tradotto in una deflessione delle richieste di autorizzazione delle sperimentazioni e in una grande difformità tra gli stati membri3,4. Il regolamento introduce delle novità mirate a ottimizzare profondamente l'iter regolatorio di approvazione delle sperimentazioni, primo fra tutti il nuovo processo di autorizzazione, che prevede l'espressione di un unico parere a livello europeo e la singola decisione, a livello di singolo stato membro, di accettare o non accettare tale decisione. Il nuovo processo, molto ambizioso da un punto di vista della riduzione dei tempi, doveva rappresentare una occasione storica per l'incremento delle performance di Paesi come l'Italia, da sempre penalizzata da una burocrazia molto complessa e dalla necessità di procedere con molteplici valutazioni da parte dell'autorità competente e di numerosi comitati etici5,6. I ritardi nella messa in funzione del portale, inizialmente prevista per maggio 2016, hanno portato a un lungo e continuo slittamento dei tempi di applicazione del regolamento, alla fine calendarizzata per il 31 gennaio 2022. Sei anni di attesa che, almeno sulla carta, hanno fornito l'occasione a tutti gli stati membri di prepararsi al meglio a tutti i cambiamenti che il regolamento avrebbe comportato.La scelta, da un punto di vista prettamente legale, di un regolamento piuttosto che di una nuova direttiva aveva lo scopo di evitare una ulteriore difformità di azione tra le diverse nazioni; il regolamento, infatti, a differenza della direttiva non necessita di successivi passaggi legislativi a livello nazionale e poteva essere direttamente implementato nei singoli stati membri. Alcune nazioni si sono preparate all'applicazione del regolamento procedendo con una profonda revisione e semplificazione del proprio apparato regolatorio; è il caso, per esempio, della Spagna, che ha optato per un unico decreto in grado di regolare tutti gli aspetti inerenti le sperimentazioni interventistiche con farmaco7.Situazione completamente opposta in Italia, dove l'implementazione della vecchia direttiva aveva causato una emorragia di decreti ministeriali e di altri atti legislativi che difficilmente potevano venire riorganizzati, come accaduto in Spagna, in un unico atto. Uno stato che ha portato, ancora una volta e forse in maniera ancora più complessa di quanto accaduto a inizio millennio, a un lungo processo di riorganizzazione legislativa, avviato con il decreto Lorenzin e ancora molto lontano dall'essere completato con tutti i decreti attuativi necessari."}, {"id": "pubmed23n0476_10021", "title": "[Topiramate therapy in patients with refractory epilepsy].", "score": 0.009615384615384616, "content": "The purpose of this study was to examine the result of administrating topiramate (TPM) to patients with epilepsy that is refractory to treatment with two or more antiepileptic agents. A total of 50 patients were evaluated, 90% of which had partial seizures (simple partial, complex partial and partial with secondary generalisation) and the remaining 10% suffered from generalised seizures. The most frequent aetiology was that which corresponded to the symptoms (52% of the cases). 98% of the patients were treated with two or three drugs. TPM was added with a dosage interval between 75 and 550 mg and follow-up visits were carried out throughout a period of nine months. 12 patients remained seizure-free for at least the first three months of the study; in 20 patients the number of seizures decreased by 50% or more; in 14 patients no changes were observed, and in the other four there was an increase in the number of seizures. The best results were obtained in cases of seizures with an idiopathic aetiology, while complex partial seizures offered the worst results. We also analysed the factors that might exert an influence on the different degrees of response. TPM was effective in all kinds of seizures. 24% of the patients became seizure free, and the total percentage of respondents rose to 64%. No patients dropped out of the study because of intolerance to the drugs."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.009523809523809525, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n0405_13426", "title": "[Partial epilepsy associated to primary brain tumors].", "score": 0.009523809523809525, "content": "To characterize the epileptic syndrome of patients with primary cerebral tumor of slow growth. Clinical evaluation of fourty two patients with refractory epilepsy associated with cerebral tumor of slow growth were operated between June 1992 and September 1999. Almost 75% of the patients were less than 15 years old when they began the epileptic crises, 67.7% had normal neurological exam in the first evaluation. More than 90% of the total had seizures of the partial complex type, frequently inferior to 16 per month. The seizures were partial simple (PS) developing for partial complex (PC) in 10 patient and only PC in 11 Partial complex associated with generalized tonic-clonic seizure (GTC) happened in 11 patients, PS for PC and GTC in 4 patients. The crises of the partial type, with not very high frequency, can suggest a precocious manifestation of the tumor in the children, even with normal neurological exam."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.009433962264150943, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0070_470", "title": "[Epileptic seizures as initial symptom of intracranial tumors. A prospective study in adults].", "score": 0.009433962264150943, "content": "A prospective study of 125 patients with late-onset epileptic crisis: Group G I with 65 cases between 20 and 50 years of age, and Group G II, including 60 patients older than 50 years at the time of the first crisis. Brain tumors were diagnosed in fourteen cases, four (6.1%) in G I and ten (16.6%) in G II. In decreasing order of frequency, the ictal pattern was tonic-clonic, status epilepticus, partial simple, partial complex and \"drop-attacks\". The lesions were located as follows:frontal in seven subjects, parietal in four, multiple in two and temporo-basal in one. Histologically, the tumors were three meningiomas, two gliomas, one astrocytoma, and three metastatic lesions. These findings agree with those of other series, in terms of predominant type of crisis, site and histologic type; but they differ in the age of first symptoms, and in the fact that tumors occupy only a third place as cause of epileptic crisis."}, {"id": "pubmed23n0999_17562", "title": "Emozioni, comportamenti e relazioni: uno studio caso-controllo sul self-cutting in adolescenza.", "score": 0.009345794392523364, "content": "Scopo. Lo scopo del presente studio caso-controllo è di approfondire i correlati psicopatologici e alcuni tratti psicologici come alessitimia e impulsività inerenti al self-cutting. È stato anche approfondito il tema dell'ideazione suicidaria nei soggetti con tale forma di autolesionismo. Metodi. Lo studio caso-controllo ha coinvolto 55 pazienti con self-cutting non suicidario, di età compresa tra i 12 e i 18 anni, e un gruppo di controllo composto da 277 adolescenti di età compresa tra i 13 e i 19 anni. La batteria testale utilizzata è stata composta da YSR 11-18 anni, CBCL 6-18 anni, SCL-90-R, TAS-20, CDI e BIS-11. Risultati. Dalle analisi effettuate sono emerse differenze statisticamente significative tra casi e controlli in relazione alla maggioranza delle scale psicopatologiche considerate. È risultata una differenza significativa tra i due gruppi anche in merito all'ideazione suicidaria. Infine, tra i self-cutter si sono evidenziate differenze significative di alcune variabili psico-relazionali (alessitimia e competenze sociale) in relazione alla frequenza di attuazione dell'atto autolesivo. Conclusioni. Il self-cutting correla con un'ampia varietà di quadri psichiatrici, senza presentare legami specifici con una particolare categoria psicopatologica. Gli elementi di alessitimia, impulsività e difficoltà relazionali degli adolescenti self-cutter dicono di come la programmazione di interventi di prevenzione primaria e secondaria dovrebbero mirare alla psico-educazione all'affettività, all'autocontrollo e ai social skill. Nello specifico, i nostri dati suggeriscono che la focalizzazione dell'intervento, in termini di lavoro sull'emotività piuttosto che sulla socializzazione, dovrebbe tener conto della frequenza degli agiti. Nella gestione clinica di questi pazienti non va esclusa a priori la possibilità di passaggio all'atto suicidario, con relative attenzioni anamnestico-cliniche da avere sia al momento della valutazione diagnostica sia lungo il follow-up della presa in carico."}, {"id": "pubmed23n0071_2327", "title": "[Epilepsy with myoclonic absences].", "score": 0.009345794392523364, "content": "Within generalized epilepsy, the syndrome of epilepsy with myoclonic absences is considered as intermediate between idiopathic and symptomatic forms. This syndrome is characterized by developing in childhood with a male predominance. Critical EEG shows paroxysms of PO at 3 Hz, and in the polygraphic recording rhythmic 3 Hz myoclonus is observed with a strict correspondence between EEG spike and myoclonus. The response to therapy is generally poor, and 18% develop generalized symptomatic epilepsy. We report 3 patients with epilepsy with myoclonic absences and good outcome, to emphasize the importance of a precise diagnosis by means of the polygraphic recording of the attack, the fact the association of sodium valproate and ethosuximide is the most useful therapy and, finally, the possibility that some patients with epilepsy with myoclonic absence may develop Janz's juvenile myoclonic epilepsy."}, {"id": "pubmed23n1049_20419", "title": "[New European guidelines for the management of dyslipidaemias: their aggressiveness is not legitimated by current evidence].", "score": 0.009259259259259259, "content": "Le linee guida 2019 delle Società europee di cardiologia e dell'aterosclerosi sulla gestione delle dislipidemie hanno aumentato l'aggressività diagnostico-terapeutica e non distinguono prevenzione primaria e secondaria, con parziale eccezione per gli ultra75enni. Raccomandano nuovi target di cLDL: per pazienti a rischio molto alto si raccomanda una riduzione a <55 mg/dl e >=50% rispetto al basale; per pazienti a rischio alto una riduzione a <70 mg/dl e >=50% del basale; per pazienti a rischio moderato una riduzione a <100 mg/dl; per pazienti a rischio basso una riduzione a <116 mg/dl. In base alle carte SCORE e ai dati di mortalità cardiovascolare in Italia, quasi tutti i maschi dai 70 anni e le donne dai 70-75 anni risulterebbero ad alto rischio per solo effetto dell'età. Anche quasi tutti i 60enni sarebbero a rischio moderato, con target di cLDL <100, e spesso necessità di aggiungere costosi ipolipemizzanti per chi già assume statine. Le prove supportano ben poco tale aggressività. Infatti, anche negli studi randomizzati controllati (RCT) i benefici su esiti cardiovascolari non fatali subiscono esagerazioni sistematiche, quello meno distorto e di maggior interesse per gli assistiti è la mortalità totale. Questa, con terapie ipocolesterolemizzanti più intensive, non si è ridotta nelle metanalisi di RCT con pazienti con cLDL tra 80 e <100 mg/dl al basale; con inibitori di PCSK9, pazienti con questi valori mostrano persino tendenza all'aumento della mortalità totale. Dunque, abbassare il cLDL a <80 mg/dl può non giovare neppure ad anziani coronaropatici. A oggi, ciò vale ancora di più per anziani nella popolazione generale, in cui una revisione sistematica di studi di coorte ha mostrato relazioni nulle o più spesso inverse tra cLDL e mortalità. Le nuove linee guida europee forzano le prove disponibili, trascurano il principio di precauzione e non possono esser base per un equo consenso informato."}, {"id": "pubmed23n0357_8990", "title": "[The us of video-EEG in the diagnosis of epilepsy syndromes in the developmental age].", "score": 0.009259259259259259, "content": "In the Department of Developmental Neurology, K. Marcinkowski University of Medical Sciences in Poznań 120 video-EEG were performed in 1997-1998. Video-EEG monitoring was executed by means of computer electroencephalograph \"Ceegraph\" (Biologic--USA). A group of 20 patients between the age of 20 months up to 19 years, whose video-EEG was analysed, was hospitalised because of diagnostic doubtful seizures. Stimultaneous EEG and clinical events recordings were evaluated with the use of videotape at all children. In the investigated group, 13 patients with epileptic seizures (5 with nonepileptic seizures, 1 patient with choreatic movements and 1 with nocturnal myoclonus) were recorded. There were 3 children classified with generalised absence seizures, 3 with partial seizures and 1 patient with myoclonic seizure among the children with epilepsy. Moreover, there were several different cases diagnosed: 3 patients presented Lennox-Gastaut syndrome, 1 was classified with West's syndrome, 1 patient was characterised by Alpers syndrome and 1 with tuberous sclerosis. Psychogenic pseudoepileptic seizures were classified in 5 patients, in 3 of them both epileptic and nonepileptic events occurred. Utility of video-EEG monitoring allows to differentiate and classify seizures and epileptic syndromes in childhood, especially absence seizures and psychogenic pseudoepileptic seizures. Its use makes the introduction of appropriate treatment possible."}, {"id": "pubmed23n0885_1883", "title": "[Ecological study on the mortality of residents in Manfredonia (Apulia Region, Southern Italy) from 1970 to 2013].", "score": 0.009174311926605505, "content": "OBIETTIVI: valutare lo stato di salute della popolazione residente nel comune di Manfredonia dal 1970 al 2013. DISEGNO: analisi descrittiva dell'andamento temporale della mortalità generale, per gruppi di cause, dal 1970 al 2013. SETTING E PARTECIPANTI: i dati di mortalità e le popolazioni residenti sono di fonte Istat. Sono state esaminate 55 cause di decesso. Le analisi sono disaggregate per sesso e periodo. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: sono stati elaborati i rapporti standardizzati di mortalità (SMR%), con i rispettivi intervalli di confidenza al 90% (IC90%), e i tassi di mortalità standardizzati col metodo diretto (TSD ). RISULTATI: lo stato di salute misurato dal tasso di mortalità per tutte le cause migliora nel tempo: i TSD passano da 92 x10.000 negli anni 1970-1974 a 52 x10.000 nel biennio 2012-2013 negli uomini, da 70 x10.000 a 39 x10.000 nelle donne. Tuttavia, rispetto alla media regionale Manfredonia perde progressivamente il suo vantaggio, passando da -20% a -10% negli uomini, e da -20% a +1,5% nelle donne. Questo andamento è molto evidente per il complesso delle cause cardiovascolari, mentre i tumori maligni sono in generale nella media regionale. Nell'ultimo periodo disponibile per causa di decesso (2006-2011), la mortalità per infarto miocardico è stata più alta della media regionale (uomini: +35%; donne: +54%). I rapporti standardizzati di mortalità (SMR) mostrano tra gli uomini valori in crescita, in particolar modo rispetto al riferimento provinciale, con un eccesso a cominciare dal periodo 2006-2011 (22 decessi/anno e 19 attesi; SMR%: 117,2; IC90% 101,1-135,2; riferimento: provincia di Foggia). Anche tra le donne gli SMR% superano i riferimenti provinciali negli ultimi periodi esaminati (nel 2012-2013: 7 decessi/ anno e 4,2 attesi; SMR%: 116,4; IC90% 97,0-260,7; riferimento: provincia di Foggia). CONCLUSIONI: la mortalità a Manfredonia è diminuita in misura minore rispetto a quella osservata nei riferimenti provinciali e regionali. Il vantaggio che si osservava negli anni Sessanta si è, infatti, ridotto nel tempo, fino ad annullarsi negli ultimi anni. Dal 1970, Manfredonia ha progressivamente perso il vantaggio che aveva. Dagli anni Duemila, la mortalità per infarto del miocardio è in eccesso sulla media regionale e provinciale. Da casi documentati in letteratura si osserva che le popolazioni che sperimentano catastrofi di origine naturale o antropica possono fronteggiare un aumento di patologie cardiovascolari. La mortalità per tumore polmonare mostra un eccesso sulla media regionale, in particolare provinciale, a cominciare dal 2000, coerentemente con i tempi di latenza legati all'esposizione ad arsenico negli anni Settanta."}, {"id": "pubmed23n0314_8653", "title": "[Epilepsies during the first year of life].", "score": 0.009174311926605505, "content": "An important number of epileptic patients who began with epileptic seizures during the first year of life have not just been well classified. The objective is to identify the different types of epilepsies and epileptic seizures which begin during the first year of life, according to the last classification of epilepsy and epileptic syndromes of 1989. We have studied 471 patients who consulted to our service in the last 5 years, with epileptic seizures during the first year of life. We excluded neonatal seizures and febrile convulsions. 1. Partial epilepsy: a) idiopathic: 12 (2.5%); b) symptomatic: 130 (28%); c) cryptogenic: 25 (5%). 2. Generalized epilepsy: a) idiopathic: benign myoclonic epilepsy in infancy, 6 (1%); b) cryptogenic-symptomatic: symptomatic West syndrome, 155 (33%); cryptogenic West syndrome, 65 (14%); cryptogenic myoclonic epilepsy, 6 (1%); early infantile epileptic encephalopathy, 8 (1.6%); early myoclonic encephalopathy, 4 (0.8%); other symptomatic generalized epilepsies without specific aetiology, 14 (3%). 3. Epilepsies and syndromes undetermined as to whether they are focal or generalized: a) severe myoclonic epilepsy in infancy, 15 (3%); symptomatic epilepsy with multifocal and independent spikes, 3 (0.6%); other undetermined epilepsies not defined above, 3 (0.6%). 4. Special syndromes: occasional convulsions, 15 (3%). West syndrome is the commonest type of epilepsy during the first year of life, particularly symptomatic West syndrome. Symptomatic partial epilepsies are in the second place in frequency. We identified 12 patients with idiopathic partial epilepsy, who full-filled clinical and EEG characteristics of a recently described epilepsy: benign infantile familial convulsions. The study showed the predominance of symptomatic epilepsy, generalized (represented by West syndrome) and partials. Finally 6% of the patients have a generalized epilepsy, cryptogenic or symptomatic, not defined in the classification."}, {"id": "pubmed23n0999_17549", "title": "[Bevacizumab e altri farmaci. Attività e sicurezza degli agenti anti-VEGF nel carcinoma ovarico.]", "score": 0.00909090909090909, "content": "Riassunto. L'angiogenesi svolge un ruolo importante sia nei tessuti epiteliali normali sia in quelli maligni. Negli ultimi anni questo fenomeno è stato ampiamente studiato in oncologia sperimentale e clinica perché ci sono evidenze che sia coinvolto nella diffusione e nella diffusione metastatica del carcinoma ovarico. Il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (vascular endothelial growth factor - VEGF) è l'attore principale nel meccanismo di angiogenesi e svolge un ruolo strategico nella proliferazione e migrazione delle cellule neoplastiche, con un impatto significativo sulla sopravvivenza e sull'outcome clinico. Secondo quanto emerge da molti studi sperimentali e clinici, le nostre conoscenze sulla biologia dell'angiogenesi e del VEGF sono aumentate portando allo sviluppo farmacologico di specifici agenti in grado di targeting VEGF. Questo nuovo campo di indagine offre agli scienziati l'opportunità di testare nuove possibilità terapeutiche nei pazienti con carcinoma ovarico con nuovi agenti mirati. Il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF umanizzato, è stato il primo farmaco anti-VEGF scoperto ed è usato oggi per il trattamento di diversi tumori solidi. Negli ultimi anni questo agente è stato ampiamente testato nei pazienti con carcinoma ovarico, mostrando un'attività clinica interessante e un profilo di tossicità tollerabile sia nelle pazienti giovani sia in quelle anziane. Il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel e successivamente utilizzato come agente singolo, è indicato per il trattamento del carcinoma epiteliale dell'ovaio di stadio III o IV, tuba di Falloppio o carcinoma peritoneale primario dopo iniziale resezione chirurgica. Il bevacizumab è anche usato per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico epiteliale ricorrente e resistente al platino, delle tube di Falloppio o dal tumore peritoneale primario che hanno ricevuto non più di 2 regimi precedenti di chemioterapia. Inoltre, il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel o con carboplatino e gemcitabina (e usato come agente singolo), è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma epiteliale dell'ovario sensibile al platino, tuba di Falloppio o tumore peritoneale primario. Le linee guida più accreditate suggeriscono quando bevacizumab deve essere usato nel trattamento del carcinoma ovarico avanzato e ricorrente. Altri agenti anti-VEGF, come gli inibitori della tirosin-chinasi del recettore VEGF (VEGFR), sono stati ampiamente testati nel carcinoma ovarico e molti altri sono in corso di studi al fine di testare la loro attività e sicurezza rispetto a bevacizumab. Gli agenti anti-VEGF e gli inibitori di PARP svolgono oggi un ruolo strategico nel trattamento del cancro ovarico con agenti mirati in associazione con la chemioterapia e la chirurgia in un'ottica multidisciplinare e personalizzata."}, {"id": "pubmed23n0716_12543", "title": "[Significance of the EEG in the diagnosis of epilepsy].", "score": 0.00909090909090909, "content": "The electroencephalogram (EEG) is a specific diagnostic method for the evaluation of patients with epilepsies. Interictal epileptiform discharges (IED) recorded in the seizure interval have a high association with the clinical diagnosis of epilepsy. IEDs have to be differentiated from normal variants that resemble IEDs. The EEG may help in the localization of the epileptogenic zone and in the syndrome classification, which is important for therapy and prognosis."}, {"id": "pubmed23n1029_21332", "title": "Esperienze di switch a cariprazina in pazienti schizofrenici con comparsa di effetti collaterali/comorbilità mediche.", "score": 0.009009009009009009, "content": "La schizofrenia è un disturbo psichiatrico grave e cronico con un background genetico e neurobiologico eterogeneo che influenza lo sviluppo precoce del cervello, ed è espressa come una combinazione di sintomi psicotici - come allucinazioni, deliri e disorganizzazione - e di sintomi negativi e cognitivi. Il trattamento dei pazienti con schizofrenia prevede l'utilizzo di antipsicotici, in accordo con i recenti dati di letteratura. Sulla base del meccanismo d'azione, gli antipsicotici vengono suddivisi in tipici (o \"di prima generazione\") e atipici (o \"di seconda generazione\"). Differiscono, anche, per la manifestazione di effetti collaterali, dovuti alla diversa affinità recettoriale caratteristica del singolo principio attivo. In questo caso clinico, presentiamo un giovane paziente di 24 anni con diagnosi di schizofrenia trattato prima con olanzapina e poi con risperidone, che ha manifestato significativi effetti collaterali di tipo metabolico e sessuali. La strategia terapeutica utilizzata è stata lo switch a un antipsicotico di terza generazione, cariprazina, con risoluzione delle collateralità e una migliore gestione dei sintomi negativi riportati. In conclusione, il modello di trattamento personalizzato sulla base delle condizioni cliniche e delle esigenze del paziente rappresenta l'approccio maggiormente adeguato nella gestione di ogni singolo caso."}, {"id": "pubmed23n0344_22632", "title": "[Long-term efficacy and tolerance of topiramate in 44 children with resistant epilepsy].", "score": 0.009009009009009009, "content": "Topiramate (TPM) is a new antiepileptic drug with multiple modes of action which should theoretically represent a wide therapeutic spectrum. However, there is still little clinical experience of its use in children with epilepsy. TPM was given during a period of 14.8 +/- 15.4 months, at an average dose of 6.6 +/- 2.5 mg/kg/day to 44 children with resistant epilepsy. They included 21 children with Lennox-Gastaut syndrome, 14 with partial epilepsy, 7 with multifocal epilepsy, one with polymorphic epilepsy and one with electrical changes during sleep. When TPM was associated with their treatment, a response of > 50% reduction in epileptic crises was seen in 76% of the cases (85% with Lennox-Gastaut syndrome, 64% with partial epilepsy, 71% with multifocal epilepsy) and suppression of crises in 12% of the cases (5% with Lennox-Gastaut syndrome, 21% with partial epilepsy and 14% with multifocal epilepsy). The drug was well tolerated and only stopped because of side-effects in 4.5% of the cases. TPM is an antiepileptic drug with a broad therapeutic spectrum, good clinical efficacy in children and is well tolerated by them."}, {"id": "pubmed23n0932_1180", "title": "[La combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) nel trattamento del carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia: le notizie sulla mia morte sono state esagerate?]", "score": 0.008928571428571428, "content": "Riassunto. L'analisi è stata condotta al fine di valutare l'effetto sia sulla sopravvivenza globale (OS) sia sulla sopravvivenza libera da progressione di malattia (PFS) della chemioterapia di combinazione in prima linea per il carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia. La presente analisi è limitata agli studi randomizzati controllati (RCT) di fase III. Successivamente è stata applicata la European Society for Medical Oncology Magnitude of Clinical Benefit Scale (ESMO-MCBS) agli RCT di fase III analizzati per ricavare uno score relativo all'entità del beneficio clinico ottenuto per ciascun RCT. Sono state calcolate inoltre le differenze in termini di PFS tra i diversi bracci di trattamento rapportandole con i costi dei farmaci necessari per ottenere il beneficio di PFS. La nostra analisi ha valutato 11 RCT di fase III, per un totale di 4572 pazienti. Combinando i costi della terapia con la misura dell'efficacia espressa dalla PFS, è stato ottenuto un costo di 74,12 euro (€) per mese di vita guadagnato in termini di PFS con la combinazione di 5-fluorouracil, leucovorin, irinotecan e oxaliplatino (FOLFIRINOX), 90,14 € per la combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) e 4708,7 € per la combinazione di nab-paclitaxel e gemcitabina. Da questo punto di vista riteniamo che l'utilizzo delle \"vecche chemioterapie di combinazione\" (per es., GEMOX) non dovrebbe essere completamente abbandonato, ma valutato sul singolo paziente, sulla base di diversi fattori (età, ECOG PS, comorbilità, carico di malattia), al fine di ottenere una reale \"tailored therapy\"."}, {"id": "pubmed23n0104_1680", "title": "[Lennox-Gastaut syndrome in the adult].", "score": 0.008928571428571428, "content": "The authors used the definition of the Lennox-Gastaut syndrome (LGS) adopted by the Commission on Classification and Terminology of the International League against Epilepsy. Three hundred and thirty eight patients with childhood LGS have been followed until adulthood; 62.4 p. 100 had an unfavourable outcome. All began their LGS in childhood or infancy (between the ages of 1 and 8.80 p. 100 before the age of 4). In 46.9 p. 100 of cases, complete LGS persisted in the adult. Most cases were apparently primitive. In 15.6 p. 100 of cases, generally symptomatic, the LGS disappeared but an often severe, mostly multifocal epilepsy persisted. 37.6 p. 100 of cases had a more or less favourable outcome. In these cases, the LGS had often begun later (between 7 and 11 years of age) and lasted for less (between 2 and 6 years). Some patients (20.4 p. 100) still had fairly rare partial seizures and neurological or psychiatric symptoms. These cases were mostly symptomatic, 17.4 p. 100 of cases seemed to have been nearly completely cured. These were cases where the LGS had followed another type of epilepsy, mostly of the idiopathic generalized type. Fourty four patients with no prior epilepsy presented with LGS appearing between the ages of 13 and 23. They were divided into 2 groups: in 31 patients, the LGS was associated with focal signs. In all these cases, the evolution was for the worse, whatever the age at onset. In 13 cases, there were no focal signs. In these, there was a different prognosis between those with an onset between the ages of 13 and 15, where the entire syndrome persisted and the evolution is for the worse, and those with an onset after the age of 15, where the outcome was better."}, {"id": "pubmed23n1059_7363", "title": "Contributi scientifici in memoria di Antonio Fusco.", "score": 0.008849557522123894, "content": "Come si leggerà nell'Introduzione della sezione propriamente scientifica del Volume, il presente testo nasce dalla volontà e, soprattutto, dall'esigenza culturale di omaggiare il fu Prof. Antonio Fusco. Un debito scientifico ed umano che trova il suo locus naturale in questa prima parte del testo stesso, cui farà poi seguito la parte propriamente scientifica. In siffatta parentesi dovuta per le ragioni appena menzionate, il lettore, l'amico o l'allievo dell'opera del Prof. Fusco potranno trovare un suo sintetico Curriculum Vitae, correlato da una specifica ed accurata prosa, svolta dal già Magnifico Rettore Carlo Cipolli; il quale, oltre che evidenziare, ricordando, i meriti del collega oramai scomparso, aggiunge alsuo scritto un elemento che sarebbe imprescindibile a non trasformare lo stesso in una mera sequenza di parole: l'amicizia e l'affetto per un amico che, oramai, non c'è più. A fine lettura, evidente risuonerà il fatto che la vita di ognuno, se mossa dalla passione per ciò per cui si è predisposti cognitivamente e psicologicamente, può essere ricca di riconoscimenti, riconoscenze e soddisfazioni che, lungi dal divenire un cuscino di allori su cui adagiarsi, per una mente creativa come quella del Prof. Fusco hanno funto solo da motivazioni ad agire instancabilmente guardando sempre al futuro. Il lavoro di una vita che, materialmente, è sancito da un supporto poco più di cm 25x15: una targa. Una materialità evidente che, con grande commozione e riconoscenza, è stata affissa il 25 ottobre 2019 sull'aula fronte l'Aula Magna del Campus \"La Folcara\", a testimonianza che quello spirito creativo in continua evoluzione non si ferma; non si arresta neppure con la fine biologica di chi lo ha \"posseduto\". Rimangono le opere ed il pensiero del Prof. Fusco e restano gli affetti. A tal proposito, il lettore troverà una breve e sentita sezione su Testimonianze; coloro i quali hanno avuto modo, nell'arco della vita accademica ed umana, personale, di Fusco di conoscerlo. Ecco, allora, che i ricordi saranno i veri protagonisti di questa parentesi. Dopo di ciò, prima dei contributi prettamente scientifici dei lavori, tenutisi in occasione del Convegno Internazionale Psicologia, Arte, Letteratura. Antiche e Nuove Tendenze, seguiranno i saluti delle autorità che in quei due giorni si sono succedute a rappresentare non solo l'istituzione affiliata, ma anche la relazione di stima e di affetto che le legava al compianto Professore. Si passerà, infine, al volume tradizionalmente inteso."}, {"id": "pubmed23n0007_12662", "title": "[Value of electroencephalographic findings in the prognosis of Lennox-Gastaut syndrome].", "score": 0.008849557522123894, "content": "The electroencephalographic findings observed in twenty-nine patients with Lennox-Gastaut syndrome were related with prognosis of the epileptic manifestations. The presence of slow spike-wave complexes with preponderance of spike over the slow wave and the presence of fixed complexes in spite of the medical treatment, are related with poor prognosis for the epileptic manifestations."}, {"id": "pubmed23n0885_1882", "title": "[Health expenditure for prevention in Italy (2006-2013): descriptive analysis, regional trends and international comparisons].", "score": 0.008771929824561403, "content": "Il dato dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) del 2012, che indicava l'Italia come il Paese con la più bassa spesa in prevenzione sanitaria, ha dato lo spunto per una raccolta sistematica e un'analisi critica dei flussi disponibili sulla spesa per le attività di prevenzione in Italia. Le statistiche correnti di spesa sanitaria sono raccolte centralmente dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) attraverso i modelli di rilevazione dei costi dei livelli essenziali di assistenza (LEA) delle aziende USL. Le tre macroaree dei LEA sono: assistenza distrettuale, assistenza ospedaliera e assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro. Le spese per la prevenzione rientrano in quest'ultima e sono ripartite nelle seguenti voci: attività di prevenzione rivolte alle persone, igiene degli alimenti e della nutrizione, igiene e sanità pubblica, prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro, sanità pubblica veterinaria, attività medico-legale per finalità pubblica. Tra il 2006 e il 2013, ultimo dato disponibile, la spesa per le attività di prevenzione del Servizio sanitario nazionale (SSN) è rimasta costante in rapporto alla spesa sanitaria totale (4,2%), pari a 4,9 miliardi nel 2013. Nel periodo di studio considerato (2006-2013) appaiono in aumento le spese per le attività rivolte alle persone (+8,7%), attribuibili soprattutto a vaccinazioni e screening, e in diminuzione le attività di igiene pubblica (-5,7%) e quelle della sanità pubblica veterinaria (-3,8%). I confronti internazionali indicano una spesa per la prevenzione del 2,9% rispetto alla spesa sanitaria totale, costante negli anni e nella media dei Paesi OCSE. Per la prevenzione, l'Italia spende tanto quanto i Paesi che non possiedono un servizio sanitario pubblico; il dato risulta inferiore del 5% rispetto alla programmazione nazionale, con poche eccezioni e molta variabilità regionale all'interno delle componenti delle voci di spesa. In questo contesto si sottolinea l'importanza di investire maggiori risorse nella pianificazione e nell'implementazione di interventi preventivi di provata efficacia e costo-efficacia."}, {"id": "pubmed23n0226_14331", "title": "[Adolescence epilepsy--a clinical, electroencephalographical and prognostic study (author's transl)].", "score": 0.008771929824561403, "content": "Epileptic seizures are almost as common in adolescence as in childhood. They have the same etiologies or, more often, lack any etiology, However, their clinical and electroencephalographical features are different. Primary generalized epilepsy is chiefly represented by clonic-tonic seizures, with or without myoclonias. The prognosis is better if only one type of seizure is present. Secondary generalized epilepsies are very rare. Partial epilepsies, almost as frequent as generalized epilepsies, are represented by either elementary or complex partial seizures. Elementary partial seizures are more common and usually of good prognosis. The prognosis is poor for complex partial seizures."}, {"id": "pubmed23n1029_21329", "title": "Principi di farmacodinamica e farmacocinetica nello switch tra antipsicotici: focus su cariprazina.", "score": 0.008695652173913044, "content": "Cariprazina {RGH-188; trans-N- [4- [2- [4- (2,3-diclorofenil) piperazin-1-il] etil] cicloesil] -N_, N_-dimetilurea cloridrato} è un antipsicotico atipico di nuova generazione, con un originale profilo farmacodinamico e farmacocinetico. Cariprazina ha due metaboliti attivi, uno dei quali ha un'emivita di 1-3 settimane, che è la più lunga di qualsiasi antipsicotico atipico, con emivita effettiva funzionale totale (cariprazina più due metaboliti) di 7 giorni. Il farmaco mostra un'affinità che è circa 10 volte più alta per i recettori D3 che per D2 (rispettivamente pKi 10,07 e 9,31). L'affinità per D3 è superiore all'affinità della stessa dopamina. Cariprazina mostra inoltre un'elevata affinità per i recettori 5-HT2B (pKi 9,24), con antagonismo puro. Cariprazina è un agonista parziale e ha un'affinità significativa, ma inferiore all'affinità per D3, sui recettori 5-HT1A (pKi 8,59). Agendo su D3 e 5-HT1, cariprazina migliora i sintomi negativi, l'anedonia e i deficit cognitivi. L'affinità per i recettori 5-HT2A (pKi 7,73), H1 (pKi 7,63) e 5-HT2C (pKi 6,87) è inferiore, così come minori sono le affinità per i recettori adrenergici, istaminergici e colinergici, recettori che sono spesso responsabili di effetti collaterali. Grazie al profilo di tollerabilità (sicurezza cardiovascolare, bassa probabilità di dare sedazione e iperprolattinemia, basso rischio metabolico), insieme alla sua peculiare efficacia sui sintomi negativi e alla sua lunga emivita, che spesso migliora la scarsa aderenza, cariprazina è un candidato valido per il passaggio da un antipsicotico inefficace (o parzialmente efficace, con particolare riferimento ai sintomi negativi), poco tollerato, o assunto con una scarsa aderenza. Questo articolo esamina le caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche di cariprazina e discute le loro implicazioni in termini di identificazione dei pazienti che possano beneficiare di un passaggio a cariprazina, e della migliore strategia per completare lo switch con successo."}, {"id": "pubmed23n0892_25164", "title": "[Classification of idiopathic generalised epilepsies in patients over 16 years of age].", "score": 0.008695652173913044, "content": "Idiopathic generalised epilepsies (IGE) are a set of electroclinical syndromes with different phenotypes. Our aim is to analyse those phenotypes in patients over 16 years of age. We conducted a retrospective analysis of a series of patients with IGE. They were classified as childhood absence epilepsy (CAE), juvenile absence epilepsy (JAE), juvenile myoclonic epilepsy (JME), epilepsy with tonic-clonic seizures only (TCSE), epilepsy with eyelid myoclonias and absences (EMA) and pure photogenic epilepsy (PE). We included 308 patients, the majority females (56.8%), in our study. JME was the most prevalent (40.9%), followed by TCSE (30%), JAE (10%), EMA (8.7%), CAE (7.7%) and PE (1.6%). The types of seizures presented by the most patients were tonic-clonic (89.6%), myoclonic (45.4%), absence (31.4%), reflex seizures (13.3%), eyelid myoclonias (12.6%), non-epileptic psychogenic seizures (3.6%) and status epilepticus (1.9%). They all had generalised spike-and-wave discharges in the electroencephalogram (EEG). 19.2% presented asymmetrical discharges and 28.2% showed a photoparoxysmal response. We observed differences between syndromes in polytherapy (p < 0.0001), withdrawal of therapy (p = 0.01) and being seizure-free beyond the age of 50 (p = 0.004). JME was the most frequent. Generalised tonic-clonic seizures were the type of seizures presented by the most patients, followed by myoclonic, absent and reflex seizures. The EEG showed a photoparoxysmal response in over a quarter of the patients, and one in five displayed asymmetrical anomalies. Differences were observed according to the syndrome in polytherapy, persistence of seizures and withdrawal of treatment."}, {"id": "pubmed23n1028_18191", "title": "Food knowledge of patients at the first access to a Diabetology center.", "score": 0.008620689655172414, "content": "Il diabete rappresenta una patologia in costante aumento: familiarità, età e stili di vita rappresentano i principali fattori di rischio per questa malattia e per le complicanze ad essa correlate. Considerando l'importanza del regime alimentare per la prevenzione e il trattamento di questa patologia, scopo del presente studio è stato quello di valutare le conoscenze alimentari di pazienti al primo accesso presso un centro di Diabetologia e di indagare sulla loro eventuale influenza su alcuni parametri ematici. È stato somministrato il questionario di Moynihan. La relazione tra i punteggi ottenuti e le variabili emoglobina glicata, BMI, glicemia a digiuno, è stata analizzata attraverso regressione multipla basata sul metodo dei minimi quadrati ordinari (modello OLS). Il response rate è stato del 73,3%. Il punteggio medio totale ottenuto dal questionario è stato di 23,61 ed è stata osservata una correlazione statisticamente significativa (p<0,0473) tra i migliori punteggi del questionario e i valori di Hb1Ac. Questo studio è il primo passo di un'indagine più ampia che verrà condotta nell'ottica di promuovere una formazione del paziente volta a verificare nel tempo le ricadute positive sulle scelte alimentari e sui parametri clinici."}, {"id": "pubmed23n0795_17135", "title": "[Developmental dysphasia and epileptiform EEG activity in children].", "score": 0.008620689655172414, "content": "Objective. To study the electrical activity of the brain in children with developmental dysphasia (alalia). Material and methods. We analyzed the EEGs of 65 children with developmental dysphasia, including 48 boys and 17 girls, aged from 3 to 4 years 11 months. General speech underdevelopment (GSU) of the 1st level (with active vocabulary less than 15-20 words) was found in 31 children and GSU of the 2nd level (with active vocabulary of 20-50 words) - in 34 children. To specify the changes in the brain electrical activity, we conducted video-EEG-monitoring during sleep and waking states in 27 patients. Results. Focal epileptiform EEG changes with no concomitant paroxysmal symptoms were recorded in 12,3% of children with dysphasia. The epileptiform activity was more frequent in GSU of the 1st level (5 (16.1%) patients) than in GSU of the 2nd level (3 (8.8%) patients). Benign epileptiform discharges of childhood with low index were identified in 2 (6,5%) children with GSU of the 1st level and in1 (2,9%) child with GSU of the 2nd level; low index spike-waves were recorded in 3 (9,7%) children with GSU of the 1st level and in 2 (5,9%) with GSU of the 2nd level. Conclusion. The data allow to clarify the frequency of epileptiform EEG activity in those children with developmental dysphasia, who do not have autism or history of seizures. The differential diagnosis with rare epileptic encephalopathies is needed, such as epilepsy with electrical status epilepticus during slow sleep (ESES) and Landau-Kleffner syndrome. "}]}}}} {"correct_option": 4, "explanations": {"1": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "2": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "3": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "4": {"exist": true, "char_ranges": [[0, 313]], "word_ranges": [[0, 47]], "text": "Avere anticorpi contro il nucleo implica un contatto naturale e IgG, che non è acuto. L'assenza dell'antigene E esclude la replicazione attiva. La persistenza dell'antigene di superficie (HBsAg) e del DNA virale indica che il virus è ancora presente. L'insieme di questi elementi indica un portatore asintomatico."}, "5": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}}, "full_answer": "Avere anticorpi contro il nucleo implica un contatto naturale e IgG, che non è acuto. L'assenza dell'antigene E esclude la replicazione attiva. La persistenza dell'antigene di superficie (HBsAg) e del DNA virale indica che il virus è ancora presente. L'insieme di questi elementi indica un portatore asintomatico. I portatori del mutante pre-core di solito hanno periodi sintomatici ricorrenti e un'infiammazione epatica maggiore. Non ci sono dati sufficienti per escluderlo completamente, ma non è tra le risposte e indica un esame fisico completamente normale.", "full_answer_no_ref": "Avere anticorpi contro il nucleo implica un contatto naturale e IgG, che non è acuto. L'assenza dell'antigene E esclude la replicazione attiva. La persistenza dell'antigene di superficie (HBsAg) e del DNA virale indica che il virus è ancora presente. L'insieme di questi elementi indica un portatore asintomatico. I portatori del mutante pre-core di solito hanno periodi sintomatici ricorrenti e un'infiammazione epatica maggiore. 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[10] HBsAg: Acute infection (less than 6 months) or chronic infection (more than 6 months). Anti-HBs: Recovery from acute infection or immunity from vaccination. HBeAg: Mostly associated with high viral load. Anti-HBe: Low replicative phase. Anti-HBc IgM: Acute infection, an only marker present in the window period, can be present during exacerbation of chronic infection. Anti-HBc IgG: Exposure to infection, chronic infection (if present along with HBsAg), recovery from acute infection (if present with anti-HBs), if isolated presence, may represent occult infection."}, {"id": "wiki20220301en206_1632", "title": "Hepatitis B", "score": 0.014509285029885476, "content": "Shortly after the appearance of the HBsAg, another antigen called e antigen (HBeAg) will appear. 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A person negative for HBsAg but positive for anti-HBs either has cleared an infection or has been vaccinated previously."}, {"id": "pubmed23n0510_7015", "title": "[The assessment of work ability in persons with hepatitis B and C].", "score": 0.013912469345406527, "content": "A risk group for infection of virus hepatitis B (HBV) and C (HCV) makes health care professionals who contact with blood, and body fluid. The aim of this study was, on the base of markers of infection with hepatitis B and hepatitis C virus define criteria for evaluation work ability of the infected personnel. 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An individual with a chronic infection would test positive for HBsAg and total anti-HBc (IgM and IgG), but negative for IgM anti-HBc and anti-HBs. An individual who has successfully resolved their HBV infection will test negative for HBsAg, positive for anti-HBc, and may test negative or positive for anti-HBs, although most will test positive."}, {"id": "pubmed23n0992_749", "title": "[Evaluation of the immunization status against hepatitis B and of the prevalence of Ag HBs among Beninese soldiers participating in military missions in Ivory Coast].", "score": 0.012111484021596381, "content": "This study aims to determine the rate of anti-hepatitis B virus coverage (anti-HBV) and the prevalence of Ag HBs among Beninese soldiers participating in military missions in Ivory Coast. We conducted a cross-sectional study within the Beninese battalion based in Anankouakouté in the Ivory Coast. The company's soldiers were administered interview-based questionnaire during a health education session. It focused on socio-demographic data, risk factors for infection and a history of vaccination against hepatitis B. Samples were analyzed for Ag HBs and HBS antibodies. Sodiers positive for AgHBs underwent complementary tests (ALT, HBeAg, anti-HBe antibody, IgM anti-HBc antibody and HBV DNA using PCR). One hundred seventy-five soldiers were enrolled in this study (with an average age of 31 years, ranging between 23 and 52 years; sex-ratio 5.73). Protective anti-HB antibody levels were found in 41 soldiers (23.4%). Some soldiers had had B hepatitis and had developed immunity to the virus (25 cases/41) while others had developed immunity after vaccination (16 cases/41). Eighteen soldiers (10.3%) had HBV (HBsAg+) infection. This infection was chronic (IgM anti-HBc - and anti-HBc antibody total + in 18 cases/18). Among the infected soldiers, 4 had elevated aminotransferase levels, 4 were found HBeAg-positive and 4 had elevated viremia levels (HBV DNA >2000IU/ml). The prevalence of Ag HBs among Beninese soldiers participating in military missions is high. However, immunization coverage is low. Intervention strategies should be implemented in order to treat subjects who meet the criteria and to vaccinate the unimmunized patients."}, {"id": "pubmed23n0044_23131", "title": "[Hepatitis B virus markers in peripheral blood mononuclear cells].", "score": 0.011904761904761904, "content": "Recent studies have shown tropism of the hepatitis B virus (HBV) by peripheral blood mononuclear cells (PBMC). The consequences of this phenomenon and their clinical use are not yet clear, however. Seventy-nine patients were studied between March 1989 and October 1990. Sixty-nine patients had chronic liver disease with histological evaluations, and 10 were vaccinated for HBV. The following markers were determined: serum: HBsAg, HBeAg, anti-HBe, antitotal-HBc, anti-HBs, anti-HCV, HBV-DNA; lysated PMBC cells: HBsAg, HBeAg. Hepatic tissue: HBsAg, HBcAg. Four groups were formed according to serology. Group I--positive HBsAg patients (n = 25) HBsAg was observed in the lysated of PBMC in 19 (76%) of the patients. HBeAg in PBMC was detected in 8 (32%), all of them showed evidence of viral replication (presence of HBcAg and/or HBV-DNA in the serum HBcAg in the tissue). Group II--antitotal HBc/anti-HBs positive (n = 14), HBsAg in PBMC was found in 5 (36%) and HBeAg in 1 (7.0%). In this patient replication markers in the serum and in the tissue (HBV-DNA, HBcAg) was also present. Three patients out of 9 anti-HBs positive had HBsAg in PBMC. Group III--seronegative patients for HBV. HBsAg was present in PBMC in 2 (6.6%) of the patients, but was absent in all of them. There was concomitant presence of HBsAg in MN and the hepatic tissue in 1 patient. Replication markers were not observed in the group. Group IV--10 asymptomatic individuals vaccinated for HBV. Except anti-HBs in serum, no other HBV marker could be identified in serum or in PBMC.(ABSTRACT TRUNCATED AT 250 WORDS)"}, {"id": "wiki20220301en094_18175", "title": "Window period", "score": 0.011531441845030696, "content": "Hepatitis B Two periods may be referred to as window period in hepatitis B infection: (1) the period that elapses during HBsAg to HBsAb seroconversion, i.e. between the disappearance of surface antigen (HBsAg) from serum and the appearance of HBsAb (anti-HBs), and (2) the period between infection and appearance of HBsAg. During the window of HBsAg to HBsAb seroconversion, IgM anti-core (HBc-IgM) is the only detectable antibody. HBV DNA may be positive as well. This window period does not occur in persons who develop chronic hepatitis B, i.e. who continue to have detectable HBV DNA for greater than 6 months (HbsAg remains positive), or in people who develop isolated HBcAb positivity, i.e. who lose HBsAg, but do not develop HBsAb (HBV DNA may or may not remain positive). See also Incubation period, the time between infection and the appearance of symptoms References HIV/AIDS Serology"}, {"id": "wiki20220301en023_14705", "title": "Seroconversion", "score": 0.01065891472868217, "content": "On a serological assay, the presence of hepatitis B surface antigen (HBsAg) indicates an individual with a currently active hepatitis B infection, whether acute or chronic. The presence of core antibody (anti-HBc) indicates an individual with an infection in general, whether current or previously resolved. The presence of surface antibody (anti-HBs) indicates an individual with immunity to hepatitis B, whether due to previously resolved infection or due to hepatitis B vaccination. For example, an individual who has never had any exposure to HBV, either by vaccine or by infection, would test negative for the entire serology panel. An individual who has been vaccinated and never had an infection will test seropositive for anti-HBs due to vaccination and negative for markers of infection. An individual with an acute HBV infection would test positive for HBsAg and anti-HBc (total and IgM) while negative for anti-HBs. An individual with a chronic infection would test positive for HBsAg and"}, {"id": "pubmed23n0528_21264", "title": "[Significance of the \"isolated anti-HBc\" serological pattern determinated by the serological response to the vaccination against Hepatitis B].", "score": 0.009900990099009901, "content": "Frequently Blood Bank donors are found to have a presence of Total Anti-Bc in the serum in the absence of the Hepatitis B surface antigen (HBsAg) and the Hepatitis B Surface Antigen (Anti-Bs) antibody. This study was designed to determine the serological response to the vaccination against the Hepatitis B virus, and evaluate the effectiveness of the vaccine in such cases, taking into consideration that the protective antibody titers for Hepatitis B are measured in levels above 10 mUl/ml.Thirty-one patients with the HBsAg negative/Anti-Bs negative/Antil-Bc positive serological patterns received three doses of the recombinant DNA vaccine (Hepavax Gene 20 microg), in a 0, 1, 2 months vaccination schedule. Anti-HBs levels were taken 30 days after the application of the last dose. After the 3 doses of the vaccine, the Anti-HBs levels were > 100 mUl/ml in 89% of the cases, > 500 in 50% and > 1000 in 14.3% of the vaccinated patients. Only 3 patients (9.7%) did not show serological response 30 days after the application of the last dose of the vaccine. In conclusion, 90% of the patients administered the HBsAg negative/Anti-HBs negative/Anti-HBc positive serological patterns, obtained Anti-HBs levels considered protectors ( > 10 mUl/m)."}, {"id": "pubmed23n0237_519", "title": "[Determination of specific anti-HBO immunoglobulin of IgM or IgG type. Relation to other virus HB markers].", "score": 0.00980392156862745, "content": "A procedure for determining anti-HBc of IgM class is described herein. After IgG anti-HBc antibodies have been preferentially absorbed with Staphylococcus aureus cells positive for protein A, we have tested for residual IgM anti-HBc in the supernatant (absorbed serum) by radioimmunoassay. The occurrence and time course of anti-HBc, studied in 3 patients with ongoing infection, show that IgM anti-HBc persist for about 2 months in cases of acute hepatitis. IgM anti-HBc --marker for a recent HBV infection-- was found to be a useful tool in diagnosis of an unapparent hepatitis with transient or undetectable HBs antigenemia (case no 5). The presence of IgM or IgG anti-HBc, HBeAg and anti-HBe was determined by radioimmunoassay in 68 patients HBsAg positive. The immunoglobulin classes (IgM or IgG) of anti-HBc are dependent on the phase of hepatitis B. Of the 29 IgM anti-HBc positive specimens, 28 were found to be HBeAg positive, 18 of these patients were hemodialysed. 62 among 63 HBsAg positive blood donors had IgG anti-HBc, 6 associated with HBeAg and 56 with anti-HBe. All anti-HBc of anti-HBs positive sera were of IgG class (patients or blood donors). In order to estimate the anti-HBc titer, we have determined the per cent inhibition of 134 HBsAg and 46 anti-HBs positive sera diluted to 1 : 100. We correlate the presence of HBsAg --regardless of the level of titer of it --with high titers of anti-HBc and the presence of anti-HBs with low titers (P less than less than 0,0001). These results are very instructive with regard to the problem of anti-HBc titer and possibility of persisting HBV and we support the hypothesis that HBsAg negative but strongly anti-HBc positive blood might be infectious. IgM anti-HBc are on the average of lower titer than IgG anti-HBc, but we did not observe difference in IgG anti-HBc titer between HBeAg positive sera and anti-HBe, HBsAg positive sera."}, {"id": "pubmed23n0071_21685", "title": "[Prospective study of HBV circulation and long-term evaluation of anti-hepatitis-B vaccination in patients undergoing hemodialysis].", "score": 0.00980392156862745, "content": "Hemodialysis patients were screened and monitored for HBV markers and at renal unit (identification EDTA 13ND) Palermo. Eighty-five patients received the hepatitis B vaccine (Haevac B Pasteur); fifty-three were followed up for more than three years; they received one of the three following schedules: 5 micrograms at 0, 1, 2 and 14 months; 5 micrograms at 0, 1, 2, 3, and 14 or 10 micrograms at 0, 1, 2, and 14 months. The best result was obtained by third schedule with a sero-conversion to anti-HBs of 83% at one month after the booster doses; and with the same percentage of anti-HBs positivity two years after the booster dose. During the study time (January 1984, March 1989) no new HBV events in patients and in the hemodialysis staff, who was also on monitoring, were observed."}, {"id": "pubmed23n0515_21712", "title": "[Effectiveness of vaccination against hepatitis B in HIV infected children].", "score": 0.009708737864077669, "content": "The aim of the study was to evaluate hepatitis B vaccination effectiveness in HIV infected children. 45 children vertically infected with HIV who received hepatitis B vaccination were evaluated. Anti-HBs antibodies were assayed to established vaccination efficiency and were repeated every 6-12 months. No-responders received the next vaccination schedule with doubled dose. Children with antibody levels < 100 IU/ml were boostered. All the children have been receiving HAART. 35/45 (77,8%) children had anti-HBs antibodies > 100 IU/ml, including 20 with anti-HBs antibodies > or = 1000 IU/ml (32 children without immunodeficiency, 2 with moderate and 1 with severe immunodeficiency). Anti-HBs level 8-100 IU/ml was observed in 6/46 (13,3%) children (5 children without immunodeficiency and 1 with severe immunodeficiency). 4/46 (8.9%) children had no anti-HBs antibodies (2 children without immunodeficiency, 1 with moderate and 1 with severe immunodeficiency). In HIV infected children anti-HBs antibodies should be assayed to establish hepatitis B vaccination efficiency and repeated every 6-12 months."}, {"id": "pubmed23n0600_5842", "title": "[Hepatitis B virus infection in Tunisian pregnant women: risk factors and viral DNA levels in HBe antigen negative women].", "score": 0.009615384615384616, "content": "To evaluate the seroprevalence and the risk factors of hepatitis B virus (HBV) infection in 2303 Tunisian pregnant women and to estimate the risk of perinatal transmission in women positive for hepatitis B surface antigen (HBsAg) but negative for hepatitis B e-antigen (HBeAg). Positive samples were tested for HBeAg and anti-HBe antibody using enzyme immunoassays. Serum HBV-DNA was determined by real time PCR assay. Overall, 4% of women were HBsAg positive and for the majority of them (96.8%) this status was unknown. Only 1.4% of studied population were vaccinated previously against hepatitis B. Study of risk factors revealed association between the HBsAg status and presence of intrafamilial hepatitis cases (p<0.05). Only four women were positive for HBeAg. Among patients with HBeAg negative status, only 11% were negative for HBV DNA. For the others, DNA level ranged from 34 to 10(8)copies/ml; it was greater than 10(4)copies/ml in 26.5% of them. Hepatitis B virus (HBV) prevalence in pregnant women is of intermediate endemicity in Tunisia. Universal vaccination before pregnancy and antenatal screening is recommended. Pregnant women who are found to be HBsAg positive and HBeAg negative should be tested systematically for DNA level to evaluate the risk of perinatal infection and to prevent it by sero-prophylactic for babies or by treatment during the third trimester of pregnancy."}, {"id": "article-22784_47", "title": "Hepatitis -- Evaluation -- Chronic Infection", "score": 0.009604754007739082, "content": "Patients who have chronic hepatitis B infection can have positive HBsAg for life.  These patients can be inactive carriers of the hepatitis B virus or may have active chronic hepatitis. All patients with chronic hepatitis B virus infection have the presence of anti-HBc. If HBeAg may or may not be present, but if it present in patients with active chronic hepatitis, it can indicate viral replication. Similarly, hepatitis B virus DNA may or may not be present, but high levels indicate active chronic hepatitis. Patients with chronic infection of hepatitis B usually have an absence of anti-HBs, but the presence of anti-HBs with positive HBsAg in patients with chronic infection with the hepatitis B virus means that the antibody was unsuccessful in inducing the viral clearance."}, {"id": "pubmed23n0589_8432", "title": "[Polyclonal activation due to Epstein-Barr virus superinfection in a case with chronic hepatitis B].", "score": 0.009523809523809525, "content": "Primary infection with Epstein-Barr virus (EBV) often occurs subclinically during childhood, resulting in a latent infection of B lymphocytes. In this report, a chronic hepatitis B case who presented with a serologic profile mimicking acute hepatitis B virus (HBV) infection and exhibiting transient autoantibody positivities because of the polyclonal activation of B cells due to EBV reactivation has been presented. The test results of 56 years old male patient who suffered from fatigue and pain on the right upper quadrant, revealed high levels of liver enzymes (AST: 187 U/L, ALT: 569 U/L), positivity of HBsAg, anti-HBc IgG and anti-HBe, and negativity of anti-HBc IgM, HBeAg and anti-HBs. Since HBV-DNA level was found 405,974 copies/mL by quantitative real time polymerase chain reaction (PCR), the patient was taken into follow-up. At the 6th month AST and ALT levels further elevated (352 U/L and 609 U/L, respectively), and anti-HBc IgM and anti-HBs became positive in addition to the previous positive markers of HBV. With the suspicion of superinfection, further laboratory investigations yielded negative results in CMV-IgM and Paul Bunnel test, while positive results in EBV anti-VCA IgM and IgG, anti-EBNA IgM and IgG, anti-p22 IgM and IgG and anti-EA IgM. In the follow-up period high levels of autoantibody positivities [rheumatoid factor (42.200 U/ml), anti-nuclear antibody (1/100) and anti-Ro-52] together with increased levels of total IgG, IgM and IgA were detected. In the following months, the levels of transaminases, total immunoglobulins and HBV-DNA have distinctively decreased, and in the 20th month the previous HBV profile regained (HBsAg, anti-HBc IgG and anti-HBe positive, anti-HBc IgM and anti-HBs negative, HBV-DNA: 6984 copies/ml) and the other pathological test results returned to normal. As a result, ALT increases seen during the course of chronic hepatitis B should not always be considered as HBV manifestations and the unusual serologic patterns should be evaluated as a consequence of superinfection with various viral agents."}, {"id": "pubmed23n0668_22796", "title": "[Hepatitis B vaccination effectiveness based on anti-HBs antibodies presence in children vertically infected with HIV].", "score": 0.009523809523809525, "content": "To evaluate hepatitis B vaccination effectiveness. 49 vertically HIV-infected children were enrolled. Anti-HBs antibodies were evaluated at HIV diagnosis, at evaluation (year 2004) and after primary vaccination. The following factors were analyzed: age, time since the last vaccine dose, clinical and immunological CDC category, HIV viral load, age at the beginning of ART. At HIV diagnosis 14% of children had anti-HBs antibody level > or = 100 mLU/ml. At evaluation 76% of patients had anti-HBs antibody level > or = 100 mIU/ml. Children, who were diagnosed before their first birthday, were more likely to have protective antibody level (p < 0.01). Percentage of lymphocyte T CD4+ count (p < 0.01) and time since last vaccination (p < 0.01) were found to be important factors of vaccination response. Primary vaccination was effective in 86% of children. Factors which influenced vaccination effectiveness included early HIV diagnosis, percentage of lymphocyte T CD4+ at evaluation and time since last vaccination. The effectiveness of primary vaccination was high."}, {"id": "article-22784_48", "title": "Hepatitis -- Evaluation -- Chronic Infection", "score": 0.009478885893980233, "content": "Evaluation of hepatitis B virus infection can be complicated, and some uncommon but possible scenarios should be kept in mind while investigating. Patients can test negative for HBsAg and anti-HBs but can have the presence of anti-HBc. This situation is possible when the result is false positive but can also happen in patients who are in the time window where they have cleared HBsAg from the blood, but anti-HBs has not yet appeared. Some patients who have cleared hepatitis B virus infection but have lost the anti-HBs over the years can test negative both for HBsAg and anti-HBs but positive for anti-HBc.  Also, patients infected with the hepatitis B virus many years ago can sometimes develop a core mutant variant of the hepatitis B virus where they can test negative for HBeAg and positive for anti-HBe even though the virus may still be active and is replicating. When lab findings like these are detected, the hepatitis B virus DNA PCR assay to check for viral replication is recommended."}, {"id": "pubmed23n0749_21422", "title": "The clinician's role in the diagnosis of breast disease.", "score": 0.009433962264150943, "content": "Until 20 or 30 years ago, the diagnosis and treatment of breast disease was managed exclusively by the surgeon. This situation has changed to some extent as a result of recent technological advances, and clinicians' contributions to the diagnostic work-up and/or treatment of these cases can begin at any time. If they are the first physician to see the patient after the examination and formulation of a diagnostic hypothesis, they will almost always have to order a panel of imaging/instrumental examinations that is appropriate for the type of lesion suspected, the patient's age, and other factors; if they intervene at the end of the diagnostic work-up, it will be their job to arrive at a conclusion based on all of the data collected. The clinical examination includes various steps - history taking and inspection and palpation of the breasts - each of which is essential and requires the use of appropriate methods and techniques. The diagnostic capacity of the examination will depend largely on the consistency of the breasts, but it is influenced even more strongly by the doctor-patient relationship. Physicians must know their patient well, listen to and understand what she is saying, explain their own findings and verify that the explanations have been understood, and they must be convincing. Clinicians must also be able to assess the results of imaging studies (rather than relying solely on the radiologist's report), and this requires interaction with other specialists. The days are over when a clinician or radiologist or sonographer worked alone, certain that his/her examination method was sufficient in itself: today, teamwork is essential. But this also means that each member of the team must be extremely competent in his/her own sector and be aware of the other team members' limitations and expectations. The clinical examination remains central to the process since it is the basis for selecting appropriate treatment. SOMMARIO: Da quando si conosce la patologia mammaria la diagnosi e la terapia di tale patologia sono state a totale appannaggio del chirurgo, situazione che è proseguita fino a qualche decennio fa. Il recente progresso tecnologico ha modificato, in parte, questa situazione e il clinico può entrare nel percorso diagnostico o terapeutico in qualsiasi momento. Se è il primo coinvolto, dopo l'esame e dopo un'ipotesi diagnostica, dovrà, quasi sempre, orientarsi verso indagini strumentali in relazione al sospetto, all'età della paziente ecc., se è l'ultimo anello deve arrivare a una conclusione mettendo insieme tutte le informazioni. L'esame clinico è composto di varie fasi: anamnesi, ispezione, palpazione, ognuna essenziale. Ogni singola fase va affrontata con metodo e tecnica appropriata. La capacità diagnostica dell'esame clinico è influenzata dalla costituzione della mammella, ma ancor di più è condizionata da uno stretto rapporto tra paziente e medico che deve conoscere molto la paziente che gli sta davanti e che non solo deve \"visitare\", ma capire, spiegare, accertarsi che si abbia capito, convincere. È inoltre indispensabile che il clinico sia in grado di esaminare le indagini strumentali e non limitarsi a leggere i referti, quindi interagire con gli altri specialisti. L'epoca del clinico o del radiologo o dell'ecografista che lavora da solo credendo che il proprio esame sia sufficiente o sganciato da altri contesti è finita da tempo, tutti hanno bisogno di tutti. È però vero che ciascuno deve essere estremamente competente nel suo settore e deve conoscere i limiti e le aspettative di chi collabora in altre specialità, come rimane valida la regola che la clinica resta comunque il momento centrale, non fosse altro perché poi deve affrontare la terapia."}, {"id": "pubmed23n0106_2059", "title": "[Infection with hepatitis B virus in the children and husbands of mothers who are chronic carriers of HbsAg].", "score": 0.009433962264150943, "content": "Among relatives of parturients of Majorca island a statistically higher prevalence of HBV markers was found among children (22.8%) and husbands (43.8%) of 49 HBsAg chronic carriers as compared to 2.7% and 19.2%, respectively, among the corresponding relatives of 79 susceptible controls. Prevalence of the carrier state was 0% among both children and husbands of susceptible women, 2.1% (NS) and 11.4% (p less than 0.0001) among husbands and children, respectively, of chronic carrier parturients with a proportion of chronic antigenemia among subjects with HBV markers, that reaches 50% in children and only 4.8% (p less than 0.01) in adults. Following active-passive immunization, an active response of anti-HBs (3.4%), and HBsAg (1.7%), was achieved, after 12 months of follow-up, in 59 newborns of chronic carrier parturients. Detection of HBsAg prior to delivery as well as immunization both of newborns and susceptible household contacts of chronic carrier mothers should become general."}, {"id": "InternalMed_Harrison_23421", "title": "InternalMed_Harrison", "score": 0.009368143922773145, "content": "well as those with chronic HBV infection, anti-HBc is predominantly of the IgG class. Infrequently, in ≤1–5% of patients with acute HBV infection, levels of HBsAg are too low to be detected; in such cases, the presence of IgM anti-HBc establishes the diagnosis of acute hepatitis B. When isolated anti-HBc occurs in the rare patient with chronic hepatitis B whose HBsAg level is below the sensitivity threshold of contemporary immunoassays (a low-level carrier), anti-HBc is of the IgG class. Generally, in persons who have recovered from hepatitis B, anti-HBs and anti-HBc persist indefinitely."}, {"id": "article-22792_12", "title": "Hepatitis D -- Evaluation", "score": 0.009353146853146853, "content": "In response to the HDAg, antibodies of the IgM and IgG class (anti-HDV) are produced. The three infective patterns (acute HDV/HBV coinfection, acute HDV superinfection, and chronic HDV infection) vary with respect to appearance and levels of HDV RNA, HDAg, and anti-HDV as well as HBV markers (Table 1). As HDV is dependent on HBV, the presence of HBsAg is essential for diagnosis. Additionally, the presence of IgM antibody to hepatitis B core antigen (IgM anti-HBc) is essential to diagnose acute HBV/HDV coinfection. [18]"}, {"id": "pubmed23n0722_1278", "title": "Seroprevalence of hepatitis B e antigen (HBe antigen) and B core antibodies (IgG anti-HBcore and IgM anti-HBcore) among hepatitis B surface antigen positive blood donors at a Tertiary Centre in Nigeria.", "score": 0.009345794392523364, "content": "Hepatitis B virus (HBV) is a common cause of liver disease throughout the world. HBV is transmitted through blood and other body fluids, including semen and saliva. Chronic replication of HBV virons is characterized by persistence circulation of HBsAg, HBeAg and HBV DNA; usually with anti-HBc and occasionally with anti-HBs. To determine the prevalence of HBeAg, IgG anti-HBcore and IgM anti-HBcore amongst HBsAg positive blood donors. These parameters are reflective of transmissibility and active hepatitis B infection. A cross sectional study was carried out at the blood donor clinics of Lagos State University Teaching Hospital Ikeja and Lagos University Teaching Hospital Idiaraba. A total of 267 donors were recruited to determine HBe antigen, IgG and IgM anti-HBcore antibodies amongst hepatitis BsAg positive donors. Five milliliters of blood was collected from those who tested positive to HBsAg screen during donation. The sera were subjected to enzyme linked immunosorbent assay (ELISA). Pearson chi-squared test was used for the analytical assessment. A total number of 267 HBsAg positive blood donors were studied. A seroprevalence of 8.2% (22 of 267) HBeAg was obtained, 4 of 267 (1.5%) were indeterminate while 241 (90.3%) tested negative. Only 27 out of 267 donors (10.1%) tested positive to IgM anti-HBcore, 234(87.6%) tested negative, while 6(2.2%) were indeterminate. A higher percentage of 60.7% (162 of 267) tested positive to IgG anti-HBcore, while 39.3% (105 of 267) tested negative. There is a low seroprevalence rate of HBeAg-positive chronic hepatitis and relatively high IgG anti-HBcore and IgM anti-HBcore rates in South West Nigeria."}, {"id": "pubmed23n0126_17818", "title": "[HBe antigen and B virus DNA in patients with chronic active hepatitis].", "score": 0.009345794392523364, "content": "The detection of HBe antigen (HBeAg) in the sera of chronic HBV carriers is classically used as a marker of viral replication and therefore of development and infectivity of the disease. On this basis, it was used for the selection of patients for antiviral treatment. However, discrepancies between the presence of HBeAg and signs attesting to viral replication, namely HBV DNA and DNA polymerase, have been reported. We attempted to determine the prevalence of markers of viral replication in a group of patients with chronic active hepatitis associated or not with cirrhosis. All 41 patients were HBs Ag carriers; HBe Ag was present in 36 (88 p. 100), and HBV DNA in 28 (68 p. 100). A statistically positive correlation was found between the presence of cirrhosis and the absence of viral replication. In spite of the detection of HBe Ag, no direct signs of viral replication were observed in 30 p. 100 of patients, mainly those with cirrhosis. Therefore it is clear that the detection of HBe Ag alone cannot be considered as a sign of viral replication. Direct signs of viral replication should help to select patients for antiviral therapy, which should be started before the occurrence of cirrhosis."}, {"id": "article-22784_49", "title": "Hepatitis -- Evaluation -- Chronic Infection", "score": 0.009326739545375672, "content": "Patients who receive a vaccine for the hepatitis B virus develop protective anti-HBs as a response to recombinant HBsAg in the vaccine.  There are no hepatitis B virus DNA or other hepatitis B virus-associated proteins in the vaccine.  Patients who receive the vaccine are not positive for anti-HBc unless they had a previous infection with the hepatitis B virus. [39]"}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009259259259259259, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0329_4274", "title": "[Does vaccination protect a child of an HBs Ag carrier mother against HBV infection?].", "score": 0.009259259259259259, "content": "The aim of the study was to determine the degree of protection provided to the children born from HBs antigen carrying mothers, by vaccination administered according to the 0-1-2-12 scheme (Engerix B, SmithKline Beecham) as well as the level of HBs antibodies after a booster dose given 5 years later. The examination was conducted in 52 children. The level of HBs antibodies as well as the remaining serological markers of HBV infection were assessed at the age of 6. Four to six months after booster dose administration the level of HBs antibodies was assesed again. The markers of HBV infection were determined with the IMx-AUSAB test (Abbott Laboratories). After 5 years from the vaccination, 3 (5.8%) children were found infected with HBV; the performed assessment of their immune system did not reveal any significant compromise. Values of anti-HBs < 10 mlU/ml were found in 4 (8.2%) of 49 infection-free children and low levels (11-100 mlU/ml) in other 4 (8.2%) children, moderate (101-1000 mlU/ml) in 29 (55.8%), and very high (> 1000 mlU/ml) in 9 (17.3%). Four to six weeks after a booster dose, only one child did not respond to the vaccination. High levels of anti-HBs antibodies were obtained in the rest of the children. In our opinion there is a justified need to administer a booster dose 5 years after completing the vaccination in the risk group children."}, {"id": "pubmed23n0126_11455", "title": "Hepatitis B virus among Saudi children in Gizan, Saudi Arabia.", "score": 0.009174311926605505, "content": "Using the enzyme-linked immunosorbent assay (ELISA), the prevalence rates for hepatitis B virus surface antigen (HBsAg), antibody to core antigen (anti-HBc), and antibody to surface antigen (anti-HBs) were studied among 325 school children and those seeking treatment for minor ailments in Gizan City, Saudi Arabia. Tests for hepatitis B virus e antigen (HBeAg), antibody to HBeAg (anti-HBe), IgM antibody to HBV core antigen (IgM anti-HBc) and antibody to delta-virus were made in HBsAg carriers. There was a serological evidence of HBV infection in 91 (28%) Saudis of which 11.1% were HBsAg carriers, 9.5% positive for anti-HBs and 7.4% positive only for anti-HBc. There was no intersex difference for positivity for HBsAg, anti-HBs and anti-HBc. The evidence of existing or earlier infection was higher in females. Among HBsAg carriers, none of the 24 was positive for IgM anti-HBc, 12% were positive for HBeAg or anti-HBe. Anti-delta antibody was present in one of the nine carriers tested. HBV infection in Gizan City is acquired fairly early during childhood with little clinical evidence suggestive of an acute hepatitis. Immunization against HBV should be considered in the neonatal period to prevent the long term sequelae of HBV, like cirrhosis and primary hepatocellular carcinoma."}, {"id": "pubmed23n0307_4199", "title": "[The prevalence of HBsAg in hospitalized children as a marker of hepatitis B virus infection].", "score": 0.009174311926605505, "content": "The aim of this study was to determine the prevalence of hepatitis B surface antigen (HBsAg) in hospitalised children, as specific marker for hepatitis B virus (HBV) infection. Our study group consists of 517 children, 68 of them diagnosed with chronic hepatitis. For HBsAg determination we used an ELISA test (Labsystems); for some children we also tested by ELISA the following markers: the antibodies and anti-hepatitis C virus (HCV) antibodies. From 517 children 24.28% were HBSAg positive and 75% of children with chronic hepatitis were positive for the same marker. Almost 100% of chronic active hepatitis (CAH) patients was positive for HBSAg. 1. The prevalence of HBsAg was much higher as compared with the healthy population prevalence; it is a clear prove that HBV infection has an important role in chronic hepatitis appearance. 2. For all HBsAg positive patients, it is necessary to determine other markers like HBeAg-anti-HBe antibodies system as well as markers for other viral hepatitis (HDV, HCV). 3. The anti-HBV infection vaccine will reduce significantly the prevalence of HBV and HDV infections; 4. Biological molecular technique, like PCR will be necessary in our country, in the future, even the price is so high, to monitoring the IFN treatment for chronic infection as unique solution for these patients."}, {"id": "wiki20220301en023_14702", "title": "Seroconversion", "score": 0.00909090909090909, "content": "In the typical disease course for hepatitis B, the individual will first seroconvert for hepatitis B surface antigen (HBsAg). While some can convert within one week, most individuals take about four weeks after initial infection to convert. Anti-core antibodies (anti-HBc) are the first antibodies produced by the body, first in short-term IgM (anti-HBc IgM), and subsequently in long-term IgG; while levels of IgM anti-HBc will peak around sixteen weeks after exposure and fall within about seven to eight months, IgG anti-HBc will remain detectable in the serum as a sign of chronic infection for years. IgM anti-HBc concentration will fall regardless of whether or not the individual clears the infection. The window period for HBsAg/anti-HBs testing occurs as concentration of HBsAg falls and before the body develops anti-HBs antibodies, lasting approximately six to eight weeks in most individuals. During this time, serology assays can test for total anti-HBc. Levels of anti-surface antibody"}, {"id": "pubmed23n0396_4025", "title": "[Study of hepatitis B virus replication and infection by other hepatitis viruses in patients with chronic hepatitis B virus infection].", "score": 0.00909090909090909, "content": "To study hepatitis B virus (HBV) replication in a series of patients with HBV infection and to analyze the frequency of associated hepatitis C virus (HCV) and hepatitis D (HDV) infection. Serological markers of HBV, HCV and HDV, transaminase values and HBV DNA were studied in serum samples from 463 patients with chronic HBV infection. Three hundred ninety-six (85.5%) were classified as hepatitis B, 33 (7.1%) as hepatitis B and C, 17 (3.6%) as hepatitis B and D and 17 (3.6%) as hepatitis B, C and D. Sixty-seven percent of patients with hepatitis B and 33% of those with chronic hepatitis B were asymptomatic HBsAg carriers. HVB DNA was identified in 27.7% of patients with hepatitis B, in 24% of those with hepatitis B and C, in 11.7% of those with hepatitis B and D and in 29.4% of those with hepatitis B, C and D. HBV DNA and elevated transaminase levels were found in 63% of HBeAg-positive patients and in only 16% of those who were anti-HBe-positive. These latter were considered candidates for antiviral treatment. In our environment, most patients with HBV infection are asymptomatic HBsAg carriers. Viral replication and elevated alanine aminotransferase levels were found in 22% of the patients. Consequently, these patients are candidates for antiviral treatment. Between 3.6% and 7.1% of patients with hepatitis B presented coinfection with HCV or HDV, or both. No significant differences were found in HBV replication among the different groups."}, {"id": "Pathology_Robbins_3888", "title": "Pathology_Robbins", "score": 0.009076534488777543, "content": "Anti-HBs antibody appears after the acute disease is over and usually is not detected until a few weeks to several months after HBsAg disappears. Anti-HBs may persist for life and confers protection, which is the rationale for current vaccines containing HBsAg. HBeAg and HBV DNA appear in serum soon after HBsAg and signify ongoing viral replication. Persistence of HBeAg is an indicator of progression to chronic hepatitis. The appearance of anti-HBe antibodies implies that an acute infection has peaked and is on the wane. IgM anti-HBc becomes detectable in serum shortly before the onset of symptoms, concurrent with the onset of elevated serum aminotransferase levels (indicative of hepatocyte destruction). Over a period of months, the IgM anti-HBc antibody is replaced by IgG anti-HBc. As in the case of anti-HAV, there is no direct assay for IgG anti-HBc; its presence is inferred from decline of IgM anti-HBc in the face of rising total anti-HBc."}, {"id": "pubmed23n0521_5725", "title": "Low rate of occult hepatitis B virus infection among anti-HBc positive blood donors living in a low prevalence region in Brazil.", "score": 0.009009009009009009, "content": "The aim of this study was to determine the rate of occult hepatitis B virus (HBV) infection among blood donors living in a geographic region of low (5.6%) anti-HBc prevalence. Sera from 150 candidate blood donors whose blood was rejected due to total anti-HBc reactivity (despite absence of HBsAg) were tested for anti-HBs and IgM anti-HBc antibodies, as well as for HBeAg/anti-HBe. Serum HBV DNA was sought by using a PCR assay able to amplify part of the surface gene. Viral load was measured in the PCR positive samples. The pattern 'anti-HBc alone' (without HBsAg and anti-HBs antibodies) was found in 64 (42.7%) subjects. IgM anti-HBc and anti-HBe antibodies were detected in 2 (1.3%) and 80 (53.3%) samples, respectively. No sample was HBeAg-reactive. HBV DNA was repeatedly found in five (3.3%) samples, three of which were anti-HBs positive and two anti-HBs negative. All five HBV DNA positive samples showed a low viral load (<1000copies/ml). The data indicated a low rate of occult infection among anti-HBc positive, HBsAg negative blood donors living in a region of low prevalence of infection. Viral load was very low in all HBV infected subjects."}]}}}} {"correct_option": 3, "explanations": {"1": {"exist": true, "char_ranges": [[0, 203]], "word_ranges": [[0, 28]], "text": "La sindrome da rialimentazione si verifica in pazienti precedentemente malnutriti esposti a terapia nutrizionale orale, enterale o parenterale. Tutte le risposte sono cause di malnutrizione, tranne la 3."}, "2": {"exist": true, "char_ranges": [[0, 203]], "word_ranges": [[0, 28]], "text": "La sindrome da rialimentazione si verifica in pazienti precedentemente malnutriti esposti a terapia nutrizionale orale, enterale o parenterale. Tutte le risposte sono cause di malnutrizione, tranne la 3."}, "3": {"exist": true, "char_ranges": [[0, 203]], "word_ranges": [[0, 28]], "text": "La sindrome da rialimentazione si verifica in pazienti precedentemente malnutriti esposti a terapia nutrizionale orale, enterale o parenterale. 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Indicare quale dei seguenti fattori NON è considerato un fattore di rischio per un paziente che presenta questa condizione:", "id": 183, "lang": "it", "options": {"1": "Malnutrizione da calorie precedenti.", "2": "Anoressia nervosa.", "3": "Obesità non patologica.", "4": "Anziani.", "5": "Vomito e diarrea prolungati."}, "question_id_specific": 64, "type": "ENDOCRINOLOGIA", "year": 2013, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.009900990099009901, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0697_1390", "title": "[Impact of malnutrition on long-term mortality in hospitalized patients with heart failure].", "score": 0.009900990099009901, "content": "The prevalence of malnutrition among patients with heart failure and the role it might play in prognosis is not currently known. The aim of this study was to analyse the prevalence and risk of malnutrition as well as its possible influence on long-term mortality in patients with heart failure. A prospective analysis was conducted on 208 patients discharged consecutively from our centre between January 2007 and March 2008 after being hospitalised with heart failure. Before discharge, a complete nutritional assessment was performed and diagnosis of malnutrition and risk of malnutrition was done with the Mini Nutritional Assessment. Its possible independent association with mortality was assessed by a Cox multivariate analysis. The mean age of the patients was 73 ± 10 years, with 46% women; the most common aetiology of heart failure was ischaemia (41%). In addition, 13% were classified as malnourished, 59.5% at risk of malnutrition and 27.5% were well-nourished. At a median follow-up of 25 months, mortality in the three groups was 76%, 35.9% and 18.9%, respectively (log-rank, P<.001). In the Cox multivariate analysis, the malnutrition state was an independent predictor of mortality (hazard ratio 3.75, 95% confidence interval, 1.75-8.02, P=.001). Malnutrition and the risk of malnutrition are highly prevalent in patients hospitalised for heart failure. Furthermore, we found that the state of malnutrition as defined by the Mini Nutritional Assessment survey is an independent predictor of mortality in these patients."}, {"id": "pubmed23n0891_4581", "title": "", "score": 0.0098212884274727, "content": "Introducción: si bien el Trastorno por Atracón es un trastorno de la conducta alimentaria que  no se da exclusivamente en personas obesas, es más común en este grupo que en sujetos con normopeso, sin embargo no todas las personas con malnutrición por exceso presentan Trastorno por Atracón. Objetivo: identificar el conocimiento actual respecto a las diferencias y semejanzas existentes entre personas con malnutrición por exceso con y sin Trastorno por Atracón.Método: para lograr el objetivo anterior, se realizó una revisión de artículos científicos en torno al tema.Resultados: primero se analizó la comorbilidad psicopatológica en obesidad y después se detectaron similitudes y diferencias entre los grupos de interés, tanto en sintomatología general, como así también en sintomatología de la conducta alimentaria. Además, se identificaron algunos aspectos controversiales, en que existe evidencia contradictoria respecto a la comparación intergrupal.Conclusión: de esta revisión se concluye que en el estudio de la obesidad se hace necesario conocer en mayor profundidad las características del subgrupo de pacientes que además presenta Trastorno por Atracón,  ya que estas personas poseen características distintivas cuyo conocimiento permitirá ofrecer tratamientos integrales más adecuados a las necesidades de los pacientes, lo que posibilitará, en consecuencia, diseñar intervenciones más eficaces."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.00980392156862745, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0529_6311", "title": "[Clinical nutritional outcome in patients recovering in a psychiatric setting from severe protein-energy malnutrition of anorexia nervosa].", "score": 0.00980392156862745, "content": "Protein energy malnutrition due to anorexia nervosa, either restrictive or bulimic, requires an integrated medical psychiatric intervention to be treated. The aim of this study was to evaluate the effectiveness of this integrated treatment in severely malnourished anorectic patients requiring to be hospitalized in Psychiatry Unit. Fifteen patients (14 females, 1 male, mean age 19.6 +/- 4.7 years, body mass index 14.0 +/- 1.9 kg/m2) 13 of whom affected by restrictive anorexia nervosa and 2 by bulimic anorexia nervosa, have been hospitalized in the Psychiatry Unit of the Federico II University Hospital, Naples from September 2000 to July 2003, always without requiring compulsory sanitary treatment. Hospitalization was due to failure of the outpatient treatment in all of them, complicated by uncontrolled weight loss in 7, hydroelectrolytic unbalance in 2, edema in 1 patient. All were hypotensive and 4 had marked bradycardia. Forced nutrition was never necessary. Enteral nutrition by nasogastric tube was prescribed in 4 patients, oral nutrition supplements with diet in 4 and only diet in the remaining 7. All patients received vitamin and mineral supplements, if necessary parenterally. A mild body weight increase and satisfactory normalization of biochemical parameters was obtained in all patients during hospitalization. Thereafter they were enrolled in an outpatient integrated medical/psychiatric protocol, including group therapy. Only in 1 case, a few months later, a second hospitalization was necessary. In conclusion, integrated medical psychiatric treatment represents an effective intervention also in severely malnourished anorectic patient requiring hospitalization."}, {"id": "pubmed23n1059_7363", "title": "Contributi scientifici in memoria di Antonio Fusco.", "score": 0.009708737864077669, "content": "Come si leggerà nell'Introduzione della sezione propriamente scientifica del Volume, il presente testo nasce dalla volontà e, soprattutto, dall'esigenza culturale di omaggiare il fu Prof. Antonio Fusco. Un debito scientifico ed umano che trova il suo locus naturale in questa prima parte del testo stesso, cui farà poi seguito la parte propriamente scientifica. In siffatta parentesi dovuta per le ragioni appena menzionate, il lettore, l'amico o l'allievo dell'opera del Prof. Fusco potranno trovare un suo sintetico Curriculum Vitae, correlato da una specifica ed accurata prosa, svolta dal già Magnifico Rettore Carlo Cipolli; il quale, oltre che evidenziare, ricordando, i meriti del collega oramai scomparso, aggiunge alsuo scritto un elemento che sarebbe imprescindibile a non trasformare lo stesso in una mera sequenza di parole: l'amicizia e l'affetto per un amico che, oramai, non c'è più. A fine lettura, evidente risuonerà il fatto che la vita di ognuno, se mossa dalla passione per ciò per cui si è predisposti cognitivamente e psicologicamente, può essere ricca di riconoscimenti, riconoscenze e soddisfazioni che, lungi dal divenire un cuscino di allori su cui adagiarsi, per una mente creativa come quella del Prof. Fusco hanno funto solo da motivazioni ad agire instancabilmente guardando sempre al futuro. Il lavoro di una vita che, materialmente, è sancito da un supporto poco più di cm 25x15: una targa. Una materialità evidente che, con grande commozione e riconoscenza, è stata affissa il 25 ottobre 2019 sull'aula fronte l'Aula Magna del Campus \"La Folcara\", a testimonianza che quello spirito creativo in continua evoluzione non si ferma; non si arresta neppure con la fine biologica di chi lo ha \"posseduto\". Rimangono le opere ed il pensiero del Prof. Fusco e restano gli affetti. A tal proposito, il lettore troverà una breve e sentita sezione su Testimonianze; coloro i quali hanno avuto modo, nell'arco della vita accademica ed umana, personale, di Fusco di conoscerlo. Ecco, allora, che i ricordi saranno i veri protagonisti di questa parentesi. Dopo di ciò, prima dei contributi prettamente scientifici dei lavori, tenutisi in occasione del Convegno Internazionale Psicologia, Arte, Letteratura. Antiche e Nuove Tendenze, seguiranno i saluti delle autorità che in quei due giorni si sono succedute a rappresentare non solo l'istituzione affiliata, ma anche la relazione di stima e di affetto che le legava al compianto Professore. Si passerà, infine, al volume tradizionalmente inteso."}, {"id": "pubmed23n0740_11909", "title": "[Role of nutrition in heart failure patients].", "score": 0.009708737864077669, "content": "Heart failure is the leading cause of death and hospitalization in industrialized countries and a major cause of healthcare costs. It is associated with severe symptoms and its prognosis remains poor. Further improvement is needed beyond the results of pharmacological treatment and devices. The role of nutrition has therefore been studied both in the early stages of heart failure, as a tool for the reduction of cardiovascular risk factors and in symptomatic heart failure, for the prevention and treatment of congestion and fluid overload. In addition, dietary supplements, such as n-3 polyunsaturated fatty acids and amino acids, may contribute to the improvement of prognosis and cardiac function, respectively. Finally, in advanced heart failure, nutrition may counteract the effects of muscle wasting and cardiac cachexia through an increase in caloric and protein intake and amino acid supplementation."}, {"id": "pubmed23n0942_14759", "title": "Aspetti deontologici e giuridici della Responsabilità professionale del chirurgo in Italia. Evoluzione storica a partire dal '900.", "score": 0.009615384615384616, "content": "È pleonastico ricordare che ogni individuo raziocinante delle essere responsabile delle sue azioni: deve agire con la coscienza degli scopi che si propone evitando possibili conseguenze negative dei suoi atti. In ambito medico questo tipo di responsabilità è codificata con le norme della \"deontologia\". Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}, {"id": "pubmed23n0493_15148", "title": "[Determination of energy expenditure in the clinical setting].", "score": 0.009615384615384616, "content": "A patient's nutritional support is a critical part of his general health care scheme. It aims to prevent or correct malnutrition, reduce morbidity, length of hospital stay and treatment costs. It equally optimises the patient's convalescence and quality of life. An optimal support requires the nutritional evaluation of the patient which includes determination of the energy expenditure. Once the energy needs have been evaluated, the clinician is then able to treat any nutritional deficiencies. This article therefore looks at the different methods available for predicting and measuring energy expenditure. The clinical limitations of these techniques and particular cases encountered (intensive care unit, anorexia and severe obesity, geriatrics, HIV infection, etc) will also be discussed."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.009523809523809525, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n0877_20812", "title": "[Not Available].", "score": 0.009523809523809525, "content": "We investigate the influence of caloric and protein deficit on mortality and length of hospital stay of critically ill patients. A cohort prospective study including 100 consecutive patients in a tertiary intensive care unit (ICU) receiving enteral or parenteral nutrition. The daily caloric and protein deficit were collected each day for a maximum of 30 days. Energy deficits were divided into critical caloric deficit (≥ 480 kcal/day) and non-critical caloric deficit (≤ 480 kcal/day); and in critical protein deficit (≥ 20 g/day) and non-critical protein deficit (≤ 20 g/day). The findings were correlated with hospital stay and mortality. The mortality rate was 33%. Overall, the patients received 65.4% and 67.7% of the caloric and protein needs. Critical caloric deficit was found in 72% of cases and critical protein deficit in 70% of them. There was a significant correlation between length of stay and accumulated caloric deficit (R = 0.37; p < 0.001) and protein deficit (R = 0.28; p < 0.001). The survival analysis showed that mortality was greater in patients with both critical caloric (p < 0.001) and critical protein deficits (p < 0.01). The Cox regression analysis showed that critical protein deficit was associated with higher mortality (HR 0.25, 95% CI 0.07-0.93, p = 0.03). The incidence of caloric and protein deficit in the ICU is high. Both caloric and protein deficits increase the length of hospital stay, and protein deficit greater than 20 g/day is an independent factor for mortality in critical care unit."}, {"id": "pubmed23n0885_1889", "title": "[Evaluation of mercury exposure in populations living near the industrial Augusta Bay (Sicily Region, Southern Italy)].", "score": 0.009433962264150943, "content": "OBIETTIVI: valutare e quantificare l'esposizione umana al mercurio (Hg) ed esplorare i fattori chiave che influenzano la contaminazione nelle popolazioni residenti in prossimità della Rada di Augusta, un'area a elevato rischio ambientale a causa degli effetti degli sversamenti incontrollati di Hg da parte di uno dei più grandi impianti cloro-soda d'Europa. DISEGNO: un campione di residenti nei comuni di Augusta, Priolo e Melilli (Sicilia orientale) è stato selezionato per lo studio di biomonitoraggio umano. Un questionario dettagliato è stato somministrato a ogni partecipante per raccogliere informazioni anagrafiche sulle abitudini di vita e alimentari. I livelli di Hg in sangue e capelli, usati come traccianti di esposizione a metilmercurio, sono stati messi in relazione al consumo di pesce locale. Il contenuto di Hg nelle urine è stato utilizzato per esplorare eventuali esposizioni atmosferiche a Hg inorganico. Una regressione lineare multivariata è stata applicata con l'obiettivo di esplorare i fattori che influenzano l'esposizione umana al Hg. L'approccio tossicocinetico è stato impiegato al fine di calcolare la dose settimanale provvisoria tollerabile ( provisional tolerable weekly intake, PTWI) e di predire le concentrazioni di Hg attese nel sangue degli individui con una dieta alimentare basata esclusivamente su pesce locale. 224 individui residenti nei comuni di Augusta, Melilli e Priolo. RISULTATI: eccessi di Hg sono stati misurati nel sangue e nei capelli del campione considerato. I più alti livelli sono stati rilevati ad Augusta, dove anche il consumo di pesce locale risulta maggiore. I valori di dose settimanale tollerabile provvisoria (PTWI) calcolati eccedono, nella maggior parte dei casi, le raccomandazioni internazionali, specialmente nei residenti ad Augusta. CONCLUSIONI: gli elevati livelli di Hg registrati nei campioni di sangue e capelli derivano, con ogni probabilità, dal consumo di pesce locale. Rispetto ad Augusta, gli individui di Priolo e Melilli subiscono un impatto più limitato. L'esposizione a Hg inorganico può essere considerata trascurabile."}, {"id": "pubmed23n0497_5715", "title": "[Cardiogenic shock associated with inappropriate nutritional regimen: refeeding syndrome].", "score": 0.009433962264150943, "content": "Situations of cardiac arrest have been reported in under-nourished patients with protein and calorie deficits when the provision of nutrients was initiated in an uncontrolled manner. The recognition of the association between the provision of food in these circumstances and the serious clinical consequences, generally heartbeat disorders, has led this condition to be described as \"re-feeding syndrome\". The case presented here is of severe acute respiratory failure and cardiogenic shock in a 44-year-old female patient with severe protein and calorie malnutrition associated with the start of hyperproteic nutritional support. Treatment with inotropic-vasoactive drugs and diuretics together with a progressive nutritional programme brought about the complete reversal of her heart failure and the concomitant endocrine-metabolic syndrome."}, {"id": "pubmed23n0694_15642", "title": "", "score": 0.009345794392523364, "content": "E'ormai noto che esiste la possibilità rivoluzionaria di utilizzare il fegato per il trattamento della stadio terminale delle epatopatie.Nel gennaio 1980 si celebra il decimo anna di sopravvivenza con fegato trapiantato (la più lunga della letteratura) di un paziente da noi trattato. Si tratta di uno dei 12 malati sottoposti a trapianto e seguiti per più di 5 anni.La nota positiva di questa tipo di trattamento è rappresentata dall'eccellente tenore di vita che i pazienti conducono e dalla riabilitazione sociale e professionale.La nota negativa è data, invece, dal fatto che i buoni risultati non vengono raggiunti con regolarità e non possono essere previsti con esattezza. In questa breve rassegna considereremo la esperienza da noi fatta presso l'Università di Denver nel Colorado, mettendo in risalto le cause dell'elevata mortalità precoce e le prospettive future di questa mezzo terapeutico."}, {"id": "pubmed23n0871_7383", "title": "[Malnutrition due to an extremely 'healthy' diet; a new eating disorder?].", "score": 0.009345794392523364, "content": "A 71-year-old male was admitted to our hospital with heart failure, cachexia and biochemical disturbances due to a diet consisting of exclusively vegetables, oil and water. Our investigations showed that this diet was a consequence of an excessive preoccupation with health. The patient did not meet criteria for an eating disorder or other DSM-IV psychiatric disorder. We conclude that malnutrition due to health fad diets may be an underestimated medical problem. There is no specific psychopathological disorder that covers this behaviour, and there is no knowledge of its epidemiology. Popular literature is paying a great deal attention to orthorexia nervosa, an alleged eating disorder that describes a pathological obsession with healthy food. In medical literature this concept has been largely neglected, although eating disorder specialists frequently observe this behaviour in their practice. More clinical and scientific attention for this phenomenon is necessary to determine its epidemiology, validity and clinical picture. "}, {"id": "pubmed23n0923_20493", "title": "Management della retinopatia diabetica e dell'edema maculare diabetico: linee guida \"Euretina 2017\".", "score": 0.009259259259259259, "content": "Si prevede che la malattia diabetica con tutte le sue complicanze avrà un forte aumento di incidenza con un grosso impatto socioeconomico nei prossimi decenni in tutto il mondo. Pertanto ben si comprende l'importanza di individuare attraverso una fine diagnostica quanto più precocemente la comparsa dei sintomi diabetici, migliorare lo stile di vita ed impostare cure efficienti. Riportiamo la serie di raccomandazioni EURETINA 2017, dei maggiori esperti in Europa per la gestione della malattia diabetica e delle complicanze della retina. Per combattere questa \"pestilenza\" occorre un team medico preparato. Il trattamento laser è stato considerato sino a non molto tempo fa il Gold standard della retinopatia diabetica e dell'edema diabetico (RD e EMD). Recenti studi hanno dimostrato, invece, che si possono raggiungere risultati migliori mediante l'iniezione diretta di farmaci nella cavità vitreale. In particolare è emerso terapia di prima linea, molecole in grado di inibire il fattore di crescita endoteliale vascolare (anti VEGF) mentre non è più raccomandata la fotocoagulazione laser per il trattamento del DME. Nell'ambito delle molecole farmacologiche gli steroidi hanno mantenuto un ruolo nella gestione del DME cronicamente persistente."}, {"id": "pubmed23n0585_14487", "title": "[Patients at risk of malnutrition: assessment of 11 cases of severe malnutrition with individualised total parenteral nutrition].", "score": 0.009259259259259259, "content": "To describe and assess the efficacy and safety of individualised nutritional support during the first week of total parenteral nutrition in moderately to severely malnourished patients who are susceptible to the refeeding syndrome. Retrospective observational study carried out between January 2003 and June 2006, including adult patients with moderate to severe malnutrition who received = 5 days total parenteral nutrition. The nutritional support was described and the appearance of severe hydroelectrolytic and metabolic disturbances were assessed during the first week of nutrition. The study included 11 patients with a mean body mass index of 15.4 kg/m2. These patients received an average of 23 Kcal/kg/day. They did not show any signs of severe hydroelectrolytic or metabolic disturbances. Three patients presented with hypophosphataemia, five with hypokalaemia and four with hypomagnesaemia, all of which were mild to moderate and with the exception of two cases, all were corrected within one week of feeding. Individualised nutritional support in moderately to severely malnourished patients does not produce refeeding syndrome. Individualised nutrition is an essential strategy for avoiding complications associated with overfeeding."}, {"id": "pubmed23n1038_10335", "title": "[Torsione di punta indotta dalla cocaina: un caso clinico.]", "score": 0.009174311926605505, "content": "Riassunto. La torsione di punta (TdP) è una tachicardia ventricolare polimorfica con una caratteristica torsione sinusoidale del complesso QRS attorno alla linea di base. Si differenzia da altre forme di tachicardia ventricolare per le sue caratteristiche morfologiche, per il meccanismo sottostante e le modalità di terapia. È associato alla sindrome del QT lungo e ha molti meccanismi precipitanti, fattori eziologici e opzioni di trattamento. Questo articolo presenta un caso di TdP che è stato caratterizzato da molteplici fattori e ha richiesto molte modalità di trattamento. Inoltre, vengono discussi i potenziali meccanismi e le modalità terapeutiche della TdP."}, {"id": "pubmed23n0514_15848", "title": "[Refeeding syndrome. A review].", "score": 0.009174311926605505, "content": "Refeeding syndrome is a complex clinical picture that encompass all those alterations that can occur as a consequence of the nutritional support (oral, enteral or parenteral) in malnourished patients. Refeeding syndrome is classically characterized by neurological alterations, respiratory symptoms, cardiac arrhythmias and heart failure few days after beginning of refeeding, with life-threatening outcome. Its pathogenesis includes alterations in the corporal fluids, and in some electrolytes, minerals and vitamins. In this article a review of refeeding syndrome pathogenesis and clinical manifestations is carried out, with a final series of recommendations for lowering the risk of this syndrome and for facilitate the early diagnosis and the treatment."}, {"id": "pubmed23n0885_1888", "title": "[Assessment of a project for integrated management of care given to patients with type-2 diabetes in the Local Health Authority 21 of Legnago (Veneto Region, Northern Italy) in the period 2010-2012].", "score": 0.00909090909090909, "content": "OBIETTIVI: descrivere, nella ASL 21 di Legnago (VR), l'andamento di alcuni indicatori sanitari tra il 2009, anno precedente all'avvio di un progetto triennale per la gestione integrata dell'assistenza al paziente con diabete mellito di tipo 2, e il 2012, ultimo anno del progetto. DISEGNO: studio longitudinale trasversale ripetuto. SETTING E PARTECIPANTI: tutti i pazienti diabetici di tipo 2 della ASL 21, identificati nei database aziendali (in base a esenzioni per patologia, accessi al servizio diabetologico, consumo di farmaci antidiabetici e strisce per la determinazione della glicemia) e nelle cartelle cliniche dei medici di famiglia. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: numero di test diagnostici e di follow-up erogati, consumo di farmaci, prestazioni specialistiche, accessi al pronto soccorso, ricoveri e mortalità. RISULTATI: nonostante un calo generalizzato (-3,1%) nei test erogati dalla ASL 21 ai suoi assistititi nel periodo 2009-2012, l'analisi ha documentato un marcato aumento per gli esami previsti nella gestione del diabete, quali curve da carico glicemico (+104,3%), emoglobina glicata (+19,0%) e microalbuminuria (+296,1%). I soggetti identificati come diabetici sono aumentati da 8.084 nel 2009 (5,2%) a 9.221 nel 2012 (5,9%). Sono stati osservati aumenti nella prevalenza di pazienti visitati presso un servizio diabetologico (dal 22,6% al 39,0%), nonché negli utilizzatori di metformina (dal 28,0% al 37,5%), insuline (dal 13,5% al 18,3%) e incretine (dall'1,4% al 9,0%). Il consumo di sulfaniluree è, invece, calato (dal 49,9% al 40,8%), come anche l'erogazione di alcune prestazioni specialistiche, gli accessi al pronto soccorso e i ricoveri, mentre il tasso di mortalità è rimasto stabile (29,6 decessi x1.000/anno). CONCLUSIONE: durante il periodo di implementazione del progetto sembra essersi verificato un aumento della sensibilità diagnostica e una maggiore presa in carico del paziente diabetico. Anche se la natura osservazionale dello studio non consente di dimostrare una relazione causa-effetto, i risultati sembrano supportare l'ipotesi che la gestione integrata della patologia migliori l'appropriatezza dell'assistenza."}, {"id": "pubmed23n0956_16141", "title": "[Influence of body mass loss and insufficient nutrition on the quantity and type of complications occurring 3, 6 and 12 months after hospitalization].", "score": 0.00909090909090909, "content": "Body mass loss and insufficient nutrition are common phenomena among hospitalized elderly patients. These abnormalities can lead to malnutrition, which in turn is associated with frequent complications and increased mortality. The aim of study was to check the relationship between body mass loss and insufficient nutrition of patients over 65 with the diagnosis of cardiovascular diseases and the duration of their hospitalization and the incidence of complications over 3, 6 and 12 months since hospitalization. 76 patients with cardiovascular conditions were involved in the study. The patients were over 65 years of age. During the study, data on insufficient nutrition and body mass loss of patients were collected. Within 3, 6 and 12 months of observation data concerning the number of re-hospitalizations, the use of antibiotics and the presence of infections and other diseases were gathered. During the 3 months preceding the study, 75% of patients had a restriction in food intake, and 64% of respondents lost their body mass. It has been demonstrated that the body mass loss of patients has a significant correlation with an increased frequency of complications mainly with those which had occurred within 3 months prior its recording. Whereas insufficient nutrition has a significant predictive value for prolonged hospitalization and is associated with increased frequency of complications, both these occurring over 3 months before its recording and those identified later (excluding the first stage of the study). Insufficient nutrition of patients is characterized by a higher predictive value for their prolonged hospitalization and occurrence of complications in comparison with body mass loss."}, {"id": "pubmed23n1028_18191", "title": "Food knowledge of patients at the first access to a Diabetology center.", "score": 0.009009009009009009, "content": "Il diabete rappresenta una patologia in costante aumento: familiarità, età e stili di vita rappresentano i principali fattori di rischio per questa malattia e per le complicanze ad essa correlate. Considerando l'importanza del regime alimentare per la prevenzione e il trattamento di questa patologia, scopo del presente studio è stato quello di valutare le conoscenze alimentari di pazienti al primo accesso presso un centro di Diabetologia e di indagare sulla loro eventuale influenza su alcuni parametri ematici. È stato somministrato il questionario di Moynihan. La relazione tra i punteggi ottenuti e le variabili emoglobina glicata, BMI, glicemia a digiuno, è stata analizzata attraverso regressione multipla basata sul metodo dei minimi quadrati ordinari (modello OLS). Il response rate è stato del 73,3%. Il punteggio medio totale ottenuto dal questionario è stato di 23,61 ed è stata osservata una correlazione statisticamente significativa (p<0,0473) tra i migliori punteggi del questionario e i valori di Hb1Ac. Questo studio è il primo passo di un'indagine più ampia che verrà condotta nell'ottica di promuovere una formazione del paziente volta a verificare nel tempo le ricadute positive sulle scelte alimentari e sui parametri clinici."}, {"id": "pubmed23n0848_9770", "title": "[Weight loss guidance for patients with heart failure is complex].", "score": 0.009009009009009009, "content": "Observation studies have shown that overweight in patients with congestive heart failure is associated with lower risk of all-cause mortality and cardiovascular mortality. This is called the paradox of obesity. Other studies do not support this correla­tion. In conclusion, a stable body weight is recommended for patients with a BMI of 25-29.9 kg/m2. If BMI ≥ 40 kg/m2, weight loss is recommended. There is no consensus for weight reduction if BMI is 30-40 kg/m2."}, {"id": "pubmed23n0932_1180", "title": "[La combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) nel trattamento del carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia: le notizie sulla mia morte sono state esagerate?]", "score": 0.008928571428571428, "content": "Riassunto. L'analisi è stata condotta al fine di valutare l'effetto sia sulla sopravvivenza globale (OS) sia sulla sopravvivenza libera da progressione di malattia (PFS) della chemioterapia di combinazione in prima linea per il carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia. La presente analisi è limitata agli studi randomizzati controllati (RCT) di fase III. Successivamente è stata applicata la European Society for Medical Oncology Magnitude of Clinical Benefit Scale (ESMO-MCBS) agli RCT di fase III analizzati per ricavare uno score relativo all'entità del beneficio clinico ottenuto per ciascun RCT. Sono state calcolate inoltre le differenze in termini di PFS tra i diversi bracci di trattamento rapportandole con i costi dei farmaci necessari per ottenere il beneficio di PFS. La nostra analisi ha valutato 11 RCT di fase III, per un totale di 4572 pazienti. Combinando i costi della terapia con la misura dell'efficacia espressa dalla PFS, è stato ottenuto un costo di 74,12 euro (€) per mese di vita guadagnato in termini di PFS con la combinazione di 5-fluorouracil, leucovorin, irinotecan e oxaliplatino (FOLFIRINOX), 90,14 € per la combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) e 4708,7 € per la combinazione di nab-paclitaxel e gemcitabina. Da questo punto di vista riteniamo che l'utilizzo delle \"vecche chemioterapie di combinazione\" (per es., GEMOX) non dovrebbe essere completamente abbandonato, ma valutato sul singolo paziente, sulla base di diversi fattori (età, ECOG PS, comorbilità, carico di malattia), al fine di ottenere una reale \"tailored therapy\"."}, {"id": "pubmed23n0210_738", "title": "[Personalized diet based on the assessment of caloric levels in the treatment of obesity].", "score": 0.008928571428571428, "content": "The diet with individual evaluation of the \"caloric level\" consists in a severe hypocaloric diet (400-800 calories) gradually increased by 100-200 calories every 2-3 days in order to find the level at which the weight loss ceases. This level is usually far higher than that of a conventional diet. The final diet is then obtained by decreasing the intake again by 200 to 300 calories. These diets have been studied in hospitalized then ambulatory patients. 429 patients, some of whom have been followed for over six years, have been studied. The results show that, although the initial weight loss is less important than with a conventional diet, the long-term results are satisfactory in 2/3 of the patients. Patients are distributed equally into four groups according to the degree of weight loss: -10 to -15%, -15 to -20%, -20 to -30%, greater than -30%. Maintenance of the weight loss is as good or even better than with a conventional diet, but with a more liberal program."}, {"id": "pubmed23n0711_1544", "title": "[ Monotherapy with tamsulosin].", "score": 0.008849557522123894, "content": "G.G. è un paziente di 62 anni, in condizioni generali discrete, che giunge alla nostra osservazione per la presenza di sintomi urinari del basso tratto urinario, International Prostate Symptom Score (IPSS) pari a 16. Anamnesi familiare negativa per carcinoma prostatico. Il paziente esegue terapia con calcio antagonista per ipertensione arteriosa. Ha subito un intervento di colecistectomia. Il paziente riferiva inoltre una qualità di vita negativamente influenzata da sintomi minzionali irritativi che lo portavano ad alzarsi più di 3 volte a notte per urinare ed una pollachiuria diurna ogni 3 ore. Viene inoltre riferita un'attività sessuale moderatamente insoddisfacente."}, {"id": "pubmed23n0717_12480", "title": "[Guidelines for specialized nutritional and metabolic support in the critically-ill patient. Update. Consensus of the Spanish Society of Intensive Care Medicine and Coronary Units-Spanish Society of Parenteral and Enteral Nutrition (SEMICYUC-SENPE): cardiac patient].", "score": 0.008849557522123894, "content": "Patients with cardiac disease can develop two types of malnutrition: cardiac cachexia, which appears in chronic congestive heart failure, and malnutrition due to the complications of cardiac surgery or any other type of surgery in patients with heart disease. Early enteral nutrition should be attempted if the oral route cannot be used. When cardiac function is severely compromised, enteral nutrition is feasible, but supplementation with parenteral nutrition is sometimes required. Sustained hyperglycemia in the first 24 hours in patients admitted for acute coronary syndrome, whether diabetic or not, is a poor prognostic factor for 30-day mortality. In critically-ill cardiac patients with stable hemodynamic failure, nutritional support of 20-25 kcal/kg/day is effective in maintaining adequate nutritional status. Protein intake should be 1.2*-1.5 g/kg/day. Routine polymeric or high protein formulae should be used, according to the patient's prior nutritional status, with sodium and volume restriction according to the patient's clinical situation. The major energy source for myocytes is glutamine, through conversion to glutamate, which also protects the myocardial cell from ischemia in critical situations. Administration of 1 g/ day of omega-3 (EPA+DHA) in the form of fish oil can prevent sudden death in the treatment of acute coronary syndrome and can also help to reduce hospital admission for cardiovascular events in patients with chronic heart failure."}, {"id": "pubmed23n0749_21422", "title": "The clinician's role in the diagnosis of breast disease.", "score": 0.008771929824561403, "content": "Until 20 or 30 years ago, the diagnosis and treatment of breast disease was managed exclusively by the surgeon. This situation has changed to some extent as a result of recent technological advances, and clinicians' contributions to the diagnostic work-up and/or treatment of these cases can begin at any time. If they are the first physician to see the patient after the examination and formulation of a diagnostic hypothesis, they will almost always have to order a panel of imaging/instrumental examinations that is appropriate for the type of lesion suspected, the patient's age, and other factors; if they intervene at the end of the diagnostic work-up, it will be their job to arrive at a conclusion based on all of the data collected. The clinical examination includes various steps - history taking and inspection and palpation of the breasts - each of which is essential and requires the use of appropriate methods and techniques. The diagnostic capacity of the examination will depend largely on the consistency of the breasts, but it is influenced even more strongly by the doctor-patient relationship. Physicians must know their patient well, listen to and understand what she is saying, explain their own findings and verify that the explanations have been understood, and they must be convincing. Clinicians must also be able to assess the results of imaging studies (rather than relying solely on the radiologist's report), and this requires interaction with other specialists. The days are over when a clinician or radiologist or sonographer worked alone, certain that his/her examination method was sufficient in itself: today, teamwork is essential. But this also means that each member of the team must be extremely competent in his/her own sector and be aware of the other team members' limitations and expectations. The clinical examination remains central to the process since it is the basis for selecting appropriate treatment. SOMMARIO: Da quando si conosce la patologia mammaria la diagnosi e la terapia di tale patologia sono state a totale appannaggio del chirurgo, situazione che è proseguita fino a qualche decennio fa. Il recente progresso tecnologico ha modificato, in parte, questa situazione e il clinico può entrare nel percorso diagnostico o terapeutico in qualsiasi momento. Se è il primo coinvolto, dopo l'esame e dopo un'ipotesi diagnostica, dovrà, quasi sempre, orientarsi verso indagini strumentali in relazione al sospetto, all'età della paziente ecc., se è l'ultimo anello deve arrivare a una conclusione mettendo insieme tutte le informazioni. L'esame clinico è composto di varie fasi: anamnesi, ispezione, palpazione, ognuna essenziale. Ogni singola fase va affrontata con metodo e tecnica appropriata. La capacità diagnostica dell'esame clinico è influenzata dalla costituzione della mammella, ma ancor di più è condizionata da uno stretto rapporto tra paziente e medico che deve conoscere molto la paziente che gli sta davanti e che non solo deve \"visitare\", ma capire, spiegare, accertarsi che si abbia capito, convincere. È inoltre indispensabile che il clinico sia in grado di esaminare le indagini strumentali e non limitarsi a leggere i referti, quindi interagire con gli altri specialisti. L'epoca del clinico o del radiologo o dell'ecografista che lavora da solo credendo che il proprio esame sia sufficiente o sganciato da altri contesti è finita da tempo, tutti hanno bisogno di tutti. È però vero che ciascuno deve essere estremamente competente nel suo settore e deve conoscere i limiti e le aspettative di chi collabora in altre specialità, come rimane valida la regola che la clinica resta comunque il momento centrale, non fosse altro perché poi deve affrontare la terapia."}, {"id": "pubmed23n0061_310", "title": "[Diet with usual quantity of salt in hospital treatment of congestive heart insufficiency].", "score": 0.008771929824561403, "content": "To study the consequences of a diet with usual salt quantity (non salt-restricted) on hospital treatment of congestive heart failure (CHF), in behalf of a better food intake. Thirty-two patients admitted to compensation of class III or IV CHF, randomly allowed to group I (2 g salt per day diet) or II (10 g salt). Hypertensive, renal failure or restrictive syndrome cases were excluded. Oral medication and water intake were standardized; furosemide dosage was adjusted on a daly basis, allowing the study of this drug's requirements in each group. Compensation of CHF was defined as a return to classes I or II without edema. Group I included 14 and group II 18 patients. There was no significant difference between groups respective to the time needed for compensation of CHF (7.5 x 6.6 days, mean) percentual weight loss (12.2 x 10.0%), cumulative furosemide dosage (568 x 599 mg), mean daily furosemide dosage per kilogram of lean weight (1.43 x 1.58 mg/kg/day), and to 24-hour urinary excretion of sodium (241 x 254 mEq) and potassium (38.8 x 53.9 mEq). Small elevations of blood urea and potassium were an uniform trend. There was no significant alteration of plasmatic sodium. Food intake was adequate. There was one death for each group, from causes not directly related to CHF. Dietary salt intake did not adversely influence in-hospital compensation of severe CHF in studied group. In selected cases, adoption of a more liberal diet in this aspect may allow the patient a better ingestion of food."}, {"id": "pubmed23n1029_21329", "title": "Principi di farmacodinamica e farmacocinetica nello switch tra antipsicotici: focus su cariprazina.", "score": 0.008695652173913044, "content": "Cariprazina {RGH-188; trans-N- [4- [2- [4- (2,3-diclorofenil) piperazin-1-il] etil] cicloesil] -N_, N_-dimetilurea cloridrato} è un antipsicotico atipico di nuova generazione, con un originale profilo farmacodinamico e farmacocinetico. Cariprazina ha due metaboliti attivi, uno dei quali ha un'emivita di 1-3 settimane, che è la più lunga di qualsiasi antipsicotico atipico, con emivita effettiva funzionale totale (cariprazina più due metaboliti) di 7 giorni. Il farmaco mostra un'affinità che è circa 10 volte più alta per i recettori D3 che per D2 (rispettivamente pKi 10,07 e 9,31). L'affinità per D3 è superiore all'affinità della stessa dopamina. Cariprazina mostra inoltre un'elevata affinità per i recettori 5-HT2B (pKi 9,24), con antagonismo puro. Cariprazina è un agonista parziale e ha un'affinità significativa, ma inferiore all'affinità per D3, sui recettori 5-HT1A (pKi 8,59). Agendo su D3 e 5-HT1, cariprazina migliora i sintomi negativi, l'anedonia e i deficit cognitivi. L'affinità per i recettori 5-HT2A (pKi 7,73), H1 (pKi 7,63) e 5-HT2C (pKi 6,87) è inferiore, così come minori sono le affinità per i recettori adrenergici, istaminergici e colinergici, recettori che sono spesso responsabili di effetti collaterali. Grazie al profilo di tollerabilità (sicurezza cardiovascolare, bassa probabilità di dare sedazione e iperprolattinemia, basso rischio metabolico), insieme alla sua peculiare efficacia sui sintomi negativi e alla sua lunga emivita, che spesso migliora la scarsa aderenza, cariprazina è un candidato valido per il passaggio da un antipsicotico inefficace (o parzialmente efficace, con particolare riferimento ai sintomi negativi), poco tollerato, o assunto con una scarsa aderenza. Questo articolo esamina le caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche di cariprazina e discute le loro implicazioni in termini di identificazione dei pazienti che possano beneficiare di un passaggio a cariprazina, e della migliore strategia per completare lo switch con successo."}, {"id": "pubmed23n0134_8029", "title": "[Changes in body composition in obese patients on a low-calorie diet].", "score": 0.008695652173913044, "content": "Energy balance was studied on 4 obese hospitalized subjects kept on hypocaloric diet (489 Kcal - 54% CHO, 10,6% Fat, 35,4% Protein) for 18 +/- 3,7 days. Energy expenditure was measured trough heart-rate monitoring (individual calibrations before and after the study were performed) and nitrogen balance was computed to establish protein loss. Individual qualitative composition of body weight loss was then assessed: 71,4 +/- 5,23% could be attributable to fat loss, 9,38 +/- 3,32% to protein loss, 18,2 +/- 5,5% to water loss. Part of this last figure could be attributable to a slight under-estimation of the method utilized to measure the energy expenditure (heart-rate monitoring)."}, {"id": "pubmed23n0966_6421", "title": "Frazione polifenolica del bergamotto per il trattamento della sindrome metabolica nella schizofrenia: uno studio pilota.", "score": 0.008620689655172414, "content": "Introduzione. La frazione polifenolica del bergamotto (BPF) ha dimostrato di possedere buona efficacia nel trattamento dei pazienti affetti da sindrome metabolica (SM) e pertanto potrebbe rappresentare una strategia promettente nel trattamento degli effetti collaterali indotti da antipsicotici di seconda generazione (SGA) in soggetti schizofrenici in trattamento con tali farmaci. Materiali e metodi. A 15 pazienti schizofrenici in trattamento stabilizzato con SGA e 15 soggetti di controllo non affetti da patologie psichiatriche, che presentavano valori ematici di colesterolo totale compresi tra 200 e 239 mg/dl, è stato somministrato un integratore contenente BPF (1000 mg) per un periodo di 60 giorni. A tutti i soggetti all'inizio e alla fine del trattamento sono state eseguite la misurazione dell'indice di massa corporea (BMI) e una serie di esami ematochimici per la valutazione degli aspetti metabolici (colesterolo totale, LDL, HDL, trigliceridi, glicemia). Risultati. In entrambi i gruppi si è evidenziata una riduzione significativa del BMI (BMI T0 vs Tfinale (media±DS)= schizofrenici: 34,5±5,7 vs 33,9±5,4, p=,041; controlli: 28,1±4,5 vs 27,3±4,1, p=,016 - BMIcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= -0,59±0.7 vs -0,72±0,8, p=,378); colesterolo totale e LDL risultano invece essere diminuiti esclusivamente nel gruppo di controllo (colesterolo totalecambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 8,2±31,5 vs -35,1±31,1, p=,003; LDLcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 14,1±29,4 vs -9±38,9, p=,014). Discussione. La differenza di efficacia dei BPF sulla dislipidemia tra i soggetti schizofrenici e il gruppo di controllo potrebbe essere spiegata dai diversi meccanismi patogenetici che sono alla base delle alterazioni metaboliche nei soggetti in trattamento con SGA e nei pazienti che non assumono questa classe di farmaci. Conclusioni. Ulteriori studi si rendono necessari al fine di valutare in questa categoria di soggetti i possibili effetti sulla dislipidemia di dosi maggiori di BPF."}]}}}} {"correct_option": 3, "explanations": {"1": {"exist": true, "char_ranges": [[335, 509]], "word_ranges": [[50, 77]], "text": "La risposta 1 non può essere perché un'aplasia del midollo osseo non spiega la coluria, l'LDH elevato, né la positività del test anticorpale irregolare per la panagglutinina;"}, "2": {"exist": true, "char_ranges": [[732, 830]], "word_ranges": [[107, 122]], "text": "la risposta 2 non è possibile, poiché la sferocitosi non giustifica la presenza di panagglutinina."}, "3": {"exist": true, "char_ranges": [[831, 1156]], "word_ranges": [[122, 166]], "text": "La risposta 3 è quella che ritengo corretta: un'anemia emolitica autoimmune giustificherebbe i dati riportati: LDH e bilirubinemia elevate a causa della distruzione dei globuli rossi, policromatofilia, sferocitosi e anisocitosi perché il midollo sta lavorando duramente per cercare di compensare l'anemia, che è rigenerativa."}, "4": {"exist": true, "char_ranges": [[1548, 1925]], "word_ranges": [[223, 276]], "text": "La risposta 4 suscita notevoli dubbi; non è possibile perché un'anemia perniciosa non giustifica la presenza di panagglutinina anche se giustificherebbe l'elevazione di LDH e bilirubina; inoltre, si tratta di un'emolisi intramidollare, arregenerativa, non c'è reticolocitosi e non c'è rilascio nel sangue di forme immature nel tentativo di compensare e sistemare la situazione."}, "5": {"exist": true, "char_ranges": [[1926, 2033]], "word_ranges": [[276, 296]], "text": "La risposta 5 non è vera perché non si vedono blasti nel sangue e non spiega la presenza di panagglutinina."}}, "full_answer": "Una dichiarazione lunga e piena di dati piuttosto confusi. Possiamo affrontare questa domanda in due modi: esaminando i dati chiave e andando direttamente alla diagnosi che stiamo considerando o scartandone uno per uno. La coluria, l'LDH, la presenza di panagglutinina e lo striscio di sangue periferico \"puzzano\" di anemia emolitica. La risposta 1 non può essere perché un'aplasia del midollo osseo non spiega la coluria, l'LDH elevato, né la positività del test anticorpale irregolare per la panagglutinina; un'aplasia è un'insufficienza del midollo osseo caratterizzata da una scomparsa totale o parziale dei progenitori emopoietici. Inoltre, non si osserva pancitopenia, il che ci farebbe propendere per questa patologia. Anche la risposta 2 non è possibile, poiché la sferocitosi non giustifica la presenza di panagglutinina. La risposta 3 è quella che ritengo corretta: un'anemia emolitica autoimmune giustificherebbe i dati riportati: LDH e bilirubinemia elevate a causa della distruzione dei globuli rossi, policromatofilia, sferocitosi e anisocitosi perché il midollo sta lavorando duramente per cercare di compensare l'anemia, che è rigenerativa. Anche lo studio degli anticorpi irregolari e la presenza di panagglutinina avvalorano questa risposta, poiché il legame di un anticorpo con l'emocita porta alla sua lisi e distruzione. La bambina presenta tosse e febbre, compatibili con un'infezione respiratoria. Il trattamento iniziale è costituito da corticoidi. Ciò è confermato da Sans Sabrafens nel suo libro \"Ematologia clinica\" [1]. La risposta 4 suscita notevoli dubbi; non è possibile perché un'anemia perniciosa non giustifica la presenza di panagglutinina anche se giustificherebbe l'elevazione di LDH e bilirubina; inoltre, si tratta di un'emolisi intramidollare, arregenerativa, non c'è reticolocitosi e non c'è rilascio nel sangue di forme immature nel tentativo di compensare e sistemare la situazione. La risposta 5 non è vera perché non si vedono blasti nel sangue e non spiega la presenza di panagglutinina.", "full_answer_no_ref": "Una dichiarazione lunga e piena di dati piuttosto confusi. Possiamo affrontare questa domanda in due modi: esaminando i dati chiave e andando direttamente alla diagnosi che stiamo considerando o scartandone uno per uno. La coluria, l'LDH, la presenza di panagglutinina e lo striscio di sangue periferico \"puzzano\" di anemia emolitica. La risposta 1 non può essere perché un'aplasia del midollo osseo non spiega la coluria, l'LDH elevato, né la positività del test anticorpale irregolare per la panagglutinina; un'aplasia è un'insufficienza del midollo osseo caratterizzata da una scomparsa totale o parziale dei progenitori emopoietici. Inoltre, non si osserva pancitopenia, il che ci farebbe propendere per questa patologia. Anche la risposta 2 non è possibile, poiché la sferocitosi non giustifica la presenza di panagglutinina. La risposta 3 è [HIDDEN]: un'anemia emolitica autoimmune giustificherebbe i dati riportati: LDH e bilirubinemia elevate a causa della distruzione dei globuli rossi, policromatofilia, sferocitosi e anisocitosi perché il midollo sta lavorando duramente per cercare di compensare l'anemia, che è rigenerativa. Anche lo studio degli anticorpi irregolari e la presenza di panagglutinina avvalorano questa risposta, poiché il legame di un anticorpo con l'emocita porta alla sua lisi e distruzione. La bambina presenta tosse e febbre, compatibili con un'infezione respiratoria. Il trattamento iniziale è costituito da corticoidi. Ciò è confermato da Sans Sabrafens nel suo libro \"Ematologia clinica\" [1]. La risposta 4 suscita notevoli dubbi; non è possibile perché un'anemia perniciosa non giustifica la presenza di panagglutinina anche se giustificherebbe l'elevazione di LDH e bilirubina; inoltre, si tratta di un'emolisi intramidollare, arregenerativa, non c'è reticolocitosi e non c'è rilascio nel sangue di forme immature nel tentativo di compensare e sistemare la situazione. La risposta 5 non è vera perché non si vedono blasti nel sangue e non spiega la presenza di panagglutinina.", "full_question": "Una donna di 32 anni con paralisi cerebrale conseguente al parto si è presentata al pronto soccorso per alcuni giorni di urine scure in relazione a un episodio di febbre alta e tosse secca. All'ammissione, l'emogramma mostrava 16900 leucociti/mm3 (85% S, 11% L, 4% M), emoglobina 6,3 g/dl; MCV 109 fl, 360000 piastrine/mm3. In biochimica LDH 2408; bilirubina 6,8 mg/dl (bilirubina non coniugata 6,1 mg/dl), GOT e GPT normali. Lo studio morfologico del sangue ha mostrato anisocitosi macrocitica con frequenti forme sferocitiche e policromatofilia senza blasti. Lo studio degli anticorpi irregolari è positivo per la panagglutinina, rendendo difficile il crossmatching. Quale sarebbe il suo sospetto e il trattamento più appropriato?", "id": 115, "lang": "it", "options": {"1": "Aplasia midollare e immunoterapia con timoglobulina e ciclosporina.", "2": "Sferocitosi ereditaria e splenectomia.", "3": "Anemia emolitica autoimmune associata a infezione respiratoria e corticosteroidi.", "4": "Anemia perniciosa e iniezioni regolari di vitamina B12.", "5": "Leucemia acuta e chemioterapia."}, "question_id_specific": 98, "type": "EMATOLOGIA", "year": 2012, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "pubmed23n0999_17562", "title": "Emozioni, comportamenti e relazioni: uno studio caso-controllo sul self-cutting in adolescenza.", "score": 0.009900990099009901, "content": "Scopo. Lo scopo del presente studio caso-controllo è di approfondire i correlati psicopatologici e alcuni tratti psicologici come alessitimia e impulsività inerenti al self-cutting. È stato anche approfondito il tema dell'ideazione suicidaria nei soggetti con tale forma di autolesionismo. Metodi. Lo studio caso-controllo ha coinvolto 55 pazienti con self-cutting non suicidario, di età compresa tra i 12 e i 18 anni, e un gruppo di controllo composto da 277 adolescenti di età compresa tra i 13 e i 19 anni. La batteria testale utilizzata è stata composta da YSR 11-18 anni, CBCL 6-18 anni, SCL-90-R, TAS-20, CDI e BIS-11. Risultati. Dalle analisi effettuate sono emerse differenze statisticamente significative tra casi e controlli in relazione alla maggioranza delle scale psicopatologiche considerate. È risultata una differenza significativa tra i due gruppi anche in merito all'ideazione suicidaria. Infine, tra i self-cutter si sono evidenziate differenze significative di alcune variabili psico-relazionali (alessitimia e competenze sociale) in relazione alla frequenza di attuazione dell'atto autolesivo. Conclusioni. Il self-cutting correla con un'ampia varietà di quadri psichiatrici, senza presentare legami specifici con una particolare categoria psicopatologica. Gli elementi di alessitimia, impulsività e difficoltà relazionali degli adolescenti self-cutter dicono di come la programmazione di interventi di prevenzione primaria e secondaria dovrebbero mirare alla psico-educazione all'affettività, all'autocontrollo e ai social skill. Nello specifico, i nostri dati suggeriscono che la focalizzazione dell'intervento, in termini di lavoro sull'emotività piuttosto che sulla socializzazione, dovrebbe tener conto della frequenza degli agiti. Nella gestione clinica di questi pazienti non va esclusa a priori la possibilità di passaggio all'atto suicidario, con relative attenzioni anamnestico-cliniche da avere sia al momento della valutazione diagnostica sia lungo il follow-up della presa in carico."}, {"id": "pubmed23n0027_13183", "title": "[Correlation between the presence of cytotoxic anti-HL-A antibodies in the clinical course of hemolytic disease of the newborn infant due to anti-Rh (D) or immune anti-A/B erythrocyte antibodies].", "score": 0.009900990099009901, "content": "In a retrospective study the simultaneous influence of catotoxic HL-A antibodies on the clinical course of 60 cases of infants affected by Haemolytic disease on the Newborn due to anti Rh (D) or immune anti A/B antibodies, is shown. In all cases the treatment was by exange transfusion. In the group of infants in whose cord blood anti HL-A antibodies were found Exange transfusion had a weak efect so that it had to be repeated in 96 per cent of cases. In the group of infants in whose cord blood anti HL-S antibodies were not found, Exange transfusion was repeated only in one case, that is 2,7 per cent. In a group of Rh isommunised mothers whose children were affected by Haemolytic disease of the Newborn, antt HL-A antibodies were found in 61,7 per cent while 80,5 per cnet of the antibodies passed through the placente. In a group of ABO isoimmunised mothers cytotoxic HL-A antibodies were found in 42,3 per cent, while 45,4 per cent passed through the placente. A significant difference in the number of leucocytes, limphocytes, platelets, term of birth, level of bilirubin, amount of haemoglobin and Apgar Score was not found between the group of newborn who in their cord blood had, besides the already present isoimmunhaemagllutinines, cytotoxic HL-A antibodies and the group of infants with no cytotoxic anti HL-A antibodies, present. Cytotoxic HL-A antibodies in a way, react with the \"unmasked\" erythrocyte membrane, increasing haemolysis, so that the therapeutic effect of Exange transfusion was discriminated."}, {"id": "pubmed23n1059_7363", "title": "Contributi scientifici in memoria di Antonio Fusco.", "score": 0.00980392156862745, "content": "Come si leggerà nell'Introduzione della sezione propriamente scientifica del Volume, il presente testo nasce dalla volontà e, soprattutto, dall'esigenza culturale di omaggiare il fu Prof. Antonio Fusco. Un debito scientifico ed umano che trova il suo locus naturale in questa prima parte del testo stesso, cui farà poi seguito la parte propriamente scientifica. In siffatta parentesi dovuta per le ragioni appena menzionate, il lettore, l'amico o l'allievo dell'opera del Prof. Fusco potranno trovare un suo sintetico Curriculum Vitae, correlato da una specifica ed accurata prosa, svolta dal già Magnifico Rettore Carlo Cipolli; il quale, oltre che evidenziare, ricordando, i meriti del collega oramai scomparso, aggiunge alsuo scritto un elemento che sarebbe imprescindibile a non trasformare lo stesso in una mera sequenza di parole: l'amicizia e l'affetto per un amico che, oramai, non c'è più. A fine lettura, evidente risuonerà il fatto che la vita di ognuno, se mossa dalla passione per ciò per cui si è predisposti cognitivamente e psicologicamente, può essere ricca di riconoscimenti, riconoscenze e soddisfazioni che, lungi dal divenire un cuscino di allori su cui adagiarsi, per una mente creativa come quella del Prof. Fusco hanno funto solo da motivazioni ad agire instancabilmente guardando sempre al futuro. Il lavoro di una vita che, materialmente, è sancito da un supporto poco più di cm 25x15: una targa. Una materialità evidente che, con grande commozione e riconoscenza, è stata affissa il 25 ottobre 2019 sull'aula fronte l'Aula Magna del Campus \"La Folcara\", a testimonianza che quello spirito creativo in continua evoluzione non si ferma; non si arresta neppure con la fine biologica di chi lo ha \"posseduto\". Rimangono le opere ed il pensiero del Prof. Fusco e restano gli affetti. A tal proposito, il lettore troverà una breve e sentita sezione su Testimonianze; coloro i quali hanno avuto modo, nell'arco della vita accademica ed umana, personale, di Fusco di conoscerlo. Ecco, allora, che i ricordi saranno i veri protagonisti di questa parentesi. Dopo di ciò, prima dei contributi prettamente scientifici dei lavori, tenutisi in occasione del Convegno Internazionale Psicologia, Arte, Letteratura. Antiche e Nuove Tendenze, seguiranno i saluti delle autorità che in quei due giorni si sono succedute a rappresentare non solo l'istituzione affiliata, ma anche la relazione di stima e di affetto che le legava al compianto Professore. Si passerà, infine, al volume tradizionalmente inteso."}, {"id": "pubmed23n0733_7106", "title": "[Are intravenous immunoglobulins useful in severe episodes of autoimmune hemolytic anemia?: Comparative results in 21 episodes from a single centre].", "score": 0.00980392156862745, "content": "To analyze haemolytic episodes in patients with warm antibody autoimmune haemolytic anemia (AIHA) and compare corticosteroids treatment with intravenous immunoglobulins (IVIG) (group A) or without IVIG (group B). Observational study that includes 21 haemolytic episodes occurred in 17 patients (9 males and 12 females), with a median age of 59 years (26-82). In group A, 8 episodes received IGIV + corticosteroids and in group B, 12 episodes received only corticosteroids and one rituximab. Hemoglobin (Hb) value at diagnosis was 1.8 g/dl lower (95% confidence interval: 0.6 to 3.1; P = .007) in group A, with a median Hb of 6.3g/dl in this group vs 7.9 g/dl in group B. There were non-significant differences in red blood cells transfusion (50 vs 23%; P > .20) and global increase of Hb values (7.3 vs 5.6; P > .20). Overall hematological responses were similar: 88 vs 92% (P > .20). Hematological response achieved in more severe episodes with the use of IVIG was similar to non-severe episodes treated without IVIG."}, {"id": "pubmed23n0999_17549", "title": "[Bevacizumab e altri farmaci. Attività e sicurezza degli agenti anti-VEGF nel carcinoma ovarico.]", "score": 0.009708737864077669, "content": "Riassunto. L'angiogenesi svolge un ruolo importante sia nei tessuti epiteliali normali sia in quelli maligni. Negli ultimi anni questo fenomeno è stato ampiamente studiato in oncologia sperimentale e clinica perché ci sono evidenze che sia coinvolto nella diffusione e nella diffusione metastatica del carcinoma ovarico. Il fattore di crescita dell'endotelio vascolare (vascular endothelial growth factor - VEGF) è l'attore principale nel meccanismo di angiogenesi e svolge un ruolo strategico nella proliferazione e migrazione delle cellule neoplastiche, con un impatto significativo sulla sopravvivenza e sull'outcome clinico. Secondo quanto emerge da molti studi sperimentali e clinici, le nostre conoscenze sulla biologia dell'angiogenesi e del VEGF sono aumentate portando allo sviluppo farmacologico di specifici agenti in grado di targeting VEGF. Questo nuovo campo di indagine offre agli scienziati l'opportunità di testare nuove possibilità terapeutiche nei pazienti con carcinoma ovarico con nuovi agenti mirati. Il bevacizumab, un anticorpo monoclonale anti-VEGF umanizzato, è stato il primo farmaco anti-VEGF scoperto ed è usato oggi per il trattamento di diversi tumori solidi. Negli ultimi anni questo agente è stato ampiamente testato nei pazienti con carcinoma ovarico, mostrando un'attività clinica interessante e un profilo di tossicità tollerabile sia nelle pazienti giovani sia in quelle anziane. Il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel e successivamente utilizzato come agente singolo, è indicato per il trattamento del carcinoma epiteliale dell'ovaio di stadio III o IV, tuba di Falloppio o carcinoma peritoneale primario dopo iniziale resezione chirurgica. Il bevacizumab è anche usato per il trattamento di pazienti con carcinoma ovarico epiteliale ricorrente e resistente al platino, delle tube di Falloppio o dal tumore peritoneale primario che hanno ricevuto non più di 2 regimi precedenti di chemioterapia. Inoltre, il bevacizumab, combinato con carboplatino e paclitaxel o con carboplatino e gemcitabina (e usato come agente singolo), è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma epiteliale dell'ovario sensibile al platino, tuba di Falloppio o tumore peritoneale primario. Le linee guida più accreditate suggeriscono quando bevacizumab deve essere usato nel trattamento del carcinoma ovarico avanzato e ricorrente. Altri agenti anti-VEGF, come gli inibitori della tirosin-chinasi del recettore VEGF (VEGFR), sono stati ampiamente testati nel carcinoma ovarico e molti altri sono in corso di studi al fine di testare la loro attività e sicurezza rispetto a bevacizumab. Gli agenti anti-VEGF e gli inibitori di PARP svolgono oggi un ruolo strategico nel trattamento del cancro ovarico con agenti mirati in associazione con la chemioterapia e la chirurgia in un'ottica multidisciplinare e personalizzata."}, {"id": "pubmed23n0087_21082", "title": "[Results of severe aplastic anemia treated with antilymphocytic globulin].", "score": 0.009708737864077669, "content": "The best results of the therapeutic immunosuppression in a plastic anemia have been obtained with antilymphocyte globulin (ALG). Considering this, 14 patients with this disease, 9 females and 5 males, from 8 to 60 years of age, were given ALG (40 mg/K/day/4 days) and corticosteroids. Fifty one percent of them, older than 30 years of age, showed partial or minimal remissions of the disorder. According to this result ALG administration together with bone-marrow transplantation in younger patients may offer effective treatment for a generally fatal disease to a greater number of patients."}, {"id": "pubmed23n0885_1889", "title": "[Evaluation of mercury exposure in populations living near the industrial Augusta Bay (Sicily Region, Southern Italy)].", "score": 0.009615384615384616, "content": "OBIETTIVI: valutare e quantificare l'esposizione umana al mercurio (Hg) ed esplorare i fattori chiave che influenzano la contaminazione nelle popolazioni residenti in prossimità della Rada di Augusta, un'area a elevato rischio ambientale a causa degli effetti degli sversamenti incontrollati di Hg da parte di uno dei più grandi impianti cloro-soda d'Europa. DISEGNO: un campione di residenti nei comuni di Augusta, Priolo e Melilli (Sicilia orientale) è stato selezionato per lo studio di biomonitoraggio umano. Un questionario dettagliato è stato somministrato a ogni partecipante per raccogliere informazioni anagrafiche sulle abitudini di vita e alimentari. I livelli di Hg in sangue e capelli, usati come traccianti di esposizione a metilmercurio, sono stati messi in relazione al consumo di pesce locale. Il contenuto di Hg nelle urine è stato utilizzato per esplorare eventuali esposizioni atmosferiche a Hg inorganico. Una regressione lineare multivariata è stata applicata con l'obiettivo di esplorare i fattori che influenzano l'esposizione umana al Hg. L'approccio tossicocinetico è stato impiegato al fine di calcolare la dose settimanale provvisoria tollerabile ( provisional tolerable weekly intake, PTWI) e di predire le concentrazioni di Hg attese nel sangue degli individui con una dieta alimentare basata esclusivamente su pesce locale. 224 individui residenti nei comuni di Augusta, Melilli e Priolo. RISULTATI: eccessi di Hg sono stati misurati nel sangue e nei capelli del campione considerato. I più alti livelli sono stati rilevati ad Augusta, dove anche il consumo di pesce locale risulta maggiore. I valori di dose settimanale tollerabile provvisoria (PTWI) calcolati eccedono, nella maggior parte dei casi, le raccomandazioni internazionali, specialmente nei residenti ad Augusta. CONCLUSIONI: gli elevati livelli di Hg registrati nei campioni di sangue e capelli derivano, con ogni probabilità, dal consumo di pesce locale. Rispetto ad Augusta, gli individui di Priolo e Melilli subiscono un impatto più limitato. L'esposizione a Hg inorganico può essere considerata trascurabile."}, {"id": "pubmed23n0227_2743", "title": "[Immunohemolytic complications observed during transfusion of more than 2 million units of blood].", "score": 0.009615384615384616, "content": "From 1955 through 1978, 150 immunohemolytic accidents of variable gravity have been documented, representing an incidence of 7.1 cases out of 100 000 transfused blood units. These accidents can be classified as follows: 83 cases due to ABO incompatibility, 42 cases due to an irregular antibody in the recipient (six times due to anti-D), 20 cases induced by passive maternal antibodies in the newborn and 5 cases which were attributed to injected anti-A or anti-B antibodies. Ten deaths were recorded, all ascribed to ABO (8 cases) and to Rhesus D (2 cases) incompatibilities. In the present study, a major decrease in the incidence of ABO accidents has been observed, especially since 1966 with systematic controls being performed at the patient's bedside. However, irregular antibodies were the cause of the conflicts in only 10% of the cases when the study was started, and is now incriminated in 8 cases out of 10."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.009523809523809525, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0061_22693", "title": "[Immunologic changes in sickle-cell anemia].", "score": 0.009523809523809525, "content": "In order to assess the status of their immunologic system, a study was carried out in 38 adults with sickle-cell anaemia. Fifty healthy blood donors were used as control group. Significant decrease of serum albumin (p less than 0.02) and increase of alpha-globulins (p less than 0.01) and gamma-globulins (p less than 0.001) were present in the patients. They showed also significantly decreased percentage of spontaneous rosette-forming lymphocytes (p less than 0.01) and of lymphocytes responding to anti-CD3 monoclonal antibody (p less than 0.05) with respect to the control group. Such relative T-cell decrease in peripheral blood seemingly took place by means of decreasing CD4-positive subpopulations, whose percentage was significantly lower (p less than 0.001) in the patients than in the control subjects. Functional studies showed a significant decrease (p less than 0.001) of the activity of natural cytotoxic cells. None of the patients had antibodies against human immunodeficiency viruses type 1 and type 2, and 60% of them were positive to cytomegalovirus test. No statistical correlation was found between the immunological findings and the presence of antibodies against such virus, neither such alterations correlated with the number of blood units received by the patients."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009433962264150943, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0226_9493", "title": "[Comparison of biochemical parameters in the blood of healthy and diseased calves in a large barn].", "score": 0.009433962264150943, "content": "In a high-capacity calf-house, twenty-one calves were subjected to repeated clinical and biochemical examination until they were 22 weeks old. For evaluating the health condition of the animals, the calves were divided into two groups, one including healthy animals and the other including those suffering from bronchopneumonia and diarrhoea as the most frequent disorders in high-capacity calf-houses. From four to eight weeks of age, both groups of calves showed low levels of plasma magnesium and iron. The levels of plasma zinc and copper showed a continuous decrease with age. Compared with the healthy calves, the animals affected by a disease had statistically significantly lower levels of plasma vitamins (A, E, C). Further, the diseased animals also showed statistically significantly decreased levels of plasma glucose, serum albumins, and a lower activity of alkaline phosphatase in plasma. In addition to this, the diseased animals also had significantly higher levels of plasma gamma-globulins and urea. These clinico-biochemical parameters can be used for determining the subclinical forms of disease, for objective diagnosis and for the introduction of preventive measures in high-capacity calf-house."}, {"id": "pubmed23n0885_1888", "title": "[Assessment of a project for integrated management of care given to patients with type-2 diabetes in the Local Health Authority 21 of Legnago (Veneto Region, Northern Italy) in the period 2010-2012].", "score": 0.009345794392523364, "content": "OBIETTIVI: descrivere, nella ASL 21 di Legnago (VR), l'andamento di alcuni indicatori sanitari tra il 2009, anno precedente all'avvio di un progetto triennale per la gestione integrata dell'assistenza al paziente con diabete mellito di tipo 2, e il 2012, ultimo anno del progetto. DISEGNO: studio longitudinale trasversale ripetuto. SETTING E PARTECIPANTI: tutti i pazienti diabetici di tipo 2 della ASL 21, identificati nei database aziendali (in base a esenzioni per patologia, accessi al servizio diabetologico, consumo di farmaci antidiabetici e strisce per la determinazione della glicemia) e nelle cartelle cliniche dei medici di famiglia. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: numero di test diagnostici e di follow-up erogati, consumo di farmaci, prestazioni specialistiche, accessi al pronto soccorso, ricoveri e mortalità. RISULTATI: nonostante un calo generalizzato (-3,1%) nei test erogati dalla ASL 21 ai suoi assistititi nel periodo 2009-2012, l'analisi ha documentato un marcato aumento per gli esami previsti nella gestione del diabete, quali curve da carico glicemico (+104,3%), emoglobina glicata (+19,0%) e microalbuminuria (+296,1%). I soggetti identificati come diabetici sono aumentati da 8.084 nel 2009 (5,2%) a 9.221 nel 2012 (5,9%). Sono stati osservati aumenti nella prevalenza di pazienti visitati presso un servizio diabetologico (dal 22,6% al 39,0%), nonché negli utilizzatori di metformina (dal 28,0% al 37,5%), insuline (dal 13,5% al 18,3%) e incretine (dall'1,4% al 9,0%). Il consumo di sulfaniluree è, invece, calato (dal 49,9% al 40,8%), come anche l'erogazione di alcune prestazioni specialistiche, gli accessi al pronto soccorso e i ricoveri, mentre il tasso di mortalità è rimasto stabile (29,6 decessi x1.000/anno). CONCLUSIONE: durante il periodo di implementazione del progetto sembra essersi verificato un aumento della sensibilità diagnostica e una maggiore presa in carico del paziente diabetico. Anche se la natura osservazionale dello studio non consente di dimostrare una relazione causa-effetto, i risultati sembrano supportare l'ipotesi che la gestione integrata della patologia migliori l'appropriatezza dell'assistenza."}, {"id": "pubmed23n0069_8496", "title": "[The significance of determination of streptococcal deoxyribonuclease B antibody titers].", "score": 0.009345794392523364, "content": "Results obtained by testing 266 sera using antistreptolysin O (ASTO) and antideoxyribonuclease B (ADNB) tests were compared. Upper limit of the normal ADNB titer was determined for population by analysing titer levels in 258 samples taken from healthy subjects (blood donors) and it was 225 IU/ml. Increased titer of one or both antibodies was found in 76 (29%) sera-ASTO and (or ADNB-positive sera being the much larger number than the positive sera number obtained by ASTO test) 40-15% 7. This confirms necessity of the ADNS test application in all patients with normal ASTO titer."}, {"id": "pubmed23n0966_6421", "title": "Frazione polifenolica del bergamotto per il trattamento della sindrome metabolica nella schizofrenia: uno studio pilota.", "score": 0.009259259259259259, "content": "Introduzione. La frazione polifenolica del bergamotto (BPF) ha dimostrato di possedere buona efficacia nel trattamento dei pazienti affetti da sindrome metabolica (SM) e pertanto potrebbe rappresentare una strategia promettente nel trattamento degli effetti collaterali indotti da antipsicotici di seconda generazione (SGA) in soggetti schizofrenici in trattamento con tali farmaci. Materiali e metodi. A 15 pazienti schizofrenici in trattamento stabilizzato con SGA e 15 soggetti di controllo non affetti da patologie psichiatriche, che presentavano valori ematici di colesterolo totale compresi tra 200 e 239 mg/dl, è stato somministrato un integratore contenente BPF (1000 mg) per un periodo di 60 giorni. A tutti i soggetti all'inizio e alla fine del trattamento sono state eseguite la misurazione dell'indice di massa corporea (BMI) e una serie di esami ematochimici per la valutazione degli aspetti metabolici (colesterolo totale, LDL, HDL, trigliceridi, glicemia). Risultati. In entrambi i gruppi si è evidenziata una riduzione significativa del BMI (BMI T0 vs Tfinale (media±DS)= schizofrenici: 34,5±5,7 vs 33,9±5,4, p=,041; controlli: 28,1±4,5 vs 27,3±4,1, p=,016 - BMIcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= -0,59±0.7 vs -0,72±0,8, p=,378); colesterolo totale e LDL risultano invece essere diminuiti esclusivamente nel gruppo di controllo (colesterolo totalecambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 8,2±31,5 vs -35,1±31,1, p=,003; LDLcambiamento schizofrenici vs controlli (media±DS)= 14,1±29,4 vs -9±38,9, p=,014). Discussione. La differenza di efficacia dei BPF sulla dislipidemia tra i soggetti schizofrenici e il gruppo di controllo potrebbe essere spiegata dai diversi meccanismi patogenetici che sono alla base delle alterazioni metaboliche nei soggetti in trattamento con SGA e nei pazienti che non assumono questa classe di farmaci. Conclusioni. Ulteriori studi si rendono necessari al fine di valutare in questa categoria di soggetti i possibili effetti sulla dislipidemia di dosi maggiori di BPF."}, {"id": "pubmed23n0131_1653", "title": "[Antibody-dependent cell-mediated cytotoxicity: a method of predicting the severity of fetomaternal alloimmunization in the Rhesus system? A retrospective study of 32 cases].", "score": 0.009259259259259259, "content": "This retrospective study has as its object to find out whether A.D.C.C. has advantages over other techniques that are usually used, namely titres or levels of antibodies. There is no correlation between A.D.C.C. and the levels or titres of antibodies in the 32 cases that were studied. When the level of bilirubin at birth is taken as the criterion of the severity of the illness, A.D.C.C. is the only method that gives a significant correlation with the degree of severity of the condition of the infant (p = 0.01). If the need for treatment is taken as a criterion of the severity of the condition (ultra-violet light or replacement-transfusion), A.D.C.C. shows up as being the better technique. But if one only looks at very anaemic infants the significance becomes much greater (p = 0.001)."}, {"id": "pubmed23n1049_20419", "title": "[New European guidelines for the management of dyslipidaemias: their aggressiveness is not legitimated by current evidence].", "score": 0.009174311926605505, "content": "Le linee guida 2019 delle Società europee di cardiologia e dell'aterosclerosi sulla gestione delle dislipidemie hanno aumentato l'aggressività diagnostico-terapeutica e non distinguono prevenzione primaria e secondaria, con parziale eccezione per gli ultra75enni. Raccomandano nuovi target di cLDL: per pazienti a rischio molto alto si raccomanda una riduzione a <55 mg/dl e >=50% rispetto al basale; per pazienti a rischio alto una riduzione a <70 mg/dl e >=50% del basale; per pazienti a rischio moderato una riduzione a <100 mg/dl; per pazienti a rischio basso una riduzione a <116 mg/dl. In base alle carte SCORE e ai dati di mortalità cardiovascolare in Italia, quasi tutti i maschi dai 70 anni e le donne dai 70-75 anni risulterebbero ad alto rischio per solo effetto dell'età. Anche quasi tutti i 60enni sarebbero a rischio moderato, con target di cLDL <100, e spesso necessità di aggiungere costosi ipolipemizzanti per chi già assume statine. Le prove supportano ben poco tale aggressività. Infatti, anche negli studi randomizzati controllati (RCT) i benefici su esiti cardiovascolari non fatali subiscono esagerazioni sistematiche, quello meno distorto e di maggior interesse per gli assistiti è la mortalità totale. Questa, con terapie ipocolesterolemizzanti più intensive, non si è ridotta nelle metanalisi di RCT con pazienti con cLDL tra 80 e <100 mg/dl al basale; con inibitori di PCSK9, pazienti con questi valori mostrano persino tendenza all'aumento della mortalità totale. Dunque, abbassare il cLDL a <80 mg/dl può non giovare neppure ad anziani coronaropatici. A oggi, ciò vale ancora di più per anziani nella popolazione generale, in cui una revisione sistematica di studi di coorte ha mostrato relazioni nulle o più spesso inverse tra cLDL e mortalità. Le nuove linee guida europee forzano le prove disponibili, trascurano il principio di precauzione e non possono esser base per un equo consenso informato."}, {"id": "pubmed23n0768_21456", "title": "[Autoimmune hematologic diseases in adult patients with common variable immunodeficiency].", "score": 0.009174311926605505, "content": "Common variable immunodeficiency (CVID) is a primary immunodeficiency characterized by defective immunoglobulin production. Twenty percent of patients may also have associated autoimmune diseases, especially hematologic, whose prevalence is estimated at 5 to 8%. To report the occurrence of autoimmune haematological disorders in CVID adults. We included 18 patients with CVID, who underwent hematologic evaluation, which included: CBC, serum folate or vitamin B complex and bone marrow aspirate. Of a total of 18 patients, 11 women (61%), mean age 38 ± 13.5, six patients (33.3%) had autoimmune diseases, five of them had blood diseases (4 with PTI and one with Evans syndrome). Three patients had more than one autoimmune disease and one presented three autoimmune diseases (Evans syndrome, hypoparathyroidism and celiac disease with a history of autoimmune hemolytic anemia). The prevalence of autoimmune diseases in this group of patients with CVID was higher than the 20% reported in the literature. Hematological diseases should be suspected in CVID patients, since half of our cases presented them."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.00909090909090909, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n1077_6081", "title": "[Vitamin B12 in practice: When to test ? How to test ? And who should be treated?]", "score": 0.00909090909090909, "content": "Vitamin B12 deficiency is common in outpatients and inpatient populations, with potentially severe neuropsychiatric and hematological impact, which requires timely diagnosis and treatment. The different diagnostic tests all have their limitations but can be combined, sequentially. We propose to review the treatment options according to the different etiologies of the deficiency, highlighting the costs of the therapies and their coverage by the health insurance."}, {"id": "pubmed23n0885_1894", "title": "[Population health surveillance of the general population living near Turin (Northern Italy) incinerator (SPoTT): methodology of the study].", "score": 0.009009009009009009, "content": "Si intende qui descrivere il sistema di sorveglianza sugli effetti sulla salute (SpoTT) dell'inquinamento ambientale nelle aree circostanti l'inceneritore di Torino. SPoTT ha 3 linee di attività: 1. monitoraggio epidemiologico degli effetti a breve termine attraverso analisi temporali e misura della correlazione tra livelli giornalieri di emissioni dell'impianto e andamento degli eventi individuati dagli archivi dei dimessi (SDO), di pronto soccorso e di mortalità; sono coinvolti coloro che nel 2013-2018 risiedevano nell'area di ricaduta delle emissioni; 2. sorveglianza epidemiologica degli effetti a lungo termine, stimando tassi standardizzati di mortalità e morbosità; a ogni soggetto è attribuito il valore stimato di esposizione cumulato nel tempo caratteristico della residenza anagrafica; le informazioni sulla salute sono reperite dagli archivi SDO, di mortalità e dai certificati di assistenza al parto; sono studiati due decenni pre-post l'avvio dell'impianto: 2003-2012 e 2013-2022; 3. monitoraggio biologico con misurazione pre-post di metalli, PCDD/F, PCB, OH-IPA; sono coinvolti 196 residenti esposti e 196 di controllo di 35-69 anni, campionati a caso dalle anagrafi comunali; sono effettuate misure di funzionalità endocrina e respiratoria, pressione arteriosa, rischio cardiovascolare; l'esposizione cumulativa sarà stimata per ciascuna persona campionata integrando l'indirizzo di residenza, il tempo di permanenza in ciascun indirizzo e i dati ricavati dai modelli di ricaduta; sarà costituita una biobanca per future indagini di laboratorio; sono coinvolti anche 20 allevatori e i lavoratori dell'impianto. Una quarta linea di attività, non descritta in questo articolo, riguarda il monitoraggio della salute dei lavoratori addetti all'impianto. SPoTT è il primo studio in Italia su inceneritori e salute che adotta un disegno di studio longitudinale di adeguata potenza sia per i residenti sia per i lavoratori. I primi risultati sono attesi nel corso del 2016."}, {"id": "pubmed23n0022_11232", "title": "[Biochemical tests during measles].", "score": 0.009009009009009009, "content": "In order to evaluate the role of measles in the development of vitamin A deficiency, biochemical parameters were compared in four groups of patients: a) 31 children in the first week of measles, b) 10 of these children who returned two weeks later, c) 9 patients hospitalized with other infections and d) 6 healthy controls. The average levels of serum iron, carotene, total proteins, albumin and beta-globulins did not differ significantly between these groups. However, during the first week of measles the following significant differences were found: a) an increase in alpha-2 and alpha-1-globulin levels (p less than 0,01), b) a decrease in gamma-globulin level (p less than 0,001), c) a decrease in vitamin A concentration (p less than 0,05) without clinical signs of deficiency. In the 10 patients who came again 2 weeks after the rash these parameters had returned toward control levels."}, {"id": "wiki20220301en230_10762", "title": "Domenico Losurdo", "score": 0.00898063001369595, "content": "Ascesa e declino delle repubbliche, a cura di e con Maurizio Viroli, Urbino, Quattro venti, 1997. . Lenin e il Novecento. Atti del Convegno internazionale di Urbino, 13-14-15 gennaio 1994, a cura di e con Ruggero Giacomini, Napoli, La città del sole, 1997. . Metafisica. Il mondo Nascosto, con altri, Roma-Bari, Laterza, 1997. . Antonio Gramsci dal liberalismo al «Comunismo critico», Roma, Gamberetti, 1997. . Dai fratelli Spaventa a Gramsci. Per una storia politico-sociale della fortuna di Hegel in Italia, Napoli, La città del sole, 1997. . Hegel e la Germania. Filosofia e questione nazionale tra rivoluzione e reazione, Milano, Guerini, 1997. . Nietzsche. Per una biografia politica, Roma, Manifestolibri, 1997. . Il peccato originale del Novecento, Roma-Bari, Laterza, 1998. . Dal Medio Oriente ai Balcani. L'alba di sangue del secolo americano, Napoli, La città del sole, 1999. ."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.008928571428571428, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0529_15040", "title": "[Rituximab instead of splenectomy in 4 children with chronic or refractory autoimmune haemolytic anaemia].", "score": 0.008928571428571428, "content": "4 children, a boy aged 10 years and 3 girls aged 3, 3, and 16 years, suffering from chronic or refractory autoimmune haemolytic anaemia (AIHA), who were dependent on high doses of steroids and were refractory to immunosuppressants, were treated with rituximab at a dose of 375 mg/m2 once a week for 3 or 4 weeks as an alternative to splenectomy. Rituximab is a monoclonal anti-CD20 antibody that prevents the production ofautoantibodies by selective destruction of B-lymphocytes. Haemoglobin levels increased and the parameters of chronic haemolysis (reticulocyte count, lactate dehydrogenase activity, bilirubin concentration) decreased to normal values. 3 patients were taken off corticosteroids completely; 1 of these was also no longer dependent on blood transfusions. Circulating B-lymphocytes were absent for 6 to 15 months after the treatment and the rituximab was well-tolerated. During the treatment, immunoglobulins were substituted and infectious complications were not seen. Rituximab was valuable in the treatment of chronic or refractory AIHA and eliminated the need for splenectomy. 1 patient did not respond to rituximab."}, {"id": "pubmed23n1028_18191", "title": "Food knowledge of patients at the first access to a Diabetology center.", "score": 0.008849557522123894, "content": "Il diabete rappresenta una patologia in costante aumento: familiarità, età e stili di vita rappresentano i principali fattori di rischio per questa malattia e per le complicanze ad essa correlate. Considerando l'importanza del regime alimentare per la prevenzione e il trattamento di questa patologia, scopo del presente studio è stato quello di valutare le conoscenze alimentari di pazienti al primo accesso presso un centro di Diabetologia e di indagare sulla loro eventuale influenza su alcuni parametri ematici. È stato somministrato il questionario di Moynihan. La relazione tra i punteggi ottenuti e le variabili emoglobina glicata, BMI, glicemia a digiuno, è stata analizzata attraverso regressione multipla basata sul metodo dei minimi quadrati ordinari (modello OLS). Il response rate è stato del 73,3%. Il punteggio medio totale ottenuto dal questionario è stato di 23,61 ed è stata osservata una correlazione statisticamente significativa (p<0,0473) tra i migliori punteggi del questionario e i valori di Hb1Ac. Questo studio è il primo passo di un'indagine più ampia che verrà condotta nell'ottica di promuovere una formazione del paziente volta a verificare nel tempo le ricadute positive sulle scelte alimentari e sui parametri clinici."}, {"id": "pubmed23n0247_11622", "title": "[Frequency and prognostic value of the \"e\" system in hepatitis B virus infection].", "score": 0.008849557522123894, "content": "The frequency and prognostic value of the \"e\" system was determined in acute and chronic hepatitis patients and in blood donors by immunodiffusion on Abott rheophoresis plates. The incidence of HBe Ag in acute viral hepatitis was 20% at the beginning of the disease; its persistance indicated a prolonged evolution and a tendency to a chronic course. The presence of anti-HBe at the beginning of the acute disease may indicate the onset of a non-B hepatitis in an HBe carrier. In chronic hepatitis the incidence of HBe Ag was 58% and in blood donors only 6%. Anti-HBe was absent in chronic hepatitis and present in 15% of blood donors."}, {"id": "pubmed23n1029_21329", "title": "Principi di farmacodinamica e farmacocinetica nello switch tra antipsicotici: focus su cariprazina.", "score": 0.008771929824561403, "content": "Cariprazina {RGH-188; trans-N- [4- [2- [4- (2,3-diclorofenil) piperazin-1-il] etil] cicloesil] -N_, N_-dimetilurea cloridrato} è un antipsicotico atipico di nuova generazione, con un originale profilo farmacodinamico e farmacocinetico. Cariprazina ha due metaboliti attivi, uno dei quali ha un'emivita di 1-3 settimane, che è la più lunga di qualsiasi antipsicotico atipico, con emivita effettiva funzionale totale (cariprazina più due metaboliti) di 7 giorni. Il farmaco mostra un'affinità che è circa 10 volte più alta per i recettori D3 che per D2 (rispettivamente pKi 10,07 e 9,31). L'affinità per D3 è superiore all'affinità della stessa dopamina. Cariprazina mostra inoltre un'elevata affinità per i recettori 5-HT2B (pKi 9,24), con antagonismo puro. Cariprazina è un agonista parziale e ha un'affinità significativa, ma inferiore all'affinità per D3, sui recettori 5-HT1A (pKi 8,59). Agendo su D3 e 5-HT1, cariprazina migliora i sintomi negativi, l'anedonia e i deficit cognitivi. L'affinità per i recettori 5-HT2A (pKi 7,73), H1 (pKi 7,63) e 5-HT2C (pKi 6,87) è inferiore, così come minori sono le affinità per i recettori adrenergici, istaminergici e colinergici, recettori che sono spesso responsabili di effetti collaterali. Grazie al profilo di tollerabilità (sicurezza cardiovascolare, bassa probabilità di dare sedazione e iperprolattinemia, basso rischio metabolico), insieme alla sua peculiare efficacia sui sintomi negativi e alla sua lunga emivita, che spesso migliora la scarsa aderenza, cariprazina è un candidato valido per il passaggio da un antipsicotico inefficace (o parzialmente efficace, con particolare riferimento ai sintomi negativi), poco tollerato, o assunto con una scarsa aderenza. Questo articolo esamina le caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche di cariprazina e discute le loro implicazioni in termini di identificazione dei pazienti che possano beneficiare di un passaggio a cariprazina, e della migliore strategia per completare lo switch con successo."}, {"id": "pubmed23n0018_7532", "title": "[Synthesis of natural allohemagglutinins of the ABO system in healthy children aged 3 months to 3 years].", "score": 0.008771929824561403, "content": "The work was carried out to establish the titre and score of haemagglutination of natural anti-A and anti-B antibodies in healthy children during the first three years of life. The material studied included 900 healthy children aged between 3 months and 3 years and 100 adults serving as controls. The method of test tube haemagglutination was used for determining the titre and score of alloagglutinins in relation to standard erythrocytes always obtained from the same donors. In addition, in 72 children and 10 adults the levels of IgG, IgA and IgM were determined quantitatively. A statistical analysis of the results showed that the levels of anti-A and anti-B alloagglutinins were relatively high at the age of 3 months / about 25% of the adult levels / and increased very rapidly in the first years of life reaching about 90% of the adult level at the end of the 3rd year of life. Besides that, it was demonstrated that it is useful in clinical practice to use the titre and score of natural alloagglutinins as indicators of humoral immunity, especially in children in the first years of life. Acceleration was demonstrated in the intensity of haemagglutination of natural antibodies in the last 40 years since their titre in the contemporary infantile population / up to the age of 1 year / is about 50% higher than that found in 1929. These findings suggest that increased immune reactivity of children observed presently may be due to prophylactic vaccinations."}, {"id": "wiki20220301en187_33100", "title": "Bollettino della Vittoria", "score": 0.008714473931865236, "content": "A similar bulletin was never drafted for the air forces since they were part of the Aeronautical Service, a department destined to the Royal Italian Army aircraft: the Royal Air Force, the third armed force of the Kingdom of Italy, was established only in 1923, after the end of the war. Text Italian Comando Supremo, 4 Novembre 1918, ore 12 La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta. La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso ottobre ed alla quale prendevano parte cinquantuno divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una cecoslovacca ed un reggimento americano, contro settantatré divisioni austroungariche, è finita."}, {"id": "wiki20220301en118_38553", "title": "Rupshu", "score": 0.008701573849878935, "content": "Gya (33,6498 °N 77.7398°E) l'ultimo villaggio in questa direzione, un luogo elevato a 13.500 piedi sul livello del mare... dobbiamo attraversare il Toglung Pass (33.5886°N 77.7493°E) di 17.500 piedi di altitudine, al quale ci avviciniamo per proseguendo lungo la stessa valle per circa 14 miglia in più... Dalla vetta otteniamo una vista che ci dà un'idea di Rupshu. 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Per secoli l'arte terapeutica è stata praticata da individui dotati di una particolare vocazione ed una particolare cultura acquisita da Maestri dell'arte ancor prima che dalla propria esperienza, con nozioni di erboristeria e di elementari conoscenze anatomiche e di fisiologia, circondati da un'aura sacerdotale e da un rispetto derivante dal timore e dall'ammirazione per il coraggio e auspicabilmente dai successi, e facendo riferimento nell'occidente mediterraneo alle regole operative fissate nel Giuramento di Ippocrate, di significato tra il sacro ed il deontologico. Lo sviluppo delle tecniche anestesiologiche a partire dalla seconda metà dell'800 ha determinato l'ampliamento delle iniziative chirurgiche di tipo elettivo, a fianco con gli storici interventi in emergenza per la cura di lesioni traumatiche, ancor prima delle acquisizioni riguardanti le infezioni. Con l'espansione del campo di azione della chirurgia, le possibili complicanze ed i possibili insuccessi hanno fatto da contrappeso ai sentimenti di rispetto e di fiducia nei confronti dei chirurghi, giungendo a far assimilare in tali casi la loro opera quale causa all'origine di danni, provocati rientrando quindi nella categoria dei reati sottoposti alla Legge penale. Così, al termine deontologico di \"responsabilità\" valido per ogni iniziativa ed ogni professione, per i medici è venuto ad associarsi la qualifica di \"professionale\", con un significato di presunta colpevolezza. Da una parte le regole deontologiche si sono ampliate, ed hanno coinvolto direttamente il paziente nella fase decisionale delle terapie chirurgiche, formalizzate programmaticamente in moderni codici deontologici ed operativamente nel documento del \"consenso informato\". Per altro verso le leggi innovative del Codice Civile definito nel 1942, che al posto delle pene del codice penale introduceva il criterio della risarcibilità economica del danno in caso di riconosciuta \"responsabilità professionale\", ha determinato il coinvolgimento di altre figura professionali, e cioè di avvocati e di medici legali, oltre che delle organizzazioni assicurative, con detrimento alla serenità nell'espletamento delle professioni sanitarie e con l'insorgenza per reazione della cosidetta \"medicina difensiva\". La concretezza di queste problematiche hanno richiesto l'interessamento attivo della Giurisprudenza con una serie di sentenze, ed una formulazione di decreti e nuove leggi parlamentari, ancora in pieno assestamento nel corso del 2017, lasciano in qualche modo ancora irrisolti alcuni nodi."}]}}}} {"correct_option": 5, "explanations": {"1": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "2": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "3": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "4": {"exist": false, "char_ranges": [], "word_ranges": [], "text": ""}, "5": {"exist": true, "char_ranges": [[139, 373]], "word_ranges": [[18, 53]], "text": "La dichiarazione elenca i criteri per l'ARDS (sindrome da distress respiratorio acuto): PaO2/fiO2 < 200 + infiltrati polmonari bilaterali + PCP<18. Pertanto, la diagnosi è di distress respiratorio e la risposta corretta è l'opzione 5."}}, "full_answer": "Domanda a risposta diretta. La domanda riguarda un paziente con pancreatite acuta che sta sviluppando un'insufficienza respiratoria acuta. La dichiarazione elenca i criteri per l'ARDS (sindrome da distress respiratorio acuto): PaO2/fiO2 < 200 + infiltrati polmonari bilaterali + PCP<18. Pertanto, la diagnosi è di distress respiratorio e la risposta corretta è l'opzione 5.", "full_answer_no_ref": "Domanda a risposta diretta. La domanda riguarda un paziente con pancreatite acuta che sta sviluppando un'insufficienza respiratoria acuta. La dichiarazione elenca i criteri per l'ARDS (sindrome da distress respiratorio acuto): PaO2/fiO2 < 200 + infiltrati polmonari bilaterali + PCP<18. Pertanto, la diagnosi è di distress respiratorio e la risposta corretta è [HIDDEN].", "full_question": "Un paziente ricoverato per pancreatite acuta inizia con tachipnea, tachicardia, sudorazione e cianosi progressiva. La PaO2 è di 55 mm Hg (rapporto PaO2/FiO2<200). La CXR mostra infiltrati alveolari polmonari bilaterali. La pressione di incuneamento capillare polmonare è normale. L'ossigenoterapia non migliora la situazione. Qual è la diagnosi più probabile?", "id": 75, "lang": "it", "options": {"1": "Polmonite nosocomiale.", "2": "Insufficienza cardiaca.", "3": "Linfangite carcinomatosa.", "4": "Tromboembolia polmonare.", "5": "Distress respiratorio."}, "question_id_specific": 65, "type": "ANESTESIOLOGIA, ASSISTENZA CRITICA E MEDICINA D'URGENZA", "year": 2012, "rag": {"clinical_case_options": {"MedCorp": {"RRF-2": [{"id": "pubmed23n1029_21329", "title": "Principi di farmacodinamica e farmacocinetica nello switch tra antipsicotici: focus su cariprazina.", "score": 0.009900990099009901, "content": "Cariprazina {RGH-188; trans-N- [4- [2- [4- (2,3-diclorofenil) piperazin-1-il] etil] cicloesil] -N_, N_-dimetilurea cloridrato} è un antipsicotico atipico di nuova generazione, con un originale profilo farmacodinamico e farmacocinetico. Cariprazina ha due metaboliti attivi, uno dei quali ha un'emivita di 1-3 settimane, che è la più lunga di qualsiasi antipsicotico atipico, con emivita effettiva funzionale totale (cariprazina più due metaboliti) di 7 giorni. Il farmaco mostra un'affinità che è circa 10 volte più alta per i recettori D3 che per D2 (rispettivamente pKi 10,07 e 9,31). L'affinità per D3 è superiore all'affinità della stessa dopamina. Cariprazina mostra inoltre un'elevata affinità per i recettori 5-HT2B (pKi 9,24), con antagonismo puro. Cariprazina è un agonista parziale e ha un'affinità significativa, ma inferiore all'affinità per D3, sui recettori 5-HT1A (pKi 8,59). Agendo su D3 e 5-HT1, cariprazina migliora i sintomi negativi, l'anedonia e i deficit cognitivi. L'affinità per i recettori 5-HT2A (pKi 7,73), H1 (pKi 7,63) e 5-HT2C (pKi 6,87) è inferiore, così come minori sono le affinità per i recettori adrenergici, istaminergici e colinergici, recettori che sono spesso responsabili di effetti collaterali. 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Questo articolo esamina le caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche di cariprazina e discute le loro implicazioni in termini di identificazione dei pazienti che possano beneficiare di un passaggio a cariprazina, e della migliore strategia per completare lo switch con successo."}, {"id": "pubmed23n0559_4633", "title": "[Mortality risk factors in patients with chronic obstructive pulmonary disease].", "score": 0.009900990099009901, "content": "The aim of this prospective study was to determine the mortality risk factors in patients with chronic obstructive pulmonary disease (COPD). Eighty-six COPD patients were observed during 3 to 5 years. The presence and the severity of COPD were established according to COPD criteria (1998). Unfavorable outcomes were not noted only in 39 (45.3%) of the patients. Nineteen patients died; among those 15 patients died of the underlying disease and its complications. Death predictors in COPD may be listed as follows: forced expiratory volume in the 1st second is less than 40% normal value; SaO2 is less than 90%; the result of 6-minute walk test is less than 300 m; pulmonary arterial pressure is 40 mm Hg or higher; the thickness of the right ventricular (RV) wall is 0.7 cm or more; the volume of the RV cavity is 3.0 cm or more; the presence of relative right atrial dilation (the index of which is 0.9 or less); the presence of diastolic RV dysfunction; clinical symptoms of circulatory decompensation; a tendency towards the hyperkinetic type of circulation. The risk of death is higher in patients more than 60 years of age, those who have been experiencing dyspnea for more than 10 years, patients who have been smoking for more than 40 years, and patients with a smoking index of 50 pack-year or higher."}, {"id": "pubmed23n0885_1883", "title": "[Ecological study on the mortality of residents in Manfredonia (Apulia Region, Southern Italy) from 1970 to 2013].", "score": 0.00980392156862745, "content": "OBIETTIVI: valutare lo stato di salute della popolazione residente nel comune di Manfredonia dal 1970 al 2013. DISEGNO: analisi descrittiva dell'andamento temporale della mortalità generale, per gruppi di cause, dal 1970 al 2013. SETTING E PARTECIPANTI: i dati di mortalità e le popolazioni residenti sono di fonte Istat. Sono state esaminate 55 cause di decesso. Le analisi sono disaggregate per sesso e periodo. PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: sono stati elaborati i rapporti standardizzati di mortalità (SMR%), con i rispettivi intervalli di confidenza al 90% (IC90%), e i tassi di mortalità standardizzati col metodo diretto (TSD ). RISULTATI: lo stato di salute misurato dal tasso di mortalità per tutte le cause migliora nel tempo: i TSD passano da 92 x10.000 negli anni 1970-1974 a 52 x10.000 nel biennio 2012-2013 negli uomini, da 70 x10.000 a 39 x10.000 nelle donne. Tuttavia, rispetto alla media regionale Manfredonia perde progressivamente il suo vantaggio, passando da -20% a -10% negli uomini, e da -20% a +1,5% nelle donne. Questo andamento è molto evidente per il complesso delle cause cardiovascolari, mentre i tumori maligni sono in generale nella media regionale. Nell'ultimo periodo disponibile per causa di decesso (2006-2011), la mortalità per infarto miocardico è stata più alta della media regionale (uomini: +35%; donne: +54%). I rapporti standardizzati di mortalità (SMR) mostrano tra gli uomini valori in crescita, in particolar modo rispetto al riferimento provinciale, con un eccesso a cominciare dal periodo 2006-2011 (22 decessi/anno e 19 attesi; SMR%: 117,2; IC90% 101,1-135,2; riferimento: provincia di Foggia). Anche tra le donne gli SMR% superano i riferimenti provinciali negli ultimi periodi esaminati (nel 2012-2013: 7 decessi/ anno e 4,2 attesi; SMR%: 116,4; IC90% 97,0-260,7; riferimento: provincia di Foggia). CONCLUSIONI: la mortalità a Manfredonia è diminuita in misura minore rispetto a quella osservata nei riferimenti provinciali e regionali. Il vantaggio che si osservava negli anni Sessanta si è, infatti, ridotto nel tempo, fino ad annullarsi negli ultimi anni. Dal 1970, Manfredonia ha progressivamente perso il vantaggio che aveva. Dagli anni Duemila, la mortalità per infarto del miocardio è in eccesso sulla media regionale e provinciale. Da casi documentati in letteratura si osserva che le popolazioni che sperimentano catastrofi di origine naturale o antropica possono fronteggiare un aumento di patologie cardiovascolari. La mortalità per tumore polmonare mostra un eccesso sulla media regionale, in particolare provinciale, a cominciare dal 2000, coerentemente con i tempi di latenza legati all'esposizione ad arsenico negli anni Settanta."}, {"id": "pubmed23n0018_11418", "title": "[Electrocardiogram in interstitial pneumonia. Electrocardiographic-hemodynamic correlation].", "score": 0.00980392156862745, "content": "Twenty four patients with interstitial pulmonary disease from the Cardiopulmonary Service of the Instituto Nacional de Cardiología were studied. Surface electrocardiograms and pulmonary hemodynamic studies were registered to all patients in order to obtain the pulmonary vascular resistances and pressures to find out the electrocardiographic-hemodynamic correlation. Three groups were made according to the pulmonary artery sistolic pressure: Group I, 30 to 45 mm Hg (6 patients); Group II, 46 to 70 mm Hg (12 patients) and Group III more of 60 mm Hg (6 patients). Also, arterial gaseous partial pressures were determined, among other pulmonary test parameters. Electrocardiographically, the rhythm, A=V node conduction, AQRSF, APF, atrial and ventricular hypertrophy, intraventricular conduction and ventricular repolarization were studied in leads II, III, aVF, aVR, V1, V2, V3 and V6. The characteristics of the ventricular repolarization and depolarization processes of each group are described, in order to discuss the mechanism of the anormalities. Finally, the electrocardiographic findings were correlated with the different degrees of pulmonary arterial hypertension; the conclusions are: I. The electrocardiogram allows us to differenciate the patients with III degree of arterial pulmonary hypertension, from those of I and II degrees. II. Patients with I and II degrees of pulmonary arterial hypertension determine nearly the same electrocardiographic alterations; the mean differences to establish the differential diagnosis is the AQRSF, shifted to the right and upwards, in the II degree of pulmonary arterial hypertension."}, {"id": "pubmed23n0749_21422", "title": "The clinician's role in the diagnosis of breast disease.", "score": 0.009708737864077669, "content": "Until 20 or 30 years ago, the diagnosis and treatment of breast disease was managed exclusively by the surgeon. This situation has changed to some extent as a result of recent technological advances, and clinicians' contributions to the diagnostic work-up and/or treatment of these cases can begin at any time. If they are the first physician to see the patient after the examination and formulation of a diagnostic hypothesis, they will almost always have to order a panel of imaging/instrumental examinations that is appropriate for the type of lesion suspected, the patient's age, and other factors; if they intervene at the end of the diagnostic work-up, it will be their job to arrive at a conclusion based on all of the data collected. The clinical examination includes various steps - history taking and inspection and palpation of the breasts - each of which is essential and requires the use of appropriate methods and techniques. The diagnostic capacity of the examination will depend largely on the consistency of the breasts, but it is influenced even more strongly by the doctor-patient relationship. Physicians must know their patient well, listen to and understand what she is saying, explain their own findings and verify that the explanations have been understood, and they must be convincing. Clinicians must also be able to assess the results of imaging studies (rather than relying solely on the radiologist's report), and this requires interaction with other specialists. The days are over when a clinician or radiologist or sonographer worked alone, certain that his/her examination method was sufficient in itself: today, teamwork is essential. But this also means that each member of the team must be extremely competent in his/her own sector and be aware of the other team members' limitations and expectations. The clinical examination remains central to the process since it is the basis for selecting appropriate treatment. SOMMARIO: Da quando si conosce la patologia mammaria la diagnosi e la terapia di tale patologia sono state a totale appannaggio del chirurgo, situazione che è proseguita fino a qualche decennio fa. Il recente progresso tecnologico ha modificato, in parte, questa situazione e il clinico può entrare nel percorso diagnostico o terapeutico in qualsiasi momento. Se è il primo coinvolto, dopo l'esame e dopo un'ipotesi diagnostica, dovrà, quasi sempre, orientarsi verso indagini strumentali in relazione al sospetto, all'età della paziente ecc., se è l'ultimo anello deve arrivare a una conclusione mettendo insieme tutte le informazioni. L'esame clinico è composto di varie fasi: anamnesi, ispezione, palpazione, ognuna essenziale. Ogni singola fase va affrontata con metodo e tecnica appropriata. La capacità diagnostica dell'esame clinico è influenzata dalla costituzione della mammella, ma ancor di più è condizionata da uno stretto rapporto tra paziente e medico che deve conoscere molto la paziente che gli sta davanti e che non solo deve \"visitare\", ma capire, spiegare, accertarsi che si abbia capito, convincere. È inoltre indispensabile che il clinico sia in grado di esaminare le indagini strumentali e non limitarsi a leggere i referti, quindi interagire con gli altri specialisti. L'epoca del clinico o del radiologo o dell'ecografista che lavora da solo credendo che il proprio esame sia sufficiente o sganciato da altri contesti è finita da tempo, tutti hanno bisogno di tutti. È però vero che ciascuno deve essere estremamente competente nel suo settore e deve conoscere i limiti e le aspettative di chi collabora in altre specialità, come rimane valida la regola che la clinica resta comunque il momento centrale, non fosse altro perché poi deve affrontare la terapia."}, {"id": "pubmed23n0326_13926", "title": "[Spontaneous ventilation in positive expiratory pressure in cardiogenic pulmonary edema. Prospective study].", "score": 0.009708737864077669, "content": "New equipment facilitating the use of spontaneous ventilation with positive expiratory pressure (PEP) has become available in France since January 1996. This technique was applied in 38 patients with severe cardiogenic pulmonary oedema and persistent respiratory distress despite high flow classical oxygen therapy and standard treatment. After 1 hour of ventilation with a flow of 220 l/min of 100% oxygen with an average PEP of 7.7 cm H20, a significant improvement of clinical (heart and respiratory rate) and biological parameters (arterial gases) was observed. There were no side effects. Four patients died during the hospital period and only 1 was intubated. Spontaneous ventilation with PEP is a simple technique for coronary care units and, compared with conventional oxygen therapy, it rapidly improves arterial oxygenation, reduces respiratory work and improves conditions of cardiac load. Acute severe cardiogenic pulmonary oedema seems to be an indication of choice, especially in the elderly, where it may help avoid an often controversial intubation."}, {"id": "pubmed23n1129_4216", "title": "[The OIBOH Registry (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease): an Italian observational study of secondary prevention after a coronary event during the pandemic COVID-19 outbreak].", "score": 0.009615384615384616, "content": "Razionale. In Italia la pandemia COVID-19 ha determinato importanti riorganizzazioni logistiche nell'erogazione delle cure ospedaliere e di specialistica ambulatoriale. Ciò ha spinto clinici e decisori pubblico-amministrativi della Sanità ad adottare nuovi modelli organizzativi in molteplici scenari clinici. Materiali e metodi. Il registro OIBOH (Optimal Intensification therapy in a Broad Observed High risk patient population with coronary disease) è uno studio osservazionale \"cross-sectional\" condotto in vari centri italiani di cardiologia ambulatoriale per valutare durante la pandemia COVID-19 la capacità di identificare in breve tempo i pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare residuo dopo un evento coronarico recente (<12 mesi). Successivamente alla valutazione clinica iniziale, venivano arruolati i pazienti ritenuti ad altissimo rischio, registrando le caratteristiche cliniche e di trattamento in una scheda di raccolta dati elettronica.Risultati. Al registro hanno partecipato 134 centri di cardiologia ambulatoriale che hanno arruolato 1428 pazienti su 3227 esaminati fra quelli che avevano avuto accesso ad una visita cardiologica durante la pandemia nel periodo ottobre 2020-marzo 2021. Il criterio di arruolamento era costituito dall'aver avuto una diagnosi di coronaropatia confermata angiograficamente negli ultimi 12 mesi, per sindrome coronarica acuta (SCA) o cronica (SCC). La SCA come evento indice era presente nel 93% dei pazienti arruolati mentre la SCC nel 7%. L'età media era 67 ± 10 anni, il 25% era di sesso femminile. Il 96.1% dei pazienti con SCA e il 67.6% dei pazienti con SCC sono stati sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Il 46% e 47% dei pazienti con SCA e SCC, rispettivamente, era diabetico. Oltre il 65% dei pazienti presentava una malattia coronarica multivasale. È stata osservata una importante prevalenza di arteriopatia periferica (17.5% nei pazienti con SCA e 19.6% nei pazienti con SCC). I valori di pressione arteriosa e frequenza cardiaca risultavano ben controllati (128 ± 25.2 mmHg e 65 ± 12.3 b/min nei pazienti con SCA; 127 ± 23.4 mmHg e 67 ± 13.2 b/min nei pazienti con SCC). Viceversa, è stato riportato uno scarso controllo dei livelli di colesterolemia LDL, con un valore medio di 88.8 ± 38.6 mg/dl nei pazienti con SCA e 86 ± 36.6 mg/dl nei pazienti con SCC. Solo il 16.4% dei pazienti con SCA raggiungeva i livelli raccomandati dalle attuali linee guida europee. Nonostante l'estensivo uso di statine (>90%), si è rilevato un utilizzo limitato dell'associazione statina ad alta intensità + ezetimibe (solo il 22.4% dei pazienti). Estremamente basso è stato l'utilizzo di inibitori di PCSK9 (2.5%). La duplice terapia antiaggregante piastrinica (DAPT) è risultata complessivamente ben condotta fin dalla dimissione ospedaliera. Nei pazienti in DAPT, l'inibitore P2Y12 più utilizzato è risultato il ticagrelor alla dose di 90 mg, soprattutto dopo un evento coronarico acuto (in circa l'80% dei pazienti con SCA). Nella stragrande maggioranza dei casi (>90%) i cardiologi ambulatoriali hanno posto indicazione a prosecuzione della DAPT oltre i 12 mesi con aspirina e ticagrelor 60 mg bid. Conclusioni. La gestione del paziente con coronaropatia in fase cronica stabilizzata è molto complessa. Tale complessità logistico-gestionale si è accentuata durante la pandemia COVID-19. Il registro OIBOH ha evidenziato un'ottima capacità di identificare le problematiche clinico-prognostiche delle cardiologie ambulatoriali italiane, specie nei pazienti ad altissimo rischio residuo. Rimangono importanti aree di miglioramento come uno stretto controllo della colesterolemia LDL, mentre altre raccomandazioni delle linee guida, come la prosecuzione della DAPT con ticagrelor 60 mg oltre i 12 mesi, risultano ben applicate. L'implementazione dell'assistenza con la medicina digitale e l'intelligenza artificiale potrebbe migliorare di molto la performance dei clinici."}, {"id": "pubmed23n0271_18357", "title": "[Pneumonia in patients undergoing heart surgery].", "score": 0.009615384615384616, "content": "We performed a follow-up study of 104 consecutive patients who underwent cardiac surgery to ascertain the following: 1) the incidence of nosocomial pneumonia (NP) in this patient population; 2) the differences in the incidence of NP between patients who underwent coronary artery bypass grafting (CABG) vs. valvular replacement (VR), and 3) the identification of risk factors which predispose patients to the development of NP. The study included 104 patients of which 49 underwent VR, 43 CABG and 12 who had both procedures performed simultaneously. Six of the 104 patients developed NP (5.7%). Five of these patients had undergone VR where as opposed to only one in the CABG group. Pulmonary hypertension preoperatively was a risk factor for the development of NP. Of the 49 patients in the VR group, 46 had pulmonary artery pressures (PAP) recorded, and from their 23 (50%) had pulmonary hypertension. However, 4 of the 5 (80%) patients who developed NP had elevated PAP. The mortality among patients with NP was high. Sixty six percent of patients (4/6) with NP died in comparison to the 10 deaths (10.2%) among 92 patients without NP (p = 0.002). A trend in the development of NP was observed in patients who underwent valve replacement as opposed to CABG. Because of the small number of patients who developed pneumonia in the study population statistical significance cannot be reached. Pulmonary hypertension in the post operative period is a risk factor for the development of NP. Mortality among patients who develop NP is significantly high (p = 0.002)."}, {"id": "pubmed23n0993_8368", "title": "Al professor Mosca la \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons.", "score": 0.009523809523809525, "content": "È la massima onorificenza conferita dalla più grande organizzazione mondiale di chirurghi La più grande organizzazione mondiale di chirurghia ha conferito la sua massima onorificenza al professor Franco Mosca, Emerito di Chirurgia generale dell'Università di Pisa. La \"Honorary Fellowship\" dell'American College of Surgeons (ACS) è stata assegnata al professor Mosca in occasione del Congresso 2018 che si è svolto a Boston. L'ACS, fondata nel 1913, è la più grande organizzazione di chirurgia generale e specialistica e riunisce più di 82.000 chirurghi di tutto il mondo, con lo scopo di migliorare la qualità della pratica chirurgica. Dalla sua istituzione a oggi sono divenuti membri onorari 470 chirurghi internazionali e tra di loro primo italiano fra tutti Raffaele Bastianelli nel lontano 1918 ed a seguire Roberto Alessandri nel 1926, Mario Dogliotti nel 1951 e Pietro Valdoni nel 1955. Il professor Franco Mosca, Fellow dell'ACS da 25 anni, aggiunge questo massimo riconoscimento ad honorem ad altri ambiti e molto esclusivi, quali il Royal College of Surgeons (2006), l'American Surgical Association (2008) e il Polish Association of Surgeons (2011). Nella Motivazione del riconoscimento si ricorda che \"il professor Franco Mosca è divenuto cattedratico nel 1986. Da allora ha creato una Unità Operativa di eccellenza in chirurgia oncologica, vascolare e trapiantologica. Fin dall'inizio della sua carriera si è dedicato a migliorare l'organizzazione ospedaliera introducendo la terapia intensiva post chirurgica, l'endoscopia chirurgica, l'ecografia diagnostica ed operativa nella convinzione che i chirurghi non possono delegare queste attività ad altri se vogliono ottenere i migliori risultati. Queste basi hanno consolidato lo sviluppo di una costellazione di nuovi programmi per il trattamento dell'ipertensione portale, la chirurgia vascolare, i trapianti di organi (rene, pancreas, fegato). Inoltre il professor Mosca ha sviluppato la chirurgia oncologica e in particolare quella pancreatica ed epatobiliare; infine ha, tra i primi in Italia, sviluppato la chirurgia laparoscopica. L'interesse per le nuove tecnologie ha portato il professor Mosca a stabilire legami stretti con i Dipartimenti di Ingegneria delle Università Pisane, mettendo a punto nuovi dispositivi per la chirurgia laparoscopica e l'endoscopica fino alla creazione di un Centro di Eccellenza (Endocas) per ricerca e training in chirurgia assistita dal computer. Questo centro è riconosciuto, primo e unico in Italia, dall'American College of Surgeons quale 'Accredited Education Institute'. Il professor Mosca è un eccezionale leader chirurgico e uno dei più rispettati e influenti chirurghi europei\". \"Desidero condividere questo riconoscimento - ha dichiarato il professor Franco Mosca - con quanti hanno collaborato con me in tanti anni di impegno e sacrificio rendendo possibile il raggiungimento di risultati importanti a favore dei nostri pazienti e della Sanità Pubblica. Sono molto gratificato per essere stato presentato all'ACS da un illustre allievo della Scuola Medica Pisana: il professor Fabrizio Michelassi chirurgo di fama mondiale\"."}, {"id": "pubmed23n0597_7830", "title": "[Lung biopsy for the diagnosis of interstitial lung disease].", "score": 0.009523809523809525, "content": "The objective of this study was to determine the morbidity, mortality and diagnostic yield of video assisted thoracoscopy (VATS) and thoracotomy lung biopsy in interstitial lung disease (ILD). Clinical records of 71 patients were retrospectively analyzed. There was no difference in mean hospital stay, intensive care unit stay and duration of chest tube drainage in patients with VATS (n = 52) compared with those undergoing open thoracotomy (n = 17). Complications rate (22.2% vs. 21.0%, p = 1.0000) and operating mortality (9.2 vs. 15.7%, p = 0.2738) were also similar. Overall, complications occurred in 16 patients (22.5%). Thirty-day mortality rate was 11.2% (n = 8). Prevalence of immunosupression (4/8 vs. 9/63, p = 0.0325) was significantly higher in the group of patients who died. No surviving patients had higher values of plasmatic urea (50 +/- 20.1 mg/dl vs. 31.2 +/- 10.3 mg/dl, p = 0.0013) or lower values of preoperative oxygen saturation (SaO2): 82.7 +/- 14.8% vs. 92.8 +/- 3.4%, (p = 0.0009). Eleven patients had an acute illness. Those patients did not show a higher complication rate (4/11 vs. 10/45, p = 0.4390) but mortality was significantly higher (4/11, 36.3% vs. 3/45, 7.1%, p = 0.0223). Biopsy allowed a specific histologic diagnosis in 100% of patients and changed therapy in 66.7%. We conclude that surgical lung biopsy is a safe and useful procedure in patients with ILD. However the higher mortality rate in patients with acute symptoms, immunocompromise, or in respiratory failure must be balanced against potential benefits of altering treatment decisions."}, {"id": "pubmed23n1025_14978", "title": "LETTERA DEL DIRETTORE.", "score": 0.009433962264150943, "content": "Fondata nel 1922 quale prima rivista a carattere nazionale, la sua stessa denominazione di \"annali\" si rifaceva idealmente, con slancio nazionalistico in una particolare nostra epoca storica, al titolo \"Annales\" del più famoso storico latino dell'epoca imperiale romana, Publio Cornelio Tacito (56-120 d.C.) Nel 1987 il tradizionale modello di pubblicazione ha subito rilevanti cambiamenti ed innovazioni: avvicendamento nella direzione, composizione del Board, responsabilità editoriale, proprietà legale della rivista, adozione ufficiale della lingua Inglese e infine fondazione nel 2008 del sito web www.annitalchir.com (o anche www.annaliitalianidichirurgia. com) a costituire l'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, vero portale interattivo, ufficialmente accreditata dal CNR con ISSN 2239-253X, e destinato ad affiancare la storica edizione a stampa. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. Nella consapevolezza che la rete informatica stava occupando tutti i più importanti mezzi di informazione, il sito è stato reso accessibile in rete a chiunque, per consentire la lettura di tutti gli articoli pubblicati a partire dal 2000, individuabili per titolo, argomento e singolo Autore con un potente motore di ricerca. Una vera e propria biblioteca di consultazione. La conseguenza di queste fondamentali innovazioni è stata l'acquisizione nel 2009 di un iniziale punteggio di Impact Factor, da lungo tempo perseguito, e la concessione dal National Center di Biotechnology Information (NCBI) di un \"account\" specifico per consentire l'inserimento immediato in PubMed delle citazioni bibliografiche degli articoli pubblicati, comprensivi di Abstract (Inglese) e Riassunto (Italiano). La concessione a rinnovo annuale ad Elsevier della gestione bibliometrica degli articoli pubblicati, garantisce la continuità della citazione anche in Scopus, pur con i tempi più dilazionati. propri di questa organizzazione. Per poter \"alleggerire\" - o meglio per non \"appesantire\" - i fascicoli bimestrali con la pubblicazione degli articoli riguardanti singoli casi clinici, si è deciso di destinarli alla pubblicazione soltanto nell'edizione digitale e non stamparli su carta. Da quella data quindi sono stati accettati gli articoli riferiti ai casi clinici di \"cronaca chirurgica\" di particolare interesse, ma per destinarli alla sola pubblicazione on-line con la procedura e-publish, anch'essa riconosciuta da Pub Med, restando di libera lettura in rete a tutti, e conservando la vividezza dei colori dell'iconografia. È stato così costituito un sempre più ricco Archivio casistico esclusivo di casi clinici particolari. Su richiesta degli Autori è stato possibile pubblicare anticipatamente e temporaneamente on-line nell'Edizione Digitale - con la procedura aheadofprint - anche articoli già pronti alla pubblicazione a stampa, ma in coda di attesa per essere inseriti nel sommario di uno dei sei fascicoli bimestrali. Tutte queste innovazioni hanno attirato l'attenzione prima da parte di chirurghi dell'area mediterranea e poi di quelli dell'Europa balcanica e orientale, ed anche dell'Asia, che hanno cominciato a chiedere di pubblicare sull'Edizione a stampa o anche on-line nell'Edizione Digitale di Ann.Ital.Chir, con la sorpresa di un progressivo iniziale equilibrio numerico tra articoli di chirurghi Italiani e Chirurghi di altri paesi. Alla fine del 2019 però il numero degli articoli richiedenti la pubblicazione sulla nostra rivista da parte di Autori stranieri ha superato addirittura quello dei chirurghi Italiani. Anche senza voler coltivare sentimenti nazionalistici, convinti come siamo che La science n'a pas de patrie, è motivo di legittima soddisfazione constatare l'attenzione verso questa rivista da parte di numerosi chirurghi stranieri, e la sua entrata stabilmente tra le riviste di interesse internazionale. Dal confronto con articoli provenienti da Autori stranieri, che spesso presentano articoli originali con casistiche numerosissime, anche se per lo più retrospettive, oltre che di esempi di interessanti ricerche sperimentali, non si può però trascurare una critica alla politica nazionale della nostra organizzazione sanitaria. Ciò che manca in generale oggi alle pubblicazioni scientifiche Italiane sono soprattutto la numerosità delle casistiche, dovuta innegabilmente alla riduzione dei posti letto soprattutto nei reparti delle istituzioni universitarie, che riduce la possibilità di realizzare studi prospettici mirati con adeguato peso statistico. Una possibile soluzione di questo problema sarebbe quella di suggerire ai chirurghi Italiani interessati alla diffusione della loro esperienza e cultura una collaborazione su studi multicentrici su specifiche problematiche, superando un individualismo che finisce per danneggiare l'autorevolezza dei risultati. Questo auspicio potrebbe diventare realtà se, mettendo a bando sterili personalismi, diverse sedi ed istituzioni chirurgiche tra loro affini concordassero e concentrassero studi ed esperienze su temi comuni, in una collaborazione scientifica programmata."}, {"id": "pubmed23n0848_4836", "title": "[Non-invasive ventilation and acute cardiogenic pulmonary oedema].", "score": 0.009433962264150943, "content": "Non-invasive ventilation is an integral part of therapies used in patients presenting acute cardiogenic pulmonary oedema. In cardiac intensive care, these patients are treated by teams trained and practised in this technique. The nurses play a central role in the support and monitoring of the patients. "}, {"id": "pubmed23n0694_15642", "title": "", "score": 0.009345794392523364, "content": "E'ormai noto che esiste la possibilità rivoluzionaria di utilizzare il fegato per il trattamento della stadio terminale delle epatopatie.Nel gennaio 1980 si celebra il decimo anna di sopravvivenza con fegato trapiantato (la più lunga della letteratura) di un paziente da noi trattato. Si tratta di uno dei 12 malati sottoposti a trapianto e seguiti per più di 5 anni.La nota positiva di questa tipo di trattamento è rappresentata dall'eccellente tenore di vita che i pazienti conducono e dalla riabilitazione sociale e professionale.La nota negativa è data, invece, dal fatto che i buoni risultati non vengono raggiunti con regolarità e non possono essere previsti con esattezza. In questa breve rassegna considereremo la esperienza da noi fatta presso l'Università di Denver nel Colorado, mettendo in risalto le cause dell'elevata mortalità precoce e le prospettive future di questa mezzo terapeutico."}, {"id": "pubmed23n0258_4640", "title": "[Detection of left cardiopathy using echocardiography during acute respiratory failure in chronic respiratory insufficiency].", "score": 0.009345794392523364, "content": "Echocardiography was performed in a systematic fashion in 58 patients suffering from on-chronic respiratory failure (IRC) who were admitted to the intensive care unit. The prevalence of left ventricular disease in patients with IRC who were admitted to the intensive care unit was 31%, there were 18 cases of cardiac disease: nine had hypertrophic cardiac disease (two with intraventricular gradients), three had dilated cardiomyopathies, and there were six cases of ischaemic cardiac disease. Among these cases, six had not previously been diagnosed as having cardiac disease (10%). In cases with poor echogenicity by the transthoracic root, oesophageal echocardiography was performed and this improved the feasibility of a good examination with only a five per cent failure rate. Left ventricular disease was implicated in the clinical assessment eleven times (19%), either on admission (nine times) or during the course of the in-patient treatment (twice). In directing the initial assessment and the aetiological treatment, echocardiography directly contributed to better management in six cases (10%). As regards the number of cases of cardiac disease which were detected, the study confirms the value of this technique at the bedside of the patient. The use of the transoesophageal route improves the diagnostic value including those patients who were intubated and ventilated."}, {"id": "pubmed23n0887_23509", "title": "[Cyberstalking among Italian nurses: a large multicentric study].", "score": 0.009259259259259259, "content": "Determinare la prevalenza di cyberstalking tra gli infermieri italiani e valutare il livello di ansia e depressione nelle vittime. Da aprile a settembre 2014 è stato condotto uno studio multicentrico trasversale in un campione di infermieri italiani (n=997) utilizzando il questionario \"Cyberstalking\" per analizzare il fenomeno del cyberstalking. Ai partecipanti, che si sono autodefinite vittime di cyberstalking, è stato chiesto anche di compilare gli strumenti \"Beck Depression Inventory\" e \"State-Trait Anxiety Inventory\" per valutare, rispettivamente, i livelli di depressione ed ansia. La prevalenza di cyberstalking tra gli infermieri italiani è risultata pari al 23.3%. Il 42.7% ha dovuto cambiare il proprio stile di vita e lavorativo. Il cyberstalker era prevalentemente di sesso maschile (52%) e, nel 49% dei casi, era un paziente. Le vittime hanno riferito moderati livelli di ansia (media=28.4, SD=23.2) e depressione (media=92.7, SD=18.3); i risultati hanno mostrato un aumento dei livelli di depressione negli infermieri esperti nell'utilizzo del computer, gestori di siti web o blog, e una correlazione negativa tra il livello di ansia e gli infermieri esperti (r = -0.264). Il cyberstalking è un fenomeno che si riscontra frequentemente tra gli infermieri. Il rapporto infermiere - paziente gioca un ruolo centrale nello sviluppo del fenomeno e le vittime hanno riferito disordini correlati allo stress che influenzano la vita lavorativa. Questi risultati preliminari potrebbero sensibilizzare, i dirigenti ospedalieri, la politica e i centri antiviolenza al fine di sviluppare strategie risolutiv."}, {"id": "pubmed23n0274_699", "title": "[Changes in the physical characteristics of the lung can account for the improvement observed after ultrafiltration in patients with moderate heart failure].", "score": 0.009259259259259259, "content": "Ultrafiltration improves the clinical condition of patients with moderate congestive heart failure. Ultrafiltration (1895 +/- 120 ml of plasma water, rate 600 ml/h, veno-venous bypass) was performed in 30 patients with moderate congestive heart failure in stable clinical conditions. The effects of ultrafiltration were assessed through pulmonary function and cardiopulmonary exercise tests performed before and 30 days after the procedure. Vital capacity, forced expiratory volume (1 s) and maximal voluntary ventilation improved as improved exercise performance (increase in oxygen consumption at peak exercise and at anaerobic threshold). Tidal volume at anaerobic threshold and at peak exercise increased by 10% with no changes in respiratory rate. This suggests that ultrafiltration induces changes at the physical characteristics of the lungs probably related to changes in lung water content."}, {"id": "pubmed23n0923_20492", "title": "[Perché la legionellosi è una tra le più temibili ICA].", "score": 0.009174311926605505, "content": "La Legionellosi è una polmonite che può presentare un decorso variabile a seconda se i soggetti colpiti risiedono nel loro domicilio, sono ospiti di strutture recettive o sono ospedalizzati. In ambito ospedaliero, che annovera questa patologia tra le più pericolose Infezioni Correlate all'Assistenza (ICA), si registrano decisamente i casi più gravi e assai spesso letali. Gli errori nella Valutazione del Rischio e negli interventi di risanamento contribuiscono alla proliferazione all'interno delle condutture idriche di un temibile microrganismo che può essere eliminato o ridotto solo con un approccio multidisciplinare."}, {"id": "pubmed23n0013_7428", "title": "[Optimal positive and expiratory pressure in adult respiratory distress syndrome (author's transl)].", "score": 0.009174311926605505, "content": "We defined a new optimal positive end expiratory pressure (PEEP) in the adult respiratory distress syndrome (ARDS). The optimal PEEP is the one which allows to obtain a PaO2 greater than or equal to 400 mmHg and/or an intrapulmonary shunt less than or equal to 15 p. cent, the cardiac output being held constant. 14 cases of ARDS have been treated by this method with encouraging results. The earlier optimal PEEP was applied, the more effective it was."}, {"id": "pubmed23n0932_1180", "title": "[La combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) nel trattamento del carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia: le notizie sulla mia morte sono state esagerate?]", "score": 0.00909090909090909, "content": "Riassunto. L'analisi è stata condotta al fine di valutare l'effetto sia sulla sopravvivenza globale (OS) sia sulla sopravvivenza libera da progressione di malattia (PFS) della chemioterapia di combinazione in prima linea per il carcinoma pancreatico in fase avanzata di malattia. La presente analisi è limitata agli studi randomizzati controllati (RCT) di fase III. Successivamente è stata applicata la European Society for Medical Oncology Magnitude of Clinical Benefit Scale (ESMO-MCBS) agli RCT di fase III analizzati per ricavare uno score relativo all'entità del beneficio clinico ottenuto per ciascun RCT. Sono state calcolate inoltre le differenze in termini di PFS tra i diversi bracci di trattamento rapportandole con i costi dei farmaci necessari per ottenere il beneficio di PFS. La nostra analisi ha valutato 11 RCT di fase III, per un totale di 4572 pazienti. Combinando i costi della terapia con la misura dell'efficacia espressa dalla PFS, è stato ottenuto un costo di 74,12 euro (€) per mese di vita guadagnato in termini di PFS con la combinazione di 5-fluorouracil, leucovorin, irinotecan e oxaliplatino (FOLFIRINOX), 90,14 € per la combinazione di gemcitabina e oxaliplatino (GEMOX) e 4708,7 € per la combinazione di nab-paclitaxel e gemcitabina. Da questo punto di vista riteniamo che l'utilizzo delle \"vecche chemioterapie di combinazione\" (per es., GEMOX) non dovrebbe essere completamente abbandonato, ma valutato sul singolo paziente, sulla base di diversi fattori (età, ECOG PS, comorbilità, carico di malattia), al fine di ottenere una reale \"tailored therapy\"."}, {"id": "pubmed23n0620_17397", "title": "[Success and failure predictors of non-invasive ventilation in acute bronchiolitis].", "score": 0.00909090909090909, "content": "The objective was to identify predictive factors for non-invasive ventilation (NIV) failure and to describe its use in bronchiolitis. Prospective observational study that included patients diagnosed with bronchiolitis with a modified Wood's Clinical Asthma Score 5, or oxygen saturation <92%, or venous CO(2) partial pressure (PCO(2)) 60 mm Hg, with no response to medical treatment, who received NIV from December 2005 to May 2008. We collected clinical data before NIV began and at 1, 6, 12, 24 and 48 h. Need for intubation was considered as NIV failure. NIV was successful in 83% of 47 cases included. Patients in whom NIV failed had lower weight (5.2+/-2.2 vs. 3.5+/-0.8 kg, P=.011), lower age [1.8 (0.3-12.3) vs. 0.8 (0.4-4.3) months, P=.038)], lower heart rate (HR) before NIV began (176.3+/-19.1 vs. 160.4+/-9.7 beats/minute, P=.010), lower HR decrease at hours 1 (-16.0+/-17.3 vs.+1.1+/-11.6, P=.005) and 12 (-31.5+/-19.7 vs. -0.75+/-12.2, P=.002), presence of apnoeas (23.1% vs. 75%; P=.004) and of a predisposing condition (84.6% vs. 50%; P=.029). Multivariate analysis identified the absence of a predisposing condition, and a greater HR decrease during the first hour as success-associated independent factors (OR 0.004; 95% CI 0.000-0.664 and OR 0.896; 95% CI: 0.809-0.993, respectively). NIV has a high success rate in bronchiolitis. The main parameters which can predict NIV success are the absence of a predisposing condition and a higher HR decrease in the first hour."}, {"id": "pubmed23n1159_1494", "title": "Presentazione della cerimonia per il Centenario di Annali Italiani di Chirurgia.", "score": 0.009009009009009009, "content": "Il 10 Ottobre prossimo avrò il compito di moderare insieme ad Eugenio Santoro, già Presidente della Società Italiana di Chirurgia, la cerimonia di celebrazione in chiave storica del CENTENARIO di attività dalla sua fondazione della rivista Annali Italiani di Chirurgia. La cerimonia rappresenta il tema privilegiato del programma del VI Congresso del Collegio degli Storici della Chirurgia (10 Ottobre 2022), che avrà luogo a Roma presso il Cavalieri Waldorf Astoria (ex Hilton) nell'ambito del 124° Congresso della Società Italiana di Chirurgia (9-12 Ottobre 2022). Dopo aver collaborato per tanti anni con il prof. Giovanni Marcozzi, Redattore Capo di questa rivista, e poi avendone assunto nel 1987 il ruolo di Direttore, sono testimone della continuità editoriale della pubblicazione, e delle significative innovazioni introdotte a partire dal 1988. Nel 2022 è stata finalmente raggiunta la data dei 100 anni di attività della pubblicazione da quella della stampa del primo Fascicolo nel lontano 1922. Per gli uomini il sommarsi degli anni di vita si accompagna ad un progressivo accumulo di esperienze, e generalmente allo sviluppo di una visione equilibrata delle vicende umane, che viene definita saggezza. Questo non è però una costante, e nell'uomo centenario può manifestarsi invece una involuzione sia fisica che mentale, con diminuzione della memoria, segni di distacco dalla realtà, e diminuzione del senso critico. Si riconosce quindi su tali basi la saggezza e presenza di spirito critico dell'anziano dalla decadenza del vecchio. Per una rivista scientifica raggiungere i 100 anni di attività è segno indiscutibile di vitalità e di corretta gestione, ma non sempre equivale ad un miglioramento della qualità delle pubblicazioni e accrescimento del credito e dei consensi. Può infatti mostrare i segni di una sclerosi e immobilismo dei meccanismi editoriali, e distacco dalle esigenze moderne, mostrando segni di invecchiamento. Con tutta evidenza questo non è avvenuto per Annali Italiani di Chirurgia. Se si analizzano le caratteristiche della rivista all'atto della sua fondazione e si confrontano con quelle attuali, si constata che nel corso degli ultimi 35 anni la rivista si è rinnovata ed è addirittura ringiovanita, allineandosi alle moderne esigenze editoriali della letteratura scientifica del settore. Si è allineata alle caratteristiche formali e funzionali - peer review - delle più autorevoli riviste internazionali del settore, ha adottato stabilmente l'Inglese in quanto lingua internazionale della Scienza, si è duplicata con la fondazione di una Edizione Digitale di riconoscimento internazionale (ISSN), con libero accesso a tutti i contenuti dell'edizione a stampa dal 2000 - dunque una vera Biblioteca di libero accesso full text nel sito web www.annitalchir.com, dotata di motore di ricerca per titoli, Autori e argomento, e infine con l'istituzione di uno specifico settore di pubblicazione esclusivamente digitale - Epublish - dei singoli Casi Clinici, che costituisce ormai, a distanza di 12 anni, un vero Album a colori di una vastissima casistica di patologie chirurgiche particolari. Dunque la data del Centenario per Annali Italiani di Chirurgia corrisponde non ad un invecchiamento ma ad un vistoso ringiovanimento, confermato dal crescente credito che riscuote in Italia e dall'attrazione internazionale prorompente che va dimostrando. Per tutto questo un grazie per le innovazioni realizzate va indirizzato, in ordine di tempo, al compianto dottor Emilio Cappelli della Nuova Editrice Cappelli per la gestione della prima transizione, insieme al Gruppo Editoriale Milano (GEM), con rinnovamento della struttura della rivista nel 1988, e soprattutto al dottor Luigi Pozzi che dal 2005 ne è subentrato come Publisher con la Luigi Pozzi Editore, e la tipografia Stilgrafika di Castenaso (Bo). Un ringraziamento particolare va al Prof. Vincenzo Casolino, già Direttore della Biblioteca \"Guglielmo Marconi\" del CNR, che fin dal 1988 ha appoggiato in maniera convinta e sostanziale le fasi iniziali del nuovo corso della rivista, ed ha rappresentato un ruolo determinante nella nascita, sotto l'egida del CNR, della sua Edizione Digitale, con immediato riconoscimento internazionale (ISSN). Un grazie va alla dottoressa Valentina Miccichè, CEO della Società Ad Hoc Solution s.r.l., che ha brillantemente progettato fin dal 2010 con Chiara Mazzuca la struttura e la funzionalità dell'Edizione Digitale di Annali Italiani di Chirurgia, aggiornandola con puntualità alle accresciute esigenze di accessibilità e rinnovamento delle caratteristiche desiderate dei siti www.annitalchir.com e www.annaliitalianidichirurgia. it Ai posteri il compito di proseguire sulla strada tracciata e percorsa, e l'onere di completare auspicabilmente con onore e successo il prossimo Centenario. Prof. Nicola Picardi."}, {"id": "pubmed23n0572_18129", "title": "[Technical equipment of modern coronary care units: respiratory and renal function assist devices].", "score": 0.009009009009009009, "content": "Respiratory and renal comorbidities have a negative impact on health status and prognosis of patients suffering from cardiovascular diseases. That is why cardiologists must know the pathophysiological bases of renal and respiratory function and should be able to use the available mechanical devices meant to support lung and kidney function. A review of the recent literature suggests that the use of non-invasive ventilation (continuous positive airway pressure, bilevel positive airway pressure) in patients with acute cardiogenic pulmonary edema may reduce the need for endotracheal intubation and the risk of mortality when compared to conventional oxygen therapy. In addition to this, the support of renal ultrafiltration (continuous veno-venous hemofiltration) effectively and safely produces a greater weight and fluid loss, decreases length of stay and increases time to readmission compared to standard intravenous diuretic therapy in patients hospitalized for acute decompensated heart failure presenting with volume overload and diuretic resistance; moreover, in patients with preexisting renal failure who undergo percutaneous coronary intervention, continuous veno-venous hemofiltration appears to be effective in preventing contrast-induced nephropathy."}, {"id": "pubmed23n0923_20493", "title": "Management della retinopatia diabetica e dell'edema maculare diabetico: linee guida \"Euretina 2017\".", "score": 0.008928571428571428, "content": "Si prevede che la malattia diabetica con tutte le sue complicanze avrà un forte aumento di incidenza con un grosso impatto socioeconomico nei prossimi decenni in tutto il mondo. Pertanto ben si comprende l'importanza di individuare attraverso una fine diagnostica quanto più precocemente la comparsa dei sintomi diabetici, migliorare lo stile di vita ed impostare cure efficienti. Riportiamo la serie di raccomandazioni EURETINA 2017, dei maggiori esperti in Europa per la gestione della malattia diabetica e delle complicanze della retina. Per combattere questa \"pestilenza\" occorre un team medico preparato. Il trattamento laser è stato considerato sino a non molto tempo fa il Gold standard della retinopatia diabetica e dell'edema diabetico (RD e EMD). Recenti studi hanno dimostrato, invece, che si possono raggiungere risultati migliori mediante l'iniezione diretta di farmaci nella cavità vitreale. In particolare è emerso terapia di prima linea, molecole in grado di inibire il fattore di crescita endoteliale vascolare (anti VEGF) mentre non è più raccomandata la fotocoagulazione laser per il trattamento del DME. Nell'ambito delle molecole farmacologiche gli steroidi hanno mantenuto un ruolo nella gestione del DME cronicamente persistente."}, {"id": "pubmed23n0052_6275", "title": "[Correlations between respiratory function tests and hemodynamic studies in the decision of pneumonectomy].", "score": 0.008928571428571428, "content": "We report a prospective study of 50 patients with chronic pulmonary pathology of diverse etiology and various grades of abnormality in Pulmonary mechanics and blood gases. In all patients we performed pulmonary function test and hemodynamic study with a Dotter-Lucas catheter with and without unilateral occlusion of pulmonary artery, at rest and during exercise. Our objective was to define if one or more parameters of routine pulmonary function test could allow us to predict the condition of pulmonary circulation, and therefore identify those patients at risk of pulmonary hypertension in whom pneumonectomy could be contraindicated and in this way avoid cardiac catheterization. We did not find any correlation between the grade of abnormality in pulmonary mechanics and the severity of pulmonary hypertension. On the other hand, all patients with severe pulmonary hypertension, that precluded pneumonectomy, had severe hypoxemia (PaO2 less than 50 mmHg); patients with moderate hypoxemia (PaO2 50-57 mmHg) had pulmonary hypertension of diverse grade, that could preclude or not, pneumonectomy. We conclude that this group of patients need to be catheterized to evaluate the indication of pneumonectomy."}, {"id": "pubmed23n0885_1889", "title": "[Evaluation of mercury exposure in populations living near the industrial Augusta Bay (Sicily Region, Southern Italy)].", "score": 0.008849557522123894, "content": "OBIETTIVI: valutare e quantificare l'esposizione umana al mercurio (Hg) ed esplorare i fattori chiave che influenzano la contaminazione nelle popolazioni residenti in prossimità della Rada di Augusta, un'area a elevato rischio ambientale a causa degli effetti degli sversamenti incontrollati di Hg da parte di uno dei più grandi impianti cloro-soda d'Europa. DISEGNO: un campione di residenti nei comuni di Augusta, Priolo e Melilli (Sicilia orientale) è stato selezionato per lo studio di biomonitoraggio umano. Un questionario dettagliato è stato somministrato a ogni partecipante per raccogliere informazioni anagrafiche sulle abitudini di vita e alimentari. I livelli di Hg in sangue e capelli, usati come traccianti di esposizione a metilmercurio, sono stati messi in relazione al consumo di pesce locale. Il contenuto di Hg nelle urine è stato utilizzato per esplorare eventuali esposizioni atmosferiche a Hg inorganico. Una regressione lineare multivariata è stata applicata con l'obiettivo di esplorare i fattori che influenzano l'esposizione umana al Hg. L'approccio tossicocinetico è stato impiegato al fine di calcolare la dose settimanale provvisoria tollerabile ( provisional tolerable weekly intake, PTWI) e di predire le concentrazioni di Hg attese nel sangue degli individui con una dieta alimentare basata esclusivamente su pesce locale. 224 individui residenti nei comuni di Augusta, Melilli e Priolo. RISULTATI: eccessi di Hg sono stati misurati nel sangue e nei capelli del campione considerato. I più alti livelli sono stati rilevati ad Augusta, dove anche il consumo di pesce locale risulta maggiore. I valori di dose settimanale tollerabile provvisoria (PTWI) calcolati eccedono, nella maggior parte dei casi, le raccomandazioni internazionali, specialmente nei residenti ad Augusta. CONCLUSIONI: gli elevati livelli di Hg registrati nei campioni di sangue e capelli derivano, con ogni probabilità, dal consumo di pesce locale. Rispetto ad Augusta, gli individui di Priolo e Melilli subiscono un impatto più limitato. L'esposizione a Hg inorganico può essere considerata trascurabile."}, {"id": "pubmed23n0216_15128", "title": "[Evaluation of left cardiac function in chronic obstructive bronchopneumopathy. Correlation of the radiographic analysis of the thorax and hemodynamic data].", "score": 0.008849557522123894, "content": "Chest radiographs, taken in the standing position, were reviewed in 47 hospitalised patients with chronic obstructive respiratory failure; the review was done retrospectively and the radiographs were examined for signs of left ventricular failure. Only interstitial and alveolar oedema were considered, upper lobe blood diversion was commonly seen in patients, probably reflecting pulmonary hypertension independent of any re-distribution of left ventricular origin. Interstitial oedema was seen in 9 patients (19.2%) of whom only one reached a pulmonary capillary pressure of 25 mmHg, traditionally considered as a threshold of interstitial oedema. In 8 other patients, the pulmonary capillary pressure was either moderately elevated between 15 and 25 mmHg (3 cases) or strictly normal (5 cases). The discordance observed between the radiological data and haemodynamics very probably reflects (bearing in mind the descriptions in valvular and ischaemic heart disease) a greater sensitivity of the radiograph when compared to measurements of pulmonary capillary pressure at rest in cases of left ventricular failure \"fruste\". The greater sensitivity of radiological analysis in patients suffering from chronic airflow obstruction contrasts with the classical notion, according to which the radiological expression of definite left ventricular failure was frequently poor in this kind of patient by reason of a destruction of the vascular bed, which limited the development of pulmonary oedema."}, {"id": "pubmed23n1029_21332", "title": "Esperienze di switch a cariprazina in pazienti schizofrenici con comparsa di effetti collaterali/comorbilità mediche.", "score": 0.008771929824561403, "content": "La schizofrenia è un disturbo psichiatrico grave e cronico con un background genetico e neurobiologico eterogeneo che influenza lo sviluppo precoce del cervello, ed è espressa come una combinazione di sintomi psicotici - come allucinazioni, deliri e disorganizzazione - e di sintomi negativi e cognitivi. Il trattamento dei pazienti con schizofrenia prevede l'utilizzo di antipsicotici, in accordo con i recenti dati di letteratura. Sulla base del meccanismo d'azione, gli antipsicotici vengono suddivisi in tipici (o \"di prima generazione\") e atipici (o \"di seconda generazione\"). Differiscono, anche, per la manifestazione di effetti collaterali, dovuti alla diversa affinità recettoriale caratteristica del singolo principio attivo. In questo caso clinico, presentiamo un giovane paziente di 24 anni con diagnosi di schizofrenia trattato prima con olanzapina e poi con risperidone, che ha manifestato significativi effetti collaterali di tipo metabolico e sessuali. La strategia terapeutica utilizzata è stata lo switch a un antipsicotico di terza generazione, cariprazina, con risoluzione delle collateralità e una migliore gestione dei sintomi negativi riportati. In conclusione, il modello di trattamento personalizzato sulla base delle condizioni cliniche e delle esigenze del paziente rappresenta l'approccio maggiormente adeguato nella gestione di ogni singolo caso."}, {"id": "pubmed23n1057_5320", "title": "Drenaje anómalo total de venas pulmonares variante supracardiaca en una mujer adulta.", "score": 0.008771929824561403, "content": "La conexión anómala total de venas pulmonares (CATVP) es una cardiopatía congénita en la que la circulación venosa pulmonar drena al sistema venoso sistémico